Seduta n.111 del 10/06/2010 

CXI Seduta

Giovedì 10 giugno 2010

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana dell'8 marzo 2010 (104), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Pierluigi Caria, Massimo Mulas, Matteo Sanna, Angelo Stochino e Alessandra Zedda hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 10 giugno 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Interpretazione autentica delle disposizioni relative allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP)". (172)

(Pervenuto il 28 maggio 2010 e assegnato alla prima Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Agus sul mancato risarcimento dei danni a pastori, contadini e proprietari delle strutture ricettive di Scivu-Arbus". (259)

(Risposta scritta in data 12 maggio 2010.)

"Interrogazione Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla mancata attivazione del Liceo delle scienze applicate da parte dell'Istituto di istruzione superiore Liceo scientifico e classico "A. Gramsci E. Amaldi" di Carbonia". (270)

(Risposta scritta in data 1° giugno 2010.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, a seguito del decreto di autorizzazione n. 239/EL-114/105/2010 del Ministero dello sviluppo economico, ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge n. 239 del 29 agosto 2003, convertito con modificazioni dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, e modificato dall'articolo 1, comma 26, della legge 23 agosto 2004, n. 239, avente per oggetto la costruzione e esercizio dell'elettrodotto a 150 kV in cavo interrato Cagliari sud - Rumianca nei Comuni di Capoterra, Assemini, Sarroch, in Provincia di Cagliari". (312)

"Interrogazione Rassu, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure di stabilizzazione, nell'Ente foreste, del personale turnista e dell'ex personale dalle squadre antincendio". (313)

"Interrogazione Floris Mario, con richiesta di risposta scritta, sulle vicende connesse alla Struttura complessa di rieducazione e recupero funzionale dell'Ospedale Marino di Cagliari". (314)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Planetta sulla presunta immissione sul mercato, con finalità turistico-alberghiere, del faro automatizzato di Punta Scorno sito nell'Isola dell'Asinara, da parte del Ministero della difesa". (87)

"Interpellanza Sechi - Zedda Massimo - Uras sulle ipotesi di cessione del faro di Punta Scorno all'Asinara". (88)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla proposta di realizzare un campus universitario ecosostenibile per cofinanziare il Sardinia radio telescope". (89)

"Interpellanza Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi sulla sorte dei beni demaniali in uso al Ministero della difesa e non destinati ad uso istituzionale". (90)

"Interpellanza Sanna Giacomo - Solinas Christian - Planetta - Dessì - Maninchedda sulla mancata demolizione di otto ville ed un ristorante e opere collaterali in località Isuledda, nel Comune di Palau". (91)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di inserire la sensibilità chimica multipla (MCS) tra le patologie per cui è riconosciuta l'assistenza sanitaria". (92)

"Interpellanza Planetta sull'adozione di misure urgenti volte alla tutela dell'immagine e dell'economia delle aziende agrituristiche venatorie della Sardegna, gravemente lese per i recenti episodi di bracconaggio rilevati all'interno di alcune di esse dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna". (93)

"Interpellanza Sanna Matteo - Diana Mario - Lai sulla necessità di adottare misure adeguate per la lotta al lepidottero defogliatore Lymantria dispar". (94)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di avviare, senza ulteriori ritardi, le procedure necessarie all'autorizzazione all'appalto per l'elettrificazione della tratta Gottardo-Settimo S. Pietro della metropolitana leggera di Cagliari". (95)

"Interpellanza Uras - Bruno - Salis - Diana Giampaolo - Ben Amara - Lotto - Sabatini - Mariani - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu - Solinas Antonio - Cocco Pietro sull'attuazione coerente delle disposizioni per l'organizzazione amministrativa della Regione, con particolare riferimento al funzionamento dell'ufficio stampa e all'inquadramento dei dipendenti regionali a tempo indeterminato che operano nel medesimo ufficio". (96)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla carenza ed inadeguatezza della struttura espositiva organizzata dalla Regione Sardegna al Vinitaly". (97)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di scongiurare la privatizzazione della SAREMAR paventata dalla Regione Sardegna". (98)

"Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla decisione CIPE per la realizzazione del progetto di allargamento a quattro corsie della strada Olbia-Sassari". (99)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo sulla mancata attuazione del piano di intervento per la lotta alla Lymantria dispar e al Malacosoma neustrium per l'anno 2010, in particolare nei territori del Goceano, del Logudoro e di Monte Acuto". (100)

"Interpellanza Oppi - Biancareddu - Capelli - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Steri sull'attribuzione degli incarichi di direttore di dipartimento all'ARPAS". (101)

"Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno sulle notizie apparse sulla stampa in merito all'assegnazione di risorse regionali per lo svolgimento della Louis Vuitton Trophy a La Maddalena". (102)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla mancata riorganizzazione e riqualificazione dell'Ospedale Antonio Segni di Ozieri". (103)

"Interpellanza Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla situazione del personale ex ETI assegnato alle strutture della Regione e in particolare all'Agenzia regionale del lavoro". (104)

"Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla moltiplicazione delle funzioni amministrative e dirigenti presso l'ARST Spa". (105)

"Interpellanza Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Bruno sulla crisi finanziaria dell'Istituto Santa Maria Bambina di Oristano". (106)

"Interpellanza Lotto - Bruno - Manca - Moriconi - Sechi sul numero dei componenti del consiglio d'amministrazione dell'ARST e della Saremar Spa". (107)

"Interpellanza Ben Amara - Uras - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla situazione di disorganizzazione e malfunzionamento di Abbanoa Spa, sul mancato rinnovo dell'assemblea dell'Autorità d'ambito della Sardegna e sul rischio di perdita dei fondi FAS". (108)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito all'approvazione di un Piano energetico regionale di sviluppo di tecnologie ed impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sulla necessità di una normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (62)

PRESIDENTE. Poiché non è presente la Giunta, sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 09, viene ripresa alle ore 10 e 15.)

A tutela dell'onorabilità dei consiglieri, ai sensi dell'articolo 80
del Regolamento interno

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Su che cosa intende intervenire?

SORU (P.D.). Per fatto personale, signor Presidente.

PRESIDENTE. Non può esserci fatto personale, onorevole Soru, perché la seduta sta iniziando.

SORU (P.D.). Io mi riferisco infatti a quanto è accaduto nell'ultima seduta a cui ho partecipato.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, non possiamo riprendere discussioni avvenute nelle precedenti sedute.

Colleghi, proseguiamo con l'ordine del giorno.

SORU (P.D.). Allora interverrò sulla base dell'articolo 80 del Regolamento, "Tutela dell'onorabilità", perchè nell'ultima seduta svolta in questa Aula, nella quale siamo soliti appellarci con il titolo di "onorevole" o, quanto meno, con il termine "collega", due Assessori al momento assenti (l'assessore La Spisa è presente, mentre è effettivamente assente l'assessore Corona) si sono espressi nei miei confronti con delle parole che preferisco non ripetere, irripetibili appunto, ma che sono agli atti della seduta.

Pertanto vorrei sapere che cosa lei intende fare, che cosa il Consiglio intende fare per evitare che fatti di questo genere si ripetano, perché tra di noi non ci possiamo appellare con delle parole ingiuriose né nel corso di una discussione né, tanto meno, in altri momenti in cui i rapporti tra di noi sono quelli tra normali cittadini e chi riceve le ingiurie è tutelato nelle sedi opportune.

Presidente, veda lei se dobbiamo parlare alla fine della seduta per fatto personale, perché io vorrei approfondire la questione, o sulla base dell'articolo 80 sulla "Tutela dell'onorabilità dei consiglieri".

PRESIDENTE. Onorevole Soru, l'articolo 80 del Regolamento attribuisce al Presidente la facoltà di valutare l'opportunità di istituire una Commissione che giudichi la richiesta del consigliere interessato. Non mi consta che nel corso della seduta da lei richiamata ci siano state ingiurie. Però, verificherò i documenti e, a seguito delle verifiche, comunicherò all'Aula le determinazioni della Presidenza. Le ricordo che la seduta era stata sospesa.

(Interruzioni del consigliere Soru)

PRESIDENTE. Onorevole Soru, fa testo ciò che è che è accaduto nel corso della seduta perché questo viene verbalizzato, non ciò che accade quando la seduta è sospesa. Chi presiedeva, appena è sorto il tumulto in Aula, ha sospeso la seduta .

(Interruzioni del consigliere Soru)

PRESIDENTE. Il Presidente non ha assistito se non a un vociare nell'Aula; il Presidente può valutare comunque le dichiarazioni fatte nel corso della seduta per cui rivedrò i verbali e sulla base di quello deciderò.

SORU (P.D.). Se non avrò tutela dal Presidente del Consiglio chiederò tutela ai tribunali civili.

PRESIDENTE. Perfetto, onorevole Soru.

Discussione congiunta delle mozioni Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito all'approvazione di un Piano energetico regionale di sviluppo di tecnologie ed impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sulla necessità di una normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (62); Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Uras - Ben Amara - Mulas - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla necessità di adottare idonei strumenti legislativi e giuridici per un utilizzo delle energie rinnovabili della Sardegna che non arrechi danni irreparabili al territorio e al popolo sardo (31) e dell'interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità di modificare il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR) (73).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 62 e 31 abbinate all'interpellanza numero 73.

(Si riporta di seguito il testo delle mozioni numero 62 e 31 e dell'interpellanza numero 73:

MozioneBruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito all'approvazione di un piano energetico regionale di sviluppo di tecnologie ed impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sulla necessità di una normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- l'Unione europea recentemente attraverso una serie di direttive note come "Pacchetto Clima" ha aggiornato e migliorato le politiche comunitarie in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica, con l'obbiettivo di contenere al massimo l'emissione di CO2 (in particolare la direttiva 2009/28/CE del 23 aprile 2009);

- entro il 2020 va raggiunto l'obbiettivo del raggiungimento del 20 per cento di produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili e del 20 per cento di miglioramento del rendimento energetico;

- lo sviluppo delle energie rinnovabili, lo sviluppo della cogenerazione di sistemi produttivi, lo sviluppo di nuovi modelli di generazione e distribuzione dell'energia, la mobilità sostenibile e il piano di risanamento energetico degli edifici, sono azioni che gli Stati membri dell'Unione europea devono attuare per il raggiungimento dell'obbiettivo 20/20/20;

- l'Italia si è impegnata entro il 2020 ad abbattere le emissioni di CO2 del 13 per cento rispetto al 2005 e ad arrivare ad una quota del 17 per cento di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;

- il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, concernente la promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili (FER), regolamentata a livello europeo dalla direttiva 2001/77/CE, onde perseguire il rispetto del protocollo di Kyoto nell'Unione europea, ne costituisce il recepimento;

- l'obiettivo indicativo nazionale dell'Italia è del 25 per cento di elettricità prodotta da FER sul consumo totale di elettricità;

- con deliberazione 2 agosto 2006, n. 34/13, è stato approvato il Piano energetico ambientale regionale della Sardegna (PEARS) e le relative linee guida, con l'espressione del parere favorevole della competente Commissione permanente del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 4, lett. l), della legge regionale n. 1 del 1977;

- la legge regionale 12 giugno 2006, n. 9, articolo 21 (Energia conferimenti agli Enti locali), conferisce agli enti locali gli atti di programmazione in materia di energia con riferimento al rilascio, nel rispetto della programmazione regionale, di provvedimenti autorizzativi per l'installazione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica con potenza di targa uguale o inferiore a 300 MW;

- con deliberazione 23 aprile 2008, n. 24/23, sono approvate le direttive per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e per la valutazione ambientale strategica (VAS);

- con le deliberazioni 23 maggio 2008, n. 30/2, e 29 ottobre 2008, n. 59/12, sono state approvate le linee guida per l'individuazione degli impatti degli impianti fotovoltaici e il loro inserimento nel territorio;

- con deliberazione 29 dicembre 2009, n. 56/52, è stato approvato il Piano d'azione ambientale regionale 2009/2013, ove vengono definite le azioni che riguardano la promozione e l'incentivazione delle fonti di energia rinnovabile;

- con deliberazione 16 gennaio 2009, n. 3/17, è stato approvato uno studio per l'individuazione delle aree in cui ubicare gli impianti eolici ai sensi dell'articolo 112 delle Norme tecniche di attuazione (NTA) del PPR - articolo 18, comma 1 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2;

- successivamente con legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 5 e articolo 6, comma 3 (Disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili), in recepimento dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, finalizzato al rilascio dell'autorizzazione unica per gli impianti di produzione di energie rinnovabili, le competenze vengono attribuite alla Regione;

- con deliberazione 12 marzo 2010, n. 10/3, in attuazione dell'articolo 6, comma 5, della legge regionale n. 3 del 2009, sono approvate le procedure autorizzative uniche per la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile con atto di indirizzo e linee guida in recepimento del decreto legislativo n. 387 del 2003;

- in data 12 maggio 2010 è stata approvata definitivamente la legge comunitaria 2009 in materia di "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità europea", che con l'articolo 17 (Principi e criteri direttivi per l'attuazione delle direttive 2009/28/CE, 2009/72/CE, 2009/73/CE e 2009/119/CE), al comma 1 lettera c), stabilisce "l'assoggettamento alla disciplina della denuncia di inizio attività (DIA) di cui agli articoli 22 e 23 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, per gli impianti per la produzione di energia elettrica con capacità di generazione non superiore ad 1 MW elettrico di cui all'articolo 2, lettera e), del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, alimentate dalle fonti di cui alla lettera a)".

- le nuove disposizioni superano gli attuali limiti previsti dalla normativa nazionale (decreto legislativo n. 387 del 2003) differenziati per tipologia di fonte;

- il decreto legislativo n. 387 del 2003 prevede attualmente la realizzazione con semplice DIA degli impianti alimentati da fonti rinnovabili nei limiti seguenti:

- eolica 60 kW;

- solare fotovoltaica 20 kW;

- idraulica 100 kW;

- biomasse 200 kW;

- biogas 250 kW;

CONSIDERATO che:

- il PEARS adottato dalla Regione rappresenta uno strumento necessario per la migliore gestione e programmazione del fabbisogno energetico regionale;

- la precedente amministrazione regionale, in particolare con la legge regionale n. 2 del 2007 articolo 18, aveva arginato la spinta speculativa che confinava la Sardegna al ruolo di spettatore passivo di fronte allo sfruttamento delle risorse ambientali del proprio territorio;

- la legge regionale n. 2 del 2007 fissava prioritariamente un quota strategica per l'energia prodotta da fonti rinnovabili, funzionale ad abbattere i costi al fine di consolidare l'apparato industriale e nella fattispecie l'industria energivora e per la gestione di servizi pubblici caratterizzati da elevato fabbisogno energetico, assegnava le residuali quote disponibili di energia da eolico attraverso procedure a bando pubblico;

- in Sardegna la potenza del parco di generazione energetica è pari a 3.544 MW (netti) di cui: 459,2 MW idrica, 2.615,4 MW termica, 453 MW eolico e 16 MW fotovoltaico, altri impianti eolici, pari a 550 MW sono in corso d'installazione raggiungendo una potenza netta installata di circa 4.100 MW;

- il massimo della potenza richiesta in rete dagli utilizzatori è inferiore ai 1.800 MW e ne consegue che attualmente la Regione Sardegna ha una potenza installata maggiore del doppio del proprio fabbisogno;

- quanto sopra detto si evince anche dal consuntivo dei consumi per il 2009: produzione totale 14.275 GWh di cui 795 GW idroelettrico, 12.772 GW termoelettrico, 708 GW eolico/fotovoltaico evidenziando che a questi vanno tolti 808 di servizi alla produzione e 458 di pompaggio;

- l'esportazione energetica raggiunge i 630 GWh, i consumi energetici relativi al fabbisogno della Sardegna sono pari a 12.120 GWh;

- in assenza delle linee nazionali si è creata in Italia una situazione di vuoto normativo e di grande confusione che ha favorito l'assalto dei "signori del vento e del sole" con tutto ciò che ne consegue in termini di devastazione ambientale e di consumo delle risorse anche economiche, di cui avrebbero dovuto usufruirne le popolazioni;

PRESO ATTO che:

- la legge regionale n. 3 del 2009, articoli 5 e 6, e le deliberazioni della Regione del 12 marzo 2010 n. 10/1 e n. 10/3, accentrano alla competenza regionale l'autorizzazione al rilascio di installazioni anche gli impianti fino a 1 MW;

- con l'approvazione della legge regionale n. 3 dell'agosto 2009 si sono trasferite dai SUAP dei comuni, all'Assessorato regionale dell'industria le competenze autorizzative sugli impianti, introducendo spazi di discrezionalità non consentiti dalla normativa precedentemente in vigore;

- le "Linee Guida"approvate dalla Giunta regionale in data 12 maggio 2010 sottopongono in modo indiscriminato tutti gli impianti delle diverse fonti rinnovabili, compresa la maggior parte di quelli sotto il MW elettrico, alla procedura di autorizzazione unica in capo all'Assessorato regionale dell'industria, procedura particolarmente farraginosa e lunga, tale da non assicurare la dovuta imparzialità;

- la legge regionale n. 3 del 2009 e le "Linee Guida" hanno determinato in Sardegna un blocco generalizzato nel settore, in particolare nel fotovoltaico di piccole e medie dimensioni sotto il MW di potenza che può essere realizzato sui capannoni agricoli e industriali con relativa bonifica dei tetti in amianto e senza alcun impatto ambientale o paesaggistico;

- la scadenza del 2° Conto Energia per il fotovoltaico, prevista per il 31 dicembre 2010, vede tutte le regioni italiane impegnate a semplificare le procedure e a favorire l'accesso a questa grande opportunità che prevede incentivi importanti per i prossimi 20 anni; in Sardegna invece si è fatto di tutto per rendere impossibile usufruire di questa opportunità unica che avrebbe dato all'economia uno sviluppo duraturo in un settore strategico;

- la Regione Sardegna finora si è mossa in controtendenza rispetto agli orientamenti comunitari e alla legislazione nazionale in materia di rinnovabili creando dei gravi danni all'economia della Sardegna e mettendo a rischio il lavoro dei circa 5 mila occupati che operano nella filiera del settore;

- il recente disegno di legge approvato dalla Giunta regionale individua nell'istituzione del soggetto "Sardegna Energia Spa" l'ente unico in materia di rilascio di autorizzazioni, che allo stesso tempo dovrebbe anche essere proprietario di impianti energetici; ciò rende ancor più complicato un sistema che si trova già oggi in grave difficoltà ed introduce elementi di dubbia legittimità;

- la legge comunitaria 2009, approvata definitivamente dal Senato della Repubblica in IV lettura ed avviata alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 12 maggio 2010, stabilisce in modo inequivocabile che tutti gli impianti di energie da fonti rinnovabili fino a 1 MW elettrico non sono soggetti ad autorizzazione unica, ma è sufficiente presentare la DIA al SUAP (comune) competente;

- le disposizioni legislative previste con l'approvazione della legge comunitaria 2009, risultano in contrasto con il vigente sistema normativo regionale e soprattutto con le linee guida approvate dalla Giunta regionale con deliberazione 12 marzo 2010, n. 10/3;

- a fronte della forte concentrazione delle procedure autorizzative nel campo delle energie rinnovabili in capo alla Regione, disposta dalla legge regionale n. 3 del 2009, non è seguita al momento, una adeguata organizzazione strutturale ed amministrativa dagli uffici regionali perché si possa pensare ad un blocco delle autorizzazioni propedeutico a una più rigorosa politica energetica;

- l'introduzione dell'accordo di programma di cui all'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009, appare contrastare con l'esigenza di superare ogni eventuale ambito discrezionale nella procedura di autorizzazione degli interventi in ambito energetico;

RITENUTO che:

- la Regione Sardegna possa diventare leader nazionale ed internazionale nel settore della riduzione delle emissioni di gas in atmosfera e dello sviluppo sostenibile;

- l'obbiettivo strategico debba essere quello di attivare azioni integrate di medio e lungo periodo destinate a rendere il bilancio delle emissioni di CO2 della Sardegna pari a zero;

- non sia più procrastinabile la rivisitazione del PEARS alla luce di un ancor più complesso e continuo mutamento legislativo in materia di energia;

- il PEARS debba prevedere l'individuazione di strumenti operativi per la valorizzazione dei siti per la produzione di energia da fonti rinnovabili che permettano la compartecipazione degli enti locali assicurando benefici diffusi nel territorio;

- vadano individuate filiere produttive di tecnologie per le rinnovabili favorendo lo sviluppo di imprese anche alla luce delle opportunità del porto canale e dell'istituzione delle zone franche;

- non possa non tenere conto del contributo importante che darà al sistema energetico sardo la costruenda rete del metano, che dovrà integrarsi con la rete di distribuzione di energia elettrica;

- la produzione di energia da fonti rinnovabili possa raggiungere nel 2020 un quota pari al 25 per cento dei consumi primari;

- gli impianti fino a 1 MW possono rappresentare una integrazione importante per le piccole e medie imprese;

- è necessario in materia energetica ed economica più in generale, acquisire una metodica amministrativa più trasparente ed efficace, in grado di garantire la più ampia tracciabilità degli investimenti in Sardegna nella tutela degli interessi generali dell'autonomia e del popolo sardo;

- è a tal fine indispensabile che la tutela costante ed intransigente dell'autonomia regionale, trovi il suo naturale luogo di garanzia nel costante confronto del Presidente della Regione con il Consiglio regionale,

impegna il Presidente della Regione

1) a rivisitare il PEARS in relazione al fabbisogno energetico (termica/elettrica) in rapporto all'attuale modello di sviluppo e a ciò che sarà nel medio e lungo periodo;

2) all'aggiornamento e approvazione del PEARS avendo l'obbiettivo di riqualificare l'intero sistema energetico sardo, dalla produzione alla distribuzione, dall'uso dell'energia nella mobilità, come negli edifici pubblici e privati;

3) a rispettare gli obbiettivi del PEARS al fine di valorizzare le fonti di energia rinnovabili per la riduzione delle emissioni di CO2 previste dalle normative nazionali e comunitarie per il patto sul clima;

4) a recepire le osservazioni delle competenti Commissioni consiliari, come disposto dall'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale della Sardegna il 10 febbraio 2010, al fine di riordinare e programmare il rilascio delle nuove autorizzazioni per impianti di energia rinnovabile;

5) alla luce dell'ultima legge nazionale approvata in materia, a procedere all'aggiornamento delle "Linee Guida" recependo in primis quanto previsto dalla recentissima legge comunitaria 2009 suddetta, che assoggetta a procedura di inizio attività gli impianti di energia da fonti rinnovabili non superiore a 1 MW elettrico di potenza;

6) a procedere in tempi brevissimi alla modifica dell'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009 e alla revisione della vigente normativa regionale, non coerente con la legislazione nazionale e comunitaria, tramite l'approvazione di un disegno di legge che disciplini e riordini l'intera materia che riguarda la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;

7) a proporre in sede di conferenza Stato-regioni l'approvazione delle linee guida nazionali che, fra l'altro, attribuiscano alle singole regioni le quote di rinnovabili per ciascuna fonte onde evitare un uso non equilibrato e meramente speculativo delle stesse. (62)

Mozione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Uras - Ben Amara - Mulas - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla necessità di adottare idonei strumenti legislativi e giuridici per un utilizzo delle energie rinnovabili della Sardegna che non arrechi danni irreparabili al territorio e al popolo sardo.

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che:

- la sovranità dei beni collettivi della Nazione sarda appartiene al popolo sardo a cui deve essere garantito il diritto di accesso, l'utilizzo e la condivisione dei benefici che da questi vengono prodotti;

- la ricchezza prodotta dai beni comuni deve ricadere su tutta la collettività in modo da contribuire al progresso e alla crescita economica, sociale e culturale della Nazione;

- l'assenza di norme che regolano e tutelano tali ricchezze collettive porta ad un loro rapido consumo e impoverimento e alla possibilità che il loro utilizzo non vada a beneficio del popolo sardo;

PRESO ATTO che:

- il vento e il sole sono legittimi beni collettivi che appartengono al popolo sardo;

- attraverso le moderne tecnologie è possibile estrarre da essi energia pulita, rinnovabile e utile all'abbassamento dei costi di produzione per le imprese, per l'utilizzo dei privati cittadini e per le comunità sarde;

- non esiste un impianto normativo capace di regolare l'utilizzo di tali fonti energetiche, né tanto meno un Piano energetico regionale sardo che ne tuteli l'utilizzo a nostro favore;

- gli ultimi avvenimenti hanno reso pubblica l'esistenza di società con capitali di dubbia provenienza che hanno come unico obiettivo quello di speculare sulle risorse comuni della nostra terra;

- i contratti di gestione finora stipulati da dette società e che riguardano le energie rinnovabili sono iniqui a vanno a totale beneficio di interessi lontani dall'Isola;

CONSIDERATO che:

- ai fini di tutelare gli interessi del popolo sardo risulta fondamentale che la Regione si doti di tutti gli strumenti giuridici e legislativi capaci di controllare lo sviluppo e l'utilizzo di tali beni;

- attualmente i costi dell'energia in Sardegna sono i più elevati d'Europa (il doppio dell'Italia e il triplo dell'Europa), in quanto essa è prodotta e gestita da aziende non integrate nel sistema produttivo sardo in base a logiche di profitto privato del tutto avulse da qualsiasi organica strategia economica generale;

- le fonti di energia rinnovabile sono uno snodo fondamentale per la creazione di ricchezza nella moderna economia globale e notoriamente i flussi di investimento si stanno spostando dal petrolio alla cosiddetta "green economy",

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a pronunciarsi per chiarire se il popolo sardo abbia o debba avere il diritto di esercitare la propria sovranità sui suoi beni pubblici e, nel caso specifico, sul vento e sull'irradiamento solare;

2) a decidere se la ricchezza prodotta da queste risorse debba andare a beneficio della collettività sarda o a beneficio di altri;

3) ad attivarsi per l'istituzione dell'Agenzia sarda per l'energia, ente pubblico che si occupi di raccogliere, distribuire e reinvestire le risorse derivanti dalle attività di produzione di energia;

4) a far sì che la Regione ridiscuta e aggiorni il Piano energetico regionale;

5) affinché si adoperino a sospendere per sei mesi tutte le concessioni sui nuovi parchi eolici i cui benefici non vadano in maggior parte a favore delle comunità locali o violino le normative paesaggistiche in vigore od anche solo pregiudichino l'ambiente ed il paesaggio naturali;

6) a ridiscutere i contratti stipulati tra società private e enti pubblici a oggi ritenuti iniqui e totalmente svantaggiosi per le comunità locali. (31)

Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità di modificare il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR).

I sottoscritti,

PREMESSO che:

il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR), approvato dalla precedente Giunta regionale ed ancora vigente, si caratterizza, per un'impostazione culturalmente arretrata che non tiene conto della sostenibilità dei modelli di sviluppo proposti;

- il PEAR fa riferimento solo al mantenimento del livello socio-economico raggiunto, ma non fa riferimento ai "costi esterni" socio-sanitari che le popolazioni sono costrette a sopportare in relazione all'impatto ambientale che alcuni tipi di attività produttive con elevata produzione di emissioni inquinanti determina;

- nel documento di sintesi del PEAR della Regione Sardegna si riscontra, inoltre, la mancata adesione ai criteri di pianificazione dello sviluppo sostenibile; per esempio non si tiene conto dei carichi ambientali e sanitari che determinate scelte possono comportare, ben sapendo che la procedura della valutazione ambientale strategica (VAS) comporta la necessità di integrare alle scelte del Piano energetico anche quelle ad implicazione ambientale;

- il PEAR della Sardegna si basa su un'analisi del sistema produttivo e degli indicatori che non risultano essere omogenei e quindi non sono attendibili (per esempio: in Sardegna il dato attuale del rapporto kg/kWh tra emissione di CO2 e kWh prodotto, assume valori variabili da 0,8 a 1,1 in tre diversi contesti dello studio);

CONSIDERATO che:

- nella parte introduttiva del PEAR ci si riferisce alla normativa internazionale dell'Unione europea riguardante le azioni tese a promuovere il contenimento delle emissioni (locali e globali) ma, a tale riguardo, va messo in evidenza che non emerge il contributo della Regione Sardegna per il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione del 6,5 per cento delle emissioni di CO2 che lo Stato italiano si era impegnato ad accogliere con il Protocollo di Kyoto (rispetto, poi, alle più recenti deliberazioni dell'Unione europea, il Piano è ben lontano da una programmazione che permetta una riduzione del 20 per cento di emissioni, una produzione del 20 per cento da energia rinnovabile ed il raggiungimento di un risparmio energetico del 20 per cento);

- nel rapporto ENEA "Energia ambiente 2004", nel commentare il bilancio d'energia complessivo, si osserva che il coefficiente d'efficienza energetica è in Sardegna solo di 0,61, mentre il dato medio nel Paese è di 0,70 ed appare evidente come la presenza di industrie energivore (che assorbono circa la metà del consumo energetico giornaliero, cioè circa 600MW) imponga alla Sardegna:

a) di produrre manufatti e semi-lavorati ad alto contenuto energetico e basso contenuto lavorativo e professionale, con ulteriore esportazione indiretta di energia;

b) l'assenza di industrie a valle della produzione di base;

- appare ugualmente evidente come il restante tessuto produttivo soffre per:

a) l'elevato costo energetico di produzione che impone l'impiego quasi esclusivo di combustibili fossili (petrolio e carbone);

b) i trasporti che nella Regione risultano energeticamente molto più onerosi rispetto alla Penisola;

CONSIDERATO ancora che:

- tale condizione sembra destinata a peggiorare in relazione alla corsa alla produzione in esubero di quote sempre maggiori di energia elettrica (EE), con la contemporanea realizzazione del cavo SaPeI (500-1000MW); in tal modo si potrà liberare parte della "riserva" per produrre più energia e incrementare ulteriormente l'esportazione ma, ciò nonostante, dai dati della produzione elettrica riportati nel PEAR, non si evidenzia che già oggi l'Isola è esportatore d'energia (il 7,02 per cento della produzione nel 2002, il 3,78 per cento nel 2003, il 5 per cento nel 2004, il 6 per cento nel 2005 e il 7 per cento nel 2006 su circa 13.031 GWh/a), nonostante il vincolo della riserva di potenza dell'80 per cento (circa 1.400 MW) determinato dal nostro relativo isolamento (vedi collegamento con la Penisola attraverso il SACOI da 300 MW e con la Corsica attraverso il SARCO 50 MW);

- sebbene la produzione di EE sia superiore a quella della richiesta interna nell'Isola, il prezzo del MWh è mediamente superiore del 30-35 per cento a quello del resto del Paese e se ciò dipendesse dall'alto costo della produzione dell'energia, in Sardegna verrebbero meno i presupposti economici che consentono l'attuale esportazione di EE e la programmazione del raddoppio di tale esportazione, così come traspare dagli obbiettivi del PEAR (nel documento di sintesi manca un'analisi di tale fenomeno seppur si individua la riduzione del prezzo dell'energia come obiettivo);

- in particolare, nel PEAR non vengono presi in esame i bassi costi di produzione relativamente all'impiego prevalente di combustibili fossili (TAR, carbone, derivati dal petrolio);

- si invoca invece per abbattimento del prezzo dell'EE l'impiego del metano che, nella realtà, farà aumentare i costi di produzione, ed inoltre non si fa nessun riferimento alla grande quantità di EE che viene acquistata a tariffe incentivate (circa il doppio del prezzo corrente attraverso i meccanismi del CIP6 ed i certificati verdi) in quanto prodotte dalle cosiddette fonti assimilate;

RILEVATO che:

- la prevalenza di tali produzioni che godono della priorità di dispacciamento e del non obbligo di regolazione, portano alla turbativa di mercato che vede scaricati su quello dell'Isola gli alti costi di acquisto da parte dell'Acquirente unico/GME con un prezzo del MWh superiore a quello della Penisola e che l'assenza dell'obbligo di regolazione porta inoltre alla bassa qualità del servizio energetico, che vede infatti nell'Isola il record di interruzioni improvvise (oltre 250 min/anno contro i 7 min/anno della Lombardia), mentre la presenza di una produzione da grossi impianti (superiori ai 100-150 MW di potenza) porta una ulteriore vulnerabilità del sistema elettrico isolano;

- ciò aggiunge per le imprese, come per le famiglie, un ulteriore costo di gestione, legato alla maggiore usura dei sistemi di produzione, delle apparecchiature, degli utensili e delle fonti luminose;

- la difficoltà di inserimento in rete della produzione da vere FER (fonte energia rinnovabile) non va ricercata dunque nella necessità di preservare la stabilità delle rete già minata dalla produzione in esubero da FEA (fonti energetiche assimilate);

- solo l'introduzione di un sistema di generazione distribuita (GD) dell'energia elettrica da fonti energetiche primarie di tipo rinnovabile, quali sole e vento, diffuse sul territorio, consentirebbe il raggiungimento dell'obiettivo comunitario del 20 per cento da FER;

RILEVATO ancora che:

- il sistema dovrebbe essere costituito da unità di produzione di taglia medio-piccola (da qualche decina/centinaio di kW a qualche MW), connesse, di norma, ai sistemi di distribuzione dell'energia elettrica (2003/54/CE) e ciò consentirebbe:

a) di avvantaggiarsi della flessibilità delle tecnologie GD di produrre potenza in periodi favorevoli e di espandere rapidamente la potenza stessa in risposta a richieste maggiori;

b) di usare i generatori esistenti di emergenza per fornire potenza durante i periodi di punta;

c) di fornire i fabbisogni di elettricità e calore e vendere elettricità;

d) di migliorare l'affidabilità e la qualità dell'energia consumata;

ma su tali problematiche e soluzioni il PEAR non fa cenno mentre si propone, tra gli obbiettivi, quello dell'"autonomia energetica mediate fonti fossili" ed inoltre la costruzione di nuovi impianti di grossa taglia che prevedono un prevalente uso massiccio di carbone importato (Sulcis e Fiume Santo, utilizzato con tecnologie più o meno efficienti, ma non tra le migliori) con la chiara conseguenza che la riduzione delle emissioni di gas-serra regionali del 20 per cento entro il 2020, pari a un taglio di 7,2 milioni di tonnellate, diventa in tal modo irraggiungibile, esponendo la fragile economia della società sarda ad ulteriori costi a causa delle ennesime procedure di infrazione che l'Unione europea automaticamente aprirebbe;

- l'obiettivo del PEAR relativo al "sostegno del sistema produttivo industriale e carbonifero dell'area Sulcis-Iglesiente", appare di sapore autarchico, datato e lontano dalle più moderne concezioni di risparmio energetico (la necessità di supportare una produzione energivora come quella dell'alluminio è nel PEAR il presupposto per la produzione di ulteriore EE da fonti fossili, solo in minima parte locali);

- la riduzione dei consumi energetici del 20 per cento al 2020 non può essere raggiunta puntando solo sulla riduzione dei consumi energetici di tipo domestico (vedi certificazione energetica delle nuove costruzioni), ma deve partire dalla riconversione di un sistema produttivo a bassa efficienza come la produzione di alluminio dalla bauxite giacché l'alluminio è un materiale totalmente riciclabile ed il suo recupero e riciclo, oltre a evitare l'estrazione di bauxite (più produzione annua di 1.500.0000 ton/anno di rifiuti speciali, quali i fanghi rossi), consentirebbe di risparmiare il 95 per cento dell'energia richiesta per produrlo partendo dalla materia prima; infatti per ricavare dalla bauxite 1 kg di alluminio sono necessari 14 kWh, mentre per ricavare 1 kg di alluminio nuovo da quello riciclato servono solo 0,7 kWh di energia);

- il riciclo dell'alluminio costituisce un'importante attività economica, che dà lavoro a molti addetti: l'Italia è il primo produttore europeo di alluminio riciclato ed il terzo nel mondo; una nuova quota di tale produzione e occupazione dovrebbe essere assegnata alla Sardegna: ciò garantirebbe con maggiore efficacia il raggiungimento dell'obiettivo della stabilità socio-economica della comunità dell'Isola;

CONSTATATO infine che:

- la mancanza di competenze multidisciplinari nella stesura del PEAR emerge chiaramente anche dall'assenza di una seria analisi sui costi sanitari delle attuali strategie industriali ed energetiche poiché, per esempio, fra tutte le normative considerate nella stesura del piano, mancano quelle che saldano le attività produttive ed energetiche alle ricadute sulla salute dei cittadini, attraverso il cambiamento della qualità dell'aria;

- non viene dunque preso in considerazione il decreto legislativo n. 351 del 1999 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente); tale norma, seppur non recente, si ritrova ancora inapplicata nell'Isola per quanto riguarda l'articolo 1 (Finalità), comma 1, lettera d), che impone di mantenere "la qualità dell' aria ambiente, laddove è buona e migliorarla negli altri casi" ed è noto come un sistema regionale di centraline di rilevazione efficiente ed efficace sia ancora progettualità sulla carta, mentre nei fatti si ritrovino "controllati" che si controllano con centraline proprie;

- i dati del registro tumori della Provincia di Sassari sull'elevata incidenza di tumori tra i lavoratori dell'area industriale di Porto Torres, non sono affatto confortanti mentre quelli più recenti che riguardano l'incremento annuo dei tumori nella prima infanzia e nell'adolescenza nell'intera Provincia di Sassari, caratterizzati da incidenze superiori al 2 per cento dell'incremento annuo della Penisola (1 per cento negli altri Paesi europei; 0,7 per cento negli Stati Uniti), sono anch'essi significativi per le ricadute di un certo sistema industriale sulla salute delle fasce biologicamente più vulnerabili della società;

- l'esistenza di dati solo per la Provincia di Sassari dimostra anche l'arretratezza del sistema sanitario regionale che inspiegabilmente non si riesce ancora a sanare;

- i dati biostatistici sulle 18 aree a forte impatto ambientale sono frutto dell'impegno dell'ultimo Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, anche se a tale impegno non ha fatto seguito una adeguata progettualità di prevenzione primaria inserita nel Piano sanitario regionale;

- tra i dati raccolti in queste aree della Sardegna (circa 900.000 persone) il sesso maschile mostra un tasso di mortalità indicizzato per età per mille abitati per anno, più elevato rispetto all'intera Penisola italiana, Val Padana compresa (84,4 v/s 80,8); il rapporto Censis del dicembre 2007 riporta altri dati su cui riflettere; tra questi, un rilievo particolare merita l'indicatore sintetico della salute che, come si osserva, ci vede all'ultimo posto nel Paese,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se vi sono già agli atti provvedimenti, ovvero quali misure ed iniziative la Giunta regionale abbia intendimento di adottare nell'immediato al fine di modificare, apportando gli opportuni correttivi, il PEAR della Regione Sardegna. (73).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione numero 62 ha facoltà di illustrarla. Ricordo che il tempo a disposizione per l'illustrazione è di venti minuti.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, mi permetterà, presidente Lombardo, con l'illustrazione della mozione numero 62, di riprendere il discorso da dove è stato interrotto il 1° giugno, giornata nella quale il presidente Cappellacci ha voluto rendere dichiarazioni all'Aula sul tema delle energie rinnovabili.

Riteniamo sbagliata la scelta, effettuata in quella data, di aver voluto evitare il dibattito optando per un percorso più semplice, quello tracciato dall'articolo 121 del Regolamento e non invece quello indicato dall'articolo 120 come noi avevamo chiesto. E' stato un percorso più semplice ma meno democratico, soprattutto in un momento particolarmente delicato per la nostra Regione. Oggi con questa mozione ci facciamo carico di ridare centralità all'Aula e a ogni consigliere regionale, vogliamo restituire al Consiglio (il punto 4 del dispositivo della mozione) il suo ruolo di indirizzo impegnando il Presidente della Regione a recepire le osservazioni della quarta e quinta Commissione consiliare, come disposto dall'ordine del giorno approvato unanimemente da questo Consiglio regionale il 10 febbraio 2010, quattro mesi fa, in materia di rilascio di autorizzazioni per impianti di energia rinnovabile.

E' un tema in evoluzione; l'Unione europea ha recentemente emanato una serie di direttive note come "pacchetto clima" che rafforzano in particolare gli obiettivi del protocollo di Kyoto. L'obiettivo della riduzione dei gas a effetto serra viene perseguito con una serie di misure che puntano al maggior ricorso alle energie rinnovabili e all'aumento dell'efficienza energetica per ridurre i consumi. Il "pacchetto clima" stabilisce obiettivi distinti per i singoli Stati da raggiungere entro il 2020 prendendo come base di partenza il 2005.

L'Italia si è impegnata ad abbattere entro il 2020 del 13 per cento rispetto al 2005 i propri livelli di emissione di gas a effetto serra e a coprire con una quota del 17 per cento da fonti rinnovabili i propri consumi di energia. L'Italia negli ultimi anni, pur aderendo alle singole direttive, è riuscita solo in parte a cogliere le potenzialità insite nel progetto strategico relativo alla produzione di energia da fonti rinnovabili. I fatti ci dicono che è emersa maggiormente la corsa ai grandi impianti eolici per intercettare la notevole mole di incentivi statali, con un approccio prevalentemente speculativo e per alcuni tratti anche di tipo affaristico; l'energia pulita, cioè, fonte di attrazione di capitali sporchi, come viene descritto anche in questi giorni dai giornali.

Prima di illustrare il contenuto della mozione, e in particolare del dispositivo, mi si consentirà però di ripercorrere il percorso adottato dalla Giunta in carica ed il quadro che il presidente Cappellacci ha ereditato dalla precedente legislatura. Il Presidente ne ha parlato nelle sue dichiarazioni del 1° giugno, è bene ritornarci. In Sardegna il Piano energetico ambientale regionale, approvato dalla Giunta Soru il 2 agosto 2006 col parere favorevole della competente Commissione consiliare, ma soprattutto l'articolo 18 della legge regionale numero 2 del 2007, fortemente voluto dalla precedente amministrazione regionale, hanno cercato di porre rimedio al fenomeno speculativo che rischiava di far diventare la Sardegna, i sardi, meri spettatori della "estrazione" del vento e del sole del proprio territorio. C'era intanto un'idea-forza, un'idea di fondo: la produzione e lo sviluppo dell'energia non devono compromettere l'ambiente e il paesaggio della nostra Regione. La prospettiva di tutela ambientale è fondamentale e per l'isola non può essere barattata con niente.

Però arriviamo subito al 12 marzo 2010, poi andrò a ritroso. Mi soffermo su questa data, che il Presidente penso ricordi bene, perché in quella giornata del 12 marzo 2010 il presidente Cappellacci tiene una conferenza stampa da grande evento. Non è una conferenza stampa qualsiasi, è speciale, sono presenti tutti gli Assessori, non solo quelli di competenza. Il Presidente annuncia con enfasi tre delibere, ma soprattutto l'approvazione da parte della Giunta regionale della delibera, la 10/1 del 12 marzo 2010, che istituisce una nuova agenzia della Regione, la "Sardegna Energie SPA" per la produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso la quale, dopo l'eventuale approvazione da parte del Consiglio regionale del disegno di legge, sarà la stessa Regione a gestire direttamente la realizzazione dei parchi eolici e tutte le altre energie rinnovabili. Una Spa con un raggio d'azione impressionante, non ci sarà intervento in materia di energie rinnovabili che le sfuggirà.

Si capisce che quel disegno di legge è scritto in tutta fretta; per alcuni giorni non se ne conosce il contenuto ma per il Presidente sembra più importante l'annuncio, l'annuncio mediatico, che il fatto in sé. Fatto in sé che non c'è perché quella non è che una proposta e sino a quando non verrà approvata da questo Consiglio rimane tale, nulla è innovato nelle norme e negli atti di governo.

Atti di governo, invece, da lei voluti, Presidente, e norme che, mentre noi discutiamo in quest'Aula, sono ancora pienamente in vigore e operative. Norme ed atti, Presidente, che hanno costituito il biglietto da visita più eclatante, suo e della sua Giunta, in campo energetico e che lei non ha tardato a presentare, l'ha presentato ai sardi nell'agosto 2009 ad appena cinque mesi dal suo insediamento. Quel biglietto da visita aveva un solo significato, smantellare totalmente e subito le norme e gli atti della giunta Soru in campo energetico, a partire dall'abrogazione pressoché totale dell'articolo 18 della legge regionale 2/2007; articolo attraverso il quale "al fine di garantire sviluppo e consolidamento al tessuto industriale regionale ad elevato consumo energetico…", le imprese energivore appunto, "è costituita, entro i massimali di potenza da fonti rinnovabili installabili nel territorio regionale stabiliti con il Piano energetico ambientale regionale, una riserva strategica…". Tre punti fondamentali sono ricompresi in quell'articolo.

In primo luogo la Regione "può stipulare con primari operatori, in possesso di qualificata esperienza nel settore dell'energia rinnovabile eolica, e di una significativa capacità produttiva, un protocollo d'intesa, che destini alle aziende energivore quantitativi di energia elettrica sostanzialmente equivalenti alle quantità prodotta dagli stessi operatori attraverso impianti eolici in esercizio, o da realizzarsi nella Regione Sardegna, in tal modo anche promuovendo… un maggior utilizzo sostenibile nell'energia rinnovabile eolica…".

Ho volutamente utilizzato gli stessi termini della norma del 2007, affinché non ci siano equivoci di sorta, interessati o meno. La norma parla di "primari operatori", non operatori qualsiasi "in possesso di qualificata esperienza nel settore dell'energia rinnovabile eolica, e di una significativa capacità produttiva…". E' chiaro, le destinatarie sono le industrie energivore.

E ancora più chiaramente, secondo punto, la Regione può dare assoluta priorità nell'attribuzione di significative quote di produzione di energia eolica "…a soggetti che gestiscono servizi pubblici caratterizzati da una elevato fabbisogno energetico…", l'intento è quello di abbattere i relativi costi sostenuti da questi soggetti pubblici. In primo piano l'ENAS, il gestore del servizio idrico multisettoriale della nostra isola per gli usi civili, agricoli e industriali, al quale era già stato affidato il compito di produrre direttamente volumi di energia eolica tali da superare, unitamente a quella idroelettrica prodotta dallo stesso ente con i nuovi impianti già finanziati dalla Regione con il POR 2007-2013, l'attuale deficit energetico annuo e di raggiungere entro il 2014 l'autosufficienza energetica, con la sensibile riduzione del prezzo dell'acqua ceduta per i diversi usi, e con minori costi per il bilancio regionale. All'ENAS, inoltre, con la delibera della Giunta Soru del 16 dicembre 2008, relativa alla programmazione dei fondi FAS, veniva assegnata una dotazione di 50 milioni di euro per la realizzazione di uno o più campi eolici di potenza installata, complessivi pari a 35 MW.

Infine, si prevede di assegnare le eventuali quote di energia ancora disponibile, al netto di quelle attribuite ai primari produttori per le aziende energivore e di quelle assegnate al servizio pubblico, fino ai massimali stabiliti nel Piano energetico ambientale regionale, tramite bandi pubblici al fine di conseguire importanti ricadute economiche e sociali sui territori interessati.

Questo è lo scenario che lei ha trovato, presidente Cappellacci, che però il 1° giugno scorso, dieci giorni fa, ci ha detto che non andava bene. Così in pochi giorni, davvero in pochi giorni, perché tutto è avvenuto tra il 6 e il 7 agosto del 2009, ne attua lo smantellamento. Il 7 agosto viene pubblicata la legge numero 3/2009, che con l'articolo 6 spazza via le disposizioni dell'articolo 18 della legge numero 2/2007.

Niente più riserva per i primari operatori che producono per le aziende energivore, niente più riserva di energia prodotta per ENAS, quindi per il sistema idrico multisettoriale; si azzera tutto, e tutte le quote di energia eolica ancora producibili vengono liberalizzate e determinate non più in base al Piano energetico ambientale, ma a esigenze di natura tecnica e di tutela ambientale e territoriale. Maggiore la discrezionalità, maggiori le quote da attribuire, non più però attraverso bandi pubblici che consentano importanti ricadute economiche e sociali sui territori interessati, come prevedeva l'articolo 18 della legge numero 2/2007, ma con un non meglio definito criterio selettivo, non discriminatorio, di valutazione comparativa degli interessi coinvolti, che garantisca un uso sostenibile del territorio il cui consumo consenta, alle comunità locali, di conseguire obiettivi di qualità socio-economici, ambientali e paesaggistici.

Che cosa sia la qualità socio-economica non riusciamo a capirlo! Capiamo però che quel criterio selettivo, non discriminatorio, non significa necessariamente bando pubblico, altrimenti perché non scriverlo esplicitamente come si era già fatto con il citato articolo 18 della legge regionale numero 2/2007? La realtà è che, tolte di mezzo le riserve di energia assegnate per aiutare le aziende energivore in crisi e quelle per il servizio idrico regionale, il campo sarebbe diventato totalmente libero, libero di determinare le quote di energia eolica, libero di attribuire queste quote senza bandi ma attraverso altri criteri selettivi non meglio identificati.

Sempre con l'articolo 6 della legge regionale numero 3/2009, l'autorizzazione unica in campo ambientale ed energetico, sino ad allora di competenza delle stesse amministrazioni provinciali, ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale numero 9/2006, viene riportata alla competenza esclusiva dell'Amministrazione regionale, e per lasciare campo totalmente libero vengono tolte all'ENAS non solo le quote di energia attribuibili ai sensi della legge regionale numero 2/2007, ma anche i 50 milioni di fondi FAS attribuiti dalla giunta Soru.

In quel 6 agosto 2009, ripeto che tutto avviene in quei pochi giorni, la sua Giunta, presidente Cappellacci, approva il nuovo programma attuativo dei fondi FAS con lievi modifiche rispetto a quello varato dalla giunta Soru nel dicembre del 2008; e la modifica più significativa riguarda, guarda caso, proprio il sistema energetico, nel quale l'ENAS oggi non figura più. Mi chiedo se valeva la pena di bloccare il Piano FAS per ben sette mesi, un piano che il Vicepresidente della Regione aveva inviato al CIPE nel gennaio 2009, come prima regione d'Italia, e che forse allora sarebbe stato finanziato.

Vorremmo capire meglio. Inoltre nella stesura in bozza del piano di Sviluppo regionale della Giunta Cappellacci, appena predisposto in quei giorni, e che pochi giorni dopo in diversi hanno potuto leggere, l'eolico off-shore viene considerato dalla Regione una delle opzioni strategiche in campo energetico, poi verrà cancellato e non arriverà mai in questa veste in quest'Aula.

Ma voglio leggere il contenuto di quella bozza, a pagina 117 "si guarda inoltre con particolare interesse alle nuove sperimentazioni che riguardano l'ottenimento di energia dagli impianti eolici off-shore, energia mare-motrice eccetera, in quanto questi campi sono in continua e rapida evoluzione e potrebbero anche consentire l'inserimento delle imprese sarde nelle filiere produttive ad elevato contenuto tecnologico". Così era scritto, poi cancellato anche in seguito a contestazioni provenienti da alcuni autorevoli rappresentanti del partito di maggioranza.

Sempre in quel 6 agosto 2009 il presidente Cappellacci propone, e la Giunta regionale approva, con la delibera 38/43, la nomina di Ignazio Farris alla direzione dell'ARPAS, su indicazione pare del duo Verdini-Carboni, una nomina dettata sembrerebbe al telefono. Mentre il 7 agosto viene pubblicata la legge regionale 3/2009 con la proroga al 31 dicembre dell'incarico di commissario straordinario dell'Autorità d'ambito dei servizi idrici all'ingegner Franco Piga. Il Presidente ci spieghi come fa a restare ancora al suo posto il Direttore generale dell'ARPAS, l'ingegner Ignazio Farris, lo ha proposto alla Giunta e poi nominato con un decreto su segnalazione del coordinatore nazionale del P.d.L. Verdini, a cui era stato imposto evidentemente da un uomo d'affari. Mi chiedo se è normale. "Non potevo dire di no ad uno dei segretari del mio partito", così abbiamo letto in un'intervista. Quella grave affermazione dà la misura di come venga esercitata la funzione di Presidente della Regione autonoma della Sardegna. Tra l'altro è da ben nove mesi, ovvero dall'agosto del 2009, che restano inspiegabilmente occultati sul sito Internet della Regione la delibera e il decreto di nomina, firmati dal presidente Cappellacci.

Avrei molte domande da porre, ma mi limito a questa palese mancanza di autonomia: una subalternità totale ai poteri romani che, già di per sé dovrebbero spingerla, Presidente, a rassegnare le dimissioni.

D'altronde, Presidente, fin dall'inizio ci aveva candidamente comunicato di non avere un'idea di Sardegna, di prendere le idee migliori; oggi abbiamo avuto la conferma che quelle idee non solo non sono dei sardi, ma non sono per niente le migliori. Si è capito fin dall'inizio che la Sardegna non avrebbe avuto alcuna autonomia, e gli attacchi al cuore dello Statuto non si sono fatti attendere: il G8 trasferito senza consultare il Presidente della Regione (la attendiamo ancora in Aula per discutere quella mozione depositata fin dal mese di marzo); i beni demaniali trasferiti ai sensi dell'articolo 14 che il Ministero vuole alienare per fare cassa; la riscrittura dell'articolo 8, resa vana dal Governo che non trasferisce le risorse, ne parleremo a breve con la manovra di assestamento magari; la perdita dei fondi FAS; lo scippo di quelli per la Sassari-Olbia fino allo storno dei soldi destinati al Sulcis-Iglesiente per attribuirli alla Vuitton Trophy.

Un elenco lunghissimo di fallimenti politici e, soprattutto, di atti di subalternità nei confronti del Governo amico, come nel caso della chimica. Solo per questi atti, per questi fallimenti politici, per questa subalternità dovrebbe rassegnare le dimissioni.

Poi ci sono i fatti di quest'ultima settimana che ci impongono di chiederle con più forza, Presidente, di rimettere il mandato. I chiarimenti del 1° giugno non ci soddisfano, molti aspetti non sono chiari, per esempio il caso del commissario per l'Autorità d'ambito, rappresentante di tutti i comuni della Sardegna nella delicatissima attività di controllo di Abbanoa e nella gestione del servizio idrico integrato, comprese le tariffe idriche, i programmi di intervento nel settore idrico fognario, di rilevante importo finanziario, il tutto lasciato nelle mani di una sola persona. La Giunta ha nominato infatti l'ingegner Piga, che non ha mai ricoperto alcun incarico di governo o di rappresentanza politica in alcuno dei comuni della Sardegna. Ad appena pochi giorni dal suo insediamento, doveva avere molta fretta, Presidente, il 24 marzo 2009 (non si erano ancora spenti gli echi della campagna elettorale, il vostro feeling con gli enti locali), ha deciso di adottare una delibera al di fuori di qualsiasi concertazione, senza una norma di legge a sostegno, con la quale revocava l'incarico al commissario in carica, Luigi Piano, che aveva già indetto le elezioni per il rinnovo degli organi e nominava al suo posto l'ingegner Piga che, su direttiva del Presidente della Giunta, sospendeva subito dopo la sua nomina le elezioni che si sarebbero dovute tenere da lì a qualche giorno.

Successivamente, con la legge regionale numero 1 del 14 maggio 2009, questo Consiglio regionale prendeva atto del solenne impegno, assunto dalla Giunta in quest'Aula, di presentare immediatamente una proposta di legge di riforma dei servizi idrici integrati, perché venisse approvata entro il 14 agosto 2009, con la decadenza in caso contrario del commissario che avrebbe immediatamente dovuto indire le elezioni.

Naturalmente di quel disegno di legge neanche l'ombra, così come è avvenuto dopo la proroga di quel termine, il 31 dicembre 2009, avvenuta con la legge regionale 7 agosto 2009 numero 3. Così l'ingegner Piga dal 1° gennaio 2010 ha continuato a svolgere le funzioni e a occupare la poltrona di commissario delle autorità e di rappresentanza - si fa per dire - di tutti i 377 comuni dell'Isola, approvando le tariffe idriche per il 2010 per tutta la Sardegna e intervenendo sui programmi e i piani d'intervento.

Ci chiediamo dov'era il Presidente della Regione in tutti questi mesi in cui - insieme alla sua Giunta - sarebbe dovuto intervenire dapprima presentando al Consiglio regionale il disegno di legge di riforma e, non avendolo fatto, con una gravissima responsabilità politica, emanare poi almeno una direttiva che imponesse al commissario l'indizione delle elezioni. Ma per il Presidente e la sua Giunta evidentemente l'ingegner Piga doveva restare al suo posto poi se n'è dovuto andare, se n'è dovuto andare! Non si è dimesso perché non aveva niente da cui dimettersi essendo ormai decaduto da tempo da quella carica.

In quella vicenda sono stati traditi tutti i comuni della Sardegna. E' stato tradito questo Consiglio, quindi anche i consiglieri della maggioranza, non solo venendo meno a un impegno assunto in quest'Aula, e assurto a dignità di legge sino all'atto dell'approvazione della legge finanziaria regionale, ma soprattutto avvalendosi di quell'impegno mancato per mantenere in un incarico istituzionale delicato, come quello di commissario dell'autorità d'ambito, un uomo di fiducia del Presidente.

Tornando allo stretto contenuto della mozione, questo Consiglio in seguito alla presentazione di una nostra precedente mozione urgente, si è espresso con un voto unanime dell'ordine del giorno del 12 febbraio scorso. Le Commissioni quarta e quinta hanno lavorato a una risoluzione che deve approdare in Aula; nel frattempo - colpo di scena - sono arrivate le delibere di marzo, gli atti di indirizzo e il progetto di legge per la costituzione della società "Sardegna Energia Spa". Ci chiediamo che cosa le abbia fatto fare questa inversione di marcia, Presidente. Con la legge regionale numero 3 del 2009, articolo 6, con le delibere della Giunta regionale del 10 marzo 2010 sono state riaccentrate nella Regione le competenze anche per gli impianti sotto un megawatt.

E' improcrastinabile, lo diciamo nella mozione, l'aggiornamento e l'approvazione del Piano energetico ambientale in un'ottica di riqualificazione energetica coerente nei vari ambiti: produzione, distribuzione, uso di energia nella mobilità e per gli edifici. Così come, alla luce delle recenti modifiche legislative in ambito nazionale, è doveroso inoltre aggiornare le linee guida, recependo quanto previsto dalla recente legge comunitaria che assoggetta, a procedura di inizio attività, impianti di energia da fonti rinnovabili non superiori a un megawatt.

Alle enunciazioni non sono mai seguite, Presidente, prese di posizione che consentissero di affrontare il vero problema, sempre quello: il rapporto con lo Stato; anche in questo caso il conflitto di competenza con lo Stato e la definizione delle quote di produzione elettrica da fonti di energia rinnovabili da assegnare alle singole regioni.

Affronteremo, spero in un dibattito libero, aperto, franco, questa mozione che si tiene in un momento delicato della vita politica e amministrativa della Regione; dall'esito di questo dibattito, dalla sua qualità, dalle risposte che avremo, dalle decisioni che verranno assunte oggi, a conclusione dei nostri lavori, dipenderanno eventuali altre iniziative politiche e istituzionali che il Regolamento consente alle minoranze, all'intero Consiglio regionale e che attengono responsabilmente al ruolo che l'elettorato ci ha affidato.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 31 ha facoltà di illustrarla.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, prima di tutto un riferimento al fatto, mi sia consentito, che nel Parlamento nazionale, contemporaneamente a questo dibattito in Consiglio regionale, si discute (il Governo ha posto la fiducia) sulla cosiddetta - così la chiamiamo noi a ragione - "legge bavaglio sulle intercettazioni".

In premessa vorrei rilevare che questo dibattito in Consiglio regionale non sarebbe potuto avvenire se fosse stata già approvata questa ulteriore "legge porcata" (scusate il termine ma è ormai diventato istituzionale dopo che l'ha utilizzato il ministro Calderoli), che avrebbe impedito di far conoscere ai sardi le notizie e i dubbi e le domande che in questo Consiglio regionale ci stiamo ponendo e sottoponendo all'attenzione della Giunta e del presidente Cappellacci.

Dico questo per stigmatizzare e condannare questo ennesimo atto di prepotenza che il Governo Berlusconi sta portando avanti in Parlamento per, questo è il nostro giudizio, impedire la libera conoscenza dei fatti legati all'attività delinquenziale (e chiaramente non mi riferisco alla vicenda oggi in discussione in Consiglio regionale) ma anche ad altri fatti ben conosciuti dall'opinione pubblica, soprattutto per tarpare le ali e chiudere la bocca agli organi di informazione e, in modo molto semplice e schematico, per indebolire la democrazia in Italia.

Detto questo, signor Presidente, riferendomi sempre a ciò che abbiamo appreso dai giornali sulle intercettazioni, rilevo che il 3 dicembre 2009 l'Italia dei valori, la Sinistra e i Rosso Mori, con la collaborazione e in accordo con l'IRS, sottoposero alla Giunta e al presidente Cappellacci una mozione che io oggi definisco "profetica". Una mozione profetica perché a quella data riuscimmo a individuare una serie di pericoli per la Sardegna e per i sardi derivanti dalla più che probabile invasione di "prenditori" dell'energia dell'eolico in Sardegna che avrebbero lasciato, così come è successo per tante altre risorse della Sardegna, solamente le briciole nella nostra Isola.

Contemporaneamente chiedevamo alla Giunta regionale di rivedere, così come abbiamo chiesto anche nella mozione numero 62, il Piano energetico regionale, le direttive per il potenziamento dell'utilizzo delle energie rinnovabili e, contemporaneamente, di attivare l'Agenzia sarda per l'energia e di ridiscutere i contratti stipulati tra società private ed enti pubblici ad oggi ritenuti iniqui e totalmente svantaggiosi per le comunità locali.

Signor Presidente, badi che noi oggi non possiamo e non vogliamo trarre alcuna conclusione. L'unico elemento che evidenziamo di fronte ai sardi, nel Parlamento dei sardi, è che su questa vicenda dell'eolico ci sono numerosi ed enormi punti interrogativi. Quello che le chiediamo non è una difesa d'ufficio per tentare di salvare l'operato della Giunta, questa sarebbe una cosa ovvia, ma di fronte alla profondità, alla delicatezza e all'importanza di questi fatti, e delle domande conseguenti, le chiediamo oggi, Presidente, di entrare maggiormente nel merito delle cose che stanno succedendo in Sardegna, che passano sopra la testa di tantissimi sardi, compresa quella della maggioranza dei consiglieri regionali della Sardegna e, presumo, anche di qualche Assessore della sua Giunta.

Le faccio una domanda diretta, partendo dalla necessità di un chiarimento sui movimenti finanziari, politici, amichevoli, che si sono creati su questa vicenda dell'eolico, su questo grande business dell'eolico in Sardegna. Le voglio ricordare, l'ha fatto il collega Bruno ma è opportuno richiamarlo, che la precedente Giunta regionale, presumibilmente in maniera accorta, anzi sicuramente in maniera accorta, e presumibilmente già avvisata dei movimenti che nel settore si stavano verificando, con la legge numero 2 del 2007 definiva dei criteri per l'utilizzo delle energie alternative, leggo "per arginare la spinta speculativa che confinava la Sardegna al ruolo di spettatore passivo di fronte allo sfruttamento delle risorse ambientali del proprio territorio"; fissava inoltre, prioritariamente, una quota strategica di energia rinnovabile e le residuali quote disponibili di energia da eolico venivano assegnate attraverso procedure a bando pubblico.

E' un corso anche oggi una riunione, se non ricordo male, del comitato delle società, degli imprenditori che operano nel campo delle energie alternative in Sardegna e che chiedono, così come noi chiediamo e ribadiamo oggi, il ritiro delle delibere del marzo 2010 che hanno, come dire, in maniera improvvisa e improvvida, rivisto tutta la normativa legata alle energie rinnovabili, con la costituzione, come diceva il collega Bruno, della società "Sardegna Energia Spa", con tutti gli atti legati alla definizione della nomina dell'ingegner Farris e tutto quello che poi è venuto di conseguenza.

Ebbene, noi oggi vorremmo che lei ci togliesse un dubbio, che è presente molto chiaramente nelle nostre menti e che ci preoccupa; vorremmo che lei riuscisse a garantire ai sardi, ma non solo a noi, che in Sardegna non si stava costituendo (poi improvvisamente è stata fatta marcia indietro) una "cricchetta" legata all'eolico e alle energie alternative che voleva mettere le mani su questo patrimonio dei sardi e su questo business eccezionale.

Signor Presidente, le notizie di stampa - noi non possiamo fare altro che riportare le notizie di stampa non smentite - ci fanno capire come dietro questo affare ci fossero già consistenti movimenti di denaro; l'onorevole Verdini, infatti, oltre che essere uno dei coordinatori nazionali del P.d.L., è anche un proprietario di banca, e nella sua banca sono stati già versati da una nostra concittadina, amica del dottor o signor Flavio Carboni, 800 milioni di euro di una partita che si dice fosse definibile in 5 milioni di euro; denari che dovevano servire come dire a facilitare lo "spunto" (come si sa anche nella meccanica è il momento più difficile) di questa operazione che tendeva ad utilizzare tutte le quote di energia rinnovabile legate all'eolico in Sardegna in un momento in cui le richieste di potenza, legate alla presentazione di progetti di finanziamento per il fotovoltaico, erano totalmente bloccate dalle modifiche che la Giunta regionale aveva imposto nella legge 3 del 2009, agli articoli 5 e 6, oltre che nelle deliberazioni del marzo 2010, come abbiamo richiamato prima.

Signor Presidente, sembrerebbe cioè che il disegno fosse quello, denunciato peraltro anche da autorevolissimi esponenti regionali del P.d.L. (l'onorevole Mauro Pili ha ripetutamente segnalato sugli organi d'informazione, nelle sedi istituzionali, la situazione non certo molto trasparente che si stava creando in Sardegna sull'eolico off-shore e i fatti che conosciamo bene), ma è anche ciò che pensiamo io e il mio Gruppo, nonché tanti operatori e cittadini sardi, di voler riservare all'eolico tutta la quota di potenza disponibile sulle energie rinnovabili in Sardegna e, quindi, giocoforza bloccare il fotovoltaico.

E, caro assessore Prato, lei sa quante domande presentate dagli agricoltori per la realizzazione di impianti fotovoltaici nelle serre, nelle aziende sono state bloccate a seguito delle delibere del marzo scorso e di quelle del 2009, per cui gli agricoltori non possono più installare un kilowatt di potenza?

Ora, io pongo questa domanda: se il sole e il vento sono risorse che la Sardegna può utilizzare, perché agli agricoltori sardi è impedito di integrare il loro reddito, il loro bassissimo reddito falcidiato dalla situazione economica sarda, dalla grande distribuzione, dalla bilancia dei pagamenti, dalla debole politica per l'agricoltura che viene attivata sia a livello nazionale che a livello regionale? Perché abbiamo impedito che gli agricoltori sardi, o gli artigiani sardi, o i piccoli imprenditori sardi potessero utilizzare questa possibilità di integrare il reddito grazie a una fonte di energia che noi per fortuna abbiamo copiosa in Sardegna?

Signor Presidente, le voglio fare un'altra domanda direttamente. Il dottor o signor Carboni, (sempre notizie di stampa non smentite) -ha detto alla stampa che raccomandare una persona non è reato; ma dalla stampa apprendiamo anche che in comunicazioni svolte tra Verdini, qualche imprenditore, e anche lei signor Presidente, il dottor Carboni dice "se non viene assunto Farris l'affare non si può fare", chiediamo che cos'è questo affare. Vorremmo capire qual è l'affare che poteva essere fatto solamente se Farris veniva chiamato a ricoprire una posizione chiave in tutto il complesso degli affari, scusate li devo chiamare così, o degli investimenti meglio, nell'ambito ambientale?

PITTALIS (P.d.L.). Facci capire, stai facendo il pubblico ministero?

SALIS (I.d.V.). Lei è avvocato, io non sono titolato, lei faccia l'avvocato difensore, se le riesce. Se lei queste domande non se le pone, non è mica colpa mia!

OPPI (U.D.C.). Parla della mozione, però!

SALIS (I.d.V.). Sto parlando della mozione.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, prosegua nel suo intervento, non si rivolga all'onorevole Pittalis.

SALIS (I.d.V.). Mi scusi, Presidente, però mi piace essere corretto, e la mozione numero 31, se la leggete, parla di queste problematiche. Quando si parla di eolico in Sardegna, i sardi pensano a queste cose, non alle delibere, al Piano energetico regionale, eccetera, vogliono sapere; gli agricoltori sardi l'hanno posta con nettezza questa domanda al Consiglio regionale sardo, perché ci sono decine e centinaia di agricoltori che, dopo aver pagato i tecnici per la progettazione di un impianto fotovoltaico nella loro serre, non lo possono fare perchè le loro domande sono bloccate. Pertanto la mozione "c'azzecca", eccome se "c'azzecca", per usare un termine in "dipietrese". La mozione "c'azzecca" con questi argomenti.

E quindi - per concludere, signor Presidente - noi, anche per definire i passi che questo Consiglio regionale, questa opposizione dovranno fare nel prosieguo di questo dibattito, auspichiamo che a queste domande si dia una risposta precisa che riesca a eliminare i dubbi, le perplessità che sono legate ad una sorta di indeterminatezza. Lei mi risponderà, giustamente, che non c'è un atto pubblico dal quale capire di che cosa venga imputato: ha ragione. Però anche ieri notizie di stampa ci hanno informato di visite della Guardia di Finanza nei locali della Regione e di documenti sequestrati relativi a un convegno finanziato, sembrerebbe, dalla Regione, e a cui era interessato uno dei personaggi legati alla vicenda dell'eolico; questo fatto non fa altro che aggiungere dubbi a dubbi. E noi abbiamo il dovere, ritengo, di cercare di eliminare completamente, possibilmente, o quanto meno di attenuare l'alea di dubbio che circonda questa vicenda.

Il nostro Gruppo, i Gruppi di opposizione siamo disponibili, signor Presidente, a fare una riflessione completa sulla politica energetica in Sardegna sgombrando il campo preliminarmente da questi dubbi. L'abbiamo detto nella mozione numero 31, l'abbiamo ribattuto nella mozione numero 62 che, come lei sa, abbiamo presentato in Aula per poter dare a tutti i consiglieri regionali la possibilità di intervenire su questo tema.

Non sfugge a nessuno che il 31 dicembre 2010 scadono i termini del secondo bando per accedere alle provvidenze statali per il fotovoltaico. Tutte le regioni italiane stanno sburocratizzando le pratiche per permettere ai loro cittadini di poter avere un accesso semplificato a questi finanziamenti. Noi chiediamo perché la Regione Sardegna non fa altrettanto invece che porre ulteriori ostacoli, soprattutto se ricordiamo che il sole e il vento erano diventati anche un terreno di sfida elettorale per le regionali di alcuni anni fa, ma giustamente.

Allora perché la Regione Sardegna non interviene con un impegno della Giunta, tramite il lavoro del Consiglio regionale a modificare, a migliorare, ad attualizzare i contenuti del Piano energetico regionale per far sì che le energie alternative, il sole e il vento di cui la Sardegna è ricchissima (il sole, se vogliamo specificare, è il petrolio della Sardegna dagli anni '60 e '70), vengano sfruttate; la Sardegna paradossalmente è diventata la Regione che sta ponendo più ostacoli nell'accesso alle provvidenze per l'utilizzo del fotovoltaico.

Quindi, poiché le energie alternative sono importantissime, chiediamo che nel collegato alla finanziaria, nella nuova finanziaria ci sia la volontà di accelerare sull'uso di queste risorse. Dopo che si riuscirà a chiudere con chiarezza e con soddisfazione per tutti questa vicenda dell'eolico in Sardegna che vede interessati Verdini, Carboni eccetera, eccetera, svolgiamo il nostro ruolo di legislatori tentando di far accedere il maggior numero dei sardi a queste fonti rinnovabili utili per le tasche dei cittadini ma anche per la tutela di un ambiente che è sempre più attaccato dalle politiche dell'uomo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Planetta per illustrare l'interpellanza. Ricordo che il tempo a disposizione per l'illustrazione è di cinque minuti.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, signor Presidente della Giunta, Assessori, colleghe e colleghi, nella nostra interpellanza, già da tempo stilata, abbiamo voluto evidenziare le carenze presenti in questo Piano energetico ambientale regionale (PEAR o PEARS, Piano energetico ambientale regionale della Sardegna), ma ne citerò solo alcune visto il tempo a disposizione.

Questo Piano energetico ambientale, intanto, non tiene conto dei modelli di sviluppo di questa Regione, ma non fa neanche riferimento ai "costi esterni" sociosanitari che le popolazioni sono costrette a sopportare in relazione all'impatto ambientale che alcuni tipi di attività produttive, con elevata produzione di emissioni inquinanti, hanno determinato e ancora oggi continuano a determinare in questo nostro territorio che sta diventando, in alcune parti, come sapete, altamente inquinato.

Nel documento di sintesi si riscontra la mancata adesione ai criteri di pianificazione dello sviluppo sostenibile, non si tiene conto dei carichi ambientali e sanitari che determinate scelte comportano, ben sapendo che la procedura della Valutazione ambientale strategica (VAS) comporta la necessità di integrare alle scelte del Piano energetico anche quelle ad applicazione ambientale.

Il Piano energetico ambientale regionale si basa su un'analisi del nostro sistema produttivo e degli indicatori che, a nostro giudizio, non sembrano omogenei e quindi non sono attendibili. Per esempio in Sardegna il dato attuale del rapporto chilogrammi/chilowattora tra emissioni di CO2 e chilowattora prodotto assume valori variabili da 0,8 all'1,1 in tre diversi contesti dello studio.

Non emergono nella parte introduttiva del PEAR, riferita al rapporto con l'Unione europea, quelle azioni volte a promuovere il contenimento delle emissioni (locali e globali) e non emerge il contributo della Regione Sardegna per il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione del 6,5 per cento delle emissioni di CO2 che lo Stato italiano si era impegnato ad accogliere con il protocollo di Kyoto. Quindi crediamo che questo Piano, che è ben lontano da una programmazione...

PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato. Onorevole Planetta, conosce le regole.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Mario Floris.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire nel corso della discussione che devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Floris. Il tempo a disposizione è di dieci minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente e colleghi del Consiglio, io nell'operato della Giunta regionale non trovo nulla di nuovo sotto il sole, se non l'adempimento sic et simpliciter di quanto contenuto nel Piano generale di sviluppo del 2010-2014, e in parte nel Piano generale di sviluppo del 2007-2010, compresa l'istituzione dell'Agenzia regionale, proprio per evitare possibili fini speculativi; e, siccome sono documenti ufficiali del Consiglio, nessuno può dire di non conoscerli. Quindi, quello che ha fatto la Giunta non è che il prosieguo di quanto contenuto in documenti ufficiali che questo Consiglio regionale ha approvato.

Allora, bando alle Cassandre, spazio, come mio solito, alla politica, a quella che noi riteniamo impegnativa, ma comunque alta e nobile, per risolvere i problemi della nostra gente. L'argomento che stiamo trattando è un argomento serio che attiene al futuro del nostro popolo, è un argomento che non dà, non può e non deve dare spazio a comportamenti meno che decorosi. In questa sede si deve parlare, si deve discutere e si deve decidere di fare scelte esclusivamente di carattere politico, sociale, culturale, economico, giuridico e istituzionale, come è nei poteri di questa Assemblea, come è nei poteri di tutte le assemblee legislative.

Altre questioni, altre materie, altre decisioni, sono nelle prerogative delle funzioni e dei poteri di altri organi che regolano la vita della società civile, e ad essi dobbiamo affidarci e rimetterci con rispetto e con fiducia. Abbiamo sempre, in passato, adottato questa regola. Non ce ne discostiamo nemmeno oggi, e attendiamo con fiducia le decisioni. Fare il processo alle intenzioni, come si è tentato e si tenta di fare, è una doppia sconfitta per la politica e per le istituzioni che noi tutti rappresentiamo, perché pretenderemmo di svolgere un ruolo, un compito che non è nostro, non è della politica, e tradiremmo il fine al quale siamo stati preposti. Prima dicevamo che era la magistratura che occupava gli spazi della politica, adesso la politica vuole occupare gli spazi della magistratura.

La mozione, che è al nostro esame, riguarda argomenti troppo importanti e seri per dare adito a strumentalizzazioni di qualsiasi natura, o a discussioni che non siano di confronto e di analisi critica sui contenuti specifici. L'energia, l'ambiente e lo sviluppo sono l'oggetto della sfida. L'energia, la disponibilità della stessa, la produzione, sono state sempre il problema, la palla al piede dello sviluppo e del progresso della Sardegna. L'ambiente, la tutela del paesaggio e della natura della nostra Isola sono stati sempre e sono tuttora il punto di riferimento delle politiche energetiche regionali, che hanno trovato, tutti sappiamo, limiti strutturali a livello nazionale nel corso di tutta la storia dell'autonomia e della rinascita economica e sociale della Sardegna, che non è stata mai conclusa e che è sempre attuale.

La mozione, negli aspetti tecnici e politici, nella ricostruzione articolata, anche se oggettivamente non del tutto veritiera, contiene gli elementi essenziali delle questioni e delle vicende che sono sul tappeto. Dobbiamo allora capire veramente di che cosa stiamo concretamente parlando, di che cosa si vuole discutere, quali sono gli obiettivi che come classe politica dirigente ci vogliamo porre e ci poniamo nell'affrontare e sciogliere i nodi cruciali dello sviluppo e del progresso della Sardegna.

Nodi che non sono solo quelli dell'energia, Presidente, ma anche quelli politici e organizzativi della Regione, del sistema complessivo degli enti locali, della pubblica amministrazione, che anche la mozione pone all'attenzione generale, insieme a tutti i problemi strutturali della nostra economia e della società sarda e alle questioni dei poteri autonomistici, compresi quelli della forma di Regione e della forma di governo oltre ai rapporti con lo Stato e con l'Europa.

Condivido il concetto che la tutela costante e intransigente dell'autonomia regionale trovi il suo naturale luogo di garanzia nel costante confronto del Presidente della Regione col Consiglio regionale. Sotto questo aspetto - lo dico fuori da ogni polemica, l'ho detto quando presiedeva l'onorevole Soru, lo dico adesso - il presidenzialismo, come si è calato e come è stato interpretato nella nostra Regione e nella nostra autonomia, ha sostanzialmente fallito perché dimentico che si è ancora in presenza, nella nostra Sardegna e nella specialità, di una democrazia autonomistica incompiuta, a cominciare dalle regole fondamentali di selezione della rappresentanza politico-popolare ormai da lunghi, da troppi anni di origine derivata, che ha prodotto una ferita profonda nel corpo delle potestà autonomistiche di questa Regione, che umilia la coscienza politico-culturale e l'identità stessa dei sardi, voluta non da noi.

Per questo ritengo che il presidente Cappellacci abbia fatto bene a stipulare l'accordo con le parti sociali sullo sviluppo, sul lavoro e sulle riforme; accordo che guarda al contingente e prospetta il futuro, che guarda al contingente e al futuro anche in materia di energia e di economia, come suggerisce la mozione, che tuttavia è limitativa, a mio giudizio, riduttiva, parziale rispetto ai grandi e complessivi temi dell'autonomia, dello sviluppo, del federalismo, delle risorse materiali e immateriali, naturalistiche, paesistiche, ambientali, alle quali sono ancorate le speranze della Sardegna di oggi e delle nuove generazioni.

I richiami e gli obiettivi che la mozione pone, per esempio in materia ambientale, nel settore della riduzione delle emissioni di gas in atmosfera, dello sviluppo sostenibile, delle quote percentuali, rapportate ai consumi primari di energie da fonti rinnovabili, come i richiami alla convergenza della legislazione regionale al sistema legislativo europeo, non possono prescindere dalla rivendicazione dei poteri autonomistici regionali in materia ambientale complessiva, poteri di disciplina, di regolamentazione, di tutela, di utilizzo e di valorizzazione, comprese le compensazioni di ordine economico e finanziario, obiettivi oggi più che mai perseguibili in attuazione del nuovo Titolo V della Costituzione.

Si contesta, da una parte, che con le nuove linee guida recentemente approvate dalla Giunta regionale lo scorso 12 maggio 2010, un mese fa, si siano accentrate le competenze autorizzative in capo alla Regione, sottraendole ai comuni, e che, sottoponendo gli impianti delle diverse fonti rinnovabili alle procedure di autorizzazione unica regionale in capo all'Assessorato dell'industria, si sia generalizzato nel settore un blocco, in particolare nel settore del fotovoltaico di piccole-medie dimensioni. Dall'altra, si denuncia che, in Sardegna, la potenza del parco di generazione energetica (idrica, termica, eolico, fotovoltaico), ha ormai raggiunto una potenza netta installata di circa 4.100 megawatt, mentre il massimo di potenza richiesta in rete dagli utilizzatori è inferiore a 1.800 megawatt; ne consegue, come è testualmente scritto nella mozione, che attualmente la Regione Sardegna ha una potenza installata maggiore del doppio del proprio fabbisogno.

Aggiungo che proprio l'altro ieri, sui giornali di martedì 8 giugno, sono stati pubblicati i dati resi noti dalla società Terna sul fabbisogno elettrico in Sardegna nel mese di maggio 2010, che è stato di 0,9 miliardi di chilowattora del totale nazionale, con una flessione del 7 per cento rispetto al maggio 2009. Nei primi cinque mesi del 2010 la Sardegna ha consumato complessivamente 4.700 miliardi di chilowattora con un calo della domanda di energia del 6,8 per cento, mentre in Italia si è registrato un incremento del 2,2 per cento.

Rispetto a questi dati, dunque, bene ha fatto la Giunta regionale a sospendere l'esercizio delle competenze in un primo tempo attribuite ai comuni e oggi ricondotte al governo complessivo della Regione, proprio per la migliore programmazione e la gestione del fabbisogno energetico regionale e dei singoli territori, a evitare quella confusione che ha favorito in Italia e in Sardegna, nel passato, l'assalto dei "signori del vento e del sole", che la mozione denuncia e che questa Giunta regionale, questa maggioranza hanno voluto e vogliono contrastare.

E, infine, è il caso di porre la domanda, perché stiamo sempre tornando sulle stesse cose. Non leggiamo i documenti precedenti, facciamo salti nel buio, questo baratro è infernale: ma di che cosa stiamo parlando? Questa Assemblea, in tempi non sospetti, ha già affrontato in larga misura tutti questi temi, non è questione di oggi, a parte che sono temi presenti nei documenti ufficiali della Regione. E' stato dato mandato alle Commissioni competenti di elaborare un proprio documento di sintesi, attendiamo allora le risultanze, e in quel momento ci confronteremo sui temi specifici e sui dati oggettivi per provvedimenti che auspico condivisi nell'interesse generale della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, mi rivolgo all'onorevole Floris, che ha svolto un intervento che in parte condivido, per dire, onorevole Floris, che noi avremmo voluto far lavorare le Commissioni competenti, e avremmo anche desiderato che la Giunta, in attesa che le Commissioni portassero una propria risoluzione alla discussione dell'Aula (le ricordo che l'ordine del giorno che dava mandato alle Commissioni competenti è datato 10 febbraio 2010), magari avrebbe aiutato anche la discussione tra le forze politiche, si fosse astenuta dall'approvare atti amministrativi, delibere che, di fatto, anticipavano le eventuali risoluzioni e conclusioni del Consiglio regionale.

Presidente, io credo che questo sia stato uno sgarbo, una scorrettezza istituzionale, e che lei, di fatto, ha impedito al Consiglio di esercitare una propria funzione di indirizzo in materia energetica; è per cercare di superare questo vulnus che noi con forza abbiamo chiesto questo dibattito. Presidente, non essendo qui per chiedere le sue dimissioni, nel caso si presenta una mozione di sfiducia, mi auguro, invece, che proprio partendo dalle conclusioni di questo dibattito, si possa porre rimedio alla politica energetica portata avanti da questa Giunta che noi riteniamo inadeguata e dannosa per la Sardegna.

Quindi, è di questo tipo di censura, Presidente, che io le voglio parlare. Lei chiedeva nella sua introduzione al Consiglio di qualche giorno fa: "Di che cosa mi si accusa?", non siamo qui per accusarla di fatti che sono competenza di altri organi; oggi l'accusa che le rivolgiamo è un'accusa politica, è un'accusa di non aver ben governato la materia energetica per i motivi che le dirò tra poco. Innanzitutto voglio sottolineare che il fatto più grave che si sta verificando in Sardegna è l'esistenza di un fortissimo squilibrio tra la presenza di impianti per la produzione di energia rinnovabile e le ricadute che questi impianti hanno, in termini economici, finanziari e occupazionali sul nostro territorio.

Lei sa bene che oggi in Sardegna sono installati circa 450 megawatt di impianti eolici, più circa 15 di fotovoltaico; dai nostri calcoli risulta che circa il 3 per cento della proprietà di questi impianti è in mano a imprese o famiglie sarde a diverso titolo. Quindi è un sistema che è già stato occupato dall'esterno, è un'opportunità che abbiamo già in qualche modo perso. Se calcoliamo, Presidente, in circa 200 euro per megawattora, il premio, facendo la media ponderata tra incentivi del sistema fotovoltaico e del sistema eolico, noi ogni anno in Sardegna stiamo distribuendo, in termini di incentivi statali, circa 130 milioni di euro, e di questi 130 milioni di euro non più di 10 o 12 ricadono sulla nostra economia; circa la metà tramite royalty, diciamo così, che vengono riconosciute da chi gestisce quei grandi impianti eolici, e, invece, una parte virtuosa dai piccoli impianti, quei pochi piccoli impianti che i nostri coraggiosi operatori, in particolare nel settore fotovoltaico, sono riusciti a portare avanti.

Le richiamo questo squilibrio, Presidente. Il 50 per cento delle ricadute economiche, sociali, e occupazionali deriva soltanto dal 3 per cento degli impianti, e quel 3 per cento degli impianti è relativo a impianti piccoli o piccolissimi, di solito sotto i 200 kilowatt. E allora, che cosa ci saremmo aspettati da lei, Presidente? Ci saremmo aspettati che un Presidente sensibile, attento, come lei ha detto di essere nella sua presentazione l'altro giorno, ai problemi della Sardegna, si fosse posto subito il problema di dire: "Come faccio a sanare, a riequilibrare, a far sì che questa sia un'opportunità per i sardi, a far sì che questi incentivi statali, erogati per raggiungere gli obiettivi che l'Unione europea ci dà attraverso le sue direttive, siano un volano per l'economia, creino know how sviluppino nuove tecnologie, ma sostengano anche il reddito delle piccole imprese, quelle agricole, quelle artigiane, o contribuiscano anche ad abbattere fortemente il costo energetico per le nostre famiglie?".

E la sua Giunta come primo atto che cosa fa? Fa esattamente il contrario. La sua Giunta, invece di aprire alla possibilità di installare impianti di 30, 40, 50 kilowatt attraverso la DIA, una semplice dichiarazione di inizio dell'attività, che si poteva e si può fare perché questi impianti, in particolare quelli fotovoltaici, integrati sui tetti, su piccole superfici, non hanno impatto ambientale, non trova di meglio che bloccare tutto, accentrare tutto sottraendo competenze alle province e riportando in capo a sè anche gli impianti sopra i 20 kilowatt. Ripeto, fa il contrario di quello che doveva fare, invece che rendere più facile installare i piccoli impianti, che sono quelli che stanno alimentando un settore che ha circa 5000 occupati, la sua Giunta non trova di meglio che bloccare di fatto il settore. E non lo dice certo un esponente della minoranza che fa sentire la sua voce con gli strumenti che ha, lo dicono gli operatori del settore, lo dicono le associazioni, lo dicono le tante imprese, rappresentanti di imprese che lei stesso ha incontrato nelle scorse settimane.

Una prima inadeguatezza, pertanto, una prima dimostrazione che questo tema non lo comprendete, non avete capito che cosa c'è in gioco: se vederci passare sopra la testa ancora una volta una grande opportunità, o quell'opportunità coglierla. E sui grandi impianti lei, Presidente, che cosa fa? Sui grandi impianti approva una legge e una delibera confusa, perché non affronta il problema vero, che non è quello della discrezionalità. Guardi, io sono anche d'accordo con lei sul fatto che la vecchia legge del 2007 era una legge incostituzionale, o tendenzialmente illegittima, lo dicono le sentenze della Corte che ci ricordano più volte che non si possono porre limiti alla produzione di energia rinnovabile, che non si possono privilegiare degli operatori rispetto ad altri, che non si può rendere più oneroso e difficile il sistema autorizzatorio.

Ma lei si inventa una delibera che è altrettanto discrezionale nella parte in cui dice che saranno privilegiate quelle istanze provenienti da soggetti che siano operatori di primaria rilevanza: non si può fare, è incostituzionale, è illegittimo! E continua dicendo che questi operatori siano "tali da possedere capacità economiche, gestionali e imprenditoriali adeguate…" non si può fare! Cioè, lei mette in campo una delibera che non risolve il problema, perché il vero problema, Presidente, è quello del rapporto con lo Stato, è quello di capire quanta di questa energia possiamo, vogliamo produrre in Sardegna, e di queste quote di energia quanta deve avere delle ricadute per la nostra Regione.

Noi siamo già arrivati, Presidente, l'hanno detto i vostri dati; tra l'installato, 450 megawatt, e circa 550 megawatt di eolico, che comprende la Portovesme Srl, a una produzione di rinnovabili che a regime sarà del 12, 13 per cento. Se considero i dati del collega Floris dei consumi che scendono, e scendono perché il 60 per cento dell'energia consumata in Sardegna è legata all'apparato industriale, quindi nel momento in cui quello dovesse mostrare qualche cedimento queste percentuali salgono, e se sommo al 12, 13 per cento anche la quota di idroelettrico, noi con questi 550 megawatt in teoria abbiamo già raggiunto le quote.

Allora, il vero tema è: "Che cosa deve diventare la Sardegna?... Terra di conquista?". Possiamo dire la nostra opinione? Noi le suggeriamo, in sede di conferenza Stato-Regioni, di proporre al Governo di consentire alle regioni di fare dei propri Piani di azione regionali che dimostrino la volontà della Regione, di raggiungere l'obiettivo stabilito dalle direttive europee, e di lasciare che sia poi la singola regione, che virtuosamente dimostra di raggiungere quegli obiettivi, a stabilire come e quando, a decidere, per esempio, che quei parchi eolici possano andare ad abbattere i costi di pompaggio dell'acqua, facendo risparmiare decine e decine di milioni di bollette energetiche alle imprese e alle famiglie.

Allora, Presidente, se lei saprà raccogliere questa sfida, chiarire il rapporto con lo Stato, non ho toccato gli impianti off-shore, ma è un'altra competenza ambigua e non basta la sua delibera per decidere chi decide, avremmo dovuto impugnare la modifica contenuta nella finanziaria dell'anno scorso...

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, cari colleghi, la Commissione europea ha già adottato un importante pacchetto di proposte che dà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione dell'energia rinnovabile, il cosiddetto "Pacchetto clima". L'articolo 3 della direttiva numero 76 del 2001 individua già le soglie minime di produzione di energia pulita che ogni Stato si impegna a raggiungere in un determinato periodo di tempo, e anche noi siamo chiamati ad attivarci al più presto per rispettare la nostra quota di impegno.

L'articolo 18 della legge finanziaria del 2007 aveva previsto un equo contemperamento tra le due opposte esigenze, prevedendo la realizzazione di impianti eolici nelle zone industriali e retro-industriali, come quelle di Portovesme e di Macchiareddu, aree già compromesse dal punto di vista ambientale, affidando la costruzione degli impianti ad aziende con già maturate esperienze nel settore, evitando così che altri tipi di imprese potessero avviare operazioni speculative, nel rispetto del Piano paesistico regionale.

Le procedure previste per il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione di centrali eoliche erano quelle selettive pubbliche, dei bandi pubblici, sulla base delle effettive esigenze energivore della Sardegna per le quote di energia non destinate a riserve strategiche. Dunque la Regione già gestiva il settore. Non si capisce per quale ragione queste norme di tutela del territorio e dell'ambiente siano state cancellate nella finanziaria del 2009 e, in sostituzione al criterio dei bandi pubblici e ai limiti specifici, si apra la porta a un generico criterio di valutazione - cito - "comparativa degli interessi coinvolti qualora ci siano più domande di concessione rispetto a quelle rilasciabili", un requisito "atecnico" che lascia ampio spazio a una discrezionalità che non trova alcuna giustificazione.

Poi, perché si vuole creare la società "Sardegna Energia"? Che cosa cambia rispetto a quanto previsto con la disciplina precedente, a parte il fatto che con la nuova disciplina non c'è più coerenza con il Piano paesistico regionale? Se già era previsto che fosse l'ENAS, un ente regionale, a occuparsi della gestione e della produzione di energia eolica, perché prevedere una nuova agenzia che comporterà ulteriore aggravio della procedura burocratica e costi che non possiamo permetterci? Forse per non ammettere che la precedente Giunta aveva lavorato bene? E che fine hanno fatto i fondi FAS originariamente destinati all'ENAS per 60 milioni di euro, di cui 16 del bilancio regionale, e come mai d'improvviso, dopo diversi mesi, un cambio di rotta così repentino della Giunta tale da bloccare tutto, anche quel poco di buono che invece sarebbe utile sbloccare immediatamente, snellendo le procedure amministrative, come le autorizzazioni per gli impianti che producono fino a un megawatt di energia, che consentirebbe alle piccole e medie imprese di ridurre i costi dell'energia?

Perché non attribuire agli enti locali la titolarità a rilasciare l'autorizzazione attraverso il ricorso a una semplice comunicazione al comune o alla DIA, denuncia di inizio di attività, nei limiti previsti dalla legge nazionale? L'accentramento negli uffici regionali delle competenze autorizzative ha praticamente bloccato l'intero settore e a farne le spese sono i piccoli imprenditori agricoli e artigianali. Non si possono consegnare ai privati servizi essenziali come l'energia, l'acqua, lo smaltimento dei rifiuti, l'assistenza sanitaria e i trasporti; sono beni che attengono al soddisfacimento di bisogni primari e di sopravvivenza di ogni cittadino.

Il nostro compito come opposizione, caro Presidente, è di controllare e di sorvegliare, punire se c'è da punire, evitare soprattutto che la corruzione e l'inganno siano legalizzati. L'affarismo dell'energia eolica è noto in Italia ed è da tempo al centro di indagini giudiziarie; oggi arriva in Sardegna, al cuore più antico dell'autonomismo. Concentrazione, accaparramento di terreni agricoli, incuria del paesaggio, forse inizio di riciclaggio di capitali, una "cricca" ben identificata che opera nel mondo dell'editoria, dell'edilizia e anche nell'attuale Governo.

E' la politica che deve stabilire le regole e i codici normativi per assicurare ai suoi cittadini l'indipendenza energetica e anche la sicurezza alimentare. Noi non possiamo accettare che ogni emergenza, ogni disastro diventi un grande affare sempre per coloro che hanno scelto la delinquenza come modo di vita e di arricchimento. L'entroterra incontaminato di questa bella isola rischia di non essere più lo stesso; quell'entroterra raccontato, narrato ed elogiato da scrittori sardi e non sardi.

Perché l'energia eolica regala elettricità pulita in tutto il mondo e non in Italia, paese del malaffare certificato? Recentemente è stato inaugurato in Germania il più grande parco eolico off-shore al mondo, in grado di fornire energia a 50 mila abitazioni; e in quello stesso giorno dell'inaugurazione il rapporto Wind energy and electricity price afferma che l'energia prodotta dal vento riduce non solo le emissioni, ma anche i prezzi dell'elettricità, mentre in Sardegna la Procura di Cagliari, dopo quella di Roma, acquisisce gli atti riguardanti le domande per progetti sull'eolico.

Badate che bastano un paio di migliaia di euro (o una serie di massage soft e hard) per sfigurare la fisionomia dell'isola e per conquistare il diritto di demolire tutto un paesaggio, per accaparrarsi in seguito le concessioni e milioni di finanziamenti pubblici e, dico ironicamente, perché non dovremmo riuscire ad attuare una governance così efficace come quella utilizzata per la sicurezza aerea o per il calcio? L'etica politica è la vera estetica dell'esistenza e della polis, ma l'etica non è soltanto la regola, le leggi, l'universalità del comandamento, è soprattutto un'attività di creazione di una nuova cultura del sé. Il potere non è il male, ma è sempre pericoloso. Il nostro compito è di identificare il pericolo principale che cambia continuamente perché il potere non è inerte, è attivo, è anche una trasformazione del potere.

Non è per niente un j'accuse che le rivolgo, però, Presidente, mi creda, aspettiamo l'esito delle indagini. Sotto il diritto noi dobbiamo sempre vedere una tecnica di poteri che controlla soprattutto la condotta. Il diritto, cari colleghi, può essere anche una maniera per ridurre al silenzio il contropotere e questo silenzio è il momento peggiore per chi intende fare politica.

L'etica è da scegliere come la felicità è da scegliere. Forse dobbiamo a questo punto cercare un'etica dell'inquietudine; l'inquietudine è il modo in cui possiamo combattere l'autocompiacimento, forma in cui rischia di cadere la felicità. Noi siamo tutti responsabili di tutto e di tutti davanti a tutti e lei, Presidente, più di tutti gli altri. Attento allora alla logica del dono come scambio, del favore come ricevimento. E' una politica di lutto, non è sicuramente una politica di lotta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, riprendo il mio discorso. Credo che oggi in quest'Aula si stia affrontando un dibattito su un tema così importante per la nostra isola, quello dell'energia, con interventi che sono di merito e di buon senso. Presidente, voglio ricordarle - non ho avuto tempo purtroppo di illustrarla completamente - di rileggere attentamente tutti i punti della nostra interpellanza non solo quella in discussione ma anche le altre che abbiamo presentato in merito all'energia, che contengono i dovuti contributi e gli eventuali correttivi che il Partito sardo d'Azione vuole dare a questo Piano energetico.

Questa mozione in premessa, ha certamente dei punti ampiamente condivisibili, non v'è dubbio, non solamente rispetto ai tanti riferimenti normativi citati, che abbiamo letto e che ho avuto modo di commentare illustrando la nostra interpellanza, però tutti dobbiamo sapere, tutti in effetti sappiamo che la nostra Regione ha una potenza installata maggiore del doppio del proprio fabbisogno. E' condivisibile però anche il passaggio della nostra interpellanza dove si dichiara che questo PEAR è da rivedere, è da modificare poiché si caratterizza per un'impostazione culturalmente arretrata che non tiene conto neppure della sostenibilità di modelli di sviluppo proposti.

Ciò è molto diverso da quanto è scritto nella mozione, e cioè che il Piano energetico ambientale regionale dovrebbe essere modificato alla luce di un ancora più complesso e continuo mutamento legislativo in materia di energia. Il Piano energetico ambientale regionale, per esempio, fa riferimento solo al mantenimento del livello socioeconomico raggiunto, ma non fa riferimento ai "costi esterni", come dicevo, costi sociosanitari che le popolazioni sono costrette a sopportare in relazione all'impatto ambientale che alcuni tipi di attività produttive, con elevata produzione di emissione inquinante, determinano.

Ho già detto delle modifiche da apportare per quanto riguarda il documento rispetto alla VAS, valutazione ambientale strategica; , e ritengo che appare evidente in questo documento come la presenza delle industrie energivore, che assorbono circa la metà del consumo energetico giornaliero, cioè 600 megawatt, imponga alla Sardegna di produrre manufatti e semilavorati ad alto contenuto energetico e basso contenuto lavorativo e professionale, con ulteriore esportazione indiretta di energia.

Appare ugualmente evidente come il restante tessuto produttivo soffra in Sardegna per l'elevato costo energetico di produzione che impone, quasi, l'impiego esclusivo di combustibili fossili (petrolio, carbone), e con trasporti che risultano nella nostra regione energeticamente molto più onerosi rispetto alla penisola. Ma, nonostante i dati della produzione elettrica riportati nel PEAR, non si evidenzia, come invece viene fatto blandamente in questa mozione che già oggi l'Isola è esportatrice di energia nonostante il vincolo della riserva di potenza dell'80 per cento.

Ora, sebbene la produzione di energia elettrica sia superiore in Sardegna rispetto alla richiesta, il prezzo dei megawattora è mediamente superiore del 30-35 per cento a quello del resto del Paese; anche la riduzione dei consumi energetici del 20 per cento al 2020 non può essere raggiunta puntando solo sulla riduzione dei consumi energetici di tipo domestico. Ma credo che l'approccio che noi tutti dobbiamo avere quando parliamo di energia non debba prescindere da una seria analisi sui costi sanitari delle attuali strategie industriali ed energetiche.

Nella mozione che è stata presentata noto, con rammarico, che fra tutte le normative considerate mancano proprio quelle che saldano le attività produttive energetiche alle ricadute sulla salute dei cittadini. Voglio citare alcuni dati che tutti noi che facciamo politica ormai conosciamo, dati del registro tumori della provincia di Sassari (li avevamo anche citati in altre occasioni nelle passate legislature, prima di me il Capogruppo del Partito Sardo d'Azione, l'onorevole Sanna), sulla elevata incidenza dei tumori, per esempio, nell'area industriale di Porto Torres, non parliamo delle altre aree, e quelli più recenti che riguardano l'incremento annuo dei tumori nella prima infanzia e nell'adolescenza nella provincia di Sassari. Ebbene, sono caratterizzati da incidenze superiori al 2 per cento dell'incremento annuo della penisola, l'1 per cento negli altri Paesi europei, lo 0,7 per cento negli Stati Uniti.

Credo quindi che quando noi parliamo di energia non dobbiamo e non possiamo prescindere, prima di ogni cosa, dalla salute dei cittadini, dalla salute che dovranno avere in futuro i nostri figli, soprattutto; ma soprattutto non possiamo prescindere da un'etica e da una serietà che talvolta credo siano mancate e che hanno determinato conflitti, commistioni e zone oscure in cui hanno proliferato brodi di coltura di parassiti dannosi e interessi malcelati.

Io credo, badate, lo dico a tutti questo, che noi dobbiamo stare attenti quando concediamo finanziamenti, e questi finanziamenti vengono rivolti ad aumentare le discariche in Sardegna utilizzando la produzione di energia da fonti rinnovabili, perché stiamo finanziando per produrre ma anche per inquinare! E di questo chi se ne gioverà? La Regione Sardegna, il territorio con poche unità lavorative oppure dei gruppi che provengono da fuori importando i cosiddetti "fumi di acciaieria" e scaricandoli?

Su questo, cari colleghi, caro Presidente, dobbiamo stare attenti perché il nostro territorio...

PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, questo è un dibattito che nasce con presupposti, politici e di attenzione da parte dell'opinione pubblica, particolari. Non si arriva a questo dibattito in modo ordinato; la presentazione di questa mozione, e il recupero delle altre che trattano la questione energetica, non è strettamente e direttamente ed esclusivamente connessa alla materia che trattano e alla materia di questo dibattito. C'è dell'altro. E l'altro non è, come qualcuno vorrebbe, oggetto della trasformazione di questo Consiglio regionale da organo legislativo dell'autonomia ad aula del tribunale che comporterebbe, per il Consiglio, il duplice difetto di svolgere una funzione che non gli è propria e di condannare, o anche assolvere, senza averne titolo ed essendo giudice certamente non imparziale.

A questo dibattito si arriva, invece, perché la situazione della Sardegna sotto ogni profilo, da quello sociale, a quello economico, a quello morale è assolutamente pesante e non più sopportabile. A questo dibattito si arriva perché la maggioranza in questo anno e mezzo è stata praticamente inconcludente, la Giunta regionale è zero, scrivo zero, riporto zero dal punto di vista del contrasto alla crisi che noi attraversiamo.

E allora non bisogna fare finta di nulla, non bisogna girare l'angolo, non bisogna sorridere pensando di averla scampata anche questa volta, tanto gli elettori vanno a votare così come gli capita, per cui si è tutti uguali: buoni, cattivi, intelligenti e stupidi, coloro che lavorano e coloro che non producono! No, non è così. Siamo di fronte a una crisi che investe le istituzioni democratiche, che è risolutiva per le istituzioni democratiche; attraversa in modo pesante il nostro Paese, dal Nord verso il Sud, scarica ciò che ritiene un peso dimenticando che sono persone, che sono comunità, che sono bisogni, che sono esigenze, tutte legittime, che sono diritti. E si affermano gli egoismi, l'ingordigia, l'avidità; e non si è sufficientemente capaci di stare sugli argomenti, di risolvere i problemi, di affrontarli con serietà.

Io sono andato a vedere quali leggi abbiamo approvato in questo anno e mezzo. Presidente, gradirei che non ci fosse chiacchiericcio, onorevole Ladu, le chiederei la cortesia di ascoltare che ci fa bene a tutti, ci fa bene a tutti...

PRESIDENTE. Onorevole Ladu!

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Perché io sono d'accordo con quanto diceva l'onorevole Floris, cioè che noi dobbiamo fare il nostro dovere; e in questo momento il nostro dovere è quello di ascoltarci per capire dove dobbiamo andare perché non stiamo andando bene.

Noi abbiamo approvato una quindicina di leggi, l'istituzione di tre fondazioni, qualche intervento straordinario per salvare società cotte e stracotte nella gestione degli aeroporti, quattro leggi di bilancio, tra bilancio e finanziaria, tutto quanto pressoché quasi tutto assolutamente fermo, che non si attua. Ci sono articoli, se vogliamo li posso anche citare perché erano nella responsabilità del Presidente, erano nella responsabilità dell'Assessore del bilancio, che sono rimasti assolutamente inapplicati. Abbiamo tutti quanti condiviso l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per capire perché l'apparato amministrativo burocratico della Regione da decenni non funziona. E continuiamo a fare assunzioni clientelari! Ma di che cosa parliamo? E la gente che è fuori patisce continuamente.

Noi siamo insufficienti, inadeguati, non rispondiamo! Ma che cosa mi interessa di intercettazioni più o meno pubblicate, ma i giornali si vogliono occupare del fatto che a sei mesi dall'inizio dell'anno lo Stato ha trasferito un miliardo di euro a fronte di molto di più che avrebbe dovuto trasferire, e noi non siamo in grado di attuare le nostre leggi! Parliamo di energia. ma di che cosa parliamo? Per fare che cosa? Ma chi la fa?

Io penso, Presidente, che sia venuto il tempo di smettere di giocare alla polemichetta, di stare dentro lo scandaletto che quotidianamente viene portato avanti, di fare ognuno di noi il mestiere dell'altro che è sempre più semplice perché non veniamo giudicati. Lei ha preso un impegno con i sardi: li doveva far sorridere, stanno piangendo più di prima.

Che cosa abbiamo fatto? Un Piano casa che è un flop, siamo rimasti tre mesi in Aula a discutere di nulla, era elementare capire che si trattava di un'invenzione da incapaci. Metta gli uffici a lavorare sulle cose serie, e metta dirigenti seri perché quelli che avete selezionato anche voi, non solo voi, non valgono nulla! Non valgono nulla, se pure non sono compromessi, non diventano disponibili a tutto, non aprono le porte della pubblica amministrazione al vantaggio personale di alcuni.

Noi dobbiamo essere più seri, più rigorosi, più impegnati, parlarci di più, sopportarci anche di più tra noi e rispondere al cittadino, non cercare il titolo, cercare quello che dobbiamo fare, il nostro dovere. Io ho chiesto che si tratti la vicenda del bilancio; l'assessore La Spisa lo sa, gli ho scritto anche civilmente come è mio uso e costume perché non credo che l'insulto debba far parte della politica. Ma noi abbiamo una situazione tragica, ci piove addosso la manovra dello Stato, saremo penalizzati, le leggi che si stanno facendo in Parlamento non sono a vantaggio della Sardegna, di quest'isola che è sempre stata colpita dalle decisioni dello Stato più che aiutata e agevolata. Dobbiamo fare questo lavoro, e in questo lavoro c'è anche la questione energetica.

Le due mozioni che abbiamo firmato, sia quella che ha primo firmatario Bruno che quella che ha come primo firmatario il collega Cocco, dicono due cose che sono secondo me ovvie, che noi dovremmo fare subito. Ci sono le Commissioni di merito, avevano incominciato a lavorare, dovevano produrre una risoluzione, dovevamo rientrare in Aula in ragione dell'oggetto dell'ordine del giorno che avevamo unanimemente approvato; e invece non facciamo le cose che dobbiamo fare. Ne facciamo altre: incrementiamo prebende e lasciamo i disoccupati e i precari per terra, osteggiamo le buone leggi , le lasciamo ferme, le affidiamo a funzionari incapaci anziché stimolarli a rendere conto a questo Consiglio anche della loro attività.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Presidente, in parte non posso che dare ragione al collega Uras, a prescindere chiaramente dal ruolo che svolge e dall'enfasi che mette ogni volta nel suo intervento. Oggi l'Aula è impegnata a discutere congiuntamente su due mozioni presentate dall'opposizione e un'interpellanza sul problema della produzione di energia da fonti rinnovabili, quando effettivamente questo Consiglio regionale dovrebbe essere impegnato a risolvere altri problemi molto più importanti e decisamente molto più urgenti invece sentire la necessità, la stampa stessa, di dover sollevare problemi che in realtà molto probabilmente non esistono, e non ritornare pertanto in Aula per riprendere dichiarazioni rese dal Presidente della Regione per "rimacinare" una situazione già chiarita - o perlomeno il Presidente ci ha fornito le sue comunicazioni - su cui credo che non ci fosse praticamente altro da aggiungere.

Ciò che è importante è che il dibattito in corso, così sottolineavamo con qualche collega in questi giorni, rimanga nel limite e nelle competenze stesse della politica. E' stato ribadito più volte che è necessario evitare che questa Aula consiliare regionale, il Parlamento dei sardi, si trasformi in un'aula della magistratura e che quindi la politica assuma quel ruolo; ma si parli solo ed esclusivamente di aspetti politici, cosa che è stata fatta, lo dico onestamente, fino adesso solo ed esclusivamente da pochissimi colleghi.

Collega Salis, la legge sulle intercettazioni non è un problema del Consiglio regionale, e neanche ci interessa che la legge eventuale sulle intercettazioni possa o non possa permettere di dare notizie se un Presidente della Regione è indagato o non indagato; non è un problema del Consiglio regionale della Sardegna, è un problema vostro, problema politico che affrontate a livello nazionale, che può essere utile e utilizzato in qualsiasi momento, ma non certamente all'interno di quest'aula regionale.

Come definire ancora un business l'eolico, quando è stato chiarito dall'intervento del Presidente, ma è stato chiarito anche all'interno delle linee guida, che business dell'eolico in Sardegna non ce n'è, non esiste. Quindi è inutile continuare a perdere tempo discutendo su cose che, lo ripeto, in realtà non esistono.

Sappiamo tutti che quello delle energie rinnovabili, oggi ne stiamo discutendo, è chiaramente un comparto in continua evoluzione, possiamo definirlo come un fiume in piena. Credo che l'oggetto della discussione odierna sia il confronto sulle regole del sistema; quello che verrà chiaramente si presume che potranno per esempio essere dichiarazioni che parlano di contraffazione della realtà. La contraffazione della realtà probabilmente vista da una parte politica, ma non certamente da chi dichiara, e da chi formalizza con atti ufficiali la situazione oggi del comparto delle energie alternative in Sardegna.

Riprendendo il ragionamento sui presupposti politici, bisogna dire che, è vero, viviamo una situazione difficilissima, da un anno questa Giunta non fa altro che affrontare un'emergenza continua e costante, che chiaramente non dipende né da noi, e sicuramente neanche da voi, ma che comporta solo ed esclusivamente di cercare di risolvere dei problemi per i sardi, per la Sardegna. E' anche vero che il numero delle leggi, collega Uras, probabilmente non sarà eccessivo; forse questo Consiglio regionale avrebbe dovuto produrre di più, ne siamo consapevoli, su questo stiamo portando avanti un confronto all'interno della stessa maggioranza.

La qualità delle leggi non è data dal numero. Probabilmente il Piano casa, così come è stato citato oggi, non ha dato i risultati che avrebbe potuto dare, probabilmente anche per colpa nostra, di questo Consiglio regionale i cui lavori sono stati bloccati dal tentativo di cercare una condivisione con l'opposizione su alcuni articoli della legge stessa.

(Interruzioni)

Collega Gian Valerio Sanna, avremo modo poi di confrontarci direttamente su questo Piano, e lei sa quanta competenza in materia entrambi abbiamo, se posso permettermi di dirlo; da questo punto di vista credo pertanto che non ci sia nessuna difficoltà.

Però, dicevo, probabilmente abbiamo perso eccessivamente tempo prima di renderci anche conto, ognuno di noi si assume le proprie responsabilità, che effettivamente qualche modifica a quella legge va apportata; e infatti i lavori della Commissione sono arrivati al termine per cercare di modificare la situazione data.

Ma, ritorno al problema che abbiamo in discussione oggi. L'intervento del collega Oppi, del 2 giugno, è stato piuttosto chiarificatore; per poter discutere di energia bisogna avere anche una certa competenza, conoscere la storia del settore, le modifiche intervenute nelle norme stesse, fino ad arrivare alla situazione odierna. Ora, è vero che nel marzo del 2010, così come è stato più volte ribadito, la Giunta regionale dopo varie considerazioni e discussioni ha finalmente , passatemi il termine, partorito, delle linee guida che potessero indirizzare, dando garanzie e certezze, chi in quel momento si affacciava a gestire e a tentare di risolvere il problema del Piano energetico in Sardegna.

Io credo che nessuno possa accusare né Presidente, né Giunta, anche se all'interno della maggioranza stessa qualche autocritica probabilmente la dobbiamo fare; siamo stati anche investiti da tante critiche, soprattutto dal mondo dell'agricoltura, non per citare il presente assessore Prato, ma effettivamente le lamentele sono state tantissime. L'argomento dovremo rivederlo e dovremo sicuramente riconfrontarci, ma credo che sia stato un momento importante perché la Regione ha assunto una sua posizione; poi tutte le critiche o tutte le considerazioni che si possono fare, a monte o a valle, su quella delibera credo che non abbiano alcuna giustificazione perchè non si tratta della contraffazione della realtà, ma si tratta della realtà dei fatti.

Una posizione che va rivista all'interno della maggioranza, confrontandoci anche con l'opposizione, ma che comunque dimostra l'impegno, la serietà che il Presidente e la sua maggioranza hanno nei confronti dei sardi e di tutta la Sardegna. Credo che, da questo punto di vista, queste discussioni all'interno dell'aula consiliare possano sicuramente essere molto utili se tenute in tempi e in momenti, diciamo così, migliori.

La discussione era già nata il 2 giugno, credo quindi che anziché ritornare oggi in Aula con delle mozioni che permettono, certamente in base al Regolamento del Consiglio, di far parlare tutti i consiglieri regionali (per carità è un diritto di tutti), sarebbe stato meglio come diceva il collega Uras, che per una volta mi trova d'accordo sulle sue considerazioni, lavorare su altri argomenti.

PRESIDENTE. Onorevole Cherchi, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Onorevole Presidente della Giunta, onorevole Presidente del Consiglio, onorevoli consiglieri, discutiamo oggi a distanza di troppo tempo, non avendo visto il Presidente in aula per diversi mesi, il tema del Piano energetico regionale e delle fonti rinnovabili e, connessi a questo tema, altri relativi invece alle vicende d'attualità poste con forza non da noi ma dall'opinione pubblica e dalla stampa.

Questi problemi investono il Presidente della Regione, e noi avremmo preferito che lei, signor Presidente, fosse venuto in Aula a discutere di questi problemi nel momento in cui è stata pubblicata la prima intercettazione sulla vicenda e sullo scambio di battute.

Avremmo preferito che a tutti i colleghi fosse stato consentito di intervenire in un dibattito ampio, aperto alla partecipazione di tutti, con tempi non contingentati a dieci minuti per Gruppo, non solo per giustificare e chiarire alcuni suoi comportamenti ma proprio per dissipare ogni dubbio, ogni elemento di sospetto, fare chiarezza per intero e ristabilire la sua onorabilità.

Lei, Presidente, invece ha preferito prendere tempo, rinviare, aspettare l'esito delle elezioni amministrative nella nostra Regione, probabilmente pensando di essere più forte nell'eventualità di un risultato positivo di queste. Di conseguenza abbiamo dovuto presentare noi una mozione per suscitare questo dibattito e consentire a tutti i colleghi di intervenire; aver sottovalutato questi aspetti, aver ritardato e preso tempo è un elemento di colpa nei confronti del Consiglio regionale, Presidente.

Sono i comportamenti come il suo che alimentano l'insofferenza dell'opinione pubblica nei confronti di quella che apertamente è ormai definita "la casta", coloro che ne fanno parte sono "intoccabili". Questa insofferenza abbiamo potuto constatarla anche nelle recenti elezioni amministrative, in particolar modo nelle provinciali di Cagliari perchè a Cagliari città, che è la città capoluogo di Regione dove si concentra il voto di opinione, l'astensione è arrivata sino al 65 per cento, segno che i cittadini sardi sono stanchi, stanchi di essere coinvolti in discussioni che riguardano altro rispetto ai problemi posti da tanti di noi, problemi che riguardano la Sardegna.

Certo lei, signor Presidente, è oggetto di un'indagine, non è certo oggetto di una condanna passata in giudicato. La differenza è importante per noi rispettosi dei principi e delle regole della Costituzione;Costituzione che qualcuno considera un intralcio, un paletto che limita, ingarbuglia e crea difficoltà. In lei quindi si presume e ha da presumersi l'innocenza; però è necessaria una considerazione.

Una cosa è la responsabilità penale da accertarsi in sede giudiziaria, e nessuno ha intenzione di ripetere in quest'Aula un dibattito che si svolgerà in altre aule e non compete a noi, altra cosa però è la responsabilità politica ed etica, specie in chi è investito di una carica pubblica. Da qui non si sfugge: lei, signor Presidente, risulta aver avuto molteplici contatti con il signor Flavio Carboni e, da quel che è stato detto nel precedente dibattito sull'argomento, aver frequentato alcuni figuri (termine che ha un'accezione negativa); il signor Flavio Carboni da nessuno viene considerato un missionario francescano ma, nella più benevola delle ipotesi, un discusso e discutibile procacciatore d'affari e lei risulta essere stato sollecitato, signor Presidente, dallo stesso signor Carboni, a nominare alcune persone, per così dire "fiduciarie" dello stesso, ad alti incarichi pubblici.

E' lo stesso Carboni ad affermare, in un modo abbastanza spudorato, a mezzo stampa: "Che male c'è a suggerire un amico per un incarico pubblico? Che problema c'è a indicare qualcuno che poi possa aiutare negli affari? Non è un problema, semmai aiuta!". Questo dice lo stesso Carboni in due interviste, un po' diverse tra loro, pubblicate nei due maggiori quotidiani locali.

Risulta che alcune nomine ad altissimi incarichi siano il risultato di ingerenze e pressioni indebite che lei, Presidente, ha accettato, non subìto, ma consapevolmente e notoriamente accettato; risulta che lei appunto convocato dall'onorevole Verdini (coordinatore del suo partito inquisito per diverse gravi ipotesi di reato) per un incontro con lo stesso Carboni (a sua volta oggetto di indagini giudiziarie per le medesime ipotesi di reato) sventuratamente, così è stato riportato, abbia risposto alla chiamata.

In occasione di quell'incontro si discusse di affari relativi all'installazione di impianti di produzione di energia eolica e, lo dice sempre lo stesso Flavio Carboni, venne indicata appunto quella persona che oggi ancora - forse andrebbe rimossa - sta ai vertici dell'ARPAS. La condizione che avrebbe aiutato l'affare o gli affari era la nomina appunto di un uomo a capo dell'Agenzia dell'ambiente amico e fiduciario. Che male c'è? E' un amico dichiara Flavio Carboni, il cui senso della disinteressata amicizia è raro e il cui innocente candore è degno sicuramente di una collegiale. Ora l'uno e l'altro, Presidente, risultano indagati per corruzione, riciclaggio di denaro sporco e associazione a delinquere.

Qui si pone un problema serio, che non riguarda solo lei, riguarda, essendo un problema di ordine morale ma anche politico ed istituzionale, ognuno di noi, riguarda la stessa istituzione, la massima istituzione della Sardegna, il Consiglio regionale, riguarda e investe il Governo della Sardegna perché una nube, un'ombra cade su ognuno di noi, su tutto il lavoro che viene svolto. Signor Presidente, allora la domanda che le pongo è (non essendo stato possibile porla il primo di giugno gliela pongo oggi) lei quali interessi rappresenta? A chi risponde? Quale potere e quale influenza esercitano persone come Carboni o come Verdini su di lei per indicare addirittura alti funzionari dell'amministrazione regionale.

Si badi bene, questo è il punto, risulta che ci sia una grande "cricca" che specula sulle disgrazie altrui, ride e si sfrega le mani mentre all'Aquila e in Abruzzo ancora si scava per cercare coloro che sono sotto le macerie; una "cricca" che risulta aver messo le mani su decine e decine di appalti, lucrosi appalti all'insegna dell'emergenza, forte di sostegni, la grande "cricca", e complicità in ambienti politici, di governo e presso altissimi funzionari dello Stato.

Nel nostro piccolo in Sardegna c'è una piccola "cricca", perché purtroppo mentre la continuità territoriale dei trasporti va a intermittenza, la continuità territoriale degli affari va benissimo! Ha un'autostrada del mare, un'autostrada dell'aria che le consente di andar veloce, si gioca di sponda con singoli costruttori, si traffica con gli intermediari, si nominano gli amici degli amici, si assumono impegni in ambiti extra istituzionali.

Bene, signor Presidente, lei ha ripetuto nel suo intervento tante volte la parola "autonomia", la parola "autodeterminazione"; ebbene, l'autonomia va riscoperta non solo ad aprile inoltrato, con pifferi e tamburi, per celebrare una ricorrenza ma va ricercata e difesa sistematicamente, ogni giorno.

Presidente, per la mia poca esperienza in quanto giovane consigliere regionale, so comunque una cosa: il Presidente della Regione non tratta affari con singoli imprenditori e tanto meno per il tramite di discussi fiduciari, non ricerca abboccamenti clandestini, non accetta di subire pressioni indebite in materia di nomine ad alti incarichi. Il Presidente della Regione tratta con organizzazioni nelle sedi istituzionali, con le organizzazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli enti locali. Il Presidente della Regione nomina con sua scelta (dando la migliore indicazione possibile) in base al curriculum e non su suggerimento di altri.

Onorevole Presidente del Consiglio e onorevoli colleghi, non avrei voluto discutere di eolico o megawatt, kilowatt o quant'altro, avrei voluto discutere dei temi che riguardano la Sardegna, una Sardegna che purtroppo non sorride come non sorride il Paese.

Signor Presidente, infine, lei dovrebbe dimettersi dall'alto incarico che riveste e restituire la possibilità di scelta agli elettori; lo impone la funzione da lei assunta, lo impone l'ondata di indignazione che sta montando nel Paese e nella nostra stessa Regione, lo impongono il suo personale decoro e la dignità delle istituzioni regionali.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Presidente, premetto che avrei voluto fare un intervento, trattandosi di un argomento che investe la sfera delle fonti rinnovabili, tecnico (abbiamo due mozioni in discussione e mi riserverò di dire due parole anche su questo); però, dopo l'intervento del collega Zedda, non posso esimermi dal fare alcune brevi considerazioni e puntualizzazioni.

Innanzitutto, caro collega Zedda, il presidente Cappellacci risponde agli interessi dei sardi, e glielo dimostrerò adesso in un minuto e mezzo, se lei ha un po' di pazienza. Io non ho certo la memoria storica dell'onorevole Oppi, che nel suo intervento del 2 giugno ha fatto la vostra cronistoria, in senso generale come centrosinistra, rispetto a certe frequentazioni quanto meno dubbie; ma lasciamo perdere perché la polemica spicciola non mi interessa, stiamo ai fatti.

Caro collega Zedda, per quanto ne so io i provvedimenti legislativi attuati da questa Giunta sono fondamentalmente tre. La modifica del già citato articolo 18 della finanziaria del 2007, nella parte relativa ai cosiddetti accordi di programma con i primari operatori (poi bisognerebbe discutere chi sono o chi sarebbero i primari operatori, ma lasciamo perdere).

Secondo provvedimento legislativo: Piano casa, ottobre 2009; anche la cronologia penso che serva a qualcosa. Nel Piano casa, che stranamente nessuno cita (c'è un assordante silenzio da parte della stampa, da parte dei colleghi del centrosinistra e talvolta anche da parte dei colleghi della maggioranza) noi abbiamo di fatto impedito che si facesse scempio delle coste della Sardegna, e non ho sentito una parola da un collega dell'opposizione su questo, perché l'articolo 13 di quella legge prevede tre disposizioni importanti. Esattamente alla lettera g), l'impossibilità di passare cavi entro i trecento metri dalla linea di battigia; alla lettera h) l'impossibilità di fare scempio del nostro mare territoriale e alla lettera i) l'impossibilità di fare scempio della Poseidonia marina.

In parole povere, chiunque venga in Sardegna e voglia mettere le pale di fronte alle nostre spiagge, di fatto sta sprecando i soldi perché questa legge, fino a prova contraria (è una "legge costituzionale"), non è stata impugnata da nessuno ed è in vigore! Quindi, i "signori del vento" che vogliono speculare sulle nostre coste se la leggessero probabilmente scoprirebbero che stanno buttando i soldi.

Infine le famose delibere della Giunta del 12 marzo 2010, più volte citate: bene, analizziamole. Allora, abbiamo la delibera 10/2 con la quale, addirittura, la Giunta Cappellacci dà mandato ai legali della Regione per attivare tutte le procedure possibili e immaginabili per bloccare l'off-shore in Sardegna, quindi gli speculatori. Questi sono fatti e non sono chiacchiere, non sono processi mediatici istruiti sui giornali, di parte o non di parte, o fatto ancora più grave, nella più grande Assemblea legislativa della Sardegna. Questi, caro Zedda, sono dati certificati!

Relativamente alla mozione di cui è primo firmatario l'onorevole Salis, ha ragione quando dice che l'abbiamo discussa in ritardo (la mozione è del mese di dicembre), ma ahimè, abbiamo dovuto occuparci di altre emergenze; che cosa chiedeva la sua mozione, caro onorevole Salis? L'istituzione dell'Agenzia sarda per l'energia. Forse non se n'è accorto, ma legga la delibera 10/1 che prevede la istituzione della società "Sardegna Energia", sulla quale si può discutere perché anch'io personalmente, lo dico senza paura, qualche dubbio ce l'ho, però anche questo è un dato di fatto.

L'altra delibera di cui si parla è la 10/3, la famosa delibera che di fatto è stata "partorita" per bloccare le speculazioni dei cosiddetti "mercanti del vento" che volevano fare scempio non solo del mare ma anche della nostra terra; questa è stata la motivazione! Poi c'è da dire che ci sono alcuni punti che, secondo me, andranno probabilmente rivisti, approfonditi, ma approfonditi alla luce di una considerazione che mi ha colpito, e che devo dire ho apprezzato, contenuta invece nella prima mozione presentata dal centrosinistra. È strano che nessuno abbia citato questo punto, mi riferisco al fatto che effettivamente - ho verificato l'attendibilità - il 12 maggio del 2009 è stata approvata dal Senato una normativa comunitaria che dice che gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili fino ad un megawatt non sono soggetti ad autorizzazione unica ma è sufficiente una VIA da presentare al SUAP: questo è veramente un punto a mio parere sul quale bisogna ragionare, e in merito al quale la Giunta dovrà rivedere le linee guida soprattutto rispetto al fotovoltaico.

Non confondiamo il fotovoltaico con l'eolico; l'eolico di fatto l'abbiamo già bloccato perché, caro Zedda, sull'eolico sono stati già impegnati quasi 1000 megawatt, e di tutte queste concessioni non ce n'è una che sia stata fatta dalla Giunta Cappellacci, sono tutte autorizzazioni precedenti! Questi sono fatti e non sono parole buttate al vento, come quelle che ho sentito poc'anzi da lei e da qualche altro, non da tutti per la verità.

Detto questo vorrei fare un'altra precisazione. Quando si parla, per esempio, nelle linee guida della localizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici, nessuno ha citato un particolare sul quale io, personalmente, ho una posizione per certi versi critica; nessuno ha notato e stigmatizzato il fatto che sui criteri ci si rifà alle delibere della Giunta dell'onorevole Soru! Questa è la realtà, questi sono i fatti!

Per esempio, verificate nelle linee guida l'articolo 7 che, al comma 1, cita le delibere 32 del maggio 2008, 59/12 dell'ottobre 2008, 66/24 del novembre 2008 e 3/17 del 2009: sono le delibere della Giunta Soru! Quindi, che cosa vuol dire questo? Dove sono gli interessi che sono stati difesi? Questi sono gli interessi dei sardi, caro onorevole Soru, perché anche le linee guida hanno fatto propri i suoi provvedimenti legislativi!

Questi sono i fatti, poi si può venire qui a fare tutte le strumentalizzazioni che vogliamo, però questi sono i fatti! E quindi questa Assemblea farebbe bene, proprio per una forma di auto rispetto, a cercare di attenersi ai temi in discussione. Se ci mettiamo a fare strumentalizzazioni anche io, caro onorevole Soru, che non ho una ricca memoria storica, però qualche giornale lo leggo, potrei strumentalizzare alcune situazioni. Non lo faccio perché trovo che non sia corretto, perché in questa sede si stanno facendo processi mediatici sulla base nemmeno di intenzioni, sulla base di illazioni giornalistiche che a tutt'oggi non hanno prodotto un solo atto formale. La Giunta Cappellacci ha fatto queste tre cose, sfido chiunque a dimostrare il contrario.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io mi rivolgo a lei, presidente Lombardo, a lei presidente Cappellacci e all'assessore La Spisa, semplicemente perché nel presente, ma anche nel recente passato, vi siete occupati di politica energetica. Io infatti cercherò di parlare di politica energetica e di qualche altra cosa.

Voglio richiamare l'attenzione di tutti sul fatto che quanto sta avvenendo in queste ore in Parlamento, relativamente alla proposta del Governo di abolire l'obbligo di ritiro dell'eccesso di offerta di certificati verdi, dimostra che abbiamo effettivamente la necessità di discutere in quest'Aula di una materia delicata per l'economia di questa regione come è quella energetica.

Presidente Cappellacci, dico ancora che se passasse, così come è stato presentato dal Governo, quel provvedimento, probabilmente significherebbe la fine della possibilità di utilizzare le energie rinnovabili. Credo pertanto che questo rischio debba essere oggetto dell'attenzione di quest'Aula e che, seppure modestamente, dovremmo fornire dei suggerimenti al Governo, ai due rami del Parlamento affinché non si proceda in quella direzione.

Io, per esempio credo che noi dovremmo suggerire al Governo due cose semplicissime. So di essere fuori dal coro ma me ne assumo tutta la responsabilità e mi risulta che almeno il Partito Democratico, sia al Senato che alla Camera, stia lavorando in quella direzione. Noi innanzitutto, rispetto all'obiettivo del "20-20-20" dell'Unione europea dovremmo accelerare per arrivare a toccare almeno nel 2013 la soglia del 14,15 per cento di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Poiché uno degli elementi distorsivi che ha, come dire, incentivato gli appetiti di tanti e la rincorsa al malaffare è costituito da un sistema di incentivi che, secondo me, non sta in piedi, nell'interesse anche e soprattutto di quest'isola dobbiamo quindi accelerare, come dicevo, il raggiungimento di quell'obiettivo e, nello stesso tempo, presidente Cappellacci, dobbiamo chiedere al Governo, ai due rami del Parlamento, ognuno per la sua parte, che abbassino il valore dei certificati verdi, ma che non venga assolutamente accettata la proposta del Governo. So che servirebbe più tempo per discutere di queste cose ma so che le persone a cui mi sono rivolto e tante altre che sono qua dentro sanno perfettamente di che cosa stiamo parlando.

Allora, onorevole Locci, per restare nel merito della nostra mozione che, avendo contribuito a scrivere, so bene che cosa dice, io mi permetto di sottolineare due o tre cose di cui ha già parlato l'onorevole Bruno ma che, ogni tanto, può essere anche utile ripetere.

Nella passata legislatura, nel giugno 2006, con la legge regionale si conferiva agli enti locali la potestà, nel rispetto della programmazione energetica regionale, di emanare i provvedimenti di autorizzazione ovviamente all'installazione e all'esercizio degli impianti con potenza pari o inferiore ai 300 megawatt. Sempre ad agosto del 2006 la Giunta regionale licenzia il Piano energetico regionale; a maggio del 2008, sempre la precedente Giunta regionale adotta le linee guida per gli impianti fotovoltaici.

Che cosa vuol dire "tradotto"? Vuol dire che nella passata legislatura, e mi fa piacere che qualcuno lo ammetta, senza fare la difesa d'ufficio di chi non ne ha bisogno, , ci si è dotati di uno strumento indispensabile di pianificazione, di programmazione in un settore strategico e vitale per qualsiasi modello economico; e si è valorizzato, con gli strumenti che ho testé richiamato, il ruolo democratico degli enti locali, perché di questo stiamo parlando. Si è valorizzato all'interno della programmazione regionale, dando la possibilità di concedere le autorizzazioni, il ruolo degli enti locali.

Che cosa è avvenuto, invece, in questa legislatura, presidente Cappellacci? E' avvenuto che (sono i primi atti da lei messi in essere ) con la legge numero 2 del 2009 si trasferiscono alla Regione le competenze relativamente all'autorizzazione unica. Questo trasferimento sortisce un doppio effetto che è sotto gli occhi di tutti anche in queste ore: da un lato si esautorano gli enti locali e nel contempo, come se non bastasse, si blocca completamente il settore perché abbiamo caterve di richieste giacenti presso l'Assessorato dell'industria che si è dimostrato incapace anche di istruire una sola delle richieste pervenute. Mi avrebbe fatto piacere una risposta o, comunque, una presenza dell'Assessore dell'industria anche relativamente a questo problema.

Il secondo atto degno di nota, ovviamente da parte mia lo considero in negativo, sono le linee guida emanate dalla Giunta il 12 marzo che, alla fine, infliggono un colpo definitivo a questo settore bloccandolo totalmente. Presidente, io le chiedo e la prego davvero, laicamente, mi si scusi questo termine improprio, questa contraddizione, di darmi una risposta, le chiedo qual è la situazione del comparto energetico in quest'Isola. Ci vuol dire quante richieste giacciono negli uffici dell'Assessorato dell'industria in attesa, appunto, di risposta?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue DIANA GIAMPAOLO.) Ci vuol dire come e quando intendete istruire e dare risposte, e attraverso quale programma strategico complessivo, a quelle richieste.

Presidente, lei ovviamente non sarà d'accordo, tuttavia è sotto gli occhi di tutti che avete ereditato una politica energetica che responsabilizzava il sistema delle autonomie locali mentre i vostri primi atti, e ne paghiamo ancora le conseguenze, sono atti confusi e pasticciati che hanno portato alla inconcludenza totale e al blocco di questo settore, mortificando soprattutto le piccole e medie imprese che vi lavorano e che certamente non ambiscono alle grandi speculazioni che stanno dietro il settore medesimo.

Lei, Presidente, nella sua comunicazione all'Aula ha parlato di "tritacarne mediatico", di "gogna mediatica" che getta ombre sul suo operato e sulla sua Giunta. Nella sua risposta ha detto che nessuna autorizzazione, è stata data, soprattutto sull'eolico, e nessuna sarà data.

Ora mi creda, Presidente, non c'è davvero motivo di essere soddisfatti per il fatto di non dare alcuna autorizzazione; le autorizzazioni si danno all'interno di una programmazione, di una pianificazione in nome della trasparenza e anche all'interno di una tracciabilità degli investimenti fatti per realizzare quegli impianti. Quindi la risposta data, tra virgolette, con orgoglio "non abbiamo dato nulla e nulla daremo", testimonia esattamente l'inconcludenza e il fallimento di questa Giunta e di questa maggioranza almeno relativamente alla politica energetica, visto che di questo stiamo parlando e non voglio parlare assolutamente d'altro.

Che cosa chiediamo? Noi chiediamo semplicemente di rivisitare il PEAR, Presidente, di rivisitarlo in base al modello di sviluppo. Pertanto, ci volete dire che modello di sviluppo avete? Noi abbiamo scritto la mozione, certo nella mozione diciamo che è installata, onorevole Floris, una potenza pari a 4100 megawatt e la punta è di 1800; ma non è questo il problema, onorevole Floris e lei lo sa bene, occorre considerare che noi esportiamo circa 630 gigawattora che costituiscono il 5 per cento dei nostri consumi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (P.d.L.). Presidente, è chiaro che mi atterrò al tema in discussione; per fare questo, però, ho bisogno necessariamente di fare un breve excursus sui tempi e anche sulle modalità attraverso cui si è arrivati a questa discussione.

Credo sia importante ricordare che la discussione della mozione numero 24 in materia di produzione di energia rinnovabile ha portato, e credo di ricordare bene, alla approvazione all'unanimità di un ordine del giorno, il 10 febbraio del 2010, con il quale si chiedeva alle Commissioni quinta e sesta una specifica risoluzione da sottoporre a discussione in Assemblea ai sensi del comma 1 dell'articolo 51 del Regolamento. In maniera inusitata, per i contenuti dell'ordine del giorno stesso, si attribuivano dei compiti alle Commissioni che esulavano dalle loro competenze specifiche. Le Commissioni, comunque, dopo un lungo periodo di impegno nel corso del quale hanno provveduto alla raccolta di materiale legislativo e quant'altro, sempre che i lavori dell'Aula lo consentano, credo possano concludere il lavoro di elaborazione di questa risoluzione nel più breve tempo possibile.

Detto questo, entro nel merito dell'esame delle mozioni in discussione. Nelle premesse della mozione 62, in particolare, si parla del Piano energetico ambientale regionale (lo abbiamo appurato anche durante i lavori delle Commissioni) come se fosse un atto in vigore. In realtà, il PEARS non è stato mai approvato definitivamente; la Giunta regionale in carica si era limitata alla sua adozione preliminare con la delibera del 2 agosto 2006, 34/13, e a sottoporlo al parere della competente Commissione consiliare industria, che si era espressa favorevolmente. Successivamente, avrebbe dovuto procedere alla sua approvazione definitiva, che però a tutt'oggi non è avvenuta. Allo stato attuale, la Regione Sardegna non dispone ancora di un PEARS effettivamente vigente.

Altri dubbi sono scaturiti dalla scelta procedurale adottata dalla Giunta regionale, infatti, che ritenne che il Piano rientrasse tra gli atti di programmazione di cui all'articolo 4 della legge numero 1 del '77, e che pertanto la competenza della sua approvazione ricadesse in capo alla Giunta medesima; mentre, al contrario, sarebbe forse più corretto ritenere che tale competenza spetti direttamente al Consiglio regionale, stante la natura sostanzialmente normativa di parte del Piano.

In ogni caso, emerge l'esigenza di adeguare la disposizione del PEARS, datata al 2006, alle attuali esigenze energetiche regionali, come si propone nei punti 1, 2, 3, del dispositivo della mozione. E su questo, dico al collega Diana, che credo siamo tutti d'accordo, perché è chiaro che quanto programmato nel 2006 non è assolutamente attuale e attuabile oggi, dopo cinque anni.

Nelle premesse della mozione numero 62 si fa riferimento, inoltre, al recente disegno di legge approvato dalla Giunta regionale con la delibera 10/3 del 12.03.2010, concernente la costituzione della società "Sardegna Energia Spa". In questo contesto, colleghi della minoranza, si sostiene che tale società dovrebbe diventare l'ente unico in materia di rilascio di autorizzazioni. Cosa non vera, perché in realtà se noi leggiamo il disegno di legge vediamo che non risulta che alla società in questione venga attribuita alcuna competenza in materia di rilascio diretto di autorizzazioni.

Il Consiglio regionale, con l'ordine del giorno numero 22, ha dato un mandato alle Commissioni quinta e sesta, e credo che la risoluzione, come dicevo prima, seppure non ancora adottata, costituisca comunque il "la" ai procedimenti, agli ulteriori provvedimenti di legge che saranno emanati, e credo che il Presidente Cappellacci di questo ne sia pienamente cosciente.

Arriviamo all'ultimo documento della Comunità europea, quella legge comunitaria 2009 che è stata approvata definitivamente in Senato il 12.05.2010, quindi qualche giorno fa, e non ancora pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, peraltro, per questo non efficace, dove all'articolo 17 "si delega il Governo a semplificare i procedimenti di autorizzazione alla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili, anche assoggettando alla disciplina della semplice denuncia di inizio delle attività la realizzazione degli impianti con capacità di generazione non superiore a 1 megawatt elettrico", innalzando così notevolmente, rispetto a quanto attualmente previsto dal decreto legislativo numero 387 del 2003, la soglia degli impianti per la realizzazione dei quali non è necessaria un'apposita autorizzazione.

Devo evidenziare che, trattandosi di una delega legislativa, l'operatività della nuova soglia è subordinata all'emanazione da parte del Governo dell'apposito decreto legislativo di esecuzione, pertanto nelle more dell'emanazione restano vigenti i limiti attualmente previsti in materia dal decreto legislativo numero 387 del 2003. Di conseguenza, con riferimento al punto 5 del dispositivo della mozione, in mancanza del decreto legislativo di recepimento, la Regione Sardegna non può ancora dare autonoma esecuzione a quanto previsto dalla legge comunitaria 2009, specialmente, come viene proposto, con un semplice atto amministrativo, come le linee guida che sarebbero, nel caso, palesemente illegittime per violazione di quanto previsto dal decreto legislativo numero 387.

Molto probabilmente su questo dovremmo fermarci a valutare se la Regione sarda, in forza delle competenze derivanti dal proprio Statuto, possa dare autonomamente esecuzione con una propria legge regionale a quanto previsto dalla legge comunitaria, anche in mancanza di un previo provvedimento di esecuzione da parte del Governo.

Credo che su questo punto potremmo confrontarci, come su tanti altri temi che sono stati aperti. Sicuramente non accetto i discorsi moralistici che sono stati fatti anche nella seduta odierna. E voglio ricordare a qualche collega che mi ha preceduto che ci siamo già dimenticati, della colonizzazione della Sardegna avvenuta attraverso la nomina di assessori e dirigenti provenienti dalla Penisola, e che tanti benefici hanno apportato alla nostra Isola.

L'articolo 6 della legge regionale numero 3 del 2009 "attribuisce le competenze al rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione di impianti produttivi di energia rinnovabile alle province" - è vero, collega Diana - "subordinando l'effettività del trasferimento all'approvazione del PEARS". Ho detto, all'inizio, che il PEARS non è stato mai approvato definitivamente, pur essendo stato anche modificato con quel famoso decreto della Presidenza della Giunta del novembre del 2008.

Caro collega Diana, certo, fa male sentirsi ripetere certe cose, ma non siamo stati responsabili noi di quei processi. Noi saremo responsabili di altro, di quello che saremo in grado di programmare o, dopo la discussione, di programmare ed efficacemente realizzare con leggi ben precise, come noi vogliamo fare rispetto a tutto quello che in maniera confusionaria è stato fatto dalla precedente Giunta; perché altrimenti non ci saremmo trovati anche in Commissione alle prese, data la mancanza di un Piano energetico approvato, con le difficoltà di rimettere ordine rispetto a norme da una parte non efficaci e dall'altra carenti.

Contrariamente a quanto dichiarato nel punto 6 del dispositivo della mozione, il disposto di questo articolo 6 non contrasta con la normativa nazionale ma, al contrario, è assolutamente coerente con essa, posto che l'articolo 12, comma 3, del decreto legislativo numero 387 del 2003, attribuisce la competenza al rilascio di questo tipo di autorizzazioni alle Regioni, salvo la possibilità di delega alle province. E deve sottolinearsi che gli uffici regionali hanno finora incontrato numerose difficoltà nell'espletamento di questa competenza, tanto da accumulare quei notevoli ritardi di cui lei (e altri colleghi) parlava.

Sicuramente è presente un problema di organizzazione; credo che sia un altro dei compiti che la Giunta si assumerà rispetto alla riorganizzazione non solo delle competenze ma anche dell'esercizio delle funzioni, a cui si riferiva il collega Uras quando diceva che non abbiamo trovato un assetto organizzativo della Regione sarda tale da consentire efficacia ed efficienza alle sue azioni.

Con riferimento invece al punto 7 - e concludo - del dispositivo della mozione, si rileva che alla luce della reggente giurisprudenza costituzionale, la sentenza 282 del 2009…

PRESIDENTE. Onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, noi non vogliamo fare il mestiere della magistratura, sia chiaro, e dimostrerò anche perché; però, colleghi, a quest'Aula spetta un giudizio più alto e nobile, anche se gli ultimi tempi ci hanno accorciato la memoria: un giudizio sulla lealtà politica, sulla moralità dei comportamenti pubblici, sulla verifica permanente cioè del primato dell'interesse pubblico sugli affari privati. Io so di essere stato eletto per essere onesto e per fare questo, e per essere tutti noi sentinella dell'onestà pubblica. Su questo dobbiamo ragionare, e per le parole che spendiamo in quest'Aula.

Il presidente Cappellacci, cari colleghi, il primo giugno ha mentito al Consiglio regionale, ha mentito al Consiglio regionale e ha mentito al popolo sardo. Ha detto: "Mai e poi mai persone o eventi esterni hanno potuto distrarre la mia azione dalla ricerca del bene comune"; testuali! E Farris, presidente Cappellacci? Lo ammette Carboni di averglielo suggerito e lei lo ha nominato dopo aver chiesto: "Ma perché questo signore?", "Perché me l'ha detto Pinello Cossu", e lei chiede: "E chi è Pinello Cossu?", "E' uno che fa affari con me"; la prova che la politica, le appartenenze non c'entrano niente, il veicolo è chiaro, nomina-affari, questo è! Per l'ammissione letterale di chi ha detto queste cose.

E allora, presidente Cappellacci, io dico che gli amici sono amici, e certi amici qualificano chi li vuole tali, lo rispetto; però, colleghi, aver portato dentro le istituzioni strumentali della Regione persone sotto suggerimento di noti affaristi è da considerarsi secondo voi bene comune rispetto alle parole che ha detto il presidente Cappellacci? Badate, su questo possiamo dire che la censura politica può anche adottarsi indipendentemente dalle conclusioni della magistratura, perché sul fatto che quella indicazione provenga da un dato mondo, possiamo spendere la censura politica.

Ma questo Consiglio dice anche altre falsità. Racconta che voi avete introdotto delle norme che dovevano eliminare un ingiustificato margine di discrezionalità, vizi di competenza e la possibilità di accordi; lo vediamo subito. Va detto che siete stati puntuali, con la legge numero 2 avete scippato la competenza degli enti locali, l'unico sistema che poteva garantire un controllo democratico; ma quel blocco, quel blocco, colleghi, è stato totale, perché ha violato anche il principio dell'articolo 12 del "387", e avete bloccato persino quelle attività previste dall'articolo 11 del decreto legislativo numero 115 per cui, solamente quando non si andava fuori sagoma, si considerava quell'intervento fotovoltaico una manutenzione ordinaria e dunque soggetto solo alla denuncia di inizio attività.

Gli uffici della Regione che si sono assommati quella competenza, non hanno fatto nulla, è questo nulla che ha detto il Presidente: "Zero concessioni". Badate, ha ragione il collega Diana, il fatto stesso di non aver rilasciato una sola autorizzazione non prova nulla sull'estraneità a circoli viziosi di un atteggiamento pubblico perché, anzi, potrebbe legittimamente prospettare l'esigenza di non sciupare, di conservare, proprio per questa chiusura totale anche dei piccoli interventi, quel pacchetto residuale di potenza installabile che, evidentemente, poteva essere gestito diversamente.

La Regione governata da noi diceva come gestirlo: per le industrie energivore, con accordi chiari e con criteri veri; e, secondo, l'altra parte con bandi pubblici. Però, lei dice: " Noi abbiamo voluto togliere la discrezionalità", e lei al comma 4 dell'articolo 6 dice: "l'Amministrazione competente, cioè la Regione"… perché avete tolto tutto agli enti locali… "può stipulare accordi di cui all'articolo 11 del "241", cioè accordi di programma con chi le pare; non c'è un criterio, non c'è l'indicazione come e perché qualcuno può fare l'accordo di programma e qualche altro deve sottostare alle procedure dell'articolo 12 per l'autorizzazione unica.

Una cosa incontrovertibile è il blocco che avete prodotto da un anno a questa parte, senza una sola mossa. Ci sono aziende che stanno soffrendo perché hanno fatto gli investimenti e, a causa di quella norma, si sono trovate a metà tragitto con danni enormi, però questa è una strana applicazione del vostro concetto di libero mercato. Questo è quello che è stato fatto.

Vorrei ricordare che la scorsa legislatura noi passammo alle cronache per aver bloccato l' uso indiscriminato dell'eolico; avevamo persino introdotto quel concetto di irreversibilità delle trasformazioni territoriali, tanto discusso, per consentire di bloccare tutte quelle autorizzazioni che il precedente Governo, di centrodestra, aveva liberalizzato e che stavano riempiendo la Sardegna.

Parte di quegli interventi non siamo riusciti a tenerli, perché in sede giurisdizionale abbiamo perso, ma noi siamo passati alle cronache per essere quelli che hanno bloccato in attesa del Piano paesaggistico e agganciando al Piano paesaggistico la possibilità di gestire le potenze installabili. Questi sono atti, si può discutere, si può manipolare, ma sono atti; leggetevi i giornali del 2004-2005 per ricordare di che cosa siamo stati accusati anche da voi in campagna elettorale, abbiate almeno l'onestà di dire le cose che avete sostenuto contro di noi. Questa è la situazione.

Io non voglio andare molto oltre, caro Presidente, credo soltanto che parlare di autonomia in quest'Aula, chiunque lo faccia, ha senso se si fa prima un esame di coscienza sulla dignità morale che la accompagna che, badate, è una virtù personale, non si eredita per adesione politica, non si eredita per adesione politica! La dignità morale, colleghi, servirebbe anche a noi per regolare meglio la democrazia vera dentro questo Consiglio regionale imbavagliato, oppresso da pulsazioni pseudo regolamentari che, purtroppo, nelle cronache abbiamo visto essere, anche queste, dipendenti da interessi politici ma anche da interessi affaristici, perché quando le persone hanno diversamente le mani in pasta, non sono libere; questa è la verità! Non sono libere!

Io non faccio affari, perché ho scelto di dedicare la mia vita al bene collettivo, e non voglio condizionamenti; questo è il promemoria della nostra funzione. E allora, onorevole Cappellacci, se lo domandi lei e si dia una risposta, se ha senso che lei non si dimetta nonostante il fallimento politico acclarato e la penombra che, purtroppo (malgrado tutto paghiamo anche noi), in questo momento grava inesorabilmente sulla credibilità della nostra istituzione autonomistica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.

GALLUS (P.d.L.). Signor Presidente, colleghe e colleghi, anche se molto brevemente, intervengo principalmente per manifestare al Presidente della Regione, l'onorevole Cappellacci, i più sinceri sentimenti di fiducia e stima per l'azione politica finora esercitata nella veste di capo dell'Esecutivo regionale. Mi sento pienamente tutelato sia come consigliere regionale di maggioranza, che come esponente del mio partito, il P.d.L., dall'azione dell'attuale Governo regionale, nel quale ovviamente mi riconosco.

Sul piano personale, mi preme manifestare piena solidarietà per i ripetuti e crescenti attacchi mediatici, una vera e propria gogna, che ormai anticipano sentenze che sono di competenza di ben altri organismi giurisdizionali. Non condivido, dunque, tutto il circo mediatico intorno al quale ruotano alcune delle critiche che, in questo momento, muovono alcuni rappresentanti dei partiti di opposizione presenti in questa Assemblea. Proveniamo, evidentemente, da ben altra cultura, quella del rispetto per gli avversari; questa stessa cultura che ci ha portato a manifestare, apertamente e convintamente, solidarietà a molti esponenti del centrosinistra, nazionale e regionale, oggetto di processi mediatici, su vicende oggetto di indagini da parte degli organi giudiziari, senza che fosse intervenuta alcuna sentenza.

E' evidente che lei, Presidente, è stato prescelto come obiettivo principale da colpire politicamente per demolire l'intero Esecutivo e, infine, i Gruppi politici che la sostengono, ottenendo così come risultato finale un offuscamento dell'immagine pubblica e, magari, l'interruzione dell'azione politica avviata da oltre un anno. Le affermazioni da lei rese in quest'Aula nella precedente seduta del 1° giugno, l'espressione del suo volto, lo sguardo aperto e sincero hanno rafforzato in me la già acquisita convinzione della sua totale estraneità a un benché minimo coinvolgimento in operazioni di avallo di iniziative imprenditoriali torbide e poco cristalline.

Le iniziative politiche sue e dell'intera Giunta assunte in un anno di amministrazione del governo regionale in materia di energia da fonti rinnovabili sono state tutte mirate sia a rendere compatibili con la normativa europea quelle assunte a suo tempo dal precedente Esecutivo regionale, sia a colmare i palesi vuoti legislativi o non più attuali della normativa in vigore. Anche gli assalti di investitori misteriosi lungo le coste della Sardegna (le recenti vicende appunto), con proposte di installazione di impianti eolici off-shore, sono stati da lei respinti in una maniera che non lascia dubbi sull'avversione verso questo genere di sviluppo energetico. Questi sono fatti inconfutabili che delineano la trasparenza e la correttezza dell'operato del Presidente e della sua Giunta.

Si può discutere politicamente sulla sostanza delle scelte politiche e di indirizzo amministrativo, condividendo o dissentendo a seconda dei punti di vista degli schieramenti che si confrontano - questo fa parte dell'ottica parlamentare democratica che è propria anche del nostro Parlamento regionale - ma non si può accettare che quest'Aula si trasformi in un'aula di tribunale dove emettere sentenze sommarie sulla base di voci, illazioni e calunnie incontrollate e incontrollabili. A noi non è dato emettere giudizi di tal fatta.

Noi siamo in questa Assemblea per tutelare tutt'altri interessi e perseguire il bene collettivo della nostra terra e del popolo sardo, secondo il mandato affidatoci. Come abbiamo già fatto noi del centrodestra nel passato recente, riguardo a eminenti esponenti del centrosinistra in questa Assemblea, ci aspettiamo valutazioni e giudizi sull'operato politico dei nostri esponenti che non scadano in un dannoso sciacallaggio, pretendendo di esporre al pubblico ludibrio l'onorabilità di quanti, in assenza di sentenze contrarie, sono dei galantuomini come minimo al pari di quelli che pretendono inopinatamente di giudicarli sommariamente.

La politica non può sostanziarsi nel confondere le proprie prerogative, invadendo campi che non gli sono propri, per ergersi a organo giudicante di vicende extra politiche. Questa di oggi è un'occasione unica per dare un'immagine positiva confrontandoci apertamente sulle iniziative da assumere per uscire dal pantano di una crisi devastante e restituire ai sardi piena fiducia nelle loro istituzioni. Riportiamo indietro l'orologio della politica, ripartiamo da quel clima unitario che è stato salutare per risolvere molte delle vertenze di cui ci siamo occupati, per rilanciare una grande stagione di riforme della politica, delle istituzioni e dei settori economici e produttivi per dare alla Sardegna quelle risposte che oggi mancano.

Quando la politica non dà risposte vince l'antipolitica, quell'antipolitica fatta di scandali, litigiosità e faziosità che sono la sconfitta di quanti ancora credono e vogliono credere che esista un modo alto e nobile per servire la propria comunità con lealtà e correttezza. Sta a noi tracciare un confine fra chi in quest'Aula vede il più alto consesso democratico del popolo sardo e chi la vorrebbe usare come una tetra e sordida aula per pronunciare sentenze contro gli avversari politici.

Sarebbe oggi troppo facile ribaltare le argomentazioni della minoranza con argomentazioni simili, magari cedendo alla tentazione di gettare anche su loro l'ombra del sospetto, ma non credo che i sardi si aspettino questo da noi. Se siamo coscienti di essere classe politica e di governo dobbiamo assumerci le responsabilità che ne derivano per dare risposte alla gente e non utilizzare il nostro tempo ad avversarci e delegittimarci vicendevolmente. Ecco perché oggi parlare di politica energetica in questo clima avvelenato non è accettabile. Se davvero vogliamo farlo facciamolo confrontandoci sulla progettualità e finalità e non sulla base di bollettini stampa scandalistici e "gossippari".

Nel concludere, dunque, ribadisco piena condivisione dell'azione politica esercitata da oltre un anno e nel contempo auspico che il Consiglio, maggioranza e opposizione, si dedichi veramente ad affrontare le gravi emergenze che il popolo sardo sta in questo momento sopportando. Ed infine, per quanto riguarda accuse di falsità e menzogne, all'onorevole Sanna voglio solo dire queste parole: da quale pulpito viene la predica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi e colleghe, cercherò di non entrare nel dibattito trattando le questioni sulle quali, mi sembra, anche l'ultimo intervento abbia posto l'accento. Sicuramente le due mozioni lasciano chiaramente aperti molti dubbi da cui consegue la necessità comunque di poter esprimere valutazioni, forse anche dure, ma che costituiscono un'occasione per il presidente Cappellacci di dare risposte e, quindi, serenità non solo al Consiglio regionale ma all'intera Sardegna.

La discussione, per quanto aspra, aiuta comunque a capire questo argomento in discussione, inerente un settore che mi sembra molto importante, in modo particolare, per la Sardegna in quanto ha avuto, l'hanno detto i colleghi, un andamento che in un certo momento è stato molto rapido , in altri momenti ha subito delle frenate, adesso addirittura è del tutto fermo, occultato non si è data neanche un'autorizzazione. "Autorizzazioni zero".

E' anche questa una scelta politica, però mi sembra che sia stato ribadito il fatto che questa scelta politica forse ha precluso la concessione di quelle autorizzazioni chesarebbero andate a beneficio di un tessuto industriale asfittico, in grave crisi. Qualcuno ha accennato alle imprese agricole che così avrebbero potuto anche sgravarsi dal peso energetico che un'industria agro-alimentare, già molto carente in Sardegna, paga; questo in nell'ottica di uno sviluppo futuro, visto che in quest'Aula si è parlato di cominciare a pensare a uno sviluppo alternativo, che secondo me deve passare attraverso la rivalutazione del comparto agricolo (peraltro pertinente alla nostra storia, alla nostra cultura e al nostro territorio) legato, se vogliamo prendere esempio da altre aree, a un supporto turistico reale, di qualità, non certo un turismo di massa.

Quindi l'argomento mi sembra pertinente e utile anche in questa fase in cui si chiede al Presidente una sua riflessione, in cui si chiede al Presidente, e alla sua coscienza (e lui sa di che cosa parliamo e che cosa può rispondere), se ci rappresenta davvero o se siamo invece strumenti e oggetto di utilizzazione come purtroppo la storia sarda ci insegna.

Le mozioni pertanto tendono anche a chiedere, con forza, di sgombrare ogni dubbio sugli interessi esterni che guardano al territorio sardo come luogo ideale per azioni finanziarie non trasparenti, a discapito di quell'autonomia regionale che in quest'Aula spesso viene richiamata, che spesso cerchiamo di rafforzare, ma che ogni volta che a questo ci riferiamo mi sembra ci sfugga per azioni che non sono consone alla ricerca della vera autonomia regionale. Si perseguono infatti interessi che nulla hanno a che fare con il bene dell'isola, minando in questo modo alle radici la credibilità di una classe politica regionale, proprio di tutta la classe politica regionale - io credo che siamo coinvolti tutti in questo atto - e mettendo in forse quel poco di autonomia, come ho detto, che da sessant'anni a questa parte si è cercato di conquistare con fatica.

Il condizionamento di interessi esterni alla Regione sarda pesa come un macigno sulla nostra capacità di scrollarci la sudditanza a "governi amici" che non rispettano gli impegni assunti; a ogni piè sospinto ricordiamo i fondi FAS o i trasferimenti che la Regione attende. Si parla di oltre 3 miliardi di euro e ne è stato concesso appena uno, a fronte del grande bisogno di risorse che ha la Regione sa per invertire questa asfittica economia che non ci consente di guardare con speranza al futuro.

Una sudditanza a "governi amici", dicevo, che non rispettano gli impegni assunti ponendo l'Isola, in un momento peraltro difficile a causa della crisi economica che sta colpendo l'intera Nazione, in gravissime condizioni di recessione. La Sardegna rischia di pagare pesantemente questa crisi; pertanto vanno allontanate tutte quelle tentazioni che, mascherate da grande opportunità di sviluppo, perseguono invece esclusivamente forti interessi speculativi deleteri per il reale sviluppo dell'Isola. Un'Isola che, ripeto, vede in forte crisi tutto il tessuto industriale.

Un tessuto industriale che senza energia non ha futuro, e l'energia non può diventare ostacolo alla sua ripresa perché in mano a società multinazionali che hanno solo l'interesse a sfruttare risorse naturali dell'isola senza alcuna ricaduta, se non quei pochi posti di lavoro per gli addetti al controllo degli impianti.

Quindi, è un tema serio perchè l'energia è fonte primaria per lo sviluppo e nella nostra isola ha caratteristiche poliedriche; in modo particolare sussistono le condizioni per un affrancamento dell'energia prodotta dalle fonti tradizionali e da risorse non rinnovabili. La scelta di fare ricorso a fonti alternative è per la nostra isola sinonimo di ambiente; un ambiente del quale l'adozione di un nuovo modello di sviluppo concorrerebbe a caratterizzare quella unitarietà e quella specificità che spesso a parole, ma dovremmo farlo nei fatti, poniamo a confronto con la globalità esasperata che porta all'appiattimento e al livellamento dell'uomo.

Un altro elemento che può avere caratteristiche particolari (è stato dibattuto in quest'Aula per tre mesi), è il risanamento energetico degli edifici attraverso il quale l'isola concorrerebbe, positivamente e celermente, a raggiungere l'obiettivo dell'abbattimento delle emissioni di CO2 prima del 2020. Purtroppo, quel Piano casa, come si è detto, è stato un flop, nonostante l'opposizione abbia cercato di segnalare che quella legge frettolosa, scritta anche male poteva dare adito a interpretazioni non coerenti, non corrette. E non credo che abbia portato quella speranza in termini economici, in termini di sviluppo che la maggioranza si era prefissa.

Penso che dovremo riprenderla in esame cercando di aggiustare - ma non certo per colpa dell'opposizione - quegli aspetti che spesso noi abbiamo sottolineato; sottolineature che invece la maggioranza non ha ascoltato. La riprenderemo in esame per dare un contributo importante, ripeto, non solo sotto il profilo economico ma sotto il profilo ambientale che è l'elemento che dovrebbe caratterizzarci come piattaforma nel Mediterraneo, mare a cui fare riferimento per storia, cultura e habitat.

Ma, se non regolarizziamo anche questa richiesta abnorme di infrastrutture per la produzione di energia alternativa, rischiamo di penalizzare fortemente l'isola sotto questo aspetto che, ripeto, è l'elemento cardine da preservare se vogliamo davvero concorrere a dare alla Sardegna uno sviluppo alternativo a quello delle ciminiere, delle aree inquinate, delle elettrificazioni abnormi.

Non ho molto tempo per completare il pensiero, però io credo che sia importante il coinvolgimento anche su questo tema dei comuni; perché è stata infatti un'esperienza drammatica per molti comuni quella di vedere i cittadini richiedere con forza le autorizzazioni a favore di quelle società che li hanno usati come strumento di ricatto...

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Presidente, io ritengo che l'approccio con cui oggi è stato affrontato questo importantissimo argomento non sia del tutto giusto, e spiego perché. Parto dalle origini e dico che se il dibattito odierno serve, come ho colto da alcuni interventi, ad additare responsabilità sino a questo momento non provate, non comprovate, inesistenti, da parte della Giunta o del Presidente su altre questioni, l'approccio è ancora più sbagliato.

Io invito i colleghi a rispettare, almeno su questa importantissima materia, l'argomento in discussione, perché questo Consiglio regionale credo debba riacquistare una sua dignità istituzionale e politica che, anche per colpa nostra, mano a mano sta perdendo. Sarebbe anche facile girarsi indietro, vedere e poi controbattere, ma non è questo il modo, credetemi, né il metodo.

Io ho piena fiducia nell'operato del Presidente e della Giunta e, personalmente, credo che possa essere scevro da qualsiasi dubbio o da qualsiasi responsabilità che gli si possa almeno in questo momento, teoricamente, addebitare; ogni cosa verrà a suo tempo, nei luoghi idonei, esaminata e comprovata, nel caso. All'interno di quest'Aula siamo chiamati a rispondere a un mandato che i cittadini ci hanno dato: quello dello sviluppo dei nostri territori, del benessere della nostra gente. Concordo in questo con quanto ha detto il collega Gian Valerio Sanna e mi identifico su certe cose ma non su altre.

Problema energetico ed energie rinnovabili, ecco perché ho detto che l'approccio non è esatto. Le Commissioni hanno lavorato all'unisono per oltre due mesi e sono arrivate anche a una conclusione, quasi con una unanimità di intenti. La mozione riporta, di fatto, alcuni punti che ricalcano il lavoro delle Commissioni. Se si voleva interpellare il Presidente per altre vicende lo si poteva fare quando il Presidente, di sua spontanea volontà, ha voluto riferire in Aula, una settimana fa, in base a un preciso articolo del Regolamento; in quel momento poteva essere ascoltato e contrastato su quanto diceva. L'opposizione ha preferito, sbagliando, abbandonare l'aula, lasciare la maggioranza col suo Presidente che, per quanto ci riguarda, ha dato delle risposte esaustive e abbastanza compiute per ciò che doveva comunicare all'Aula.

Oggi si riporta la mozione in Aula, ma non per parlare concretamente di energie rinnovabili; un argomento che porterebbe quest'Aula a dibattere per alcuni giorni, perché non si tratta solo di una fonte di energia, ma di una fonte di sviluppo per il futuro della Sardegna, stante l'importanza che hanno le energie rinnovabili per la grande industria, per la piccola e media impresa artigianale e industriale e per l'agricoltura. E' un dibattito che ha animato il lavoro delle Commissioni in questi ultimi tre mesi e che sta arrivando a compimento.

Non metto in dubbio che il varo delle linee guida da parte della durante i lavori della Commissione abbia creato un certo imbarazzo; ma, di fatto, lo stesso lavoro delle Commissioni e il contenuto delle linee guida sono stati poi inficiati, in parte, dalla sentenza della Corte costituzionale in materia per la Regione Calabria e la Regione Puglia, dalla novità della legge comunitaria e dal dispositivo del Senato che indica al governo di emanare una legge delega in materia affinché sino a 1 MW sia possibile dare le autorizzazioni direttamente con la DIA senza passare tramite l'autorizzazione specifica per l'eolico.

Credetemi, nel corso delle audizioni la Giunta all'unanimità, questi sono gli atti, si è espressa contro l'off-shore, si è espressa contro la speculazione sull'energia eolica che si stava delineando. La Commissione ha operato una sintesi delle audizioni svolte con gli operatori del settore, con i funzionari regionali, da presentare al Consiglio secondo il mandato ricevuto dallo stesso per dare indirizzi sul rilascio delle concessioni e sulla linea che la Giunta regionale deve seguire d'ora in avanti nel rilascio delle autorizzazioni per le energie rinnovabili.

Peraltro le linee adottate dalla Giunta rispettavano il "387" del 2003 e anche questo è nei fatti. E'certo che comunque si è bloccato tutto, si sono bloccate senz'altro le autorizzazioni che potevano far paventare determinate speculazioni ma anche le concessioni per le produzioni e la conduzione aziendale; E' certo necessario e urgente che le nuove linee guida che la Giunta ha predisposto possano essere emanate al più presto. Ho sempre sostenuto in Commissione di fronte a tutti i colleghi che queste linee guida dovranno rispettare l'indirizzo che le Commissioni congiunte daranno alla Giunta e al Consiglio perché questo è il mandato che hanno ricevuto dall'Aula.

In definitiva che cosa chiedono le due Commissioni congiunte? Dalla discussione è emersa una sollecitazione a privilegiare nel rilascio delle concessioni opzioni che producano effettivi vantaggi per la comunità isolana in termini economici, in termini sociali, in termini occupazionali. Si sollecita il ricorso a una procedura semplificata al massimo pur nel rispetto del "387", sperando che nella Conferenza Stato-Regioni le Regioni riescano ad ottenere dal Governo centrale la possibilità di poter anche diversificare i vari tipi di concessione, una per il fotovoltaico, una per l'energia termica o per le biomasse o per l'eolico perché purtroppo, non essendo state ancora emanate le linee guida nazionali, le linee guida regionali debbono assolutamente rispettare il disposto del "387" o comunque le ultime novità emerse in base alla legge comunitaria.

Legge comunitaria che ancora non è operativa perché il disposto del Senato dà al Governo la facoltà di emanare una legge delega; quindi di fatto noi possiamo, probabilmente, indicare in 1 megawatt la procedura per cui è necessaria solo la DIA per la concessione dell'autorizzazione a produrre energia rinnovabile, sempre che il Governo non la impugni. Io spero pertanto che le regioni possano ottenere la facoltà di intervenire separatamente per tipi di energia rinnovabile affinché l'eolico possa avere una strada, il fotovoltaico un'altra, l'energia da biomasse e l'energia termica un'altra ancora.

Questo alleggerirebbe tantissimo la procedura di concessione ma non solo, verrebbe veramente incontro alle esigenze economiche della nostra regione. Di fatto le Commissioni hanno sostenuto la necessità di poter autorizzare impianti che possano andare incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese locali, delle nostre famiglie e della nostra realtà isolana. Quindi fare in maniera che possa essere impedita la speculazione sulle energie rinnovabili.

Ecco perché sinceramente mi è sembrato strano che la mozione sia arrivata in aula mortificando, credetemi, tanto lavoro che è stato fatto in questi mesi; e, comunque sia, è una mozione che di fatto non è completa e sotto molti aspetti anche non assolutamente coerente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Il tema oggi al centro dell'attenzione di quest'Aula è, come è a tutti chiaro, di grande rilevanza per le stesse prospettive economiche della nostra Isola. Lo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili è uno degli argomenti al centro della discussione nei territori fuori da quest'isola dove maggiormente si sta perseguendo la crescita economica.

La mozione in discussione chiarisce molto bene il quadro normativo in cui ci siamo mossi e ci stiamo muovendo, lo stato dell'arte del settore a seguito degli atti e del Consiglio e della Giunta in quest'ultimo anno, la situazione politica regionale a seguito delle iniziative della magistratura in relazione a quanto si stava muovendo attorno alla creazione di nuovi parchi eolici. Proprio a seguito di quanto è emerso negli ultimi mesi abbiamo, purtroppo io dico, dovuto registrare un drastico calo di autorevolezza e credibilità delle massime istituzioni regionali.

Non giova a nessuno che una importante fonte di sviluppo economico appaia oggi all'opinione pubblica regionale come terreno fertile per speculazione da parte di soggetti economici non sempre credibili e spesso screditati. Non giova che in questo appaia, e io spero soltanto in misura non significativa, il nostro Presidente. Così come non giova però che il presidente Cappellacci nella sua relazione di dieci giorni or sono, in difesa del suo operato, abbia citato un dato di cui di fatto portava vanto; e cioè che le autorizzazioni nel settore delle fonti di energia rinnovabili durante questa legislatura sono state pari a zero.

Le dico questo perché io le sue dichiarazioni, signor Presidente, le ho ascoltate come le hanno ascoltate tutti quanti i componenti di questo Consiglio. Il fatto è che lei, con la scelta dell'articolo 121, ha rinunciato ad ascoltare le nostre considerazioni sulla sua relazione ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di abbandonare l'Aula e di non partecipare a un finto dibattito dove l'opportunità di intervenire era riservata soltanto a un rappresentante per Gruppo.

E tornando all'affermazione che lei faceva, è vero, questa è la drammatica realtà dei fatti. Durante questo periodo non c'è stata alcuna autorizzazione. In questa regione le autorizzazioni più consistenti, più significative per non dire le uniche, sono state le autorizzazioni per gli impianti eolici concesse entro il 2004. Sono stati autorizzati oltre 900 MW di cui 400 già realizzati, 550 in via di realizzazione. Allora era in carica la Giunta Masala; io non c'ero ma, forse, lei era Assessore di quella Giunta.

E' stata una fortuna che la successiva Giunta Soru abbia dato un colpo di freno a quella sfrenata voglia di impiantare, in maniera irragionevole e irrazionale (erano state presentate domande per ben 2500 MW), diversissimi impianti eolici nella nostra Isola. Per il resto è vero che pochissimo è stato autorizzato; durante la Giunta Soru si sono date pochissime autorizzazioni per qualche ampliamento, comunque dopo la predisposizione del PPR e per completare alcune strutture esistenti.

Però gli atti di questo Consiglio, la legge 3/2009, gli atti di questa Giunta, le delibere del mese di marzo, hanno di fatto aggravato la situazione. Appunto "Zero autorizzazioni", diceva il Presidente, un intero settore economico legato allo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili è stato tenuto bloccato indiscriminatamente, e nessuna iniziativa seria è potuta decollare. E' stata scippata ogni autonomia di possibile iniziativa da parte degli enti locali, e in particolare il fotovoltaico, che ha rappresentato in molte regioni fuori dalla Sardegna un formidabile strumento di sviluppo, in Sardegna vede un ampio mondo di imprese e di professionisti che chiedono, ahimè inascoltati, di poter realizzare anche in Sardegna quanto è già accaduto altrove, o sta accadendo. Tantissimi progetti di piccoli e medi impianti sono fermi al palo, eppure sarebbero gli unici da cui potrebbe ragionevolmente attendersi una ricaduta sul territorio dalle agevolazioni previste per il conto energia.

Signor Presidente, io ribadisco che quella sua affermazione fatta con orgoglio "autorizzazioni pari a zero", per me suona come una grave ammissione di colpa. Da mesi nelle Commissioni quinta e sesta discutiamo, su richiesta del Consiglio, di come sbloccare la situazione, e il principale ostacolo a qualsiasi decisione è l'atteggiamento della Giunta e del Presidente, se è vero che tutti gli Assessori hanno comunque rinviato alla Presidenza ogni responsabilità.

Sono state fatte discussioni partecipate e appassionate con l'obiettivo, proprio di gran parte dei commissari, di valutare che cosa fare per sbloccare la situazione, di come agevolare e facilitare la realizzazione di piccoli e medi impianti fino a 1 MW di fotovoltaico. E' un'esigenza sentita dal mondo economico, c'è consapevolezza del ruolo positivo e propulsivo che il settore potrebbe svolgere, per il settore agricolo, per il settore artigianale, per la media e piccola impresa.

E' stata preparata una proposta di legge, un articolo unico, che modifica l'articolo 6 della legge 3/2009 ed apre la possibilità ad autorizzazioni con procedure accelerate per impianti di piccola e media dimensione. Questo Consiglio prenda impegno, oggi non domani, di approvare la prossima settimana questo provvedimento di legge. Peraltro il 12 maggio scorso è stata approvata la legge comunitaria 2009 che elimina ogni ostacolo burocratico per la realizzazione di impianti di produzione sotto il megawatt, sarebbe drammatico ed imperdonabile se la Regione Sardegna si ponesse, come difatti è accaduto sino a oggi, come puro e semplice ostacolo.

Quanto ha dichiarato poco fa il Presidente della Commissione industria sulla non immediata applicabilità di quella legge mi preoccupa ulteriormente; allora esitiamo noi un provvedimento che sblocchi la situazione al di là di quello che farà il Governo nazionale. La crisi profonda del nostro sistema economico, della nostra agricoltura in particolare, ma anche le profonde crisi di bilancio di tanti comuni ci devono spingere a fare scelte immediate, affinché ogni occasione di sviluppo e di crescita venga accolta.

L'immobilismo a cui abbiamo assistito in quest'ultimo anno crea rabbia e sconcerto fra gli operatori economici, costretti come sono ad individuare nella VAS un ostacolo al dispiegarsi della loro attività. E ancor di più crea rabbia la sensazione che mentre si bloccava ogni iniziativa sana, che avrebbe creato sviluppo e crescita economica, si ragionava in segrete stanze per obiettivi non chiari a favore di soggetti estranei al sistema economico isolano.

Signor Presidente, prenda atto che l'operato suo e della sua Giunta in questo primo anno di attività non è stato all'altezza delle esigenze della nostra Regione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Signor Presidente, oggi siamo stati chiamati a discutere due mozioni e un'interpellanza aventi a oggetto il problema della produzione di energia da fonti rinnovabili. Taluni interventi peraltro hanno "splafonato", nel senso che sono andati a toccare altri aspetti. C'è stato un riferimento addirittura alla norma sulle intercettazioni telefoniche; norma su cui si può discutere (l'U.D.C. a livello nazionale è contraria quella disposizione di legge), mi sembra però che siamo completamente fuori tema.

E' un tentativo di dare un significato completamente differente a questa discussione, e ciò anche se il problema dell'energia è un problema estremamente rilevante che meriterebbe una discussione approfondita. Purtroppo i dieci minuti a disposizione non consentono di sviluppare tutti gli argomenti, tutti gli spunti che la materia offre.

Diciamo subito che la mozione, soprattutto la mozione Bruno, a mio avviso, pur essendo talune conclusioni condivisibili (rifare il PEARS, di cui dirò dopo), tratta il problema in superficie, non approfondisce, e contiene anche una serie di errori, ora di fatto, ora giuridici. Faccio riferimento all'intervento dell'onorevole Oppi, svolto la volta scorsa, in merito alla confusione esistente, dal punto di vista giuridico, sul PEARS; ora si dice approvato, ora si dice adottato.

Si richiama una serie di delibere della Giunta regionale antecedenti, per esempio la 28/56 del 2007, la 30/02 del 2008, ci si dimentica di dire che queste delibere sono inefficaci, perché anche su questo sono intervenuti il TAR e il Consiglio di Stato che le hanno levate "da mezzo ai piedi". Si parla di norme di legge non più esistenti, su questo sarà più preciso l'onorevole Oppi, non si entra negli aspetti veri ed effettivi della normativa oggi applicabile.

Diciamo subito che sul fatto che ci debba essere un PEARS siamo tutti d'accordo, ma c'è un grossissimo inadempimento da parte dello Stato che non ha stabilito le linee guida, quelle che dovevano indicarci come localizzare gli impianti; questa è una carenza che noi paghiamo gravemente; è una carenza come dirò dopo su cui è intervenuta per rimediare la Giunta regionale con la delibera 10/3. Ci troviamo pertanto in un caos normativo imputabile in gran parte allo Stato, in minima parte alla Regione che effettivamente ha dato avvio al PEARS.

Questo PEARS purtroppo non è stato approvato, sappiamo che è stato adottato, sottoposto alla votazione della Commissione, la Commissione ha dato parere favorevole, poi è stato successivamente modificato con delibera in Giunta regionale, è sottoposto alla VAS, sono stati formulati dei rilievi; sappiamo benissimo che ci sono grosse difficoltà, ma a monte nessuno dice che dobbiamo modificare la legge, la legge prevede l'approvazione da parte della Giunta. Una volta che non è più in piedi la Statutaria, salvo che noi non ci impegniamo come dovremmo ad approvare in tempi brevissimi un'altra Statutaria, l'approvazione del PEARS deve tornare all'Aula, anche per evitare che ci siano interventi della Giunta regionale che di volta in volta modifichino questo atto secondo esigenze del momento, spesso non sottoposte All'aula del Consiglio.

Quindi sicuramente è una materia su cui bisogna intervenire sia sul piano legislativo, sia sul piano amministrativo. Il PEARS sappiamo tutti che va rifatto integralmente, bisogna correre per fare il PEARS. Sono problemi urgenti di cui non ho sentito parlare, si parla di altro, di sentinelle, carabinieri, custodi e cose varie che non c'entrano niente, stiamo evitando di affrontare il problema.

Ho apprezzato enormemente, pur con i dovuti distinguo, l'intervento dell'onorevole Luciano Uras; l'onorevole Uras, dal suo punto di vista, ha detto quello che tutti dobbiamo fare a prescindere dal condividere o meno, nel merito, le conclusioni a cui lui è arrivato. Questo è il modo di lavorare, ha dato una traccia, una linea che dobbiamo seguire tutti. Gli interventi al di fuori di questa linea non li prendo neanche in considerazione, sono interventi semplicemente e malamente rivolti all'offesa, perfettamente inutili, non produttivi.

Sulla delibera numero 10/3 voglio dire subito due parole: noi con la legge regionale numero 3 quando abbiamo introdotto l'articolo 6 abbiamo detto, espressamente, quello che doveva essere contenuto nella norma, in particolare, a parte il comma 5 dell'articolo 6 che dice che: "la Giunta regionale entro 6 mesi dall'entrata in vigore della presente legge procede alla revisione delle linee guida per la localizzazione" questo è quello che è stato fatto, c'è un altro comma che ci dice che "qualora le domande di rilascio siano eccedenti rispetto a quelle rilasciabili compatibilmente con le esigenze di natura tecnica e di tutela ambientale e territoriale è adottato un criterio selettivo", e così via; do per letta la norma, penso che sia conosciuta integralmente da tutti.

Orbene, io ho un'origine politica liberale, mi definisco un liberale, sono per il libero mercato quando il libero mercato c'è; in questo caso non è un libero mercato. Come nella stessa mozione Bruno viene esposto, noi siamo in presenza di un limite quantitativo utilizzabile e con impianti che producono molto di più di quello che può essere prodotto. Abbiamo un cavo che ci collega con il continente che per il momento ha una capacità di 1500 megawatt, riducibili a 1003 - mi corregge il maestro - abbiamo un sistema che non è circolare.

L'energia eolica non è accumulabile, allora abbiamo una saturazione del mercato, abbiamo poche domande disponibili, su queste poche domande disponibili dobbiamo intervenire a regolamentare. Questo è il presupposto da cui è dichiaratamente partita la deliberazione numero 10/3.

Invito tutti a leggere in particolare la prima e la seconda pagina della deliberazione. La prima pagina mi dice che sull'energia eolica io devo accertare la situazione del mercato, finché non accerto questo sospendo perché non voglio compromettere quel poco che c'è.

Seconda questione: la tutela del paesaggio, ne tratta la seconda pagina della deliberazione. Noi sappiamo che la disciplina dell'energia eolica fa riferimento al protocollo di Kyoto ed è volta a limitare l'immissione nell'atmosfera di CO2, è volta alla tutela di un interesse costituzionale e tale è anche la tutela del paesaggio. Questi due interessi sono su uno stesso piano per cui non possiamo dire che la tutela del paesaggio, come in tutte le altre ipotesi, è sempre assolutamente prevalente. In questa ipotesi dobbiamo fare una comparazione più analitica e più profonda fra i due interessi in gioco, non vuol dire che deve essere sempre prevalente l'interesse eolico, spesso può essere prevalente l'interesse dell'energia. Questo ha fatto la seconda pagina della deliberazione.

Ovvio, ognuno di noi l'avrebbe scritta in maniera differente, io avrei riportato espressamente tutte queste cose, ne avrei detto altre, ma quello che conta sono i due principi che sono stati esposti, assolutamente condivisibili e in linea anche con le politiche portate avanti dalla scorsa Giunta. Non capisco come possano essere criticati questi principi; si parla delle linee guida, signori…ma le linee guida… stiamo parlando di cose pratiche! Non siamo d'accordo?

Ci sono diverse cose su cui non sono d'accordo, ma concordo sul principio; allora collaboriamo per dare una migliore attuazione a queste linee guida fermo restando che serve un intervento legislativo che integri questa disciplina. Io personalmente, contro tutti i principi della Corte costituzionale, non li condivido, non conta niente che non li condivida? Non li capisco. La disciplina generale del procedimento amministrativo mi dice che quando manca la disciplina regolamentare di fondo non è che faccio tutto, non è il Far West, non faccio assolutamente niente, se mai debbo obbligare l'Amministrazione, lo Stato in prima battuta, ad intervenire per dettare la disciplina regolamentare.

Tutti questi principi dettati dalla Corte costituzionale urtano contro i principi dell'ordinamento quali li hanno insegnati a me, quali quelli che ogni giorno vedo praticati dalla giustizia dei vari tribunali amministrativi. In quest'ottica non capisco quali critiche vengano rivolte alla Giunta regionale. La Giunta regionale è intervenuta a tutela del mercato residuo disponibile dicendo: "In questa fase non si fa niente, studiamo, vediamo che cosa può essere fatto. Se poi raddoppiamo la linea che ci collega con il continente, se facciamo un sistema circolare di trasferimento dell'energia, benissimo, avremo un mercato più ampio!".

Non è il libero mercato, è prevista la tutela del paesaggio; tutela del paesaggio che deve essere assicurata in ogni caso e in qualunque modo , anche se parliamo sempre di valori costituzionalmente corretti. Sotto questo profilo, parlo giuridicamente non politicamente, non trovo rilievi da rivolgere alla Giunta regionale che anzi ringrazio per essere tempestivamente intervenuta. E' vero che della questione se ne stava interessando il Consiglio, però le domande che si affastellavano richiedevano un intervento urgente. Non ho dubbi comunque che se il Consiglio dovesse, con un ordine del giorno, dare un indirizzo tecnico e pratico-applicativo differente, la Giunta sicuramente ci farà conoscere le sue considerazioni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signor Presidente, l'argomento oggi in discussione è certamente un argomento importante per lo sviluppo e per la crescita del nostro territorio. Mi dispiace però rilevare che, per poter discutere delle comunicazioni che il presidente Cappellacci ha fatto in quest'Aula una decina di giorni fa, siamo dovuti ricorrere alla presentazione di una ulteriore mozione sulle energie rinnovabili.

Questo Consiglio ha discusso più volte l'argomento, sia in relazione alle modalità di rilascio delle nuove autorizzazioni per gli impianti rinnovabili, sia in relazione alle politiche generali nel settore energetico. Lo ha fatto da ultimo il 10 febbraio di quest'anno, in seguito alla presentazione e discussione di una nostra mozione, conclusa con un ordine del giorno unitario con il quale si dava mandato alla quinta e alla sesta Commissione consiliare di predisporre una specifica risoluzione da presentare quanto prima a quest'Aula.

Gli obiettivi fondamentali da perseguire erano due. Il primo era quello di programmare il rilascio di nuove autorizzazioni, l'altro era quello di finalizzare prioritariamente le stesse autorizzazioni a benefici effettivi e misurabili per la pubblica amministrazione, per le imprese, per le famiglie sarde nel quadro dell'esame complessivo della pianificazione energetica regionale.

Io stamattina ho ascoltato con molto interesse tutti gli interventi, ma mi hanno meravigliato in modo particolare gli interventi dei Presidenti della quinta e della sesta Commissione, in modo particolare quello del Presidente della Commissione agricoltura e ambiente. La dignità politica, per il comportamento che c'è stato nel corso del lavoro delle due Commissioni, avrebbe richiesto atti anche eclatanti; personalmente, al loro posto, al di là dell'essere maggioranza o minoranza, avrei rassegnato da subito le dimissioni.

Perché è vero che le due Commissioni hanno lavorato per due mesi, è vero che hanno ascoltato quattro Assessori, è vero che tutti e quattro gli Assessori ci hanno raccontato di non essere direttamente interessati a questi argomenti in prima persona, (l'unico elemento positivo è stato che abbiamo assistito anche a qualche lezione di botanica), ma nel mentre che la Commissione lavorava e audiva gli Assessori per arrivare alla risoluzione finale - l'ultima audizione c'è stata il giovedì pomeriggio, se non ricordo male - il venerdì mattina la Giunta regionale tra le varie delibere (questa è la cosa peggiore che è successa) approvava quella sulle famose linee guida, di cui l'assessore competente, sino al giorno quello dell'industria, non ci aveva minimamente detto.

A questo punto, audito nuovamente il martedì mattina l'Assessore dell'industria per illustrarci le linee guida approvate il venerdì precedente, vista la difficoltà nella quale si trovava nell'esporre alle due Commissioni la delibera, che risultava essere stata approvata di concerto con lui, non da parte nostra, rappresentanti della minoranza consiliare, ma da parte del Capogruppo della maggioranza consiliare gli è stato detto, in pratica, di ritornare a casa a studiare meglio il compito.

Ma la cosa ancora più grave è che, dopo un mese che le due Commissioni non si riunivano perché in attesa di concordare con la Presidenza della Giunta regionale l'audizione (tutti e quattro gli Assessori avevano comunicato che la competenza era in capo alla Presidenza della Giunta), al posto del Presidente della Giunta, è stata mandata in Commissione il direttore generale della Presidenza della Giunta, della quale abbiamo il massimo rispetto per il ruolo istituzionale che svolge ma, certamente, la Commissione in quel momento aveva necessità di risposte politiche e non tecniche.

Noi siamo fermi al momento in cui abbiamo abbandonato l'Aula per mancanza di rispetto nei confronti delle due Commissioni da parte del Presidente della Giunta, staremo a vedere se nei prossimi giorni, se domani stesso, visto che è stata convocata, la Commissione ambiente sarà nelle condizioni di riprendere il lavoro. Ma, nel contempo che le due Commissioni esaminavano le normative e facevano le audizioni, su un quotidiano regionale, molto vicino certamente a questa maggioranza, iniziava una vera e propria azione di sponsorizzazione dell'attività dell'onorevole Mauro Pili, che non è certamente l'ultimo arrivato nel centrodestra, che ha denunciato, lui sì, caro collega Cherchi, e non la minoranza consiliare, l'esistenza di percorsi e atti poco chiari; dicendo chiaramente che le lobby affaristiche stavano arrivando in Sardegna; dato confermato anche dall'onorevole Beppe Pisanu il quale, in quest'Aula, vi aveva già invitato ad avere come priorità l'interesse della Sardegna e non gli interessi di partito.

In tutta questa fase, signor Presidente, la Giunta ha dimostrato di non aver nessun rispetto per il Consiglio e per le sue Commissioni; con le poche decisioni, con le poche scelte che avete fatto avete confermato quello che era chiaro sin dall'inizio di questa legislatura: le vostre decisioni non vengono prese né in questo Palazzo né in quello di viale Trento, ma a Roma o in qualche ufficio in Toscana. Noi abbiamo più volte, con ordini del giorno e con mozioni, proposto, per quanto riguarda le energie rinnovabili nel settore eolico, di vincolare le concessioni alle necessità energetiche reali, e di sottoporre a procedura di selezione pubblica l'eventuale nuovo rilascio.

A mio avviso, considerato che il fabbisogno energetico regionale è quasi al completo, dobbiamo incentivare la creazione di piccoli e medi impianti che promuovano lo sviluppo delle produzioni agricole e diano l'opportunità di un reddito integrativo alle aziende agricole. Per fare ciò è necessario rivedere le famose linee guida approvate il 10 marzo di quest'anno, che sono state contestate, sono state dichiarate inapplicabili, illegittime, non da noi ma da chi opera nel settore.

Io, ho partecipato a Tramatza alla riunione di chi opera in quel settore, oltre ad averli auditi in Commissione, e cioè liberi professionisti, esperti della nostra Regione, e proprio in quell'occasione le linee guida sono state definite come ho appena detto. Stavo dicendo che è necessario rinnovare le linee guida, affinché gli impianti di energie rinnovabili non superiori a un megawatt, così come stabilisce la normativa nazionale, siano assoggettati solo alla procedura di inizio attività. Solo così, a nostro avviso, si riuscirà a far ripartire un settore importante anche dal punto di vista delle risorse che, con i vostri atti, avete sino ad oggi bloccato completamente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.).Presidente, io vorrei fare una disamina della situazione che si è venuta a creare stamattina in fase di discussione delle mozioni, principalmente la mozione presentata dai colleghi del centrosinistra; mi sembra che ci sia una rappresentazione ormai consolidata nell'Aula: l'opposizione che attacca, diversi interventi invece da parte della maggioranza, chi per difese d'ufficio, chi per difese convinte, chi per dire "ci sono"; e nessuno di noi ancora si è reso conto che la politica sta cambiando.

La vera innovazione che sta avvenendo nel mondo è che sta prendendo il sopravvento la politica della verità, non la politica di parte ma la politica della verità. Perciò ci si appoggia e ci si aggrappa a ricordi del passato, si chiedono dimissioni; io vorrei dire al collega Zedda che quando si chiedono le dimissioni c'è anche il rischio che siano accettate e questa potrebbe anche essere una conseguenza pesante per alcuni. Perciò, quando si chiedono in maniera seria ci vuole anche un confronto con le componenti di maggioranza che devono dare il sostegno numerico a questa richiesta.

Allora, io non voglio appartenere né all'una né all'altra di queste posizioni ma voglio cercare di fare un intervento politico, che mi compete, rifuggendo dal giustizialismo che ho risentito in quest'Aula. Colleghi (lo dico a chi c'era e a chi non c'era), io do merito a questa parte politica di non aver mai assunto i toni che ho sentito stamattina, e anche a latere del dibattito sulle dichiarazioni del Presidente. Pur in presenza di fatti concreti, non di semplici comunicazioni mediatiche (perché noi parliamo di fatti e di comunicazioni mediatiche), in quest'Aula, in presenza di rinvii a giudizio, iscrizione nel registro degli indagati delle massime cariche della Giunta regionale e della Presidenza del Consiglio regionale e di direttori generali di prima fascia, nessuno - e vi chiedo di confermarlo ma se non è così dite pure che non è così - si è alzato in quest'Aula riagganciandosi a quei fatti per chiedere le dimissioni di qualcuno. Si è parlato di fatti e di opportunità politiche.

Poi, non si riconosce oggettivamente quali sono i fatti concreti; per esempio, noi politicamente abbiamo discusso alcune azioni della Giunta, e guardate - non voglio strumentalizzare, o ricordare, o provocare - della Saatchi però si è parlato in termini politici in questa sede. Si è parlato, e si è divagato anche un po', per esempio, quando si parlò dell'elicottero che sorvolò alcune zone della Sardegna: chi c'era su quell'elicottero ancora oggi non si sa, non è stato detto, magari lo verremo a sapere perché i diretti interessati ci daranno questa informazione che è una curiosità ormai, niente di più. Quando si è parlato degli interventi di Sorgenia, si è parlato per chiedere spiegazioni.

Morale: io non sono tenero con questa Giunta e con questo Presidente, non lo sono stato e credo che non lo sarò fino a quando non avrò, per quanto mi riguarda, umilmente, la consapevolezza che qualcosa sta cambiando. Noi infatti abbiamo vinto le elezioni, e perché abbiamo vinte le elezioni? Le abbiamo vinte perché ha perso il governo dell'uomo solo al comando - uso la sintesi, senza provocazione - ha perso il governo delle prevaricazioni, ha perso il governo della tutela dei singoli interessi, delle interferenze politiche nell'azione amministrativa, ha perso il governo che aveva una carenza di trasparenza, per la presunzione della supremazia della cosiddetta società civile sulla politica, ha perso il governo che non ha dato spazio alla meritocrazia professionale, e altri governi non danno spazio alla meritocrazia professionale, magari dando spazio e merito alla meritocrazia politica o alla meritocrazia professionale di altro tipo, parlo del mestiere più vecchio del mondo, avviene da altre parti. Io sono critico nei confronti di queste azioni.

Allora tornando ai fatti: io leggo e verifico che questa Giunta ha bloccato un piano di invasione eolica, di fatto siamo a questo punto: questa Giunta, probabilmente anche sbagliando qualche precedente passaggio, è comunque intervenuta, ha dimostrato che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. In un anno di esperienza, di neo esperienza politica, che io richiamo, Presidente, che io ho richiamato, secondo me si sta sbagliando in alcune decisioni, in alcuni indirizzi, in alcune interpretazioni; io sono perché la politica sia rappresentata a tutti i livelli e gli eletti - non candidandomi a nessun ruolo, ripeto, non candidandomi a nessun ruolo -guidino. Lo dico serenamente, tranquillamente.

Se si vorrà dare ascolto a queste parole si dia ascolto, se no continuerò nella mia azione. Suggerisco che c'è un germe di secessione regionale, per non parlare sempre di Cagliari-centrismo e abusare di queste cose; c'è un germe di secessione regionale, blocchiamolo, ci sono gli strumenti, le azioni, le possibilità di bloccarlo, di dare risposte solidali a chi ancora non le ha avute. Parlo di strutture di rappresentanza, parlo di livelli di rappresentanza, parlo di interventi concreti, di dare corso a leggi già esitate in questa Aula; non ricordo Abbanoa, per esempio, scuole forestali, interventi sulla Sassari-Olbia, fondi FAS e quant'altro; di questo ci dovremmo occupare. E per questo sono disponibile con chi vorrà, se non sarà fatto, a votare una sfiducia, lo dichiaro fin d'ora, se non sarà fatto.

Se non diamo risposte alla Vinyls, se non diamo risposte alla Portovesme, se non facciamo una legge elettorale, la riforma dello Statuto, se non diamo risposte ad un federalismo fiscale incombente per la Sardegna, se non facciamo una riforma sanitaria seria ed efficace e non di legislatura, se non creiamo lavoro. Allora sì: sono assolutamente disposto a mettere in gioco la fiducia, lealmente, non fedelmente. Io non conosco la fedeltà politica, ma conosco la lealtà politica che è un'altra cosa.

Allora è in corso questa discussione, grazie alla mozione della opposizione, forse anche per qualche errore nostro. Io per esempio sostengo che se il primo giugno avessimo allargato a venti minuti il dibattito non sarebbe cascato il mondo e non saremmo qui a discutere; si riconoscono degli errori, ho partecipato probabilmente non in maniera attiva a costruire quell'errore, ma è trascorso un anno e più di legislatura.

Io dopo tre mesi dall'inizio della legislatura, poiché ritengo che chi ha più esperienza debba valutare la giornata guardando le prime luci del mattino, parlavo di un po' di nuvole all'orizzonte e perciò dicevo che secondo me dovevamo attuare un cambiamento in maniera più radicale, immediata, efficace ed efficiente subito; ma ora dico anche che non sono gli argomenti di questa mozione, le finalità più che gli argomenti di questa mozione, che ci devono indurre a discutere in questa Aula su fiducia o meno.

Quindi se tutto questo è vero, io credo che dobbiamo trasformare la nostra azione politica. Certo, Presidente, le dico che siamo arrivati a oggi, ma possiamo cambiare e lei avrà tutto il sostegno per cambiare, per avviare quindi una politica dell'ascolto, dell'ascolto dei sardi, dell'ascolto di questa Aula, della considerazione di questa Aula. Forse un po' tutti ci saremmo trovati a disagio in determinati ruoli per le pressioni che vengono da altre parti, quindi un solco netto con l'Italia, un solco netto con il Governo qualsiasi esso sia se non negli interessi della Sardegna, negli interessi di chi rappresentiamo, negli interessi di chi aspetta da noi azioni concrete per il cambiamento.

PRESIDENTE. I lavori riprenderanno alle ore 16 e 30. La prima iscritta a parlare è la consigliera Claudia Zuncheddu.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 59, viene ripresa alle ore 16 e 35.)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo una breve sospensione, Presidente, per evitare di chiedere la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni sospendo brevemente la seduta. Pregherei i Capigruppo di richiamare i colleghi in Aula.

(La seduta, sospesa alle 16 e 36, viene ripresa alle 16 e 48.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, signori colleghi, dissento totalmente con chi ha dichiarato qualche ora fa di aver colto in Aula un "clima giustizialista", di cui non capisco per chi e per che cosa. Certo è che un garantista è garantista sempre, chiunque sia l'imputato: amico o avversario. Ma un conto è il giudizio dei tribunali, dove si entra sempre da innocenti fino a prova contraria, altro conto è il giudizio politico a cui si espone chi esercita una rappresentanza istituzionale.

Altro conto ancora è il giudizio che pronuncerà il "tribunale della storia", al quale nessuno di noi che siede in quest'Aula potrà sottrarsi. La qualità di chi governa, la qualità dell'opposizione non possono sottrarsi al vaglio della storia. La magistratura, se fa il suo mestiere, cioè di chi osserva e fa osservare le leggi, è la garanzia di giustizia per la vittima dell'azione illecita. Il garantismo non è a senso unico, ma è verso l'imputato e verso la vittima: in questo caso vittima è il popolo sardo.

Noi, in questa sede, non siamo né avvocati né giudici, ma siamo chiamati tutti, maggioranza e opposizione, a esercitare il mandato di rappresentanza politica di un intero popolo in quest'Aula, che resta il massimo organo di autogoverno dei sardi. Il popolo sardo, la nazione sarda, che anche lei, Presidente, ha più volte evocato in quest'Aula, esistono veramente, a dispetto di millenni di colonialismo. Noi sardi siamo la prima risorsa della Sardegna, con la nostra storia, la nostra lingua, la nostra speranza, la speranza di sovranità da riconquistare. Tutto ciò ci rende "popolo e nazione".

Presidente, le chiedo se questo è il limite di noi sardi di cui parlava con l'interlocutore telefonico. Certo è che con la vostra "legge bavaglio" sulle intercettazioni i sardi non avrebbero mai saputo quanto lei ama questo popolo. Queste sue interlocuzioni offensive per noi sardi hanno generato una rivolta delle coscienze, che ha determinato malumori anche tra coloro che l'hanno votata, fra le sue fila, e fra le stesse "truppe coloniali" che la sostengono.

Se invece di disertare l'Aula in questi mesi avesse seguito i lavori del Consiglio, avrebbe sentito le preoccupazioni sui pericoli di "infiltrazioni mafiose" espresse anche da esponenti della sua maggioranza; tutto questo prima che fossero rese pubbliche le intercettazioni che la riguardano e la chiamano politicamente in causa.

Evidentemente, l'ordine del giorno numero 22 del 10 di febbraio e il suo spirito unitario erano solo l'ennesimo inganno. Per la verità, ce ne accorgemmo subito nel corso dei lavori della quinta Commissione, di cui faccio parte, e della sesta, delegate congiuntamente a elaborare una risoluzione unitaria per vincolare le scelte in materia di energie agli interessi dei sardi. Evidentemente, lei e la sua maggioranza pensavate ad altro. La riprova di ciò sono le deliberazioni della sua Giunta del 10 marzo, stranamente desaparecidas per settimane, mi riferisco soprattutto alla numero 10/1 recante il disegno di legge per la "Costituzione della società Sardegna Energia Spa".

Il 9 febbraio, intervenendo nel dibattito sull'emergenza industriale, ricordavo che la privatizzazione dell'Enel e la liberalizzazione del mercato delle energie hanno provocato in Sardegna un aggravio delle tariffe, e che, mentre in Italia il "metano dava una mano, ai sardi spezzava le gambe". Da almeno dieci anni, ai più attenti è chiaro che l'energia è la madre di tutte le emergenze in tutti i comparti produttivi, non solo quelli energivori. La vertenza Alcoa, chiusa positivamente grazie all'ostinata e generosa lotta dei lavoratori, che ha piegato la volontà dei vertici padronali e istituzionali, era solo la punta di un iceberg che sta travolgendo da anni l'economia isolana.

La Sardegna, più che usufruire di aiuti di Stato, continua a subire un vero e proprio furto di Stato. La dimensione di tale "rapina" la indicavo sempre nell'intervento del 9 febbraio: la Sardegna, l'unica regione d'Italia esclusa dalla metanizzazione, paga una tassa impropria di 500 milioni all'anno, un "furto di Stato", "un'ipoteca coloniale" sul nostro sviluppo e sulla nostra sovranità. Negli anni '60, la nazionalizzazione dell'energia elettrica assorbì anche l'Ente Regionale per l'Energia, grazie al quale, negli anni '50, la Sardegna aveva rotto il monopolio elettrico della Società Elettrica Sarda della Bastogi.

Oggi, noi sardi scontiamo sicuramente la mancanza di coraggio nel riprenderci la sovranità in materia energetica, allorquando, ben 11 anni fa, fu fatta la scelta di privatizzare l'Enel. La liberalizzazione del mercato elettrico, ha visto nascere in Italia 2000 società di intermediazione, commercializzazione, distribuzione dell'energia; e la Sardegna? La Sardegna è muta, continua a dipendere da decisioni assunte fuori dall'Isola e su un tema, come quello dell'energia, su cui si giocano gli equilibri geopolitici del Pianeta.

Il Piano energetico elaborato dalle varie Giunte delle ultime due legislature è certamente un utile e preciso inventario degli impianti di generazione elettrica e della rete di trasmissione, ma lascia inalterato lo stato di dipendenza della Sardegna sulle decisioni strategiche. Come spiegare, altrimenti, le scorribande dei "pirati del vento" contro cui, in molti casi, si sono sollevate le nostre popolazioni? La straordinaria rivolta delle coscienze dei sardi liberi contro questi neo colonialisti e i loro "ascari", rafforza in me la convinzione che la Sardegna debba riprendersi ciò che l'Italia ci tolse quasi cinquant'anni fa, debba ricostruire un soggetto giuridico sardo attraverso cui esercitare la piena sovranità in materia di energia, magari rivendicando allo Stato italiano e all'Unione europea un regime speciale nelle accise, almeno finché si completi la metanizzazione dell'Isola.

Presidente, le chiedo se il disegno di legge per la costituzione della società "Sardegna energia S.p.A." va in questa direzione. Forse questo non è il tema di oggi, ma non posso nascondere lo stupore per il basso profilo della proposta: una società con un capitale sociale di appena 120 mila euro, che non si occupa di ricerca, di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, che non si preoccupa delle reti di trasmissione. In sostanza, questo ente è una scatola vuota che non si propone di operare come il soggetto della riconquistata sovranità dei sardi in materia energetica.

Come bene indica la mozione in discussione oggi, la potenza del parco di generazione energetica sardo è pari a 3544 megawatt, di cui solo il 12,95 per cento è idroelettrica, il 73,79 è termica, il 12,78 è eolica, mentre il fotovoltaico rappresenta solo lo 0,45 per cento della capacità produttiva. Ciò significa che oggi la Sardegna ha già sulla carta la possibilità di produrre il 26,18 per cento di energia da fonti rinnovabili. Ma la verità è un'altra, Presidente; il consuntivo dei consumi per il 2009 ci dice che la produzione totale di 14.275 gigawatt, solo per il 5,57 per cento viene dall'idroelettrico, per l'89,47 dal termoelettrico, per il 4,96 da eolico e fotovoltaico insieme. Quindi poteri forti decidono quale energie gli conviene produrre e immettere in rete, poco importa dei prezzi ambientali scaricati sui sardi.

L'esportazione energetica raggiunge i 630 gigawatt pari appena al 4,41 per cento dell'intera energia prodotta, che significa il nulla. Quando le centrali termiche poi dismetteranno, perché obsolete, il SA.PE.I. servirà dunque solo ad importare energia -è questa una domanda che io mi pongo - e perché, se non per renderci ancora più dipendenti?

Presidente, è palese la sua inadeguatezza, quella della sua Giunta e delle sue "truppe coloniali" nell'affrontare e risolvere questi temi prioritari per noi sardi. Mi creda, io non voglio pensare altro, ma tragga politicamente le giuste deduzioni. Io continuo a chiedere le sue dimissioni.

Po is sardus, est'ora de sindi scidai e segai custa dipendenza e po binci su referendum contras su nucleare. Fortza paris"

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi. Signor Presidente, sono d'accordo con l'onorevole Floris: sugli illeciti, sui reati e sulla corruzione che in questi mesi affliggono la nostra Regione indagheranno i giudici, non v'è dubbio; io mi auguro che possano lavorare nelle migliori condizioni possibili, e sono certa che lo faranno perseguendo solo la verità e la giustizia.

Noi oggi siamo qui per recuperare un atto che è a dir poco antidemocratico, e anche per toglierci il bavaglio sull'eolico che voi, colleghi della maggioranza, resi ormai esperti in materia di bavagli e di formalmente ineccepibili innovazioni antidemocratiche, ci avete imposto. Siamo qui per parlare di eolico e anche per rimediare all'impedimento di un dibattito libero, aperto agli interventi di tutti i consiglieri sul tema gravissimo di cui la politica si deve occupare, di cui gli accadimenti intorno all'eolico sono emblema.

L'emblema di un sistema, signor Presidente, un sistema malato, che rende l'Italia debole e ne inquina le falde limitandone lo sviluppo, portando ovunque degenerazione e degrado: degrado etico, morale, ma anche economico e sociale. Purtroppo il sistema malato ancora si tiene, e si tiene grazie soprattutto al fatto che il malaffare è diventato intimo alla politica, che nel nostro Paese affari e politica appaiono sempre più legati in un deplorevole sistema di commistione, nel quale non mancano, come ormai purtroppo è noto, gli interessi delle mafie, che vi piaccia o no, gli interessi delle mafie, le quali imperversano anche in Sardegna, per ammissione dello stesso Presidente della Commissione antimafia, l'onorevole Pisanu; è stato detto dai colleghi e lo voglio ribadire. L'ho detto, saranno i giudici a decidere sulla base di prove in sede giudiziaria, e allora tireremo tutte le conseguenze di questo caso.

Ci sono, però, adesso, diversi fatti intorno alla questione dell'eolico, fatti pubblici e verificabili da chiunque, che sono al centro di una questione tutta politica. Parlo dei provvedimenti adottati dalla sua Giunta e firmati da lei, Presidente, che non trovano alcuna giustificazione né nell'interesse generale, né nel bene pubblico e tanto meno nella tutela paesaggistica. Al contrario, sembrerebbero invece voler favorire quella speculazione che la Giunta precedente aveva arrestato. Sembrerebbero essere dettati da nient'altro che dalla volontà di assecondare gli interessi di chi dalla transizione verso la green economy fa la più grande opportunità di business di questo primo scorcio di secolo.

E' un dato di fatto sull'eolico l'eliminazione, voluta dalla sua Giunta (è un dato di fatto, onorevole Locci), delle norme di vincolo e di programmazione poste dalla Giunta precedente a tutela del territorio, del paesaggio e contro la speculazione che, dall'inizio del 2000, ha imperversato in Sardegna in maniera evidente e dannosa. Voglio anche ricordare che nonostante lei, Presidente, eviti accuratamente di citare, nella biografia sul suo sito, sia il periodo trascorso in qualità di Assessore regionale nella Giunta presieduta da Italo Masala ma anche, a dire il vero, il ruolo di Presidente della Sardinia Gold, responsabile del disastro di Furtei (non compare nel suo excursus politico e amministrativo), c'è chi però non dimentica le 87 autorizzazioni con relativi finanziamenti concessi per costruire impianti eolici quando lei era Assessore della programmazione e bilancio. Tra le autorizzazioni di cui sopra, con tutta probabilità, compare anche quella relativa all'impianto di Ploaghe, già coinvolto nell'inchiesta sui "signori del vento", e messo sotto sequestro giudiziario lo scorso novembre.

Ma torniamo all'oggi. All'articolo 6 della legge numero 3 dell'agosto 2009 si riapre la strada alla gestione incontrollata. Modificando l'articolo 18 della legge del 2007 infatti, la "3" ha eliminato ogni riferimento utile a evitare la ripresa della speculazione; e questo è un dato di fatto. Ha eliminato i requisiti degli operatori, eliminato il riferimento agli scopi e ai massimali della produzione di energia eolica, i quali dovevano essere dal 2007 funzionali e corrispondenti alle effettive esigenze energetiche delle realtà industriali isolane; e sappiamo quali implicazioni, sulla nostra economia, abbia la questione dell'energia.

Non solo, la legge del 2009 ha eliminato anche la procedura pubblica trasparente dei bandi per l'assegnazione delle quote ulteriori di energia da prodursi tramite impianti eolici, così come la riserva di eolico da destinare al servizio idrico pubblico della Sardegna. Quella legge, di fatto, ha riaperto la corsa all'accaparramento delle risorse del territorio della Sardegna da parte di qualsiasi società, basta leggere quanto ha abrogato; lo ripeto, è un dato di fatto, appurabile da chiunque. Dall'agosto ad oggi la vera novità, oltre alle veloci e sospette delibere che impongono la procedura di autorizzazione unica anche laddove l'Unione europea la abroga, sta nel progetto di legge che vorrebbe l'accentramento in una sola società di tutte le azioni relative alla politica energetica regionale, compreso il monitoraggio sul rilascio delle autorizzazioni.

Il progetto di legge relativo alla costituzione della società "Sardegna Energia Spa", presentato al Consiglio due mesi fa, è anch'esso del tutto in linea con quanto avviene a livello nazionale, dove si creano Spa per la difesa e per la protezione civile, di fatto sottraendo al controllo e alla trasparenza dei procedimenti pubblici appalti di immenso valore e di immensa rilevanza pubblica. Come vedete non ci allontaniamo mai troppo, anzi ci troviamo ancora una volta calati a bomba nel pieno del business.

E' evidente che la detenzione di un capitale interamente pubblico non salvaguarda in alcun modo la trasparenza, la bontà, l'opportunità delle scelte della futura Spa, suscettibili di essere non solo pienamente discrezionali ma anche intimamente legate al sistema dello spoil system già attuato da questa Giunta in ogni settore in cui abbia impastato le mani. Oggi non abbiamo certo bisogno di una scorciatoia capace di eludere i controlli e la pubblicità, che sono dovuti in ogni democrazia pienamente compiuta, né di procedure per l'affidamento diretto e fuori controllo, semmai abbiamo bisogno esattamente del contrario. Servono norme chiare e attendibili di vera salvaguardia, e questo si chiede nella mozione.

Sappiamo che le mafie sono anche qui, e così il malaffare, e che non attendono altro, ove non l'abbiano già fatto, che di azzannare il territorio, depredarlo a scapito di non importa chi o cosa. Certo, ci preoccupa sapere che il Presidente della Regione intrattiene, o comunque ha intrattenuto, relazioni con affaristi del calibro di Flavio Carboni, le cui richieste tanto respinte non sono state se Ignazio Farris è stato nominato direttore dell'ARPAS come preteso appunto da Carboni.

Dell'ex direttore generale dell'ARPAS, Farris, non possiamo neanche valutare la presenza dei requisiti minimi richiesti per la nomina in quanto la delibera relativa non è mai stata pubblicata sul sito istituzionale della Regione. Sappiamo però che Farris è stato già, ma per meno di cinque anni, dirigente della Provincia di Cagliari sotto la presidenza del centrodestra nel periodo in cui è stato assessore il signor Pinello Cossu, oggi anche lui indagato dalla magistratura per lo stesso affare. Non certo una grande credenziale, Presidente.

Non voglio dubitare delle sue parole, per cui sarebbe stato Verdini, coordinatore del suo partito, a richiedere tale nomina. A questo punto però deve essere chiarito a tutti i sardi, e noi chiediamo questo chiarimento, che il loro Presidente risponde ubbidiente ai rappresentanti nazionali del Popolo delle libertà anche laddove questi sono direttamente indotti ad agire per finalità che non solo non hanno niente a che fare ma addirittura contrastano con il benessere loro, della loro terra, in quanto ne prevedono lo sfruttamento a fini di lucro.

La sua inadeguatezza, Presidente, è ormai acclarata. La Sardegna e i sardi non ci stanno a essere vittime della rinomata sottostima che lei nutre per i sardi, resa suo malgrado pubblica dalle intercettazioni. Il Piano energetico regionale, di cui ormai è opportuna la rivisitazione, deve essere contemperato con la tutela ambientale, territoriale e paesaggistica della Sardegna, interessi primari e non trattabili di cui dovrebbe farsi carico ma non lo fa. Ma deve soprattutto garantire la trasparenza tramite procedure pubbliche appropriate che salvaguardino la Regione dagli attacchi degli speculatori, delle mafie e degli affaristi pregiudicati e truffaldini.

Si tratta di principi basilari che non dovrebbe essere neanche necessario ribadire, ma così vanno le cose in questa Italia, in questo nostro Paese e anche nella nostra isola così governata. Purtroppo la Sardegna non sta facendo eccezione. Oggi anche in Sardegna questi principi sono messi a repentaglio. Chiediamo che questi principi vengano riassorbiti nel nostro sistema e che chi governa se ne faccia carico e portavoce. Così non è. La sua inadeguatezza è acclarata ed è per questo, così come hanno fatto altri colleghi, che si chiede a questo punto la valutazione seria della possibilità delle sue dimissioni, che credo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane sarà un argomento di cui tener conto e sul quale lavorare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Io ricordo un insegnamento che alle future generazioni lasciò uno dei padri della Repubblica il quale, appunto, diceva che se la politica non si può fare con i sentimenti immaginiamoci se la si può fare con i risentimenti. E' un pensiero che l'onorevole Soru, anziché sgattaiolare e uscire appena ho preso la parola, avrebbe fatto bene a fermarsi per ascoltare, questo e anche quello che avrei da dirgli...

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, chiedo scusa...

PITTALIS (P.d.L.). Io vorrei recuperare il tempo che l'opposizione mi sta facendo perdere.

PRESIDENTE. Il tempo è sospeso perché è aperto il mio microfono.

Voglio soltanto precisare che l'onorevole Soru non si è allontanato, non è andato via di sua spontanea volontà, ma è stato chiamato.

PITTALIS (P.d.L.). Mi dispiace, il fatto è che siamo abituati a vedere l'onorevole Soru fuori da quest'Aula, è una rarità che presenzi. Comunque, io richiamavo l'insegnamento di Pietro Nenni perché mi pare che l'azione di personaggi, alcuni almeno, dell'opposizione e, in modo particolare, quella dell'onorevole Soru sin dall'avvio di questa legislatura sia connotata dal risentimento e, mi si consenta, da una buona dose di livore che egli mostra ogni qualvolta si venga in quest'Aula per discutere di questioni come quella oggi in esame. Allora, avrei voluto ricordare all'onorevole Soru...

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non ha parlato!

PITTALIS (P.d.L.). ...che la politica non è un duello rusticano, l'ostinazione non è una virtù.

E' inutile che egli continui pervicacemente a creare, come ha fatto nella scorsa seduta, il classico casus belli per cercare di sollevare polveroni, creare confusione e alimentare una campagna denigratoria fatta di calunnie, di diffamazione, una campagna fatta appunto di livore. Sapete e sa l'onorevole Soru, per esempio, qual è stato il commento colto, fuori da quest'Aula, tra i cittadini comuni che non sono neanche tanto addentro alla politica? Si pensa che, probabilmente, quello dell'onorevole Soru è un atteggiamento assunto per cercare di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dalle vicende che lo riguardano in qualche aula, che non è propriamente quella del Consiglio regionale, perché altrimenti non c'è motivo!

Effettivamente di fronte a una serena, si può anche non essere assolutamente d'accordo su quello che ha detto, ma così è stata, una serena illustrazione da parte del presidente Cappellacci delle vicende che hanno contrassegnato la questione su cui si dibatte, non c'era assolutamente alcuna ragione valida per l'atteggiamento dell'onorevole Soru se non, appunto, quella del risentimento.

Noi lo comprendiamo, dal punto di vista umano, perché la sonora bocciatura che ha ricevuto da parte del corpo elettorale sardo nel confronto con Ugo Cappellacci può avere effetti, certamente, sul piano umano e lo comprendiamo; ma se ne faccia, vivaddio, una ragione una volta per tutte e cerchiamo quindi di riportare il confronto e anche lo scontro, se è necessario, sul piano della dialettica democratica, diversamente si rischia davvero di fare un grave danno alla politica, si rischia davvero di dare un ritratto della politica e delle istituzioni che certo non fa avvicinare l'elettorato, la gente, ma la allontana; e questo è il risultato di azioni come quelle inscenate da parte dell'onorevole Renato Soru.

Allora, mi chiedo e avrei chiesto all'onorevole Soru con quale autorità, soprattutto, si rivolge verso i banchi della Giunta e al presidente Cappellacci per chiedergli e per invitarlo e per ammonirlo e per ricordargli che lui non avrebbe mai incontrato indagati, che non si sarebbe mai associato a persone chiacchierate.

Allora mi viene spontaneo dirgli che se noi dovessimo non incontrare e non parlare con indagati probabilmente qualcuno in quest'Aula rimarrebbe davvero in isolamento, a iniziare da lui; e probabilmente gli chiederemmo se ha avuto modo di scambiare qualche stretta di mano anche con il candidato Presidente alla Provincia di Cagliari, Milia, e ne ho grande rispetto, ma stiamo parlando di personaggi che hanno una situazione per cui l'onorevole Soru non li avrebbe mai incontrati e con i quali non avrebbe mai parlato!

Ci chiediamo perché l'onorevole Soru - e io pretendo una risposta -il 30 giugno del 2008, come pubblica "Il Sardegna" ha incontrato per la realizzazione del Betile addirittura il signor Balducci; e perché, udite udite, colleghi, il 4 novembre del 2008, secondo quanto riporta "L'Unione Sarda", pagina 37, per sei lunghissime ore, e sottolineo per sei lunghissime ore (quindi non si tratta di un incontro di convenevoli), nell'ex quartier generale del comando USA, Soru si è intrattenuto con Angelo Balducci, responsabile degli appalti per la Protezione civile e braccio destro di Guido Bertolaso. Un incontro che serviva, come scrive l'articolista, a fare il punto sullo stato dei lavori e a pianificare il resto. Che cosa significa "pianificare il resto"?

L'onorevole Soru pretende che l'onorevole Cappellacci venga qua a "raccontare" sulla base di indiscrezioni giornalistiche; sollecita il Presidente a dire quello che tra l'altro in assoluta chiarezza e trasparenza ha già riferito mentre lui, probabilmente, qualcosa ce l'ha omessa perché noi non abbiamo sentito una parola sul G8, su quegli incontri con Balducci dell'onorevole Soru, di cui appunto riporta la stampa. E questa è una notizia del 4 novembre 2008.

Allora, colleghe e colleghi, l'invito è veramente ad abbassare i toni perché queste vicende, questi incontri tolgono sicuramente, all'onorevole Soru in primo luogo e ad altri settori dell'opposizione, qualsiasi pretesa di dare lezione di morale pubblica agli altri. Smettetela, per favore! Perché su questo terreno se volete, anche se il tempo purtroppo è tiranno, ci possiamo confrontare; e allora in tema di nomine vi chiediamo: ma la Dirindin chi l'ha nominata? La Bindi e la segreteria nazionale del partito a cui faceva riferimento e nessuno si è scandalizzato!

Nessuno si è scandalizzato quando Soru incontrava in elicottero imprenditori, nessuno si è scandalizzato quando si portavano dal continente su raccomandazioni e segnalazioni i direttori delle ASL! Ma, signori, pretendete di fare la morale a noi su questo terreno? Allora, Presidente, sa io che cosa propongo sulla questione dell'eolico? Una Commissione d'inchiesta perché quello che ha detto lei, Presidente, ci ha convinto, noi siamo solidali e siamo vicini a lei, Presidente, e la esortiamo ad andare avanti con il senso di responsabilità, la rettitudine e l'onestà che sta dimostrando.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Onorevole Presidente del Consiglio, Presidente della Regione, Assessori, colleghi, fa sorridere l'intervento dell'onorevole Pittalis: dieci minuti di intervento sull'onorevole Soru, che non è "oggetto" di intervento oggi, mi pare altrettanto pieno di quel livore a cui lui faceva riferimento accusando Renato Soru di questioni varie. Mi pare che il suo intervento sia davvero incredibile, come se cercasse di deviare l'attenzione dall'argomento in discussione. Sembra che chi deve dare risposte sia il vecchio Presidente della Regione e non l'attuale Presidente della Regione. Quindi, io a lei mi rivolgo, Presidente, e a lei pongo alcune domande, non senza ovviamente alcuni spunti polemici su richieste che cercherò di porre.

Affrontare il tema delle energie rinnovabili nella situazione in cui ci troviamo oggi non è forse il modo migliore per farlo. Arriviamo a discutere attraverso una mozione urgente presentata da noi, consiglieri di minoranza, a seguito di una scelta sbagliata effettuata dalla Presidenza del Consiglio, cioè quella di limitare il dibattito ai soli Capigruppo sulle dichiarazioni del Presidente della Regione.

La mozione, pertanto, va intesa come strumento per poter dire la nostra, la mozione soprattutto come mezzo e non come fine. Ovviamente il fine, discutere di eolico, è ciò che più ci interessa, ma non avendo avuto la possibilità di fare l'intervento sulle sue dichiarazioni la volta scorsa, ovviamente abbiamo utilizzato la mozione come strumento per poterlo fare oggi.

Il tema, come è stato ampiamente detto da chi mi ha preceduto, è molto interessante e urgente, ma c'è una gran confusione in giro. Ci sono atti che contraddicono le dichiarazioni del Presidente e altre dichiarazioni che contraddicono le precedenti. Durante tutta la campagna elettorale, signor Presidente, il tenore delle dichiarazioni era questo: "La Sardegna sarà un punto di riferimento sulle energie rinnovabili".

E ancora, appena eletto, il 25 febbraio del 2009, a margine di alcune dichiarazioni sulla contrarietà al nucleare, lei aveva detto la famosa frase: "Dovranno passare sul mio corpo per mettere il nucleare in Sardegna", vi fu un altro riferimento alla nostra isola e alle grandi potenzialità di sviluppo delle energie rinnovabili sulla terra di Sardegna. Successivamente, il 6 marzo 2010, in Spagna, in Navarra, nuovamente sulle energie rinnovabili disse: "La Sardegna sarà un punto di riferimento importante, noi faremo fino in fondo la nostra parte".

In realtà è accaduto che il 12 marzo, improvvisamente, la Giunta regionale deliberasse tre atti incomprensibili se visti alla luce del percorso e delle dichiarazioni precedenti, disattendendo tra l'altro le indicazioni provenienti dal Consiglio regionale che aveva dato mandato per lavorare sulla proposta di Piano energetico regionale. Pertanto le delibere sono apparse più che altro quasi un alibi per le vicende di cui abbiamo avuto notizia in seguito alle indagini della magistratura su Verdini, su Carboni, su Farris eccetera, eccetera.

Anch'io concordo sul fatto che il lavoro della magistratura debba fare il suo corso e auspico e auguro che lei, Presidente, possa ampiamente chiarire la sua posizione, lo dico per lei e lo dico ovviamente per la Sardegna. A me pertanto non interessa discutere sul fatto che il noto faccendiere Carboni sia sospettato di aver costituito un comitato d'affari, ma interessa capire se è stato capace di influenzare le scelte politiche in Sardegna relativamente alle energie rinnovabili, con particolare riferimento all'eolico.

Io non dico - perché qui non posso discutere di questo, non sono in tribunale, concordo con l'onorevole Floris e con tutti coloro che sull'argomento sono intervenuti -che le azioni di cui si parla siano state fatte in malafede, ma certo, Presidente, nelle migliori intenzioni, nella migliore delle ipotesi siamo di fronte a una notevole dose di ingenuità che si traduce in una grave debolezza politica nel rappresentare la terra di cui lei è il Presidente. Il problema non è quello di fare processi e dare giudizi d'innocenza o di colpevolezza, ma piuttosto quello di fare un minimo di riflessioni sulle opportunità di certe frequentazioni del Presidente della Regione.

Certo è che la situazione in Sardegna non è delle migliori per affrontare questo argomento. Il tema delle energie rinnovabili, dell'eolico in particolare, ribadisco, è oggetto di attenzioni di affaristi di ogni tipo; il problema è che noi in Sardegna dovremmo essere in grado di predisporre, partendo probabilmente da quello esistente, un Piano energetico serio che tenga conto delle esigenze delle attività produttive della nostra Isola, dalle più grandi alle più piccole, nei diversi settori economici.

Pertanto con le delibere è stato imposto un blocco totale e la costituzione di una Società energetica regionale sulla quale, al contrario dell'onorevole Locci che si diceva perplesso , io non ho grandi perplessità. E' una materia sulla quale si può discutere. Mi pare strano, piuttosto, che un governo che si dice completamente liberale e a disposizione dei territori ponga in essere un atto quasi da grande Stato comunista che vuole nazionalizzare un po' tutto.

Certamente su questo potremo discutere o perlomeno occorre chiarire affinché si "affondi" il sospetto che le delibere siano state istruite per affrontare l'emergenza e per costituire un alibi.

La Regione Sardegna si sta muovendo in controtendenza rispetto alle linee comunitarie e alle normative nazionali sull'energia rinnovabile, e questo sta creando gravi danni all'economia isolana mettendo a rischio tanti posti di lavoro. State escludendo completamente gli enti locali dalle scelte relative agli impianti sino a 1 MW, e state limitando la loro autonomia e la loro sovranità riducendoli a semplici partecipanti a conferenze di servizio in cui gran parte delle scelte sono state già effettuate. Insomma, anche in questo caso mi pare che gli atti siano discordanti rispetto alle sue dichiarazioni programmatiche e ai proclami sui comuni che sarebbero stati protagonisti e attori nelle scelte del territorio. In realtà le cose non stanno andando così: vi è un accorpamento della materia nelle mani della Regione in ogni suo aspetto e una conseguente delegittimazione totale dei comuni.

E' necessario capire come vi atteggerete di fronte alle richieste che sono giunte prima del blocco del 12 marzo 2010; c'è tutta la materia relativa alle aziende energivore su cui, nonostante le disposizioni facciano salve le richieste per autoproduzione nelle zone industriali e retro-industriali fino a 4 km, è tutto ancora fermo. Le risposte rispetto alle esigenze della Sardegna, delle aziende della nostra terra sono assolutamente insufficienti e, purtroppo, prendiamo atto che è un governo che fino ad oggi non ha prodotto grandi risultati.

Un governo regionale insufficiente, sempre in affanno, che non riesce a programmare quasi nulla perché è impegnato a rincorrere i danni del giorno prima, che mistifica la realtà, edulcorata dai sogni e dalle parole mai infrante dall'oggettiva situazione in cui si trova la Sardegna quotidianamente. Non sta a me esprimere giudizi, certo è che dopo un anno e poco più di questa amministrazione non si sono visti molti passi in avanti.

E rimango stupito di fronte agli atteggiamenti e agli interventi, ultimo fra questi quello dell'onorevole Pittalis, di alcuni consiglieri di maggioranza che parlano ancora come se fossero consiglieri di minoranza. Continuo a meravigliarmi di fronte a dichiarazioni stucchevoli che negano persino l'esistente, evidentemente Berlusconi insegna; in realtà servono risposte, servono idee e programmi seri, la nostra terra ne ha assoluto bisogno.

Il sospetto sulle "cattive pratiche" e sul malcostume imperante deve essere fugato per il bene delle nostre istituzioni. Non è una bella cosa, ad esempio, apprendere dall'Assessore, al quale abbiamo presentato un'interrogazione rivolta anche al Presidente ovviamente, che gli uffici legali della Regione Sardegna hanno consigliato di non ricorrere al tribunale per difendere i terreni Carbosulcis, venti ettari necessari al piano industriale, e apprendere dalla stampa che su quelle aree si vorrebbe realizzare un parco eolico. In conclusione, signor Presidente, attendiamo risposte credibili nell'interesse, ovviamente, della nostra Isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Io premetto che non sono né per carattere né per cultura politica un garantista; non ritengo una cosa normale, quindi, che un sindaco piuttosto che un presidente della Provincia piuttosto che un presidente della Regione ricevano avvisi di garanzia o, magari, vengano rinviati a giudizio per fatti connessi allo svolgimento della funzione pubblica a cui sono stati democraticamente demandati dai cittadini.

Però, ritengo anche che la discussione di oggi sia stata forzata, artatamente, sulla base di un presunto oltraggio al Consiglio, perché il Presidente effettivamente si è già presentato in quest'Aula, si è già presentato al Parlamento dei sardi e sull'argomento ha già spiegato, chiarendo, a noi e a tutti i sardi i modi, gli operati e gli effetti delle sue azioni sull'argomento che tanto ha scatenato polemiche fuori e dentro di quest'Aula. Non credo per la verità, davvero, che l'aprire il dibattito a tutti i consiglieri abbia sinora approfondito o disvelato chissà quali disegni criminosi (sono parole che avete usato voi), atti delinquenziali o altre definizioni tanto fantasiose quanto, devo riconoscerlo, sicuramente a effetto: si è parlato di "cricchetta" dell'eolico, si è parlato di "continuità territoriale degli affari".

Peraltro abbiamo sentito solo insinuazioni, non si sono definiti quali, dove, come, quando gli "affari" sono stati commessi; perché non definire queste accuse, queste insinuazioni? Perché non esiste niente, come frutto di questi affari non avete potuto citare una sola pala, un solo mattone . Siamo dovuti tornare in Aula perché dobbiamo poter parlare tutti perché, secondo una vecchia teoria della disinformazione comunista, più menzogne ripetute diventano verità; questo credo che la dica tutta sulla reale motivazione di questa "espansione" della nostra attività parlamentare in quest'Aula.

Come atto concreto ne avete citato tutti uno solo, la nomina dell'ingegner Farris che certamente, lo riconosco, alla luce di quanto è stato amplificato dalla stampa non ha arricchito certo l'immagine del presidente Cappellacci se valutata in rapporto a chi si è pubblicamente vantato di averla suggerita. Ma, visto e dimostrato, perché non avete saputo trovare nemmeno voi nessun appiglio, che nulla ha inciso questa nomina su quanto oggi è in discussione, allora in quest'ambito, nell'ambito dell'ARPA, avrei preferito magari sentir parlare di come l'attuale gestione dell'ente, signor Presidente, stia lasciando tutto il Nord Sardegna scoperto.

Il distretto di Sassari, alla scadenza del 30 giugno, non avrà più nessuna professionalità perché i precari che lavorano in quel distretto non saranno riconfermati. Il distretto di Olbia-Tempio, che non solo non ha personale ma non ha neppure sede, si avvale del personale precario, che il 30 giugno scadrà, del distretto dell'ARPA di Sassari. Da quella data pertanto questi due distretti non potranno più funzionare.

Questo comporterà che non ci saranno più geologi, ingegneri, fisici, laureati in scienze ambientali per svolgere il ruolo che l'ARPA in quei due distretti deve svolgere: la tutela dell'ambiente e, perché no, anche lo svolgimento delle conferenze di servizi importanti. Conferenze di servizi su investimenti pubblici e privati che devono ricadere su quei territori e che non potranno essere portati avanti perché l'ARPA non darà il proprio parere, o non parteciperà a quella conferenza di servizi, o non avrà istruito la pratica per questi investimenti. In un momento di crisi, signor Presidente, credo che questo non ce lo possiamo permettere.

Di questo avrei voluto sentir parlare in tema di ARPA, invece mi chiedo se con la discussione in corso ci stiamo davvero guadagnando gli emolumenti. Abbiamo davvero consumato una giornata d'Aula al servizio della Sardegna? Non mi pare, davvero non mi pare! Un po' di tecnicismi, un po' di palleggio di responsabilità tra passato, presente e futuro, molta malizia per conquistare certamente qualche riga in più sui giornali, ma niente di più.

Abbiamo problemi reali, abbiamo reali necessità ed emergenze su cui voi, opposizione, potreste e dovreste davvero mettere in mora noi, maggioranza e tutta la Giunta, stimolarci davvero a dare risposte concrete sul collegato, sulla riforma sanitaria, sul riordino degli uffici del personale della Regione, sulle riforme, sulla legge elettorale. Certo, lo riconosco, questo è un problema della maggioranza, è un difetto che noi stessi lamentiamo; è una nostra specifica funzione quella di portare avanti questi aspetti fondamentali, questi sì, dell'attività legislativa ed esecutiva di questo Consiglio e di questa Giunta.

Non credo davvero, però, che rimestare nel sospetto, nel torbido, sia la maniera più efficace per evidenziare le nostre carenze, i nostri ritardi e le nostre reali inefficienze soprattutto se, consentitemi di dirlo, poi a scagliare le pietre, o a cercare di amplificare la proverbiale pagliuzza, sono coloro che non solo hanno travi ma veri e propri tralicci, e non solo negli occhi ma, davvero, sulla loro coscienza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Signor Presidente, se l'obiettivo dell'opposizione nel presentare la mozione era quello di ricompattare la maggioranza, di dare ancor maggiore forza politica al presidente Cappellacci, devo dire, sentito anche l'intervento dell'onorevole Campus, che mi pare l'abbia sicuramente centrato.

Io mi chiedo che idea si possano essere fatti della Sardegna, leggendo i giornali, coloro che sono arrivati nell'Isola nelle ultime settimane, certamente quella che che l'eolico e le energie rinnovabili siano il vero, forse l'unico, problema della Sardegna: mezza pagina tutti giorni, su tutti e tre i quotidiani sardi, e su molti quotidiani nazionali.

Se poi queste persone capitate in Sardegna avessero avuto anche l'opportunità di seguire le cronache dei lavori del Consiglio regionale a quel punto avrebbero rafforzato questa convinzione, e cioè che solo di energie rinnovabili si parla in questo Consiglio. Mozioni, ordini del giorno, due Commissioni che congiuntamente e disgiuntamente da due mesi lavorano su questo tema, e ancora comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 121, e ancora oggi due mozioni e una interpellanza.

Noi a queste persone vogliamo dire che i problemi della Sardegna non sono questi, che ci sono problemi molto più urgenti che non stiamo affrontando, che abbiamo una situazione finanziaria gravissima nell'ente regionale dovuta anche ai mancati - speriamo solo ritardati - trasferimenti di risorse da parte dello Stato, che abbiamo una situazione economica altrettanto grave in tutta la Sardegna, che abbiamo la spesa sanitaria fuori controllo, che abbiamo un sistema della gestione delle risorse idriche sull'orlo del collasso, che abbiamo ancora tantissime emergenze nel comparto industriale, in quello agricolo e nel terziario.

Ma ora c'è il rischio che diventi una vera emergenza il fatto che pensiamo solo a gestire emergenze e non concentriamo l'attività del Consiglio su quelle iniziative strategiche per lo sviluppo, che dobbiamo assolutamente porre all'ordine del giorno e adottare rapidamente. C'è però un altro paradosso, credo tutto sardo, che un osservatore anche disattento non potrà non cogliere. Nel corso del dibattito di queste settimane e di quest'oggi in particolare (e ho notato che lo ha rilevato anche l'onorevole Pietro Cocco), accade che una Giunta regionale, espressione di una maggioranza consiliare di centrodestra liberal-democratica e liberista, adotti delibere, come dire, dirigiste, proponendo la costituzione di un'Agenzia che gestisca il poco che resta di possibilità di sviluppo dell'eolico, sottraendolo al mercato, sottraendolo alle speculazioni, sottraendolo alle "cricche" o alle "cricchette", delle quali parlava l'onorevole Salis, che nel business dell'eolico e del fotovoltaico si sono gettate a capofitto, in Sardegna e in altre regioni.

Ma qualcuno si è reso conto che ci sono le "cricche" solo dopo che sono stati autorizzati o realizzati 1000 MW in Sardegna, sui 1100 potenzialmente assorbibili dalla rete? Solo ora ci si è resi conto che esistono? C'è d'altro canto, è questo il paradosso, un'opposizione di centrosinistra, e di qualche componente anche orgogliosamente comunista, che contesta queste scelte dirigiste, contesta l'incostituzionalità dei disegni di legge, contesta l'illegittimità delle delibere e si richiama ai principi del libero mercato, se di libero mercato - come diceva l'onorevole Steri - in questo caso si può parlare.

E allora è forte la sensazione che questa mozione, questo dibattito sull'eolico, sia un rito o, peggio, sia strumentale soprattutto quando si forzano le interpretazioni delle scelte, si forza il dato letterale degli atti, anche quando questi atti compiuti da questa Giunta regionale vanno in una direzione non diversa da quella degli atti assunti dalla precedente Giunta regionale.

Mi viene in mente, a proposito di sole e di energia eolica, uno sketch che il cabarettista de I Lapola che imitava l'onorevole Soru recitava nel periodo di massima foga impositiva e "tassatoria" (tasse sulle case, sugli yacht, sulle barche, di soggiorno), dell'allora Presidente della Regione. Questo era il dialogo tra l'imitatore e la spalla "Abbiamo inventato la tassa sull'abbronzatura". "Ma come la tassa sull'abbronzatura?". "Sì perché non è possibile che in Sardegna arrivino dal continente e dall'estero, questi bianchicci con questa faccia malaticcia e se ne vadano abbronzati, con un bel colorito". "Ma devono pagare una tassa necessariamente?". "Per forza devono pagare la tassa, il sole in Sardegna è dei sardi".

Io credo che oggi la Giunta regionale stia proprio ponendo in essere questo concetto; dopo che multinazionali con sedi all'estero, grosse imprese del continente, hanno sfruttato il nostro vento, hanno tentato di sfruttare in grande stile il nostro sole, senza nessuna o con scarsissime ricadute per la Sardegna e per i sardi, è giunto il momento che la Sardegna sfrutti appieno queste risorse, non solo l'eolico residuo, il fotovoltaico o le biomasse, ma ad esempio la geotermia.

Da decenni, e mi piange il cuore nel vedere questo spreco, il Coghinas getta in mare quantità enormi di acqua caldissima che sgorga a Casteldoria a 80 gradi, acqua che potrebbe essere trasportata ed utilizzata per produrre energia, ma anche più semplicemente per far risparmiare l'energia ed il combustibile per riscaldamento. Si potrebbero riscaldare serre, scuole, uffici e abitazioni private con una perdita di soli 2 gradi ogni 10 chilometri per il trasporto, ed invece continuiamo a sprecare le risorse che la natura ci ha consegnato. E, volutamente, glisso sulle terme di Casteldoria, di competenza dell'amministrazione provinciale di Sassari, chiuse da vent'anni, inaugurate ma non ancora aperte.

Io credo che sia necessario pensare in grande, credo che sia arrivato il momento di pensare in grande per la Sardegna, di pensare a un grande modello internazionale, innovativo, nelle politiche energetiche. Per esempio, come ci ha detto in una precedente occasione il presidente Cappellacci, pensare ad una regione a zero emissioni di CO2 per produrre energia elettrica. Dobbiamo cogliere l'opportunità di questa rivoluzione energetica nella quale tendenzialmente il sole, il vento, le biomasse, la geotermia possono diventare risorse più preziose del petrolio.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue CUCCUREDDU.) Credo sia arrivato il momento di pensare ad un modello innovativo anche nelle politiche dei trasporti, trasformando l'insularità da un punto di debolezza in un punto di forza, estendendo l'uso dei vettori aerei, dotando ogni paese della Sardegna di un eliporto; garantendo così l'elisoccorso forse sarà più facile chiudere qualche ospedale se chi non ha la fortuna di vivere a pochi chilometri da un pronto soccorso può non rischiare di morire se colpito da un infarto.

Ed è un investimento minimo in termini di risorse che però trasformerebbe la Sardegna, come l'Islanda, in una grande Isola che punta su mobilità innovativa, non su quella tradizionale nella quale continuiamo a essere l'ultima regione in Italia. Si tratta di trasformare questa Regione in una vera isola turistica sappiamo tutti che oggi non lo è perchè solo l'8 per cento del Pil sardo è prodotto dal turismo. Per raggiungere questo obiettivo servono riforme incisive, bisogna riuscire ad indirizzare verso il turismo il nostro modello di sviluppo che dovrà, peraltro, rimanere sempre e comunque un modello pluri-business.

Connessione acqua-energia; si è parlato di ENAS, e io credo che sia opportuno fare una riflessione su questo tema. Abbiamo un sistema di gestione delle risorse idriche che fa acqua da tutte le parti - per mantenere la metafora - produce quotidianamente passività ed è a rischio la stessa sopravvivenza del soggetto gestore. Non parliamo di chi eroga l'acqua per l'irrigazione nell'agricoltura e dei consorzi di bonifica anch'essi carichi di debiti.

Allora io credo che sia opportuno pensare ad una Agenzia Sardegna acqua ed energia, legare le passività di qualcuno alle utilità che si possono…

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io voglio in premessa respingere le accuse formulate dall'onorevole Campus, e ora dall'onorevole Cuccureddu, di un tentativo di strumentalizzazione dell'argomento dell'eolico in Sardegna e delle vicende a esso collegate. Perché, onorevole Campus,onorevole Cuccureddu, sarebbe molto facile rispondere che, se avessimo voluto strumentalizzare e utilizzare per un rito - come l'ha definita l'onorevole Cuccureddu - questa discussione, avremmo potuto benissimo utilizzare la rassegna stampa odierna, distribuita ai Gruppi, dove avremmo potuto trovare più di un argomento per fare polemica sui risultati che questa Amministrazione, questa Giunta Cappellacci, ha raggiunto a favore della Sardegna.

Avremmo potuto leggere la prima pagina de "La Repubblica" e sottolineare che l'onorevole Verdini è indagato anche per aver sostenuto imprese per la ricostruzione de l'Aquila. Non l'abbiamo fatto! Abbiamo voluto portare l'attenzione del Consiglio regionale, invece, su un elemento che io personalmente, ma anche altri colleghi dell'opposizione, consideriamo discriminante.

(Interruzione del consigliere Floris Mario)

SALIS (I.d.V.). Onorevole Floris, leggiamo anche quelli! Leggiamo tutto! Non abbiamo problemi, discutiamo di tutto, senza appiccicare assolutamente etichette di strumentalità; se c'è da chiarire si chiarisca tutto e ognuno si assuma le proprie responsabilità. Questo mi sembra di poterlo affermare con assoluta nettezza.

Il problema è che ci sono molte questioni da chiarire. Io, onorevole Floris, rispetto all'intervento che lei ha fatto stamattina, non sono d'accordo sul fatto che stiamo trasformando questo Consiglio regionale - lo stesso riferimento l'ha fatto l'onorevole Pittalis - in un'aula giudiziaria. Nessuno vuole trasformarsi in pubblico ministero o avvocato difensore, ma abbiamo forse una concezione diversa della politica.

Io pongo una domanda: è possibile che la politica debba arrivare sulle questioni etiche e comportamentali, relative alla distinzione netta che deve sussistere tra la sfera pubblica e quella privata, sempre per ultima rispetto al lavoro della magistratura? In altre nazioni non è così; in altre nazioni la politica è riuscita ad avere una propria capacità di giudizio etico sui comportamenti di chi rappresenta il popolo, giudizio che anticipa nettamente i provvedimenti della magistratura.

Io ho un'opinione assolutamente discordante rispetto a quelli che dicono che uno che fa politica se non è condannato nei tre gradi di giudizio e se è possibile fino all'onnipotente, non risponde delle sue azioni. Non è così! Non è così! E se la politica sta aumentando la propria distanza rispetto ai cittadini che dovrebbe rappresentare è anche perché le stiamo dando questo tipo di rappresentazione.

Ecco perché questo Consiglio regionale, sulle tante ombre che sussistono sulla vicenda dell'eolico in Sardegna, questo Consiglio regionale, la Giunta e il Presidente eletto dai sardi, dovrebbero porsi le domande in grado di diradare i dubbi che l'opinione pubblica sarda ha in merito. E' un nostro dovere! E' un nostro dovere!

Signor Presidente, io attendo quindi le risposte che mi aspetto ella debba essere in grado di darci rispetto alle domande che le abbiamo formulato sia nell'illustrazione delle mozioni, sia negli interventi che sono venuti dall'Aula. Risposte che dovrà essere in grado di darci anche perché non si tratta esclusivamente di un problema di politica energetica o di questioni tecniche, pur importanti, su come utilizzare le energie rinnovabili in Sardegna. Sottolineo e ripeto, problemi pur importanti perché la possibilità di recuperare energia dal sole, dal vento, energia pulita, è una delle precondizioni del nuovo sviluppo possibile della Sardegna.

Ma se è indubbio che questo è un problema a cui occorre dare delle risposte, è altrettanto indubbio (è un problema dello stesso valore) che le istituzioni sarde debbano uscire da questa vicenda facendo la massima chiarezza possibile. Ecco perché rifiuto questo tentativo di voler rappresentare l'opposizione come un gruppo di persone che vuole perdere tempo.

Sappiamo benissimo che è necessario attivare un'iniziativa immediata sui finanziamenti della Regione. Sappiamo benissimo che probabilmente il collegato alla finanziaria è superato e che bisognerà proporre un assestamento di bilancio perché sono cambiate le condizioni del bilancio che voi avete approvato in Consiglio. Lo sappiamo benissimo e, a questo punto, vi sfidiamo a farci discutere immediatamente le vostre proposte su questi temi.

Sappiamo benissimo che c'è un'emergenza di carattere sociale ed economico in Sardegna che ha necessità di risposte immediate, ma ciò non impedisce di dire che il tema oggi in discussione è ugualmente importante e prioritario; non è un tema secondario, non stiamo assolutamente perdendo tempo e la Sardegna e i sardi su questo tema hanno il diritto di avere risposte chiare ed esaurienti. Non stiamo facendo gassosa, perché se fosse gassosa non si capirebbe, per esempio, come mai l'autorevole intervento del Capogruppo del P.d.L., del Partito della libertà, in Consiglio regionale chieda le dimissioni dell'ingegner Farris, inascoltato, così come le chiedono altri consiglieri regionali non certo solamente dell'opposizione.

Evidentemente in quella nomina, fortemente voluta, c'è qualche elemento che consiglierebbe quanto meno una autosospensione, o anche una sospensione, di un alto funzionario regionale coinvolto in vicende non ancora completamente chiare. Nessuno, ripeto nessuno, vuole trasformare quest'Aula in un tribunale. Abbiamo fiducia nella magistratura, l'abbiamo espressa noi e l'ha espressa il Presidente, lasciamo fare ai magistrati questo lavoro di verificare gli atti.

Abbiamo però la necessità politica di eliminare ogni possibile dubbio - prima possibilmente della risposta della magistratura, almeno io me lo auguro - sulle ombre che su questa vicenda ci sono. Con questa mozione abbiamo chiesto solo questo. Se riuscissimo, anche parzialmente, a eliminare queste ombre, questo dibattito non sarà stato sicuramente inutile, anzi, sarà servito nel darci maggiore forza per rivolgerci ai sardi in merito ai successivi provvedimenti che dovremo affrontare in quest'Aula da qui a domani.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, voglio dedicare una parte del tempo, anche se breve, a disposizione per fare osservare all'Aula che ormai è diventata prassi quella di non condividere, a seconda dei momenti e delle circostanze, le regole che ci siamo dati. Nell'ultima seduta, in base all'articolo 121, il Presidente della Giunta viene sentito dall'Aula, l'opposizione ritiene di non dover accettare l'applicazione di quell'articolo e prende una posizione, che ritiene giusta, di abbandonare l'Aula nel modo in cui l'ha fatto, presenta la mozione e noi oggi siamo in Aula, credo in base all'articolo 54.

Noi, oggi, avremmo dovuto fare la stessa identica cosa: voi non ci avete ascoltato, noi non siamo obbligati ad ascoltarvi. E' diritto dell'opposizione utilizzare l'articolo 54, è diritto del Presidente della Regione utilizzare l'articolo 121; se avessimo tutti quanti un po' più di pazienza e di rispetto reciproco credo che le regole stesse ci indicherebbero la strada da percorrere.

Io ritenevo, col mio Gruppo, di adottare il vostro comportamento: uscire dall'Aula, perché non è pensabile che le regole di garanzia si accettino per alcuni e non per altri. E questo serve a tutti noi perché oggi si è maggioranza e domani si è opposizione; la ruota gira per cui noi non possiamo pensare di essere maggioranza tutta la vita e voi non pensate certamente di essere opposizione per l'eternità.

Per me è una giornata persa, per me oggi è una giornata persa! Il perché parte da lontano. Sapete meglio di me che l'Aula nella sua autorevolezza, che dovrebbe recuperare e ritrovare al più presto, ad esempio, ha competenza sul Piano regionale dei trasporti (è in Commissione in attesa eventualmente di arrivare in quest'Aula) che è il massimo livello di espressione di un sistema, quello dei trasporti appunto, che è determinante per una realtà come quella dell'Isola.

Ma voi potete pensare che il Piano energetico regionale invece non debba avere lo stesso percorso, non debba essere lo strumento di massima espressione di programmazione di quel settore da parte del Consiglio regionale? Io dico di sì, ma lo dico non adesso, lo dico da otto anni a questa parte, da otto anni! Non governava certo il centrosinistra, governava il centrodestra e assessore dell'industria era l'amico La Spisa, quindi non sto nascondendo niente.

Nel prosieguo del percorso non è cambiato nulla; è arrivato il centrosinistra, si è preso il Piano regionale, se l'è rimodulato, l'ha rimodulato ancora in corso d'opera quando ha avuto la necessità di modificarlo, perché c'era un problema che si chiama termodinamico, e cioè Sorgenia, per dire quindi che i terreni non urbanizzati nelle aree industriali erano equiparati a quelli urbanizzati, ad esempio. E non voglio far osservare soltanto questi cambiamenti, io voglio fare osservare che chiunque sia in maggioranza e qualunque Giunta vada a governare mette mano a uno strumento di programmazione e di regole, e di certezze, e di diritto, come un Piano energetico regionale.

Allora, "ragazzi", io credo che questa sia la sede preposta, che questo Consiglio debba discutere e approvare finalmente le regole di un Piano regionale che rispondano alla massima garanzia per chi è fuori di quest'Aula, per impedire il saccheggio, perché non è che gli amici miei sono diversi dagli amici vostri, e se le pale le mettono gli amici miei o il fotovoltaico lo mettono gli altri, pensate che siano migliori? Saccheggio è da una parte e saccheggio è dall'altra. Se qua dentro finalmente si arrivasse a discutere di questo, e a capire che l'unico strumento di difesa è che l'Aula recuperi ciò che non ha più da tempo, forse tutti assieme riusciremmo a scrivere regole tali da dare garanzia assoluta per la gestione di una ricchezza come questa.

Ci sono molti modi, oppure continuiamo così, ma questa Giunta ha ritenuto di bloccare tutto per evitare un'aggressione che comunque era piuttosto considerevole . Io non sono favorevole alle Commissioni d'inchiesta, anche perché la memoria mi riporta alla Commissione d'inchiesta della passata legislatura: ditemi a che cosa è servita. Per me non è servita a niente, perché avrete anche deliberato, avrete anche deciso, ma non si è rispettato niente di quello che avete deciso voi. Allora, facciamo invece un discorso che riguardi quest'Aula e solo quest'Aula, che ci tenga lontani da fattori esterni, da influenze e da intromissioni.

Io posso anche capire che il Presidente riceva un suggerimento dal suo segretario, come lo chiamate voi, nazionale e, Presidente, poiché lei è stato coordinatore della sua forza politica, posso capire anche questa predisposizione; ma oggi lei è governatore dei sardi, oggi è la massima espressione di tutta l'Isola e credo si debba spogliare, spogliare letteralmente, del livello di appartenenza perché questo gli è stato detto con il mandato ricevuto. Un mandato che le hanno dato i sardi, non noi singolarmente, non quest'Aula, ma il popolo. E' stata un'investitura di carattere popolare che le ha dato la massima responsabilità che lei può avere; ne consegue pertanto che lei deve mantenere la massima autonomia, la massima libertà d'azione.

Presidente, lei deve rispondere a quest'Aula, qui si fanno le leggi, qui si stabiliscono le regole, qua dovremmo imporre quello che serve a chi fuori da quest'Aula aspetta, anche con apprensione. Noi non possiamo perdere il tempo continuando a inseguirci su chi ha fatto bene e chi ha fatto male; guardiamo anche al saccheggio che è avvenuto in altre parti d'Italia, soprattutto nel meridione. quale è emerso da una mappatura pubblicata su "L'Unione sarda" relativamente all'eolico, e poi c'è il resto!

Noi, all'interno di quest'Aula abbiamo denunciato un fatto che tarda a entrare nella mente dei consiglieri: tra quei certificati verdi c'è quello riguardante la Saras che, dall'incenerimento dei rifiuti di lavorazione del petrolio, incassa 500 milioni di euro perché questa lavorazione è equiparata alla produzione di energia alternativa. Io ho detto che ci stanno ammazzando dentro casa, ci prendono i soldi e, naturalmente, li spendono fuori. Noi però paghiamo perchè la verità vera è che alla fine aumenta la bolletta, la verità vera è che alla fine di tutta questa vicenda i sardi pagheranno di più l'energia; questo lo dobbiamo dire a chi è fuori dall'Aula, però prima lo dobbiamo dire a noi stessi.

Credo che nessuno di noi stia aspettando che arrivi qualcuno a piazzare pale da tutte le parti: sul mare, sulla terraferma o dove si voglia; per impedire questo c'è un solo modo, e cioè che il Consiglio regionale esiti una legge che abbia la caratteristica della massima trasparenza e della massima chiarezza. Una legge che, in principal modo, possa e debba avvantaggiare solo i sardi, non è un'utopia, guardate che cosa avviene in altre parti d'Europa, guardate come prendono parte agli utili, guardate come è il costo energetico, copiamo la cosa migliore, non le cose peggiori. Io credo che da oggi si debba, partendo da un tema come questo, arrivare all'unica conclusione possibile: l'approvazione definitiva da parte dell'Aula di un Piano regionale energetico.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi pare che si stia arrivando alla fine di questo dibattito, ed è bene che sia così perché se fosse durato ancora a lungo avrebbero incominciato a "girare le pale", quelle eoliche naturalmente. Visto il momento in cui intervengo possiamo anche incominciare a trarre delle conclusioni e, a tal fine, utilizzo la frase detta dal collega Floris nel suo intervento questa mattina: non trovo niente di nuovo sotto il sole.

E' evidente che lui si riferiva alla vicenda dell'eolico, io mi riferisco all'azione della Giunta Cappellacci che, a parte le leggi finanziarie, alle quali crediamo di aver dato anche noi un modesto contributo per migliorarle, ha dato vita, ricordo, al fallimento del Piano casa 1, al fallimento del Piano casa 2, aspettiamo la proposta del Piano casa 3 che, per come annunciata, probabilmente sarà l'ennesimo fallimento, alla legge sugli oratori, alla legge sulla modifica degli orari delle attività commerciali e poco altro di significativo.

Di fronte alla drammaticità dei problemi che vive il popolo sardo io credo che questa esperienza stia andando avanti con ritmi troppo lenti e dedicando attenzioni, particolari per esempio, a vicende, che abbiamo anche sottolineato, come quella del consiglio di amministrazione dell'ARST, e mi auguro che non accada lo stesso per quello della Saremar.

Siamo davanti, ha detto il collega Uras stamattina, a un degrado morale, sociale ed economico e la responsabilità maggiore è delle istituzioni e della Regione sarda. Questi sono i veri problemi che ci interessano, mentre siamo poco interessati a chiacchiere, confidenze, intercettazioni, cronaca nera. Lo dice uno, guardate, che è stato incriminato dal "Tribunale del pettegolezzo" e assolto dopo dieci anni con formula ampia, dopo aver rinunciato alle prescrizioni, lo dico sempre, dai tribunali della Repubblica italiana. Quindi queste cose mi appassionano poco ed entro con sofferenza all'interno delle insinuazioni.

Io mi guardo bene pertanto dall'entrare nel merito di altre questioni (sulle quali evidentemente ritorneremo) e, invece, vorrei spostare l'attenzione sui numerosi problemi che hanno sollevato sia i consiglieri di opposizione che quelli di maggioranza.

Noi siamo molto preoccupati e interessati a trovare soluzioni al drammatico problema della disoccupazione soprattutto giovanile nei confronti della quale poco è stato fatto all'infuori delle "cosette" per i precari. Penso alla crisi del comparto industriale nei confronti del quale la Regione balbetta, penso all'assenza della Regione nel dibattito sulla chimica in Italia e al ruolo che dovrebbe avere la Sardegna. A proposito, sabato scorso a Sassari si è tenuto un interessantissimo dibattito sul ruolo della chimica in Italia e quale peso può giocare la Sardegna all'interno di questa.

Penso alla crisi del comparto dell'agricoltura, del comparto zootecnico e pastorale, della pesca; e ricordo che gli agricoltori, stritolati da vessazioni di ogni tipo, avevano chiesto di poter realizzare piccoli impianti per il risparmio energetico, e nulla è stato concesso.

Non si può tacere sulla profonda crisi della scuola sarda priva di strutture e di mezzi. Oggi i dirigenti scolastici, a finale d'anno, stanno facendo fronte di tasca propria alle emergenze perché non hanno più fondi per far funzionare le segreterie e garantire la presenza dei supplenti; e ai sardi che ci chiedono risposte io sento dire poco altro oltre all'incomprensibile balbettio. Sappiamo tutti che la macchina amministrativa regionale è inceppata, magari ci chiediamo per quali ragioni, forse per i troppi consulenti ben pagati che si "impicciano" l'un l'altro.

Ma veniamo al Piano energetico (è l'argomento che abbiamo oggi all'attenzione dell'Aula) e alla produzione di energie alternative e rinnovabili. Questa oggi è la vera emergenza mondiale, una priorità assoluta per salvare gli uomini, , naturalmente piante e animali e quant'altro sulla terra si trovi. Però io credo che non sfugga a nessuno la drammaticità del problema, che è diffusamente sottovalutata. Le direttive nascono dal "Pacchetto clima" che impone la riduzione dei consumi e parallelamente la riduzione dei gas che creano l'effetto serra.

La data del 2020 è dietro l'angolo e possiamo raggiungere la meta solo ed esclusivamente se i territori, a iniziare dai nostri territori così come da tutti gli altri piccoli territori, saranno in grado di ben gestire la partita. Questo vuol dire mettere in piedi un serio progetto adeguato al proprio fabbisogno, senza compromettere la qualità del paesaggio e senza altro consumo del territorio. Perché questo è l'altro aspetto fortemente legato agli insediamenti di cui si è discusso. Su questo fronte ci giochiamo una partita vitale, siamo pronti al confronto e se è necessario non temeremo lo scontro per difendere questi principi.

Abbiamo già perso una partita importante anni fa su questo terreno quando, con eccessiva liberalità e disinvoltura, abbiamo consentito interventi passati come interventi di sviluppo economico, interventi industriali, interventi turistici per rilanciare economia e occupazione e i risultati sono la profonda crisi del comparto turistico e degli altri comparti, con la percentuale più alta di disoccupati in Sardegna mai registrata e ampie porzioni del paesaggio e delle nostre coste distrutte per sempre.

Puntare alla produzione di energie alternative senza attivare un meccanismo di dissuasione della spesa e del consumo non ci porterà lontano; oggi il problema non è solo puntare alla ricerca delle energie alternative, bisogna parallelamente, contestualmente affiancare questa ricerca a un piano di riduzione dei consumi; contestualmente dobbiamo introdurre modelli e meccanismi di riduzione dei consumi, dobbiamo mettere in crisi i modelli di consumo che la società in cui viviamo ci presenta come modelli irrinunciabili, addirittura sollecitati qualche volta, alla spesa. Ma con quali mezzi e con quali risorse!

Dobbiamo ritornare al controllo dei consumi e andare verso modelli di frugalità e parsimonia; dobbiamo mettere fine al consumo del territorio e puntare alla riqualificazione del patrimonio esistente con tutti i meccanismi che abbiamo anche introdotto nelle varie proposte, programmi di governo formulati a livello locale, provinciale, regionale e nazionale.

Dobbiamo governare con autorevolezza questo processo mettendo al centro della nostra azione il bisogno e gli interessi dei sardi. Questo deve essere il punto fermo. Pensare a una riduzione dei beni primari oggi è inevitabile; affermiamo che in primo luogo bisogna evitare il consumo del territorio, potrò apparire pedante, ma questo deve rimanere un punto fermo perché già i primi interventi che ci sono nell'aria mettono a repentaglio il futuro della nostra Sardegna. In ogni caso va combattuta la tendenza ad affidare tutto o quasi all'iniziativa privata.

Presidente, questo è un altro appello che facciamo con forza: il pubblico ha il dovere, soprattutto in campo energetico, di rendersi parte attiva a garanzia di interessi collettivi e io credo che non abbiamo ancora, sufficientemente e con la dovuta attenzione, iniziato a occuparci del problema della difesa dell'acqua pubblica. La mozione numero 31 impegna il Presidente e la Giunta ad affermare la sovranità sui beni pubblici e, in particolare, il sole, il vento e l'acqua.

Presidente, avete vinto le elezioni, siete al governo della Regione e come diciamo noi ad Alghero: qui te lo cuxirò a les mans quina la minestra a la manera d'el: il mestolo è nelle vostre mani; siete voi cioè che avete la responsabilità e il dovere di governare e guidare un'azione di governo sulle problematiche che, con diverse sfumature, sono state messe in evidenza oggi in questa Aula. Siamo qui pertanto, ancora una volta, per misurarci e contarci accettando le sollecitazioni giunte, anche quest'oggi numerose, dai banchi della maggioranza. Però, le mozioni numero 31 e 62 indicano proposte e soluzioni, che siamo convinti non debbano essere prese in toto da voi, ma in ogni caso è una via che noi indichiamo. Vedremo in che misura queste proposte verranno accolte.

In ogni modo, voglio chiudere ricordando a tutti che la più importante energia alternativa è il vero e concreto risparmio energetico. Su questo punto io credo che non ci sia possibilità di ricerca di altre risorse. Non possiamo inseguire sole e vento se non riduciamo i ritmi di consumo energetico di oggi e del passato. Chi premerà verso un mantenimento dei consumi saranno business, affari e mafia. Vigiliamo e alziamo la guardia e l'attenzione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Milia. Ne ha facoltà.

MILIA (U.D.C.). Presidente, prendo la parola quasi alla fine di questi interventi su una mozione che per molti tratti è stata dimenticata; è stata dimenticata nella sua essenza, perché si è parlato di tutto, molte volte, fuorché di energie alternative. La premessa è che noi siamo per l'energia alternativa.

Io sottoscrissi con la Edoardo Raffinerie Garrone (ERG), più di dieci anni fa, il primo protocollo d'intesa per l'eolico in Sardegna. Nacquero i parchi eolici di Tula, di Aggius, dove il sindaco Muntoni, per chi conosce il paesino, è riuscito anche grazie alle royalties di quella intrapresa a trasformare Aggius in uno dei più bei paesi della Sardegna. A Tula ricordo che il sindaco dei D.S. (i sindaci da sempre nel paese sono stati espressione prima del P.C.I., poi dei D.S.) ebbe una polemica violenta con i suoi compagni di partito che, allora, militavano in un comitato per il paesaggio.

Perché dico questo? Perché non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, di questo siamo tutti convinti. Ricordo perciò le entrate a gamba tesa, scomposte, della Giunta Soru nei confronti del parco eolico di Buddusò-Alà che aveva tutte le autorizzazioni, compresa la valutazione di impatto ambientale, che bisognava bloccare forse perché non era stato autorizzato dalla Giunta Soru; però in quel momento Buddusò e Alà vivevano la crisi peggiore degli ultimi trent'anni con la chiusura di quasi tutte le industrie del granito e il crollo del mercato sugherifero.

Allora, la domanda è questa: quanto e come deve essere giudicato per gli atti che compie chi ha ruolo nella pubblica amministrazione? Qualcuno che mi ha preceduto ha detto: "Non siamo in tribunale". Oggi, in quest'Aula si è stati peggio che in tribunale, si è arrivati alle informative di quei carabinieri che, quando vogliono delegittimare qualcuno per non consentirgli di avere il porto d'arma o la patente, scrivono: "Si accompagna con pregiudicati", magari i "pregiudicati" hanno avuto una condanna per guida in stato d'ebbrezza. Questo è il punto che in quest'Aula non dovrebbe mai arrivare; non dovrebbe mai arrivare perché chi ha avuto incarichi pubblici, chi li ha ricoperti, chi ha intenzione di ricoprirli, chi amministra la cosa pubblica sa che, quando si ha a che fare con imprenditori che vogliono operare nei settori più svariati, si hanno incontri di tutti i generi.

Io non devo prendere le difese del presidente Cappellacci perché per Cappellacci parlano gli atti, non parlano le chiacchiere. Quando io e il presidente Floris firmammo l'accordo di programma su Sa Illetta con l'allora dottor Soru, abbiamo pensato a qualcosa di diverso dall'interesse primario della Sardegna, di Cagliari, rispetto a un'azienda così importante come Tiscali? Magari oggi con una coscienza ambientale mutata, più forte, qualcuno avrebbe gridato allo scandalo, perché Sa Illetta è stata realizzata sulla laguna di Santa Gilla.

Quando si governa, bisogna avere il coraggio di prendere posizioni serie, certe e concrete e non fare dietrologia su atti certi, mi riferisco per tutti alla legge numero 3 dell'agosto 2009, articolo 6. Perché è stato esitato quel provvedimento? Perché l'articolo 18 della legge numero 2 del 2007, approvata dalla precedente Giunta, era stato abrogato dalla direttiva dell'UE per incompatibilità. C'era un vuoto normativo, e quando c'è un vuoto normativo bisogna intervenire, pertanto non facciamo dietrologie su atti legislativi di un certo tipo.

Oggi in quest'Aula si è sentito di tutto, si è voluto difendere il ruolo democratico degli enti locali ora esautorati perché si è ricorso all'autorizzazione unica. Signori, voi gli enti locali ora esautorati non li avete mai difesi nella scorsa legislatura, quando venivano conculcate le loro speranze, le loro aspettative, le loro possibilità di decisione, quando è stato approvato un Piano paesistico passando sopra la testa di tutti. E oggi vogliamo dire che i "poveri enti locali" vengono esautorati dal loro potere democratico? Signori, cerchiamo di riuscire a rientrare in argomento. L'argomento è il ruolo che la Regione, che la macchina regionale deve avere nei confronti di un argomento di un'importanza - l'hanno detto in molti - capitale per la nostra Isola.

Allora, presidente Cappellacci, è su questo che noi chiediamo la sua autorevolezza, perché questa macchina regionale sia più snella e governi in maniera più celere. Non sarò il solo ad aver ricevuto decine, se non centinaia di telefonate, da imprenditori di tutta la Sardegna, quando queste famose direttive non arrivavano per mesi, mesi e mesi. Questa è una critica che ci siamo fatti in casa, che ripetiamo in pubblico. Su questi argomenti dobbiamo lavorare tutti assieme.

Questa non è una Giunta, onorevole Barracciu, che ha fatto spoil system, questa è una Giunta che ha permesso cose "vergognose"; ha permesso cioè a dipendenti funzionari apicali dell'Argea di candidarsi, di venire eletti e di organizzare occupazioni negli uffici dell'Argea contro l'Assessore dell'agricoltura; ha permesso a dirigenti dell'Argea di candidarsi e diventare sindaci facendo la campagna elettorale dagli uffici dell'Argea; ha permesso a capi dipartimento delle ASL di non fare i capi di dipartimento e di candidarsi e fare gli assessori provinciali. Questa non è una Giunta che ha, da questo punto di vista, fatto nessun atto contrario alla democrazia che deve governare chiunque amministri la cosa pubblica.

Questa è una Giunta che ha compiuto atti, per quello che riguarda la mozione di oggi, assolutamente solari rispetto alla volontà del Consiglio, che si è incontrato nella sua interezza con la volontà della Giunta: tutelare la Regione autonoma della Sardegna, le sue prerogative e il suo bene primario che è l'ambiente. Questo è quello che ha fatto questa Giunta regionale.

Ecco pertanto la richiesta che rivolgiamo al presidente Cappellacci in una materia così importante. Noi siamo pronti a dialogare con chi, oggi, presenta un ordine del giorno che in qualche parte può essere discusso, anche condiviso, ma siamo pronti a dialogare nella chiarezza e soprattutto con una disponibilità e con una partecipazione che ci deve vedere uniti, perché l'argomento di cui si discute va ben oltre il signor Flavio Carboni. Lo dico perché credo che sia - anzi ne sono sicuro - un incensurato, quindi non è né un faccendiere, sarà un faccendiere, sarà un imprenditore, ma è incensurato, non è una persona condannata nei tribunali della Sardegna, va oltre le chiacchiere, i chiacchiericci di corridoio.

Sappiamo che in tutte le Giunte precedenti, ma compresa anche questa, può darsi che qualche figura nominata non abbia svolto quello per cui chi l'ha nominata si era speso, e cioè la sua operatività può essere discussa sotto il profilo dell'operatività e della professionalità. Su questo credo che tutti quanti assieme possiamo fare una riflessione. E' già arrivata questa riflessione dai banchi della maggioranza, la trasferiamo alla Giunta; crediamo però che assieme a queste riflessioni il cammino della Giunta debba andare nella direzione che, primo fra tutti uno dei primi interventi che ho apprezzato, quello dell'onorevole Uras ha tracciato: operatività assoluta, macchina che funzioni senza sconti.

Il momento che stiamo vivendo, infatti, non può essere assolutamente un momento di pausa e di riflessione per nessuno, ma l'operatività deve essere massima e, per questo, questo Consiglio regionale, questo Gruppo dell'U.D.C. vuole collaborare con la Giunta perché questa impasse momentanea venga in qualche maniera superata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, ho le idee confuse? No! Le ho piuttosto chiare! Però nelle ultime 48 ore mi sono preoccupato di capire che tipo di intervento si potesse fare e quali considerazioni portare ulteriormente a quest'Aula, benché alcune cose io le abbia dette nella seduta precedente, cioè quando i colleghi del centrosinistra, sbagliando, hanno ritenuto di dover abbandonare l'Aula. Ero molto dibattuto, e lo sono ancora, sul tipo di intervento da fare.

Intanto ho ascoltato i colleghi del centrosinistra, ho ascoltato da loro considerazioni che sono in sintonia con ciò che c'eravamo detti nella Conferenza dei Capigruppo, e cioè: discutiamo nel merito della mozione e non trasformiamo quest'Aula in un'Aula di un tribunale; appello inutile! Verrà certamente vanificato. Peraltro, alcuni degli interventi svolti hanno seguito un filone diverso da quello che tutti quanti auspicavamo.

Mi riferisco all'intervento della collega Barracciu che mi spiega tante cose, mi spiega perché non è più segretario regionale del suo partito, mi spiega anche perché non è più sindaco di Sorgono, mi spiega tante cose, perché da una persona attenta e capace come lei, collega Barracciu, mi sarei aspettato un intervento diverso, molto più importante e molto più pregnante. Lei ha fatto il miglior intervento che potesse fare non utilizzando nessuna delle grandi capacità che invece ha.

Questo che ho detto vale non solo per lei ma anche per il collega Gian Valerio Sanna, che per l'ennesima volta devo citare ma, essendo un amico di vecchia data, posso permettermi di dargli ulteriori suggerimenti. L'onorevole Gian Valerio Sanna è persona capace, l'ho detto tante volte, poteva portare un contributo importantissimo a quest'Aula, su una materia che certamente conosce bene.

La materia l'ha conosciuta meglio, forse non l'ha capita, nel momento veramente nel quale doveva stare molto, ma molto più attento di oggi, perché forse qualche cosa le è sfuggita, onorevole Sanna, quanto meno le è sfuggita la proprietà del linguaggio. Infatti, quando lei parla di accordo di programma non può confondere l'accordo di programma con l'accordo procedimentale, perché sono due cose completamente diverse, sono due cose completamente diverse! Non c'è la volontà politica che determina il tutto, cioè non può succedere qui ciò che è successo negli anni passati.

Mi riferisco all'inizio dell'anno 2008, 26 febbraio 2008; questo è un documento autentico firmato dall'onorevole Soru, sul quale nessuno ha aperto un'inchiesta, eppure è un atto, ma nessuno di noi ha sollevato questo come un problema, che doveva sollevare chissà quali perplessità, e di perplessità ne avremmo dovuto sollevare tante. Questo atto è un Protocollo d'intesa col Ministero dall'allora Ministro Pecoraro Scanio, datato 26 febbraio 2008, è un accordo di programma, un protocollo d'intesa, meglio, nel quale si dice che "…oggetto del presente accordo è l'attuazione di un programma per la diffusione degli impianti di solare termodinamico nel territorio della Regione Sardegna". Era previsto nel Piano regionale energetico? Non lo ricordo e, se anche ci fosse stato, noi non l'abbiamo letto, perché non abbiamo mai conosciuto questo Piano regionale energetico, ma qui questo c'è, e quindi era un'iniziativa.

Il presidente Soru, impegnato in altre questioni, probabilmente, non poté firmare questo Protocollo d'intesa fisicamente davanti al ministro Pecoraro Scanio, lo firmò qualche tempo dopo comunicandolo al Ministro e scusandosi per le difficoltà che non gli avevano permesso di siglare il documento in sua presenza. Mi si chiederà perché sto facendo questo ragionamento visto che si trattava di un protocollo d'intesa che parlava di termodinamico; poi dirò qualcos'altro relativamente a questo.

Passa qualche mese e arriva l'accordo di programma tra Regione autonoma della Sardegna, Provincia di Cagliari, Consorzio industriale provinciale di Cagliari e Sorgenia Spa. Che cosa dice questo accordo di programma? Per la prima volta si parla di solare termodinamico. Questo accordo di programma, non lo leggo nel dettaglio perché ci sono delle "chicche" che probabilmente andrebbero esaminate meglio, e non da quest'Aula, è stato firmato il 15 dicembre del 2008; probabilmente era l'ultimo giorno utile prima della conferma delle dimissioni.

Su questo accordo di programma credo che stiano scrivendo un libro, perché è una perla di disposizioni straordinarie sulla pubblica utilità, sull'esproprio, sul prezzo agricolo medio di terreni industriali. In merito rivolsi al presidente Soru due interrogazioni, chiedendogli di far funzionare la commissione che verifica il prezzo medio dei terreni agricoli, ma per altri usi, non per cedere le zone industriali.

Bene, questo è un documento straordinario che esprime una filosofia, che non è quella del presidente Cappellacci, che non si è permesso di sottoscrivere accordi di programma, soprattutto questo tipo di accordo di programma. Il 27, alle ore 16 e 22, questo Protocollo d'intesa, che era stato sottoscritto con il ministro Pecoraro Scanio e che parlava di solare termodinamico, esce dagli uffici della Regione Sardegna (stiamo parlando di 8, 10 mesi prima che venisse confezionato questo) con un fax indirizzato a chi? Venne inviato ad un certo signor Francesco Dini, direttore affari generali del gruppo Sorgenia, cari colleghi, di cui è amministratore unico l'ingegner Massimo Orlandi.

Vi sembra una cosa che ci deve lasciare indifferenti? Eppure, abbiamo fatto processi in tutti questi anni? Abbiamo fatto denunce? Abbiamo creato chissà quale polverone? Abbiamo presentato mozioni, interpellanze, interrogazioni per un fatto che mi pare sia di una gravità inaudita? Non per le cose che ho detto io, per le cose che sono contenute qui, certamente tante ne avremmo potute dire. E allora dico… E' vero che quell'investimento non è andato avanti... certo, hanno perso le elezioni… però, sempre nello stesso periodo, la Giunta regionale di allora...

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

Colleghi, per cortesia.

SORU (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, che bello questo Consiglio regionale, persino spassoso. Abbiamo sentito il collega prima raccontare una bellissima barzelletta che mi riguardava, bella, con dovizia di particolari, credo seguendo un'abitudine propria del Presidente del Consiglio che, da qualunque parte vada, racconta una bella barzelletta; e così abbiamo risolto la giornata.

Sono felice di aver sentito questa barzelletta e tutto il resto che ne consegue. Bellissimi anche questi ultimi interventi, certamente dettati dalla stanchezza, con l'elegante richiamo del collega Milia a Tiscali e l'elegantissimo voto (in condotta e di pagella) che il Capogruppo - complimenti! - della maggioranza ha dato all'onorevole Barracciu e a tutti quelli che hanno parlato. Complimenti per il modo di dare i voti al lavoro degli altri, e complimenti anche per la tecnica di cercare di ributtare la palla e di parlare d'altro.

Io oggi però non parlerò d'altro. Sarò felice se lei presenterà una mozione su questo interessantissimo argomento e alla presenza di tutta la maggioranza, dell'opposizione e della Giunta, potremo occupare una bella giornata per parlare della palla che lei ha cercato di mettere in campo. Ma oggi la palla in campo è un'altra: è il comportamento di questa maggioranza, di questa Giunta regionale sui temi che stanno scritti nella mozione, l'eolico e così via.

E' stato detto che forse questo è un dibattito rituale. E' vero, è un rito perché alla fine continuiamo a palleggiarci le cose gli uni contro gli altri senza ascoltarci e, probabilmente, non valiamo il costo di questa giornata di lavoro; effettivamente abbiamo una notevole idiosincrasia ad ascoltarci e a cercare di migliorarci a vicenda. E' certamente un rito perché, evidentemente, facciamo fatica a dire qual è il senso delle cose, per quale motivo siamo qui oggi.

Siamo qui oggi perché avremmo voluto parlare una settimana fa. Sarebbe bastato semplicemente che un gesto politico, una sensibilità politica di un Presidente della Regione, che viene urgentemente in aula per fare delle dichiarazioni, ci permettesse non solo di ascoltare ma anche di parlare; a maggior ragione consentisse di parlare a chi, avendo avuto responsabilità nella Giunta precedente, si sentiva parte in causa nel rispondere a delle cose che erano, come ho detto, una contraffazione della realtà del passato.

Quindi siamo qui oggi in un prosieguo di quella giornata, della giornata in cui lei, signor Presidente, ha chiesto di venire a parlare in quest'Aula di energie rinnovabili, non credo perché tecnicamente interessato all'argomento, altrimenti sarebbe andato a parlarne in Commissione laddove, avendo noi già parlato dell'argomento in un'altra mozione in quest'Aula, che lei non ha avuto il tempo di arricchire con la sua presenza, si è deciso di riparlarne, di fare un approfondimento, e non c'è stato modo di sentire il suo punto di vista.

Lei è dovuto venire qui a parlare in quest'Aula non perché è interessato gli aspetti tecnici, ma per giustificare giustamente il suo operato. Avrei fatto anch'io lo stesso. Nel momento in cui c'è una pluralità di notizie sulla stampa, sui media, in cui lei, come dice, è stato sottoposto al "tritacarne mediatico" che gira attorno ai nomi di Verdini, Carboni, Fusi e chi più ne ha più ne metta, ha avuto il bisogno di venire a parlare in quest'Aula e dire come padre, come cittadino, come persona nella sua globalità: "Mi sto comportando bene, mi sto comportando onestamente. Stanno sbagliando i giornali".

Credo che sarebbe stato importante in quel momento dare la possibilità a noi tutti, anche a me, non solo di ascoltare ma di intervenire e dire il nostro punto di vista, che credo possa essere un fatto importante, non per cercare un titolo su un giornale, di cui veramente m'interessa parecchio poco e tanto non ci sarà, ma per dare un contributo, per guadagnarmi questi soldi che comunque la comunità sarda mi dà.

Allora sugli aspetti tecnici, eolico sì, eolico no, energie rinnovabili, ne ha parlato chi mi ha preceduto. La soluzione sta non nel bloccare tutto, ma nel cercare di portare avanti un progetto. Il nostro progetto era di arrivare fare produrre almeno una quota del 40 per cento di energia rinnovabile rispetto ai consumi della Sardegna, il vostro progetto ancora non lo conosco, non è stato conosciuto in campagna elettorale, prima o poi ce lo direte. Si raggiungono risultati non se si blocca indiscriminatamente, come voi avete ampiamente detto nella passata legislatura, ma se ci si ferma, si ragiona, si danno delle regole e poi si lavora dentro le regole.

Questo è quello che abbiamo fatto nella passata legislatura, con una regola, come sarebbe piaciuto al collega Sanna, compresa nella finanziaria per il 2007 e che è stata immediatamente cancellata perché disturbava, disturbava programmi che erano diversi rispetto a quello di fare unicamente l'interesse generale, di perseguire unicamente il bene comune, come lei qualche volta richiama. Ne abbiamo parlato, non consumo ulteriormente tempo su questo argomento.

Il tema che mi sta a cuore, e non la consideri un'accusa contro di lei, questo non sta a me, ci saranno i tribunali per giudicare; anche io un venerdì sì e un venerdì no sono in un tribunale per difendermi per le cose fatte nell'esercizio della mia carica; ma, come diceva il collega Sechi, il destino personale di ciascuno di noi non è un qualcosa che mi appassiona, mi appassiona invece il destino comune della Sardegna.

L'altro giorno ero a Trento per partecipare al festival dell'economia; ho partecipato, ho dato il mio contributo e ho sentito anche il contributo degli altri partecipanti. All'ultimo importante incontro è intervenuto Roberto Saviano che ha parlato dell'economia mafiosa e del suo radicamento, della diffusione costante, continua, accelerata dell'economia mafiosa in Italia e fuori dall'Italia, talmente pervasiva da arrivare a controllare quasi tutto in certi Paesi. Bene, a me sta a cuore che questa economia mafiosa non invada la Sardegna, a me sta a cuore che vigiliamo, che siamo tutti consapevoli che non stiamo scherzando, che non è di noi che stiamo parlando, che un falso amico può nascondere un problema grave che lasceremo poi nei prossimi decenni se la mafia o l'economia mafiosa e i capitali mafiosi invaderanno la Sardegna.

Questo è ciò che mi interessa. E pretendere di non parlare di questo o voler evitare di vedere e di discutere di questo è un comportamento semplicemente omertoso. Noi abbiamo il dovere di non essere omertosi, ma di vigilare e di comprendere! Ci sono magistrati e forze di polizia che stanno combattendo queste cose, non in Sicilia, in Sardegna e per la Sardegna. Ci sono le dichiarazioni di una personalità politica che tutti rispettiamo e stimiamo, il Presidente della Commissione antimafia, che dice che c'è una commissione parlamentareper discutere di questo problema, per analizzare questo problema - potete andare a leggere le dichiarazioni, non ve le leggo io adesso - e aggiunge anche che per quanto se ne sa è già totalmente evidente che infiltrazioni mafiose gravi pervadono il business dell'eolico, così come è di totale evidenza, basta leggere le cose, che alcune società sono in Sardegna!

Sono in Sardegna persino all'origine di attività che hanno riguardato gruppi primari, importanti, seri, rispettabili che pure hanno comprato autorizzazioni da personaggi che successivamente sono stati condannati insieme a Cosa nostra in Sicilia. Mi riferisco a Ulassai, Perdasdefogu, alla Saras. A Perdasdefogu, dove la piscina comunale, finanziata dalla Regione, credo non sia stata ancora inaugurata perché non hanno i soldi per riscaldare l'acqua, sono circondati da 40 pale, collega Sanna.

Sto dicendo che spendiamo i soldi per costruire le piscine di cui non potremo riscaldare l'acqua avendo però 40 pale eoliche che producono energia a vantaggio di altri. Di questo sto parlando! E ci sono società che presentano i loro progetti qui a Cagliari oggi, non altrove, dalla cui denominazione alla fine si risale al nome di Cutolo, ai paesi del casertano da cui hanno origine le cosche mafiose più pericolose! Ci sono società che hanno aperto uffici a Oristano, che hanno guardato quelle coste e che alla fine riportano a nomi come quello di Vito Ciancimino! Allora, noi vogliamo essere omertosi o vogliamo suonare l'allarme alla società sarda?

PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli consiglieri, signori Assessori, quella di oggi è stata una giornata intensa per cui io vorrei provare a fare una sintesi degli interventi pronunciati, e la faccio considerando questa seduta come un naturale prolungamento di quella dello scorso 1° giugno. Da qui desidero partire per ricordare come il Presidente, abbia da subito offerto la propria disponibilità per venire in quest'Aula a fare delle dichiarazioni in relazione a un tema caldo, scottante, scabroso, un tema rispetto al quale il Presidente della Regione non poteva certo esimersi dal presentarsi a quest'Aula, dal presentarsi ai sardi, per fare le sue dichiarazioni, per raccontare la verità, per raccontare i fatti.

Debbo però constatare che la prima risposta è stata quella dell'abbandono dell'Aula e poi è seguita la presentazione di una mozione dalla quale però, si è detto in diversi interventi, lo abbiamo visto tutti, qualcuno ha deviato per intraprendere una strada che non ho alcuna intenzione di seguire. Noi siamo interessati alla chiarezza, non abbiamo paura della verità, non ci presteremo mai ad alimentare polveroni che possano rendere meno comprensibile questa verità.

Non posso fare a meno di notare che le considerazioni contenute nel documento in discussione appaiono incomplete, contraddittorie e talvolta anche pretestuose. Se si vuole dimostrare che la precedente Giunta ha ben operato e noi invece abbiamo distrutto questo lavoro mirabolante, allora temo che il tentativo sia destinato a rimanere vano. Qualcuno poi, accecato forse dal livore, dall'astio, non so da che cosa, è caduto in gravi contraddizioni accusandomi, allo stesso tempo, di aver bloccato tutto e di aver permesso tutto. L'ho detto il 1° giugno, lo voglio ripetere oggi, la Giunta e la maggioranza sono impegnate in un momento gravissimo, in un momento di crisi gravissima a contrastare questa crisi e a cercare di creare e di costruire nuove opportunità di sviluppo e di occupazione per la nostra terra.

Tuttavia, per dimostrare l'infondatezza e la strumentalità di questa mozione devo, consentitemi di farlo, richiamare le più evidenti e macroscopiche inesattezze. Si parla prima di tutto di rivisitazione, aggiornamento e approvazione del PEARS. Già qui le idee sono evidentemente poche e confuse. Non era questo forse il Piano che costituiva il fiore all'occhiello della precedente Giunta regionale?

La verità è che dopo la delibera che la Giunta ha assunto e con la quale ha approvato nell'agosto del 2006 il Piano, l'iter non si è mai concluso. Ad oggi, non essendosi ancora completata la procedura di VAS, nel corso della quale sono emerse una serie di criticità, sostanzialmente, considerato che la normativa prevede che i piani che siano sprovvisti di VAS costituiscano una sostanziale violazione di legge, il Piano stesso è inesistente.

I ritardi maturati nella precedente legislatura hanno reso lo strumento pianificatorio datato, giacché i bilanci energetici ai quali quel Piano si riferisce sono datati 2004 e gli obiettivi con i relativi indicatori sono riferiti al 2010, ad oggi, e la previsione, lo scenario di medio-lungo termine si ferma al 2015, cioè domani. Anche gli obiettivi che hanno ispirato il Piano sono superati; gli scenari e la situazione economica nazionale e internazionale sono ben diversi da quelli riportati o ipotizzati negli studi del 2006. Il modello di sviluppo contenuto nel PEARS è basato sul potenziamento del comparto di produzione, mentre gli obiettivi comunitari indicano lo sviluppo di un processo opposto - è stato richiamato in qualche intervento oggi in quest'Aula - basato sulla riduzione dei consumi.

In definitiva, era già scontato che la Giunta fosse impegnata in una necessaria ridefinizione dei contenuti del PEARS, non solo, siamo andati anche oltre introducendo una normativa innovativa e originale che prevede l'elaborazione e approvazione da parte del Consiglio di un piano specifico per lo sviluppo di tecnologie e impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Entro il mese di settembre la Giunta presenterà a questo Consiglio la proposta di Piano per le energie rinnovabili.

La mozione, inoltre, richiama l'esigenza di una modifica del quadro normativo vigente, peraltro con argomentazioni imprecise e contraddittorie che sono già state messe in luce nel corso del dibattito in più interventi. Sia ben chiara una cosa, bene ha fatto questo Consiglio ad adottare le norme di cui oggi tanto si è discusso, perché è proprio attraverso queste norme che si è introdotto un meccanismo di adeguamento automatico alla normativa nazionale e comunitaria. Viceversa, come ho avuto modo di sottolineare nella seduta del 1° giugno era il previgente quadro normativo a presentare palesi contraddizioni e a violare i principi nazionali e comunitari.

Faccio un breve richiamo; le disposizioni di cui sopra contenevano forti criticità sotto il profilo della competenza amministrativa per il rilascio delle autorizzazioni; inoltre, il procedimento definito dalla precedente legge regionale introduceva ampi e gravi margini di discrezionalità per la parte politica che, in questo modo e attraverso intese con i privati, si riservava di decidere sulle iniziative che potevano o meno essere realizzate nel settore delle rinnovabili. Vi era in buona sostanza una palese distorsione di quel principio di libera concorrenza che è stato più volte richiamato.

Per capire meglio di che cosa stiamo parlando credo sia utile sottolineare che fu proprio in ragione di questa errata impostazione che, sempre la precedente Giunta regionale, si riservò la prerogativa del tutto discrezionale di siglare intese con grossi gruppi industriali interessati a investire nel settore delle energie rinnovabili in Sardegna.

Siamo dovuti intervenire in maniera decisa per ripristinare la trasparenza, la correttezza, l'imparzialità del procedimento, per rimuovere la discrezionalità attuativa e gli evidenti vizi di legittimità della precedente normativa. Sgombrando il campo da qualsiasi fraintendimento, la nuova normativa prevede che sino all'approvazione del Piano energetico ambientale regionale la competenza autorizzativa è della Regione. Viene inoltre introdotto il regime autorizzatorio in luogo delle procedure di evidenza pubblica di dubbia compatibilità con la disciplina comunitaria e nazionale.

Oggi si prevede viceversa lo strumento degli accordi procedimentali che rientrano nella competenza gestionale dei dirigenti. A proposito, desta sconcerto che i consiglieri regionali estensori della mozione confondano il regime dell'accordo procedimentale, introdotto dalla vigente normativa, con l'accordo di programma, ben noto alla precedente Giunta e utilizzato per siglare intese con gruppi privati. Ci si accusa ancora di aver sottratto competenze ai SUAP rendendo più complessa e farraginosa la procedura autorizzativa. Niente di più sbagliato. I SUAP non hanno mai avuto questa competenza né potevano averla.

A chi ha la memoria corta ricordo una nota della precedente direzione regionale della Presidenza della precedente Giunta con la quale si ribadiva che i SUAP non avevano nessuna competenza autorizzativa e che la stessa era delegata alle sole province. Resta il fatto che se la volontà politica di questo Consiglio fosse quella di valorizzare il ruolo dei SUAP, assegnando agli stessi specifiche competenze in materia di rilascio dei provvedimenti autorizzativi, questa possibilità può essere perseguita con un coerente e conseguente provvedimento di legge.

Non siamo certo distratti sulle recenti e importanti novità introdotte dalla legge comunitaria e approvata dai due rami del Parlamento nel maggio scorso. Va tuttavia sottolineato, come è stato già detto, che si tratta di una legge delega che fornisce indirizzi e direttive e che quindi rimanda ai decreti delegati per la regolamentazione attuativa della materia. Valutiamo in ogni caso positivamente le novità che la stessa introduce, in particolare la parte che prevede meccanismi di ulteriore semplificazione e accelerazione delle procedure autorizzative, soprattutto per quegli investimenti che più direttamente interessano iniziative di piccola e media dimensione; investimenti che potranno avere effetti virtuosi di crescita economica e occupazionale nel tessuto produttivo dei nostri operatori.

Noi siamo sempre stati a favore della semplificazione e della accelerazione dei provvedimenti e dei procedimenti di autorizzazione e, quindi, ben vengano le novità previste dalla normativa comunitaria che siamo pronti a recepire laddove si prevede che, per impianti con capacità di generazione non superiore a 1 megawatt di potenza, sia sufficiente la sola denuncia di inizio di attività; una novità che siamo pronti ad applicare automaticamente non appena verranno adottati i relativi decreti legislativi, adozione che ovviamente auspichiamo avvenga nel più breve tempo possibile.

A differenza di quanto erroneamente sostenuto nella mozione e nel corso dei diversi interventi in aula, nessun contrasto può a oggi essere sollevato tra le nuove disposizioni della legge comunitaria e la legislazione regionale vigente. Al contrario, è proprio quanto previsto dalla legge regionale vigente che consentirà l'aggiornamento automatico della normativa regionale alla normativa nazionale dei limiti di potenza al di sotto dei quali non sarà necessaria l'autorizzazione unica ma la semplice dichiarazione di inizio attività.

Resta il fatto che le condivisibili accelerazioni e semplificazioni del procedimento introdotte dalla comunitaria sino a un megawatt dovranno essere controbilanciate dalle opportune valutazioni sull'impatto territoriale e su un equilibrato sviluppo di tutte le fonti rinnovabili. Questo discorso, che sarà opportunamente approfondito nello specifico Piano per lo sviluppo degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, riguarda in particolare gli impianti eolici per i quali, come più volte sottolineato nel corso del dibattito, abbiamo già raggiunto una potenza tra installato e autorizzato di oltre 1000 MW da considerarsi vicino a un punto di saturazione per il nostro territorio, anche alla luce delle numerosissime richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale pari a una potenza di oltre 6000 MW.

Colleghi del Consiglio regionale, appare chiaro come le argomentazioni della mozione siano assolutamente pretestuose, non vi è nessun reale contributo costruttivo da parte dell'opposizione al dibattito che deve portare l'Assemblea a compiere importanti e strategiche scelte per la Sardegna. La Giunta, sì, ha avviato un percorso, ma a questo va assicurata una continuità con una forte coesione e azione politico-legislativa di questa Aula e con un sempre più ampio e diffuso coinvolgimento dei territori e delle forze sociali.

Plaudo alla compattezza dimostrata oggi dalla maggioranza che ha dato prova di coesione contrapponendo argomentazioni qualificate, e invero ci sono stati degli spunti altrettanto costruttivi anche in alcuni interventi dell'opposizione, spunti positivi dei quali mi rallegro e che sono pronto a cogliere . Ma mi auguro che in prospettiva, su temi così rilevanti, muti l'atteggiamento di sterile contrapposizione adottato da gran parte dei presenti appartenenti alle forze di minoranza oggi.

E' opportuno lasciare aperto il confronto costruttivo sul modello strategico che sta ispirando la nostra azione di governo; le fonti alternative, il risparmio energetico, la riduzione delle emissioni clima-alteranti, la nascita e le opportunità offerte dalla green economy sono temi fondamentali per lo sviluppo dell'isola e sono uno degli assi strategici del nostro programma. Si punta sulle risorse non delocalizzabili, sulle nostre specificità, sull'innovazione, la conoscenza e lo sviluppo sostenibile. Un programma che assume come fondamentali gli obiettivi e gli strumenti definiti in sede comunitaria entro il 2020: ridurre del 20 per cento le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20 per cento il risparmio energetico e aumentare al 20 per cento il consumo di fonti rinnovabili.

Sin dal mese di settembre 2009 sono state avviate consultazioni di natura multidisciplinare sia con gli Assessorati competenti o interessati alla tematica energetica che con rappresentanti di associazioni di categoria, operatori del settore energetico, esperti internazionali e ricercatori delle nostre università. Le riflessioni emerse hanno rafforzato l'idea di dover definire, necessariamente, strategie non basate esclusivamente sulla generazione da fonte rinnovabile ma più articolate ed integrate che tengano conto delle peculiarità della nostra Regione e trasformino in opportunità le criticità.

Limitare gli obiettivi al perseguimento di uno sviluppo esclusivo del comparto e della filiera di generazione da fonti rinnovabili sarebbe un errore strategico che non ci possiamo permettere di commettere. Se analizziamo che cosa realmente è avvenuto in Sardegna in questi anni osserviamo che lo sviluppo del settore delle fonti rinnovabili non ha consolidato un'occupazione di tipo strutturale, e l'attuale mercato del lavoro nel settore rinnovabile è caratterizzato da un'elevata precarietà e vulnerabilità. E' maturata quindi la nostra consapevolezza che la Sardegna debba puntare su un suo modello originale e innovativo in tema di green economy affinché la stessa possa essere veramente un volano di trasformazione dell'economia.

Sono fermamente convinto che sia un modo corretto di interpretare il nostro status di Regione autonoma, siamo noi a dover determinare i processi di sviluppo del territorio senza essere dipendenti da modelli che non ci appartengono. Questo significa governare, queste sono le assunzioni di responsabilità alle quali siamo stati chiamati. Il salto di qualità, cari colleghi, è pensare la green economy non come un'opportunità di filiera ma come un vero e proprio modello economico e sociale.

Stiamo proponendo un nuovo stile di vita, una rivoluzione culturale. Con la green economy è un intero territorio che si mobilità e partecipa attivamente; l'obiettivo strategico è quello di anticipare il cambiamento tecnologico, culturale e sociologico invece che importarlo da altri contesti territoriali. Appare evidente come queste finalità in alcun modo avrebbero potuto permettere speculazioni, importazioni di modelli esogeni o peggio ancora aggressioni del nostro territorio. Anche dall'opinione pubblica venivano manifestate forti preoccupazioni, diventate allarme sociale, per le molteplici istanze che erano state presentate per la realizzazione di parchi eolici e in particolare parchi eolici off-shore.

Si è trattato di un'ipotesi di aggressione del nostro territorio inaccettabile e rispetto alla quale abbiamo opposto tutta la nostra contrarietà in termini concreti con atti amministrativi. Peraltro il divieto di realizzazione di impianti eolici, è stato ricordato anche oggi, era stato già inserito ed implicitamente determinato in via di fatto dalle disposizioni del Piano casa. A sgombrare il campo in via definitiva e da qualsiasi dubbio serviva un atto forte, l'ho detto lo scorso 1° giugno, degli atti formali, forti che contenessero un messaggio chiaro, inequivocabile da parte della Giunta, responsabile e inequivocabile. Sono queste le motivazioni di fondo che hanno portato la Giunta regionale, nello scorso mese di marzo, ad adottare tre delibere che mettono la parola fine a qualsiasi tentativo di speculazione e aggressione del nostro territorio.

Non mi dilungo ulteriormente sul contenuto di quelle delibere perché è stato trattato lo scorso 1° giugno ed è stato ripreso abbondantemente oggi; voglio però aggiungere che noi non abbiamo solo enunciato gli obiettivi strategici di questa nuova prospettiva, ma abbiamo avviato nel concreto un progetto sperimentale e innovativo nel territorio che abbiamo definito "Sardegna CO2. Zero". L'obiettivo del progetto è quello di attivare una serie di azioni integrate e coordinate di breve, medio e lungo periodo destinate a rendere il bilancio delle emissioni di CO2 della Regione Sardegna pari a zero. Le azioni previste tendono a coinvolgere tutti i comparti produttivi, partendo dalle comunità locali, allo scopo di analizzare non solo tecnicamente ma anche sociologicamente gli effetti di una simile trasformazione.

Il progetto ha come obiettivo quello di far crescere una nuova sensibilità nei riguardi delle tematiche ambientali che prepotentemente incidono, e sempre di più incideranno, sulla nostra vita quotidiana e sulle dinamiche di sviluppo dei nostri sistemi economici e sociali. Ecco perché, con la diffusa partecipazione delle comunità locali e dei principali attori chiave, il progetto si propone di coniugare le primarie esigenze di tutela e salvaguardia dell'ambiente con le opportunità di impiego economico sostenibile dei territori al fine di dotare le stesse comunità di innovativi strumenti in grado di generare benessere e di auto sostenersi energeticamente ed economicamente.

Altri prima di noi hanno intrapreso questi percorsi virtuosi con importanti ricadute economico-occupazionali anche da un punto di vista turistico. Penso ad alcune isole del Nord Europa e agli esempi eclatanti e significativi della Spagna e della regione di Navarra in particolare con la quale in passato abbiamo stipulato degli accordi che poi sono rimasti lettera morta, sono stati totalmente disattesi, e la Navarra è arrivata a quel risultato attraverso un percorso esattamente analogo a quello che noi abbiamo avviato con la nostra "Sardegna Energia".

Uno dei punti di forza del progetto è proprio quello di parlare direttamente alle comunità, trasferendo in modo condiviso nuovi principi etici e culturali che vanno ben oltre i pur importanti aspetti economici legati alle politiche di produzione energetica. Pur tuttavia, voglio saltare alcuni aspetti di dettaglio, su questo lavoro sono state proiettate delle ombre. Sono ombre nelle quali non mi riconosco, sono ipotesi e comportamenti che non mi sono mai appartenuti, non mi appartengono né mai mi apparterranno.

Caro onorevole Sanna, non posso non rimarcare con amarezza che oggi chi è stato bugiardo è stato lei perché, conscio delle mie parole, le ha volute travisare per farmi delle accuse che non merito. Io le auguro una cosa sola per il futuro, di poter avere in questa sua ricerca del bene comune la stessa serenità di coscienza che ha il sottoscritto e che risulta da quello che è stato fatto, che risulta da ciascun atto di questa Giunta, e che mi porta a dire con assoluta serenità che questa ricerca del bene comune è stata perseguita, e sono e resto orgoglioso, e lo posso dire a testa alta, di quello che questa Giunta ha fatto.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, intanto non è stata una giornata persa, è stata una giornata intensa, come ha detto il presidente Cappellacci, però credo che abbiamo fatto bene a presentare questa mozione, abbiamo fatto bene a chiedere un dibattito. La correggo subito, presidente Cappellacci, lei il 1° giugno non ha fatto dichiarazioni come avrebbe dovuto fare, ma comunicazioni; le dichiarazioni come lei ha detto appartenevano da Regolamento all'articolo 120, avrebbe dovuto fare quelle, perché di particolare rilievo politico e amministrativo, almeno politico e amministrativo. Lei, pertanto, non ha fatto dichiarazioni, ha fatto comunicazioni e ha voluto evitare il dibattito. Questo è nei fatti, come dice lei, è nei fatti.

Oggi abbiamo cercato di colmare questa lacuna, abbiamo tentato di animare un dibattito, abbiamo posto una serie di quesiti e, ancora una volta, lei e la maggioranza per buona parte del tempo avete parlato della legislatura precedente. Io le ricordo che questo governo è in carica da 15 mesi, per cui non guardiamo al passato, guardiamo al presente, guardiamo all'azione della sua Giunta regionale. Per buona parte ha fatto ancora dichiarazioni programmatiche, forse è la terza o quarta volta che le fa, costituite in gran parte da buone intenzioni.

Io credo che ci siano alcuni punti importanti. Intanto il rapporto Consiglio-Presidente, Consiglio-Giunta. L'ordine del giorno del 10 febbraio 2010 era molto chiaro: dava mandato alle Commissioni consiliari quarta e quinta di affrontare nel merito il problema delle energie rinnovabili e di predisporre congiuntamente una risoluzione.

Il Presidente non si presenta in audizione, probabilmente aveva altro da fare, trova però il tempo, il 12 marzo scorso, di indire una conferenza stampa in pompa magna, da grande evento, nel corso della quale ci anticipa il contenuto di tre delibere, una in particolare riguarda "Sardegna Energia SpA"; questo, ripeto, durante i lavori delle Commissioni che avevano un mandato, un mandato ricevuto da quest'Assemblea, la massima Assemblea istituzionale della Sardegna, di occuparsi di energie rinnovabili.

Lei come Giunta decide invece di andare avanti di testa sua, modificando, invertendo il percorso che aveva cominciato, e che in particolare aveva perfezionato il 6 e il 7 agosto, in piena estate, dell'anno precedente. Il problema, allora, non è il fatto che noi la accusiamo di aprire su tutto, oppure di bloccare tutto, il problema è la sequenza temporale che ho cercato di illustrare stamattina. L'argomento è che lei non trova il tempo per questo Consiglio regionale, non trova il tempo per discutere le mozioni (ne abbiamo presentato una sul G8, sullo stato dei lavori e sugli appalti), e noi siamo preoccupati, i sardi sono preoccupati. Esiste un comitato d'affari, esiste una cricca? C'è una Sardegna che è preoccupata.

Si lega ormai il nome della Sardegna, lo diceva l'onorevole Cuccureddu, solo a questi fatti torbidi, e non si parla d'altro nella penisola, la Sardegna nei giornali nazionali non emerge per nessun altro motivo. Allora noi siamo preoccupati e bisogna troncare sul nascere ogni possibile ingresso, ogni tentativo di porre in essere delle azioni che non tutelino gli interessi della Sardegna. E proprioperché non sempre nei suoi atti ha fatto gli interessi della Sardegna, anzi devo dire che molte volte si è invece ispirato a poteri romani, che stamattina le ho detto: "solo per questo dovrebbe rassegnare le dimissioni".

Quindi salvaguardare gli interessi della comunità sarda, questo è il primo obiettivo nei fatti, come dice lei. Certo noi dobbiamo dare spazio alla politica alta e nobile, non dobbiamo fare processi, e penso che non li abbiamo fatti stasera, non dobbiamo dare spazio alle strumentalizzazioni; ma nessuno, Presidente, può permettersi di strumentalizzare la Sardegna, lei non lo deve permettere ad alcuno, e quindi magari evitare anche qualche occasione, evitare che qualcuno strumentalizzi la regione Sardegna per interessi che magari sono privati, che non sono comuni.

I rapporti con i poteri romani. Lei trova tempo per tutto, trova tempo per incontrare Verdini, per incontrare Carboni a Roma, come minimo soddisfa la richiesta di nominare Farris all'ARPAS, come minimo, non ha detto niente su questo. Non trova modo invece di affrontare con autorevolezza i problemi veri: ci hanno scippato il G8 e non ha detto niente; ci sono state le scuse postume del presidente Berlusconi, nient'altro. I fondi FAS, i fondi per le aree sottoutilizzate derivano da questa debolezza strutturale, da questa debolezza di questa Regione che non affronta il rapporto con lo Stato come dovrebbe, come si è sempre fatto. Per la Sassari-Olbia, al di là di tutto ciò che è stato detto in questi quindici mesi, non abbiamo le risorse, ci sono state portate via, scippate.

La chimica, Vinyls, la mancata autorevolezza non ha consentito al Governo, che ha voluto fare da arbitro, di dare indirizzi all'Eni. E avremo tra poco il problema del fenolo e del cumene, con la Polimeri Europa. La "vertenza entrate", ci diceva pochi giorni fa il Presidente della Commissione programmazione che lo Stato ha trasferito 1 miliardo sui 6 dovuti, non è mai accaduto, altro che vertenza entrate, altro che 1 miliardo e 700 milioni in più. E con quale autorevolezza lei sta affrontando questo problema?

La scuola, l'accordo Baire-Gelmini, abbiamo svenduto, abbiamo dato risorse nostre per le autonomie scolastiche a Roma, e così via. Insomma un'assenza totale! Dov'è finito il collegato? Non lo sappiamo, farete forse una manovra di assestamento, un fallimento dopo l'altro.

Non ci ha detto niente sull'ingegner Farris, perché è ancora al suo posto, perché l'ha nominato, se ha i titoli. Non ci ha detto perché l'ingegner Piga dopo il 31/12 è rimasto a svolgere una funzione per conto di 377 comuni della Sardegna, e perché l'ha nominato.

Non ha detto niente sul fatto che sul sito Internet sono occultate le delibere, i decreti. Certo, il sito ha cambiato vestito, adesso si è tinto d'azzurro, ma sotto il vestito niente, perché non ci sono più le delibere in tempo reale, perché non ci sono più le delibere importanti.

C'è pertanto una sequenza temporale; guardatela: 6-7 agosto 2009, 12 marzo 2010. Certo, è presente una inversione di tendenza, però bisogna capire bene. Non può essere un vanto, Presidente, bloccare improvvisamente e indiscriminatamente con "zero autorizzazioni" il settore; occorreva, sì, fermare speculatori e affaristi ma, contemporaneamente,occorreva anche incoraggiare gli investimenti seri per impianti di piccola e media dimensione.

Nel merito della mozione, noi abbiamo presentato un ordine del giorno che nella premessa contiene una censura politica per la grave insufficienza dell'azione di governo in questa materia, per l'inadeguatezza dell'azione amministrativa; in cui si dà atto delle notizie certe che la Commissione parlamentare antimafia - come reso noto dal Presidente della medesima - si sta occupando di indagare sulle eventuali infiltrazioni mafiose nel campo dell'energia eolica.

Nell'ordine del giorno si impegna pertanto il Presidente a porre in essere ogni iniziativa anche di vigilanza in materia di energia; ad acquisire le dimissioni dell'ingegner Farris, o perlomeno a procedere alla sostituzione cautelativa dell'attuale direttore generale dell'ARPAS; ad attivare una interlocuzione con la Commissione parlamentare Antimafia al fine di acquisire utili indicazioni finalizzate alla migliore organizzazione delle norme e delle procedure di competenza regionale, con l'obiettivo di impedire ogni possibile infiltrazione affaristica da parte della criminalità organizzata nell'attività di produzione. trasporto e distribuzione dell'energia; a fare in modo che la Regione sia più autorevole nella conferenza Stato-Regioni all'interno del Piano di azione nazionale e definire, in un'ottica di federalismo solidale, le quote di energia elettrica da assegnare alle singole Regioni che le gestiranno all'interno di un proprio Piano; ad avviare con immediatezza l'aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale, che tenga conto del necessario equilibrio complessivo tra potenza elettrica installata e consumi elettrici regionali.

Si impegna inoltre il Consiglio regionale a perfezionare e a porre all'esame dell'Aula, fin dalla prossima seduta consiliare (presidente Lombardo, mentre lei sorride le devo fare questa sollecitazione), le norme urgenti riguardanti lo sblocco dell'attività di installazione di impianti di energia rinnovabile di interesse per le piccole aziende artigiane ed agricole, per gli edifici di proprietà pubblica e dei singoli cittadini in linea con le disposizioni nazionali in materia.

Ecco, io credo, Presidente, che se lei avesse voluto veramente proseguire le dichiarazioni - che non ha fatto perché ha fatto comunicazioni - del 1° giugno, avrebbe dovuto probabilmente parlare d'altro, è andato fuori tema, doveva parlare di questi fatti e ancora una volta oggi non ha dato risposta.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, praticamente lei ha già illustrato l'ordine del giorno, quindi le mozioni si intendono ritirate?

BRUNO (P.D.). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, signor Presidente della Giunta, che dire…. Da un punto di vista personale posso esprimere la mia soddisfazione per la tranquillità, glielo dico con estrema sincerità, che lei ha manifestato nell'evitare legittimamente, ma forse non opportunamente, di dare risposte; prendo atto pertanto della tranquillità da lei mostrata rispetto a queste zone d'ombra che ancora sussistono e che non sono state neanche minimamente fugate. Ci saranno altre sedi o altri momenti per poter avere ulteriori elementi di chiarezza. Però è già importante che il Presidente della Giunta regionale, il Presidente della Sardegna, abbia manifestato in quest'Aula la sua tranquillità rispetto agli atti che la Giunta ha portato avanti nel corso di questi mesi.

Fatta questa premessa di carattere personale, vorrei ringraziare il presidente Soru per l'autorevole grido d'allarme che ha lanciato in quest'Aula. Sentendo il suo intervento di stamattina infatti mi è venuto alla mente un intervento dell'onorevole De Magistris, tenuto di fronte ad un'assemblea di studenti di quarta e quinta classe delle scuole superiori di Cagliari. Ad una domanda precisa di una giornalista (essendo un magistrato è sicuramente esperto di infiltrazioni mafiose) che gli chiedeva se i fenomeni di mafia e di 'ndrangheta fossero circoscrivibili solamente alla Sicilia, alla Calabria o alla Campania, disse con molta nettezza che i sardi non possono assolutamente essere tranquilli perché i fenomeni di infiltrazione mafiosa legati ai business di questo periodo (rifiuti, edilizia, eolico) sono assolutamente evidenti a chi, con una lente speciale, sta già cercando di individuare le possibili infiltrazioni malavitose presenti in questi settori.

Il presidente Soru oggi ha posto con chiarezza, di fronte a quest'Aula, l'esigenza che tutti noi:'organo legislativo, organo esecutivo, forze politiche, sociali e sindacali, non sottovalutiamo questo problema, perché la Sardegna non è esclusa assolutamente da questi fenomeni!

Signor Presidente, debbo dire però che non sono soddisfatto della sua replica anche perché non ritengo che le mozioni, la numero 62 e la numero 31, siano assolutamente da rigettare, come invece è sembrato emergere dalla sua replica. Come opposizioni, con estrema serietà, abbiamo posto la necessità di fare ulteriormente chiarezza su alcuni elementi; abbiamo la necessità di capire, perché sinceramente non l'abbiamo ancora capito (aspetteremo a settembre come lei ha detto, ma avremmo voluto qualche anticipazione), qual è la politica energetica della nuova Giunta regionale della Sardegna. Noi esprimiamo in merito la nostra preoccupazione.

E' ben vero che la Regione Sardegna ha qualche elemento di autonomia rispetto alla politica energetica nazionale, però io pongo a quest'Aula il problema di come conciliare l'auspicio di un potenziamento della green economy, come lei l'ha definita giustamente, del risparmio energetico prima di tutto, dello sviluppo e dell'utilizzo delle fonti rinnovabili con "l'inversione a U" che, per esempio, il Governo Berlusconi ha compiuto a livello nazionale relativamente allo sviluppo dell'energia nucleare e ricordo che l'ex ministro Scajola diceva che la politica nucleare sarebbe stata il cavallo di battaglia del suo Ministero, il Ministero dello sviluppo economico.

E' indubbio però che l'accordo con la Francia per l'acquisto delle centrali nucleari (4 o 5 centrali nucleari) pone un problema serissimo perché gli investimenti eccezionali di cui il nucleare ha necessità per essere impiantato sottrarranno all'Italia le ingenti risorse che sarebbero necessarie anche per sviluppare, per incentivare l'utilizzo delle energie alternative e anche il cambiamento di cultura e di mentalità legato alla green economy. Questo è un problema serissimo; è serissimo quanto il fatto che in Sardegna sia in atto una mobilitazione per impedire l'installazione di centrali nucleari o di depositi di scorie nucleari. Anche questo è un problema aperto. Dove vogliamo andare? Ecco la contraddizione nel voler tentare di tenere i piedi in più staffe, non si conciliano queste politiche, non si possono conciliare.

Vorremmo pertanto che dalla Giunta regionale venisse un sussulto di impegno relativamente allo sviluppo della green economy ma anche in relazione al rigetto di una politica nazionale contraddittoria. L'ultima riflessione che vorrei fare, non utilizzo tutti gli argomenti, attiene alle infiltrazioni mafiose. Su questa questione concordo con il collega Bruno che ha chiesto alla Giunta l'attivazione di un tavolo comune di confronto con la Commissione nazionale Antimafia e con il presidente Pisanu. Sono assolutamente d'accordo; così come concordo sulla indicazione del collega Pittalis, relativamente all'istituzione di una Commissione d'inchiesta sull'eolico e quant'altro.

Ritengo che quelle che abbiamo già istituito, e che è necessario mettere immediatamente in pista prima delle altre commissioni d'inchiesta, siano forse più importanti; relativamente al problema di definire la politica energetica della Giunta e del Consiglio regionali sarebbe opportuno invece che le Commissioni consiliari competenti possano rispondere finalmente al compito che gli è stato assegnato dal Consiglio regionale, compito a cui finora non hanno adempiuto. E' indubbio che su questa partita della politica energetica in Sardegna e dello sviluppo delle energie rinnovabili ci giochiamo larga parte delle possibilità di nuovo sviluppo della nostra regione.

Presidente, l'ultima considerazione; non abbiamo sentito una parola sulle intenzioni della Giunta per sbloccare immediatamente le tante domande, giacenti presso l'Assessorato dell'industria di agricoltori, piccoli imprenditori, che hanno necessità di trasformare in progetti realizzati di fotovoltaico funzionante larga parte degli investimenti già avviati. Nessuno domanda è stata ancora esaminata. Mi sembrerebbe importante riuscire a risolvere questa situazione di stallo per dare un minimo di concretezza a questo dibattito.

Infine, la discussione odierna non è stata assolutamente vana, probabilmente lo è stata quella del primo giugno, Presidente, perché se questo dibattito l'avessimo fatto quel giorno, raccogliendo l'indicazione dell'opposizione, avremmo forse evitato qualche polemica di troppo e avremmo potuto fare questo approfondimento…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di replicare il consigliere Planetta per dichiarare se è soddisfatto.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Mi ritengo soddisfatto della risposta del Presidente, soprattutto in merito al PEAR.

PRESIDENTE. E' pervenuto un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'utilizzo delle energie rinnovabili e sulla trasparenza e tracciabilità degli investimenti.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione delle mozioni n. 31 del 2009 e n. 62 del 2010, in merito alla necessità di approvazione dei necessari strumenti di pianificazione e di organizzazione e delle responsabilità gestionali in materia di energia, e della relativa normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e pulite, non nucleari e, per la riduzione delle emissioni inquinanti da impianti a combustione;

PREMESSO che:

- è emersa la grave insufficienza della azione di governo del Presidente e della Giunta, in questa materia ed in altre di importanza decisiva, per un efficace contrasto agli effetti della pesante crisi sociale ed economica che attraversa attualmente la nostra Regione;

- è stata ampiamente dimostrata ancora una volta l'inadeguatezza dell'azione amministrativa del sistema pubblico regionale, in relazione alle evidenti urgenze finanziarie, organizzative e operative con le quali l'Autonomia regionale deve confrontarsi;

- è stato rilevato il rischio che livelli di responsabilità di direzione del predetto sistema pubblico possano risultare o solo apparire alle istituzioni locali, alle imprese ed ai cittadini, condizionati, non imparziali e non liberi nell'esercizio delle loro funzioni;

- è notizia certa che la Commissione parlamentare Antimafia, come reso noto dal Presidente della stessa Commissione, si stia occupando di indagare sulle eventuali infiltrazioni mafiose nel campo dell'energia eolica;

impegna il Presidente e la Giunta regionale

1) a porre in essere ogni iniziativa necessaria a garantire la piena funzionalità delle procedure e delle strutture regionali istruttorie e di vigilanza in materia di energia ed ambiente;

2) ad acquisire le dimissioni o a procedere alla sostituzione cautelativa dell'attuale direttore generale dell'ARPAS;

3) ad attivare una interlocuzione istituzionale con la Commissione parlamentare Antimafia, al fine di acquisire utili indicazioni finalizzate alla migliore organizzazione delle norme e delle procedure di competenza regionale, con l'obiettivo di impedire ogni possibile infiltrazione affaristica da parte della criminalità organizzata nelle attività di produzione, trasporto, distribuzione dell'energia;

4) a farsi parte attiva in sede di Conferenza Stato-Regioni all'interno del Piano d'azione nazionale il cui completamento è previsto entro il 30 giugno p.v. e siano definite in un'ottica di federalismo solidale le quote di energia elettrica prodotte da FER, da assegnare alle singole Regioni che all'interno di un proprio piano potranno stabilire le modalità di impiego in termini di ricadute sociali, occupazionali ed economiche;

5) ad avviare con immediatezza le procedure di adeguamento del PERS, che tenga conto del necessario equilibrio complessivo tra potenza elettrica installata e consumi elettrici regionali; che affronti in chiave di sostenibilità il tema dell'efficienza energetica negli specifici piani relativi alla promozione della mobilità elettrica, alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato, all'ottimizzazione dell'efficienza del trasporto e produzione di energia secondo il modello della generazione diffusa.

impegna inoltre il Consiglio

a perfezionare e porre all'esame dell'Aula in apertura della prossima seduta le norme urgenti riguardanti lo sblocco delle attività di installazione di impianti di energia rinnovabili di interesse delle piccole aziende artigiane ed agricole, per gli edifici di proprietà pubblica sede di attività pubbliche, e dei singoli cittadini in linea con le disposizioni nazionali in materia. (1).)

PRESIDENTE. Ricordo che, a seguito della presentazione dell'ordine del giorno, le mozioni si intendono ritirate.

Ha facoltà di parlare il consigliere Luciano Uras per illustrare l'ordine del giorno.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo brevemente perché l'ordine del giorno è stato distribuito e quindi ritengo che tutti i colleghi abbiano avuto la possibilità di leggerlo. Tralasciando la parte relativa al giudizio politico, che chiaramente troverà assolutamente divergenti le posizioni di maggioranza e di minoranza, mi permetto di sottolineare l'esigenza di approvare almeno alcuni dei punti che impegnano la Giunta, il Presidente e lo stesso Consiglio regionale.

In modo particolare vanno approvati il primo punto: "porre in essere ogni iniziativa necessaria a garantire la piena funzionalità delle procedure e delle strutture regionali istruttorie e di vigilanza in materia di energia ed ambiente"; il secondo punto: "acquisire le dimissioni o procedere alla sostituzione cautelativa dell'attuale direttore generale dell'ARPAS" per la motivazione data nel "premesso", ovvero, ove si rilevi "il rischio che i livelli di responsabilità di direzione del predetto sistema pubblico possano risultare o solo apparire alle istituzioni locali, alle imprese e ai cittadini, condizionati, non imparziali e non liberi nell'esercizio delle loro funzioni".

Segnalo ancora per l'approvazione il terzo punto: "attivare" - su questo concordo assolutamente con quanto diceva il presidente Soru - "una interlocuzione istituzionale con la Commissione parlamentare antimafia". Ove si abbia notizia, così come abbiamo, di tentativi di infiltrazione affaristica da parte della criminalità organizzata nelle attività di produzione, trasporto e distribuzione dell'energia in Sardegna, credo che istituzionalmente noi si debba conoscere l'opinione che la Commissione parlamentare ha in ragione di tutti gli elementi che la stessa Commissione può ovviamente, in ragione dei poteri che esercita, acquisire, perché le normative che noi dovremmo porre in essere in questa materia siano le più chiaramente destinate a contrastare le infiltrazioni di cui dicevo poc'anzi.

Il quarto e il quinto punto riguardano situazioni di organizzazione, pianificazione e gestione degli interventi in materia di fonti di energia rinnovabili, e in modo particolare la ridefinizione delle quote regionali per poter acquisire quanto più è possibile a questa regione al fine di meglio orientare la produzione di energia in Sardegna verso le fonti di energia pulita; e il quinto punto, procedere immediatamente all'adeguamento del PEARS (se per qualcuno vuol dire approvazione originale del PEARS, che si vada ad una approvazione del PEARS) che tenga conto del necessario equilibrio complessivo tra potenza elettrica installata e consumi elettrici regionali, in modo particolare, questo è l'elemento che mi sento di sottolineare, in funzione della costruzione della produzione di energia in ragione del fabbisogno regionale, quindi non con una eccedenza, e che affronti in chiave di sostenibilità il tema dell'efficienza energetica e anche della produzione di energia secondo il modello della generazione diffusa.

Penso che la Commissione agricoltura abbia nella propria disponibilità una proposta per regolamentare la installazione di impianti di energia di piccola dimensione, al di sotto del megawatt di potenza, che sarebbe utile poter avviare a realizzazione soprattutto per piccole imprese artigiane ed agricole e per l'alimentazione e i consumi di edifici di proprietà pubblica finalizzati ad attività pubblica.

Presidente, anche se la maggioranza mi pare molto distratta, assolutamente poco attenta, credo che sui punti che abbiamo indicato, al di là del giudizio sulla Giunta, sulla capacità della Giunta di gestire questa materia, io penso che sia giusta una riflessione, perché dire di no ad alcuni di quei punti equivarrebbe ad assumere, politicamente, una posizione difficilmente comprensibile da parte delle nostre popolazioni e della nostra comunità, e difficilmente comprensibile anche rispetto a un impegno comune che noi tutti dobbiamo avere di contrasto chiaro verso ogni tipo di infiltrazione di criminalità organizzata.

E' un problema che non riguarda solo la Sardegna, riguarda tutta l'Italia e gran parte anche dell'Europa: eventi tragici si sono consumati attorno a questi temi quando le istituzioni non hanno saputo "stringersi" attorno al medesimo obiettivo di contrasto. Ecco perché mi permetto di insistere, Presidente, su questi contenuti.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, chiedo ancora due minuti di pazienza all'Aula e al Presidente per argomentare brevemente i motivi del mio voto favorevole all'ordine del giorno.

Presidente Cappellacci, io sono tra quelli che non le ha ricordato le sue vicende, le intercettazioni, ciò che lei ha chiamato "gogna mediatica", "tritacarne mediatico", perché quest'ultimo lo assimilerei a quelle motoseghe che quando partono non si sa dove arrivano, partono da una parte, arrivano dall'altra e, a volte, non si sa più chi possono colpire. E' successo anche a noi quindi, da questo punto di vista, lei ha personalmente la mia solidarietà e non ho difficoltà a prendere atto della sua serenità d'animo.

Però, vede, alla fine di questo dibattito la critica che sento di muoverle è che non ho ancora capito se lei sa di che cosa sta parlando, cioè lei non ha dato una risposta di merito, non ci ha spiegato come facciamo a sbloccare il problema delle autorizzazioni ai piccoli operatori, di fatto bloccate. Abbiamo rinviato le autorizzazioni, abbiamo accentrato nuovamente in capo all'Ammiistrazione regionale anche autorizzazioni per 30 kilowatt, senza spiegare a quale ufficio rivolgersi e sottraendo un'opportunità di sviluppo.

Ho provato a spiegarle che quei piccoli impianti sono quelli che ci garantiscono di partecipare alla raccolta di quegli incentivi che possano anche "fare economia". Non ho capito quanto ne vogliamo produrre di queste energie rinnovabili perché lei nella sua delibera, che continuo a definire confusa, dice che bisogna parlare soltanto di soddisfare il fabbisogno energetico delle aziende, quindi l'autoconsumo, l'autoproduzione. Ma lei sa quanto consumano le aziende sarde in termini di consumi elettrici, Presidente? Consumano circa 7000 gigawattora, ci vorrebbero 3500 megawatt di eolico per coprire il fabbisogno energetico delle aziende sarde. Cosa intende lei per autoproduzione, autoconsumo: piccoli impianti, impianti fino a 200 kilowatt, piccoli impianti fino al megawatt? E nel momento in cui tutto questo carico non è sostenibile come si stabiliscono le priorità?

Leggo che EON vuole mettere 100 megawatt di fotovoltaico per creare 250 posti di lavoro, devo capire come. Ma 100 megawatt di piccoli impianti genererebbero 2000 posti di lavoro e leggo anche che si vogliono rendere possibili e installare non 500 megawatt di fotovoltaico ma 2500 aumentando le superfici delle aree industriali. Io non ho ancora capito la vostra politica, mi sembra una politica confusa, mi sembra una politica che tende, come dire, a non considerare un bilanciamento tra produzione e consumi. Da questo punto di vista sono insoddisfatto della sua replica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'ordine del giorno e ne chiedo la votazione per parti: la premessa, ognuno dei cinque punti contenuti nel primo impegno, infine l'ultimo punto. In questo modo si può consentire che sui punti dove ci sono delle ombre queste vengano portate alla luce e si sanino alcune situazioni. Porto l'esempio della persona che riveste un alto incarico nella pubblica amministrazione regionale, Farris, che per opportunità andrebbe rimossa per eliminare ogni dubbio ed ogni possibile ulteriore preoccupazione.

L'altro elemento che consentirebbe di agevolare la discussione o, meglio, di concludere oggi nel miglior modo possibile la discussione relativa alle mozioni sarebbe un incontro istituzionale con la Commissione Antimafia. Io non so se i colleghi della maggioranza hanno colto non ciò che diciamo noi, ma ciò che viene detto da rappresentanti delle istituzioni parlamentari del nostro Paese, ciò che viene segnalato da più parti, e cioè che la Regione sarda è considerata un luogo appetibile per le infiltrazioni mafiose che produrrebbero, chiaramente, non benefici ma disastri nella nostra Isola.

Per questa ragione, nell'esprimere il voto a favore dell'ordine del giorno, chiedo ai colleghi della maggioranza di leggere con attenzione i diversi punti e di votare a favore di quelli che possano consentire un futuro, sereno dibattito su questo tema.

PRESIDENTE. Onorevole Zedda, le chiedo cortesemente di esplicitare meglio la sua richiesta di votazione per parti.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, chiedo che si voti la premessa, poi ognuno dei cinque punti, infine l'ultimo punto relativo a "impegna inoltre il Consiglio".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, nella sua replica mi è sembrato fermamente e, ovviamente, convinto delle cose che ha detto, come è avvenuto per ognuno di noi; però, Presidente, mi è sembrato anche che lei abbia fatto una replica preparata ieri o l'altro ieri senza tener conto del dibattito che si è svolto in Aula: è una scelta, non la condivido, ne prendo atto.

Durante il dibattito alcuni di voi, lei compreso, Presidente, avete avuto modo di apprezzare almeno in parte le mozioni presentate dalle opposizioni, in particolare quella che ha come primo firmatario Mario Bruno. Noi quella mozione l'abbiamo ritirata e abbiamo presentato un ordine del giorno; pertanto vorrei chiederle due cose. Lei anche oggi nella sua replica ha parlato di orgoglio e di autonomia. Ora, finché glielo chiedo io, finché glielo chiedono rappresentanti dell'opposizione io capisco che lei nulla dica relativamente all'imbarazzante situazione determinata dal direttore dell'ARPAS, Farris; ma quando le dimissioni di Farris sono richieste non soltanto dai banchi dell'opposizione ma da autorevoli, autorevolissimi rappresentanti della maggioranza, davvero non comprendo, Presidente, il suo silenzio.

Allora, se l'autonomia permea la sua cultura di governo, se davvero vuole esaltare questa autonomia e, aggiungo, anche un minimo di etica e di responsabilità istituzionale, credo che lei nella replica avrebbe dovuto per lo meno consegnarci le dimissioni di Farris.

Ancora, e concludo, mi vuol dire per cortesia come la Giunta e la maggioranza intendono accogliere la richiesta di quel mondo ampio e vasto di piccoli imprenditori che aspettano una risoluzione relativamente agli impianti di potenza inferiore o uguale a un megawatt? Noi vi sfidiamo, la prossima settimana a inserire all'ordine del giorno una leggina con un articolo unico che risolva questa questione. Volete votare almeno questi due punti dell'ordine del giorno?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi. la richiesta di votazione per parti, ovviamente io voterò a favore su tutto l'ordine del giorno, ha un senso, ha un senso…

LOCCI (P.d.L.). Luciano, non lo votiamo, è inutile che insisti.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ha il senso, dicevo, di avanzare una proposta di coesione autonomista su un terreno: quello del contrasto rispetto a un nemico comune, che io non ho dubbi che sia un nemico e che sia anche un nemico comune. E' l'opportunità di dire: lavoriamo insieme perché l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili siano impiegate in termini positivi per le ricadute sociali, occupazionali ed economiche per la nostra Regione, e perché la nostra Regione sia all'avanguardia nel settore della green economy, cioè della capacità di produrre rispettando l'ambiente naturale.

Non ci sono giudizi politici; io ho anche evitato di fare nel mio intervento questo tipo di riferimenti, non mi sono lasciato andare, non mi sono abbandonato né a sospetti né ad altro. Questo è un ordine del giorno civilissimo, vi assumerete la responsabilità se lo vorrete bocciare tutto. Bocciatelo pure in tutte le sue parti,ancora una volta non farete una bella figura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della premessa dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere LOTTO ha votato a favore e che i consiglieri ARTIZZU, CAPELLI e CAPPELLACCI hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SORU - URAS - ZEDDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 70

votanti 69

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 23

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione il punto 1 dell'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.).Presidente, intervengo solo per chiedere un chiarimento. A supporto proprio di quanto ha detto il Presidente, la maggioranza sta mostrando una decisa coesione, con la consapevolezza di essere all'inizio di un nuovo percorso in cui deve trovare la propria dimensione. Probabilmente è una maggioranza politicamente in evoluzione, e bisogna porre attenzione a questa fase.

Nel merito, però, noi voteremo contro l'ordine del giorno, perché la nostra è una votazione politica, ed è un supporto politico, leale, che il nostro Gruppo, presumo, o perlomeno noi tutti diamo a questa maggioranza. Però non si possono non condividere alcune affermazioni contenute nella parte in sui si impegna la Giunta. Il nostro Gruppo, primo firmatario il nostro segretario regionale, ha proposto un'interrogazione in merito al caso Farris, per semplificare, chiedendone le dimissioni e il sollevamento dall'incarico. Di questo bisognerà tenere conto.

E' chiaro che noi siamo attenti all'impegno che è stato proposto, siamo attenti alle osservazioni relative alla Commissione antimafia; anzi, devo ricordare a quest'Aula un po' distratta che qualcun altro, prima del presidente Soru, ha richiamato queste riflessioni in Aula. L'ha fatto anche nella passata legislatura quando alcuni appalti, soprattutto nell'edilizia residenziale pubblica, sono stati assegnati come al solito al massimo ribasso favorendo delle imprese, in quel di Onifai per esempio, inserite in un contesto di controlli mafiosi.

E' chiaro che in quel caso è stata richiamata l'attenzione dell'allora presidente Soru, che non prestò però orecchio a questi richiami. Allora, prestiamo orecchio tutti insieme. Io credo che nessuno in quest'Aula voglia infiltrazioni mafiose nel nostro sistema regionale, nazionale o quant'altro. Noi siamo attenti ad alcuni richiami contenuti nell'impegno, e li teniamo in debita considerazione, e credo che anche il Presidente e la Giunta facciano lo stesso.

Il nostro è un voto politico, è un voto politico di conferma di schieramento politico, perciò rigettiamo la mozione, ma prestando anche attenzione al fatto che questo comporterebbe una sfiducia nel Presidente, e noi non intendiamo farlo in questo momento, non intendiamo farlo su questa vicenda, e non intendiamo farlo in assoluto, sempre che oggi si metta una pietra miliare che segnali l'inizio di un nuovo percorso.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 1 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere CAPPELLACCI ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 2 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere CAPPELLACCI ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - CUCCUREDDU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA GiacomO - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 23

contrari 44

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 3 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA MARIO - FLORIS Mario - FLORIS rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 4 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 5 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere CAPPELLACCI ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'ultima parte dell'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il Presidente della Regione per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, onorevoli consiglieri, signori Assessori, credo ci siano dei momenti in cui la politica, la politica alta, quella che tutti quanti noi dichiariamo essere la nostra aspirazione più grande, dovrebbe essere capace di trovare una convergenza su quei temi che indubbiamente, indiscutibilmente, occorre affrontare con la stessa determinazione, con la stessa coesione, con lo stesso interesse.

In questa mia dichiarazione di voto, voto contrario per le ragioni politiche che sono state illustrate, voglio sottolineare come la Sardegna, la nostra Sardegna sia culturalmente e geneticamente aliena, in assoluto, da forme di pensiero che possano anche solo da lontano avvicinarsi a ipotesi di infiltrazioni mafiose.

Questa contrarietà l'abbiamo ben chiara nelle nostre azioni, l'ho ben chiara nella mia coscienza; l'impegno di questa Amministrazione, di questa Giunta, del sottoscritto (ci tengo a precisarlo, e credo di dare anche una risposta a una domanda specifica che mi è stata posta) pertanto sarà massimo e non si fermerà mai, davanti a niente e nessuno, nell'affermare questo principio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Io avevo sperato che il Presidente, vista la sua richiesta di dichiarazione di voto, volesse per una volta entrare nel merito di questa discussione. Capisco che l'essere associati o il fatto che si dubiti che l'azione di governo possa favorire infiltrazioni mafiose lo tormenti, però credo che al momento sia più rilevante, o più contingente, il problema di dare risposte a centinaia di operatori del settore energetico che, con l'attivazione di piccoli impianti da 10, 20, 30, 40, 50 kilowatt, possono mettere in moto la nostra economia.

Io speravo che con la sua dichiarazione di voto intendesse chiedere o il ritiro di questa parte della mozione, per evitare che il Consiglio si pronunci contro la possibilità che questo settore importante dell'economia possa essere rimesso in moto, perché di fatto è bloccato dalla centralizzazione delle autorizzazioni, oppure esprimesse un voto favorevole; mi dispiace che, ancora una volta, il Presidente della Regione abbia perso l'occasione di darci risposte.

Non ci ha dato risposte neanche su come faremo a porre limiti veri alla possibilità per aziende di qualsiasi tipo di installare impianti eolici in Sardegna perché, lo dice la Corte costituzionale, questo non è competenza delle Regioni; soltanto attraverso segnalazioni di quote, Presidente, concordate con lo Stato all'interno di un Piano d'azione nazionale, noi potremmo riguadagnare quei margini di autonomia che ci consentono di essere padroni in casa nostra.

Lei questo non lo vuole fare, ha perso un'altra occasione di rispondere nel merito, si rifugia in una discussione di tipo generale, non siamo noi che la richiamiamo a queste responsabilità, è lei che per non rispondere nel merito preferisce parlare d'altro, e questo ci dispiace. Naturalmente il mio voto è favorevole all'ordine del giorno, anche perchè impegna il Consiglio ad approvare al più presto una legge che sblocchi i piccoli impianti capaci di generare ricadute positive per la nostra economia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io ho sperato, vedendo il Presidente prendere la parola, in un colpo di teatro che lo vedesse protagonista nel fare propria l'esigenza, emersa nel corso della discussione, sia negli interventi dei colleghi dell'opposizione, ma anche in tanti di quelli della maggioranza, di sbloccare la situazione; si tratta non di cercare chissà quale soluzione, ma semplicemente di riprendere il lavoro che le Commissioni hanno fatto, di utilizzare il lavoro che è stato prodotto, di prendere l'impegno di risolvere il problema entro la prossima settimana.

La questione delle infiltrazioni mafiose in questo punto dell'ordine del giorno non c'entrano; io faccio appello al Presidente affinché si renda protagonista di un vero colpo di teatro, come dicevo prima, chiedendo alla maggioranza di approvare il punto in questione. Rivediamoci, quindi, tra una settimana e risolviamo il problema, con merito di tutti, non solo di una parte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Io sono meno ottimista dell'onorevole Lotto; è un impegno che ho assunto, Presidente, cari colleghi, perché tutti noi abbiamo ricevuto delegazioni di operatori del settore agricolo, imprenditoriale che hanno chiesto e chiedono al Consiglio regionale, alla Giunta regionale di sbloccare le pratiche giacenti presso l'Assessorato dell'industria.

E' un problema che ci siamo impegnati a risolvere, pertanto io non chiedo, come hanno fatto altri colleghi, alla maggioranza o al Presidente di votare l'ordine del giorno, mi basta anche un solo cenno del capo, Presidente, ma queste domande vanno sbloccate al più presto, Bisogna che la Giunta si faccia parte diligente e dia una risposta alle centinaia di operatori economici, di comuni e di famiglie che aspettano una risposta, tenendo conto che il 31 dicembre scade il secondo bando per l'accesso ai finanziamenti per il fotovoltaico.

Io voto a favore chiaramente dell'ultimo punto in votazione e prego di voler prendere atto di questa richiesta urgentissima da parte di centinaia di nostri operatori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io voterò a favore, convintamente, e anche consapevole che è giusto, evidentemente, che voi votiate contro, per il semplice fatto (Presidente, lei si è tanto indispettito per quello che le ho detto) che state mettendo in essere, per le parole che avete detto, e anche per quelle che non avete detto, perché le pensate, la messa in scena espressione della maggiore falsità della politica che i cittadini sardi possano capire.

Dite infatti: siamo in parte d'accordo, sono messaggi giusti, l'antimafia, eccetera, eccetera, però dobbiamo votare contro in nome di un atto di fede corporativo. Spiegate questo discorso ai sardi, spiegatelo agli operatori; questa è la falsità della politica, una politica distante dalla gente, distante dalla trasparenza, distante dalla "politica". Votate contro, saranno molto più chiare a tutti le diverse posizioni presenti in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, io vorrei chiedere ai colleghi dell'opposizione di rivolgersi a noi quando parliamo in Consiglio regionale, perché se non è risultato chiaro ciò che ha voluto dire oggi il Capogruppo del Partito sardo d'Azione, mi permetto di dirlo in due parole: sull'energia decide questo Consiglio, perché vi rivolgete alla Giunta?

Poichè abbiamo detto che le delibere avvengono in un quadro amministrativo e anche normativo che noi vorremmo portare in quest'Aula, sapete perfettamente, perché alcuni colleghi, vostri compagni di partito, fanno parte delle Commissioni che si sono occupate delle direttive della Giunta e della proposta di modifica anche delle direttive, che il decreto Tremonti prevede all'articolo 43 una cosa molto bella: zone a burocrazia zero. Il primo comma dice: "possono essere istituite nel meridione d'Italia zone a burocrazia zero".

Allora, nella prossima programmazione dei lavori entreranno in Consiglio diverse norme; vogliamo discutere quindi in Consiglio della possibilità di sbloccare tutto ciò che è mini, tutto ciò che è legato ad attività produttive? Noi abbiamo delle idee, per esempio, sull'energia ai pastori. Noi abbiamo delle idee. Al prossimo appuntamento consiliare, non c'è bisogno di chiedere un'autorizzazione, c'è bisogno di parlarci, di parlarci e di fare. Noi siamo interessati a dare risposte alle campagne, siamo interessati a dare risposte alle piccole aziende della Sardegna, siamo interessati rispetto a questa specifica possibilità della Sardegna ad applicare la norma, una delle poche ma interessante, prevista dal decreto Tremonti all'articolo 43. Noi ci siamo: se questa istituzione vale impariamo a farla funzionare.

Sulla mafia vorrei dire due cose. In primo luogo ho ritrovato una persona che sa interloquire con i toni e con l'intelligenza di cui è capace, e lo apprezzo. In secondo luogo vorrei ricordare che nel giugno 2006 parlando da quei banchi, io da solo, dissi che l'allora direttore generale della presidenza stava dando un'autorizzazione a un tale ingegner Polotti per una centrale a Giave e che questo ingegner Polotti era citato nelle relazioni dell'antimafia per il commercio dei rifiuti. Venni lasciato solo come un cane e isolato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, quest'ultimo punto, che è un po' anomalo, impegna il Consiglio e, quindi, non è vero che noi non ci rivolgiamo all'Aula, ci rivolgiamo prevalentemente all'Aula. Io ho smesso di rivolgermi alla Giunta, perché alla Giunta mi rivolgo con le leggi che quest'Aula approva e che la Giunta lascia sistematicamente non applicate. Non è una novità, Presidente, non riguarda solo lei, però lei non si è distinto in maniera diversa.

Nelle leggi finanziarie, e anche nella legge finanziaria che vi abbiamo consentito di approvare entro il 31 dicembre, sono stati approvati articoli fondamentali, eppure la spesa di questa Regione è un disastro! Che cosa volevamo con questo dibattito? Ancora una volta volare alto, convenire su alcune cose elementari su cui non si può essere che d'accordo.

La differenziazione politica non ha un grande significato perché non c'era da differenziare nulla sull'esigenza di sapere come noi ci dobbiamo comportare in ragione di aggressioni che pure esistono. Non c'era nulla, ma nulla da differenziare sul piano politico per sapere che un funzionario, di cui tutta la stampa nazionale parla in un certo modo per qualche tempo non deve svolgere quella funzione. E' un'ovvietà! E' un'ovvietà!

Io non ho dubbi che in questo Consesso siamo tutti onesti e tutti impegnati, però il nostro impegno si misura. Io non so se ho lasciato qualcun altro solo in altre circostanze, può anche essere, e che abbia fatto anch'io voti politici dei quali ero poco convinto. Mi riprometto di non farne più. Se ne ho fatto mi riprometto di non farne più! E il tema che è anche racchiuso nell'ultimo punto che noi adesso voteremo e sul quale voterò a favore, appartiene alla nostra disponibilità, a quella di questo Consiglio, di quella parte e di questa parte. Quindi, così come lo siamo stati altre volte, siamo sempre disponibili ad attivare la discussione e a raggiungere l'obiettivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, con quest'ultimo punto "impegniamo il Consiglio", e lo impegniamo per una ragione semplicissima, come hanno detto anche i presidenti delle Commissioni industria e ambiente stamane. Le due Commissioni, infatti, a seguito di un ordine del giorno unitario del Consiglio, dovevano lavorare alla predisposizione di una risoluzione. Di fatto, anche se il testo non è stato licenziato, sono pervenute a una conclusione che dà una risposta agli operatori del settore; e non è un caso che, a dimostrazione del fatto, non per piccarci di questo, che non siamo distratti "impegniamo il Consiglio".

Mi rivolgo pertanto al Presidente del Consiglio; per la parte che lei può, Presidente, convochi d'accordo con i Capigruppo, credo non ci sia nessun problema, immediatamente il Consiglio regionale; chieda alle due Commissioni competenti (si possono convocare anche lunedì o martedì prossimi) di licenziare quel testo, presidente Rassu, che lei conosce bene e che risolve questa questione che riguarda tutti. La prossima settimana con un disegno di legge di un solo articolo si potrà dare una risposta definitiva a questo dramma.

Sull'ultimo punto di questo ordine del giorno io ho peccato di presunzione, faccio ammenda, pensavo che il Presidente della Regione stesse intervenendo (avevo posto il problema di Farris e l'approvazione di questa parte) per rispondere affermativamente. Ha detto altro, va bene.

Rinnovo a lei, presidente Lombardo, l'invito a convocare le due Commissioni affinchè portino immediatamente in Consiglio il loro testo. Questa sarebbe una sfida per noi tutti ed esalterebbe l'autonomia di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, era già stato previsto che le Commissioni si potessero riunire nella giornata di martedì 15; se dovessero riuscire a esitare il testo la Conferenza dei Presidenti di Gruppo valuterà l'introduzione di questo punto all'ordine del giorno nella tornata consiliare che inizierà, come comunicherò successivamente, mercoledì 16 giugno.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Presidente, collega Diana, dalle dichiarazioni della Giunta, dai nostri lavori e per nostra convinzione credo emerga che questa posizione sia stata condivisa. Non abbiamo nessuna difficoltà, pertanto, a esitare il testo nella prossima seduta delle due Commissioni congiunte. La nostra prima preoccupazione è proprio quella di sbloccare la situazione in essere, di trovare la maniera più corretta perché bisogna stare attenti. La Corte costituzionale per quanto riguarda la Regione Calabria - sta qui la difficoltà - purtroppo ha sentenziato che non possono essere indicati quantitativi di megawatt.

In questo momento, noi siamo agevolati dalla legge comunitaria che sino a un megawatt consente di presentare semplicemente la DIA. Sappiamo comunque dagli operatori che abbiamo audito in Commissione, che alcune iniziative imprenditoriali locali, specialmente nel settore agricolo, superano il megawatt.

Noi dobbiamo trovare una soluzione adeguata. Non è facile, vediamo come sarà possibile formularla, ma sia l'intenzione della Giunta (l'ha confermato in Commissione la dottoressa Massidda), sia la convinzione delle due Commissioni all'unanimità è quella di andare in questa direzione.

Io nel mio intervento ho detto che non era questo l'approccio con cui doveva essere affrontato questo discorso, perché si tratta di un discorso molto delicato, di un discorso molto complesso, di una problematica che riguarda il futuro e lo sviluppo socio-economico dell'isola per cui è indispensabile e necessario chiaramente approfondire per non sbagliare, per non fare demagogia e affinché non si usino determinati argomenti di importanza vitale per la nostra vita economica per dire e fare altro.

PRESIDENTE. Dichiari il suo voto, onorevole Rassu.

RASSU (P.d.L.). Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.). Esistono le "marchette", esiste il protagonismo. Sanno bene i due Presidenti, sanno bene i membri della Commissione, non i saccenti, che su questo argomento abbiamo discusso per cinque, sei sedute in Commissione e c'era una convergenza unanime. Però vi è stato spiegato, vi è stato detto dal collega Capelli che, così come avviene per il punto 2), io ho presentato (come Segretario regionale del mio partito) una interpellanza nella quale abbiamo espresso un giudizio molto chiaro, molto severo nei confronti di Farris, però abbiamo anche detto che siamo una maggioranza politica e quindi avremmo votato contro, cosa che abbiamo sistematicamente fatto.

Il tentativo di far perdere tempo e cercare di convincerci è praticamente un fatto così banale che se lo avessimo evitato probabilmente avremmo guadagnato tre quarti d'ora spesi in inutili discussioni.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ultima parte dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri CONTU Mariano e RASSU hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO DANIELE - COCCO PIETRO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI MARCO - MELONI VALERIO - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 22

contrari 45

(Il Consiglio non approva).

Colleghi, ricordo che martedì 15 giugno sono convocate le Commissioni. Il Consiglio è convocato mercoledì 16 giugno alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 17.



Allegati seduta

CXI Seduta

Giovedì 10 giugno 2010

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana dell'8 marzo 2010 (104), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Pierluigi Caria, Massimo Mulas, Matteo Sanna, Angelo Stochino e Alessandra Zedda hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 10 giugno 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Interpretazione autentica delle disposizioni relative allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP)". (172)

(Pervenuto il 28 maggio 2010 e assegnato alla prima Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Agus sul mancato risarcimento dei danni a pastori, contadini e proprietari delle strutture ricettive di Scivu-Arbus". (259)

(Risposta scritta in data 12 maggio 2010.)

"Interrogazione Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla mancata attivazione del Liceo delle scienze applicate da parte dell'Istituto di istruzione superiore Liceo scientifico e classico "A. Gramsci E. Amaldi" di Carbonia". (270)

(Risposta scritta in data 1° giugno 2010.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, a seguito del decreto di autorizzazione n. 239/EL-114/105/2010 del Ministero dello sviluppo economico, ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge n. 239 del 29 agosto 2003, convertito con modificazioni dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, e modificato dall'articolo 1, comma 26, della legge 23 agosto 2004, n. 239, avente per oggetto la costruzione e esercizio dell'elettrodotto a 150 kV in cavo interrato Cagliari sud - Rumianca nei Comuni di Capoterra, Assemini, Sarroch, in Provincia di Cagliari". (312)

"Interrogazione Rassu, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure di stabilizzazione, nell'Ente foreste, del personale turnista e dell'ex personale dalle squadre antincendio". (313)

"Interrogazione Floris Mario, con richiesta di risposta scritta, sulle vicende connesse alla Struttura complessa di rieducazione e recupero funzionale dell'Ospedale Marino di Cagliari". (314)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Planetta sulla presunta immissione sul mercato, con finalità turistico-alberghiere, del faro automatizzato di Punta Scorno sito nell'Isola dell'Asinara, da parte del Ministero della difesa". (87)

"Interpellanza Sechi - Zedda Massimo - Uras sulle ipotesi di cessione del faro di Punta Scorno all'Asinara". (88)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla proposta di realizzare un campus universitario ecosostenibile per cofinanziare il Sardinia radio telescope". (89)

"Interpellanza Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi sulla sorte dei beni demaniali in uso al Ministero della difesa e non destinati ad uso istituzionale". (90)

"Interpellanza Sanna Giacomo - Solinas Christian - Planetta - Dessì - Maninchedda sulla mancata demolizione di otto ville ed un ristorante e opere collaterali in località Isuledda, nel Comune di Palau". (91)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di inserire la sensibilità chimica multipla (MCS) tra le patologie per cui è riconosciuta l'assistenza sanitaria". (92)

"Interpellanza Planetta sull'adozione di misure urgenti volte alla tutela dell'immagine e dell'economia delle aziende agrituristiche venatorie della Sardegna, gravemente lese per i recenti episodi di bracconaggio rilevati all'interno di alcune di esse dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna". (93)

"Interpellanza Sanna Matteo - Diana Mario - Lai sulla necessità di adottare misure adeguate per la lotta al lepidottero defogliatore Lymantria dispar". (94)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di avviare, senza ulteriori ritardi, le procedure necessarie all'autorizzazione all'appalto per l'elettrificazione della tratta Gottardo-Settimo S. Pietro della metropolitana leggera di Cagliari". (95)

"Interpellanza Uras - Bruno - Salis - Diana Giampaolo - Ben Amara - Lotto - Sabatini - Mariani - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu - Solinas Antonio - Cocco Pietro sull'attuazione coerente delle disposizioni per l'organizzazione amministrativa della Regione, con particolare riferimento al funzionamento dell'ufficio stampa e all'inquadramento dei dipendenti regionali a tempo indeterminato che operano nel medesimo ufficio". (96)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla carenza ed inadeguatezza della struttura espositiva organizzata dalla Regione Sardegna al Vinitaly". (97)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di scongiurare la privatizzazione della SAREMAR paventata dalla Regione Sardegna". (98)

"Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla decisione CIPE per la realizzazione del progetto di allargamento a quattro corsie della strada Olbia-Sassari". (99)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo sulla mancata attuazione del piano di intervento per la lotta alla Lymantria dispar e al Malacosoma neustrium per l'anno 2010, in particolare nei territori del Goceano, del Logudoro e di Monte Acuto". (100)

"Interpellanza Oppi - Biancareddu - Capelli - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Steri sull'attribuzione degli incarichi di direttore di dipartimento all'ARPAS". (101)

"Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno sulle notizie apparse sulla stampa in merito all'assegnazione di risorse regionali per lo svolgimento della Louis Vuitton Trophy a La Maddalena". (102)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla mancata riorganizzazione e riqualificazione dell'Ospedale Antonio Segni di Ozieri". (103)

"Interpellanza Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla situazione del personale ex ETI assegnato alle strutture della Regione e in particolare all'Agenzia regionale del lavoro". (104)

"Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla moltiplicazione delle funzioni amministrative e dirigenti presso l'ARST Spa". (105)

"Interpellanza Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Bruno sulla crisi finanziaria dell'Istituto Santa Maria Bambina di Oristano". (106)

"Interpellanza Lotto - Bruno - Manca - Moriconi - Sechi sul numero dei componenti del consiglio d'amministrazione dell'ARST e della Saremar Spa". (107)

"Interpellanza Ben Amara - Uras - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla situazione di disorganizzazione e malfunzionamento di Abbanoa Spa, sul mancato rinnovo dell'assemblea dell'Autorità d'ambito della Sardegna e sul rischio di perdita dei fondi FAS". (108)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito all'approvazione di un Piano energetico regionale di sviluppo di tecnologie ed impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sulla necessità di una normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (62)

PRESIDENTE. Poiché non è presente la Giunta, sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 09, viene ripresa alle ore 10 e 15.)

A tutela dell'onorabilità dei consiglieri, ai sensi dell'articolo 80
del Regolamento interno

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Su che cosa intende intervenire?

SORU (P.D.). Per fatto personale, signor Presidente.

PRESIDENTE. Non può esserci fatto personale, onorevole Soru, perché la seduta sta iniziando.

SORU (P.D.). Io mi riferisco infatti a quanto è accaduto nell'ultima seduta a cui ho partecipato.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, non possiamo riprendere discussioni avvenute nelle precedenti sedute.

Colleghi, proseguiamo con l'ordine del giorno.

SORU (P.D.). Allora interverrò sulla base dell'articolo 80 del Regolamento, "Tutela dell'onorabilità", perchè nell'ultima seduta svolta in questa Aula, nella quale siamo soliti appellarci con il titolo di "onorevole" o, quanto meno, con il termine "collega", due Assessori al momento assenti (l'assessore La Spisa è presente, mentre è effettivamente assente l'assessore Corona) si sono espressi nei miei confronti con delle parole che preferisco non ripetere, irripetibili appunto, ma che sono agli atti della seduta.

Pertanto vorrei sapere che cosa lei intende fare, che cosa il Consiglio intende fare per evitare che fatti di questo genere si ripetano, perché tra di noi non ci possiamo appellare con delle parole ingiuriose né nel corso di una discussione né, tanto meno, in altri momenti in cui i rapporti tra di noi sono quelli tra normali cittadini e chi riceve le ingiurie è tutelato nelle sedi opportune.

Presidente, veda lei se dobbiamo parlare alla fine della seduta per fatto personale, perché io vorrei approfondire la questione, o sulla base dell'articolo 80 sulla "Tutela dell'onorabilità dei consiglieri".

PRESIDENTE. Onorevole Soru, l'articolo 80 del Regolamento attribuisce al Presidente la facoltà di valutare l'opportunità di istituire una Commissione che giudichi la richiesta del consigliere interessato. Non mi consta che nel corso della seduta da lei richiamata ci siano state ingiurie. Però, verificherò i documenti e, a seguito delle verifiche, comunicherò all'Aula le determinazioni della Presidenza. Le ricordo che la seduta era stata sospesa.

(Interruzioni del consigliere Soru)

PRESIDENTE. Onorevole Soru, fa testo ciò che è che è accaduto nel corso della seduta perché questo viene verbalizzato, non ciò che accade quando la seduta è sospesa. Chi presiedeva, appena è sorto il tumulto in Aula, ha sospeso la seduta .

(Interruzioni del consigliere Soru)

PRESIDENTE. Il Presidente non ha assistito se non a un vociare nell'Aula; il Presidente può valutare comunque le dichiarazioni fatte nel corso della seduta per cui rivedrò i verbali e sulla base di quello deciderò.

SORU (P.D.). Se non avrò tutela dal Presidente del Consiglio chiederò tutela ai tribunali civili.

PRESIDENTE. Perfetto, onorevole Soru.

Discussione congiunta delle mozioni Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito all'approvazione di un Piano energetico regionale di sviluppo di tecnologie ed impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sulla necessità di una normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (62); Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Uras - Ben Amara - Mulas - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla necessità di adottare idonei strumenti legislativi e giuridici per un utilizzo delle energie rinnovabili della Sardegna che non arrechi danni irreparabili al territorio e al popolo sardo (31) e dell'interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità di modificare il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR) (73).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 62 e 31 abbinate all'interpellanza numero 73.

(Si riporta di seguito il testo delle mozioni numero 62 e 31 e dell'interpellanza numero 73:

MozioneBruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito all'approvazione di un piano energetico regionale di sviluppo di tecnologie ed impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sulla necessità di una normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- l'Unione europea recentemente attraverso una serie di direttive note come "Pacchetto Clima" ha aggiornato e migliorato le politiche comunitarie in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica, con l'obbiettivo di contenere al massimo l'emissione di CO2 (in particolare la direttiva 2009/28/CE del 23 aprile 2009);

- entro il 2020 va raggiunto l'obbiettivo del raggiungimento del 20 per cento di produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili e del 20 per cento di miglioramento del rendimento energetico;

- lo sviluppo delle energie rinnovabili, lo sviluppo della cogenerazione di sistemi produttivi, lo sviluppo di nuovi modelli di generazione e distribuzione dell'energia, la mobilità sostenibile e il piano di risanamento energetico degli edifici, sono azioni che gli Stati membri dell'Unione europea devono attuare per il raggiungimento dell'obbiettivo 20/20/20;

- l'Italia si è impegnata entro il 2020 ad abbattere le emissioni di CO2 del 13 per cento rispetto al 2005 e ad arrivare ad una quota del 17 per cento di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;

- il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, concernente la promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili (FER), regolamentata a livello europeo dalla direttiva 2001/77/CE, onde perseguire il rispetto del protocollo di Kyoto nell'Unione europea, ne costituisce il recepimento;

- l'obiettivo indicativo nazionale dell'Italia è del 25 per cento di elettricità prodotta da FER sul consumo totale di elettricità;

- con deliberazione 2 agosto 2006, n. 34/13, è stato approvato il Piano energetico ambientale regionale della Sardegna (PEARS) e le relative linee guida, con l'espressione del parere favorevole della competente Commissione permanente del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 4, lett. l), della legge regionale n. 1 del 1977;

- la legge regionale 12 giugno 2006, n. 9, articolo 21 (Energia conferimenti agli Enti locali), conferisce agli enti locali gli atti di programmazione in materia di energia con riferimento al rilascio, nel rispetto della programmazione regionale, di provvedimenti autorizzativi per l'installazione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica con potenza di targa uguale o inferiore a 300 MW;

- con deliberazione 23 aprile 2008, n. 24/23, sono approvate le direttive per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e per la valutazione ambientale strategica (VAS);

- con le deliberazioni 23 maggio 2008, n. 30/2, e 29 ottobre 2008, n. 59/12, sono state approvate le linee guida per l'individuazione degli impatti degli impianti fotovoltaici e il loro inserimento nel territorio;

- con deliberazione 29 dicembre 2009, n. 56/52, è stato approvato il Piano d'azione ambientale regionale 2009/2013, ove vengono definite le azioni che riguardano la promozione e l'incentivazione delle fonti di energia rinnovabile;

- con deliberazione 16 gennaio 2009, n. 3/17, è stato approvato uno studio per l'individuazione delle aree in cui ubicare gli impianti eolici ai sensi dell'articolo 112 delle Norme tecniche di attuazione (NTA) del PPR - articolo 18, comma 1 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2;

- successivamente con legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 5 e articolo 6, comma 3 (Disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili), in recepimento dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, finalizzato al rilascio dell'autorizzazione unica per gli impianti di produzione di energie rinnovabili, le competenze vengono attribuite alla Regione;

- con deliberazione 12 marzo 2010, n. 10/3, in attuazione dell'articolo 6, comma 5, della legge regionale n. 3 del 2009, sono approvate le procedure autorizzative uniche per la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile con atto di indirizzo e linee guida in recepimento del decreto legislativo n. 387 del 2003;

- in data 12 maggio 2010 è stata approvata definitivamente la legge comunitaria 2009 in materia di "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità europea", che con l'articolo 17 (Principi e criteri direttivi per l'attuazione delle direttive 2009/28/CE, 2009/72/CE, 2009/73/CE e 2009/119/CE), al comma 1 lettera c), stabilisce "l'assoggettamento alla disciplina della denuncia di inizio attività (DIA) di cui agli articoli 22 e 23 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, per gli impianti per la produzione di energia elettrica con capacità di generazione non superiore ad 1 MW elettrico di cui all'articolo 2, lettera e), del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, alimentate dalle fonti di cui alla lettera a)".

- le nuove disposizioni superano gli attuali limiti previsti dalla normativa nazionale (decreto legislativo n. 387 del 2003) differenziati per tipologia di fonte;

- il decreto legislativo n. 387 del 2003 prevede attualmente la realizzazione con semplice DIA degli impianti alimentati da fonti rinnovabili nei limiti seguenti:

- eolica 60 kW;

- solare fotovoltaica 20 kW;

- idraulica 100 kW;

- biomasse 200 kW;

- biogas 250 kW;

CONSIDERATO che:

- il PEARS adottato dalla Regione rappresenta uno strumento necessario per la migliore gestione e programmazione del fabbisogno energetico regionale;

- la precedente amministrazione regionale, in particolare con la legge regionale n. 2 del 2007 articolo 18, aveva arginato la spinta speculativa che confinava la Sardegna al ruolo di spettatore passivo di fronte allo sfruttamento delle risorse ambientali del proprio territorio;

- la legge regionale n. 2 del 2007 fissava prioritariamente un quota strategica per l'energia prodotta da fonti rinnovabili, funzionale ad abbattere i costi al fine di consolidare l'apparato industriale e nella fattispecie l'industria energivora e per la gestione di servizi pubblici caratterizzati da elevato fabbisogno energetico, assegnava le residuali quote disponibili di energia da eolico attraverso procedure a bando pubblico;

- in Sardegna la potenza del parco di generazione energetica è pari a 3.544 MW (netti) di cui: 459,2 MW idrica, 2.615,4 MW termica, 453 MW eolico e 16 MW fotovoltaico, altri impianti eolici, pari a 550 MW sono in corso d'installazione raggiungendo una potenza netta installata di circa 4.100 MW;

- il massimo della potenza richiesta in rete dagli utilizzatori è inferiore ai 1.800 MW e ne consegue che attualmente la Regione Sardegna ha una potenza installata maggiore del doppio del proprio fabbisogno;

- quanto sopra detto si evince anche dal consuntivo dei consumi per il 2009: produzione totale 14.275 GWh di cui 795 GW idroelettrico, 12.772 GW termoelettrico, 708 GW eolico/fotovoltaico evidenziando che a questi vanno tolti 808 di servizi alla produzione e 458 di pompaggio;

- l'esportazione energetica raggiunge i 630 GWh, i consumi energetici relativi al fabbisogno della Sardegna sono pari a 12.120 GWh;

- in assenza delle linee nazionali si è creata in Italia una situazione di vuoto normativo e di grande confusione che ha favorito l'assalto dei "signori del vento e del sole" con tutto ciò che ne consegue in termini di devastazione ambientale e di consumo delle risorse anche economiche, di cui avrebbero dovuto usufruirne le popolazioni;

PRESO ATTO che:

- la legge regionale n. 3 del 2009, articoli 5 e 6, e le deliberazioni della Regione del 12 marzo 2010 n. 10/1 e n. 10/3, accentrano alla competenza regionale l'autorizzazione al rilascio di installazioni anche gli impianti fino a 1 MW;

- con l'approvazione della legge regionale n. 3 dell'agosto 2009 si sono trasferite dai SUAP dei comuni, all'Assessorato regionale dell'industria le competenze autorizzative sugli impianti, introducendo spazi di discrezionalità non consentiti dalla normativa precedentemente in vigore;

- le "Linee Guida"approvate dalla Giunta regionale in data 12 maggio 2010 sottopongono in modo indiscriminato tutti gli impianti delle diverse fonti rinnovabili, compresa la maggior parte di quelli sotto il MW elettrico, alla procedura di autorizzazione unica in capo all'Assessorato regionale dell'industria, procedura particolarmente farraginosa e lunga, tale da non assicurare la dovuta imparzialità;

- la legge regionale n. 3 del 2009 e le "Linee Guida" hanno determinato in Sardegna un blocco generalizzato nel settore, in particolare nel fotovoltaico di piccole e medie dimensioni sotto il MW di potenza che può essere realizzato sui capannoni agricoli e industriali con relativa bonifica dei tetti in amianto e senza alcun impatto ambientale o paesaggistico;

- la scadenza del 2° Conto Energia per il fotovoltaico, prevista per il 31 dicembre 2010, vede tutte le regioni italiane impegnate a semplificare le procedure e a favorire l'accesso a questa grande opportunità che prevede incentivi importanti per i prossimi 20 anni; in Sardegna invece si è fatto di tutto per rendere impossibile usufruire di questa opportunità unica che avrebbe dato all'economia uno sviluppo duraturo in un settore strategico;

- la Regione Sardegna finora si è mossa in controtendenza rispetto agli orientamenti comunitari e alla legislazione nazionale in materia di rinnovabili creando dei gravi danni all'economia della Sardegna e mettendo a rischio il lavoro dei circa 5 mila occupati che operano nella filiera del settore;

- il recente disegno di legge approvato dalla Giunta regionale individua nell'istituzione del soggetto "Sardegna Energia Spa" l'ente unico in materia di rilascio di autorizzazioni, che allo stesso tempo dovrebbe anche essere proprietario di impianti energetici; ciò rende ancor più complicato un sistema che si trova già oggi in grave difficoltà ed introduce elementi di dubbia legittimità;

- la legge comunitaria 2009, approvata definitivamente dal Senato della Repubblica in IV lettura ed avviata alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 12 maggio 2010, stabilisce in modo inequivocabile che tutti gli impianti di energie da fonti rinnovabili fino a 1 MW elettrico non sono soggetti ad autorizzazione unica, ma è sufficiente presentare la DIA al SUAP (comune) competente;

- le disposizioni legislative previste con l'approvazione della legge comunitaria 2009, risultano in contrasto con il vigente sistema normativo regionale e soprattutto con le linee guida approvate dalla Giunta regionale con deliberazione 12 marzo 2010, n. 10/3;

- a fronte della forte concentrazione delle procedure autorizzative nel campo delle energie rinnovabili in capo alla Regione, disposta dalla legge regionale n. 3 del 2009, non è seguita al momento, una adeguata organizzazione strutturale ed amministrativa dagli uffici regionali perché si possa pensare ad un blocco delle autorizzazioni propedeutico a una più rigorosa politica energetica;

- l'introduzione dell'accordo di programma di cui all'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009, appare contrastare con l'esigenza di superare ogni eventuale ambito discrezionale nella procedura di autorizzazione degli interventi in ambito energetico;

RITENUTO che:

- la Regione Sardegna possa diventare leader nazionale ed internazionale nel settore della riduzione delle emissioni di gas in atmosfera e dello sviluppo sostenibile;

- l'obbiettivo strategico debba essere quello di attivare azioni integrate di medio e lungo periodo destinate a rendere il bilancio delle emissioni di CO2 della Sardegna pari a zero;

- non sia più procrastinabile la rivisitazione del PEARS alla luce di un ancor più complesso e continuo mutamento legislativo in materia di energia;

- il PEARS debba prevedere l'individuazione di strumenti operativi per la valorizzazione dei siti per la produzione di energia da fonti rinnovabili che permettano la compartecipazione degli enti locali assicurando benefici diffusi nel territorio;

- vadano individuate filiere produttive di tecnologie per le rinnovabili favorendo lo sviluppo di imprese anche alla luce delle opportunità del porto canale e dell'istituzione delle zone franche;

- non possa non tenere conto del contributo importante che darà al sistema energetico sardo la costruenda rete del metano, che dovrà integrarsi con la rete di distribuzione di energia elettrica;

- la produzione di energia da fonti rinnovabili possa raggiungere nel 2020 un quota pari al 25 per cento dei consumi primari;

- gli impianti fino a 1 MW possono rappresentare una integrazione importante per le piccole e medie imprese;

- è necessario in materia energetica ed economica più in generale, acquisire una metodica amministrativa più trasparente ed efficace, in grado di garantire la più ampia tracciabilità degli investimenti in Sardegna nella tutela degli interessi generali dell'autonomia e del popolo sardo;

- è a tal fine indispensabile che la tutela costante ed intransigente dell'autonomia regionale, trovi il suo naturale luogo di garanzia nel costante confronto del Presidente della Regione con il Consiglio regionale,

impegna il Presidente della Regione

1) a rivisitare il PEARS in relazione al fabbisogno energetico (termica/elettrica) in rapporto all'attuale modello di sviluppo e a ciò che sarà nel medio e lungo periodo;

2) all'aggiornamento e approvazione del PEARS avendo l'obbiettivo di riqualificare l'intero sistema energetico sardo, dalla produzione alla distribuzione, dall'uso dell'energia nella mobilità, come negli edifici pubblici e privati;

3) a rispettare gli obbiettivi del PEARS al fine di valorizzare le fonti di energia rinnovabili per la riduzione delle emissioni di CO2 previste dalle normative nazionali e comunitarie per il patto sul clima;

4) a recepire le osservazioni delle competenti Commissioni consiliari, come disposto dall'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale della Sardegna il 10 febbraio 2010, al fine di riordinare e programmare il rilascio delle nuove autorizzazioni per impianti di energia rinnovabile;

5) alla luce dell'ultima legge nazionale approvata in materia, a procedere all'aggiornamento delle "Linee Guida" recependo in primis quanto previsto dalla recentissima legge comunitaria 2009 suddetta, che assoggetta a procedura di inizio attività gli impianti di energia da fonti rinnovabili non superiore a 1 MW elettrico di potenza;

6) a procedere in tempi brevissimi alla modifica dell'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009 e alla revisione della vigente normativa regionale, non coerente con la legislazione nazionale e comunitaria, tramite l'approvazione di un disegno di legge che disciplini e riordini l'intera materia che riguarda la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;

7) a proporre in sede di conferenza Stato-regioni l'approvazione delle linee guida nazionali che, fra l'altro, attribuiscano alle singole regioni le quote di rinnovabili per ciascuna fonte onde evitare un uso non equilibrato e meramente speculativo delle stesse. (62)

Mozione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Uras - Ben Amara - Mulas - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla necessità di adottare idonei strumenti legislativi e giuridici per un utilizzo delle energie rinnovabili della Sardegna che non arrechi danni irreparabili al territorio e al popolo sardo.

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che:

- la sovranità dei beni collettivi della Nazione sarda appartiene al popolo sardo a cui deve essere garantito il diritto di accesso, l'utilizzo e la condivisione dei benefici che da questi vengono prodotti;

- la ricchezza prodotta dai beni comuni deve ricadere su tutta la collettività in modo da contribuire al progresso e alla crescita economica, sociale e culturale della Nazione;

- l'assenza di norme che regolano e tutelano tali ricchezze collettive porta ad un loro rapido consumo e impoverimento e alla possibilità che il loro utilizzo non vada a beneficio del popolo sardo;

PRESO ATTO che:

- il vento e il sole sono legittimi beni collettivi che appartengono al popolo sardo;

- attraverso le moderne tecnologie è possibile estrarre da essi energia pulita, rinnovabile e utile all'abbassamento dei costi di produzione per le imprese, per l'utilizzo dei privati cittadini e per le comunità sarde;

- non esiste un impianto normativo capace di regolare l'utilizzo di tali fonti energetiche, né tanto meno un Piano energetico regionale sardo che ne tuteli l'utilizzo a nostro favore;

- gli ultimi avvenimenti hanno reso pubblica l'esistenza di società con capitali di dubbia provenienza che hanno come unico obiettivo quello di speculare sulle risorse comuni della nostra terra;

- i contratti di gestione finora stipulati da dette società e che riguardano le energie rinnovabili sono iniqui a vanno a totale beneficio di interessi lontani dall'Isola;

CONSIDERATO che:

- ai fini di tutelare gli interessi del popolo sardo risulta fondamentale che la Regione si doti di tutti gli strumenti giuridici e legislativi capaci di controllare lo sviluppo e l'utilizzo di tali beni;

- attualmente i costi dell'energia in Sardegna sono i più elevati d'Europa (il doppio dell'Italia e il triplo dell'Europa), in quanto essa è prodotta e gestita da aziende non integrate nel sistema produttivo sardo in base a logiche di profitto privato del tutto avulse da qualsiasi organica strategia economica generale;

- le fonti di energia rinnovabile sono uno snodo fondamentale per la creazione di ricchezza nella moderna economia globale e notoriamente i flussi di investimento si stanno spostando dal petrolio alla cosiddetta "green economy",

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a pronunciarsi per chiarire se il popolo sardo abbia o debba avere il diritto di esercitare la propria sovranità sui suoi beni pubblici e, nel caso specifico, sul vento e sull'irradiamento solare;

2) a decidere se la ricchezza prodotta da queste risorse debba andare a beneficio della collettività sarda o a beneficio di altri;

3) ad attivarsi per l'istituzione dell'Agenzia sarda per l'energia, ente pubblico che si occupi di raccogliere, distribuire e reinvestire le risorse derivanti dalle attività di produzione di energia;

4) a far sì che la Regione ridiscuta e aggiorni il Piano energetico regionale;

5) affinché si adoperino a sospendere per sei mesi tutte le concessioni sui nuovi parchi eolici i cui benefici non vadano in maggior parte a favore delle comunità locali o violino le normative paesaggistiche in vigore od anche solo pregiudichino l'ambiente ed il paesaggio naturali;

6) a ridiscutere i contratti stipulati tra società private e enti pubblici a oggi ritenuti iniqui e totalmente svantaggiosi per le comunità locali. (31)

Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità di modificare il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR).

I sottoscritti,

PREMESSO che:

il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR), approvato dalla precedente Giunta regionale ed ancora vigente, si caratterizza, per un'impostazione culturalmente arretrata che non tiene conto della sostenibilità dei modelli di sviluppo proposti;

- il PEAR fa riferimento solo al mantenimento del livello socio-economico raggiunto, ma non fa riferimento ai "costi esterni" socio-sanitari che le popolazioni sono costrette a sopportare in relazione all'impatto ambientale che alcuni tipi di attività produttive con elevata produzione di emissioni inquinanti determina;

- nel documento di sintesi del PEAR della Regione Sardegna si riscontra, inoltre, la mancata adesione ai criteri di pianificazione dello sviluppo sostenibile; per esempio non si tiene conto dei carichi ambientali e sanitari che determinate scelte possono comportare, ben sapendo che la procedura della valutazione ambientale strategica (VAS) comporta la necessità di integrare alle scelte del Piano energetico anche quelle ad implicazione ambientale;

- il PEAR della Sardegna si basa su un'analisi del sistema produttivo e degli indicatori che non risultano essere omogenei e quindi non sono attendibili (per esempio: in Sardegna il dato attuale del rapporto kg/kWh tra emissione di CO2 e kWh prodotto, assume valori variabili da 0,8 a 1,1 in tre diversi contesti dello studio);

CONSIDERATO che:

- nella parte introduttiva del PEAR ci si riferisce alla normativa internazionale dell'Unione europea riguardante le azioni tese a promuovere il contenimento delle emissioni (locali e globali) ma, a tale riguardo, va messo in evidenza che non emerge il contributo della Regione Sardegna per il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione del 6,5 per cento delle emissioni di CO2 che lo Stato italiano si era impegnato ad accogliere con il Protocollo di Kyoto (rispetto, poi, alle più recenti deliberazioni dell'Unione europea, il Piano è ben lontano da una programmazione che permetta una riduzione del 20 per cento di emissioni, una produzione del 20 per cento da energia rinnovabile ed il raggiungimento di un risparmio energetico del 20 per cento);

- nel rapporto ENEA "Energia ambiente 2004", nel commentare il bilancio d'energia complessivo, si osserva che il coefficiente d'efficienza energetica è in Sardegna solo di 0,61, mentre il dato medio nel Paese è di 0,70 ed appare evidente come la presenza di industrie energivore (che assorbono circa la metà del consumo energetico giornaliero, cioè circa 600MW) imponga alla Sardegna:

a) di produrre manufatti e semi-lavorati ad alto contenuto energetico e basso contenuto lavorativo e professionale, con ulteriore esportazione indiretta di energia;

b) l'assenza di industrie a valle della produzione di base;

- appare ugualmente evidente come il restante tessuto produttivo soffre per:

a) l'elevato costo energetico di produzione che impone l'impiego quasi esclusivo di combustibili fossili (petrolio e carbone);

b) i trasporti che nella Regione risultano energeticamente molto più onerosi rispetto alla Penisola;

CONSIDERATO ancora che:

- tale condizione sembra destinata a peggiorare in relazione alla corsa alla produzione in esubero di quote sempre maggiori di energia elettrica (EE), con la contemporanea realizzazione del cavo SaPeI (500-1000MW); in tal modo si potrà liberare parte della "riserva" per produrre più energia e incrementare ulteriormente l'esportazione ma, ciò nonostante, dai dati della produzione elettrica riportati nel PEAR, non si evidenzia che già oggi l'Isola è esportatore d'energia (il 7,02 per cento della produzione nel 2002, il 3,78 per cento nel 2003, il 5 per cento nel 2004, il 6 per cento nel 2005 e il 7 per cento nel 2006 su circa 13.031 GWh/a), nonostante il vincolo della riserva di potenza dell'80 per cento (circa 1.400 MW) determinato dal nostro relativo isolamento (vedi collegamento con la Penisola attraverso il SACOI da 300 MW e con la Corsica attraverso il SARCO 50 MW);

- sebbene la produzione di EE sia superiore a quella della richiesta interna nell'Isola, il prezzo del MWh è mediamente superiore del 30-35 per cento a quello del resto del Paese e se ciò dipendesse dall'alto costo della produzione dell'energia, in Sardegna verrebbero meno i presupposti economici che consentono l'attuale esportazione di EE e la programmazione del raddoppio di tale esportazione, così come traspare dagli obbiettivi del PEAR (nel documento di sintesi manca un'analisi di tale fenomeno seppur si individua la riduzione del prezzo dell'energia come obiettivo);

- in particolare, nel PEAR non vengono presi in esame i bassi costi di produzione relativamente all'impiego prevalente di combustibili fossili (TAR, carbone, derivati dal petrolio);

- si invoca invece per abbattimento del prezzo dell'EE l'impiego del metano che, nella realtà, farà aumentare i costi di produzione, ed inoltre non si fa nessun riferimento alla grande quantità di EE che viene acquistata a tariffe incentivate (circa il doppio del prezzo corrente attraverso i meccanismi del CIP6 ed i certificati verdi) in quanto prodotte dalle cosiddette fonti assimilate;

RILEVATO che:

- la prevalenza di tali produzioni che godono della priorità di dispacciamento e del non obbligo di regolazione, portano alla turbativa di mercato che vede scaricati su quello dell'Isola gli alti costi di acquisto da parte dell'Acquirente unico/GME con un prezzo del MWh superiore a quello della Penisola e che l'assenza dell'obbligo di regolazione porta inoltre alla bassa qualità del servizio energetico, che vede infatti nell'Isola il record di interruzioni improvvise (oltre 250 min/anno contro i 7 min/anno della Lombardia), mentre la presenza di una produzione da grossi impianti (superiori ai 100-150 MW di potenza) porta una ulteriore vulnerabilità del sistema elettrico isolano;

- ciò aggiunge per le imprese, come per le famiglie, un ulteriore costo di gestione, legato alla maggiore usura dei sistemi di produzione, delle apparecchiature, degli utensili e delle fonti luminose;

- la difficoltà di inserimento in rete della produzione da vere FER (fonte energia rinnovabile) non va ricercata dunque nella necessità di preservare la stabilità delle rete già minata dalla produzione in esubero da FEA (fonti energetiche assimilate);

- solo l'introduzione di un sistema di generazione distribuita (GD) dell'energia elettrica da fonti energetiche primarie di tipo rinnovabile, quali sole e vento, diffuse sul territorio, consentirebbe il raggiungimento dell'obiettivo comunitario del 20 per cento da FER;

RILEVATO ancora che:

- il sistema dovrebbe essere costituito da unità di produzione di taglia medio-piccola (da qualche decina/centinaio di kW a qualche MW), connesse, di norma, ai sistemi di distribuzione dell'energia elettrica (2003/54/CE) e ciò consentirebbe:

a) di avvantaggiarsi della flessibilità delle tecnologie GD di produrre potenza in periodi favorevoli e di espandere rapidamente la potenza stessa in risposta a richieste maggiori;

b) di usare i generatori esistenti di emergenza per fornire potenza durante i periodi di punta;

c) di fornire i fabbisogni di elettricità e calore e vendere elettricità;

d) di migliorare l'affidabilità e la qualità dell'energia consumata;

ma su tali problematiche e soluzioni il PEAR non fa cenno mentre si propone, tra gli obbiettivi, quello dell'"autonomia energetica mediate fonti fossili" ed inoltre la costruzione di nuovi impianti di grossa taglia che prevedono un prevalente uso massiccio di carbone importato (Sulcis e Fiume Santo, utilizzato con tecnologie più o meno efficienti, ma non tra le migliori) con la chiara conseguenza che la riduzione delle emissioni di gas-serra regionali del 20 per cento entro il 2020, pari a un taglio di 7,2 milioni di tonnellate, diventa in tal modo irraggiungibile, esponendo la fragile economia della società sarda ad ulteriori costi a causa delle ennesime procedure di infrazione che l'Unione europea automaticamente aprirebbe;

- l'obiettivo del PEAR relativo al "sostegno del sistema produttivo industriale e carbonifero dell'area Sulcis-Iglesiente", appare di sapore autarchico, datato e lontano dalle più moderne concezioni di risparmio energetico (la necessità di supportare una produzione energivora come quella dell'alluminio è nel PEAR il presupposto per la produzione di ulteriore EE da fonti fossili, solo in minima parte locali);

- la riduzione dei consumi energetici del 20 per cento al 2020 non può essere raggiunta puntando solo sulla riduzione dei consumi energetici di tipo domestico (vedi certificazione energetica delle nuove costruzioni), ma deve partire dalla riconversione di un sistema produttivo a bassa efficienza come la produzione di alluminio dalla bauxite giacché l'alluminio è un materiale totalmente riciclabile ed il suo recupero e riciclo, oltre a evitare l'estrazione di bauxite (più produzione annua di 1.500.0000 ton/anno di rifiuti speciali, quali i fanghi rossi), consentirebbe di risparmiare il 95 per cento dell'energia richiesta per produrlo partendo dalla materia prima; infatti per ricavare dalla bauxite 1 kg di alluminio sono necessari 14 kWh, mentre per ricavare 1 kg di alluminio nuovo da quello riciclato servono solo 0,7 kWh di energia);

- il riciclo dell'alluminio costituisce un'importante attività economica, che dà lavoro a molti addetti: l'Italia è il primo produttore europeo di alluminio riciclato ed il terzo nel mondo; una nuova quota di tale produzione e occupazione dovrebbe essere assegnata alla Sardegna: ciò garantirebbe con maggiore efficacia il raggiungimento dell'obiettivo della stabilità socio-economica della comunità dell'Isola;

CONSTATATO infine che:

- la mancanza di competenze multidisciplinari nella stesura del PEAR emerge chiaramente anche dall'assenza di una seria analisi sui costi sanitari delle attuali strategie industriali ed energetiche poiché, per esempio, fra tutte le normative considerate nella stesura del piano, mancano quelle che saldano le attività produttive ed energetiche alle ricadute sulla salute dei cittadini, attraverso il cambiamento della qualità dell'aria;

- non viene dunque preso in considerazione il decreto legislativo n. 351 del 1999 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente); tale norma, seppur non recente, si ritrova ancora inapplicata nell'Isola per quanto riguarda l'articolo 1 (Finalità), comma 1, lettera d), che impone di mantenere "la qualità dell' aria ambiente, laddove è buona e migliorarla negli altri casi" ed è noto come un sistema regionale di centraline di rilevazione efficiente ed efficace sia ancora progettualità sulla carta, mentre nei fatti si ritrovino "controllati" che si controllano con centraline proprie;

- i dati del registro tumori della Provincia di Sassari sull'elevata incidenza di tumori tra i lavoratori dell'area industriale di Porto Torres, non sono affatto confortanti mentre quelli più recenti che riguardano l'incremento annuo dei tumori nella prima infanzia e nell'adolescenza nell'intera Provincia di Sassari, caratterizzati da incidenze superiori al 2 per cento dell'incremento annuo della Penisola (1 per cento negli altri Paesi europei; 0,7 per cento negli Stati Uniti), sono anch'essi significativi per le ricadute di un certo sistema industriale sulla salute delle fasce biologicamente più vulnerabili della società;

- l'esistenza di dati solo per la Provincia di Sassari dimostra anche l'arretratezza del sistema sanitario regionale che inspiegabilmente non si riesce ancora a sanare;

- i dati biostatistici sulle 18 aree a forte impatto ambientale sono frutto dell'impegno dell'ultimo Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, anche se a tale impegno non ha fatto seguito una adeguata progettualità di prevenzione primaria inserita nel Piano sanitario regionale;

- tra i dati raccolti in queste aree della Sardegna (circa 900.000 persone) il sesso maschile mostra un tasso di mortalità indicizzato per età per mille abitati per anno, più elevato rispetto all'intera Penisola italiana, Val Padana compresa (84,4 v/s 80,8); il rapporto Censis del dicembre 2007 riporta altri dati su cui riflettere; tra questi, un rilievo particolare merita l'indicatore sintetico della salute che, come si osserva, ci vede all'ultimo posto nel Paese,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se vi sono già agli atti provvedimenti, ovvero quali misure ed iniziative la Giunta regionale abbia intendimento di adottare nell'immediato al fine di modificare, apportando gli opportuni correttivi, il PEAR della Regione Sardegna. (73).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione numero 62 ha facoltà di illustrarla. Ricordo che il tempo a disposizione per l'illustrazione è di venti minuti.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, mi permetterà, presidente Lombardo, con l'illustrazione della mozione numero 62, di riprendere il discorso da dove è stato interrotto il 1° giugno, giornata nella quale il presidente Cappellacci ha voluto rendere dichiarazioni all'Aula sul tema delle energie rinnovabili.

Riteniamo sbagliata la scelta, effettuata in quella data, di aver voluto evitare il dibattito optando per un percorso più semplice, quello tracciato dall'articolo 121 del Regolamento e non invece quello indicato dall'articolo 120 come noi avevamo chiesto. E' stato un percorso più semplice ma meno democratico, soprattutto in un momento particolarmente delicato per la nostra Regione. Oggi con questa mozione ci facciamo carico di ridare centralità all'Aula e a ogni consigliere regionale, vogliamo restituire al Consiglio (il punto 4 del dispositivo della mozione) il suo ruolo di indirizzo impegnando il Presidente della Regione a recepire le osservazioni della quarta e quinta Commissione consiliare, come disposto dall'ordine del giorno approvato unanimemente da questo Consiglio regionale il 10 febbraio 2010, quattro mesi fa, in materia di rilascio di autorizzazioni per impianti di energia rinnovabile.

E' un tema in evoluzione; l'Unione europea ha recentemente emanato una serie di direttive note come "pacchetto clima" che rafforzano in particolare gli obiettivi del protocollo di Kyoto. L'obiettivo della riduzione dei gas a effetto serra viene perseguito con una serie di misure che puntano al maggior ricorso alle energie rinnovabili e all'aumento dell'efficienza energetica per ridurre i consumi. Il "pacchetto clima" stabilisce obiettivi distinti per i singoli Stati da raggiungere entro il 2020 prendendo come base di partenza il 2005.

L'Italia si è impegnata ad abbattere entro il 2020 del 13 per cento rispetto al 2005 i propri livelli di emissione di gas a effetto serra e a coprire con una quota del 17 per cento da fonti rinnovabili i propri consumi di energia. L'Italia negli ultimi anni, pur aderendo alle singole direttive, è riuscita solo in parte a cogliere le potenzialità insite nel progetto strategico relativo alla produzione di energia da fonti rinnovabili. I fatti ci dicono che è emersa maggiormente la corsa ai grandi impianti eolici per intercettare la notevole mole di incentivi statali, con un approccio prevalentemente speculativo e per alcuni tratti anche di tipo affaristico; l'energia pulita, cioè, fonte di attrazione di capitali sporchi, come viene descritto anche in questi giorni dai giornali.

Prima di illustrare il contenuto della mozione, e in particolare del dispositivo, mi si consentirà però di ripercorrere il percorso adottato dalla Giunta in carica ed il quadro che il presidente Cappellacci ha ereditato dalla precedente legislatura. Il Presidente ne ha parlato nelle sue dichiarazioni del 1° giugno, è bene ritornarci. In Sardegna il Piano energetico ambientale regionale, approvato dalla Giunta Soru il 2 agosto 2006 col parere favorevole della competente Commissione consiliare, ma soprattutto l'articolo 18 della legge regionale numero 2 del 2007, fortemente voluto dalla precedente amministrazione regionale, hanno cercato di porre rimedio al fenomeno speculativo che rischiava di far diventare la Sardegna, i sardi, meri spettatori della "estrazione" del vento e del sole del proprio territorio. C'era intanto un'idea-forza, un'idea di fondo: la produzione e lo sviluppo dell'energia non devono compromettere l'ambiente e il paesaggio della nostra Regione. La prospettiva di tutela ambientale è fondamentale e per l'isola non può essere barattata con niente.

Però arriviamo subito al 12 marzo 2010, poi andrò a ritroso. Mi soffermo su questa data, che il Presidente penso ricordi bene, perché in quella giornata del 12 marzo 2010 il presidente Cappellacci tiene una conferenza stampa da grande evento. Non è una conferenza stampa qualsiasi, è speciale, sono presenti tutti gli Assessori, non solo quelli di competenza. Il Presidente annuncia con enfasi tre delibere, ma soprattutto l'approvazione da parte della Giunta regionale della delibera, la 10/1 del 12 marzo 2010, che istituisce una nuova agenzia della Regione, la "Sardegna Energie SPA" per la produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso la quale, dopo l'eventuale approvazione da parte del Consiglio regionale del disegno di legge, sarà la stessa Regione a gestire direttamente la realizzazione dei parchi eolici e tutte le altre energie rinnovabili. Una Spa con un raggio d'azione impressionante, non ci sarà intervento in materia di energie rinnovabili che le sfuggirà.

Si capisce che quel disegno di legge è scritto in tutta fretta; per alcuni giorni non se ne conosce il contenuto ma per il Presidente sembra più importante l'annuncio, l'annuncio mediatico, che il fatto in sé. Fatto in sé che non c'è perché quella non è che una proposta e sino a quando non verrà approvata da questo Consiglio rimane tale, nulla è innovato nelle norme e negli atti di governo.

Atti di governo, invece, da lei voluti, Presidente, e norme che, mentre noi discutiamo in quest'Aula, sono ancora pienamente in vigore e operative. Norme ed atti, Presidente, che hanno costituito il biglietto da visita più eclatante, suo e della sua Giunta, in campo energetico e che lei non ha tardato a presentare, l'ha presentato ai sardi nell'agosto 2009 ad appena cinque mesi dal suo insediamento. Quel biglietto da visita aveva un solo significato, smantellare totalmente e subito le norme e gli atti della giunta Soru in campo energetico, a partire dall'abrogazione pressoché totale dell'articolo 18 della legge regionale 2/2007; articolo attraverso il quale "al fine di garantire sviluppo e consolidamento al tessuto industriale regionale ad elevato consumo energetico…", le imprese energivore appunto, "è costituita, entro i massimali di potenza da fonti rinnovabili installabili nel territorio regionale stabiliti con il Piano energetico ambientale regionale, una riserva strategica…". Tre punti fondamentali sono ricompresi in quell'articolo.

In primo luogo la Regione "può stipulare con primari operatori, in possesso di qualificata esperienza nel settore dell'energia rinnovabile eolica, e di una significativa capacità produttiva, un protocollo d'intesa, che destini alle aziende energivore quantitativi di energia elettrica sostanzialmente equivalenti alle quantità prodotta dagli stessi operatori attraverso impianti eolici in esercizio, o da realizzarsi nella Regione Sardegna, in tal modo anche promuovendo… un maggior utilizzo sostenibile nell'energia rinnovabile eolica…".

Ho volutamente utilizzato gli stessi termini della norma del 2007, affinché non ci siano equivoci di sorta, interessati o meno. La norma parla di "primari operatori", non operatori qualsiasi "in possesso di qualificata esperienza nel settore dell'energia rinnovabile eolica, e di una significativa capacità produttiva…". E' chiaro, le destinatarie sono le industrie energivore.

E ancora più chiaramente, secondo punto, la Regione può dare assoluta priorità nell'attribuzione di significative quote di produzione di energia eolica "…a soggetti che gestiscono servizi pubblici caratterizzati da una elevato fabbisogno energetico…", l'intento è quello di abbattere i relativi costi sostenuti da questi soggetti pubblici. In primo piano l'ENAS, il gestore del servizio idrico multisettoriale della nostra isola per gli usi civili, agricoli e industriali, al quale era già stato affidato il compito di produrre direttamente volumi di energia eolica tali da superare, unitamente a quella idroelettrica prodotta dallo stesso ente con i nuovi impianti già finanziati dalla Regione con il POR 2007-2013, l'attuale deficit energetico annuo e di raggiungere entro il 2014 l'autosufficienza energetica, con la sensibile riduzione del prezzo dell'acqua ceduta per i diversi usi, e con minori costi per il bilancio regionale. All'ENAS, inoltre, con la delibera della Giunta Soru del 16 dicembre 2008, relativa alla programmazione dei fondi FAS, veniva assegnata una dotazione di 50 milioni di euro per la realizzazione di uno o più campi eolici di potenza installata, complessivi pari a 35 MW.

Infine, si prevede di assegnare le eventuali quote di energia ancora disponibile, al netto di quelle attribuite ai primari produttori per le aziende energivore e di quelle assegnate al servizio pubblico, fino ai massimali stabiliti nel Piano energetico ambientale regionale, tramite bandi pubblici al fine di conseguire importanti ricadute economiche e sociali sui territori interessati.

Questo è lo scenario che lei ha trovato, presidente Cappellacci, che però il 1° giugno scorso, dieci giorni fa, ci ha detto che non andava bene. Così in pochi giorni, davvero in pochi giorni, perché tutto è avvenuto tra il 6 e il 7 agosto del 2009, ne attua lo smantellamento. Il 7 agosto viene pubblicata la legge numero 3/2009, che con l'articolo 6 spazza via le disposizioni dell'articolo 18 della legge numero 2/2007.

Niente più riserva per i primari operatori che producono per le aziende energivore, niente più riserva di energia prodotta per ENAS, quindi per il sistema idrico multisettoriale; si azzera tutto, e tutte le quote di energia eolica ancora producibili vengono liberalizzate e determinate non più in base al Piano energetico ambientale, ma a esigenze di natura tecnica e di tutela ambientale e territoriale. Maggiore la discrezionalità, maggiori le quote da attribuire, non più però attraverso bandi pubblici che consentano importanti ricadute economiche e sociali sui territori interessati, come prevedeva l'articolo 18 della legge numero 2/2007, ma con un non meglio definito criterio selettivo, non discriminatorio, di valutazione comparativa degli interessi coinvolti, che garantisca un uso sostenibile del territorio il cui consumo consenta, alle comunità locali, di conseguire obiettivi di qualità socio-economici, ambientali e paesaggistici.

Che cosa sia la qualità socio-economica non riusciamo a capirlo! Capiamo però che quel criterio selettivo, non discriminatorio, non significa necessariamente bando pubblico, altrimenti perché non scriverlo esplicitamente come si era già fatto con il citato articolo 18 della legge regionale numero 2/2007? La realtà è che, tolte di mezzo le riserve di energia assegnate per aiutare le aziende energivore in crisi e quelle per il servizio idrico regionale, il campo sarebbe diventato totalmente libero, libero di determinare le quote di energia eolica, libero di attribuire queste quote senza bandi ma attraverso altri criteri selettivi non meglio identificati.

Sempre con l'articolo 6 della legge regionale numero 3/2009, l'autorizzazione unica in campo ambientale ed energetico, sino ad allora di competenza delle stesse amministrazioni provinciali, ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale numero 9/2006, viene riportata alla competenza esclusiva dell'Amministrazione regionale, e per lasciare campo totalmente libero vengono tolte all'ENAS non solo le quote di energia attribuibili ai sensi della legge regionale numero 2/2007, ma anche i 50 milioni di fondi FAS attribuiti dalla giunta Soru.

In quel 6 agosto 2009, ripeto che tutto avviene in quei pochi giorni, la sua Giunta, presidente Cappellacci, approva il nuovo programma attuativo dei fondi FAS con lievi modifiche rispetto a quello varato dalla giunta Soru nel dicembre del 2008; e la modifica più significativa riguarda, guarda caso, proprio il sistema energetico, nel quale l'ENAS oggi non figura più. Mi chiedo se valeva la pena di bloccare il Piano FAS per ben sette mesi, un piano che il Vicepresidente della Regione aveva inviato al CIPE nel gennaio 2009, come prima regione d'Italia, e che forse allora sarebbe stato finanziato.

Vorremmo capire meglio. Inoltre nella stesura in bozza del piano di Sviluppo regionale della Giunta Cappellacci, appena predisposto in quei giorni, e che pochi giorni dopo in diversi hanno potuto leggere, l'eolico off-shore viene considerato dalla Regione una delle opzioni strategiche in campo energetico, poi verrà cancellato e non arriverà mai in questa veste in quest'Aula.

Ma voglio leggere il contenuto di quella bozza, a pagina 117 "si guarda inoltre con particolare interesse alle nuove sperimentazioni che riguardano l'ottenimento di energia dagli impianti eolici off-shore, energia mare-motrice eccetera, in quanto questi campi sono in continua e rapida evoluzione e potrebbero anche consentire l'inserimento delle imprese sarde nelle filiere produttive ad elevato contenuto tecnologico". Così era scritto, poi cancellato anche in seguito a contestazioni provenienti da alcuni autorevoli rappresentanti del partito di maggioranza.

Sempre in quel 6 agosto 2009 il presidente Cappellacci propone, e la Giunta regionale approva, con la delibera 38/43, la nomina di Ignazio Farris alla direzione dell'ARPAS, su indicazione pare del duo Verdini-Carboni, una nomina dettata sembrerebbe al telefono. Mentre il 7 agosto viene pubblicata la legge regionale 3/2009 con la proroga al 31 dicembre dell'incarico di commissario straordinario dell'Autorità d'ambito dei servizi idrici all'ingegner Franco Piga. Il Presidente ci spieghi come fa a restare ancora al suo posto il Direttore generale dell'ARPAS, l'ingegner Ignazio Farris, lo ha proposto alla Giunta e poi nominato con un decreto su segnalazione del coordinatore nazionale del P.d.L. Verdini, a cui era stato imposto evidentemente da un uomo d'affari. Mi chiedo se è normale. "Non potevo dire di no ad uno dei segretari del mio partito", così abbiamo letto in un'intervista. Quella grave affermazione dà la misura di come venga esercitata la funzione di Presidente della Regione autonoma della Sardegna. Tra l'altro è da ben nove mesi, ovvero dall'agosto del 2009, che restano inspiegabilmente occultati sul sito Internet della Regione la delibera e il decreto di nomina, firmati dal presidente Cappellacci.

Avrei molte domande da porre, ma mi limito a questa palese mancanza di autonomia: una subalternità totale ai poteri romani che, già di per sé dovrebbero spingerla, Presidente, a rassegnare le dimissioni.

D'altronde, Presidente, fin dall'inizio ci aveva candidamente comunicato di non avere un'idea di Sardegna, di prendere le idee migliori; oggi abbiamo avuto la conferma che quelle idee non solo non sono dei sardi, ma non sono per niente le migliori. Si è capito fin dall'inizio che la Sardegna non avrebbe avuto alcuna autonomia, e gli attacchi al cuore dello Statuto non si sono fatti attendere: il G8 trasferito senza consultare il Presidente della Regione (la attendiamo ancora in Aula per discutere quella mozione depositata fin dal mese di marzo); i beni demaniali trasferiti ai sensi dell'articolo 14 che il Ministero vuole alienare per fare cassa; la riscrittura dell'articolo 8, resa vana dal Governo che non trasferisce le risorse, ne parleremo a breve con la manovra di assestamento magari; la perdita dei fondi FAS; lo scippo di quelli per la Sassari-Olbia fino allo storno dei soldi destinati al Sulcis-Iglesiente per attribuirli alla Vuitton Trophy.

Un elenco lunghissimo di fallimenti politici e, soprattutto, di atti di subalternità nei confronti del Governo amico, come nel caso della chimica. Solo per questi atti, per questi fallimenti politici, per questa subalternità dovrebbe rassegnare le dimissioni.

Poi ci sono i fatti di quest'ultima settimana che ci impongono di chiederle con più forza, Presidente, di rimettere il mandato. I chiarimenti del 1° giugno non ci soddisfano, molti aspetti non sono chiari, per esempio il caso del commissario per l'Autorità d'ambito, rappresentante di tutti i comuni della Sardegna nella delicatissima attività di controllo di Abbanoa e nella gestione del servizio idrico integrato, comprese le tariffe idriche, i programmi di intervento nel settore idrico fognario, di rilevante importo finanziario, il tutto lasciato nelle mani di una sola persona. La Giunta ha nominato infatti l'ingegner Piga, che non ha mai ricoperto alcun incarico di governo o di rappresentanza politica in alcuno dei comuni della Sardegna. Ad appena pochi giorni dal suo insediamento, doveva avere molta fretta, Presidente, il 24 marzo 2009 (non si erano ancora spenti gli echi della campagna elettorale, il vostro feeling con gli enti locali), ha deciso di adottare una delibera al di fuori di qualsiasi concertazione, senza una norma di legge a sostegno, con la quale revocava l'incarico al commissario in carica, Luigi Piano, che aveva già indetto le elezioni per il rinnovo degli organi e nominava al suo posto l'ingegner Piga che, su direttiva del Presidente della Giunta, sospendeva subito dopo la sua nomina le elezioni che si sarebbero dovute tenere da lì a qualche giorno.

Successivamente, con la legge regionale numero 1 del 14 maggio 2009, questo Consiglio regionale prendeva atto del solenne impegno, assunto dalla Giunta in quest'Aula, di presentare immediatamente una proposta di legge di riforma dei servizi idrici integrati, perché venisse approvata entro il 14 agosto 2009, con la decadenza in caso contrario del commissario che avrebbe immediatamente dovuto indire le elezioni.

Naturalmente di quel disegno di legge neanche l'ombra, così come è avvenuto dopo la proroga di quel termine, il 31 dicembre 2009, avvenuta con la legge regionale 7 agosto 2009 numero 3. Così l'ingegner Piga dal 1° gennaio 2010 ha continuato a svolgere le funzioni e a occupare la poltrona di commissario delle autorità e di rappresentanza - si fa per dire - di tutti i 377 comuni dell'Isola, approvando le tariffe idriche per il 2010 per tutta la Sardegna e intervenendo sui programmi e i piani d'intervento.

Ci chiediamo dov'era il Presidente della Regione in tutti questi mesi in cui - insieme alla sua Giunta - sarebbe dovuto intervenire dapprima presentando al Consiglio regionale il disegno di legge di riforma e, non avendolo fatto, con una gravissima responsabilità politica, emanare poi almeno una direttiva che imponesse al commissario l'indizione delle elezioni. Ma per il Presidente e la sua Giunta evidentemente l'ingegner Piga doveva restare al suo posto poi se n'è dovuto andare, se n'è dovuto andare! Non si è dimesso perché non aveva niente da cui dimettersi essendo ormai decaduto da tempo da quella carica.

In quella vicenda sono stati traditi tutti i comuni della Sardegna. E' stato tradito questo Consiglio, quindi anche i consiglieri della maggioranza, non solo venendo meno a un impegno assunto in quest'Aula, e assurto a dignità di legge sino all'atto dell'approvazione della legge finanziaria regionale, ma soprattutto avvalendosi di quell'impegno mancato per mantenere in un incarico istituzionale delicato, come quello di commissario dell'autorità d'ambito, un uomo di fiducia del Presidente.

Tornando allo stretto contenuto della mozione, questo Consiglio in seguito alla presentazione di una nostra precedente mozione urgente, si è espresso con un voto unanime dell'ordine del giorno del 12 febbraio scorso. Le Commissioni quarta e quinta hanno lavorato a una risoluzione che deve approdare in Aula; nel frattempo - colpo di scena - sono arrivate le delibere di marzo, gli atti di indirizzo e il progetto di legge per la costituzione della società "Sardegna Energia Spa". Ci chiediamo che cosa le abbia fatto fare questa inversione di marcia, Presidente. Con la legge regionale numero 3 del 2009, articolo 6, con le delibere della Giunta regionale del 10 marzo 2010 sono state riaccentrate nella Regione le competenze anche per gli impianti sotto un megawatt.

E' improcrastinabile, lo diciamo nella mozione, l'aggiornamento e l'approvazione del Piano energetico ambientale in un'ottica di riqualificazione energetica coerente nei vari ambiti: produzione, distribuzione, uso di energia nella mobilità e per gli edifici. Così come, alla luce delle recenti modifiche legislative in ambito nazionale, è doveroso inoltre aggiornare le linee guida, recependo quanto previsto dalla recente legge comunitaria che assoggetta, a procedura di inizio attività, impianti di energia da fonti rinnovabili non superiori a un megawatt.

Alle enunciazioni non sono mai seguite, Presidente, prese di posizione che consentissero di affrontare il vero problema, sempre quello: il rapporto con lo Stato; anche in questo caso il conflitto di competenza con lo Stato e la definizione delle quote di produzione elettrica da fonti di energia rinnovabili da assegnare alle singole regioni.

Affronteremo, spero in un dibattito libero, aperto, franco, questa mozione che si tiene in un momento delicato della vita politica e amministrativa della Regione; dall'esito di questo dibattito, dalla sua qualità, dalle risposte che avremo, dalle decisioni che verranno assunte oggi, a conclusione dei nostri lavori, dipenderanno eventuali altre iniziative politiche e istituzionali che il Regolamento consente alle minoranze, all'intero Consiglio regionale e che attengono responsabilmente al ruolo che l'elettorato ci ha affidato.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 31 ha facoltà di illustrarla.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, prima di tutto un riferimento al fatto, mi sia consentito, che nel Parlamento nazionale, contemporaneamente a questo dibattito in Consiglio regionale, si discute (il Governo ha posto la fiducia) sulla cosiddetta - così la chiamiamo noi a ragione - "legge bavaglio sulle intercettazioni".

In premessa vorrei rilevare che questo dibattito in Consiglio regionale non sarebbe potuto avvenire se fosse stata già approvata questa ulteriore "legge porcata" (scusate il termine ma è ormai diventato istituzionale dopo che l'ha utilizzato il ministro Calderoli), che avrebbe impedito di far conoscere ai sardi le notizie e i dubbi e le domande che in questo Consiglio regionale ci stiamo ponendo e sottoponendo all'attenzione della Giunta e del presidente Cappellacci.

Dico questo per stigmatizzare e condannare questo ennesimo atto di prepotenza che il Governo Berlusconi sta portando avanti in Parlamento per, questo è il nostro giudizio, impedire la libera conoscenza dei fatti legati all'attività delinquenziale (e chiaramente non mi riferisco alla vicenda oggi in discussione in Consiglio regionale) ma anche ad altri fatti ben conosciuti dall'opinione pubblica, soprattutto per tarpare le ali e chiudere la bocca agli organi di informazione e, in modo molto semplice e schematico, per indebolire la democrazia in Italia.

Detto questo, signor Presidente, riferendomi sempre a ciò che abbiamo appreso dai giornali sulle intercettazioni, rilevo che il 3 dicembre 2009 l'Italia dei valori, la Sinistra e i Rosso Mori, con la collaborazione e in accordo con l'IRS, sottoposero alla Giunta e al presidente Cappellacci una mozione che io oggi definisco "profetica". Una mozione profetica perché a quella data riuscimmo a individuare una serie di pericoli per la Sardegna e per i sardi derivanti dalla più che probabile invasione di "prenditori" dell'energia dell'eolico in Sardegna che avrebbero lasciato, così come è successo per tante altre risorse della Sardegna, solamente le briciole nella nostra Isola.

Contemporaneamente chiedevamo alla Giunta regionale di rivedere, così come abbiamo chiesto anche nella mozione numero 62, il Piano energetico regionale, le direttive per il potenziamento dell'utilizzo delle energie rinnovabili e, contemporaneamente, di attivare l'Agenzia sarda per l'energia e di ridiscutere i contratti stipulati tra società private ed enti pubblici ad oggi ritenuti iniqui e totalmente svantaggiosi per le comunità locali.

Signor Presidente, badi che noi oggi non possiamo e non vogliamo trarre alcuna conclusione. L'unico elemento che evidenziamo di fronte ai sardi, nel Parlamento dei sardi, è che su questa vicenda dell'eolico ci sono numerosi ed enormi punti interrogativi. Quello che le chiediamo non è una difesa d'ufficio per tentare di salvare l'operato della Giunta, questa sarebbe una cosa ovvia, ma di fronte alla profondità, alla delicatezza e all'importanza di questi fatti, e delle domande conseguenti, le chiediamo oggi, Presidente, di entrare maggiormente nel merito delle cose che stanno succedendo in Sardegna, che passano sopra la testa di tantissimi sardi, compresa quella della maggioranza dei consiglieri regionali della Sardegna e, presumo, anche di qualche Assessore della sua Giunta.

Le faccio una domanda diretta, partendo dalla necessità di un chiarimento sui movimenti finanziari, politici, amichevoli, che si sono creati su questa vicenda dell'eolico, su questo grande business dell'eolico in Sardegna. Le voglio ricordare, l'ha fatto il collega Bruno ma è opportuno richiamarlo, che la precedente Giunta regionale, presumibilmente in maniera accorta, anzi sicuramente in maniera accorta, e presumibilmente già avvisata dei movimenti che nel settore si stavano verificando, con la legge numero 2 del 2007 definiva dei criteri per l'utilizzo delle energie alternative, leggo "per arginare la spinta speculativa che confinava la Sardegna al ruolo di spettatore passivo di fronte allo sfruttamento delle risorse ambientali del proprio territorio"; fissava inoltre, prioritariamente, una quota strategica di energia rinnovabile e le residuali quote disponibili di energia da eolico venivano assegnate attraverso procedure a bando pubblico.

E' un corso anche oggi una riunione, se non ricordo male, del comitato delle società, degli imprenditori che operano nel campo delle energie alternative in Sardegna e che chiedono, così come noi chiediamo e ribadiamo oggi, il ritiro delle delibere del marzo 2010 che hanno, come dire, in maniera improvvisa e improvvida, rivisto tutta la normativa legata alle energie rinnovabili, con la costituzione, come diceva il collega Bruno, della società "Sardegna Energia Spa", con tutti gli atti legati alla definizione della nomina dell'ingegner Farris e tutto quello che poi è venuto di conseguenza.

Ebbene, noi oggi vorremmo che lei ci togliesse un dubbio, che è presente molto chiaramente nelle nostre menti e che ci preoccupa; vorremmo che lei riuscisse a garantire ai sardi, ma non solo a noi, che in Sardegna non si stava costituendo (poi improvvisamente è stata fatta marcia indietro) una "cricchetta" legata all'eolico e alle energie alternative che voleva mettere le mani su questo patrimonio dei sardi e su questo business eccezionale.

Signor Presidente, le notizie di stampa - noi non possiamo fare altro che riportare le notizie di stampa non smentite - ci fanno capire come dietro questo affare ci fossero già consistenti movimenti di denaro; l'onorevole Verdini, infatti, oltre che essere uno dei coordinatori nazionali del P.d.L., è anche un proprietario di banca, e nella sua banca sono stati già versati da una nostra concittadina, amica del dottor o signor Flavio Carboni, 800 milioni di euro di una partita che si dice fosse definibile in 5 milioni di euro; denari che dovevano servire come dire a facilitare lo "spunto" (come si sa anche nella meccanica è il momento più difficile) di questa operazione che tendeva ad utilizzare tutte le quote di energia rinnovabile legate all'eolico in Sardegna in un momento in cui le richieste di potenza, legate alla presentazione di progetti di finanziamento per il fotovoltaico, erano totalmente bloccate dalle modifiche che la Giunta regionale aveva imposto nella legge 3 del 2009, agli articoli 5 e 6, oltre che nelle deliberazioni del marzo 2010, come abbiamo richiamato prima.

Signor Presidente, sembrerebbe cioè che il disegno fosse quello, denunciato peraltro anche da autorevolissimi esponenti regionali del P.d.L. (l'onorevole Mauro Pili ha ripetutamente segnalato sugli organi d'informazione, nelle sedi istituzionali, la situazione non certo molto trasparente che si stava creando in Sardegna sull'eolico off-shore e i fatti che conosciamo bene), ma è anche ciò che pensiamo io e il mio Gruppo, nonché tanti operatori e cittadini sardi, di voler riservare all'eolico tutta la quota di potenza disponibile sulle energie rinnovabili in Sardegna e, quindi, giocoforza bloccare il fotovoltaico.

E, caro assessore Prato, lei sa quante domande presentate dagli agricoltori per la realizzazione di impianti fotovoltaici nelle serre, nelle aziende sono state bloccate a seguito delle delibere del marzo scorso e di quelle del 2009, per cui gli agricoltori non possono più installare un kilowatt di potenza?

Ora, io pongo questa domanda: se il sole e il vento sono risorse che la Sardegna può utilizzare, perché agli agricoltori sardi è impedito di integrare il loro reddito, il loro bassissimo reddito falcidiato dalla situazione economica sarda, dalla grande distribuzione, dalla bilancia dei pagamenti, dalla debole politica per l'agricoltura che viene attivata sia a livello nazionale che a livello regionale? Perché abbiamo impedito che gli agricoltori sardi, o gli artigiani sardi, o i piccoli imprenditori sardi potessero utilizzare questa possibilità di integrare il reddito grazie a una fonte di energia che noi per fortuna abbiamo copiosa in Sardegna?

Signor Presidente, le voglio fare un'altra domanda direttamente. Il dottor o signor Carboni, (sempre notizie di stampa non smentite) -ha detto alla stampa che raccomandare una persona non è reato; ma dalla stampa apprendiamo anche che in comunicazioni svolte tra Verdini, qualche imprenditore, e anche lei signor Presidente, il dottor Carboni dice "se non viene assunto Farris l'affare non si può fare", chiediamo che cos'è questo affare. Vorremmo capire qual è l'affare che poteva essere fatto solamente se Farris veniva chiamato a ricoprire una posizione chiave in tutto il complesso degli affari, scusate li devo chiamare così, o degli investimenti meglio, nell'ambito ambientale?

PITTALIS (P.d.L.). Facci capire, stai facendo il pubblico ministero?

SALIS (I.d.V.). Lei è avvocato, io non sono titolato, lei faccia l'avvocato difensore, se le riesce. Se lei queste domande non se le pone, non è mica colpa mia!

OPPI (U.D.C.). Parla della mozione, però!

SALIS (I.d.V.). Sto parlando della mozione.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, prosegua nel suo intervento, non si rivolga all'onorevole Pittalis.

SALIS (I.d.V.). Mi scusi, Presidente, però mi piace essere corretto, e la mozione numero 31, se la leggete, parla di queste problematiche. Quando si parla di eolico in Sardegna, i sardi pensano a queste cose, non alle delibere, al Piano energetico regionale, eccetera, vogliono sapere; gli agricoltori sardi l'hanno posta con nettezza questa domanda al Consiglio regionale sardo, perché ci sono decine e centinaia di agricoltori che, dopo aver pagato i tecnici per la progettazione di un impianto fotovoltaico nella loro serre, non lo possono fare perchè le loro domande sono bloccate. Pertanto la mozione "c'azzecca", eccome se "c'azzecca", per usare un termine in "dipietrese". La mozione "c'azzecca" con questi argomenti.

E quindi - per concludere, signor Presidente - noi, anche per definire i passi che questo Consiglio regionale, questa opposizione dovranno fare nel prosieguo di questo dibattito, auspichiamo che a queste domande si dia una risposta precisa che riesca a eliminare i dubbi, le perplessità che sono legate ad una sorta di indeterminatezza. Lei mi risponderà, giustamente, che non c'è un atto pubblico dal quale capire di che cosa venga imputato: ha ragione. Però anche ieri notizie di stampa ci hanno informato di visite della Guardia di Finanza nei locali della Regione e di documenti sequestrati relativi a un convegno finanziato, sembrerebbe, dalla Regione, e a cui era interessato uno dei personaggi legati alla vicenda dell'eolico; questo fatto non fa altro che aggiungere dubbi a dubbi. E noi abbiamo il dovere, ritengo, di cercare di eliminare completamente, possibilmente, o quanto meno di attenuare l'alea di dubbio che circonda questa vicenda.

Il nostro Gruppo, i Gruppi di opposizione siamo disponibili, signor Presidente, a fare una riflessione completa sulla politica energetica in Sardegna sgombrando il campo preliminarmente da questi dubbi. L'abbiamo detto nella mozione numero 31, l'abbiamo ribattuto nella mozione numero 62 che, come lei sa, abbiamo presentato in Aula per poter dare a tutti i consiglieri regionali la possibilità di intervenire su questo tema.

Non sfugge a nessuno che il 31 dicembre 2010 scadono i termini del secondo bando per accedere alle provvidenze statali per il fotovoltaico. Tutte le regioni italiane stanno sburocratizzando le pratiche per permettere ai loro cittadini di poter avere un accesso semplificato a questi finanziamenti. Noi chiediamo perché la Regione Sardegna non fa altrettanto invece che porre ulteriori ostacoli, soprattutto se ricordiamo che il sole e il vento erano diventati anche un terreno di sfida elettorale per le regionali di alcuni anni fa, ma giustamente.

Allora perché la Regione Sardegna non interviene con un impegno della Giunta, tramite il lavoro del Consiglio regionale a modificare, a migliorare, ad attualizzare i contenuti del Piano energetico regionale per far sì che le energie alternative, il sole e il vento di cui la Sardegna è ricchissima (il sole, se vogliamo specificare, è il petrolio della Sardegna dagli anni '60 e '70), vengano sfruttate; la Sardegna paradossalmente è diventata la Regione che sta ponendo più ostacoli nell'accesso alle provvidenze per l'utilizzo del fotovoltaico.

Quindi, poiché le energie alternative sono importantissime, chiediamo che nel collegato alla finanziaria, nella nuova finanziaria ci sia la volontà di accelerare sull'uso di queste risorse. Dopo che si riuscirà a chiudere con chiarezza e con soddisfazione per tutti questa vicenda dell'eolico in Sardegna che vede interessati Verdini, Carboni eccetera, eccetera, svolgiamo il nostro ruolo di legislatori tentando di far accedere il maggior numero dei sardi a queste fonti rinnovabili utili per le tasche dei cittadini ma anche per la tutela di un ambiente che è sempre più attaccato dalle politiche dell'uomo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Planetta per illustrare l'interpellanza. Ricordo che il tempo a disposizione per l'illustrazione è di cinque minuti.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, signor Presidente della Giunta, Assessori, colleghe e colleghi, nella nostra interpellanza, già da tempo stilata, abbiamo voluto evidenziare le carenze presenti in questo Piano energetico ambientale regionale (PEAR o PEARS, Piano energetico ambientale regionale della Sardegna), ma ne citerò solo alcune visto il tempo a disposizione.

Questo Piano energetico ambientale, intanto, non tiene conto dei modelli di sviluppo di questa Regione, ma non fa neanche riferimento ai "costi esterni" sociosanitari che le popolazioni sono costrette a sopportare in relazione all'impatto ambientale che alcuni tipi di attività produttive, con elevata produzione di emissioni inquinanti, hanno determinato e ancora oggi continuano a determinare in questo nostro territorio che sta diventando, in alcune parti, come sapete, altamente inquinato.

Nel documento di sintesi si riscontra la mancata adesione ai criteri di pianificazione dello sviluppo sostenibile, non si tiene conto dei carichi ambientali e sanitari che determinate scelte comportano, ben sapendo che la procedura della Valutazione ambientale strategica (VAS) comporta la necessità di integrare alle scelte del Piano energetico anche quelle ad applicazione ambientale.

Il Piano energetico ambientale regionale si basa su un'analisi del nostro sistema produttivo e degli indicatori che, a nostro giudizio, non sembrano omogenei e quindi non sono attendibili. Per esempio in Sardegna il dato attuale del rapporto chilogrammi/chilowattora tra emissioni di CO2 e chilowattora prodotto assume valori variabili da 0,8 all'1,1 in tre diversi contesti dello studio.

Non emergono nella parte introduttiva del PEAR, riferita al rapporto con l'Unione europea, quelle azioni volte a promuovere il contenimento delle emissioni (locali e globali) e non emerge il contributo della Regione Sardegna per il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione del 6,5 per cento delle emissioni di CO2 che lo Stato italiano si era impegnato ad accogliere con il protocollo di Kyoto. Quindi crediamo che questo Piano, che è ben lontano da una programmazione...

PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato. Onorevole Planetta, conosce le regole.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Mario Floris.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire nel corso della discussione che devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Floris. Il tempo a disposizione è di dieci minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente e colleghi del Consiglio, io nell'operato della Giunta regionale non trovo nulla di nuovo sotto il sole, se non l'adempimento sic et simpliciter di quanto contenuto nel Piano generale di sviluppo del 2010-2014, e in parte nel Piano generale di sviluppo del 2007-2010, compresa l'istituzione dell'Agenzia regionale, proprio per evitare possibili fini speculativi; e, siccome sono documenti ufficiali del Consiglio, nessuno può dire di non conoscerli. Quindi, quello che ha fatto la Giunta non è che il prosieguo di quanto contenuto in documenti ufficiali che questo Consiglio regionale ha approvato.

Allora, bando alle Cassandre, spazio, come mio solito, alla politica, a quella che noi riteniamo impegnativa, ma comunque alta e nobile, per risolvere i problemi della nostra gente. L'argomento che stiamo trattando è un argomento serio che attiene al futuro del nostro popolo, è un argomento che non dà, non può e non deve dare spazio a comportamenti meno che decorosi. In questa sede si deve parlare, si deve discutere e si deve decidere di fare scelte esclusivamente di carattere politico, sociale, culturale, economico, giuridico e istituzionale, come è nei poteri di questa Assemblea, come è nei poteri di tutte le assemblee legislative.

Altre questioni, altre materie, altre decisioni, sono nelle prerogative delle funzioni e dei poteri di altri organi che regolano la vita della società civile, e ad essi dobbiamo affidarci e rimetterci con rispetto e con fiducia. Abbiamo sempre, in passato, adottato questa regola. Non ce ne discostiamo nemmeno oggi, e attendiamo con fiducia le decisioni. Fare il processo alle intenzioni, come si è tentato e si tenta di fare, è una doppia sconfitta per la politica e per le istituzioni che noi tutti rappresentiamo, perché pretenderemmo di svolgere un ruolo, un compito che non è nostro, non è della politica, e tradiremmo il fine al quale siamo stati preposti. Prima dicevamo che era la magistratura che occupava gli spazi della politica, adesso la politica vuole occupare gli spazi della magistratura.

La mozione, che è al nostro esame, riguarda argomenti troppo importanti e seri per dare adito a strumentalizzazioni di qualsiasi natura, o a discussioni che non siano di confronto e di analisi critica sui contenuti specifici. L'energia, l'ambiente e lo sviluppo sono l'oggetto della sfida. L'energia, la disponibilità della stessa, la produzione, sono state sempre il problema, la palla al piede dello sviluppo e del progresso della Sardegna. L'ambiente, la tutela del paesaggio e della natura della nostra Isola sono stati sempre e sono tuttora il punto di riferimento delle politiche energetiche regionali, che hanno trovato, tutti sappiamo, limiti strutturali a livello nazionale nel corso di tutta la storia dell'autonomia e della rinascita economica e sociale della Sardegna, che non è stata mai conclusa e che è sempre attuale.

La mozione, negli aspetti tecnici e politici, nella ricostruzione articolata, anche se oggettivamente non del tutto veritiera, contiene gli elementi essenziali delle questioni e delle vicende che sono sul tappeto. Dobbiamo allora capire veramente di che cosa stiamo concretamente parlando, di che cosa si vuole discutere, quali sono gli obiettivi che come classe politica dirigente ci vogliamo porre e ci poniamo nell'affrontare e sciogliere i nodi cruciali dello sviluppo e del progresso della Sardegna.

Nodi che non sono solo quelli dell'energia, Presidente, ma anche quelli politici e organizzativi della Regione, del sistema complessivo degli enti locali, della pubblica amministrazione, che anche la mozione pone all'attenzione generale, insieme a tutti i problemi strutturali della nostra economia e della società sarda e alle questioni dei poteri autonomistici, compresi quelli della forma di Regione e della forma di governo oltre ai rapporti con lo Stato e con l'Europa.

Condivido il concetto che la tutela costante e intransigente dell'autonomia regionale trovi il suo naturale luogo di garanzia nel costante confronto del Presidente della Regione col Consiglio regionale. Sotto questo aspetto - lo dico fuori da ogni polemica, l'ho detto quando presiedeva l'onorevole Soru, lo dico adesso - il presidenzialismo, come si è calato e come è stato interpretato nella nostra Regione e nella nostra autonomia, ha sostanzialmente fallito perché dimentico che si è ancora in presenza, nella nostra Sardegna e nella specialità, di una democrazia autonomistica incompiuta, a cominciare dalle regole fondamentali di selezione della rappresentanza politico-popolare ormai da lunghi, da troppi anni di origine derivata, che ha prodotto una ferita profonda nel corpo delle potestà autonomistiche di questa Regione, che umilia la coscienza politico-culturale e l'identità stessa dei sardi, voluta non da noi.

Per questo ritengo che il presidente Cappellacci abbia fatto bene a stipulare l'accordo con le parti sociali sullo sviluppo, sul lavoro e sulle riforme; accordo che guarda al contingente e prospetta il futuro, che guarda al contingente e al futuro anche in materia di energia e di economia, come suggerisce la mozione, che tuttavia è limitativa, a mio giudizio, riduttiva, parziale rispetto ai grandi e complessivi temi dell'autonomia, dello sviluppo, del federalismo, delle risorse materiali e immateriali, naturalistiche, paesistiche, ambientali, alle quali sono ancorate le speranze della Sardegna di oggi e delle nuove generazioni.

I richiami e gli obiettivi che la mozione pone, per esempio in materia ambientale, nel settore della riduzione delle emissioni di gas in atmosfera, dello sviluppo sostenibile, delle quote percentuali, rapportate ai consumi primari di energie da fonti rinnovabili, come i richiami alla convergenza della legislazione regionale al sistema legislativo europeo, non possono prescindere dalla rivendicazione dei poteri autonomistici regionali in materia ambientale complessiva, poteri di disciplina, di regolamentazione, di tutela, di utilizzo e di valorizzazione, comprese le compensazioni di ordine economico e finanziario, obiettivi oggi più che mai perseguibili in attuazione del nuovo Titolo V della Costituzione.

Si contesta, da una parte, che con le nuove linee guida recentemente approvate dalla Giunta regionale lo scorso 12 maggio 2010, un mese fa, si siano accentrate le competenze autorizzative in capo alla Regione, sottraendole ai comuni, e che, sottoponendo gli impianti delle diverse fonti rinnovabili alle procedure di autorizzazione unica regionale in capo all'Assessorato dell'industria, si sia generalizzato nel settore un blocco, in particolare nel settore del fotovoltaico di piccole-medie dimensioni. Dall'altra, si denuncia che, in Sardegna, la potenza del parco di generazione energetica (idrica, termica, eolico, fotovoltaico), ha ormai raggiunto una potenza netta installata di circa 4.100 megawatt, mentre il massimo di potenza richiesta in rete dagli utilizzatori è inferiore a 1.800 megawatt; ne consegue, come è testualmente scritto nella mozione, che attualmente la Regione Sardegna ha una potenza installata maggiore del doppio del proprio fabbisogno.

Aggiungo che proprio l'altro ieri, sui giornali di martedì 8 giugno, sono stati pubblicati i dati resi noti dalla società Terna sul fabbisogno elettrico in Sardegna nel mese di maggio 2010, che è stato di 0,9 miliardi di chilowattora del totale nazionale, con una flessione del 7 per cento rispetto al maggio 2009. Nei primi cinque mesi del 2010 la Sardegna ha consumato complessivamente 4.700 miliardi di chilowattora con un calo della domanda di energia del 6,8 per cento, mentre in Italia si è registrato un incremento del 2,2 per cento.

Rispetto a questi dati, dunque, bene ha fatto la Giunta regionale a sospendere l'esercizio delle competenze in un primo tempo attribuite ai comuni e oggi ricondotte al governo complessivo della Regione, proprio per la migliore programmazione e la gestione del fabbisogno energetico regionale e dei singoli territori, a evitare quella confusione che ha favorito in Italia e in Sardegna, nel passato, l'assalto dei "signori del vento e del sole", che la mozione denuncia e che questa Giunta regionale, questa maggioranza hanno voluto e vogliono contrastare.

E, infine, è il caso di porre la domanda, perché stiamo sempre tornando sulle stesse cose. Non leggiamo i documenti precedenti, facciamo salti nel buio, questo baratro è infernale: ma di che cosa stiamo parlando? Questa Assemblea, in tempi non sospetti, ha già affrontato in larga misura tutti questi temi, non è questione di oggi, a parte che sono temi presenti nei documenti ufficiali della Regione. E' stato dato mandato alle Commissioni competenti di elaborare un proprio documento di sintesi, attendiamo allora le risultanze, e in quel momento ci confronteremo sui temi specifici e sui dati oggettivi per provvedimenti che auspico condivisi nell'interesse generale della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, mi rivolgo all'onorevole Floris, che ha svolto un intervento che in parte condivido, per dire, onorevole Floris, che noi avremmo voluto far lavorare le Commissioni competenti, e avremmo anche desiderato che la Giunta, in attesa che le Commissioni portassero una propria risoluzione alla discussione dell'Aula (le ricordo che l'ordine del giorno che dava mandato alle Commissioni competenti è datato 10 febbraio 2010), magari avrebbe aiutato anche la discussione tra le forze politiche, si fosse astenuta dall'approvare atti amministrativi, delibere che, di fatto, anticipavano le eventuali risoluzioni e conclusioni del Consiglio regionale.

Presidente, io credo che questo sia stato uno sgarbo, una scorrettezza istituzionale, e che lei, di fatto, ha impedito al Consiglio di esercitare una propria funzione di indirizzo in materia energetica; è per cercare di superare questo vulnus che noi con forza abbiamo chiesto questo dibattito. Presidente, non essendo qui per chiedere le sue dimissioni, nel caso si presenta una mozione di sfiducia, mi auguro, invece, che proprio partendo dalle conclusioni di questo dibattito, si possa porre rimedio alla politica energetica portata avanti da questa Giunta che noi riteniamo inadeguata e dannosa per la Sardegna.

Quindi, è di questo tipo di censura, Presidente, che io le voglio parlare. Lei chiedeva nella sua introduzione al Consiglio di qualche giorno fa: "Di che cosa mi si accusa?", non siamo qui per accusarla di fatti che sono competenza di altri organi; oggi l'accusa che le rivolgiamo è un'accusa politica, è un'accusa di non aver ben governato la materia energetica per i motivi che le dirò tra poco. Innanzitutto voglio sottolineare che il fatto più grave che si sta verificando in Sardegna è l'esistenza di un fortissimo squilibrio tra la presenza di impianti per la produzione di energia rinnovabile e le ricadute che questi impianti hanno, in termini economici, finanziari e occupazionali sul nostro territorio.

Lei sa bene che oggi in Sardegna sono installati circa 450 megawatt di impianti eolici, più circa 15 di fotovoltaico; dai nostri calcoli risulta che circa il 3 per cento della proprietà di questi impianti è in mano a imprese o famiglie sarde a diverso titolo. Quindi è un sistema che è già stato occupato dall'esterno, è un'opportunità che abbiamo già in qualche modo perso. Se calcoliamo, Presidente, in circa 200 euro per megawattora, il premio, facendo la media ponderata tra incentivi del sistema fotovoltaico e del sistema eolico, noi ogni anno in Sardegna stiamo distribuendo, in termini di incentivi statali, circa 130 milioni di euro, e di questi 130 milioni di euro non più di 10 o 12 ricadono sulla nostra economia; circa la metà tramite royalty, diciamo così, che vengono riconosciute da chi gestisce quei grandi impianti eolici, e, invece, una parte virtuosa dai piccoli impianti, quei pochi piccoli impianti che i nostri coraggiosi operatori, in particolare nel settore fotovoltaico, sono riusciti a portare avanti.

Le richiamo questo squilibrio, Presidente. Il 50 per cento delle ricadute economiche, sociali, e occupazionali deriva soltanto dal 3 per cento degli impianti, e quel 3 per cento degli impianti è relativo a impianti piccoli o piccolissimi, di solito sotto i 200 kilowatt. E allora, che cosa ci saremmo aspettati da lei, Presidente? Ci saremmo aspettati che un Presidente sensibile, attento, come lei ha detto di essere nella sua presentazione l'altro giorno, ai problemi della Sardegna, si fosse posto subito il problema di dire: "Come faccio a sanare, a riequilibrare, a far sì che questa sia un'opportunità per i sardi, a far sì che questi incentivi statali, erogati per raggiungere gli obiettivi che l'Unione europea ci dà attraverso le sue direttive, siano un volano per l'economia, creino know how sviluppino nuove tecnologie, ma sostengano anche il reddito delle piccole imprese, quelle agricole, quelle artigiane, o contribuiscano anche ad abbattere fortemente il costo energetico per le nostre famiglie?".

E la sua Giunta come primo atto che cosa fa? Fa esattamente il contrario. La sua Giunta, invece di aprire alla possibilità di installare impianti di 30, 40, 50 kilowatt attraverso la DIA, una semplice dichiarazione di inizio dell'attività, che si poteva e si può fare perché questi impianti, in particolare quelli fotovoltaici, integrati sui tetti, su piccole superfici, non hanno impatto ambientale, non trova di meglio che bloccare tutto, accentrare tutto sottraendo competenze alle province e riportando in capo a sè anche gli impianti sopra i 20 kilowatt. Ripeto, fa il contrario di quello che doveva fare, invece che rendere più facile installare i piccoli impianti, che sono quelli che stanno alimentando un settore che ha circa 5000 occupati, la sua Giunta non trova di meglio che bloccare di fatto il settore. E non lo dice certo un esponente della minoranza che fa sentire la sua voce con gli strumenti che ha, lo dicono gli operatori del settore, lo dicono le associazioni, lo dicono le tante imprese, rappresentanti di imprese che lei stesso ha incontrato nelle scorse settimane.

Una prima inadeguatezza, pertanto, una prima dimostrazione che questo tema non lo comprendete, non avete capito che cosa c'è in gioco: se vederci passare sopra la testa ancora una volta una grande opportunità, o quell'opportunità coglierla. E sui grandi impianti lei, Presidente, che cosa fa? Sui grandi impianti approva una legge e una delibera confusa, perché non affronta il problema vero, che non è quello della discrezionalità. Guardi, io sono anche d'accordo con lei sul fatto che la vecchia legge del 2007 era una legge incostituzionale, o tendenzialmente illegittima, lo dicono le sentenze della Corte che ci ricordano più volte che non si possono porre limiti alla produzione di energia rinnovabile, che non si possono privilegiare degli operatori rispetto ad altri, che non si può rendere più oneroso e difficile il sistema autorizzatorio.

Ma lei si inventa una delibera che è altrettanto discrezionale nella parte in cui dice che saranno privilegiate quelle istanze provenienti da soggetti che siano operatori di primaria rilevanza: non si può fare, è incostituzionale, è illegittimo! E continua dicendo che questi operatori siano "tali da possedere capacità economiche, gestionali e imprenditoriali adeguate…" non si può fare! Cioè, lei mette in campo una delibera che non risolve il problema, perché il vero problema, Presidente, è quello del rapporto con lo Stato, è quello di capire quanta di questa energia possiamo, vogliamo produrre in Sardegna, e di queste quote di energia quanta deve avere delle ricadute per la nostra Regione.

Noi siamo già arrivati, Presidente, l'hanno detto i vostri dati; tra l'installato, 450 megawatt, e circa 550 megawatt di eolico, che comprende la Portovesme Srl, a una produzione di rinnovabili che a regime sarà del 12, 13 per cento. Se considero i dati del collega Floris dei consumi che scendono, e scendono perché il 60 per cento dell'energia consumata in Sardegna è legata all'apparato industriale, quindi nel momento in cui quello dovesse mostrare qualche cedimento queste percentuali salgono, e se sommo al 12, 13 per cento anche la quota di idroelettrico, noi con questi 550 megawatt in teoria abbiamo già raggiunto le quote.

Allora, il vero tema è: "Che cosa deve diventare la Sardegna?... Terra di conquista?". Possiamo dire la nostra opinione? Noi le suggeriamo, in sede di conferenza Stato-Regioni, di proporre al Governo di consentire alle regioni di fare dei propri Piani di azione regionali che dimostrino la volontà della Regione, di raggiungere l'obiettivo stabilito dalle direttive europee, e di lasciare che sia poi la singola regione, che virtuosamente dimostra di raggiungere quegli obiettivi, a stabilire come e quando, a decidere, per esempio, che quei parchi eolici possano andare ad abbattere i costi di pompaggio dell'acqua, facendo risparmiare decine e decine di milioni di bollette energetiche alle imprese e alle famiglie.

Allora, Presidente, se lei saprà raccogliere questa sfida, chiarire il rapporto con lo Stato, non ho toccato gli impianti off-shore, ma è un'altra competenza ambigua e non basta la sua delibera per decidere chi decide, avremmo dovuto impugnare la modifica contenuta nella finanziaria dell'anno scorso...

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, cari colleghi, la Commissione europea ha già adottato un importante pacchetto di proposte che dà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione dell'energia rinnovabile, il cosiddetto "Pacchetto clima". L'articolo 3 della direttiva numero 76 del 2001 individua già le soglie minime di produzione di energia pulita che ogni Stato si impegna a raggiungere in un determinato periodo di tempo, e anche noi siamo chiamati ad attivarci al più presto per rispettare la nostra quota di impegno.

L'articolo 18 della legge finanziaria del 2007 aveva previsto un equo contemperamento tra le due opposte esigenze, prevedendo la realizzazione di impianti eolici nelle zone industriali e retro-industriali, come quelle di Portovesme e di Macchiareddu, aree già compromesse dal punto di vista ambientale, affidando la costruzione degli impianti ad aziende con già maturate esperienze nel settore, evitando così che altri tipi di imprese potessero avviare operazioni speculative, nel rispetto del Piano paesistico regionale.

Le procedure previste per il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione di centrali eoliche erano quelle selettive pubbliche, dei bandi pubblici, sulla base delle effettive esigenze energivore della Sardegna per le quote di energia non destinate a riserve strategiche. Dunque la Regione già gestiva il settore. Non si capisce per quale ragione queste norme di tutela del territorio e dell'ambiente siano state cancellate nella finanziaria del 2009 e, in sostituzione al criterio dei bandi pubblici e ai limiti specifici, si apra la porta a un generico criterio di valutazione - cito - "comparativa degli interessi coinvolti qualora ci siano più domande di concessione rispetto a quelle rilasciabili", un requisito "atecnico" che lascia ampio spazio a una discrezionalità che non trova alcuna giustificazione.

Poi, perché si vuole creare la società "Sardegna Energia"? Che cosa cambia rispetto a quanto previsto con la disciplina precedente, a parte il fatto che con la nuova disciplina non c'è più coerenza con il Piano paesistico regionale? Se già era previsto che fosse l'ENAS, un ente regionale, a occuparsi della gestione e della produzione di energia eolica, perché prevedere una nuova agenzia che comporterà ulteriore aggravio della procedura burocratica e costi che non possiamo permetterci? Forse per non ammettere che la precedente Giunta aveva lavorato bene? E che fine hanno fatto i fondi FAS originariamente destinati all'ENAS per 60 milioni di euro, di cui 16 del bilancio regionale, e come mai d'improvviso, dopo diversi mesi, un cambio di rotta così repentino della Giunta tale da bloccare tutto, anche quel poco di buono che invece sarebbe utile sbloccare immediatamente, snellendo le procedure amministrative, come le autorizzazioni per gli impianti che producono fino a un megawatt di energia, che consentirebbe alle piccole e medie imprese di ridurre i costi dell'energia?

Perché non attribuire agli enti locali la titolarità a rilasciare l'autorizzazione attraverso il ricorso a una semplice comunicazione al comune o alla DIA, denuncia di inizio di attività, nei limiti previsti dalla legge nazionale? L'accentramento negli uffici regionali delle competenze autorizzative ha praticamente bloccato l'intero settore e a farne le spese sono i piccoli imprenditori agricoli e artigianali. Non si possono consegnare ai privati servizi essenziali come l'energia, l'acqua, lo smaltimento dei rifiuti, l'assistenza sanitaria e i trasporti; sono beni che attengono al soddisfacimento di bisogni primari e di sopravvivenza di ogni cittadino.

Il nostro compito come opposizione, caro Presidente, è di controllare e di sorvegliare, punire se c'è da punire, evitare soprattutto che la corruzione e l'inganno siano legalizzati. L'affarismo dell'energia eolica è noto in Italia ed è da tempo al centro di indagini giudiziarie; oggi arriva in Sardegna, al cuore più antico dell'autonomismo. Concentrazione, accaparramento di terreni agricoli, incuria del paesaggio, forse inizio di riciclaggio di capitali, una "cricca" ben identificata che opera nel mondo dell'editoria, dell'edilizia e anche nell'attuale Governo.

E' la politica che deve stabilire le regole e i codici normativi per assicurare ai suoi cittadini l'indipendenza energetica e anche la sicurezza alimentare. Noi non possiamo accettare che ogni emergenza, ogni disastro diventi un grande affare sempre per coloro che hanno scelto la delinquenza come modo di vita e di arricchimento. L'entroterra incontaminato di questa bella isola rischia di non essere più lo stesso; quell'entroterra raccontato, narrato ed elogiato da scrittori sardi e non sardi.

Perché l'energia eolica regala elettricità pulita in tutto il mondo e non in Italia, paese del malaffare certificato? Recentemente è stato inaugurato in Germania il più grande parco eolico off-shore al mondo, in grado di fornire energia a 50 mila abitazioni; e in quello stesso giorno dell'inaugurazione il rapporto Wind energy and electricity price afferma che l'energia prodotta dal vento riduce non solo le emissioni, ma anche i prezzi dell'elettricità, mentre in Sardegna la Procura di Cagliari, dopo quella di Roma, acquisisce gli atti riguardanti le domande per progetti sull'eolico.

Badate che bastano un paio di migliaia di euro (o una serie di massage soft e hard) per sfigurare la fisionomia dell'isola e per conquistare il diritto di demolire tutto un paesaggio, per accaparrarsi in seguito le concessioni e milioni di finanziamenti pubblici e, dico ironicamente, perché non dovremmo riuscire ad attuare una governance così efficace come quella utilizzata per la sicurezza aerea o per il calcio? L'etica politica è la vera estetica dell'esistenza e della polis, ma l'etica non è soltanto la regola, le leggi, l'universalità del comandamento, è soprattutto un'attività di creazione di una nuova cultura del sé. Il potere non è il male, ma è sempre pericoloso. Il nostro compito è di identificare il pericolo principale che cambia continuamente perché il potere non è inerte, è attivo, è anche una trasformazione del potere.

Non è per niente un j'accuse che le rivolgo, però, Presidente, mi creda, aspettiamo l'esito delle indagini. Sotto il diritto noi dobbiamo sempre vedere una tecnica di poteri che controlla soprattutto la condotta. Il diritto, cari colleghi, può essere anche una maniera per ridurre al silenzio il contropotere e questo silenzio è il momento peggiore per chi intende fare politica.

L'etica è da scegliere come la felicità è da scegliere. Forse dobbiamo a questo punto cercare un'etica dell'inquietudine; l'inquietudine è il modo in cui possiamo combattere l'autocompiacimento, forma in cui rischia di cadere la felicità. Noi siamo tutti responsabili di tutto e di tutti davanti a tutti e lei, Presidente, più di tutti gli altri. Attento allora alla logica del dono come scambio, del favore come ricevimento. E' una politica di lutto, non è sicuramente una politica di lotta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, riprendo il mio discorso. Credo che oggi in quest'Aula si stia affrontando un dibattito su un tema così importante per la nostra isola, quello dell'energia, con interventi che sono di merito e di buon senso. Presidente, voglio ricordarle - non ho avuto tempo purtroppo di illustrarla completamente - di rileggere attentamente tutti i punti della nostra interpellanza non solo quella in discussione ma anche le altre che abbiamo presentato in merito all'energia, che contengono i dovuti contributi e gli eventuali correttivi che il Partito sardo d'Azione vuole dare a questo Piano energetico.

Questa mozione in premessa, ha certamente dei punti ampiamente condivisibili, non v'è dubbio, non solamente rispetto ai tanti riferimenti normativi citati, che abbiamo letto e che ho avuto modo di commentare illustrando la nostra interpellanza, però tutti dobbiamo sapere, tutti in effetti sappiamo che la nostra Regione ha una potenza installata maggiore del doppio del proprio fabbisogno. E' condivisibile però anche il passaggio della nostra interpellanza dove si dichiara che questo PEAR è da rivedere, è da modificare poiché si caratterizza per un'impostazione culturalmente arretrata che non tiene conto neppure della sostenibilità di modelli di sviluppo proposti.

Ciò è molto diverso da quanto è scritto nella mozione, e cioè che il Piano energetico ambientale regionale dovrebbe essere modificato alla luce di un ancora più complesso e continuo mutamento legislativo in materia di energia. Il Piano energetico ambientale regionale, per esempio, fa riferimento solo al mantenimento del livello socioeconomico raggiunto, ma non fa riferimento ai "costi esterni", come dicevo, costi sociosanitari che le popolazioni sono costrette a sopportare in relazione all'impatto ambientale che alcuni tipi di attività produttive, con elevata produzione di emissione inquinante, determinano.

Ho già detto delle modifiche da apportare per quanto riguarda il documento rispetto alla VAS, valutazione ambientale strategica; , e ritengo che appare evidente in questo documento come la presenza delle industrie energivore, che assorbono circa la metà del consumo energetico giornaliero, cioè 600 megawatt, imponga alla Sardegna di produrre manufatti e semilavorati ad alto contenuto energetico e basso contenuto lavorativo e professionale, con ulteriore esportazione indiretta di energia.

Appare ugualmente evidente come il restante tessuto produttivo soffra in Sardegna per l'elevato costo energetico di produzione che impone, quasi, l'impiego esclusivo di combustibili fossili (petrolio, carbone), e con trasporti che risultano nella nostra regione energeticamente molto più onerosi rispetto alla penisola. Ma, nonostante i dati della produzione elettrica riportati nel PEAR, non si evidenzia, come invece viene fatto blandamente in questa mozione che già oggi l'Isola è esportatrice di energia nonostante il vincolo della riserva di potenza dell'80 per cento.

Ora, sebbene la produzione di energia elettrica sia superiore in Sardegna rispetto alla richiesta, il prezzo dei megawattora è mediamente superiore del 30-35 per cento a quello del resto del Paese; anche la riduzione dei consumi energetici del 20 per cento al 2020 non può essere raggiunta puntando solo sulla riduzione dei consumi energetici di tipo domestico. Ma credo che l'approccio che noi tutti dobbiamo avere quando parliamo di energia non debba prescindere da una seria analisi sui costi sanitari delle attuali strategie industriali ed energetiche.

Nella mozione che è stata presentata noto, con rammarico, che fra tutte le normative considerate mancano proprio quelle che saldano le attività produttive energetiche alle ricadute sulla salute dei cittadini. Voglio citare alcuni dati che tutti noi che facciamo politica ormai conosciamo, dati del registro tumori della provincia di Sassari (li avevamo anche citati in altre occasioni nelle passate legislature, prima di me il Capogruppo del Partito Sardo d'Azione, l'onorevole Sanna), sulla elevata incidenza dei tumori, per esempio, nell'area industriale di Porto Torres, non parliamo delle altre aree, e quelli più recenti che riguardano l'incremento annuo dei tumori nella prima infanzia e nell'adolescenza nella provincia di Sassari. Ebbene, sono caratterizzati da incidenze superiori al 2 per cento dell'incremento annuo della penisola, l'1 per cento negli altri Paesi europei, lo 0,7 per cento negli Stati Uniti.

Credo quindi che quando noi parliamo di energia non dobbiamo e non possiamo prescindere, prima di ogni cosa, dalla salute dei cittadini, dalla salute che dovranno avere in futuro i nostri figli, soprattutto; ma soprattutto non possiamo prescindere da un'etica e da una serietà che talvolta credo siano mancate e che hanno determinato conflitti, commistioni e zone oscure in cui hanno proliferato brodi di coltura di parassiti dannosi e interessi malcelati.

Io credo, badate, lo dico a tutti questo, che noi dobbiamo stare attenti quando concediamo finanziamenti, e questi finanziamenti vengono rivolti ad aumentare le discariche in Sardegna utilizzando la produzione di energia da fonti rinnovabili, perché stiamo finanziando per produrre ma anche per inquinare! E di questo chi se ne gioverà? La Regione Sardegna, il territorio con poche unità lavorative oppure dei gruppi che provengono da fuori importando i cosiddetti "fumi di acciaieria" e scaricandoli?

Su questo, cari colleghi, caro Presidente, dobbiamo stare attenti perché il nostro territorio...

PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, questo è un dibattito che nasce con presupposti, politici e di attenzione da parte dell'opinione pubblica, particolari. Non si arriva a questo dibattito in modo ordinato; la presentazione di questa mozione, e il recupero delle altre che trattano la questione energetica, non è strettamente e direttamente ed esclusivamente connessa alla materia che trattano e alla materia di questo dibattito. C'è dell'altro. E l'altro non è, come qualcuno vorrebbe, oggetto della trasformazione di questo Consiglio regionale da organo legislativo dell'autonomia ad aula del tribunale che comporterebbe, per il Consiglio, il duplice difetto di svolgere una funzione che non gli è propria e di condannare, o anche assolvere, senza averne titolo ed essendo giudice certamente non imparziale.

A questo dibattito si arriva, invece, perché la situazione della Sardegna sotto ogni profilo, da quello sociale, a quello economico, a quello morale è assolutamente pesante e non più sopportabile. A questo dibattito si arriva perché la maggioranza in questo anno e mezzo è stata praticamente inconcludente, la Giunta regionale è zero, scrivo zero, riporto zero dal punto di vista del contrasto alla crisi che noi attraversiamo.

E allora non bisogna fare finta di nulla, non bisogna girare l'angolo, non bisogna sorridere pensando di averla scampata anche questa volta, tanto gli elettori vanno a votare così come gli capita, per cui si è tutti uguali: buoni, cattivi, intelligenti e stupidi, coloro che lavorano e coloro che non producono! No, non è così. Siamo di fronte a una crisi che investe le istituzioni democratiche, che è risolutiva per le istituzioni democratiche; attraversa in modo pesante il nostro Paese, dal Nord verso il Sud, scarica ciò che ritiene un peso dimenticando che sono persone, che sono comunità, che sono bisogni, che sono esigenze, tutte legittime, che sono diritti. E si affermano gli egoismi, l'ingordigia, l'avidità; e non si è sufficientemente capaci di stare sugli argomenti, di risolvere i problemi, di affrontarli con serietà.

Io sono andato a vedere quali leggi abbiamo approvato in questo anno e mezzo. Presidente, gradirei che non ci fosse chiacchiericcio, onorevole Ladu, le chiederei la cortesia di ascoltare che ci fa bene a tutti, ci fa bene a tutti...

PRESIDENTE. Onorevole Ladu!

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Perché io sono d'accordo con quanto diceva l'onorevole Floris, cioè che noi dobbiamo fare il nostro dovere; e in questo momento il nostro dovere è quello di ascoltarci per capire dove dobbiamo andare perché non stiamo andando bene.

Noi abbiamo approvato una quindicina di leggi, l'istituzione di tre fondazioni, qualche intervento straordinario per salvare società cotte e stracotte nella gestione degli aeroporti, quattro leggi di bilancio, tra bilancio e finanziaria, tutto quanto pressoché quasi tutto assolutamente fermo, che non si attua. Ci sono articoli, se vogliamo li posso anche citare perché erano nella responsabilità del Presidente, erano nella responsabilità dell'Assessore del bilancio, che sono rimasti assolutamente inapplicati. Abbiamo tutti quanti condiviso l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per capire perché l'apparato amministrativo burocratico della Regione da decenni non funziona. E continuiamo a fare assunzioni clientelari! Ma di che cosa parliamo? E la gente che è fuori patisce continuamente.

Noi siamo insufficienti, inadeguati, non rispondiamo! Ma che cosa mi interessa di intercettazioni più o meno pubblicate, ma i giornali si vogliono occupare del fatto che a sei mesi dall'inizio dell'anno lo Stato ha trasferito un miliardo di euro a fronte di molto di più che avrebbe dovuto trasferire, e noi non siamo in grado di attuare le nostre leggi! Parliamo di energia. ma di che cosa parliamo? Per fare che cosa? Ma chi la fa?

Io penso, Presidente, che sia venuto il tempo di smettere di giocare alla polemichetta, di stare dentro lo scandaletto che quotidianamente viene portato avanti, di fare ognuno di noi il mestiere dell'altro che è sempre più semplice perché non veniamo giudicati. Lei ha preso un impegno con i sardi: li doveva far sorridere, stanno piangendo più di prima.

Che cosa abbiamo fatto? Un Piano casa che è un flop, siamo rimasti tre mesi in Aula a discutere di nulla, era elementare capire che si trattava di un'invenzione da incapaci. Metta gli uffici a lavorare sulle cose serie, e metta dirigenti seri perché quelli che avete selezionato anche voi, non solo voi, non valgono nulla! Non valgono nulla, se pure non sono compromessi, non diventano disponibili a tutto, non aprono le porte della pubblica amministrazione al vantaggio personale di alcuni.

Noi dobbiamo essere più seri, più rigorosi, più impegnati, parlarci di più, sopportarci anche di più tra noi e rispondere al cittadino, non cercare il titolo, cercare quello che dobbiamo fare, il nostro dovere. Io ho chiesto che si tratti la vicenda del bilancio; l'assessore La Spisa lo sa, gli ho scritto anche civilmente come è mio uso e costume perché non credo che l'insulto debba far parte della politica. Ma noi abbiamo una situazione tragica, ci piove addosso la manovra dello Stato, saremo penalizzati, le leggi che si stanno facendo in Parlamento non sono a vantaggio della Sardegna, di quest'isola che è sempre stata colpita dalle decisioni dello Stato più che aiutata e agevolata. Dobbiamo fare questo lavoro, e in questo lavoro c'è anche la questione energetica.

Le due mozioni che abbiamo firmato, sia quella che ha primo firmatario Bruno che quella che ha come primo firmatario il collega Cocco, dicono due cose che sono secondo me ovvie, che noi dovremmo fare subito. Ci sono le Commissioni di merito, avevano incominciato a lavorare, dovevano produrre una risoluzione, dovevamo rientrare in Aula in ragione dell'oggetto dell'ordine del giorno che avevamo unanimemente approvato; e invece non facciamo le cose che dobbiamo fare. Ne facciamo altre: incrementiamo prebende e lasciamo i disoccupati e i precari per terra, osteggiamo le buone leggi , le lasciamo ferme, le affidiamo a funzionari incapaci anziché stimolarli a rendere conto a questo Consiglio anche della loro attività.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Presidente, in parte non posso che dare ragione al collega Uras, a prescindere chiaramente dal ruolo che svolge e dall'enfasi che mette ogni volta nel suo intervento. Oggi l'Aula è impegnata a discutere congiuntamente su due mozioni presentate dall'opposizione e un'interpellanza sul problema della produzione di energia da fonti rinnovabili, quando effettivamente questo Consiglio regionale dovrebbe essere impegnato a risolvere altri problemi molto più importanti e decisamente molto più urgenti invece sentire la necessità, la stampa stessa, di dover sollevare problemi che in realtà molto probabilmente non esistono, e non ritornare pertanto in Aula per riprendere dichiarazioni rese dal Presidente della Regione per "rimacinare" una situazione già chiarita - o perlomeno il Presidente ci ha fornito le sue comunicazioni - su cui credo che non ci fosse praticamente altro da aggiungere.

Ciò che è importante è che il dibattito in corso, così sottolineavamo con qualche collega in questi giorni, rimanga nel limite e nelle competenze stesse della politica. E' stato ribadito più volte che è necessario evitare che questa Aula consiliare regionale, il Parlamento dei sardi, si trasformi in un'aula della magistratura e che quindi la politica assuma quel ruolo; ma si parli solo ed esclusivamente di aspetti politici, cosa che è stata fatta, lo dico onestamente, fino adesso solo ed esclusivamente da pochissimi colleghi.

Collega Salis, la legge sulle intercettazioni non è un problema del Consiglio regionale, e neanche ci interessa che la legge eventuale sulle intercettazioni possa o non possa permettere di dare notizie se un Presidente della Regione è indagato o non indagato; non è un problema del Consiglio regionale della Sardegna, è un problema vostro, problema politico che affrontate a livello nazionale, che può essere utile e utilizzato in qualsiasi momento, ma non certamente all'interno di quest'aula regionale.

Come definire ancora un business l'eolico, quando è stato chiarito dall'intervento del Presidente, ma è stato chiarito anche all'interno delle linee guida, che business dell'eolico in Sardegna non ce n'è, non esiste. Quindi è inutile continuare a perdere tempo discutendo su cose che, lo ripeto, in realtà non esistono.

Sappiamo tutti che quello delle energie rinnovabili, oggi ne stiamo discutendo, è chiaramente un comparto in continua evoluzione, possiamo definirlo come un fiume in piena. Credo che l'oggetto della discussione odierna sia il confronto sulle regole del sistema; quello che verrà chiaramente si presume che potranno per esempio essere dichiarazioni che parlano di contraffazione della realtà. La contraffazione della realtà probabilmente vista da una parte politica, ma non certamente da chi dichiara, e da chi formalizza con atti ufficiali la situazione oggi del comparto delle energie alternative in Sardegna.

Riprendendo il ragionamento sui presupposti politici, bisogna dire che, è vero, viviamo una situazione difficilissima, da un anno questa Giunta non fa altro che affrontare un'emergenza continua e costante, che chiaramente non dipende né da noi, e sicuramente neanche da voi, ma che comporta solo ed esclusivamente di cercare di risolvere dei problemi per i sardi, per la Sardegna. E' anche vero che il numero delle leggi, collega Uras, probabilmente non sarà eccessivo; forse questo Consiglio regionale avrebbe dovuto produrre di più, ne siamo consapevoli, su questo stiamo portando avanti un confronto all'interno della stessa maggioranza.

La qualità delle leggi non è data dal numero. Probabilmente il Piano casa, così come è stato citato oggi, non ha dato i risultati che avrebbe potuto dare, probabilmente anche per colpa nostra, di questo Consiglio regionale i cui lavori sono stati bloccati dal tentativo di cercare una condivisione con l'opposizione su alcuni articoli della legge stessa.

(Interruzioni)

Collega Gian Valerio Sanna, avremo modo poi di confrontarci direttamente su questo Piano, e lei sa quanta competenza in materia entrambi abbiamo, se posso permettermi di dirlo; da questo punto di vista credo pertanto che non ci sia nessuna difficoltà.

Però, dicevo, probabilmente abbiamo perso eccessivamente tempo prima di renderci anche conto, ognuno di noi si assume le proprie responsabilità, che effettivamente qualche modifica a quella legge va apportata; e infatti i lavori della Commissione sono arrivati al termine per cercare di modificare la situazione data.

Ma, ritorno al problema che abbiamo in discussione oggi. L'intervento del collega Oppi, del 2 giugno, è stato piuttosto chiarificatore; per poter discutere di energia bisogna avere anche una certa competenza, conoscere la storia del settore, le modifiche intervenute nelle norme stesse, fino ad arrivare alla situazione odierna. Ora, è vero che nel marzo del 2010, così come è stato più volte ribadito, la Giunta regionale dopo varie considerazioni e discussioni ha finalmente , passatemi il termine, partorito, delle linee guida che potessero indirizzare, dando garanzie e certezze, chi in quel momento si affacciava a gestire e a tentare di risolvere il problema del Piano energetico in Sardegna.

Io credo che nessuno possa accusare né Presidente, né Giunta, anche se all'interno della maggioranza stessa qualche autocritica probabilmente la dobbiamo fare; siamo stati anche investiti da tante critiche, soprattutto dal mondo dell'agricoltura, non per citare il presente assessore Prato, ma effettivamente le lamentele sono state tantissime. L'argomento dovremo rivederlo e dovremo sicuramente riconfrontarci, ma credo che sia stato un momento importante perché la Regione ha assunto una sua posizione; poi tutte le critiche o tutte le considerazioni che si possono fare, a monte o a valle, su quella delibera credo che non abbiano alcuna giustificazione perchè non si tratta della contraffazione della realtà, ma si tratta della realtà dei fatti.

Una posizione che va rivista all'interno della maggioranza, confrontandoci anche con l'opposizione, ma che comunque dimostra l'impegno, la serietà che il Presidente e la sua maggioranza hanno nei confronti dei sardi e di tutta la Sardegna. Credo che, da questo punto di vista, queste discussioni all'interno dell'aula consiliare possano sicuramente essere molto utili se tenute in tempi e in momenti, diciamo così, migliori.

La discussione era già nata il 2 giugno, credo quindi che anziché ritornare oggi in Aula con delle mozioni che permettono, certamente in base al Regolamento del Consiglio, di far parlare tutti i consiglieri regionali (per carità è un diritto di tutti), sarebbe stato meglio come diceva il collega Uras, che per una volta mi trova d'accordo sulle sue considerazioni, lavorare su altri argomenti.

PRESIDENTE. Onorevole Cherchi, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Onorevole Presidente della Giunta, onorevole Presidente del Consiglio, onorevoli consiglieri, discutiamo oggi a distanza di troppo tempo, non avendo visto il Presidente in aula per diversi mesi, il tema del Piano energetico regionale e delle fonti rinnovabili e, connessi a questo tema, altri relativi invece alle vicende d'attualità poste con forza non da noi ma dall'opinione pubblica e dalla stampa.

Questi problemi investono il Presidente della Regione, e noi avremmo preferito che lei, signor Presidente, fosse venuto in Aula a discutere di questi problemi nel momento in cui è stata pubblicata la prima intercettazione sulla vicenda e sullo scambio di battute.

Avremmo preferito che a tutti i colleghi fosse stato consentito di intervenire in un dibattito ampio, aperto alla partecipazione di tutti, con tempi non contingentati a dieci minuti per Gruppo, non solo per giustificare e chiarire alcuni suoi comportamenti ma proprio per dissipare ogni dubbio, ogni elemento di sospetto, fare chiarezza per intero e ristabilire la sua onorabilità.

Lei, Presidente, invece ha preferito prendere tempo, rinviare, aspettare l'esito delle elezioni amministrative nella nostra Regione, probabilmente pensando di essere più forte nell'eventualità di un risultato positivo di queste. Di conseguenza abbiamo dovuto presentare noi una mozione per suscitare questo dibattito e consentire a tutti i colleghi di intervenire; aver sottovalutato questi aspetti, aver ritardato e preso tempo è un elemento di colpa nei confronti del Consiglio regionale, Presidente.

Sono i comportamenti come il suo che alimentano l'insofferenza dell'opinione pubblica nei confronti di quella che apertamente è ormai definita "la casta", coloro che ne fanno parte sono "intoccabili". Questa insofferenza abbiamo potuto constatarla anche nelle recenti elezioni amministrative, in particolar modo nelle provinciali di Cagliari perchè a Cagliari città, che è la città capoluogo di Regione dove si concentra il voto di opinione, l'astensione è arrivata sino al 65 per cento, segno che i cittadini sardi sono stanchi, stanchi di essere coinvolti in discussioni che riguardano altro rispetto ai problemi posti da tanti di noi, problemi che riguardano la Sardegna.

Certo lei, signor Presidente, è oggetto di un'indagine, non è certo oggetto di una condanna passata in giudicato. La differenza è importante per noi rispettosi dei principi e delle regole della Costituzione;Costituzione che qualcuno considera un intralcio, un paletto che limita, ingarbuglia e crea difficoltà. In lei quindi si presume e ha da presumersi l'innocenza; però è necessaria una considerazione.

Una cosa è la responsabilità penale da accertarsi in sede giudiziaria, e nessuno ha intenzione di ripetere in quest'Aula un dibattito che si svolgerà in altre aule e non compete a noi, altra cosa però è la responsabilità politica ed etica, specie in chi è investito di una carica pubblica. Da qui non si sfugge: lei, signor Presidente, risulta aver avuto molteplici contatti con il signor Flavio Carboni e, da quel che è stato detto nel precedente dibattito sull'argomento, aver frequentato alcuni figuri (termine che ha un'accezione negativa); il signor Flavio Carboni da nessuno viene considerato un missionario francescano ma, nella più benevola delle ipotesi, un discusso e discutibile procacciatore d'affari e lei risulta essere stato sollecitato, signor Presidente, dallo stesso signor Carboni, a nominare alcune persone, per così dire "fiduciarie" dello stesso, ad alti incarichi pubblici.

E' lo stesso Carboni ad affermare, in un modo abbastanza spudorato, a mezzo stampa: "Che male c'è a suggerire un amico per un incarico pubblico? Che problema c'è a indicare qualcuno che poi possa aiutare negli affari? Non è un problema, semmai aiuta!". Questo dice lo stesso Carboni in due interviste, un po' diverse tra loro, pubblicate nei due maggiori quotidiani locali.

Risulta che alcune nomine ad altissimi incarichi siano il risultato di ingerenze e pressioni indebite che lei, Presidente, ha accettato, non subìto, ma consapevolmente e notoriamente accettato; risulta che lei appunto convocato dall'onorevole Verdini (coordinatore del suo partito inquisito per diverse gravi ipotesi di reato) per un incontro con lo stesso Carboni (a sua volta oggetto di indagini giudiziarie per le medesime ipotesi di reato) sventuratamente, così è stato riportato, abbia risposto alla chiamata.

In occasione di quell'incontro si discusse di affari relativi all'installazione di impianti di produzione di energia eolica e, lo dice sempre lo stesso Flavio Carboni, venne indicata appunto quella persona che oggi ancora - forse andrebbe rimossa - sta ai vertici dell'ARPAS. La condizione che avrebbe aiutato l'affare o gli affari era la nomina appunto di un uomo a capo dell'Agenzia dell'ambiente amico e fiduciario. Che male c'è? E' un amico dichiara Flavio Carboni, il cui senso della disinteressata amicizia è raro e il cui innocente candore è degno sicuramente di una collegiale. Ora l'uno e l'altro, Presidente, risultano indagati per corruzione, riciclaggio di denaro sporco e associazione a delinquere.

Qui si pone un problema serio, che non riguarda solo lei, riguarda, essendo un problema di ordine morale ma anche politico ed istituzionale, ognuno di noi, riguarda la stessa istituzione, la massima istituzione della Sardegna, il Consiglio regionale, riguarda e investe il Governo della Sardegna perché una nube, un'ombra cade su ognuno di noi, su tutto il lavoro che viene svolto. Signor Presidente, allora la domanda che le pongo è (non essendo stato possibile porla il primo di giugno gliela pongo oggi) lei quali interessi rappresenta? A chi risponde? Quale potere e quale influenza esercitano persone come Carboni o come Verdini su di lei per indicare addirittura alti funzionari dell'amministrazione regionale.

Si badi bene, questo è il punto, risulta che ci sia una grande "cricca" che specula sulle disgrazie altrui, ride e si sfrega le mani mentre all'Aquila e in Abruzzo ancora si scava per cercare coloro che sono sotto le macerie; una "cricca" che risulta aver messo le mani su decine e decine di appalti, lucrosi appalti all'insegna dell'emergenza, forte di sostegni, la grande "cricca", e complicità in ambienti politici, di governo e presso altissimi funzionari dello Stato.

Nel nostro piccolo in Sardegna c'è una piccola "cricca", perché purtroppo mentre la continuità territoriale dei trasporti va a intermittenza, la continuità territoriale degli affari va benissimo! Ha un'autostrada del mare, un'autostrada dell'aria che le consente di andar veloce, si gioca di sponda con singoli costruttori, si traffica con gli intermediari, si nominano gli amici degli amici, si assumono impegni in ambiti extra istituzionali.

Bene, signor Presidente, lei ha ripetuto nel suo intervento tante volte la parola "autonomia", la parola "autodeterminazione"; ebbene, l'autonomia va riscoperta non solo ad aprile inoltrato, con pifferi e tamburi, per celebrare una ricorrenza ma va ricercata e difesa sistematicamente, ogni giorno.

Presidente, per la mia poca esperienza in quanto giovane consigliere regionale, so comunque una cosa: il Presidente della Regione non tratta affari con singoli imprenditori e tanto meno per il tramite di discussi fiduciari, non ricerca abboccamenti clandestini, non accetta di subire pressioni indebite in materia di nomine ad alti incarichi. Il Presidente della Regione tratta con organizzazioni nelle sedi istituzionali, con le organizzazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli enti locali. Il Presidente della Regione nomina con sua scelta (dando la migliore indicazione possibile) in base al curriculum e non su suggerimento di altri.

Onorevole Presidente del Consiglio e onorevoli colleghi, non avrei voluto discutere di eolico o megawatt, kilowatt o quant'altro, avrei voluto discutere dei temi che riguardano la Sardegna, una Sardegna che purtroppo non sorride come non sorride il Paese.

Signor Presidente, infine, lei dovrebbe dimettersi dall'alto incarico che riveste e restituire la possibilità di scelta agli elettori; lo impone la funzione da lei assunta, lo impone l'ondata di indignazione che sta montando nel Paese e nella nostra stessa Regione, lo impongono il suo personale decoro e la dignità delle istituzioni regionali.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Presidente, premetto che avrei voluto fare un intervento, trattandosi di un argomento che investe la sfera delle fonti rinnovabili, tecnico (abbiamo due mozioni in discussione e mi riserverò di dire due parole anche su questo); però, dopo l'intervento del collega Zedda, non posso esimermi dal fare alcune brevi considerazioni e puntualizzazioni.

Innanzitutto, caro collega Zedda, il presidente Cappellacci risponde agli interessi dei sardi, e glielo dimostrerò adesso in un minuto e mezzo, se lei ha un po' di pazienza. Io non ho certo la memoria storica dell'onorevole Oppi, che nel suo intervento del 2 giugno ha fatto la vostra cronistoria, in senso generale come centrosinistra, rispetto a certe frequentazioni quanto meno dubbie; ma lasciamo perdere perché la polemica spicciola non mi interessa, stiamo ai fatti.

Caro collega Zedda, per quanto ne so io i provvedimenti legislativi attuati da questa Giunta sono fondamentalmente tre. La modifica del già citato articolo 18 della finanziaria del 2007, nella parte relativa ai cosiddetti accordi di programma con i primari operatori (poi bisognerebbe discutere chi sono o chi sarebbero i primari operatori, ma lasciamo perdere).

Secondo provvedimento legislativo: Piano casa, ottobre 2009; anche la cronologia penso che serva a qualcosa. Nel Piano casa, che stranamente nessuno cita (c'è un assordante silenzio da parte della stampa, da parte dei colleghi del centrosinistra e talvolta anche da parte dei colleghi della maggioranza) noi abbiamo di fatto impedito che si facesse scempio delle coste della Sardegna, e non ho sentito una parola da un collega dell'opposizione su questo, perché l'articolo 13 di quella legge prevede tre disposizioni importanti. Esattamente alla lettera g), l'impossibilità di passare cavi entro i trecento metri dalla linea di battigia; alla lettera h) l'impossibilità di fare scempio del nostro mare territoriale e alla lettera i) l'impossibilità di fare scempio della Poseidonia marina.

In parole povere, chiunque venga in Sardegna e voglia mettere le pale di fronte alle nostre spiagge, di fatto sta sprecando i soldi perché questa legge, fino a prova contraria (è una "legge costituzionale"), non è stata impugnata da nessuno ed è in vigore! Quindi, i "signori del vento" che vogliono speculare sulle nostre coste se la leggessero probabilmente scoprirebbero che stanno buttando i soldi.

Infine le famose delibere della Giunta del 12 marzo 2010, più volte citate: bene, analizziamole. Allora, abbiamo la delibera 10/2 con la quale, addirittura, la Giunta Cappellacci dà mandato ai legali della Regione per attivare tutte le procedure possibili e immaginabili per bloccare l'off-shore in Sardegna, quindi gli speculatori. Questi sono fatti e non sono chiacchiere, non sono processi mediatici istruiti sui giornali, di parte o non di parte, o fatto ancora più grave, nella più grande Assemblea legislativa della Sardegna. Questi, caro Zedda, sono dati certificati!

Relativamente alla mozione di cui è primo firmatario l'onorevole Salis, ha ragione quando dice che l'abbiamo discussa in ritardo (la mozione è del mese di dicembre), ma ahimè, abbiamo dovuto occuparci di altre emergenze; che cosa chiedeva la sua mozione, caro onorevole Salis? L'istituzione dell'Agenzia sarda per l'energia. Forse non se n'è accorto, ma legga la delibera 10/1 che prevede la istituzione della società "Sardegna Energia", sulla quale si può discutere perché anch'io personalmente, lo dico senza paura, qualche dubbio ce l'ho, però anche questo è un dato di fatto.

L'altra delibera di cui si parla è la 10/3, la famosa delibera che di fatto è stata "partorita" per bloccare le speculazioni dei cosiddetti "mercanti del vento" che volevano fare scempio non solo del mare ma anche della nostra terra; questa è stata la motivazione! Poi c'è da dire che ci sono alcuni punti che, secondo me, andranno probabilmente rivisti, approfonditi, ma approfonditi alla luce di una considerazione che mi ha colpito, e che devo dire ho apprezzato, contenuta invece nella prima mozione presentata dal centrosinistra. È strano che nessuno abbia citato questo punto, mi riferisco al fatto che effettivamente - ho verificato l'attendibilità - il 12 maggio del 2009 è stata approvata dal Senato una normativa comunitaria che dice che gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili fino ad un megawatt non sono soggetti ad autorizzazione unica ma è sufficiente una VIA da presentare al SUAP: questo è veramente un punto a mio parere sul quale bisogna ragionare, e in merito al quale la Giunta dovrà rivedere le linee guida soprattutto rispetto al fotovoltaico.

Non confondiamo il fotovoltaico con l'eolico; l'eolico di fatto l'abbiamo già bloccato perché, caro Zedda, sull'eolico sono stati già impegnati quasi 1000 megawatt, e di tutte queste concessioni non ce n'è una che sia stata fatta dalla Giunta Cappellacci, sono tutte autorizzazioni precedenti! Questi sono fatti e non sono parole buttate al vento, come quelle che ho sentito poc'anzi da lei e da qualche altro, non da tutti per la verità.

Detto questo vorrei fare un'altra precisazione. Quando si parla, per esempio, nelle linee guida della localizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici, nessuno ha citato un particolare sul quale io, personalmente, ho una posizione per certi versi critica; nessuno ha notato e stigmatizzato il fatto che sui criteri ci si rifà alle delibere della Giunta dell'onorevole Soru! Questa è la realtà, questi sono i fatti!

Per esempio, verificate nelle linee guida l'articolo 7 che, al comma 1, cita le delibere 32 del maggio 2008, 59/12 dell'ottobre 2008, 66/24 del novembre 2008 e 3/17 del 2009: sono le delibere della Giunta Soru! Quindi, che cosa vuol dire questo? Dove sono gli interessi che sono stati difesi? Questi sono gli interessi dei sardi, caro onorevole Soru, perché anche le linee guida hanno fatto propri i suoi provvedimenti legislativi!

Questi sono i fatti, poi si può venire qui a fare tutte le strumentalizzazioni che vogliamo, però questi sono i fatti! E quindi questa Assemblea farebbe bene, proprio per una forma di auto rispetto, a cercare di attenersi ai temi in discussione. Se ci mettiamo a fare strumentalizzazioni anche io, caro onorevole Soru, che non ho una ricca memoria storica, però qualche giornale lo leggo, potrei strumentalizzare alcune situazioni. Non lo faccio perché trovo che non sia corretto, perché in questa sede si stanno facendo processi mediatici sulla base nemmeno di intenzioni, sulla base di illazioni giornalistiche che a tutt'oggi non hanno prodotto un solo atto formale. La Giunta Cappellacci ha fatto queste tre cose, sfido chiunque a dimostrare il contrario.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io mi rivolgo a lei, presidente Lombardo, a lei presidente Cappellacci e all'assessore La Spisa, semplicemente perché nel presente, ma anche nel recente passato, vi siete occupati di politica energetica. Io infatti cercherò di parlare di politica energetica e di qualche altra cosa.

Voglio richiamare l'attenzione di tutti sul fatto che quanto sta avvenendo in queste ore in Parlamento, relativamente alla proposta del Governo di abolire l'obbligo di ritiro dell'eccesso di offerta di certificati verdi, dimostra che abbiamo effettivamente la necessità di discutere in quest'Aula di una materia delicata per l'economia di questa regione come è quella energetica.

Presidente Cappellacci, dico ancora che se passasse, così come è stato presentato dal Governo, quel provvedimento, probabilmente significherebbe la fine della possibilità di utilizzare le energie rinnovabili. Credo pertanto che questo rischio debba essere oggetto dell'attenzione di quest'Aula e che, seppure modestamente, dovremmo fornire dei suggerimenti al Governo, ai due rami del Parlamento affinché non si proceda in quella direzione.

Io, per esempio credo che noi dovremmo suggerire al Governo due cose semplicissime. So di essere fuori dal coro ma me ne assumo tutta la responsabilità e mi risulta che almeno il Partito Democratico, sia al Senato che alla Camera, stia lavorando in quella direzione. Noi innanzitutto, rispetto all'obiettivo del "20-20-20" dell'Unione europea dovremmo accelerare per arrivare a toccare almeno nel 2013 la soglia del 14,15 per cento di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Poiché uno degli elementi distorsivi che ha, come dire, incentivato gli appetiti di tanti e la rincorsa al malaffare è costituito da un sistema di incentivi che, secondo me, non sta in piedi, nell'interesse anche e soprattutto di quest'isola dobbiamo quindi accelerare, come dicevo, il raggiungimento di quell'obiettivo e, nello stesso tempo, presidente Cappellacci, dobbiamo chiedere al Governo, ai due rami del Parlamento, ognuno per la sua parte, che abbassino il valore dei certificati verdi, ma che non venga assolutamente accettata la proposta del Governo. So che servirebbe più tempo per discutere di queste cose ma so che le persone a cui mi sono rivolto e tante altre che sono qua dentro sanno perfettamente di che cosa stiamo parlando.

Allora, onorevole Locci, per restare nel merito della nostra mozione che, avendo contribuito a scrivere, so bene che cosa dice, io mi permetto di sottolineare due o tre cose di cui ha già parlato l'onorevole Bruno ma che, ogni tanto, può essere anche utile ripetere.

Nella passata legislatura, nel giugno 2006, con la legge regionale si conferiva agli enti locali la potestà, nel rispetto della programmazione energetica regionale, di emanare i provvedimenti di autorizzazione ovviamente all'installazione e all'esercizio degli impianti con potenza pari o inferiore ai 300 megawatt. Sempre ad agosto del 2006 la Giunta regionale licenzia il Piano energetico regionale; a maggio del 2008, sempre la precedente Giunta regionale adotta le linee guida per gli impianti fotovoltaici.

Che cosa vuol dire "tradotto"? Vuol dire che nella passata legislatura, e mi fa piacere che qualcuno lo ammetta, senza fare la difesa d'ufficio di chi non ne ha bisogno, , ci si è dotati di uno strumento indispensabile di pianificazione, di programmazione in un settore strategico e vitale per qualsiasi modello economico; e si è valorizzato, con gli strumenti che ho testé richiamato, il ruolo democratico degli enti locali, perché di questo stiamo parlando. Si è valorizzato all'interno della programmazione regionale, dando la possibilità di concedere le autorizzazioni, il ruolo degli enti locali.

Che cosa è avvenuto, invece, in questa legislatura, presidente Cappellacci? E' avvenuto che (sono i primi atti da lei messi in essere ) con la legge numero 2 del 2009 si trasferiscono alla Regione le competenze relativamente all'autorizzazione unica. Questo trasferimento sortisce un doppio effetto che è sotto gli occhi di tutti anche in queste ore: da un lato si esautorano gli enti locali e nel contempo, come se non bastasse, si blocca completamente il settore perché abbiamo caterve di richieste giacenti presso l'Assessorato dell'industria che si è dimostrato incapace anche di istruire una sola delle richieste pervenute. Mi avrebbe fatto piacere una risposta o, comunque, una presenza dell'Assessore dell'industria anche relativamente a questo problema.

Il secondo atto degno di nota, ovviamente da parte mia lo considero in negativo, sono le linee guida emanate dalla Giunta il 12 marzo che, alla fine, infliggono un colpo definitivo a questo settore bloccandolo totalmente. Presidente, io le chiedo e la prego davvero, laicamente, mi si scusi questo termine improprio, questa contraddizione, di darmi una risposta, le chiedo qual è la situazione del comparto energetico in quest'Isola. Ci vuol dire quante richieste giacciono negli uffici dell'Assessorato dell'industria in attesa, appunto, di risposta?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue DIANA GIAMPAOLO.) Ci vuol dire come e quando intendete istruire e dare risposte, e attraverso quale programma strategico complessivo, a quelle richieste.

Presidente, lei ovviamente non sarà d'accordo, tuttavia è sotto gli occhi di tutti che avete ereditato una politica energetica che responsabilizzava il sistema delle autonomie locali mentre i vostri primi atti, e ne paghiamo ancora le conseguenze, sono atti confusi e pasticciati che hanno portato alla inconcludenza totale e al blocco di questo settore, mortificando soprattutto le piccole e medie imprese che vi lavorano e che certamente non ambiscono alle grandi speculazioni che stanno dietro il settore medesimo.

Lei, Presidente, nella sua comunicazione all'Aula ha parlato di "tritacarne mediatico", di "gogna mediatica" che getta ombre sul suo operato e sulla sua Giunta. Nella sua risposta ha detto che nessuna autorizzazione, è stata data, soprattutto sull'eolico, e nessuna sarà data.

Ora mi creda, Presidente, non c'è davvero motivo di essere soddisfatti per il fatto di non dare alcuna autorizzazione; le autorizzazioni si danno all'interno di una programmazione, di una pianificazione in nome della trasparenza e anche all'interno di una tracciabilità degli investimenti fatti per realizzare quegli impianti. Quindi la risposta data, tra virgolette, con orgoglio "non abbiamo dato nulla e nulla daremo", testimonia esattamente l'inconcludenza e il fallimento di questa Giunta e di questa maggioranza almeno relativamente alla politica energetica, visto che di questo stiamo parlando e non voglio parlare assolutamente d'altro.

Che cosa chiediamo? Noi chiediamo semplicemente di rivisitare il PEAR, Presidente, di rivisitarlo in base al modello di sviluppo. Pertanto, ci volete dire che modello di sviluppo avete? Noi abbiamo scritto la mozione, certo nella mozione diciamo che è installata, onorevole Floris, una potenza pari a 4100 megawatt e la punta è di 1800; ma non è questo il problema, onorevole Floris e lei lo sa bene, occorre considerare che noi esportiamo circa 630 gigawattora che costituiscono il 5 per cento dei nostri consumi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (P.d.L.). Presidente, è chiaro che mi atterrò al tema in discussione; per fare questo, però, ho bisogno necessariamente di fare un breve excursus sui tempi e anche sulle modalità attraverso cui si è arrivati a questa discussione.

Credo sia importante ricordare che la discussione della mozione numero 24 in materia di produzione di energia rinnovabile ha portato, e credo di ricordare bene, alla approvazione all'unanimità di un ordine del giorno, il 10 febbraio del 2010, con il quale si chiedeva alle Commissioni quinta e sesta una specifica risoluzione da sottoporre a discussione in Assemblea ai sensi del comma 1 dell'articolo 51 del Regolamento. In maniera inusitata, per i contenuti dell'ordine del giorno stesso, si attribuivano dei compiti alle Commissioni che esulavano dalle loro competenze specifiche. Le Commissioni, comunque, dopo un lungo periodo di impegno nel corso del quale hanno provveduto alla raccolta di materiale legislativo e quant'altro, sempre che i lavori dell'Aula lo consentano, credo possano concludere il lavoro di elaborazione di questa risoluzione nel più breve tempo possibile.

Detto questo, entro nel merito dell'esame delle mozioni in discussione. Nelle premesse della mozione 62, in particolare, si parla del Piano energetico ambientale regionale (lo abbiamo appurato anche durante i lavori delle Commissioni) come se fosse un atto in vigore. In realtà, il PEARS non è stato mai approvato definitivamente; la Giunta regionale in carica si era limitata alla sua adozione preliminare con la delibera del 2 agosto 2006, 34/13, e a sottoporlo al parere della competente Commissione consiliare industria, che si era espressa favorevolmente. Successivamente, avrebbe dovuto procedere alla sua approvazione definitiva, che però a tutt'oggi non è avvenuta. Allo stato attuale, la Regione Sardegna non dispone ancora di un PEARS effettivamente vigente.

Altri dubbi sono scaturiti dalla scelta procedurale adottata dalla Giunta regionale, infatti, che ritenne che il Piano rientrasse tra gli atti di programmazione di cui all'articolo 4 della legge numero 1 del '77, e che pertanto la competenza della sua approvazione ricadesse in capo alla Giunta medesima; mentre, al contrario, sarebbe forse più corretto ritenere che tale competenza spetti direttamente al Consiglio regionale, stante la natura sostanzialmente normativa di parte del Piano.

In ogni caso, emerge l'esigenza di adeguare la disposizione del PEARS, datata al 2006, alle attuali esigenze energetiche regionali, come si propone nei punti 1, 2, 3, del dispositivo della mozione. E su questo, dico al collega Diana, che credo siamo tutti d'accordo, perché è chiaro che quanto programmato nel 2006 non è assolutamente attuale e attuabile oggi, dopo cinque anni.

Nelle premesse della mozione numero 62 si fa riferimento, inoltre, al recente disegno di legge approvato dalla Giunta regionale con la delibera 10/3 del 12.03.2010, concernente la costituzione della società "Sardegna Energia Spa". In questo contesto, colleghi della minoranza, si sostiene che tale società dovrebbe diventare l'ente unico in materia di rilascio di autorizzazioni. Cosa non vera, perché in realtà se noi leggiamo il disegno di legge vediamo che non risulta che alla società in questione venga attribuita alcuna competenza in materia di rilascio diretto di autorizzazioni.

Il Consiglio regionale, con l'ordine del giorno numero 22, ha dato un mandato alle Commissioni quinta e sesta, e credo che la risoluzione, come dicevo prima, seppure non ancora adottata, costituisca comunque il "la" ai procedimenti, agli ulteriori provvedimenti di legge che saranno emanati, e credo che il Presidente Cappellacci di questo ne sia pienamente cosciente.

Arriviamo all'ultimo documento della Comunità europea, quella legge comunitaria 2009 che è stata approvata definitivamente in Senato il 12.05.2010, quindi qualche giorno fa, e non ancora pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, peraltro, per questo non efficace, dove all'articolo 17 "si delega il Governo a semplificare i procedimenti di autorizzazione alla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili, anche assoggettando alla disciplina della semplice denuncia di inizio delle attività la realizzazione degli impianti con capacità di generazione non superiore a 1 megawatt elettrico", innalzando così notevolmente, rispetto a quanto attualmente previsto dal decreto legislativo numero 387 del 2003, la soglia degli impianti per la realizzazione dei quali non è necessaria un'apposita autorizzazione.

Devo evidenziare che, trattandosi di una delega legislativa, l'operatività della nuova soglia è subordinata all'emanazione da parte del Governo dell'apposito decreto legislativo di esecuzione, pertanto nelle more dell'emanazione restano vigenti i limiti attualmente previsti in materia dal decreto legislativo numero 387 del 2003. Di conseguenza, con riferimento al punto 5 del dispositivo della mozione, in mancanza del decreto legislativo di recepimento, la Regione Sardegna non può ancora dare autonoma esecuzione a quanto previsto dalla legge comunitaria 2009, specialmente, come viene proposto, con un semplice atto amministrativo, come le linee guida che sarebbero, nel caso, palesemente illegittime per violazione di quanto previsto dal decreto legislativo numero 387.

Molto probabilmente su questo dovremmo fermarci a valutare se la Regione sarda, in forza delle competenze derivanti dal proprio Statuto, possa dare autonomamente esecuzione con una propria legge regionale a quanto previsto dalla legge comunitaria, anche in mancanza di un previo provvedimento di esecuzione da parte del Governo.

Credo che su questo punto potremmo confrontarci, come su tanti altri temi che sono stati aperti. Sicuramente non accetto i discorsi moralistici che sono stati fatti anche nella seduta odierna. E voglio ricordare a qualche collega che mi ha preceduto che ci siamo già dimenticati, della colonizzazione della Sardegna avvenuta attraverso la nomina di assessori e dirigenti provenienti dalla Penisola, e che tanti benefici hanno apportato alla nostra Isola.

L'articolo 6 della legge regionale numero 3 del 2009 "attribuisce le competenze al rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione di impianti produttivi di energia rinnovabile alle province" - è vero, collega Diana - "subordinando l'effettività del trasferimento all'approvazione del PEARS". Ho detto, all'inizio, che il PEARS non è stato mai approvato definitivamente, pur essendo stato anche modificato con quel famoso decreto della Presidenza della Giunta del novembre del 2008.

Caro collega Diana, certo, fa male sentirsi ripetere certe cose, ma non siamo stati responsabili noi di quei processi. Noi saremo responsabili di altro, di quello che saremo in grado di programmare o, dopo la discussione, di programmare ed efficacemente realizzare con leggi ben precise, come noi vogliamo fare rispetto a tutto quello che in maniera confusionaria è stato fatto dalla precedente Giunta; perché altrimenti non ci saremmo trovati anche in Commissione alle prese, data la mancanza di un Piano energetico approvato, con le difficoltà di rimettere ordine rispetto a norme da una parte non efficaci e dall'altra carenti.

Contrariamente a quanto dichiarato nel punto 6 del dispositivo della mozione, il disposto di questo articolo 6 non contrasta con la normativa nazionale ma, al contrario, è assolutamente coerente con essa, posto che l'articolo 12, comma 3, del decreto legislativo numero 387 del 2003, attribuisce la competenza al rilascio di questo tipo di autorizzazioni alle Regioni, salvo la possibilità di delega alle province. E deve sottolinearsi che gli uffici regionali hanno finora incontrato numerose difficoltà nell'espletamento di questa competenza, tanto da accumulare quei notevoli ritardi di cui lei (e altri colleghi) parlava.

Sicuramente è presente un problema di organizzazione; credo che sia un altro dei compiti che la Giunta si assumerà rispetto alla riorganizzazione non solo delle competenze ma anche dell'esercizio delle funzioni, a cui si riferiva il collega Uras quando diceva che non abbiamo trovato un assetto organizzativo della Regione sarda tale da consentire efficacia ed efficienza alle sue azioni.

Con riferimento invece al punto 7 - e concludo - del dispositivo della mozione, si rileva che alla luce della reggente giurisprudenza costituzionale, la sentenza 282 del 2009…

PRESIDENTE. Onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, noi non vogliamo fare il mestiere della magistratura, sia chiaro, e dimostrerò anche perché; però, colleghi, a quest'Aula spetta un giudizio più alto e nobile, anche se gli ultimi tempi ci hanno accorciato la memoria: un giudizio sulla lealtà politica, sulla moralità dei comportamenti pubblici, sulla verifica permanente cioè del primato dell'interesse pubblico sugli affari privati. Io so di essere stato eletto per essere onesto e per fare questo, e per essere tutti noi sentinella dell'onestà pubblica. Su questo dobbiamo ragionare, e per le parole che spendiamo in quest'Aula.

Il presidente Cappellacci, cari colleghi, il primo giugno ha mentito al Consiglio regionale, ha mentito al Consiglio regionale e ha mentito al popolo sardo. Ha detto: "Mai e poi mai persone o eventi esterni hanno potuto distrarre la mia azione dalla ricerca del bene comune"; testuali! E Farris, presidente Cappellacci? Lo ammette Carboni di averglielo suggerito e lei lo ha nominato dopo aver chiesto: "Ma perché questo signore?", "Perché me l'ha detto Pinello Cossu", e lei chiede: "E chi è Pinello Cossu?", "E' uno che fa affari con me"; la prova che la politica, le appartenenze non c'entrano niente, il veicolo è chiaro, nomina-affari, questo è! Per l'ammissione letterale di chi ha detto queste cose.

E allora, presidente Cappellacci, io dico che gli amici sono amici, e certi amici qualificano chi li vuole tali, lo rispetto; però, colleghi, aver portato dentro le istituzioni strumentali della Regione persone sotto suggerimento di noti affaristi è da considerarsi secondo voi bene comune rispetto alle parole che ha detto il presidente Cappellacci? Badate, su questo possiamo dire che la censura politica può anche adottarsi indipendentemente dalle conclusioni della magistratura, perché sul fatto che quella indicazione provenga da un dato mondo, possiamo spendere la censura politica.

Ma questo Consiglio dice anche altre falsità. Racconta che voi avete introdotto delle norme che dovevano eliminare un ingiustificato margine di discrezionalità, vizi di competenza e la possibilità di accordi; lo vediamo subito. Va detto che siete stati puntuali, con la legge numero 2 avete scippato la competenza degli enti locali, l'unico sistema che poteva garantire un controllo democratico; ma quel blocco, quel blocco, colleghi, è stato totale, perché ha violato anche il principio dell'articolo 12 del "387", e avete bloccato persino quelle attività previste dall'articolo 11 del decreto legislativo numero 115 per cui, solamente quando non si andava fuori sagoma, si considerava quell'intervento fotovoltaico una manutenzione ordinaria e dunque soggetto solo alla denuncia di inizio attività.

Gli uffici della Regione che si sono assommati quella competenza, non hanno fatto nulla, è questo nulla che ha detto il Presidente: "Zero concessioni". Badate, ha ragione il collega Diana, il fatto stesso di non aver rilasciato una sola autorizzazione non prova nulla sull'estraneità a circoli viziosi di un atteggiamento pubblico perché, anzi, potrebbe legittimamente prospettare l'esigenza di non sciupare, di conservare, proprio per questa chiusura totale anche dei piccoli interventi, quel pacchetto residuale di potenza installabile che, evidentemente, poteva essere gestito diversamente.

La Regione governata da noi diceva come gestirlo: per le industrie energivore, con accordi chiari e con criteri veri; e, secondo, l'altra parte con bandi pubblici. Però, lei dice: " Noi abbiamo voluto togliere la discrezionalità", e lei al comma 4 dell'articolo 6 dice: "l'Amministrazione competente, cioè la Regione"… perché avete tolto tutto agli enti locali… "può stipulare accordi di cui all'articolo 11 del "241", cioè accordi di programma con chi le pare; non c'è un criterio, non c'è l'indicazione come e perché qualcuno può fare l'accordo di programma e qualche altro deve sottostare alle procedure dell'articolo 12 per l'autorizzazione unica.

Una cosa incontrovertibile è il blocco che avete prodotto da un anno a questa parte, senza una sola mossa. Ci sono aziende che stanno soffrendo perché hanno fatto gli investimenti e, a causa di quella norma, si sono trovate a metà tragitto con danni enormi, però questa è una strana applicazione del vostro concetto di libero mercato. Questo è quello che è stato fatto.

Vorrei ricordare che la scorsa legislatura noi passammo alle cronache per aver bloccato l' uso indiscriminato dell'eolico; avevamo persino introdotto quel concetto di irreversibilità delle trasformazioni territoriali, tanto discusso, per consentire di bloccare tutte quelle autorizzazioni che il precedente Governo, di centrodestra, aveva liberalizzato e che stavano riempiendo la Sardegna.

Parte di quegli interventi non siamo riusciti a tenerli, perché in sede giurisdizionale abbiamo perso, ma noi siamo passati alle cronache per essere quelli che hanno bloccato in attesa del Piano paesaggistico e agganciando al Piano paesaggistico la possibilità di gestire le potenze installabili. Questi sono atti, si può discutere, si può manipolare, ma sono atti; leggetevi i giornali del 2004-2005 per ricordare di che cosa siamo stati accusati anche da voi in campagna elettorale, abbiate almeno l'onestà di dire le cose che avete sostenuto contro di noi. Questa è la situazione.

Io non voglio andare molto oltre, caro Presidente, credo soltanto che parlare di autonomia in quest'Aula, chiunque lo faccia, ha senso se si fa prima un esame di coscienza sulla dignità morale che la accompagna che, badate, è una virtù personale, non si eredita per adesione politica, non si eredita per adesione politica! La dignità morale, colleghi, servirebbe anche a noi per regolare meglio la democrazia vera dentro questo Consiglio regionale imbavagliato, oppresso da pulsazioni pseudo regolamentari che, purtroppo, nelle cronache abbiamo visto essere, anche queste, dipendenti da interessi politici ma anche da interessi affaristici, perché quando le persone hanno diversamente le mani in pasta, non sono libere; questa è la verità! Non sono libere!

Io non faccio affari, perché ho scelto di dedicare la mia vita al bene collettivo, e non voglio condizionamenti; questo è il promemoria della nostra funzione. E allora, onorevole Cappellacci, se lo domandi lei e si dia una risposta, se ha senso che lei non si dimetta nonostante il fallimento politico acclarato e la penombra che, purtroppo (malgrado tutto paghiamo anche noi), in questo momento grava inesorabilmente sulla credibilità della nostra istituzione autonomistica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.

GALLUS (P.d.L.). Signor Presidente, colleghe e colleghi, anche se molto brevemente, intervengo principalmente per manifestare al Presidente della Regione, l'onorevole Cappellacci, i più sinceri sentimenti di fiducia e stima per l'azione politica finora esercitata nella veste di capo dell'Esecutivo regionale. Mi sento pienamente tutelato sia come consigliere regionale di maggioranza, che come esponente del mio partito, il P.d.L., dall'azione dell'attuale Governo regionale, nel quale ovviamente mi riconosco.

Sul piano personale, mi preme manifestare piena solidarietà per i ripetuti e crescenti attacchi mediatici, una vera e propria gogna, che ormai anticipano sentenze che sono di competenza di ben altri organismi giurisdizionali. Non condivido, dunque, tutto il circo mediatico intorno al quale ruotano alcune delle critiche che, in questo momento, muovono alcuni rappresentanti dei partiti di opposizione presenti in questa Assemblea. Proveniamo, evidentemente, da ben altra cultura, quella del rispetto per gli avversari; questa stessa cultura che ci ha portato a manifestare, apertamente e convintamente, solidarietà a molti esponenti del centrosinistra, nazionale e regionale, oggetto di processi mediatici, su vicende oggetto di indagini da parte degli organi giudiziari, senza che fosse intervenuta alcuna sentenza.

E' evidente che lei, Presidente, è stato prescelto come obiettivo principale da colpire politicamente per demolire l'intero Esecutivo e, infine, i Gruppi politici che la sostengono, ottenendo così come risultato finale un offuscamento dell'immagine pubblica e, magari, l'interruzione dell'azione politica avviata da oltre un anno. Le affermazioni da lei rese in quest'Aula nella precedente seduta del 1° giugno, l'espressione del suo volto, lo sguardo aperto e sincero hanno rafforzato in me la già acquisita convinzione della sua totale estraneità a un benché minimo coinvolgimento in operazioni di avallo di iniziative imprenditoriali torbide e poco cristalline.

Le iniziative politiche sue e dell'intera Giunta assunte in un anno di amministrazione del governo regionale in materia di energia da fonti rinnovabili sono state tutte mirate sia a rendere compatibili con la normativa europea quelle assunte a suo tempo dal precedente Esecutivo regionale, sia a colmare i palesi vuoti legislativi o non più attuali della normativa in vigore. Anche gli assalti di investitori misteriosi lungo le coste della Sardegna (le recenti vicende appunto), con proposte di installazione di impianti eolici off-shore, sono stati da lei respinti in una maniera che non lascia dubbi sull'avversione verso questo genere di sviluppo energetico. Questi sono fatti inconfutabili che delineano la trasparenza e la correttezza dell'operato del Presidente e della sua Giunta.

Si può discutere politicamente sulla sostanza delle scelte politiche e di indirizzo amministrativo, condividendo o dissentendo a seconda dei punti di vista degli schieramenti che si confrontano - questo fa parte dell'ottica parlamentare democratica che è propria anche del nostro Parlamento regionale - ma non si può accettare che quest'Aula si trasformi in un'aula di tribunale dove emettere sentenze sommarie sulla base di voci, illazioni e calunnie incontrollate e incontrollabili. A noi non è dato emettere giudizi di tal fatta.

Noi siamo in questa Assemblea per tutelare tutt'altri interessi e perseguire il bene collettivo della nostra terra e del popolo sardo, secondo il mandato affidatoci. Come abbiamo già fatto noi del centrodestra nel passato recente, riguardo a eminenti esponenti del centrosinistra in questa Assemblea, ci aspettiamo valutazioni e giudizi sull'operato politico dei nostri esponenti che non scadano in un dannoso sciacallaggio, pretendendo di esporre al pubblico ludibrio l'onorabilità di quanti, in assenza di sentenze contrarie, sono dei galantuomini come minimo al pari di quelli che pretendono inopinatamente di giudicarli sommariamente.

La politica non può sostanziarsi nel confondere le proprie prerogative, invadendo campi che non gli sono propri, per ergersi a organo giudicante di vicende extra politiche. Questa di oggi è un'occasione unica per dare un'immagine positiva confrontandoci apertamente sulle iniziative da assumere per uscire dal pantano di una crisi devastante e restituire ai sardi piena fiducia nelle loro istituzioni. Riportiamo indietro l'orologio della politica, ripartiamo da quel clima unitario che è stato salutare per risolvere molte delle vertenze di cui ci siamo occupati, per rilanciare una grande stagione di riforme della politica, delle istituzioni e dei settori economici e produttivi per dare alla Sardegna quelle risposte che oggi mancano.

Quando la politica non dà risposte vince l'antipolitica, quell'antipolitica fatta di scandali, litigiosità e faziosità che sono la sconfitta di quanti ancora credono e vogliono credere che esista un modo alto e nobile per servire la propria comunità con lealtà e correttezza. Sta a noi tracciare un confine fra chi in quest'Aula vede il più alto consesso democratico del popolo sardo e chi la vorrebbe usare come una tetra e sordida aula per pronunciare sentenze contro gli avversari politici.

Sarebbe oggi troppo facile ribaltare le argomentazioni della minoranza con argomentazioni simili, magari cedendo alla tentazione di gettare anche su loro l'ombra del sospetto, ma non credo che i sardi si aspettino questo da noi. Se siamo coscienti di essere classe politica e di governo dobbiamo assumerci le responsabilità che ne derivano per dare risposte alla gente e non utilizzare il nostro tempo ad avversarci e delegittimarci vicendevolmente. Ecco perché oggi parlare di politica energetica in questo clima avvelenato non è accettabile. Se davvero vogliamo farlo facciamolo confrontandoci sulla progettualità e finalità e non sulla base di bollettini stampa scandalistici e "gossippari".

Nel concludere, dunque, ribadisco piena condivisione dell'azione politica esercitata da oltre un anno e nel contempo auspico che il Consiglio, maggioranza e opposizione, si dedichi veramente ad affrontare le gravi emergenze che il popolo sardo sta in questo momento sopportando. Ed infine, per quanto riguarda accuse di falsità e menzogne, all'onorevole Sanna voglio solo dire queste parole: da quale pulpito viene la predica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi e colleghe, cercherò di non entrare nel dibattito trattando le questioni sulle quali, mi sembra, anche l'ultimo intervento abbia posto l'accento. Sicuramente le due mozioni lasciano chiaramente aperti molti dubbi da cui consegue la necessità comunque di poter esprimere valutazioni, forse anche dure, ma che costituiscono un'occasione per il presidente Cappellacci di dare risposte e, quindi, serenità non solo al Consiglio regionale ma all'intera Sardegna.

La discussione, per quanto aspra, aiuta comunque a capire questo argomento in discussione, inerente un settore che mi sembra molto importante, in modo particolare, per la Sardegna in quanto ha avuto, l'hanno detto i colleghi, un andamento che in un certo momento è stato molto rapido , in altri momenti ha subito delle frenate, adesso addirittura è del tutto fermo, occultato non si è data neanche un'autorizzazione. "Autorizzazioni zero".

E' anche questa una scelta politica, però mi sembra che sia stato ribadito il fatto che questa scelta politica forse ha precluso la concessione di quelle autorizzazioni chesarebbero andate a beneficio di un tessuto industriale asfittico, in grave crisi. Qualcuno ha accennato alle imprese agricole che così avrebbero potuto anche sgravarsi dal peso energetico che un'industria agro-alimentare, già molto carente in Sardegna, paga; questo in nell'ottica di uno sviluppo futuro, visto che in quest'Aula si è parlato di cominciare a pensare a uno sviluppo alternativo, che secondo me deve passare attraverso la rivalutazione del comparto agricolo (peraltro pertinente alla nostra storia, alla nostra cultura e al nostro territorio) legato, se vogliamo prendere esempio da altre aree, a un supporto turistico reale, di qualità, non certo un turismo di massa.

Quindi l'argomento mi sembra pertinente e utile anche in questa fase in cui si chiede al Presidente una sua riflessione, in cui si chiede al Presidente, e alla sua coscienza (e lui sa di che cosa parliamo e che cosa può rispondere), se ci rappresenta davvero o se siamo invece strumenti e oggetto di utilizzazione come purtroppo la storia sarda ci insegna.

Le mozioni pertanto tendono anche a chiedere, con forza, di sgombrare ogni dubbio sugli interessi esterni che guardano al territorio sardo come luogo ideale per azioni finanziarie non trasparenti, a discapito di quell'autonomia regionale che in quest'Aula spesso viene richiamata, che spesso cerchiamo di rafforzare, ma che ogni volta che a questo ci riferiamo mi sembra ci sfugga per azioni che non sono consone alla ricerca della vera autonomia regionale. Si perseguono infatti interessi che nulla hanno a che fare con il bene dell'isola, minando in questo modo alle radici la credibilità di una classe politica regionale, proprio di tutta la classe politica regionale - io credo che siamo coinvolti tutti in questo atto - e mettendo in forse quel poco di autonomia, come ho detto, che da sessant'anni a questa parte si è cercato di conquistare con fatica.

Il condizionamento di interessi esterni alla Regione sarda pesa come un macigno sulla nostra capacità di scrollarci la sudditanza a "governi amici" che non rispettano gli impegni assunti; a ogni piè sospinto ricordiamo i fondi FAS o i trasferimenti che la Regione attende. Si parla di oltre 3 miliardi di euro e ne è stato concesso appena uno, a fronte del grande bisogno di risorse che ha la Regione sa per invertire questa asfittica economia che non ci consente di guardare con speranza al futuro.

Una sudditanza a "governi amici", dicevo, che non rispettano gli impegni assunti ponendo l'Isola, in un momento peraltro difficile a causa della crisi economica che sta colpendo l'intera Nazione, in gravissime condizioni di recessione. La Sardegna rischia di pagare pesantemente questa crisi; pertanto vanno allontanate tutte quelle tentazioni che, mascherate da grande opportunità di sviluppo, perseguono invece esclusivamente forti interessi speculativi deleteri per il reale sviluppo dell'Isola. Un'Isola che, ripeto, vede in forte crisi tutto il tessuto industriale.

Un tessuto industriale che senza energia non ha futuro, e l'energia non può diventare ostacolo alla sua ripresa perché in mano a società multinazionali che hanno solo l'interesse a sfruttare risorse naturali dell'isola senza alcuna ricaduta, se non quei pochi posti di lavoro per gli addetti al controllo degli impianti.

Quindi, è un tema serio perchè l'energia è fonte primaria per lo sviluppo e nella nostra isola ha caratteristiche poliedriche; in modo particolare sussistono le condizioni per un affrancamento dell'energia prodotta dalle fonti tradizionali e da risorse non rinnovabili. La scelta di fare ricorso a fonti alternative è per la nostra isola sinonimo di ambiente; un ambiente del quale l'adozione di un nuovo modello di sviluppo concorrerebbe a caratterizzare quella unitarietà e quella specificità che spesso a parole, ma dovremmo farlo nei fatti, poniamo a confronto con la globalità esasperata che porta all'appiattimento e al livellamento dell'uomo.

Un altro elemento che può avere caratteristiche particolari (è stato dibattuto in quest'Aula per tre mesi), è il risanamento energetico degli edifici attraverso il quale l'isola concorrerebbe, positivamente e celermente, a raggiungere l'obiettivo dell'abbattimento delle emissioni di CO2 prima del 2020. Purtroppo, quel Piano casa, come si è detto, è stato un flop, nonostante l'opposizione abbia cercato di segnalare che quella legge frettolosa, scritta anche male poteva dare adito a interpretazioni non coerenti, non corrette. E non credo che abbia portato quella speranza in termini economici, in termini di sviluppo che la maggioranza si era prefissa.

Penso che dovremo riprenderla in esame cercando di aggiustare - ma non certo per colpa dell'opposizione - quegli aspetti che spesso noi abbiamo sottolineato; sottolineature che invece la maggioranza non ha ascoltato. La riprenderemo in esame per dare un contributo importante, ripeto, non solo sotto il profilo economico ma sotto il profilo ambientale che è l'elemento che dovrebbe caratterizzarci come piattaforma nel Mediterraneo, mare a cui fare riferimento per storia, cultura e habitat.

Ma, se non regolarizziamo anche questa richiesta abnorme di infrastrutture per la produzione di energia alternativa, rischiamo di penalizzare fortemente l'isola sotto questo aspetto che, ripeto, è l'elemento cardine da preservare se vogliamo davvero concorrere a dare alla Sardegna uno sviluppo alternativo a quello delle ciminiere, delle aree inquinate, delle elettrificazioni abnormi.

Non ho molto tempo per completare il pensiero, però io credo che sia importante il coinvolgimento anche su questo tema dei comuni; perché è stata infatti un'esperienza drammatica per molti comuni quella di vedere i cittadini richiedere con forza le autorizzazioni a favore di quelle società che li hanno usati come strumento di ricatto...

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Presidente, io ritengo che l'approccio con cui oggi è stato affrontato questo importantissimo argomento non sia del tutto giusto, e spiego perché. Parto dalle origini e dico che se il dibattito odierno serve, come ho colto da alcuni interventi, ad additare responsabilità sino a questo momento non provate, non comprovate, inesistenti, da parte della Giunta o del Presidente su altre questioni, l'approccio è ancora più sbagliato.

Io invito i colleghi a rispettare, almeno su questa importantissima materia, l'argomento in discussione, perché questo Consiglio regionale credo debba riacquistare una sua dignità istituzionale e politica che, anche per colpa nostra, mano a mano sta perdendo. Sarebbe anche facile girarsi indietro, vedere e poi controbattere, ma non è questo il modo, credetemi, né il metodo.

Io ho piena fiducia nell'operato del Presidente e della Giunta e, personalmente, credo che possa essere scevro da qualsiasi dubbio o da qualsiasi responsabilità che gli si possa almeno in questo momento, teoricamente, addebitare; ogni cosa verrà a suo tempo, nei luoghi idonei, esaminata e comprovata, nel caso. All'interno di quest'Aula siamo chiamati a rispondere a un mandato che i cittadini ci hanno dato: quello dello sviluppo dei nostri territori, del benessere della nostra gente. Concordo in questo con quanto ha detto il collega Gian Valerio Sanna e mi identifico su certe cose ma non su altre.

Problema energetico ed energie rinnovabili, ecco perché ho detto che l'approccio non è esatto. Le Commissioni hanno lavorato all'unisono per oltre due mesi e sono arrivate anche a una conclusione, quasi con una unanimità di intenti. La mozione riporta, di fatto, alcuni punti che ricalcano il lavoro delle Commissioni. Se si voleva interpellare il Presidente per altre vicende lo si poteva fare quando il Presidente, di sua spontanea volontà, ha voluto riferire in Aula, una settimana fa, in base a un preciso articolo del Regolamento; in quel momento poteva essere ascoltato e contrastato su quanto diceva. L'opposizione ha preferito, sbagliando, abbandonare l'aula, lasciare la maggioranza col suo Presidente che, per quanto ci riguarda, ha dato delle risposte esaustive e abbastanza compiute per ciò che doveva comunicare all'Aula.

Oggi si riporta la mozione in Aula, ma non per parlare concretamente di energie rinnovabili; un argomento che porterebbe quest'Aula a dibattere per alcuni giorni, perché non si tratta solo di una fonte di energia, ma di una fonte di sviluppo per il futuro della Sardegna, stante l'importanza che hanno le energie rinnovabili per la grande industria, per la piccola e media impresa artigianale e industriale e per l'agricoltura. E' un dibattito che ha animato il lavoro delle Commissioni in questi ultimi tre mesi e che sta arrivando a compimento.

Non metto in dubbio che il varo delle linee guida da parte della durante i lavori della Commissione abbia creato un certo imbarazzo; ma, di fatto, lo stesso lavoro delle Commissioni e il contenuto delle linee guida sono stati poi inficiati, in parte, dalla sentenza della Corte costituzionale in materia per la Regione Calabria e la Regione Puglia, dalla novità della legge comunitaria e dal dispositivo del Senato che indica al governo di emanare una legge delega in materia affinché sino a 1 MW sia possibile dare le autorizzazioni direttamente con la DIA senza passare tramite l'autorizzazione specifica per l'eolico.

Credetemi, nel corso delle audizioni la Giunta all'unanimità, questi sono gli atti, si è espressa contro l'off-shore, si è espressa contro la speculazione sull'energia eolica che si stava delineando. La Commissione ha operato una sintesi delle audizioni svolte con gli operatori del settore, con i funzionari regionali, da presentare al Consiglio secondo il mandato ricevuto dallo stesso per dare indirizzi sul rilascio delle concessioni e sulla linea che la Giunta regionale deve seguire d'ora in avanti nel rilascio delle autorizzazioni per le energie rinnovabili.

Peraltro le linee adottate dalla Giunta rispettavano il "387" del 2003 e anche questo è nei fatti. E'certo che comunque si è bloccato tutto, si sono bloccate senz'altro le autorizzazioni che potevano far paventare determinate speculazioni ma anche le concessioni per le produzioni e la conduzione aziendale; E' certo necessario e urgente che le nuove linee guida che la Giunta ha predisposto possano essere emanate al più presto. Ho sempre sostenuto in Commissione di fronte a tutti i colleghi che queste linee guida dovranno rispettare l'indirizzo che le Commissioni congiunte daranno alla Giunta e al Consiglio perché questo è il mandato che hanno ricevuto dall'Aula.

In definitiva che cosa chiedono le due Commissioni congiunte? Dalla discussione è emersa una sollecitazione a privilegiare nel rilascio delle concessioni opzioni che producano effettivi vantaggi per la comunità isolana in termini economici, in termini sociali, in termini occupazionali. Si sollecita il ricorso a una procedura semplificata al massimo pur nel rispetto del "387", sperando che nella Conferenza Stato-Regioni le Regioni riescano ad ottenere dal Governo centrale la possibilità di poter anche diversificare i vari tipi di concessione, una per il fotovoltaico, una per l'energia termica o per le biomasse o per l'eolico perché purtroppo, non essendo state ancora emanate le linee guida nazionali, le linee guida regionali debbono assolutamente rispettare il disposto del "387" o comunque le ultime novità emerse in base alla legge comunitaria.

Legge comunitaria che ancora non è operativa perché il disposto del Senato dà al Governo la facoltà di emanare una legge delega; quindi di fatto noi possiamo, probabilmente, indicare in 1 megawatt la procedura per cui è necessaria solo la DIA per la concessione dell'autorizzazione a produrre energia rinnovabile, sempre che il Governo non la impugni. Io spero pertanto che le regioni possano ottenere la facoltà di intervenire separatamente per tipi di energia rinnovabile affinché l'eolico possa avere una strada, il fotovoltaico un'altra, l'energia da biomasse e l'energia termica un'altra ancora.

Questo alleggerirebbe tantissimo la procedura di concessione ma non solo, verrebbe veramente incontro alle esigenze economiche della nostra regione. Di fatto le Commissioni hanno sostenuto la necessità di poter autorizzare impianti che possano andare incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese locali, delle nostre famiglie e della nostra realtà isolana. Quindi fare in maniera che possa essere impedita la speculazione sulle energie rinnovabili.

Ecco perché sinceramente mi è sembrato strano che la mozione sia arrivata in aula mortificando, credetemi, tanto lavoro che è stato fatto in questi mesi; e, comunque sia, è una mozione che di fatto non è completa e sotto molti aspetti anche non assolutamente coerente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Il tema oggi al centro dell'attenzione di quest'Aula è, come è a tutti chiaro, di grande rilevanza per le stesse prospettive economiche della nostra Isola. Lo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili è uno degli argomenti al centro della discussione nei territori fuori da quest'isola dove maggiormente si sta perseguendo la crescita economica.

La mozione in discussione chiarisce molto bene il quadro normativo in cui ci siamo mossi e ci stiamo muovendo, lo stato dell'arte del settore a seguito degli atti e del Consiglio e della Giunta in quest'ultimo anno, la situazione politica regionale a seguito delle iniziative della magistratura in relazione a quanto si stava muovendo attorno alla creazione di nuovi parchi eolici. Proprio a seguito di quanto è emerso negli ultimi mesi abbiamo, purtroppo io dico, dovuto registrare un drastico calo di autorevolezza e credibilità delle massime istituzioni regionali.

Non giova a nessuno che una importante fonte di sviluppo economico appaia oggi all'opinione pubblica regionale come terreno fertile per speculazione da parte di soggetti economici non sempre credibili e spesso screditati. Non giova che in questo appaia, e io spero soltanto in misura non significativa, il nostro Presidente. Così come non giova però che il presidente Cappellacci nella sua relazione di dieci giorni or sono, in difesa del suo operato, abbia citato un dato di cui di fatto portava vanto; e cioè che le autorizzazioni nel settore delle fonti di energia rinnovabili durante questa legislatura sono state pari a zero.

Le dico questo perché io le sue dichiarazioni, signor Presidente, le ho ascoltate come le hanno ascoltate tutti quanti i componenti di questo Consiglio. Il fatto è che lei, con la scelta dell'articolo 121, ha rinunciato ad ascoltare le nostre considerazioni sulla sua relazione ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di abbandonare l'Aula e di non partecipare a un finto dibattito dove l'opportunità di intervenire era riservata soltanto a un rappresentante per Gruppo.

E tornando all'affermazione che lei faceva, è vero, questa è la drammatica realtà dei fatti. Durante questo periodo non c'è stata alcuna autorizzazione. In questa regione le autorizzazioni più consistenti, più significative per non dire le uniche, sono state le autorizzazioni per gli impianti eolici concesse entro il 2004. Sono stati autorizzati oltre 900 MW di cui 400 già realizzati, 550 in via di realizzazione. Allora era in carica la Giunta Masala; io non c'ero ma, forse, lei era Assessore di quella Giunta.

E' stata una fortuna che la successiva Giunta Soru abbia dato un colpo di freno a quella sfrenata voglia di impiantare, in maniera irragionevole e irrazionale (erano state presentate domande per ben 2500 MW), diversissimi impianti eolici nella nostra Isola. Per il resto è vero che pochissimo è stato autorizzato; durante la Giunta Soru si sono date pochissime autorizzazioni per qualche ampliamento, comunque dopo la predisposizione del PPR e per completare alcune strutture esistenti.

Però gli atti di questo Consiglio, la legge 3/2009, gli atti di questa Giunta, le delibere del mese di marzo, hanno di fatto aggravato la situazione. Appunto "Zero autorizzazioni", diceva il Presidente, un intero settore economico legato allo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili è stato tenuto bloccato indiscriminatamente, e nessuna iniziativa seria è potuta decollare. E' stata scippata ogni autonomia di possibile iniziativa da parte degli enti locali, e in particolare il fotovoltaico, che ha rappresentato in molte regioni fuori dalla Sardegna un formidabile strumento di sviluppo, in Sardegna vede un ampio mondo di imprese e di professionisti che chiedono, ahimè inascoltati, di poter realizzare anche in Sardegna quanto è già accaduto altrove, o sta accadendo. Tantissimi progetti di piccoli e medi impianti sono fermi al palo, eppure sarebbero gli unici da cui potrebbe ragionevolmente attendersi una ricaduta sul territorio dalle agevolazioni previste per il conto energia.

Signor Presidente, io ribadisco che quella sua affermazione fatta con orgoglio "autorizzazioni pari a zero", per me suona come una grave ammissione di colpa. Da mesi nelle Commissioni quinta e sesta discutiamo, su richiesta del Consiglio, di come sbloccare la situazione, e il principale ostacolo a qualsiasi decisione è l'atteggiamento della Giunta e del Presidente, se è vero che tutti gli Assessori hanno comunque rinviato alla Presidenza ogni responsabilità.

Sono state fatte discussioni partecipate e appassionate con l'obiettivo, proprio di gran parte dei commissari, di valutare che cosa fare per sbloccare la situazione, di come agevolare e facilitare la realizzazione di piccoli e medi impianti fino a 1 MW di fotovoltaico. E' un'esigenza sentita dal mondo economico, c'è consapevolezza del ruolo positivo e propulsivo che il settore potrebbe svolgere, per il settore agricolo, per il settore artigianale, per la media e piccola impresa.

E' stata preparata una proposta di legge, un articolo unico, che modifica l'articolo 6 della legge 3/2009 ed apre la possibilità ad autorizzazioni con procedure accelerate per impianti di piccola e media dimensione. Questo Consiglio prenda impegno, oggi non domani, di approvare la prossima settimana questo provvedimento di legge. Peraltro il 12 maggio scorso è stata approvata la legge comunitaria 2009 che elimina ogni ostacolo burocratico per la realizzazione di impianti di produzione sotto il megawatt, sarebbe drammatico ed imperdonabile se la Regione Sardegna si ponesse, come difatti è accaduto sino a oggi, come puro e semplice ostacolo.

Quanto ha dichiarato poco fa il Presidente della Commissione industria sulla non immediata applicabilità di quella legge mi preoccupa ulteriormente; allora esitiamo noi un provvedimento che sblocchi la situazione al di là di quello che farà il Governo nazionale. La crisi profonda del nostro sistema economico, della nostra agricoltura in particolare, ma anche le profonde crisi di bilancio di tanti comuni ci devono spingere a fare scelte immediate, affinché ogni occasione di sviluppo e di crescita venga accolta.

L'immobilismo a cui abbiamo assistito in quest'ultimo anno crea rabbia e sconcerto fra gli operatori economici, costretti come sono ad individuare nella VAS un ostacolo al dispiegarsi della loro attività. E ancor di più crea rabbia la sensazione che mentre si bloccava ogni iniziativa sana, che avrebbe creato sviluppo e crescita economica, si ragionava in segrete stanze per obiettivi non chiari a favore di soggetti estranei al sistema economico isolano.

Signor Presidente, prenda atto che l'operato suo e della sua Giunta in questo primo anno di attività non è stato all'altezza delle esigenze della nostra Regione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Signor Presidente, oggi siamo stati chiamati a discutere due mozioni e un'interpellanza aventi a oggetto il problema della produzione di energia da fonti rinnovabili. Taluni interventi peraltro hanno "splafonato", nel senso che sono andati a toccare altri aspetti. C'è stato un riferimento addirittura alla norma sulle intercettazioni telefoniche; norma su cui si può discutere (l'U.D.C. a livello nazionale è contraria quella disposizione di legge), mi sembra però che siamo completamente fuori tema.

E' un tentativo di dare un significato completamente differente a questa discussione, e ciò anche se il problema dell'energia è un problema estremamente rilevante che meriterebbe una discussione approfondita. Purtroppo i dieci minuti a disposizione non consentono di sviluppare tutti gli argomenti, tutti gli spunti che la materia offre.

Diciamo subito che la mozione, soprattutto la mozione Bruno, a mio avviso, pur essendo talune conclusioni condivisibili (rifare il PEARS, di cui dirò dopo), tratta il problema in superficie, non approfondisce, e contiene anche una serie di errori, ora di fatto, ora giuridici. Faccio riferimento all'intervento dell'onorevole Oppi, svolto la volta scorsa, in merito alla confusione esistente, dal punto di vista giuridico, sul PEARS; ora si dice approvato, ora si dice adottato.

Si richiama una serie di delibere della Giunta regionale antecedenti, per esempio la 28/56 del 2007, la 30/02 del 2008, ci si dimentica di dire che queste delibere sono inefficaci, perché anche su questo sono intervenuti il TAR e il Consiglio di Stato che le hanno levate "da mezzo ai piedi". Si parla di norme di legge non più esistenti, su questo sarà più preciso l'onorevole Oppi, non si entra negli aspetti veri ed effettivi della normativa oggi applicabile.

Diciamo subito che sul fatto che ci debba essere un PEARS siamo tutti d'accordo, ma c'è un grossissimo inadempimento da parte dello Stato che non ha stabilito le linee guida, quelle che dovevano indicarci come localizzare gli impianti; questa è una carenza che noi paghiamo gravemente; è una carenza come dirò dopo su cui è intervenuta per rimediare la Giunta regionale con la delibera 10/3. Ci troviamo pertanto in un caos normativo imputabile in gran parte allo Stato, in minima parte alla Regione che effettivamente ha dato avvio al PEARS.

Questo PEARS purtroppo non è stato approvato, sappiamo che è stato adottato, sottoposto alla votazione della Commissione, la Commissione ha dato parere favorevole, poi è stato successivamente modificato con delibera in Giunta regionale, è sottoposto alla VAS, sono stati formulati dei rilievi; sappiamo benissimo che ci sono grosse difficoltà, ma a monte nessuno dice che dobbiamo modificare la legge, la legge prevede l'approvazione da parte della Giunta. Una volta che non è più in piedi la Statutaria, salvo che noi non ci impegniamo come dovremmo ad approvare in tempi brevissimi un'altra Statutaria, l'approvazione del PEARS deve tornare all'Aula, anche per evitare che ci siano interventi della Giunta regionale che di volta in volta modifichino questo atto secondo esigenze del momento, spesso non sottoposte All'aula del Consiglio.

Quindi sicuramente è una materia su cui bisogna intervenire sia sul piano legislativo, sia sul piano amministrativo. Il PEARS sappiamo tutti che va rifatto integralmente, bisogna correre per fare il PEARS. Sono problemi urgenti di cui non ho sentito parlare, si parla di altro, di sentinelle, carabinieri, custodi e cose varie che non c'entrano niente, stiamo evitando di affrontare il problema.

Ho apprezzato enormemente, pur con i dovuti distinguo, l'intervento dell'onorevole Luciano Uras; l'onorevole Uras, dal suo punto di vista, ha detto quello che tutti dobbiamo fare a prescindere dal condividere o meno, nel merito, le conclusioni a cui lui è arrivato. Questo è il modo di lavorare, ha dato una traccia, una linea che dobbiamo seguire tutti. Gli interventi al di fuori di questa linea non li prendo neanche in considerazione, sono interventi semplicemente e malamente rivolti all'offesa, perfettamente inutili, non produttivi.

Sulla delibera numero 10/3 voglio dire subito due parole: noi con la legge regionale numero 3 quando abbiamo introdotto l'articolo 6 abbiamo detto, espressamente, quello che doveva essere contenuto nella norma, in particolare, a parte il comma 5 dell'articolo 6 che dice che: "la Giunta regionale entro 6 mesi dall'entrata in vigore della presente legge procede alla revisione delle linee guida per la localizzazione" questo è quello che è stato fatto, c'è un altro comma che ci dice che "qualora le domande di rilascio siano eccedenti rispetto a quelle rilasciabili compatibilmente con le esigenze di natura tecnica e di tutela ambientale e territoriale è adottato un criterio selettivo", e così via; do per letta la norma, penso che sia conosciuta integralmente da tutti.

Orbene, io ho un'origine politica liberale, mi definisco un liberale, sono per il libero mercato quando il libero mercato c'è; in questo caso non è un libero mercato. Come nella stessa mozione Bruno viene esposto, noi siamo in presenza di un limite quantitativo utilizzabile e con impianti che producono molto di più di quello che può essere prodotto. Abbiamo un cavo che ci collega con il continente che per il momento ha una capacità di 1500 megawatt, riducibili a 1003 - mi corregge il maestro - abbiamo un sistema che non è circolare.

L'energia eolica non è accumulabile, allora abbiamo una saturazione del mercato, abbiamo poche domande disponibili, su queste poche domande disponibili dobbiamo intervenire a regolamentare. Questo è il presupposto da cui è dichiaratamente partita la deliberazione numero 10/3.

Invito tutti a leggere in particolare la prima e la seconda pagina della deliberazione. La prima pagina mi dice che sull'energia eolica io devo accertare la situazione del mercato, finché non accerto questo sospendo perché non voglio compromettere quel poco che c'è.

Seconda questione: la tutela del paesaggio, ne tratta la seconda pagina della deliberazione. Noi sappiamo che la disciplina dell'energia eolica fa riferimento al protocollo di Kyoto ed è volta a limitare l'immissione nell'atmosfera di CO2, è volta alla tutela di un interesse costituzionale e tale è anche la tutela del paesaggio. Questi due interessi sono su uno stesso piano per cui non possiamo dire che la tutela del paesaggio, come in tutte le altre ipotesi, è sempre assolutamente prevalente. In questa ipotesi dobbiamo fare una comparazione più analitica e più profonda fra i due interessi in gioco, non vuol dire che deve essere sempre prevalente l'interesse eolico, spesso può essere prevalente l'interesse dell'energia. Questo ha fatto la seconda pagina della deliberazione.

Ovvio, ognuno di noi l'avrebbe scritta in maniera differente, io avrei riportato espressamente tutte queste cose, ne avrei detto altre, ma quello che conta sono i due principi che sono stati esposti, assolutamente condivisibili e in linea anche con le politiche portate avanti dalla scorsa Giunta. Non capisco come possano essere criticati questi principi; si parla delle linee guida, signori…ma le linee guida… stiamo parlando di cose pratiche! Non siamo d'accordo?

Ci sono diverse cose su cui non sono d'accordo, ma concordo sul principio; allora collaboriamo per dare una migliore attuazione a queste linee guida fermo restando che serve un intervento legislativo che integri questa disciplina. Io personalmente, contro tutti i principi della Corte costituzionale, non li condivido, non conta niente che non li condivida? Non li capisco. La disciplina generale del procedimento amministrativo mi dice che quando manca la disciplina regolamentare di fondo non è che faccio tutto, non è il Far West, non faccio assolutamente niente, se mai debbo obbligare l'Amministrazione, lo Stato in prima battuta, ad intervenire per dettare la disciplina regolamentare.

Tutti questi principi dettati dalla Corte costituzionale urtano contro i principi dell'ordinamento quali li hanno insegnati a me, quali quelli che ogni giorno vedo praticati dalla giustizia dei vari tribunali amministrativi. In quest'ottica non capisco quali critiche vengano rivolte alla Giunta regionale. La Giunta regionale è intervenuta a tutela del mercato residuo disponibile dicendo: "In questa fase non si fa niente, studiamo, vediamo che cosa può essere fatto. Se poi raddoppiamo la linea che ci collega con il continente, se facciamo un sistema circolare di trasferimento dell'energia, benissimo, avremo un mercato più ampio!".

Non è il libero mercato, è prevista la tutela del paesaggio; tutela del paesaggio che deve essere assicurata in ogni caso e in qualunque modo , anche se parliamo sempre di valori costituzionalmente corretti. Sotto questo profilo, parlo giuridicamente non politicamente, non trovo rilievi da rivolgere alla Giunta regionale che anzi ringrazio per essere tempestivamente intervenuta. E' vero che della questione se ne stava interessando il Consiglio, però le domande che si affastellavano richiedevano un intervento urgente. Non ho dubbi comunque che se il Consiglio dovesse, con un ordine del giorno, dare un indirizzo tecnico e pratico-applicativo differente, la Giunta sicuramente ci farà conoscere le sue considerazioni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signor Presidente, l'argomento oggi in discussione è certamente un argomento importante per lo sviluppo e per la crescita del nostro territorio. Mi dispiace però rilevare che, per poter discutere delle comunicazioni che il presidente Cappellacci ha fatto in quest'Aula una decina di giorni fa, siamo dovuti ricorrere alla presentazione di una ulteriore mozione sulle energie rinnovabili.

Questo Consiglio ha discusso più volte l'argomento, sia in relazione alle modalità di rilascio delle nuove autorizzazioni per gli impianti rinnovabili, sia in relazione alle politiche generali nel settore energetico. Lo ha fatto da ultimo il 10 febbraio di quest'anno, in seguito alla presentazione e discussione di una nostra mozione, conclusa con un ordine del giorno unitario con il quale si dava mandato alla quinta e alla sesta Commissione consiliare di predisporre una specifica risoluzione da presentare quanto prima a quest'Aula.

Gli obiettivi fondamentali da perseguire erano due. Il primo era quello di programmare il rilascio di nuove autorizzazioni, l'altro era quello di finalizzare prioritariamente le stesse autorizzazioni a benefici effettivi e misurabili per la pubblica amministrazione, per le imprese, per le famiglie sarde nel quadro dell'esame complessivo della pianificazione energetica regionale.

Io stamattina ho ascoltato con molto interesse tutti gli interventi, ma mi hanno meravigliato in modo particolare gli interventi dei Presidenti della quinta e della sesta Commissione, in modo particolare quello del Presidente della Commissione agricoltura e ambiente. La dignità politica, per il comportamento che c'è stato nel corso del lavoro delle due Commissioni, avrebbe richiesto atti anche eclatanti; personalmente, al loro posto, al di là dell'essere maggioranza o minoranza, avrei rassegnato da subito le dimissioni.

Perché è vero che le due Commissioni hanno lavorato per due mesi, è vero che hanno ascoltato quattro Assessori, è vero che tutti e quattro gli Assessori ci hanno raccontato di non essere direttamente interessati a questi argomenti in prima persona, (l'unico elemento positivo è stato che abbiamo assistito anche a qualche lezione di botanica), ma nel mentre che la Commissione lavorava e audiva gli Assessori per arrivare alla risoluzione finale - l'ultima audizione c'è stata il giovedì pomeriggio, se non ricordo male - il venerdì mattina la Giunta regionale tra le varie delibere (questa è la cosa peggiore che è successa) approvava quella sulle famose linee guida, di cui l'assessore competente, sino al giorno quello dell'industria, non ci aveva minimamente detto.

A questo punto, audito nuovamente il martedì mattina l'Assessore dell'industria per illustrarci le linee guida approvate il venerdì precedente, vista la difficoltà nella quale si trovava nell'esporre alle due Commissioni la delibera, che risultava essere stata approvata di concerto con lui, non da parte nostra, rappresentanti della minoranza consiliare, ma da parte del Capogruppo della maggioranza consiliare gli è stato detto, in pratica, di ritornare a casa a studiare meglio il compito.

Ma la cosa ancora più grave è che, dopo un mese che le due Commissioni non si riunivano perché in attesa di concordare con la Presidenza della Giunta regionale l'audizione (tutti e quattro gli Assessori avevano comunicato che la competenza era in capo alla Presidenza della Giunta), al posto del Presidente della Giunta, è stata mandata in Commissione il direttore generale della Presidenza della Giunta, della quale abbiamo il massimo rispetto per il ruolo istituzionale che svolge ma, certamente, la Commissione in quel momento aveva necessità di risposte politiche e non tecniche.

Noi siamo fermi al momento in cui abbiamo abbandonato l'Aula per mancanza di rispetto nei confronti delle due Commissioni da parte del Presidente della Giunta, staremo a vedere se nei prossimi giorni, se domani stesso, visto che è stata convocata, la Commissione ambiente sarà nelle condizioni di riprendere il lavoro. Ma, nel contempo che le due Commissioni esaminavano le normative e facevano le audizioni, su un quotidiano regionale, molto vicino certamente a questa maggioranza, iniziava una vera e propria azione di sponsorizzazione dell'attività dell'onorevole Mauro Pili, che non è certamente l'ultimo arrivato nel centrodestra, che ha denunciato, lui sì, caro collega Cherchi, e non la minoranza consiliare, l'esistenza di percorsi e atti poco chiari; dicendo chiaramente che le lobby affaristiche stavano arrivando in Sardegna; dato confermato anche dall'onorevole Beppe Pisanu il quale, in quest'Aula, vi aveva già invitato ad avere come priorità l'interesse della Sardegna e non gli interessi di partito.

In tutta questa fase, signor Presidente, la Giunta ha dimostrato di non aver nessun rispetto per il Consiglio e per le sue Commissioni; con le poche decisioni, con le poche scelte che avete fatto avete confermato quello che era chiaro sin dall'inizio di questa legislatura: le vostre decisioni non vengono prese né in questo Palazzo né in quello di viale Trento, ma a Roma o in qualche ufficio in Toscana. Noi abbiamo più volte, con ordini del giorno e con mozioni, proposto, per quanto riguarda le energie rinnovabili nel settore eolico, di vincolare le concessioni alle necessità energetiche reali, e di sottoporre a procedura di selezione pubblica l'eventuale nuovo rilascio.

A mio avviso, considerato che il fabbisogno energetico regionale è quasi al completo, dobbiamo incentivare la creazione di piccoli e medi impianti che promuovano lo sviluppo delle produzioni agricole e diano l'opportunità di un reddito integrativo alle aziende agricole. Per fare ciò è necessario rivedere le famose linee guida approvate il 10 marzo di quest'anno, che sono state contestate, sono state dichiarate inapplicabili, illegittime, non da noi ma da chi opera nel settore.

Io, ho partecipato a Tramatza alla riunione di chi opera in quel settore, oltre ad averli auditi in Commissione, e cioè liberi professionisti, esperti della nostra Regione, e proprio in quell'occasione le linee guida sono state definite come ho appena detto. Stavo dicendo che è necessario rinnovare le linee guida, affinché gli impianti di energie rinnovabili non superiori a un megawatt, così come stabilisce la normativa nazionale, siano assoggettati solo alla procedura di inizio attività. Solo così, a nostro avviso, si riuscirà a far ripartire un settore importante anche dal punto di vista delle risorse che, con i vostri atti, avete sino ad oggi bloccato completamente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.).Presidente, io vorrei fare una disamina della situazione che si è venuta a creare stamattina in fase di discussione delle mozioni, principalmente la mozione presentata dai colleghi del centrosinistra; mi sembra che ci sia una rappresentazione ormai consolidata nell'Aula: l'opposizione che attacca, diversi interventi invece da parte della maggioranza, chi per difese d'ufficio, chi per difese convinte, chi per dire "ci sono"; e nessuno di noi ancora si è reso conto che la politica sta cambiando.

La vera innovazione che sta avvenendo nel mondo è che sta prendendo il sopravvento la politica della verità, non la politica di parte ma la politica della verità. Perciò ci si appoggia e ci si aggrappa a ricordi del passato, si chiedono dimissioni; io vorrei dire al collega Zedda che quando si chiedono le dimissioni c'è anche il rischio che siano accettate e questa potrebbe anche essere una conseguenza pesante per alcuni. Perciò, quando si chiedono in maniera seria ci vuole anche un confronto con le componenti di maggioranza che devono dare il sostegno numerico a questa richiesta.

Allora, io non voglio appartenere né all'una né all'altra di queste posizioni ma voglio cercare di fare un intervento politico, che mi compete, rifuggendo dal giustizialismo che ho risentito in quest'Aula. Colleghi (lo dico a chi c'era e a chi non c'era), io do merito a questa parte politica di non aver mai assunto i toni che ho sentito stamattina, e anche a latere del dibattito sulle dichiarazioni del Presidente. Pur in presenza di fatti concreti, non di semplici comunicazioni mediatiche (perché noi parliamo di fatti e di comunicazioni mediatiche), in quest'Aula, in presenza di rinvii a giudizio, iscrizione nel registro degli indagati delle massime cariche della Giunta regionale e della Presidenza del Consiglio regionale e di direttori generali di prima fascia, nessuno - e vi chiedo di confermarlo ma se non è così dite pure che non è così - si è alzato in quest'Aula riagganciandosi a quei fatti per chiedere le dimissioni di qualcuno. Si è parlato di fatti e di opportunità politiche.

Poi, non si riconosce oggettivamente quali sono i fatti concreti; per esempio, noi politicamente abbiamo discusso alcune azioni della Giunta, e guardate - non voglio strumentalizzare, o ricordare, o provocare - della Saatchi però si è parlato in termini politici in questa sede. Si è parlato, e si è divagato anche un po', per esempio, quando si parlò dell'elicottero che sorvolò alcune zone della Sardegna: chi c'era su quell'elicottero ancora oggi non si sa, non è stato detto, magari lo verremo a sapere perché i diretti interessati ci daranno questa informazione che è una curiosità ormai, niente di più. Quando si è parlato degli interventi di Sorgenia, si è parlato per chiedere spiegazioni.

Morale: io non sono tenero con questa Giunta e con questo Presidente, non lo sono stato e credo che non lo sarò fino a quando non avrò, per quanto mi riguarda, umilmente, la consapevolezza che qualcosa sta cambiando. Noi infatti abbiamo vinto le elezioni, e perché abbiamo vinte le elezioni? Le abbiamo vinte perché ha perso il governo dell'uomo solo al comando - uso la sintesi, senza provocazione - ha perso il governo delle prevaricazioni, ha perso il governo della tutela dei singoli interessi, delle interferenze politiche nell'azione amministrativa, ha perso il governo che aveva una carenza di trasparenza, per la presunzione della supremazia della cosiddetta società civile sulla politica, ha perso il governo che non ha dato spazio alla meritocrazia professionale, e altri governi non danno spazio alla meritocrazia professionale, magari dando spazio e merito alla meritocrazia politica o alla meritocrazia professionale di altro tipo, parlo del mestiere più vecchio del mondo, avviene da altre parti. Io sono critico nei confronti di queste azioni.

Allora tornando ai fatti: io leggo e verifico che questa Giunta ha bloccato un piano di invasione eolica, di fatto siamo a questo punto: questa Giunta, probabilmente anche sbagliando qualche precedente passaggio, è comunque intervenuta, ha dimostrato che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. In un anno di esperienza, di neo esperienza politica, che io richiamo, Presidente, che io ho richiamato, secondo me si sta sbagliando in alcune decisioni, in alcuni indirizzi, in alcune interpretazioni; io sono perché la politica sia rappresentata a tutti i livelli e gli eletti - non candidandomi a nessun ruolo, ripeto, non candidandomi a nessun ruolo -guidino. Lo dico serenamente, tranquillamente.

Se si vorrà dare ascolto a queste parole si dia ascolto, se no continuerò nella mia azione. Suggerisco che c'è un germe di secessione regionale, per non parlare sempre di Cagliari-centrismo e abusare di queste cose; c'è un germe di secessione regionale, blocchiamolo, ci sono gli strumenti, le azioni, le possibilità di bloccarlo, di dare risposte solidali a chi ancora non le ha avute. Parlo di strutture di rappresentanza, parlo di livelli di rappresentanza, parlo di interventi concreti, di dare corso a leggi già esitate in questa Aula; non ricordo Abbanoa, per esempio, scuole forestali, interventi sulla Sassari-Olbia, fondi FAS e quant'altro; di questo ci dovremmo occupare. E per questo sono disponibile con chi vorrà, se non sarà fatto, a votare una sfiducia, lo dichiaro fin d'ora, se non sarà fatto.

Se non diamo risposte alla Vinyls, se non diamo risposte alla Portovesme, se non facciamo una legge elettorale, la riforma dello Statuto, se non diamo risposte ad un federalismo fiscale incombente per la Sardegna, se non facciamo una riforma sanitaria seria ed efficace e non di legislatura, se non creiamo lavoro. Allora sì: sono assolutamente disposto a mettere in gioco la fiducia, lealmente, non fedelmente. Io non conosco la fedeltà politica, ma conosco la lealtà politica che è un'altra cosa.

Allora è in corso questa discussione, grazie alla mozione della opposizione, forse anche per qualche errore nostro. Io per esempio sostengo che se il primo giugno avessimo allargato a venti minuti il dibattito non sarebbe cascato il mondo e non saremmo qui a discutere; si riconoscono degli errori, ho partecipato probabilmente non in maniera attiva a costruire quell'errore, ma è trascorso un anno e più di legislatura.

Io dopo tre mesi dall'inizio della legislatura, poiché ritengo che chi ha più esperienza debba valutare la giornata guardando le prime luci del mattino, parlavo di un po' di nuvole all'orizzonte e perciò dicevo che secondo me dovevamo attuare un cambiamento in maniera più radicale, immediata, efficace ed efficiente subito; ma ora dico anche che non sono gli argomenti di questa mozione, le finalità più che gli argomenti di questa mozione, che ci devono indurre a discutere in questa Aula su fiducia o meno.

Quindi se tutto questo è vero, io credo che dobbiamo trasformare la nostra azione politica. Certo, Presidente, le dico che siamo arrivati a oggi, ma possiamo cambiare e lei avrà tutto il sostegno per cambiare, per avviare quindi una politica dell'ascolto, dell'ascolto dei sardi, dell'ascolto di questa Aula, della considerazione di questa Aula. Forse un po' tutti ci saremmo trovati a disagio in determinati ruoli per le pressioni che vengono da altre parti, quindi un solco netto con l'Italia, un solco netto con il Governo qualsiasi esso sia se non negli interessi della Sardegna, negli interessi di chi rappresentiamo, negli interessi di chi aspetta da noi azioni concrete per il cambiamento.

PRESIDENTE. I lavori riprenderanno alle ore 16 e 30. La prima iscritta a parlare è la consigliera Claudia Zuncheddu.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 59, viene ripresa alle ore 16 e 35.)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo una breve sospensione, Presidente, per evitare di chiedere la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni sospendo brevemente la seduta. Pregherei i Capigruppo di richiamare i colleghi in Aula.

(La seduta, sospesa alle 16 e 36, viene ripresa alle 16 e 48.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, signori colleghi, dissento totalmente con chi ha dichiarato qualche ora fa di aver colto in Aula un "clima giustizialista", di cui non capisco per chi e per che cosa. Certo è che un garantista è garantista sempre, chiunque sia l'imputato: amico o avversario. Ma un conto è il giudizio dei tribunali, dove si entra sempre da innocenti fino a prova contraria, altro conto è il giudizio politico a cui si espone chi esercita una rappresentanza istituzionale.

Altro conto ancora è il giudizio che pronuncerà il "tribunale della storia", al quale nessuno di noi che siede in quest'Aula potrà sottrarsi. La qualità di chi governa, la qualità dell'opposizione non possono sottrarsi al vaglio della storia. La magistratura, se fa il suo mestiere, cioè di chi osserva e fa osservare le leggi, è la garanzia di giustizia per la vittima dell'azione illecita. Il garantismo non è a senso unico, ma è verso l'imputato e verso la vittima: in questo caso vittima è il popolo sardo.

Noi, in questa sede, non siamo né avvocati né giudici, ma siamo chiamati tutti, maggioranza e opposizione, a esercitare il mandato di rappresentanza politica di un intero popolo in quest'Aula, che resta il massimo organo di autogoverno dei sardi. Il popolo sardo, la nazione sarda, che anche lei, Presidente, ha più volte evocato in quest'Aula, esistono veramente, a dispetto di millenni di colonialismo. Noi sardi siamo la prima risorsa della Sardegna, con la nostra storia, la nostra lingua, la nostra speranza, la speranza di sovranità da riconquistare. Tutto ciò ci rende "popolo e nazione".

Presidente, le chiedo se questo è il limite di noi sardi di cui parlava con l'interlocutore telefonico. Certo è che con la vostra "legge bavaglio" sulle intercettazioni i sardi non avrebbero mai saputo quanto lei ama questo popolo. Queste sue interlocuzioni offensive per noi sardi hanno generato una rivolta delle coscienze, che ha determinato malumori anche tra coloro che l'hanno votata, fra le sue fila, e fra le stesse "truppe coloniali" che la sostengono.

Se invece di disertare l'Aula in questi mesi avesse seguito i lavori del Consiglio, avrebbe sentito le preoccupazioni sui pericoli di "infiltrazioni mafiose" espresse anche da esponenti della sua maggioranza; tutto questo prima che fossero rese pubbliche le intercettazioni che la riguardano e la chiamano politicamente in causa.

Evidentemente, l'ordine del giorno numero 22 del 10 di febbraio e il suo spirito unitario erano solo l'ennesimo inganno. Per la verità, ce ne accorgemmo subito nel corso dei lavori della quinta Commissione, di cui faccio parte, e della sesta, delegate congiuntamente a elaborare una risoluzione unitaria per vincolare le scelte in materia di energie agli interessi dei sardi. Evidentemente, lei e la sua maggioranza pensavate ad altro. La riprova di ciò sono le deliberazioni della sua Giunta del 10 marzo, stranamente desaparecidas per settimane, mi riferisco soprattutto alla numero 10/1 recante il disegno di legge per la "Costituzione della società Sardegna Energia Spa".

Il 9 febbraio, intervenendo nel dibattito sull'emergenza industriale, ricordavo che la privatizzazione dell'Enel e la liberalizzazione del mercato delle energie hanno provocato in Sardegna un aggravio delle tariffe, e che, mentre in Italia il "metano dava una mano, ai sardi spezzava le gambe". Da almeno dieci anni, ai più attenti è chiaro che l'energia è la madre di tutte le emergenze in tutti i comparti produttivi, non solo quelli energivori. La vertenza Alcoa, chiusa positivamente grazie all'ostinata e generosa lotta dei lavoratori, che ha piegato la volontà dei vertici padronali e istituzionali, era solo la punta di un iceberg che sta travolgendo da anni l'economia isolana.

La Sardegna, più che usufruire di aiuti di Stato, continua a subire un vero e proprio furto di Stato. La dimensione di tale "rapina" la indicavo sempre nell'intervento del 9 febbraio: la Sardegna, l'unica regione d'Italia esclusa dalla metanizzazione, paga una tassa impropria di 500 milioni all'anno, un "furto di Stato", "un'ipoteca coloniale" sul nostro sviluppo e sulla nostra sovranità. Negli anni '60, la nazionalizzazione dell'energia elettrica assorbì anche l'Ente Regionale per l'Energia, grazie al quale, negli anni '50, la Sardegna aveva rotto il monopolio elettrico della Società Elettrica Sarda della Bastogi.

Oggi, noi sardi scontiamo sicuramente la mancanza di coraggio nel riprenderci la sovranità in materia energetica, allorquando, ben 11 anni fa, fu fatta la scelta di privatizzare l'Enel. La liberalizzazione del mercato elettrico, ha visto nascere in Italia 2000 società di intermediazione, commercializzazione, distribuzione dell'energia; e la Sardegna? La Sardegna è muta, continua a dipendere da decisioni assunte fuori dall'Isola e su un tema, come quello dell'energia, su cui si giocano gli equilibri geopolitici del Pianeta.

Il Piano energetico elaborato dalle varie Giunte delle ultime due legislature è certamente un utile e preciso inventario degli impianti di generazione elettrica e della rete di trasmissione, ma lascia inalterato lo stato di dipendenza della Sardegna sulle decisioni strategiche. Come spiegare, altrimenti, le scorribande dei "pirati del vento" contro cui, in molti casi, si sono sollevate le nostre popolazioni? La straordinaria rivolta delle coscienze dei sardi liberi contro questi neo colonialisti e i loro "ascari", rafforza in me la convinzione che la Sardegna debba riprendersi ciò che l'Italia ci tolse quasi cinquant'anni fa, debba ricostruire un soggetto giuridico sardo attraverso cui esercitare la piena sovranità in materia di energia, magari rivendicando allo Stato italiano e all'Unione europea un regime speciale nelle accise, almeno finché si completi la metanizzazione dell'Isola.

Presidente, le chiedo se il disegno di legge per la costituzione della società "Sardegna energia S.p.A." va in questa direzione. Forse questo non è il tema di oggi, ma non posso nascondere lo stupore per il basso profilo della proposta: una società con un capitale sociale di appena 120 mila euro, che non si occupa di ricerca, di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, che non si preoccupa delle reti di trasmissione. In sostanza, questo ente è una scatola vuota che non si propone di operare come il soggetto della riconquistata sovranità dei sardi in materia energetica.

Come bene indica la mozione in discussione oggi, la potenza del parco di generazione energetica sardo è pari a 3544 megawatt, di cui solo il 12,95 per cento è idroelettrica, il 73,79 è termica, il 12,78 è eolica, mentre il fotovoltaico rappresenta solo lo 0,45 per cento della capacità produttiva. Ciò significa che oggi la Sardegna ha già sulla carta la possibilità di produrre il 26,18 per cento di energia da fonti rinnovabili. Ma la verità è un'altra, Presidente; il consuntivo dei consumi per il 2009 ci dice che la produzione totale di 14.275 gigawatt, solo per il 5,57 per cento viene dall'idroelettrico, per l'89,47 dal termoelettrico, per il 4,96 da eolico e fotovoltaico insieme. Quindi poteri forti decidono quale energie gli conviene produrre e immettere in rete, poco importa dei prezzi ambientali scaricati sui sardi.

L'esportazione energetica raggiunge i 630 gigawatt pari appena al 4,41 per cento dell'intera energia prodotta, che significa il nulla. Quando le centrali termiche poi dismetteranno, perché obsolete, il SA.PE.I. servirà dunque solo ad importare energia -è questa una domanda che io mi pongo - e perché, se non per renderci ancora più dipendenti?

Presidente, è palese la sua inadeguatezza, quella della sua Giunta e delle sue "truppe coloniali" nell'affrontare e risolvere questi temi prioritari per noi sardi. Mi creda, io non voglio pensare altro, ma tragga politicamente le giuste deduzioni. Io continuo a chiedere le sue dimissioni.

Po is sardus, est'ora de sindi scidai e segai custa dipendenza e po binci su referendum contras su nucleare. Fortza paris"

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi. Signor Presidente, sono d'accordo con l'onorevole Floris: sugli illeciti, sui reati e sulla corruzione che in questi mesi affliggono la nostra Regione indagheranno i giudici, non v'è dubbio; io mi auguro che possano lavorare nelle migliori condizioni possibili, e sono certa che lo faranno perseguendo solo la verità e la giustizia.

Noi oggi siamo qui per recuperare un atto che è a dir poco antidemocratico, e anche per toglierci il bavaglio sull'eolico che voi, colleghi della maggioranza, resi ormai esperti in materia di bavagli e di formalmente ineccepibili innovazioni antidemocratiche, ci avete imposto. Siamo qui per parlare di eolico e anche per rimediare all'impedimento di un dibattito libero, aperto agli interventi di tutti i consiglieri sul tema gravissimo di cui la politica si deve occupare, di cui gli accadimenti intorno all'eolico sono emblema.

L'emblema di un sistema, signor Presidente, un sistema malato, che rende l'Italia debole e ne inquina le falde limitandone lo sviluppo, portando ovunque degenerazione e degrado: degrado etico, morale, ma anche economico e sociale. Purtroppo il sistema malato ancora si tiene, e si tiene grazie soprattutto al fatto che il malaffare è diventato intimo alla politica, che nel nostro Paese affari e politica appaiono sempre più legati in un deplorevole sistema di commistione, nel quale non mancano, come ormai purtroppo è noto, gli interessi delle mafie, che vi piaccia o no, gli interessi delle mafie, le quali imperversano anche in Sardegna, per ammissione dello stesso Presidente della Commissione antimafia, l'onorevole Pisanu; è stato detto dai colleghi e lo voglio ribadire. L'ho detto, saranno i giudici a decidere sulla base di prove in sede giudiziaria, e allora tireremo tutte le conseguenze di questo caso.

Ci sono, però, adesso, diversi fatti intorno alla questione dell'eolico, fatti pubblici e verificabili da chiunque, che sono al centro di una questione tutta politica. Parlo dei provvedimenti adottati dalla sua Giunta e firmati da lei, Presidente, che non trovano alcuna giustificazione né nell'interesse generale, né nel bene pubblico e tanto meno nella tutela paesaggistica. Al contrario, sembrerebbero invece voler favorire quella speculazione che la Giunta precedente aveva arrestato. Sembrerebbero essere dettati da nient'altro che dalla volontà di assecondare gli interessi di chi dalla transizione verso la green economy fa la più grande opportunità di business di questo primo scorcio di secolo.

E' un dato di fatto sull'eolico l'eliminazione, voluta dalla sua Giunta (è un dato di fatto, onorevole Locci), delle norme di vincolo e di programmazione poste dalla Giunta precedente a tutela del territorio, del paesaggio e contro la speculazione che, dall'inizio del 2000, ha imperversato in Sardegna in maniera evidente e dannosa. Voglio anche ricordare che nonostante lei, Presidente, eviti accuratamente di citare, nella biografia sul suo sito, sia il periodo trascorso in qualità di Assessore regionale nella Giunta presieduta da Italo Masala ma anche, a dire il vero, il ruolo di Presidente della Sardinia Gold, responsabile del disastro di Furtei (non compare nel suo excursus politico e amministrativo), c'è chi però non dimentica le 87 autorizzazioni con relativi finanziamenti concessi per costruire impianti eolici quando lei era Assessore della programmazione e bilancio. Tra le autorizzazioni di cui sopra, con tutta probabilità, compare anche quella relativa all'impianto di Ploaghe, già coinvolto nell'inchiesta sui "signori del vento", e messo sotto sequestro giudiziario lo scorso novembre.

Ma torniamo all'oggi. All'articolo 6 della legge numero 3 dell'agosto 2009 si riapre la strada alla gestione incontrollata. Modificando l'articolo 18 della legge del 2007 infatti, la "3" ha eliminato ogni riferimento utile a evitare la ripresa della speculazione; e questo è un dato di fatto. Ha eliminato i requisiti degli operatori, eliminato il riferimento agli scopi e ai massimali della produzione di energia eolica, i quali dovevano essere dal 2007 funzionali e corrispondenti alle effettive esigenze energetiche delle realtà industriali isolane; e sappiamo quali implicazioni, sulla nostra economia, abbia la questione dell'energia.

Non solo, la legge del 2009 ha eliminato anche la procedura pubblica trasparente dei bandi per l'assegnazione delle quote ulteriori di energia da prodursi tramite impianti eolici, così come la riserva di eolico da destinare al servizio idrico pubblico della Sardegna. Quella legge, di fatto, ha riaperto la corsa all'accaparramento delle risorse del territorio della Sardegna da parte di qualsiasi società, basta leggere quanto ha abrogato; lo ripeto, è un dato di fatto, appurabile da chiunque. Dall'agosto ad oggi la vera novità, oltre alle veloci e sospette delibere che impongono la procedura di autorizzazione unica anche laddove l'Unione europea la abroga, sta nel progetto di legge che vorrebbe l'accentramento in una sola società di tutte le azioni relative alla politica energetica regionale, compreso il monitoraggio sul rilascio delle autorizzazioni.

Il progetto di legge relativo alla costituzione della società "Sardegna Energia Spa", presentato al Consiglio due mesi fa, è anch'esso del tutto in linea con quanto avviene a livello nazionale, dove si creano Spa per la difesa e per la protezione civile, di fatto sottraendo al controllo e alla trasparenza dei procedimenti pubblici appalti di immenso valore e di immensa rilevanza pubblica. Come vedete non ci allontaniamo mai troppo, anzi ci troviamo ancora una volta calati a bomba nel pieno del business.

E' evidente che la detenzione di un capitale interamente pubblico non salvaguarda in alcun modo la trasparenza, la bontà, l'opportunità delle scelte della futura Spa, suscettibili di essere non solo pienamente discrezionali ma anche intimamente legate al sistema dello spoil system già attuato da questa Giunta in ogni settore in cui abbia impastato le mani. Oggi non abbiamo certo bisogno di una scorciatoia capace di eludere i controlli e la pubblicità, che sono dovuti in ogni democrazia pienamente compiuta, né di procedure per l'affidamento diretto e fuori controllo, semmai abbiamo bisogno esattamente del contrario. Servono norme chiare e attendibili di vera salvaguardia, e questo si chiede nella mozione.

Sappiamo che le mafie sono anche qui, e così il malaffare, e che non attendono altro, ove non l'abbiano già fatto, che di azzannare il territorio, depredarlo a scapito di non importa chi o cosa. Certo, ci preoccupa sapere che il Presidente della Regione intrattiene, o comunque ha intrattenuto, relazioni con affaristi del calibro di Flavio Carboni, le cui richieste tanto respinte non sono state se Ignazio Farris è stato nominato direttore dell'ARPAS come preteso appunto da Carboni.

Dell'ex direttore generale dell'ARPAS, Farris, non possiamo neanche valutare la presenza dei requisiti minimi richiesti per la nomina in quanto la delibera relativa non è mai stata pubblicata sul sito istituzionale della Regione. Sappiamo però che Farris è stato già, ma per meno di cinque anni, dirigente della Provincia di Cagliari sotto la presidenza del centrodestra nel periodo in cui è stato assessore il signor Pinello Cossu, oggi anche lui indagato dalla magistratura per lo stesso affare. Non certo una grande credenziale, Presidente.

Non voglio dubitare delle sue parole, per cui sarebbe stato Verdini, coordinatore del suo partito, a richiedere tale nomina. A questo punto però deve essere chiarito a tutti i sardi, e noi chiediamo questo chiarimento, che il loro Presidente risponde ubbidiente ai rappresentanti nazionali del Popolo delle libertà anche laddove questi sono direttamente indotti ad agire per finalità che non solo non hanno niente a che fare ma addirittura contrastano con il benessere loro, della loro terra, in quanto ne prevedono lo sfruttamento a fini di lucro.

La sua inadeguatezza, Presidente, è ormai acclarata. La Sardegna e i sardi non ci stanno a essere vittime della rinomata sottostima che lei nutre per i sardi, resa suo malgrado pubblica dalle intercettazioni. Il Piano energetico regionale, di cui ormai è opportuna la rivisitazione, deve essere contemperato con la tutela ambientale, territoriale e paesaggistica della Sardegna, interessi primari e non trattabili di cui dovrebbe farsi carico ma non lo fa. Ma deve soprattutto garantire la trasparenza tramite procedure pubbliche appropriate che salvaguardino la Regione dagli attacchi degli speculatori, delle mafie e degli affaristi pregiudicati e truffaldini.

Si tratta di principi basilari che non dovrebbe essere neanche necessario ribadire, ma così vanno le cose in questa Italia, in questo nostro Paese e anche nella nostra isola così governata. Purtroppo la Sardegna non sta facendo eccezione. Oggi anche in Sardegna questi principi sono messi a repentaglio. Chiediamo che questi principi vengano riassorbiti nel nostro sistema e che chi governa se ne faccia carico e portavoce. Così non è. La sua inadeguatezza è acclarata ed è per questo, così come hanno fatto altri colleghi, che si chiede a questo punto la valutazione seria della possibilità delle sue dimissioni, che credo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane sarà un argomento di cui tener conto e sul quale lavorare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Io ricordo un insegnamento che alle future generazioni lasciò uno dei padri della Repubblica il quale, appunto, diceva che se la politica non si può fare con i sentimenti immaginiamoci se la si può fare con i risentimenti. E' un pensiero che l'onorevole Soru, anziché sgattaiolare e uscire appena ho preso la parola, avrebbe fatto bene a fermarsi per ascoltare, questo e anche quello che avrei da dirgli...

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, chiedo scusa...

PITTALIS (P.d.L.). Io vorrei recuperare il tempo che l'opposizione mi sta facendo perdere.

PRESIDENTE. Il tempo è sospeso perché è aperto il mio microfono.

Voglio soltanto precisare che l'onorevole Soru non si è allontanato, non è andato via di sua spontanea volontà, ma è stato chiamato.

PITTALIS (P.d.L.). Mi dispiace, il fatto è che siamo abituati a vedere l'onorevole Soru fuori da quest'Aula, è una rarità che presenzi. Comunque, io richiamavo l'insegnamento di Pietro Nenni perché mi pare che l'azione di personaggi, alcuni almeno, dell'opposizione e, in modo particolare, quella dell'onorevole Soru sin dall'avvio di questa legislatura sia connotata dal risentimento e, mi si consenta, da una buona dose di livore che egli mostra ogni qualvolta si venga in quest'Aula per discutere di questioni come quella oggi in esame. Allora, avrei voluto ricordare all'onorevole Soru...

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non ha parlato!

PITTALIS (P.d.L.). ...che la politica non è un duello rusticano, l'ostinazione non è una virtù.

E' inutile che egli continui pervicacemente a creare, come ha fatto nella scorsa seduta, il classico casus belli per cercare di sollevare polveroni, creare confusione e alimentare una campagna denigratoria fatta di calunnie, di diffamazione, una campagna fatta appunto di livore. Sapete e sa l'onorevole Soru, per esempio, qual è stato il commento colto, fuori da quest'Aula, tra i cittadini comuni che non sono neanche tanto addentro alla politica? Si pensa che, probabilmente, quello dell'onorevole Soru è un atteggiamento assunto per cercare di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dalle vicende che lo riguardano in qualche aula, che non è propriamente quella del Consiglio regionale, perché altrimenti non c'è motivo!

Effettivamente di fronte a una serena, si può anche non essere assolutamente d'accordo su quello che ha detto, ma così è stata, una serena illustrazione da parte del presidente Cappellacci delle vicende che hanno contrassegnato la questione su cui si dibatte, non c'era assolutamente alcuna ragione valida per l'atteggiamento dell'onorevole Soru se non, appunto, quella del risentimento.

Noi lo comprendiamo, dal punto di vista umano, perché la sonora bocciatura che ha ricevuto da parte del corpo elettorale sardo nel confronto con Ugo Cappellacci può avere effetti, certamente, sul piano umano e lo comprendiamo; ma se ne faccia, vivaddio, una ragione una volta per tutte e cerchiamo quindi di riportare il confronto e anche lo scontro, se è necessario, sul piano della dialettica democratica, diversamente si rischia davvero di fare un grave danno alla politica, si rischia davvero di dare un ritratto della politica e delle istituzioni che certo non fa avvicinare l'elettorato, la gente, ma la allontana; e questo è il risultato di azioni come quelle inscenate da parte dell'onorevole Renato Soru.

Allora, mi chiedo e avrei chiesto all'onorevole Soru con quale autorità, soprattutto, si rivolge verso i banchi della Giunta e al presidente Cappellacci per chiedergli e per invitarlo e per ammonirlo e per ricordargli che lui non avrebbe mai incontrato indagati, che non si sarebbe mai associato a persone chiacchierate.

Allora mi viene spontaneo dirgli che se noi dovessimo non incontrare e non parlare con indagati probabilmente qualcuno in quest'Aula rimarrebbe davvero in isolamento, a iniziare da lui; e probabilmente gli chiederemmo se ha avuto modo di scambiare qualche stretta di mano anche con il candidato Presidente alla Provincia di Cagliari, Milia, e ne ho grande rispetto, ma stiamo parlando di personaggi che hanno una situazione per cui l'onorevole Soru non li avrebbe mai incontrati e con i quali non avrebbe mai parlato!

Ci chiediamo perché l'onorevole Soru - e io pretendo una risposta -il 30 giugno del 2008, come pubblica "Il Sardegna" ha incontrato per la realizzazione del Betile addirittura il signor Balducci; e perché, udite udite, colleghi, il 4 novembre del 2008, secondo quanto riporta "L'Unione Sarda", pagina 37, per sei lunghissime ore, e sottolineo per sei lunghissime ore (quindi non si tratta di un incontro di convenevoli), nell'ex quartier generale del comando USA, Soru si è intrattenuto con Angelo Balducci, responsabile degli appalti per la Protezione civile e braccio destro di Guido Bertolaso. Un incontro che serviva, come scrive l'articolista, a fare il punto sullo stato dei lavori e a pianificare il resto. Che cosa significa "pianificare il resto"?

L'onorevole Soru pretende che l'onorevole Cappellacci venga qua a "raccontare" sulla base di indiscrezioni giornalistiche; sollecita il Presidente a dire quello che tra l'altro in assoluta chiarezza e trasparenza ha già riferito mentre lui, probabilmente, qualcosa ce l'ha omessa perché noi non abbiamo sentito una parola sul G8, su quegli incontri con Balducci dell'onorevole Soru, di cui appunto riporta la stampa. E questa è una notizia del 4 novembre 2008.

Allora, colleghe e colleghi, l'invito è veramente ad abbassare i toni perché queste vicende, questi incontri tolgono sicuramente, all'onorevole Soru in primo luogo e ad altri settori dell'opposizione, qualsiasi pretesa di dare lezione di morale pubblica agli altri. Smettetela, per favore! Perché su questo terreno se volete, anche se il tempo purtroppo è tiranno, ci possiamo confrontare; e allora in tema di nomine vi chiediamo: ma la Dirindin chi l'ha nominata? La Bindi e la segreteria nazionale del partito a cui faceva riferimento e nessuno si è scandalizzato!

Nessuno si è scandalizzato quando Soru incontrava in elicottero imprenditori, nessuno si è scandalizzato quando si portavano dal continente su raccomandazioni e segnalazioni i direttori delle ASL! Ma, signori, pretendete di fare la morale a noi su questo terreno? Allora, Presidente, sa io che cosa propongo sulla questione dell'eolico? Una Commissione d'inchiesta perché quello che ha detto lei, Presidente, ci ha convinto, noi siamo solidali e siamo vicini a lei, Presidente, e la esortiamo ad andare avanti con il senso di responsabilità, la rettitudine e l'onestà che sta dimostrando.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Onorevole Presidente del Consiglio, Presidente della Regione, Assessori, colleghi, fa sorridere l'intervento dell'onorevole Pittalis: dieci minuti di intervento sull'onorevole Soru, che non è "oggetto" di intervento oggi, mi pare altrettanto pieno di quel livore a cui lui faceva riferimento accusando Renato Soru di questioni varie. Mi pare che il suo intervento sia davvero incredibile, come se cercasse di deviare l'attenzione dall'argomento in discussione. Sembra che chi deve dare risposte sia il vecchio Presidente della Regione e non l'attuale Presidente della Regione. Quindi, io a lei mi rivolgo, Presidente, e a lei pongo alcune domande, non senza ovviamente alcuni spunti polemici su richieste che cercherò di porre.

Affrontare il tema delle energie rinnovabili nella situazione in cui ci troviamo oggi non è forse il modo migliore per farlo. Arriviamo a discutere attraverso una mozione urgente presentata da noi, consiglieri di minoranza, a seguito di una scelta sbagliata effettuata dalla Presidenza del Consiglio, cioè quella di limitare il dibattito ai soli Capigruppo sulle dichiarazioni del Presidente della Regione.

La mozione, pertanto, va intesa come strumento per poter dire la nostra, la mozione soprattutto come mezzo e non come fine. Ovviamente il fine, discutere di eolico, è ciò che più ci interessa, ma non avendo avuto la possibilità di fare l'intervento sulle sue dichiarazioni la volta scorsa, ovviamente abbiamo utilizzato la mozione come strumento per poterlo fare oggi.

Il tema, come è stato ampiamente detto da chi mi ha preceduto, è molto interessante e urgente, ma c'è una gran confusione in giro. Ci sono atti che contraddicono le dichiarazioni del Presidente e altre dichiarazioni che contraddicono le precedenti. Durante tutta la campagna elettorale, signor Presidente, il tenore delle dichiarazioni era questo: "La Sardegna sarà un punto di riferimento sulle energie rinnovabili".

E ancora, appena eletto, il 25 febbraio del 2009, a margine di alcune dichiarazioni sulla contrarietà al nucleare, lei aveva detto la famosa frase: "Dovranno passare sul mio corpo per mettere il nucleare in Sardegna", vi fu un altro riferimento alla nostra isola e alle grandi potenzialità di sviluppo delle energie rinnovabili sulla terra di Sardegna. Successivamente, il 6 marzo 2010, in Spagna, in Navarra, nuovamente sulle energie rinnovabili disse: "La Sardegna sarà un punto di riferimento importante, noi faremo fino in fondo la nostra parte".

In realtà è accaduto che il 12 marzo, improvvisamente, la Giunta regionale deliberasse tre atti incomprensibili se visti alla luce del percorso e delle dichiarazioni precedenti, disattendendo tra l'altro le indicazioni provenienti dal Consiglio regionale che aveva dato mandato per lavorare sulla proposta di Piano energetico regionale. Pertanto le delibere sono apparse più che altro quasi un alibi per le vicende di cui abbiamo avuto notizia in seguito alle indagini della magistratura su Verdini, su Carboni, su Farris eccetera, eccetera.

Anch'io concordo sul fatto che il lavoro della magistratura debba fare il suo corso e auspico e auguro che lei, Presidente, possa ampiamente chiarire la sua posizione, lo dico per lei e lo dico ovviamente per la Sardegna. A me pertanto non interessa discutere sul fatto che il noto faccendiere Carboni sia sospettato di aver costituito un comitato d'affari, ma interessa capire se è stato capace di influenzare le scelte politiche in Sardegna relativamente alle energie rinnovabili, con particolare riferimento all'eolico.

Io non dico - perché qui non posso discutere di questo, non sono in tribunale, concordo con l'onorevole Floris e con tutti coloro che sull'argomento sono intervenuti -che le azioni di cui si parla siano state fatte in malafede, ma certo, Presidente, nelle migliori intenzioni, nella migliore delle ipotesi siamo di fronte a una notevole dose di ingenuità che si traduce in una grave debolezza politica nel rappresentare la terra di cui lei è il Presidente. Il problema non è quello di fare processi e dare giudizi d'innocenza o di colpevolezza, ma piuttosto quello di fare un minimo di riflessioni sulle opportunità di certe frequentazioni del Presidente della Regione.

Certo è che la situazione in Sardegna non è delle migliori per affrontare questo argomento. Il tema delle energie rinnovabili, dell'eolico in particolare, ribadisco, è oggetto di attenzioni di affaristi di ogni tipo; il problema è che noi in Sardegna dovremmo essere in grado di predisporre, partendo probabilmente da quello esistente, un Piano energetico serio che tenga conto delle esigenze delle attività produttive della nostra Isola, dalle più grandi alle più piccole, nei diversi settori economici.

Pertanto con le delibere è stato imposto un blocco totale e la costituzione di una Società energetica regionale sulla quale, al contrario dell'onorevole Locci che si diceva perplesso , io non ho grandi perplessità. E' una materia sulla quale si può discutere. Mi pare strano, piuttosto, che un governo che si dice completamente liberale e a disposizione dei territori ponga in essere un atto quasi da grande Stato comunista che vuole nazionalizzare un po' tutto.

Certamente su questo potremo discutere o perlomeno occorre chiarire affinché si "affondi" il sospetto che le delibere siano state istruite per affrontare l'emergenza e per costituire un alibi.

La Regione Sardegna si sta muovendo in controtendenza rispetto alle linee comunitarie e alle normative nazionali sull'energia rinnovabile, e questo sta creando gravi danni all'economia isolana mettendo a rischio tanti posti di lavoro. State escludendo completamente gli enti locali dalle scelte relative agli impianti sino a 1 MW, e state limitando la loro autonomia e la loro sovranità riducendoli a semplici partecipanti a conferenze di servizio in cui gran parte delle scelte sono state già effettuate. Insomma, anche in questo caso mi pare che gli atti siano discordanti rispetto alle sue dichiarazioni programmatiche e ai proclami sui comuni che sarebbero stati protagonisti e attori nelle scelte del territorio. In realtà le cose non stanno andando così: vi è un accorpamento della materia nelle mani della Regione in ogni suo aspetto e una conseguente delegittimazione totale dei comuni.

E' necessario capire come vi atteggerete di fronte alle richieste che sono giunte prima del blocco del 12 marzo 2010; c'è tutta la materia relativa alle aziende energivore su cui, nonostante le disposizioni facciano salve le richieste per autoproduzione nelle zone industriali e retro-industriali fino a 4 km, è tutto ancora fermo. Le risposte rispetto alle esigenze della Sardegna, delle aziende della nostra terra sono assolutamente insufficienti e, purtroppo, prendiamo atto che è un governo che fino ad oggi non ha prodotto grandi risultati.

Un governo regionale insufficiente, sempre in affanno, che non riesce a programmare quasi nulla perché è impegnato a rincorrere i danni del giorno prima, che mistifica la realtà, edulcorata dai sogni e dalle parole mai infrante dall'oggettiva situazione in cui si trova la Sardegna quotidianamente. Non sta a me esprimere giudizi, certo è che dopo un anno e poco più di questa amministrazione non si sono visti molti passi in avanti.

E rimango stupito di fronte agli atteggiamenti e agli interventi, ultimo fra questi quello dell'onorevole Pittalis, di alcuni consiglieri di maggioranza che parlano ancora come se fossero consiglieri di minoranza. Continuo a meravigliarmi di fronte a dichiarazioni stucchevoli che negano persino l'esistente, evidentemente Berlusconi insegna; in realtà servono risposte, servono idee e programmi seri, la nostra terra ne ha assoluto bisogno.

Il sospetto sulle "cattive pratiche" e sul malcostume imperante deve essere fugato per il bene delle nostre istituzioni. Non è una bella cosa, ad esempio, apprendere dall'Assessore, al quale abbiamo presentato un'interrogazione rivolta anche al Presidente ovviamente, che gli uffici legali della Regione Sardegna hanno consigliato di non ricorrere al tribunale per difendere i terreni Carbosulcis, venti ettari necessari al piano industriale, e apprendere dalla stampa che su quelle aree si vorrebbe realizzare un parco eolico. In conclusione, signor Presidente, attendiamo risposte credibili nell'interesse, ovviamente, della nostra Isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Io premetto che non sono né per carattere né per cultura politica un garantista; non ritengo una cosa normale, quindi, che un sindaco piuttosto che un presidente della Provincia piuttosto che un presidente della Regione ricevano avvisi di garanzia o, magari, vengano rinviati a giudizio per fatti connessi allo svolgimento della funzione pubblica a cui sono stati democraticamente demandati dai cittadini.

Però, ritengo anche che la discussione di oggi sia stata forzata, artatamente, sulla base di un presunto oltraggio al Consiglio, perché il Presidente effettivamente si è già presentato in quest'Aula, si è già presentato al Parlamento dei sardi e sull'argomento ha già spiegato, chiarendo, a noi e a tutti i sardi i modi, gli operati e gli effetti delle sue azioni sull'argomento che tanto ha scatenato polemiche fuori e dentro di quest'Aula. Non credo per la verità, davvero, che l'aprire il dibattito a tutti i consiglieri abbia sinora approfondito o disvelato chissà quali disegni criminosi (sono parole che avete usato voi), atti delinquenziali o altre definizioni tanto fantasiose quanto, devo riconoscerlo, sicuramente a effetto: si è parlato di "cricchetta" dell'eolico, si è parlato di "continuità territoriale degli affari".

Peraltro abbiamo sentito solo insinuazioni, non si sono definiti quali, dove, come, quando gli "affari" sono stati commessi; perché non definire queste accuse, queste insinuazioni? Perché non esiste niente, come frutto di questi affari non avete potuto citare una sola pala, un solo mattone . Siamo dovuti tornare in Aula perché dobbiamo poter parlare tutti perché, secondo una vecchia teoria della disinformazione comunista, più menzogne ripetute diventano verità; questo credo che la dica tutta sulla reale motivazione di questa "espansione" della nostra attività parlamentare in quest'Aula.

Come atto concreto ne avete citato tutti uno solo, la nomina dell'ingegner Farris che certamente, lo riconosco, alla luce di quanto è stato amplificato dalla stampa non ha arricchito certo l'immagine del presidente Cappellacci se valutata in rapporto a chi si è pubblicamente vantato di averla suggerita. Ma, visto e dimostrato, perché non avete saputo trovare nemmeno voi nessun appiglio, che nulla ha inciso questa nomina su quanto oggi è in discussione, allora in quest'ambito, nell'ambito dell'ARPA, avrei preferito magari sentir parlare di come l'attuale gestione dell'ente, signor Presidente, stia lasciando tutto il Nord Sardegna scoperto.

Il distretto di Sassari, alla scadenza del 30 giugno, non avrà più nessuna professionalità perché i precari che lavorano in quel distretto non saranno riconfermati. Il distretto di Olbia-Tempio, che non solo non ha personale ma non ha neppure sede, si avvale del personale precario, che il 30 giugno scadrà, del distretto dell'ARPA di Sassari. Da quella data pertanto questi due distretti non potranno più funzionare.

Questo comporterà che non ci saranno più geologi, ingegneri, fisici, laureati in scienze ambientali per svolgere il ruolo che l'ARPA in quei due distretti deve svolgere: la tutela dell'ambiente e, perché no, anche lo svolgimento delle conferenze di servizi importanti. Conferenze di servizi su investimenti pubblici e privati che devono ricadere su quei territori e che non potranno essere portati avanti perché l'ARPA non darà il proprio parere, o non parteciperà a quella conferenza di servizi, o non avrà istruito la pratica per questi investimenti. In un momento di crisi, signor Presidente, credo che questo non ce lo possiamo permettere.

Di questo avrei voluto sentir parlare in tema di ARPA, invece mi chiedo se con la discussione in corso ci stiamo davvero guadagnando gli emolumenti. Abbiamo davvero consumato una giornata d'Aula al servizio della Sardegna? Non mi pare, davvero non mi pare! Un po' di tecnicismi, un po' di palleggio di responsabilità tra passato, presente e futuro, molta malizia per conquistare certamente qualche riga in più sui giornali, ma niente di più.

Abbiamo problemi reali, abbiamo reali necessità ed emergenze su cui voi, opposizione, potreste e dovreste davvero mettere in mora noi, maggioranza e tutta la Giunta, stimolarci davvero a dare risposte concrete sul collegato, sulla riforma sanitaria, sul riordino degli uffici del personale della Regione, sulle riforme, sulla legge elettorale. Certo, lo riconosco, questo è un problema della maggioranza, è un difetto che noi stessi lamentiamo; è una nostra specifica funzione quella di portare avanti questi aspetti fondamentali, questi sì, dell'attività legislativa ed esecutiva di questo Consiglio e di questa Giunta.

Non credo davvero, però, che rimestare nel sospetto, nel torbido, sia la maniera più efficace per evidenziare le nostre carenze, i nostri ritardi e le nostre reali inefficienze soprattutto se, consentitemi di dirlo, poi a scagliare le pietre, o a cercare di amplificare la proverbiale pagliuzza, sono coloro che non solo hanno travi ma veri e propri tralicci, e non solo negli occhi ma, davvero, sulla loro coscienza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Signor Presidente, se l'obiettivo dell'opposizione nel presentare la mozione era quello di ricompattare la maggioranza, di dare ancor maggiore forza politica al presidente Cappellacci, devo dire, sentito anche l'intervento dell'onorevole Campus, che mi pare l'abbia sicuramente centrato.

Io mi chiedo che idea si possano essere fatti della Sardegna, leggendo i giornali, coloro che sono arrivati nell'Isola nelle ultime settimane, certamente quella che che l'eolico e le energie rinnovabili siano il vero, forse l'unico, problema della Sardegna: mezza pagina tutti giorni, su tutti e tre i quotidiani sardi, e su molti quotidiani nazionali.

Se poi queste persone capitate in Sardegna avessero avuto anche l'opportunità di seguire le cronache dei lavori del Consiglio regionale a quel punto avrebbero rafforzato questa convinzione, e cioè che solo di energie rinnovabili si parla in questo Consiglio. Mozioni, ordini del giorno, due Commissioni che congiuntamente e disgiuntamente da due mesi lavorano su questo tema, e ancora comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 121, e ancora oggi due mozioni e una interpellanza.

Noi a queste persone vogliamo dire che i problemi della Sardegna non sono questi, che ci sono problemi molto più urgenti che non stiamo affrontando, che abbiamo una situazione finanziaria gravissima nell'ente regionale dovuta anche ai mancati - speriamo solo ritardati - trasferimenti di risorse da parte dello Stato, che abbiamo una situazione economica altrettanto grave in tutta la Sardegna, che abbiamo la spesa sanitaria fuori controllo, che abbiamo un sistema della gestione delle risorse idriche sull'orlo del collasso, che abbiamo ancora tantissime emergenze nel comparto industriale, in quello agricolo e nel terziario.

Ma ora c'è il rischio che diventi una vera emergenza il fatto che pensiamo solo a gestire emergenze e non concentriamo l'attività del Consiglio su quelle iniziative strategiche per lo sviluppo, che dobbiamo assolutamente porre all'ordine del giorno e adottare rapidamente. C'è però un altro paradosso, credo tutto sardo, che un osservatore anche disattento non potrà non cogliere. Nel corso del dibattito di queste settimane e di quest'oggi in particolare (e ho notato che lo ha rilevato anche l'onorevole Pietro Cocco), accade che una Giunta regionale, espressione di una maggioranza consiliare di centrodestra liberal-democratica e liberista, adotti delibere, come dire, dirigiste, proponendo la costituzione di un'Agenzia che gestisca il poco che resta di possibilità di sviluppo dell'eolico, sottraendolo al mercato, sottraendolo alle speculazioni, sottraendolo alle "cricche" o alle "cricchette", delle quali parlava l'onorevole Salis, che nel business dell'eolico e del fotovoltaico si sono gettate a capofitto, in Sardegna e in altre regioni.

Ma qualcuno si è reso conto che ci sono le "cricche" solo dopo che sono stati autorizzati o realizzati 1000 MW in Sardegna, sui 1100 potenzialmente assorbibili dalla rete? Solo ora ci si è resi conto che esistono? C'è d'altro canto, è questo il paradosso, un'opposizione di centrosinistra, e di qualche componente anche orgogliosamente comunista, che contesta queste scelte dirigiste, contesta l'incostituzionalità dei disegni di legge, contesta l'illegittimità delle delibere e si richiama ai principi del libero mercato, se di libero mercato - come diceva l'onorevole Steri - in questo caso si può parlare.

E allora è forte la sensazione che questa mozione, questo dibattito sull'eolico, sia un rito o, peggio, sia strumentale soprattutto quando si forzano le interpretazioni delle scelte, si forza il dato letterale degli atti, anche quando questi atti compiuti da questa Giunta regionale vanno in una direzione non diversa da quella degli atti assunti dalla precedente Giunta regionale.

Mi viene in mente, a proposito di sole e di energia eolica, uno sketch che il cabarettista de I Lapola che imitava l'onorevole Soru recitava nel periodo di massima foga impositiva e "tassatoria" (tasse sulle case, sugli yacht, sulle barche, di soggiorno), dell'allora Presidente della Regione. Questo era il dialogo tra l'imitatore e la spalla "Abbiamo inventato la tassa sull'abbronzatura". "Ma come la tassa sull'abbronzatura?". "Sì perché non è possibile che in Sardegna arrivino dal continente e dall'estero, questi bianchicci con questa faccia malaticcia e se ne vadano abbronzati, con un bel colorito". "Ma devono pagare una tassa necessariamente?". "Per forza devono pagare la tassa, il sole in Sardegna è dei sardi".

Io credo che oggi la Giunta regionale stia proprio ponendo in essere questo concetto; dopo che multinazionali con sedi all'estero, grosse imprese del continente, hanno sfruttato il nostro vento, hanno tentato di sfruttare in grande stile il nostro sole, senza nessuna o con scarsissime ricadute per la Sardegna e per i sardi, è giunto il momento che la Sardegna sfrutti appieno queste risorse, non solo l'eolico residuo, il fotovoltaico o le biomasse, ma ad esempio la geotermia.

Da decenni, e mi piange il cuore nel vedere questo spreco, il Coghinas getta in mare quantità enormi di acqua caldissima che sgorga a Casteldoria a 80 gradi, acqua che potrebbe essere trasportata ed utilizzata per produrre energia, ma anche più semplicemente per far risparmiare l'energia ed il combustibile per riscaldamento. Si potrebbero riscaldare serre, scuole, uffici e abitazioni private con una perdita di soli 2 gradi ogni 10 chilometri per il trasporto, ed invece continuiamo a sprecare le risorse che la natura ci ha consegnato. E, volutamente, glisso sulle terme di Casteldoria, di competenza dell'amministrazione provinciale di Sassari, chiuse da vent'anni, inaugurate ma non ancora aperte.

Io credo che sia necessario pensare in grande, credo che sia arrivato il momento di pensare in grande per la Sardegna, di pensare a un grande modello internazionale, innovativo, nelle politiche energetiche. Per esempio, come ci ha detto in una precedente occasione il presidente Cappellacci, pensare ad una regione a zero emissioni di CO2 per produrre energia elettrica. Dobbiamo cogliere l'opportunità di questa rivoluzione energetica nella quale tendenzialmente il sole, il vento, le biomasse, la geotermia possono diventare risorse più preziose del petrolio.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue CUCCUREDDU.) Credo sia arrivato il momento di pensare ad un modello innovativo anche nelle politiche dei trasporti, trasformando l'insularità da un punto di debolezza in un punto di forza, estendendo l'uso dei vettori aerei, dotando ogni paese della Sardegna di un eliporto; garantendo così l'elisoccorso forse sarà più facile chiudere qualche ospedale se chi non ha la fortuna di vivere a pochi chilometri da un pronto soccorso può non rischiare di morire se colpito da un infarto.

Ed è un investimento minimo in termini di risorse che però trasformerebbe la Sardegna, come l'Islanda, in una grande Isola che punta su mobilità innovativa, non su quella tradizionale nella quale continuiamo a essere l'ultima regione in Italia. Si tratta di trasformare questa Regione in una vera isola turistica sappiamo tutti che oggi non lo è perchè solo l'8 per cento del Pil sardo è prodotto dal turismo. Per raggiungere questo obiettivo servono riforme incisive, bisogna riuscire ad indirizzare verso il turismo il nostro modello di sviluppo che dovrà, peraltro, rimanere sempre e comunque un modello pluri-business.

Connessione acqua-energia; si è parlato di ENAS, e io credo che sia opportuno fare una riflessione su questo tema. Abbiamo un sistema di gestione delle risorse idriche che fa acqua da tutte le parti - per mantenere la metafora - produce quotidianamente passività ed è a rischio la stessa sopravvivenza del soggetto gestore. Non parliamo di chi eroga l'acqua per l'irrigazione nell'agricoltura e dei consorzi di bonifica anch'essi carichi di debiti.

Allora io credo che sia opportuno pensare ad una Agenzia Sardegna acqua ed energia, legare le passività di qualcuno alle utilità che si possono…

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io voglio in premessa respingere le accuse formulate dall'onorevole Campus, e ora dall'onorevole Cuccureddu, di un tentativo di strumentalizzazione dell'argomento dell'eolico in Sardegna e delle vicende a esso collegate. Perché, onorevole Campus,onorevole Cuccureddu, sarebbe molto facile rispondere che, se avessimo voluto strumentalizzare e utilizzare per un rito - come l'ha definita l'onorevole Cuccureddu - questa discussione, avremmo potuto benissimo utilizzare la rassegna stampa odierna, distribuita ai Gruppi, dove avremmo potuto trovare più di un argomento per fare polemica sui risultati che questa Amministrazione, questa Giunta Cappellacci, ha raggiunto a favore della Sardegna.

Avremmo potuto leggere la prima pagina de "La Repubblica" e sottolineare che l'onorevole Verdini è indagato anche per aver sostenuto imprese per la ricostruzione de l'Aquila. Non l'abbiamo fatto! Abbiamo voluto portare l'attenzione del Consiglio regionale, invece, su un elemento che io personalmente, ma anche altri colleghi dell'opposizione, consideriamo discriminante.

(Interruzione del consigliere Floris Mario)

SALIS (I.d.V.). Onorevole Floris, leggiamo anche quelli! Leggiamo tutto! Non abbiamo problemi, discutiamo di tutto, senza appiccicare assolutamente etichette di strumentalità; se c'è da chiarire si chiarisca tutto e ognuno si assuma le proprie responsabilità. Questo mi sembra di poterlo affermare con assoluta nettezza.

Il problema è che ci sono molte questioni da chiarire. Io, onorevole Floris, rispetto all'intervento che lei ha fatto stamattina, non sono d'accordo sul fatto che stiamo trasformando questo Consiglio regionale - lo stesso riferimento l'ha fatto l'onorevole Pittalis - in un'aula giudiziaria. Nessuno vuole trasformarsi in pubblico ministero o avvocato difensore, ma abbiamo forse una concezione diversa della politica.

Io pongo una domanda: è possibile che la politica debba arrivare sulle questioni etiche e comportamentali, relative alla distinzione netta che deve sussistere tra la sfera pubblica e quella privata, sempre per ultima rispetto al lavoro della magistratura? In altre nazioni non è così; in altre nazioni la politica è riuscita ad avere una propria capacità di giudizio etico sui comportamenti di chi rappresenta il popolo, giudizio che anticipa nettamente i provvedimenti della magistratura.

Io ho un'opinione assolutamente discordante rispetto a quelli che dicono che uno che fa politica se non è condannato nei tre gradi di giudizio e se è possibile fino all'onnipotente, non risponde delle sue azioni. Non è così! Non è così! E se la politica sta aumentando la propria distanza rispetto ai cittadini che dovrebbe rappresentare è anche perché le stiamo dando questo tipo di rappresentazione.

Ecco perché questo Consiglio regionale, sulle tante ombre che sussistono sulla vicenda dell'eolico in Sardegna, questo Consiglio regionale, la Giunta e il Presidente eletto dai sardi, dovrebbero porsi le domande in grado di diradare i dubbi che l'opinione pubblica sarda ha in merito. E' un nostro dovere! E' un nostro dovere!

Signor Presidente, io attendo quindi le risposte che mi aspetto ella debba essere in grado di darci rispetto alle domande che le abbiamo formulato sia nell'illustrazione delle mozioni, sia negli interventi che sono venuti dall'Aula. Risposte che dovrà essere in grado di darci anche perché non si tratta esclusivamente di un problema di politica energetica o di questioni tecniche, pur importanti, su come utilizzare le energie rinnovabili in Sardegna. Sottolineo e ripeto, problemi pur importanti perché la possibilità di recuperare energia dal sole, dal vento, energia pulita, è una delle precondizioni del nuovo sviluppo possibile della Sardegna.

Ma se è indubbio che questo è un problema a cui occorre dare delle risposte, è altrettanto indubbio (è un problema dello stesso valore) che le istituzioni sarde debbano uscire da questa vicenda facendo la massima chiarezza possibile. Ecco perché rifiuto questo tentativo di voler rappresentare l'opposizione come un gruppo di persone che vuole perdere tempo.

Sappiamo benissimo che è necessario attivare un'iniziativa immediata sui finanziamenti della Regione. Sappiamo benissimo che probabilmente il collegato alla finanziaria è superato e che bisognerà proporre un assestamento di bilancio perché sono cambiate le condizioni del bilancio che voi avete approvato in Consiglio. Lo sappiamo benissimo e, a questo punto, vi sfidiamo a farci discutere immediatamente le vostre proposte su questi temi.

Sappiamo benissimo che c'è un'emergenza di carattere sociale ed economico in Sardegna che ha necessità di risposte immediate, ma ciò non impedisce di dire che il tema oggi in discussione è ugualmente importante e prioritario; non è un tema secondario, non stiamo assolutamente perdendo tempo e la Sardegna e i sardi su questo tema hanno il diritto di avere risposte chiare ed esaurienti. Non stiamo facendo gassosa, perché se fosse gassosa non si capirebbe, per esempio, come mai l'autorevole intervento del Capogruppo del P.d.L., del Partito della libertà, in Consiglio regionale chieda le dimissioni dell'ingegner Farris, inascoltato, così come le chiedono altri consiglieri regionali non certo solamente dell'opposizione.

Evidentemente in quella nomina, fortemente voluta, c'è qualche elemento che consiglierebbe quanto meno una autosospensione, o anche una sospensione, di un alto funzionario regionale coinvolto in vicende non ancora completamente chiare. Nessuno, ripeto nessuno, vuole trasformare quest'Aula in un tribunale. Abbiamo fiducia nella magistratura, l'abbiamo espressa noi e l'ha espressa il Presidente, lasciamo fare ai magistrati questo lavoro di verificare gli atti.

Abbiamo però la necessità politica di eliminare ogni possibile dubbio - prima possibilmente della risposta della magistratura, almeno io me lo auguro - sulle ombre che su questa vicenda ci sono. Con questa mozione abbiamo chiesto solo questo. Se riuscissimo, anche parzialmente, a eliminare queste ombre, questo dibattito non sarà stato sicuramente inutile, anzi, sarà servito nel darci maggiore forza per rivolgerci ai sardi in merito ai successivi provvedimenti che dovremo affrontare in quest'Aula da qui a domani.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, voglio dedicare una parte del tempo, anche se breve, a disposizione per fare osservare all'Aula che ormai è diventata prassi quella di non condividere, a seconda dei momenti e delle circostanze, le regole che ci siamo dati. Nell'ultima seduta, in base all'articolo 121, il Presidente della Giunta viene sentito dall'Aula, l'opposizione ritiene di non dover accettare l'applicazione di quell'articolo e prende una posizione, che ritiene giusta, di abbandonare l'Aula nel modo in cui l'ha fatto, presenta la mozione e noi oggi siamo in Aula, credo in base all'articolo 54.

Noi, oggi, avremmo dovuto fare la stessa identica cosa: voi non ci avete ascoltato, noi non siamo obbligati ad ascoltarvi. E' diritto dell'opposizione utilizzare l'articolo 54, è diritto del Presidente della Regione utilizzare l'articolo 121; se avessimo tutti quanti un po' più di pazienza e di rispetto reciproco credo che le regole stesse ci indicherebbero la strada da percorrere.

Io ritenevo, col mio Gruppo, di adottare il vostro comportamento: uscire dall'Aula, perché non è pensabile che le regole di garanzia si accettino per alcuni e non per altri. E questo serve a tutti noi perché oggi si è maggioranza e domani si è opposizione; la ruota gira per cui noi non possiamo pensare di essere maggioranza tutta la vita e voi non pensate certamente di essere opposizione per l'eternità.

Per me è una giornata persa, per me oggi è una giornata persa! Il perché parte da lontano. Sapete meglio di me che l'Aula nella sua autorevolezza, che dovrebbe recuperare e ritrovare al più presto, ad esempio, ha competenza sul Piano regionale dei trasporti (è in Commissione in attesa eventualmente di arrivare in quest'Aula) che è il massimo livello di espressione di un sistema, quello dei trasporti appunto, che è determinante per una realtà come quella dell'Isola.

Ma voi potete pensare che il Piano energetico regionale invece non debba avere lo stesso percorso, non debba essere lo strumento di massima espressione di programmazione di quel settore da parte del Consiglio regionale? Io dico di sì, ma lo dico non adesso, lo dico da otto anni a questa parte, da otto anni! Non governava certo il centrosinistra, governava il centrodestra e assessore dell'industria era l'amico La Spisa, quindi non sto nascondendo niente.

Nel prosieguo del percorso non è cambiato nulla; è arrivato il centrosinistra, si è preso il Piano regionale, se l'è rimodulato, l'ha rimodulato ancora in corso d'opera quando ha avuto la necessità di modificarlo, perché c'era un problema che si chiama termodinamico, e cioè Sorgenia, per dire quindi che i terreni non urbanizzati nelle aree industriali erano equiparati a quelli urbanizzati, ad esempio. E non voglio far osservare soltanto questi cambiamenti, io voglio fare osservare che chiunque sia in maggioranza e qualunque Giunta vada a governare mette mano a uno strumento di programmazione e di regole, e di certezze, e di diritto, come un Piano energetico regionale.

Allora, "ragazzi", io credo che questa sia la sede preposta, che questo Consiglio debba discutere e approvare finalmente le regole di un Piano regionale che rispondano alla massima garanzia per chi è fuori di quest'Aula, per impedire il saccheggio, perché non è che gli amici miei sono diversi dagli amici vostri, e se le pale le mettono gli amici miei o il fotovoltaico lo mettono gli altri, pensate che siano migliori? Saccheggio è da una parte e saccheggio è dall'altra. Se qua dentro finalmente si arrivasse a discutere di questo, e a capire che l'unico strumento di difesa è che l'Aula recuperi ciò che non ha più da tempo, forse tutti assieme riusciremmo a scrivere regole tali da dare garanzia assoluta per la gestione di una ricchezza come questa.

Ci sono molti modi, oppure continuiamo così, ma questa Giunta ha ritenuto di bloccare tutto per evitare un'aggressione che comunque era piuttosto considerevole . Io non sono favorevole alle Commissioni d'inchiesta, anche perché la memoria mi riporta alla Commissione d'inchiesta della passata legislatura: ditemi a che cosa è servita. Per me non è servita a niente, perché avrete anche deliberato, avrete anche deciso, ma non si è rispettato niente di quello che avete deciso voi. Allora, facciamo invece un discorso che riguardi quest'Aula e solo quest'Aula, che ci tenga lontani da fattori esterni, da influenze e da intromissioni.

Io posso anche capire che il Presidente riceva un suggerimento dal suo segretario, come lo chiamate voi, nazionale e, Presidente, poiché lei è stato coordinatore della sua forza politica, posso capire anche questa predisposizione; ma oggi lei è governatore dei sardi, oggi è la massima espressione di tutta l'Isola e credo si debba spogliare, spogliare letteralmente, del livello di appartenenza perché questo gli è stato detto con il mandato ricevuto. Un mandato che le hanno dato i sardi, non noi singolarmente, non quest'Aula, ma il popolo. E' stata un'investitura di carattere popolare che le ha dato la massima responsabilità che lei può avere; ne consegue pertanto che lei deve mantenere la massima autonomia, la massima libertà d'azione.

Presidente, lei deve rispondere a quest'Aula, qui si fanno le leggi, qui si stabiliscono le regole, qua dovremmo imporre quello che serve a chi fuori da quest'Aula aspetta, anche con apprensione. Noi non possiamo perdere il tempo continuando a inseguirci su chi ha fatto bene e chi ha fatto male; guardiamo anche al saccheggio che è avvenuto in altre parti d'Italia, soprattutto nel meridione. quale è emerso da una mappatura pubblicata su "L'Unione sarda" relativamente all'eolico, e poi c'è il resto!

Noi, all'interno di quest'Aula abbiamo denunciato un fatto che tarda a entrare nella mente dei consiglieri: tra quei certificati verdi c'è quello riguardante la Saras che, dall'incenerimento dei rifiuti di lavorazione del petrolio, incassa 500 milioni di euro perché questa lavorazione è equiparata alla produzione di energia alternativa. Io ho detto che ci stanno ammazzando dentro casa, ci prendono i soldi e, naturalmente, li spendono fuori. Noi però paghiamo perchè la verità vera è che alla fine aumenta la bolletta, la verità vera è che alla fine di tutta questa vicenda i sardi pagheranno di più l'energia; questo lo dobbiamo dire a chi è fuori dall'Aula, però prima lo dobbiamo dire a noi stessi.

Credo che nessuno di noi stia aspettando che arrivi qualcuno a piazzare pale da tutte le parti: sul mare, sulla terraferma o dove si voglia; per impedire questo c'è un solo modo, e cioè che il Consiglio regionale esiti una legge che abbia la caratteristica della massima trasparenza e della massima chiarezza. Una legge che, in principal modo, possa e debba avvantaggiare solo i sardi, non è un'utopia, guardate che cosa avviene in altre parti d'Europa, guardate come prendono parte agli utili, guardate come è il costo energetico, copiamo la cosa migliore, non le cose peggiori. Io credo che da oggi si debba, partendo da un tema come questo, arrivare all'unica conclusione possibile: l'approvazione definitiva da parte dell'Aula di un Piano regionale energetico.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi pare che si stia arrivando alla fine di questo dibattito, ed è bene che sia così perché se fosse durato ancora a lungo avrebbero incominciato a "girare le pale", quelle eoliche naturalmente. Visto il momento in cui intervengo possiamo anche incominciare a trarre delle conclusioni e, a tal fine, utilizzo la frase detta dal collega Floris nel suo intervento questa mattina: non trovo niente di nuovo sotto il sole.

E' evidente che lui si riferiva alla vicenda dell'eolico, io mi riferisco all'azione della Giunta Cappellacci che, a parte le leggi finanziarie, alle quali crediamo di aver dato anche noi un modesto contributo per migliorarle, ha dato vita, ricordo, al fallimento del Piano casa 1, al fallimento del Piano casa 2, aspettiamo la proposta del Piano casa 3 che, per come annunciata, probabilmente sarà l'ennesimo fallimento, alla legge sugli oratori, alla legge sulla modifica degli orari delle attività commerciali e poco altro di significativo.

Di fronte alla drammaticità dei problemi che vive il popolo sardo io credo che questa esperienza stia andando avanti con ritmi troppo lenti e dedicando attenzioni, particolari per esempio, a vicende, che abbiamo anche sottolineato, come quella del consiglio di amministrazione dell'ARST, e mi auguro che non accada lo stesso per quello della Saremar.

Siamo davanti, ha detto il collega Uras stamattina, a un degrado morale, sociale ed economico e la responsabilità maggiore è delle istituzioni e della Regione sarda. Questi sono i veri problemi che ci interessano, mentre siamo poco interessati a chiacchiere, confidenze, intercettazioni, cronaca nera. Lo dice uno, guardate, che è stato incriminato dal "Tribunale del pettegolezzo" e assolto dopo dieci anni con formula ampia, dopo aver rinunciato alle prescrizioni, lo dico sempre, dai tribunali della Repubblica italiana. Quindi queste cose mi appassionano poco ed entro con sofferenza all'interno delle insinuazioni.

Io mi guardo bene pertanto dall'entrare nel merito di altre questioni (sulle quali evidentemente ritorneremo) e, invece, vorrei spostare l'attenzione sui numerosi problemi che hanno sollevato sia i consiglieri di opposizione che quelli di maggioranza.

Noi siamo molto preoccupati e interessati a trovare soluzioni al drammatico problema della disoccupazione soprattutto giovanile nei confronti della quale poco è stato fatto all'infuori delle "cosette" per i precari. Penso alla crisi del comparto industriale nei confronti del quale la Regione balbetta, penso all'assenza della Regione nel dibattito sulla chimica in Italia e al ruolo che dovrebbe avere la Sardegna. A proposito, sabato scorso a Sassari si è tenuto un interessantissimo dibattito sul ruolo della chimica in Italia e quale peso può giocare la Sardegna all'interno di questa.

Penso alla crisi del comparto dell'agricoltura, del comparto zootecnico e pastorale, della pesca; e ricordo che gli agricoltori, stritolati da vessazioni di ogni tipo, avevano chiesto di poter realizzare piccoli impianti per il risparmio energetico, e nulla è stato concesso.

Non si può tacere sulla profonda crisi della scuola sarda priva di strutture e di mezzi. Oggi i dirigenti scolastici, a finale d'anno, stanno facendo fronte di tasca propria alle emergenze perché non hanno più fondi per far funzionare le segreterie e garantire la presenza dei supplenti; e ai sardi che ci chiedono risposte io sento dire poco altro oltre all'incomprensibile balbettio. Sappiamo tutti che la macchina amministrativa regionale è inceppata, magari ci chiediamo per quali ragioni, forse per i troppi consulenti ben pagati che si "impicciano" l'un l'altro.

Ma veniamo al Piano energetico (è l'argomento che abbiamo oggi all'attenzione dell'Aula) e alla produzione di energie alternative e rinnovabili. Questa oggi è la vera emergenza mondiale, una priorità assoluta per salvare gli uomini, , naturalmente piante e animali e quant'altro sulla terra si trovi. Però io credo che non sfugga a nessuno la drammaticità del problema, che è diffusamente sottovalutata. Le direttive nascono dal "Pacchetto clima" che impone la riduzione dei consumi e parallelamente la riduzione dei gas che creano l'effetto serra.

La data del 2020 è dietro l'angolo e possiamo raggiungere la meta solo ed esclusivamente se i territori, a iniziare dai nostri territori così come da tutti gli altri piccoli territori, saranno in grado di ben gestire la partita. Questo vuol dire mettere in piedi un serio progetto adeguato al proprio fabbisogno, senza compromettere la qualità del paesaggio e senza altro consumo del territorio. Perché questo è l'altro aspetto fortemente legato agli insediamenti di cui si è discusso. Su questo fronte ci giochiamo una partita vitale, siamo pronti al confronto e se è necessario non temeremo lo scontro per difendere questi principi.

Abbiamo già perso una partita importante anni fa su questo terreno quando, con eccessiva liberalità e disinvoltura, abbiamo consentito interventi passati come interventi di sviluppo economico, interventi industriali, interventi turistici per rilanciare economia e occupazione e i risultati sono la profonda crisi del comparto turistico e degli altri comparti, con la percentuale più alta di disoccupati in Sardegna mai registrata e ampie porzioni del paesaggio e delle nostre coste distrutte per sempre.

Puntare alla produzione di energie alternative senza attivare un meccanismo di dissuasione della spesa e del consumo non ci porterà lontano; oggi il problema non è solo puntare alla ricerca delle energie alternative, bisogna parallelamente, contestualmente affiancare questa ricerca a un piano di riduzione dei consumi; contestualmente dobbiamo introdurre modelli e meccanismi di riduzione dei consumi, dobbiamo mettere in crisi i modelli di consumo che la società in cui viviamo ci presenta come modelli irrinunciabili, addirittura sollecitati qualche volta, alla spesa. Ma con quali mezzi e con quali risorse!

Dobbiamo ritornare al controllo dei consumi e andare verso modelli di frugalità e parsimonia; dobbiamo mettere fine al consumo del territorio e puntare alla riqualificazione del patrimonio esistente con tutti i meccanismi che abbiamo anche introdotto nelle varie proposte, programmi di governo formulati a livello locale, provinciale, regionale e nazionale.

Dobbiamo governare con autorevolezza questo processo mettendo al centro della nostra azione il bisogno e gli interessi dei sardi. Questo deve essere il punto fermo. Pensare a una riduzione dei beni primari oggi è inevitabile; affermiamo che in primo luogo bisogna evitare il consumo del territorio, potrò apparire pedante, ma questo deve rimanere un punto fermo perché già i primi interventi che ci sono nell'aria mettono a repentaglio il futuro della nostra Sardegna. In ogni caso va combattuta la tendenza ad affidare tutto o quasi all'iniziativa privata.

Presidente, questo è un altro appello che facciamo con forza: il pubblico ha il dovere, soprattutto in campo energetico, di rendersi parte attiva a garanzia di interessi collettivi e io credo che non abbiamo ancora, sufficientemente e con la dovuta attenzione, iniziato a occuparci del problema della difesa dell'acqua pubblica. La mozione numero 31 impegna il Presidente e la Giunta ad affermare la sovranità sui beni pubblici e, in particolare, il sole, il vento e l'acqua.

Presidente, avete vinto le elezioni, siete al governo della Regione e come diciamo noi ad Alghero: qui te lo cuxirò a les mans quina la minestra a la manera d'el: il mestolo è nelle vostre mani; siete voi cioè che avete la responsabilità e il dovere di governare e guidare un'azione di governo sulle problematiche che, con diverse sfumature, sono state messe in evidenza oggi in questa Aula. Siamo qui pertanto, ancora una volta, per misurarci e contarci accettando le sollecitazioni giunte, anche quest'oggi numerose, dai banchi della maggioranza. Però, le mozioni numero 31 e 62 indicano proposte e soluzioni, che siamo convinti non debbano essere prese in toto da voi, ma in ogni caso è una via che noi indichiamo. Vedremo in che misura queste proposte verranno accolte.

In ogni modo, voglio chiudere ricordando a tutti che la più importante energia alternativa è il vero e concreto risparmio energetico. Su questo punto io credo che non ci sia possibilità di ricerca di altre risorse. Non possiamo inseguire sole e vento se non riduciamo i ritmi di consumo energetico di oggi e del passato. Chi premerà verso un mantenimento dei consumi saranno business, affari e mafia. Vigiliamo e alziamo la guardia e l'attenzione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Milia. Ne ha facoltà.

MILIA (U.D.C.). Presidente, prendo la parola quasi alla fine di questi interventi su una mozione che per molti tratti è stata dimenticata; è stata dimenticata nella sua essenza, perché si è parlato di tutto, molte volte, fuorché di energie alternative. La premessa è che noi siamo per l'energia alternativa.

Io sottoscrissi con la Edoardo Raffinerie Garrone (ERG), più di dieci anni fa, il primo protocollo d'intesa per l'eolico in Sardegna. Nacquero i parchi eolici di Tula, di Aggius, dove il sindaco Muntoni, per chi conosce il paesino, è riuscito anche grazie alle royalties di quella intrapresa a trasformare Aggius in uno dei più bei paesi della Sardegna. A Tula ricordo che il sindaco dei D.S. (i sindaci da sempre nel paese sono stati espressione prima del P.C.I., poi dei D.S.) ebbe una polemica violenta con i suoi compagni di partito che, allora, militavano in un comitato per il paesaggio.

Perché dico questo? Perché non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, di questo siamo tutti convinti. Ricordo perciò le entrate a gamba tesa, scomposte, della Giunta Soru nei confronti del parco eolico di Buddusò-Alà che aveva tutte le autorizzazioni, compresa la valutazione di impatto ambientale, che bisognava bloccare forse perché non era stato autorizzato dalla Giunta Soru; però in quel momento Buddusò e Alà vivevano la crisi peggiore degli ultimi trent'anni con la chiusura di quasi tutte le industrie del granito e il crollo del mercato sugherifero.

Allora, la domanda è questa: quanto e come deve essere giudicato per gli atti che compie chi ha ruolo nella pubblica amministrazione? Qualcuno che mi ha preceduto ha detto: "Non siamo in tribunale". Oggi, in quest'Aula si è stati peggio che in tribunale, si è arrivati alle informative di quei carabinieri che, quando vogliono delegittimare qualcuno per non consentirgli di avere il porto d'arma o la patente, scrivono: "Si accompagna con pregiudicati", magari i "pregiudicati" hanno avuto una condanna per guida in stato d'ebbrezza. Questo è il punto che in quest'Aula non dovrebbe mai arrivare; non dovrebbe mai arrivare perché chi ha avuto incarichi pubblici, chi li ha ricoperti, chi ha intenzione di ricoprirli, chi amministra la cosa pubblica sa che, quando si ha a che fare con imprenditori che vogliono operare nei settori più svariati, si hanno incontri di tutti i generi.

Io non devo prendere le difese del presidente Cappellacci perché per Cappellacci parlano gli atti, non parlano le chiacchiere. Quando io e il presidente Floris firmammo l'accordo di programma su Sa Illetta con l'allora dottor Soru, abbiamo pensato a qualcosa di diverso dall'interesse primario della Sardegna, di Cagliari, rispetto a un'azienda così importante come Tiscali? Magari oggi con una coscienza ambientale mutata, più forte, qualcuno avrebbe gridato allo scandalo, perché Sa Illetta è stata realizzata sulla laguna di Santa Gilla.

Quando si governa, bisogna avere il coraggio di prendere posizioni serie, certe e concrete e non fare dietrologia su atti certi, mi riferisco per tutti alla legge numero 3 dell'agosto 2009, articolo 6. Perché è stato esitato quel provvedimento? Perché l'articolo 18 della legge numero 2 del 2007, approvata dalla precedente Giunta, era stato abrogato dalla direttiva dell'UE per incompatibilità. C'era un vuoto normativo, e quando c'è un vuoto normativo bisogna intervenire, pertanto non facciamo dietrologie su atti legislativi di un certo tipo.

Oggi in quest'Aula si è sentito di tutto, si è voluto difendere il ruolo democratico degli enti locali ora esautorati perché si è ricorso all'autorizzazione unica. Signori, voi gli enti locali ora esautorati non li avete mai difesi nella scorsa legislatura, quando venivano conculcate le loro speranze, le loro aspettative, le loro possibilità di decisione, quando è stato approvato un Piano paesistico passando sopra la testa di tutti. E oggi vogliamo dire che i "poveri enti locali" vengono esautorati dal loro potere democratico? Signori, cerchiamo di riuscire a rientrare in argomento. L'argomento è il ruolo che la Regione, che la macchina regionale deve avere nei confronti di un argomento di un'importanza - l'hanno detto in molti - capitale per la nostra Isola.

Allora, presidente Cappellacci, è su questo che noi chiediamo la sua autorevolezza, perché questa macchina regionale sia più snella e governi in maniera più celere. Non sarò il solo ad aver ricevuto decine, se non centinaia di telefonate, da imprenditori di tutta la Sardegna, quando queste famose direttive non arrivavano per mesi, mesi e mesi. Questa è una critica che ci siamo fatti in casa, che ripetiamo in pubblico. Su questi argomenti dobbiamo lavorare tutti assieme.

Questa non è una Giunta, onorevole Barracciu, che ha fatto spoil system, questa è una Giunta che ha permesso cose "vergognose"; ha permesso cioè a dipendenti funzionari apicali dell'Argea di candidarsi, di venire eletti e di organizzare occupazioni negli uffici dell'Argea contro l'Assessore dell'agricoltura; ha permesso a dirigenti dell'Argea di candidarsi e diventare sindaci facendo la campagna elettorale dagli uffici dell'Argea; ha permesso a capi dipartimento delle ASL di non fare i capi di dipartimento e di candidarsi e fare gli assessori provinciali. Questa non è una Giunta che ha, da questo punto di vista, fatto nessun atto contrario alla democrazia che deve governare chiunque amministri la cosa pubblica.

Questa è una Giunta che ha compiuto atti, per quello che riguarda la mozione di oggi, assolutamente solari rispetto alla volontà del Consiglio, che si è incontrato nella sua interezza con la volontà della Giunta: tutelare la Regione autonoma della Sardegna, le sue prerogative e il suo bene primario che è l'ambiente. Questo è quello che ha fatto questa Giunta regionale.

Ecco pertanto la richiesta che rivolgiamo al presidente Cappellacci in una materia così importante. Noi siamo pronti a dialogare con chi, oggi, presenta un ordine del giorno che in qualche parte può essere discusso, anche condiviso, ma siamo pronti a dialogare nella chiarezza e soprattutto con una disponibilità e con una partecipazione che ci deve vedere uniti, perché l'argomento di cui si discute va ben oltre il signor Flavio Carboni. Lo dico perché credo che sia - anzi ne sono sicuro - un incensurato, quindi non è né un faccendiere, sarà un faccendiere, sarà un imprenditore, ma è incensurato, non è una persona condannata nei tribunali della Sardegna, va oltre le chiacchiere, i chiacchiericci di corridoio.

Sappiamo che in tutte le Giunte precedenti, ma compresa anche questa, può darsi che qualche figura nominata non abbia svolto quello per cui chi l'ha nominata si era speso, e cioè la sua operatività può essere discussa sotto il profilo dell'operatività e della professionalità. Su questo credo che tutti quanti assieme possiamo fare una riflessione. E' già arrivata questa riflessione dai banchi della maggioranza, la trasferiamo alla Giunta; crediamo però che assieme a queste riflessioni il cammino della Giunta debba andare nella direzione che, primo fra tutti uno dei primi interventi che ho apprezzato, quello dell'onorevole Uras ha tracciato: operatività assoluta, macchina che funzioni senza sconti.

Il momento che stiamo vivendo, infatti, non può essere assolutamente un momento di pausa e di riflessione per nessuno, ma l'operatività deve essere massima e, per questo, questo Consiglio regionale, questo Gruppo dell'U.D.C. vuole collaborare con la Giunta perché questa impasse momentanea venga in qualche maniera superata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, ho le idee confuse? No! Le ho piuttosto chiare! Però nelle ultime 48 ore mi sono preoccupato di capire che tipo di intervento si potesse fare e quali considerazioni portare ulteriormente a quest'Aula, benché alcune cose io le abbia dette nella seduta precedente, cioè quando i colleghi del centrosinistra, sbagliando, hanno ritenuto di dover abbandonare l'Aula. Ero molto dibattuto, e lo sono ancora, sul tipo di intervento da fare.

Intanto ho ascoltato i colleghi del centrosinistra, ho ascoltato da loro considerazioni che sono in sintonia con ciò che c'eravamo detti nella Conferenza dei Capigruppo, e cioè: discutiamo nel merito della mozione e non trasformiamo quest'Aula in un'Aula di un tribunale; appello inutile! Verrà certamente vanificato. Peraltro, alcuni degli interventi svolti hanno seguito un filone diverso da quello che tutti quanti auspicavamo.

Mi riferisco all'intervento della collega Barracciu che mi spiega tante cose, mi spiega perché non è più segretario regionale del suo partito, mi spiega anche perché non è più sindaco di Sorgono, mi spiega tante cose, perché da una persona attenta e capace come lei, collega Barracciu, mi sarei aspettato un intervento diverso, molto più importante e molto più pregnante. Lei ha fatto il miglior intervento che potesse fare non utilizzando nessuna delle grandi capacità che invece ha.

Questo che ho detto vale non solo per lei ma anche per il collega Gian Valerio Sanna, che per l'ennesima volta devo citare ma, essendo un amico di vecchia data, posso permettermi di dargli ulteriori suggerimenti. L'onorevole Gian Valerio Sanna è persona capace, l'ho detto tante volte, poteva portare un contributo importantissimo a quest'Aula, su una materia che certamente conosce bene.

La materia l'ha conosciuta meglio, forse non l'ha capita, nel momento veramente nel quale doveva stare molto, ma molto più attento di oggi, perché forse qualche cosa le è sfuggita, onorevole Sanna, quanto meno le è sfuggita la proprietà del linguaggio. Infatti, quando lei parla di accordo di programma non può confondere l'accordo di programma con l'accordo procedimentale, perché sono due cose completamente diverse, sono due cose completamente diverse! Non c'è la volontà politica che determina il tutto, cioè non può succedere qui ciò che è successo negli anni passati.

Mi riferisco all'inizio dell'anno 2008, 26 febbraio 2008; questo è un documento autentico firmato dall'onorevole Soru, sul quale nessuno ha aperto un'inchiesta, eppure è un atto, ma nessuno di noi ha sollevato questo come un problema, che doveva sollevare chissà quali perplessità, e di perplessità ne avremmo dovuto sollevare tante. Questo atto è un Protocollo d'intesa col Ministero dall'allora Ministro Pecoraro Scanio, datato 26 febbraio 2008, è un accordo di programma, un protocollo d'intesa, meglio, nel quale si dice che "…oggetto del presente accordo è l'attuazione di un programma per la diffusione degli impianti di solare termodinamico nel territorio della Regione Sardegna". Era previsto nel Piano regionale energetico? Non lo ricordo e, se anche ci fosse stato, noi non l'abbiamo letto, perché non abbiamo mai conosciuto questo Piano regionale energetico, ma qui questo c'è, e quindi era un'iniziativa.

Il presidente Soru, impegnato in altre questioni, probabilmente, non poté firmare questo Protocollo d'intesa fisicamente davanti al ministro Pecoraro Scanio, lo firmò qualche tempo dopo comunicandolo al Ministro e scusandosi per le difficoltà che non gli avevano permesso di siglare il documento in sua presenza. Mi si chiederà perché sto facendo questo ragionamento visto che si trattava di un protocollo d'intesa che parlava di termodinamico; poi dirò qualcos'altro relativamente a questo.

Passa qualche mese e arriva l'accordo di programma tra Regione autonoma della Sardegna, Provincia di Cagliari, Consorzio industriale provinciale di Cagliari e Sorgenia Spa. Che cosa dice questo accordo di programma? Per la prima volta si parla di solare termodinamico. Questo accordo di programma, non lo leggo nel dettaglio perché ci sono delle "chicche" che probabilmente andrebbero esaminate meglio, e non da quest'Aula, è stato firmato il 15 dicembre del 2008; probabilmente era l'ultimo giorno utile prima della conferma delle dimissioni.

Su questo accordo di programma credo che stiano scrivendo un libro, perché è una perla di disposizioni straordinarie sulla pubblica utilità, sull'esproprio, sul prezzo agricolo medio di terreni industriali. In merito rivolsi al presidente Soru due interrogazioni, chiedendogli di far funzionare la commissione che verifica il prezzo medio dei terreni agricoli, ma per altri usi, non per cedere le zone industriali.

Bene, questo è un documento straordinario che esprime una filosofia, che non è quella del presidente Cappellacci, che non si è permesso di sottoscrivere accordi di programma, soprattutto questo tipo di accordo di programma. Il 27, alle ore 16 e 22, questo Protocollo d'intesa, che era stato sottoscritto con il ministro Pecoraro Scanio e che parlava di solare termodinamico, esce dagli uffici della Regione Sardegna (stiamo parlando di 8, 10 mesi prima che venisse confezionato questo) con un fax indirizzato a chi? Venne inviato ad un certo signor Francesco Dini, direttore affari generali del gruppo Sorgenia, cari colleghi, di cui è amministratore unico l'ingegner Massimo Orlandi.

Vi sembra una cosa che ci deve lasciare indifferenti? Eppure, abbiamo fatto processi in tutti questi anni? Abbiamo fatto denunce? Abbiamo creato chissà quale polverone? Abbiamo presentato mozioni, interpellanze, interrogazioni per un fatto che mi pare sia di una gravità inaudita? Non per le cose che ho detto io, per le cose che sono contenute qui, certamente tante ne avremmo potute dire. E allora dico… E' vero che quell'investimento non è andato avanti... certo, hanno perso le elezioni… però, sempre nello stesso periodo, la Giunta regionale di allora...

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

Colleghi, per cortesia.

SORU (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, che bello questo Consiglio regionale, persino spassoso. Abbiamo sentito il collega prima raccontare una bellissima barzelletta che mi riguardava, bella, con dovizia di particolari, credo seguendo un'abitudine propria del Presidente del Consiglio che, da qualunque parte vada, racconta una bella barzelletta; e così abbiamo risolto la giornata.

Sono felice di aver sentito questa barzelletta e tutto il resto che ne consegue. Bellissimi anche questi ultimi interventi, certamente dettati dalla stanchezza, con l'elegante richiamo del collega Milia a Tiscali e l'elegantissimo voto (in condotta e di pagella) che il Capogruppo - complimenti! - della maggioranza ha dato all'onorevole Barracciu e a tutti quelli che hanno parlato. Complimenti per il modo di dare i voti al lavoro degli altri, e complimenti anche per la tecnica di cercare di ributtare la palla e di parlare d'altro.

Io oggi però non parlerò d'altro. Sarò felice se lei presenterà una mozione su questo interessantissimo argomento e alla presenza di tutta la maggioranza, dell'opposizione e della Giunta, potremo occupare una bella giornata per parlare della palla che lei ha cercato di mettere in campo. Ma oggi la palla in campo è un'altra: è il comportamento di questa maggioranza, di questa Giunta regionale sui temi che stanno scritti nella mozione, l'eolico e così via.

E' stato detto che forse questo è un dibattito rituale. E' vero, è un rito perché alla fine continuiamo a palleggiarci le cose gli uni contro gli altri senza ascoltarci e, probabilmente, non valiamo il costo di questa giornata di lavoro; effettivamente abbiamo una notevole idiosincrasia ad ascoltarci e a cercare di migliorarci a vicenda. E' certamente un rito perché, evidentemente, facciamo fatica a dire qual è il senso delle cose, per quale motivo siamo qui oggi.

Siamo qui oggi perché avremmo voluto parlare una settimana fa. Sarebbe bastato semplicemente che un gesto politico, una sensibilità politica di un Presidente della Regione, che viene urgentemente in aula per fare delle dichiarazioni, ci permettesse non solo di ascoltare ma anche di parlare; a maggior ragione consentisse di parlare a chi, avendo avuto responsabilità nella Giunta precedente, si sentiva parte in causa nel rispondere a delle cose che erano, come ho detto, una contraffazione della realtà del passato.

Quindi siamo qui oggi in un prosieguo di quella giornata, della giornata in cui lei, signor Presidente, ha chiesto di venire a parlare in quest'Aula di energie rinnovabili, non credo perché tecnicamente interessato all'argomento, altrimenti sarebbe andato a parlarne in Commissione laddove, avendo noi già parlato dell'argomento in un'altra mozione in quest'Aula, che lei non ha avuto il tempo di arricchire con la sua presenza, si è deciso di riparlarne, di fare un approfondimento, e non c'è stato modo di sentire il suo punto di vista.

Lei è dovuto venire qui a parlare in quest'Aula non perché è interessato gli aspetti tecnici, ma per giustificare giustamente il suo operato. Avrei fatto anch'io lo stesso. Nel momento in cui c'è una pluralità di notizie sulla stampa, sui media, in cui lei, come dice, è stato sottoposto al "tritacarne mediatico" che gira attorno ai nomi di Verdini, Carboni, Fusi e chi più ne ha più ne metta, ha avuto il bisogno di venire a parlare in quest'Aula e dire come padre, come cittadino, come persona nella sua globalità: "Mi sto comportando bene, mi sto comportando onestamente. Stanno sbagliando i giornali".

Credo che sarebbe stato importante in quel momento dare la possibilità a noi tutti, anche a me, non solo di ascoltare ma di intervenire e dire il nostro punto di vista, che credo possa essere un fatto importante, non per cercare un titolo su un giornale, di cui veramente m'interessa parecchio poco e tanto non ci sarà, ma per dare un contributo, per guadagnarmi questi soldi che comunque la comunità sarda mi dà.

Allora sugli aspetti tecnici, eolico sì, eolico no, energie rinnovabili, ne ha parlato chi mi ha preceduto. La soluzione sta non nel bloccare tutto, ma nel cercare di portare avanti un progetto. Il nostro progetto era di arrivare fare produrre almeno una quota del 40 per cento di energia rinnovabile rispetto ai consumi della Sardegna, il vostro progetto ancora non lo conosco, non è stato conosciuto in campagna elettorale, prima o poi ce lo direte. Si raggiungono risultati non se si blocca indiscriminatamente, come voi avete ampiamente detto nella passata legislatura, ma se ci si ferma, si ragiona, si danno delle regole e poi si lavora dentro le regole.

Questo è quello che abbiamo fatto nella passata legislatura, con una regola, come sarebbe piaciuto al collega Sanna, compresa nella finanziaria per il 2007 e che è stata immediatamente cancellata perché disturbava, disturbava programmi che erano diversi rispetto a quello di fare unicamente l'interesse generale, di perseguire unicamente il bene comune, come lei qualche volta richiama. Ne abbiamo parlato, non consumo ulteriormente tempo su questo argomento.

Il tema che mi sta a cuore, e non la consideri un'accusa contro di lei, questo non sta a me, ci saranno i tribunali per giudicare; anche io un venerdì sì e un venerdì no sono in un tribunale per difendermi per le cose fatte nell'esercizio della mia carica; ma, come diceva il collega Sechi, il destino personale di ciascuno di noi non è un qualcosa che mi appassiona, mi appassiona invece il destino comune della Sardegna.

L'altro giorno ero a Trento per partecipare al festival dell'economia; ho partecipato, ho dato il mio contributo e ho sentito anche il contributo degli altri partecipanti. All'ultimo importante incontro è intervenuto Roberto Saviano che ha parlato dell'economia mafiosa e del suo radicamento, della diffusione costante, continua, accelerata dell'economia mafiosa in Italia e fuori dall'Italia, talmente pervasiva da arrivare a controllare quasi tutto in certi Paesi. Bene, a me sta a cuore che questa economia mafiosa non invada la Sardegna, a me sta a cuore che vigiliamo, che siamo tutti consapevoli che non stiamo scherzando, che non è di noi che stiamo parlando, che un falso amico può nascondere un problema grave che lasceremo poi nei prossimi decenni se la mafia o l'economia mafiosa e i capitali mafiosi invaderanno la Sardegna.

Questo è ciò che mi interessa. E pretendere di non parlare di questo o voler evitare di vedere e di discutere di questo è un comportamento semplicemente omertoso. Noi abbiamo il dovere di non essere omertosi, ma di vigilare e di comprendere! Ci sono magistrati e forze di polizia che stanno combattendo queste cose, non in Sicilia, in Sardegna e per la Sardegna. Ci sono le dichiarazioni di una personalità politica che tutti rispettiamo e stimiamo, il Presidente della Commissione antimafia, che dice che c'è una commissione parlamentareper discutere di questo problema, per analizzare questo problema - potete andare a leggere le dichiarazioni, non ve le leggo io adesso - e aggiunge anche che per quanto se ne sa è già totalmente evidente che infiltrazioni mafiose gravi pervadono il business dell'eolico, così come è di totale evidenza, basta leggere le cose, che alcune società sono in Sardegna!

Sono in Sardegna persino all'origine di attività che hanno riguardato gruppi primari, importanti, seri, rispettabili che pure hanno comprato autorizzazioni da personaggi che successivamente sono stati condannati insieme a Cosa nostra in Sicilia. Mi riferisco a Ulassai, Perdasdefogu, alla Saras. A Perdasdefogu, dove la piscina comunale, finanziata dalla Regione, credo non sia stata ancora inaugurata perché non hanno i soldi per riscaldare l'acqua, sono circondati da 40 pale, collega Sanna.

Sto dicendo che spendiamo i soldi per costruire le piscine di cui non potremo riscaldare l'acqua avendo però 40 pale eoliche che producono energia a vantaggio di altri. Di questo sto parlando! E ci sono società che presentano i loro progetti qui a Cagliari oggi, non altrove, dalla cui denominazione alla fine si risale al nome di Cutolo, ai paesi del casertano da cui hanno origine le cosche mafiose più pericolose! Ci sono società che hanno aperto uffici a Oristano, che hanno guardato quelle coste e che alla fine riportano a nomi come quello di Vito Ciancimino! Allora, noi vogliamo essere omertosi o vogliamo suonare l'allarme alla società sarda?

PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli consiglieri, signori Assessori, quella di oggi è stata una giornata intensa per cui io vorrei provare a fare una sintesi degli interventi pronunciati, e la faccio considerando questa seduta come un naturale prolungamento di quella dello scorso 1° giugno. Da qui desidero partire per ricordare come il Presidente, abbia da subito offerto la propria disponibilità per venire in quest'Aula a fare delle dichiarazioni in relazione a un tema caldo, scottante, scabroso, un tema rispetto al quale il Presidente della Regione non poteva certo esimersi dal presentarsi a quest'Aula, dal presentarsi ai sardi, per fare le sue dichiarazioni, per raccontare la verità, per raccontare i fatti.

Debbo però constatare che la prima risposta è stata quella dell'abbandono dell'Aula e poi è seguita la presentazione di una mozione dalla quale però, si è detto in diversi interventi, lo abbiamo visto tutti, qualcuno ha deviato per intraprendere una strada che non ho alcuna intenzione di seguire. Noi siamo interessati alla chiarezza, non abbiamo paura della verità, non ci presteremo mai ad alimentare polveroni che possano rendere meno comprensibile questa verità.

Non posso fare a meno di notare che le considerazioni contenute nel documento in discussione appaiono incomplete, contraddittorie e talvolta anche pretestuose. Se si vuole dimostrare che la precedente Giunta ha ben operato e noi invece abbiamo distrutto questo lavoro mirabolante, allora temo che il tentativo sia destinato a rimanere vano. Qualcuno poi, accecato forse dal livore, dall'astio, non so da che cosa, è caduto in gravi contraddizioni accusandomi, allo stesso tempo, di aver bloccato tutto e di aver permesso tutto. L'ho detto il 1° giugno, lo voglio ripetere oggi, la Giunta e la maggioranza sono impegnate in un momento gravissimo, in un momento di crisi gravissima a contrastare questa crisi e a cercare di creare e di costruire nuove opportunità di sviluppo e di occupazione per la nostra terra.

Tuttavia, per dimostrare l'infondatezza e la strumentalità di questa mozione devo, consentitemi di farlo, richiamare le più evidenti e macroscopiche inesattezze. Si parla prima di tutto di rivisitazione, aggiornamento e approvazione del PEARS. Già qui le idee sono evidentemente poche e confuse. Non era questo forse il Piano che costituiva il fiore all'occhiello della precedente Giunta regionale?

La verità è che dopo la delibera che la Giunta ha assunto e con la quale ha approvato nell'agosto del 2006 il Piano, l'iter non si è mai concluso. Ad oggi, non essendosi ancora completata la procedura di VAS, nel corso della quale sono emerse una serie di criticità, sostanzialmente, considerato che la normativa prevede che i piani che siano sprovvisti di VAS costituiscano una sostanziale violazione di legge, il Piano stesso è inesistente.

I ritardi maturati nella precedente legislatura hanno reso lo strumento pianificatorio datato, giacché i bilanci energetici ai quali quel Piano si riferisce sono datati 2004 e gli obiettivi con i relativi indicatori sono riferiti al 2010, ad oggi, e la previsione, lo scenario di medio-lungo termine si ferma al 2015, cioè domani. Anche gli obiettivi che hanno ispirato il Piano sono superati; gli scenari e la situazione economica nazionale e internazionale sono ben diversi da quelli riportati o ipotizzati negli studi del 2006. Il modello di sviluppo contenuto nel PEARS è basato sul potenziamento del comparto di produzione, mentre gli obiettivi comunitari indicano lo sviluppo di un processo opposto - è stato richiamato in qualche intervento oggi in quest'Aula - basato sulla riduzione dei consumi.

In definitiva, era già scontato che la Giunta fosse impegnata in una necessaria ridefinizione dei contenuti del PEARS, non solo, siamo andati anche oltre introducendo una normativa innovativa e originale che prevede l'elaborazione e approvazione da parte del Consiglio di un piano specifico per lo sviluppo di tecnologie e impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Entro il mese di settembre la Giunta presenterà a questo Consiglio la proposta di Piano per le energie rinnovabili.

La mozione, inoltre, richiama l'esigenza di una modifica del quadro normativo vigente, peraltro con argomentazioni imprecise e contraddittorie che sono già state messe in luce nel corso del dibattito in più interventi. Sia ben chiara una cosa, bene ha fatto questo Consiglio ad adottare le norme di cui oggi tanto si è discusso, perché è proprio attraverso queste norme che si è introdotto un meccanismo di adeguamento automatico alla normativa nazionale e comunitaria. Viceversa, come ho avuto modo di sottolineare nella seduta del 1° giugno era il previgente quadro normativo a presentare palesi contraddizioni e a violare i principi nazionali e comunitari.

Faccio un breve richiamo; le disposizioni di cui sopra contenevano forti criticità sotto il profilo della competenza amministrativa per il rilascio delle autorizzazioni; inoltre, il procedimento definito dalla precedente legge regionale introduceva ampi e gravi margini di discrezionalità per la parte politica che, in questo modo e attraverso intese con i privati, si riservava di decidere sulle iniziative che potevano o meno essere realizzate nel settore delle rinnovabili. Vi era in buona sostanza una palese distorsione di quel principio di libera concorrenza che è stato più volte richiamato.

Per capire meglio di che cosa stiamo parlando credo sia utile sottolineare che fu proprio in ragione di questa errata impostazione che, sempre la precedente Giunta regionale, si riservò la prerogativa del tutto discrezionale di siglare intese con grossi gruppi industriali interessati a investire nel settore delle energie rinnovabili in Sardegna.

Siamo dovuti intervenire in maniera decisa per ripristinare la trasparenza, la correttezza, l'imparzialità del procedimento, per rimuovere la discrezionalità attuativa e gli evidenti vizi di legittimità della precedente normativa. Sgombrando il campo da qualsiasi fraintendimento, la nuova normativa prevede che sino all'approvazione del Piano energetico ambientale regionale la competenza autorizzativa è della Regione. Viene inoltre introdotto il regime autorizzatorio in luogo delle procedure di evidenza pubblica di dubbia compatibilità con la disciplina comunitaria e nazionale.

Oggi si prevede viceversa lo strumento degli accordi procedimentali che rientrano nella competenza gestionale dei dirigenti. A proposito, desta sconcerto che i consiglieri regionali estensori della mozione confondano il regime dell'accordo procedimentale, introdotto dalla vigente normativa, con l'accordo di programma, ben noto alla precedente Giunta e utilizzato per siglare intese con gruppi privati. Ci si accusa ancora di aver sottratto competenze ai SUAP rendendo più complessa e farraginosa la procedura autorizzativa. Niente di più sbagliato. I SUAP non hanno mai avuto questa competenza né potevano averla.

A chi ha la memoria corta ricordo una nota della precedente direzione regionale della Presidenza della precedente Giunta con la quale si ribadiva che i SUAP non avevano nessuna competenza autorizzativa e che la stessa era delegata alle sole province. Resta il fatto che se la volontà politica di questo Consiglio fosse quella di valorizzare il ruolo dei SUAP, assegnando agli stessi specifiche competenze in materia di rilascio dei provvedimenti autorizzativi, questa possibilità può essere perseguita con un coerente e conseguente provvedimento di legge.

Non siamo certo distratti sulle recenti e importanti novità introdotte dalla legge comunitaria e approvata dai due rami del Parlamento nel maggio scorso. Va tuttavia sottolineato, come è stato già detto, che si tratta di una legge delega che fornisce indirizzi e direttive e che quindi rimanda ai decreti delegati per la regolamentazione attuativa della materia. Valutiamo in ogni caso positivamente le novità che la stessa introduce, in particolare la parte che prevede meccanismi di ulteriore semplificazione e accelerazione delle procedure autorizzative, soprattutto per quegli investimenti che più direttamente interessano iniziative di piccola e media dimensione; investimenti che potranno avere effetti virtuosi di crescita economica e occupazionale nel tessuto produttivo dei nostri operatori.

Noi siamo sempre stati a favore della semplificazione e della accelerazione dei provvedimenti e dei procedimenti di autorizzazione e, quindi, ben vengano le novità previste dalla normativa comunitaria che siamo pronti a recepire laddove si prevede che, per impianti con capacità di generazione non superiore a 1 megawatt di potenza, sia sufficiente la sola denuncia di inizio di attività; una novità che siamo pronti ad applicare automaticamente non appena verranno adottati i relativi decreti legislativi, adozione che ovviamente auspichiamo avvenga nel più breve tempo possibile.

A differenza di quanto erroneamente sostenuto nella mozione e nel corso dei diversi interventi in aula, nessun contrasto può a oggi essere sollevato tra le nuove disposizioni della legge comunitaria e la legislazione regionale vigente. Al contrario, è proprio quanto previsto dalla legge regionale vigente che consentirà l'aggiornamento automatico della normativa regionale alla normativa nazionale dei limiti di potenza al di sotto dei quali non sarà necessaria l'autorizzazione unica ma la semplice dichiarazione di inizio attività.

Resta il fatto che le condivisibili accelerazioni e semplificazioni del procedimento introdotte dalla comunitaria sino a un megawatt dovranno essere controbilanciate dalle opportune valutazioni sull'impatto territoriale e su un equilibrato sviluppo di tutte le fonti rinnovabili. Questo discorso, che sarà opportunamente approfondito nello specifico Piano per lo sviluppo degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, riguarda in particolare gli impianti eolici per i quali, come più volte sottolineato nel corso del dibattito, abbiamo già raggiunto una potenza tra installato e autorizzato di oltre 1000 MW da considerarsi vicino a un punto di saturazione per il nostro territorio, anche alla luce delle numerosissime richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale pari a una potenza di oltre 6000 MW.

Colleghi del Consiglio regionale, appare chiaro come le argomentazioni della mozione siano assolutamente pretestuose, non vi è nessun reale contributo costruttivo da parte dell'opposizione al dibattito che deve portare l'Assemblea a compiere importanti e strategiche scelte per la Sardegna. La Giunta, sì, ha avviato un percorso, ma a questo va assicurata una continuità con una forte coesione e azione politico-legislativa di questa Aula e con un sempre più ampio e diffuso coinvolgimento dei territori e delle forze sociali.

Plaudo alla compattezza dimostrata oggi dalla maggioranza che ha dato prova di coesione contrapponendo argomentazioni qualificate, e invero ci sono stati degli spunti altrettanto costruttivi anche in alcuni interventi dell'opposizione, spunti positivi dei quali mi rallegro e che sono pronto a cogliere . Ma mi auguro che in prospettiva, su temi così rilevanti, muti l'atteggiamento di sterile contrapposizione adottato da gran parte dei presenti appartenenti alle forze di minoranza oggi.

E' opportuno lasciare aperto il confronto costruttivo sul modello strategico che sta ispirando la nostra azione di governo; le fonti alternative, il risparmio energetico, la riduzione delle emissioni clima-alteranti, la nascita e le opportunità offerte dalla green economy sono temi fondamentali per lo sviluppo dell'isola e sono uno degli assi strategici del nostro programma. Si punta sulle risorse non delocalizzabili, sulle nostre specificità, sull'innovazione, la conoscenza e lo sviluppo sostenibile. Un programma che assume come fondamentali gli obiettivi e gli strumenti definiti in sede comunitaria entro il 2020: ridurre del 20 per cento le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20 per cento il risparmio energetico e aumentare al 20 per cento il consumo di fonti rinnovabili.

Sin dal mese di settembre 2009 sono state avviate consultazioni di natura multidisciplinare sia con gli Assessorati competenti o interessati alla tematica energetica che con rappresentanti di associazioni di categoria, operatori del settore energetico, esperti internazionali e ricercatori delle nostre università. Le riflessioni emerse hanno rafforzato l'idea di dover definire, necessariamente, strategie non basate esclusivamente sulla generazione da fonte rinnovabile ma più articolate ed integrate che tengano conto delle peculiarità della nostra Regione e trasformino in opportunità le criticità.

Limitare gli obiettivi al perseguimento di uno sviluppo esclusivo del comparto e della filiera di generazione da fonti rinnovabili sarebbe un errore strategico che non ci possiamo permettere di commettere. Se analizziamo che cosa realmente è avvenuto in Sardegna in questi anni osserviamo che lo sviluppo del settore delle fonti rinnovabili non ha consolidato un'occupazione di tipo strutturale, e l'attuale mercato del lavoro nel settore rinnovabile è caratterizzato da un'elevata precarietà e vulnerabilità. E' maturata quindi la nostra consapevolezza che la Sardegna debba puntare su un suo modello originale e innovativo in tema di green economy affinché la stessa possa essere veramente un volano di trasformazione dell'economia.

Sono fermamente convinto che sia un modo corretto di interpretare il nostro status di Regione autonoma, siamo noi a dover determinare i processi di sviluppo del territorio senza essere dipendenti da modelli che non ci appartengono. Questo significa governare, queste sono le assunzioni di responsabilità alle quali siamo stati chiamati. Il salto di qualità, cari colleghi, è pensare la green economy non come un'opportunità di filiera ma come un vero e proprio modello economico e sociale.

Stiamo proponendo un nuovo stile di vita, una rivoluzione culturale. Con la green economy è un intero territorio che si mobilità e partecipa attivamente; l'obiettivo strategico è quello di anticipare il cambiamento tecnologico, culturale e sociologico invece che importarlo da altri contesti territoriali. Appare evidente come queste finalità in alcun modo avrebbero potuto permettere speculazioni, importazioni di modelli esogeni o peggio ancora aggressioni del nostro territorio. Anche dall'opinione pubblica venivano manifestate forti preoccupazioni, diventate allarme sociale, per le molteplici istanze che erano state presentate per la realizzazione di parchi eolici e in particolare parchi eolici off-shore.

Si è trattato di un'ipotesi di aggressione del nostro territorio inaccettabile e rispetto alla quale abbiamo opposto tutta la nostra contrarietà in termini concreti con atti amministrativi. Peraltro il divieto di realizzazione di impianti eolici, è stato ricordato anche oggi, era stato già inserito ed implicitamente determinato in via di fatto dalle disposizioni del Piano casa. A sgombrare il campo in via definitiva e da qualsiasi dubbio serviva un atto forte, l'ho detto lo scorso 1° giugno, degli atti formali, forti che contenessero un messaggio chiaro, inequivocabile da parte della Giunta, responsabile e inequivocabile. Sono queste le motivazioni di fondo che hanno portato la Giunta regionale, nello scorso mese di marzo, ad adottare tre delibere che mettono la parola fine a qualsiasi tentativo di speculazione e aggressione del nostro territorio.

Non mi dilungo ulteriormente sul contenuto di quelle delibere perché è stato trattato lo scorso 1° giugno ed è stato ripreso abbondantemente oggi; voglio però aggiungere che noi non abbiamo solo enunciato gli obiettivi strategici di questa nuova prospettiva, ma abbiamo avviato nel concreto un progetto sperimentale e innovativo nel territorio che abbiamo definito "Sardegna CO2. Zero". L'obiettivo del progetto è quello di attivare una serie di azioni integrate e coordinate di breve, medio e lungo periodo destinate a rendere il bilancio delle emissioni di CO2 della Regione Sardegna pari a zero. Le azioni previste tendono a coinvolgere tutti i comparti produttivi, partendo dalle comunità locali, allo scopo di analizzare non solo tecnicamente ma anche sociologicamente gli effetti di una simile trasformazione.

Il progetto ha come obiettivo quello di far crescere una nuova sensibilità nei riguardi delle tematiche ambientali che prepotentemente incidono, e sempre di più incideranno, sulla nostra vita quotidiana e sulle dinamiche di sviluppo dei nostri sistemi economici e sociali. Ecco perché, con la diffusa partecipazione delle comunità locali e dei principali attori chiave, il progetto si propone di coniugare le primarie esigenze di tutela e salvaguardia dell'ambiente con le opportunità di impiego economico sostenibile dei territori al fine di dotare le stesse comunità di innovativi strumenti in grado di generare benessere e di auto sostenersi energeticamente ed economicamente.

Altri prima di noi hanno intrapreso questi percorsi virtuosi con importanti ricadute economico-occupazionali anche da un punto di vista turistico. Penso ad alcune isole del Nord Europa e agli esempi eclatanti e significativi della Spagna e della regione di Navarra in particolare con la quale in passato abbiamo stipulato degli accordi che poi sono rimasti lettera morta, sono stati totalmente disattesi, e la Navarra è arrivata a quel risultato attraverso un percorso esattamente analogo a quello che noi abbiamo avviato con la nostra "Sardegna Energia".

Uno dei punti di forza del progetto è proprio quello di parlare direttamente alle comunità, trasferendo in modo condiviso nuovi principi etici e culturali che vanno ben oltre i pur importanti aspetti economici legati alle politiche di produzione energetica. Pur tuttavia, voglio saltare alcuni aspetti di dettaglio, su questo lavoro sono state proiettate delle ombre. Sono ombre nelle quali non mi riconosco, sono ipotesi e comportamenti che non mi sono mai appartenuti, non mi appartengono né mai mi apparterranno.

Caro onorevole Sanna, non posso non rimarcare con amarezza che oggi chi è stato bugiardo è stato lei perché, conscio delle mie parole, le ha volute travisare per farmi delle accuse che non merito. Io le auguro una cosa sola per il futuro, di poter avere in questa sua ricerca del bene comune la stessa serenità di coscienza che ha il sottoscritto e che risulta da quello che è stato fatto, che risulta da ciascun atto di questa Giunta, e che mi porta a dire con assoluta serenità che questa ricerca del bene comune è stata perseguita, e sono e resto orgoglioso, e lo posso dire a testa alta, di quello che questa Giunta ha fatto.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, intanto non è stata una giornata persa, è stata una giornata intensa, come ha detto il presidente Cappellacci, però credo che abbiamo fatto bene a presentare questa mozione, abbiamo fatto bene a chiedere un dibattito. La correggo subito, presidente Cappellacci, lei il 1° giugno non ha fatto dichiarazioni come avrebbe dovuto fare, ma comunicazioni; le dichiarazioni come lei ha detto appartenevano da Regolamento all'articolo 120, avrebbe dovuto fare quelle, perché di particolare rilievo politico e amministrativo, almeno politico e amministrativo. Lei, pertanto, non ha fatto dichiarazioni, ha fatto comunicazioni e ha voluto evitare il dibattito. Questo è nei fatti, come dice lei, è nei fatti.

Oggi abbiamo cercato di colmare questa lacuna, abbiamo tentato di animare un dibattito, abbiamo posto una serie di quesiti e, ancora una volta, lei e la maggioranza per buona parte del tempo avete parlato della legislatura precedente. Io le ricordo che questo governo è in carica da 15 mesi, per cui non guardiamo al passato, guardiamo al presente, guardiamo all'azione della sua Giunta regionale. Per buona parte ha fatto ancora dichiarazioni programmatiche, forse è la terza o quarta volta che le fa, costituite in gran parte da buone intenzioni.

Io credo che ci siano alcuni punti importanti. Intanto il rapporto Consiglio-Presidente, Consiglio-Giunta. L'ordine del giorno del 10 febbraio 2010 era molto chiaro: dava mandato alle Commissioni consiliari quarta e quinta di affrontare nel merito il problema delle energie rinnovabili e di predisporre congiuntamente una risoluzione.

Il Presidente non si presenta in audizione, probabilmente aveva altro da fare, trova però il tempo, il 12 marzo scorso, di indire una conferenza stampa in pompa magna, da grande evento, nel corso della quale ci anticipa il contenuto di tre delibere, una in particolare riguarda "Sardegna Energia SpA"; questo, ripeto, durante i lavori delle Commissioni che avevano un mandato, un mandato ricevuto da quest'Assemblea, la massima Assemblea istituzionale della Sardegna, di occuparsi di energie rinnovabili.

Lei come Giunta decide invece di andare avanti di testa sua, modificando, invertendo il percorso che aveva cominciato, e che in particolare aveva perfezionato il 6 e il 7 agosto, in piena estate, dell'anno precedente. Il problema, allora, non è il fatto che noi la accusiamo di aprire su tutto, oppure di bloccare tutto, il problema è la sequenza temporale che ho cercato di illustrare stamattina. L'argomento è che lei non trova il tempo per questo Consiglio regionale, non trova il tempo per discutere le mozioni (ne abbiamo presentato una sul G8, sullo stato dei lavori e sugli appalti), e noi siamo preoccupati, i sardi sono preoccupati. Esiste un comitato d'affari, esiste una cricca? C'è una Sardegna che è preoccupata.

Si lega ormai il nome della Sardegna, lo diceva l'onorevole Cuccureddu, solo a questi fatti torbidi, e non si parla d'altro nella penisola, la Sardegna nei giornali nazionali non emerge per nessun altro motivo. Allora noi siamo preoccupati e bisogna troncare sul nascere ogni possibile ingresso, ogni tentativo di porre in essere delle azioni che non tutelino gli interessi della Sardegna. E proprioperché non sempre nei suoi atti ha fatto gli interessi della Sardegna, anzi devo dire che molte volte si è invece ispirato a poteri romani, che stamattina le ho detto: "solo per questo dovrebbe rassegnare le dimissioni".

Quindi salvaguardare gli interessi della comunità sarda, questo è il primo obiettivo nei fatti, come dice lei. Certo noi dobbiamo dare spazio alla politica alta e nobile, non dobbiamo fare processi, e penso che non li abbiamo fatti stasera, non dobbiamo dare spazio alle strumentalizzazioni; ma nessuno, Presidente, può permettersi di strumentalizzare la Sardegna, lei non lo deve permettere ad alcuno, e quindi magari evitare anche qualche occasione, evitare che qualcuno strumentalizzi la regione Sardegna per interessi che magari sono privati, che non sono comuni.

I rapporti con i poteri romani. Lei trova tempo per tutto, trova tempo per incontrare Verdini, per incontrare Carboni a Roma, come minimo soddisfa la richiesta di nominare Farris all'ARPAS, come minimo, non ha detto niente su questo. Non trova modo invece di affrontare con autorevolezza i problemi veri: ci hanno scippato il G8 e non ha detto niente; ci sono state le scuse postume del presidente Berlusconi, nient'altro. I fondi FAS, i fondi per le aree sottoutilizzate derivano da questa debolezza strutturale, da questa debolezza di questa Regione che non affronta il rapporto con lo Stato come dovrebbe, come si è sempre fatto. Per la Sassari-Olbia, al di là di tutto ciò che è stato detto in questi quindici mesi, non abbiamo le risorse, ci sono state portate via, scippate.

La chimica, Vinyls, la mancata autorevolezza non ha consentito al Governo, che ha voluto fare da arbitro, di dare indirizzi all'Eni. E avremo tra poco il problema del fenolo e del cumene, con la Polimeri Europa. La "vertenza entrate", ci diceva pochi giorni fa il Presidente della Commissione programmazione che lo Stato ha trasferito 1 miliardo sui 6 dovuti, non è mai accaduto, altro che vertenza entrate, altro che 1 miliardo e 700 milioni in più. E con quale autorevolezza lei sta affrontando questo problema?

La scuola, l'accordo Baire-Gelmini, abbiamo svenduto, abbiamo dato risorse nostre per le autonomie scolastiche a Roma, e così via. Insomma un'assenza totale! Dov'è finito il collegato? Non lo sappiamo, farete forse una manovra di assestamento, un fallimento dopo l'altro.

Non ci ha detto niente sull'ingegner Farris, perché è ancora al suo posto, perché l'ha nominato, se ha i titoli. Non ci ha detto perché l'ingegner Piga dopo il 31/12 è rimasto a svolgere una funzione per conto di 377 comuni della Sardegna, e perché l'ha nominato.

Non ha detto niente sul fatto che sul sito Internet sono occultate le delibere, i decreti. Certo, il sito ha cambiato vestito, adesso si è tinto d'azzurro, ma sotto il vestito niente, perché non ci sono più le delibere in tempo reale, perché non ci sono più le delibere importanti.

C'è pertanto una sequenza temporale; guardatela: 6-7 agosto 2009, 12 marzo 2010. Certo, è presente una inversione di tendenza, però bisogna capire bene. Non può essere un vanto, Presidente, bloccare improvvisamente e indiscriminatamente con "zero autorizzazioni" il settore; occorreva, sì, fermare speculatori e affaristi ma, contemporaneamente,occorreva anche incoraggiare gli investimenti seri per impianti di piccola e media dimensione.

Nel merito della mozione, noi abbiamo presentato un ordine del giorno che nella premessa contiene una censura politica per la grave insufficienza dell'azione di governo in questa materia, per l'inadeguatezza dell'azione amministrativa; in cui si dà atto delle notizie certe che la Commissione parlamentare antimafia - come reso noto dal Presidente della medesima - si sta occupando di indagare sulle eventuali infiltrazioni mafiose nel campo dell'energia eolica.

Nell'ordine del giorno si impegna pertanto il Presidente a porre in essere ogni iniziativa anche di vigilanza in materia di energia; ad acquisire le dimissioni dell'ingegner Farris, o perlomeno a procedere alla sostituzione cautelativa dell'attuale direttore generale dell'ARPAS; ad attivare una interlocuzione con la Commissione parlamentare Antimafia al fine di acquisire utili indicazioni finalizzate alla migliore organizzazione delle norme e delle procedure di competenza regionale, con l'obiettivo di impedire ogni possibile infiltrazione affaristica da parte della criminalità organizzata nell'attività di produzione. trasporto e distribuzione dell'energia; a fare in modo che la Regione sia più autorevole nella conferenza Stato-Regioni all'interno del Piano di azione nazionale e definire, in un'ottica di federalismo solidale, le quote di energia elettrica da assegnare alle singole Regioni che le gestiranno all'interno di un proprio Piano; ad avviare con immediatezza l'aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale, che tenga conto del necessario equilibrio complessivo tra potenza elettrica installata e consumi elettrici regionali.

Si impegna inoltre il Consiglio regionale a perfezionare e a porre all'esame dell'Aula, fin dalla prossima seduta consiliare (presidente Lombardo, mentre lei sorride le devo fare questa sollecitazione), le norme urgenti riguardanti lo sblocco dell'attività di installazione di impianti di energia rinnovabile di interesse per le piccole aziende artigiane ed agricole, per gli edifici di proprietà pubblica e dei singoli cittadini in linea con le disposizioni nazionali in materia.

Ecco, io credo, Presidente, che se lei avesse voluto veramente proseguire le dichiarazioni - che non ha fatto perché ha fatto comunicazioni - del 1° giugno, avrebbe dovuto probabilmente parlare d'altro, è andato fuori tema, doveva parlare di questi fatti e ancora una volta oggi non ha dato risposta.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, praticamente lei ha già illustrato l'ordine del giorno, quindi le mozioni si intendono ritirate?

BRUNO (P.D.). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, signor Presidente della Giunta, che dire…. Da un punto di vista personale posso esprimere la mia soddisfazione per la tranquillità, glielo dico con estrema sincerità, che lei ha manifestato nell'evitare legittimamente, ma forse non opportunamente, di dare risposte; prendo atto pertanto della tranquillità da lei mostrata rispetto a queste zone d'ombra che ancora sussistono e che non sono state neanche minimamente fugate. Ci saranno altre sedi o altri momenti per poter avere ulteriori elementi di chiarezza. Però è già importante che il Presidente della Giunta regionale, il Presidente della Sardegna, abbia manifestato in quest'Aula la sua tranquillità rispetto agli atti che la Giunta ha portato avanti nel corso di questi mesi.

Fatta questa premessa di carattere personale, vorrei ringraziare il presidente Soru per l'autorevole grido d'allarme che ha lanciato in quest'Aula. Sentendo il suo intervento di stamattina infatti mi è venuto alla mente un intervento dell'onorevole De Magistris, tenuto di fronte ad un'assemblea di studenti di quarta e quinta classe delle scuole superiori di Cagliari. Ad una domanda precisa di una giornalista (essendo un magistrato è sicuramente esperto di infiltrazioni mafiose) che gli chiedeva se i fenomeni di mafia e di 'ndrangheta fossero circoscrivibili solamente alla Sicilia, alla Calabria o alla Campania, disse con molta nettezza che i sardi non possono assolutamente essere tranquilli perché i fenomeni di infiltrazione mafiosa legati ai business di questo periodo (rifiuti, edilizia, eolico) sono assolutamente evidenti a chi, con una lente speciale, sta già cercando di individuare le possibili infiltrazioni malavitose presenti in questi settori.

Il presidente Soru oggi ha posto con chiarezza, di fronte a quest'Aula, l'esigenza che tutti noi:'organo legislativo, organo esecutivo, forze politiche, sociali e sindacali, non sottovalutiamo questo problema, perché la Sardegna non è esclusa assolutamente da questi fenomeni!

Signor Presidente, debbo dire però che non sono soddisfatto della sua replica anche perché non ritengo che le mozioni, la numero 62 e la numero 31, siano assolutamente da rigettare, come invece è sembrato emergere dalla sua replica. Come opposizioni, con estrema serietà, abbiamo posto la necessità di fare ulteriormente chiarezza su alcuni elementi; abbiamo la necessità di capire, perché sinceramente non l'abbiamo ancora capito (aspetteremo a settembre come lei ha detto, ma avremmo voluto qualche anticipazione), qual è la politica energetica della nuova Giunta regionale della Sardegna. Noi esprimiamo in merito la nostra preoccupazione.

E' ben vero che la Regione Sardegna ha qualche elemento di autonomia rispetto alla politica energetica nazionale, però io pongo a quest'Aula il problema di come conciliare l'auspicio di un potenziamento della green economy, come lei l'ha definita giustamente, del risparmio energetico prima di tutto, dello sviluppo e dell'utilizzo delle fonti rinnovabili con "l'inversione a U" che, per esempio, il Governo Berlusconi ha compiuto a livello nazionale relativamente allo sviluppo dell'energia nucleare e ricordo che l'ex ministro Scajola diceva che la politica nucleare sarebbe stata il cavallo di battaglia del suo Ministero, il Ministero dello sviluppo economico.

E' indubbio però che l'accordo con la Francia per l'acquisto delle centrali nucleari (4 o 5 centrali nucleari) pone un problema serissimo perché gli investimenti eccezionali di cui il nucleare ha necessità per essere impiantato sottrarranno all'Italia le ingenti risorse che sarebbero necessarie anche per sviluppare, per incentivare l'utilizzo delle energie alternative e anche il cambiamento di cultura e di mentalità legato alla green economy. Questo è un problema serissimo; è serissimo quanto il fatto che in Sardegna sia in atto una mobilitazione per impedire l'installazione di centrali nucleari o di depositi di scorie nucleari. Anche questo è un problema aperto. Dove vogliamo andare? Ecco la contraddizione nel voler tentare di tenere i piedi in più staffe, non si conciliano queste politiche, non si possono conciliare.

Vorremmo pertanto che dalla Giunta regionale venisse un sussulto di impegno relativamente allo sviluppo della green economy ma anche in relazione al rigetto di una politica nazionale contraddittoria. L'ultima riflessione che vorrei fare, non utilizzo tutti gli argomenti, attiene alle infiltrazioni mafiose. Su questa questione concordo con il collega Bruno che ha chiesto alla Giunta l'attivazione di un tavolo comune di confronto con la Commissione nazionale Antimafia e con il presidente Pisanu. Sono assolutamente d'accordo; così come concordo sulla indicazione del collega Pittalis, relativamente all'istituzione di una Commissione d'inchiesta sull'eolico e quant'altro.

Ritengo che quelle che abbiamo già istituito, e che è necessario mettere immediatamente in pista prima delle altre commissioni d'inchiesta, siano forse più importanti; relativamente al problema di definire la politica energetica della Giunta e del Consiglio regionali sarebbe opportuno invece che le Commissioni consiliari competenti possano rispondere finalmente al compito che gli è stato assegnato dal Consiglio regionale, compito a cui finora non hanno adempiuto. E' indubbio che su questa partita della politica energetica in Sardegna e dello sviluppo delle energie rinnovabili ci giochiamo larga parte delle possibilità di nuovo sviluppo della nostra regione.

Presidente, l'ultima considerazione; non abbiamo sentito una parola sulle intenzioni della Giunta per sbloccare immediatamente le tante domande, giacenti presso l'Assessorato dell'industria di agricoltori, piccoli imprenditori, che hanno necessità di trasformare in progetti realizzati di fotovoltaico funzionante larga parte degli investimenti già avviati. Nessuno domanda è stata ancora esaminata. Mi sembrerebbe importante riuscire a risolvere questa situazione di stallo per dare un minimo di concretezza a questo dibattito.

Infine, la discussione odierna non è stata assolutamente vana, probabilmente lo è stata quella del primo giugno, Presidente, perché se questo dibattito l'avessimo fatto quel giorno, raccogliendo l'indicazione dell'opposizione, avremmo forse evitato qualche polemica di troppo e avremmo potuto fare questo approfondimento…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di replicare il consigliere Planetta per dichiarare se è soddisfatto.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Mi ritengo soddisfatto della risposta del Presidente, soprattutto in merito al PEAR.

PRESIDENTE. E' pervenuto un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'utilizzo delle energie rinnovabili e sulla trasparenza e tracciabilità degli investimenti.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione delle mozioni n. 31 del 2009 e n. 62 del 2010, in merito alla necessità di approvazione dei necessari strumenti di pianificazione e di organizzazione e delle responsabilità gestionali in materia di energia, e della relativa normativa atta a garantire trasparenza e tracciabilità degli investimenti nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e pulite, non nucleari e, per la riduzione delle emissioni inquinanti da impianti a combustione;

PREMESSO che:

- è emersa la grave insufficienza della azione di governo del Presidente e della Giunta, in questa materia ed in altre di importanza decisiva, per un efficace contrasto agli effetti della pesante crisi sociale ed economica che attraversa attualmente la nostra Regione;

- è stata ampiamente dimostrata ancora una volta l'inadeguatezza dell'azione amministrativa del sistema pubblico regionale, in relazione alle evidenti urgenze finanziarie, organizzative e operative con le quali l'Autonomia regionale deve confrontarsi;

- è stato rilevato il rischio che livelli di responsabilità di direzione del predetto sistema pubblico possano risultare o solo apparire alle istituzioni locali, alle imprese ed ai cittadini, condizionati, non imparziali e non liberi nell'esercizio delle loro funzioni;

- è notizia certa che la Commissione parlamentare Antimafia, come reso noto dal Presidente della stessa Commissione, si stia occupando di indagare sulle eventuali infiltrazioni mafiose nel campo dell'energia eolica;

impegna il Presidente e la Giunta regionale

1) a porre in essere ogni iniziativa necessaria a garantire la piena funzionalità delle procedure e delle strutture regionali istruttorie e di vigilanza in materia di energia ed ambiente;

2) ad acquisire le dimissioni o a procedere alla sostituzione cautelativa dell'attuale direttore generale dell'ARPAS;

3) ad attivare una interlocuzione istituzionale con la Commissione parlamentare Antimafia, al fine di acquisire utili indicazioni finalizzate alla migliore organizzazione delle norme e delle procedure di competenza regionale, con l'obiettivo di impedire ogni possibile infiltrazione affaristica da parte della criminalità organizzata nelle attività di produzione, trasporto, distribuzione dell'energia;

4) a farsi parte attiva in sede di Conferenza Stato-Regioni all'interno del Piano d'azione nazionale il cui completamento è previsto entro il 30 giugno p.v. e siano definite in un'ottica di federalismo solidale le quote di energia elettrica prodotte da FER, da assegnare alle singole Regioni che all'interno di un proprio piano potranno stabilire le modalità di impiego in termini di ricadute sociali, occupazionali ed economiche;

5) ad avviare con immediatezza le procedure di adeguamento del PERS, che tenga conto del necessario equilibrio complessivo tra potenza elettrica installata e consumi elettrici regionali; che affronti in chiave di sostenibilità il tema dell'efficienza energetica negli specifici piani relativi alla promozione della mobilità elettrica, alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato, all'ottimizzazione dell'efficienza del trasporto e produzione di energia secondo il modello della generazione diffusa.

impegna inoltre il Consiglio

a perfezionare e porre all'esame dell'Aula in apertura della prossima seduta le norme urgenti riguardanti lo sblocco delle attività di installazione di impianti di energia rinnovabili di interesse delle piccole aziende artigiane ed agricole, per gli edifici di proprietà pubblica sede di attività pubbliche, e dei singoli cittadini in linea con le disposizioni nazionali in materia. (1).)

PRESIDENTE. Ricordo che, a seguito della presentazione dell'ordine del giorno, le mozioni si intendono ritirate.

Ha facoltà di parlare il consigliere Luciano Uras per illustrare l'ordine del giorno.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo brevemente perché l'ordine del giorno è stato distribuito e quindi ritengo che tutti i colleghi abbiano avuto la possibilità di leggerlo. Tralasciando la parte relativa al giudizio politico, che chiaramente troverà assolutamente divergenti le posizioni di maggioranza e di minoranza, mi permetto di sottolineare l'esigenza di approvare almeno alcuni dei punti che impegnano la Giunta, il Presidente e lo stesso Consiglio regionale.

In modo particolare vanno approvati il primo punto: "porre in essere ogni iniziativa necessaria a garantire la piena funzionalità delle procedure e delle strutture regionali istruttorie e di vigilanza in materia di energia ed ambiente"; il secondo punto: "acquisire le dimissioni o procedere alla sostituzione cautelativa dell'attuale direttore generale dell'ARPAS" per la motivazione data nel "premesso", ovvero, ove si rilevi "il rischio che i livelli di responsabilità di direzione del predetto sistema pubblico possano risultare o solo apparire alle istituzioni locali, alle imprese e ai cittadini, condizionati, non imparziali e non liberi nell'esercizio delle loro funzioni".

Segnalo ancora per l'approvazione il terzo punto: "attivare" - su questo concordo assolutamente con quanto diceva il presidente Soru - "una interlocuzione istituzionale con la Commissione parlamentare antimafia". Ove si abbia notizia, così come abbiamo, di tentativi di infiltrazione affaristica da parte della criminalità organizzata nelle attività di produzione, trasporto e distribuzione dell'energia in Sardegna, credo che istituzionalmente noi si debba conoscere l'opinione che la Commissione parlamentare ha in ragione di tutti gli elementi che la stessa Commissione può ovviamente, in ragione dei poteri che esercita, acquisire, perché le normative che noi dovremmo porre in essere in questa materia siano le più chiaramente destinate a contrastare le infiltrazioni di cui dicevo poc'anzi.

Il quarto e il quinto punto riguardano situazioni di organizzazione, pianificazione e gestione degli interventi in materia di fonti di energia rinnovabili, e in modo particolare la ridefinizione delle quote regionali per poter acquisire quanto più è possibile a questa regione al fine di meglio orientare la produzione di energia in Sardegna verso le fonti di energia pulita; e il quinto punto, procedere immediatamente all'adeguamento del PEARS (se per qualcuno vuol dire approvazione originale del PEARS, che si vada ad una approvazione del PEARS) che tenga conto del necessario equilibrio complessivo tra potenza elettrica installata e consumi elettrici regionali, in modo particolare, questo è l'elemento che mi sento di sottolineare, in funzione della costruzione della produzione di energia in ragione del fabbisogno regionale, quindi non con una eccedenza, e che affronti in chiave di sostenibilità il tema dell'efficienza energetica e anche della produzione di energia secondo il modello della generazione diffusa.

Penso che la Commissione agricoltura abbia nella propria disponibilità una proposta per regolamentare la installazione di impianti di energia di piccola dimensione, al di sotto del megawatt di potenza, che sarebbe utile poter avviare a realizzazione soprattutto per piccole imprese artigiane ed agricole e per l'alimentazione e i consumi di edifici di proprietà pubblica finalizzati ad attività pubblica.

Presidente, anche se la maggioranza mi pare molto distratta, assolutamente poco attenta, credo che sui punti che abbiamo indicato, al di là del giudizio sulla Giunta, sulla capacità della Giunta di gestire questa materia, io penso che sia giusta una riflessione, perché dire di no ad alcuni di quei punti equivarrebbe ad assumere, politicamente, una posizione difficilmente comprensibile da parte delle nostre popolazioni e della nostra comunità, e difficilmente comprensibile anche rispetto a un impegno comune che noi tutti dobbiamo avere di contrasto chiaro verso ogni tipo di infiltrazione di criminalità organizzata.

E' un problema che non riguarda solo la Sardegna, riguarda tutta l'Italia e gran parte anche dell'Europa: eventi tragici si sono consumati attorno a questi temi quando le istituzioni non hanno saputo "stringersi" attorno al medesimo obiettivo di contrasto. Ecco perché mi permetto di insistere, Presidente, su questi contenuti.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, chiedo ancora due minuti di pazienza all'Aula e al Presidente per argomentare brevemente i motivi del mio voto favorevole all'ordine del giorno.

Presidente Cappellacci, io sono tra quelli che non le ha ricordato le sue vicende, le intercettazioni, ciò che lei ha chiamato "gogna mediatica", "tritacarne mediatico", perché quest'ultimo lo assimilerei a quelle motoseghe che quando partono non si sa dove arrivano, partono da una parte, arrivano dall'altra e, a volte, non si sa più chi possono colpire. E' successo anche a noi quindi, da questo punto di vista, lei ha personalmente la mia solidarietà e non ho difficoltà a prendere atto della sua serenità d'animo.

Però, vede, alla fine di questo dibattito la critica che sento di muoverle è che non ho ancora capito se lei sa di che cosa sta parlando, cioè lei non ha dato una risposta di merito, non ci ha spiegato come facciamo a sbloccare il problema delle autorizzazioni ai piccoli operatori, di fatto bloccate. Abbiamo rinviato le autorizzazioni, abbiamo accentrato nuovamente in capo all'Ammiistrazione regionale anche autorizzazioni per 30 kilowatt, senza spiegare a quale ufficio rivolgersi e sottraendo un'opportunità di sviluppo.

Ho provato a spiegarle che quei piccoli impianti sono quelli che ci garantiscono di partecipare alla raccolta di quegli incentivi che possano anche "fare economia". Non ho capito quanto ne vogliamo produrre di queste energie rinnovabili perché lei nella sua delibera, che continuo a definire confusa, dice che bisogna parlare soltanto di soddisfare il fabbisogno energetico delle aziende, quindi l'autoconsumo, l'autoproduzione. Ma lei sa quanto consumano le aziende sarde in termini di consumi elettrici, Presidente? Consumano circa 7000 gigawattora, ci vorrebbero 3500 megawatt di eolico per coprire il fabbisogno energetico delle aziende sarde. Cosa intende lei per autoproduzione, autoconsumo: piccoli impianti, impianti fino a 200 kilowatt, piccoli impianti fino al megawatt? E nel momento in cui tutto questo carico non è sostenibile come si stabiliscono le priorità?

Leggo che EON vuole mettere 100 megawatt di fotovoltaico per creare 250 posti di lavoro, devo capire come. Ma 100 megawatt di piccoli impianti genererebbero 2000 posti di lavoro e leggo anche che si vogliono rendere possibili e installare non 500 megawatt di fotovoltaico ma 2500 aumentando le superfici delle aree industriali. Io non ho ancora capito la vostra politica, mi sembra una politica confusa, mi sembra una politica che tende, come dire, a non considerare un bilanciamento tra produzione e consumi. Da questo punto di vista sono insoddisfatto della sua replica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'ordine del giorno e ne chiedo la votazione per parti: la premessa, ognuno dei cinque punti contenuti nel primo impegno, infine l'ultimo punto. In questo modo si può consentire che sui punti dove ci sono delle ombre queste vengano portate alla luce e si sanino alcune situazioni. Porto l'esempio della persona che riveste un alto incarico nella pubblica amministrazione regionale, Farris, che per opportunità andrebbe rimossa per eliminare ogni dubbio ed ogni possibile ulteriore preoccupazione.

L'altro elemento che consentirebbe di agevolare la discussione o, meglio, di concludere oggi nel miglior modo possibile la discussione relativa alle mozioni sarebbe un incontro istituzionale con la Commissione Antimafia. Io non so se i colleghi della maggioranza hanno colto non ciò che diciamo noi, ma ciò che viene detto da rappresentanti delle istituzioni parlamentari del nostro Paese, ciò che viene segnalato da più parti, e cioè che la Regione sarda è considerata un luogo appetibile per le infiltrazioni mafiose che produrrebbero, chiaramente, non benefici ma disastri nella nostra Isola.

Per questa ragione, nell'esprimere il voto a favore dell'ordine del giorno, chiedo ai colleghi della maggioranza di leggere con attenzione i diversi punti e di votare a favore di quelli che possano consentire un futuro, sereno dibattito su questo tema.

PRESIDENTE. Onorevole Zedda, le chiedo cortesemente di esplicitare meglio la sua richiesta di votazione per parti.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, chiedo che si voti la premessa, poi ognuno dei cinque punti, infine l'ultimo punto relativo a "impegna inoltre il Consiglio".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, nella sua replica mi è sembrato fermamente e, ovviamente, convinto delle cose che ha detto, come è avvenuto per ognuno di noi; però, Presidente, mi è sembrato anche che lei abbia fatto una replica preparata ieri o l'altro ieri senza tener conto del dibattito che si è svolto in Aula: è una scelta, non la condivido, ne prendo atto.

Durante il dibattito alcuni di voi, lei compreso, Presidente, avete avuto modo di apprezzare almeno in parte le mozioni presentate dalle opposizioni, in particolare quella che ha come primo firmatario Mario Bruno. Noi quella mozione l'abbiamo ritirata e abbiamo presentato un ordine del giorno; pertanto vorrei chiederle due cose. Lei anche oggi nella sua replica ha parlato di orgoglio e di autonomia. Ora, finché glielo chiedo io, finché glielo chiedono rappresentanti dell'opposizione io capisco che lei nulla dica relativamente all'imbarazzante situazione determinata dal direttore dell'ARPAS, Farris; ma quando le dimissioni di Farris sono richieste non soltanto dai banchi dell'opposizione ma da autorevoli, autorevolissimi rappresentanti della maggioranza, davvero non comprendo, Presidente, il suo silenzio.

Allora, se l'autonomia permea la sua cultura di governo, se davvero vuole esaltare questa autonomia e, aggiungo, anche un minimo di etica e di responsabilità istituzionale, credo che lei nella replica avrebbe dovuto per lo meno consegnarci le dimissioni di Farris.

Ancora, e concludo, mi vuol dire per cortesia come la Giunta e la maggioranza intendono accogliere la richiesta di quel mondo ampio e vasto di piccoli imprenditori che aspettano una risoluzione relativamente agli impianti di potenza inferiore o uguale a un megawatt? Noi vi sfidiamo, la prossima settimana a inserire all'ordine del giorno una leggina con un articolo unico che risolva questa questione. Volete votare almeno questi due punti dell'ordine del giorno?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi. la richiesta di votazione per parti, ovviamente io voterò a favore su tutto l'ordine del giorno, ha un senso, ha un senso…

LOCCI (P.d.L.). Luciano, non lo votiamo, è inutile che insisti.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ha il senso, dicevo, di avanzare una proposta di coesione autonomista su un terreno: quello del contrasto rispetto a un nemico comune, che io non ho dubbi che sia un nemico e che sia anche un nemico comune. E' l'opportunità di dire: lavoriamo insieme perché l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili siano impiegate in termini positivi per le ricadute sociali, occupazionali ed economiche per la nostra Regione, e perché la nostra Regione sia all'avanguardia nel settore della green economy, cioè della capacità di produrre rispettando l'ambiente naturale.

Non ci sono giudizi politici; io ho anche evitato di fare nel mio intervento questo tipo di riferimenti, non mi sono lasciato andare, non mi sono abbandonato né a sospetti né ad altro. Questo è un ordine del giorno civilissimo, vi assumerete la responsabilità se lo vorrete bocciare tutto. Bocciatelo pure in tutte le sue parti,ancora una volta non farete una bella figura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della premessa dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere LOTTO ha votato a favore e che i consiglieri ARTIZZU, CAPELLI e CAPPELLACCI hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SORU - URAS - ZEDDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 70

votanti 69

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 23

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione il punto 1 dell'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.).Presidente, intervengo solo per chiedere un chiarimento. A supporto proprio di quanto ha detto il Presidente, la maggioranza sta mostrando una decisa coesione, con la consapevolezza di essere all'inizio di un nuovo percorso in cui deve trovare la propria dimensione. Probabilmente è una maggioranza politicamente in evoluzione, e bisogna porre attenzione a questa fase.

Nel merito, però, noi voteremo contro l'ordine del giorno, perché la nostra è una votazione politica, ed è un supporto politico, leale, che il nostro Gruppo, presumo, o perlomeno noi tutti diamo a questa maggioranza. Però non si possono non condividere alcune affermazioni contenute nella parte in sui si impegna la Giunta. Il nostro Gruppo, primo firmatario il nostro segretario regionale, ha proposto un'interrogazione in merito al caso Farris, per semplificare, chiedendone le dimissioni e il sollevamento dall'incarico. Di questo bisognerà tenere conto.

E' chiaro che noi siamo attenti all'impegno che è stato proposto, siamo attenti alle osservazioni relative alla Commissione antimafia; anzi, devo ricordare a quest'Aula un po' distratta che qualcun altro, prima del presidente Soru, ha richiamato queste riflessioni in Aula. L'ha fatto anche nella passata legislatura quando alcuni appalti, soprattutto nell'edilizia residenziale pubblica, sono stati assegnati come al solito al massimo ribasso favorendo delle imprese, in quel di Onifai per esempio, inserite in un contesto di controlli mafiosi.

E' chiaro che in quel caso è stata richiamata l'attenzione dell'allora presidente Soru, che non prestò però orecchio a questi richiami. Allora, prestiamo orecchio tutti insieme. Io credo che nessuno in quest'Aula voglia infiltrazioni mafiose nel nostro sistema regionale, nazionale o quant'altro. Noi siamo attenti ad alcuni richiami contenuti nell'impegno, e li teniamo in debita considerazione, e credo che anche il Presidente e la Giunta facciano lo stesso.

Il nostro è un voto politico, è un voto politico di conferma di schieramento politico, perciò rigettiamo la mozione, ma prestando anche attenzione al fatto che questo comporterebbe una sfiducia nel Presidente, e noi non intendiamo farlo in questo momento, non intendiamo farlo su questa vicenda, e non intendiamo farlo in assoluto, sempre che oggi si metta una pietra miliare che segnali l'inizio di un nuovo percorso.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 1 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere CAPPELLACCI ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 2 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere CAPPELLACCI ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - CUCCUREDDU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA GiacomO - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 23

contrari 44

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 3 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA MARIO - FLORIS Mario - FLORIS rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 4 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 5 dell'ordine del giorno.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere CAPPELLACCI ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 22

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'ultima parte dell'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il Presidente della Regione per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, onorevoli consiglieri, signori Assessori, credo ci siano dei momenti in cui la politica, la politica alta, quella che tutti quanti noi dichiariamo essere la nostra aspirazione più grande, dovrebbe essere capace di trovare una convergenza su quei temi che indubbiamente, indiscutibilmente, occorre affrontare con la stessa determinazione, con la stessa coesione, con lo stesso interesse.

In questa mia dichiarazione di voto, voto contrario per le ragioni politiche che sono state illustrate, voglio sottolineare come la Sardegna, la nostra Sardegna sia culturalmente e geneticamente aliena, in assoluto, da forme di pensiero che possano anche solo da lontano avvicinarsi a ipotesi di infiltrazioni mafiose.

Questa contrarietà l'abbiamo ben chiara nelle nostre azioni, l'ho ben chiara nella mia coscienza; l'impegno di questa Amministrazione, di questa Giunta, del sottoscritto (ci tengo a precisarlo, e credo di dare anche una risposta a una domanda specifica che mi è stata posta) pertanto sarà massimo e non si fermerà mai, davanti a niente e nessuno, nell'affermare questo principio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Io avevo sperato che il Presidente, vista la sua richiesta di dichiarazione di voto, volesse per una volta entrare nel merito di questa discussione. Capisco che l'essere associati o il fatto che si dubiti che l'azione di governo possa favorire infiltrazioni mafiose lo tormenti, però credo che al momento sia più rilevante, o più contingente, il problema di dare risposte a centinaia di operatori del settore energetico che, con l'attivazione di piccoli impianti da 10, 20, 30, 40, 50 kilowatt, possono mettere in moto la nostra economia.

Io speravo che con la sua dichiarazione di voto intendesse chiedere o il ritiro di questa parte della mozione, per evitare che il Consiglio si pronunci contro la possibilità che questo settore importante dell'economia possa essere rimesso in moto, perché di fatto è bloccato dalla centralizzazione delle autorizzazioni, oppure esprimesse un voto favorevole; mi dispiace che, ancora una volta, il Presidente della Regione abbia perso l'occasione di darci risposte.

Non ci ha dato risposte neanche su come faremo a porre limiti veri alla possibilità per aziende di qualsiasi tipo di installare impianti eolici in Sardegna perché, lo dice la Corte costituzionale, questo non è competenza delle Regioni; soltanto attraverso segnalazioni di quote, Presidente, concordate con lo Stato all'interno di un Piano d'azione nazionale, noi potremmo riguadagnare quei margini di autonomia che ci consentono di essere padroni in casa nostra.

Lei questo non lo vuole fare, ha perso un'altra occasione di rispondere nel merito, si rifugia in una discussione di tipo generale, non siamo noi che la richiamiamo a queste responsabilità, è lei che per non rispondere nel merito preferisce parlare d'altro, e questo ci dispiace. Naturalmente il mio voto è favorevole all'ordine del giorno, anche perchè impegna il Consiglio ad approvare al più presto una legge che sblocchi i piccoli impianti capaci di generare ricadute positive per la nostra economia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io ho sperato, vedendo il Presidente prendere la parola, in un colpo di teatro che lo vedesse protagonista nel fare propria l'esigenza, emersa nel corso della discussione, sia negli interventi dei colleghi dell'opposizione, ma anche in tanti di quelli della maggioranza, di sbloccare la situazione; si tratta non di cercare chissà quale soluzione, ma semplicemente di riprendere il lavoro che le Commissioni hanno fatto, di utilizzare il lavoro che è stato prodotto, di prendere l'impegno di risolvere il problema entro la prossima settimana.

La questione delle infiltrazioni mafiose in questo punto dell'ordine del giorno non c'entrano; io faccio appello al Presidente affinché si renda protagonista di un vero colpo di teatro, come dicevo prima, chiedendo alla maggioranza di approvare il punto in questione. Rivediamoci, quindi, tra una settimana e risolviamo il problema, con merito di tutti, non solo di una parte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Io sono meno ottimista dell'onorevole Lotto; è un impegno che ho assunto, Presidente, cari colleghi, perché tutti noi abbiamo ricevuto delegazioni di operatori del settore agricolo, imprenditoriale che hanno chiesto e chiedono al Consiglio regionale, alla Giunta regionale di sbloccare le pratiche giacenti presso l'Assessorato dell'industria.

E' un problema che ci siamo impegnati a risolvere, pertanto io non chiedo, come hanno fatto altri colleghi, alla maggioranza o al Presidente di votare l'ordine del giorno, mi basta anche un solo cenno del capo, Presidente, ma queste domande vanno sbloccate al più presto, Bisogna che la Giunta si faccia parte diligente e dia una risposta alle centinaia di operatori economici, di comuni e di famiglie che aspettano una risposta, tenendo conto che il 31 dicembre scade il secondo bando per l'accesso ai finanziamenti per il fotovoltaico.

Io voto a favore chiaramente dell'ultimo punto in votazione e prego di voler prendere atto di questa richiesta urgentissima da parte di centinaia di nostri operatori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io voterò a favore, convintamente, e anche consapevole che è giusto, evidentemente, che voi votiate contro, per il semplice fatto (Presidente, lei si è tanto indispettito per quello che le ho detto) che state mettendo in essere, per le parole che avete detto, e anche per quelle che non avete detto, perché le pensate, la messa in scena espressione della maggiore falsità della politica che i cittadini sardi possano capire.

Dite infatti: siamo in parte d'accordo, sono messaggi giusti, l'antimafia, eccetera, eccetera, però dobbiamo votare contro in nome di un atto di fede corporativo. Spiegate questo discorso ai sardi, spiegatelo agli operatori; questa è la falsità della politica, una politica distante dalla gente, distante dalla trasparenza, distante dalla "politica". Votate contro, saranno molto più chiare a tutti le diverse posizioni presenti in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, io vorrei chiedere ai colleghi dell'opposizione di rivolgersi a noi quando parliamo in Consiglio regionale, perché se non è risultato chiaro ciò che ha voluto dire oggi il Capogruppo del Partito sardo d'Azione, mi permetto di dirlo in due parole: sull'energia decide questo Consiglio, perché vi rivolgete alla Giunta?

Poichè abbiamo detto che le delibere avvengono in un quadro amministrativo e anche normativo che noi vorremmo portare in quest'Aula, sapete perfettamente, perché alcuni colleghi, vostri compagni di partito, fanno parte delle Commissioni che si sono occupate delle direttive della Giunta e della proposta di modifica anche delle direttive, che il decreto Tremonti prevede all'articolo 43 una cosa molto bella: zone a burocrazia zero. Il primo comma dice: "possono essere istituite nel meridione d'Italia zone a burocrazia zero".

Allora, nella prossima programmazione dei lavori entreranno in Consiglio diverse norme; vogliamo discutere quindi in Consiglio della possibilità di sbloccare tutto ciò che è mini, tutto ciò che è legato ad attività produttive? Noi abbiamo delle idee, per esempio, sull'energia ai pastori. Noi abbiamo delle idee. Al prossimo appuntamento consiliare, non c'è bisogno di chiedere un'autorizzazione, c'è bisogno di parlarci, di parlarci e di fare. Noi siamo interessati a dare risposte alle campagne, siamo interessati a dare risposte alle piccole aziende della Sardegna, siamo interessati rispetto a questa specifica possibilità della Sardegna ad applicare la norma, una delle poche ma interessante, prevista dal decreto Tremonti all'articolo 43. Noi ci siamo: se questa istituzione vale impariamo a farla funzionare.

Sulla mafia vorrei dire due cose. In primo luogo ho ritrovato una persona che sa interloquire con i toni e con l'intelligenza di cui è capace, e lo apprezzo. In secondo luogo vorrei ricordare che nel giugno 2006 parlando da quei banchi, io da solo, dissi che l'allora direttore generale della presidenza stava dando un'autorizzazione a un tale ingegner Polotti per una centrale a Giave e che questo ingegner Polotti era citato nelle relazioni dell'antimafia per il commercio dei rifiuti. Venni lasciato solo come un cane e isolato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, quest'ultimo punto, che è un po' anomalo, impegna il Consiglio e, quindi, non è vero che noi non ci rivolgiamo all'Aula, ci rivolgiamo prevalentemente all'Aula. Io ho smesso di rivolgermi alla Giunta, perché alla Giunta mi rivolgo con le leggi che quest'Aula approva e che la Giunta lascia sistematicamente non applicate. Non è una novità, Presidente, non riguarda solo lei, però lei non si è distinto in maniera diversa.

Nelle leggi finanziarie, e anche nella legge finanziaria che vi abbiamo consentito di approvare entro il 31 dicembre, sono stati approvati articoli fondamentali, eppure la spesa di questa Regione è un disastro! Che cosa volevamo con questo dibattito? Ancora una volta volare alto, convenire su alcune cose elementari su cui non si può essere che d'accordo.

La differenziazione politica non ha un grande significato perché non c'era da differenziare nulla sull'esigenza di sapere come noi ci dobbiamo comportare in ragione di aggressioni che pure esistono. Non c'era nulla, ma nulla da differenziare sul piano politico per sapere che un funzionario, di cui tutta la stampa nazionale parla in un certo modo per qualche tempo non deve svolgere quella funzione. E' un'ovvietà! E' un'ovvietà!

Io non ho dubbi che in questo Consesso siamo tutti onesti e tutti impegnati, però il nostro impegno si misura. Io non so se ho lasciato qualcun altro solo in altre circostanze, può anche essere, e che abbia fatto anch'io voti politici dei quali ero poco convinto. Mi riprometto di non farne più. Se ne ho fatto mi riprometto di non farne più! E il tema che è anche racchiuso nell'ultimo punto che noi adesso voteremo e sul quale voterò a favore, appartiene alla nostra disponibilità, a quella di questo Consiglio, di quella parte e di questa parte. Quindi, così come lo siamo stati altre volte, siamo sempre disponibili ad attivare la discussione e a raggiungere l'obiettivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, con quest'ultimo punto "impegniamo il Consiglio", e lo impegniamo per una ragione semplicissima, come hanno detto anche i presidenti delle Commissioni industria e ambiente stamane. Le due Commissioni, infatti, a seguito di un ordine del giorno unitario del Consiglio, dovevano lavorare alla predisposizione di una risoluzione. Di fatto, anche se il testo non è stato licenziato, sono pervenute a una conclusione che dà una risposta agli operatori del settore; e non è un caso che, a dimostrazione del fatto, non per piccarci di questo, che non siamo distratti "impegniamo il Consiglio".

Mi rivolgo pertanto al Presidente del Consiglio; per la parte che lei può, Presidente, convochi d'accordo con i Capigruppo, credo non ci sia nessun problema, immediatamente il Consiglio regionale; chieda alle due Commissioni competenti (si possono convocare anche lunedì o martedì prossimi) di licenziare quel testo, presidente Rassu, che lei conosce bene e che risolve questa questione che riguarda tutti. La prossima settimana con un disegno di legge di un solo articolo si potrà dare una risposta definitiva a questo dramma.

Sull'ultimo punto di questo ordine del giorno io ho peccato di presunzione, faccio ammenda, pensavo che il Presidente della Regione stesse intervenendo (avevo posto il problema di Farris e l'approvazione di questa parte) per rispondere affermativamente. Ha detto altro, va bene.

Rinnovo a lei, presidente Lombardo, l'invito a convocare le due Commissioni affinchè portino immediatamente in Consiglio il loro testo. Questa sarebbe una sfida per noi tutti ed esalterebbe l'autonomia di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, era già stato previsto che le Commissioni si potessero riunire nella giornata di martedì 15; se dovessero riuscire a esitare il testo la Conferenza dei Presidenti di Gruppo valuterà l'introduzione di questo punto all'ordine del giorno nella tornata consiliare che inizierà, come comunicherò successivamente, mercoledì 16 giugno.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Presidente, collega Diana, dalle dichiarazioni della Giunta, dai nostri lavori e per nostra convinzione credo emerga che questa posizione sia stata condivisa. Non abbiamo nessuna difficoltà, pertanto, a esitare il testo nella prossima seduta delle due Commissioni congiunte. La nostra prima preoccupazione è proprio quella di sbloccare la situazione in essere, di trovare la maniera più corretta perché bisogna stare attenti. La Corte costituzionale per quanto riguarda la Regione Calabria - sta qui la difficoltà - purtroppo ha sentenziato che non possono essere indicati quantitativi di megawatt.

In questo momento, noi siamo agevolati dalla legge comunitaria che sino a un megawatt consente di presentare semplicemente la DIA. Sappiamo comunque dagli operatori che abbiamo audito in Commissione, che alcune iniziative imprenditoriali locali, specialmente nel settore agricolo, superano il megawatt.

Noi dobbiamo trovare una soluzione adeguata. Non è facile, vediamo come sarà possibile formularla, ma sia l'intenzione della Giunta (l'ha confermato in Commissione la dottoressa Massidda), sia la convinzione delle due Commissioni all'unanimità è quella di andare in questa direzione.

Io nel mio intervento ho detto che non era questo l'approccio con cui doveva essere affrontato questo discorso, perché si tratta di un discorso molto delicato, di un discorso molto complesso, di una problematica che riguarda il futuro e lo sviluppo socio-economico dell'isola per cui è indispensabile e necessario chiaramente approfondire per non sbagliare, per non fare demagogia e affinché non si usino determinati argomenti di importanza vitale per la nostra vita economica per dire e fare altro.

PRESIDENTE. Dichiari il suo voto, onorevole Rassu.

RASSU (P.d.L.). Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.). Esistono le "marchette", esiste il protagonismo. Sanno bene i due Presidenti, sanno bene i membri della Commissione, non i saccenti, che su questo argomento abbiamo discusso per cinque, sei sedute in Commissione e c'era una convergenza unanime. Però vi è stato spiegato, vi è stato detto dal collega Capelli che, così come avviene per il punto 2), io ho presentato (come Segretario regionale del mio partito) una interpellanza nella quale abbiamo espresso un giudizio molto chiaro, molto severo nei confronti di Farris, però abbiamo anche detto che siamo una maggioranza politica e quindi avremmo votato contro, cosa che abbiamo sistematicamente fatto.

Il tentativo di far perdere tempo e cercare di convincerci è praticamente un fatto così banale che se lo avessimo evitato probabilmente avremmo guadagnato tre quarti d'ora spesi in inutili discussioni.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ultima parte dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri CONTU Mariano e RASSU hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO DANIELE - COCCO PIETRO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI MARCO - MELONI VALERIO - MORICONI - PORCU - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CONTU Felice - CONTU Mariano - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSÌ - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU.

Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 22

contrari 45

(Il Consiglio non approva).

Colleghi, ricordo che martedì 15 giugno sono convocate le Commissioni. Il Consiglio è convocato mercoledì 16 giugno alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 17.