Seduta n.276 del 28/10/2011
CCLXXVI SEDUTA
(POMERIDIANA)
Venerdì 28 ottobre 2011
Presidenza del Vicepresidente BRUNO
indi
della Presidente LOMBARDO
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del Vicepresidente BRUNO
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della Presidente LOMBARDO
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del Vicepresidente BRUNO
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della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 16 e 01.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 25 ottobre 2011 (269), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Radhouan Ben Amara, Roberto Capelli, Felice Contu, Mariano Contu, Michele Cossa, Attilio Dedoni, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Silvestro Ladu, Giorgio Locci, Paolo Maninchedda, Franco Mula, Antonello Peru, Onorio Petrini, Sisinnio Piras, Antonio Pitea, Alberto Randazzo e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 28 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, non voglio certamente oppormi ai congedi, e forse è irrituale quanto sto per dire, ma vorrei porre all'attenzione della Presidenza e dell'Aula il fatto, a dir poco imbarazzante, che si dovrebbe svolgere il dibattito in quest'Aula, in assenza, mi pare di capire, di almeno una ventina di colleghi della maggioranza. Chiedo pertanto agli Uffici di verificare se ci sono le condizioni minime per lavorare.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, la maggioranza è di trentatré consiglieri, siamo entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio. In questo caso, non essendo assenti su incarico del Consiglio regionale stesso, non vengono computati al fine di determinare il numero legale. Possiamo proseguire i nostri lavori.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A.
Siamo in fase di votazione dell'emendamento numero 218 all'articolo 1 quinquies. Poiché non sono ancora trascorsi i dieci minuti dall'inizio della seduta, previsti dal Regolamento per procedere alla prima votazione, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 04, viene ripresa alle ore 16 e 19.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
E' in votazione l'emendamento numero 218.
Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Signor Presidente, esprimo il voto contrario sull'emendamento numero 218; un altro emendamento demagogico, un altro emendamento che ha un solo obiettivo: prolungare la giornata odierna e, quindi, ostacolare questo processo di approvazione del disegno di legge numero 265.
Un disegno di legge, come abbiamo avuto modo di illustrare durante queste giornate, che non ha certo la velleità di risolvere tutti i problemi inerenti l'economia sarda, ma indubbiamente ha l'obiettivo di rimettere in moto un settore, quello edilizio, che è in sofferenza. Ed è in questa situazione non solo per la congiuntura internazionale, che riguarda l'Italia, e riguarda la Sardegna, ma anche per via delle norme approvate nella scorsa legislatura.
Questo è uno dei motivi che ci spinge ad andare avanti, consapevoli che nel comune di Olbia, per darvi un dato, in quarantotto ore sono state presentate, quindi in vista della scadenza e a causa anche del panico che voi avete creato in questi giorni, oltre centosettanta nuove domande di Piano casa. E mi riferivano, assessori della Giunta Giovannelli, non lontani come impostazione ideologica da voi, che la maggior parte di questi interventi riguarda piccoli ampliamenti.
Quindi, la legge regionale numero 4 ha dato la possibilità a 17 mila famiglie sarde di fare ciò che era proibito sino alla sua approvazione. In merito al disegno di legge numero 265 in discussione, voi vi ostinate, ancora oggi, a portare in Aula un ostruzionismo che ha il solo obiettivo di non consentirci di prorogare la legge regionale numero 4 e di non fare apprezzare quindi i suoi effetti che sono stati numerosi e, soprattutto, hanno portato quei risultati che forse oggi, con un po' di invidia e con un pizzico anche di nostalgia del vostro Governo, ci manifestate attraverso questo ostruzionismo che, ovviamente, noi respingiamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, rapidamente e semplicemente per chiedere qual è lo scopo dell'atteggiamento dell'opposizione, e quali sono gli obiettivi che la stessa si prefigge. Io non ho negato dall'inizio, e continuo a pensarlo, che certamente non c'è stata da parte della maggioranza e anche della Giunta (emerge anche dalla relazione che accompagnava questo testo), una buona preparazione, una buona presentazione, un'adeguata presentazione del testo.
Secondo me, a monte di questo disegno di legge, è mancato uno studio sulla esperienza maturata in questi due anni che, valutando delle domande presentate, al di là del numero e della localizzazione, le tipologie e i problemi affrontati, da un lato dai cittadini e dall'altro dalle amministrazioni locali, dimostrasse la necessità delle modifiche proposte.
Assodato questo, mi chiedo dove ci porta l'atteggiamento di cui dicevo. Ci porta, certamente, a sforare la data di scadenza del testo vigente. Non comporterà grossi effetti perché, comunque, basterà inserire una piccola nota nel testo per salvare il pregresso. Forse si creerà qualche disguido, nelle more tra la scadenza e la definitiva approvazione di questo testo, per quelle persone che non potranno presentare le domande ai comuni, i quali a loro volta non potranno riceverle.
Ugualmente, a mio avviso, nessuno il giorno dopo l'approvazione del provvedimento in quest'Aula si precipiterà a depositare istanze, perché tutti vorranno leggere il testo e conoscerlo bene; quindi anche da questo punto di vista il risultato non sarà così eclatante. Mi soffermerei invece sul risultato che è stato ottenuto: una vera pulizia del testo. Nelle trattative intercorse tra maggioranza e opposizione sono state espunte dal testo, infatti, le parti più scabrose, quelle "mirate", quelle "firmate", quelle che indubbiamente non rendevano giustizia nemmeno a questo Consiglio.
Però, a questo punto mi chiedo continuare così a che cosa porterà noi, voi o quest'Aula, a migliorare il prodotto finale? Ho paura di no, e credo che anche all'esterno, almeno a giudicare dalla risonanza delle notizie sui giornali, in questo momento non venga capito questo atteggiamento; per cui, se è necessario, concentriamoci ancora su come pulire questo testo, cerchiamo davvero di renderlo ancora migliore, se possibile, ma un ostruzionismo solo per…
PRESIDENTE. Onorevole Campus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Prima il collega Matteo Sanna accennava al problema della preoccupazione che si sarebbe creata nell'opinione pubblica per la mancata approvazione nei termini di questa legge, prima che scadano i termini della legge numero 4 come prorogati nella legge numero 11 del 2011. Il problema in effetti si potrebbe porre solo ed esclusivamente in relazione alle domande presentate che non sono arrivate a termine o le DIA che non sono state ancora perfezionate: vi è il dubbio se la mancata approvazione nei termini comporti o meno la decadenza di queste domande.
Giuridicamente si può discutere in un senso e nell'altro; peraltro la Giunta ci ha preannunciato che sta presentando un emendamento per far sì che, qualora la legge non dovesse essere approvata entro il 1° novembre, vengano fatti salvi gli effetti delle domande presentate e non esaminate, a tutti gli effetti. Quindi, sotto questo aspetto ritengo che sia opportuno tranquillizzare tutti che la mancata approvazione entro il 1° novembre della legge non produrrà assolutamente nessuna conseguenza pregiudizievole: con l'approvazione di questo emendamento, che la legge sia approvata il 31 ottobre, il 1° novembre o il 20 novembre è del tutto irrilevante, il problema sarà semmai che nel periodo dal 2 novembre alla data di approvazione della legge non possono essere presentate domande, tranquillamente risolvibile con una presentazione dopo dieci giorni. Pertanto, sotto questo aspetto stiamo parlando di un problema assolutamente inesistente.
Per il resto noi ribadiamo che riteniamo questa fase sterile, non riteniamo che produca frutti positivi, ribadiamo che, per quanto ci concerne, noi, laddove abbiamo ritenuto la legge emendabile e migliorabile, siamo sempre intervenuti, e che in Aula la legge è stata sicuramente migliorata notevolmente. Sicuramente è positiva la cancellazione di tutti gli interventi entro la fascia dei 300 metri, ma anche per quanto riguarda la vecchia norma che concerne la fascia dei 300 metri va da sé che anche in questa ipotesi la legge numero 4, per poter essere applicata, ha necessità di integrarsi e collegarsi con il Piano paesaggistico; nel momento in cui il Piano paesaggistico prevede che tutta la fascia costiera, che poi coincide con l'ambito costiero, è un bene paesaggistico di insieme, va da sé che la legge numero 4 può trovare applicazione in quanto coordinata con la qualificazione di bene paesaggistico. Sicuramente…
PRESIDENTE. Onorevole Steri, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI),Assessore della difesa dell'ambiente. Siccome è in atto una interlocuzione tra le parti, chiedo una breve sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 29, viene ripresa alle ore 16 e 35.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Spero che la ripresa pomeridiana possa permettere alle forze politiche di chiarirsi su alcuni aspetti, dal momento che è intenzione anche della maggioranza, laddove chiaramente ciò sia consentito, intervenire per modificare qualche comma e qualche articolo. L'ho detto ieri, l'ho ripetuto avantieri e continuo a dirlo oggi: l'Aula è sovrana, l'Aula approva le leggi, l'Aula è l'organo legislativo. Noi sin dal primo giorno abbiamo voluto dimostrare di essere apertissimi su questo problema, anche perché a questa normativa, come voi sapete, è strettamente consono e abbinato il Piano paesaggistico.
Non nascondiamo che alcune delle norme contenute nel testo in esame daranno l'indirizzo, come qui abbiamo detto, al Piano, e quindi io credo che un'opposizione, tra virgolette, ostruzionistica come attuata fino a questo momento, ma attenta, ha avuto senz'altro un vantaggio, come voi avete detto stamattina, pedagogico, di far conoscere comma per comma all'Aula la legge, con i suoi punti di forza equilibrati e con i suoi punti deboli. Quindi io ritengo, lo dico ai colleghi sia della maggioranza che della minoranza, che laddove è possibile incontrarsi per il miglioramento del testo, è giusto e necessario farlo, ma questo vuol dire anche fare una opposizione costruttiva; a questo vi abbiamo invitato fin dal primo giorno ed è questo che stiamo ribadendo giorno per giorno.
Abbiamo già dimostrato in alcuni punti di essere stati attenti e disponibili, ritengo che in alcuni altri lo si possa ancora essere, non dipende da noi credetemi, principalmente dipende dall'opposizione: non potete certamente chiederci di cancellare o rinviare la legge in Commissione, questo non vorrebbe dire dialogo, ma significherebbe imporre una propria volontà alla maggioranza che la maggioranza non potrà accettare. Siamo pronti e aperti al dialogo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Vorrei capire se stiamo parlando di ordine dei lavori, se c'è una proposta di riflessione generale sull'andamento dei lavori da parte della maggioranza. Io ho sentito ciò che ha detto adesso l'Assessore: non ha citato nessun emendamento, non ha fatto dichiarazioni di voto, in che fase siamo?
PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazione di voto sull'emendamento numero 218.
Prego, onorevole Uras.
URAS (Gruppo Misto). Mi hanno tolto la parola, va bene non dichiaro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole sull'emendamento numero 218 che prevede la cancellazione del comma 4 dell'articolo 5…
(Brusio in aula)
Iniziamo con un po' di fatica i lavori di questo pomeriggio. Abbiamo visto l'opposizione della maggioranza all'avvio dei lavori di quest'Aula e abbiamo ascoltato anche le accorate parole dell'assessore Rassu che auspicava di trovarsi davanti un'opposizione costruttiva.
Per iniziare con una battuta vorrei dire che di costruttivi, e direi eccessivamente costruttivi, ci siete già voi. Noi siamo un'opposizione che sta cercando di spiegarvi i motivi per cui bisogna pensare un po' di più prima di costruire, avere in mente un progetto chiaro prima di costruire, e vi sta chiedendo di spiegarci questo progetto prima di costruire, e vi sta anche dicendo che il vostro progetto, velatamente, è estremamente contraddittorio e dannosissimo per la Sardegna, oggi e domani. Di questo stiamo parlando.
E' in giornate come quella odierna, in cui il ministro Matteoli è stato purtroppo (purtroppo, lo dico per le istituzioni) cacciato malamente dai paesi che stava visitando, in cui si contano i morti e i cittadini, esasperati, lanciano fango contro i politici che, magari, nel passato, hanno accettato con troppa facilità deroghe e hanno chiuso troppo gli occhi, che i cittadini gli chiedono conto delle deroghe e degli occhi che hanno chiuso nel passato per i danni che con deroghe e con occhi chiusi hanno contribuito a creare.
Stiamo parlando di questo, non di trovare il modo per gestire un minimo di tattica politica, stiamo parlando di questo. Siamo responsabili di questo, di quello che accade a Capoterra, di quello che accade in Sardegna, di quello che accade in Liguria, delle frane in Sicilia, delle frane nelle Puglie, di questo! E' così difficile capirlo? E nel momento in cui domani - non c'è l'Assessore alla chiusura dell'agricoltura -si aprirà un'importantissima manifestazione in Italia…
STOCHINO (P.d.L.). E' qua!
SORU (P.D.). Io, veramente, vi supplico: sedetevi nei banchi a voi riservati… Presidente…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Soru. Pregherei veramente gli Assessori di stare nei banchi riservati alla Giunta.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non è che i desideri si appagano subito però! Sono anche consiglieri!
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, è un richiamo che la Presidenza ha fatto a prescindere. Per gli Assessori i posti riservati sono nei banchi della Giunta. Può capitare che stiano nei banchi dei consiglieri, ma non può essere la regola.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ma dove lo dice? Il Regolamento va interpretato…
PRESIDENTE. Onorevole Floris, il Regolamento va interpretato nel giusto modo e nel giusto rispetto dell'Aula. Prego onorevole Soru.
SORU (P.D.). Lei è la più brava di tutti noi, Presidente, nel conoscere il Regolamento. C'è un articolo del Regolamento che parla dei posti riservati al Presidente e alla Giunta. L'articolo 61: "Nell'Aula vi sono posti riservati al Presidente della Regione e agli Assessori regionali". Poi capisco…
SANJUST (P.d.L.). E dove c'è scritto che sono costretti ad andare lì?
PRESIDENTE. Colleghi!
SORU (P.D.). Infatti…
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Scusate… onorevole Sanna! Io pregherei tutti quanti di avere rispetto del ruolo dei consiglieri e del ruolo di ciascuno; e soprattutto gli Assessori, che rappresentano la Giunta in un ruolo diverso da quello dei semplici consiglieri, sarebbe bene che stessero nei banchi della Giunta.
OPPI (U.D.C.-F.L.I.), Assessore della difesa dell'ambiente. Presidente, io sono scaramantico. Non mi sono mai seduto in dieci anni e non mi siedo! Porta scarogna!
(Interruzioni)
SALIS (I.d.V.). Riproponiamo l'incompatibilità!
PRESIDENTE. Io penso che gli Assessori regionali dovrebbero avere maggiore rispetto delle istituzioni, anziché fare del sarcasmo, perché non hanno lo stesso status dei semplici consiglieri regionali. Hanno accettato di fare gli Assessori e quindi hanno un ruolo differente, e anche di questo bisogna tener conto. Può capitare che si siedano nei banchi dei consiglieri, ma non può essere la regola.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, sul Regolamento.
PRESIDENTE. Sta intervenendo l'onorevole Soru.
URAS (Gruppo Misto). Va bene, dopo.
(Interruzione del consigliere Giacomo Sanna)
URAS (Gruppo Misto). Se il Presidente del Consiglio fa un richiamo, al richiamo si adempie, perché se no…
PRESIDENTE. Prego onorevole Soru.
(Interruzioni)
SORU (P.D.). Grazie, Presidente. Io sto cercando veramente di adempiere a un ruolo e non di consumare il tempo, perché abbiamo tutti un sacco di cose da fare. Sto cercando non di consumare il tempo, ma di spendere parole che abbiano possibilità di essere ascoltate, eventualmente disattese, eventualmente rifiutate ma ascoltate e discusse; lo sto facendo in totale buonafede e lo rifarò nel prossimo intervento, nel quale riprenderò un po' il filo del discorso rivolgendomi a qualche consigliere che, diciamo a voce alta, mi ha parlato per spiegarmi le cose.
E'vero, non sta scritto che devono stare perentoriamente lì e non ho richiamato il Regolamento con malanimo o come provocazione, semplicemente per migliorare la qualità della nostra discussione perché io credo che, nel momento in cui parliamo di suolo, l'Assessore dell'agricoltura ci deve dire delle cose rispetto al progetto e all'idea che ha dell'agricoltura per la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). All'osservanza dei richiami pronunciati dal Presidente del Consiglio sono tenuti tutti i consiglieri regionali, siano essi Assessori o non Assessori. L'articolo 61, precedentemente citato dall'onorevole Soru, recita: "nell'Aula vi sono posti riservati al Presidente della Regione e agli Assessori regionali", impone pertanto questo tipo di comportamento che lei correttamente ha richiamato.
Quindi, per consentire la regolarità dei lavori dell'Aula, quando il richiamo è formulato dal Presidente del Consiglio a quel richiamo tutti i consiglieri rispondono positivamente, non stanno in un banco del Consiglio regionale continuando a telefonare. In caso contrario noi saremo costretti a non rispettare nessuno dei richiami che verranno fatti da ora in avanti da chi autorevolmente dirige questa Assemblea.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, annuncio il mio voto favorevole sull'emendamento numero 218 che si prefigge l'obiettivo di sopprimere il comma 4 dell'articolo 5, sempre della legge numero 4. E' bene rileggere che cosa dice il comma 4: "I requisiti di cui ai commi 1, 2, 3 e 5 sono dichiarati nel progetto allegato alla richiesta di concessione edilizia e successivamente…" eccetera eccetera; quindi stiamo parlando di interventi anche in zone sensibili, fasce costiere, in prossimità di beni paesaggistici, di centri storici e diciamo che questi interventi possono essere fatti supportati da atti unilaterali senza essere preceduti dalle dovute verifiche.
Io ritengo, però, che se le verifiche preventive sono prescritte, questo abbia un significato. A che cosa servono le verifiche preventive? A valutare, da diversi punti di vista, se all'interno di un certo contesto possono essere inseriti dei fabbricati. Noi pensiamo che i tecnici che presentano i progetti, questi attestati dal direttore dei lavori, abbiano quelle competenze multidisciplinari necessarie per fare le verifiche, per concedere le autorizzazioni? Siamo convinti che i direttori dei lavori abbiano le competenze per effettuare queste verifiche di natura ambientale, paesaggistica e così via?
Io non sono un tecnico e adesso non le elenco; però la direzione dei lavori ha una sua funzione: sovraintendere alla regolare esecuzione del lavoro, che è altra cosa del fare una valutazione preventiva su materia complessa. Ritengo opportuno, pertanto, valutare attentamente questa nostra proposta di soppressione del comma 4, perché in questi due anni, sicuramente, si saranno verificate tante di queste situazioni che penso abbiano arrecato problemi ai comuni, e non solo ai comuni, ma probabilmente anche ai proprietari, quelli interessati a fare questi interventi, che avranno incontrato grandi difficoltà; difficoltà che avrà anche la direzione lavori ad assumersi la responsabilità di rilasciare queste attestazioni.
Riportiamo il tutto al normale iter delle valutazioni preventive, anche perché probabilmente se queste valutazioni preventive sono state previste hanno un loro significato che è quello di tutelare…
PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.Colleghi del Consiglio, io altre volte in questa Aula ho detto quali sono stati i percorsi in materia urbanistica, in materia ambientale. Noi abbiamo sempre trovato l'unanimità dei consensi sulle grandi leggi di riforma e se oggi la Sardegna è pura, è bella, è considerata, è perché noi l'abbiamo preservata, conservata e resa bella. Sottolineo questo fatto perché, continuamente, non si fa altro che dire che la Sardegna è circondata da una muraglia cinese; ma fossero così la Costa Brava, la Costa Azzurra! Veramente, su questa materia maggioranza e minoranza hanno sempre trovato l'intesa.
Nel corso della campagna elettorale si presenta un programma di governo, al quale sono collegati i programmi generali, il piano generale di sviluppo; ora non si può, in una discussione del genere, chiedere continuamente quale sia la nostra politica agricola, la nostra politica industriale, la nostra politica economica per quanto riguarda il comparto abitativo, e così via. E' scritto nei programmi.
Vede, presidente Soru, abbiamo due tecniche e due modi diversi di interpretare la politica, questo lo dobbiamo dire con estrema chiarezza. Mentre lei e la sua Giunta emanavate le delibere, e solo dopo aver deliberato vi consultavate con gli enti locali, i sindacati eccetera per poi stendere le delibere definitive, noi pensiamo che vada fatta una consultazione preventiva nei confronti delle organizzazioni, consultazione dalla quale traiamo anche le nostre convinzioni su questa come su altre materie.
Quindi finché si tratta di una tecnica ostruzionistica si può capire, ma non è su questo che noi dobbiamo discutere, se ci sono delle osservazioni da fare (e io ne avrei fossi in minoranza e le farei, anche in ordine a questo disegno di legge), si facciano, vediamo qual è il punto d'incontro e troviamolo. Ma ripetere sempre le stesse cose, dire che questa è la Giunta del mattone, e considerare ogni iniziativa come fatta da persone che sono lì a fare non so che cosa, a prendere i soldi… sapete anche voi che è una considerazione non vera e neanche onesta. Quindi finiamola con queste parti da commedie, con questo teatrino. Ci sono delle cose che si possono modificare, e noi siamo pronti a modificarle.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Possiamo rispondere subito alla osservazione formulata dall'assessore Floris; ci sono cose da modificare, abbiamo proposto delle modifiche, abbiamo chiesto in prima battuta di evitare di far passare surrettiziamente le modifiche al PPR, e cioè la cancellazione di larga parte del PPR, attraverso le norme previste in questo disegno di legge. Questa era la prima delle nostre proposte. Ci è stato detto: no.
Abbiamo anche detto di fare una riflessione sulla colata di cemento prevista all'interno delle aree agricole, mantenendo saldamente una possibilità di controllo sull'edificazione in queste aree; ci avete risposto: no. E allora noi continuiamo a porre i problemi con una visione, lei ha detto bene, assolutamente alternativa dello sviluppo urbanistico della nostra Isola. E' ben vero che, pur con qualche danno e con qualche ferito grave nel percorso, si è riusciti a mantenere un certo, sufficiente rispetto del nostro ambiente e delle nostre coste, ma è anche vero che, a cominciare dalla legge numero 4 del 2009, voi avete iniziato un'inversione di tendenza repentina che sta ponendo a serio rischio le nostre coste e non solo le nostre coste.
E questo è l'elemento politico di fondo in questa discussione che ci costringe, visti i numeri che abbiamo, a riproporre il problema di rispettare le disposizioni di legge che voi stessi avete proposto. Nel 2009, infatti, all'articolo 11 della legge numero 4 avete stabilito che ogni due anni il Piano paesaggistico regionale andava rivisto e rimodulato, i due anni sono passati e questo non l'avete fatto; al posto di una trasparente, chiara revisione del PPR avete proposto alcuni articoli qualificabili come dei cavalli di Troia che servono ad aggirare queste norme, a modificarle surrettiziamente con legge ordinaria.
Casi di questo genere ne abbiamo evidenziati moltissimi; con l'emendamento numero 218, a cui noi daremo il nostro voto favorevole, così come è successo su quello precedente, in effetti chiediamo a chi serve una liberalizzazione di questo genere, a che cosa serve dare campo libero ai progettisti e ai direttori lavori per le proposte di modifica che sono previste dall'articolo 5, è eccessivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Io invece voterò contro questo emendamento. Ne approfitto per dire che ho una copiosa documentazione (qualche cosa l'ho già consegnata al collega Matteo Sanna), relativa a una povera donna residente a Surrau nella zona di Arzachena-Palau, con la quale potrei attestare una serie di problematiche; e potrei dire tante cose, ho persino una documentazione, raccolta oggi, riguardante La Maddalena e relativa alla leggerezza con la quale sono state fatte certe bonifiche, tant'è che allo stato esistono residui formati da importanti sedimenti di idrocarburi, mercurio e altri metalli pesanti per i quali si sta attivando una procedura particolare.
Ma approfitto per dire che le situazioni sono diverse per ogni singola persona; c'è chi in macchina grazie al rilascio di un certificato non mette per esempio la cintura perché non può, c'è chi purtroppo nasce autistico, chi ha malattie di varia natura e chi per motivazioni proprie, mi riferisco al sottoscritto, in questo consesso si è seduto sempre in questo posto, quindi rifuggendo anche dall'apparire in televisione (è più facile fare una carrellata della Giunta piuttosto che dell'Aula), senza disturbare, seduto dal momento in cui arrivo fino alla conclusione dei lavori, al contrario di altri. E non mi è mai successo che chicchessia mi abbia rivolto delle osservazioni.
Si verifica però che qualcun altro, forse perché ha l'esigenza di essere inquadrato dalle emittenti televisive, di essere visto, eccetera, ritiene opportuno sedersi presso i banchi della Giunta oppure vuole scimmiottare forse anche il sottoscritto. Allora, Presidente, attestato che non voglio creare nessun inconveniente, al di là di alcuni fatti che riguardano la mia persona vado avanti, nel limite del possibile mi atterrò al suo suggerimento.
Però, da questo momento, nessuno pensi di poter travalicare il Regolamento consiliare che, troppo spesso, è oggetto di scherno da parte di molti autorevoli esponenti in questo Consesso. Valutiamo attentamente anche le parole che diciamo, perché molte volte sono offensive, quindi ciascuno si regoli. Io mi regolerò e vorrà dire che d'ora in avanti mi atterrò, Presidente, alle sue indicazioni.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Oppi, anche per l'invito che ha rivolto a tutti, compresa la sottoscritta.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io vorrei ringraziare l'onorevole Floris perché ha introdotto alcune riflessioni, sulla visione della Sardegna e dello sviluppo urbanistico della stessa, che ritengo meritevoli di un approfondimento, anche per dare un senso a quello che stiamo facendo in quest'Aula. Onorevole Floris, se le vostre modifiche si fossero limitate a una manutenzione della legge numero 4, magari mirata specificamente alla qualificazione del già costruito, il suo appello (anche se, come dire, non condivido alcune valutazioni sullo stato delle coste della Sardegna) poteva essere comprensibile.
Lei, però, avrà valutato il testo e si sarà accorto che in realtà quello che ha fatto il Piano casa (e che secondo noi cerca di continuare a fare) è rendere possibile del nuovo edificato. Lo fa nell'agro, lo fa nelle coste, lo fa intervenendo sulle norme di salvaguardia del PPR che riguardano le vecchie lottizzazioni. E, nel momento in cui fa questo, ci costringe, costringe l'opposizione a fare una riflessione sul futuro della Sardegna, per cercare di capire se questo patrimonio urbanistico presente oggi lungo le coste, vasto, poteva essere migliore, secondo noi era possibile, poi poteva essere anche peggiore.
Infatti, quando ci avventuriamo lungo le coste, per esempio del sud-ovest o del sud-est della Sardegna, da Cagliari a Villasimius, pensiamo allo sviluppo di Villasimius, di Costa Rei, vediamo dei villaggi fantasma, vediamo degli eccessi che sono di monito, allora insieme a voi avremmo voluto riflettere se non avrebbe avuto più senso capire che modello di sviluppo portare in queste zone costiere, nei borghi.
Sarebbe stato meglio portare i servizi e gli alberghi a Teulada o va meglio l'ennesima lottizzazione che stiamo costruendo in quei luoghi bellissimi vicino a Tuerredda? Meglio portare lo sviluppo in maniera più ordinata in luoghi come Muravera, come Villaputzu o "fare Costa Rei"? E il turismo porta più ricchezza là dove ci sono tante seconde case o porta più ricchezza dove c'è un'ospitalità diffusa?
Noi abbiamo fatto queste riflessioni e vogliamo continuare a farle; certamente ci avete offerto un'occasione ghiotta per continuare a ribadire una differenza di visione che, anche oggi, in qualche modo, sentiamo la responsabilità di testimoniare. Il voto sull'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, esprimo un voto favorevole sull'emendamento; anche in queste occasioni sicuramente sono apprezzabili i tentativi della maggioranza di tendere una mano alla minoranza con l'intento di evitare la nostra visione prospettica. Poc'anzi l'onorevole Porcu (ma anche altri colleghi) ha chiarito la nostra visione su questo punto che vorremmo discutere.
Peraltro mi sembrano interessanti anche la riflessione, il suggerimento e le comunicazioni del Presidente della Commissione che sottolineava come a Olbia siano state presentate tante domande da parte di cittadini comuni, persone semplici che hanno la necessità di sistemare le loro cose. Allora, perché non partiamo da questo? Se l'obiettivo del Piano casa è quello di dare risposta agli ultimi, a quelli che non hanno alcuna intenzione di affrontare problematiche legate alla fascia costiera, a nuovi insediamenti, a nuove cubature, magari si può riportare il discorso su ciò che spesso è stato detto anche da parte della minoranza: incentivare il recupero nei nostri centri urbani, laddove l'aumento di cubatura è pertinente alla residenza dei cittadini che vogliono completare la camera, completare la facciata, alla fine rendendo anche gradevoli i nostri centri abitati.
In una regione che si candida a diventare nel Mediterraneo il faro, il punto di riferimento del turismo, come è possibile che non ci si occupi e preoccupi di accogliere nei nostri ambienti gli ospiti senza aver spolverato e riordinato la nostra casa? Credo che questo non ci appartenga.
Io credo pertanto che ci siano le basi sulle quali poter trovare un punto di incontro se questo deve essere, altrimenti la nostra è una voce che grida nel deserto. Cerchiamo di far capire che ci possono essere dei punti di incontro, proviamo a vedere se questi punti di incontro consentono di costruire un percorso che porti all'approvazione di questo disegno di legge, eliminando quegli aspetti (penso al PPR) che possono essere rimandati ad altra discussione.
Abbiamo chiesto: "Che cosa cambia se discutiamo questo tema fra un mese o fra due mesi"? Non cambia nulla. Entriamo pertanto effettivamente nel merito del Piano casa, e troviamo una proposta tra maggioranza e minoranza che renda possibile dare risposta ai bisogni che, sicuramente, ci sono nelle nostre comunità...
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, esprimo innanzitutto il voto favorevole sull'emendamento numero 218 e sottolineo il fatto che continuiamo a discutere, spesso anche in modo sconclusionato visti gli emendamenti, ma soprattutto visto il tipo di disegno di legge che si sta approvando. Ricordo che, mi sembra avantieri, in una proposta di modifica alla legge numero 4, coglievate la necessità all'atto della presentazione della domanda di far allegare anche una simulazione fotografica. Nel comma 4 dell'articolo 5, invece, è presente la documentazione fotografica.
Assessore Floris, se fosse vero quello che lei dice, che esistono due visioni diverse sullo sviluppo della Sardegna, due modi di operare anche dal punto di vista politico, non avreste presentato un disegno di legge come il "265" sul cosiddetto Piano casa (ma di Piano casa, abbiamo detto più volte, non c'è nulla); lo chiamate Piano casa ma, sostanzialmente, state modificando il Piano paesaggistico regionale.
Se aveste fatto effettivamente, come lei ha detto, un confronto preventivo, non solo con gli amministratori del centrodestra, ma con tutti i cittadini interessati di tutta la Sardegna, avremmo apprezzato il vostro lavoro, ma siccome le azioni sono state completamente diverse, il risultato è che modificate il PPR senza discuterne con nessuno. Le assemblee che state svolgendo nei territori non mi sembrano né assemblee pubbliche né tantomeno condivise e, ancor meno, partecipate.
Noi continuiamo a discutere di deroghe, di ampliamenti, senza tenere conto della situazione di carattere generale. Da un monitoraggio, eseguito qualche tempo fa da un'associazione del settore che prendeva in considerazione le grandi città, è emerso che negli ultimi dieci anni in Italia sono state costruite 4 milioni di case, mentre ce ne sono almeno 5 milioni vuote. Se noi dovessimo utilizzare questo lavoro adattandolo alla realtà sarda, soprattutto a quella dei nostri piccoli paesi delle zone interne dove ci sono intere strade, interi rioni, dove magari abita solo un nucleo familiare, però questo riguarda gli ultimi decenni della storia...
PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il mio voto favorevole sull'emendamento numero 218 e fare qualche considerazione in virtù proprio di questo articolo, il numero 5 e il suo comma, il 4, per il quale chiediamo la cancellazione. Prendo spunto dalle riflessioni fatte in maniera sentita, accorata, mi è parso, dall'onorevole Sanna, Presidente della Commissione urbanistica, il quale ci dice che noi stiamo facendo ostruzionismo a una leggina blanda, la quale non prevede altro che la possibilità di prorogare delle richieste di ampliamenti.
Addirittura ci dice che in un comune a noi vicino, Olbia, proprio perché c'è il rischio che si possa non rientrare nei tempi previsti dalla proroga, sono arrivate in questi ultimi giorni decine e decine di domande, di ampliamento di piccola entità; come dire una piccola verità, ammettendo che sia così, una piccola verità per nascondere una grande bugia, bugia è un termine che chiaramente è…
(Interruzione)
Sto spiegando il termine "bugia", collega, lo sto spiegando, non c'è niente di personale; allora uso il termine "questione", diciamo così: per ammettere una grande questione. La grande questione è quella di cui parla questo articolo 5 al comma 4, che conferma di fatto i commi 1, 2, 3 e 5, nei quali si parla di tutt'altre questioni che quelle della proroga, della possibilità di un ampliamento di una terrazza, o di un vano; questioni sulle quali io credo nessuno di noi abbia niente in contrario, come ovviamente non si è contrari neanche su altre sulle quali si può discutere, certamente, siamo pronti al dialogo e al confronto, come stiamo cercando di fare nell'intervento su ogni emendamento.
Mi pare che su ogni questione sulla quale stiamo argomentando, lo stiamo facendo nella maniera dovuta, entrando nello specifico su ogni singolo emendamento che abbiamo presentato. In questo caso abbiamo la conferma, attraverso la documentazione che deve essere presentata, che si tratta di questioni che riguardano i 300 metri dalla battigia, questioni importanti, delle quali abbiamo già detto prima e che ribadiamo, ovvero si tratta della possibilità di estendere l'ampliamento fino al 55 per cento, abbiamo stimato quarantacinque in legge, più quello che hanno detto i comuni, la possibilità di deroga, arriviamo appunto fino al 55 per cento.
La tecnica è quella della deroga, deroga su deroga, la possibilità di non tenere nella dovuta considerazione le norme che la Regione invece ha il dovere di emanare, ha il dovere di fare rispettare, così come ha il dovere di chiedere che i comuni facciano le loro regole e le facciano rispettare. Ma questo non è un atteggiamento bacchettone di chi ha a cuore le sorti della Sardegna rispetto a chi, invece, pensa che sia da cementificare, non è questa la cosa che ci divide, il problema è proprio cercare di programmare le azioni che devono essere realizzate, con una visione un po' più approfondita rispetto alle deroghe…
PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, io mi associo alle dichiarazioni dall'onorevole Cocco, e credo quindi che sia necessario abrogare questo comma perché, nella logica degli interventi previsti nei commi 1, 2, 3 e 5, la conseguenza dovuta è chiaramente la richiesta di abrogazione del comma. Sono importanti anche le dichiarazioni, rese adesso, rispetto al comma che prevede un incremento volumetrico del 45 per cento, nell'ipotesi di riduzione dell'indice di prestazione energetica, nel caso di spostamento degli edifici al di fuori della fascia dei 300 metri, e che il collega Gian Valerio Sanna sosteneva che potrebbero essere, non essendo una campagna di Telethon, semplicemente degli abusi che si cerca di sanare.
Il collega Cocco, che è un sindaco, mi diceva che, dalla lettura di questa normativa, noi dovremmo avere tecnici che, per esempio, certifichino che si passa dai 300 metri ai 305 metri. Non è scritto in norma che si passa dai 300 metri ai 2 chilometri, si potrebbe quindi retrocedere anche solo di 5 metri. Inoltre va sottolineato il potere del sindaco di incrementare questo 45 per cento i un altro 20 per cento.
In pratica, un sindaco ha un potere di deroga, e l'esperienza dei sindaci credo sia importante, esagerato, si arriva a incrementi volumetrici intorno al 55, 60 per cento. Su questo noi abbiamo un direttore dei lavori che alla fine certifica questa situazione di fatto. Questa possibilità sicuramente per noi è da evitare, per cui voteremo a favore dell'emendamento numero 218.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Ascolto sempre con interesse il presidente Mario Floris, e chiaramente ho ascoltato anche le ultime cose che ha detto. Ha ricordato che in quest'Aula, sul tema dell'urbanistica, negli anni si sono fatte tante battaglie, si sono consumati tanti scontri, e comunque l'esito finale è che noi viviamo in una terra bellissima e comunque tutelata, dove non ci sono state devastazioni; mi pare di aver compreso questo.
Io dico invece che la Sardegna è bella, è ancora godibile e fruibile, ma buona parte del suo territorio l'abbiamo venduto, ce lo siamo giocato, e ce lo siamo giocato non per colpa del presidente Floris, ovviamente, ma perché c'è stato un processo storico-culturale che negli anni si è evoluto, sono cambiate le dinamiche della politica, sono cambiate le esigenze commerciali, sono cambiate le esigenze turistiche, e le leggi ferree, le misure ferree non erano probabilmente necessarie. Quindi, ci siamo giocati molto.
E poi lei, Presidente, dice: "Fate delle proposte, non fate l'opposizione strumentale". Io continuo a dire, l'ho detto e lo ripeto, che mi pare che in quest'Aula non vi sia un'opposizione strumentale, ma vi sia un'opposizione che entra nel merito delle cose e fa delle proposte. Non a caso, nel corso di queste ultime giornate diverse misure sono state riviste, sono stati ritirati emendamenti, sono state modificate talune cose, c'è stato un tentativo di incontrarsi, parzialmente ci siamo incontrati, ma tanta strada resta da fare.
Io avanzo la mia proposta invitandovi prima di tutto a eliminare la possibilità di derogare ai piani particolareggiati. Questa è una questione dirimente, che stava già nella "4" e che ripetete in questa proposta. Non si può derogare ai piani particolareggiati, presidente Floris, lei sa di che cosa sto parlando. Eliminate, ancora, la possibilità di aumentare le unità abitative in assenza della possibilità di offrire gli standard; cioè, se un intervento sostitutivo in zona B si può fare anche con l'aumento volumetrico, e il maggior carico urbanistico non produce effetti nefasti, negativi su quella maglia urbanistica, si può fare.
Se ci sono gli spazi per intervenire con le ruspe, fare i parcheggi aggiuntivi, e in quella maglia possono essere calcolati spazi per raccogliere il maggior numero di famiglie, si può fare. Ma se questi spazi, queste possibilità non vi sono, si rinuncia. Quindi, si può fare ciò che è possibile fare, in misura straordinaria al di là delle regole, ma dentro un limite di buon senso. E poi eliminate le deroghe al PPR. Avete detto di avere il PPR pronto, portatelo in Consiglio, si farà la discussione, sarà un'altra partita, sarà un'altra discussione. Si parlerà di agro e di coste, e vi assumerete tutta la responsabilità di quelle misure all'interno di un ragionamento più attinente, per l'appunto…
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
Metto in votazione l'emendamento numero 218.
SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 218.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Diana Mario, Milia e Tocco hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 21
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 219.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Assessore, il comma 5 dell'articolo 5, della legge numero 4, stabilisce che le previsioni dell'articolo 5, appunto, non si applicano agli edifici ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nei 300 metri. Quindi, la disposizione del comma 3 si riferisce solo alle zone urbane. E' così? Se è riferita alle zone urbane, non c'è neanche bisogno di dirlo, perché le zone urbane non sono zone di pregio paesaggistico, sono già svincolate le zone A e B, ma anche le zone C, in fondo, se sono in una lottizzazione.
Però il comma prosegue: "ad eccezione della demolizione dei volumi incongrui e del loro trasferimento con relativo incremento volumetrico". Il che vorrebbe dire che, per gli edifici extraurbani, non si può applicare a tutto l'edificio, quindi non può essere applicato il requisito della totale demolizione, e quindi è del tutto inagibile. Io mi metto nei panni di un tecnico comunale, che deve mettere in combinazione il comma 3 con il comma 5, e poi con la disposizione prevista in questo provvedimento; chi decide che il volume è incongruo?
Si definisce incongruo quando non è adeguato, quando è sproporzionato, per poterlo qualificare bisogna sapere però qual è il secondo termine di paragone; qual è? Rispetto a che cosa deve essere proporzionato? Chi lo decide? L'avete deciso? L'avete detto? Anche questo è un elemento che produce l'inapplicabilità di questa norma. Ora, siccome voi state facendo il Piano bis o ter per cercare di sbloccare, non per evolvere, ma per cercare di sbloccare quello che non avete potuto applicare, per queste ragioni vi sto dicendo che in questo momento voi state continuando a non voler applicare cose che non si possono applicare.
Tutto sommato, se abolite il comma 5 è molto meglio, almeno acquista un po' di significato il comma 3, perché il comma 3 e il comma 5, insieme, determinano la paralisi di quello che voi volete fare, e mi verrebbe tanta voglia di ritirarlo questo emendamento adesso che ve l'ho detto, ma siccome dobbiamo parlare, prima parliamo e poi decidiamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, assessore Sanna, o collega Sanna, è certo che su alcune parti della normativa, come ho ribadito nei miei precedenti interventi, probabilmente è necessario riflettere. Ma io voglio fermare l'attenzione, sinceramente, su alcuni dati obiettivi pervenuti in Assessorato sulla "devastazione urbanistica" prodotta da questa legge numero 4 che, secondo me, credetemi, potrebbe essere figlia proprio di quell'intervallo, di quel momentaneo disagio, chiamiamolo così, intervenuto in sede applicativa delle norme del PPR.
In base ai dati aggiornati, sono stati autorizzati 14 mila interventi, di cui circa 10 mila nei comuni costieri e 4 mila nei comuni interni, il 40 per cento da una parte e il 70 per cento dall'altra. Nell'ipotesi che, mediamente, la superficie originaria coperta fosse pari a 100 metri quadrati un aumento della stessa (sempre mediamente) del 20 per cento equivale a 20 metri quadrati che ammontano complessivamente a 280mila metri quadrati, cioè 840 mila metri cubi, e un margine di errore del 5 per cento in più o in meno.
Questi sono i dati del Piano casa dal 2009 a oggi: circa 210.000 metri cubi nei comuni interni e circa 600.000 metri cubi nei comuni costieri. Se consideriamo che ogni metro quadrato di superficie costa attorno ai 1500 euro, gli investimenti sono stati pari a 420 milioni di euro circa, dei quali 120 milioni nelle zone interne e 294 milioni nelle zone costiere, dove l'insediamento edilizio è più consistente e dove, a differenza dei comuni interni, di fatto la gente va a vivere.
Per quanto riguarda le superfici agro-silvo-pastorali queste hanno una superficie pari a 1 milione e 850 mila ettari, 18 miliardi e mezzo quasi di metri quadrati, a fronte di 280 mila metri quadrati costruiti; la superficie media per ogni intervento è di 60 metri cubi. Ora, questi sono dati matematici, basta prenderli e leggerli; questa è devastazione? Abbiamo devastato le zone rurali? Io non voglio difendere a tutti i costi un provvedimento che è quello che è, ma voglio evitare sempre…
PRESIDENTE. Assessore Rassu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Nel corso delle discussioni svolte nella parte finale di questa mattina e all'inizio di questa serata, sono emersi molti spunti. Il primo che mi viene in mente è l'osservazione del collega Cuccureddu riferita ai fabbricati per i quali si doveva ipotizzare la demolizione, la ricostruzione e la garanzia che non rientravano nella categoria a cui aveva fatto riferimento poco prima il collega Gian Valerio Sanna, cioè che potevano essere delle costruzioni quasi abusive, alle quali si dava un'ancora di salvataggio premiando un percorso non certo virtuoso.
Per sostenere che non si facilitava questo percorso sottolineava che si prevedeva l'accatastamento; e noi, in questo disegno di legge numero 265, quella norma che prevede l'accatastamento tra i termini di garanzia, perché ciò che si fa si faccia in maniera corretta, la stiamo cancellando. Ecco uno dei motivi per cui il provvedimento di legge oggi in discussione non migliora una legge che già non condividevamo ma, anzi, la peggiora.
Qualcuno ha parlato di ostruzionismo demagogico. Io, carissimo presidente Matteo Sanna, parlerei, e vorrei che lei parlasse certo, di ostruzionismo, ma non di demagogia, perché l'ostruzionismo lo stiamo facendo su cose concrete e ben definite, stiamo cercando di impedirvi di portare a casa un risultato che riteniamo non condivisibile. Poi, per carità, il giudizio sulle cose che si fanno è sempre soggettivo, però, siccome io non faccio battaglie ideologiche tanto per farle, e cerco anche di scendere sul concreto, le confermo che faremo di tutto affinché vada in porto il meno possibile di questo disegno di legge numero 265.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Dai banchi della Giunta abbiamo sentito parlare di disponibilità a rivedere, a ridurre l'impatto di questo provvedimento. Io, sin dall'inizio della discussione, ho chiesto la cancellazione di due articoli contenuti in questo provvedimento: l'articolo 1 quaterdecies e l'articolo 1 quinquiesdecies, uno parla dei sottotetti e l'altro parla di seminterrati. Non ho colto una grande disponibilità da parte della maggioranza a eliminare queste due aberrazioni, soprattutto la seconda; eppure è una richiesta che ho motivato sostenendo che, soprattutto per i seminterrati, vi è una oggettiva condizione di insalubrità di quell'ambiente, inidonea a ospitare per civile abitazione delle persone, e ho richiamato il fatto che c'è una letteratura giuridica in questo senso, ma ce n'è appunto anche una sanitaria.
I sottani, così come venivano definiti prima, erano le case dei miserabili nei centri urbani: case infestate dai topi, le prime dove si diffondevano le malattie; di conseguenza si è sviluppata una consapevolezza, una coscienza diffusa che le abitazioni dovessero avere aria, dovessero avere luce, dovessero avere cioè condizioni di vivibilità chiare, non l'immissione forzata tramite tubi di aerazione della possibilità di respirare.
Io voterò a favore dell'emendamento abrogativo che riguarda il comma 5 dell'articolo 5 della legge numero 4, e richiamo tutti a pensare al fatto che dobbiamo discutere un disegno di legge, ma stiamo ovviamente discutendo di quanto male sia stata fatta la legge che lo precede.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, abbiamo parlato molto di provvedimenti che concedono deroghe urbanistiche per il contenimento dei consumi energetici nelle abitazioni, eccetera, eccetera, ma visto il tema, assessore Zedda, io vorrei approfittare della sua presenza per porre un problema legato ai consumi energetici della Sardegna e la pregherei, è una sorta di question time improvvisato, di trovare un momento per rispondere alle polemiche che in Sardegna stanno nascendo sulla questione del metanodotto, del progetto Galsi.
Riteniamo infatti che in questo momento sia necessaria una presa di posizione forte della Giunta perché stanno cominciando a proliferare le manifestazioni contro, quelle fatte a Olbia, le manifestazioni a favore, proposte dalla Provincia di Carbonia-Iglesias. Oggi su L'Unione Sarda c'è un'intervista a Riccardo Testoni dell'Assopetroli che sembra quasi il de profundis del progetto Galsi; siccome su questo progetto c'è un'iniziativa autonomistica pluridecennale, anche da parte di questo Consiglio regionale, approfitto di questo spazio, all'interno della discussione di questo provvedimento, per avanzare cortesemente una sollecitazione affinché lei e la Giunta regionale possiate trovare parole di certezza da spendere per eliminare questa confusione che, in maniera voluta o in maniera assolutamente non prevista e non prevedibile, alcuni stanno cercando di sollevare sul tema.
Ritengo sia un problema assolutamente importante da affrontare e la prego di trovare il momento, nei tempi che lei riterrà opportuni ma anche più brevi possibili, per rispondere a questa nostra forte esigenza. Dichiaro il voto favorevole sull'emendamento in votazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D. . Presidente, esprimo il voto favorevole e dico che effettivamente la battaglia che noi stiamo portando avanti non è soltanto una battaglia ideologica. Noi stiamo cercando di interrogarci anche su quali sono gli interessi dei sardi, e lo facciamo ormai da anni visto che questo è il vostro vero tema, il tema che vi ha accompagnato per questi due anni e mezzo di legislatura. Noi lo abbiamo fatto anche nel 2009 proponendo un testo di legge che oggi vogliamo rilanciare per chiedere ai sardi - credo che dovremmo farlo anche fuori da quest'Aula, soprattutto fuori da quest'Aula - se le loro esigenze e i loro interessi si incontrano, per esempio, sulla necessità che un vero Piano casa, come noi lo consideriamo, abbia risorse.
Noi, per esempio, abbiamo individuato in 100 milioni di euro le risorse a sostegno di circa 1200 famiglie che potrebbero, con un reddito medio basso, accedere al credito agevolato per sostenere le spese di acquisto della prima casa, le spese di ristrutturazione, perché per noi un Piano casa è un piano per la prima casa. Proporremo, o riproporremo, di ripristinare un contributo a tasso zero per le giovani coppie per favorire le esigenze di natura abitativa; proporremo di venire incontro alle esigenze vere delle famiglie sarde, magari consentendo anche di ampliare la casa, la prima casa, non la seconda, non la terza, senza modificare la destinazione d'uso degli immobili; come proporremo ancora di destinare 100 milioni di euro per completare il non finito nei paesi della Sardegna al fine di contribuire alla eliminazione dello stesso e magari abbellendo così anche le nostre città e i nostri paesi.
In definitiva, noi riteniamo la legge che avete presentato e approvato nel 2009 la peggiore, probabilmente, fra tutte quelle approvate nelle regioni d'Italia, forse fa il paio con quella del Lazio; e questo è il giudizio che anche il vostro Governo di centrodestra ha dato impugnando la legge per i motivi per i quali credo che anche questo disegno di legge dovrà essere impugnato: la deroga al Piano paesaggistico, la deroga alle leggi sovraordinate, la deroga agli strumenti urbanistici attuali.
Noi riteniamo che si possa, forse, trovare nel confronto anche una sintesi fra le proposte, ma c'è una visione della problematica che mi pare completamente opposta. Noi cerchiamo di rappresentare gli interessi dei sardi e le esigenze di natura abitativa, mi pare che dal vostro punto di vista ci sia l'esigenza di rappresentare qualche costruttore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole alla cancellazione del comma 5 dell'articolo 5, e per chiedere all'Aula di fare assieme una considerazione anche sulle parole appena pronunciate dall'assessore Floris, che certamente meritano ogni rispetto e anche di essere considerate.
Innanzitutto, partendo da una lunga esperienza, ci dice che in quest'Aula normalmente le grandi riforme, i grandi cambiamenti sono stati fatti insieme, non dico all'unanimità ma certamente con larghissime maggioranze. Io invece ricordo, ad esempio, che il Piano paesaggistico regionale non è stato condiviso; è stato proposto da una parte cui si è contrapposta una fortissima e determinatissima opposizione che ha fatto sì che il Piano sia stato approvato dopo una lunghissima discussione in quest'Aula.
E l'assessore Floris sottolineava anche la necessità che le riforme importanti siano condivise, e possibilmente condivise anche prima della loro elaborazione, abbiano quindi un mandato vasto, popolare, da parte delle categorie sin dal momento in cui la Giunta le predispone e poi le approva, e non vengano presentate solamente dopo.
Il Piano paesaggistico regionale, di cui mi preme continuare a parlare visto che, come ci ha ricordato l'assessore Rassu, stiamo discutendo un provvedimento di legge che contiene di fatto anche delle linee guida per il nuovo Piano paesaggistico regionale (o degli indirizzi, come li ha chiamati), quindi non confondiamoci: stiamo parlando di questo, nasce da un programma elettorale precisissimo in questo senso, predisposto nel momento in cui erano stati cassati i precedenti Piani e quindi la Sardegna viveva uno stato di caos edificatorio, soprattutto sulle coste; e, dopo un momento di cautela, sulla base della legge numero 45 venne dato mandato alla Giunta di predisporlo dopo aver lungamente discusso le linee guida.
Il Piano fu presentato non in sordina, non a una parte della Sardegna, ma a tutta la Sardegna in una innumerevole quantità di assemblee pubbliche a cui io stesso ho preso parte. Ricordo la prima presentazione ad Alghero dove incontrai per la prima volta il collega Cuccureddu che mi disse: "Stia attento perché con queste norme i bastioni di Carlo V ad Alghero non li avremmo mai fatti". E' vero, però non c'è Carlo V in questo momento, non c'è quella lungimiranza: è un altro momento storico, sono altre circostanze.
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 219; un emendamento che reputo importante e utile perché di fatto il comma 5 dell'articolo 5 lasciava molti spazi di ambiguità che emergono chiaramente all'articolo 1 sexies del nuovo disegno di legge.
Questo articolo ammette la demolizione degli edifici ricadenti entro la fascia dei 300 metri, e la loro ricostruzione, con un incremento volumetrico non superiore al 10 per cento, in caso di arretramento dell'edificio medesimo. In altri termini, è concesso un incremento volumetrico del 2,5 per cento ogni cinque metri di arretramento; ovverossia, sposto l'immobile dalla "posizione della Presidente alla posizione del collega" per avere l'aumento di cubatura del 10 per cento.
Di che cosa stiamo parlando? Ora, mi sembra che nel PPR, che è stato letto stamattina, siano previste la demolizione e la ricostruzione, però in ambiti predefiniti. Favorire la demolizione mi sembra una disposizione corretta per dare l'opportunità di migliorare la nostra fascia costiera, ma non con un arretramento di 10 metri
L'arretramento è possibile se io, per esempio, ho un lotto libero sul retro della casa che mi consente lo spostamento, ma non può farlo chi, pur volendolo fare, a ridosso della propria casa ha l'altro fabbricato; dove dovrebbe mettersi, nel cortile del vicino?
Allora, io credo che questo elemento sarebbe correttamente più ordinato e qualificato se seguissimo gli indirizzi del PPR in base ai quali ogni Comune può concedere la demolizione e la ricostruzione individuando le aree extraurbane idonee al rifacimento di una nuova costruzione, visto e considerato che si possono modificare le linee architettoniche, costruire un elevato. Però, immaginate che cosa succede se arretro perché ho il cortile, dalla casa a un piano passo a una casa con due piani, il mio vicino non vede più il mare, che cosa dice il mio vicino?
In conclusione, quando impostiamo le norme, vanno individuate tutte le possibili complicazioni delle stesse; certo, può essere buono lo spirito che le ispira, però se non ci soffermiamo sulle conseguenze succedono i pasticci. Pertanto poiché su questo punto siamo d'accordo, occorre un'attenzione anche su queste cose.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). In Sardegna, così si è detto, il "paesaggio-ambiente" è un bene condiviso che, grazie alle scelte condivise fra destra e sinistra, si è potuto salvare. Scelte condivise che, a volte, hanno impedito proprio l'edificazione inopportuna. Penso a progetti rilevanti che non si sono realizzati, e mi viene in mente il Master Plan, dove i volumi previsti erano tanti. Ma penso anche alla baia di Porto Conte dove l'idea, sin dai primi anni '70, era quella di favorire lo sviluppo con una grande colata di cemento. Eppure, ripeto, attraverso una scelta condivisa da forze politiche di destra e di sinistra, si giunse alla drastica riduzione degli indici e all'affermazione del principio della centralità di Alghero sul territorio e quindi a spostare le scelte urbanistiche edificatorie sulla città.
Penso alla battaglia popolare fatta contro il porto del Tramariglio finanziato e sovvenzionato da fondi della Cassa del Mezzogiorno con i pescatori in prima fila a combattere contro quell'ipotesi (sarebbe stato un autentico cavallo di Troia) che avrebbe favorito l'edificazione nella Baia delle Ninfe. Quindi penso a tutta una serie di interventi edificatori vietati dalle scelte condivise tra forze politiche di destra e di sinistra con l'intento di tutelare il bene supremo che è il "bene paesaggio", il "bene ambiente": un bene di tutti di oggi ma soprattutto un bene di coloro che verranno domani.
Però, alla luce di tutti questi comportamenti virtuosi che ci riempiono di gioia e di soddisfazione per essere riusciti, con intelligenza e lungimiranza, a salvare grande parte del nostro territorio non comprendo questo disegno di legge che voi proponete violando e forzando, è una vostra contraddizione, quanto avete detto che, grazie a idee convergenti e posizioni condivise, siamo riusciti a salvare. L'appello che rivolgo è che si tenga viva quella virtuosità del passato per riproporla oggi e garantirla in futuro evitando di approvare leggi come questa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, io sono abbastanza soddisfatto del dibattito che si sta sviluppando questo pomeriggio; come altri colleghi, ritengo che questa discussione, certamente importante, poi dovrà anche in qualche modo sintetizzarsi negli emendamenti che decideremo o deciderete di ritirare o approvare. Ritengo infatti, come sempre, che ogni discussione debba avere anche un punto di arrivo, rappresentativo in qualche modo di una sintesi che consente all'Aula di svolgere un ruolo migliorativo di un testo.
Partiamo certamente da visioni completamente diverse, ma credo che questo sia il ruolo che deve svolgere un'opposizione riformista, e noi non dobbiamo, quindi, venir meno a questo ruolo. Però, credo che comunque la discussione in atto sia utile, forse, per questa legge ma anche per altri provvedimenti. L'assessore Rassu ha svolto un ragionamento sull'impatto quantitativo di questa legge, paradigmatico a mio avviso di visioni diverse, perché si chiedeva che male fa 1 milione di metri cubi in più: fossero questi i problemi, fosse questo l'impatto! Proprio in questo approccio quantitativo secondo il quale "meno metri cubi minor danno" sta credo la differenza negli approcci anche filosofici e culturali.
Noi non siamo preoccupati solo dei metri cubi, siamo preoccupati della qualità paesaggistica dell'insieme, siamo proprio preoccupati di un approccio che tende a considerare il volume come il metro per giudicare la validità di una politica pubblica. Noi avremmo preferito una filosofia diversa che puntasse sull'impatto e sul miglioramento qualitativo, sulla fruizione, sull'utilizzo, sulla gestione del bene; anche per questo credo che questa discussione abbia senso e anche per questo confermo il voto favorevole sull'emendamento numero 219.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Mariano Contu è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore Rassu, sono pervenute in queste ore due notizie; una (non è ancora pervenuta alle agenzie di stampa) è stata comunicata da lei qualche minuto fa ed è altrettanto importante rispetto a quella apparsa sui giornali di oggi ci che riguarda il Presidente della Regione.
Pare che il Presidente della Regione in queste ore sia in visita istituzionale in Marmilla; si è soffermato, bontà sua, a Barumini dove ha promesso 15 milioni di euro per realizzare una serie di interventi. Poi si è soffermato a Tuili (non so se sia arrivato a Baradili), dove ha annunciato un finanziamento di 100 milioni di euro per infrastrutture nel territorio e, anche in questo caso, bontà sua.
Un'altra notizia, apparsa ugualmente sui giornali di oggi, riguarda un rappresentante della Giunta che normalmente fa i conti, come dire, con un po' di rispetto in più per i numeri reali; mi riferisco all'Assessore del bilancio e della programmazione che ci ricorda, attraverso la stampa, che rispetto alla finanziaria del 2010 per l'anno in corso (finanziaria del 2012) mancheranno complessivamente circa 465 milioni di euro. Qualcuno dovrebbe spiegarci questa differenza tra i dati del Presidente e questi; ma non m'interessa, non voglio speculare, non è questo il problema.
Ci sono poi altre notizie, relative a organizzazioni di impresa, come la Confartigianato (che non è notoriamente un covo di bolscevichi) che chiede alla Giunta, al presidente Cappellacci, all'Assessore della programmazione di privilegiare la spesa dicendo: "Attenzione, il problema di questa Sardegna è che non c'è una capacità della domanda, perché mancano risorse da immettere nelle dinamiche economiche di questa regione". Vi inviterei a riflettere su questo. Poi l'assessore Rassu ci dice: "Ha prodotto risultati la legge numero 4 del 2009, tant'è che complessivamente ha prodotto circa 800...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, dichiaro il mio voto a favore di questo emendamento, il quale si prefigge l'obiettivo di sopprimere il comma 5 dell'articolo 5. Se dovesse essere approvato comprometterebbe l'efficacia dell'articolo 1 sexies nella parte in cui propone la sostituzione del comma 5 con un altro comma, quello che introduce la possibilità di realizzare nei 300 metri dalla battigia, con la possibilità di sopraelevare, quanto non era previsto nell'articolo 2 della legge numero 4 del 2009.
Anche in questa circostanza io penso che il disegno di legge numero 265/A dimostri che l'evoluzione della maggioranza non favorisce un miglioramento del testo approvato nel 2009, perché l'opzione di ampliare del 10 per cento gli edifici demoliti e ricostruiti attraverso l'articolo 5, in questo caso, sarebbe possibile per tutti quegli edifici con a disposizione un'area nella quale indietreggiare.
Ora, poiché questa opportunità verrebbe offerta per unità di misura pari a 5 metri, ogni 5 metri di arretramento, praticamente, si avrebbe la possibilità di incrementare una percentuale di ampliamenti volumetrici del 2,5 per cento e una villa non può non disporre di un'area importante, una villa ha sicuramente dieci metri a disposizione, non può non disporre di una superficie tale per cui dalle conseguenze di una demolizione di questo tipo in arretramento i benefici arriverebbero molto velocemente e molto facilmente al 10 per cento, con l'opportunità, è quanto dicevo prima, di superare le previsioni dell'articolo 2, della legge 4 del 2009, il quale prevedeva l'impossibilità per quei tipi di interventi di sopraelevare.
In questo caso, invece, nel passaggio in cui si sottolinea che possono essere derogate la forma e l'aspetto dell'edificio originario si dice anche che si può sopraelevare. Per questo io sostengo la soppressione di questo comma attraverso l'approvazione dell'emendamento numero 219.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Io voterò a favore di questo emendamento. Credo sia importante preservare il bene ambientale all'interno della fascia dei 300 metri. Io conosco abbastanza bene, per esempio, il territorio di Gonnesa, un territorio piuttosto protetto che ha però degli edifici all'interno di questa fascia; edifici (parliamo ovviamente di edifici pubblici) che saranno spostati dal sindaco proprio per proteggere questa fascia dei 300 metri. Una decisione che, ovviamente, va a merito di chi vuole la salvaguardia del proprio territorio.
Mi metto anche nei panni del sindaco di Sant'Anna Arresi nel cui territorio ricade Porto Pino che, lo sappiamo bene, è uno dei luoghi più belli, a mio avviso, della Sardegna. Ebbene, il territorio di Porto Pino sulla destra è più urbanizzato, presenta più segni di speculazione (me lo lasci dire, Sindaco) mentre a sinistra è molto protetto, è molto bello. Se noi lasciamo questo comma Porto Pino conoscerà una forte speculazione. Credo che sia importante che il sindaco di Gonnesa e quello di Porto Pino intervengano per fare in modo che questo comma salti.
Entrambi i sindaci sanno benissimo che l'attrattività dei loro territori è legata proprio a un ambiente fruibile, al godimento dell'ambiente compatibile con le opere ricettive, situate però ben oltre i 300 metri. Per i sindaci ritengo sia quasi obbligatorio per proteggere i loro territori far votare a favore di questo emendamento. Io voterò a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole sull'emendamento numero 219 e per sottolineare alcune questioni. Stiamo votando il comma 5 dell'articolo 5che recita: "Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano agli edifici ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nella fascia dei 300 metri dalla battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, a eccezione delle demolizioni dei volumi incongrui e del loro trasferimento, con il relativo incremento volumetrico, oltre la fascia suddetta in aree extraurbane con destinazione urbanistica compatibile".
Come ha già detto il mio collega Gian Valerio Sanna intervenendo in merito a questo comma di questo articolo, si tratta di una vera e propria castroneria anche dal punto di vista dell'articolazione del provvedimento, perché in parte contraddice ciò che è scritto nel comma precedente che chiama in causa proprio i requisiti di cui ai commi 1, 2, 3 e 5, quello in questione, che devono avere alcune caratteristiche piuttosto che queste.
Poi c'è la questione relativa allo spostamento degli edifici ricadenti nella fascia dei 300 metri, fuori da quella fascia; ovvero, portare la distanza dai 300 ai 301 metri significa aumentare del 10 per cento la volumetria con destinazione urbanistica compatibile. Partendo proprio da questo termine "compatibile" io credo che sia suscettibile di riflessione il tipo di termini che vengono usati in norma.
In questo caso bisogna riflettere sulle questioni perchè stiamo dicendo che consentiremo l'ampliamento delle hall, consentiremo l'ampliamento dei centri per congressi, consentiremo l'aumento di cubature in generale per servizi che non sono connessi alla possibilità di offrire nuovi posti letto. Naturalmente si fa una legge, si trova l'inganno e, Assessore, ritengo necessario intervenire per correggere proprio questo articolato di legge, nel caso in cui voi doveste riuscire a prorogarla.
Proroga che noi riteniamo francamente inopportuna per diverse questioni che sono state sostenute anche dai tribunali amministrativi, in tempi recenti, i quali hanno ribadito con forza, rispetto al Piano casa, il principio che la fascia dei 300 metri, ritenuta inviolabile dal PPR, non può essere toccata se prima non vengono attuate le modifiche al PPR, modifiche che non si stanno facendo. Si trova una scorciatoia, una legge sul Piano casa che non è una semplice proroga, come abbiamo già detto, dei termini per coloro che presentano ampliamenti di piccoli vani o di piccole abitazioni per fare una stanzetta in più o aumentare la cubatura trasformando una terrazza in una stanza, cosa permessa; ma si tratta invece di un vero e proprio assalto in una fascia di tutela che noi riteniamo debba essere considerata inviolabile.
Mettere mano a una normativa di questo tipo richiede coerenza rispetto alle cose che avete scritto nel programma, se intendete scalfire il PPR, su questo ci confronteremo rispetto alle posizioni di ognuno di noi, ma non si possono...
PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 219 che si propone di cancellare il comma 5 dell'articolo 5 della legge regionale numero 4 del 2009. Stiamo continuando a discutere di deroghe, di ampliamenti, di regole che si applicano e non si applicano a seconda delle situazioni. Io credo che, stando alla situazione sarda, se noi dovessimo discutere di turismo, per esempio, oggi (non c'è l'Assessore) la principale attrattività della Sardegna in questo settore, in modo particolare nel periodo estivo, è sicuramente la bellezza delle nostre coste incontaminate.
Io, che provengo dall'oristanese, posso portare l'esempio della costa della marina di San Vero Milis, dove per decenni hanno scelto le seconde case, e raffrontarla con la costa di Is Arutas, preservata nella sua bellezza quasi totalmente. La differenza è che a Mandriola ci vanno i residenti, a Is Arutas si ha un valore aggiunto, che è quello dei turisti che arrivano per tutta l'estate, incrementando l'economia di quel territorio, creando un indotto notevole.
Vorrei dire pertanto, anche per completare l'intervento precedente, che ritengo importante, prima ancora di autorizzare ampliamenti, deroghe e quant'altro, capire che cosa c'è oggi in Sardegna a disposizione, cercare di utilizzare l'inutilizzato, e soprattutto cercare di smettere di edificare dove non si può o dove non si dovrebbe. Non sacrifichiamo il suolo libero perché è fondamentale per la nostra agricoltura, per il turismo, ma anche, e l'attualità ce lo insegna, per prevenire frane e alluvioni.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 219.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 219.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Oppi ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 53
astenuti 2
maggioranza 27
favorevoli 23
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 220.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, sull'emendamento numero 220, relativo al comma 6, valuteremo come Gruppo quale decisione assumere; riguarda un aspetto sul quale non c'è la nostra contrarietà a priori. La disposizione contenuta nel comma, di fatto, consente di evitare che le previsioni dell'articolo 5, che riguardano gli interventi di demolizione e ricostruzione, si possano applicare nella zona A in maniera generalizzata.
E' evidente, lo vedremo anche nel corso della discussione degli articoli successivi, che occorre intervenire su quelle fattispecie in cui il contrasto con i caratteri architettonici, di quei beni che hanno meno di cinquant'anni, non può essere, o non dovrebbe essere, comunque un automatismo se non si vogliono svilire e svuotare gli strumenti urbanistici dei comuni.
Io credo, però, che la vera riflessione la faremo nel corso dell'articolo successivo, perché l'articolo successivo, cioè l'1 sexies, a cui questo articolo è certamente collegato, che riguarda proprio gli interventi di demolizione e ricostruzione, dimostra come in questo disegno di legge vi siate avventurati a prevedere delle nuove possibilità edificatorie, non limitandovi a quella che doveva essere una semplice manutenzione del testo.
Purtroppo avete "alzato l'asticella" di una legge la cui "filosofia" per noi era già molto lontana dall'essere condivisibile; per noi si trattava di qualificare il patrimonio urbanistico, ma qualificarlo veramente, senza nuovi volumi, mentre anche qui si ipotizzano nuovi volumi e nuove possibilità di edificare.
Dichiaro pertanto il voto favorevole sull'emendamento, ma con l'auspicio che, proprio a partire dal prossimo articolo, sia possibile semplificare il testo e concentrarci su pochi aspetti qualificanti.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 220.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Salis ha votato a favore e che i consiglieri Milia, Oppi, Sanna Matteo e Vargiu hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cocco Daniele - Salis.
Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 34
votanti 33
astenuti 1
maggioranza 17
favorevoli 2
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
Considerato l'astenuto, quindi 34.
SALIS (I.d.V.). Non erano "29"?
PRESIDENTE. Colleghi, dovete controllare il numero dei presenti non quello di chi ha votato a favore. Siccome cinque consiglieri hanno dichiarato il voto, il Consiglio è in numero legale. Se volete visionare il verbale, è a disposizione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 sexies. All'articolo 1 sexies sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 sexies e dei relativi emendamenti:
Art. 1 sexies
Modifiche agli interventi di demolizione e ricostruzione
1. All'articolo 5 della legge regionale n. 4 del 2009, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, le parole: "sostituzione edilizia", sono sostituite dalle seguenti: "demolizione e ricostruzione, senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto";
b) il comma 5 è così sostituito:
"5. Per gli edifici con le caratteristiche indicate nel comma 1 ed ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, escluse quelle indicate nel comma 3, sono ammessi gli interventi di demolizione e ricostruzione, senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto e della forma dell'edificio originario, a condizione che se ne mantenga inalterata la volumetria. In caso di arretramento dell'edificio rispetto alla posizione originaria, è consentito un incremento volumetrico del 2,5 per cento ogni 5 metri di arretramento, con il limite massimo del 10 per cento di incremento volumetrico. Per gli edifici ad uso turistico-ricettivo, è ammesso l'incremento volumetrico del 10 per cento della volumetria esistente, in caso di riduzione di almeno il 20 per cento dell'indice di prestazione energetica di cui al decreto legislativo n. 192 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni. E' ammesso il cambio di destinazione d'uso, purché compatibile con lo strumento urbanistico comunale vigente. La ricostruzione dei volumi non da luogo, in alcun caso, ad un incremento del numero di piani rispetto alla situazione esistente.";
c) dopo il comma 5, è aggiunto il seguente:
"5 bis. Gli interventi di ricostruzione non possono iniziare prima che sia completata la demolizione dell'edificio preesistente.";
d) al comma 6, la parola: "architettonici" è sostituita dalla parola: "storici";
e) alla fine del comma 6, è aggiunto il seguente periodo: "Tale contrasto è espressamente dichiarato con delibera del consiglio comunale del comune competente.".
Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
L'articolo 1 sexies è soppresso. (48)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Il comma 1 dell'articolo 1 sexies è soppresso. (49)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 sexies
Al comma 1 dell' articolo 1 sexies la lettera a) è soppressa. (50)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario - Campus
Articolo 1 sexies
Nel comma 1, lettera a), le parole "all'interno del lotto" sono soppresse. (128)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Al comma 1 dell'articolo 1 sexies la lettera b) è soppressa. (51)
Emendamento soppressivo parziale Campus
Articolo 1 sexies
All'articolo 1 sexies, comma 1, lettera b), il secondo periodo è soppresso. (19)
Emendamento soppressivo parziale Campus
Articolo 1 sexies
All'articolo 1 sexies, comma 1, lettera b), il terzo periodo è soppresso. (20)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Al comma 1 dell'articolo 1 sexies la lettera c) è soppressa. (52)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Al comma 1 dell'articolo 1 sexies la lettera d) è soppressa. (53)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Al comma 1 dell'articolo 1 sexies la lettera e) è soppressa. (54)
Emendamento aggiuntivo Sanjust - Sanna Matteo
Articolo 1 sexies
All'articolo 1 sexies, nel comma 1, dopo la lettera a) è aggiunta la seguente:
"a bis) per quanto riguarda i distacchi sono consentiti, in deroga alle vigenti normative regionali e nazionali, con distanze minime dai confini e dagli edifici contermini nel rispetto di quanto previsto dal codice civile vigente;". (15)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Dopo il comma 1 è inserito il seguente:
"1 bis. L'articolo 6 della legge regionale n. 4 del 2009 è soppresso". (221)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Dopo il comma 1 è inserito il seguente:
"1 bis. Il comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale n. 4 del 2009 è soppresso". (222)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Dopo il comma 1 è inserito il seguente:
"1 bis. Il comma 2 dell'articolo 6 della legge regionale n. 4 del 2009 è soppresso".
(223)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo
Articolo 1 sexies
Dopo il comma 1 è inserito il seguente:
"1 bis. Il comma 3 dell'articolo 6 della legge regionale n. 4 del 2009 è soppresso". (224)
Emendamento aggiuntivo Campus - Bardanzellu - Randazzo
Articolo 1 sexies
Dopo l'articolo sexies è inserito il seguente articolo:
Art. 1 sexies bis
1. All'articolo 5 della legge regionale n. 4 del 2009 dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:
"6 bis. Nelle zone urbanistiche omogenee A i comuni individuano, con apposita deliberazione del consiglio comunale da adottare entro il termine perentorio di novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, singoli immobili ovvero ambiti di intervento nei quali limitare o escludere, in ragione di particolari e specificate qualità storiche, architettoniche o urbanistiche, gli interventi di demolizione e ricostruzione previsti dal presente articolo. In assenza della suddetta deliberazione, il presente articolo non trova applicazione nelle zone urbanistiche omogenee A.
6 ter. Nelle zone urbanistiche omogenee B i comuni individuano, con apposita deliberazione del consiglio comunale da adottare entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, singoli immobili ovvero ambiti di intervento nei quali limitare o escludere, in ragione di particolari e specificate qualità storiche, architettoniche o urbanistiche, gli interventi di demolizione e ricostruzione previsti dal presente articolo. Nel corso del suddetto termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le istanze di demolizione e ricostruzione di cui al presente articolo, riguardanti edifici compresi nelle zone urbanistiche omogenee B, non sono ricevibili. Trascorso tale termine senza che il comune abbia adottato la suddetta deliberazione, si applicano le condizioni di cui all'articolo 8.". (5)
Emendamento aggiuntivo Campus - Bardanzellu - Randazzo
Articolo 1 sexies
Dopo l'articolo sexies è inserito il seguente articolo:
Art. 1 sexies bis
1. Dopo l'articolo 6 della legge regionale n. 4 del 2009, è aggiunto il seguente:
Art. 6 bis (Norme per favorire gli interventi di edilizia sociale sovvenzionata e convenzionata)
1. Al fine di aumentare la disponibilità di alloggi destinati alla fasce sociali più deboli, nel caso di interventi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e di interventi di edilizia agevolata e convenzionata realizzati da imprese di costruzioni e cooperative di abitazione, l'incremento volumetrico di cui agli articoli 2, 5 e 6, può arrivare fino ad un massimo del 40 per cento. L'incremento può essere utilizzato per l'ampliamento di edifici esistenti, il recupero di edifici dismessi e la realizzazione di nuovi edifici in quartieri di edilizia economico-popolare esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, anche in deroga agli strumenti urbanistici comunali e alle vigenti disposizioni normative regionali. Gli interventi sono in ogni caso finalizzati alla riqualificazione urbana, al miglioramento della qualità architettonica complessiva e dell'accessibilità degli immobili, nonché tali da determinare una riduzione non inferiore al 15 per cento del fabbisogno di energia primaria oppure si dimostri che l'intervento rientra nei parametri di cui al decreto legislativo n. 192 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni. La presenza di tali requisiti è dichiarata nella documentazione allegata alla denuncia di inizio attività e successivamente attestata dal direttore dei lavori che, in allegato alla comunicazione di fine lavori, produce tutte le certificazioni di conformità e di regolare esecuzione delle opere con idonea documentazione tecnica e fotografica. La certificazione energetica, riferita agli immobili oggetto di intervento è predisposta ai sensi del decreto ministeriale 26 giugno 2009 da un tecnico abilitato in assenza di conflitto di interessi, ai sensi decreto legislativo n. 115 del 2008.
2. I comuni reperiscono aree da destinare alla costruzione di alloggi di edilizia residenziale pubblica con appositi bandi ad evidenza pubblica. Una quota parte delle aree così individuate, corrispondente ad un'edificabilità non inferiore al 65 per cento dell'edificabilità complessiva, è ceduta gratuitamente al comune per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica. La quota parte residua delle aree resta a disposizione del proprietario per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale o altre tipologie di intervento con destinazioni d'uso compatibili con la residenza. Per l'attuazione degli interventi si procede mediante accordo di programma, ai sensi dell'articolo 28 della legge regionale n. 45 del 1989 e successive modifiche ed integrazioni.". (6)
Emendamento all'emendamento numero 23 soppressivo parziale Campus - Diana Mario
Articolo 1 sexies
All'emendamento numero 23, nel comma 6 bis introdotto, il periodo da "Nelle zone urbanistiche omogenee A" a "dal presente articolo" è soppresso. (266)
Emendamento aggiuntivo Campus
Articolo 1 sexies
Dopo l'articolo sexies è inserito il seguente articolo:
Art. 1 sexies bis
1. All'articolo 5 della legge regionale n. 4 del 2009 dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:
"6 bis. Nelle zone urbanistiche omogenee A i comuni individuano, con apposita deliberazione del consiglio comunale da adottare entro il termine perentorio di novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge di modifica della legge regionale n. 4 del 2009, singoli immobili ovvero ambiti di intervento nei quali limitare o escludere, in ragione di particolari e specificate qualità storiche, architettoniche o urbanistiche, gli interventi di demolizione e ricostruzione previsti dal presente articolo. In assenza della suddetta deliberazione, il presente articolo non trova applicazione nelle zone urbanistiche omogenee A.
6 ter. Nelle zone urbanistiche omogenee B i comuni individuano, con apposita deliberazione del consiglio comunale da adottare entro il termine perentorio di novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge di modifica della legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4, singoli immobili ovvero ambiti di intervento nei quali limitare o escludere, in ragione di particolari e specificate qualità storiche, architettoniche o urbanistiche, gli interventi di demolizione e ricostruzione previsti dal presente articolo. Nel corso del suddetto termine di novanta giorni, le istanze di demolizione e ricostruzione di cui al presente articolo, riguardanti edifici compresi nelle zone urbanistiche omogenee B, non sono ricevibili. Trascorso tale termine senza che il comune abbia adottato la suddetta deliberazione, si applicano le condizioni di cui all'articolo 8.". (23).)
PRESIDENTE. Colleghi, l'emendamento numero 48 non sarà posto in votazione perché gli emendamenti dal numero 128 al numero 54, configurano una votazione per parti dell'articolo 1 sexies. La stessa motivazione vale anche per l'emendamento numero 49. Ugualmente non si vota l'emendamento numero 221 perché anche gli emendamenti numero 222 223 e 224 configurano una votazione per parti. Gli emendamenti numero 15, 5 e 6 sono ritirati.
Dichiaro aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti.
E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Quindi, il primo intervento era quello dell'onorevole Giacomo Sanna?
(Interruzioni)
State buoni, mamma mia!
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, una rinuncia a un intervento non può essere considerata un primo intervento.
SANNA MATTEO (U.D.C.-F.L.I.), relatore di maggioranza. Non siamo così disonesti, guardate che non siamo dei buffoni. Questa è una discussione seria, state calmi, perché nella passata legislatura eravate maestri nel fare giochi di prestigio durante le sedute del Consiglio; e, sinceramente, le vostre azioni ci hanno convinto a non ripetere i vostri atteggiamenti, ma a seguire quel principio che vuole gli uomini di buon senso e di fede protagonisti del buon comportamento.
Presidente, l'articolo in questione, l'1 sexies, riguarda le modifiche agli interventi di demolizione e ricostruzione; è un articolo sul quale, ovviamente, vi siete sbizzarriti nel corso della giornata, perché è quello che volevate sopprimere con i vostri emendamenti ostruzionistici e che fa riferimento all'ex articolo 5 degli interventi di demolizione e ricostruzione della legge regionale vigente numero 4; legge che voi volete far scadere, portando a casa questo risultato come trofeo di guerra, per dire a un certo mondo, che ragiona con i paraocchi, che siete riusciti nell'intento.
Per fortuna a casa, attraverso questo mezzo importante che è il web, attraverso Internet, la diretta di questo Consiglio, con qualche secondo di ritardo rispetto alle parole che sto pronunciando, è seguita con grande attenzione; ed è seguita, credetemi, dagli elettori di centrodestra e dagli elettori di centrosinistra, da persone comuni, da persone che hanno magari anche qualche interesse affinché questo progetto di legge vada in porto, ma anche da persone attente a ciò che avviene in quest'Aula. Ecco perché dico che non è questa l'occasione per tendere imboscate, per fare giochettini, non sono nella nostra cultura; noi vogliamo discutere con voi e abbiamo dato segnali di apertura.
Ricordo ai colleghi, in particolare al collega Cugusi, che in Commissione noi abbiamo accolto molti emendamenti, anzi, devo dire che forse proprio il collega Cugusi, per esempio, è uno dei consiglieri (fra maggioranza e opposizione), al quale abbiamo accolto più emendamenti in Commissione;quindi buona parte di questo testo che stiamo discutendo è frutto anche delle vostre proposte, che noi abbiamo esaminato e accolto. Perché? Perché le ritenevamo importanti, perché le ritenevamo, dal punto di vista tecnico, accoglibili, valide, e, soprattutto, migliorative del testo in discussione.
In queste giornate, poi, abbiamo accolto molte delle istanze di buon senso che provenivano dai vostri banchi, e non solo; l'abbiamo fatto alla luce del sole, senza nessun mercimonio, senza alcuna trattativa né sui tempi né, tantomeno, sulle giornate che intendiamo impegnare per l'approvazione di questo importante strumento legislativo. Soprattutto, voglio anche ricordare che molti di voi, ai quali forse è stato impedito di presentare emendamenti di altro genere, hanno chiesto a molti di noi di sostenere determinati emendamenti: succede anche questo, ed è legittimo che succeda.
Questo può avvenire, soprattutto quando le cose sono fatte in un modo costruttivo e non distruttivo, in una normale dialettica parlamentare e quindi in un'Aula come questa, che è preposta a fare leggi, a fare leggi giuste, a fare leggi eque per tutti, per tutti quei cittadini che, in questo momento, stanno seguendo anche i lavori di quest'Aula attraverso lo strumento del web.
Consentitemi un'altra osservazione; la legge numero 4 ha prodotto sicuramente numerosi interventi, non nascondiamo che poteva produrne di più, questo non l'abbiamo mai negato, ma è normale, lo scopo del disegno di legge numero 265 e di questo articolo, che riguarda anche gli interventi di demolizione e di ricostruzione, è quello di ampliare la sfera di azione di questi provvedimenti dando la possibilità a più cittadini, a più soggetti, affinché nessuno venga escluso da questo processo, di poter usufruire della cosiddetta "legge Piano casa".
Una legge impropriamente detta Piano casa, ma nessuno l'ha mai definita in questo modo, se non a livello nazionale, perché il Piano casa vero e proprio è quel disegno di legge sull'housing sociale che, attraverso l'Assessorato dei lavori pubblici, già nei prossimi mesi, la Giunta sarà chiamata a esaminare, ad approvare, per trasmetterlo quindi al Consiglio. Evitiamo pertanto questa perdita di tempo.
Collega Lotto, nel corso della passata legislatura io sono stato protagonista per giorni di interventi ostruzionistici, non bisogna nascondersi dietro un dito o vergognarsi di fare dell'ostruzionismo, ma noi l'abbiamo fatto seguendo un criterio: ci siamo dati dei tempi, ci siamo dati una scaletta e, soprattutto, delle regole, e quelle regole vedevano protagonista questa maggioranza, che allora era all'opposizione, andare avanti sino alle 5 del mattino; non vi dovete scandalizzare se anche noi oggi chiediamo che si vada a oltranza tutta la notte sino alle 5 del mattino, come nella XIII legislatura.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, io ho appena fatto una telefonata a mia moglie per dirle di non aspettarmi a casa stasera e di portarmi l'occorrente necessario per la lunga notte che ci attende. Le definizioni con le quali viene citato il nostro Presidente della Regione sono tante, come abbiamo visto sui giornali. è stato definito anche "Presidente di campagna", perché adesso va in giro per i piccoli comuni con la borsa con la quale spende, a titolo personale, quasi, risorse che non sono sue, ma sono dei sardi.
Nessuno l'aveva mai chiamato "Ulisse", perché se vi ricordate bene Ulisse di fronte a Polifemo, per nascondersi diceva di essere "Nessuno". Allora, onorevole Matteo Sanna, io le ricordo che "Cappellacci-Ulisse", "Cappellacci-Nessuno" è stato proprio colui che per primo, molti mesi prima della sua approvazione, ha definito questa legge il "Piano casa". Il Presidente della Regione l'ha intestato a se stesso definendolo come un'opera fondamentale, come una legge manifesto della sua amministrazione, utile a dare una stanza in più a chi non l'aveva, una casa a chi ne aveva bisogno.
Onorevole Sanna, lei ci tira per la giacca; noi intendevamo riportare la discussione sul merito ma lei, a distanza di due anni dal varo della legge numero 4, annuncia nuovamente quello che state ripetendo ormai da due anni, e cioè che dopo il Piano casa ci sarà un Piano casa vero. L'avete detto dopo il Piano casa 1, sono passati due anni e di Piano casa vero, di housing sociale, di case per le giovani coppie, di case per le fasce di popolazione a basso reddito, di edilizia agevolata, di un piano organico per il diritto alla casa non abbiamo visto traccia.
Ne avete parlato anche dopo il Piano casa bis che si è risolto in una semplice proroga senza nessun contenuto innovativo sul tema vero della casa, e prendiamo atto che lo ripetete di nuovo col Piano casa ter. Ma, in conclusione, a distanza di due anni dobbiamo ancora aspettare un Piano casa vero che, iniziamo a sospettare, non arriverà mai.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO
(Segue PORCU.) Presidente della Commissione, io auspicavo che il suo intervento fosse sul merito dell'articolo, che non avesse ancora il "rumore della demagogia", ma ci aiutasse perlomeno a discutere sull'articolo 1 sexies, ma non è stato così; allora mi chiedo, lo chiedo a me per primo, ma lo chiedo a tutti voi: di chi è la responsabilità se siamo ancora in Aula? E' responsabilità della minoranza che fa il suo lavoro di opposizione democratica, o è responsabilità di una maggioranza che ancora insiste nell'annunciare Piani casa veri che non verranno mai approntati?
E' responsabilità di un Presidente della Regione che va con la "borsa dei sardi" a raccontare delle opere nel territorio come se fossero sue, che manda le letterine attraverso i giornali, denunciando e comunicando non le cose che dovrà fare, non le cose che vuole fare la sua amministrazione, ma quelle, secondo lui, che non ha fatto chi l'ha preceduto, anche nella visione del paesaggio? Di chi è il vero ostruzionismo? Di chi è la vera battaglia demagogica?
Io credo che anche questo articolo 1 sexies, non mi sottraggo a entrare nel merito, dimostra che certamente la minoranza propone, e ci mancherebbe altro che non proponesse! Abbiamo sempre detto di essere una minoranza che non vuole fare necessariamente solo opposizione, ma vuole anche proporre, anche quando propone di cassare un comma. Ma io non credo che ci sia qualcuno nella minoranza che abbia avuto l'ardire di proporre una modifica, all'articolo 5 della legge numero 4 del 2009, che sostanzialmente sostituisce le parole "sostituzione edilizia" con le parole: "demolizione e ricostruzione senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto".
Onorevole Rassu, come possiamo non intervenire quando voi stessi, allontanandovi grandemente da esigenze che potevamo anche comprendere, di manutenzione della legge, introducete delle possibilità edificatorie che equivalgono a dire che chi demolisce può fare quello che vuole, ha carta bianca? Evidentemente siete alla disperazione, così la definisco. In effetti io ho smesso di dire che questa legge porterà milioni di metri cubi; l'ho detto nel corso della discussione sul primo Piano casa, ma quando ci siamo accorti del pasticcio legislativo che stavate mettendo in campo, della farraginosità della legge, delle difficoltà di applicazione, delle difficoltà interpretative da parte degli uffici tecnici comunali, ho pensato che quel Piano fosse semplicemente un po' di fumo negli occhi e che i risultati sarebbero stati molto inferiori alle attese.
Ho pensato che si sarebbe certamente creato qualche danno ma anche, soprattutto, una grande confusione; ho pensato che la vera demagogia, questo è il rimprovero che vi facciamo e spero che lo accettiate, è continuare a promettere qualcosa di buono per la Sardegna quando questa è una promessa costantemente vana. E' una promessa vana contenuta nella legge di bilancio che approveremo, che non ha ancora risolto il dilemma della vertenza entrate, ci propone ancora un bilancio da 7 miliardi di euro sapendo che la spesa ormai è scesa a meno di 6 miliardi, è una promessa vana in materia di trasporti e nel settore della sanità.
Io mi chiedo pertanto che bisogno c'era, su un provvedimento che doveva essere di manutenzione, di messa a punto, di prevedere come fate all'articolo 1 sexies una sorta di carta bianca, un "potete fare quello che volete", slegato totalmente dal contesto originario di una costruzione, come quello che proponete all'articolo 1 sexies. Io potrei continuare con la lettera b). La lettera b) torna al comma 5 che diceva sostanzialmente che le previsioni di demolizione e ricostruzione dell'articolo della legge originaria non si applicavano nella fascia dei 300 metri con la sola eccezione dello spostamento di quei volumi al di fuori di quella fascia.
Bene, questo che poteva essere anche un comma condivisibile della legge originaria viene, nella vostra proposta alla lettera b), cambiato, stravolto, si prevedono anche per quella tipologia, con il solito stratagemma dell'efficienza energetica, incrementi volumetrici e la possibilità di demolizione nella fascia per rimanere nella fascia. Chiedo allora, al Presidente della Commissione, ma anche all'assessore Rassu, perché non ci dite se queste cose rimangono in piedi, perché non ammettete di averle sparate un po' grosse, perché non ammettete che avete alzato ancora l'asticella, sperando magari di trovare un'opposizione consenziente?
Io credo che su questo dovreste fare un esame di coscienza. Se noi, oggi, stiamo ancora discutendo questo provvedimento è perché avete deciso di farlo diventare, voi per primi, un provvedimento ideologico, una legge manifesto del tutto e di più, introducendo appesantimenti non necessari. Ora, io sono felice, lo dico all'Assessore e lo dico al Presidente della Commissione, se anche su questo articolo, come penso farete, deciderete di approvare i nostri emendamenti soppressivi.
Però ritengo sia opportuno dichiararlo, ritengo sia opportuno ammettere che vi siete spinti troppo in là e che se, ancora oggi, noi in quest'Aula continuiamo a svolgere il nostro ruolo di opposizione è perché forse quel testo andava semplificato e limato dall'inizio. Io però, colleghi, lo dico, sono fiducioso. Io non credo che questo sia un dibattito inutile.
E' vero, abbiamo semplificato il testo dell'articolo 1 ter, e spero che questa semplificazione si possa ancora fare, sono certo anzi che la faremo anche su questo articolo, e il nostro dibattito possa continuare…
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, io vorrei approfittare della circostanza, dopo l'importante intervento del Presidente della Commissione, per ringraziare i nostri componenti della Commissione per il coraggio, l'abnegazione e lo stomaco che devono aver avuto per sopportare un livello di lavoro che la descrizione fatta dal Presidente della Commissione ha reso più che mai, anche in diretta via Internet, esplicito al di là del significato che ciascuno di noi può leggere. Siete stati coraggiosi ad ascoltare tutte queste cose che poi sono state tradotte in questa bestialità e quindi…
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Molte suggerite da voi, anche sottobanco.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Onorevole Sanna, lei ha un onere di tolleranza anche maggiore rispetto a quello che dovrei avere io, perché ci sono indubbiamente degli accordi, però gli accordi, anche quelli relativi al riconoscimento di alcuni emendamenti e al parlare moderatamente, io li rispetto se ciascuno sta calmo perché se si è qui per minacciare, minacciamo tutti. Pertanto siccome lei ha un onere di tolleranza maggiore faccia la sua propaganda, tanto è da due anni e mezzo che la fate, ma non cerchi di andare oltre questo limite.
Perché sa qual è il limite di questo provvedimento di legge? E' un limite di competenza e io non mi voglio sottrarre a ragionare sulla competenza di queste cose; io capisco che fuori da quest'Aula c'è il popolo che attende, lo capisco benissimo, ma io ho un onere diverso. Io domani vorrei celebrare serenamente, credo che tutti noi lo stiamo facendo con cognizione, la giornata nazionale di stop al consumo del territorio. Lo facciamo, noi ci crediamo.
Io ho una mia concezione, che non voglio negoziare, sulla vita che vorrei garantire a mio figlio. E' una visione egoistica, dite voi, è così, un po' romantica? Lo so, però io ragiono così, e siccome ho avuto l'opportunità di raffrontarmi con quelle norme, con quei codici che possono disegnare i comportamenti delle generazioni future e che possono ritagliare lo spazio del futuro delle stesse generazioni, quando arriverà la parabola discendente delle mie giornate nella mia vita io vorrei essere sereno.
Questa, chiaramente, è una mia esigenza, non la voglio condividere obbligatoriamente con chi ha una visione più pratica per cui, invece di guardare lontano, guarda vicino, magari all'esigenza di rassicurare un mondo che pensate, voi, possa darvi ancora sostegno. Un nostro amico comune, quando ero alla Presidenza della Provincia di Oristano, si sforzava, anno dopo anno, di convincermi che bisognava ascoltare i pescatori di Cabras, reputando quella categoria un bacino elettorale molto importante. E' arcinoto che i pescatori di Cabras fanno sempre come vogliono loro, esattamente il contrario di quello che è prevedibile. Nessuno ha mai beneficiato di un consenso e tutti hanno cercato di accaparrarselo. Viviamo in un mondo che da questo punto di vista è secolarizzato.
E allora io resto ancorato a queste cose e anche al tema dell'articolo 5 che secondo me è il tema centrale della nostra concezione che è contrapposta alla vostra; voi dite che è un articolo virtuoso perché si propone di spostare volumetrie, ma quali volumetrie! Sarebbe potuta essere invece un'occasione attualissima per rispondere al commissario Gabrielli che ieri, sorvolando le zone devastate dall'alluvione, ha detto che quel disastro è stato determinato dal fatto che si è costruito in luoghi dove non era possibile farlo.
E' ovvio che non stava chiamando in causa uno scenario astratto, stava chiamando in causa gli amministratori locali, i legislatori regionali, le varie disponibilità esistenti. E intanto ci sono sei nostri fratelli che non si trovano in mezzo a quel disastro. Non ci può essere una dissociazione, noi non siamo autorizzati a dissociare gli eventi che avvengono nel mondo, perché noi siamo legislatori, lo può fare un cittadino qualunque perché su di lui non incombe una responsabilità, ma noi non possiamo scollegare gli eventi di questo mondo dalle responsabilità così come le esercitiamo minuto per minuto.
Questo articolo forniva l'occasione, tenendo conto delle cose che sono accadute (e delle cose che non si sono potute fare per l'irragionevole pasticcio di queste leggi), alla Commissione ma forse anche all'Assessore, oggi, in un confronto con noi, di utilizzarlo per trasformarlo in un articolo di rivisitazione delle strutture poste in un luogo pericoloso per sé e per gli altri, lavorando per spostarle non nelle zone all'interno dei trecento metri dalla linea di battigia.
Perché, ascoltate attentamente, questa cosa è relativa rispetto al disastro di Capoterra (la quantità di immobili situati nella fascia dei 300 metri), rispetto alle logiche che hanno portato a quella urbanizzazione diffusa per cui ci sono paesi, cioè lottizzazioni di zona C, che sono diventati più popolosi e più ingolfati, sul piano del peso demografico, della stessa città o comunità dalla quale la lottizzazione trae origine. Adesso la battaglia è il riconoscimento dell'autonomia di quei centri rispetto al centro madre, che non ha abitanti, la situazione è capovolta. Perché è avvenuto questo? Perchè tanta gente su questa logica del consumo del territorio ha fatto impresa.
Vi posso dire una cosa? Nell'area di Capoterra ci sono cooperative che hanno bisogno di modificare gli standard, all'interno delle loro lottizzazioni, per trovare ulteriore terreno sul quale continuare a costruire perché, se non costruiscono, devono chiudere le aziende. Perché le cooperative non sono una società di scopo, costruisco e ho finito il mio scopo, ma sono diventate un'impresa permanente per cui, finito di costruire, bisogna costruire altro.
E questo diventa un gioco al massacro fra le esigenze di garantire posti di lavoro e il sacrificio del territorio; siamo arrivati a un giro di boa che richiede un chiarimento, perché non sono più tempi nei quali ci possiamo permettere queste comodità. Dobbiamo decidere: scegliamo il lavoro al prezzo del nostro territorio e della nostra qualità della vita o scegliamo la qualità della vita e cerchiamo di volturare le forme di lavoro in forme di lavoro che non consumino territorio? Questo è lo snodo.
Possiamo pertanto dire stop a determinate cose e possiamo concordare assieme delle regole, perché ci si sposti se dove è stato costruito non è opportuno rimanere, cioè incentiviamo la gente a spostarsi.
In queste ore a Terralba per il piano di assetto fluviale si è costituito è un comitato di cittadini; va detto che se cadesse lo sbarramento i canali di guardia, come attualmente calcolati, non sarebbero in grado di prevenire l'allagamento del centro abitato, ebbene, sapete qual è l'atteggiamento dell'ente pubblico? Chi se ne infischia, io ti paralizzo l'espansione urbana e poco conta se quegli 11 mila abitanti sono in pericolo permanente: non ti puoi espandere. Non si pensa di fare le opere di salvaguardia, che sarebbe la cosa più logica per consentire la sicurezza di quei cittadini e la possibilità anche di una giusta espansione per i bisogni che hanno, no, blocchiamo tutto, assediati.
E allora? Allora vedete che c'è la possibilità di muovere l'edilizia e l'economia proteggendo i cittadini e consumando meno suolo, dedicandosi alle cose che servono. Voi avete perso una occasione con questo articolo, ecco perché noi lo vogliamo eliminare, perché così come è, è la solita manovra che si fa frugando nelle…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bardanzellu, Cherchi, Diana Giampaolo, Milia, Murgioni, Pittalis, Salis e Zedda Alessandra sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 33 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cherchi - Cocco Daniele - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Non essendo presente in Aula decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Colleghi, ci abbiamo provato e riproveremo in seguito. Probabilmente abbiamo perso di vista che è in discussione il disegno di legge numero 265 visto che ci siamo concentrati sulla legge numero 4, che è il vero provvedimento in discussione.
La legge numero 4 è quella che tutti abbiamo conosciuto come "legge sul Piano casa", così l'aveva definita il presidente Berlusconi, così la definì il presidente Cappellacci nel momento in cui venne presentata come il fattore di rilancio della economia e dell'occupazione; in particolare si disse (questa fu una delle motivazioni principali) che avrebbe rimesso in moto il comparto dell'edilizia e delle costruzioni, consentendo a molte famiglie di realizzare una camera in più per il figlio, dando un'opportunità di creare uno spazio autonomo per i figli che si sposavano, offrendo un'occasione per migliorare le condizioni di vita di diverse famiglie che si sarebbero potute concedere uno spazio più ampio.
Io credo invece che occorra, al di là di questi che si sono rivelati dei pretesti, delle scuse, la predisposizione di un piano organico per il diritto alla casa, un piano organico che consenta di avere la casa soprattutto a quelli che non l'hanno. In primo luogo pensiamo alle giovani coppie che hanno difficoltà a mettere su famiglia, oltre che per la mancanza del lavoro anche per l'impossibilità di trovare un alloggio idoneo. Ci sono poi le coppie che giovani non sono ma che una casa non l'hanno mai avuta, né quando erano giovani, né ora che giovani non sono più; infine le molte categorie e fasce sociali che non possono disporre di una casa né in proprietà, e oggi, ahimè, neanche in locazione per le difficoltà di trovare una casa e per i costi degli affitti.
Siamo arrivati adesso, a uno dei punti maggiormente discussi del provvedimento, quello delle demolizioni e delle ricostruzioni; una disposizione, è stato detto in quest'Aula, necessaria per non escludere nessuno dalle opportunità che questo disegno di legge offre. Che cosa significa: per non escludere nessuno? Intanto sono esclusi coloro che la casa non l'hanno, e cioè quelle categorie di poveracci e di disgraziati che una casa mai l'hanno avuta, mai la potranno avere e che, niente potendo demolire, non potranno migliorare alcuna condizione di vita.
Quindi sono esclusi i più deboli, coloro che forse si erano illusi di poter avere finalmente, attraverso questa legge, una casa. Le demolizioni e le ricostruzioni sono quindi opportunità rivolte soprattutto a chi ha risorse, risorse di cui può disporre in una situazione che gli consente di aumentare il capitale, di ampliare i propri beni, perché questo meccanismo della premialità non comporterà certo un miglioramento delle condizioni e degli aspetti architettonici, e quindi del bene comune rappresentato dal paesaggio, dai nostri quartieri, dalle nostre città, sempre più mutilate dagli abbattimenti effettuati per raggiungere il massimo della volumetria consentita dagli strumenti urbanistici che, aggiunti alla premialità che si propone, alle scelte che oggi si possono fare con i volumi tecnici che risultano non volumi, appesantiranno in modo barbaro le nostre città.
Io non so se oggi avremmo avuto l'opportunità o meno di costruire i Bastioni di Carlo V, o molti altri manufatti di cui ci vantiamo, e che presentiamo orgogliosamente come una risorsa della nostra isola; sicuramente non li avremmo demoliti, così come in parte è stato fatto ai primi del novecento, così come forse non avremmo demolito le numerose ville liberty presenti nei nostri centri urbani; penso alla città di Sassari, penso alla città di Alghero, massacrate dalla possibilità di effettuare demolizioni che hanno omologato la città rendendoci un'immagine sempre più brutta, sempre più banale, sempre più uguale a quelle realtà dormitorio, dove sono solo palazzoni e null'altro. Si appesantiscono quindi la qualità della vita, la sostenibilità, le opportunità di convivenza civile e di socialità.
Le demolizioni e le costruzioni fra l'altro sono consentite senza fissare nessun criterio di riedificazione; si fa riferimento a un generico miglioramento della qualità architettonica, ma non si stabiliscono criteri, canoni, norme, regole, non si stabiliscono altezze, non si stabiliscono distanze, non si stabilisce niente, perché attraverso questo meccanismo della deroga tutto sarà consentito, e chi ha l'arroganza del denaro potrà permettersi di schiacciare, con prepotenza, ciò che si è acquisito negli anni in termini di paesaggio, prospettive, orizzonti, visibilità; tutto questo sarà cancellato in nome di una opportunità che questo disegno di legge offre.
Si potrà sopraelevare mettendo in ombra situazioni già consolidate, che invece uno strumento urbanistico comunale aveva garantito nel quartiere. In un momento come l'attuale in cui tutti i giorni, sulla stampa nei dibattiti televisivi, urbanisti, sociologi, economisti, geologi, ma soprattutto gente comune, gente di buon senso, i nostri giovani (leggevo le dichiarazioni di un ragazzo sardo, vent'anni, emigrato come tanti altri sardi, che diceva basta alle costruzioni invitando al rispetto del nostro territorio e delle caratteristiche della nostra terra) dicono basta al consumo del territorio, noi invece con la più assoluta nonchalance procediamo in questa azione di demolizione, di ricostruzione, di aumento dei volumi costruiti.
Ritorno pertanto a quanto detto in occasioni passate: una classe politica più attenta, lungimirante, ha trovato anche momenti d'incontro; momenti di incontro che hanno consentito la salvaguardia di ampie zone della nostra costa, del nostro territorio, che hanno consentito di rispettare la destinazione delle nostre campagne. Oggi invece questa disponibilità a un confronto e a un incontro è negata da un atteggiamento ostile, di muro contro muro, che voi avete alzato con questo disegno di legge.
Perché, allora, se richiamate quella disponibilità a un accordo in nome di un bene e di un interesse generale vi ostinate a demonizzare uno strumento come il Piano paesistico regionale, che a quello mirava? Abbiamo detto che siamo disponibili a migliorarlo, a introdurre elementi che possano consentire una migliore interpretazione di quel progetto, e invece voi per tutta risposta ci proponete uno strumento che tenta di scardinare quello che con fatica e con lungimiranza una classe politica del passato era riuscita a ottenere, così come voi stessi avete detto.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Dedoni è rientrato dal congedo.
E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, l'articolo in discussione, l'articolo 1 sexies, dovrebbe contribuire a migliorare situazioni urbanistiche difficile come quelle lungo la fascia dei 300 metri; lo spirito, lo abbiamo accennato e quindi purtroppo dovrò ripetermi, era quello di ripulire, riordinare, riconsegnare alla comunità e quindi alla Sardegna quei litorali. Amplifico il concetto, pensando che la disposizione di questo articolo possa essere recepita da un grande numero di utenti che, motivati da spirito ambientalista, diciamo così, detenendo una residenza entro i 300 metri decidono di demolirla per poi ricostruire, incoraggiati e incentivati anche dalla premialità.
Nell'intervento precedente ho fatto alcuni esempi, perchè mi sembra che ci siano difficoltà attuative in questa fase derivanti dal fatto che non si invita a localizzare nuova edificazione in altro ambito, ma la premialità avviene con il semplice spostamento e arretramento dalla linea dei 300 metri: praticamente con uno spostamento di 20 metri io recupero l'intera premialità del 10 per cento.
Capite benissimo che questo può avvenire laddove sul retro della mia abitazione, perché presumo parliamo di arretramento, ci sia la distanza sufficiente per poter arretrare, altrimenti questo arretramento non si fa, non si può fare. Allora in questa norma manca un altro dispositivo, perché si dice di consentire l'abbattimento però si può fare la riedificazione in questo ambito che è previsto per la riconformazione. Credo che la storia ci insegni che, quando una zona urbanistica viene demolita e spostata (abbiamo avuto casi anche in Sardegna, penso a Gairo vecchio che è stato interessato da una frana), cioè si decide di trasferire la comunità in altro ambito, attraverso un Piano urbanistico, nel rispetto dei servizi di cui questa comunità ha bisogno, si costruisce dopo aver individuato lo spazio e la caratteristica architettonica del nuovo centro, così da accogliere nel migliore dei modi la comunità.
Io credo che altrettanto debba essere fatto in questo articolo se vogliamo sia davvero costruttivo e propositivo, perché abbia davvero la sua funzione altrimenti, ripeto, ne beneficerà chi magari ha proposto questa norma e sicuramente colui che l'ha proposta sapeva di poterlo fare. Però rischiamo di fare figli e figliastri perché la legge non sarà uguale per tutti, ma sarà utile solo a coloro che avranno le condizioni ambientali per poterne usufruire.
Io dico di più, pensando all'applicazione di questo articolo relativo alla demolizione e ricostruzione mi riferisco solo allo spostamento fisico, non agli altri aspetti sui quali bisognerebbe tornare, per esempio la modifica strutturale, quindi la liberalizzazione completa, cioè posso anche farmi il capanno e ricostruirmi il nuraghe perché evidentemente è possibile se non c'è un piano urbanistico che me lo vieti. Letto così l'articolo sembrerebbe offrire la possibilità, io ho estremizzato chiaramente, di effettuare qualsiasi costruzione, senza limite alcuno.
Ma voglio essere propositivo e dire che ritengo che questa proposta possa contenere elementi positivi ma non nella veste attuale, perché allo stato non funziona, non può funzionare, se non in alcuni casi particolari che presentano le giuste condizioni. Penso ai centri urbani e all'abbattimento di alcune strutture specialmente nelle zone A, dove noi sappiamo benissimo che gli standard dei parcheggi non sono mai rispettati.
In nessun centro storico, sulla base della nuova concezione degli spazi, c'è la possibilità di rispetto degli standard dei parcheggi; parcheggi che è anche difficile ricavare, pur nell'ambito di una ristrutturazione, almeno nello scantinato perché dovrei fare un intervento edilizio complesso, specie se devo recuperare uno spazio interrato in una vecchia costruzione. Capite benissimo che forse il gioco non vale la candela.
Invece potrebbe essere utile per creare dei parcheggi all'interno delle zone A, dopo una verifica, incentivare la demolizione e la ricostruzione di quelle abitazioni che sono, diciamo, fuori contesto urbanistico, cioè quelle recenti che hanno meno di cinquant'anni. Questo sarebbe l'ideale; se si deve individuare il piano parcheggi tutti i comuni che non hanno elaborato il piano particolareggiato si troveranno di fronte alla necessità di dover individuare una certa superficie da destinare a parcheggi.
L'aumento del numero delle auto spesso può creare situazioni di disagio nelle vie di dimensioni ridotte dove non è possibile il parcheggio e non è possibile neanche ricavare il parcheggio, come ho detto, all'interno dell'abitazione che spesso è vincolata anche nelle sue caratteristiche architettoniche. Allora, questa idea della demolizione e ricostruzione la reputo un'idea importante e utile relativamente ai centri storici, però non è accompagnata dalla previsione di un incentivo; incentivo che è legato solo all'arretramento dell'edificio costruito entro i 300 metri.
Nel centro urbano dove non può esserci una arretramento perché non è contemplato, devo individuare l'area dove poter realizzare questa edificazione, non posso realizzarla così; ci vuole pertanto un minimo di rimando nel disegno di legge presumibilmente ai piani urbanistici comunali, che prevedano e incentivino queste operazioni, proprio perché oggi le amministrazioni comunali non dispongono di risorse finanziarie per gli espropri. Io ho tentato più volte di farli, eppure ho amministrato in tempi migliori degli attuali.
Oggi sappiamo quanto siano risicati i trasferimenti della Regione sarda nei confronti delle amministrazioni locali che, riuscendo a malapena a dare un minimo di servizi in ambito sociale, non possono certo predisporre il piano parcheggi. Eppure sono chiamati a individuare le aree nei centri storici e, poi, a progettarli e a realizzarli. Tant'è che in alcuni casi è successo che, individuata l'area, si è dovuto procedere a espropriare l'abitazione per poterla demolire e realizzare il piano parcheggi. Ma è anche successo che, non avendo ottenuto le risorse finanziarie, dopo cinque anni quell'area, l'abitazione situata sull'area individuata per i parcheggi è rientrata nella disponibilità del proprietario che, spesso, chiede anche i danni perché gli hai vincolato la casa ma il piano parcheggi non l'hai potuto fare.
Quindi, è sicuramente una disposizione interessante che però, ripeto, deve essere accompagnata a mio avviso da altri strumenti e non essere "buttata" all'interno di una norma importante che crea sicuramente sviluppo economico ma diventa di difficile applicazione. Lo spunto alla base di questi elementi normativi nasce da ambiti possibilisti ma non allarga e non contempla tutte le possibilità che un articolo del genere, appunto, potrebbe rappresentare; di conseguenza va a beneficio di pochi e non della collettività.
Ripeto, per i centri storici questo potrebbe essere un ottimo articolo, ma così congegnato non può dare risoluzioni perché non prevede un incentivo che consenta…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
E'iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, vedo che l'opposizione si è iscritta in massa a parlare e continua a tenere ferma la sua posizione, che non vorrei, e spero non sia, una posizione dilatoria, ma vorrei fosse anche di attenzione critica. E'vero, sotto certi aspetti non posso non riconoscere, l'ho già detto, che come maggioranza ci siamo presentati su questo tema un po' impreparati.
Mi chiedo, ad esempio, che fine abbiano fatto le direttive della Giunta ai comuni, previste dal comma 7 dell'articolo 10 della legge numero 4, che prevedevano che la Regione potesse avere un monitoraggio compiuto e completo da parte dei singoli comuni della Sardegna sugli effetti prodotti dalla legge in questi due anni, in modo da conoscere, esattamente, non solo le nuove volumetrie, ma anche le tipologie di intervento, in quali zone, quanti ampliamenti, quante demolizioni e ricostruzioni.
Avere questi dati ci avrebbe aiutato molto nel procedere non solo a una proroga della legge numero 4, ma anche alla possibilità di una modifica, di una manutenzione vera con soppressioni o novelle. Purtroppo non siamo preparati, ma questo non credo che davvero debba essere il solo motivo per cui dobbiamo dilatare i tempi oltre misura con interventi che a volte trascurano di scendere nei particolari.
Però questo è un articolo sul quale è necessario porre attenzione perché si toccano zone sensibili. La lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 sexies, vi preannuncio che la maggioranza ha già deciso che venga espunta, cioè accetteremo che attraverso gli emendamenti venga soppressa, tratta della fascia dei 300 metri, dove indubbiamente erano state inserite delle perle, dal premio sino al 10 per cento per le demolizioni e le ricostruzioni con un arretramento di 20 metri, alla possibilità di dare una premialità volumetrica a quelle strutture ricettive, e quindi agli alberghi, che nel ricostruire, avrebbero risparmiato nel riscaldamento e nell'acqua calda nel mese di agosto.
La maggioranza ha stabilito che sulla fascia dei 300 metri non si deve intervenire (questo è il senso delle riunioni che ci sono state), quindi sulla lettera b) si può anche evitare di approfondire la discussione perché siamo tutti d'accordo che debba essere soppressa. Chiedo, invece, la vostra attenzione sulla lettera c) che deve essere salvata perché, potrà sembrare una banalità, credo sia giusto e logico scrivere che non si può ricostruire prima di aver demolito. Forse, sono d'accordo con voi, non dovrebbe essere nemmeno scritto, però sappiamo anche che tutto quello che non è scritto può non essere fatto; ecco perché credo sia essenziale inserire in legge che prima di ricostruire si deve demolire e ripulire. Pertanto l'emendamento che tende a sopprimere la lettera c) andrebbe ritirato.
Uguale attenzione deve essere riservata alla lettera e) in cui si parla di zone A e di centri storici. Il testo della legge numero 4 era un testo incompiuto perché parlava della possibilità di demolire "gli edifici in contrasto", ma ci si era dimenticati allora di inserire che questo contrasto qualcuno lo deve sancire, e lo devono sancire i comuni. Io mi sono permesso di presentare un emendamento ulteriore per cui nelle zone A, qualora ci siano comuni che non vogliono deliberare, non sanno deliberare, non possono deliberare, dei comuni ignavi che quindi non deliberano questo contrasto, comunque non si possa demolire e ricostruire.
L'emendamento numero 23, così come modificato dall'emendamento all'emendamento numero 266, che è un emendamento che semplifica l'emendamento numero 23, sta a significare questo: nelle zone A se i comuni non autorizzano specificamente una demolizione e ricostruzione, non si può intervenire perché sono il DNA delle nostre città, dei nostri paesi o, per usare un termine tecnico, sono il fenotipo del DNA, cioè l'espressione esterna dei nostri geni. Ho aggiunto, perché non erano tutelate, le zone B, sempre con l'emendamento numero 23 inseriamo una tutela delle zone B. L'onorevole Sechi ha citato Alghero e Sassari, non avremo certo il quartiere Coppedè di Roma, però a parte le ville liberty, che non si possono toccare perché risalgono a un periodo su cui esiste un vincolo generale, avevamo molte costruzioni non ancora divenute storiche, ma comunque caratterizzanti un periodo, situate in zone B, sia ad Alghero che a Sassari, che sono state demolite e con l'ampliamento consentito dalla ricostruzione sono diventate delle palazzine, non avendo la legge precedente posto nessun limite.
Ebbene, con l'emendamento numero 23, che vi invito a valutare con estrema attenzione, invito che rivolgo anche all'opposizione, si inserisce il principio che i comuni in questo caso devono tutelare quelle aree e quegli edifici, nell'ambito delle zone B, anche il singolo edificio se non una parte di quartieri, con delibere specifiche; però chiaramente non si può, di fronte all'ignavia e all'incapacità degli amministratori, impedire quello che in altre aree è consentito. Quindi nelle zone B non istituisco la totale inibizione, ma do la possibilità ai comuni di tutelarle, cosa che sinora non era possibile.
Ribadisco pertanto che la maggioranza è già d'accordo sulla necessità di ripulire alcuni passaggi nell'articolo 1 sexies, altri dovranno essere ancora ripuliti in quest'Aula, nell'ambito di una discussione che non deve essere solo lunga, ma mi aspetto sia anche costruttiva.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Onorevole Campus, questo articolo 1 sexies, insieme ad altri, dimostra come su questo disegno di legge numero 265, qualora non vengano apportate le modifiche che in sostanza anche lei, e con lei la sua maggioranza, ritiene di condividere (di fatto le modifiche riprendono il contenuto di alcuni nostri emendamenti soppressivi di alcune parti dell'articolo), la maggioranza in Commissione ha fatto un lavoro peggiorativo della legge numero 4 del 2009.
Certo, poi possiamo dire che l'Aula è sovrana, anche noi l'abbiamo sempre sostenuto, però se anche la discussione in Commissione si utilizzasse per migliorare le leggi invece che per peggiorarle probabilmente ne guadagnerebbe l'economia complessiva del nostro lavoro; in questo caso, invece, così non è stato. In Commissione molte disposizioni sono state peggiorate, forse una delle cose migliori è stata l'aver costituito le condizioni affinché almeno in Aula si potesse discutere.
Nessuno deve dimenticare, infatti, in quale forma questo provvedimento è pervenuto alla Commissione: un unico articolo con una miriade di commi; una scelta che sembrava fatta apposta per dire che non era possibile discuterlo e, di conseguenza, occorreva propinarlo senza modifiche al Consiglio. Si è riusciti però a fare diversamente, a costruire un percorso logico che consentisse anche di parlarne e siamo arrivati a questo punto.
Dobbiamo dire che l'Aula ha già manifestato qualche espressione di volontà positiva: alcune parti dell'articolo 1 ter sono state soppresse e questo non può che giovare all'economia complessiva del lavoro di questo Consiglio. Certo, non può sfuggire il fatto che il provvedimento di cui stiamo discutendo non è solo il disegno di legge numero 265 ma è anche la legge numero 4 del 2009. Di fatto con il provvedimento in discussione stiamo confermando quella legge; in alcune parti, in troppe parti, la si sta peggiorando e in qualche minima parte si sta anche cercando di renderla migliore.
Però è anche ovvio che non può essere considerato un atto di lesa maestà il fatto che noi vogliamo interamente rimettere in discussione una legge varata due anni fa, che doveva scadere diciotto mesi dopo, la cui scadenza è stata ulteriormente rinviata di sei mesi, e che oggi viene rimessa nuovamente all'attenzione dell'Aula: sarebbe stato sufficiente non presentare il disegno di legge numero 265.
Abbiamo già varato una piccola leggina di proroga per sei mesi nella primavera scorsa, ho avuto già modo di ricordarlo, non si voleva parlare di questo tema così a lungo? Si voleva dare risposte al popolo sardo su altre tematiche? Sarebbe bastato semplicemente o evitare di riprendere la discussione, interrotta questa primavera, di questo disegno di legge in Commissione, oppure che la Giunta ritirasse definitivamente il testo chiudendo così la partita.
Si poteva chiudere oggi, domani, con l'ultima scadenza prevista, soddisfacendo le richieste pervenute, soprattutto perché la legge molte, anzi troppe, finestre le aveva comunque aperte; così non è stato, non si è reputato sufficiente quanto già fatto, la maggioranza ha ritenuto che fosse giusto impegnare il Consiglio regionale a discutere ancora di questo tema.
Onorevole Matteo Sanna, però non ci potete chiedere di far finta di nulla, non ci potete chiedere di non tener conto che avete rimesso in campo un argomento che noi già a suo tempo avevamo giudicato non positivamente; il Piano casa, ma non si chiama Piano casa, così lo chiamano altri, è l'unico Piano casa esistente in questa Regione sarda, e certamente non ha le caratteristiche di un vero Piano casa e non per colpa nostra.
Quel famoso Piano casa a cui faceva riferimento poco fa il Presidente della Commissione, l'housing sociale, non esaurisce un tema spinoso, delicato, scabroso e che interessa le fasce più povere della popolazione; fasce più povere che, badate bene, stanno crescendo, purtroppo, i poveri che hanno necessità della edilizia sovvenzionata interamente a carico del pubblico purtroppo stanno aumentando.
Il numero delle persone che rientra nei limiti di reddito previsti per l'edilizia sovvenzionata sta aumentando costantemente. E siamo destinati a vedere allungarsi le graduatorie predisposte nelle città interessate da questo fenomeno; però non c'è uno straccio di piano, di programma per rispondere alle categorie di cittadini in maggiore difficoltà, ripeto, non c'è uno straccio di programma e uno straccio di euro a disposizione per poter intervenire. E questo noi non possiamo ignorarlo nel momento in cui ci obbligate in Consiglio regionale a discutere di questo tema.
Non è oltretutto possibile coinvolgere impunemente il Consiglio su un tema come questo sperando che l'opposizione accetti di scendere sul terreno scelto, e solo su quello, esclusivamente dalla maggioranza, perché noi abbiamo il sacrosanto dovere di richiamare l'attenzione dell'Aula innanzitutto, delle forze politiche che sono qui rappresentate ma dell'intero popolo sardo sulle esigenze prioritarie che montano nella società civile.
E tra queste priorità ci sono i nuovi poveri che sono sempre di più e non hanno una casa su cui chiedere di poter fare un ampliamento, piccolo o grande che sia, non hanno pertanto la possibilità di usufruire di questo nostro provvedimento.
E allora probabilmente se invece di destinare tantissime riunioni di Commissione, qualche riunione di troppo in Giunta, tantissime riunioni di Consiglio regionale a questo tema, le avessimo dedicate ad altro sarebbe stato senz'altro meglio; così non è stato e non per responsabilità di questa minoranza.
Chiaramente concordo sull'approvazione degli emendamenti soppressivi delle lettere b) e d); noi li abbiamo presentati, ci fa piacere che anche la maggioranza abbia espresso un parere positivo, il loro accoglimento aiuterà a migliorare secondo noi questo disegno di legge. Valuteremo poi attentamente l'osservazione dell'onorevole Campus sulla lettera c), e cercheremo di verificare se davvero sia il caso di andare o meno alla sua soppressione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, mi scusi, mi piacerebbe avere l'attenzione dell'Assessore dei trasporti, perché mi vorrei rivolgere anche a lui, così come mi fa piacere la presenza in Aula dell'assessore Floris che ha persino legato il suo nome a una importante riforma urbanistica in Sardegna e con il quale mi piacerebbe confrontarmi anche ora, al di là delle posizioni ideologiche o della appartenenza politica. Un confronto sereno nel merito delle cose mettendo da parte pregiudizi, propaganda, posizioni derivanti magari da tattiche politiche.
Il mio collega Gian Valerio Sanna poc'anzi ha ricordato che la politica non può essere cieca davanti alle cose che oggi, ora, accadono. E oggi in Sardegna si sta tenendo un'assemblea, a Terralba, circa i pericoli di dissesto idrogeologico e circa l'ostilità che spesso le popolazioni hanno rispetto alle regole, in questo caso le regole del Piano di riassetto idrogeologico, varato nella nostra Regione con troppo ritardo.
In questi giorni nelle zone del Nord Italia si stanno effettuando sopralluoghi a causa di disastri che ci dovrebbero far ragionare. Il mio collega si chiedeva se si sa la risposta che la Sardegna oggi dà alle popolazioni di Terralba che si interrogano sui disastri ambientali. Di fatto, non essendo capace di fronteggiare il pericolo, dà una risposta che mette le persone in grande agitazione.
Io vorrei ricordare anche la risposta che il Governo Berlusconi dà alle stesse persone di Terralba o alle persone della Liguria, oggi. Questa risposta è l'inserimento nel "decreto sviluppo" di un provvedimento per rendere obbligatorie le assicurazioni sulle calamità naturali. Ripeto, sta rendendo obbligatorie le assicurazioni sulle calamità naturali. Io credo che non sia la risposta giusta; dovremo casomai cercare di evitare che le persone si trovino in pericolo, cercare noi di evitare i pericoli e agire di conseguenza.
Ho citato il Presidente del Consiglio che, stranamente, non è stato mai citato in questa Aula nel corso di questa discussione, evidentemente i tempi stanno cambiando. Il Presidente del Consiglio che di fatto ci sta costringendo a questa discussione, perchè stiamo parlando di Piano casa, attuando in Sardegna la sua boutade propagandistica secondo la quale avrebbe risolto i problemi dell'Italia, avrebbe riavviato lo sviluppo economico in Italia incentivando l'edilizia.
Un'edilizia poco regolamentata, perché diceva: "Mi fido del buon gusto degli italiani, e del buonsenso degli italiani". Ora, il Piano casa dell'onorevole Berlusconi, nonostante la propaganda che ne è seguita, nel Paese non ha avuto dei grandi risultati. In quest'Aula ci raccontate che la Sardegna, come il Veneto, è una delle regioni dove ha avuto i risultati migliori, una delle regioni in cui ci siamo maggiormente affezionati a questo strumento propagandistico, però la propaganda ha le gambe corte, e sarebbe anche ora di metterla da parte se vogliamo discutere nel merito della questione.
Do questo suggerimento soprattutto al Presidente della Commissione, l'onorevole Matteo Sanna, al quale dico che è ora di mettere da parte la propaganda e i luoghi comuni, perché certe volte la frase, il luogo comune, scatta proprio in maniera quasi incontrollata. Affermazioni quali: faremo subito il social housing, in questo modo abbiamo sbloccato 18 mila cantieri che il Piano paesaggistico bloccava, mi sembrano tautologie, luoghi comuni che dovremmo imparare a mettere da parte.
Questo genere di affermazioni mi ricorda molto l'onorevole Bocchino che, in un certo periodo della sua vita, di qualunque cosa parlasse terminava sempre dicendo: "E l'Italia infine, grazie alla lungimiranza di questo governo, è uscita prima e meglio dalla crisi economica, rispetto agli altri paesi".Oggi sappiamo le difficoltà di chi quella propaganda alimentava: la situazione è quella che è.
Noi invece, ostinatamente, ci stiamo ancora aggrappando a quei discorsi propagandistici per riportare in Sardegna, pedissequamente, un'idea di sviluppo attuabile unicamente nell'unico modo che crediamo possibile: promuovendo un'edilizia selvaggia fuori dalle regole. E i dati che il collega Campus chiedeva e che non sono stati dati, che sono stati riportati un po' all'ingrosso, ci dovrebbero far riflettere. Assessore, lei ha detto che questa legge in due anni, due anni e mezzo ha generato 420 milioni di euro di investimenti, il 70 per cento nelle zone costiere, più o meno, ha detto così, e circa 120 milioni, il 30 per cento, nelle zone interne.
A parte che mi "racconta" che in 57 paesi, più o meno, della fascia costiera si è concretizzato il 70 per cento degli investimenti, e negli altri più o meno 300 paesi delle zone interne sono andati 120 milioni di euro di investimenti. Mi preme dirle che 120 milioni di euro di investimenti privati nelle zone interne li abbiamo pagati con una quantità di edilizia fuori dalle regole nella fascia costiera, promuovendo un ulteriore divario tra zone interne e fascia costiera. Un metro cubo in più a Orani non vale nulla, un 30 per cento di cubature in più a Orani non vale niente, ma un 30 per cento di cubature in più nella fascia costiera di Arzachena, o di qualunque altra fascia costiera, è tutt'altra cosa. Quindi con una politica massimamente ingiusta abbiamo distribuito premi a chi era effettivamente interessato.
Ancora, con i 420 milioni di cui ci racconta si poteva avviare la Olbia-Sassari che rappresentava un investimento maggiore; e se ci fossimo concentrati nel pretendere il nostro, compresi i fondi FAS, compresi i fondi per quella prima opera già in via di appalto, avremmo evitato la necessità di queste discussioni. Mi preme ricordarle che solo per il progetto Civis, ossia per il recupero dei centri storici nelle zone dell'interno, sono stati investiti negli anni scorsi oltre 120 milioni di euro, strana coincidenza; ma Civis insieme agli altri progetti di qualità urbana, i cosiddetti Biddas, attraverso la legge numero 29, sempre per il recupero dei centri storici, ha consentito investimenti nelle zone dell'interno per oltre 400 milioni di euro ma dentro le regole. Pertanto non mi pare che il vostro "misure urgenti di sviluppo economico attraverso l'edilizia" sia effettivamente un progetto di sviluppo economico.
Avete trascurato la possibilità di sviluppo economico persino attraverso l'edilizia, negando l'edilizia attraverso le opere infrastrutturali, negando l'edilizia attraverso gli investimenti pubblici nel miglioramento dei centri storici. E' importante, io credo, ricordarci di mettere da parte la propaganda e pensare all'oggi. Stiamo pensando all'oggi che ci dice che dobbiamo tutelare il territorio dalle calamità naturali e non semplicemente assicurarci, dare regole al nostro costruire in modo da non mettere in pericolo la vita delle persone e anche gli investimenti delle persone, ed è importante ricordare oggi...
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, più procediamo nella discussione e più mi rendo conto che non c'è limite al peggio. Se si esamina nel dettaglio l'articolo 1 sexies ci si rende conto delle assurdità che voi volete approvare. Nella lettera a) scrivete che al comma 1 le parole "sostituzione edilizia" sono sostituite dalle seguenti "demolizione e ricostruzione, senza l'obbligo dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto". Significa che non c'è più rispetto neanche per gli edifici che in qualche modo caratterizzano i luoghi.
Ma non basta. Alla lettera b) dite che il comma 5 è così sostituito: "Per gli edifici con le caratteristiche indicate nel comma 1 e ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nella fascia dei 300 metri, escluse quelle indicate nel comma 3, sono ammessi gli interventi di demolizione e ricostruzione senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto e della forma dell'edificio originario, a condizione che se ne mantenga inalterata la volumetria in caso di arretramento dell'edificio rispetto…", eccetera. Credo siano disposizioni impresentabili all'interno di una legge ordinaria come questa, perché state solo ed esclusivamente modificando il Piano paesaggistico regionale.
Ha ragione il collega Matteo Sanna, noi ve lo abbiamo detto dal primo momento, quando dice che è chiamato impropriamente Piano casa, ma voi lo avete strumentalmente presentato ai cittadini come Piano casa, lasciando intendere che davate risposte al bisogno di casa. Collega Sanna, due anni e mezzo fa vi abbiamo detto le stesse cose, due anni e mezzo fa ci avete detto che il Piano casa (contributo in conto interessi, contributo a fondo perduto per le giovani coppie, e per quanti altri avevano i requisiti per accedere al bando regionale), stava per essere pubblicato.
In quel momento era Assessore dei lavori pubblici Carta, andato via Carta è arrivato Sannitu e non si è fatto niente, adesso è Assessore l'ex sindaco di Oristano che, in materia di casa, ha fatto un grande lavoro nella sua città. Quindi da questo punto di vista siamo tranquilli e sicuri. Ma se i risultati saranno uguali a quelli che ha prodotto in quattro anni di governo della mia città, povera Sardegna!
Quindi, collega Sanna, io non sono un esperto di web o di rete, ma mi auguro che, come dice lei, ci siano molte persone ad ascoltarci, in particolare molte persone che magari non sono direttamente interessate a queste modifiche che voi state apportando, così ognuno si renderà conto di che cosa dice lei, di che cosa dico io, di chi fa gli interessi dell'uno e di chi fa gli interessi degli altri, con molta serenità, ormai viviamo in un mondo aperto e quindi tutto quello che diciamo viene ascoltato da tutti.
Io credo sia più importante privilegiare la qualità e non la quantità perché, quello che dovrà spendere la Regione, quello che dovrà spendere lo Stato per i disastri causati dal maltempo oggi, ma anche dall'incuria del territorio e del paesaggio in altre occasioni, rischia di essere molto ma molto maggiore di quanto si possa spendere per una gestione corretta del territorio. Io l'ho detto in altri interventi, non c'è bisogno di nuove case o di nuovi ampliamenti, chi lo fa lo fa soltanto per il proprio tornaconto personale, "fregandosene" altamente del bene comune e dell'interesse generale.
Il collega Sanna ha citato la situazione che si è venuta a creare nel comune di Terralba e nel Terralbese in generale; purtroppo, per l'assenza quasi totale dell'Amministrazione regionale e con una amministrazione comunale quasi impotente a reagire a quello che stava succedendo, ai cittadini di Terralba non è rimasto altro da fare che costituire un comitato di cittadini per difendere e tutelare i propri diritti.
Uno studio elaborato da una società privata, pagata profumatamente dall'Amministrazione regionale, ha stabilito infatti che le aree fluviali del Rio Mogoro sono a grave rischio idrologico. Lo studio, condotto senza alcun tipo di confronto sia con i cittadini che con le amministrazioni comunali e loro tecnici, non contiene proposte su quelli che possono essere i rimedi rispetto agli eventi che loro dicono possano succedere.
Lo studio di questa società è stato fatto proprio e approvato dalle Autorità di bacino, poi revocato in seguito alle lamentele dei cittadini di Terralba, ricevuti dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo qui in Consiglio regionale, che hanno chiesto al Comitato di gestione dell'Autorità di bacino di verificare nel territorio con gli amministratori le effettive esigenze sia di quei territori che di quelle popolazioni. Il risultato è stato un'assemblea, svolta in modo molto veloce, nel corso della quale è stato semplicemente comunicato ai sindaci e ai comitati che quello era lo studio e che non si poteva modificare.
Le risultanze dello studio portano a un totale blocco dell'attività edilizia nel comune di Terralba e nel Terralbese in generale; bloccando l'attività edilizia si blocca qualsiasi attività economica in quel territorio senza nessuno spiraglio di crescita economica. Ai cittadini di Terralba non è rimasto altro, in queste settimane, che occupare i locali istituzionali, cioè la sede dell'Amministrazione comunale.
In questo momento è in corso un Consiglio comunale aperto, al quale erano invitati anche i consiglieri regionali dell'oristanese; purtroppo noi siamo qui a discutere del cosiddetto Piano a casa e a non occuparci dei problemi veri dei cittadini. Però, Presidente e Assessore, credo che l'Amministrazione regionale non possa continuare a far finta che il problema non esista. Vanno individuate misure che garantiscano ai cittadini del Terralbese di poter continuare a vivere, prima di tutto in sicurezza e svolgendo una vita normale nel proprio territorio.
La grave situazione generale della Sardegna emerge da uno studio del CREL che denuncia che il 18,5 per cento delle famiglie sarde versa ormai in condizioni di povertà. Sempre il CREL ci invita a puntare su un rilancio dell'occupazione e sul potenziamento dei servizi destinati alle famiglie con l'obiettivo di migliorare il grado di coesione sociale della società sarda. Tutto stiamo facendo in questi giorni, a mio avviso, tranne che occuparci dei problemi veri della Sardegna.
Vi invito ancora una volta a riflettere (lo abbiamo detto martedì, non è un problema di stanchezza), l'ho già detto l'altro giorno, sul fatto che la responsabilità politica è in capo alla maggioranza; noi cerchiamo, con tutti i sistemi che il Regolamento consiliare ci consente, di verificare e di creare le condizioni per addivenire a un confronto al fine di cercare di migliorare questa legge. Avete fatto e state continuando a fare orecchie da mercante. Io ripeto quello che ho detto all'inizio al collega Sanna, mi auguro che i cittadini sardi, oltre che leggere i quotidiani, che spesso non riportano l'effettivo dibattito e le effettive motivazioni per le quali il centrosinistra sta svolgendo questo ruolo in questa settimana in Consiglio regionale, possano ascoltarci per valutare nel modo migliore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Dedoni, Milia, Pittalis e Sanna Giacomo sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 32 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente…
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Colleghi, scusate, se non c'è silenzio in Aula sono costretto a sospendere la seduta.
(Interruzioni)
Ho già dato la parola all'onorevole Cocco. Prego, onorevole Cocco.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo in questo dibattito sull'articolo 1 sexies, in questo caso, che parla di modifiche agli interventi di demolizione e di ricostruzione e che, al comma 1, recita: "All'articolo 5 della legge regionale numero 4 del 2009 sono apportate le seguenti modifiche…
(Brusio in aula)
PRESIDENTE. Onorevole Salis per favore! Prego, onorevole Cocco.
COCCO PIETRO (P.D.). Non rinuncio, insisto. Blocchiamo il tempo un attimo, facciamo ricomporre la sala, poi…
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 40, viene ripresa alle ore 19 e 46.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.
Comunico che sono rientrati dal congedo gli onorevoli Piras e Paolo Terzo Sanna. Ha facoltà di parlare il consigliere Pietro Cocco.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, proviamo a riprendere. E' in discussione l'articolo 1 sexies che, come cercavo di dire anche prima, parla di modifiche agli interventi di demolizione e di ricostruzione e al comma 1 stabilisce che "All'articolo 5 della legge regionale numero 4 del 2009 sono apportate le seguenti modifiche…".
Siamo già di fronte a un articolo che fa riferimento all'articolo 5 della legge numero 4 che di per sé, come abbiamo avuto modo di dire anche durante i precedenti interventi sugli emendamenti che abbiamo presentato, è straordinario perché parla della possibilità di incrementare i volumi fino al 45 per cento, ulteriormente incrementabili dalle eventuali deroghe date dai comuni fino al 55 per cento; come abbiamo potuto vedere parla della possibilità di incrementare volumi, nella fascia dei 300 metri dalla battigia, fino al 10 per cento se si è in grado di dimostrare, come è semplice fare naturalmente, che si possono porre in essere interventi di questa natura.
Abbiamo anche visto quali sono le ragioni che spingono a fare operazioni di questo tipo e abbiamo spiegato le motivazioni che ci costringevano a respingere quell'articolo di legge. Però, se quell'articolo non era sufficiente ed era già, come dire, abbastanza sufficiente per sottolineare che siamo di fronte ad articoli veramente incredibili, in questo caso si fa ancora di più perché la lettera a) recita: "al comma 1, le parole: "sostituzione edilizia", sono sostituite dalle seguenti: "demolizione e ricostruzione, senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto".
(Brusio in aula)
Assessore, vorrei chiederle, magari quando finisce di parlare al telefono (finisca pure, non c'è problema, attendiamo) una cosa importante.
Stavo dicendo che questo articolo di legge, l'articolo 5 della "4", era di per sé già abbastanza complesso e, a parte il fatto di non essere d'accordo, crediamo che gran parte delle cose dette da noi non possano non essere condivise anche da voi. In questo caso siamo in una situazione oltremodo più complicata, nella lettera a) dell'articolo 1 sexies diciamo che le parole "sostituzione edilizia" sono sostituite dalle parole "demolizione e ricostruzione, senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto". Manca solo che si scriva il colore. Sul colore non diciamo nulla, no? Non diciamo che uno può fare quello che vuole?
Assessore, siamo di fronte al liberismo sfrenato, e liberismo ovviamente è una parola moderata per evitare di dire cose che in quest'Aula è bene non dire, e cioè che ognuno può fare "i cavoli che vuole". Questa è la situazione. Se l'articolo originario non era sufficiente adesso siamo proprio all'apoteosi, come qualcuno dice, delle norme. Adesso si dice che può essere modificato tutto all'interno del lotto dal punto di vista della forma, dell'orientamento, della posizione, del dimensionamento, dal punto di vista architettonico; come ho già detto manca solo che si scriva che anche sul colore uno può fare quello che vuole.
E' inutile dire che i comuni si attrezzano per scrivere norme, che devono essere rispettate, per indicare quali sono le scelte dal punto di vista architettonico e urbanistico; e questo lavoro viene chiaramente annullato da una castroneria dal punto di vista normativo che va contro ogni decenza E non basta, non basta. Perché la lettera b) recita: il comma 5 è così sostituito: "5. Per gli edifici con le caratteristiche indicate nel comma 1 e ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nella fascia dei 300 metri dalla linea della battigia, ridotta a 150…" "…sono ammessi gli interventi di demolizione e ricostruzione senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma dell'edificio originario a condizione che se ne mantenga inalterata la volumetria…".
Ancora una volta all'interno del lotto dei 300 metri dalla battigia uno può girare l'edificio come vuole, non si dice che devono essere tutelati gli edifici che meritano di essere tutelati, si sta violando la fascia di rispetto dei 300 metri; insisto pertanto nel richiamare anche l'intervento dell'onorevole Floris che prima ha, come dire, invitato, e io sono d'accordo, tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, a compiere uno sforzo comune per cercare di capire che, soprattutto in materie come queste, occorre trovare delle intese.
Però, assessore Floris, quale intesa si può trovare su una disposizione di questo tipo? Io credo che anche lei dovrebbe esprimersi, credo e spero che sia così, perché davvero siamo al limite. In Sardegna, per tutti, destra e sinistra, i 300 metri dal mare erano un limite inviolabile. Chi ha costruito l'ha fatto in gran parte, esclusi i piani di un certo tipo, violando le regole e poi ha sanato con i condoni, quando i condoni ci sono stati.
Si è sempre messo un freno, pertanto, alla possibilità di edificare nei 300 metri dalla battigia; in questo articolo, invece, non solo si dice che si può ampliare l'esistente, e possono farlo anche coloro che hanno costruito abusivamente e che hanno sanato, ma si sta dicendo anche che possono ampliare fino al 10 per cento di volume in più e che possono modificare quello che hanno costruito come gli pare, come gli pare. E' una cosa incredibile! Addirittura, si consente l'incremento volumetrico del 2,5 per cento ogni 5 metri di arretramento, è una fesseria incredibile rientrare all'interno di un lotto oltre i 300 metri del 2,5 per cento ogni 5 metri di arretramento.
Sono considerazioni che secondo me, al di là del fatto che le facciamo noi, vale la pena di prendere nella dovuta considerazione. Credo pertanto che questo articolo di legge vada assolutamente cassato, come va cassato ovviamente tutto il disegno di legge. Anche per il titolo i termini sono straordinari perché sono sempre, come si dice, ridondanti; anche in questo caso c'è l'apologia del titolo sul quale ci fermiamo. Questa è un'amministrazione regionale che lavora sugli annunci, sulle cose che spera di fare, sui programmi. E' stato detto anche questo: si lavora sui programmi non sulle delibere che si fanno, ma non prima di aver sentito la gente, in seguito si fa ciò che riteniamo giusto fare.
Abbiamo quindi un titolo straordinario perché fa riferimento a disposizioni per il sostegno dell'economia e al rilancio del settore turistico. Per favorire il turismo si punta a costruire nella fascia dei 300 metri in modo particolare; e anche in questo caso mi permetto di dire (magari serve per capire dove si sta andando) che si fanno norme che non danno risultati.
Ho già detto che questa legge non ha prodotto risultati come è sotto gli occhi di tutti. Ancora, un'altra legge è stata varata per il sostegno dell'economia turistica. Avrei gradito che fosse presente l'assessore del turismo, Crisponi, che in questi giorni non ho visto in Aula, per chiedergli chiarimenti su una legge, mi pare di un anno e mezzo fa, che si chiama "lunga estate" finanziata con 18 milioni di euro per sostenere l'economia nei mesi cosiddetti di spalla, ovvero i mesi di aprile, di maggio e di ottobre. Il finanziamento è in conto occupazione e in conto formazione. Sarebbe interessante conoscere quali risultati sono stati ottenuti, e cioè quante aziende hanno assunto lavoratori, quanto sviluppo economico è stato favorito da questa normativa.
Io credo che continuare così, Assessore, sia profondamente sbagliato dal punto di vista educativo, e chiaramente la Regione ha un compito educativo soprattutto in ambito normativo con gli esempi che devono essere dati. Io credo che procedere attraverso deroghe, deroghe e deroghe sia profondamente sbagliato, perchè crea dei mostri dal punto di vista urbanistico, e non credo di esagerare utilizzando termini di questo tipo. Ci sono realtà nelle quali, ovviamente, questa legge non avrà nessun effetto dal punto di vista della devastazione perché non ci sono neanche i soldi per fare operazioni di questo tipo, ma ci sono luoghi nei quali, altrettanto ovviamente, queste cose fanno gola e probabilmente non si aspetta altro; probabilmente sono state anche suggerite come qualcuno ha detto perché potessero essere scritte, e bisognerebbe capire che tipo di provvedimenti assumere.
Le deroghe non vanno bene perché sono diseducative per i comuni ai quali si dice sempre di approvare i piani urbanistici, sperando che non li approvino; e magari gli stessi comuni sono incentivati a non approvare i piani urbanistici perché questo significa utilizzare le deroghe, quelle previste dalla Regione e quelle che i comuni a loro volta, perché lo avete scritto, possono prevedere rispetto alle deroghe della Regione. E' un criterio davvero assurdo per operare e credo che non si possa continuare in questa direzione.
Vengono vanificate, Assessore (questo glielo dico ora non essendo riuscito a dirglielo prima perché è scaduto il tempo), le rispettive posizioni. Io credo che lei sia profondamente e intellettualmente onesto nel presentare il suo disegno di legge, ci credo davvero, così come credo che profondamente onesti lo siamo tutti; però molte volte gli effetti che scaturiscono dalle proposte sono diversi da quelli che noi stessi speriamo. Per questo occorre vigilare, per questo occorre essere cauti, per questo occorre prendere nella dovuta considerazione…
PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, l'onorevole Matteo Sanna, all'inizio della seduta, ci ha invitato a ricordarci, lo ha fatto con estremo vigore, che siamo seguiti su Internet e quindi le persone che, grazie a questa tecnologia sentono ciò che diciamo, possono farsi una chiara idea di quello che succede in quest'Aula e delle ragioni e dei torti di ognuno, ovviamente ciascuno si fa la propria idea.
Presidente, in maniera assolutamente cortese io mi rivolgo a questa Aula però, visto che l'onorevole Matteo Sanna ci ha ricordato che esiste anche un pubblico che ci ascolta, vorrei raccontare una storiellina che riguarda il mattone. Il mattone, va detto, potrebbe essere anche una fonte, buona, di investimento; io, sicuramente, sono estremamente contrario (ha appena parlato su questo il collega Cocco), a questo funambolico, lasciatemelo definire in questo modo, comma 1 dove si parla di demolizione e ricostruzione senza obbligo di rispetto dell'aspetto, della forma, dell'orientamento.
Non mi piace sicuramente il mattone che per esempio ha devastato, lo dobbiamo dire, un posto bello come Costa Rei, un posto splendido, chiunque ormai penso possa dire che è stata una devastazione, il "mattone" ha fatto quello che ha voluto; questo sicuramente è il mattone che a noi non piace, a me non piace. Certo, c'è un mattone che potrebbe dare sviluppo, e non voglio parlare di programmi di edilizia scolastica, comunque programmi che possono essere utili alle stesse imprese, consentendogli di entrare "in business", e che la pubblica amministrazione potrebbe mettere in campo con utilità sociali.
Come ho detto precedentemente voglio raccontare una storiella proprio perché si sappia e perché rimanga questa conoscenza. Sicuramente molti di voi sapranno che la "famigerata" (dico famigerata per alcuni) Zaha Hadid ha vinto nel 2010 (e l'ha vinto anche quest'anno) il famoso Stirling Prize, un prestigioso premio internazionale conferito ogni anno dal Reale Istituto degli Architetti Britannici, per aver realizzato con un grandissimo investimento il Museo Nazionale delle Arti del XX secolo di Roma, cioè il MAXXI. i
I giornali vicini al centrodestra hanno scritto di condividere con grande gioia con Zaha Hadid questo importante riconoscimento assegnato per un edificio che continua a meravigliare per la sua bellezza. Questo premio contribuisce a diffondere ancora l'immagine straordinaria del museo che ha già conquistato i romani e molti turisti di tutto il mondo. E ricordo cheIl Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, titolava entusiasticamente: "Habemus Maxxi", decantando l'emozione senza pari provata nel percorrere l'interno dell'ultima realizzazione di uno dei più grandi architetti contemporanei viventi.
Con questa inaugurazione gli attuali amministratori del Comune di Roma, insieme agli attuali componenti del Governo nazionale, assolutamente tutti rigorosamente del centrodestra, non hanno perso l'occasione di fare un'entusiastica apertura plaudendo coralmente all'ultimo capolavoro dell'iraniana che ha reso ancora più bella la Città eterna. A loro poco importava, giustamente, che il progetto fosse stato avviato dalle amministrazioni comunali del centrosinistra, dai sindaci Rutelli e Veltroni, a seguito dell'accordo con Romano Prodi, in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri, centrosinistra; attualmente si godono, e fanno bene, la bellezza delle cose che valgono e che rimangono nel tempo.
Allora, onorevole Sanna, a me piace ricordare che invece la vostra maggioranza, l'attuale maggioranza a livello regionale, che per fortuna non è più tale a Cagliari, però a quel tempo era maggioranza anche al Comune, era andata giù durissima contro questa famosa "usurpatrice" straniera, che aveva vinto un concorso regolare, nella cui giuria ricordo c'erano anche esponenti del centrodestra cagliaritano, per la progettazione del museo del Betile; museo affossato, come sapete, insieme a tutto il Masterplan di Sant'Elia, una cosa da niente: 220 milioni di euro da riversare su Cagliari, e 1200 posti di lavoro sicuri, per almeno 3 anni.
E' bene che gli ascoltatori di Internet sappiano che questa era non solo un'opera importante, ma un'opera che avrebbe portato benessere e anche 1200 posti di lavoro; un'opera che poi sappiamo benissimo come è andata a finire con la marcia indietro del centrodestra. Si diceva di volere ingegneri sardi, e che con il colosso del Betile si sarebbe "stuprato" il paesaggio di Cagliari; con queste motivazioni si è affossata un'opera che oggi, probabilmente, sarebbe di grande godimento, e soprattutto avrebbe offerto possibilità e occasione di lavoro per i lavoratori, ma anche per le imprese, comprese le imprese sarde.
Sarebbe interessante che il centrodestra oggi dicesse come mai si festeggia a Roma, e si dice il contrario a Cagliari. Ricordo anche che da qualcuno di voi venne definita, Zaha Hadid appunto, copiona, e il progetto del Betile frutto di una copiatura, ma bastava guardare qualche foto su internet e verificare lo stile che caratterizza le sue diverse opere.
Così come ci sono tantissimi Brunelleschi, un altro copione di se stesso, o il Palladio, o gli architetti che copiano come Tadao Ando, e ancora gli architetti che copiano sé stessi. Pertanto, mentre a Roma festeggiano, in Sardegna diciamo questo. Poi ci sono le ricadute date dall'apertura del museo di Zaha Hadid: migliaia e migliaia di visitatori, e quindi risorse, incremento di posti di lavoro, presenze turistiche. E se voi dite: "A Roma è facile", allora a me piace ricordare Bilbao.
Bilbao, una città triste, niente a che vedere con Cagliari, una città che ormai soffriva il decadimento industriale, ebbene, ma che cosa hanno pensato a Bilbao? Hanno ragionato e hanno pensato di investire in un museo, il museo Guggenheim di Bilbao, affidandolo con un concorso a Frank Gehrys" che, come sapete, è uno degli architetti più importanti oggi nel mondo. Assunta questa decisione che cosa è successo? Hanno costruito questa opera, che ha richiesto un grande investimento, e quella che era una città morta, oggi accoglie 500 mila visitatori all'anno.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue ESPA.) Ecco il mattone che crea sviluppo, ecco il mattone che crea posti di lavoro; oggettivamente spero che chi ci ascolta, gli imprenditori e i lavoratori, si rendano conto che a Bilbao è stata fatta una grande opera di riscatto della città favorendo anche il "mattone", ma non per fare come è scritto in questo provvedimento la casettina, con demolizione e ricostruzione senza l'obbligo…, eccetera, per scempiare il nostro territorio.
Anche a Cagliari c'era un progetto di sviluppo con investimenti importanti un progetto di sviluppo da 220 milioni di euro, non solo per il Betile, ma per riqualificare e per rimettere a posto, in maniera chiara, il Masterplan di Sant'Elia; quindi, lo voglio ricordare, per ridare abitazioni alle persone, e dignità a quelle abitazioni sulle quali ancora non c'è stato un investimento congruo. In quel periodo si parlava di uno stanziamento di 40 milioni solo su Sant'Elia, e non parlo di tutti gli altri lavori, era un'occasione che per esempio a Roma è stata sfruttata dagli attuali amministratori di centrodestra, mentre a voi la responsabilità, al Comune di Cagliari prima di tutto, ma anche in Regione, di aver voluto affossare per Cagliari una chance così importante, un investimento da 220 milioni di euro con 1200 posti di lavoro previsti non per un anno, ma per diversi anni. Questo progetto, ripeto, è stato affossato!
Ho voluto ricordare questo disegno, perché è bene che tutti sappiano che il centrosinistra non dice sempre no, il centrosinistra fa proposte serie che, però, hanno probabilmente una ricaduta in prospettiva, come è successo a Bilbao con le 500 mila presenze all'anno. Poteva essere un'occasione anche per Cagliari che, invece, non c'è stata: ognuno si assuma le proprie responsabilità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, Assessore, sono cambiati i tempi da quando si poteva procedere senza regole, da quando si poteva fare tutto senza pianificazione alcuna, da quando chiunque poteva realizzare un bene senza licenza edilizia, manometterlo, ampliarlo, sollevarlo in altezza quanto voleva. Però quei lavori erano frutto di esigenze abitative vere della gente di quell'epoca, gente che veniva dalla guerra, dalle fatiche, dalla povertà. In definitiva sono cambiati i processi culturali, oggi siamo in presenza di nuovi modelli sociali, oggi vi è un'esigenza di organizzare al meglio la vita delle persone all'interno delle città.
Nel corso degli ultimi decenni si è verificato, in modo chiarissimo, un fenomeno che non riguarda la nostra Sardegna o la nostra penisola, ma riguarda un po' tutto il mondo occidentale, tutto il mondo industrializzato: la gente dalle periferie, dalle campagne, dalle quali traeva sostentamento, pian piano in considerazione dei benefici e miglioramenti della qualità della vita offerti dal vivere insieme uniti all'interno di un modello organizzato, si è spostata in città lasciando le campagne, o limitandosi a utilizzarle per le attività produttive.
Quindi la gente si è insediata all'interno delle città, le quali città pian pianino hanno cercato di trovare sempre di più la misura giusta e corretta per soddisfare le esigenze della collettività, badi bene, lo sottolineo, della collettività. Quindi si è arrivati a un momento in cui, frutto delle nuove conoscenze, dei nuovi studi, si sono messe in campo delle regole, si sono individuate le migliori intelligenze, le professionalità, sono stati aperti corsi di laurea per formare persone di alto profilo professionale, che potessero mettere le loro nuove conoscenze a disposizione e nella disponibilità della società, all'interno della quale vivono e operano.
Quindi si sono organizzati modelli di nuove città che prevedono una serie di regole, prevedono gli spazi vitali per i cittadini. E anche gli spazi vitali sono stati lentamente registrati secondo una serie di modelli di calcolo che consideravano necessari e imprescindibili quegli spazi vitali, riferiti al bisogno che ha la persona di vivere all'interno di uno spazio salubre, la necessità che ha una persona di potersi muovere liberamente all'interno della città, godendo dei servizi senza appesantimenti di alcun genere. Questo è accaduto nel tempo.
E' trascorso tanto tempo, ad esempio, Assessore, da quando veniva utilizzato l'amianto in edilizia. Ricordiamo tutti, vero? Oggi, grazie alle nuove conoscenze, abbiamo consapevolezza e nuove certezze rispetto alla necessità che ha la gente di vivere in salubrità e in un modello, per l'appunto, organizzato. Oggi in edilizia non si usa più l'amianto, abbiamo scoperto che era cancerogeno.
E' trascorso anche tanto tempo, Assessore, da quando le città scaricavano i loro reflui nei fiumi, nei rigagnoli, che poi finivano nei mari, ricorda? Una legge di vent'anni fa impose alle regioni, ai comuni, di organizzarsi, di creare e realizzare i nuovi depuratori, secondo le nuove conoscenze che la scienza metteva a disposizione. Si è resa necessaria quindi la ricerca di risorse economiche, la progettazione di questi impianti che sono migliorati nel tempo raggiungendo una situazione di accettabilità rispetto alla necessità, che la modernità ci impone, di tutelare l'ambiente e di garantirne la salubrità. Quindi, oggi non si scarica più in ogni dove, oggi i modelli organizzati di società possono godere di questo beneficio, frutto della conoscenza e del lavoro dei progettisti.
E' trascorso tanto tempo da quando si costruiva senza regole, dove si voleva e come si voleva, ed è trascorso anche tanto tempo da quando si consentivano le devastazioni delle zone di maggior pregio della nostra Isola; mi riferisco all'aggressione negli anni del dopoguerra. Da quando la nostra società, il nostro modello di società isolano ha iniziato a conoscere un po' di benessere, si è aggredito inopinatamente il bene di maggior pregio, quello ambientale, e mi riferisco ovviamente alle coste. Si è intervenuti con colate di cemento nelle pinete costiere, penso a Platamona, per esempio - Assessore, lei è della mia zona - che ha una ricchezza incommensurabile, e probabilmente non riusciamo neanche bene a comprendere quale sia il valore ambientale di questa ricchezza.
Bene, vent'anni fa, venticinque anni fa, trent'anni fa, furono ammessi interventi che oggi fanno aborrire, farebbero aborrire tutti noi, anche voi, che oggi state facendo cose che noi in qualche modo non condividiamo. Sottolineo questi aspetti per dire che siamo una società nuova, con una consapevolezza nuova, con la certezza che dobbiamo stare sempre dentro regole che contemperino le necessità, le esigenze dei più, non quelle dei pochi. Io so bene, come lo sa lei, presidente Matteo Sanna (siamo anche parenti io e lei, l'Aula non lo sa, adesso lo diciamo, poi lo ripeterà lei)che accade che a molti di noi diversi nostri amici ci inviano sms, ci chiamano al telefono e ci dicono: "Ma quando lo approvate questo benedetto Piano casa? Non tirate troppo la corda. Badate che viviamo in una situazione di stallo dal punto di vista economico, c'è una grande crisi, vi è la necessità vera di dare un po' di ossigeno all'economia
Ma, rispetto a questa richiesta, quanta gente, che vive nelle nostre città, nei nostri territori, non ci manda gli sms, non ci telefona, e ha esigenze totalmente diverse, ha la necessità di essere assistita attraverso i servizi sociali e le politiche del welfare; ha magari la necessità di essere assistita dal punto di vista della sanità pubblica, magari avrebbe necessità che noi portassimo in Aula questa benedetta legge di riforma sanitaria, ha esigenze di altro tipo, non sicuramente quelle esigenze che quei pochi nostri amici stanno sollecitando a me e a lei, presidente Sanna.
Quindi noi ammettiamo che c'è qualcuno che pressa, però sappiamo di avere un dovere civico, un dovere imprescindibile, un dovere che ci viene conferito nel momento in cui veniamo eletti, ed è quello di amministrare e di governare i processi. Se noi cadessimo nella tentazione di soddisfare i bisogni di pochi, quelli cioè che più ci sono vicini, e quindi di fare delle clientele per mettere nel fienile qualche voto garantito, non mi riferisco a lei, mi riferisco a me stesso, commetteremmo un gravissimo errore.
Noi dobbiamo pensare alle esigenze della collettività. Come si può pensare di poter ancora agire nella fascia costiera, che si parli di 300, di 350, di 500 metri?I 300 metri sono un'aberrazione, ma sono pochi anche 500. E neanche capisco come si possa ancora pensare alle residenze all'interno della fascia costiera, tenuto conto che negli anni in Sardegna si è pensato più a soddisfare i bisogni di chi aveva denari, piuttosto che a mettere in campo un modello di sviluppo turistico che sostanziasse veramente l'economia della nostra Isola, dando la stura alla sua vocazione naturale, che è quella turistica e agricola.
Questo non è accaduto, si sono costruite le seconde e le terze case, ancora oggi stiamo pensando alle residenze nella fascia costiera dei 300 metri e oltre; ma stiamo scherzando? Io credo che , nel 2011, queste siano delle aberrazioni urbanistiche che andrebbero considerate con maggiore attenzione. Ma, se pure fosse questa la direzione perché non avete il coraggio di percorrerla attraverso un processo legislativo che ci veda tutti impegnati a considerare l'insieme delle questioni in campo all'interno di un contesto più ampio, dentro un articolato…
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, in merito a ciò che è successo nella scorsa votazione, la pregherei, nel caso di richieste di verifica del numero legale, di ripristinare l'indicazione secondo cui si possono considerare solamente i voti dei consiglieri che votano effettivamente, non quelli che, in maniera trafelata, alzano le mani dopo una corsa e uno scatto da centometrista che, per quel che mi riguarda, può anche essere un fatto assolutamente invidiabile. Se si adottasse quella regola non capiterebbero episodi incresciosi, come quello che è successo nella votazione precedente.
Chiudo la parentesi, e intervengo nel merito della discussione. Presidente Sanna, lei si richiama al web, alla rete (io sono molto felice, anzi ero, non lo sono più) e anche io ne conosco le potenzialità per cui le migliaia di cittadini sardi che ci ascoltano hanno, fortunatamente, la possibilità di capire esattamente, più di quelli che leggono solamente i giornali, quali sono le posizioni in campo.
E anche noi abbiamo la possibilità, fortunatamente, di spiegare meglio il perché dobbiamo superare le critiche di numerosi nostri amici, di numerosi nostri elettori, i quali pensano che, siccome siamo in una situazione di estrema difficoltà e disagio economico, si possano operare interventi che rischiano di mettere in discussione un patrimonio paesaggistico come il nostro nelle zone costiere.
Poiché siamo in un periodo di notte fonda, come diceva Eduardo De Filippo "a da passa' 'a nuttata" e cioè bisogna pur cercare di sbarcare il lunario. Quindi, se realizziamo qualche villetta in più, se ampliamo un albergo, al di fuori delle norme urbanistiche, al di fuori dei piani paesaggistici, al di fuori dei piani particolareggiati (questo articolo parla di demolizioni in centro storico), se dobbiamo fare questi sacrifici, li dobbiamo fare perché la situazione economica è disastrosa.
E'necessario pertanto, come diceva l'assessore Rassu, che per reperire qualche decina di milioni di euro - non di investimenti pubblici, ma di interventi privati (è stato raschiato il fondo del barile delle risorse pubbliche regionali) si utilizzi un sistema propagandistico a costo zero (termine caro al ministro Tremonti) proprio per cercare di attivare investimenti privati. E noi gratifichiamo chi vuole utilizzare questa legge con premialità volumetriche, metri cubi di cemento e di mattoni, e rimettiamo in moto cazzuole e betoniere, come è stato autorevolmente detto.
Presidente Sanna, io capisco (non condivido ma lo ritengo legittimo) che lei difenda strenuamente questa legge, così come ha difeso strenuamente la legge numero 4, salvo poi rendersi conto che erano assolutamente giuste le nostre osservazioni sulle difficoltà di applicazione della legge del 2009 da parte di molti uffici tecnici; ma lei difende questa legge perché rappresenta un territorio che beneficerà (beneficerà tra virgolette, perché io penso che in molti casi sarà un disastro non un beneficio) di questo intervento.
Infatti le percentuali comunicate in quest'Aula dall'assessore Rassu sono significative, perchè quando il 70 per cento degli investimenti si concentra sui comuni costieri, che rappresentano il 20 per cento dei comuni sardi, vuol dire che la ricchezza - poca, mal distribuita e sbagliata come obiettivo - che si genera viene concentrata sulle zone che sono già ricche di per sé, e questo intervento potrà comportare un ulteriore impoverimento delle zone interne della Sardegna con il pericolo di un ulteriore depauperamento e spostamento di popolazione dalle zone interne alle zone costiere.
Presidente Sanna, poiché lei ha detto in molte occasioni che è improprio chiamare questo disegno di legge "Piano casa", la invito a cancellare questa denominazione dalla cartella degli emendamenti esitati dalla sua Commissione, perché in quei testi il disegno di legge numero 265/A viene denominato precisamente così: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, numero 4 (Piano casa)"; ora, se già nei documenti della Regione viene inserita questa denominazione, lei non si deve sorprendere se i giornali, la stampa e l'opinione pubblica continuano a chiamarlo Piano casa, anche se io già dalla approvazione della legge numero 4 ho parlato di "Piano villetta", perché è meglio definirlo "Piano villetta" che non "Piano casa".
Che questa sia propaganda rispetto agli investimenti privati è dimostrato anche dal fatto che in quest'Aula c'è un assordante silenzio sugli investimenti che sarebbero necessari per dare vita a un Piano casa vero, sugli investimenti relativi alla ristrutturazione del patrimonio pubblico esistente, sugli investimenti che sarebbe necessario fare e che non possono essere fatti perché noi utilizziamo un'arma di propaganda, che Berlusconi ha utilizzato due anni e mezzo fa per nascondere l'inconcludenza del Governo nel settore della politica della casa, utilizziamo quest'arma propagandistica per nascondere il fatto che gli investimenti veri che la Sardegna avrebbe avuto il diritto di fare in infrastrutture (case per chi non ne ha, ristrutturazione del patrimonio già realizzato, abbellimento delle volumetrie esistenti e dei nostri centri), non li può fare perché a oggi, fine ottobre del 2011, ancora non sappiamo niente della vertenza entrate.
Presidente Cappellacci, ancora non sappiamo niente della vertenza entrate: altro che poche decine di milioni di euro di investimenti privati sul Piano villetta avremmo potuto fare se lo Stato ci avesse restituito quello che si era impegnato a restituirci!
E mentre noi "sbarchiamo" questo provvedimento, il Governo nazionale è impegnato con l'Europa in provvedimenti di macelleria sociale: la cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, l'aumento dell'età pensionabile, la facilitazione dei licenziamenti; il Governo che aveva promesso milioni di occupati e nuovi assunti sta facilitando i provvedimenti per poter licenziare i lavoratori dipendenti.
A Roma un Governo che se la prende con i lavoratori dipendenti e con i pensionati e che fa macelleria sociale, e a Cagliari un Governo che, con deroghe e facendo strame delle regole urbanistiche dei Comuni, fa "macelleria urbanistica", perché questo è un provvedimento di "macelleria urbanistica"!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Terza verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Sanjust sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 36 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Lombardo - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). La presenza deve essere una presenza, non può essere una corsa, perché altrimenti mettiamo un traguardo, per esempio, dei 100 metri. Perché si richiede la verifica del numero legale? Per verificare se la maggioranza è in condizione di tenere; ma questa maggioranza non è in condizione di tenere né sotto il profilo politico né sotto il profilo istituzionale, perché è ben solida su altro. E stiamo attenti a quello che diciamo perché questo non è un clima che favorisce il dialogo!
(Interruzioni)
Noi non stiamo facendo niente di più se non esercitare la nostra funzione di opposizione a un provvedimento che è indecente per "l'istituzione Regione", che voi non rispettate! E adesso vi dico perché non la rispettate. Nel corso dell'intera giornata non ho fatto altro che dire che ci sono alcuni elementi minimi di rispetto dell'istituzione che tutti dobbiamo conservare; questo Consiglio regionale, e lo dico al Presidente che ne è l'artefice primo, non può essere insultato sistematicamente dalla Giunta!
Ci sono momenti nei quali si manifesta all'interno di quest'Aula una volontà unanime, che si estrinseca nella costruzione di una relazione anche di collaborazione tra gli schieramenti politici; inevitabilmente la Giunta regionale non è conseguente alle risoluzioni, alle conclusioni, ai voti, anche unanimi, di questa Assemblea, anzi, agisce in modo ostruzionistico per proteggere interessi e comportamenti che sono anche di dubbia legalità!
Dopo di che dobbiamo mettere il tappeto rosso e dire "fate quello che volete", non dobbiamo difendere il Consiglio, non dobbiamo difendere l'istituzione democratica; se si trattasse solo di ragionare sul merito, mi riferisco anche alle osservazioni che faceva nel corso della serata il presidente Floris, noi potremmo formulare alcune proposte per dire "troviamo una strada".
Non voteremo questa legge perché non è nelle nostre corde, ma una cosa è ragionare, per esempio, sui seminterrati in una situazione nella quale la gente muore dentro quei locali; e non è un fatto episodico ormai, è un fatto ricorrente perché purtroppo anche la situazione climatica è cambiata, perché la tenuta idrogeologica del nostro territorio è di molto inferiore a quella di anni fa, perché cambia tutto,e purtroppo anche a causa degli interventi dell'uomo, non sempre in meglio, non sempre in meglio.
Invece ci troviamo a discutere, per esempio, di questo articolo 1 sexies che alla lettera b) dice che se all'interno della fascia dei 300 metri si sposta una schifezza, che comunque deve essere demolita, che comunque non può essere utilizzata perché se fosse idonea, se fosse, diciamo, rispondente integralmente alle esigenze di chi la possiede non sarebbe demolita, per ogni 5 metri, anche nella battigia dei 300 metri, anche nei 150 metri nelle isole minori, di arretramento vengono concessi 2 metri e mezzo di cubatura in più, cioè…
(Interruzione)
Ho capito che siete d'accordo per sopprimerlo, però sto dicendo che intanto è stato scritto e che noi ci siamo dovuti esaurire in una ostruzione senza tregua per cercare di rimediare a questo tipo di contenuti…
(Interruzioni)
Magari, sarei un vincente, invece non è così, sono in balia delle vostre volontà, subisco, forse non passivamente ma subisco. Le mie considerazioni non sono per questa parte politica, le faccio perché viviamo tempi che non sono tranquilli. Pertanto, in base a quanto riportato sui giornali, l'ultima lettera di intenti trasmessa dal Governo all'Unione europea dice che noi dobbiamo intervenire anche con strumenti come questi, strumenti che intervengono per costruire eventualmente (questo non lo fa), che hanno l'ambizione di intervenire per costruire condizioni favorevoli per lo sviluppo di un settore economico (questa era la presunzione del provvedimento in discussione); io non credo al costo zero, ma questi strumenti devono essere inseriti in una determinata ottica.
Quindi, per esempio, che cosa si fa per la ristrutturazione, che cosa si fa per il recupero e il riutilizzo, per la riorganizzazione di patrimonio edilizio, anche ingente, spesso di provenienza dello Stato? E, intanto, vogliamo evitare che ce lo portino via? Intanto, vogliamo evitare che il Ministero dell'economia prenda un pezzo del patrimonio, che ai sensi dello Statuto compete alla Regione, e lo venda sul libero mercato per fare cassa a favore della Lombardia? Vogliamo provare a fare questo?
Per esempio, se noi ristrutturassimo e rendessimo disponibile alle attività produttive, anche alle imprese che si vogliono insediare, quel patrimonio, in prestito di locazione, cioè senza che si paghi una lira di affitto per dire "inizia un'attività economica e ragioniamo sul fatto che siccome tu hai il bene in godimento lo ristrutturi a tue spese secondo criteri che noi ti dettiamo…", non si muoverebbe in questo modo un pochino di economia in questa Regione piuttosto che fare sconcezze che non hanno né capo né coda?
Se noi ragionassimo sul fatto che quest'anno (lei, Presidente, non lo dice al Consiglio, lo veniamo a sapere di straforo, perché ce lo dicono le parti sociali oppure dicono altri), la Commissione bilancio non ha più visto l'Assessore del bilancio, si è nascosto, e 460 milioni di euro in meno da spendere significano che, se l'anno scorso avevamo una massa manovrabile di 400 milioni, oggi ne dobbiamo togliere 60 dalle spese correnti per reggere, sulla partita delle entrate dovremmo ricordarle che lei aveva preso l'impegno che le norme di attuazione sarebbero state la via d'uscita dall'impasse in cui ci ha costretto il Governo leghista, invece queste norme sono lì, morte, neppure le leggono.
Hanno varato tre manovre economiche, perché la terza è arrivata adesso con lettera di intenti, che ammazzano l'economia della Sardegna. Ma pensiamo davvero che noi si possa rilanciare l'economia con questo provvedimento? Sediamoci, si faccia un comitato di crisi, si chieda la partecipazione dell'opposizione, forse così riusciremo a ragionare meglio tutti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'onorevole Campus nell'intervento svolto un'ora e mezzo fa, ha avuto modo di sottolineare alcune delle ragioni per cui il disegno di legge numero 265 è peggiore della legge numero 4 del 2009. Ha avuto modo di dirlo, mi pare ieri o l'altro ieri, oggi ha esemplificato, ha declinato questo giudizio negativo. Io sono d'accordo con questo giudizio e mi pare che se la maggioranza avesse avuto la modestia, non avesse peccato di supponenza, come ha fatto e come sta dimostrando di fare anche in queste ultime ore, e si fosse resa disponibile a un confronto in quei termini, probabilmente non saremmo a questo muro contro muro. Noi ci abbiamo provato in tutti i modi, ma comprendo che da parte vostra il nostro tentativo non è stato apprezzato, però noi non ci scoraggiamo, non ci arrendiamo, continuiamo a insistere.
Sulle cose che ci ha ricordato l'onorevole Campus siamo in parte d'accordo, in particolare per quanto attiene l'accoglimento del nostro emendamento che cancella totalmente la lettera b); ci sono poi altre proposte (le ricordava sempre l'onorevole Campus) e cioè che all'interno della lettera si cancella una parte, poi la riprendo.
Presidente Cappellacci, senza polemica e senza voglia di fare della facile ironia, credo che la sua presenza possa rappresentare, se lei lo vorrà, dipende esclusivamente da lei, anche un'occasione per avviare un confronto che finora non c'è stato. Mi rendo conto che quel che resta da discutere ovviamente non ha la stessa importanza del provvedimento nella sua interezza, considerato dal momento in cui noi abbiamo chiesto un confronto vero.
L'assessore Rassu si è prestato, per modo di dire, per garbo personale ma senza avere in mano, Presidente Cappellacci, mi è sembrato, il mandato da parte della Giunta per un confronto vero. L'assessore Rassu, tra l'altro, rispondendo qualche ora fa ad alcuni interventi dell'opposizione, ci ha riferito, attualizzandoli a questi giorni, i dati relativi agli effetti prodotti in questi anni dalla legge numero 4; ci ha ricordato che le domande sono circa 14 mila, di queste il 72 per cento riguarda richieste di interventi in complessi abitativi situati sulle coste, in particolare in quella fascia costiera sensibile nella quale noi riteniamo non si debba fare nulla, il restante 28 per cento attiene alla totalità dei comuni della Sardegna.
Quelle domande hanno prodotto, o stanno per produrre (questo ancora non si è capito), un incremento volumetrico, presidente Cappellacci, di 840 mila metri cubi (non sono poi così pochi, sono quasi 1 milione di metri cubi, ma lasciamo perdere); di questi, l'80 per cento, quindi 8 per cento in più rispetto alle domande, riguarda la costa, il restante 20 per cento il resto dei paesi della Sardegna. A me pare che anche questi dati testimonino, assessore Rassu, quello che stiamo cercando di dire, quello che abbiamo detto, ovviamente non c'è da parte vostra la disponibilità ad accettare questo tipo di osservazioni, perché su questo avete i paraocchi che offendono la vostra intelligenza.
Siete costretti ad avere questi paraocchi, come i cavalli di un tempo che, senza essere guidati dai proprietari, andavano dritti verso il posto che dovevano raggiungere. Lo stesso è per voi: dovete raggiungere un obiettivo e a nulla serve il tentativo dell'opposizione di farvi ragionare e di farvi riflettere, perché tanto andate in quella direzione, incuranti totalmente delle nostre osservazioni.
Osservazioni che non nascono dall'esigenza di rappresentare una posizione dell'opposizione, ma sono il tentativo, presidente Cappellacci, di rappresentare una situazione drammatica e che rischia di essere ancora più drammatica a causa degli interventi che state effettuando e che ancora vi apprestate a effettuare con l'approvazione del disegno di legge numero 265. Interventi che comprometteranno ulteriormente il territorio e determineranno gli scempi di cui vi stiamo parlando da diversi giorni.
Per esempio, onorevole Campus, al comma 1 dell'articolo 5 della legge numero 4 voi sostituite le parole "sostituzione edilizia" con "demolizione e ricostruzione, senza obbligo di rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario": vi sembra una questione marginale? A me non pare, però, se è marginale, la prego, signor Presidente della Regione, ci spieghi perché la considerate tale. Anche perché vi limitate con un altro emendamento, sempre dei colleghi Mario Diana e Campus, a cassare le parole "all'interno del lotto", quindi c'è una possibilità maggiore di realizzare quelle modifiche di cui ho detto prima.
Questi interventi previsti al comma 1, assessore Rassu e presidente Cappellacci, sono poi ripresi e declinati al comma 2, e sono, tutti, interventi che si possono effettuare in deroga agli strumenti urbanistici arrivando a un incremento volumetrico, come lei sa, assessore Rassu, del 30 per cento, e sino al 35 per cento se, dopo quella demolizione, dalla ricostruzione si recupera un 10 per cento di risparmio energetico, per il quale, ripeto, basta sostituire le finestre. Proprio il collega Valerio Meloni qualche ora fa si è soffermato sulla possibilità che era a vostra…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Io intervengo non per fare ostruzionismo o per perdere tempo, ma per dare parola alla maggioranza e alla Giunta, per contrastare le cose imperfette, uso un eufemismo, che vengono dette da parte dell'opposizione.
Io ho detto nel mio precedente intervento, e vorrei precisare che non sono affermazioni polemiche, onorevole Soru, che verosimilmente il Piano casa, pur non volendo, potrebbe essere il figlio spurio del PPR, perché questa legge definita, secondo me impropriamente, Piano casa, in tutta Italia, interessa invece tutti i settori urbanistici. Dico questo perché? Io non sto enunciando considerazioni personali, ma sto riportando considerazioni lette in sentenze o in ordinanze del Tar; e non per dare una colpa al presidente Soru o alla maggioranza di allora che ha redatto il Piano paesaggistico il cui principio è intangibile e sacrosanto anche per questa maggioranza, parliamoci chiaro.
Ho sempre detto che nella sua prima applicazione il Piano paesaggistico ha trovato, e sta ancora trovando, enormi difficoltà; e se ancora i Comuni non hanno aggiornato i PUC, quei PUC che dal 2006 al 2008 hanno avuto solo 3 milioni di finanziamenti, non utilizzati, per essere chiari, mentre dal 2009 al 2010 hanno avuto dalla Giunta Cappellacci tra PUC e Piani particolareggiati 19 milioni, è a causa delle difficoltà interpretative delle norme del Piano paesaggistico, come sia il TAR che il Consiglio di Stato hanno ammesso in varie occasioni.
Io ritengo infatti che se il Piano paesaggistico fosse stato capibile, usufruibile, utilizzabile, cioè se fosse stato un vero strumento di sviluppo socio-economico oltre che di tutela, di valorizzazione e di salvaguardia del territorio, al servizio quindi del cittadino, probabilmente non ci sarebbe stata la necessità di adottare questo provvedimento che, non dimentichiamo, è un provvedimento che in tutta Italia, e non solo in Sardegna, va in deroga agli strumenti urbanistici comunali.
Anche il collega Meloni ha menzionato le telefonate che un po' tutti stiamo ricevendo; il sottoscritto sta rispondendo che è in atto un dibattito molto complesso, che l'opposizione sta facendo, sì, una opposizione oltranzista ma assolutamente positiva e tutti stiamo apprendendo e prendendo in considerazione gli spunti migliori, per essere chiari, però come si sta dicendo se tutti stanno sollecitando la proroga del Piano casa, qualche motivo deve esserci.
Il collega Meloni ha detto che il Piano casa ha dato ossigeno - e con lui lo dicono gli imprenditori e i cittadini - in parte all'imprenditoria e più in generale al mondo economico, questo per le motivazioni che ho detto quando ho iniziato l'intervento. Collega Giampaolo Diana, quegli 840 mila metri cubi sono divisi in 14 mila interventi. Se lei divide 840 mila per 14 mila, il risultato è 60, ciò vuol dire che l'incremento medio volumetrico è di sessanta metri cubi a caso: è così, non si sbaglia: sessanta metri cubi. Le sto parlando di 14 mila interventi, non di due, tre, cento o duecento ma 14 mila; ora, in un territorio agro-silvo-pastorale che occupa quasi 2 milioni di ettari in Sardegna, ditemi voi dov'è la devastazione ambientale.
E non si tratta di interventi sulle spiagge, onorevole Diana, perché sulle zone costiere insistono anche centri abitati (veda Porto Torres, Sorso, Sennori, Castelsardo, Trinità, Badesi, Quartu, Villasimius e così via), nella fascia costiera sensibile sono stati autorizzati esattamente 700 interventi, di cui 33 per strutture alberghiere; questa è la realtà.
Chiaramente non sto fornendo questi dati per sbandierare qualcosa, ma per dire che questo provvedimento, seppure discutibile, a parte la temporaneità, sino a oggi non ha causato gli sfasci e i disastri paventati. Noi speriamo che nel breve si possa adottare la revisione al Piano paesaggistico regionale e, verosimilmente, qualche carenza che è stata notata nel provvedimento, e che in Aula non si riuscisse a superare, probabilmente la si supererà con la revisione del Piano paesaggistico regionale.
Se si parte da questi presupposti, così come è capitato in alcuni momenti, c'è possibilità di dialogo, non è pensabile che non si possa parlare d'altro che di sfascio, di disastro della natura! Pur ammettendo che qualche intervento senz'altro può aver causato dei problemi, aver creato qualcosa che non è assolutamente "digeribile", ma ci sono le altre migliaia di casi, credetemi, se non altro quei 4000 interventi dei paesi dell'interno e anche nei centri costieri al di fuori della spiaggia, che tutto sono fuorché speculazione.
Questi 14 mila cittadini che hanno fatto richiesta credo che tutto abbiano in testa fuorché la speculazione: vogliono ampliare le proprie case, senza creare nessun disastro, senza per questo sfasciare o distruggere l'ambiente della Sardegna. Torniamo con i piedi per terra e, come chiesto poc'anzi, discutiamo di questo provvedimento e non di altre cose che non esistono; la difficoltà a dialogare discende dal fatto che non si può intervenire dicendo che questo provvedimento è il demonio sceso in terra, non è così. Tutto qui! Possiamo stare in quest'Aula anche quindici giorni a discutere, ma secondo voi è produttivo al 100 per cento? Non lo è. Poteva essere fatto lo stesso lavoro in due giorni, ripulendo veramente il disegno di legge nei punti in cui poteva e può ancora essere ripulito.
Io voglio solo dire questo, e lo dico sinceramente e senza polemica: onorevole Soru, mi creda, io sono uno dei sostenitori delle intese. Sono andato di persona a visitarne tre e sono stato entusiasta di quello che ho visto, l'ho già detto dieci volte in Aula; il problema dell'intesa, onorevole Sanna, e che è fatta tra me e lei, e questo dà adito a equivoci, lo strumento è ideale, il problema è come si usa. Ci siamo? Io ho visitato intese dove probabilmente ci sono 500-600 mila metri cubi utilizzati, e non si vedono da nessuna parte. E allora, perché non si discute concretamente, Dio mio, perché?
L'onorevole Campus ha criticato alcuni aspetti che, certamente, poteva criticare anche prima, lo sta facendo ora, benissimo, siamo in Aula ed è l'Aula che legifera, è l'Aula che norma. Quindi, sinceramente, l'invito che rivolgo è di parlare di cose concrete, di lasciar perdere l'edilizia sociale, la riforma agraria e così via. Ormai si parla di tutto, mi sono meravigliato che ancora non si sia parlato della blue tongue, perché probabilmente questo intervento è la causa della blue tongue, non ce ne siamo accorti ma sarà anche questo!
Certamente questo provvedimento non è il toccasana dell'economia, non lo è, onorevole Diana, però 420 milioni di euro hanno dato respiro a quel settore che sta morendo; in tre anni nell'edilizia ci sono stati 20 mila posti di lavoro in meno, di cui 2500 l'anno scorso in provincia di Sassari. Questo strumento di legge, con tutte le sue limitazioni, che vogliamo migliorare in Aula, sta comunque fornendo qualche segnale positivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io un attimo fa ho invidiato il presidente Cappellacci perché ho visto che riceveva un bene di conforto, credo dal bar e, siccome siamo qui da tante ore, io intervengo, Presidente, per chiederle, posto che anche oggi si rispetti il programma fissato dalla Conferenza dei Capigruppo che prevede la chiusura a mezzanotte, di interrompere trenta minuti per dare la possibilità a tutti, non soltanto a chi ci sta di fronte, di" mettere qualcosa sotto i denti". Questo è per rispetto di noi tutti, non soltanto degli onorevoli ma anche di chi è al servizio di quest'Aula. Credo che sarebbe il minimo che lei possa concedere.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, ripetiamo le stesse cose che abbiamo detto ieri sera. La Conferenza dei Capigruppo ha definito questa organizzazione, io rimetto la sua proposta all'Aula perché così si deve fare. Faccio presente comunque che il personale degli Uffici fa appositi turni, quindi non è un problema, nel caso, degli Uffici.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non è così, Presidente!
PRESIDENTE. E' così, onorevole Gian Valerio Sanna, il personale dipendente stabilisce dei turni.
Sulla proposta del consigliere Diana può parlare un oratore a favore e uno contro.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust. Ne ha facoltà.
SANJUST (P.d.L.). Presidente, poiché ci ha rassicurato sul personale, e non metto in dubbio quello che lei ha detto, per evitare che durante la votazione si ripeta quanto accaduto ieri, chiedo la cortesia i ai colleghi se anche per noi sia possibile predisporre dei turni, perchè poi magari si rischia che non venga accolta la richiesta del collega.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sull'ordine dei lavori, per integrare la proposta del consigliere Diana.
In alternativa, anziché sospendere per mezz'ora, magari potremmo avere una barretta a testa a spese di chi prende l'indennità di carica, e risolveremmo il problema.
PRESIDENTE. Non merita nessun commento, onorevole Cuccureddu.
Ha domandato di parlare a favore il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, io ho sentito tutte le proposte, su quale mi devo pronunciare a favore?
PRESIDENTE. La proposta è una sola, quella della sospensione di mezz'ora.
PORCU (P.D.). Allora, Presidente, io le faccio notare che più volte è mancato il numero legale nel corso di queste giornate e l'effetto di questi ritardi porta anche questo procedimento ad andare avanti con una certa lentezza. Mi sembra che ci aspettino giornate impegnative, siamo tutti consapevoli del compito che stiamo svolgendo e ognuno lo sta svolgendo con il convincimento necessario.
Io ribadisco quello che ho detto in altre circostanze, e cioè che siamo consiglieri che svolgono la loro funzione ma siamo anche persone che credo abbiano il diritto di svolgere questa funzione nella pienezza del proprio stato fisico e con un minimo di certezza di poterlo continuare a svolgere senza la preoccupazione di avere un cedimento improvviso, o che ci possano essere momenti in cui magari viene meno anche la lucidità necessaria per continuare a svolgere questa funzione per tutto il tempo necessario. Se ci fosse la necessità di recuperare questa mezz'ora, o di andare avanti, o di spostare un orario, credo che la Conferenza dei Capigruppo abbia la possibilità di farlo.
Inoltre, se noi spostiamo il discorso su questo piano muscolare del "tenere duro" e del "chi resiste di più", chi ne avrebbe il maggior svantaggio sarebbe la parte dell'Aula che avrebbe necessità di essere maggiormente presente.
Quindi, in realtà l'onorevole Diana, che non ha discusso la richiesta con il Gruppo, ha voluto aiutarvi, ha voluto da gentiluomo qual è aiutare la maggioranza a essere presente in Aula, a non mancare magari per necessità improvvise, e con la galanteria di cui è capace ha dato la possibilità alla maggioranza di non far mancare il numero legale, perché probabilmente il non interrompere mezz'ora vi arrecherebbe uno svantaggio. Quindi, io mi permetto di insistere perché noi vi vogliamo in Aula…
OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Quindi voi dopo non chiedete il numero legale?
PORCU (P.D.). Ci sta dicendo se chiederemo il numero legale al rientro in Aula?
Io sento di poter prendere questo impegno, se il mio Capogruppo concorda, di non chiedere la verifica del numero legale al rientro in Aula, per un periodo limitato (perché se poi sparite durante tutta la serata la chiediamo),naturalmente dopo un lasso di tempo ragionevole, venti minuti, dopo avervi dato tempo di arrivare perché magari qualcuno ha il passo più lento, naturalmente la dovremo chiedere.
Presidente, mi auguro che il buonsenso prevalga, siamo in quest'Aula, ricordiamocelo, per discutere un provvedimento importante, credo che le buone maniere e il rispetto reciproco ci possano indurre a concedere una sosta di mezz'ora come bene ha fatto a chiedere il mio Capogruppo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare contro il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Signor Presidente, ovviamente per esprimermi contro la proposta, con le seguenti motivazioni. Chi vi parla, l'ho detto anche durante un mio intervento, nella passata legislatura su leggi analoghe a questa, è stato sottoposto alle turnazioni, senza…
(Interruzione)
L'onorevole Porcu, che ha parlato a favore della proposta, mi è buon testimone di quanto ho appena detto.
Quindi, Presidente, la nostra proposta è quella di procedere con le turnazioni, così come abbiamo fatto nella passata legislatura, per consentire a tutti i presenti di poter mangiare un panino tranquillamente, e procedere con il lavoro dell'Aula.
(Segue la votazione)
La proposta non è approvata. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). La proposta non è passata e noi tutti siamo reduci da una giornata di grande lavoro. Pertanto, come il Presidente ha avuto la possibilità di sorseggiare un cappuccino, io chiederei, se fosse possibile e con l'aiuto dei commessi, di poter avere anche noi qualcosa dal bar.
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, la prego, facciamo proposte serie, per cortesia.
BARRACCIU (P.D.). E' seria, Presidente!
(Norme per la classificazione delle aziende ricettive)". (265/A)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti, ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 50, 20, 52 e 54; l'emendamento numero 128 è ritirato; si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 51, 19 e 53; si esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti numero 222, 223 e 224; il parere è invece favorevole sull'emendamento numero 23; si invita al ritiro degli emendamenti numero 5 e 6.
PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 5 e 6 sono stati ritirati.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 266, che è un emendamento all'emendamento numero 23, ci si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 50.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non ho capito perché l'emendamento numero 48 non sia in votazione.
PRESIDENTE. Ho già motivato la non votazione degli emendamenti numero 48 e 49 al momento della lettura dell'articolo e degli emendamenti.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ho capito. Assessore, lei prima ha fatto una sorta di rendiconto sulla operatività di questa meravigliosa legge; mi permetto di farle notare che il valore da lei dato al movimento finanziario, pari a 1500 euro al metro quadrato, sarebbe corretto se fosse un valore commerciale ma, siccome non è così, il valore è un terzo e cioè pari, esattamente, a quello stabilito dal bando Civis nel momento in cui questo bando è stato attivato: 120 milioni di euro.
Però non è questo il dato importante; vorrei invece ricordarle che in Italia 5708 comuni sono a rischio idrogeologico, di questi 2940 corrono un rischio molto elevato, la stessa percentuale l'abbiamo in Sardegna: 1 milione e 200 mila italiani vivono sotto un rischio elevatissimo. La cementificazione che abbiamo realizzato in Italia, negli ultimi 6 anni,ha reso permanente l'impermeabilizzazione dei suoli in una misura passata dal 2,38 per cento al 6,34 per cento. Il che vuol dire che il rischio che avevamo calcolato si è ovviamente più che raddoppiato.
Se noi fossimo stati intelligenti saremmo dovuti partire da questo dato per mettere in campo investimenti pubblici anche a costo, questi sì forse, di indebitamento, Assessore, per garantire il miglioramento della nostra condizione abitativa e della sicurezza dei nostri cittadini. E quelli che sbraitano chiedendo, a tutto spiano e immotivatamente, il rinnovo di questa legge non hanno a cuore la sicurezza dei loro simili e non hanno un rapporto di gradualità rispetto alle priorità. Ma che priorità vogliamo chiedere a una Giunta e a un Presidente che non tengono conto del disastro complessivo in cui siamo, che non ci hanno detto come faranno fronte a un prossimo bilancio con i tagli che l'imboscato Assessore del bilancio …
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, questo articolo è stato ampiamente discusso e, se dovesse rimanere integro, contribuirà in larga misura a peggiorare la caratteristica della legge, la numero 4 del 2009, che si intende modificare. L'emendamento adesso in votazione interessa la lettera a) con la quale si decide di sostituire le parole "sostituzione edilizia" con "demolizione e ricostruzione senza l'obbligo dell'aspetto, della forma, dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto". Poi c'è un altro emendamento che prevede la soppressione di queste ultime due parole.
Questa dicitura, che di fatto dà la possibilità di ricostruire gli edifici che vengono demoliti senza alcun obbligo rispetto alla situazione originaria, non può che preoccuparci. Un vanto dell'Assessore di allora era l'assenza di questa dicitura, così come era un vanto il non poter alienare determinate parti costituite dagli aumenti volumetrici, così come era un vanto il fatto che gli aumenti volumetrici dovessero considerarsi pertinenze della costruzione originaria. Ma costituiva un vanto anche il fatto che si dovessero rispettare la sagoma preesistente, la forma, l'aspetto, eccetera.
Con la lettera a) dell'articolo 1 sexies si vuole sopprimere il comma 1 dell'articolo 5. Il fatto che la maggioranza non voglia approvare questo emendamento mi preoccupa, ne prendo atto; speriamo che, invece, venga confermata la volontà, quanto meno, degli altri e che potremo dire che la discussione dell'Aula avrà contribuito almeno a rendere questo provvedimento meno negativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole sull'emendamento. Assessore Rassu, io credo che dovremmo stare in quest'Aula non una settimana, ma due mesi; dobbiamo stare due mesi per parlare e spiegarci di che cosa stiamo parlando, perché evidentemente non si capisce, non siamo capaci di spiegarlo. Se mi sta cadendo addosso un tronco, un albero io non mi metto a parlare delle foglioline o a guardare il dettaglio del ramoscello, parlo del tronco.
E quindi non si stupisca se parlo di riforma agraria, di agricoltura, di modello di sviluppo del turismo, di cose che a lei sembra non siano importanti, per cui dobbiamo parlare delle foglioline e del ramoscello. Ma non è così. Si può capire che non stiamo parlando di 60 metri cubi, stiamo parlando innanzitutto delle nuove linee guida per il Piano paesaggistico regionale: questo è il tronco. Vi abbiamo detto di non toccare questi argomenti e di parlare dei 60 metri cubi, se volete, ma non fate finta che stiamo parlando di 60 metri cubi quando stiamo parlando invece di ben altra cosa: stiamo parlando del modello di sviluppo della Sardegna e del futuro della terra della Sardegna.
Se poi lei si accontenta di capire le cose, con una media di 15.000 euro le devo dire che in Sardegna, più o meno, tutti abbiamo 25.000 euro all'anno di reddito, ma in realtà c'è un 30 per cento di disoccupati giovani, che sale al 45 per cento per le donne, e c'è qualcuno che di soldi ne ha a sufficienza. E allora i suoi 60 metri cubi mi dicono poco o niente, anzi meno.
E poi, assessore Rassu, il cuore di quello che stiamo cercando di dirle è che governo del territorio significa innanzitutto la sicurezza della gente che si risolve non con le assicurazioni contro le calamità naturali e con la fiducia in Dio, ma è il futuro:la capacità di sfamarci, cibo, terra. Tanto è vero che domani in un convegno al quale avrei partecipato, ma sono orgoglioso di onorare quel convegno da quest'Aula domani mattina, nascerà il movimento che si occupa di terra e paesaggio, terra e paesaggio! Ecco perché le abbiamo parlato di agricoltura insieme al paesaggio. Può, questo, essere compreso?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il mio voto favorevole sull'emendamento numero 50 che intende sopprimere all'articolo 1 sexies al comma 1 la lettera a). A supporto di questo emendamento vorrei leggere un articolo, apparso stamattina su La Repubblica, dal titolo: "Una grande alleanza per salvare il paesaggio", a firma di Carlo Petrini. "'Dopo i campi di sterminio stiamo assistendo allo sterminio dei campi, parole di Andrea Zanzotto, il grande poeta che ci ha da poco lasciato all'età di 90 anni. E' una citazione famosa che chi si batte contro il consumo del suolo giustamente conosce e non esita a utilizzare.
Mi accodo buon ultimo anch'io, a maggior ragione di fronte a ciò che hanno subito la Liguria e la Toscana negli ultimi giorni, senza dimenticare come Roma sia andata in tilt una settimana prima a causa di piogge più intense della norma. Sia che si chiami in causa il cambiamento climatico, sia che si accusi l'eccessiva e disordinata cementificazione più o meno indirettamente dietro a queste sciagure c'è sempre la mano incauta dell'uomo. Perché il cambiamento climatico lo causiamo noi, la cementificazione selvaggia la pratichiamo noi, abusiva o legale che sia. Le connessioni nascoste tra le azioni che compiamo e certe loro brutte conseguenze sono sempre meno nascoste. E fanno male in termini di vite umane, territori cancellati, danni ingenti.
Allora, pur se profondamente rattristato dalle ultime alluvioni, voglio dare una buona notizia: domani a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, ci sarà la prima Assemblea costituente nazionale del forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio. Aderenti da tutta Italia lanceranno la campagna "Salviamo il paesaggio", Difendiamo i territori". Non si può aspettare oltre, urge una mobilitazione". Un po' come quella che stiamo facendo stasera in quest'Aula. "Oggi, dopo quell'insostituibile bene comune qual è l'acqua, siamo passati anche alla tutela attiva sul territorio del secondo bene comune…
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, il tempo a sua disposizione è terminato
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, io esprimo il mio voto favorevole sull'emendamento numero 50 che ha, come obiettivo, la soppressione della lettera a) dell'articolo 1 sexies. La lettera a) è l'interpretazione autentica della volontà che avevate quando avete scritto l'articolo 5 della legge numero 4, è l'interpretazione autentica! Adesso l'avete interpretata, ma voi avevate questa volontà e avete detto al cittadino "Fai come vuoi!".
Questo è il senso di questo comma, perché sostituire le parole "sostituzione edilizia" con "demolizione e ricostruzione, senza obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto", significa dire al cittadino "fai quello che vuoi all'interno di quel lotto" è un inno alla deregulation, solo che la deregulation ha un altro significato, il settore non è quello giusto, colleghi della maggioranza, la materia urbanistica è vincolistica di per sé.
La deregulation è un processo con cui i governi eliminano delle restrizioni sugli affari al fine di incoraggiare operazioni di mercato perché un minor numero di regole dovrebbe favorire il maggior livello di concorrenza. Questo è il senso della deregulation. In questo caso, invece, voi state interpretando male e nel settore sbagliato, state cancellando le regole dove ci dovrebbero essere, magari avete il Presidente del Consiglio, se c'è ancora, che continua a mettere regole che invece non ci dovrebbero essere dove bisognerebbe toglierle! Non mi riferisco al Presidente del Consiglio, parlo di un altro da un'altra parte, di lei ho grande rispetto.
Quindi, colleghi, avete un po' di confusione comunque, è vero che il collegamento è stretto e anche la vostra confusione, in Sardegna è analoga a quella che c'è altrove, a Roma, ma la materia urbanistica è materia di regole, dovete dire: "noi imponiamo queste regole e all'interno di queste regole vi muovete", non potete dire di fare quello che si vuole. Il problema è che i vostri centri urbani spesso già sono nel caos perché c'è difficoltà a interpretare le regole e allora voi, per non interpretare le regole, le togliete! Ovviamente è più difficile applicarle e cercare di scriverle bene per poterle interpretare, è più facile invece un tratto di penna e dire: "fate quello che volete è tutto lasciato al vostro buonsenso…", ma non sempre in materia urbanistica prevale il buonsenso, prevalgono altri interessi che sono quelli dei metri cubi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, l'emendamento numero 50 sopprime la lettera a) dell'articolo 5 della legge numero 4. Che cosa stabilisce la lettera a) dell'articolo 1 sexies che riscrive la lettera a) dell'articolo 5 della legge numero 4? Stabilisce semplicemente che le parole "sostituzione edilizia" sono sostituite con le parole "demolizione e ricostruzione, senza obbligo dell'aspetto, della forma, dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto".
Che cosa significa questo? In primo luogo significa che questa maggioranza e l'Assessore di allora hanno scritto una norma con i piedi. Non è stata scritta con la testa, perché "sostituzione edilizia" non ha alcun significato che sia applicabile da qualunque ufficio tecnico comunale.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO
(Segue URAS.) In secondo luogo significa che la sostituzione edilizia può avvenire "come ti pare". In questo senso io mi riallaccio al ragionamento che faceva prima l'onorevole Cuccu. Ha ragione! La pianificazione urbanistica che è sotto ordinata rispetto alla pianificazione paesaggistica, non è sovra ordinata, che è poi realizzata e attuata dagli enti locali competenti, cioè dai comuni che hanno questa funzione in ragione di quanto stabilito dalla Costituzione repubblicana, è un insieme di regole che deve dare certezze.
Certezze a chi? Non al costruttore, ma al cittadino che vive la città il quale ha la necessità di vivere in uno spazio che sia organizzato in maniera ordinata e funzionale allo sviluppo di una vita civile! Se questo concetto è così complicato in chi fa le norme che regolano questa materia, è chiaro ed evidente che noi avremmo prodotto un insieme urbano disordinato, caotico e non funzionale allo sviluppo, neppure a quello economico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, approfitto per salutare il Presidente della Regione Cappellacci che mi dicono sia rientrato da un lungo tour, ma continuiamo anche a discutere di questi interventi, deroghe e quant'altro.
Al primo comma della lettera a) proponete di sostituire le parole "sostituzione edilizia" che, effettivamente ha ragione il collega Uras, non hanno alcun significato, evidentemente sono termini sfuggiti a chi ha scritto la legge; ma, certamente, il legislatore non voleva dire ciò che state scrivendo perchè "demolizione e ricostruzione senza obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto" credo significhi altra cosa.
Sicuramente non significa implementare l'economia o implementare il turismo, o le strutture destinate a questo fine, nelle aree turistiche; continuiamo a privilegiare ancora una volta la quantità e non la qualità degli interventi, convinti che cambiare aspetto, come con questa norma volete fare agli edifici, possa risolvere un qualsiasi problema. Io invece sono sempre convinto che, a parte gli obbrobri che rischiano di essere costruiti, rischiamo di spendere in termini di denaro pubblico molto di più di quanto si sarebbe potuto e dovuto spendere per fare cose serie, cose credibili e cose effettivamente giuste.
Abbiamo esperienze di alberghi ristrutturati, ridefiniti e anche riutilizzati per altri fini che non hanno fatto altro che danneggiare l'economia turistica, danneggiare il territorio e danneggiare l'ambiente. Io mi auguro, onorevole Matteo Sanna, che quei suoi fans del web ci stiano ancora seguendo, così potranno valutare anche questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Io devo dire che è veramente mortificante discutere dando l'impressione che si stia parlando, a questi livelli, di pianificazione urbanistica. Io credo che la pianificazione meriti altri dibattiti, altre discussioni e altre considerazioni. Soprattutto penso agli anni in cui i consigli comunali sono stati impegnati nell'esaminare, discutere e predisporre piani particolareggiati, piani regolatori generali, piani di dettaglio che, oggi, noi con un provvedimento stravolgiamo facendo saltare la pianificazione dei comuni e consentendo, nel modo più becero, di manomettere le nostre città, perché di questo si tratta, i nostri territori e le nostre coste.
Io credo sia oltretutto fuori luogo, in quest'Aula, parlare in questo modo quando da più parti nel mondo si è arrivati a concludere, soprattutto dopo la grave crisi economica, che abbiamo mangiato più di quello che avevamo, soprattutto abbiamo mangiato quello che non era nostro, che era di altri che, per mille ragioni, avevano economizzato, risparmiato, tutelato e protetto; abbiamo mangiato creando e favorendo la situazione che ora abbiamo e che ci attanaglia e ci colpisce.
Oggi, soprattutto nel mondo occidentale, si sta incominciando a fare autocritica perchè ci si rende conto di aver esagerato, di essere andati oltre misura; infatti, non solo ci siamo mangiati quei famosi polli che qualcuno non ha mai visto neanche in cartolina, ci siamo mangiati soprattutto il territorio, un bene di cui le future generazioni non potranno disporre perché glielo abbiamo consumato. Per questo invito voi tutti ad aderire a quel progetto, che si sta realizzando in Italia e che domani si concretizzerà, per la difesa del bene ambiente e del paesaggio; beni che è un dovere, soprattutto per chi come noi ha ruoli e responsabilità, tutelare con provvedimenti sicuramente diversi da quello che abbiamo di fronte, dando attenzioni e considerazioni che mi auguro possano trovare soprattutto la spinta e il sostegno di quei cittadini a cui lo stiamo sottraendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per sostenere l'emendamento numero 50 che prevede la soppressione della lettera a) dell'articolo 1 sexies. Approfitto della presenza del presidente Cappellacci per ribadire (è chiaro, lo possiamo dire tranquillamente, che si sta tentando di fare ostruzionismo) quanto ho avuto già modo di dire prima su alcune questioni e che è bene lasciare agli atti. Siamo di fronte a un articolo di legge, l'1 sexies, che è davvero incredibile, ed è bene esaminarlo attentamente.
Le parole "sostituzione edilizia" presenti nella precedente legge numero 4 del 2009 vengono sostituite con le parole "demolizione e ricostruzione senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma, dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto". Significa che qua ognuno può fare quello che vuole, si può scrivere anche così. Un cittadino arriva nei comuni, chiede l'autorizzazione per fare le cose, può anche non chiederla perché siamo in regime di deroga, deroga perenne, deroghe concesse dalla Regione, deroghe concesse dai comuni, ed è chiaro che poi realizza quello che vuole.
Io penso anche, perché bisogna fare riferimento alle situazioni reali, a dei borghi sia sul mare che in montagna che non hanno tutela dal punto di vista del paesaggio, e ce ne sono - io ne conosco personalmente alcuni - in cui ci sono volumi concentrati. Su questi si può intervenire, si può decidere di demolire completamente questi volumi, di ristrutturarli non tenendo conto della situazione esistente dal punto di vista proprio dell'aspetto, della forma, dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto. Successivamente vedremo anche la lettera b) sempre dell'articolo 1 sexies.
Io mi rendo conto che sia difficile sentire tanti interventi, magari sempre uguali, ma questa è una questione sulla quale riflettere (la legge probabilmente l'approverete, ma non l'approverete certamente con il nostro benestare), sulla quale occorre fare un'attenta verifica perché concentrare volumi e fare in modo che questi volumi possano essere modificati, così come è scritto in legge, è davvero una cosa pericolosa su cui è bene stare molto molto attenti, anche perchè credo non faccia distinzione fra coloro che, come noi in questo caso, stanno contrastando questo disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole alla soppressione del comma 1 dell'articolo 1 sexies anche perché il testo, come hanno già letto i colleghi, contiene affermazioni importanti come "demolizione e ricostruzione senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma, dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto". Io credo che davvero sarebbe interessante (lo suggeriva anche l'Assessore nel corso della discussione precedente), applicare questa disposizione non sugli edifici abitati dall'uomo ma, vista la recrudescenza della blue tongue che ci sta preoccupando un po' tutti, sulle aziende zootecniche, in modo particolare quelle suinicole.
In Sardegna, purtroppo, abbiamo ancora aziende disastrose sotto il profilo igienico-sanitario, aziende agricole alle quali farebbe bene l'applicazione di questa norma. Quindi incoraggiamo le aziende agricole a migliorare le loro postazioni, i loro allevamenti, trasformando quelli che spesso a primo acchito identifichiamo come degli ambienti malsani, ambienti che ospitano gli animali in baracche più che in strutture ordinate e dotate dei servizi igienico-sanitari, è giusto dirlo, perché la causa principale del trasferimento della malattia, sappiamo benissimo, è proprio per la situazione igienico-sanitaria degli ambienti di allevamento.
Quindi più che attuare questi interventi nell'ambito urbano ed extraurbano in fasce così delicate, io suggerirei di riferire il contenuto di questa lettera a), che proponiamo di sopprimere, all'ambiente extra urbano, in modo particolare alle zone agricole e, nella fattispecie, alle aziende suinicole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento. Assessore, nella fattispecie in esame si verifica uno di quei casi emblematici che questa legge mette in evidenza, cioè quello del combinato disposto di diverse norme che, sommandosi, creano uno strumento che ha grande difficoltà di applicazione e, sicuramente, problemi di correttezza rispetto agli interventi che vengono messi in atto.
Ad esempio, quando noi in questa norma diciamo che è possibile demolire e ricostruire senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma, dell'orientamento dell'edificio originario all'interno del lotto, noi consentiamo (lo diceva il collega Valerio Meloni), che in alcuni quartieri si possano verificare deformazioni del tessuto abitativo precedente e del tessuto storico.
Tra l'altro se si somma questo tipo di intervento a quello previsto all'articolo 2, comma 2 della legge numero 4, relativo a interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente, modificato in questo disegno di legge per cui si dice che tali adeguamenti possono essere anche fatti "senza la necessità, salvo in caso di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione", non si dà l'opportunità, secondo me, agli uffici tecnici comunali di verificare in maniera adeguata il tipo di intervento e, specialmente, il suo impatto sull'ambito in cui si manifesta.
Assessore, pur non condividendo questo disegno di legge, pur osteggiandolo in tutte le maniere, io penso che questi interventi servano a rimodularlo, penso infatti che sia assolutamente negativo per il tessuto cittadino consentire che le forme e gli orientamenti siano difformi da quelli precedentemente costituitisi nel tempo.
Tra l'altro, ricordo sempre ai colleghi che queste azioni vanno fatte in deroga a tutte le norme dei piani urbanistici comunali; di conseguenza, Assessore, anche su questo tema, come su altri che citeremo più avanti, ritengo ci sia la necessità di un'attenta riflessione, perché è vero che possono essere consentite alcune cose però, cambiare il volto storico delle nostre città, dei nostri comuni e delle nostre strade, penso sia la cosa più sbagliata che possiamo fare, tra l'altro non si manifesta neanche in maniera evidente il peso antropico che si modifica quando le persone vanno ad abitare in un posto in misura superiore rispetto alle previsioni dei piani urbanistici comunali, causando chiaramente dei disagi ai servizi che erano parametrati per un certo numero di persone, che invece tendono ad aumentare.
Io penso che questo debba portarci a riflettere; ci sarà anche il caso, lo citeremo successivamente, di quelle parti abusivamente costruite e successivamente condonate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Rinuncio, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Io credo sia necessario approvare questo emendamento in quanto, secondo me, talvolta ci lasciamo trascinare non dando il giusto peso a quello che approviamo; forse se ci soffermassimo a valutare la portata della norma introdotta dalla lettera a) dell'articolo 1 sexies potremmo fare tutti una riflessione. Attenzione, questa è una norma di totale deregulation, si esce totalmente dai parametri che, nel nostro concetto di paesaggio, dovrebbero in qualche maniera uniformare e mettere ordine. In questo modo corriamo il rischio di deturpare, in maniera irrimediabile, il paesaggio cosiddetto urbano.
Non si può pensare che, eliminando tutti i criteri, con questa norma che state approvando e che noi chiediamo che venga abrogata, non si corra davvero il rischio di deturpare in maniera irrimediabile il paesaggio urbano. Pensate a quale scempio potranno essere sottoposti i centri storici con l'applicazione di questa normativa. Nessuno pensa che ci sono dei regolamenti edilizi, perché abbiamo sotto gli occhi dei casi assolutamente eclatanti di edifici, demoliti e ricostruiti, anche nel recente passato, che purtroppo deturpano irrimediabilmente alcuni centri storici.
Si pensi per esempio, diamo l'indicazione in maniera specifica, all'edificio del Banco di Sardegna che si trova nella via principale di Nuoro e che è un pugno nell'occhio rispetto agli altri edifici. Anche questo palazzo, nella via Roma, è oggettivamente un pugno nell'occhio.
Annuncio pertanto il voto favorevole perché credo sia impossibile l'introduzione di questa deregulation che lascerebbe sostanzialmente nell'anarchia il paesaggio delle nostre città.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 50 che si propone di abrogare la lettera a) dell'articolo 1 sexies.
Io ho ascoltato con molta attenzione l'intervento decisamente accorato dell'assessore Rassu, a cui va il merito della capacità di ascolto e anche il merito di intervenire per dare riscontro (forse non sempre lo fa) alle domande che da questi banchi stiamo ponendo ormai da giorni. Nell'ascoltare il suo intervento però mi sono un po' sorpresa perché dalle sue parole sembrerebbe che gli unici a non aver compreso appieno il Piano casa, la sua portata straordinaria sui problemi della Sardegna, in particolare la sua portata straordinaria sulla possibilità di superare la crisi economica, siano soltanto il Partito Democratico e il centrosinistra; mi riferisco sia alla legge che modifica la legge numero 4 e, naturalmente, alla legge "4" stessa.
Con ciò sembrerebbe che l'opposizione stia fuori dal mondo, completamente staccata dalla realtà e che, non avendo riferimenti esterni, questa assenza di riferimenti esterni mini alla base la possibilità di comprensione dei problemi della Sardegna.
Mi sorprendono queste parole perché non è così! Ribalto invece la valutazione e la considerazione: ci sembra che siano la Giunta regionale e la maggioranza a non avere contezza della molteplicità delle posizioni su questo Piano casa, perché allora sono fuori dal mondo e senza fondamento nella realtà, la CNA, l'ANCE, la Confindustria, anche Cgil, Cisl e Uil, tutte quelle organizzazioni che rappresentano a vario titolo nel mondo esterno, il mondo organizzato delle imprese e dei lavoratori e che nelle settimane scorse hanno denunciato come questo Piano casa e i campi da golf siano diversivi inutili.
Inutili significa che non hanno avuto alcun impatto sulla crisi economica, significa che se non l'hanno avuto finora difficilmente potranno averlo anche nel futuro, significa che questa è una legge che non guarda agli interessi generali, che non ha avuto la possibilità di influire sull'andamento…
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Questo articolo è l'ennesima aberrazione costruita scientemente. Assessore Rassu mi piacerebbe che mi sentisse, e mi rivolgo anche all'onorevole Campus che ha dimostrato grande concretezza e sensibilità rispetto a questi temi. Chi aveva scritto la "4" aveva usato il termine "sostituzione edilizia" consapevolmente. Ora vi leggo la definizione di "sostitutivo" in edilizia: "Gli interventi di sostituzione edilizia sono quelli che prevedono la demolizione con fedele ricostruzione dell'edificio preesistente, per fedele ricostruzione s'intende un intervento mirato all'esatta riproposizione delle caratteristiche dimensionali, architettoniche, costruttive eccetera…"; devo leggere veloce perché non mi basterebbe il tempo per argomentare.
Allora si consentiva, sbagliando, ma comunque si tratta di un errore limitato, di demolire e ricostruire fedelmente l'edificio preesistente, in termini dimensionali, strutturali e architettonici, adesso - scientemente - si parla di demolizione, ristrutturazione e ricostruzione, il che significa che ti consento la demolizione, ti consento di dimensionare diversamente l'edificio, ti consento di fare le aperture di finestre e di porte diverse, ti consento - ed è questa la vera perla - di posizionarlo all'interno del lotto come più mi piace e come più mi aggrada, senza pensare che il fabbricato, come prevedono le normali norme di buon senso, non solo quelle urbanistiche, debba essere allineato agli altri corpi di fabbrica, secondo il progetto originario.
Mi pare una regola veramente elementare che debba avere un allineamento anche in altezza; si sta facendo una cosa pensando a qualche piccolo caso, qualche piccolo problema da risolvere. Ma se questa disposizione verrà utilizzata ai fini speculativi dai più io credo che ci sarà da ridere. Pertanto, onorevole Campus, rifletta bene anche lei su questo problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, approfitto della dichiarazione di voto per dire all'onorevole Matteo Sanna che credo nessuno dei colleghi dell'opposizione abbia voluto e tanto meno inteso offendere alcun collega della maggioranza. Io stesso mi rivolgo, spesso, all'Assessore o al presidente Cappellacci ma, più che altro, è il tentativo di attirare l'attenzione anche se, il più delle volte, anzi sempre, è un tentativo inutile perché proprio non ci ascoltate. Quindi è anche questo un modo di offendere e non tanto il rivolgerci a voi.
Noi stiamo parlando della soppressione della lettera a) dell'articolo 1 sexies. Come diceva il collega che mi ha preceduto, con la vostra modifica consentite la demolizione e ricostruzione senza l'obbligo del rispetto dell'aspetto, della forma e dell'orientamento dell'edificio originario. Mi rendo conto che la stanchezza inizia ad affiorare, però prendo ad esempio, senza voler offendere nessuno, l'atteggiamento laico del collega Campus che, laicamente, è entrato nel merito delle questioni. Pertanto, l'ho già chiesto nel precedente intervento in discussione generale, ma lo chiedo nuovamente al presidente Cappellacci, lo chiedo all'assessore Rassu, che è competente in questa materia, se veramente vi sembra un intervento di natura marginale.
Io mi rivolgerei al Presidente della Regione se solo avesse intenzione di partecipare, seppure marginalmente, a questo dibattito: vi sembra davvero un intervento marginale questa modifica che voi proponete alla lettera a) del primo comma dell'articolo 5? A me non pare per le ragioni che ha testé richiamato il collega Valerio Meloni. Queste ragioni meriterebbero, secondo me, un minimo di attenzione, perché se ci fosse la disponibilità a discutere laicamente di queste problematiche forse si semplificherebbe la vita anche nelle prossime ore, se non c'è questa disponibilità è chiaro che diventa complicato per tutti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Se, anche se questo non è il nostro ruolo, volessimo spogliarci un attimino della nostra valenza politica e volessimo per un attimo entrare in una sfera squisitamente tecnica, cioè lasciassimo per un attimo la tematica della politica urbanistica e volessimo toccare quella della tecnica urbanistica, già ci sarebbero perplessità sull'articolo originario. Ribadisco la sfera in cui sto entrando. La correzione crea ancora perplessità, perchè io mi sto ponendo nei panni sia di quei circa 100 mila sardi che, in qualche modo, hanno avuto o avranno a che fare con il Piano casa, sia anche un pochino in quelli di chi negli Uffici tecnici è già in sofferenza.
Pensate alla sofferenza di un piccolo comune come quello di Cagliari, e ho riferito già questo dato statistico, che si trova con oltre il 90 per cento delle pratiche Piano casa bloccate; bloccate per qualche motivo di carattere sostanziale e per tanti altri di carattere formale. Il cittadino non riesce infatti a presentare le circa 25-30 richieste di integrazione richieste e, quindi, Cagliari non ha applicato il Piano casa. Se può tranquillizzare, questo è uno degli aspetti.
Ribadisco che mi sono posto questo problema anche in Commissione, perchè al di là di tutto, del fatto che sia una legge brutta, bella, della posizione della maggioranza o della minoranza, credo che poi nei mesi, negli anni c'è qualcuno che ci soffre, ci sono Uffici tecnici che devono applicarla.
E trovarsi di fronte a delle norme illeggibili, a delle incongruenze, e in questa legge ne ho visto tantissime, per esempio il concetto di abitabilità confuso con i requisiti igienico-sanitari, creare confusione anche negli Uffici è terribile. E il piccolo comune di Cagliari ha una confusione intorno al 93-94 per cento, ma penso che siano poche migliaia di pratiche di Piano casa.
La mia paura è che possa permanere questa confusione; perché se, per esempio, in questa modifica proposta dalla maggioranza avessero aggiunto (tecnicamente può anche andare bene rimodulare tutto) almeno due o tre paletti rigidi legati alle norme di attuazione, cioè al piano urbanistico, che consentissero all'amministrazione di agire, questo probabilmente avrebbe aiutato l'Ufficio tecnico a risolvere il problema. Cagliari ha in giacenza quasi tutte le richieste per demolizioni e ricostruzioni .
Purtroppo non risolveremo questo problema, non so se questa Giunta o questo Assessore proporrà qualche circolare esplicativa che spesso viene rigettata anche delle amministrazioni; però io voglio denunciare il fatto che la disposizione contenuta nell'articolo una volta che si esce dall'ambito della valenza politica per entrare in quello della valenza tecnica, purtroppo fa acqua. Pertanto, mi pongo il problema…
PRESIDENTE. Onorevole Cugusi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, questo punto della vostra legge fa trapelare, in termini molto chiari, come voi intendete mettere mano alle nostre coste,ai nostri centri storici e alle nostre campagne, come abbiamo visto anche nei giorni precedenti. Ma oggi vediamo come proponete le demolizioni e le ricostruzioni secondo un libertinaggio urbanistico che arriva ad annullare ogni criterio di normale civiltà. Quindi vediamo come prevedete la violazione del modello architettonico originario, il volume, le distanze, la stessa qualità dei materiali.
Insomma questa vostra legge in tutti i suoi articoli, in ogni suo comma di fatto trabocca di problemi, di abusi, di violenza che si rifletteranno inevitabilmente sulla stessa vita di noi sardi; quindi di tutte le nostre collettività. Si parla di operazioni gravi, di operazioni pesanti e mi sembra che ci sia un atteggiamento di leggerezza e di superficialità anche nel non voler ascoltare. Parliamo di consumo del territorio, di riduzione degli spazi stessi cui noi sardi siamo abituati ormai da millenni.
Noi siamo abituati ai nostri spazi fatti di coste libere, fatti di campagne vaste, di centri storici e di piccoli e medi centri urbani. Ci troviamo di fronte a uno stravolgimento che non è solo uno stravolgimento edilizio ma è uno stravolgimento, pesantissimo, economico e culturale. Tutto questo va ben oltre il discorso del profitto da garantire agli amici assatanati del mattone. Io continuo a insistere sulla necessità di una riflessione sui reati che stiamo organizzando per le future generazioni oltre che per noi.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 50.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue la votazione)
Dichiaro il mio voto di astensione, prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che il consigliere Milia ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 23
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
L'emendamento numero 128 è stato ritirato.
E' in votazione l'emendamento numero 51.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 51, mi pare rientri tra quelli che hanno ricevuto l'accoglimento da parte della maggioranza. Ora questo emendamento interviene su un punto che si proponeva l'intera sostituzione del comma 5 sul quale siamo intervenuti prima. Colleghi, io non nego che sia positivo aver trovato una composizione, però voi dovete mettervi nei nostri panni perché il comma 5 governa, dal punto di vista decisorio, tutti i commi precedenti dello stesso articolo, perché dice "le previsioni di cui al presente articolo".
Voi mi dovete spiegare come farà un ufficio tecnico a dare un giudizio univoco, assumendosene la responsabilità, perché la responsabilità autorizzativa poi è in capo a chi dà questo giudizio; e chi dice che il volume è incongruo? Lo dice il direttore dei lavori, cioè la parte interessata? Lo afferma il comune, l'ufficio tecnico? Lo dice una perizia giurata, chi dice che il volume è giudicato incongruo? E poi incongruo rispetto a che cosa?
Attenzione, perché si innesca anche una disparità di trattamento, andrebbe precisata qual è l'autorità, come avete fatto con la commissione "famigerata" che vi apprestate a rinnovare. Anche su quello poi io avrei un suggerimento. Come a volte si fa quando si nominano dei giurì di grande livello, io penserei che la commissione che deve giudicare queste cose debba essere qualificata in un certo modo, però poi lo vedrete voi. Ecco il punto è questo, siccome questo articolo autorizza la demolizione e la ricostruzione parziale di volumi considerati incongrui, c'è solo da decidere chi lo può fare, altrimenti questo non è un articolo assolutamente operante. E quindi io credo che sia più che mai opportuno certo sopprimere il punto b), ma porsi anche il problema di che cosa rimane. Noi in fondo avendo convinto voi a non trasformarlo abbiamo ottenuto…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Rapidamente, Presidente, per ricordare ai colleghi dell'opposizione che se anche sugli emendamenti sui quali abbiamo espresso il parere favorevole si fa ugualmente una serie infinita di interventi, solo perché la maggioranza ha accettato la Convenzione di Ginevra e quindi ha accettato di limitare lo strumento di "costruzione di massa", non è il caso di abusarne. Il voto sull'emendamento è comunque favorevole.
SALIS (I.d.V.). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 51.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Barracciu, Bruno, Cocco Daniele, Meloni Francesco, Milia, Rassu e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Murgioni - Obinu - Oppi - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Risponde no il consigliere: Dessì.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 51
contrari 1
(Il Consiglio approva).
A seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 51 decadono gli emendamenti numero 19 e 20.
Passiamo all'emendamento numero 52.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di maggioranza. Molto brevemente per dire che questo emendamento, sul quale sappiamo essere d'accordo anche la maggioranza, sopprimendo questo comma 5 a nostro parere migliora notevolmente, per quanto è possibile ovviamente, una legge difficilmente migliorabile. Però riteniamo che sia positivo, quindi il voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Mi scusi, io ricordo che la lettera c), l'emendamento numero 52 è soppressivo della lettera c), recita: "Gli interventi di ricostruzione non posso iniziare prima che sia completata la demolizione dell'edificio preesistente". Penso sia il caso di lasciare questo testo, e quindi ritirare l'emendamento. Mi era sembrato di capire che questa fosse la decisione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo se il collega Lotto intendeva con il suo intervento ritirare l'emendamento, perché sarei a favore del mantenimento del comma c).
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, ritira l'emendamento numero 52?
LOTTO (P.D.). L'emendamento numero 52 è ritirato.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 53.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 53 attiene alla lettera d) che sostituisce la parola "architettonici" con "storici", modifica sulla quale non ho alcuna obiezione nel merito. Il problema, però, lo dico al collega Cugusi, al collega Lotto, ma lo dico a voi, è che in questo comma si prevede che fanno eccezione, quindi possono essere sottoposti ad ampliamento, gli edifici aventi meno di 50 anni in contrasto con i caratteri "storici" e tipologici del contesto.
Ma chi deve stabilire questo? Lo stabilisco io, tecnico comunale? Lo dichiaro per Murgioni perché è mio amico, e poi dico di no a Campus perché non ravvedo i caratteri storici in quello di Campus? Ma io sono legittimato? Se fosse scritto così io sarei legittimato, perché mi viene richiesta una valutazione soggettiva. Questa norma è sbagliata, è un errore, mettiamo nei guai gli uffici tecnici comunali, non riusciamo a rendere agibile la legge.
Io capisco entrambi i termini, architettonico e storico, anzi la parola "storico" è più impegnativa da questo punto di vista, ecco perché io vi dico di fare attenzione perché molte volte bisogna fare dei ragionamenti più complessi. E stiamo anche insultando, passatemi il termine, il lavoro che la struttura regionale ha fatto in tutti questi anni, e continua a fare, su questa materia dove c'è una conoscenza, una capacità, una documentazione in grado di fornire ai comuni uno straordinario contributo di conoscenza, e che noi ignoriamo.
Questa è la realtà; poi, se voi volete lasciare le cose così lasciamole così, perché non vogliamo fare un passo in avanti. Ecco perché alla fine chiederò al collega Cugusi di ritirare l'emendamento soppressivo, ma non abbiamo risolto il problema, la presenza dell'emendamento è importante se vogliamo fare qualche correzione orale prima che sia troppo tardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Presidente, semplicemente per dire, mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione ma anche ai colleghi di maggioranza, che quando il relatore esprime, in questo caso sull'emendamento numero 53, un parere positivo, si potrebbe limitare l'ostruzionismo, collega Sanna, e andare avanti su questi vostri emendamenti soppressivi, che noi accogliamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Lungi da me pensare che aver chiesto e suggerito la sostituzione di "storico" con "architettonico" abbia voluto dire dare dignità a un contesto sbagliato. Però ho voluto segnalare questo problema. I nostri centri storici ormai hanno poco di storico, hanno soltanto architetture di vario tipo graduali, nel senso che sia per deregulation per quanto attiene i piani particolareggiati, sia per i numerosi interventi di condono edilizio, ormai di storico non è rimasto nulla! Quindi usare il termine architettonico in centro storico è improprio, non vuol dire "un fico secco".
Almeno, ho detto, usiamo un poco in centro storico il termine "storico", non è risolutivo del problema (è un suggerimento tecnico), che probabilmente, crea comunque perplessità e problemi agli uffici tecnici, ma almeno elimina un equivoco fortissimo. Suggerirei pertanto un ritiro di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Meloni Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Io non sono d'accordo sul suggerimento perché suggerirei un'altra cosa, e cioè che questo intervento fosse possibile all'interno di quei centri storici che non hanno un piano particolareggiato, allora sì gli edifici con meno di cinquant'anni, che non hanno valore storico, possono essere oggetto di intervento. Ma gli edifici con queste caratteristiche, che ricadono all'interno del piano particolareggiato, hanno un significato preciso, o meglio lo stesso piano particolareggiato può prevederne - perché no - la demolizione e la ricostruzione o gli interventi straordinari, ma lo dice il piano particolareggiato; oppure il piano particolareggiato ci dirà: vediamolo e, nel caso in cui vi sia, ci dirà che deve rimanere "intonso", si possono fare solo gli interventi di carattere ordinario.
Allora in questo caso il problema è un altro; il problema è: vogliamo rispettare le regole? Il piano particolareggiato dovrebbe essere un dogma perché come tale c'è stato consegnato, perché è frutto di una volontà precisa delle norme urbanistiche, del buon senso, lo ripeto sino all'esaurimento, è figlio di uno sforzo economico di questa Regione e dei comuni che l'hanno attuato. E' figlio, è frutto di uno studio attento, preciso e particolare di disegni di isolato, di palazzo, che determina anche le tipologie di intervento, determina i materiali da utilizzare, i colori da utilizzare e quant'altro, riconosciuto, votato, adottato, sottoposto ai cittadini per eventuali suggerimenti modificativi, quindi approvato definitivamente dal Consiglio comunale e adottato dalle sovrintendenze, "conformizzato" da questa Regione, e adesso diciamo che sostituendo i termini abbiamo risolto il problema?
Il problema lo risolviamo se non c'è il piano particolareggiato, in una realtà urbana questa norma va pure bene, altrimenti io dico che ci si deve rifare ai piani particolareggiati i quali non devono assolutamente essere oggetto di alcuna attività edilizia, se non prevista dalle norme di attuazione dello stesso piano particolareggiato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Chiedo solo un minuto di attenzione ai colleghi perché la risposta a questi interrogativi è nella lettera e); forse non sono stato ascoltato nel mio intervento, forse è stata recepita solo la mia contrarietà a quegli aspetti per i quali, come ribadisco, questa legge diventava strumento di "costruzione di massa"; però io vi dissi di prestare attenzione al fatto che il comma 5 dell'articolo 5 era un comma incompleto proprio perché segnalava l'esistenza di un contrasto, però non diceva chi doveva certificare la presenza del contrasto, così come giustamente ha sottolineato l'onorevole Sanna.
A questo punto nel testo del nuovo disegno di legge è stata introdotta la novella che migliora la vecchia norma, tale contrasto è infatti espressamente dichiarato con delibera del Consiglio comunale e del comune competente che, guarda caso, è lo stesso organo che approva sia il piano urbanistico comunale che i piani particolareggiati, quindi questo forse è l'unico disposto che andrebbe assolutamente salvato.
Poi si può discutere se sia meglio utilizzare il termine "storico" o il termine "architettonico", questa scelta la lascio all'Aula perché francamente non saprei che cosa decidere; ciò che è certo è che stiamo costruendo un percorso che ai fini della legalità, della normalità e della logica ora si completa e diventa compiuto. Di conseguenza invito anche a ritirare il successivo emendamento numero 54 che, abolendo quel passaggio che viene inserito, riporta tutto alla situazione di caos che è stata appena denunziata dall'onorevole Sanna.
Sull'emendamento numero 53, francamente, non so come votare, la Commissione ha dato parere favorevole io mi adeguerò. Sull'emendamento numero 54 rivolgo un invito al ritiro, altrimenti esprimerò un voto volutamente e fortemente contrario perché l'approvazione dell'emendamento comporterebbe il permanere di una situazione di caos che ora stiamo cercando di migliorare.
PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 22 e 16, viene ripresa alle ore 22 e 20.)
PRESIDENTE. E' stata chiesta la votazione nominale dell'emendamento numero 53.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 53.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano e Milia hanno votato a favore e che i consiglieri Bruno e Cocco Daniele hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 36
contrari 21
(Il Consiglio approva).
E' in votazione l'emendamento numero 54.
Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Presidente, sia l'onorevole Campus che io abbiamo invitato al ritiro dell'emendamento numero 54, altrimenti il voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io invece vorrei dire una cosa, l'abbiamo detto dal primo giorno nel rispetto della materia; io capisco lo sforzo e lo apprezzo, onorevole Campus, per cui dall'indeterminazione di chi decide, nella quale si trova il comma 6, si passi alla determinazione che a decidere sia il Consiglio comunale.
Noi siamo persone che hanno sempre creduto nel rispetto delle leggi, queste decisioni riprendono le pianificazioni, non le delibere unilaterali del Consiglio comunale, istruite come, inoltre? Con quali studi e con quali valutazioni? In quelle aree ciò che decide queste cose - e voi sapete quanto ci vuole oggi a fare i piani particolareggiati - sono i piani particolareggiati.
Altra cosa è che lei dica che il Consiglio comunale alla bisogna, in mancanza di piano particolareggiato, approvi un piano operativo, anch'esso particolareggiato che almeno studi l'isolato, l'elemento di contesto. Ma voi, introducendo la delibera del Consiglio comunale non obbligate l'amministrazione comunale a fare una valutazione di contesto dentro i centri storici, e noi siamo contrari perché così si rischia di depauperare il nostro patrimonio.
Se capita infatti la "congiuntura" di un Consiglio comunale appena appena distratto e di un ufficio tecnico con non competenze in questa materia, rischiamo che le cose che non capiamo le demoliamo. I piani particolareggiati nella cultura urbanistica che l'assessore Floris ha introdotto, e ancora vigente in questa Regione, passano attraverso la pianificazione e noi non vogliamo derogare a questo, neanche in una condizione di emergenza. Questo è un richiamo a essere coerenti!
Chiaramente apprezzo lo sforzo fatto, ma sono per mantenere questo emendamento perché ritengo che la lettera e) sia un pannicello caldo e perché non posso venir meno all'idea che l'urbanistica sia una materia di regole, non di liberalizzazioni. Noi sappiamo purtroppo che molte volte nei consigli comunali si generano delle soluzioni che non sono mai molto attinenti al merito, ma sono il frutto di un'esasperazione della lotta politica che mette in gioco elementi che, in questo caso, noi dovremmo prevenire. Per questo manteniamo il voto favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Sostanzialmente per confermare il ragionamento appena svolto dal collega Sanna, e anche per puntualizzare due aspetti. In primo luogo anch'io apprezzo lo sforzo dell'onorevole Campus che, dobbiamo riconoscerlo, migliora la norma della "4", è un'ulteriore tutela. Però è uno sforzo che non può essere accolto perché comunque non offre una tutela completa. Il Piano particolareggiato viene votato dal Consiglio comunale, viene approvato dalle Sovrintendenze, viene approvato dall'Ufficio paesaggistico della Regione, viene sottoposto al giudizio dei cittadini che hanno la possibilità nei 30 giorni dalla pubblicazione - 30 più 30 - di emendare, di modificare, di opporsi e quant'altro; poi arriva in Regione e ottiene la conformità.
Se la modifica proposta con l'emendamento dell'onorevole Campus tenesse conto di questi passaggi e li riproponesse esattamente, io potrei anche accogliere la possibilità di intervenire all'interno di un Piano particolareggiato perché immagino, anzi, so che ci sono dei casi, all'interno del piano particolareggiato delle zone A, che meriterebbero la demolizione, ma magari non è stata così valutata a suo tempo quando i Piani furono approvati. Questo non può prescindere dal rigore urbanistico, dal rigore edilizio e dal rispetto della città che, a suo tempo, si è pronunciata nella sua espressione massima che è l'oracolo del Consiglio comunale e attraverso la libertà, prevista dal nostro sistema democratico, che hanno avuto i cittadini di esprimere dissenso o assenso rispetto a quella pubblicazione frutto di studio particolare, studio attento, studio che ha avuto dei costi importanti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Il tema introdotto dai colleghi Sanna e Meloni è estremamente delicato; faccio un esempio. Noi non possiamo dare al Consiglio comunale la possibilità di poter decidere, sapendo che decide sempre in maniera oggettivamente giusta qualunque decisione prenda perché, per esempio, sulla pianificazione urbanistica dei comuni spesso il Consiglio comunale viene chiamato a intervenire con delle varianti, e una variante valutata dal Consiglio comunale è ben diversa dalla pianificazione e dal Piano urbanistico comunale nel suo complesso.
Però spesso i comuni rinunciano a fare i piani che sono complessi e prevedono percorsi piuttosto impegnativi, per agire nella città, con il sistema delle varianti. Non è assolutamente sufficiente e noi critichiamo questo atteggiamento. Allo stesso modo, in questo momento, pur apprezzando, lo si deve dire con molta onestà intellettuale e politica, lo sforzo dell'onorevole Campus (e ancora di più lo sforzo che fa successivamente con l'emendamento numero 23 e con l'ulteriore correzione prevista con l'emendamento numero 266), che di fatto lega la possibilità di intervenire soltanto al pronunciamento del Consiglio comunale e in assenza di quel pronunciamento non prevede più l'intervento, è evidente da parte sua che tende comunque a cercare di tutelare più di quanto non sia possibile.
Noi crediamo invece, pur apprezzando questo sforzo, che la tutela del centro storico e dei beni che sono in esso ubicati vada tutelata in maniera ancora più decisa e soltanto con la pianificazione ad hoc; e quindi, come diceva il collega, con i piani particolareggiati si possano costituire le condizioni affinché se qualcosa si deve fare nel centro storico sia assolutamente e oggettivamente migliorativa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, il mio voto sull'emendamento numero 54 sarà favorevole perché penso che noi non possiamo trasferire ai Consigli comunali valutazioni sui singoli immobili; valutazioni che sarebbero essenzialmente politiche. Con i piani particolareggiati si era già affrontata una forma di pianificazione che tenesse conto del complesso del centro storico, considerato come un tutt'uno, non singoli mobili separati e autonomi messi dentro un centro storico. Ogni singolo immobile è la parte di un insieme più ampio considerato nella sua unicità. Quindi una valutazione deve essere fatta all'interno di un contesto, non individualmente immobile per immobile.
Io posso capire che una valutazione per tutto il centro storico possa essere anche impegnativa, ma una valutazione d'insieme va fatta, può essere una valutazione di comparto, può essere una valutazione fatta su uno stralcio del centro storico, ma non può essere una valutazione sul singolo immobile avulso da tutto il contesto nel quale è inserito. La valutazione in questo caso è una valutazione "ad immobile" ed essendo discrezionale, perché viene assunta dal Consiglio comunale senza che vengono stabiliti i criteri se non quello dei cinquant'anni, assume il significato di una valutazione di tipo politico.
Noi pensiamo che dobbiamo estraniarci, non dobbiamo mettere in difficoltà i consigli comunali e non dobbiamo fare in modo che si facciano degli interventi che non sono nella filosofia della pianificazione dei centri storici quando il centro storico viene considerato come un bene unitario unico, inserito anche nel piano particolareggiato. Assessore, su questo emendamento credo si possa ragionare nel senso di ritenere lesiva, anche dell'interesse di mantenere un centro storico unitario considerato nel suo contesto, una valutazione singola per immobile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io, pur condividendo il fatto che si stia cercando di porre una tutela sui centri storici, li avrei esclusi categoricamente, tassativamente da ogni e qualunque intervento previsto dal Piano casa, appunto, perché i centri storici debbono dotarsi di un proprio piano particolareggiato, che può anche prevedere incrementi di volumetrie; ci possono essere infatti lotti interclusi o altro, però, e su questo vorrei che anche l'onorevole Campus che è stato sindaco, prestasse un attimo di attenzione, ogni tanto noi interveniamo con norme estemporanee su alcuni principi che creano un caos pauroso dal punto di vista sistematico.
Le competenze del consiglio comunale sono tassativamente, ripeto, tassativamente stabilite dall'articolo 42, primo comma, con una serie di lettere che vanno dalla A) alla M) dal decreto legislativo numero 267 (testo unico sull'ordinamento degli enti locali), e prevedono soltanto che il consiglio comunale abbia competenza sui piani generali, sulla pianificazione in generale, mai può intervenire in maniera sistematica. Se noi introduciamo con la legge regionale, avendo competenza primaria per farlo, un principio opposto al principio generale, gettiamo nel caos la divisione che è stata fatta tra competenze del consiglio, competenze del sindaco e competenze residuali che sono quelle della Giunta.
Quindi occorre attenzione perché, nel voler cercare una tutela maggiore per i centri storici, e siamo tutti d'accordo che dovrebbero avere il massimo della tutela, corriamo il rischio di generare confusione su una materia, quella della competenze dei vari organi degli enti locali, che diventa poi ingestibile, perché a quel punto non si capirà più di chi sarà la competenza ad attuare i piani, se cioè dell'organo gestionale della commissione edilizia, dove c'è, del dirigente che dovrà semplicemente valutare se l'edificio ha cinquant'anni, se è incongruo, concordo su quello che diceva l'onorevole Cuccu, e cioè che questa competenza non può essere demandata a un consiglio comunale. Noi stabiliamo i requisiti: più di cinquant'anni, incongruo, deve essere un organo tecnico, il dirigente a definirlo non può essere un organo politico che può subire anche pressioni per fare una valutazione puntuale.
Pertanto, siccome faccio parte della maggioranza, immagino che questo emendamento sia stato concordato e non sia uno degli emendamenti sottobanco dell'opposizione, mi asterrò ma non posso votare certo contro un emendamento soppressivo di questo genere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole su questo emendamento che interviene su un aspetto abbastanza emblematico del disegno di legge che stiamo discutendo: un provvedimento che interviene senza far nulla per cancellare la regolamentazione di fatto, per cancellare la regolamentazione del PPR e interviene a gamba tesa laddove regolamentazione comunale già esiste, piani urbanistici e piani particolareggiati.
Piani che l'assessore Rassu ci ha ricordato dal 2006 fino a oggi non si sono potuti approvare perché complicatissimi. Intanto, assessore Rassu, dal febbraio del 2007 è stata firmata la convenzione con il Ministero dei beni culturali, è una cosa importante, per ricordarle come stanno esattamente le cose. E se dalla campagna elettorale in poi avete detto che i piani paesaggistici sarebbero stati cancellati non potevate aspettarvi che qualcuno portasse dei piani urbanistici all'approvazione. D'altronde poi ci avete anche spiegato perché dei piani urbanistici non ve ne fate nulla, perché poi fate delle cose in deroga e ai piani urbanistici aggiungete il 30-40 per cento e così via.
Il collega Cuccureddu, il sindaco di Castelsardo, da sindaco ha certamente contribuito a migliorare il centro storico di Castelsardo, sulla base non di decisioni estemporanee, ma sulla base di un progetto che ha riguardato il recupero dei bastioni, che ha riguardato recupero dell'intera area e si comprende immediatamente il valore tra il centro storico progettato con un piano particolareggiato attento e la qualità urbanistica della periferia di Castelsardo, purtroppo.
Ora continuare a intervenire sui piani dei centri storici senza un piano particolareggiato approvato ma sfogliando come un carciofo casa per casa: è sbagliatissimo, ed è ancora più sbagliato in una Regione che nel passato ha investito oltre 400 milioni di euro, gliel'ho già ricordato prima, per migliorare i centri storici. E li si vuole migliorare sulla base di un progetto o così come viene, giorno dopo giorno, e sulla base di valutazioni politiche di un consiglio comunale, sulla base di un progetto dopo l'altro? E' sbagliato, ma è emblematico di un paradigma che vi segue dall'inizio fino alla fine: le regole non le volete, quando ci sono le volete cancellare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, voterò a favore dell'emendamento numero 54 e sottoscrivo le parole dell'onorevole Cuccureddu. Ma, a quanto pare, noi siamo ancora una volta di fronte a una norma che conferma la natura schizofrenica dell'intero impianto del disegno di legge che stiamo discutendo, ma anche della legge numero 4 che con questo testo state modificando. E' schizofrenica e manda messaggi schizofrenici in particolare agli amministratori locali i quali, in presenza di questo disegno di legge, se approvato, non sapranno più a che cosa fare riferimento nell'esercizio delle funzioni di governo del territorio.
Questo, però, non ci sorprende più; d'altronde questo è un provvedimento di legge che calpesta il PPR, che calpesta le sentenze del TAR, che calpesta gli strumenti urbanistici comunali, quando approvati, appunto, nei comuni, se ne frega degli orientamenti del ministro Galan che ha già impugnato il Piano casa del Lazio molto, molto simile al Piano casa approvato, il primo Piano casa, e decisamente ancora più simile con le modifiche che vi state apportando con questo nuovo disegno di legge. E alla fine, in un'apoteosi totale della deregolamentazione e della schizofrenia legislativa, calpesta anche la legge numero 267 che, come si sa, è il manuale sul quale agiscono gli enti locali e certamente quindi anche i comuni, che bene sanno proprio in base alla "267" cosa si può fare e cosa non si può fare. Non lo ripeto perché lo ha già riferito l'onorevole Cuccureddu.
Allora io mi chiedo a quale scopo si deregolamentano, appunto, i sistemi che invece cercano di orientare il governo del territorio e perché, dall'altra parte, si cerca di addossare ai comuni responsabilità che non hanno, scaricandosi le responsabilità, scaricando parte della responsabilità come legislatori. Credo che questo sia il modo peggiore per legiferare e il messaggio peggiore che si possa dare agli enti locali di cui tutti ci riempiamo la bocca.
Credo che sia veramente il modo peggiore e quindi riflettiamo su questo emendamento, e sulle opportunità di approvarlo, per le ragioni che sono state dette non da un rappresentante dell'opposizione ma anche da uno della maggioranza che ha sottolineato, in maniera specifica, perché questo emendamento andrebbe approvato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Mi dispiace tediare, però reputo assolutamente strano che il testo della legge numero 4 dica che gli ampliamenti in zona A si possono fare solo se esiste il contrasto, e ora si dica che : "tale contrasto deve essere deliberato dal consiglio comunale", ma stranamente, e non chiedetemi perché, sempre nella legge numero 4 invece, per interventi molto più invasivi come le demolizioni, questa dizione di chi deve deliberare il contrasto allora non fosse stata inserita. Si può essere maliziosi, si può non esserlo, comunque questa anomalia esiste e voi vorreste lasciarla.
Questa è la legge, questa legge è vigente, però se noi ci comportiamo in una maniera per gli ampliamenti a cui diamo un minimo di legittimità e trasparenza, perché quanto meno la città può sapere chi e perché in quel consiglio comunale ha deciso di intervenire sul centro storico, non voler fare lo stesso per le demolizioni e le ricostruzioni credo sia colpevole, scientemente colpevole. Tant'è che la Giunta, con questo Assessore, ha inserito lo stesso procedimento, che prima mancava, anche per le demolizioni e le ricostruzioni: non è un mio emendamento, è il testo proposto dalla Giunta.
Se volete conoscere la mia posizione sui centri storici, l'emendamento numero 23, a pagina 128, recita che in assenza di quella delibera, cioè quindi in assenza di quella autorizzazione del consiglio comunale comunque nei centri storici non si può demolire e ricostruire. Questa è la posizione di Campus. Io ho solo espresso un giudizio favorevole, sarà anche un pannicello caldo, ma non possiamo dire che gli ampliamenti debbono passare, almeno, al vaglio del consiglio comunale, mentre per le demolizioni basta che dica sì un dirigente dell'ufficio tecnico del Comune.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Collega Campus, non un dirigente, spesso un geometra, con tutto il rispetto per i geometri, perché sappiamo che molti comuni hanno una dotazione organica tale per cui solamente dei geometri devono decidere sulla demolizione o meno di edifici in centro storico. Lei ha ragione, collega Campus, io sono assolutamente d'accordo sul fatto che il comma 6 dell'articolo 5 sia una schifezza, il problema è che la lettera e) dell'articolo 1 sexies non risolve il problema.
Vorrei far rilevare che ho immaginato quale può essere la condizione di un qualsiassi consiglio comunale che mette all'ordine del giorno "progetto per il diniego o meno per la demolizione dell'abitazione in centro storico del signor Adriano Salis". E facciamo decidere questo a un consiglio comunale! E sicuramente, siccome oltre al signor Adriano Salis ci sarà anche la probabile attesa di demolizione di un edificio del signor Luigi Lotto, o del signor Nanni Campus, allora stiamo mettendo in mano a un organismo politico, qual è il consiglio comunale, una contrattazione di livello politico sugli edifici che possono o non possono essere demoliti in centro storico.
Io chiedo al collega Matteo Sanna, Presidente della Commissione, poiché su questo emendamento ho colto un'attenzione particolare da parte dei sindaci o ex sindaci, che su questo argomento ci sia un ripensamento, perché non è un pannicello caldo, ma è in assoluto un tentativo di rendere presentabile, o di tentare di rendere presentabile un comma, il comma 6 dell'articolo 5 della legge numero 4, che è assolutamente impresentabile, che non risponde a nessuna logica, se non a quella del "Piano casa delle libertà".
Si tratta di essere liberi di decidere anche nel centro storico, e dare a organismi politici questa libertà sulle demolizioni, anche di edifici di pregio, nei nostri centri storici che, come diceva prima il collega Cugusi, sono stati devastati in questi anni, proprio da una politica di assoluto disinteresse…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, la verità è che sin dall'inizio di questo dibattito noi abbiamo provato a contrastare la discrezionalità con cui viene definita l'adeguatezza degli interventi in ordine alla qualità architettonica che ciascuno di essi si porta appresso; lo abbiamo fatto perché abbiamo pensato che questa discrezionalità non poteva essere nelle mani o nelle competenze o nella professionalità di un tecnico, di un semplice tecnico, ma meritasse una capacità di giudizio e di valutazione ben più alta. Quindi noi, sin dall'inizio della discussione, abbiamo ragionato in questi termini.
Io poi capisco che il vostro riferimento resta l'input romano della deroga, il riferimento è all'accordo Stato-Regioni, ma questo non significa che, per quanto possa essere ciò il vostro riferimento, lo si debba fare per forza, che la deroga ci debba essere sempre e comunque. Questa è una delle ragioni per cui ogni volta noi ribadiamo il dubbio circa il profilo di legittimità di alcune parti di questa norma.
Ancora una volta, nel sostenere e dichiarare il mio voto a sostegno di questo emendamento, dico che si sta provando a salvaguardare la fatica, il valore, il significato con cui il procedimento complesso della pianificazione determina e disegna i luoghi di cui parliamo. Lo abbiamo fatto con particolare riferimento al Piano paesaggistico regionale perché secondo noi, secondo me, non è possibile e non può essere consentita una modifica per procedura semplificata, è necessario il rispetto di un iter, di un procedimento, come codificati nella legge regionale.
Per le stesse ragioni io penso che occorra ragionare in egual maniera sui piani particolareggiati; non può bastare pertanto, nel caso specifico e nella discussione che stiamo affrontando con questo emendamento, il pronunciamento con procedura semplificata e generica del consiglio comunale, bypassando quella fase di studio, di istruttoria e di analisi che deve essere effettuata per compiere interventi di questo tipo; interventi che, chiaramente, non possono essere delegati a un consiglio comunale per le ragioni che ha poi rappresentato molto bene in quest'ultimo intervento il consigliere Salis…
PRESIDENTE. Onorevole Moriconi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Questo aspetto segna veramente il limite alla confusione di tutta questa vicenda: vi è scappata la mano. Ma è possibile che dobbiamo entrare persino nei centri storici dove i comuni hanno pianificato? La mia amministrazione approvò, nel 1998, il piano particolareggiato del centro storico di Alghero, a seguito di uno studio lungo, meticoloso, curato dal professor Cusmano, illustre cattedratico dell'Università di Firenze.
Il Piano, approvato quasi all'unanimità, pubblicato per le osservazioni che i cittadini e le associazioni degli enti potevano presentare, e sottoposto poi all'approvazione definitiva, prevede che non ci siano demolizioni e ricostruzioni, tutela i valori storici e i valori architettonici, per recuperare un concetto che prima ha portato quest'Aula a dividersi e a discutere. Il valore storico è un valore che, nel tempo, ha segnato un certo periodo. Il valore architettonico può essere attribuito anche all'edificato oggi che ha, appunto, un valore architettonico, parliamo di un'opera architettonica, ma di che cosa discutiamo?
Stiamo veramente macinando aria fritta nel voler sottolineare una serie di cose. Almeno nei centri storici tiriamoci da parte, lasciamo ai comuni la capacità di fare. Guardate, io porto l'esempio di Alghero il cui centro storico è vissuto, sta nel cuore degli algheresi e dei visitatori che lo vivono tutti i giorni, lo conoscono, e qualsiasi ipotesi di modificazione o di intervento in questo contesto creerebbe dei traumi.
Oggi abbiamo una situazione consolidata, disciplinata da uno strumento particolareggiato di dettaglio in applicazione delle norme previste dal Piano regolatore generale; è uno strumento che funziona e tutela il patrimonio residenziale, abitativo, monumentale e quant'altro, dentro il centro storico; lo si lasci in pace. Dimostriamo di avere un minimo di buonsenso e di responsabilità sulle nostre competenze e su quelle dei comuni, a cui abbiamo sottratto ampi spazi, ma almeno su queste non interferiamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Rinuncio.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 54.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Espa hanno votato a favore, che i consiglieri Contu Mariano e Milia hanno votato contro e che i consiglieri Dessì, Planetta e Solinas Antonio si sono astenuti.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - De Francisci - Diana Mario - Lai - Milia - Murgioni - Obinu - Oppi - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Dedoni - Dessì - Fois - Meloni Francesco - Planetta - Solinas Antonio - Vargiu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 47
astenuti 8
maggioranza 24
favorevoli 23
contrari 24
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'articolo 1 sexies. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Il Consiglio è riconvocato domani, sabato, 29 ottobre alle ore 10 e 30.
La seduta è tolta alle ore 22 e 52.