Seduta n.330 del 12/06/2012 

CCCXXX SEDUTA

(POMERIDIANA)

Martedì 12 giugno 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 17 e 01.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 16 maggio 2012 (322), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Francesco Cuccureddu e Marco Espa hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 12 giugno 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sull'urgente necessità di razionalizzare il servizio di trasporto e mobilità affidato a privati, per i lavoratori delle ditte ubicate nella zona industriale lungo la strada statale n. 195 e Macchiareddu e la tratta fra l'aeroporto di Elmas e Oristano". (890)

"Interrogazione Planetta, con richiesta di risposta scritta, sulla perdurante inadempienza della Regione Sardegna in materia di zona franca e mancata delimitazione delle aree della zona franca della Sardegna in attuazione del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75 e dell'articolo 12 del vigente Statuto d'autonomia speciale della Sardegna". (891)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Barracciu - Cucca - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla mancata attivazione, nella maggior parte delle scuole primarie della Sardegna, del modello a tempo pieno, malgrado le numerose richieste delle famiglie e le deliberazioni formali di impegno da parte delle amministrazioni locali con richiamo specifico alla situazione delle scuole del Comune di Nuoro, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (188)

PRESIDENTE. Constatato che sono ancora in corso i lavori della Commissione d'inchiesta sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 03, viene ripresa alle ore 17 e 24.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Presidente, vorrei semplicemente far presente che la Commissione d'inchiesta dovrebbe essere ancora riunita per cui l'onorevole Salis, che dovrebbe intervenire nel dibattito quale primo oratore, essendone un componente, non può essere al momento presente in Aula. Le chiedo pertanto una ulteriore sospensione.

PRESIDENTE. Onorevole Cucca, mi riservo di verificare. Sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 25, viene ripresa alle ore 17 e 26.)

Continuazione e fine della discussione congiunta delle mozioni Uras - Diana Giampaolo - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulle procedure di nomina degli amministratori degli enti strumentali, delle agenzie, delle società in house, partecipate e controllate dalla Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (184) e Diana Giampaolo - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla nomina dell'amministratore unico della Carbosulcis, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (186)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione congiunta delle mozioni numero 184 e 186.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). La discussione odierna, a mio modesto parere, dovrebbe tentare di superare l'aspetto contingente della nomina del dottor Lorefice e delle nomine all'IGEA per tentare di spaziare sui problemi che ci troviamo a dover affrontare nella drammatica situazione economica e sociale della Sardegna.

Signora Presidente, all'ora di pranzo ho letto la rassegna stampa: lo spread vola a 490 punti, la Borsa anche oggi è crollata, il 2013 per le regioni e per gli enti locali si presenterà come un anno difficilissimo perché il pareggio di bilancio previsto comporterà ulteriori tagli nei trasferimenti a essi destinati; inoltre (noi speriamo che questo non avvenga), l'imminente ratifica del fiscal compact comporterà che il bilancio dello Stato si dovrà sobbarcare, per il contenimento del debito pubblico, un ulteriore taglio di circa 40 miliardi annui che si aggiunge a quelli già effettuati e agli ulteriori esborsi per gli interessi che il bilancio dello Stato dovrà sopportare.

Questo, signor Presidente, che cosa vuol dire? Che noi da oggi, anche a causa di un atteggiamento "patrigno" da parte del Governo nazionale, che finora ci ha sottratto il dovuto relativamente alle entrate, dovremo affrontare una situazione di disagio, di vera e propria disperazione, in moltissimi territori, di migliaia di famiglie sarde, senza avere gli strumenti per poter compiere il nostro dovere.

Io le confesso, signor Presidente, che mi trovo, forse per la prima volta dopo tanti anni di attività politica, in una situazione di estrema difficoltà perché, personalmente e come forza politica, mi sembra quasi di non avere possibilità di poter incidere sulla realtà.

La settimana scorsa il mio paese di nascita e di residenza è stato scosso dal dramma del suicidio di un giovane artigiano di 35 anni, schiacciato dai problemi e dalle difficoltà economiche. Ciò che ha colpito me e migliaia di altri nostri concittadini è che nelle tasche di questo ragazzo, perché un ragazzo si può definire, di questo povero ragazzo, c'erano le cartelle di Equitalia che lui non era in grado di pagare.

Questo caso, non voglio assolutamente rischiare di oltrepassare la soglia della retorica, lo porto come esempio unito agli altri innumerevoli casi di disperazione, alle altre migliaia di testimonianze che ognuno di noi quotidianamente, ormai da alcuni mesi a questa parte, coglie nella sua attività politica, nelle piazze, nei bar, nelle edicole quando ci fermiamo a comperare il giornale: siamo subissati da testimonianze di disperazione crescente a cui non riusciamo a dare risposte.

Ecco perché, di fronte a un dramma sociale così "disperante", l'ordinaria amministrazione nella gestione del potere, nella gestione delle nomine che vengono fatte incuranti di quello che succede nella realtà, al di fuori cioè delle stanze del potere, è qualcosa di inaccettabile, presidente Cappellacci, è qualcosa di immorale; io lo definisco immorale. Non ci si può più trastullare, incuranti di tutto, con modalità di nomine, cioè di occupazione dei posti di potere, all'interno della Regione, che gridano vendetta per il loro superficiale contrasto con i principi della competenza, della professionalità, del merito.

Signor Presidente della Regione e signora Presidente del Consiglio, è una sorta di cartina di tornasole, per cui spero che nella sua replica, signor Presidente, lei voglia tentare di riavvicinare le sensibilità del Presidente della Giunta con le prerogative del Consiglio regionale; mi aspetto pertanto che ella, signor presidente Cappellacci, voglia, in premessa, chiedere scusa a questo Consiglio regionale perché io non mi sento né gallo, né gallina e neanche sento di stare in un pollaio o in un cortile.

Considero invece una grave offesa che questo Parlamento dei sardi possa essere stato paragonato a un pollaio e a un cortile e mi auguro, mi aspetto anzi, che ella voglia rimarginare questa lesione inflitta alla considerazione di quest'Aula. Nessuno vuole urlare in maniera incontrollata e incontrollabile sui comportamenti della Giunta; con le nostre mozioni abbiamo posto un problema serissimo, cioè se sia possibile da un lato continuare con l'ipocrisia dei proclami e delle dichiarazioni altisonanti e, dall'altro lato, mantenere gli atteggiamenti da vecchia, vecchissima politica.

Abbiamo posto questo problema, peraltro, tentando anche di intercettare il sentimento manifestato dai sardi nell'espressione di voto sul referendum. Forse abbiamo sbagliato, anzi, sicuramente abbiamo sbagliato ad aspettare l'esito del referendum, avremmo dovuto anticipare questa sensibilità che era già evidente nel popolo sardo, non l'abbiamo fatto, però evitiamo di contraddire le dichiarazioni altisonanti sulla necessità di cambiamento della politica, sulla necessità del rinnovamento dei metodi, oltre che degli uomini, ricadendo alla prima prova dei fatti, presidente Cappellacci, nei vecchi meccanismi delle spartizioni partitiche e correntizie.

Badate, se si vuole dare anche in Sardegna un aiuto a Beppe Grillo continuate con questa modalità di gestione del potere, ma l'antipolitica è la vostra non è quella di Beppe Grillo; l'antipolitica è legata a questi atteggiamenti, voi state alimentando questi comportamenti contro la politica e, se non si ha il coraggio di cambiare e di invertire i comportamenti, state veramente minando la democrazia, basta vedere i dati delle elezioni anche di domenica e di lunedì in Sardegna, il tasso altissimo di astensionismo. E chi regge? Reggono soltanto i percettori di potere (ma nessuno deve trarre soddisfazione da questo), chi può gestire potere e chi può dare qualche illusoria sensazione di risoluzione dei problemi degli elettori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, peccato che non ci sia l'onorevole Soru questa sera, dato che ho anche apprezzato alcuni aspetti del suo intervento, chiaramente visto dalla sua ottica. Intervengo in un clima non da primo giorno di scuola, quanto piuttosto quasi kafkiano, in un'atmosfera rarefatta che sogna scarafaggi a occhi aperti; ovvero sembra, questa platea, ebbra di un alcol obnubilante che deforma la realtà. Una realtà, quella presente nella nostra Regione, che invece è drammatica.

Una realtà che ci dice il dramma di una crisi economica, sociale, valoriale. Ho sentito tanti richiami alla moralità ma si è fatto moralismo, che è cosa ben diversa dalla moralità. La moralità va applicata a sé stessi prima di richiederla agli altri, non è un esempio di moralità che qualcuno pretenda che un famiglio possa avere qualcosa dal proprio ambito politico di riferimento.

Valori, ideali. Ma vi chiedete quanto costa un Consiglio regionale? E quante volte in questi due anni e mezzo, e non è la prima volta che richiamo questo fatto, ci siamo riuniti per discutere una mozione, un ordine del giorno, tutte cose che danno da mangiare al popolo sardo, tutte cose che fanno crescere l'economia, tutte cose che offrono l'opportunità al nostro sistema produttivo di creare sviluppo, di creare quell'occupazione di cui sistematicamente ci riempiamo la bocca!

Mozioni, ordini del giorno, è questo il valore? Eppure queste sono le cose che discutiamo quotidianamente. Quante leggi abbiamo esitato, quanti progetti di legge devono essere ancora portati in Consiglio alla disamina dei consiglieri? Certamente sarebbero stati molto più produttivi per il popolo dei sardi, che da questo Parlamento doveva essere rappresentato degnamente.

Qual è quindi la produttività? Vedete, soprattutto all'opposizione dico che se continuate a portare (come se stessimo discutendo di questioni sindacali in quest'Aula) proposte di ordini del giorno e di mozioni, non avrete mai l'opportunità di essere prossima maggioranza perché non state proponendo un'alternativa seria, programmatica e di sviluppo. Questo è quello che sta difettando all'opposizione in questi anni. E non si cerchi di incolparci di un qualcosa relativamente ai referendum, caro onorevole Uras, sui quali abbiamo fatto meglio e più di lei.

Noi difendiamo tutto quello che è disceso dai referendum, che piaccia o no! Senza fare arroccamenti ma certamente cercando di dare una risposta a quei 500 mila e passa sardi che hanno votato! Una risposta che contempla non le Province, come qualcuno pensa e su questo chiude, ma una Regione nuova, l'ipotesi di uno Statuto nuovo, di vera autonomia, che sancisca una contrattazione nuova con lo Stato italiano, con l'Unione europea, nel momento in cui la stessa Unione europea per la grave crisi mondiale che attraversiamo pretende di avere decisioni politiche più pregnanti, più alte e più forti, anche nei confronti dello Stato.

Onorevole Barracciu, non si scandalizzi molto, se io dovessi elencare tutto ciò che lei ha fatto, o preteso di fare, nella scorsa legislatura, con nomine e contro nomine, Dio solo sa quello che ne deriverebbe; e vorrei vedere la qualità delle sue proposte, perché non è stata mai capace di fare una proposta seria! Lei ben dovrebbe guardarsi prima di fare nomi e cognomi e attribuzioni a partiti; , gliel'ho detto anche in altra circostanza: stia attenta, stia attenta a quello che dice.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, mi sta minacciando!

DEDONI (Riformatori Sardi). Io capisco che l'arroganza sia di casa ma non è così che funziona. Un comportamento etico inizia da qui.

BARRACCIU (P.D.). Mi sta minacciando, mi sta minacciando!

PRESIDENTE. Colleghi!

DEDONI (Riformatori Sardi). Senta, se vuol far ridere qualcuno ci riesce pure.

BARRACCIU (P.D.). Lei fa piangere!

DEDONI (Riformatori Sardi). Non ho proprio bisogno di minacciarla e non posso minacciarla. Io non mi preoccupo e neanche faccio come il suo Capogruppo che ferma l'orologio per poter continuare, ci mancherebbe altro!

PRESIDENTE. Non costringetemi a sospendere la seduta! Onorevole Dedoni, si riferisca alla Presidenza, non all'onorevole Barracciu.

DEDONI (Riformatori Sardi). Mi riferisco a chi mi ha cercato, Presidente, a chi ha cercato di offendere la moralità.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni!

DEDONI (Riformatori Sardi). Io so che do fastidio, lo capisco, perché vi dico la verità e non la volete sentire; è ciò che avveniva anche quando quella sinistra, di cui siete eredi, negava l'evidenza della realtà dei Paesi dell'Est: uccideva i dissidenti anche moralmente. Non avete il coraggio della vostre idee e di essere veramente progressisti come vi qualificate.

Noi vogliamo essere coloro i quali si richiamano a valori ben più fondamentali; noi abbiamo cercato di trovare soluzioni, e i sardi ci hanno ascoltato, nel dare nuova moralità al panorama politico isolano, e cercando di cambiare dall'interno. Io credo che bene abbia fatto il presidente Cappellacci, checché ne pensi l'onorevole Uras, a sbaraccare un consiglio di amministrazione, perché conseguente a quanto detto dai sardi, dalla maggioranza di coloro che hanno votato.

Poi possiamo entrare nel merito e non essere d'accordo, ma oggi non è in discussione questo perché non ho nessuno nominato e presente in quella posizione; noi però sfidiamo voi, maggioranza e opposizione, a fare nel più breve tempo possibile le leggi che diano certezza che quanto richiesto dai sardi, attraverso i referendum, possa essere attuato: i sardi vogliono una politica diversa!

Vogliono una regolamentazione nuova, un indirizzo da offrire alla Giunta perché possa avere nuove regole sulle proprie competenze in materia di nomine negli enti, al fine di limitare il numero degli enti per renderli efficaci ed efficienti rispetto ai loro fini. Per questo si è votato, e vi sfidiamo su queste cose!

E quando qualcuno mette la testa sotto la sabbia come lo struzzo, gli ricordiamo che abbiamo depositato, e richiesto a tutti i Capigruppo di esaminarle, quelle proposte di legge che riguardavano tutti i referendum, quindi le proposte giacenti ci sono, la sfida è se avete alternative. Volete correggerle? Avete tempo? Bisogna farlo nel più breve tempo possibile, perché questa è la vera sfida: dare una risposta seria, corretta e onesta al popolo sardo, cambiando quel tipo di politica fatta di annunci certamente non rispondenti alle esigenze della gente che soffre e ha bisogno.

Non mi dispiace che mi abbiano interrotto, Presidente…

(Interruzione della consigliera Barracciu)

DEDONI (Riformatori Sardi). Probabilmente ti stai specchiando, perché è quello che puoi riuscire a fare; e come donna ti imbelletti abbastanza davanti a quello specchio per riguardarti bene su quello che dici o, meglio, quello che non dici e non capisci!

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, la invito ad avere rispetto per il genere femminile e a non banalizzare in questo modo.

DEDONI (Riformatori Sardi). Io rispetto nella misura in cui mi viene…

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni!

DEDONI (Riformatori Sardi). Lei qui non dovrebbe fare la difesa d'ufficio ad alcuno, ha capito? Gliel'ho detto anche altre volte: non faccia la difesa d'ufficio ma sia la "terzietà" in quest'Aula!

PRESIDENTE. Io non faccio difese d'ufficio, ma lei non può offendere le donne con questi epiteti; e rifletta sulle cose che dice!

DEDONI (Riformatori Sardi). So bene quello che ho detto e lei ascolti quello che dicono altri, e permetta che venga portato a compimento un dibattito.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è già terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna Domani). A me pare che il clima sia quanto meno surreale, io ho perso le elezioni a Oristano ma spero di non essere contaminato. Cerco di mantenere la mia serenità e la mia tranquillità, evidentemente non è così per tutti. Ora, è vero che siamo in quest'Aula per discutere delle mozioni, ma una di queste, se fossi stato uno dei firmatari, l'avrei ritirata. Ai colleghi del centrosinistra ai quali, per quanto mi riguarda, non ci accomuna ideologicamente nulla, molto chiaramente dico che mi sarei aspettato che stamattina il presidente Cappellacci chiedesse la parola in apertura per comunicare la rinuncia del dottor Lorefice a ricoprire un incarico così importante e prestigioso (spero sia così perché magari da qui al termine della legislatura potremmo anche discutere forse se quell'incarico era così prestigioso e così importante), ma non è questo che mi interessa oggi.

Ripeto, se fossi stato uno dei firmatari avrei ritirato quella mozione e avrei concentrato, probabilmente, i ragionamenti della giornata odierna su altri argomenti, certamente molto ma molto più importanti e che interessano molto di più la gente di Sardegna. Così non è stato; così come è possibile che il presidente Soru abbia forse non ben compreso ciò che è accaduto. Io capisco che il presidente Soru non abbia a cuore lo scioglimento del Consiglio regionale, è un momento un po' particolare e forse non si sente pronto per cui ci sta un attimino attento, fino al punto quasi quasi di prestare soccorso, ma soccorso a che cosa?

I numeri li conosciamo tutti: non esiste nessun rischio, non c'è la possibilità che si stia votando lo scioglimento del Consiglio regionale, i volti sono rilassati, sono tutti sereni e tranquilli, non ci sono problemi. Il Presidente è presente, anzi, ci ha fatto anche un regalo perché è venuto due giorni prima della data annunciata, più di questo credo che oggi non si potesse ottenere. Io invece dico che ciò che è mancato oggi, non solo oggi a dire la verità, è un'idea di Sardegna: Lorefice non rappresenta solo una nomina sbagliata, è un modo sbagliato di voler amministrare; questo, sì, lo hanno riconosciuto tutti persino i Riformatori, i referendari, che nel merito avrebbero avuto qualcosa da dire prima.

La vertenza entrate, i pastori, i trasporti, i referendum anticasta, il nucleare, il Presidente non ha fatto altro che cavalcare l'antipolitica, la demagogia e il populismo, e alla fine non trova di meglio che optare per il più bieco nepotismo. Questo è classico nepotismo messo in atto per mascherare la totale assenza di programmazione e di idee, unita alla costante volontà di scaricare sul Consiglio i mali della Sardegna. In effetti, che anche questo Consiglio abbia le sue colpe credo che possiamo riconoscerlo tutti, e guai a chi non riconosce le proprie responsabilità; io sono il primo a riconoscere le mie.

Potremmo fare l'elenco dei fallimenti, che purtroppo ha collezionato, delle arroganze, delle prevaricazioni, fino all'invito al suo Capogruppo a dimettersi offrendogli in cambio la Presidenza della terza Commissione. Un leader non fa mai queste cose. Un leader fa altre cose. Ma preoccupano di più quelle che potrebbero essere fatte in futuro, perché se è vero che si può sempre fare di più è altrettanto vero che al peggio può non esserci fine.

Lei, Presidente, è troppo arrogante e presuntuoso per rendersi conto di tutto ciò, ma basta, lo dico, guardare le facce dei suoi Assessori, tutte persone degnissime che godono della mia, spero, immutata amicizia e del massimo rispetto che gli si può dare, per capire dove si annida il primo vero male della Sardegna. Trattati come scolaretti e obbligati, sotto chissà quale minaccia, a non presentarsi davanti a questo Consiglio e a diventare bersaglio delle critiche, non solo le nostre ma quelle di tutta la Sardegna. E' questo che vuole questo Consiglio regionale? Io spero che non sia, questo, neanche ciò che vuole il presidente Cappellacci; purtroppo, evidentemente, non ha la capacità di farci capire cose diverse, perché io solo questo ho capito fino adesso.

Colleghi, è una situazione per la quale, mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra, quando si vogliono affondare i colpi o lo si fa o non ci si nasconde. Se c'è il vero intendimento di mandare a casa il presidente Cappellacci sfidatelo presentando la mozione di sfiducia. State attenti però, perché dovete essere certi di avere i numeri, perché altrimenti diventa l'ennesima propaganda bugiarda che non serve a niente.

Allora, a me si può accusare di tutto, so quali sono le critiche che circolano; e approfitto della situazione per fare i complimenti al collega Pittalis che so essere stato nominato Capogruppo del Popolo della Libertà per acclamazione. Gli faccio i complimenti, spero che abbia la stessa pazienza, ne dubito, perché di pazienza ce ne vuole veramente tanta. E soprattutto ci vuole voglia, ci vuole impegno, non basta che il Presidente della Regione venga un giorno in Consiglio e determini la quiete, la pace e il Capogruppo del P.d.L.: non può funzionare così.

I partiti hanno smesso di avere un ruolo? Forse è colpa nostra anche questa, c'è troppa gente che sta pensando di rioccupare la poltrona che ha avuto fino adesso e di tutto si preoccupa fuorché del proprio partito. E quindi i partiti vivono quelle stagioni tragiche, onorevole Salis. Io non credo che Grillo faccia presa in Sardegna, non ha fatto presa neanche in questa circostanza se vogliamo; e non mi spaventa Grillo, mi interessano quelli che non parlano, quelli mi preoccupano. Perché il silenzio è il peggior nemico della politica, non bisogna avere paura.

E il presidente Soru, che di paura ne ha tanta, mi fa specie non sia presente in questa Aula, si faccia l'esame di coscienza perché lui certamente dalla sua parte aveva una cosa. Gliel'ho riconosciuta l'ultimo giorno che sono intervenuto in questa Aula, ancora lui Presidente, quando ho detto che la sua maggioranza non lo meritava come Presidente, lo ribadisco adesso: quella maggioranza di allora non meritava un Presidente come Soru. Dico in questa circostanza ai colleghi del P.d.L., e a nessun altro, che non meritano questo Presidente della Regione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, il clima non è male, il clima è quello al quale in altri momenti qualcuno ci ha abituato, quello da "strategia dell'incasso". Credo, però, che sia un clima superato per cui, dopo tre anni di legislatura, chi ancora spera di incassare qualcosa si arrenda. E agli amici dell'opposizione dico che non potrei certo essere io a suggerire come si fa l'opposizione. E' il vostro compito, fatela come ritenete più giusto. E alla maggioranza dico il contrario, cioè che la maggioranza si deve preoccupare di ciò che in questi tre anni è accaduto e sta accadendo.

Il partito nel quale milito ha oltre novant'anni di vita, ha vissuto esperienze diverse e difficili, accompagnate da scissioni, da incomprensioni, ma essere in vita dopo oltre novant'anni ha un significato. Mantenere il nostro simbolo inalterato, dopo aver visto scomparire tutti i simboli della politica della prima Repubblica e anche della seconda, credo abbia un significato forte, quello di avere radici che ci consentono di superare difficoltà; e a queste difficoltà quasi quasi siamo anche abituati.

In relazione alle nostre alleanze, alleanze di carattere programmatico, qualcuno ogni tanto ritiene che questo partito si sia venduto, che questo partito si possa comprare. Poi, però, strada facendo si rende conto che non abbiamo venduto niente, che non possiamo essere comprati e che la libertà di critica, sulle cose che non condividiamo, non può essere messa da parte e quindi non potremo mai rinunciarvi anche stando in maggioranza. Questo abbiamo sempre fatto e stiamo facendo in questa legislatura perché quando le leggi non ci piacciono (vedi il cemento a 300 metri dalla battigia, vedi la legge sul golf) lo manifestiamo col voto, siamo abituati così.

Ma credo che in questa maggioranza il Partito sardo abbia portato un grande contributo, certamente non facendosi imbrigliare; e, allora, con assoluta chiarezza ci diciamo che dopo la fase referendaria, vissuta male e in modo inopportuno, al risultato che i sardi ci hanno sottoposto ci dobbiamo tutti abituare: chi era d'accordo, chi faceva la finta e chi non era d'accordo in parte. Oggi quel risultato, che è davanti agli occhi di tutti, deve essere portato all'incasso in questa Aula quanto prima, senza i presupposti di chi presenta proposte di legge o aspetta i disegni di legge della Giunta che non arrivano.

Non ci possono essere incomprensioni, noi diciamo che l'attuazione di quei punti deve iniziare dalla prima legge utile, idonea che entra in questa Aula senza remore, senza infingimenti senza i quali non saremmo arrivati al punto in cui siamo.

Noi non abbiamo partecipato a due tornate di riunioni di maggioranza; non abbiamo partecipato per il semplice motivo che quella nomina non l'abbiamo condivisa, sapevamo benissimo in che situazione la persona designata si trovava; fortunatamente, debbo dire, la suddetta persona ieri ha firmato le dimissioni, perché sto immaginando che cosa sarebbe accaduto in quest'Aula, oggi, alla luce di una realtà che noi avremmo portato a conoscenza della stessa Aula. Sto immaginando questo scenario, per capire a che cosa stavamo andando incontro e che cosa abbiamo rischiato.

Io credo che decisioni simili non siano più sopportabili, né tanto meno condivisibili. Questa maggioranza deve cercare di fare un minimo di analisi; in tre anni si è riunita una volta e, visto che in televisione in questo periodo sono di moda, uso termini calcistici: abbiamo una squadra che si ritrova una volta, con uno spogliatoio che non esprime una volontà comune, che quando scende in campo non ha un minimo di regia e di coordinamento, che in panchina a volte vede sedersi chi, in sostituzione, non ne capisce niente e può stare seduto da altre parti tranne lì.

Di conseguenza mi chiedo: tutto questo, sommato, a che cosa porta? A un passaggio continuo, quasi una transumanza, prima del tempo al quale eravamo abituati; a ogni fine legislatura, infatti, c'è qualche movimento, è comprensibile, è fisiologico, ma in questo caso i movimenti stanno iniziando da troppo tempo (e i tempi per finire la legislatura sono ancora lunghi), il danno non è pertanto di poco conto. E non ci possiamo neanche permettere il lusso di far finta di niente, la maggioranza per le responsabilità che ha, l'opposizione perché non può stare a guardare uno scenario come questo nel più assoluto silenzio.

Questa fuga che è in corso io credo meriti un'attenzione. In altri tempi qualcuno, certamente con maggiore esperienza rispetto a me, mi ha insegnato che in queste fasi, necessariamente, ci si ferma, ci si guarda in faccia e si fa una verifica di carattere politico e programmatico. Se questa verifica non ci dovesse essere, se il tutto dovesse scivolare stasera in un ordine del giorno con un voto unitario, pensando che domani questa situazione possa perpetuarsi indisturbata, significherebbe girarsi dalla parte sbagliata, significherebbe far finta di niente, significherebbe non assumersi le responsabilità che ognuno di noi ha, comunque, nel rispetto dei ruoli.

Questa riflessione credo sia doverosa, perché noi abbiamo stipulato un'alleanza di carattere programmatico, Presidente, abbiamo fissato quei tredici punti, non abbiamo sottoscritto un accordo così, tanto per dire che si doveva necessariamente fare. In quei punti c'è buona parte della nostra storia, e avere l'ambizione di realizzarli in buona parte, se non tutti, credo resti nell'animo di tutti i sardisti.

Allora, su quei punti, a questa maggioranza noi chiediamo se c'è la volontà di fissare anche la tempistica, perché siamo arrivati agli sgoccioli, perché abbiamo il sacrosanto dovere, oltre che il diritto, di capire che fuori di questo Palazzo, e lo ripeto per l'ennesima volta, vige una disperazione sconosciuta, nella quale ancora molti di noi non sono riusciti a immergersi per capirne la portata. E' ora di uscire dal guscio, è ora di capire che la gente sta chiedendo a gran voce risposte dalla politica; e la politica è quella che tutti in questo consesso rappresentiamo, maggioranza e opposizione, perchè purtroppo si sta facendo di ogni erba un fascio, non se ne salva manco uno.

Stabiliamo subito, quindi, se ci sono convergenze sulla "parte riformista" e sulle leggi necessarie a stabilire regole che devono essere diverse da quelle utilizzate sino a questo momento (elettorali, nomine negli enti), perché questo la gente ci ha chiesto, fino al discorso della Assemblea costituente, la madre di tutte le riforme, della quale ancora non volete sentire parlare, ma della quale ne parleremo continuamente, anche stancandovi, anche stancandovi, perché preferirei trovarvi stanchi piuttosto che distratti e inoperosi.

Noi questo vogliamo, questo è il progetto che ci mettiamo in mente, quello di fissare punti programmatici attuali rispetto alla volontà di chi sta fuori di questo Palazzo. Se noi avremo questa capacità, bene, altrimenti credo che il Partito Sardo d'Azione possa serenamente riprendere il suo percorso in solitudine.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Il discorso di oggi, centrato sulle due mozioni numero 184 e 186, anche a seguito delle dimissioni del dottor Lorefice, si è ampliato e ogni interveniente ha ritenuto opportuno spostare l'intervento secondo una propria angolazione; siamo passati così dal parlare dei massimi sistemi al parlare del carbone della Carbosulcis. In effetti, questo dibattito subisce anche le conseguenze dell'impostazione errata ab origine, in quanto si sono caricate queste mozioni del significato di mozione di sfiducia, significato che non avevano.

Queste tecnicamente non sono una mozione di sfiducia, non lo sono neanche in base al contenuto; del resto proprio in questa legislatura abbiamo un precedente di una mozione con cui era stata rilevata l'illegittimità di una nomina, quella del dottor Mariani, e nessuno ha mai ritenuto o pensato di dare a quella mozione il significato della sfiducia. Quindi, impostazione sbagliata che ha comportato un'apertura del discorso non congruente con il punto di partenza. Però, tutte le discussioni svolte offrono lo spunto per fare una serie di precisazioni.

In primo luogo, devo dire che noi dell'U.D.C. siamo diversi, siamo completamente diversi rispetto alle tante voci che ho sentito in quest'Aula; noi siamo coerenti, quando prendiamo un impegno questo impegno lo manteniamo. Rappresentiamo all'interno della maggioranza, come ci hanno insegnato avvenga nel sistema democratico, tutte le nostre perplessità; e poi quando le nostre voci non sono raccolte andiamo avanti, ovviamente, in quanto non vengono lesi dei principi fondanti su cui noi ci basiamo, questo è il sistema democratico. Nel momento in cui dovessimo dire di non essere d'accordo, noi ringrazieremmo e faremmo altre scelte, però quando c'è un impegno, l'impegno si mantiene, si mantiene in maggioranza, si mantiene negli accordi con l'opposizione, si mantiene nei rapporti tra i partiti.

E questo impegno di coerenza, anche in questi giorni, ci ha premiato fortemente con l'elettorato, che ha capito la nostra coerenza, che ha capito che senza alzare la voce noi poniamo problemi concreti, facciamo proposte concrete, abbiamo un ben preciso modello di Sardegna; e non prendiamo in giro gli elettori, perché quando ci sono problemi, come problemi c'erano sulle province, lo abbiamo detto chiaramente precisando che vogliamo rispettare la volontà elettorale, ma attenzione al fatto che per una serie di errori di percorso iniziale ci sono tutte queste difficoltà da affrontare. Ecco, questo è il comportamento che noi chiediamo a tutte le forze, sia di maggioranza che di opposizione; una opposizione che, anche di recente, quando abbiamo approvato la leggina sulle province, ha manifestato grande senso di responsabilità istituzionale, a questo comportamento noi continuiamo ad attenerci.

In merito al caso specifico del dottor Lorefice, noi abbiamo preso atto delle designazioni, non condividiamo una designazione, però non è una scelta nostra. Noi abbiamo una enorme stima anche del predecessore del dottor Lorefice, Sergio Matzuzzi, il quale, come a tutti dovrebbe essere noto, ha risanato la Carbosulcis, e non, come è stato detto erroneamente, utilizzando fondi dati dalla Regione, ma eliminando una serie di sprechi. Questo glielo riconosciamo, però abbiamo preso atto dalla situazione.

Nomine; noi abbiamo sempre espresso nomine di altissimo livello. Oltre alle nomine Carbosulcis ci sono state anche quelle all'IGEA, dove è stato nominato presidente Bista Zurru; ebbene noi andiamo orgogliosi di questo nome, una persona che ha dimostrato in tutta la sua carriera competenza, capacità e onestà, ma non c'è una nomina fatta su nostra indicazione che possa essere criticata per mancanza di capacità del soggetto da noi indicato. Noi seguiamo sempre questa linea: scegliere all'interno delle nostre possibilità per il meglio nominando persone, come peraltro anche in quest'Aula più volte c'è stato riconosciuto, di elevatissima professionalità. Questo chiediamo a tutti, ma di questo è ben conscia anche la maggioranza.

Noi abbiamo presentato un ordine del giorno, il numero 1, in cui diciamo espressamente che per quanto riguarda le nomine va cambiato il sistema, sistema che non è imputabile a questa maggioranza, né nella precedente legislatura all'altra maggioranza, e così via andando. Sarebbe facilissimo per me parlare per un'ora e fare nomi di persone, non particolarmente dotate, designate in enti o in società ora dagli uni, ora dagli altri; non voglio fare polemica, non mi interessa fare polemica, voglio essere costruttivo.

Questo sistema noi vogliamo abbandonarlo; pertanto abbiamo chiesto alla Giunta di predisporre un codice deontologico che disciplini le nomine, abbiamo chiesto alla Giunta di verificare tutte le nomine che sono state effettuate, quelle nella nostra responsabilità, ovviamente, e questo senza voler nasconderci dietro paraventi politici, con coraggio abbiamo sostenuto che c'è la necessità di fare tutti questi adempimenti.

E ugualmente abbiamo ribadito che la volontà referendaria deve essere rispettata. I consigli d'amministrazione vanno aboliti, ove possibile, perché sappiamo tutti benissimo che in talune ipotesi questo non può essere fatto; ma abolire il consiglio di amministrazione di un ente non è cosa facile, signori, perché non è che prendo un pennarello e cancello. L'ente è organizzato in funzione della presenza del consiglio di amministrazione e del Direttore generale, nel momento in cui abolisco il consiglio di amministrazione devo riorganizzare la struttura decisionale dell'ente, salvo che non vogliamo prenderci in giro e dire: "Ho cancellato il consiglio di amministrazione, ho rispettato il referendum", però così non lo rispetto, perché il referendum, se effettivamente la volontà del referendum è quella di cancellare i consigli di amministrazione, in effetti mi sta dicendo che vuole che quell'ente sia produttivo e non sia solo una spendita inutile di somme.

Fare questo vuol dire riorganizzare seriamente gli enti. Se lo vogliamo fare, noi siamo disponibili, così come siamo disponibili a fare tutte le riforme. Noi abbiamo presentato come Terzo polo, con Roberto Capelli e altri colleghi, un disegno di legge (e l'abbiamo proposto molto tempo fa) che per primo proponeva la soppressione dei consigli di amministrazione. Abbiamo chiesto all'Aula l'iscrizione all'ordine del giorno urgente, e l'Aula ci ha detto "no". Quindi, come vedete il nostro comportamento, anche in questo caso, è perfettamente coerente con quello che noi abbiamo sempre sostenuto e con quello che noi abbiamo portato avanti, e questo viene ribadito anche nell'ordine del giorno.

Sicuramente vanno fatte tutte le altre riforme; va fatta la riforma delle province con urgenza, va fatta la riforma della legge elettorale e così via. Ma signori, attenzione, fare riforme non vuol dire risolvere i problemi, il fallimento di Segni dopo il '93-'94 ce lo insegna; fare le riforme vuol dire solo creare i presupposti per ben operare, per fare. Ecco, questo è il motivo per cui noi manteniamo la nostra presenza in Giunta.

Noi abbiamo posto l'esigenza di realizzare una serie di punti programmatici; neanche a noi interessa il "metro cubo" nei 300 metri, non ci interessa giocare a golf, a cricket o a qualche altra cosa, ci interessa varare dei provvedimenti legislativi che consentano lo sviluppo della Sardegna. Su questo noi incalzeremo pesantemente la Giunta. E non ci basta che vengano fatte norme di legge, vogliamo anche che vengano attuate.

Quello che è successo nel campo dell'agricoltura è di tutta evidenza; non ce l'ho con l'amico Cherchi che l'altro giorno ha equivocato una mia intervista, mi riferisco alla gestione dei primi due anni. Signori, stiamo parlando di qualcuno che ha il coraggio di dare dello "sciupone" ad altre persone, e meglio farebbe a vedere quello che ha fatto, e lo dico avendo degli atti sul tavolo che, sinceramente, non avrei mai voluto leggere come opera di un amministratore della Regione sarda. Sicuramente queste cose non le fanno i nostri Assessori.

Noi, pertanto, con semplicità, con coerenza, con delle idee siamo pronti a lavorare, senza ricorrere a false pubblicità, senza ricorrere a offese nei confronti di alcuno. Se questa maggioranza è in grado di fare questo, noi sosteniamo la maggioranza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). In primo luogo io non voglio assolutamente sminuire il significato delle due mozioni, presentarle rientra nelle prerogative dell'opposizione anche se, per la verità, a mio avviso si sta facendo un uso forse abnorme di questo strumento, nel senso che questo Consiglio ormai, nella stragrande maggioranza dei casi, è impegnato a discutere mozioni. Ben vengano quando portano a un qualche risultato utile e produttivo, ma mi pare che in questo caso la strumentalità e l'inconsistenza anche del tema che è stato portato all'attenzione dell'Aula abbia fatto, ancora una volta, perdere punti alla politica; anzi, e lo dico senza retorica, mi pare che il confronto politico per le cose che abbiamo sentito questa mattina e questo pomeriggio rappresenti un esempio negativo per l'immagine della politica.

Poi ci lamentiamo del tasso di sfiducia verso i partiti che oramai è a livello patologico; ma ci siamo chiesti il motivo? Ciascuno, pur nel rispetto dei ruoli di maggioranza e di opposizione, dovrebbe chiederselo, perché non si può far finta che nulla succeda fuori da questo Palazzo; e oggi abbiamo avuto la rappresentazione di come si possa equivocare con una Istituzione prestigiosa come il Consiglio regionale, e farla diventare un teatrino della politica, un teatrino dove è necessario a un antagonista contrapporre un protagonista, dove è assolutamente necessario consumare un dramma shakespeariano perché questo è il gioco delle parti, questo è il confronto al quale l'opposizione ci ha abituati.

Io vorrei invece che il confronto potesse vertere su temi che forse interessano di più chi è fuori da quest'Aula, uscendo dalla logica dei giochetti di Palazzo che forse possono soddisfare le mire o le ire, se non anche i livori personali, di chi ben ha saputo armare la mano di qualcuno per creare il "casus belli". Io ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Soru per una parte, e non posso che essere d'accordo con lui. Come si fa, colleghi, a convocare un Consiglio regionale, un'Assemblea, sprecando risorse pubbliche, alla vigilia di una competizione elettorale quali sono le amministrative in Sardegna?

Come si fa, colleghi, a non accogliere una richiesta serena, legittima del Presidente della Giunta regionale, che ha motivato l'impossibilità di poter essere presente nei giorni fissati, per impegni assunti presso il Ministero che si occupa di ammortizzatori sociali? Caro onorevole Uras, non è andato a fare una gitarella a Roma, è andato per parlare di ammortizzatori sociali; come si fa, quindi, lo ribadisco, a non accogliere una richiesta serena, legittima, giustificata da un impegno istituzionale e fare un caos sulla stampa e in quest'Aula?

E, in proposito, mi consenta di sottolineare che lei, Presidente del Consiglio, deve essere necessariamente "terza", deve necessariamente assumere un ruolo che non può essere quello di scendere nell'agone politico; se lei vuole scendere nell'agone politico per assumere le parti di questa o di quella parte politica lo faccia, ma si dimetta. Glielo diciamo con serenità: nessuno le impedisce di fare politica, di parteggiare per questa o quell'altra parte, ma non se lo può permettere nel ruolo di alta magistratura che lei assolve e deve assolvere da quello scranno.

E allora se dobbiamo riportare il confronto serenamente sulle questioni, anche entrando nel merito di questa mozione, io non mi sottraggo. Qual è il crimine commesso dal Presidente della Giunta regionale? Quello di avere assecondato un esito referendario che, sin dalla prima nomina avuta a disposizione, gli consentiva di cancellare un consiglio di amministrazione? Veramente è un non senso, un controsenso.

Si è equivocato perché si è nominato un giovane? Di chi stiamo parlando? Di qualche delinquente, di qualche ladro, di qualche persona impresentabile? Di chi stiamo parlando? Stiamo parlando di un giovane, di un giovane come il sindaco di Cagliari, come la Romina Congera, onorevole Uras, si ricorda? Altro che Carbosulcis, l'avete messa a gestire un Assessorato come quello del lavoro, che coordina tutto il complesso meccanismo che presiede alle politiche attive del lavoro. Non ci ha destato scandalo.

Ha destato scandalo per noi, sa che cosa? L'inconcludenza di quell'azione di governo perché è stato, quello sì, un fallimento, ma non perché fosse giovane, anzi abbiamo salutato favorevolmente proprio la nomina di una giovane perché riteniamo che alle parole debbano seguire i fatti. Spesso facciamo appello alle nomine dei giovani, al fare spazio ai giovani, al fatto che bisogna che i giovani abbiano le opportunità e quando qualcuno ci prova, anziché giudicarlo sul risultato, sugli effetti di una gestione, lo si giudica aprioristicamente perché si ritiene che non abbia esperienza. Giovani della Sardegna, ricordatevi che con questo sistema, con il sistema che promuove la sinistra in Sardegna, giovani non ce ne saranno salvo che non abbiano quella tessera di partito e di appartenenza in tasca.

Onorevole Diana, (mi dispiace anche che passi il tempo), noi non abbiamo mai demonizzato nessuno, mai demonizzato gli esponenti della sinistra coinvolti in inchieste giudiziarie; siamo stati sempre garantisti, come lo siamo oggi lo siamo stati ieri e lo saremo domani, indistintamente nei confronti di tutti e non a fasi alterne, e a questo canone di correttezza, mi consenta, io la richiamo perché non è possibile davvero …

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.

PITTALIS (P.d.L.). … trasformando questo Consiglio in un'aula giudiziaria.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, come spesso accade la professione dell'onorevole Pittalis lo porta a manipolare la realtà con la stessa duttilità che porta un bambino a forgiare la plastilina, però la realtà è realtà e noi ci dobbiamo attenere ai fatti cominciando dalla sua preoccupazione sull'immagine della politica. L'immagine della politica non è più comandata dalle parole, dalle inutili parole che spesso vengono usate in quest'Aula, ma purtroppo è determinata dai fatti.

Questo Presidente, però, da tre anni ci propina come giustificazione delle sue inconcludenze la sua quotidiana lotta contro le criticità. Ultimamente è arrivato il ministro Barca che gli ha detto: "Se non mettete a posto le cose non vedete i soldi" e lui di rimando ha risposto: "Ma abbiamo una criticità, la dobbiamo superare". Cioè non siamo mai in regola, abbiamo sempre e solo criticità. però io vorrei usare la realtà per mettere a posto le cose.

Noi abbiamo presentato dalle mozioni dove, colleghi, l'elemento rilevatore del problema non è il numero 28, l'età dell'eletto alla Carbosulcis, è il numero 35. E che cos'è il "35"? E' la percentuale di consenso congressuale presa da quel signore a favore di una componente del partito del Presidente. E' l'elemento rilevatore perché spiega come vengono usati i poteri pubblici in relazione agli affari interni e particolari dei partiti. E' questo l'elemento degenerativo, l'elemento grave, l'elemento che fa di quel gesto un atto insopportabile. Perché, volete dirci, lo sappiamo, che le scelte della politica sono scelte fiduciarie e devono avere una certa discrezionalità, ma non si può avere fiducia nella sprovvedutezza e nell'incompetenza; c'è un limite - c'è un limite! - e quindi questo limite è stato travalicato.

Poi vi riunite e si sentono delle cose surreali. Io credo di dire la cosa più semplice che si può registrare alla fine di una giornata come l'odierna. L'opposizione, quella vera, perché ci sono anche altre opposizioni che si stanno formando, quella che partì dal risultato elettorale di "27 a 53", dopo tre anni può registrare un lusinghiero successo, perché oggi si è data dimostrazione della situazione diversa che si è creata rispetto a quella dell'origine, per cui i problemi li avete voi fino al collo!

Non riuscite a risolvere un problema, avete al vostro interno opposizioni, gente che se ne va (gente che viene è difficile), gente che va, gente che si perde. Confondete il dovere della programmazione con le azioni demolitorie e i Riformatori, che hanno confuso il dovere di governare che gli compete con una sorta di diritto di tribuna che non hanno, ci incitano a fare le leggi per tempo. Ma chi incitate? Ma non siete stati eletti, voi, per farle? Mica vi hanno detto di usare il mandato per produrre con i referendum un surrogato dei vostri doveri! Mi pare di no. Vi hanno detto: "Governate", e invece con i referendum si fanno i surrogati dei propri doveri. E' questo di cui dovete rispondere davanti ai cittadini, e un Presidente che accetta il fallimento per inseguire quel surrogato.

Questo è il dato di fatto di una politica che ha finito un ciclo. Io penso che il problema non sia più il Presidente; per me, ma credo anche per noi, quella del Presidente è ormai una patologia irreversibile, lo dite voi nei corridoi a noi, è inutile che lo ripeta io a lui. Poi non avete il coraggio di dirglielo in faccia, ma lo dite anche a noi: la sua è una condizione irreversibile, ha perso il controllo della realtà, non ha combinato niente, vi dice che il vostro programma sarebbe quello di rilanciare niente poco di meno che l'esito referendario, addirittura, e la riforma del PPR e del Piano sanitario regionale.

Ma voi pensate che questi siano tempi nei quali voi potete fare queste cose, con questo clima, con la gente affamata, con la gente disperata, con la gente che si ammazza? Lo pensate davvero? Io credo che chi fa politica debba avere un requisito: mantenere la quota della sua sensibilità al proprio posto, ma voi non avete neanche più questo, perché non vi rendete più conto di qual è il rapporto con la realtà, con i bisogni, per noi è fin troppo facile dire così anche a una parte, a una parte della vostra maggioranza.

Ho sentito stamattina alcune parole tipo: non possiamo fare altro perché dall'altra parte non siete pronti. Vorrei dire una parola su questo. Noi aspettiamo i cicli democratici, ma se qualcuno immagina di fare il gioco del pendolo, pensando che al momento opportuno si può spostare senza dimostrare sia qual è il limite del fallimento dell'impegno assunto davanti agli elettori che di saperlo interrompere, dico che non c'è pendolo che funzioni. E non è che da questa parte non siamo pronti, da questa parte siamo pronti a vedere gente che stia su un terreno neutro a costruire l'alternativa, non un terreno nel quale tiene un piede in due staffe per prendere quello che c'è da prendere e per ammiccare a quello che c'è da ammiccare.

Il dovere di servire i cittadini sardi è una cosa troppo seria per poter tollerare ancora questi comportamenti e questi equivoci. E' tempo di finirla. Questa legislatura, restituita alla volontà dei cittadini, è un segno di responsabilità che, probabilmente, ci potrà salvare. Io non penso che la prossima legislatura potrà essere una legislatura di ordinaria alternanza; ci vuole una lungimiranza più reale, più concreta, nessuno può più fare alcunché da solo. La politica sta fallendo perché ha mancato il suo obiettivo di coesione sociale, di coesione politica tra forze diverse che non possono invocare tra di loro neoideologie che non esistono più nel codice di lettura che hanno i cittadini!

E' bene, allora, uscire allo scoperto e se c'è un dato che esprime il fallimento del presidenzialismo, di cui discutiamo in Commissione, è quello che esprime il vostro Presidente al quale non interessa affatto la coesione. Noi abbiamo bisogno non di rinunciare alla prospettiva presidenzialista, ma di costruire un presidenzialismo virtuoso, quello che viene definito presidenzialismo cooperativo e collegiale, che preveda che scelte come quella che ha fatto in solitudine e in prepotenza rispetto alla sua maggioranza vanno solidarizzate, per costituire dei filtri che impediscano di ripetere gli errori fatti, ma che chieda anche alle forze politiche di non usare la spartizione del potere come ragione della propria esistenza, come state facendo voi.

A me non importa nulla che ci siano nomine migliori di altre quando, nella geografia di questa maggioranza, le nomine sono il frutto di un equilibrio di poteri. Noi possiamo aver sbagliato ma, poiché ero un po' all'interno di quel sistema, una cosa ve la posso dire: alcune nomine avevano preventivamente uno scopo, un obiettivo da raggiungere e rispetto a quello scopo qualche nomina è anche saltata in corso d'opera proprio perché non ha raggiunto quegli obiettivi. Per cui anche le funzioni di nomina e i poteri devono essere sempre al servizio della gente non contro la gente. E voi avete fallito nonostante le cose che dite.

Noi sappiamo che la nostra posizione di opposizione "27 a 53" calcola le possibilità di una mozione di sfiducia, ma la sfiducia che oggi abbiamo registrato parte dall'interno della maggioranza, e per noi è un grandissimo risultato averla fatta emergere, averla notificata davanti a tutti i sardi; è un'opposizione che si somma alla nostra ma che non sarà mai uguale alla nostra perché noi abbiamo un progetto e l'abbiamo dimostrato; voi, invece, avete ancora oggi difficoltà a individuare che cosa sia ciò che...

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Come sempre quando partecipo ai lavori di quest'Aula ascolto con attenzione, cerco di capire, di cogliere gli spunti positivi e stavolta ho cercato anche di convincermi di aver mal compreso dei passaggi precedenti; quindi ascolto con uno spirito veramente costruttivo e propositivo. Ma devo dire, purtroppo, che quando poi faccio la sintesi, provando a selezionare quello che ho raccolto, emerge un raccolto fatto di ipocrisia, di bugie, di mistificazione della realtà. E mi dispiace doverlo ripetere, dover confermare affermazioni del sottoscritto che hanno suscitato le ire di improvvisati e sedicenti, autorevoli censori.

Vorrei riprendere alcune delle cose che sono state dette, alcuni dei passaggi compiuti nei giorni scorsi per ribadire una considerazione molto banale: le bugie di cui quest'Aula spesso è costretta a nutrirsi perché evidentemente qualcuno le propina quotidianamente. Prima di tutto un riferimento sull'assenza della Giunta al dibattito della scorsa settimana. E' stato detto, e lo voglio sottolineare, che la Giunta non ha mai negato la propria disponibilità a partecipare a questo dibattito: siamo qua, e ci siamo nel primo giorno utile in cui, come dire, è stato possibile esserci impegni permettendo.

La ragione della richiesta di rinvio era assolutamente condivisibile, io credo, reale, concreta; era in discussione un tema importante per cui sarebbe stato grave, mi fa piacere che questo sia stato detto in particolare dai banchi dell'opposizione, se la Giunta fosse mancata a degli appuntamenti romani. Quindi ho chiesto molto educatamente, molto pacatamente di poter far slittare il dibattito di una settimana; perché? Perché desideravo essere direttamente presente in Aula, cioè desideravo assicurare quella condizione che è stata spesso invocata, e sulla quale si è spesso parlato e sparlato a proposito e a sproposito quando si dice che il Presidente non vuole partecipare ai lavori di quest'Aula.

In questo caso chiedevo di poter partecipare direttamente. Non essendo possibile per me essere presente nella giornata di giovedì, e neanche in quella di venerdì ho ipotizzato la data del 14, ma il Consiglio è stato fissato per oggi, 12 giugno, e io ho potuto organizzare la mia agenda per essere presente.

Da Roma ho usato dei termini che qualcuno, forse anche in un eccesso di considerazione di se stesso, ha ritenuto di riferire al Consiglio quasi che le persone alle quali erano rivolte le mie affermazioni rappresentassero il Consiglio; forse rappresentano parti del Consiglio, rappresentano se stesse, sono componenti importanti, il Consiglio è dato da tutte le componenti, questa è un'istituzione nella sua completezza ma è un'istituzione, un qualcosa che va al di là delle singole persone, è anche un simbolo di qualche cosa di importante.

E io ho detto, sin dal primo momento, nel mio comunicato, che avevo grande rispetto per questa sede istituzionale, che ero dispiaciuto che mi giungessero notizie di affermazioni che erano più adatte a pollai e cortili. Mi riferivo ad affermazioni di taluni; e credo che il diritto di critica mi permetta di fare degli apprezzamenti rispetto a singole affermazioni.

Non è nella mia testa, non lo è mai stata, l'idea di dare a questo Consiglio del "pollaio", ne faccio parte, ne fate parte tutti, ho grande rispetto per l'istituzione. Invito pertanto chiunque voglia travisare i fatti, ad astenersi dal farmi dire delle cose che non ho detto, semmai ho detto, e lo confermo, che talvolta le cose che sento da parte di taluni sono più adatte al pollaio. Ma forse, considerato quello che sta succedendo, avrei dovuto riferirmi non tanto ai polli, ma magari ai "caponi", perché rende più l'idea di quello che è l'utilizzo strumentale di determinati momenti, anche di determinati luoghi e di determinati ruoli.

Un utilizzo strumentale che, mi dispiace dirlo, vede questo Consiglio ancora una volta impegnato (con impegno anche ingente di risorse pubbliche) a discutere di mozioni sul niente, peraltro, perché oggi stiamo discutendo di una cosa che non esiste più, quindi stiamo discutendo del niente, e a dimenticare che invece ci sono appuntamenti importanti, che abbiamo responsabilità.

Credo che il ruolo primario, principale di questo Consiglio sia quello di legiferare; un ruolo che forse meriterebbe, come dire, maggiore attenzione e maggiore impegno, dal cui svolgimento ci si aspetta che arrivino risultati. Ebbene, in questo momento difficile, in un momento in cui all'esterno i sardi, la società in generale, hanno una visione probabilmente sbagliata, probabilmente esagerata, ma certamente critica della politica, del contributo della politica allo sviluppo della società medesima, noi discutiamo nel merito di una nomina.

Una discussione strumentale, e mi dispiace dirlo, messa in campo attraverso un atteggiamento di taluni, un atteggiamento dell'opposizione, che diventa strumento forse anche di qualcun altro, forse si presta consapevolmente o inconsapevolmente ad azioni di piccolo cabotaggio maturate qua e là, così, che niente hanno a che vedere con l'interesse generale, niente hanno a che vedere con il bene comune. Forse ciò che brucia è il fatto che si tenti, con una nomina, di affermare il principio, prima di tutto, di stare in linea con il referendum eliminando un consiglio di amministrazione.

Questo si poteva fare e l'abbiamo fatto; in Igea abbiamo già dato l'impulso convocando l'assemblea straordinaria che deve modificare lo statuto per poter istituire un amministratore unico. Abbiamo compiuto un atto che forse avremmo potuto e dovuto fare prima, ma lo abbiamo fatto raccogliendo l'invito espresso dai sardi in tal senso. Forse ha dato fastidio, nel merito, una nomina che ha rotto qualche equilibrio. Forse quando si parla, politicamente o economicamente, di poteri forti bisogna riflettere anche sulle possibili successive reazioni.

Forse alcune nomine non sono esattamente coincidenti con l'interesse generale; esistono le nomine che sono forse coraggiose, che costituiscono magari anche delle sfide; esistono le nomine di scopo che servono magari a ottenere o a raggiungere qualche risultato, poi vedremo se è un risultato a favore del bene comune, dell'interesse generale oppure no.

Nel caso specifico si è puntato su un giovane. La società italiana rispetto al resto dei paesi europei ha un male grave: è incapace di generare classe dirigente,l'età media di chi occupa posti di responsabilità (in politica, nel management in generale, nella Chiesa, in qualunque settore della società) è la più alta in Europa. La nostra Italia primeggia per anzianità dei suoi rappresentanti.

Quindi si fa un tentativo per cambiare le cose, e il risultato qual è? Un linciaggio pubblico di un giovane, che nessuna colpa ha se non quella di essere stato indicato; e, peraltro, nell'ambito delle bugie riportate gli si attribuisce di aver detto di essere stato indicato per un risultato congressuale.

Lo dice chi è stato nominato, lo dice alla stampa in un'intervista mai smentita, dice sostanzialmente che ciò che avrebbe indotto il Presidente della Regione a nominarlo è la stima per aver preso il 30 per cento di consensi in un congresso. Questo è quello che viene riportato in un intervento.

Invece il contenuto dell'intervista del signore in questione è esattamente questo: "Non sono un lottizzato politico. La mia nomina ad amministratore della Carbosulcis non c'entra niente con gli equilibri interni del P.d.L., né con la Giunta di Iglesias, né con l'Esecutivo regionale, non è la ricompensa per essere stato candidato come coordinatore del P.d.L.". Vorrei sapere dove sta scritto quello che invece gli si vuole far affermare.

Ma non importa adesso approfondire questi aspetti, perché rientriamo nel solito problema "della politica e del discorso del nulla", perché stiamo discutendo di una cosa che non esiste. Proviamo invece a fare un esercizio? Io faccio una proposta, la faccio anche in termini di sfida verso tutti, ma è una sfida costruttiva, quelle che gli americani chiamano challenge, qualche cosa di positivo.

La sfida è questa: troviamoci in questa'Aula per parlare non di nomine ma del futuro della Carbosulcis; troviamoci per parlare del piano di sviluppo del Sulcis; troviamoci per parlare della strategia energetica. Organizziamo un incontro per parlare di queste cose, e così ci sarà forse più tempo per fare ipotesi e proposte concrete.

Potremo raccontare ancora meglio, in quella sede, che cos'è il progetto integrato carbone-centrale con stoccaggio di anidride carbonica, potremo raccontare come è formato quel progetto, potremo farvi capire qual è il contributo che a quel progetto dà la Commissione che è stata nominata per legge, spiegarvi chi fa parte di quella Commissione, come chi ne fa parte svolge un ruolo importante anche all'interno della società, chiarire qual è il contributo dell'Assessorato; potremo capire che cosa siamo riusciti a fare a livello europeo, potremo capire infine che la sfida è quella di riuscire a vincere una resistenza, che esiste, del Governo a far passare definitivamente quel progetto.

E dovremo capire che forse dovrebbe esserci l'unica unità vera, possibile, che ha un senso per i sardi e per chi sta fuori di questa'Aula, che è quella di unire le forze sul raggiungimento degli obiettivi. Unire le forze per convincere il Governo, unire le forze per far affermare le strategie e le strade per arrivare a risultati concreti. Questa è la discussione che dovrebbe impegnare questo Consiglio regionale (oltre al ruolo di legislatore), questa sarebbe una discussione che potrebbe appassionare tutti, me compreso.

Io sono pronto a farla da domani; e l'auspicio, l'augurio, è che una volta tanto si possa finire di discutere di cose inutili, di discutere di cose che non esistono come stiamo facendo oggi, che si provi a fare un ragionamento diverso. Questo lo dico con grande tristezza e, nello stesso tempo, col più grande rispetto di questa istituzione, come tale e come simbolo per quello che rappresenta, e per quello che veramente di alto ha espresso nel tempo, nella storia, e che io spero possa tornare a esprimere anche oggi.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, intanto quanto abbiamo dichiarato in merito all'offesa arrecata al Consiglio regionale non è per il Consiglio regionale nelle persone che lo compongono, ma per quello che essi rappresentano, perché rappresentano il popolo sardo, lo rappresentano complessivamente, prescindendo da maggioranze e minoranze.

Un'offesa, badi, che io mi sarei aspettato, Presidente, che lei volesse in qualche misura superare dicendo: "sono stati commessi degli errori, ho commesso degli errori e, come tutte le persone che commettono degli errori io chiedo scusa. Ho commesso un grave errore a non essere presente, ma impegni altri mi portavano a essere in altre sedi. Ma ho commesso anche l'errore di non inviare nessuno della Giunta".

Su tredici componenti tutti a Roma, tutti ad occuparsi della Regione dei sardi e della comunità? Incredibile! Non esiste nella storia! Qualcuno sarebbe potuto venire in Aula (per esempio il Presidente Floris, uomo di grande esperienza, per esempio l'assessore Zedda, competente per materia), partecipare a una Conferenza dei Presidenti di Gruppo, chiedere alle minoranze di soprassedere alla riunione del giorno, concordare una data diversa. Nulla di tutto questo è stato fatto perché c'era un problema di far capire chi comanda.

Altra questione, io non so se sia vero, mi dicono che lo sia, è che lei avrebbe dichiarato che mentre era impegnato in sedi istituzionali a Roma giungevano notizie di affermazioni più adatte a pollai e cortili che a una sede istituzionale di cui aveva grande rispetto. Presidente, siccome quella mattina le minoranze, prendendo atto dell'assenza della Giunta, avevano aperto un dibattito e partecipato a quel dibattito, che lei si riferisse ad altri era solo immaginabile da coloro che secondo lei l'avrebbero dovuto immaginare, certamente non da noi!

Io ho considerato quelle affermazioni come un'offesa non personale ma come un'offesa a chi rappresento, in questo posto, per svolgere una funzione nell'interesse della mia comunità. Ed è nell'interesse della mia comunità avere - poi io ho un'intervista, gliela faccio avere in copia -le qualità migliori nei posti di maggiore responsabilità; e, quando si fanno nomine, non può succedere quello che è successo in questa legislatura, forse è successo anche in altre legislature, forse è responsabile anche il centrosinistra che ha anche pagato un prezzo, onorevole Pittalis, per gli errori commessi nell'individuazione di persone che non erano, probabilmente all'altezza del compito, gravoso, che gli veniva affidato.

E' però mio preciso dovere sottolineare quanto sia pericoloso, per la nostra amministrazione, assegnare compiti difficilissimi senza passare attraverso una selezione, una comparazione delle competenze e delle esperienze professionali più elevate, non basta essere giovani! C'è una differenza, onorevole Pittalis, tra il sindaco di Cagliari che ha preso il 60 per cento dei voti, in una consultazione elettorale alla quale si è presentato, e un giovane di belle speranze, a cui io auguro tutto il bene del mondo, che invece è stato nominato all'interno di una Giunta regionale dove, guarda caso, in quel momento non si facevano gli interessi dei sardi.

In quel momento si decideva di attribuire la competenza di amministrare una società mineraria di particolare complessità e valenza, anche finanziaria per quanto riguarda il bilancio della Regione, a una persona dalla quale non ci si poteva aspettare certo un contributo di ampissima esperienza nel campo. Io, Presidente, non ho fatto alcun linciaggio; ho presentato una mozione che aveva questo compito: chiedere a lei di riferire al Consiglio regionale sullo stato delle procedure di nomina; chiedere a lei di riferire sulle modalità di selezione dei candidati alle diverse cariche di amministrazione; chiedere, infine, che si inviasse alle competenti Commissioni, bilancio e industria, la documentazione relativa alle procedure di selezione per la nomina agli incarichi di amministrazione. Perché? Perché, purtroppo, io lo so, lei non si vuole dare una risposta che è quella che invece bisogna darsi!

Dopo tre anni che cosa abbiamo amministrato bene? AREA, che non fa le case, lascia marcire i soldi pubblici e non ripara neppure edifici fatiscenti delle aree urbane più in difficoltà, che vivono il maggiore disagio? Chi ha fatto bene, Sardegna IT? Abbiamo una spesa improponibile di decine e decine di milioni di euro per sistemi informativi ai quali non si può accedere mai, non possiamo accedere noi che saremmo dei privilegiati, figuriamoci il cittadino!

Chi è che ha fatto bene in questa legislatura? Quali sono le funzioni, gli incarichi che non possono essere sottoposti a critica? Anche sotto il profilo economico, quanti soggetti chiamati a responsabilità nella gestione della cosa pubblica non attuano le leggi, anzi le violano sistematicamente e impunemente? Anche oggi ne abbiamo avuto esempi.

Io penso che bisogna intervenire, lo dico al collega Dedoni, fuori dalla demagogia in cui molti sono bravissimi. La prima cosa che noi chiederemo, infatti, è che il primo provvedimento utile che approda in Aula contenga norme stringenti sulla valutazione e sulle procedure di nomina degli amministratori e l'immediata revoca di tutte le nomine già fatte che non corrispondano a quelle procedure di selezione, perché la Regione sarda, la sua comunità, hanno diritto di avere il meglio e non di raccattare qualcosa in ogni angolo di sgabuzzino e di corrente politica ai quali si rifà questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, a me dispiace che la seduta odierna sia stata causa della sua tristezza, immagini la nostra nel sentirla accusare per dieci minuti quest'Aula di ipocrisia, di bugie, di falsificazioni della realtà, ha accusato questa Aula di autoalimentarsi di queste bugie. Presidente, abbia il coraggio di dire a chi si riferisce! Le chiedo: chi sono questi settori del Consiglio? Appartengono alla sua maggioranza? Appartengono al suo partito? Nemmeno a lei, presidente Cappellacci, è permesso di indirizzare accuse così pesanti, genericamente, senza assumersi la responsabilità di dire chi sono i destinatari di quanto lei ha testé proferito.

Lei oggi ha avuto, abbia pazienza, un comportamento quasi vile, Presidente, so bene che avrei suscitato questo rumore, rumore, rumore. Io credo che quando il Presidente della Regione, in particolare, si rivolge con questi termini abbia il dovere di dire a chi si riferisce, se poi i colleghi della maggioranza assistono passivamente a queste accuse, buon pro, vuol dire che ognuno di noi produce il vino che ha in botte. Per carità, a voi sta bene, è il vostro Presidente, tenetevelo ovviamente e lunga vita a voi con questo Presidente. Per quanto ci riguarda, politicamente vorremmo (e lavoreremo per questo), onorevole Pittalis, che fosse una vita la più breve possibile.

Lei, Presidente, oggi ha svolto un intervento; ci sono stati tanti altri interventi, alcuni anche della maggioranza che la esprime, ma non c'è stato un intervento, a parte quelli del Capogruppo del suo partito e di quello dei Riformatori, non da parte degli altri Capigruppo della maggioranza, nel quale sia stato espresso un giudizio positivo sul suo operato. Questo è quello che è avvenuto quest'oggi, anche se si può fare anche finta che ciò non sia avvenuto. Ripeto che ho sentito l'onorevole Pittalis e l'onorevole Dedoni, appunto, giudicare positivamente l'azione politica di questo Presidente. Non ho sentito sulla stessa linea gli altri Capigruppo della stessa maggioranza che la sostiene, Presidente.

Onorevole Maninchedda, lei propone una svolta (chiedo scusa se la sminuisco), il cui logo o tema è: uniti contro Roma. A noi questa proposta non convince, capisco che è un cartello politico, ne ho grande rispetto, ma non ci convince; potrebbe convincerci se oggi, già da oggi, il Partito Sardo d'Azione, per come io giudico i fatti politici, assumesse un atteggiamento consequenziale alle critiche che costantemente, in particolare in quest'ultimo periodo, vengono rivolte all'azione di governo del Presidente della Regione. Allora chiedo al Partito Sardo d'Azione se è disponibile, e si aprirebbe veramente una fase nuova, a far venir meno l'appoggio a questa Giunta e a non fare parte della maggioranza. Se c'è questa disponibilità noi siamo pronti a verificare l'apertura di una fase nuova, perché non resteremmo certamente insensibili di fronte a un fatto nuovo come questo.

Onorevole Stochino, lei ci ha invitato a parlare di merito. Lei, presidente Cappellacci ha sfidato l'Aula. Presidente Cappellacci, chi impedisce a lei, al suo Assessore di venire in Aula a dirci qual è l'idea che questa Giunta e questa maggioranza hanno su Carbosulcis? Noi siamo pronti a discuterne, abbiamo qualche idea; vi ricordo che, per quanto ci riguarda, siamo convinti che l'uso del carbone, anche nelle centrali convenzionali, quelle dotate di desolforazione e di denitrificazione, permette di produrre un chilowattora ai morsetti della centrale sensibilmente inferiore rispetto a qualsiasi altra fonte di produzione di energia elettrica. Immaginiamoci poi se si parla di tecnologie diverse, come quella del letto fluido circolante o pressurizzato, o meglio ancora quella dello stoccaggio in miniera della CO2.

Ma chi vi impedisce di parlare di queste cose? Dobbiamo essere noi oppure deve essere la Giunta a impegnare il Consiglio in una discussione di merito? Noi ci siamo, siete voi assenti. Adesso dobbiamo essere noi a proporre questo? Se volete possiamo presentare un'altra mozione, ma le state talmente stigmatizzando queste mozioni! Diteci voi. Presidente Cappellacci, si presenti in Aula come e quando, vuole, domattina, e ci dica che cosa vuol fare della politica energetica in questa Regione.

Onorevole Dedoni, con tutto il rispetto, senza urlare, a lei che invita e sfida l'opposizione a fare le riforme, bene, io dico che voi siete il Partito dei Riformatori, e che con coraggio avete fatto una battaglia referendaria che ha dato un risultato importante, non solo in termini di partecipazione, ma anche di espressione di una volontà molto netta e molto forte che ha messo in difficoltà il Consiglio.

Il Consiglio però, onorevole Dedoni, lei ha anche partecipato parzialmente a quei lavori, si è assunto la responsabilità, come diceva l'onorevole Steri, di intervenire immediatamente dopo il referendum, per evitare che gli enti locali si trovassero nelle condizioni che l'assessore Rassu conosce bene. Ora, se non ci fosse stato un intervento di quella natura, le chiedo onorevole Dedoni, quali sono le proposte di legge che promuovono queste riforme?

DEDONI (Riformatori Sardi). Sono tutte depositate!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anche le nostre sono depositate. Voi avete la maggioranza e avete il dovere di far sì che vengano esitate quanto prima dalle Commissioni competenti e avete il dovere, più dell'opposizione, di far sì che poi arrivino in Aula. Allora, per cortesia, con tutto il rispetto, non nascondete le vostre insufficienze, il vostro fallimento come maggioranza, non si tratta soltanto del fallimento del presidente Cappellacci, qui siamo di fronte a un fallimento della maggioranza e l'abbiamo visto anche attraverso i fatti nuovi che sono intervenuti.

In questo senso, onorevole Mario Diana, anche lei stia tranquillo e sereno, sappiamo bene che non ci sono i numeri per porre una mozione di sfiducia, a meno che non ci diciate stasera che ci vuole una mozione di sfiducia.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 09, viene ripresa alle ore 20 e 01.)

PRESIDENTE. Comunico che le mozioni sono state ritirate e sono stati presentati due ordini del giorno.

L'ordine del giorno numero 2 è stato presentato a seguito del ritiro delle mozioni numero 184 e 186.

(Si riporta di seguito il testo degli ordini del giorno:

Ordine del giorno Dedoni - Pittalis - Steri - Artizzu - Cuccureddu sulle modalità di effettuazione delle nomine negli enti e società regionali.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sulle mozioni n. 184 e n. 186 in materia di nomina degli amministratori degli enti strumentali, delle agenzie e delle società in house, partecipate e controllate dalla Regione,

PREMESSO che:

- domenica 6 maggio 2012 sono stati sottoposti ai sardi dieci quesiti referendari, attinenti argomenti centrali nella vita politica e istituzionale della nostra Regione;

- il nono tra i dieci quesiti referendari recitava testualmente "Siete voi favorevoli all'abolizione dei consigli di amministrazione di tutti gli enti strumentali e agenzie della Regione autonoma della Sardegna?";

- tale quesito referendario consultivo ha ottenuto una percentuale di SI pari al 97,06 per cento;

RILEVATO che:

- l'attività legislativa spetta al Consiglio regionale, organo deputato a tradurre in norme e leggi la volontà chiaramente espressa dal corpo elettorale sardo;

- lo spirito autentico del referendum relativo alla cancellazione dei consigli di amministrazione degli enti testimonia la scelta popolare di razionalizzare il sistema, aumentandone l'efficienza e riducendone i costi;

- è altresì indubitabile come, nelle more dell'adozione di una legislazione coerente con il dettato referendario, che cancelli ogni interferenza politica sulla gestione tecnica, l'indicazione sostanziale che scaturisce dalla volontà popolare raccomandi a tutte le sedi istituzionali di effettuare scelte tecniche e di alto livello in tutte le nomine politiche, in netta discontinuità con il sistema di nomine posto in essere sin dall'origine dell'istituto autonomistico;

CONSIDERATO che:

- è montata in questi giorni una polemica politica relativa ad una nomina deliberata dalla Presidenza della Regione all'interno della Carbosulcis;

- tale polemica appare in larga misura strumentale, in quanto sostenuta da forze politiche che hanno, in passato, largamente utilizzato il sistema gestionale che oggi contestano, mostrandosi scandalizzate e che magari ancora perpetuano all'interno di amministrazioni diverse da quella regionale, in cui detengono responsabilità di governo;

- la credibilità della denuncia delle forze di opposizione avrebbe diverso spessore etico se fosse accompagnata dalla volontà di dare immediato corso consiliare all'esito referendario e, soprattutto, dalla pubblica dichiarazione a modificare in senso coerente alla volontà popolare tutta l'attività di "governo complessivo" all'interno delle istituzioni sarde nelle quali tali forze politiche esprimono maggioranze di governo;

- entrando nel merito della polemica, la Presidenza della Regione ha pubblicamente rilevato di essersi sostanzialmente attenuta allo spirito referendario, eliminando il Consiglio di amministrazione della Carbosulcis e sostituendolo con un amministratore unico, come da interpretazione letterale dell'esito referendario;

- l'indicazione referendaria consente di affermare con certezza che il messaggio inviato dal corpo elettorale vada sicuramente inteso nel senso del pieno recupero dell'efficienza organizzativa dell'attività degli enti strumentali e delle agenzie, con l'obiettivo dell'eliminazione di costi impropri di gestione derivanti da inutili sovrastrutture politiche,

ritiene

del tutto indispensabile che il Consiglio regionale affronti immediatamente e in modo organico la materia, superando ogni tentazione di strumentalizzazione a fini di polemica politica e estendendo la propria azione di programmazione e di indirizzo all'intero sistema degli enti strumentali a controllo parziale o totale da parte delle pubbliche istituzioni regionali,

invita

tutti i gruppi politici del Consiglio regionale della Sardegna e la stessa Giunta regionale a presentare, entro un mese dall'approvazione del presente ordine del giorno, eventuali proposte e disegni di legge che abbiano come obiettivo la piena attuazione della volontà referendaria in merito alla riorganizzazione dell'attuale sistema degli enti strumentali della Regione con la soppressione dei consigli di amministrazione,

impegna

a tal fine il Consiglio regionale a inserire quale priorità della Prima Commissione l'approvazione dei testi di legge in materia, per consentire l'approvazione, entro il 30 settembre 2012, di un provvedimento legislativo organico che cancelli definitivamente gli organi di "ulteriore controllo politico", che appesantiscono economicamente e funzionalmente l'attività tecnica e l'operatività degli stessi enti e agenzie strumentali,

ribadisce

piena fiducia all'azione del Presidente della Regione e della Giunta regionale, a cui chiede attenzione prioritaria al rispetto dello spirito referendario, con conseguente riconsiderazione di tutte le nomine effettuate fin dall'inizio della legislatura,

impegna

il Presidente della Regione e la Giunta regionale, nelle more dell'adozione del testo di legge che decreta la definitiva cancellazione dei consigli di amministrazione, in caso d'urgenza, ad attenersi ad un codice deontologico in materia di nomine, che sia adottato dalla Giunta regionale nel pieno rispetto della implicita indicazione referendaria per l'alta qualità e professionalità dei nominati,

impegna altresì

la Giunta regionale ad impartire disposizioni affinché il trattamento economico da riconoscere in favore dei nominati non superi quello spettante al Direttore generale della Presidenza della Regione e ad evitare il cumulo di incarichi di amministratore in favore dei medesimi soggetti, ivi compreso quello di direttore generale; a questo scopo la Giunta regionale dovrà provveder a porre in essere le procedure necessarie a rimuovere le situazioni di cumulo. (1)

Ordine del giorno Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Diana Mario - Mulas sulla definizione di un progetto di legge che introduca procedure oggettive di nomina alle funzioni di direzione e amministrazione degli enti, agenzie e società regionali.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione delle mozioni n. 184 e n. 186 in materia di nomina degli amministratori degli enti strumentali, delle agenzie e delle società in house, partecipate e controllate dalla Regione,

si impegna

a definire, nel primo progetto di legge idoneo sottoposto all'esame dell'Aula:

1) adeguate misure per dare attuazione al risultato referendario sull'abolizione dei consigli di amministrazione e sui criteri di nomina degli amministratori unici degli enti, agenzie e società ed aziende regionali;

2) procedure oggettive di nomina alle funzioni di direzione e amministrazione degli enti, agenzie e società regionali che introducano forme di valutazione trasparente delle competenze ed esperienze professionali necessarie, e coerenti con i compiti da svolgere nell'esclusivo interesse della pubblica amministrazione e della comunità regionale;

3) procedure di revoca degli incarichi già affidati non conformi ai criteri di valutazione e nomina che saranno approvati;

4) ad individuare, a termini di regolamento interno del Consiglio, una data utile per l'avvio di un ampio dibattito per affrontare i termini legati al rilancio della Carbosulcis e alle prospettive di sviluppo dell'intero Sulcis Iglesiente;

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a dare attuazione, in ogni caso, alle risoluzioni del Consiglio regionale e delle sue articolazioni in materia di legittimità delle nomine di direzione e amministrazione già effettuate, avuto riguardo specifico alle competenze professionali e ai titoli richiesti. (2).)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo una votazione per parti; la prima parte fino alle parole "impegna altresì"; la seconda parte dalle parole "impegna altresì" fino alla conclusione dell'ordine del giorno.

La mia dichiarazione di voto è sostanzialmente contenuta in questa richiesta. Esprimo un voto contrario in linea generale, per come è stata impostata, sulla prima parte, mentre convengo sull'utilità dell'ultima parte di questo ordine del giorno sul quale esprimo chiaramente un voto favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione la prima parte dell'ordine del giorno numero 1 fino alle parole "impegna altresì" .

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della prima parte dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cappellacci, Milia e Rodin hanno votato a favore e che il consigliere Diana Giampaolo ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Diana Mario - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 66

astenuti 2

maggioranza 34

favorevoli 40

contrari 26

(Il Consiglio approva).

Metto ora in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno numero 1 dalle parole "impegna altresì" fino alla conclusione dell'ordine del giorno.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Risponde no il consigliere: Solinas Antonio.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 66

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'ordine del giorno numero 2.

A seguito dell'approvazione dell'ordine del giorno numero 1, decade il punto 1 dell'ordine del giorno numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la votazione nominale per parti. Una prima votazione per la premessa e una votazione per il dispositivo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della prima parte dell'ordine del giorno numero 2.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 67

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte dell'ordine del giorno numero 2.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Diana Mario - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 27

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. La seduta è sospesa,

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 10, viene ripresa alle ore 20 e 15.)

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prendere posto. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di aggiornare i lavori alle ore 21 e 15. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 16, viene ripresa alle ore 21 e 27.)

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Integrazione alla legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), relativa ai contratti di collaborazioni coordinate e continuative" (327/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 327/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Mi rimetto alla relazione scritta.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame del Titolo. Al Titolo è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo del Titolo e del relativo emendamento:

Titolo: Disposizioni urgenti e integrazioni alla legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), relativa ai contratti di collaborazioni coordinate e continuative

Emendamento aggiuntivo Biancareddu - Cuccu - Cappai - Murgioni

Titolo

Nel titolo dopo le parole "e continuative" sono aggiunte le seguenti:

"e ulteriori misure di contenimento della spesa pubblica.". (3).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sul Titolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'emendamento numero 3, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Collaborazioni coordinate e continuative - Modifiche all'articolo 6 della legge regionale n. 6 del 2011

1. Nell'articolo 6 della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), dopo il comma 1 è introdotto il seguente:
"1 bis. Nel limite del 3 per cento non rientrano i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, di cui all'articolo 6 bis della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione), introdotto dall'articolo 7, comma 1, lettera a) della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), e modificato dalle leggi regionali 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), 14 maggio 2009, n. 1 (legge finanziaria 2009), che vengono instaurati per lo svolgimento di attività finanziate con fondi statali e comunitari.".

2. I rapporti attivati dopo l'entrata in vigore della presente legge non costituiscono in alcun modo presupposto per l'assunzione a tempo indeterminato.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:

Art. 1 bis

Salvaguardia del litorale e delle zone umide di interesse internazionale dell'area metropolitana di Cagliari

1. Per la salvaguardia del litorale e delle zone umide di interesse internazionale dell'area metropolitana di Cagliari è autorizzata a decorrere dall'anno 2012 una spesa valutata in euro 1.600.000 annui (UPB S04.08.005).

2. Il Consorzio per la gestione del Parco naturale regionale "Molentargius-Saline", di cui alla legge regionale 26 febbraio 1999, n. 5 (Istituzione del Parco regionale "Molentargius-Saline"), entro centocinquanta giorni dalla pubblicazione della presente legge predispone tutti gli atti inerenti l'organizzazione funzionale del parco, approva la pianta organica del personale ai sensi dell'articolo 5 della medesima legge regionale e provvede alla copertura delle figure professionali previste.

3. Il Consorzio, per l'espletamento delle suddette funzioni e al fine di assicurare nel frattempo la gestione degli ecosistemi presenti nel parco, è autorizzato a rinnovare per un periodo di sei mesi il contratto di lavoro del personale precario con coloro che già operavano alla data del 31 marzo 2012, privilegiando, in caso di scelta, l'anzianità di servizio maturata alla predetta data.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter:

Art. 1 ter

Concorso dirigenti: requisiti da applicare

1. Le riserve aventi ad oggetto il possesso dei requisiti per l'accesso alla dirigenza contenute nella graduatoria definitiva del concorso per n. 57 dirigenti approvata con determinazione N.P. 19691/482 dell'8 luglio 2011 sono risolte positivamente qualora gli interessati siano in possesso dei requisiti per l'accesso previsti dall'articolo 32 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 quater. All'articolo 1 quater sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 quater e dei relativi emendamenti:

Art. 1 quater

Attuazione del Piano regionale sul precariato di cui all'articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007, e successive modifiche ed integrazioni

1. Il personale del "Progetto Sfera", promosso nell'ambito di misure PON di assistenza tecnica e POR Sardegna relative al QCS 2000/2006, in quanto sottoposto a procedure selettive di natura concorsuale attestate dal direttore generale della struttura presso cui originariamente è stato selezionato, è inquadrato a domanda, in attuazione del piano di cui all'articolo 36, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), aggiornato ai sensi dell'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

2. Dall'attuazione del presente articolo non discendono oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale.

Emendamento sostitutivo parziale Maninchedda - Steri

Articolo 1 quater

Il comma 1 è così sostituito:

"Ai fini degli inquadramenti di cui all'art. 36 comma 2 della legge regionale 2 del 2007 sono comprese le selezioni di figure professionali destinate alle attività di assistenza tecnica nella gestione e attuazione del Programma Operativo Nazionale 200-2006 - Pon Atas (misure 1.1., 1.2 e 2.2) e dell'Accordo di Programma Quadro - APQ- rivolte ai soggetti preselezionati nell'ambito dei medesimi programmi.". (5)

Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Steri

Articolo 1 quater

Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma 3:

3. "il Piano pluriennale per il superamento del precariato dovrà essere prorogato fino al completo assorbimento degli aventi diritto alla stabilizzazione e comunque non oltre due anni, ai sensi del comma 2 dell'art. 36 della Legge Regionale n. 2 del 29 maggio 2007, e successive modifiche e integrazioni." (6).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'emendamento numero 5, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 1 quater, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo per cortesia una breve sospensione.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 29, viene ripresa alle ore 21 e 53.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'emendamento numero 6, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 quinquies.

All'articolo 1 quinquies è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 quinquies e del relativo emendamento:

Art. 1 quinquies

Rinnovo contratti ex articolo 4, comma 45, della legge regionale n. 6 del 2012

1. Per l'anno 2012 è autorizzata la concessione di un contributo straordinario di euro 880.000 in favore dell'ARPAS per l'attuazione dell'articolo 4, comma 45, della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012) (UPB S04.07.001).

Emendamento aggiuntivo Biancareddu - Cuccu - Cappai - Murgioni

Articolo 1 quinquies

Dopo l'articolo 1 quinquies è aggiunto il seguente:

Art. 1 quinquies bis

1. A decorrere dal 26 maggio 2012, ai fini della riduzione e razionalizzazione delle spese per il funzionamento degli organi istituzionali, ai consiglieri regionali competono, ai sensi dell'articolo 26 della L.C. 26/2/1 948, N. 3 "Statuto speciale per la Sardegna", le indennità ed i rimborsi di spese in vigore al 31 dicembre 2003.

2. Conseguentemente, l'indennità di carica è ridotta nella misura del 30 per cento, la diana è ridotta nella misura del 20 per cento.

3. Ai Gruppi consiliari compete un contributo pari a quello in vigore al 31 dicembre 2003 ridotto del 20 per cento.

4. Il Collegio dei Questori disciplina le modalità di utilizzo e di rendicontazione di tale contributo, anche relativamente alla gestione del personale e delle collaborazioni professionali di cui alla legge regionale n. 37 del 1995.". (4).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo sull'articolo 1 quinquies per dire che il Gruppo dei Riformatori ha preso visione soltanto adesso dell'emendamento numero 4, quindi non ne conosce la sostanza politica, che potrebbe anche essere condivisibile, non ha la più pallida idea su cosa attenga. Pertanto il Gruppo, ritenendo che questo emendamento sarebbe dovuto arrivare in Aula in modo più organico, lascia i lavori dell'Aula.

(Il Gruppo dei Riformatori abbandona l'Aula)

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). A chi mi sta chiedendo di rinunciare all'intervento dico che non rinuncio proprio per niente. Presidente, io ho lo stesso problema dei Riformatori, nel senso che neanche io ho avuto l'opportunità di prendere in visione questo emendamento. Tra l'altro, il punto 2), sull'indennità di carica, prevede una riduzione del 30 per cento. Io, giusto per ribadire una mia vecchia posizione che ho assunto sin dall'inizio della legislatura, sono ad esempio per la soppressione. Quindi, se non ci date il tempo per analizzare meglio questo emendamento, io mi astengo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1 quinquies. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 sexies. All'articolo 1 sexies sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 sexies e dei relativi emendamenti:

Art. 1 sexies

Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati complessivamente in euro 2.480.000 per l'anno 2012 ed in euro 1.600.000 per gli anni successivi, si fa fronte con le seguenti variazioni nel bilancio della Regione per gli anni 2012-2014:

In aumento

UPB S04.08.005

Valorizzazione e salvaguardia delle zone umide dei laghi salsi - parte corrente

2012 euro 1.600.000

2013 euro 1.600.000

2014 euro 1.600.000

UPB S04.07.001

Agenzia regionale protezione ambiente della Sardegna (ARPAS)

2012 euro 880.000

2013 euro ---

2014 euro ---

In diminuzione

UPB S08.01.002

Fondo speciale nuovi oneri legislativi - parte corrente

2012 euro 1.600.000

2013 euro 1.600.000

2014 euro 1.600.000

mediante corrispondente riduzione della voce 1) della tabella A allegata alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)

UPB S06.02.002

Promozione e propaganda turistica

2012 euro 880.000

2013 euro ---

2014 euro ---

mediante corrispondente riduzione dal capitolo SC06.0177 - Spese per la promozione del turismo in Sardegna (articolo 2, legge regionale 21 aprile 1955, n. 7 (Provvedimenti per manifestazioni, propaganda e opere turistiche), e articolo 26, legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (legge finanziaria 2005)).

2. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge fanno carico alle suddette UPB del bilancio della Regione per gli anni 2012-2014 e a quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1 sexies

Dopo il comma 2 dell'articolo 1 sexies è aggiunto il seguente:

2 bis. L'autorizzazione di spesa della tabella D allegata alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 per il capitolo SC 04.2442 UPB S04.09.003 per l'anno 2012 è diminuita di euro 85000. (1)

Emendamento aggiuntivo Steri

Articolo 1 sexies

Dopo l'articolo 1 sexies è aggiunto il seguente

Art. 1 septies

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel BURAS.

(2).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. L'emendamento numero 1 è ritirato.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento numero 2 ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla votazione finale del disegno di legge. Prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Marco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI MARCO (P.D.). Dichiaro il mio voto di astensione, perché in questo disegno di legge ci sono delle norme che non trovo condivisibili e, in quanto tali, non mi consentono di votare a favore. A me sembra profondamente sbagliata, infatti, una gestione delle politiche del personale che, anziché affrontare in maniera radicale la questione, opta per il continuo e reiterato tentativo di procedere a stabilizzare il personale attraverso le poche maglie che sono rimaste.

Esiste una norma generale anche sui piani di stabilizzazione, la legge numero 2 del 2007, articolo 36, non capisco perché si faccia una norma che riguarda una categoria specifica di persone. C'è una delibera della Giunta, la numero 20/23 del 15 maggio, che è inspiegabilmente ancora secretata perché contiene i piani di stabilizzazione. Chiederei, una volta per tutte, che questo tema sia affrontato.

Il provvedimento di legge contiene anche delle norme positive, in particolare quella sulla salvaguardia del litorale delle zone umide di interesse internazionale dell'area metropolitana di Cagliari, ragion per la quale io ritengo di confermare la mia volontà di astenermi rispetto al provvedimento complessivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, io voterò a favore ma vorrei dire che, probabilmente, all'onorevole Meloni è stato rappresentato un percorso del disegno di legge differente da quello reale. Succede questo, mi permetto di illustrarlo. Sulla delibera di Giunta a cui lei fa riferimento almeno due direttori generali hanno eccepito che, per un difetto di formulazione della legge del 2007, persone che avevano parità di diritti venivano sperequate.

La norma, così come è scritta, non determina un ampliamento, ma determina una perequazione tra soggetti che erano sperequati per la modalità di formulazione, al punto che, come lei vedrà al comma 2, si dice che non c'è aumento di spesa. Non è un'iniziativa di Gruppi consiliari, ma è un'iniziativa che nasce dalla necessità di non sperequare rispetto all'applicazione di una norma del 2007, la cui responsabilità viene dalla scorsa legislatura, e che in questa fase viene semplicemente attuata, questa è l'origine.

L'altro punto è relativo al tetto del 3 per cento per i Centri servizi per il lavoro. Non nasce da una volontà di sfondamento sul precariato, glielo assicuro, nasce da una volontà di mettere in ordine risorse invariate.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 327/A.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Meloni Marco - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 63

astenuti 3

maggioranza 32

favorevoli 63

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è riconvocato domani, mercoledì 13 giugno, alle ore 11.

La seduta è tolta alle ore 22.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni e della mozione annunziate in apertura di seduta

InterrogazioneTocco, con richiesta di risposta scritta, sull'urgente necessità di razionalizzare il servizio di trasporto e mobilità affidato a privati, per i lavoratori delle ditte ubicate nella zona industriale lungo la strada statale n. 195 e Macchiareddu e la tratta fra l'aeroporto di Elmas e Oristano.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- la Regione autonoma della Sardegna sostiene economicamente, con una cifra che si aggira attorno ai 2 milioni di euro l'anno, il servizio di trasporto pubblico, affidato in concessione a privati, che collega diversi comuni della cintura urbana cagliaritana con gli insediamenti industriali circostanti e il tratto fra l'aeroporto di Elmas e Oristano;

- obiettivo di tale iniziativa sarebbe, principalmente, quello di favorire e agevolare la mobilità dei tantissimi pendolari, dipendenti di queste industrie, a raggiungere il posto di lavoro;

CONSIDERATO che:

- questi mezzi, nonostante le finalità che si propone il programma, viaggerebbero spesso vuoti o con pochissimi passeggeri e questa situazione del trasporto pubblico risulterebbe oltremodo onerosa in considerazione del rapporto spesa/passeggeri trasportati;

- il numero dei vettori, inoltre, provocherebbe ulteriori disagi al traffico lungo la strada statale n. 195, percorsa per raggiungere gli insediamenti industriali della cintura urbana di Cagliari;

PRESO ATTO che:

- in un contesto similare, anche centinaia di studenti provenienti dai comuni distanti dalla cinta metropolitana sono costretti, per recarsi nelle scuole del capoluogo o rientrare nelle proprie abitazioni la sera, a viaggiare in orari improbabili e rientrare a casa molto spesso nel tardissimo pomeriggio con autobus spesso stracolmi di passeggeri;

- ciò, inevitabilmente, condiziona moltissimo la vita personale e sociale di questi studenti compromettendone, spesso, anche i risultati scolastici;

EVIDENZIATO che:

- si rende indispensabile una razionalizzazione del servizio di trasporto pubblico, compreso quello affidato in concessione a privati, al fine di rendere più efficiente il programma di mobilità di studenti e lavoratori pendolari con un impegno finanziario consono ai risultati e al numero di persone trasportate e in orari consoni all'espletamento dell'attività lavorativa o di studente;

- paradossalmente, da calcoli effettuati, parrebbe più economico prevedere un rimborso finanziario ai soli lavoratori per i quali è stato istituito il servizio di trasporto da e verso le aziende, piuttosto che proseguire a pagare questo servizio con l'affidamento a ditte private,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) se siano a conoscenza delle problematiche esposte in premessa;

2) quali iniziative si intendano adottare al fine di una razionalizzazione del trasporto pubblico, affidato in concessione a ditte private, al fine di garantire la mobilità sia dei lavoratori, sia degli studenti nei tempi consoni e utili per lo svolgimento, per ciascuno, delle rispettive attività professionali o di studio e per ottenere, se non un effettivo risparmio in termini economici, almeno che l'investimento finanziario sia consono agli effetti positivi prodotti dal programma di trasporto e di mobilità. (890)

Interrogazione Planetta, con richiesta di risposta scritta, sulla perdurante inadempienza della Regione Sardegna in materia di zona franca e mancata delimitazione delle aree della zona franca della Sardegna in attuazione del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75 e dell'articolo 12 del vigente Statuto d'autonomia speciale della Sardegna.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- nella prospettiva della istituzione della zona franca integrale della Sardegna è auspicabile la immediata attuazione dei punti franchi previsti dal decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, con il quale il Presidente della Repubblica, su proposta del Governo Prodi, ha emanato le norme in attuazione dell'articolo 12 dello Statuto speciale istituendo zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegati e collegabili;

- il citato decreto del Presidente della Repubblica prevede una realizzazione dei punti franchi a geometria variabile iniziando da Cagliari (porto e zone collegabili) prescrivendo tutti gli elementi utili per poterlo fare (in sede di prima applicazione la delimitazione territoriale del Porto di Cagliari è quella prevista nell'allegato aggiuntivo all'accordo di programma dell'8 agosto 1995 sottoscritto col Ministero dei trasporti);

- il beneficio delle zone franche sarebbe per l'intera Sardegna perché il decreto legislativo oltre ai porti elencati come sedi di zona franca estende tale opportunità ad altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegabili come è il caso, per esempio, dell'area industriale di Ottana, Pratosardo, Tossilo, ed altre;

CONSIDERATO che:

- con il decreto del Presidente del Consiglio del 7 giugno 2001 sono state dettate ulteriori disposizioni, purtroppo ancora non attuate per l'operatività della zona franca di Cagliari autorizzanti qualsiasi attività di natura industriale o commerciale o di prestazione di servizi;

- la creazione come definita dal decreto presidenziale di zone franche a Porto Torres, Olbia, Arbatax, Oristano e Portovesme, abbisogna ancora della delimitazione territoriale e della indicazione di ogni altra disposizione necessaria per la loro operatività (come già fatto per la zona franca di Cagliari) che per essere determinata con separati decreti del Presidente del Consiglio dei ministri ancora attende di essere proposta dalla Regione;

RILEVATO che:

- purtroppo, malgrado la difficilissima situazione economica e sociale attraversata dalla Sardegna, nessuna Giunta regionale, compresa la precedente Giunta Soru, ha provveduto a formulare la proposta di delimitazione delle zone franche individuate nei porti sardi elencati nel decreto legislativo e dunque ad oggi non è proponibile incolpare poteri esterni alla Regione per una mancata attuazione dei punti franchi in quanto la delimitazione territoriale delle zone franche ed ogni altra disposizione necessaria per la loro operatività deve essere effettuata, su proposta della Regione, con separati decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

- il tutto parrebbe configurare una storica vera e propria ostilità all'autonomia ed al liberismo economico, ideologica e culturale da parte di parti rilevanti del mondo politico, sindacale, economico sardo, che non potendo opporsi all'attuazione delle norme di attuazione dello Statuto sulle zone franche, agisce in maniera sostanzialmente contraria ed omissiva, affossando la questione e procrastinando l'atto dovuto d'indicare delimitazioni e regole delle zone franche del resto dell'Isola, condannando la Sardegna e le popolazioni più direttamente interessate al perdurare del sottosviluppo ed alla disoccupazione;

CONSTATATO che:

- è rilevabile un grave e generale ritardo su questo tema complessivo e qualificante e addirittura vengono dimenticate pure le conquiste autonomistiche del passato, che inspiegabilmente restano lettera morta anche se solennemente dichiarate nel nostro Statuto vigente, come è il caso dell'articolo 12 che, laddove applicato, consentirebbe l'avvio di un processo di rinnovato sviluppo economico teso ad aumentare il PIL della Sardegna, rispondendo concretamente alle esigenze di riconversione, ristrutturazione e sostituzione di una miriade di produzioni scomparse, obsolete, non più sostenibili o da riqualificare, conseguenti alla profonda crisi dell'industrializzazione petrolchimica, mineraria e dell'indotto, attuata nel secondo dopoguerra del secolo scorso;

- nel merito, il sottoscritto ha depositato agli atti di questo Consiglio l'interpellanza n. 113 del 23 giugno 2010 "Sulla mancata attuazione del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, che ha istituito le zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax, in attuazione dell'articolo 12 del vigente Statuto d'autonomia speciale della Sardegna" e la n. 126 del 15 luglio 2010 "Sulla mancata delimitazione dell'area della zona franca di Porto Torres in attuazione del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75", entrambe rivolte al Presidente della Regione e a tutt'oggi senza alcun riscontro,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere se:

1) fra le misure urgenti che intende adottare questa Amministrazione regionale vi sia, nell'immediato, l'impegno prioritario a inviare senza indugio alla Presidenza del Consiglio dei ministri la proposta di delimitazione delle zone franche con le collegabili aree indispensabili ad una loro operatività produttiva e commerciale, così come previsto dal percorso di attuazione dell'articolo 12 dello Statuto vigente e dando in tal modo piena attuazione al decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, pubblicato netta Gazzetta ufficiale 7 aprile 1998, n. 81, ed anche cessando la perdurante latitanza su questo problema e rendendo possibile l'avvio di una ipotesi statutaria di rilancio e sviluppo della Sardegna in direzione della creazione della zona franca integrale della Sardegna, da prevedere, codificandone gli elementi di sovranità economica e fiscale, in un nuovo Statuto di autonomia speciale che allinei la nostra comunità nazionale alle più avanzate europee ad iniziare da Irlanda, Canarie e Catalogna;

2) all'interno di questi primi obiettivi, la Giunta regionale ritenga opportuno inviare al Governo le proposte di modifica del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 giugno 2001, che dettava ulteriori disposizioni per l'operatività della zona franca di Cagliari, autorizzando qualsiasi attività di natura industriale, commerciale o di prestazione di servizi, che sono tuttora ancora non attuate, al fine di una spedita realizzazione della zona franca di Cagliari e di una sua armonizzazione con le altre zone franche della Sardegna;

3) questa Amministrazione non ritenga inoltre di impegnarsi fattivamente al fine di inviare contestualmente al Governo la proposta di istituzione, delimitazione e determinazione di ogni altra disposizione necessaria per la operatività della zona franca della Provincia di Nuoro, affinché venga istituita in attuazione dell'articolo 12 dello Statuto, comprendendo in essa porti e aree industriali ad essa funzionalmente collegati o collegabili e dunque anche le zone infrastrutturate di Ottana, Pratosardo, Tossilo, ed altre individuabili, essendo la Provincia di Nuoro gravemente compromessa nel suo sistema economico e sociale da una crisi che mette a rischio anche la sua consistenza demografica e per le note ragioni socio-culturali che la caratterizzano;

4) per quanto riguarda le aree urbane della Sardegna, sempre in attuazione dell'articolo 12 dello Statuto vigente e in forza dell'intesa istituzionale di programma del 21 aprile 1999 tra il Governo e la Giunta regionale che ha stabilito il perfezionamento del sistema di istituti franchi con la creazione di una zona franca fiscale per tutta la Sardegna, finalizzata all'abbattimento dei costi dei fattori produttivi, questa Amministrazione regionale non ritenga opportuno inviare al Governo la ulteriore proposta di istituire in ogni comune della Sardegna una zona franca urbana delimitata dai confini comunali;

5) questa Amministrazione non ritenga infine opportuno, sempre in attuazione del più volte citato articolo 12 dello Statuto di autonomia, attivarsi affinché il tema della zona franca della Sardegna sia inserito nella vertenza col Governo, tale da produrre una apposita intesa istituzionale di programma con la quale saranno armonizzate le misure finanziarie, fiscali, doganali, contributive, regolamentari ed ogni altra necessaria affinché in applicazione dello Statuto vigente venga realizzata la Sardegna zona franca, comprendendo in essa l'abbattimento delle accise sui prodotti energetici e la creazione di un'imposta regionale sul valore aggiunto nettamente inferiore a quella vigente. (891)

Mozione Barracciu - Cucca - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla mancata attivazione, nella maggior parte delle scuole primarie della Sardegna, del modello a tempo pieno, malgrado le numerose richieste delle famiglie e le deliberazioni formali di impegno da parte delle amministrazioni locali con richiamo specifico alla situazione delle scuole del Comune di Nuoro, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la legge n. 176 del 2007 legittima il modello del tempo pieno nella scuola italiana, vincolandone l'esistenza concreta alla disponibilità di organico rilevata anno per anno;

- la circolare ministeriale n. 25 del 29 marzo 2012, contenente disposizioni sulla quantificazione e distribuzione delle risorse dal livello nazionale a quello delle singole istituzioni scolastiche, definisce gli organici del personale docente per l'anno scolastico 2012/2013;

- la circolare di cui sopra specifica che, nei limiti dell'organico autorizzato e, comunque, nell'ambito della dotazione complessiva assegnata, "condizione essenziale per l'attivazione del tempo pieno rimane la disponibilità di strutture idonee e di risorse all'interno della scuola" e consente compensazioni tra i contingenti di organico relativi ai diversi gradi di scolarità "anche nell'ottica, ove possibile, dell'estensione del tempo pieno";

- i dati diffusi dall'Ufficio scolastico regionale, aggiornati al 30 maggio 2012, in relazione alla Regione Sardegna, per l'anno scolastico 2012-2013 prevedono che l'attivazione del tempo pieno nella scuola primaria interesserà 1.201 classi su un totale di 3.596 classi, ovvero 22.230 alunni su un totale di 65.207 alunni, così suddivisi: 8.767 alunni su 29.077 (473 classi su 1.593) in Provincia di Cagliari; 4.422 alunni su 10.409 (260 classi su 608) in Provincia di Nuoro; 504 alunni su 5.845 (25 classi su 352) in Provincia di Oristano; 8.537 alunni su 19.876 (443 classi su 1043) in Provincia di Sassari;

- in termini percentuali, i dati si presentano molto disomogenei tra le quattro province storiche della Sardegna, passando dalla copertura del 42,8 per cento della Provincia di Nuoro e 42,5 per cento della Provincia di Sassari, al 29,7 per cento della Provincia di Cagliari e al 7,1 per cento della Provincia di Oristano;

- la disomogeneità riguarda anche la situazione interna alle province, considerato che in importanti realtà quali la città di Nuoro, unico capoluogo di provincia in Italia privo del modello a tempo pieno, nonostante la giunta comunale abbia deliberato di voler assumere gli oneri amministrativi e organizzativi per l'attivazione del servizio mensa e le scuole primarie siano dotate di strutture idonee, il tempo pieno non viene attivato malgrado le numerose richieste delle famiglie; infatti per l'anno scolastico 2012/2013 a Nuoro ben 132 famiglie su 302 hanno espressamente scelto il modello orario di 40 ore all'atto dell'iscrizione dei figli alle classi prime, e in particolare le richieste di tempo pieno sono state: 35 all'IC n. 1 "F. Podda", su 77; 37 all'IC n. 2 "P. Borrotzu" su 98; 20 all'IC n. 3 "M. Maccioni" su 54; alI'IC n. 4 "M. Gurtei" 40 su 73;

- numerose altre città della Sardegna quali Alghero, Carbonia e Macomer rischiano di non avere l'organico necessario per attivare il tempo pieno già in funzione nell'anno scolastico che si sta concludendo e numerosissimi comuni più piccoli, le cui scuole hanno subito nel corso dell'ultimo anno la perdita dell'autonomia con l'accorpamento, rischiano di non essere risarciti dalle promesse compensazioni in termini di qualità in seguito alle rinunce imposte dalle razionalizzazioni ministeriali;

RICORDATO che:

- le autonomie scolastiche della Sardegna negli ultimi anni hanno subito numerosi tagli di organico e che, nonostante l'altissimo sacrificio in termini percentuali della scuola sarda su quella nazionale, l'anno scolastico 2012/2013 vedrà la soppressione di ulteriori istituzioni scolastiche e l'attivazione di nuovi istituti comprensivi in sostituzione delle precedenti direzioni didattiche, con un'ulteriore perdita di autonomie e posti di lavoro;

- l'attivazione del tempo pieno, di cui è dimostrato il valore pedagogico, didattico e culturale specie alla luce dell'importanza che la scuola primaria ha nell'intero processo educativo, contribuisce ad arginare il fenomeno della dispersione scolastica, vera e propria emorragia contro la quale non si conoscono ancora rimedi altrettanto efficaci;

CONSTATATO che l'Ufficio scolastico regionale non ha ad oggi dato seguito a numerosissime richieste di famiglie e comuni, nonostante i sindacati abbiano dimostrato che con un esiguo numero di docenti si potrebbe soddisfare la gran parte delle richieste provenienti dalle scuole della Sardegna ed anzi, per alcune situazioni specifiche, quali la città di Nuoro, ha reso noto che non attiverà l'organico richiesto per la realizzazione del tempo pieno nelle future prime classi delle scuole primarie;

RIBADITO il valore pedagogico, formativo e sociale del tempo pieno, che oltre ad incidere direttamente sulla qualità dell'istruzione produce effetti positivi sull'organizzazione dei tempi delle famiglie, favorendo la conciliazione dei compiti di lavoro e di cura dei genitori e quindi complessivamente anche la qualità dei rapporti familiari;

SOTTOLINEATO, inoltre, che la Giunta regionale risulta essere ancora del tutto inadempiente rispetto agli impegni previsti nell'ordine del giorno sulla gravissima situazione del sistema scolastico regionale approvato all'unanimità il 17 novembre 2010 dal Consiglio regionale della Sardegna,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad intervenire tempestivamente presso il Governo nazionale e il Direttore scolastico regionale per assicurare l'attivazione del tempo pieno presso le scuole primarie che ne hanno fatto richiesta, considerato che sarebbe sufficiente un numero non altissimo di insegnanti per assicurare un servizio educativo e formativo dovuto ai bambini e alle rispettive famiglie della Sardegna;

2) ad intervenire presso il Governo nazionale affinché siano garantite alla Sardegna tutte le compensazioni necessarie al fine di poter erogare un'istruzione di qualità e di sostenere il sistema scolastico regionale, riconoscendo la specificità geografica e demografica della Sardegna così come previsto dall'ordine del giorno approvato nella seduta del 17 novembre 2010 dal Consiglio regionale della Sardegna;

3) a garantire, a partire dall'anno scolastico 2012/2013, alla città di Nuoro, unico capoluogo di provincia in Italia privo del tempo pieno, l'attivazione di tale modello scolastico. (188)