Seduta n.206 del 08/06/2011 

CCVI Seduta

Mercoledì 8 giugno 2011

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 01.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 5 maggio 2011 (199), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ignazio Artizzu, Radhouan Ben Amara e Pietro Pittalis hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana dell'8 giugno 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

MARIANI,Segretario:

"Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Zuncheddu sulla deliberazione della Giunta regionale n. 26/10 del 25 maggio 2011 avente per oggetto 'Promozione del territorio attraverso eventi a forte valenza turistica'". (232)

PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero di consiglieri presenti in Aula e l'assenza della Giunta, sospendo la seduta. Prego i colleghi Capigruppo di richiamare i consiglieri in Aula.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 02, viene ripresa alle ore 10 e 17.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo, Rodin e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 27 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Capelli - Cossa - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Pitea - Planetta - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta per trenta minuti. Convoco una Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 19, viene ripresa alle ore 10 e 52.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte prima)

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 222/A - Parte prima.

Passiamo all'esame dell'articolo 22. All'articolo 22 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 22 e dei relativi emendamenti:

Capo III

Interventi nei settori produttivi

Art. 22

Interventi in materia di attività produttive

1. Al fine della ricapitalizzazione e della copertura perdite delle partecipate regionali Carbosulcis Spa e IGEA Spa, è autorizzata nell'esercizio 2011 l'ulteriore spesa di euro 5.000.000, da ripartire per euro 1.000.000 a favore di IGEA Spa e per euro 4.000.000 a favore di Carbosulcis Spa (UPB S06.03.024).

2. È autorizzata nell'anno 2011 la spesa di euro 1.000.000 da destinare alla Sotacarbo Spa in conto futuro aumento di capitale per lo sviluppo di un programma di studio e sperimentazione sull'utilizzo ecocompatibile del carbone, e di quello Sulcis in particolare (UPB S06.03.024).

3. Al fine di provvedere al supporto della gestione liquidatoria delle controllate regionali SIGMA Invest Spa e sue collegate e Fluorite di Silius Spa, è autorizzata, nell'esercizio 2011, la spesa complessiva di euro 4.100.000 (UPB S06.03.024).

4. Per le finalità di cui all'articolo 4, comma 8, della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (legge finanziaria 2009), è autorizzata nell'esercizio 2011 la spesa complessiva di euro 2.700.000 (UPB S06.03.023).

5. È autorizzata la spesa complessiva di euro 3.520.000, di cui euro 3.500.000 per le finalità di cui all'articolo 7, comma 42, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.029).

6. Al fine di proseguire l'attività di bonifica dei siti inquinati dalla pregressa attività estrattiva, è autorizzata nell'esercizio 2011, la spesa di euro 4.000.000 (UPB S04.06.005).

Emendamento sostitutivo parziale Randazzo - Mulas - Peru - Sanna Paolo Terzo - Petrini - Tocco - Locci - Cuccureddu - Diana Giampaolo - Fois - Meloni Marco - Dessì - Piras - Bardanzellu - Sanjust - Pittalis - Planetta - Zedda Alessandra - Stochino - Rodin - Lai - Murgioni - Solinas Antonio - Agus - Meloni Valerio - Cucca - Manca - Mariani - Cocco Daniele Secondo - Meloni Francesco - Greco - Cossa - Floris Rosanna - Sechi - Obinu - Moriconi - Vargiu - Amadu - Lotto - Pitea - Biancareddu - Sabatini - Espa

Articolo 22

Il comma 5 dell'articolo 22 è sostituito dal seguente:

5. E' autorizzata per l'anno 2011 l'ulteriore spesa di euro 3.520.000 a incremento del contributo a favore degli enti locali per lo svolgimento, ai sensi dell'articolo 23 della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7, delle funzioni ex EPT e delle aziende autonome di cura e soggiorno (UPB 01.06.001- cap. SC01.1074). Alla copertura del presente comma si provvede con diminuzione di pari importo dell'UPB S06.02.002. (93)

Emendamento aggiuntivo Vargiu

Articolo 22

5 bis. È autorizzato, per l'anno 2011, uno stanziamento di euro 2.000.000 da destinare al Contributo agli enti locali per lo svolgimento delle funzioni svolte dagli ex EPT e aziende autonome di soggiorno (UPB S01.06.001 - cap. SC01.1074).

Copertura finanziaria

UPB S08.01.002

Fondo per nuovi oneri legislativi di parte corrente

2011 euro 2.000.000 (226)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 22

All'articolo 22 dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:

6 bis. All'articolo 1, comma 16 della legge regionale n. 3 del 2008, dopo le parole "attività economiche e produttive di beni e servizi" sono aggiunte le parole "ivi compresi quelli di cui all'articolo 4 della direttiva 2006/123/CE". Alla fine dell'articolo 1, comma 19, della legge regionale n. 3 del 2008 sono aggiunte le seguenti parole: "Nelle more di tale designazione, il ruolo di responsabile del SUAP è svolto dal segretario comunale del comune stesso". Al fine di garantire le attività di supporto alla Rete regionale degli sportelli unici regionali è autorizzata, nell'anno 2011, la spesa di euro 150.000. (CdR 00.09.01.01 - UPB S04.01.001, cap. NI).

6 ter. I proponenti delle istanze per il rilascio delle autorizzazioni uniche emesse ai sensi dell'articolo 6 comma 3 della legge regionale n. 3 del 2009 e dell'articolo 1, comma 17, della legge regionale n. 5 del 2009, sono tenuti al pagamento degli oneri istruttori che saranno determinati con delibera della Giunta regionale. Gli oneri istruttori derivanti dai versamenti di cui al comma 6 bis sono effettuati con imputazione ad apposito capitolo da istituire nello stato di previsione dell'entrata dell'Assessorato regionale dell'industria. Tali oneri sono dovuti anche nel caso di autorizzazione emessa precedentemente all'approvazione di questa legge. Le disposizioni di cui sopra non si applicano nei casi in cui il proponente è un ente pubblico. Con decreto dell'Assessore regionale competente in materia di bilancio si provvede alla iscrizione dei predetti versamenti nel CdR 00.09.01.03 - UPB S04.01.001, cap. SC04.0002 dello stato di previsione della spesa dell'Assessorato regionale dell'industria, per essere destinate alle attività di supporto nella predisposizione dei Piano energetico regionale e per l'istruttoria delle istanze in materia di fonti energetiche rinnovabili.

6 quater. Per le finalità di cui all'articolo 7, comma 29, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, è autorizzata, nell'anno 2011, la spesa di euro 300.000 a copertura degli oneri derivanti dall'espletamento delle procedure di gara (UPB S06.03.021).

6 quinquies. È autorizzata, nell'anno 2011, la spesa di euro 150.000 per le attività di supporto nella predisposizione del Piano energetico regionale (UPB S04.01.001).

COPERTURA FINANZIARIA

in diminuzione

UPB S06.04.023

2011 euro 450.000

UPB S08.01.0047

2011 euro 150.000 (146)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 22

Dopo il comma 6 dell'articolo 22 sono inseriti i seguenti:

6 bis. La Regione riconosce il ruolo rilevante delle piccole e medie imprese (PMI) nello sviluppo del sistema economico e sociale regionale. La Regione adotta misure di politica industriale che supportino progetti di sviluppo competitivo delle PMI orientati a stimolare e favorire la capacità di innovazione delle imprese, la loro competitività, la qualificazione e la diversificazione delle produzioni, l'aumento e la qualità dell'occupazione, l'incremento del reddito, le condizioni di sicurezza.

6 ter. La Regione incentiva progetti di sviluppo competitivo delle PMI finalizzati alla crescita dimensionale delle imprese, a processi di internazionalizzazione, a processi di razionalizzazione degli assetti gestionali e,organizzativi, a processi di creazione e di sviluppo di nuove imprese (spin off e start up), nonché a, processi di diversificazione di attività da parte di imprese in funzionamento; alla creazione di prototipi e la realizzazione di produzioni di prova, a fronteggiare situazioni di ricambio generazionale; a fronteggiare situazioni di fabbisogno manageriale temporaneo, a realizzare processi di ricapitalizzazione o di riordino degli assetti di governo, a sviluppare nuove iniziative finalizzate alla produzione, all'utilizzo e all'eventuale distribuzione di energia prodotta da fonti alternative, alla valorizzazione della responsabilità sociale dell'impresa, a promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile, a realizzare processi organizzativi orientati alla creazione e l'implementazione di sistemi di qualità ambientale e sistemi integrati sicurezza-qualità-ambiente certificabili.

6 quater. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo competitivo di cui ai commi precedenti, sono individuati seguenti strumenti di politica industriale anche in abbinamento tra loro:

a) servizi di consulenza strategica e programmi di sviluppo orientati al potenziamento delle competenze manageriali;

b) utilizzo di un manager a tempo, che operi al fine di conseguire gli obiettivi posti da un business plan predeterminato;

c) realizzazione di specifici progetti di ricerca, anche in collaborazione con università o centri di ricerca pubblici e privati;

d) ricorso a meccanismi di innovazione e trasferimento tecnologico con università, centri di ricerca pubblici e privati, parchi scientifici e tecnologici. (268)

Emendamento aggiuntivo Bardanzellu - Lai - Diana Mario - Piras - Stochino - Zedda Alessandra

Articolo 22

Dopo l'articolo 22 ter è aggiunto il seguente articolo:

Art. 22 quater

Regolarizzazione delle concessioni demaniali per l'esercizio dell'attività di mitilicoltura

1. È autorizzata la regolarizzazione delle concessioni demaniali per lo svolgimento dell'attività di molluschicoltura nelle acque territoriali prospicienti il territorio regionale, a fronte di un effettivo svolgimento dell'attività all'interno delle aree a tal fine classificate e in conformità alle disposizioni sanitarie vigenti in materia

2. La presente sanatoria è rivolta alle imprese di acquacoltura equiparabili all'imprenditore ittico ai sensi del comma 5 dell'articolo 2 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 226, che siano registrate presso il registro delle imprese con idoneo codice, riferibile alla classificazione nazionale delle attività economiche adottata dall'ISTAT.

3. La regolarizzazione avviene mediante rilascio di concessioni temporanee di durata non superiore ad un anno, anche nell'ipotesi di voltura o sub-ingresso, previa verifica dei presupposti di legge e in conformità alle disposizioni del codice della navigazione.

4. Contestualmente alla presentazione dell'istanza di regolarizzazione, le imprese richiedenti sono tenute al versamento dei canoni pregressi maggiorati degli interessi di legge.

5. Le imprese aventi diritto alla regolarizzazione sono tenute al versamento di una somma pari a tre volte il canone erariale non versato a fronte dell'effettivo utilizzo del bene per lo svolgimento dell'attività.

6. Qualora non sia possibile certificare in altro modo l'effettivo avvio dell'attività di mitilicoltura nelle acque territoriali prospicienti il territorio regionale, la regolarizzazione decorre dalla data di iscrizione al registro delle imprese o dalla data di comunicazione di inizio attività, con un codice di attività, corrispondente alle finalità del presente articolo, riferibile alla classificazione nazionale delle attività economiche adottata dall'ISTAT.

7. La Presidenza della Regione promuove la definizione di appositi accordi attuativi con le autorità statali competenti. Le disposizioni di attuazione sono definite dalla Giunta regionale con apposita deliberazione. (17)

Emendamento aggiuntivo Sanna Paolo Terzo - Bardanzellu - Lai

Articolo 22

Dopo l'articolo 22 è aggiunto il seguente 22 bis:

Art. 22 bis

1. È autorizzata la regolarizzazione delle concessioni demaniali per lo svolgimento dell'attività di molluschicoltura nelle acque territoriali prospicienti il territorio regionale a fronte di un effettivo svolgimento dell'attività all'interno di aree classificate per lo svolgimento della mitilicoltura, in conformità alla regolamentazione qui in Italia vigente in materia.

2. La regolarizzazione avviene mediante rilascio di concessioni temporanee di durata non superiore ad un anno, anche nell'ipotesi di voltura o sub-ingresso, previa verifica dei presupposti di legge, in conformità alle disposizioni del Codice della navigazione. I relativi procedimenti amministrativi sono attivati mediante presentazione di apposita istanza di regolarizzazione da parte delle imprese di acquacoltura equiparabili all'imprenditore ittico ai sensi del comma 5 dell'articolo 2 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 226, che possano dimostrare l'effettivo svolgimento dell'attività di mitilicoltura e il contestuale versamento dei canoni pregressi maggiorati degli interessi di legge.

3. Le imprese aventi diritto alla regolarizzazione sono tenute al versamento di una somma pari a tre volte il canone erariale non versato a fronte dell'effettivo utilizzo del bene per lo svolgimento dell'attività.

4. Qualora non sia possibile certificare in altro modo l'effettivo avvio dell'attività di mitilicoltura nelle acque territoriali prospicienti il territorio regionale la regolarizzazione dovrà decorrere dalla data di iscrizione al registro delle imprese o dalla data di comunicazione di inizio attività, con un codice di attività, corrispondente alle finalità della presente legge, riferibile alla classificazione nazionale delle attività economiche adottata dall'ISTAT.

5. La Presidenza della Regione promuove la definizione di appositi accordi attuativi con le autorità statali competenti. Le disposizioni di attuazione sono definite dalla Giunta regionale mediante deliberazione. (198)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Diana Mario - Lai - Piras - Stochino - Murgioni

Articolo 22

Dopo l'articolo 22 ter è aggiunto il seguente articolo:

Art. 22 quater

Determinazione dei canoni per le concessioni a fini di pesca, acquacoltura e attività connesse e complementari

1. Ai sensi del comma 2 dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1965, n. 1627, con decorrenza dalla data di entrata in vigore del presente articolo, il canone annuale dovuto per le concessioni in materia di pesca, acquacoltura e attività connesse e complementari nel mare territoriale e nel demanio marittimo è determinato, avuto riguardo alla tipologia di attività che si intende svolgere, alla modalità di svolgimento ed alla sua incidenza sull'ambiente, dalla somma di due componenti:

a) proporzionale all'estensione dell'area o al volume del fabbricato oggetto della concessione;

b) proporzionale al valore aggiunto derivante dall'attività d'impresa inerente l'oggetto della concessione.

2. La componente di cui alla lettera a) del comma 1 è determinata come prodotto della superficie o del volume del bene richiesto in concessione e delle misure unitarie di cui alla tabella 1 allegata (La tabella è agli atti del Consiglio). Il grado di incidenza sull'ambiente della specifica attività (elevato, medio o ridotto) è individuato secondo le modalità definite con deliberazione della Giunta regionale.

3. La componente di cui alla lettera b) del comma 1 è fissata in misura pari allo 0,25 per cento del valore aggiunto derivante dall'attività d'impresa inerente l'oggetto della concessione, determinato secondo le risultanze contabili con riferimento al singolo esercizio annuale, in conformità alla normativa civilistica vigente ed ai principi contabili riconosciuti a livello internazionale. Qualora, al termine dell'esercizio annuale, l'impresa interessata possa certificare un incremento del numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante l'anno (unita lavorative anno - ULA), determinato in conformità alle disposizioni di cui al decreto ministeriale 18 aprile 2005 del Ministero delle attività produttive, rispetto al corrispondente valore registrato nell'esercizio precedente, il canone dovuto è ridotto di un importo pari al prodotto della percentuale di incremento di ULA per il valore della componente di cui alla lettera b) del comma 1, fino alla concorrenza dell'intero importo della medesima.

4. La componente di cui alla lettera b) del comma 1 non è dovuta da pane dei titolari di concessioni per attività di pesca e acquacoltura a fini scientifici e di pesca sportiva e ricreativa.

5. L'importo minimo della componente di cui alla lettera a) del comma 1 è pari euro 300.

6. La misura minima e gli importi unitari per il calcolo della componente di cui alla lettera a) del comma 1 sono aggiornati annualmente in base alla media degli indici determinati dall'ISTAT per i prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati e per i corrispondenti valori all'ingrosso.

7. Con le stesse modalità di cui ai commi da 1 a 6 è determinata la misura del canone annuale per le concessioni in materia di pesca, acquacoltura e attività connesse e complementari aventi ad oggetto specchi acquei, beni e relative pertinenze del demanio regionale.

8. Con decorrenza dalla data di entrata in vigore del presente articolo, i titolari di concessioni demaniali per finalità di pesca, acquacoltura ed attività connesse e complementari aventi ad oggetto beni del demanio marittimo, zone del mare territoriale, specchi acquei, beni e relative pertinenze del demanio regionale sono tenuti alla corresponsione di un sovracanone regionale in misura pari a due volte il canone determinato ai sensi dei commi da 1 a 6.

9. L'importo complessivamente dovuto a titolo di canone e sovracanone non può eccedere, in ogni caso, i valori medi di mercato delle locazioni di beni privati equivalenti. Con apposita deliberazione, la Giunta regionale definisce le modalità per garantire il monitoraggio continuo dei valori limite.

10. I canoni e relativi sovracanoni sono versati:

a) con riferimento alla componente di cui alla lettera a) del comma 1, contestualmente alla stipula dell'atto di concessione ed entro il 31 gennaio di ciascun anno solare per le singole annualità successive a quelle della stipula dell'atto di concessione;

b) con riferimento alla componente di cui alla lettera b) del comma 1, entro centottanta giorni dalla data di chiusura di ciascun esercizio annuale.

11. Il canone annuale per le concessioni oggetto del presente articolo è dovuto alla Regione o allo Stato, in ragione della titolarità del diritto dominicale con riferimento all'oggetto della concessione.

12. Il sovracanone annuale è devoluto alla Regione.

13. Le entrate di competenza della Regione derivanti da canoni e sovracanoni confluiscono in un fondo regionale a destinazione vincolata per il finanziamento di interventi regionali funzionali allo sviluppo della pesca, dell'acquacoltura, e delle attività , connesse e complementari.

14. La somma dovuta a titolo di canone e sovracanone è ridotta di un terzo rispetto all'importo determinato. sulla base del presente articolo per le concessioni di aree e specchi d'acqua, per le quali al concessionario sia riconosciuto un diritto di godimento limitato all'esercizio di una specifica attività senza esclusione dell'uso comune, seppur regolamentato, o di altre possibili fruizioni generalizzate in conformità a disposizioni di legge. SEGUONO TABELLE (27)

Emendamento aggiuntivo Sanna Paolo Terzo

Articolo 22

Dopo l'articolo 22 è aggiunto il seguente articolo:

Art. 22 bis

1. Ai sensi del comma 2 dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1965, n. 1627, con decorrenza dal 1 gennaio 2011, il canone annuale dovuto per le concessioni in materia di pesca, acquacoltura e attività connesse e complementari nel mare territoriale e nel demanio marittimo è determinato, avuto riguardo alla tipologia di attività che si intende svolgere, alla modalità di svolgimento ed alla sua incidenza sull'ambiente, dalla somma di due componenti:

a) proporzionale all'estensione dell'area o al volume del fabbricato oggetto della concessione;

b) proporzionale al valore aggiunto derivante dall'attività d'impresa inerente l'oggetto della concessione.

La componente a) è determinata come prodotto della superficie o della volumetria del bene richiesto in concessione e delle misure unitarie di cui alla tabella 1 allegata. Il grado di incidenza sull'ambiente della specifica attività (elevato, medio o ridotto) è individuato secondo le modalità definite dalla Giunta regionale con apposita deliberazione. La componente b) è fissata in misura pari allo 0,25 per cento del valore aggiunto, derivante dall'attività d'impresa inerente l'oggetto della concessione, determinato secondo le risultanze contabili con riferimento al singolo esercizio annuale, in conformità alla normativa civilistica vigente ed ai principi contabili riconosciuti a livello internazionale. Qualora al termine dell'esercizio annuale l'impresa interessata possa certificare un incremento del numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante l'anno (ULA: unità lavorative anno), determinato in conformità alle disposizioni di cui al decreto ministeriale 18 aprile 2005 del Ministero delle attività produttive "Adeguamento alla disciplina comunitaria dei criteri di individuazione di piccole e medie imprese" pubblicato nella Gazzetta ufficiale 12 ottobre 2005, n. 2 8 e successive modifiche ed integrazioni rispetto al corrispondente valore registrato nell'esercizio precedente, il canone dovuto è ridotto di un importo pari al prodotto della percentuale di incremento di ULA per il valore della componente b), fino alla concorrenza dell'intero importo della componente b). La componente b) non è dovuta da parte dei titolari di concessioni per attività di pesca e acquacoltura ai fini scientifici e di pesca sportiva e ricreativa.

2. Con le stesse modalità di cui ai precedenti commi è determinata la misura del canone annuale per le concessioni in materia di pesca, acquacoltura e attività connesse e complementari aventi ad oggetto specchi acquei, beni e relative pertinenze del demanio regionale.

3. L'importo minimo della componente a) del canone annuale di cui ai precedenti commi è paria euro 300.

4. La misura minima e gli importi unitari per il calcolo della componente a) di cui ai precedenti commi sono aggiornati annualmente in base alla media degli indici determinati dall'ISTAT per i prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati e per i corrispondenti valori all'ingrosso.

5. Con decorrenza dalla data di entrata in vigore della presente legge, i titolari di concessioni demaniali per finalità di pesca, acquacoltura ed attività connesse e complementari aventi ad oggetto beni del demanio marittimo, zone del mare territoriale prospiciente il territorio della Regione autonoma della Sardegna, specchi acquei, beni e relative pertinenze del demanio regionale sono tenuti alla corresponsione di un sovracanone regionale annuale in misura pari a due volte il canone determinato ai sensi dei precedenti commi.

6. L'importo complessivamente dovuto a titolo di canone e sovracanone non può eccedere, in ogni caso, i valori medi di mercato delle locazioni di beni privati equivalenti. Con apposita deliberazione la Giunta regionale definisce le modalità per garantire il monitoraggio continuo dei valori limite.

7. I canoni e relativi sovracanoni sono versati, con riferimento alla componente a) contestualmente alla stipula dell'atto di concessione ed entro il 31 gennaio di ciascun anno solare per le singole annualità successive a quelle della stipula dell'atto di concessione; con riferimento alla componente b) di cui ai precedenti commi entro centottanta giorni dalla data di chiusura di ciascun esercizio annuale.

8. Il canone annuale per le concessioni in oggetto della presente legge è devoluto alla Regione o allo Stato, in ragione della titolarità del diritto dominicale con riferimento all'oggetto della concessione.

9. Il sovracanone annuale è devoluto alla Regione.

10. Le entrate di competenza della Regione derivanti da canoni e sovracanoni confluiscono in un fondo regionale a destinazione vincolata per il finanziamento di interventi regionali funzionali allo sviluppo della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse e complementari.

11. La somma dovuta a titolo di canone e sovracanone annuali è ridotta di un terzo rispetto all'importo determinato sulla base della presente legge per le concessioni di aree e specchi d'acqua, per le quali al concessionario sia riconosciuto un diritto di godimento limitato all'esercizio di una specifica attività senza esclusione dell'uso comune, seppur regolamentato, o di altre possibili fruizioni generalizzate in conformità a disposizioni di legge. (195).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, in primo luogo mi corre l'obbligo di sottolineare le difficoltà che ciascuno di noi incontra per poter esercitare pienamente, in modo coerente, la funzione a cui è stato chiamato dal voto popolare. Abbiamo la sensazione, Presidente, che questo Consiglio soffra molto, e non poco, una condizione di inutilità. E' una condizione che soffre in ragione del modo in cui in questi anni, nel festival dell'antipolitica, si è colpita l'istituzione democratica, la sua capacità di rappresentanza del sentimento popolare, la sua funzione di regolatore dei rapporti sociali ed economici; e in una società come la nostra che è sempre più in crisi, in un'economia come la nostra che è sempre più povera, in una prospettiva come quella che vive il nostro popolo, sempre più incerta, questa condizione, Presidente, avrà un peso, avrà un peso, lo dico, anche dal punto di vista della tenuta dei rapporti sociali, della disgregazione delle relazioni umane.

Oggi apro il giornale e scopro che la Giunta regionale ha varato un Piano per il lavoro di 200 milioni di euro. Credo che l'abbia varato sette o otto volte e ogni volta sono 200 milioni che vengono immessi, nell'immaginario collettivo, come una nuova risorsa nella disponibilità di coloro che patiscono la condizione di disoccupazione, ed è una "bubbola". Noi, in questo contesto, parliamo di copertura finanziaria, allora vogliamo dire come funziona tutto questo meccanismo? Vogliamo spiegarlo al cittadino? Vogliamo entrare nel merito?

Se a giugno, ammesso e non concesso che i provvedimenti adottati dalla Giunta regionale abbiano consistenza giuridica, cioè si possano concretamente poi dispiegare, in una condizione finanziaria di controllo centralistico come quello imposto dallo Stato membro dell'Unione europea con il Patto di stabilità, noi abbiamo già raggiunto nella rubrica della spesa della Regione i limiti delle disponibilità operative, è una promessa che non avrà seguito: continuiamo a spacciare come spesa il trasferimento di fondi dentro altri fondi. Noi prendiamo un fondo della Regione e lo trasferiamo presso la finanziaria regionale, noi prendiamo fondi della Regione e li trasferiamo presso altri enti, agenzie strumentali della Regione, e solo il dato del trasferimento viene considerato come spesa. Ma al cittadino, al fornitore, all'imprenditore non arriva una lira: si incastra nelle attività di spesa di quel soggetto a cui la Regione ha demandato il compito.

Noi parliamo di Piano straordinario per il lavoro ben sapendo che dal 2005, con la legge numero 20, avevamo imposto alla Giunta regionale la predisposizione di un Piano dei servizi per il lavoro e per l'occupazione e per sei anni la Giunta non ha adempiuto a quella legge. Non adempie neppure oggi, e fa riferimento a una norma della finanziaria che è una declaratoria di obiettivi, di compiti che vanno dal contrasto alla dispersione scolastica all'incremento dell'infrastrutturazione del territorio, che vanno dalle politiche del lavoro alle attività di formazione. Di tutto, di più.

Noi non abbiamo soldi, questa Regione è alla bancarotta; voglio pertanto che venga inserita nel verbale di questo Consiglio la mia affermazione che la Giunta regionale gestisce un'azienda (così utilizzo i termini che sono cari al centrodestra: "azienda Italia", "azienda Sardegna") che non solo non è competitiva, ma è alla bancarotta! E' cioè in una condizione di oggettivo fallimento. Ha risorse solo per le spese obbligatorie correnti, accumula debiti e residui passivi di spesa promessa e mai realizzata, non è in grado di organizzare servizi per la comunità, moltiplica le perdite delle società controllate e partecipate.

Noi avremmo voluto che questo "cosiddetto collegato", che collegato non è perché non si collega a nulla, neppure alla manovra finanziaria approvata da questo Consiglio all'inizio dell'anno, fosse un serio assestamento di bilancio capace di cancellare i residui passivi creati dall'amministrazione regionale, e che non hanno più senso all'interno delle scritture contabili di questo ente. Avremmo voluto un assestamento di bilancio che recuperasse risorse finanziarie immediatamente impiegabili in attività riconducibili al sostegno dell'economia, delle imprese e del lavoro.

Avremmo cioè voluto alcune norme asciutte, efficaci, ben indirizzate a risolvere il problema dei buchi che si realizzano all'interno del sistema delle controllate e partecipate dalla Regione. Avremmo voluto introdurre alcuni elementi di sostegno sociale che cogliessero i bisogni più emergenti. Purtroppo abbiamo un "pasticcio omnibus" che aumenta la spesa fittizia e che non realizza ordine nel bilancio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, l'esame dell'articolo 22 ci consente di portare all'attenzione dell'Aula l'annoso problema del rilascio delle concessioni di specchi acquei marittimi finalizzati alle attività di mitilicoltura, acquacoltura, pesca e attività connesse. La Regione stenta a trovare la giusta soluzione per il rilascio o il rinnovo delle concessioni. Ora, la complessità di questa materia (materia correlata alle nuove disposizioni nazionali e comunitarie) ha finora impedito il rilascio degli indispensabili strumenti atti a consentire agli operatori di questi settori l'esercizio delle loro attività, una corretta gestione dei comparti stessi, nonché la possibilità di ottemperare al conseguente pagamento dei canoni.

La situazione relativa a queste attività, espletate con intensità nel golfo di Olbia, è caratterizzata più o meno dalla configurazione che vi descrivo. Ci sono aziende di mitilicoltura, i cui soci svolgono attività da oltre un ventennio, riunite in maniera qualificata in consorzio per la valorizzazione del prodotto; condizione per accedere a questo consorzio è quella di aver svolto attività di mitilicoltura per almeno sette anni, in proprio o come soci di aziende già concessionarie di specchi di acque demaniali, e di svolgere attività di mitilicoltura come attività esclusiva.

Ci sono però anche aziende non consociate, titolari di concessioni di specchi d'acqua demaniali quindi con attività e configurazioni aziendali assimilabili a quelle del consorzio; ci sono soggetti e aziende che svolgono attività in cui si opera nella regolarità fiscale e amministrativa ma in mancanza di una concessione regionale, peraltro reiteratamente richiesta da tanti anni. Ci sono poi soggetti che svolgono attività, iscritti alla Camera di commercio, ma che non hanno avuto le concessioni nonostante le abbiano richieste reiteratamente; e ci sono poi soggetti abusivi.

La deliberazione della Giunta regionale numero 75/7 del 30/12/2008 ha disposto la sospensione dei procedimenti in corso, per il rinnovo delle concessioni esistenti e per il rilascio di nuove concessioni demaniali ai fini di pesca, fino alla individuazione degli strumenti giuridici, dei criteri e delle procedure più adeguati, questo al fine di consentire la regolamentazione e la valorizzazione delle attività produttive di pesca e acquacoltura.

Nella delibera di cui sopra viene evidenziato, opportunamente, che non si sono concretizzate le aspettative di valorizzazione dei beni dati in concessione, che non si sono avute le ricadute socioeconomiche e che esiste una conflittualità diffusa tra operatori; cosa che purtroppo potrebbe inasprirsi se si guarda ai recenti episodi di cronaca (operatori danneggiati da atti vandalici o da atti intimidatori compreso l'incendio dei mezzi e degli automezzi con cui operano). E' chiaro che tra le cause c'è una situazione di debolezza di alcune compagini imprenditoriali, un mancato coordinamento di queste attività, un esercizio non adeguato delle attività di controllo derivanti dalla mancata concessione per le attività che alcune di queste società svolgono addirittura da un trentennio.

D'altra parte la definizione dei criteri di assegnazione delle aree del golfo, che sono esplicati nella delibera di Giunta numero 38/71 del 6/12/94, ancora non si è tradotta in atti concreti che tengano conto della situazione peculiare di questi comparti e delle relative problematiche, ancora non ha inserito tutti gli elementi che possono contribuire a evitare il tracollo di questo settore e quindi la regolarizzazione delle concessioni.

Questo è il significato degli emendamenti e delle iniziative che il Consiglio sta portando avanti attraverso la predisposizione di un testo unico che è all'attenzione, i lavori stanno per concludersi in questo senso, della Commissione agricoltura; la regolarizzazione delle concessioni è quindi elemento fondamentale per dare dignità a questo settore. Occorre tener conto anche che non stiamo parlando di soggetti che hanno nei riguardi della Regione un rapporto non definito da atti legittimi perché sono ampiamente documentate le richieste, portate avanti oltretutto con grande sforzo finanziario.

Predisporre infatti una richiesta di concessione significa affrontare oneri notevoli da parte delle imprese: bisogna rivolgersi a degli esperti, occorre preparare degli atti che comportano anche un onere finanziario. Sono 17 le aziende che, prima del giugno 2009, prima di questo evento che ha causato gravi danni al settore, hanno presentato e formalizzato regolare richiesta di autorizzazioni a esercitare nelle acque del golfo la loro attività.

Queste aziende non hanno ricevuto finora alcuna risposta, così come non l'hanno ricevuta negli anni passati, nonostante ci siano stati accordi precisi con le autorità della Capitaneria di porto, con l'Autorità portuale e con la stessa Regione a cui sono state indirizzate le domande. Noi dobbiamo chiederci pertanto se è possibile dare significato a una richiesta di regolarizzazione della situazione attuale di fronte alle mancate risposte, negli anni, alle legittime esigenze di avere regolari concessioni. Sembrerebbe di no, ma io ritengo che non si possa chiudere tout court la questione.

Noi abbiamo presentato precisi emendamenti prospettando la possibilità di approvare una norma di transizione di durata limitata, non superiore a un anno, per la regolarizzazione di chi esercita queste attività ed è iscritto alla Camera di commercio, ma appunto non è titolare di concessione, e per il rinnovo di chi la proroga delle concessioni ha invece già in atto. Che ci sia, diciamo così, giurisprudenza amministrativa che dia dignità a questa esigenza è dimostrabile.

Ora io non so quanto significato possa avere la sentenza 679 del 2011 del TAR Puglia sulla compatibilità delle proroghe delle concessioni con i principi comunitari, anche se la fattispecie è diversa perché si riferisce alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo, però si può dire che la giurisprudenza amministrativa ha riconosciuto la possibilità di prevedere delle proroghe purché queste siano temporanee, di durata quindi limitata, in materia appunto di concessioni demaniali.

E' chiaro infatti che nelle more della predisposizione di una nuova normativa in materia le attività e i connessi servizi devono continuare a essere svolti; e poiché non è possibile al momento indire delle gare in queste materie, dove non è affatto scontata l'applicazione del codice dei contratti, occorrerà attendere una disciplina specifica del settore; nelle more quindi dovrebbe essere possibile predisporre un regime transitorio che proprio perché ha durata limitata...

PRESIDENTE. Onorevole Lai, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Stamattina quando ho letto il titolo dell'argomento che avremmo dovuto affrontare: "Interventi in materia di attività produttive" ho pensato: "Bah, stamattina mi metto le cinture di sicurezza, perché con le stupidaggini che abbiamo affrontato anche i giorni scorsi, che niente hanno a che vedere con le attività produttive, vai a vedere che proprio oggi parliamo di cose interessanti che hanno un senso per la produzione e per lo sviluppo".

La giornata era iniziata male a causa di una brutta notizia giunta da Oristano. Pare che il comune e la provincia si siano messi d'accordo per stampare un volantino con il loro logo al fine di pubblicizzare i referendum, escludendo però quello sul legittimo impedimento; spendendo pertanto soldi pubblici, di tutti, come istituzioni ma pensando di parlare solo di tre referendum. Sinceramente, che delle istituzioni pubbliche vengano usate per fare propaganda di parte è un fatto grave.

Faccio questo riferimento perché preannuncio una mozione nella quale chiederò che la Corte dei conti si interessi di questi eventi; noi possiamo decidere tutto ma non possiamo neanche permettere che i cittadini siano presi in giro da un uso meschino delle istituzioni. Avevo quindi un po' di malinconia. Però poi leggendo questo articolo la malinconia è diventata depressione, e il problema diventa quasi sanitario, ma bisogna anche reagire quando la psiche va male.

Allora, riferendomi alla lettura di questo articolo, vorrei capire se come nostri settori produttivi sono da intendersi le gestioni commissariali mai chiuse. Perché se così fosse (le gestioni liquidatorie, più che commissariali), le gestioni liquidatorie fanno capo ad attività finite, a situazioni decotte, a condizioni da chiudere. Ne è un esempio quella che c'è stata presentata relativa all'ESAF, e che ci costa 4 milioni di euro ogni due anni solo per la proroga delle gestioni liquidatorie, appunto. O possiamo riferirci alla Sigma Invest, questo magnifico prodotto che è stato chiuso, me ne rendo conto parecchi anni fa e che esiste ancora, esiste e munge soldi a tutto andare.

Allora, vogliamo capire se lo sviluppo significa tenere in piedi queste organizzazioni o, semmai, come abbiamo proposto, l'apparato della Regione non debba accollarsi per intero l'onere delle attività e delle passività delle gestioni liquidatorie, ma fissando una data per chiudere: punto e basta! Non possiamo continuare a sostenere spese per consulenti, spese per il personale che serve per la gestione liquidatoria, perché prima o poi, con l'andazzo che abbiamo, questo personale finirà per essere considerato personale precario da stabilizzare, perché in questa Regione ciò che è provvisorio è tutto da stabilizzare: stabilizzare ormai è lo sport preferito del Consiglio regionale, sicuramente non stiamo pensando a varare delle politiche economiche volte a orientare le risorse per non disperderle.

Ma poi "ci mettiamo sotto" anche le competenze delle province. A me risulta per esempio, l'ho visto negli emendamenti, che le competenze degli enti provinciali per il turismo, che sono stati dismessi, sono state trasferite alle province. Quando fu fatto il calcolo quegli oneri furono inseriti, ma dal punto di vista del monte finanziario (poi io non so i meccanismi contabili), quelle competenze stanno nel Fondo unico. Adesso qualcuno dice che bisogna riparlarne perché anche in quella struttura c'è del personale in transito, che non si vuole in nessun modo normalizzare all'interno del sistema degli enti locali come doveva essere fatto, e allora dobbiamo finanziare 3 milioni e mezzo per tenere in piedi quest'altro carrozzone, in controtendenza rispetto al principio di trasferimento delle competenze.

Negli anni passati abbiamo esitato la legge numero 9 sul trasferimento di funzioni e competenze agli enti locali, e in quella legge in larga misura giustificavamo l'importanza del Fondo unico e anche la modalità della sua formazione; modalità peraltro disdetta da questa maggioranza perché non segue l'andamento delle entrate tributarie, ma segue l'umore della Giunta, che è una cosa sbagliata anche questa, però da quel momento noi abbiamo detto che la legge numero 9 era un primo caposaldo.

Sulla legge numero 9 noi ci dobbiamo tornare, perché non solo non comprende tutte le competenze e le funzioni della Regione che possono essere ancora trasferite per snellirla, semplificarla, e migliorarla, ma probabilmente dobbiamo tornare indietro anche sulle competenze trasferite perché le modalità di trasferimento non sono performanti, non danno i risultati auspicati e, pertanto, dobbiamo perfezionarle. Io capisco il problema, ma da questo a tornare sistematicamente indietro riguardo alla concezione del Fondo unico, nell'arretramento delle competenze, ce ne passa! Anche per quanto riguarda le energie rinnovabili c'è stato un tornare indietro per le autorizzazioni uniche di piccole entità che dovevano essere trasferite. Il punto è questo.

Per non parlare poi delle concessioni demaniali. Io capisco il problema, collega Lai, capisco benissimo, ma non c'è argomento più inopportuno di questo nel momento in cui in Parlamento si sta discutendo il "decreto sviluppo", nel quale c'è appunto il tentativo di trasformare la concessione di beni demaniali in diritto di superficie. Questa è la finezza giuridica che ha trovato questo nostro Governo, che prima pensava di trasformare questo meccanismo per 90-99 anni, perché c'erano questi poveri imprenditori, che guadagnano fior di milioni sfruttando il terreno pubblico, e allora siccome si devono rifare degli investimenti vogliono che venga formalmente dichiarata per legge la proprietà del demanio pubblico a loro favore, che contravviene a un principio che ha messo in moto una procedura di infrazione della Unione europea nei confronti dell'Italia proprio su questo tema.

Perché sui suoli demaniali c'è il principio della libera concorrenza e della gara, non c'è altra via, e tutte queste grandi strutture, lido, para-lido, e tutte le altre cose, devono essere interpretate nel senso che appartengono alla collettività, e il loro uso in concessione deve essere regolato da gare temporanee. E infatti noi abbiamo una legge, il Codice della navigazione, che dice che queste concessioni possono durare 6 anni, e possono essere, a determinate condizioni, rinnovate.

Per il caso in specie, io capisco che ci sia a monte un "fattore produttivo", però stiamo parlando relativamente di sanatoria, stiamo dicendo che ci sono delle persone che hanno operato abusivamente in specchi d'acqua non avendo le autorizzazioni, e che vorrebbero rimanere. Io non lo so se questo è possibile, e soprattutto non è possibile che lo possa fare la Regione che non ha potestà sul potere derogatorio, perché noi siamo soggetti all'applicazione delle leggi dello Stato, e noi sulla gestione del demanio abbiamo competenze amministrative, non normative.

E quindi non possiamo introdurre sanatorie che vìolino quel principio, se non esponendoci a quel rilievo che la l'Unione europea ci ha già mosso, che ci impone la gara pubblica per l'accesso all'uso dei beni demaniali in senso lato. Ed è la partita sulla quale verrà sconfitto anche il "decreto per lo sviluppo", quella concezione di uso, di diritto di superficie, che è un altro imbroglio inventato da Tremonti che, a secco di idee, ogni mattina si alza, si guarda allo specchio, e ne inventa una nuova.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, stiamo discutendo il Capo III, l'articolo 22 che riguarda interventi in materia di attività produttive; un titolo evocativo di iniziative che sembrerebbero mettere in campo delle politiche per animare le attività produttive in Sardegna, in realtà non si tratta di questo. Peraltro abbiamo appreso dai giornali, qualche settimana fa che, con un anno di ritardo, sul tavolo del Ministero dello sviluppo economico sarebbe arrivato appunto un nuovo Piano di politica industriale per la Sardegna.

Un tavolo, come poi abbiamo saputo, al quale è stato prestato l'orecchio forse, e come al solito, ad alcune delle richieste avanzate, se ne sono state avanzate (possiamo parlare anche però di orecchie da mercante), tanto per dare un contentino ai sindacati, finalmente chiamati al tavolo del Governo. E, infatti, niente di nuovo sotto il sole: nessuna vertenza è stata davvero affrontata, niente è stato risolto. E noi discutiamo questo collegato dove alcuni articoli portano, utilizzando un linguaggio discorsivo, come ormai fa sempre il centrodestra a tutti i livelli, a evocare chissà quali politiche per le attività produttive.

Niente di risolto invece a quel tavolo del Governo e nessuna vertenza affrontata. Così come non è stata ancora risolta la situazione della Carbosulcis che pure in questo articolo è citata, e per la quale appunto si prevedono 4 milioni di euro, e un milione di euro per l'Igea, per la ricapitalizzazione e la copertura delle perdite. Pertanto avremmo voluto chiedere al presidente Cappellacci, che appunto è stato a Roma e si è seduto a quel tavolo del Ministero, come mai non ci porta le informazioni su ciò che a quel tavolo è successo, come mai non ci porta le informazioni sull'autorizzazione, che la Sardegna attende da quasi due anni, sul percorso attraverso il quale sbloccare le procedure per la famosa gara internazionale al fine di selezionare chi, come e con quali risorse e strutture porrà in essere l'attività per estrarre il carbone Sulcis, per produrre l'elettricità e per mettere in sicurezza anche i giacimenti sotterranei di stoccaggio dell'anidride carbonica: nessuna risposta.

Vorremmo chiedere se invece è possibile capire che cosa sia successo e che cosa il Presidente della Regione ha portato a casa, e magari ha messo dentro lo zainetto che solitamente accompagna le sue trasferte romane. Ha lanciato degli spot elettorali, però bisogna capire se ha sollecitato la presentazione a Bruxelles di quel progetto, se ha chiesto anche numi sullo stato di attuazione di quelle pratiche; altrimenti noi ci chiediamo che senso ha a questo punto ricapitalizzare, che senso ha continuare a mettere a disposizione risorse pubbliche (certo, se si tratta di pagare gli stipendi dei lavoratori, evidentemente ci sediamo a ragionare), se la politica della Regione non ha la forza di invertire il declino di quell'area industriale e non ha la forza di portare il Governo a prestare l'attenzione dovuta nei confronti della "risorsa carbone Sulcis", così come anche l'Unione europea consentirebbe di fare.

Ci chiediamo che senso ha continuare a investire soldi pubblici, se poi questi soldi pubblici, poiché non incideranno mai sulla rivitalizzazione delle attività produttive, sappiamo bene che non serviranno a rilanciare la produzione la creazione anche di posti di lavoro, e quindi lo sviluppo di quel territorio. Sostanzialmente tutti quegli investimenti non vanno nel senso auspicato, anche in questi giorni e tante volte, dal Presidente della Commissione bilancio, non incideranno assolutamente sul PIL che invece si vorrebbe fosse incentivato dai soldi pubblici i messi a disposizione attraverso le leggi che noi approviamo.

Che senso ha fare tutto questo, e che cosa fa il Presidente della Regione, oltre a scrivere con la sua Giunta articoli di legge per tappare sostanzialmente i buchi creati dall'assenza totale di una politica industriale e dall'assenza totale della capacità e dell'autorevolezza di riportare il Governo alle sue responsabilità, a occuparsi seriamente delle aree industriali e della crisi industriale sarda? Che senso ha, se non sono riusciti il Presidente della Regione e la Giunta regionale a indurre il Governo a privilegiare l'uso di fonti energetiche nazionali, come l'Europa invece consentirebbe, e tra queste certamente c'è il carbone Sulcis, per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti? Che senso ha se non si riesce a fare questo, se si lascia che il Governo faccia finta di niente anche rispetto alle possibilità che l'Europa, per una volta, dà allargando un pochino le maglie delle autorizzazioni? Che senso ha continuare in questa direzione?

Pensiamo che si faccia veramente acqua da tutte le parti e che il titolo di questo articolo dovrebbe essere "Interventi in materia di tappabuchi", non "Interventi in materia di attività produttive". Anche per la Carbosulcis e l'IGEA, di cui la Regione e l'unico socio, è stata predisposta da poco un'altra delibera importante e si procede a intervenire con altre risorse, quindi un tassellino che si aggiunge sul bilancio della Regione ma che non avrà nessun ritorno in termini di produttività e di sviluppo di questa regione.

Un'ulteriore testimonianza di come questo collegato, a dispetto degli annunci e delle prospettive che la Giunta regionale ha elencato all'esordio della discussione sul provvedimento, non risponde assolutamente alle necessità della nostra Isola e dei comparti che sono veramente alla disperazione più totale. E' uno dei tanti interventi pubblici, sommato a tutti quelli derivati dalle società partecipate, o meglio "appaltate" come ha precisato in un suo intervento qualche tempo fa l'onorevole Gian Valerio Sanna, che fanno registrare disavanzi per 400 milioni di euro; e sappiamo anche che molte di queste società purtroppo non producono nulla, e si fa finta di niente anziché intervenire con politiche decise per invertire la tendenza. Ma se questo avviene è a causa dell'inerzia di questa Giunta presso il Governo, come dicevo prima, dal ruolo subalterno della Giunta che non riesce ad affermare le nostre ragioni, le nostre priorità, la necessità di un intervento propositivo.

Ci chiediamo chi dovrebbe farlo, noi pensiamo che dovete farlo voi, e se lo fate mettendo in campo un atteggiamento forte la minoranza non avrà che da sostenere con forza le vertenze che, positivamente, cercano di affermare i diritti della Sardegna reclamando la dovuta attenzione da parte di questo Governo nazionale nei nostri confronti.

Quindi, dove sono questi interventi per le attività produttive, dove sono? Quale sarà l'aumento dell'indice di produttività? Non ci sarà nessun aumento di questo indice, questa è solo la strada per allungare un'agonia annunciata e anche per illudere un intero territorio che sia stata effettivamente intrapresa una strada; ma una strada della quale non si capiscono assolutamente i confini.

Vorrei anche ricordare, questo è il momento di farlo, la totale incoerenza che questo collegato segna rispetto anche alle cose annunciate nel vostro esordio al governo, è utile ricordarlo perché sono i motivi per i quali nell'ultima tornata elettorale é stato dato un segnale forte.

Il tempo sta scadendo, Presidente, concludo pertanto chiedendo la votazione per parti dell'articolo, la votazione nominale del primo comma e la votazione segreta dei commi 2, 3, 4, 5 e 6.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, io spero che oggi, come nella giornata di ieri, ci sia spazio, pur nella distrazione che a volte colpisce l'Aula nella discussione di questo collegato, per un dibattito positivo, per evitare cioè che ci parliamo addosso inutilmente ognuno dicendo la propria verità. La nostra l'abbiamo già detta più volte e abbiamo manifestato tutta la nostra contrarietà a questo collegato e a questo modo di legiferare.

Quindi io, ho questa speranza, pur rilevando che ieri soltanto pochi, anzi, pochissimi colleghi hanno partecipato al miglioramento della norma relativa a quello che abbiamo chiamato il "Piano casa delle edicole"; norma che, se i approvata nel testo esitato dalla Commissione, avrebbe provocato problemi, difficoltà interpretative e probabilmente sarebbe stata del tutto inefficace e inapplicabile.

Ora, io non ripeto le perplessità, già espresse dai colleghi, in merito all'articolo 22, perché il mio obiettivo (l'obiettivo che mi voglio porre e che mi porrò durante tutta la durata di questi lavori) è quello di provare a migliorare questo testo, facendo qualcosa di utile per impedire che le vostre difficoltà, le vostre divisioni, la vostra incapacità di produrre riforme organiche, provochino, nel momento in cui nascono dei "collegati zattera" come questo dove si scarica di tutto, ulteriori danni alla Sardegna.

Faccio mio, pertanto, quanto già detto dai colleghi e mi limiterò a svolgere alcuni ragionamenti sugli emendamenti che sono stati presentati all'articolo e, segnatamente, sugli emendamenti della Giunta regionale. Spero, quindi, che l'assessore del bilancio, La Spisa, voglia partecipare, a differenza di quanto successo ieri quando il suo silenzio è stato assai più eloquente di molte parole; era evidente infatti la sua dissociazione completa dal testo che veniva discusso e che allontanava, probabilmente, la possibilità di approvare quelle parti della norma che magari, a suo avviso, potevano essere prioritarie.

Allora io vorrei chiedere all'Assessore (mi auguro che questa volta voglia intervenire in sede di replica), oltre che di rispondere alle domande dei colleghi su per quanto tempo dovremo ancora tenerci queste partecipate che assorbono risorse e sembrano essere, come dire, dei pozzi senza fondo, di ricevere qualche informazione in più in merito agli emendamenti che ha presentato all'articolo 22, in particolare sugli emendamenti numero 146 e 268.

Io premetto che sull'emendamento numero 146, non ho difficoltà a esprimere addirittura un parere favorevole, relativamente al primo comma, dove sostanzialmente l'Assessore sta cercando di rendere funzionante lo strumento dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) assegnando, nelle more di una designazione formale del Comune, il ruolo di responsabile al segretario comunale. Io credo che l'Assessore su questa parte dell'emendamento abbia fatto bene perché, superando eventuali resistenze ed esitazioni e individuando un responsabile, rende il SUAP perfettamente operativo.

Il SUAP è stato istituito con legge, da noi, nella scorsa legislatura; lo abbiamo ulteriormente perfezionato con un testo bipartisan approvato all'unanimità dall'Aula (è uno dei pochissimi esempi); e noi ci auguriamo che ce ne siano di più e l'ho detto anche ieri, perché vi aiuteremo a mettervi di fronte alle vostre responsabilità ma non saremo responsabili di un'agonia.

Io sono favorevole, perché ritengo che una struttura di coordinamento e di supporto sia necessaria e quindi sia una spesa utile quella prevista nell'emendamento., Ho invece delle perplessità, Assessore, sugli altri commi dell'emendamento numero 146 sui quali le chiedo la votazione comma per comma. Non chiedo il voto segreto perché confido nella buona volontà e nel ritiro dell'emendamento a parte il primo comma, se l'Assessore non dovesse essere convincente nella sua replica.

Nel secondo comma dell'emendamento numero 146 che, lo ricordiamo, è un emendamento aggiuntivo all'articolo 22 mi riferisco a quello che viene definito 6 ter, si dice che per richiedere un'autorizzazione ai sensi del SUAP devo pagare una tassa e questa tassa non va al soggetto che eroga il servizio, in questo caso il SUAP comunale, ma va alla Regione che con questa tassa ci fa altro: predispone il Piano energetico e altre attività di supporto in materia di fonti rinnovabili.

Assessore, alcuni principi sulla tassazione sono principi universali; un principio universale, che è anche quello federalista che voi avocate come parte politica, noi intendiamo il federalismo in un modo diverso dal vostro, prevede che la tassa vada assegnata al livello, eventualmente, che eroga il servizio. Quindi io credo che lei farebbe bene a ritirare questa parte dell'emendamento, se ha bisogno di risorse per la predisposizione del Piano energetico dispone del comma 4 dello stesso emendamento.

E' un altro comma sul quale esprimo ugualmente parere favorevole, nel quale lei chiede risorse per fare il Piano energetico regionale; noi le stiamo chiedendo da tempo di predisporlo, siete in grandissimo ritardo, si figuri se vogliamo avere la responsabilità di togliere le risorse per fare una cosa che vi chiediamo di fare da molto tempo e su cui siete in clamoroso ritardo. Però le chieda direttamente.

Quindi io, Assessore, a meno che lei non mi convinca e sarà difficile che riesca a farlo, sono comunque curioso e mentre attendo la sua risposta, le chiederei veramente di ritirare questa parte dell'emendamento, il secondo comma.

Così come nel 6 quater, cioè il terzo comma dell'emendamento, lei chiede ancora risorse per la Carbosulcis; non bastano mai: abbiamo stanziato 6 milioni e 600 mila euro nel 2008, abbiamo aggiunto altre risorse, ne vengono chieste altre all'interno dell'articolo 22. Assessore, le chiedo anche su questo, una parola di spiegazione perché veramente la sensazione...

(Brusio inAula)

Assessore, io sto cercando di svolgere la mia funzione al meglio e credo che se anche gli uffici aiutassero, evitando di disturbare il Presidente del Consiglio, sarebbe cosa utile perché darebbero l'esempio, e mi sto rivolgendo anche all'Assessore dell'industria e all'Assessore del bilancio. Noi diamo un senso al nostro ruolo, così io credo, se cerchiamo di migliorare questo testo e chiediamo spiegazioni in maniera non strumentale; e questo sta cercando di fare l'opposizione.

Quindi anche su questo problema io chiedo una parola di spiegazione, perché non c'è una posizione, vorremmo capire se si mette la parola "fine" o se stiamo parlando di pozzo senza fondo. Su questo avrò difficoltà a votare a favore, probabilmente voteremo contro, perché vi riteniamo responsabili dei ritardi, però una parola di spiegazione magari aiuta a non prolungare il dibattito.

Per quanto riguarda l'emendamento numero 268, non so che parere esprimerà il relatore, io mi auguro che venga ritirato perché molti di noi, provenendo dal mondo della piccola e media impresa (siamo stati dirigenti di piccole e medie imprese) sono del tutto consapevoli ed edotti del fatto chela piccola e media impresa ha un ruolo nell'economia regionale strategico, rilevante; è infatti un'infrastruttura importantissima che crea lavoro e che risente anche meno delle ciclicità del contesto economico internazionale. Pertanto noi siamo favorevoli, certamente, a ogni misura di supporto a progetti di sviluppo competitivo delle PMI, progetti che siano orientati a stimolarne e favorirne la capacità di innovazione...

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, nel ruolo che mi compete, relatore per l'Aula della legge in discussione, vorrei informare adeguatamente i colleghi di ciò che stiamo discutendo chiedendo loro un attimo di attenzione.

Oggi stiamo discutendo l'articolo 22 che riguarda il finanziamento di società controllate. Io vorrei informare i colleghi di un breve percorso finanziario che si è sviluppato dal 2008 fino ad oggi rispetto alle società controllate, e di ciò che gli organi di controllo, la Corte dei conti in primis, hanno detto rispetto a queste società; il mio intento è fare in modo che il nostro voto non venga deciso sulla base, semplicemente, non delle posizioni suggestionate anche dallo spirito di contrapposizione di parte, che spesso anima le nostre discussioni, ma a ragion veduta.

Vorrei ricordare che con la legge numero 3 del 2008 noi abbiamo stanziato per Carbosulcis, Fluorite di Silius, Progemisa 47 milioni di euro; oggi, con l'articolo 22, tra il primo e l'ultimo comma ne stiamo stanziando circa una ventina. Il comma 4 dell'articolo 22 finanzia la bonifica e la messa in sicurezza della miniera di Genna Tres Montis; nel 2008, sempre legge numero 3 del 2008, il comma 28 dell'articolo 7) stanziava "al fine di procedere all'espletamento delle opere di bonifica e messa in sicurezza del sito minerario Genna Tres Montis"…, eccetera eccetera, 17 milioni e 500 mila euro.

Nell'anno 2008, inoltre, la Regione stanziava 5 milioni e 300 mila euro per la ricapitalizzazione dell'IGEA; nella finanziaria 2009 si autorizzava la spesa di 10 milioni da destinare (spero che stiate prendendo nota) alla ricapitalizzazione dell'IGEA. Al fine di proseguire l'attività di bonifica dei siti inquinati, sempre nella finanziaria 2009, venivano stanziati 7 milioni e 500 mila euro; e si continuava con 35 milioni alla Carbosulcis al fine di provvedere al supporto di gestione , e con altri 3 milioni e 600 mila euro al fine di provvedere al supporto della gestione liquidatoria delle controllate regionali SIGMA Invest e sue collegate: INTEX, Gold Sardinia, Fluorite di Silius, Progemisa.

Noi tutti, quando votiamo questi provvedimenti, lo facciamo pensando a chi ci lavora, e infatti il comma 1 dell'articolo 22 si occupa di stipendi, puri stipendi. Ci sarà pure un momento in cui ci occuperemo dei lavoratori e butteremo a mare le aziende che non producono? Penso che debba arrivare. Però vorrei leggere, colleghi, senza commenti miei personali, ciò che dice la Corte dei Conti nella: "Indagine di controllo successivo sugli interventi regionali per assicurare l'attività estrattiva del comparto minerario di Silius. La Corte dei Conti, nel 2009, computa in 118 milioni di euro gli interventi regionali sulla Mineraria Silius: 118 milioni di euro! La Corte rilevava anche che "la Commissione europea ha affermato di aver motivo di ritenere che la creazione di Fluorite di Silius comporti il conferimento di ulteriori fondi pubblici in violazione dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato dell'Unione europea, e ha quindi avviato in data 11 dicembre 2007 un'indagine formale a norma dell'articolo 88, paragrafo 2, dello stesso trattato".

Ricordo ai colleghi che, qualora noi fossimo capaci di mettere fine a tutto questo, potremmo aver trovato 15 milioni di euro per coprire un pezzo dell'indebitamento di Abbanoa, senza tagliare la "162" ai disabili, e gli altri tagli di cui diceva, mi pare, la collega Barracciu ieri, o chi per lei. Questo a titolo informativo perché così votiamo in maniera differente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, scusate la presunzione, ma vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula su questo argomento. Mi fa piacere sia in Aula anche il collega Mario Diana, mi fa piacere anche l'intervento severo, non personale, dell'onorevole Maninchedda. Noi stiamo discutendo di settori produttivi; ieri abbiamo discusso a lungo soffermandoci sulla necessità di aumentare la crescita economica in quest'isola. Per far crescere il PIL, può darsi che io commetta un errore, vi prego di farmi notare dove sbaglio, per attivare un minimo di economia credo servano anche risorse pubbliche da immettere in quel sistema.

Voglio ricordare due cose arcinote, e mi scuso per la banalità. La prima, noi continuiamo ad avere, non da oggi, non dal febbraio 2009, lo ripeto a scanso di equivoci, un modello di sviluppo completamente squilibrato. Abbiamo un contributo di valore aggiunto dell'industria in senso stretto, cioè di produzione di beni materiali, di attività manifatturiere, cioè quelle che danno ricchezza a un sistema economico, pari a un 10 per cento scarso, contro una media nazionale del 25 per cento, e una media delle regioni meridionali intorno al 15 per cento.

L'altro dato che vorrei ricordare, soprattutto all'Assessore dell'industria, a cui credo, e lo farò, si dovrà chiedere conto di alcune cose, è che questa Regione, lo abbiamo ricordato ieri, lo hanno fatto certamente colleghi più autorevoli del sottoscritto, ha dei ritardi dovuti a delle diseconomie che derivano soprattutto da una dotazione infrastrutturale sia materiale che immateriale che è, rispetto alla media nazionale, intorno al 58-59 per cento.

Ma non voglio soffermarmi su questo perché ne abbiamo discusso molto. Voglio parlare al centrodestra e anche al centrosinistra. Il comma 1 dell'articolo 22, l'onorevole Maninchedda lo ricordava, tratta di stipendi; si parla di 5 milioni così distribuiti: 1 milione per IGEA, e 4 milioni per Carbosulcis. Al comma 2 si affrontano i problemi della Sotacarbo, e quindi credo il progetto dello stoccaggio della CO2 in miniera. Il comma 3 tratta di SIGMA Invest, le altre partecipate, ma in particolare si affronta il problema di Fluorsid, di cui l'onorevole Maninchedda ricordava le dichiarazioni della Corte dei Conti, ma vi è anche un'indagine della Magistratura.

A tale proposito, e me ne assumo la responsabilità, vorrei dire a codesto Consiglio regionale, lo dico a tutti, vi prego di ascoltarmi, che io credo che questo Consiglio regionale dovrebbe dire qualcosa quando la Magistratura si permette non, come ha il dovere di fare, di farci le pulci su come spendiamo i soldi, ma dovrebbe stigmatizzare la Magistratura quando questa si permette di asserire che il giacimento di fluorite in quel di Silius non è da sfruttare, non è economicamente vantaggioso. Ma quali strumenti ha la Magistratura per fare un'affermazione di questo tipo?

Io credo che il Consiglio regionale fa male, pecca gravemente quando, nelle forme dovute, non assume un'iniziativa di fronte ad affermazioni che noi non dovremmo sentire e nessuno deve permettersi, perché quella è una responsabilità della politica e delle istituzioni, non certamente dalla Magistratura. Che la Magistratura faccia in fretta il suo corso, individui responsabilità se ce ne sono, ma non invada il campo della politica e delle istituzioni. E vorrei su questo, mi rivolgo anche lei, Presidente del Consiglio, che ci fosse una tutela, un intervento a tutela.

Uso questo tono perché sono indignato da mesi di fronte a questa situazione, perché quelle dichiarazioni condizionano chi purtroppo ha pochezza dentro e ha una grande responsabilità politica e istituzionale. Poi dirò ancora qualcosa su questo. Stiamo parlando di questo, non stiamo parlando d'altro. E mi dispiace l'approssimazione con cui si affrontano questioni vitali per l'economia di questa Regione.

Io non sono tra coloro, neanche in passato, che hanno agito per sperperare risorse pubbliche. Ho firmato tanti accordi che mettevano fuori dal processo produttivo i lavoratori, accompagnati anche al pensionamento, senza mai rientrare. Ci siamo assunti la responsabilità con le organizzazioni sindacali e, spesso, con le varie Giunte che si sono succedute, di centrodestra e di centrosinistra, di compiere scelte coraggiose. Quindi, richiamo questo Consiglio intanto a svolgere una discussione impegnata, seria su queste questioni, senza semplificazioni; non servono a nessuno e verremmo anche meno al compito e alla responsabilità che abbiamo.

Detto questo, assessore Cherchi, mi rivolgo a lei. Prima di tutto vi dico che, a me dà fastidio, anche a livello epidermico, sentire giudizi tipo: "Continuiamo a buttare soldi in Carbosulcis, in Fluorsid, in IGEA". Perché buttiamo soldi? Forse perché le istituzioni, a partire dalla Regione, ancora non sono riuscite a riprendere l'attività di coltivazione del bacino carbonifero del Sulcis e neanche l'attività di coltivazione per estrarre fluorite. Fluorite che è uno di quei dodici materiali che l'Unione europea ha raccomandato agli Stati membri di sostenere, perché sta mancando nel mondo e serve. Tra i pochi produttori ci sono i cinesi, che stanno acquistando la tecnologia e tra poco ci escluderanno dal mercato.

Assessore, le chiedo, quali azioni lei sta ponendo in essere per riattivare l'attività di coltivazione del carbone e della fluorite. Ancora le chiedo i, Assessore, e in parte lo chiedo anche all'assessore Oppi, quale attività IGEA dovrebbe svolgere per riqualificare, e prima ancora bonificare e caratterizzare, non soltanto i territori delle aree minerarie dismesse, ma anche quelli delle aree industriali dismesse; ci sono vagoni, per dirla con i ferrovieri, di soldi dell'Unione europea, dello Stato italiano, a disposizione e noi non riusciamo a fare un progetto di intervento per risanare un territorio.

Ci sono territori, a partire dal Sulcis, dove non si può piantare un chiodo, perché sono ovviamente zone ad alto rischio ambientale; non si può far nulla! Cosa fa la politica? Cosa fanno le istituzioni? Queste sono le discussioni che dobbiamo fare. Allora, le risorse pubbliche servono, certo non vanno sprecate, devono essere finalizzate a progetti, a interventi per riprendere le attività produttive; questo vale per Carbosulcis, vale per Sotacarbo, vale per la Fluorsid, vale per IGEA, e potrei continuare. Non è, caro Paolo, scusa il tono amichevole, soltanto il conto delle risorse, è anche chiederci perché si utilizzano in quella maniera; questo è quello che dobbiamo dire.

Assessore, io le chiedo di intervenire; lei, purtroppo per lei, nulla di personale, è la somma del fallimento di queste politiche, lei, se ha dignità politica, glielo chiedo, si dovrebbe dimettere da Assessore dell'industria. Non sto ridendo, lo faccio seriamente, perché siamo di fronte a una situazione grave, e non si può affrontare con leggerezza. Un Assessore serio si dimette di fronte a questo fallimento e lascia la strada a chi può svolgere questa funzione. Io le chiedo di fare questo con uno scatto di dignità istituzionale e politica, altrimenti noi continuiamo a sommare il cinismo di una parte di questo Consiglio col menefreghismo.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.

AMADU (P.d.L.). Presidente, io credo che su questo articolo, che impegna notevolmente la Giunta e il Consiglio, e dopo gli ultimi interventi, sia necessaria una riflessione attenta; e siccome anche all'interno del nostro Gruppo credo siano necessari un approfondimento e un confronto con l'Assessore, ritengo opportuno valutare la possibilità, se concordiamo, di una breve sospensione che ci consenta appunto questi approfondimenti indispensabili.

PRESIDENTE. Valuteremo con l'Aula la richiesta di sospensione al termine della discussione dell'articolo e dei relativi emendamenti.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte prima)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, sarei voluto intervenire per commentare l'intervento dell'onorevole Paolo Maninchedda di ieri e, poiché per me diceva delle cose importanti, avrei voluto proseguire su quella traccia. Purtroppo, invece, debbo commentare il suo intervento odierno, che mi è piaciuto molto meno, e mi lego alle cose che ha appena riferito il mio collega Diana.

Il titolo dell'articolo 22 recita: "Interventi in materia di attività produttive"; uno lo legge e si accorge subito che di attività produttive si parla molto poco, si parla invece un po' di stabilizzazione dei diversi comparti regionali o ex statali (INSAR, Sviluppo Italia, Bic), si parla di risorse che vengono date in comparti che certamente qualche volta è difficile definire ancora produttivi e, soprattutto, si tratta di comparti produttivi in mano pubblica, che pesano gravemente sul bilancio della Regione. Ritengo però che siano necessari, nel parlarne, equilibrio nel giudizio e un minimo di approfondimento.

Carbosulcis, innanzitutto. Oggi ho sentito dei numeri per il 2008, potrei riferire dei numeri per il 2004, dei numeri per il 2003, vorrei riferire anche, e non ne ho piena cognizione, la totalità dei numeri per il 2011. Per Carbosulcis abbiamo speso anche circa 60 milioni di euro all'anno, per fare niente. Per Carbosulcis, a fine 2003, è stato stipulato un contratto che riguardava la cessione di carbone e, soprattutto, l'utilizzo per lo stoccaggio delle ceneri a condizioni credo non di mercato e che hanno condizionato in negativo i bilanci di Carbosulcis negli anni successivi.

Per Carbosulcis siamo intervenuti, nel passato, cercando di considerare che cosa fosse meglio per quella società: chiuderla, o provare a salvare i posti di lavoro salvando un comparto, che non è limitato solo a quei posti di lavoro, Sotacarbo è un'altra delle società citate oggi; e forse si potrebbe avere anche una visione più generale sui temi dell'energia in Italia (e non solo in Sardegna), laddove facciamo anche delle scelte contro il nucleare. Pertanto, chiudere o andare avanti? Tra il chiudere e l'andare avanti senza decidere, probabilmente c'è stata, e c'è ancora, la possibilità di portare in equilibrio quella miniera e, soprattutto, toglierla dalla mano pubblica.

Io non sono tra coloro che pensano che la Regione debba estrarre carbone e fluorite; ma non sono neanche tra coloro che pensano che l'unico modo per risolvere il problema sia quello di chiudere tutto e mandare tutti a casa, soprattutto se ci sono dei valori che non devono essere dispersi. Carbosulcis negli anni passati ha ripreso a estrarre carbone, ha ripreso a vendere carbone, è arrivata a vendere quasi 400 mila tonnellate di carbone all'anno, va a break-even con 800 mila tonnellate. Ha ripreso a negoziare un contratto equilibrato con ENEL per lo stoccaggio delle ceneri, e ha ripreso, finalmente, alla scadenza, a negoziare un nuovo contratto per l'utilizzo del carbone Sulcis nelle centrali dell'Enel e nelle centrali di E.ON, eventualmente in Sardegna, ma anche fuori dalla Sardegna laddove le condizioni che nel passato hanno relegato il carbone Sulcis alla Sardegna, non sussistono più grazie agli sviluppi tecnologici.

Per Carbosulcis sono state avviate, finalmente, le procedure per la cessione di quella miniera che, nella responsabilità di imprese economiche, può essere riportata in equilibrio, e gli eventuali disavanzi spalmati nell'intera verticalizzazione della miniera (l'estrazione, l'utilizzo, lo sfruttamento per la produzione di energia e la cessione di energia) ma, mentre noi ci teniamo le parti negative, le parti buone sono lasciate nel nostro stesso territorio ad altre imprese. Noi chiediamo conto non dei soldi che vengono dati, ma dei soldi che vengono dati con i progetti abbandonati, con i progetti interrotti, senza sapere che cosa è successo in questi due anni e mezzo di avanzamento nel percorso verso l'equilibrio e, soprattutto, nel percorso verso la cessione.

Quell'attività di cessione, di pubblicizzazione dei bandi e così via è bloccata; e lo stesso vale per la Mineraria Silius. Per la Mineraria Silius, di concerto con il mondo economico dopo averne valutato l'interesse, si sono organizzati i bandi non per la chiusura ma per la cessione, per la salvaguardia dei posti di lavoro, per la salvaguardia di un minerale comunque strategico, secondo quanto ci dice la Commissione europea, per la cancellazione dei passivi per il nostro bilancio con la cessione a delle imprese che in Sardegna stessa sfruttano quel minerale, ubicate dalle parti di Assemini o di Macchiareddu, che nel passato si sono tenute il buono e hanno ceduto il cattivo alla Regione. Quel processo di reintegrazione che era stato avviato perché è stato abbandonato? Di questo chiediamo conto.

Ancora sulla liquidazione di Sigma. Nel 2008 sono stati spesi dei soldi per Sigma. Sì, ma nel 2007, nel 2006, nel passato, Sigma era quasi un altro carrozzone regionale; comprava partecipazioni laddove qualcuno lo indirizzava, non si capiva che cosa facesse se non sciupare risorse regionali. Sigma è stata messa in liquidazione, e con lei a cascata una miriade di piccole società, e un processo di chiusura è stato avviato e tante società sono state chiuse. Che ne è di quel processo di liquidazione? Di questo chiediamo conto.

Non è giusto fotografare il 2008 e parlare del 2011. E' giusto chiedere conto di che cosa è stato fatto dal 2009 in poi per terminare quelle azioni positive che sono state avviate e portate a un livello alto di avanzamento. Io credo che nessuno si possa sognare di dire: "Chiudiamo Carbosulcis e trasformiamo le persone che ci lavorano in portinai della Provincia del Sulcis Iglesiente, ad esempio, o di non so dove", ma noi dobbiamo smettere di coltivare in primis miniere di carbone e dobbiamo portare a termine quello che è stato avviato.

In realtà questo articolo è paradigmatico del modo in cui si fa politica: cancellando totalmente ogni continuità amministrativa, dimenticando e oscurando tutto quello che è stato fatto nel passato per cui iniziamo nuovamente a chiedere soldi per fare il Piano per le attività estrattive. Ma quanti ne sono stati fatti? Il Piano per le attività estrattive di cava è già stato adottato da una Giunta regionale, è fatto benissimo da Progemisa, fotografa ogni singola cava in Sardegna e per ogni singola cava c'è una diagnosi sulle cose da fare. Siete sicuri che occorra farne un altro? Il Piano energetico regionale è stato già adottato dalla precedente Giunta regionale; ce ne sarà da fare un altro? Ci sarà da portarlo in Consiglio, ci sarà da aggiornarlo, ma non bisogna farne un altro.

E ancora, laddove ci stanno dicendo che probabilmente perderemo un sacco di risorse europee, ha senso quello che leggo nell'articolo 22 su una rimodulazione del modo in cui noi facciamo programmazione, la programmazione territoriale? Cosa c'è lì dentro? Credo ci sia un modo innanzitutto per non tener conto di tutto quello che è stato già fatto e che dite semplicemente di voler rifare a distanza di due anni e mezzo. Forse se aveste utilizzato un po' di quello che è già stato fatto in maniera equilibrata e aveste iniziato a spendere dei soldi forse non avreste ricevuto la lettera che avete ricevuto e la Sardegna non sarebbe così indietro nella spendita delle risorse europee, e qualcuno ce lo avrebbe un posto di lavoro, vero, in più.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il collega Radhouan Ben Amara è rientrato dal congedo.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'industria.

CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, colleghi, io credo che su questo articolo, così come sottolineato nell'ultimo intervento e richiesto dall'onorevole Amadu, sicuramente sia necessario fare una riflessione importante; però bisogna anche sottolineare, fondamentalmente, il perché oggi all'interno di questo collegato si trovino dei commi con delle richieste di copertura finanziaria. Non so se sia necessario onestamente arrivare al voto segreto, anzi credo che sia, invece, importante il voto palese per capire realmente qual è l'obiettivo che noi dobbiamo raggiungere e la conseguente decisione di questo Consiglio regionale, che in questa materia e in questa circostanza deve assumere direttamente e palesemente le proprie responsabilità.

Dall'accoglimento o meno di queste richieste poi deriverà il futuro delle cosiddette aziende partecipate della Regione. In proposito debbo dire di condividere dal primo all'ultimo punto del ragionamento del Presidente della Commissione; tra l'altro ha anticipato il mio intervento (quindi non mi dilungherò certamente su questo), perché anch'io avevo l'intenzione di "raccontare" all'Aula (qual è la situazione delle aziende partecipate all'interno della Regione.

Quando mi è stato chiesto dal Presidente della Regione di ricoprire l'incarico di Assessore dell'industria, nel momento del mio insediamento una delle prime cose che ho fatto è stata quella di verificare il bilancio dell'Assessorato, e mi sono subito reso conto che il 60 per cento del plafond dell'Assessorato è completamente assorbito dalle partecipate. Diciamo quindi che è un'eredità che abbiamo raccolto, ma non abbiamo certo una responsabilità diretta nell'averla creata.

Pertanto, in merito alla richiesta di dimissioni (che potrebbero attenere alla questione ereditata), vi annuncio che mi dimetterò solo se me lo chiederà la maggioranza, non certo se me lo chiede eventualmente la minoranza, anche perché non ritengo onestamente di avere delle responsabilità in merito ai problemi delle partecipate della Regione. Queste, però, sono scelte che possono essere discusse in altra sede, non credo sia questo l'aspetto importante, ma credo invece che sia fondamentale entrare nel merito di quello che è successo.

Ragioniamo sulla Carbosulcis. Io, presidente Soru, condivido le sue considerazioni e condivido anche la necessità - ed è infatti questo il percorso che noi stiamo cercando di fare - che non sia più la Regione a continuare a gestire (anche perché non è più possibile, come lei sa) direttamente una miniera. Proprio per perseguire questo obiettivo (dichiarato più volte non soltanto pubblicamente, ma anche direttamente all'interno della Carbosulcis stessa nei miei incontri con dirigenza e organizzazioni sindacali) intendiamo procedere, così come la norma ci impone, a indire un bando internazionale per la cessione della concessione e quindi per affidare la gestione diretta della miniera a terzi.

Come voi sapete a questo discorso va collegato - ecco perché il comma 2 prevede la spesa di 1 milione di euro da destinare alla Sotacarbo, - e non nasce certamente con noi, ma nasce precedentemente, un importante progetto per la realizzazione di una centrale con corrispondente stoccaggio della CO2. Su questo abbiamo un problema fondamentale: non è il Governo che decide se noi dobbiamo realizzare questo progetto, bensì l'Unione europea.

Quindi il lavoro che noi stiamo facendo anche attraverso il rapporto Regione-Stato, è quello di far capire all'Unione europea che questo progetto, fondamentale per il rilancio del sistema carbone di tutto l'Iglesiente, necessita chiaramente di un'autorizzazione a ricevere il cosiddetto aiuto di Stato, cioè la possibilità di utilizzare il CIP6 per finanziare il progetto. Ecco perché per completare il bilancio del 2011 comunque ci servono altri 4 milioni di euro per la Carbosulcis (sull'IGEA è un ragionamento a parte che poi riprenderò), che chiaramente però si ferma al 2011 perché noi entro l'anno dovremmo aver espletato la gara.

La richiesta per questo finanziamento di 4 milioni di euro è solo ed esclusivamente legata a questo esercizio in corso, per l'esercizio successivo tutto dipenderà solo ed esclusivamente dall'esito della gara internazionale che entro giugno bandiremo. Abbiamo un'idea chiara degli interventi da effettuare nei confronti di questa partecipata della Regione.

Credo pertanto che su questo problema bisognerà riflettere, perché oggi cassare questo finanziamento significa rischiare il completo fallimento dell'operazione che noi abbiamo in mente. Ma c'è un legame con le richieste di finanziamento previste negli altri commi, il cui ammontare, francamente, è una somma che avrei destinato non certo alle partecipate ma a un diverso sistema di rilancio dell'industria regionale .

Relativamente a Sigma Invest (ma non si tratta soltanto di Sigma Invest), vi è una serie di società in liquidazione ed è il caso che questo Consiglio regionale venga a conoscenza, con chiarezza, del fatto che le liquidazioni iniziano e non si capisce mai quando terminano. Se sarà necessario verrà portato all'attenzione dell'Aula un esatto rendiconto della situazione delle società in liquidazione; liquidazioni che devono necessariamente concludersi (e quindi arrivare a una chiusura definitiva delle società se devono essere chiuse); questo è uno degli impegni fondamentali che l'Assessorato sta portando avanti.

Una di queste società è proprio la Fluorite di Silius, su cui il Consiglio regionale deve prestare molta attenzione alle proprie responsabilità. Oggi non dare alla Fluorite di Silius il finanziamento richiesto pari a 4 milioni e 100 mila euro (se non ricordo male sono previsti anche 2 milioni e 700 mila euro per la messa in sicurezza), sarebbe una decisione che comporterebbe responsabilità importanti che questo Consiglio regionale deve conoscere.

In primo luogo questi 4 milioni e 100 mila euro, più i 2 milioni e 700, sono necessari al pagamento degli stipendi dei lavoratori della Fluorite di Silius. Sulla Fluorite di Silius, come voi sapete, viene siglato nel 2006, 2007 (non ricordo esattamente) un accordo sindacale. A mio avviso bisognerebbe riflettere sul fatto che ai lavoratori in cassa integrazione siano state garantite indennità il cui importo, in termini di stipendio base, supera quello riconosciuto ai lavoratori in normale attività. In questi giorni è stato stipulato un accordo sindacale nel quale si prevede , di utilizzare questo finanziamento, se il Consiglio regionale lo approverà, per il personale che, non essendo più in cassa integrazione sarà impiegato per bonificare una parte della miniera. Una bonifica che è obbligatoria perché l'Assessorato stesso e gli uffici sono responsabili della messa in sicurezza il cui costo annuo oggi è di oltre 2 milioni e 700 mila euro.

Poiché sta esaurendosi il tempo a disposizione, cercherò velocemente di spiegare il perché delle richieste (ci tornerò quando parleremo sull'emendamento numero 146). sulla necessità di predisporre il Piano energetico regionale. Per carità, prendiamo atto di quello che (infatti su quello stiamo lavorando) fece la Giunta Soru, ma che ha necessità di essere...

PRESIDENTE. Assessore Cherchi, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' stata richiesta una sospensione, se non vi sono opposizioni sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 20, viene ripresa alle ore 12 e 33.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 93c'era un problema di formulazione, era stato annunciato un emendamento aggiuntivo che non ho visto per cui, permanendo la formulazione attuale, si invita al ritiro. Si invita al ritiro anche dell'emendamento numero 226 privo di copertura finanziaria. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 146 e 268, sui quali ritengo probabili delle correzioni in Aula. Ci si rimette all'Aula sugli emendamenti numero 17 198, 27 e 195, con l'auspicio che vengano ritirati in quanto la materia trattata ha necessità di approfondimenti seri e dovrebbe essere meglio esaminata, e compiutamente discussa, in specifici disegni di legge.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore. Sugli emendamenti sui quali ci si è rimessi all'Aula, specifico che questa valutazione deriva dal fatto che in Commissione sono emersi dei dubbi sulla compatibilità di questo nuovo intervento legislativo; pertanto non si esprime un parere contrario nel merito però valuti l'Aula.

Per quanto riguarda l'emendamento numero 93 preciso che i dubbi che sono sorti in Commissione, e che hanno portato al parere espresso adesso dal relatore, derivavano dal fatto che in realtà questo emendamento appare un aggiuntivo e non un sostitutivo perché lo spostamento delle risorse per far fronte al problema delle funzioni dei soppressi enti provinciali per il turismo, delle aziende autonome di cure e soggiorno in qualche modo comportava un incremento della risorsa. La copertura c'è, così come formulato può anche andar bene se la finalità è quella ma lo si deve considerare come aggiuntivo, questo mi sembra che fosse quanto emerso in Commissione.

PRESIDENTE. Assessore La Spisa, è stato presentato come emendamento sostitutivo non aggiuntivo.

Uno dei presentatori dell'emendamento numero 93, del quale è stato chiesto il ritiro, ha facoltà di parlare.

RANDAZZO (P.d.L.). Questo emendamento, al quale sia il collega Maninchedda che l'Assessore hanno assicurato la copertura finanziaria, è nato in sede di Commissione a seguito dell'audizione degli assessori provinciali e comunali che lamentavano la mancata copertura di un accordo firmato con l'Assessore del commercio e turismo. Poiché l'emendamento è firmato da tutti i componenti della Commissione, sia di maggioranza che di opposizione, non lo ritiro e chiedo una breve sospensione per poter interloquire con i colleghi sottoscrittori dell'emendamento medesimo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Il comma 5 dell'articolo 22 riguarda la gestione commissariale delle ZIR rispetto alle quali la Giunta stessa dice esistano degli oneri. L'emendamento al comma 5 da voi presentato è sostitutivo, se è aggiuntivo il problema è superato.

PRESIDENTE. Ricordo che per modificare la tipologia dell'emendamento occorre il consenso unanime dell'Aula. Poiché non siamo in questa fattispecie l'emendamento può essere o ritirato o votato.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io ho molto rispetto del lavoro della Commissione, però la Commissione deve lavorare su cose certe. Gli EPT non esistono più, sono competenze delle amministrazioni provinciali riconosciute all'interno dei trasferimenti del Fondo unico, è chiaro che con questo emendamento si vogliono dare altri soldi indirettamente riesumando gli EPT come un'entità ancora in vita quando di fatto non ci sono più.

Questi sofismi legislativi posti in essere per creare carrozzoni su carrozzoni, dobbiamo essere chiari tra di noi, ce li possiamo permettere di questi tempi? Ma abbiamo il coraggio di dire alle persone che ci chiedono queste cose: ma state parlando con un bottegaio o state parlando con un legislatore? Dobbiamo avere il coraggio di dire queste cose, colleghi. Per il bene della Regione io voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 93 ci pone di fronte a un problema che ha governato tutta la discussione precedente: la coperta è diventata corta rispetto a tutte le esigenze che ci vengono presentate, e nel proseguo della legislatura diventerà sempre più evidente che non si potrà soddisfare tutti. E' con questo spirito che io ho svolto l'intervento precedente, ci tengo a dirlo.

Gli stanziamenti decisi nel 2008-2009, lo vorrei dire al presidente Soru, perché io ho un giudizio della precedente legislatura sicuramente migliore di quello che lui pensa che io abbia, avevano questo senso. Lo vorrei dire anche per il futuro dei lavori, perché non è proprio del mio ruolo di relatore usare questa funzione per un esercizio diciamo di politica attiva, critica.

Se noi queste società nel 2008-2009 le abbiamo capitalizzate e orientate in base a una strategia, e nel 2011 io mi ritrovo la Sigma nuovamente finanziata con "x" lire che le avevo già dato nell'anno precedente, in qualità di relatore devo dire ai colleghi: ricordatevi che le abbiamo dato i soldi in precedenza. Io penso di doverlo fare. Io devo informare o no i miei colleghi che, rispetto a questi nostri interventi che hanno tutte le motivazioni che sono state ricordate in questa sede, c'è anche chi ci ricorda, attenzione, che questi interventi portano a questo risultato, perché questo ci ha detto la Corte dei conti?

Io ho voluto perimetrare un problema. Se dovessi dire quello che penso di questi interventi dovrei parlare per venti minuti e, probabilmente, non potrei farlo da relatore, ma debbo comunque avvertire quando siamo stanziando 20 milioni che provengono da un determinato percorso. Questo era il senso del mio intervento. Quando vogliamo discutere poi di politica industriale forse sarà il caso di farlo, ma dico che non è una mia competenza in questa fase. Utilizzo i secondi residui per dichiarare che mi auguro non si apra una "discussione sulle cozze", ma che si abbia in quest'Aula la capacità di mantenere l'impegno preso di rinviare questa discussione importante ad altri momenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, dispiace che su questo argomento non si siano fatti, forse, gli approfondimenti necessari, C'è stata una riunione in Commissione, si sono incontrati gli assessori competenti, dobbiamo tenere presente che c'è stata una istruttoria, poi possiamo decidere se questa somma la vogliamo stanziare o non stanziare e ce ne assumiamo la responsabilità però, lo dico al collega Sanna, questo conferimento di funzioni non aveva un riferimento nella legge 12, quindi è una di quelle funzioni che è rimasta scoperta: non è stata inserita cioè alcuna dotazione nel Fondo unico.

La richiesta è dal punto di vista formale, pertanto, assolutamente legittima e corretta. La materia semplicemente non ha trovato un suo compimento e un suo completamento. Poi si potrà prendere una qualunque decisione; io, per esempio, voterei a favore di questo emendamento, se non c'è la copertura finanziaria la Presidenza lo ritirerà e dirà che non c'è la copertura, e ci sarà un motivo tecnico per non approvarlo.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu siamo in fase di votazione dell'emendamento numero 93, l'emendamento privo di copertura finanziaria è il numero 226.

PORCU (P.D.). Se l'UPB ha la dotazione indicata, e se non c'è un problema tecnico, sono favorevole all'accoglimento dell'emendamento orale che si considera aggiuntivo e non sostitutivo. La maggioranza deciderà se dare corso a questa richiesta, ma in questo caso non siamo in una fattispecie che è stata normata in altro modo, o coperta in altro modo. Il voto è favorevole, dando l'assenso a trasformarlo all'interno dell'emendamento ("è sostituito dal seguente, è aggiunto" se ho ben capito), se c'è un problema tecnico suggerisco di fermarci un minuto e prima di votarlo essere certi di non votare una cosa che non vada bene. Presidente, poi ci ricordi la correzione orale che è stata proposta.

PRESIDENTE. Non c'è nessuna correzione orale. L'Aula si è già espressa, non è d'accordo per trasformare l'emendamento da sostitutivo ad aggiuntivo, quindi stiamo votando l'emendamento così com'è.

PORCU (P.D.). Allora confermo il voto favorevole all'emendamento così com'è.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, intervengo solo per annunciare il voto contrario del Gruppo UDC-FLI, senza entrare nel merito dell'emendamento così come è formulato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO (P.d.L.). Presidente, intervengo per esprimere il mio voto personale a favore dell'emendamento, non lo ritiro perché l'emendamento è pervenuto all'Aula a seguito del voto favorevole espresso all'unanimità dalla Commissione. Vorrei chiedere pertanto al collega Gian Valerio Sanna di poterne modificare la tipologia trasformandolo in aggiuntivo, in modo da superare una impasse amministrativa.

Collega Sanna, questo emendamento non nasce come "marchetta", né come richiesta avanzata da una parte o dall'altra, viste le firme, ma per rendere trasparente ciò che ci è stato trasmesso, compresi gli atti allegati da una commissione, da assessori provinciali e comunali. Sottolineo che sei province su otto sono governate dal centrosinistra. Ritengo anche che ci abbiano fornito dei documenti seri e validi, in quanto sono rappresentanti del popolo come lo siamo noi in quest'Aula. Mantengo l'emendamento e voto a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). In materia di enti locali non credo che capiti spesso, ma questa volta penso proprio che l'onorevole Gian Valerio Sanna abbia toppato; ha perfettamente ragione infatti l'onorevole Porcu nel dire che questa è una materia che è rimasta fuori dal Fondo unico. Si è fatta una riforma centralizzando a Cagliari, con l'Agenzia Sardegna Promozione, tutte le attività che prima la Regione aveva diffuse nel territorio; si trattava di uffici e di dipendenti regionali delle Aziende di soggiorno e degli EPT che sono stati trasferiti alle province (personale EPT) e ai comuni (personale Aziende di soggiorno) per svolgere determinate funzioni.

Alle province e ai comuni venivano garantite le risorse finanziarie sino al pensionamento di queste persone aggiuntive alle stesse piante organiche, al di fuori della pianificazione degli organici di comuni e province. La stessa cosa è successa agli impiegati civili della Nato. Il Ministero della Difesa ha detto ai comuni: "Volete i dipendenti civili della Nato? Ve li paga il Ministero della difesa sino a quando non andranno in pensione"; il Comune di La Maddalena si era caricato di 140 persone, il Comune di Castelsardo 2.

Se domani lo Stato con un emendamento decide di cassare il relativo finanziamento quelle persone se ne vanno a spasso perché non hanno copertura nelle piante organiche e nei bilanci dei comuni. Quindi con questo emendamento si tratta esclusivamente di garantire gli stipendi a dipendenti regionali che, forzatamente, sono stati trasferiti alle province e ai comuni; non ha altra finalità, non c'entra niente il Fondo unico: è una materia ulteriore e aggiuntiva.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Pittalis è rientrato dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, in questo mondo di fantasie si sente di tutto e di più. Le riforme che sono state fatte da questo Consiglio regionale in alcuni casi hanno previsto il trasferimento di competenze, personale e mezzi, e ripeto mezzi, al sistema delle autonomie locali. Abbiamo vissuto una stagione dove i fondi trasferiti agli enti locali erano sistematicamente finalizzati, quella stagione è stata superata e si è costituito un Fondo unico che consente agli enti locali di fare fronte alle spese correnti, come alle spese di investimento.

Se si tratta di aumentare il Fondo unico (e questa è la parte politica che chiede da più tempo una integrazione delle dotazioni finanziarie di quel Fondo a favore degli enti locali), noi siamo per integrarlo lasciandogli la veste, la funzione che ha. Non intendiamo moltiplicare i rivoli, finalizzati fra l'altro per spesa annuale, che andrebbe quindi ripetuta ogni anno, perché se il ragionamento che lei fa avesse un qualche valore così bisognerebbe fare, ma non è così, quel ragionamento non ha valore, e non ha valore perché è infondato.

Inoltre (e approfitto, Presidente, per cercare di capire in che modo noi dobbiamo comportarci), mi dicono gli assessori provinciali del lavoro che sarebbe stato deciso, non si sa dove e non si sa quando, di assegnare i lavoratori del CESIL e del CSL all'Agenzia regionale del lavoro, in violazione di tutte le norme e di tutti i comportamenti anche istituzionali che devono essere tenuti. Ma si vuol capire che certe questioni vengono trattate in legge, e non ci sono proclami da fare da parte della Giunta per creare confusione? Non è più possibile, non è più accettabile che Assessori considerino questo Consiglio il "ragazzino delle commissioni"!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi rendo conto che si è sollevato un problema, mi pare serio, anche di comprensione su questo emendamento. Noi ne abbiamo discusso, come diceva il Presidente della Commissione stessa, in Commissione, lo abbiamo fatto con gli otto Assessori provinciali e anche qualche amministratore comunale. Ora non ho la documentazione a portata di mano (ho cercato di procurarla ma non ci sono riuscito, mi dispiace e chiedo venia), però mi è sembrato di capire che questa competenza non rientrasse nel Fondo unico.

Presidente, mi appello anche a lei, anche se lei mi pare sia stata abbastanza chiara precedentemente, perché mi era sembrato di capire nel corso della discussione su questo emendamento che se l'emendamento non fosse stato, così com'è, sostitutivo ma aggiuntivo, probabilmente poteva avere un destino differente. Io sono tra quelli che hanno istruito due mesi fa circa con le province in Commissione questo emendamento, e francamente fino a questo momento non avevo nessun dubbio sulla bontà dello stesso e continuo a non averne, nonostante la fiducia (mi scuso per questo intervento di carattere personale) su alcuni pareri di competenza che sono stati espressi.

Io le avrei chiesto una sospensione per verificare come recuperare l'emendamento, ma mi rendo conto che essendo in corso di votazione non è possibile; per quanto mi riguarda, poiché ritengo di essermi assunto una responsabilità e non intendendo modificarla in corso d'opera, annuncio il mio voto a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, per recuperare la situazione, l'unica possibilità è che l'Aula sia d'accordo nel trasformare l'emendamento da sostitutivo ad aggiuntivo, siccome questa volontà unanime non c'è dobbiamo proseguire, non c'è altra possibilità.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, essendo stato commissario liquidatore di un Ente provinciale per il turismo, io stavo cercando di ricordare quali fossero gli accordi tra Amministrazione regionale, Enti provinciali per il turismo e Aziende di soggiorno.

Dal 2007 in poi l'Amministrazione regionale ha stanziato, per le competenze e per il personale trasferito alle Amministrazioni provinciali, 6 milioni e mezzo di euro: questo era quanto era stato concordato tra le province e la Regione nel 2007. Sino all'anno scorso il bilancio della Regione prevedeva appunto 6 milioni e mezzo, nel bilancio del 2011 l'Amministrazione regionale ha previsto soltanto 2 milioni di euro. Io ho partecipato anche a una parte dell'incontro che la Commissione ha tenuto con gli Assessori provinciali competenti, e la conclusione è stata che le Amministrazioni provinciali non saranno in condizioni né di svolgere l'attività delegata né, tanto meno, di pagare il personale che l'Amministrazione regionale ha trasferito loro, se non metteremo risorse aggiuntive in questo capitolo.

Quindi, non si tratta di implementare o di rimettere in piedi le attività degli Enti provinciali per il turismo, ma di mantenere un impegno che l'Amministrazione regionale ha assunto con le province per consentirgli di svolgere il minimo di quell'attività istituzionale delegata e, ripeto, di pagare il personale.

PRESIDENTE. Onorevole Petrini, onorevole Petrini, onorevole Petrini!.

Onorevole Meloni, onorevole Uras, onorevole Pittalis,. onorevole Paolo Terzo Sanna, onorevole Stochino!

Onorevole Pittalis, prenda posto! Non si può continuare così, non è corretto nei confronti dei colleghi che stanno intervenendo; tutti coloro i quali stanno chiacchierando devono avere rispetto per i colleghi che stanno intervenendo!

PITTALIS (P.d.L.). Sta disturbando lei!

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, porti rispetto perché sta andando molto sopra le righe.

PITTALIS (P.d.L.). Siamo tornati ai tempi delle scuole elementari!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per portare un contributo ricordando i percorsi fatti negli anni passati con l'approvazione della legge numero 9…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, continua a disturbare l'Aula? La prego di prendere posto.

SORU (P.D.). Mi dispiace intervenire in questo momento, però, ognuno di noi cerchi di dare il proprio contributo nella maniera più serena possibile. E' in questo modo che mi accingo a parlare per ricordare questo: quando abbiamo predisposto la legge numero 9, ci sono state innumerevoli riunioni con i presidenti delle province e con tutte le persone interessate per cercare di calcolare il Fondo unico per le funzioni trasferite, e non c'è una sola funzione che sia stata tralasciata, anzi, con larghezza nel calcolo venne calcolato un fondo capace di ricomprendere tutte le funzioni trasferite.

Né si poteva nascondere la funzione degli Enti provinciali per il turismo, poiché una parte importante del dibattito attenne proprio alla cancellazione, insieme a diverse altre, di quegli enti, cancellazione che quindi non poteva passare sotto traccia. Il personale di quegli enti venne avviato verso le province, cui si dava maggior ruolo e, per favorire questo inserimento, venne concordato un aiuto per un certo numero di anni, non per sempre, anche perché nel frattempo le persone sarebbero in gran parte andate in pensione. Ora quel certo numero di anni è terminato e riprendere quella discussione significa contraddire quegli accordi.

Voglio ricordare anche che, una volta calcolato il Fondo unico, ad abundantiam, venne deciso di inserire uno stanziamento aggiuntivo di alcune decine di milioni di euro per favorire ulteriormente le funzioni delle province e trasferire risorse dalla Regione alle province. Quindi, non solo il Fondo era capiente, ma venne istituito questo stanziamento, mi pare fossero 20 milioni di euro, aggiuntivo, per eventuali dimenticanze.

Oggi chiedere 3 milioni e mezzo di euro in più, facendo finta che tutto questo non fosse ben conosciuto all'epoca, va contro quel principio generale che ci dovrebbe governare e che lei, onorevole Maninchedda, ha ricordato; quei tempi sono finiti e forse ci dovremmo concentrare su come risparmiare soldi anziché dire di sì a chiunque, come un Bancomat: non sono più quei tempi, non è più possibile. E questi soldi aggiuntivi incideranno su quell'imbuto terribile che è il Patto di stabilità, perché non verranno spesi in più ma cancelleranno spese buone.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, in questo caso parlo, naturalmente, a titolo personale. A me sembra che il tema semmai sia quello di adeguare il Fondo unico all'incremento delle entrate, quindi magari aumentare il Fondo unico. Il tema del trasferimento delle funzioni degli ex EPT e delle Aziende autonome di soggiorno io lo ricordo molto bene; ricordo che contestualmente al trasferimento di competenze alle province e ai comuni, nelle province, per esempio, abbiamo avviato i sistemi turistici locali dotandoli di abbondanti risorse.

In alcuni casi i comuni e le province stanno cercando delle strade innovative; per esempio il Comune di Alghero ha realizzato una fondazione pubblico-privata, si chiama Meta, che si occupa di turismo e addirittura impiega il personale della ex Azienda di soggiorno.

In definitiva, io credo che la materia sia complessa e probabilmente affrontarla con questo emendamento, che semplicemente indica un importo per "lo svolgimento delle funzioni ex EPT e delle Aziende autonome di soggiorno", non risolva il problema, probabilmente andava scritto meglio. All'Assessore del personale chiedo che magari inquadri la situazione relativa al personale trasferito delle Aziende autonome e degli ex EPT, perché in maniera più puntuale e più precisa dovremmo indicare nell'emendamento eventualmente la finalità specifica. E' comunque un tema che possiamo affrontare successivamente, rimandandolo al disegno di legge numero 71.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, quando mi venne proposta la firma su questo emendamento espressi delle perplessità e non lo firmai. Devo dire che le perplessità che avevo allora adesso sono diventate certezze; è una discussione in cui fondamentalmente si parla di pagare gli stipendi, cioè ci viene chiesto di investire 3 milioni e 520 mila euro, in un momento come questo, a fronte di altre situazioni come quelle citate, perché dobbiamo pagare gli stipendi di personale che a suo tempo dalla Regione è transitato alle province.

Non ho sentito parlare minimamente di produttività, di efficacia e di efficienza, l'unica motivazione è il pagamento degli stipendi. Ebbene, non so quanto possa fare piacere, ma si deve dare assoluta ragione a quanto espresso dai colleghi e, in particolare, dall'ex presidente Soru; confermo pertanto che la mancanza della mia firma era il preludio al mio voto contrario su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, esprimerò un voto contrario sull'emendamento numero 93. Io penso che siamo affetti da schizofrenia legislativa; ci siamo riempiti la bocca in tanti anni infatti sul trasferimento delle funzioni e delle competenze agli enti locali, e siamo stati conseguenti quando abbiamo approvato la legge numero 9. Gli enti locali ci avevano chiesto di superare la legge numero 25 (risorse trasferite per ogni competenza individuata), per creare invece un plafond da gestire a seconda delle esigenze presenti nei loro territori, e abbiamo istituito il Fondo unico.

Da alcuni anni a questa parte, a pezzettini, stiamo tornando indietro rispetto a questa filosofia: e lo facciamo per le Pro loco, lo facciamo per le scuole civiche di musica, oggi lo stiamo facendo per gli EPT. Allora diciamoci una volta per tutte, o diteci una volta per tutte, che non ci fidiamo della programmazione delle risorse che viene fatta da parte degli enti locali, cioè non ci fidiamo delle province, non ci fidiamo dei comuni e allora torniamo indietro; torniamo alla legge numero 25 con la quale si stanzia ciascuna risorsa ai comuni per ogni funzione che deve essere esercitata.

Io piuttosto andrei in un'altra direzione; le funzioni che abbiamo trasferito sono molteplici e forse le risorse sono insufficienti, allora diciamo che il Fondo unico non è sufficiente per coprire tutte le funzioni che sono state trasferite per cui lo dobbiamo implementare, ma non possiamo stabilire che queste risorse del Fondo unico vanno destinate da questa parte, queste altre vanno destinate all'altra, perché in questo modo stiamo ingessando di nuovo i bilanci dei comuni, i bilanci delle province. Bilanci, oltretutto, che sono anche fortemente condizionati dal Patto di stabilità.

Pertanto io penso che questo emendamento vada nella direzione sbagliata se significa un tornare indietro alla legge numero 25, mentre sarei stato anche disposto a votare a favore se avesse prospettato un incremento del Fondo unico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, concordo con l'intervento del collega Campus che ribadisce e sottolinea l'accordo sulle valutazioni contrarie espresse dai colleghi intervenuti precedentemente. Io aggiungo che le risorse previste in questo emendamento non sono destinate a tutti gli enti locali perché, come ben sappiamo, le aziende di soggiorno non sono previste presso tutti gli enti locali.

Ma vorrei richiamare l'attenzione anche sul fatto che l'emendamento numero 93 è uguale all'emendamento numero 226, e mi chiedo chi ha "fatto i conti", perché nel primo sono previsti 3 milioni e 520 mila e nell'altro 2 milioni di euro. Non capisco quanti sono questi dipendenti e chi ha fatto l'analisi dettagliata dei bisogni. Io ritengo opportuno, e lo chiedo in questo momento, che i proponenti lo ritirino per manifesta non appropriatezza dell'emendamento stesso. Qualora questo non dovesse avvenire, concordando con i colleghi che hanno espresso il loro no a questo emendamento, mi associo al rigetto dello stesso.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Randazzo. Ne ha facoltà.

RANDAZZO (P.d.L.). Presidente, visto lo svolgimento della discussione in quest'Aula io ritiro l'emendamento. Spero che abbia ragione il collega Soru che tutto ha preventivato (ricordo che non sono richieste avanzate da amministrazioni provinciali del centrodestra), e lo stesso vale per l'onorevole Bruno, visto che anche il Comune di Alghero era tra proponenti di queste istanze.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'articolo 22.

Ricordo che oltre la votazione per parti, è stato richiesto il voto segreto per il comma 2, per il comma 3, per il comma 4, per il comma 5 e per il comma 6.

(Il consigliere Salis appoggia la richiesta di votazione per parti avanzata precedentemente dalla consigliera Barracciu)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore e che il consigliere Lotto si è astenuto

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Pietro - Conttu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Cocco Daniele - Cuccu - Mariani - Salis.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Corda - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 53

astenuti 16

maggioranza 27

favorevoli 49

contrari 4

(Il Consiglio approva).

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 22, comma 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 15

contrari 53

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 22, comma 3.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 21

contrari 47

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 22, comma 4.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 70

votanti 68

astenuti 2

maggioranza 35

favorevoli 31

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Locci.)

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 22, comma 5.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 26

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 22, comma 6.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 23

contrari 44

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Gli emendamenti numero 226, 146 e 268 decadono.

Sugli emendamenti numero 17, 198, 27 e 195, il relatore si era rimesso all'Aula ma invitando i presentatori al ritiro. Chiedo pertanto se questi emendamenti vengono ritirati.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io intervengo su quella serie di emendamenti sui quali si è molto discusso e molto parlato; emendamenti con i quali si voleva porre comunque soprattutto il problema della competenza delle aree demaniali, e di chi è titolato a concedere autorizzazioni facendone pagare il canone. So benissimo che è un argomento che difficilmente può essere affrontato da questo Consiglio regionale, perlomeno in termini normativi. Un altro emendamento, invece, contiene le tabelle per i canoni demaniali.

Quindi, una parte degli emendamenti serviva per dare garanzie ai circa mille operatori del settore presenti in tutta l'isola, ma fondamentalmente nella zona di Olbia e in quella di Oristano, dove sono moltissimi gli allevatori di molluschi. Poiché mi pare di non aver ravvisato, anche per i motivi di costituzionalità sollevati da più parti, il consenso unanime su questi emendamenti,. ovviamente li ritiriamo.

Li ritiriamo sollecitando però un impegno, da parte della Giunta e del Consiglio, alla stesura di un ordine del giorno nel quale si chieda oltretutto di verificare le norme di attuazione al fine di inserire in una trattativa con lo Stato, così come è avvenuto per altri comparti dello stesso genere, la questione per capire se la Regione autonoma della Sardegna può avere la possibilità di normare autonomamente le concessioni demaniali negli specchi acquei.

Debbo dire, a onor del vero, di avere la vaga impressione che la Regione sarda stia incamerando delle risorse in totale autonomia su questa partita, per cui mi pare sia comunque un aspetto da determinare quello trattato nell'emendamento numero 198, mi pare, che conteneva una serie di tabelle e di parametri sulla base dei metri quadrati d'acqua utilizzati dai molluschicoltori. Su questo non ho avuto garanzie, debbo dire la verità non ho garanzie, forse chi ha amministrato direttamente questa Regione potrà darci delle risposte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Io volevo informare l'Aula che, per quanto riguarda l'emendamento numero 17 e gli altri riguardanti le concessioni demaniali, è all'esame della Commissione agricoltura un progetto di legge organico (sta nascendo dalla unificazione di tre disegni di legge) che si intende portare quanto prima all'attenzione dell'Aula. Oggi, pertanto, non ritengo necessario discutere questi emendamenti.

PRESIDENTE. Gli emendamenti infatti sono stati già ritirati.

Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 del pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 25.



Allegati seduta

Testo dell'interpellanza annunziata in apertura di seduta

Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Zuncheddu sulla deliberazione della Giunta regionale n. 26/10 del 25 maggio 2011 avente per oggetto "Promozione del territorio attraverso eventi a forte valenza turistica".

I sottoscritti,

PREMESSO che la Giunta regionale ha adottato la deliberazione n. 26/10 del 25 maggio 2011 avente per oggetto "Promozione del territorio attraverso eventi a forte valenza turistica";

ACCERTATO che la deliberazione prevede l'erogazione di un contributo di euro 180.000 in favore della società Collection Eventi & Produzioni TV, per l'organizzazione di una manifestazione denominata "Sfilata d'amore e moda 2011", che si terrà ad Alghero il 22 giugno 2011;

CONSIDERATO che:

- la spesa di euro 180.000 appare eccessiva e spropositata, considerata l'attuale crisi economica e finanziaria della Regione, che non riesce a garantire adeguati stanziamenti in favore delle politiche per il lavoro, per la scuola, per i disabili, per i giovani, per gli anziani;

- inoltre la città di Alghero, luogo in cui si svolgerà la manifestazione, necessiterebbe di maggiore attenzione da parte della Regione in settori e in ambiti più importanti e qualificanti, quali la Facoltà di architettura, l'ospedale civile, le scuole, l'aeroporto, il porto, il palazzo dei congressi, la prosecuzione degli scavi archeologici nel cimitero medioevale di San Michele, ed ulteriori necessità più volte manifestate in Consiglio regionale dai consiglieri interpellanti;

- altresì l'iniziativa non risponde alle enunciazioni illustrate nella deliberazione, in quanto il rilancio del turismo ad Alghero si realizza attraverso iniziative strutturali che qualifichino e migliorino la città attraverso interventi a tutela dell'ambiente e del litorale, sottoposto a continua alterazione a causa del depuratore cittadino che sversa le acque depurate all'interno della laguna del Calic e quindi nel litorale di Maria Pia, con grave disagio per l'intero comparto turistico;

VALUTATO che l'intero territorio della Sardegna necessiterebbe di adeguati interventi strutturali in favore dei trasporti, della viabilità interna, dell'artigianato, della valorizzazione delle produzioni locali, della cultura e della tutela dei monumenti, e non di estemporanee ed effimere iniziative quali quella proposta dalla Giunta regionale;

CONSIDERATO altresì che l'iniziativa é affidata ad una società romana e che la Regione ha trascurato l'ipotesi di affidarne, a costi decisamente più contenuti, l'organizzazione ad una società di produzione con sede in Sardegna, che avrebbe impiegato maestranze e tecnici locali,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere se:

1) non ritengano opportuno revocare la deliberazione della Giunta regionale n. 26/10 del 25 maggio 2011, ed impegnare la somma di euro 180.000 per interventi strutturali in favore del Comune di Alghero;

2) non ritengano prioritario rilanciare il turismo in Sardegna con un organico programma in favore della tutela dei beni storici ed archeologici, della rivalutazione dei centri storici, dei trasporti interni, della valorizzazione delle produzioni locali, della lingua e della cultura. (232)