Seduta n.97 del 09/04/2015
XCVII Seduta
Giovedì 9 aprile 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
indi
del Vicepresidente Eugenio LAI
indi
del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 36.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 31 marzo 2015 (93), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Giampietro Comandini, Salvatore Demontis, Roberto Desini e Giorgio Oppi hanno chiesto congedo per la seduta del 9 aprile 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Forma sui motivi della chiusura del servizio di epatologia nel poliambulatorio di Macomer". (272)
(Risposta scritta in data 7 aprile 2015.)
"Interrogazione Moriconi sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute ex articolo 66, legge 23 dicembre 2000, n. 388". (318)
(Risposta scritta in data 7 aprile 2015.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori precari che hanno prestato servizio presso l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna fino al 31 dicembre 2013". (335)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sull'immediata attivazione dei nuovi reggimenti di logistica e artiglieria della Brigata Sassari". (336)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul crollo di un muro di sostegno in area di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna, sita in via Vittorio Veneto, 28 e oggi sede del CRAL". (337)
"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata riproposizione del bando finalizzato all'esercizio di azioni sistema e supporto ai processi d'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese da parte dell'Assessorato regionale dell'industria". (338)
"Interrogazione Locci - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul Piano locale di gestione Asse 3 Misura 3.1 art. 37 lettera m) regolamento (CE) 1198/2006 del FEP, relativo tra l'altro alla riconversione piccolo strascico". (339)
"Interrogazione Tatti - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino, con richiesta di risposta scritta, in merito all'avvio a regime della dematerializzazione della ricetta medica in Sardegna, in base alla deliberazione n. 13/4 del 31 marzo 2015". (340)
"Interrogazione Comandini - Deriu - Cozzolino - Forma - Manca Gavino - Pinna Rossella - Sabatini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla riorganizzazione aziendale dell'ASL n. 8 di Cagliari, circa la soppressione dell'Unità operativa per le dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo e il relativo accorpamento all'Unità organizzativa complessa - Centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici alcol-correlati, afferente al Dipartimento di salute mentale". (341)
"Interrogazione Ledda - Azara - Arbau - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di stabilizzare i lavoratori precari assunti dall'ASL di Sassari come ausiliari, categoria A, nell'attuazione del programma di eradicazione della peste suina". (342)
"Interrogazione Ledda - Arbau - Azara - Perra, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi generati dai ritardi nella distribuzione della tubercolina nel comparto zootecnico isolano". (343)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sul piano di dimensionamento scolastico 2015-2016". (117)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Cappellacci - Tedde - Zedda Alessandra - Locci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Cossa - Crisponi - Carta - Orrù - Tocco - Floris - Oppi - Tatti - Pinna Giuseppino sull'ampliamento dei posti nella polizia di stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato i concorsi 2012-2014, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (128)
"Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi sulla Fondazione Teatro lirico di Cagliari". (129)
"Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai sulla possibile scelta della Sardegna quale sito per il deposito unico delle scorie nucleari italiane". (130)
"Mozione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis sul grave ritardo della programmazione della stagione lirico sinfonica del Teatro lirico di Cagliari". (131)
"Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Pittalis - Tunis - Zedda Alessandra - Fasolino - Randazzo - Truzzu - Orrù - Fenu - Cherchi Oscar - Locci - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti - Peru - Carta sulla Fondazione Banco di Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (132)
"Mozione Cocco Pietro - Sabatini - Comandini - Tendas - Forma - Lotto - Ruggeri - Piscedda - Meloni Giuseppe - Demontis - Pinna Rossella - Cozzolino - Collu - Manca Gavino - Moriconi - Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Usula - Zedda Paolo Flavio - Anedda - Sale - Desini - Busia - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus - Lai - Azara - Ledda - Arbau - Perra - Deriu - Solinas Antonio - Unali sulla contrarietà a ospitare nel territorio della Sardegna la sede del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (133)
"Mozione Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Pittalis - Dedoni - Carta - Fenu - Orrù - Crisponi - Cossa - Cherchi Oscar - Tunis - Tedde - Fasolino - Peru - Cappellacci - Zedda Alessandra - Truzzu su un piano che miri alla prevenzione e alla salvaguardia del patrimonio olivicolo della Sardegna che rischia di essere colpito dal batterio della xylella fastidiosa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (134)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 130.
Procediamo con l'esame dell'articolo 23. All'articolo 23 stato presentato l'emendamento numero 222 soppressivo totale, gli emendamenti soppressivi parziali numero 272, 65 e 273. È stato inoltre presentato l'emendamento numero 415, il numero 6, che è uguale al numero 17, che è uguale al numero 71, che è uguale al numero 500. Sono stati poi presentati gli emendamenti numero 128, il numero 86, che è emendato dal numero 626, il numero 129, che è emendato dal numero 627, e infine il numero 87 che è un emendamento aggiuntivo.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 23 e dei relativi emendamenti:
Articolo 23
Condizioni di ammissibilità degli interventi
1. Gli interventi di cui al presente capo non sono ammessi:
a) negli edifici o nelle unità immobiliari prive di titolo abilitativo, ove prescritto; qualora le unità immobiliari siano difformi da quanto assentito con regolare titolo abilitativo, la richiesta per gli interventi di cui al presente capo è ammissibile a condizione che per le difformità siano conclusi positivamente i procedimenti di condono o accertamento di conformità, anche a seguito di accertamento di compatibilità paesaggistica, ove previsto;
b) negli edifici e nelle unità immobiliari completati successivamente alla data del 20 dicembre 2014, con comunicazione fine lavori;
c) salvo le strutture ricettive di cui all'articolo 21, negli edifici e nelle unità immobiliari ricadenti nelle zone urbanistiche C, D e G non oggetto, ove prevista, di pianificazione attuativa approvata e, se di iniziativa privata, convenzionata;
d) negli edifici e nelle unità immobiliari esistenti ma non compatibili con la destinazione di zona urbanistica di cui al decreto assessoriale del 20 dicembre 1983, n. 2266/U;
e) negli edifici di interesse artistico, storico, archeologico o etno-antropologico vincolati ai sensi della parte II del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), e successive modifiche ed integrazioni;
f) negli edifici di interesse paesaggistico o identitario individuati nel Piano paesaggistico regionale ed inclusi nel Repertorio del mosaico;
g) negli edifici e nelle unità immobiliari collocati in aree dichiarate, ai sensi del vigente Piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PAI), da strumenti di pianificazione regionale o comunale, di pericolosità idraulica elevata o molto elevata (Hi3 - Hi4) e di pericolosità da frana elevata o molto elevata (Hg3 - Hg4), fatta eccezione per la tipologia di interventi specificamente prevista, in tali aree, dalle norme tecniche di attuazione del PAI;
h) negli edifici e nelle unità immobiliari ricompresi nelle zone urbanistiche omogenee diverse dalla A e ricadenti nei centri di antica e prima formazione, ad eccezione di quelli che siano stati riconosciuti, con deliberazione del consiglio comunale, in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto; la deliberazione deve riguardare l'intero centro di antica e prima formazione, esplicitare i criteri seguiti nell'analisi ed essere adottata in data anteriore a qualsiasi intervento richiesto ai sensi degli articoli precedenti; tale delibera è soggetta ad approvazione ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'art. 6 del D.P.R. 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'art. 57 del D.P.R. 19 giugno 1979, n. 348), e successive modifiche ed integrazioni;
i) negli edifici, nelle unità immobiliari e in specifici ambiti territoriali, di particolare qualità storica, architettonica o urbanistica per i quali il consiglio comunale, con propria deliberazione, abbia limitato o escluso l'applicazione delle disposizioni di cui al presente capo; la delibera è assunta entro il termine perentorio di centoventi giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore della presente legge, trascorso il quale non è più possibile procedere alla individuazione di ambiti di esclusione;
j) egli edifici e nelle unità immobiliari che hanno già usufruito degli incrementi
volumetrici previsti dal capo I e dall'articolo 13, comma 1, lettera e) della legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo), e successive modifiche ed integrazioni o nei volumi realizzati usufruendo delle disposizioni contenute nella citata legge; è consentito l'utilizzo delle premialità volumetriche fino al raggiungimento delle percentuali massime e soglie previste al presente capo.
Emendamento soppressivo totale Peru - Pittalis - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda
Art. 23
(Condizioni di ammissibilità degli interventi)
Testo dell'emendamento: L'art. 23 è soppresso. (222)
Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
Testo dell'emendamento:
Art. 23
La lettera b), del comma 1 dell'articolo 23 è soppressa. (272)
Emendamento soppressivo parziale Rubiu - Oppi - Tatti - Pinna
Testo dell'emendamento
Art. 23 comma 1 lettera i
La lettera "i" del Comma 1 dell'art. 23 è soppresso. (65)
Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
Testo dell'emendamento
Art. 23
La lettera j), del comma 1 dell'articolo 23 è soppressa. (273)
Emendamento sostitutivo parziale Fasolino - Pittalis - Tedde - Alessandra Zedda - Locci - Oscar Cherchi - Peru
Testo dell'emendamento:
All'articolo 23, comma, le parole "siano conclusi positivamente i procedimenti di condono o accertamento di conformità, anche a seguito di accertamento di compatibilità paesaggistica ove previsto" sono sostituite con "non si alteri l'indice volumetrico previsto"; (415)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
All'articolo 23, comma 1, lettera b), il periodo "20 dicembre 2014, con comunicazione fine lavori" è sostituito con "31 dicembre 2014, come risultante dalla comunicazione di fine lavori o da perizia giurata di tecnico abilitato che attesa il completamento dell'ingombro volumetrico con realizzazione delle murature perimetrali e della copertura." (128)
Emendamento sostitutivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Testo dell'emendamento
All'articolo 23,comma 1,lett. b) le parole ", con comunicazione fine lavori" sono sostituite dalle seguenti ". A tale data gli edifici devono risultare completati nell'ingombro volumetrico assentito dal Comune, con la realizzazione delle murature perimetrali e della copertura. Il tutto dovrà essere asseverato con relazione giurata in tribunale del direttore dei lavori." (6)
Emendamento sostitutivo parziale Cozzolino
Testo dell'Emendamento:
all'articolo 23, comma 1, lettera b, la frase: " Con comunicazione di fine lavori", è sostituita dalla seguente: " A tale data gli edifici devono risultare completati nell'ingombro volumetrico assentito dal Comune, con la realizzazione delle murature perimetrali e della copertura. Il tutto dovrà essere asseverato con relazione giurata in tribunale del direttore dei lavori". (17)
Emendamento sostitutivo parziale Fenu
All'art. n. 23, comma 1 - lettera b, sostituire la frase "con comunicazione fine lavori" con le parole " A tale data gli edifici devono risultare completati nell'ingombro volumetrico assentito dal Comune, con la realizzazione delle murature perimetrali e della copertura. Il tutto dovrà essere asseverato con relazione giurata in tribunale del direttore dei lavori" (71)
Emendamento sostitutivo parziale Desini - Busia
Al comma 1, lettera b) le parole "con comunicazione fine lavori" sono sostituite dalla parole "A tale data gli edifici devono risultare completati nell'ingombro volumetrico assentito dal comune con la realizzazione delle murature perimetrali e della copertura, asseverata con relazione giurata in tribunale dal direttore dei lavori." (500)
Emendamento all'emendamento numero 86 sostitutivo totale Giunta Regionale
Testo dell'emendamento:
L'emendamento numero 86 è così sostituito:
All'articolo 23, comma 1, lettera f), è aggiunto in fine il seguente periodo "e negli edifici individuati dal Piano Urbanistico Comunale ai sensi dell'articolo 19, comma 1, lettera h), della legge regionale n. 45 del 1989". (626)
Emendamento sostitutivo parziale Agus - Daniele Cocco - Lai - Pizzuto
Art. 23, comma 1, lett. f)
Sostituire le parole "negli edifici di interesse paesaggistico o identitario individuati nel Piano paesaggistico regionale ed inclusi nel Repertorio del mosaico;" con "sugli edifici e manufatti di valenza storico culturale di cui all'art. 48 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale (beni paesaggistici e identitari), sui beni tutelati dai PUC ai sensi dell'art. 19, comma 1, lett h della LR n. 45/89 e/o dell'art. 49 delle NTA del PPR." (86)
Emendamento all'emendamento numero 129 sostitutivo totale Giunta Regionale
Testo dell'emendamento:
L'emendamento 129 è così sostituito:
All'articolo 23, comma 1, la lettera h) è così sostituita:
"negli edifici e nelle unità immobiliari ricadenti nei centri di antica e prima formazione e ricomprasi in zone urbanistiche omogenee diverse dalla A, ad eccezione di quelli che non conservano rilevanti tracce dell'assetto storico e che siano riconosciuti dal Piano Particolareggiato o con deliberazione del consiglio comunale, in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto; la deliberazione deve riguardare l'intero centro di antica e prima formazione, esplicitare i criteri seguiti nell'analisi ed essere adottata in data anteriore a qualsiasi intervento richiesto ai sensi degli articoli precedenti; tale delibera è soggetta ad approvazione ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'art. 6 del D.P.R. 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'art. 57 del D.P.R. 19 giugno 1979, n. 348) e successive modifiche ed integrazioni. La presente disposizione non si applica agli interventi di cui agli articoli 21, commi 2 e 3, e 22, per la cui ammissibilità devono essere verificati la compatibilità tipologica con i caratteri costruttivi ed architettonici degli edifici interessati e il rispetto delle regole compositive del prospetto originario e nel caso in cui alterino l'aspetto esteriore dell'edificio. (627)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Testo dell'emendamento:
All'articolo 23, comma 1 lettera h) le parole "siano stati riconosciuti," sono sostituite con le seguenti "siano riconosciuti dal Piano particolareggiato o". (129)
Emendamento aggiuntivo Agus - Daniele Cocco - Lai - Pizzuto
Al comma 1 dell'articolo 23 è aggiunta la lettera a
A bis), nei Comuni che non abbiano adeguato il proprio Piano Urbanistico al Piano Paesaggistico Regionale e al Piano di Assetto Idrogeologico; (87).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.
SOLINAS ANTONIO (PD), relatore. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 222, 272, 65 e 273. Il parere è contrario anche sugli emendamenti numero 415, 6, 17, 71 e 500, mentre è favorevole sull'emendamento numero 128, che è stato emendato con un sostitutivo totale, il numero 626.
Sull'emendamento numero 86 c'è un invito al ritiro, mentre il parere favorevole sull'emendamento numero 129, con l'emendamento sostitutivo totale della Giunta con parere favorevole della Commissione. Sull'emendamento aggiuntivo numero 87 c'è un invito al ritiro da parte della Commissione.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello della Commissione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
Ricordo ai consiglieri che volessero intervenire che devono iscriversi a parlare entro la fine dell'intervento dell'onorevole Cherchi.
CHERCHI OSCAR (FI). Grazie Presidente, proseguiamo dopo la pausa pasquale con gli articoli di questa norma che così come è dimostrato fino ad oggi non ci trova sicuramente favorevoli. L'articolo 23, dopo che abbiamo in modo importante visto tutta la parte delle premialità e quindi della possibilità di aumento delle volumetrie nelle varie zone urbanistiche e in ultima quelle delle zone turistiche e quindi delle zone F, dei sottotetti e di quei fabbricati insomma che hanno un'altezza importante tra i due solai o il pavimento o il piano terra insomma nel primo solaio. Oggi entriamo nel merito di quelle che sono le condizioni reali di ammissibilità di tutto quello che abbiamo approvato e che l'Aula ha approvato fino adesso.
Io credo che sull'articolo 23 non ci sia tantissimo da discutere in quanto buona parte di tutte le lettere che sono state inserite cioè della lettera A alla J concordano per lo meno sono dal punto di vista tecnico molto simili o per lo meno sono in qualche modo riportate nello stesso identico modo in cui erano trascritte ed erano state approvate nella nostra legge numero 4, il nostro piano casa. Penso però che ci siano due aspetti importanti da sottolineare che sono proprio le prime due lettere la lettera A e la B dell'articolo 23 dove noi poi anche con gli emendamenti ne chiediamo non solo la soppressione ma addirittura la sostituzione degli stessi punti. Sul punto A credo che ci sia, e che l'Aula da questo punto di vista dovrebbe accogliere questo aspetto, stiamo intervenendo, stiamo parlando di interventi sui edifici o singole unità immobiliari che sono prive di titolo abitativo o perlomeno possono anche essere in difformità. Fatte salve, però, non possono accedere alle premialità e quindi alla possibilità di intervento di aumento di volumetrie legato a tutto quello che abbiamo approvato fino adesso. Stiamo però ammettendo tutto ciò che ha, e che può essere eventualmente sanato, con un procedimento diretto legato a quello proprio dell'eventuale richiesta di condono edilizio a suo tempo portato avanti e quindi eventualmente concluso come tipo di procedimento oppure quelle legate ad un eventuale possibilità di accertamento di conformità. Credo che questo sia un qualcosa in più che viene inserito all'interno della norma, è chiaro, ed è chiarissimo che se un fabbricato un'unità immobiliare ha un percorso di riconoscimento e quindi una concessione rilasciata in sanatoria di cui a tutto quello che discende dalla legge numero 47 del 1985 a quel punto è chiaro che è comunque è ammissibile l'intervento, se non ha il procedimento concluso è normale che non lo possa avere. Nel caso invece dell'eventuale accertamento di conformità è anche chiaro che se l'accertamento di conformità è in essere o è in itinere fino a quando non ha il riconoscimento della concessione sanatoria anche qui non è assolutamente possibile procedere, ma credo che da questo punto di vista quindi non sia neanche il caso eventualmente di inserirlo ma lasciarlo e limitare solo ed esclusivamente il punto A del primo comma dell'articolo 23 a fabbricati e quindi edifici o unità immobiliari che sono prive di titolo abitativo o in difformità del titolo abilitativo stesso. E su questo penso che ci si possa tranquillamente fermare perché tutto il resto credo che sia più che automatico. È chiaro che se ho, come dicevo prima, la concessione sanatoria automaticamente lo considero sanato o se ho l'accertamento di conformità in corso è chiaro che sia così.
Nel punto B invece da questo punto di vista io invece penso che vada ampliato nella sua interpretazione più diretta, cioè noi stiamo parlando di edifici che non sono stati completati alla data del 20 dicembre del 2014. È probabile che il completamento del fabbricato o dell'unità immobiliare al dicembre 2014 non sia completo cioè non si siano completati ed eseguiti lavori per arrivare al rilascio dell'agibilità o della relativa abitabilità, ma questo può capitare, succede spesso che comunque il fabbricato non sia ultimato, completato nei suoi particolari ma che comunque strutturalmente che il fabbricato sia completo. Quindi io direi che il punto B può essere modificato in non ancora ultimato alla data del 20 dicembre del 2014 ma con certificazione da parte della direzione lavori della ultimazione almeno delle strutture. Questo credo che sia un'apertura per poter poi utilizzare la norma che noi stiamo approvando in questi giorni anche a coloro che sono arrivati quasi al limite del dicembre scorso.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Grazie Presidente, io ho avuto modo in questi giorni di rivedere questo provvedimento devo dire che il provvedimento che stiamo approvando, che state approvando ha una caratteristica, ha il carattere della provvisorietà con il sistematico rinvio e richiamo che viene fatto alla futura legge urbanistica. C'è tutta una storia dietro il nostro territorio, dietro e dentro i comuni della Sardegna, dietro e dentro le aree costiere, lo stato dei luoghi, dei quali la Sardegna può ancora fare tesoro. C'è tutta la storia di generazioni di amministratori regionali, di amministratori provinciali, di amministratori comunali, di organismi che a vario titolo hanno interloquito e collaborato dando il meglio delle proprie energie culturali e professionali, tecniche politiche che hanno conseguito e consegnato ai sardi di giorni nostri norme e siti che sono il simbolo della Sardegna migliore e che sono patrimonio del nostro popolo prima ancora che della nostra intera umanità.
Sarebbe per voi, per voi Giunta, per voi maggioranza ma anche per noi che siamo all'opposizione, sarebbe impietosa questa retrospettiva, impietoso percorso compiuto per la Sardegna in attuazione delle norme codificate dallo statuto di autonomia quelle norme costruite con fatica e con lungimiranza da tutta la classe politica e dirigente e culturale che si è cimentata in oltre sessant'anni di vita autonomistica regionale nella materia specifica della tutela, della valorizzazione del territorio della Sardegna. Una classe politica, dirigente e culturale che ha saputo coniugare e contemperare le esigenze le diversità nel superiore interesse della Sardegna dei sardi ma anche degli interessi generali superiori che alla Sardegna e dei sardi fanno riferimento in Italia, in Europa, nel mondo cioè dei cittadini del mondo che vengono a fruire, a godere, ad esaltare le bellezze della nostra Isola che abbiamo saputo tutelare e salvaguardare e valorizzare. Potrei fare l'elenco delle leggi, dei piani delle direttive che passano per le leggi fondamentali dello Stato a quelle della Regione della legge numero 10 del 77 sui vincoli dei 150 metri dal mare, alla legge Bucalossi, dei decreti sugli standard e sugli oneri e i provvedimenti anche annullati dal Consiglio di Stato ma pur sempre significativi per le analisi e gli studi che hanno comportato come i cosiddetti Galassini. Dal primo codice paesaggistico che andava sotto il nome del ministro Galasso ai piani territoriali paesaggistici per giungere ai giorni nostri. Rispetto a questi passi giganteschi in avanti oggi assistiamo purtroppo a passi giganteschi all'indietro nel nome di un giorno che verrà, nel nome di una disciplina della quale avete fatto annunci continui da un anno a questa parte sacrificando su questo altare significative conquiste fatte in passato nel nome di un dio mattone e di volumi di metri quadri che potranno far racimolare una manciata di voti alle prossime imminenti elezioni comunali ma che non potranno mai essere una vera garanzia e tutela e salvaguardia del territorio della Sardegna.
Il ginepraio di norme, Assessore, che state costruendo aggravano i problemi dei comuni e dei cittadini, non consentono di valorizzare i territori che non sono solo quelli costieri ma anche quelli dei singoli centri abitati, è encomiabile il fatto che alcuni amministratori si siano posti l'obiettivo di recuperare il patrimonio edilizio esistente e che si siano inventati strumenti e opportunità tecniche e finanziarie per acquisire abilitazioni da recuperare invogliando i privati ad investire, ma non abbiamo chiarezza degli strumenti possibili. Vorrei capire, Assessore, almeno questa risposta me la dia, per esempio come dovrebbe operare in concreto il terzo comma dell'articolo 20 della legge finanziaria 2015 laddove si impegnano 2 milioni di euro attraverso un programma da realizzare con gli enti locali per la realizzazione di alberghi diffusi con ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nelle zone omogenee A, si badi bene, su tutte le zone A di tutti i comuni della Sardegna, dei comuni dell'interno come in quelli delle zone costiere, anche entro la fascia dei 300 metri dal mare e dei 150 metri dei comuni delle isole minori. E una norma che avete approvato con la legge finanziaria nemmeno un mese fa come la conciliamo, come la Giunta la concilia, e la maggioranza, con le norme che stiamo approvando oggi?
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marcello Orrù. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Anche l'articolo che abbiamo in discussione che parla di condizioni di ammissibilità degli interventi non è altro che un articolo come tutti gli altri, cioè pieno di divieti, e non fa altro comunque che invogliarmi a chiedere alla Giunta di ritirare questo disegno di legge. Ma lo dico, vedete, non con spirito di contrarietà o perché non faccia parte del vostro schieramento politico, lo dico per il bene dell'economia sarda. Infatti non riesco a capire come possiate sostenere all'inizio del disegno di legge che l'edilizia sia uno dei principali settori per il rilancio dell'economia in Sardegna e poi la Giunta in Aula presenta questo documento di legge confuso e restrittivo basato solo sulle punizioni e sui dinieghi che non fanno altro che ammazzare tutto il comparto dell'edilizia. Credetemi, e lo dico con tutta sincerità, io considero questa Giunta una Giunta formata da persone per bene, persone colte, persone serie, preparate culturalmente, però non è una Giunta in grado di risolvere i problemi che affliggono i sardi per il semplice fatto che non ne siete a conoscenza, perché non siete stati candidati, quindi non siete andati in giro a sentire i problemi della gente, per le piazze, per le campagne, per le famiglie, per le varie categorie lavorative, voi siete una Giunta che governa la Sardegna senza averne avuto il mandato dagli elettori, perché non siete stati eletti da nessuno. I sardi si aspettavano di essere governati da persone che hanno votato perché sono loro che hanno il polso della situazione, sono loro che conoscono le reali esigenze dei cittadini in quanto uniti da un legame elettorale. È evidente che la Sardegna si ritrova sulla soglia del disastro sociale ed economico, così come è evidente che voi siate i maggiori responsabili di questo disastro, perché da quando vi siete insediati non avete fatto altro che distruggere tutto ciò di buono che aveva fatto la Giunta precedente guidata dall'onorevole Cappellacci, e solo ed esclusivamente per questioni ideologiche. Avete annullato il PPS, il Piano paesaggistico dei sardi che avrebbe dato una scossa all'edilizia, avete bloccato il Piano casa, che dava respiro al comparto delle costruzioni, avete bocciato la mozione sulla zona franca che sarebbe stato uno strumento per il rilancio di tutta l'economia, avete regalato il Banco di Sardegna gli emiliani e spostato la Sardaleasing dalla Sardegna alla Lombardia, e ancora avete tagliato risorse per le famiglie invece di incentivare le coppie a mettere al mondo figli, e ancora avete messo una tassa vergognosa, illegittima sull'acqua, che è un bene primario, per pagare i debiti di Abbanoa, comportandovi un po' come Robin Hood però all'inverso, che prende ai poveri per rimpinguare le casse dell'ormai fallita Abbanoa. Ciò che mi conforta è che non sono solo io ad essere critico nei confronti della Giunta, sono anche esponenti della maggioranza che sono presenti qui in aula, c'è chi sostiene che qualche Assessore stia girando a vuoto, c'è chi ha detto che questo disegno di legge non piace e non lo voterà, c'è chi come il Presidente della provincia di Sassari che fa parte del Partito Democratico, non è sicuramente componente della minoranza, chiede ogni giorno alla Giunta regionale di svegliarsi perché il territorio sassarese è in emergenza sociale e si è reso conto dell'inadeguatezza di questa Giunta che non riesce a trovare e a recuperare risorse che servono per mantenere in piedi i servizi essenziali per i cittadini. Quindi, Assessore, ritirate questo disegno di legge, riportatelo in Commissione e riscrivetelo, e mentre lo riscrivete pensate ai sardi che stanno soffrendo perché non hanno lavoro e non ce la fanno più ad aspettare. Avete presentato questo disegno di legge dicendo che considerate l'edilizia uno dei principali settori dell'economia. Adesso avete bloccato non rinnovando il Piano casa. State operando nella stessa maniera in cui sta operando il vostro presidente del consiglio Matteo Renzi che è diventato il general manager della Merkel, anch'esso voglio ricordare che non è stato eletto da nessuno, e va in giro a dire che le tasse diminuiscono, invece non è vero perché non fa altro che aumentarle, tanto è vero che ha aumentato le tasse sui conti correnti, sui fondi pensione, ha raddoppiato l'IVA sul pellet, ha messo la tassa IMU sui terreni agricoli, ha aumentato le tasse sulla casa che sono state addirittura triplicate da quando non c'è più Berlusconi che era l'unico presidente eletto dagli elettori in questi ultimi anni. Quindi, Assessore, mi creda, niente di personale né con lei né con nessun componente della Giunta, però dovreste impegnarvi per indirizzare le iniziative, le leggi e le attività che conducete verso la nostra comunità, verso la comunità dei sardi, dovete cercare di interpretare al meglio quali siano le aspettative della nostra gente, del popolo sardo, e tradurle in risposte vere che servono per il lavoro. E questo ve lo ha chiesto di recente attraverso un documento anche la conferenza episcopale sarda, dicendovi che i sardi non ce la fanno più e che bisogna sbrigarsi a creare lavoro invece di bloccarlo come volete fare voi, cercando di approvare questo disegno di legge che risulta controproducente per tutto il comparto dell'edilizia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
Comunico che è rientrata dal congedo l'onorevole Anna Maria Busia.
LOCCI IGNAZIO (FI). Noi cementificatori siamo un po' così, quasi strabiliati davanti all'assenza dei paladini dell'ambiente e dell'autonomismo, che ritengono con semplici proclami si possa offendere chi in quest'aula prova a lavorare, a fare le leggi e anche a migliorare. Ci sarebbe piaciuto che qualcuno che critica a vuoto non sia qui a provare nemmeno a dare un contributo di miglioramento alla norma, ma semplicemente gli piace continuare ad abbaiare alla luna. Questa norma, Presidente, era partita con l'ambizione di diventare una norma strutturale che superasse ovviamente il Piano casa della Giunta Cappellacci, perché non era possibile assolutamente che una norma avesse dei limiti temporali di vigenza e che quindi potesse avere solo come unico effetto della bolla del momento e di un impatto temporaneo senza dare futuro ed effettiva occupazione, effettivi numeri sostenibili all'economia del settore edilizio. Bene, io credo che questa norma sia esattamente il contrario di quello che avete predicato che dovesse essere, ossia una norma strutturale, perché voi, non sia mai, fate solamente norme organiche di settore, voi non affrontate le emergenze, non volete assolutamente affrontare i temi con leggerezza. Il limite posto anche con l'emendamento proposto di intervento, cioè al 31 dicembre come limite massimo di ammissibilità, ci pare la cifra di quello che stiamo dicendo. Non sarà possibile più intervenire con questo Piano casa per quegli edifici o quegli immobili che sarebbero realizzate alla data successiva al 31 dicembre 2014. Questo significa che questa non è una norma organica, non è certamente un approccio al tema che dovrebbe avere una norma strutturale, perché altrimenti non avremmo voluto, non avreste voluto e dovuto prevedere questo limite. Cioè la premialità delle volumetrie che è prevista in questa legge sarà appannaggio esclusivo di tutto ciò che è esistente, ma neanche tutto poi, lo vedremo nel seguito della norma, e comunque con tantissime limitazioni e difficoltà non sarà possibile, Presidente, che chi costruisce o chi ha costruito dal 1° gennaio 2015 non potrà avvalersi della premialità volumetriche, cioè potrà stare ai limiti imposti dalle norme regionali, e quindi dagli indici volumetrici dei piani urbanistici, dei piani di zona, di tutta la pianificazione regionale e comunale, ma non sarà premiato in virtù di questa norma. Questa è una norma che premierà in qualche misura coloro i quali non hanno fatto in tempo ad usufruire del Piano casa del Governo Cappellacci, quindi è una norma residuale, che ben presto vedrà la fine dei suoi effetti, effetti che comunque dovranno superare tutta una serie di complicazioni affinché qualcuno riesca ad aprire un cantiere. Quindi, ecco, è anche per questo che tornerei e torneremo sull'opportunità di cancellare questo limite, semplicemente per dare coerenza a quello che avete detto rispetto al fatto che questa dovesse essere una norma organica di questo settore, e non invece un intervento temporale e di tampone, ancora una volta, al settore dell'edilizia. Questo, lo ripeto, no avrà un limite, che è quello, appunto, di colori i quali non hanno fatto in tempo, non hanno voluto usufruire del Piano casa, quello che voi non avete voluto rinnovare, e forse potranno usufruire di questa norma, ma limitatamente, come limite temporale, a coloro i quali hanno chiuso i cantieri entro il 31 dicembre 2014.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Le recenti e appena passate vacanze pasquali ci hanno dato una bella opportunità, non solo la possibilità di stare in casa, in famiglia, o al lavoro per qualcuno, ma soprattutto di poter entrare in contatto con le tante persone che ci sono sembrate distratte stando qui a Cagliari, che invece rientrando a casa nostra abbiano incontrato nelle loro tante attenzioni, nelle loro tante richieste, nelle loro tante valutazioni. Eravamo forse convinti che gli autori, gli attori più interessati alla materia in discussione da settimane, fossero quelli delle associazioni di categoria, o forse anche la filiera degli attori delle attività produttive, invece scopriamo, con favore, con grande piacere da parte di tutti noi, che erano veramente interessati alle discussioni, alle riflessioni, a ciò che hanno riportato i giornali in importanti attività comunicative, tutta una serie di cittadini, di famiglie, di persone che avevano necessità di tutta una serie di chiarimenti, e in quella sorpresa abbiamo trovato naturalmente anche tanto malcontento, che ovviamente riportiamo l'attenzione dell'Aula e soprattutto della Giunta regionale, e soprattutto del Presidente della Commissione che si è occupato di questa legge casa. Ma una riflessione sorge anche in chi naturalmente si è occupato delle questioni pasquali anche sotto un altro profilo, che è quello di essere direttamente coinvolto in attività che hanno dovuto verificare, valutare che cosa stesse accadendo in uno dei momenti che generalmente è stato definito dalla comunicazione regionale come il vero primo test alle attività future della filiera turistica. Beh, è stata purtroppo una cosa ben nota a tutti, anche perché le notizie stampa, giornalistiche, dei media televisivi sono state abbastanza chiare, le interviste non lasciano spazio a dubbi. È stata naturalmente un'apertura di stagione davvero fiacca, addirittura è stato calcolato che solamente il 30 per cento delle ricettività hanno aperto le proprie porte, la propria sede per poter ospitare turisti che, di fatto, non c'erano. Due criticità su tutte: la prima naturalmente quella abbondantemente conosciuta da tutti voi, che è quella naturalmente delle difficoltà conosciute, consapute del settore del trasporto aereo e navale, e poi, un'altra ancora che, guarda caso, è in discussione in questi giorni. Ma pensate che ad Alghero come a Cala Gonone, a Siniscola come a Teulada, a Villasimius, a Pula, a Bosa Marina come a Torregrande, o nell'Isola dell'Asinara non ci fosse gente perché non aveva semplicemente voglia di venire? Beh, c'era una motivazione molto forte, era una motivazione che le strutture della filiera produttiva di quell'industria alla quale ci si rivolge in casi e in momenti di disperazione economica, quale panacea, cinghia di trasmissione per altri comparti, altri settori, non hanno potuto aprire semplicemente le loro attività ricettive perché mancano di tutta una serie di elementi essenziali alla conduzione in bassa stagione delle rispettive attività. Sono strutture che per caso, a vostro giudizio, sono in possesso di aree wellness, piccoli centri sportivi, piscine riscaldate? Sono, a vostro giudizio, strutture che hanno la possibilità, la potenzialità di proporsi sui mercati e sugli scenari perché dispongono di mini aree congressuali, aree di confronto, aree di cucina, aree dove poter fare leaving ma, al tempo stesso, anche formazione, riflessione, attività legata al benessere fisico e psicofisico della persona? Assolutamente no! Sono strutture che, oramai, sono state derubricate dai mercati, che senza concedere il campionato di ritorno le accantonano non nella serie B, ma le posizionano direttamente nell'ultima delle categorie che si può permettere di affrontare gli scenari e i mercati internazionali. Quindi questo significa che tutto ciò che finora abbiamo portato all'attenzione del voto è esattamente, è diametralmente opposto alle esigenze dei mercati, ma anche degli stessi imprenditori delle filiere del turismo ricettivo. È impensabile poter adeguare queste strutture se non ci sono naturalmente attività di carattere legislativo che gli vadano incontro, che gli permettano di poter essere da un lato imprenditori all'avanguardia, al tempo stesso che assecondano le esigenze e le richieste dell'utenza, e dall'altro persone che mettono in moto, con la loro semplicissima attività, tutta una serie di filiere che con questa sono perfettamente connesse, quindi una cinghia di trasmissione che davvero mette in moto tutta una serie di comparti, che in questo momento erano, sono e saranno ancora in sofferenza per i tempi che verranno. C'è molta preoccupazione diffusa nel mondo imprenditoriale, c'è preoccupazione perché lo Stato continua a smantellare i tasselli di riferimento istituzionale, come sta accadendo in questi giorni anche con la Camera di commercio di Nuoro, e succederà con la Camera di commercio di Oristano, e male fa quest'Aula a non occuparsi anche di un tema così centrale e così importante. La casa delle imprese praticamente viene smantellata con un colpo di pennarello rosso o di bianchetto. Purtroppo di queste cose ne piangeremo e continueremo a piangerne…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). L'articolo 23 introduce, di fatto, 10 categorie di edifici esclusi dall'applicazione del capo I, quindi, probabilmente, anche nella rubrica dell'articolo sarebbe opportuno coordinarla meglio col contenuto concreto, perché di fatto non detta condizioni per l'ammissibilità degli interventi, quanto piuttosto individua le categorie escluse. Ma al netto di tutto questo, questo articolo, di fatto, contribuisce a definire il perimetro di tutte le norme che procedono, e cioè il carattere derogatorio, e introducendo, lo diceva anche qualche collega prima, categorie di edifici esclusi, di fatto si opera una differenziazione, quindi si viola in alcuni casi un principio di uguaglianza e di difformità di applicazione della norma, che dovrebbe essere generale e astratta, che implica un ragionamento assolutamente importante su ogni singola categoria, perché vi deve essere a monte una giustificazione forte che determini quest'Aula, e quindi legislatore, ad escludere, a trattare diversamente queste fattispecie. Alcune di queste categorie sono assolutamente condivisibili perché fanno parte oramai della tradizione anche consolidata della normativa edilizia e urbanistica regionale, e non solo, altre, invece, è qui questo vorremmo proporre, hanno alcuni elementi che riteniamo di criticità. Ad esempio è stato citato il limite degli edifici e unità immobiliari completati successivamente al 20 dicembre, che con l'emendamento della Giunta numero 128 è stato posticipato al 31 dicembre 2014. Ora, l'Assessore sa meglio di me che esiste una casistica piuttosto ampia, piuttosto diffusa di edifici che appartengono a quella categoria del non finito in Sardegna, soprattutto nei nostri paesi, e che abbisognano di alcuni interventi di semplice completamento. Ora, quale è la ratio che determina un trattamento differenziato, per un volume che esiste, che semplicemente non è completato magari per problemi di natura economica e reddituale delle famiglie, cioè, qualsiasi consigliere regionale conosce il problema di paesi dove chi ha costruito, ha costruito realizzando il tetto, magari ha ultimato il pianterreno e il primo piano, e il secondo piano lo ha lasciato senza gli infissi. Ora quell'immobile sicuramente è un immobile che oramai dal punto di vista della sua esistenza come volume non credo sia discutibile, però nel momento in cui io dovessi decidere di andare completarlo, e quindi restituire anche decoro urbano alle vie di questi paesi, avrei probabilmente il problema di dover chiedere una nuova concessione edilizia o un nuovo permesso di costruire. Questo nuovo permesso di costruire implicherebbe in sé il vanificare l'unico incentivo esistente, e cioè quello di completo la facciata, completo il secondo piano dell'immobile perché c'è anche un piccolo bonus di volumetria.
Un altro comma, a mio avviso, problematico è rappresentato dalla lettera f), e cioè è vietata l'applicazione degli articoli precedenti agli edifici di interesse paesaggistico o identitario. Quindi questo significa che, per esempio, un edificio dei primi anni Sessanta, quindi che ha più di cinquant'anni, che rischia di essere in un contesto perimetrato all'interno dei beni paesaggistici oppure che rischia di essere bene identitario finito nel repertorio, pur non essendo espressione di un periodo esaltante dell'esperienza architettonica nazionale e regionale, cioè i primi anni Sessanta, rischierebbe di non poter, ad esempio, usufruire della possibilità di realizzare un soppalco che dal punto di vista paesaggistico non modifica niente, dal punto di vista identitario non modifica niente, però per come è scritta la norma è interdetto dalla possibilità di usufruire di una norma che oggettivamente lo potrebbe equiparare a tutti gli altri immobili. Anche la lettera e), e questo lo faccio, Assessore, per rappresentare non volontà di ostruzionismo, ma per cercare di contribuire al dialogo e sperare nel possibile di migliorare alcuni passaggi. Forse questa elencazione così lunga di categorie di edifici esclusi genera anche un eccesso di normazione, che poi ha il paradosso di rendere più difficile l'applicazione. Faccio un altro esempio che è limite per quanto riguarda la lettera e), negli edifici di interesse artistico, storico e architettonico: a una qualsiasi casa campidanese di un centro storico, che ha notoriamente altezze in alcuni casi, in alcune porzioni, superiori alla media normale, sarebbe interdetta la possibilità, anche in questo caso, di applicare per esempio l'articolo 22. Tutto questo non lascia trasparire chiaramente quale sia la ratio, nel senso che l'applicazione di quell'articolo non determinerebbe per quella porzione di edificio alcun danno o alcun problema di natura storico-artistica, insomma non stiamo andando a modificare alcunché, anzi magari in qualche fienile che è già stato riconvertito a residenza spezzare tutte le altezze in maniera intelligente renderebbe anche esteticamente e architettonicamente migliore il manufatto. Tutto questo ampio ragionamento per dire che probabilmente anche su questo articolo 23 una riflessione in più, dalla rubrica dello stesso articolo alle diverse casistiche rappresentate, forse si rende necessaria e renderebbe un servizio migliore ai cittadini che poi si troveranno a dover applicare questa norma.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Non essendo presente in aula decade.
È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, siamo arrivati all'articolo 23, siamo arrivati a metà di questo articolato che noi avversiamo e questo articolo 23, questa proposta di legge parziale contenuta nell'articolo 23 diciamo che per alcuni aspetti è anche condivisibile. Noi non avversiamo questo articolo con grande forza, ma avversiamo tutto l'articolato che riteniamo inadeguato per affrontare quel problema complessivo che voi ritenete di potere e di dovere affrontare con questa norma, cioè la semplificazione, l'urbanistica, l'edilizia e la proroga simulata del Piano casa, perché comunque una proroga, seppur simulata, seppur riduttiva, del Piano casa all'interno delle maglie di questa legge si trova, perché gli incrementi volumetrici non sono stati inventati dal disegno di legge numero 130, ma sono stati inventati della legge numero 4, anche se questi incrementi volumetrici sono asfittici rispetto alla struttura della legge numero 4. Sono tanto asfittici che all'interno di questo articolo 23 c'è un comma, il comma j), l'ultimo comma, che produrrà una norma inutiliter data. È quel comma che prevede l'utilizzo delle premialità volumetriche di questa legge fino al raggiungimento delle percentuali massime e soglie previste da questa legge anche in relazione agli edifici che hanno avuto la possibilità di usufruire degli incrementi volumetrici della legge numero 4. Inutiliter data perché in questa legge, che prima o poi andremo a esitare, c'è un limite volumetrico e quindi crediamo che se noi dovessimo cancellare quest'ultimo comma probabilmente nulla accadrebbe perché pare strano poter trovare nella nostra isola qualche famiglia che ha utilizzato il Piano casa e la legge numero 4 e che abbia la possibilità ancora di utilizzare questi incrementi volumetrici che sono riduttivi rispetto al Piano casa, quindi credo che probabilmente una riflessione su questo punto al fine di non esitare una norma inutiliter data, e quindi di impossibile applicazione, sarebbe utile. Dicevo che noi avversiamo questa legge che è stata contrabbandata e millantata come una legge di riforma strutturale, mentre invece è una legge che mette assieme varie tematiche, quelle di cui parlavo prima, quindi tentativo non riuscito di semplificazione amministrativa, tentativo non riuscito di inserire qualche norma urbanistica nuova nel nostro ordinamento, tentativo non riuscito di migliorare l'edilizia in Sardegna. Quindi un insieme di norme, un insieme di tentativi che confluiscono tutti verso una legge che è completamente inadeguata. Ma non lo diciamo noi, non lo diciamo soltanto noi, meglio ancora. Lo dice la Confartigianato, la Confedilizia, l'ANCE, la Confindustria, lo dicono gli ambientalisti, quelli veri, quelli un tanto al chilo, lo dice anche l'IRS - lo dice anche l'IRS! -, che questa legge non era da scrivere, non era da proporre in questo modo, che è una legge che va avversata, anche se apprezzeremmo sicuramente qualche intervento critico che porti contributi al miglioramento di questa legge in quest'Aula da parte di chi questa legge la avversa fuori dall'Aula con grande forza e con grande veemenza. È una legge, quindi, che non piace a nessuno. Non piace all'opposizione, non piace alla maggioranza, parti della maggioranza la contrastano all'esterno di quest'Aula apertamente, altre parti di questa maggioranza meno apertamente la censurano, altre parti invece la apprezzano e la approvano, però è una legge che fa emergere tutte le contraddizioni che sono all'interno di questa maggioranza, che è una maggioranza non omogenea, non voglio dire disomogenea, ma non si può definire omogenea. È una maggioranza che esprime vari valori, varie volontà politiche, vari obiettivi e quindi l'orizzonte di questa maggioranza, che è variopinta, non è sicuramente dei più floridi. Quindi noi continueremo a tentare con emendamenti e con emendamenti agli emendamenti di modificare questa norma che non può raggiungere gli obiettivi che si pone. Pare, invece, una norma che serviva soltanto per tacitare la comunità isolana che chiedeva a gran voce una proroga della legge numero 4. Si è perso molto tempo, si sono persi mesi. Avremmo potuto, invece, esitare una piccola proroga della legge numero 4, con un 102 questa volta ben usato, per poi ragionare tutti assieme, così come ha suggerito più volte il presidente Floris, su una riforma organica, su una riforma vera. Anche perché tra le altre cose, se fra gli intenti di questa legge vi è anche quello di provocare uno choc all'economia, questa norma, questa legge, non può raggiungere questo scopo in quanto lo choc all'economia si produce soltanto quando c'è un termine che costringe tutti coloro che hanno interesse, tutti i portatori di interesse, a chiedere di realizzare una nuova costruzione o di ampliare la costruzione esistente; solo in quel caso si può avere uno choc all'economia, e non è questo il caso.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, anche le parole del collega Tedde mi confortano perché, collega, io credo che stiamo continuando a legiferare con un metodo che è quanto mai schizofrenico. Anche da parte nostra sono venuti degli emendamenti che hanno voluto migliorare questa norma, però certamente il tutto non è avvenuto in un clima con quei principi del confronto e soprattutto della tranquillità che si deve avere quando si fanno le norme. Abbiamo provato già dal primo momento a sollecitare questo approccio, ma da parte vostra ovviamente ci sono stati sempre dei dinieghi. Quindi stiamo arrivando a trattare comunque un coacervo di capi, di articoli, di commi, di parole, che certamente sono tutti molto lontani da ciò che può essere definita una legge. Non dobbiamo dimenticare, però, che la legge va rispettata, applicata e soprattutto non conosce ignoranza. Io mi chiedo, veramente, se anche gli ignoranti dovessero provare a rispettare questa norma, certamente avranno molti alibi perché è di dubbia interpretazione e ve l'abbiamo detto dall'inizio che è una legge che si presta a numerosi contenziosi, è una legge che creerà molte difficoltà, non solo nei cittadini, ma anche nelle amministrazioni che dovranno essere, tra l'altro, gli attori principali del sistema. Siamo passati da uno strumento, quello del Piano casa, che ha cercato di sollevare la situazione di grande difficoltà del settore dell'edilizia e del suo indotto da una morte certa che invece è stata proprio allungata, forse in alcuni casi anche evitata proprio da quello strumento, il Piano casa, non ve lo diciamo noi - come diceva il collega Tedde - ma ve l'hanno detto in tanti, ci sono stati anche alcuni che hanno urlato addirittura per poter essere ascoltati, ma sinceramente noi abbiamo continuato, voi in particolare, con questo sistema schizofrenico che vuole portare veramente a compimento questa norma che però non darà di certo i frutti che voi avete pensato potesse dare. Lo troviamo, questo concetto, soprattutto anche nel fatto che ancora oggi state usando il metodo dell'emendamento all'emendamento. La stessa Giunta addirittura, nei vari commi e nelle varie lettere, si rende conto, man mano che andiamo avanti, che è veramente scritta molto male. Lo dico anche, Assessore, perché avremmo potuto fare veramente un atto importante, invece che parlare di divieti avremmo potuto mettere in positivo anche questo articolo 23, perché comunque noi qui mettiamo limiti e divieti, sempre dove non si può, creando delle confusioni. Ve lo abbiamo detto anche in occasione della SCIA e del permesso di costruire. Questo articolo 23 andava rivisto, armonizzato con tutto quello che abbiamo approvato fino ad oggi, ve lo dico questo perché gran parte delle leggi che sono state impugnate hanno proprio utilizzato questo principio: invece che dire cosa si può fare ci siamo incaponiti a dire sempre cosa non si deve fare.
Allora, io credo che le osservazioni che hanno fatto i colleghi e veramente siccome non mi va di tediare nessuno non li ripeto, ma alcune di queste lettere sono di difficile comprensione. Io le dico sinceramente che un po' di chiarezza l'ho avuta dopo l'intervento dell'onorevole Locci sulla lettera b). Mi chiedo davvero, è il modo di scriverla? Pensiamo che i sardi possano comprendere fino in fondo? Io, veramente, credo che fino a oggi abbiamo scritto e abbiamo creato un puzzle in bianco e nero per la vostra parte che noi abbiamo provato a spruzzare con qualche colore, però veramente Einstein diceva: "Se vuoi capire una persona non ascoltare le sue parole, osserva il suo comportamento". Io mi chiedo cosa stanno capendo i sardi in questo momento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io credo che da tutti i ragionamenti che si sono avuti in questo pomeriggio possa chiaramente evidenziarsi come ancora una volta calchiamo la mano non solo sui divieti, ma enucleiamo una proposizione di legge in modo tale che diventi quasi inapplicabile. Anzi, diventa strumento di tortura nei confronti degli utenti. Io non so quanti di noi in prima persona abbiano avuto modo di essere in posizione di frontalità con coloro i quali detengono lo strumento decisivo, parlo in questo caso dei tecnici dei comuni, ma se andiamo avanti nel ragionamento, come nell'articolo 22 viene enucleato, devo dire che si tratta di vedere cosa pongono le varie Sovrintendenze perché siamo a questo. Poi tutto può passare, che la Sovrintendenza abbia potuto fare un'aberrazione a Ghilarza lo abbiamo detto, c'è la torre e a fianco alla torre c'è un'altra torre, guarda caso in cemento armato. Ma non è l'unico segno, non è l'unico simbolo di quella che è l'impraticabilità di una norma e l'esclusiva potestà in mano ad alcuni uffici. Su questo se voi girate, se voi avete contezza di quello che è il mondo che ci circonda, ne troverete tante. Provate ad andare dove ci sono le emergenze archeologiche e dove ci sono le strutture belle che abbiamo e che spesso non consideriamo architettoniche all'interno dei nostri paesi e città. Fatevi un giro all'orizzonte e verificate come viene applicata e come, essendo stato calata come nuova legge questo che è l'articolo 22, quale risultato darebbe all'attenzione del povero utente. Ma siamo davvero sicuri?
Io oggi su questo articolo mi soffermerei piuttosto che anziché ad evidenziare le contraddittorietà, il fatto che nascano dei divieti e degli inopportuni momenti di blocco, a verificare qual è, dicevo, l'esplicarsi della normativa e l'attuazione della stessa da parte di chi la detiene e di chi la deve subire come utente.
Non mi sfugge (farò un'interpellanza tra qualche giorno, anzi, è già quasi pronta e quindi la depositerò al più presto) di cosa sta avvenendo su bando regionale, su una interpretazione e gestione a poveri pastori che non sanno difendersi, perseguiti oggi dalla magistratura, dai carabinieri, alla ricerca di chi ha prodotto o no agnelli IGP. Dove sono i difensori dei pastori qui in Consiglio oggi, ieri e domani e non considerano che è una burocrazia che ha fatto vivere e fa vivere questa disgrazia? Vedete, sinché può essere il sottoscritto, ciascuno di voi, che può difendersi va bene, ma il poveraccio, quelli che ricordiamo hanno la quinta elementare e stanno ancora nelle campagne e producono i beni di Sardegna, che non possono difendersi, che per calcoli fatti utilizzano 110 giorni all'anno per seguire le pratiche, io mi chiedo e vi chiedo, si verifica la stessa cosa anche nelle pratiche edilizie con maggiori costi, con blocchi, con inefficienze, purché sia fatto salvo il dire che il partito del mattone sta riprendendo quota. Sono slogan, il partito del mattone è quel povero Cristo che non ha casa e ha bisogno di casa e che non può costruirsela se non a casa del padre, è quello che vi ricordava Crisponi che non diamo competitività alle nostre aziende turistiche e il fatto che impediamo per impedire perché solo qualche esagitato vuole imporre la propria condizione di vita non sapendo manco che cosa è paesaggio. Ma capite cos'è il paesaggio? Ma lo capisce chi ne parla? Non è una cartolina, non è una fotografia...
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). La qualità urbanistica è stata interpretata dalla teoria in termini di percezione strutturale delle città, dei nostri paesi quindi dei nostri borghi, di riconoscibilità ed edificazione dei suoi abitanti. L'uomo direi, quindi il popolo sardo, vive e abita nel suo habitat naturale dove riesce ad orientarsi in un ambiente e sa identificarsi con esso. I nostri paesi, le nostre città, i nostri borghi, le nostre frazioni devono essere organizzate intorno ad una serie di punti focali quali sono i centri urbani, i centri storici, i centri matrice, ma l'agro e perché no le zone anche vicino al mare, la zona F dove l'uomo, la persona, la famiglia, l'impresa sperimenta gli eventi significativi nello spazio architettonico che è il fulcro, il percorso formato da una totalità integrata.
Quando parliamo di totalità integrata ovviamente intendiamo anche quelle zone che come il centro, cioè il fulcro sociale e urbanistico intendiamo l'agro perché anche l'agro è il fulcro della vita dell'uomo ma soprattutto della vita dei sardi così come abbiamo già detto le zone B, le zone C eccetera. Cioè quelle zone dove l'uomo vive, dove l'uomo si integra, cresce, lavora, crea occupazione, crea ricchezza. Ecco, questa legge scritta da burocrati dove il grande assente è l'anima, dove il grande assente è soprattutto l'uomo, è colui che deve utilizzare poi i benefici di questa legge. Manca praticamente nella legge l'attore protagonista che è l'uomo, l'individuazione delle parti in cui si articolano le città intese come settori urbani, formalmente compiuti e riconoscibili, è infatti un'operazione decisiva ai fini della sua conoscenza. Il popolo è l'espressione di una specifica individualità dei fatti urbani che la caratterizzano con la loro riconoscibilità e diversità. Ecco, la diversità, cosa si vuole intendere per diversità? Diversità si vuole intendere che l'abitante di Barumini non è identico a quello di Porto Cervo, non può essere identico a quello di Cagliari anzi (...) quello di Tratalias. Ecco perché questa legge non può tener conto di una legge fatta, diciamo così, che abbracci tutte le sue diversità. Perché noi dobbiamo tener conto delle diversità della Sardegna, delle diversità urbanistiche, delle diversità sociali, delle diversità culturali. Quindi la diversità è un valore che la legge urbanistica in discussione che state proponendo non solo dimostra di non conoscere ma soprattutto, questo è molto grave, non state tenendo conto della sua diversità e della sua specificità del territorio, dei comuni e soprattutto dal popolo sardo che ci vive con grandi sacrifici vista la situazione economica del territorio. Quotidianamente dobbiamo combattere con la burocrazia miope, sorda e che sempre più tiene conto di quel concetto, di quel valore urbanistico. Occorre quindi tradurre e soprattutto comprendere quali sono le esigenze della popolazione, le esigenze dei nostri concittadini, le esigenze dei nostri elettori che qui indegnamente, parlo per me rappresentiamo, così non offendo nessuno. Tradurre la richiesta, le molteplici richieste che soprattutto in questi giorni, in questi giorni di festa, in questi giorni che abbiamo avuto modo di incontrare anche amici, i nostri elettori, i nostri concittadini, questa richiesta è venuta forte, è venuta forte nell'andate avanti, bloccate questa legge, questa legge è fatta da persone che non conoscono i problemi della Sardegna, da persone che non conoscono i problemi dei sardi. L'approccio che stiamo dando anche con l'approvazione di questa legge è sicuramente deludente e la maggioranza dimostra il suo dilettantismo politico più volte richiamato nei precedenti interventi. Legge inadeguata e inopportuna, l'articolo 23 raggruppa essenzialmente questo, le condizioni di ammissibilità degli interventi sono un ulteriore vincolo, un ulteriore rallentamento delle procedure ma soprattutto un ulteriore blocco verso quell'attività che anche la popolazione sarda cerca in tutti i modi di poter fare.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Vorrei dire questo molto brevemente, gli interventi di alcuni colleghi, non tutti in verità, ma alcuni colleghi di opposizione stridono non poco di fronte alle cose di cui si dovrebbe discutere, di cui dovremmo noi tutti discutere. In gran parte interventi fuori tema, minestroni di questioni raccontate così come era, come fossero cose indiscutibili, oratori colpiti da verità incrollabili, condite dalla supponenza di chi pensa di rappresentare il sentire diffuso di cui ritengono di essere interpreti fedeli, la Sardegna è rappresentata in toto dal centrodestra tanto è vero che governate la Sardegna perché la gente ha pensato che voi eravate in grado di rappresentare fino in fondo gli interessi della Sardegna. Il mattone è il tema centrale del quale con grande passione discutete animatamente, pensate di avere verità incrollabili su questo tema, in realtà non è così perché noi siamo qua a discutere di una legge attraverso la quale pensiamo di poter dare un contributo alla Sardegna, alla sua economia ma soprattutto questo è uno strumento di passaggio come abbiamo detto in altre occasioni per una legge urbanistica della quale discuteremo fra breve. Il tema è: "È questa legge la soluzione ai problemi dell'edilizia della Sardegna?" Parallelamente: "Era la legge numero 4 la soluzione al problema dell'edilizia della Sardegna?" Io non credo che sia questo badate cari colleghi la questione della quale dovremo discutere oggi. In primo luogo io credo che ogni provvedimento normativo va collocato nel periodo nel quale si discute. La legge numero 4 ha fatto il suo tempo, in questo provvedimento noi scriviamo delle cose di cui occorre per forza tenere conto.
Adesso in discussione c'è l'articolo 23 per stare sull'argomento. Che cosa dice di così straordinario e di così strano questo articolo 23 tanto da fare citare al collega Dedoni gli agnelli, l'IGP, le questioni, che cosa cavolo c'entrano temi di questa natura sull'articolo 23? Se una cosa può essere detta su questo articolo è che magari ripete con forza specificando, dando sicurezza sul procedimento di legge, sulle cose che possono essere fatte e sulle cose che non possono essere fatte, però leggiamolo assieme nella sua articolazione. Al punto D: "gli interventi di cui al presente capo non sono ammessi negli edifici e nelle unità immobiliari esistenti ma non compatibili con la destinazione di zona urbanistica di cui al decreto assessoriale del 20 dicembre 1983." Cosa c'è di così strano nel ribadire questo concetto che abbiamo già espresso durante l'articolazione precedente e che stiamo ribadendo in un articolo specifico che è l'articolo 23? Oppure dire che non sono compatibili negli edifici di interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico vincolati ai sensi della parte seconda del decreto legislativo 22 gennaio 2004 numero 42 codice dei beni culturali. Cosa c'è di strano dire una cosa di questo tipo oppure dobbiamo dire il contrario? Credo che non ci sia niente di strano nel ribadire questo concetto e scriverlo per dare sicurezza a coloro che presentano i progetti.
Ancora. Cosa c'è di strano nel dire: "Negli edifici di interesse paesaggistico e identitario individuati nel Piano paesaggistico regionale inclusi nel repertorio del mosaico". Volete dire una cosa diversa, il contrario di questo? Io non credo che voi dobbiate dire una cosa o che si possa dire una cosa differente rispetto a questo. E ancora: "Negli edifici e nelle unità immobiliari collocati in aree dichiarate ai sensi del vigente piano stralcio per l'assetto idrogeologico da strumenti di pianificazione regionale e comunale di pericolosità idraulica". Anche qua abbiamo visto quello che è accaduto per non andare fuori dalla nostra isola, a Olbia o in altri luoghi della nostra terra colpiti ferocemente dall'abuso di mattone e dalle cose costruite sulla base di decreti e di leggi che certamente non hanno fatto gli interessi delle popolazioni adesso colpite, e allora come ci si difende di fronte a queste cose se non attraverso un provvedimento normativo che mette ordine e cerca di fare chiarezza. Ecco perché ogni provvedimento va inquadrato nel momento storico nel quale si discute. E se coloro che hanno fatto le leggi precedentemente a destra e a sinistra fossero stati più lungimiranti le avrebbero scritte prima queste cose, piuttosto che aspettare i disastri.
E ancora: "negli edifici e nelle unità immobiliari ricompresi nelle zone urbanistiche omogenee diverse dalla A e ricadenti nei centri di antica e prima formazione…", cosa c'è di strano?
E ancora: "negli edifici e nelle unità immobiliari in specifici ambiti territoriali di particolare qualità storica…".
E ancora, così l'abbiamo citato tutto: " negli edifici e nelle unità immobiliari che hanno già usufruito degli incrementi volumetrici previsti dal capo I e dall'articolo 13…" della vecchia legge. Cosa c'è di strano? Per cui è un articolo che fila liscio, è lineare. Perché interventi, a parte raffazzonati, fuori luogo, che parlano di anima? Ma quale anima? Ma l'anima ce l'avete voi e qua ci sono quelli che vogliono fare cose diverse? Ma non raccontiamoci balle, cerchiamo di essere seri e discutiamo di questo argomento. Non siete d'accordo e lo state dicendo in mille modi, ma stiamo al tema e cerchiamo di essere seri piuttosto che dire cose che non stanno né in cielo né in terra. Che cosa pensiamo di rappresentare gli interessi della Sardegna e dall'altra ci sono quelli che se ne fregano? Ma finiamola per carità!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Ma indubbiamente per l'onorevole Pietro Cocco quello che dice, non tanto l'opposizione, ma quello che dicono le associazioni di categoria, le associazioni che sono fuori di quest'aula, cioè il mondo produttivo, il mondo del lavoro, dice castronerie, dice delle stranezze. Beh, se fossimo soltanto noi a sollevare i problemi e a porre le questioni forse anche noi una riflessione l'avremo sicuramente fatta, ma siamo sicuri di non essere portatori di verità incrollabili, ma siamo anche sicuri di non essere responsabili dello sfascio che voi state consumando con questa legge, perché non ha nulla di utile per lo sviluppo, non ha nulla di utile per le famiglie sarde, perché ve l'hanno contestata anche gli ambientalisti vivaddio, perché ve la contesta anche l'onorevole Gavino Sale vivaddio, che vorremmo anche sentire, perché è facile apparire sui giornali e dire: "Io contesto" e poi si adegua nel voto, come fa tutta la maggioranza di centrosinistra. E allora, onorevole Pietro Cocco, vede l'articolo 23 sarebbe una di quelle norme che, per dirla con le sue parole, filerebbe liscio se non foss'altro che la stessa intestazione pone un problema serio, perché pomposamente l'avete chiamato questo articolo "Condizioni di ammissibilità degli interventi". Ma di quali interventi parliamo? Perché qui sembrerebbe che state aprendo a chissà quale situazione, a chissà quali ipotesi, quando di interventi… e bene avreste fatto a chiamare questo articolo 23 l'articolo dei divieti, l'articolo delle cose che non si possono fare con questa legge. Quale ammissibilità, quali interventi? Lo sapete benissimo che voi state creando una situazione di divieti, di non si può fare nulla, non si può toccare nulla, non si può assolutamente fare qualcosa perché avete un grave pregiudizio, perché dovete dare risposte ora a questi, ora a quelli, con il risultato che state scontentando tutti dagli ambientalisti, agli stessi costruttori. Perché è un pasticcio! Perché voi avete fatto un qualcosa che, guardate, siete riusciti in questo intento! Avete cercato di giustificarvi dicendo noi vogliamo adeguare la legislazione regionale al panorama normativo nazionale, ma facendo questo non avete fatto altro che consumare un bel pasticcio, perché avete aperto assolutamente la stura a situazioni che poi vi faremo anche conoscere nel dettaglio, già approvate, che non potranno non essere oggetto di una puntuale verifica anche da parte dei giudici delle leggi, perché sono assolutamente anticostituzionali e sono fuori della storia. Aggiornatevi con quello che scrive il Consiglio di Stato il 7 aprile, cioè qualche giorno fa, a proposito delle ristrutturazioni, adeguatevi, sono ancora più avanti rispetto a quello che state facendo voi in una logica di chiusura, in una logica di divieti che non porta da nessuna parte. Ed ecco allora, onorevole Pietro Cocco, questa è la ragione per la quale noi insistiamo nel cercare di modificare una legge che è nata male, una legge che è cresciuta peggio ed una legge che è inutile che voi vi nascondiate, ma tutto va bene, madama la marchesa! Una legge che ha avuto necessità di continui aggiustamenti, modifiche, integrazioni da parte della stessa Giunta, perché si vede che è una legge sulla quale assolutamente non c'è stata quella attenta riflessione che un provvedimento normativo di questa portata avrebbe richiesto. E allora hanno detto bene i colleghi sardisti e quelli che mi hanno preceduto, siete ancora in tempo a ritirare questa legge, perché è un grave disastro che voi state propinando per la nostra Regione. Ed ecco perché noi ci appelliamo anche a quei consiglieri della maggioranza che vogliono contribuire in questa nostra battaglia, che la stiamo facendo non per il mattone, anzi cosa c'entra il mattone? Qui c'entra il buon senso. Lo stiamo facendo per consentire non a quelli che vengono soltanto da fuori o dall'estero, o dagli emirati, ma anche al sardo operaio, al sardo che ha un piccolo appezzamento in campagna di poterne usufruire, di poterne godere al pari dei grandi…
PRESIDENTE. Grazie onorevole Pittalis.
Passiamo all'emendamento numero 222, parere contrario della Commissione e della Giunta.
Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, intanto annuncio il voto favorevole all'emendamento, e mi pare che certamente non siamo scandalizzati da stranezze sulle modalità e sulle condizioni di ammissibilità degli interventi previsti in questo campo, noi ci siamo sommessamente limitati a segnalare il fatto che questa misura che avete proposto ai sardi come una misura strutturale che doveva sostituire un provvedimento diciamo parziale, di intervento parziale alla materia edilizia, e per certi versi giudicata da voi anche speculativo e superato perché non in linea con i tempi in cui si dovrebbe contestualizzare un intervento legislativo. Noi qui rileviamo soltanto che nelle condizioni di ammissibilità ci sarà l'opportunità per coloro i quali non abbiano di già utilizzato quello strumento che era previsto nella legge regionale numero 4 del 2009, e parlo degli aumenti volumetrici, lo potrà fare con questa norma, limitatamente alle prescrizioni e alle condizioni di ammissibilità di questa norma, e limitatamente a quegli edifici completati entro il 31/12/ 2014. Bene questa è una proroga del Piano casa del Governo Cappellacci, non è altro, non la potete definire in maniera diversa, con la differenza che qui addirittura si stanno complicando le procedure. Quindi noi invece diciamo, se è vero che questa norma deve avere il carattere della strutturalità e dell'intervento che deve instaurarsi nel nostro ordinamento e avere anche durata nel tempo, noi dobbiamo togliere questo limite, non c'è una strada diversa, la stranezza è esclusivamente questa, cari colleghi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Per annunciare il voto favorevole a questo emendamento e per confermare tutto quanto abbiamo già detto su questo articolo, anche per manifestare sgomento per le parole che abbiamo sentito profferire al capogruppo del PD secondo il quale ci sarebbe un mattone di serie A e un mattone di serie B. Il mattone di di serie A, cioè quello delle deroghe con centinaia di migliaia di metri cubi di soriana memoria, quello è positivo; il mattone di serie B invece è quello della famigliola che fa un incremento volumetrico o un incremento di superficie del proprio appartamentino di 25, 30 metri quadri che quello che in buona sostanza è previsto all'interno del Piano casa, quindi il mattone di serie A e il mattone di serie B. Onorevole Cocco, il nostro intento non è quello di privilegiare la cultura del mattone, no! Assolutamente, il nostro intento era ed è, quello di consentire a quelle famiglie che stavano presentando una domanda per incrementare di 30 metri quadri il volume o meglio la superficie del loro appartamento, di consentire a quelle famiglie di riuscire nell'intento, era questa la nostra volontà, per questo chiedevamo umilmente di prorogare questo benedetto Piano casa. Voi di fatto state facendo una proroga camuffata, ma è fatta male, è fatta con un fuso orario arretrato, retrogrado, sbagliato, abbiamo perso mesi e mesi di tempo, nel frattempo tutti vi hanno censurati, tutti hanno puntato il dito contro questi ritardi! Tutti, indistintamente! Tutti i portatori di interessi, a tutte le associazioni, i costruttori, l'ANCE, la Confartigianato, gli ambientalisti come dicevo poc'anzi quelli veri e quelli un tanto al chilo, di serie A, di serie B e di serie C. Quindi non siamo noi, non siamo noi che puntiamo il dito contro questa legge, contro questa norma, ma è tutto l'universo mondo, è tutta la comunità isolana, soltanto voi non vi siete accorti di quello che sta accadendo in questa Regione, in quest'Isola, dobbiamo per forza ribadire il concetto che sarebbe stato meglio invece prorogare il Piano casa e fare qualcosa di utile per la Sardegna, quindi fare una legge urbanistica organica che parlasse di urbanistica, di orizzonti, di progetti, una semplificazione vera non invece limitarsi ad introdurre…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Il mio voto è sicuramente a favore di questo emendamento, Presidente, a me dispiace oltretutto dover intervenire su un emendamento e forse per la prima volta non rimanere in tema sull'aspetto tecnico che riguarda l'emendamento stesso, cioè quello prettamente legislativo. Mi dispiace perché fino a questo momento, senza nessuna presunzione, mi sembra che i miei personali interventi siano sempre tutti diretti a migliorare tecnicamente il testo o eventualmente a contestare tecnicamente il testo, tralasciando tutte le considerazioni di tipo politico. Nel caso specifico, dopo l'intervento del capogruppo del PD che tende a difendere una legge che onestamente è indifendibile, una legge brutta, una legge che non la definiamo solo noi di tipo negativo, ma viene definita già dall'inizio della discussione in aula da tutte le associazioni di categoria, dalle associazioni sindacali, dalle organizzazioni professionali che sono i primi, non dimentichiamo critici ma soprattutto sono i primi tra coloro che dovranno poi utilizzare formalmente la legge stessa, senza ascoltare e senza dover prendere addirittura in considerazione, il resto dell'opinione che è dettata anche dalla parte politica, cioè da quei sindaci che contestano e hanno contestato costantemente la legge stessa. Perché? Semplicemente perché sarebbe bastata una proroga del Piano casa, siccome non era possibile farlo perché il Piano casa non era il vostro e quindi chiaramente significava dover accettare un qualcosa di proposto ed operativo fatto da altri, si è voluto modificare e presentare un altro disegno di legge quindi un'altra legge che è diversa da quella che ha fatto la Giunta, stravolta dalla Commissione nel tentativo di fare un qualcosa di meglio è venuta fuori una castroneria talmente grande che credo che questo rimarrà nella storia e negli annali di questo Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 222 che rientra nella celebrazione di questa legge secondo il rito di questo Consiglio laddove a ogni articolo c'è l'emendamento principe che è quello con la richiesta di soppressione dell'articolo. Emendamento che ragionevolmente ritengo verrà bocciato dal Consiglio pur con voto favorevole della minoranza. Perché si presenta un emendamento del quale si sa in anticipo la fine? Per la stessa tenacia per la quale la maggioranza presenta una legge della quale è consapevole che fine farà fare alla Sardegna, che farà fare ai comuni, quindi nella stessa tenacia, contrapposta in tesi e in antitesi noi riteniamo che sia giusto procedere come stiamo procedendo, sia giusto sottolineare l'esigenza di marcare la distanza e la differenza che esiste fra la minoranza e la maggioranza in ordine alla legge in generale e in questo caso all'articolo 23, che come ha detto il capogruppo del PD non dice cose inaccettabili, non dice cose assurde, allora la domanda è: perché una legge che sembrerebbe parlare in maniera naturale, in maniera quasi ovvia come è stato detto, perché questa legge non piace qui alla minoranza e anche la parte della maggioranza e fuori non piace a nessuno? Non piace ai sindaci, non piace agli uffici tecnici, non piace ai tecnici, non piace ai cittadini, non piace agli imprenditori, non piace ai comuni cittadini, non piace ai turisti, perché? Perché nel momento in cui ci guardiamo intorno nei nostri paesi e vediamo i buchi neri dei centri storici, vediamo il problema che si pone per l'acquisizione di aree da parte dei giovani per costruirsi la casa, vediamo la fuga nella campagna, allora noi abbiamo bloccato la possibilità di andare in campagna a farsi la casa e stiamo complicando la vita per poter strafare in paese, ecco perché credo che con la stessa tenacia con la quale la maggioranza continua a portare avanti questa legge la minoranza, altrettanto tenacemente deve portare avanti la sua richiesta di soppressione di questo articolo e di rivisitazione complessiva della legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Io non mi sono iscritto a parlare nella discussione generale perché in effetti, come qualcuno ha detto, tecnicamente non è che si potesse incidere in maniera particolare su quello articolo e non si potesse pensare di modificare tecnicamente questo articolo, però se intervento politico dobbiamo fare, visto che l'onorevole Cocco ha fatto un intervento politico, allora intervengo e spiego perché politicamente questo articolo sarebbe da sopprimere, per tutte le motivazioni che hanno detto i miei colleghi che mi hanno preceduto, però la cosa più fastidiosa è che mentre noi veniamo accusati di avere la verità in tasca, è l'atteggiamento che si ha quando ci si vuole definire dei cementificatori, il partito del mattone, allora, vedete, questa è proprio la dimostrazione che quello che noi sosteniamo dall'inizio, cioè che l'approccio di questa legge è un approccio ideologico, è vero, perché se così non fosse noi non verremmo chiamati "il partito del mattone", perché noi vediamo l'edilizia come un'opportunità economica e come l'opportunità per una famiglia di poter migliorare le proprie condizioni abitative, ecco che cosa vediamo nell'edilizia; e come già detto da tutti i consiglieri dell'opposizione che mi hanno preceduto, nella stessa maniera lo vedono anche le associazioni, tutte le associazioni, indistintamente, quindi noi non pensiamo di avere la verità in tasca e non pensiamo di essere portatori di verità assolute però di certo siamo portatori di un pensiero generale che si è diffuso in tutte le associazioni e in tutte le categorie della nostra regione, questo ce lo possiamo dire.
Sul nostro atteggiamento, poi, questo atteggiamento vi ha portato, ha portato tutto il Consiglio insieme a migliorare in alcuni punti questa legge; e perché siamo arrivati all'obiettivo di migliorare alcune cose di questa legge? Proprio per il nostro atteggiamento, per la costanza che l'opposizione ha avuto nel rimarcare che questa legge non doveva essere approvata, per questo siamo arrivati ad avere…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fasolino, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Per annunciare il voto favorevole all'emendamento 222, e per esprimere in qualche modo anche nei confronti della lettera b) del primo comma il totale disappunto. In realtà la stessa Giunta, che ha presentato un emendamento che sotto questo profilo condividiamo, perché in qualche modo correggere una stortura, soprattutto in termini di tempistica, perché consente a quelle famiglie e quelle imprese che hanno intrapreso alcuni lavori di proseguire almeno sino a fine anno,… questa è la dimostrazione che questo comma è da sopprimere, lo dichiara l'emendamento 272, ma anche gli emendamenti numero 71, 6, 17, 500, tutti emendamenti correttivi che dichiarano in qualche modo che la lettera b) del comma primo è da sopprimere, perché non richiama in nessun modo quelle che sono le richieste della nostra gente, le richieste dei nostri progettisti, le richieste della popolazione.
Sull'articolo 23 io vorrei soffermarmi più tardi sulla lettera i), perché questa è una perla, dove vi posso già preannunciare, così qualcuno nel frattempo può documentarsi potrebbero una risposta: che cosa si intende per qualità storica? Mi spiegate dove trovo questi riferimenti? Ma andiamo oltre: qualità urbanistica. Voi sapete come avete inventato, come avete coniato questi termini, da quali leggi e da quali riferimenti li avete tratti? Se voi leggete attentamente la lettera i) - lo faremo più avanti - è una contraddizione, ma soprattutto, mi permetta Assessore, non me ne voglia chi l'ha scritta, è veramente ridicola, perché ci sono una serie di annunci che in qualche modo fanno a pugni l'uno con l'altro ma soprattutto sono dal punto di vista legislativo insignificanti e non agganciabili a nessuna norma e a nessuna legge: sono dei punti di vista, mettiamola in questi termini, delle espressioni utilizzate da chi ha scritto la legge che però non solo non porteranno nessun beneficio ai sardi ma anzi creeranno quella confusione agli uffici tecnici comunali, ma soprattutto agli uffici regionali, dove potrà entrare in gioco la discrezionalità delle persone ed entrerà in gioco quel dubbio, quel vincolo che porterà all'errore sia il libero cittadino ma soprattutto le pubbliche amministrazioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Gruppo Misto). Non sto a ripetermi sugli altri interventi che hanno fatto i miei colleghi, vorrei concentrarmi su un aspetto dell'articolo 23, Assessore, che è quello della lettera g).
Lei comprende e sa benissimo quanto sia delicata la situazione dal punto di vista del Piano di assetto idrogeologico, PAI, purtroppo questa situazione, pur giusta nella sua applicazione, rischia di creare delle difformità e delle storture edificatorie mostruose; il fatto che l'attuazione del PAI, sia a livello regionale, sia a livello comunale, imporrà di fatto il blocco di tutta una serie di aree di interesse anche agricolo, con impoverimento delle capacità produttive e del valore delle stesse aree. Io mi auguro che di fronte a questo problema, che è assolutamente reale, si trovino delle priorità per finanziare gli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico, soprattutto nelle aree che sono interessate dai vincoli imposti dal PAI.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Per annunciare il voto a favore dell'emendamento soppressivo dell'articolo. Ho già avuto modo di segnalare all'assessore Erriu una difformità rispetto al contenuto della lettera c), in cui si fa riferimento a un articolo 21 relativo alle strutture ricettive, quindi mi pare che l'emendamento orale sia necessario per correggere un riferimento inesistente, e quindi mi è stato assicurato che si provvederà in merito.
Rispetto ad alcune altre valutazioni che mi sento di fare, c'è un aspetto che a mio giudizio inficia da un lato l'attività, orgogliosa, fino a questo momento sostenuta dagli amministratori comunali, dall'altro diventa un pesantissimo aggravio per gli uffici tecnici, però mi pare davvero un'aberrazione che si possa parlare, così come contenuto nella lettera i), di una procedura che vada ad individuare gli ambiti di esclusione. In pratica una specie di terno al lotto, un rimando pericolosissimo a individuare, attraverso non si sa bene quali procedure, ambiti di esclusione, Assessore, ciò significa che quel percorso variegato, quell'autentico rally al quale sono chiamati gli amministratori comunali nel loro insieme, quindi parlo dei consigli comunali, e quindi di tutta la cittadinanza e popolazione, quando ci sono problematiche come quella dell'approvazione dei PUC… e ricordiamo che sono una dozzina le Amministrazioni che finora hanno provveduto, quindi un miserissimo 2 per cento rispetto alla totalità dei Comuni per i quali sarebbe necessaria un'approvazione. Quindi, tutti quegli amministratori che finora non hanno adottato il PUC, dovrebbero essere chiamati, invitati, e soprattutto censurarti e sanzionati, ove entro il periodo, banalissimo, di 120 giorni, soli quattro mesi, si dovrebbe provvedere ad individuare "ambiti di esclusione". Beh, mi pare che questa sia davvero una questione dove l'illegittimità, a mio modesto giudizio, sia palese e sia davvero evidente, ma c'è soprattutto un problema di opportunità politica, che quest'Aula vorrebbe dimenticare per passare banalmente…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crisponi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico all'Aula che il consigliere Roberto Desini è rientrato dal congedo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 222.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 222.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 51
astenuti 2
maggioranza 26
favorevoli 21
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 272.
Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Grazie Presidente, io vorrei che fosse chiaro un aspetto di questa norma e in particolare che sia chiaro l'aspetto temporale entro cui si può chiedere l'applicazione di questa norma ovvero chi sono le persone, i cittadini che possono e che potranno eventualmente chiedere l'applicazione di questa norma relativamente agli incrementi volumetrici che questa consente. Gli unici che lo potranno fare saranno tutti quei cittadini che… Presidente… Tutti quei cittadini che non hanno usufruito del piano casa di cui alla legge regionale numero 4 del 2009 e che avranno terminato i loro edifici quelli esistenti entro il 31 dicembre 2014.
Quindi questa legge, colleghi, non è una legge strutturale, questa è una legge che consentirà degli incrementi volumetrici solamente a coloro i quali fino ad oggi non hanno approfittato del piano casa. Quindi perché noi chiediamo la soppressione di questo limite, lo chiediamo perché siamo convinti che questa norma possa essere applicabile a tutti ossia la possibilità di incremento volumetrico nelle misure in cui è prevista questa possibilità sia applicabile anche coloro i quali magari tra un anno, tra due, tra tre, tra quattro avranno finito la loro costruzione nel rispetto degli indici volumetrici ordinari stabiliti da norme, piani urbanistici, piani paesaggistici, piani di zona, piani di lottizzazione e tutto lo scibile del governo della materia dell'edilizia.
Quindi pensiamo che la possibilità di aumento di questi indici debba essere strutturale e quindi concessa a tutti coloro i quali possiedono o possiederanno un immobile. Quindi anche perché è chiaro che ne potranno usufruire un'unica volta. Quindi non si capisce per quale motivo ci debba essere la considerazione di, come ha ben fatto…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Grazie Presidente, il voto sicuramente è favorevole, nel proseguire le considerazioni dell'onorevole Locci; in effetti del comma B, così come già dichiarato da me nella discussione generale non ha grandissimo significato almeno che non lo specifichiamo meglio. Partendo dalla considerazione che la legge piano casa, la nostra legge piano casa dava possibilità di ampliamento e quindi dell'utilizzo della premialità volumetrica solo ed esclusivamente ad una certa data della realizzazione quindi dell'ultimazione dell'edificio o dell'unità immobiliare. Con questa legge si dice invece che avranno possibilità di utilizzo di questa norma solo coloro che avranno ultimato l'edificio o l'unità immobiliare entro il 31 dicembre del 2014 con relativa comunicazione di fine lavori.
Io credo che o noi stabiliamo una data o non la stabiliamo per niente una data e quindi definiamo l'utilizzo dell'aumento di volumetria a tutti coloro che anche dopo l'approvazione della legge hanno un fabbricato ultimato, un'unità immobiliare ultimata o altrimenti forse è il caso di modificare questo aspetto o cancellarlo definitivamente e lasciarlo libero oppure magari provare ad inserire una data differente che è quella del momento dell'approvazione della norma. Perché a questo punto non si capisce la scelta fatta al 31 dicembre del 2014 definendo quindi così come è già stato detto da chi mi ha appena preceduto fabbricati o unità immobiliari di serie A e fabbricati e o unità immobiliari di serie B. Quindi da questo punto di vista credo che sia semplicissimo eventualmente come Aula trovare un accordo. Ed è per questa ragione e sempre nell'interesse del legislatore che in questo caso è l'intera Assemblea legislativa sia il caso magari da questo punto di vista di valutare tutti insieme e quindi magari sospendere o fermarci un attimino prima di dire di no all'emendamento che noi abbiamo proposto per verificare e vedere se ci sono delle possibilità di modifica e di trasformazione insomma di questo punto B del comma 1.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Grazie signor Presidente, per annunciare il voto favorevole a questo emendamento che ci serve per mettere in rilievo la schizofrenia normativa di questo comma. Questo comma, il comma B non è altro che la trasposizione del comma B dell'articolo 5 della proposta originaria della Giunta. La Giunta parte proponendo però, allora, la data del 31 dicembre 2013. La Commissione cosa fa, la Commissione ovviamente deve contraddire la Giunta, non so per quale motivo, probabilmente il gioco delle parti, e dopo avrò modo di parlare anche del gioco delle parti, e allora stabilisce la Commissione la data del 20 dicembre 2014. Non riesco a capire cosa sia ancorata perché non è la data di annuncio del disegno di legge, non è la data in cui è stato mandato in Commissione il disegno di legge non riesco a capire perché il 20 dicembre e perché non il 25 dicembre per esempio. Ma non è finita qui; arriva nuovamente la Giunta oggi con un emendamento e cerca di spostare e propone di spostare il termine ad un'altra data. Evidentemente c'è qualche problema. Ci sono tanti problemi che affiorano, che emergono man mano ma sono tutti problemi che caratterizzano questa legge come una legge inadeguata, come una legge caleidoscopica, come una legge pasticciata, come una legge che è frutto di una visione schizofrenica della produzione normativa. Ma non era più semplice se invece ci fossimo seduti, come proponeva il presidente Floris, a discutere di questa legge non soltanto dei termini che vengono proposti e poi riproposti ma a discutere di questa legge in modo organico prevedendo delle norme urbanistiche serie, prevedendo vere norme di semplificazione non limitandoci invece a riproporre in modo a volte pedestre e poco sardo e poco sardista le norme del decreto legislativo numero 380. Io credo che sarebbe stato meglio. Quindi voto sì a questo emendamento soppressivo per questo comma che è un comma che fa emergere tutte le contraddizioni di questa norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sull'ordine lavori. Grazie Presidente, io mi permetto di aprire una finestra su un problema che potrebbe toccare seriamente la Sardegna. Stiamo parlando, e vedo alcuni lanci di stampa, della xylella…
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, mi scusi non è pertinente, mi dispiace.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Lo so, ma è sull'ordine lavori, Presidente. Non riguarda…
PRESIDENTE. Mi dica subito qual è la proposta perché non può fare…
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). La proposta è che pregherei il Presidente di fare una Conferenza dei Capigruppo per trattare di questo argomento, perché le vorrei ricordare che una proposta di legge da me presentata è stata bocciata dalla sola maggioranza, ed era nella programmazione dei lavori del Consiglio.
PRESIDENTE. Sarà fatta, grazie. Andiamo avanti.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non le interessano i problemi della Sardegna, ho capito bene. Voglio che emerga che non le interessano.
PRESIDENTE. Mi interessano molto, ma mi interessa che l'aula segua le regole, onorevole Dedoni.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Sull'ordine dei lavori. Per chiederle un minuto di sospensione per verificare una cosa su questo comma.
PRESIDENTE. Sospendiamo per un minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 25, viene ripresa alle ore 18 e 32.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 272.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 272.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore e che i consiglieri Cherchi Augusto, Ruggeri e Unali hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pittalis - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 47
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 18
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 65.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 65.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pittalis - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 46
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 17
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 273.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 273.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pittalis - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 46
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 17
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento sostitutivo parziale numero 415.
Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Molto brevemente, il voto è sicuramente favorevole. Su questo emendamento, perlomeno sulla lettera a) del comma 1, proprio in fase di discussione generale avevo posto questo dubbio e questo problema, è chiaramente pleonastico dover scrivere che sarà ammissibile il fabbricato, quindi l'edificio o l'unità immobiliare che è un procedimento di condono, o di eventuale accertamento di conformità che ha già rilasciato la concessione o in sanatoria di entrambi i casi. Quindi, o noi indichiamo coloro dove non si altera l'indice volumetrico, o non lo metterei, o altrimenti comunque se dovesse rimanere è un qualcosa in più, era giusto comunque sottolinearlo e doverlo eventualmente evidenziare.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 415.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 415.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 46
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 18
contrari 28
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 128, a pagina 304, parere favorevole della Commissione e della Giunta.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Per chiedere di fare un emendamento su questo emendamento numero 128 della Giunta, se l'Aula lo consente, scritto così: "all'articolo 23, comma 1, lettera b) il periodo 20 dicembre 2014 con comunicazione di fine lavori" è sostituito anziché con "31 dicembre 2014" con "di entrata in vigore della presente legge".
PRESIDENTE. C'è un emendamento orale che sposta il termine, quindi se non ci sono osservazioni da parte dell'Aula l'emendamento orale si intende accolto. Non vedo nessuna osservazione, quindi è accolto l'emendamento orale.
Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Ecco, questo emendamento orale dell'onorevole Cocco non fa altro che confermare la nostra tesi, quindi la contraddittorietà di questi termini che si rincorrono, a partire dall'articolo 5, se non ricordo male, del testo proposto in origine dalla Giunta, per arrivare poi a un altro limite temporale cronologico proposto dalla Commissione, per arrivare poi a un altro limite cronologico proposto nuovamente dalla Giunta, per arrivare poi a un altro limite temporale cronologico proposto dalla maggioranza. Io credo che fare leggi utilizzando questo metodo sia oltremodo difficile, e soprattutto fare leggi fatte bene. Se un termine nel giro di qualche settimana e passando da un'Aula all'altra viene modificato ad ogni passaggio, è evidente che c'è qualche problema, non a Houston, ma qui, in quest'Aula, in questo Consiglio regionale; non si può assolutamente mettere in campo una tecnica legislativa di questo tipo, non riusciamo a lavorare bene! Non possiamo rincorrere le modifiche, le modifiche delle modifiche, le modifiche delle modifiche delle modifiche, le modifiche delle modifiche delle modifiche delle modifiche; non è possibile! Abbiamo bisogno di vedere un testo, di sentire tutti i portatori di interesse che esprimono osservazioni sul testo, abbiamo necessità di approfondire, abbiamo necessità di proporre gli emendamenti e poi di votare quegli emendamenti, ma non si può emendare, subemendare, sub sub sub emendare. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Il voto è sicuramente favorevole e mi sembra anche corretto l'emendamento orale proposto dal Capogruppo del PD, ma chiaramente su richiesta nostra, anche perché più volte dichiarato durante i lavori, cioè sia nell'intervento dell'articolo 23 in discussione generale, che anche durante gli emendamenti. È chiaro che questi emendamenti, o meglio, queste modifiche delle modifiche delle modifiche delle modifiche, come le ha appena definite l'onorevole Tedde, diventa difficile però riuscire ad avere poi un quadro chiaro e completo di tutto il lavoro che noi fino adesso stiamo portando avanti. Quindi, siccome si è parlato di un testo coordinato che sembra che sia semi pronto e semi organizzato, se è possibile eventualmente sapere se esiste e se eventualmente, ancora di più, è possibile, sarebbe possibile averlo anche noi, perché ci aiuterebbe comunque a capire e ad avere un quadro un attimino più chiaro del lavoro fino a qui svolto, o addirittura di quello che si vorrebbe proporre e che la maggioranza ha in testa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Per esprimere il voto a favore di questo tipo di emendamento, così come viene in questo momento sollecitato, che naturalmente si unisce al gruppetto di emendamenti, nella sua interezza, che va a modificare un articolo che era scritto maldestramente, e non era certamente nell'utilità di chi ci segue fuori da quest'Aula poterne fruire o poterlo utilizzare nel rispetto di un articolato che, complessivamente, però continua a fare acqua da tutte le parti. Si potrebbero coniare tutta una serie di nuovi vocaboli, questo è "triemendato", praticamente c'è un emendamento sull'emendamento che praticamente continua ogni volta a spostare piccoli dati, ma che sono esemplificativi delle modalità operative. E purtroppo, come già è stato richiamato diverse volte in diverse occasioni, ci parrebbe anche che ci sia qualche fotografia di qualcosa, di qualcuno o di qualche località dove è richiesto questo tipo di accorgimento. Forse se avessimo chiarezza e contezza, in tempi non sospetti saremo tutti certamente più buoni e più tranquilli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Per esprimere il voto favorevole su questo emendamento e, a maggior ragione, per come è stato emendato oralmente in questa Aula, dimostrazione che ciò che noi diciamo non lo diciamo per aprire semplicemente la bocca e far volare aria, ma perché realmente ci sono delle incongruenze in questa norma. E allora a maggior ragione, Presidente, vorrei chiederle, anche per una questione di correttezza e di svolgimento dei lavori, di rafforzare la proposta fatta dal mio collega Cherchi, e cioè, ove fosse già stata preparata una bozza un po' più articolata, con un senso un po' più logico di quello che abbiamo approvato fino ad ora, le sarei grata se potesse metterla a disposizione di tutti i componenti di questo Consiglio, e non solo di una parte, e poi, ancora, vorrei precisare che sinceramente per noi sta diventando molto difficile operare in questa Aula. Mi rendo conto che è un'osservazione sull'ordine dei lavori, però questa bancata, a nome di tutti i colleghi, d'ora in poi non è più in grado di lavorare serenamente per il freddo che subiamo ogni volta. Per favore mettete mano a questa situazione, perché dobbiamo restare in quest'aula tante ore, ci siamo stati recentemente tante ore, ora veramente chiediamo cortesemente di poter lavorare in condizioni dignitose, non lussuose, dignitose!
PRESIDENTE. In merito alla temperatura ho una precisazione da fare. In questo momento e in tutta la sera non sono in funzione né pompe d'aria né niente, il riscaldamento è spento per legge, quindi bisognerà coprirsi un po' di più finché non cambia il tempo, e temo che sarà così, perché mi dicono che non c'è nessun sistema di areazione in funzione da quando siamo arrivati. Ho freddo anche io, però questa è la situazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Sono finalmente felice di poter dichiarare che voto a favore di un emendamento della Giunta, e per essere felice i miei colleghi ovviamente sanno cosa intendo. È un emendamento che, comunque, rappresenta anche qui la superficialità con la quale si è trattato questo tema, però ancora una volta avevamo ragione noi nel dire che questa legge aveva bisogno di momenti di discussione, bisogno di momenti di ragionamento per evitare di identificare questo articolo come l'articolo delle condizioni, di divieti ed esclusioni. Ecco, questa prima apertura che stiamo facendo, anche se molto semplice, evita di identificare questo articolo come l'articolo dei divieti e delle esclusioni. Quindi, pertanto, a nome del Gruppo Area Popolare Sarda confermiamo il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, per ringraziare anche chi ha voluto aderire, anche migliorandolo, a questo emendamento, che io stesso ho proposto insieme ad altri colleghi, credo che brevemente, nell'annunciare il voto favorevole, sia utile ricordare che se lo stesso spirito fosse stato utilizzato per tutta quanta la norma, mettendo da parte i pregiudizi e le posizioni di parte, sarebbe venuto fuori ben altro testo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento numero 128 e per dire ai colleghi che non c'è niente di nascosto per chissà quale finalità. Il disegno di legge numero 130 è stato licenziato dalla Commissione quarta ai primi di dicembre, e il termine del 24 dicembre scaturiva dal fatto che c'era la possibilità, se non un accordo all'interno della Conferenza dei Capigruppo di portare la legge prima di Natale, e il termine del 24 dicembre scaturiva solo da questo punto di vista. Quindi l'indicazione della data di entrata in vigore della presente legge è solo un coordinamento migliore della proposta di legge. Vorrei anche tranquillizzare la collega Zedda, che neanche il Presidente della Commissione, che non è più importante degli altri, ma nessuno ha un testo coordinato in questo momento, anche perché sarebbe impossibile a metà percorso avere un testo coordinato della legge, quindi state tranquilli, quando ci sarà, ci sarà per tutti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Grazie, Presidente, per partecipare a una festa, perché quando abbiamo un emendamento da approvare all'unanimità, è giusto partecipare per confermare che quando ci sono delle cose sensate, che sono sicuramente nella direzione giusta, l'Aula trova l'accordo e quindi ci uniamo al gaudio complessivo annunciando il voto favorevole all'emendamento.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento della Giunta numero 128 con l'integrazione fatta con l'emendamento orale che è stato acquisito dall'Aula.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 128 modificato.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Deriu - Desini - Fasolino - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Floris - Locci.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Cappellacci.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 50
astenuti 3
maggioranza 26
favorevoli 48
contrari 2
(Il Consiglio approva).
Decadono gli emendamenti numero 6, 17, 71 e 500.
Metto in votazione l'emendamento numero 626, che è un sostitutivo totale dell'emendamento numero 86. Non ci sono iscritti a parlare.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 626.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Peru e Rubiu hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 51
astenuti 2
maggioranza 26
favorevoli 32
contrari 19
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 627, che è un sostitutivo totale dell'emendamento numero 129.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 627.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Fasolino e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 50
astenuti 2
maggioranza 26
favorevoli 32
contrari 18
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione il testo dell'articolo 23.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 23.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Zedda Alessandra ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 31
contrari 20
(Il Consiglio approva).
L'emendamento aggiuntivo numero 87 è ritirato, quindi passiamo alla discussione dell'articolo 24.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Per un'esigenza di coordinamento tra due scadenze, avendo noi modificato agganciando al termine di decorrenza della presente legge, anche sull'articolo 19 per le zone E avevamo posto il termine del 31 dicembre, quindi c'è necessità di coordinare quel termine del 31 dicembre a questo.
(Interruzione del consigliere Pietro Cocco)
PRESIDENTE. Va bene, verrà recepito in sede di coordinamento, il termine è all'approvazione della presente legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Io comprendo che c'è anche un'esigenza di coordinamento, però noi denunciamo questo modo di procedere. Oggi ci troviamo emendamenti presentati alle 13 e 30, cioè è un modo un po' schizofrenico di procedere in relazione a una legge che ci state convincendo o provando a convincerci, ma non ci convincete, che è stato fatto un lavoro certosino in tutti questi mesi, e non si può andare avanti però così, con le questioni di coordinamento che nascono poi da emendamenti come quello orale posto all'ultimo momento. Direi che la legge è molto complessa e anche delicata, e su di essa, Assessore, vorremmo che quanto meno ci anticipasse se domani dovete presentare altri emendamenti agli articoli che andremo ad esaminare, così siamo tutti messi nella condizione non nel volgere di qualche secondo, minuto o anche di qualche ora di dover esaminare quello che per riunioni vostre o situazioni ultime che ritenete opportuno sottoporci, non è un modo di agire così. Può andare bene alla maggioranza, ma non va bene all'opposizione.
PRESIDENTE. Sì, però devo entrare nel merito allora perché serve un chiarimento. Capisco la questione di principio, ecco, appunto, perché altrimenti dobbiamo…
PITTALIS PIETRO (FI). Non c'è problema, ma la poniamo come questione di metodo.
PRESIDENTE. È chiarissimo. Pone un problema di metodo sull'emendamento orale posto in Aula all'ultimo momento che modifica e che poi richiede un coordinamento, però non sta chiedendo un mantenimento… Va bene, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24. All'articolo 24 sono stati presentati gli emendamenti numero 223 soppressivo totale, 274, 275 uguale al 499, 276, 277, 232 uguale al 467, 468, 199, 198, 197, 33 uguale al 193, al 469 e al 476, l'emendamento numero 130 con un sostitutivo parziale, il 628, e il 620 è dichiarato inammissibile. Ancora gli emendamenti numero 466, 474, 39 e infine gli emendamenti aggiuntivi numero 37 e 416.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 24 e dei relativi emendamenti:
Art. 24 Procedure
1. Gli interventi previsti negli articoli 19 e 21 sono realizzati mediante segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Gli interventi previsti nell'articolo 20 sono soggetti a permesso di costruire.
2. L'avvio dei lavori di incremento volumetrico è condizionato alla positiva valutazione di coerenza in merito al rispetto delle condizioni di cui all'articolo 25, comma 3. Tale valutazione è resa nel termine di quarantacinque giorni dalla presentazione dell'istanza di cui al comma 1, decorsi i quali la valutazione si intende acquisita positivamente.
3. La valutazione di cui al comma 2 è resa dall'ufficio competente al rilascio dei titoli abilitativi.
4. Qualora l'intervento sia soggetto ad autorizzazione paesaggistica, questa sostituisce la valutazione di coerenza di cui al comma 2.
5. L'autorizzazione paesaggistica per tutti gli interventi previsti dal presente capo, ad eccezione di quelli dell'articolo 20, è rilasciata dall'ente delegato ai sensi della legge regionale n. 28 del 1998, e successive modifiche ed integrazioni.
6. La SCIA o l'istanza volta all'ottenimento del permesso di costruire possono essere presentate anche contestualmente alle eventuali istanze di accertamento di conformità e/o di compatibilità paesaggistica dell'unità immobiliare oggetto dell'intervento. L'efficacia della SCIA è comunque subordinata alla positiva definizione del procedimento di accertamento di conformità e/o di compatibilità paesaggistica.
7. Nei casi disciplinati dall'articolo 19, comma 4, la presenza dei requisiti necessari al rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo n. 192 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni è dichiarata nella documentazione allegata alla SCIA o alla istanza volta all'ottenimento del permesso di costruire e successivamente attestata dal direttore dei lavori secondo le procedure indicate dall'articolo 8 dello stesso decreto legislativo n. 192 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni.
8. Nei casi disciplinati dall'articolo 19, comma 7, la SCIA è corredata di:
a) certificazione medica rilasciata dalla competente azienda sanitaria, attestante la situazione di handicap grave non emendabile ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992 n. 104 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), e successive modifiche ed integrazioni, della persona ivi residente;
b) progetto del nuovo volume che evidenzi le soluzioni tecniche adottate per il conseguimento delle speciali finalità dell'intervento nel rispetto della normativa vigente.
9. Nei casi disciplinati dall'articolo 20 il permesso di costruire è preceduto da una positiva valutazione della compatibilità urbanistica e paesaggistica degli interventi proposti con il contesto circostante, effettuata di concerto tra amministrazione comunale e amministrazione regionale secondo le procedure da definire con apposita deliberazione della Giunta regionale da assumere entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Emendamento soppressivo totale Peru - Pittalis - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda
L'art. 24 è soppresso. (223)
Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
Il comma 1 dell'articolo 24 è soppresso. (274)
Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
Il comma 2 dell'articolo 24 è soppresso. (275)
Emendamento soppressivo parziale Desini - Busia
Il comma 2 dell'articolo 24 è soppresso. (499)
Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
Art. 24
II comma 3 dell'articolo 24 è soppresso. (276)
Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
Il comma 4 dell'articolo 24 è soppresso. (277)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Tedde - Oscar Cherchi - Locci - Alessandra Zedda - Tunis - Fasolino - Peru
Il comma 5 dell'articolo 24 è soppresso. (232)
Emendamento soppressivo parziale Fasolino - Pittalis - Tedde - Alessandra Zedda - Locci - Oscar Cherchi - Peru
Il comma 5 dell'articolo 24 è soppresso. (467)
Emendamento soppressivo parziale Fasolino - Pittalis - Tedde - Alessandra Zedda - Locci - Oscar Cherchi - Peru
All'articolo 24 comma 5 le parole "ad eccezione di quelli dell'articolo 20" sono soppresse. (468)
Emendamento soppressivo parziale Peru - Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
Il comma 6 dell'articolo 24 è soppresso. (199)
Emendamento soppressivo parziale Peru - Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
La lettera a) del comma 8 dell'articolo 24 è soppresso. (198)
Emendamento Soppressivo Parziale Peru - Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde
La lettera b) del comma 8 dell'articolo 24 è soppresso. (197)
Emendamento soppressivo parziale Crisponi
Art. 24
Il comma 9 dell'articolo 24 è soppresso. (33)
Emendamento soppressivo parziale Locci - Peru - Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Tedde (193)
Il comma 9 dell'articolo 24 è soppresso. (33)
Emendamento aggiuntivo Fasolino - Pittalis - Tedde - Alessandra Zedda - Locci - Oscar Cherchi - Peru
Art. 24
Il comma 6 dell'articolo 24 è soppresso. (469)
Emendamento soppressivo parziale Christian Solinas - Pietro Cocco
Art. 24
Il comma 6 dell'articolo 24 è soppresso. (476)
Emendamento all'emendamento numero 130 sostitutivo parziale Giunta Regionale
L'emendamento numero 130 è così modificato: Il punto 3 è sostituito dal seguente:
"3. La valutazione di coerenza di cui al comma 2 è resa con parere motivato dall'ufficio competente al rilascio dei titoli abilitativi: Per gli interventi previsti negli articoli 19 e 21, decorso inutilmente il termine di quarantacinque giorni dalla data di presentazione della SCL4 si intende formato il silenzio assenso.". (628)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Testo dell'emendamento:
All'articolo 24 sono apportate le seguenti modifiche:
a) i commi 1, 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:
"1. Gli interventi previsti negli articoli 19, 21 e 22 sono realizzati mediante segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Gli interventi previsti nell'articolo 20 sono soggetti a permesso di costruire.
2. L'avvio dei lavori di incremento volumetrico di cui agli articoli 19 e 21 e il rilascio del permesso di costruire per i casi di cui all'articolo 20 sono condizionati alla positiva valutazione di coerenza in merito al rispetto delle condizioni di cui all'articolo 25, comma 3, lettere a) e b).
3. La valutazione di coerenza di cui al comma 2 nelle è resa con parere motivato dall'ufficio competente al rilascio dei titoli abilitativi nel termine di quarantacinque giorni dalla presentazione dell'istanza di cui al comma 1, decorsi i quali la valutazione si intende acquisita positivamente.". (130)
Emendamento all'emendamento numero 130 aggiuntivo Alessandra Zedda - Pittalis.
Modifica articolo 16 delle Linee guida LR 12.06.2006 n. 9
Articolo 16
(Riposizionamento concessioni in regime di proroga non compatibili col PUL)
Al fine di rendere operativi i PUL e i Piani di Gestione, le concessioni in corso di vigenza incompatibili con le previsioni degli stessi, devono essere riposizionate ed adeguate secondo quanto previsto nel PUL.
L'adeguamento alle eventuali nuove tipologie strutturali richieste dai PUL o dai Piani di Gestione dovrà essere completato entro il termine di 36 mesi dall'approvazione dei piani medesimi.
In caso di riposizionamento delle concessioni, conseguenti all'attuazione del PUL o dei Piani di Gestione, si applica l'art. 15 per il ristoro degli oneri sostenuti.
La mancata ottemperanza alla disposizione concernente il riposizionamento o l'adeguamento della concessione, nel caso in cui non avvenga entro 36 mesi dall'approvazione dei PUL, costituisce motivo di revoca della medesima ai sensi e in applicazione dell'art. 42 del codice della navigazione. (620)
Emendamento Sostitutivo Parziale Fasolino - Pittalis - Tedde - Alessandra Zedda - Locci - Oscar Cherchi - Peru
Testo dell'emendamento:
All'articolo 24, comma 2, le parole "quarantacinque giorni" sono sostituite da "trenta giorni" (466)
Emendamento Sostitutivo Parziale Giunta Regionale.
All'articolo 24 sono apportate le seguenti modifiche:
b) al comma 4, il periodo "questa sostituisce la" è sostituito da "questa assorbe la" (474)
Emendamento Sostitutivo Parziale Crisponi
Il comma 9 dell'art.24 è così sostituito:
9. Nei casi disciplinati dall'art. 2011 permesso di costruire in aree non soggette a vincolo paesaggistico è condizionato alla positiva valutazione di coerenza di cui al comma 2 dell'art. 24. (39)
Emendamento Aggiuntivo Crisponi
Testo dell'emendamento
Al comma 1 dell'art. 24 dopo la parola "costruire sono aggiunte le parole:
"con esclusione di quelli relativi a modesti interventi coerenti al carico urbanistico, come disciplinati dalla Legge n°1150 del 1942". (37)
Emendamento Aggiuntivo Fasolino - Pittalis - Tedde - Alessandra Zedda - Locci - Oscar Cherchi - Peru
Art. 24 (Procedure)
Testo dell'emendamento:
All'articolo 24, comma 4, è aggiunto il seguente periodo "L'intervento richiesto ai sensi della presente legge può essere assentito anche autonomamente rispetto alla definizione dei procedimenti di cui al periodo precedente, qualora i volumi o le superfici posti a base del calcolo dell'incremento siano distinti dalle opere oggetto di accertamento di conformità". (416).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.
SOLINAS ANTONIO (PD), relatore. Presidente, il parere è contrario sull'emendamento soppressivo totale numero 223, sugli emendamenti soppressivi parziali numero 274, 275 che è uguale al 499, 276, 277, 232 uguale al 467, 468, 199, 198, 197 e sugli emendamenti aggiuntivi numero 37 e 416. Il parere è invece favorevole sull'emendamento numero 33, uguale agli emendamenti numero 193, 469 e 476, e sull'emendamento sostitutivo totale numero 628. La Presidenza ha già dichiarato inammissibile un emendamento…
PRESIDENTE. È stato dichiarato inammissibile l'emendamento numero 620, che è un emendamento all'emendamento numero 130. Mancano ancora i pareri sugli emendamenti numero 466, 474 e 39.
SOLINAS ANTONIO (PD), relatore. Sull'emendamento numero 130 il parere è favorevole, sul 466 è contrario, sul 474 è favorevole, sul 39 è contrario, sul 37 è contrario, sul 416 è contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, sino a un certo punto abbiamo seguito, ma dall'emendamento numero 130 in poi non abbiamo veramente capito nulla.
PRESIDENTE. Riepilogo io. L'emendamento numero 130, emendato dal 628 sostitutivo parziale, ha parere favorevole. Il 620, che era un emendamento sempre all'emendamento 130, è inammissibile. Il 466 ha il parere contrario della Commissione. Il 474 ha il parere favorevole della Commissione. Il 39 ha il parere contrario della Commissione. Gli aggiuntivi 37 e 416 hanno parere contrario della Commissione.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Conforme alla Commissione.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Era una precedente iscrizione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, colleghi del Consiglio, io penso che al di là del teatrino che solitamente si fa su questa materia sensibile, alla fine si troverà, com'è giusto che sia, il buon senso sul valore centrale dell'ambiente e del paesaggio. Io ho notato comunque in tutto questo bailamme che c'è qualche cosa... io non voglio essere ascoltato, ma desidero non essere disturbato. Dicevo che il dato significativo politico che io ho colto è quello di una volontà da parte del Consiglio regionale di attuare e di esercitare i poteri derivanti dal proprio Statuto nei confronti anche dello Stato nazionale e mi auguro che questi poteri vengano esercitati pienamente, in piena autonomia e libertà nel momento in cui si farà la legge urbanistica generale, cercando di ottenere da parte dello Stato tutti quei poteri che ci sono stati sottratti. Ricordo all'Assessore che con la legge 28, dopo la legge Galasso, la Regione Sardegna ottenne in materia di paesaggio delle concessioni, tant'è vero che alcuni comuni esercitano queste concessioni anche liberamente. Con l'entrata in funzione Renzi ha spogliato tutte le Regioni, si è preso tutto e noi non abbiamo più nessun potere né in materia di territorio, né in materia di scorie, né in materia ambientale, né in materia paesaggistica. Quindi è necessario da parte della Regione che si faccia uno sforzo per ottenere queste competenze primarie anche in queste materie che completano il quadro generale dell'edilizia, perché si è preso anche l'edilizia pubblica, lasciando alle Regioni soltanto l'edilizia privata.
Il provvedimento, signor Presidente, è chiaro come lei sa e conosce, risente di una mancanza assoluta di una penetrante istruttoria da parte delle Commissioni competenti per materia. Credo che su questo bisogna essere d'accordo, che siamo d'accordo tutti. I provvedimenti arrivano in Aula quando l'Aula con le slide guarda e dice: "Questa legge che stiamo facendo produrrà questi risultati: a, b, c e d". Questi sono gli elementi di valutazione quindi dovete voi stabilire se portarla avanti o non portarla avanti, non venire a fare l'istruttoria in Aula, perché le leggi che si fanno qui così, in questo modo, non servono a niente... voi vedrete che, non so quando faremo la legge urbanistica, se la faremo prima che ci respingano questa legge da parte del Governo e da parte anche degli organi preposti, quindi io credo che bisogna fare in modo che queste leggi non arrivino più qui con la carica dei "102". Io mi ricordo che all'inizio, quando fu insediato il presidente Pigliaru, dissi: "Mi auguro che questa legislatura non persegua gli stessi risultati dell'altra dove si entrava qui solo col '102', cioè con i provvedimenti non istruiti dalle competenti Commissioni per materia e arrivano qui perché è urgente". Se è urgente vuol dire che il funzionario o chi per lui non ha fatto le cose che doveva fare entro i termini stabiliti.
Ma c'è un altro fatto fondamentale: chi deve fare le riforme? Questa Giunta regionale è in forte ritardo sulle riforme, questa non è una riforma, questa è una cosettina che uno vuol vendere così al mercato per dire abbiamo fatto questo in legge urbanistica. Avevamo detto la volta scorsa che le riforme le avrebbe fatte la prima Commissione, avevamo costituito con la prima Commissione una Commissione con tutti i Capigruppo eccetera, eccetera, poi si è detto che le Commissioni non sono in condizioni di fare le riforme, le riforme vengono fatte dalla Giunta regionale. La Giunta regionale si svegli, non capite che abbiamo una Giunta regionale che è ferma? Che è ferma e che fa il compitino tutti i giorni e non riesce più ad avere contatti né con l'Europa né con l'Italia né con nessuno! Ma è possibile che non ci rendiamo conto di questo? Prima di fare una riforma di questo genere dovevamo fare la riforma degli enti locali! Penso di sì, perché se cambiano le funzioni, cambiano le responsabilità e i ruoli dei comuni è chiaro che dobbiamo rivedere tutta la materia. Allora, prima di arrivare a questa materia dobbiamo avere le altre materie da fare. Le facciamo? Abbiamo dichiarato la nostra disponibilità. Le volete fare, non lo volete fare, volete continuare ad andare avanti così? Io credo che ci sia stato da parte di questo Consiglio regionale un elemento che io giudico positivo ed è, se anche raggiunto col voto segreto, noi abbiamo avuto un voto di assoluta libertà dimostrando che questo Consiglio regionale vuole riappropriarsi del proprio ruolo e non vuole che gli ordini arrivino attraverso la stampa dicendo che bisogna fare così e così. Sentiamo tutti, compresi i partiti politici, uno può stare anche ore e ore a sentire, una volta che abbiamo sentito tutti è questo Consiglio regionale che deve esercitare i suoi poteri, che non sono quelli che dice Pigliaru: voi dovete esercitare il potere unicamente attraverso il controllo. No, noi dobbiamo dare il controllo e anche le direttive. Se non ci mettiamo d'accordo su questo e facciamo in modo che il Presidente continui a usurpare i poteri di questo Consiglio non ne usciremo. Lasciatevelo dire, non ne usciremo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, dall'alto della saggezza del presidente Floris credo che una piccola riflessione dopo le sue considerazioni va fatta, credo che sia davvero doveroso. È un articolo, ma su questo entrerò tecnicamente più avanti durante il mio intervento di discussione generale, è una legge, meglio - così com'è stato appena enunciato da chi mi ha preceduto - dove noi non conosciamo quali siano gli effetti che questa produce e potrà produrre. Ciò significa che manca effettivamente una profonda valutazione degli effetti che si sarebbero dovuti valutare all'interno delle Commissioni permanenti, della Commissione competente, cosa che in realtà non è stata fatta.
La Giunta propone un suo disegno di legge, la Commissione nell'arco di pochissimo tempo esita una norma che è completamente diversa anche nella disposizione dell'articolato stesso rispetto a quella della Giunta, indicando però azioni che a oggi non hanno e non si capisce e non abbiamo effettivamente la possibilità di capire meglio quali possono essere i reali effetti. Un esempio praticissimo ed entriamo nel merito dell'articolo 24, quindi delle procedure che dovranno essere attuate durante l'uso, l'utilizzo vero e proprio della legge che si va ad approvare. Stiamo parlando di attività, quindi di procedura amministrativa da seguire a seconda del tipo di intervento che noi andiamo a chiedere e quindi a rilasciare. Si tratta di certificazione di inizio attività per quanto riguarda due tipologie di intervento, tipologie di intervento che sono richiamate all'articolo 19, esattamente agli interventi di incremento volumetrico intesi nelle zone A, B, C, D, G, E ed anche F visto che fino a questo momento il Consiglio regionale le ha approvate. Stiamo parlando chiaramente di incremento volumetrico di patrimonio esistente, tutto quello che è previsto nell'incremento volumetrico delle zone urbanistiche B, C, e tutte quelle che ho già indicato prima si procede attraverso una SCIA. Lo si fa anche per quanto riguarda l'articolo 21 che è l'articolo che abbiamo approvato giovedì scorso in quest'Aula dove il titolo è legato al riutilizzo, al riuso e il recupero dell'incremento volumetrico legato ai volumi costruiti come sottotetti esistenti. Per quanto riguarda invece l'articolo 20, e che qui è detto in modo chiaro, si utilizza e si utilizzerà invece il permesso di costruire. E qua bisogna capire perché, per quale motivazione l'incremento volumetrico delle zone turistiche viene attivato e attuato attraverso un progetto vero e proprio, quindi la realizzazione di un progetto e quindi di un percorso autorizzativo diverso rispetto a quello invece indicato dagli altri incrementi volumetrici che sono perfettamente identici e uguali quindi non credo che ci sia grandissima differenza. Quindi anche questo ci lascia francamente molto perplessi. Come lascia onestamente perplesso sul comma 2 quando si chiede comunque necessariamente la valutazione di coerenza, sempre, costantemente, siano essi in zone vincolate o esse comunque in libere e quindi autorizzazione praticamente diretta. E questo francamente credo che sia un aspetto che vorremmo capire perché onestamente non si capisce per quale motivo devo essere assoggettato comunque, costantemente e sempre solo ed esclusivamente alla valutazione di coerenza, sempre.
Dalla "4" che prevedeva la valutazione di coerenza proprio perché era necessario il miglioramento qualitativo dell'edificio o perlomeno dell'unità immobiliare, nel caso specifico invece in questo caso io direi che proprio forti dall'esperienza della "4" non è necessario intervenire su tutti i fabbricati e quindi sulle parti libere, sulle parte dove non sono soggette a vincolo. Io su questo proporrei onestamente una modifica di questa parte anche perché credo che poi sul resto dell'articolato ci sia poco da aggiungere in quanto lo riteniamo sicuramente coerente, ma lascerei magari con una interpretazione un po' più ampia, un po' più libera per quanto riguarda invece la possibilità di un incremento volumetrico nelle zone non soggette a vincolo.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LAI EUGENIO
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Questo è un passaggio non da poco con l'articolo 24 di fatto si sta scrivendo, si vorrebbe scrivere l'architettura delle procedure autorizzative. Ed è un passaggio non da poco per tanti buoni motivi e non ultimo quello al quale faceva riferimento prima proprio il collega Floris. Aggiungere un pasticcio a delle norme invece ben scritte e acquisite semmai dagli uffici tecnici, dalle stesse amministrazioni, certamente non va ad agevolare quello che dovrebbe essere l'impatto proprio di una proposta legislativa che farebbe per certi aspetti secondo taluni stravolgere positivamente anche gli effetti sul territorio. L'impatto è una questione mica da poco, è praticamente riuscire ad interpretare quale tipo di reazione ci sarà sul territorio e sugli uffici tecnici comunali o addirittura in termini di rilievo per quanto riguarda il comparto edilizio, quindi tutta la filiera produttiva che si sviluppa attraverso questo. A noi però già pare che ci sia poco da girarci intorno, è un articolato nel suo insieme pasticciato, azzoppato in più parti, riscritto, riveduto e corretto e anche in questo caso vorrei magari un minimo di illuminazione da parte dell'Assessore. Se ho ben capito nella confusione di poc'anzi c'è un atteggiamento da parte della Commissione conseguente anche all'accettazione da parte della Giunta per la soppressione del comma 9 dell'articolo che è quello che fa proprio riferimento, non si capisce bene perché, alle strutture ricettive ancora una volta viste come il demonio fatto a persona, cioè "nei casi disciplinati dall'articolo 20 il permesso di costruire è preceduto da una positiva valutazione di compatibilità urbanistica, paesaggistica di interventi che vengono concordemente valutati fra l'amministrazione comunale e quella regionale". È un pasticcio autentico che non sta né in cielo né in terra, che non è scritto da nessunissima parte e questa legge che ha fra i suoi titoli quello della semplificazione invece complica esattamente le cose perché questo è un autentico peso che va ad aggiungersi già alla complicatezza delle altre norme che sono state valutate fino adesso. Insomma, un'autentica zavorra che si andrebbe ad aggiungere. E peraltro anche seguendo una strada, un'indicazione legislativa che dovrebbe essere di complicazione degli aspetti mentre dall'altra parte si utilizza la SCIA. Già questa a mio giudizio ha un profilo di illegittimità totale e assoluta, roba che naturalmente se non verrà cassata, soppressa direttamente qui in Aula è roba già da impugnativa delle imprese, delle associazioni e sicuramente anche delle amministrazioni comunali che si dovranno trovare attraverso un vaglio indefinito che non è previsto in altre parti della legge e che sottoporrebbe ad una specie di perimetro di costrizione che diventa in parole povere una camicia di forza a tutto ciò che dovrebbe essere invece rappresentato dalla macchina burocratica, quindi un appesantimento dove già avviene abbondantemente appesantito. Insomma, nella procedura semplificata, la SCIA a questo tipo di articolo mi pare ben evidente, non c'è la procedura semplificata in diversi altri casi e in più non è nemmeno coerente con la ratio legislativa che utilizzate, in questo caso sempre quello al quale facciamo riferimento che ha descritto le cose qualche decennio fa che è il legislatore nazionale che ha sempre parlato di carico urbanistico, qua non se ne parla assolutamente.
Qua rimanda a un vaglio che è stato inventato di sana pianta, che è stato introdotto forzosamente e che non ha nessuna attitudine a saper leggere e fotografare quelle che sono le esigenze di un perimetro di un'amministrazione comunale. Quindi non c'è un piano regionale al quale fare riferimento e non può essere certamente la legge urbanistica, non c'è un piano strategico che in questo caso dovrebbe riguardare semmai il piano strategico del turismo che non c'è, che si era iniziato a costruire e che è scomparso completamente dai tavoli di confronto presso le amministrazioni e presso le associazioni di categoria, quindi non si capisce bene a quale tipo di vaglio ci si dovrebbe riferire. Io non ho dubbi nell'affermare che qua stiamo andando in una direzione di una solenne bocciatura ove non venisse rivisitato in sede d'aula. E poi mi pare la cosa più normale, graduare ogni procedimento amministrativo a seconda dell'impatto di ciò che dobbiamo andare a realizzare. Se c'è un vaglio amministrativo leggero è perché c'è un intervento leggero, se c'è un intervento che è più complesso è evidente che il vaglio amministrativo debba avere una sua complessità, ma non per questo deve in tutti i modi azzoppare, inficiare e soprattutto rendere difficile la vita ai cittadini che vorrebbero magari in breve poter avere una loro autorizzazione o un permesso a costruire.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marcello Orrù. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Anche l'articolo 24 che parla di procedure rientra in questo brutto disegno di legge che è stato presentato qui in quest'aula e che con tutta sincerità non fa altro che mantenere la complessiva inadeguatezza del sistema urbanistico vigente che non è stato capace né di tutelare l'ambiente né di preservare le attività e gli investimenti nel nostro territorio. Vedete, fino adesso abbiamo votato degli articoli che sono tutti privi di contenuti, senza indirizzi chiari, molto confusi ed inoltre non si capisce quale sia la linea efficace di approccio alle reali esigenze urbanistiche. È un disegno di legge che stanno bocciando tutte le categorie che hanno a che fare con l'edilizia perché non crea nessun posto di lavoro, un disegno di legge che risulta senza spessore perché avete pensato e vi siete concentrati ad esempio sul cambiamento dei nominativi delle autorizzazioni senza focalizzare le necessità vere e proprie della popolazione che sono quelle di ottenere un vero miglioramento della qualità architettonica, del benessere cittadino, delle prospettive di lavoro e della salvaguardia del territorio. In questo disegno di legge avete pensato prima alle sanzioni invece che allo sviluppo economico, in ogni articolo viene modificata di continuo la legge regionale 23 dell'85 con variazioni superficiali che niente danno all'economia regionale se non un appesantimento burocratico dettato dall'introduzione di leggi senza mai procedere alla'abrogazione di quelle ormai al di fuori delle esigenze attuali. È un disegno di legge che ha necessità a mio modo di vedere di una revisione profonda perché non comprende le reali esigenze del territorio. Vedete, io sono stato eletto nella circoscrizione, o collegio, chiamatela come volete, di Sassari. Sassari è un territorio in grave sofferenza dove la disoccupazione è arriva ai massimi livelli. È un territorio sempre più povero dove ogni giorno sempre più persone si recano alla Caritas per avere un tozzo di pane, dopo aver fatto una fila oramai diventata chilometrica. Ma ciò che a me preoccupa è che prima alla Caritas ci si recavano alcuni extracomunitari, qualche disperato che in precedenza aveva avuto dei problemi con l'alcol e quindi non aveva più la forza di lavorare, ora invece la maggior parte che compongono la fila sono persone che provengono dal mondo dell'edilizia, sono manovali, sono muratori, sono carpentieri ed ex titolari di imprese edili che da quando la Regione aveva introdotto il PPR si sono trovati all'improvviso disoccupati. Ora io mi appello veramente ai colleghi che sono stati eletti nello stesso collegio dove sono stato eletto io e che fanno parte della maggioranza, e chiedo che venga ritirato questo disegno di legge nel quale si evidenzia la chiara volontà da parte della Giunta di riproporre lo stesso clima di terrore che grandi vantaggi sicuramente non ha portato in sede elettorale all'allora Giunta targata Soru e che perse le elezioni proprio per le tematiche urbanistiche, ed oltretutto non vi fu neanche il ritorno sperato dall'allora Giunta neanche in campo ambientale, perché dagli ultimi dati la Sardegna risulta la regione con più territori da sottoporre a bonifica ambientale. Quindi ritengo che sia necessario rivedere questo disegno di legge perché non crea nessun posto di lavoro, e invece di stimolare la nostra economia la mortifica perché i disoccupati e le imprese continueranno a chiudere e a rimanere fermi al palo. E in un momento come questo dove la Sardegna sta soffrendo, dove stiamo vivendo una crisi senza precedenti, dove ogni giorno da nord a sud dell'isola l'unica cosa che chiedono i sardi è il lavoro, trovo giusto ridare all'edilizia il ruolo che le compete, e cioè il ruolo strategico di volano dell'economia per poter uscire da questa crisi che ormai ci accompagna da diversi anni, ma non con questo disegno di legge. Ma c'è un'altra cosa che vorrei dire in chiusura del mio breve intervento, a mio modo di vedere quando una Giunta vuole scrivere un disegno di legge o qualche documento che riguarda comunque l'edilizia dovrebbe tenersi alla larga da eventuali valutazioni, suggerimenti dei cosiddetti ambientalisti, che si definiscono ecologisti, che dicono sempre no a prescindere, che bloccano tutto e che sono sempre stati contrari alle costruzioni e all'edilizia in generale. E mi riferisco alle associazioni come Italia nostra, a Legambiente, Lipu e quant'altre che sono nate per creare disoccupazione e andare contro un settore, che è quello edile, e che invece può portare solo benefici per il territorio e per l'occupazione in genere. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, ma io vorrei fare intanto un richiamo allo snellimento delle procedure. L'Assessore pocanzi ha fatto una battuta, abbiamo recuperato l'obbligo della verifica di coerenza dalla legge numero 4 del 2009, ecco io credo invece che se questa norma nasce anche con l'intento di semplificare le procedure, Presidente, appare un appesantimento della procedura, parlo con lei perché è l'unico attento, appare un appesantimento della procedura la coerenza che si richiede anche nelle aree non sottoposte a vincolo. Quindi si può capire benissimo che laddove questa intesa si intende sostituita da nullaosta paesaggistico, creato presupposto evidentemente del permesso di costruire e della concessione edilizia, ci sembra che tenere l'obbligo di questo atto presupposto per cui gli uffici mantengono quarantacinque giorni di tempo per evaderlo, appare chiaro che questa procedura non sia altro che un appesantimento di quello che già dovrebbe avvenire con la SCIA, secondo voi in maniera semplificata, con la presentazione delle pratiche al SUE. Bene io quantomeno, visto che ovviamente il merito della discussione interessa poco, vi faccio un richiamo colleghi affinché vigiliate che almeno la modulistica prevista per il SUE, e quindi per il deposito della SCIA sia quantomeno adeguata a quello che serve per far funzionare i SUE. Perché vi segnalo che anche gli uffici che dovevano attivare la sperimentazione non accettano dai professionisti la modulistica rinnovata così come previsto nella sperimentazione. Quindi mi scuso se sono uscito dal merito, ma evidentemente non c'era interesse a seguire l'intervento di merito, e quindi vi richiamo quantomeno a far rispettare le procedure che regolano il funzionamento del SUE e quindi della procedura relativa di SCIA.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, prima un accenno alla dichiarazione del presidente Floris che soprattutto nel caso dell'approvazione di questa legge ci ha dato l'opportunità di riflettere molto, e quindi anche sulla prassi. Io non lo so, io non ho l'esperienza per capire se è questa la prassi, però io mi trovo, veramente sto cercando di seguire, ma mi trovo in Aula una legge completamente modificata, stravolta rispetto a quella che la Commissione avrebbe potuto valutare e avrebbe potuto magari poi portare in Aula per un'approvazione anche più veloce. Tornando all'articolo 24, vedo, ne ho parlato anche con l'Assessore, vedo alcune incongruenze che secondo me non aiutano alla semplificazione, perché qua parliamo di "Gli interventi previsti negli articoli 19 e 21 sono realizzati mediante segnalazione certificata di inizio attività". Gli interventi previsti nell' articolo 20 sono soggetti a permesso di costruire". Prima cosa che mi fa riflettere è che tutto questo dopo una positiva valutazione di coerenza in merito al rispetto delle condizioni di cui all'articolo 25 comma 3. Andiamo a guardare un attimino all'articolo 25 cosa dice il comma 3, perché dice tutto e il contrario di tutto. Dice delle cose talmente oggettive che potranno diventare soggettive, tipo "inserirsi in modo organico e coerente con i carattere formali e architettonici dell'edificio esistente". Cioè sono proprio quelle motivazioni che ti possono diniegare o meno un parere, e nessuno può far niente perché diventa veramente un qualcosa di soggettivo. Poi anche ed eventualmente abrogando il comma 9 rimane in piedi il comma 5. Il comma 5 dice "l'autorizzazione paesaggistica per tutti gli interventi previsti dal presente capo, ad eccezione di quelli all'articolo 20, quindi ad eccezione di quelli dell'articolo 20, andiamo a vedere quali sono, quelli all'articolo 20 sono interventi di incremento volumetrico delle strutture destinate all'esercizio dell'attività turistico-ricettiva. Quindi tranne questi, tutte le altre autorizzazioni vengono rilasciate dall'ente delegato che solitamente è il Comune, per quanto riguarda invece gli alberghi in qualsiasi zona, quindi quelli compresi in zona B, deve essere l'UTP l'Ente che rilascia il permesso di costruire perché rilasciando l'autorizzazione paesaggistica al comma 4 dice: "Qualora l'intervento sia soggetto ad autorizzazione paesaggistica questa sostituisce la valutazione di coerenza", quindi invece che semplificare diventa quasi impossibile per chi ha voglia o per chi vorrebbe migliorare le proprie strutture farlo, ma stiamo parlano addirittura di quelle in zona B, quindi queste sicuramente da modificare e non solo, troppe volte ho visto in questi anni rapporti di coerenza che non sono arrivati dagli UTP invece poi stravolti con ricorsi al TAR. Quindi non solo questo è rischioso per una questione di tempi a livello burocratico, ma anche per il fine stesso dell'eventuale ristrutturazione che si deve portare a termine, probabilmente questo comma 5 l'avevate impostato perché erano previste ristrutturazioni all'interno di 300 metri dal mare, allora poteva aver una logica, ma è così, secondo me dovrebbe essere modificato quanto meno, o eliminato addirittura, in coerenza con quello che si sta facendo per il comma 9.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Devo dire che ha anche un aspetto comico se vogliamo questo articolo e il suo titolo, procedure per fare cosa? Servirebbe un articolo di questo tipo se ci fosse la concreta possibilità che qualcuno da domani utilizzi questo strumento legislativo per operare all'interno di questi ambiti, all'interno dello sviluppo edilizio, ma questo non è! Credo che sia chiaro anche a voi, certamente spero non con conserviate a lungo l'illusione che questo provvedimento è destinato a non produrre nessun effetto rispetto alla richiesta di sviluppo che c'è per il settore dell'edilizia in Sardegna. Sarebbe certamente utile codificare delle procedure e dare delle indicazioni da questo punto di vista se ci fosse da parte di chi ci ascolta da fuori anche soltanto la speranza di utilizzare questa norma, ma credo che i fatti si incaricheranno di dimostrare che è impossibile che da questo nasca la necessità di utilizzare delle procedure per arrivare ad ottenere risultati di questo tipo. Ora io eviterei ancora a fare una riflessione su ciò che stiamo facendo per il tempo che ci separa dall'approvazione di questa legge, perché molti possono essere i miglioramenti che possiamo ancora recare, però francamente, colleghi, pensare che queste siano delle procedure in qualche maniera utili a risolvere il problema dei cittadini, onestamente, non lo credo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, che sia necessario rendere più snello, più attento quelle che sono le esigenze anche questo articolato, mi pare sia una cosa superflua rammentarlo, che il comma 4 e il comma 9 vadano ad essere cancellati è fuor di dubbio, se non altro per capire quelle che sono le essenze vere delle questioni. Per mio modo di essere, esplicitava stamattina qualche amico giornalista che spesso uso parlare allargando lo spazio delle discussioni normali che si hanno, ma non per giocherellare, né per allontanarmi da quello che si dibatte e si discute ma per rafforzarlo, per creare attenzione attraverso alcune semplificazioni e richiami storici affinché ci caliamo nella realtà attuale. Vedete, da che mondo è mondo i termini spesso e volentieri che si usano vengono usati in maniera tale che quando si usavano originariamente per i quali sono sorti con il tempo è andato desueto o addirittura si è modificato, per esempio symbolum o allegoria, che sono due termini greci, si usavano per determinate cose, oggi si usano per altre, se mettessimo le condizioni date tali non ci comprenderemo gli uni con gli altri e sbaglieremo, è come quando dicevo che se si va in una chiesa che comancini hanno ristrutturato o hanno costruito ex novo soprattutto nei primi secoli del 1200-1300, sicuramente capiranno che c'è quel marmo o quel piastrellare non tutto nere non tutto bianco, il che equivale a cercare convergenze e a non pensare che tutti abbiano la verità in tasca, siano bianchi o siano neri, cosa difficile oggi da trovare, se vedete nei bei saloni si mettono le piastrelle o piastre grandi di 50 o più tutte bianche e tutte nere, è una scacchiera, non è l'originale si è perso il perché fu messa quella condizione, la stessa cosa è per le leggi, se io non traggo il filo conduttore non riesco a capire, questo senso ce lo dà anche quando i giuristi o quando i giudici vanno ad interpretare la norma, o siamo capaci e consci di ragionare in termini obiettivi e oggettivi, vedo il mio amico Sale che proponeva diversità per esempio tra le piramidi e i nuraghe, non è proprio così, quando avremo tempo potremmo discutere, anzi le misurazioni sono le stesse, tronchi coni e piramidi, ma questo è un altro ragionamento che uso, lo uso per dire che quando mettono dentro le leggi persone che debbono giudicare e quelle sono delle sopraintendenze, quelle stesse sopraintendenze che hanno nascosto per trent'anni giganti di Monte Prama, non dandone attribuzioni e che nascondono ancora la stele di Nora e non ci fa riflettere che siano gli stessi che devono dare un parere quello che è la plasticità di una costruzione all'interno di un paese e all'interno del centro storico di un paese, intendete cosa voglio dire? Se questo non è, allora io importo gente dall'esterno che viene qui a dare giudizi, magari portandoci il classicismo di Roma o quello della Toscana, o quello del meridione d'Italia, ma non sono coloro i quali possono già dare un giudizio e un metro che orienti quello che è il giudizio su una legge che noi sottoponiamo alla loro volontà nel momento in cui decidono se va bene o va male, quando ti importano gente, e lo abbiamo visto in altre legislature, gente che è venuta qui a dire il contrario di quello che è l'essenza dell'identità sarda, l'essenza di quello che è il vivere sardo, identità vuol dire ancora abitazioni, tipologia, richiamo a quello che è una tradizione universale, quella che è una dichiarazione del popolo, identità è tutto l'insieme, se questa non si capisce allora noi continueremo a fare leggi e che sono sottoposte ad personam e che non possono dare giudizi e che anzi frenano a bloccano, altro che bianco e nero e correttivo nelle cose che abbiamo detto prima, anche se che il symbolum e allegoria! Qui non c'è niente di tanto simile al niente del niente!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Presidente, l'articolo 24 in realtà continua e rispecchia perfettamente l'andamento e la volontà del legislatore nel creare la confusione per i nostri cittadini ma soprattutto per gli uffici tecnici e gli uffici comunali. Le procedure anche qui collegate alla SCIA, come abbiamo già annunciato nei giorni scorsi, un concetto ormai superato dalla legge del mille proroghe del Governo Renzi, superato ancora da termini nuovi come quello della CILA della certificazione asseverata ad un tecnico e l'articolo 24 in realtà richiama una serie di commi ma ce n'è uno in modo particolare che mi fa rabbrividire, e per il quale vorrei un attimo di attenzione da parte dei colleghi, che è il comma 8 quando parliamo soprattutto del richiamo all'articolo 19 del comma 7. Quando chiediamo e autorizziamo i portatori di handicap ad aumentare le proprie volumetrie all'interno delle abitazioni in realtà stiamo trattando un argomento delicatissimo il quale meriterebbe sicuramente un'attenzione diversa. Ma, cari colleghi, su questo argomento in realtà, e gli amici della maggioranza lo sanno bene, esiste una disciplina consolidata che è la legge numero 3 del 2008, lo avete fatta voi d'altronde, quindi conoscete bene questo concetto, che prevede ampliamenti in questi casi. Quindi noi stiamo mettendo nella legge numero 130 un qualcosa che è già scritto in un'altra legge e che non ha nulla a che vedere che potremo tranquillamente farne a meno. Propongo di questo comma la soppressione, poi lo ritroveremo anche nell'emendamento proprio perché presenta questo tipo di anomalia per un argomento così importante. È indecente mettere in relazione alla situazione di handicap con la condizione per le quali stiamo discutendo questa legge perché l'argomento così delicato come l'argomento degli handicap meriterebbe un po' di cautela e un po' di rispetto. Inoltre come già detto stiamo discutendo di un argomento già regolamentato da una legge e questo argomento tratta una situazione talmente difficile che andrebbe probabilmente discussa in separata sede o soprattutto una legge completamente distinta da quella della legge sulla casa. D'altronde anche il comma 7 dell'articolo 19 in realtà, passatemi il termine, creava quella disuguaglianza tra i portatori di handicap e le loro abitazioni e per tutti quelli che avrebbero gradito magari rendere a norma la propria abitazione per ospitare o un portatore di handicap o per creare delle condizioni affinché questi potessero transitare liberamente negli appartamenti. Questa è l'ennesima dimostrazione come questa legge è stata scritta con superficialità, in modo distratto, in nessun caso soddisfa quelle che sono le esigenze dei nostri concittadini. Non ho dubbi e sono certo che questa legge verrà impugnata e verrà smontata radicalmente. Quindi noi stiamo qui a perdere tempo, discutere di una legge che non avrà sicuramente vita lunga. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Rubiu, su delega del Capogruppo ha chiesto di parlare l'onorevole Sale. Il tempo a disposizione è di sei minuti.
È iscritto a parlare il consigliere Gavino Sale. Ne ha facoltà.
SALE GAVINO (Gruppo Misto). Presidente, onorevoli colleghi, mi fischiano oggi un po' le orecchie, soprattutto da parte del centrodestra. Ma è bene chiarire la nostra posizione. Se voi pensate di far scattare questa banale trappoletta credo che state vivendo un momento di allucinazione. IRS è qui e ha firmato un patto ed è coerente con quel patto col centrosinistra, ovviamente con le sue visioni di diversità che non ci neghiamo, che non ci nascondiamo nel voto segreto, non facciamo imboscate ma giochiamo a carte scoperte. Penso che questa allucinazione è molto simile a quelle periferie allucinate che avete costruito a Milano, a Gallarate, a Busto Arsizio, a Olbia, noi abbiamo semplicemente un'altra visione su due visioni che si stanno confrontando in quest'Aula. Una visione conservativa, da conservatori, da una visione vecchia, che è dimostrata dall'andamento dello sviluppo edilizio, una bolla inesistente dove centinaia di migliaia di case sono invendute, dove centinaia e migliaia di case stanno perdendo valore e qui si vuole insistere ancora nell'aumento di volumetria, noi siamo assolutamente diametralmente opposti a quella visione, abbiamo un'altra visione moderna che è portare quelle case in disfacimento da classe C a classe A dandogli dignità, dandogli un aumento di valore minimo del 30 per cento, avere una visione moderna dove c'è lo indica la Comunità europea, ce lo indicano le migliori nazioni d'Europa e parlano di efficientamento energetico, di risanamento, di ristrutturazione. Fatto 100 miliardi in Italia di sviluppo edilizio il 75 per cento è concentrato sull'efficientamento energetico, risanamento e ristrutturazione, queste sono le due visioni. Io sono qui come consigliere e sono pagato per dare consigli a quest'Aula rispettando quella fetta di popolazione che ci ha dato quelle indicazioni. Non è che Gavino Sale si è sognato questo, no; abbiamo indicazioni delle persone, di chi ha famiglia, di chi ha case, di associazioni come il CNA che ci forniscono questi dati, di imprenditori, abbiamo l'esperienza di Friburgo che con l'efficientamento energetico ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro, sto parlando della Germania, queste sono le tendenze generali tra una visione progressista vera che si inserisce in una visione di una sinistra mondiale democratica, popolare progressista e una visione retrò che fa parte dei peggiori (think tank) conservatori americani. È evidente che quella filosofia è definitivamente morta, è passata e però qualcuno ancora crede di insistere in questa allucinazione collettiva che non farà altro che danno alla nazione sarda. L'altra visione, siamo venuti qui a portare come contributo a questo centro sinistra e vogliamo che questo centro sinistra sia forte, che sia coeso su due forme: una come visione politica e traiettoria politica nuova; secondo come metodo. Perché l'intelligenza, la sensibilità, la capacità imprenditoriale è fora, la abbiamo detto già altre volte, se noi 60 pensiamo che abbiamo un quoziente d'intelligenza superiore ad altri 1.600.000 abbiamo sbagliato completamente direzione, siamo un branco di presuntuosi. Credo che l'ascolto, la metodologia della decisione partecipata sia fondamentale e ce lo stanno urlando e io lo urlò in quest'Aula di sentire le esigenze di chi veramente conosce profondamente il settore, di chi ci lavora e di chi auspica davvero uno sviluppo migliore che non è più nella speculazione ma è esattamente nell'opposto. Questo è per chiarire la posizione di IRS rispetto al centro sinistra che vuole portarci in chissà quale conflitto, no. Noi siamo coerenti e siamo leali al patto che noi abbiamo sottoscritto e il nostro è semplicemente un contributo diverso ma un contributo per tutta la nazione sarda. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Sale, onorevole Pittalis delega l'onorevole Tedde?
È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Grazie signor Presidente, e grazie onorevole Pittalis di avermi dato questo privilegio. Ma se quando abbiamo iniziato a discutere questo disegno di legge la confusione regnava sovrana oggi questa confusione è sicuramente stata centuplicata e a rendere ancora più plastica questa confusione è intervenuto l'onorevole Sale del quale parlerò dopo, però considerato che noi siamo qui come oppositori che lavorano per cercare di migliorare un testo di legge non migliorabile, Assessore, le vorrei segnalare quello che probabilmente è un refuso, ma che rischia poi di creare qualche problema. Laddove al comma 8 viene richiamato l'articolo 19 comma 7 in tema di SCIA per le abitazioni dei disabili, probabilmente si riferiva al comma 8, perché il comma 7 dell'articolo 19, se non ricordo male, parla delle zone D. Quindi le segnalo che è necessario modificare questo comma sotto questo ulteriore aspetto, sotto questo ulteriore profilo. Dicevo, adesso siamo completamente confusi, perché l'onorevole Sale con le sue dichiarazioni ha contribuito ad aggravare lo scompiglio nelle nostre menti. L'onorevole Sale molto poco onomatopeicamente sta condendo questo disegno di legge con voti dolci e positivi per la maggioranza e per la Giunta, nonostante le pesantissime dichiarazioni che continua a fare anche qui e sulla stampa soprattutto, laddove parla di cementificatori che starebbero solo da una parte, dimenticandosi invece che ha votato un emendamento in quest'aula che consente alla Qatar foundation la realizzazione di centoventisei villette, forse non si è avveduto, forse non si è accorto, però lo ha votato. E allora è evidente che l'onorevole Sale ritiene che ci siano mattoni e volumi di serie A e di serie B, di serie A sono quelli delle centoventisei villette dell'imprenditore megagalattico, mentre invece di serie B sono i mattoni di quelle povere famiglie che vogliono fare i 20 metri quadri per realizzare una stanza per il proprio figlio. Non mi pare che sia questo il modo per dare consigli, non sono questi i consigli che servono alla Sardegna, onorevole Sale, sono ben altri i consigli che servono alla Sardegna. Io ho il vago sospetto che considerato che le cose che ho dette l'onorevole Sale le dice, le scrive, le contraddice, ci sia un problema di crisi di identità. Ma stai a vedere che quella crisi di identità di cui più volte abbiamo parlato in questa Aula del famigerato Vitangelo Moscarda non ha colto in modo pesante l'onorevole Sale, non ha afflitto in modo pesante l'onorevole Sale? Che parla di banali trappolette. Ma quali trappolette, bisogna essere coerenti, non si può dire nero qui e poi votare verde, non si può dire rosso fuori dall'aula e poi invece votare molto poco onomatopeicamente assieme alla maggioranza, con voti dolci e non salati, allucinazioni. Qui c'è bisogno di una traduzione simultanea, una visione moderna dell'edilizia, dell'urbanistica. Ma quale visione moderna dell'edilizia e dell'urbanistica, questa è una confusione totale, è la legge e le dichiarazioni dell'onorevole Sale.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU
(Segue TEDDE MARCO.) Credo che ci sia necessità di una regolata, credo che le dichiarazioni debbano essere coerenti col voto che si da in quest'aula, non si può prendere in giro la Sardegna, non si può far credere alla Sardegna che si vota in un modo, mentre invece in quest'aula si vota nell'esatto opposto di come all'esterno si esce con dichiarazioni roboanti. Quindi, le allucinazioni sicuramente non stanno da questa parte, sicuramente non staranno neanche dall'altra parte, ma qualche indizio comunque ce l'abbiamo. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento soppressivo totale numero 223, con parere contrario della Commissione.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 223.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore e che il consigliere Azara ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 47
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 17
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento soppressivo parziale numero 274, parere contrario della Commissione.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 274.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Lotto - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 46
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 18
contrari 28
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento soppressivo parziale numero 275 uguale all'emendamento numero 499.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 275 uguale all'emendamento numero 499.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Locci, Tunis e Zedda Alessandra hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 46
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 17
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 276.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 276.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: CARTA - CHERCHI Oscar - CRISPONI - DEDONI - FASOLINO - FLORIS - LOCCI - ORRù - PERU - PINNA Giuseppino - PITTALIS - RUBIU - SOLINAS Christian - TEDDE - TRUZZU - TUNIS - ZEDDA Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 46
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 17
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 277.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 277.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 47
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 17
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
Chiedo se devo continuare con la votazione elettronica palese.
PITTALIS PIETRO (FI). Sì.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 232 che è uguale all'emendamento numero 467.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 232 uguale all'emendamento numero 467.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 48
astenuti 2
maggioranza 25
favorevoli 17
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 468.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). A seguito del dibattito, degli interventi che ci sono stati e anche degli approfondimenti sul "468", considerato che comunque resta in vigore il pronunciamento del Ministero dei beni culturali, esprimiamo parere favorevole della Commissione sull'emendamento numero 468, che è quello che cancella le parole: "Ad eccezione di quelli dell'articolo 20" e relativo alla costruzione degli alberghi.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 468.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 468.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Deriu - Desini - Fasolino - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Risponde no il consigliere: Floris.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 48
astenuti 2
maggioranza 25
favorevoli 47
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 199.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Ritiro la richiesta di voto elettronico palese.
PRESIDENTE. Possiamo procedere alla votazione per alzata di mano. Metto in votazione l'emendamento numero 199
Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 198. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 197. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 33 che è uguale ai numeri 193, 469 e 476. Chi lo approva alzi la mano
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento sostitutivo parziale numero 628, che emenda il numero 130. È un emendamento all'emendamento, con parere favorevole della Commissione.
Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 466. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Dobbiamo votare l'emendamento numero 130 perché l'emendamento numero 628 era un sostitutivo parziale. Votiamo i punti che non sono stati emendati, cioè i punti 1 e 2.
Metto in votazione l'emendamento numero 130. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 474. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 39. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione il testo dell'articolo 24. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 37. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 416. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
La seduta è tolta, il Consiglio è convocato domani alle ore 10
La seduta è tolta alle ore 20 e 04.
Allegati seduta
Testo delle risposte scritte
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Forma sui motivi della chiusura del servizio di epatologia nel poliambulatorio di Macomer. (272)
In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si trasmette allegata alla presente la relazione predisposta dalla competente ASL contenente puntuali ed esaustivi elementi di risposta.
In relazione all'Interrogazione presentata dall'On. Daniela Forma sulle motivazioni della chiusura del servizio di Epatologia presso il Poliambulatorio di Macomer ritengo opportuno fare alcune precisazioni.
Al momento del mio insediamento come Commissario della ASL di Nuoro ho constatato che, nonostante questa Azienda avesse preso accordi con la ASL di Sassari fin dal mese di febbraio 2014. per la stipula di una apposita convenzione che assicurasse la presenza di due specialisti (Dott. Bandiera e Dott. Alagna), non era stato ancora formalizzato l'atto convenzionale.
La mancata formalizzazione dell'atto non ha consentito ai due professionisti di svolgere l'attività presso il Poliambulatorio di Macomer.
Con decorrenza 27 febbraio 2015 ho disposto la riattivazione dell'ambulatorio di Epatologia, garantendo una volta alla settimana la presenza del Dott. Francesco Arcadu, Direttore della S.C. di Medicina del P.O. San Francesco.
Risposta scritta dell'assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Moriconi sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute ex articolo 66, legge 23 dicembre 2000, n. 388. (318)
Come indicato nell'interrogazione in oggetto, la legge n. 388 del 23 dicembre 2000 - legge finanziaria per il 2001 - comma 14 all'articolo 66 disponeva, a decorrere dall'anno 2004, il trasferimento alle regioni di una somma pari al 50 per cento dell'introito derivante dall'applicazione della tariffa sulle concessioni governative relative alle licenze di porto di fucile per uso caccia da ripartire tra le regioni per la realizzazione di programmi di gestione faunistico-ambientale, norma a cui non ha fatto seguito specifica attuazione.
Per la Regione Autonoma Sardegna la ripartizione del gettito tributario tra Stato e Regione è disciplinato dall'art. 8 dello Statuto.
In particolare la lettera b) stabilisce che il gettito sulle concessioni governative relative alle licenze di porto di fucile per uso caccia competa alla Regione nella misura di 9 decimi.
Lo Statuto non prevede vincoli di destinazione delle somme, così come non lo prevede nessuna legge regionale fino ad oggi adottata.
Attualmente il gettito viene introitato dalla RAS attraverso rimesse dirette mensili da parte dell'Agenzia delle Entrate. L'Agenzia riscuote il pagamento della tassa principalmente con bollettino postale sul c/c 8003 intestato all'agenzia delle Entrate, con l'indicazione del codice tariffa 1518.
Poiché il c/c 8003 è utilizzato per la riscossione di diverse tipologie di concessioni governative il riversamento mensile è cumulativo e pertanto al momentoto non è possibile comunicare nel dettaglio l'importo specificatamente attriibuibile alle concessioni governative relative alle licenze di porto di fucile per uso caccia.
Si può però affermare che per il 2015 le tasse sulle concessioni governative riscosse tramite conto corrente postale sono state provvisoriamente quantificate in 6.824.615,25 euro (di cui 6.551.142,41 euro relativi al c/c 8003) e ci verranno versate in quote mensili di 568.717,94 euro, fermo restando che la concessione in analisi è un di cui dell'importo medesimo.
A completamento delle informazioni al riguardo, va evidenziato che una piccola parte della tassa in esame ci viene versata anche da Equitalia per i pagamenti effettuati con f23 a valere sul capitolo di Bilancio dello Stato 1238.
A conclusione di quanto sin ora esposto, sì può ragionevolmente affermare che la Regione Autonoma Sardegna non ha subito alcun danno dalla mancata attuazione della norma in oggetto, in quanto le somme concernenti concessioni governative relative alle licenze di porto di fucile per uso caccia sono regolarmente introitate attraverso l'applicazione della lettera b) dello Statuto e pertanto non è necessario promuovere alcun tipo di azione nei confronti dello Stato.
Testo delle interrogazioni dell'interpellanza e mozioni annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori precari che hanno prestato servizio presso l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna fino al 31 dicembre 2013.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- nel periodo intercorrente tra il mese di gennaio e il mese di marzo 2010, l'agenzia ARPAS ha pubblicato bandi di selezione a evidenza pubblica per titoli e prova orale rivolti ai soggetti inseriti nelle vetrine candidati del "Programma Master and Back", finalizzati all'assunzione di personale con laurea specialistica e formazione post lauream in Scienze biologiche, naturali e ambientali, in Geologia e Ingegneria ambientale - categoria DO, con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e determinato, della durata di 24 mesi, a partire dal 12 luglio 2010;
- dopo i primi 24 mesi, il contratto di lavoro delle suddette figure professionali è stato prorogato di 12 mesi, ai sensi dell'articolo 4 comma 45 della legge regionale n. 6 del 15 marzo 2012;
- in applicazione del disegno di legge 21 maggio 2013, n. 54, i suddetti contratti sono stato prorogati di ulteriori 6 mesi, con scadenza fissata alla data del 31 dicembre 2013, al fine di "...far fronte ad esigenze operative connesse con le attività istituzionali dell'ARPAS, non disponendo in organico di figure professionalmente quali/quantitative idonee a svolgere le mansioni specifiche inerenti tali attività...";
RILEVATO che, alla data del 31 dicembre 2013, il personale precario dell'Agenzia ARPAS ha raggiunto una maturità di servizio di 43 mesi, decorsi senza soluzione di continuità, con contratto di lavoro a tempo determinato in qualità di dipendenti inquadrati in categoria DO;
PRESO ATTO di quanto disposto dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147, in cui, all'articolo 1, comma 529, si prevede espressamente che: "Le regioni che alla data dell'ultima ricognizione effettuata al 31 dicembre 2012 non si trovino in situazioni di eccedenza di personale in rapporto alla dotazione organica...possono procedere, con risorse proprie, alla stabilizzazione a domanda del personale interessato";
CONSIDERATO che:
- per sopperire alla mancanza di personale qualificato, l'Agenzia ARPAS ha indetto gare d'appalto finalizzate all'esternalizzazione delle attività di "Monitoraggio delle acque marino-costiere e di transizione della Regione Sardegna", richiedendo agli operatori economici partecipanti di "Disporre nel proprio organico ovvero (in caso di aggiudicazione) impegnarsi ad acquisire nel proprio organico (anche con contratti di collaborazione o libero-professionali), per tutto il periodo di validità del contratto", figure professionali con i medesimi requisiti posseduti dai precari non più in servizio dal 31 dicembre 2013;
- l'Agenzia, noncurante della disponibilità più volte espressale dai professionisti in servizio fino al 30 dicembre 2013, è attualmente parte convenuta in un ricorso al Tribunale amministrativo regionale, depositato in data 3 settembre 2014,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per conoscere:
1) se siano a conoscenza della situazione riguardante i 12 lavoratori sopraccitati e se, allo stato attuale, siano stati approntati idonei provvedimenti per addivenire a una soluzione;
2) se intendano procedere all'attuazione di un intervento normativo regionale di recepimento delle norme nazionali, al fine di garantire il reinserimento dei 12 professionisti precari nell'organico dell'Agenzia ARPAS e la conseguente stabilizzazione. (335)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sull'immediata attivazione dei nuovi reggimenti di logistica e artiglieria della Brigata Sassari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la Brigata Sassari, costituita a Sinnai e a Tempio nel marzo del 1915 con personale reclutato in Sardegna, combatté nella Prima Guerra Mondiale guadagnandosi, oltre che la riconoscenza dell'Italia tutta, il rispetto reverenziale del nemico che battezzò i suoi soldati con l'appellativo di "diavoli rossi". Nel 1940 la "Sassari", trasformata in divisione, operò nei Balcani e nel 1943 partecipò alla difesa di Roma;
- sciolta nel dopoguerra, la Brigata venne ricostituita nel 1988, mantenendo la peculiarità del reclutamento prevalentemente regionale. Oggi è costituita da Volontari ed è dislocata in Sardegna con un Comando Brigata, un Reparto Comando e Supporti Tattici, due Reggimenti fanteria, un Reggimento bersaglieri e un Reggimento genio guastatori;
CONSIDERATO che:
- sono in corso in tutto il territorio nazionale le celebrazioni per il centenario della nascita di questa gloriosa unità;
- la Brigata Sassari è composta prevalentemente da militari e personale sardo, fattore che consente a migliaia di nostri corregionali di risiedere nell'Isola, garantendo così il mantenimento di importanti risorse sul territorio isolano con chiari ed evidenti ritorni economici e sociali per le nostre comunità;
- lo Stato Maggiore dell'Esercito ha da tempo previsto la costituzione di due nuovi Reggimenti della Brigata Sassari, uno logistico con sede a Cagliari, e uno di artiglieria con sede a Nuoro;
- la costituzione dei due nuovi reggimenti consentirebbe il rientro in Sardegna di un migliaio di militari sardi attualmente in servizio nella Penisola;
- i lavori per ospitare a Cagliari le prime 600 unità del reggimento logistico sono stati ultimati;
- il reggimento logistico sarebbe dovuto essere operativo nella città di Cagliari già sul finire del 2014;
- a oggi, invece, non risulta affluito dalla Penisola alcun volontario da destinare agli organici di detta unità logistica che, è opportuno sottolineare, ha una sua specifica valenza anche in relazione all'eventuale impiego in caso di pubbliche calamità quali, ad esempio, quella che ha riguardato la città di Olbia;
VISTO che:
- dall'inizio della legislatura il Presidente Pigliaru e la sua Giunta, pressati da componenti della maggioranza che lo sostengono, hanno più volte ipotizzato la drastica riduzione o l'eliminazione delle cosiddette Servitù militari, tra cui il poligono di Capo Frasca e quello di Teulada, eventualità che priverebbe anche la Sassari di aree di addestramento e presumibilmente metterebbe in discussione la permanenza dell'intera Brigata nell'isola;
- il poligono di Teulada è oggetto di un possibile intervento finanziario per il suo ammodernamento e messa in sicurezza per il miglior addestramento delle nostre forze armate chiamate a operare in scenari operativi internazionali;
RITENUTO che sia doveroso, per la sicurezza della nostra popolazione e della nostra comunità nazionale, ma anche per le popolazioni civili, che le nostre forze armate sono chiamate a difendere dal terrorismo internazionale, che gli stessi soldati siano ben addestrati e pronti all'intervento;
CONSIDERATO che:
- se venisse chiuso il poligono di Capo Teulada la Brigata Sassari sarebbe costretta a insostenibili onerosi trasferimenti navali e aerei verso altri poligoni nel resto d'Italia o all'estero, eventualità che comporterebbe non solo l'annullamento definitivo dell'afflusso dei 1000 uomini preventivati per i due reggimenti sopraccitati, ma il ridimensionamento o il trasferimento dell'intera Brigata Sassari in altre sedi fuori regione;
- il verificarsi di questa eventualità sarebbe di una gravità inaudita, con ripercussioni sia in campo socio-economico sia di immagine per la stessa Regione Sardegna che rischierebbe di lasciare senza casa la Brigata Sassari proprio nell'anno del suo centenario;
VISTO che a Nuoro è stata completata una nuova caserma per accogliere il citato reggimento artiglieria della Sassari e il sindaco del capoluogo nuorese ha dichiarato di essere in attesa dell'arrivo dei 400 militari preventivati,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se nelle sue interlocuzioni con il Governo ha chiesto la chiusura del Poligono di Capo Teulada, con la consapevolezza che questo avrebbe comportato il rischio del trasferimento dall'Isola di tutta la Brigata Sassari;
2) se è a conoscenza dei motivi per cui lo Stato Maggiore dell'Esercito ha congelato, se non annullato, il trasferimento di 1000 uomini nei 2 nuovi reggimenti e se corrisponde al vero che il reale motivo di una tale impasse sia appunto l'intenzione più volte manifestata dalla maggioranza di centrosinistra di voler chiudere il Poligono di Capo Teulada;
3) quali azioni intenda intraprendere per sollecitare allo Stato Maggiore dell'Esercito l'attivazione dei due nuovi reggimenti, in modo che oltre un migliaio di militari sardi e, non si dimentichi, i relativi nuclei familiari, oggi di stanza nella Penisola, possano transitare nella forza effettiva dei due reggimenti in questione. (336)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul crollo di un muro di sostegno in area di proprietà della Regione Sardegna, sita in via Vittorio Veneto, 28 e oggi sede del CRAL.
Il sottoscritto,
PREMESSO che, in data 25 marzo 2015, una squadra del Corpo dei Vigili del fuoco, più precisamente del distaccamento del porto, è intervenuta per verificare la stabilità di un muro di sostegno posto all'interno di una proprietà della Regione, sita in via Vittorio Veneto 28 e gestita dal CRAL della medesima Regione;
APPURATO che:
- il muro, dell'altezza di 8 metri e realizzato con materiale pietroso irregolare, è crollato causando il deposito di detriti e del terreno contenuto dalla struttura squassata in corrispondenza della piastra di calcestruzzo sovrastante,
- a circa 6 metri dal bordo esterno della piastra in calcestruzzo, delimitata da rete metallica, vi è l'ingresso di una palestra;
- la palestra è frequentata non solo dai dipendenti della Regione, iscritti al Cral, ma anche dai figli degli stessi, alcuni dei quali portatori di handicap mentale;
- come risulta dal verbale del comandante provinciale dei Vigili del fuoco, "sul posto si è provveduto a transennare i percorsi di accesso esterni verso la palestra e verso la base del muro, al fine di non consentire l'avvicinamento di estranei alle zone interessate al dissesto poiché l'evoluzione del dissesto stesso è certamente negativa in quanto il terreno sottostante la piastra, non più contenuto dal muro, inevitabilmente si sfalderà in quanto materiale incoerente, specialmente per effetto degli agenti atmosferici. Detto sfaldamento presumibilmente determinerà, in tempi non prevedibili, la rottura della piastra in calcestruzzo per aumento della luce dello sbalzo, sino ad interessare, eventualmente, le fondazioni della palestra";
- in conclusione, i Vigili del fuoco, in via precauzionale, hanno interdetto il passaggio nella citata piastra sino all'esecuzione dei lavori di ricostruzione del muro di sostegno o altri lavori in grado di garantire un'equivalente messa in sicurezza dell'area; inoltre hanno interdetto l'uso della palestra sino all'effettuazione dei lavori o in alternativa di uno studio geotecnico, a firma di un professionista abilitato, che assicuri la stabilità delle strutture della palestra, compresi i percorsi esterni di accesso;
CONSIDERATO che, dal 25 marzo a oggi, la Sardegna e la città di Cagliari sono state interessate da forti perturbazioni atmosferiche, in particolar modo pioggia e vento, tanto da far registrare ingenti danni in varie parti della città;
RITENUTO che:
- la palestra rappresenta un bene da tutelare nell'interesse della Regione, istituzione che non può correre il rischio di veder pregiudicata la stabilità di un proprio edificio per la mancanza di tempestività d'intervento;
- la stessa palestra confina con villa Devoto e, pertanto, se non si interviene tempestivamente potrebbe generare danni importanti a uno dei beni più importanti e preziosi della Regione;
- un pronto intervento comporta sicuramente meno oneri e spese per la Regione, rispetto al peggioramento delle condizioni, peraltro previste dal verbale dei Vigili del fuoco e, soprattutto, preclude la possibilità che possano generarsi ulteriori condizioni di pericoli per chi frequenta i vicini locali del CRAL e la stessa sede sociale di proprietà della Regione;
VISTO che:
- gli iscritti al Cral della Regione e i figli, tra cui, come sopracitato, anche portatori di handicap mentale, sono stati costretti a un trasferimento nei locali posti al piano inferiore della sede sociale ai quali, purtroppo, si accede solo attraverso una lunga scalinata;
- in questi anni, tutti gli interventi di manutenzione ordinaria della palestra e della sede sociale del CRAL sono avvenuti con risorse proprie dell'Associazione, senza mai gravare sulle casse della Regione;
- in seguito alla pronta segnalazione del crollo agli uffici competenti da parte dei rappresentanti del CRAL, è stato svolto un sopralluogo dei funzionari del servizio tecnico dell'Assessorato degli enti locali, al quale, tuttavia, non è seguita alcuna informazione né comunicazione nemmeno per le vie brevi,
chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto avvenuto in questi giorni nei locali di proprietà della Regione in via Vittorio Veneto 28;
2) come intendano procedere per avviare i lavori di ricostruzione del muro di sostengo o ogni altro intervento capace di garantire un'eventuale messa in sicurezza dell'area, consentendo in questo modo una regolare ripresa dell'attività nella palestra del Cral. (337)
Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata riproposizione del bando finalizzato all'esercizio di azioni sistema e supporto ai processi d'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese da parte dell'Assessorato regionale dell'industria.
I sottoscritti,
PREMESSO che, nell'ottobre 2012, l'Assessorato regionale dell'industria ha pubblicato un bando volto a favorire i processi d'internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese sarde attraverso la concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione di piani aziendali contenenti azioni e interventi finalizzati a sostenere percorsi di penetrazione e consolidamento sui mercati esteri, sia da parte di imprese che non esportano abitualmente sia d'imprese il cui mercato di riferimento si trova all'estero;
RILEVATO che numerose sono state le imprese sarde che hanno partecipato al bando, per il quale la Regione aveva stanziato complessivamente 1.500.000 di euro a favore delle micro, piccole e medie imprese (PMI), come definite nell'Allegato I del Regolamento (CE) 800/2008;
CONSIDERATO che l'iniziativa aveva suscitato notevole interesse tra le imprese sarde per le finalità del progetto che consentiva alle PMI della Sardegna di aprirsi a nuovi mercati al di fuori del territorio nazionale, la cui raggiungibilità è spesso frenata da problematiche legate all'insularità e ai trasporti che creano oggettive difficoltà anche a importanti realtà imprenditoriali sarde nell'affacciarsi sui mercati internazionali nonostante l'elevata qualità e l'alto valore aggiunto dei prodotti e dei servizi offerti;
PRESO ATTO degli incoraggianti e positivi segnali che giungono dal comparto delle PMI, testimoniati dalle dichiarazioni del Presidente del Gruppo PMI Internazionale dell'ANCE, il quale ha, recentemente, espresso grande soddisfazione per l'enorme apprezzamento che il sistema delle PMI italiane riscuote all'estero, dove la dinamicità, la flessibilità, l'elasticità organizzativa e produttiva e l'elevata propensione all'innovazione tecnologica delle nostre imprese medio-piccole sono qualità ammirate ed emulate e suscitano l'interesse delle autorità e degli operatori economici degli altri paesi;
PRESO ATTO, altresì, che la sfida futura consiste nell'accompagnare le imprese che si sono già date una dimensione internazionale, ma, soprattutto, nel sostenere adeguatamente quelle che ancora, per ragioni diverse, non ci sono riuscite pur disponendo di quelle caratteristiche che determinerebbero il successo dei loro prodotti o servizi anche all'estero;
OSSERVATO che i benefici previsti dall'intervento regionale, finanziato dalla Regione nel 2013 per sostenere efficacemente i processi d'internazionalizzazione delle PMI sarde, andavano proprio nella direzione sopra auspicata e rappresentata, costituendo un importante opportunità di sviluppo e crescita della propria dimensione aziendale in un periodo storico in cui globalizzazione e crisi economica hanno di fatto reso la concorrenza ancora più sfrenata e agguerrita,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:
1) se sia intendimento dell'Amministrazione regionale procedere nell'immediato alla riproposizione dell'intervento già finanziato nel 2013 e finalizzato a favorire i processi d'internalizzazione delle PMI sarde;
2) quali siano le eventuali ragioni che impedirebbero all'Amministrazione regionale di negare al sistema delle PMI dell'isola un sostegno determinante per aiutare le nostre aziende ad ampliare il proprio mercato di riferimento oltre i confini nazionali;
3) quali siano le iniziative che l'Amministrazione regionale ha intenzione di assumere al fine di consentire nell'immediato alle imprese sarde di accedere alla agevolazioni a sostegno delle operazioni e delle attività di riorganizzazione aziendale in chiave internazionale. (338)
Interrogazione Locci - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul Piano locale di gestione Asse 3 Misura 3.1 art. 37 lettera m) regolamento (CE) 1198/2006 del FEP, relativo tra l'altro alla riconversione piccolo strascico.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'asse 3 - misura 3.1 azioni collettive, articolo 37, lettera m) del regolamento (CE) 1198/2006 del FEP, fa riferimento al Piano locale di gestione denominato Strascico 10/ACO2011 che, prevede, appunto, la dismissione del sistema di strascico per le imbarcazioni appartenenti al gruppo A1 e gruppo A2;
- tale Piano locale di gestione è stato presentato, come gruppo proponenti, dall'Associazione armatori M/P sardi, ai fini della valutazione, all'ARGEA, in data 12 settembre 2012;
- la Regione ha trasmesso, dopo attenta disamina, il suddetto Piano locale di gestione, ai fini dell'approvazione al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAF), in data 10 ottobre 2014;
- il Piano locale di gestione di cui sopra è attualmente in corso di disamina presso il Ministero delle politiche agricole;
- esiste, da parte dell'Associazione armatori M/P sardi, un forte interesse a tale misura in quanto la maggioranza delle imprese ittiche della Sardegna ha aderito a tale gruppo proponente;
ACCERTATO che:
- le imbarcazioni interessate dalla proposta del Piano locale di gestione sono 90, con un tonnellaggio (GT) complessivo di 5.632, che rappresentano il 70 per cento dell'intera flotta sarda in termini di GT;
- il raggiungimento del 70 per cento rappresenta un punto di partenza che vede di fatto coinvolti tutti gli armatori aderenti, insieme con l'Università degli studi di Cagliari, dipartimento di Biologia marina, per gestire al meglio le risorse demersali, coniugando la sua tutela con la sostenibilità economica delle imprese di pesca, che hanno quale obiettivo finale il raggiungimento di un valore aggiunto sempre maggiore e un incremento dell'occupazione;
- il gruppo proponente si è costituito con il fermo intento di autoregolamentare l'attività di pesca nel mare territoriale della Sardegna e, nel contempo, di valorizzare la commercializzazione dei prodotti ittici proveniente dai M/P appartenenti al gruppo, attraverso la propria identificazione durante tutta la filiera, attraverso anche l'apposizione di un marchio di provenienza;
- sono interessati i compartimenti marittimi di: Capitaneria di porto di Cagliari, Capitaneria di porto di Oristano, Capitaneria di porto di Olbia, Capitaneria di porto di La Maddalena;
APPRESO, inoltre, che:
- appare di primaria importanza la condivisione del gruppo proponente di riconvertire il cosiddetto piccolo strascico che rappresenta il punto di attrito con la pesca artigianale;
- la media complessiva dei ricavi annui delle imprese costituenti il gruppo, per il periodo 2006-2010, si aggira, complessivamente, a euro 14.280.723,73;
- la media complessiva dei costi intermedi annui, delle imprese costituenti il gruppo, per il periodo 2006-2010, si aggira complessivamente a euro 8.787.291,93;
- quindi, emergono evidenti ricadute positive dalla media dei valori aggiunti, delle imprese componenti il gruppo, che, per il periodo 2006-2010, si attestano complessivamente a euro 5.416.695,53;
CONSIDERATO che:
- l'Associazione Armatori M/P sardi è in attesa di risposta da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
- la Regione, in particolare l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, all'evidenza dei fatti, appare in dovere di intervenire presso il MIPAF;
EVIDENZIATO che:
- l'approvazione definitiva e di conseguenza la dismissione delle piccole imbarcazioni per lo strascico, consentirà ai piccoli armatori di ricevere il relativo equo indennizzo da parte della Comunità europea;
- occorre dare risposte certe al fine di consentire agli imprenditori ittici, di tutte le marinerie regionali, di organizzare in tempo utile le stagioni di pesca,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale:
1) per sapere se la Regione stia mettendo in atto un serio e continuo monitoraggio sullo stato del Piano locale di gestione, al fine di consentire alla maggioranza degli imprenditori ittici la riconversione del piccolo strascico;
2) per conoscere se siano previste azioni al fine di evitare ulteriori ritardi da parte del MIPAF;
3) per sapere quanto tempo ancora devono attendere gli armatori sardi per ricevete gli indennizzi a loro spettanti. (339)
Interrogazione Tatti - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino, con richiesta di risposta scritta, in merito all'avvio a regime della dematerializzazione della ricetta medica in Sardegna, in base alla deliberazione n. 13/4 del 31 marzo 2015.
I sottoscritti,
PREMESSO che, con la deliberazione n. 13/4 del 31 marzo 2015, è stata varata la ricetta dematerializzata, con l'avvio a regime della dematerializzazione della ricetta medica in Sardegna, anche in seguito al decreto ministeriale del 2 novembre 2011;
ACCERTATO che:
- con tale provvedimento si apre una nuova stagione per la sanità isolana, che si proietta, di fatto, nella modernità; infatti, dal 15 aprile, dovrebbe partire l'era della ricetta medica elettronica, con un risparmio previsto di un milione di euro all'anno;
- in base ai progetti, si prevede di arrivare al 90 per cento di copertura entro il 2016;
- 660 farmacie e 1.660 medici di famiglia isolani sono coinvolti in questa vera e propria rivoluzione; nel corso degli ultimi mesi, sono stati preparati per riuscire a partire fra due settimane e, parallelamente, è in corso l'adeguamento di tutte le strutture del Sistema sanitario regionale per registrare l'erogazione delle prestazioni sanitarie utilizzando il sistema della ricetta elettronica dematerializzata;
RILEVATO che l'obiettivo del provvedimento è indiscutibilmente molto ambizioso, ma appare di difficile realizzazione, almeno nel breve periodo, visto che nelle zone interne della Sardegna, Sulcis-Iglesiente, Oristanese, Nuorese e Ogliastra, ci sono ancora alte percentuali di esclusione digitale legati al digital divide, un fenomeno che sembra insuperabile nel breve periodo;
VALUTATO che:
- in tante delle zone interne è, dunque, impossibile accedere alle reti telematiche e si segnala la carenza della banda larga; non solo, anche i ripetitori della telefonia mobile non funzionano in modo efficiente;
- non si comprende, dunque, come si possa affrontare la sfida della ricetta medica elettronica senza gli strumenti atti a superare il divario di tanti paesi nell'accesso alla rete;
ANNOTATO che, entro il 2016, si dovrebbe arrivare al 90 per cento di copertura: un'operazione irrealizzabile e impraticabile, considerato che una vasta porzione di territorio isolano è ancora escluso dall'accesso agli strumenti tecnologici;
DATO atto che:
- la missione dichiarata è di giungere all'eliminazione delle ricette rosa di carta nell'immediato futuro, lasciando poi spazio alle ricette dematerializzate;
- si tratta della tappa conclusiva di un cammino iniziato lo scorso giugno;
APPRESO che:
- secondo le direttive, il progetto sarebbe stato predisposto per l'avvio entro due settimane, con l'adeguamento di tutte le strutture del Sistema sanitario regionale per registrare l'erogazione delle prestazioni sanitarie, adeguandole al sistema della ricetta elettronica;
- ogni anno in Sardegna sono emesse 21 milioni di ricette farmaceutiche e 4 milioni di prescrizioni di visite specialistiche, una mole di lavoro da adattare e adeguare in tempi rapidissimi a questa rivoluzione digitale;
CONSTATATO che l'accelerazione data al progetto rischia, peraltro, di complicare il lavoro a molti medici di famiglia, oltre che ai pazienti, che dunque sarebbero costretti a utilizzare maggior tempo per l'erogazione dei servizi richiesti;
OSSERVATO che, entro il 31 dicembre 2015, tutti i medici di famiglia dovrebbero essere inseriti nel sistema e, perciò, in grado di prescrivere la ricetta dematerializzata che, almeno nella fase iniziale, sarà stampata in copia dallo stesso medico, mentre l'originale arriverà per via telematica direttamente alla farmacia in formato digitale;
SOTTOLINEATO che:
- sarebbe necessario, invece, attuare il superamento del digital divide e la carenza delle infrastrutture tecnologiche per permettere a medici, professionisti e pazienti un facile e rapido accesso agli strumenti informatici;
- invece si pensa a un salto che potrebbe provocare parecchie difficoltà nei centri dell'interno isolano;
RIMARCATO che tale passaggio appare essere stato fatto senza la necessaria sinergia con gli ordini professionali e con i comuni dell'interno, non ancora attrezzati per il superamento del digital divide,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale:
1) per sapere in base a quali criteri e/o parametri si sia deciso di avviare il progetto della ricetta elettronica dematerializzata in tempi così rapidi e veloci;
2) per conoscere il numero dei centri isolani che ancora soffrono del digital divide e, quindi, dell'esclusione dall'utilizzo degli strumenti informatici moderni, senza i quali è impossibile accedere al Sistema sanitario regionale;
3) per valutare se non sia il caso di adottare una sinergia con gli ordini professionali, al fine di evitare un salto nel vuoto e, quindi, il mancato raggiungimento del 90 per cento della copertura regionale previsto dalla deliberazione n. 13/4 del 2015.
4) per verificare la possibilità di un allungamento dei tempi della ricetta elettronica per fare in modo che i paesi dell'interno possano accedere ai moderni sistemi tecnologici. (340)
Interrogazione Comandini - Deriu - Cozzolino - Forma - Manca Gavino - Pinna Rossella - Sabatini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla riorganizzazione aziendale dell'ASL n. 8 di Cagliari, circa la soppressione dell'Unità operativa per le dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo e il relativo accorpamento all'Unità organizzativa complessa - Centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici alcol-correlati, afferente al Dipartimento di salute mentale.
I sottoscritti,
premesso che:
- l'Associazione regionale dei club alcologici territoriali (ARCAT Sardegna) è un'associazione di volontariato, alla quale aderiscono le Associazioni locali club alcologici territoriali (ACAT); sia l'ARCAT che le ACAT nascono per promuovere e facilitare il lavoro e lo sviluppo dei CAT (Club alcologici territoriali);
- i CAT sono comunità multifamiliari, costituite da famiglie con problemi alcol-correlati, che con impegno stanno affrontando i problemi da un punto di vista sistemico e relazionale, supportati da un servitore insegnante (l'operatore professionale) che presta il proprio servizio nei club;
- l'ARCAT, presente sul territorio regionale dal 1992 con circa 85 CAT, rappresenta un supporto prezioso, sia sul piano professionale che su quello umano, per tutte quelle famiglie sarde che hanno a che fare con problemi di dipendenza da alcol, tabacco e gioco d'azzardo;
- si tratta di un servizio che si può considerare oramai capillare in tutto il territorio sardo, che si concretizza in attività ad ampio raggio che vanno dalla prevenzione fino alla riabilitazione dei soggetti con problemi alcol-correlati, attraverso interventi medici e psico-sociali basati sia dal lavoro di rete nella comunità, sia da un approccio ecologico-sociale, elaborato dal prof. Vladimir Hudolin, membro dell'Organizzazione mondiale della sanità;
CONSIDERATO che:
- con la deliberazione n. 12/3 del 27 marzo 2007, la Giunta regionale ha approvato il Programma regionale d'interventi nel settore delle dipendenze, ribadendo quanto segue: "lo scenario relativo all'uso e abuso di sostanze (legali e illegali) si è modificato fortemente con gli anni: alla dipendenza dall'eroina e dall'alcol si affiancano infatti oggi comportamenti di uso e abuso di sostanze variabili per intensità e continuità e si aggiungono inoltre comportamenti problematici che possono sfociare in dipendenze non farmacologiche (gioco d'azzardo, disturbi alimentari, etc.). Sia la dipendenza da sostanze psicoattive che le dipendenze comportamentali sono diffuse nella società e sempre meno confinate o riconducibili a specifiche categorie di persone. Esse inoltre non sono chiaramente differenziabili da corrispondenti comportamenti sani e/o necessari, ma sfumano attraverso forme di dipendenza meno severa, forme di abuso, stili di vita e modelli culturali, verso comportamenti socialmente accettati. Il mutato scenario richiede l'adeguamento delle risposte sociali e sanitarie, che fino ad ora, in Sardegna sono state prevalentemente centrate sulla popolazione dei dipendenti da eroina. Il presente provvedimento recepisce le indicazioni del Piano sanitario sulla necessità di sostenere una profonda riorganizzazione del sistema di offerta di servizi, promuovendo la territorializzazione degli interventi sanitari e sociali e la loro flessibilità per poter meglio cogliere i bisogni dovuti al mutevole andamento dei consumi di sostanze e dei comportamenti di abuso. Viene altresì promossa l'integrazione degli interventi e, a tal fine, stimolata la partecipazione dei soggetti che a diverso titolo possono contribuire alla personalizzazione degli interventi (ASL, Enti locali, altre Istituzioni coinvolte, terzo settore, etc.), nonché favorito il miglioramento della qualità dell'offerta assistenziale attraverso gli strumenti della formazione e aggiornamento e della valutazione dei servizi e degli interventi. Stante la persistente tendenza alla emarginazione ed alla stigmatizzazione delle persone con problemi di dipendenza, vengono fortemente sostenute le politiche di inclusione sociale, al fine di accrescere la partecipazione sociale di chi vive il problema e dei propri familiari e attivare processi di sostegno e responsabilità condivisi, a partire dalla programmazione sociale per gli interventi di prevenzione";
- l'ASL di Cagliari, in linea con quanto deliberato dalla Giunta regionale e, in seguito alle numerose richieste e ai diversi incontri avvenuti tra l'ARCAT, la Direzione generale della ASL e l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, aveva compreso e accolto, con grande interesse e sensibilità, la proposta di dedicare una sede specifica all'unità operativa per le dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo, dimostrando, non solo di recepire le linee guida regionali, ma di venire incontro alle esigenze di diritto alla privacy, agevolando l'accesso e riducendo lo stigma per tutti quei cittadini che si trovavano a convivere con una situazione di dipendenza da sostanze d'abuso legali;
VERIFICATO che:
- con deliberazione n. 1777 del 21 dicembre 2012, l'ASL n. 8 ha deciso di trasferire, nell'immediato, tutte le competenze e le risorse dell'unità operativa semplice dipartimentale per le dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo al "Centro per i disturbi psichiatrici correlati all'uso di alcol, tabacco e gioco d'azzardo";
- con successiva deliberazione n. 1153 del 21 giugno 2013, in attuazione della deliberazione n. 1777, l'ASL n. 8 ha approvato il "Piano sperimentale per il trasferimento all'Unità organizzativa complessa - Centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici alcol-correlati (CTDPA) afferente al Dipartimento di salute mentale, delle funzioni e delle attività correlate alle dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo patologico;
- l'ASL n. 8 di Cagliari, nella proposta del nuovo atto aziendale, propone una riorganizzazione che pone maggiore attenzione alle situazioni che presentano una "doppia diagnosi" (disturbo psichiatrico e alcol correlato), rispetto a quelle con soli problemi di dipendenza che, in realtà, rappresentano una maggioranza dei casi con problemi legali all'alcol, disattendendo le aspettative delle centinaia di famiglie rappresentate e sostenute dai CAT che operano in stretta collaborazione con l'ASL;
SOTTOLINEATO che:
- l'ARCAT Sardegna, gli utenti del servizio e le famiglie coinvolte hanno più volte manifestato pubblicamente la totale disapprovazione e preoccupazione rispetto a tali disposizioni, inizialmente giustificate dall'ASL come necessarie ai fini della razionalizzazione dell'attività dì assistenza e contenimento dei costi;
- in una nota dell'ASL n. 8 di Cagliari del 24 gennaio 2013, si legge: "la nuova articolazione organizzativa intende salvaguardare l'autonomia delle funzioni e delle attività esistenti, valorizzare le buone pratiche proprie di ciascun percorso, in un'ottica dipartimentale di ottimizzazione e di integrazione delle competenze fin qui raggiunte: la valorizzazione delle buone pratiche esistenti collocandole all'interno di un percorso articolato ma unitario nell'ottica della non frammentazione della risposta assistenziale"; veniva, inoltre, garantita la salvaguardia dei percorsi esistenti e assicurava che l'articolazione degli interventi avrebbe previsto l'utilizzo di locali diversificati, evitando così i rischi di qualunque stigmatizzazione;
- sono giunte, da parte delle associazioni e delle famiglie interessate, informazioni poco rassicuranti; purtroppo questi obiettivi non solo non sono stati raggiunti, ma addirittura si sta andando nel senso opposto;
- si stanno, inoltre, registrando tutta una serie di disagi a carico dei pazienti: le persone che accedono al servizio per la prima volta, indistintamente, si trovano a dover affrontare un colloquio preliminare secondo le modalità di accesso al servizio psichiatrico, inoltre le persone che vengono indirizzate all'Unità operativa dell'ASL per iniziare un percorso di riabilitazione con i terapeuti, spesso non proseguono la cura a causa dell'impatto iniziale (schedatura e psichiatrizzazione);
- infine, anche la promessa che l'articolazione degli interventi che prevedeva l'utilizzo di locali diversificati è stata disattesa, il servizio di via Peretti è stato trasferito in blocco all'interno del Centro per i disturbi psichiatrici alcol-correlati, in locali che si presentano sicuramente ben ristrutturati, ma senza uno spazio nel quale all'utente che vi accede possa essere garantito un minimo di privacy;
SI SEGNALA che:
- l'ASL di Cagliari, contravvenendo al decreto Balduzzi che obbliga i gestori delle sale da gioco e degli esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici a esporre nei locali il materiale informativo predisposto dalle ASL diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare sul territorio la presenza di servizi di assistenza pubblici o del privato sociale dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con problemi di gioco d'azzardo patologico, non ha mai provveduto ad aggiornare la locandina informativa dopo il trasferimento del servizio da via Peretti a via Romagna, creando un grave disservizio e compromettendo in molti casi la possibilità di essere presi in carico dal servizio preposto;
- da un'attenta verifica sul funzionamento dei servizi nelle altre ASL, sia regionali che nazionali, è emerso che non vi è un simile modello organizzativo nell'ambito del Servizio sanitario nazionale; anche in quelle strutture in cui i dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze sono unici, sono sempre distinti due aree organizzative, dove, nell'Area della salute mentale vengono compresi i Centri di salute mentale e i servizi affini e nell'Area delle dipendenze i Ser.D e le èquipe che si occupano di dipendenze varie, comprese quelle da alcol e gioco d'azzardo;
SI PRECISA, infine, che:
- con tale riorganizzazione è seriamente compromessa sia la continuità assistenziale che la preziosa collaborazione che c'è stata con tutti gli operatori dell'unità per le dipendenze da alcol tabacco e gioco d'azzardo, collaborazione che ha permesso a numerose famiglie di poter accedere ad un trattamento efficace;
- l'unità operativa per le dipendenze da alcol tabacco e gioco d'azzardo, con sede a Cagliari e Senorbì, rappresentava l'unica realtà regionale organizzata e rispondente ai criteri nazionali per il trattamento dei problemi correlati in sedi diversificate dagli ambulatori dei Ser.D; inoltre, era diventata un punto di riferimento creando, nel territorio dell'ASL n. 8, una rete consolidata fra associazioni, enti locali, scuole e tribunali, e rappresentava un modello di eccellenza a livello regionale e nazionale che non poteva e non doveva, in alcun modo, essere soppressa o, tantomeno, assorbita in una struttura a connotazione psichiatrica;
- con la soppressione dell'Unità operativa per le dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo è venuto a mancare l'unico punto di riferimento nell'ASL n. 8 di Cagliari per tutte quelle persone che non presentano i presupposti patologici necessari per essere curati presso il centro psichiatrico;
- i livelli essenziali di assistenza (LEA) vigenti e, nello specifico, i sottolivelli di assistenza, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001 (Attività sanitaria e socio-sanitaria a favore di soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o psicotrope e da alcol), indicano i servizi territoriali per le dipendenze come i servizi preposti ai quali devono rivolgersi le persone affette da dipendenza da alcol;
- inoltre, come indicato nel comunicato n. 274 del 30 dicembre 2012 del Ministero della salute, anche le persone affette da ludopatia (gioco d'azzardo patologico), ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 158 del 2012, sono incluse tra coloro cui sono rivolti i servizi territoriali per le dipendenze (SERT, centri diurni, ecc.) già attivi nelle ASL;
- per gli alcolisti con la doppia diagnosi, inoltre, le linee d'indirizzo per la tutela della salute mentale in Sardegna per gli anni 2012-2014, al capitolo 6 "Centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici alcol-correlati" indicano che il centro eroga trattamenti appropriati e ad alta intensità assistenziale attraverso anche la definizione di progetti innovativi integrati attraverso protocolli di intesa tra le diverse unità operative del Dipartimento di salute mentale e dipendenze,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) in base a quali leggi in vigore non venga applicata la normativa sui livelli essenziali di assistenza vigenti, che indica i servizi territoriali per le dipendenze come i servizi preposti ai quali devono rivolgersi le persone affette da dipendenza da alcol e, come indicato nel comunicato n. 274 del 30 dicembre 2012 del Ministero della salute, anche le persone affette da ludopatia (gioco d'azzardo patologico), ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 158 del 2012;
2) in base a quali disposizioni in linea con la deliberazione della Giunta regionale n. 33/19 del 31 luglio 2012 "Linee di indirizzo per la tutela della salute mentale", l'ASL, con la proposta del nuovo atto aziendale, preveda il trasferimento di tutte le competenze e le risorse dell'unità operativa semplice dipartimentale per le dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo afferente al Dipartimento per le dipendenze all'Unità complessa dipartimentale per i problemi psichiatrici alcol correlati afferente al Dipartimento di salute mentale, visto, soprattutto, che le suddette linee guida indicano che il Centro per i disturbi psichiatrici alcol correlati eroga trattamenti appropriati e ad alta intensità assistenziale solo per gli alcolisti con la doppia diagnosi e la proposta operativa consiste nella definizione di progetti innovativi integrati attraverso protocolli di intesa tra le diverse unità operative del Dipartimento di salute mentale e dipendenze, prevedendo anche rapporti di consulenza specialistica su richiesta del servizio con titolarità del caso clinico e formazione di "èquipes funzionali" costituite da operatori del centro e delle unità operative del Dipartimento di salute mentale;
3) perché, nella proposta di atto aziendale, l'Unità operativa complessa dipartimentale "Centro per i disturbi psichiatrici alcol correlati" venga trasformata in Unità operativa complessa dipartimentale "Centro per i disturbi psichiatrici correlati all'uso di alcol, tabacco e gioco d'azzardo", discostandosi dalle linee di indirizzo per la tutela della salute mentale alle quali gli atti fanno riferimento;
4) quali siano le motivazioni per cui non sia stato ritenuto opportuno e doveroso consultare e coinvolgere l'ARCAT e le altre associazioni che rappresentano i cittadini fruitori dei servizi erogati dall'ASL nell'ambito delle dipendenze da alcol, tabacco e gioco d'azzardo, in quanto diretti interessati delle conseguenze che le nuove disposizioni avranno sul piano sociale, umano, sanitario e organizzativo;
5) quali eventuali opzioni abbiano predisposto per accogliere tutti quegli utenti con un problema di dipendenza da alcol tabacco e gioco d'azzardo, refrattari a essere presi in carico da un servizio psichiatrico, e per coloro che, pur essendo dipendenti da alcol, tabacco e gioco d'azzardo, non presentano disturbi psichici;
6) che tipo di continuità sia garantito agli utenti che hanno iniziato un percorso di riabilitazione che segue l'approccio ecologico sociale rispetto al sistema medicalizzato dei centri psichiatrici. (341)
Interrogazione Ledda - Azara - Arbau - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di stabilizzare i lavoratori precari assunti dall'ASL di Sassari come ausiliari, categoria A, nell'attuazione del programma di eradicazione della peste suina.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- da oltre due anni, oltre 30 lavoratori con la qualifica di ausiliari prestano servizio presso l'ASL di Sassari, tramite assunzioni a tempo determinato, senza soluzione di continuità, con contratti della durata che varia dai tre ai sei mesi, in attuazione delle misure previste dal programma di eradicazione e prevenzione della peste suina;
- alla scadenza dell'ultimo contratto di lavoro in essere, che si conclude il 31 marzo 2015, per gli operatori suddetti si annuncia il dramma della perdita del posto di lavoro, eventualità resa ancora più allarmante dall'attuale contesto di gravissima crisi economica e occupazionale;
- le competenze e la professionalità acquisite durante l'esperienza lavorativa, non hanno portato al legittimo riconoscimento o attribuzione di relativa qualifica superiore per le mansioni effettivamente svolte, per oltre due anni, nel settore della sanità veterinaria;
CONSIDERATO che:
- allo stato attuale, permangono le motivazioni e le esigenze per cui l'ASL sassarese, a partire dal 2012, procedeva all'attivazione delle assunzioni citate, data la necessità di prosecuzione delle azioni di lotta contro la peste suina, per cui, peraltro, sono stati previsti ingenti stanziamenti, anche con l'apporto di fondi europei, nella finanziaria 2015;
- in alcuni territori, in particolare nel Goceano, venendo a cessare i rapporti di lavoro a termine di cui si tratta, i servizi veterinari resterebbero scoperti di operatori con esperienza lavorativa specifica, con evidenti conseguenze negative sull'opera di prevenzione e repressione della epizoozia nella regione;
SOTTOLINEATO che:
- il superamento del precariato rappresenta un comune obiettivo fondante delle politiche statali e regionali, che prevedono azioni e interventi finalizzati alla creazione di occupazione stabile;
- nel settore della pubblica amministrazione, un'importante opportunità per il superamento del precariato è rappresentata da procedimenti volti alla stabilizzazione dei lavoratori assunti a tempo determinato, tramite concorsi e selezioni che tengano conto della professionalità acquisita,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se sia a conoscenza della situazione di precarietà in cui si trovano a operare gli oltre trenta ausiliari dell'ASL di Sassari e del paventato mancato rinnovo del rapporto di lavoro alla scadenza del contratto attualmente in essere;
2) se non ritenga opportuno attivare procedimenti che tengano in giusto conto "criteri di valorizzazione" delle professionalità del personale che ha lavorato con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato o con contratti di collaborazione nel settore della sanità;
3) quali azioni intenda, comunque, avviare al fine di tutelare dei lavoratori che, dopo anni di precariato, rischiano di vedere vanificata la propria legittima aspettativa a un posto di lavoro stabile e duraturo e trovarsi invece ad accrescere i numeri, mai così drammatici, dei disoccupati sardi. (342)
Interrogazione Ledda - Arbau - Azara - Perra, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi generati dai ritardi nella distribuzione della tubercolina nel comparto zootecnico isolano.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- gli allevatori di bovini in Sardegna sono nuovamente, per l'ennesima volta, costretti a subire i gravi danni conseguenti alla mancata distribuzione delle dosi di tubercolina nei tempi previsti;
- come denunciato dalle associazioni di categoria, in Sardegna le dosi di tubercolina arrivano cronicamente in ritardo e in quantità assolutamente insufficienti alle esigenze delle aziende zootecniche isolane;
- da quanto è stato introdotto l'obbligo della profilassi sulla tubercolina e la mancata effettuazione dei test comporta il blocco delle movimentazioni degli animali, col conseguente blocco e paralisi economica per il comparto bovino sardo;
CONSIDERATO che:
- nel contesto di gravissima crisi che da anni attanaglia la regione, i danni derivanti dai ritardi negli adempimenti a carico del servizio veterinario regionale, producono effetti ancor più devastanti sia sotto il profilo delle perdite economiche sia perché comportano l'ulteriore incrinamento del rapporto con l'Amministrazione regionale della sanità animale che, sempre più, viene vissuta come fardello e ostacolo dal mondo agropastorale;
- il blocco della movimentazione comporta, infatti, che devono essere tenuti in azienda anche i capi bovini già venduti, per i quali l'allevatore, anziché incassare i relativi corrispettivi, si trova a sostenere spese non previste e non prevedibili per l'alimentazione e la cura, nonché a sostenere il pagamento delle penali conseguenti al mancato rispetto degli obblighi contrattuali;
EVIDENZIATO che:
- il cronicizzarsi e il reiterarsi dei ritardi nella profilassi veterinaria hanno già prodotto e continuano a produrre perdite nel settore zootecnico bovino sardo, in quanto i rapporti commerciali si fondano precipuamente sul rispetto delle modalità e certezza dei tempi di consegna, per cui incertezze e inadempimenti comportano inevitabilmente la perdita di importanti fette di mercato, portando gli acquirenti a rivolgersi a produttori di regioni in cui la burocrazia non incide così negativamente sulle dinamiche economiche e produttive;
- la palese inefficienza dell'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale nel gestire una pur semplice misura di prevenzione della tubercolosi bovina, che, peraltro, comporta un costo marginale pari a circa quarantamila euro, sta compromettendo seriamente un comparto fondamentale per l'economia zootecnica regionale,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se sia venuto a conoscenza dei gravi problemi derivati agli allevatori a seguito dell'ingiustificabile ritardo nella distribuzione delle dosi per il test sulla tubercolosi bovina;
2) quali siano le motivazioni che, per l'ennesima volta, hanno impedito una tempestiva e regolare distribuzione del presidio sanitario per l'effettuazione del relativo test;
3) quali urgenti azioni e provvedimenti intenda adottare al fine di evitare il protrarsi del ritardo nella distribuzione della tubercolina e limitare ulteriori danni alle aziende zootecniche già in sofferenza per la crisi economica e che si trovano, spesso, a dover subire conseguenze negative, dovute a inefficienze e appesantimenti burocratici, proprio da parte di apparati regionali che dovrebbero, invece, garantire il massimo sostegno e il necessario supporto nella realizzazione delle misure che si ritengono necessarie per la salvaguardia del nostro patrimonio zootecnico. (343)
Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sul piano di dimensionamento scolastico 2015-2016.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- con deliberazione n. 5/26 del 6 febbraio 2015, la Giunta regionale ha approvato il Piano di dimensionamento scolastico regionale per l'anno scolastico 2015-2016;
- la Giunta regionale ha inviato la deliberazione n. 5/26 alla Commissione consiliare competente per l'espressione del parere, ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale 25 giugno 1984, n. 31;
- nel piano di cui sopra si contano circa ottanta tra accorpamenti di istituti siti in comuni diversi e all'interno degli stessi comuni, con particolare riferimento in quest'ultimo caso ai centri più popolosi e ai comuni capoluogo, e soppressioni di sedi scolastiche;
- gli accorpamenti e le soppressioni si concentrano principalmente nei comuni più piccoli in cui il calo demografico sta determinando lo spopolamento di intere zone della Sardegna, portando alla diminuzione del numero degli alunni iscritti negli istituti;
- la Corte costituzionale, con la sentenza n. 200 del 2009, ha stabilito quali sono le norme generali sull'istruzione che, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione, modificato nel 2001 con la "riforma del titolo V", sono di competenza dello Stato;
- la Corte costituzionale ha stabilito che non si può considerare norma generale dell'istruzione la definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l'articolazione dell'azione di dimensionamento della rete scolastica, cioè l'accorpamento, la fusione e/o la riduzione degli istituti scolastici;
- la Corte costituzionale ha, inoltre, chiarito che il compito della distribuzione del personale docente tra le istituzioni scolastiche autonome spetta alle Regioni (sentenza n. 13 del 2004), ribadendo più volte la necessità dell'intervento del legislatore regionale per la disciplina di "situazioni legate a valutazioni coinvolgenti specifiche realtà territoriali delle Regioni, anche sotto il profilo socio-economico", riconoscendo all'ambito di pertinenza regionale sia il settore della programmazione scolastica regionale, sia quello relativo al dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche, al quale è intimamente collegata la ripartizione delle correlative risorse di personale (sentenza n. 200 del 2009);
- la Giunta regionale ha tranquillizzato i sindaci e le comunità mobilitate contro il Piano di dimensionamento, rinviando le decisioni a un'attenta ponderazione delle proposte e al parere della Commissione consiliare;
- la Commissione consiliare competente, nel parere già espresso, ha evidenziato che l'attuazione delle linee guida non dovrebbe limitarsi alla semplice applicazione di parametri numerici, ma dovrebbe essere accompagnata da un'attenta analisi delle specifiche situazioni territoriali;
- l'Ufficio regionale scolastico, incurante del fatto che la deliberazione della Giunta non sia ancora definitiva, ha già inviato ai dirigenti scolastici disposizioni organizzative della rete scolastica, al fine di avviare le procedure per la soppressione e l'accorpamento degli istituti,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) per quali motivazioni, in sede di elaborazione delle linee guida, non siano state effettuate valutazioni sulle varie specificità delle realtà territoriali della Sardegna, anche sotto il profilo socio-economico, pur nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dal legislatore;
2) se siano a conoscenza delle iniziative del MIUR - Ufficio regionale scolastico per la Sardegna che ha provveduto, nonostante l'iter procedurale di cui alla deliberazione n. 5/26 non sia ancora giunto a conclusione, a sollecitare i dirigenti scolastici per l'adozione dei provvedimenti di competenza relativi agli eventuali futuri accorpamenti e soppressioni delle istituzioni scolastiche;
3) se non ritengano di dover intervenire presso l'Ufficio regionale scolastico per manifestare il disappunto derivante dall'inusuale procedura adottata in palese violazione dell'autonomia decisionale della competenza regionale in materia di programmazione dell'offerta formativa integrata;
4)\ se non ritengano, infine, di dovere rivalutare i criteri indicati nelle linee guida, esercitando la prevista competenza regionale, ribadita anche dalla sentenza n. 200/2009 della Corte costituzionale, senza limitarsi a adottare i criteri nazionali che non tengono conto delle specifiche situazioni locali. (117)
Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Cappellacci - Tedde - Zedda Alessandra - Locci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Cossa - Crisponi - Carta - Orrù - Tocco - Floris - Oppi - Tatti - Pinna Giuseppino sull'ampliamento dei posti nella polizia di stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato i concorsi 2012-2014, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Costituzione italiana recita testualmente, all'articolo 3 "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge", all'articolo 32 "la Repubblica tutela la salute", all'articolo 38 "i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di malattia", all'articolo 53 "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva";
- è competenza statale legiferare in materia previdenziale e di tutela dei lavoratori, senza nessuna distinzione tra lavoratore dipendente e autonomo;
CONSIDERATO che:
- il welfare italiano non prevede per i lavoratori autonomi colpiti da grave malattia un congruo riconoscimento dei diritti degli stessi;
- il 10 febbraio 2014, nel territorio nazionale, è stata lanciata la petizione "Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano" che ha raggiunto le oltre 50 mila firme e, in questi giorni, si sta diffondendo in tutti i territori della Sardegna;
- nella petizione si chiede che sia data anche ai lavoratori autonomi la possibilità di una malattia dignitosa: diritto a un'indennità che copra l'intero periodo di inattività dovuto alla malattia, il diritto a un'indennità di malattia a chi abbia versato all'INPS almeno tre annualità nel corso della sua vita lavorativa, un indennizzo relativo alla malattia uguale a quello stabilito per quello stabilito per la degenza ospedaliera, quando ci si deve sottoporre a terapie invasive, il riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per tutto il periodo della malattia e, infine, la possibilità di sospendere tutti i pagamenti (Inps e lrpef), che saranno in seguito dilazionati e versati, alla piena ripresa lavorativa così come l'esclusione dagli studi di settore;
RITENUTO che i lavoratori dipendenti possiedono tutte le garanzie riservate alla categoria, mentre i lavoratori autonomi devono continuare a lavorare poiché l'INPS garantisce solo 61 giorni di malattia pagata in un anno,
impegna
1) il Presidente della Regione e tutta la Giunta regionale ad avviare le azioni necessarie affinché il Governo e il Parlamento intervengano celermente nella materia legislativa dei diritti e assistenza ai lavoratori autonomi colpiti da grave malattia;
2) il Presidente del Consiglio a inviare, quale segno inconfondibile di solidarietà e sostegno ai lavoratori autonomi e alle partite Iva, questa mozione al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
3) l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale a riferire, entro sei mesi dall'approvazione di questa mozione, nella competente Commissione consiliare, quali possono essere le azioni che la Regione può intraprendere a tutela e assistenza delle partite Iva e dei lavoratori autonomi. (128)
Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi sulla Fondazione Teatro lirico di Cagliari.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che la Regione è socia della Fondazione Teatro lirico di Cagliari, unitamente al Comune di Cagliari e al Ministero dei beni e delle attività culturali;
CONSIDERATO che il Teatro lirico è uno dei 14 teatri dello Stato, inquadrato come Fondazione lirico sinfonica, che ha il compito di promuovere la cultura musicale al massimo livello, dall'opera lirica alla musica sinfonica, dalla musica camerale al balletto classico, ed è luogo di produzione di allestimenti scenici;
EVIDENZIATO che, negli anni passati, l'attività del Teatro lirico di Cagliari ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, anche a livello internazionale;
CONSTATATO che le difficoltà economiche e gestionali dell'Ente sono, da tempo, all'attenzione della cronaca, anche giudiziaria, e necessitano di un'assunzione di responsabilità da parte degli enti coinvolti, in particolare Comune e Regione;
RICORDATO che il bilancio preventivo 2014 è stato approvato solo alla fine dello scorso anno e che quello relativo al 2015, approvato a gennaio, è stato ritenuto dal MIBACT non conforme e, pertanto, non consentirebbe l'erogazione delle risorse statali;
APPRESE dalla stampa le denunce dei sindacati dei lavoratori che lamentano, oltre ai ritardi nel pagamento degli stipendi, una gestione del Teatro impostata su un "percorso improvvisato e privo di trasparenza e di confronto" senza strategia di rilancio e privo di progettualità;
VALUTATO che la scarsa programmazione 2015, definita solo per la parte concertistica e solo fino al prossimo mese di maggio, porterà alla diminuzione del finanziamento ministeriale, in quanto i contributi MIBACT sono legati a quantità e qualità della produzione;
SOTTOLINEATO che l'ex direttore amministrativo ha evidenziato la necessità e l'urgenza di pervenire a una soluzione della gravissima situazione economica, che potrebbe far decretare al MIBACT la messa in liquidazione coatta;
RAVVISATO che la situazione su esposta sta creando alla Fondazione Teatro lirico e alla Sardegna intera non solo un danno economico, ma anche un danno nella qualificazione dell'espressione culturale musicale dell'isola;
RITENUTO che, al fine di salvare un'istituzione culturale che è stata riconosciuta, in passato, tra le più prestigiose, il Presidente della Fondazione e Sindaco di Cagliari dovrebbe prendere atto della sua incompatibilità ambientale ormai manifesta e incontestabile,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport
1) ad attivare con urgenza tutte le necessarie procedure, anche straordinarie, per evitare che la Fondazione Teatro lirico di Cagliari possa rischiare la messa in liquidazione coatta amministrativa, con conseguente ricaduta sulle circa 300 famiglie dei lavoratori interessati;
2) ad approntare, insieme agli altri soci della Fondazione, un piano di risanamento che permetta di superare l'attuale difficile momento e di riconsegnare all'intera comunità sarda un'importante istituzione culturale, ridando serenità ai lavoratori e alle loro famiglie, che da tempo manifestano fondate preoccupazioni per il futuro;
impegna, inoltre, il Presidente della Regione
1) a intervenire nel Consiglio d'indirizzo senza designare propri rappresentanti, ma partecipando in prima persona alla gestione amministrativa e alla programmazione dell'attività del Teatro;
2) a sollecitare il Sindaco di Cagliari a lasciare la carica di Presidente della Fondazione, almeno fino alla risoluzione definitiva dei motivi di incompatibilità ambientale. (129)
Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai sulla possibile scelta della Sardegna quale sito per il deposito unico delle scorie nucleari italiane.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- ai sensi della direttiva 2011/70/EURATOM sulla gestione in un'ottica comunitaria del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, ogni Stato membro è obbligato a individuare un sito per il deposito unico dette scorie nucleari;
- nel caso italiano, si tratterebbe di un deposito che dovrebbe accogliere oltre novantamila metri cubi di rifiuti radioattivi ad alta attività, composti per il 60 per cento da materiali relativi allo smantellamento degli impianti nucleari e per il 40 per cento da quelli derivanti da attività industriali, di medicina nucleare e di ricerca;
- la mappa di siti idonei (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee - Cnapi) è stata già consegnata dalla Sogin all'autorità di controllo Ispra e che questa carta, dopo essere stata controllata dall'istituto, dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell'ambiente, nel mese di aprile verrà resa pubblica;
- la Regione, in diverse occasioni ufficiali, si è pronunciata negativamente a qualsiasi decisione sovraordinata di ospitare siti di deposito scorie;
- nella presente legislatura, il Consiglio regionale si è già espresso negativamente sulla possibilità di individuare la Sardegna quale deposito unico delle scorie nucleari, attraverso l'approvazione di un ordine del giorno che chiedeva al Presidente della Regione l'impegno a opporsi all'inserimento della stessa Regione nell'elenco delle aree idonee;
- nei primi mesi del 2015, la Sogin ha provveduto alla consegna della mappa delle aree idonee all'Ispra, al quale, poi, spettava il compito di verificare, entro due mesi, il rispetto dei criteri indicati nella guida tecnica per la localizzazione e poi validarla;
APPRESO che, visto l'approssimarsi della scadenza di aprile 2015, sono insistenti le voci che vorrebbero la Sardegna quale sito scelto per il deposito unico;
CONSIDERATO che la Sardegna, attraverso la consultazione popolare referendaria del 2011, si è espressa in maniera assolutamente contraria sia alle centrali nucleari che ai depositi di scorie, con percentuali superiori al 90 per cento;
TENUTO CONTO che la questione in argomento non può prescindere da un serio confronto tra istituzioni nazionali e regionali e deve necessariamente tenere conto dell'opinione espressa sia a livello popolare che politico regionale,
impegna il Presidente della Regione
1) a farsi portavoce del dissenso popolare e politico della Sardegna tutta circa l'ipotesi della scelta della Sardegna quale deposito unico delle scorie nucleari italiane;
2) a ribadire nelle sedi istituzionali nazionali la ferma contrarietà a una decisione calata dall'alto circa la scelta della Sardegna quale sede del deposito unico;
3) a promuovere un'azione congiunta con i parlamentari sardi per scongiurare il pericolo della costruzione del deposito unico delle scorie nucleari in Sardegna. (130)
Mozione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis sul grave ritardo della programmazione della stagione lirico sinfonica del Teatro lirico di Cagliari.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Regione è socia della Fondazione Teatro lirico di Cagliari, unitamente al Comune di Cagliari e al Ministero dei beni e delle attività culturali;
- il Teatro di Cagliari è uno dei 14 teatri dello Stato inquadrato come Fondazione lirico sinfonica che ha il compito di promuovere la cultura musicale al massimo livello, in primis l'opera lirica, poi i concerti di musica sinfonica, quindi il balletto classico e, infine, la musica camerale;
- il Teatro è anche un luogo di produzione di allestimenti scenici;
- la Fondazione Teatro lirico di Cagliari ha la funzione, costituzionalmente sancita, di presidio culturale e deve tutelare il patrimonio culturale sinfonico operistico italiano;
- il Teatro di Cagliari è, a tutti gli effetti, un'importante "industria soft" di produzione, spesso legata alla cultura e all'identità sarda, col compito di promuovere la cultura musicale ai più alti livelli, dall'opera lirica ai concerti di musica sinfonica, al balletto classico e alla musica camerale;
- la Regione, anche per quanto appena descritto, ha sempre sostenuto l'Ente lirico con significativo impegno finanziario, unitamente al MIBAC e, in misura molto minore, al Comune di Cagliari e alla Fondazione Banco di Sardegna;
CONSIDERATO che:
- con decreto del 5 febbraio 2015, il Ministro dei beni culturali e del turismo, accogliendo la proposta del consiglio di indirizzo, ha nominato Angela Spocci nuovo soprintendente del Teatro lirico di Cagliari;
- a oggi è stata resa pubblica la sola programmazione relativa alla stagione concertistica fino a maggio 2015, mentre, purtroppo, non si hanno notizie in merito alla programmazione della stagione lirica e del balletto;
- ciò crea forte preoccupazione, anche perché la quota del Fondo unico per lo spettacolo è ripartita in considerazione dei costi di produzione derivanti dai programmi di attività realizzata da ciascuna fondazione nell'anno precedente, dal miglioramento dei risultati della gestione attraverso la capacità di reperire risorse nonché dalla qualità;
- tale situazione di incertezza ha, di fatto, penalizzato la campagna abbonamenti per la stagione 2015, a oggi notevolmente al di sotto delle previsioni e, soprattutto, delle potenzialità dello stesso Teatro;
- la legge n. 112 del 2014 prevede, in caso di squilibri di bilancio delle fondazioni lirico-sinfoniche, la possibilità di una liquidazione coatta a opera dei dicasteri competenti;
- il Consiglio regionale, con proprio emendamento, ha approvato nella legge finanziaria 2015, l'estinzione del debito residuo della Fondazione Teatro lirico di Cagliari verso la Regione, maturato alla data del 31 dicembre 2014, ai sensi e per gli effetti delle leggi regionali n. 14 del 2012 e n. 18 del 2013 e determinato in euro 5.000.000, senza ulteriore obbligo di rimborso;
EVIDENZIATO che:
- all'interno del Teatro lirico si è creato un clima di estremo disagio tra i lavoratori, determinato dalla totale mancanza di una vera e propria programmazione della stagione 2015 e da un'assenza di prospettive future certe e concrete, tali da mettere a rischio la loro stabilità occupazionale;
- in assenza di una programmazione e di una produzione lirico-sinfonica di qualità, i fondi FUS ministeriali per il 2016 potrebbero rischiare un notevole ridimensionamento;
- lo statuto della Fondazione Teatro lirico di Cagliari ha ripreso quanto previsto dal decreto legge 8 agosto 2013, n. 91, denominato Decreto valore cultura, che prevede, tra l'altro, una struttura organizzativa articolata in più organi e della durata di cinque anni;
- con riguardo alla durata degli organi, due dei cinque consiglieri di indirizzo, essendo collocati in quiescenza, sono stati nominati per un solo anno, in ragione di quanto previsto dall'articolo 6 della legge n. 114 del 2014;
- sembrerebbero venir meno i requisiti necessari per la nomina per un solo anno di un consigliere di indirizzo all'interno della Fondazione Teatro lirico di Cagliari e, in tale caso, la nomina sarebbe da ritenere illegittima; infatti il soggetto che viene nominato quale consigliere di indirizzo deve essere nella condizione, al momento della sua nomina, di rimanere in carica per il periodo stabilito per l'organo di cui è parte,
impegna il Presidente della Regione, la
Giunta regionale
e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali,
informazione, spettacolo e sport
1) a porre in essere tutte le azioni in ordine alle competenze della Regione in materia di indirizzo, partecipazione e controllo dell'ente lirico;
2) a voler verificare i requisiti di nomina dei componenti del Consiglio di indirizzo e, conseguentemente, riscontrare se l'indicazione del Sovrintendente, da parte del Consiglio di indirizzo, sia avvenuta correttamente;
3) in caso di riscontrata irregolarità, a procedere all'immediata sostituzione dei componenti illegittimamente nominati. (131)
Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Pittalis - Tunis - Zedda Alessandra - Fasolino - Randazzo - Truzzu - Orrù - Fenu - Cherchi Oscar - Locci - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti - Peru - Carta sulla Fondazione Banco di Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che la Fondazione Banco di Sardegna esercita un ruolo strategico per l'economia isolana in quanto detiene una consistente quota del Banco di Sardegna e gestisce un proprio patrimonio complessivo di circa novecento milioni di euro;
CONSIDERATO che il Comitato di indirizzo della Fondazione è formato da 18 componenti, 5 dei quali indicati dal Comitato uscente;
CONSIDERATO, inoltre, che il Comitato di indirizzo indica i componenti del Consiglio di amministrazione, talvolta, autonominandosi;
EVIDENZIATO che, in data 30 luglio 2014, è stata presentata un'interrogazione (n. 123/A) nella quale si chiedeva al Presidente della Regione di valutare se i vertici della Fondazione Banco di Sardegna abbiano sempre rispettato la necessità di operare una netta separazione tra finanza e politica, principio etico da lui stesso spesso richiamato;
VISTA la risposta all'interrogazione su citata, pervenuta in data 18 marzo u.s., con la quale il Presidente della Regione semplicemente trasmette una nota del Ministero dell'economia e delle finanze, in cui sono riportate norme generali sulle fondazioni bancarie e articoli dello Statuto della Fondazione Banco di Sardegna;
VALUTATO che la risposta pervenuta non è stata assolutamente soddisfacente, in quanto il Presidente dell'esecutivo regionale non si è espresso nel merito delle richieste;
TENUTO CONTO che, in data 23 settembre 2014, è stata presentata un'altra interrogazione, che non ha ancora avuto risposta;
RITENUTO che la Fondazione debba agire nell'esclusivo interesse generale dell'intera comunità sarda, in modo imparziale e senza particolarismi partitici, nel rispetto di quei principi di trasparenza, di pubblicità e di obiettività dell'operato, che sono degli attributi imprescindibili nell'ambito dei quali deve essere esercitata;
RILEVATO, inoltre, che la Fondazione, nella sua qualità di azionista del Banco di Sardegna spa, debba, come nell'esercizio dei suoi diritti di importante socio, correttamente vigilare affinché la conduzione dell'azionista di maggioranza si svolga nel rispetto del radicamento operativo e del ruolo d'essere la più importante banca al servizio dell'economia dell'isola;
EVIDENZIATO che la Regione non debba né possa sottrarsi dall'esercitare compiti di vigilanza, di tutela e di controllo che gli competono per essere il massimo organo di rappresentanza democratica dei cittadini della Sardegna, in indifferenza di opzioni politiche, di età, di sesso e di condizione sociale,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a verificare se la Fondazione Banco di Sardegna abbia sempre operato garantendo la più netta separazione tra finanza e politica, separazione che risponde a valori morali ed etici, oggi fortemente espressi dalla sensibilità comune, e abbia messo in atto tutti gli strumenti opportuni e necessari per pervenire, come dallo stesso Presidente auspicato anche pubblicamente, a tale obiettivo finalizzato alla trasparenza della rappresentatività negli organi e alla garanzia di ricambio dei componenti;
2) a richiedere ai vertici della Fondazione Banco di Sardegna, se del caso, di rispondere alla comunità dei sardi del loro operato, assicurando ai cittadini sardi di aver agito nel pieno rispetto dei principi ricordati;
3) a comunicare al Consiglio il proprio intendimento relativamente agli indirizzi della nuova normativa in materia di banche popolari e loro trasformazione in Spa e conseguentemente sulle funzioni delle fondazioni bancarie. (132)
Mozione Cocco Pietro - Sabatini - Comandini - Tendas - Forma - Lotto - Ruggeri - Piscedda - Meloni Giuseppe - Demontis - Pinna Rossella - Cozzolino - Collu - Manca Gavino - Moriconi - Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Usula - Zedda Paolo Flavio - Anedda - Sale - Desini - Busia - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus - Lai - Azara - Ledda - Arbau - Perra - Deriu - Solinas Antonio - Unali sulla contrarietà a ospitare nel territorio della Sardegna la sede del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che è imminente la pubblicazione da parte del Governo della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) alla localizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sulla base dello studio effettuato dalla SOGIN spa e consegnato all'ISPRA il 2 gennaio 2015, il quale, dopo la verifica di coerenza del documento con i criteri dettati nella Guida tecnica n. 29 "Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività", lo trasmette al Ministero dello sviluppo economico che, entro i successivi 30 giorni, darà il proprio nullaosta per la pubblicazione della CNAPI;
CONSIDERATO che anche la Sardegna potrebbe risultare inserita nella CNAPI tra le potenziali sedi di detto deposito nazionale;
TENUTO presente che la Sardegna ha sempre affermato con forza il proprio dissenso alla realizzazione di un sito di raccolta e stoccaggio di rifiuti radioattivi nel proprio territorio, con azioni e dimostrazioni della popolazione e delle istituzioni;
CONSIDERATO che in occasione del Referendum consultivo regionale, svoltosi il 15 e il 16 maggio 2011, recante il seguente quesito: "Sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti", la popolazione sarda, con 848.634 "SI", corrispondenti al 97,13 per cento dei votanti, affermò la ferma volontà di non volere nel proprio territorio installazioni di questo tipo;
PRESO ATTO delle dichiarazioni pronunciate dallo stesso Assessore regionale della difesa dell'ambiente che ha manifestato la assoluta contrarietà della Regione a qualunque ipotesi di installazione del Deposito nazionale di rifiuti radioattivi nel proprio territorio, per una serie di precise motivazioni, tra le quali quella della grave penalizzazione che la Sardegna già subisce a causa degli oneri eccessivi rappresentati dalle servitù militari, le quali occupano oltre 35 mila ettari di terreno, con conseguenti compromissioni di tipo ambientale; inoltre, la posizione di insularità della Sardegna determina una penalizzazione per la popolazione in ordine alle ben note difficoltà dei trasporti che potrebbero determinare gravi problemi in potenziali situazioni di emergenza e messa in sicurezza delle persone, considerati anche i reali pericoli del trasporto dei materiali radioattivi via mare che potrebbero determinare implicazioni catastrofiche in caso di incidente, come denunciato a suo tempo dallo stesso ENEA;
TENUTO CONTO della posizione assunta dall'ANCI Sardegna il 19 gennaio 2015 che, all'unanimità, ha deliberato di "dire NO a ogni ipotesi di dislocazione e deposito di materiale nucleare in Sardegna";
RITENUTO che è sempre stato parte del programma di governo dell'attuale Giunta regionale la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ambientale e naturalistico della Sardegna nella sua unicità e specificità, come elemento di crescita e sviluppo dell'economia e della valorizzazione turistica del territorio;
VALUTATI gli effetti negativi che si ripercuoterebbero sulla già grave situazione di crisi industriale in atto in Sardegna e di gap economico rispetto ad altre regioni in cui versa l'Isola e la sua popolazione, senza contare i potenziali effetti negativi sulle persone a livello sanitario,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente
1) a condividere le preoccupazioni manifestate con la presente mozione e a porre in essere tutte le azioni che verranno ritenute opportune e necessarie per avviare un leale confronto con il Governo affinché sia rispettata la scelta effettuata dai cittadini della Sardegna, in occasione del Referendum consultivo del maggio 2011, di non volere nel proprio territorio installazioni di depositi e stoccaggio di scorie nucleari, evitando, pertanto, che la Sardegna venga individuata quale sede idonea ad ospitare il Deposito nazionale di rifiuti radioattivi;
2) a difendere in ogni sede e ambito la specificità dell'Isola, così come stabilito e riconosciuto nello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna. (133)
Mozione Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Pittalis - Dedoni - Carta - Fenu -Orrù - Crisponi - Cossa - Cherchi Oscar - Tunis - Tedde - Fasolino - Peru - Cappellacci - Zedda Alessandra - Truzzu su un piano che miri alla prevenzione e alla salvaguardia del patrimonio olivicolo della Sardegna che rischia di essere colpito dal batterio della xylella fastidiosa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che il batterio della xylella fastidiosa, che si è sviluppato in Florida, Messico, America centrale e Brasile, si è propagato in Italia, distruggendo migliaia di piante di ulivo in Puglia; si tratta di un agente patogeno trasmesso attraverso un insetto che, prima attaccava la vite, poi ha iniziato a infestare più di 300 specie di piante coltivate e selvatiche (viti, agrumi, olive, mandorle, foglie di alloro, erba medica, querce); é stato poi introdotto in Europa e individuato nel 2013 nella nostra Penisola, dove ha già divorato gli ulivi della Puglia, coltivazione per eccellenza della Regione meridionale;
CONSIDERATO che:
- da quando è apparso a Brindisi, nel febbraio di quest'anno, oltre un centinaio di alberi di ulivo sono stati disseccati;
- non esiste un trattamento possibile, in quanto l'insetto vettore è molto attivo, polifago e rende inutile qualsiasi intervento mirato sul suo movimento;
RICORDATO che siamo di fronte a una minaccia mai vista in tutto il bacino del Mediterraneo, dove la presenza di olivi, vigneti e agrumi è specifica per questi territori sin dai tempi antichi; costituisce quindi un pericolo imminente sia per la nostra cultura sia per la produzione agricola caratteristica della nostra area;
APPURATO che abbiamo già assistito impassibili alla distruzione del nostro patrimonio botanico e paesaggistico, con il virus del punteruolo rosso che ha, di fatto, fagocitato molte delle palme della Sardegna; si tratta di un danno inestimabile per l'ambiente della nostra Isola, con la devastazione di una specie che costituisce un fiore all'occhiello del nostro ecosistema;
CONSTATATO che:
- il batterio che sta devastando le coltivazioni olivicole ha, peraltro, attaccato e colpito anche la Corsica, realtà similare alla nostra e con un'area di coltivazioni a due passi dalla Sardegna; da qui le preoccupazioni espresse anche al Parlamento europeo, perché si possano prendere le necessarie misure drastiche per il contenimento e la prevenzione, in zone già contaminate, del virus e la conseguente devastazione del patrimonio rurale;
- occorre, senza dubbio, mettere in atto tutte le misure per scongiurare la diffusione del batterio in Sardegna, visto che ormai tale agente patogeno si sta propagando in tutta l'area Mediterranea;
PRESO ATTO che i sintomi più frequenti della malattia sono caratterizzati dalla bruscatura fogliare, con disseccamenti nella parte apicale e/o marginale della lamina, disseccamenti più o meno estesi a carico della chioma, con interessamento, dapprima, dei rami più isolati e, poi, di intere branche e dell'intera pianta e imbrunimenti interni del legno a diversi livelli dei rami più giovani, delle branche e del fusto;
VERIFICATO che:
- diverse Regioni italiane (ad esempio Lazio, Veneto e Toscana) hanno già adottato delle misure atte a prevenire la diffusione della malattia sulle piante del loro distretto rurale, con una serie di opuscoli informativi; l'obiettivo è di tentare di prevenire l'attacco del batterio nelle zone ancora sane e di controllare l'evoluzione del fenomeno;
- le uniche misure possibili sono l'isolamento delle zone interessate, l'estirpazione delle piante colpite, il disseccamento in loco e la bruciatura delle piante, dei rami e delle erbacce, nonché il divieto di portare il materiale vegetale al di fuori delle zone di confinamento;
- il piano messo in atto per la Puglia prevede, peraltro, cinque tipologie di intervento, sulla base di un crono programma che terminerà l'8 agosto 2015, poi il Governo dovrà decidere se prolungare o meno il pericolo; si inizia con lo sradicamento delle piante colpite dai focolai; le analisi scientifiche consentiranno di individuare gli alberi soggetti allo sradicamento; un controllo mirato sarà effettuato anche sui vivai, poi si dovranno eseguire degli interventi per il controllo dei vettori sulle erbe infestanti; le stesse arature vanno eseguite in certi modi per scongiurare il propagarsi del fenomeno;
ANALIZZATO che:
- l'emergenza si sta, ormai, iniziando a diffondere in tutte le Regioni della nostra penisola che rischiano di essere colpite da questo batterio;
- la Sardegna ancora non ha mosso nessun passo per informare il mondo agricolo di questo rischio che rischia di distruggere e devastare il patrimonio olivicolo;
ESAMINATO che:
- l'incidenza economica dell'olivicoltura sarda è assai elevata in alcuni distretti rurali dell'Isola, con una vasta porzione di poderi che vanta coltivazioni estese di olivo;
- negli ultimi anni c'è stato peraltro un incremento significativo delle superfici agricole coltivate con gli ulivi;
APPURATO che il livello di efficienza delle aziende olivicole sarde risulta modesto, visto che la struttura produttiva esistente è costituita in gran parte da oliveti non specializzati e dalla presenza di vecchie coltivazioni, situate, peraltro, in situazioni orografiche difficili e non soggette a razionali cure colturali; si segnala, poi, una forte frammentazione fondiaria, con diverse aziende specializzate che risulterebbero fortemente penalizzate, se non irreversibilmente danneggiate, dal possibile attacco del virus della xylella fastidiosa;
CONDIVISE le preoccupazioni per l'emergenza provocata dall'attacco di tale malattia alle coltivazioni olivicole della Puglia e della vicina Corsica, con una possibile diffusione dell'epidemia data da questo agente patogeno anche alle piante della Sardegna, con il propagarsi del fenomeno che potrebbe avere come conseguenza la chiusura di un altro settore dell'agroalimentare isolano;
VISTO che, a oggi, non è stato possibile rilevare nessuna misura né intervento di prevenzione e/o informazione per scongiurare danni al patrimonio agricolo e paesaggistico sardo, così come tristemente le cronache raccontano di episodi simili: blue tongue e, non ultimo, punteruolo rosso;
CONSTATATO non sufficiente, a giudicare dai fatti, l'impegno della Regione per salvaguardare le potenzialità del comparto olivicolo agricolo e zootecnico,
impegna il Presidente della Regione, il
Presidente del Consiglio regionale,
l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale
e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza
sociale
1) a convocare immediatamente un tavolo di confronto con gli assessorati competenti e le associazioni di categoria per informarle dell'emergenza e delle misure di prevenzione atte a evitare la propagazione del fenomeno in Sardegna;
2) a predispone in tempi certi degli opuscoli informativi e dei manuali operativi per individuare e riconoscere i primi fenomeni della malattia;
3) a monitorare tutte le coltivazioni sarde, isolando il rischio di propagazione del virus e segnalando immediatamente i rischi per le coltivazioni;
4) a istituire un cordone sanitario in tutti i porti della Sardegna per monitorare e controllare tutti gli ulivi da reddito e ornamentali in arrivo in Sardegna, che potrebbero essere veicolo di propagazione e contagio dell'agente patogeno trasmesso tramite un insetto;
5) inoltre, a sensibilizzare e informare il mondo rurale sugli strumenti di lotta per il contenimento del batterio. (134)