Seduta n.152 del 01/03/2016
CLII SEDUTA
Martedì 1° Marzo 2016
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 11 e 28.
LAMPIS GIANNI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 26 gennaio 2016 (148), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Deriu, Daniela Forma, Luca Pizzuto, Christian Solinas, Gianni Tatti hanno chiesto congedo per la seduta del 1° marzo 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 1, 2, 4, 9, 15, 16, 22, 23 e 29 dicembre 2015.
Annunzio di presentazione di proposta di legge statutaria
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge statutaria:
Sabatini - Forma - Pinna Rossella:
"Modifiche alla legge regionale statutaria 12 novembre 2013, numero 1 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna)". (4/STAT)
(Pervenuta il 10 febbraio 2016 e assegnata alla Prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra:
"Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 novembre 1985, numero 26 (Istituzione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna)". (304)
(Pervenuta il 2 febbraio 2016 e assegnata alla prima Commissione.)
Dedoni - Cossa - Crisponi:
"Interventi a tutela dell'artigianato artistico, tipico e tradizionale della Sardegna". (305)
(Pervenuta il 5 febbraio 2016 e assegnata alla quinta Commissione.)
Solinas Antonio - Deriu - Comandini - Forma - Tendas - Sabatini - Cozzolino - Meloni - Piscedda - Moriconi:
"Disciplina della ricerca e utilizzazione delle risorse idrotermominerali e geotermiche". (306)
(Pervenuta il 18 febbraio 2016 e assegnata alla quinta Commissione.)
Cossa - Dedoni - Crisponi:
"Modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2016, numero 2 (Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna)". (307)
(Pervenuta il 22 febbraio 2016 e assegnata alla prima Commissione.)
Dedoni - Cossa - Crisponi:
"Azioni a favore delle zone interne e di contrasto dei processi di spopolamento". (309)
(Pervenuta il 25 febbraio 2016 e assegnata alla prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Proroga all'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2016." (308)
(Pervenuto il 23 febbraio 2016 e assegnato alla terza Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sul mancato utilizzo delle infrastrutture in fibra ottica nei collegamenti ADSL nei territori comunali di Mogorella e Ruinas." (334)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Unali, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale." (428)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sul mancato utilizzo delle risorse stanziate dalla Linea d'attività 1.1.1.a del POR FESR 2007-2013, Asse I "Società dell'informazione" per il cofinanziamento di progetti per la realizzazione di reti di videosorveglianza per la sicurezza del cittadino e del territorio." (431)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sull'emergenza causata dall'ondata di maltempo che ha colpito alcuni comuni della Sardegna, nella fascia centro-occidentale, nella giornata del 4 settembre 2015." (492)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Rubiu - Oppi - Tatti - Pinna, con richiesta di risposta scritta, in merito all'emergenza provocata dai nubifragi e dalla tromba d'aria che ha colpito diversi centri di Marmilla, Trexenta, Oristanese e Sarcidano, lo scorso 4 settembre, con richiesta urgente stato di calamità naturale." (496)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Comandini - Tendas - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Demontis - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione creatasi negli stagni e nelle lagune della Sardegna a causa della massiccia presenza di cormorani." (510)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sull'effettiva titolarità delle competenze a svolgere il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani presso l'area portuale del Comune di Alghero." (519)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sugli incarichi professionali di progettazione di cui all'articolo 90 del decreto legislativo numero 163 del 2006, alla luce degli ultimi fatti di cronaca giudiziaria e delle recenti statistiche pubblicate su un quotidiano regionale." (522)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento della sede dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale." (549)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure in essere per l'acquisizione al patrimonio regionale dell'ex carcere di Oristano." (550) (Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle modalità riguardanti l'immissione in avifauna nelle aziende turistiche venatorie e nelle zone di addestramento cani da caccia." (564)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Zanchetta - Gaia - Perra - Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione conseguente all'abnorme taglio al finanziamento del servizio di trasporto per la scuola dell'obbligo del Comune di Padru, che mette a rischio il regolare svolgimento dell'anno scolastico in corso." (593)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sui criteri utilizzati nella predisposizione del programma di ripartizione dei contributi per l'attivazione dei cantieri verdi che hanno portato all'esclusione di tutti i comuni della Provincia di Oristano." (615)
(Risposta scritta in data 4 febbraio 2016.)
"Interrogazione Unali, con richiesta di risposta scritta, sulle gare per il materiale protesico nell'Azienda sanitaria locale numero 1 di Sassari." (126)
(Risposta scritta in data 16 febbraio 2016.)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul mancato espletamento delle gare per il materiale protesico nella ASL numero 1 di Sassari." (128)
(Risposta scritta in data 16 febbraio 2016.)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla moria di pesci nello stagno di Capoterra, in località Su Castiau, nello sbocco a mare del Maramura." (493)
(Risposta scritta in data 16 febbraio 2016.)
"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sull'assegnazione teorica delle risorse per il finanziamento indistinto di parte corrente delle aziende sanitarie per l'anno 2016." (563)
(Risposta scritta in data 16 febbraio 2016.)
"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sull'effettiva possibilità dell'apertura della struttura sanitaria denominata Mater Olbia, prevista per l'inizio del prossimo mese di dicembre." (573)
(Risposta scritta in data 16 febbraio 2016.)
"Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sugli sprechi degli strumenti sanitari rilevati all'Azienda sanitaria locale numero 8 di Cagliari." (608) (Risposta scritta in data 16 febbraio 2016.)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata utilizzazione della nuovissima struttura edificata a Bono e da sempre inoperativa." (153)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Carta, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del servizio di irrigazione erogato dal Consorzio di bonifica della Sardegna centrale." (346)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Pinna Rossella - Arbau - Solinas Antonio - Forma - Deriu - Sabatini - Tendas - Comandini, con richiesta di risposta scritta, sul mancato scorrimento delle graduatorie vigenti ed approvate a partire dal 1° gennaio 2007, relative al concorso indetto dalla ASL numero 7 di Carbonia, per titoli e colloquio, per il conferimento di 2 incarichi libero professionali di "Dirigente psicologo" per l'Unità operativa di neuropsichiatria infantile." (363)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Deriu - Comandini - Forma - Meloni - Piscedda - Sabatini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sul blocco turnover della specialistica ambulatoriale." (528)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul contratto stipulato tra l'Azienda ospedaliera Brotzu, l'Asl numero 8 di Cagliari e l'Università di Bologna per l'attività di consulenza, in relazione al contratto di project financing dei presidi ospedalieri Businco e Microcitemico, nel più ampio progetto di incorporazione dei due presidi all'interno dell'Azienda ospedaliera Brotzu." (570)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sulle disposizioni in materia di requisiti acustici passivi degli edifici, di cui alla deliberazione della Giunta regionale numero 50/4 del 16 ottobre 2015." (599)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sul futuro dei dipendenti della Società bonifiche sarde Spa in distacco all'Ente foreste della Sardegna, impiegati presso la pineta litoranea prospiciente il golfo di Oristano, concessa in comodato d'uso all'Ente foreste fino al 31 dicembre 2015." (600)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Zanchetta - Gaia - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità che l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente proceda con urgenza alla ridefinizione della graduatoria dei comuni beneficiari di contributi per interventi di aumento, manutenzione e valorizzazione del patrimonio boschivo (cantieri verdi), e a reperire le risorse necessarie per finanziare gli interventi in tutti i comuni la cui richiesta è stata istruita favorevolmente." (617)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
"Interrogazione Unali, con richiesta di risposta scritta, sulla prosecuzione delle attività del CNR, in Sassari." (626)
(Risposta scritta in data 23 febbraio 2016.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
LAMPIS GIANNI, Segretario:
"Interrogazione Forma, con richiesta di risposta scritta, sui corsi BLS-D per l'utilizzo dei defibrillatori semiautomatici riservati alle società e associazioni sportive dilettantistiche organizzati dall'Asl numero 3 di Nuoro". (636)
"Interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul programma di valorizzazione della Conservatoria delle coste per l'Isola dell'Asinara". (637)
"Interrogazione Orrù, con richiesta di risposta scritta, sulla possibile soppressione del punto nascite dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri e di un generale ridimensionamento dello stesso nosocomio". (638)
"Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del progetto di ristrutturazione edilizia e restauro del complesso edilizio denominato 'Ex alloggio dirigenti di Montevecchio' sito in località Montevecchio (Comune di Arbus)". (639)
"Interrogazione Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sul progetto di sviluppo 'Sistema lago Coghinas'". (640)
"Interrogazione Orrù, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi di pubblicazione della graduatoria definitiva del concorso straordinario per soli titoli per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione". (641)
"Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sull'esigenza di trasferire il centro prelievi di Sassari, ora situato in via Tempio, al quartiere Li Punti". (642)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione delle associazioni ONLUS dalla gara a procedura aperta numero 6273296, promossa dalla ASL numero 7 di Carbonia in merito all'affidamento del servizio di cattura, ritiro e trasferimento dei cani randagi in tutti i comuni del Sulcis Iglesiente". (643)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in relazione alla mancata autorizzazione da parte della Regione all'apertura dell'idroscalo sul lago di Monte Pranu, sito nel Comune di Tratalias, volto alla valorizzazione delle acque interne e a dare avvio a un possibile volano per lo sviluppo turistico nel Sulcis Iglesiente". (644)
"Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi di pubblicazione della graduatoria definitiva del concorso straordinario per titoli per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione". (645)
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'impossibilità in Sardegna di vendita online di medicinali senza obbligo di prescrizione (art. 112 quater del decreto legislativo 24 aprile 2006, numero 219)". (646)
"Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sul conferimento degli incarichi di coordinamento delle unità organizzative e per le attività di alta professionalità, studio e ricerca presso l'Agenzia Laore Sardegna". (647)
"Interrogazione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla riorganizzazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna". (648)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche di sicurezza e prevenzione incendi della struttura socio-sanitaria del Comune di Ortacesus (ex casa protetta "Vincenzo Porceddu")". (649)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative al nuovo stabile dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, ubicato in via San Simone a Cagliari". (650)
"Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata consegna dello scuolabus e sul mancato trasferimento delle risorse finanziarie a copertura delle spese relative al servizio di trasporto scolastico nel Comune di Segariu". (651)
"Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla modifica del regolamento TOSAP della Provincia del Medio Campidano e sulle conseguenti ripercussioni negative sul comparto agricolo territoriale". (652)
"Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata applicazione della legge regionale 25 novembre 2014, numero 24, agli ex dipendenti del soppresso Ente sardo acquedotti e fognature - ESAF". (653)
"Interrogazione Unali - Desini - Busia - Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Congiu, con richiesta di risposta scritta, sulla disparità di trattamento economico nella quantificazione dei rimborsi per i tirocinanti disabili". (654)
"Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla proposta di riorganizzazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna che crea i presupposti per la soppressione del centro di referenza nazionale per le produzioni biologiche con sede a Nuoro e prevede lo svilimento del comparto tecnico-scientifico dell'istituto". (655)
"Interrogazione Fasolino, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità che la Regione intervenga affinché il Parlamento italiano non ratifichi l'accordo Italia-Francia relativo alla delimitazione dei mari territoriali e delle zone sotto giurisdizione nazionale". (656-C1)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulla procedura per la nomina a guardia zoofila e sui ritardi nelle nomine di nuove guardie zoofile". (657)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di prevedere dei fondi annuali che sostengano le attività previste dalla legge regionale numero 4 del 2007, gestite dalla Federazione speleologica sarda per tutelare e valorizzare il patrimonio carsico della Sardegna". (658)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alle condizioni di degrado della strada provinciale numero 4 che da Sestu conduce a San Sperate, per poi proseguire a Villasor, con la mancata realizzazione delle opere di adeguamento". (659)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative alla permanenza della Saipem in Ogliastra". (660)
"Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sulla struttura complessa che si occupa di patologie del colon-retto presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari". (661)
"Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sul progetto dell'ASL di Sassari di trasferire la sede del Servizio veterinario di Bono presso i locali ex GAL sul piano superiore del poliambulatorio". (663)
"Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di ripristinare gli incarichi scaduti per lo svolgimento delle attività ambulatoriali nel poliambulatorio di Bono e rinnovare quelli che a fine febbraio 2016 sono in scadenza". (664)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sul mancato ricevimento del segnale TV da parte degli abitanti di diversi comuni e località della Sardegna, tra cui Seui, Sarroch e Porto Corallo". (665)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata consegna dello scuolabus al Comune di Belvì e sull'utilizzo della scuola ecosostenibile". (666)
"Interrogazione Meloni - Deriu - Piscedda - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sui paventati ritardi nella realizzazione della nuova Sassari-Olbia". (667)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
LAMPIS GIANNI, Segretario:
"Interpellanza Oppi - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti sull'avvio della telemedicina al Mater Olbia della Qatar foundation". (196)
"Interpellanza Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sugli stringenti vincoli posti dal Piano paesaggistico regionale su beni qualificati come identitari e sulla conseguente impossibilità, da parte del sistema agricolo algherese, di accedere ai finanziamenti comunitari e regionali finalizzati al miglioramento delle strutture e delle infrastrutture del comparto". (197)
"Interpellanza Forma - Cocco Daniele Secondo - Deriu - Gaia - Lai - Piscedda - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zanchetta sulla contaminazione da amianto e da altre sostanze inquinanti del sito industriale ex Enichem di Ottana e sulle azioni di carattere ambientale e di sorveglianza sanitaria che gli assessorati competenti intendono intraprendere". (198)
"Interpellanza Rubiu sulla vertenza degli operai del settore edile impegnati nella costruzione degli alloggi AREA nei comuni del Sulcis Iglesiente". (199)
"Interpellanza Rubiu, sulla vertenza dei lavoratori in utilizzo, impegnati in gran parte dei cantieri comunali per l'occupazione". (200)
"Interpellanza Tocco - Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Zedda Alessandra in merito alla sospensione del servizio dell'Unità operativa complessa (UOC) di chirurgia plastica - Centro ustioni dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari". (201)
"Interpellanza Congiu - Cherchi Augusto - Desini - Busia - Manca Pier Mario - Unali sul mancato avvio delle procedure per il riconoscimento dei poli tecnici professionali". (202)
"Interpellanza Solinas Christian sulla cessione alla Francia di ampie porzioni di acque territoriali a nord della Sardegna in cambio di alcune miglia di mare nei pressi dell'Isola d'Elba, mediante sottoscrizione di un accordo bilaterale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese". (203/C5.)
"Interpellanza Desini - Busia - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - Unali sull'esclusione degli sportivi sardi dall'applicazione della tariffa agevolata denominata "Sport light" e praticata dalla compagnia aerea Alitalia". (204)
"Interpellanza Rubiu sulla soppressione della fermata nelle stazioni di Decimomannu, Uras - Mogoro e Marrubiu - Terralba - Arborea del treno delle ore 06.36, tratta Cagliari - Olbia". (205)
"Interpellanza Usula - Zedda Paolo Flavio - Lai sulle notizie relative a maltrattamenti dei malati psichiatrici presso la struttura AIAS di Decimomannu". (206)
"Interpellanza Zedda Paolo Flavio - Usula - Lai - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus sulla violazione delle prerogative statutarie della Regione in seguito al cosiddetto 'Accordo di Caen', siglato tra Italia e Francia il 21 marzo 2015, inerente la definizione dei confini marittimi tra i due paesi". (207)
"Interpellanza Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancanza di sostegni agli studenti universitari e alle difficoltà di accesso alle agevolazioni universitarie, in seguito alle modifiche della legge numero 162 del 1998, di cui all'articolo 34 della legge regionale numero 2 del 2007 (Fondo per la non autosufficienza) sui parametri dell'Isee". (208)
"Interpellanza Congiu - Cherchi Augusto - Desini - Busia - Manca Pier Mario - Unali per sollecitare informazioni e chiarimenti dal Presidente della Regione e dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in merito al mancato avvio delle strutture per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore". (209)
"Interpellanza Unali - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario, sull'indizione dell'avviso esplorativo per l'acquisizione di manifestazioni di interesse a partecipare alla procedura informale per l'affidamento del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato, determinazione numero 2457/ARL del 31 dicembre 2015 del direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro". (210/C2.)
"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla situazione dell'Agenzia Agris Sardegna in riferimento alla ritardata nomina del direttore generale". (211)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
LAMPIS GIANNI, Segretario:
"Mozione Truzzu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Fenu - Carta - Lampis - Solinas Christian - Tocco - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Orrù - Cossa - Crisponi sull'adeguamento dei guardrail lungo le strade urbane ed extraurbane della Sardegna al fine di diminuirne la pericolosità in caso di impatto di conducenti di veicoli a due ruote, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (226)
PRESIDENTE. Prima di procedere all'esame del primo punto all'ordine del giorno, sospendo la seduta e convoco una Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 45, viene ripresa alle ore 12 e 04.)
PRESIDENTE. Possiamo riprendere la seduta, invito i colleghi a prendere posto. L'ordine del giorno reca la sentenza della Corte d'Appello di Cagliari numero 43/2016, contenzioso Tatti/Marras.
In merito al contenzioso Tatti/Marras relativamente alla sentenza della Corte d'Appello numero 43/2016, comunico che il Presidente della Giunta delle elezioni ha inviato a questa Presidenza, in data 25 febbraio 2016, la seguente comunicazione: "Si comunica che la Giunta delle elezioni, ai sensi dell'articolo 17 del regolamento interno del Consiglio, ha esaminato la posizione dell'onorevole Ignazio Giovanni Battista Tatti in relazione alla sentenza della Corte d'appello di Cagliari numero 43 del 2016. Tale sentenza confermava l'ordinanza del tribunale di Cagliari del 22 ottobre 2014 che, correggendo il risultato elettorale delle elezioni del XV Consiglio regionale della Sardegna, sostituiva il citato candidato Tatti, ritenuto illegittimamente proclamato, con il candidato avente diritto.
La Giunta ritiene di dover riferire al Consiglio, ai sensi del precitato articolo 17, l'esito della relativa procedura svoltasi nelle sedute dei giorni 16 e 23 febbraio 2016.
Avendo considerato la complessità della materia e la non univocità della relativa normativa, la medesima Giunta ha rilevato l'assenza di assolute certezze giuridiche che possano suggerire un'immediata decadenza dalla carica dell'onorevole Tatti.
La Giunta delle elezioni ha deciso, pertanto, di proporre all'Assemblea di attendere l'esito del procedimento pendente avanti la Suprema Corte per la definizione della posizione dell'onorevole Tatti.".
Nel mettere in votazione la proposta formulata dalla Giunta delle elezioni, si evidenzia che l'eventuale voto contrario dell'Assemblea determinerebbe l'effetto giuridico dell'immediata esecutività della sentenza della Corte d'Appello di Cagliari numero 43 del 2016.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC-Sardegna). Per chiedere lo scrutinio segreto nel momento in cui si andrà a votare per la scelta della decisione dell'onorevole Tatti.
PRESIDENTE. Grazie, voteremo a scrutinio segreto. Volevo chiedere al Presidente della Giunta per le elezioni se vuole intervenire.
Ha domandato di parlare il consigliere Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Intanto sottolineare, com'è stato giustamente riportato nella relazione che accompagna il voto di oggi, la complessità… Capogruppo onorevole Cocco, la pregherei di ascoltare, perché abbiamo molto discusso di questa questione ed è importante perché… io non faccio in realtà che alimentare degli ulteriori dubbi, però voglio fare alcune precisazioni, oltre appunto a sottolineare quanto è stato riportato nella relazione, anche chiedere ai colleghi, in questa particolare occasione, di riacquistare il proprio ruolo di valorizzare il ruolo che la politica deve avere in casi come questi. Mi spiego meglio. Non possiamo votare oggi con la paura della spada di Damocle della magistratura; siccome c'è stato un vociare sul fatto che ci sarebbero già delle segnalazioni alla Procura della Repubblica, io voglio pregare i colleghi di decidere liberamente su questa questione, non temendo conseguenze su una decisione che verrà presa in assoluta libertà, che deve essere presa in assoluta libertà. E' una materia complessa, a lungo abbiamo dibattuto anche in questa occasione nel corso delle sedute di Giunta, abbiamo una legislazione, una legge che non è chiara, che non chiarisce il punto relativo all'esecutività delle sentenze della Corte d'Appello mentre si pronuncia sulle sentenze relative al primo grado, che però vengono impugnate in Corte d'Appello, nulla dice delle sentenze della Corte d'Appello che devono essere impugnate e che sono impugnate davanti alla Corte di Cassazione. Abbiamo una pronuncia del 2012 del Consiglio di Stato che dice alcune cose, ma ricordiamoci che è solo una pronuncia, e quindi indica un indirizzo, un orientamento, ma non è certamente legge, perché nel nostro sistema giudiziario i precedenti sono degli orientamenti, ma non definiscono e non hanno la stessa portata di una disposizione legislativa. E allora comunque il nostro voto, visto che c'è stata una lunga discussione, sia in Giunta per le elezioni, e immagino che ci sia anche quest'oggi, sarà il frutto di un lavoro…
PRESIDENTE. Le ricordo che non può dichiarare il voto.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). …No, no, assolutamente, non dichiarerò il voto… deve essere fatto però ricordando che deve essere un voto libero e sicuramente non condizionato da timori che questa nostra decisione possa portare a delle conseguenze. Questo è fondamentale. Decidiamo secondo quello che è giusto anche dal punto di vista politico, e cioè se è necessario che noi, in qualche maniera, interveniamo su un orientamento che modifica o che interpreta una legge, oppure se dobbiamo decidere anche alla luce di quello che è accaduto nei mesi scorsi, e cioè un Consiglio regionale che ha visto mutata la sua composizione, per errori che in questo caso non sono della legislazione regionale, come nei casi di cui ci siamo precedentemente occupati, ma che riguardano la legislazione nazionale. E allora ricordiamoci di questo, che innanzitutto c'è il primato della politica, che non ci deve essere un conflitto tra politica e giustizia, ma che noi dobbiamo riappropriarci del nostro ruolo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Solo per chiedere, Presidente, 5 minuti di sospensione, perché ho necessità di riunire anche il Gruppo su questa modalità di voto che è stata richiesta, però non so se qualche collega ha chiesto di intervenire sul dibattito.
PRESIDENTE. Va bene, allora continuiamo con la discussione, poi sospendiamo per 10 minuti.
Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Mi sembra di potere e dover condividere le argomentazioni della collega Busia, anche se abbiamo necessità di qualche ulteriore ragguaglio tecnico. Quindi, Presidente, le chiederei di conoscere il parere del Segretario generale in modo da avere un indirizzo anche sotto il profilo giuridico.
PRESIDENTE. Il parere in aula, ovviamente, non viene rilasciato. Il parere è allegato al verbale della Giunta delle elezioni, è stato rilasciato il parere sia del Segretario generale con un parere legale dell'Ufficio legale del Consiglio.
TEDDE MARCO (FI). Possiamo avere questo parere?
PRESIDENTE. Sì, non sono mica secretati i verbali della riunione della Giunta delle elezioni. Nella sospensione lo forniremo a tutti i consiglieri.
Sospendiamo la seduta per dieci minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 13, viene ripresa alle ore 12 e 24.)
PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto.
Passiamo alla votazione a scrutinio segreto della proposta della Giunta delle elezioni relativa alla sentenza della Corte d'Appello di Cagliari numero 43/2016. Per chiarezza comunico che votare "sì" significa premere il tasto verde e di conseguenza confermare la delibera della Giunta delle elezioni e la permanenza dell'onorevole Tatti in Consiglio. Votare "no" e quindi premere il tasto rosso significa un'espressione contraria alla Giunta delle elezioni e favorevole alla decadenza immediata dell'onorevole Tatti.
Votazione a scrutinio segreto
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, della proposta della Giunta delle elezioni.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 53
maggioranza 27
favorevoli 35
contrari 18
(Il Consiglio approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Desini - Fasolino - Floris - Gaia - Ganau - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 308.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.
SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Rinuncio.
Ha facoltà di parlare il consigliere Paolo Truzzu, relatore di minoranza.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto), relatore di minoranza. Presidente, mi rimetto alla relazione scritta.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Presidente, solo per dire che abbiamo presentato un emendamento che riscrive tecnicamente l'esercizio provvisorio facendo riferimento esplicito al "118", quindi alle norme di armonizzazione e nel comma 2 riaggiusta anche queste specificità tecniche rispetto alla legge di approvazione dell'esercizio provvisorio. Sono degli aggiustamenti, delle limature tecniche rese necessarie da una nota che è arrivata ieri dal MEF in cui ci faceva presente che non era scritto con le virgole giuste dal punto di vista tecnico il precedente ricorso all'esercizio provvisorio.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato l'emendamento sostitutivo totale numero 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
Esercizio provvisorio
1. L'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2016, già autorizzato con la legge regionale 13 gennaio 2016, numero 1 (Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2016), è prorogato, con le modalità e i criteri stabiliti dalla stessa legge, fino al 31 marzo 2016.
Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale
Art. 1
(Esercizio provvisorio)
1. L'esercizio provvisorio del bilancio della regione per l'anno finanziario 2016 è prorogato fino al 31. marzo 2016 secondo le disposizioni, e i principi del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, numero 42) e successive modificazioni e integrazioni;
2. Nell'articolo 1 della legge regionale 13 gennaio 2016, numero 1 (Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2016) sono apportate le seguenti modifiche:
a) Nel comma 1, in fine, è aggiunto il seguente periodo: "secondo le disposizioni e i principi del decreto legislativo 118 del 2011 e smi";
b) Nel comma 2 le parole: "sia per le autorizzazioni di impegno sia per quelle di pagamento" sono soppresse;
c) I commi 4 e 5 sono abrogati. (1).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.
SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo e sull'emendamento.
È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Pochi secondi, Presidente, per osservare che talvolta la minoranza ci azzecca, nel senso che abbiamo più volte fatto osservare come era necessario impostare i lavori, visti i ritardi della finanziaria, per un periodo più sicuro di impostazione del bilancio provvisorio. Così come - secondo aspetto che vogliamo sottolineare - l'assessore Paci è buon testimone che quello che noi abbiamo sempre detto sia nei confronti del Governo che ha comunque la responsabilità politica di quello che invece fanno gli Uffici, ossia la parte amministrativa in questo caso la ragioneria generale, a noi dispiace certo che ci siano presunte posizioni di impugnazione delle varie leggi però, Assessore, gliel'abbiamo sempre detto, non c'è da stare mai a disposizione di chi trova anche le virgole, come lei ha sottolineato, contro la Regione Sardegna. Quindi in questo senso credo che anche nell'impostazione della finanziaria dovremo essere attenti e pensare sempre di più a ciò che serve per affrontare la crisi che ancora viviamo, affrontare lo sviluppo e soprattutto cercare di fare sempre e soltanto gli interessi della Sardegna, tanto al Governo, parte amministrativa e parte politica, hanno ben dimostrato di tenerci ben poco.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Alessandra Zedda ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Desini - Gaia - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Tocco - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 51
astenuti 3
maggioranza 26
favorevoli 34
contrari 17
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS) con effetti giuridici dal 1° marzo 2016.)
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Desini - Gaia - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Rubiu.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 50
astenuti 4
maggioranza 26
favorevoli 31
contrari 19
(Il Consiglio approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 308/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Desini - Gaia - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orrù - Rubiu.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 49
astenuti 5
maggioranza 25
favorevoli 31
contrari 18
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio interno del Consiglio regionale per l'anno 2016; relatori i questori Piermario Manca, Giorgio Oppi e Alessandro Unali.
Invito i consiglieri Questori a prendere posto ai banchi della Giunta.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Manca Piermario, questore.
MANCA PIERMARIO (Sovranità, Democrazia e Lavoro), Questore. Si è trattato di un atto dovuto perché il bilancio del Consiglio discende anche da quello poi della Giunta, quindi se siamo in esercizio provvisorio, anche noi come Consiglio siamo in esercizio provvisorio per il terzo mese.
(Interruzioni del consigliere Pittalis Pietro)
PRESIDENTE. Il Collegio dei questori, specifico, ha approvato all'unanimità l'esercizio provvisorio, per chiarezza anche l'Ufficio di Presidenza poi successivamente ha ratificato con voto unanime.
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Articolo Unico
L'esercizio provvisorio del bilancio interno del Consiglio per l'anno 2016, già autorizzato con deliberazione adottata dall'Aula, è prorogato, con le stesse modalità, sino al 31 marzo 2016.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Tunis ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cappellacci - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Desini - Fasolino - Gaia - Ganau - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Pinna Rossella - Pittalis - Randazzo - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: Carta - Cherchi Oscar - Floris - Lampis - Orrù - Pinna Giuseppino - Piscedda - Rubiu - Truzzu.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 43
astenuti 9
maggioranza 22
favorevoli 43
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio è convocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 12 e 37.
Allegati seduta
Risposta scritta ad interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Tatti sul mancato utilizzo delle infrastrutture in fibra ottica nei collegamenti ADSL nei territori comunali di Mogorella e Ruinas. (334)
In riscontro alla Vostra nota prot. numero 8726/Gab. del 28.12.2015 si trasmettono, in allegato, gli elementi di risposta, condivisi con la Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione, relativi all'interrogazione:
Elementi di risposta all'interrogazione consiliare numero 334 con oggetto: "Mancato utilizzo delle infrastrutture in fibra ottica nei collegamenti ADSL nei territori comunali di Mogorella e Ruinas"
1 Premessa
L'interrogazione consiliare numero 334/A fa riferimento all'intervento per lo sviluppo della banda larga nelle aree rurali della Sardegna, avviato a seguito della stipula della convenzione attuativa del 19 gennaio 2011. Questo intervento ha avuto l'obiettivo di connettere alla dorsale di rete degli operatori di telecomunicazione le centrali telefoniche dei comuni o delle frazioni che ricadono in aree in divario digitale. Questi collegamenti costituiscono la condizione di base per l'attivazione di servizi a banda larga e, in misura maggiore, a banda ultra larga da parte degli operatori di telecomunicazione. L'intervento è stato finanziato per oltre 10,8 milioni di euro dalla Regione, attraverso le risorse del FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) del Programma di Sviluppo Rurale Sardegna 2007 - 2013, e per oltre 6 milioni di euro dal MISE.
Tra le 41 centrali incluse nell'intervento in esame, rientrano quelle dei comuni di Mogorella e Ruinas. In particolare il collegamento della centrale di Ruinas è incluso nelle tratte finanziate dal MISE, mentre il collegamento della centrale di Mogorella è incluso nelle tratte finanziate dal PSR Sardegna 2007-2013.
2 Stato dei servizi nelle aree interessate
Attualmente nelle aree di Mogorella e Ruinas risulta attivo un servizio ADSL con velocità nominale di 640Kbps in quanto erogato mediante l'uso di apparati c.d. "miniDSLAM". Tali aree risultano pertanto in digital divide in quanto non dotate di servizio ADSL con velocità pari o superiore a 7Mbps. L'intervento Banda larga nelle aree rurali, tuttavia, ha avuto quale obiettivo esclusivo la costruzione delle tratte di giunzione (c.d. backhaul) delle centrali in digital divide, infrastrutture che costituiscono l'elemento abilitante per l'attivazione dei servizi da parte degli operatori privati. L'attuale mancanza di un servizio ADSL adeguato è dovuto, in primo luogo, all'assenza di investimenti da parte di questi ultimi, nonostante la presenza di queste infrastrutture abilitanti. Al fine di giungere all'eliminazione del problema del divario digitale la Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione sta predisponendo un piano d'interventi che è orientato al raggiungimento degli altri due obiettivi dell'Agenda digitale Europea:
- disponibilità di accessi a 30 Mbps per tutti i cittadini entro il 2020,
- disponibilità di accessi a 100 Mbps per il 50% delle abitazioni il 2020.
L'attivazione dei servizi di accesso base, per esempio mediante ADSL con velocità dell'ordine dei 7Mbps, non è più considerato un obiettivo delle strategie europee per lo sviluppo dei servizi digitali, sebbene non totalmente raggiunto. Per questa ragione per le aree caratterizzate da una minore densità abitativa, tra cui si prevede debbano rientrare anche i due comuni in oggetto, è previsto l'intervento pubblico finalizzato alla realizzazione delle reti d'accesso in fibra ottica che permetteranno in primo luogo l'attivazione dei servizi a banda ultra larga con accessi a 30Mbps o superiori e, in prospettiva, dei servizi con accesso a 100bps o superiori. I primi sono realizzabili attraverso una rete locale in fibra ottica che va dalla centrale telefonica fino agli armadi stradali dell'attuale rete telefonica in rame; i secondi, allo stato attuale della tecnologia, richiedono collegamenti in fibra ottica diretti fino alle sedi degli utenti. Questi interventi, che sono parte essenziale dell'Agenda Digitale della Sardegna, saranno attuati con risorse in parte già individuate per la nuova programmazione 2014-2020 all'interno del POR FESR e del PSR FEASR. Si rileva tuttavia che per il pieno raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda digitale europea è necessario reperire ulteriori risorse, in assenza delle quali ampie aree del territorio regionale si troveranno in una situazione di disparità con il resto delle regioni italiane ed europee. Analogamente la Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione sta predisponendo un piano finalizzato alla realizzazione delle infrastrutture d'accesso a banda ultra larga nelle aree produttive della Sardegna. Anche in questo caso sono state finora reperite risorse sufficienti a coprire una piccola parte delle aree produttive. Si sottolinea tuttavia che l'accesso ai servizi a banda ultralarga è particolarmente importante e per le imprese che devono necessariamente agire in un contesto di elevata integrazione dei processi produttivi, commerciali, distributivi, informativi, gestionali e amministrativi basati sulle piattaforme digitali. L'esigenza di rivolgere l'attenzione alle aree produttive dei territorio regionale è quindi particolarmente importante in quanto, generalmente, queste si trovano in zone scarsamente coperte dai servizi a banda larga esistenti, soprattutto a causa dalla loro dislocazione rispetto ai centri abitati. In assenza di ulteriori risorse si segnala che la gran parte delle aree produttive della Sardegna rischiano di ricadere in una situazione di divario digitale di lungo periodo, a discapito di ogni altra iniziativa volta ad aumentare l'attrattività delle stesse e a permettere una maggiore competitività delle imprese insediate.
Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Unali sul trasferimento dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. (428)
In relazione all'interrogazione in Oggetto, con la quale si chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale si comunica che la materia è di competenza dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, dell'Assessorato regionale degli affari generali, personale e riforma della regione, nonché dell'Assessorato regionale ai lavori pubblici.
Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica all'interrogazione Unali, sul trasferimento dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. (428)
In relazione all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta, per la parte di competenza di questo Assessorato.
1). In riferimento all'immobile sito nella via XXVIII febbraio, che ospita gli uffici dell'Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, la ASL 8, con nota prot. n, 24704 del 2 marzo 2015, a seguito del verbale negativo rilasciato in data 3 febbraio 2015 dalla Società OVERTEC (Organismo certificatore ai sensi del D.P.R. 462/01 incaricato dal Servizio Tecnico della Direzione degli EE.LL., delle verifiche periodiche agli impianti così come prescritto dalla vigente normativa anche in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro) ha prescritto di provvedere all'eliminazione di tutti i rischi rilevati sull'impianto elettrico dell'edificio in argomento. Giova sottolineare che la delineata situazione di conclamato e perdurante pericolo non è limitata all'impianto elettrico, ma riguarda anche l'assenza del certificato di prevenzione incendi, gli infissi non a norma, gli impianti idrico e fognario.
A seguito della nota della ASL citata, il Datore di Lavoro con nota prot. numero 1431 del 04/03/2015, ha intimato lo sgombero dell'edificio in parola con conseguente distacco dell'energia elettrica entro 30 giorni.
Sulla base di tali considerazioni, la Giunta regionale, con deliberazione numero 5/28 del 6.2.2015, ha inserito il fabbricato di via XXVIII febbraio nell'elenco dei beni immobili del patrimonio disponibile regionale per i quali la Regione Autonoma della Sardegna intende avviare, nell'anno 2015, la procedura di alienazione (già proposta con la delibera 8/20 del 2006 e riproposta con la delibera numero 33/59 del 8.8.2013).
2) Con deliberazione numero 11/1 del 24 marzo 2015 la Giunta regionale ha adottato il Programma di razionalizzazione dell'assetto logistico degli uffici regionali, con particolare riferimento alla sede dell'Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale.
Considerata l'importanza strategica e gli effetti di tale atto di indirizzo politico nei confronti dell'intera Amministrazione regionale, la proposta di delibera è stata effettuata dal Presidente, di concerto con gli Assessori:
- degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica,
- del Lavoro. Formazione Professionale, Cooperazone e Sicurezza Sociale.
- degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione,
- dei Lavori Pubblici
acquisiti il parere di coerenza del Direttore del Centro Regionale di Programmazione e i pareri favorevoli di legittimità dei Direttori generali della Presidenza, degli Enti Locali e Finanze e degli Affari Generali e della Società dell'Informazione.
La conseguente divisione della struttura organizzativa dell'Assessorato del Lavoro in due stabili diversi, uno dei quali in locazione passiva, è il logico corollario delle decisioni adottate dalla Giunta Regionale con la delibera sopracitata, alla quale l'Assessore del Lavoro ha, peraltro, dato il suo concerto.
3) Dalla relazione, datata 23 febbraio 2015, dell'ing. Vigna, a cui è stato conferito incarico professionale per l'analisi e la verifica dello stato attuale degli impianti elettrici dell'immobile di via XXVIII febbraio finalizzata all'individuazione degli interventi necessari per redigere la dichiarazione di rispondenza (DIRI) per gli edifici regionali in applicazione del D.M. 37/2008 emerge che "Gli impianti attualmente, pur in condizioni di manutenzione soddisfacente, sono non adeguati e possono costituire pericolo per gli operatori. Alla realizzazione originaria sono seguiti adeguamenti parziali degli impianti, senza un progetto generale preordinato e coerente. Il professionista ha sottolineato che "si ritiene che sia necessario un intervento di riordino generale".
Da quanto sopra esposto, emerge inequivocabilmente che nello stabile di via XXVIII febbraio occorre procedere ad un intervento complessivo e radicale di totale rifacimento dell'impianto elettrico e, pertanto, non è possibile realizzare interventi puntuali per migliorare la sicurezza dell'impianto, stante la presenza di numero 250 dipendenti e gli indirizzi dettati dalla Giunta regionale con deliberazione numero 11/1 del 24 marzo 2015.
Da ultimo la Giunta regionale con Deliberazione numero 36/8 del 14.7.2015 ha preso atto degli studi di fattibilità, elaborati dalla Direzione generale dei Lavori Pubblici, riguardanti i costi di intervento ed i tempi necessari per l'esecuzione dei lavori previsti, tra l'altro per la ristrutturazione dell'immobile in argomento. Si è valutato in tal sede non opportuno procedere alla ristrutturazione dell'immobile di via XXVIII febbraio in quanto in posizione decentrata rispetto al "polo direzionale della Regione" ed antieconomica.
Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Tatti sul mancato utilizzo delle risorse stanziate dalla Linea d'attività 1.1.1.a del POR FESR 2007-2013, Asse I "Società dell'informazione" per il cofinanziamento di progetti per la realizzazione di reti di videosorveglianza per la sicurezza del cittadino e del territorio. (431)
In riscontro alla Vostra nota prot. numero 8726/Gab. del 28.12.2015 si trasmettono, in allegato, gli elementi di risposta, condivisi con la Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione, relativi all'interrogazione:
Elementi di risposta all'interrogazione consiliare numero 431 con oggetto:
"Mancato utilizzo delle risorse stanziate dalla Linea d'attività 1.1.1.a del POR FESR 2007-2013, Asse I "Società dell'informazione" per il cofinanziamento di progetti per la realizzazione di reti di videosorveglianza per la sicurezza del cittadino e del territorio"
L'intervento "Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio" si propone di rispondere all'esigenza espressa dai Comuni dell'isola di poter disporre di sistemi tecnici e strumenti tecnologici per la tutela del cittadino e del territorio, favorendo al contempo la fruizione di tali tecnologie mediante il loro collegamento in rete. L'obiettivo è pertanto quello di rafforzare e innovare la rete dei servizi delle pubbliche amministrazioni locali, nonché di dare la possibilità a queste ultime di dotarsi delle infrastrutture abilitanti per la realizzazione di nuovi servizi in favore di cittadini e imprese, in una logica di fruizione che si basi sulla implementazione di network presso le pubbliche amministrazioni. L'intervento era stato predisposto per essere finanziato con i fondi del POR FESR 2007-2013 per un importo pari a euro 4.500.000 e inserito nella Linea di Attività 1.1.1.a. L'Avviso pubblico per la ricezione di manifestazioni d'interesse per il finanziamento di progetti per la realizzazione di reti per la sicurezza del cittadino e del territorio, è stato approvato con la Determinazione numero 616 del 22.11.2013 e la relativa graduatoria è stata pubblicata con Determinazione numero 849 del 25.11.2014. L'esame di oltre 200 progetti ammissibili proposti dagli Enti Locali in adesione alla manifestazione d'interesse pubblicata ha necessitato di un lungo e complesso lavoro da parte della Commissione di valutazione, protrattosi per circa un anno e rendendo indispensabile attivare da parte degli uffici una procedura di verifica dei tempi tecnico-amministrativi effettivamente necessari agli Enti per concludere i vari progetti entro il termine previsto dall'Avviso pubblico suddetto, ovvero entro il 30.6.2015. A seguito di tale analisi è emersa l'impossibilità pratica di procedere con il rispetto di tali tempistiche, coerenti con la chiusura delle operazioni del POR FESR 2007-2013 che prevedono inderogabilmente come termine ultimo il 31.12.2015.
Peraltro, poiché l'intervento di cui trattasi rientra nella tipologia di interventi rendicontabili su APQ SI, a seguito della Deliberazione di Giunta numero 52/30 del 23.12.2014 - Intervento "Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio", sono stati attivati gli atti necessari e conseguenti al riutilizzo di risorse finanziarie rientrate nella disponibilità del fondo FAS/FSC, al fine di assicurare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell'intervento "Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio" secondo una nuova tempistica non vincolata ai termini di chiusura del POR FESR 2007-2013 e per un importo pari a euro 6.900.000, superiore a quello inizialmente previsto e che consentirebbe l'accoglimento di tutte le domande idonee di cui alla graduatoria sopra citata.
L'istruttoria ai fini autorizzativi è stata completata da AgiD - Agenzia per l'Italia Digitale con esito favorevole comunicato in data 15/07/2015 e contenente l'assenso, ai sensi del punto 1.1.2 della delibera CIPE 14/06, alla proposta di inserire nell'Atto integrativo II dell'APQ SI l'intervento, che risulta coerente con la programmazione strategica nazionale e regionale.
Con nota prot. 4953 del 20/07/2015 è stato chiesto il necessario adeguamento del plafond di competenza e di cassa all'Assessorato della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio così da poter procedere alla sottoscrizione delle convenzioni con i Comuni, all'impegno di spesa e all'erogazione dei finanziamenti per la realizzazione delle parti di intervento di loro competenza. Tale adeguamento non è stato ancora effettuato e notificato alla D.G. Affari generali e società dell'informazione alla data del 28 luglio 2015.
Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Tocco sull'emergenza causata dall'ondata di maltempo che ha colpito alcuni comuni della Sardegna, nella fascia centro-occidentale, nella giornata del 4 settembre 2015. (492)
Con riferimento ai noti fatti del 4 settembre 2015, data in cui la gran parte del territorio regionale è stata interessata da un ciclone mediterraneo particolare intensità, che ha determinato notevoli danni alle produzioni e alle strutture delle imprese agricole dei territori interessati, la Regione ha posto e sta ponendo in essere tutte le iniziative necessarie a far fronte all'emergenza.
La fase di attività di accertamento dei danni, stante l'entità e la diffusione degli stessi, è stata particolarmente impegnativa; in primo luogo è stato necessario coinvolgere gli uffici dell'Agenzia Laore per supportare l'Agenzia Argea, soggetto formalmente competente alla verifica dei danni.
Alla fine del mese di ottobre, preso atto della notevole complessità e ampiezza dell'attività di stesura e delle relazioni tecniche, al fine di non perdere la possibilità di utilizzare il Fondo di solidarietà nazionale, che prevede dei tempi di attivazione particolarmente stretti (60 giorni, a norma del D. lgs. 102/2004), è stata richiesta al MIPAAF la proroga di 30 giorni, con nota 17820/VII.7.7 del 26.10.15 del Direttore generale dell'Assessorato.
Parallelamente la Giunta regionale, con la Delibera numero 53/13 del 3.11.2015, ha approvato l'erogazione di aiuti per la ripresa dell'attività economica e produttiva delle piccole e medie imprese (PMI) attive nella produzione agricola primaria danneggiate dalle grandinate dei mesi di giugno e luglio 2015 e dalla tromba d'aria del 4 settembre 2015. Tale regime di aiuti servirà a compensare le perdite di reddito dovute alla distruzione della produzione agricola e sarà erogato alle condizioni previste dall'articolo 25 del Regolamento (UE) numero 702/2014 (esenzione). A tal fine è stata autorizzata la spesa di euro 1.750.000 che sono stati già impegnati a favore dell'Agenzia Argea, quale soggetto attuatore dell'intervento, con la Determinazione numero 19591/1147 del 23.11.15.
Successivamente la Giunta, con la Delibera numero 57/26 del 25.11.2015 ha formalmente richiesto al MIPAAF la declaratoria della eccezionalità della tromba d'aria del 4 settembre 2015 ai fini dell'accesso alle provvidenze del citato Fondo di solidarietà nazionale, nella forma dei contributi in conto capitale per i danni alle strutture aziendali non assicurabili ed alle scorte, a cui ha fatto seguito la trasmissione formale della richiesta al Ministero.
Nel PSR della Regione Sardegna, per il periodo 2014-2020 è inoltre prevista la Misura 5.2 che accorda un sostegno per gli investimenti di ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici; la Misura ha una dotazione finanziaria di euro 7.500,000.
I bandi relativi ai diversi interventi descritti saranno pubblicati nel corso del 2016.
Infine l'art. 2 comma 5 della proposta di legge di stabilità, approvata dalla Giunta con Delibera 67/23 del 29.12.2015, prevede: Le eventuali economie a valere sullo scorrimento delle graduatorie di cui al Fondo speciale per il ristoro dei danni subiti dagli imprenditori agricoli a causa degli eventi alluvionali del novembre 2013, di cui all'articolo 5, comma 11 della legge regionale 21 gennaio 2014, numero 7 (legge finanziaria 2014), sono destinate a indennizzi per i danni causati al settore agricolo da calamità naturali o da avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali, o all'integrazione delle somme già disposte dalla Giunta regionale per le medesime finalità.
Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Rubiu - Oppi - Tatti - Pinna in merito all'emergenza provocata dai nubifragi e dalla tromba d'aria che ha colpito diversi centri di Marmilla, Trexenta, Oristanese e Sarcidano, lo scorso 4 settembre, con richiesta urgente stato di calamità naturale. (496)
Con riferimento ai noti fatti del 4 settembre 2015, data in cui la gran parte del territorio regionale è stata interessata da un ciclone mediterraneo particolare intensità, che ha determinato notevoli danni alle produzioni e alle strutture delle imprese agricole dei territori interessati, la Regione ha posto e sta ponendo in essere tutte le iniziative necessarie a far fronte all'emergenza.
La fase di attività di accertamento dei danni, stante l'entità e la diffusione degli stessi, è stata particolarmente impegnativa; in primo luogo è stato necessario coinvolgere gli uffici dell'Agenzia Laore per supportare l'Agenzia Argea, soggetto formalmente competente alla verifica dei danni.
Alla fine del mese di ottobre, preso atto della notevole complessità e ampiezza dell'attività di stesura e delle relazioni tecniche, al fine di non perdere la possibilità di utilizzare il Fondo di solidarietà nazionale, che prevede dei tempi di attivazione particolarmente stretti (60 giorni, a norma del D. lgs. 102/2004), è stata richiesta al MIPAAF la proroga di 30 giorni, con nota 17820/VII.7.7 del 26.10.15 del Direttore generale dell'Assessorato.
Parallelamente la Giunta regionale, con la Delibera numero 53/13 del 3.11.2015, ha approvato l'erogazione di aiuti per la ripresa dell'attività economica e produttiva delle piccole e medie imprese (PMI) attive nella produzione agricola primaria danneggiate dalle grandinate dei mesi di giugno e luglio 2015 e dalla tromba d'aria del 4 settembre 2015. Tale regime di aiuti servirà a compensare le perdite di reddito dovute alla distruzione della produzione agricola e sarà erogato alle condizioni previste dall'articolo 25 del Regolamento (UE) numero 702/2014 (esenzione). A tal fine è stata autorizzata la spesa di euro 1.750.000 che sono stati già impegnati a favore dell'Agenzia Argea, quale soggetto attuatore dell'intervento, con la Determinazione numero 19591/1147 del 23.11.15.
Successivamente la Giunta, con la Delibera numero 57/26 del 25.11.2015 ha formalmente richiesto al MIPAAF la declaratoria della eccezionalità della tromba d'aria del 4 settembre 2015 ai fini dell'accesso alle provvidenze del citato Fondo di solidarietà nazionale, nella forma dei contributi in conto capitale per i danni alle strutture aziendali non assicurabili ed alle scorte, a cui ha fatto seguito la trasmissione formale della richiesta al Ministero.
Nel PSR della Regione Sardegna, per il periodo 2014-2020 è inoltre prevista la Misura 5.2 che accorda un sostegno per gli investimenti di ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici; la Misura ha una dotazione finanziaria di euro 7.500,000.
I bandi relativi ai diversi interventi descritti saranno pubblicati nel corso del 2016.
Infine l'art. 2 comma 5 della proposta di legge di stabilità, approvata dalla Giunta con Delibera 67/23 del 29.12.2015, prevede: Le eventuali economie a valere sullo scorrimento delle graduatorie di cui al Fondo speciale per il ristoro dei danni subiti dagli imprenditori agricoli a causa degli eventi alluvionali del novembre 2013, di cui all'articolo 5, comma 11 della legge regionale 21 gennaio 2014, numero 7 (legge finanziaria 2014), sono destinate a indennizzi per i danni causati al settore agricolo da calamità naturali o da avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali, o all'integrazione delle somme già disposte dalla Giunta regionale per le medesime finalità.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi sulle disposizioni in materia di requisiti acustici passivi degli edifici, di cui alla deliberazione della Giunta regionale numero 50/4 del 16 ottobre 2015. (599)
In riferimento ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente, si rappresenta quanto segue.
Occorre premettere che il D.P.C.M. 5 dicembre 1997, in attuazione delle disposizioni contenute nell'art. 3, lett. e) della Legge numero 447195, determina i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti in opera, nonché i requisiti delle sorgenti sonore interne agli stessi.
Tale decreto è stato modificato e integrato dall'art. numero 11, comma 5 della Legge numero 88 del 7 luglio 2009, che recita: "in attesa del riordino della materia, la disciplina relativa ai requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti di cui all'articolo 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, numero 447, non trova applicazione nei rapporti tra privati e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi sorti successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge" e di conseguenza il D.P.C.M. 5 dicembre 1997 continua attualmente a trovare applicazione nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Il succitato decreto non specifica però in quale modo ed in quale occasione debba esserne attestato il rispetto e ciò ha generato diversi problemi applicativi, con particolare riferimento all'agibilità degli edifici.
La deliberazione della Giunta regionale numero 50/4 del 16 ottobre 2015 si pone pertanto l'obiettivo di fornire chiare istruzioni nell'ambito della procedura di rilascio del certificato di agibilità in attesa dell'intervento del legislatore nazionale e, per evitare che la normativa regionale possa essere percepita come sbilanciata a favore di determinate categorie di cittadini, professionisti o imprese, è stato scelto di adottare una formulazione il più possibile aderente alla normativa nazionale.
Al fine di garantire il rispetto dei requisiti di cui al succitato decreto è stata imposta la redazione di un progetto acustico che contiene la descrizione delle opere dei materiali e dei metodi di posa che permettono di ottenere il raggiungimento in opera dei già citati requisiti, secondo la metodologia di calcolo indicata dalle norme UNI. Si fa presente che la presenza del progetto acustico all'interno del progetto approvato in Comune costituisce un obbligo preciso nei confronti del costruttore e del direttore dei lavori e pertanto tale progetto rappresenta l'elemento chiave allo scopo di ottenere il conseguimento dei parametri tecnici indicati nel decreto. A tal proposito corre obbligo precisare che senza l'impiego di materiali e metodi di posa opportuni, fin dall'inizio del procedimento costruttivo, sarebbe del tutto velleitario pretendere di rispettare tali requisiti "in opera" e sarebbe altresì difficoltoso e costoso apportare i necessari correttivi a seguito di un eventuale esito negativo.
Il procedimento costruttivo giunge quindi al termine con la richiesta di agibilità, normata dall'art.25 del D. P. R. 380/2001, che deve essere presentata entro quindici giorni dall'ultimazione dei lavori di finitura dell'intervento corredata della "dichiarazione sottoscritta dallo stesso richiedente il certificato di agibilità di conformità dell'opera rispetto al progetto approvato, nonché in ordine alla avvenuta prosciugatura dei muri e della salubrità degli ambienti".
Visto quanto disposto dal legislatore nazionale e considerato che il certificato di verifica dei requisiti di cui al D.P.C.M. 05/12/1997 non è compreso tra i documenti espressamente richiesti ai fini del rilascio del certificato di agibilità è apparso pertanto logico riformulare il testo delle direttive del 2008 sottolineando l'importanza della dichiarazione di corretta esecuzione dell'opera rispetto al progetto approvato nell'ambito della procedura amministrativa di rilascio del certificato di agibilità e aggiungendo che in tale ambito la presentazione del certificato di verifica dei requisiti di cui al D.P.C.M. 05/12/1997 è facoltativa, per la semplice ragione che per la legge dello Stato non è obbligatoria.
Si sottolinea che tale "facoltatività" riguarda solo la procedura amministrativa di cui sopra ma non si estende alle pratiche professionali che riguardano il processo di corretta costruzione degli edifici. Pertanto, se come sostenuto da molte organizzazioni professionali, non è dichiarabile in assenza di misure il rispetto dei limiti circa i requisiti acustici in quanto detti limiti sono relativi solamente a valori misurati in opera sarà cura del direttore dei lavori ordinare le verifiche strumentali necessarie al compiuto espletamento del suo incarico.
Si evidenza altresì che la facoltà di allegare il certificato di verifica dei requisiti di cui al D.P.C.M. 05/12/1997 alla richiesta di agibilità non ha il significato di consentire al professionista di rilasciare dichiarazioni infedeli, dal momento che le direttive proseguono stabilendo che il Comune si riserva la possibilità di effettuare controlli, che conducono, in caso di inadempienza, alla conseguente irrogazione delle sanzioni di legge e segnalazione all'ordine professionale di competenza.
Avendo con ciò esaurito la spiegazione dei presupposti e dei contenuti di quanto esposto nell'allegato alla delibera si procede a fornire un riscontro alla parte preliminare dell'interrogazione in oggetto.
In primo luogo si osserva che nelle premesse i firmatari dell'interrogazione ritengono che "quanto disposto dalla Giunta regionale possa aprire alla possibilità di sanare le carenze di quegli edifici costruiti senza la necessaria qualità, mascherando difetti altrimenti evidenziabili col collaudo acustico, prescritto peraltro dalla normativa nazionale".
A tal proposito si evidenzia che il D.P.C.M. 5/12/1997 non prevede affatto l'obbligo di effettuare un Collaudo finale al termine dell'opera costruita, né risulta alla sottoscritta e alla Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente alcuna norma nazionale in tal senso.
Proseguendo con la lettura del testo dell'interrogazione, nella successiva premessa si esprime la valutazione secondo cui "la prescrizione indicata nelle direttive regionali riversa sul direttore dei lavori la responsabilità del rispetto della normativa in materia di requisiti acustici passivi".
Su tale punto si fa notare che la delibera prevede che il direttore dei lavori si assuma la responsabilità della corretta esecuzione del progetto, ivi compresa la parte relativa al rispetto della normativa in materia di requisiti acustici passivi, cosa che non appare come un aggravamento delle sue responsabilità ma piuttosto il suo naturale compito professionale. Si osserva inoltre che l'asseverazione del direttore dei lavori circa la corretta esecuzione del progetto era già prevista nelle direttive emanate nel 2008 e pertanto le nuove Direttive non hanno attribuito nuove responsabilità a tale figura professionale.
I firmatari dell'interrogazione proseguono evidenziando che "l'eliminazione dell'obbligo delle verifiche acustiche in opera potrebbe apparire come una sorta di condono in favore di quei costruttori che decidessero di non rispettare le norme previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 1997 oltreché una riduzione delle doverose tutele igienicosanitarie ed economiche in favore del cittadino-consumatore".
A tale riguardo si sottolinea che la delibera ribadisce la necessità di rispettare il decreto in questione nei rapporti con la P.A, visto che il legislatore nazionale ne ha sospeso gli effetti nei rapporti tra privati, e fornisce indicazioni ai Comuni sull'iter procedurale da seguire in fase di progettazione e, ad opera ultimata, in merito all'attestazione del rispetto dei suddetti requisiti in merito al rilascio del certificato di agibilità sulla base del D.P.R. 380/2001.
Lo schema di procedura previsto nella suddetta delibera ricalca pertanto quello previsto dal legislatore nazionale e non si configura in alcun modo come un condono o un favore a qualche categoria di privati cittadini. Resta inteso che in caso di presenza di vizi costruttivi o inottemperanze di legge di qualunque genere, i soggetti individuati dal D.P.R. 380/2001 mantengono i rispettivi profili di responsabilità in sede civile o penale.
Di seguito viene fornito un riscontro specifico per i differenti quesiti formulati.
Per quanto riguarda il quesito numero 1 si fa presente che l'abolizione dell'obbligo di "allegare" il certificato di collaudo acustico dell'edificio a fine lavori è motivata dalla necessità di rendere la normativa regionale aderente a quella nazionale,
A tal proposito si sottolinea che il testo allegato alla delibera si limita a modificare il testo delle precedenti direttive precisando che è facoltativo e non più obbligatorio allegare il certificato di collaudo acustico post operam dell'edificio costruito in sede di rilascio del certificato di agibilità in quanto, come già visto in premessa, tale certificato non è richiesto dal D.P.R. 380/2001.
In riferimento al quesito numero 2 si ribadisce che, come sopra già ricordato, l'asseverazione del direttore dei lavori circa la corretta esecuzione del progetto era già prevista nelle direttive emanate nel 2008 oltre che dalla legge. Pertanto la delibera non prevede di sostituire il collaudo acustico con l'asseverazione dal momento che il collaudo acustico costituisce un atto integrativo e non sostitutivo dell'asseverazione.
Per quanto riguarda il quesito numero 3 si evidenzia che la documentazione da richiedere in sede di rilascio dell'agibilità prevista nella delibera riflette quella prevista dalla legge nazionale (D.P.R. 380/2001).
Infine in merito al quesito numero 4 si fa notare che la delibera 50/4 non si discosta sostanzialmente da quanto proposto nel quesito, ad eccezione dell'obbligatorietà di allegare il certificato di collaudo acustico in sede di richiesta di agibilità in quanto, come già visto, tale documento non è espressamente richiesto dal D.P.R. 380/2001.
Si fa presente altresì che in caso di mancato rispetto dei requisiti minimi di legge, il ricorso alla classificazione serve soltanto a rilasciare l'agibilità dell'opera con le opportune annotazioni in merito alla classe acustica ed al mancato rispetto del D.P.C.M. 5/12/1997. Questo non costituisce una sanatoria nei confronti del vizio acustico, che permane, e pertanto una volta che il legislatore nazionale avrà eliminato la sospensione degli effetti del D.P.C.M. 5/12/1997 nei rapporti tra privati, sarà sempre possibile per il cittadino ricorrere in giudizio per gli eventuali vizi costruttivi riscontrati.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tatti sul futuro dei dipendenti della Società bonifiche sarde Spa in distacco all'Ente foreste della Sardegna, impiegati presso la pineta litoranea prospiciente il golfo di Oristano, concessa in comodato d'uso all'Ente foreste fino al 31 dicembre 2015. (600)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione, si rappresenta quanto segue.
Per un inquadramento generale della problematica si riportano le informazioni contenute nelle premesse della Deliberazione numero 66/39 del 23, 12.2015.
La Regione Sardegna, sin dall'approvazione del Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR), ha attivato, attraverso l'Ente Foreste della Sardegna, suo Ente Strumentale, una serie di azioni di difesa del suolo e di mitigazione degli effetti della desertificazione mediante interventi di gestione forestale. Con la predisposizione di uno specifico Programma, finanziato con i fondi della L. 183/89 e della Misura 1.3 del POR 2000 - 2006, sono stati attivati interventi finalizzati al recupero della funzionalità protettiva dei sistemi forestali esistenti con l'obiettivo primario della protezione e Conservazione del suolo.
L'attuazione del Programma è stata regolata da un Accordo Quadro siglato il 4 luglio 2007 e sottoscritto dallo stesso Assessorato Ambiente (Servizio tutela della natura e politiche forestali), dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e dall'Ente Foreste della Sardegna.
Con Deliberazione della Giunta Regionale numero 15/11 del 31.3.2009, nell'ambito dello stesso Accordo Quadro 2007, sono state inserite tra le azioni per la ricostituzione e il ripristino delle funzionalità protettive delle coperture forestali anche quelle di rinaturalizzazione dei popolamenti artificiali a prevalenza di conifere, dando l'avvio al "Piano Pluriennale di rinaturalizzazione di sistemi forestali semplificati a prevalenza di conifere in ambiti territoriali critici e fragili con riferimento al dissesto idrogeologico e al rischio di desertificazione", azione che attualmente costituisce una delle priorità gestionali nei complessi amministrati a diverso titolo dall'Ente Foreste della Sardegna.
Con la Deliberazione della Giunta Regionale numero 35/9 del 30.8.2011, l'azione pluriennale di recupero e ripristino della funzionalità protettiva dei sistemi forestali è stata estesa ai soprassuoli litoranei a prevalenza di conifere, ai quali oggi viene riconosciuta una forte valenza protettiva contro l'erosione costiera e una importante funzione paesaggistico-culturale.
Tra i complessi forestali inseriti nel "Programma per il recupero delle pinete litoranee con funzioni di stabilizzazione dunale e retrodunale" è presente anche il vasto complesso forestale dunale della "Pineta del Litorale di Arborea e Terralba", di proprietà della società SBS in liquidazione, al quale è riconosciuto, tra l'altro, un rilevante significato storico culturale in quanto elemento caratterizzante della bonifica integrale del Sassu.
Per l'attuazione del "Programma per il recupero delle pinete litoranee" la Giunta regionale, assegna una dotazione finanziaria di € 7.500.000 e individua l'Ente Foreste della Sardegna come soggetto incaricato della progettazione nonché della realizzazione degli interventi, in amministrazione diretta, con l'impiego di personale proprio appositamente distaccato, secondo le modalità regolate dal II Atto Aggiuntivo all'Accordo Quadro del 4.7.2007, sottoscritto nel dicembre 2012 dall'Assessorato della Difesa dell'Ambente, dal Corpo Forestale e di V.A. e dallo stesso Ente Foreste della Sardegna.
L'operatività dell'Ente Foreste della Sardegna all'interno della proprietà SBS prende avvio, nel luglio 2014, facendo ricorso ai lavoratori della stessa Società inseriti in un percorso di utilizzo definito in un programma triennale di interventi, redatto da EFS in coerenza con le finalità del "Programma Pinete litoranee".
Il Programma triennale ha previsto una concessione in comodato d'uso dei terreni, a titolo gratuito, per gli interventi progettati, regolata da una apposita "Convenzione per il distacco del personale della SBS in liquidazione" stipulata in data 1.7.2014.
Tale programma triennale è inizialmente sostenuto dalle risorse finanziarie disponibili sui fondi di cui all'articolo 3, comma 34, della legge regionale 15 marzo 2012, numero 6, che consente il riutilizzo delle risorse sussistenti nel bilancio regionale già destinate al cofinanziamento dei programmi Comunitari quali risorse addizionali per l'attuazione della strategia comunitaria in agricoltura.
L'agenzia regionale Argea è autorizzata alla erogazione di queste risorse che garantiscono lo svolgimento delle attività fino a settembre 2015.
Tutto ciò premesso, con la suddetta Deliberazione numero 66/39 del 23.12.2015 è approvata la proposta di utilizzo dei lavoratori della SBS presso l'Ente Foreste della Sardegna per il periodo ottobre 2015-dicembre 2016, nelle more della conclusione della procedura di liquidazione della Società SBS, con la quale potrà essere verificata la collocazione di detto personale avvalendosi dei fondi residui già nella disponibilità dell'Ente Foreste della Sardegna, regolati dal II Atto aggiuntivo 2012 dell'Accordo Quadro del 4.7.2007, per l'attuazione degli interventi di recupero funzionale dei sistemi forestali litoranei del Sinis-Arborea, ricompresi nel sopra citato Programma Pinete Litoranee.
Preme sottolineare che questo Atto, deliberato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore della difesa dell'Ambiente, nel consentire il proseguimento della gestione selvicolturale della Pineta di Arborea, risponde alle esigenze di salvaguardia del significato ambientale strategico del programma di recupero delle litoranee, nell'ottica di un approccio di solidarietà sociale nei riguardi dei lavoratori della Società SBS in liquidazione, investiti dalle ormai consuete problematiche di precarietà del lavoro.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Zanchetta - Gaia - Perra sulla necessità che l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente proceda con urgenza alla ridefinizione della graduatoria dei comuni beneficiari di contributi per interventi di aumento, manutenzione e valorizzazione del patrimonio boschivo (cantieri verdi), e a reperire le risorse necessarie per finanziare gli interventi in tutti i comuni la cui richiesta è stata istruita favorevolmente. (617)
In relazione ai vari quesiti formulati nell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla Direzione Generale della difesa dell'Ambiente, si rappresenta quanto segue.
In merito all'individuazione dei criteri per l'assegnazione dei punteggi, si rileva che la Determinazione numero 27458/948 del Servizio Programmazione, bilancio e controllo della Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente ha attuato in modo rigoroso le prescrizioni di cui all'avviso allegato alla DGR 54/20, che indicava il criterio riferito all'estensione territoriale delle aree in concessione all'Ente foreste o agli Ispettorati ripartimentali, senza distinguere tra aree pubbliche o aree private.
In particolare, si ricorda che, in virtù di quanto disposto dal citato art. 5, punto 3 dell'Avviso, l'assegnazione del punteggio riferito all'estensione territoriale risulta proporzionale all'estensione delle aree cedute in concessione all'Ente per le finalità in argomento.
In merito all'attribuzione del punteggio riferito allo stato di attuazione degli interventi, si rileva che la relativa attribuzione è stata disposta sulla base della documentazione trasmessa dai Comuni beneficiari alla Direzione Generale della difesa dell'Ambiente, tenuto conto degli esiti scaturiti nelle
stesse Comunicazioni.
In merito all'attribuzione di punteggio assegnato ai Comuni non beneficiari di precedenti interventi, da un'attenta lettura del testo è possibile evincere chiaramente che la Giunta Regionale ha espressamente disposto di estendere la partecipazione sia a quei Comuni della Sardegna che hanno già ricevuto contributi per la realizzazione di interventi di aumento, manutenzione e valorizzazione del patrimonio boschivo comunale, sia a quei Comuni che, pur in possesso dei requisiti, non sono stati finora destinatari di contributi in argomento e altresì che, in considerazione delle risorse disponibili, ha ritenuto dover introdurre, rispetto al passato, uno specifico criterio di efficienza che tenga conto, per i Comuni già beneficiari nelle precedenti annualità di tali tipologie di contributi, del grado di avanzamento dei lavori e della rendicontazione delle spese.
Stante la necessità di operare coerentemente con la ratio del citato provvedimento deliberativo (volto, si ribadisce, a consentire la partecipazione anche di nuovi Comuni al contributo di cui alle citate leggi regionali), l'adozione di un differente e opposto criterio da parte Servizio Programmazione, bilancio e controllo avrebbe reso vana la loro partecipazione nell'ipotesi di mancato riconoscimento della premialità "virtuale". Il mancato riconoscimento del punteggio in argomento, avrebbe generato un inevitabile e ingiustificata disparità di trattamento, stante l'evidente penalizzazione che i nuovi Comuni avrebbero dovuto subire e che non avrebbe consentito loro di fatto l'accesso ai finanziamenti, vanificando la previsione espressamente sancita nella Deliberazione della Giunta regionale in argomento.
In riferimento alla possibilità finanziamento di tutti i comuni ammessi, di cui alla sopracitata Determinazione numero 27458/948, tenuto conto delle limitate risorse a disposizione per le tematiche ambientali, potrà essere valutata tale opportunità solo dopo che il Consiglio Regionale avrà esitato la norma finanziaria.
Risposta scritta dell'assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Unali sulla prosecuzione delle attività del CNR, in Sassari. (626)
Il CNR e i suoi istituti localizzati sul territorio regionale, compreso quello di Sassari, sono titolati a partecipare a progetti di ricerca di base, attivati secondo le procedure di evidenza pubblica nelle diverse annualità di finanziamento della Legge Regionale numero7 del 7 agosto 2007 "Promozione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica in Sardegna", la cui gestione è in capo all'Assessorato della Programmazione.
Attraverso tale canale di finanziamento per le annualità 2010 e 2012 i ricercatori del CNR di Sassari, i cui progetti sono risultati idonei, hanno beneficiato di risorse finanziarie per un importo complessivo pari a euro 1.889 747 per le diverse aree di ricerca previste dal bando quali Scienze matematiche, informatiche, fisiche, chimiche e ingegneristiche, Scienze della terra e dell'ambiente, Scienze della vita, interessando vari istituti del Centro. Tali risorse hanno consentito di avviare progetti di ricerca innovativi che avranno certamente delle ricadute importanti sul territorio di riferimento.
Al di là di questa linea di finanziamento che vede il CNR concorrere insieme ad altri Enti di ricerca alle risorse disponibili, i contributi diretti al Centro afferiscono alle risorse nazionali in capo al MIUR.
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozione annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Forma, con richiesta di risposta scritta, sui corsi BLS-D per l'utilizzo dei defibrillatori semiautomatici riservati alle società e associazioni sportive dilettantistiche organizzati dall'Asl numero 3 di Nuoro.
La sottoscritta,
premesso che:
- il comma 11 dell'articolo 7 del decreto legge del 13 settembre 2012 numero 158 (cosiddetto decreto Balduzzi), coordinato con la legge di conversione 8 novembre 2012, numero 189, dispone garanzie sanitarie per i cittadini che praticano un'attività sportiva non agonistica o amatoriale mediante la dotazione e l'impiego, da parte delle società sportive professionistiche e dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici;
- il termine fissato al 20 gennaio 2016 per l'adeguamento a tali disposizioni è stato prorogato di ulteriori sei mesi, per il settore sportivo dilettantistico, con il decreto 11 gennaio 2016 del Ministro della salute, al fine di consentire, su tutto il territorio nazionale, il completamento delle attività di formazione degli operatori circa il corretto utilizzo dei defibrillatori semiautomatici; tale formazione deve essere effettuata da enti e soggetti accreditati dalle singole regioni.
considerato che:
- la Regione, con deliberazione della Giunta regionale numero 4/49 del 6 febbraio 2004, ha approvato le Linee guida per l'uso del defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) in ambiente extraospedaliero e ha stabilito che tutto il personale non medico che lo utilizza debba essere in possesso di idonea formazione validata e sistematicamente verificata dalla centrale operativa del 118 di riferimento;
- l'Assessorato regionale dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale, con determinazione dirigenziale datata 8 gennaio 2016, richiamando la circolare ministeriale del 20 maggio 2014 avente a oggetto "Indirizzi per il riconoscimento dei soggetti abilitati all'erogazione dei corsi di formazione, finalizzati al rilascio dell'autorizzazione all'impiego del DAE ai sensi del D.M. 18 marzo 2011" e l'accordo in sede di Conferenza permanente tra Stato e regioni del 30 luglio 2015 rileva l'opportunità di istituire una commissione regionale per la valutazione delle richieste di accreditamento dei centri di formazione abilitati allo svolgimento dei corsi BLS-D, nonché di predisporre il bando per l'acquisizione e la valutazione delle relative domande e, contestualmente, ribadisce le modalità operative cui tutti i soggetti formativi devono attenersi. In particolare, tutti i centri/enti di formazione che intendano dispensare corsi di BLS-D devono inoltrare apposita istanza ai direttori delle centrali operative del 118 della Regione cui compete la validazione per l'esecuzione dei corsi nel territorio regionale;
atteso che l'Asl numero 3 di Nuoro, in data 25 gennaio 2016, ha dato notizia sul proprio sito istituzionale dell'attivazione di corsi BLS-D riservati ai tesserati delle società e associazioni sportive dilettantistiche, aprendo le iscrizioni agli stessi,
chiede di di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale per sapere se l'Asl numero 3 di Nuoro si sia attenuta correttamente alle modalità operative previste dalla Regione per l'attivazione dei corsi BLS-D validi ai fini della formazione e certificazione abilitante all'uso del defibrillatore semiautomatico. (636)
Interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul programma di valorizzazione della Conservatoria delle coste per l'Isola dell'Asinara.
I sottoscritti,
premesso che:
- nel 2010 la Conservatoria delle coste ha attivato un complesso ed ambizioso programma di valorizzazione dell'Isola dell'Asinara, che per le sue caratteristiche morfologiche, geologiche, faunistico-floreali sia marine che terrestri, rappresenta la più importante scommessa per lo sviluppo turistico sostenibile della Sardegna nord-ovest;
- tale piano aveva come obiettivi strategici: organizzazione di servizi ed infrastrutture di sostegno al parco; potenziamento dello scenario di fruizione del parco; organizzazione dell'offerta ricettiva; valorizzazione del patrimonio storico-culturale;
- nel periodo giugno 2010 - giugno 2014 sono state eseguite le seguenti attività:
Attività preliminari:
- catalogazione e accatastamento degli immobili, con il ripristino delle condizioni di legalità sull'uso degli stessi;
- progettazione ed esecuzione lavori per il ripristino dell'asse viario Fornelli-Cala d'Oliva che prevede le aree di sosta lungo il tracciato per le visite guidate e la pedonalizzazione di Cala d'Oliva;
- gestione della concessione del campo boe composto da 63 gavitelli gestiti dalla Cormorano Marina di Porto Torres;
Attività Unità Cala d'Oliva:
- progettazione e affidamento a soggetto privato di un immobile per la realizzazione di un ristorante specializzato nella preparazione di menu a chilometri zero con i prodotti locali presso l'ex spaccio di Cala d'Oliva (conclusa);
- progettazione e affidamento tramite bando pubblico dell'ex direzione per la realizzazione di un albergo di 40 posti letto (attività sospesa dal Commissario);
- progettazione e affidamento ai pescatori del Golfo dell'Asinara di un immobile presso il borgo di Cala d'Oliva per la realizzazione di un ittiturismo per la valorizzazione del pescato locale (in corso);
- affidamento di un immobile per la realizzazione del Centro diving di Cala d'Oliva (conclusa);
- progettazione e affidamento di immobili siti nel borgo di Cala d'Oliva per realizzazione albergo diffuso di 80 posti (studio di fattibilità);
- recupero ed allestimento del braccio carcerario e della cella di Totò Riina (attività realizzata in collaborazione con il Parco e con l'Associazione LIBERA);
- progettazione per realizzazione Centro di documentazione Falcone Borsellino presso la stazione forestale Cala d'Oliva;
Attività Unità Trabuccato:
- concorso di progettazione internazionale e affidamento immobili dell'ex-diramazione di Trabuccato per realizzazione centro velico internazionale eco-sostenibile attraverso affidamento a soggetto privato tramite procedura di partenariato pubblico-privato (attività sospesa dal Commissario);
Attività Unità Campu Perdu:
- sistemazione area dedicata alle attività equestri (conclusa);
- chiosco amovibile per somministrazione di cibi e bevande a chilometri zero (conclusa);
Attività Unità Fornelli e Santa Maria:
- studio di fattibilità per l'individuazione di attività turistiche legate all'ippoturismo e all'agriturismo;
- chiosco amovibile per somministrazione di cibi e bevande a chilometri zero (conclusa);
Altre aree:
- recupero conservativo e valorizzazione della stazione semaforica di Punta Scorno attraverso il progetto MEDPHARES (finanziato da ENPI-CBC-MED);
- con delibera numero 21/28 del 12 giugno 2014 la Giunta regionale ha disposto la revoca del direttore esecutivo e la nomina di un commissario straordinario "per il tempo strettamente necessario alla riorganizzazione complessiva della struttura amministrativa della Regione e dell'Agenzia "Conservatoria della coste della Sardegna" in particolare, e, comunque, per un periodo non superiore a sei mesi";
- con delibera numero 50/27 del 16 dicembre 2014 la Giunta regionale ha stabilito "di prorogare all'Ing. Giorgio Onorato Cicalò l'incarico di commissario straordinario dell'Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna, con il compito di provvedere alla gestione dell'Agenzia per il tempo strettamente necessario all'approvazione del disegno di legge e, comunque, per un periodo non superiore a tre mesi";
- con la stessa delibera l'Esecutivo regionale ha approvato il disegno di legge concernente "Abrogazione dell'art. 16 della L.R. numero 2/2007 e trasferimento delle competenze all'Assessorato della Difesa dell'Ambiente";
- con delibera numero 10/26 del 17 marzo 2015 la Giunta regionale ha prorogato nuovamente l'incarico commissariale, con la scadenza, ormai divenuta solo un'espressione priva di senso, per il periodo strettamente necessario agli adempimenti indicati in premessa e, comunque, per un periodo non superiore a tre mesi;
- il 23 giugno 2015 (delibera numero 32/17) arriva infatti una nuova proroga per il periodo strettamente necessario agli adempimenti indicati in premessa e, comunque, per un periodo non superiore a sei mesi;
- alla fine del periodo, puntuale arriva con la delibera numero 67/32 del 29 dicembre 2015 la quarta proroga, per il periodo strettamente necessario agli adempimenti indicati in premessa e, comunque, per un periodo non superiore a sei mesi; si arriva così ad una durata complessiva di due anni dell'incarico commissariale, con un considerevole aggravio della spesa per l'Amministrazione regionale,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) quale sia lo stato dell'arte del programma di valorizzazione dell'Asinara predisposto ed avviato dalla Conservatoria delle coste prima dell'instaurazione del regime commissariale;
2) quale sia lo stato di avanzamento del Programma integrato di valorizzazione del patrimonio marittimo-costiero della Sardegna (approvato con delibera numero 19/45 del 14 maggio 2013) che è stato precursore a livello nazionale e internazionale di una politica virtuosa di valorizzazione del patrimonio di fari e stazioni semaforiche come dimostrato dal recente bando dell'agenzie del demanio "Valore Paese - FARI" pubblicato alla fine del 2015;
3) quale sia lo stato dell'arte delle altre iniziative programmate dalla Conservatoria delle coste;
4) quale sia l'indirizzo politico della Giunta regionale riguardo all'aggravio di spesa causato dalla continua proroga del regime commissariale. (637)
Interrogazione Orrù, con richiesta di risposta scritta, sulla possibile soppressione del punto nascite dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri e di un generale ridimensionamento dello stesso nosocomio.
Il sottoscritto,
premesso che:
- il presidio ospedaliero Antonio Segni di Ozieri, essendo ubicato in posizione baricentrica rispetto al centro-nord Sardegna, eroga indispensabili servizi di medicina specialistica a un bacino di oltre 70.000 cittadini sardi; peraltro, la qualità eccellente di alcuni servizi di medicina specialistica, quali quelli di oculistica, ortopedia e chirurgia, attirano, presso il nosocomio ozierese, fruitori da tutte le parti dell'Isola e della Penisola;
- una parte consistente della popolazione, che si avvale delle prestazioni mediche dell'ospedale Antonio Segni, risiede in un territorio montano geograficamente isolato e scarsamente collegato al resto della Sardegna sia nella quantità che nella qualità della rete stradale; una rete, quella viaria, risalente ai primi anni del Novecento che negli ultimi anni, a causa di pressoché inesistenti finanziamenti, è stata trascurata nell'ordinaria manutenzione e versa in condizioni fatiscenti; peggior sorte è stata riservata alla rete ferroviaria montana che, totalmente smantellata, oggi resta sospesa nella memoria degli anziani e obliata in quella delle nuove generazioni;
preso atto che, nell'ottica dell'imperante teoria della razionalizzazione della spesa, concepita e attuata a vari livelli di Governo, queste aree disagiate vengono puntualmente depredate di ciò che rimane dei servizi pubblici essenziali, mi riferisco, in modo particolare alla chiusura delle caserme dei carabinieri, alla soppressione degli sportelli postali e bancari, piuttosto che alla cancellazione o alla limitazione dei collegamenti pubblici; questo genere di tagli, operato in maniera lineare e poco razionale, interferisce negativamente sulla vita quotidiana dei cittadini che quelle terre le abitano garantendone il presidio e che, solo sulla carta, hanno parità di diritti civili e sociali rispetto al resto della popolazione sarda, diritti riconosciuti a livello costituzionale, ma costantemente limitati e resi problematici nella loro fruizione, da cervellotiche decisioni calate dall'alto;
accertato che la Giunta regionale, nell'ambito del riordino dell'assistenza ospedaliera, con deliberazione numero 38/12 del 28 luglio 2015, ha pedissequamente e passivamente recepito la riforma Lorenzin;
- nell'ottica di questa riforma e, in ottemperanza all'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 (il cosiddetto piano Fazio, prot. 137/CU), l'ospedale Antonio Segni di Ozieri è stato declassato e con esso le proprie funzioni a "stabilimento di base riabilitativo e ospedale di comunità";
- accertato, altresì, che sempre nel solco del riordino ospedaliero è stata istituita la "rete neonatologica e dei punti nascita" che prevede la soppressione di quelli sotto i 1.000 parti/anno, parametro successivamente rimodulato, proprio a causa delle difficoltà legate alla morfologia di determinati territori, attraverso la concessione di una deroga "che consente di conservare il punto nascita a condizione che lo stesso sia accreditato di un minimo di 500 parti/anno; tale rete è stata, a parere della Giunta regionale, considerata adatta alle esigenze della realtà sarda dimostrando, attraverso questo atto politico, che l'organo esecutivo sardo non conosce, affatto, le difficoltà e le esigenze del proprio territorio; infatti, nonostante la Giunta, nelle premesse della deliberazione, riconosca le particolari condizioni geomorfologiche della Sardegna ed evidenzi le difficoltà nei collegamenti tra le varie zone, ha ritenuto sufficiente un punto nascita per ciascun "Presidio ospedaliero di area omogenea"; nel distribuire le competenze per aree omogenee, in quella del "nord-ovest", la preferenza politica è andata all'ospedale di base di Alghero, declassando l'ospedale Antonio Segni di Ozieri e con esso il suo "punto nascita" che, su specifica segnalazione del Direttore generale dell'Azienda sanitaria di Sassari potrà essere "riconvertito" mantenendo non meglio precisati "specifici interventi di accoglienza e cura"; la decisione porta dritta a un dato incontrovertibile, la prevista soppressione di un punto nascita come quello di Ozieri non promuove né migliora la qualità, la sicurezza e l'appropriatezza degli interventi assistenziali nelle fasi prenatale e in quella post-partum del percorso nascita;
preso atto che la deliberazione della Giunta regionale numero 38/12 del 28 luglio 2015 ha utilizzato il potere di deroga ai parametri (1.000 parti/anno - 500 parti/anno), deliberando di mantenere attivi i punti nascita di Lanusei e di La Maddalena; un atto di imperio che dimostra, la chiara predilezione politica per determinati territori della Sardegna a discapito di altri come il Logudoro, il Goceano, il Meilogu e parte importante dell'attuale ex Provincia di Olbia-Tempio che, da sempre, hanno come unico riferimento l'ospedale Antonio Segni di Ozieri; è d'uopo rammentare, inoltre, che il Presidio ospedaliero di area omogenea di Alghero dista ben 82,7 km dalla stessa città di Ozieri, con un periodo di percorrenza stimato in 1h e 6 min per cui e facile immaginare il disagio e i pericoli a cui verranno sottoposte le puerpere e i nascituri;
rammentato, ancora una volta, che le popolazioni delle zone interne sono poste, dalla Costituzione italiana, a presidio di un territorio che, nel caso in esame, presenta notevoli difficoltà dal punto di vista dello sviluppo e della sicurezza sociale e che l'ennesimo taglio ha il solo significato di infliggere ulteriori sofferenze ai residenti e che persistere con ulteriori prevaricazioni politiche significa soltanto facilitare nelle coscienze delle nuove generazioni il senso di abbandono di uno Stato e di una Regione che li considera alla stregua di sudditi da gabellare; azioni politiche insensate che inducono la popolazione a migrare spopolando ulteriormente il territorio; al contempo, questo tipo di azioni determinano, solo sulla carta, presunti benefici di portata talmente residuale che non appaiono assolutamente in grado di arginare il dilagare della spesa sanitaria regionale né, tantomeno, di invertire la disastrosa rotta della spesa medica che ogni anno, compreso quello appena trascorso, tende sempre di più a un incremento;
rilevato, peraltro, che in tempi non troppo lontani i numeri del "punto nascita" dell'ospedale di Ozieri erano di ben altro tenore rispetto ai parametri richiesti dalla Giunta regionale, il sottoscritto ritiene che le cause del progressivo decadimento degli ultimi anni siano da ricercare altrove che non nel solo decremento demografico il quale, tra l'altro, è in pressoché costante ripresa nella Provincia di Sassari; infatti, alla data del 31 dicembre 2014, nel sassarese è stata registrata una popolazione di 334.715 abitanti con un incremento di 8.672 unità rispetto ai 328,043 abitanti registrati dall'ultimo censimento avvenuto in data 9 ottobre 2011; tutto ciò avviene in controtendenza rispetto alla maggior parte delle provincie ed ex provincie sarde che registrano costanti decrementi della popolazione negli ultimi anni;
considerato che, nella pur auspicabile ottica del superamento della spesa storica la politica regionale ha il dovere di riorganizzare la sanità pubblica assicurando, al contempo, i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), che a norma dell'articolo 117, comma 2, lettera m) del novellato dettato costituzionale devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale;
tenuto conto, inoltre, che al disagio e ai rischi delle partorienti, dei nascituri e delle famiglie costrette a intraprendere lunghi e rischiosi viaggi, si aggiungono le preoccupazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del punto nascita di Ozieri costretti in una condizione di semiprecarietà in quanto, data la loro specifica qualificazione, difficilmente potranno essere riconvertiti nello stesso ambito ospedaliero;
rilevato che la decisione dell'organo politico è stata avversata dalla popolazione coinvolta, la quale, pur avendo coscienza di essere vittima di astruse decisioni, non intende sacrificarsi sorridendo; una protesta diffusa che ha visto nascere comitati spontanei e apartitici contrari alle nuove disposizioni; nello specifico è appena partita una capillare raccolta di firme presso le popolazioni dei paesi interessati e, tra qualche settimana, la stessa sarà consegnata nelle mani del Presidente della Regione,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e della sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) se esista la volontà politica di superare gli squilibri del territorio nelle condizioni socio-sanitarie e rimodulare la deliberazione della Giunta regionale numero 38/12 del 28 luglio 2015, nella parte in cui prevede ridimensionamento dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri e la soppressione del relativo punto nascita, di vitale importanza per le popolazioni interne del sassarese;
2) le valutazioni di merito del Presidente della Regione ed esortare a procedere concretamente nel solco delle affermazioni fatte, dallo stesso, in occasione del seminario "Il futuro delle Regioni a statuto speciale alla luce della riforma costituzionale" svoltosi nella Sala della Regina di Montecitorio il 27 gennaio 2016, nella parte in cui ha dichiarato che nelle riforme connesse al federalismo fiscale "sarebbe stato saggio utilizzare un po' di differenziazione al posto di decisioni omogenee"; se l'auspicato principio della differenziazione vale nel rapporto Stato-Regione, spieghi il Presidente per quale motivo lo stesso principio non dovrebbe valere tra la Regione ed il suo territorio;
3) nello specifico e dettagliatamente, quali siano nella sostanza le "oggettive" differenze che hanno portato la Giunta regionale a prediligere i punti nascita di Lanusei e di La Maddalena, dei quali è prevista la conservazione, a discapito di altri, quali quello di Ozieri, che si intendono sopprimere;
4) se il competente Assessore regionale dell'igiene e della sanità e dell'assistenza sociale e il Presidente della Regione, siano a conoscenza delle ragioni che hanno portato al decadimento del punto nascita di Ozieri in un breve lasso di tempo, nonostante il notevole bacino di utenza e se, accertatene le ragioni, siano disposti a studiare soluzioni alternative al prospettato mero taglio lineare;
5) nella malaugurata ipotesi di concreta applicazione del dispositivo di cui alla deliberazione della Giunta regionale numero 38/12 del 28 luglio 2015, se l'Organo esecutivo regionale abbia piena contezza di quale sarà il costituzionale "livello essenziale delle prestazioni", che la decisione politica potrà garantire alle popolazioni interne del sassarese e in che cosa si concretizzi l'annunciata compensazione di un "sistema di trasporto adeguato".(638)
Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del progetto di ristrutturazione edilizia e restauro del complesso edilizio denominato "Ex alloggio dirigenti di Montevecchio" sito in località Montevecchio (Comune di Arbus).
I sottoscritti,
visto l'articolo 16 della legge regionale 29 maggio 2007, numero 2, col quale è stata istituita l'Agenzia "Conservatoria delle coste della Sardegna" ai fini della salvaguardia e tutela degli ecosistemi costieri, con compiti di gestione integrata di quelle aree costiere di particolare rilevanza paesaggistica ed ambientale, di proprietà regionale o poste a sua disposizione da parte di soggetti pubblici o privati e che, quindi, assumono la qualità di aree di conservazione costiera;
premesso che, con deliberazione del consiglio comunale di Arbus numero 26 del 4 giugno 2012, si è proceduto a dare mandato al sindaco e alla giunta comunale affinché si adoperassero per la predisposizione degli atti relativi all'affidamento in gestione all'ex alloggio dirigenti all'Agenzia regionale Conservatoria delle coste della Sardegna;
richiamata la scrittura privata sottoscritta in data 25 settembre 2012 tra il Comune di Arbus e l'Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna con la quale è stato affidato in gestione e contestualmente consegnato l'immobile "Ex alloggio dirigenti di Montevecchio" di proprietà dell'amministrazione comunale all'Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna;
rilevato che l'articolo 3 della scrittura privata prevede che l'immobile sarà adibito a eco-ostello per la qualificazione dell'offerta turistica locale attraverso il recupero, la gestione sostenibile e la messa in rete di immobili siti in aree costiere di particolare interesse paesaggistico-ambientale;
appreso che, con deliberazione della giunta comunale di Arbus numero 39 del 6 marzo 2014, è stato approvato il progetto definitivo redatto per conto dell'Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna dallo studio di progettazione Heliopolis 21 Architetti Associati, con sede in San Giuliano Terme (PI) dell'importo complessivo di euro 759.557,73 di cui euro 592.985,23 per lavori e oneri di sicurezza ed euro 166.572,5 per somme a disposizione della stazione appaltante che prevede i seguenti interventi:
"Recupero del fabbricato, originariamente destinato ad Alloggio dei Dirigenti, con l'intento realizzare al suo interno un Ostello della Gioventù (ai sensi della legge regionale numero 27 del 12.08.1998) e una Public House ovvero una struttura capace di inserirsi in un contesto naturale ed antropico ed allo stesso tempo di rappresentare un modello di efficiente gestione delle risorse energetiche. Si intendono realizzare quelle modifiche che consentano all'amministrazione di poter rifunzionalizzare gli spazi interni assegnando loro la destinazione di Ostello della Gioventù, che occupa parte del Piano Terra e tutto il livello superiore, e di Public House (PUB), per la parte del Piano Terra non destinata ad Ostello.
Le due attività previste, per quanto pensate in maniera da essere complementari l'una all'altra, così da garantire una maggiore completezza dell'offerta ludico-turistica, potranno anche essere gestite separatamente. Nello specifico l'intervento sarà così organizzato:
PIANO TERRA
Il livello risulterà suddiviso in due parti distinte ed indipendenti rispettando lo schema che storicamente ha distinto le due residenze cui esso era destinato: le funzioni di pertinenza dell'Ostello saranno ospitate nella parte Est del livello mentre la restante parte del livello ospiterà un locale destinato al pubblico svago dei ragazzi.
a) OSTELLO: saranno posizionate lungo il fronte principale le funzioni di rappresentanza e sul fronte posteriore quelle prettamente di servizio, entrambe servite da un elemento distributore centrale verso il quale le singole unità si affacciano.
FUNZIONI COLLETTIVE
- zona relax accoglienza e reception;
FUNZIONI DEDICATE ALL'OSPITALITÀ
- camere da letto;
- servizi igienici;
FUNZIONI GESTIONALI
- ufficio amministrazione;
- spogliatoio personale;
- camera personale;
- servizi igienici;
b) PUBLIC HOUSE: saranno posizionate lungo il fronte principale la sala principale con il servizio al banco, cui si aggiungono altre tre sale atte ad ospitare gli avventori, tutti spazi connessi alla parte destinata ai servizi igienici ed ai locali tecnici da un elemento distributore centrale verso il quale le singole unità si affacciano.
FUNZIONI COLLETTIVE
- sala principale:
- spazio pubblico;
- spazio bancone;
- sale secondarie;
- servizi igienici;
FUNZIONI GESTIONALI
- cucina e preparazione cibi;
- dispensa;
- zone filtro;
- spogliatoio personale;
- servizi igienici personale;
PIANO PRIMO
Il livello sarà completamente destinato ad accogliere le residenze degli ospiti, un totale di quattordici camere servite da tre blocchi di servizi igienici uno dei quali destinato ad un utilizzo privilegiato dei portatori di handicap; inoltre alcune delle camere godranno della possibilità di avere un affaccio tramite logge e balconi.
L'accessibilità ai vari livelli sarà garantita oltre che dall'utilizzo dei doppi corpi scala posti a cerniera dei lati corti dei fabbricato, anche dalla realizzazione di una piattaforma elevatrice che collocata nel vuoto del corpo scala Est sarà l'elemento di connessione dal livello seminterrato sino al primo fuori terra, favorendo, in tal modo, la completa fruibilità della struttura.
PIANO SEMINTERRATO
Questo livello sarà interessato esclusivamente da una parte della dotazione impiantistica, in termini di locali tecnici dedicati e di condotte di connessione tra le varie parti dei sistemi stessi.";
visto che:
- l'articolo 6 della scrittura privata prevede che prima di qualsiasi intervento nell'edificio dovrà essere acquisita la preventiva autorizzazione dell'amministrazione comunale e che, in tal senso, lo stesso Comune di Arbus si è espresso l'ultima volta sull'approvazione del progetto definitivo proposto dall'Agenzia Conservatoria delle coste quasi due anni fa;
- con deliberazione della Giunta regionale numero 21/18 del 12 giugno 2014 si è provveduto al commissariamento dell'Agenzia regionale della Conservatoria delle coste;
ritenuto che si riscontri un gravissimo ritardo nell'espletamento della procedura di approvazione del progetto esecutivo e nella conseguente realizzazione dei lavori in questione,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) se siano a conoscenza del grave ritardo in cui giace la fase progettuale e la conseguente realizzazione dei lavori di ristrutturazione edilizia e restauro del complesso edilizio denominato "Ex alloggio dirigenti di Montevecchio" in località Montevecchio (Comune di Arbus) in capo all'Agenzia regionale Conservatoria delle coste;
2) se non ritengano che la responsabilità di tale ritardo sia addebitabile alla scelta della Giunta regionale di commissariare la suddetta agenzia regionale dallo scorso giugno 2014 facendo regnare tutt'oggi l'incertezza delle sue funzioni e del suo futuro;
3) quali iniziative intendano porre in essere per la soluzione della problematica suesposta. (639)
Interrogazione Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sul progetto di sviluppo "Sistema lago Coghinas".
I sottoscritti,
visto il Progetto interprovinciale per la creazione del sistema "lago Coghinas" (recupero, rilancio e sviluppo), elaborato dal Comune di Tula a seguito di diversi incontri tenutisi fra le amministrazioni comunali di Tula, Ozieri e Berchidda, le due amministrazioni provinciali e con la partecipazione degli enti che hanno interessi nella zona (Enel, Abbanoa, Arpas, Corpo Forestale, Ente foreste, ecc), dai quali è emersa una chiara presa di coscienza sull'opportunità di fare fronte comune per la valorizzazione del lago del Coghinas, al fine di recuperare, rilanciare e far sviluppare detto territorio ai fini ambientali ed ecocompatibili, turistici, sportivi, ricettivi, ricreativi e agroalimentari;
vista la nota numero 7374 del 16 ottobre 2013 del Presidente della Regione inviata ai Comuni di Tula, Ozieri e Berchidda, con la quale si trasmette il "Protocollo d'intesa sistema lago Coghinas per lo sviluppo locale dell'area del lago Coghinas", siglato il 10 ottobre 2013 dalla Regione, rappresentata dal Presidente e dai tre sindaci dei comuni sopracitati, con il quale vengono formalizzate tra i soggetti sottoscrittori la programmazione di azioni e interventi congiunti, gli obiettivi e le modalità attuative per rendere più efficienti ed efficaci gli interventi a favore dello sviluppo locale; il piano ha lo scopo di riposizionare e rafforzare il patrimonio identitario ambientale e territoriale, il turismo e l'agricoltura, in coerenza con gli obiettivi indicati dal Programma regionale di sviluppo della Regione, e delle linee guida tracciate a livello nazionale ed europeo in ambito di programmazione a finalità strutturale e di crescita Europa 2020 e di rendere, inoltre, più efficienti ed efficaci gli interventi a favore dello sviluppo locale, integrando idonee azioni di marketing territoriale, di politiche agricole, turistiche ambientali, di politiche per le imprese, l'innovazione e la ricerca;
preso atto che, con la deliberazione numero 2/23 del 22 gennaio 2014 della Regione, avente per oggetto Indirizzi per l'attuazione del protocollo d'intesa tra la Regione autonoma della Sardegna e i comuni di Tula, Berchidda e Ozieri e del progetto di sviluppo "Sistema lago Coghinas", che richiamando il Protocollo d'intesa che la Regione e i comuni di Tula, Berchidda e Ozieri hanno sottoscritto il 10 ottobre 2013, allegato alla deliberazione, riguardo al rilancio di una politica di sviluppo locale orientata alla promozione e valorizzazione del sistema delle eccellenze locali, delle vocazioni e dell'identità del territorio, il conseguimento della certificazione EMAS o IS014001, lo sviluppo della diffusione del consumo ecosostenibile, la realizzazione di una rete degli esercizi ricettivi e degli operatori del turismo, la realizzazione di un sito internet a servizio della rete degli esercizi ricettivi, la promozione delle attività produttive e turistiche, la promozioni e l'incentivazione per il recupero di edifici ubicati nei centri storici, tramite un partenariato pubblico privato", la valorizzazione del settore sportivo e nautico esistente, promuovendo la nascita di nuove discipline, la promozione e l'attuazione dei servizi alle imprese e dell'innovazione tecnologica, la promozione della trasformazione delle aree industriali e artigianali in aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA), la sperimentazione di soluzioni innovative che ottimizzino la distribuzione delle merci, la creazione di strutture e di servizi avanzati, per rafforzare il sistema delle piccole e medie imprese (PMI), promovendo la nascita di nuove attività e la loro crescita dimensionale;
considerato che l'articolo 7 del Protocollo d'intesa, impegna la Regione a:
- prendere atto e condividere l'istanza dei soggetti promotori (Comuni di Tula, Berchidda e Ozieri) del Progetto di sviluppo " Sistema lago Coghinas";
- formalizzare la costituzione e l'avvio del tavolo di coordinamento " Sistema lago Coghinas";
- sovrintendere il tavolo recependo bisogni, vincoli, obiettivi e criticità al fine del buon esito dell'iniziativa;
- identificare gli assessorati regionali competenti e le modalità-processi che consentono di ridurre i tempi procedurali per la realizzazione degli obiettivi del Protocollo d'intesa secondo le procedure stabilite dalla normativa vigente in materia;
vista la nota numero 3267 del 2 luglio 2014 inviata alla Regione a cura del Comune di Tula, riguardante la richiesta di avvio del tavolo di coordinamento progetto di sviluppo "Sistema lago Coghinas", alla data odierna non ancora riscontrata;
considerato che tale progetto, a tutt'oggi completamente fermo, riveste un ruolo propulsivo per l'economia e la valorizzazione dei territori nel nord della Sardegna, che favorirebbe lo sviluppo di numerose attività produttive della zona, e che lo stesso riunisce tutti i requisiti richiesti e pubblicizzati dall'attuale Giunta regionale per i progetti dalla stessa portati avanti sino a oggi,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere:
1) se siano a conoscenza del Protocollo d'intesa e, eventualmente, del ritardo relativo alla realizzazione degli indirizzi previsti nello stesso;
2) per quale motivo non si è ancora intervenuti per una verifica puntuale della situazione;
3) quali siano le motivazioni di tale ritardo;
4) se hanno intenzione di porre in essere un immediato intervento affinché la situazione venga sbloccata. (640)
Interrogazione Orrù, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi di pubblicazione della graduatoria definitiva del concorso straordinario per soli titoli per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione.
Il sottoscritto,
premesso che:
- nel decreto legge 24 gennaio 2012, numero 1, convertito con modificazioni nella legge numero 27 del 2012 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività), ai sensi dell'articolo 11 è previsto il potenziamento del servizio di accesso alla titolarità delle farmacie;
- con la nuova normativa si vuole favorire l'accesso alla titolarità delle farmacie da parte di un più ampio numero di aspiranti, aventi i requisiti di legge, nonché favorire le procedure per l'apertura di nuove sedi farmaceutiche garantendo al contempo una più capillare presenza sul territorio del servizio farmaceutico: una farmacia ogni 3.300 abitanti, consentendo l'apertura di una ulteriore farmacia qualora la popolazione sia superiore al 50 per cento del parametro stesso (1.651 abitanti);
considerato che le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, al fine di rendere esecutiva la legge numero 27 del 2012, ai sensi dell'articolo 11, comma 2, hanno bandito un concorso straordinario per titoli ed esami per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione;
accertato che la Regione autonoma della Sardegna, in data 5 febbraio 2013, ha approvato e indetto il bando di concorso pubblico straordinario, per soli titoli, per la copertura di 90 sedi farmaceutiche di nuova istituzione e per quelle resesi vacanti;
tenuto conto che il presidente della commissione, con nota prot. numero 15446 del 12 giugno 2014, ha trasmesso al Direttore del servizio della medicina di base, specialistica, materno infantile, residenziale, riabilitativa e dell'assistenza farmaceutica i fascicoli di tutti i candidati esaminati, i verbali di tutte le sedute della commissione e la graduatoria di merito riferita alle 1.212 candidature, dal punteggio massimo riportato di punti 47 al punteggio minimo riportato di punti 0, con l'indicazione del posto in graduatoria di ogni singola candidatura, il protocollo, il cognome e nome del referente della candidatura;
preso atto che, nonostante quanto sopra, la graduatoria provvisoria del concorso è stata pubblicata solo il 30 giugno 2015;
rilevato che l'iter concorsuale è ormai terminato in diverse regioni e che le prime farmacie hanno già cominciato ad operare;
considerato che l'apertura delle nuove sedi farmaceutiche, oltre che potenziare il servizio al cittadino con maggior capillarità sul territorio e raggiungere gli obiettivi in sé della legge numero 27 del 2012, articolo 11, in termini di sviluppo economico, genererà un indotto lavorativo coinvolgendo numerose imprese locali e nazionali collegate al comparto farmaceutico (società multi-servizi, studi professionali di consulenza, arredatori, artigiani) che immediatamente hanno mostrato forte interesse agli sviluppi di questo concorso;
rammentato che il comma 9 dell'articolo11 della legge numero 27 del 2012 sancisce che, in caso di inadempienza da parte delle regioni, il Consiglio dei ministri esercita i poteri sostitutivi di cui all'articolo 120 della Costituzione e con nomina di un apposito commissario provvede, in sostituzione dell'amministrazione inadempiente, all'espletazione delle procedure concorsuali,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) il motivo del grave rallentamento del procedimento concorsuale che, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe già essersi concluso;
2) le intenzioni della Giunta regionale su come affrontare la situazione e dare, come fatto da altre regioni, una risposta concreta a tutti gli aspiranti, per lo più giovanissimi, titolari di farmacia;
3) i motivi per i quali la Regione autonoma della Sardegna ritarda la nascita delle 90 nuove sedi farmaceutiche considerato l'indotto lavorativo che ne scaturirebbe. (641)
Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sull'esigenza di trasferire il centro prelievi di Sassari, ora situato in via Tempio, al quartiere Li Punti.
Il sottoscritto,
premesso che:
- nella città di Sassari sono presenti 3 centri di prelievo convenzionati con l'ASL, uno in via Monte Grappa, uno presso il poliambulatorio Conti e l'altro in via Tempio;
- i cittadini che usufruiscono dei servizi sanitari nei tre centri sono circa 300;
- i locali che ospitano il centro prelievi di via Tempio non risultano essere assolutamente idonei per il normale svolgimento del servizio;
- secondo il decreto legislativo 9 aprile 2008, numero 81, il datore di lavoro ha l'obbligo di prestare particolare riguardo di fronte ai rischi cui è sottoposto il lavoratore durante lo svolgimento delle sue mansioni;
considerato che:
- il territorio compreso tra le zone di i Monti, Latte Dolce, Sant'Orsola, Li Punti e il popolosissimo Agro risulta scoperto del fondamentale servizio di assistenza sanitaria;
- il territorio ospita infatti circa il 40 per cento del totale degli abitanti della città di Sassari e i cittadini bisognosi di usufruire del servizio prelievi sono attualmente costretti a recarsi, affrontando pesanti disagi dovuti alle notevoli distanze e all'insufficienza del servizio di trasporto pubblico, al centro di via Tempio;
evidenziato che:
- i locali del centro prelievi di via Tempio risultano gravemente inadeguati alla funzione sanitaria cui sono destinati, inidonei sia dal punto di vista strutturale, sia per quanto riguarda le condizioni igieniche per i pazienti e per gli addetti ai lavori, nonché carenti persino nella dotazione di presidi indispensabili quali lettighe, materiale di primo soccorso e apparecchiature varie, contravvenendo pertanto a quanto disposto nel decreto legislativo numero 81 del 2008;
- i residenti nei quartieri di Latte Dolce, i Monti, Sant'Orsola e Li Punti si trovano a essere gravemente penalizzati a causa della difficoltà a raggiungere il centro di via Tempio;
- presso la sede della circoscrizione del quartiere di Li Punti sono già stati individuati, dalle competenti autorità, locali idonei ad ospitare adeguatamente il servizio prelievi;
- tale soluzione solleverebbe da non pochi disagi gran parte degli utenti appartenenti in gran parte a una fascia d'età avanzata e a coloro che, affetti da invalidità, avrebbero la possibilità di parcheggiare vicino al centro sanitario, con notevole risparmio di tempo e costi,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere quali azioni intenda avviare nel più breve tempo possibile, al fine di soddisfare le legittime richieste della popolazione riguardo allo spostamento del centro prelievi da via Tempio al quartiere Li Punti, così da garantire una più adeguata fruizione del servizio sanitario, a tutela del fondamentale diritto alla salute soprattutto dei cittadini più deboli e bisognosi di assistenza. (642)
Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione delle associazioni ONLUS dalla gara a procedura aperta numero 6273296, promossa dalla ASL numero 7 di Carbonia in merito all'affidamento del servizio di cattura, ritiro e trasferimento dei cani randagi in tutti i comuni del Sulcis Iglesiente.
I sottoscritti,
premesso che l'Azienda sanitaria locale numero 7 di Carbonia, con gara numero 6273296, intende avviare la procedura aperta per l'affidamento triennale del servizio di cattura, ritiro e trasferimento dei cani randagi nei 23 comuni del Sulcis Iglesiente, compresi nell'ambito territoriale dell'ASL;
accertato che l'articolo 2 del bando intitolato "Requisiti necessari per la partecipazione alla gara" ammette in modo esplicito le imprese in possesso di iscrizione al registro della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, per l'attività inerente l'appalto da eseguire, escludendo dalla partecipazione, in maniera evidente, le associazioni ONLUS;
osservato che l'articolo 4 rubricato "Durata e importo del contratto" prevede una durata dell'affidamento di 36 mesi e che l'importo presunto annuo del servizio è di euro 35.000 (IVA esclusa), per una spesa complessiva di euro 105.000 a base d'asta;
valutato che l'allegato alla delibera della Giunta regionale numero 17/39 del 27 aprile 2010 (Direttive in materia di lotta al randagismo e protezione degli animali d'affezione, Legge regionale numero 21 del 18.5.1994), al punto 6.3 "Convenzione, costi", sancisce che per l'esecuzione materiale delle catture, la ASL può avvalersi di soggetti privati o associazioni di volontariato, previa pubblicizzazione delle manifestazioni di interesse;
ricordato che in materia si è espresso inoltre il Consiglio di Stato, il quale con la sentenza numero 387/2013 del 23 gennaio 2013, afferma che l'assenza di fine di lucro delle associazioni nulla osta alla partecipazione ad appalti pubblici; la giurisprudenza ha quindi affermato che esse possono essere ammesse alle gare pubbliche quali "imprese sociali", a cui il decreto legislativo 24 marzo 2006, numero 155, ha riconosciuto la legittimazione ad esercitare in via stabile e principale un'attività economica organizzata per la produzione e lo scambio di beni o di servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità d'interesse generale, anche se non lucrative;
rilevato che nel territorio in questione sono presenti numerose associazioni di volontariato senza scopo di lucro, che mettono a disposizione della comunità tempo, professionalità e passione, in favore del ricovero, assistenza medica, nonché della tutela dei diritti degli animali; alcune di queste associazioni tra cui la sezione di Carbonia della Lega nazionale per la difesa del cane, hanno manifestato da tempo l'interesse e la volontà di mettersi a disposizione del servizio veterinario della ASL in questione, per la prevenzione al randagismo, per la predisposizione di un numero per le emergenze, nonché per tutte le attività relative il soccorso, il ricovero, l'esecuzione delle cure mediche e l'identificazione mediante inserimento di microchip dei cani ricoverati;
sottolineato che tali prestazioni verrebbero esercitate dalle associazioni di volontariato e ciò implica un drastico abbattimento dell'importo del contratto, pur mantenendo, o addirittura incrementando, la qualità e l'efficacia degli interventi svolti, in favore delle comunità dei 23 comuni inclusi dal bando di gara in esame;
rammentato che una delle priorità delle comunità e della politica, consiste nell'obiettivo di una continua razionalizzazione della spesa pubblica, nel miglioramento dei servizi offerti al pubblico, congiuntamente agli obiettivi amministrativi, di efficacia, efficienza, economicità, buon senso, trasparenza e pubblica partecipazione;
preso atto quindi che la decisione di escludere le associazioni di volontariato dal bando di gara è un atto che ignora la funzione di aziende di erogazione sancita dal Codice civile; dimentica la personalità giuridica che consente loro di esercitare le funzioni economiche e sociali enunciate dagli statuti associativi ed inoltre viola le funzioni economiche già citate dalla sentenza del Consiglio di Stato;
considerato che la loro esclusione viola infine i principi contenuti nella legge 2 settembre 1990, numero 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), con l'oblio dei principi di sussidiarietà, trasparenza, efficacia, efficienza e pubblica partecipazione, a danno dei volontari e dei cittadini del Sulcis Iglesiente, nonché dei sardi, a causa di una spesa prevista eccessiva,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per:
1) conoscere le cause e le motivazioni dell'esclusione delle associazioni ONLUS operanti nel territorio citato e già convenzionate con il Comune di Carbonia;
2) chiedere la modifica dell'articolo 2 "Requisiti" del bando di gara, a favore dell'estensione alle associazioni;
3) applicare la sentenza del Consiglio di Stato numero 387 del 23 gennaio 2013 e l'allegato alla delibera della Giunta regionale numero 17/39 del 27 aprile 2010;
4) garantire la pubblica partecipazione al bando di tutti coloro che manifestino l'interesse e che dimostrino il potenziale tecnico per poter soddisfare i requisiti del bando, in favore dei principi amministrativi e nel rispetto della razionalizzazione della spesa pubblica. (643)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in relazione alla mancata autorizzazione da parte della Regione all'apertura dell'idroscalo sul lago di Monte Pranu, sito nel Comune di Tratalias, volto alla valorizzazione delle acque interne e a dare avvio a un possibile volano per lo sviluppo turistico nel Sulcis Iglesiente.
Il sottoscritto,
premesso che, con deliberazione della Giunta comunale del Comune di Tratalias numero 117 del 29 dicembre 2011 è stato approvato il progetto preliminare denominato "Sistema idroscalo del Sulcis", progetto preliminare di realizzazione di una base per idrovolanti Tratalias-Lago di Monte Pranu;
sottolineato che, con deliberazione della Giunta provinciale numero 172 del 12 settembre 2012, è stato adottato l'atto di indirizzo sulla ripartizione delle risorse in relazione al "Progetto integrato di infrastrutturazione e di sviluppo imprenditoriale della nautica da diporto e di valorizzazione degli approdi minerari (Asse III, Linee di Intervento 3.1 e 3.2 del Piano di sviluppo strategico provinciale). Secondo atto di indirizzo e programmazione delle risorse", secondo cui la Provincia di Carbonia Iglesias e il Comune di Tratalias si impegnano a procedere congiuntamente alla progettazione di un pontile per idroscalo presso la diga di Monte Pranu, in località Monte Pranu, nel comune di Tratalias, in una strategia di sinergie e di integrazione delle rispettive risorse organizzative;
ricordato che:
- il Comune di Tratalias, grazie ai fondi dell'ex Provincia e inseriti nel Piano Sulcis, ha già realizzato un piazzale per l'alaggio degli idrovolanti;
- manca ancora da parte della Regione, per mezzo dell'ENAS (Ente acque della Sardegna), la concessione dell'area demaniale in oggetto (richiesta del 19/06/2015 prot. numero 2469) al fine di individuare il soggetto gestore e completare gli ultimi interventi come la messa in opera del pontile galleggiante, fondamentale per permettere l'attracco degli idrovolanti in transito provenienti da altre parti d'Italia o della Sardegna, che possono dare un valido contributo all'incremento turistico delle zone interne, grazie alla valorizzazione delle acque interne e dei territori circostanti;
osservato che l'investimento complessivo per la realizzazione dell'idroscalo, composto dal piazzale di alaggio e il pontile galleggiante, è di euro 100.000 da realizzarsi nel triennio 2012/2015; a oggi la struttura parzialmente completata, non può entrare in funzione a causa della mancata autorizzazione da parte della Regione;
rammentato che il suddetto progetto è già stato collaudato lo scorso maggio in collaborazione con l'aeroclub di Como, che ha inoltre confermato la bontà dell'iniziativa;
annotato che l'idroscalo sarebbe la prima idrosuperficie in acqua dolce della Sardegna, risultando un primo banco di prova su scala regionale, su cui poi è possibile svolgere numerose attività quali, canoa, canottaggio, vela, pesca sportiva, solo per citare alcuni esempi, che fungono da fondamentali animatori per le aree interne;
preso atto che il Sulcis Iglesiente vuole perseguire una rinascita del proprio sistema economico, grazie alle iniziative provenienti dai cittadini, che intendono valorizzare in modo integrato il proprio territorio, promuovendo le vocazioni autoctone, il patrimonio ambientale e paesaggistico, mediante attività che risultino essere di importante attrazione per il settore turistico, con particolare focalizzazione all'opportunità di destagionalizzare i flussi e creare rete tra imprese e operatori locali;
valutato che il Comune di Tratalias e l'ex Provincia di Carbonia-Iglesias, con la sottoscrizione della delibera numero 176 del 2012, ai sensi dell'articolo 15 della legge numero 241 del 1990 e del decreto legislativo numero 267 del 2000, intendono permettere di scommettere su queste nuove forme di turismo sostenibile e dare quindi l'opportunità di costruire un'offerta turistica differente, che sia capace inoltre di comunicare con le infrastrutture, quali aeroporti già esistenti, per un più agevole trasferimento dei flussi verso quelle zone che sono ancora poco valorizzate, ma che hanno tanto da offrire;
evidenziato che tra i proponenti del sistema "Idroscalo del Sulcis" sono presenti figure professionali che hanno maturato grandi esperienze all'interno di compagnie aeree di linea e che oggi vogliono mettere a disposizione del territorio le proprie competenze e la propria passione, in favore di un'opportunità che il Sulcis Iglesiente e le sue amministrazioni, desiderano sfruttare,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) quali urgenti iniziative intenda assumere per ottenere l'autorizzazione da parte dell'Ente acque della Sardegna circa il pontile galleggiante;
2) se non appaia opportuna un'azione rapida da parte della Regione per impedire che si verifichi un ulteriore inutile spreco di risorse pubbliche;
3) se non sia necessario accelerare le procedure in vista dell'imminente stagione estiva per dare avvio ad iniziative spontanee che intendono favorire il turismo integrato sostenibile, in aree interne della nostra regione. (644)
Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi di pubblicazione della graduatoria definitiva del concorso straordinario per titoli per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione.
Il sottoscritto,
premesso che nell'articolo 11 (Potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica, accesso alla titolarità delle farmacie e disciplina della somministrazione dei farmaci e altre disposizioni in materia sanitaria) della legge numero 27 del 2012 (Disposizioni urgenti in materia di concorrenza, liberalizzazioni ed infrastrutture) si legge quanto segue:
"1. Al fine di favorire l'accesso alla titolarità delle farmacie da parte di un più ampio numero di aspiranti, aventi i requisiti di legge, nonché di favorire le procedure per l'apertura di nuove sedi farmaceutiche garantendo al contempo una più capillare presenza sul territorio del servizio farmaceutico, alla legge 2 aprile 1968, numero 475, e successive modificazioni, sono apportare le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 1, il secondo e il terzo comma sono sostituiti dai seguenti: «Il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 3.300 abitanti.
La popolazione eccedente, rispetto al parametro di cui al secondo comma, consente l'apertura di una ulteriore farmacia, qualora sia superiore al 50 per cento per parametro stesso»";
considerato che in ottemperanza della legge numero 27 del 2012 le regioni e le Provincie autonome di Trento e di Bolzano hanno bandito un concorso straordinario, per soli titoli, per la copertura di 90 sedi farmaceutiche di nuova istituzione e per quelle resesi vacanti;
preso atto che:
- con determinazione numero 46 del 25 gennaio 2013 la Regione ha approvato il bando di concorso straordinario per soli titoli per l'assegnazione delle 90 sedi farmaceutiche;
- dopo lungo iter burocratico la Regione, con determinazione numero 673 del 30 giugno 2015, ha approvato la graduatoria provvisoria del concorso;
considerato ulteriormente che:
- la graduatoria provvisoria è oggetto di modifica sia a seguito dei controlli in corso da parte degli uffici dell'amministrazione, sia a seguito di eventuali altre correzioni di punteggio su istanza di parte, da presentare entro trenta giorni dalla pubblicazione della stessa sul BURAS;
- la legge 27 del 2012, al comma 9, sancisce che, in caso di inadempienza da parte delle regioni, il Consiglio dei ministri esercita i poteri sostitutivi e nomina un apposito commissario al fine dell'espletamento delle procedure concorsuali;
accertato che in altre regioni l'iter concorsuale è stato concluso con l'assegnazione delle sedi e le farmacie hanno già iniziato ad operare, mentre in Sardegna, a tutt'oggi, la graduatoria definitiva non risulta ancora pubblicata;
al fine di raggiungere in tempi brevi gli obiettivi della legge numero 27 del 2012 e sbloccare una situazione che sta gravando su tutti coloro hanno riposto delle aspettative sul concorso in questione,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali siano le cause che rallentano la conclusione dell'iter burocratico e la definizione della graduatoria definitiva, e quali strategie intendano porre in essere al fine di superare questa situazione di empasse,
2) se abbiano considerato il fatto che questa situazione di stallo arreca solo danni all'intera società; il servizio farmaceutico è un patrimonio per la comunità, sia sotto l'aspetto economico, in grado di creare un forte indotto, che soprattutto sociale, perché svolge un servizio socio-sanitario in grado di dare risposte concrete alle nuove esigenze dei cittadini che ripongono nel farmacista la propria fiducia, quotidianamente confermata grazie alla professionalità e grande umanità del farmacista. (645)
Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'impossibilità in Sardegna di vendita online di medicinali senza obbligo di prescrizione (art. 112 quater del decreto legislativo 24 aprile 2006, numero 219).
Il sottoscritto,
premesso che l'articolo 112 quater del decreto legislativo 24 aprile 2006, numero 219, prevede la possibilità, esclusivamente per chi effettua la vendita al pubblico, farmacie ed esercizi commerciali di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006, numero 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, numero 248, di espletare fornitura a distanza al pubblico dei medicinali senza obbligo di prescrizione mediante i servizi della società dell'informazione, quali definiti dalla legge 21 giugno 1986, numero 317;
considerato che il succitato articolo 112 quater, in particolare, prevede che le farmacie e gli esercizi commerciali intenzionati a utilizzare tale canale di vendita siano autorizzati dalla regione o dalla provincia autonoma ovvero dalle altre autorità competenti, individuate dalla legislazione delle regioni o delle province autonome;
constatato che la procedura finalizzata all'avvio dell'attività di vendita online si articola in due distinte fasi consecutive: la prima, concernente la richiesta di autorizzazione, gestita dall'autorità territorialmente competente e la seconda, relativa alla registrazione e all'ottenimento del logo identificativo nazionale, curata dal Ministero della salute;
rilevato che il Ministero della salute, con proprio decreto del 6 luglio 2015, ha predisposto il logo identificativo nazionale per la vendita online dei medicinali senza obbligo di prescrizione;
appurato che alcune regioni italiane hanno prontamente disciplinato modalità e termini per il rilascio dell'autorizzazione alla vendita online, così come previsto dal Ministero della salute;
appreso che, al contrario, la Regione non ha ancora provveduto a dare le opportune indicazioni sul rilascio dell'autorizzazione regionale, propedeutica all'ottenimento del logo identificativo nazionale, nonostante la richiesta di Federfarma,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) se non ritengano di dover provvedere con sollecitudine a disciplinare modalità e termini per il rilascio anche in Sardegna dell'autorizzazione alla vendita online dei medicinali senza obbligo di
prescrizione, al fine di permettere anche alle farmacie e parafarmacie isolane di competere a pari condizioni nel mercato nazionale ed europeo. (646)
Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sul conferimento degli incarichi di coordinamento delle unità organizzative e per le attività di alta professionalità, studio e ricerca presso l'Agenzia Laore Sardegna.
I sottoscritti,
premesso che nello scorso mese di settembre 2015 il direttore generale dell'Agenzia Laore Sardegna, con le determinazioni numero 73/2015 e 74/2015, ha conferito incarichi di coordinamento delle unità organizzative fino al 3 settembre 2017 ed incarichi per le attività di alta professionalità, studio e ricerca, fino al 31 dicembre 2015;
considerato che, con la determinazione numero 10/2016 del 1° febbraio 2016, il direttore generale ha provveduto ad una nuova attribuzione degli incarichi per le attività di alta professionalità, studio e ricerca fino al 3 settembre 2017;
tenuto conto che esiste un alto livello di conflittualità tra il direttore generale, le diverse organizzazioni sindacali, e numerosi lavoratori per via dell'affidamento di incarichi a tecnici diplomati, nonostante la presenza di funzionari laureati esperti nella materia oggetto degli incarichi;
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere se:
1) siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) non ritengano di dover verificare, con il direttore generale dell'Agenzia Laore, i criteri che hanno determinato le scelte di conferimento degli incarichi di coordinamento delle unità organizzative e degli incarichi per le attività di alta professionalità, studio e ricerca fino al 3 settembre 2017;
3) corrisponda al vero che in alcuni casi di attribuzione degli incarichi siano stati scelti funzionari con titolo di diploma, a discapito di quelli in possesso del titolo di laurea;
4) non ritengano di dover intervenire, per quanto di competenza, per evitare danni all'Amministrazione derivanti da eventuali ricorsi da parte del personale dell'agenzia regionale. (647)
Interrogazione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla riorganizzazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.
I sottoscritti,
premesso che:
- con la determinazione numero 899 del 21 dicembre 2015 avente per oggetto "Approvazione proposta di regolamento per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna", il Direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna ha approvato la proposta di regolamento per l'ordinamento interno dei servizi e ha adottato la dotazione organica e la relativa programmazione del fabbisogno del personale;
- con la determinazione numero 9 del 13 gennaio 2016 avente per oggetto "Dotazione organica e programmazione triennale del fabbisogno di personale", il Direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna ha approvato la proposta di dotazione organica e il programma del fabbisogno per il periodo 2016/2018;
- il Consiglio di amministrazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna:
- con verbale di deliberazione numero 1.1 del 14 gennaio 2016 ha approvato il regolamento per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna;
- con verbale di deliberazione numero 1.2 del 14 gennaio 2016, ha approvato la dotazione organica e la programmazione triennale del fabbisogno di personale 2016-2018.
dato atto che l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna:
- è un ente sanitario di diritto pubblico dotato di autonomia amministrativa, gestionale e tecnica e opera nell'ambito del Servizio sanitario nazionale come strumento tecnico-scientifico dello Stato e della Regione, posto sotto la vigilanza amministrativa della Giunta regionale;
- con la rete degli istituti zooprofilattici sperimentali, rappresenta un importante strumento operativo di cui dispone il Servizio sanitario nazionale e regionale e costituisce una struttura sanitaria in grado di assicurare un'offerta di servizi per verificare la sanità animale, per assicurare la sorveglianza epidemiologica, il benessere animale, la diagnostica nell'ambito del controllo ufficiale degli alimenti, la salubrità degli alimenti e dell'ambiente e la ricerca sperimentale per la prevenzione della salute;
considerato che, nel regolamento approvato per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, si evidenzia, invece, una marcata sperequazione, penalizzazione e svilimento nei confronti del settore tecnico, da considerare come il core business dell'Istituto, e che l'organizzazione proposta risulta in contrasto con l'articolo 10 del decreto legislativo numero 106 del 2012 che prevede "la razionalizzazione ed ottimizzazione delle spese e dei costi di funzionamento, previa riorganizzazione dei relativi centri di spesa e mediante adeguamento dell'organizzazione e della struttura amministrativa degli Istituti attraverso la razionalizzazione delle dotazioni organiche in modo da assicurare che il personale utilizzato per funzioni relative alla gestione delle risorse umane, ai sistemi informativi, ai servizi manutentivi e logistici, agli affari generali, provveditorati e contabilità non ecceda comunque il 15 per cento delle risorse umane complessivamente utilizzate";
rilevato che:
- su specifiche tematiche tecnico-scientifiche l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, sulla base del decreto ministeriale 4 ottobre 1999 del Ministero della salute, è riconosciuto a livello nazionale come:
- Centro di referenza nazionale per l'echinococcosi-idatidosi (decreto del Ministero della salute dell'8 maggio 2002;
- Centro di referenza nazionale per le mastopatie degli ovini e dei caprini (decreto del Ministero della salute del 30 maggio 2003;
- Centro di referenza nazionale per le produzioni biologiche (decreto del Ministero della salute del 4 agosto 2011);
- i succitati centri di referenza nazionale che, come da riconoscimento ministeriale, rappresentano centri di eccellenza a livello nazionale e determinano parametri per il finanziamento ministeriale per la ricerca, sono stati ridimensionati e inglobati in articolazioni secondarie, privati del diretto collegamento con la direzione aziendale e la sua politica a livello nazionale, vanificandone la propria autonomia gestionale e operativa e rendendo più difficoltoso e arduo il reperimento di finanziamenti aggiuntivi a quelli istituzionalmente previsti;
- il Sistema sanitario regionale della Sardegna si priva, conseguentemente, di prestigiosi centri di referenza nazionale e persevera in una politica di impoverimento e segregazione dei territori della Sardegna, svalutandone strutture significative che dovrebbero avere il compito istituzionale di valorizzazione dei territori e delle loro produzioni;
ritenuto che:
- il deliberato regolamento per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna renda confusa, rallentata e più gravata la gestione delle diverse strutture organizzative proposte per il settore tecnico scientifico;
- con la svalutazione dei centri di referenza nazionale, la Giunta regionale persevera nella politica delle espropriazioni delle opportunità delle istituzioni e dei servizi a livello regionale e in particolare del centro e nord Sardegna, come recentemente dimostrato con le azioni del Consiglio regionale nei riguardi del Consorzio interuniversitario di Nuoro, del Museo Man, e della Biblioteca Satta,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) se siano a conoscenza della situazione inerente la riorganizzazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna;
2) se si ritengano ammissibili la sperequazione, penalizzazione e svilimento nei confronti del settore tecnico, da considerare come il core business dell'Istituto;
3) come si possa giustificare il ridimensionamento dei centri di referenza nazionale, privati del diretto collegamento con la direzione aziendale e della propria autonomia gestionale e operativa, e come si possa giustificare che il Sistema sanitario regionale della Sardegna si privi di prestigiosi centri di referenza nazionale;
4) quali azioni intendano avviare al fine di porre rimedio ai disastri causati dalla riorganizzazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna. (648)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche di sicurezza e prevenzione incendi della struttura socio-sanitaria del Comune di Ortacesus (ex casa protetta "Vincenzo Porceddu").
Il sottoscritto,
premesso che:
- il Comune di Ortacesus è proprietario, nel proprio centro urbano, di uno stabile adibito a struttura socio-sanitaria denominata ex casa protetta "Vincenzo Porceddu" con una capacità di 90 posti letto, attualmente gestita da un associazione temporanea di cooperative, per un totale di 50 dipendenti altamente qualificati, quotidianamente impegnati nell'assistenza delle persone ospitate;
- la struttura socio-sanitaria negli anni ha assunto una rilevanza sovra comunale e sovra provinciale sia in termini occupazionali che in termini di degenti, con il 70 per cento dei pazienti provenienti dalla Provincia di Cagliari, il 30 per cento dalle altre province, e solamente un ridotto numero residente nel Comune di Ortacesus e comuni limitrofi;
- i servizi garantiti nella struttura, rapportati con le tariffe applicate, hanno reso la stessa un riferimento per le famiglie con redditi medio-bassi, permettendo alle stesse di affrontare le spese per il sostegno di soggetti non più autosufficienti;
- all'interno della struttura, come già detto, operano circa 50 dipendenti suddivisi in diverse qualifiche professionali, tra questi infermieri professionali, operatori socio-sanitari, educatori, fisioterapisti, oltre al normale e positivo circuito economico instaurato con le ditte fornitrici di beni e servizi che operano quotidianamente con la ex casa protetta "Vincenzo Porceddu";
- la struttura necessita di adeguamento alle norme di prevenzione incendi, come già indicato dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Cagliari con varie note inoltrate al comune;
- negli anni scorsi sono stati effettuati lavori di messa in sicurezza, ma le esigue risorse non hanno consentito di completare quanto richiesto dalle normative in materia di prevenzione incendi;
accertato che il Comando provinciale dei Vigili del fuoco ha intimato l'esecuzione dei lavori di messa in sicurezza e adeguamento alle norme in materia di prevenzione incendi non ancora eseguiti, entro e non oltre i primi mesi del corrente anno, diversamente la struttura verrà declassificata e ridotta a 25 posti letto;
considerato che le stringenti norme in materia di bilancio comunale e le ridotte disponibilità delle casse del Comune di Ortacesus non consentono l'esecuzione dei lavori mancanti, stimati in euro 281.238,35, concretizzando pertanto la possibilità della declassificazione della struttura con ripercussioni sul personale occupato e sui degenti ospitati;
ritenuto doveroso scongiurare lo scenario sopra descritto sostenendo, attraverso l'intervento economico, la struttura socio-sanitaria e consentendo al Comune di Ortacesus la realizzazione dei lavori;
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per conoscere:
1) se siano al corrente della situazione descritta nelle premesse;
2) se siano state programmate e/o previste delle somme nei capitoli di bilancio regionale per la messa in sicurezza di strutture socio-sanitarie di proprietà comunale;
3) quali iniziative e interventi intendano programmare per scongiurare la perdita di posti letto e di occupazione nella struttura socio-sanitaria descritta nelle premesse. (649)
Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative al nuovo stabile dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, ubicato in via San Simone a Cagliari.
I sottoscritti,
premesso che:
- con nota a firma del Direttore generale degli enti locali, finanze e urbanistica numero 16470 del 29 aprile 2015, veniva annunciato l'avvio delle operazioni di trasloco dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale dallo stabile di via XXVIII febbraio a quello di via San Simone;
- il trasferimento appare alquanto illogico e, in ogni caso, economicamente non conveniente, giacché si abbandona uno stabile di proprietà per prendere in affitto lo stabile di un privato, per di più ubicato in un luogo non servito dai mezzi pubblici;
considerato che, a fine gennaio, è stato completato il trasferimento degli uffici dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale nello stabile in affitto di via San Simone e subito si sono manifestati tutti i difetti strutturali della nuova soluzione logistica, come più volte manifestato dalle organizzazioni sindacali, determinando immediate conseguenze negative per i lavoratori, per la loro sicurezza e per la vivibilità degli ambienti;
appurato che:
- i nuovi spazi non sembrano essere funzionali alle esigenze dell'Assessorato, che, ancora in questi giorni, ha parte degli archivi sparsi nei corridoi, parte degli archivi ancora in via XVIII febbraio, e parte sistemati al quinto e al settimo piano della sede di via San Simone, con possibili problemi di sicurezza, giacché con il loro peso gravano sugli uffici e sulla testa dei dipendenti;
- la struttura esterna in vetro e metallo e senza intercapedine risulta non idonea a ospitare le stanze del personale, tant'è vero che in alcune di esse, nonostante l'aria condizionata sia accesa costantemente, la temperatura supera in pieno inverno i 25 gradi;
- il sistema di areazione forzata genera una costante ventilazione che rende l'aria viziata, tant'è vero che in diverse stanze è stato bloccato dal personale con soluzioni di fortuna e, in diversi piani, la porta antipanico che dà accesso alla scala antincendio viene mantenuta costantemente aperta;
- in alcune stanze sembrano non rispettate le più elementari norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sulla privacy, con un concentramento di personale, talvolta preposto anche a ricevere il pubblico, con scrivanie e con documentazione che, il più delle volte, non può nemmeno essere custodita in appositi armadi, ma è ammassata sul pavimento;
- il sistema di illuminazione, dotato di un unico interruttore per stanza, non consente di graduare l'intensità delle luci all'interno degli uffici, tanto da doverle tenere tutte accese con conseguenti difficoltà per il personale che lamenta emicranie, stanchezza visiva e problemi agli occhi o, in alternativa, è costretto a lavorare in penombra o, ancora, a provvedere personalmente all'acquisto e installazione di piantane;
- risulta particolarmente deficitaria anche la situazione dei servizi igienici; in alcuni casi risultano di dimensioni al limite della praticabilità, in altri sono spesso separati dalle stanze del personale e dalle sale riunioni da un'esigua parete di cartongesso con tutte le conseguenti problematiche; in ogni caso non sono previsti servizi igienici per il pubblico che si trova così obbligato a utilizzare gli stessi del personale;
- non esiste un bagno per la guardia giurata che si trova costretta a salire al terzo piano per poter espletare le proprie funzioni fisiologiche, con la conseguenza di dover scegliere tra lasciare incustodito l'ingresso o chiudere dentro tutti i dipendenti e utenti;
- non è presente all'esterno dell'edificio nemmeno una targa identificativa della presenza di un ufficio pubblico o che indichi nello stabile la presenza dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, tanto da costringere gli utenti a un'estenuante ricerca,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere:
1) se ritengano la situazione dei nuovi uffici dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale consona e degna di un ufficio pubblico chiamato a offrire un servizio di primaria importanza per gran parte dei cittadini dell'isola;
2) se ritengono che i dipendenti dell'Assessorato siano messi nelle condizioni migliori per poter svolgere le proprie funzioni con efficacia ed efficienza;
3) se sono certi che siano state rispettate tutte le norme relative alla tutela della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro;
4) quali azioni intendano porre in essere per garantire all'utenza la possibilità di frequentare uffici pubblici consoni e ai dipendenti la garanzia di poter lavorare in un ambiente salubre e privo di rischi per la propria e altrui sicurezza. (650)
Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata consegna dello scuolabus e sul mancato trasferimento delle risorse finanziarie a copertura delle spese relative al servizio di trasporto scolastico nel Comune di Segariu.
I sottoscritti,
premesso che con deliberazione della Giunta regionale numero 5/26 del 6 febbraio 2015 si approvava il Piano di dimensionamento della rete scolastica regionale relativo all'anno scolastico 2015/2016;
appurato che esso disponeva, fra le altre cose, l'accorpamento degli istituti comprensivi di Lunamatrona e di Barumini con l'istituto comprensivo di Villamar, avente sede nel medesimo comune;
rilevato che nella Provincia del Medio Campidano la Giunta regionale ha fortemente penalizzato i bambini e le relative famiglie residenti nel Comune di Segariu, che risultano essere obbligati a frequentare la scuola dell'obbligo non nel loro comune di residenza;
richiamate le parole dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport che così dichiarava: "Noi interveniamo sostenendo i comuni per il trasporto, acquistando 40 nuovi scuolabus e partecipando alle spese, programmando i fondi contro la dispersione e per l'accrescimento delle competenze dei ragazzi";
verificato che, in dispregio a quanto dichiarato dal competente assessore in materia di istruzione, al Comune di Segariu non è stato consegnato né lo scuolabus né tantomeno sono state assegnate le risorse economiche necessarie a garantire il servizio di trasporto scolastico fino al Comune di Furtei, obbligando l'amministrazione comunale a stipulare apposito contratto con impresa privata con oneri a carico della comunità per circa 48 mila euro;
visto che i genitori degli alunni residenti nel Comune di Segariu hanno chiesto invano tramite missiva spedita con raccomandata A/R al Presidente della Regione e all'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport di intervenire in deroga alle attuali disposizioni per consentire, a partire dall'anno scolastico 2016/2017, che i propri figli possano frequentare la scuola nel proprio paese di residenza,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) per quali motivi non abbiano consegnato al Comune di Segariu lo scuolabus per garantire il servizio di trasporto scolastico fino al Comune di Furtei, centro in cui gli alunni frequentano la scuola dell'obbligo così come disposto dal Piano di dimensionamento della rete scolastica regionale;
2) per quali motivi non siano state trasferite al Comune di Segariu le necessarie risorse finanziarie atte a sopperire ai costi derivanti dalla stipula del contratto con un'impresa privata che si occupa del trasporto scolastico fino al vicino Comune di Furtei;
3) se non ritengano opportuno convocare un tavolo istituzionale con l'amministrazione comunale di Segariu al fine di addivenire ad una soluzione condivisa delle problematiche esposte in premessa che consenta il normale avvio dell'anno scolastico 2016/2017. (651)
Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla modifica del regolamento TOSAP della Provincia del Medio Campidano e sulle conseguenti ripercussioni negative sul comparto agricolo territoriale.
I sottoscritti,
premesso che, con deliberazione dell'amministratore straordinario della Provincia del Medio Campidano numero 3 del 22 gennaio 2016, si è disposta la modifica del regolamento provinciale della Tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche (TOSAP), già approvato con deliberazione del Consiglio provinciale numero 24 del 6 marzo 2008.
constatato che tale regolamento prevedeva l'esenzione del pagamento della tassa TOSAP per due fattispecie di occupazioni:
a) accessi a fondi rurali incidenti sulla rete viaria, provinciale, indispensabili per l'esercizio dei fondi agricoli, per coltivatori diretti che dimostrino la conduzione personale del fondo e per gli affittuari di fondi rustici, con contratto registrato, aventi concessione provinciale intestata al proprietario del fondo;
b) occupazioni effettuate da soggetto con reddito inferiore a euro 16.000;
appurato che la deliberazione dell'amministratore straordinario della Provincia del Medio Campidano ha stralciato tali esenzioni, confermando solamente quelle relative a:
a) occupazione relativa ad accesso alla prima casa del dichiarante, luogo della sua residenza e della sua dimora abituale;
b) occupazione relativa a concessione a favore di associazione non lucrativa di utilità sociale onlus ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo numero 460 del 1997;
acclarato che tale imposizione fiscale ricade sul comparto agricolo del Medio Campidano, già fortemente penalizzato dalla situazione di crisi che imperversa nell'isola di Sardegna e nell'intera Italia;
verificato che la nuova tassa introdotta grava sui cosiddetti "hobbysti", ovvero coloro che utilizzano la piccola proprietà terriera per l'integrazione del reddito familiare, essendo questo un valido strumento per il sostentamento proprio e della famiglia,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) se fossero a conoscenza della deliberazione dell'amministratore straordinario della Provincia del Medio Campidano numero 3 del 22 gennaio 2016 con la quale si è disposta la modifica del regolamento provinciale della tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche (TOSAP);
2) quali motivazioni tecnico-contabili abbiano giustificato tale iniziativa;
3) se non ritengano oltremodo deleterio l'aumento della pressione fiscale a carico degli addetti del comparto agricolo e zootecnico del Medio Campidano, già vittime della situazione di crisi internazionale che accentua dell'Isola di Sardegna le sue gravi conseguenze. (652)
Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata applicazione della legge regionale 25 novembre 2014, numero 24, agli ex dipendenti del soppresso Ente sardo acquedotti e fognature - ESAF.
Il sottoscritto,
premesso che:
- l'Ente sardo acquedotti e fognature (ESAF) è stato un ente pubblico della Regione autonoma della Sardegna;
- con la legge regionale 21 giungo 2010, numero 12, è stato dichiarato estinto, e le sue competenze sono state acquisite dalla società Abbanoa Spa;
- con la legge regionale 12 luglio 2005, numero 10, articolo 2, comma 3, il personale del soppresso ESAF viene assorbito dalla società Abbanoa Spa;
visto l'articolo 14 della legge regionale 25 novembre 2014, numero 24 (Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione), che recita:
"1. L'articolo 39 della legge regionale numero 31 del 1998 è sostituito dal seguente:
"Art. 39 (Mobilità dei dirigenti e del personale del sistema Regione)
1. Nel sistema Regione possono essere attivate procedure di trasferimento del personale in servizio a tempo indeterminato, ivi compreso quello con qualifica dirigenziale, in relazione alle esigenze di copertura delle rispettive dotazioni organiche e senza incremento della spesa complessiva per il personale del sistema Regione. La Giunta regionale definisce i criteri e le modalità per la gestione delle procedure di trasferimento su proposta dell'Assessore competente in materia di personale.
[omissis]
4. Il presente articolo si applica anche al personale del soppresso ESAF, attualmente in servizio presso la società Abbanoa ai sensi dell'articolo 2, comma 3 della legge regionale 12 luglio 2005, numero 10 (Norme sul trasferimento del personale dei soggetti gestori dei servizi idrici regionali al servizio idrico integrato), e al personale dei soppressi enti provinciali per il turismo (EPT) e delle aziende autonome di soggiorno e turismo (AASSTT) di cui alla legge regionale 21 aprile 2005, numero 7 (legge finanziaria 2005) attualmente in servizio presso gli enti locali.".";
vista la deliberazione numero 48/8 del 2 ottobre 2015 (Mobilità interna del personale. Criteri, procedure e modalità. Attuazione dell'art. 39, comma 1, della L.R. 31/98. Prima attivazione comandi) dove si rilevano le procedure per gli interventi di mobilità interna del Sistema Regione, così definiti:
"1. mobilità all'interno del Sistema Regione, ai sensi dell'art. 39 L.R. numero 31/1998 (secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Giunta regionale);
2. comando del personale proveniente dalle altre pubbliche amministrazioni a' termini dell'art. 40, comma 2, della L.R. numero 31/1998, nei limiti delle risorse stanziate in bilancio;
3. reclutamento:
- del personale del soppresso ESAF, ai sensi dell'art. 39, comma 4, della L.R. numero 31/1998;
- del personale proveniente dalle altre pubbliche amministrazioni mediante cessione del contratto a termini dell'art. 38-bis della L.R. numero 31/1998;
- assunzione per pubblico concorso.";
considerato che, ad oggi, una rilevante quota di dipendenti ex ESAF è già stata trasferita, con l'istituto della mobilità, con inquadramento nei ruoli dell'Amministrazione regionale, mentre rimane ancora da trasferire un ulteriore contingente di dipendenti che ha espresso la volontà di usufruire dello stesso diritto di opzione per il trasferimento;
al fine di fare chiarezza, e a tutela dei dipendenti ex ESAF ancora in servizio presso Abbanoa Spa,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere:
1) il motivo della mancata applicazione dell'articolo 14 della legge regionale numero 24 del 2014 che prevede l'applicazione delle procedure di trasferimento anche al personale del soppresso ESAF;
2) perché nella delibera della Giunta regionale numero 48/8 del 2 ottobre 2015, le procedure di reclutamento del personale soppresso ex ESAF non vengano attivate, ma vengono rimandate ad un eventuale programma triennale ancora in fase di elaborazione. (653)
Interrogazione Unali - Desini - Busia - Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Congiu, con richiesta di risposta scritta, sulla disparità di trattamento economico nella quantificazione dei rimborsi per i tirocinanti disabili.
I sottoscritti,
premesso che:
- i TFO di cui alla legge numero 68 del 1999 sono stati regolamentati con deliberazione della Giunta regionale numero 28/8 del 26 giugno 2012;
- in base a tale deliberazione, la Regione definisce annualmente le risorse finanziarie per l'attivazione dei tirocini formativi per le persone con disabilità e, pertanto, nei limiti delle disponibilità del Fondo regionale per l'occupazione dei diversamente abili, sono previsti dei benefici sia per i tirocinanti che per i datori di lavoro privati;
- con determinazione numero 53852-7087 del 12 novembre 2012 si è stabilità l'entità del rimborso che le province possono erogare, a valere sul Fondo regionale dei disabili di cui alla legge regionale 28 ottobre 2002, numero 20;
- tale rimborso è quantificato in 3 euro l'ora, sia in favore del tirocinante, sia in favore del datore di lavoro privato e risulterebbe un rimborso medio mensile di 250 euro per il tirocinante disabile;
considerato che:
- con l'accordo del 2 gennaio 2013 tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano con il documento "Linee guida in materia di tirocini", ai sensi dell'articolo 1, commi 34-36, della legge 28 giugno 2012, numero 92, sono stati disciplinati a livello nazionale í tirocini formativi e di orientamento, i tirocini di inserimento/reinserimento e i tirocini estivi;
- la Regione ha recepito il documento con la deliberazione della Giunta regionale numero 44/11 del 23 ottobre 2013, definendo un'indennità, per la partecipazione al tirocinio da corrispondere al tirocinante, non inferiore a 400 euro lordi mensili;
dato atto che, da quanto sopra, emerge un'evidente disparità di trattamento economico nella quantificazione del rimborso a seconda che si tratti di un tirocinante disabile o di un tirocinante appartenente a qualsiasi altra categoria (giovane, persona svantaggiata ai sensi della legge numero 381 del 1991, disoccupati, lavoratori sospesi in regime di cassa integrazione, disoccupati/inoccupati ecc.),
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, affinché riferiscano quali interventi urgenti intendano porre in essere per colmare questa grave disparità. (654)
Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla proposta di riorganizzazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna che crea i presupposti per la soppressione del centro di referenza nazionale per le produzioni biologiche con sede a Nuoro e prevede lo svilimento del comparto tecnico-scientifico dell'istituto.
I sottoscritti,
premesso che l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS) è un ente sanitario di diritto pubblico dotato di autonomia amministrativa, gestionale e tecnica, che opera nell'ambito del Servizio sanitario nazionale come strumento tecnico-scientifico dello Stato e della Regione, posto sotto la programmazione e vigilanza della Giunta regionale, e assicura la collaborazione per l'espletamento delle funzioni veterinarie, nell'ambito dei piani di risanamento, miglioramento ed incremento della zootecnia e delle produzioni agro-zootecniche e alimentari, a tutela della sanità umana e animale, della qualità sanitaria dei prodotti di origine animale e dell'igiene delle produzioni zootecniche;
considerato che le attività istituzionali del settore tecnico-scientifico dell'IZS risultano determinanti nel controllo, tutela e valorizzazione delle produzioni agro-alimentari locali e assicurano la più ampia integrazione dei processi di sanità pubblica veterinaria;
valutato che per il potenziamento e la caratterizzazione delle articolate tematiche tecnico-scientifiche, il Ministero della salute, con l'apposito decreto ministeriale del 4 ottobre 1999, ha la facoltà di conferire il riconoscimento dei centri di referenza nazionale, che rappresentano uno strumento operativo di elevata e provata competenza nei settori della sanità animale, dell'igiene zootecnica, del benessere animale, dell'igiene degli alimenti e della sicurezza alimentare;
riconosciuto che i centri di referenza nazionale sono veri e propri centri di eccellenza per l'intero Sistema sanitario regionale, per le istituzioni ed enti di ricerca nazionali e per le organizzazioni internazionali con le quali si relazionano; i centri di referenza nazionale attuano infatti, attraverso diverse forme di collaborazione, programmi di cooperazione e ricerca per favorire lo sviluppo di competenze scientifiche avanzate, al fine di trasferirle in vari contesti, regionali, nazionali e comunitari;
dato atto che sulla base del succitato decreto ministeriale del 4 ottobre 1999 il Ministero della salute, su specifiche tematiche tecnico-scientifiche, ha riconosciuto a livello nazionale l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna quale:
- Centro di referenza nazionale per l'echinococcosi-idatidosi (decreto del Ministero della salute 8 maggio 2002);
- Centro di referenza nazionale per le mastopatie degli ovini e dei caprini (decreto del Ministero della salute 30 maggio 2003);
- Centro di referenza nazionale per le produzioni biologiche (decreto del Ministero della salute 4 agosto 2011);
evidenziato il fondamentale ruolo dei centri di referenza nazionale per specifici aspetti sanitari e zootecnici, in particolare per le problematiche connesse all'echinococcosi-idatidosi e alle mastopatie degli ovini e caprini e per gli aspetti igienico-sanitari e di sicurezza alimentare delle produzioni biologiche;
sottolineato che il settore delle produzioni biologiche trova un forte interesse tra i consumatori ed è un settore in continua espansione - l'unico in crescita del settore primario - e che la Sardegna è tra le regioni che per numero di aziende, numero di produttori, estensione della Superficie agricola utilizzata (SAU) risulta tra le più importanti a livello nazionale;
constatato quindi che l'attività del settore tecnico-scientifico dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, supportata dalla specificità dei centri di referenza nazionale - che unitamente rappresentano il core business dell'istituto - risulta fondamentale nella garanzia della qualità delle produzioni agro-zootecniche e alimentari locali, nella tutela e valorizzazione delle filiere corte, nella difesa dell'agrobiodiversità e della biodiversità alimentare, nella possibile individuazione, riconoscimento e sviluppo di distretti agro-alimentari di qualità e di distretti biologici, nel supporto alle più generali produzioni agro-alimentari;
appurato che il prospettato Regolamento dei servizi per la riorganizzazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna prevede un confuso ridimensionamento del settore tecnico-scientifico la cui professionalità, competenza ed esperienza finora ha sempre caratterizzato l'attività dell'istituto, e che in particolare, il Regolamento, oltretutto propone un marcato svilimento dei centri di referenza nazionale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto esposto;
2) se ritengano ammissibile in questa fase di riorganizzazione la sperequazione e la penalizzazione del settore tecnico-scientifico dell'IZS, che fra i vari effetti negativi crea i presupposti per la soppressione del Centro di referenza nazionale per le produzioni biologiche che ha sede a Nuoro;
3) se ritengano tollerabile altresì lo svilimento dei servizi offerti in un territorio quale quello del nuorese, particolarmente vulnerabile verso problematiche connesse ai delicati aspetti relativi alla sanità animale e a quella umana. (655)
Interrogazione Fasolino sulla necessità che la Regione intervenga affinché il Parlamento italiano non ratifichi l'accordo Italia-Francia relativo alla delimitazione dei mari territoriali e delle zone sotto giurisdizione nazionale.
Il sottoscritto,
premesso che:
- l'attuale delimitazione delle frontiere marittime nelle aree delle bocche di Bonifacio è relativa alla convenzione firmata a Parigi il 28 novembre 1986;
- dalle notizie riportate sui siti istituzionali, il 21 marzo 2015, si è svolto a Caen in Francia un incontro bilaterale denominato "Ministeriale 2+2 Esteri-Difesa, Italia-Francia", al quale hanno preso parte il Ministro della difesa Pinotti con il suo omologo Jean-Yves Le Drian e i Ministri degli affari esteri di Francia e Italia, Laurent Fabius e Paolo Gentiloni Silveri;
- in relazione a tale bilaterale è stato sottoscritto un accordo che identifica nuovi confini marittimi tra Italia e Francia che, di fatto, rimodulano le precedenti zone di pesca;
- nei giorni scorsi un peschereccio sardo ha raggiunto le tradizionali zone di pesca al nord dell'Isola ed è stato bloccato dalle autorità francesi perché considerato in acque nazionali francesi;
- analogamente, alcuni pescherecci sardi che raggiungevano aree di pesca dove erano soliti recarsi per la loro attività sono stati invitati dalle autorità francesi ad allontanarsi in quanto considerati fuori dalle acque territoriali italiane;
evidenziato che:
- l'accordo siglato a Caen è stato messo in atto in modo unilaterale dalla Francia, che ha ratificato il documento, ma non altrettanto è stato fatto dal governo italiano;
- in base a quanto contenuto nell'accordo sembrerebbe che, solo a seguito dello scambio di note diplomatiche informanti dell'avvenuto espletamento delle procedure interne necessarie per l'entrata in vigore, questo sarà realmente efficace, o meglio prenderà effetto il primo giorno utile del secondo mese successivo alla data dell'ultima di queste notifiche;
considerato che:
- il 13 gennaio 2016, il peschereccio italiano "Mina", mentre stava praticando la pesca del gambero in profondità, è stato tratto in stato di fermo nel porto di Nizza, da una motovedetta della Gendarmerie maritime con la motivazione dello sconfinamento dell'imbarcazione italiana in acque territoriali francesi;
- il 16 gennaio, le autorità francesi hanno motivato il fermo proprio in relazione alla nuova delimitazione sancita a Caen, stabilendo il dissequestro dell'imbarcazione solo dopo il versamento di apposita cauzione;
- la vicenda è stata oggetto di interrogazioni parlamentari che hanno portato la risposta del sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, il quale ha confermato che l'accordo non è ancora applicabile perché non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano;
ravvisato, altresì, che:
- la nuova delimitazione dei mari territoriali e delle zone sotto giurisdizione nazionale crea un danno economico al mondo della pesca sarda senza precedenti;
- se tale accordo venisse ratificato, si creerebbe una situazione di grave pregiudizio e con insensate limitazioni, anche alla luce delle previsioni comunitarie sulla libera circolazione a partire dal 2022,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) se la Regione non intenda opportuno intervenire immediatamente, per quanto di competenza, per fare chiarezza su queste vicende e garantire ai pescatori sardi la possibilità di svolgere serenamente il loro lavoro;
2) cosa intenda fare per tutelare il comparto della pesca sarda a fronte di una modifica del confine marittimo che penalizza in termini di risorse e di opportunità gli operatori del mare sardi. (656-C1)
Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulla procedura per la nomina a guardia zoofila e sui ritardi nelle nomine di nuove guardie zoofile.
I sottoscritti,
premesso che:
- l'articolo 6, comma 2, della legge 20 luglio 2004, numero 189, prevede testualmente che "La vigilanza sul rispetto della presente legge e delle altre norme relative alla protezione degli animali è affidata anche, con riguardo agli animali di affezione, nei limiti dei compiti attribuiti dai rispettivi decreti prefettizi di nomina, ai sensi degli articoli 55 e 57 del codice di procedura penale, alle guardie particolari giurate delle associazioni protezionistiche e zoofile riconosciute";
- nella nostra Regione è in vigore la legge regionale 18 maggio 1994, numero 21 (Norme per la protezione degli animali e istituzione dell'anagrafe canina) che, in particolare, agli articoli 18 e 19 prevede che:
- la vigilanza sull'applicazione della legge sia affidata, oltre che al servizio veterinario di ciascuna aSL, alle guardie volontarie delle associazioni di tutela degli animali, secondo quanto disposto dall'articolo 19;
- per la vigilanza sull'applicazione della legge, il Presidente della Regione, su proposta delle associazioni iscritte al Registro regionale del volontariato, proceda alla nomina di guardie giurate addette alla protezione degli animali;
- le guardie zoofile svolgano i loro compiti a titolo volontario e gratuito alle dipendenze dei servizi veterinari delle ASL, in collegamento con le associazioni protezionistiche;
considerato che:
- il Prefetto rilascia la licenza di guardia particolare giurata ai soggetti proposti che hanno i requisiti prescritti dal regio decreto 18 giugno 1931, numero 773 (Testo unico di pubblica sicurezza) e dal regio decreto 6 maggio 1940, numero 635 (Regolamento del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), mediante decreto; solo una volta che tale decreto viene emesso può essere adottato il provvedimento di nomina a guardia zoofila;
- con la legge regionale numero 21 del 1994 si vieta espressamente a chiunque, al di fuori dei soggetti autorizzati a tale scopo dall'ASL competente, la cattura o il prelievo dall'ambiente dei cani randagi;
- l'ASL esegue l'intervento di cattura dietro disposizioni del comune che garantisce la copertura delle spese di mantenimento;
dato atto che con legge regionale 25 novembre 2014, numero 24 (Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione) al capo II (Altri interventi in materia di organizzazione), all'articolo 27 (Modifiche all'articolo 19 della legge regionale numero 21 del 1994 (Guardie Zoofile)), è stato modificato il comma 1 dell'articolo 19 della legge regionale numero 21 del 1994, stabilendo testualmente che:
"1. Per la vigilanza sull'applicazione della presente legge, il direttore del competente servizio dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, su proposta delle associazioni iscritte al Registro regionale del volontariato, procede alla nomina di guardie giurate addette alla protezione degli animali, denominate guardie zoofile, in possesso dei requisiti prescritti dal regio decreto 18 giugno 1931, numero 773 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e dal regio decreto 6 maggio 1940, numero 635 (Regolamento per l'esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).";
considerato che:
- tale modifica, con l'attribuzione della nomina al direttore del competente servizio dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, è stata dettata dalla necessità di liberare il Presidente della Regione dal compimento di meri atti formali;
- l'attività delle guardie zoofile è estremamente utile, vista la recente normativa sul decoro urbano, ma anche per il prezioso lavoro sul territorio di prevenzione e informazione verso tutti i possessori di animali e sulla corretta conduzione degli stessi cani in luoghi pubblici;
- è doveroso non intralciare con intoppi burocratici l'attività dei volontari che impiegano il proprio tempo per dedicarsi ad azioni di contrasto, per esempio, all'abbandono degli animali o peggio ancora, alla tortura e violenza sugli stessi, come purtroppo sempre più spesso riportano le cronache;
- in questo particolare periodo i comuni, con il personale della polizia municipale ridotto ai minimi termini, non hanno la possibilità di provvedere isolatamente al controllo del territorio e specificatamente per l'osservanza di quanto previsto dalle normative sopracitate e in aggiunta da quelle sul decoro pubblico,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) il numero delle richieste protocollate in seguito alla modifica della legge regionale numero 21 del 1994;
2) il numero delle guardie zoofile nominate;
3) gli eventuali motivi delle mancate nomine a guardie zoofile. (657)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di prevedere dei fondi annuali che sostengano le attività previste dalla legge regionale numero 4 del 2007, gestite dalla Federazione speleologica sarda per tutelare e valorizzare il patrimonio carsico della Sardegna.
Il sottoscritto,
premesso che la Sardegna è, dal punto di vista carsico e speleologico, una vera e propria fonte inesauribile di risorse, dovute alla grande presenza di grotte e cavità naturali risalenti alle prime glaciazioni, che custodiscono un patrimonio naturalistico e geologico di grande pregio;
sottolineato che il sottosuolo sardo, caratterizzato dall'importante presenza di calcare e dalla ricchezza di minerali, vanta una vasta gamma di complessi e delicati ecosistemi che necessitano di tutela e valorizzazione e che la legge regionale 7 agosto 2007, numero 4, delega queste funzioni alla Federazione speleologica sarda;
ricordato che la Federazione speleologica sarda è presente in tutto il territorio regionale e che conta al suo interno circa 30 gruppi soci, per un numero totale di circa mille speleologi che, grazie alla grande esperienza, passione e competenza, riescono a svolgere la promozione dell'importanza naturalistica e ambientale, nonché l'interesse culturale, scientifico storico-archeologico e turistico del delicato patrimonio carsico della Sardegna;
osservato che:
- la Federazione speleologica sarda, mediante i soci:
- gestisce dal 1992 la rivista "Sardegna speleologica", che conta 27 numeri pubblicati;
- ha organizzato un congresso nazionale di speleologia tenuto a Iglesias nel 2007;
- un raduno speleologico di carattere nazionale a Urzulei nel 2009;
- grazie al centro internazionale grotte di miniera, si sono svolti a Iglesias, 2 simposi internazionali di grotte minerarie, nel 2004 e nel 2012, riuscendo quindi a esportare le bellezze e le rarità del patrimonio presente in Sardegna, con grandi ripercussioni sul turismo;
rammentato che come previsto dall' articolo 9 della legge regionale numero 4 del 7 agosto 2007, la Federazione gestisce il catasto speleologico regionale che conta 3.400 grotte documentate con rilievi topografici e schede catastali e, inoltre, gestisce anche una biblioteca di valenza nazionale, con annesso centro di documentazione speleologica, dove sono presenti immagini e video sulle bellezze delle grotte sarde;
annotato che dai gruppi speleologici arrivano gli uomini e le donne che alimentano anche il Soccorso alpino e speleologico della Sardegna e che questi necessitano di mezzi e di uomini costantemente formati e sempre pronti a intervenire per garantire la sicurezza pubblica di tutti coloro che fruiscono delle bellezze naturali della Sardegna, per mantenere alti gli standard di intervento, sono necessari continue azioni di aggiornamento e formazione, volte a favorire l'efficacia delle operazioni;
preso atto che la Sardegna è la terra dei record di livello mondiale, grazie alla presenza nel Sulcis-Iglesiente delle terre più antiche d'Europa, alla grotta carrabile più grande al mondo sita nel Comune di Domusnovas, al canyon e al trekking più grandi d'Europa in Ogliastra, nonché la presenza delle grotte minerarie nel Sulcis Iglesiente e nel Medio Campidano; si tratta di un patrimonio che adeguatamente valorizzato e promosso potrebbe avere un nuovo risalto turistico, capace di superare le criticità e le sfide dovute alla stagionalità del turismo balneare;
valutato che il settore speleologico può garantire in Sardegna un'offerta di turismo sostenibile estremamente variegata, grazie alla presenza di reperti archeologici neolitici e nuragici e di forme di vita autoctone presenti solo in alcuni territori regionali, alla possibilità di effettuare attività speleo-subacquee in alcune grotte, alla possibilità di studiare concrezioni e formazioni tra le più antiche d'Europa, un vero banco di studio capace di attrarre flussi turistici provenienti da tutto il globo;
evidenziata la necessità di promuovere le attività che la Federazione svolge per la valorizzazione del patrimonio carsico regionale, al fine di creare degli sbocchi turistico-storico e scientifici, capaci di contribuire in maniera importante allo sviluppo economico della Sardegna,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere:
1) se non appaia opportuno prevedere delle iniziative volte al sostegno e alla promozione di un settore così strategico per la nostra regione;
2) se non appaia opportuna un'azione rapida da parte della Regione per prevedere dei fondi che vadano a sostegno della Federazione speleologica sarda la quale poi potrà delegare i 30 gruppi soci per lo svolgimento di attività mirate alla valorizzazione del patrimonio carsico e minerario;
3) se non si ritenga opportuno assicurare continua formazione e aggiornamento del Corpo di soccorso alpino e speleologico sardo per garantire una più sicura fruizione dei siti naturalistici. (658)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alle condizioni di degrado della strada provinciale numero 4 che da Sestu conduce a San Sperate, per poi proseguire a Villasor, con la mancata realizzazione delle opere di adeguamento.
Il sottoscritto,
premesso che la strada provinciale numero 4 che da Sestu porta a San Sperate, per poi prolungarsi verso Villasor, è in stato di abbandono e degrado, con la mancata sistemazione della segnaletica orizzontale e verticale e l'assenza di sicurezza, e che, in particolare in corrispondenza degli incroci per la strada provinciale numero 5 e per la provinciale numero 7, al fine di rendere il tragitto più adeguato all'incrementato flusso del traffico veicolare (con un aumento dei mezzi pesanti), è stato predisposto un progetto finalizzato alla realizzazione di due distinte rotonde;
accertato, che con delibera di Giunta provinciale numero 38 del 22 febbraio 2011, è stato approvato il progetto preliminare per la realizzazione degli innesti nella strada provinciale numero 4, per un importo complessivo di progetto pari a 300 mila euro;
rilevato che, con deliberazione della Giunta provinciale numero 270 del 5 ottobre 2011, è stato approvato il progetto definitivo per la realizzazione di innesti nella strada provinciale numero 4 con la provinciale numero 5 e con la provinciale numero 7, con importo confermato; successivamente l'atto è stato approvato dal Consiglio provinciale e inserito nel programma triennale delle opere pubbliche;
valutato che gli obiettivi del succitato progetto sono tesi ad assicurare migliori e sufficienti condizioni di sicurezza e comfort di guida agli utenti che, sempre più numerosi, si muovono nell'itinerario in argomento; la presenza di numerose attività produttive nelle aree all'ingresso di San Sperate e alla periferia di Villasor ha accentuato ormai da anni il flusso dei mezzi pesanti che rendono altamente pericoloso il collegamento;
annotato che il tracciato è ormai da diverso tempo teatro di numerose tragedie della strada, ultima delle quali è costata la vita ad un'altra giovane; non si contano più inoltre gli incidenti di diversa entità sul tratto di strada che conduce a San Sperate e sul percorso per Villasor;
dato atto che il riordino degli enti locali comporta un trasferimento di competenze per l'adeguamento delle strade provinciali e che, comunque, non è più concepibile un ulteriore allungamento dei tempi per la sistemazione di tale tracciato, visto che i progetti risalgono ormai al 2011;
appreso che i sindaci dell'Unione dei comuni del Basso Campidano - San Sperate, Villasor, Ussana, Monastir, Samatzai e Nuraminis - hanno inscenato qualche settimana fa una manifestazione di protesta, con una catena umana lungo la strada, per sollecitare le opere di messa in sicurezza del tracciato ed, in particolare, la costruzione delle rotonde in corrispondenza degli innesti più pericolosi, per la strada statale numero 131 e per Monastir; alla manifestazione hanno peraltro preso parte le associazioni di volontariato e gli agenti municipali impegnati quotidianamente ad affrontare i disagi derivanti dalla pericolosità di tale arteria, vista la mancanza di interventi risolutivi ad opera di altri enti preposti alla manutenzione;
atteso che, inoltre, un altro dei punti critici del percorso è identificato nel ponte sul Flumini Mannu, con una infrastruttura che mostra i segni di degrado e decadenza, senza che negli anni ci sia stato alcun intervento per rendere più agevole il tratto, che all'interno del ponte costringe gli automobilisti ad un senso unico alternato dopo un accesso ad alta pericolosità;
constatato che quindi nulla è stato fatto per porre fine alla pericolosità della strada, con un alto rischio per gli automobilisti che quotidianamente percorrono tale carreggiata;
osservato che, dunque, sarebbe auspicabile un immediato intervento di messa in sicurezza del tracciato, finalizzato a rendere più funzionale la strada, con la realizzazione di quanto già previsto nei progetti, ovvero la costruzione di due rotatorie in corrispondenza degli svincoli ad alto rischio;
sottolineato peraltro che le risorse stanziate non sono mai state spese per la realizzazione delle opere in argomento per la messa in sicurezza della strada provinciale;
rimarcato che si considerano la viabilità e la mobilità come delle priorità per lo sviluppo delle imprese e la sicurezza dei cittadini,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per:
1) sapere se sia a conoscenza dei progetti approvati dalla Provincia di Cagliari per la messa in sicurezza della strada provinciale numero 4 - tratto tra Sestu, San Sperate e Villasor - con la realizzazione di due rotatorie con le provinciali numero 5 e numero 7;
2) valutare la possibilità di un urgente avvio dei lavori per l'adeguamento della carreggiata, anche in corrispondenza del ponte sul Flumini Mannu;
3) conoscere se i finanziamenti stanziati per la costruzione delle infrastrutture in programma siano ancora disponibili;
4) verificare la possibilità di un ammodernamento dell'intera rete viaria all'interno del territorio del Basso Campidano;
5) esaminare l'opportunità di un progetto per l'eliminazione dei pericoli della viabilità in tale area. (659)
Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative alla permanenza della Saipem in Ogliastra.
I sottoscritti,
premesso che:
- la Saipem, società strategica italiana controllata dall'Eni, ha chiuso il primo semestre del 2015 con 920 milioni di euro di perdite e, di conseguenza, avrebbe deciso di licenziare quasi 9mila addetti;
- tra le cause del forte peggioramento dei conti dell'azienda è da annoverarsi indubbiamente la cancellazione del contratto per la costruzione del South Stream, il gasdotto che avrebbe dovuto collegare l'Italia alla Russia e che il Cremlino ha deciso di non realizzare più, anche in reazione alle sanzioni imposte dagli Usa, sostenute dall'Unione europea ed eseguite dal governo Renzi;
considerato che:
- ad Arbatax e Tortolì sono presenti delle unità locali della Saipem, che oggi offrono lavoro a 150 persone e oltre 400 maestranze nell'indotto;
- se si dovesse andare incontro a programmi di riduzione del personale o addirittura, azzeramento, ci troveremo davanti a una vera e propria catastrofe per un territorio come quello ogliastrino, già profondamente minato dal gap infrastrutturale e dai forti tassi di disoccupazione;
- in base a quanto si apprende dal fronte industriale nazionale, ENI ha comunicato che è stato completato l'iter autorizzativo per lo sviluppo del giacimento di gas di Zohr in Egitto;
- il piano di sviluppo del nuovo giacimento prevede l'inizio della produzione entro fine 2017, con un progressivo incremento, fino a raggiungere un volume di circa 75 milioni di metri gas al giorno entro il 2019;
- per la realizzazione di un progetto di queste dimensioni in tempi così rapidi ENI farà affidamento principalmente su alcune società contrattiste tra cui Saipem;
- la Saipem è una società che non solo ha sedi in tutta Italia, ma opera in tutto il mondo come recita nel proprio sito web "Saipem opera in oltre 60 paesi e in quasi ogni mercato oil & gas al mondo, attraverso una struttura decentralizzata per poter rispondere alle necessità locali ed alle sfide di sostenibilità. Ovunque opera, Saipem svolge un ruolo attivo nella comunità locale, contribuendo alla vita sociale, economica e ambientale di ogni area, principalmente in termini di occupazione locale e creazione di valore a lungo termine; Saipem da sempre è impegnata attivamente nello sviluppo di relazioni con gli stakeholder locali, sia nelle comunità in cui è storicamente presente, sia in aree in cui si è introdotta di recente";
visto che:
- Arbatax è un centro nel mediterraneo che può e deve risultare strategico, soprattutto per interventi e commesse in Africa, nel medio oriente (la fine dell'embargo nei confronti dell'Iran, uno dei primi produttori di petrolio mondiali, può aprire nuovi importanti scenari), a patto che le istituzioni regionali sappiano utilizzare i canali diplomatici e di persuasione sia nei confronti del Governo, sia della dirigenza Saipem, sia dei consolati e delle ambasciate dei paesi sopracitati come stanno già facendo altre regioni, ad esempio il Veneto;
- recentemente gli amministratori Saipem hanno annunciato uno scenario che vede il mantenimento della sola sede amministrativa a Cortemaggiore (Piacenza) e il trasferimento della logistica, dell'officina e del centro trasporti in Croazia e Romania, aree geografiche più baricentriche rispetto alle loro attività aziendali,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere quali azioni intendano promuovere per rilanciare lo stabilimento di Arbatax di proprietà della Intermare fabrication yard (SAIPEM) e creare le condizioni migliori per la permanenza di questo importante realtà industriale nell'Isola. (660)
Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sulla struttura complessa che si occupa di patologie del colon-retto presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari.
I sottoscritti,
premesso che:
- nei paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità nella donna, dopo quello della mammella, ed il terzo nell'uomo, dopo quello del polmone e della prostata;
- ogni anno il cancro del colon-retto colpisce nel nostro paese circa 40.000 donne e 70.000 uomini; negli ultimi anni, a livello nazionale, si è assistito ad un significativo incremento dell'incidenza nella popolazione femminile, anche se è diminuita la mortalità grazie a un'informazione più adeguata, alla diagnosi precoce e ai miglioramenti nel campo della terapia;
- in Sardegna la situazione presenta un quadro ancora più preoccupante: secondo il Registro tumori di Nuoro 2015, infatti, il cancro del colon e del retto non solo rappresenta la seconda neoplasia per frequenza nella popolazione maschile e femminile, ma la sua incidenza è in costante aumento;
- per quanto attiene al trattamento di tale patologia oncologica, tutte le evidenze scientifiche dimostrano che i risultati terapeutici sono fortemente dipendenti dal livello di specializzazione raggiunto e dai volumi di attività dei centri deputati alla diagnosi e alla cura, tanto che nei paesi anglosassoni e nord europei la specializzazione in chirurgia colon-rettale è riconosciuta da più di venti anni come branca autonoma e indipendente dalla chirurgia generale;
- la correlazione tra competenza/volume e qualità del trattamento risulta essere particolarmente significativa nel cancro del retto, per il quale le best practice e i rilievi statistici ex post suggeriscono attività minime pari ad almeno trenta casi/anno trattati in ogni presidio ospedaliero dedicato;
- per il trattamento di quest'ultima neoplasia sono inoltre richieste competenze specifiche che non si limitano al trattamento chirurgico, ma comprendono la capacità di gestione delle sequele funzionali, delle recidive e di altre problematiche specifiche che possono essere affrontate con appropriatezza solo nel contesto di un centro dedicato;
- tali considerazioni sono costantemente rilevate da parte delle associazioni dei malati oncologici, coordinate nella FAVO che, in occasione della decima giornata nazionale del malato oncologico, svoltasi a Roma il 14 maggio 2015, ha presentato il settimo rapporto annuale sulle condizioni assistenziali dei malati oncologici in Italia che, confermando i dati già emersi negli anni recenti, ha rilevato come appena il 20 per cento delle strutture sanitarie italiane che si occupano di chirurgia del colon-retto rispetti gli standard minimi relativi al volume di attività;
- in particolare, la FAVO rileva come - nel 2013 - soltanto 177 delle 805 strutture sanitarie italiane che hanno una casistica di interventi chirurgici per cancro del colon-retto, abbiano raggiunto il parametro di almeno 50 interventi/anno, che viene considerato uno dei principali indicatori di appropriatezza;
- tale rilievo della FAVO si accompagna al riscontro di indicatori non soddisfacenti nelle strutture meno specializzate e con minori volumi di attività, con mortalità nei trenta giorni successivi all'intervento che si collocano oltre il 15 per cento;
- sulla base dei dati forniti dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - AGENAS - aggiornati al 2014 è stato recentemente pubblicato una sorta di "portale della salute", nel quale sono indicate le strutture che affrontano ciascuna patologia in modo più appropriato e con migliori "esiti";
- il sito, disponibile dal 1° febbraio 2016 all'indirizzo www.doveecomemicuro.it, raccoglie in un database i dati di oltre 1.300 strutture sanitarie nazionali accreditate per un totale di oltre 300 mila informazioni aggiornate;
- da tale certificazione risulta che, nella cura del cancro del colon-retto, una delle migliori performance misurate sulla base della mortalità a trenta giorni dall'intervento appartiene al Presidio Policlinico di Monserrato - AOU di Cagliari;
- a fronte di questo dato positivo per la Sardegna, i dati AGENAS mettono anche in luce un'eccessiva frammentazione dell'offerta regionale nel trattamento del cancro colon-rettale, nonché significative disparità dei tassi di mortalità post-operatoria presso i vari ospedali della Regione autonoma della Sardegna (lo 0,54 per cento dell'AOU di Cagliari; il 2,79 per cento dell'Ospedale SS. Trinità di Cagliari; l'8 per cento dell'Ospedale Brotzu di Cagliari; il 6,05 per cento dell'Ospedale San Francesco di Nuoro; il 4,27 per cento dell'Ospedale SS Annunziata di Sassari ed infine lo 0,93 per cento dell'AOU di Sassari);
- contemporaneamente, il Piano di razionalizzazione della rete ospedaliera 2015-2018 della Regione, approvato dalla Giunta regionale, all'Allegato III, ribadisce come il decreto ministeriale 2 aprile 2015, numero 70 "Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera", pubblicato nella G.U. 4 giugno 2015, numero 127 ai punti 4.2 e 4.7, sottolinei la documentata associazione "tra volumi di attività e migliori esiti delle cure" in particolare nel campo oncologico ed inviti le regioni a "identificare, in relazione alle risorse disponibili, le strutture (...) che possono svolgere le funzioni assistenziali identificate, per garantire le soglie di volume e di esito stabilite";
- lo stesso Piano di razionalizzazione della rete ospedaliera della Regione, a proposito delle reti di cura (allegato 3, punto 7) afferma che: "La dispersione dei centri coinvolti nelle reti di cura è particolarmente evidente (in Sardegna) nell'area della chirurgia oncologica" e che "il mancato governo delle reti di cura produce inevitabilmente, oltre ai rischi già descritti, di indebolire la qualità dell'assistenza ospedaliera", anche: 1) la frammentazione dell'attività operatoria in centri che documentano casistiche particolarmente limitate e 2 ) il riferimento a centri extra-regionali;
- in altre parole, lo stesso governo regionale riscontra un deficit di appropriatezza nel trattamento della patologia oncologica chirurgica e incoraggia la specializzazione di centri dedicati, che siano di riferimento per ciascuna patologia;
- nello specifico della chirurgia oncologica colon rettale, analizzando la casistica relativa alla somma di entrambe le patologie, emerge con chiarezza come la struttura complessa dell'AOU di Cagliari che funge da riferimento in merito, oltre ad avere le più basse percentuali di mortalità post-operatoria, rappresenti anche l'unico centro in Sardegna ad avere dei volumi di trattamento del cancro del retto ben superiori a quelli indicati in letteratura per definire un Centro "ad alto volume";
- la particolare raffinatezza di risposta terapeutica di tale unità operativa dell'AOU di Cagliari é peraltro pienamente percepita dall'opinione pubblica che la considera un presidio sanitario di sicura affidabilità e dagli stessi media locali, che le hanno dedicato ampio spazio nella cronaca dell'Unione sarda del 4 febbraio 2016;
- nonostante in Italia non sia stata ancora ufficializzata la figura dello specialista chirurgo colorettale (come è invece già avvenuto per l'urologo, il chirurgo vascolare, il toracico e cosi via), sta diventando sempre più evidente che tale branca della chirurgia presenta complessità e specificità tali da renderla anche nel nostro paese una specializzazione a sé stante;
- il centro dell'AOU di Cagliari ha orientato da più di venti anni la propria attività sia clinica che scientifica verso le patologie colorettali, sviluppando le competenze per trattare al meglio non soltanto le neoplasie ma anche altre importanti patologie benigne, come le malattie infiammatorie croniche intestinali, il prolasso rettale, l'endometriosi pelvica, i disturbi della continenza anale, le fistole anali e ogni altra patologia;
- tale presidio ospedaliero-universitario ha inoltre rappresentato la prima unità operativa complessa di chirurgia generale e colo-proctologica in Italia, seguita nell'esempio da altre autorevolissime strutture sanitarie come l'Istituto nazionale dei tumori di Milano e l'Istituto nazionale dei tumori di Napoli,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se non ritengano di dover accelerare le azioni rivolte al riconoscimento del ruolo dell'AOU di Cagliari come centro di riferimento regionale per il trattamento del cancro del colon e del retto, conseguentemente inserendolo come hub nella istituenda rete oncologica della Regione autonoma della Sardegna;
2) quali azioni intendano intraprendere per consolidare e potenziare la specificità dell'AOU nella diagnosi e nella terapia della patologia tumorale colon-rettale, con l'obiettivo di migliorare ulteriormente i già ottimi indicatori di risultato, garantendo il consolidamento dell'attività clinica, ma anche di quella didattica e di ricerca:
3) quali iniziative di supporto e di coordinamento intendano promuovere sulla direzione generale dell'AOU di Cagliari per garantire adeguate risorse tecnologiche, logistiche e umane che tutelino e valorizzino l'autonomia specifica della struttura e consentano l'ulteriore ampliamento dell'appropriatezza e della qualità dell'offerta. (661)
Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sul progetto dell'ASL di Sassari di trasferire la sede del Servizio veterinario di Bono presso i locali ex GAL sul piano superiore del poliambulatorio.
Il sottoscritto,
premesso che è giunta notizia che la ASL di Sassari intende trasferire la sede del Servizio veterinario di Bono presso i locali ex GAL sul piano superiore del poliambulatorio;
considerato che:
- presso lo stabile in argomento vengono effettuate prestazioni esclusivamente sanitarie (prelievi, visite specialistiche, consultorio familiare e centro dialisi) quindi di sanità umana;
- la commistione delle suddette prestazioni con attività veterinaria di sanità animale costituirebbe:
- insorgenza di problematiche igienico-sanitarie;
- fattore pregiudicante i criteri di accreditamento dello stesso poliambulatorio;
- fattore ostacolante per la realizzazione di una Casa della salute;
- inoltre lo spostamento dalla sede attuale del Servizio veterinario (sede centrale) ad una sede periferica, oltre agli ovvi inconvenienti logistici per gli operatori determinati dalla sola concentrazione di molteplici e differenti attività in un unico stabile, comporterebbe un notevole danno alle attività commerciali operanti in paese che vedrebbero venire meno la presenza costante degli utenti dei servizi in questione,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) risponda al vero la notizia che la ASL intende trasferire il Servizio veterinario di Bono presso i locali ex GAL sul piano superiore del poliambulatorio;
2) non ritenga utile valutare attentamente gli effettivi disguidi di detta decisione e lasciare che tutte le prestazioni e competenze del Servizio veterinario si svolgano negli attuali locali siti a Bono; locali che potrebbero essere destinati totalmente al Servizio veterinario di area A e area B visto che un piano della struttura situata in via Fara si libererebbe del Servizio di igiene pubblica che andrebbe ad occupare i locali ex GAL sul piano superiore del poliambulatorio. (663)
Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di ripristinare gli incarichi scaduti per lo svolgimento delle attività ambulatoriali nel poliambulatorio di Bono e rinnovare quelli che a fine febbraio 2016 sono in scadenza.
Il sottoscritto,
premesso che:
- presso il poliambulatorio di Bono svolgono attività di supporto diverse figure professionali che praticano ore di specialistica ambulatoriale in diversi campi medici;
- oltre all'attività ambulatoriale assicurano anche il servizio prelievi e varie funzioni quali accettazione, prenotazione, consegna referti ed informazioni agli utenti;
- il poliambulatorio di Bono è la struttura strategica che per la tutela della salute del territorio del Goceano, oltre che servizio essenziale per la popolazione del Comune di Bono
considerato che:
- a tutt'oggi presso il poliambulatorio di Bono sono state numerose le richieste di prestazioni sanitarie in materia di oculistica, endocrinologia, neuropsichiatria infantile e odontoiatria;
- in base alla tabella attività del 2015 sulle risorse del poliambulatorio, trasmessa recentemente, sono in totale 779 le ore svolte in prestazione di endocrinologia, 1.989 ore di odontoiatria, 430 ore dì neuropsichiatria e 2.920 ore di oculistica;
- allo stato attuale le ore di specialistica in oculistica e 5 ore di odontoiatria sono cessate e le ore di specialistica per la neuropsichiatria infantile e quelle di endocrinologia sono in scadenza a fine febbraio 2016;
- le stesse rischiano di non essere rimpiazzate a causa dello stop del turn over da parte della Regione,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritenga opportuno ripristinare le ore di specialistica di oculistica e odontoiatria, e rinnovare quelle di endocrinologia e di neuropsichiatria infantile, affinché venga garantita continuità nell'erogazione del servizio sanitario nel poliambulatorio di Bono. (664)
Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sul mancato ricevimento del segnale TV da parte degli abitanti di diversi comuni e località della Sardegna, tra cui Seui, Sarroch e Porto Corallo.
I sottoscritti,
premesso che:
- la RAI è un'azienda pubblica che offre un servizio pubblico, il diritto all'informazione è tutelato costituzionalmente ed è preciso compito dello Stato garantire che l'informazione della televisione pubblica sia a disposizione di tutti i cittadini senza creare disparità tra essi;
- l'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, numero 103, recita quanto segue "la diffusione circolare di programmi radiofonici via etere o, su scala nazionale, via filo e di programmi televisivi via etere, o, su scala nazionale, via cavo e con qualsiasi altro mezzo costituisce, ai sensi dell'articolo 43 della Costituzione, un servizio pubblico essenziale ed a carattere di preminente interesse generale, in quanto volta ad ampliare la partecipazione dei cittadini e concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese in conformità ai principi sanciti dalla Costituzione. Il servizio è pertanto riservato allo Stato.";
- il servizio pubblico generale radiotelevisivo, ai sensi dell'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 31 luglio 2005, numero 177, comunque garantisce la diffusione di tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche di pubblico servizio della società concessionaria con copertura integrale del territorio nazionale, per quanto consentito dallo Stato, della scienza e della tecnica;
considerato che:
- recentemente è stata introdotta una nuova normativa che impone il pagamento del canone RAI attraverso i bollettini dedicati al pagamento della corrente elettrica;
- nel Comune di Seui, centro montano della Sardegna sud orientale, sin dal 2013 l'amministrazione locale segnala, inutilmente a quanto ci risulta, che la stragrande maggioranza dei suoi abitanti ha seri problemi nella ricezione del segnale RAI;
- analoghe situazioni si verificano in diverse zone della Sardegna, come, a mero titolo esemplificativo, alcune zone periferiche dell'abitato di Sarroch, nonché in località Porto Corallo nel Comune di Villaputzu;
- il 17 marzo 2014 la RAI ha comunicato l'effettiva esistenza del problema nel Comune di Seui, dovuto al posizionamento del ripetitore RAI localizzato in località "Ederzi" e senza lo spostamento del quale la mancata ricezione del segnale RAI sarebbe perdurata, situazione che l'amministrazione comunale aveva più volte denunciato con il conforto di prove scientifiche realizzate con tecniche GIS;
- gli amministratori del Comune di Seui, dall'inizio di questa legislatura, chiedono conforto e supporto alla Regione e ai suoi organi per arrivare finalmente ad una risoluzione positiva della vicenda;
visto che:
- l'amministrazione comunale continua a chiedere lo spostamento del ripetitore RAI, allegando inoltre diverse cartografie in aiuto degli stessi tecnici, in modo tale da garantire la ricezione del segnale TV a tutti gli abitanti del paese;
- centinaia di persone stanno pagando, sino ad oggi, per un servizio che non ricevono e, nonostante le continue richieste di intervento, non hanno ottenuto alcun gesto concreto che testimonia la volontà di veder risolta questa annosa questione,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica sui provvedimenti che intendono assumere per tutelare i cittadini del Comune di Seui e degli altri comuni sardi che non ricevono il segnale RAI e dare così una legittima risposta alle formali rimostranze degli amministratori comunali. (665)
Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata consegna dello scuolabus al Comune di Belvì e sull'utilizzo della scuola ecosostenibile.
I sottoscritti,
premesso che:
- con deliberazione della Giunta regionale numero 5/26 del 6 febbraio 2015 si approvava il Piano di dimensionamento della rete scolastica regionale a valere sull'anno scolastico 2015/2016;
- con esso si prevedeva, fra le altre cose, di sopprimere la scuola primaria di Belvì, appartenente all'Istituto comprensivo di Desulo;
considerato che:
- la scuola primaria di Belvì, nella Provincia di Nuoro, è stata l'unica ad essere soppressa, togliendo al paese l'unico presidio scolastico statale a danno dei bambini e delle relative famiglie;
- l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport ha dichiarato testualmente: "Noi interveniamo sostenendo i comuni per il trasporto, acquistando 40 nuovi scuolabus e partecipando alle spese, programmando i fondi contro la dispersione e per l'accrescimento delle competenze dei ragazzi";
- diversamente da quanto dichiarato dall'Assessore competente e dagli impegni formalmente presi, nessun scuolabus è stato consegnato al Comune di Belvì per garantire il servizio di trasporto scolastico fino al Comune di Aritzo, costringendo l'amministrazione comunale a stipulare apposito contratto con un'impresa privata;
considerato che il Comune di Belvì, pur avendo una scuola eco-sostenibile con annesso complesso sportivo, bibliotecario e teatrale, conforme alle prescrizioni vigenti in materia di prevenzione incidenti e in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, sulla quale sono stati investite ingenti risorse economiche, si è visto sopprimere la scuola primaria con conseguente trasferimento dei bambini in un altro paese,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport in merito ai motivi:
1) della mancata consegna al Comune di Belvì dello scuolabus per garantire il servizio di trasporto scolastico fino al Comune di Aritzo, centro in cui gli alunni sono costretti loro malgrado a frequentare la scuola dell'obbligo così come disposto dal Piano di dimensionamento della rete scolastica regionale;
2) per i quali non sia stato convocato un tavolo istituzionale con le amministrazioni comunali interessate al fine di addivenire ad una soluzione condivisa sulla localizzazione delle scuole;
3) per i quali non sia stato organizzato e svolto il sopralluogo al complesso scolastico oggetto di chiusura nel Comune di Belvì, come promesso e dichiarato in occasione di un incontro avvenuto a Seulo il 9 luglio 2015. (666)
Interrogazione Meloni - Deriu - Piscedda - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sui paventati ritardi nella realizzazione della nuova Sassari-Olbia.
I sottoscritti,
premesso che:
- come noto, la realizzazione della nuova strada Sassari-Olbia rientra tra le priorità della Regione, sia per la pericolosità del tracciato esistente, sia per gli effetti certamente positivi che ricadranno sull'economia sarda a seguito del collegamento rapido e sicuro tra i due "capoluoghi" del nord Sardegna;
- per questi motivi, anche al fine di consentire una più rapida realizzazione dell'arteria, a suo tempo, venne nominato un commissario governativo, nella persona del Presidente della Regione, dotato di poteri straordinari finalizzati alla compressione dei tempi di realizzazione; l'ANAS venne invece individuata come amministrazione pubblica competente alla realizzazione e soggetto attuatore;
- alcuni lotti (ne sono previsti 10) sono stati prontamente appaltati e, in alcuni casi, i relativi lavori portati avanti con celerità, sebbene i loro cronoprogrammi siano stati rivisti e il termine di ultimazione posticipato;
- si apprende oggi, da notizie di stampa, che "quasi la metà dei lotti è ferma" e che anche quelli in esecuzione subiranno ritardi; ciò sembrerebbe a causa della solita burocrazia e, rispetto ad alcuni grossi lotti, a causa delle inchieste giudiziarie portate avanti dalla magistratura siciliana, che hanno coinvolto pesantemente una delle imprese aggiudicatarie;
- atteso che la sollecita realizzazione della strada è stata chiesta a gran voce anche da tutti i cittadini dei territori interessati, che a suo tempo organizzarono numerose manifestazioni per esternare disagio e forte preoccupazione circa il crescente numero delle vittime imputabili alla pericolosità dell'itinerario esistente, e posto che, anche per i motivi appena menzionati, l'intervento è stato ritenuto di emergenza e inserito in una apposita ordinanza di protezione civile;
- considerato, inoltre, che una parziale realizzazione dell'opera potrebbe soltanto aggravare le problematiche legate alla sicurezza e allungare i tempi di percorrenza,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere:
1) se le notizie della stampa corrispondano alla realtà dei fatti e se conseguentemente siano stati variati i cronoprogrammi di realizzazione delle opere;
2) se si stiano approntando adeguate soluzioni che diano una nuova spinta alla realizzazione della strada Sassari-Olbia, e consentano di non rendere inutili le procedure acceleratorie a suo tempo previste e ottenute. (667)
Interpellanza Oppi - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti sull'avvio della telemedicina al Mater Olbia della Qatar foundationumero
I sottoscritti,
premesso che:
- il 21 maggio 2014 è stato siglato il protocollo tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione autonoma della Sardegna e la Qatar foundation endowment per il completamento e l'avvio dell'ospedale ex San Raffaele, rinominato "Mater Olbia";
- il 28 maggio 2015 si è tenuto a Olbia un incontro ufficiale alla presenza del premier Matteo Renzi, del Presidente della Regione, parlamentari sardi, assessori e consiglieri regionali per dichiarare l'avvio dei lavori per il completamento della nuova struttura ospedaliera privata;
considerato che l'apertura della nuova struttura, benché limitata al reparto di pediatria e alla telemedicina è stata fissata per la data del 1° dicembre 2015;
appreso dal manager della Qatar foundation, Lucio Rispo, nella conferenza stampa del 30 novembre 2015, dell'apertura del solo servizio di telemedicina nella data del 1° dicembre 2015, a seguito dell'avvenuta assunzione di 20 tecnici informatici, mentre tutti gli altri reparti verranno aperti entro il termine del 31 dicembre 2016;
appreso, inoltre, dalla stampa odierna che in occasione dell'incontro occorso ieri a Roma tra il presidente Pigliaru e l'emiro Al-Thani si ipotizza un'apertura di reparti di ricerca in ambito sanitario;
ritenuto che l'annunciata apertura del nuovo ospedale ha suscitato grandi aspettative nel territorio sardo in termini di ricadute occupazionali, con oltre 20 mila sardi che hanno inviato il proprio curriculum,
chiedono di interpellare il Presidente della regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se corrisponda al vero la notizia che l'azienda Mater Olbia della Qatar foundation non abbia ancora inoltrato all'Assessorato competente la richiesta di accreditamento per la telemedicina;
2) se corrisponda al vero l'annuncio dell'avvenuta assunzione di 20 tecnici informatici per la telemedicina;
3) se, e quando, codesto Consiglio regionale verrà informato, dopo reiterate richieste, sullo stato di avanzamento dei lavori e sulle evidenti difficoltà, nonché sulla tempistica riguardante le richieste di accreditamento e il conseguente avvio dei reparti della struttura ospedaliera. (196)
Interpellanza Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sugli stringenti vincoli posti dal Piano paesaggistico regionale su beni qualificati come identitari e sulla conseguente impossibilità, da parte del sistema agricolo algherese, di accedere ai finanziamenti comunitari e regionali finalizzati al miglioramento delle strutture e delle infrastrutture del comparto.
I sottoscritti,
premesso che il 19 agosto 2015 la Commissione europea, con decisione C(2015) 5893, ha approvato il Programma di sviluppo rurale della Regione Sardegna per gli anni 2014-2020;
rilevato che:
- tra gli interventi previsti a favore del sistema agricolo sardo rivestono particolare importanza quelli contenuti nel pacchetto di misure M04 e M06 finalizzate rispettivamente agli ''investimenti in immobilizzazioni materiali" e allo "Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese" alle quali sono destinati complessivamente circa 340 milioni di euro;
- altresì, il sistema di agevolazioni e sostegni al comparto agricolo regionale prevede l'erogazione di contributi in conto capitale a fondo perduto fino al 70 per cento dell'investimento in relazione esclusivamente ad iniziative e proposte di sviluppo che abbiamo superato la fase di approvazione del progetto esecutivo, senza la quale è preclusa ogni possibilità di accedere alle misure di sostegno ed agevolazione;
considerato che:
- il Piano paesaggistico regionale introduce vincoli particolarmente stringenti a tutela dei cosiddetti sistemi e contesti identitari, ovvero porzioni o aree di territorio regionale caratterizzate da specifiche relazioni di valenza culturale ed identitaria tra gli elementi e le componenti del paesaggio;
- altresì, il Piano paesaggistico regionale, nell'individuare all'interno delle norme tecniche di attuazione i contesti identitari regionali, comprende nella suddetta categoria anche il complesso territoriale delle bonifiche di Alghero-Fertilia, uno dei compendi più ampi del territorio comunale algherese comprendente al suo interno le borgate agricole di Sa Segada, Santa Maria La Palma, Guardia Grande, Maristella e Corea;
dato atto che la qualificazione del complesso territoriale delle bonifiche di Alghero-Fertilia quale bene identitario comporta che la nuova edificazione sia subordinata all'adozione da parte dell'ente locale del piano urbanistico comunale conformemente alle prescrizioni contenute nel Piano paesaggistico regionale;
evidenziato che il Comune di Alghero non si è ad oggi dotato di un piano urbanistico comunale rendendo impossibile per il sistema agricolo algherese l'accesso alla maggior parte dei benefici pubblici, stante il divieto, all'interno del compendio delle bonifiche, di procedere in assenza di un PUC all'edificazione di nuove strutture funzionali allo sviluppo delle imprese agricole ed a far fronte alla competitività dell'imprese dei territori contigui che possono, invece, contare sui suddetti sostegni;
valutata l'importanza che il comparto agricolo riveste per l'economia algherese, in un quadro in cui il comparto turistico, settore portante del sistema economico di Alghero, risulta sempre più interrelazionato con l'offerta di prodotti che appartengono alla tradizione agro-alimentate del territorio, connotandolo in maniera marcata e riconoscibile;
valutato, altresì, che sarebbe necessario garantire pari opportunità a tutti i territori della Sardegna, assicurando l'accesso ai contributi regionali e comunitari a prescindere dall'approvazione del piano urbanistico comunale, la cui dotazione da parte degli enti locali spesso sconta i negativi effetti di processi politico-amministrativi lunghi e complessi, incompatibili con le tempistiche imposte dal mercato alle imprese agricole,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere se e quali siano le iniziative che intende intraprendere al fine di individuare una soluzione legislativa o amministrativa che possa definire specifici meccanismi idonei a liberare l'accesso ai contributi regionali e comunitari delle imprese agricole sarde dal pesante condizionamento dell'approvazione dei piani urbanistici comunali da parte degli enti locali, consentendo alle imprese algheresi ed a quelle aventi sede in territori comunali sprovvisti di PUC di basare la propria competitività esclusivamente sull'efficienza e sulla qualità dei prodotti offerti. (197)
Interpellanza Forma - Cocco Daniele Secondo - Deriu - Gaia - Lai - Piscedda - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zanchetta sulla contaminazione da amianto e da altre sostanze inquinanti del sito industriale ex Enichem di Ottana e sulle azioni di carattere ambientale e di sorveglianza sanitaria che gli assessorati competenti intendono intraprendere.
I sottoscritti,
premesso che:
- i lavoratori dello stabilimento Anic-Enichem di Ottana (Nuoro), che a partire dalla metà degli anni Settanta ha operato per decenni nel settore delle fibre sintetiche, hanno denunciato la continua esposizione all'amianto sia per contatto diretto che per inalazione della fibra dispersa nell'ambiente di lavoro;
- gli stessi lavoratori denunciano l'urgenza di provvedere alla bonifica del suolo del sito industriale in oggetto e di attenzionare l'area perché interessata da interramenti di sostanze pericolose;
constatato che:
- ai lavoratori del sito di Pisticci (MT), impianto gemello di Ottana nella tecnologia e nella modalità di produzione, è stata riconosciuta l'esposizione all'amianto, la quale ha consentito l'accesso alla sorveglianza sanitaria nonché ai benefici previdenziali correlati;
- contrariamente a quanto avvenuto a Matera, l'INAIL ha respinto le domande di riconoscimento di esposizione all'amianto dei lavoratori dello stabilimento industriale di Ottana, determinando una situazione di grave discriminazione;
considerato che:
- il comma 2 dell'articolo 9 della legge regionale numero 22 del 2005, che detta disposizioni per l'approvazione del Piano regionale dell'amianto, stabilisce che l'Amministrazione regionale assume a proprio carico le spese necessarie per sottoporre gli ex esposti all'amianto al controllo sanitario per la prevenzione delle patologie connesse;
- con deliberazione della Giunta regionale numero 26/29 del 6 luglio 2010 è stato approvato il Protocollo operativo recante "Informazione e assistenza ai soggetti che ritengono di aver avuto una pregressa esposizione lavorativa ad amianto e sorveglianza sanitaria di coloro che vengono valutati come ex esposti";
- il "Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell'ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto" adottato con deliberazione della Giunta regionale numero 66/29 del 23 dicembre 2015 prevede, fra le altre azioni, l'implementazione del censimento dei siti da bonificare e la sorveglianza sanitaria degli ex esposti oltre all'informazione della popolazione interessata;
atteso che:
- gli scriventi non sono a conoscenza di controlli, studi e indagini effettuati dall'autorità competente al fine di individuare il livello di contaminazione ambientale delle aree del compendio industriale della Sardegna centrale e, nello specifico, del sito ex Enichem di Ottana né di risultati di indagini epidemiologiche volte a valutare l'incidenza di patologie tumorali correlate alla presenza di inquinanti con particolare riferimento all'amianto;
- risulta elevato lo stato di apprensione non solo dei lavoratori del sito industriale di Ottana, ma dell'intera popolazione locale per la prevalenza di patologie correlabili ai contaminanti ambientali e, in particolare, all'amianto,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se il sito Anic-Enichem di Ottana risulti interessato da rischio correlato alla presenza di amianto, posto che il decreto ministeriale numero 101 del 18 marzo 2003 attribuisce alle regioni la competenza per l'individuazione di tali situazioni di rischio;
2) quali iniziative abbiano adottato o intendano adottare per verificare lo stato di salute ambientale e quello della popolazione delle comunità ricadenti nel compendio industriale di Ottana;
3) quali iniziative abbiano adottato o intendano adottare al fine di verificare il reale stato delle bonifiche del sito ex Enichem di Ottana e il livello espositivo eventualmente ancora in atto;
4) quale sia lo stato di attuazione del comma 2, articolo 9, della legge regionale numero 22 del 2005;
5) quali siano le risultanze della sorveglianza sanitaria avviata con il Protocollo operativo di cui alla deliberazione della Giunta regionale numero 26/29 del 6 luglio 2010;
6) se ritengano, a seguito delle denunce e delle osservazioni dei lavoratori ex Enichem di Ottana e dell'Associazione italiana esposti amianto (AIEA), che il Protocollo operativo di sorveglianza sanitaria debba essere modificato o implementato;
7) se ritengano di promuovere campagne di informazione, invitando tutti i lavoratori ex esposti all'amianto ad accedere alla sorveglianza sanitaria e a promuovere una maggiore consapevolezza della diagnosi precoce;
8) se ritengano di esprimere la loro contrarietà riguardo il comportamento discriminante dell'INAIL nei confronti dei lavoratori dell'impianto Anic-Enichem di Ottana. (198)
Interpellanza Rubiu sulla vertenza degli operai del settore edile impegnati nella costruzione degli alloggi AREA nei comuni del Sulcis Iglesiente.
I sottoscritto,
premesso che l'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA), istituita con la legge regionale numero 12 del 2006, è un ente pubblico economico dotato di personalità giuridica e autonomia imprenditoriale, gestionale, patrimoniale e contabile; ha un proprio statuto ed è sottoposta a vigilanza della Regione; costituisce lo strumento attraverso cui la Regione risponde alla domanda abitativa di soggetti in condizioni economiche e sociali disagiate;
rilevato che AREA è articolata per distretti territoriali periferici, corrispondenti a ciascuna delle circoscrizioni provinciali, ovvero a più circoscrizioni provinciali in relazione all'entità del patrimonio gestito;
rimarcato che l'ente svolge le seguenti attività: attuazione degli interventi di edilizia residenziale sovvenzionata a totale finanziamento pubblico, da assegnare in locazione a canone sociale alle categorie sociali a minor reddito, mediante programmi di nuova edificazione, di recupero e di acquisto e recupero; promozione di interventi di manutenzione e di recupero del patrimonio edilizio esistente nei centri storici dei comuni da destinare a finalità di edilizia residenziale pubblica; attuazione degli interventi di edilizia residenziale, anche sostenuti da agevolazioni pubbliche, da destinare alla locazione a canone moderato, ovvero alla locazione ed alla successiva vendita, mediante programmi di nuova edificazione, di recupero e di acquisto e recupero; gestione e alienazione del patrimonio di proprietà sulla base della normativa di riferimento e delle direttive della Giunta regionale; gestione del patrimonio abitativo appartenente allo Stato e agli enti locali e ad essa affidato mediante convenzioni; attuazione, per conto proprio oppure di altri enti e soggetti pubblici, di interventi edilizi e urbanistici, anche complessi, compresi i piani di riqualificazione urbana e gli interventi di contenuto innovativo con riferimento alle tecniche costruttive; erogazione, ad enti e soggetti pubblici, di servizi di progettazione, studio, analisi, assistenza tecnica e amministrativa, nel campo dell'edilizia, dell'urbanistica e dei lavori pubblici; promozione o partecipazione, previa autorizzazione della Giunta regionale, a società di scopo per l'esercizio dei compiti istituzionali, fermo restando il ricorso a procedure ad evidenza pubblica secondo la normativa vigente per la scelta dei soci privati anche di minoranza; svolgimento di ogni altra attività, non ricompressa nelle precedenti lettere, già attribuita alla competenza degli IACP;
acclarato che il distretto AREA del Sulcis Iglesiente - con sede a Carbonia - avrebbe dovuto provvedere alla realizzazione di nuovi appartamenti per l'edilizia popolare nei comuni del territorio, con la conseguente assunzione di una cinquantina di operai;
evidenziato che tali provvedimenti sono bloccati a causa della mancata nomina - da parte del commissario della ex Provincia di Carbonia Iglesias - del referente territoriale dell'ente; una situazione di stallo che ha sinora provocato lo slittamento delle assunzioni dei lavoratori per la costruzione di nuovi alloggi;
appreso che le lungaggini dovute alla nomina di un dirigente stanno paralizzando tutte le attività relative ai compiti istituzionali di AREA, bloccando altresì diverse gare d'appalto e i relativi cantieri che porterebbero a nuove assunzioni all'interno dell'ente;
sottolineato che tale situazione ha generato la protesta degli operai senza lavoro, ma anche di una folta schiera di appartenenti al "popolo delle partite iva" e imprenditori, che hanno occupato la sede territoriale di AREA a Carbonia;
osservato che i lavoratori lamentano la mancata applicazione di una promessa fatta quando è stata aperta la gara per la costruzione di oltre quaranta alloggi nei centri del Sulcis Iglesiente;
appurato che la richiesta è volta all'assunzione all'interno dell'impresa che si è aggiudicata i lavori per la costruzione degli appartamenti AREA;
tenuto conto che AREA si occupa, inoltre, anche dell'assegnazione delle case popolari e degli appalti per la manutenzione degli edifici, con una serie di incombenze ad opera delle imprese che si aggiudicano gli appalti;
constatato che senza un dirigente territoriale appare impossibile prendere una decisione relativa all'assegnazione degli appalti per la realizzazione e la manutenzione degli alloggi, con le lungaggini relative all'assunzione degli operai senza lavoro nei diversi cantieri; la Regione, che dovrebbe vigilare sull'efficiente funzionamento dell'ente in argomento, avrebbe il compito di accelerare la nomina di un responsabile per la gestione delle attività nel Sulcis Iglesiente, soprattutto dopo il riordino degli enti locali,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) quali urgenti iniziative intendano assumere per accelerare la nomina di un dirigente territoriale del Sulcis Iglesiente a capo di AREA Sardegna;
2) se non appaia opportuno un intervento forte e deciso per provvedere alla prevista realizzazione di oltre quaranta alloggi AREA sul territorio del Sulcis Iglesiente, per dare una spinta all'assunzione degli operai all'interno delle imprese impegnate nella costruzione degli alloggi ed ai relativi cantieri;
3) se siano stati avviati dei processi volti ad accelerare l'assunzione degli operai e l'avvio dei lavori per la realizzazione degli appartamenti AREA nei comuni del Sulcis Iglesiente. (199)
Interpellanza Rubiu, sulla vertenza dei lavoratori in utilizzo, impegnati in gran parte dei cantieri comunali per l'occupazione.
I sottoscritto,
premesso che con la legge regionale numero 5 del 2015, articolo 29, comma 36, il Consiglio regionale ha deciso di stanziare, nelle more della finanziaria, una cifra pari a 3 milioni di euro a favore degli enti locali per l'attuazione di progetti per l'impiego di lavoratori in utilizzo, percettori nell'anno 2014 di ammortizzatori sociali;
rilevato che:
- il piano regionale ha previsto il coinvolgimento, in tutta la Sardegna, di circa 400 lavoratori, di cui molti in mobilità in deroga, già terminata: un intervento, peraltro, previsto dal decreto interministeriale, per effetto della cessazione degli ammortizzatori sociali;
- la Regione è poi intervenuta tra mille difficoltà con sussidi straordinari;
acclarato che, infatti, gli enti utilizzatori hanno avuto grosse difficoltà nel far decollare i cantieri finanziati dalla Regione, a causa dell'impossibilità delle amministrazioni comunali di inserire le relative risorse finanziarie nei bilanci comunali con conseguente inserimento dei lavoratori a distanza di oltre sei mesi dallo stanziamento delle risorse;
evidenziato che una parte dei lavoratori del Sulcis Iglesiente sono interessati ai progetti;
considerato che la Provincia di Carbonia Iglesias, con deliberazione numero 31 del 23 maggio 2015, ha attivato i progetti per l'attuazione di politiche in favore di lavoratori posti in mobilità in deroga e interessati da terze proroghe e più, e che tali progetti, in alcuni casi rimodulati, sono stati prorogati sino alla data del 31 agosto 2014 e un ulteriore progetto è stato attivato per una schiera di lavoratori dell'Oristanese, con particolare attenzione ai dipendenti della ex Compau in utilizzo presso l'Asl numero 5 di Oristano, presso l'Amministrazione provinciale e presso qualche comune (in particolare per interventi legati alla prevenzione degli incendi, del dissesto idrogeologico e del diffondersi di discariche abusive);
appreso che la grande parte dei progetti relativi lavoratori in utilizzo, impegnati nei cantieri comunali, si sono conclusi lo scorso 31 gennaio;
sottolineato che l'impiego dei lavoratori è avvenuto attraverso cooperative di tipo B, anziché con utilizzo diretto da parte degli enti, con la conseguenza di un vero e proprio demansionamento a causa di inquadramenti dei lavoratori completamente diversi, pur ricoprendo gli stessi incarichi precedentemente svolti, e con retribuzioni differenti a causa di un'applicazione dell'IVA al 22 per cento che incide su buona parte dei costi di gestione dei cantieri, riducendo quindi le risorse disponibili per i lavoratori in utilizzo; con questa fattispecie si aumentano i costi aggiuntivi, con dirette conseguenze sui lavoratori con una riduzione consistente degli emolumenti stabiliti nel provvedimento della Regione;
osservato che il piano regionale ha poi certificato una serie di criticità, con una normativa che non ha previsto direttive univoche per gli enti locali isolani, che stanno così procedendo in ordine sparso; non si tiene conto, ad esempio, delle difficoltà assunzionali degli enti locali a seguito del patto di stabilità e delle norme sulla spesa del personale che impediscono a molti comuni di provvedere all'attuazione dei progetti;
appurato che appare opportuno che le eventuali risorse messe a disposizione dalla Regione possano seguire iter differenti, così da consentire ai lavoratori una immediata ripresa lavorativa; lo scorso 31 dicembre è, peraltro, scaduta la mobilità ordinaria per diversi lavoratori dell'oristanese inclusi nei progetti di utilizzo, che chiedono di essere inseriti nelle relative liste dei lavoratori in utilizzo nei progetti per il reinserimento lavorativo;
tenuto conto che, dopo 13 anni, dalla perdita del lavoro per molte di queste figure professionali, a causa della chiusura di decine di aziende, e dopo 5 anni di precariato negli enti pubblici, senza nessuna tutela nel nome delle politiche attive, si ritiene che non sia più concepibile una situazione di incertezza e instabilità,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:
1) se ci sia un progetto destinato ad incrementare le risorse per i lavoratori in utilizzo, tale da rendere questi finanziamenti immediatamente disponibili all'interno dei bilanci delle amministrazioni comunali;
2) se non appaia opportuno l'impiego dei lavoratori attraverso gli enti utilizzatori, piuttosto che attraverso cooperative di tipo B, con un conseguente demansionamento dei dipendenti a causa di inquadramenti dei lavoratori completamente diversi e riduzione degli emolumenti per via dei costi per tenere in vita le cooperative;
3) se siano stati presentati dei progetti tesi ad un inserimento dei lavoratori adeguato alle aspettative, dando una stabilizzazione all'esercito dei lavoratori in utilizzo anche in conseguenza della nuova riforma degli enti locali. (200)
Interpellanza Tocco - Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Zedda Alessandra in merito alla sospensione del servizio dell'Unità operativa complessa (UOC) di chirurgia plastica - Centro ustioni dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.
I sottoscritti,
premesso che con deliberazione numero 15/73 del 2 giugno 1992 è stato istituito il Reparto - oggi Unità operativa complessa (UOC) di chirurgia plastica - Centro ustioni presso l'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari;
accertato che tale unità operativa possiede diversi posti letto per i ricoveri ordinari ed alcuni spazi destinati ai grandi ustionati; in tale unità si registra già da tempo una precarietà dovuta alle carenze di organico professionale che costringono l'equipe chirurgica ad un funzionamento ridotto del reparto;
rilevato che tale situazione si è aggravata gli scorsi giorni a causa della contemporanea assenza di due responsabili del personale medico, con la conseguente sospensione dei servizi ospedalieri ed ambulatoriali che ha prodotto una paralisi (ancora non conclusa) delle attività operative nell'intero reparto, con disagi scontati per ustionati e degenti della struttura, costretti a sobbarcarsi dei trasferimenti nell'ospedale di Sassari;
valutato che appare inconcepibile che un reparto venga bloccato, provocando dei disagi insopportabili ai pazienti, soprattutto agli ustionati e a quanti soffrono per tumori alla pelle; è il segnale di un'inerzia totale nella gestione sanitaria dell'azienda, in attesa di un'ipotetica riforma, con la totale mancanza di una politica mirata a porre fíne alle continue rimostranze del personale (che ha più volte lamentato la ristrettezza dell'organico) e dei pazienti;
annotato che i servizi nel reparto non sono quindi operativi a causa delle carenze di organico professionale che costringono l'equipe chirurgica (due soli medici chirurghi) ad un continuo malessere;
dato atto che tale situazione di perenne inadeguatezza strutturale comporta un'attività operativa ridotta, prevalentemente indirizzata alle prestazioni ambulatoriali e di chirurgia in anestesia locale, sicuramente difforme rispetto allo standard qualitativo delle prestazioni complesse offerte dall'Azienda Brotzu;
appreso che a causa del complessivo sottodimensionamento della UOC di chirurgia plastica, si sarebbe formata una lunga lista d'attesa nelle prestazioni chirurgiche di maggior complessità; una condizione assurda per i pazienti affetti da patologie tumorali, che richiederebbero delle prestazioni urgenti e improrogabili;
constatato che l'Amministrazione regionale ha a più riprese garantito la propria disponibilità ad autorizzare i concorsi per il completamento della dotazione organica dell'UOC e a finanziare le risorse tese a consentire lo sviluppo delle attività di chirurgia e microchirurgia plastica; sinora nulla è stato fatto per dare una maggiore qualità ai servizi sanitari nel reparto;
osservato che dunque l'Unità operativa di chirurgia plastica dell'Azienda Brotzu, pur essendo in una situazione di profonda sofferenza strutturale ed organizzativa, riceve pazienti e serve un bacino d'utenza che interessa circa i due terzi del territorio regionale; andrebbero dunque trovate soluzioni immediate per porre fine alle carenze;
sottolineato peraltro che la specificità che consente all'Azienda Brotzu di fregiarsi del riconoscimento di alta specializzazione si regge sulla presenza di un'offerta diversificata, tutta incentrata sulla capacità di fornire risposte sanitarie complesse e di grande qualità, che rappresentino eccellenze indiscusse sull'intero territorio regionale; in tale ottica, l'Unità di chirurgia plastica dovrebbe essere uno dei fiori all'occhiello della struttura, ma con le suddette difficoltà fatica a ritagliarsi uno spazio adeguato per la fornitura di servizi all'avanguardia;
rimarcato che appare necessario l'incremento della dotazione di personale in carico al Reparto di chirurgia plastica, con il potenziamento di tutte le specifiche attività sanitarie ad elevato indice di complessità e di tecnologia, onde evitare ulteriori disservizi che provochino disagi ai pazienti,
chiedono di interpellare Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per:
1) sapere i motivi della sospensione dei servizi all'interno del Reparto di chirurgia plastica dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari;
2) valutare la possibilità di mettere in essere le iniziative atte a garantire l'autonomia e la piena funzionalità della UOC di chirurgia plastica - Centro ustioni della suddetta azienda, in particolare rafforzando la dotazione organica medica, tecnica e infermieristica e rendendo più avanzata la dotazione tecnologica e di apparecchiature;
3) verificare la possibilità di attivare la piena disponibilità dei posti letto e consentire l'accesso alla programmazione delle sale chirurgiche in grado di ridurre le attuali intollerabili liste d'attesa soprattutto per i pazienti affetti da malattie tumorali. (201)
Interpellanza Congiu - Cherchi Augusto - Desini - Busia - Manca Pier Mario - Unali sul mancato avvio delle procedure per il riconoscimento dei poli tecnici professionali.
I sottoscritti,
premesso che, in coerenza con quanto già previsto nelle linee guida di cui al decreto MIUR/MLPS/MISE/MEF del 7 febbraio 2013, già condivise il 26 settembre 2012 in conferenza unificata, la Regione, in applicazione dell'articolo 52 della legge numero 35 del 2012, ha indicato nei poli tecnici professionali lo strumento idoneo per conseguire finalità di riorganizzazione, di rafforzamento dell'intera programmazione regionale dell'offerta di istruzione e di alta formazione specialistica superiore, nonché per favorire lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo territoriale;
considerato che, fin dal mese di marzo 2014, allineandosi agli obiettivi programmatici prefissati dalla Regione, è stato approvato il Polo tecnico professionale del Marghine, promosso dal Comune di Macomer con il coinvolgimento di tutti gli istituti cittadini compreso l'ITS Amaldi, confermato nell'accordo di rete del 5 febbraio 2014 e regolarmente inserito nella deliberazione regionale sul dimensionamento scolastico numero 2211 del 4 febbraio 2014;
constatato come:
- nonostante la forza cogente della normativa citata, non sono state poste ancora in atto le procedure per il bando, né risulta che siano stati neppure elaborati i criteri e le disposizioni attuative che il bando avrebbe dovuto recepire;
- dal punto di vista dell'organizzazione della struttura deputata all'esame e valutazione delle candidature, non solo non è stato costituito il nucleo di valutazione presso l'Osservatorio regionale sulla formazione e non risulta istituita la commissione valutatrice da parte del dirigente del Dipartimento istruzione e formazione, ma, quel che è peggio, non si ha notizia neppure della esistenza di un ufficio cui far pervenire le candidature stesse,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere i motivi che, a distanza di oltre due anni e mezzo, impediscono l'avvio dei poli tecnici professionali e, segnatamente, al Polo tecnico professionale del Marghine e quali rimedi intendano adottare per evitare che vengano vanificati gli sforzi profusi dalle istituzioni nell'assecondare e promuovere una così importante occasione sia di rilancio economico e sociale del territorio, che di riorganizzazione della offerta formativa complessiva. (202)
Interpellanza Solinas Christian sulla cessione alla Francia di ampie porzioni di acque territoriali a nord della Sardegna in cambio di alcune miglia di mare nei pressi dell'Isola d'Elba, mediante sottoscrizione di un accordo bilaterale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese.
I sottoscritto,
premesso che:
- il 21 marzo 2015, nel quadro di un incontro bilaterale tra Francia e Italia, denominato Ministeriale 2+2 Esteri Difesa, è stato sottoscritto a Caen, nel dipartimento del Calvados, regione della Bassa Normandia, un accordo bilaterale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese per la cessione alla Francia di ampie porzioni di acque territoriali a nord della Sardegna in cambio di alcune miglia di mare nei pressi dell'Isola d'Elba;
- il testo dell'accordo bilaterale in oggetto, che triplicherebbe abbondantemente la originaria distanza di 12 miglia marittime dalla Corsica portandola a superare le 40, benché ampiamente diffuso da diversi organi di informazione, non risulterebbe tuttavia consultabile, così da riscontrarne la effettiva autenticità, in nessuna delle banche dati governative, così come il collegato disegno di legge per l'autorizzazione alla ratifica dell'accordo (che non parrebbe ad oggi esser stato neppure predisposto dal Governo Renzi), con la conclusione evidente che questo sia ignoto, poiché non ancora sottoposto alla sua approvazione, allo stesso Parlamento italiano;
- dalla versione attualmente disponibile sui mass-media il richiamato accordo bilaterale risulterebbe sottoscritto dai Ministri degli affari esteri di Francia e Italia, Laurent Fabius e Paolo Gentiloni Silveri, e conterrebbe la tradizionale clausola "In fede di che, i sottoscritti, debitamente autorizzati a tale effetto dai loro rispettivi Governi, hanno firmato il presente Accordo", talché si presuppone un formale atto di autorizzazione da parte del Consiglio dei ministri;
considerato che:
- l'articolo 47, comma 2, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, numero 3 (Statuto spedale per la Sardegna) dispone che il Presidente della Regione "interviene alle sedute del Consiglio dei Ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione";
- tale accordo bilaterale, peraltro già ratificato e messo in atto unilateralmente ed illegittimamente dalla Francia, incide pesantemente sugli interessi della Regione ed in particolare sulle marinerie sarde che storicamente svolgono l'attività di pesca nell'areale in questione;
- oltre al prevedibile ed incomparabile danno per l'intero comparto della pesca ed alla stessa economia della Sardegna, tale incomprensibile regalia agli interessi marittimi e produttivi francesi rappresenta anche un grave atto dal sapore coloniale nei confronti dell'Isola da parte del Governo italiano, specialmente se dovesse confermarsi che non sia stata fatta alcuna comunicazione dell'accordo alle istituzioni ed ai soggetti interessati, in particolare al Presidente della Regione,
chiede di interpellare, alla luce di quanto esposto, il Presidente della Regione per sapere:
1) se fosse a conoscenza dell'accordo bilaterale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese, siglato a Caen il 21 marzo 2015, che prevede la cessione alla Francia di ampie porzioni di acque territoriali a nord della Sardegna in cambio di alcune miglia di mare nei pressi dell'Isola d'Elba;
2) se, ai sensi dell'articolo 47, comma 2, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, numero 3 (Statuto speciale per la Sardegna), abbia partecipato alla seduta del Consiglio dei ministri che ha autorizzato il Ministro degli affari esteri, Paolo Gentiloni Silveri, alla sottoscrizione dell'anzidetto accordo bilaterale;
3) in caso affermativo, quale sia stato il contenuto delle osservazioni formulate nell'interesse della Regione e le motivazioni per le quali non ha provveduto ad informare prontamente il Consiglio regionale;
4) in caso negativo, quali iniziative intenda porre in essere nei confronti del Governo italiano per aver disatteso le prerogative statutariamente assegnate alla Regione, per riaffermare la dignità istituzionale della Sardegna e per tutelare gli interessi vitali delle nostre marinerie. (203/C5)
Interpellanza Desini - Busia - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - Unali sull'esclusione degli sportivi sardi dall'applicazione della tariffa agevolata denominata "Sport light" e praticata dalla compagnia aerea Alitalia.
I sottoscritti,
premesso che:
- nel mese di aprile 2015, Alitalia e Coni hanno concluso un accordo strategico biennale che prevede la scelta del vettore Alitalia quale compagnia aerea di riferimento per i viaggi degli iscritti alle federazioni sportive italiane in cambio di agevolazioni tariffarie e servizi dedicati in favore di questi ultimi;
- a partire dal mese di dicembre 2015 e fino alla fine di giugno 2016, Alitalia ha attivato, sulla base di tale accordo, una tariffa speciale, denominata "Sport light", riservata agli iscritti alle federazioni sportive italiane;
- tale tariffa prevede che il gruppo di viaggiatori sia costituito da almeno 5 persone che viaggiano insieme sullo stesso itinerario e si applica a itinerari andata/ritorno nell'arco temporale tra il giorno precedente e quello successivo alla gara;
- le condizioni tariffarie sono particolarmente vantaggiose per le gare in trasferta delle società sportive, dato che rendono possibile raggiungere Milano o Roma con volo A/R da un altro aeroporto italiano con una spesa estremamente contenuta;
- tuttavia, dall'applicazione della succitata tariffa, risultano escluse le società sportive sarde che giocano nei campionati nazionali;
considerato che:
- Alitalia, in un comunicato stampa del 7 dicembre 2015, ha giustificato la scelta di escludere gli sportivi sardi dalla tariffa "Sport light" sulla scorta del fatto che è in essere un contratto di servizio del vettore aereo con la Regione al fine di garantire la continuità territoriale dell'isola e che tale contratto prevede già una tariffa (onerata) agevolata per i passeggeri dei voli Cagliari-Roma Fiumicino e ritorno e Cagliari-Milano Linate e ritorno;
- in realtà, la tariffa agevolata prevista dal contratto di servizio tra la Regione e Alitalia mira a compensare i disagi connessi alla condizione di insularità, riportando i sardi in una situazione di parità con i residenti nelle altre regioni italiane e scongiurando il rischio dell'isolamento geografico; pertanto, l'esclusione degli sportivi sardi dalle agevolazioni concordate da Alitalia con il Coni crea una nuova disparità di trattamento rispetto al resto della nazione e rischia, così, di vanificare l'obiettivo conseguito con il regime di continuità territoriale;
- tra l'altro, le tariffe agevolate della continuità territoriale sui suddetti di voli andata e ritorno sono mediamente più elevate di quelle che risulterebbero dall'applicazione della promozione "Sport light";
- le logiche di mercato sottese all'esclusione dalla tariffa "Sport light" vanno a colpire, in particolare, le centinaia di società sportive dilettantistiche presenti nel territorio regionale che partecipano ai campionati nazionali e che, rispetto alle società dilettantistiche del resto d'Italia, risultano penalizzate in partenza dalle difficoltà economiche e logistiche connesse alle gare in trasferta;
- l'obiettivo di valorizzazione dello sport perseguito dal Coni all'atto della conclusione dell'accordo con Alitalia non può che riguardare tutto lo sport italiano, dato che, stando alle dichiarazioni rese dal Presidente del Coni alla presentazione dell'accordo, la partnership ha inteso diffondere un "forte messaggio di unità e identità nazionale";
- in Sardegna è particolarmente avvertita l'esigenza di promuovere il valore sociale, formativo ed educativo dello sport come strumento di aggregazione e integrazione sociale e di valorizzare i giovani atleti isolani;
ritenuto che il fatto che Alitalia sia il vettore assegnatario dell'esercizio dei voli Cagliari-Roma Fiumicino e Cagliari-Milano Linate in regime di continuità territoriale non costituisca un impedimento all'estensione di ulteriori agevolazioni tariffarie ai passeggeri dei voli, dato che il decreto ministeriale numero 61 del 21 febbraio 2013, con il quale il Governo, conformemente alla proposta formulata dalla Regione, ha imposto gli oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea sulle rotte tra i principali scali aeroportuali isolani e quelli di Roma-Fiumicino e Milano-Linate, indica nell'allegato tecnico le tariffe agevolate massime, soggette ad adeguamento esclusivamente sulla base del tasso di inflazione e delle variazioni del costo del carburante, con l'unico vincolo per il vettore di non applicare ulteriori maggiorazioni o surcharge non previste dalla legge, sicché "gli aumenti tariffari di qualsiasi entità e a qualsiasi titolo imposti, determinati e applicati al di fuori delle procedure sopra indicate, sono illegittimi";
preso atto che, nel dicembre dello scorso anno, nello stesso giorno in cui Alitalia ha inviato il comunicato stampa sulla questione, l'Assessore regionale dei trasporti ha dichiarato che l'esistenza di un contratto di servizio come quello della continuità territoriale non deve escludere la possibilità per i sardi di accedere a condizioni più vantaggiose e che la posizione della Regione è nel senso che tutte le possibili iniziative commerciali che prevedono condizioni più favorevoli per l'utenza devono ricomprendere sempre la Sardegna; in quella circostanza ha, inoltre, asserito di aver preso contatti con i vertici della compagnia aerea per ribadire la necessità di garantire anche alle società sportive sarde le agevolazioni previste a livello nazionale;
rilevato che, nonostante le rassicurazioni dell'Assessore regionale dei trasporti, gli sportivi sardi sono ancora esclusi dall'applicazione della tariffa "Sport light",
chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se non ritengano opportuno prendere urgentemente contatto con la compagnia aerea Alitalia per verificare le ragioni della perdurante mancata estensione della tariffa "Sport light" agli sportivi sardi;
2) quali misure intendano adottare per garantire al più presto, considerato che la tariffa "Sport light" si applicherà soltanto fino al mese di giugno di quest'anno, la possibilità per le società sportive sarde di accedere alle stesse agevolazioni tariffarie concesse da Alitalia alle altre società sportive italiane, superando, in tal modo, l'evidente discriminazione imputabile soltanto alla natia condizione di insularità. (204)
Interpellanza Rubiu sulla soppressione della fermata nelle stazioni di Decimomannu, Uras - Mogoro e Marrubiu - Terralba - Arborea del treno delle ore 06.36, tratta Cagliari - Olbia.
I sottoscritto,
premesso che Trenitalia (Gruppo Ferrovie dello Stato italiane), in accordo con l'Assessorato regionale dei trasporti, con atto unilaterale entrato in vigore dallo scorso 15 febbraio 2016, ha soppresso il treno delle 6.23 per Olbia, per permettere, grazie all'entrata in funzione del "Pendolino", di spostare il convoglio e il flusso alle 6.36, con arrivo previsto ad Olbia alle 9.51;
rilevato che il provvedimento ha di fatto prodotto la cancellazione delle fermate di Decimomannu, Uras - Mogoro e Marrubiu - Terralba, provocando così parecchi disagi a lavoratori e studenti pendolari che usufruiscono dei servizi nelle stazioni e non solo, dato che la stazione di Decimomannu è uno degli snodi più importanti dell'Isola poiché funge da raccordo per gli utenti provenienti dal Sulcis Iglesiente e che sono diretti verso il resto della Sardegna, e di conseguenza la soppressione della fermata di Decimomannu arreca gravissimi danni per coloro che dal sud Sardegna intendono raggiungere il centro-nord su ferrovia;
tenuto conto altresì che la stazione di Decimomannu è considerabile un vero e proprio centro intermodale, grazie all'adeguata disponibilità di parcheggio per i mezzi privati utilizzati dagli stessi pendolari, che poi possono proseguire il viaggio per mezzo dei treni, verso il Sulcis Iglesiente, verso il centro-nord Sardegna e soprattutto verso l'aeroporto di Cagliari-Elmas, nonché verso il capoluogo sardo;
ricordato che dalla stazione di Decimomannu partono anche gli autobus del CTM con destinazione Cagliari, passando da Assemini ed Elmas; questo mostra l'indiscussa importanza strategica della stazione di Decimomannu a livello regionale; inoltre i treni interessati dalla soppressione della stazione di Decimomannu, compresi alcuni serali, sono quelli con il maggior flusso di utenti, con inevitabili disagi che si verificheranno in particolare la mattina, quando si andranno a creare dei buchi di due ore per il passaggio degli altri convogli;
evidenziato che l'alternativa prospettata è per un doppio viaggio sui convogli: ovvero la coincidenza del treno che da Oristano viaggia verso Cagliari alle 6.29, per poi poter usufruire del mezzo ferroviario delle 6.36 nella stazione di Cagliari o nella fermata nei pressi dell'aeroporto di Elmas; appaiono dunque dei tagli ingiustificati ed illogici;
appreso che la stazione di Cagliari e la fermata Elmas aeroporto, sia per questioni di capacità ricettiva che per ragioni di sicurezza delle autovetture, non offrono una soluzione altrettanto valida ed adeguata;
sottolineato che peraltro i pendolari provenienti dal Sulcis Iglesiente rischiano di perdere tutte le coincidenze e, quindi, ritrovarsi senza un mezzo su cui viaggiare per raggiungere i posti di lavoro o le scuole; un provvedimento che dunque isola i pendolari del Sulcis impedendo il diritto alla mobilità a centinaia di utenti;
osservato che, peraltro, il contratto di servizio, che non è stato ancora firmato e rinnovato, obbliga comunque le ferrovie a svolgere un determinato servizio nel rispetto di alcuni standard; la Regione dovrebbe vigilare sul rispetto di tale contratto, imponendo delle penalità in caso di mancato rispetto dei servizi predisposti per gli utenti isolani; va denunciato che questo tipo di vigilanza è da tempo venuto meno;
appurato che la soppressione delle succitate fermate è causata dall'entrata in vigore dei nuovi treni ATR 365; si tratta di convogli cosiddetti veloci, ma che in realtà non tendono a migliorare i tempi di percorrenza, visto che i nuovi mezzi raggiungono il nord Sardegna nello stesso orario, peraltro con la soppressione di importanti avamposti ferroviari; un'assurdità ai danni dei cittadini sardi, sempre più beffati da una strategia cervellotica e confusa della mobilità tra i binari;
verificato che tale scelta è stata già oggetto di contestazioni da parte di un nutrito gruppo di pendolari del Sulcis Iglesiente e dell'area vasta di Cagliari, che si sono già attivati per una raccolta di firme contro il provvedimento unilaterale di Trenitalia;
esaminato che appare paradossale che una scelta così importante per l'organizzazione della vita di ogni singolo pendolare non solo debba essere conosciuta per caso, indirettamente, senza che nessuno sia comunque in grado di dare spiegazioni e valide informazioni sulle alternative, ma che addirittura sia sconosciuta allo stesso personale viaggiante; una decisione calata dall'alto senza il necessario confronto con i sindacati e con gli utenti;
assodato che l'introduzione del treno veloce in tale fascia oraria lascia presagire solo un intervento finalizzato ad un ritorno d'immagine, visto che il convoglio arriva allo stesso orario nel nord Sardegna, saltando però fermate prioritarie per i pendolari con le stazioni più affollate dai viaggiatori,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:
1) se sia a conoscenza della soppressione delle fermate dei nuovi treni (tratta Cagliari - Olbia) nelle stazioni di Decimomannu, Uras - Mogoro e Marrubiu - Terralba e degli effetti negativi del provvedimento sulla mobilità di centinaia di pendolari del Sulcis Iglesiente, che gravitano nella sola stazione di Decimomannu, e dell'area vasta di Cagliari;
2) se siano state studiate alternative per rimediare all'assenza di treni nelle fasce orarie di maggior afflusso da parte di lavoratori e studenti pendolari, in particolare nella stazione di Decimomannu;
3) se sia stato avviato un confronto con gli utenti che usufruiscono dei servizi ferroviari per comprendere la conseguenza dei suddetti tagli in diverse stazioni;
4) la possibilità di revocare tale provvedimento, ripristinando le fermate nella stazione di Decimomannu, onde evitare l'isolamento degli utenti del Sulcis Iglesiente. (205)
Interpellanza Usula - Zedda Paolo Flavio - Lai sulle notizie relative a maltrattamenti dei malati psichiatrici presso la struttura AIAS di Decimomannu.
I sottoscritti,
premesso che:
- da notizie riportate dai media, si apprende di comportamenti di inaudita gravità nei confronti di pazienti presso il centro AIAS nel Piano di psichiatria e riabilitazione di Decimomannu;
- il centro AIAS di Decimomannu risulta accreditato presso il Servizio sanitario regionale e, in quanto tale, è tenuto al rispetto di parametri di servizio e di prestazioni, in ambito socio-riabilitativo, in linea con i modelli sanitari standard;
- le responsabilità degli operatori coinvolti, risulterebbero ancor più abbiette e ripugnanti, in quanto perpetrate ai danni di persone fragili e indifese con patologie gravi, croniche e invalidanti, attuate all'interno di un presidio sanitario dove, tra l'altro, sarebbero state riscontrate sia carenze igieniche generali che carenze di servizi assistenziali di base, arrivando a una completa privazione della dignità di persone e di degenti sofferenti;
considerato che:
- il gravissimo caso è stato sollevato da un operatore socio-sanitario in carico alla struttura di Decimomannu che denunciava anomalie procedurali e condotte discutibili nei confronti dei pazienti;
- da più parti, specie dal mondo dell'associazionismo e dal mondo sindacale, viene denunciato il problema della vigilanza e del controllo nelle strutture accreditate presso la Regione, la quale paga prestazioni e, quindi, è tenuta a controllare sia il livello che la qualità delle stesse prestazioni; concetto, questo ripreso, peraltro, dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale che rileva la necessità di sollecitare un sistema di monitoraggio che permetta di andare oltre la mera sorveglianza contrattuale in quanto non esiste un sistema diretto di controllo in capo all'Assessorato,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per riferire:
1) ampiamente in Consiglio, sui gravi fatti accaduti presso il centro AIAS di Decimomannu;
2) se e come si intende attivare un sistema di controllo e vigilanza, adeguato a garantire il rispetto delle norme, dei patti contrattuali, ma, in prima istanza, del rispetto dei cittadini utenti;
3) se i fatti sopra riportati non configurino la necessità di una completa revisione del contratto con la struttura privata o non ritenga opportuno di attivare la rescissione del contratto stesso, con l'impegno prioritario di assicurare comunque i servizi ai cittadini presso strutture pubbliche del Sistema sanitario regionale. (206)
Interpellanza Zedda Paolo Flavio - Usula - Lai - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus sulla violazione delle prerogative statutarie della Regione in seguito al cosiddetto "Accordo di Caen", siglato tra Italia e Francia il 21 marzo 2015, inerente la definizione dei confini marittimi tra i due paesi.
I sottoscritti,
premesso che:
- da recenti notizie riportate da media nazionali e regionali, si è appreso che un peschereccio ligure, in seguito rilasciato, sarebbe stato sequestrato dalla Guardia costiera francese, colpevole di aver sconfinato nelle acque territoriali francesi;
- la notizia ha avuto una vasta eco in seno all'opinione pubblica, anche sarda, e avuto ripercussioni istituzionali con la presentazione in Parlamento, nel corrente anno, di alcuni atti di sindacato ispettivo, tra i quali l'atto numero 3-02502, prima firmataria Onumero Donatella Albano, l'atto numero 2/01268, prima firmataria Onumero Silvia Benedetti, e l'atto numero 3-02526, primo firmatario Onumero Stefano Lucidi;
- nei documenti si richiede al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale se sia stato realmente sottoscritto un accordo bilaterale di portata generale con la Francia per la ridefinizione dei propri confini marittimi e si stigmatizza la segretezza con la quale i due paesi sarebbero arrivati a tale accordo, in totale assenza di un minimo livello di coinvolgimento delle comunità regionali interessate;
premesso altresì che, in maniera del tutto inopinata, il Sottosegretario per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Onumero Benedetto della Vedova, nella repliche ai documenti, ha dichiarato quanto segue:
- che l'accordo tra Italia e Francia, avente ad oggetto la delimitazione dei propri confini di mare, è stato stipulato in data 21 marzo 2015, presso la città francese di Caen;
- che tale accordo avrebbe portata generale e sarebbe destinato a superare le norme internazionali in materia, tra cui l'Accordo sulle Bocche di Bonificio del 1982, con evidenti ripercussioni per le zone di confine battute da pescherecci provenienti dalla Sardegna;
- che tale accordo non disciplina soltanto i confini marittimi, ma "altresì ne modifica le modalità di sfruttamento di eventuali giacimenti di risorse del fondo marino o del suo sottosuolo, situati a cavallo della linea di delimitazione";
- che i negoziati, avviati nel 2006, hanno interessato diversi dicasteri per gli aspetti di propria competenza;
- che "il Ministero degli affari esteri ha dato impulso, anche alla luce della vigente legislazione dell'Unione europea in materia, a una nuova fase di raccolta e approfondimenti tecnici da parte delle amministrazioni competenti, al fine di considerare possibili strumenti integrativi";
considerato che l'articolo 80 della Costituzione prevede che "Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi" e che, per ammissione dello stesso Sottosegretario per gli affari esteri e la cooperazione internazionale "L'accordo di Caen rientra tra quelli sottoposti a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore";
considerato altresì che:
- per come si è sviluppata l'intera vicenda, un accordo di tale portata, siglato nella quasi totale segretezza e senza il necessario coinvolgimento delle comunità interessate, non potrebbe non costituire un vulnus alle prerogative statutarie della Regione, costituzionalmente garantite;
- i contorni ancora pochi chiari e confusi sul contenuto dell'accordo siglato con la Francia destano molta preoccupazione nelle marinerie sarde che abitualmente battono le zone interessate dal trattato, per il futuro del comparto pesca della Sardegna, della filiera ittica e del connesso indotto, nonché per i rischi connessi ai possibili diritti su ricerche ed estrazione di idrocarburi liquidi in mare, sottratti al controllo democratico della comunità regionale;
vista la richiesta di incontro urgente indirizzata dalla Regione Liguria al Presidente della Regione Sardegna e a quello della Regione Toscana per l'esame congiunto della questione in parola;
tenuto conto che l'eventuale predisposizione del disegno di legge di ratifica dell'Accordo di Caen dovrebbe in ogni modo tenere conto delle norme comunitarie in materia e, in particolare, dovrebbe trovare un adeguato coordinamento normativo con l'articolo 5 del regolamento UE numero 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che prevede, per i pescherecci unionali, pari accesso alle acque e alle risorse in tutte le acque unionali ad esclusione di alcune limitazioni decise dagli stati, ma autorizzate dall'Unione soltanto fino al 31 dicembre 2022;
dato atto, altresì, che sempre da notizie riportate dalla stampa, episodi di tensione tra i pescherecci sardi e la Guardia costiera francese si sarebbero verificati anche a nord delle acque della Sardegna;
richiamati l'articolo 47, secondo comma, dello Statuto speciale per la Sardegna, secondo il quale il Presidente della Regione "interviene alle sedute del Consiglio dei Ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione", e il principio costituzionale, ormai di portata generale, di leale collaborazione tra Stato e regioni,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:
1) se ed in quale misura la Regione sia stata coinvolta nelle trattative e nella successiva stipula del cosiddetto Accordo di Caen, siglato tra Italia e la Francia in data 21 marzo 2015;
2) quali azioni intenda perseguire la Giunta regionale al fine di tutelare e difendere in ogni sede le prerogative statutarie della Regione, costituzionalmente garantite in materia;
3) se non ritenga opportuno riferire urgentemente in Consiglio regionale sulla questione;
4) se non ritenga opportuno affrontare la questione, in prima istanza ed in via privilegiata, con la Corsica, visto che i tratti di mare interessati dal trattato appartengono principalmente a Sardegna e Corsica, anche in relazione ai rinnovati rapporti istituzionali recentemente avviati, ed in seguito con le altre regioni italiane coinvolte dall'accordo. (207)
Interpellanza Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancanza di sostegni agli studenti universitari e alle difficoltà di accesso alle agevolazioni universitarie, in seguito alle modifiche della legge numero 162 del 1998, di cui all'articolo 34 della legge regionale numero 2 del 2007 (Fondo per la non autosufficienza) sui parametri dell'Isee.
I sottoscritto,
premesso che l'associazione studentesca UniCa 2.0 ha messo in evidenza la carenza di sostegni a favore degli atenei isolani, con particolare riguardo ai finanziamenti per il diritto allo studio e agli investimenti strutturali a favore degli atenei sardi;
rilevato che, lo scorso 5 febbraio, in un confronto aperto tra Università di Cagliari e istituzioni regionali, in una seduta congiunta e pubblica del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione, sono state ribadite le richieste volte a incrementare gli interventi in materia di agevolazioni per gli studenti accademici;
acclarato che si è rimarcata la mancata attuazione della legge regionale numero 26 del 1996, che regola i rapporti tra la Regione e le università della Sardegna ed è stato sollecitato un supporto finanziario finalizzato alle attività degli atenei, con interventi che favoriscano la formazione e il diritto allo studio, il miglioramento degli standard edilizi, delle strutture e delle attrezzature didattiche, il potenziamento dell'attività didattica, anche mediante l'erogazione di contributi indirizzati alle esperienze post lauream, formazione dei giovani sardi attraverso le borse di studio, erogazione di risorse agli Enti regionali per il diritto allo studio universitario di Cagliari e Sassari, per integrare gli interventi volti a consentire lo svolgimento dei corsi di studio agli studenti universitari; in realtà la suddetta normativa è diventata negli anni obsoleta, con il decremento di risorse destinate agli studenti universitari e agli investimenti per le strutture;
tenuto conto, altresì, che gli studenti stanno incontrando difficoltà nell'accesso alle agevolazioni finanziarie a causa della modifica dei criteri e parametri per la presentazione dell'Indicatore della situazione economica (ISE), dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e dell'Indicatore della situazione economica equivalente per l'università (ISEEU); i cambiamenti sono entrati in vigore lo scorso 1° gennaio 2015, con la modifica degli strumenti utilizzati per valutare,attraverso criteri unificati, la situazione economica dei cittadini che richiedono agevolazioni tariffarie o prestazioni sociali agevolate su alcuni servizi, con riguardo anche all'accesso ai sostegni per il diritto allo studio;
evidenziato che:
- l'impianto della legge serve principalmente ad attestare la propria situazione economica e patrimoniale per accedere ad agevolazioni e riduzioni di tasse, come quelle universitarie di tariffe come la mensa e il trasporto scolastico, oltre alla possibilità di richiedere un servizio di assistenza domiciliare per persone anziane o disabili, servizi diurni e semi-residenziali e integrazione rette per ricoveri in case di riposo;
- con i nuovi parametri previsti dalla normativa nazionale, che decretano l'accesso ai servizi indispensabili, come il fondo per non autosufficienti, i progetti a carattere sociale, di sostegno allo studio e alle attività didattiche, con i criteri per l'accesso alle borse di studio, viene di fatto privata una grande fascia di utenti che per affrontare il complesso percorso universitario, necessitano di importanti e necessari supporti per una vita dignitosa;
appreso, quindi, che la filosofia della normativa appare restrittiva in base alle reali esigenze della società sarda; i nuovi requisiti stanno provocando, infatti, diverse difficoltà anche per l'accesso alle prestazioni di sostegno agli studenti universitari e per l'accesso al bando per operatori socio sanitari;
sottolineato che, peraltro, la Regione ha anche adottato altri provvedimenti volti a sostenere la formazione e il diritto allo studio degli studenti più meritevoli nel percorso accademico, favorendo l'accesso ai servizi per una platea di universitari (vedi il diritto agli alloggi dell'Ersu e altri benefici degli atenei isolani);
atteso che, pertanto, appare necessario correggere quanto prima queste assurde storture derivanti dai nuovi requisiti ISEE, con la concreta attuazione della legge regionale per garantire le adeguate risorse agli studenti universitari, favorendo così l'accesso ai benefici per centinaia di persone che in Sardegna stanno trovando parecchia difficoltà nell'ottenimento dei contributi;
appurato che nella proposta di legge di stabilità che presto approderà nell'aula del Consiglio regionale sono previsti consistenti tagli nel capitolo destinato ai fondi per le università isolane, venendo meno così l'applicazione delle suddette normative e senza andare incontro alle richieste degli atenei sardi;
verificato che occorre procedere alla immediata revisione dei parametri per l'accesso ai servizi universitari e che, inoltre, gli stanziamenti per il diritto allo studio e la formazione devono garantire un adeguato sostegno per gli studenti degli atenei sardi,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se sia a conoscenza del fatto che gli studenti stanno incontrando difficoltà nell'accesso alle agevolazioni finanziarie a causa della modifica dei criteri e parametri per la presentazione dell'Indicatore della situazione economica (ISE), dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e dell'Indicatore della situazione economica equivalente per l'università (ISEEU) a causa della normativa nazionale;
2) se siano state studiate modalità per superare le difficoltà e i disagi per l'accesso alle risorse e ai servizi resi agli studenti universitari;
3) se sia stato avviato un confronto con gli studenti universitari teso a garantire uno standard di servizi utili alla formazione e alla didattica negli atenei isolani;
4) se sussista la possibilità di attuare concretamente la legge regionale numero 26 del 1996 con l'incremento delle risorse destinate agli atenei sardi;
5) se non valuti opportuno l'aumento dei fondi per le università sarde nella manovra finanziaria che presto approderà nell'aula del Consiglio regionale. (208)
Interpellanza Congiu - Cherchi Augusto - Desini - Busia - Manca Pier Mario - Unali per sollecitare informazioni e chiarimenti dal Presidente della Regione e dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in merito al mancato avvio delle strutture per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore.
I sottoscritti,
premesso che il 15 marzo 2010 è stata approvata dal Parlamento italiano la legge numero 38 relativa a "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore", in cui viene tutelato il diritto al cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore; l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore è un diritto tutelato e garantito nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA), di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001;
considerato che:
- questa legge è uno strumento formidabile, innovativo e universalmente riconosciuto come modello dall'Organizzazione mondiale della sanità, e permette ai malati che soffrono di disporre delle opportunità cliniche e farmacologiche per combattere una piaga che in Europa colpisce 80 milioni di persone;
- la legge numero 38 del 2010, all'articolo 1, tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore e, per la prima volta, include tra i soggetti da tutelare anche il bambino (sino a pochi anni fa si pensava che il neonato e il bambino non provassero dolore come l'adulto; oggi sappiamo che già dalla 23° settimana di gestazione il sistema nervoso centrale è anatomicamente e funzionalmente competente per veicolare gli stimoli dolorosi);
- in Europa una persona su cinque soffre di dolore cronico, con un peso stimato sulla economia europea dall'1,3 per cento al 3 per cento del prodotto interno lordo tra costi sanitari diretti e costi indiretti pari a 500 milioni di euro di giorni lavorativi persi ogni anno (dati European Pain Network: The EPN Manifesto);
- le cifre in Italia proporzionalmente non cambiano e, per il controllo del dolore, si stima un impatto economico sul bilancio del Sistema sanitario nazionale di 19 miliardi di euro;
- con la delibera della Giunta regionale numero 33/32 dell'8 agosto 2013 è stata istituita la rete per le cure palliative della Regione, che definisce in maniera precisa i nodi della rete, specificando la tipologia della struttura, il percorso assistenziale, i criteri di accesso e le modalità di presa in carico del paziente;
- con la delibera della Giunta regionale numero 2/4 del 22 gennaio 2014 è stata individuata la ASL numero 8 di Cagliari quale azienda capofila per la realizzazione del progetto di formazione/informazione sulla terapia del dolore in tutte le aziende sanitarie della Regione; il progetto è orientato a migliorare competenze specifiche e strumenti operativi sia sotto il profilo clinico-propedeutico (sviluppo delle competenze tecnico-scientifiche e cliniche) sia sotto il profilo organizzativo-gestionale (funzionamento della rete e coordinamento delle attività di rete); sono stati assegnate alla ASL numero 8 di Cagliari, per la realizzazione del percorso formativo/informativo, risorse finanziarie pari a euro 84.805;
- con la delibera della Giunta regionale numero 5/31 dell'11 febbraio 2014 si è stabilito di istituire la rete per la terapia del dolore della Regione,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere i motivi per i quali, a distanza di oltre cinque anni, non esista ancora un sistema che organizzato in rete consenta di curare le migliaia di persone che soffrono della malattia e del dolore; non è ammissibile che dopo cinque anni i nostri ospedali non siano messi in condizioni di dare pieno corso alle direttive della legge numero 38 del 2010; le risorse per la formazione del personale, 84.805 euro di fondi ministeriali, attualmente risultano ritornate indietro al MEF perché non spese per ritardi della Regione nella presentazione dei progetti;
con la presente si chiede un'immediata presa in carico del problema e una altrettanto rapida ricerca delle soluzioni (ad esempio con l'avvio delle procedure di cui alle delibere di Giunta regionale numero 33/32 dell'8 agosto 2013, numero 2/4 del 22 gennaio 2014 e numero 5/31 dell'11 febbraio 2014) con la certezza che insieme condividiamo la consapevolezza che il dolore è un nemico della società civile e una società che non cura e ignora il dolore non è civile. (209)
Interpellanza Unali - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario, sull'indizione dell'avviso esplorativo per l'acquisizione di manifestazioni di interesse a partecipare alla procedura informale per l'affidamento del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato, determinazione numero 2457/ARL del 31 dicembre 2015 del direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro.
I sottoscritti,
premesso che con determinazione del Direttore numero 2457/ARL del 31 dicembre 2015, si è disposto di procedere all'affidamento del servizio di somministrazione di personale a tempo determinato presso l'Agenzia regionale per il lavoro della Regione autonoma della Sardegna, mediante procedura informale, indetta nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità, con invito di almeno cinque operatori economici, ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, numero 5, articolo 3, e del decreto legislativo 12 aprile 2006, numero 163, e successive modifiche e integrazioni, articoli 20 e 27, tabella II B, categoria 22 (Servizio di collocamento e riferimento personale, numero di riferimento personale CPC 872, numero di riferimento CPV 79620000-6;
rilevato che:
- la procedura è finalizzata all'individuazione di un'agenzia per il lavoro, in possesso di regolare autorizzazione rilasciata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, cui affidare il servizio di somministrazione di lavoro temporaneo che consiste nell'attività di ricerca, selezione, formazione e sostituzione di personale da somministrare, al fine di garantire effettiva prestazione lavorativa;
- la somministrazione di lavoro temporanea si riferisce a numero 14 figure professionali indicate in:
- categoria "C 1" - istruttore amministrativo/tecnico con inquadramenti, riferiti al vigente contratto collettivo regionale di lavoro per il personale dipendente dell'Amministrazione regionale e degli enti strumentali della Regione autonoma della Sardegna, da impiegare con contratti di lavoro a tempo determinato, pieno parziale, presso l'Agenzia regionale per il lavoro della Regione autonoma della Sardegna, secondo le esigenze dell'Amministrazione;
- categoria "D 1" - funzionario amministrativo/tecnico con inquadramenti, riferiti al vigente contratto collettivo regionale di lavoro per il personale dipendente dell'Amministrazione regionale e degli enti strumentali della Regione autonoma della Sardegna, da impiegare con contratti di lavoro a tempo determinato, pieno parziale, presso l'Agenzia regionale per il lavoro della Regione autonoma della Sardegna, secondo le esigenze dell'Amministrazione;
considerato che:
- con deliberazione numero 20/4 del 29 aprile 2015 "Misure urgenti in materia di disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Modifiche alla legge regionale 5 dicembre 2005, numero 20 (Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, numero 9, in materia di lavoro e servizi all'impiego)", è stato approvato un disegno di legge che, all'articolo 11, prevede "Inserimento dell'articolo 14 bis nella legge regionale numero 20 del 2005";
- l'articolo 14 bis "Personale dei Centri dei servizi per il lavoro" dispone che, alla lettera b), all'Agenzia regionale per il lavoro venga ricompreso il personale di ruolo delle province effettivamente impiegato, in via esclusiva, nel sistema dei servizi delle politiche attive del lavoro, prevedendo una dotazione organica dell'Agenzia quantificata in 800 unità;
- con deliberazione numero 62/10 del 9 dicembre 2015 viene approvata la nuova dotazione organica dell'Agenzia regionale per il lavoro fissata in numero di 480 unità e si istituiscono 4 strutture organizzative di secondo livello;
- complessivamente tale personale risulta, comunque, operante nel sistema dei servizi per il lavoro regionale e che deve essere impiegato a tale scopo,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:
1) se sia stata effettuata una puntuale verifica sulle 800 professionalità a disposizione del sistema dei servizi regionale, per la realizzazione dei nuovi progetti previsti nella succitata determinazione;
2) se non appaia opportuno l'impiego dei lavoratori di ruolo delle province e dei lavoratori precari attualmente operanti presso i CSL e CESIL che possiedono adeguate professionalità, prima di ricorrere a professionalità esterne con inadeguate forme di selezione. (210/C2)
Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla situazione dell'Agenzia Agris Sardegna in riferimento alla ritardata nomina del direttore generale.
I sottoscritti,
premesso che:
- la legge regionale 8 agosto 2006, numero 13, istitutiva dell'Agenzia regionale Agris Sardegna, ha affidato alla figura del direttore generale la rappresentanza legale, la direzione ed il coordinamento dell'attività attraverso la predisposizione dei programmi annuali e pluriennali e la verifica del raggiungimento degli obiettivi;
- lo scorso 6 ottobre 2015 è scaduto l'incarico conferito al direttore generale dell'Agenzia Agris Sardegna;
- l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, con proprio decreto numero 2280/DecA/47 del 1° ottobre 2015, ha provveduto alla definizione dei requisiti per la nomina del nuovo direttore generale e alla fissazione di specifiche direttive per la predisposizione della procedura di evidenza pubblica finalizzata alla selezione dello stesso;
- a seguito dell'avviso pubblico di cui alla determinazione numero 16498 - 962 del 7 ottobre 2015 sono state acquisite le manifestazioni d'interesse dei candidati alla nomina di direttore generale;
- l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, con successivo proprio decreto numero 3103/58 del 21 dicembre 2015, ha ritenuto di dover annullare, in sede di autotutela, il precedente decreto numero 2280/DecA/47 per "meglio definire le fattispecie di incarichi dal cui svolgimento deriva l'idoneità alla nomina di direttore generale negli enti/agenzie regionali", per "dare ulteriori indicazioni per una maggiore diffusione e pubblicità alla procedura di evidenza pubblica per la nomina" e "pertanto di dover emanare nuove direttive";
- l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, con proprio decreto numero 136/GAB/DecA/1 del 22 gennaio 2016, ha adottato nuovi requisiti e direttive per la nomina del direttore generale dell'Agenzia Agris;
- conseguentemente, è stato approvato, con determinazione del direttore generale dell'Assessorato numero 1483/21 del 3 febbraio 2016, e pubblicato con scadenza 15 febbraio 2016, l'avviso di indizione della procedura ad evidenza pubblica per l'acquisizione di manifestazione d'interesse alla nomina di direttore generale di Agris Sardegna;
considerato che lo scorso 17 febbraio 2016 il sostituto del direttore generale dell'Agenzia Agris è improrogabilmente decaduto;
rilevato che dal giorno 18 febbraio 2016 l'Agenzia è priva del suo organo di vertice e, quindi, del soggetto titolare di tutte quelle funzioni indicate in premessa ed essenziali per il buon funzionamento dell'ente;
valutato che tale situazione sia estremamente grave e che il suo perdurare possa ingenerare una condizione di paralisi amministrativa, oltre alle pericolose problematiche giuridiche ed amministrative che si potrebbero verificare;
tenuto conto delle prerogative e degli obblighi dei componenti della Giunta regionale,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) quali siano i motivi della mancata conclusione della procedura finalizzata alla nomina del direttore generale dell'Agenzia Agris Sardegna;
2) se non ritengano di dover intervenire, per quanto di competenza, anche attraverso l'applicazione dei poteri sostitutivi ed addivenire alla conclusione del procedimento, evitando la possibilità che si riscontrino danni di carattere amministrativo e contabile all'Amministrazione derivanti dal perdurante ritardo nell'individuazione dell'organo di rappresentanza legale dell'Agenzia;
3) se non ritengano di dover valutare, se del caso, le responsabilità della paralisi dell'attività dell'Agenzia e dei conseguenti disagi recati agli operatori del settore agro-pastorale, che già soffrono per la crisi economica. (211)
Mozione Truzzu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Fenu - Carta - Lampis - Solinas Christian - Tocco - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Orrù - Cossa - Crisponi sull'adeguamento dei guardrail lungo le strade urbane ed extraurbane della Sardegna al fine di diminuirne la pericolosità in caso di impatto di conducenti di veicoli a due ruote, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- l'incremento della sicurezza stradale e la conseguente riduzione dell'incidentalità sono tra gli obiettivi prioritari delle politiche europee e nazionali, tant'è vero che il libro bianco della Commissione europea sui trasporti dapprima del 2001 e poi del 2011 si propone di dimezzare le vittime degli incidenti stradali entro il 2020 e di riuscire ad azzerare il numero delle vittime entro il 2050;
- nonostante tali propositi il livello di incidentalità risulta ancora particolarmente elevato e pari nel 2011, a circa mezzo milione di feriti in incidenti stradali in Europa, di cui il 50 per cento in maniera grave;
- in Italia, negli ultimi anni, le statistiche hanno registrato una generale riduzione degli incidenti stradali e dei feriti, che il rapporto ACI-ISTAT 2011 quantifica rispettivamente in un -2,7 per cento e un -3,5 per cento, con una più consistente riduzione dei morti, pari al -5,6 per cento;
- nel 2014, secondo stime preliminari, si sono verificati in Italia 174.400 incidenti stradali con lesioni a persone, facendo registrare 3.300 morti e 248.200 feriti, con una notevole incidenza sui costi economici e sociali sopportati dalla collettività in campo medico, sanitario e assistenziale;
- l'indice di mortalità in Italia è pari a 1,91 con un lieve aumento rispetto al 2013, dovuto maggiormente a un incremento degli incidenti mortali sulle principali strade extraurbane, nonostante, nel corso del quadriennio 2010-2014, il numero dei morti abbia conosciuto un decremento del 19,1 per cento;
- le statistiche rivelano che gli incidenti mortali avvengono prevalentemente sulle strade extraurbane e sulle autostrade e i più colpiti sono gli individui nella fascia di età compresa tra i 20 e i 39 anni;
- la categoria di veicolo maggiormente coinvolta negli incidenti stradali è costituita dalle autovetture, seguita dai motocicli che, tuttavia, rappresentano la categoria più a rischio con un 32,1 per cento di decessi con un indice di mortalità pari 1,68 morti per 100 veicoli coinvolti;
- l'Italia presenta una delle condizioni più critiche nel panorama europeo, giacché nel 2010 era il primo paese dell'Unione europea per numero di morti su due ruote e il terzo paese per i morti sulle biciclette e i pedoni, con un morto su tre in incidenti in cui è coinvolto un motoveicolo;
- il maggior numero di incidenti per i veicoli a due ruote avviene sulle strade urbane, ma l'indice di mortalità delle strade extraurbane è quasi 7 volte superiore (1,1 morti per 100 incidenti nelle strade urbane e 7,1 morti per 100 incidenti in quelle extraurbane);
- in Italia esiste il maggior parco veicoli circolante d'Europa e i dati sull'incidentalità evidenziano la particolarità e la criticità della situazione italiana, tenuto conto che i veicoli a due ruote costituiscono appena il 21 per cento del parco veicoli totale e rappresentano non più del 3/4 per cento della percorrenza totale dei veicoli;
CONSIDERATO che:
- l'Italia registra una costante crescita dell'utilizzo dei veicoli a motore a due ruote, generata probabilmente dalla maggiore versatilità di questi mezzi nei contesti urbani decisamente più caotici e congestionati dal traffico rispetto al resto dell'Europa, anche a causa di un livello del servizio di trasporto pubblico decisamente insufficiente;
- nonostante una progressiva riduzione delle vittime di incidenti stradali in moto e motocicli nel periodo 2007-2011, si è ancora lontani dall'obiettivo europeo per il 2020, ovvero una riduzione del 50 per cento delle vittime e pertanto è necessario individuare nuove soluzioni anche per ridurre i costi sociali degli incidenti stradali, stimati in circa 30 miliardi di euro (circa il 2 per cento del PIL);
- i conducenti di veicoli a due ruote sono da considerarsi utenti deboli della strada, giacché in caso di urto sono particolarmente vulnerabili e, pertanto, è compito delle istituzioni nazionali e locali prevedere per essi particolari forme di tutela;
- le principali ragioni di vulnerabilità per i conducenti dei veicoli a due ruote sono essenzialmente tre: la segnaletica non rispettata dagli automobilisti, l'arredo urbano e le infrastrutture stradali, la tipologia e tecnologia del mezzo utilizzato meno visibile e adatto a proteggere l'utente;
- secondo il Motorcycle accidents in depth study (MAIDS) le infrastrutture inadeguate in Italia sono la concausa di incidenti nel 25 per cento dei casi, ovvero circa il doppio della media europea;
- un deciso intervento sulle infrastrutture, ovvero buche, segnaletica erronea, cartelloni pubblicitari abusivi e guardrail, avrebbe come logica conseguenza una significativa riduzione degli infortuni per i conducenti di ciclomotori e motocicli;
RITENUTO che:
- i guardrail, in quanto dispositivi di ritenuta passiva, avrebbero principalmente la funzione di contenere i veicoli all'interno della strada o della carreggiata al fine di ridurre gli effetti degli incidenti dovuti a sbandamento, si rivelano causa essi stessi di danno al conducente per l'urto sui sostegni verticali;
- i guardrail rappresentano una soluzione idonea e appropriata a contenere gli urti di veicoli a quattro o più ruote, ma risultano inefficaci o addirittura pericolosi quando nell'incidente è coinvolto un motociclo, generando conseguenze gravi e, talvolta, fatali per il motociclista nel caso di urto contro i montanti a velocità superiore ai 30 km/h, o anche contro i nastri, soprattutto nei casi, sempre più diffusi, in cui non sia effettuata una puntuale manutenzione in grado di eliminare i bordi taglienti;
- da alcuni anni il tema della pericolosità dei guardrail interessa l'opinione pubblica e gli utenti dei mezzi a due ruote, tanto che si sono mobilitate numerose associazioni di motociclisti e sono state lanciate diverse petizioni per sollecitare l'adeguamento dei guardrail esistenti;
APPURATO che:
- numerosi enti pubblici hanno dato vita a progetti e sperimentazioni per ridurre i rischi attraverso l'installazione delle cosiddette barriere "salva-motociclisti", come ad esempio accade in Emilia Romagna attraverso una collaborazione tra Regione e Provincia di Forlì-Cesena (S.P. 4 del Bidente), o in Trentino Alto Adige;
- in alcuni casi sono state individuate soluzioni economiche per aumentare la sicurezza dei guardrail, che non comportano la loro totale sostituzione, ma semplicemente la realizzazione di una copertura sui paletti di fissaggio al terreno con paracolpi, ossia strutture orizzontali in materiale gommoso termo-modellato, che percorrono tutta la lunghezza del guardrail;
- simili protezioni hanno tra l'altro la caratteristica di mantenere generalmente la forma e, pertanto, dopo l'impatto tendono a riprendere la loro forma originaria;
- la stessa Unione europea ha finanziato un progetto di ricerca per creare barriere più sicure, sviluppando un prototipo capace di assorbire meglio l'impatto e di avvertire, grazie a particolari sensori, gli utenti del pericolo di acqua planning, della presenza di ghiaccio o di qualunque oggetto che blocchi la strada e in grado di segnalare alle autorità eventuali incidenti e il luogo esatto dello stesso;
- attualmente non esiste, purtroppo, a livello europeo una disciplina per la produzione di prodotti di ritenuta stradale con marcatura CE, progettati anche per la sicurezza dei motociclisti, benché in diversi Paesi siano state sperimentate delle soluzioni atte a perfezionare l'attuale struttura dei guardrail anche con soluzioni che prevedono la semplice aggiunta di un elemento di protezione nella parte inferiore della lamiera;
RIBADITO che:
- in passato è stata avanzata una proposta di protocollo di omologazione (1317-8) dei guardrail diretta a modificare le norme europee, inserendo crash test specifici sulle barriere affinché sia maggiormente tutelata l'incolumità dei motociclisti ma, a giugno 2011, il Comitato europeo di formazione (CEN), agendo in forza della propria autonomia, contrariamente alle richieste della Commissione ha ridotto la proposta di protocollo a semplice specifica tecnica;
- nonostante a livello europeo non sia ancora stata emanata una disciplina finalizzata a promuovere prodotti di ritenuta stradale finalizzati anche alla sicurezza dei motociclisti, in diversi Paesi europei e in alcune province italiane sono state sperimentate con successo soluzioni volte al miglioramento della struttura dei guardrail;
- l'Italia ha votato a favore del protocollo sopraccitato, ritenendo necessario definire i requisiti, la classificazione e le modalità di valutazione e di accettazione di sistemi volti a migliorare la sicurezza passiva delle barriere di sicurezza stradali e degli ostacoli nei casi di eventuali impatti dei motociclisti e la legge 29 luglio 2010, numero 120 già prevede l'obbligo per gli enti proprietari e concessionari delle strade e delle autostrade nelle quali si registrano più elevati tassi di incidentalità di effettuare specifici interventi di manutenzione straordinaria della sede stradale e autostradale, delle pertinenze, degli arredi, delle attrezzature e degli impianti, nonché di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica e delle barriere volti a ridurre i rischi relativi alla circolazione;
- sui guardrail sarebbe, inoltre, auspicabile un deciso intervento dal parte del Governo considerato anche che il settore è stato gestito per più dì un quadriennio, attraverso il consorzio Comast, un cartello di aziende che è stato sanzionato dall'Antitrust con provvedimento numero 23931 del 28 settembre 2012 per un totale di circa 40 milioni di euro, che anche dal punto di vista della sicurezza ha finito per ostacolare la promozione di novità di tipo tecnico;
CONSIDERATO che:
- nonostante la categoria dei motociclisti sia in costante aumento nel nostro paese, nell'ambito delle prove d'urto previste dalla normativa europea e dalla legislazione italiana vigente, ai fini della verifica di conformità dei dispositivi di protezione della circolazione, l'urto del motociclista contro la barriera non è di fatto preso in considerazione;
- il Ministero e l'UNI, già nel giugno 2008, in stretta collaborazione con le associazioni e gli esperti di settore, hanno fatto istanza al Comitato europeo di normazione (CEN) per l'elaborazione di una norma tecnica sui dispositivi di protezione ausiliari per i motociclisti, istituendo un apposito gruppo di lavoro europeo;
- su sollecitazione e con la collaborazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l'UNI ha elaborato e pubblicato un progetto dal titolo UNI TR11370 "Dispositivi stradali di sicurezza per motociclisti - Classi di prestazioni, modalità di prova e criteri di accettazione" pubblicato nel luglio 2010;
- il declassamento della protocollo EN 1317-8 da possibile norma tecnica (EN) a Technical specification (TS), ha di fatto determinato un ulteriore ritardo nella possibilità di emanare una norma tecnica europea in grado di determinare le prove da eseguire per i dispositivi di protezione stradale per motociclisti;
- la differenza tra bozza di norma protocollo EN e specifica tecnica TS è notevole, poiché l'approvazione di norma come EN avrebbe comportato una probabile obbligatorietà della adozione della norma stessa in tutti i Paesi dell'Unione europea;
- la TS può essere adottata dai singoli Stati e, in ogni caso, come ricordato in audizione alla Camera dei Deputati dal Sottosegretario Rocco Girlanda, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è in fase avanzata di elaborazione un provvedimento che disciplini le prove d'urto e l'installazione dei dispositivi di protezione per i motociclisti, che prevede l'adozione della UNI CEN/TS1317-8 e l'installazione dei dispositivi stradali di sicurezza per motociclisti (DSM) continui su barriere di sicurezza stradale discontinue;
- nelle more della definizione della norma, gli enti proprietari o concessionari delle strade possono richiedere al Ministero l'autorizzazione per l'installazione, in via sperimentale, di dispositivi di protezione per motociclisti;
VALUTATO che:
- anche la Sardegna ha conosciuto negli ultimi anni numerosi incidenti mortali in cui sono rimasti coinvolti i conducenti dei veicoli a due ruote, tanto lungo le strade extraurbane, quanto in quelle urbane e, in particolare, lungo gli assi di ingresso ai principali centri abitati;
- secondo dati non ufficiali nel 2014 in Sardegna si sono verificati oltre 3.500 incidenti, con più di 5.000 feriti e circa 98 morti, con una prevalenza di incidenti nel periodo estivo, mentre la maggioranza degli incidenti mortali si è verificato lungo le strade extraurbane, con un indice di mortalità pari al 7,9 nella Provincia di Carbonia-Iglesias, e i dati del 2015 non sono certo più confortanti considerato che si stimano circa 101 morti totali in incidenti stradali, 33 motociclisti, di cui 8 chiaramente a causa della presenza dei guardrail e per 2 di essi è conclamato che la velocità fosse tra l'altro molto ridotta;
- la Regione, con la finanziaria 2015, ha contratto uno specifico mutuo di 700 milioni di euro al fine di colmare alcuni dei gap infrastrutturali dell'isola, e che prevede la realizzazione di specifici interventi lungo gli assi viari della Sardegna;
- sono inoltre in progetto ed esecuzione numerosi interventi di modernizzazione delle principali rete stradali, quali la S.S. 131, la S.S. 125, la S.S. 554 e la nuova Sassari- Olbia, nonché in tante altre strade statali, provinciali e urbane;
- i guardrail attualmente utilizzati lungo le strade sarde, come detto sopra, sono progettati per contenere le automobili e i mezzi pesanti in caso di urto, ma costituiscono una delle cause principali di morte o mutilazione per i conducenti dei veicoli a due ruote e l'incidentalità può essere fortemente ridotta attraverso il posizionamento nell'estremità inferiore del guardrail di una barriera "salva motociclista" già omologata e disponibile all'acquisto;
- la Provincia autonoma di Bolzano, in particolare, ha brevettato e omologato un sistema di barriere stradali all'avanguardia in fatto di sicurezza, creando nello specifico una barriera con larghezza d'ingombro ridotta (per non causare restringimenti della carreggiata) e il più possibile leggera (con minor utilizzo di acciaio), quindi con minori costi di produzione e di più facile installazione;
- la stessa Provincia autonoma di Bolzano, a fronte del pagamento di una licenza, già dal 2005 cede il brevetto alle aziende di produzione, generando così un'opportunità di introiti per l'Ente pubblico, che vengono reinvestiti per la manutenzione delle stesse strade provinciali;
- la Regione, in una logica di scambio delle buone pratiche e di condivisione dei progetti pubblici di successo, potrebbe chiedere alla Provincia autonoma di Bolzano la concessione gratuita del brevetto, in modo da attivare anche sul territorio dell'isola percorsi pubblici virtuosi,
impegna il Presidente della Regione,
l'Assessore regionale dei lavori pubblici e l'Assessore regionale dei trasporti a:
1) a promuovere l'installazione di barriere stradali più sicure e sistemi di sicurezza idonei a garantire l'incolumità dei conducenti di motoveicoli, prevedendo il montaggio sui guardrail esistenti di attenuatori d'urto e sistemi per la protezione dei motociclisti su barriere e pali, in particolare in tutte le strade che saranno interessate dai lavori di riqualificazione programmati sulla base delle disponibilità finanziarie generate dall'accensione del mutuo previsto dalla finanziaria 2015, con priorità sui tratti a maggiore incidentalità;
2) a sollecitare e promuovere l'uso di dispositivi di sicurezza attiva e passiva nei veicoli e l'incremento dell'applicazione di tecnologie intelligenti su tutte le strade;
3) a promuovere una campagna di informazione e di comunicazione volta a sensibilizzare i conducenti dei veicoli a due ruote sui rischi derivanti dai comportamenti scorretti alla guida, con particolare attenzione ai conducenti più giovani;
4) a predisporre opportune dotazioni finanziarie per la realizzazione di bandi destinati agli enti locali per l'installazione, anche lungo le strade urbane, di barriere stradali più sicure e sistemi di sicurezza idonei a garantire l'incolumità dei conducenti di motoveicoli, prevedendo in particolare il montaggio sui guardrail esistenti delle cosiddette barriere "salva motociclista" già omologate e disponibili all'acquisto;
5) a inoltrare formale richiesta alla Provincia autonoma di Bolzano affinché la Regione possa utilizzare gratuitamente il brevetto delle barriere stradali a elevata sicurezza. (226)