Seduta n.171 del 29/12/2010
CLXXI SEDUTA
Mercoledì 29 dicembre 2010
(POMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente COSSA
Indi della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 39.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 18 novembre 2010 (163), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Tarcisio Agus, Cesare Moriconi, Eugenio Murgioni, Teodoro Rodin, Adriano Salis e Matteo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 dicembre 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Acquisizione del ramo d'azienda della Società Sviluppo Italia Sardegna per azioni". (240)
(Pervenuto il 23 dicembre 2010 e assegnato alla terza Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Manca - Caria - Cucca - Diana Giampaolo - Cuccu - Barracciu - Sabatini - Agus - Solinas Antonio - Cocco Pietro:
"Disposizioni per la tutela dei fossili e dei minerali da collezione". (239)
(Pervenuta il 23 dicembre 2010 e assegnata alla quinta Commissione.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 219/S/A.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, vista la scarsa presenza dei consiglieri in Aula, chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Invito i consiglieri che appoggiano la richiesta ad alzarsi.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras)
Colleghi, non essendo trascorsi dieci minuti dall'inizio della seduta, non possiamo procedere a votazione, per cui sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 42, viene ripresa alle ore 16 e 54.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Onorevole Uras, reitera la richiesta di verifica del numero legale?
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No.
PRESIDENTE. La richiesta viene ritirata. Procediamo con i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, alcuni giorni fa leggevo un articolo del direttore di Lavoce.info (è un sito che si occupa di temi economici), che ricostruiva un po' l'atteggiamento dei due schieramenti, centrosinistra e centrodestra, nei confronti dei bilanci pubblici; veniva appunto constatato che i governi di centrosinistra sono i governi che, nell'ultimo ventennio della storia della nostra Repubblica, si sono impegnati al risanamento delle finanze pubbliche, alla diminuzione del disavanzo, non sono ricorsi all'indebitamento, hanno fatto operazioni importanti. In questo articolo veniva ricordata l'operazione (che, a mio parere, è la più importante di questi ultimi anni) fatta da Romano Prodi e dall'allora ministro Ciampi: l'ingresso nell'area dell'euro. Ingresso che fu fortemente criticato, ma che oggi ci consente di aver messo in sicurezza l'economia del nostro Paese.
Viceversa veniva ricordato come i governi di centrodestra solitamente hanno mandato in dissesto i bilanci pubblici, non hanno posto attenzione nel ridurre l'indebitamento, hanno aumentato il deficit dei bilanci dello Stato e delle varie Regioni che sono state gestite dal centrodestra. Questo è nelle cose, ma non sempre ha portato alla determinazione delle vittorie elettorali da parte del centrosinistra, anzi qualche volta la serietà e la rigidità, con cui venivano affrontati i temi finanziari della finanza pubblica dello Stato e delle Regioni, hanno contribuito a far perdere le elezioni.
Ora, se l'Assessore mi ascolta, devo dare atto, lo faccio con un principio di onestà, a questa Giunta di aver avviato un percorso che tende a diminuire il disavanzo. Quest'anno non accendiamo nuovi mutui, quindi non aumentiamo l'indebitamento, si va nella direzione della riduzione dei residui, quindi a costruire un bilancio vero, che è quello che ci ripetiamo da tempo, in cui le cifre hanno un senso e un significato e dovrebbero andare a corrispondere sempre di più a quello che è davvero il nostro bilancio. E' chiaro però che adesso seguono alcune mie considerazioni.
Prima di tutto, è possibile che oggi si metta in campo questa politica di risanamento e la si concretizzi grazie alla riscrittura dell'articolo 8; cioè, l'aver iscritto quelle nuove entrate previste dall'articolo 8, ci consente oggi di metterci in tranquillità. Poi altro è dire che la direzione era giusta e va confermata con un trasferimento reale di quei fondi! In secondo luogo, il risanamento di bilancio è un lavoro che già avviene in continuità amministrativa, era già stato avviato nella precedente amministrazione regionale, altrimenti oggi non si sarebbe potuto andare in quella direzione. In terzo luogo, tutta una serie di temi era stata posta già all'inizio della legislatura, alla discussione della prima finanziaria di questa legislatura ed erano stati respinti, in un primo momento, dalla Giunta regionale e dalla vostra maggioranza, emendamenti che avevano come obiettivo la riduzione dei residui e l'abbattimento degli stanziamenti che poi non venivano concretizzati in spesa effettiva. Quindi, tutta una serie di provvedimenti che voi avete pensato sin dall'inizio di bocciare. Oggi vi siete convertiti, andiamo in una direzione che noi condividiamo e ve ne diamo atto; ma siete riusciti a farlo grazie a un lavoro avviato nella precedente amministrazione e che trova oggi l'appoggio pieno di questa opposizione.
Ciò detto, però domando: è sufficiente tutto questo per dare un giudizio positivo a questa finanziaria? E' sufficiente aver impostato, diciamo in termini generici, "bene" la manovra per dare un giudizio positivo a questa finanziaria? Io credo di no! Noi abbiamo manifestato, entrando anche nei particolari, abbiamo dato un giudizio negativo su questa finanziaria, avevamo un giudizio negativo su questa finanziaria e conserviamo un giudizio negativo su questa finanziaria! Per diversi motivi che abbiamo esposto, innanzitutto perché non dà una risposta alla crisi.
Oggi il collega Giampaolo Diana ha ricordato alcuni dati, io voglio ricordarne un altro: in Sardegna esistono 330 mila persone che vivono in stato di povertà! Questa finanziaria non tiene conto, in alcun modo, della situazione di crisi che la Regione autonoma della Sardegna sta vivendo. Si ricordava che la disoccupazione è aumentata di più di due punti percentuali, è passata dal 12 per cento al 14,7 per cento e la disoccupazione giovanile si avvicina al 47 per cento. Questi sono dati che dovrebbero allarmarci. Anche oggi i quotidiani sardi riportano queste notizie, noi siamo convinti che la finanziaria dovrebbe rendersi conto di che cosa succede fuori da quest'aula, come la società sarda vive in questo momento, come le imprese vivono e soffrono questa congiuntura economica. Non ne tiene conto e non ritroviamo nella finanziaria alcun provvedimento tendente ad aiutare il superamento della congiuntura e della crisi.
Questa è una prima critica; non troviamo poi un progetto che guardi alle prospettive di sviluppo della nostra Isola e della nostra Regione. Guardate, io leggo alcuni comunicati che sono stati diramati dalla Giunta questa mattina, dove si parla innanzitutto di confronto con il Governo. "Il confronto con il Governo" - leggo testualmente - "va riproposto con forza su alcuni temi essenziali come il nuovo regime delle entrate, il Patto di stabilità, il trasferimento delle risorse del FAS 2007-2013 e, più in generale, la perequazione infrastrutturale, la fiscalità di sviluppo e l'effettiva continuità territoriale legata alla specificità insulare della Sardegna". Sono tutte affermazioni che, prese una per una, sono state un fallimento dietro l'altro da parte di questa Giunta.
Sulla vertenza entrate abbiamo dovuto occupare quest'aula per poter affrontare seriamente il tema, sul Patto di stabilità abbiamo rinunciato alla trattativa, sul trasferimento delle risorse FAS sappiamo i tagli che abbiamo subito, sulla perequazione infrastrutturale non se ne parli, sulla continuità territoriale non abbiamo avuto un becco di una lira. Questo è il risultato! Voi vi ponete questi obiettivi ma noi non troviamo attuazione di questi obiettivi!
Poi ci dite che, per la seconda fase della legislatura, la Giunta regionale individua obiettivi e priorità dell'azione riformatrice, si parte dalla riforma strutturale della spesa che liberi risorse per l'impresa, il lavoro, l'istruzione, l'efficienza della Pubblica amministrazione, viene poi indicata la riforma del sistema sanitario che, si legge nel DAPEF, è necessaria per garantire la massima qualità delle prestazioni e mettere fine ai viaggi della speranza. Questo lo proponete per la seconda fase, la domanda che sorge spontanea è che cosa avete fatto nella prima fase?
Noi a oggi non abbiamo risultati concreti, né sappiamo come intendete realizzare questi obiettivi. A questo punto si potrebbe aprire un lungo dibattito sull'impostazione della finanziaria. Posso anche condividere che le nostre finanziarie fossero composte di molti articoli e che qualche volta entrassero nel merito di riforme strutturali che forse andavano affrontate con un po' più di calma dentro la scrittura di leggi di settore. Posso anche condividere questo…
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, signor Assessore, onorevoli colleghi, anche quest'anno abbiamo dovuto fare le corse, stiamo facendo un lavoro forse inusuale per il Consiglio regionale, visto che è stato chiamato anche quest'anno ad approvare la finanziaria regionale entro il 31 dicembre, quasi che questo sia la risoluzione di tutti i mali. Abbiamo avuto l'esperienza anche l'anno scorso, avete voluto forzare i tempi per approvare la finanziaria 2010 e non mi sembra che i risultati siano stati eccezionali. Sarebbe interessante capire che cosa è migliorato per esempio nei trasferimenti nei confronti dei comuni o delle imprese, io sono convinto che l'approvazione della finanziaria non sia un problema di tempi ma sia un problema di contenuti, di risorse disponibili da spendere. Non bisogna neanche dimenticarsi, tra l'altro, che a questa finanziaria ci siamo arrivati e ci siamo fermati grazie a un atto eclatante che, come gruppi di minoranza, abbiamo messo in campo, quello di occupare l'aula per cercare di fare opera di sensibilizzazione nei confronti della maggioranza e della Giunta, perché una proposta di bilancio, come quella che avete presentato, era improponibile.
Quel nostro atteggiamento non era un atteggiamento demagogico o un tentativo di far slittare i tempi dell'approvazione, era il tentativo di difendere gli interessi dei sardi e, con quell'atteggiamento, abbiamo voluto confermare, ancora una volta che non rinunciamo né in questi giorni, né nel prossimo futuro, a difendere l'interesse dei sardi. Assessore, lo dico a lei, che è l'unico rappresentante della Giunta presente in aula, non illudiamoci che quell'ordine del giorno sia l'atto finale di quella "protesta". Abbiamo visto che lunedì non avete approvato la delibera, che era prevista, di impugnativa nei confronti del bilancio dello Stato, le motivazioni ufficiali dichiaravano che il Presidente della Giunta era malato, ma stamattina l'abbiamo visto in giro, mi auguro che domani sia presente alla riunione della Giunta e che la Giunta approvi finalmente dando, all'ufficio legale o a legali esterni, l'incarico di difendere gli interessi della Sardegna.
Io avrei preferito seguire un'altra strada, molto probabilmente per avere più forza contrattuale, per avere più forza nei confronti dello Stato centrale, avrei evitato di approvare una finanziaria non veritiera, una finanziaria che non ha certezze di trasferimenti e quindi avrei tenuto l'approvazione della finanziaria un attimo ferma in attesa di comunicazioni ufficiali dello Stato sui veri trasferimenti che spettano alla Sardegna. Avremmo così evitato di approvare, come molti componenti della maggioranza l'hanno definita, una finanziaria "asciutta"; noi l'abbiamo definita invece, per quello che è, una finanziaria "vuota", talmente vuota che, per la prima volta credo nella storia dell'Autonomia, il Presidente della Commissione bilancio si è rifiutato di illustrare in Aula la relazione di maggioranza della finanziaria (non conosco i motivi) dandola per letta.
Io credo che avere certezza di più risorse avrebbe consentito a voi, che avete l'onore di governare questa Regione, di prevedere interventi che fossero seri e che dessero finalmente a questa maggioranza un obiettivo che sino a oggi non è riuscita a darsi. La manovra finanziaria annuale (la finanziaria e il bilancio) è stata sempre l'atto qualificante di ogni maggioranza, direi anche a qualsiasi livello istituzionale: voi l'avete svuotata non solo di significato programmatico ma anche di significato politico, dimostrando ancora una volta la vostra incapacità a difendere gli interessi dei sardi.
Con una finanziaria come questa, che non dà risposta e non affronta nessuno dei problemi gravi che oggi attanagliano la Sardegna, state certificando l'incapacità a governare questa nostra Isola nel momento in cui tutti gli indicatori nazionali danno la Sardegna agli ultimi posti nel settore economico; tutto il mondo economico e imprenditoriale, a iniziare dal comparto dell'edilizia, in Sardegna è in forte crisi, i comuni e le province sono impossibilitati a spendere o ad appaltare opere pubbliche, i comuni dell'interno stanno vivendo una situazione drammatica, il loro declino è sempre più veloce e non si mette in campo alcuna azione in grado non dico di fermarlo ma almeno di rallentarlo.
Vorrei anche dire però che non è solo il problema del rispetto dell'articolo 8 dello Statuto regionale, abbiamo parlato più volte anche in quest'Aula del problema dei fondi FAS che il Governo nazionale ancora si rifiuta di trasferire alla Sardegna e i fondi FAS, vorrei anche ricordarlo, non sono solo i fondi della Sassari-Olbia (che è un'opera importante, che va conclusa perché quel territorio la richiede prima di tutto per continuare nella propria crescita economica e turistica ma soprattutto per il rischio che corre chi la percorre tutti i giorni), ma sono i fondi per le aree sottosviluppate, non vorrei che si ripetesse ancora una volta in Sardegna la situazione che abbiamo già vissuto con i problemi dei fondi dell'Obiettivo 1, quando la Sardegna stava dentro l'Obiettivo 1, o la situazione che due province, in modo particolare, Oristano e Nuoro, stavano vivendo, quei fondi, finalizzati soprattutto al riequilibrio all'interno della nostra Regione, non hanno fatto altro che allargare ancora una volta la forbice tra le province di Cagliari e di Sassari nei confronti degli altri territori della Sardegna, perché quei fondi per più del 90 per cento sono stati spesi in quelle due province.
Allora, se i fondi FAS devono essere sollecitati e devono essere chiesti con forza come trasferimenti nei confronti della Sardegna, non pensiamo ancora una volta che i fondi per le aree sottosviluppate debbano essere spesi in quelle due province, perchè ci sono altre aree della Sardegna che sono ancora molto più sottosviluppate di quelle, sono in modo particolare le aree interne! In molti territori delle aree interne, l'economia portante è stata, ed è ancora oggi, il settore agropastorale, il risultato di tanti dibattiti e di tante manifestazioni che si sono svolti in Sardegna in questi ultimi mesi, lo abbiamo visto ieri mattina a Civitavecchia: una legge approvata da questa maggioranza non ha fatto altro che dividere il mondo delle campagne, il mondo delle associazioni. Lo stesso Movimento pastori sardi è dovuto ricorrere ancora una volta a una manifestazione eclatante, chiedendo di essere ricevuto dal Governo nazionale, viste le risposte non date da questa maggioranza e da questa Giunta: è successo quello che il mio collega Lotto questa mattina vi ha illustrato. Credo che sarebbe servita un'indignazione, in altri tempi probabilmente tutto il popolo sardo si sarebbe indignato, questa volta non abbiamo sentito neppure il Presidente della Giunta regionale prendere le difese e rappresentare almeno una volta tutta l'Isola.
Io sono convinto che non siamo una repubblica sudamericana, siamo una repubblica democratica dove alla Lega è permesso, nonostante abbia suoi Ministri della Repubblica, minacciare di arrivare a Roma con le baionette, è permesso arrivare a Roma e organizzare pranzi per fare la pace con il popolo romano, e a noi sardi non è concesso neppure di prendere i pullman pagati da noi o i treni delle Ferrovie dello Stato per arrivare a Roma! Io credo che il Presidente della Giunta regionale debba chiedere con forza che si accerti chi c'era nella catena di comando…
PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Raccogliendo l'augurio che il presidente Cappellacci ha inviato a tutti i sardi, ho deciso di intervenire nel dibattito perché anch'io voglio partecipare a creare quel "circolo virtuoso di energia positiva per far emergere i valori più profondi della nostra bellissima terra, in modo da guardare con fiducia e ottimismo al futuro che ci attende".
A parte questo passaggio ironico, signor Presidente, signori della Giunta e colleghi consiglieri, non nascondo che sta diventando difficile parlare in quest'Aula e farsi comprendere. Manca, o si sta offuscando, la sensibilità politica che rende poco praticabile la cultura dell'ascolto e del dialogo, e l'esigenza di un confronto per convergere su strategie e obiettivi nell'unico interesse della Sardegna.
Abbiamo davanti a noi drammi economici e sociali, del lavoro e dell'occupazione, che si stanno vivendo oggi, derivanti non da oggi, e che sono aumentati in questi ultimi anni nelle famiglie, nelle fabbriche, nelle campagne, insomma globalmente nella nostra Regione. La politica li deve affrontare e possibilmente risolvere. A queste famiglie, a questi lavoratori, noi tutti dovremmo e dobbiamo pensare e, insieme, uniti possiamo dare risposte concrete, creando le condizioni di prospettiva per le imprese, per le aziende e per le stesse famiglie. Le risposte concrete si realizzano con il lavoro e l'impegno serio di tutti, innanzitutto con il nostro di legislatori attenti ai bisogni e alle istanze della comunità civile che noi tutti qui rappresentiamo.
In un tempo particolarmente segnato da dubbi, da paure, disorientamento e sfiducia, è difficile che, nel cuore di ognuno di noi e nel tessuto di ogni relazione umana, si accenda la luce della speranza, eppure noi non ci dobbiamo stancare, dobbiamo lavorare per dare risposte ai problemi e accendere una speranza. La dialettica politica e il confronto all'interno delle istituzioni tra maggioranza e minoranza e tra le singole componenti debbono svilupparsi e mantenersi nel rispetto delle singole identità ma soprattutto del contributo che ciascuna forza politica ha dato e dà al conseguimento degli obiettivi comuni.
Noi abbiamo lavorato sino a oggi senza grandi risultati o, meglio, senza risultati concreti, per spingere il Presidente della Regione a mettersi a capo di un movimento che guidi le giuste rivendicazioni dei sardi; azione necessaria e propedeutica per la soluzione dei problemi, perché le risorse non sono una variabile indipendente per la soluzione dei problemi, sono indispensabili per predisporre documenti e provvedimenti volti ad affrontare la crisi e impostare le prospettive del futuro.
La legge finanziaria, il bilancio e il collegato alla finanziaria sono gli strumenti per affrontare le tematiche di fondo come il rapporto col sistema delle autonomie locali, il federalismo interno come elemento fondante del federalismo fiscale, la continuità territoriale, la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale, storico e culturale, per uno sviluppo economico, produttivo e sociale. Su questi temi, io credo si giochino le prospettive e le speranze di sviluppo della Sardegna.
Cari colleghi, il compito che ci attende è arduo; di fronte a una situazione di crisi globale, la nostra Regione non è rimasta immune anzi, al contrario, tutti i settori, anche quelli più forti, quelli che ritenevamo che non potessero subire battute d'arresto, hanno subito un duro colpo; non solo l'agricoltura, la pastorizia, l'industria ma anche l'edilizia e il turismo attraverso una situazione di crisi con continua espulsione di manodopera. Ma, soprattutto, gli indicatori per il futuro ci dicono che non ci saranno miglioramenti per qualche anno. Allora oggi più che mai occorre mettere in campo una chiara strategia che abbandoni le produzioni obsolete e metta in campo una forte azione a supporto di una filiera che leghi insieme agricoltura, artigianato, ambiente, cultura, ricerca e formazione. Bisogna lavorare con una programmazione che metta insieme due esigenze, quella immediata di breve periodo e quella meno immediata di medio-lungo periodo, creando una programmazione armonica con risposte concrete che consentano la tutela e la valorizzazione del territorio in funzione dello sviluppo civile e culturale e sociale ed economico.
In quest'ottica, il tema della certezza delle entrate è un tema determinante, sulla legge finanziaria si ripongono sempre molte aspettative, solitamente tutte puntualmente tradite. Sappiamo tutti che la legge finanziaria non è, e non può essere, la soluzione di tutti i mali, ma se diamo uno sguardo ai temi legati alla finanza regionale, l'approvazione di questa finanziaria risulta essere cosa del tutto secondaria. Mi riferisco alla questione legata al nuovo regime delle entrate, alla contrattazione del Patto di stabilità, all'incapacità della Regione di spendere le risorse stanziate, a un continuo aumento dei residui, al controllo (o meglio fuori controllo) della spesa sanitaria che, come sappiamo tutti, incide in maniera consistente sul bilancio regionale. Il bilancio di previsione è un atto pieno di annunci, di stanziamenti che tutti sappiamo non si riuscirà a spendere e, mentre qui dentro affrontiamo lunghe discussioni, scontri e battaglie, illudiamo le tante persone che leggono cifre e annunci sui giornali, cifre e annunci che puntualmente per la maggior parte non produrranno assolutamente niente. Al riguardo, abbiamo una miriade di esempi, quando i risultati poi si producono, arrivano con un ritardo tale da far diventare insignificanti gli stessi interventi. Abbiamo una produzione di residui che denuncia e mette in luce una prassi consolidata da anni: nessuno intende affrontare con determinazione il problema. Non si fa oramai più uso del bilancio pluriennale perché l'imponente stanziamento mediaticamente fa più effetto, si concentra tutta la posta nell'annualità di riferimento pur sapendo dell'impossibilità di riuscire poi a spendere tutte le somme stanziate.
L'ultimo argomento che voglio trattare, ma non per questo meno importante, è la sanità. Certamente c'è da essere preoccupati e soprattutto attenti a una prudente, rigorosa e saggia gestione. Il primo aspetto: la legge di riforma del sistema sanitario è ferma da mesi e forse anche tramontata nella sua filosofia iniziale. Più che una legge di riforma, ci siamo, mi sono sforzato di far comprendere che serviva riprendere in mano il Piano sanitario regionale bocciato nella parte relativa alla rete ospedaliera; più che nuove leggi servono una programmazione sanitaria e regole, percorsi che disciplinino e favoriscano l'integrazione tra ospedale e territorio, controlli sulla spesa farmaceutica, interventi e controlli su liste d'attesa che riguardano tutti i sardi e la qualità e tempestività delle prestazioni, controlli sulle spese sanitarie, far decollare quella contabilità analitica per avere una situazione economico patrimoniale aggiornata in tempo reale semplicemente schiacciando un tasto, invece che lavorare con situazioni più o meno taroccate che arrivano ogni tre mesi per poi giungere alla chiusura di consuntivi a "buoi ormai scappati" che presentano milioni di euro di disavanzo.
Vi basti pensare al balletto di cifre sui deficit della sanità. Vi sembra normale che, nel 2010, non esista una fonte unica e autorevole che dia le cifre e i dati ufficiali? A me sembra tutto questo vergognoso e imbarazzante e tanto spesso rappresenta motivo di scontro tra di noi.
Serve poi una verifica sul rispetto delle leggi, quelle riferite all'esperimento delle gare, ma soprattutto quelle riferite al rispetto delle graduatorie concorsuali. Oggi diversi colleghi hanno sollevato il problema diffuso in quasi tutte le aziende, si parla spesso di riduzione e di eliminazione del precariato. La prima cosa da fare per ottenere questo obiettivo è la predisposizione delle regole, dei criteri per la rideterminazione delle dotazioni organiche ferme al 1997. Anche su questo non si è fatto nulla e puntualmente ogni anno, in ogni finanziaria, ci si ritrova a discutere su emendamenti per la stabilizzazione dei precari; anche in questa finanziaria sono stati presentati tanti emendamenti ce n'è per tutti i gusti e in qualcuno si è dimenticato di scrivere nomi e cognomi, così sarebbero stati più completi!
C'è bisogno di tenere il sistema a freno, bisogna tenere fermi i tetti di spesa, va rafforzato il sistema informatico di controllo della spesa, vanno urgentemente raddrizzati alcuni malcostumi.
Questi temi avrebbero bisogno di molto più tempo per il giusto approfondimento ma quanto detto mi pare sufficiente a dimostrare che abbiamo ben altre priorità. Come opposizione, abbiamo la consapevolezza che molti di questi problemi richiedono un'assunzione di responsabilità ma questo dovrebbe spronarvi, come maggioranza, ad affrontare il merito delle questioni e ad accogliere positivamente la nostra disponibilità. Certo vi chiediamo di fare altrettanto e ce ne sono i motivi, sono convinto che alcune questioni che toccano profondamente il futuro dello sviluppo della nostra Sardegna vadano affrontate con uno spirito unitario, una battaglia comune a vantaggio della comunità sarda.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). L'onorevole Sabatini poco fa ha dato atto del senso di responsabilità con cui questa Giunta regionale e l'assessore La Spisa hanno impostato la manovra finanziaria; impostata a un criterio innanzitutto di rigore che ha come primo obiettivo il risanamento e che, per la verità, non è un problema di questa Giunta soltanto perché dobbiamo dare anche atto che forse nell'ultimo periodo della Giunta Soru ci si è posto anche da quella parte il problema.
Allora è il senso di responsabilità che ha determinato la Giunta regionale e l'assessore La Spisa a presentare, nella relazione di accompagnamento del disegno di legge, la manovra dicendo in maniera chiara che la stessa si caratterizza per la mancata disposizione diretta a reperire nuove entrate soprattutto quando si tratta di fronteggiare spese di investimento. Spese che, insieme a quelle correnti, aggiunge l'assessore La Spisa, trovano copertura nelle entrate regionali effettive, nonostante si sia registrato un lieve loro decremento. Che cosa significa questo? Significa che non si è voluto fare, secondo una prassi consolidata del passato, un bilancio purchessia e men che meno in questi primi bilanci ci si può attaccare a espressioni come "bilanci fasulli" o bilanci che sostanzialmente non tengono conto della reale situazione dei conti. Altroché!
Abbiamo un dato che è assodato: la certezza delle entrate. Certezza che è stata resa possibile anche grazie al lavoro che è stato fatto nella scorsa legislatura con la battaglia per sostenere, appunto, tutto quanto contenuto nell'articolo 8. Allora dobbiamo partire dal fatto che si sta completamente cambiando sistema nell'impostare una manovra che era diventata il contenitore, una sorta di contenitore omnibus, dove tutti potevano inserire quello che volevano, dove spesso era la discrezione, se non l'arbitrio anche, del Presidente di ritenere ammissibile o non ammissibile ora questo, ora quell'altro emendamento, si dava corso a una logica che era quella di fare spesa, purché fosse spesa, a una logica dello stanziamento fine a se stesso senza alcun criterio razionale. Quindi il primo dato è aver riportato la legge fondamentale di bilancio e finanziaria entro i limiti propri imposti dalla legge, ma rispondendo anche a un criterio sicuramente di buona amministrazione.
Allora, è legittimo che l'opposizione critichi, stimoli la Giunta, ponga problemi, così come è legittimo che presenti una quantità di emendamenti, soprattutto quando questi mirano al concreto, lasciamo perdere tutto quel supporto cartaceo che non serve a nulla e che è fatto giusto per assecondare l'esigenza di un'opposizione che deve fare il suo lavoro, però ci sono emendamenti che, secondo me, possono andare nella direzione giusta se, però, ci chiariamo una volta per tutte e teniamo presente una volta per tutte che la finanziaria non deve diventare uno zibaldone. Vediamo allora se, accanto alla manovra di rigore, che questa Giunta ha impostato, si possono cogliere spunti significativi nell'ottica di politiche di sviluppo, politiche a sostegno del lavoro, politiche per salvaguardare soprattutto il sociale, mi pare che segnali davvero significativi ve ne siano.
A me fa piacere che l'onorevole Giampaolo Diana stamattina abbia posto come un macigno la questione dei precari, mi fa piacere questa conversione "sulla via di Damasco", oserei dire, perché c'era una contrarietà sul tema, non da parte sua, per la verità, ma da parte del presidente Soru, e sembrava davvero fosse lontana nella scorsa legislatura un'ipotesi per quanto riguarda il precariato nella pubblica amministrazione. Vi sono i resoconti, sono a disposizione e io richiamo il fatto come un segnale positivo oggi, perché noi eravamo d'accordo, lo siamo a maggior ragione oggi e penso che l'interlocuzione tra maggioranza e opposizione su questo tema (conoscendo anche la sensibilità dell'Assessore degli affari generali e del personale, che sta elaborando un qualcosa a riguardo) forse possa portare a una sintesi già in questa finanziaria, se non per una soluzione definitiva, comunque per dare una significativa risposta al precariato nel sistema della pubblica amministrazione.
L'onorevole Giampaolo Diana pone un problema serio, fondato, e un problema di questa natura non può che trovare la nostra disponibilità non solo all'ascolto, ma anche alla definizione concreta, operativa di una soluzione. Sempre al collega Giampaolo Diana, per la sensibilità che mostra sui problemi delle politiche del lavoro, voglio ricordare lo sforzo di questa Giunta, nonostante la ristrettezza delle risorse, per esempio in tema di ammortizzatori sociali, le risorse sono addirittura triplicate rispetto al 2008, con la previsione di una quantità di risorse che non si era mai vista, che da un lato segna sicuramente ancora l'esistenza di una situazione critica, ma dall'altro denota la responsabilità di questa Giunta regionale e dell'Assessore della programmazione nel preoccuparsi di non lasciare senza ammortizzatori sociali categorie di lavoratori e di aziende interessate da questa gravissima crisi, i cui effetti ancora perdurano nel debole nostro tessuto sociale ed economico.
Così come mi pare che non abbia subito decremento la spesa sociale, la spesa per le politiche di sviluppo, quella per sostenere le iniziative del lavoro, inoltre, in settori sensibili come quello agricolo, non dimentichiamo il provvedimento che è stato esitato appena qualche settimana fa, con la previsione di 150 milioni; forse si poteva fare di più, forse si può fare ancora di più. Ecco, per il senso di responsabilità comune, l'invito è diretto a trovare in questa occasione punti d'incontro, almeno sulle grandi questioni, lasciando ad altra occasione la polemica, soprattutto quando è fine a se stessa, come ha fatto l'onorevole Barracciu stamattina richiamando la lettera dell'onorevole Cappellacci…
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
(Interruzione del consigliere Pittalis)
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis! Onorevole Pittalis, non faccia finta di non sentire!
Prego, onorevole Capelli.
CAPELLI (Gruppo Misto). Una lettera a Gesù Bambino non viene mai negata a nessuno! Presidente, io preferisco, in questo intervento sull'articolo 1 e sugli emendamenti, non rivolgermi a quanto è stato discusso o posto in rilievo stamani e nei primi interventi del pomeriggio dalla minoranza, dall'opposizione, ma preferisco intavolare un confronto e chiedere l'attenzione dell'Assessore, chiedergli inizialmente, magari con un cenno mi dirà se concorda o meno, se preferisce un intervento comunque e in ogni caso di sostegno, di riflessione, di suggerimento o un intervento per porre la firma nella giornata odierna.
Non avendo ricevuto alcun segno, provo io a interpretare, credo di poter interpretare, dicendo che un intervento magari di supporto all'azione che propone l'assessore La Spisa con la finanziaria possa essere più gradito. Faccio una prima osservazione sugli emendamenti. Assessore, io credo che trovare emendamenti della maggioranza in termini di trasporti, di sanità, di entrate, di infrastrutture, di urbanistica, di personale, più qualche isolata "marchetta", sia un segnale di non condivisione o, meglio, di non apprezzamento dell'azione politica e dell'iniziativa politica e, nello stesso tempo, con essi si denunciano delle disattenzioni, questo è normale, ma non è più normale quando si vede che approviamo sedici leggi in un anno e che, in questi settori, probabilmente, non c'è stata l'attenzione o l'impegno dovuto per risolvere annosi problemi ai quali si sono aggiunti anche i problemi del contingente.
Faccio un esempio. Con la finanziaria del 2009, noi abbiamo impostato una riforma sanitaria, cioè siamo dovuti ricorrere a una finanziaria per impostare una riforma sanitaria. Abbiamo concordato su questo percorso, però rimandando, da lì a pochi mesi, a una razionale riforma sanitaria che potesse finalmente segnare, per il settore della sanità, una ripresa e un controllo. Non sto qui a dettagliare sul controllo, è già stato detto tanto, ma sulla ripresa ci sarebbe tanto altro da dire. Oggi, a distanza ormai di quindici mesi, non siamo ancora in grado e ritroviamo nella finanziaria quegli utili e necessari interventi per dare una nuova impostazione al sistema sanitario sardo. Secondo me, questo è un campanello d'allarme che riguarda probabilmente anche il Consiglio, ma anche l'impostazione politica della Giunta, cioè su quali sono gli indirizzi, io credo che gli indirizzi debbano essere sempre e comunque in ogni caso rappresentati dalla Giunta regionale, confrontati con la maggioranza prima e col Consiglio poi.
Allora, tutto questo rispecchia un malumore diffuso, ma non è un malumore politico; molti, certo, lo assegnano ai mal di pancia, ai prossimi incarichi, ai prossimi commissariamenti. Io credo invece che, tra i colleghi, vi siano momenti di riflessione che portano a un certo malumore quando ci si confronta con la gente. Quella gente che incontriamo giorno per giorno, che non trova risposte che sono dovute dall'azione politica che dovrebbe migliorare la loro condizione sociale ed economica. Noi dobbiamo impegnarci in questo, abbiamo questo obbligo. Quello che ancora, a mio avviso, non si comprende è che, fuori dalle mura del Palazzo, c'è un diffuso malessere che si sta manifestando con azioni, mi auguro, sempre civili ma che stanno oltrepassando anche il civile dissenso. Non dovremmo stupirci, per chi sa leggere la storia e le tensioni sociali del momento, se poi tutte queste azioni sconfinano in comportamenti non più controllabili o imputabili a manifestazioni democratiche, perché l'esasperazione tra la gente sta raggiungendo livelli che non sono più accettabili; è esasperazione dovuta a casi umani, dovuta a mancanza di lavoro. Il Presidente stamattina ha ricordato un dramma che è successo nei giorni scorsi, uno dei tanti drammi che si stanno consumando nella nostra Isola e nel nostro Paese in questi giorni. Drammi che vorremmo ricordare e assegnare al passato, che vorremmo indicare come unici ma, ahimè, io non sono convinto che così sia. La povertà aumenta; nella sola città di Nuoro, l'ente locale assisteva circa 123 famiglie in regime di povertà, nel 2010 abbiamo oltrepassato le 400. Questi sono indicatori importanti.
Allora, in un momento drammatico come questo, io credo che tutti noi dobbiamo in qualche modo assumerci la responsabilità di fare delle scelte, individuare delle priorità e, se è necessario, tagliare (continuo a dirlo, per l'ennesima volta) il superfluo. Per non essere bigotto, voglio indicare una cosa della finanziaria o degli emendamenti. Vede, io plaudo all'iniziativa della Carta di Zuri, ho partecipato direttamente e indirettamente, seguo le azioni e le proposte della Carta di Zuri, dell'associazione che si è fatta carico dei problemi sociali, drammatici della povertà in Sardegna, non plaudo però all'iniziativa qui presente dove noi finanziamo con 200 mila euro l'acquisto di una sede a Ghilarza per il comitato della Carta di Zuri. Io preferirei che quei 200 mila euro andassero davvero a quelle famiglie che, giorno per giorno, aumentano e sono nello statuto della stessa Carta di Zuri.
Siccome non dobbiamo far buon viso a cattivo gioco o essere bigotti, noi dobbiamo avere la forza di dire: "Vi daremo una sede, abbiamo tante stanze qua, ce le abbiamo qui, nell'immenso patrimonio della Regione Sardegna inutilizzato, per il quale paghiamo l'ICI, che va in degrado, e facciamo le azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria", cioè buttiamo via soldi, buttiamo via denari! Allora si può assegnare uno di questi siti, dicendo che oggi non possiamo spendere, preferendo aggiungere quei 200 mila euro - cosa posso dire? - sulla "162", in un'azione contro la povertà, nella creazione di due posti di lavoro. Questo dobbiamo fare e questo è l'indirizzo per cambiare! Noi dobbiamo avere la forza di cambiare, noi dobbiamo dare un'anima a questa finanziaria che purtroppo, Assessore, anima non ha, è una finanziaria ordinaria, tecnica.
Così come ho detto in sede di discussione generale, riprendo a parlare di bilancio perché non trovo quella discontinuità, auspicata nelle ultime elezioni regionali, che avrebbe realmente segnato questa legislatura come svolta. Una svolta che non deve essere solo patrimonio di una maggioranza, se maggioranza si può ancora chiamare, ma di un Consiglio regionale. Insieme possiamo lavorare per raggiungere questi risultati e dobbiamo combattere anche i bigotti e chi, tra di noi, utilizza la finanziaria per le cosiddette "marchette" che servono solo per la ricerca di un piccolo consenso personale, ma che non risolveranno sicuramente i problemi della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, l'onorevole Pittalis (persona di cui, tra l'altro, ho grandissima stima) parlava delle finanziarie precedenti come di vecchi contenitori omnibus. Vorrei ricordare a Pietro che, se leggesse bene questo disegno di legge, per esempio, relativamente all'articolo 2, troverebbe numerosi emendamenti che si rifanno sicuramente a quelle vecchie finanziarie.
Mi rivolgo a lei, onorevole, anche per quanto riguarda il discorso sui precari, affrontato in maniera accalorata stamattina dal collega Giampaolo Diana, discorso che poi è strettamente legato a quello sulle agenzie interinali. E' assolutamente vero e inconfutabile che è un discorso che proviene da qualche legislatura precedente, ma è altrettanto inconfutabile il fatto che voi, già dalla prima legge finanziaria, in maniera forte e chiara, vi eravate ripromessi di fare a meno, da allora in poi, delle chiamate tramite le agenzie interinali che sapevano davvero di bieco clientelismo. Ci rendiamo conto che oggi questo non avviene, si continua ad avviare al lavoro, soprattutto a livello di ASL, utilizzando a piene mani le agenzie interinali. Quando si parla di diritti e di doveri, credo che davvero noi consiglieri abbiamo il diritto di avere una risposta da chi la risposta ci deve dare e la Giunta e l'Assessore della sanità hanno il dovere di dirci davvero se quei commissari agiscono liberamente di loro sponte in queste procedure oppure se devono rispondere a ordini che arrivano dai referenti politici. Credo che su questo non possiamo assolutamente più derogare.
La Sardegna ha necessità di un Governo forte che coinvolga i sardi e che, con la schiena dritta, interloquisca con un Governo centrale che, come tutti gli altri Governi, non sarà mai amico della Sardegna, per il motivo molto semplice che il numero degli abitanti della Sardegna è tale da non interessare più di tanto chi a livello centrale ci governa. L'ennesima dimostrazione si è avuta ieri durante la manifestazione dei pastori ai quali è stato impedito, con atti di puro sopruso, di rivendicare sacrosanti diritti che probabilmente ai loro omologhi di altre regioni vengono riconosciuti. Il Presidente credo che oggi abbia il dovere e l'occasione, a nome di tutto il Consiglio e di tutta la Regione, di mandare al Presidente del Consiglio e al ministro Maroni un segnale forte di vibrante protesta con annesse richieste di spiegazioni convincenti.
Ritorniamo all'argomento che avevamo temporaneamente sospeso e sul quale, venti mesi fa, un anno fa, due giorni or sono, si è sempre detto: "Crisi drammatica senza precedenti, disoccupazione ai massimi livelli, precariato che imperversa, imprese sempre di più sull'orlo del baratro, pessima qualità dei servizi, processi irreversibili di spopolamento". Questa è l'anamnesi del paziente "Sardegna", radiografato seriamente da indicatori veri e per il quale, se pur le liste d'attesa siano lunghissime, si è arrivati a una grave diagnosi che è quella di ieri: non bastano più le terapie palliative, forse neanche più quelle intensive, ma non vorremmo che si arrivasse al coma farmacologico. Servono misure urgenti. Alla situazione di estrema gravità si risponde con atti straordinari e questa legge finanziaria non ha sicuramente i crismi da risposte forti. Tutto si può dire di questa opposizione ma non che non si sia messa a disposizione, oggi come ieri, per cercare di migliorare un disegno che mette in difficoltà prima di tutti la Giunta stessa, perché un Assessore capace ed esperto come Giorgio La Spisa ha capito prima di tutti l'inadeguatezza di una proposta non in linea con gli estremi bisogni della Sardegna.
L'articolo 1 dimostra ancora di più la totale mancanza di programmazione seria rispetto a una situazione socioeconomica che, come dicevo, tutti gli indicatori rappresentano in maniera drammatica: la disoccupazione che, ricordava prima qualcuno, a livello giovanile, sta toccando percentuali del 47 per cento, è vero; qualcuno ha parlato di 320 mila sardi sotto la soglia di povertà, gli ultimi dati OCSE parlano di 348 mila, quindi c'è una piccola differenza anche lì; il precariato che, abbiamo detto e abbiamo visto perché, è in ulteriore crescita nonostante le recenti raccomandazioni anche legislative di questo Consiglio.
Inoltre, per quanto riguarda l'agricoltura, in particolare il comparto ovicaprino, parlavamo prima di uno strumento legislativo da 150 milioni di euro che sicuramente non ha prodotto e non riuscirà a produrre gli effetti sperati. Le zone interne: qualcuno parlava prima degli auguri del presidente Cappellacci, io non li ho potuti leggere e ricevere perché, nelle zone interne, anche le poste arrivano in grave ritardo, dove ci sono. Le zone interne, dicevo, sono quell'entroterra a voi tanto caro che volevate ricomporre in un entroterra unico sempre più in isolamento e sempre più in balia di politiche di sviluppo totalmente assenti. Un futuro. Quale futuro o meglio quale presente per i nostri giovani o meglio ancora per i nostri bambini costretti a lasciare le scuole primarie di residenza per la chiusura delle stesse? Forse dimentichiamo che in 75 paesi della Sardegna le scuole elementari sono state chiuse. Dovremmo dare un senso al fatto di far parte di questa Assemblea e voi, componenti della Giunta, dovreste dare ancora di più un senso a essa, adeguarla a un contesto congiunturale e strutturale di estrema fragilità.
Aspettiamo ancora, Presidente, oggi l'abbiamo vista, adesso non c'è, l'abbiamo vista in splendida forma quindi sicuramente domani si farà quella delibera da tutti auspicata e concordata con il Consiglio perché lei, meglio di noi, sa che, senza quei fondi, questo disegno di legge già leggero diverrebbe quasi impalpabile. Noi oggi abbiamo bisogno di atti straordinari, forti, dirompenti senza i quali il galleggiamento attuale potrebbe portare al sicuro annegamento. Vi eravate ripromessi precedentemente di ripristinare, era un impegno formale che voi avevate assunto, i fondi in favore delle giovani coppie per l'acquisto della prima casa, non se ne parla ancora, forse è ancora troppo presto! Il sistema degli enti locali non gradisce questo disegno, non lo gradisce perché non interviene in maniera efficace e opportuna su un disagio generalizzato che gli enti locali vivono ancora più intensamente e direttamente al cospetto dei cittadini, dei quali gli amministratori non possono essere gli amministratori locali più i loro interlocutori, perché non hanno più strumenti per esserlo. L'analisi che ha costruito questa legge finanziaria è certamente condivisibile, sicuramente si è giunti da parte vostra a una percezione seria e responsabile di ciò che avviene fuori da questo Palazzo, però abbiamo già detto che, a una seria anamnesi, seguono diagnosi e terapie e la Sardegna ha bisogno proprio di cure intensive anche per quelle che, considerato il totale fuori controllo delle spese sanitarie, probabilmente dovremo ancora aspettare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Intervengo solo per dire due parole. Oggi discutiamo l'articolo 1 che è un articolo estremamente significativo alla luce degli emendamenti della maggioranza ma anche dell'opposizione, che danno un particolare pregio a questa norma. E' una norma soprattutto per la quale gli emendamenti che abbiamo rinviato all'articolo 3, sull'utilizzo dei residui, ci dimostrano che è iniziata la svolta per quanto riguarda la manovra finanziaria e di bilancio. Con la legge numero 14, abbiamo fatto una norma rivoluzionaria di eliminazione dei residui. Quest'opera continua oggi con questa norma di legge, tant'è che di tutte le norme che sono volte a creare residui, abbiamo chiesto, ove passate inavvertitamente, la soppressione e stiamo impostando una serie di manovre che ci consentiranno di arrivare al prossimo assestamento verosimilmente con l'eliminazione del disavanzo della Regione e con la possibilità di utilizzare una mole rilevante di somme per consentire lo sviluppo della Sardegna.
Va da sé che questo è solo un inizio, ma un inizio che arriva dopo anni e anni di parole, di lamentele e di nulla di fatto. Completata questa operazione che oramai è avviata, dovremo porne in essere anche altre, come l'eliminazione delle spese inutili, se n'è parlato più volte, ma su questo in aula noi abbiamo già preso posizione in occasione dell'approvazione di tre leggi specifiche su tre nuove fondazioni. Bisogna razionalizzare la spesa, introducendo una norma che disciplini tutte le fondazioni con un programma che la Giunta anno per anno farà designando le somme che, con la legge finanziaria, saranno destinate a questo scopo.
Mi sembra che siamo di fronte a una svolta che oserei dire storica per quanto riguarda il bilancio e la finanza della Regione. Di questo bisogna dare atto alla Giunta, bisogna dare atto all'opposizione che ha contribuito validamente in questa operazione. Non è giusto dire che continuiamo a fare norme specifiche, che non destiniamo le somme alle esigenze effettive. E' vero, ci sono alcune norme che possono essere contestate, ma pochissime rispetto al passato e, col completamento di questa operazione, tutte queste norme sono destinate a non avere più vita. E' anche vero che si è prevista ulteriormente la possibilità di delegare agli enti locali delle competenze, ricordo la previsione del fondo unico che è stata inserita nella legge del minifondo, chiamiamolo così visto il suo contenuto, con cui, anziché lasciare alla Giunta la competenza di fare programmi ed erogare somme per investimenti locali, abbiamo messo a disposizione dei comuni e delle province le somme affinché loro stessi provvedano a fare i programmi.
Quindi tanti di quei temi su cui oggi si è parlato in questa Aula, su cui si sono rivolte critiche, sono temi e problemi affrontati in questa legge finanziaria, in cui si è dato un principio di soluzione. Non è poco dire che si è dato un principio di soluzione perché, dal momento in cui si inizia a dare il principio di soluzione, vuol dire che il problema è stato visto e c'è un'espressa volontà politica di risolverlo. Va da sé che, con la legge finanziaria, soprattutto con la legge finanziaria snella, che è uscita dalle ultime modifiche alla legge di contabilità, la legge numero 11, non è possibile più fare una legge finanziaria che sia un "mille proroghe", un "mille provvedimenti", quindi non potevamo aspettarci tanti interventi settoriali. Qua stiamo individuando le macroaree su cui intervenire e, nei limiti delle risorse del bilancio, le stiamo ponendo a disposizione. Ripeto, abbiamo fatto anche interventi e avviato iniziative sui residui che consentiranno l'acquisizione di ulteriori risorse.
Una volta ottenute le risorse, su questo non sono d'accordo con l'opposizione, sappiamo benissimo come intervenire, perché le idee e i programmi non li ha solo l'opposizione, li abbiamo anche noi, magari taluni sono chiusi nei cassetti in mancanza momentanea di disponibilità finanziaria. Però queste idee e questi programmi vanno ovviamente confrontati con l'opposizione che, in questa fase, ha dimostrato di essere veramente costruttiva, e di collaborare seriamente al raggiungimento di un risultato di interesse di tutta la Regione sarda per poter andare avanti.
Ripeto ancora una volta, noi abbiamo messo i presupposti per poter modificare la situazione. Questo è un risultato non da poco, è un risultato che potrebbe valere tutti questi due anni che sono stati spesi. C'è poi tutta una serie di interventi ulteriori da fare, ma su questo la Giunta ha manifestato la disponibilità, ha preso l'impegno di portare il collegato in Aula non appena chiusa la sessione della finanziaria, in quella fase potremo intervenire seriamente per risolvere tutti i problemi particolari, in quella fase dovremo essere noi a mostrare la coerenza con quello che abbiamo detto, evitando di introdurre norme specifiche destinate a risolvere problemi particolarissimi. E' quella la fase in cui si verifica la coerenza e, in quella fase, potremo inserire tutte le norme volte a razionalizzare la spesa ed evitare che in futuro si possano presentare esigenze di interventi particolari, prevedendo anche in questo caso una somma, messa a disposizione dalla Giunta, con un programma da passare in Commissione, che provveda su questi problemi particolari.
Va da sé che, nel bilancio e nella finanziaria, ci sono ancora cose che non quadrano, va da sé che ci sono ancora somme spese che sarebbero potuto essere spese in maniera più proficua, questo è evidente, ma tutti questi problemi non possono essere risolti con una legge finanziaria, per poterlo fare serve la buona volontà di tutti e, ripeto, la coerenza con le cose da tutti dette oggi. Solo in presenza di questa coerenza e di un comportamento costruttivo da parte della maggioranza e dell'opposizione si potranno risolvere i problemi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, intervengo prima di tutto per rammentare a tutti noi in quale contesto stiamo discutendo la legge finanziaria e il bilancio della Regione, li stiamo discutendo in un contesto di relazione complessa, io direi anche difficile, con lo Stato, in materia non solo di sviluppo del federalismo fiscale, quindi di una riforma significativa, sostanziale degli assetti istituzionali della Repubblica, ma anche in relazione a processi di riforma a suo tempo avviati, anche per iniziativa di questo Consiglio regionale, che meglio dovevano regolarli, proprio all'interno di un processo di cambiamento come quello al quale assistiamo, e che in qualche misura conveniamo anche a sostenere, per quanto riguarda in modo particolare l'aspetto della organizzazione delle entrate dell'amministrazione regionale e l'aspetto della migliore organizzazione della spesa.
Siamo di fronte a una situazione di difficoltà di relazioni istituzionali con lo Stato! Tanto è significativa questa difficoltà, in modo particolare per la mancata corretta e completa attuazione dell'articolo 8 riformato dello Statuto, che è una conquista generale di questo Consiglio regionale, ma anche delle forze sociali e politiche dell'intera Regione, oltre che della Giunta regionale che a suo tempo ha avuto il merito di promuoverla, che questa Giunta regionale, alcuni giorni fa, ha assunto l'impegno (su pressione, è innegabile, di questa minoranza che si è preoccupata di discutere della manovra finanziaria in termini veri, sostanzialmente veri, avendo acquisito piena consapevolezza delle disponibilità finanziarie effettivamente manovrabili), questa Giunta regionale in carica ha assunto l'impegno di adottare una deliberazione per promuovere nei confronti dello Stato un'azione giudiziaria, ovverossia sollevare il conflitto di attribuzioni e insieme contestare la validità della parte normativa del bilancio dello Stato che riguarda lo stanziamento da trasferire alla Regione sarda.
Questo è un elemento significativo, perché richiama non solo la responsabilità dello Stato e quindi anche della Regione a essere parte attiva nei confronti dello Stato inadempiente, ma richiama anche la responsabilità della Regione a meglio organizzare la propria spesa, a meglio organizzare la propria manovra finanziaria, a essere vera in ogni momento, quindi anche nel momento in cui richiede il trasferimento delle risorse che competono a questa istituzione, al Popolo sardo, per il soddisfacimento dei propri bisogni; richiama inoltre la responsabilità da esercitare in una gestione rigorosa e severa delle risorse finanziarie effettivamente disponibili.
Noi riteniamo che il dato politico principale sia questo, va fatta tutta quell'operazione, va consumata integralmente tutta quell'operazione di verità che noi, da tempo, da questi banchi, e in modo particolare da questo Gruppo, chiediamo. Vanno cancellati quei residui passivi che costituiscono promesse di spesa non esigibili e non realizzabili, va di pari passo ridotto il disavanzo che risulta gonfiato in ragione di quelle promesse di spesa che non sono esigibili e non sono realizzabili, va infine ridotto l'indebitamento derivante dalla mancata contrazione di mutui per il raggiungimento del pareggio di bilancio negli esercizi precedenti, dove si sono prodotti quei residui, cioè quelle promesse di spesa non esigibili e non realizzabili, e dove si è prodotto quel fittizio disavanzo, in modo tale da portare questo bilancio, onorevole Pittalis, a una condizione nella quale sia possibile, con responsabilità, anche contrarre mutui veri, non avere autorizzazioni per non farne niente, ma recuperare manovrabilità alla spesa, quindi vincere alcuni vincoli posti dall'attuale regolazione del Patto di stabilità, che tutti quanti abbiamo detto dobbiamo rivedere con lo Stato.
Noi dobbiamo conquistare maggiore impegnabilità delle somme a disposizione, ma anche maggiore capacità di spesa, e procedere ad autorizzazioni a contrarre mutui per effettive esigenze di cassa, in modo tale che possano essere direttamente e immediatamente rese disponibili quelle somme per la realizzazione e l'incremento di maggior patrimonio in capo a questa istituzione e alle istituzioni locali della Sardegna per la realizzazione delle opere di cui questa Regione ha bisogno. Se facciamo questa operazione, abbiamo già fatto un'operazione interessante e, se non si può assolvere questo compito tutto in questa manovra finanziaria, dobbiamo comunque, lo dico all'Assessore, prevedere una norma che stabilisca che, tra 6 mesi, sia predisposto un assestamento di bilancio per completare o per migliorare e quindi sviluppare questa azione di pulizia e di verità. Quando verranno le nuove regole, noi rischieremo di essere una Regione, diciamo, "con i conti non a posto", solo sulla base del disavanzo fittizio, di promesse di spesa che non possiamo mantenere e che avremmo fatto bene a non assumere e sulla base di autorizzazioni a contrarre debiti che ci fanno debitori senza esserlo veramente, cioè in una farneticazione di tipo astratto solo ed esclusivamente contabile, solo ed esclusivamente formale, che alla fine sarà un danno gravissimo per la vera spesa che invece dovremo e potremo effettivamente realizzare.
Questo è il contesto e, su questo contesto, male si inseriscono, lo dico, operazioni di tipo clientelare alle quali dobbiamo dare freno, una cosa è risolvere un problema che riguarda il funzionamento di un'amministrazione, una cosa è una pessima gestione dell'amministrazione che produce sprechi. Non voglio fare molti esempi, mi basta farne uno per dire che dovremmo anche rivedere tutto il sistema delle agenzie che abbiamo prodotto, lo dico perché non ho difficoltà ad ammettere che io sono un sostenitore del sistema delle agenzie ma il sistema delle agenzie era stato pensato per rendere la pubblica amministrazione maggiormente efficace nella sua azione superando i limiti posti alle strutture, ai servizi, agli uffici burocratici e quindi migliorando la qualità e la tempestività dell'azione dell'Amministrazione. Prendiamo AREA: AREA è una di queste agenzie, ha 130 milioni di residui di cui 110 di assegnazioni statali. Stiamo sfrattando la gente e mettendola in mezzo alla strada! Abbiamo uno psicologo aziendale che la dirige, che la presiede e una situazione decomposta della sua amministrazione.
Allora, facciamo le cose serie facendo assumere seriamente la responsabilità anche a tutti coloro che devono realizzarle.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, questa discussione, secondo me, risente ancora di una legislazione che nessuno di noi vuole considerare terminata, la legislazione che fa capo alla legge di contabilità; forse ho già ricordato che da sempre la finanziaria era una legge che conteneva di tutto e di più, l'abbiamo conosciuta con trenta articoli, la prima finanziaria del presidente Soru era composta da ventisei articoli, con una infinità di commi che contenevano di tutto e di più! Poi siamo arrivati noi, ma non è perché siamo arrivati noi, è arrivata una determinazione politica che ha cominciato a fare un po' di chiarezza sulla legge finanziaria. Devo dire che, siccome esiste una legge, modificata poi l'anno scorso, la nuova legge di contabilità, che ha messo dei paletti importantissimi sulla legge finanziaria, credo che tutti quanti noi abbiamo difficoltà a scrollarci di dosso questo nuovo meccanismo.
Qualcuno, nella legislatura 1999-2004, ipotizzò, già da allora, che la legge finanziaria non dovesse esistere più. Noi l'abbiamo certamente resa un qualcosa di diverso, ed è difficile, per ognuno di noi, smettere i panni del consigliere regionale che presenta emendamenti, che cerca di acchiappare tutto quello che lo circonda, che si fa carico di tutte le motivazioni che gli arrivano dall'esterno, dai comuni, dalle amministrazioni provinciali, dal mondo delle imprese, dalle associazioni, dalle organizzazioni, insomma, tutti quanti risentiamo di questo. In più, dal personale della Regione Sardegna e dal mondo dei precari! E' la prima cosa di cui ci si è occupati, e di questo io credo che tutti quanti noi dovremmo dare grande merito alla Giunta e all'assessore La Spisa.
Questa finanziaria, così come le altre, tende alla cosa fondamentale, cioè ridurre l'indebitamento della Regione. Questo è il primo punto che dobbiamo tenere in considerazione. Se riusciamo a risolvere quel problema, io credo che potremo risolvere moltissimi altri problemi. Nonostante tutto, qualcuno ha fatto riferimento alle miriadi di emendamenti, che non sono poi un'enormità, insomma, abbiamo conosciuto finanziarie con 1000, 1500, 1800 emendamenti, oggi siamo arrivati a 400-450, molti dei quali sono ripetitivi, nel senso che contengono la stessa materia, la stessa sollecitazione, insomma, stringi stringi, saranno 250-300 emendamenti che, per una legge finanziaria, tutto sommato ci stanno anche.
Il problema è capire dove vuole arrivare questo Consiglio regionale, ovviamente mi rivolgo all'opposizione ma anche alla maggioranza, per verificare se ci sono punti fermi sui quali si può trovare una convergenza, tenendo sempre fede però al fatto imprescindibile che uno dei grandi risultati è quello di aver approvato per due anni consecutivi la manovra finanziaria entro il 31 dicembre dell'anno in corso evitando così l'esercizio provvisorio che è sempre un fatto negativo. Mi pare che nessuna Regione in Italia ormai stia andando in esercizio provvisorio. Tutti quanti, già dal mese di settembre, affrontano la manovra finanziaria e l'approvano nei termini, credo che questo sia già un fatto estremamente positivo.
Non mi pare peraltro che ci siano tendenze che vogliano assolutamente bloccare questo processo, non l'ho verificato in aula, non l'ho verificato in commissione, devo dire che c'è stata, forse come mai, non dico una collaborazione, ma un intendersi tra la maggioranza e l'opposizione su alcuni argomenti certamente rilevanti. Ribadisco che è indispensabile l'approvazione entro i termini. So che sto dicendo una cosa che è probabilmente impossibile, ma se è impossibile approvare entro il 31 dicembre la finanziaria, credo che non sia impossibile evitare l'esercizio provvisorio che, di per sé, è un fatto assolutamente negativo. Per questo abbiamo certamente qualche giorno di tempo. Poi c'è chi vuol far la battaglia politica e magari dice che non si approva assolutamente, rimanendo inchiodati per chissà quante settimane in Aula, allora io dico che politicamente sbaglia chi pensa questo! Ormai tutti si sono abituati all'approvazione del bilancio entro i termini, quindi male farebbero quelle parti politiche che, in qualche maniera, vogliono tirare per le lunghe.
Che cosa c'è di buono in questa finanziaria? Per l'opposizione non c'è nulla di buono, per la maggioranza ci sono delle cose positive. Rilasciamo dichiarazioni alle televisioni e ai giornali, forse anche troppo cariche di un significato che non c'è, l'opposizione dice che questa finanziaria non contiene niente salvo che non si trovi un accordo su alcuni temi importanti, per cui la finanziaria diventerebbe di nuovo, chissà, qualcosa di straordinario. Io non ho difficoltà, l'abbiamo già dichiarato in tutte le sedi: noi siamo disponibili a trovare un accordo con la minoranza, sempre che la minoranza trovi un accordo al suo interno e sempre che, probabilmente, la maggioranza trovi un accordo al suo interno.
Se non ci intendiamo su questo, forse non conviene parlare di date, forse non conviene prendere impegni, forse è meglio che tutte le parti politiche facciano il loro lavoro e decidano, come meglio credono, di approvare questa finanziaria, sia che si tratti di rispettare i termini sia che si tratti di non poterli rispettare, non di non volerli rispettare. Se ragioniamo però nell'ottica che mi pare di aver colto da parte di tutti, io credo che ci siano le condizioni. Sgombriamo il campo dal fatto che si possa approvarla entro il 31, come ho detto, lavoriamo però in queste ore e nelle ore successive per trovare la sintesi a quei tre o quattro argomenti che mi pare siano stati toccati sia dal relatore di minoranza, sia dai colleghi del centrosinistra che sono intervenuti ma anche dai colleghi del centrodestra. Mi pare di poter focalizzare le attenzioni maggiori, per gli interventi che sono stati fatti, sull'articolo 3; non a caso proprio gli emendamenti che erano in carico all'articolo 1 e all'articolo 2 sono stati strategicamente trasferiti all'articolo 3, quindi diciamo che le attenzioni maggiori si sono ormai spostate sull'articolo 3.
Poi, certo, si può parlare delle entrate, si può parlare della vertenza con lo Stato, si può parlare scriteriatamente anche della vicenda dei pastori a Civitavecchia, utilizzando magari anche qualche frase inopportuna, insomma si può fare di tutto all'interno della finanziaria (io credo che non sia esattamente così), però sull'articolo 3 (dove, ripeto, si è concentrata la maggioranza degli emendamenti che portano spesa e che quindi veicolano risorse nel territorio), io credo che ci dobbiamo impegnare. Affretterei l'approvazione dell'articolo 1 e dell'articolo 2 e mi concentrerei sull'articolo 3 che è quello che in qualche maniera dà maggiori risposte all'economia della Sardegna.
Se manteniamo questo atteggiamento e se avessimo ancora di più la capacità di dire che un argomento, piuttosto che un altro, diventa, magari con un ordine del giorno, una priorità importantissima e imprescindibile del Consiglio regionale, quasi un monito alla Giunta, non dico ordinativo, perché questo non è possibile, però tale che nella seconda quindicina di gennaio questi tre argomenti debbano essere oggetto di un collegato (con risorse dedicate) che sia approvato immediatamente, allora noi, nell'arco di un mese, potremmo approvare una finanziaria e anche un collegato che dia gambe alle cose che ci siamo detti e che ci stiamo dicendo. Se ci fosse questa volontà, io credo che si potrebbe ragionare in questi termini. Lancio un'idea, ne ho parlato anche con qualcuno dei colleghi del centrosinistra: concordiamo su questo, c'è necessità, e l'assessore La Spisa sa…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, onorevole Mario Diana, noi vogliamo varare una finanziaria che sia utile alla Sardegna, la migliore finanziaria possibile, e stiamo lavorando in questi termini, in queste giornate, in Commissione e in Aula; non abbiamo come obiettivo, sarebbe da folli, l'esercizio provvisorio, noi vogliamo la finanziaria migliore possibile, una finanziaria che stiamo riscrivendo in queste ore, in queste giornate, e che è arrivata in Aula come provvedimento della Giunta nei termini che voi stessi avete indicato in questo Consiglio. Qualcuno l'ha definita una finanziaria inutile, qualcuno l'ha definita una finanziaria vuota, qualche altro una finanziaria senz'anima, noi vogliamo farlo attraverso provvedimenti che vadano a incidere sulle politiche del lavoro, sulla lotta al precariato, sul sociale, sulla scuola, sullo sviluppo e sulla competitività, vogliamo farlo in maniera efficace, consapevoli (per rispondere alla questione riguardante i collegati), con questo modo di legiferare, di arrivare in Aula con una leggina snella di tre articoli, magari da approvare nei termini, che non incide se non minimamente sulla drammatica crisi in atto, e rimandare poi a collegati, che non si affrontano mai (perché questa è la storia di questi due anni), che vengono snaturati poi nel corso dei mesi, che non tengono conto insomma delle emergenze ma delle esigenze della maggioranza, che servono semplicemente per annunciare riforme, come nel caso della sanità, e commissariare le ASL. Noi non ci stiamo! Abbiamo una finanziaria in discussione e vogliamo con voi migliorarla; abbiamo fatto delle proposte che riteniamo serie e responsabili e che attendono una definizione nel confronto in Aula e in Commissione.
L'assenza del presidente Cappellacci mi dispiace perché avrei voluto porre due quesiti che non tengono conto, onorevole Diana, come dire, semplicemente di una manovra dilatoria. Quando noi parliamo dei pastori sardi e di quello che è avvenuto ieri a Roma (che ha trovato una condanna unanime da parte di tutti, anche del coordinatore regionale del Popolo delle Libertà, ma non ha trovato nelle parole del presidente Cappellacci nessun cenno di disapprovazione o di condanna per quello che è avvenuto, con un atteggiamento del Governo ormai sistematico di repressione preventiva che non accenna minimamente al dialogo con nessuno e tantomeno con i sardi), riteniamo, io credo, che il presidente Cappellacci abbia il dovere di esprimere parole di condanna dei fatti che sono avvenuti ieri.
Noi chiederemo, lo chiederà il mio Partito, lo chiederemo tra poco nell'ordine del giorno, spero votato all'unanimità, ne sono certo, chiederemo ai parlamentari sardi di farsi interpreti di una iniziativa bipartisan che faccia comprendere al Governo la gravità di quello che è accaduto ieri e che difenda la dignità dei cittadini sardi, di tutti i cittadini sardi, anche di quelli che vogliono manifestare, anche di quelli che vogliono esprimere un pensiero. Magari potremmo non essere d'accordo sui contenuti, però sicuramente, perché così è la Costituzione italiana, dobbiamo dare loro la possibilità di manifestare e di esprimersi. Allora avrei voluto chiedere al presidente Cappellacci perché questo silenzio, perché non ha preso posizione, perché ha voluto semplicemente esprimere l'azione del suo Governo sulla materia e non condannare quegli atti, quei gesti.
Poi, visto che parliamo di entrate, visto che parliamo dell'articolo 1, gli avrei voluto chiedere quanto è costata questa lettera di auguri che è arrivata nelle case dei sardi, gli avrei voluto chiedere da quali capitoli del bilancio ha attinto, gli avrei voluto chiedere qual era il senso di "La Sardegna per te, tu per la Sardegna", mi pare fosse così, qual è il senso di questo messaggio, se i cittadini sardi hanno bisogno di questo tipo di messaggio o hanno bisogno di altre risposte, che magari anche in questa sede stiamo cercando di dare, nelle materie che riguardano il lavoro, l'occupazione, che riguardano la vita reale dei sardi. Altro che "CREA il tuo potenziale", magari dando risorse alla formazione professionale vecchio stile; altro che "DEDICA tempo al prossimo", e mi chiedo che cosa stiamo facendo sui PLUS, i Piani locali unitari dei servizi, o sulla "162", che sistematicamente vede annunciati i tagli, che cosa stiamo facendo sulle politiche del sociale, sulla sanità, al di là dei commissariamenti delle ASL, al di là del deficit, al di là dell'allungamento delle liste d'attesa. "DEDICA tempo al prossimo", "RISCOPRI il mito della Sardegna", "NUTRI la tua terra", oppure salvaguarda le coste, magari con il Piano casa che permette di costruire entro i 300 metri, magari cancellando la Conservatoria delle coste, oppure ancora "MUOVI l'energia sostenibile", a questo punto non faccio altri accenni perché dovrei riferirmi a Suelli, a Roma e ad altre mosse che sono avvenute nel corso dell'anno sull'energia positiva e negativa. Allora bisogna essere seri!
Avrei fatto un'altra richiesta, al presidente Cappellacci, riguardante l'impegno preso con ordine del giorno unitario. Vedo che domani all'ordine del giorno c'è una delibera che avvia probabilmente il procedimento di impugnativa del bilancio dello Stato e di sollevazione del conflitto di attribuzioni. Io leggo solo atto di indirizzo politico-amministrativo, avrei chiesto il contenuto di questa delibera, avrei chiesto se veramente si vuole aprire un conflitto con lo Stato. Gli avrei chiesto se è disponibile a capeggiare una mobilitazione unitaria nei confronti dello Stato per quanto riguarda il rispetto dei diritti e il rispetto delle risorse a seguito degli accordi, a seguito della legge costituzionale, a seguito della riscrittura dell'articolo 8. Gli avrei voluto chiedere che cosa contiene questa delibera che domani viene portata all'attenzione della Giunta regionale.
Noi abbiamo cercato di fare la nostra parte come opposizione, lo stiamo facendo in questi giorni, responsabilmente, lo dico all'onorevole Diana, lo dico all'onorevole Pittalis, "responsabilmente", ma abbiamo anche occupato l'aula quest'anno, abbiamo anche chiesto con una mozione di sfiducia di concludere anticipatamente la legislatura, non siamo contenti affatto dell'azione di questo Governo regionale, non siamo contenti dei provvedimenti che ha portato in Aula e di quelli che non ha portato, non siamo soddisfatti di questa finanziaria, responsabilmente vogliamo che venga dato atto e venga dato seguito a tutto ciò che questo Consiglio regionale produce, anche in termini di ordini del giorno. Per cui, vi chiederemo conto, ogni giorno, delle vostre azioni, a cominciare da questa finanziaria.
Io ritengo che il fatto che, nell'articolo 1, voi possiate inserire 1 miliardo e 700 milioni di euro a copertura di un disavanzo e che quello sia il disavanzo della Regione da ascrivere, lo abbiamo detto nei giorni corsi, anche all'azione importante che è stata svolta nella scorsa legislatura relativamente alla vertenza entrate; insomma 2 miliardi netti in più all'anno rappresentano veramente una cifra importante che può consentire a voi, che può consentire alla Regione, di rientrare da un indebitamento che, nel 2004, sfiorava, probabilmente raggiungeva, i 3 miliardi.
Noi riteniamo che si possa, con una politica oculata, che vada veramente, come ha detto l'assessore La Spisa in replica l'altro giorno, anche sul versante della trasparenza e di una spesa attenta, che veramente deve vedere con il concorso di tutti ridurre il deficit per esempio della sanità, deve ridurre gli sprechi, deve portare questo Consiglio regionale a individuare i provvedimenti chiave sui quali destinare non a pioggia ma con progetti specifici le risorse di questa Regione.
Allora io credo che possiamo ancora fare insieme un'azione efficace di riscrittura di questa finanziaria, lo dobbiamo fare senza alcun accordo sui tempi ma sul tentativo di realizzare il bene comune, anche attraverso il provvedimento che abbiamo in discussione. L'accordo deve essere di predisporre la finanziaria migliore possibile che non guardi semplicemente agli interventi di questo o di quel territorio, di questa o di quella parte politica ma ai problemi della Sardegna e cerchi di trovare delle soluzioni. Noi stiamo su questo, è l'accordo che ci sentiamo di fare, non sui tempi, non ci interessa se non andiamo in vacanza, ci interessa aggredire i problemi della Sardegna realmente e trovare già da questa finanziaria le soluzioni.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.In questi giorni, onorevoli consiglieri, noi siamo sotto osservazione e in attesa del definitivo pronunciamento della società di rating Moody's che da anni valuta la Regione Sardegna rispetto alla sua affidabilità dal punto di vista economico e finanziario. Sappiamo che le valutazioni fatte da queste società di rating non sono sempre oro colato, sappiamo anche che non sempre sono valutazioni corrispondenti alla realtà, però sono molto importanti e incidono rispetto alla nostra capacità di rientrare dai debiti da cui siamo gravati, esprimendo anche indicazioni sulla positività o negatività della gestione economica della Regione stessa. Nel momento in cui siamo stati sotto esame, qualche settimana fa, è stato un vero e proprio esame, i punti che i rappresentanti di questa società hanno sottolineato, con le loro domande insistenti, sono stati innanzitutto riferiti al livello delle entrate, alla certezza del livello delle entrate della Regione e sono stati orientati rispetto al livello dell'indebitamento e del disavanzo, in particolare hanno poi riguardato il sistema di gestione del sistema sanitario con l'assetto finanziario e il disavanzo che costituisce obiettivamente un punto di forte preoccupazione.
Noi renderemo noto tra qualche giorno l'esito di questa valutazione, vorrei però sottolineare ora un fatto importantissimo: questo momento, in cui ci stiamo confrontando e ci siamo già confrontati tra maggioranza e opposizione e Giunta regionale, riguarda le scelte che stiamo facendo con questa manovra finanziaria. Credo che abbiamo di fronte alcuni obiettivi da raggiungere per migliorare il nostro rating e altri obiettivi da consolidare riguardo a risultati in qualche modo già raggiunti e che, se consolidati, rafforzano la posizione della nostra Regione. Non mi stanco di ripetere che, pur nella comprensibile dialettica tra le diverse parti di questo Consiglio e anche tra tutto il Consiglio regionale e l'Esecutivo, questa Regione tutto sommato sta navigando in un momento di tempesta che colpisce tutte le Regioni del nostro territorio italiano, di tutta Europa in particolare, ma sta navigando tenendo una rotta! Nel tenere questa rotta è chiaro che ci si trova a un certo punto della navigazione, io credo che sia giusto riconoscere che, se siamo a un certo punto della navigazione e se il timone, la direzione della nostra delegazione, va verso una razionale utilizzazione delle risorse finanziarie a vantaggio di tutto il sistema economico e sociale della Sardegna, questo lo dobbiamo anche ad alcune scelte fatte nel passato e, in particolare, ad alcune scelte fatte nella precedente legislatura.
Non ho difficoltà a riconoscere che un certo impulso alla razionalizzazione di una parte della spesa deriva certamente da alcune scelte fatte nella precedente legislatura, così come non ho difficoltà a riconoscere, l'ho già fatto ma lo posso rimarcare, che il livello di entrate, che noi riteniamo ragionevolmente di avere in qualche modo avuto e che stiamo pian piano ottenendo anche come riconoscimento formale, deriva da un'azione politica sia pur con alcuni limiti ma che ha dato al nostro sistema finanziario un Titolo III dello Statuto modificato in senso favorevole alla nostra Regione, per cui abbiamo un sistema di trasferimenti o meglio un sistema di partecipazione al gettito maturato in Sardegna che ci permette oggi di avere un livello finanziario di entrate buono, obbiettivamente buono. Sul contenimento della spesa e sul mantenimento di questo livello delle entrate si basa la valutazione delle società di rating oltre che evidentemente sui punti critici che sono la presenza di alcune fonti di disavanzo che rimangono.
Dobbiamo proseguire su questa direzione e se noi abbiamo la lealtà di riconoscere la correttezza di alcune scelte, io spero che l'opposizione abbia la lealtà di riconoscere, in parte lo leggo in alcuni interventi dell'opposizione, che la direzione è stata tenuta esattamente fissa in questi primi due anni di legislatura, con una politica della spesa attenta a evitare gli sprechi e, permettetemi di dire, una politica della spesa che è stata condizionata, rispetto alle politiche di spesa degli anni precedenti, dall'esplosione della crisi. Poco fa l'onorevole Capelli citava i dati del Comune di Nuoro per quanto riguarda le persone che godono di ammortizzatori sociali o di interventi comunque di assistenza sociale, da 100 a 400, quadruplicati in un anno, in due anni e se andiamo a leggere i dati sugli ammortizzatori sociali in Sardegna all'inizio del 2009 erano circa 4000, adesso credo siano intorno ai 12 mila, una parte di questa spesa è coperta dal bilancio dello Stato, tra l'altro deriva esattamente dagli accantonamenti che prima erano orientati ai FAS, non dimentichiamocelo mai, dal cofinanziamento da parte della Regione, che interviene sugli ammortizzatori sociali, ma anche sulle politiche per la povertà.
Noi stiamo ottenendo una politica razionale della spesa; se questo giunge attraverso un'impostazione delle manovre finanziarie basate, com'è stato detto, su leggi finanziarie contenute nel numero degli articoli, assolutamente non vuote nelle risorse finanziarie che sono presenti nel nostro bilancio, le risorse ci sono e le stiamo spendendo, nei limiti che abbiamo, ma le stiamo spendendo, allora teniamo fermo il timone in questa direzione e proseguiamo in quest'azione. E' fondamentale che prossimamente il Consiglio regionale affronti la questione della normativa in materia sanitaria, non solo per contenere la spesa e i disavanzi, ma possibilmente per tagliare gli sprechi e mantenere magari la spesa per avere una sanità migliore e competitiva. Io credo che se noi fossimo capaci, come spero lo siamo, di fare una buona legge, una buona azione di pianificazione in materia sanitaria, noi potremmo permetterci addirittura il lusso, tra virgolette, di mantenere lo stesso livello della spesa, non più in disavanzo, ma scegliendo volutamente una sanità migliore, che dia servizi buoni ai cittadini e che magari attragga, inverta il flusso di mobilità sanitaria che oggi ci vede come Regione che importa sanità, importa servizi sanitari, mentre potremmo ambire legittimamente a essere un sistema sanitario che esporta servizi sanitari, cioè che attrae qui persone che possono venire a curarsi in una terra splendida come la nostra.
Facendo alcune scelte possiamo arrivare a questo grande risultato, ma occorre avere il coraggio di compiere alcuni sacrifici e per farlo qualcuno deve proporli, qualcuno deve avere anche la pazienza di stare al timone e reggerlo fermo, magari prendendosi gli spruzzi d'acqua e facendo quindi in qualche modo da paravento inevitabilmente, perché la navigazione non è facile; credetemi, la Giunta ha questo compito, il Consiglio può reggere questo scopo, può assecondarlo facendo proposte che migliorino, noi siamo ben felici dei miglioramenti che sono arrivati, come ne arriveranno ancora, siamo pronti ad accoglierli, tenendo quel livello di spesa corrispondente alle entrate, migliorando semplicemente e qualificando la spesa.
Io spero che, nell'esame dell'articolo 1, e poi degli altri due articoli, possiamo raggiungere questo risultato che ci permetta di usare razionalmente le nostre risorse e di dare anche alla Sardegna presto un bilancio approvato.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 244, 289, 108 e 288, uguali, 110 e 287, uguali, 109 e 286, uguali, 101 e 285, uguali, 86 e 284, uguali, 107 e 283, uguali, 89 e 282, uguali, 281, 280, 88 e 279, uguali, 87 e 278, uguali.
Ci si rimette all'Aula sugli emendamenti numero 24, 104 e 277, uguali, scusate, l'emendamento numero 24 è stato ritirato. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 112, 100 e 276, uguali, 82 e 275, uguali, 106 e 274, uguali, 83 e 273, uguali, 85 e 272, uguali, 96, 81. Si invita al ritiro per quanto riguarda l'emendamento numero 1, altrimenti il parere è contrario. Si esprime ancora il parere contrario sull'emendamento numero 84.
Invece, sugli emendamenti numero 20 e 91, uguali, il parere è favorevole. Si esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti numero 90, 93, 92, 326, 327, 328, 329, 330, 331, 335, 332, 333, 334, 336, 337, 345, 346, 343, 347, 348, 342, 349, 341, 344, 350, 340, 351 e 352, uguali, 353, 354, 338, 339, 95, 105, 103, 102, 99, 94, 79, 400, 442, 399, 398, 397, 396, 395, 394, 393, 392, 391, 390, 389, 387, 388 e 98.
Si invita al ritiro dell'emendamento numero 11, altrimenti il parere è contrario. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 401, 403, 407, 402 e 405, uguali, 409, 404, 408, 406, 410, 411, 412, 414, 413 e 111.
Si sospende il parere sugli emendamenti numero 132, 230 e 231 perché oggetto di una riflessione per un emendamento di sintesi con altri emendamenti. Si esprime ancora parere contrario sugli emendamenti numero 97, 373, 372, 371, 370, 369, 368 e 367. L'emendamento numero 432 è inammissibile. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 216 e parere favorevole sugli emendamenti numero 15 e 16. L'emendamento numero 28 è stato spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 29. L'emendamento numero 31 è stato spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 42 e 60. Sospendiamo l'emendamento numero 420, lo possiamo lasciare all'articolo 3, così lo esaminiamo con l'articolo 3; anche l'emendamento numero 212 è stato spostato all'articolo 3. Invece gli emendamenti numero 66, 384, 450, 119, 120 e 65 sono sospesi perché oggetto di una discussione per la predisposizione di un eventuale emendamento di sintesi.
Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 198; mentre c'è un invito al ritiro per l'emendamento numero 386, altrimenti il parere è contrario. Il parere è contrario anche sugli emendamenti numero 433 e 434. L'emendamento numero 40 è spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 80 e 188. L'emendamento numero 189 è stato spostato all'articolo 3. Gli emendamenti numero 435, 436, 437, 438 e 440 sono stati dichiarati inammissibili. L'emendamento numero 191 è spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 19, per il quale presenteremo un emendamento orale in sede di votazione. Si sospende il parere sull'emendamento numero 26 per predisporre un emendamento di sintesi insieme agli emendamenti numero 189 e 201.
Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 27, con una correzione alla copertura finanziaria che vedremo, 30 e 41. L'emendamento numero 43 è stato spostato all'articolo 3. L'emendamento numero 443 è inammissibile. Si invita al ritiro dell'emendamento numero 210 altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 52 è inammissibile. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 17, che è uguale agli emendamenti numero 224 e 455, che provengono dall'articolo 3. Ancora parere favorevole sugli emendamenti numero 35, 36, 37, 38 e 39. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 58. Gli emendamenti numero 61, 67, 68, 113, 69, 70, 72, 73, 74 sono inammissibili. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 75, che è uguale all'emendamento numero 204. Per quanto riguarda gli emendamenti numero 76 e 205, uguali, e gli emendamenti numero 77 e 234, uguali, c'è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Il parere è contrario sull'emendamento numero 78. Sugli emendamenti numero 197 e 206 c'è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 322 è inammissibile. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 381; parere favorevole sull'emendamento numero 383, mentre ancora parere contrario sull'emendamento numero 424. L'emendamento numero 444 è spostato all'articolo 3, insieme al "189" e al "201". Per quanto riguarda l'emendamento numero 445, si invita al ritiro altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 446 è inammissibile. Sull'emendamento numero 447, il parere è favorevole con alcune modifiche che proporremo al momento della votazione. L'emendamento numero 460 è spostato con il "189" all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 461; si sospende il parere sull'emendamento numero 450 e sugli emendamenti numero 65 e 217, uguali. Si esprime il parere contrario sugli emendamenti numero 185 e 365, uguali. Il "196" è inammissibile.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 235 è stato spostato all'articolo 3.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime infine parere contrario sugli emendamenti numero 290, 291, 292, 293, 355, 356, 357, 358, 359, 360, 361, 362 e 363. Sull'emendamento numero 364 il parere è favorevole, ma correggendo la copertura finanziaria, cioè deve essere diversa da quella indicata, quindi lo vedremo in sede di votazione. Sull'emendamento numero 294, il parere è contrario. Gli emendamenti numero 310, 311, 313, 314 e 315 mi risultano inammissibili.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 310 è inammissibile, il "311" è stato spostato all'articolo 3, il "313" è inammissibile, e gli emendamenti numero 314 e 315 sono spostati all'articolo 3.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 316 si esprime parere contrario, il "317" è inammissibile, il "319" è stato spostato all'articolo 3. Gli emendamenti numero 318 e 324 sono inammissibili. Gli emendamenti numero 325 e 378 sono stati spostati all'articolo 3. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 377, 374, 376, 375 e 366. Gli emendamenti numero 215 e 448, uguali, sono inammissibili.
PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 449, 451 e 209 sono inammissibili. L'emendamento numero 452 è spostato al bilancio. Gli emendamenti numero 453, 454 e 463 sono stati spostati all'articolo 3.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Colleghi, proporrei all'Aula, prima di procedere alla votazione degli emendamenti, di votare l'ordine del giorno che è stato presentato sulla proposta avanzata dall'onorevole Lotto questa mattina.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine Del Giorno Bruno - Diana Mario - Sanna Giacomo - Uras - Cocco Daniele Secondo - Cuccureddu - Steri - Vargiu di protesta per quanto accaduto a Civitavecchia il 28 dicembre 2010 ad una rappresentanza del Movimento pastori sardi.
IL CONSIGLIO REGIONALEnell'ambito della discussione della manovra finanziaria 2011-2013,
PREMESSO che il 28 dicembre 2010 circa 200 pastori aderenti al Movimento pastori sardi hanno cercato di raggiungere Roma per una manifestazione presso il Ministero dell'agricoltura al fine di evidenziare la crisi del comparto agro-pastorale che attanaglia le imprese agricole della Sardegna;
PRESO ATTO che l'articolo 16 della Costituzione recita "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale" e l'articolo 21 "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione";
CONDIVIDENDO lo spirito di pacifica protesta che animava i partecipanti all'iniziativa;
CONSIDERANDO inaccettabile l'impedimento all'accesso alla capitale dei pastori sardi, nonché cittadini italiani, non suffragato da alcuna valida motivazione;
NON CONDIVIDENDO l'azione "repressiva-preventiva" messa in atto dalle forze dell'ordine contro liberi e pacifici cittadini;
VERIFICATA la violazione del diritto dei cittadini sardi a manifestare il profondo disagio del mondo agro-pastorale e dell'intera Sardegna rispetto alla crisi che ha colpito il comparto agricolo e per il quale è necessario un intervento costante di sostegno;
RIBADITO che la libertà di manifestare non può essere a priori preventivamente repressa con la forza;
CONDIVIDENDO i principi sanciti dalla Costituzione italiana,
esprime
il proprio dissenso rispetto alle azioni repressive perpetrate in spregio a tali diritti, e manifesta la propria solidarietà ai cittadini sardi che in tale giornata non hanno potuto esercitare i propri diritti di libertà,
richiama
il Governo e il Ministro degli interni Maroni al dovere principale del Ministero di salvaguardare e garantire il diritto dei cittadini a manifestare,
condanna
ogni preventiva azione repressiva nei confronti di chi vuole manifestare liberamente le proprie idee ed il proprio dissenso,
impegna la Giunta regionale
1) ad inoltrare al Governo nazionale formale protesta per quanto accaduto;
2) a sollecitare il Governo nazionale, anche attraverso i parlamentari sardi, affinché riferisca in Parlamento sulle vicende verificatesi a Civitavecchia. (1)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Vorrei esprimere innanzitutto la soddisfazione per il fatto che questo Consiglio abbia voluto accogliere la proposta di cimentarsi su quanto è accaduto ieri e, nel richiamare brevissimamente le considerazioni principali che sono contenute nell'ordine del giorno, cioè il fatto che, è ovvio, ma è bene ribadirlo, siamo tutti d'accordo con il dettato della Costituzione che sancisce il diritto dei cittadini nella loro libera espressione di idee, se è necessario anche di dissenso, condividendo lo spirito pacifico che animava la manifestazione dei nostri pastori a Civitavecchia che si recavano a Roma e non condividendo invece l'azione repressiva e preventiva che è stata messa in atto dalle forze dell'ordine, ribadiamo con forza la volontà di condanna innanzitutto per ogni preventiva azione di repressione nei confronti di chi vuole manifestare liberamente le proprie idee. Nell'esprimere il dissenso rispetto a queste azioni repressive, credo sia giusto che il Consiglio decida di chiedere l'impegno della Giunta regionale affinché inoltri al suo Governo una protesta formale per quanto è accaduto a Civitavecchia e la Giunta regionale solleciti altresì lo stesso Governo affinché, anche attraverso l'intervento auspicato dei parlamentari sardi, riferisca in Parlamento su quanto è accaduto. Nell'esprimere il mio voto favorevole a questo ordine del giorno, io voglio manifestare anche la soddisfazione perché su questo tema l'intero Consiglio regionale si pronunci unitariamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Antonio Solinas e Rassu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Porcu - Randazzo - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Risponde no il consigliere:Caria.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
cotanti 63
maggioranza 32
favorevoli 62
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Comunico che l'emendamento numero 464, emendamento all'emendamento numero 30, è inammissibile in quanto non strettamente connesso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, vorrei comunicare, se mi è possibile, in seguito alla richiesta avanzata dai colleghi, l'aggiornamento dell'orario della riunione della Commissione, prevista per domani alle ore 9 per l'esame degli emendamenti, alle ore 9 e 30.
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, lo comunicherò all'Aula al termine dei lavori del Consiglio.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, mi risulta, dagli accordi intercorsi tra i Gruppi, che fosse maturata la necessità, non so se sia poi venuta meno, di chiedere che i lavori si fermassero a questo punto per consentire alla Commissione di predisporre gli emendamenti di sintesi riguardanti gli emendamenti sospesi; diversamente noi, dopo aver iniziato il nostro lavoro sull'articolo 1, dopo dieci emendamenti dobbiamo fermarci a predisporre gli emendamenti di sintesi. Si era raggiunta un'intesa che prevedeva che i lavori si sospendessero qui, per consentire domani un lavoro definitivo della Commissione su tutti gli emendamenti presentati e sugli emendamenti di sintesi, per poi riprendere i lavori il 3 o il 4 gennaio per concludere l'esame della manovra finanziaria. Non so se l'intesa sia venuta meno, ma a me risulta che fosse questa.
PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Maninchedda propone di concludere a questo punto i lavori della serata e di convocare per domani la Commissione Bilancio, in modo da procedere con l'esame di tutti gli emendamenti presentati, definire gli emendamenti di sintesi e poter trovare le opportune intese tra le forze politiche di maggioranza e di minoranza, aggiornando i lavori del Consiglio a lunedì 3 gennaio, nel pomeriggio. Se non ci sono opposizioni, possiamo accogliere la proposta dell'onorevole Maninchedda.
(Interruzioni)
Il 4 gennaio? L'Aula chiede al Presidente la riconvocazione al 4 gennaio. Allora, se non ci sono opposizioni, il Consiglio è riconvocato il 4 gennaio 2011 alle ore 10.
Comunico inoltre che la Commissione Bilancio è convocata domani mattina alle ore 9 e 30, e la ottava Commissione domani mattina alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 19 e 12.
Allegati seduta
CLXXI SEDUTA
Mercoledì 29 dicembre 2010
(POMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente COSSA
Indi della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 39.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 18 novembre 2010 (163), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Tarcisio Agus, Cesare Moriconi, Eugenio Murgioni, Teodoro Rodin, Adriano Salis e Matteo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 dicembre 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Acquisizione del ramo d'azienda della Società Sviluppo Italia Sardegna per azioni". (240)
(Pervenuto il 23 dicembre 2010 e assegnato alla terza Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Manca - Caria - Cucca - Diana Giampaolo - Cuccu - Barracciu - Sabatini - Agus - Solinas Antonio - Cocco Pietro:
"Disposizioni per la tutela dei fossili e dei minerali da collezione". (239)
(Pervenuta il 23 dicembre 2010 e assegnata alla quinta Commissione.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 219/S/A.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, vista la scarsa presenza dei consiglieri in Aula, chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Invito i consiglieri che appoggiano la richiesta ad alzarsi.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras)
Colleghi, non essendo trascorsi dieci minuti dall'inizio della seduta, non possiamo procedere a votazione, per cui sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 42, viene ripresa alle ore 16 e 54.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Onorevole Uras, reitera la richiesta di verifica del numero legale?
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No.
PRESIDENTE. La richiesta viene ritirata. Procediamo con i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, alcuni giorni fa leggevo un articolo del direttore di Lavoce.info (è un sito che si occupa di temi economici), che ricostruiva un po' l'atteggiamento dei due schieramenti, centrosinistra e centrodestra, nei confronti dei bilanci pubblici; veniva appunto constatato che i governi di centrosinistra sono i governi che, nell'ultimo ventennio della storia della nostra Repubblica, si sono impegnati al risanamento delle finanze pubbliche, alla diminuzione del disavanzo, non sono ricorsi all'indebitamento, hanno fatto operazioni importanti. In questo articolo veniva ricordata l'operazione (che, a mio parere, è la più importante di questi ultimi anni) fatta da Romano Prodi e dall'allora ministro Ciampi: l'ingresso nell'area dell'euro. Ingresso che fu fortemente criticato, ma che oggi ci consente di aver messo in sicurezza l'economia del nostro Paese.
Viceversa veniva ricordato come i governi di centrodestra solitamente hanno mandato in dissesto i bilanci pubblici, non hanno posto attenzione nel ridurre l'indebitamento, hanno aumentato il deficit dei bilanci dello Stato e delle varie Regioni che sono state gestite dal centrodestra. Questo è nelle cose, ma non sempre ha portato alla determinazione delle vittorie elettorali da parte del centrosinistra, anzi qualche volta la serietà e la rigidità, con cui venivano affrontati i temi finanziari della finanza pubblica dello Stato e delle Regioni, hanno contribuito a far perdere le elezioni.
Ora, se l'Assessore mi ascolta, devo dare atto, lo faccio con un principio di onestà, a questa Giunta di aver avviato un percorso che tende a diminuire il disavanzo. Quest'anno non accendiamo nuovi mutui, quindi non aumentiamo l'indebitamento, si va nella direzione della riduzione dei residui, quindi a costruire un bilancio vero, che è quello che ci ripetiamo da tempo, in cui le cifre hanno un senso e un significato e dovrebbero andare a corrispondere sempre di più a quello che è davvero il nostro bilancio. E' chiaro però che adesso seguono alcune mie considerazioni.
Prima di tutto, è possibile che oggi si metta in campo questa politica di risanamento e la si concretizzi grazie alla riscrittura dell'articolo 8; cioè, l'aver iscritto quelle nuove entrate previste dall'articolo 8, ci consente oggi di metterci in tranquillità. Poi altro è dire che la direzione era giusta e va confermata con un trasferimento reale di quei fondi! In secondo luogo, il risanamento di bilancio è un lavoro che già avviene in continuità amministrativa, era già stato avviato nella precedente amministrazione regionale, altrimenti oggi non si sarebbe potuto andare in quella direzione. In terzo luogo, tutta una serie di temi era stata posta già all'inizio della legislatura, alla discussione della prima finanziaria di questa legislatura ed erano stati respinti, in un primo momento, dalla Giunta regionale e dalla vostra maggioranza, emendamenti che avevano come obiettivo la riduzione dei residui e l'abbattimento degli stanziamenti che poi non venivano concretizzati in spesa effettiva. Quindi, tutta una serie di provvedimenti che voi avete pensato sin dall'inizio di bocciare. Oggi vi siete convertiti, andiamo in una direzione che noi condividiamo e ve ne diamo atto; ma siete riusciti a farlo grazie a un lavoro avviato nella precedente amministrazione e che trova oggi l'appoggio pieno di questa opposizione.
Ciò detto, però domando: è sufficiente tutto questo per dare un giudizio positivo a questa finanziaria? E' sufficiente aver impostato, diciamo in termini generici, "bene" la manovra per dare un giudizio positivo a questa finanziaria? Io credo di no! Noi abbiamo manifestato, entrando anche nei particolari, abbiamo dato un giudizio negativo su questa finanziaria, avevamo un giudizio negativo su questa finanziaria e conserviamo un giudizio negativo su questa finanziaria! Per diversi motivi che abbiamo esposto, innanzitutto perché non dà una risposta alla crisi.
Oggi il collega Giampaolo Diana ha ricordato alcuni dati, io voglio ricordarne un altro: in Sardegna esistono 330 mila persone che vivono in stato di povertà! Questa finanziaria non tiene conto, in alcun modo, della situazione di crisi che la Regione autonoma della Sardegna sta vivendo. Si ricordava che la disoccupazione è aumentata di più di due punti percentuali, è passata dal 12 per cento al 14,7 per cento e la disoccupazione giovanile si avvicina al 47 per cento. Questi sono dati che dovrebbero allarmarci. Anche oggi i quotidiani sardi riportano queste notizie, noi siamo convinti che la finanziaria dovrebbe rendersi conto di che cosa succede fuori da quest'aula, come la società sarda vive in questo momento, come le imprese vivono e soffrono questa congiuntura economica. Non ne tiene conto e non ritroviamo nella finanziaria alcun provvedimento tendente ad aiutare il superamento della congiuntura e della crisi.
Questa è una prima critica; non troviamo poi un progetto che guardi alle prospettive di sviluppo della nostra Isola e della nostra Regione. Guardate, io leggo alcuni comunicati che sono stati diramati dalla Giunta questa mattina, dove si parla innanzitutto di confronto con il Governo. "Il confronto con il Governo" - leggo testualmente - "va riproposto con forza su alcuni temi essenziali come il nuovo regime delle entrate, il Patto di stabilità, il trasferimento delle risorse del FAS 2007-2013 e, più in generale, la perequazione infrastrutturale, la fiscalità di sviluppo e l'effettiva continuità territoriale legata alla specificità insulare della Sardegna". Sono tutte affermazioni che, prese una per una, sono state un fallimento dietro l'altro da parte di questa Giunta.
Sulla vertenza entrate abbiamo dovuto occupare quest'aula per poter affrontare seriamente il tema, sul Patto di stabilità abbiamo rinunciato alla trattativa, sul trasferimento delle risorse FAS sappiamo i tagli che abbiamo subito, sulla perequazione infrastrutturale non se ne parli, sulla continuità territoriale non abbiamo avuto un becco di una lira. Questo è il risultato! Voi vi ponete questi obiettivi ma noi non troviamo attuazione di questi obiettivi!
Poi ci dite che, per la seconda fase della legislatura, la Giunta regionale individua obiettivi e priorità dell'azione riformatrice, si parte dalla riforma strutturale della spesa che liberi risorse per l'impresa, il lavoro, l'istruzione, l'efficienza della Pubblica amministrazione, viene poi indicata la riforma del sistema sanitario che, si legge nel DAPEF, è necessaria per garantire la massima qualità delle prestazioni e mettere fine ai viaggi della speranza. Questo lo proponete per la seconda fase, la domanda che sorge spontanea è che cosa avete fatto nella prima fase?
Noi a oggi non abbiamo risultati concreti, né sappiamo come intendete realizzare questi obiettivi. A questo punto si potrebbe aprire un lungo dibattito sull'impostazione della finanziaria. Posso anche condividere che le nostre finanziarie fossero composte di molti articoli e che qualche volta entrassero nel merito di riforme strutturali che forse andavano affrontate con un po' più di calma dentro la scrittura di leggi di settore. Posso anche condividere questo…
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, signor Assessore, onorevoli colleghi, anche quest'anno abbiamo dovuto fare le corse, stiamo facendo un lavoro forse inusuale per il Consiglio regionale, visto che è stato chiamato anche quest'anno ad approvare la finanziaria regionale entro il 31 dicembre, quasi che questo sia la risoluzione di tutti i mali. Abbiamo avuto l'esperienza anche l'anno scorso, avete voluto forzare i tempi per approvare la finanziaria 2010 e non mi sembra che i risultati siano stati eccezionali. Sarebbe interessante capire che cosa è migliorato per esempio nei trasferimenti nei confronti dei comuni o delle imprese, io sono convinto che l'approvazione della finanziaria non sia un problema di tempi ma sia un problema di contenuti, di risorse disponibili da spendere. Non bisogna neanche dimenticarsi, tra l'altro, che a questa finanziaria ci siamo arrivati e ci siamo fermati grazie a un atto eclatante che, come gruppi di minoranza, abbiamo messo in campo, quello di occupare l'aula per cercare di fare opera di sensibilizzazione nei confronti della maggioranza e della Giunta, perché una proposta di bilancio, come quella che avete presentato, era improponibile.
Quel nostro atteggiamento non era un atteggiamento demagogico o un tentativo di far slittare i tempi dell'approvazione, era il tentativo di difendere gli interessi dei sardi e, con quell'atteggiamento, abbiamo voluto confermare, ancora una volta che non rinunciamo né in questi giorni, né nel prossimo futuro, a difendere l'interesse dei sardi. Assessore, lo dico a lei, che è l'unico rappresentante della Giunta presente in aula, non illudiamoci che quell'ordine del giorno sia l'atto finale di quella "protesta". Abbiamo visto che lunedì non avete approvato la delibera, che era prevista, di impugnativa nei confronti del bilancio dello Stato, le motivazioni ufficiali dichiaravano che il Presidente della Giunta era malato, ma stamattina l'abbiamo visto in giro, mi auguro che domani sia presente alla riunione della Giunta e che la Giunta approvi finalmente dando, all'ufficio legale o a legali esterni, l'incarico di difendere gli interessi della Sardegna.
Io avrei preferito seguire un'altra strada, molto probabilmente per avere più forza contrattuale, per avere più forza nei confronti dello Stato centrale, avrei evitato di approvare una finanziaria non veritiera, una finanziaria che non ha certezze di trasferimenti e quindi avrei tenuto l'approvazione della finanziaria un attimo ferma in attesa di comunicazioni ufficiali dello Stato sui veri trasferimenti che spettano alla Sardegna. Avremmo così evitato di approvare, come molti componenti della maggioranza l'hanno definita, una finanziaria "asciutta"; noi l'abbiamo definita invece, per quello che è, una finanziaria "vuota", talmente vuota che, per la prima volta credo nella storia dell'Autonomia, il Presidente della Commissione bilancio si è rifiutato di illustrare in Aula la relazione di maggioranza della finanziaria (non conosco i motivi) dandola per letta.
Io credo che avere certezza di più risorse avrebbe consentito a voi, che avete l'onore di governare questa Regione, di prevedere interventi che fossero seri e che dessero finalmente a questa maggioranza un obiettivo che sino a oggi non è riuscita a darsi. La manovra finanziaria annuale (la finanziaria e il bilancio) è stata sempre l'atto qualificante di ogni maggioranza, direi anche a qualsiasi livello istituzionale: voi l'avete svuotata non solo di significato programmatico ma anche di significato politico, dimostrando ancora una volta la vostra incapacità a difendere gli interessi dei sardi.
Con una finanziaria come questa, che non dà risposta e non affronta nessuno dei problemi gravi che oggi attanagliano la Sardegna, state certificando l'incapacità a governare questa nostra Isola nel momento in cui tutti gli indicatori nazionali danno la Sardegna agli ultimi posti nel settore economico; tutto il mondo economico e imprenditoriale, a iniziare dal comparto dell'edilizia, in Sardegna è in forte crisi, i comuni e le province sono impossibilitati a spendere o ad appaltare opere pubbliche, i comuni dell'interno stanno vivendo una situazione drammatica, il loro declino è sempre più veloce e non si mette in campo alcuna azione in grado non dico di fermarlo ma almeno di rallentarlo.
Vorrei anche dire però che non è solo il problema del rispetto dell'articolo 8 dello Statuto regionale, abbiamo parlato più volte anche in quest'Aula del problema dei fondi FAS che il Governo nazionale ancora si rifiuta di trasferire alla Sardegna e i fondi FAS, vorrei anche ricordarlo, non sono solo i fondi della Sassari-Olbia (che è un'opera importante, che va conclusa perché quel territorio la richiede prima di tutto per continuare nella propria crescita economica e turistica ma soprattutto per il rischio che corre chi la percorre tutti i giorni), ma sono i fondi per le aree sottosviluppate, non vorrei che si ripetesse ancora una volta in Sardegna la situazione che abbiamo già vissuto con i problemi dei fondi dell'Obiettivo 1, quando la Sardegna stava dentro l'Obiettivo 1, o la situazione che due province, in modo particolare, Oristano e Nuoro, stavano vivendo, quei fondi, finalizzati soprattutto al riequilibrio all'interno della nostra Regione, non hanno fatto altro che allargare ancora una volta la forbice tra le province di Cagliari e di Sassari nei confronti degli altri territori della Sardegna, perché quei fondi per più del 90 per cento sono stati spesi in quelle due province.
Allora, se i fondi FAS devono essere sollecitati e devono essere chiesti con forza come trasferimenti nei confronti della Sardegna, non pensiamo ancora una volta che i fondi per le aree sottosviluppate debbano essere spesi in quelle due province, perchè ci sono altre aree della Sardegna che sono ancora molto più sottosviluppate di quelle, sono in modo particolare le aree interne! In molti territori delle aree interne, l'economia portante è stata, ed è ancora oggi, il settore agropastorale, il risultato di tanti dibattiti e di tante manifestazioni che si sono svolti in Sardegna in questi ultimi mesi, lo abbiamo visto ieri mattina a Civitavecchia: una legge approvata da questa maggioranza non ha fatto altro che dividere il mondo delle campagne, il mondo delle associazioni. Lo stesso Movimento pastori sardi è dovuto ricorrere ancora una volta a una manifestazione eclatante, chiedendo di essere ricevuto dal Governo nazionale, viste le risposte non date da questa maggioranza e da questa Giunta: è successo quello che il mio collega Lotto questa mattina vi ha illustrato. Credo che sarebbe servita un'indignazione, in altri tempi probabilmente tutto il popolo sardo si sarebbe indignato, questa volta non abbiamo sentito neppure il Presidente della Giunta regionale prendere le difese e rappresentare almeno una volta tutta l'Isola.
Io sono convinto che non siamo una repubblica sudamericana, siamo una repubblica democratica dove alla Lega è permesso, nonostante abbia suoi Ministri della Repubblica, minacciare di arrivare a Roma con le baionette, è permesso arrivare a Roma e organizzare pranzi per fare la pace con il popolo romano, e a noi sardi non è concesso neppure di prendere i pullman pagati da noi o i treni delle Ferrovie dello Stato per arrivare a Roma! Io credo che il Presidente della Giunta regionale debba chiedere con forza che si accerti chi c'era nella catena di comando…
PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Raccogliendo l'augurio che il presidente Cappellacci ha inviato a tutti i sardi, ho deciso di intervenire nel dibattito perché anch'io voglio partecipare a creare quel "circolo virtuoso di energia positiva per far emergere i valori più profondi della nostra bellissima terra, in modo da guardare con fiducia e ottimismo al futuro che ci attende".
A parte questo passaggio ironico, signor Presidente, signori della Giunta e colleghi consiglieri, non nascondo che sta diventando difficile parlare in quest'Aula e farsi comprendere. Manca, o si sta offuscando, la sensibilità politica che rende poco praticabile la cultura dell'ascolto e del dialogo, e l'esigenza di un confronto per convergere su strategie e obiettivi nell'unico interesse della Sardegna.
Abbiamo davanti a noi drammi economici e sociali, del lavoro e dell'occupazione, che si stanno vivendo oggi, derivanti non da oggi, e che sono aumentati in questi ultimi anni nelle famiglie, nelle fabbriche, nelle campagne, insomma globalmente nella nostra Regione. La politica li deve affrontare e possibilmente risolvere. A queste famiglie, a questi lavoratori, noi tutti dovremmo e dobbiamo pensare e, insieme, uniti possiamo dare risposte concrete, creando le condizioni di prospettiva per le imprese, per le aziende e per le stesse famiglie. Le risposte concrete si realizzano con il lavoro e l'impegno serio di tutti, innanzitutto con il nostro di legislatori attenti ai bisogni e alle istanze della comunità civile che noi tutti qui rappresentiamo.
In un tempo particolarmente segnato da dubbi, da paure, disorientamento e sfiducia, è difficile che, nel cuore di ognuno di noi e nel tessuto di ogni relazione umana, si accenda la luce della speranza, eppure noi non ci dobbiamo stancare, dobbiamo lavorare per dare risposte ai problemi e accendere una speranza. La dialettica politica e il confronto all'interno delle istituzioni tra maggioranza e minoranza e tra le singole componenti debbono svilupparsi e mantenersi nel rispetto delle singole identità ma soprattutto del contributo che ciascuna forza politica ha dato e dà al conseguimento degli obiettivi comuni.
Noi abbiamo lavorato sino a oggi senza grandi risultati o, meglio, senza risultati concreti, per spingere il Presidente della Regione a mettersi a capo di un movimento che guidi le giuste rivendicazioni dei sardi; azione necessaria e propedeutica per la soluzione dei problemi, perché le risorse non sono una variabile indipendente per la soluzione dei problemi, sono indispensabili per predisporre documenti e provvedimenti volti ad affrontare la crisi e impostare le prospettive del futuro.
La legge finanziaria, il bilancio e il collegato alla finanziaria sono gli strumenti per affrontare le tematiche di fondo come il rapporto col sistema delle autonomie locali, il federalismo interno come elemento fondante del federalismo fiscale, la continuità territoriale, la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale, storico e culturale, per uno sviluppo economico, produttivo e sociale. Su questi temi, io credo si giochino le prospettive e le speranze di sviluppo della Sardegna.
Cari colleghi, il compito che ci attende è arduo; di fronte a una situazione di crisi globale, la nostra Regione non è rimasta immune anzi, al contrario, tutti i settori, anche quelli più forti, quelli che ritenevamo che non potessero subire battute d'arresto, hanno subito un duro colpo; non solo l'agricoltura, la pastorizia, l'industria ma anche l'edilizia e il turismo attraverso una situazione di crisi con continua espulsione di manodopera. Ma, soprattutto, gli indicatori per il futuro ci dicono che non ci saranno miglioramenti per qualche anno. Allora oggi più che mai occorre mettere in campo una chiara strategia che abbandoni le produzioni obsolete e metta in campo una forte azione a supporto di una filiera che leghi insieme agricoltura, artigianato, ambiente, cultura, ricerca e formazione. Bisogna lavorare con una programmazione che metta insieme due esigenze, quella immediata di breve periodo e quella meno immediata di medio-lungo periodo, creando una programmazione armonica con risposte concrete che consentano la tutela e la valorizzazione del territorio in funzione dello sviluppo civile e culturale e sociale ed economico.
In quest'ottica, il tema della certezza delle entrate è un tema determinante, sulla legge finanziaria si ripongono sempre molte aspettative, solitamente tutte puntualmente tradite. Sappiamo tutti che la legge finanziaria non è, e non può essere, la soluzione di tutti i mali, ma se diamo uno sguardo ai temi legati alla finanza regionale, l'approvazione di questa finanziaria risulta essere cosa del tutto secondaria. Mi riferisco alla questione legata al nuovo regime delle entrate, alla contrattazione del Patto di stabilità, all'incapacità della Regione di spendere le risorse stanziate, a un continuo aumento dei residui, al controllo (o meglio fuori controllo) della spesa sanitaria che, come sappiamo tutti, incide in maniera consistente sul bilancio regionale. Il bilancio di previsione è un atto pieno di annunci, di stanziamenti che tutti sappiamo non si riuscirà a spendere e, mentre qui dentro affrontiamo lunghe discussioni, scontri e battaglie, illudiamo le tante persone che leggono cifre e annunci sui giornali, cifre e annunci che puntualmente per la maggior parte non produrranno assolutamente niente. Al riguardo, abbiamo una miriade di esempi, quando i risultati poi si producono, arrivano con un ritardo tale da far diventare insignificanti gli stessi interventi. Abbiamo una produzione di residui che denuncia e mette in luce una prassi consolidata da anni: nessuno intende affrontare con determinazione il problema. Non si fa oramai più uso del bilancio pluriennale perché l'imponente stanziamento mediaticamente fa più effetto, si concentra tutta la posta nell'annualità di riferimento pur sapendo dell'impossibilità di riuscire poi a spendere tutte le somme stanziate.
L'ultimo argomento che voglio trattare, ma non per questo meno importante, è la sanità. Certamente c'è da essere preoccupati e soprattutto attenti a una prudente, rigorosa e saggia gestione. Il primo aspetto: la legge di riforma del sistema sanitario è ferma da mesi e forse anche tramontata nella sua filosofia iniziale. Più che una legge di riforma, ci siamo, mi sono sforzato di far comprendere che serviva riprendere in mano il Piano sanitario regionale bocciato nella parte relativa alla rete ospedaliera; più che nuove leggi servono una programmazione sanitaria e regole, percorsi che disciplinino e favoriscano l'integrazione tra ospedale e territorio, controlli sulla spesa farmaceutica, interventi e controlli su liste d'attesa che riguardano tutti i sardi e la qualità e tempestività delle prestazioni, controlli sulle spese sanitarie, far decollare quella contabilità analitica per avere una situazione economico patrimoniale aggiornata in tempo reale semplicemente schiacciando un tasto, invece che lavorare con situazioni più o meno taroccate che arrivano ogni tre mesi per poi giungere alla chiusura di consuntivi a "buoi ormai scappati" che presentano milioni di euro di disavanzo.
Vi basti pensare al balletto di cifre sui deficit della sanità. Vi sembra normale che, nel 2010, non esista una fonte unica e autorevole che dia le cifre e i dati ufficiali? A me sembra tutto questo vergognoso e imbarazzante e tanto spesso rappresenta motivo di scontro tra di noi.
Serve poi una verifica sul rispetto delle leggi, quelle riferite all'esperimento delle gare, ma soprattutto quelle riferite al rispetto delle graduatorie concorsuali. Oggi diversi colleghi hanno sollevato il problema diffuso in quasi tutte le aziende, si parla spesso di riduzione e di eliminazione del precariato. La prima cosa da fare per ottenere questo obiettivo è la predisposizione delle regole, dei criteri per la rideterminazione delle dotazioni organiche ferme al 1997. Anche su questo non si è fatto nulla e puntualmente ogni anno, in ogni finanziaria, ci si ritrova a discutere su emendamenti per la stabilizzazione dei precari; anche in questa finanziaria sono stati presentati tanti emendamenti ce n'è per tutti i gusti e in qualcuno si è dimenticato di scrivere nomi e cognomi, così sarebbero stati più completi!
C'è bisogno di tenere il sistema a freno, bisogna tenere fermi i tetti di spesa, va rafforzato il sistema informatico di controllo della spesa, vanno urgentemente raddrizzati alcuni malcostumi.
Questi temi avrebbero bisogno di molto più tempo per il giusto approfondimento ma quanto detto mi pare sufficiente a dimostrare che abbiamo ben altre priorità. Come opposizione, abbiamo la consapevolezza che molti di questi problemi richiedono un'assunzione di responsabilità ma questo dovrebbe spronarvi, come maggioranza, ad affrontare il merito delle questioni e ad accogliere positivamente la nostra disponibilità. Certo vi chiediamo di fare altrettanto e ce ne sono i motivi, sono convinto che alcune questioni che toccano profondamente il futuro dello sviluppo della nostra Sardegna vadano affrontate con uno spirito unitario, una battaglia comune a vantaggio della comunità sarda.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). L'onorevole Sabatini poco fa ha dato atto del senso di responsabilità con cui questa Giunta regionale e l'assessore La Spisa hanno impostato la manovra finanziaria; impostata a un criterio innanzitutto di rigore che ha come primo obiettivo il risanamento e che, per la verità, non è un problema di questa Giunta soltanto perché dobbiamo dare anche atto che forse nell'ultimo periodo della Giunta Soru ci si è posto anche da quella parte il problema.
Allora è il senso di responsabilità che ha determinato la Giunta regionale e l'assessore La Spisa a presentare, nella relazione di accompagnamento del disegno di legge, la manovra dicendo in maniera chiara che la stessa si caratterizza per la mancata disposizione diretta a reperire nuove entrate soprattutto quando si tratta di fronteggiare spese di investimento. Spese che, insieme a quelle correnti, aggiunge l'assessore La Spisa, trovano copertura nelle entrate regionali effettive, nonostante si sia registrato un lieve loro decremento. Che cosa significa questo? Significa che non si è voluto fare, secondo una prassi consolidata del passato, un bilancio purchessia e men che meno in questi primi bilanci ci si può attaccare a espressioni come "bilanci fasulli" o bilanci che sostanzialmente non tengono conto della reale situazione dei conti. Altroché!
Abbiamo un dato che è assodato: la certezza delle entrate. Certezza che è stata resa possibile anche grazie al lavoro che è stato fatto nella scorsa legislatura con la battaglia per sostenere, appunto, tutto quanto contenuto nell'articolo 8. Allora dobbiamo partire dal fatto che si sta completamente cambiando sistema nell'impostare una manovra che era diventata il contenitore, una sorta di contenitore omnibus, dove tutti potevano inserire quello che volevano, dove spesso era la discrezione, se non l'arbitrio anche, del Presidente di ritenere ammissibile o non ammissibile ora questo, ora quell'altro emendamento, si dava corso a una logica che era quella di fare spesa, purché fosse spesa, a una logica dello stanziamento fine a se stesso senza alcun criterio razionale. Quindi il primo dato è aver riportato la legge fondamentale di bilancio e finanziaria entro i limiti propri imposti dalla legge, ma rispondendo anche a un criterio sicuramente di buona amministrazione.
Allora, è legittimo che l'opposizione critichi, stimoli la Giunta, ponga problemi, così come è legittimo che presenti una quantità di emendamenti, soprattutto quando questi mirano al concreto, lasciamo perdere tutto quel supporto cartaceo che non serve a nulla e che è fatto giusto per assecondare l'esigenza di un'opposizione che deve fare il suo lavoro, però ci sono emendamenti che, secondo me, possono andare nella direzione giusta se, però, ci chiariamo una volta per tutte e teniamo presente una volta per tutte che la finanziaria non deve diventare uno zibaldone. Vediamo allora se, accanto alla manovra di rigore, che questa Giunta ha impostato, si possono cogliere spunti significativi nell'ottica di politiche di sviluppo, politiche a sostegno del lavoro, politiche per salvaguardare soprattutto il sociale, mi pare che segnali davvero significativi ve ne siano.
A me fa piacere che l'onorevole Giampaolo Diana stamattina abbia posto come un macigno la questione dei precari, mi fa piacere questa conversione "sulla via di Damasco", oserei dire, perché c'era una contrarietà sul tema, non da parte sua, per la verità, ma da parte del presidente Soru, e sembrava davvero fosse lontana nella scorsa legislatura un'ipotesi per quanto riguarda il precariato nella pubblica amministrazione. Vi sono i resoconti, sono a disposizione e io richiamo il fatto come un segnale positivo oggi, perché noi eravamo d'accordo, lo siamo a maggior ragione oggi e penso che l'interlocuzione tra maggioranza e opposizione su questo tema (conoscendo anche la sensibilità dell'Assessore degli affari generali e del personale, che sta elaborando un qualcosa a riguardo) forse possa portare a una sintesi già in questa finanziaria, se non per una soluzione definitiva, comunque per dare una significativa risposta al precariato nel sistema della pubblica amministrazione.
L'onorevole Giampaolo Diana pone un problema serio, fondato, e un problema di questa natura non può che trovare la nostra disponibilità non solo all'ascolto, ma anche alla definizione concreta, operativa di una soluzione. Sempre al collega Giampaolo Diana, per la sensibilità che mostra sui problemi delle politiche del lavoro, voglio ricordare lo sforzo di questa Giunta, nonostante la ristrettezza delle risorse, per esempio in tema di ammortizzatori sociali, le risorse sono addirittura triplicate rispetto al 2008, con la previsione di una quantità di risorse che non si era mai vista, che da un lato segna sicuramente ancora l'esistenza di una situazione critica, ma dall'altro denota la responsabilità di questa Giunta regionale e dell'Assessore della programmazione nel preoccuparsi di non lasciare senza ammortizzatori sociali categorie di lavoratori e di aziende interessate da questa gravissima crisi, i cui effetti ancora perdurano nel debole nostro tessuto sociale ed economico.
Così come mi pare che non abbia subito decremento la spesa sociale, la spesa per le politiche di sviluppo, quella per sostenere le iniziative del lavoro, inoltre, in settori sensibili come quello agricolo, non dimentichiamo il provvedimento che è stato esitato appena qualche settimana fa, con la previsione di 150 milioni; forse si poteva fare di più, forse si può fare ancora di più. Ecco, per il senso di responsabilità comune, l'invito è diretto a trovare in questa occasione punti d'incontro, almeno sulle grandi questioni, lasciando ad altra occasione la polemica, soprattutto quando è fine a se stessa, come ha fatto l'onorevole Barracciu stamattina richiamando la lettera dell'onorevole Cappellacci…
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
(Interruzione del consigliere Pittalis)
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis! Onorevole Pittalis, non faccia finta di non sentire!
Prego, onorevole Capelli.
CAPELLI (Gruppo Misto). Una lettera a Gesù Bambino non viene mai negata a nessuno! Presidente, io preferisco, in questo intervento sull'articolo 1 e sugli emendamenti, non rivolgermi a quanto è stato discusso o posto in rilievo stamani e nei primi interventi del pomeriggio dalla minoranza, dall'opposizione, ma preferisco intavolare un confronto e chiedere l'attenzione dell'Assessore, chiedergli inizialmente, magari con un cenno mi dirà se concorda o meno, se preferisce un intervento comunque e in ogni caso di sostegno, di riflessione, di suggerimento o un intervento per porre la firma nella giornata odierna.
Non avendo ricevuto alcun segno, provo io a interpretare, credo di poter interpretare, dicendo che un intervento magari di supporto all'azione che propone l'assessore La Spisa con la finanziaria possa essere più gradito. Faccio una prima osservazione sugli emendamenti. Assessore, io credo che trovare emendamenti della maggioranza in termini di trasporti, di sanità, di entrate, di infrastrutture, di urbanistica, di personale, più qualche isolata "marchetta", sia un segnale di non condivisione o, meglio, di non apprezzamento dell'azione politica e dell'iniziativa politica e, nello stesso tempo, con essi si denunciano delle disattenzioni, questo è normale, ma non è più normale quando si vede che approviamo sedici leggi in un anno e che, in questi settori, probabilmente, non c'è stata l'attenzione o l'impegno dovuto per risolvere annosi problemi ai quali si sono aggiunti anche i problemi del contingente.
Faccio un esempio. Con la finanziaria del 2009, noi abbiamo impostato una riforma sanitaria, cioè siamo dovuti ricorrere a una finanziaria per impostare una riforma sanitaria. Abbiamo concordato su questo percorso, però rimandando, da lì a pochi mesi, a una razionale riforma sanitaria che potesse finalmente segnare, per il settore della sanità, una ripresa e un controllo. Non sto qui a dettagliare sul controllo, è già stato detto tanto, ma sulla ripresa ci sarebbe tanto altro da dire. Oggi, a distanza ormai di quindici mesi, non siamo ancora in grado e ritroviamo nella finanziaria quegli utili e necessari interventi per dare una nuova impostazione al sistema sanitario sardo. Secondo me, questo è un campanello d'allarme che riguarda probabilmente anche il Consiglio, ma anche l'impostazione politica della Giunta, cioè su quali sono gli indirizzi, io credo che gli indirizzi debbano essere sempre e comunque in ogni caso rappresentati dalla Giunta regionale, confrontati con la maggioranza prima e col Consiglio poi.
Allora, tutto questo rispecchia un malumore diffuso, ma non è un malumore politico; molti, certo, lo assegnano ai mal di pancia, ai prossimi incarichi, ai prossimi commissariamenti. Io credo invece che, tra i colleghi, vi siano momenti di riflessione che portano a un certo malumore quando ci si confronta con la gente. Quella gente che incontriamo giorno per giorno, che non trova risposte che sono dovute dall'azione politica che dovrebbe migliorare la loro condizione sociale ed economica. Noi dobbiamo impegnarci in questo, abbiamo questo obbligo. Quello che ancora, a mio avviso, non si comprende è che, fuori dalle mura del Palazzo, c'è un diffuso malessere che si sta manifestando con azioni, mi auguro, sempre civili ma che stanno oltrepassando anche il civile dissenso. Non dovremmo stupirci, per chi sa leggere la storia e le tensioni sociali del momento, se poi tutte queste azioni sconfinano in comportamenti non più controllabili o imputabili a manifestazioni democratiche, perché l'esasperazione tra la gente sta raggiungendo livelli che non sono più accettabili; è esasperazione dovuta a casi umani, dovuta a mancanza di lavoro. Il Presidente stamattina ha ricordato un dramma che è successo nei giorni scorsi, uno dei tanti drammi che si stanno consumando nella nostra Isola e nel nostro Paese in questi giorni. Drammi che vorremmo ricordare e assegnare al passato, che vorremmo indicare come unici ma, ahimè, io non sono convinto che così sia. La povertà aumenta; nella sola città di Nuoro, l'ente locale assisteva circa 123 famiglie in regime di povertà, nel 2010 abbiamo oltrepassato le 400. Questi sono indicatori importanti.
Allora, in un momento drammatico come questo, io credo che tutti noi dobbiamo in qualche modo assumerci la responsabilità di fare delle scelte, individuare delle priorità e, se è necessario, tagliare (continuo a dirlo, per l'ennesima volta) il superfluo. Per non essere bigotto, voglio indicare una cosa della finanziaria o degli emendamenti. Vede, io plaudo all'iniziativa della Carta di Zuri, ho partecipato direttamente e indirettamente, seguo le azioni e le proposte della Carta di Zuri, dell'associazione che si è fatta carico dei problemi sociali, drammatici della povertà in Sardegna, non plaudo però all'iniziativa qui presente dove noi finanziamo con 200 mila euro l'acquisto di una sede a Ghilarza per il comitato della Carta di Zuri. Io preferirei che quei 200 mila euro andassero davvero a quelle famiglie che, giorno per giorno, aumentano e sono nello statuto della stessa Carta di Zuri.
Siccome non dobbiamo far buon viso a cattivo gioco o essere bigotti, noi dobbiamo avere la forza di dire: "Vi daremo una sede, abbiamo tante stanze qua, ce le abbiamo qui, nell'immenso patrimonio della Regione Sardegna inutilizzato, per il quale paghiamo l'ICI, che va in degrado, e facciamo le azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria", cioè buttiamo via soldi, buttiamo via denari! Allora si può assegnare uno di questi siti, dicendo che oggi non possiamo spendere, preferendo aggiungere quei 200 mila euro - cosa posso dire? - sulla "162", in un'azione contro la povertà, nella creazione di due posti di lavoro. Questo dobbiamo fare e questo è l'indirizzo per cambiare! Noi dobbiamo avere la forza di cambiare, noi dobbiamo dare un'anima a questa finanziaria che purtroppo, Assessore, anima non ha, è una finanziaria ordinaria, tecnica.
Così come ho detto in sede di discussione generale, riprendo a parlare di bilancio perché non trovo quella discontinuità, auspicata nelle ultime elezioni regionali, che avrebbe realmente segnato questa legislatura come svolta. Una svolta che non deve essere solo patrimonio di una maggioranza, se maggioranza si può ancora chiamare, ma di un Consiglio regionale. Insieme possiamo lavorare per raggiungere questi risultati e dobbiamo combattere anche i bigotti e chi, tra di noi, utilizza la finanziaria per le cosiddette "marchette" che servono solo per la ricerca di un piccolo consenso personale, ma che non risolveranno sicuramente i problemi della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, l'onorevole Pittalis (persona di cui, tra l'altro, ho grandissima stima) parlava delle finanziarie precedenti come di vecchi contenitori omnibus. Vorrei ricordare a Pietro che, se leggesse bene questo disegno di legge, per esempio, relativamente all'articolo 2, troverebbe numerosi emendamenti che si rifanno sicuramente a quelle vecchie finanziarie.
Mi rivolgo a lei, onorevole, anche per quanto riguarda il discorso sui precari, affrontato in maniera accalorata stamattina dal collega Giampaolo Diana, discorso che poi è strettamente legato a quello sulle agenzie interinali. E' assolutamente vero e inconfutabile che è un discorso che proviene da qualche legislatura precedente, ma è altrettanto inconfutabile il fatto che voi, già dalla prima legge finanziaria, in maniera forte e chiara, vi eravate ripromessi di fare a meno, da allora in poi, delle chiamate tramite le agenzie interinali che sapevano davvero di bieco clientelismo. Ci rendiamo conto che oggi questo non avviene, si continua ad avviare al lavoro, soprattutto a livello di ASL, utilizzando a piene mani le agenzie interinali. Quando si parla di diritti e di doveri, credo che davvero noi consiglieri abbiamo il diritto di avere una risposta da chi la risposta ci deve dare e la Giunta e l'Assessore della sanità hanno il dovere di dirci davvero se quei commissari agiscono liberamente di loro sponte in queste procedure oppure se devono rispondere a ordini che arrivano dai referenti politici. Credo che su questo non possiamo assolutamente più derogare.
La Sardegna ha necessità di un Governo forte che coinvolga i sardi e che, con la schiena dritta, interloquisca con un Governo centrale che, come tutti gli altri Governi, non sarà mai amico della Sardegna, per il motivo molto semplice che il numero degli abitanti della Sardegna è tale da non interessare più di tanto chi a livello centrale ci governa. L'ennesima dimostrazione si è avuta ieri durante la manifestazione dei pastori ai quali è stato impedito, con atti di puro sopruso, di rivendicare sacrosanti diritti che probabilmente ai loro omologhi di altre regioni vengono riconosciuti. Il Presidente credo che oggi abbia il dovere e l'occasione, a nome di tutto il Consiglio e di tutta la Regione, di mandare al Presidente del Consiglio e al ministro Maroni un segnale forte di vibrante protesta con annesse richieste di spiegazioni convincenti.
Ritorniamo all'argomento che avevamo temporaneamente sospeso e sul quale, venti mesi fa, un anno fa, due giorni or sono, si è sempre detto: "Crisi drammatica senza precedenti, disoccupazione ai massimi livelli, precariato che imperversa, imprese sempre di più sull'orlo del baratro, pessima qualità dei servizi, processi irreversibili di spopolamento". Questa è l'anamnesi del paziente "Sardegna", radiografato seriamente da indicatori veri e per il quale, se pur le liste d'attesa siano lunghissime, si è arrivati a una grave diagnosi che è quella di ieri: non bastano più le terapie palliative, forse neanche più quelle intensive, ma non vorremmo che si arrivasse al coma farmacologico. Servono misure urgenti. Alla situazione di estrema gravità si risponde con atti straordinari e questa legge finanziaria non ha sicuramente i crismi da risposte forti. Tutto si può dire di questa opposizione ma non che non si sia messa a disposizione, oggi come ieri, per cercare di migliorare un disegno che mette in difficoltà prima di tutti la Giunta stessa, perché un Assessore capace ed esperto come Giorgio La Spisa ha capito prima di tutti l'inadeguatezza di una proposta non in linea con gli estremi bisogni della Sardegna.
L'articolo 1 dimostra ancora di più la totale mancanza di programmazione seria rispetto a una situazione socioeconomica che, come dicevo, tutti gli indicatori rappresentano in maniera drammatica: la disoccupazione che, ricordava prima qualcuno, a livello giovanile, sta toccando percentuali del 47 per cento, è vero; qualcuno ha parlato di 320 mila sardi sotto la soglia di povertà, gli ultimi dati OCSE parlano di 348 mila, quindi c'è una piccola differenza anche lì; il precariato che, abbiamo detto e abbiamo visto perché, è in ulteriore crescita nonostante le recenti raccomandazioni anche legislative di questo Consiglio.
Inoltre, per quanto riguarda l'agricoltura, in particolare il comparto ovicaprino, parlavamo prima di uno strumento legislativo da 150 milioni di euro che sicuramente non ha prodotto e non riuscirà a produrre gli effetti sperati. Le zone interne: qualcuno parlava prima degli auguri del presidente Cappellacci, io non li ho potuti leggere e ricevere perché, nelle zone interne, anche le poste arrivano in grave ritardo, dove ci sono. Le zone interne, dicevo, sono quell'entroterra a voi tanto caro che volevate ricomporre in un entroterra unico sempre più in isolamento e sempre più in balia di politiche di sviluppo totalmente assenti. Un futuro. Quale futuro o meglio quale presente per i nostri giovani o meglio ancora per i nostri bambini costretti a lasciare le scuole primarie di residenza per la chiusura delle stesse? Forse dimentichiamo che in 75 paesi della Sardegna le scuole elementari sono state chiuse. Dovremmo dare un senso al fatto di far parte di questa Assemblea e voi, componenti della Giunta, dovreste dare ancora di più un senso a essa, adeguarla a un contesto congiunturale e strutturale di estrema fragilità.
Aspettiamo ancora, Presidente, oggi l'abbiamo vista, adesso non c'è, l'abbiamo vista in splendida forma quindi sicuramente domani si farà quella delibera da tutti auspicata e concordata con il Consiglio perché lei, meglio di noi, sa che, senza quei fondi, questo disegno di legge già leggero diverrebbe quasi impalpabile. Noi oggi abbiamo bisogno di atti straordinari, forti, dirompenti senza i quali il galleggiamento attuale potrebbe portare al sicuro annegamento. Vi eravate ripromessi precedentemente di ripristinare, era un impegno formale che voi avevate assunto, i fondi in favore delle giovani coppie per l'acquisto della prima casa, non se ne parla ancora, forse è ancora troppo presto! Il sistema degli enti locali non gradisce questo disegno, non lo gradisce perché non interviene in maniera efficace e opportuna su un disagio generalizzato che gli enti locali vivono ancora più intensamente e direttamente al cospetto dei cittadini, dei quali gli amministratori non possono essere gli amministratori locali più i loro interlocutori, perché non hanno più strumenti per esserlo. L'analisi che ha costruito questa legge finanziaria è certamente condivisibile, sicuramente si è giunti da parte vostra a una percezione seria e responsabile di ciò che avviene fuori da questo Palazzo, però abbiamo già detto che, a una seria anamnesi, seguono diagnosi e terapie e la Sardegna ha bisogno proprio di cure intensive anche per quelle che, considerato il totale fuori controllo delle spese sanitarie, probabilmente dovremo ancora aspettare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Intervengo solo per dire due parole. Oggi discutiamo l'articolo 1 che è un articolo estremamente significativo alla luce degli emendamenti della maggioranza ma anche dell'opposizione, che danno un particolare pregio a questa norma. E' una norma soprattutto per la quale gli emendamenti che abbiamo rinviato all'articolo 3, sull'utilizzo dei residui, ci dimostrano che è iniziata la svolta per quanto riguarda la manovra finanziaria e di bilancio. Con la legge numero 14, abbiamo fatto una norma rivoluzionaria di eliminazione dei residui. Quest'opera continua oggi con questa norma di legge, tant'è che di tutte le norme che sono volte a creare residui, abbiamo chiesto, ove passate inavvertitamente, la soppressione e stiamo impostando una serie di manovre che ci consentiranno di arrivare al prossimo assestamento verosimilmente con l'eliminazione del disavanzo della Regione e con la possibilità di utilizzare una mole rilevante di somme per consentire lo sviluppo della Sardegna.
Va da sé che questo è solo un inizio, ma un inizio che arriva dopo anni e anni di parole, di lamentele e di nulla di fatto. Completata questa operazione che oramai è avviata, dovremo porne in essere anche altre, come l'eliminazione delle spese inutili, se n'è parlato più volte, ma su questo in aula noi abbiamo già preso posizione in occasione dell'approvazione di tre leggi specifiche su tre nuove fondazioni. Bisogna razionalizzare la spesa, introducendo una norma che disciplini tutte le fondazioni con un programma che la Giunta anno per anno farà designando le somme che, con la legge finanziaria, saranno destinate a questo scopo.
Mi sembra che siamo di fronte a una svolta che oserei dire storica per quanto riguarda il bilancio e la finanza della Regione. Di questo bisogna dare atto alla Giunta, bisogna dare atto all'opposizione che ha contribuito validamente in questa operazione. Non è giusto dire che continuiamo a fare norme specifiche, che non destiniamo le somme alle esigenze effettive. E' vero, ci sono alcune norme che possono essere contestate, ma pochissime rispetto al passato e, col completamento di questa operazione, tutte queste norme sono destinate a non avere più vita. E' anche vero che si è prevista ulteriormente la possibilità di delegare agli enti locali delle competenze, ricordo la previsione del fondo unico che è stata inserita nella legge del minifondo, chiamiamolo così visto il suo contenuto, con cui, anziché lasciare alla Giunta la competenza di fare programmi ed erogare somme per investimenti locali, abbiamo messo a disposizione dei comuni e delle province le somme affinché loro stessi provvedano a fare i programmi.
Quindi tanti di quei temi su cui oggi si è parlato in questa Aula, su cui si sono rivolte critiche, sono temi e problemi affrontati in questa legge finanziaria, in cui si è dato un principio di soluzione. Non è poco dire che si è dato un principio di soluzione perché, dal momento in cui si inizia a dare il principio di soluzione, vuol dire che il problema è stato visto e c'è un'espressa volontà politica di risolverlo. Va da sé che, con la legge finanziaria, soprattutto con la legge finanziaria snella, che è uscita dalle ultime modifiche alla legge di contabilità, la legge numero 11, non è possibile più fare una legge finanziaria che sia un "mille proroghe", un "mille provvedimenti", quindi non potevamo aspettarci tanti interventi settoriali. Qua stiamo individuando le macroaree su cui intervenire e, nei limiti delle risorse del bilancio, le stiamo ponendo a disposizione. Ripeto, abbiamo fatto anche interventi e avviato iniziative sui residui che consentiranno l'acquisizione di ulteriori risorse.
Una volta ottenute le risorse, su questo non sono d'accordo con l'opposizione, sappiamo benissimo come intervenire, perché le idee e i programmi non li ha solo l'opposizione, li abbiamo anche noi, magari taluni sono chiusi nei cassetti in mancanza momentanea di disponibilità finanziaria. Però queste idee e questi programmi vanno ovviamente confrontati con l'opposizione che, in questa fase, ha dimostrato di essere veramente costruttiva, e di collaborare seriamente al raggiungimento di un risultato di interesse di tutta la Regione sarda per poter andare avanti.
Ripeto ancora una volta, noi abbiamo messo i presupposti per poter modificare la situazione. Questo è un risultato non da poco, è un risultato che potrebbe valere tutti questi due anni che sono stati spesi. C'è poi tutta una serie di interventi ulteriori da fare, ma su questo la Giunta ha manifestato la disponibilità, ha preso l'impegno di portare il collegato in Aula non appena chiusa la sessione della finanziaria, in quella fase potremo intervenire seriamente per risolvere tutti i problemi particolari, in quella fase dovremo essere noi a mostrare la coerenza con quello che abbiamo detto, evitando di introdurre norme specifiche destinate a risolvere problemi particolarissimi. E' quella la fase in cui si verifica la coerenza e, in quella fase, potremo inserire tutte le norme volte a razionalizzare la spesa ed evitare che in futuro si possano presentare esigenze di interventi particolari, prevedendo anche in questo caso una somma, messa a disposizione dalla Giunta, con un programma da passare in Commissione, che provveda su questi problemi particolari.
Va da sé che, nel bilancio e nella finanziaria, ci sono ancora cose che non quadrano, va da sé che ci sono ancora somme spese che sarebbero potuto essere spese in maniera più proficua, questo è evidente, ma tutti questi problemi non possono essere risolti con una legge finanziaria, per poterlo fare serve la buona volontà di tutti e, ripeto, la coerenza con le cose da tutti dette oggi. Solo in presenza di questa coerenza e di un comportamento costruttivo da parte della maggioranza e dell'opposizione si potranno risolvere i problemi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, intervengo prima di tutto per rammentare a tutti noi in quale contesto stiamo discutendo la legge finanziaria e il bilancio della Regione, li stiamo discutendo in un contesto di relazione complessa, io direi anche difficile, con lo Stato, in materia non solo di sviluppo del federalismo fiscale, quindi di una riforma significativa, sostanziale degli assetti istituzionali della Repubblica, ma anche in relazione a processi di riforma a suo tempo avviati, anche per iniziativa di questo Consiglio regionale, che meglio dovevano regolarli, proprio all'interno di un processo di cambiamento come quello al quale assistiamo, e che in qualche misura conveniamo anche a sostenere, per quanto riguarda in modo particolare l'aspetto della organizzazione delle entrate dell'amministrazione regionale e l'aspetto della migliore organizzazione della spesa.
Siamo di fronte a una situazione di difficoltà di relazioni istituzionali con lo Stato! Tanto è significativa questa difficoltà, in modo particolare per la mancata corretta e completa attuazione dell'articolo 8 riformato dello Statuto, che è una conquista generale di questo Consiglio regionale, ma anche delle forze sociali e politiche dell'intera Regione, oltre che della Giunta regionale che a suo tempo ha avuto il merito di promuoverla, che questa Giunta regionale, alcuni giorni fa, ha assunto l'impegno (su pressione, è innegabile, di questa minoranza che si è preoccupata di discutere della manovra finanziaria in termini veri, sostanzialmente veri, avendo acquisito piena consapevolezza delle disponibilità finanziarie effettivamente manovrabili), questa Giunta regionale in carica ha assunto l'impegno di adottare una deliberazione per promuovere nei confronti dello Stato un'azione giudiziaria, ovverossia sollevare il conflitto di attribuzioni e insieme contestare la validità della parte normativa del bilancio dello Stato che riguarda lo stanziamento da trasferire alla Regione sarda.
Questo è un elemento significativo, perché richiama non solo la responsabilità dello Stato e quindi anche della Regione a essere parte attiva nei confronti dello Stato inadempiente, ma richiama anche la responsabilità della Regione a meglio organizzare la propria spesa, a meglio organizzare la propria manovra finanziaria, a essere vera in ogni momento, quindi anche nel momento in cui richiede il trasferimento delle risorse che competono a questa istituzione, al Popolo sardo, per il soddisfacimento dei propri bisogni; richiama inoltre la responsabilità da esercitare in una gestione rigorosa e severa delle risorse finanziarie effettivamente disponibili.
Noi riteniamo che il dato politico principale sia questo, va fatta tutta quell'operazione, va consumata integralmente tutta quell'operazione di verità che noi, da tempo, da questi banchi, e in modo particolare da questo Gruppo, chiediamo. Vanno cancellati quei residui passivi che costituiscono promesse di spesa non esigibili e non realizzabili, va di pari passo ridotto il disavanzo che risulta gonfiato in ragione di quelle promesse di spesa che non sono esigibili e non sono realizzabili, va infine ridotto l'indebitamento derivante dalla mancata contrazione di mutui per il raggiungimento del pareggio di bilancio negli esercizi precedenti, dove si sono prodotti quei residui, cioè quelle promesse di spesa non esigibili e non realizzabili, e dove si è prodotto quel fittizio disavanzo, in modo tale da portare questo bilancio, onorevole Pittalis, a una condizione nella quale sia possibile, con responsabilità, anche contrarre mutui veri, non avere autorizzazioni per non farne niente, ma recuperare manovrabilità alla spesa, quindi vincere alcuni vincoli posti dall'attuale regolazione del Patto di stabilità, che tutti quanti abbiamo detto dobbiamo rivedere con lo Stato.
Noi dobbiamo conquistare maggiore impegnabilità delle somme a disposizione, ma anche maggiore capacità di spesa, e procedere ad autorizzazioni a contrarre mutui per effettive esigenze di cassa, in modo tale che possano essere direttamente e immediatamente rese disponibili quelle somme per la realizzazione e l'incremento di maggior patrimonio in capo a questa istituzione e alle istituzioni locali della Sardegna per la realizzazione delle opere di cui questa Regione ha bisogno. Se facciamo questa operazione, abbiamo già fatto un'operazione interessante e, se non si può assolvere questo compito tutto in questa manovra finanziaria, dobbiamo comunque, lo dico all'Assessore, prevedere una norma che stabilisca che, tra 6 mesi, sia predisposto un assestamento di bilancio per completare o per migliorare e quindi sviluppare questa azione di pulizia e di verità. Quando verranno le nuove regole, noi rischieremo di essere una Regione, diciamo, "con i conti non a posto", solo sulla base del disavanzo fittizio, di promesse di spesa che non possiamo mantenere e che avremmo fatto bene a non assumere e sulla base di autorizzazioni a contrarre debiti che ci fanno debitori senza esserlo veramente, cioè in una farneticazione di tipo astratto solo ed esclusivamente contabile, solo ed esclusivamente formale, che alla fine sarà un danno gravissimo per la vera spesa che invece dovremo e potremo effettivamente realizzare.
Questo è il contesto e, su questo contesto, male si inseriscono, lo dico, operazioni di tipo clientelare alle quali dobbiamo dare freno, una cosa è risolvere un problema che riguarda il funzionamento di un'amministrazione, una cosa è una pessima gestione dell'amministrazione che produce sprechi. Non voglio fare molti esempi, mi basta farne uno per dire che dovremmo anche rivedere tutto il sistema delle agenzie che abbiamo prodotto, lo dico perché non ho difficoltà ad ammettere che io sono un sostenitore del sistema delle agenzie ma il sistema delle agenzie era stato pensato per rendere la pubblica amministrazione maggiormente efficace nella sua azione superando i limiti posti alle strutture, ai servizi, agli uffici burocratici e quindi migliorando la qualità e la tempestività dell'azione dell'Amministrazione. Prendiamo AREA: AREA è una di queste agenzie, ha 130 milioni di residui di cui 110 di assegnazioni statali. Stiamo sfrattando la gente e mettendola in mezzo alla strada! Abbiamo uno psicologo aziendale che la dirige, che la presiede e una situazione decomposta della sua amministrazione.
Allora, facciamo le cose serie facendo assumere seriamente la responsabilità anche a tutti coloro che devono realizzarle.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, questa discussione, secondo me, risente ancora di una legislazione che nessuno di noi vuole considerare terminata, la legislazione che fa capo alla legge di contabilità; forse ho già ricordato che da sempre la finanziaria era una legge che conteneva di tutto e di più, l'abbiamo conosciuta con trenta articoli, la prima finanziaria del presidente Soru era composta da ventisei articoli, con una infinità di commi che contenevano di tutto e di più! Poi siamo arrivati noi, ma non è perché siamo arrivati noi, è arrivata una determinazione politica che ha cominciato a fare un po' di chiarezza sulla legge finanziaria. Devo dire che, siccome esiste una legge, modificata poi l'anno scorso, la nuova legge di contabilità, che ha messo dei paletti importantissimi sulla legge finanziaria, credo che tutti quanti noi abbiamo difficoltà a scrollarci di dosso questo nuovo meccanismo.
Qualcuno, nella legislatura 1999-2004, ipotizzò, già da allora, che la legge finanziaria non dovesse esistere più. Noi l'abbiamo certamente resa un qualcosa di diverso, ed è difficile, per ognuno di noi, smettere i panni del consigliere regionale che presenta emendamenti, che cerca di acchiappare tutto quello che lo circonda, che si fa carico di tutte le motivazioni che gli arrivano dall'esterno, dai comuni, dalle amministrazioni provinciali, dal mondo delle imprese, dalle associazioni, dalle organizzazioni, insomma, tutti quanti risentiamo di questo. In più, dal personale della Regione Sardegna e dal mondo dei precari! E' la prima cosa di cui ci si è occupati, e di questo io credo che tutti quanti noi dovremmo dare grande merito alla Giunta e all'assessore La Spisa.
Questa finanziaria, così come le altre, tende alla cosa fondamentale, cioè ridurre l'indebitamento della Regione. Questo è il primo punto che dobbiamo tenere in considerazione. Se riusciamo a risolvere quel problema, io credo che potremo risolvere moltissimi altri problemi. Nonostante tutto, qualcuno ha fatto riferimento alle miriadi di emendamenti, che non sono poi un'enormità, insomma, abbiamo conosciuto finanziarie con 1000, 1500, 1800 emendamenti, oggi siamo arrivati a 400-450, molti dei quali sono ripetitivi, nel senso che contengono la stessa materia, la stessa sollecitazione, insomma, stringi stringi, saranno 250-300 emendamenti che, per una legge finanziaria, tutto sommato ci stanno anche.
Il problema è capire dove vuole arrivare questo Consiglio regionale, ovviamente mi rivolgo all'opposizione ma anche alla maggioranza, per verificare se ci sono punti fermi sui quali si può trovare una convergenza, tenendo sempre fede però al fatto imprescindibile che uno dei grandi risultati è quello di aver approvato per due anni consecutivi la manovra finanziaria entro il 31 dicembre dell'anno in corso evitando così l'esercizio provvisorio che è sempre un fatto negativo. Mi pare che nessuna Regione in Italia ormai stia andando in esercizio provvisorio. Tutti quanti, già dal mese di settembre, affrontano la manovra finanziaria e l'approvano nei termini, credo che questo sia già un fatto estremamente positivo.
Non mi pare peraltro che ci siano tendenze che vogliano assolutamente bloccare questo processo, non l'ho verificato in aula, non l'ho verificato in commissione, devo dire che c'è stata, forse come mai, non dico una collaborazione, ma un intendersi tra la maggioranza e l'opposizione su alcuni argomenti certamente rilevanti. Ribadisco che è indispensabile l'approvazione entro i termini. So che sto dicendo una cosa che è probabilmente impossibile, ma se è impossibile approvare entro il 31 dicembre la finanziaria, credo che non sia impossibile evitare l'esercizio provvisorio che, di per sé, è un fatto assolutamente negativo. Per questo abbiamo certamente qualche giorno di tempo. Poi c'è chi vuol far la battaglia politica e magari dice che non si approva assolutamente, rimanendo inchiodati per chissà quante settimane in Aula, allora io dico che politicamente sbaglia chi pensa questo! Ormai tutti si sono abituati all'approvazione del bilancio entro i termini, quindi male farebbero quelle parti politiche che, in qualche maniera, vogliono tirare per le lunghe.
Che cosa c'è di buono in questa finanziaria? Per l'opposizione non c'è nulla di buono, per la maggioranza ci sono delle cose positive. Rilasciamo dichiarazioni alle televisioni e ai giornali, forse anche troppo cariche di un significato che non c'è, l'opposizione dice che questa finanziaria non contiene niente salvo che non si trovi un accordo su alcuni temi importanti, per cui la finanziaria diventerebbe di nuovo, chissà, qualcosa di straordinario. Io non ho difficoltà, l'abbiamo già dichiarato in tutte le sedi: noi siamo disponibili a trovare un accordo con la minoranza, sempre che la minoranza trovi un accordo al suo interno e sempre che, probabilmente, la maggioranza trovi un accordo al suo interno.
Se non ci intendiamo su questo, forse non conviene parlare di date, forse non conviene prendere impegni, forse è meglio che tutte le parti politiche facciano il loro lavoro e decidano, come meglio credono, di approvare questa finanziaria, sia che si tratti di rispettare i termini sia che si tratti di non poterli rispettare, non di non volerli rispettare. Se ragioniamo però nell'ottica che mi pare di aver colto da parte di tutti, io credo che ci siano le condizioni. Sgombriamo il campo dal fatto che si possa approvarla entro il 31, come ho detto, lavoriamo però in queste ore e nelle ore successive per trovare la sintesi a quei tre o quattro argomenti che mi pare siano stati toccati sia dal relatore di minoranza, sia dai colleghi del centrosinistra che sono intervenuti ma anche dai colleghi del centrodestra. Mi pare di poter focalizzare le attenzioni maggiori, per gli interventi che sono stati fatti, sull'articolo 3; non a caso proprio gli emendamenti che erano in carico all'articolo 1 e all'articolo 2 sono stati strategicamente trasferiti all'articolo 3, quindi diciamo che le attenzioni maggiori si sono ormai spostate sull'articolo 3.
Poi, certo, si può parlare delle entrate, si può parlare della vertenza con lo Stato, si può parlare scriteriatamente anche della vicenda dei pastori a Civitavecchia, utilizzando magari anche qualche frase inopportuna, insomma si può fare di tutto all'interno della finanziaria (io credo che non sia esattamente così), però sull'articolo 3 (dove, ripeto, si è concentrata la maggioranza degli emendamenti che portano spesa e che quindi veicolano risorse nel territorio), io credo che ci dobbiamo impegnare. Affretterei l'approvazione dell'articolo 1 e dell'articolo 2 e mi concentrerei sull'articolo 3 che è quello che in qualche maniera dà maggiori risposte all'economia della Sardegna.
Se manteniamo questo atteggiamento e se avessimo ancora di più la capacità di dire che un argomento, piuttosto che un altro, diventa, magari con un ordine del giorno, una priorità importantissima e imprescindibile del Consiglio regionale, quasi un monito alla Giunta, non dico ordinativo, perché questo non è possibile, però tale che nella seconda quindicina di gennaio questi tre argomenti debbano essere oggetto di un collegato (con risorse dedicate) che sia approvato immediatamente, allora noi, nell'arco di un mese, potremmo approvare una finanziaria e anche un collegato che dia gambe alle cose che ci siamo detti e che ci stiamo dicendo. Se ci fosse questa volontà, io credo che si potrebbe ragionare in questi termini. Lancio un'idea, ne ho parlato anche con qualcuno dei colleghi del centrosinistra: concordiamo su questo, c'è necessità, e l'assessore La Spisa sa…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, onorevole Mario Diana, noi vogliamo varare una finanziaria che sia utile alla Sardegna, la migliore finanziaria possibile, e stiamo lavorando in questi termini, in queste giornate, in Commissione e in Aula; non abbiamo come obiettivo, sarebbe da folli, l'esercizio provvisorio, noi vogliamo la finanziaria migliore possibile, una finanziaria che stiamo riscrivendo in queste ore, in queste giornate, e che è arrivata in Aula come provvedimento della Giunta nei termini che voi stessi avete indicato in questo Consiglio. Qualcuno l'ha definita una finanziaria inutile, qualcuno l'ha definita una finanziaria vuota, qualche altro una finanziaria senz'anima, noi vogliamo farlo attraverso provvedimenti che vadano a incidere sulle politiche del lavoro, sulla lotta al precariato, sul sociale, sulla scuola, sullo sviluppo e sulla competitività, vogliamo farlo in maniera efficace, consapevoli (per rispondere alla questione riguardante i collegati), con questo modo di legiferare, di arrivare in Aula con una leggina snella di tre articoli, magari da approvare nei termini, che non incide se non minimamente sulla drammatica crisi in atto, e rimandare poi a collegati, che non si affrontano mai (perché questa è la storia di questi due anni), che vengono snaturati poi nel corso dei mesi, che non tengono conto insomma delle emergenze ma delle esigenze della maggioranza, che servono semplicemente per annunciare riforme, come nel caso della sanità, e commissariare le ASL. Noi non ci stiamo! Abbiamo una finanziaria in discussione e vogliamo con voi migliorarla; abbiamo fatto delle proposte che riteniamo serie e responsabili e che attendono una definizione nel confronto in Aula e in Commissione.
L'assenza del presidente Cappellacci mi dispiace perché avrei voluto porre due quesiti che non tengono conto, onorevole Diana, come dire, semplicemente di una manovra dilatoria. Quando noi parliamo dei pastori sardi e di quello che è avvenuto ieri a Roma (che ha trovato una condanna unanime da parte di tutti, anche del coordinatore regionale del Popolo delle Libertà, ma non ha trovato nelle parole del presidente Cappellacci nessun cenno di disapprovazione o di condanna per quello che è avvenuto, con un atteggiamento del Governo ormai sistematico di repressione preventiva che non accenna minimamente al dialogo con nessuno e tantomeno con i sardi), riteniamo, io credo, che il presidente Cappellacci abbia il dovere di esprimere parole di condanna dei fatti che sono avvenuti ieri.
Noi chiederemo, lo chiederà il mio Partito, lo chiederemo tra poco nell'ordine del giorno, spero votato all'unanimità, ne sono certo, chiederemo ai parlamentari sardi di farsi interpreti di una iniziativa bipartisan che faccia comprendere al Governo la gravità di quello che è accaduto ieri e che difenda la dignità dei cittadini sardi, di tutti i cittadini sardi, anche di quelli che vogliono manifestare, anche di quelli che vogliono esprimere un pensiero. Magari potremmo non essere d'accordo sui contenuti, però sicuramente, perché così è la Costituzione italiana, dobbiamo dare loro la possibilità di manifestare e di esprimersi. Allora avrei voluto chiedere al presidente Cappellacci perché questo silenzio, perché non ha preso posizione, perché ha voluto semplicemente esprimere l'azione del suo Governo sulla materia e non condannare quegli atti, quei gesti.
Poi, visto che parliamo di entrate, visto che parliamo dell'articolo 1, gli avrei voluto chiedere quanto è costata questa lettera di auguri che è arrivata nelle case dei sardi, gli avrei voluto chiedere da quali capitoli del bilancio ha attinto, gli avrei voluto chiedere qual era il senso di "La Sardegna per te, tu per la Sardegna", mi pare fosse così, qual è il senso di questo messaggio, se i cittadini sardi hanno bisogno di questo tipo di messaggio o hanno bisogno di altre risposte, che magari anche in questa sede stiamo cercando di dare, nelle materie che riguardano il lavoro, l'occupazione, che riguardano la vita reale dei sardi. Altro che "CREA il tuo potenziale", magari dando risorse alla formazione professionale vecchio stile; altro che "DEDICA tempo al prossimo", e mi chiedo che cosa stiamo facendo sui PLUS, i Piani locali unitari dei servizi, o sulla "162", che sistematicamente vede annunciati i tagli, che cosa stiamo facendo sulle politiche del sociale, sulla sanità, al di là dei commissariamenti delle ASL, al di là del deficit, al di là dell'allungamento delle liste d'attesa. "DEDICA tempo al prossimo", "RISCOPRI il mito della Sardegna", "NUTRI la tua terra", oppure salvaguarda le coste, magari con il Piano casa che permette di costruire entro i 300 metri, magari cancellando la Conservatoria delle coste, oppure ancora "MUOVI l'energia sostenibile", a questo punto non faccio altri accenni perché dovrei riferirmi a Suelli, a Roma e ad altre mosse che sono avvenute nel corso dell'anno sull'energia positiva e negativa. Allora bisogna essere seri!
Avrei fatto un'altra richiesta, al presidente Cappellacci, riguardante l'impegno preso con ordine del giorno unitario. Vedo che domani all'ordine del giorno c'è una delibera che avvia probabilmente il procedimento di impugnativa del bilancio dello Stato e di sollevazione del conflitto di attribuzioni. Io leggo solo atto di indirizzo politico-amministrativo, avrei chiesto il contenuto di questa delibera, avrei chiesto se veramente si vuole aprire un conflitto con lo Stato. Gli avrei chiesto se è disponibile a capeggiare una mobilitazione unitaria nei confronti dello Stato per quanto riguarda il rispetto dei diritti e il rispetto delle risorse a seguito degli accordi, a seguito della legge costituzionale, a seguito della riscrittura dell'articolo 8. Gli avrei voluto chiedere che cosa contiene questa delibera che domani viene portata all'attenzione della Giunta regionale.
Noi abbiamo cercato di fare la nostra parte come opposizione, lo stiamo facendo in questi giorni, responsabilmente, lo dico all'onorevole Diana, lo dico all'onorevole Pittalis, "responsabilmente", ma abbiamo anche occupato l'aula quest'anno, abbiamo anche chiesto con una mozione di sfiducia di concludere anticipatamente la legislatura, non siamo contenti affatto dell'azione di questo Governo regionale, non siamo contenti dei provvedimenti che ha portato in Aula e di quelli che non ha portato, non siamo soddisfatti di questa finanziaria, responsabilmente vogliamo che venga dato atto e venga dato seguito a tutto ciò che questo Consiglio regionale produce, anche in termini di ordini del giorno. Per cui, vi chiederemo conto, ogni giorno, delle vostre azioni, a cominciare da questa finanziaria.
Io ritengo che il fatto che, nell'articolo 1, voi possiate inserire 1 miliardo e 700 milioni di euro a copertura di un disavanzo e che quello sia il disavanzo della Regione da ascrivere, lo abbiamo detto nei giorni corsi, anche all'azione importante che è stata svolta nella scorsa legislatura relativamente alla vertenza entrate; insomma 2 miliardi netti in più all'anno rappresentano veramente una cifra importante che può consentire a voi, che può consentire alla Regione, di rientrare da un indebitamento che, nel 2004, sfiorava, probabilmente raggiungeva, i 3 miliardi.
Noi riteniamo che si possa, con una politica oculata, che vada veramente, come ha detto l'assessore La Spisa in replica l'altro giorno, anche sul versante della trasparenza e di una spesa attenta, che veramente deve vedere con il concorso di tutti ridurre il deficit per esempio della sanità, deve ridurre gli sprechi, deve portare questo Consiglio regionale a individuare i provvedimenti chiave sui quali destinare non a pioggia ma con progetti specifici le risorse di questa Regione.
Allora io credo che possiamo ancora fare insieme un'azione efficace di riscrittura di questa finanziaria, lo dobbiamo fare senza alcun accordo sui tempi ma sul tentativo di realizzare il bene comune, anche attraverso il provvedimento che abbiamo in discussione. L'accordo deve essere di predisporre la finanziaria migliore possibile che non guardi semplicemente agli interventi di questo o di quel territorio, di questa o di quella parte politica ma ai problemi della Sardegna e cerchi di trovare delle soluzioni. Noi stiamo su questo, è l'accordo che ci sentiamo di fare, non sui tempi, non ci interessa se non andiamo in vacanza, ci interessa aggredire i problemi della Sardegna realmente e trovare già da questa finanziaria le soluzioni.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.In questi giorni, onorevoli consiglieri, noi siamo sotto osservazione e in attesa del definitivo pronunciamento della società di rating Moody's che da anni valuta la Regione Sardegna rispetto alla sua affidabilità dal punto di vista economico e finanziario. Sappiamo che le valutazioni fatte da queste società di rating non sono sempre oro colato, sappiamo anche che non sempre sono valutazioni corrispondenti alla realtà, però sono molto importanti e incidono rispetto alla nostra capacità di rientrare dai debiti da cui siamo gravati, esprimendo anche indicazioni sulla positività o negatività della gestione economica della Regione stessa. Nel momento in cui siamo stati sotto esame, qualche settimana fa, è stato un vero e proprio esame, i punti che i rappresentanti di questa società hanno sottolineato, con le loro domande insistenti, sono stati innanzitutto riferiti al livello delle entrate, alla certezza del livello delle entrate della Regione e sono stati orientati rispetto al livello dell'indebitamento e del disavanzo, in particolare hanno poi riguardato il sistema di gestione del sistema sanitario con l'assetto finanziario e il disavanzo che costituisce obiettivamente un punto di forte preoccupazione.
Noi renderemo noto tra qualche giorno l'esito di questa valutazione, vorrei però sottolineare ora un fatto importantissimo: questo momento, in cui ci stiamo confrontando e ci siamo già confrontati tra maggioranza e opposizione e Giunta regionale, riguarda le scelte che stiamo facendo con questa manovra finanziaria. Credo che abbiamo di fronte alcuni obiettivi da raggiungere per migliorare il nostro rating e altri obiettivi da consolidare riguardo a risultati in qualche modo già raggiunti e che, se consolidati, rafforzano la posizione della nostra Regione. Non mi stanco di ripetere che, pur nella comprensibile dialettica tra le diverse parti di questo Consiglio e anche tra tutto il Consiglio regionale e l'Esecutivo, questa Regione tutto sommato sta navigando in un momento di tempesta che colpisce tutte le Regioni del nostro territorio italiano, di tutta Europa in particolare, ma sta navigando tenendo una rotta! Nel tenere questa rotta è chiaro che ci si trova a un certo punto della navigazione, io credo che sia giusto riconoscere che, se siamo a un certo punto della navigazione e se il timone, la direzione della nostra delegazione, va verso una razionale utilizzazione delle risorse finanziarie a vantaggio di tutto il sistema economico e sociale della Sardegna, questo lo dobbiamo anche ad alcune scelte fatte nel passato e, in particolare, ad alcune scelte fatte nella precedente legislatura.
Non ho difficoltà a riconoscere che un certo impulso alla razionalizzazione di una parte della spesa deriva certamente da alcune scelte fatte nella precedente legislatura, così come non ho difficoltà a riconoscere, l'ho già fatto ma lo posso rimarcare, che il livello di entrate, che noi riteniamo ragionevolmente di avere in qualche modo avuto e che stiamo pian piano ottenendo anche come riconoscimento formale, deriva da un'azione politica sia pur con alcuni limiti ma che ha dato al nostro sistema finanziario un Titolo III dello Statuto modificato in senso favorevole alla nostra Regione, per cui abbiamo un sistema di trasferimenti o meglio un sistema di partecipazione al gettito maturato in Sardegna che ci permette oggi di avere un livello finanziario di entrate buono, obbiettivamente buono. Sul contenimento della spesa e sul mantenimento di questo livello delle entrate si basa la valutazione delle società di rating oltre che evidentemente sui punti critici che sono la presenza di alcune fonti di disavanzo che rimangono.
Dobbiamo proseguire su questa direzione e se noi abbiamo la lealtà di riconoscere la correttezza di alcune scelte, io spero che l'opposizione abbia la lealtà di riconoscere, in parte lo leggo in alcuni interventi dell'opposizione, che la direzione è stata tenuta esattamente fissa in questi primi due anni di legislatura, con una politica della spesa attenta a evitare gli sprechi e, permettetemi di dire, una politica della spesa che è stata condizionata, rispetto alle politiche di spesa degli anni precedenti, dall'esplosione della crisi. Poco fa l'onorevole Capelli citava i dati del Comune di Nuoro per quanto riguarda le persone che godono di ammortizzatori sociali o di interventi comunque di assistenza sociale, da 100 a 400, quadruplicati in un anno, in due anni e se andiamo a leggere i dati sugli ammortizzatori sociali in Sardegna all'inizio del 2009 erano circa 4000, adesso credo siano intorno ai 12 mila, una parte di questa spesa è coperta dal bilancio dello Stato, tra l'altro deriva esattamente dagli accantonamenti che prima erano orientati ai FAS, non dimentichiamocelo mai, dal cofinanziamento da parte della Regione, che interviene sugli ammortizzatori sociali, ma anche sulle politiche per la povertà.
Noi stiamo ottenendo una politica razionale della spesa; se questo giunge attraverso un'impostazione delle manovre finanziarie basate, com'è stato detto, su leggi finanziarie contenute nel numero degli articoli, assolutamente non vuote nelle risorse finanziarie che sono presenti nel nostro bilancio, le risorse ci sono e le stiamo spendendo, nei limiti che abbiamo, ma le stiamo spendendo, allora teniamo fermo il timone in questa direzione e proseguiamo in quest'azione. E' fondamentale che prossimamente il Consiglio regionale affronti la questione della normativa in materia sanitaria, non solo per contenere la spesa e i disavanzi, ma possibilmente per tagliare gli sprechi e mantenere magari la spesa per avere una sanità migliore e competitiva. Io credo che se noi fossimo capaci, come spero lo siamo, di fare una buona legge, una buona azione di pianificazione in materia sanitaria, noi potremmo permetterci addirittura il lusso, tra virgolette, di mantenere lo stesso livello della spesa, non più in disavanzo, ma scegliendo volutamente una sanità migliore, che dia servizi buoni ai cittadini e che magari attragga, inverta il flusso di mobilità sanitaria che oggi ci vede come Regione che importa sanità, importa servizi sanitari, mentre potremmo ambire legittimamente a essere un sistema sanitario che esporta servizi sanitari, cioè che attrae qui persone che possono venire a curarsi in una terra splendida come la nostra.
Facendo alcune scelte possiamo arrivare a questo grande risultato, ma occorre avere il coraggio di compiere alcuni sacrifici e per farlo qualcuno deve proporli, qualcuno deve avere anche la pazienza di stare al timone e reggerlo fermo, magari prendendosi gli spruzzi d'acqua e facendo quindi in qualche modo da paravento inevitabilmente, perché la navigazione non è facile; credetemi, la Giunta ha questo compito, il Consiglio può reggere questo scopo, può assecondarlo facendo proposte che migliorino, noi siamo ben felici dei miglioramenti che sono arrivati, come ne arriveranno ancora, siamo pronti ad accoglierli, tenendo quel livello di spesa corrispondente alle entrate, migliorando semplicemente e qualificando la spesa.
Io spero che, nell'esame dell'articolo 1, e poi degli altri due articoli, possiamo raggiungere questo risultato che ci permetta di usare razionalmente le nostre risorse e di dare anche alla Sardegna presto un bilancio approvato.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 244, 289, 108 e 288, uguali, 110 e 287, uguali, 109 e 286, uguali, 101 e 285, uguali, 86 e 284, uguali, 107 e 283, uguali, 89 e 282, uguali, 281, 280, 88 e 279, uguali, 87 e 278, uguali.
Ci si rimette all'Aula sugli emendamenti numero 24, 104 e 277, uguali, scusate, l'emendamento numero 24 è stato ritirato. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 112, 100 e 276, uguali, 82 e 275, uguali, 106 e 274, uguali, 83 e 273, uguali, 85 e 272, uguali, 96, 81. Si invita al ritiro per quanto riguarda l'emendamento numero 1, altrimenti il parere è contrario. Si esprime ancora il parere contrario sull'emendamento numero 84.
Invece, sugli emendamenti numero 20 e 91, uguali, il parere è favorevole. Si esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti numero 90, 93, 92, 326, 327, 328, 329, 330, 331, 335, 332, 333, 334, 336, 337, 345, 346, 343, 347, 348, 342, 349, 341, 344, 350, 340, 351 e 352, uguali, 353, 354, 338, 339, 95, 105, 103, 102, 99, 94, 79, 400, 442, 399, 398, 397, 396, 395, 394, 393, 392, 391, 390, 389, 387, 388 e 98.
Si invita al ritiro dell'emendamento numero 11, altrimenti il parere è contrario. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 401, 403, 407, 402 e 405, uguali, 409, 404, 408, 406, 410, 411, 412, 414, 413 e 111.
Si sospende il parere sugli emendamenti numero 132, 230 e 231 perché oggetto di una riflessione per un emendamento di sintesi con altri emendamenti. Si esprime ancora parere contrario sugli emendamenti numero 97, 373, 372, 371, 370, 369, 368 e 367. L'emendamento numero 432 è inammissibile. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 216 e parere favorevole sugli emendamenti numero 15 e 16. L'emendamento numero 28 è stato spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 29. L'emendamento numero 31 è stato spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 42 e 60. Sospendiamo l'emendamento numero 420, lo possiamo lasciare all'articolo 3, così lo esaminiamo con l'articolo 3; anche l'emendamento numero 212 è stato spostato all'articolo 3. Invece gli emendamenti numero 66, 384, 450, 119, 120 e 65 sono sospesi perché oggetto di una discussione per la predisposizione di un eventuale emendamento di sintesi.
Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 198; mentre c'è un invito al ritiro per l'emendamento numero 386, altrimenti il parere è contrario. Il parere è contrario anche sugli emendamenti numero 433 e 434. L'emendamento numero 40 è spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 80 e 188. L'emendamento numero 189 è stato spostato all'articolo 3. Gli emendamenti numero 435, 436, 437, 438 e 440 sono stati dichiarati inammissibili. L'emendamento numero 191 è spostato all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 19, per il quale presenteremo un emendamento orale in sede di votazione. Si sospende il parere sull'emendamento numero 26 per predisporre un emendamento di sintesi insieme agli emendamenti numero 189 e 201.
Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 27, con una correzione alla copertura finanziaria che vedremo, 30 e 41. L'emendamento numero 43 è stato spostato all'articolo 3. L'emendamento numero 443 è inammissibile. Si invita al ritiro dell'emendamento numero 210 altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 52 è inammissibile. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 17, che è uguale agli emendamenti numero 224 e 455, che provengono dall'articolo 3. Ancora parere favorevole sugli emendamenti numero 35, 36, 37, 38 e 39. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 58. Gli emendamenti numero 61, 67, 68, 113, 69, 70, 72, 73, 74 sono inammissibili. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 75, che è uguale all'emendamento numero 204. Per quanto riguarda gli emendamenti numero 76 e 205, uguali, e gli emendamenti numero 77 e 234, uguali, c'è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Il parere è contrario sull'emendamento numero 78. Sugli emendamenti numero 197 e 206 c'è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 322 è inammissibile. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 381; parere favorevole sull'emendamento numero 383, mentre ancora parere contrario sull'emendamento numero 424. L'emendamento numero 444 è spostato all'articolo 3, insieme al "189" e al "201". Per quanto riguarda l'emendamento numero 445, si invita al ritiro altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 446 è inammissibile. Sull'emendamento numero 447, il parere è favorevole con alcune modifiche che proporremo al momento della votazione. L'emendamento numero 460 è spostato con il "189" all'articolo 3. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 461; si sospende il parere sull'emendamento numero 450 e sugli emendamenti numero 65 e 217, uguali. Si esprime il parere contrario sugli emendamenti numero 185 e 365, uguali. Il "196" è inammissibile.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 235 è stato spostato all'articolo 3.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime infine parere contrario sugli emendamenti numero 290, 291, 292, 293, 355, 356, 357, 358, 359, 360, 361, 362 e 363. Sull'emendamento numero 364 il parere è favorevole, ma correggendo la copertura finanziaria, cioè deve essere diversa da quella indicata, quindi lo vedremo in sede di votazione. Sull'emendamento numero 294, il parere è contrario. Gli emendamenti numero 310, 311, 313, 314 e 315 mi risultano inammissibili.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 310 è inammissibile, il "311" è stato spostato all'articolo 3, il "313" è inammissibile, e gli emendamenti numero 314 e 315 sono spostati all'articolo 3.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 316 si esprime parere contrario, il "317" è inammissibile, il "319" è stato spostato all'articolo 3. Gli emendamenti numero 318 e 324 sono inammissibili. Gli emendamenti numero 325 e 378 sono stati spostati all'articolo 3. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 377, 374, 376, 375 e 366. Gli emendamenti numero 215 e 448, uguali, sono inammissibili.
PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 449, 451 e 209 sono inammissibili. L'emendamento numero 452 è spostato al bilancio. Gli emendamenti numero 453, 454 e 463 sono stati spostati all'articolo 3.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Colleghi, proporrei all'Aula, prima di procedere alla votazione degli emendamenti, di votare l'ordine del giorno che è stato presentato sulla proposta avanzata dall'onorevole Lotto questa mattina.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine Del Giorno Bruno - Diana Mario - Sanna Giacomo - Uras - Cocco Daniele Secondo - Cuccureddu - Steri - Vargiu di protesta per quanto accaduto a Civitavecchia il 28 dicembre 2010 ad una rappresentanza del Movimento pastori sardi.
IL CONSIGLIO REGIONALEnell'ambito della discussione della manovra finanziaria 2011-2013,
PREMESSO che il 28 dicembre 2010 circa 200 pastori aderenti al Movimento pastori sardi hanno cercato di raggiungere Roma per una manifestazione presso il Ministero dell'agricoltura al fine di evidenziare la crisi del comparto agro-pastorale che attanaglia le imprese agricole della Sardegna;
PRESO ATTO che l'articolo 16 della Costituzione recita "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale" e l'articolo 21 "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione";
CONDIVIDENDO lo spirito di pacifica protesta che animava i partecipanti all'iniziativa;
CONSIDERANDO inaccettabile l'impedimento all'accesso alla capitale dei pastori sardi, nonché cittadini italiani, non suffragato da alcuna valida motivazione;
NON CONDIVIDENDO l'azione "repressiva-preventiva" messa in atto dalle forze dell'ordine contro liberi e pacifici cittadini;
VERIFICATA la violazione del diritto dei cittadini sardi a manifestare il profondo disagio del mondo agro-pastorale e dell'intera Sardegna rispetto alla crisi che ha colpito il comparto agricolo e per il quale è necessario un intervento costante di sostegno;
RIBADITO che la libertà di manifestare non può essere a priori preventivamente repressa con la forza;
CONDIVIDENDO i principi sanciti dalla Costituzione italiana,
esprime
il proprio dissenso rispetto alle azioni repressive perpetrate in spregio a tali diritti, e manifesta la propria solidarietà ai cittadini sardi che in tale giornata non hanno potuto esercitare i propri diritti di libertà,
richiama
il Governo e il Ministro degli interni Maroni al dovere principale del Ministero di salvaguardare e garantire il diritto dei cittadini a manifestare,
condanna
ogni preventiva azione repressiva nei confronti di chi vuole manifestare liberamente le proprie idee ed il proprio dissenso,
impegna la Giunta regionale
1) ad inoltrare al Governo nazionale formale protesta per quanto accaduto;
2) a sollecitare il Governo nazionale, anche attraverso i parlamentari sardi, affinché riferisca in Parlamento sulle vicende verificatesi a Civitavecchia. (1)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Vorrei esprimere innanzitutto la soddisfazione per il fatto che questo Consiglio abbia voluto accogliere la proposta di cimentarsi su quanto è accaduto ieri e, nel richiamare brevissimamente le considerazioni principali che sono contenute nell'ordine del giorno, cioè il fatto che, è ovvio, ma è bene ribadirlo, siamo tutti d'accordo con il dettato della Costituzione che sancisce il diritto dei cittadini nella loro libera espressione di idee, se è necessario anche di dissenso, condividendo lo spirito pacifico che animava la manifestazione dei nostri pastori a Civitavecchia che si recavano a Roma e non condividendo invece l'azione repressiva e preventiva che è stata messa in atto dalle forze dell'ordine, ribadiamo con forza la volontà di condanna innanzitutto per ogni preventiva azione di repressione nei confronti di chi vuole manifestare liberamente le proprie idee. Nell'esprimere il dissenso rispetto a queste azioni repressive, credo sia giusto che il Consiglio decida di chiedere l'impegno della Giunta regionale affinché inoltri al suo Governo una protesta formale per quanto è accaduto a Civitavecchia e la Giunta regionale solleciti altresì lo stesso Governo affinché, anche attraverso l'intervento auspicato dei parlamentari sardi, riferisca in Parlamento su quanto è accaduto. Nell'esprimere il mio voto favorevole a questo ordine del giorno, io voglio manifestare anche la soddisfazione perché su questo tema l'intero Consiglio regionale si pronunci unitariamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Antonio Solinas e Rassu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Porcu - Randazzo - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Risponde no il consigliere:Caria.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
cotanti 63
maggioranza 32
favorevoli 62
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Comunico che l'emendamento numero 464, emendamento all'emendamento numero 30, è inammissibile in quanto non strettamente connesso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, vorrei comunicare, se mi è possibile, in seguito alla richiesta avanzata dai colleghi, l'aggiornamento dell'orario della riunione della Commissione, prevista per domani alle ore 9 per l'esame degli emendamenti, alle ore 9 e 30.
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, lo comunicherò all'Aula al termine dei lavori del Consiglio.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, mi risulta, dagli accordi intercorsi tra i Gruppi, che fosse maturata la necessità, non so se sia poi venuta meno, di chiedere che i lavori si fermassero a questo punto per consentire alla Commissione di predisporre gli emendamenti di sintesi riguardanti gli emendamenti sospesi; diversamente noi, dopo aver iniziato il nostro lavoro sull'articolo 1, dopo dieci emendamenti dobbiamo fermarci a predisporre gli emendamenti di sintesi. Si era raggiunta un'intesa che prevedeva che i lavori si sospendessero qui, per consentire domani un lavoro definitivo della Commissione su tutti gli emendamenti presentati e sugli emendamenti di sintesi, per poi riprendere i lavori il 3 o il 4 gennaio per concludere l'esame della manovra finanziaria. Non so se l'intesa sia venuta meno, ma a me risulta che fosse questa.
PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Maninchedda propone di concludere a questo punto i lavori della serata e di convocare per domani la Commissione Bilancio, in modo da procedere con l'esame di tutti gli emendamenti presentati, definire gli emendamenti di sintesi e poter trovare le opportune intese tra le forze politiche di maggioranza e di minoranza, aggiornando i lavori del Consiglio a lunedì 3 gennaio, nel pomeriggio. Se non ci sono opposizioni, possiamo accogliere la proposta dell'onorevole Maninchedda.
(Interruzioni)
Il 4 gennaio? L'Aula chiede al Presidente la riconvocazione al 4 gennaio. Allora, se non ci sono opposizioni, il Consiglio è riconvocato il 4 gennaio 2011 alle ore 10.
Comunico inoltre che la Commissione Bilancio è convocata domani mattina alle ore 9 e 30, e la ottava Commissione domani mattina alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 19 e 12.