Seduta n.325 del 17/05/2012 

CCCXXV SEDUTA

(POMERIDIANA)

Giovedì 17 maggio 2012

Presidenza del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 15 e 03.

LOCCI, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 19 aprile 2012 (317), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Radhouan Ben Amara, Gianvittorio Campus, Roberto Capelli, Rosanna Floris, Marco Meloni, Franco Mula, Pietro Pittalis, Antioco Porcu e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 17 maggio 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Constatate le numerose assenze dei consiglieri, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 15 e 04, viene ripresa alle ore 15 e 20.)

Continuazione e fine della discussione della mozione Diana Mario - Amadu - Campus - Peru - Pittalis - Sanjust - Lunesu - Stochino - Bardanzellu - Locci - Piras - Tocco - Sanna Paolo Terzo - Murgioni - Rodin - Lai - Pitea - Greco - Floris Rosanna - Randazzo - Petrini - Contu Mariano Ignazio - Gallus sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (181) abbinata all'interpellanza Diana Mario - Amadu - Campus - Peru sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo (332)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 181 abbinata all'interpellanza numero 332.

È iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, chiedo una ulteriore breve sospensione al fine di consentire ai consiglieri di arrivare in Aula.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 15 e 22, viene ripresa alle ore 15 e 26.)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, non c'è neanche il presentatore della mozione! Il dibattito che oggi si sta svolgendo su questa mozione, è l'ennesimo ripetitivo dibattito. E' preoccupante e tutti dovremmo osservare che questo è un tema ricorrente, espressione della debolezza di chi governa, di chi ha governato e, a parer mio, anche di chi governerà, visto che le situazioni si sono ormai incancrenite.

Questa è una terra di conquista. La Saras, con i suoi certificati verdi, dove brucia tutti gli scarti di lavorazione del petrolio, credo sia davanti agli occhi di tutti ciò che in questi anni ha guadagnato, quasi in modo sproporzionato, inquinando; e ci ritroviamo in una posizione identica nel nord Sardegna. Noi, nel 2010, attraverso la presentazione di un'interpellanza abbiamo provato a far capire che questo sarebbe accaduto.

Ci abbiamo provato in tutti i modi, spiegando che il primo e il secondo gruppo erano fuorilegge, che le deroghe non servivano, perché quando un gruppo è fuorilegge, al di fuori di qualsiasi norma, non si può pretendere che la gente viva in quel territorio sapendo di essere avvelenata, e neanche che il "dio lavoro" sia al di sopra di tutto e di tutti e che gli interessi di pochi, perché questa è la verità di fondo, gli interessi di pochi, ripeto, riescano a mettere in difficoltà l'intera area. Le popolazioni quindi subiscono perché i pochi devono guadagnare. Questo è accaduto. Ma questo non è stato sufficiente.

Questi signori, questi benedetti tedeschi, che hanno sostituito gli spagnoli, si dice (lo dice qualcuno) che non abbiano fatto un grande affare; io credo che l'affare l'abbiano fatto e abbiano recuperato abbondantemente la spesa. Sono stati premiati abbondantemente perché sul fotovoltaico gli abbiamo dato l'anima, come abbiamo evidenziato nella mozione discussa un paio di mesi addietro. Io devo riconoscere all'assessore Zedda di essere riuscita ad applicare quanto previsto in quella mozione, pur sapendo che non era facile farlo, perché non ha consentito che si realizzasse l'ultima parte di quel progetto sul fotovoltaico.

Era uno strumento da utilizzare, ma lo strumento doveva essere utilizzato inizialmente, senza consentirgli deroghe e proroghe sul primo e il secondo gruppo e di non realizzare il quinto gruppo, tenendo conto che nel frattempo, guarda caso, l'area di sviluppo industriale di Sassari, Alghero e Porto Torres è interessata da una variante al Piano. Il Comune di Sassari infatti con una variante al Piano urbanistico consente a E.ON di realizzare il business del fotovoltaico, ma la società non è vincolata né alla realizzazione del quinto gruppo né all'impegno sottoscritto già a suo tempo.

Questo significa che non saranno realizzati la bonifica e neanche il quinto gruppo; è in atto un boicottaggio nei confronti di chiunque voglia entrare al loro posto, e noi dovremmo avere la capacità di denunciare questo fatto non solo all'interno di quest'Aula ma anche all'esterno. Le persone che lavorano per questa società, le popolazioni che hanno subito sino a questo momento in attesa della possibilità di ridare nuovo slancio a un sistema economico, non possono essere abbandonate a sé stesse.

Quei signori non possono farla franca se negli accordi è prevista la bonifica. Ma chiaramente non intendiamo la bonifica come se l'è inventata la Syndial che ha fatto fare il progetto a una sua società e quella stessa società fa la gara, sono le contraddizioni su tutto e di tutti. Questi ci mangiano l'anima, e ce lo fanno sotto gli occhi non lasciando niente alle nostre realtà imprenditoriali; ma è la nostra debolezza (chi non vuole ascoltare) che ci ha portato a questo.

In quest'Aula, da due o tre anni a questa parte, abbiamo provato a rincorrere questo argomento, dicendo che sarebbe comunque successo qualcosa di negativo, anzi che era in atto, che si sarebbe realizzata una truffa, come quella che stanno effettivamente mettendo in piedi, senza che nessuno volesse porvi rimedio, e oggi siamo in questa situazione, ma è colpa nostra. Io continuo a dire - lo dico in quest'Aula da quindici anni, meno gli anni che non ci sono stato - che il Piano energetico non può essere l'avventura di una Giunta, non può essere nella discrezionalità di pochi, senza un filo conduttore che disciplini un settore come questo che ormai è di vitale importanza e che arricchisce, ma potrebbe arricchire molto i sardi invece di arricchire quei pochi che sono arrivati da fuori.

Si rilasciano delle concessioni, delle autorizzazioni in agro - Assessore, lo dico a lei - e qualcuno un giorno mi dovrà spiegare perché chi va davanti al TAR per poter realizzare determinati impianti, e vince, si vede rincorrere dal Consiglio di Stato in poi (e sin dove si vuole arrivare), mentre chi sembra che abbia santi in paradiso ottiene in agro quello che altri non hanno ottenuto neanche dopo la sentenza del TAR: questo è qualcosa che dovremo chiarire in quest'Aula.

E questo accade perché il settore non è disciplinato, questo accade perché quando c'erano le due amministrazioni precedenti, di segno opposto, il Piano energetico se lo sono fatto in pochi; questo, oggi, dopo aver deciso che doveva essere comunque disciplinato e realizzato dandogli la massima trasparenza, non è mai accaduto. Ritengo che questo non sia un argomento di poco conto e che sia necessario ridare un minimo di trasparenza, far capire che su questo settore non si può pretendere che i sardi paghino di più in bolletta, perché questo sta accadendo, senza avere però le ricadute che consentano di avere un territorio così ampio piuttosto libero ma anche la facilità di produrre energie alternative.

Riguardo a Porto Torres, Assessore, forse è troppo lontano da Cagliari, forse questa distanza allontana, e io ho l'impressione che anche nel territorio in cui vivo ci sia una certa rassegnazione, che è la cosa più brutta che possa succedere perché un territorio rassegnato è un territorio che difficilmente potrà risollevare la testa, e noi abbiamo il dovere come Consiglio di impedire che questo accada. Noi dobbiamo dare nuovo entusiasmo, fiducia (quella fiducia nella politica che è venuta meno), quella trasparenza che da troppo tempo la gente si aspetta, per impedire che ci siano portate via ancora una volta le cose più preziose: il territorio, ma soprattutto la nostra dignità, perché di questo si tratta.

A quanto pare tutti possono prendere impegni nell'isola, tutti possono sottoscriverne, ma poi non si parla proprio del fatto che devono essere rispettati, tanto la Regione non fa niente, i comuni non fanno niente, nessuno protesta, basta che siano accontentati quei pochi che in quel momento riescono a monetizzare ciò che gira. Ma questo discorso credo che non serva ad alcuno di noi.

Io mi rivolgo in modo particolare a lei, assessore Zedda, anche perché non sono presenti altri, ma a me basta che ci sia lei perché so che ha ascoltato allora, sta ascoltando adesso e si è preoccupata di trovare una soluzione per impedire il saccheggio da parte di chi, con sfrontatezza, dovrebbe tenere fede agli impegni già presi e non intende mantenerli. E su questo è stato posto un "cappello", vergognoso, da questo Governo di tecnici.

I veri poteri forti sono lì, sono ben rappresentati, sono loro che ci hanno portato a situazioni come queste; al momento solo la politica sta pagando lo scotto e non chi ha beneficiato e goduto delle loro volontà e delle loro strategie di carattere economico. A me, che si chiami Passera o Passerà, dipende dall'accento, poco importa, il problema è che a muso duro va detto ciò che è necessario dire per impedire che quel saccheggio si possa concretizzare con noi presenti a guardare, in un modo che non riusciremmo a spiegare a noi stessi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto).Presidente, dal punto di vista tecnico è stato già detto che cosa questo investimento rappresenta per la Sardegna, quanto fosse atteso, come si è sviluppato, qual è l'antefatto che l'ha prodotto; del resto la mozione del collega Diana interviene proprio su questo argomento chiedendosi come mai, ancora una volta, la Sardegna abbia una prospettiva e la veda sfumare, abbia delle garanzie che sono poi difficilmente mantenute. La risposta è semplice, ed è contenuta nella discussione di ieri; io dico perciò che facciamo bene, tutti, a individuare nel Governo nazionale, questo e quello precedente, una controparte, istituzionale e non solo istituzionale, assai poco affidabile sul piano della tutela dei diritti e quindi, figuriamoci un po', degli interessi dei sardi. Però, rispetto a Governi così, le risposte devono essere adeguate.

Onorevole Diana, faccio queste considerazioni rammentandovi che cosa avete votato ieri e come le questioni che abbiamo affrontato ieri sono rappresentate oggi su tutta la stampa: la risposta "con la fufa" alle questioni vere, ci fa soccombere; le lettere di monito a Presidenti del Consiglio che giustappunto avranno qualche settimana o qualche mese da sopravvivere in quella funzione in attesa delle prossime elezioni politiche (che sono alle porte), lasciano il tempo che trovano; le minacce di denuncia, a tempo scaduto, lasciano il tempo che trovano. La decisione del Presidente della Regione di non attuare l'ordine del giorno unitariamente scritto e unitariamente votato, determina questa condizione o quanto meno se non la determina la favorisce.

Ieri potevamo dire, lo potevamo dire tutti insieme: "Prendiamo atto che non hai fatto le cose che dovevi fare, incomincia a farle da oggi in poi". E invece no, colpo di teatro, due lettere, un paio di francobolli e dopodiché siamo punto e da capo.

Oggi di che cosa stiamo discutendo? Stiamo discutendo dello scippo di un investimento di 700 milioni di euro, ma non solo, con l'aggravante che manteniamo l'impianto in modo tale che quell'impianto possa creare danno all'ambiente e cioè ci possa anche ulteriormente impoverire.

Non funziona così; io riconosco all'onorevole Zedda l'impegno a tentare di affrontare i problemi esistenti in termini di consistenza, di sopravvivenza, non posso più parlare di sviluppo del sistema industriale produttivo della Sardegna. Le nostre vertenze sono quasi tutte ancora aperte e ogni giorno che passa la crisi internazionale assume le caratteristiche che assume, ogni giorno di più i governi non pensano alla crescita, perché il loro Dio è il mercato, pertanto non considerano i bisogni delle persone e delle comunità, rispondono ai loro mandanti, a quel sistema aberrante di economia virtuale che ha prodotto danaro finto e che orienta tutte le disponibilità finanziarie verso la speculazione e la crescita di vantaggi ancora da investimenti di danaro su danaro e non sull'attività produttiva, non sulla produzione di beni e servizi. Questo è il dato; e sarà sempre più difficile per noi tutti, a prescindere dagli schieramenti, tentare di costruire un futuro diverso.

Ecco perché, onorevole Diana, io condivido gli esiti che lei propone nella mozione (poi vedremo come votarla), ma proprio perché li condivido e proprio perché sono rappresentati, mi chiedo il perché dell'espressione di voto di ieri; io ritengo che non reggeremo nella difesa dell'indifendibile perché dobbiamo imparare tutti noi a costruire il futuro, sapendo che lo dobbiamo costruire, e il futuro vuol dire che dobbiamo superare il presente, perché il presente non è all'altezza, è inadeguato ad affrontare questo problema: il problema del nostro sviluppo. Se questo è il nostro obiettivo, in queste settimane ci sarà da lavorare in questa direzione per non trovarci impreparati, per non scoprirci domani più deboli di oggi; se noi riusciremo a fare questo renderemo un servizio alla Sardegna e ai sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, per la verità potrei limitarmi a dire nell'intervento che l'esposizione dell'onorevole Mario Diana è stata estremamente chiara, precisa, documentata, quindi totale adesione a quello che ha detto, totale adesione alla mozione che ringrazio di aver presentato perché ha fornito l'occasione per questo dibattito.

Però vorrei aggiungere qualche cosa, perché quando l'onorevole Diana ci dice che occorre prestare attenzione al fatto che non si vuole più realizzare la centrale a carbone, anche se c'è un accordo, anche se sono state date le autorizzazioni sul fotovoltaico finalizzate alla centrale a carbone (e se gli accordi non si rispettano vengono travolti in toto, e non solo nella parte in cui qualcuno decide di non rispettarli), io mi chiedo quali sono le conseguenze del mancato rispetto di questo accordo. Le conseguenze sono che qualche soggetto trae vantaggio, diciamo oggettivamente, perché non voglio pensare male, da questa situazione; non vorrei che questa posizione di E.ON alla fine conduca a creare un unico monopolista della produzione dell'energia in Sardegna. Questo non sarebbe accettabile.

Allora in questa situazione, ci dice l'onorevole Maninchedda, essendovi una contrapposizione tra Stato italiano e Stato regionale rivendichiamo la sovranità. Io ho già detto in altre occasioni che la dottrina giuridica ha chiarito, da anni, che il concetto di sovranità è un "concetto risalente" che non ha più senso, quello che conta sono i poteri che una singola istituzione esercita, è per questo che abbiamo sempre detto: riformiamo lo Statuto, riformiamo lo Statuto individuando quali sono le ragioni alla base della riforma, le ragioni a base dell'autonomia, individuando i poteri che vogliamo, le risorse che vogliamo per raggiungere gli obiettivi che ci poniamo.

A questo scopo noi abbiamo chiesto un'Assemblea costituente, ma un'Assemblea costituente vera non un'Assemblea costituente consultiva o che ci dica quello da chiedere a Roma; noi, e siamo stati gli unici in questa Aula, abbiamo chiesto un'Assemblea costituente che decida quello che c'è da fare.

E chiedere questo vuol dire rivendicare l'autonomia della Sardegna, vuol dire chiedere i poteri per evitare che si verifichi la presenza di un solo monopolista in Sardegna, questo dobbiamo evitarlo in tutte le maniere possibili, non possiamo consentire che vi siano degli interessi economici che ci passano sopra la testa, chiunque sia a portare avanti questi interessi economici.

Ecco perché condivido questa mozione; però dico, attenzione, se si va avanti nella strada di E.ON che vuole bloccare la realizzazione della centrale a carbone, anche in presenza di altri soggetti, che c'è stato detto esserci e che sono stati espressamente citati dall'onorevole Diana e dall'onorevole Maninchedda, ci dica di avere ben operato senza un euro di spendita di soldi pubblici a Ottana e Macomer e allora la situazione veramente deve essere rivalutata.

Quindi benissimo questa mozione, prestiamo grandissima attenzione a quello che viene operato sapendo che noi non accetteremo situazioni che, oggettivamente o soggettivamente, ci portino a situazioni di monopolio. Questo porta ad ampliare il discorso perché noi non dobbiamo fermarci a parlare di E.ON, dobbiamo parlare del problema dell'energia in generale, dobbiamo parlare delle centrali idroelettriche all'interno del calendario dei lavori, dobbiamo esitare una nuova legge che disciplini questa materia, dobbiamo dichiarare decadute le concessioni che magari esistono dal '23 e che sono ingiustificate e che non portano nulla alla Sardegna ma fanno pagare ai sardi quando chiedono le prestazioni; questo non è accettabile.

Oggi dobbiamo combattere con gli strumenti che abbiamo, dobbiamo rivendicare ulteriori strumenti, cioè ulteriori poteri, che possiamo ottenere in sede di modifica dello Statuto, per fare sì che possiamo effettivamente decidere il destino e le sorti della Sardegna. Fare questo non vuol dire entrare in contrapposizione con uno Stato. Io critico il Governo che non ha mantenuto fede agli impegni, ma lo critico per sollecitarlo a mantenere una posizione rispondente ai principi costituzionali di solidarietà e di lealtà, perché se da tutte le parti c'è solidarietà e lealtà i problemi vengono risolti. Sicuramente non si risolve i problemi facendo battaglie utopistiche. Quindi per quanto riguarda il nostro Gruppo annuncio il voto favorevole e dichiaro che siamo pronti a firmare e a votare ulteriori mozioni qualora la situazione non dovesse essere risolta e si volesse andare avanti creando situazioni di monopolio del tutto inaccettabili.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, credo di non voler aggiungere nulla di poco rilevante se dico che ho avuto veramente piacere di seguire oggi la discussione in Aula su questo tema che, voglio dire da subito, non è una semplice mozione, non è una semplice vertenza, è un crocevia dello sviluppo della nostra Isola. Per questo spero di poter dare delle risposte, e soprattutto di chiarire il percorso seguito dal 22 marzo a oggi nell'applicazione e nel rispetto della mozione approvata dall'intero Consiglio.

Inizio col dire che il presidente Cappellacci ha voluto fortemente che l'aspetto energetico o, meglio, le difficoltà di sviluppo energetico o, ancora meglio, le difficoltà che le nostre aziende energivore affrontano tutti i giorni per il gap che abbiamo in materia energetica, potesse essere uno degli argomenti cardini della discussione e delle richieste della nostra Sardegna al tavolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Pertanto dico da subito che le problematiche energetiche riguardano tutta la Sardegna, in particolar modo le difficoltà dei principali poli produttivi, e mi riferisco ai poli di Porto Torres, Portovesme e alla piana di Ottana.

Con forza, da subito, abbiamo fatto presente che la Sardegna ha due progetti che, oltre che strategici, sono progetti di sviluppo industriale; ovviamente mi riferisco alla realizzazione della centrale per cui E.ON ha già avuto l'autorizzazione unica, e alla realizzazione della centrale che riguarda il progetto integrato miniera e stoccaggio della CO2, ovvero il CCS Sulcis. Queste due centrali a carbone, qualunque cosa possa dire il Governo italiano, (qualcuno oggi ha fatto dei riferimenti), sono fondamentali per lo sviluppo industriale della nostra Sardegna. Questo, cari colleghi, sarà sostenuto e voluto a gran voce e sarà argomento di trattativa con il Governo nazionale.

A questo proposito, devo dire che anche ieri, seppure trattando della vertenza Alcoa, abbiamo ribadito e ottenuto che E.ON, ovviamente con la proprietà tedesca, come qualcuno oggi ha correttamente fatto osservare, venga chiamata immediatamente a un tavolo nazionale insieme alla Regione autonoma della Sardegna per discutere l'aspetto che riguarda proprio la realizzazione della centrale, la realizzazione che è strettamente vincolata all'autorizzazione unica già ottenuta. In questo senso, onorevole Maninchedda, se non ho capito male, mi permetto di osservare che la posizione del presidente Cappellacci e della Giunta è quella di sostenere con forza, qualora E.ON non realizzi la centrale, non la revoca dell'autorizzazione ma il passaggio della stessa all'imprenditore che realizzerà la centrale.

Pertanto non so se io ho colto qualcosa di diverso rispetto a quello che lei ha detto in materia di revoca, noi sosteniamo che questa sia una delle due nuove centrali a carbone assolutamente fondamentali per la Sardegna; faremo in modo quindi che E.ON la realizzi. Nel momento in cui E.ON si disinteressasse o manifestasse apertamente la volontà di non realizzarla, ci sarà un altro imprenditore che subentrerà nell'autorizzazione unica; perché, come qualche collega ha fatto osservare, il percorso relativo al rilascio delle autorizzazioni è sempre un percorso difficile e temporalmente lungo.

Voglio ancora comunicare che il presidente Cappellacci ha convocato un incontro, con tutte le amministrazioni locali di riferimento e con i sindacati, il giorno 23 alle ore 12, proprio per programmare e organizzare il prossimo incontro a livello nazionale.

Consentitemi un'ulteriore precisazione; dal 22 a oggi confermo (alcuni ne hanno anche già parlato) che l'impianto fotovoltaico del quarto gruppo non è stato ancora autorizzato. Sarà un percorso lungo e, credetemi, chi vi parla non ha alcun problema avendo già sottoposto gli accordi sottoscritti negli anni precedenti all'ufficio legale dell'amministrazione, e insieme si sta valutando quali possono essere i percorsi successivi.

Una cosa è certa: l'argomento delle bonifiche, la realizzazione del quarto e del quinto gruppo fanno tutti parte dell'accordo che è unico, pertanto noi chiederemo il rispetto dell'accordo nella sua interezza, anche perché voglio sottolineare che fino a oggi la Regione sarda, rispetto a quell'accordo, è stata assolutamente adempiente. Pertanto, è un momento in cui la palla, se così si può dire, deve passare a E.ON, che deve incominciare ad adempiere all'accordo e non solo a realizzare gli impianti che, ovviamente, le sono più congeniali.

Ribadisco ancora che condivido le preoccupazioni per la dismissione dei gruppi uno e due, ma anche questi rientrano nell'accordo, ed E.ON dovrà provvedere entro il 2013 alla dismissione dei gruppi. Così pure come avremo modo di approfondire, in occasione dell'incontro del Presidente con i sindacati e con le amministrazioni locali, quale sia la situazione in ordine al personale dipendente, anche perché alcune dichiarazioni ovviamente ci fanno preoccupare, e soprattutto non rientrano nel rispetto dell'accordo.

Vorrei ancora sottolineare che il presidente Cappellacci, per contro, ha attivato anche un canale ufficiale avanzando delle richieste al ministro Passera, proprio perché sulla vertenza e la realizzazione, noi oggi parliamo di realizzazione del quinto gruppo, la situazione è complessa e ci sono vari stadi di adempimento e varie implicazioni. Sicuramente, una è tutta regionale, e cioè il rispetto degli accordi, che sono contenuti in quanto già sottoscritto.

Ancora, oggi si è parlato di rispetto dei punti della mozione che abbiamo approvato insieme. Onorevole Diana, vorrei dirle che sostanzialmente questa mozione è stata rispettata e continuerà a esserlo, proprio perché anche ciò che approveremo oggi sicuramente rispecchia una posizione di forza che questa Regione, la Sardegna, ha nei confronti sia delle multinazionali che sono inadempienti, sia dallo stesso Governo. Noi, lo ribadisco, stiamo continuando non solo a vigilare, ma anche a mettere in atto tutte quelle azioni che porteranno E.ON comunque a doversi dichiarare, e quindi a inficiare i diciotto mesi chiesti per procrastinare la realizzazione della centrale.

Noi abbiamo bisogno di avere risposte subito, se il Governo italiano ha concesso la proroga di altri diciotto mesi noi diciamo che in questo momento la Sardegna non può permettersi di aspettare, anche in ragione del fatto che l'investimento è complesso, è un investimento che deve dare sviluppo e occupazione al territorio, e soprattutto è un investimento lungo. Pertanto, è importante accelerare i tempi, soprattutto in questo momento di grande difficoltà.

Io vorrei dire ancora che condivido totalmente i contenuti della mozione; ringrazio quindi l'onorevole Diana, il Gruppo del P.d.L. per aver riportato in Aula la trattazione di questo argomento che, come ho detto, è molto importante; è importante anche perché, chiarisco subito, che le due centrali a carbone, essendo previste all'interno del Piano energetico ambientale regionale, sono già inserite nella pianificazione energetica che prevede (è un'altra posizione della Giunta) di privilegiare ovviamente il mix delle fonti tradizionali energetiche con le fonti rinnovabili.

La centrale che dovrà realizzare ENI, il progetto Matrica, seppure basato sulle energie rinnovabili, è tanto importante quanto le centrali a carbone, perché la Sardegna ha, come abbiamo detto, un deficit energetico, e le nostre aziende non possono continuare a trovarsi in situazioni di non produttività, di non sviluppo, a causa di questo handicap. Siamo nel 2012, anche ieri, questo può essere di conforto, abbiamo avuto modo di introdurre, proprio nell'ambito della vertenza Alcoa, degli elementi relativi alla materia energetica che passano dalla conferma della legge sulla super interrompibilità, all'abbinamento dell'interconnector con l'interrompibilità, così come le altre forme che devono riguardare le soluzioni strutturali.

Forse il Governo italiano in questo momento ritiene di essere saturo nel resto d'Italia in quanto a centrali, ma la Sardegna non può permettersi di non realizzare queste due centrali a carbone. E in questo senso, infatti, che abbiamo chiesto di potenziare i nostri poli energetici.

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore. Colleghi, posso chiedervi di prestare un po' d'attenzione al discorso dell'Assessore? Prego, Assessore.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Quindi, onorevole Diana, ribadisco di condividere assolutamente i contenuti della mozione, non so che cosa deciderà l'Aula; se ovviamente si intende proseguire con l'ordine del giorno, mi sento di chiedere con forza, se è possibile, anche come consigliere, di inserire il punto che riguarda la realizzazione della centrale da parte di E.ON o, in alternativa, la realizzazione da parte di un soggetto terzo.

Concludo sottolineando che so che E.ON ha ricevuto diverse offerte e manifestazioni di interesse per la realizzazione della centrale. Sicuramente posso dire che il dottor Clivati, del gruppo Clivati, che a Ottana sta portando uno sviluppo produttivo sul territorio, è una persona seria, una persona che se ha affermato di volersi interessare, insieme al gruppo Indorama, per la realizzazione della centrale credo abbia le sue buone ragioni per dirlo.

La Regione sarda non entra nelle trattative tra aziende o tra multinazionali, sicuramente però deve favorire i percorsi affinché queste possano dialogare e possano garantire insieme forme di sviluppo alla nostra terra. Non solo, vorrei anche dire di più. In questo momento l'Assessore dell'industria, non so se può essere una promessa o una minaccia, sicuramente ha un occhio molto vigile nei confronti di tutte le multinazionali che siano ENI, quindi partecipate dallo Stato, Enel, Rfi e quant'altro. Sicuramente queste multinazionali in questo momento non stanno dimostrando grande attenzione invece per tutto il bene che ricevono dalla Sardegna; sappiate che già dalle prossime concessioni che riguarderanno squisitamente la nostra disponibilità, apriremo dei tavoli che speriamo possano portare a conclusioni diverse dal passato.

PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Capelli è rientrato dal congedo.

Ha domandato di replicare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Io non credo di dover aggiungere molte altre osservazioni, e mi dichiaro ovviamente soddisfatto dell'intervento dell'Assessore. L'unica considerazione che intendo fare è questa: in questa sede si è menzionato, come appare dai giornali, un unico interlocutore possibile con E.ON.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue DIANA MARIO) Stiamo attenti a questo! Perché se non si gestisce bene questa fase, potrebbe essere veicolato a livello mondiale che nessun altro è disponibile a fare investimenti di questo genere, non perché siamo contrari noi, ma perché è contrario qualcun altro. Allora stiamo veramente attenti: cioè il Governo deve essere inchiodato, perché se si veicola una notizia di questo genere, e cioè che il Governo è contrario, che la Regione non è disponibile, che siamo pronti a rivedere la valutazione ambientale, se la decisione è quella di bloccare tutto allora al danno aggiungiamo anche la beffa. Quindi, l'unica raccomandazione è che qui ci vuole molta, ma molta saggezza da parte di chi rappresenterà la Regione sarda ai tavoli che contano.

Non ho dubbi sul fatto che l'assessore Zedda sarà certamente impegnata in questa direzione, mi auguro che tutti gli altri interlocutori lo siano parimenti perché, se così non fosse, questa sì, sarebbe una grande beffa; ora, all'esterno è già una beffa perché, caro collega Uras, su questa vicenda abbiamo parlato solo noi e pochi altri, e nessuno ha contribuito a veicolare ciò che noi abbiamo detto oggi in quest'Aula. Le dico di più, e cioè che domani ci sarà ancora meno interesse, non ci sarà risonanza, evidentemente questo è un argomento che qualcuno vuole mettere a tacere

Io credo che non debba essere così, e se ci accorgiamo che c'è qualcuno che tenta di mettere a tacere questa questione, io credo che la sollevazione dovrà essere maggiore, e in questo senso rivolgo un invito alla stampa, alle televisioni, ai comunicatori, perché c'è troppo silenzio, ed è un silenzio inquietante.

Presidente, le chiedo una breve sospensione dei lavori al fine di poter esaminare l'ordine del giorno che è stato predisposto.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Se non vi sono opposizioni sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 06, viene ripresa alle ore 16 e 40.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Comunico che il collega Ben Amara è rientrato dal congedo.

Comunico inoltre che la mozione numero 181 è stata ritirata e che è stato presentato l'ordine del giorno numero 1 .

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Diana Mario - Diana Giampaolo - Steri - Uras - Dedoni - Sanna Giacomo - Salis sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 181 sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo;

PREMESSO che la Sardegna risente, oggi più che mai, di condizioni di svantaggio dovute all'insularità e alla carenza di infrastrutture, in particolare nei settori dell'energia e dei trasporti;

CONSIDERATO che tale gap infrastrutturale, nell'attuale contesto di crisi internazionale, penalizza in misura maggiore le attività imprenditoriali dell'Isola e ne rende più difficile la ripresa economica;

SOTTOLINEATO che il Ministero dello sviluppo economico ha confermato l'impegno del Governo ad intervenire con misure appropriate che consentano, nel quadro della legislazione nazionale e comunitaria vigente, l'utilizzo competitivo dell'energia elettrica in quanto fattore strategico per le aziende produttive energivore della Sardegna;

VALUTATA la necessità di realizzare, oltre alla centrale a carbone ad emissioni zero del progetto Css Sulcis e il rafforzamento del Polo energetico di Ottana, il nuovo gruppo a carbone da 410 MW nella centrale E.On di Fiume Santo, la cui costruzione è ritenuta improrogabile e strategica e che è stato oggetto di più intese tra l'Amministrazione regionale e l'azienda titolare del sito produttivo e per il quale la società tedesca ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni alla costruzione;

RAMMENTATO che, entro il 2013, si dovrà obbligatoriamente procedere alla demolizione dei due gruppi a olio combustibile della centrale di Fiume Santo, in quanto altamente inquinanti e dichiarati fuori norma,

impegna la Giunta regionale

affinché:

1) investa i massimi livelli istituzionali perché intervengano presso i vertici aziendali di E.On per scongiurare il disimpegno dall'investimento già autorizzato per il sito di Fiume Santo o, in alternativa, perché siano prese in considerazione le eventuali offerte di soggetti interessati a realizzare l'impianto al posto dell'azienda tedesca;

2) solleciti al Governo italiano una presa di posizione nei confronti del Governo federale tedesco, che non perde occasione di richiamare al rispetto delle regole e degli accordi siglati, volta ad assicurare che E.On rispetti le intese liberamente sottoscritte con la Regione, traendone in difetto le conseguenze in relazione agli accordi sottoscritti inadempiuti, in vista della sospensione o del ritiro delle autorizzazioni rilasciate;

3) accerti, anche con il coinvolgimento dei parlamentari sardi, se risponda al vero che il Ministero dello sviluppo economico, come riferito alle organizzazioni sindacali dalla stessa E.On, avrebbe condiviso l'intenzione dell'azienda di non costruire il nuovo gruppo a carbone, avallando di fatto il mantenimento in attività dei vecchi gruppi a olio combustibile anziché stigmatizzare il comportamento di un'azienda che non investe in un'opera così importante per l'occupazione e lo sviluppo del nostro Paese e che non avrebbe consentito di farlo ad uno dei soggetti che il Governo, con la sua missione in Asia, ha cercato di interessare;

4) accerti l'adeguatezza della decisione assunta da Terna Spa di inserire la centrale di Fiume Santo tra i cosiddetti impianti essenziali per il sistema energetico nazionale, corrispondendo così un compenso ad E.On indipendentemente dall'effettivo funzionamento della centrale e disincentivando di fatto gli investimenti previsti per l'ammodernamento del sito produttivo e la sua sostenibilità ambientale; valuti comunque la legittimità di tale decisione ai fini della sua impugnazione in sede giudiziaria;

5) adotti ogni atto necessario al fine di contrastare il comportamento dilatorio di E.On riguardo all'esecuzione delle bonifiche ambientali nel sito della centrale. (1).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Chiedo scusa, Presidente, ho un po' di mal di gola quindi rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il mio voto contrario a questo ordine del giorno. Non avendo avuto la possibilità stamattina di intervenire in merito voglio sottolineare che condanno E.ON esattamente per quello che è stato sino a oggi, così come non condivido l'alternativa del carbone. La classe politica sarda quindi con questo ordine del giorno e, precedentemente con la mozione, di fatto continua a manifestare la sua totale mancanza di cultura e di amore per l'ambiente, ma pure la sua sudditanza non solo allo Stato italiano ma anche alle multinazionali della globalizzazione che continuano a rapinare le nostre risorse, a inquinare l'ambiente e creare povertà, questo grazie anche alla stessa delocalizzazione.

Sembrerebbe che l'industrializzazione forzata in questi sessant'anni di autonomia non abbia assolutamente insegnato nulla. E' sbagliato quel modello di sviluppo su cui noi continuiamo a insistere, un modello di sviluppo che ha sacrificato il territorio e le nostre attività tradizionali in nome del profitto, di certo non per i sardi, non per la nostra economia ma per altri. Oggi noi dobbiamo affrontare il problema delle bonifiche, invece di questo non si parla, mentre parlare delle bonifiche significa parlare della rinaturalizzazione del nostro territorio.

E.ON, come tanti altri, deve assolutamente bonificare e andarsene; ma la Regione autonoma della Sardegna non rinuncia alla sua sudditanza e addirittura arriva in certe situazioni a comprarla la servitù, come è il caso dei 150 milioni messi a disposizione della società Galsi, così come continua a tacere e ad accettare l'inganno della chimica verde, che di verde non ha assolutamente nulla, e in quest'Aula non se n'è mai parlato a fondo. La chimica verde si prospetta come un nuovo grande inceneritore che meriterebbe un'attenzione assolutamente diversa da parte dell'Aula.

Io continuo a insistere sul fatto che manca un progetto generale su quello che deve essere lo sviluppo delle nostre economie. Quindi, rispetto anche alla stessa sovranità energetica, sono dell'avviso che se qui non c'è sovranità energetica noi non possiamo assolutamente emanciparci. Termino l'intervento riconfermando il mio voto negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'ordine del giorno e per stigmatizzare un pochino le parole dette nell'intervento precedente. Credo infatti che vada lasciato agli atti il fatto che l'intervento, anche in questo caso, provvede affinché sia rispettato l'ambiente perché le centrali, al momento, sono altamente inquinanti e l'obiettivo di utilizzare il carbone, secondo ciò di cui abbiamo parlato stamattina e come affermato anche nel mio intervento, va nella direzione della tutela ambientale.

Piuttosto nell'ordine del giorno non è scritto (adesso magari si vota così e va ugualmente bene), ma andrebbe richiamato anche il fatto che E.ON deve comunque provvedere, giusto per rafforzare il concetto, a bonificare il sito che ha inquinato. Quindi l'ordine del giorno va bene, andrebbe anche meglio se fosse aggiunto questo punto in cui si dice che E.ON deve provvedere comunque a bonificare il sito a Porto Torres che è compromesso, tanto più che la bonifica fa parte dell'accordo siglato tempo fa con la Regione autonoma della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA Giacomo (P.S.d'Az.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Milia e Piras hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risponde no la consigliera: Zuncheddu.

Si è astenuto il consigliere: Planetta.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 62

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio. E' convocato l'Ufficio di Presidenza.

La seduta è tolta alle ore 16 e 47.



Allegati seduta

CCCXXV SEDUTA

(POMERIDIANA)

Giovedì 17 maggio 2012

Presidenza del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 15 e 03.

LOCCI, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 19 aprile 2012 (317), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Radhouan Ben Amara, Gianvittorio Campus, Roberto Capelli, Rosanna Floris, Marco Meloni, Franco Mula, Pietro Pittalis, Antioco Porcu e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 17 maggio 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Constatate le numerose assenze dei consiglieri, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 15 e 04, viene ripresa alle ore 15 e 20.)

Continuazione e fine della discussione della mozione Diana Mario - Amadu - Campus - Peru - Pittalis - Sanjust - Lunesu - Stochino - Bardanzellu - Locci - Piras - Tocco - Sanna Paolo Terzo - Murgioni - Rodin - Lai - Pitea - Greco - Floris Rosanna - Randazzo - Petrini - Contu Mariano Ignazio - Gallus sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (181) abbinata all'interpellanza Diana Mario - Amadu - Campus - Peru sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo (332)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 181 abbinata all'interpellanza numero 332.

È iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, chiedo una ulteriore breve sospensione al fine di consentire ai consiglieri di arrivare in Aula.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 15 e 22, viene ripresa alle ore 15 e 26.)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, non c'è neanche il presentatore della mozione! Il dibattito che oggi si sta svolgendo su questa mozione, è l'ennesimo ripetitivo dibattito. E' preoccupante e tutti dovremmo osservare che questo è un tema ricorrente, espressione della debolezza di chi governa, di chi ha governato e, a parer mio, anche di chi governerà, visto che le situazioni si sono ormai incancrenite.

Questa è una terra di conquista. La Saras, con i suoi certificati verdi, dove brucia tutti gli scarti di lavorazione del petrolio, credo sia davanti agli occhi di tutti ciò che in questi anni ha guadagnato, quasi in modo sproporzionato, inquinando; e ci ritroviamo in una posizione identica nel nord Sardegna. Noi, nel 2010, attraverso la presentazione di un'interpellanza abbiamo provato a far capire che questo sarebbe accaduto.

Ci abbiamo provato in tutti i modi, spiegando che il primo e il secondo gruppo erano fuorilegge, che le deroghe non servivano, perché quando un gruppo è fuorilegge, al di fuori di qualsiasi norma, non si può pretendere che la gente viva in quel territorio sapendo di essere avvelenata, e neanche che il "dio lavoro" sia al di sopra di tutto e di tutti e che gli interessi di pochi, perché questa è la verità di fondo, gli interessi di pochi, ripeto, riescano a mettere in difficoltà l'intera area. Le popolazioni quindi subiscono perché i pochi devono guadagnare. Questo è accaduto. Ma questo non è stato sufficiente.

Questi signori, questi benedetti tedeschi, che hanno sostituito gli spagnoli, si dice (lo dice qualcuno) che non abbiano fatto un grande affare; io credo che l'affare l'abbiano fatto e abbiano recuperato abbondantemente la spesa. Sono stati premiati abbondantemente perché sul fotovoltaico gli abbiamo dato l'anima, come abbiamo evidenziato nella mozione discussa un paio di mesi addietro. Io devo riconoscere all'assessore Zedda di essere riuscita ad applicare quanto previsto in quella mozione, pur sapendo che non era facile farlo, perché non ha consentito che si realizzasse l'ultima parte di quel progetto sul fotovoltaico.

Era uno strumento da utilizzare, ma lo strumento doveva essere utilizzato inizialmente, senza consentirgli deroghe e proroghe sul primo e il secondo gruppo e di non realizzare il quinto gruppo, tenendo conto che nel frattempo, guarda caso, l'area di sviluppo industriale di Sassari, Alghero e Porto Torres è interessata da una variante al Piano. Il Comune di Sassari infatti con una variante al Piano urbanistico consente a E.ON di realizzare il business del fotovoltaico, ma la società non è vincolata né alla realizzazione del quinto gruppo né all'impegno sottoscritto già a suo tempo.

Questo significa che non saranno realizzati la bonifica e neanche il quinto gruppo; è in atto un boicottaggio nei confronti di chiunque voglia entrare al loro posto, e noi dovremmo avere la capacità di denunciare questo fatto non solo all'interno di quest'Aula ma anche all'esterno. Le persone che lavorano per questa società, le popolazioni che hanno subito sino a questo momento in attesa della possibilità di ridare nuovo slancio a un sistema economico, non possono essere abbandonate a sé stesse.

Quei signori non possono farla franca se negli accordi è prevista la bonifica. Ma chiaramente non intendiamo la bonifica come se l'è inventata la Syndial che ha fatto fare il progetto a una sua società e quella stessa società fa la gara, sono le contraddizioni su tutto e di tutti. Questi ci mangiano l'anima, e ce lo fanno sotto gli occhi non lasciando niente alle nostre realtà imprenditoriali; ma è la nostra debolezza (chi non vuole ascoltare) che ci ha portato a questo.

In quest'Aula, da due o tre anni a questa parte, abbiamo provato a rincorrere questo argomento, dicendo che sarebbe comunque successo qualcosa di negativo, anzi che era in atto, che si sarebbe realizzata una truffa, come quella che stanno effettivamente mettendo in piedi, senza che nessuno volesse porvi rimedio, e oggi siamo in questa situazione, ma è colpa nostra. Io continuo a dire - lo dico in quest'Aula da quindici anni, meno gli anni che non ci sono stato - che il Piano energetico non può essere l'avventura di una Giunta, non può essere nella discrezionalità di pochi, senza un filo conduttore che disciplini un settore come questo che ormai è di vitale importanza e che arricchisce, ma potrebbe arricchire molto i sardi invece di arricchire quei pochi che sono arrivati da fuori.

Si rilasciano delle concessioni, delle autorizzazioni in agro - Assessore, lo dico a lei - e qualcuno un giorno mi dovrà spiegare perché chi va davanti al TAR per poter realizzare determinati impianti, e vince, si vede rincorrere dal Consiglio di Stato in poi (e sin dove si vuole arrivare), mentre chi sembra che abbia santi in paradiso ottiene in agro quello che altri non hanno ottenuto neanche dopo la sentenza del TAR: questo è qualcosa che dovremo chiarire in quest'Aula.

E questo accade perché il settore non è disciplinato, questo accade perché quando c'erano le due amministrazioni precedenti, di segno opposto, il Piano energetico se lo sono fatto in pochi; questo, oggi, dopo aver deciso che doveva essere comunque disciplinato e realizzato dandogli la massima trasparenza, non è mai accaduto. Ritengo che questo non sia un argomento di poco conto e che sia necessario ridare un minimo di trasparenza, far capire che su questo settore non si può pretendere che i sardi paghino di più in bolletta, perché questo sta accadendo, senza avere però le ricadute che consentano di avere un territorio così ampio piuttosto libero ma anche la facilità di produrre energie alternative.

Riguardo a Porto Torres, Assessore, forse è troppo lontano da Cagliari, forse questa distanza allontana, e io ho l'impressione che anche nel territorio in cui vivo ci sia una certa rassegnazione, che è la cosa più brutta che possa succedere perché un territorio rassegnato è un territorio che difficilmente potrà risollevare la testa, e noi abbiamo il dovere come Consiglio di impedire che questo accada. Noi dobbiamo dare nuovo entusiasmo, fiducia (quella fiducia nella politica che è venuta meno), quella trasparenza che da troppo tempo la gente si aspetta, per impedire che ci siano portate via ancora una volta le cose più preziose: il territorio, ma soprattutto la nostra dignità, perché di questo si tratta.

A quanto pare tutti possono prendere impegni nell'isola, tutti possono sottoscriverne, ma poi non si parla proprio del fatto che devono essere rispettati, tanto la Regione non fa niente, i comuni non fanno niente, nessuno protesta, basta che siano accontentati quei pochi che in quel momento riescono a monetizzare ciò che gira. Ma questo discorso credo che non serva ad alcuno di noi.

Io mi rivolgo in modo particolare a lei, assessore Zedda, anche perché non sono presenti altri, ma a me basta che ci sia lei perché so che ha ascoltato allora, sta ascoltando adesso e si è preoccupata di trovare una soluzione per impedire il saccheggio da parte di chi, con sfrontatezza, dovrebbe tenere fede agli impegni già presi e non intende mantenerli. E su questo è stato posto un "cappello", vergognoso, da questo Governo di tecnici.

I veri poteri forti sono lì, sono ben rappresentati, sono loro che ci hanno portato a situazioni come queste; al momento solo la politica sta pagando lo scotto e non chi ha beneficiato e goduto delle loro volontà e delle loro strategie di carattere economico. A me, che si chiami Passera o Passerà, dipende dall'accento, poco importa, il problema è che a muso duro va detto ciò che è necessario dire per impedire che quel saccheggio si possa concretizzare con noi presenti a guardare, in un modo che non riusciremmo a spiegare a noi stessi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto).Presidente, dal punto di vista tecnico è stato già detto che cosa questo investimento rappresenta per la Sardegna, quanto fosse atteso, come si è sviluppato, qual è l'antefatto che l'ha prodotto; del resto la mozione del collega Diana interviene proprio su questo argomento chiedendosi come mai, ancora una volta, la Sardegna abbia una prospettiva e la veda sfumare, abbia delle garanzie che sono poi difficilmente mantenute. La risposta è semplice, ed è contenuta nella discussione di ieri; io dico perciò che facciamo bene, tutti, a individuare nel Governo nazionale, questo e quello precedente, una controparte, istituzionale e non solo istituzionale, assai poco affidabile sul piano della tutela dei diritti e quindi, figuriamoci un po', degli interessi dei sardi. Però, rispetto a Governi così, le risposte devono essere adeguate.

Onorevole Diana, faccio queste considerazioni rammentandovi che cosa avete votato ieri e come le questioni che abbiamo affrontato ieri sono rappresentate oggi su tutta la stampa: la risposta "con la fufa" alle questioni vere, ci fa soccombere; le lettere di monito a Presidenti del Consiglio che giustappunto avranno qualche settimana o qualche mese da sopravvivere in quella funzione in attesa delle prossime elezioni politiche (che sono alle porte), lasciano il tempo che trovano; le minacce di denuncia, a tempo scaduto, lasciano il tempo che trovano. La decisione del Presidente della Regione di non attuare l'ordine del giorno unitariamente scritto e unitariamente votato, determina questa condizione o quanto meno se non la determina la favorisce.

Ieri potevamo dire, lo potevamo dire tutti insieme: "Prendiamo atto che non hai fatto le cose che dovevi fare, incomincia a farle da oggi in poi". E invece no, colpo di teatro, due lettere, un paio di francobolli e dopodiché siamo punto e da capo.

Oggi di che cosa stiamo discutendo? Stiamo discutendo dello scippo di un investimento di 700 milioni di euro, ma non solo, con l'aggravante che manteniamo l'impianto in modo tale che quell'impianto possa creare danno all'ambiente e cioè ci possa anche ulteriormente impoverire.

Non funziona così; io riconosco all'onorevole Zedda l'impegno a tentare di affrontare i problemi esistenti in termini di consistenza, di sopravvivenza, non posso più parlare di sviluppo del sistema industriale produttivo della Sardegna. Le nostre vertenze sono quasi tutte ancora aperte e ogni giorno che passa la crisi internazionale assume le caratteristiche che assume, ogni giorno di più i governi non pensano alla crescita, perché il loro Dio è il mercato, pertanto non considerano i bisogni delle persone e delle comunità, rispondono ai loro mandanti, a quel sistema aberrante di economia virtuale che ha prodotto danaro finto e che orienta tutte le disponibilità finanziarie verso la speculazione e la crescita di vantaggi ancora da investimenti di danaro su danaro e non sull'attività produttiva, non sulla produzione di beni e servizi. Questo è il dato; e sarà sempre più difficile per noi tutti, a prescindere dagli schieramenti, tentare di costruire un futuro diverso.

Ecco perché, onorevole Diana, io condivido gli esiti che lei propone nella mozione (poi vedremo come votarla), ma proprio perché li condivido e proprio perché sono rappresentati, mi chiedo il perché dell'espressione di voto di ieri; io ritengo che non reggeremo nella difesa dell'indifendibile perché dobbiamo imparare tutti noi a costruire il futuro, sapendo che lo dobbiamo costruire, e il futuro vuol dire che dobbiamo superare il presente, perché il presente non è all'altezza, è inadeguato ad affrontare questo problema: il problema del nostro sviluppo. Se questo è il nostro obiettivo, in queste settimane ci sarà da lavorare in questa direzione per non trovarci impreparati, per non scoprirci domani più deboli di oggi; se noi riusciremo a fare questo renderemo un servizio alla Sardegna e ai sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, per la verità potrei limitarmi a dire nell'intervento che l'esposizione dell'onorevole Mario Diana è stata estremamente chiara, precisa, documentata, quindi totale adesione a quello che ha detto, totale adesione alla mozione che ringrazio di aver presentato perché ha fornito l'occasione per questo dibattito.

Però vorrei aggiungere qualche cosa, perché quando l'onorevole Diana ci dice che occorre prestare attenzione al fatto che non si vuole più realizzare la centrale a carbone, anche se c'è un accordo, anche se sono state date le autorizzazioni sul fotovoltaico finalizzate alla centrale a carbone (e se gli accordi non si rispettano vengono travolti in toto, e non solo nella parte in cui qualcuno decide di non rispettarli), io mi chiedo quali sono le conseguenze del mancato rispetto di questo accordo. Le conseguenze sono che qualche soggetto trae vantaggio, diciamo oggettivamente, perché non voglio pensare male, da questa situazione; non vorrei che questa posizione di E.ON alla fine conduca a creare un unico monopolista della produzione dell'energia in Sardegna. Questo non sarebbe accettabile.

Allora in questa situazione, ci dice l'onorevole Maninchedda, essendovi una contrapposizione tra Stato italiano e Stato regionale rivendichiamo la sovranità. Io ho già detto in altre occasioni che la dottrina giuridica ha chiarito, da anni, che il concetto di sovranità è un "concetto risalente" che non ha più senso, quello che conta sono i poteri che una singola istituzione esercita, è per questo che abbiamo sempre detto: riformiamo lo Statuto, riformiamo lo Statuto individuando quali sono le ragioni alla base della riforma, le ragioni a base dell'autonomia, individuando i poteri che vogliamo, le risorse che vogliamo per raggiungere gli obiettivi che ci poniamo.

A questo scopo noi abbiamo chiesto un'Assemblea costituente, ma un'Assemblea costituente vera non un'Assemblea costituente consultiva o che ci dica quello da chiedere a Roma; noi, e siamo stati gli unici in questa Aula, abbiamo chiesto un'Assemblea costituente che decida quello che c'è da fare.

E chiedere questo vuol dire rivendicare l'autonomia della Sardegna, vuol dire chiedere i poteri per evitare che si verifichi la presenza di un solo monopolista in Sardegna, questo dobbiamo evitarlo in tutte le maniere possibili, non possiamo consentire che vi siano degli interessi economici che ci passano sopra la testa, chiunque sia a portare avanti questi interessi economici.

Ecco perché condivido questa mozione; però dico, attenzione, se si va avanti nella strada di E.ON che vuole bloccare la realizzazione della centrale a carbone, anche in presenza di altri soggetti, che c'è stato detto esserci e che sono stati espressamente citati dall'onorevole Diana e dall'onorevole Maninchedda, ci dica di avere ben operato senza un euro di spendita di soldi pubblici a Ottana e Macomer e allora la situazione veramente deve essere rivalutata.

Quindi benissimo questa mozione, prestiamo grandissima attenzione a quello che viene operato sapendo che noi non accetteremo situazioni che, oggettivamente o soggettivamente, ci portino a situazioni di monopolio. Questo porta ad ampliare il discorso perché noi non dobbiamo fermarci a parlare di E.ON, dobbiamo parlare del problema dell'energia in generale, dobbiamo parlare delle centrali idroelettriche all'interno del calendario dei lavori, dobbiamo esitare una nuova legge che disciplini questa materia, dobbiamo dichiarare decadute le concessioni che magari esistono dal '23 e che sono ingiustificate e che non portano nulla alla Sardegna ma fanno pagare ai sardi quando chiedono le prestazioni; questo non è accettabile.

Oggi dobbiamo combattere con gli strumenti che abbiamo, dobbiamo rivendicare ulteriori strumenti, cioè ulteriori poteri, che possiamo ottenere in sede di modifica dello Statuto, per fare sì che possiamo effettivamente decidere il destino e le sorti della Sardegna. Fare questo non vuol dire entrare in contrapposizione con uno Stato. Io critico il Governo che non ha mantenuto fede agli impegni, ma lo critico per sollecitarlo a mantenere una posizione rispondente ai principi costituzionali di solidarietà e di lealtà, perché se da tutte le parti c'è solidarietà e lealtà i problemi vengono risolti. Sicuramente non si risolve i problemi facendo battaglie utopistiche. Quindi per quanto riguarda il nostro Gruppo annuncio il voto favorevole e dichiaro che siamo pronti a firmare e a votare ulteriori mozioni qualora la situazione non dovesse essere risolta e si volesse andare avanti creando situazioni di monopolio del tutto inaccettabili.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, credo di non voler aggiungere nulla di poco rilevante se dico che ho avuto veramente piacere di seguire oggi la discussione in Aula su questo tema che, voglio dire da subito, non è una semplice mozione, non è una semplice vertenza, è un crocevia dello sviluppo della nostra Isola. Per questo spero di poter dare delle risposte, e soprattutto di chiarire il percorso seguito dal 22 marzo a oggi nell'applicazione e nel rispetto della mozione approvata dall'intero Consiglio.

Inizio col dire che il presidente Cappellacci ha voluto fortemente che l'aspetto energetico o, meglio, le difficoltà di sviluppo energetico o, ancora meglio, le difficoltà che le nostre aziende energivore affrontano tutti i giorni per il gap che abbiamo in materia energetica, potesse essere uno degli argomenti cardini della discussione e delle richieste della nostra Sardegna al tavolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Pertanto dico da subito che le problematiche energetiche riguardano tutta la Sardegna, in particolar modo le difficoltà dei principali poli produttivi, e mi riferisco ai poli di Porto Torres, Portovesme e alla piana di Ottana.

Con forza, da subito, abbiamo fatto presente che la Sardegna ha due progetti che, oltre che strategici, sono progetti di sviluppo industriale; ovviamente mi riferisco alla realizzazione della centrale per cui E.ON ha già avuto l'autorizzazione unica, e alla realizzazione della centrale che riguarda il progetto integrato miniera e stoccaggio della CO2, ovvero il CCS Sulcis. Queste due centrali a carbone, qualunque cosa possa dire il Governo italiano, (qualcuno oggi ha fatto dei riferimenti), sono fondamentali per lo sviluppo industriale della nostra Sardegna. Questo, cari colleghi, sarà sostenuto e voluto a gran voce e sarà argomento di trattativa con il Governo nazionale.

A questo proposito, devo dire che anche ieri, seppure trattando della vertenza Alcoa, abbiamo ribadito e ottenuto che E.ON, ovviamente con la proprietà tedesca, come qualcuno oggi ha correttamente fatto osservare, venga chiamata immediatamente a un tavolo nazionale insieme alla Regione autonoma della Sardegna per discutere l'aspetto che riguarda proprio la realizzazione della centrale, la realizzazione che è strettamente vincolata all'autorizzazione unica già ottenuta. In questo senso, onorevole Maninchedda, se non ho capito male, mi permetto di osservare che la posizione del presidente Cappellacci e della Giunta è quella di sostenere con forza, qualora E.ON non realizzi la centrale, non la revoca dell'autorizzazione ma il passaggio della stessa all'imprenditore che realizzerà la centrale.

Pertanto non so se io ho colto qualcosa di diverso rispetto a quello che lei ha detto in materia di revoca, noi sosteniamo che questa sia una delle due nuove centrali a carbone assolutamente fondamentali per la Sardegna; faremo in modo quindi che E.ON la realizzi. Nel momento in cui E.ON si disinteressasse o manifestasse apertamente la volontà di non realizzarla, ci sarà un altro imprenditore che subentrerà nell'autorizzazione unica; perché, come qualche collega ha fatto osservare, il percorso relativo al rilascio delle autorizzazioni è sempre un percorso difficile e temporalmente lungo.

Voglio ancora comunicare che il presidente Cappellacci ha convocato un incontro, con tutte le amministrazioni locali di riferimento e con i sindacati, il giorno 23 alle ore 12, proprio per programmare e organizzare il prossimo incontro a livello nazionale.

Consentitemi un'ulteriore precisazione; dal 22 a oggi confermo (alcuni ne hanno anche già parlato) che l'impianto fotovoltaico del quarto gruppo non è stato ancora autorizzato. Sarà un percorso lungo e, credetemi, chi vi parla non ha alcun problema avendo già sottoposto gli accordi sottoscritti negli anni precedenti all'ufficio legale dell'amministrazione, e insieme si sta valutando quali possono essere i percorsi successivi.

Una cosa è certa: l'argomento delle bonifiche, la realizzazione del quarto e del quinto gruppo fanno tutti parte dell'accordo che è unico, pertanto noi chiederemo il rispetto dell'accordo nella sua interezza, anche perché voglio sottolineare che fino a oggi la Regione sarda, rispetto a quell'accordo, è stata assolutamente adempiente. Pertanto, è un momento in cui la palla, se così si può dire, deve passare a E.ON, che deve incominciare ad adempiere all'accordo e non solo a realizzare gli impianti che, ovviamente, le sono più congeniali.

Ribadisco ancora che condivido le preoccupazioni per la dismissione dei gruppi uno e due, ma anche questi rientrano nell'accordo, ed E.ON dovrà provvedere entro il 2013 alla dismissione dei gruppi. Così pure come avremo modo di approfondire, in occasione dell'incontro del Presidente con i sindacati e con le amministrazioni locali, quale sia la situazione in ordine al personale dipendente, anche perché alcune dichiarazioni ovviamente ci fanno preoccupare, e soprattutto non rientrano nel rispetto dell'accordo.

Vorrei ancora sottolineare che il presidente Cappellacci, per contro, ha attivato anche un canale ufficiale avanzando delle richieste al ministro Passera, proprio perché sulla vertenza e la realizzazione, noi oggi parliamo di realizzazione del quinto gruppo, la situazione è complessa e ci sono vari stadi di adempimento e varie implicazioni. Sicuramente, una è tutta regionale, e cioè il rispetto degli accordi, che sono contenuti in quanto già sottoscritto.

Ancora, oggi si è parlato di rispetto dei punti della mozione che abbiamo approvato insieme. Onorevole Diana, vorrei dirle che sostanzialmente questa mozione è stata rispettata e continuerà a esserlo, proprio perché anche ciò che approveremo oggi sicuramente rispecchia una posizione di forza che questa Regione, la Sardegna, ha nei confronti sia delle multinazionali che sono inadempienti, sia dallo stesso Governo. Noi, lo ribadisco, stiamo continuando non solo a vigilare, ma anche a mettere in atto tutte quelle azioni che porteranno E.ON comunque a doversi dichiarare, e quindi a inficiare i diciotto mesi chiesti per procrastinare la realizzazione della centrale.

Noi abbiamo bisogno di avere risposte subito, se il Governo italiano ha concesso la proroga di altri diciotto mesi noi diciamo che in questo momento la Sardegna non può permettersi di aspettare, anche in ragione del fatto che l'investimento è complesso, è un investimento che deve dare sviluppo e occupazione al territorio, e soprattutto è un investimento lungo. Pertanto, è importante accelerare i tempi, soprattutto in questo momento di grande difficoltà.

Io vorrei dire ancora che condivido totalmente i contenuti della mozione; ringrazio quindi l'onorevole Diana, il Gruppo del P.d.L. per aver riportato in Aula la trattazione di questo argomento che, come ho detto, è molto importante; è importante anche perché, chiarisco subito, che le due centrali a carbone, essendo previste all'interno del Piano energetico ambientale regionale, sono già inserite nella pianificazione energetica che prevede (è un'altra posizione della Giunta) di privilegiare ovviamente il mix delle fonti tradizionali energetiche con le fonti rinnovabili.

La centrale che dovrà realizzare ENI, il progetto Matrica, seppure basato sulle energie rinnovabili, è tanto importante quanto le centrali a carbone, perché la Sardegna ha, come abbiamo detto, un deficit energetico, e le nostre aziende non possono continuare a trovarsi in situazioni di non produttività, di non sviluppo, a causa di questo handicap. Siamo nel 2012, anche ieri, questo può essere di conforto, abbiamo avuto modo di introdurre, proprio nell'ambito della vertenza Alcoa, degli elementi relativi alla materia energetica che passano dalla conferma della legge sulla super interrompibilità, all'abbinamento dell'interconnector con l'interrompibilità, così come le altre forme che devono riguardare le soluzioni strutturali.

Forse il Governo italiano in questo momento ritiene di essere saturo nel resto d'Italia in quanto a centrali, ma la Sardegna non può permettersi di non realizzare queste due centrali a carbone. E in questo senso, infatti, che abbiamo chiesto di potenziare i nostri poli energetici.

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore. Colleghi, posso chiedervi di prestare un po' d'attenzione al discorso dell'Assessore? Prego, Assessore.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Quindi, onorevole Diana, ribadisco di condividere assolutamente i contenuti della mozione, non so che cosa deciderà l'Aula; se ovviamente si intende proseguire con l'ordine del giorno, mi sento di chiedere con forza, se è possibile, anche come consigliere, di inserire il punto che riguarda la realizzazione della centrale da parte di E.ON o, in alternativa, la realizzazione da parte di un soggetto terzo.

Concludo sottolineando che so che E.ON ha ricevuto diverse offerte e manifestazioni di interesse per la realizzazione della centrale. Sicuramente posso dire che il dottor Clivati, del gruppo Clivati, che a Ottana sta portando uno sviluppo produttivo sul territorio, è una persona seria, una persona che se ha affermato di volersi interessare, insieme al gruppo Indorama, per la realizzazione della centrale credo abbia le sue buone ragioni per dirlo.

La Regione sarda non entra nelle trattative tra aziende o tra multinazionali, sicuramente però deve favorire i percorsi affinché queste possano dialogare e possano garantire insieme forme di sviluppo alla nostra terra. Non solo, vorrei anche dire di più. In questo momento l'Assessore dell'industria, non so se può essere una promessa o una minaccia, sicuramente ha un occhio molto vigile nei confronti di tutte le multinazionali che siano ENI, quindi partecipate dallo Stato, Enel, Rfi e quant'altro. Sicuramente queste multinazionali in questo momento non stanno dimostrando grande attenzione invece per tutto il bene che ricevono dalla Sardegna; sappiate che già dalle prossime concessioni che riguarderanno squisitamente la nostra disponibilità, apriremo dei tavoli che speriamo possano portare a conclusioni diverse dal passato.

PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Capelli è rientrato dal congedo.

Ha domandato di replicare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Io non credo di dover aggiungere molte altre osservazioni, e mi dichiaro ovviamente soddisfatto dell'intervento dell'Assessore. L'unica considerazione che intendo fare è questa: in questa sede si è menzionato, come appare dai giornali, un unico interlocutore possibile con E.ON.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue DIANA MARIO) Stiamo attenti a questo! Perché se non si gestisce bene questa fase, potrebbe essere veicolato a livello mondiale che nessun altro è disponibile a fare investimenti di questo genere, non perché siamo contrari noi, ma perché è contrario qualcun altro. Allora stiamo veramente attenti: cioè il Governo deve essere inchiodato, perché se si veicola una notizia di questo genere, e cioè che il Governo è contrario, che la Regione non è disponibile, che siamo pronti a rivedere la valutazione ambientale, se la decisione è quella di bloccare tutto allora al danno aggiungiamo anche la beffa. Quindi, l'unica raccomandazione è che qui ci vuole molta, ma molta saggezza da parte di chi rappresenterà la Regione sarda ai tavoli che contano.

Non ho dubbi sul fatto che l'assessore Zedda sarà certamente impegnata in questa direzione, mi auguro che tutti gli altri interlocutori lo siano parimenti perché, se così non fosse, questa sì, sarebbe una grande beffa; ora, all'esterno è già una beffa perché, caro collega Uras, su questa vicenda abbiamo parlato solo noi e pochi altri, e nessuno ha contribuito a veicolare ciò che noi abbiamo detto oggi in quest'Aula. Le dico di più, e cioè che domani ci sarà ancora meno interesse, non ci sarà risonanza, evidentemente questo è un argomento che qualcuno vuole mettere a tacere

Io credo che non debba essere così, e se ci accorgiamo che c'è qualcuno che tenta di mettere a tacere questa questione, io credo che la sollevazione dovrà essere maggiore, e in questo senso rivolgo un invito alla stampa, alle televisioni, ai comunicatori, perché c'è troppo silenzio, ed è un silenzio inquietante.

Presidente, le chiedo una breve sospensione dei lavori al fine di poter esaminare l'ordine del giorno che è stato predisposto.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Se non vi sono opposizioni sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 06, viene ripresa alle ore 16 e 40.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Comunico che il collega Ben Amara è rientrato dal congedo.

Comunico inoltre che la mozione numero 181 è stata ritirata e che è stato presentato l'ordine del giorno numero 1 .

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Diana Mario - Diana Giampaolo - Steri - Uras - Dedoni - Sanna Giacomo - Salis sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 181 sulla realizzazione del quinto gruppo a carbone in sostituzione delle due unità ad olio combustibile nella centrale termoelettrica di Fiume Santo;

PREMESSO che la Sardegna risente, oggi più che mai, di condizioni di svantaggio dovute all'insularità e alla carenza di infrastrutture, in particolare nei settori dell'energia e dei trasporti;

CONSIDERATO che tale gap infrastrutturale, nell'attuale contesto di crisi internazionale, penalizza in misura maggiore le attività imprenditoriali dell'Isola e ne rende più difficile la ripresa economica;

SOTTOLINEATO che il Ministero dello sviluppo economico ha confermato l'impegno del Governo ad intervenire con misure appropriate che consentano, nel quadro della legislazione nazionale e comunitaria vigente, l'utilizzo competitivo dell'energia elettrica in quanto fattore strategico per le aziende produttive energivore della Sardegna;

VALUTATA la necessità di realizzare, oltre alla centrale a carbone ad emissioni zero del progetto Css Sulcis e il rafforzamento del Polo energetico di Ottana, il nuovo gruppo a carbone da 410 MW nella centrale E.On di Fiume Santo, la cui costruzione è ritenuta improrogabile e strategica e che è stato oggetto di più intese tra l'Amministrazione regionale e l'azienda titolare del sito produttivo e per il quale la società tedesca ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni alla costruzione;

RAMMENTATO che, entro il 2013, si dovrà obbligatoriamente procedere alla demolizione dei due gruppi a olio combustibile della centrale di Fiume Santo, in quanto altamente inquinanti e dichiarati fuori norma,

impegna la Giunta regionale

affinché:

1) investa i massimi livelli istituzionali perché intervengano presso i vertici aziendali di E.On per scongiurare il disimpegno dall'investimento già autorizzato per il sito di Fiume Santo o, in alternativa, perché siano prese in considerazione le eventuali offerte di soggetti interessati a realizzare l'impianto al posto dell'azienda tedesca;

2) solleciti al Governo italiano una presa di posizione nei confronti del Governo federale tedesco, che non perde occasione di richiamare al rispetto delle regole e degli accordi siglati, volta ad assicurare che E.On rispetti le intese liberamente sottoscritte con la Regione, traendone in difetto le conseguenze in relazione agli accordi sottoscritti inadempiuti, in vista della sospensione o del ritiro delle autorizzazioni rilasciate;

3) accerti, anche con il coinvolgimento dei parlamentari sardi, se risponda al vero che il Ministero dello sviluppo economico, come riferito alle organizzazioni sindacali dalla stessa E.On, avrebbe condiviso l'intenzione dell'azienda di non costruire il nuovo gruppo a carbone, avallando di fatto il mantenimento in attività dei vecchi gruppi a olio combustibile anziché stigmatizzare il comportamento di un'azienda che non investe in un'opera così importante per l'occupazione e lo sviluppo del nostro Paese e che non avrebbe consentito di farlo ad uno dei soggetti che il Governo, con la sua missione in Asia, ha cercato di interessare;

4) accerti l'adeguatezza della decisione assunta da Terna Spa di inserire la centrale di Fiume Santo tra i cosiddetti impianti essenziali per il sistema energetico nazionale, corrispondendo così un compenso ad E.On indipendentemente dall'effettivo funzionamento della centrale e disincentivando di fatto gli investimenti previsti per l'ammodernamento del sito produttivo e la sua sostenibilità ambientale; valuti comunque la legittimità di tale decisione ai fini della sua impugnazione in sede giudiziaria;

5) adotti ogni atto necessario al fine di contrastare il comportamento dilatorio di E.On riguardo all'esecuzione delle bonifiche ambientali nel sito della centrale. (1).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Chiedo scusa, Presidente, ho un po' di mal di gola quindi rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il mio voto contrario a questo ordine del giorno. Non avendo avuto la possibilità stamattina di intervenire in merito voglio sottolineare che condanno E.ON esattamente per quello che è stato sino a oggi, così come non condivido l'alternativa del carbone. La classe politica sarda quindi con questo ordine del giorno e, precedentemente con la mozione, di fatto continua a manifestare la sua totale mancanza di cultura e di amore per l'ambiente, ma pure la sua sudditanza non solo allo Stato italiano ma anche alle multinazionali della globalizzazione che continuano a rapinare le nostre risorse, a inquinare l'ambiente e creare povertà, questo grazie anche alla stessa delocalizzazione.

Sembrerebbe che l'industrializzazione forzata in questi sessant'anni di autonomia non abbia assolutamente insegnato nulla. E' sbagliato quel modello di sviluppo su cui noi continuiamo a insistere, un modello di sviluppo che ha sacrificato il territorio e le nostre attività tradizionali in nome del profitto, di certo non per i sardi, non per la nostra economia ma per altri. Oggi noi dobbiamo affrontare il problema delle bonifiche, invece di questo non si parla, mentre parlare delle bonifiche significa parlare della rinaturalizzazione del nostro territorio.

E.ON, come tanti altri, deve assolutamente bonificare e andarsene; ma la Regione autonoma della Sardegna non rinuncia alla sua sudditanza e addirittura arriva in certe situazioni a comprarla la servitù, come è il caso dei 150 milioni messi a disposizione della società Galsi, così come continua a tacere e ad accettare l'inganno della chimica verde, che di verde non ha assolutamente nulla, e in quest'Aula non se n'è mai parlato a fondo. La chimica verde si prospetta come un nuovo grande inceneritore che meriterebbe un'attenzione assolutamente diversa da parte dell'Aula.

Io continuo a insistere sul fatto che manca un progetto generale su quello che deve essere lo sviluppo delle nostre economie. Quindi, rispetto anche alla stessa sovranità energetica, sono dell'avviso che se qui non c'è sovranità energetica noi non possiamo assolutamente emanciparci. Termino l'intervento riconfermando il mio voto negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'ordine del giorno e per stigmatizzare un pochino le parole dette nell'intervento precedente. Credo infatti che vada lasciato agli atti il fatto che l'intervento, anche in questo caso, provvede affinché sia rispettato l'ambiente perché le centrali, al momento, sono altamente inquinanti e l'obiettivo di utilizzare il carbone, secondo ciò di cui abbiamo parlato stamattina e come affermato anche nel mio intervento, va nella direzione della tutela ambientale.

Piuttosto nell'ordine del giorno non è scritto (adesso magari si vota così e va ugualmente bene), ma andrebbe richiamato anche il fatto che E.ON deve comunque provvedere, giusto per rafforzare il concetto, a bonificare il sito che ha inquinato. Quindi l'ordine del giorno va bene, andrebbe anche meglio se fosse aggiunto questo punto in cui si dice che E.ON deve provvedere comunque a bonificare il sito a Porto Torres che è compromesso, tanto più che la bonifica fa parte dell'accordo siglato tempo fa con la Regione autonoma della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA Giacomo (P.S.d'Az.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Milia e Piras hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risponde no la consigliera: Zuncheddu.

Si è astenuto il consigliere: Planetta.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 62

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio. E' convocato l'Ufficio di Presidenza.

La seduta è tolta alle ore 16 e 47.