Seduta n.270 del 25/10/2011
CCLXX SEDUTA
MARTEDI' 25 OTTOBRE 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 01.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 13 ottobre 2011 (263), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Felice Contu, Angelo Cuccureddu, Giorgio Cugusi, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Marco Meloni, Antonello Peru, Sisinnio Piras e Paolo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 25 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge statutaria
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula:
"Legge statutaria della Regione autonoma della Sardegna". (7)
(Pervenuta il 20 ottobre 2011 e assegnata alla prima Commissione.)
Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula:
"Legge elettorale della Regione autonoma della Sardegna. Elezione del Presidente, del Vicepresidente e del Consiglio regionale". (8)
(Pervenuta il 20 ottobre 2011 e assegnata alla prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula:
"Valutazione delle politiche regionali e dello stato di attuazione delle leggi". (320)
(Pervenuta il 21 ottobre 2011 e assegnata alla prima Commissione.)
Onorevoli colleghi, apprezzate le circostanze sospendo la seduta sino alle ore 16 e 15.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 03, viene ripresa alle ore 16 e 15.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A. Siamo in fase di votazione dell'emendamento numero 188.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dichiarazione di voto sull'emendamento numero 188 che prevede la soppressione della lettera g) del comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4 del 2009. E' un capolavoro anche questa lettera che dice che "nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia è vietata la realizzazione di linee elettriche diverse da quelle strettamente necessarie e funzionali agli insediamenti urbanistico-edilizi" - ma chi decide quali sono quelle strettamente necessarie? - "ad eccezione di quelle già programmate al 31 dicembre 2008". Evidentemente chi scriveva aveva in mente qualche cosa di particolare che di solito è vietata.
PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Sanna. Vorrei che la Giunta si sedesse al suo posto.
Prego, onorevole Sanna.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). "E' inoltre ammessa la realizzazione di linee elettriche che, sulla base di un atto di indirizzo approvato dalla Giunta regionale entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, ottengano la preventiva valutazione positiva da parte della Giunta regionale, previo parere della commissione consiliare competente". Ma non facevano prima a dire che sono tutte ammesse? Sono tutte ammesse! La Giunta può decidere, si riunisce e decide di autorizzare tutte le linee elettriche che vuole. Evidentemente c'è qualche infrastruttura che è stata contestata o che l'ENEL non finanzia perché non c'è una norma che legittimi l'evoluzione di quell'insediamento sulla base del PPR e quindi si cerca di convincere l'ENEL che l'insediamento si potrà fare e che comunque esiste una copertura di legge. Di fronte a cose di così bassa lega parlare di piano casa davvero richiama la nostra indignazione!
Ecco perché sostengo che il piano casa si deve interessare della casa (ma se ne deve interessare per chi ne ha bisogno) e non di linee elettriche nella fascia costiera dei 300 metri, dove qualcuno evidentemente intende realizzare delle palificazioni. Perché questo comma non si spiegherebbe se non con l'idea di autorizzare la posa di plinti di cemento e le palificazioni nei 300 metri, perché in questa fascia vige l'inedificabilità totale. Ma qualcuno si è messo in testa che esiste anche un processo, ad esempio, di interramento, che esistono dei criteri di rispetto paesaggistico diverso? No, comente su connottu, cioè tutto com'era un tempo, in maniera così grossolana che è persino ridicolo che la Giunta su questi punti non abbia già allora dato parere negativo.
Noi continuiamo questa battaglia proprio per mettere in evidenza queste cose e anche perché sappiamo che gli uffici del Ministero ci ascoltano in diretta ed è bene che segnino punto per punto tutto quello che viene qui rilevato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, dichiaro il mio voto favorevole a questo emendamento per la soppressione della lettera g) del comma 1 di cui stiamo discutendo.
Assessore Rassu, la pregherei di chiarirci a che cosa serve questa norma, non ci lasci andare avanti nella discussione alla cieca! Se l'avete presentata evidentemente avete qualcosa in mente, magari diverso da ciò che noi paventiamo, quindi credo che sia assolutamente doveroso che lei intervenga e ci spieghi di che cosa si tratta. A me, mentre parlava il collega Sanna, è venuta in mente una possibilità: poiché le linee elettriche normali possono facilmente essere interrate e non hanno bisogno di essere approvate in deroga, potrebbe in questo caso trattarsi di linee elettriche del tutto straordinarie. Proprio qualche giorno fa - chiedo l'attenzione del Consiglio perché si tratta di un fatto importante - ci siamo ricordati della straordinaria sollevazione di popolo contro la realizzazione di un parco eolico offshore davanti al Golfo di Oristano. Sapevamo che ci saremmo potuti opporre, anche laddove l'avesse approvato in maniera autonoma il Ministero dell'ambiente utilizzando le norme del PPR che avrebbero dovuto consentire il collegamento elettrico a quel parcooffshore. Questo articolo sembra proprio atto a far approvare alla Giunta regionale il collegamento elettrico di un parco offshore davanti alla marina di Oristano.
Se non mi spiega un motivo diverso, Assessore, io devo assolutamente pensare che con tre o quattro righe nascoste in un provvedimento stranissimo state cercando ancora una volta di introdurre degli enormi cavalli di Troia, per cui vale la pena chiarire il senso di questa norma al Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io sulla lettera g) ho un punto di vista leggermente diverso e personalmente mi asterrò sull'emendamento numero 188, ma credo che la validità degli argomenti sollevati dai colleghi rimanga assolutamente.
La lettera g) è stata introdotta per cercare di dare al piano casa una qualche valenza di salvaguardia. Si è cercato cioè di introdurre due cose che non possono stare insieme: il piano casa che deroga su tutto, come abbiamo visto, che dà il via libera a vecchie lottizzazioni, e la possibilità aggiuntiva, appunto attraverso la lettera g), di bloccare la realizzazione di linee elettriche evidentemente anche collegate ai parchi offshore.
Siccome io non voglio fare un processo alle intenzioni, poiché credo che il fine sia positivo e che questo elemento possa essere qualcosa in più, non mi sento di votare a favore della soppressione, ma certamente chiedo al Consiglio di riflettere su cosa abbiamo creato con il piano casa 1, con il piano casa bis e con il piano casa ter, ovvero dei contenitori di norme che consentono il via libera o il potenziale via libera sulle coste.
Io sono tra quelli che ritengono che alla fine, probabilmente per la farraginosità di questa legge, molte delle cose che erano nelle intenzioni di chi ha proposto le modifiche non si realizzeranno - almeno questo è l'auspicio -, insieme ad altre norme che magari avrebbero potuto trovare in Consiglio una posizione unanimemente favorevole. Rimane aperto il nodo sui grandi impianti, su quale deve essere la competenza della Regione Sardegna. Noi oggi abbiamo strumenti molto deboli non solo per opporci all'eolico offshore, che è di competenza del Ministero delle infrastrutture, ma spesso anche all'eolico terrestre, perché non avendo stabilito delle quote regionali di produzione di energie rinnovabili abbiamo difficoltà a dire di no, perché non possiamo fare riferimento soltanto al Piano paesaggistico o alle zone limitate. Quindi mi asterrò dalla votazione, ma credo che anche questo emendamento ci riproponga la necessità di provare a ragionare nel merito, uscendo dagli schemi ideologici. Noi siamo pronti a farlo, invito la maggioranza a fare altrettanto e a non trincerarsi dietro un'ideologia che certamente non porta a nulla.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Signor Presidente, intanto è chiara la filosofia non del provvedimento che stiamo esaminando, ma dell'insieme dei provvedimenti che in questa legislatura abbiamo esaminato. La logica con la quale si è operato è una logica di rappresentanza diretta di interessi specifici. Il "piano casa 1" è una denuncia esplicita della rappresentanza di quegli interessi e racconta dell'incapacità che purtroppo vive la Sardegna di regolamentare nel tempo la gestione del proprio territorio e di un contrasto significativo tra due tendenze: una assolutamente deregolatrice e permissiva, che crea confusione, non dà certezza di diritto e di fatto impedisce lo sviluppo, ed è quella che voi rappresentate; l'altra tendente invece a richiamare alcuni valori di natura culturale, prima di tutto, e identitaria e a salvaguardare e tutelare quel patrimonio che si esprime nel territorio antropizzato, e quindi nel paesaggio in tutte le sue componenti.
Noi facciamo uno sforzo in questo senso; voi subentrate e procedete a un sistematico smantellamento delle regole. L'obiettivo è questo, cioè l'inesistenza di regole e la sollecitazione di piccoli interessi che ogni tanto affiorano da quest'Aula, condannandola a essere rappresentanza di piccoli gruppi, di interessi precisi, di patrimoni che non sono di natura generale.
Assessore, le consiglio questo: convochi la sua maggioranza e insieme riflettete sui contenuti di quel provvedimento. Riflettiamo in generale sui contenuti delle leggi che voi state proponendo in questa legislatura e rincominciamo daccapo, perché voi siete fuori strada!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento con cui si vuole sopprimere la lettera g) dell'articolo 13, che è difficile da comprendere. Chi mi ha preceduto ha insinuato - mi sembra che sia il termine corretto - che dietro questo intervento ci sia qualcosa di nascosto. In ogni caso, quello che io trovo straordinario e sorprendente è che si voglia far apparire questo intervento come un intervento di pianificazione di servizi essenziali, perché le linee elettriche sono essenziali per portare la corrente laddove c'è vita, attività, residenze, iniziative. O è fumo negli occhi o non riusciamo a comprendere la ragione di questa norma, anche se alla fine nell'articolo si trova anche qui il modo per andare in deroga. Cioè c'è tutta una serie di attenzioni per una cosa difficile da comprendere, come il divieto di realizzare linee elettriche diverse da quelle strettamente necessarie - ci sono forse linee elettriche che vengono realizzate così, come arredo urbano o paesaggistico? -, funzionali a insediamenti urbanistico-edilizi - magari potrebbero essere anche di altra natura -, a eccezione di quelle già programmate, eccetera.
Noi quindi, dopo la pausa dalle ore 14 alle ore 16, riprenderemo la nostra azione di contestazione e critica a una legge che non ci è piaciuta fin dal primo momento e continueremo a proporre, attraverso gli emendamenti, lo smantellamento di questa norma che risponde agli interessi non comprendiamo bene di chi, mentre gli interessi dei sardi rimangono fuori dalle decisioni di questo palazzo, con buona pace di tutti, sostiene qualcuno, io dico con l'inquietudine della gran parte dei sardi per la situazione drammatica che stanno vivendo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.Intervengo velocemente solo per una precisazione. Posso garantire all'Aula che gli apporti positivi che stanno arrivando non rimarranno inascoltati, se ne terrà conto nel PPR. Voglio anche dire che molte volte con la foga demolitoria si peggiorano le cose. Se ci fosse stato un dibattito obiettivo si sarebbero esaminati parallelamente tutti gli emendamenti, non solo quelli soppressivi, ma anche quelli provenienti dalla maggioranza, si sarebbe proceduto argomento per argomento e probabilmente si sarebbero apportati molti correttivi.
Ma arrivo agli emendamenti in esame. Questi emendamenti avrebbero dovuto essere non soppressivi, ma "affermativi", onorevole Sanna. Presidente Soru, lei sa che noi sul mare non abbiamo competenza. Vi ricordate l'offshore eolico? Noi non possiamo impedire, teoricamente, tra virgolette, che siano messe delle pale eoliche in mare, però sulla terra decidiamo noi. Questo dice la lettera g).
La lettera h) dice poi che il mare territoriale è considerato di primario interesse paesaggistico ed è oggetto di tutela; con la lettera i) tuteliamo le praterie di posidonia. Cosa c'è di strano, di aberrante e attinente a interessi personali in queste tre lettere? Non si può solo pensare, come ho detto l'altro ieri, a una funzione soppressiva e di diniego totale su tutto e per tutto. Ecco qui la dimostrazione, onorevole Soru, che molte volte l'ostruzionismo porta a questo. Queste tre lettere sono state pensate per impedire l'offshore eolico sul mare, dove noi non possiamo intervenire, mentre per le reti elettriche da realizzare a terra si devono fare i conti con noi.
Qualcosa bisogna pur rivederla e limarla, siamo d'accordo, ma non così, non con un'opposizione ostruzionistica. Ho spiegato che questi tre emendamenti soppressivi non hanno ragione di esistere perché le lettere g), h) e i) sono finalizzate a tutelare l'ambiente, come tutto il resto dell'articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Assessore Rassu, relativamente a quello che diceva lei io penso che la lettera successiva avrebbe garantito sicuramente l'obiettivo che lei metteva in campo, che era quello di tutelare la nostra regione e specialmente i nostri mari, per questo non si capisce molto, anzi per niente, la lettera precedente. Ho riletto gli atti relativi alla discussione sul piano casa e anche allora non si capiva bene quale fosse l'intenzione, anche perché si citano date, come il 31 dicembre 2008, senza chiarirne la ratio e spiegare a cosa si riferiscono. Probabilmente un'informativa da parte degli Uffici metterebbe anche lei a conoscenza del perché si indica la data del 31 dicembre 2008. Che data fatidica è? Quello che però vorrei far rilevare, Assessore, è che dal numero dei congedi in quest'Aula chiesti da colleghi e amici del centrodestra si vede che l'interesse alla discussione è assolutamente marginale.
Vorrei anche dire che stando all'accordo Stato-Regioni, dal quale derivano i piani casa 1, 2, 3, 4 o quel che sarà, ho difficoltà a ritrovarmi in tutte le norme che sono state inserite all'interno dei diversi piani casa: sono norme che con quello che si prefiggeva l'accordo Stato-Regioni non c'entrano niente. Se dovessimo parlare dei centri storici - lo faccio adesso visto che non mi sono ricordato di iscrivermi durante la scorsa discussione - e dei beni identitari, l'accordo Stato-Regioni in maniera espressa recitava: "Tali interventi edilizi non possono riferirsi ad edifici abusivi o nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta". Chiaramente in questo piano casa abbiamo inserito gli edifici abusivi, che godono di volumetrie aggiuntive, e stiamo cercando di inserire in questo ulteriore miglioramento - secondo il vostro parere - della legge numero 4 tutti i centri storici, per i quali invece non era previsto l'intervento essendo centri particolari da tutelare.
In questo senso, Assessore, vorrei veramente comprendere la ratio di questa lettera del piano casa. Probabilmente un'interazione tra lei e gli Uffici ci aiuterebbe a capire perché si considera la data del 31 dicembre 2008 e a che cosa essa si riferisce, altrimenti è chiaro che si alimentano sospetti, anche perché la tutela dei nostri mari - lo ricordo all'Aula - era stata prevista in un emendamento proposto dall'intero centrosinistra, e non dalla maggioranza che governa questa Regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Intervengo per dire che voterò a favore dell'emendamento numero 188, proprio perché la norma della lettera g) dell'articolo 13 è alquanto ambigua. Sarei tuttavia propenso a votare contro questo emendamento se l'articolo si fermasse alla dicitura "nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia è vietata la realizzazione di linee elettriche diverse da quelle strettamente necessarie e funzionali agli insediamenti urbanistico-edilizi". Basta essere chiari, perché poi più aggiungiamo commi e lettere all'articolo più la norma diventa pasticciata e lascia chiaramente intendere le volontà che sono state dai miei colleghi più volte ipotizzate.
Credo che anche nel produrre la legislazione dobbiamo essere sintetici, chiari e precisi, altrimenti tutto è lasciato a interpretazioni e illazioni facili da capire. Infatti in quest'Aula si è discusso tanto di nuovi parchi eolici, in modo particolare di quello nel Golfo di Oristano, e questa norma sembra appunto essere nata sulla spinta di quelle discussioni. Io credo che se noi limitiamo le linee elettriche esclusivamente all'uso necessario e fondamentale agli insediamenti autorizzati escludiamo sistematicamente qualsiasi altra volontà e qualsiasi altra infrastruttura che non siano tra quelle pertinenti e quindi di uso strettamente necessario, delle quali non possiamo fare a meno, altrimenti non si autorizzerebbe l'insediamento edilizio in quei siti.
Per cui questo articolo e anche il successivo forse sarebbe utile eliminarli del tutto per non dare adito a interpretazioni chiaramente maliziose, ma che di fatto lasciano spazio all'interpretazione. Una frase sintetica è più chiara e fa sì che nessuno sia autorizzato a interpretare la norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Assessore Rassu, in queste proposte c'è un leitmotiv ricorrente, cioè in ogni comma si fa riferimento a qualcosa da tutelare, da recuperare rispetto alla data in cui entra in vigore la norma di salvaguardia. In questa lettera, per giunta, si fa salvo qualcosa già programmato alla data del 31 dicembre 2008, che è successiva a quella della norma di salvaguardia, perché il PPR è antecedente, quindi non se ne capisce bene la ratio.
Questa volontà, questo desiderio di fare salvo qualcosa rispetto a una norma di salvaguardia, che ha effetto retroattivo in urbanistica - mettiamoci l'anima in pace -, mi fa venire in mente una norma di carattere penale che viene messa in campo a tutela dei diritti di chi viene vessato. Penso, ad esempio, al reato di stalking. La norma del codice penale risale al 18 giugno 2008: secondo questa logica, avrebbero potuto scrivere nella norma che erano fatti salvi i reati antecedenti al 18 giugno 2008, cioè chi avesse iniziato una settimana prima a vessare la moglie, a maltrattarla, a picchiarla, a procurarle stati d'ansia avrebbe potuto continuare a farlo perché sarebbe intervenuta una sorta di norma transitoria! Quando una norma entra in vigore si guarda avanti, non si può tentare di recuperare ciò che è utile in una fattispecie piuttosto che in un'altra o ciò che si pensa sia giusto e legittimo: in tutte le guerre ci sono dei feriti che pure sono innocenti.
Il Piano paesaggistico ha avuto il grande merito, Assessore, di dare una svolta di tipo epocale rispetto alla consapevolezza che tutti hanno acquisito (mi riferisco ai cittadini principalmente) sulla necessità di tutelare l'ambiente, di prendere atto che i tempi sono cambiati e che bisogna guardare avanti nel rispetto per l'appunto dell'ambiente e delle regole. Il richiamo continuo deve essere fatto alle regole, Assessore, non alle deroghe che sono presenti in tutti gli articoli e in tutti i commi del piano casa. Ecco perché noi insistiamo nel chiedere che si riveda questa proposta, che si ritirino certi articoli di questa legge e forse potremo addivenire a un accordo che ci consenta di non prolungare la discussione fino all'ultimo giorno utile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). Vorrei ricordare all'Assessore che l'urbanistica è solo il tramite tra spazio e volontà politica. Gli urbanisti e anche lei, Assessore, non decidono l'ordinamento dell'insediamento umano, come in Palestina per esempio, ma devono eseguire, obbedire a una commissione o meglio a una missione sociale. Sono dunque invitati a fornire il loro parere e li si ascolta cortesemente, non sempre, ma essi non devono prendere decisioni. Non sono loro a creare lo spazio, loro sono solo traduttori spaziali delle scelte politiche.
Il problema è il non voler riconoscere questo fatto o ancora peggio il celarlo. Per noi bisogna studiare e riconoscere i bisogni della popolazione e dare loro risposta in un rapporto sequenziale tra essere e dover essere, tra descrizione e disegno. Il compito di questo piano casa deve essere quello di stabilire la relazione tra esiti e operazioni, ossia cercare di definire quali operazioni spaziali sono necessarie per raggiungere un certo esito sociale, che crei un po' di lavoro e un po' di occupazione. Non si può pensare all'urbanistica senza parlare alla gente. Se noi oggi insistiamo sul rispetto del paesaggio…
PRESIDENTE. Onorevole Giacomo Sanna, per cortesia!
BEN AMARA (Gruppo Misto). …è perché siamo anche convinti del fatto che non si tutela il paesaggio pensando a esso come a un qualcosa di statico, destinato a durare in eterno, ma progettando il difficile equilibrio perennemente in movimento tra la natura e la sua antropizzazione. Sappiamo bene che paesaggio deriva da paese e non esisterebbe senza un osservatore umano.
Mi fermo qui perché non è possibile continuare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Presidente, io devo quasi delle scuse ai colleghi del centrodestra, perché non è vero che stanno lavorando senza costrutto. In effetti cosa sta succedendo, Assessore? State approvando per la seconda volta la legge numero 4 del 2009, cioè siete talmente convinti che con questa discussione state di fatto approvando per la seconda volta, ripeto, la legge numero 4 che, non ci stanchiamo di dirlo, è una norma in deroga e non certamente un intervento a sostegno dell'economia attraverso il rilancio del settore edile.
Io però, Assessore, voglio dirle questo: lei è intervenuto, il che mi ha fatto molto piacere, per tentare di dirimere il dibattito, per fare chiarezza rispetto alla lettera g) del comma 1 dell'articolo 13, che noi con il nostro emendamento vogliamo invece sopprimere. Ma, anche in relazione ad alcuni interventi dei colleghi del centrosinistra che si sono posti in termini problematici, io vorrei contestualizzare il periodo in cui è stata approvata questa norma. Le ricordo, Assessore, che questa norma interviene successivamente, o meglio interviene in itinere rispetto alla discussione che voi avete avviato per deregolamentare anche la pianificazione nel settore energetico, e nella fattispecie quella relativa alle fonti rinnovabili, in questo caso da generatori eolici. Voglio ricordare che quella discussione in qualche maniera mise il centrosinistra di fronte alla fretta; fretta sulla quale è poi intervenuta la Procura della Repubblica. Sappiamo che è ancora in corso un'indagine e che ci sono esponenti di una delle Giunte di questa legislatura ancora oggetto di indagine da parte della Procura. Quindi noi abbiamo tentato di correre ai ripari per cercare di tutelare alcune situazioni che potevano essere soggette a un'ulteriore deriva di deregolamentazione da parte vostra.
Ho voluto richiamare questo esempio, Assessore, per dirle che siamo in presenza con questa norma, che è figlia, ripeto, di una discussione in atto in quel momento, che vedeva la Procura della Repubblica entrare a piè pari sugli atti amministrativi…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, questo emendamento, che chiede la soppressione della lettera g) del comma 1 dell'articolo 13, e i successivi due emendamenti, che chiedono la soppressione delle successive due lettere, sono la conferma che in questo caso specifico ci troviamo in presenza di un'opposizione ostruzionistica e non costruttiva.
In precedenza, per la verità, sono stati svolti diversi interventi rilevanti; io me li sono appuntati tutti e in prosieguo spero che i diversi spunti offerti alla discussione possano essere accolti anche in quest'Aula. Voglio ricordare che le tre lettere g), h) e i) sono state inserite nel periodo in cui c'era il pericolo dell'offshore, come è stato già ricordato, e dopo che il Consiglio aveva approvato all'unanimità un ordine del giorno contro l'offshore. Le tre lettere in questione sono state oggetto di valutazione congiunta tra le forze di maggioranza e forse anche dell'opposizione, perché si voleva scongiurare questo pericolo. Poco fa il collega Chicco Porcu, con l'onestà intellettuale che lo caratterizza, ha espressamente dato atto di questa situazione.
In queste ipotesi il problema non è quello di sopprimere le tre lettere, semmai si sarebbero dovuti presentare degli emendamenti sostitutivi e migliorativi; tuttavia le si vuole sopprimere, ma la soppressione crea solo un danno. Per la verità, quando le abbiamo introdotte io sostenevo una tesi differente, cioè che dovessero entrare a far parte non dell'articolo 13, ma di un articolo a parte, a sé stante, perché l'articolo 13 non è una norma immediatamente precettiva, ma si limita a dare delle indicazioni a un futuro pianificatore.
L'ordinanza del TAR numero 135, più volte richiamata in quest'Aula, ha confermato quanto avevo a suo tempo affermato, cioè che l'articolo 13 non è immediatamente vincolante; contiene solo indicazioni di massima che poi il pianificatore potrà utilizzare motivando il perché e il per come. Quindi l'opposizione costruttiva deve portare non già a sopprimere queste lettere, ma a proporne una formulazione completamente differente che effettivamente consenta di eliminare il rischio dell'eolico offshore. Se questa è la volontà, io ritengo che nel corso dei lavori si potranno predisporre degli emendamenti migliorativi del testo dell'articolo 13. Se c'è l'assenso di tutti, tali emendamenti possono tranquillamente essere presentati in Aula anche a termini scaduti. La volontà di ascoltare e di raccogliere i suggerimenti da parte della maggioranza c'è tutta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, l'onorevole Rassu intervenendo ha portato un ragionamento che fino a un certo punto poteva anche essere condivisibile, se non fosse che ha chiuso il suo intervento dicendo che le lettere g), h) e i) tendono a salvaguardare l'ambiente esattamente come tutto il resto della legge. Soltanto questa frase, onorevole Rassu, ci induce a considerare che l'atteggiamento dubbioso lo dobbiamo tenere molto alto e soprattutto dobbiamo tenere in considerazione i sospetti che alcune di queste norme inducono e che, secondo me, sono assolutamente legittimi. Anche perché, soprattutto alla luce di ciò che è successo intorno ai parchi eolici, ai parchi offshore e a tutto quello che conosciamo bene, per tutte le implicazioni che quella vicenda ha avuto in Sardegna, noi ci poniamo delle domande, anche ammettendo che, se ragionate insieme a noi, questa norma forse oggi non va più bene e può essere rivista. Ci chiediamo, per esempio, attraverso l'atteggiamento del dubbio, che è sempre quello che spiana la strada alle decisioni più sagge, come alcuni filosofi ci hanno insegnato, perché è indicata la data del 31 dicembre 2008 e chi avrebbe potuto programmare entro questa data, posto che dal 2004 erano in vigore anche le norme di salvaguardia. E' chiaro che qui i dubbi salgono e se anche non ci sono venuti nella prima fase possono legittimamente venirci adesso, perché anche questa piccola lettera, la lettera g), secondo noi rappresenta un cavallo di Troia, come si diceva anzitempo, e con Laocoonte vorrei dire che timeo Danaos et dona ferentis, cioè temo i Danai e i doni che portano.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 188.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 188.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Petrini - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda.
Si sono astenuti i consiglieri: Capelli - Corda - Cossa - Moriconi - Pitea - Porcu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 57
astenuti 6
maggioranza 29
favorevoli 19
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 189.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con l'emendamento numero 189, Presidente, si propone l'abrogazione della lettera h) del comma 1 dell'articolo 13. Ci sono momenti oltre i quali bisogna tirare le somme. Noi sappiamo benissimo qual è il limite della pianificazione regionale; sappiamo benissimo, come lo sapevamo quando abbiamo introdotto la lettera h), così come la precedente e la successiva, che a noi non compete la tutela dei beni che non sono nella nostra disponibilità. Sapevamo anche che il piano casa non era lo strumento idoneo, tuttavia abbiamo deciso di acconsentire all'idea che si esprimesse un atto di indirizzo, che però non ha più senso, Assessore, da quando voi avete diffuso la vostra idea di Piano paesaggistico. Infatti si vede chiaramente che non avete nessuna intenzione di rispettare ciò che dite nella lettera h), perché dite che il mare territoriale è fatto oggetto di tutela, ma vi dimenticate di inserirlo fra i beni paesaggistici nella revisione di un PPR che vuole ricomprendere delle cose anche sfidando l'obbligatorio confronto con lo Stato (ma quella sarebbe la sede giusta). Quindi non solo non includete il mare territoriale, ma togliete altri beni da tutelare, perché la fascia costiera è bene paesaggistico d'insieme. Pensate di essere credibili quando attaccate il mare territoriale in tutti i modi possibili e poi cercate di convincerci della bontà dell'idea di tutelarlo? Ma stiamo scherzando!
Non siete stati neanche capaci di dare logica conseguenza in un documento nel quale potevate trascrivere il contenuto dell'articolo 13, perché vedete - e qui siete curiosi - qualcuno di voi dice che l'articolo 13 contiene proprio gli indirizzi che volete dare per la revisione del PPR. E in che modo? Contiene gli indirizzi delle deroghe o gli indirizzi delle tutele? Io ho notato che gli indirizzi delle deroghe sono tutti contenuti, mentre gli indirizzi per le tutele ve li siete dimenticati. E questo articolo ne è l'esempio!
Se dovete caricare il famigerato articolo 13 dell'onere di darvi degli indirizzi, tali indirizzi li dovete prima discutere qua, con un documento che spieghi dove volete andare, cosa volete fare e perché. Questo è il senso degli atti di indirizzo, non quello di fare norme che sapete bene non si possono applicare e che giustificate in questo modo un po' miserevole e devo dire anche del tutto inutile. Io non sono più disponibile a lasciarvi in mano strumenti che contengono valori di principio che però non sapete tradurre in legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 189 che propone la soppressione della lettera h) del comma 1 dell'articolo 13 di cui discutiamo. Lo faccio con la precisa volontà di aiutarvi a migliorare la legge e certamente non di fare ostruzionismo. Peccato che l'onorevole Steri sia uscito dall'aula, lo vedo oltre la tenda, se si avvicinasse mi farebbe piacere interloquire anche con lui, perché non è ostruzionismo da parte nostra farvi notare che iniziate bene la scrittura degli articoli e dei singoli commi, poi però riservate il veleno nella coda.
La lettera g) è condivisibile nelle prime righe, laddove dite che "nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia è vietata la realizzazione di linee elettriche diverse da quelle strettamente necessarie…". A parte il fatto che tenete in vita quelle programmate alla data del 31 dicembre 2008, ecco il veleno: "E', inoltre, ammessa la realizzazione di linee elettriche che, sulla base di un atto di indirizzo approvato dalla Giunta regionale (…) ottengano la preventiva valutazione positiva da parte della Giunta regionale, previo parere della commissione consiliare competente". Vi state quindi riservando la possibilità di approvare le famose linee elettriche che invece dite di voler escludere e lasciate questa possibilità alla Giunta regionale. Ma sappiamo che nella Giunta regionale sono presenti anche persone vicine a chi, nella fattispecie, ha progettato l'intervento offshore nella zona di Oristano.
Come vede, onorevole Steri, noi non stiamo facendo ostruzionismo, ma stiamo cercando di dirvi: apriamo gli occhi e non caschiamo nei tranelli perché, mentre eliminiamo le tutele laddove è nostra potestà di imporle, facciamo finta di porle laddove non abbiamo nessuna potestà, appunto quanto prevede la lettera h) di cui parliamo ora. Che senso ha dire che tuteliamo le acque territoriali se sappiamo che non sono nella nostra competenza? Poi parliamo della posidonia e anche lì facciamo finta di voler fare una cosa, ma in realtà ne facciamo un'altra.
Allora, mentre prima avevo un dubbio, adesso sono certo che queste tre lettere dell'articolo 13 servono per spalancare le porte all'offshore nella zona di Oristano, a meno che non le correggiate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto).Succede quel che succede da sempre, cioè il diavolo fa le pentole, ma dimentica di fare i coperchi, per cui in ogni circostanza le intenzioni che si tenta di nascondere poi vengono allo scoperto, mettendo in difficoltà ancora maggiore la coalizione che purtroppo governa la Sardegna - male, anzi sempre peggio - e la Giunta che la sgoverna.
Qua non stiamo facendo ostruzionismo, perché se volessimo fare ostruzionismo useremmo altri sistemi anche più efficaci. Se volessimo arrivare al 30 novembre, qualcuno di noi si incatenerebbe, si inchioderebbe a quest'aula per impedire il prosieguo della discussione, e lo farebbe con tutti i mezzi, anche di lotta. Invece stiamo qua a discutere nella speranza che vi rendiate conto intanto che il termine che il Presidente incautamente ha fissato per le sue dimissioni, il 30 ottobre, si avvicina e sarà superato e noi gli chiederemo conto della coerenza rispetto alle sue intenzioni. Anche se dovessimo rimanere qua tutte le notti, ho fatto il conto, state tranquilli, potremmo discutere a tempo indeterminato almeno per ventiquattro giorni.
(Interruzioni)
Senza sosta, ecco. Certo, la impugna il Governo; a tempo indeterminato possiamo avere solo precari, solo gente disperata!
A proposito, onorevole Rassu, le posso ricordare che in quel di Sassari, suo collegio elettorale, ci sono trentuno disoccupati non per demerito, ma per prepotenza, per i quali noi aspettiamo ancora una risposta dalla Giunta alle sollecitazioni unanimi pervenute dal Consiglio, in particolare dalla Commissione d'inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali. Ma che cosa aspettate? La volete smettere di fare giochini con ali impazzite anche di questo schieramento? Lì ci sono trentuno lavoratori che stanno pagando un prezzo per la nostra incapacità, anzi per la vostra incapacità di intervenire!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, io continuo con ostinazione a cercare di ragionare sul merito. Non me ne vorranno i colleghi che sono intervenuti per dichiarare il loro voto a favore di questo emendamento se mi asterrò. Credo che questo sia un modo per testimoniare che avete davanti un'opposizione che ragiona, che può avere anche posizioni con sfumature diverse, ma che vi continua a rivolgere un appello pressante a entrare nel merito dell'argomento, senza costringerla a discutere di tutto quello che avete fatto. Limitate, se lo ritenete, la discussione a pochi emendamenti che voi ritenete migliorativi - e che noi riteniamo invece inutili - di un testo che noi vorremmo comunque cancellare e non costringeteci a stare giorni e giorni in aula, quando la Sardegna ha bisogno di risposte ben diverse da quelle che stiamo dando.
Credo che questo sia il dramma che noi affrontiamo in questo momento di fronte a una maggioranza che sceglie, in maniera cocciuta e testarda, di continuare ad allargare le maglie di una legge già estremamente permissiva, invece che affrontare i grandi problemi della Sardegna e soprattutto i problemi di un bilancio sempre più scarno per le vicende di una rivendicazione con il Governo nazionale in merito alle nostre entrate che non siete riusciti a portare avanti. Su questo emendamento mi asterrò perché credo che l'aspirazione a che il mare territoriale della Sardegna rientri tra le aree tutelate per legge non sia sbagliata. Non voglio fare processi alle intenzioni, credo che possa essere un'aspirazione meritoria far sì che il mare territoriale della Sardegna sia un bene paesaggistico, così come altri beni elencati dall'articolo 142 del Codice Urbani, per esempio la fascia dei 300 metri, che peraltro in questa legge voi svilite.
E' evidente che ci sono delle contraddizioni, è evidente che noi vorremmo cancellare tutto e voteremo contro il disegno di legge in esame, ma non vogliamo fare processi alle intenzioni, bensì richiamarvi al dato politico che continuate a farci stare in aula quando forse dovremmo affrontare il tema delle entrate che non abbiamo, delle riforme che non riuscirete a fare e delle risposte che non riuscirete a dare, ma di cui i sardi hanno bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Certamente non intervengo perché il presidente Soru ha citato il mare di Oristano, dato che siamo ben consci che nel territorio della provincia di Oristano non si faranno interventi offshore. Peraltro, onorevole Soru, se lei avesse letto compiutamente la lettera g), a cui ha fatto riferimento, si sarebbe reso conto che quella norma, che poteva trovare applicazione solo entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della legge, non può essere applicata perché i centottanta giorni sono già scaduti e comunque la Giunta può dare indirizzi in quella direzione. Si è invece cercato di salvare interventi che probabilmente erano programmati dalla sua Giunta entro il 31 dicembre 2008.
Assessore Rassu, ci sono cose che si devono dire e altre che si possono anche tralasciare, perché le si lascia all'immaginazione di tutti i colleghi consiglieri regionali, che sanno benissimo per quale motivo si è fatta la norma. Bisognerebbe che se ne ricordassero anche i colleghi dell'opposizione, cosa che invece trascurano di fare.
Relativamente alla lettera h) ha ragione l'onorevole Porcu, è un principio. Poi l'onorevole Sanna dice che è inutile perché la competenza non è nostra. E' vero, ma noi abbiamo voluto ribadire che siamo comunque contrari. Allora io sfido voi e in particolare lei, onorevole Soru, a dimostrarmi che questo articolo della legge numero 4 possa mai trovare applicazione in Sardegna se non modificando o sopprimendo, che è quello che interessa di più a voi, queste lettere. Onorevole Soru, questa richiesta di soppressione mi meraviglia veramente tanto, non voglio pensare altro, perché sopprimere queste due lettere è estremamente pericoloso. Pertanto invito la maggioranza a stringersi attorno alla non soppressione di queste lettere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). E' evidente che ci sono punti e commi sui quali la nostra determinazione a sostenerne l'eliminazione è forte, così come è evidente che di questa lettera h) non se ne comprendono le ragioni. E' un'ovvietà, è come dire che il bello va tutelato, che ciò che è monumentale va tutelato. E cosa c'è di più monumentale dal punto di vista paesaggistico del mare territoriale della nostra isola? Essendo la nostra terra un'isola tutto il nostro mare territoriale è quanto di maggiore pregio possiamo avere!
Voi concludete la lettera h) dicendo che "è considerato di primario interesse paesaggistico ed è fatto oggetto di tutela". Perché, qualcuno l'ha mai messo in discussione? Direi di sì, quando si è parlato dei parchi eolici in mare. Io credo che questa sia una excusatio non petita che serve a distrarre l'attenzione, gettando ancora una volta fumo negli occhi in un momento in cui i problemi e gli interessi dovrebbero essere altri.
Allora io sostengo, come ha già detto qualche collega prima di me, che il tempo che noi stiamo dedicando a questa legge probabilmente è tempo perso rispetto ai bisogni e alle necessità della nostra Sardegna. Voi continuate a tenere alte le barricate, noi continuiamo a opporci, non potete pretendere che su questa cosa abbandoniamo il campo, perché abbiamo l'esigenza di mettere in evidenza le necessità e le urgenze, a iniziare da quella richiamata dal collega Uras riguardo ai trentuno lavoratori che non riescono, nonostante vi sia la copertura finanziaria, ad avere risposte. Credo che quella sia solo una goccia nel deserto del mondo del lavoro che non trova soluzioni, nel mare magnum in cui la gente ha sempre più difficoltà a trovare risposte ai suoi bisogni. Questa non può essere la risposta, per cui noi continueremo a contrapporci e vedremo fin dove si arriverà, senza per questo alzare lo spauracchio di tempi biblici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, su questa dichiarazione di intenti sul mare territoriale e la sua stretta interrelazione il sottoscritto si astiene. Questa è una legge da Cetto La Qualunque, il politico calabrese, personaggio di fantasia, che auspica gli interventi senza nessuna regolamentazione, ma sulla lettera h), che dice che il mare territoriale, per la sua stretta interrelazione con le aree tutelate, è considerato di primario interesse paesaggistico ed è fatto oggetto di tutela, sinceramente non posso esprimermi contro. E' una dichiarazione di principio che magari sarà contraddetta da atti e normative successive, ma sulla quale sono assolutamente d'accordo. Per cui, pur essendo inserito in una legge che sulla tutela dei centri storici, sui piani urbanistici comunali e su quant'altro non brilla e non si mostra disponibile, annuncio che sull'emendamento numero 189 il Gruppo dell'Italia dei Valori si asterrà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Rinuncio, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'onorevole Steri, che è collega attento sotto tutti gli aspetti, ha avuto modo nel suo intervento di ricordarci, nel contestualizzare il momento in cui è stata approvata questa norma, il dibattito e il ruolo svolto dai partiti presenti in quest'Aula. Credo che anche stavolta l'onorevole Steri abbia dimostrato la serietà che lo contraddistingue da sempre, io però, Assessore, mi rivolgo soprattutto a lei, pur non dubitando affatto che la contestualizzazione fatta dall'onorevole Steri risponda al vero, voglio ricordare banalmente a tutti noi che, nonostante questo, il centrosinistra ha votato contro l'approvazione della legge numero 4 del 2009. Perché? Perché era convinto che gli effetti che questa legge avrebbe prodotto sul territorio sarebbero stati devastanti e noi abbiamo cercato di ricordarlo in questi giorni di dibattito in quest'Aula.
Sulla lettera h) sono intervenuti l'onorevole Steri e altri colleghi, e se non ricordo male è intervenuta anche la Giunta, o forse è intervenuta sulla lettera precedente, in ogni caso vorrei dire questo: è importante questa parte, però ci sono due aspetti da tenere in considerazione. Intanto, soprattutto per quanto riguarda la lettera precedente a quella di cui stiamo discutendo in questo momento, è di fatto la Giunta che si assume la responsabilità di svolgere una funzione determinante e anche di surroga del Consiglio nel decidere le cose che ci ricordava poc'anzi l'onorevole Mario Diana. Già questo non può essere da noi accettato nella maniera più assoluta. Secondo aspetto: assessore Rassu, se diamo 100 come valore alla legge numero 4 del 2009 noi stiamo adesso discutendo una parte che vale 2 o 3, quindi per noi il problema è quello che stiamo cercando di rappresentare da alcuni giorni a questa parte e continueremo a rappresentare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). In questa confusione Shakespeare avrebbe detto: "Foul is fair and fair is foul", il brutto è bello e il bello è brutto. E se noi insistiamo sul rispetto del PPR e del paesaggio è perché siamo convinti che nel paesaggio l'uomo entra in rapporto con l'altro ma da sé, dunque non più nel senso di chi pensa di dominare, di signoreggiare, di plasmare la natura a propria immagine e somiglianza, fino a intimare all'attimo fuggente, di fronte allo spettacolo delle proprie opere: "Fermati, sei bello", come il Faust di Goethe.
Non c'è in questo piano nessuna relazione tra paesaggio e progetto. Non è per niente governato da memorie estetiche, anzi direi che questo piano vi scopre, vi individua perché stravolge per sempre la natura e la sottrae alla sua neutralità. Qui sembra che le vostre progettazioni siano solo introiezioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, la lettera h) è un'altra delle lettere del comma 1 dell'articolo 13, insieme alla g) e alla i), che si diceva sono state approvate in Aula anche con il contributo del centrosinistra. Ma da allora ad oggi è passato un po' di tempo, sono successe delle cose e soprattutto ci avete insegnato a essere molto diffidenti, a porci molti dubbi intorno alle cose che si discutono in quest'Aula e soprattutto a fare le pulci per bene alle disposizioni che sottoponete alla nostra attenzione perché in molte di esse ritroviamo, al di là delle cose che sono scritte, intenti che vanno ben oltre, anzi superano di gran lunga quelli che sono gli interessi della Sardegna, e in questo caso gli interessi del territorio, dell'ambiente, della sua tutela e quindi delle potenzialità di sviluppo futuro di quest'Isola. Mi chiedo, infatti, così come me lo sono chiesto a proposito della lettera g), quali possano essere le iniziative programmate alla data del 31 dicembre 2008, posto che allora erano già in vigore le norme di salvaguardia. Quindi mi chiedo a chi sia indirizzata questa deroga, perché di una deroga sostanzialmente si tratta, così come mi chiedo che senso abbia scrivere la lettera h), posto che contiene l'enunciazione di un principio che è già affermato in altre disposizioni legislative. Mi chiedo che senso abbia mantenere questo principio nella legge numero 4. Siccome non ha senso perché si tratta appunto di una disposizione scontata noi, anche per ripulire la legge dalle cose scontate, perché le leggi non dovrebbero contenere disposizioni scontate e già stabilite in altri strumenti normativi, chiediamo che la lettera h) venga rimossa.
Ci avete insegnato voi a essere diffidenti e ad affermare in maniera precisa ciò che va scritto e ciò che invece non va scritto, perché dietro le parole che pronunciate e che scrivete ci sono fatti e intendimenti che spesso non hanno niente a che fare con gli interessi della Sardegna. Possiamo anche cambiare idea rispetto a quando abbiamo approvato la legge numero 4 e abbiamo forse contribuito a scrivere questa lettera, ma non è peccato dire che possiamo esserci sbagliati. Siamo quindi disposti anche a dire questo e vi invitiamo ad approvare l'emendamento numero 189.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signor Presidente, voglio ribadire alcuni concetti espressi anche adesso dalla collega Barracciu, perché è chiaro che siamo tutti favorevoli alla tutela del mare territoriale, come prevede la lettera h), ma riscrivere questo principio mi sembra abbastanza pleonastico rispetto ad alcune considerazioni svolte che riguardano la lettera precedente, che abbiamo cercato di abrogare, e quella successiva. Cioè una volta che si è stabilito un principio sul quale tutti si è d'accordo si cerca di trovare l'eccezione, la deroga, il preventivo assenso della Giunta regionale che magari potrebbe andare al di là della deroga stessa. Io forse avrei fatto un emendamento - non me ne voglia l'onorevole Gian Valerio Sanna - che anziché prevedere la soppressione della lettera h) prevedesse la tutela del mare territoriale e delle coste adiacenti per almeno 3 mila metri di profondità. Avrei cercato di capire se la maggioranza che sostiene questa Giunta sarebbe stata d'accordo con noi nel sostenere che il mare territoriale va difeso insieme alla costa, ad esempio, per 3 mila metri in profondità dalla battigia. Credo che la maggioranza avrebbe potuto valutare che si trattava di una giusta considerazione da parte nostra per quanto riguarda proprio le aree tutelate in base agli articoli 142 e 143 del decreto legislativo numero 42 del 2004.
Insomma, io credo che sui temi ai quali diamo un valore condiviso, come la tutela di alcuni beni che sono intoccabili, probabilmente dovremmo approfondire dei ragionamenti che ci permettano di dare un senso anche a quello che sta intorno al mare, in questo caso al mare territoriale. Per questo se le cose stanno così, se cioè da una parte riconosciamo dei valori e due righe dopo invece diciamo che quegli stessi valori sono derogabili con decreto del Presidente della Regione, probabilmente conviene sopprimere anche la lettera h). Pertanto voterò a favore dell'emendamento numero 189.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 189.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Si sono astenuti i consiglieri: Capelli - Cappai - Corda - Cossa - Mariani - Porcu - Salis - Sechi.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 57
votanti 49
astenuti 8
maggioranza 25
favorevoli 15
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 190.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dietro le più belle intenzioni spesso si nascondono i più grandi tradimenti. E così alla lettera i) la Regione considera meritevoli di tutela, e ne fa oggetto di integrale conservazione, le praterie di posidonia, sulla base della direttiva europea, e si spinge al punto da considerarle "habitat prioritario". Fin qui tutto perfetto. Però dice anche: "E', pertanto, vietato qualunque intervento che possa comprometterne l'integrità ovvero lo stato di equilibrio ottimale dell'habitat naturale, ad eccezione di quelli già programmati alla data di entrata in vigore della presente legge" - evidentemente qualcuno non riteneva che fossero da tutelare tanto integralmente - "e di quelli che ottengano il preventivo assenso da parte della Giunta regionale". Cioè si classifica la Giunta regionale come ente pubblico abilitato a dichiarare l'inutilità di una tutela integrale che avete definito al periodo precedente. E' una cosa fuori dalla grazia di Dio! Oppure smettetela di parlare di habitat prioritario. Prioritario rispetto a che cosa? Qual è il giudizio insindacabile della Giunta che possa permettere di violare un habitat così definito, cioè integralmente tutelato da una direttiva comunitaria? Chi vi dà questo potere? Dov'è scritto? Sono cose che saltano agli occhi!
DIANA MARIO (P.d.L.). E' scritto nella lettera g), caro Gian Valerio.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io sto leggendo la lettera i) e so leggere. Sai perché so leggere? So leggere perché mentre delle cose che avete fatto voi in materia urbanistica non ne funziona neanche una, fino a prova contraria quello che abbiamo scritto noi qualche problema sul piano anche delle questioni che ha sollevato ve lo sta ponendo. Quindi abbiate rispetto della capacità con la quale si leggono le cose, perché io ho frequentato tutte le scuole e so leggere. E finché non mi dichiarano colpito dal morbo di Alzheimerso anche connettere un periodo con l'altro!
Qui non è contenuto nessun criterio inibitore alla possibilità della Giunta regionale di giudicare la fattibilità di una modifica di un habitat naturale. Questo è il punto che rende incongrua la prima frase e fa stridere due cose che non si reggono insieme, vale a dire che ci sono dei casi nei quali voi pensate davvero che quell'habitat naturale inviolabile e impossibile da toccare possa invece essere legittimamente modificato. Noi vorremmo sapere quali sono questi casi, per dare un giudizio, e chi vi ha dato questo potere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, continuo il discorso che faceva il collega Gian Valerio Sanna, perché è chiaro che l'enunciazione di principio è da parte nostra estremamente condivisibile. Torno anche al discorso che facevo io prima, cioè se consideriamo tutti gli aspetti delle praterie di posidonia oceanica che in pratica devono essere assolutamente considerate come un habitat prioritario, troviamo il consenso unanime di questo Consiglio. Non voglio adesso pensare alle zone dove non c'è la posidonia e sappiamo benissimo quale danno questo comporta per le coste. La lettera i) lascia però intendere che la volontà del legislatore sardo sia quella di consentire alla Giunta regionale di decidere, al di là delle direttive comunitarie e della logica, che l'habitat prioritario possa, appunto con delibera di Giunta, essere definito habitat secondario. Non si decide in base a degli studi, ammesso che la posidonia possa improvvisamente essere considerata habitat non più prioritario, ma si mette in campo un ragionamento per cui basta che la Giunta regionale dia il preventivo assenso e si può realizzare un intervento di tipo diverso.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue ESPA.) Quindi gli habitat naturali sono prioritari, ma a seconda della Giunta regionale che governa. Questo è un concetto che io non conoscevo, devo dire la verità, pensavo che l'habitat prioritario e quello naturale fossero determinati dalle condizioni ambientali, non dalla Giunta che governa. E' qualcosa che scopro adesso e chiaramente mi sembra che questo passaggio debba essere soppresso.
Quindi l'onorevole Sanna Gian Valerio fa molto bene a insistere su questa questione, anche perché logica vuole che la direttiva comunitaria sia comunque rispettata. Sono sorpreso che una disposizione del genere non sia stata ancora cassata in base al ricorso di qualche ente o di qualche privato, perché le direttive comunitarie ovviamente hanno valore su tutto il territorio europeo quando vengono recepite. La direttiva comunitaria citata nella lettera i) è stata recepita dallo Stato italiano e comunque io credo che sia opportuno - e quindi annuncio il mio voto favorevole all'emendamento numero 190 - sopprimere questa lettera, eventualmente per riscriverla tenendo conto più delle logiche ambientali che di quelle giuridiche che danno alle Giunte di turno il potere di cambiare l'equilibrio delle praterie di posidonia oceanica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, su questi temi stiamo rincorrendo un'idea che, a nostro avviso, all'interno di questo provvedimento è violata sistematicamente. Cioè da una parte ci spendiamo come difensori primi dell'ambiente naturale, la cui tutela compete ad altri organi dello Stato, dall'altra ciò che ci compete lo regaliamo integralmente a ogni tipo di aberrazione, lo colpiamo sistematicamente. E mentre stiamo a discutere di questo per un inutile piano casa "n" volte, noi ci aspettiamo un altro provvedimento fra qualche mese, quando sapremo dell'impugnativa da parte del Governo, così come è già avvenuto, per esempio, per il piano casa del Lazio. Però - lo dico alla Giunta e soprattutto all'assessore Rassu che è del P.d.L. - gli Assessori della Giunta Polverini dopo la notifica dell'impugnazione si sono dimessi. A voi impugnano tutto, anche il bilancio, ma non vi dimettete mai! State lì, abbarbicati alla vostra poltrona, facendo finta che la Sardegna abbia bisogno di voi. Io vi suggerisco invece di lasciare libero il posto, perché probabilmente i sardi ne avranno beneficio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, a differenza dell'emendamento numero 189 su cui mi sono astenuto, sull'emendamento numero 190 sono assolutamente e convintamente favorevole, perché il fatto stesso che nella lettera i) prima si affermi un principio e poi si dia alla Giunta regionale la possibilità di derogarlo mi sembra assolutamente incomprensibile, o meglio assolutamente inaccettabile. La lettera i) dice che è vietato qualunque intervento che possa compromettere l'integrità delle praterie di posidonia. Apro una parentesi: se questo principio fosse valso all'inizio degli anni '90, quando c'è stato l'intervento della Giunta di centrodestra sul progetto del Poetto, probabilmente non staremmo qui a piangere sulla distruzione di un habitat naturale importante e qualificante qual era quello della spiaggia cagliaritana. Si dice inoltre che è vietato qualunque intervento a eccezione di quelli già programmati alla data di entrata in vigore della legge e di quelli che ottengano il preventivo assenso da parte della Giunta regionale. Quindi la tutela delle praterie di posidonia è condizionata al fatto che alcuni abbiano potuto presentare dei progetti precedentemente a questo intervento, ovvero al fatto che la Giunta regionale possa pensare di intervenire per distruggere o compromettere le praterie di posidonia. Per questa ragione sono convinto che la norma sia scritta male oppure c'è dietro qualcosa che induce a pensare a qualche trucco. Siccome non voglio pensare che ci siano dietro dei trucchi, se la disposizione è scritta male la Giunta regionale e soprattutto la maggioranza farebbero bene ad accogliere questo emendamento e a sopprimere questa parte della legge numero 4 che è assolutamente improponibile. Voterò pertanto a favore dell'emendamento numero 190.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, voterò a favore dell'emendamento numero 190, perché in maniera addirittura più palese e brutale la lettera i) conferma il tentativo che abbiamo cercato di denunciare posto in essere con le due lettere precedenti. Nella lettera g) è previsto un meccanismo di confronto con un atto di indirizzo della Giunta e il parere della Commissione consiliare competente, non si dice se obbligatorio o solamente consultivo. La lettera h) dal mio punto di vista è un mero enunciato di principio, è purtroppo acqua fresca; tutti vorremmo avere la sovranità sulle acque territoriali, ma così non è. La lettera i) invece inizia ancora una volta con tante belle parole - voi siete stati abilissimi finora nell'usare belle parole - unicamente però per contraddirle subito dopo.
Onorevole Diana, se non ci ascoltiamo allora è ostruzionismo. E' effettivamente frustrante anche per noi parlare se non ci ascoltate, invece io confido che possiamo reciprocamente ascoltarci.
Alla lettera i) iniziate dicendo un gran bene della posidonia e dite che va tutelata sempre, a eccezione però dei casi in cui gli interventi ottengano il preventivo assenso della Giunta regionale. Quindi va tutelata tranne il caso in cui la Giunta regionale non la pensi diversamente. E' questo un modo di tutelare? Ancora una volta prevedete le tutele laddove non sono possibili, per toglierle laddove invece abbiamo il dovere di prevederle. La posidonia può essere tutelata nelle acque interne e nelle acque territoriali; nelle acque territoriali non possiamo fare nulla, nelle acque interne eventualmente sì, tant'è che la posidonia è già tutelata, soprattutto quando è "spiaggiata", e infatti da qualche anno è vietato raccoglierla.
Questo articolo quindi serve semplicemente per confondere le acque. Non serve nemmeno, assessore Rassu, per il posizionamento del cavo SAPEI, perché per il SAPEI sarebbe bastato l'istituto dell'intesa, che il collega Diana conosce bene, ma ne parleremo dopo, perché anche sull'intesa qualche volta si confonde, per cui o non conosce bene questo istituto o lo descrive strumentalmente in maniera esattamente contraria. L'istituto dell'intesa è fatto apposta per questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Noi siamo contrari alle intese, di modo che si capisca che le deroghe con le intese si sono fatte e vorremmo che non si facessero più. Vede, onorevole Soru, se lei avesse proposto un emendamento di modifica della lettera g) o della lettera i) io avrei compreso che non c'era ostruzionismo, ma nel momento in cui lei vuole sopprimere la lettera i) capisco che sta facendo ostruzionismo. Quando noi diciamo che il metanodotto deve essere un fatto certo, lei dice: "Vado con l'intesa". Beh, io, Consiglio regionale, non sono d'accordo che si vada con l'intesa. Quello è uno di quegli interventi che hanno bisogno di questa norma, perché altrimenti il metanodotto in Sardegna non lo si può fare, così come non si poteva fare il cavo SAPEI, ma lei non ha aspettato un'intesa, perché l'autorizzazione l'ha data lei, non l'ho data io, né l'ha data questo Consiglio regionale, e ha fatto bene a darla, non le sto dicendo che abbia fatto male, ma si è avvalso di poteri che allora non erano messi in norma.
Noi diciamo che la Giunta regionale può dare il preventivo assenso. Certo se lei avesse scritto un emendamento dicendo che occorreva una norma del Consiglio regionale l'avrei compreso molto di più; avrei compreso molto di più che la Giunta regionale potesse normare questa materia previo parere assoluto della Commissione, ma non condivido ciò che dite voi. E credo che voi non vi possiate permettere di dire che le nostre norme non sono chiare. Per noi non è stato ancora scritto questo, mentre per voi è stato affermato dal Consiglio di Stato, che sulla legge numero 8 ha scritto: "Il collegio non può esimersi dallo stigmatizzare la cattiva tecnica utilizzata dal legislatore regionale, che viola i canoni di semplificazione normativa e chiarezza di linguaggio legislativo, e dunque il principio di ragionevole affidamento del cittadino". Cioè il Consiglio di Stato per quanto riguarda la legge numero 8 ha detto che siete inaffidabili. Non l'ha detto a me, l'ha detto a voi!
E allora, scusate, per quale motivo volete continuare con questo ostruzionismo? In questo caso, onorevole Soru, è ostruzionismo, perché c'erano tanti modi per modificare l'articolo 13, e probabilmente in qualche caso ci avreste trovati anche d'accordo, ma voi avete invece chiesto di sopprimere tutte le lettere dalla a) fino alla i). Non ultima la lettera i), in base alla quale voi dite che si può fare l'offshore, perché siete favorevoli all'offshore in Sardegna. Questo avete detto e l'avete detto in quest'Aula!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Memori quindi dell'esperienza passata, vogliamo che le norme che si approvano in questo Consiglio regionale siano chiare il più possibile. Possiamo anche riconoscere gli errori ed è per questo che continuiamo a intervenire in modo puntuale. Credo che in ogni caso un dato emerga: il valore, la qualità, l'importanza degli habitat naturali per quanto riguarda l'ambiente marino, e non solo, vanno difesi in modo incondizionato. E così come vanno difesi gli habitat naturali marini, dopo esserci fortunatamente accorti dell'importanza che hanno le praterie di posidonia soprattutto nei nostri mari, altrettanto va fatto a terra, laddove esistono ambienti naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche. Ciò che invece voi proponete con interventi di tipo edilizio sconquassa l'habitat soprattutto in agro e nelle zone di grande valore agricolo e forestale, questo è il pericolo che corrono la flora e la fauna selvatiche.
Questo è un principio sul quale noi vorremmo insistere, così come stiamo facendo puntualmente. Questo discorso però non emerge nel momento in cui si fa ancora una volta richiamo agli impianti eolici e alla linea del metanodotto, sul quale ci siamo espressi, mi pare, collega Zuncheddu. Avremo modo di misurarci su questo tema anche al di là di questa legge, per il momento lo evidenziamo in questa circostanza proponendo, con l'emendamento numero 190, l'abolizione della lettera i).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Sembra quasi che il centrodestra scopra in questi minuti che il centrosinistra sta svolgendo un'azione di ostruzionismo. E' importante svegliarsi, non importa a che ora!
Noi stiamo facendo ostruzionismo, ma vorrei che fosse chiaro che lo stiamo facendo perché vi ci avete costretto voi; è la vostra totale assenza di disponibilità al confronto che ci ha costretti ad attuare questo ostruzionismo. Eppure, nonostante voi, noi stiamo cercando (e a me pare che ci riusciamo, non ci riesce l'Aula solo per responsabilità vostra) di fare un ostruzionismo di merito, perché vi stiamo costringendo a discutere per la seconda volta o, come suggerisce il collega Gian Valerio Sanna, a ripassare a distanza di due anni la legge numero 4 del 2009, e non è corretto nemmeno intellettualmente fare finta che la contestualizzazione di quella discussione venga riproposta pari pari in Aula in questo momento. In quella data situazione c'era la necessità di intervenire in una certa maniera per tentare di bloccare le porte aperte dalla Giunta nella deregolamentazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica, porte sulle quali deve ancora fare chiarezza anche la Procura della Repubblica. Quindi contestualizzare a oggi quella discussione è un esercizio anche intellettualmente non corretto, dico così per evitare di urtare la sensibilità di qualche collega della maggioranza.
Ripeto ancora una volta che seppure vogliamo attribuire 100 alla valenza della legge numero 4 del 2009, i punti e i commi a cui vi state aggrappando in questo momento valgono 2 o 3. Le ragioni del nostro ostruzionismo non stanno completamente negli emendamenti che stiamo discutendo in questo momento, anche in quelli ovviamente, ma su quel 97 per cento di valenza sulla quale non avete dato assolutamente nessuna risposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il mio voto favorevole all'emendamento numero 190 e per dire all'onorevole Mario Diana che lui avrebbe ragione se non fosse che questo provvedimento non serve assolutamente per il Galsi e che le intese tanto vituperate si fanno con le istituzioni pubbliche, mentre questo provvedimento vale per tutti, per il pubblico e per il privato. Quindi il suo ragionamento, per queste due precisazioni, penso non abbia la valenza che nei suoi intendimenti avrebbe dovuto avere.
D'altronde la lettera i), come le lettere g) e h) del comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4 contengono disposizioni normative che da una parte sembrano voler tutelare l'ambiente, ma dall'altra, e molto pericolosamente, demandano a decisioni successive della Giunta regionale, facendo intendere che il principio della tutela è affermato salvo nel caso in cui la Giunta ritenga che quel principio possa essere superato a seconda delle necessità del momento e anche di coloro i quali forse chiedono che possa non valere o essere superato.
Le affermazioni di principio per la tutela dell'ambiente devono essere totalizzanti, secondo il mio punto di vista: o si tutela o non si tutela, ma non si lascia alla discrezionalità di nessuno, tanto meno della Giunta regionale di turno, la possibilità che i principi di tutela sacrosanti, che pure nella parte iniziale di queste lettere voi stabilite, possano essere superati a seconda del bisogno, della necessità e magari anche delle pressioni che vengono dall'esterno. Pertanto la lettera i) secondo noi deve essere soppressa esattamente per questi motivi, perché il territorio (la posidonia, in questo caso) o lo si tutela o non lo si tutela. Nessuno può avere in questo senso e in questo caso la discrezionalità di farlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Il nostro ostruzionismo, chiamiamolo pure così, è un metodo parlamentare per costringere la maggioranza a confrontarsi. E' semplicemente questo, cioè il tentativo di confrontarsi nel merito di una legge che era stata concepita per altre finalità, quelle indicate nella prima parte del cosiddetto piano casa, la legge che - così voi avete detto - voleva dare una stanza in più ai cittadini sardi che ne hanno bisogno. Poi c'è la seconda parte che è di fatto un'altra legge e che riguarda invece lo stravolgimento del Piano paesaggistico regionale attraverso uno strumento non adatto. Vi ricordo che esiste un sito che voi stessi avete costruito, "Sardegna Nuove Idee", che riporta i risultati dei laboratori, i confronti con gli enti locali, con le associazioni di categoria e con i cittadini, il quali vi hanno detto alcune cose e posto delle domande delle quali avreste dovuto tener conto nella fase di revisione del PPR. Ho già avuto modo di dire, ma se volete possiamo riparlarne, che quelle domande e ciò che è scritto in quel sito - andate a verificarlo - non hanno trovato applicazione né nella prima bozza di revisione delle Norme tecniche di attuazione né in questo cosiddetto piano casa. Forse confrontandoci riusciamo a fare qualcosa di meglio per i sardi.
Insomma, l'ostruzionismo è una tecnica, un metodo parlamentare proprio per cercare di rallentare un provvedimento di legge che, dal nostro punto di vista, non riguarda gli interessi della Sardegna. Noi vogliamo rallentare l'approvazione di questa legge e se possibile impedirne l'attuazione. Ho verificato nel dizionario il significato del termine ostruzionismo: a un certo punto si dice che esiste un ostruzionismo tecnico, che è quello che noi stiamo conducendo, e anche un ostruzionismo violento. Non mi pare questo il caso di questa minoranza (forse l'ostruzionismo violento c'è stato verbalmente nella scorsa legislatura), che invece tenta, con il ragionamento, di farvi cambiare idea, soprattutto con questi emendamenti che riguardano l'articolo 13 della legge numero 4. Il mio voto sull'emendamento numero 190 è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Sull'emendamento numero 190 mi rimetto alle indicazioni che vorrà dare il mio Capogruppo, perché personalmente ritengo che la lettera i) per alcuni aspetti potrebbe essere utile, ma contiene delle contraddizioni, è inserita in una legge con cui non ha niente a che vedere e sembra l'ennesimo paravento ambientalista o di tutela inserito in una legge che va in direzione contraria alla tutela stessa. Evidentemente anche rispetto alle altre lettere che elencavano dei principi che potevano essere ritenuti neutri, questa lettera presenta delle contraddizioni, per cui il mio voto su questo specifico emendamento sarà quello che il mio Gruppo mi dirà di dare.
Il tema della tutela degli habitat naturali e seminaturali, della fauna selvatica e della posidonia è importante e riguarda non soltanto le linee elettriche degli impianti offshore, ma anche il progetto di nuovi porti, la possibilità di creare approdi anche temporanei nonché le operazioni relative alla pesca. E' un tema delicatissimo e importantissimo che va normato - ma certamente non in questo modo un po' rozzo e brutale - e merita la nostra massima attenzione e considerazione. Allora la riflessione che facciamo ancora oggi è questa: è opportuno inserire norme di questo tipo nel "piano casa 1" e nel "piano casa 3", come state cercando di fare, ampliando gli argomenti, toccando di nuovo le zone agricole e facendo rivivere vecchie lottizzazioni o non sarebbe più opportuno che tutti insieme facessimo una grande battaglia nei confronti del Governo nazionale per ottenere le entrate che ci spettano e per far sì che il patto di stabilità non sia misurato sulle entrate previgenti alla modifica dell'articolo 8 dello Statuto, ma eventualmente sulle nuove entrate? Noi oggi ci troveremmo ad avere in bilancio 6 miliardi di euro di spesa effettiva contro i 7 miliardi di euro di un bilancio che ancora e sempre di più si allontana dalla realtà.
Quindi sull'emendamento numero 190 mi rimetto al Gruppo. Credo che questo tema meriterebbe un approfondimento, ma chiedo alla maggioranza se sia opportuno insistere su questo provvedimento o se invece non sia il caso di riflettere e capire che anche dietro l'ostruzionismo più duro ci può essere la ferma volontà ferma di fare una riflessione comune.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Riallacciandomi all'intervento dell'onorevole Porcu, anch'io credo che della lettera i) se ne sarebbe potuto fare a meno, non foss'altro perché apre discussioni davvero interessanti sotto il profilo della tutela ambientale. Ma, ripeto, se l'elemento che scongiura l'insediamento di parchi eolici offshore è contenuto nella lettera g), credo che delle altre due lettere se ne potesse fare a meno, a meno che la tutela della posidonia fosse comunque rispettata, tenuto conto che l'ancoraggio dei parchi offshore è fatto tramite palificazioni, che per ogni pala eolica si utilizzano tre pali di venti centimetri di diametro e che quindi può essere vero che l'impatto ambientale sulle praterie di posidonia è risibile e dunque quei progetti possono essere autorizzati.
Io non voglio pensare che queste tre lettere abbiano questa finalità, per cui tuteliamo tutto, anche il mare, ci facciamo giustamente paladini del mare, ma io direi che così come rivendichiamo i trasferimenti di risorse è giusto rivendicare anche il potere di governare la fascia costiera e una parte delle acque interne per poter acquisire i diritti di pesca e poter disporre di tutto ciò che quest'area può offrire al fine di sviluppare l'economia dell'Isola. Quindi il tema è importantissimo, ma anche a me sembra fuori luogo in questo caso, se non dando adito alle interpretazioni di cui poc'anzi ho detto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). Solo per allentare un po' la tensione ed essere più sereni, dico che questo piano è - secondo me, ateo credente - il Vangelo secondo Matteo, intendo Matteo Sanna, o forse il Corano secondo la Fallaci o il re Abdullah dell'Arabia "esaurita". E' anche cosa buona e giusta, ma non ci convince per niente. Non ci convince perché mischia il sacro col profano, l'artificio col naturale, l'estetica con l'etichetta, l'etica con le lenticchie, le regole con le deroghe, la neutralità della natura con l'invadenza dell'immediatezza, la transitorietà con l'endurance, la parola con l'afasia, la lingua con il linguaggio, il bruto con il bello. Ma in che lingua dobbiamo dirlo? Forse l'unica arma per l'oscurantismo è l'ostruzionismo, ma l'ostruzionismo nostro è costruttivo, propositivo, correttivo. Ma voi siete insensibili ai nostri richiami: noi siamo forse gli Zarathustra della situazione e voi siete solo profeti nominati d'ufficio.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 190.
SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 190.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Contu Mariano ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Cocco Daniele - Meloni Valerio - Sanna Gian Valerio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 44
votanti 42
astenuti 2
maggioranza 22
favorevoli 5
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Chiedo dieci minuti di sospensione, perché abbiamo la necessità di verificare i prossimi emendamenti.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa sino alle ore 18 e 10.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 58, viene ripresa alle ore 18 e 15.)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento numero 191.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Poiché non è presente in aula decade dal diritto alla parola.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Signora Presidente, nell'affrontare questo eme[PS1] ndamento, e cioè la richiesta di soppressione del comma 2 dell'articolo 13, si entra nel merito di uno dei passaggi più delicati della legge numero 4 del 2009 che riguarda i piani attuativi legittimamente adottati prima dell'approvazione del Piano paesaggistico regionale, a cui si fa riferimento con le lettere c) e d) che abbiamo precedentemente affrontato. Con il comma 2 di fatto si rimise in pista tutta una serie di iniziative che con l'approvazione della legge numero 8 e poi del Piano paesaggistico erano rimaste "in sonno". Si decise di rimetterle in pista previa verifica di coerenza.
Chi ha seguito da vicino i lavori di predisposizione del disegno di legge numero 265 sa anche che all'articolo 1 undecies, lettera d), di fatto si prevede che la verifica di coerenza non sia più necessaria in una serie di casi che vengono indicati. Stiamo cioè toccando una parte dell'articolo 13 che è fondamentale e contiene una di quelle norme che con maggiore forza possono creare gravissime situazioni di speculazione edilizia. Queste norme hanno avuto il nostro voto contrario convinto quando furono discusse, per cui non può che avere oggi il nostro voto favorevole la proposta di soppressione del comma 2. Pertanto questo voterò a favore di questo emendamento e chiedo all'Aula di fare altrettanto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, anch'io voterò a favore dell'emendamento numero 191 che propone la soppressione dell'articolo 14 della legge numero 4, ovvero del "piano casa 1", che si occupa della disciplina delle aree all'interno dei centri di antica e prima formazione.
Se andiamo a vedere le previsioni del comma 1 ci viene un po' da sorridere, perché sostanzialmente, anche se non appare per iscritto, ci riporta alle leggi gloriose del 1939 del ministro Bottai. Con la legge regionale numero 28 del 1998 si ritorna al concetto del bello, tramonta il concetto del paesaggio, e quindi questa ipotesi di delibera del consiglio comunale che affronta per pezzi il problema dei centri storici dovrebbe essere, in virtù della legge regionale numero 28 del 1998, sottoposta al parere dell'Assessore della pubblica istruzione, come avveniva ai tempi del ministro Bottai, quando non esisteva ancora il concetto di paesaggio, ma c'era solo un concetto estetico del bello, concetto tramontato, quindi non il bene inserito nell'insieme del paesaggio, ma il bello in quanto tale, il bello di per sé, il bello che doveva essere preservato a prescindere da quello che gli stava intorno.
Assessore, sono certo che lei mi segue nel ragionamento e sono convinto che voi non potete che votare a favore di questo emendamento, perché si può fare tutto, ma addirittura dare il via libera a interventi sui centri storici secondo una concezione estetica del bello credo sia un'operazione che forse neanche voi avete il coraggio di fare fino in fondo. Del comma 2 ne parleremo dopo. Quindi io voto a favore dell'emendamento numero 191, ma sono certo che tutta l'Aula in questo caso non potrà che fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, l'emendamento in effetti si propone un obiettivo, quello di censurare la nuova interpretazione che la Giunta regionale ha dato della legge numero 13 del 2008. Vorrei ricordare, colleghi, per un'informazione utile all'espressione di qualunque valutazione, che la legge numero 13 si rese necessaria sulla base delle richieste del Ministero per disciplinare le modalità di copianificazione nell'identificazione del giusto e dovuto perimetro di salvaguardia dei centri storici, là dove si fosse manifestata una discrepanza tra la delimitazione del centro matrice e la delimitazione che i comuni avevano stabilito del loro nucleo storico. Questa procedura è stata disciplinata dall'articolo 2 della legge numero 13 in otto commi, mentre voi con due soli commi liquidate una procedura di copianificazione complessa e concordata con il Ministero, nella quale non è solo il comune che decide quale materia sia meritevole di tutela, ma è previsto un processo di copianificazione. Voi estirpate quella normativa per sostituirla con una visione unilaterale del comune che decide da solo ciò che è meritevole di tutela, venendo meno a un principio, che è quello del rispetto del bene paesaggistico. Infatti nel momento in cui abbiamo approvato il Piano paesaggistico abbiamo detto che i centri matrice sono identificati come beni paesaggistici da tutelare e quindi per superare questo vincolo che è stato determinato e per impedire che i comuni operino chi in un modo chi in un altro, venendo meno agli obblighi di tutela, abbiamo indicato questa procedura.
Poi ha ragione il collega Porcu, perché voi richiamate la legge numero 28 per dire che si torna di nuovo alla logica dell'approvazione dei piani attuativi all'interno dei centri storici. Il che vuol dire che per la parte che non prevedete di assoggettare al piano particolareggiato si ritorna alla vecchia usanza dei piani attuativi, che hanno distrutto i perimetri storici. Ecco perché siamo contrari all'impostazione del passo indietro, diciamo così, che compie questa normativa là dove una procedura è già iniziata; passo indietro che renderebbe tra l'altro sperequato il modo di trattare di certi comuni rispetto ad altri che si sono assoggettati alla procedura della legge numero 13.
Io spero che il Ministero, che ascolta in diretta i nostri lavori, sappia che voi avete cancellato un accordo stipulato col Ministero. Ma non c'è da meravigliarsi, perché il piano che avete approvato era il piano di Sandro Bondi, un ministro che non ha impugnato un solo piano casa!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, più si va avanti più mi convinco che questo dibattito rischia di essere inutile, che stiamo sicuramente facendo un buon allenamento dialettico, ma stiamo sempre più rimarcando le nostre diverse posizioni sulla tutela del territorio della nostra Isola. Questo dibattito rischia di essere vanificato dal fatto che quasi sicuramente il Governo nazionale impugnerà questa legge. Questa mia certezza, o quasi certezza, è confermata dal fatto che oggi la stampa quotidiana riporta la notizia che il Governo nazionale ha impugnato la legge numero 10 del 2011 della Regione Lazio (piano casa), che conteneva sicuramente norme molto ma molto meno difformi dal Codice Urbani rispetto a quelle che voi volete approvare con questo disegno di legge.
Sono altrettanto convinto che voi questo lo sapete bene, però molto probabilmente dovete dare risposte, o meglio dovete far finta di dare risposte a chi ha presentato richiesta a quel famoso sportello, che è sempre aperto e al quale tutti possono accedere. Assessore Rassu, le chiedo se anche lei e i suoi colleghi di Giunta nel caso in cui il Governo nazionale impugnasse la legge di proroga del piano casa presenterete, così come hanno fatto i vostri colleghi della Regione Lazio, le dimissioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Sulle dimissioni, onorevole Solinas, stia tranquillo, non le presenteranno. Dopo tutta la fatica che hanno fatto per farsi nominare, figuriamoci se si dimettono! Bisticciano un giorno sì e l'altro pure per sapere chi di loro fa l'Assessore!
Il tema è un altro, il tema è che questo provvedimento, che a suo tempo avevamo fortemente criticato, è una sorta di fai da te. "Chi fa da sé fa per tre", questo è, come si suol dire, il proverbio. Nel caso specifico non funziona, cioè chi fa da sé non fa proprio nulla! I consigli comunali si riuniscono e verificano essi stessi la conformità delle disposizioni dei loro piani attuativi a quelle del Piano paesaggistico regionale, la certificano con delibera, dopodiché possono tranquillamente funzionare! Tutto questo nelle more della predisposizione dei piani urbanistici comunali, che però non si fanno mai. Ci sono comuni, come quello di Capoterra - lo ricordo sempre al collega Espa -, che lavorano ancora adeguando il vecchio piano di fabbricazione, perché la cultura che abbiamo diffuso è che non dobbiamo fare le cose che sono previste dalla legge, ma dobbiamo essere sistematicamente illegali, e quando arriviamo con una norma è per legalizzare comportamenti illegali.
Perché esiste una pianificazione paesaggistica? Ve lo siete mai chiesto? Perché la tutela di questo bene, che è considerato primario, è attribuita allo Stato anziché al comune? Per un fatto molto semplice, cioè perché appartiene all'intera popolazione nazionale e se vogliamo, in una concezione sovranazionale dell'organizzazione degli Stati, ha anche una dimensione sovranazionale. L'Unesco si occuperà direttamente di Pompei perché la Protezione civile non protegge civilmente nulla e sicuramente non riesce a proteggere neppure i beni culturali. Di che cosa parliamo, onorevole Rassu? Faccia una cosa, ritiri questa specie di proposta, la butti nel cestino e lavoriamo bene tutti insieme per capire come possiamo rendere legali…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento con molta convinzione. Poc'anzi, l'onorevole Mario Diana lamentava una scrittura un po' complicata del Piano paesaggistico regionale. E' vero, per qualche aspetto forse l'architettura del piano è complicata, d'altronde il tema è complesso, non di meno il PPR ha retto a 1.007 ricorsi, il che vuol dire che è profondamente legittimato, connaturato nell'ordinamento esistente.
L'articolo 14 è scritto molto bene, ma è esattamente il contrario di ciò che prevede l'ordinamento esistente, lo ricordava poc'anzi anche il collega Uras. La Costituzione italiana, non negli ultimi articoli, ma all'inizio, subito dopo la dichiarazione che "l'Italia è una Repubblica democratica", subito dopo il richiamo al diritto al lavoro, al dovere di solidarietà e ai diritti fondamentali, all'articolo 9 dice che la Repubblica sancisce tra i suoi doveri la tutela del patrimonio storico, artistico e culturale. Qui, formulandolo molto bene, per carità, ma sovvertendo l'ordine costituzionale, sostanzialmente diciamo: "Fregatevene del Piano paesaggistico regionale", che è stato fatto d'intesa con il Ministero dei beni culturali, quindi rispettando e attuando l'articolo 9 della Costituzione - "ci pensa il consiglio comunale, in perfetta autonomia, in perfetta sovranità, a stabilire da solo che cosa è giusto fare". E' evidente che questo non funziona, è evidente che questa norma non va bene e deve essere cancellata.
Noi pensavamo che questo momento di riflessione l'aveste chiesto per iniziare a guardare le cose come stanno, per mettere da parte la propaganda, cominciare a rispettare le leggi e fare le cose che possono essere fatte, ad esempio cancellare, oltre all'articolo 13, l'articolo 14, così come vi stiamo chiedendo di fare.
Mi soffermo un secondo ancora sull'articolo 13, perché ci siamo dimenticati di presentare un emendamento che prevedesse la cancellazione del comma 2. Non lo abbiamo presentato non perché siamo a favore del comma 2, ma perché esso è in totale illegalità, in totale incongruenza rispetto a quello che ha poc'anzi dichiarato l'onorevole Mario Diana. Vi ho ricordato l'istituto dell'intesa, ma ne parleremo ancora, sarebbe stato molto utile parlarne, al di là di quello che avete dichiarato essere lo scopo degli emendamenti di cui abbiamo parlato prima. Voi dite che l'intesa era la sede dell'arbitrio, il luogo in cui la Giunta regionale da sola poteva fare quello che voleva, e proponete di superare questo arbitrio…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). In un Paese civile si fanno solitamente norme di interesse generale a cui ogni cittadino si adegua, mettendosi l'anima in pace. Invece noi siamo quelli che promuovono, come dire, la disobbedienza, perché facciamo norme che, anziché tutelare interessi generali, introducono vie di fuga.
Ho detto prima che utilizziamo le maglie larghe per consentire spazi all'abusivismo strisciante, dilagante, che non ha argini e riesce comunque a trovare margini di manovra. Oggi persino le soprintendenze, ovvero le rappresentanze dello Stato che dovrebbero tutelare sopra le parti il bene paesaggio, il bene monumentale, il bene storico, stanno utilizzando i criteri della deroga. Sono sempre più numerosi ed evidenti gli spazi creati per l'aggressione al territorio, per la manomissione di beni monumentali, grazie alle maglie larghe che le soprintendenze stanno consentendo. Non so se questo sia derivato da disposizioni ministeriali, in ogni caso è un pericolo che voglio mettere in evidenza. In centri importanti della nostra Isola gli interventi da parte di privati e di soggetti pubblici stanno manomettendo i beni monumentali. Fra l'altro non si rispetta neanche la disposizione che tutela i beni edificati prima di cinquant'anni fa. Molti di questi beni vengono demoliti e ricostruiti con materiali completamente diversi e inadeguati rispetto al contesto storico-monumentale nel quale quei beni insistevano.
Questa è una denuncia che volevo fare da tempo, ma che faccio oggi, perché credo che questo fatto crei un danno al nostro patrimonio artistico, monumentale e paesaggistico intollerabile e rappresenti un impoverimento per tutti noi e per le nostre popolazioni.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 191.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 191.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Pietro, Cuccu, Uras e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Fois e Milia hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Espa - Mariani - Moriconi - Porcu - Sechi - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 48
astenuti 2
maggioranza 25
favorevoli 13
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 192.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Qualcuno dice che noi stiamo facendo ostruzionismo e che stiamo disturbando. Assessore, vorrei che lei tenesse presente da che punto partiamo. Le leggo alcune cose, se presta un attimo di attenzione, visto che molti colleghi sono qui per obbligo d'ufficio: "Gli esiti di tale lavoro ricognitivo sono stati riversati nella documentazione (relazioni tecniche, cartografie, relazione generale) allegata al Piano paesaggistico e sono l'oggettiva dimostrazione dello svolgimento di uno studio approfondito e dettagliato del territorio sardo mai in precedenza condotto con tanta accuratezza e specificità. Della consistenza e rilevanza degli esiti dell'istruttoria hanno dato atto, nella fase di adozione e di approvazione del Piano, tutti gli organi titolari di specifiche competenze, che hanno condiviso e fatto proprie le risultanze acquisite attraverso il lavoro congiunto di esperti e funzionari. Si tratta di informazioni che assumono primaria importanza nella verifica di congruità della pianificazione territoriale perché hanno la funzione di illustrare, con metodologie all'avanguardia, lo stato di fatto nelle sue varie componenti, il cosiddetto sistema informativo territoriale, sicché i relativi dati, riassunti e illustrati, tra l'altro, nella relazione del Comitato scientifico (parte della relazione generale) e nel glossario, hanno il compito di consentire la valutazione a posteriori della logicità delle scelte effettuate e della corrispondenza tra analisi e previsione pianificatoria". Quello che ho letto è il giudizio che il Tribunale amministrativo regionale, con sentenza numero 2241 del 2007, ripetuto per ventidue volte in ventidue successive sentenze, ha dato del lavoro che noi abbiamo fatto.
Non pensiate che siamo dei matti o che vogliamo fare l'opposizione tanto per farla. Noi partiamo da questo giudizio, che è stato dato da persone indipendenti, spesso neanche appartenenti alla nostra parte politica, e che spiega di che cosa stiamo parlando. Quando sentiremo dire di voi e del vostro lavoro cose uguali, adotteremo un principio di maggiore reciprocità, che al momento su questo disegno di legge non possiamo adottare. Quindi quando la gente parla deve collegare il cervello a queste considerazioni, non al fatto che noi abbiamo compiuto un lavoro privo di nesso e non sottoposto a un giudizio.
Com'è stato detto dai miei colleghi, più di mille osservazioni di censura per quanto riguarda il PPR sono state superate in ragione di questa analisi. Vi suggerisco quindi di approvare anche questo emendamento, perché la legge numero 13 è molto importante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, l'articolo 14, come dicevo prima, è uno degli articoli del "piano casa 1" che, lo abbiamo capito tutti, di case non ne fa. Fa di tutto, fa ponti, fa linee elettriche, tutela la posidonia, però proprio di case non ne fa. Vi ricordate la stanza in più "se no come fa chi ha una famiglia numerosa"? Vi annuncio che c'è un decremento delle nascite, la famiglia numerosa non se la può permettere più nessuno! Anzi i disconoscimenti di paternità sono in aumento, c'è la fuga dalla responsabilità genitoriale e noi non vorremmo, come avviene in altri Paesi disperati, finire per includere i nostri figli in un listino perché possano avere una casa più accogliente della nostra, dato che il piano casa non fa case, ma fa ponti - ponti d'oro per altri -, alberghi e quant'altro. Per i campi da golf abbiamo provveduto con un'altra legge.
L'articolo 14 consente, dicevamo, l'autocertificazione; un'autocertificazione che è di fatto contestata successivamente in questo stesso provvedimento, perché richiama invece a una funzione di responsabilità le strutture burocratiche dell'Amministrazione regionale. Assessore, lei ha detto che ci sono circa 8 mila domande sospese, che la gran parte delle domande è sospesa in attesa di una verifica dal punto di vista paesaggistico, e allora perché abbiamo fatto una norma nella quale i comuni autocertificano la corrispondenza dei loro piani al Piano paesaggistico, a cui non si sono ancora adeguati gli strumenti urbanistici comunali, che si sarebbero invece dovuti fare? Cioè quello che io non riesco a capire, Assessore, è perché ci stiamo arrotolando attorno a procedure e forme di iniziativa della pubblica amministrazione che sono impossibili anche da comprendere nella loro contraddittorietà. Ma avete fatto una valutazione, una verifica punto per punto, passo per passo di queste procedure?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 192 che prevede la soppressione del comma 1 dell'articolo 14 della legge numero 4, anche perché in questo articolo, per l'ennesima volta, troviamo la stessa dicitura: "nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici". Chi è intervenuto prima di me ha evidenziato l'atteggiamento dei comuni. Del resto sono trascorsi due anni dall'approvazione della legge, che è appunto del 2009, e non si è tentato nemmeno di uniformare i comuni sotto la stessa legge, tanto che ogni comune che ha strumenti urbanistici differenti attua politiche differenti.
Certo, si dà mandato ai consigli comunali di approvare, nelle more della predisposizione e dell'approvazione del piano urbanistico comunale, il suo ordinamento. Infatti è capitato anche a me, durante il mandato di sindaco, di non poter autorizzare, non essendo ancora predisposto lo strumento urbanistico, dei cittadini a realizzare la propria civile abitazione in determinate parti del paese, tanto che questo ha determinato addirittura il trasferimento dei relativi nuclei familiari nel comune vicino, dove invece quel tipo di edificazione era consentita. Quindi le norme talvolta mettono in conflitto i cittadini e l'amministrazione comunale.
Serve dunque una disciplina che uniformi gli strumenti urbanistici dei comuni e per far questo si rende necessario aiutare i comuni anche soltanto per pochi mesi. Il PUC del mio comune è stato predisposto in tre mesi, dopo vari tentativi fatti in precedenza, tant'è che è stato uno dei primi piani urbanistici approvati in Sardegna. Questo ha consentito finalmente di mettere i cittadini di fronte a una norma uguale per tutti, senza le discriminazioni che invece spesso si ripetono in una situazione normativa variegata. Credo che uno degli obblighi della Regione Sardegna sia quello di uniformare le norme urbanistiche con gli unici strumenti possibili, che sono appunto i piani urbanistici, ai quali in quest'Aula più volte ci siamo richiamati. Dovremmo pertanto dare un decisivo impulso perché ciascun comune della Sardegna completi questo iter.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 192 e per ribadire che il nostro lavoro in quest'Aula non ha niente a che fare con l'ostruzionismo, soprattutto nell'accezione che viene data a questo termine, al pari di demagogia o mistificazione. Si definisce l'ostruzionismo come un esercizio a sé stante di dialettica politica, ma che prescinde dalla realtà, slegata dalla realtà. Non è così. Non è così perché le nostre argomentazioni sono perfettamente legate alla realtà e sono legate anche alla nostra visione del mondo e dello sviluppo della Sardegna, e in particolare dei nostri paesi, in particolare di quelli più piccoli, che sui centri storici, soprattutto nella passata legislatura, hanno molto puntato per migliorare la qualità dell'accoglienza, riqualificare l'estetica del centro abitato in funzione dello sviluppo turistico, ma migliorare anche la qualità della vita complessiva delle rispettive comunità.
Noi, quindi, non stiamo facendo ostruzionismo neanche in questo caso, con questo emendamento, ma vogliamo cercare di far passare, se è possibile, anche se sappiamo che non è così, la nostra visione e il valore che attribuiamo ai centri storici, alla tutela che deve essere garantita e alla valorizzazione che ne deve seguire. Ci chiediamo anche in questo caso (e per questo proponiamo l'abrogazione del comma 1 dell'articolo 14 del primo piano casa) per quale ragione, se vogliamo agevolare il lavoro dei comuni, da due anni a questa parte anziché proporre deroghe su deroghe, che evidentemente creano una confusione totale nei comuni e tra i comuni, non ci avete portato un provvedimento che finanziasse e agevolasse la predisposizione degli strumenti urbanistici comunali. Vi chiediamo di smetterla con questo approccio, vi chiediamo di stabilire regole certe e uguali per tutti, vi chiediamo quindi di investire davvero sulla valorizzazione e sulla tutela certamente dell'ambiente in generale e in particolare del territorio e della qualità urbanistica dei nostri centri abitati.
Vi ostinate ad andare avanti con provvedimenti che vanno nella direzione assolutamente contraria. Noi stiamo cercando di riportarvi, invece, a un approccio politico diverso e pensiamo che questo sia il nostro dovere non per una coerenza fine a se stessa o verso noi stessi, ma perché questo farebbe davvero il bene della nostra isola, e in particolare dei centri abitati, anche in senso pedagogico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, sono le ore 18 e 50 del 25 ottobre, questo è il quarto giorno di discussione sul disegno di legge numero 265, abbiamo esaminato circa cinquanta emendamenti, ce ne sono altri trecentocinquanta. Tra pochi minuti avremo la certezza di non riuscire ad approvare il bilancio nei tempi previsti, perché andando avanti di questo passo arriveremo certamente a metà novembre. E' opportuno certificare che la maggioranza ha deciso di non approvare il bilancio nei termini previsti e quindi di ricorrere all'esercizio provvisorio, e ha deciso di farlo in un momento in cui, invece, l'approvazione celere del bilancio e una rivendicazione fortissima di tutto il Consiglio regionale sui nostri diritti e sulla possibilità di innalzare i limiti posti alla spesa dal patto di stabilità dovrebbero essere la priorità unitaria di quest'Aula.
Dai banchi dell'opposizione vi rivolgiamo ancora l'appello a chiudere rapidamente la discussione di questa legge, limitandovi a stabilire una proroga dei termini, su cui tutti noi faremmo dichiarazioni di voto contrario, ma almeno riuscireste ad approvare la legge in giornata, potendo dedicare i prossimi giorni a una grande manifestazione, di quelle che piacciono anche agli amici sardisti, di rivendicazione dei diritti dei sardi e di innalzamento di una battaglia durissima nei confronti dello Stato che ci sta negando dei diritti. Sarà una battaglia ai limiti della sovranità e anche oltre se necessario, quando sono in campo questioni di lacrime e sangue, come la materia di cui stiamo parlando, perché il patto costituzionale esiste nel momento in cui si rispettano i diritti costituzionali. Se non si rispettano i diritti costituzionali si rompe il patto costituente con lo Stato.
Se siete pronti a confrontarvi con noi su questi temi, vi ricordo che nell'arco dei prossimi minuti scadrà la possibilità di approvare il bilancio entro i termini previsti e questa è una responsabilità gravissima che ricade interamente sulle spalle della maggioranza di centrodestra, della Giunta e di un Governatore che non governa, ma fa solo comunicazione istituzionale al di fuori di quest'Aula. Se non bastasse questo, il mio voto è favorevole all'emendamento numero 192, sul cui merito mi sono peraltro già espresso durante la discussione dell'articolo 14 della legge numero 4.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, io per ora mi accontento di parlare di quello di cui stiamo discutendo, e cioè della negazione - in effetti di questo si tratta - del patto con lo Stato e dell'articolo 9 della Costituzione. Stiamo discutendo della clamorosa negazione del patto che ci lega allo Stato e in questi pochi minuti, per un argomento così importante, e se volete anche così bello, mi piace proseguire in quello che stavo cercando di dire poc'anzi.
Tutela del paesaggio e tutela del patrimonio storico-culturale non sono delle cose lasciate ai consigli comunali o all'esclusiva valutazione del singolo consiglio comunale. Ciampi ha detto che in questo la nostra Costituzione è stata particolarmente originale; ha detto anzi che questo è uno degli elementi più originali della nostra Costituzione, per la prima volta cioè questo principio è stato posto non solo dentro una Costituzione, ma dentro i suoi principi fondamentali. La nostra Costituzione subito dopo le indicazioni dello Stato e della sovranità, subito dopo l'elencazione del diritto al lavoro, subito dopo l'elencazione dei diritti indisponibili, subito dopo altri principi fondamentali, come il diritto alla religione, il rapporto con la Chiesa cattolica, la tutela delle minoranze linguistiche, all'articolo 9 dichiara che lo Stato promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e culturale. La Costituzione quindi mette assieme lo sviluppo del Paese attraverso la crescita della cultura scientifica, umanistica e tecnica, mette lo sviluppo attraverso la crescita dell'istruzione e della cultura assieme alla necessità della tutela del paesaggio e del patrimonio storico-culturale, e fino all'articolo 12 elenca altri principi fondamentali.
L'articolo 9, vale la pena ricordarlo, è stato presentato alla Costituente da relatori come Aldo Moro e Concetto Marchesi (un grande intellettuale di sinistra, noto grecista e latinista), i quali hanno costituzionalizzato - lo dico a chi può interessare - la legge Bottai del 1939, scritta negli anni del fascismo, ma che di fascista non aveva niente. Quella norma che è dentro...
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 192.
(Segue la votazione)
Comunico all'Aula che l'articolo 95, comma 4 bis del Regolamento dice che i consiglieri che hanno dichiarato il proprio voto vengono considerati votanti se presenti in aula. Quindi fare le dichiarazioni di voto e restare in aula ma non votare non è un sistema che possa essere utilizzato per far mancare il numero legale. Quelli che hanno fatto la dichiarazione di voto vengono considerati tra i votanti in quanto presenti in aula. Articolo 95, comma 4 bis, onorevole Sanna, lo può verificare.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiami la forza pubblica per portarci via, così la legge ve l'approvate più velocemente!
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, le ripeto che se un consigliere è presente in aula e ha dichiarato il proprio voto viene considerato votante.
Prendo atto che i consiglieri Agus, Barracciu, Cocco Daniele, Porcu, Salis, Sanna Gian Valerio, Soru e Uras hanno votato a favore e che i consiglieri Dedoni, Sanna Matteo e Stochino hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Soru - Uras.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Petrini - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 43
astenuti 2
maggioranza 22
favorevoli 9
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 193.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione, la verifica del numero legale non si può chiedere, onorevole Diana, lo sa benissimo.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 193.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Salis hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Cocco Daniele - Meloni Valerio - Salis.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Petrini - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 39
votanti 37
astenuti 2
maggioranza 19
favorevoli 3
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Gli emendamenti numero 199, 200 e 203 non sono stati ritirati. Passiamo pertanto all'emendamento numero 199.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 199 riguarda la proposta di sopprimere il comma 5 dell'articolo 15 del "piano casa 1", ovvero della legge numero 4 del 2009. In particolare il comma recita: "Il recupero abitativo dei sottotetti è consentito purché sia assicurata per ogni singola unità immobiliare l'altezza media ponderale di metri 2,40 (…). Gli eventuali spazi di altezza inferiore ai minimi devono essere chiusi mediante opere murarie (…). Il calcolo dell'altezza media ponderale viene effettuato dividendo il volume della parte di sottotetto la cui altezza superi metri 1,50 per la superficie relativa". E' evidente che su questo argomento, cioè sul recupero dei sottotetti e in generale sulla possibilità di recupero e qualificazione del patrimonio urbanistico si potrebbe discutere.
Noi voteremo a favore di questo emendamento per evidenziare ancora la farraginosità con cui state procedendo e per continuare in un'azione anche ostruzionistica, ma non fine a se stessa, bensì tendente a farvi riflettere su questa discussione e anche sul fatto che sono le ore 7 del 25 ottobre e sappiamo già che, poiché la sessione di bilancio complessivamente dura trentasette giorni, andando avanti di questo passo ci mettiamo nelle condizioni di iniziare a discutere le importantissime leggi finanziaria e di bilancio della Regione Sardegna non prima di metà novembre. Quindi l'invito ancora una volta è ad alleggerire il testo del disegno di legge in esame. Parliamo di case, non di zone agricole e di deroghe al PPR; affrontiamo i temi importanti per la Sardegna e contribuiamo tutti insieme ad "asciugare" il più possibile questo testo. Il mio voto sull'emendamento numero 199 è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 199 mette in risalto l'ennesima contraddizione. Punto primo: gli aumenti di volume previsti in tutta la parte precedente della legge numero 4 sono cumulabili con quelli previsti per il recupero dei sottotetti, il che vuol dire che chi ha un sottotetto recuperabile ha un vantaggio doppio rispetto a chi invece non ce l'ha, e già per questo si sarebbero dovute porre un'alternativa e la non cumulabilità. Punto secondo: all'articolo 6, comma 5, parlate di altezze, ma se guardate bene, all'articolo 2, comma 6, della stessa legge citate un decreto ministeriale del 5 luglio 1975 e dite che comunque deve essere rispettato (si suppone nell'ambito della stessa legge). E' un decreto che contiene istruzioni ministeriali relativamente all'altezza minima e ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali d'abitazione. Vale a dire che in base all'articolo 2, secondo voi, si devono rispettare queste istruzioni e in base all'articolo 15, comma 5, per i sottotetti le stesse non si applicano più, perché si dice che l'altezza minima di metri 2,40 la si può ottenere solo per i corridoi, i disimpegni e i bagni, mentre voi la rendete utilizzabile per gli ambienti a uso residenziale e abitativo.
Questa legge contiene in nuce le sue contraddizioni. Perché? Perché è fatta con i piedi! E questa è la dimostrazione di come non si può essere legislatori portando avanti simili contraddizioni, cioè da un lato invocando il decreto ministeriale come elemento da rispettare e dall'altro andando in deroga per i sottotetti, senza neanche pensare che semmai quell'elemento andava posto in alternativa all'ampliamento che si stava disciplinando nelle altre parti della legge, perché altrimenti ci saranno persone che lo potranno utilizzare due volte e altri che invece lo potranno utilizzare una sola volta.
Questo sarebbe stato un elemento che avrebbe dimostrato la buona fede sul fatto che questo strumento, il piano casa, fosse rivolto alle persone che hanno realmente bisogno di ulteriori spazi e non possono permettersi di comprare una nuova casa, piuttosto che ai soliti noti e ai soliti privilegiati. Lo lascio agli atti, è un elemento emblematico di come noi riusciamo a legiferare non utilizzando la materia cerebrale!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Signora Presidente, vorrei sottolineare che quello che diceva il presidente Soru sull'articolo 9 della Costituzione, che recita: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione", è vero, ma è altrettanto vero che il Titolo V della Costituzione, disciplinando le competenze primarie specifiche dello Stato, indica semplicemente la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali. Inoltre l'articolo 117, terzo comma, disciplina le materie di legislazione concorrente e indica il governo del territorio e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
E' da sottolineare, poi, che la Sardegna, col D.P.R. numero 480 del 1975, si era vista riconosciuta e trasferita da parte del Ministero dei beni culturali e ambientali la competenza primaria anche per la redazione e l'approvazione dei piani territoriali paesistici, competenza che nel tempo abbiamo perso. Questo lo dico perché evidentemente noi vogliamo fare una battaglia non nei confronti dello Stato, ma nei confronti di noi stessi, perché la rivendicazione nei confronti dello Stato è proprio quella di avere un ente unico. Per governare il territorio ai fini della tutela e dello sviluppo occorre un unico ente, che non può che essere la Regione autonoma della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Voglio riprendere il discorso che faceva poco fa l'onorevole Mario Diana, il quale ha ritenuto di doverci accusare di fare attività ostruzionistica. Credevo fosse abbastanza chiaro che avevamo messo in moto un meccanismo di scontro politico che ci portasse a impedirvi di approvare questa legge. Lo abbiamo dichiarato in Commissione e anche in Aula, durante la discussione generale, e in fase di presentazione degli emendamenti abbiamo messo in moto dei meccanismi che ci potessero consentire di portare in porto questo risultato. Lo abbiamo detto con onestà intellettuale e chiarezza politica: faremo di tutto perché questa legge non venga approvata così com'è, a meno che non si torni a ragionare seriamente sulla necessità di tralasciare alcune parti che sono assolutamente inaccettabili, per fare l'unica cosa che, come abbiamo detto qualche giorno fa, si sarebbe potuta fare, e cioè rendere la legge numero 4 più giusta e applicabile in maniera razionale su tutto il territorio regionale, ma depurata di tutto ciò che non attiene ai suoi stessi specifici obiettivi.
Così non è stato, fino adesso ci siamo ritrovati a parlare di tutt'altro e noi abbiamo il sacrosanto dovere di fare una battaglia politica anche ostruzionistica, non mi vergogno di riconoscerlo, se l'ostruzionismo serve a impedire a che questa maggioranza approvi una legge che giudichiamo assolutamente negativa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, l'emendamento numero 199 mette in evidenza, come dire, l'impresentabilità della legge numero 4, ma se leghiamo questa impresentabilità all'ulteriore peggioramento previsto dall'articolo 1 quaterdecies del disegno di legge numero 265, diventa davvero difficile non dichiarare a voce alta e forte il proprio parere favorevole a questo emendamento che propone la soppressione dell'articolo 15, comma 5, della legge numero 4 e quindi anche dell'articolo 1 quaterdecies del disegno di legge numero 265 che stiamo discutendo.
Il comma 5 dell'articolo 15 prevede tutta una serie di concessioni per poter utilizzare i sottotetti, ma la modifica prevista nell'articolo 1 quaterdecies è un ulteriore peggioramento - non so come definirlo senza usare parole e aggettivi non consoni a quest'Aula - perché si dice che "la realizzazione delle modifiche dell'altezza di colmo, della realizzazione di lucernari, abbaini e terrazzi, della modifica di pendenza delle falde, nei limiti massimi delle altezze stabilite, comporta la deroga al superamento dell'indice volumetrico previsto dallo strumento urbanistico vigente". Parole testuali! Siamo cioè di fronte a un insieme di deroghe agli strumenti urbanistici approvati dai comuni che è assolutamente insopportabile e che serve magari per consentire la realizzazione nei sottotetti dei villini al mare di seconde o terze case che diventeranno patrimonio di imprese o di privati e resteranno inutilizzate anche nel periodo estivo, perché questo sta succedendo.
Ma la norma è già prevista dalla legge numero 4, che dice che nei comuni al di sopra dei 600 metri di altitudine addirittura l'altezza minima degli spazi residenziali è ridotta a metri 2,20, e quindi anche dei sottotetti a uso abitativo. A questo punto decidete voi, ma quale strada volete percorrere? Presidente Sanna, io posso capire che ci sia qualche famiglia disperata che magari ha bisogno di realizzare un appartamentino per il figlio, ma queste norme…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 199, perché mi sembra che anche questo argomento, che riguarda i sottotetti, avremmo potuto evitare di trattarlo in questa sede, non foss'altro perché in Sardegna buona parte dei sottotetti è nata con l'avvento dei laterizi che hanno portato, negli anni '50 e '60, al diffondersi della copertura piana. Ma i cittadini costruivano i sottotetti anche per salvaguardare la propria salute e quella della casa, in quanto le escursioni termiche con gli inverni piovosi costituivano un danno per la copertura delle abitazioni. Quindi il sottotetto è nato in funzione di protezione dell'abitazione.
Noi oggi stiamo trasformando questa protezione in nuova abitabilità. Ma io vi invito a pensare, per esempio, al caso in cui sa pinna acutza, detto in sardo, sia alta 3 metri e il sottotetto degradi fino a un'altezza di 1,20 metri verso l'area prospiciente la via dove è situata l'abitazione. Noi consentiamo a quel sottotetto di essere utilizzato perché l'altezza media rientra sicuramente nei 2,20 metri previsti per i centri abitati. Mi chiedo e vi chiedo: che tipo di finestratura avrà questa casa, tenuto conto che avrà un fronte disponibile di 1,20-1,30 metri? Se l'altezza minima di una finestra è di 90 centimetri, perché vigono norme igieniche e sanitarie per il rispetto dell'ambiente e la vivibilità degli spazi, dove viene collocata la finestra, a che altezza va il parapetto necessario per tutelare l'incolumità di chi vi si affaccia?
Io penso che se fossero state messe in conto alcune cose anche di ordine pratico probabilmente avremmo evitato proposte di questo genere e magari consentito il recupero del sottotetto esclusivamente a uso servizio, non a uso abitazione. L'utilizzo per servizio è corretto, perché molti sottotetti nella nostra isola sono realizzati in eternit e quindi va bene il risanamento non a uso abitativo, ma per uso domestico, perché c'è necessità di spazi, specie nella città, dove custodire le proprie cose. In questo modo si risanerebbe anche tutta quella baraonda di eternit che spesso ha coperto buona parte dei nostri…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Abbiamo poc'anzi sentito l'assessore Floris ricordare che la Regione ha piena competenza in materia di tutela del paesaggio e dei beni storici e monumentali. Noi condividiamo le affermazioni dell'ex presidente Floris, ne prendiamo atto, ne siamo consapevoli, però mi chiedo: ammesso che sia vero, siamo davvero convinti che con queste norme ci avvaliamo delle nostre prerogative per tutelare i beni storici e monumentali e il paesaggio? E per far questo introduciamo la norma dell'abitabilità dei sottotetti, un progresso per il popolo sardo!
L'unico progresso del popolo sardo è, per alcuni aspetti, il miglioramento della razza grazie ai contributi che vengono dal Nord Europa e dai Paesi dell'Est. C'è una sorta di lievitazione, una crescita di statura. I nostri giovani sono più alti e noi che cosa facciamo? Abbassiamo le altezze dei vani per i quali si concede l'abitabilità! Io credo che questo sia veramente un tornare indietro rispetto alla qualità del vivere e non essendo in grado di sostenerla introduciamo questo meccanismo anche qui con una giustificazione falsa e ipocrita: siccome non vogliamo consumare ulteriormente il territorio concediamo l'abitabilità in tuguri, sottotetti, grotte, seminterrati, scantinati e quant'altro! Ma sappiamo bene che anche con queste norme, oltre a quelle già approvate, abbiamo dimostrato di voler consentire di costruire ovunque, in barba all'idea di evitare il consumo del territorio che abbiamo promosso, favorito e continuiamo a favorire con norme che consentono di edificare ovunque, anche nelle fasce di rispetto, come quella costiera, nei luoghi pregiati che dovrebbero invece essere destinati all'agricoltura e nelle zone dove sarebbe opportuno rispettare i beni monumentali e storici. In più, siccome abbiamo consumato molto territorio e questo ci preoccupa, forse per una sorta di rimorso e per evitare un ulteriore consumo di territorio concediamo l'abitabilità, permettiamo…
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, esprimo il mio voto favorevole all'emendamento numero 199, con cui speriamo di abrogare il comma 5 dell'articolo 15, che sinceramente ho dovuto rileggere perché è talmente poco logico che non riuscivo a capirne il significato.
Al di là della situazione edilizia della Sardegna, vorrei capire, Assessore, qual è la logica che ha portato a prevedere che nei comuni situati a una quota superiore ai 600 metri di altitudine sul livello del mare è consentita rispettivamente la riduzione a 2,20 metri per spazio a uso abitazione e 2 metri per accessori e servizi. E' vero che l'altezza media in Sardegna è sempre stata inferiore all'altezza media nazionale, ma certamente l'altezza dei cittadini sardi non è mai stata diversificata per aree urbane o territori situati sul livello del mare o sopra i 600 metri! Se tutti dovessero costruire in base a questa norma, la collega Barracciu avrebbe difficoltà a risiedere nel comune di Sorgono, dal quale proviene!
Questa norma molto probabilmente è nata scopiazzando qualche norma nazionale che prevede altezze medie diverse, ma se dovessimo andare in giro per la Sardegna e verificare quale tipo di costruzioni vengono fatte ci renderemmo certamente conto che le esigenze sono altre. Anche perché le costruzioni che vengono realizzate oggi non riguardano il recupero di case nei centri storici; si costruisce in aree nuove con ampi spazi diversificati rispetto a quelli consentiti dalle vecchie case dei centri storici. Per questo confermo il voto favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). E' ovvio, cari colleghi, che se manca il dialogo, o meglio se ci si rifiuta di dialogare si può canalizzare o forse anche sublimare la mancanza di dialogo verso un tipo di dialogo a senso unico, o se volete un ostruzionismo pedagogico, dialettico e puramente etico. Voi non potete accusarci di irresponsabilità o di disimpegno, perché sappiamo bene ciò che dobbiamo dire e ridire fino alla paranoia. L'ostruzionismo rimane dunque l'unica arma per noi per difendere le nostre convinzioni, le nostre responsabilità e i nostri privilegi sociali; mi piace questa parola, privilegi, che viene usata tutti i giorni da politici impegnati nella lotta all'illegalità, all'abuso e alla manipolazione delle realtà territoriali e del paesaggio.
Non potete scrivere una legge a senso unico, una legge in piena solitudine e contro tutte le proposte avanzate non solo dalla minoranza, ma anche dai sindacati e dalle organizzazioni ambientalistiche. Se lo fate sarà un delitto perfetto che vi perseguiterà tutta la vita, come il fantasma di Aml[PS2] eto, nella omonima tragedia di Shakespeare, quando dice: "Remember me", ricordati di me.
Caro assessore Floris, la tutela dell'ambiente non significa trasformazione del paesaggio sotto il pretesto che la Regione sia autonoma e dunque possa fare ciò che le pare. Il mio voto sull'emendamento numero 199 è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). L'intento del comma 5 dell'articolo 15, che poteva essere anche lodevole e condivisibile, era quello di provare a ridurre, per quanto possibile, il consumo del territorio utilizzando anche i sottotetti, ma non è che questo debba essere fatto a scapito della salubrità degli edifici. Un limite ci vuole. Ecco, con l'emendamento numero 199, sul quale preannuncio il mio voto favorevole, noi cerchiamo di sopprimere il comma 5 dell'articolo 15 che è in palese contrasto con il decreto ministeriale del 5 luglio 1975 che contiene istruzioni relative all'altezza minima e ai requisiti igienico- sanitari principali dei locali d'abitazione. L'articolo 1 dice che l'altezza minima interna utile dei locali adibiti ad abitazione è fissata a 2,70 metri, riducibile a 2,40 metri per corridoi, disimpegni in genere, bagni e ripostigli.
Perché cito questo decreto ministeriale? Perché è inserito come presupposto all'articolo 2, comma 6, della legge regionale numero 4, dove diciamo infatti che tutti gli interventi possono essere fatti "fermo restando quanto previsto dal decreto ministeriale 5 luglio 1975". Quindi all'interno della legge numero 4 c'è già una violazione di quello che viene considerato un presupposto per tutti gli interventi che verranno fatti. C'è prima una contraddizione e poi una palese violazione di un decreto ministeriale.
Io dico questo: prevediamo tutti gli interventi (noi siamo i primi ad essere favorevoli ed è infatti ciò che stiamo cercando di farvi fare) per ridurre al massimo l'impatto sul territorio e il consumo del territorio, però questo non può sicuramente essere fatto in violazione delle leggi nazionali, non può essere fatto in contraddizione con quello che scriviamo all'interno di questa stessa legge e tanto meno può essere fatto in danno ai cittadini, perché nel momento in cui noi violiamo le norme sulla salubrità degli edifici arrechiamo un danno ai cittadini che vi andranno a vivere.
Penso che l'emendamento numero 199 vada nella direzione che voi avete cercato di conciliare con la riduzione del consumo del territorio e tenda anche a salvaguardare la salute dei cittadini nel momento in cui li autorizziamo ad abitare certi ambienti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Onorevole Sechi, quello che a me preoccupa di questa norma non è tanto che la Giunta regionale e la maggioranza considerino i sardi un popolo di nani, dal punto di vista della statura - con rispetto parlando ovviamente per chi è affetto dalla sindrome di nanismo -, mi preoccupa piuttosto che vengano considerati dei nani dal punto di vista culturale e politico, perché questa norma nel suo insieme, e specificatamente anche la norma di cui al comma 5, indica che questa Giunta regionale e la sua maggioranza considerano i sardi un popolo di nani dal punto di vista culturale se pensano che possa incontrare il favore dei cittadini della Sardegna. Questo è assolutamente preoccupante e volevo sottolinearlo. Specificatamente nani fra nani vengono considerati i cittadini che vivono in comuni al di sopra dei 600 metri di altitudine, e tra questi naturalmente c'è anche il mio paese e ci sono anch'io che sono nata e cresciuta a Sorgono, dove ho la residenza, la mia casa e via dicendo.
Quindi da una parte c'è un imbroglio, un pasticcio, una costruzione legislativa assolutamente pasticciata che chiama giustizia e quindi chiama il voto favorevole a questo emendamento, dall'altra si pensa che i cittadini della Sardegna non abbiano la capacità di discernere e comprendere che questa è una norma che li offende anche nella dignità di cittadini e di abitanti delle case. Vorrei che andaste a verificare quante case vuote ci sono nei paesi della Sardegna, a iniziare da quelli al di sopra dei 600 metri di altitudine, per capire che di questa norma non c'è bisogno, visto che ci sono appartamenti non solo di 2,70, ma anche di 3-3,50 metri di altezza, completamente vuoti.
Per cui non si capisce per chi sia questa norma: non per i cittadini dei paesi al di sopra dei 600 metri di altitudine, né per quelli al di sotto. Spiegateci per chi è questa norma, chi ne trae vantaggio, chi vuole trasformare i sottotetti in abitazioni e che cosa ci vuole guadagnare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Per chi è questa norma? Certamente non per i cittadini, non per gli abitanti dei piccoli paesi dell'interno e ancor meno di quelli al di sopra dei 600 metri. Ci sono paesi della Barbagia che a seguito dell'emigrazione hanno 3.500-4.000 appartamenti vuoti. Ci sono più appartamenti vuoti che residenti in certi paesi dell'interno! Ed è ben comprensibile che una famiglia che abbia bisogno di utilizzare il sottotetto della propria casa, che magari nel momento in cui ha costruito ha dichiarato come locale di sgombero, semplicemente lo usa, ci realizza una stanza e la utilizza come tale.
A chi serve, quindi, questa norma? Serve a chi deve comprare e vendere case, soprattutto a chi lo fa di mestiere, magari agli insediamenti turistici dove sono state fatte delle case con generosi sottotetti che, più o meno abusivamente, magari d'estate vengono utilizzati anche per dormirvi, ma che finalmente potranno essere dichiarati come locali abitabili e quindi venduti a un prezzo maggiore. A nessuna famiglia sarda serve questa roba qui, serve invece a chi ancora una volta specula non solamente sulla seconda casa, ma addirittura sul sottotetto della seconda casa, dopo avere eventualmente lucrato anche sullo scantinato.
Ma, a parte questo articolo, che andrebbe meglio discusso in un consiglio comunale e veramente non dovrebbe essere oggetto della nostra discussione oggi, mi preme ricondurmi a quello che diceva l'assessore Floris circa l'articolo 9 della Costituzione e richiamarne anche il Titolo V, che specifica alcuni trasferimenti di competenze. Di competenze naturalmente ne sono state trasferite diverse alla nostra Regione, ma mi preoccupo delle competenze eventualmente trasferite per scrivere i Piani territoriali paesistici, come si chiamavano nel passato, trasferimento naturalmente non definitivo, perché in tal caso lo si sarebbe dovuto costituzionalizzare. Ma quello che mi preme soprattutto dire è che io sono per una Sardegna indipendente; indipendente innanzitutto culturalmente ed economicamente, capace di bastare a se stessa. Vorrei anche vivere in una Sardegna interdipendente: sul governo del territorio mi vanno bene le norme comunali, quelle regionali, quelle statali, quelle europee (comprese quelle sulle aree SIC), mi andrebbero bene persino delle norme dell'ONU che fossero vincolanti sull'assorbimento dell'anidride carbonica…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.).Con questo articolo si consente la possibilità di rendere abitabili i sottotetti nelle zone urbane A, B, C ed E, con l'obiettivo di limitare il consumo del territorio. Sin qui va bene, se non fosse che non si tiene conto di alcune cose, per esempio degli standard. Gli standard sono quegli spazi che le leggi urbanistiche destinano a tutta una serie di funzioni a cui gli abitanti insediati o da insediare hanno diritto. Leggo testualmente: "Per gli insediamenti residenziali, i rapporti massimi di cui all'articolo 17 - penultimo comma - della legge n. 765, sono fissati in misura tale da assicurare per ogni abitante - insediato o da insediare - la dotazione minima, inderogabile, di mq. 18 per spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie". Sono norme di carattere urbanistico generali e inderogabili, dice la legge dello Stato, che prevedono che per ogni abitante vi sia una quantità congrua di parcheggi, spazi verdi e servizi (mi riferisco agli spazi negli asili, nelle scuole materne, nelle scuole elementari, nelle scuole medie) e la possibilità che la rete viaria sia in grado di accogliere l'ulteriore carico urbanistico che si viene inevitabilmente a creare. Non è una possibilità d'intervento di poco conto, perché se questa misura viene abbinata alla possibilità di mettere in campo la premialità aggiuntiva, e quindi di modificare ulteriormente in aumento i volumi sfruttando anche i sottotetti, si appesantisce - penso alla zona A, già di per sé "pesante" dal punto di vista urbanistico - in modo eccessivo, in modo direi quasi invivibile il tessuto urbano delle zone A, B e via discorrendo. Assessore, siamo nel merito dell'argomento, quindi non stiamo facendo ostruzionismo.
Se poi pensiamo all'aspetto estetico, architettonico, ambientale, storico o artistico, la possibilità prevista ai commi successivi di intervenire anche sulla pendenza delle falde, di aprire abbaini (che in questo caso sono necessari perché favorite l'insediamento abitativo nei sottotetti, ma sono un obbrobrio dal punto di vista estetico), di intervenire sull'altezza dei colmi e delle gronde è un errore.
Assessore, provi a farsi fare una simulazione dai suoi tecnici e si renderà conto lei stesso che anche dal punto di vista estetico stiamo commettendo un grave errore. Gli spazi non vanno consumati, è vero, gli spazi vanno per quanto possibile preservati, ma sono diverse le misure possibili di intervento in questo senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io annuncio il mio voto favorevole alla soppressione prevista nell'emendamento numero 199. Stiamo parlando della fattispecie dei sottotetti: c'è un incrocio, lo dicevano alcuni colleghi che mi hanno preceduto, tra il disegno di legge numero 265 e la legge numero 4. Con il disegno di legge numero 265 introducete ulteriori deroghe alle norme vigenti e lo fate in dispregio un po' di tutte le norme di tutela.
Tra l'altro si è fatta un po' di ironia sulle altezze: Assessore, nulla da dire sulle singole altezze, anche perché il problema non è l'altezza in sé, ma è essere all'altezza. E voi state dimostrando - ahinoi! - di non essere all'altezza di fornire uno strumento che in qualche maniera vada incontro alle esigenze anche delle zone a cui si fa riferimento nel comma 5 dell'articolo 15 della legge numero 4 e nell'articolo quaterdecies del disegno di legge numero 265, perché introducete delle libertà, delle illiceità che, come diceva poc'anzi il collega Valerio Meloni, modificheranno sensibilmente quegli ambienti urbani. E badi, Assessore, che non li modificheranno soltanto sotto l'aspetto dell'altezza, ma li modificheranno soprattutto sotto l'aspetto della vivibilità, perché in questa maniera voi introducete delle deroghe che rischiano davvero di appesantire anche la vivibilità di un determinato quartiere. Le vie, i rioni, i quartieri sono nati per sopportare un certo peso e se voi ne modificate l'equilibrio, così come vi state apprestando a fare anche attraverso il recupero dei sottotetti, rischiate davvero di modificare anche la qualità della vita in quei quartieri. Vorrei che su questo lei, Assessore, ci riflettesse.
Infine, vorrei chiederle a chi è davvero destinata questa norma, perché se voi introducete un'ulteriore apertura non già ai sottotetti, ma anche alla possibilità di costruire dei solai intermedi, introducete una norma…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, non so se capita anche a voi, ma a me stanno arrivando messaggi da parte di cittadini che mi chiedono chi stia perdendo tempo in Consiglio regionale: l'opposizione che fa ostruzionismo - forse -, che cerca di esprimere un pensiero, un punto di vista, o la maggioranza che oggi ha saputo che il Governo ha impugnato il piano casa del Lazio con le stesse motivazioni che stiamo adducendo noi? Il piano casa della Sardegna va in deroga al Piano paesaggistico, va in deroga alle leggi sovraordinate, alla legge Galasso, e quindi sta perdendo tempo chi sa che verrà impugnato e cerca di dimostrarlo attraverso i propri interventi?
Oggi mi sono anche reso conto che il 30 ottobre scade anche un'altra proroga che forse è più importante anche di ciò che oggi stiamo trattando, ed è la proroga della continuità territoriale aerea. Dal 31 ottobre saremo scoperti da questo punto di vista, cioè non ci sarà più la continuità territoriale aerea in Sardegna, nonostante la conferenza di servizi che si terrà domani, nonostante le mirabolanti iniziative del presidente Cappellacci, nonostante il dialogo con l'onorevole Pili tenutosi nel fine settimana; nonostante tutto questo dal 31 ottobre non avremo più la continuità territoriale. E oggi Alitalia annuncia la cancellazione di alcuni voli dal 30 ottobre; cancella per esempio il volo Alghero-Linate, modifica i voli per Torino. Siamo nel caos, nel far west dei cieli e noi ci occupiamo di sottotetti! Benissimo, occupiamoci di sottotetti, però badate che la Sardegna ha altri problemi e, guarda caso, il 30 ottobre scade la proroga del piano casa, ma ne scade anche un'altra, quella appunto della continuità territoriale, che è forse più importante e determinante per la mobilità dei sardi.
Credo che questo richiamo serva anche alla Giunta, assessore Rassu, e al presidente Cappellacci, perché anche se domani si dovesse concludere un accordo con le compagnie aeree non vedremmo la continuità territoriale prima della prossima primavera o estate, e nel frattempo ci sarà il caos nei cieli sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Non sprecherò i miei tre minuti dilungandomi su altri argomenti sicuramente anch'essi di estrema importanza, ma posto che voi puntualizzate l'attenzione su questa legge credo sia giusto che l'Aula sappia che l'emendamento numero 199 è effettivamente importante. Già la legge numero 4 faceva strame delle prescrizioni igienico-sanitarie con la norma sui sottotetti e francamente allora dissi - lo ribadisco, ed è il motivo per cui voterò a favore di questo emendamento - che non riuscivo davvero a capire quale fosse il senso, nel rilanciare l'economia attraverso l'edilizia, di rendere abitabili, e quindi vendibili come tali, i sottotetti.
Questo non è rilancio dell'economia, questo è un comparaggio con gli immobiliaristi, perché gli unici che hanno a guadagnarne sono quelli che devono vendere quei sottotetti. E il florilegio migliore arriva nella definizione del nuovo testo in cui i sottotetti, ancorché non esistenti, possono essere ottenuti attraverso la realizzazione di un solaio intermedio. Anche qui giustamente è stato detto che chi, non avendo altre possibilità, deve far dormire i propri figli in un sottotetto o deve creare un solaio per mettere un letto in più non ha nessun bisogno dell'abitabilità. Chi ha bisogno dell'abitabilità sono coloro che su quei sottotetti vogliono speculare, per cui davvero invito la maggioranza a prestare un attimo di attenzione e a modificare il testo, dando dignità alla nostra azione di consiglieri regionali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, non mi poteva sfuggire l'articolo sui sottotetti né mi sfuggirà l'articolo 1 quinquiesdecies, che parla di piani seminterrati, di piani pilotis e di locali al piano terra, perché il tema è tragicamente di attualità. Abbiamo visto costruzioni edilizie in aree che fino a qualche anno fa erano certamente siccitose, dove era possibile avviare iniziative di questo tipo utilizzando integralmente il corpo edilizio e creando, però, delle trappole.
Sono stato due giorni a Roma la settimana scorsa, occasionalmente il giorno dell'alluvione, quando le strade del centro si sono totalmente allagate e una persona è morta, così com'è successo a Capoterra nel corso dell'ultima tragica alluvione, dove una persona è morta perché viveva in un seminterrato che è stato inondato d'acqua e fango. Non possiamo scherzare su queste cose! Quando la letteratura giuridica definisce questi spazi come locali di sgombero non idonei a ottenere l'abitabilità noi non possiamo, con una norma, violare i principi che sono all'interno di questa cultura giuridica, che è quella che preserva integralmente la vita umana e il suo diritto di svilupparsi in un ambiente sano e con grande dignità. Ecco perché voterò a favore dell'emendamento numero 199 e quindi contro questo tipo di utilizzo dei locali non adibiti ad abitazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Vorrei rispondere al collega Bruno, il quale chiedeva se anche noi riceviamo messaggi in cui veniamo interrogati su chi sta perdendo tempo in quest'Aula. Sì, questo tipo di sms girano e quindi ognuno di noi probabilmente riceve notizie da parte di chi sta seguendo questo dibattito, per cui oggettivamente credo sia importante utilizzare il tempo per spiegare ciò che sta succedendo.
Ovviamente il discorso fatto dall'onorevole Campus ci rincuora, perché mi sembra di poter dire - noi speriamo di convincervi uno per uno, pian piano, con le nostre dichiarazioni - che ragionevolmente egli abbia motivato il suo voto con la condanna, diciamo così, di una norma che va pertanto cassata. Io credo si stia perdendo tempo in relazione ad altre cose. L'onorevole Bruno ha appena ricordato la questione della continuità territoriale aerea, di cui non ci stiamo occupando, cosa che io ritengo veramente grave, perché avremmo potuto, così come abbiamo proposto altre volte, fare una legge di un certo tipo per risolvere il problema della continuità territoriale e invece, a causa della vostra volontà di utilizzare il piano casa per mettere grimaldelli e punteruoli al fine di far saltare completamente il Piano paesaggistico, siamo ancora qui a discutere appunto di piano casa.
Noi legittimamente, come ha detto qualche collega, continueremo a fare questo lavoro anche di ostruzione, se lo vogliamo considerare tale. L'onorevole Porcu ci ha fatto notare che stiamo ritardando notevolmente l'ingresso in Aula della legge finanziaria. Nonostante la crisi in atto noi continuiamo a parlare di sottotetti e di situazioni che chiaramente poco hanno a che vedere con la realtà, con la crisi finanziaria, ovverosia con quello che sta succedendo nel mondo e in Sardegna. Occorrerebbe ritirare immediatamente questa legge per consentire l'avvio della sessione di bilancio, che credo sia estremamente più importante in questo momento per la Sardegna rispetto a quattro mattoni, a un sottotetto o a uno scantinato che non può essere sanato per le motivazioni già esposte anche dall'onorevole Uras.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole a questo emendamento, perché davvero non si capisce la ragione per la quale si vogliano, per esempio, stabilire altezze diverse a seconda che le costruzioni siano ubicate in comuni situati al di sopra o al di sotto dei 600 metri di altitudine. E' difficile capirne la ragione. Diceva bene l'onorevole Campus: la povera gente che ha la pressante necessità di ulteriori spazi non ha bisogno di chiedere l'abitabilità, occupa i locali di sgombero di cui dispone. Questa norma sembra invece finalizzata, è evidente, a favorire gli speculatori che magari possiedono in riva al mare costruzioni i cui vani e sottotetti possono essere alienati. Credo che questo vostro ossessivo interesse all'approvazione della legge così com'è nasconda di fatto l'obiettivo di favorire non gli interessi della povera gente, che da questa legge ha poco di cui godere, di cui avvantaggiarsi, ma gli interessi speculativi. Il piano casa è inutile se relazionato agli obiettivi nobili che voi dichiarate di voler perseguire per andare incontro alle esigenze della povera gente; è utile, invece, e funzionale agli interessi di tanti speculatori.
Non potete pretendere che noi non esercitiamo in questo modo la nostra funzione perché, come ha ben detto l'onorevole Lotto, il nostro obiettivo è dichiarato ed evidente: impedire il raggiungimento del vostro preciso fine. L'ostruzionismo è quell'azione che tende a impedire o a ritardare il perseguimento di un determinato obiettivo e noi lo vogliamo praticare perché crediamo veramente che la legge numero 4 sia un obbrobrio normativo che vi consente solo di dare risposte esaurienti agli speculatori, non ad altri. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 199 che, come è stato ripetuto più volte, si occupa di sottotetti. Stiamo facendo ostruzionismo, stiamo facendo opposizione? La nostra è una battaglia in cui crediamo fermamente e che, continuiamo a ripetervelo, è incentrata sulla difesa dell'ambiente, delle coste, finalità che dichiarate anche voi, ma che poi non praticate, proponendoci questo tipo di articoli di legge e di emendamenti che quindi noi continuiamo a contestare. Facciamo ostruzionismo? Io credo di no.
Abbiamo cercato di spiegare le nostre motivazioni e riguardo proprio a questo emendamento, cioè alla soppressione del comma 5 dell'articolo 15, sono intervenuti sindaci ed ex sindaci, amministratori, un assessore del Comune di Sassari, un sindaco del Comune di Sassari, e tutti hanno spiegato le ragioni per cui è così logico, è così chiaro che non si può approvare un emendamento che non serve allo sviluppo, che non serve a creare occupazione, che non serve ai piccoli paesi, che non serve a nessuno, tranne a chi si occupa di servizi immobiliari per creare ulteriore speculazione.
Allora, vi chiediamo colleghi, lo chiediamo in particolare ai Sardisti, per la sensibilità che essi hanno verso questi temi, di aderire alle motivazioni che noi stiamo rappresentando in quest'Aula e di votare con noi a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto contrario del Gruppo del P.d.L. sull'emendamento numero 199. Colleghi, l'articolo 15 è in vigore da due anni e adesso si pensa di sopprimerlo. Vi sembra corretto sopprimere questa norma dopo che è stata in vigore per due anni e creare così delle condizioni di disparità tra chi l'ha utilizzata e chi la vorrebbe utilizzare? Io credo che non sia corretto.
Un adeguamento del testo lo avrei compreso, ritorniamo al discorso che abbiamo fatto prima, onorevole Soru. Apportare delle modifiche che siano comprensibili e condivise anche da noi avrebbe un senso, ma nel momento in cui voi avete come unico principio la soppressione, l'emendamento numero 199 non può essere assolutamente accettato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Intanto voglio esprimere il mio voto contrario all'emendamento numero 199 e poi, colleghi, mi dispiace, ma devo dire che avete preso un granchio sui sottotetti. Quest'anno voi avete presentato la proposta di legge numero 316, a firma Lotto, Sanna e più, che all'articolo 40 parla dell'utilizzo del patrimonio edilizio e del recupero dei sottotetti e che di fatto ricalca punto per punto ciò che è scritto nel disegno di legge numero 265 che stiamo discutendo. Quindi siete poco credibili perché qui dite una cosa, però di fatto ne fate un'altra.
(Interruzione)
No, guardi, la invito a leggere: "Articolo 40. Al fine di dare attuazione all'obiettivo della limitazione del consumo di nuovo territorio e per documentate esigenze di crescita del nucleo familiare, il comune approva misure di incentivazione per l'utilizzo del patrimonio edilizio (…). La realizzazione delle opere è subordinata alla corresponsione degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria (…). Gli interventi edilizi finalizzati al recupero dei sottotetti possono comportare l'apertura di finestre, lucernari e abbaini per assicurare l'osservanza dei requisiti di ricambio dell'aria. Gli interventi nelle zone classificate A dei centri storici sono ammissibili solo se previsti dai piani particolareggiati. (…) Il progetto di recupero ai fini abitativi deve essere conforme alle dichiarazioni tecniche in materia contenute nei regolamenti vigenti…" e continuate così. Per quanto riguarda l'altezza prevedete metri 2,40 per i locali adibiti a cucina, soggiorno e stanze da letto e studio, metri 2,20 per i locali adibiti a servizi e disimpegni. Volete che continui? Nei comuni montani addirittura prevedete la riduzione da 2,20 a 2 metri. A 2 metri! Un po' di coerenza non guasta, avete fatto una brutta figura.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Interruzioni)
Colleghi! Onorevole Salis, per cortesia!
Prego, onorevole Manca.
MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, l'onorevole Matteo Sanna non ci spiazza perché, ripercorrendo quello che noi andiamo dicendo ripetutamente, ha citato la legge urbanistica da noi presentata. Non ha citato una norma qualsiasi, ha citato un percorso normativo chiaro ed esaustivo. Tra l'altro il collega Sanna - poi prendiamo il testo e lo verifichiamo - dimentica di leggere la parte in cui si dice che l'intervento è consentito per documentate esigenze abitative, a differenza di quello che viene sostenuto nel vostro piano casa, dove…
(Interruzioni)
Colleghi, evidentemente vi stiamo pungendo nel vivo, se no non rispondereste! Lasciate dire.
Spiegatemi per quale fine prevedete il recupero dei sottotetti in una norma che dovrebbe consentire il riavvio del tessuto produttivo ed economico della nostra società. Il recupero di un sottotetto secondo voi consente questo? Consentirà alle persone già ricche - collega Artizzu, mi piacerebbe sentire la sua opinione su questo punto -, a chi dispone già di svariati metri quadri da vendere, di averne di ulteriori. Quindi non confondiamo le cose. Sono situazioni diametralmente opposte, collega Sanna. Più volte vi abbiamo invitati a portare in quest'Aula una norma chiara che contempli tutto, non interventi spot. Con questo piano casa dovevate riattivare il tessuto economico, ma non si vede un solo posto di lavoro in più!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 199.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Fois e Milia hanno votato contro e che il consigliere Capelli si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Pitea.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 59
astenuti 3
maggioranza 30
favorevoli 26
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 200.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). I colleghi cercano di addurre degli argomenti pensando di confondere la natura delle norme, che bisogna invece leggere attentamente. Neanche a noi spaventa affrontare i discorsi dei sottotetti, caro Matteo Sanna, però c'è un problema: la legge urbanistica informa una nuova disciplina urbanistica che, una volta approvata, determina la legittimità, mentre voi qui state solo consentendo deroghe, per cui il punto di interpretazione e di attacco è molto diverso. Cioè voi siete fuori dalla legge, mentre noi stiamo cercando di interpretare una nuova legge urbanistica, che si applica secondo le esigenze sociali e dentro una regola di rispetto delle norme igienico-sanitarie. Voi invece al capo A di una legge dite che si devono rispettare certe norme e al capo B della stessa legge quelle stesse norme le violate.
Ad esempio, al comma 6 dell'articolo 15 della legge numero 4 dite che possono essere aperti lucernari e così via. La legge sull'illuminazione degli ambienti prevede che la finestra, cioè il punto di aerazione, non sia inferiore a un ottavo della superficie di ciascun ambiente. Siccome stiamo parlando di tetti e spesso nelle nostre realtà i tetti non sono fatti in cemento armato, dobbiamo garantire le stesse opportunità ai poveri disgraziati le cui abitazioni hanno ancora tetti costruiti all'antica. Se i relativi sottotetti possono essere usati perché possiedono tutti gli altri requisiti previsti, come si fa a realizzare in una stanza da letto, la cui superficie obbligatoria minima è di 14 metri quadri, una finestra di 1,80 metri quadri, cioè 0,80 per 2,25 o 1 per 1,80? Non ci sta, il tetto viene giù, perché se non è fatto in struttura armata e si realizza una finestra di quelle dimensioni viene giù. Quindi in quella situazione non la si può realizzare. Perché? Perché avete sottovalutato il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Se non l'aveste sottovalutato avreste comunque dovuto rimandare i termini di applicabilità di questo articolo al rispetto di quelle norme, che non sono solo norme sull'altezza, sono anche norme sull'aerazione, l'illuminazione e cose di questo genere.
Poi c'è l'eccezione straordinaria: nelle zone B per fare questa operazione consentite pure di cambiare quello che il decreto Floris definisce pendenze, quindi cambiando completamente la tradizione costruttiva di quel luogo. Peraltro senza tener conto che parte delle zone B parte rientrano nell'ambito dei centri storici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Sull'emendamento numero 200, rispetto al collega Sanna, io voterò molto convintamente a favore, ancora più convintamente di lui. Credo che sul comma 6 dell'articolo 15 possiamo parlare. Ci sono delle amenità, delle curiosità circa questo comma perché si distingue tra interventi edilizi nelle zone B e in altre zone non specificate. In pratica nelle sole zone B sono ammesse modificazioni delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde, ma non si capisce se le zone C sono trattate come le zone A e se nelle zone A il recupero dei sottotetti può comportare l'apertura di finestre. Probabilmente, però, dobbiamo rileggere il comma che dice che nelle zone A si può intervenire a condizione che gli interventi riguardino edifici più recenti di cinquant'anni e via discorrendo. Immaginate le difficoltà nell'applicazione di questo comma!
Al di là di questa osservazione di merito, che faccio per continuare a dimostrare che sappiamo discutere anche di merito, credo che occorra ricordare all'Aula che ci sono temi urgenti e pressanti fuori di qui (l'onorevole Bruno ha citato, e ha fatto bene, la continuità territoriale che sta per scadere, io ho ricordato il bilancio, ma ne potremmo ricordare degli altri) che meriterebbero il nostro impegno, la nostra attenzione e le nostre energie ogni ora e ogni minuto. Ci sono grandi battaglie da fare, c'è un piano sanitario che voi avete bloccato in Commissione, ma ci sono tagli da fare alla sanità e a tutta la spesa regionale per qualificare il nostro bilancio e provare a fare qualcosa di utile.
Questi temi quando li vogliamo affrontare? Dobbiamo attardarci per la cocciutaggine di qualcuno a inserire in questa legge tutto e il contrario di tutto? Io rinnovo, con il mio voto favorevole, anche una richiesta: metteteci difficoltà, provate a presentarci emendamenti soppressivi significativi e guardiamo avanti tutti insieme. Non costringeteci a insistere in un'azione che non può che essere di ostruzione intransigente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Con l'emendamento numero 200 noi proviamo ad abrogare il comma 6 dell'articolo 15, e ci dispiace proporne l'abrogazione perché è un capolavoro. Infatti nella prima parte si prende atto che i sottotetti non rispettano i limiti di altezza di cui al decreto ministeriale del 1975; non li rispettavano prima, ma non ne prendete nemmeno atto, li violate e basta. Tuttavia prendete atto che comunque non vengono rispettati i criteri di illuminazione e di ventilazione degli ambienti e provate a rimediare dicendo: "Abbiamo derogato alle altezze, facciamo finta di poterlo fare, adesso diamo a quegli ambienti anche la luce e l'aria e consentiamo che abbiano alcuni dei requisiti di salubrità previsti nel decreto ministeriale del 1975".
Ma il capolavoro è un altro: siccome dobbiamo rispettare i requisiti sulle altezze che abbiamo indicato al comma 5, nella seconda parte diciamo, o meglio lo dite voi, che nelle zone B sono ammesse modifiche delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde unicamente al fine, appunto, di assicurare i parametri di cui al comma 5. Quindi non solo violiamo, con il comma 5, il decreto ministeriale del '75, ma addirittura consentiamo, con il comma 6, che anche quei sottotetti che non avevano i requisiti di cui al comma 5 possano averli, per cui abbassiamo ancora i parametri. Ecco perché dico che il comma 6 è un capolavoro e probabilmente se aveste continuato a scrivere altri commi saremmo arrivati addirittura a prevedere un sottotetto in cui si sarebbe dovuti entrare in ginocchio! Questa è la logica: deroghiamo su tutto fregandocene altamente dell'interesse di chi va a viverci e occupandoci solamente dell'interesse di chi quegli ambienti intende venderli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.),relatore di minoranza. Presidente, credo che la presa di posizione piuttosto affannosa del collega Matteo Sanna, il quale da una proposta di legge complessiva, in cui si sviluppa un ragionamento compiuto sull'intera tematica dell'urbanistica, ha estrapolato una parte limitata per utilizzarla polemicamente in questa battaglia politica, non serva senza dubbio allo scopo, perché noi la battaglia politica continuiamo a sostenerla. Non ci si può difendere richiamando altre leggi, si deve trovare una soluzione al problema di cui stiamo discutendo oggi. Diversamente si continua a perdere tempo. Collega Sanna, ci hai aiutato soltanto a perdere altri tre minuti, e te ne ringraziamo perché è andata bene da questo punto di vista.
Noi non stiamo pensando alla brutta figura che ritieni di averci fatto fare, credo però che la Regione Sardegna una brutta figura l'abbia già fatta con il comma 6, che noi vorremmo abrogare, perché effettivamente con questo comma di fatto si sta dicendo che chi non è in regola va messo in condizione di potersi mettere in regola: cioè rialzare i tetti dove non sono sufficientemente alti, creare le premesse affinché si torni alle condizioni di utilizzabilità di questa norma. Credo che i miei colleghi ed io abbiamo fatto bene a presentare l'emendamento che prevede l'abolizione del comma 6, di cui si possono avvalere soltanto le grosse imprese che hanno realizzato grandi strutture e che possono trasformare gli attuali ripostigli in attici da vendere a prezzi piuttosto consistenti. E' una vera e propria speculazione e non è assolutamente il caso che glielo si conceda. Ecco perché credo che sia giusto votare a favore di questo emendamento e sarebbe bene che la maggioranza facesse altrettanto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, dichiaro il voto a favore dell'emendamento numero 200, anche perché mi sembra che il comma 6 dell'articolo 15 sia piuttosto ambiguo. Un po' tutti i miei colleghi hanno sottolineato che in questo comma si fa riferimento alle zone B, mentre si lascia aperta l'interpretazione per le altre zone, mi riferisco alle zone C ma soprattutto alle zone F, zone chiaramente a vocazione turistica, e sappiamo bene quanto interesse possa esserci per l'applicazione di questa norma proprio in queste zone.
Peraltro è un comma che, a mio avviso, viene evidenziato ulteriormente dalla proposta presentata nel famoso articolo 1 "quattordicesimo" (così lo definiamo meglio, rispetto a quaterdecies) che ancora una volta parla di deroghe e addirittura di deroghe alle altezze. L'articolo dice che alla fine del comma 6 è inserito il seguente periodo: "Il recupero abitativo dei sottotetti nelle sole zone territoriali omogenee B è ammesso anche in deroga ai limiti ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali vigenti. In ogni caso l'altezza interna massima al colmo e alla gronda è fissata rispettivamente in 3,50 metri e in 1,30 metri". E continua: "La realizzazione delle modifiche dell'altezza di colmo, della realizzazione di lucernari, abbaini…". Questo mi fa pensare che non solo in queste zone di alto valore aggiunto, ma anche nei centri storici, nei centri abitati, in particolare nelle città, l'ultimo piano delle palazzine che hanno un tetto, come ho detto prima, per proteggere la struttura abitativa possa diventare un attico. E possiamo intuire che valore abbia una cosa di questo genere. Quando l'altezza di colmo del sottotetto è di 3,50 metri mi sembra evidente, caro Presidente della quarta Commissione, che si possa malignamente pensare che si vogliano realizzare nuovi attici nelle città. Parliamo delle zone B, che nelle città sono abbastanza estese.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole a questo emendamento che prevede la soppressione del comma 6 dell'articolo 15, per gli stessi motivi che ho già cercato di esplicitare per quanto riguarda il comma precedente. Il comma 6 risulta addirittura ancora più grottesco laddove prevede, nelle zone B, la possibilità di smantellare il tetto e di realizzarne uno più alto, più ripido evidentemente, in maniera da poter legittimamente vendere anche il sottotetto come vano abitabile.
Continuiamo quindi ad attardarci su norme che starebbero meglio in un regolamento edilizio o nella legge urbanistica che è stata richiamata. Assessore Rassu, questo coacervo di norme doveva servire per lo sviluppo della Sardegna e ha invece fatto perdere o quanto meno si sono persi 18 mila posti di lavoro in edilizia; doveva servire per costruire più case per le famiglie sarde in difficoltà e non ne è stata costruita neanche una; doveva servire per buttare giù il Piano paesaggistico regionale e non c'è riuscito per niente, anzi oggi il ministro Galan ha confermato cche nel caso in cui riusciste ad approvare una qualche norma di questo tipo ve la vedreste impugnata per incostituzionalità e sareste pure costretti a dimettervi, come hanno fatto dieci Assessori della Regione Lazio.
Ma allora perché stiamo andando avanti in questa discussione che non serve alla casa, non serve allo sviluppo, non serve a buttare giù il PPR? Potremmo forse più opportunamente utilizzare il tempo - se effettivamente volete fare qualcosa di concreto per i sardi, per ogni sardo che vive in uno qualunque dei comuni della Sardegna - per discutere delle norme che semplifichino la possibilità di approvare i PUC, che stabiliscano momenti certi, date e procedure certe per approvare tutti i PUC della Sardegna, che stabiliscano momenti e procedure certe per approvare tutti i piani particolareggiati dalla Sardegna. Non avremmo così più bisogno di attardarci in sciocchezze di questo livello che veramente non onorano l'Aula in cui ci troviamo.
Vi interessa discutere di cose di questo genere o vogliamo continuare a parlare di sottotetti? Chi ne ha la facoltà, onorevole Oppi, provi a tessere un pochino e parliamo di cose serie!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 200 e per dire che condivido le affermazioni dell'onorevole Cuccu: più andiamo avanti nella lettura di questo disegno di legge e soprattutto nell'incrocio con la legge numero 4 più emerge in tutta la sua drammaticità la volontà di derogare a tutto ciò che passa nelle normative vigenti in termini di urbanistica e di tutela dell'ambiente e del territorio. Di deroga in deroga, diceva l'onorevole Cuccu, farete in modo che le persone debbano camminare in ginocchio nelle loro case e, aggiungo io, di deroga in deroga finirete per dare l'abitabilità anche ai controsoffitti, perché di questo stiamo parlando. Non c'è una logica, non c'è neanche buon senso nelle norme che ci state proponendo, che addirittura fanno capire che anche dell'urbanistica avete un'idea che supera davvero appunto il buon senso, oltre che la volontà di rispettare le norme igienico-sanitarie.
Nel comma 6, addirittura - io non lo ricordavo, l'ho rivisto in questi giorni - si prevede la possibilità non soltanto di realizzare nuove finestre e lucernari, ma addirittura terrazzi! Ci rendiamo conto di quello che stiamo approvando e di cosa stiamo discutendo? Stiamo parlando sostanzialmente di norme che non hanno nulla a che vedere con le esigenze abitative delle famiglie, e certamente non delle famiglie che risiedono nei nostri paesi e che hanno a disposizione, nella stragrande maggioranza dei casi, case singole e appartamenti vuote per via dello spopolamento e del decremento demografico di cui tutti noi siamo a conoscenza. Abbiamo a che fare con interessi legati ai costruttori, agli immobiliaristi che hanno necessità di vendere anche i sottotetti e possibilmente di realizzarvi persino dei terrazzi affinché possano acquisire nel mercato immobiliare un valore maggiore.
Lei, assessore Rassu, è un uomo di buon senso, è un moderato, ha dato dimostrazione più di una volta di essere aperto al dialogo e al ragionamento e veramente mi sorprende che possa non avere niente da dire intorno a questo emendamento e alla possibilità che sia approvato, perché il comma di cui si chiede la soppressione è veramente lontano dagli interessi dei cittadini sardi e soprattutto dalle loro necessità abitative.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Se il riferimento alle zone B è puntuale, dovrei dedurre che le zone A, ovvero i centri storici, le zone C, che sono le zone di espansione e quindi dovrebbero essere interessate da una nuova progettazione e non da sanatorie, perché essendo appunto zone di espansione sono destinate in parte alle zone B, in parte ai servizi e quant'altro, e le zone E, cioè le zone agricole, non sono contemplate in questa chance, in questa possibilità di realizzare finestre, lucernari, abbaini e terrazzi. Immagino che i terrazzi a cui faceva riferimento la collega Barracciu siano i cosiddetti terrazzi "a tasca" che servono per dare luce al sottotetto.
Ciò che è grave, oltre a tutto ciò che riguarda le norme igienico-sanitarie, l'abitabilità, eccetera, è che vi sia la possibilità di modificare addirittura le pendenze delle falde. Le zone B sono la città, l'immagine della città, e le pendenze sono disciplinate e codificate da norme che le città stesse si sono date, per cui consentire l'abitabilità del sottotetto o l'alterazione delle pendenze significa cambiare l'immagine stessa delle città. Anche nelle nostre città talvolta si vedono pendenze da località di montagna, dove il rischio neve può creare danni a un tetto con pendenza non idonea allo scorrimento della neve, ma le città e i paesi della Sardegna non sono in quelle condizioni.
Realmente non c'è limite alla vostra fantasia, una fantasia sfrenata per consentire tutto il possibile e anche l'impossibile! Mi chiedo se in edifici e palazzi la cui costruzione risale agli anni '50 e '60 e dove non ci sono ascensori, si possa rendere abitabile il sottotetto. I sottotetti sono all'ultimo piano, hanno una funzione isolante rispetto agli agenti atmosferici. La normativa prevede che oltre il secondo piano l'accesso debba essere garantito con ascensore e noi introduciamo una nuova unità abitativa senza tener conto di una norma che deve essere rispettata e che qui non è contemplata! Allora, su questo punto credo sia opportuno riflettere alla luce di tutte le cose che abbiamo detto, ma soprattutto in funzione di una qualità di vita che non è garantita dal ritorno a criteri abitativi che pensavamo fossero definitivamente superati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto a favore dell'emendamento numero 200 e ribadire un concetto che in altre occasioni ho avuto modo di sostenere. Inizio col dire, Assessore, che lo strumento che bisogna portare avanti è quello dei piani urbanistici comunali e non quello delle deroghe, delle norme provvisorie e dell'approssimazione legislativa, che non aiuta i processi di salvaguardia e di tutela dei luoghi, ma al contrario enfatizza e incoraggia il caos senza che i comuni possano in qualche modo intervenire, come abbiamo potuto notare anche nel comma 2 dell'articolo 13, in cui si prevede la verifica, di concerto con l'amministrazione comunale, soltanto su alcuni interventi e non su altri. E' il caso dei centri storici in discussione in questo caso, centri di antica e prima formazione, della programmazione delle comunità locali e delle loro aspirazioni, che non solo non devono essere turbate, ma al contrario la Regione avrebbe il dovere di sostenere attraverso un processo virtuoso che non può che essere quello dell'approvazione dei piani urbanistici comunali. A tale proposito sarebbe opportuno promuovere la possibilità, attraverso una norma, di incoraggiare i comuni nella predisposizione dei PUC e favorirne l'approvazione anche attraverso la semplificazione del controllo e delle verifiche.
Con l'emendamento chiediamo la soppressione del comma 6 dell'articolo 15 perché soprattutto nei centri storici presta il fianco a modifiche sostanziali dal punto di vista architettonico (come si può evincere dal testo del comma 6, dove è scritto "al fine di assicurare i parametri di cui al comma 5") senza che i comuni possano mettervi mano. Cioè si possono fare ampliamenti, modificare le pendenze delle falde sia nei centri matrice che nei centri in cui ovviamente non c'è niente da tutelare dal punto di vista storico, senza che i comuni possano mettervi mano, semplicemente chiedendo di poter fare tali modifiche. Ovviamente questa possibilità, poiché non è previsto che debba avvenire di concerto fra la Regione e i comuni, non può essere sostenuta e secondo me va assolutamente cassata.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Velocemente e per un atto di cortesia mi associo a quanto detto dal Capogruppo del P.d.L., che ricalca quanto precedentemente avevo sostenuto io. Se gli emendamenti non fossero stati soppressivi, ma fossero stati tesi a migliorare il dispositivo di legge senz'altro si sarebbe aperto un dialogo. In questa situazione chiaramente non è possibile nessun dialogo.
Ma voglio entrare nel merito della questione. Si parla di recupero dei sottotetti a fini abitativi, una cosa che è prevista non solo nel piano casa, ma anche nelle norme urbanistiche. Prova ne sia che anche la proposta di legge presentata dal centrosinistra giustamente riporta un'altezza ponderale media. L'altezza ponderale è quella che si ricava dal volume calcolato dopo 1,50 metri nella falda, quindi nella parte superiore, per tutta la superficie, per cui non scende al di sotto di determinate quote. E' una cosa accettata in urbanistica, per essere chiari. Nessuno sta tentando di sistemare la povera gente in ambienti soffocanti!
Al comma 6 si dice che è necessario dotare di lucernari, abbaini, terrazzi e finestre i sottotetti. Attenzione, la pendenza delle falde e le altezze di colmo possono essere variate nelle zone B, non nei centri storici, i quali sono sottoposti a un piano particolareggiato, laddove esiste, per essere chiari. Quando diciamo, all'articolo precedente, che il consiglio comunale verificato che il piano particolareggiato coincide con il centro matrice e risponde al Piano paesaggistico regionale ne dà attuazione, cosa c'è di strano? Quando il piano particolareggiato coincide con il centro matrice e risponde alle direttive del Piano paesaggistico se ne dà attuazione, previa approvazione da parte dell'Ufficio tutela del paesaggio dello strumento urbanistico. Scusate, ma dov'è la difficoltà? Quando si dice che per i centri matrice ricadenti nelle zone B, previa verifica e approvazione dello strumento urbanistico da parte dell'UTP, è possibile dare attuazione alle previsioni urbanistiche del piano particolareggiato perché rispondono pienamente al Piano paesaggistico, cosa c'è di strano?
Bisogna superare gli otto passaggi previsti dal Piano paesaggistico. Se andiamo a verificare le modifiche contenute nella bozza del nuovo Piano paesaggistico, che non è completa, ci rendiamo conto che la procedura del PPR è semplificata al massimo. Allora va bene il confronto, se lo si vuole, ma non può essere un confronto teso a sopprimere o negare tutto!
PRESIDENTE. Onorevole Rassu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Per una combinazione del fato io dovevo intervenire proprio su questo punto, assessore Rassu, per chiederle se avete valutato quanto incidano le zone B sul patrimonio edilizio esistente. Le zone B rappresentano il 50 per cento dell'edificato. Provi a immaginare cosa può succedere in una città come Cagliari o Sassari o anche in una cittadina come Settimo San Pietro, per non citarne altre, dove le zone B rappresentano circa il 50 per cento dei volumi edificati: con questa norma - entriamo nel merito, non stiamo qui a fare gazzosa per perdere tempo -, cioè con il comma 6, ma soprattutto con le lettere c) e d) dell'articolo quaterdecies, se ha la cortesia di leggerlo, Assessore, si accresce enormemente la possibilità, in deroga agli strumenti urbanistici esistenti, anche in termini di volumetrie, non solo di altezze, di ampliare un piano dappertutto, in tutti gli edifici delle zone B, creando anche problemi di carattere statico. Infatti la corsa alla sopraelevazione dei fabbricati delle zone B, anche di fabbricati vetusti e non sufficientemente statici, potrà causare seri problemi appunto di carattere statico e di sicurezza, Assessore. Mi limito a parlare delle zone B, dove ci sarà la rincorsa, da parte di chi lo potrà fare e delle imprese che hanno un grande patrimonio edilizio e anche notevoli risorse economiche e tecniche, a fare ampliamenti generalizzati.
Questi sono i problemi che noi poniamo relativamente alle zone A e C per questa fattispecie di intervento. L'emendamento numero 200 tratta questo tema perché vorremmo evitare scempi, al di fuori degli strumenti urbanistici, per quanto riguarda volumi, altezze e quant'altro. Questo è un problema serio, serissimo. Lei, Assessore, dice che l'intervento è consentito solo nelle zone B, ma ricordiamoci che le zone B ricomprendono almeno il 50 per cento dei volumi complessivamente realizzati in un centro abitato.
Altro problema: molti comuni, assessore Rassu, lei lo sa quanto me, hanno inserito all'interno della zona A dei comparti di zone B che hanno pregi architettonici e storici, che assimilano la caratteristica architettonica…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.+++
BRUNO (P.D.). Presidente, mentre noi parliamo di lucernari, abbaini, finestre, terrazzi e sottotetti, il prossimo 30 ottobre, dopo undici anni, i sardi si sveglieranno senza la continuità territoriale. Con un documento secco, di poche parole, CAI-Alitalia comunica: "E' scaduta la proroga della continuità territoriale e non ci risulta sia entrato in vigore il nuovo bando regionale". E aggiunge: "Per ora le tariffe non cambieranno". Per ora. E i collegamenti con Roma per ora restano invariati. Credo sia una notizia importante. Credo che fosse presidente Mario Floris all'epoca in cui fu istituita la continuità territoriale, che dal 30 ottobre non ci sarà più in Sardegna. Per domani è prevista un'altra conferenza di servizi, vedremo come andrà a finire, nel frattempo i pasticci di questa Giunta ci portano a non avere dal 30 ottobre la continuità territoriale.
Io segnalo questa scadenza che coincide con quella del piano casa, ma è forse più importante per i sardi. Questo avviene in concomitanza con il primo taglio dei voli da Alghero a Milano, proprio in occasione del ponte del 1° novembre, insomma in un momento nel quale non ne avevamo bisogno. Lo segnalo alla Giunta regionale e al presidente Cappellacci, come al solito assente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore Rassu, io ovviamente apprezzo il fatto che lei intervenga, anche perché è il solo a farlo. Lei ci dice: "Ma quale opposizione costruttiva, se ci presentate solo emendamenti soppressivi? Non ci sono le condizioni minime per una discussione". Bene, accetto questa osservazione critica, le voglio fare però una proposta operativa. Mi risponda nelle forme possibili appena gliene sarà data l'opportunità.
Noi abbiamo presentato emendamenti soppressivi, ma non solo, perché - e avevamo ragione - da parte vostra c'è una chiusura totale. Allora io voglio interpretare le sue affermazioni, testé rilasciate, come una volontà differente da quella manifestata finora, per cui le propongo questo, Assessore: azzerate tutto e apriamo un confronto in termini del tutto nuovi.
Assessore Rassu - lei è qui, sono transitati altri due Assessori, ma continua a mancare, come ricordava l'onorevole Bruno, il Presidente della Regione -, c'è però un'altra anomalia in questo dibattito, oltre al silenzio supino della maggioranza: manca il ruolo della Giunta in quest'Aula, perché una Giunta forte, autorevole, portatrice di un suo progetto, in un dibattito come questo interviene e cerca di mediare, se ne è convinta, tra le posizioni espresse. Tutto si può dire di questo dibattito, ma non certamente che le posizioni espresse dall'opposizione e dalla maggioranza, almeno in alcune parti, non meritassero almeno il tentativo della Giunta di avvicinare le parti relativamente a un interesse generale, che tutti quanti dobbiamo rappresentare. Allora reitero la mia proposta, Assessore, cogliendo le sue osservazioni come una volontà nuova che finora non si era manifestata in nome e per conto della maggioranza: azzeri tutto o quasi e apriamo un capitolo nuovo, a partire dal dopocena. Noi ci stiamo, fateci sapere se siete in grado di battere un colpo su questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto).Pausa cena, dopocena, noi siamo per tutte le pause, anche quelle riflessive che vi aiutino a scoprire chi siete.
Sottotetti: Assessore, io voterò ovviamente a favore della soppressione del comma 6 dell'articolo 15, che andrebbe tutto soppresso, ma ci sono delle cose curiosissime, per esempio mi si deve spiegare perché oltre i 600 metri l'altezza media ponderale può essere di 2,20 metri e invece più verso il mare deve essere di 2,40 metri. C'è un problema di ordine antropologico? Perché se questo è il tema, se io mi metto i tacchi rischio di non poterci neppure entrare in un sottotetto! L'onorevole Dedoni, che ci passa sicuramente sul piano dell'altezza, potrebbe invece avere qualche problema sul piano della larghezza!
Allora, è pensabile che noi facciamo leggi che devono regolare la materia paesaggistica e urbanistica e le traduciamo in una sorta di regolamento edilizio illegittimo, attraverso processi di sanatoria dell'insanabile? Ricordava prima l'onorevole Campus, anzi il professor Campus, che c'è anche un problema di natura igienico-sanitaria, di salubrità dell'ambiente di vita. Ma è possibile? Allora trovate il modo di cancellare - con la penna rossa o con quella blu, fate quello che volete - tutte queste sconcezze e ragioneremo, come diceva prima l'onorevole Diana, a cominciare dalla cena e dal dopocena.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Onorevole Campus, non raccolga la provocazione dell'onorevole Uras.
CAMPUS (P.d.L.). Assolutamente no, intendo solo chiedere all'Assessore, con tutta l'amicizia e la stima che ho per lui e che sono note, se può rispondere alla domanda che ho posto io e cioè che "c'azzeccava" - per usare un termine caro a un politico molto in auge in televisione in questo periodo - questa norma già nel 2009 con il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio? E' una norma che semplicemente agevola gli immobiliaristi nel vendere qualche metro cubo o quadro in più! Chi è così sfortunato da dover utilizzare il sottotetto perché la famiglia è cresciuta o i figli, un maschietto e una femminuccia, sono cresciuti e non possono più dormire nella stessa stanza, ha forse bisogno dell'abitabilità? No, purtroppo no! Ha bisogno di una casa più grande, questo sì. Francamente su questo aspetto ancora una risposta e se non l'avrò voterò a favore anche di questo emendamento.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 200.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 200.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Oppi - Pitea - Porcu - Randazzo - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Petrini - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 62
astenuti 2
maggioranza 32
favorevoli 27
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Sulla base delle sollecitazioni che sono pervenute dal centrosinistra e verificato che di fatto in Commissione trasversalismi anomali hanno portato delle persone che non sono qui presenti, del centrosinistra e del centrodestra, a fare "marchette", chiedo, proprio per consentire un dialogo, almeno un'ora di sospensione.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, la seduta è sospesa sino alle ore 21 e 40.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 41, viene ripresa alle ore 21 e 47.)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 203.
Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Rinuncio, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 203.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mulas ha votato contro e che il consigliere Cocco Daniele si è astenuto.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Campus - Cappai - Cossa - De Francisci - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Lai - Locci - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Steri - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Cocco Daniele.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 25
votanti 22
astenuti 3
maggioranza 12
contrari 22
Poiché manca il numero legale, i lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina, alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 21 e 48.