Seduta n.269 del 25/10/2011 

CCLXIX Seduta

Martedì 25 ottobre 2011

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente BRUNO

La seduta è aperta alle ore 10 e 04.

COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 13 ottobre 2011 (262), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Felice Contu, Angelo Cuccureddu, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Silvestro Ladu, Marco Meloni, Antonello Peru e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 25 ottobre 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Zuncheddu - Uras sulle presunte irregolarità delle assunzioni e della gestione dei concorsi presso la ASL di Nuoro". (455)

(Risposta scritta in data 20 ottobre 2011.)

"Interrogazione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Solinas Christian sulle vaccinazioni antinfluenzali". (509)

(Risposta scritta in data 20 ottobre 2011.)

"Interrogazione Cossa sulla controversia in merito alla titolarità di alcuni terreni all'interno dell'area industriale portuale di Cagliari". (548)

(Risposta scritta in data 20 ottobre 2011.)

"Interrogazione Diana Giampaolo sul considerevole ritardo nella presentazione alla Giunta regionale della proposta di deliberazione per l'assegnazione delle borse di studio ai non medici afferenti alle scuole di specializzazione dell'area sanitaria per l'anno accademico 2010/2011". (619)

(Risposta scritta in data 20 ottobre 2011.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sui gravi problemi derivanti dal blocco imposto dalla ASL alla Tecno Pig di Bottidda". (640)

(Risposta scritta in data 20 ottobre 2011.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265.

Poiché devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere alla prima votazione, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 06, viene ripresa alle ore 10 e 19.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione, dell'emendamento numero 184 con la votazione dell'emendamento, verifichiamo anche il numero legale.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale sull'emendamento numero 184.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 184.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano, Gallus, Greco, Milia e Mula hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cherchi - Cocco Daniele - Petrini.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Tocco - Vargiu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 36

votanti 34

astenuti 2

maggioranza 18

favorevoli 3

contrari 31

Poiché non sussiste il numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 21, viene ripresa alle ore 10 e 52.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, anche stamattina la maggioranza continua a fare opposizione a se stessa e a non essere presente in aula. Io, come le ho già fatto presente in occasione di altre sedute, vorrei capire come si intende procedere nei lavori, perché sarebbe paradossale che ci si chiedesse di lavorare con orari prolungati in presenza di una maggioranza che, comunque, non è presente quando deve essere presente. Non vorrei che ci trovassimo, come è successo in altre circostanze, a dover recuperare il tempo che la maggioranza perde non essendo regolarmente presente in aula. Le sarei pertanto molto grato se ci potesse - visto che ancora il nostro Capogruppo non ce l'ha comunicato, credo non ci sia stata una riunione in tal senso - far sapere per tempo, e non all'ultimo momento, come sono stati programmati i lavori di oggi.

PRESIDENTE. Giusto per evitare il ripetersi di questo genere di interventi anche nei prossimi giorni, visto e considerato che la Conferenza dei Capigruppo già la settimana scorsa ha definito il programma dei lavori, ricordo che per tutta la settimana è previsto che si lavori dalle ore 10 alle ore 14 e dalle ore 16 alle ore 24, con possibilità di proseguire anche oltre tali orari a seconda dello stato dei lavori.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22

(Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 184.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, con l'emendamento numero 184 noi stiamo affrontando quello che è indubbiamente il cuore del "Piano casa uno". Con detto emendamento, infatti, noi prevediamo di cassare la lettera c) del comma 2 dell'articolo 13 del Piano casa 1, cioè la possibilità, per i comuni dotati di piano urbanistico comunale, ai sensi della legge numero 45, di realizzare gli interventi nelle zone territoriali omogenee C, D, G, E, F, previsti negli strumenti attuativi approvati, e in sede di iniziativa privata già convenzionati. Ecco, io credo che noi dobbiamo fare una riflessione su questo modo di legiferare, e sarei molto interessato anche a conoscere il parere dell'Assessore.

Nel Piano casa 1, infatti, con questa norma (e io mi dichiaro favorevole all'emendamento) stiamo, di fatto, incoraggiando i comuni a non adeguare mai i loro PUC al nuovo Piano paesaggistico regionale. Ricordo che mentre nel P.P.R. noi dicevamo che potevano essere eseguiti soltanto gli interventi che avevano convenzione efficace alla data di adozione del P.P.R. (quindi al maggio 2006) qui stiamo ipotizzando che convenzioni possano essere state fatte anche, o possono essere fatte anche tra il 2006 e la data di approvazione di questa legge, quindi abbiamo aperto una finestra temporale ancora più grande.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, noi continuiamo a spiegare - e vorrei un attimo di attenzione da parte dell'Assessore - che navighiamo nell'illegittimità più totale. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha detto di recente (sentenza numero 135) che "è assolutamente ragionevole" - Assessore - "oltre che giuridicamente indiscutibile" - sono parole che parlano da sole - "ritenere che la legge regionale" - questa - "nel momento in cui ha reso possibili alcune eccezioni al vigente sistema di tutela paesaggistica, con specifico riferimento a un bene così importante come la fascia costiera, ne abbia, però, rimesso la concreta attuazione al Piano paesaggistico regionale, unico strumento direttamente investito dal legislatore statale della funzione di contemperare l'obiettivo di un razionale sfruttamento del territorio. Ne consegue che le disposizioni di cui all'articolo 13 non possono essere quelle di una immediata e diretta liberalizzazione di interventi sulla fascia costiera, anche in deroga alle previsioni vincolistiche tuttora contenute nel PPR".

Avete ancora dubbi sul fatto che stiamo pestando acqua sul mortaio e che stiamo parlando di sovrapporre illegittimità a illegittimità? Questo è il tenore della vostra propaganda, cioè illudere la gente qui fuori, o meglio, più che illudere, a rassicurare qualche cliente del fatto che avete il potere di ingrandire questa potenzialità di deroga. Questa è la verità. Dopo di che credo sia del tutto privo di significato anche questo comma di cui stiamo parlando, dove voi ignorate persino che ci sia stata la legge numero 8 del 2004 e rimandate gli interventi ammissibili a quelli approvati ai sensi della legge numero 45.

Siete fuori dalla grazia di Dio! Ignorate l'esistenza di una legge che dal 2004 al 2009 ha operato e segnato l'attività amministrativa e urbanistica della nostra Regione. Dite: "Non esiste più; tutti i piani attuativi approvati ai sensi della numero 45, quindi quelli antecedenti alla legge numero 8, sono tutti di nuovo validi, resuscitati a nuova vita".

Io, a questo punto, Assessore, le pongo la domanda se non sia opportuno farsi affiancare da una struttura tecnica in grado di esprimere dei pareri dotati almeno di un minimo di decenza giuridica, perché scrivere queste cose significa cadere nel ridicolo, nel ridicolo legislativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, io vorrei porre alcune domande, soprattutto all'Assessore. Perché intendete la politica come rapporto di forze e non come dialogo costruttivo, benefico per la comunità? Perché intendete la politica solo come resistenza, eliminando la sua forza di incidere sulla vita sociale e ambientale? Perché volete che la politica sia solo una strategia difensiva, ma non il controllo logico dell'ordine del discorso della traduzione e dell'idioma? Perché non dovete capire che la politica non deve affermarsi contro il potere, e il potere collettivo, ma nel potere, ed entro il potere in modo socialmente e collettivamente utile? Perché non considerate il fatto che sindacati, costruttori e nobili urbanisti non nascondano la loro critica per questo Piano che non garantisce, in nessuna maniera, opportunità abitativa ai sardi, ma scatena soltanto speculazione edilizia e ripartizione del territorio in una serie di frammenti? Perché questo Piano è privo di ogni programmazione partecipativa, soprattutto per quanto riguarda i centri storici e i piccoli comuni?

Non pensate che i progetti presentati contrastino con gli strumenti urbanistici vigenti, perché ci fanno tornare indietro sulle conquiste fatte dalla collettività in materia di tutela e conservazione del bene paesaggistico? Perché non considerate che il bene comune non sia una merce di scambio, una mercificazione, che deve sempre e necessariamente sottrarsi alla logica del mercato? Per poter sviluppare è necessario sempre avvolgere, involgere e non incartare.

In questo Piano casa noi non chiediamo un'agenzia immobiliare, ma solo una politica umana e umanizzante. Il calcolo, cari colleghi, soprattutto il calcolo del profitto, ha sempre ignorato le altre attività non monetarie. La gioia e l'amore per il territorio, la sofferenza e la dignità, il tessuto stesso della nostra vita non possono, in nessun caso, essere calcolati in termini di profitto. Cari colleghi, non dovete solo denunciare la nostra opposizione al vostro Piano casa, ma dovete annunciare ciò che volete veramente realizzare con questa legge. Non esisterà nessuna riforma politica, se non esiste una riforma del pensiero politico. Smettiamola di parlare di sviluppo, perché questo sviluppo stesso è alla base di questa crisi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). L'articolo 1 bis, a cui si collega l'emendamento numero 184, è praticamente un annuncio che recita: "Sono apportate modifiche e integrazioni alla legge numero 4 del 2009", cioè il cosiddetto Piano casa 1.

Con questo articolo-annuncio si è, ovviamente, certificato, da parte della maggioranza, il fallimento di quel provvedimento legislativo. E' ormai accertato - io lo dico all'Assessore Rassu - che la Giunta è incapace di produrre norme applicabili, di produrre disposizioni che siano coerenti con i bisogni e le esigenze dello sviluppo dell'edilizia (parlo di sviluppo dell'edilizia, non dell'economia, perché l'economia non si sviluppa mettendo quattro mattoni uno a fianco all'altro) la quale registra un crollo clamoroso dell'occupazione proprio a partire dall'approvazione Piano casa 1.

Mi dispiace non ci sia l'onorevole Cuccureddu, perché io sto cercando i 400.000 occupati che si sarebbero dovuti generare in seguito ai tanti piccoli cantieri (circa 40.000) che sarebbero dovuti sorgere con 10 occupati cadauno, attorno alla realizzazione di qualche vano in più per ogni corpo edilizio censito in funzione dell'applicazione del Piano casa 1. Noi possiamo rimanere 4, 5 giorni, 6 giorni, 7 giorni a discutere di nulla attorno a questo provvedimento, che è indecente, e intanto la Sardegna - che è l'ultima ruota del carro di un'Italia disastrata a causa di una maggioranza come la vostra - va a fuoco, precipita nel disastro economico e sociale.

Volete mettervi a fare qualcosa di utile finalmente? Volete ragionare sul merito delle questioni? Volete uscire dalla superficialità della gestione partitocratica alla quale vi siete condannati? Volete, cioè, essere espressione di questa società?

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il mio voto a favore dell'emendamento, anche perché questo emendamento richiama quei pochi piani urbanistici comunali, che in Sardegna sono in vigore. Buona parte, anzi la totalità dei consigli comunali avrebbe la necessità forse (magari cogliendo anche questa occasione) di essere richiamata al loro dovere, non foss'altro perché la realizzazione e la messa in atto dei piani urbanistici comunali è un'esperienza interessantissima. Ve ne parla colui che, tra i primi in Sardegna, riuscì a mettere su, nell'arco di tre mesi, il piano urbanistico comunale, coinvolgendo le popolazioni e condividendo con esse anche vincoli che forse la Regione Sardegna non avrebbe mai adottato.

Vi faccio un solo esempio. Dopo tre mesi abbiamo votato il piano particolareggiato del centro storico; molte delle abitazioni edificate da meno di cinquant'anni svettavano oltre al limite di gronda del tessuto urbanistico storico del centro abitato. Ebbene, in quella circostanza decidemmo, d'intesa anche con la popolazione, anche con i proprietari, di abbattere molte di queste strutture, compreso un palazzo di 13 piani che svetta più alto del campanile storico. Io ho chiesto anche ai vari Assessori dei lavori pubblici un intervento della Regione Sardegna avendo la disponibilità dei condomini ad abbandonare tre piani di quella struttura per renderla conforme al tessuto urbano del centro abitato. Quindi i cittadini spesso sono molto più avanti di quanto noi in quest'Aula pensiamo. Si tratta di responsabilizzare le amministrazioni locali, a conciliare queste esigenze di vincoli e di liberalizzazioni laddove sia possibile.

Perché allora non cogliere questo momento per ridare un'opportunità ai comuni, e in tempi rapidi? Io credo che se ci fossero le condizioni, e anche l'attenzione da parte del Consiglio, i comuni farebbero la loro parte e la farebbero anche in tempi rapidi, conferendo davvero un assetto globale al territorio e quindi eliminando il famoso PPR che tutti vorremmo fosse un elemento di vincolo e invece potrebbe essere l'elemento di indirizzo al quale i comuni potrebbero rifarsi in tempi rapidissimi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Riprendiamo oggi un'ulteriore fase di questa che potremmo definire una lunga commedia degli inganni, dove di fatto ingannato è il cittadino sardo che, come tutti cittadini italiani, quando venne lanciata a suo tempo dall'attuale Governo (ora al crepuscolo, ma allora nel pieno delle proprie forze) l'idea di fare dei piani casa regionali per rilanciare l'edilizia, fu oggetto di una riforma che in Sardegna è stato amplificato notevolmente. E' stato amplificato con la legge numero 4 del 2009 nel momento in cui, oltre ai piccoli interventi di ampliamento che venivano identificati come simbolo dei piani casa, si è messo mano alla ben più impattante e importante pianificazione paesaggistica regionale, e qualcuno in questi giorni lo ha dichiarato chiaramente.

Nel momento in cui io leggo dichiarazioni in cui si dice: "Non possiamo rinunciare a dare indirizzi alla Giunta sul Piano paesaggistico regionale" emerge con chiarezza il grande equivoco che qua siamo chiamati a discutere. L'obiettivo di fondo di questa legge non è il piano casa, non è il rilancio dell'economia attraverso il rilancio del settore dell'edilizia, che pure ha la sua importanza, avrà i suoi aspetti da approfondire, eccetera; l'obiettivo di fondo di questa legge che emerge da queste dichiarazioni è che bisogna rimettere in discussione il PPR.

Fin qua nulla quaestio, se qualcuno ne è convinto. Il problema è che si vuole fare quell'operazione con questo disegno di legge. Sarebbe stato molto più logico invece porre il problema al Consiglio regionale attraverso nuove linee guida per un nuovo PPR, se i colleghi della maggioranza ritengono che sia questa una cosa importante, e avviare una discussione su questo tema. Evitiamo di prendere in giro i sardi. Un piano casa, anche un piano casa tra virgolette, che puntasse ad aprire qualche spiraglio, e altrove è stato fatto (vedi Toscana, Emilia e altre regioni dove non c'è stato questo scempio che si vuole propugnare qua)…

PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, anch'io annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento. Credo che il segnale che forse quest'Aula, questa maggioranza, vuole inviare sia quello di cercare di modificare il PPR attraverso procedure che assolutamente non possono avere effetti. Ci sono già sentenze che dicono questo, e anche il collega Gian Valerio Sanna ne ha parlato prima, ma penso sia importante ribadire che la lettera c), comma 1, dell'articolo 13 della legge numero 4 comporti una variazione del PPR che ovviamente andrebbe affrontato con una diretta variazione del PPR e non attraverso questo "piano casa 3" che, come sappiamo, è considerato solamente un segnale per amici, per persone che ritengono che da questo atto l'economia sarda dovrebbe ricevere uno stimolo per lo sviluppo.

In realtà noi sappiamo che ciò è del tutto aleatorio e che questo modello di crescita è un modello che non può avere nessun riscontro economico.

Purtroppo la Sardegna rischia il default perché, invece di pensare a manovre istituzionali e a leggi più importanti, ci stiamo arrampicando nel mattone, che molti considerano un bene capace di mantenere il suo valore, ma in realtà, considerate le attuali e letteralmente immobile, ma in realtà in questa situazione finanziaria, in queste dinamiche finanziarie, è veramente un prodotto effimero perché non produce ricchezza nel lungo periodo, non produce occupazione nel lungo periodo, provoca effetti solamente nel brevissimo periodo e per chi viene da aree, come quella di Capoterra da cui provengo io. In queste aree secondo alcuni dove il mattone è sempre stato uno dei motori dello sviluppo, in realtà anche oggi, anche dal punto di vista occupazionale, la crisi c'è, ma la crisi c'è non perché manca la possibilità di lavorare nel settore, ma perché il territorio è stato letteralmente violentato.

Allora non si può pensare che questa sia una cultura che anche attraverso questo comma che noi vogliamo abrogare possa andare avanti. Al di là di ogni bigottismo, noi riteniamo che l'ambiente debba essere utilizzato, ma solo se viene rispettato può creare ricchezza. Per questo il mio voto sarà favorevole a questo emendamento, perché è in linea con questo passaggio. Dobbiamo cioè fare in modo che il territorio sia utilizzato in maniera positiva, senza determinare situazioni di spreco e soprattutto di violenza per l'ambiente e in ogni caso, ripeto, non si può attaccare il PPR tramite strade secondarie. Il PPR se lo si vuole affrontare lo si affronta parlando del PPR e non attraverso questa terza…

PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Intervengo per esprimere il parere favorevole a questo emendamento soppressivo che ha l'intento, come la larga parte degli emendamenti soppressivi presentati dall'opposizione, di snellire, migliorare, semplificare norme che diventerebbero, se dovesse passare questa legge, eccessivamente farraginose, tortuose, discrezionali e permissive.

Da sempre la visione della gestione del territorio da parte del centrosinistra è improntata alla vivibilità delle nostre città, dei nostri paesi, dei nostri centri, dei nostri territori, del territorio tutto della Sardegna, proprio per eliminare quella discrezionalità che voi avete introdotto con la legge numero 4 e che oggi cercate ulteriormente di allargare, di ampliare con norme e cavilli tortuosi. I vostri modi di presentare le leggi, il linguaggio che usate è sempre un linguaggio permissivo: "si può", "si può inoltre", "sarebbe consentito", "sarà permesso in aggiunta", "inoltre potrà essere realizzato". E' tutto un procedere senza una visione globale e complessiva di uno strumento che è quello che noi abbiamo oggi in vigore, il Piano paesistico regionale, che voi non volete modificare migliorandolo o perfezionandolo, volete stravolgere, smantellare, mettendo in discussione la filosofia complessiva con cui quel Piano fu approvato.

Poi voi dite: "avete su questo perso le elezioni"; io non lo so se le elezioni sono state perse su questo o su altro, resta il fatto che comunque, elezioni vinte o perse, questo rimane, come dire, un modo strategico di guardare al territorio della Sardegna con una visione che è proiettata verso il futuro. La vostra è una posizione invece di retroguardia, che continua a recuperare ipotesi di arrangiamento, di arricchimento, di arrotondamento senza una visione complessiva della gestione del bene paesaggio, del bene ambiente e quindi del territorio nel suo insieme: le coste, i territori agricoli, l'agro, le zone interne, i borghi e le città. Questo dovrebbe essere il nostro concetto e per questo cerchiamo con gli emendamenti di...

PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 184. Noi oggi riprendiamo una discussione che si è interrotta venerdì su una legge che abbiamo già definito - esattamente come l'ha definita poc'anzi il collega Sechi - pasticciata, una legge deroga perché nient'altro fa se non derogare o tentare di derogare alle norme del Piano paesaggistico regionale, soprattutto altro non fa che mettere in campo tentativi per modificare surrettiziamente quel Piano paesaggistico. Dimostrazione, questa legge, di una totale inconsapevolezza delle potenzialità della Sardegna che vanno salvaguardate, delle sue ricchezze, ma anche dell'inconsapevolezza di quali siano gli strumenti più adatti per affrontare questa crisi economica e per far sì che la Sardegna possa conoscere tempi migliori.

Presidente, io sono stata sabato ad Abano Terme dove si è tenuto il congresso nazionale della FASI, dei circoli sardi in Italia. Se il presidente Cappellacci avesse avuto la delicatezza di essere presente a quel congresso (al quale non si è presentato, peraltro neanche avvisando di persona, ma facendolo comunicare alla sua segretaria e offendendo moltissimo i rappresentanti dei circoli dei sardi), se fosse stato presente avrebbe avuto modo di sentire che non soltanto la minoranza in Consiglio regionale si oppone a questa legge, non soltanto la Confindustria sarda, la CNA, le organizzazioni di categoria, ma anche coloro i quali non hanno un immediato interesse in Sardegna se non quello di rivedere la propria regione riprendersi la dignità e riprendere la strada dello sviluppo, considerano questa legge, nella sua prima, seconda e terza versione, un fallimento.

Se fosse stato presente avrebbe sentito quali critiche sono piovute alla politica ambientale e urbanistica di questa maggioranza e del suo Presidente. Forse avrebbe fatto bene ad ascoltare tutti questi soggetti così si sarebbe reso conto che la strada che è stata intrapresa è una strada che non trova consenso da nessuna parte. E avrebbe sentito i fischi che sono arrivati al Presidente della Regione, i fischi sonori per le promesse fatte anche sulle tematiche che vanno incontro agli immigrati, e le contestazioni di una platea che probabilmente lo ha anche sostenuto durante le elezioni e che credo quel sostegno piano piano se lo stia rimangiando, ma non in maniera acritica, ma sulla base delle politiche che sono state messe in campo a iniziare da queste...

PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, questo è un emendamento che personalmente mi pone qualche difficoltà. Io ho assunto finora un atteggiamento assolutamente unitario, il centrosinistra, l'opposizione sta conducendo una battaglia seria e responsabile per bloccare questa legge e questo è uno dei pochi emendamenti su cui io mi asterrò, non voterò contro, e vorrei spiegare anche perché.

La lettere c) del comma 1 dell'articolo 13 che si vorrebbe abrogare con questo emendamento recita: "Nei comuni dotati di Piano urbanistico comunale, ai sensi della legge regionale 22 dicembre 1989, numero 45, sono altresì realizzabili gli interventi localizzati nelle zone C, G, D e F". Ora io sono un estimatore della legge numero 45 e anche del cosiddetto decreto Floris dell'83 (buone leggi di trent'anni fa che è giusto, è quasi obbligatorio richiamare oggi in quest'Aula) e ritengo che se i comuni (come prevede il comma c) che si vorrebbe abrogare) avessero approvato tutti i Piani urbanistici comunali, non ci troveremmo nel disastro dell'edilizia e dell'urbanistica minacciato, adombrato dal Presidente della Commissione Sanna.

Quest'emendamento mi consente di riprendere l'argomento posto nella scorsa settimana sulla stessa legge, la necessità che la Regione Sardegna torni, come faceva allora, a legiferare in modo che vengano premiate le regole e non le deroghe. E' necessaria una iniziativa straordinaria perché il numero dei comuni che si dotano di Piani urbanistici comunali venga progressivamente aumentato fino a raggiungere il 100 per cento dei comuni sardi. Badate, il 22 dicembre dell'89 il Consiglio regionale della Sardegna fece un bel regalo ai sardi, un bel regalo proprio nella vigilia di Natale: questo emendamento mi ha consentito di rileggere la legge numero 45 del 1989 e consiglierei anche al presidente Sanna e a tutti i colleghi di rileggerla.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il mio voto favorevole all'emendamento numero 184. Abbiamo ripreso oggi, seppure in ritardo, a discutere su un disegno di legge che in modo furbesco cerca di mascherare il vero obiettivo di questa maggioranza: modificare con un disegno di legge di proroga del piano casa modificare una legge come quella che ha dotato la Sardegna di strumenti normativi e di pianificazione di riferimento, una legge che ha consentito anche alla regione sarda di avere un grande valore aggiunto nel settore ambientale. Oggi noi, l'ha già fatto qualche mio collega, vi confermiamo che cercheremo, in tutti i modi che il Regolamento ci consente, di evitare che voi possiate raggiungere questo obiettivo.

In questi giorni, sia in quest'Aula sia sulla stampa, andate dicendo che vi siete presentati agli elettori sardi con questo programma, che con quest'idea di modificare il Piano paesaggistico regionale avete vinto le elezioni e che quindi è un vostro diritto o dovere approvare le vostre proposte. Io sono perfettamente d'accordo con voi, avete perfettamente ragione che queste sono le regole della democrazia, ma dico che se siete così convinti di dover modificare il Piano paesaggistico regionale abbiate almeno il coraggio di portare all'attenzione delle Commissioni consiliari, di portare all'attenzione di quest'Aula una proposta sulla quale poterci confrontare e discutere e magari scopriremo che su qualche proposta siamo anche d'accordo.

Così anche noi, assessore Rassu, avremo la possibilità di poter prendere visione di questa fantomatica proposta di modifica del PPR che state andando in giro ad illustrare a pochi intimi perché, come ho già detto la settimana scorsa, avete fatto un'assemblea anche nel territorio della Provincia di Oristano (invitando non si sa con quali criteri) solo ed esclusivamente gli amici della maggioranza che oggi governa la Regione. Portare in discussione una legge di proroga, di semplice proroga della legge numero 4 pensando in questo modo di poter modificare una legge che non è una legge ordinaria, che non è una legge come tutte le altre...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io Presidente annuncio il mio voto favorevole all'emendamento. Io voglio utilizzare questi tre minuti per porre una domanda all'assessore Rassu nel tentativo di evitare questo soliloquio a cui ci avete costretto. Assessore Rassu, durante il dibattito svolto la scorsa settimana siamo stati invitati - lo ha fatto con garbo ma non per questo con meno fermezza il Presidente della Commissione Matteo Sanna - a fare i nomi di chi sta dietro le cambiali. Insomma, questo era un po' il dibattito sul quale mi sono soffermato anch'io in più di un'occasione, e mi scuso per l'autocitazione.

Allora Assessore, io le chiedo questo molto semplicemente, senza polemica: io non credo che un legislatore, chiunque predisponga una norma, non sappia quali possano essere i potenziali destinatari di quella norma. Io le chiedo, Assessore, stiamo discutendo di un emendamento, che cancella appunto la lettera c) del comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4 del 2009; ecco, dentro quella lettera c) io le chiedo, Assessore, non ci sono per caso anche coloro i quali si sono visti bloccare alcune lottizzazioni, alcuni cantieri? Le chiedo Assessore, chiedo a lei così sgombriamo il campo da equivoci: chi potrebbe essere interessato al mantenimento di questa norma? Non mi dica: "Non lo so", perché non è possibile, non è possibile!

Allora io le chiedo davvero di offrirci qualche elemento di discussione che possa in qualche maniera vivacizzare anche questo dibattito. Lo ha già detto qualcuno che mi ha preceduto, i giornali oggi riportano anche di questa alleanza strana (poi così strana non è visto lo stato di salute dell'economia) tra Confindustria e CGIL-CISL-UIL che vi sta chiedendo a tutti i livelli di andarvene perché siete i responsabili del disastro economico di questo Paese e di questa Regione. Lo dice anche L'ANCE attraverso il suo presidente che con questo piano casa tutto fatte tranne che rivitalizzare...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Riprendiamo oggi e continuiamo con il lavoro che abbiamo intrapreso le settimane scorse. Forse il mio sarà il 15º intervento su questo emendamento, sull'emendamento numero 184, ma il nostro non è un modo di ottimizzare la tecnica d'Aula o di fare ostruzionismo. Quello che stiamo mettendo in campo è il tentativo di ragionare nel merito di ogni singolo emendamento che i colleghi Sanna, Lotto, Moriconi, Manca e Diana hanno sottoposto all'Aula.

Con questo emendamento cerchiamo per quanto possibile, se veniamo ascoltati anche dall'Aula, di ristabilire un certo ordine nella sequenza delle leggi. Di fatto voi quando avete approvato questa lettera c) del comma 1 dell'articolo 13 avete compiuto un salto indietro, avete fatto finta che non fosse successo nulla negli ultimi quattro-cinque anni e siete tornati indietro alla legge numero "45" del 2009. Ecco un modo molto pasticciato di legiferare, con salti da una parte all'altra, fatti oggi per soddisfare Tizio, domani per soddisfare Caio, senza che ci sia mai una sequenza tra le cose che si fanno. Ecco, l'emendamento numero 184 ha il pregio di ristabilire chiarezza e sequenza nell'ordine delle leggi e per questo ritengo possa essere preso in considerazione.

Quello che voglio aggiungere, se ho ancora un po' di tempo, è che di questi emendamenti ne troveremo tantissimi altri, la maggioranza ha avuto tutto il tempo per esaminarli, sa di che cosa si tratta, sono quasi tutti abrogativi, è quindi sufficiente che si faccia, se volete risparmiare del tempo, un emendamento di sintesi complessivo, che abroghi tutto ciò che noi vi stiamo chiedendo di abrogare.

Abbiamo la possibilità di farlo, accogliete le proposte che vi stiamo facendo di abrogare la lettera c) del comma 1 dell'articolo 13, la lettera d) dello stesso comma con l'emendamento successivo, la lettera e) e così via, presentate un emendamento di sintesi, soddisferete un'esigenza (che non è solo nostra) di chiarezza anche nella legislazione e accelererete anche i tempi, se questa è la vostra preoccupazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento che cerca di cancellare la lettera c), comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4. Proponiamo di cancellarla perché questa lettera non ha niente a che fare con una qualunque legge sulla casa o con un qualunque piano sulla casa. Questa lettera, com'è stato ampiamente spiegato da tutti i miei colleghi che mi hanno preceduto, riguarda in realtà l'annuncio della cancellazione di uno degli aspetti fondamentali del Piano paesaggistico regionale approvato nella passata legislatura. Un annuncio perché, come ha ricordato il collega Gian Valerio Sanna, in realtà si limita a pestare acqua nel mortaio in quanto il TAR Sardegna ha dichiarato in maniera inequivocabile che per cancellare quelle norme occorre un nuovo Piano paesaggistico regionale e non una semplice legge com'è stata la precedente legge numero 4. E' ma un annuncio comunque deleterio perché contiene un passaggio per noi assolutamente inaccettabile, e cioè la possibilità che si compia un passo indietro rispetto alla dichiarazione delle aree intonse della fascia costiera come un bene comune per il quale esiste un interesse pubblico prevalente.

Noi abbiamo detto che la fascia costiera è stata per circa il 50 per cento già consumata in Sardegna, c'è circa un altro 50 per cento di fascia costiera ancora vergine, intonsa, per il quale sentiamo il dovere di continuare ad evitare il consumo e di consegnarlo alle future generazioni. Con questa lettera si annuncia che tornano a vivere le zone F e tornano a vivere tutte quelle lottizzazioni convenzionate che hanno smesso di avere una qualunque efficacia ormai nel lontano settembre del 2006, cinque anni fa. A chi giova resuscitare i morti? A chi giova continuare dietro ad un modello di sviluppo profondamente sbagliato come quello dell'utilizzo (senza nessun obiettivo fondamentale per il lavoro dei sardi) del consumo ulteriore della fascia costiera? Non stiamo parlando di dettagli tecnici, stiamo parlando di modelli di sviluppo.

A chi giova continuare ad impoverire il futuro della Sardegna, continuando a consumare le zone intonse della nostra fascia costiera? Per questo continuiamo a dire che è importante cancellare questa lettera c), per questo abbiamo cercato di riportarvi ai ragionamenti delle cose, e non…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.Signora Presidente, a me pare che siamo ancora all'esasperazione e al gioco delle parti. Non siamo ancora arrivati a discutere di un punto d'incontro su una legge sicuramente importante, perché siamo muro contro muro. Sento dire: "Vogliamo le regole, ma non le deroghe". Non mi pare questa un'affermazione che possa essere congrua per la discussione che stiamo facendo e per il nostro passato storico. Io non voglio essere polemico e non lo faccio per amore di polemica, ma quando ho fatto la deroga per Sa Illetta, dove sorge Tiscali, l'ho fatto per un'area protetta con vincoli nazionali ed internazionali, il Ramsar, cioè "di tutto e di più. Sa Illetta è un esempio che reputo di utilizzo intelligente di un'area protetta. Ma allora di che cosa stiamo parlando? Pensate che a Sa Illetta doveva essere costruito anche un osservatorio ambientale di uso pubblico per lo studio ornitologico, un esempio intelligente di come noi potevamo utilizzare quest'area.

Io quindi sono per le regole, ma anche per le deroghe, perché chi dice che è soltanto per le regole non include la bontà dei provvedimenti che considerano nell'interezza tutto il nostro territorio. Se poi ogni intervento va visto come un saccheggio, va visto come la distruzione di un bene ambientale, beh allora non ci siamo più, ci dobbiamo mettere d'accordo! Ci dobbiamo mettere d'accordo su ciò che si può fare e ciò che non si può fare sulle cose che vanno e sulle cose che non vanno, anche perché alcune norme che sono contenute in legge sono norme già cassate dal Tar. Quindi troviamo un modo intelligente per metterci d'accordo senza esasperare i toni, perché questo veramente non è degno della nostra tradizione su una materia così importante.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il mio parere relativamente a questo emendamento, o meglio la mia convinzione che debba essere soppressa la lettera C) del comma 1, per le stesse ragioni per le quali ritengo che debba essere soppresso l'articolo 13, e ancora di più l'intero Capo II. E lo dico perché nutro il dubbio, anzi la certezza circa il profilo di illegittimità di questo articolo, di questo Capo II. Un profilo di legittimità che attiene soprattutto, secondo il mio punto di vista (supportato e confortato da altri più autorevoli pareri) all'errata procedura di modifica del Piano paesaggistico regionale. E allora io rilancio il mio punto di vista in quest'Aula, chiedendo alla maggioranza di considerare l'ipotesi di eliminare da questo disegno di legge l'intero Capo II, per collocarlo laddove la maggioranza dovesse ritenerlo più opportuno a seguito di una discussione all'interno di quest'Aula.

Certamente va collocato fuori da questo disegno legge che è semplicemente uno strumento, per fare ciò che serve a questa Giunta regionale, poter metter mani all'interno dell'intero Piano paesaggistico regionale, servendosi di altre linee guida diverse da quelle che hanno portato la discussione all'approvazione del precedente Piano paesaggistico regionale. Allora la mia proposta alla maggioranza è di voler considerare, ancora una volta, la soppressione non soltanto di questo comma, di questa lettera, e dello stesso articolo ma dell'intero Capo II di questo disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario all'emendamento che stiamo discutendo. Alla luce della discussione odierna, che altro non è che un ripetersi delle precedenti discussioni sugli emendamenti che abbiamo già esaminato e votato, mi sembra di assistere alla favola del famoso "lupo dalla dispensa, che attribuisce agli altri quello che lui pensa".

Sapete, anche alla luce di quanto asserito dal collega Mario Floris, l'assessore Mario Floris, io credo che ciascuno di noi debba riflettere in quest'Aula, perché anche stamattina si è fatto nuovamente riferimento a "committenti". Qualcuno ha chiesto: "Faccia i nomi". Io ritengo che il Consiglio debba riflettere, e debba riflettere soprattutto su quello che rimarrà ai sardi di questa discussione: poco importa ai sardi se il collega Diana, o il collega Matteo Sanna, o altri colleghi che intervengono, facciano o meno illazioni sul passato, o riferimenti su chi è il committente di questa legge, io continuo a sostenere che l'unico committente è il popolo sardo, continuo a sostenere che è stata una grande apertura, che da parte di coloro che hanno i piedi per terra, anche dentro il centrosinistra, è stata in qualche modo presa in considerazione, e poi anche rilanciata, e di questo io ne devo dare atto a molti.

Però è anche vero che poi prevale sempre l'ala estrema, l'ala dei falchi, quella che piomba a mezzanotte, nel bello di una riunione, e ribalta il volere della maggioranza. Questo è quello che è successo, noi ne prendiamo atto, ringraziamo anche i colleghi del centrosinistra che hanno apprezzato le nostre aperture, però ritengo che questo non sia un modo di procedere, non è un modo di procedere per l'economia dei lavori, non è un modo di procedere soprattutto per costruire e realizzare un buon progetto di legge e una buona legge.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 184.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 184.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cappai, Contu Mariano e Milia hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Amadu - Capelli - Oppi - Randazzo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 60

astenuti 5

maggioranza 31

favorevoli 24

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 185.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 185, ma anche per manifestare perlomeno la soddisfazione per il fatto che l'onorevole Floris e anche il Presidente della Commissione abbiano deciso di contribuire a questo dibattito. Io sono tra coloro che ritengono che il ruolo di un grande partito riformista sia sempre quello di cercare il male minore o il bene possibile, e quindi ogni appello al dialogo e al ragionamento trova certamente in me un interlocutore, ma credo anche in molti altri.

Però veda, onorevole Floris, se vogliamo aiutarci nella discussione, dobbiamo evitare da tutte le parti di fare una demagogia facile. Noi in questo caso non stiamo parlando di modifiche all'articolo 12 del Piano casa 1, che prevede programmi, piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio, che offre una via d'uscita, che consente alla Regione e ai comuni, quando individuino progetti pubblici o privati che possano essere di vantaggio per lo sviluppo e la valorizzazione paesaggistica, la possibilità di sedersi intorno ad un tavolo e anche di trovare, puntualmente, non generalmente e genericamente, il modo di superare l'apparato legislativo vigente. Quello che noi contestiamo - e lo dico anche all'onorevole Sanna, noi vorremmo vedere un segnale di apertura - sono norme come questa, come l'articolo di cui parliamo, la lettera D del comma 1, che di fatto fanno rivivere vecchie lottizzazioni anche da parte di comuni che non erano neanche dotati dello strumento urbanistico adeguato al PUC, ai vecchi PUC della legge dell'89.

Io consegnerò una tabella all'Assessore - e mi avvalgo anche Regolamento che mi consente di farlo - con delle domande, perché io gli vorrei chiedere quanto il fatto di aver superato il vincolo del 10 agosto 2004, per i comuni non dotati di PUC, e aver nel primo Piano casa ipotizzato che possa andare avanti tutto quello che è stato avviato fino alla data di approvazione (adesso addirittura scriverete, in questa legge, che non si fa più una verifica di coerenza) vorrei chiedere quanto possa valere nell'insieme. Non stiamo parlando di abitazioni esistenti, stiamo parlando di possibili milioni di metri cubi. Io vorrei essere smentito e vorrei proprio, partendo da questo emendamento su cui esprimo voto favorevole, avviare una discussione di merito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Io non so se ci siano falchi, ma sicuramente non vedo colombe, neppure da quella parte. L'emendamento numero 185, nei confronti del quale esprimo il voto favorevole, prevede la soppressione della lettera D dell'articolo 13. E' il tema che si pone anche quando discutiamo di come dovrebbero configurarsi le disposizioni legislative che hanno il compito di regolare una materia non di complicarne la gestione.

Nella lettera D si fa riferimento ai comuni non dotati di Piano urbanistico ai quali si è consentito di porre in essere gli interventi previsti da strumenti attuativi già approvati e convenzionati, a condizione che le relative opere di urbanizzazione siano state legittimamente avviate. Gli interpreti si eserciteranno non poco nel capire che cosa si intenda per "legittimamente avviate". Già la precisazione "legittimamente" pone una qualche preoccupazione perché parrebbe che si sia disposti a considerare, in altra maniera ma comunque a considerare, anche quelle illegittimamente avviate!

Il tema è semplice: c'è un recupero sistematico di cose non fatte, non perché non fossero nella condizione di essere fatte seguendo le regole, ma perché non si sono volute fare, perché non si era nelle condizioni di farle, cioè perché si è intervenuti ad approvare, a convenzionare piani attuativi di cui non vi era bisogno, di cui il mercato non aveva bisogno! E' un po' mettere in cassaforte le possibilità di realizzazione che non si capisce quale finalità avesse, visto che gli insediamenti, anche quelli turistici, sono di gran lunga in calo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, volevo essere sicuro che l'Assessore Floris se fosse in aula perché con molto garbo e con un'eleganza che lo contraddistingue, ha fatto riferimento a fatti personali anziché entrare nel merito delle questioni; in effetti parlare di fatti personali è sempre più facile che entrare nel merito degli argomenti. In società è una regola che quando in una conversazione si parla di persone invece che di cose vuol dire che la conversazione è già finita o è totalmente squalificata. Però è molto utile perché mi permette di chiarire alcuni punti.

Innanzitutto che voterò a favore di questo emendamento e che lo farò in totale coerenza rispetto a quanto fatto fino ad ora. Interverrò ogni volta che ne avrò l'occasione e quindi mi permetterà di chiarire quello che ha detto. Quello che ha detto non è giusto, Assessore, è palesemente sbagliato. Lei si riferisce ad un fatto del 2002 che riguarda la società Tiscali, quindi precedente al Piano paesaggistico regionale, precedente al mio interesse alle questioni pubbliche, ma l'ha riportato molto male perché non si è trattato di un accordo di programma che ha voluto favorire un'azienda privata, si tratta di un accordo di programma che ha riguardato i rapporti tra il CASIC, il Comune di Cagliari e la Regione Sardegna. E' il CASIC e il Comune di Cagliari che hanno previsto che quelle aree avessero destinazione industriale; è il CASIC che da anni aveva comprato quelle aree espropriandole con destinazione industriale; è il CASIC della Regione Sardegna che ha finanziato la lottizzazione.

Lei può fare anche segno di no, però le circostanze sono agli atti. E' il CASIC che aveva espropriato quelle aree da tempo pagandole con soldi pubblici per farci degli stabilimenti industriali, è la Regione che ha avuto interesse a finanziare, attraverso un PIA, la lottizzazione, ed è il CASIC che ha indirizzato un'azienda privata ad insidiarsi lì, perché quella, nella programmazione del CASIC, era la zona destinata a polo telematico e polo dei servizi. Quindi lo vada a chiedere al CASIC, lo vada a chiedere alla sua Regione, lo vada a chiedere al comune di Cagliari!

L'accordo di programma riguardava semplicemente la possibilità di accelerare il percorso tra Comune e Regione per il rilascio della concessione edilizia, per una decisione che è tutta vostra, è tutta attuata da voi.

Quindi bisogna stare attenti…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, credo che con questo emendamento stiamo andando a toccare uno dei nodi principali della legge numero 4. Si è parlato molto, anche a sproposito, in quest'Aula, di intese promosse nella scorsa legislatura, si è fatto riferimento ad interessi che sarebbero stati difesi. Non si è invece riconosciuto che con l'approvazione prima della legge numero 8 e poi del PPR di fatto in Sardegna si era finalmente messo mano ad un percorso chiaro ed uguale per tutti nella gestione del territorio e nella possibilità di edificare, quindi nella gestione dello stesso territorio.

Con questo emendamento che chiede che venga soppresso la lettera D, stiamo cercando di rimettere ordine su un qualcosa nella quale con legge numero 4 si è intervenuto creando disordine e disparità di trattamento. Con le modifiche che si vogliono introdurre con questo disegno di legge si vuole aggravare ulteriormente la situazione. Credo sia giusto che ci sia da parte della maggioranza il riconoscimento del persistere di un errore nel quale la stessa maggioranza insiste, e credo che non voler rimuovere queste tematiche dalla discussione di fatto significhi erigere un muro alla possibilità di costruire un percorso di dialogo che pure altrimenti potrebbe diventare possibile. Continuo a ripetere: evitiamo il muro contro muro solo se si evitano argomenti che nel piano casa non devono entrare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, io non intervengo in merito alle precisazioni che ha fornito l'onorevole Soru, anche se sono felice di aver contribuito ad un chiarimento forse importante, anzi sicuramente importante, ma io, dicendo che voterò a favore dell'emendamento numero 185, voglio ricordare all'assessore Floris che i miei riferimenti ai problemi di regole e deroghe non sono relativi, al passato perché io anzi, se devo dirla tutta, ero sicuramente favorevole alla filosofia delle intese, che dava la possibilità alle Amministrazioni comunali, in primis, alla Regione e alla Provincia, di poter verificare se determinati interventi potessero, cum grano salis, essere definiti in maniera rispettosa dei principi generali ma con qualche deroga che rispondesse al bene pubblico dell'urbanistica.

Noi stiamo parlando - Assessore, lo voglio ricordare - della proroga della legge regionale numero 4 del 23 ottobre 2009, proroga di una legge che all'articolo 2, come principio generale, recita "è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici ed in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento, l'ampliamento", eccetera, eccetera. Questa è la deroga che per noi, anche se provvisoria, è inaccettabile, non parliamo delle intese o degli accordi di programma che erano assolutamente legittimi allora e che sono assolutamente legittimi, tant'è che li avete previsti anche nell'articolo 12 della legge numero 4 che volete prorogare. Il riferimento è alla necessità di avere uno strumento generale che eviti di scontrarsi contro le decisioni dei Comuni, che nei loro Piani urbanistici hanno previsto determinate prescrizioni che con questa legge possono essere derogate. Queste sono le deroghe di cui parlavo, non le altre questioni. Per cui l'emendamento numero 185, che contempla addirittura il punto d) della legge numero 4, "nei Comuni non dotati di Piano urbanistico comunale", e sono la stragrande maggioranza…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento che tenta di puntualizzare meglio, anche rispetto all'emendamento precedente, la nostra posizione. Alla lettera d) dell'articolo 13 della legge numero 4 Qui addirittura si consente ai Comuni non dotati di Piani urbanistici comunali di realizzare gli interventi previsti dagli statuti attuativi già approvati e convenzionati. Badate che, prima dell'ingresso del Piano paesistico regionale, i Comuni hanno avuto, dalla data di approvazione della legge numero 45, a disposizione quindici anni: credo che fosse un tempo utile e ragionevole, e diversi ex amministratori locali hanno ricordato quali sono state le iniziative nei Comuni che realmente avevano la volontà di approvare il PUC.

Addirittura voi fate riferimento a possibilità d'intervento nelle zone omogenee C, D, G ed F. Ma vi rendete conto di che cosa vuol dire la possibilità di intervenire nelle zone di ampliamento e sviluppo, cioè nelle zone C, nelle zone D, artigianali, nelle zone G, generali, e nelle zone F, turistiche? Questo tanto per riprendere quel motivo che richiamavo prima, del permissivismo comunque e qualunque, della possibilità non negata a chiunque abbia voglia e volontà di mettere cemento e blocchetti in fila. E dite anche che è possibile realizzare opere laddove sono state legittimamente avviate le opere di urbanizzazione.

Lo ricordava il collega Uras: sarebbe interessante aprire una disquisizione su che cosa vuol dire "legittimamente avviate", considerato che a volte basta mettere un recinto e un cartello, e a volte neanche, per dire che si sono iniziate delle opere di urbanizzazione che poi, stranamente, nella gran parte dei casi rimangono irrealizzate. Si realizzano i volumi ma le opere di urbanizzazione sono le ultime a essere realizzate, contrariamente ai normali criteri urbanistici che prevedono che le opere di urbanizzazione vengano eseguite prima della realizzazione degli edifici. In una logica di programmazione e di pianificazione i Comuni dovrebbero prima provvedere alle urbanizzazioni e poi stabilire i lotti all'interno dei quali edificare, come avviene in altre parti d'Europa.

PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, Assessore Rassu e assessore Floris, soprattutto dopo l'ultima infelice uscita, io mi chiedo: quali regole bisogna dare all'urbanistica per assicurare un corretto dispiegarsi dell'attività politica su argomenti a essa afferenti? Come può l'urbanistica, nel quadro politico regionale, attualizzare la sua funzione sociale?

Il contesto attuale, in cui vengono operate determinate scelte di costruzione e ricostruzione, evidenzia una condizione della disciplina urbanistica che vede la necessità di ragionare e approfondire determinati aspetti del delicato rapporto tra urbanistica e politica. In questo piano casa è evidente che c'è una tendenza verso una certa omologazione intellettuale, un appiattimento dell'immaginario, una prevalenza del criterio commerciale su quello culturale, una metafisica dell'apparire contro l'essere, una rappresentazione della realtà secondo il gradimento di una certa audience, una assolutizzazione della realtà contro il giudizio critico che invece si fonda non su verità assolute ma sul senso del relativo.

Caro Assessore, i falsi orizzonti sono come le speranze disattese, traducono i sogni in illusione. Progettare il nostro territorio significa avere sogni e capacità per tradurre in realtà. Voi dovete essere sempre pronti all'ascolto, alla valutazione di fattibilità. Ma il territorio non è anche per voi patrimonio, appartenenza, identità e memoria collettiva? Il territorio non può diventare un imballaggio per un prodotto di consumo, il territorio è soprattutto il frutto dell'unione amorosa della natura e della cultura, è il fondamento spaziale del diritto perché fonte di ogni diritto di ordine concreto.

Lei, Assessore, sa bene che il paesaggio non fa ombra, perché non è materiale ma è il frutto del mondo e delle sensazioni del logos. C'è sempre una grande differenza tra il territorio che si abita e il paesaggio che si manipola, e voi state manipolando tutto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, io voto molto convintamente a favore di questo emendamento perché c'è un risvolto rispetto alla soppressione di questo comma che riguarda alcune questioni che sono per me estremamente delicate. Se uno gira nei territori del Cagliaritano, per esempio per le campagne di Capoterra a un certo punto scorgerà una fila di mattoni posati sul suolo, poi dei lampioni circondati da reti, e sono da tanti anni fermi lì, perché qualcuno ha provato a fare qualche lottizzazione e sappiamo bene che in quel comune manca il piano urbanistico. Tutto questo, tra l'altro, ricade nella fascia all'interno dei 2000 metri.

Ora se non riusciamo ad abrogare questo comma io ritengo che andremo incontro ad una situazione veramente difficile, una situazione che potrà rendere legittimi interventi che tali non sono. Non voglio poi parlare di tutto ciò che concerne il tentativo di avviare lottizzazioni in zone dove è già stato previsto (sono stati eseguiti, infatti, i lavori di messa in sicurezza) che dovrà scorrere il fiume. Mi sembra pertanto di buon senso abrogare questo comma, perché è un comma estremamente pericoloso.

Per quanto riguarda poi (non vedo l'onorevole Floris) zona di Sa Illetta, io mi ricordo - allora ero consigliere comunale - che l'opposizione, cioè il centrosinistra, aveva votato contro l'accordo di programma. Quindi la responsabilità è di chi ha fatto questa operazione non certo di chi adesso in Consiglio regionale siede sui banchi dell'opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, l'emendamento va approvato perché si riferisce ad un comma molto pericoloso, che prevede che vengano risvegliate "a gratis" tutte le lottizzazioni "in sonno" prima ancora della legge numero 8. Il comma prevede, infatti, che per quelle lottizzazioni che tra il 2004 e 2006 hanno superato il vincolo della legge numero 8, cioè che dovevano dimostrare che le opere eseguite avevano il carattere di reversibilità, tale carattere non sia più necessario. Per cui paradossalmente i comuni che non avevano PUC si trovano ad essere più avvantaggiati di quelli che avevano i PUC, al punto che le lottizzazioni che avevano superato il vincolo della legge numero 8 con questa norma possono beneficiare del raddoppio delle volumetrie di zona F. Pertanto le "impronte digitali" sono ancora più chiare, se qualcuno avesse dubbi.

Vorrei, Presidente, anche dare una buona notizia la buona notizia. Riporto le parole del vostro Ministro, e lo dico orgogliosamente del nostro Ministro perché in questo caso dico orgogliosamente, del nostro Ministro nazionale: "Non sarò il ministro che permetterà abusi sul paesaggio senza controlli e che di fatto blocca la necessaria tutela del Ministero su questo tema così delicato per il futuro del nostro Paese. Non permetterò che il codice dei beni culturali e del paesaggio venga smembrato da leggi regionali incostituzionali. Io sono a favore dei piani casa, anzi li sostengo con forza, ma la legge del Lazio usa il suo piano per inserire norme che nulla hanno a che vedere con la casa". Queste sono le parole del Ministro Galan rispetto al piano casa del Lazio. Ovviamente quando vedrà il nostro si leccherà le dita, e noi lo aiuteremo a spiegare il contenuto incostituzionale del nostro, molto più di quello del Lazio sicuramente.

Ma questa è una bella notizia perché vuol dire che c'è qualcuno che ancora sa svolgere il proprio dovere riferendosi ai compiti che la legge, la Costituzione gli affida. Io credo che noi faremo appello al ministro Galan, così come abbiamo fatto appello e rispettato il buon lavoro svolto dal ministro Urbani quando scrisse un magnifico codice che voi oggi non riconoscete, non capiamo perché.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 185. Io, Presidente, sottoscrivo quanto ha espresso il collega Porcu, ma voglio anche aggiungere che un grande partito riformista non soltanto deve cercare la strada, in questo caso quando sta all'opposizione, per ridurre i danni di eventuali proposte legislative, ma soprattutto in questo momento storico politico e di ampio profilo riformista, deve battersi perché vengano affermate le regole a tutti i livelli: nei mercati finanziari come nelle politiche fiscali, nel pubblico, come nel privato e certamente anche in materia di ambiente e di urbanistica.

Regole certe, questo è il nostro mestiere, questa è anche la nostra missione ed è quello che stiamo facendo attorno a questo disegno di legge.

Vorrei anche segnalare che sta crescendo nervosismo nell'Aula, Presidente, soprattutto tra i banchi della maggioranza e della Giunta. Mi ha sorpreso molto l'intervento dell'onorevole presidente Floris, di cui apprezzo veramente il savoir faire, l'aplomb l'alto profilo istituzionale e soprattutto la sua capacità di riportare tutti noi, quando è il caso, ad uno stile istituzionale che sia consono all'Aula nella quale, appunto, lavoriamo. Mi ha sorpreso pertanto il suo scivolone quando ha richiamato fatti personali. Però probabilmente questo è il segnale di un nervosismo e anche forse di una pressione esistente attorno a questa legge che stiamo discutendo e alla voglia di chiuderla in fretta e senza troppi fronzoli. Bene, noi questa fretta non ce l'abbiamo perché vogliamo, appunto, riaffermate le regole, quelle regole che invece questo disegno di legge cerca di superare. L'emendamento numero 185 cerca, appunto, di riportare alla regola certa e, soprattutto, alla legalità le norme sull'urbanistica. La lettera d) della legge numero 4 del 2009 è molto preoccupante, vi richiamiamo pertanto al senso di responsabilità che dovrebbe accompagnarci quando ci apprestiamo a discutere di questi temi, rileggete la lettera D della legge…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Grazie Presidente. Per esprimere il parere favorevole all'emendamento. Proseguendo nel ragionamento della collega Barracciu, io credo che la lettera D della legge numero 4 sia una norma molto grave, pesante proprio perché darebbe via libera, se attuata, ad operazioni speculative in agro, e nelle prospicienti realtà marine considerando, peraltro, che buona parte dei comuni marini sono sprovvisti di piano urbanistico comunale. Quindi questa norma di fatto apre alla liberalizzazione totale e non è sufficiente richiedere di aver avviato le procedure o i processi delle urbanizzazioni.

Per parlare di urbanizzazione non basta il tracciato stradale aperto dalla ruspa di turno, o la presenza di qualche lampione; ancora oggi molti villaggi lungo i nostri litorali sono sprovvisti di impianti di depurazione; assistiamo ad abitazioni con fosse settiche che durante l'estate disperdono i liquami perché si tratta di strutture fatte per essere occupate al massimo da quattro persone, mentre sappiamo benissimo, che quelle abitazioni non conterranno durante i mesi estivi quattro persone, ma ne accoglieranno otto, dieci, perché si utilizzeranno anche gli scantinati.

Mi riferisco alla costa Arburese, che si trova a ridosso delle colline, dove tutte le abitazioni che si affacciano sul mare sono strutturate con un piano abitativo, il piano sottostante, che non viene utilizzato certamente per il ricovero auto o attrezzi, bensì come seconda casa. Pertanto, potete immaginare la fossa settica impiantata in quell'abitazione che funzione avrà durante l'estate. Quindi, non solo si compromette l'ambiente da un punto di vista estetico, ma anche da un punto di vista igienico-sanitario. Spesso, i rivoli delle acque di scarico attraversano gli sterrati, altro che urbanizzazione! Quindi, con questo emendamento noi vogliamo eliminare questi sconci.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, mi rivolgo soprattutto all'onorevole Matteo Sanna e anche all'assessore Floris, e lo faccio con grande rispetto sia istituzionale sia personale: noi abbiamo fin da subito espresso una posizione molto chiara, e abbiamo avanzato una proposta conseguente altrettanto molto chiara. Vi abbiamo detto: "Togliete tutto ciò che è in deroga al PPR". Moriconi vi ha detto: "Togliete completamente il Capo II". Risposta: nessuna. Come si intenda aprire un dialogo, francamente non lo capisco.

Per tutta risposta, avete cercato di innescare dei cunei all'interno dell'opposizione, in particolare nel P.D. Sappiate che è un tentativo vano, non provateci, non serve a nulla, vi porta a perdere tempo e basta. Voi siete la maggioranza, dovreste usare con un po' di costrutto in più il tempo che utilizzate per tentare di aprire polemiche. E' vero, caro Matteo Sanna, c'è stato un salto di qualità nel confronto, ma un salto di qualità in negativo. Non ci sono falchi e colombe nel P.D., se c'è una categoria di rapaci quella è rappresentata da voi, che state cercando di consumare uno dei pochi valori aggiunti di quest'Isola: il suo ambiente, il suo territorio: di questo stiamo parlando.

Mi dispiace manchi dall'aula il presidente Floris, davvero. Noi vi abbiamo sfidato, sfidato in termini dialettici ad un confronto sul merito. Tutto ci si può dire, ma non che i consiglieri del P.D. e dell'opposizione non stiano tentando e ricercando un confronto sul merito. Lo stiamo facendo in maniera ossessiva; noi abbiamo l'ossessione di un confronto vero e voi avete l'ossessione del mattone, sono due ossessioni diverse. Ma che senso ha, come ha fatto il presidente Floris, ripeto, con grande rispetto, buttarla sulle questioni personali, se non, anche inconsapevolmente, di alimentare la rissa? Non ci stiamo, noi continuiamo a sfidarvi sul merito. Ritirate innanzitutto il Capo II. E' una proposta che non capite? Se non la capite non è colpa mia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Presidente, io voto a favore dell'emendamento numero 185, ma vorrei porre all'assessore Rassu alcune domande. Vorrei chiederle, Assessore: la legge numero 4 risale a due anni fa; nell'arco dei due anni, quanti interventi sono stati realizzati, di quelli di cui si occupa l'emendamento numero 185, e quali resterebbero da realizzare eventualmente? Cioè, vorrei capire, assessore Rassu, a quale fattispecie vi riferite?

Voi avete deciso di aggravare una situazione che di per sé, secondo noi, era già molto grave, cioè voi avete deciso di evitare la necessaria verifica di coerenza che era prevista al comma 2, la verifica di coerenza delle volumetrie programmate con il contesto paesaggistico e ambientale di riferimento. Questa verifica di coerenza, che in qualche modo rappresentava, attenuava l'impatto negativo che ciò costituiva, voi la eliminate. Quali fattispecie avete in mente, assessore Rassu, quando stabilite che questa verifica di coerenza non ci debba essere più?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 185, e credo che si debba approfittare anche di questi nostri interventi per aprire un confronto, io direi quasi, se possibile, un dialogo, onorevole Oppi, su temi che sono, fondamentali, perché questa lettera d) della legge numero 4 contiene una norma importante. Quando si affrontano delle deroghe ai piani urbanistici comunali (e questa legge è tutta una deroga) bisogna interrogarsi perché non si fanno i piani urbanistici comunali da vent'anni, perché si cercano scorciatoie, perché si utilizzano articoli come questo. Soprattutto vorrei che nascesse un confronto su quello che diceva poco fa il consigliere Gian Valerio Sanna.

Ieri il Governo ha detto di sì all'impugnativa del Piano casa del Lazio, e lo ha detto sulla base di tre fatti, e sulla richiesta dei ministri Galan e Prestigiacomo. Il primo motivo per cui ha detto sì all'impugnativa è la deroga al Piano paesaggistico; secondo motivo dell'impugnativa: la deroga alla legge Galasso (pensate, di venticinque anni fa); il terzo motivo è il silenzio assenso sull'edificabilità nelle aree verdi. Due ministri, Galan e Prestigiacomo, il Governo, che ieri boccia il Piano casa del Lazio, e lo manda alla Corte costituzionale: bisogna entrare nel merito anche di queste motivazioni.

Poi è vero che il P.d.L. ha commentato dicendo che Galan fa semplicemente talk show, che è ora di farla finita con chi ha smania di protagonismo, però entriamo nelle motivazioni vere, confrontiamoci sulle motivazioni vere anche di questa posizione, che riguarda il Lazio, ma che riguarderà sicuramente anche la Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 185. Noi continueremo a ripetere all'infinito che è necessario occuparci del Piano casa. Vi chiediamo di occuparvi del Piano casa, un Piano casa che non abbiamo condiviso sin dall'inizio, perché avevamo inteso il Piano casa come una legge che davvero offrisse la possibilità a tante giovani coppie, a tante coppie che non hanno la possibilità di avere un tetto, di essere sostenute non solo con una regola urbanistica, ma anche con un incremento finanziario ulteriore delle leggi regionali già previste; di questo non si è mai voluto parlare, è un tema di cui non vi siete mai voluti occupare, ma noi abbiamo inteso così quel Piano casa.

Oggi voi andate a prorogare una legge che già era insignificante, che non ha conseguito quei risultati che voi avevate auspicato occupandovi, però, di tutt'altra cosa, cioè della fascia costiera, della speculazione, di superare le leggi del Piano paesaggistico regionale. Noi continuiamo invece a proporvi di ripulire questo testo di legge, perché possa aprirsi davvero un confronto serio su questo tema; è inaccettabile che voi continuiate a proporci di superare il Piano paesaggistico, di modificarlo con questa legge. E questo, guardate, l'ha detto il collega Gian Valerio Sanna, l'ha detto il collega Bruno, e ve l'ha detto anche un Ministro dell'attuale Governo (che non è della vostra parte politica e che è intervenuto e interverrà già su un Piano casa approvato da una Regione del suo stesso colore politico) perché le norme del Piano paesaggistico possono essere anche riviste, ma in altro modo e non con questo strumento legislativo.

Se questo voi, nelle prossime ore, ragionando, pensando, aprendovi ad un confronto con l'opposizione, intenderete fare, noi saremo pronti ad iniziare un ragionamento e un confronto con voi, altrimenti continueremo a fare opposizione senza divisioni all'interno del Gruppo del Partito Democratico e del centrosinistra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, io credo sia opportuno che noi tutti continuiamo a mantenere i nervi saldi, credo che questo esercizio muscolare che si sta mettendo in piedi non faccia piacere a nessuno, così come credo che coloro che vogliono le tutele dei luoghi e del paesaggio non stiano soltanto da una parte, credo stiano in tutte le parti. Tuttavia la fretta di mettere mano alle modifiche del Piano casa e rispettare alcuni impegni che stanno forzando la mano anche a questa Amministrazione regionale fa commettere degli errori, e qua siamo in presenza di un provvedimento francamente imbarazzante per tanta gente, e del quale è difficile discutere. Io questo lo dico all'Assessore regionale col quale ho avuto modo più volte di scambiare pareri in merito alle norme e su queste materie: è un provvedimento davvero difficile da sostenere per il modo in cui interviene.

Io credo che occorra, a un certo punto, trovare la forza di formulare delle proposte concrete per capire che direzione bisogna prendere, non con questo provvedimento, ma sul merito, concretamente sul merito. Io credo che farebbe bene la Giunta regionale a fare in modo che si metta mano ad una norma per consentire ai Comuni di continuare ad approvare i Piani urbanistici, per fare in modo che vengano presentati in Regione.

Ad esempio i comuni dovrebbero essere messi in condizione di ottenere che i Piani urbanistici, una volta arrivati in Regione, siano approvati in tempi rapidi e restituiti perché le comunità possano utilizzare la programmazione. Adesso ciò non avviene, perché (l'ho detto già in altre occasioni) sono proprio le questioni burocratiche, gli uffici che determinano.

Non c'è quindi bisogno di un provvedimento come questo, c'è bisogno di una norma ad hoc, che magari preveda che anziché 8 conferenze programmatiche, conferenze di servizi, ne siano sufficienti soltanto una o 2. Però, per fare questo, occorrerebbe che la Giunta presentasse un provvedimento in merito, in grado di essere valutato, di essere preso nella giusta considerazione da parte di noi tutti. Insistere su questa strada io credo, Assessore, che non porti da nessuna parte - perché il provvedimento, abbiamo avuto modo di parlare un po' con alcuni colleghi anche della maggioranza - è imbarazzante per tanta gente, per noi dell'opposizione, ma anche per alcuni colleghi suoi della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, volevo solo ricordare che su questo provvedimento, così come sul Piano casa 1 e sul Piano casa 2, il centrosinistra non ha mai avuto dubbi, ha sempre espresso una contrarietà totale. Ve lo siete approvati in totale autonomia, e questa nostra contrarietà è stata confermata sia nella discussione in Commissione quarta, dove il centrosinistra, unitariamente, ha contestato questo provvedimento e ha espresso voto contrario, sia fin dal primo momento in quest'Aula.

Diceva bene il mio Capogruppo, quando affermava che non ci sono né nel P.D., né nel centrosinistra falchi o colombe. Non si tratta di concederci un emendamento, ma si tratta del rispetto di un principio che abbiamo sostenuto in questi giorni, che è quello di dividere i due argomenti: un problema è il Piano casa, altro problema è il Piano paesaggistico regionale.

Vorrei inoltre ribadire all'onorevole Sanna che, come gli è stato già detto, avremmo preferito che nel suo intervento (uno dei pochissimi interventi pronunciati da un esponente della maggioranza in questa Aula per rispondere alle tante osservazioni del centrosinistra) ci fosse risposta nel merito alle osservazioni fatte e non il mero tentativo cercare di spargere zizzania. Da questa parte, collega Sanna, c'è la consapevolezza che con questa legge si reca solo un danno alla Sardegna, e noi cercheremo, come già detto, di evitarlo in ogni modo, e quando prendiamo una posizione, perché ne siamo convinti, cerchiamo di difenderla fino alla fine. Non siamo né per cambi di maggioranza, né per uscire e rientrare in maggioranza a seconda di quello che ci viene offerto.

Giovedì scorso ci avete consegnato una proposta di modifica, che "asciugava" qualche norma presente nel provvedimento originario, e con molta serenità, con molta tranquillità il centrosinistra ha discusso ma non ha ritenuto opportuno accogliere quelle proposte. Perché se da un lato è vero che avete cancellato alcune norme, dall'altro avete lasciato norme fondamentali, per noi irricevibili, e quindi abbiamo dichiarato inaccettabile la proposta. Noi, l'ho detto prima, siamo pronti a discutere nel merito del Piano paesaggistico regionale, quando voi sarete pronti a discutere di questi argomenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Presidente, sono rispettoso dei meccanismi della democrazia; normalmente lo so, le maggioranze certe volte decidono aprendosi al confronto parlamentare, altre volte decidono di decidere da soli, è normale, succede sempre e succederà ancora. Io penso che non ci siano, neppure in quest'Aula, falchi e, tanto meno, colombe, penso che cambi semplicemente lo sforzo che ognuno di noi compie per provare, da parte nostra, nella discussione in corso, a ridurre i danni, e, da parte vostra, a migliorare la proposta. Questa sensibilità io la incontro, la incontro spesso anche in quest'Aula, e la incontro spesso anche tra i colleghi della maggioranza, pur nella diversità, che ribadiamo in ogni occasione.

Io, però, ho il dovere anche di ringraziare chi dimostra tale sensibilità, e la dimostra spesso anche dai banchi della maggioranza, e ho il dovere di ringraziare per primo l'assessore Rassu che, intervenendo nel dibattito in quest'Aula, ha riconosciuto che non si debbano e non si possano oltrepassare le distanze, andare in deroga alle distanze che impone il regolamento edilizio comunale. Lo ha fatto per dare un contributo positivo al dibattito, per tentare sicuramente di allentare la morsa di uno scontro che credo non faccia bene al Consiglio, non faccia bene alla discussione che stiamo affrontando e non faccia bene ancora di più ai sardi.

Ecco perché io credo ancora possibile un dialogo. E' per questo che rilancio la richiesta di soppressione della lettera d) del comma 1 dell'articolo 13, la richiesta di soppressione dell'articolo 13 e la richiesta di soppressione del Capo II per trasferire l'intero blocco contenuto in quella parte del documento in altra sede, in altra discussione in questo stesso Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, mi sembra doveroso intervenire in un dibattito del genere anche perché probabilmente qualche intervento in più potrebbe stimolare i colleghi della maggioranza a un'apertura di una discussione, a una riflessione più corretta anche nei nostri confronti.

Assessore Rassu, io mi rivolgo a lei. Io mi rivolgo a lei perché è uomo di responsabilità e anche di grandi capacità e qualità politiche nonché umane. Assessore, qua bisogna prendere atto che noi stiamo aprendo un dibattito che è un dibattito purtroppo fine a se stesso, nel senso che purtroppo noi cerchiamo di fare ragionamenti oggettivi, proponendo soluzioni concrete e reali, mentre dall'altra parte c'è un muro che non intende ascoltare e sviluppare nessun tipo di ragionamento. Io mi rivolgo a lei perché lei dovrebbe essere in grado in questo momento, in quanto rappresentante della Giunta regionale, in quanto rappresentante del presidente Cappellacci, di parlare con la sua maggioranza, di capire le esigenze che vengono sollevate in quest'Aula.

Io le dico questo: in questo momento la nostra Regione non può permettersi di dilungarsi in dibattiti nei quali tendenzialmente si parla di fauna (rapaci, colombe, falchi), si parla di tutto ma non si parla dei problemi dei nostri cittadini. Assessore, noi abbiamo avanzato delle proposte concrete sul piano casa, l'abbiamo fatto in tempi non sospetti, nel momento in cui si discuteva il disegno di legge.

Io mi ricordo, tra l'altro, che in Commissione ho detto: "Stralciate le norme sul Piano paesaggistico regionale". La Giunta lo sta elaborando. E' un suo diritto, è un diritto anche cambiare le regole scritte, poi noi ci confronteremo sui temi specifici. Ho detto: "Togliamo le norme relative al Piano paesaggistico regionale e discutiamo sugli altri argomenti". Probabilmente su molti punti non concorderemo, su molti punti abbiamo concordato, anche perché ricordo a quest'Aula, per l'ennesima volta (e anche ai nostri cittadini perché traspaia esternamente) che noi siamo stati promotori di una proposta che tendeva veramente a recuperare quello che doveva essere il ruolo del piano casa.

Quindi, Assessore, il mio appello si unisce a quello degli altri: prenda un po' in mano le redini della situazione, parli con la sua maggioranza; stralciamo le norme intruse e rinviamole al momento dell'esame del Piano paesaggistico regionale. In quell'occasione legittimamente ci confronteremo. Adesso pensiamo a questo piano casa e a quei pochi interventi che probabilmente possono dare soddisfazione ai nostri cittadini.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 185.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 63

astenuti 2

maggioranza 32

favorevoli 25

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 186.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 186, su cui dichiaro il voto favorevole, riguarda la lettera e) del comma 1 dell'articolo 13, cioè il tema della riqualificazione delle strutture destinate all'esercizio di attività turistico ricettive anche quando localizzate nei 300 metri. Qui si cerca di porre qualche vincolo, ma la realtà è che già il vecchio piano casa dava il via libera anche nella fascia dei 300 metri. Allora la domanda, nel dare il voto favorevole, che io mi rivolgo e rivolgo all'assessore Rassu ma anche al Presidente della Commissione che hanno avuto in qualche circostanza la bontà di intervenire, è perché in questo piano casa ter non vi limitate a far funzionare meglio il piano casa uno, invece di insistere nel prevedere nuove possibilità edificatorie nell'agro anche per chi non è operatore agricolo, nuove possibilità edificatorie anche nelle coste anche per i comuni non dotati di PUC e facendo rivivere le vecchie lottizzazioni?

Io non so se ci siano falchi e colombe in quest'Aula, se ci siano riformisti idealisti o riformisti pragmatici, ma certamente la vostra opposizione è quella che fate a voi stessi, la vostra maggioranza è ideologica. Che bisogno avete, in questo piano casa, di fare di più del molto che avete già fatto con il piano casa uno? Mettete in difficoltà veramente anche chi vorrebbe entrare nel merito perché sembra che questa volontà di continuare a derogare, di continuare a prevedere nuovo edificato non dove c'è un tessuto urbano da qualificare e da migliorare, ma anche in presenza di terreno verde, naturale, non cementificato, sia proprio incontenibile.

Allora, io vi pongo veramente il problema. A molti di noi non piace fare un'opposizione dura e pura fine a se stessa, ma a voi invece sembra piaccia molto essere una maggioranza dura e pura che vuole presentare una legge ideologica che non dice mai basta al molto cemento a cui avete già dato il via libera.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 186 si incarica di farvi capire che la lettera e) del comma 1 dell'articolo 13 è stata già dichiarata "inagibile", non dai Vigili del fuoco, ma dal Tribunale amministrativo regionale, perché la sentenza sugli ampliamenti dei famosi alberghi di Arzachena è una sentenza che si attaglia perfettamente alla lettera e).

Cosa dice sostanzialmente? Voi avete previsto il 25 per cento delle volumetrie "a gratis", solo se si ammantano di un po' di riqualificazione, anche in deroga al PPR. Il TAR invece vi dice: "No, dovete modificare il PPR". Anzi, a proposito della norma all'articolo 4, che prevede per le strutture turistiche la possibilità, con l'abbattimento del 10 per cento della dispersione termica, di avere un premio del 10 per cento di volumetria, afferma in sostanza che è stata scritta da persona incompetente.

In altre parole, poiché dal punto di vista dell'iter amministrativo è molto più complesso aumentare la volumetria del 10 per cento che del 25 per cento, è palese che chi ha scritto la legge, è una persona del tutto incompetente. Non può dire di più, però vi dice, scusate, che c'è una sperequazione anche nelle modalità, non solo vi dice che non avete avuto la capacità di interpretare le leggi. Per cui credo che sia più che opportuno che questo emendamento lo approviate anche voi, per il semplice fatto che c'è già una posizione giurisdizionale.

Per quale ragione insistere su questo? Che cosa vi porta a essere così ossessivi, a mettervi anche contro l'orientamento del Tribunale amministrativo regionale? Proprio la follia di voler sfidare tutto! E poi qualcuno di voi ha ancora il coraggio di dirsi preoccupato dell'impopolarità della politica? Ma per favore, state un attimo zitti! Non avete titolo a parlare della crisi della politica perché la crisi della politica la state provocando voi minuto per minuto e noi siamo qui anche per dimostrarlo con fatti palesi, chiari, evidenti come questo, che siete i reali responsabili della decadenza...

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

Comunico che i colleghi Paolo Terzo Sanna e Silvestro Ladu sono rientrati dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, l'emendamento numero 186 prevede la soppressione della lettera e), comma 1 dell'articolo 13 della legge regionale numero 4 del 2009. Anche qui, assessore Floris, la lettera e) in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, permetteva la riqualificazione della strutture nella fascia dei 300 metri. Voglio ricordare, siccome io sono un estimatore della legge numero 45 dell'89, che quella legge parlava di 500 metri. Nei 500 metri faceva salva tutta la fascia da 0 a 500 metri.

Voi, invece, con la legge del 2009, avete previsto interventi anche nella fascia da 0 a 300 metri, ed insistete perché non solo con la "4" del 2009 avete inserito questo premio di volumetria del 25 per cento per le strutture esistenti nella fascia da 0 a 300 metri (150 metri per le isole minori) ma adesso, con l'emendamento all'articolo 1 decies della proposta di legge in discussione oggi, prevedete che: "Al fine di consentire" - sempre nella fascia da 0 a 300 metri, badate bene - "un corretto e razionale utilizzo del terreno agricolo che miri a contemperare l'esigenza di salvaguardia delle aree agricole da un improprio sfruttamento e l'esigenza di avvalersi di infrastrutture e fabbricati adeguati per l'esercizio dell'attività agricola". una serie di incrementi di volumetria in deroga agli strumenti urbanistici.

Non mi riferisco solo alla premialità per alberghi e villette presenti nella fascia da 0 a 300 metri, ma a ulteriori premi di volumetria e potestà edificatoria inesistente ai sensi del PPR all'interno anche delle aree agricole.

Assessore Rassu, assessore Floris e assessore Milia (visto che anche lei è interessato alle norme del PPR) seguite l'indicazione che viene dalla minoranza, stralciate tutte le norme che sono in contrasto col PPR e predisponetevi per fare quello che avete previsto nell'articolo 12 della "4", cioè con cadenza biennale rivedete le norme del PPR, invece di trovare cavalli di troia...

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, continuiamo a parlare dello stesso argomento, cioè della parte più delicata di questo disegno di legge. Insistiamo affinché la maggioranza si renda conto che faremo di tutto perché fallisca l'obiettivo di stravolgere il PPR con questo strumento. Faremo di tutto affinché fallisca, e ci riusciremo, ottenendo però anche il risultato che fallirà l'intero disegno della legge numero 4 e del presente disegno di legge.

A noi non dispiace, ovviamente, se alla fine questo grande castello che è stato costruito crollerà rovinosamente addosso ai suoi stessi progettisti, non ci dispiace, è un obiettivo che stiamo perseguendo con molta tranquillità, alla luce del sole. Credo però che sia giusto rilevare come sia presente una miopia palese della maggioranza politica che governa in questo momento la Regione che le impedisce di vedere i pericoli molto più grossi e deflagranti a cui sta andando incontro. Non abbiamo difficoltà a tenere in piedi questo confronto a questo livello di scontro e assumercene fino in fondo le responsabilità.

Non lo so fino a che punto serva alla maggioranza tenere inchiodato il Consiglio regionale su questo tema e su questo obiettivo (a mio modestissimo parere, irraggiungibile) e quanto sia invece opportuno provare a sedersi a riflettere su cosa è possibile fare e a cosa è indispensabile invece rinunciare, perché diversamente è davvero evidente che si sta rischiando da parte del centrodestra di perdere tutto. A noi non può che far piacere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere la volontà di votare a favore dell'emendamento numero 186, non foss'altro perché elimina quel passaggio molto delicato a cui abbiamo più volte accennato, cioè l'aumento di fatto di cubature all'interno del limite dei 300 metri dal mare. Peraltro è un aumento anche improntato alla genericità. Si parla, infatti, di qualità urbanistica in generale, ma non è dato sapere quali saranno queste qualità, tutto è lasciato alla discrezionalità del singolo progettista, che non armonizzerà il proprio progetto secondo i criteri strutturali, ambientali e paesaggistici del territorio, ma sulla base di una propria visione urbanistica che magari lascerà anche il segno.

Vediamo spesso, infatti, villaggi turistici costruiti all'insegna della personale estrosità dell'architetto che non hanno nulla a che vedere col paesaggio che li ospita. Quindi, mi sembra anche questa una norma estremamente generica, la cui interpretazione è lasciata al singolo progettista, al singolo imprenditore, che non ha nulla a che vedere con la tutela del paesaggio.

Oltretutto capisco lo spirito fondante di questa norma che è quello di rilanciare l'economia attraverso lo sviluppo (noi brutalmente abbiamo usato il termine "mattone", ma di questo si tratta) però mi chiedo sino a che punto possa essere portata avanti questa filosofia. Ci sarà pure il momento in cui il mattone avrà fine, ci sarà pure il momento in cui bisognerà pensare che l'economia della Sardegna forse ha necessità di essere sostenuta per altre vie? Perché mi sembra solo un modo per cercare nell'immediato una possibile soluzione ai nostri problemi, con effetti però deleteri nel lungo periodo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). C'è una maggioranza che da anni sta cercando la crescita, anzi qua si usa il termine sviluppo (un termine un pochino più complesso) a costo zero. Allora, io sono d'accordo con il Presidente della Regione che ha minacciato di sciogliere il Consiglio qualora inutilmente il termine del 30 di ottobre. Sarebbe una soluzione a costo zero che farebbe bene all'economia, perché insieme al Consiglio cesserebbe dalla carica anche il Presidente della Regione. Un costo zero utilissimo per tutta la nostra comunità perché così potremmo procedere alle elezioni, potremmo avere un quadro politico più serio e magari anche un Presidente più presente, più efficiente, più trasparente, e più imparziale rispetto ai bisogni del cittadino. E invece che cosa stiamo facendo?

Io voterò a favore di questo ennesimo emendamento. Noi facciamo un'ora di dibattito per emendamento, questo lo dico alla maggioranza in modo che sappia, se avesse intenzione di arroccarsi ancora di più sulle sue posizioni che i conti sono presto fatti. Noi ci stiamo allenando, anche se il Presidente del Consiglio dovesse mantenerci in Aula da mezzanotte alle cinque noi saremo in grado di arrivare all'anno prossimo con questo tipo di ritmo. Quindi la riflessione da fare è: anziché rimanere arroccati sulle vostre posizioni prendetevi qualche ora di riflessione, chiamate il Presidente, invitatelo voi a ragionare sul merito e poi vedremo che cosa si può fare.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, aggiungo: da mezzanotte alle cinque, sabato e domenica compresi.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). La prospettiva di procedere ad oltranza nei lavori non ci turba anche perché continuiamo serenamente la nostra azione finalizzata ad evidenziare i vantaggi del discioglimento della legge che abbiamo di fronte, e del discioglimento del Consiglio regionale a seguito delle dimissioni del Presidente, peraltro a costo zero e quindi con autentico risparmio e prospettive nuove per i sardi e per noi tutti. Io pertanto voterò con convinzione a sostegno di questo emendamento che vuole eliminare la lettera e) che prevede interventi dentro la fascia costiera.

L'operazione più aberrante a cui abbiamo assistito in questi due anni è proprio quella il tentativo di non risparmiare niente e di intervenire prevedendo anche premialità a favore di quelle strutture che hanno avuto la fortuna in tempi passati di essere ubicate in una zona di assoluto privilegio. Ebbene, a queste gli si riconosce addirittura la possibilità di effettuare interventi di ristrutturazione e rinnovamento. Badate che il termine ristrutturazione non vuol dire rinfrescare le pareti o ammodernare gli infissi, il termine ristrutturazione prevede addirittura lo stravolgimento architettonico del manufatto, del volume, con modifiche importanti, alla pari quasi di una nuova edificazione.

Peraltro non abbiamo visto mai migliorie qualitative da un punto di vista estetico-architettonico quando si sono fatte le ristrutturazioni. Il termine corretto dovrebbe essere quello di manutenzione, e la manutenzione prevede di metter mano ai manufatti degli edifici con il miglioramento dei materiali, le tinteggiature, gli infissi, le coperture senza alterare minimamente la qualità dell'edificato. La premialità prevede incrementi volumetrici consistenti; come limite e barriera si pone quello del non avanzamento verso il mare, e per fortuna, Dio voglia...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 186, soppressivo della lettera e) del comma 1 articolo 13 della legge numero 4. Si tratta di una lettera che contiene norme insignificanti o banali. Leggo testualmente: "ai fini della riqualificazione delle strutture destinate all'esercizio di attività turistico-ricettive anche qualora localizzate nei 300 metri dalla linea di battigia, ridotti a 150 metri nelle isole minori, possono essere autorizzati in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, interventi di ristrutturazione e rinnovamento". E poi, dopo questo capoverso, si fa riferimento anche a eventuali incrementi volumetrici. Quindi stiamo parlando sempre di interventi che riguardano la fascia dei 2000 metri, anzi ancora più vicini alla battigia, cioè si parla di 300 metri ridotti a 150 metri nelle isole minori.

Lo ripetiamo: per raggiungere questi obiettivi dovete modificare il Piano paesaggistico regionale. E' scontato, lo sapete voi, lo sappiamo tutti e ve lo ha detto, come abbiamo ricordato prima, un ministro della Repubblica e un'ordinanza del TAR. Questo è il tema: dovete espugnare da questa legge tutto ciò che modifica il Piano paesaggistico regionale, dovete depurarla da tutte quelle norme, dopodiché siamo disponibili ad aprire un confronto con voi, a parlare di piano casa, e soffermarci a quello che è l'obiettivo di questa legge. Siamo aperti ad ogni tipo di dibattito ma dovete liberare questa legge da tutto ciò non riguardi il piano casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 186 che rappresenta, nel nostro intento, la possibilità di correggere quanto avete scritto nella legge numero 4 del 2009, rispetto alla quale ci sono già stati pronunciamenti anche del Tribunale amministrativo. Il vostro rifiuto ad accedere a questa nostra proposta, che vi porterebbe su un profilo di coerenza e anche di legittimità legislativa, denota che siete sulla strada di una totale incapacità di ascolto rispetto alle proposte che il centrosinistra sta cercando di fare in questi giorni. Noi comprendiamo anche che errare è umano ma perseverare e diabolico, è veramente diabolico!

Tra l'altro, oltre a questo atteggiamento - che non trova comprensione e difficilmente la troverà all'interno, perché si tratta di rivedere norme profondamente sbagliate e che già il TAR ha clamorosamente censurato perché avete cercato di modificare il PPR attraverso un procedimento che non è quello corretto - oltre a questo noi notiamo nei banchi del centrodestra un nervosismo che cresce e, soprattutto, una sorta di delirio di onnipotenza, anzi un delirio di rappresentanza politica.

Abbiamo assistito nei giorni scorsi a dichiarazioni anche da parte del Capogruppo del P.d.L. che si è arrogato il diritto di affermare la volontà del centrosinistra. Il centrosinistra - ha detto nelle pagine dei giornali - vuole questo provvedimento. Bene, se voi volete andare avanti per approvarvelo ci troverete qui ad opporci strenuamente però non vi consentiamo di farvi interpreti di ciò che il centrosinistra, il popolo del centrosinistra vuole in materia di urbanistica e di tutela dell'ambiente. Questo non ve lo consentiamo. Il popolo del centrosinistra vuole regole, quelle che voi non volete. Notiamo semmai che vi stringete tutti assieme quando si parla di mattone e di urbanistica e diventate un'unica area: area edificabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Allora, mi pare ci sia qualche novità nel dibattito, nonostante questo voi però continuate a dire o a pretendere di parlare di piano casa. Io vi chiedo: "Ma il piano casa di cui parlate è quello declinato nella lettera e)? Il presidente Cappellacci e l'allora assessore Asunis nel 2009 dai banchi della Giunta in quest'Aula hanno avuto modo di ricordarci che quella famosa legge numero 4 del 2009 era destinata ai poveracci che hanno bisogno di costruire o di acquistare una casa. Allora chiedo: questi poveracci di cui avete parlato sono enucleati in questa fattispecie? A me non pare, però spiegateci.

Altra considerazione, assessore Rassu, e lo dico anche al collega Matteo Sanna, avete parlato di falchi e colombe, ma a me pare che dal centrosinistra stia pervenendo al vostro indirizzo un'unica voce. Voi potete fare tutto il ragionamento che volete ma io ho l'impressione che non sia un problema di falchi e colombe, ho paura che sia un problema di un'altra specie di volatile bipede, magari un qualcosa che somiglia più ad una gallina e non ai falchi e alle colombe, ho questa impressione. Come le galline che beccano, continuano a beccare continuamente e insistentemente, allo stesso modo vi comportate voi nei confronti di quella tipologia indicata nella lettera e), la fascia all'interno dei 300 metri.

Allora, noi abbiamo formulato una proposta chiara, chiarissima: cancellate tutta la parte che rientra nel capo II. Ci volete dare una risposta chiara? Che cosa vi impedisce di dare una risposta? Se ci sarà questa risposta - vi hanno detto in tanti dal centrosinistra - si potrà procedere diversamente, ma sinché ci sarà questo arroccamento da parte vostra, ripeto, non ci sarà possibilità di dialogo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il parere favorevole sull'emendamento numero 186 che cerca di abrogare la lettera e) dell'articolo 13 della legge regionale numero 4 del 2009. Questa lettera è proprio la classica norma "a chiamata" o "a sportello", sono talmente particolari le prescrizioni previste nella lettera e) che molto probabilmente vi siete scordati di scrivere nome e cognome del destinatario, o dei pochi destinatari, tant'è vero che intervenite anche in deroga, sempre sui 300 metri, agli strumenti urbanistici vigenti, consentendo di arrivare sino al 25 percento dei volumi esistenti.

Io continuo nel dirvi che noi siamo pronti a discutere con voi, a confrontarci con voi, su quello che voi volete modificare del PPR. Però dicevo prima, e lo riprendo ora, che la realtà di oggi all'interno di questo Consiglio regionale è che c'è una maggioranza che non ha molto probabilmente le idee chiare, che non sa quello che deve fare, e quindi voi cercate di evitare di discutere di un progetto complessivo, di un piano complessivo, qual è il Piano paesaggistico regionale, cercando di modificarlo a pezzettini. Evidentemente troppe sono le indicazioni che avete ricevuto, troppe sono le pressioni che vi stanno portando al blocco totale dell'attività di questo Consiglio.

E chiedo a lei, assessore Rassu, qual è la motivazione che impedisce di percorrere la strada di approvare anche entro oggi la proroga del piano casa, e di discutere, se volete anche domani mattina, delle modifiche al Piano paesaggistico regionale? Noi lo abbiamo detto più volte (ne siamo fermamente convinti e continueremo a ripeterlo) che al Consiglio, a quest'Aula competa solo la scrittura di norme di carattere generale, lasciando e delegando agli enti locali la responsabilità di dotarsi di regole particolari per il governo del proprio territorio. E queste regole non possono che essere i piani urbanistici comunali e i piani particolareggiati dei singoli Comuni. Per questo vi diciamo che siamo pronti anche…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Il tempo a sua disposizione è terminato. Presidente, io sono d'accordo con il collega Chicco Porcu, quando sostiene che a lui non piace un'opposizione fine a se stessa, sono d'accordo con lui, questo lo abbiamo dimostrato sin dall'inizio, quando noi stessi siamo stati promotori di una nostra proposta di legge, attraverso la quale abbiamo rappresentato il nostro punto di vista su un'opportunità che potevamo offrire ai sardi. Questo per dire che c'è un grande rispetto del diritto di ciascuno di avere un'idea diversa del paesaggio. Cioè, voi pensate che si possano ampliare del 25 per cento strutture turistiche ricettive situate entro i 300 metri dal mare, e allo stesso tempo vi convincete che ciò costituisca un miglioramento delle qualità paesaggistiche e architettoniche. Ne avete facoltà! E ne avete facoltà pensando che tutto ciò possa succedere anche con procedura semplificata.

Ecco, noi evidentemente la pensiamo diversamente, e ne abbiamo facoltà, e pensiamo che questo dibattito sia anche nelle cose, sia necessario un confronto legittimo ed opportuno, ma all'interno di un altro ordine del giorno, non di questo, perché non appartiene certamente a questo disegno di legge nel quale si parla di "tutto e di più", di qualcosa che doveva essere il piano casa, ma diventa piano casa, diventa golf, diventa altro. Quindi è un altro dibattito, appartiene al dibattito sulle linee guida al Piano paesaggistico regionale, è per questa ragione che io propongo, assieme agli altri colleghi, l'approvazione di questo emendamento, la soppressione della lettera e) del comma 1 dell'articolo 13, la soppressione dell'articolo 13, la soppressione del capo II di questo disegno di legge per poter affrontare l'argomento in un altro momento e con un altro ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Annuncio il mio voto a favore di quest'emendamento. Anche qui rimaniamo un po' nella logica di concedere delle premialità con uno strumento non adeguato, che poi stravolge il PPR, e queste premialità, come altri colleghi hanno ricordato prima di me, riguarderebbero comunque tutta l'area regionale sarda, senza tenere conto (e voglio essere monotematico) delle zone che in tutta la Sardegna sono a rischio idrogeologico. Questo credo che ancora di più rafforzi l'idea di dover votare a favore di quest'emendamento, di dover fare in modo che il PPR non venga stravolto da norme che dobbiamo considerare intruse. In particolar modo dobbiamo stare attenti ai rischi che si corrono a concedere premialità in territori nei quali c'è bisogno di una grande opera di messa in sicurezza, anziché cercare soluzioni che permettano una vivibilità del territorio più adeguata alla sicurezza delle persone.

Questo discorso riguarda un po' tutta la Sardegna e sappiamo che su questo argomento dobbiamo fare una riflessione. Purtroppo non siamo sicuramente appoggiati dal Governo nazionale che ha concesso sì alla Giunta precedente (ma anche a questa Giunta) pochi spiccioli (10 milioni di euro alla Sardegna per la sua messa in sicurezza) mentre ricordando che la Regione di proprio ha messo più di 100 milioni di euro. Eppure lo stesso Governo in occasione dell'alluvione che aveva interessato il Veneto aveva a disposizione 300 milioni di euro. Ma la Sardegna probabilmente non è considerata un luogo da tenere in considerazione, come dimostra la vertenza entrate.

Allora, per questo dico: cerchiamo di togliere quello che non serve, cerchiamo di fare un ragionamento per trovare soluzioni, però insomma dobbiamo trovare delle soluzioni che ci permettano di fare in modo che tutte le operazioni vengano fatte in estrema sicurezza, prevedendo eventualmente anche eventuali premialità, ma sempre all'interno di leggi omogenee, perché non si può utilizzare una legge che non c'entra niente con il PPR per modificarlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, noi non vogliamo rassegnarci, è nostro compito provare a dialogare, e se si vuole dialogare tra questi banchi si trovano anche gli interlocutori, mi sembra che lo stiamo dimostrando. Voi però vi state chiudendo a riccio, per usare ancora termini faunistici.

Con questo emendamento per il quale preannuncio il mio voto favorevole, noi proponiamo la soppressione della lettera e) del comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4. Già loro dicemmo, due anni fa dicemmo quali erano, a nostro avviso, i due grossi limiti all'interno di questo comma: uno, si interviene nella fascia costiera dei 300 metri con possibilità di aumenti volumetrici del 25 per cento, quindi intervenendo con deroghe ai limiti posti dal PPR (che recepisce comunque una norma nazionale e si mette in contrasto addirittura con la norma nazionale); due, in deroga al Piano urbanistico, quindi ancora peggio, si scavalcano anche le competenze dei comuni nella pianificazione dei propri territori.

Ecco, oggi siamo qua, siete venuti qua, ci avete portato qua per una proroga della legge numero 4, ma se andiamo a prorogare la legge numero 4 mi spiegate che benefici riescono ad ottenere con questo comma per soddisfare le esigenze di natura abitativa? Nessuno! Ecco perché noi stiamo avanzando delle proposte per migliorare il testo della legge numero 4, anche sopprimendo singole parti che, a nostro avviso, non hanno alcuna ragione di essere prorogate. Voi state chiedendo la proroga sui tempi della "4", noi vi chiediamo, invece, di togliere quelle parti che non hanno ragione d'essere prorogate, e questa è una di quelle! La lettera e) dell'articolo 13 è una di quelle parti che non ha ragione di essere prorogata!

Quindi io penso che non stiamo parlando di un nostro arroccamento di posizioni di ostruzionismo, vi stiamo spiegando su ogni singolo emendamento la ragione per la quale, a nostro avviso, il tema va spostato a quello che è all'ordine del giorno. All'ordine del giorno abbiamo altri argomenti, non abbiamo sicuramente interventi sul Piano paesaggistico regionale. Su quello, se volete, ci misureremo, quando verrà inserito all'ordine del giorno dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intervengo per esprimere il voto favorevole su questo emendamento e per continuare la discussione sulla base anche di quanto attestava poco fa il collega Cuccu. Questa è una conferma che le regole non vi piacciono, è scritto in questa lettera del comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4. Il metodo della programmazione non è il metodo che volete adottare, anche questo è un provvedimento che deroga agli strumenti urbanistici, che non ha nessuna attinenza con il Piano casa, io ricordo l'assessore Asunis che ci diceva che quello non sarebbe stato il Piano casa ma un provvedimento per il rilancio dell'edilizia, che il Piano casa sarebbe arrivato a novembre del 2009. Ma questa norma non riguarda neanche il rilancio dell'edilizia, cosa c'entra con il sostegno dell'economia? Perché, assessore Rassu, non incentivare i PUL, i piani di utilizzo dei litorali? Perché non fare in modo che i PUL, che sono un metodo di programmazione demandato ai comuni, che sono parte integrante del Piano urbanistico comunale, trovino nei nostri enti locali il modo per essere discussi, adottati e approvati? Perché non incentivare in questo modo gli Enti locali, anziché, ancora una volta, andare oltre e superare le loro competenze con delle deroghe?

Noi vogliamo continuare a dialogare con voi, vogliamo un confronto che entri nel merito delle questioni. Questa lettera E, così come abbiamo fatto anche il 15 ottobre del 2009, quando l'abbiamo discussa insieme all'articolo 13 della legge numero 4, vuole essere un tentativo di misurarci su visioni probabilmente opposte ma che partono da alcune norme, alcune disposizioni concrete, e questa è una di quelle sulle quali magari vogliamo misurarci nel concreto. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il connsigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Nel mio precedente intervento ho risposto parlando più di un fatto personale che del tema del singolo emendamento. Per non appesantire la discussione ho chiesto di intervenire per fatto personale e credo che me lo concederà alla fine di questa seduta antimeridiana.

Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole su questo emendamento per cancellare la lettera e) del comma 1 dell'articolo 13. Si tratta, infatti, ancora una volta, di una norma che va nella direzione contraria a quello che crediamo sia importante attuare in materia di governo del territorio, cioè stabilire delle regole chiare, certe e seguirle. Anche qui si va esplicitando,già alla seconda o terza riga, la possibilità di derogare al Piano urbanistico comunale, in questo caso si tratta di strutture ricettive alberghiere entro i 300 metri dal mare o anche entro i 50 metri sulle isole minori, e si dà la possibilità di aumentare la cubatura fino al 25 per cento anche in deroga ai Piani urbanistici comunali. Mi viene da pensare all'isola di La Maddalena dove tutti gli alberghi si trovano di fatto entro i 150 metri dalla linea di battigia; penso agli alberghi che sono di fronte al molo storico, agli alberghi che sono di fronte ad alcune tra le località e spiagge più importanti.

Ma, ad esempio, per gli alberghi posti davanti al molo storico come si può attuare questo ampliamento del 25 per cento? Utilizzando delle aree che non ci sono o utilizzando la possibilità di sopraelevare in deroga al PUC e quindi in deroga all'allineamento tra gli edifici, stravolgendo addirittura la città? E' come se nel Piano casa per il Lazio si desse la possibilità di aumentare le volumetrie degli alberghi in piazza Navona del 25 per cento. Arriviamo persino all'assurdo di intervenire nei centri storici di pregio delle nostre città più importanti stravolgendoli completamente, con questa ansia di premiare con metri cubi aggiuntivi. Se fossimo a Roma stravolgeremmo anche piazza Navona! Questa è la qualità della proposta legislativa che viene discussa in quest'Aula! Assessore Rassu, lei dice…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché non ho altri iscritti a parlare metto in votazione l'emendamento numero 186.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 186.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Ladu, Locci e Planetta hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Planetta - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Amadu - Capelli - Pitea - Randazzo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 60

astenuti 5

maggioranza 31

favorevoli 25

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 187.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, continua la nostra opera di persuasione nei confronti di una maggioranza che ha difficoltà ad ascoltare e io sono tra coloro che in quest'Aula hanno rivolto appelli alla maggioranza. L'onorevole Moriconi, l'onorevole Cuccu e altri hanno cercato di spiegare gli effetti di questo provvedimento che non si limita a una "manutenzione" del Piano casa ma introduce nuove tipologie edificatorie.

E' possibile capire il perché noi siamo favorevoli a questo emendamento se andiamo a leggere le variazioni proposte dalla maggioranza nell'articolo 1 undecies, dove si opera una distinzione, difficile da comprendere, tra beni identitari vincolanti paesaggisticamente e non vincolanti paesaggisticamente: in un caso si dà il via libera senza autorizzazione paesaggistica, nell'altro con l'autorizzazione paesaggistica. Poi si fa anche di più: si introduce tra la lettera e) e la lettera f), una lettera e bis) che fa rivivere, per quanto riguarda le zone agricole, le vecchie disposizioni del Presidente della Giunta del 1994.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO

(Segue PORCU.) Io mi rivolgo ai tanti colleghi della maggioranza che so essere insofferenti nei confronti di un piano casa 3 che introduce tante nuove possibilità edificatorie permanenti (quindi non solo deroghe) come quelle che riguardano i Comuni dotati di PUC che, se hanno delle nuove lottizzazioni autorizzate e convenzionate, possono lasciarle in eterno senza che scadano: possibile che nella maggioranza non ci sia una disponibilità a ragionare nel merito per eliminare questi eccessi, fare una manutenzione che potrebbe vederci anche rapidamente licenziare il provvedimento? Possibile che siate così sordi? Metteteci almeno alla prova, credo che su questo valga la pena insistere e noi continueremo a insistere per cercare di farvi ragionare.

Il voto sull'emendamento è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 187. Mi piace sottolineare che la lettera f) è, come dire, una previsione normativa frutto di una visione futurista della maggioranza, che prevede che nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici ai piani paesaggistici regionali, quelli attuali e quelli futuri (ecco perché è futuribile), all'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a cento metri, ove prevista, a partire dal perimetro più esterno dei beni paesaggistici come definiti dalla legge 4 agosto 2008, possano essere realizzati interventi di trasformazione del territorio e degli edifici esistenti, quindi compresa la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, e così via.

Questa è una norma che dovrebbe far vergognare chiunque, chiunque l'abbia proposta, chiunque la voti, chiunque l'abbia sostenuta, chiunque la applichi, perché è un azzardo, è un'acrobazia a danno del nostro patrimonio culturale, paesaggistico, storico, archeologico, dell'unico patrimonio che forse ci rimane, se lo Stato non arriva e ce lo vende. La Sardegna che ci state lasciando è una Sardegna devastata; leggetevi lo stato dell'economia sarda, leggete, nei documenti, qual è la condizione della spesa pubblica, il funzionamento delle pubbliche amministrazioni. Altro che piano casa! Noi dovremmo rimanere qua, possibilmente in collegamento diretto con le forze sociali.

L'11 novembre è stato proclamato dalle organizzazioni sindacali uno sciopero generale, e tutto questo perché? Perché siamo al tracollo, non siamo più alla frutta, siamo oltre, siamo alla devastazione e al disastro, e fra un po' ce ne accorgeremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo emendamento va approvato senza indugio per il semplice fatto che la lettera f) è estremamente pericolosa. Essa induce negli Uffici tutela del paesaggio l'idea che possano compiere un reato, in quanto prevede che all'interno dei perimetri delle aree di tutela dei beni paesaggistici e identitari possano essere autorizzati interventi di trasformazione, anche di costruzione di nuovi corpi di fabbrica, oltre che gli interventi su quelli esistenti, a condizione che quegli immobili abbiano ottenuto l'autorizzazione paesaggistica.

Allora vi domando: se quella zona è vincolata, come farebbe ad avere un'autorizzazione paesaggistica? Se stiamo parlando di beni che insistono in un'area di tutela, non potranno mai averla. Ecco perché la norma è totalmente inapplicata: perché non esiste un immobile vincolato che possa avere l'autorizzazione paesaggistica. Però voi prevedete anche la via d'uscita: qualora uno sbadato funzionario l'abbia rilasciata, voi dite "i contenuti e le prescrizioni di questa autorizzazione costituiscono commisurazione e valorizzazione della compatibilità dell'intervento". In altre parole, se per caso il funzionario ha sbagliato, commettendo un'irregolarità, quell'irregolarità diventa attestazione di congruità dell'illegittimità. Ci vuole proprio il coraggio di chi ha pensato queste norme!

Se l'italiano ha un valore, qui si dice: "I contenuti e le prescrizioni dell'autorizzazione costituiscono commisurazione e valutazione della compatibilità dell'intervento proposto con l'interesse paesaggistico tutelato", cioè una cosa assurda, un inno all'illegalità! Tant'è che, infatti, non ne troverete uno autorizzato in questa logica, perché nessuno si azzarda a rischiare di avere a che fare con le procure della Repubblica perché viola vincoli che sono imposti dalla pianificazione paesaggistica.

Continuate quindi a insistere su norme che non produrranno, né hanno prodotto, nessun effetto. Questo è il lavoro sul quale vi state cimentando, questa è la misura dell'incapacità che avete anche di riconoscere i limiti di una normativa che ha fallito, e siamo qua proprio perché ha fallito, perché se avesse funzionato non avreste avuto bisogno di chiamarci qua a perdere tutto questo tempo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Questa lettera f), che con l'emendamento in discussione chiediamo venga soppressa, testimonia di un approccio da parte del centrodestra verso le tematiche legate ai beni identitari assolutamente inadeguato all'importanza dell'argomento stesso: c'è la palese intenzione di ignorare l'importanza che questo ricchissimo patrimonio di cui disponiamo rappresenta per la nostra società, per la nostra storia, per la nostra cultura e anche per la nostra economia. Esso viene vissuto come qualcosa da rimuovere, come un impaccio, come qualcosa che va assolutamente ignorato affinché si possa dare corso e dare vita a quella che sembra essere l'unica religione nella quale questo centrodestra crede: la possibilità di costruire sempre, ovunque e comunque.

Noi chiediamo che venga abrogata questa lettera f); non è una novità, abbiamo provato ad abrogarne già diverse altre, però io credo che questa sia ancora più importante e più pregnante di altre, credo che sia assolutamente da mettere in evidenza il significato antistorico che questo provvedimento riveste. Ecco perché ritengo che sia opportuno che tutti quanti noi ci pronunciamo a favore di questo emendamento e facciamo di tutto affinché in questa materia non si intervenga più a gamba tesa come si è fatto nel 2009 e la si affronti, invece, valutandone l'importanza e mettendo in condizione chi di dovere di valutare attentamente ciò che si può e ciò che non si può fare senza dare l'impressione al cittadino di essere disponibile a rendere possibile che tutto quello che vuole fare sia possibile che venga fatto. Non è così e non può essere così e non deve essere così.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 187, un emendamento che mi fa ripercorrere immagini credo a tutti noi note, quando si parla di possibilità di trasformare il territorio. Il mio pensiero corre rapidamente alla Valle dei templi ad Agrigento ma ancora di più corre alla Sfinge eigziana. Se qualcuno di voi si è recato in Egitto si sarà accorto, voltando le spalle al monumento, dello scempio costituito dalle costruzioni edificate presso questo importantissimo sito archeologico.

Ecco, a questo mi fa pensare questo articolo di legge: al rischio di deturpare i beni identitari, i beni storici sui quali mi sembra si fondi il ragionamento in questa Aula, che è quello di puntare sui beni identitari, sui beni paesaggistici perché rappresentano il nostro valore aggiunto. Più volte abbiamo parlato, appunto, di questi temi, più volte abbiamo detto che su questi temi occorre impostare un ragionamento e quindi un progetto di sviluppo reale. Abbiamo un patrimonio inestimabile che nel mondo ci invidiano e non siamo in grado di valorizzarlo pienamente, oggi con norme di questo tipo ne ostacoliamo l'integrità. Cento metri? Ma scherziamo? A 100 metri posso realizzare nuove strutture o implementare cubature di edifici già esistenti! Non si tutela così un patrimonio identitario. E' come dire brutalmente a un cinese: trasformati gli occhi a mandorla con taglio alla europea. Insomma la sua identità verrebbe sicuramente cancellata, e questo credo non sia un bene.

Questa norma va cancellata e questi temi vanno approfonditi. Su questi temi va costruito un progetto identitario che ci porti davvero a sviluppare un ragionamento, anche economico, che vada ben oltre il mattone, credo, e punti alla valorizzazione, alla messa in luce di questo patrimonio che il mondo ci invidia e che noi continuamente facciamo finta di non avere, anzi addirittura lo danneggiamo con norme di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, io intervengo per annunciare il mio voto favorevole all'emendamento in discussione e per cercare di dire che aver tentato di colpire il Piano paesaggistico regionale con una leggina che avrebbe dovuto proporre la semplice proroga al piano casa si è rivelata una scelta strategica non felice. Io credo che pensare di modificare uno strumento normativo come il PPR in modo così grossolano, scellerato e pasticciato, come si sta cercando di fare con questa proposta di legge, sia disarmante anche per gli uomini di buona volontà.

Io credo che su questo tema non siano stati fatti fino in fondo i ragionamenti necessari e, pertanto, di volta in volta i nostri emendamenti, i nostri interventi su ogni singolo emendamento sono proiettati a dimostrare o a tentare di dimostrare che il provvedimento, così come confezionato, è francamente inaccoglibile. Anche nel caso precedente manca il rapporto tra ente locale e Regione sull'opportunità di applicare o meno il 25 per cento di aumento volumetrico. Non sta né in cielo né in terra pensare di fare operazioni di questo tipo nei trecento metri dalla linea di battigia verso il centro. Analogamente, sulla lettera F, relativamente ai beni paesaggistici ed identitari, si interviene a gamba tesa.

Condivido pertanto in pieno le osservazioni che sono state formulate dal collega Agus sulla possibilità o meno di costruire anche corpi aggiunti in una zona nella quale è necessario tutelare, preservare, difendere, valorizzare la nostra identità, la nostra storia, la nostra cultura, e questo lo si può fare soltanto attraverso provvedimenti che guardano in questa direzione.

Io credo che, invece, qua siamo di fronte ad un provvedimento che dovrebbe semplicemente prorogare una data, che è quella del 31 di ottobre, relativi a un provvedimento che prevede l'ampliamento di piccoli spazi nella misura del 20 per cento all'interno dei centri urbani. Invece attraverso questa leggina, si tenta di fare altro, cioè di colpire il Piano paesaggistico regionale. Non esistono norme che non possono essere modificate; se l'operazione che la maggioranza vuole fare è questa la faccia, ma a viso aperto, con una proposta di legge organica che punti a modificare il Piano paesaggistico regionale. Se avrà le carte in regola e i numeri perché ciò si possa fare non ci saranno problemi. Se invece così non sarà, così come non si potrà è in questo caso, certamente non si potrà confezionare un provvedimento come questo e pensare che possa passare inosservato o che il centrosinistra, e noi, in particolare, staremo lì ad accoglierlo a braccia aperte permettendo un'operazione che certamente non è nell'interesse della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Ripetiamo fino all'ossessione che questo piano casa è un sottoprodotto di quel capitalismo selvaggio e sfruttatore che produce solo un modello di spazio confacente alle proprie esigenze e alle proprie caratteristiche. Uno spazio omogeneizzante e strumentale al potere del capitale che ha potuto imporsi negli ultimi anni soffocando la vera natura differenziale dello spazio sociale fatta di irriducibile contraddizione. Ciò significa che questo piano è schiavo della insubordinazione e della strumentalità rispetto alla volontà del potere, dell'incapacità di trovare una distanza critica tra ciò che è utile e ciò che è superfluo.

Caro Assessore, sappiamo che ogni atto di pianificazione oggi come ieri è un atto politico, ma lei non deve seguire nessun determinismo politico, il suo piano deve rispondere ad un certo relativismo metodologico e tecnico, ad un popolarismo epistemologico. Bisogna dunque muoversi verso una depoliticizzazione dell'urbanistica intesa come l'istituzione di una propria autonomia e specificità disciplinare. Una politica pubblica può essere analizzata e valutata tecnicamente se con ciò intendiamo fare emergere costi e benefici attesi, ma non può essere giudicata tecnicamente perché il giudizio degli stessi costi e benefici varia in funzione delle finalità politiche perseguite.

Ciò che possiamo suggerire è che la componente normativa del governo del territorio sia ricondotta esplicitamente e senza mascheramento alla sfera politica, che essa se ne prenda la responsabilità e che in quell'ambito le diverse forze in campo si confrontino alla luce del sole. In altre parole questo piano casa deve essere circoscritto, ossia relativo al mondo delle proposizioni che esprimono una necessità.

E' vero che la sintesi appartiene al politico, ma la teoria ha anche lo scopo di aiutare l'uomo politico a manifestarsi suggerendo temi, questioni alternative su cui dibattere e confrontarsi. Il ruolo dell'urbanistica è quello di tradurre in forme speciali una serie di obiettivi sociali e valoriali determinati politicamente e non quello di formare giudizi di valore. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, io mi chiedo se la maggioranza e la Giunta abbiano letto le notizie di agenzia che stamattina sono comparse e che tutti quanti noi possiamo leggere; se si sono rese conto della dichiarazione di guerra che è partita stamattina dai tre sindacati e da Confindustria, una dichiarazione di guerra che non è fine a se stessa, a meno che non si voglia dire che anche sindacati e Confindustria stanno facendo un ostruzionismo senza precedenti, perché non capiscono le ragioni della politica di questa maggioranza. Io mi chiedo se si rendono conto anche dei contenuti specifici che Cgil, Cisl, Uil e Confindustria mandano all'indirizzo della Giunta e della maggioranza, perché è molto grave se non si sono resi conto di quei contenuti. Ma è, d'altronde, sotto gli occhi di tutti che non se ne sono resi conto.

Qui, ormai siamo nel mezzo di una rappresentazione surreale, perché mentre Sagunto brucia, Roma discute, mentre tutto va a scatafascio in Sardegna, e tutti gli opinion leader segnano questa situazione gravissima, qui si discute. Di che cosa si discute? Di Piano casa, di modifiche surrettizie al Piano paesaggistico regionale, spacciando l'uno e le altre per la strada dello sviluppo e del rilancio dell'economia in Sardegna. E' veramente surreale, ma anche da irresponsabili, continuare su questa strada. Ma questo è, questo ci fornisce la classe dirigente che governa la Sardegna, e su questo ci dobbiamo attestare anche noi, cercando con tutte le nostre forze, anche con la forza del ragionamento, sui diversi punti di questa legge di far ragionare la maggioranza, anche se mi rendo conto che proprio non ci riusciamo.

La lettera f) della legge numero 4, così come la precedente lettera e) sono due punti sui quali è impossibile che ci chiediate dialogo e ragionevolezza, perché noi ribaltiamo esattamente il ragionamento, e diciamo che è da irragionevoli e da irresponsabili continuare a mantenerli insieme. E, se voi vi ostinate ad attestarvi sulle vostre posizioni, noi continuiamo a dire che non c'è nessuno spazio per il dialogo, ma soltanto per un lavoro che ci consenta di far emergere le contraddizioni, l'irragionevolezza, l'irresponsabilità delle leggi che mettete a disposizione della Sardegna. La Sardegna sta bruciando e voi continuate a discutere di questioni inutili.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, la lettera f) della legge numero 4 inizia come la lettera c) dell'articolo 1 undecies della "265". E' qui sta, assessore Rassu, la dimostrazione del fallimento della Giunta nel settore dell'urbanistica, perché le due norme, nel lasso di due anni di distanza l'uno dall'altro, iniziano nello stesso modo: "nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali ai piani paesaggistici regionale sono consentiti", e giù tutta la sfilza di interventi consentiti nelle zone A, nella fascia dei 100 metri, sui beni identitari.

Non intervengo nel merito, sottolineo soltanto, assessore Rassu, che l'articolo 11 della stessa legge numero 4 impegnava la Giunta regionale a predisporre le modifiche al PPR. Ora - noi continuiamo la denuncia che stiamo facendo da quando abbiamo iniziato a discutere di questo provvedimento - state prevedendo una serie di norme che, come cavalli di Troia, puntano ad aggirare il vincolo imposto da voi stessi, nella vostra stessa legge, per l'adeguamento ogni biennio del Piano paesaggistico regionale.

Noi riformuliamo la richiesta: evitate scorciatoie che puntino a scardinare le norme del PPR, accantonate in questo provvedimento e impegnatevi a rispettare una legge da voi stessi proposta e accettata. Assumetevi la responsabilità di fare i conti con il Codice Urbani, che regola e norma le attività del PPR, evitate di correre il rischio a cui state andando incontro di schiantarvi contro i rigori della Consulta, alla quale sicuramente il Governo nazionale ricorrerà, così come ha fatto con la regione Lazio, e riprendiamo una discussione, un approfondimento e una valutazione dei temi, pur importanti, che sono sottesi e nascosti da questa legge, per riannodare i fili di un dialogo che purtroppo sono stati spezzati dalla voglia e dall'eccesso di integralismo nel voler difendere per forza delle norme che sono assolutamente indifendibili.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Noi continuiamo a cimentarci sul lavoro di pulizia della legge numero 4, e con questo emendamento cerchiamo di eliminare un comma che non ha prodotto nessun effetto, lo ha spiegato bene il collega Gian Valerio Sanna. E poi ci chiediamo anche, colleghi, alla luce di quanto che avete scritto due anni fa nella legge numero 4, che oggi volete ribadire: per voi che valore hanno i centri storici, che valore hanno i beni paesaggistici e identitari? Vogliamo farli diventare davvero un valore per i nostri cittadini? Vogliamo trasferirli ai nostri figli e ai nostri nipoti? O pensiamo che questi beni siano un intralcio, che siano dei vincoli, punto e basta?

Secondo me, state dando anche un'interpretazione dei vostri programmi, dei programmi del Governo nazionale, che va al di là degli intenti. Rischiate di fare la figura che ha fatto la Regione Lazio, quando è andata oltre addirittura gli obiettivi del Governo Berlusconi. Quando infatti ha varato le norme per il Piano casa il Consiglio dei ministri è stato costretto ad impugnarle e oggi, dieci Assessori della Giunta Polverini si sono dimessi per protesta.

Ma non vorrete mica arrivare a quel punto? Fermatevi prima, cancelliamo queste norme, oppure dimettetevi prima. Delle due, l'una, o vi fermate prime e approvate le cose che state facendo, oppure sarete costretti a fare quello che hanno fatto gli Assessori della Giunta Polverini, e vi dovrete dimettere. Quindi, un po' di coerenza. Ascoltateci, proviamo a ragionare sulle questioni, probabilmente riuscirete ad evitare di fare queste figuracce.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere parere favorevole sull'emendamento numero 187, che cerca di abrogare la lettera f) del comma 1 dell'articolo 13 della legge regionale numero 4 del 2009.

Riflettevo sui contenuti di questo famigerato Piano casa, e il termine stesso avrebbe meritato diversi contenuti, perché si è infilato di tutto in questo disegno di legge, ma anche in questo confermiamo di avere una percezione completamente diversa da voi. Piano casa per noi sarebbe stato un intervento che confermava quello che nella passata legislatura è stato fatto per incentivare la possibilità che i giovani, le giovani coppie potessero darsi un tetto, una casa dove poter andare a vivere, prevedendo un contributo in conto interessi sui mutui, oppure contributi a fondo perduto, oppure ancora costruendo immobili di edilizia economica popolare per i meno abbienti. Di tutto questo non c'è traccia; preferite invece dare risposte ad altri settori della società sarda. Però, io voglio utilizzare quest'intervento, Presidente, per rivolgere un appello a quei colleghi, a quei pochi colleghi responsabili della maggioranza, non facendo riferimento a quegli irresponsabili a livello nazionale.

Io credo che, considerato come stanno procedendo i lavori, se dovessimo proseguire con questo ritmo (prevedendo una media giornaliera di lavoro effettivo di dodici ore) avremmo necessità di quindici, venti giorni di lavoro. Se siete convinti di sfidarci su questo terreno, credo che avrete solo da perdere, perché per noi è molto più semplice intervenire su qualsiasi argomento. Voi dovete garantire anche il numero legale e quindi se il terreno di sfida è quello di chi sta di più in aula e di chi mantiene più a lungo il posto a sedere in quest'Aula, credo che abbiate solo da perdere e niente da guadagnare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento, che prevede la cancellazione della lettera f) dell'articolo di cui stiamo parlando. Questa lettera inizia con queste puntuali parole: "Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali ai Piani paesaggistici regionali". Ora ci si chiede come mai i comuni non abbiano ancora adeguato i Piani. E' stato detto: "Colpa del Piano paesaggistico regionale, d'altronde non è stato fatto nemmeno negli anni passati, nella precedente legislatura". In realtà, nella precedente legislatura il Piano paesaggistico è entrato in vigore alla fine del 2006, anzi, esattamente a fine febbraio del 2007 con la firma della convenzione da parte del Ministro Rutelli. Quindi da febbraio 2007 alla fine della legislatura sono passati 22 mesi. Dall'inizio della nuova legislatura a oggi ne sono passati già più di 30.

Se questa Giunta regionale non avesse avuto l'atteggiamento colpevole di dire che il Piano paesaggistico regionale sarebbe stato cancellato con un colpo di spugna come su una lavagna a scuola, e non avesse fatto desistere i comuni da adeguare i PUC e fare i Piani particolareggiati, oggi non avremmo la necessità di discutere di una norma che inizia con "nelle more di", "nelle more dell'adeguamento". Ancora una volta invece che le regole si decidono le deroghe, o la libertà di fare in attesa di approvare finalmente le regole. Le regole non sono state fatte per colpa di questa maggioranza, e ancora oggi questa maggioranza ci propone non finalmente di fare le regole, ma di continuare in questo modo, fuori dalle regole, in questo caso, su un tema che sembra essere carissimo all'attuale maggioranza, che ogni piè sospinto parla di identità, di identità dei sardi.

Qui stiamo parlando dei beni identitari, non di un'identità che va cristallizzata, ma dei beni identitari che (quelli sì) vanno tutelati e protetti. Noi abbiamo proposto di proteggerli con uno sguardo maggiormente attento, con la necessità di fare i Piani particolareggiati, voi, mentre parlate di identità, ci proponete di continuare ad agire con occhio distratto e fuori dalle regole; evidentemente avete in mente quell'identità che è tutta nei murales.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento, che propone all'Aula di sopprimere la lettera f) dell'articolo 13 che è un'autentica vergogna. Io, almeno su questo, inventerei la stessa maggioranza a riflettere almeno chi, dentro la maggioranza, ha una sensibilità per valori come i beni paesistici e identitari. Persino nella normativa generale, quando su qualcosa vengono individuati i caratteri del bene, nell'area di pertinenza si riconosce il vincolo indiretto, proprio a tutela dei valori di quel bene. Ebbene, in questa smania derogatoria si finisce per mettere persino in discussione l'ambiente-paesaggio e tutti i beni insistenti al suo interno.

Invece di scrivere "nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali ai Piani paesaggistici possono essere realizzati gli interventi di trasformazione del territorio" un minimo di logica avrebbe dovuto suggerire di scrivere "nelle more dell'adeguamento agli strumenti urbanistici tutto è vietato". Perché non c'è ragione di aprire maglie larghe per consentire interventi di abbrutimento, imbarbarimento nei confronti di valori che sono i valori più alti della nostra identità.

Persino la terminologia usata è eccessiva, volgare, inopportuna nei confronti dell'area cui si fa riferimento e delle realtà cui si fa riferimento: "a condizione che abbiano avuto e ottenuto l'autoriduzione paesaggistica". Ma chi è che gliel'ha data l'autorizzazione paesaggistica per interventi in questo territorio? Collega Sabatini, non ci abbandoni, rimanga sul fronte dove lei ha brillantemente militato fino a questo momento, che è quella resistenza che ci porterà probabilmente a convincere la nostra controparte a tenere un atteggiamento più consono e ragionevole negli interessi…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione l'emendamento numero 187.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 187.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Barracciu ha votato a favore, che i consiglieri Stochino e Zedda Alessandra hanno votato contro e che il consigliere Porcu si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Piras - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il consigliere: Porcu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 57

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 23

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Per fatto personale

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per fatto personale, per cercare di chiarire una discussione che abbiamo avuto stamattina. Non è molto importante per me, ma credo che sia importante per l'intera Aula, per fare in modo che la qualità dei nostri lavori, anche della discussione, delle relazioni tra di noi possa migliorare invece che degenerare.

Nella passata legislatura, quando iniziammo a occuparci di tutela ambientale, del Piano paesaggistico regionale, lo dico soprattutto al presidente Mario Floris che stimo, che considero una persona che ha speso anche tante parole interessanti in quest'Aula, ma che forse stamattina, al di là della sua volontà, ha avuto un momento di sbandamento...

(Interruzioni)

Io mi sono appellato, collega, alla vostra sensibilità. Volevo spendere tre minuti se me lo consentite, altrimenti ce ne andiamo a pranzo. Non interessa a nessuno? Ce ne possiamo andare. Se interessa a tutti migliorare la qualità dei rapporti e della discussione in quest'Aula posso continuare.

E allora, soprattutto per chi non c'era nella passata legislatura, voglio ricordare un fatto importante. Quando iniziammo a occuparci di paesaggio, di Piano paesaggistico regionale e di tutela dell'ambiente venne organizzato (alcuni lo ricorderanno) una conferenza stampa dal titolo: "vizi privati e pubbliche virtù", durante la quale piuttosto che discutere nel merito degli argomenti in quell'occasione si preferì attaccarmi personalmente. Parteciparono in tanti, non ricordo i nomi, li ho dimenticati, ricordo però che si cercò di dimostrare come da una parte cercavamo di tutelare il paesaggio, mentre dall'altra privatamente compivano abusi edilizi, devastazioni ambientali e tutto il male possibile. Quindi, anziché discutere nel merito degli argomenti si preferì provare a uccidere personalmente le persone che di quegli argomenti volevano discutere.

Credo che questo sia sbagliato. Era sbagliato ieri ed è sbagliato oggi. In quel caso a quella conferenza stampa seguì una denuncia, seguì un'indagine della Procura, seguì addirittura una decisione contraria della Procura che chiese il rinvio a giudizio dei calunniatori. Io, poiché ho cercato di imparare che la politica si fa qui e non nelle procure, ritirai le denunce. Rimane il fatto che fu un'accusa ingiusta e un comportamento ingiusto. Oggi io sono sicuro che il presidente Floris non voleva accusarmi così malamente, però mi preme chiarire come stanno le cose.

Io sono contro le deroghe e in quel caso non chiesi nessuna deroga in qualità di amministratore di una società. E' agli atti che chiesi una zona industriale diversa dalla zona di Sa Illetta. Mi venne risposto dal Casic che c'era una zona, invece, dedicata a quel tipo di servizi. Ci fu, quindi, una valutazione e decidemmo di insediarci lì, in una zona già espropriata per quella destinazione, vincolata a quella destinazione, per cui vennero spesi dei soldi pubblici perché venisse urbanizzata per quella destinazione, e quella destinazione non era certamente in deroga al Piano paesaggistico regionale che non esisteva, non era certamente in deroga al piano urbanistico di Cagliari che lo prevedeva, non era certamente in deroga al piano del Casic (che credo sia quello cogente, non il piano urbanistico di Cagliari), non era in deroga alle norme ambientali, perché, purtroppo, all'epoca non avevamo i piani di utilizzo delle zone SIC. Non era in deroga a niente, quindi di deroghe non si può parlare.

Concedetemi altri trenta secondi per dirvi che se uno fa il vigile urbano ed è chiamato a governare le politiche della sosta pubblica non per questo, se un giorno parcheggiasse in divieto di sosta dovrebbe smettere di fare il vigile urbano. Deve essere censurato quando parcheggia ette la macchina in divieto di sosta, ma quando fa il suo mestiere di quel mestiere occorre parlare e io qui voglio fare il consigliere regionale come voi e discutere nel merito delle questioni invece che di vicende private. Perché se dobbiamo discutere di vicende private vi devo dire che io, purtroppo, ho bisogno di vendere un edificio a destinazione turistica, che è Funtanazza; ho bisogno di venderlo perché ho bisogno di realizzare. L'emendamento che ho cercato di bocciare gli regala 10 mila metri cubi, voi gli state regalando 10 mila metri cubi. Io sono in conflitto di interessi al contrario. Sono in conflitto di interessi al contrario anche in altri emendamenti che ho cercato di bocciare.

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16. La seduta è tolta alle ore 14 e 10.



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Zuncheddu - Uras sulle presunte irregolarità delle assunzioni e della gestione dei concorsi presso la ASL di Nuoro. (455)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto circa le presunte irregolarità amministrative nella gestione dei concorsi presso la ASL n. 3 di Nuoro, sulla base delle informazioni ivi acquisite si rappresenta quanto segue.

Le procedure di reclutamento del personale richiamate dagli interroganti, effettuate dall'Azienda tramite pubblica selezione e mobilità volontaria, appaiono conformi a quanto disposto dalla normativa vigente e improntate a criteri di efficienza ed economicità dell'azione amministrativa. Nello specifico:

- le commissioni concorsuali risultano composte da soggetti di comprovata esperienza e competenza, regolarmente nominati dal Commissario dell'Azienda su indicazione del Collegio di Direzione (per la Dirigenza di secondo livello), su designazione dell'Assessorato e/o mediante estrazione (per la Dirigenza di primo livello e per il comparto); i vertici dell'Azienda si sono sempre astenuti dal partecipare a qualsiasi Commissione giudicatrice di concorso e/o selezione. I provvedimenti di approvazione degli atti assunti non contengono modifiche e/o integrazioni rispetto ai giudizi di merito delle commissioni e si possono configurare quali atti meramente esecutivi dei procedimenti concorsuali.

- Per quanto riguarda il pubblico concorso per la copertura a tempo indeterminato di n. 7 posti di assistente amministrativo - categoria C - bandito nel mese di settembre 2008, precedentemente all'insediamento della gestione commissariale, si precisa che gli ammessi al concorso sono stati selezionati da una ditta esterna specializzata, affidataria tramite regolare gara pubblica. Circa l'asserita parentela di un ammesso al concorso e i rappresentanti degli alti vertici della dirigenza della sanità nuorese, appare superfluo precisare che la partecipazione a concorsi e/o selezioni pubbliche non può essere inibita a parenti o affini.

- Relativamente alla procedura concorsuale per la copertura di n. 5 posti di operatore tecnico specializzato - autista di ambulanza, la gestione commissariale ha ritenuto opportuno, al fine di evitare scelte discrezionali nella chiamata del personale, posto che il servizio era gestito sin dal 2001 con somministrazione di personale attraverso un'agenzia interinale, attivare la procedura per l'assunzione a tempo indeterminato tramite concorso pubblico. Gli atti relativi alla procedura concorsuale sono stati regolarmente trasmessi al vaglio del Collegio sindacale aziendale.

- Per quanto riguarda, infine, la mobilità intercompartimentale di un assistente sociale, si precisa che la stessa è stata effettuata a seguito di apposita procedura di selezione pubblica bandita nel 2008.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Solinas Christian sulle vaccinazioni antinfluenzali. (509)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base dell'istruttoria effettuata dal Servizio Prevenzione dell'Assessorato e dai dati acquisiti presso le Aziende sanitarie locali, si rappresenta quanto segue.

Gli onorevoli interroganti chiedono, in primo luogo, di conoscere in base a quali stime sia stata stabilita la quantità necessaria di vaccini contro l'influenza.

Come noto, l'influenza costituisce una delle principali cause di morte in Italia per patologia infettiva e la vaccinazione antinfluenzale rappresenta lo strumento più efficace e sicuro per la prevenzione della malattia e delle sue complicanze.

L'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda la vaccinazione quale strumento per la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e per la riduzione della mortalità nei gruppi ad aumentato rischio per patologia o età.

Pertanto, la campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale, promossa ed economicamente sostenuta dal Servizio sanitario nazionale, ha come obiettivi:

- la riduzione del rischio individuale di malattia, delle complicanze ad essa legate con riduzione dei casi di ospedalizzazione e di morte;

- la riduzione dei costi sociali connessi con l'elevata morbosità e mortalità.

Il Ministero della salute, annualmente fornisce alle Regioni le raccomandazioni per la prevenzione e controllo dell'influenza. Nelle campagne stagionali l'offerta attiva e gratuita dei vaccino è rivolta prioritariamente alle categorie a rischio per patologia (malattie croniche dell'apparato respiratorio, cardiocircolatorio e renali, diabete, emoglobinopatie, deficit immunitari etc.), ai soggetti di età pari o superiore ai 65 anni, alle donne in gravidanza (secondo - terzo trimestre), inoltre viene offerta ad alcune categorie di lavoratori: personale sanitario e soggetti addetti a sevizi pubblici di primario interesse collettivo.

Perché i programmi siano epidemiologicamente efficaci devono essere raggiunti obiettivi di copertura vaccinale pari al 75 per cento della popolazione target.

Il fabbisogno dei vaccini antinfluenzali viene, quindi, definito dai Servizi di igiene pubblica delle Aziende sanitarie locali, tenuto conto degli indirizzi forniti dall'Assessorato regionale della sanità in base alle raccomandazioni ministeriali per la prevenzione e controllo dell'influenza. Nello specifico, per quanto riguarda la campagna vaccinale 2010-2011, il Servizio di prevenzione, con circolare prot. n. 19298 del 21.09.2010, ha fissato il termine di inizio delle attività (1° ottobre 2010) e definito gli obiettivi e le indicazioni di coordinamento.

Le modalità procedurali per l'acquisto dei vaccini antinfluenzali sono stabilite nella DGR n. 71/13 del 16 dicembre 2008 "Misure di razionalizzazione e di contenimento della spesa per l'acquisto dei vaccini. Individuazione delle unioni di acquisto per l'espletamento di gare vaccini", in base alla quale ogni ASL, tenuto conto delle raccomandazioni ministeriali, degli indirizzi assessoriali e delle disponibilità finanziarie, esprime il proprio fabbisogno alle AA.SS.LL. capofila (Cagliari e Sassari) che provvedono alla fornitura stagionale.

Per quanto riguarda, infine, il costo per l'acquisto dei vaccini e la quantità di dosi inutilizzate per la campagna vaccinale 2010-2011, si forniscono, di seguito, i dati richiesti per ogni singola Azienda sanitaria locale:

ASL Spesa acquisto vaccini Dosi inutilizzate

Sassari euro 350.000 3.000

Olbia euro 127.127 1.862

Nuoro euro 227.947 7.000

Lanusei euro 58.500 1.500

Oristano euro 202.971 2.357

Sanluri euro 111.622 2.075

Carbonia euro 127.360 2.500

Cagliari euro 584.100 4.750

Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione Cossa sulla controversia in merito alla titolarità di alcuni terreni all'interno dell'area industriale portuale di Cagliari. (548)

L'Assessorato regionale dell'industria esercita l'attività di coordinamento, vigilanza e tutela degli enti e organismi preposti allo sviluppo economico e industriale, demandata alla Regione ai sensi dell'art. 37, comma 2, lett. e), del DPR n. 348/1979 e dell'art. 36, comma 4, della legge n. 317/1991 nonché, per quanto di competenza, le ulteriori funzioni amministrative in materia di assetto, sistemazione e gestione di zone industriali e aree industriali attrezzate e di realizzazione di infrastrutture per nuovi insediamenti industriali, di cui al successivo art. 38 del medesimo DPR n. 348/1979.

Conseguentemente l'Assessorato dell'industria non ha specifiche competenze in merito ai fatti descritti nell'interrogazione di cui all'oggetto, concernenti la delimitazione di aree demaniali portuali disposta con provvedimento del Direttore Marittimo di Cagliari di concerto col Direttore dell'Agenzia del Demanio - filiale di Cagliari del 3 dicembre 2010.

Si evidenzia, peraltro, che l'Assessorato è comunque a conoscenza di tali fatti, in quanto il Consorzio industriale provinciale di Cagliari - CACIP - ha presentato in via principale due ricorsi al TAR Sardegna (nn. 140/2011 e 337/2011) avverso i suddetti atti di delimitazione demaniale e successivamente il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed altre amministrazioni statali, per il tramite dell'Avvocatura dello Stato, hanno a loro volta presentato i ricorsi in via incidentale, al fine di dichiarare la nullità dei ricorsi principali promossi dal CACIP.

In particolare si evidenza che in tali ricorsi incidentali si afferma, tra l'altro, che il CACIP non avrebbe le attribuzioni, i poteri e la legittimazione per la proposizione di detti ricorsi, in quanto tale Ente non si sarebbe costituito secondo le modalità previste dalla L.R. n. 10/2008 e quindi dall'art. 31 del D.lgs. n. 267/2000.

Conseguentemente, poiché l'Assessorato dell'industria ha specificamente gestito la fase di costituzione degli otto consorzi industriali provinciali della Sardegna, compreso il CACIP, secondo le procedure previste dalla L.R. n. 10/2008, tale Assessorato ha provveduto a predisporre una relazione sui fatti e a fornire la documentazione necessaria affinché la Direzione generale dell'Area legale della Regione predisponesse le memorie difensive che successivamente sono state depositate presso la Segreteria del TAR Sardegna.

Si evidenzia che l'udienza per la decisione di tali ricorsi è fissata per il giorno 5 ottobre 2011.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Diana Giampaolo sul considerevole ritardo nella presentazione in Giunta regionale della proposta di deliberazione per l'assegnazione delle borse di studio ai non medici afferenti alle scuole di specializzazione dell'area sanitaria per l'Anno accademico 2010/2011. (619)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, concernente l'assegnazione delle borse di studio ai non medici afferenti alle scuole di specializzazione dell'area sanitaria per l'anno accademico 2010/2011, occorre premettere quanto segue.

Come noto, la legge 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), all'art. 8 comma 10, ad integrazione di quanto previsto dal D.lgs. n. 368 del 17.08.1999 e dalla L. n. 401/2000, ha previsto l'istituzione di borse di studio regionali in favore dei laureati medici e non medici, per la frequenza delle Scuole di specializzazione post-universitarie.

Tale norma ha esteso il finanziamento di cui alla L.R. n. 5/1992, inizialmente previsto esclusivamente in favore dei laureati in medicina e chirurgia, anche ai laureati non medici per la frequenza delle Scuole di specializzazione post lauream nelle discipline dell'area sanitaria. Nello specifico, l'erogazione è rivolta ai laureati appartenenti alle categorie dei biologi, chimici, farmacisti, fisici, odontoiatri e psicologi, ed opera secondo le medesime modalità previste per gli specializzandi medici dall'art. 35 del D.Lgs. 368/1999. Destinatari del citato provvedimento sono i laureati ammessi al primo anno di corso, nonché tutti gli specializzandi già in formazione.

In ottemperanza al citato dettato normativo, questo Assessorato, nelle more della predisposizione del decreto ministeriale che annualmente determina il numero dei posti previsti per ciascuna Scuola di specializzazione, comunicava alle Università di Cagliari e di Sassari la previsione dell'assegnazione di contratti di formazione specialistica e di borse di studio finanziate con risorse regionale per l'anno accademico 2010/2011. Al contempo, invitava gli atenei a trasmettere il numero dei contratti e delle borse di studio da finanziare per il corrente anno accademico, nonché la rendicontazione delle spese sostenute nell'anno accademico 2009/20110, al fine della predisposizione dello stanziamento a regime.

Al riguardo, si rende noto che l'Università di Cagliari solamente in data 11 luglio 2011 ha comunicato all'Assessorato il numero di borse di studio nelle discipline non mediche da finanziare per l'anno accademico 2010/2011. La proposta di deliberazione per il finanziamento del primo anno 2010/2011 è stata quindi portata all'attenzione della Giunta regionale, la quale ha approvato con DGR n. 30/61 del 12 luglio 2011.

Per quel che riguarda, invece, le borse non mediche per l'anno accademico corrente in favore dell'Università degli Studi di Sassari, si rende noto che con determinazione n. 708 del 19.07.2011 del Direttore del Servizio programmazione sanitaria ed economico-finanziaria e controlli di gestione, è stata disposta la liquidazione ed il pagamento del finanziamento destinato all'Università degli studi di Sassari, per n. 39 borse di studio. La mancata trasmissione del rendiconto 2009/2010 relativo alle borse di studio in favore degli specializzandi in Farmacia Ospedaliere dell'Università degli studi di Sassari non consente, allo stato attuale, l'erogazione delle somme in favore dell'ateneo. Gli Uffici dell'Assessorato provvederanno tempestivamente al trasferimento dei fondi previsti, non appena verrà acquisita la documentazione richiesta.

Per quel che riguarda, invece, l'Università degli studi di Cagliari, a seguito dell'acquisizione del rendiconto 2009/2010, trasmesso dall'ateneo con nota prot. n. 16105 del 9 agosto 2011, gli Uffici dell'Assessorato stanno ultimando la predisposizione degli atti di liquidazione e pagamento.

Infine, per completezza di informazione si comunica che la Giunta regionale, con deliberazione n. 30/63 del 12.07.2011, approvata in via definitiva con deliberazione n. 34/11 del 18.08.2011, stante l'esclusione dal finanziamento in esame dei laureati psicologi a causa della mancata istituzione di Scuole di specializzazione in Sardegna, ha disposto, in analogia con quanto previsto dall'art. 52 comma 2 della L.R. n. 11/1988 per gli specializzandi medici, che vengano istituite e finanziate per l'anno accademico 2010-2011 n. 11 borse di studio per i laureati in Psicologia che abbiano conseguito la laurea presso Università della Sardegna, per la frequenza di Scuole di specializzazione in Psicologia non operanti nell'isola e convenzionate a tal fine con l'Ateneo di Cagliari. Il finanziamento sarà destinato all'Università degli studi di Cagliari presso la quale è istituita l'unica facoltà di Psicologia della Sardegna.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sui gravi problemi derivanti dal blocco imposto dalla ASL alla Tecno Pig di Bottidda. (640)

Come illustrato nel considerato della interrogazione in oggetto, la revoca della convocazione della riunione del mese di luglio u.s. del "Comitato permanente di Sanità animale", in cui si sarebbe dovuta discutere la deroga al trattamento termico e bollatura delle carni dei suini provenienti dalla Tecno Pig, ha vanificato le procedure poste in essere e costretto gli uffici competenti a trovare soluzioni alternative.

Gli stessi Assessori regionali dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e dell'agricoltura e riforma agro-pastorale hanno preso contatti diretti con il dott. Alberto Laddomada, capo del Comitato permanente di Sanità animale della Direzione generale di Sanità e difesa del consumatore (DG SANCO), per sollecitare la convocazione di una riunione straordinaria del Comitato nel mese di agosto.

Il rappresentante dell'Unione Europea ha manifestato delle difficoltà ad accogliere tale richiesta in considerazione della complessità della procedura di convocazione straordinaria di un alto numero di partecipanti provenienti dai diversi Stati membri a fronte di un ordine del giorno riferito ad una situazione locale che, pur nella sua gravità, non poteva avere ripercussioni negative immediate a livello europeo. Accertata l'impossibilità di ottenere in tempo utile la deroga da parte del Comitato, il Presidente della Regione procedeva ad adottare l'ordinanza contingibile ed urgente n. 1/18820 del 5 agosto 2011 relativa alla movimentazione di suini da allevamento sito in zona di sorveglianza da peste suina africana a scopo di immediata macellazione. Nelle settimane successive all'emanazione dell'ordinanza, conseguentemente, la ASL n. 1 di Sassari autorizzava l'uscita di diverse centinaia di suini dalla Tecno Pig Srl, consentendo in tal modo un sensibile miglioramento nella conduzione dell'allevamento.

A seguito dei risultati favorevoli delle visite cliniche e delle analisi di laboratorio effettuate dal Servizio veterinario della ASL. n. 1 negli allevamenti suini territorialmente interessati, veniva revocata, mediante determinazione del Direttore del Servizio prevenzione n. 851 del 25 agosto 2011, la zona di sorveglianza per peste suina africana - focolaio di Bono. Conseguentemente, essendo venute meno le ragioni di urgenza che costituivano il presupposto dell'ordinanza sopraccitata, il Presidente della Regione con ordinanza n. 2 del 05.09.2011 procedeva alla revoca dell'ordinanza n. 1 del 5.08.2011.

Per quanto concerne il secondo quesito posto dagli onorevoli interroganti, occorre precisare che le disposizioni sanitarie restrittive in caso di focolaio di peste suina africana, contemplate dal D.L.vo n. 54/2004, prevedono che l'autorità sanitaria locale possa autorizzare l'uscita dei suini verso mattatoi destinando le carni al trattamento termico prima della commercializzazione.

Questa opportunità purtroppo non ha mai trovato riscontro nella nostra Regione per la scarsa disponibilità di stabilimenti alimentari che praticano tale trattamento del resto correlato a particolari tipologie di produzioni da noi scarsamente diffuse.

Pertanto è intenzione di chi scrive, di concerto con il Ministero della salute, proporre alla Commissione europea la modifica della direttiva 2002/60/CE affinché la facoltà dì concessione della deroga al trattamento termico e bollatura delle carni, prevista dall'articolo 10, comma 3, lettera f) della stessa direttiva, sia trasferita dal Comitato permanente di Sanità animale al Ministero della salute.