Seduta n.180 del 19/07/2016
CLXXX Seduta
Marted� 19 luglio 2016
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta � aperta alle ore 10 e 26.
FORMA DANIELA, Segretaria, d� lettura del processo verbale della seduta del 28 giugno 2016 (176), che � approvato.
Congedo
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Giovanni Satta ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 19 luglio 2016.
Poich� non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le proposte di legge numero 349, 350, 351.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che � stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 493, 605, 615, 657, 658, 713, 724, 732.
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria: Sono state presentate le interrogazioni numero 793, 794, 795, 796, 797, 798, 799.
Annunzio di interpellanze
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria: Sono state presentate le interpellanze numero 237, 238, 239, 240.
Annunzio di mozione
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria: E' stata presentata la mozione numero 242.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facolt�.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Intanto la ringrazio per avermi dato la parola, chiedo l'attenzione anche di tutta l'Aula, di tutti i colleghi. Voglio richiamare l'attenzione di quest'Aula su un fatto di una gravit� fuori dal comune di cui si � avuta notizia oggi dagli organi di stampa e dai media, mi riferisco alla vendita all'asta, per la misera cifra di 258 mila euro, lo stipendio di un funzionario regionale, di un patrimonio di dati biologici provenienti da prelievi e studi eseguiti sulla popolazione ogliastrina, la parte di popolazione sarda forse pi� geneticamente omogenea. 230 mila campioni biologici provenienti da 13 mila cittadini sardi studiati con annessi i consensi informati sull'utilizzo di questi dati. Una societ� londinese quotata in borsa, che da quest'affare ha visto subito un balzo in avanti di 11 punti in borsa, nel pi� completo e colpevole silenzio della politica, il nostro silenzio, ha acquistato all'asta provette con liquidi biologici, cartelle cliniche, referti di visite specialistiche e un insieme di altri dati finalizzati a ricerche in campo oncologico, in particolare nella ricerca di farmaci innovativi per il trattamento di malattie neoplastiche particolarmente maligne e aggressive. E' lecito, ed � chiaro, l'uso scientifico-commerciale, non � chiaro, n� ritengo lecito, che un patrimonio di dati riguardanti la nostra stessa identit� biologica di sardi possa essere messo nella disponibilit� esclusiva di una societ� estera, per una cifra da elemosina e per una esclusiva finalit� di business.
Stiamo aprendo le porte a presunte, e ancora non dimostrate�
PRESIDENTE. Onorevole Usula, la sto lasciando parlare perch� capisco l'importanza dell'argomento, per�, da un punto di vista formale, non � un intervento sull'ordine dei lavori.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Chiedo di poter parlare ancora mezzo minuto.
PRESIDENTE. Concluda, per cortesia. Grazie.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Stiamo aprendo le porte a presunte, ma non ancora dimostrate e tutte da dimostrare, eccellenze sanitarie straniere, non solo adesso vendiamo anche i dati sulla nostra stessa identit� biologica.
Denuncio questo fatto, appreso oggi dalla stampa, per richiamare l'attenzione della Giunta e della politica tutta affinch� il danno sia, se possibile, mitigato da garanzie e obblighi affinch� le nostre Universit� non vengano estromesse da ruoli e competenze in materia di ricerche in questo campo e con quei dati. Certo, stiamo facendo una battaglia per mitigare un danno che rimane un danno incalcolabile, ed � sicuramente una battaglia colpevolmente tardiva; stiamo mettendo all'asta la nostra stessa identit� di popolo. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Usula, evidentemente non era un intervento in merito all'ordine dei lavori. Lo diamo per acquisito agli atti e ovviamente la invito a trasformare la sua denuncia in un ordine del giorno, in una mozione o in altra formula che possa essere discussa da tutto il Consiglio.
Discussione generale del disegno di legge: "Istituzione dell'Azienda sanitaria unica regionale (ASUR) e disposizioni di adeguamento dell'assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5). (321/A)
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno. L'elezione del Vicepresidente del Consiglio regionale � rinviata, quindi abbiamo all'ordine del giorno l'esame del disegno di legge numero 321.
Ricordo che i lavori sono programmati con la discussione generale sino alla votazione del passaggio all'esame degli articoli nella giornata odierna, domani mattina sospensione dei lavori in Aula per consentire il riordino degli emendamenti e alle ore 12 riunione della Commissione, dalle ore 16 ripresa sugli articoli.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facolt� di parlare il consigliere Raimondo Perra, relatore di maggioranza.
PERRA RAIMONDO (Cristiano Popolari Socialisti), relatore di maggioranza. Consentitemi innanzitutto di dire che oggi � un giorno importante, lo � per me, lo � per questa maggioranza e ritengo che debba esserlo per tutto il Consiglio regionale. Arriva, infatti, finalmente all'attenzione di quest'Aula un disegno di legge, il numero 321, che si inserisce nel percorso di riordino del Servizio sanitario regionale gi� avviato con la legge regionale numero 23 del 17 novembre 2014 e ne attua uno degli aspetti pi� importanti, ossia l'adeguamento dell'assetto istituzionale e organizzativo, prevedendo una riduzione del numero delle Aziende sanitarie locali, rispetto all'attuale, in coerenza con le norme di riordino del sistema degli enti locali.
Il disegno di legge numero 321 mira a una rivisitazione della normativa vigente, e in particolare della legge regionale numero 10 del 2006, che viene adattata all'impattante novit� dell'Azienda unica, mantenendone al contempo inalterati i capisaldi.
Il disegno di legge di riforma � stato accompagnato, sin dalla sua presentazione, da un acceso dibattito tra favorevoli e contrari all'istituzione di un'unica ASL in Sardegna: dibattito tra consiglieri regionali, tra i diversi Gruppi consiliari, tra i partiti politici, tra i diversi enti, associazioni, sindaci, sindacati. Tuttavia � normale, ed � comprensibile, che una riforma cos� rilevante alimenti la discussione e ingeneri cos� tante contrapposizioni.
Al di l� dei conflitti, un aspetto non va certamente trascurato: questa � una riforma che � stata richiesta e sollecitata dai cittadini, i quali, sempre pi� numerosi, lamentano le inefficienze e i disagi che si trovano ad affrontare quando hanno a che fare con le strutture e i servizi delle Aziende sanitarie, siano esse territoriali che ospedaliere, a causa della frammentazione della gestione della sanit� sarda.
Certo, sono consapevole che un provvedimento cos� importante avrebbe meritato qualche riflessione in pi�, qualche ulteriore approfondimento, ma il tempo � tiranno e allora, laddove non ha potuto la Commissione, potr� essere l'Aula a dare quel contributo migliorativo ad una riforma coraggiosa (come � solito chiamarla il presidente Pigliaru) che questa maggioranza sta portando avanti, senza esitazioni; perch�, badate, non siamo stati eletti per conservare ci� che funziona male, noi siamo stati eletti per governare, per fare scelte e soprattutto scelte coraggiose, forse anche impopolari, ma che si prefiggono l'obiettivo di rispondere in modo sempre pi� appropriato a quelli che sono i bisogni di salute espressi dai cittadini tutti.
Non � pi� tempo di indugiare, n� di sperare che le cose si aggiustino da sole, � tempo di agire e di assumersi delle responsabilit�. Riformare vuole dire cambiare e il cammino sulla strada del cambiamento � sempre difficile da percorrere; � un percorso irto di ostacoli, quelli frapposti da chi vuole mantenere lo status quo per il timore di perdere ruoli e privilegi che nulla hanno a che vedere con la salute dei cittadini.
Ricordo anche che il lavoro non finisce qui in quest'Aula, perch� la riforma potr� funzionare solo se chi la attua avr� voglia di mettersi in gioco e di affrontare il cambiamento con lo spirito di innovazione che � indispensabile per stare al passo con i tempi e dimostrare che le cose si possono cambiare.
L'attuale assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale, che abbiamo ereditato, � disomogeneo e dispersivo: si compone di undici "staterelli", indipendenti tra loro, ciascuno con un proprio atto aziendale, ciascuno con un proprio bilancio, ciascuno con una propria mission, ciascuno con regole differenti per quanto riguarda acquisti di beni e servizi. Tutto ci� crea frammentazione organizzativa e disomogeneit� anche sul versante sanitario, e il tutto a discapito dei servizi rivolti ai cittadini.
L'aumento dei costi e la progressiva crescita del disavanzo che abbiamo ereditato e che hanno messo in serio pericolo la sostenibilit� del sistema, ci hanno imposto di correre immediatamente ai ripari uscendo dall'immobilismo che ha caratterizzato la politica sanitaria nella precedente legislatura.
All'inizio di questa legislatura, la spesa, � bene ricordarlo, superava di 400 milioni di euro il fabbisogno calcolato dal CIPE; non solo, la Sardegna nel 2010 � uscita dal Piano di rientro del disavanzo dopo che la verifica annuale del 2009 ha dato esito negativo, e sempre dal 2010, essendo uscita dal Fondo sanitario nazionale, non � pi� presa in considerazione nei processi di monitoraggio dei LEA. Circostanze, queste, che sollecitano ulteriormente quel senso di responsabilit� di cui parlavo prima e dal quale non ci saremo potuti sottrarre. E in questo momento la responsabilit� di decidere grava principalmente, anche se non esclusivamente, in capo alla maggioranza che governa questa Regione e che in virt� del mandato conferitogli dagli elettori, ha il preciso dovere di fare le scelte.
Punto centrale della riforma �, infatti, la soppressione delle otto Aziende sanitarie locali adesso esistenti e la loro sostituzione con un'Azienda sanitaria unica regionale che subentra nei rapporti attivi e passivi, nel patrimonio e nelle funzioni delle Aziende sanitarie locali soppresse.
All'Azienda unica competono, oltre alle funzioni delle soppresse ASL, anche funzioni di: programmazione aziendale e gestione complessiva dell'erogazione dei servizi sanitari e socio-sanitari; omogeneizzazione e armonizzazione dei processi gestionali; definizione degli accordi con strutture pubbliche ed equiparate e stipula dei contratti con quelle private e con i professionisti accreditati; accentramento, dei processi di aggregazione della domanda di beni e servizi e di approvvigionamento degli stessi; gestione accentrata, secondo gli indirizzi della Giunta regionale, per tutte le Aziende sanitarie della Sardegna, di una serie di procedure e servizi che attualmente sono gestiti in autonomia da ciascuna azienda, come ad esempio le procedure concorsuali, il trattamento economico del personale, i magazzini e la relativa logistica.
L'Azienda unica � gestita da un direttore generale nominato dalla Giunta regionale nel rispetto della normativa vigente e che ha un ruolo fondamentale nella fase transitoria; ad esso infatti l'articolo 14 assegna il compito di procedere alla ricognizione della consistenza del patrimonio, dei rapporti giuridici attivi e passivi e dei rapporti di lavoro delle Aziende soppresse, nonch� di adottare, per il primo anno di operativit�, il bilancio pluriennale e il bilancio preventivo economico annuale.
Al suo interno l'Azienda � articolata in Aree socio-sanitarie locali che ne costituiscono una partizione organizzativa, dotate di autonomia gestionale ma non economico-finanziaria e rappresentano il luogo nel quale si realizza la partecipazione degli enti locali e dei cittadini alla programmazione socio-sanitaria e al coordinamento con le attivit� socio-sanitarie e sociali. Gli ambiti territoriali delle ASSL che dovranno essere individuati dal direttore generale nell'atto aziendale dell'Azienda unica corrispondono, nella prima fase di applicazione della legge, con gli ambiti delle soppresse ASL. Il direttore dell'Area socio-sanitaria locale � nominato dal direttore generale dell'Azienda sanitaria unica regionale, ed � scelto, a seguito di una procedura di selezione pubblica di carattere non comparativo, tra i soggetti che possiedano alcuni specifici requisiti indicati dal disegno di legge.
A loro volta le ASSL sono articolate in Distretti socio-sanitari, il cui numero e le eventuali modifiche sono stabiliti dal direttore generale dell'ASUR, d'intesa con la Conferenza Regione - enti locali che acquisisce i pareri delle Conferenze territoriali socio-sanitarie.
Questi, onorevoli colleghi, i punti salienti della riforma, che si prefigge di riorganizzare il sistema sanitario regionale, prevedendo una maggiore razionalizzazione e soprattutto un maggiore coordinamento delle procedure, delle attivit� e dei servizi, e una maggiore omogeneizzazione territoriale, il tutto con l'ulteriore obiettivo, non secondario visto lo stato dei conti, di operare dei consistenti risparmi. Risparmi che potranno e soprattutto dovranno essere reinvestiti in ammodernamento strutturale, tecnologico di strumentazione all'avanguardia per dare ai sardi un servizio sanitario di qualit� e di efficienza, ma soprattutto che sia in grado di bloccare la corsa all'emigrazione sanitaria. Non � accettabile assistere all'emigrazione di un consistente numero di pazienti sardi alla ricerca di una buona sanit� in altre Regioni italiane con una spesa, tra l'altro, a carico del servizio sanitario sardo di circa 60 milioni di euro.
La finalit� � assolutamente lodevole, cari colleghi, quest'occasione, pi� unica che rara, auspico che sia accolta da tutti noi attraverso un dibattito costruttivo, pur all'interno di differenti posizioni politiche e ideologiche per portare a compimento un lavoro di omogeneizzazione territoriale veramente fondamentale per il sistema sanitario sardo e per i cittadini tutti della nostra Regione.
Ho concluso, Presidente, grazie.
PRESIDENTE. Ha facolt� di parlare il consigliere Marcello Orr�, relatore di minoranza.
ORR� MARCELLO (PSd'Az.), relatore di minoranza. Grazie Presidente, Assessore e onorevoli colleghi, questo disegno di legge veramente appare come piano di un impianto strategico studiato e messo in pratica dalla Giunta regionale dalla maggioranza che lo sostiene.
Un disegno di legge strategico, perseguito fin dall'inizio di questa legislatura, che mira ad occupare con celate manovre i posti di comando e controllo, nella totalit� dei segmenti societari sardi.
Dico questo perch� l'esecuzione dissimulata consiste nello scalzare, attraverso la ripetuta pratica dei colpi di mano, gli assetti dirigenziali preesistenti, sostituendoli con la moda imperante dell'uomo solo al comando, costui utilizzato strumentalmente e sostituito, di volta in volta, quando rendasi necessario.
Mentre, in precedenza, si � assistito all'utilizzo spregiudicato dell'arma commissariale, limitata, per sua natura, alla sola gestione ordinaria, ora, la strategia della maggioranza cambia marcia salendo di tono ed entrando in una fase politica nuova.
Fase, questa, nella quale si perfeziona l'originario disegno strategico attraverso la pratica sistematica dell'accentramento del potere. Il potere, stavolta quello vero, che decide tutti gli assetti decisionali ed organizzativi di un settore di vitale importanza quale � quello della sanit� pubblica regionale.
Il potere, consegnato nelle mani di una sola persona, nel caso di specie, il direttore generale della costituenda ASUR. Vedete, una sola persona con poteri pressoch� illimitati che, a sua volta, risponde al potere politico, che pu� essere defenestrata e sostituita a piacimento, non pu� essere liquidata come una conquista democratica di cui vantarsi.
E colpisce che questa involuzione democratica provenga da ambienti politici che fino all'altro ieri hanno essenzializzato la propria ragione politica sul vessillo dei pi� alti valori di condivisione. Evidentemente fasulli e strumentali alla sola presa di potere.
Nascondersi dietro il paravento del risanamento del settore sanitario regionale utilizzando uno strumento, forte e debole allo stesso tempo, quale pu� essere una singola persona dotata di poteri incondizionati, non sottrae la Giunta e la sua maggioranza dalla responsabilit� politica di un evidente arretramento democratico.
Peraltro, la proposta di accentramento della sanit� sarda attraverso l'istituzione dell'azienda sanitaria unica regionale � priva di serio ragionamento strategico, monca di obiettivi politici, intrisa di mere, quanto opinabili, considerazioni di parte che rimandano ad una presunta, confusa e non meglio specificata, qualificazione della spesa regionale. Sostanzialmente la proposta colloca il sistema sanitario regionale fuori dalla realt� connotandolo di caratteri irrazionali e predisponendolo per un ulteriore deterioramento.
Unico punto sul quale non si pu� non concordare con quanto afferma la Giunta regionale in carica, � quello che raffigura il fallimento delle politiche strategiche ed organizzative messe in opera dalla stessa.
� lo stesso organo esecutivo che, dopo oltre ventisette mesi di governo, dipinge, attraverso la relazione di maggioranza sull'istituzione dell'ASUR, la propria inadatta strategia di governance delle politiche sanitarie. L'operato della Giunta regionale veramente brilla per assenza di risultati raggiunti.
Esplicita appare l'ammissione di incapacit� quando si afferma che non si � riusciti a garantire i livelli essenziali delle prestazioni sanitarie, n� vi � stata uniformit� di offerta dei livelli essenziali di assistenza sull'intero territorio regionale. La Giunta stessa rappresenta un quadro inadeguato e disomogeneo della qualit� dei servizi sanitari offerti ai cittadini. La difficolt� della Giunta regionale di controllare la spesa storica � ormai veramente tristemente nota.
Il tentativo di scaricare la responsabilit� del disastro sanitario regionale sulle aziende sanitarie e sulle articolazioni organizzative appare maldestro e confuso nei confronti degli operatori sanitari. Irricevibile, quando proviene veramente da una classe politica che, dopo oltre due anni di governo, mostra la propria incapacit� nella gestione della sanit� sarda.
Ma soprattutto unite nel silenzio, appaiono le palesi complicit� politiche dei consiglieri della maggioranza di centrosinistra che inerti e silenti voltano lo sguardo consentendo alla Giunta regionale di dilatare i poteri discrezionali. Solo alcuni flebili accenni di ribellione, provenienti da settori politici che strategicamente, e solo ad esclusivo uso interno, si dichiarano minoranza all'interno della maggioranza, al solo fine di distogliere l'attenzione dalle scelte accondiscendenti sulle quali sono soliti appiattirsi nella sostanza.
Ci� che si tenta di vendere ai sardi, spacciandolo come una riforma di sviluppo, una politica di equilibrio e coesione tra territori, deve fare i conti con la brutalit� dei tagli lineari insiti nel progetto di legge in questione. Tagli indiscriminati che nei prossimi mesi impatteranno violentemente sulle realt� locali. In particolar modo su quelle delle zone interne, gi� duramente provate dalla crisi economica e preda di fenomeni di spopolamento. Esodo che non potr� che accentuarsi a causa degli effetti deleteri di cui � foriero il provvedimento in esame.
Il disegno di legge proposto che, peraltro, risulta agganciato al traballante riordino del sistema delle autonomie locali di cui alla legge regionale 4 febbraio 2016, numero 2, appare come un semplice tentativo di ridistribuzione di poltrone dirigenziali, attraverso consolidati criteri clientelari. Non risulta alcuna dimostrazione sperimentale circa la capacit� del disegno proposto di risolvere, migliorandoli, i gravi problemi esistenti. Unica citazione scientifica quella relativa ad uno studio recente che ha registrato, a detta della Giunta, notevoli risparmi economici dovuti all'accorpamento di aziende sanitarie. Bella forza! Scomodare l'Universit� di Venezia Ca' Foscari, per giungere alla luminare scoperta per cui, se la massaia non fa la spesa al mercato la famiglia risparmia.
Citazione censurabile quella dell'Esecutivo regionale, sia per la caduta di stile di componenti, i quali, seppur provenienti da prestigiosi atenei sardi citano una pur prestigiosa universit� della Penisola sia, e soprattutto, perch� la relazione nulla dice sui risultati dello studio a proposito delle negative conseguenze sociali che le comunit� locali coinvolte subiscono a causa di tali laceranti riforme.
Peraltro, il progetto di legge proposto, appare in difetto anche sul versante del risparmio. Confusa ed ambigua la relazione. Non si comprende se per incapacit� o malafede, nulla dice di concreto sui costi reali e sul rapporto tra gli stessi ed i benefici negati. Il disegno di legge proposto si affretta a precisare, in maniera inusuale, che la Regione non seguir� i criteri statali di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 luglio 1995, numero 502, nel disciplinare il trattamento economico dei direttori generali del costituendo assetto del sistema socio-sanitario regionale. Date queste premesse, � facile concludere che l'organo esecutivo avr� carta libera nell'adottare parametri e pesi che oggi sfuggono alla comprensione del Consiglio regionale.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facolt�.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, poco fa mi � stata chiesta la firma per consentire la convocazione nella giornata di domani dell'Assessore dei trasporti. Io non ho ritenuto di accedere a questa ipotesi perch� non vorrei che si verificasse quello che si � verificato anche questa mattina che noi abbiamo in aula iniziato i lavori mentre era convocata ed era in corso la Commissione bilancio. Quindi tenuto conto anche della delicatezza dell'argomento trattato direi che, Presidente, li invito � a soprassedere su queste richieste anche in deroga, perch� non � assolutamente ammissibile che si sovrappongano poi sedute di Commissione e d'Aula. Quindi su questo, eventualmente, se c'� la necessit� si convochi una Conferenza dei Capigruppo e si stabilisca un calendario dei lavori ad evitare l'inconveniente che si � verificato questa mattina, soprattutto colleghi di questo Gruppo che avrebbero voluto anche partecipare attivamente nel momento in cui veniva svolta la relazione di maggioranza e quella di opposizione.
PRESIDENTE. S�, anch'io ho preso atto che c'� stato questo sfasamento, nel senso che la Commissione evidentemente non poteva continuare i lavori una volta che abbiamo aperto l'Aula. Ho parlato anche con il Presidente della Commissione per sottolineare che questa cosa ovviamente non � ammissibile, e mi ha detto che c'� stato uno sfasamento, nel senso che erano convintissimi di essere nei tempi, per� questa cosa non va bene, quindi credo che dovremmo regolamentare meglio anche le deroghe delle Commissioni da questo punto di vista. Riprendiamo i lavori, sapendo che le deroghe devono passare in qualche maniera per motivazioni che sono fortemente stringenti e non per accelerare di uno o 2 giorni, o di qualche ora, un parere su un provvedimento di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facolt�.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Intervento sull'ordine dei lavori. Presidente, quanto � accaduto stamattina � molto grave, � molto grave soprattutto perch� andiamo a trattare un argomento delicatissimo che riguarda tutti i Gruppi, che riguarda la Sardegna intera. Quindi, l'idea che stamattina i lavori siano iniziati con la relazione di maggioranza senza la presenza di un numero, passatemi il termine, quindi della maggioranza dei consiglieri all'interno dell'Aula, � indubbiamente una situazione imbarazzante che ci preoccupa, partiamo sicuramente male. Dimostra, soprattutto, la poca sensibilit� anche ad un problema cos� delicato. Grazie.
Discussione generale del disegno di legge: "Istituzione dell'Azienda sanitaria unica regionale (ASUR) e disposizioni di adeguamento dell'assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5). (321/A)
PRESIDENTE. Grazie, procediamo. Primo intervento per la discussione generale. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola, devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facolt�.
RUGGERI LUIGI (PD). Il dibattito su questo disegno di legge si inserisce in un filone noto che � quello della ricerca dell'equilibrio possibile, da una parte tra quale sia il livello dell'efficienza che � possibile perseguire in sanit� attraverso fenomeni di accorpamento, di fusione, dall'altra quale sia il livello pi� adeguato della prossimit� sulla quale si esercita la funzione del servizio sanitario. In Sardegna siamo passati da 22 ASL a 8 sulla scorta di questo processo logico, in Italia � un processo che sta ulteriormente andando avanti, gli ultimi 15 anni siamo arrivati a contrarre circa il 25 per cento del numero delle aziende, oggi siamo intorno a 240 aziende sanitarie distribuite su tutta la Penisola. Va detto che � un processo che si � ulteriormente incrementato in questi ultimi anni, ci sono esperienze che si sono appena completate, per esempio quella del Friuli Venezia Giulia, che � passata da 9 a 5 Aziende, accorpando anche le Aziende ospedaliere, c'� il processo che riguarda il disegno di legge della Lombardia, che passa a 8 ATS, 8 aziende che, a loro volta, rappresentano su base provinciale lo schema organizzativo su cui precipitano le diverse aziende ospedaliere e le aziende territoriali locali. Abbiamo l'Emilia-Romagna con la costruzione della ASL unica romagnola che fonde 4 ASL, abbiamo la Toscana, per esempio, che passa da 12 a ASL a 3 e sta a tre ambiti territoriali in cui, attraverso accoppiamenti di governance, pilota nell'insieme un'azienda ospedaliera e un'azienda territoriale, quindi 3 doppie. Abbiamo l'Azienda veneto, che passa da 21 aziende ad un'azienda zero che si occupa dei servizi generali, e a 7 aziende che si occupano invece di servizi territoriali. Dentro questo sistema non � possibile trovare un modello comune, e anche le risultanze sono abbastanza ambigue; se pensiamo a quello che � successo nelle Marche, 13 ASL che sono fuse in un'unica e hanno condotto una transizione piuttosto lunga perch� non hanno abbandonato un modello di mantenimento in periferia di sistemi di potere decisionali. Se non ci sono evidenze, noi abbiamo provato a fare una lettura originale del sistema. Il nostro sistema ha delle peculiarit�; in questo momento � quello pi� costoso in termini relativi, in termini assoluti lo � costoso solamente dopo quello del Lazio e a pari merito con quello della Campania. Per� � anche un sistema tra i meno efficienti, un sistema che produce meno dal punto di vista dei bilanci di �, un sistema che ha delle grossissime carenze. E allora il problema dell'ASUR � una risposta coerente, nel senso che noi pensiamo che rispetto a questa situazione l'accorciamento della catena di comando, la produzione di una governance unica del sistema possa produrre dei risultati efficaci dal punto di vista del controllo dei costi e dei bilanci e dal punto di vista dei processi che sottintendono l'erogazione dei servizi sanitari e sociosanitari. Questo non significa evidentemente che ci aspettiamo dall'ASUR un sistema di risparmi basato su rarefazione di servizi e su sistemi �, ci attendiamo evidentemente un sistema che lavora soprattutto su omogeneit� dei LEA, quindi sull'efficacia delle azioni di Governo che devono rispondere alla logica del patto per la salute, il patto della salute ci ha messo gli obiettivi sfidanti che non possiamo pi� eludere, e sono quelli della riorganizzazione e ristrutturazione dell'offerta ospedaliera, della riorganizzazione territoriale, sono i problemi collegati al modello della Chronic ear, sono i modelli legati all'umanizzazione della cura, al controllo del dolore, sono sistemi su cui dobbiamo fare dei passi avanti partendo da una realt� che abbiamo il dovere di modificare. � c'� un problema legato al fatto che non � etico che sprechiamo tanti soldi, li sprechiamo perch� non � un problema, lo diciamo, di governance di un momento, anche oggi leggo del fatto che intorno ai deficit della sanit� si sono costruite delle polemiche su come si gestiscono� questo sistema o cambia strutturalmente, oppure potr� essere solo corretto in maniera cosmetica, non efficace, e quindi inevitabilmente produrr�, continuer� a produrre degli scompensi dal punto di vista dell'equilibrio finanziario. � un dato innegabile. I vantaggi che ci aspettiamo nell'immediato sono anche dal punto di vista finanziario, sono soprattutto dal punto di vista finanziario, nell'immediato, nel breve, perch� ci si attende vantaggi dal punto di vista finanziario che sono collegati alla massa critica, quindi ci si aspetta� La massa critica vuol dire ottimizzazione di acquisti, ma anche ottimizzazione di produzione di servizi. Per� anche l� bisogna stare attenti, perch� se ci si concentrasse solo su questi, � dei risparmi e lavorerebbero soprattutto nel breve, e invece si trascorrerebbero gli obiettivi di salute. In realt� il vero risparmio che si spera di produrre dentro questo sistema di riforma � quello collegato alla diffusione delle conoscenze. Stiamo parlando di aziende professionali, quindi la produzione della conoscenza, quello che gli inglesi chiamano knowledge management, la distribuzione della conoscenza, dei migliori modelli, che significa dei migliori modelli di best practice, dei modelli di benchmark, i migliori modelli traducibili nelle migliori esperienze attraverso la diffusione delle informazioni e applicati nella reingegnerizzazione nella ricostruzione dei processi sono la garanzia di questa riforma. Questo tipo di processi non si pu� fermare solamente ad una costruzione di architetture istituzionali, e anzi � illusorio che questo succeda, anche se � tipico della pubblica amministrazione che viva di un paradigma giuridico formale per cui quello che ispira il proprio principio, ispira il proprio funzionamento alla norma, cio� pensa che il cambiamento possa avvenire attraverso determinazione di atti amministrativi, legislativi, e non piuttosto attraverso un miglioramento dell'azione di Governo, con azioni di supporto, con azioni di orientamento al cambiamento. E' necessario certamente nel momento in cui c'� un cambiamento determinarne un ancoraggio su requisiti strutturali, ma se non c'� uno sforzo continuo di produzione di cambiamento, di adeguamento, questo non sar�, e quindi lo sforzo sar�, attraverso l'accorciamento della catena di comando soprattutto produrre una variazione della cultura dei comportamenti in tutta la struttura. Ecco perch� bisognerebbe fare anche parallelamente gi� a partire dalla prossima finanziaria un investimento sulla cultura, che � un investimento sulle persone. Noi abbiamo un sistema sanitario regionale che � fatto di persone che sono vecchie, sono invecchiate, tant'� che se noi andiamo a guardare le esenzioni dal servizio, le diminuzioni di funzionalit� piena, soprattutto attraverso il ricorso alla legge numero 104, vediamo delle percentuali, dentro il nostro sistema sanitario, che sono esorbitanti. Dobbiamo probabilmente ricostruirne gli elementi, a partire dai soggetti che vi sono impiegati, facendo anche delle scelte coraggiose che tengano le conoscenze dentro il sistema, ma concedano magari dei meccanismi di tempo parziale che parallelamente in uscita e parallelamente ai meccanismi di tempo parziale in entrata producano un effettivo rinnovamento e ringiovanimento del nostro sistema.
Ora, noi ci abbiamo provato laicamente, non c'� l'evidenza che questo sistema sia una panacea, non lo pu� dire nessuno ma nessuno pu� dire nemmeno il contrario. Possiamo dire con efficacia per� che se non c'� un rinnovamento noi siamo condannati a soccombere sotto il peso di un sistema che non funziona pi�. Siamo obbligati al cambiamento e o accettiamo questa sfida oppure rimpiangiamo un tempo perduto di una democrazia che non esiste associata a meccanismi di livello di governo territoriale che producono non democrazia ma disfunzioni. Io a quel tipo di democrazia, onorevole Orr�, non sono affezionato. Penso che la scommessa di un Governo riformista sia quello di innovare rischiando, dentro il sistema di innovazione, anche la possibilit� di sbagliare ma rimanere ancorati ai meccanismi del conosciuto e non voler cambiare perch� dobbiamo mantenere semplicemente in piedi sistemi di potere nei quali siamo pi� rassicurati � quanto di peggio potremo fare alla societ� sarda che da noi si aspetta la possibilit� di garantire un governo del sistema di salute che sia pi� economico, liberi di risorse, ma sia contemporaneamente pi� efficiente e dia risposte pi� generali.
PRESIDENTE. � stata chiesta una sospensione di qualche minuto. La seduta � sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 06, viene ripresa alle ore 11 e 25.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
E' iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facolt�.
TOCCO EDOARDO (FI). Presidente, il disegno in atto in quest'Aula � anche un atto dovuto, nel senso che come ho ascoltato il collega Ruggeri da lui traggo anche qualche buon pezzo di intervento, nel senso che trovo che una riforma e un rinnovamento in questo caso debba essere fatto. Per� credo anche che al di l� di tante problematiche si ravvisano sempre alcune criticit�. Il disegno sarebbe dovuto partire inizialmente dalla riorganizzazione e dal rafforzamento del territorio per poi passare all'emergenza-urgenza, quindi soltanto dopo si sarebbe dovuto procedere, a mio avviso, alla riorganizzazione totale della rete ospedaliera. Quindi, trovo che � un limite voler riordinare in questo modo anche la rete sanitaria perch� io credo che, Assessore, sia intravista anche come un costo e non come un investimento. Io credo che proprio la strategia, la visione e la pianificazione del nuova sistema sarebbe dovuto essere visto inizialmente come un investimento, invece ci troviamo a dover fare questa razionalizzazione cos� veloce e immediata senza ottimizzare le risorse economiche soprattutto quelle del personale. Faccio riferimento, Assessore, a che cosa? Faccio riferimento a tutte le problematiche che sono relative - che lei ben conosce e come sa -ai presidi ospedalieri dei piccoli territori dove ovviamente il problema a questo punto diventa pi� che altro periferico, cio� questo modello disegnato io trovo che attualmente in questo momento, per come � stato visto da voi, io credo che sia un po' confuso e rischi di rimanere inadeguato. Lei sa bene che la problematica pi� importante per quanto riguarda l'ambito sanitario � quella relativa all'efficienza e l'efficacia dei servizi ai cittadini nei territori meno popolosi per via della distanza, per via della tortuosit� delle strade e io credo che a questo punto si sarebbe dovuto fare un ragionamento un po' differente, Assessore, partire probabilmente da quelle esigenze per poi arrivare alla fine alla riorganizzazione totale. Invece vedo che si � gi� programmata una sede per l'emergenza-urgenza, per l'Areus, si � gi� programmata la sede della ASL unica (credo che probabilmente queste siano cose campate per aria e forse sono cose puramente giornalistiche, me lo auguro che non siano cose ancora entrate nel dettaglio) per� credo che alla fine di tutto ci sia anche da valutare qual � la reazione negativa da parte dei presidi a questa ASL unica che voi state portando avanti.
Un'altra cosa che volevo far emergere � il problema delle aree sociosanitarie che verranno create. Queste si dice debbano avere un'autonomia gestionale. Ecco, io voglio sapere, Assessore, fino a che punto, qual � il tetto, il limite di questa autonomia gestionale? Ci saranno, come credo, delle direzioni, ci saranno degli organi amministrativi e sanitari e il tutto dipender� da un ordine verticistico che � quello del supermanager, questa fatidica figura di cui se ne parla tanto, questo mi sembra di capire che voglia esautorare questa figura, voglia esautorare l'Assessore della sanit� perch� se tutti i poteri vanno in mano a questa figura � chiaro che l'Assessorato della sanit� a questo punto ha un compito molto minore rispetto a quello che dovrebbe avere sempre che chiaramente questo direttore generale, questo supermanager venga scelto come credo dalla Giunta regionale. Allora Assessore, alla fine io penso che in questo momento sia probabilmente ancora il caso di meditare un attimino certe scelte, io sono dell'avviso che la sanit� in Sardegna a causa ovviamente del disavanzo, a causa del monte spese che � diventato abnorme, sia necessario un rinnovamento, di questo sono d'accordo, per� credo che il rinnovamento probabilmente sarebbe dovuto essere pi� graduale, forse sarebbe dovuto essere studiato in maniera pi� minuziosa e forse � troppo affrettato quello che si sta concludendo oggi qui in quest'Aula.
Probabilmente avremmo dovuto discuterne pi� animatamente in Commissione mentre invece ho notato che la Commissione da tante cose � stata esautorata, probabilmente non � stata data l'importanza alla Commissione pi� di quanto le si dovesse dare e credo che abbia avuto un ruolo molto marginale mentre invece mi sarei aspettato proprio dalla mia Commissione della quale faccio parte dall'inizio di questa legislatura, un compito molto pi� importante cio� quello di fare delle scelte, di collaborare anche con l'opposizione e di entrare a far parte probabilmente di questo disegno che voi porterete a termine sicuramente anche per la forza muscolare che vi contraddistingue in questa legislatura.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facolt�.
DERIU ROBERTO (PD). Alcune brevi considerazioni, la prima di carattere politico-generale. Io penso che il Presidente della Regione ci stia offrendo in questo momento la possibilit� assumendo su di s� la responsabilit� di questa riforma, cio� chiedendoci sostanzialmente di andare avanti travolgendo alcuni anche importanti elementi di dettaglio e approvando il corpo della riforma, ci stia dando la possibilit� di essere protagonisti in una svolta della legislazione tout court regionale ma soprattutto la legislazione in materia sanitaria. Penso che sia condivisa dall'opinione pubblica e anche da tutte le forze politiche l'analisi secondo la quale c'� la necessit� impellente di un intervento sulla sanit� perlomeno per contenerne i costi abnormi, realizzare su tutto il territorio regionale una uniformit� di servizi e di realizzazione, ottemperamento dei diritti, diritto alla salute di ciascun cittadino, e consentire alla sanit� sarda di restare competitiva dal punto di vista dell'aggiornamento tecnologico e delle tecniche mediche. Questa condivisa analisi deve tramutarsi in una serie di provvedimenti, in un complesso di provvedimenti e questo � forse il principale della legislatura.
Trattiamo soprattutto dell'assetto di governo dell'apparato sanitario per� contemporaneamente disegniamo un nuovo percorso anche culturale che impegna e impegner� soprattutto nel futuro l'intera classe medica, tutti gli operatori sanitari, tutti gli operatori sociali, complessivamente le istituzioni pubbliche della Sardegna. � una riforma che non termina con la sua approvazione ma semmai inizia con la sua approvazione, sar� un durissimo lavoro per l'Assessorato della sanit�, sar� un durissimo lavoro per i responsabili tecnici della nuova governance, sar� anche un impegno per tutti i cittadini quello di cambiare mentalit� rispetto ad un sistema centrato sull'ospedale e che adesso noi cerchiamo di indirizzare invece verso il concetto pi� moderno, pi� duttile dell'intensit� di cura e della distribuzione sul territorio dei servizi utili e della concentrazione anche in alcune strutture di eccellenza, di servizi di qualit�. Quindi la considerazione politica � che molte delle resistenze, dei dissensi rispetto a questa proposta vengono travolti proprio dall'urgente necessit� che ha la Regione autonoma di dotarsi di un apparato sanitario pi� efficiente e quindi di iniziare il cammino della riforma non tanto di concludere l'iter di una legge, quanto, come ho detto prima, iniziare questo grande cambiamento culturale e procedurale. Da un punto di vista invece del dettaglio, entrando un pochino anche nei meccanismi, devo dire che ancora trovo non convincente uno degli elementi che invece � purtroppo un elemento cardine, quindi io su questo invito anche l'Assessore e tutte le forze politiche a cominciare dalla mia, a una valutazione ed eventualmente a un ripensamento, cio� la possibilit� che il direttore della struttura unica soprattutto nella fase d'avvio sia anche responsabile di un'azienda nel contempo. La vedo come una grande difficolt�, lo vedo come un grosso problema che non potr� essere risolto neanche dalle qualit� eccezionali di quello che l'onorevole Tocco nell'intervento precedente ha chiamato supermanager per quanto super possa essere, quello di avere una doppia responsabilit� cos� intensa e cos� importante mi pare insuperabile e irraggiungibile per qualunque persona o personalit� di qualunque rilievo possa essere. Credo che invece le aziende debbano avere il loro responsabile finch� non saranno incorporate mentre l'autorit� incorporante debba essere in qualche modo distinta, poi ci sono mille modi e mille tecniche per arrivare a questo risultato, per� a me ancora risulta particolarmente ostico un argomento che mi dice che sostanzialmente non ci sono problemi, mi pare che invece questo sia uno dei problemi. Ancora, sulla scelta di chi governer� queste strutture. Mi pare che si sia indirizzati a un doppio regime di selezione, cio� due albi sostanzialmente, uno per la struttura di vertice e uno per le strutture periferiche, credo che si possa invece realizzare una selezione sulla base di un unico albo anche perch� restringere il numero delle persone selezionabili soprattutto per le strutture periferiche ai soli esperti in materia sanitaria mi pare una chiusura che ha un vago sapore corporativo e di casta. Noi non possiamo consegnare tutta la spesa pubblica soltanto a tecnici provenienti da quel mondo perch� questa � un'affermazione un po' esagerata rispetto alla quale soltanto chi � dentro quel mondo pu� capirne qualcosa e pu� dirigerlo, questo � un principio che � molto dubbio sotto il profilo democratico che � dubbio anche sotto il profilo tecnico e amministrativo, chi sa condurre un apparato amministrativo lo sa fare anche in forza di altro tipo di competenze, una specifica esperienza potr� anche essere richiesta e potr� anche essere utile ma non pu� essere un ostacolo insuperabile nel momento in cui le Giunte regionali che via via amministreranno e governeranno il tema vorranno invece imprimere una o un'altra direzione di governo a questo sistema. Per cui anche su questo io chiedo un ripensamento, non so se verranno presentati emendamenti, questo magari dipender� anche da che tipo di atteggiamento vorr� tenere la Giunta regionale, per� penso che questi due aspetti possano essere ancora e debbano essere ancora valutati perch� mi paiono veramente fondanti e condizionanti anche in un certo senso il sistema di governo della struttura sanitaria, che poi � l'oggetto fondamentale di questo provvedimento, quindi � forse necessario porci una attenzione specifica. Sui contenuti ancora ho detto, e voglio per� ribadire altri contenuti, c'� una grande responsabilit� del Governo, c'� una grande responsabilit� delle giunte regionali che dovranno gestire questa grande riforma, nel senso che noi sulla carta adesso possiamo anche predisporre un sistema che per� non si potr� auto applicare. Servir� un grande lavoro e una grande lungimiranza politica, e una grande sapienza tecnica per portare in porto la nave della sanit� sarda verso quegli obiettivi che abbiamo detto. Cio� una nuova impostazione culturale, ma anche una nuova presenza nel territorio a massimizzare nei confronti di ciascun cittadino delle isole, dell'interno, delle coste, delle citt�, delle campagne, massimizzare l'effettivo godimento del diritto alla salute. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facolt�.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, ma mi pare che sia un'Aula piuttosto sonnacchiosa quella che sta dibattendo su un tema di straordinaria importanza come quello della ASL unica. Un'Aula sonnacchiosa che non rispecchia comunque il clima politico che avvolge la discussione di questa importante, importantissima, straordinariamente importante tematica. E' un clima politico in cui credo che l'agibilit� del Consiglio regionale sia gravemente minata. C'� stata e c'�, � in atto un'azione della Giunta regionale, del Presidente, mira a turbare la libert� dei consiglieri regionali, minacce di dimissioni, ultimatum, penultimatum e terzultimatum. Avvertimenti pesanti, molto pesanti, con accuse esplicite nei confronti dei consiglieri di centrosinistra, accuse che parlano di ritorno a su connottu, accuse che sottolineano furbizie in atto, cose gravi. Non sono cose che diciamo noi, sono cose che riporta la stampa in virgolettato e mai sono state smentite da alcuno. Questo sta a significare che qualcuno ritiene che questo Consiglio regionale debba svolgere un ruolo notarile, o meglio ancora ragionieristico, e cos� non �, e cos�, Assessore, non deve essere. � una sorta di procedimento normativo quello che noi stiamo vivendo e stiamo affrontando di stampo staliniano. Stiamo lavorando, o state lavorando colleghi del centrosinistra, sotto la cappa grigia delle purghe. La Giunta regionale propone, dispone, modifica, emenda, cambia, integra e io mi chiedo dov'� la maggioranza di centrosinistra, c'� la Giunta, la sentiamo, la vediamo, � palpabile, � evidente, ma dov'� la maggioranza di centrosinistra? Dov'� il Consiglio? Dove sono le nostre prerogative? Dov'� la Commissione? Qual � il lavoro svolto dalla Commissione? Non lo sappiamo. Ecco che da tutto questo deriva una qualit� normativa purtroppo scadente. La situazione � molto delicata, e tutto ci� accade peraltro mentre un autorevole esponente di maggioranza, un capogruppo, chiede a gran voce sulla stampa "Si cancelli il marcio dalla sanit�". Ma non l'illegittimit� o le negligenze, si cancelli il "marcio". E ancora "La sanit� sarda � una schifezza". Lo dice un capogruppo di maggioranza, non lo dice il capogruppo di Forza Italia. "E' una porcata". Evidentemente questi consiglieri o questi capigruppo che dicono queste cose sono diversamente consiglieri del centrosinistra, diversamente facenti parte della maggioranza, ma hanno il coraggio di dire le cose cos� come le vedono. Ora auspichiamo anche che queste cose le ripetano in Aula, speriamo che le ripetano in Aula, in modo da animare il dibattito, che � un dibattito che mi pare sonnacchioso. Nel frattempo l'assessore Arru esalta l'operato dei commissari, esalta questa sanit� attuale: "Una sanit� sarda oggi straordinaria", ha detto nell'ultima seduta. Ma io mi chiedo se � straordinaria perch� dobbiamo riformarla, perch� dobbiamo riorganizzarla? Se va bene cos� ma lasciamola stare cos�, non perdiamo tempo. Ma evidentemente non va bene cos�, e l'ha detto anche la Corte dei Conti, e dopo arriveremo. La riorganizzazione � necessaria, anche perch� comunque stanno riorganizzando tutto i commissari con incarichi triennali a bizzeffe, con nuove strutture semplici e complesse, con consulenze siciliane e di altre isole, evidentemente i nostri medici o i nostri dirigenti non hanno la capacit� di dare queste consulenze, non ottemperando alle direttive della Giunta regionale, non rispettando graduatorie, non rispettando i principi della mobilit�, in barba anzi a questi principi. E nel frattempo il buco si allarga, il buco della sanit� purtroppo si allarga. E il quesito che sorge � spontaneo, considerato che da poco abbiamo, o avete prorogato per l'ennesima volta i Commissari. Il cui esito � ma avete prorogato i Commissari, o sono i Commissari che stanno prorogando la vita di questa Giunta? E' un quesito legittimo fondato su ci� che effettivamente sta accadendo in questo campo. Eppure ricordiamo che il programma di Pigliaru sottolineava l'esigenza di creare servizi e strutture, anzi l'impegno di creare servizi e strutture al servizio degli ammalati, al servizio dei pazienti, al servizio dei cittadini, quindi in funzione dei bisogni, e non in funzione di chi dirige i servizi e le strutture. E ancora il programma parlava di riduzione degli sprechi e inefficienze, si proponeva di arginare la crescita della spesa sanitaria e abbiamo visto che non c'� neanche tentato, ed evidenziava che era necessario che la gestione della sanit� fosse indipendente dalla politica. E abbiamo visto che cos� non �. I Commissari sono la longa manus della politica, tutto � gestito dalla politica. Oggi ho letto un titolo, su un quotidiano regionale, un titolo che parlava delle poltrone. Tante poltrone, una sola sede. O meglio ancora, una sola sede e tante poltrone. E quindi l'accordo secondo questo quotidiano, ma secondo me sono soltanto delle supposizioni, l'accordo viene fatto sulle poltrone, e non tanto sulla ASUR. Questo � il quadro, questo � il clima, e questo quadro � aggravato da un evidente aumento della perdita di esercizio, dei costi di produzione, delle spese farmaceutiche, lo dice la Corte dei Conti, non lo dice assolutamente Forza Italia. Nel 2014 c'� un trend di incremento delle perdite che passano a 213 milioni. Le spese farmaceutiche aumentano del 3,1 per cento, i costi di produzione aumentano del 2,4 per cento. Qualcuno ovviamente cerca di giocare a poker e di ascrivere le responsabilit� di questo aumento delle spese 2014 alla Giunta Cappellacci, in funzione del fatto che i direttori generali erano stati nominati dall'allora Governo regionale, dimenticando per� che la responsabilit� politica � una cosa, la responsabilit� di gestione � un'altra cosa. La responsabilit� politica di questi aumenti, Assessore e Presidente - che non c'�, per� per me � sempre presente anche se non � presente - caro Presidente e caro Assessore, la responsabilit� � vostra! Nel 2014 avete vinto le elezioni, avete iniziato governare, avete creato tante aspettative del tutto inevase! Poi, tra le altre cose, il giudizio della Corte dei conti � uno ma c'� anche il giudizio della maggioranza che non � positivo, non � assolutamente positivo! A parte quel giudizio che ho menzionato prima, che punta il dito contro porcate, contro schifezze, ci sono anche gli altri giudizi che, anche se fatti ed esposti con toni felpati o molto garbati, sono pesantissimi, pesano come macigni: lo stesso giudizio del Presidente della Commissione sanit�, per esempio, � un giudizio di censura nei confronti dei ritardi della Giunta regionale su questa benedetta Riforma della sanit� e, cos� continuando, � pur sempre un giudizio di censura quello fatto dalla Prima commissione nei confronti della Giunta regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Congiu. Ne ha facolt�.
CONGIU GIANFRANCO (Sovranit�, Democrazia e Lavoro). Signor Presidente, colleghi consiglieri. Iniziamo oggi un dibattito parlamentare su un tema, non solo a noi molto caro, e dico a noi come parte politica di riferimento che gi� a maggio del 2014 chiedemmo a viva voce che del tema sanitario se ne occupasse o venisse inserito nell'agenda politica, ma caro a tutti cittadini della regione sarda, perch� abbiamo la consapevolezza di partecipare ad un processo di rinnovamento ineludibile? Forse s�, anzi sicuramente s�, che necessita di una riscrittura di una riorganizzazione, certamente, ma il problema e quindi anche l'atteggiamento che vincola questa parte politica � da quale angolo prospettico guardiamo il riordino del Sistema sanitario in Sardegna. Certamente da un angolo prospettico che nella nostra isola non siamo all'anno zero sulla sanit�, vi � un tessuto di solidariet� sociale, vi � un tessuto eroga ed � in grado di erogare servizi sanitari, non si annoverano casi di malasanit�, anzi vi sono delle isole felici all'interno della nostra regione, con questa consapevolezza che non si sta scrivendo un sistema sanitario od un sistema che parte dall'anno zero, noi ci avviciniamo a rilanciare su temi che hanno gi� trovato una sintesi della nostra proposta di legge e che partono da un'attenzione verso coloro che sono i fruitori del servizio sanitario, mi dissociarlo da qualsiasi tipo di contributo che sia finalizzato solo ed esclusivamente a disciplinare i processi di governance, a rispondere a logiche puramente economistiche, a vedere la sanit� come luogo di sperimentazione di quei risparmi che possono essere poi utilizzati nel bilancio regionale in altro modo, assolutamente no! Queste sono tutte conseguenze. Guarder� il riordino del Sistema sanitario dal punto di vista di coloro che utilizzano i servizi, ed � ovvio che la prima attenzione che noi dobbiamo avere quella di verificare qual � la presenza di servizi essenziali nei territori. L'approccio ai territori per noi � fondamentale e vincolante: fondamentale perch� la presenza della popolazione Sardegna e non omogeneamente distribuita, abbiamo dei poli urbani, abbiamo dei poli rurali. Bene, in entrambe queste ripartizioni vi � necessit� di servizi sanitari. Come possono essere garantiti? Non essendo un appassionato di processi di governance � ovvio che il decisore il pubblico sia esso un organo monocratico, sia esso un organo collegiale, dovr� relazionarsi con i territori, dovr� ricevere dai territori degli input, dovr� dai territori avere delle indicazioni, il primo livello di attenzione che noi proponiamo � proprio nel mantenere integro il livello di comunicazione fra il decisore pubblico, ripeto sia esso monocratico o collegiale e i territori all'interno dei quali si erogano i servizi. Riteniamo che nella logica di dare risposte sanitarie di qualit� la relazione che c'� tra i territori e le decisioni deve essere attiva e fattiva, un punto da scandagliare � esattamente quello di mantenere attivi dei canali, tra le vecchie aree e le nuove aree socio-sanitarie ed il livello di decisione, ma abbiamo anche la consapevolezza che oggi la Sanit� � una struttura bicefala dove abbiamo l'erogazione di servizi sanitari e ospedalieri in senso stretto da una parte, ma abbiamo anche un grande bisogno d'ordine nel sistema del welfare sanitario, ed � un secondo livello di attenzione questo, conosciamo tutti il bisogno di assistenza per delle fasce deboli, come possono essere gli anziani, come possono essere i deospedalizzati eccetera, � copiosissima la produzione di leggi oggi in Sardegna e in Italia che �rogano servizi assistenziali nel tema del welfare sanitario a queste categorie. Dobbiamo convincerci che � fondamentale innovare il sistema proprio sotto il profilo dell'assicurare un livello di governance separato all'erogazione del welfare sanitario. Chi si occupa di, faccio l'esempio della legge numero 162, ha in testa delle politiche di governance diverse rispetto a chi si occupa di un acquisto su tutto il territorio di apparecchi medicalizzati, chi allestisce una sala operatoria ragiona con una logica differente da chi eroga un servizio di ospedalizzazione, un livello di attenzione particolare va messo per la creazione di un luogo di governance che si occupi espressamente le livello socio-sanitario. Vi sono dei temi che impongono un'immediata razionalizzazione che sono i temi delle figure professionali, degli infermieri, un esercito di 1600 persone mai ricondotte a nessun tipo di organizzazione dipartimentale quantomeno, bene, queste figure professionali devono essere ricondotte ad un sistema che con loro dialoghi, questa � la riscrittura di un sistema sanitario che guarda all'erogazione di quel servizio, ritenendo che siano fondamentali anche quelle figure professionali, e soprattutto quelle figure professionali, nelle erogazioni di un servizio sanitario. Poi l'ultimo livello di attenzione, nel momento in cui abbiamo condiviso questa piattaforma di discussione e arriviamo alla fase decisionale che sia chiaro qual � il livello del bilanciamento dei poteri tra il decisore pubblico, o meglio la verifica dei poteri, tra il decisore pubblico e gli altri interlocutori, perch� il decisore pubblico deve avere interlocutori: che siano i territori pi� o meno dimensionati, che siano i collegi di direzione, che siano le altre occasioni di confronto, vi deve essere un luogo di verifica dell'operato del decisore pubblico e un sistema di riequilibrio dei poteri nel momento in cui esiste una deriva verticistica non coincidente con le aspettative, con gli atti di indirizzo e con le indicazioni che provengono dal territorio. Con questo livello di consapevolezza noi ci siamo avvicinati proponendo tutta una serie di attenzioni e di riscritture degli articoli, di commi sui quali do atto al Presidente e all'Assessore che ha aperto con questa parte politica un momento di confronto, spero costruttivo, siamo nella fase degli auspici, questi sono i nostri auspici, speriamo di arrivare fino in fondo ad un percorso nel rispetto dei paradigmi che vi ho indicato.
PRESIDENTE. � iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facolt�.
LOCCI IGNAZIO (FI). Io devo dire che mi sono sforzato di trovare elementi di riforma in questo disegno di legge e devo dire che, con questo disegno di legge, in realt�, si prova a rivedere la governance del sistema sanitario, si cerca di un po' di implementare il modello dei quasi mercati previsto dalla legislazione nazionale, ma in realt� non si riforma nulla. Non si riforma nulla perch� la sanit� non si pu� riformare se non si riforma il modello economico di organizzazione ed evidentemente, non solo quello di riorganizzazione sanitaria, ma anche di modello di finanziamento. Quindi, se noi rimaniamo ancorati ancora al sistema contrattuale a cui siamo affezionati, cio� la Regione che individua il budget che viene individuato sulla base evidentemente del gettito tributario della Regione Sardegna, e continuiamo a coprire la spesa sanitaria con una logica di spesa storica, non possiamo riformare il sistema, perch� il nostro sistema non gode di buona salute finanziaria perch� non � un modello che cerca di essere nemmeno competitivo. Quindi con questo disegno di legge, Assessore, probabilmente si rivedr� un po' la macchina di governo, passeremo a cinque sole aziende, poi abbiamo scoperto dall'intervento dell'onorevole Deriu che ancora dovete trovare la modalit� amministrativa del processo, quindi che voi nell'articolo 1 parlate di istituzione di azienda unica, insieme alla conferma di quelle universitarie e dell'azienda annunciata nell'emergenza-urgenza, e mai istituita, del 2014, ma non individuate, e non lo fate mai, qual � il processo amministrativo che dovr� portare all'istituzione dell'azienda. Mi pare che dall'intervento dell'onorevole Deriu scegliate la strada dell'incorporazione, almeno quella che lui ha detto e noi abbiamo scoperto stamattina, forse un po' leggendo tra le righe degli articoli di giornale, pu� essere forse la strada meno pericolosa per chi dovr� gestire questo sistema, ma si sappia da subito che non sar� una riforma del sistema, perch� il sistema di finanziamento rimarr� lo stesso. Allora noi non avevamo bisogno di leggere i giornali per conoscere il livello di incremento della spesa sanitaria e del relativo disavanzo, questo ci conferma ancora di pi� che probabilmente dovremo andare a iniziare a sperimentare magari dei sistemi misti di finanziamento, dei sistemi integrati, andrebbero testati per capire se io non sono affezionato o innamorato di teorie di mercato molto spinte, sono per continuare a conservare un sistema accettabile per tutti, un sistema di servizi sanitari accettabile per tutti, per� mi rendo conto che � necessario metterci le mani, ma metterci le mani in maniera convinta, in maniera seria perch� affermare che questa � una riforma storica veramente ha, non dico del ridicolo, ma lasciatemi dire che non � assolutamente cos� e ne troverete la dimostrazione probabilmente tra qualche mese, quando impatteranno su questa revisione di modella organizzativo i costi di transazione dei due sistemi. Quindi con ogni probabilit� le economie di scala nel no core come vengono definite nella famosa ricerca di Ca' Foscari probabilmente scopriremo che nell'immediato rischieremo di avere addirittura maggiori costi di gestione, quindi maggiori costi di produzione del servizio sanitario. Assistiamo con un po' di disincanto e prendiamo atto della volont� di questa maggioranza che intende modificare il sistema senza in realt� cambiare un granch�. Addirittura, nella relazione tecnica, piuttosto scarna, si mette nero su bianco che non ci sar� nessun aumento di costi, ma che forse ci sar� un risparmio di un milione e mezzo di euro a fronte di una spesa sanitaria che ormai vola a tre miliardi e trecento milioni di euro. Io faccio solo queste considerazioni perch� francamente ho capito che la partecipazione al dibattito non � gradita, mi rendo conto che lo facciamo anche tutti quanti, come classe politica regionale, anche un po' scarichi, forse senza neanche un granch� di entusiasmo, perch� arriviamo come al solito a cavallo delle vacanze per affrontare temi cos� importanti. Penso piuttosto che avremmo dovuto badare molto di pi� agli ambiti territoriali strategici, avremmo dovuto forse individuare questi sistemi, o meglio questa suddivisione della Regione, per poi concentrarci forse di pi� sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e quindi sui circuiti di cura e sulle reti di cura. Perch� il governo dei processi di cura forse riesce in misura maggiore a dare quella percezione di salute migliore ai cittadini, da una parte, e forse, dall'altra, ci aiuta anche a invertire la tendenza dell'aumento della spesa. Su questo io capisco che talvolta siamo pi� entusiasmanti dal pensare a quanto e dove � la sede dell'azienda, quante ne facciamo, quanti dipartimenti, quante strutture complesse, sono convinto che siano temi assolutamente da discutere, ma l'approfondimento della politica deve provare ad andare anche oltre. Devo dire che non ho la speranza che entro questa legislatura si riusciranno a cambiare visione e quindi anche modello di finanziamento del nostro sistema sanitario, pertanto ritengo che nel breve, n� questa n� altre norme riusciranno a dare il risultato sperato da una parte di percezione di un sistema sanitario e della salute che funziona, dal punto di vista dei cittadini, e dall'altro difficilmente riusciremo a tenere in equilibrio i conti, ma saremo comunque sempre costretti a dover rincorrere emergenze e a rivendicare forse risorse al Governo nazionale per evitare che questa spesa invece aumenti ancora.
PRESIDENTE. � iscritto a parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti. Ne ha facolt�.
TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC). Innanzitutto vorrei sollevare una questione che mi hanno sollecitato alcuni sindaci, e cio� che non � stato espresso il parere del CAL, come vediamo scritto qua nella relazione al disegno di legge in quanto il CAL ormai � scaduto, anche se a loro questo disegno di legge � pervenuto all'8 giugno quando ancora erano in carica, per� non avevano i numeri per poter deliberare. Ritengo che sia una cosa molto grave arrivare oggi in Aula a parlare di una cosa cos� importante come la legge di riforma sanitaria senza avere il parere delle amministrazioni locali. Penso che sia davvero molto grave e molto preoccupante, perch� sappiamo benissimo qual � il sentore e che cosa ne pensano le amministrazioni locali di questa riforma.
Poi andiamo a vedere questa riforma e mi chiedo: a cosa serve riformare qualcosa se gi� si sta attuando e si stanno facendo delle cose; i commissari stanno prendendo iniziative, ultimamente abbiamo visto che vengono affidate delle posizioni organizzative, vengono espletati i concorsi, a dieci giorni dall'approvazione di questa legge? Io mi chiedo oggi se questa maggioranza deve approvare questa legge o meno, per�, da quello che sta succedendo con i commissari che sono stati prorogati non pi� di quindici giorni fa, veramente non riesco a capire se si devono gi� fare le cose oggi, se appunto la legge la stiamo approvando.
Il nuovo modello di Servizio sanitario regionale proposto con l'istituzione dell'Azienda sanitaria unica regionale vede aumentare ancora ulteriormente l'ospedalocentrismo, con l'accentramento dell'offerta sanitaria sulle grosse strutture ospedaliere di Cagliari. Presidente della Commissione, quando lei dice che questa legge serve per bloccare la corsa all'immigrazione sanitaria della Sardegna, va bene, per� non serve a bloccare l'emigrazione alle risposte sanitarie che hanno quei centri che resteranno senza servizi sanitari, quindi aumenter� l'emigrazione delle zone interne verso quei centri che sono Cagliari, il Mater Olbia e quant'altro.
Il progetto dell'Azienda sanitaria unica regionale pare basato su pochi e inappropriati indicatori, che conducono ad una erronea scelta di soluzioni migliorative, al contrario invece occorre una territorializzazione dell'offerta sanitaria, in associazione alle mutate esigenze del contesto di riferimento e quelle proprie delle popolazioni locali, che ora pi� che mai stanno facendo sentire il loro disappunto su una riforma sanitaria che non piace nessuno e crea solo malcontento sociale. Inoltre, la prospettiva sulla quale pare orientata questa riforma � quella prettamente economicistica, che vede la sanit� come un costo da tagliare per dare fiato ad altre voci di spesa, secondo una pericolosa e deformata visione amministrativa che pu� far perdere di vista quello che � il fine ultimo dell'assistenza sanitaria, ovvero mantenere, potenziale e recuperare lo stato di salute delle popolazioni.
Per non parlare del pericoloso accentramento di potere, come gi� evidenziato nella relazione di minoranza al disegno di legge, nelle mani di una sola persona, con poteri pressoch� illimitati, che a sua volta risponde al potere politico il quale ne pu� disporre a suo piacimento, uso e consumo.
La riforma parla di razionalizzazione, adeguamento ed efficientamento, ma dietro ad essa si celano meccanismi per posti di comando e controllo, e tutto sembra fuorch� una riforma, infatti il novellato normativo parla di cinque aziende sanitarie in Sardegna: l'istituenda Azienda sanitaria unica regionale; l'Azienda ospedaliera "Brotzu"; l'Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari; l'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari e l'istituenda Azienda regionale dell'emergenza urgenza della Sardegna. Se ci addentriamo nell'istituenda Azienda sanitaria unica regionale, la stessa sar� composta da Aree sociosanitarie locali e queste ultime articolate in Distretti sociosanitari, questa articolazione comporta un direttore generale per l'Azienda sanitaria unica regionale, un direttore per le Aree sociosanitarie locali, con relative capacit� di spesa: mi domando dove sia la razionalizzazione e la semplificazione, alla luce del fatto che nella riforma proposta si trattano tanti argomenti tranne quello che dimostri la sostenibilit� economica e i relativi risparmi di spesa conseguibili.
Altro elemento censurabile e la mancata acquisizione del parere delle autonomie locali. Io ci ritorno un attimo e chiederei davvero�, Presidente del Consiglio, adesso mi ha detto che ha indetto le elezioni del CAL ma ritengo che prima di discutere una legge del genere io chiederei di mettere mano su questa cosa perch� � assurdo che non ci sia il parere delle amministrazioni locali che rappresentano tutti territori della Sardegna.
PRESIDENTE. Semplicemente un chiarimento. Il CAL ha avuto i tempi tecnici per esprimere la risposta, ma era a fine mandato e ha deciso di non riunirsi, dopodich� � caduto per cui non c'� pi� possibilit� di�.
E' iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facolt�.
PINNA ROSSELLA (PD). Mi limiter� ad alcune brevi considerazioni nel mio intervento, partendo da una premessa. Consentitemi una battuta, mi ha stupito e mi ha colpito il pessimismo cosmico del collega Locci, questa ineluttabilit� del triste destino delle riforme sulla sanit� che lui vede in una maniera cos� pessimistica e cos� negativa mi fanno quasi paura.
Detto questo, siamo qui a confrontarci su una proposta di provvedimento legislativo che, non a torto, la Giunta regionale nella relazione che accompagna il disegno di legge 321 indica come uno dei profili pi� importanti del progetto riformatore avviato e delineato nella legge regionale numero 23 del 2014, perch�, chiamati a governare la Sardegna, siamo qui ad assumerci la responsabilit� di trovare adeguate soluzioni tecniche e politiche alle criticit� che fanno della nostra sanit� la cenerentola delle Regioni italiane, non certo per le migliaia di professionalit� che operano nel sistema sanitario pubblico o privato.
La sanit� della Sardegna � malata, vittima di un'assenza di coordinamento e di controllo, questo non � un giudizio politico di chi appartiene ad uno schieramento avverso a quello precedente, ce lo dicono i principali sistemi di monitoraggio e di controllo, quali l'Atlante della mortalit� evitabile, il Piano nazionale esiti, e ieri la sezione di controllo della Corte dei conti che ha esaminato la spesa relativa al triennio 2013-2015. Proprio quest'ultima sottolinea gli sforzi messi in campo da parte del Governo regionale, e, pur richiamando ad un maggior controllo della spesa, riconosce tuttavia che il Sistema sanitario regionale - cito testualmente - "� attualmente interessato da un impegnativo processo di riforma avviato con la legge numero 23 del 2014, che dispongono la soppressione dell'agenzia regionale della sanit�, l'istituzione dell'azienda regionale di emergenza-urgenza della Sardegna, delle case di salute e degli ospedali di comunit�, l'incorporazione nell'azienda ospedaliera universitaria di Sassari del presidio ospedaliero Santissima Annunziata e l'incorporazione nell'azienda ospedaliera Brotzu dei presidi Microcitemico, Oncologico e Busico. E se � vero che la Regione Sardegna � tra tutte le regioni e Province autonome quella nella quale negli ultimi anni si � registrata la pi� alta incidenza della spesa farmaceutica complessiva, netta sul fondo sanitario regionale la stessa Corte riconosce da un lato che sull'incremento della spesa farmaceutica hanno inciso in modo significativo i farmaci innovativi sia in ambito oncologico che nell'ambito delle patologie autoimmuni, il trattamento farmacologico per il diabete e per la talassemia. Inoltre deve considerarsi che da dicembre 2014 sono stati resi disponibili in Italia anche i farmaci innovativi che hanno un altissimo costo per l'epatite C e dall'altro quindi la Corte sottolinea invece che a fine 2015 la Giunta regionale ha approvato una serie di interventi di razionalizzazione e contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera fissando ai commissari specifici obiettivi sulle classi di farmaci con documentati livelli di inappropriatezza. Dunque questo governo regionale prosegue mettendo in atto un'intensa e profonda azione riformatrice in sanit� non limitandosi a meri annunci n� ha trattamenti placebo. La terapia in questa sanit� malata passa attraverso la ridefinizione di un nuovo assetto organizzativo e la riforma dell'architettura delle aziende sanitarie in coerenza con una domanda di salute pi� diversificata e complessa rispetto al passato. Dobbiamo garantire ad ogni cittadino sardo ci� che oggi non � garantito, un'assistenza di qualit� e omogenea su tutto il territorio regionale, un'integrazione dei processi di presa in carico del malato evitando ridondanze e inadempienze e con una spesa efficiente e sostenibile.
Il nuovo modello istituzionale della sanit� che riforma, appunto, la legge numero 10 del 2005 � in linea con le esperienze positive gi� realizzate in altre Regioni italiane secondo un trend che dal 2001 ad oggi ha caratterizzato il sistema sanitario nazionale pervaso da una profonda fase di ingegneria istituzionale. La dinamica dei processi di fusione, lo ha ricordato prima di me il collega Ruggeri, che ha portato il numero delle aziende sanitarie pubbliche da 330 quali erano nel 2001 a 245 nel 2015 sembra destinato a intensificarsi. La scelta del nuovo modello istituzionale per la Sardegna che prevede la fusione delle otto aziende sanitarie in un unico soggetto � suffragata da elementi di valutazione tecnica offerti al legislatore che ne ha sposato la filosofia. Il centro del dibattito politico che ha animato questi mesi di confronto interno alla maggioranza e aperto a tutte le parti sociali � stato senza dubbio la prospettiva strategica e non la retorica politica col consenso a tutti i costi.
Tra gli aspetti normativi che merita di essere sottolineato nel nuovo quadro organizzativo di istituzione della ASL unica � il mantenimento, se non � il rafforzamento, della relazione tra il centro e la periferia attraverso l'istituzione di otto aree sociosanitari locali che consentono l'equilibrio tra la spinta della concertazione istituzionale avanzata e la prossimit� territoriale dei servizi e delle strutture garantita dalla partecipazione degli enti locali, dei cittadini alla programmazione sanitaria, socio-sanitarie e sociale. La fusione delle otto aziende in un unico soggetto � una parte rilevante dello scenario della sanit� sarda che non vuole per�, lo sottolineo, limitarsi ad una mera riperimetrazione istituzionale, sono indubbi i vantaggi e benefici attesi e legati alla centralizzazione delle funzioni che consentir� attraverso economie di scala risparmi significativi. Il raggiungimento di queste economie di scala porter� sicuramente efficienza nella spesa e risparmi. Ma io credo che per quanto sia urgente e indifferibile raggiungere gli obiettivi di contenimento della spesa e di risparmio sulla finanza pubblica nella sanit� regionale sarebbe tuttavia riduttivo limitare a questo aspetto l'entit� dei vantaggi che il nuovo modello istituzionale porter� alla Sardegna. Se lo facessimo perderemmo di vista una serie di benefici non meno stringenti dei primi data dalla creazione di reti di cooperazione e dall'integrazione del governo clinico che un'unica governance pu� dare. Non limitiamoci dunque a vedere l'allargamento del perimetro aziendale ma guardiamo alle sinergie positive che il nuovo assetto potr� dare per migliorare la qualit� dell'assistenza sanitaria, per rendere il sistema sanitario sardo pi� efficace, pi� equo, pi� sostenibile, faremo degli errori, forse s�, forse no, di sicuro non faremo l'errore di stare fermi e accettiamo la sfida del cambiamento.
La sfida sar� anche quella di concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine, cosa che purtroppo la politica non sempre � capace di fare, perch� guarda al consenso immediato, e si tratta qui di avviare un complesso disegno di cooperazione, di integrazione, di sinergia tra organizzazioni che purtroppo non hanno mai dialogato tra loro. Questi risultati non potranno essere differiti nel tempo ma dovranno essere accompagnati da un puntuale master plan della riforma. Solo questo secondo noi potr� garantire ai sardi veramente un diritto alla salute, una sanit� di qualit� e accessibile a tutti. Grazie.
PRESIDENTE. � iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facolt�.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, il collega Ruggeri ha detto una cosa assolutamente condivisibile cio� la riforma della sanit� non � un'opzione ma una scelta necessitata perch� oggi ci troviamo di fronte, forse per la prima volta in maniera cos� drammatica, a un dilemma: regge ancora il sistema? Io credo che esempi di come il sistema ormai non regga pi� ce ne siano tutti i giorni, fa parte dell'esperienza di vita quotidiana di ciascuno di noi direttamente o indirettamente: liste d'attesa, ospedali dove i letti vengono cannibalizzati nel senso che da due letti si cerca di farne almeno uno per fare maniera che il paziente non cada, capita anche per pazienti traumatizzati gravi, la difficolt� a fare radioterapia, posti letto che vengono chiusi perch� non ci sono infermieri e l'esempio potrebbe continuare all'infinito. Uguale, tutto questo negazione nei fatti del principio universalistico, quel principio universalistico che viene solennemente proclamato nelle leggi viene vanificato dalla realt� ecco perch� parlare di una riforma della sanit� non � un'opzione, � una necessit�.
Da qui � nata la nostra idea di una ASL unica che � stata oggetto di un progetto di legge nel 2009 reiterato nella presente legislatura e sposato dalla Giunta regionale. Principio di base la politica si deve ritrarre dalla sanit�, continuare a pensare che la sanit� sia un territorio di incursioni politiche finalizzate unicamente a produrre clientele e quindi ricerca del consenso oggi � follia. La politica deve esercitare una funzione nobile che � la funzione di stabilire degli obiettivi, obiettivi sempre con standard sempre pi� elevati anche eccellenze, anche eccellenze, perch� no. Per� principalmente standard elevati di assistenza ordinaria. La politica deve controllare e la politica deve verificare che gli obiettivi assegnati a chi gestisce la sanit� siano perseguiti con efficienza, efficacia ed economicit�. Ecco perch� noi abbiamo immaginato una gestione centralizzata degli acquisti e del personale: un soggetto, la ASL unica, che offre, fornisce, a chi eroga le prestazioni sanitarie, il servizio di gestire principalmente il personale e gli acquisti, personale e acquisti che sono i luoghi dove si esercita principalmente la clientela, dove si produce grande quantit� di sprechi, e dove, ahim�, si annida anche la corruzione. Devo dire che a noi la nostra proposta piaceva di pi� di quella che si sta discutendo oggi: pi� semplice, pi� agile. Poi noi non � che ci affezioniamo all'una o all'altra proposta, il nostro obiettivo � ottenere il risultato. Certo � che l'obiettivo non pu� che essere quello di ridisegnare il sistema sanitario sulla base dell'esigenze e della specificit� della Sardegna, qualche collega ne ha parlato anche stamattina, la Sardegna non � la Lombardia, la Sardegna ha problemi di viabilit�, a territori che sono difficilmente accessibili, ed � naturale che la riforma sanitaria debba sposarsi e debba andare di pari passo con la riforma della rete ospedaliera. A noi pare che, come gi� abbiamo avuto modo di denunciare, il processo che ha portato alla formazione del testo che oggi discutiamo si sia sviluppato male, che si sia sviluppato male principalmente a livello territoriale, perch� appena � risultato chiaro che si stava andando verso la ASL unica nei territori si � verificato lo scatenamento della corsa agli incarichi, con l'idea di prefigurare, di precostituire, di far trovare la dirigenza della futura ASL unica di fronte al fatto compiuto, cio� di fronte ad una serie di situazioni gi� consolidate, non sempre consolidate in base a meriti, a capacit�, ma semplicemente in base ad appartenenza politica, e torna la clientela, per condizionare quello che dovr� nascere, e questo � gravissimo, � gravissimo ed � un indicatore del livello di degenerazione a cui � giunto il sistema. Il collega Congiu prima diceva: "Io voglio guardare al problema dal punto di vista del fruitore della sanit�"; magari riuscissimo a fare questo, caro collega. Perch� quello che si � scatenato in questi mesi in Sardegna, non ha nulla a che vedere con chi fruisce servizi, che sono pazienti, ma anche la pazienza ha un limite, e io credo che l'Assessorato, l'Assessore, chi controlla, chi � deputato a verificare queste cose, ci debba mettere un occhio, e debba azzerare tutto quello che c'� stato in questi in mesi Sardegna, perch� nuova ASL, nuova sanit�, significa anche nuova mentalit� nell'affrontare il problema. Io credo che l'elemento culturale sia quello pi� difficile da aggredire in questa situazione. Ecco perch� noi siamo convinti che la riforma avr� bisogno di un processo di ampio coinvolgimento, di tutti quelli che vi operano e anche dei pazienti. Ecco, questa era la nostra idea, che dovrebbe sfociare nella nomina non di un luminare, non di uno scienziato, ma di un manager, di uno che sa far girare le cose, di un Marchionne, tanto per capirci, tanto vituperato che per� intanto ha riportato l'industria automobilistica italiana agli antichi fasti. Ecco su quali basi noi ci regoleremo rispetto a questo disegno di legge. Non siamo ottimisti, Assessore, glielo dico molto francamente, le notizie che leggiamo sui giornali non sono confortanti, perch� se l'approccio � di accontentare un po' Sassari, un po' Nuoro, un po' Oristano, un pochettino Cagliari, ci sembra che quello scatenamento di appetiti territoriali e di lobby, e di arte politica che ha cos� negativamente condizionato la vicenda della sanit� sarda, non sia sullo sfondo, ma sia presente pesantemente anche in quello di cui stiamo parlando oggi. Allora, noi aspettiamo di vedere gli emendamenti, perch� se gli emendamenti che il centrosinistra presenter� sono, saranno, come temiamo, e come si � intravisto anche da qualche intervento stamattina, non espressione di volont� di riformare profondamente il sistema in senso virtuoso, accentrando funzioni per ottimizzare la spesa e per far s� che la spesa sanitaria vada in sanit� e non in altre cose, se gli emendamenti che verranno presentati sono espressione della volont� di mettere ancora una volta le dita nella marmellata, di salvaguardare piccoli e grandi potentati, di salvaguardare piccoli e grandi interessi particolari, noi saremo ferocemente contrari, e faremo una battaglia feroce contro questa legge. Speriamo di essere smentiti. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facolt�.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Il dibattito di oggi si svolge in una coincidenza che forse definirei nefasta o beffarda, perch� mentre noi discutiamo qui, oggi, della riforma sanitaria, le agenzie di stampa, gli organi, i mass media danno conto di una vicenda veramente importante, che dovrebbe interessare tutti noi e soprattutto l'Esecutivo regionale, e cio� il fatto che il DNA di 13.000 sardi sia stato venduto per qualche centinaio di migliaia di euro, e quindi il patrimonio genetico di quest'Isola, di ciascuno di noi, sia andato all'interno di una procedura fallimentare e addirittura si sia consentito di dilapidare anni di ricerca e di mercimoniare di fatto del materiale biologico. Al netto tutte le valutazioni sulla legittimit� e sulla legalit� anche della vendita di questo patrimonio. Io credo che la Giunta, e la invito, Assessore, in questo senso a coinvolgere il Presidente della Regione, chiedo anche al Presidente del Consiglio che si facciano parti zelanti, perch� la Regione Sardegna non pu� rinunciare a questo grande patrimonio, credo che vi siano altre istituzioni territoriali peraltro come il parco genetico dell'Ogliastra che possono detenere, perch� gi� detengono avendo fatto tutti prelievi, questo patrimonio, e credo che ci voglia un'attenzione e un rispetto maggiore, anche soprattutto nel momento in cui facciamo un disegno di legge, il numero 283, dove autorizziamo l'Azienda Brotzu ad acquisire rami di azienda di fase uno per diventare un Istituto di ricerca e di eccellenza. Allora, nel momento in cui si d� attenzione a dei rami aziendali di fase uno, non capisco perch� la parte di DNA possa invece andare dispersa. Ma torniamo all'argomento principale all'ordine del giorno. Nella dissertazione del collega Ruggeri, che � stata molto puntuale, si � dato atto, di fatto, di un processo iniziato gi� da tanti anni, che � quello di sincretismo sanitario, consentitemi questa definizione, e cio� del fatto che le diverse aziende in tutta Italia, gi� da diversi decenni a questa parte, cominciano ad essere riaggregate. Questo sulla base di un modello, che � il modello anglosassone; gi� dagli anni 90 il National Health sistem britannico ha cominciato questo processo. Questo fa s� che noi abbiamo gi� degli scenari consolidati, e sappiamo che nonostante le aziende si siano ridotte da 2001 2015 in Italia da 330 a 244, in verit� la spesa sanitaria � aumentata e le perdite al 2015 del sistema nel complesso ammontano a 33, 7 miliardi di euro. � vero che esiste uno studio di Ca' Foscari che ci dice che l'accorpamento del no core pu� generare a medio termine dei risparmi di sistema che per� sono attorno al 4, 5 per cento, mentre esistono studi altrettanto qualificati, non ultimi quelli della Bocconi, studi a livello internazionale anche negli Stati Uniti, che ci dicono che ad esempio la reingegnerizzazione di un ospedale pu� determinare fino al 20 per cento del risparmio nel breve termine. Quindi, siccome sono molto d'accordo sulle osservazioni che faceva il collega Cossa e cio� noi non possiamo scegliere "se" riformare la sanit� ma "come", io credo che sul come dovremmo porci questi interrogativi. Allora, se � vero che tutti gli scenari ci dicono che il risparmio ottenibile, che l'armonizzazione di questi costi ci porterebbe ad un risparmio a regime del 4-5 per cento nel medio termine con il rischio addirittura che nel breve termine vi siano degli aumenti di costi, perch� vi sono costi spesso e volentieri difficilmente stimabili delle fusioni tra dipartimenti, dalle fusioni tra strutture diverse, spesso e volentieri tra sistemi che dialogano in maniera completamente differente, quindi noi che abbiamo bisogno in verit�, di iniziare a razionalizzare e risparmiare da subito, forse qualche interrogativo in pi� sul modello dovremmo porcelo.
Credo che ci sia un'ulteriore questione e cio� che forse gli spazi per la razionalizzazione della spesa in quanto tale sono veramente ridottissimi perch� veniamo da anni di riduzione della spesa. Forse dovremmo superare anche la retorica del "costo della siringa", scusate se lo dico in questi termini perch� ormai ha impegnato i dibattiti a tutti i livelli. � da tempo che abbiamo aziende capofila che fanno acquisti come centrale di committenza unica, quindi anche questa retorica va superata, a mio avviso. Io credo - e recupero in questo il senso dell'intervento del collega Congiu - che non dobbiamo impostare sotto il profilo esclusivo delle technicalities la riforma del sistema sanitario. La vera sfida probabilmente � una riorganizzazione che consenta di far fronte al cambiamento del quadro epidemiologico, l'ha detto l'Assessore pi� volte in questa sede. Un quadro epidemiologico che � andato sviluppandosi con un aumento dirompente della cronicit� e della popolazione anziana. Credo che sotto questo versante invece gli interventi che stiamo mettendo in campo siano di tipo semplicemente istituzionale e stiano, cio�, mirando a rivedere i perimetri aziendali piuttosto che riprogettare i servizi. Allora dico, se il modello al quale stiamo facendo riferimento � il modello anglosassone bisognerebbe prenderlo tout court e cio� affiancare al ragionamento sul perimetro aziendale, per esempio, un ragionamento di clinical governance e cio� andare ad incidere sulla formazione, sull'audit clinico, andare ad incidere sull'efficacia clinica perch� immagino che fuori da quest'Aula la preoccupazione dei cittadini sardi non sia riferita all'assetto che noi diamo in termini complessivi e cio� se ci sar� un manager unico o ce ne saranno quattro, il cittadino sardo oggi vuole capire se all'indomani di questa riforma in un pronto soccorso si dovranno aspettare 12 ore o si potr� ragionevolmente essere assistiti in tempi decenti, vuole capire se la medicina diagnostica ha bisogno di tempi cos� lunghi o se si potranno abbattere le liste d'attesa, ha bisogno di capire, insomma, quello che dicevamo prima in termini forse pi� complicati, qual � la risposta di sistema alla domanda sanitaria e di qualit� sanitaria. Mentre dal punto di vista dell'ingegneria di questa riforma � vero, il collega Ruggeri richiamava un accorciamento della catena di comando che nell'aspettativa dovrebbe dare migliori risultati, lo riprendeva anche il collega Cossa, in verit� per� dalla relazione che accompagna la riforma noi vediamo che viene addirittura auspicato uno sviluppo dell'autonomia economico-finanziaria dei presidi unici di area omogenea, viene affermata un'autonomia tecnico-gestionale dei distretti, cio� la preoccupazione � che dietro la veste piuttosto iridescente di questa ASL unica si celi una moltiplicazione dei centri decisionali che stanno al di sotto dotati di autonomia tecnico-gestionale o di autonomia economica-finanziaria e cio� il rischio � che al di l� di tutto poi in questa moltiplicazione di ci� che sta sotto l'area di indirizzo unitario che dovrebbe dare la ASL unica si trasformi poi in una pluralit� di interpretazioni territoriali che, questo � il dato dell'esperienza, di fatto rischia di aumentare la spesa non di comprimerla.
Sono stati annunciati una serie di correttivi da parte della Giunta per dare quindi una valutazione definitiva, come spesso sta accadendo non possiamo che aspettare di poter leggere se questi emendamenti correggeranno il tiro per alcuni aspetti anche perch�, come dicevo prima, laddove seppure si tratti di uno scenario questa riforma � gi� stata messa in campo in alcune Regioni italiane, i correttivi sono piuttosto profondi e mirano addirittura a rivedere lo stesso modello iniziale. Quindi sospendiamo attualmente il giudizio definitivo sull'intero complesso fino a vedere quale sar� l'assetto definitivo che la Giunta avr� inteso dare a questa riforma.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facolt�.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranit�, Democrazia e Lavoro). Presidente, colleghi, come � stato gi� ricordato da qualcuno che mi ha preceduto, in un'epoca di difficile sostenibilit� economica-finanziaria dei servizi sanitari nazionali, inclusi quelli dei Paesi ed elevato reddito, la Sardegna si appresta ad affrontare una riforma macro del proprio servizio sanitario. La riforma del servizio sanitario regionale rappresenta un importante processo politicamente e socialmente rilevante e che il servizio sanitario regionale della Sardegna richieda un cambiamento � assolutamente evidente. La percezione comune della gente, ma soprattutto quella pi� obiettiva basata su dati regionali e ministeriali disegnano un sistema di sofferenza necessitante un'evidente restyling organizzativo strutturale e funzionale. Abbiamo un'ulteriore necessit�, l'attuale geografia del servizio sanitario regionale vede uno spiccato ospedalocentrismo vigente ormai da diverse decadi non accompagnato negli anni pi� recenti da una territorializzazione dell'offerta sanitaria nonostante il mutato contesto epidemiologico. Conosciamo molto bene il crescente numero e il peso delle malattie croniche che, ahim�, affliggono in un modo particolare la nostra Isola. Per� c'� un problema di sostenibilit�, come ho detto in premessa. L'attuale problema della sostenibilit� potrebbe trovare una risposta, ma non necessariamente una soluzione nella trasparente descrizione quantitativa del contesto sanitario. Purtroppo per� la deficitaria gestione e implementazione di sistemi di rilevazione sistematica e continua nel territorio sardo non permette una valutazione comprensiva e realizzabile dell'attuale condizione. La visione parziale ed eventualmente distorta basata su pochi e inappropriati indicatori potrebbe condurre ad un'erronea scelta di soluzioni migliorative. Inoltre la prospettiva sulla quale spesso ci si orienta - questo non solo nel nostro contesto regionale - � quella prettamente economicistica che vede la sanit� come un costo da tagliare per dar fiato ad altre voci di spesa. La pericolosa e deformata visione amministrativa quindi pu� far perdere il controllo di quello che � il fine ultimo dell'assistenza sanitaria e cio� mantenere lo stato di salute della popolazione. Solo tenendo conto di ci� che � il risultato, cio� della stretta relazione esistente tra quella che � la proposizione di salute e il suo costo, si pu� valutare l'appropriatezza dell'impegno di spesa nel settore sanitario. Sappiamo molto bene come, al di l� di costi diretti, la valutazione in economia sanitaria debba avere un fine basato sul benessere prodotto nella popolazione a breve, medio e lungo termine.
Il modello della ASL unica prospettato nel disegno di legge regionale, orientato a una semplificazione e centralizzazione gestionale, potrebbe, potrebbe, rappresentare una scelta valida e migliorativa. Un cambiamento radicale cos� prospettato per� richiede coraggio e merita l'attenzione non pregiudiziale di tutti gli attori coinvolti nel sistema. Tuttavia il cambiamento di modello deve spingere anche a un cambiamento di logica con l'attivazione di un sistema di valutazione e monitoraggio che possa permettere cambi in corsa di fronte all'evidenza di distorsione o deficit del sistema. Il Centro Democratico Sardegna ha sin dal principio supportato l'idea del modello della ASL unica ma orientando la propria visione ad una nuova e dinamica gestione dell'ambito macro della sanit�. Precondizione per� per il successo di una riforma di questa portata dovrebbe e dovrebbe essere la concertazione del sistema guidata attraverso una stretta relazione della sfera tecnica e di quella politica con un occhio attento alle dinamiche degli indicatori di salute oltre che di quelli economici. La nuova prospettiva di azione associata ad una semplificazione e organizzazione funzionale, ad esempio quella che noi abbiamo proposto delle tre aree sanitarie omogenee, decentralizzazione delle funzioni attualmente in capo all'Assessorato in ambito aziendale, potrebbe permettere di entrare in una nuova era della sanit� sarda. Ecco perch� noi, noi del Centro Democratico Sardegna abbiamo proposto di partire da una qualificata riforma organizzativa proponendo anche noi la ASL unica con il fine di creare le successive condizioni di cambiamento. La nostra, la mia analisi del disegno di legge in discussione non pu� prescindere da queste considerazioni e dallo studio tecnico che si � svolto e che � stato eseguito in questi mesi. In sintonia con la Giunta circa il comune denominatore della ASL unica ci siamo quindi seduti ad un tavolo a pi� riprese con la volont� di presentare oggi come maggioranza una vera riforma organica e sostanziale. Il mio personale approccio insieme appunto a coloro che con me rappresentano il Centro Democratico Sardegna � stato attivo e sono conscia di evidenti lacune tecniche per� presenti nel testo iniziale e predisposto invece a cambiare in meglio il contenuto dell'articolato. Per questo abbiamo presentato in Commissione e presenteremo emendamenti che riteniamo possano migliorare il sistema. L'azienda sanitaria unica deve portare ad una riduzione delle troppe aziende sanitarie presenti seguendo quello che � un trend nazionale in atto da circa 10 anni con il vantaggio di creare economia di scala, avere disponibilit� di maggiori risorse, condivisione di costi, accesso economicamente pi� vantaggioso ai mercati. In poche parole occorre centralizzare e semplificare il processo assistenziale da un punto di vista organizzativo, ridurre l'impatto di una frammentazione aziendale ad oggi inefficiente in pi� ambiti favorendo un'omogeneit� ed eguaglianza garantite innanzitutto dalla Carta costituzionale e nei fatti spesso assenti nella quotidiana erogazione dei livelli essenziali di assistenza in Sardegna. Azienda unica significa dunque nuove funzioni in capo ad un'azienda ad estensione regionale evitando il sistema decisionale funzionalmente ingessato, quello avuto fino ad ora. Ma non posso, non posso pensare che quel tavolo tecnico che � stato costituito, quel momento importante di ragionamento non sia servito, che non sia servito immaginare una ASL unica sub articolata organizzativamente con tre aree sanitarie omogenee capaci di coprire Nord, Centro e Sud Sardegna. E l� lo abbiamo detto, noi vediamo le tre aree prive del bilancio sociale ma orientate a interfacciarsi col welfare, la commistione delle due componenti cos� come impostato dalla Giunta appesantir� il sistema, tanto per fare un esempio, ma approfondiremo nel corso della discussione che riguarder� questo disegno di legge. Ancora. Certamente non siamo favorevoli all'AREUS e l'abbiamo detto, no a questa nuova azienda che non porterebbe nessun vantaggio, non abbiamo bisogno di aziende mono funzioni, illogiche oltretutto nella filosofia aziendale. Vogliamo la coerente semplificazione che deriva da questa nuova impostazione, la costituzione di una nuova azienda andrebbe sicuramente nel verso contrario alla volont� di partenza, a quella che ha impostato questa nuova idea. Infine sicuramente non ci trova d'accordo la fase transitoria verso la ASL unica, la fase transitoria in tutti processi epocali come quello di cui parliamo e parleremo in questi giorni ha necessit� di una fase transitoria ben gestita su cui occorre prestare una grandissima attenzione e non mi pare che questa attenzione sia stata data finora e sia riconosciuta nella prospettazione della Giunta. � evidente che dal mio intervento le divergenze tra la nostra proposta e quella della Giunta ci siano e soprattutto siano sostanziali almeno fino ad ora e non lo nego. Non accetto con favore l'esito di un tavolo tecnico servito a nulla se non a peggiorare aspetti cruciali come la gestione della fase transitoria. La riforma del servizio sanitario deve proiettare la nostra Regione verso una dimensione nuova, come accennato inizialmente, capace di cambiare realmente in positivo il contesto organizzativo e istituzionale. L'attuale articolato soffre di evidenti lacune di strategia che condurrebbero ad una mancata ridefinizione funzionale dei processi e dei percorsi con un finale non gradito e gi� da subito indesiderato, ma io ancora confido.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giancarlo Carta. Ne ha facolt�.
CARTA GIANCARLO (FI). Noi oggi siamo qui riuniti per parlare finalmente del progetto di legge numero 321, progetto di legge che avremmo voluto discutere bene in Commissione, avremmo voluto migliorare perch� Forza Italia � una forza di opposizione per� � una forza di opposizione costruttiva che avrebbe voluto realmente dare il proprio contributo. E invece siamo qui a discutere un progetto di legge, colleghi, che invece sappiamo gi� qual � il finale, che verr� completamente stravolto dalle discussioni infinite che ormai portate avanti da mesi e che ancora oggi, ancora stamattina abbiamo ascoltato le dichiarazioni di importanti e autorevoli esponenti del centrosinistra, ancora oggi questo progetto di legge viene criticato in maniera sostanziale. Quindi ci chiediamo quale sar� e con grande curiosit�, Assessore, anzi direi, se posso fare una piccola critica, io ho visto la Giunta al completo solo per difendere l'Assessore dei trasporti, oggi vedo un assessore Arru completamente solo e devo dire che essendo questo il progetto di legge pi� importante di tutta la legislatura, penso, che questo Consiglio regionale dovr� affrontare, almeno la presentazione avrei avuto penso il piacere come tutti i colleghi, di vedere almeno il Presidente della Regione presente, comunque questo era un piccolo dettaglio. Ritorniamo al progetto di legge, cio� noi stiamo quindi discutendo e stiamo oggi tutti noi dando la nostra opinione su qualcosa che per� verr� completamente stravolto, allora facciamo solo delle considerazioni di carattere politico Assessore cio� le considerazioni di carattere politico noi ci siamo trovati a discutere con i colleghi dei Riformatori su una ASL unica completamente unica e non cinque ASL come adesso state proponendo perch� di fatto avete pubblicizzato su tutti i giornali bene, la comunicazione vostra � veramente un punto di eccellenza, avete pubblicizzato la ASL unica ma di fatto sono cinque, di fatto ho guardato il risparmio per esempio che si creerebbe con questa nuova riforma sanitaria, ho fatto i conteggi, anzi l'avete scritto anche voi nella vostra relazione, sono 500 mila euro all'anno, di fatto � il 2 per cento dell'intera dotazione finanziaria del bilancio annuale delle ASL, quindi veramente poca roba. Se vogliamo risparmiare diminuendo quindi i costi mi sembra che non stiamo partendo benissimo, la situazione non la vedo cos� importante allora a questo punto tagliare le ASL perch� le ASL dal punto di vista territoriale sono molto pi� vicine per esempio ai cittadini, sono vicine ai loro problemi, una mega ASL unica allontaner� ancora di pi� quello che � il management da quelle che invece sono le reali necessit� della popolazione, questa � la mia opinione. E circa la diminuzione delle ASL, ripeto, a nostro parere a questo punto era giusto fare anche un'unica ASL per tutta la Sardegna, e non cinque come voi state proponendo, a questo punto noi avremmo preferito una divisione che moderava un attimino questo abbatimento del numero delle ASL, quindi portarlo ad esempio a tre. Con tre ASL che poi territorialmente potevano essere suddivise Nord, Centro e Sud, o est, ovest e sud, e avrebbe dato un senso ecco a questa riforma. Di fatto poi entrando nel merito della proposta di legge di fatto con la nomina di un mega direttore generale, di fatto questo mega direttore generale sta sostituendo l'Assessore alla sanit�, questo � il dato che viene pi� alla luce leggendo la riforma, questo mega direttore generale che avr� poteri assoluti sul personale, sugli acquisti, sulla vita dei nostri concittadini � un mega direttore generale che� a me spaventano questi direttori generali. Adesso torno anche ad alcune considerazioni che hanno fatto sempre degli autorevoli consiglieri di maggioranza, dove tutti denunciavano per esempio il fatto che questi commissari fanno quello che vogliono, bandiscono concorsi, fanno acquisti, fanno cose veramente fuori dell'ordinaria amministrazione nel totale silenzio dell'Assessorato. L'Assessorato che invece avrebbe dovuto controllarli, avrebbe dovuto dirgli ma scusate cosa state facendo? Stiamo per approvare la ASL unica e voi continuate a fare quello che credete? Continuate a fare i fatti vostri? E questo non va bene, non va bene Assessore, non va bene perch� ci preoccupa se non lo fa gi� con normali commissari che ci sono gi� oggi in carica, figuriamoci con il mega super direttore galattico, avrebbe detto Fantozzi. Cio� ci sembra veramente preoccupante questa situazione. Quindi, Assessore, noi oggi veramente viene anche difficile discutere su un qualcosa che dai giornali, dalle chiacchiere con i colleghi di maggioranza, sappiamo che tra qualche ora verr� completamente stravolta. Allora Assessore, ci faccia sapere al pi� presto, perch� le ripeto Forza Italia � una forza che vuole essere partecipe nelle riforme, vuole essere partecipe dei cambiamenti, perch� penso che la riforma sanitaria sar� la riforma sanitaria di tutti, non solo della maggioranza. Voi avete voluto fare una riforma solo di maggioranza, tagliando le ali al dibattito in Commissione, voi avete voluto fare una riforma totalmente senza coinvolgere l'intero Consiglio regionale. Noi oggi vi stiamo dicendo che vorremmo conoscere queste vostre modifiche, qualora ci fosse la possibilit� vorremmo anche contribuire a migliorarla questa riforma, certo � che vista cos� com'� oggi questa proposta di legge 321 a mio parere � totalmente da bocciare, totalmente da rimandare al mittente, cos� come ho sentito autorevoli esponenti di questa maggioranza dire anche stamattina. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facolt�.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, sento aleggiare sempre pi� forte sopra questa assemblea lo spettro dell'ennesima soluzione finale proposta dalla Giunta in presenza di grandi riforme. Do per scontato, chiedo all'Assessore, responsabilizzo in questo il Presidente del Consiglio regionale affinch� un fatto di questo tipo sia assolutamente scongiurato, perch� sarebbe incredibile se in presenza di una riforma di questa portata e di questa importanza strategica, a valle di un dibattito che in Commissione � andato avanti con alti e bassi, che sta iniziando a muovere i suoi primi passi in quest'assemblea, ci si trovasse di fronte all'ennesimo comportamento oltraggioso da parte della Giunta regionale. E mi secca rimarcare che gi� in importanti riforme � avvenuto che la Giunta abbia integralmente modificato il disegno di legge dopo il lavoro fatto in Commissione. Io credo che se avvenisse un fatto di questo tipo dopo la discussione generale ci troveremo davanti ad un oltraggio che la Giunta fa nei confronti del Consiglio regionale rispetto al quale nessuno potrebbe rimanere inerte. Quindi do per scontato, accingendomi ad iniziare il mio intervento sulla discussione generale, che questo intervento sia sulla riforma che poi andremo ad esaminare dopo il passaggio all'esame degli articoli. Ora, tornando di conseguenza al merito della questione, e prendendo atto del fatto che anche responsabilmente i colleghi stanno evidenziando pi� di una criticit� e pi� di un dubbio rispetto a questa riforma, sospender� il giudizio politico perch� � necessario vedere come va a finire. E rinnovo da Consigliere regionale, da forza politica responsabile, da forza che intende candidarsi a forza di governo, rinnovo la disponibilit� a partecipare in maniera attiva alla costruzione di questa norma, perch� vi sono elementi sui quali ci possiamo trovare, perch� stiamo discutendo di quello che � probabilmente l'argomento pi� importante del quale possiamo discutere in chiave organizzativa e amministrativa di questa Regione. E qui devo prendere spunto mettendo in una colonna quelli che sono gli elementi positivi e a mio avviso in questa fase condivisibili, cio� quelli che recano non una minore spesa in via assoluta, ma una migliore qualit� della spesa, perch� io ritengo che quando i soldi sono spesi per la salute dei cittadini, quando i soldi sono spesi per far stare meglio i cittadini, � un fatto da iscrivere tra quelli positivi. Quindi non domandiamoci se in valore assoluto si stia spendendo troppo, o troppo poco, domandiamoci prima di tutto se quello che stiamo spendendo lo stiamo spendendo bene, lo stiamo spendendo razionalmente, lo stiamo spendendo nell'interesse appunto dei cittadini. Quindi questo � il primo punto rispetto al quale intendo ragionare. Il sospetto che non sia questa la pulsione risiede nell'origine di questa idea, perch� non dimentichiamoci che non si parl� mai di una ASL unica sino a quando la Giunta regionale non si trov� alla fine del 2015 nella necessit� di proporre un vistoso aumento delle imposte, perch� � stata soltanto la necessit� di dare come si disse un segnale rispetto a questo problema, a tirar fuori l'elemento della ASL unica come quello capace di rimettere finalmente sotto controllo la spesa sanitaria. Ora, colleghi, in tutta fretta nel presentare questo provvedimento la Giunta regionale ha fatto quel che ha potuto per raccogliere le evidenze di tipo scientifico che servono per fare una proposta di questa dimensione, ed � andata in realt� a trovare quel poco che c'� rispetto alla proposta di ridurre il numero delle ASL. Voglio ricordare che � un tema antico e che tutte le regioni hanno affrontato responsabilmente quello della riconduzione ad una misura congrua della rapporto tra politica della sanit� e territorio, ed � degli anni novanta che quasi tutte le regioni, quasi contemporaneamente, si riparametrizzano attraverso un rapporto tra Aziende sanitarie e territori che colloca, cos� come oggi la Sardegna, questo rapporto intorno a 400.000 abitanti per azienda sanitaria. Qualche Regione � pi� avanti di noi in questo percorso, nell'ultimo decennio ha accorciato questo rapporto, e oggi Regioni che stanno producendo risultati significativi sposano il principio che noi stessi prendiamo seriamente in considerazione, e portano questo rapporto a 400.000, quindi un rapporto di un'azienda sanitaria a 400.000 abitanti. Per fare questo sarebbe sufficiente nell'attuale nostra articolazione ridurre pi� meno della met�, ma facciamo un passo avanti, arriviamo a tre e studiamo un modello basato sulle tre aziende sanitarie, stiamo sposando lo stesso principio, stiamo condividendo un pezzo importante dell'azione politica di questo mandato legislativo, ma stiamo ragionando su fatti se si applicabili non rappresentino un salto nel buio. Voglio ricordare che il working paper che voi citate nella presentazione del disegno di legge da parte della Giunta non ha neppure delle valutazioni scientifiche perch� non � mai stato pubblicato, di conseguenza si basa sull'unica esperienza empirica delle Marche che � l'unica che ha un rapporto di un'azienda di 1 milione di abitanti dove per� non ci sono dei risultati apprezzabili o sensibilmente apprezzabili rispetto a quelli delle altre regioni. Oltretutto, nella stessa proiezione che voi fate, sembrerebbe che il risultato positivo dal punto di vista economico si esaurisca abbastanza in fretta, e venga piuttosto assorbito velocemente in quelli che sono gli aumenti fisiologici del costo della sanit�. Allora, possiamo noi giocarci oggi la carta della riorganizzazione della sanit�, dal punto di vista amministrativo, senza aver ragionato sulla sanit� a 360 gradi? Possiamo farlo senza parlare di tariffe? Possiamo dire che stiamo inserendo elementi di quasi il mercato senza ragionare sulle tariffe? Possiamo parlare di razionalizzazione senza parlare della rete ospedaliera? Possiamo giocarci tutte le fiches in questo momento, la stessa credibilit� della Giunta, senza andare ad intervenire su due elementi cos� centrali per raggiungere l'obiettivo? Io ritengo di no, sono in attesa di sentire argomenti da parte della Giunta e dalla parte della maggioranza che mi convincano del contrario, ora, stiamo sul punto, ha suggerito come elemento di riflessione l'intervento del collega Ruggeri, stiamo puntando su una organizzazione snella, sul fatto di accorciare la catena di comando, cos� come l'ha chiamata lui, secondo me non � un termine molto appropriato per� rende l'idea, per� rende l'idea anche il fatto che - per ha dei rudimenti di qualche applicativo comune nei pc - se uno passa dall'attuale organizzazione, che vede la Regione, vede le aziende sanitarie nell'attuale organizzazione territoriale, riesce difficile pensare che, sullo stesso foglio di calcolo compaia la Regione, la ASL unica, le aree socio-sanitarie, i distretti. � plasticamente dimostrato che voi questa che definite catena di comando o comunque sia organizzazione la state allungando, state creando delle problematiche operative nella quotidianit� del lavoro della sanit� che rischiano di impattare in maniera decisiva sull'utenza. Poi quale (�) c'� per fare questa proposta? Il sospetto, e non mi iscrivo tra quelli che vogliono allontanare la gestione della sanit� dalla politica, anzi io vorrei che la politica fosse assolutamente protagonista in positivo della gestione della sanit�, devo anche dire che sembrerebbe il tentativo da parte della maggioranza di riequilibrare il fatto che la ASL unica di fatto surroga l'Assessorato alla sanit� nel rapporto con i territori.
PRESIDENTE. � iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facolt�.
OPPI GIORGIO (UDC). Signor Presidente del Consiglio, colleghi e colleghe. Non avrei mai creduto in questa legislatura che mi vede all'opposizione di essere concorde con la Giunta regionale. Eppure non vedo come non esserlo quando si afferma che il Servizio sanitario della Sardegna, da voi condotto da ventisette lunghissimi mesi, non garantisce i livelli di qualit� dell'assistenza adeguati e uniformi sull'intero territorio regionale, cos� come evidenziano i principali sistemi di monitoraggio e valutazione definiti a livello nazionale. Come non essere in sintonia quando � lo stesso Assessore a dire che la spesa sanitaria manifesta aumenti ed inefficienze, � la stessa Giunta regionale che dichiara il suo fallimento, pi� onesti di cos� francamente non si poteva essere. Purtroppo quest'onest� intellettuale non � durata a lungo, se avesse proseguito infatti avremmo evitato di realizzare questo grande errore delle continue proroghe dei commissari delle ASL, in particolare l'ultima relativa ai soli mesi estivi, una norma stupida che servir� solo a creare altre incertezze, altro lavoro inutile per l'Aula, altra confusione, lo sappiamo tutti che la proroga di agosto � inutile, � un uccellino verde che per� avete voi confermato oggi che si agita per i corridoi del Consiglio ci ha fatto sapere che � in arrivo un emendamento, a cui ancora non abbiamo contezza, che dispone che i rinvii dei commissari arrivino grosso modo sino a dicembre, attraverso procedure che vedremo. Quanti colleghi, anche dalla maggioranza, sono consapevoli di questo? Del Mater Olbia ho gi� detto sino alla nausea e ancora continuano i silenzi e gli imbarazzi, vi ripeto, ma le domande che ho posto e le riflessioni che ho fatto continuano a rimanere senza risposta. Colleghi, la sanit� � un settore molto pericoloso per chi governa, politicamente parlando di sanit� si vive ma si pu� anche morire, le alternanze dei governi sono quasi sempre frutto delle politiche sanitarie pi� o meno giuste, pi� o meno sbagliate, siete al terzo anno di Governo e la situazione � peggiorata, cos� come la spesa che � fuori controllo, la Corte la definisce oggi una voragine, � peggiorata l'assistenza che ha posto la Sardegna all'ultimo posto per la mortalit� evitabile, � peggiorato il livello di Governo della sanit�, viviamo nell'incertezza totale, fra commissari prorogati di mese in mese, uffici che vivono nell'indecisione delle procedure, e lo spettro della ASL unica, annunciata da mesi e imposta alle commissioni e al dibattito con una fretta che � a dir poco sospetta. Nel mio precedente intervento ho gi� elencato la marea delle procedure tecnico amministrative che dovranno essere realizzate, altro che proroga allo Stato. Noi abbiamo governato la sanit� dal 1999 al 2004, e a noi � succeduto un luminare della materia, cos� voi l'avete sempre definito, la dottoressa Dirindin, che come primo atto ha chiuso un ospedale e con un accertamento ha risolto i problemi dell'Isola e infatti il centrosinistra ha perso le elezioni successive. Vedo che voi oggi volete accelerare quest'alternanza e chiudere i conti con il popolo sardo, ma veniamo al merito. Un giudizio sommario, politicamente miope, amministrativamente folle, scientificamente approssimativo, una legge che nasce male, con gli emendamenti della maggioranza e della Giunta ritirati di forza, la Commissione non ha potuto esaminare nessun emendamento anche se si annuncia che in aula saranno riproposti, sempre che le varie anime del centrosinistra trovino una sintesi, in primo luogo occorrer� precisare che non stiamo costituendo un ASL unica, ma la ASUR. pi� il Brotzu, pi� le due aziende universitarie, pi� la REUS, sempre che non cambiate idea - come sembrerebbe -portando ad essere un dipartimento, io lo spero, sono quattro o cinque aziende, non una, ma quello che � pi� sbagliato di questo disegno di legge e di questa idea di fare un ASL unica � che soppianta agli attuali aziende e l'unica cosa che avevano di positivo: il radicamento territoriale. Siamo talmente d'accordo con le esigenze di razionalizzare la spesa e di porre un freno alle spese selvagge con gli appalti folli che per amore della verit� siamo stati i primi a predisporre la legge perch� alla (..) nei primi anni 2000 e ci sono due leggi, cos� come siamo d'accordissimo a centralizzare lo svolgimento delle attivit� amministrative comuni, perch� non soffermare l'attenzione solo sulla gestione del personale, sulla resa dei bilanci, sulla realizzazione dei concorsi, sugli acquisti, avremmo cos� lasciato alle attuali ASL ridotte perch� ci sono anche delle proposte delle tre ASL i compiti di assistenza sanitaria e di rapporto con il territorio, delle autonomie locali e le istituzioni periferiche, con la ASL unica infatti chi � che dovr� accertare le esigenze di accreditare una struttura? Che dovr� stabilire tetti di spesa? La verit�, signor Presidente, e caro assessore Arru � che neppure voi vi siete resi conto di quale grosso caos state creando, purtroppo il Consiglio regionale � costretto a discutere questo disegno di legge solo con pregiudizi, i pregiudizi della maggioranza favorevoli, quelli dell'opposizione contrari, ma si tratta comunque di pregiudizi, non abbiamo avuto un solo dato scientifico che riguardi la spesa, i risparmi ottenibili con la centralizzazione, non un solo computo sulla unificazione dell'assistenza, non un solo dato puntuale sulla spesa farmaceutica, puntuale da precisare, la citazione di un fantomatico studio dell'Universit� di Venezia e irrilevante, le riforme non si fanno a sentimento, ma dopo uno studio, una riflessione, una discussione che coinvolge i territori, le realt� sociali, gli enti intermedi, il Consiglio regionale. Non si riforma in fretta e in furia, tutti coloro che sono stati convocati per le audizioni hanno avuto pochissimo tempo, nessun dibattito, ma tutti hanno manifestato la loro contrariet�, ma se questa legge non � frutto di un'esigenza, non � frutto di uno studio, non � frutto di un dibattito, a quale distanza � dovuta? Bene dice il collega onorevole Orr�, nella relazione di minoranza, questa legge � figlia di un'idea malsana dell'uomo solo al comando. Ebbene fa il collega a parlare di un evidente arretramento democratico. Onorevole Assessore ha valutato poi, una volta che avr� nominato il nuovo direttore della ASL chi sar� davvero al comando? Non si rende conto che toglie il giusto e legittimo potere agli eletti, al Consiglio la sua capacit� di indirizzo politico del manager nominato senza alcun controllo del cittadino? Mi si dir� che questo accade anche con gli attuali otto manager, ma � ben diverso il potere concentrato nelle mani di una persona sola, da cui � ripartito in aree territoriali. Io insisto sul controllo democratico delle autonomie locali � il fulcro della nostra vita pubblica e mi batter� contro tutti provvedimenti che limitano il controllo pubblico dell'amministrazione in ossequio a un'idea precotta e non verificata di efficienza. Richiamo tutti i colleghi di quest'Aula al di l� dei ruoli temporanei ad avere a cuore le ragioni della rappresentanza democratica e il controllo pubblico sulle burocrazie, della prevalenza delle ragioni della politica. Assessore, nei suoi interventi ha richiamato diverse volte la bont� di un'unica azienda, riportando l'esperienza di altre regioni. Le ASL uniche esistono in realt� territoriali minime, certo che la Val d'Aosta, la provincia di Bolzano, hanno una sola azienda, sono quattro gatti; ma dove la ASL unica � stata gestita come nella regione Marche il dibattito politico, � durato otto anni, � ancora forte. Le dico di pi� che ci sono cinque, hanno realizzato una struttura e un ospedale in ogni provincia, nelle cinque province, per poi accorparle successivamente rendendoli unici, perch� attualmente sono pi� ospedali. Noi dopo ritardi su ritardi abbiamo oggi un progetto che � fallimentare in partenza e non adeguatamente discusso, perch� non dare al Consiglio e alla Commissione competente il tempo di approfondire, discutere, fare audizioni serie e con possibilit� di repliche e dibattito che non c'� stato, affidare studi e capire verso quale direzione si sta ostinatamente portando la Sardegna e la sanit�? Che fine far�, Assessore, l'Areus? Ho detto qual � il mio parere, io spero che venga istituita entro pochi mesi, che verr� fatta una legge e che sar� come un dipartimento e meno come una struttura a s� stante. Non entro Assessore nei dettagli delle gestioni degli ospedali, del centro trapianti ad esempio, solo ieri ho ricevuto la documentazione dalla quale si evince che il dottor Lorenzo d'Antonio, indicato quale nuovo direttore del centro trapianti, non ha ancora firmato alcun contratto con l'Azienda 8, alla luce della criticit�, dice la lettera, evidenziate dal commissario straordinario cui si � dato mandato di sottoscrivere un 15 septies, pur se questa formula � stata politicamente messa al bando da tutte le forze politiche, compresa la vostra. N� entro ancora sui dettagli del funzionamento delle ASL con i commissari, alcuni dei quali sono anche delle brave, oneste e competenti persone, mentre altri non avevano e non hanno i titoli necessari, pi� volte ribadito, ma vedo che si fanno orecchie da mercante. Assessore, se non rispondono alla politica otto commissari di otto diverse ASL come pensiamo che possa rendere conto un manager unico seduto su una sedia di circa tre miliardi di euro? L'ho gi� dichiarato, io penso che il potere politico debba essere sovraordinato al potere burocratico e a quello finanziario. Sono l'Assessore e il Consiglio che devono essere gli unici responsabili, questa � una mia valutazione, della conduzione della politica, abbandonare questa strada sar� davvero molto pericoloso e devo dire che le strutture territoriali siano valide lei lo ha riscontrato anche l'altro giorno, perch�, sia lei che il commissario, vi siete meravigliati che una struttura come quella di Ozieri potesse essere una struttura efficiente che in passato�
PRESIDENTE. � iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facolt�.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Molto brevemente, Assessore le riconosciamo linearit�, trasparenza, anche competenza in virt� del suo lavoro, della sua professione; riconosciamo a lei anche quel minimo filo di fiducia che va rilasciato proprio alla luce del lavoro che sta per essere sviscerato e affrontato dall'Aula. Per� non siamo ottimisti perch� d'altro canto dovremo assicurare medesima fiducia, a lei che rappresenta una Giunta e una maggioranza, a questo insieme di soggetti che fino ad oggi davvero non hanno dimostrato nessun buon motivo per rilasciare la nostra personale fiducia. In verit� tutto ci� che � accaduto, cos� come si � sviluppato nel periodo che voi siete al governo ha dimostrato che ebbene non darvene e assicurarvene fiducia, perch� tutti gli inciampi, tutti i balbettii legislativi che riguardano non solo il comparto legislativo, ma che riguardano anche altri importanti iniziative legislative, che la vostra maggioranza e quindi la vostra Giunta, ha adottato non ultima questa della riforma sugli enti locali, ha dimostrato di non incontrare in assoluto n� il favore complessivo dell'Aula, compresa anche parte della vostra maggioranza, cos� come non lo ha incontrato nei rispettivi territori. E proprio sul tema della sanit� i territori mi sembra che siano stati anche abbastanza chiari altrimenti non si sarebbe mai dovuti arrivare in Aula con un fardello importantissimo di proteste che si sono levate in continuazione dai vari territori. Non possiamo non dimenticare altrimenti con quale veemenza la gente e i primi cittadini che sono si sono mossi dal Barigadu, dal Mandrolisai, dalla Barbagia, dai luoghi dimenticati in quelle fasi di discussione, adesso ancora di pi�, visto che prendiamo atto di con me non si dia conto a quelle preoccupazioni legittime, che sono state sollevate con durezza da quei primi cittadini e dai loro stessi amici abitanti di quei territori dimenticati nella vostra riforma sanitaria. Insomma � proprio per questo che non vogliamo assicurarvi la nostra fiducia e il nostro ottimismo anche se, come � stato gi� detto poc'anzi dei miei colleghi, noi Riformatori in tempi non sospetti, e quindi quasi sette anni fa, abbiamo gi� immaginato che probabilmente a fronte di un continuo innalzarsi della spesa sanitaria, a fronte di un'offerta complessiva dei servizi che certamente non era favorevole all'utente finale e quindi purtroppo al cittadino che trova sempre a sbattere il naso su una mala sanit�, sulle liste d'attesa, su tutto quello che � quotidianamente riportato dai media. Bene, davanti a tutto questo noi abbiamo immaginato un percorso differente che era quello della proposta di un ASL unica. Il fatto � che in questo sistema che noi presentiamo, abbiamo in qualche modo cercato di accompagnare in un percorso irto di difficolt�, perch� naturalmente le aspettative di ogni territorio sono anche quelle parimenti alla messa a disposizione di quelle orribili poltrone che non sono esattamente la risposta migliore che si deve assicurare ai nostri cittadini, bene noi abbiamo cercato di spiegare in ogni momento, in ogni occasione, in ogni luogo dove c'� stata l'opportunit� di dare un giudizio e soprattutto una discrezione della sanit� che noi volevamo � stata quella anche oggetto della piccola protesta che abbiamo voluto fare qua sotto stamane, abbiamo detto che la sanit� deve essere gestita da chi la sanit� la conosce, la sa gestire, perch� ne � professionalmente coinvolto quotidianamente, e che vi sia un sistema in cui la politica veramente rimanga fuori dalla sua organizzazione. Questo sarebbe il risultato pi� importante, sarebbe il risultato pi� alto e sarebbe la restituzione della credibilit�, in questo caso s�, della politica verso i propri cittadini. In questo caso ovviamente ritornerebbe alla luce quel filo di fiducia quelle sapere che probabilmente con un impegno, e lei ne � direttamente coinvolto e ritorno sulla sua persona e sulla sua figura, assicuriamo quel filo di fiducia, quella percezione che abbiamo di ottimismo che vagheggia proprio leggendo ancora una volta l'articolato legislativo, la rimettiamo proprio nella sua persona. Sappia con vigore e con rigore respingere gli assalti dei suoi compagni di squadra, di quelli che anche oggi l'hanno abbandonata lasciandola qui da solo nell'Aula ad ascoltare le doglianze o tutto quello che viene rimarcato quest'oggi dai colleghi consiglieri. Richiami semmai il Presidente ad essere affianco a lei, dimostri che non come ha schierato a favore del collega Deiana tutta la sua composita Giunta, faccia in modo allora, ha capito, che probabilmente se la dovr� giostrare da solo questa partita severissima e durissima. Tiri fuori tutta la sua grinta, tutta la sua conoscenza e faccia in modo che non venga saccheggiato quello che lei ha in testa. Per il resto sono sicuro che l'Aula sapr� dare anche un contributo se davvero vogliamo restituire alla nostra terra, alla nostra gente e ai nostri cittadini una sanit� del livello che merita.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facolt�.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Devo dire che la tentazione, prima di entrare in quest'aula, di fare un intervento a zero contro la ASL unica era forte, e devo anche dire che alcuni dei colleghi della maggioranza che sono intervenuti hanno in qualche modo solleticato questa tentazione, perch� non ho visto nessuno che ha difeso con convinzione la proposta. La tentazione era forte sia per motivi di merito, nel senso che ci stiamo avventurando verso una strada che non si sa quali risultati dar� e sappiamo bene invece quali risultati hanno dato le soluzioni uniche, ne cito una per tutte, Abbanoa, giusto per lasciarla come memoria, ma anche per il metodo con cui siete arrivati a questa soluzione, che � una soluzione direi non tanto di convinzione quanto di conversione, nel senso che noi abbiamo affrontato in questi due anni una serie di dibattiti, una serie di proposte� sembra una di quelle tappe del Tour, per rimanere ad un tema di attualit� in questi giorni, in cui all'ultimo tornante si cambia idea e si cerca una soluzione differente. Siete arrivati - dicevo - alla ASL unica non per convinzione ma perch� la situazione � disastrosa: � una scelta per riparare ai disastri che si sono susseguiti in questi anni e anche ai rischi di aumento delle tasse che abbiamo affrontato nei mesi scorsi.
Come dicevo per� non vorrei cedere a questa tentazione e invece vorrei cercare di portare il dibattito su un confronto un po' pi� ragionato, facendo questa prima osservazione: non c'� una parte dell'Aula o una parte politica che vuole innovare e una parte politica che vuole conservare, perch� non si pu� accettare il principio che bisogna cambiare a prescindere, bisogna cambiare tout court, qua nessuno vi ha chiesto di stare fermi, e nessuno fuori, tutti vi hanno chiesto di fare qualcosa, ma se vogliamo fare qualcosa per risolvere i problemi della sanit� dovremmo interrogarci non tanto sul numero delle ASL ma sul sistema che vogliamo creare, ovvero come garantire diritti dei cittadini, come garantire la salute dei cittadini, come garantire i principi di universalit�, di equit�, di uguaglianza, che sono i principi base del Sistema sanitario nazionale, come garantire una omogeneit� di prestazioni (che, come dice la stessa Giunta nella sua relazione al disegno di legge, non � assolutamente garantita in Sardegna), come riuscire a creare una rete di cure e anche come riuscire a creare un sistema di prevenzione, che significa sostanzialmente, Assessore, creare quel risparmio vero che poi ci pu� permettere di utilizzare i soldi del bilancio regionale per altri interventi urgenti. Per fare tutto ci� dovremmo farci delle domande, e solo dopo aver risposto a queste domande saremo in grado probabilmente di individuare il modello organizzativo migliore, senza cedere ai falsi miti, senza cedere ai totem (come ha scritto qualcuno in questi giorni sul principale quotidiano locale) e senza cedere alla convinzione che esista un'unica salvifica panacea, che esista la possibilit� che la ASL unica risolva tutti i problemi della sanit� in Sardegna, anche perch� la realt� che noi quotidianamente viviamo � una realt� ben diversa. Le cronache regionali, Assessore, ci raccontano ogni giorno un'altra sanit�, ci raccontano dei conti fuori controllo, come ha ricordato adesso il collega Oppi che ha parlato della voragine certificata ieri dalla Corte dei conti, ci ricordano anche un continuo taglio ai servizi e un'applicazione della riforma della rete ospedaliera senza che il Consiglio l'abbia ancora approvata, fatto gravissimo, ancora una volta - cito l'esempio dell'ospedale di Isili - si chiudono due sale operatorie in nome di non si sa che cosa. E c'� ancora oggi un assalto alla diligenza, perch� nel momento in cui, Assessore, questo � un fatto gravissimo, noi discutiamo di questa riforma, ci sono dei commissari che si permettono di attribuire centinaia di incarichi di posizioni organizzative, che potrebbe essere una cosa normale, una cosa di routine, ma non lo fanno per i prossimi sei mesi bens� per i prossimi tre anni. Questi danni li pagheranno i cittadini, li pagheremo tutti.
Allora, se la situazione � questa, davanti a questo sfacelo avete ceduto per disperazione alla ASL unica, perch� l'elemento primo che viene in mente leggendo il disegno di legge � che non c'� la capacit� di governare il sistema, si arriva alla ASL unica perch� siamo in una situazione di totale emergenza che non siete riusciti a controllare, che non riuscite a gestire. Ma siamo sicuri che affidare 2 miliardi e mezzo o 3 miliardi di euro ad un monarca unico, ad un direttore generale, sia l'unica soluzione possibile? Siamo sicuri che affidare ad un monarca, per quanto illuminato, una cifra di questo tipo e un potere di questo tipo, sia l'unica soluzione possibile? Siamo sicuri che sar� quest'Aula, questa Giunta a scegliere chi sar� il monarca, siamo sicuri che la scelta del monarca rimarr� in quest'isola e non avverr� in altre parti d'Italia, rispondendo ad altre logiche e ad altri poteri? Queste sono le domande che quest'Aula si dovrebbe fare, perch� la politica in sanit� � importante, certo non quella politica che cerca di controllare i primari e cerca di scegliere chi deve vincere un concorso, ma quella politica che risponde ai territori, alle esigenze dei cittadini. Perch� se � gi� oggi ognuno di voi, che siete maggioranza, ha difficolt� a parlare con un "califfo", vi immaginate che cosa succeder� domani, quali risposte potrete ottenere da un direttore generale che sar� ben pi� potente e pi� forte dell'Assessore?
Allora dobbiamo ritornare alla politica, e la politica oggi ci dice che sicuramente razionalizzare il sistema aiuta a creare dei risparmi, sicuramente aiuta a trovare quelle risorse che potrebbero permetterci, forse, di garantire una sanit� migliore ai nostri cittadini, ma forse questo lo possiamo gi� fare e lo stiamo gi� facendo, Assessore, perch� badate che poi alla fine tutto si riduce a tre voci, il personale, gli acquisti e il patrimonio. Nei comunicati di quest'ultima settimana avete citato due situazioni in cui la Regione � riuscita a realizzare un risparmio concreto con due gare uniche, allora la Centrale di committenza c'� gi�, sfruttatela, non c'� bisogno di creare un nuovo moloch, e l� a portata di tutti. E se l'altro problema � il personale, allora la selezione e la gestione del personale si pu� fare accentrando una struttura in Assessorato. La vera riforma non � creare un nuovo mostro, una nuova Abbanoa, ma a rinforzare l'Assessorato che in questi anni � stato totalmente sguarnito, anzi da sempre � sguarnito, perch� forse sul sistema sanitario non si deve controllare, non si deve avere una gestione centralizzata. Allora era molto semplice, bastavano due articoletti, anzich� andare a partorire un disegno di legge che ci porter� su un sentiero molto pericoloso.
Dall'altro lato dobbiamo anche dire che non c'� nessuna evidenza scientifica, come hanno detto alcuni colleghi, che ci sia questo grande risparmio, perch� un conto � scendere da 8 a 3, e allora magari il risparmio � significativo, ma da 3 a 1: il risparmio probabilmente � infinitesimale, per un costo organizzativo e un costo di risposte che non siamo pi� in grado di dare ai territori che sar� notevole, quindi un costo sociale molto forte.
E ancora una volta la domanda che io mi faccio �: siamo sicuri che questa semplificazione sia assolutamente necessaria? Anche perch� poi alla fine ci riempiamo la bocca di belle parole, diciamo tante belle cose, per� lo spettacolo che offriamo ai cittadini, che offrite ai cittadini, � diverso. Quindi, colleghi, io vi invito a riflettere, perch� anche quello che abbiamo letto oggi sulla stampa regionale non ci fa onore, lo dico a tutti, non vi fa onore e non ci fa onore, perch� l'impressione che io ho leggendo il giornale - nessuno mi potr� smentire - � che, ancora una volta, davanti ad una grande riforma di sistema ci stiamo trovando di fronte ad un compromesso al ribasso, dove � pi� importante scegliere la sede della prossima Azienda unica piuttosto che capire quale servizio sanitario saremo in grado di offrire ai nostri cittadini.
Allora, Assessore, colleghi, io vi invito ad una riflessione e mi avvalgo anche, come dire, dell'insegnamento della storia e della mitologia. Qualcuno oggi prima di me ha citato Panacea, che � una figura mitologica che aveva la capacit� di curare tutti con le sue forze, una cura praticamente onnipotente, cos� si diceva, per� vede, Assessore, anche Panacea molto spesso non agiva da sola, aveva cinque fratelli e tutti che operavano in ambito "medico", allora probabilmente otto sono troppi, forse anche cinque, ma il figlio unico proprio no.
� iscritto a parlare il consigliere Augusto Cherchi. Ne ha facolt�.
CHERCHI AUGUSTO (Gruppo Misto). Iniziamo oggi il percorso di questa riforma del nostro servizio sanitario, o meglio vediamo uno dei quattro tasselli che compongono questa riforma, pensando che una parte l'abbiamo per il momento accantonato che � la riforma della rete ospedaliera e le altre due che dovremo riprendere che sono la riforma della emergenza-urgenza e della rete territoriale. Quindi un disegno complessivo che ancora non abbiamo nella sua interezza ma che si dovr� comporre.
Iniziamo a parlarne in aula dopo tante parole dette fuori da questa aula e lo facciamo per necessit� di riformare un servizio sanitario che mostra evidenti lacune di qualit�, lacune di gradimento, lacune di sicurezza, universalit� e accesso ma anche di sostenibilit� economica e finanziaria e di consumo smisurato di risorse e soprattutto in funzione dell'efficienza e dell'efficacia prodotta. Come anche quest'anno, appunto, anzi pochi giorni fa, notizie di oggi, ci ricorda anche la Corte dei conti. Non voglio soffermarmi sul debito che � stato prodotto e neanche su chi lo ha prodotto, convinto come sono che sia un esercizio inutile soprattutto se come me si � convinti che sia un sistema malato a produrre il debito e poco importa se per cinque anni si iper finanzia e si riduce il deficit e per i cinque anni successivi si riduce il finanziamento e si aumentano i deficit. � un sistema malato che negli ultimi 15 anni pur avendone avuto le occasioni non abbiamo saputo curare, e mi riferisco alla prima riforma del Titolo quinto e all'accordo Soru - Prodi del 2006. Rimanendo al palo e continuando a gestire la sanit� in Sardegna con regole scritte nella Penisola e calate nella nostra realt� forzatamente con esplicita evidenza di inapplicabilit�; bisogna cambiare, c'� bisogno di un servizio sanitario realmente calato nelle nostre esigenze, c'� bisogno di un servizio sanitario che cambi senza esporci a rischi di ulteriori tracolli o fallimenti, c'� bisogno di un cambiamento ragionato e non lasciato alla estemporaneit� che valuti i rischi e benefici e che possa essere corretto in corsa qualora i rischi superino i benefici. Il modello che nel 2014 come Partito dei sardi abbiamo proposto poteva avere questa caratteristica di transizione che avrebbe garantito una fase di passaggio che pur avendo come punto di caduta la ASL unica permetteva una gradualit� dei processi ed una maggior garanzia di successo.
Negli interventi che si sono preceduti al mio si � parlato di questa deriva accentratrice cui stiamo assistendo in tutto il territorio nazionale e cio� della riduzione del numero delle ASL negli ultimi 10 anni; io pi� che soffermarmi sulla riduzione progressiva del numero delle ASL mi soffermerei sulla reale efficacia che questa riduzione progressiva ha prodotto vista l'esponenziale crescita lontana dalla crescita fisiologica del servizio sanitario di spesa che ha avuto negli ultimi anni. Accorpare non sempre significa risparmiare e non sempre si accresce il livello di efficacia e di efficienza e di qualit� del servizio. Noi siamo assolutamente d'accordo sull'accentramento dei servizi della gestione del personale, sul patrimonio, sulle gare ma crediamo che possano non essere centralizzati i servizi sanitari, i servizi sanitari che nei territori soprattutto nelle periferie devono erogare. Rimango comunque favorevole al cambiamento anche radicale e che possa provocare anche uno shock terapeutico ma chiedo che le regole vengano scritte da chi � stato eletto in Consiglio regionale e non demandato da atti attuativi, atti o atti aziendali che con questa legge stiamo facendo nascere. Stiamo facendo nascere una ASL probabilmente la pi� grande d'Italia con 1.600.000 assistiti, con un totale di 22.000 circa dipendenti del servizio sanitario, quindi una ASL che non � difficile pensare con poco meno di 15.000 dipendenti, con pi� o meno 30 presidii ospedalieri, con 23 distretti, con 24 PLUS, insomma una cosa grande, forse troppo grande. Il rischio � il caos organizzativo, � forte questo rischio, il rischio di squilibri di responsabilit� � reale e la necessit� della regolazione dei contrappesi allo strapotere del singolo � pericolosa se non attuato. Il nostro apporto alla legge � finalizzato a cercare di migliorare la proposta della Giunta convinti come siamo che il pericolo che si possano annidare in norme non scritte e in eccessi di delega, rivendichiamo la necessit� di affermare la prerogativa del Consiglio e delle competenti Commissioni cos� come la giusta responsabilit� che sono l'Esecutivo, la Giunta regionale pu� e deve assumersi.
Presenteremo in Commissione, in Aula alcuni emendamenti soprattutto finalizzati a cercare di mettere, di correggere alcune norme di questa legge e soprattutto per quanto riguarda la nostra contrariet� alla nascita dell'esempio di una nuova azienda che � la AREUS convinti come siamo che l'azienda AREUS possa essere incardinato all'interno di un dipartimento intra aziendale. Cercheremo di rispondere a quegli squilibri a cui mi riferivo prima tra i diversi attori nella catena di comando e proporremo anche all'istituzione di nuovi dipartimenti all'interno dell'azienda cercando di migliorare l'efficacia e l'operativit� di questa azienda come il dipartimento del farmaco e il dipartimento delle professioni sanitarie. Cercheremo in poche parole di dare il nostro contributo a migliorare questa legge convinti come siamo che possa e debba essere migliorata. Grazie.
PRESIDENTE. � iscritto a parlare il consigliere Luca Pizzuto. Ne ha facolt�.
PIZZUTO LUCA (SEL). Grazie Presidente, siamo alle soglie di un cambiamento epocale per la sanit� sarda che cerca di coniugare la gestione della spesa oggettivamente fuori controllo da molto tempo e la qualit� dei servizi sanitari nei territori. Noi abbiamo preso parte attivamente alla discussione di questa legge che riteniamo debba essere fatta nel senso che cos� con questo tipo di modello sanitario evidentemente non � possibile continuare perch� gli eccessi nelle spese sanitarie, nelle gestioni di alcuni aspetti locali sono difficili da contrastare, da gestire, per� al contempo noi riteniamo che nella legge si debbano dare gli strumenti al grande per poter gestire le cose pi� piccole ma alla stessa maniera dobbiamo dare gli stessi strumenti alle cose pi� piccole per non essere schiacciati dalle cose pi� grandi. A cosa mi riferisco, mi riferisco al fatto che noi dobbiamo creare un equilibrio di potere fra chi gestir� un domani l'azienda regionale e le piccole realt� locali, le piccole realt� comunali e devono esserci dei chiari elementi di equilibrio da questo punto di vista a nostro avviso, ci devono essere elementi forti di garanzie su un minimo di autonomia gestionale che devono essere garantite dalle realt� cosiddette (ASL) e soprattutto va messo un freno al potere gestionale di un uomo solo al comando che rischia di poter gestire per conto suo quasi met� del bilancio regionale della Sardegna.
Per cui noi vediamo in questa legge sicuramente un'opportunit� di cambiamento notevole ma alla stessa maniera dobbiamo fare in modo che all'interno della legge ci siano tutele ed equilibri tali che non consentiranno un domani anche a chi verr� dopo di noi, perch� le leggi non si fanno semplicemente per la gestione del presente ma si fanno anche per la gestione del futuro, di poter avere strumenti di controllo, di equilibri e di valutazione sulle cose che vengono fatte. Sinistra ecologia e libert� in questo presenter� una serie di emendamenti che hanno questa finalit� e che hanno questo indirizzo, che abbiano l'indirizzo di rendere chiara la geografia dei territori che verranno amministrati dall'Azienda regionale unica, che abbia chiara la tutela delle Isole e delle realt� montane, che abbia chiaro il sistema di riequilibrio di potere per un direttore generale che � a capo di molto e che possa quindi sostanzialmente andare a creare una legge che sia in grado di fare un'azione forte di riduzione degli sprechi e di accentramento dei costi per cercare di ridurli, ma che alla stessa maniera possa tutelare e garantire le realt� periferiche e le realt� minori. Lo sforzo di SEL sar� questo in queste giornate di discussione e di dibattito, gli emendamenti di SEL e su cui SEL non retroceder� di un passo sono quelli che andremo a depositare fra qualche ora, nella convinzione che questo momento di discussione e di riforma possa essere un momento di cambiamento epocale positivo, e positivo vuol dire non solo che creiamo una mega struttura in grado di gestire e controllare tutto, ma creiamo una megastruttura che � in grado di gestire insieme alle piccole realt� e di tutelare anche le piccole realt� nella gestione della sanit� pubblica. Per questo lavoreremo e ci batteremo in queste giornate di lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie. Era l'ultimo intervento della mattinata, la seduta � tolta, il Consiglio � convocato questo pomeriggio alle ore 16.
La seduta � tolta alle ore 13 e 51.