Seduta n.293 del 09/02/2012
CCXCIII Seduta
Giovedì 9 febbraio 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 02.
MANCA, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 20 dicembre 2011 (286), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Bruno, Gianfranco Bardanzellu, Renato Lai, Pietro Pittalis, Matteo Sanna, Carlo Sechi e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta del 9 febbraio 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Risposte scritte a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Barracciu - Cucca - Bruno - Espa sulla notizia della proposta del nuovo direttore generale della ASL n. 3 di Nuoro di accorpare i reparti di medicina e chirurgia dell'Ospedale San Camillo di Sorgono". (604)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Capelli sulle modalità di svolgimento da parte dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari della procedura seguita nell'espletamento del concorso relativo alle assunzioni a tempo determinato di personale assistente amministrativo - Area servizi amministrativi - cat. C ed in particolare in merito alla mancata comunicazione del punteggio assegnato a ciascun candidato nella prova orale". (670)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Cocco Pietro sulla paventata disposizione ministeriale di blocco delle esportazioni delle carni suine prodotte in Sardegna". (703)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Mulas sul fenomeno del randagismo". (723)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Solinas Antonio in merito alle procedure sull'erogazione di contributi per l'innovazione tecnologica e organizzativa a favore delle piccole e medie imprese previsti dal bando dell'Assessorato regionale dell'industria". (735)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
MANCA, Segretario f.f.:
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata immissione nel ruolo, nella Provincia di Sassari, degli assistenti amministrativi del personale ATA vincitore di concorso nel settembre del 2010". (798)
"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulla variazione della tempistica relativa alla presentazione dei PLUS 2012-2014 e sulla mancata comunicazione dell'accreditamento dei fondi destinati agli osservatori provinciali". (799)
"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulla spesa per la realizzazione delle opere pubbliche". (800)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario f.f.:
"Interpellanza Sechi - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Uras relativa alla corretta applicazione delle disposizioni in materia di stabilizzazioni dei lavoratori precari nella pubblica amministrazione locale ai sensi delle leggi regionali n. 3 del 2009, n. 1 del 2011 e n. 42 del 2011. Graduatorie di merito e istruttoria regionale". (305)
"Interpellanza Planetta sull'opportunità di modifica del disegno di legge approvato il 12 luglio 2011 dalla Giunta regionale che riforma i consorzi industriali provinciali trasformandoli in ALSI e sull'insufficiente dotazione finanziaria per intereventi infrastrutturali e per il funzionamento del Consorzio industriale provinciale di Sassari, Porto Torres e Alghero". (306/C-6.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario f.f.:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cugusi - Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulle necessarie disposizioni da impartire alle strutture tecnico-amministrative da parte dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente perché sia garantito il massimo approfondimento delle analisi preventive finalizzate alle valutazioni di impatto ambientale relative al progetto di ricerca di idrocarburi denominato "Eleonora" concernente perforazioni per ricerca gas naturale e petrolio in Sardegna". (164)
PRESIDENTE. Considerata l'assenza del Presidente della Regione, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 05, viene ripresa alle ore 10 e 20.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento consiliare.
Avevamo concluso gli interventi in sede di discussione generale.
Poiché nessun altro è iscritto a parlare ha facoltà di replicare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Cari colleghi, ho sempre creduto nel confronto, nella dialettica e anche nelle contrapposizioni, perché ritengo che rechino un contributo importante, che aiutino la classe dirigente a maturare una maggiore consapevolezza, che offrano un contributo anche alla coscienza collettiva dei paesi. Però devo dirvi, con tutta onestà, che dal dibattito che abbiamo svolto sulla vertenza entrate mi sarei aspettato qualche cosa di più, qualche contributo costruttivo in più, qualche spinta alla costruzione in più e qualche polemica in meno.
Con questo non voglio affermare che non ci siano stati contributi, non voglio sostenere che non abbia riflettuto e non abbia intenzione di riflettere anche sulle accuse più dure, anche sulle critiche più accese; lo faccio perché è mio dovere farlo, credo sia dovere di tutti cercare di farlo con la massima serenità e con un po' di autocritica, però ho sentito anche molte bugie. Io non ho intenzione di replicare alle bugie, non ho nessuna intenzione di alimentare quelle che poi possono apparire all'esterno delle polemiche, non è questo ciò di cui ha bisogno la Sardegna, non è così che credo debba impiegare il mio tempo, e quindi la mia replica sarà molto breve.
Voglio ancora sperare - e questa è l'esortazione - che anche chi tende a innamorarsi del contraddittorio fine a se stesso possa cercare di andare avanti, di sviluppare un ragionamento diverso e più alto. A fine gennaio, sarà capitato probabilmente anche a voi di sentirlo, il presidente Obama ha pronunciato un discorso sullo stato dell'Unione, e ha espresso un concetto molto interessante che mi piace richiamare: che l'America non è un Paese grande perché ognuno fa da sé, ma è un Paese grande perché è un Paese dove si è capaci di lavorare in squadra, dove ciascuno guarda le spalle all'altro.
Allora, a me piacerebbe molto che, anche qui da noi, si iniziasse un processo di questo tipo, mi piacerebbe molto che iniziassimo non solo a parlare di popolo sardo, ma a essere popolo sardo, non solo a parlare di nazione sarda, ma a essere nazione sarda, non solo a parlare di unità, ma a essere veramente uniti. Io credo che questo sia il nostro dovere, questo è certamente il mio impegno, la mia responsabilità, e credo che, una volta per tutte, si debba provare ad abbandonare la via della polemica.
Tempo fa dissi che mi ero autosospeso dalle polemiche; allora, in questo senso confermo in pieno questa sospensione. Per questo motivo non ho altro da aggiungere se non che continuerò ad impegnarmi, e sono sicuro che in tutti voi, o comunque nella stragrande maggioranza di voi, c'è il desiderio, la voglia, la passione, la forza per portare un contributo positivo a questa vertenza. Ancora una volta, anche da posizioni distanti, nell'interesse di questa nostra Sardegna, vi chiedo di poterlo fare insieme: questo è il momento veramente di poterlo fare insieme.
Conclusivamente permettetemi di rivolgere un ringraziamento. Le vicende di cui ci occupiamo sono complesse. Lo facciamo con il massimo impegno e cerchiamo di farlo anche con le migliori professionalità possibili. Tra queste professionalità ce n'è una che mi sento di ringraziare particolarmente. E'quella di un funzionario della Regione sarda, un dipendente della Regione, che è diventato il riferimento per tutte le Regioni, perché coordina i colleghi delle regioni a Statuto speciale. E' un signore che la parte ministeriale tentò spesso di non far partecipare al tavolo di trattativa col Governo perché lo considerava troppo duro, forse troppo abile nel mettere in crisi le loro ragioni. Questo signore mi sento di ringraziarlo per quello che sta facendo perché credo che ogni tanto sia giusto anche tributare un riconoscimento di questo tipo. E' un nostro dipendente (si chiama Antonio Cambus) che veramente ha mostrato una dedizione straordinaria al suo compito.
Insieme ad Antonio Cambus, insieme a voi, tutti dobbiamo impegnarci in questo lavoro per ottenere un risultato. La Sardegna ne ha davvero bisogno.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la convocazione della Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 26, viene ripresa alle ore 12 e 34.)
PRESIDETE. Comunico che a conclusione della discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Regione è in corso di predisposizione un ordine del giorno. Propongo pertanto di sospendere la discussione e proseguire i lavori con l'esame del DAPEF e dei disegni di legge numero 332 e 333. Poiché non vi sono opposizioni la proposta è accolta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame congiunto del documento numero 21 e dei disegni di legge numero 332/S/A e 333/A.
Avevamo sospeso i lavori in sede di discussione generale. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, io vorrei partire dalle dichiarazioni del presidente Cappellacci, rese stamattina nel corso dell'intervento di replica. Non posso proprio esimermi da una riflessione, visto che il Presidente si è limitato a portare in Aula un attacco paradossale, e devo dire anche ingiusto, contro chi in tutti questi anni lo ha richiamato alle sue responsabilità pretendendo operazioni politiche unitarie e condivise.
Il Presidente sostiene di credere nella dialettica e nel confronto e di essere deluso per la mancanza da parte dell'Aula di un contributo al dibattito sulle entrate, ma dimentica addirittura che cosa successe il 20 dicembre del 2010 quando l'opposizione occupò l'Aula. Si lamenta per le polemiche, addirittura per le bugie e per l'amore della controparte per il contraddittorio, e viene in Aula a ribaltare le sue responsabilità, evocando addirittura Obama e facendo propria la battuta secondo cui l'America sarebbe grande perché portata al lavoro di squadra.
Queste dichiarazioni sono dettate sicuramente dalla coscienza critica del nostro Presidente, una coscienza critica contro se stesso e contro il suo operato, visto che paradossalmente ha sostenuto stamattina tutto ciò che in questi tre anni ci ha rigorosamente negato.
La Sardegna oggi deve fare i conti non solo con la crisi interna, ma con la crisi finanziaria mondiale che si abbatterà ancora di più nell'anno in corso e troverà i sardi non solo indeboliti ma anche impreparati a fronteggiarla. Deve fare i conti con un Governo italiano cosiddetto "tecnico", gestito per la prima volta da rappresentanti diretti di interessi di un potere finanziario europeo che, preso atto dell'incapacità politica ed economica del precedente Governo Berlusconi e della sua stessa impresentabilità morale e costituzionale, ne ha sancito la sostituzione con rappresentanti più accreditati e credibili in Europa.
E' chiaro a tutti che l'economia italiana, specialmente in questi ultimi anni, balla sull'orlo del baratro e del fallimento grazie agli sperperi, alle diseconomie e alla gestione affaristica dello Stato. L'attuale Capo del Governo Monti, accreditato dalle cancellerie europee, e il Presidente della Banca centrale europea Draghi, sono i banchieri che hanno gestito le dinamiche delle banche d'investimento europee e mondiali per cui conoscono bene i principi a cui esse si ispirano, principi che sicuramente non tutelano gli interessi del sud dell'Europa e ancor meno quelli dell'economia sarda, in fortissima crisi.
Oggi noi sardi dobbiamo fare i conti con l'Europa delle grandi nazioni che non solo ignora la realtà delle piccole nazioni, ma che principalmente su di esse farà ricadere i costi della crisi globale. Noi sardi ci troviamo di fronte a un'Europa matrigna e a un Governo italiano che, definito in modo ingannevole "tecnico", di fatto è un governo fortemente politico, voluto e sostenuto dai grandi partiti di centrodestra e dal P.D. Un governo al servizio dell'Europa e, lo ribadisco ancora, un governo al servizio dell'Europa delle grandi Nazioni.
In questo contesto di forti interessi internazionali noi sardi dobbiamo fare i conti soprattutto con l'assenza di una rappresentanza forte, credibile e all'altezza della situazione. Purtroppo questa assenza per noi si sta rivelando l'altra condanna. In questi tre anni, quando abbiamo esortato la presenza in Aula del nostro Presidente non l'abbiamo fatto per creare fastidio ideologico (come tante volte è stato detto in Aula) oppure per amore del contraddittorio (come ha detto anche questa mattina il presidente Cappellacci) ma perché avvertivamo la necessità che tutte le forze politiche e tutte le componenti istituzionali della nazione sarda facessero quadrato sul dramma economico in corso e su quello che si sarebbe abbattuto sui sardi, per decidere quali strategie adottare per arginare l'emergenza, quale strategia globale adottare per il futuro e con quali risorse. Saremmo dovuti arrivare a conclusioni ben diverse rispetto anche all'annoso problema delle entrate, sul quale ancora ci attardiamo ad aprire tavoli per il tè.
Purtroppo tutto questo ci è stato negato in modo irresponsabile, in primo luogo ci è stato negato dal presidente Cappellacci. Di fatto alle sue assenze fisiche e politiche, come se fosse cosa normale, sono seguite le assenze della sua Giunta, sempre più sgangherata, creando una frattura netta all'interno degli organi istituzionali e allontanando ogni possibilità di confronto e di elaborazione di un progetto serio e politicamente condiviso. Poco si parla di questo incidente istituzionale ma ne pagheremo sicuramente le spese.
Per la crisi di democrazia interna e la delegittimazione dei ruoli di cui esso stesso è responsabile, il nostro Presidente si è sentito autorizzato a gestire in solitudine, con uno spirito totalmente di sottomissione, la questione sarda su inutili tavoli romani. Ma per noi non è più tempo di mendicare! Devo prendere atto, oggi più che mai, che nel pieno della crisi lo Stato italiano, che deve rispondere a interessi europei, innalza sempre di più il livello di scontro con la Regione autonoma della Sardegna, che evidentemente deve essere sacrificata sull'altare dell'Europa. Non è più tempo, quindi, di weekend romani ma di azioni concrete, condivise e adeguate, tese ad affrontare e definire, una volta per tutte, i rapporti tra lo Stato italiano e la Regione autonoma della Sardegna. Io credo che il nodo sia questo, quindi occorre rivisitare le nostre relazioni istituzionali.
La manifestazione di disperazione dei sardi nelle piazze è il frutto dell'aggressione dello Stato italiano, contro la quale nulla è stato fatto in questi tre anni; anzi, con il senso di impotenza e sudditanza che ha sempre accompagnato il nostro Presidente, le stesse decisioni assunte dal Consiglio regionale sono state delegittimate (vedi la questione delle entrate: quindi l'articolo 8, lo stesso articolo 9 dello Statuto speciale, per non parlare poi dell'articolo 51, articoli che sono stati rivisitati di recente e votati attraverso un ordine del giorno).
Noi ci troviamo oggi al centro di forti conflitti istituzionali a tutti i livelli, interni ed esterni alla Sardegna. Non si tratta più, ormai, di aprire i famosi tavoli tra amici o darci appuntamento a Roma per discutere tra sardi di questioni sarde; anche questa scelta, tipica di un uomo in fuga, sa di presa di distanza e di disconoscimento del valore istituzionale delle sedi della nostra terra. E non è vero che "tutto fa brodo"; non è vero che un luogo vale l'altro per discutere, per prendere decisioni politiche anche forti, come in questa situazione, nei confronti dello Stato italiano. Anche il valore simbolico delle nostre sedi istituzionali è importante, per cui non ritengo opportuno andare nella Penisola per parlare fra noi e di problemi che riguardano noi.
Io invito il Presidente rigorosamente a rientrare in Aula e la Giunta ad essere presente perché se no, prima o poi, presidente Lombardo, dovremmo chiederle la cortesia di far appendere delle fotografie con i nomi degli Assessori, perché abbiamo ormai anche difficoltà ad associare i nomi alle facce.
Ora ci accingiamo a discutere della finanziaria 2012 in un clima di totale disperazione economica che avvolge i nostri territori, per cui c'è da chiederci se questa finanziaria soddisferà almeno in parte le aspettative dei sardi in sofferenza.
Purtroppo a questa finanziaria manca una strategia globale di emancipazione economica, sociale, culturale e ambientale per la Sardegna. Nonostante gli sforzi profusi dai colleghi della terza Commissione per cercare di attribuire alla proposta presentata dalla Giunta un minimo di dignità economica e corrispondenza alle richieste della società sarda, e nonostante tagli e integrazioni, la proposta continua ad essere impresentabile, incoerente e non offre alcuna prospettiva di uscita dalla crisi per l'economia sarda.
Il compito della Regione autonoma della Sardegna, quindi la missione della finanziaria come atto fondamentale per le sorti della nostra economia, sarebbe dovuto essere quello di recepire le emergenze provenienti dal mondo industriale, degli artigiani, dei pastori, dei contadini, delle libere professioni e del piccolo commercio...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). La proposta in discussione è una proposta debole, Presidente, è una finanziaria debole, senza risorse, per ragioni di congiuntura internazionale, come tutti sappiamo, ma anche per vostre precise responsabilità. Ci troviamo quindi a discutere di allocazione di risorse pressoché inesistenti: insomma, siamo impegnati nella ripartizione della miseria.
Il presidente Cappellacci l'altro ieri ci ha detto che il governo tecnico oggi rappresenta per noi, per il popolo sardo, un'opportunità, riconoscendo di fatto implicitamente che il governo amico che lo ha preceduto ha rappresentato un lungo momento sfavorevole, dannoso per l'Isola. Eppure avevate costruito le vostre fortune elettorali proprio sulle opportunità favorevoli che sarebbero derivate dal poter contare finalmente sul governo amico! Invece abbiamo dovuto registrare una delle peggiori stagioni, una delle più umilianti, anche sul piano della dignità istituzionale, che si potesse immaginare.
Si è verificato l'esatto contrario di quanto avevate garantito perché proprio contando sull'affinità politica e sul forte rapporto di amicizia personale con diversi esponenti di questa maggioranza, l'ex Presidente del Consiglio si è potuto permettere di disattendere il contenuto degli accordi Stato-Regione sulla partita delle entrate, di spostare il G8 a L'Aquila (col suo corollario di effetti negativi) e di dirottare i fondi FAS, tra cui quelli destinati alla Sassari-Olbia, eccetera eccetera. Ce ne sarebbe stato abbastanza per provocare una reazione forte, un moto d'indignazione in primo luogo del Governo regionale e di questa maggioranza unitamente ai parlamentari sardi del P.d.L. che sostenevano il governo Berlusconi. Invece vi siete limitati a flebili quanto inefficaci reazioni, e la nutrita pattuglia di parlamentari sardi del P.d.L. ha potuto influire sulle scelte che riguardavano la nostra Isola meno di uno Scilipoti.
La nostra è una Regione a Statuto speciale ma la specialità per i sardi ha un'accezione tutta negativa; non c'è materia in cui la Regione abbia potestà esclusiva, concorrente o integrativa che non ci veda pesantemente penalizzati. E allora che senso ha parlare ancora di specialità e di autonomia?
Diversi colleghi della maggioranza, nei loro interventi, fanno risalire gran parte delle nostre difficoltà al patto di stabilità che ci impedirebbe di superare i limiti alla spesa imposti. Ma è un falso problema. Di quale limiti parliamo se non abbiamo risorse? Il patto di stabilità stabilisce che non si devono superare i 2 miliardi e 700 mila euro, ma noi non ce li abbiamo, arriveremo a 2 miliardi e 300 mila. Lo ricordava bene l'onorevole Porcu l'altro ieri, si pretenda prima il trasferimento del miliardo e 600 milioni dovutoci per il 2010-2011, e si pretende nel contempo, come evidenziava e sottolineava l'onorevole Gian Valerio Sanna, l'elevazione del limite stabilito dal patto di stabilità.
Credo che i punti prioritari, oggi, siano questi; per questo ritengo che parlare della finanziaria, cioè di risorse che non ci sono, rappresenti un mero esercizio dialettico, che davvero non possiamo permetterci, soprattutto considerata la drammaticità della situazione in cui versa l'Isola. Assistiamo tutti i giorni a manifestazioni di protesta che ci raccontano il malessere e ci aggiornano sul numero impressionante ed in crescita di famiglie sarde che attraversano situazioni di vera e propria indigenza.
Secondo i dati forniti dal sindacato circa 150 mila persone, quasi il 10 per cento dei sardi, necessitano di assistenza. Sono sempre più numerose le famiglie in cui genitori e figli condividono la stessa sorte: quella di non avere un lavoro e sempre meno la speranza di trovarlo. La drammaticità del momento è tale che alla perdita di speranza segue la disperazione, che si traduce in mancanza di fiducia nelle istituzioni e in chi le rappresenta.
In un momento così difficile lei, Presidente, non è responsabile, e voi Giunta, non siete responsabili solo per le cose che non avete fatto, che sono tante (e ciò è di per sé molto grave) ma siete responsabili perché dimostrate di non avere idee e proposte per impostare un qualsiasi progetto di sviluppo. Ma ancora più responsabili siete per ciò che avete fatto e continuate a fare male. Siete colpevoli cioè delle malefatte, che sono altrettante.
Mi riferisco alle illegittimità che hanno caratterizzato e caratterizzano ancora il vostro operare, e pesano non solo sotto il profilo dell'etica politica, ma soprattutto sul piano economico, in quanto creano disfunzioni strutturali.
Mi riferisco alla gestione di enti e agenzie, ai cui vertici avete destinato commissari o direttori generali dediti troppo spesso ad una gestione personalistica e clientelare, sprezzanti delle regole e dei principi che devono informare l'agire di funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione, in linea con quanto avviene nei paesi civili.
Mi riferisco a quanto avviene nella sanità. Come è noto il sistema sanitario assorbe oltre il 50 per cento dell'intero bilancio regionale, un dato che da solo dovrebbe indurre qualsiasi pubblico amministratore ad un approccio oculato e rigoroso nella gestione. Ora io apprezzo anche l'impegno dichiarato dall'assessore De Francisci di volere imprimere una svolta nella politica gestionale, ma la lievitazione dei costi del sistema registrata negli ultimi anni, e l'incremento della spesa per le ASL (che supera il 6 per cento, contro il 2 per cento fisiologico della media nazionale, senza che vi corrisponda l'efficienza del servizio) non sono sostenibili. Sono convinto che il problema non riguardi solo questa maggioranza, ma l'aggravarsi negli ultimi anni di questa tendenza alla gestione personalistica e clientelare, e allo sperpero di denaro pubblico, non può non preoccupare e richiede una svolta in primo luogo di ordine culturale per coinvolgere l'intero sistema politico.
Mi riferisco al comparto agropastorale che versa in condizioni agonizzanti di progressivo abbandono. Il buonsenso suggerirebbe, viste anche le particolari difficoltà del momento che stiamo vivendo, di far ricorso al buon uso delle risorse economiche ed umane di cui disponiamo. Accade invece che a capo dell'agenzia AGRIS, per esempio, specializzata nella ricerca soprattutto nel comparto lattiero-caseario, sia stato nominato, ormai da tre anni, anziché un direttore, come prevede la legge, con alte e comprovate competenze scientifiche, un commissario con nessuna competenza in materia, commissario che decide la destinazione dei ricercatori da un dipartimento ad un altro, con mansioni che nulla hanno a che vedere con quelle in cui sono specializzati, e che ha paralizzato di fatto l'attività dell'ente.
E sempre riferendomi alla malagestione, e ai danni non solo economici che essa provoca, penso ancora a quanto avvenuto recentemente nell'Ente Foreste, il cui direttore generale si incaponì nel voler nominare alla direzione del servizio territoriale di Tempio (che conta oltre 700 dipendenti, molti dei quali laureati) un dipendente privo del titolo di laurea previsto per legge, con le conseguenze immaginabili, e altre nefandezze di vario genere. Ritengo che sia il caso che l'assessore Oppi (al quale formulo i più sinceri auguri di pronta guarigione, e che sono convinto non sia a completa conoscenza di ciò che sta avvenendo ad opera della direzione generale) la Giunta e il presidente Cappellacci in primo luogo, si occupino del problema, al fine di sottrarre la gestione di un ente così importante alle logiche clientelari che continuano a caratterizzarlo. Un ente al quale - è bene ricordarlo - la Regione destina rilevanti risorse finanziarie, talvolta malamente impiegate per sostenere contenziosi legali contro dipendenti che giustamente…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, cercherò di contenere il mio intervento anche al di sotto dei dieci minuti che mi spettano. Mi consenta subito di dirle che ho trovato comunque molto deludente la replica del Presidente della Regione, e anche per questo motivo ritengo abbastanza inutile adesso entrare nella discussione della finanziaria, piuttosto credo sia meglio concentrarci sugli strumenti per capirla.
Ora io non farò riferimento, Presidente, all'articolo 86 del Regolamento, ponendo una questione pregiudiziale o sospensiva, anche se ce ne sarebbero le ragioni, però le chiedo, lo chiedo a lei Presidente, in quanto garante anche del diritto di ogni consigliere di poter legiferare con prontezza sui numeri e sui contenuti, lo chiedo al Presidente della Commissione, di farsi carico entro la seduta di martedì, di farci avere tre informazioni che credo siano fondamentali per dare un senso a questo dibattito. Perché credo che, anche dopo le parole del Presidente della Regione, parole piccate, parole di un Presidente che non vuole cogliere neanche gli spunti costruttivi e positivi di molti di noi che si sono sforzati di parlare nel merito, sia inutile spendere troppe parole.
Allora, considerato che la Giunta, anche in questo momento, è molto distratta, risponde al telefono, manda sms, si picca dell'atteggiamento del Consiglio anche quando è costruttivo - quindi non c'è, così come non c'è il suo Presidente, e purtroppo non c'è neanche nei tavoli del Governo a difendere i diritti dei sardi - io mi rivolgo a lei, Presidente del Consiglio, e mi rivolgo anche al Presidente della Commissione - che ringrazio anche per il ruolo che ha svolto, costruttivo e positivo - per chiedere dei 3 miliardi e 400 milioni di spesa sanitaria (spesa corrente più disavanzo) che forse sono stati limati di 87 milioni, qual è la parte effettivamente fuori patto e qual è invece la parte che consuma una parte di quei 2 miliardi e 700 milioni che abbiamo come vincolo alla spesa.
Lei capisce, Presidente, che se non abbiamo questa informazione, non riusciamo a capire di che cosa stiamo parlando. Quindi questa è la prima questione che io le pongo in via…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Porcu. Assessore La Spisa, sarebbe opportuno che prestasse un po' di attenzione perché l'onorevole Porcu sta ponendo una questione relativa ad alcune informazioni che vengono richieste al Presidente del Consiglio, ma che necessariamente deve fornire la Giunta.
PORCU (P.D.). Presidente, lei evidentemente ha ancora speranza nella capacità di ascolto della Giunta, io siccome non ce l'ho mi sono rivolto direttamente a lei. Però credo che conoscere qual è la quota dei 3 miliardi e 400 milioni più disavanzo effettivamente fuori patto, e sapere se c'è una parte di quella spesa sanitaria, perché magari è fuori dalle delibere CIPE, che consuma cassa, sia importante per capire se ci siano le risorse per parlare del resto. Questa è la prima questione che le voglio porre.
Seconda questione: in questa finanziaria, Presidente e Presidente della Commissione, c'è una corposa tabella, la tabella E, di cui mi sono preso la briga di contare il numero delle voci. Perché mi sono preso la briga di contarle? Perché all'articolo 1 comma 15 si dice che quella tabella ha assoluta priorità nella spesa, e quindi si contende le risorse preziose del patto di stabilità. Ebbene quella tabella, che ha assoluta priorità nella spesa, consta di ben 421 voci. Lei immagini, Presidente, una Regione che ha 421 priorità! Io sfido il Presidente, o qualcuno della Giunta, a dirci se se le ricorda: 421 priorità!
Allora, Presidente, lei sa che ai consigliere non è stato fornito neanche il quantum, la somma della spesa che comportano queste 421 voci? Io ho abbozzato un calcolo, e sono arrivato, pur non avendo finito di contarle, a 2 miliardi e 200 milioni. Non vorrei che sommando le spese previste dalla la tabella E a quanto nella sanità è stato già speso risultasse che siano già esaurite le risorse. In quel caso non ci resterebbe altro da fare che tornare a casa, perché senza risorse è inutile discutere la finanziaria, è inutile discutere tutti gli altri commi. Perché con la spesa sanitaria più gli ipotetici 2 miliardi e 700 milioni (che sono convinto non siano solo 2 miliardi e 700 milioni) abbiamo già consumato i cinque miliardi e 700 milioni; ce li siamo mangiati come la sanità!
Come ultima questione (perché non mi interessa fare polemica, al contrario di quanto fa il Presidente della Regione, che punta sempre il dito invece di cogliere gli spunti positivi) le rivolgo la richiesta, che le porrò come questione pregiudiziale, glielo anticipo, se non avremo risposte prima di martedì (e spero che sia apprezzata da lei Presidente anche la pacatezza) di conoscere l'ammontare dei residui passivi della Regione al 31 dicembre 2011.
Guardi, io un po' di conti li ho fatti anche qui, e di solito non sbaglio di molto: sono 4 miliardi e 800 milioni. Allora io vorrei chiedere alla Giunta: di questi 4 miliardi e 800 milioni (visto che il limite di spesa della Regione è per competenza e in conto residui) qual è la quota che la Regione intende spendere nel corso del 2012 che consuma parte di quei 2 miliardi e 700 milioni? Così capiamo se ci conviene stare qui nei prossimi giorni o andare a casa.
Quindi avremmo l'esigenza di sapere (non c'è stato fornito nemmeno un allegato) a quanto ammontano i residui e qual è la quota che la Regione intende pagare nel 2012, considerato il patto di stabilità. Se noi riuscissimo a sapere qual è la quota dei 2 miliardi e 600 milioni che consumiamo con la sanità, quali sono le spese di questi 2 miliardi a 700 milioni che vengono già assorbite dal comma 15, cosa vuole fare la Regione sui residui, saremmo in grado di capire di cosa stiamo parlando ed eventualmente di stabilire veramente le priorità.
Sui residui, peraltro, c'è poco da fare: o spiega a tutti coloro che credono di avere un credito e di poter spendere che non c'è niente da spendere (e forse farebbe bene a farlo) oppure ci chiarisca cosa pianifica di spendere di quei 4 miliardi e 800 milioni di residui.
Il rischio che noi corriamo - e mi rivolgo al Presidente della Commissione e alla Presidente del Consiglio - è quello di approvare un bilancio fortemente sovradimensionato (1 miliardo e 200 milioni almeno sul conto competenza, più 4 miliardi e 800 milioni di residui) dove la Giunta può spendere all'impronta, a discrezione o con scelte che non sono fissate dal Consiglio (non voglio essere offensivo perché non voglio sollevare polemiche) firmando, con l'approvazione della finanziaria, un mandato in bianco alla Giunta a procedere.
Io apprezzo i colleghi della Commissione - mi viene quasi da sorridere, perché la loro è quasi una ingenuità, un auspicio - che giustamente hanno previsto, al comma 13 dell'articolo 4 bis, per assicurarsi qualche milioncino da spendere sul fondo anticrisi, che ai fini del rispetto del patto di stabilità quanto contenuto in detto articolo (spese per circa 180 milioni) abbia carattere prioritario. Ma vede a cosa siamo costretti Presidente? Siamo costretti a competere con risorse scarse, con risorse che non ci sono! Stiamo già dicendo che non ci fidiamo della Giunta, stiamo già dicendo che la Giunta ha una delega in bianco, e il Consiglio, su 6 miliardi e 800 milioni, più 4 miliardi e 800 milioni di residui (quindi su oltre 12 miliardi) chiede di poter almeno stabilire la priorità per 180 milioni.
Allora, Presidente, chiudo e chiedo che sia possibile, per chi vuole svolgere nel merito e senza polemiche una discussione in questo Consiglio, avere almeno le informazioni per farlo. Non so se il Presidente mi stia ascoltando, ma magari qualcuno glielo riferirà e gli potrà spiegare che in questo Consiglio, nei banchi della minoranza, c'è chi vuole il bene della Sardegna e vuole discutere sui contenuti; lui invece oggi ha scelto di non farlo.
PRESIDENTE. Credo che l'assessore La Spisa abbia recepito le sue richieste e, nei limiti del possibile, penso che fornirà alcune risposte già in sede di replica. Ritengo comunque che prima di martedì, nell'ottica della leale collaborazione, verranno fornite le informazioni relative alle domande che non potranno ottenere risposta nella seduta odierna.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, il mio intervento sarà molto breve perché abbiamo deciso oggi di ridurre gli spazi del dibattito sulla finanziaria per concludere la discussione che si è sviluppata attorno alle comunicazioni del Presidente all'indomani dell'incontro svolto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Noi non abbiamo un atteggiamento ostruzionistico, di contrasto pregiudiziale e assoluto nei confronti della legge finanziaria della Regione. Dico della Regione perché sono convinto che alla fine della discussione la legge finanziaria che uscirà approvata, se non sarà una legge finanziaria delle minoranze o dell'opposizione, probabilmente non sarà neppure più la legge finanziaria del Governo della Regione.
Ho interesse ad altro; il mio interesse è quello di fare di tutto perché le risorse finanziarie disponibili nel bilancio della Regione siano destinate a sostenere la nostra economia, a risolvere i problemi di vita dei nostri cittadini, ad alleviare il disagio sociale diffuso che riscontriamo noi, ma riscontra soprattutto chi per questo disagio soffre. Sono quindi disponibile a discutere con tutti ogni misura che salvi un posto di lavoro, che offra una occasione di lavoro in più, che garantisca un reddito, che consenta alle nostre micro e piccole imprese di sopportare il periodo, la congiuntura assolutamente negativa che stanno attraversando. Quindi ogni intervento rivolto a risolvere un problema, un problema vero che riguarda la nostra comunità, mi trova assolutamente disponibile.
Per fare questo - lo dico alla maggioranza e lo dico alla Giunta - le furberie devono scomparire. Non venite con la lista dei clienti, lasciatela a casa, non è più il tempo! Lasciate a casa l'interesse particolare. Basta gonfiare i privilegi, anzi qualche volta riduciamoli! C'è da sacrificarci? Sacrifichiamoci tutti. Io lo dico perché la mia busta paga la pubblico nel sito. Io sono entrato in Consiglio regionale circa otto anni fa, e l'indennità che percepivo era all'incirca di 3000 euro superiore a quella che percepisco oggi.
Noi abbiamo effettuato tagli e li abbiamo fatti giustamente, e se ci sarà bisogno taglieremo ulteriormente. Per cui non si può gridare allo scandalo se il 10 per cento dell'indennità di gabinetto degli staff degli Assessori viene destinato a soddisfare i bisogni delle persone che sono fuori dai palazzi, non della politica: dell'amministrazione della cosa pubblica.
Sto prendendo un esempio, ne potremmo prendere altri, ma lo dico: se spendiamo 3 miliardi e 300 milioni 3 miliardi e mezzo nella sanità, ma siamo veramente tutti convinti che non si nascondano privilegi, che noi non solo li tolleriamo ma addirittura li promuoviamo? E allora se c'è la necessità di tagliare si tagli. Nessun Assessore pensi di farsi un pezzo di campagna elettorale in questi tempi con la compiacenza di chi è destinatario di interventi finanziari pubblici.
Se questo sarà l'atteggiamento che noi riscontreremo nella Giunta, cioè la disponibilità a discutere del bisogno, della necessità (che vuol dire sostenere l'economia, vuol dire anche sostenere l'impresa, ma vuol dire anche sostenere il lavoro) noi saremo qua ad ascoltare e anche a costruire insieme, come abbiamo fatto già su alcuni temi. Mi riferisco, per esempio, all'incremento delle disponibilità finanziarie e di intervento sociale ed economico degli enti locali, sul quale abbiamo lavorato in Commissione insieme a tanti colleghi (al collega Gian Valerio Sanna e ai colleghi Capigruppo che sono presenti in Commissione, il collega Sabatini, la collega Barracciu) cercando di individuare soluzioni.
Abbiamo alcuni capitoli aperti, li cito soltanto e ho chiuso, Presidente.
Noi non siamo contro le reti informatiche, e non siamo neppure contro i sistemi informativi, siamo contro i sistemi informativi e le reti informatiche che costano molto e non rendono nulla. Se i funzionari dell'Assessorato del bilancio devono venire in Commissione con il loro plico di documenti scritti a mano o, andando bene, con i computer di casa, mi si deve spiegare qual è il funzionamento del sistema informativo che regola la contabilità della Regione. La stampa di dettaglio della spesa, degli impegni, delle destinazioni si sarebbe potuta infatti eseguire tranquillamente attraverso le procedure e l'hardware a disposizione dell'Amministrazione regionale che ci costa tanti milioni. Io ho stimato che comporterà una spesa per i prossimi anni che si aggirerà tra gli 80 e gli 85 milioni.
E allora, se è questo il prezzo, io non ho niente contro, anzi sono a favore, ma sono a favore degli interventi che costano anche molto ma rendono di più, e non che costituiscono una spesa che poi si butta al macero.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue URAS.) Voglio portare un altro esempio: quello del funzionamento della nostra macchina amministrativa. La nostra macchina amministrativa costa centinaia e centinaia di milioni, io ne ho contato attorno a 700, tra trattamenti retributivi, locazioni o acquisti di immobili, macchine e apparecchiature messe a disposizione. Costa molto, costa circa il 10 per cento delle disponibilità finanziarie regionali. Presidente, io chiedo solo che renda per quello che costi; anche lì occorre maggiore attenzione e soprattutto maggiore rispetto per le leggi della Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il dibattito sulla manovra finanziaria ha subito in questi giorni una sorta di stravolgimento; anche oggi abbiamo seguito un ordine dei lavori certamente non lineare con la discussione sulla manovra finanziaria. La nostra posizione è nota ed è contenuta nella relazione presentata dal collega Franco Sabatini, che è allegata agli atti: quella è la posizione del Gruppo del Partito Democratico in ordine all'oggetto di cui stiamo discutendo anche in questo momento.
Io intervengo brevemente per sottolineare soltanto pochi aspetti, pochi punti che si intrecciano anche con la discussione che stiamo svolgendo in queste ore relativamente al confronto con lo Stato, nella fattispecie con il Governo e con la Presidenza Consiglio dei Ministri. Assessore La Spisa, è lei qui a rappresentare, anche come Vicepresidente della Regione, la massima carica dell'Esecutivo regionale, e non ho bisogno di ricordare a lei, e nemmeno ai colleghi presenti in aula, la drammaticità della crisi in cui versa la nostra Regione.
Noi di fronte a questa crisi abbiamo raccolto l'appello delle associazioni, delle organizzazioni di categoria, che hanno denunciato un rapporto con il Governo regionale non certamente all'altezza delle difficoltà. In più di un'occasione - anche nelle occasioni in cui sono state audite in Commissione bilancio, lo sa bene il Presidente della terza Commissione, l'onorevole Fois - queste organizzazioni, che meglio di altri rappresentano la parte più esposta, la parte più fragile, quella che sta subendo e sta pagando in prima persona e più di altri gli effetti della crisi drammatica in cui versa la nostra Regione, hanno lanciato un grido d'aiuto. E noi ci siamo messi a disposizione accorrendo a questo grido d'aiuto.
Le associazioni, le organizzazioni sindacali, il sistema delle autonomie locali hanno lanciato un appello fortissimo alle opposizioni in Consiglio regionale affinché surrogassero al ruolo che finora in questi tre anni non è riuscita a svolgere la maggioranza, in particolare la Giunta e il Presidente della Regione, e noi l'abbiamo fatto con questo spirito, accogliendo questo grido d'aiuto e questo allarme lanciato, ripeto, dalle organizzazioni che meglio rappresentano lo stato di difficoltà della nostra economia.
Ho voluto iniziare affermando questi concetti per esprimerne un altro molto chiaro: noi siamo ancora a disposizione e al servizio della Sardegna, e vorrei che questa disponibilità nel metterci al servizio della Sardegna non venisse interpretata (perché non è nelle nostre intenzioni, nella maniera più assoluta) come un tentativo e un prurito - scusate il termine poco consono a quest'aula - una smania di distinguerci attraverso un abbraccio con la maggioranza e con il Governo regionale: non è assolutamente questo.
Noi ci siamo messi a disposizione perché ci siamo resi conto che la maggioranza e la Giunta, a partire dal suo presidente - visto anche l'intervento dello stesso reso in sede di conclusioni del dibattito - non sono nelle condizioni ideali (e uso un eufemismo) per intercettare davvero le difficoltà di quest'Isola e, tanto meno, per indicare soluzioni a quelle difficoltà.
Ecco, io ho voluto precisare innanzi tutto questo perché noi vogliamo, pur dall'opposizione, senza confusione di ruoli, offrire il nostro contributo nell'interesse della Sardegna, perché quest'Isola possa guardare al proprio futuro con un minimo di prospettiva; possibilità che è stata cancellata in questi tre anni per vostra responsabilità.
Queste sono le ragioni e i motivi per i quali noi, anche in sede di discussione sulla manovra finanziaria, abbiamo svolto un ruolo credo importante. Il testo esitato dalla Giunta è stato dalla Commissione interamente rivisitato, quasi rivoltato. La Commissione, di fronte alle difficoltà della nostra Isola, ha lavorato in maniera anche irrituale, invertendo un po' l'ordine dei lavori e prendendo in mano il bilancio nel tentativo di recuperare risorse da destinare in particolare alle politiche e agli interventi per la crescita, che rappresenta il problema vero di questa Regione.
E' stato svolto un lavoro importante, per il quale ringrazio tutti i colleghi dell'opposizione presenti in Commissione, i commissari e il presidente della stessa. Secondo me si sarebbe potuto svolgere un lavoro ancora più importante se ci fosse stata la disponibilità per intero della maggioranza di ripulire totalmente il bilancio da tutte quelle spese che nulla hanno a che vedere con la necessità di attuare politiche che puntino alla crescita di questa Regione.
Non voglio qui richiamare come al solito gli indicatori macroeconomici della nostra Regione, li conosciamo tutti, li conosce in particolar modo, credo, il vicepresidente della Regione, onorevole La Spisa. Noi abbiamo recuperato circa 160 milioni, se non ricordo male, con quel lavoro, e voglio sottolineare un aspetto: se non li avessimo recuperati, quei 160 milioni si sarebbero persi nei rigagnoli della clientela e dei particolarismi. Io credo che questo debba suonare come una sorta di vituperio nei confronti di chi ha presentato il testo originario, perché quel testo non conteneva l'impegno di destinare risorse per soddisfare queste necessità.
E' stato svolto un lavoro importante, un lavoro che ha coinvolto tutti i Gruppi in Commissione bilancio, e credo sia un fatto che non dovremmo stancarci di sottolineare. Io non so se si possa svolgere un ulteriore lavoro nei prossimi giorni, da qui a lunedì, quando scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti, non so se si potrà fare un ulteriore lavoro in Aula; per quanto ci riguarda, cercheremo, da qui a lunedì, ma anche durante il lavoro in Aula, di recuperare ulteriormente risorse da destinare in questa direzione.
Vedete, noi stiamo facendo in questi minuti - poi replicherà credo l'assessore La Spisa - un dibattito su un punto della finanziaria. Il Presidente della Regione ha ritenuto di concludere un dibattito importante, che si è svolto l'altro ieri, sugli esiti del confronto con il Governo nella maniera che sapete. Io non voglio esprimere nessun giudizio su quelle conclusioni, anche perché manca il merito per esprimere un giudizio, manca il contenuto per esprimere un giudizio, è una responsabilità che si è assunto il Presidente della Regione, bontà sua, e non sta a me metterla in discussione. Mi sarebbe piaciuto però che l'Aula fosse messa nelle condizioni di poter esprimere nelle forme che sono possibili anche un giudizio articolato su conclusioni…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Sospendo la seduta per un minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 28, viene ripresa alle ore 13 e 29.)
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Per favorire il prosieguo della discussione sulla questione che è stata sospesa, e per consentire anche di arrivare a un ordine del giorno, speriamo condiviso da tutti, sulla questione dell'applicazione dello Statuto sul regime delle entrate (quindi iniziamo a non chiamarla più vertenza, così iniziamo su qualcosa che può, penso, unire tutti), non farò una replica alla discussione generale; d'altra parte molti colleghi hanno generosamente rinunciato al loro intervento.
Quindi non voglio replicare a critiche che sono state mosse; nel corso della discussione sugli articoli e sugli emendamenti avremo modo magari di ritornare su alcuni particolari. Vorrei soltanto rispondere ad alcune domande che mi sono state rivolte, perché mi sembra possano essere utili, in particolare vorrei fornire alcuni chiarimenti chiestimi dall'onorevole Porcu relativamente alla spesa sanitaria.
L'onorevole Porcu mi ha chiesto quanto della spesa sanitaria possa essere esclusa dai limiti del patto di stabilità; la spesa sanitaria è tutta fuori dai limiti del patto di stabilità, anche se, almeno a legislazione vigente, non sappiamo quanto questo possa durare. Sapete bene che si sta discutendo sul patto per la salute, sui limiti da porre anche alla spesa sanitaria, però la domanda dell'onorevole Porcu era rivolta a capire se una parte di questa spesa possa incidere sulla cassa. In linea di massima direi che, stanti i trasferimenti dovuti dallo Stato alla Regione per alimentare i flussi di cassa, non dovrebbero esserci problemi; l'unico problema potrebbe sorgere se lo Stato, nei trasferimenti che incidono sulla cassa, non ottemperasse al suo dovere di procedere con regolarità ai versamenti: questo è l'unico problema.
Per il momento, però, non siamo in questa condizione; sapete bene che lo Stato si sta limitando a effettuare i trasferimenti che incidono sulla cassa, facendo riferimento soltanto ai limiti del patto di stabilità, ma noi riteniamo che con la chiusura del confronto sull'applicazione dello Statuto si possa anche mettere un punto fermo sui meccanismi di devoluzione di quanto lo Stato deve trasferire alla Regione sulla base di quanto stabilisce lo Statuto e le norme applicative. Per quanto riguarda la terza domanda, io francamente adesso non mi ritrovo il foglio dove l'ho appuntata…
PORCU (P.D.). Riguardava la tabella E e i residui.
LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, il livello dei residui passivi. Sulla tabella E mi riservo di rispondere dopo, riguardo ai residui, invece, noi ovviamente quando abbiamo presentato il disegno di legge non ne conoscevamo l'ammontare e non possiamo conoscerlo ancora perché il rendiconto è in fase di elaborazione, possiamo solo dire che la stima si aggira intorno ai 5 miliardi. Relativamente a quanto questi residui passivi assorbano di capacità di spesa di quei 2 miliardi e 700 milioni che per quest'anno avremo come limite di spesa riguardo al patto di stabilità, non abbiamo anche qui una cifra sicura da poter fornire. Sappiamo che statisticamente l'assorbimento delle spese che si trascinano dall'anno precedente o dagli esercizi precedenti, e che quindi sono ascritte a residui passivi (quindi somme che vengono impegnate ma non spese materialmente) in linea di massima si aggira attorno al 40 per cento della capacità di spesa. In sostanza dei 2 miliardi e 700 milioni che abbiamo come limite di spesa per quest'anno, tra gli 800 e il miliardo di euro riguardano spese che ci trasciniamo dagli anni precedenti.
E' altrettanto chiaro che una parte delle spese impegnate in quest'anno si trascinerà negli anni successivi, quindi il meccanismo è di per sé non virtuoso, ma comunque si sta assestando su questa dimensione. Questa è la risposta.
In ultimo vorrei sottolineare, a conclusione della discussione generale, che stiamo affrontando una legge finanziaria in una situazione che vede la nostra Regione, il nostro Paese (e non solo il nostro) costretti ad affrontare una crisi veramente tremenda. Voglio dare atto del fatto che il lavoro svolto in sede di Commissione bilancio ha permesso sicuramente (con la disponibilità da parte della Giunta regionale, che credo abbiate verificato) di approfondire l'analisi dei documenti contabili e di mettere a disposizione, in maniera assolutamente trasparente, le risorse finanziarie necessarie per dare corpo alla manovra . E' vero che la proposta, il testo che arriva in Consiglio, rispetto al disegno di legge originario contiene alcune correzioni che hanno permesso di accumulare una certa somma che può essere orientata verso altre destinazioni, sarei un po' prudente però nel considerare, onorevole Giampaolo Diana, tutto ciò che è stato spostato da alcuni capitoli ad altri come sperpero, spesa improduttiva, addirittura orientata verso clientele; non è sempre così.
Il nostro sistema certamente contiene degli sprechi ma, in realtà, il lavoro compiuto è consistito semplicemente in uno spostamento da spese meno urgenti a spese ritenute più strategiche, più urgenti in un momento di crisi come quella attuale, in particolare spese relative alle politiche del lavoro e alle politiche orientate verso opere pubbliche immediatamente cantierabili, e poi verso incentivi alle imprese, in modo da sostenerle in questo momento di difficoltà.
I capitoli da cui sono state stornate queste risorse per la gran parte non erano capitoli in cui ci si orientava verso lo spreco, ci si orientava verso scopi che, forse, possono essere in questo momento messi da parte, o su cui si può fare una maggiore azione di razionalizzazione del risparmio. Comunque è vero che tutti hanno svolto un lavoro molto buono, mi sembra che sia un ottimo segnale di un buon livello di confronto politico, di onestà reciproca tra maggioranza, opposizione, tra Commissione e Giunta, e penso si possa proseguire in questa direzione anche nel proseguo della discussione sugli articoli e sugli emendamenti. Poi su alcuni punti particolari a cui si è fatto cenno, io preferirei intervenire i nel corso della discussione sugli articoli.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io le vorrei rappresentare il mio disappunto per una confusione che regna sovrana. Da un po' di tempo non si capisce quale sia l'ordine dei lavori, non inteso come ordine dei lavori posto all'attenzione dell'Aula per la giornata lavorativa, ma come proseguo dei lavori e come calendarizzazione degli stessi.. Si convoca l'Aula alle 10 e si iniziano i lavori alle 11 e mezza, si continuano a convocare Conferenze di Capigruppo per organizzare non so cosa, ci si dice che si prosegue fino alle 16 con orario continuato per finire tutti i lavori e riprendere martedì; ora lei annuncia si interrompe adesso e che si riprende alle 17 . Insomma, c'è una confusione totale, non abbiamo la minima possibilità di organizzare il nostro lavoro, e ciò mi sembra poco rispettoso nei confronti dei consiglieri regionali. Non so da che cosa dipenda questa mancanza totale di organizzazione dei lavori, non so da chi dipenda. Anche la replica dell'Assessore, che in questo stato di confusione soltanto alcuni hanno seguito, avrebbe meritato maggiore attenzione da parte dell'Aula; invece si discuteva su come andare avanti, a che ora riprendere, delle necessità dei singoli, dell'opportunità di sospendere magari per un'influenza. Io credo che l'organizzazione dei lavori richieda maggior serietà e il rispetto del lavoro di tutti. Perciò se si decide che si deve iniziare a un'ora si deve iniziare a quell'ora, se si prevede di sospendere ad un'altra ora si deve sospendere a quell'altra ora e riprendere il pomeriggio, senza stravolgere ogni volta le decisioni assunte poco prima. Capisco che in alcune occasioni, in alcuni momenti, si possa trasgredire a questa norma, ma sta succedendo esattamente il contrario: la norma è la confusione, e così non si può lavorare seriamente. Passare da un argomento all'altro, sospendere, riprendere…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Capelli. Ha qualche proposta, qualche richiesta? Perché abbiamo capito la parte delle recriminazioni…
CAPELLI (Gruppo Misto). Guardi, io la proposta generalmente, Presidente, l'affiderei alla Conferenza dei Capigruppo, generalmente, perché sa bene che una mia proposta non conta assolutamente nulla, perciò non mi chieda una proposta. Io chiedo di terminare i lavori così come si era programmato e riprendere martedì. Votiamo l'ordine del giorno, procediamo al passaggio all'esame degli articoli, dopodiché quello che si è programmato va portato avanti. E poi ci sono difficoltà anche per raggiungere ognuno la sua sede perché sappiamo che il tempo non ci aiuta, e questa non è una scusa come altre volte è stata. Insomma, io chiedo all'Aula che si esprima, dica cosa vuol fare. Almeno così lo sappiamo e ci regoliamo di conseguenza nel programmare anche la nostra vita.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, stamattina c'è stata una Conferenza dei Capigruppo che ha assunto determinate decisioni che sono quelle che lei ha riepilogato.
CAPELLI (Gruppo Misto). Che ora sono cambiate!
PRESIDENTE. Dopo di che ci sono state interlocuzioni con la Presidente del Consiglio e si è arrivati ad altre determinazioni. Però siccome io credo che sia il caso di precisare alcuni punti, sospendo la seduta pregando i colleghi di rimanere in aula…
PORCU (P.D.). Presidente, però ha ragione l'onorevole Capelli!
PRESIDENTE. Perfetto, per cui io convoco una brevissima Conferenza dei Capigruppo per dirimere…
(Interruzioni)
Sospendo la seduta per un minuto per decidere su da farsi, perché è vero che purtroppo molti colleghi sono andati via.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 42, viene ripresa alle ore 13 e 54.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
l'anno 2012 e bilancio pluriennale per gli anni 2012-2014" (333/A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Biancareddu, Greco e Sanjust hanno votato a favore e che i consiglieri Diana Giampaolo e Solinas Antonio hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Locci - Lunesu - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo -- Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 62
astenuti 2
maggioranza 32
favorevoli 37
contrari 25
(Il Consiglio approva).
Approvazione del "Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF)" (21/A)
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata una risoluzione.
(Si riporta di seguito il testo della risoluzione numero 1:
Risoluzione Diana Mario - Steri - Dedoni - Sanna Giacomo sul Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2012.IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTI gli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, relativi rispettivamente alla disciplina del Programma regionale di sviluppo (PRS) ed al Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF);
ATTESO CHE la Giunta regionale ha presentato il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2012 contestualmente ai disegni di legge n. 332 e n. 333, relativi rispettivamente al disegno di legge finanziaria per l'anno 2011 e al bilancio per gli anni 2012-2014;
VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio;
RITENUTO conseguentemente opportuno utilizzare la disciplina prevista dal suddetto articolo del Regolamento per l'approvazione del DAPEF;
RITENUTO di condividere i contenuti del DAPEF, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 25 gennaio 2012,
DELIBERA DI APPROVARE
il DAPEF 2012 così come approvato dalla Commissione.(1).)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della risoluzione numero 1.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 36
contrari 26
(Il Consiglio approva).
I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 14 febbraio alle ore 16. Per lo stesso giorno, alle ore 10, convoco la Commissione bilancio per l'esame degli emendamenti.
La seduta è tolta alle ore 13 e 57.
Allegati seduta
CCXCIII Seduta
Giovedì 9 febbraio 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 02.
MANCA, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 20 dicembre 2011 (286), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Bruno, Gianfranco Bardanzellu, Renato Lai, Pietro Pittalis, Matteo Sanna, Carlo Sechi e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta del 9 febbraio 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Risposte scritte a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Barracciu - Cucca - Bruno - Espa sulla notizia della proposta del nuovo direttore generale della ASL n. 3 di Nuoro di accorpare i reparti di medicina e chirurgia dell'Ospedale San Camillo di Sorgono". (604)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Capelli sulle modalità di svolgimento da parte dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari della procedura seguita nell'espletamento del concorso relativo alle assunzioni a tempo determinato di personale assistente amministrativo - Area servizi amministrativi - cat. C ed in particolare in merito alla mancata comunicazione del punteggio assegnato a ciascun candidato nella prova orale". (670)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Cocco Pietro sulla paventata disposizione ministeriale di blocco delle esportazioni delle carni suine prodotte in Sardegna". (703)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Mulas sul fenomeno del randagismo". (723)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
"Interrogazione Solinas Antonio in merito alle procedure sull'erogazione di contributi per l'innovazione tecnologica e organizzativa a favore delle piccole e medie imprese previsti dal bando dell'Assessorato regionale dell'industria". (735)
(Risposta scritta in data 6 febbraio 2012.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
MANCA, Segretario f.f.:
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata immissione nel ruolo, nella Provincia di Sassari, degli assistenti amministrativi del personale ATA vincitore di concorso nel settembre del 2010". (798)
"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulla variazione della tempistica relativa alla presentazione dei PLUS 2012-2014 e sulla mancata comunicazione dell'accreditamento dei fondi destinati agli osservatori provinciali". (799)
"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulla spesa per la realizzazione delle opere pubbliche". (800)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario f.f.:
"Interpellanza Sechi - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Uras relativa alla corretta applicazione delle disposizioni in materia di stabilizzazioni dei lavoratori precari nella pubblica amministrazione locale ai sensi delle leggi regionali n. 3 del 2009, n. 1 del 2011 e n. 42 del 2011. Graduatorie di merito e istruttoria regionale". (305)
"Interpellanza Planetta sull'opportunità di modifica del disegno di legge approvato il 12 luglio 2011 dalla Giunta regionale che riforma i consorzi industriali provinciali trasformandoli in ALSI e sull'insufficiente dotazione finanziaria per intereventi infrastrutturali e per il funzionamento del Consorzio industriale provinciale di Sassari, Porto Torres e Alghero". (306/C-6.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario f.f.:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cugusi - Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulle necessarie disposizioni da impartire alle strutture tecnico-amministrative da parte dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente perché sia garantito il massimo approfondimento delle analisi preventive finalizzate alle valutazioni di impatto ambientale relative al progetto di ricerca di idrocarburi denominato "Eleonora" concernente perforazioni per ricerca gas naturale e petrolio in Sardegna". (164)
PRESIDENTE. Considerata l'assenza del Presidente della Regione, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 05, viene ripresa alle ore 10 e 20.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento consiliare.
Avevamo concluso gli interventi in sede di discussione generale.
Poiché nessun altro è iscritto a parlare ha facoltà di replicare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Cari colleghi, ho sempre creduto nel confronto, nella dialettica e anche nelle contrapposizioni, perché ritengo che rechino un contributo importante, che aiutino la classe dirigente a maturare una maggiore consapevolezza, che offrano un contributo anche alla coscienza collettiva dei paesi. Però devo dirvi, con tutta onestà, che dal dibattito che abbiamo svolto sulla vertenza entrate mi sarei aspettato qualche cosa di più, qualche contributo costruttivo in più, qualche spinta alla costruzione in più e qualche polemica in meno.
Con questo non voglio affermare che non ci siano stati contributi, non voglio sostenere che non abbia riflettuto e non abbia intenzione di riflettere anche sulle accuse più dure, anche sulle critiche più accese; lo faccio perché è mio dovere farlo, credo sia dovere di tutti cercare di farlo con la massima serenità e con un po' di autocritica, però ho sentito anche molte bugie. Io non ho intenzione di replicare alle bugie, non ho nessuna intenzione di alimentare quelle che poi possono apparire all'esterno delle polemiche, non è questo ciò di cui ha bisogno la Sardegna, non è così che credo debba impiegare il mio tempo, e quindi la mia replica sarà molto breve.
Voglio ancora sperare - e questa è l'esortazione - che anche chi tende a innamorarsi del contraddittorio fine a se stesso possa cercare di andare avanti, di sviluppare un ragionamento diverso e più alto. A fine gennaio, sarà capitato probabilmente anche a voi di sentirlo, il presidente Obama ha pronunciato un discorso sullo stato dell'Unione, e ha espresso un concetto molto interessante che mi piace richiamare: che l'America non è un Paese grande perché ognuno fa da sé, ma è un Paese grande perché è un Paese dove si è capaci di lavorare in squadra, dove ciascuno guarda le spalle all'altro.
Allora, a me piacerebbe molto che, anche qui da noi, si iniziasse un processo di questo tipo, mi piacerebbe molto che iniziassimo non solo a parlare di popolo sardo, ma a essere popolo sardo, non solo a parlare di nazione sarda, ma a essere nazione sarda, non solo a parlare di unità, ma a essere veramente uniti. Io credo che questo sia il nostro dovere, questo è certamente il mio impegno, la mia responsabilità, e credo che, una volta per tutte, si debba provare ad abbandonare la via della polemica.
Tempo fa dissi che mi ero autosospeso dalle polemiche; allora, in questo senso confermo in pieno questa sospensione. Per questo motivo non ho altro da aggiungere se non che continuerò ad impegnarmi, e sono sicuro che in tutti voi, o comunque nella stragrande maggioranza di voi, c'è il desiderio, la voglia, la passione, la forza per portare un contributo positivo a questa vertenza. Ancora una volta, anche da posizioni distanti, nell'interesse di questa nostra Sardegna, vi chiedo di poterlo fare insieme: questo è il momento veramente di poterlo fare insieme.
Conclusivamente permettetemi di rivolgere un ringraziamento. Le vicende di cui ci occupiamo sono complesse. Lo facciamo con il massimo impegno e cerchiamo di farlo anche con le migliori professionalità possibili. Tra queste professionalità ce n'è una che mi sento di ringraziare particolarmente. E'quella di un funzionario della Regione sarda, un dipendente della Regione, che è diventato il riferimento per tutte le Regioni, perché coordina i colleghi delle regioni a Statuto speciale. E' un signore che la parte ministeriale tentò spesso di non far partecipare al tavolo di trattativa col Governo perché lo considerava troppo duro, forse troppo abile nel mettere in crisi le loro ragioni. Questo signore mi sento di ringraziarlo per quello che sta facendo perché credo che ogni tanto sia giusto anche tributare un riconoscimento di questo tipo. E' un nostro dipendente (si chiama Antonio Cambus) che veramente ha mostrato una dedizione straordinaria al suo compito.
Insieme ad Antonio Cambus, insieme a voi, tutti dobbiamo impegnarci in questo lavoro per ottenere un risultato. La Sardegna ne ha davvero bisogno.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la convocazione della Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 26, viene ripresa alle ore 12 e 34.)
PRESIDETE. Comunico che a conclusione della discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Regione è in corso di predisposizione un ordine del giorno. Propongo pertanto di sospendere la discussione e proseguire i lavori con l'esame del DAPEF e dei disegni di legge numero 332 e 333. Poiché non vi sono opposizioni la proposta è accolta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame congiunto del documento numero 21 e dei disegni di legge numero 332/S/A e 333/A.
Avevamo sospeso i lavori in sede di discussione generale. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, io vorrei partire dalle dichiarazioni del presidente Cappellacci, rese stamattina nel corso dell'intervento di replica. Non posso proprio esimermi da una riflessione, visto che il Presidente si è limitato a portare in Aula un attacco paradossale, e devo dire anche ingiusto, contro chi in tutti questi anni lo ha richiamato alle sue responsabilità pretendendo operazioni politiche unitarie e condivise.
Il Presidente sostiene di credere nella dialettica e nel confronto e di essere deluso per la mancanza da parte dell'Aula di un contributo al dibattito sulle entrate, ma dimentica addirittura che cosa successe il 20 dicembre del 2010 quando l'opposizione occupò l'Aula. Si lamenta per le polemiche, addirittura per le bugie e per l'amore della controparte per il contraddittorio, e viene in Aula a ribaltare le sue responsabilità, evocando addirittura Obama e facendo propria la battuta secondo cui l'America sarebbe grande perché portata al lavoro di squadra.
Queste dichiarazioni sono dettate sicuramente dalla coscienza critica del nostro Presidente, una coscienza critica contro se stesso e contro il suo operato, visto che paradossalmente ha sostenuto stamattina tutto ciò che in questi tre anni ci ha rigorosamente negato.
La Sardegna oggi deve fare i conti non solo con la crisi interna, ma con la crisi finanziaria mondiale che si abbatterà ancora di più nell'anno in corso e troverà i sardi non solo indeboliti ma anche impreparati a fronteggiarla. Deve fare i conti con un Governo italiano cosiddetto "tecnico", gestito per la prima volta da rappresentanti diretti di interessi di un potere finanziario europeo che, preso atto dell'incapacità politica ed economica del precedente Governo Berlusconi e della sua stessa impresentabilità morale e costituzionale, ne ha sancito la sostituzione con rappresentanti più accreditati e credibili in Europa.
E' chiaro a tutti che l'economia italiana, specialmente in questi ultimi anni, balla sull'orlo del baratro e del fallimento grazie agli sperperi, alle diseconomie e alla gestione affaristica dello Stato. L'attuale Capo del Governo Monti, accreditato dalle cancellerie europee, e il Presidente della Banca centrale europea Draghi, sono i banchieri che hanno gestito le dinamiche delle banche d'investimento europee e mondiali per cui conoscono bene i principi a cui esse si ispirano, principi che sicuramente non tutelano gli interessi del sud dell'Europa e ancor meno quelli dell'economia sarda, in fortissima crisi.
Oggi noi sardi dobbiamo fare i conti con l'Europa delle grandi nazioni che non solo ignora la realtà delle piccole nazioni, ma che principalmente su di esse farà ricadere i costi della crisi globale. Noi sardi ci troviamo di fronte a un'Europa matrigna e a un Governo italiano che, definito in modo ingannevole "tecnico", di fatto è un governo fortemente politico, voluto e sostenuto dai grandi partiti di centrodestra e dal P.D. Un governo al servizio dell'Europa e, lo ribadisco ancora, un governo al servizio dell'Europa delle grandi Nazioni.
In questo contesto di forti interessi internazionali noi sardi dobbiamo fare i conti soprattutto con l'assenza di una rappresentanza forte, credibile e all'altezza della situazione. Purtroppo questa assenza per noi si sta rivelando l'altra condanna. In questi tre anni, quando abbiamo esortato la presenza in Aula del nostro Presidente non l'abbiamo fatto per creare fastidio ideologico (come tante volte è stato detto in Aula) oppure per amore del contraddittorio (come ha detto anche questa mattina il presidente Cappellacci) ma perché avvertivamo la necessità che tutte le forze politiche e tutte le componenti istituzionali della nazione sarda facessero quadrato sul dramma economico in corso e su quello che si sarebbe abbattuto sui sardi, per decidere quali strategie adottare per arginare l'emergenza, quale strategia globale adottare per il futuro e con quali risorse. Saremmo dovuti arrivare a conclusioni ben diverse rispetto anche all'annoso problema delle entrate, sul quale ancora ci attardiamo ad aprire tavoli per il tè.
Purtroppo tutto questo ci è stato negato in modo irresponsabile, in primo luogo ci è stato negato dal presidente Cappellacci. Di fatto alle sue assenze fisiche e politiche, come se fosse cosa normale, sono seguite le assenze della sua Giunta, sempre più sgangherata, creando una frattura netta all'interno degli organi istituzionali e allontanando ogni possibilità di confronto e di elaborazione di un progetto serio e politicamente condiviso. Poco si parla di questo incidente istituzionale ma ne pagheremo sicuramente le spese.
Per la crisi di democrazia interna e la delegittimazione dei ruoli di cui esso stesso è responsabile, il nostro Presidente si è sentito autorizzato a gestire in solitudine, con uno spirito totalmente di sottomissione, la questione sarda su inutili tavoli romani. Ma per noi non è più tempo di mendicare! Devo prendere atto, oggi più che mai, che nel pieno della crisi lo Stato italiano, che deve rispondere a interessi europei, innalza sempre di più il livello di scontro con la Regione autonoma della Sardegna, che evidentemente deve essere sacrificata sull'altare dell'Europa. Non è più tempo, quindi, di weekend romani ma di azioni concrete, condivise e adeguate, tese ad affrontare e definire, una volta per tutte, i rapporti tra lo Stato italiano e la Regione autonoma della Sardegna. Io credo che il nodo sia questo, quindi occorre rivisitare le nostre relazioni istituzionali.
La manifestazione di disperazione dei sardi nelle piazze è il frutto dell'aggressione dello Stato italiano, contro la quale nulla è stato fatto in questi tre anni; anzi, con il senso di impotenza e sudditanza che ha sempre accompagnato il nostro Presidente, le stesse decisioni assunte dal Consiglio regionale sono state delegittimate (vedi la questione delle entrate: quindi l'articolo 8, lo stesso articolo 9 dello Statuto speciale, per non parlare poi dell'articolo 51, articoli che sono stati rivisitati di recente e votati attraverso un ordine del giorno).
Noi ci troviamo oggi al centro di forti conflitti istituzionali a tutti i livelli, interni ed esterni alla Sardegna. Non si tratta più, ormai, di aprire i famosi tavoli tra amici o darci appuntamento a Roma per discutere tra sardi di questioni sarde; anche questa scelta, tipica di un uomo in fuga, sa di presa di distanza e di disconoscimento del valore istituzionale delle sedi della nostra terra. E non è vero che "tutto fa brodo"; non è vero che un luogo vale l'altro per discutere, per prendere decisioni politiche anche forti, come in questa situazione, nei confronti dello Stato italiano. Anche il valore simbolico delle nostre sedi istituzionali è importante, per cui non ritengo opportuno andare nella Penisola per parlare fra noi e di problemi che riguardano noi.
Io invito il Presidente rigorosamente a rientrare in Aula e la Giunta ad essere presente perché se no, prima o poi, presidente Lombardo, dovremmo chiederle la cortesia di far appendere delle fotografie con i nomi degli Assessori, perché abbiamo ormai anche difficoltà ad associare i nomi alle facce.
Ora ci accingiamo a discutere della finanziaria 2012 in un clima di totale disperazione economica che avvolge i nostri territori, per cui c'è da chiederci se questa finanziaria soddisferà almeno in parte le aspettative dei sardi in sofferenza.
Purtroppo a questa finanziaria manca una strategia globale di emancipazione economica, sociale, culturale e ambientale per la Sardegna. Nonostante gli sforzi profusi dai colleghi della terza Commissione per cercare di attribuire alla proposta presentata dalla Giunta un minimo di dignità economica e corrispondenza alle richieste della società sarda, e nonostante tagli e integrazioni, la proposta continua ad essere impresentabile, incoerente e non offre alcuna prospettiva di uscita dalla crisi per l'economia sarda.
Il compito della Regione autonoma della Sardegna, quindi la missione della finanziaria come atto fondamentale per le sorti della nostra economia, sarebbe dovuto essere quello di recepire le emergenze provenienti dal mondo industriale, degli artigiani, dei pastori, dei contadini, delle libere professioni e del piccolo commercio...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). La proposta in discussione è una proposta debole, Presidente, è una finanziaria debole, senza risorse, per ragioni di congiuntura internazionale, come tutti sappiamo, ma anche per vostre precise responsabilità. Ci troviamo quindi a discutere di allocazione di risorse pressoché inesistenti: insomma, siamo impegnati nella ripartizione della miseria.
Il presidente Cappellacci l'altro ieri ci ha detto che il governo tecnico oggi rappresenta per noi, per il popolo sardo, un'opportunità, riconoscendo di fatto implicitamente che il governo amico che lo ha preceduto ha rappresentato un lungo momento sfavorevole, dannoso per l'Isola. Eppure avevate costruito le vostre fortune elettorali proprio sulle opportunità favorevoli che sarebbero derivate dal poter contare finalmente sul governo amico! Invece abbiamo dovuto registrare una delle peggiori stagioni, una delle più umilianti, anche sul piano della dignità istituzionale, che si potesse immaginare.
Si è verificato l'esatto contrario di quanto avevate garantito perché proprio contando sull'affinità politica e sul forte rapporto di amicizia personale con diversi esponenti di questa maggioranza, l'ex Presidente del Consiglio si è potuto permettere di disattendere il contenuto degli accordi Stato-Regione sulla partita delle entrate, di spostare il G8 a L'Aquila (col suo corollario di effetti negativi) e di dirottare i fondi FAS, tra cui quelli destinati alla Sassari-Olbia, eccetera eccetera. Ce ne sarebbe stato abbastanza per provocare una reazione forte, un moto d'indignazione in primo luogo del Governo regionale e di questa maggioranza unitamente ai parlamentari sardi del P.d.L. che sostenevano il governo Berlusconi. Invece vi siete limitati a flebili quanto inefficaci reazioni, e la nutrita pattuglia di parlamentari sardi del P.d.L. ha potuto influire sulle scelte che riguardavano la nostra Isola meno di uno Scilipoti.
La nostra è una Regione a Statuto speciale ma la specialità per i sardi ha un'accezione tutta negativa; non c'è materia in cui la Regione abbia potestà esclusiva, concorrente o integrativa che non ci veda pesantemente penalizzati. E allora che senso ha parlare ancora di specialità e di autonomia?
Diversi colleghi della maggioranza, nei loro interventi, fanno risalire gran parte delle nostre difficoltà al patto di stabilità che ci impedirebbe di superare i limiti alla spesa imposti. Ma è un falso problema. Di quale limiti parliamo se non abbiamo risorse? Il patto di stabilità stabilisce che non si devono superare i 2 miliardi e 700 mila euro, ma noi non ce li abbiamo, arriveremo a 2 miliardi e 300 mila. Lo ricordava bene l'onorevole Porcu l'altro ieri, si pretenda prima il trasferimento del miliardo e 600 milioni dovutoci per il 2010-2011, e si pretende nel contempo, come evidenziava e sottolineava l'onorevole Gian Valerio Sanna, l'elevazione del limite stabilito dal patto di stabilità.
Credo che i punti prioritari, oggi, siano questi; per questo ritengo che parlare della finanziaria, cioè di risorse che non ci sono, rappresenti un mero esercizio dialettico, che davvero non possiamo permetterci, soprattutto considerata la drammaticità della situazione in cui versa l'Isola. Assistiamo tutti i giorni a manifestazioni di protesta che ci raccontano il malessere e ci aggiornano sul numero impressionante ed in crescita di famiglie sarde che attraversano situazioni di vera e propria indigenza.
Secondo i dati forniti dal sindacato circa 150 mila persone, quasi il 10 per cento dei sardi, necessitano di assistenza. Sono sempre più numerose le famiglie in cui genitori e figli condividono la stessa sorte: quella di non avere un lavoro e sempre meno la speranza di trovarlo. La drammaticità del momento è tale che alla perdita di speranza segue la disperazione, che si traduce in mancanza di fiducia nelle istituzioni e in chi le rappresenta.
In un momento così difficile lei, Presidente, non è responsabile, e voi Giunta, non siete responsabili solo per le cose che non avete fatto, che sono tante (e ciò è di per sé molto grave) ma siete responsabili perché dimostrate di non avere idee e proposte per impostare un qualsiasi progetto di sviluppo. Ma ancora più responsabili siete per ciò che avete fatto e continuate a fare male. Siete colpevoli cioè delle malefatte, che sono altrettante.
Mi riferisco alle illegittimità che hanno caratterizzato e caratterizzano ancora il vostro operare, e pesano non solo sotto il profilo dell'etica politica, ma soprattutto sul piano economico, in quanto creano disfunzioni strutturali.
Mi riferisco alla gestione di enti e agenzie, ai cui vertici avete destinato commissari o direttori generali dediti troppo spesso ad una gestione personalistica e clientelare, sprezzanti delle regole e dei principi che devono informare l'agire di funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione, in linea con quanto avviene nei paesi civili.
Mi riferisco a quanto avviene nella sanità. Come è noto il sistema sanitario assorbe oltre il 50 per cento dell'intero bilancio regionale, un dato che da solo dovrebbe indurre qualsiasi pubblico amministratore ad un approccio oculato e rigoroso nella gestione. Ora io apprezzo anche l'impegno dichiarato dall'assessore De Francisci di volere imprimere una svolta nella politica gestionale, ma la lievitazione dei costi del sistema registrata negli ultimi anni, e l'incremento della spesa per le ASL (che supera il 6 per cento, contro il 2 per cento fisiologico della media nazionale, senza che vi corrisponda l'efficienza del servizio) non sono sostenibili. Sono convinto che il problema non riguardi solo questa maggioranza, ma l'aggravarsi negli ultimi anni di questa tendenza alla gestione personalistica e clientelare, e allo sperpero di denaro pubblico, non può non preoccupare e richiede una svolta in primo luogo di ordine culturale per coinvolgere l'intero sistema politico.
Mi riferisco al comparto agropastorale che versa in condizioni agonizzanti di progressivo abbandono. Il buonsenso suggerirebbe, viste anche le particolari difficoltà del momento che stiamo vivendo, di far ricorso al buon uso delle risorse economiche ed umane di cui disponiamo. Accade invece che a capo dell'agenzia AGRIS, per esempio, specializzata nella ricerca soprattutto nel comparto lattiero-caseario, sia stato nominato, ormai da tre anni, anziché un direttore, come prevede la legge, con alte e comprovate competenze scientifiche, un commissario con nessuna competenza in materia, commissario che decide la destinazione dei ricercatori da un dipartimento ad un altro, con mansioni che nulla hanno a che vedere con quelle in cui sono specializzati, e che ha paralizzato di fatto l'attività dell'ente.
E sempre riferendomi alla malagestione, e ai danni non solo economici che essa provoca, penso ancora a quanto avvenuto recentemente nell'Ente Foreste, il cui direttore generale si incaponì nel voler nominare alla direzione del servizio territoriale di Tempio (che conta oltre 700 dipendenti, molti dei quali laureati) un dipendente privo del titolo di laurea previsto per legge, con le conseguenze immaginabili, e altre nefandezze di vario genere. Ritengo che sia il caso che l'assessore Oppi (al quale formulo i più sinceri auguri di pronta guarigione, e che sono convinto non sia a completa conoscenza di ciò che sta avvenendo ad opera della direzione generale) la Giunta e il presidente Cappellacci in primo luogo, si occupino del problema, al fine di sottrarre la gestione di un ente così importante alle logiche clientelari che continuano a caratterizzarlo. Un ente al quale - è bene ricordarlo - la Regione destina rilevanti risorse finanziarie, talvolta malamente impiegate per sostenere contenziosi legali contro dipendenti che giustamente…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, cercherò di contenere il mio intervento anche al di sotto dei dieci minuti che mi spettano. Mi consenta subito di dirle che ho trovato comunque molto deludente la replica del Presidente della Regione, e anche per questo motivo ritengo abbastanza inutile adesso entrare nella discussione della finanziaria, piuttosto credo sia meglio concentrarci sugli strumenti per capirla.
Ora io non farò riferimento, Presidente, all'articolo 86 del Regolamento, ponendo una questione pregiudiziale o sospensiva, anche se ce ne sarebbero le ragioni, però le chiedo, lo chiedo a lei Presidente, in quanto garante anche del diritto di ogni consigliere di poter legiferare con prontezza sui numeri e sui contenuti, lo chiedo al Presidente della Commissione, di farsi carico entro la seduta di martedì, di farci avere tre informazioni che credo siano fondamentali per dare un senso a questo dibattito. Perché credo che, anche dopo le parole del Presidente della Regione, parole piccate, parole di un Presidente che non vuole cogliere neanche gli spunti costruttivi e positivi di molti di noi che si sono sforzati di parlare nel merito, sia inutile spendere troppe parole.
Allora, considerato che la Giunta, anche in questo momento, è molto distratta, risponde al telefono, manda sms, si picca dell'atteggiamento del Consiglio anche quando è costruttivo - quindi non c'è, così come non c'è il suo Presidente, e purtroppo non c'è neanche nei tavoli del Governo a difendere i diritti dei sardi - io mi rivolgo a lei, Presidente del Consiglio, e mi rivolgo anche al Presidente della Commissione - che ringrazio anche per il ruolo che ha svolto, costruttivo e positivo - per chiedere dei 3 miliardi e 400 milioni di spesa sanitaria (spesa corrente più disavanzo) che forse sono stati limati di 87 milioni, qual è la parte effettivamente fuori patto e qual è invece la parte che consuma una parte di quei 2 miliardi e 700 milioni che abbiamo come vincolo alla spesa.
Lei capisce, Presidente, che se non abbiamo questa informazione, non riusciamo a capire di che cosa stiamo parlando. Quindi questa è la prima questione che io le pongo in via…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Porcu. Assessore La Spisa, sarebbe opportuno che prestasse un po' di attenzione perché l'onorevole Porcu sta ponendo una questione relativa ad alcune informazioni che vengono richieste al Presidente del Consiglio, ma che necessariamente deve fornire la Giunta.
PORCU (P.D.). Presidente, lei evidentemente ha ancora speranza nella capacità di ascolto della Giunta, io siccome non ce l'ho mi sono rivolto direttamente a lei. Però credo che conoscere qual è la quota dei 3 miliardi e 400 milioni più disavanzo effettivamente fuori patto, e sapere se c'è una parte di quella spesa sanitaria, perché magari è fuori dalle delibere CIPE, che consuma cassa, sia importante per capire se ci siano le risorse per parlare del resto. Questa è la prima questione che le voglio porre.
Seconda questione: in questa finanziaria, Presidente e Presidente della Commissione, c'è una corposa tabella, la tabella E, di cui mi sono preso la briga di contare il numero delle voci. Perché mi sono preso la briga di contarle? Perché all'articolo 1 comma 15 si dice che quella tabella ha assoluta priorità nella spesa, e quindi si contende le risorse preziose del patto di stabilità. Ebbene quella tabella, che ha assoluta priorità nella spesa, consta di ben 421 voci. Lei immagini, Presidente, una Regione che ha 421 priorità! Io sfido il Presidente, o qualcuno della Giunta, a dirci se se le ricorda: 421 priorità!
Allora, Presidente, lei sa che ai consigliere non è stato fornito neanche il quantum, la somma della spesa che comportano queste 421 voci? Io ho abbozzato un calcolo, e sono arrivato, pur non avendo finito di contarle, a 2 miliardi e 200 milioni. Non vorrei che sommando le spese previste dalla la tabella E a quanto nella sanità è stato già speso risultasse che siano già esaurite le risorse. In quel caso non ci resterebbe altro da fare che tornare a casa, perché senza risorse è inutile discutere la finanziaria, è inutile discutere tutti gli altri commi. Perché con la spesa sanitaria più gli ipotetici 2 miliardi e 700 milioni (che sono convinto non siano solo 2 miliardi e 700 milioni) abbiamo già consumato i cinque miliardi e 700 milioni; ce li siamo mangiati come la sanità!
Come ultima questione (perché non mi interessa fare polemica, al contrario di quanto fa il Presidente della Regione, che punta sempre il dito invece di cogliere gli spunti positivi) le rivolgo la richiesta, che le porrò come questione pregiudiziale, glielo anticipo, se non avremo risposte prima di martedì (e spero che sia apprezzata da lei Presidente anche la pacatezza) di conoscere l'ammontare dei residui passivi della Regione al 31 dicembre 2011.
Guardi, io un po' di conti li ho fatti anche qui, e di solito non sbaglio di molto: sono 4 miliardi e 800 milioni. Allora io vorrei chiedere alla Giunta: di questi 4 miliardi e 800 milioni (visto che il limite di spesa della Regione è per competenza e in conto residui) qual è la quota che la Regione intende spendere nel corso del 2012 che consuma parte di quei 2 miliardi e 700 milioni? Così capiamo se ci conviene stare qui nei prossimi giorni o andare a casa.
Quindi avremmo l'esigenza di sapere (non c'è stato fornito nemmeno un allegato) a quanto ammontano i residui e qual è la quota che la Regione intende pagare nel 2012, considerato il patto di stabilità. Se noi riuscissimo a sapere qual è la quota dei 2 miliardi e 600 milioni che consumiamo con la sanità, quali sono le spese di questi 2 miliardi a 700 milioni che vengono già assorbite dal comma 15, cosa vuole fare la Regione sui residui, saremmo in grado di capire di cosa stiamo parlando ed eventualmente di stabilire veramente le priorità.
Sui residui, peraltro, c'è poco da fare: o spiega a tutti coloro che credono di avere un credito e di poter spendere che non c'è niente da spendere (e forse farebbe bene a farlo) oppure ci chiarisca cosa pianifica di spendere di quei 4 miliardi e 800 milioni di residui.
Il rischio che noi corriamo - e mi rivolgo al Presidente della Commissione e alla Presidente del Consiglio - è quello di approvare un bilancio fortemente sovradimensionato (1 miliardo e 200 milioni almeno sul conto competenza, più 4 miliardi e 800 milioni di residui) dove la Giunta può spendere all'impronta, a discrezione o con scelte che non sono fissate dal Consiglio (non voglio essere offensivo perché non voglio sollevare polemiche) firmando, con l'approvazione della finanziaria, un mandato in bianco alla Giunta a procedere.
Io apprezzo i colleghi della Commissione - mi viene quasi da sorridere, perché la loro è quasi una ingenuità, un auspicio - che giustamente hanno previsto, al comma 13 dell'articolo 4 bis, per assicurarsi qualche milioncino da spendere sul fondo anticrisi, che ai fini del rispetto del patto di stabilità quanto contenuto in detto articolo (spese per circa 180 milioni) abbia carattere prioritario. Ma vede a cosa siamo costretti Presidente? Siamo costretti a competere con risorse scarse, con risorse che non ci sono! Stiamo già dicendo che non ci fidiamo della Giunta, stiamo già dicendo che la Giunta ha una delega in bianco, e il Consiglio, su 6 miliardi e 800 milioni, più 4 miliardi e 800 milioni di residui (quindi su oltre 12 miliardi) chiede di poter almeno stabilire la priorità per 180 milioni.
Allora, Presidente, chiudo e chiedo che sia possibile, per chi vuole svolgere nel merito e senza polemiche una discussione in questo Consiglio, avere almeno le informazioni per farlo. Non so se il Presidente mi stia ascoltando, ma magari qualcuno glielo riferirà e gli potrà spiegare che in questo Consiglio, nei banchi della minoranza, c'è chi vuole il bene della Sardegna e vuole discutere sui contenuti; lui invece oggi ha scelto di non farlo.
PRESIDENTE. Credo che l'assessore La Spisa abbia recepito le sue richieste e, nei limiti del possibile, penso che fornirà alcune risposte già in sede di replica. Ritengo comunque che prima di martedì, nell'ottica della leale collaborazione, verranno fornite le informazioni relative alle domande che non potranno ottenere risposta nella seduta odierna.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, il mio intervento sarà molto breve perché abbiamo deciso oggi di ridurre gli spazi del dibattito sulla finanziaria per concludere la discussione che si è sviluppata attorno alle comunicazioni del Presidente all'indomani dell'incontro svolto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Noi non abbiamo un atteggiamento ostruzionistico, di contrasto pregiudiziale e assoluto nei confronti della legge finanziaria della Regione. Dico della Regione perché sono convinto che alla fine della discussione la legge finanziaria che uscirà approvata, se non sarà una legge finanziaria delle minoranze o dell'opposizione, probabilmente non sarà neppure più la legge finanziaria del Governo della Regione.
Ho interesse ad altro; il mio interesse è quello di fare di tutto perché le risorse finanziarie disponibili nel bilancio della Regione siano destinate a sostenere la nostra economia, a risolvere i problemi di vita dei nostri cittadini, ad alleviare il disagio sociale diffuso che riscontriamo noi, ma riscontra soprattutto chi per questo disagio soffre. Sono quindi disponibile a discutere con tutti ogni misura che salvi un posto di lavoro, che offra una occasione di lavoro in più, che garantisca un reddito, che consenta alle nostre micro e piccole imprese di sopportare il periodo, la congiuntura assolutamente negativa che stanno attraversando. Quindi ogni intervento rivolto a risolvere un problema, un problema vero che riguarda la nostra comunità, mi trova assolutamente disponibile.
Per fare questo - lo dico alla maggioranza e lo dico alla Giunta - le furberie devono scomparire. Non venite con la lista dei clienti, lasciatela a casa, non è più il tempo! Lasciate a casa l'interesse particolare. Basta gonfiare i privilegi, anzi qualche volta riduciamoli! C'è da sacrificarci? Sacrifichiamoci tutti. Io lo dico perché la mia busta paga la pubblico nel sito. Io sono entrato in Consiglio regionale circa otto anni fa, e l'indennità che percepivo era all'incirca di 3000 euro superiore a quella che percepisco oggi.
Noi abbiamo effettuato tagli e li abbiamo fatti giustamente, e se ci sarà bisogno taglieremo ulteriormente. Per cui non si può gridare allo scandalo se il 10 per cento dell'indennità di gabinetto degli staff degli Assessori viene destinato a soddisfare i bisogni delle persone che sono fuori dai palazzi, non della politica: dell'amministrazione della cosa pubblica.
Sto prendendo un esempio, ne potremmo prendere altri, ma lo dico: se spendiamo 3 miliardi e 300 milioni 3 miliardi e mezzo nella sanità, ma siamo veramente tutti convinti che non si nascondano privilegi, che noi non solo li tolleriamo ma addirittura li promuoviamo? E allora se c'è la necessità di tagliare si tagli. Nessun Assessore pensi di farsi un pezzo di campagna elettorale in questi tempi con la compiacenza di chi è destinatario di interventi finanziari pubblici.
Se questo sarà l'atteggiamento che noi riscontreremo nella Giunta, cioè la disponibilità a discutere del bisogno, della necessità (che vuol dire sostenere l'economia, vuol dire anche sostenere l'impresa, ma vuol dire anche sostenere il lavoro) noi saremo qua ad ascoltare e anche a costruire insieme, come abbiamo fatto già su alcuni temi. Mi riferisco, per esempio, all'incremento delle disponibilità finanziarie e di intervento sociale ed economico degli enti locali, sul quale abbiamo lavorato in Commissione insieme a tanti colleghi (al collega Gian Valerio Sanna e ai colleghi Capigruppo che sono presenti in Commissione, il collega Sabatini, la collega Barracciu) cercando di individuare soluzioni.
Abbiamo alcuni capitoli aperti, li cito soltanto e ho chiuso, Presidente.
Noi non siamo contro le reti informatiche, e non siamo neppure contro i sistemi informativi, siamo contro i sistemi informativi e le reti informatiche che costano molto e non rendono nulla. Se i funzionari dell'Assessorato del bilancio devono venire in Commissione con il loro plico di documenti scritti a mano o, andando bene, con i computer di casa, mi si deve spiegare qual è il funzionamento del sistema informativo che regola la contabilità della Regione. La stampa di dettaglio della spesa, degli impegni, delle destinazioni si sarebbe potuta infatti eseguire tranquillamente attraverso le procedure e l'hardware a disposizione dell'Amministrazione regionale che ci costa tanti milioni. Io ho stimato che comporterà una spesa per i prossimi anni che si aggirerà tra gli 80 e gli 85 milioni.
E allora, se è questo il prezzo, io non ho niente contro, anzi sono a favore, ma sono a favore degli interventi che costano anche molto ma rendono di più, e non che costituiscono una spesa che poi si butta al macero.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue URAS.) Voglio portare un altro esempio: quello del funzionamento della nostra macchina amministrativa. La nostra macchina amministrativa costa centinaia e centinaia di milioni, io ne ho contato attorno a 700, tra trattamenti retributivi, locazioni o acquisti di immobili, macchine e apparecchiature messe a disposizione. Costa molto, costa circa il 10 per cento delle disponibilità finanziarie regionali. Presidente, io chiedo solo che renda per quello che costi; anche lì occorre maggiore attenzione e soprattutto maggiore rispetto per le leggi della Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il dibattito sulla manovra finanziaria ha subito in questi giorni una sorta di stravolgimento; anche oggi abbiamo seguito un ordine dei lavori certamente non lineare con la discussione sulla manovra finanziaria. La nostra posizione è nota ed è contenuta nella relazione presentata dal collega Franco Sabatini, che è allegata agli atti: quella è la posizione del Gruppo del Partito Democratico in ordine all'oggetto di cui stiamo discutendo anche in questo momento.
Io intervengo brevemente per sottolineare soltanto pochi aspetti, pochi punti che si intrecciano anche con la discussione che stiamo svolgendo in queste ore relativamente al confronto con lo Stato, nella fattispecie con il Governo e con la Presidenza Consiglio dei Ministri. Assessore La Spisa, è lei qui a rappresentare, anche come Vicepresidente della Regione, la massima carica dell'Esecutivo regionale, e non ho bisogno di ricordare a lei, e nemmeno ai colleghi presenti in aula, la drammaticità della crisi in cui versa la nostra Regione.
Noi di fronte a questa crisi abbiamo raccolto l'appello delle associazioni, delle organizzazioni di categoria, che hanno denunciato un rapporto con il Governo regionale non certamente all'altezza delle difficoltà. In più di un'occasione - anche nelle occasioni in cui sono state audite in Commissione bilancio, lo sa bene il Presidente della terza Commissione, l'onorevole Fois - queste organizzazioni, che meglio di altri rappresentano la parte più esposta, la parte più fragile, quella che sta subendo e sta pagando in prima persona e più di altri gli effetti della crisi drammatica in cui versa la nostra Regione, hanno lanciato un grido d'aiuto. E noi ci siamo messi a disposizione accorrendo a questo grido d'aiuto.
Le associazioni, le organizzazioni sindacali, il sistema delle autonomie locali hanno lanciato un appello fortissimo alle opposizioni in Consiglio regionale affinché surrogassero al ruolo che finora in questi tre anni non è riuscita a svolgere la maggioranza, in particolare la Giunta e il Presidente della Regione, e noi l'abbiamo fatto con questo spirito, accogliendo questo grido d'aiuto e questo allarme lanciato, ripeto, dalle organizzazioni che meglio rappresentano lo stato di difficoltà della nostra economia.
Ho voluto iniziare affermando questi concetti per esprimerne un altro molto chiaro: noi siamo ancora a disposizione e al servizio della Sardegna, e vorrei che questa disponibilità nel metterci al servizio della Sardegna non venisse interpretata (perché non è nelle nostre intenzioni, nella maniera più assoluta) come un tentativo e un prurito - scusate il termine poco consono a quest'aula - una smania di distinguerci attraverso un abbraccio con la maggioranza e con il Governo regionale: non è assolutamente questo.
Noi ci siamo messi a disposizione perché ci siamo resi conto che la maggioranza e la Giunta, a partire dal suo presidente - visto anche l'intervento dello stesso reso in sede di conclusioni del dibattito - non sono nelle condizioni ideali (e uso un eufemismo) per intercettare davvero le difficoltà di quest'Isola e, tanto meno, per indicare soluzioni a quelle difficoltà.
Ecco, io ho voluto precisare innanzi tutto questo perché noi vogliamo, pur dall'opposizione, senza confusione di ruoli, offrire il nostro contributo nell'interesse della Sardegna, perché quest'Isola possa guardare al proprio futuro con un minimo di prospettiva; possibilità che è stata cancellata in questi tre anni per vostra responsabilità.
Queste sono le ragioni e i motivi per i quali noi, anche in sede di discussione sulla manovra finanziaria, abbiamo svolto un ruolo credo importante. Il testo esitato dalla Giunta è stato dalla Commissione interamente rivisitato, quasi rivoltato. La Commissione, di fronte alle difficoltà della nostra Isola, ha lavorato in maniera anche irrituale, invertendo un po' l'ordine dei lavori e prendendo in mano il bilancio nel tentativo di recuperare risorse da destinare in particolare alle politiche e agli interventi per la crescita, che rappresenta il problema vero di questa Regione.
E' stato svolto un lavoro importante, per il quale ringrazio tutti i colleghi dell'opposizione presenti in Commissione, i commissari e il presidente della stessa. Secondo me si sarebbe potuto svolgere un lavoro ancora più importante se ci fosse stata la disponibilità per intero della maggioranza di ripulire totalmente il bilancio da tutte quelle spese che nulla hanno a che vedere con la necessità di attuare politiche che puntino alla crescita di questa Regione.
Non voglio qui richiamare come al solito gli indicatori macroeconomici della nostra Regione, li conosciamo tutti, li conosce in particolar modo, credo, il vicepresidente della Regione, onorevole La Spisa. Noi abbiamo recuperato circa 160 milioni, se non ricordo male, con quel lavoro, e voglio sottolineare un aspetto: se non li avessimo recuperati, quei 160 milioni si sarebbero persi nei rigagnoli della clientela e dei particolarismi. Io credo che questo debba suonare come una sorta di vituperio nei confronti di chi ha presentato il testo originario, perché quel testo non conteneva l'impegno di destinare risorse per soddisfare queste necessità.
E' stato svolto un lavoro importante, un lavoro che ha coinvolto tutti i Gruppi in Commissione bilancio, e credo sia un fatto che non dovremmo stancarci di sottolineare. Io non so se si possa svolgere un ulteriore lavoro nei prossimi giorni, da qui a lunedì, quando scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti, non so se si potrà fare un ulteriore lavoro in Aula; per quanto ci riguarda, cercheremo, da qui a lunedì, ma anche durante il lavoro in Aula, di recuperare ulteriormente risorse da destinare in questa direzione.
Vedete, noi stiamo facendo in questi minuti - poi replicherà credo l'assessore La Spisa - un dibattito su un punto della finanziaria. Il Presidente della Regione ha ritenuto di concludere un dibattito importante, che si è svolto l'altro ieri, sugli esiti del confronto con il Governo nella maniera che sapete. Io non voglio esprimere nessun giudizio su quelle conclusioni, anche perché manca il merito per esprimere un giudizio, manca il contenuto per esprimere un giudizio, è una responsabilità che si è assunto il Presidente della Regione, bontà sua, e non sta a me metterla in discussione. Mi sarebbe piaciuto però che l'Aula fosse messa nelle condizioni di poter esprimere nelle forme che sono possibili anche un giudizio articolato su conclusioni…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Sospendo la seduta per un minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 28, viene ripresa alle ore 13 e 29.)
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Per favorire il prosieguo della discussione sulla questione che è stata sospesa, e per consentire anche di arrivare a un ordine del giorno, speriamo condiviso da tutti, sulla questione dell'applicazione dello Statuto sul regime delle entrate (quindi iniziamo a non chiamarla più vertenza, così iniziamo su qualcosa che può, penso, unire tutti), non farò una replica alla discussione generale; d'altra parte molti colleghi hanno generosamente rinunciato al loro intervento.
Quindi non voglio replicare a critiche che sono state mosse; nel corso della discussione sugli articoli e sugli emendamenti avremo modo magari di ritornare su alcuni particolari. Vorrei soltanto rispondere ad alcune domande che mi sono state rivolte, perché mi sembra possano essere utili, in particolare vorrei fornire alcuni chiarimenti chiestimi dall'onorevole Porcu relativamente alla spesa sanitaria.
L'onorevole Porcu mi ha chiesto quanto della spesa sanitaria possa essere esclusa dai limiti del patto di stabilità; la spesa sanitaria è tutta fuori dai limiti del patto di stabilità, anche se, almeno a legislazione vigente, non sappiamo quanto questo possa durare. Sapete bene che si sta discutendo sul patto per la salute, sui limiti da porre anche alla spesa sanitaria, però la domanda dell'onorevole Porcu era rivolta a capire se una parte di questa spesa possa incidere sulla cassa. In linea di massima direi che, stanti i trasferimenti dovuti dallo Stato alla Regione per alimentare i flussi di cassa, non dovrebbero esserci problemi; l'unico problema potrebbe sorgere se lo Stato, nei trasferimenti che incidono sulla cassa, non ottemperasse al suo dovere di procedere con regolarità ai versamenti: questo è l'unico problema.
Per il momento, però, non siamo in questa condizione; sapete bene che lo Stato si sta limitando a effettuare i trasferimenti che incidono sulla cassa, facendo riferimento soltanto ai limiti del patto di stabilità, ma noi riteniamo che con la chiusura del confronto sull'applicazione dello Statuto si possa anche mettere un punto fermo sui meccanismi di devoluzione di quanto lo Stato deve trasferire alla Regione sulla base di quanto stabilisce lo Statuto e le norme applicative. Per quanto riguarda la terza domanda, io francamente adesso non mi ritrovo il foglio dove l'ho appuntata…
PORCU (P.D.). Riguardava la tabella E e i residui.
LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, il livello dei residui passivi. Sulla tabella E mi riservo di rispondere dopo, riguardo ai residui, invece, noi ovviamente quando abbiamo presentato il disegno di legge non ne conoscevamo l'ammontare e non possiamo conoscerlo ancora perché il rendiconto è in fase di elaborazione, possiamo solo dire che la stima si aggira intorno ai 5 miliardi. Relativamente a quanto questi residui passivi assorbano di capacità di spesa di quei 2 miliardi e 700 milioni che per quest'anno avremo come limite di spesa riguardo al patto di stabilità, non abbiamo anche qui una cifra sicura da poter fornire. Sappiamo che statisticamente l'assorbimento delle spese che si trascinano dall'anno precedente o dagli esercizi precedenti, e che quindi sono ascritte a residui passivi (quindi somme che vengono impegnate ma non spese materialmente) in linea di massima si aggira attorno al 40 per cento della capacità di spesa. In sostanza dei 2 miliardi e 700 milioni che abbiamo come limite di spesa per quest'anno, tra gli 800 e il miliardo di euro riguardano spese che ci trasciniamo dagli anni precedenti.
E' altrettanto chiaro che una parte delle spese impegnate in quest'anno si trascinerà negli anni successivi, quindi il meccanismo è di per sé non virtuoso, ma comunque si sta assestando su questa dimensione. Questa è la risposta.
In ultimo vorrei sottolineare, a conclusione della discussione generale, che stiamo affrontando una legge finanziaria in una situazione che vede la nostra Regione, il nostro Paese (e non solo il nostro) costretti ad affrontare una crisi veramente tremenda. Voglio dare atto del fatto che il lavoro svolto in sede di Commissione bilancio ha permesso sicuramente (con la disponibilità da parte della Giunta regionale, che credo abbiate verificato) di approfondire l'analisi dei documenti contabili e di mettere a disposizione, in maniera assolutamente trasparente, le risorse finanziarie necessarie per dare corpo alla manovra . E' vero che la proposta, il testo che arriva in Consiglio, rispetto al disegno di legge originario contiene alcune correzioni che hanno permesso di accumulare una certa somma che può essere orientata verso altre destinazioni, sarei un po' prudente però nel considerare, onorevole Giampaolo Diana, tutto ciò che è stato spostato da alcuni capitoli ad altri come sperpero, spesa improduttiva, addirittura orientata verso clientele; non è sempre così.
Il nostro sistema certamente contiene degli sprechi ma, in realtà, il lavoro compiuto è consistito semplicemente in uno spostamento da spese meno urgenti a spese ritenute più strategiche, più urgenti in un momento di crisi come quella attuale, in particolare spese relative alle politiche del lavoro e alle politiche orientate verso opere pubbliche immediatamente cantierabili, e poi verso incentivi alle imprese, in modo da sostenerle in questo momento di difficoltà.
I capitoli da cui sono state stornate queste risorse per la gran parte non erano capitoli in cui ci si orientava verso lo spreco, ci si orientava verso scopi che, forse, possono essere in questo momento messi da parte, o su cui si può fare una maggiore azione di razionalizzazione del risparmio. Comunque è vero che tutti hanno svolto un lavoro molto buono, mi sembra che sia un ottimo segnale di un buon livello di confronto politico, di onestà reciproca tra maggioranza, opposizione, tra Commissione e Giunta, e penso si possa proseguire in questa direzione anche nel proseguo della discussione sugli articoli e sugli emendamenti. Poi su alcuni punti particolari a cui si è fatto cenno, io preferirei intervenire i nel corso della discussione sugli articoli.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io le vorrei rappresentare il mio disappunto per una confusione che regna sovrana. Da un po' di tempo non si capisce quale sia l'ordine dei lavori, non inteso come ordine dei lavori posto all'attenzione dell'Aula per la giornata lavorativa, ma come proseguo dei lavori e come calendarizzazione degli stessi.. Si convoca l'Aula alle 10 e si iniziano i lavori alle 11 e mezza, si continuano a convocare Conferenze di Capigruppo per organizzare non so cosa, ci si dice che si prosegue fino alle 16 con orario continuato per finire tutti i lavori e riprendere martedì; ora lei annuncia si interrompe adesso e che si riprende alle 17 . Insomma, c'è una confusione totale, non abbiamo la minima possibilità di organizzare il nostro lavoro, e ciò mi sembra poco rispettoso nei confronti dei consiglieri regionali. Non so da che cosa dipenda questa mancanza totale di organizzazione dei lavori, non so da chi dipenda. Anche la replica dell'Assessore, che in questo stato di confusione soltanto alcuni hanno seguito, avrebbe meritato maggiore attenzione da parte dell'Aula; invece si discuteva su come andare avanti, a che ora riprendere, delle necessità dei singoli, dell'opportunità di sospendere magari per un'influenza. Io credo che l'organizzazione dei lavori richieda maggior serietà e il rispetto del lavoro di tutti. Perciò se si decide che si deve iniziare a un'ora si deve iniziare a quell'ora, se si prevede di sospendere ad un'altra ora si deve sospendere a quell'altra ora e riprendere il pomeriggio, senza stravolgere ogni volta le decisioni assunte poco prima. Capisco che in alcune occasioni, in alcuni momenti, si possa trasgredire a questa norma, ma sta succedendo esattamente il contrario: la norma è la confusione, e così non si può lavorare seriamente. Passare da un argomento all'altro, sospendere, riprendere…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Capelli. Ha qualche proposta, qualche richiesta? Perché abbiamo capito la parte delle recriminazioni…
CAPELLI (Gruppo Misto). Guardi, io la proposta generalmente, Presidente, l'affiderei alla Conferenza dei Capigruppo, generalmente, perché sa bene che una mia proposta non conta assolutamente nulla, perciò non mi chieda una proposta. Io chiedo di terminare i lavori così come si era programmato e riprendere martedì. Votiamo l'ordine del giorno, procediamo al passaggio all'esame degli articoli, dopodiché quello che si è programmato va portato avanti. E poi ci sono difficoltà anche per raggiungere ognuno la sua sede perché sappiamo che il tempo non ci aiuta, e questa non è una scusa come altre volte è stata. Insomma, io chiedo all'Aula che si esprima, dica cosa vuol fare. Almeno così lo sappiamo e ci regoliamo di conseguenza nel programmare anche la nostra vita.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, stamattina c'è stata una Conferenza dei Capigruppo che ha assunto determinate decisioni che sono quelle che lei ha riepilogato.
CAPELLI (Gruppo Misto). Che ora sono cambiate!
PRESIDENTE. Dopo di che ci sono state interlocuzioni con la Presidente del Consiglio e si è arrivati ad altre determinazioni. Però siccome io credo che sia il caso di precisare alcuni punti, sospendo la seduta pregando i colleghi di rimanere in aula…
PORCU (P.D.). Presidente, però ha ragione l'onorevole Capelli!
PRESIDENTE. Perfetto, per cui io convoco una brevissima Conferenza dei Capigruppo per dirimere…
(Interruzioni)
Sospendo la seduta per un minuto per decidere su da farsi, perché è vero che purtroppo molti colleghi sono andati via.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 42, viene ripresa alle ore 13 e 54.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
l'anno 2012 e bilancio pluriennale per gli anni 2012-2014" (333/A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Biancareddu, Greco e Sanjust hanno votato a favore e che i consiglieri Diana Giampaolo e Solinas Antonio hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Locci - Lunesu - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo -- Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 62
astenuti 2
maggioranza 32
favorevoli 37
contrari 25
(Il Consiglio approva).
Approvazione del "Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF)" (21/A)
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata una risoluzione.
(Si riporta di seguito il testo della risoluzione numero 1:
Risoluzione Diana Mario - Steri - Dedoni - Sanna Giacomo sul Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2012.IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTI gli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, relativi rispettivamente alla disciplina del Programma regionale di sviluppo (PRS) ed al Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF);
ATTESO CHE la Giunta regionale ha presentato il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2012 contestualmente ai disegni di legge n. 332 e n. 333, relativi rispettivamente al disegno di legge finanziaria per l'anno 2011 e al bilancio per gli anni 2012-2014;
VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio;
RITENUTO conseguentemente opportuno utilizzare la disciplina prevista dal suddetto articolo del Regolamento per l'approvazione del DAPEF;
RITENUTO di condividere i contenuti del DAPEF, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 25 gennaio 2012,
DELIBERA DI APPROVARE
il DAPEF 2012 così come approvato dalla Commissione.(1).)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della risoluzione numero 1.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 36
contrari 26
(Il Consiglio approva).
I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 14 febbraio alle ore 16. Per lo stesso giorno, alle ore 10, convoco la Commissione bilancio per l'esame degli emendamenti.
La seduta è tolta alle ore 13 e 57.