Seduta n.62 del 16/10/2009 

LXII SEDUTA

Venerdi' 16 ottobre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 37.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 12 ottobre 2009 (55), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Andrea Biancareddu, Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Daniele Cocco, Pietro Cocco, Silvestro Ladu, Massimo Mulas, Sergio Obinu e Efisio Planetta hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 16 ottobre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Campus sul destino della società Sviluppo Italia Sardegna". (57)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

"Interrogazione Floris Mario sullo stato dell'utilizzo delle risorse finanziarie di cui alla tabella E delle leggi finanziarie 2006-2007-2008". (65)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

"Interrogazione Petrini sulla istituzione della Consulta regionale della disabilità, prevista dalla legge regionale 30 maggio 2008, n. 7". (108)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

"Interrogazione Solinas Antonio sulla richiesta della Società Is Arenas Renewable Energies srl per l'installazione di un impianto di generazione eolica 'off-shore' nelle acque territoriali della Sardegna centro-occidentale". (110)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numero 67.

Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dei relativi emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 16 e dei relativi emendamenti:

Art. 16

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna.

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 16

Il comma 1 è soppresso. (330)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 16

La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione ne Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna. (331)

Emendamento all'emendamento numero 331 sostitutivo totale Uras

Articolo 16

L'articolo 16 è così sostituito:

La presente legge entra in vigore 60 giorni dopo la sua pubblicazione nel B.U.R.A.S. (555).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente, la mia breve esperienza in quest'Aula mi ha portato ad apprezzare le leggi che vengono migliorate nel corso del dibattito, con l'apporto dei consiglieri di maggioranza e minoranza. Ecco, questa forse è la prima volta negli ultimi cinque anni, che arriva in Aula una legge in maniera pessima, e che ne esce ulteriormente peggiorata. Era una proposta già impresentabile a suo tempo, quando l'avete portata alla nostra attenzione, all'attenzione della Commissione, oggi è sicuramente una legge pessima, perché intanto è pervasa dalla vostra filosofia del lasciar fare, che nasce proprio - è palpabile in questa legge - dall'insofferenza nei confronti delle regole, di tutte quante le regole.

E' impresentabile, perché espropria i comuni delle loro competenze, di tutta la competenza in materia di pianificazione urbanistica. Sia sui centri storici, sia sulle zone B, sulle zone C, sulle F, sulle G, i comuni non avranno più competenza; tutto ciò che voi oggi state facendo passerà sopra la loro testa. E' pessima perché interviene nella fascia dei 300 metri dal mare, una fascia che ormai i sardi da decenni hanno considerato intoccabile, hanno considerato inattaccabile. Voi invece state aprendo l'assalto anche alle coste.

Ma, secondo me, l'aspetto politico più grave è quello di creare aspettative che poi saranno disattese. E già oggi sapete che saranno disattese. Ecco, questo è uno degli elementi caratterizzanti di questa legge. Voi infatti affermate che questa legge contiene disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo. Invece non c'è nulla all'interno di questa legge che vada in quella direzione, quindi state creando aspettative che già sapete che verranno disattese.

Sicuramente, colleghi, questa è però una legge che trasmette anche sensazioni. Avete presente quando leggete un romanzo? Quando si legge un romanzo si immaginano le facce, i dialoghi, i luoghi, le situazioni; ecco, leggendo questa legge, è come se si sentissero i rumori delle betoniere, come se si avvertisse il rumore delle ruspe che incalzano e che abbattono i fabbricati, gli alberghi, per poi poterli ricostruire. Queste sono le sensazioni che vengono trasmesse da questa legge, e temo che non siano solo sensazioni.

Io oggi, venendo a Cagliari da Sardara, dal mio paese, mi sono spaventato, perché c'è già la coda sulla 131, ci sono le ruspe in strada, le betoniere sono già accese, il rumore si sente sul serio, colleghi, e la cosa più grave è che ci sono i cementificatori. Li avete già messi in strada, stanno creando dei disagi ai nostri cittadini.

(Interruzioni)

Però, colleghi, questa legge trasmette anche sensazioni macabre. Perché sono macabre? Perché questa è una legge contro natura, perché i padri deturpano e distruggono l'ambiente dove dovrebbero vivere i loro figli. Questa è una cosa grave. Non si verifica mai nel genere umano e nel genere animale che i padri, le madri distruggano l'ambiente o rechino danno ai propri figli. Voi state facendo quello. Ecco perché questa legge è macabra ed è anche immorale, immorale perché consente aumenti volumetrici agli immobili che sono stati condonati. E' una vera e propria istigazione a delinquere.

Voi state dicendo: "Costruite pure, tanto poi ci sarà qualcuno che approverà un condono e vi consentirà addirittura su quell'abuso di costruirci sopra", e così facendo moltiplicherete in maniera esponenziale l'abuso. Ed è anche una legge pericolosa. E' una legge pericolosa perché interviene in zone a rischio idrogeologico. E' da irresponsabili.

Il governatore della Sicilia, Lombardo, afferma, bloccando la legge sulla Sicilia, che "bisogna spostare l'attenzione sul fragilissimo equilibrio idrogeologico di alcune zone dove vi sono state alterazioni. Andare a pensare di riedificare con il 30 per cento in più di cubatura sarebbe da folli". Lo dice il governatore della Regione Sicilia, non lo diciamo noi del centrosinistra. E' un vostro alleato.

E poi è una legge che introduce anche discriminazioni, perché se mai dovesse superare gli scogli di natura giuridica e di natura costituzionale - tutti i profili di incostituzionalità li abbiamo sollevati - se mai dovesse superare questi scogli, comunque ci saranno alcuni "noti" che potranno fare. Il collega Gian Valerio Sanna ha già preso l'impegno, alla fine dell'iter di approvazione di questa legge, di renderci l'elenco dei noti che "potranno fare", e potranno fare molto se la legge dovesse superare questi limiti di incostituzionalità.

STOCHINO (P.d.L.). Come a Funtanazza!

CUCCU (P.D.). Io non ho interessi a Funtanazza, collega Stochino, e non ho nessun interesse - lo dico qua in aula - di natura urbanistica ed edilizia. Neanche uno personale. Lo dico qua, in quest'Aula. Non so se molti potranno dire altrettanto.

(Interruzioni)

Anche voi? Perfetto. Facciamo una sottoscrizione dove prendiamo impegni tutti quanti e diciamo che non abbiamo interessi. Vediamo se sottoscriviamo tutti.

(Interruzioni)

Perfetto. Massimo Mulas e Attilio hanno già sottoscritto. Anche Giulio Steri.

Però, colleghi, io non voglio banalizzare quello che stavo dicendo. Dicevo che questa legge introduce delle discriminazioni perché alcuni noti e pochi potranno fare, ma chi non ha la casa, o chi ha solo la prima casa non potrà costruirla o ampliarla nonostante questa legge perché gli mancheranno le risorse. Noi abbiamo provato ad associare a questa legge un vero e proprio piano casa, ad associare risorse, a intervenire per primi dagli ultimi senza ribaltare l'ordine delle priorità e intervenire su chi ha meno bisogno, come state facendo voi. Ecco perché è una legge discriminante che dà sfogo all'ingordigia edilizia.

Ieri il collega Porcu vi ha collocato in un girone dantesco, quello dei lussuriosi. Io non so, sicuramente Dante vi avrebbe collocato in quello dove stanno gli ingordi perché questa legge comunque dà sfogo all'ingordigia edilizia.

Perché pronunciare questo intervento sull'articolo 16, colleghi? Voi direte: "ma questo qui è completamente andato fuori di senno". Perché intervenire sull'articolo relativo all'entrata in vigore? Io potrei suggerirle un emendamento anche sull'articolo 16, Assessore: questa legge entrerà in vigore nel 2050, così saremo sicuri che non vi renderete responsabili di un danno immediato. Poi potrà esserci anche qualcuno che rinsavirà e interverrà, probabilmente abrogherà questa legge.

Ecco perché intervengo sull'articolo 16, perché siamo ancora in tempo, colleghi, per porre rimedio a questa legge che tanti danni potrebbe provocare e che sicuramente non invia un bel segnale. Speriamo che ci sia un giudice, come abbiamo potuto constatare a Roma, che potrà dire che questa legge non è attuabile in Sardegna. Io spero che ci sia da parte vostra un intervento per poterla bloccare prima e poter bloccare l'entrata in vigore…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, l'articolo 16 non è un articolo banale, è l'articolo più importante di questa legge perché è quello che mette il punto, determina la fine della discussione, sancisce l'entrata in vigore di questo provvedimento, dà il via agli effetti negativi devastanti che queste norme consentiranno.

Anche nell'articolo sull'entrata in vigore abbiamo presentato un emendamento che recita: "La presente legge entra in vigore 60 giorni dopo la sua pubblicazione nel BURAS". Perché 60 giorni dopo? Perché si possa promuovere nella società sarda, una discussione ampia tra coloro che non hanno potuto partecipare alla discussione in quest'Aula, tra le imprese e i loro titolari, tra i lavoratori, nel sistema sociale più ampio, all'interno delle università, nelle scuole, presso tutti i comuni, presso gli organi istituzionali di quei comuni, ma anche presso le comunità e, quindi, possa il Presidente della Regione, la sua Giunta, la maggioranza ricredersi e immediatamente porre rimedio a un provvedimento che potrebbe determinare danno alla Sardegna, al suo patrimonio ambientale e paesaggistico, alla sua identità, alla sua storia, alla sua economia, all'intera società sarda.

E non perché - e lo dico al collega Vargiu, che io stimo - noi si sia presi da un delirio opposto al vostro (cioè voi avete il delirio edificatorio, pensate che il territorio possa essere tranquillamente cementificato perché l'impatto di questa massa enorme di metri cubi non determinerà alcun danno, mentre noi abbiamo un delirio da eccesso di salvaguardia dell'ambiente, e quindi di tutte le bellezze di quest'isola e delle ragioni per cui è visitata e per cui può essere ben vissuta) ma perché abbiamo un'altra idea dello sviluppo di questa regione, onorevole Pittalis, abbiamo un'altra idea.

Noi pensiamo che l'economia non corrisponda al mattone, che l'economia non corrisponda a un sistema fittizio di ricapitalizzazione delle società proprietarie dei terreni in cui potrà essere, anche se non sarà mai, edificato, perché non pensiamo che possa essere una buona economia l'economia dei casinò, degli alberghi a cinque stelle dove si ripulisce il danaro sporco che si produce in questo Paese e in altri Paesi! Perché non pensiamo di diventare servi e rinunciare alla nostra identità di sardi, gelosi come siamo della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre possibilità, e di venderle al miglior offerente del mercato edilizio oppure della speculazione finanziaria.

No, noi abbiamo un'altra idea dello sviluppo, abbiamo cioè l'idea che la Sardegna possa essere la sede principale di una nuova cultura ambientale, di una nuova industria verde che rimpiazzi quella che abbiamo e che abbiamo perché c'è stata imposta e perché l'abbiamo subita. Un modello di sviluppo vecchio, esattamente come quello che voi riproponete con questo progetto di legge.

Noi pensiamo che la Sardegna possa cioè diventare la punta di diamante di un progetto quale quello già disegnato nella precedente legislatura, di un progetto di economia verde fondato sulla ricerca ai fini della salvaguardia del patrimonio naturale, della costruzione di condizioni di vita migliori. Questo pianeta è a rischio proprio a causa di scelte devastanti come questa, egoiste, operate da una generazione arraffa tutto, ingorda e incapace di amare anche i propri figli! Vi invito a recarvi in molte zone di questa Sardegna a vedere gli abusi edilizi perpetrati vicino alle spiagge, nelle pinete, abusi edilizi e volumetrie inutili. Si tratta di costruzioni che non vengono utilizzate neppure più durante l'estate, che non rappresentano non solo un valore, ma rappresentano un disvalore, cioè una cosa non solo inutile, ma dannosa per l'economia.

Noi invece pensiamo che sia necessaria la ricerca nelle università attorno a tecniche e tecnologie di produzione che siano meno inquinanti, attorno a modelli di vita sociale che siano più armonici e che ci preservino dai conflitti che invece si sviluppano a causa del dio che voi continuamente onorate, che è quello solo, esclusivo, del profitto personale, cioè dell'individuo che passa su tutto, che non rispetta niente, che deve trarre guadagno anche dal respiro, anche dalla possibilità di respiro degli altri.

Questa è una legge-manifesto, perché è il manifesto di una teoria e di una cultura politica, ed è su questa che si è sviluppato lo scontro in quest'Aula. Si è sviluppato lo scontro in quest'Aula - e lo dico all'onorevole Vargiu - non perché ci potesse essere una differenza di idee su come salvaguardare, migliorare, rendere produttiva la nostra terra, ma perché eravamo di fronte ad una legge-manifesto che voleva liberalizzare tutto, fuori da ogni regola, impedendo al nostro sistema autonomistico (e alle Amministrazioni locali) di esercitare la sua funzione oggi e domani, violando le volontà collettive, quelle regolatrici della vita sociale, quella a cui noi ci rivolgiamo anche per tutelare la nostra libertà.

Lo dico, come lo direbbe un vecchio liberale: la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri. E questa è una legge che non lascia liberi gli altri, è una legge che innalza muri davanti alle finestre, è una legge che erigge muri davanti agli occhi, è una legge che costruisce muri davanti al mare, è una legge che toglie il respiro ad una comunità regionale come quella dei sardi che di respiro, invece, ha bisogno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Signora Presidente, siamo arrivati all'articolo 16 e io ho necessità di gridare: "Finalmente, era ora!". Era ora perché è stato estremamente pesante stare qui a seguire tutto il dibattito che in questa vicenda ha condizionato la maggioranza, a dover ascoltare tutti i vostri interventi, che solo in pochi ragionavano realmente sulla proposta di legge, altri - come l'ultimo del collega Uras - ragionavano in termini generali su un provvedimento di legge dipinto come uno strumento di distruzione totale della Sardegna.

Il collega Chicco Porcu non ha fatto altro che chiedere: "Quanti metri cubi andrete a realizzare, quanto costruirete sulla Sardegna?". Mi viene da fare una battuta, collega Porcu, forse utile per sdrammatizzare questo mese di lavoro all'interno di questa Aula: noi abbiamo intenzione di realizzare un grande solaio che coprirà tutta la Sardegna, così all'interno della Sardegna non avremo più problemi di piogge e potremo portare tutti i turisti possibili e immaginabili all'interno della nostra Isola. E' chiaro che è una battuta: noi non siamo né cementificatori, né abbiamo intenzione di realizzare strutture e costruzioni in più di quelle che realmente si possono realizzare e sono già realizzate. Noi non abbiamo nessuna intenzione di fare niente di più di quello che invece avete fatto voi negli anni precedenti.

Per rispondere al collega Uras: la nostra libertà, in Sardegna, è terminata nel 2004 quando avete vinto le elezioni e quando, con un sistema, diciamo così, certosino, con un'idea già pensata da prima, ci avete portato in Aula e ci che avete tenuto dentro per un mese per discutere la famosa "legge salvacoste", la legge che alla fine ha creato i problemi che noi oggi stiamo cercando di cancellare con questo testo unificato. Non stiamo facendo niente di più. Questo i sardi ci hanno chiesto.

Voi avete perso le elezioni solo ed esclusivamente perché vi siete incaponiti sulla necessità di difendere le coste della Sardegna quando ci avevano già pensato gli altri prima di voi, perché non eravamo e non siamo nella condizione di dover difendere un qualcosa di impossibile o un qualcosa di già rovinato completamente. Allora, è vero, vi abbiamo ascoltato, abbiamo avuto pazienza, non siamo intervenuti, ma se tutti aveste utilizzato il metodo del collega Moriconi - che credo che sia da prendere ad esempio da parte vostra - che ha pronunciato i suoi interventi consigliando eventuali modifiche a questa proposta di legge con molta delicatezza, con molto garbo, senza dover tirar fuori tutto quello che avete tirato fuori voi all'interno di quest'Aula, probabilmente avreste avuto maggiori riscontri.

La collega Simona De Francisci è stata bravissima nell'elencare tutti gli aggettivi che avete utilizzato per cercare di smontare questo testo unificato. Noi, ribadisco, non siamo né cementificatori né tantomeno vogliamo costruire quello che è di più rispetto a quello che realmente è realizzato. Quando andremo a presentare questa legge su tutte le piazze della Sardegna spiegheremo come ci si dovrà comportare, come i liberi cittadini si dovranno comportare per poterla utilizzare, diremo realmente che cosa si potrà fare, non quello che vi siete inventati voi, che non si può fare e che non è realizzabile.

Ma come si fa a dire che noi stiamo permettendo di realizzare nuovi corpi o ampliamenti in fabbricati condonati? Ma se sapete cosa è un condono edilizio sapete perfettamente che nel momento in cui viene rilasciata la concessione in sanatoria quel fabbricato è regolare, quel fabbricato è, davanti alla legge italiana, davanti alla Sardegna un fabbricato regolare. Quindi non si capisce per quale motivo quel fabbricato non dovrebbe più ottenere le stesse prerogative che invece hanno gli altri fabbricati. Non l'abbiamo capito e non lo capiremo mai, ma non lo capirà il cittadino, non lo capirà chi in realtà vive di questo sistema all'interno della nostra Sardegna.

Quindi, io vi pregherei di smetterla una volta per tutte di accusare, di attaccare, di esprimere opinioni che comunque solo all'interno di questa Aula, per fortuna dei sardi e della Sardegna, si possono capire. Fuori, state tranquilli, nessuno le capirà mai, nessuno sarà in grado di accettare tutte le vostre critiche nei confronti di questa legge.

Sulla parte seconda della legge, quindi dall'articolo 11 all'articolo 14 - l'articolo 15 poi prevede ancora un altro sistema - è inutile che voi invochiate uno strumento che in Sardegna e alla Sardegna non porterà mai niente cioè quello dei ricorsi "Ah noi faremo ricorso, questo è illegittimo, quest'altro non funziona, quest'altro non va bene" tutto perché non è conforme a quello che avevate pensato voi. Ma in Sardegna, cari colleghi - e voi siete i rappresentanti del popolo sardo - in Sardegna in questo modo non si andrà mai avanti, in Sardegna in questo modo noi continueremo a morire di fame.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessori e colleghi, mi rallegro che in questa giornata conclusiva della nostra discussione su questo disegno di legge si oda qualche voce dai banchi del centrodestra. L'avremmo voluta poter ascoltare prima, magari entrando nel merito delle tante proposte che abbiamo avanzato. Perché veda, onorevole Cherchi, questo è un dialogo con i sordi.

Non prendete in considerazione, infatti, le proposte che il Partito Democratico ha presentato in Commissione con una proposta di legge che metteva al centro la casa, metteva al centro gli ultimi, metteva al centro le famiglie.

Non ci spiegate, non ci dite se avete previsto, calcolato, l'impatto e gli effetti di questa legge che, per la sua generalità, per la sua vastità, tocca potenzialmente centinaia di migliaia di unità abitative, in Sardegna, come ammette lo stesso Assessore dell'urbanistica.

Non prendete in considerazione le nostre preoccupazioni su una legge di questa ampiezza, una legge che deroga agli strumenti urbanistici dei comuni, una legge che riscrive il Piano paesaggistico, una legge che incide sulle leggi sovraordinate dello Stato liberando (ma vorremmo essere smentiti) milioni di metri cubi.

Non prendete posizione sull'affermazione che ho pronunciato ieri secondo la quale anche soltanto l'articolo 13, in termini di cubature, fatte riesumare dagli strumenti attuativi dei comuni, dagli strumenti attuativi dei comuni non ancora approvati che potranno essere approvati, dalle convenzioni dei privati che diventano efficaci anche se semplicemente viene tagliato un nastro in un cantiere, dalle residenze alberghiere che possono crescere del 10 per cento e su quel 110 complessivo di un altro 25 per cento anche in deroga al limite nelle zone F, del 50 per cento che era stato posto come limite invalicabile, anche soltanto l'articolo 13, dicevo, avrebbe effetti devastanti sul nostro territorio. Allora, quando noi esprimiamo queste preoccupazioni e formuliamo queste domande e non otteniamo risposte, cosa ci rimane da fare onorevole Cherchi?

Che dire poi di quando si getta una cortina fumogena sugli occhi del nostro popolo, come ha avuto il coraggio di fare, con battuta infelice, il Presidente della Regione che, sorvolando sui milioni di metri cubi di nuove lottizzazioni, con il miraggio, la mancia, l'elemosina di una veranda chiusa, di una stanza in più, ha cercato in qualche modo di risvegliare piccoli egoismi che possono coprire il vero cuore della legge, cioè quello di liberare le vecchie cubature bloccate dal Piano paesaggistico regionale? Io non credo che la sua sia stata una battuta o almeno vorrei che fosse stata una battuta, ma vorrei che lo dimostrasse.

Io mi rivolgo anche all'onorevole Vargiu, ho apprezzato la sua pacatezza, e, anche se non mi permetto di esprimere valutazioni sui colleghi, le assicuro una cosa a proposito dell'onorevole Moriconi, e credo che anche lui lo confermerà: l'onorevole Moriconi ha parlato anche per me in quest'Aula, e lo dico senza presunzione io credo di aver parlato anche per lui perché ognuno di noi ha portato un contributo al dibattito.

Allora, mi rivolgo all'onorevole Vargiu: "Onorevole Vargiu noi il dialogo l'abbiamo cercato, l'abbiamo cercato in maniera concreta in Commissione con una proposta che metteva al centro la prima casa, che metteva al centro la possibilità di aiutare quelle famiglie, quelle giovani coppie che vogliono comprare un'abitazione e hanno bisogno di abbattere i mutui, che poneva al centro la possibilità di rimettere in moto l'edilizia, ma non prevedendo una quantità che non riusciamo a definire di nuove cubature, ma innanzitutto completando ciò che abbiamo già avviato, intervenendo nei nostri centri storici, intervenendo sulle facciate, cominciando ad avere cura di quello che già abbiamo.

Lo dico all'onorevole Vargiu, ma anche all'onorevole Capelli, che giustamente ci richiama a concretezza: noi avremmo voluto discutere di questa legge dopo il piano regionale di sviluppo perché questa legge opera una scelta molto chiara sul modello di sviluppo eleggendo a modello di sviluppo ancora le seconde case sulla costa, ancora gli alberghi sulla costa di cui si prevedono incrementi molto intensi.

Io avrei voluto discutere di questo, avrei voluto discutere sul senso di investire in cubature per alberghi che sono aperti 60 giorni all'anno, che registrano tassi di occupazione del 25 per cento, sul senso di investire su un patrimonio edilizio di 200-300 mila seconde case che non portano reddito, sul senso di investire nelle residenze dell'agro, sul senso di investire in un patrimonio edilizio che oggi porta al PIL della Sardegna soltanto l'8 per cento, mentre nel Trentino porta il 15, il 18, il 20 per cento. Avrei voluto discutere di questi argomenti, ma non ho trovato interlocutori, o li ho trovati solo in parte.

Io vi riconosco, e riconosco al Gruppo dell'U.D.C., al Gruppo dei Sardisti, al Gruppo dei Riformatori, ad alcune voci nello stesso Popolo della Libertà, di aver avuto anche in qualche modo la voglia, la possibilità di ascoltare alcune delle nostre proposte. Ma sul modello di sviluppo, sull'impatto di questa legge, non abbiamo avuto risposte. Le vostre risposte sono state: "Siete ideologici". Le vostre risposte sono state: "Lo avete fatto anche voi". Come se sia la stessa cosa stipulare 300 intese coi comuni! Voi le intese non le fate, perché imponete ai comuni un modello di sviluppo loro malgrado, sottraendogli autonomia e potestà in campo urbanistico. Allora io non credo che: "Lo avete fatto anche voi" possa essere una risposta quando parliamo d'intese siglate coi comuni per poche centinaia di migliaia di metri cubi. Stiamo parlando di un disegno di legge, di una legge che inciderà sul futuro della Sardegna per molti anni a venire, che va a toccare una porzione pregiata del territorio, che tutti insieme, a prescindere dalle forze politiche, in questi anni avevamo tutelato.

Oggi l'orologio della tutela paesaggistica in Sardegna torna indietro di quarant'anni. Oggi noi rischiamo - e vorrei essere smentito dall'Assessore e dai colleghi della maggioranza - di liberare cubature nelle coste per una quantità pari, almeno, al 50 per cento di quanto già edificato. Stiamo compromettendo per sempre la possibilità di sviluppo sostenibile, stiamo compromettendo - e vorrei essere smentito dai colleghi - la possibilità di portare quello sviluppo turistico, che abbiamo scelto insieme di portare nei nostri paesi dell'interno, con il B&B, con gli affittacamere, con la riqualificazione dei centri storici, con i programmi Domos, investendo laddove c'è spopolamento, ma laddove c'è anche cultura, c'è un'identità che può essere oggetto di turismo, di un turismo forse minore, ma un turismo sostenibile che dura tutto l'anno.

Ma se io costruisco un'unica città costiera lineare, che volge le spalle ai nostri paesi dell'interno, quel modello muore per sempre. Questa è la nostra critica, onorevole Capelli. Certamente la nostra è stata una voce nel deserto, certamente abbiamo dovuto alzare la voce perché non è facile farci ascoltare, e i giornali di questi giorni lo testimoniano (hanno riportato una frazione del dibattito di quest'Aula) ma noi lo abbiamo fatto perché crediamo di avere la responsabilità di presentare un modello diverso. Voteremo contro quest'articolo e questa legge, lo abbiamo fatto con responsabilità e continueremo a farlo nei prossimi giorni in quest'Aula e fuori da quest'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, colleghe e colleghi, anch'io, come il collega Cherchi, dico finalmente: finalmente siamo arrivati alla fase conclusiva di questa legge e possiamo esprimere alcune considerazioni anche sui risultati che porterà e sugli obiettivi che ci siamo prefissati. E allora voglio dire che questa legge offre una prima risposta alle problematiche dei sardi relative alla casa, una prima risposta che è quella di consentire ampliamenti volumetrici che vanno dal 10 al 30 per cento, una risposta limitata da alcuni vincoli che rimangono e che dovranno rispettare sia i committenti sia i tecnici, e che però sicuramente potrà dare una migliore opportunità di residenza ai sardi.

Voi avete affermato che questa legge non offre risposte alle fasce più deboli, ebbene io dico a voi che bene avreste fatto a leggere gli emendamenti che sono stati proposti (e di questo me ne faccio vanto) dall'amico Peru, dall'amico Matteo Sanna, dall'amico Oscar Cherchi, da tutti gli amici del P.d.L., che hanno voluto inviare un segnale chiaro a quelle famiglie che purtroppo, per problemi economici, non hanno potuto avere un'abitazione con una superficie superiore ai 95 metri quadri. E lo abbiamo fatto nell'articolo 2, prevedendo un incremento volumetrico del 30 per cento, che richiama l'articolo 16 della legge numero 457 del 5 agosto 1978.

Quest'articolo prevede la concessione di una premialità in termini di volmetria a quelle abitazioni che hanno una superficie massima, misurata al netto dei muri perimetrali e di quelli interni, non superiore ai 95 metri quadri, oltre a 18 metri quadri per le autorimesse e i posti macchina. Quindi, su quello noi abbiamo voluto inviare un segnale chiaro, abbiamo voluto pensare alle famiglie che purtroppo avevano problemi di spazio e anche economici. Così come abbiamo voluto pensare in una "fase 2" (voi dite più in là, e grazie a Dio l'avete detto negli ultimi giorni di questa discussione, perché alla fine l'avete capito) di questo che io chiamo piano casa (la legge attuale è la "fase uno" del Piano casa) di dare le risposte che voi ci avete detto che volete, e che noi vogliamo quanto voi e forse anche più di voi. Ebbene, queste risposte sono citate, e l'ho detto una settimana fa, nel DPCM del Governo nazionale, nelle linee guida che voglio leggere insieme a voi per ragionare insieme perché, come dicevo all'Assessore, sarà una questione che dovremo affrontare mi auguro non più tardi di 30-40 giorni.

Queste linee guida della fase due del Piano riguardano la costituzione di un sistema integrato nazionale e locale di fondi immobiliari per l'acquisizione e la realizzazione di immobili per l'edilizia residenziale, ovvero promozione di strumenti finanziari e immobiliari innovativi, con la partecipazione di soggetti pubblici e/o privati per la valorizzazione e l'incremento dell'offerta abitativa in locazione.

Al punto due si fa riferimento all'incremento del patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, da effettuarsi con risorse dello Stato, e sarà quindi lo Stato nazionale a contribuire e a darci queste risorse per dare risposte agli abitanti della Sardegna che la casa non ce l'hanno. E' ben chiaro il progetto che noi abbiamo in mente, e non perché ce l'avete chiesto voi, ma perché il Governo nazionale ci ha fornito delle linee ben chiare, e a quelle linee noi ci atteniamo. Avete parlato più volte di un protocollo firmato dallo Stato nazionale e dalle Regioni, e noi a quel protocollo ci stiamo attenendo, calendarizzandolo e cadenzandolo, senza fughe in avanti, ma anche senza fughe all'indietro.

In queste linee guida si parla anche di promozione finanziaria e iniziativa dei privati, di interventi ai sensi della parte seconda, capo terzo, del decreto legislativo numero 163 del 12 aprile 2006, si parla anche di agevolazioni alle cooperative edilizie. Voi ne avete parlato? Ne parla anche questo DPCM, e noi ne abbiamo parlato più volte quando siamo andati a sviscerare il Piano casa per intero, la seconda fase del Piano casa. Ebbene, probabilmente era doveroso da parte vostra andare a trovare quello che io chiamo il pelo nell'uovo; è nel gioco delle parti e "ci sta" tutto, perché è giusto anche lo scontro dialettico, è giusto che l'opposizione faccia la sua parte.

Ciò detto io credo che, sicuramente ci sarà (almeno me lo auguro) nella fase due del Piano casa il vostro assenso; io mi auguro che voi andiate a votare insieme a noi questa seconda fase del Piano casa. Se così non fosse io dirò che la vostra è un'opposizione strumentale dirò che è un'opposizione che non è in favore dei sardi ma è solamente fine a se stessa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (P.d.L.). Signora Presidente, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi e colleghe, credo che il percorso che questo disegno di legge ha compiuto sia stato irto di difficoltà, ma le difficoltà non ce le ha rappresentate di sicuro la minoranza, le difficoltà ce le ha rappresentate soprattutto questa volontà di porre un altro ostacolo rispetto alla voglia e ai contenuti che questo disegno di legge aveva insiti nella sua articolazione, ovvero alla volontà di rilancio dello sviluppo della Sardegna, di dare, soprattutto, nuova linfa all'economia della Sardegna.

Io credo che dobbiamo tornare indietro di cinque anni. Cinque anni fa, da questi stessi banchi (quando eravamo in minoranza) ebbi a preconizzare un periodo nefasto per l'Isola, che poi si è manifestato nei risultati che avete portato a casa, compresa la bocciatura da parte dell'elettorato. Risultati che sono stati un danno per l'economia della Sardegna, un danno per il lavoro, per le decine di migliaia di posti di lavoro persi proprio nell'edilizia. Ma non solo, perché la vostra azione si è accompagnata a quella che poi è diventata recessione internazionale e che ancora oggi esplicita ed estrinseca tutta la sua azione sull'economia sarda, una economia povera, una economia di una Regione che non riesce a superare quel gap che ci separa dalle altre regioni d'Italia e d'Europa.

Io credo, colleghi della minoranza, che possiate ricordare alla perfezione i momenti che abbiamo vissuto nell'affrontare la discussione del disegno di legge salvacoste, come l'avete battezzato per noi, e che per noi è stato invece soltanto l'esplicitazione della volontà di negare alla Sardegna (come poi nel corso degli anni avete reiterato in tante altre occasioni) la possibilità di uno sviluppo vero.

E' vero, è un'economia, quella sarda, che soffre purtroppo di gravi ritardi e di sicuro la vostra azione politica non ha fatto niente per permetterle di superarli. Voglio ricordare che anche in quest'Aula, quando si parlò di energia, venne espresso un bel concetto: quello che le energie alternative, a cominciare dall'energia eolica, fotovoltaica, non servivano alla Sardegna. Poi l'abbiamo visto negli atti che non servivano alla Sardegna: servivano agli amici che venivano portati in Sardegna volta per volta a valutare e a scegliere quali fossero i siti migliori per le loro iniziative non solo di tipo edilizio ma anche per i nuovi insediamenti degli impianti per la produzione di energie alternative.

Io credo che questo sia stato un processo nefasto per l'Isola; cinque anni in cui alla nostra Isola non è stata data neanche aria per respirare ma in cui tutto è stato negato, tutto è stato negato nei vari passaggi che hanno visto anche tanti procedimenti incorrere nelle censure più diverse, fino a quella della Corte costituzionale e alle altre che comunque stanno per arrivare relativamente a tanti altri processi attivati da un'amministrazione che ha negato alla nostra Isola il futuro.

Bene, a noi la responsabilità, quella di affrontare i problemi reali, i problemi reali delle nostre famiglie, che oggi ci chiedono di aver la possibilità di vivere meglio e di sviluppare dei percorsi di vita all'insegna della sicurezza e del benessere. Certo aver puntato soprattutto su alcuni settori (quello dell'edilizia, quello del turismo) non è sufficiente per imprimere nuovo slancio all'economia dell'Isola; la nostra Isola ha bisogno anche di altri interventi. Sappiamo benissimo che le infrastrutture sono ancora carenti, sappiamo benissimo che uno dei settori importanti e fondanti per la nostra economia, ovvero il settore agricolo, ha bisogno di interventi incisivi perché finalmente possa uscire dalla crisi.

Non dimentichiamo quanti di noi, in quest'Aula, si sono espressi a favore delle categorie che in questo settore operano. Stiamo parlando degli agricoltori, stiamo parlando degli allevatori, stiamo parlando di florovivaisti, stiamo parlando di tutti quegli operatori del settore che non hanno avuto nessun supporto da parte dell'Amministrazione regionale. Voglio ricordare anche i milioni di euro (centinaia di milioni) che sono ritornati a Bruxelles perché non avete avuto il coraggio di assumere iniziative rispetto alla spendita di queste risorse.

Non è facile recuperare i ritardi. Io credo di poter dire che come avevo previsto proprio in occasione della discussione della legge salvacoste, abbiamo perso cinque anni. Purtroppo molto probabilmente diventeranno sei o sette perché se è vero che l'entrata in vigore di questa legge è prevista, nell'articolo 16, a 60 giorni dalla pubblicazione sul BURAS, dico che prima di attivare questo percorso e di riavviare l'edilizia in Sardegna molto probabilmente trascorreranno diversi mesi. Ecco, allora nella volontà di questa maggioranza di sicuro noi leggiamo la volontà di un'Amministrazione di dare risposte alla gente, quelle che voi non avete saputo dare e quelle che noi vorremmo dare non solo con questo disegno di legge ma con tutte le altre proposte che sono già depositate agli atti di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Dopo l'intervento dell'onorevole Contu che segue quello dell'onorevole Stochino e dell'onorevole Cherchi pensiamo sia necessaria una verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Contu Mariano e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 40 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Milia - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.

Constatata la presenza del numero legale possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Peru. Ne ha facoltà.

PERU (P.d.L.). Signora Presidente, cari colleghi, io sono convinto che il ruolo del legislatore non sia semplice, perché richiede che si producano norme che determinino poi vantaggi ai nostri cittadini. Sono però anche convinto che la politica sia un'arte molto fine, fatta di dialogo, di strategie, di confronto.

PRESIDENTE. Scusi un attimo, onorevole Peru.

Siccome qualcuno sta chiedendo il risultato della verifica del numero legale, comunico che i presenti sono 40 e il numero legale è 36.

PERU (P.d.L.). Dicevo, quindi, la politica è un'arte molto fine, è necessario dialogare ma sono sicuro che alla base di tutto ci siano dei principi, dei principi sacri, dei principi che ognuno di noi deve rispettare. E quindi, partendo da questo presupposto, io vorrei rivolgere qualche domanda ai nostri amici del centrosinistra, in relazione proprio ai principi, perché noi ci dobbiamo convincere che quello che diciamo lo dobbiamo poi mettere in pratica, lo dobbiamo attuare.

E siccome in questi giorni abbiamo sentito "di tutto e di più" - ci hanno accusato di essere cementificatori, di costruire addirittura sulla schiena dei bagnanti - relativamente ai principi io voglio chiedere, in particolare all'onorevole Porcu, perché, se veramente si crede e si è convinti della necessità della salvaguardia dell'ambiente, si acquistano case a 30 metri da una spiaggia?

Se io sono convinto che una certa azione sia discutibile, non la faccio. Altrimenti è egoismo, è come dire: "solo io la posso realizzare e non voglio nessun altro attorno a me". Quindi non siete credibili; non siete stati credibili né all'interno né fuori da quest'Aula.

Noi abbiamo anche inserito, all'interno del provvedimento, una norma, che poi a voto segreto è stata bocciata, relativa alle demolizioni. Allora io consiglierei a chi ha la casa a 30 metri, di utilizzare quella norma sulle delocalizzazioni, demolire il proprio fabbricato (se è convinto che sia necessario rispettare l'ambiente e liberare il territorio dagli insediamenti nei 300 metri dalla battigia) e spostarlo più lontano: questo sarebbe veramente inviare un segnale fortissimo, e non predicare bene e razzolare male. Perché l'onorevole Porcu in questi giorni ha parlato di marmellata, di arraffa arraffa - io penso che le mani nella marmellata se le sia veramente sporcate lui in questi anni -, di rubare ai poveri per dare ai ricchi.

Forse sarebbe stato meglio, cari colleghi, come qualche quotidiano qualche giorno fa ha pubblicato, fare quegli accordi - che noi non volevamo assolutamente fare in merito al provvedimento -, forse sarebbe stata l'unica cosa che sortito un risultato positivo da parte vostra, perché l'unico risultato che avete ottenuto è che ci avete fatto perdere un mese di tempo, anzi avete fatto perdere un mese di tempo a tutti i sardi.

Avete denunciato al Presidente della Regione la sua assenza e io penso, e spero, che abbia giustificato abbondantemente qualche giorno fa le ragioni della stessa, perché quell'assenza ha prodotto degli accordi importanti per quanto riguarda lo sviluppo della nostra Isola.

Ci avete accusato persino di essere responsabili delle morti verificatesi sulla Sassari-Olbia, ci avete accusato dei morti di Capoterra, perfino di quelli di Messina, cioè avete strumentalizzato tutto, e qualcuno - mi ricordo l'onorevole Lotto - ha detto "mi auguro che la Sassari-Olbia si faccia". Io sono convinto che voi non siate sinceri neanche su questo, voi vi augurate che anche la Sassari-Olbia non si faccia. Mi ricordo che in occasione delle trattative per l'accordo sull'ENI di qualche mese fa condotte dal nostro Presidente, qualche autorevole esponente del centrosinistra, che si è confidato anche con il sottoscritto, la notte dell'accordo era triste, perché sperava che l'accordo non venisse siglato. Quindi, siamo convinti che non vi augurate neanche il completamento della Sassari-Olbia; strumentalizzate tutto.

Per tornare alla legge in esame, noi riteniamo che gli ampliamenti, le demolizioni, ciò che è contenuto in questo provvedimento, non produca danni, come voi avete detto. In Sardegna esistono 1 milione e 200 mila abitazioni, 19 mila sono ubicate nella fascia entro i 300 metri dalla battigia, 62 mila sono ubicate nella fascia entro i 2000 metri. Ora io penso che i sardi non siano imbecilli, che non rovinino il loro patrimonio immobiliare cementificando, utilizzando lo strumento dell'ampliamento per rovinarsi l'immobile o, viceversa, demolendo un bene che è frutto dei sacrifici di una vita per spalmare cemento. Io non credo a questo e non ne siete convinti neanche voi.

Io sono convinto che lo strumento del piano casa serva per riordinare, per riqualificare le nostre porzioni di territorio antropizzato, e per imprimere un impulso economico, perché, ripeto, nessuno si infila le mani in tasca e, solo perché c'è uno strumento che offre la possibilità di riqualificazione, spende per imbruttirsi la casa se la casa. Io sono convinto che questa legge verrà utilizzata dal cittadino solo se potrà ricavarne un beneficio. Quindi, anche su questo argomento avete scaricato fango per un mese senza essere convinti.

Cari colleghi, io penso che questo strumento veramente possa offrire una opportunità importante a tutta l'economia della Sardegna, sono convinto anche che non è vero che noi utilizziamo le leggi urbanistiche per attrarre il turismo, noi crediamo invece che il turismo venga attratto dalle nostre tradizioni, dalla nostra storia, dalla nostra cultura. La legge sul piano casa è uno strumento importante, che offrirà sicuramente un contributo alle necessità di riqualificazione del patrimonio immobiliare di tutti i sardi e imprimerà un bell'impulso all'economia.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sardenya i Llibertat: questa espressione è stata richiamata poco fa con un riferimento che credo non riguardasse il movimento politico nazionalista e di sinistra che fondai negli anni '70 e di cui ancora mi onoro di essere il presidente, ma la nostra terra e la libertà: la nostra terra liberata dal tiranno e la libertà di gettare ovunque cemento, in particolare su quella fascia costiera che sino ad un mese fa, o poco meno, veniva individuata come un'area inviolabile per il suo alto valore naturalistico, ambientale e monumentale.

Siamo arrivati all'epilogo di questa vicenda, un mese e mezzo iniziato il 1º settembre con i lavori in Commissione ed oggi siamo all'articolo 16, ultimo articolo della legge che prevede l'entrata in vigore. Io credo che si sia combattuto lealmente, non abbiamo fatto né ostruzionismo né abbiamo accusato nessuno di chicchessia, abbiamo preso atto di una diversa posizione che esiste in merito alla gestione, alla pianificazione del territorio della Sardegna con vedute assolutamente opposte.

Ho detto: c'è una barriera invalicabile tra la vostra e la nostra posizione, è caduto o cadrà oggi, dopo l'approvazione dell'ultimo articolo, ogni impedimento, la legge verrà approvata e - in senso figurato, ovviamente - le ruspe entreranno in Consiglio regionale come mai vi erano entrate fino ad oggi.

Io credo sia stata scritta in questi giorni una brutta pagina della storia del Parlamento sardo. Un Parlamento che avrebbe dovuto legiferare nell'interesse di tutti i sardi si accinge ad approvare invece un provvedimento che di fatto discriminerà gran parte dei sardi. Una cementificazione diffusa che va a sommarsi - come è stato ricordato anche oggi nei primi interventi pronunciati - ad un abusivismo diffuso e, devo dire, anche colpevolmente tollerato da numerose amministrazioni.

Con questo strumento voi mettete fuori gioco tutte le norme della pianificazione in Sardegna per sostituirle con uno strumento che apre le porte a qualsiasi possibilità di intervento, ovunque e in qualsiasi luogo. E' una legge che colpisce vari settori dell'economia sarda, settori importanti come l'agricoltura; è una legge che colpisce i senza casa, che colpisce il turismo e le sue potenzialità che saranno mortificate soprattutto su in relazione al bene più prezioso che i sardi sul piano turistico possono offrire. Ma è soprattutto una legge che colpirà le generazioni future privandole di larga parte di un bene che ritenevamo, come abbiamo detto prima, inalienabile.

Avete manifestato, con caparbietà e ammirevole coerenza, insofferenza alla pianificazione perché, di fatto, avete mandato a monte tutta la pianificazione esistente in Sardegna a vari livelli. Avete messo fuori gioco gli enti locali, non avete ascoltato minimamente l'appello che da loro veniva anche se gli avete venduto come un favorevole assenso gli incontri programmati tenuti nei territori delle diverse parti della Sardegna.

E' una norma che fa cadere le regole, è una norma che in qualche modo asseconda quel fondo di avidità che c'è in tutti noi e che punta a mettere fuori gioco le regole pretendendo che vengano applicate solo agli altri. Voi con questa norma, di fatto, avete applicato la deroga a tutti, in una sorta di arraffa arraffa, continuo a dire, come ho detto facendo riferimento ai moti del passato, su un bene che era di tutti. E naturalmente nell'"arraffa arraffa" come avvenne a seguito dell'editto delle chiudende, chi ha potrà arraffare e chi non ha verrà solamente e ulteriormente impoverito.

Qualcuno si è permesso anche di definire la nostra posizione come quella del partito "del no". Io credo che se esista un partito del no quello è il vostro perché siete contrari a qualsiasi posizione, richiesta, rivendicazione, progetto, idea che venga dalle nostre fila, dal nostro modo di concepire lo sviluppo in Sardegna. Noi siamo a favore del turismo sostenibile e siamo contrari al turismo che invece aggredisce il territorio. Siamo favorevoli agli alberghi e siamo contrari agli alberghi sul mare. Noi siamo favorevoli all'agricoltura ma siamo contrari alla residenza in agro, siamo favorevoli ai campeggi ma siamo contrari alle case mobili. Siamo favorevoli ad una casa per tutti e siamo contrari alle seconde, alle terze, alle quarte case. Siamo favorevoli all'albergo diffuso e siamo invece contrari al mercato nero degli affitti. Siamo favorevoli ai servizi e alla qualità della vita e siamo contrari al caos edilizio. Siamo favorevoli ad uno sviluppo sostenibile e siamo contrari alla cementificazione diffusa. Siamo favorevoli alla città per i bambini, per i cittadini e siamo contrari alle città soffocate dal cemento e prive di servizi. Siamo soprattutto favorevoli a conservare i nostri orizzonti contro l'angoscia della città lineare. Io credo che su questo discorso potrei continuare a lungo, ma credo che non valga la pena; in ogni caso comunque ribadisco che il concetto nostro di sviluppo di quest'Isola è un altro, soprattutto in riferimento allo sviluppo turistico.

Per fortuna abbiamo letto sulla stampa di oggi (dopo aver letto su quella di ieri, della regalia di dozzine di casinò che il Governo e il ministro Brambilla intendevano concedere alla Sardegna) della ferma presa di posizione contraria dell'assessore Sannitu, autorevole esponente di questa Giunta e vice presidente della stessa, a quel modello che la diffusione dei casinò in Sardegna sottendeva. Io credo che bene faremo a rigettare questa ipotesi nella sua totalità, perché abbiamo altre possibilità e altre potenzialità per attirare i turisti e non abbiamo la necessità di ricorrere a un "turismo malato" legato al gioco d'azzardo che ha forte collegamento con le devianze e con la mafia.

E' una legge, come abbiamo più volte ribadito, che toglie ai poveri perché li priva del bene paesaggistico che è un bene di tutti ed è un bene anche di chi ha solo questo, e di questo viene comunque limitato, mutilato, parzialmente privato per dare ai ricchi volumetrie e rendita fondiaria come mai s'era visto.

Purtroppo questo brutto capitolo si chiude qui, mentre rimangono aperti alcuni importanti problemi urgenti come, per esempio, una legge sul regime dei suoli. L'ho richiamata fin dal mio primo intervento in questa Aula. E' un dovere di questo Consiglio regionale predisporre una legge sul regime dei suoli che metta fine ad una avidità sfrenata nei confronti della rendita fondiaria.

Rimane il problema di affrontare una legge seria sull'agricoltura e sulla pastorizia ma, soprattutto, visto che è più calzante con l'argomento che abbiamo trattato in quest'Aula, rimane da portare all'attenzione del Consiglio un progetto serio per la prima casa, per coloro che la casa non ce l'hanno e che vivono quotidianamente situazioni drammatiche.

Quindi si conclude qui lo scontro. Abbiamo giocato la nostra battaglia e, come era prevedibile, l'abbiamo persa perché i numeri ci sono contro, ma su questi temi continueremo a condurre la nostra azione, a costo di perdere le prossime elezioni, perché le idee non si barattano in cambio di consensi. Le idee, quando c'è la convinzione, si sostengono fino in fondo, anche a rischio di perdere. In merito alla legge ci rimane per opporci una sola via, che porteremo avanti fino ad ogni possibilità consentita.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, Assessore, colleghi, mi permetto di iniziare facendo i miei complimenti al collega Sechi per l'intervento di poc'anzi; molto di quello che lui ha elencato, di cosa siete e cosa non volete essere, molto di quello (non tutto mi permetta) personalmente, ma non credo solo personalmente, come idea politica del nostro partito, è condivisibile. Ma vogliamo stare tutti coi piedi per terra e non cavalcare l'idea utopistica della città ideale, della Regione ideale, della nazione ideale, a cui comunque tutti, con i propri ideali, con le proprie idee tendiamo.

E così come è vero che ognuno di noi difende le proprie idee, con pieno convincimento, e il difendere le proprie idee non vuol dire etichettare gli altri con termini negativi, provocatori, che lei non ha usato, non vuol dire denigrare, io difendo la mia idea, e la mia idea di sviluppo coincide con quanto proposto, in questa sede, da questa maggioranza. E' un'idea che è anche condizionata, badate bene colleghi, da un modo di fare politica, al quale non siamo estranei: quello di portare avanti le proprie iniziative con la denigrazione dell'avversario.

Noi abbiamo preso un impegno in campagna elettorale: quello di modificare sostanzialmente una politica dei vincoli, dei divieti (permettetemi questa semplificazione) con una politica più aperta che dia fiducia al cittadino e lo renda anche responsabile. Questo passo è servito per concludere un rodaggio. Adesso inizia la vera prova importante per questa maggioranza, cioè quella di cambiare radicalmente l'impostazione del passato anche nel modo di fare politica.

Siccome stiamo parlando anche di mattoni, io vorrei contribuire ad abbattere questo muro contro muro della politica, di un sistema, è notorio, che noi del U.D.C. non condividiamo. E' un sistema che a volte costringe al muro contro muro, ma dipende dall'intelligenza dei singoli, dal modo di fare politica, dal modo di confrontarsi, riuscire a iniziare a togliere dei mattoni da questo muro, e quindi prediligere il confronto, sempre e comunque, un confronto corretto, leale, dove ognuno difende giustamente i propri principi, ma è pronto anche a metterli in discussione, quando il confronto è corretto e non pregiudiziale. Dobbiamo smetterla tutti noi di portare avanti il confronto col pregiudizio del no, perché l'iniziativa viene da una certa parte politica.

(Interruzione)

No, non è così, e anche in questa legge, in alcuni casi, durante la discussione, sono stati accolti alcuni emendamenti proposti della minoranza.

Ma qual era lo spirito, qual è lo spirito di questa legge? Come noi abbiamo affrontato la discussione di questa legge? Verrà semplice a qualcuno, che poi prenderà la parola, ripetere ciò che si è detto ieri: avete pagato la vostra cambiale. Io non uso questo termine, io dico che abbiamo tenuto fede a degli impegni assunti in campagna elettorale, giusti o sbagliati che fossero; molti giusti, a nostro avviso, alcuni forse un po' troppo marcati. Abbiamo dato risposte a quell'elettorato che nello scorso febbraio ha scelto una proposta politica, che era quella di dire no ai vincoli eccessivi.

In una parte di questa legge si dà anche questa risposta, soprattutto nel titolo secondo. Risposta che non è ancora conclusa, badate bene, perché, per esempio, io sono per la residenza nell'agro, io sono perché le campagne vengano vissute, io sono perché i nostri cittadini che scelgono di vivere la campagna possano viverla fino in fondo, con tutte le comodità, perché sono gli stessi che ci hanno regalato quell'ambiente che oggi noi difendiamo.

Io voglio la gente nelle campagne, voglio che gli sia consentito di vivere e di circolare, quindi - altro passaggio, che presumo si farà, di correzione del PPR - voglio anche strade percorribili in campagna, e non voglio il centro Sardegna come museo a cielo aperto per le scampagnate di mezza estate, primaverili o autunnali, dei residenti sulle coste. No, non ho quest'idea. Ed è un'idea, badate bene, che ha a che fare con lo sviluppo economico. Tutte le isole del mondo hanno uno sviluppo che tendenzialmente si orienta verso la costa. Le più grandi città, le più belle città, anche della nostra Regione (da Castelsardo ad Alghero, a Bosa, a Cagliari stessa) sono sulla costa. Il turismo tende verso la costa, soprattutto in un'isola che non ha montagne sfruttabili turisticamente. Parlo della neve, che è l'altro grande strumento di attrazione per il turismo invernale.

E non credo che questa legge possa essere etichettate come strumento di sviluppo turistico. E' solo uno di quei tasselli che può contribuire allo sviluppo economico, alla ripresa dello sviluppo economico attraverso l'edilizia, che è un fatto importante per la nostra Regione, ma non può essere lo strumento per lo sviluppo turistico; su questo concordo con l'opposizione.

Noi non possiamo pensare in maniera antistorica che per l'ennesima volta la politica del mattone possa essere l'elemento di sviluppo economico della nostra Isola; è solo uno degli strumenti che si può utilizzare subito per iniziare a sbloccare i grandi depositi bancari dei nostri concittadini, che normalmente scelgono due strade: o il conto corrente o il mattone. Sbagliato! Ma in questo momento abbiamo necessità di rimettere in moto l'economia, di dare fiducia, di far spendere, di investire. E qual è lo strumento più semplice che il Governo nazionale ha trovato? Il mattone.

Il mattone non è segno di sviluppo, perché le economie avanzate non basano il loro sviluppo sul mattone, le economie e i governi senza idee basano il loro sviluppo sul mattone. Io invece sono convinto di partecipare qui in Sardegna a una maggioranza, a un governo, a una coalizione che ha idee, e che non si fermerà a questo primo passo immediato, utile, necessario, semplice anche da applicare, per stimolare la crescita economica.

Il discorso mi sta portando molto lontano, e non mi è sufficiente il tempo, ma spero di averlo utilizzato per rimarcare un concetto importante dal mio punto di vista: noi vogliamo rompere il muro del confronto aspro e pregiudiziale tra le componenti politiche, noi vogliamo dialogare per cambiare il modo di fare politica, perché siamo qui tutti uniti da un comune interesse, l'interesse generale, e non quello elettorale o ricerca del consenso a qualunque costo, denigrando voi per guadagnare io. Noi non accettiamo questo scontro, vogliamo collaborare, siamo qui per lavorare con i sardi, con questa maggioranza, senza dimenticare questa minoranza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Ieri, l'onorevole Chicco Porcu evocava l'inferno dantesco collocando questa maggioranza e la Giunta tra coloro che sono pervasi da una sorta di lussuria edificatrice. Questa mattina, l'onorevole Cuccu (si vede che, considerato che sono in fase congressuale, gli hanno dato un manuale dantesco da leggere) riprendendo il tema dell'onorevole Porcu, ci collocava nel girone degli ingordi. Peccato però che i colleghi si siano fermati al secondo e al terzo cerchio, perché se avessero continuato a scorrere i gironi avrebbero sicuramente capito che forse c'è posto anche per loro. Ad esempio vi potevate fermare al sesto cerchio, dove sono collocati gli eretici, o al settimo, dove sono collocati i violenti (vista la sequenza degli insulti e delle invettive che avete rivolto in questi giorni alla Giunta e alla maggioranza) o, perché no, al nono cerchio tra i fraudolenti che nella visione dantesca sono le persone che in vita hanno usato la loro intelligenza per ingannare gli altri.

Allora, qual è il messaggio, come mi insegnate voi stessi, che il sommo poeta ha voluto consegnare alla riflessione di noi tutti? Il messaggio è che le pene che le anime dei dannati soffrono ricordano i loro peccati, e voi penso che ne abbiate da ricordare parecchi per gli anni di immobilismo, per aver inaugurato stagione dei divieti che ha messo in ginocchio un sistema produttivo (quello isolano) e dei servizi. Vi siete distinti nel gravare di una odiosissima imposta l'industria del turismo; avete promosso l'immagine della Sardegna non già sugli scenari internazionali, ma nella limitata Piazza Repubblica cagliaritana; avete, come dicevo, mortificato il ceto produttivo piccolo e medio della nostra realtà economica.

E allora, vedete, non ci meravigliamo quando dai banchi della sinistra si manifesta stupore, anzi si grida addirittura allo scandalo nell'avvertire già i rumori delle betoniere che incombono per le strade della Sardegna. Colleghi, è il rumore dell'economia che sta ripartendo in Sardegna, che ci auguriamo che riparta e voi - mi fa piacere che il collega Salis annuisca - vi state preoccupando perché sapete che questo provvedimento coglie veramente nel segno, perché risponde alle istanze dei cittadini, di quei cittadini vessati, e risponde alle istanze di quelle migliaia di piccole e medie imprese artigiane che operano nel settore edilizio.

Allora io mi auguro che il rumore dell'economia - che anche questo provvedimento contribuirà a risollevare nella nostra Isola - davvero giunga alle vostre orecchie fino a diventare assordante, perché probabilmente dovrete anche cambiare modo di porvi nei confronti della Giunta e di questa maggioranza, almeno in occasione di provvedimenti di questa natura, che non creano sacco edilizio, come avete strumentalmente detto, ma colgono bene nel segno nell'accogliere istanze davvero sentite da tutti.

Voglio anche soffermarmi su un aspetto. Qualcuno a sinistra, forse ricordando quello che è successo nel mese del dicembre del 2008, iniziava a sfregarsi le mani pensando che questo provvedimento sarebbe stato o avrebbe costituito uno scoglio sul percorso di questa Giunta e di questa maggioranza. Le cassandre di sventura, anche in questo caso, sono state servite. La maggioranza, pur nella dialettica interna, nelle valutazioni e opinioni differenti che ne sono scaturite, ha saputo fare sintesi, ha dimostrato grande senso di responsabilità e soprattutto grande coesione.

E allora, noi su questo terreno dobbiamo proseguire la nostra azione e alla Giunta, e soprattutto all'assessore Asunis, vanno i nostri complimenti. Complimenti che non sono né di prammatica né retorici perché quando dovevamo muovere appunti o fare riflessioni critiche lo abbiamo fatto, sapendola persona davvero equilibrata e intelligente. Voglio sottolineare la competenza, anche tecnica, con la quale lei, Assessore, ha seguito l'iter di questo provvedimento, cosa davvero rara, anche per le nostre leggi, che spesso (come è accaduto nella scorsa legislatura, perché non possiamo fare un consuntivo ancora di questa legislatura) sono state bocciate dalla Corte costituzionale o sono incorse in ogni caso in censure, anche per difetti sotto il profilo tecnico giuridico.

La sua competenza costituisce quindi una sorta di marchio di garanzia che lei ha impresso a questa legge, e per questo, assessore Asunis, le chiediamo di intervenire - mi fa piacere che ci sia anche l'assessore Corona - per continuare in quel lavoro di snellimento di tutte le procedure burocratiche che rallentano l'esecuzione dei progetti. Bisogna mettere mano alla macchina amministrativa. Pensiamo soprattutto agli uffici periferici della tutela del paesaggio o agli uffici, comunque, della Regione, dove sappiamo che vi sono dei funzionari competenti, preparati, ma non capiamo perché diventino uffici di raccolta e non di smaltimento - mi si passi l'espressione forse poco urbana - di tutto ciò che vi arriva, tant'è che abbiamo tante pratiche inevase.

Insomma, i tempi sono davvero lunghissimi, incompatibili con le esigenze di che una moderna economia. Se davvero vogliamo contribuire a far funzionare quel sistema nel suo complesso, dobbiamo trovare il modo di superare anche questi intoppi che spesso si verificano. Ecco perché plaudiamo per il grande risultato che la Giunta e la maggioranza consegnano ai sardi. Sarebbe davvero cosa di poco conto se fosse un risultato solo utile per noi. Sappiamo di aver fatto una cosa giusta per la Sardegna nell'interesse dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Non avrei mai pensato, caro collega Pittalis, che proprio da lei dovesse venire all'Aula una lezione sul contrappasso dantesco, cioè su quella regola poetica per cui Dante legava la pena a cui ognuno veniva chiamato ai comportamenti tenuti in vita. Allora, qui dobbiamo dire che c'è qualche consigliere regionale impunito, se vogliamo applicare la regola dantesca. Infatti quando lei afferma che il centrosinistra dovrebbe essere spedito velocemente nel girone degli imbroglioni, chi ha imbrogliato i cittadini dovrebbe stare attento, perché tra i cittadini ci sono anche gli elettori e adesso gli eletti (anche a causa di sistemi elettorali che non legano l'eletto allo schieramento di elezione) spesso sono liberi di operare scelte in contrasto con quelle degli elettori che li hanno eletti. La regola del contrappasso è una regola che va applicata sempre e bisogna anche richiamarla in termini corretti.

Entrando nel merito dell'articolo 16 io, se fosse possibile, proporrei che detto articolo venisse così rimodulato: "La presente legge entra in vigore il giorno successivo all'approvazione del vero piano casa", perché questo, com'è stato dimostrato, è un piano casa farlocco. So che è una proposta assolutamente irricevibile da parte della maggioranza; tra l'altro anche le argomentazioni che ha portato lo schieramento dei consiglieri della P.d.L. che sono intervenuti in premessa di dibattito, certamente non aiutano a fare una riflessione conclusiva e definitiva, non sui due mesi di discussione su questa legge importante, ma su quello che dovremo fare da oggi in poi. Ci sono state anche significative aperture di discussione in merito a questi punti e non le lasceremo cadere nel vuoto.

Un'altra proposta di emendamento orale che potrei avanzare, assessore Corona, è la seguente: "La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla presa d'atto dell'approvazione delle leggi sul piano casa" - ugualmente farlocche, ma meno di quella della Sardegna - "nelle altre Regioni". Perché, tra tutte le leggi sull'edilizia che sono state approvate nelle diverse regioni quella sarda è sicuramente la peggiore. Ma non è per una questione ideologica.

Io amo richiamare - perché è stata un'esperienza politica istituzionale importantissima - la mia attività quindicennale di sindaco. Prima di diventare consigliere regionale, secondo me si dovrebbe fare, almeno per sei mesi l'esperienza di sindaco in un comune sotto i 3 mila o 5 mila abitanti, perché quella è la scuola che permette veramente di capire quali sono i problemi delle persone. E proprio quell'esperienza mi ha portato a dire: io non voglio bloccare niente, io non voglio bloccare niente, io voglio che le opportunità del territorio, di tutti i territori, siano al massimo!

Mi riferisco anche agli interventi positivi, corretti come al solito, intelligenti pronunciati sia dall'onorevole Capelli oggi, sia dall'onorevole Vargiu ieri, in cui si richiamava la minoranza a superare alcuni problemi di approccio vincolistico, di approccio eccessivamente conservativo anche sui temi dell'urbanistica, si richiamava al superamento di questo problema, che veniva intravisto nella nostra posizione politica, con l'apertura verso un provvedimento qual è questo.

Ma questa apertura l'avremmo potuta fare - e l'abbiamo detto in sede di discussione in questi mesi - se veramente fossimo partiti dal problema vero. Allora, io sono d'accordo e concordo con l'onorevole Capelli quando dice: "E' una mia idea, una mio convinzione: non possiamo continuare a pensare che l'edilizia, il mattone e il cemento possano essere il pilastro dove poggia l'economia della Sardegna". Onorevole Capelli, io sono assolutamente d'accordo con lei. Ad un certo punto, se si supera un certo livello di edilizia si muore, soprattutto in un'isola come la Sardegna che è, dal punto di vista ambientale, storico, climatico, un gioiello!

Le imprese edili muovono grossi numeri in termini di occupazione, in termini anche di voti, in termini di rapporti politici, in termini di stampa, in termini di opinione pubblica. Perché si perdono le elezioni? Perché la battaglia per il consenso elettorale non è più legata alla situazione della vita politica come accadeva vent'anni fa o anche quindici anni fa. Sappiamo benissimo quanto, sul consenso, sulla gestione del consenso, giochino gli organi di informazione che sono nelle mani di chi sono. Anche questo è un problema che dovremmo porci. Quindi, non parliamo di messaggi che si danno e che poi non arrivano.

L'edilizia è importante, è molto importante, io provengo da una zona dove ci sono miriadi di imprese e quindi per la coerenza delle mie idee rischio anche di perdere consensi, ma lo faccio in maniera intelligente, nel senso che capisco quello che sto facendo, perché la conquista per forza del consenso non può essere barattata con la svendita delle proprie opinioni, dei propri valori, delle proprie idee. Questo lo fanno i voltagabbana, io non mi sento tale.

Ultima cosa. Abbiamo visto dalla stampa che dopo il piano casa farlocco il centrodestra, la P.d.L., un autorevole Ministro...

ARTIZZU (P.d.L.). "Il", articolo, il P.d.L.!

SALIS (I.d.V.). "Il"? Non è la palazzina della libertà?

SANJUST (P.d.L.). Il Popolo della Libertà!

SALIS (I.d.V.). Scusa, questa è una battuta, Carlo, tu ti inalberi subito, non prendertela sempre, io getto l'amo e tu abbocchi!

(Interruzione del consigliere Sanjust)

SALIS (I.d.V.). E' già chiarito quello, è già chiarito tutto. E' già la quarta volta che esce sulla stampa, sui giornali del premier, ma poi viene smentito tutto. E' la quarta volta, Carlo, sei un po' indietro, hai il fuso orario un po' sbalestrato.

Dicevo, dal piano casa farlocco si è passati al piano casinò. E' intervenuta "la Ministra" parlando di tredici, quattordici, quindici, non so bene quanti casinò. E' un martellamento continuo di idee strampalate. Non le reggiamo. Noi abbiamo una certa resistenza, ormai siamo abituati, ma non le reggiamo tutte queste uscite così improbabili.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Signora Presidente, io sinceramente nella distinzione dei ruoli non mi sognerei mai, come del resto non hanno fatto con me, di dire agli amici dell'opposizione come si fa l'opposizione. Ognuno si assume le proprie responsabilità nella distinzione dei ruoli. Questo non vuol dire che non ci possano essere delle sintonie, delle unità di intenti, delle convergenze. Del resto questo è il Parlamento dei sardi, qua approviamo le leggi e nessuno può pensare cheogni maggioranza (anche se qualcuno l'ha pensato, in tempi passati non molto remoti) possa fare le leggi a seconda del proprio fabbisogno. Io credo che questo sia l'errore più grande. Non c'è Assemblea legislativa che si possa permettere di non approvare leggi di garanzia, di non approvare leggi improntate al rispetto di chi sta fuori da quest'Aula, soprattutto, e di chi deve utilizzarle e quindi rispettarle.

Questi giorni ho letto che siamo partiti all'assalto delle coste, che siamo arrivati a una legge pessima perché interviene solo sulla fascia dei 300 metri, che siamo coloro che vogliono stravolgere la cubatura esistente e siamo anche oggetto di un discorso di moralizzazione che non posso accettare. Nessuno può assegnarsi patenti di moralizzatore, nessuno è più bravo degli altri, perché se iniziassimo a dire che siamo i più rispettosi e che sulle questioni morali siamo pronti a dare punti a tutti, credo che sbaglieremmo, e se lo faceste voi sbagliereste altrettanto.

Ognuno si fa le analisi al proprio interno, ma non può permettersi di fare il moralizzatore nei confronti degli altri e cioè di spiegare agli altri cosa è più onesto e cosa non lo è. Se infatti torniamo al discorso che facevo poc'anzi, dell'applicazione della nostra presenza qua dentro a fare leggi, ognuno le fa onestamente, cerca di farle onestamente, che poi le leggi siano buone, che riescano o non riescano, è un altro tipo di discorso, ma non credo che (parlo per il Partito che rappresento) noi siamo stati qui settimane per fare leggi di convenienza.

Ho provato anche a dimostrare - credo di non esserci riuscito, ci riprovo -che il 25 per cento che davate voi quando eravate al governo non è diverso da quello che stiamo dando noi. Con una differenza, non di cubatura: che quando l'avete dato, nei margini e negli spazi consentiti, avete dovuto effettuare anche delle scelte e lasciare fuori persone, imprenditori (sto parlando di imprenditori alberghieri) quindi ciò la dice tutta. Io non so come quelle scelte siano state operate, io penso onestamente, penso onestamente, ma molti ne sono rimasti fuori, e non è cubatura nuova, è cubatura esistente che viene amplificata nello stesso termine e nello stesso modo in cui l'avete deciso voi. Noi lo stiamo facendo forse in modo più radicale.

Forse c'erano delle ingiustizie, senz'altro ce ne saranno state, e noi a quelle ingiustizie vogliamo porre rimedio. Forse ci sono molte strutture alberghiere, e quindi ricettive, che non sono competitive (io parlo della parte a me più vicina, che conosco meglio, il Nord-Ovest) forse c'è la necessità di ridare qualità ai servizi perché sono talmente vecchi e obsoleti e non competitivi da rendere difficile la vita di quella realtà, e allora vanno migliorati. Io mi preoccupo invece quando il 25 per cento viene superato dal 100 per cento. Mi spiego meglio, perché qualcuno fa finta di non ascoltare e qualcuno non lo scrive.

Oggi infatti ho letto un articolo che faceva riferimento alle intese siglate per La Maddalena; si parlava delle intese che concedevano un 25 per cento di cubature in più agli alberghi esistenti, e io sono d'accordo, ma si ometteva di parlare di una perché non era relativa ad un albergo esistente, bensì ad un albergo che si vuole costruire ex novo all'interno della fascia dei 150 metri dalla battigia in un'isola minore: Santo Stefano. Questo non si può far finta di non conoscerlo, questo è un aborto, è una cosa talmente sporca quella che si sta facendo su quello scoglio che dovrebbe far gridare allo scandalo tutto il Consiglio regionale unito. Invece il Consiglio regionale non è unito e sta zitto. Io mi auguro che questo non avvenga, che qualcuno intervenga e che quei 45 mila metri cubi di cemento non trovino spazio a Santo Stefano, perché è una vera ingiustizia. Si vuole costruire in un'isola minore, non nell'isola madre, in un'isola minore.

Ma adesso io mi pongo un altro problema che in questa aula non è saltato fuori, quello dei PUC da definire. Questi benedetti comuni (quanti sono, tre o quattro?) non hanno i soldi. Vogliamo provare a ragionare, non stamattina ma quanto prima, perché anche lo Stato di diritto, e cioè il diritto dei cittadini, venga rispettato, e perché questi PUC finalmente trovino luce e si finisca di improvvisare e si finisca anche di impedire, attraverso la non disponibilità delle risorse e l'indebitamento di comuni che non si possono più indebitare, la chiusura di questa partita fissando una data da far rispettare come termine ultimo e quindi fine di questa vicenda? Noi a questo dobbiamo arrivare.

L'altro punto che rimane scoperto è il discorso delle intese. Dovevano avere una durata limitata, un termine. Voi l'avete utilizzato appieno in questi due anni perché stavate governando, ma due anni adesso sono trascorsi, cosa succederà? Si possono ancora utilizzare per gli enti pubblici (su questo non v'è dubbio). E il resto del percorso? Ce lo dovremo chiarire. Non si lascia certamente appeso; è una cosa che va definita perché noi non abbiamo niente da nascondere e questa maggioranza non sta nascondendo niente, lo vuole fare alla luce del sole con la trasparenza necessaria. Questo è un altro argomento sul quale dovremo ragionare perché non è una cosa sulla quale improvvisare.

A qualcuno che richiama Dante continuamente io mi accontento di richiamare Churchill che diceva che le guerre si fanno alle persone intelligenti e non agli stupidi. Perché? Perché con gli intelligenti le guerre hanno fine, con gli stupidi non hanno mai fine. Io credo che questa opposizione non sia stupida e abbia capito benissimo che, nella differenza dei ruoli, ognuno riveste il proprio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, Assessore, stamane alcuni interventi, non so se volutamente, sono stati capaci di suscitare l'ilarità in tanti di noi, e credo sia un fatto positivo. Io non voglio scomodare il sommo poeta, anche perché credo si sia rivoltato abbastanza nella sua tomba stamane, sentendo quanto abbiamo avuto modo di udire tutti quanti. Noi ormai siamo alla fine di questa discussione, mi rendo conto che per alcuni dei presenti è stata una sofferenza, probabilmente una perdita di tempo, un qualcosa che l'opposizione ha voluto infliggere alla maggioranza. Io eviterei - fossi nei panni dei colleghi della maggioranza - di tacciare l'opposizione in questa maniera.

Credo invece, e sono d'accordo con chi lo affermava - lo diceva Capelli, lo diceva Pittalis, poc'anzi l'onorevole Sanna, prima Sechi - che si siano confrontate in quest'Aula due visioni diametralmente opposte sul modello di sviluppo di questa Regione. E ovviamente, quando il tema è questo, è chiaro che non possa essere una passeggiata per nessuno, anche perché provvedimenti come questi non durano alcune settimane, e lasciano anche qualcosa di irreversibile, e tutto quello che è irreversibile ovviamente viene contrastato da chi non ne condivide gli effetti.

Siamo però alla fine di questa discussione, e io onestamente speravo - lo voglio dire, per me è la prima esperienza, sono un neofita come tanti di voi in quest'Aula, vengo da un'esperienza che mi ha abituato a trattare, a confrontarmi - speravo che in quest'Aula su un tema così delicato, così sensibile, si potesse sviluppare un confronto. Questo non significa ovviamente che chi ha il dovere di avanzare una proposta poi sia tenuto, in qualche maniera, a recepire poco o molto di chi ha una visione opposta. Però a me spiace rimarcare (mi rendo conto che è un'opinione personale non condivisa) che qui si è sviluppato un dialogo tra sordi, cioè non si è voluto tener conto di nulla, o di quasi nulla, o solo di ciò che poteva essere comunque marginale nell'economia di questo provvedimento.

Io sono abituato a confronti anche serrati, in punta di forchetta, ma attenzione, voglio richiamare l'attenzione di tutti, Presidente, Assessore, perché credo sia anche, a futura memoria, nell'interesse di tutti, importante soprattutto per quest'Aula avere la sensibilità politica di riconoscere anche le opinioni della parte avversa. In quest'Aula si è fatto tutto tranne che questo. Badate, spettava soprattutto a voi inviare un segnale in questa direzione, perché se ci fosse stata una disponibilità in questa direzione probabilmente anche la qualità del dibattito, che voi avete tentato di stigmatizzare, sarebbe stata diversa.

Il fatto è che non c'è da parte vostra il riconoscimento delle opinioni e delle proposte altrui. Più volte ho chiesto al presidente Cappellacci, all'Assessore, di spiegarci come questa legge possa essere in grado di rimettere in moto l'economia. Lo chiedo ancora oggi, reitero questa richiesta: Assessore, l'onorevole Pittalis ha parlato di rumore dei motori dell'economia, bene, può essere che abbia ragione, mi dica allora qual è lo strumento, qual è la chiave, com'è che si avvia questo motore dell'economia, perché continuo, sarà un limite mio, a non capire come questo provvedimento rimetta in moto l'economia. A questa reiterata domanda, Assessore, lei ha opposto un silenzio assordante, io spero che almeno in sede di replica finale voglia fornirci una qualche risposta.

E' passato qui, mi pare, una mattina l'Assessore al turismo. Bene, ho chiesto e chiedo, Assessore, qual è il nesso tra gli interventi previsti da questo disegno di legge e l'aumento della domanda turistica. Consente forse di allungare la stagione? E' questa la risposta, Assessore? Ci vuol dire, per cortesia, come l'aumento della volumetria - quand'anche fosse il raddoppio - possa allungare la stagione? Credo serva altro. Aumenta il flusso turistico? Forse sì, perché considerato che il turismo verso le seconde case è una delle voci più importanti relative al flusso turistico in Sardegna, è probabile che ci sia un rapporto, ci sia un nesso con l'aumento delle capacità ricettive. Ditecelo, almeno una risposta ci sarà in questa direzione.

Però Assessore, è lecito che un consigliere regionale, che rappresenta qualcosa, poco o molto, ponga una questione come questa che a me pare importante, ed è possibile che non ci sia una risposta? Poi potrà non essere esaustiva dal punto di vista di chi formula la domanda, però, per cortesia, date qualche risposta; non mi pare una domanda provocatoria. Non mi pare ci sia la volontà di buttarla in rissa, assolutamente, c'è solo l'esigenza di capire quali sono alcune ragioni. La prego pertanto, Assessore, di darci una risposta. Per questo reitero questa domanda.

Ancora, le chiedo, qual è (perché non ci ha risposto) il nesso tra il disagio abitativo, di cui lei ha parlato tre volte nelle sue repliche, e il bisogno di deregolamentare tutto. Ma qual è il nesso tra disagio abitativo e aumento della volumetria anche nella fascia dei 300 metri, e dei 150 nelle isole minori? Per favore, per cortesia, è possibile avere una risposta? Magari l'avete, però ditecela.

Oggi sono state evocate diverse categorie della razza umana, non voglio candidarmi a nessuna di queste, se non a quella che ha il diritto di porre una domanda e pretendere (scusate il pretendere) una risposta. Io mi permetto di sottoporle un esempio, Assessore, semplicissimo, che è questo. Noi un anno fa abbiamo assistito in tutto il mondo occidentale ad una drammatica crisi finanziaria, che ha investito tutti, anche la nostra Regione, nessuno dei presenti è responsabile di questo, per carità, le dico solo questo: tutti i governi, quelli di destra e quelli di sinistra, hanno individuato come causa principale di quella crisi finanziaria l'aver deregolamentato tutto, l'aver eliminato regole, e l'aver dato carta bianca ad un governo liberista dell'economia che ha portato alle conseguenze che ha portato.

Allora, l'esempio è questo, Assessore: in economia, in finanza, anche quando le crisi sono drammatiche, si possono trovare delle soluzioni, con gli accorgimenti opportuni. Voi deregolamentate, liberalizzate, su un terreno che non è finanziario, voi utilizzate il paesaggio…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri, la Giunta non può che essere contenta, vuoi della conclusione del dibattito intervenuto in aula, vuoi in riferimento agli spunti che sono giunti. Spunti che in parte attengono all'articolato proposto dalla Giunta, spunti che attengono ad altre partite (quale la partita riferita al programma per l'edilizia residenziale pubblica) spunti anche che appartengono ad un processo che l'Esecutivo si sta già apprestando a concludere.

Io credo che bisognerebbe avere l'attenzione e la sensibilità di ascoltare tutte le voci perché tutte le voci portano oggettivamente ad esaminare le tematiche con angolazioni diverse, ed esse stesse consentono anche di operare le giuste riflessioni nell'intento di pervenire ad azioni che siano sedimentate ancor prima di essere avviate e che conducano verso obiettivi per quanto possibile condivisi. Io credo, in tutta sincerità, che se qualcuno oggi avesse visto per le strade un movimento di ruspe, quel movimento potrebbe essere solo funzionale ad alcune attività di tipo agricolo o potrebbe essere forse funzionale a qualche manifestazione che viene portata in piazza per sensibilizzare l'opinione pubblica (e credo anche il Consiglio regionale) sull'esigenza di identificare processi che consentano di dare comunque, seppure in maniera non compiuta, un primo segnale, una prima ipotesi di riavvio di processi produttivi.

Il documento che il Consiglio sta apprestandosi a concludere nel suo esame mira essenzialmente, non già a risolvere i problemi dell'economia isolana, come peraltro credo che sia nella convinzione della gran parte del Consiglio regionale, ma a fornire quelle piccole, apparentemente piccole risposte che consentano di poter superare un momento di drammaticità che raggiungerà le sue massime negatività tra l'autunno di quest'anno e la primavera dell'anno prossimo. Quindi un'azione rivolta a identificare percorsi che consentano, nel rispetto delle peculiarità che il nostro territorio esprime, di poter avviare una programmazione di interventi, primariamente, nel caso di specie sulla filiera dell'edilizia, rivolti, così come rappresentato nel titolo I del documento, all'ampliamento del patrimonio immobiliare. Ma ampliamento condizionato ad una riqualificazione del patrimonio immobiliare, non ad un aumento sconsiderato che non sia interrelato in maniera intima con l'esigenza di recupero e di riqualificazione.

Quindi io credo, in tutta sincerità che, a prescindere dalle posizioni che si sono rappresentate in aula, non possa che esserci su questo punto una reale condivisione. Condivisione nel senso che con questo dispositivo si iniziano ad orientare una serie di interventi verso un'azione di recupero, di riqualificazione e di contenimento energetico dei nostri contenitori edilizi. Io credo peraltro che il paventato sfascio derivante dall'entrata in vigore del dispositivo sia forse conseguente ad una valutazione eccessivamente.

Sono anche dell'avviso - ma è un avviso del tutto personale - che il documento avrà una primaria applicazione in ordine al patrimonio immobiliare riferito alla prima casa. Questo perché? Perché di fatto il disagio che oggi gran parte della nostra collettività avverte in riferimento alla prima casa (escludendo chiaramente la problematica gravissima di coloro che non hanno avuto l'opportunità di poter accedere a programmi di acquisizione agevolata) è quello di una scarsa razionalizzare delle unità abitative che non consente agli utilizzatori una corretta vivibilità degli immobili stessi. Questo lo dico non perché la mia convinzione derivi da riflessioni personali, ma perché la mia convinzione deriva anche da una serie di ulteriori sollecitazioni che mi provengono, non già dalla classe politica, bensì da segmenti della nostra popolazione.

Faccio in particolar modo riferimento alle ultime mie interlocuzioni con gli amici di via Emilia a Cagliari (non nella sede del P.D. chiaramente) con i circoli dei lavoratori sempre della via Emilia, della via San Michele, con gli amici della via Podgora, con gli amici che vivono nelle pendici del Colle San Michele, sul prolungamento di via Is Cornalias, tutte persone che nella massima parte hanno un reddito non eccezionale ma scommettono su questo dispositivo e credono di poter, attraverso questo dispositivo, realmente migliorare le loro condizioni abitative.

Quando mi sono permesso di porre l'accento sugli aspetti di carattere economico finanziario mi hanno risposto: "Ingegnere… - e alcuni - Gabriele, tu scherzi? Noi non possiamo, come fate forse voi, permetterci, quando non stiamo comodamente in una casa, di comprarcene un'altra. Noi siamo disposti a mettere in gioco tutto quello che abbiamo e ad indebitarci, ma se ci date la possibilità di un contenitore abitativo che ci consenta di lenire…".

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Comunico all'Aula che l'emendamento numero 331 è uguale al testo per cui decade, e di conseguenza decade anche l'emendamento numero 555 sostitutivo totale. Rimane soltanto l'emendamento numero 330.

Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Presidente, sull'emendamento soppressivo parziale numero 330 la Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore agli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico agli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 330.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, la legge sta per essere approvata, noi siamo gente che non perde mai la speranza e crediamo nella redenzione. E così vorrei, con la collaborazione di un addetto, consegnare a tutti un modello che contiene una dichiarazione sostitutiva dove si dichiara, sotto la personale responsabilità, "di non possedere nessun interesse personale o imprenditoriale discendente dai benefici contenuti nel disegno di legge denominato…". Io, e tanti con me, presenteremo nei prossimi giorni presso la Segreteria generale questa dichiarazione e aspetteremo trenta giorni per vedere quanti e chi, liberamente e limpidamente, faranno allo stesso modo. Sarà utile per dimostrare il senso di questa legge.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Chiedilo anche a qualcuno che è assente!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha Facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.Signora Presidente, signori consiglieri, deposito al tavolo della Presidenza il quadro generale delle attività che verranno svolte dall'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica, laddove i consiglieri potranno rilevare che quanto da me a suo tempo dichiarato risponde all'azione programmatica che mi accingo ad avviare. Sto parlando di revisione del Piano paesaggistico regionale, sto parlando di legge quadro sull'urbanistica, sto parlando di direttiva per i centri urbani, sto parlando del riavvio puntuale dell'interlocuzione con gli enti locali al fine di concertare i documenti di cui vi ho appena rappresentato i contenuti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, finalmente giungiamo a conclusione di questo dibattito che, più che un dibattito vero e proprio, è stato un monologo perché, salvo qualche piccola eccezione, gli interventi e le proposte provenivano solo ed esclusivamente dalla minoranza.

Oggi abbiamo assistito a qualche entusiastico intervento da parte di alcuni consiglieri della maggioranza ai quali, molto probabilmente, è stata restituita la parola, la parola che era stata tolta, molto probabilmente, per la paura che facessero danni, che potessero in qualche modo disturbare l'eventuale manovratore. Ma dico anch'io che finalmente oggi termina questa specie di dibattito perché finalmente tutti i sardi, da oggi, potranno rendersi conto dell'imbroglio al quale sono stati sottoposti dal 1º aprile ad oggi; un imbroglio perché lo avete presentato dal punto di vista mediatico - poi lo avete smentito anche in Aula - come "piano casa" che di casa ha ben poco. Nella sua applicazione accontenterà ben poche persone, molto probabilmente quelle stesse persone che dall'esterno hanno magari scritto e guidato anche i lavori consiliari.

E' successo di tutto in quest'Aula nella fase della discussione e della presentazione degli emendamenti; abbiamo avuto emendamenti sostitutivi totali che stravolgevano completamente alcuni articoli fondamentali all'interno del contesto di questa legge. Per queste motivazioni, perché ritengo di essere qui per curare gli interessi di tutti i sardi e non dei singoli o di alcuni gruppi, esprimo da subito il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signora Presidente, colgo anch'io l'occasione di questa dichiarazione di voto per pronunciare le mie considerazioni conclusive rispetto a questo disegno di legge.

Oggi si conclude l'iter tormentato di una legge tormentata. E' partita come "piano casa", ha proseguito come "disposizioni a sostegno dell'economia", per poi divenire, come si legge nella relazione di maggioranza del presidente Sanna, strumento per attenuare il disagio abitativo di molte famiglie. Io mi chiedo: in quale parte della legge si affronta davvero, non in maniera surrettizia ma in maniera concreta, il problema del disagio abitativo? Non c'è da nessuna parte un vero intervento in questo senso, e non c'è perché non era quello e non è quello l'obiettivo di questa legge. L'obiettivo vero è rimasto celato per mesi e in parte, debbo dire, è rimasto celato anche in quest'Aula per gran parte della discussione. Si è sempre teso a minimizzare gli effetti reali, a evidenziare obiettivi inesistenti, e cioè il miglioramento della qualità architettonica e dell'efficienza energetica del costruito, in cambio di una premialità volumetrica.

Era chiaro che l'obiettivo non era e non poteva essere quello, l'obiettivo erano volumi nuovi, era la realizzazione di nuove volumetrie anche non aggiuntive, quello era il vero obiettivo, che non è un obiettivo criminogeno in sé, perché costruire nuove abitazioni, non è in sé un fatto negativo. Noi diciamo però no a questo obiettivo quando, invece di incentivare la realizzazione nell'ambito dei Piani urbanistici, di promuovere l'intervento pubblico per nuove costruzioni per la povera gente, di promuovere il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e di promuovere la costruzione degli alberghi nell'ambito dei piani turistici seri e consolidati, invece di tutto questo si punta a scardinare la tutela del paesaggio, si punta a modificare in maniera irrituale il Piano paesaggistico regionale, si punta a bypassare e a derogare i Piani urbanistici comunali, si punta a contrapporre i sindaci ai cittadini e ad ignorare i rischi idrogeologici.

No, cari colleghi, noi diciamo no quando serve e quando ne siamo convinti, capaci anche di dire sì quando serve e quando è positivo. Questa non è una bella pagina scritta dal Consiglio regionale e, secondo me, non avete grandi motivi per vantarvene. Con la messa in campo dell'ultimo emendamento all'articolo 13 si è rivelato il vero e più importante…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Vorrei precisare ai colleghi che l'emendamento numero 330 non è un soppressivo parziale ma un soppressivo totale perché sopprime il comma 1, che è l'unico comma dell'articolo. Il nostro Regolamento prevede che, quando viene presentato soltanto un emendamento soppressivo totale, si metta direttamente ai voti il mantenimento del testo, per cui stiamo votando il testo dell'articolo 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Vuole parlare l'Assessore, io gli cedo volentieri la parola, per il momento,…

PRESIDENTE. No, scusi, onorevole Manca, abbiamo già detto che è un modo di procedere irrituale. Siccome l'Assessore è già intervenuto, se può aiutare gli do la parola, altrimenti è un modo irrituale di procedere.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.Solo per arricchire il dibattito, chiederei a chi ha predisposto questo modulo di aggiungere: "dichiaro di non aver mai realizzato qualsivoglia opera abusiva di natura edilizia e di…". Grazie. E poi lo firmiamo tutti!

(Applausi dai banchi della maggioranza)

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, colleghi!

L'assessore Asunis ha avanzato una proposta e provvederà a far integrare il testo a disposizione di tutti i consiglieri. Chiusa la questione.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, non so cosa dovessimo firmare perché ero assente. Siamo arrivati alla fine di un percorso legislativo molto impegnativo e anche faticoso per tutti, per chi ha dovuto parlare, per chi ha dovuto ascoltare e per chi probabilmente non ha potuto parlare, come spesso richiede il gioco delle parti. Io penso che ci siamo trovati, Assessore, ad affrontare un disegno di legge con un percorso già scritto, un disegno di legge blindato. Questo è stato evidente, palese dall'esame in Commissione in poi; noi abbiamo cercato di portare un contributo, una visione diversa del piano casa che avremmo voluto porre in essere, senza infingimenti, proponendo soluzioni diverse, non proponendo assolutamente il muro contro muro. Poi è chiaro che nel gioco delle parti è normale anche, in alcuni momenti, eccedere nelle dichiarazioni e nei toni.

Il collega Sanna ha fatto una affermazione che io condivido: non bisogna essere moralizzatori di nessuno. Io non voglio esserlo, però, collega Sanna, mi consenta di dire che nel corso di tutto questo iter trovo sicuramente immorale…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Visto che stiamo votando il testo della legge...

PRESIDENTE. No, non stiamo votando il testo della legge, stiamo votando l'articolo 16.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo è un equivoco in cui sono incorso per la confusione che regna in Aula. Chiederei che l'Aula, in queste occasioni, stesse composta.

PRESIDENTE. L'ho già chiesto, onorevole Uras, ha ragione, l'ho già chiesto. Prego i colleghi di prendere posto. Chi non vuole stare in Aula può uscire. Però onorevole Uras è stato chiarito ben due volte che stavamo votando il testo dell'articolo 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il mio voto a favore del testo dell'articolo 16, però vorrei dedicare anche qualche minuto ad un pacato ragionamento con l'onorevole Gian Valerio Sanna e anche con la Presidenza, alla luce di quello che lei ha appena annunciato. Io vorrei precisare all'onorevole Sanna che personalmente obbedisco alle leggi dello Stato, per cui ho ben presente che la mia attività di legislatore deve avere come punto di riferimento interessi generali che non devono mai essere confliggenti con quelli individuali, nel senso che gli interessi individuali di ciascuno di noi come legislatore sono assolutamente secondari, subordinati e inesistenti addirittura rispetto a quelli generali e a quelli che sono garantiti dalle leggi dello Stato. Per cui sarebbe come se, alla fine di ogni legge, noi dovessimo dichiarare che non traiamo benefici dalla legge.

Faremo una legge di riforma sanitaria in questa Aula. Bene, io spero di trarre benefici personali dalla legge di riforma sanitaria perché spero che migliori la qualità della assistenza in questa Regione. E da questa legge io spero di trarne benefici personali e imprenditoriali, nel senso che spero che migliorino le mie condizioni di vita e che migliorino quelle dell'imprenditoria sarda e che migliorino conseguentemente quelle di tutti i sardi. Quindi questo documento che lei ci suggerisce di firmare è comunque irricevibile e comunque ha un senso, come sempre, alla luce di una cultura giustizialista a senso unico che viene interpretata in maniera ideologica in questa Aula.

Io le firmerei (ma lo firmerei a lei, non all'Aula) un documento in cui lei mi dice che io non ho intenzione di avvalermi in nessun modo (e neanche mia moglie, l'unica di cui posso disporre) di eventuali benefici che discendessero da questa legge. Questo lo posso fare. E le chiedo, presidente Lombardo, di non mettere a disposizione dei consiglieri alcunché, né integrato da quello che dice l'Assessore, né "disintegrato", cioè soltanto il testo del collega Sanna. Il collega Sanna ha scelto una strada mediatica, interessante, intelligente per fare pubblicità a sé e al suo schieramento, come tante altre volte ha fatto in questa Aula, ma è esclusivamente una trovata pubblicitaria alla quale invito ciascun consigliere regionale a non aderire perché non è questo il modo corretto per condurre in Aula un dibattito, un dialogo e un confronto.

PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, vorrei precisare che non ho inteso acquisire agli atti e mettere a disposizione come atto del Consiglio la richiesta dell'onorevole Sanna e dell'assessore Asunis. L'onorevole Sanna l'ha consegnata alla Presidenza e chi ne vuole fare uso e vuole sottoscrivere questa dichiarazione lo può fare, ma il Consiglio non ha nulla a che vedere con essa perché non intende dichiarare chi ha acceduto alla richiesta dell'onorevole Sanna e chi non ha acceduto. Attiene alla libera volontà di ciascun consigliere regionale. Per cui questa richiesta non si considera minimamente un atto di questo Consiglio regionale.

Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (P.d.L.). L'onorevole Sanna, che io stimo e del quale mi onoro anche di considerarmi un amico, propone un'ordalia. A me piacciono le ordalie, mi piacciono anche le operazioni di pulizia, quelle forti, quelle hard, mi fregio di essere stato tra quei consiglieri regionali che andarono fisicamente, esercitando il potere ispettivo sancito dal Regolamento del Consiglio regionale, nei locali della Presidenza della Regione per cercare di farmi consegnare gli atti della gara di appalto della Saatchi & Saatchi. Non fu possibile perché funzionari e dirigenti scapparono come scappano i conigli seguiti dai cani durante una battuta di caccia. Li acquisimmo successivamente e in seguito ci fu anche una Commissione d'inchiesta.

Quindi io aderisco a quest'iniziativa e apprezzo molto anche la opportuna e intelligente integrazione che ha voluto proporre l'assessore Asunis. Però io rilancio, Assessore. E' riecheggiata in questi giorni, in questa Aula, l'audace impresa della trasvolata sulla Sardegna del famoso elicottero pagato dai cittadini sardi, nel quale qualcuno, la cui identità è ancora ignota, venne accompagnato a scegliere (quelli che il collega Porcu ripeteva, come un mantra, dovessero essere venduti) i "gioielli di famiglia". Ebbene, lei ricevette una mia interrogazione, con richiesta di risposta scritta, alla quale come Assessore dell'urbanistica, purtroppo devo dire non ha mai risposto.

Ci furono anche tre o quattro interrogazioni di Parlamentari sardi che chiesero: "Ma insomma chi c'era a bordo di quell'elicottero?".

Allora, ordalia per ordalia, siccome credo che lei non avesse prima e oggi ancora meno niente da nascondere, finalmente, io le firmo tutte le carte che lei vuole, ma lei ci dica ufficialmente chi era in elicottero quel giorno con il presidente Soru.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, volevo preliminarmente dedicare qualche parola alla dichiarazione dell'onorevole Gian Valerio Sanna, definita dichiarazione sostitutiva di certificazione. Onorevole Gian Valerio Sanna, io all'atto dell'insediamento in questo Consiglio regionale ho presentato una dichiarazione patrimoniale, e la presento tutti gli anni, così come credo facciano tutti i consiglieri regionali. E' un documento pubblico, è stato peraltro pubblicato anche sul bollettino ufficiale della Regione, è su internet, lo si vede quotidianamente.

Ora io capisco la sua provocazione, la sua è la provocazione di quelle persone - e mi dispiaccio di questo - che non essendo riuscite nel loro intendimento, che era quello di smantellare un disegno di legge che è stato approvato da quest'Aula e che è condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini, cercano una qualche forma di rivalsa. E' vero, questo disegno di legge potrà anche contenere eventualmente qualche imperfezione, mi dica se negli ultimi cinque anni ci sono state leggi passate al vaglio di questo Consiglio regionale, e approvate dalla vostra maggioranza, che non sono passate al vaglio del TAR e della Corte costituzionale, o della Corte dei conti, cosa ancora più grave. Se voi volete giocare su questo terreno, trovate pane per i vostri denti.

Io non credo, onorevole Uras, che sia questo il ragionamento che dobbiamo fare. Sappiate che, probabilmente, se continuate su questa strada, non terremo la bocca chiusa, come abbiamo fatto fino adesso, e non perché qualcuno ci ha imbavagliato, onorevole Porcu; a me non imbavaglia nessuno! Lo dissi a suo tempo al suo Presidente, e al mio collega, onorevole Soru: ero disubbidiente ancora prima di nascere, e come tale sono rimasto, ragiono con la mia testa, e agisco con la mia testa, ma non permetto a nessuno di rivolgere illazioni né a me né al mio Gruppo.

Nessuno dall'Assessorato o dalla Presidenza della Regione ci ha imposto bavagli. Noi bavagli non ne abbiamo, saremo anche degli scriteriati nel fare le cose, può darsi, ma è la libertà di uno che sta a destra, e non di uno che è oppresso a sinistra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il testo della dichiarazione - è vero - appare provocatorio, onorevole Diana. Di fatto non lo è. Ce lo ricordava prima l'onorevole Vargiu: noi siamo già obbligati in questo senso perché prestiamo giuramento alla Costituzione, e la Costituzione ci impone di perseguire non l'interesse personale quando approviamo le leggi, come si legge in questo testo, ma l'interesse generale, quello delle nostre popolazioni, quello della nostra comunità regionale.

Perché, quando si parla edilizia, di urbanistica, c'è sempre quest'angoscia, questa preoccupazione? Perché è la storia che ci porta a preoccuparci. Io non lo so se questa storia appartenga più all'uno o più all'altro, sicuramente non mi appartiene. Io pago ancora il mutuo. Non sono un ingegnere né un geometra, e non ho imprese edili, non faccio carico a chi ce le ha - e neppure a chi esercita quelle professioni - di nessuna colpa, però noi non ci possiamo nascondere una verità: che la nostra Regione è stata una regione appetibile alla speculazione edilizia, e che molte fortune si sono costruite anche in un intreccio non sempre positivo con la pubblica amministrazione.

Allora, occorre richiamare tutti noi al senso delle cose. Io sono d'accordo con Churchill: la guerra si fa tra soggetti intelligenti. Voi avete proposto una legge manifesto che noi non condividiamo, noi ne abbiamo proposto un'altra che voi non avete condiviso. Questa è una battaglia leale su posizioni diverse, e qualche volta anche nelle battaglie leali qualche colpo basso arriva.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). L'intervento e la proposta dell'onorevole Sanna hanno avuto almeno il pregio di riscaldare quest'Aula e costringerci a un confronto. Io credo che i temi che tocca certamente in questa sede, alla fine dei lavori, corrano il rischio di sembrare provocatori, però ci richiamano a una possibilità che abbiamo, come maggioranza e come opposizione, che è quella di riaffrontare in questa legislatura il tema del conflitto di interessi, delle incompatibilità e delle ineleggibilità.

Noi avevamo proposto una legge statutaria che non è stata promulgata; su quella legge statutaria ci siamo scontrati, però io credo che ci sia spazio e ci possa essere spazio, nella responsabilità di tutta l'Aula, per promuovere una nuova legge che affronti quei temi, perché io credo che di affrontare quei temi ci sia bisogno. Oggi noi abbiamo di nuovo la compatibilità tra Assessore e consigliere regionale, che è una compatibilità un po' difficile da tenere in piedi, perché è materialmente difficile rispondere ai propri incarichi di governo ed essere presenti in Aula; è una difficoltà che dà luogo a un'incompatibilità funzionale. Abbiamo il problema delle norme sull'ineleggibilità, che attualmente consentono un cumulo anche di cariche istituzionali, abbiamo anche il problema del conflitto di interesse, che non vuol dire essere privi di un interesse, vuol dire essere trasparenti di fronte ai cittadini ed essere nelle condizioni di dichiarare in maniera trasparente, ogni volta che c'è il rischio che un nostro interesse privato in qualche modo possa non darci totale serenità di giudizio rispetto a un interesse pubblico.

Allora, io credo che questo sia il senso della provocazione dall'onorevole Sanna: richiamarci a una responsabilità. Io sono anche disposto a ritirare la firma da quella proposta, se oggi in quest'Aula ci prendiamo l'impegno, incontrandoci, maggioranza e opposizione, a riaffrontare il tema dell'incompatibilità, dell'ineleggibilità e del conflitto di interessi che abbiamo purtroppo accantonato con la mancata promulgazione della legge statutaria. Il voto è ovviamente contrario all'articolo, ma spero che sui temi ci possa essere anche una posizione di incontro tra maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Tutti noi in queste settimane abbiamo cercato di dare un nome a questo Piano. Prima pensavamo che il nome fosse Piano casa, ma poi l'Assessore ci ha detto che non era un piano casa e oggi apprendiamo che il suo nome è Piano Is Mirrionis, Piano via Podgora, Piano per i poveri. Successivamente l'Assessore ci ha fatto altri annunci - perché è questa la vostra politica, la politica degli annunci - e ci ha detto: "Poi faremo la revisione del PPR" - dovevate farla adesso - "poi approveremo una nuova legge urbanistica, poi metteremo mano alla fase 2, il Piano casa, quello vero, poi faremo il Piano regionale di sviluppo, poi faremo…".

La priorità, Assessore, era un'altra. E siccome non vogliamo avere nessun dubbio, e siccome siamo persone serie, noi abbiamo votato - lo ricordava il collega Porcu - nella scorsa legislatura un articolo - poi, è vero, la legge statutaria è decaduta -, che diceva che "sussiste un conflitto di interessi in tutti i casi in cui esiste un conflitto tra i doveri pubblici del Presidente della Regione, dei componenti della Giunta regionale, dei Consigli regionali, e un loro interesse privato o personale, in grado di influenzare impropriamente il corretto adempimento dei loro doveri e delle loro responsabilità pubbliche o di produrre a loro vantaggio degli effetti diversi da quelli propri ad ogni altro soggetto appartenente alla Giunta regionale o al Consiglio regionale. Nessuno dei soggetti di cui a questo comma può esprimere il proprio voto su qualsiasi proposta di legge, di regolamento, di deliberazione amministrativa rispetto alla quale sappia o debba sapere di essere in conflitto di interessi."

La proposta del consigliere Sanna andava in questa direzione. Perché scandalizzarci? Io accolgo anche la sua. Benissimo, la firmo subito.

Io credo che il confronto non doveva avvenire, sull'articolo 16, doveva avvenire sul merito della proposta. Noi abbiamo presentato una nostra proposta di legge; su quella non avete detto una parola. Rimandate sempre al futuro, vivete alla giornata; noi non possiamo accettare questo modo di impostare la politica, la programmazione è un'altra cosa, capiamo quali sono le priorità e siamo certi, sono certo che gli interessi sono altri e li vedremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colleghi, fortunatamente i toni si sono nuovamente abbassati e stiamo arrivando alla conclusione di questo disegno di legge. Io ho esaurito praticamente gli argomenti per manifestare il mio dissenso, però oggi mi è venuto in mente un sogno, non li ricordo mai, ma quello di stanotte ce l'ho ancora fresco, e voglio raccontarlo.

L'ambiente era dantesco, sempre i soliti richiami, e c'era un gran vociare, c'erano molti personaggi, tutti con quelle bustine - vi ricordate? - che usavano i muratori, fatte con i giornali; erano fatte con fogli del quotidiano "L'Unione Sarda". Mi è sembrato di riconoscere molte figure, anche amici. Poi ho guardato con maggiore attenzione e ho riconosciuto chiaramente volti che mi hanno fatto venire in mente i colleghi Cherchi, Peru e Stochino, tra i più convinti sostenitori, credo, di questa legge. Qualcuno mi ha spiegato che era un nuovo girone dantesco, quello dei cementificatori, che erano condannati a portare i cantoni, quel laterizio che ha preceduto i blocchetti. Ho cercato il collega Sanna, ma era in ferie matrimoniali e non l'ho trovato.

In ogni caso il voto è contrario all'articolo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Onorevole Presidente, io intervengo per dichiarare il voto a favore sull'articolo, però ho bisogno, per poterlo argomentare, di fare un riferimento religioso. Io sono, come molti sanno, un cattolico, sui generis, ma mio suocero è valdese e ho imparato dai valdesi che questa questione della doppia morale è una questione che fa male alla verità, fa proprio male. Mi ha fatto pertanto piacere vedere l'assessore Asunis finalmente animarsi di sangue sardo, perdere l'aplomb e, con quella postilla, reagire con indignazione a quella che era banalmente una provocazione politica a cui, secondo Churchill, si risponde con intelligenza.

Alle cose ovvie, cioè, si risponde firmando, non facendone un caso. Non facendone un caso! Perché è ovvio firmare questa richiesta; è ovvio. Non c'è scritto: "Voi frequentate persone che hanno lottizzazioni in corso", perché quella sarebbe stata una richiesta eccessiva. Io sono pronto a firmarla perché non frequento persone che hanno lottizzazioni in corso, però sono sicuro che il Consiglio regionale non sia immune dall'attività di lobbying, altrimenti la Sardegna non sarebbe nelle condizioni in cui è. E la difesa dalle lobby è la coscienza a cui mi sono permesso di fare appello all'inizio di questa discussione.

Ciò che però trovo irritante è l'evocazione della legge statutaria come episodio di alta moralità. Il conflitto di interessi disciplinato da quella legge era indegno. Indegno, l'ho sempre detto. Indegno! Calibrato su uno specifico interesse. La promulgazione era incostituzionale, scippò un referendum. Se vogliamo parlare intelligentemente, la doppia morale, che iscrive il bene sempre da una parte e mai dall'altra, deve finire, e bisogna avere la memoria dei propri comportamenti politici. Dopodiché si dialoga tra persone intelligenti, ma ci si dimentica di mentire a corrente alternata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.).Signora Presidente, io sottoscrivo la prima parte dell'intervento dell'onorevole Maninchedda dalla prima all'ultima parola, anche perché l'onorevole Maninchedda mi ha dato una soddisfazione di carattere personale perché io da anni, da quando esiste la legge dell'8 per mille, proprio per la concezione di rifiuto totale della doppia morale che richiamava l'onorevole Maninchedda da parte dei valdesi, il mio 8 per mille, visto che sono obbligato a darlo, lo do alla chiesa valdese. Questa è una cosa che può interessare pochissimi, ma è una bella…

(Interruzione)

Alla chiesa valdese, non alla chiesa cattolica che di quelle somme ne ha anche già troppo, sia di quelli che scelgono di firmare per l'otto per mille sia di quelli che non scelgono.

ARTIZZU (P.d.L.). Al tuo parroco l'hai detto?

SALIS (I.d.V.). Sì, sa tutto. Sapeva tutto, quindi lasciamo perdere i padri e le madri. Parliamo di noi, Ignazio.

ARTIZZU (P.d.L.). Parroco!

SALIS (I.d.V.). Ah, al parroco. Il mio parroco è un amico! Scusami, ho capito male. Anche perché della dichiarazione io sottoscrivo tutto. L'implementazione della dichiarazione proposta dall'assessore Asunis per me va benissimo. Sottoscrivo tutto. Quello che non è accettabile però, cari colleghi, è che ci si stracci le vesti di fronte a una provocazione di carattere politico, ma legittima, assolutamente legittima, pensando o facendo credere di poter far pensare ai sardi che qui gioco di lobby sui vari settori dell'economia sarda in Consiglio regionale non se ne faccia. Questa è una ipocrisia, è un'ipocrisia! Perché potremmo fare decine e decine di esempi sul gioco di lobby che è stato praticato sulla formazione professionale, enti e scuole di formazione…

(Interruzione)

Oggi e ieri. Attilio, io rispondo di me stesso e della coerenza con cui approvo o disapprovo comportamenti, al di là delle questioni ideologiche che per me non esistono più, da quando sono uscito dal P.C.I. Non esistono più questioni ideologiche. Noi, Italia dei Valori, ci presentiamo come il partito del fare, e vogliamo fare bene, se è possibile. Questo ci interessa. Però l'ipocrisia evitiamola. Che ci siano interessi, in questo Consiglio regionale, personali e diretti nel campo della formazione, nel campo della sanità, nel campo dell'edilizia, dell'urbanistica, della scuola privata, in tutti i campi, lo sappiamo benissimo.

Allora, quello che è utile - e anche l'intervento che ha pronunciato l'assessore Asunis può aiutare, insieme alla provocazione, ripeto, legittima del collega Sanna - è che noi da oggi, utilizzando questo momento di discussione, diciamo: bene, facciamo di tutto. Bacchette magiche non ne ha nessuno, ma facciamo di tutto perché questa aurea di sospetto che aleggia sulla politica sarda venga eliminata nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione il testo dell'articolo 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 16.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Pittalis ha votato a favore e che il consigliere Antonio Solinas ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Milia - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 41

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Io devo proporre agli Uffici, alla Giunta e al Consiglio, per una migliore comprensione del testo finale riguardante l'emendamento numero 546, una più corretta stesura dello stesso. Ricordo ai più che l'emendamento numero 546, votato dall'Aula, regola i casi eccezionali in cui la costruzione dei fabbricati oggetto di ampliamento ai sensi dell'articolo 2, pur essendo iniziata prima del 31 marzo del 2009, sia stata temporaneamente sospesa per effetto dei sequestri giudiziari successivamente annullati o revocati. Stabilisce che in tali casi la volumetria da considerare esistente è quella realizzata alla data di entrata in vigore della legge e non al 31 marzo.

Il primo capoverso dell'emendamento numero 545 a cui era legato il "546" prevede che gli immobili interessati dagli ampliamenti debbano essere accatastati, ovvero ultimati, alla data del 31 marzo 2009 e quindi indica scadenze antecedenti e non compatibili con la situazione eccezionalmente regolata dall'emendamento numero 546. Per questo motivo si propone che il testo dall'emendamento numero 546 venga modificato come segue: "Nei casi in cui gli interventi di adeguamento e di incremento previsti dall'articolo 2 riguardino fabbricati la cui costruzione sia stata intrapresa entro il 31 marzo 2009 in forza di regolare concessione edilizia e i lavori siano stati sospesi a seguito di sequestro giudiziario poi annullato o revocato, la volumetria esistente si intende quella realizzata entro la data di entrata in vigore della presente legge e le relative istanze ai sensi del comma 1 del medesimo articolo 2 di accatastamento devono essere avviate entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge."

Questo è lo stesso testo che viene proposto agli Uffici per una migliore e corretta interpretazione del fine legislativo a cui voleva tendere l'emendamento stesso.

PRESIDENTE. L'articolo 89 prevede che dopo la proposta del presentatore dell'emendamento non si possa aprire una discussione, onorevole Bruno. C'è il parere del relatore, il parere della Giunta e poi il Consiglio si esprime senza dichiarazione di voto e senza nessun dibattito.

Per esprimere il parere sulla rettifica proposta ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente e colleghi, io gradirei intanto averne una copia e comunque, alla luce dell'illustrazione del collega Capelli, credo che possa essere accolto. Però credo che sia opportuno averne subito una copia.

PRESIDENTE. Stiamo provvedendo a farlo distribuire.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta in merito all'emendamento esprime parere favorevole.

CAPPAI (U.D.C.). E' un emendamento di sintesi.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Quanto rappresentato dall'onorevole Capelli è una corretta scrittura nella lingua italiana. Non ci sono elementi innovativi e quindi il parere della Giunta è favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta di rettifica dell'onorevole Capelli. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Capelli - Bruno - Diana Mario - Uras - Meloni Francesco - Salis - Sanna Giacomo - Cuccureddu sulla realizzazione di parchi eolici off shore al largo delle coste della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTO il quotidiano La Nuova Sardegna del 14 ottobre 2009 che, a pagina 11, a richiesta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Capitaneria di porto di Oristano, pubblica un avviso con il quale viene reso noto che è stata presentata un'istanza di concessione demaniale marittima trentennale allo scopo di realizzare e mantenere un impianto di generazione eolica off shore nelle acque territoriali della Sardegna - golfo di Oristano;

VERIFICATO che nello stesso avviso di cui sopra si invita chiunque abbia interesse a presentare per iscritto alla stessa Capitaneria, entro il termine di trenta giorni dalla data della pubblicazione dell'avviso stesso, le osservazioni ritenute opportune;

CONSIDERATO che i procedimenti di autorizzazione di siffatti impianti sono disciplinati dall'articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387;

PRECISATO che detta disposizione è stata modificata una prima volta con l'articolo 2, comma 158, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, con l'attribuzione al Ministero dei trasporti della competenza a rilasciare l'autorizzazione per gli impianti off shore;

RILEVATO che detta modifica è stata ritenuta costituzionalmente legittima (sentenza della Corte costituzionale 27 marzo 2009, n. 88) in quanto, ai sensi del secondo periodo del comma 4 dell'articolo 12 citato, in ipotesi di dissenso di un'amministrazione interessata la decisione circa il rilascio dell'autorizzazione era rimessa alla Giunta regionale, salvo ipotesi di dissenso da parte di amministrazioni statali preposte alla tutela dell'ambiente o del paesaggio;

CONSIDERATO che nei mesi scorsi l'articolo 12 citato è stato ulteriormente modificato dall'articolo 42, comma 44, della legge 23 luglio 2009, n. 99, che ha soppresso il sopra richiamato secondo periodo del comma 4 dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, così rendendo costituzionalmente illegittimo l'articolo 12 nella parte in cui attribuisce la competenza in materia di impianti off shore al Ministero dei trasporti;

RITENUTO, pertanto, che qualsivoglia provvedimento autorizzatorio dovesse essere rilasciato è comunque impugnabile stante la rilevata illegittimità costituzionale dell'articolo 12 nel testo oggi vigente;

RITENUTO opportuno che la Regione Sardegna partecipi al procedimento manifestando la propria opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima di cui trattasi sia per l'illegittimità costituzionale dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, che per il ritenuto contrasto e incompatibilità di tale intervento così come di qualsivoglia altro intervento similare con la politica di sviluppo della Regione stessa; inoltre, potrà essere segnalato qualsiasi altro vizio procedimentale che dovesse essere rilevato come, ad esempio, l'inidoneità dell'avviso di cui trattasi per essere stato lo stesso pubblicato oltre che sul quotidiano La Nuova Sardegna su altri due quotidiani che non pare garantiscano la necessaria conoscenza,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a partecipare al procedimento di cui all'avviso pubblicato nel quotidiano La Nuova Sardegna del 14 ottobre 2009, pagina 11, manifestando l'opposizione della Regione Sardegna al rilascio della concessione demaniale marittima richiesta per la realizzazione di un impianto di generazione eolica off shore;

2) a partecipare a tutti gli altri analoghi procedimenti che dovessero essere posti in essere per il rilascio di concessioni demaniali marittime aventi lo scopo di realizzare e mantenere impianti di generazione eolica off shore nelle acque territoriali della Sardegna nonché agli eventuali procedimenti ex articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003;

3) a porre in essere tutte le più opportune iniziative giudiziarie avverso tutti i provvedimenti che dovessero essere rilasciati all'esito dei procedimenti di cui in premessa. (1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere sull'ordine del giorno è favorevole.

PRESIDENTE. Prego assessore Asunis, può anche argomentarlo.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Credo di non doverlo ulteriormente argomentare anche perché, di fatto, la conoscenza della problematica è una conoscenza che risale al giorno precedente all'attuale, sulla quale peraltro l'Aula stessa ha avuto modo anche di essere informata e di maturare una condivisione, così perlomeno alla Giunta è sembrato, in ordine all'esigenza di avviare un percorso che veda il Presidente della Giunta impegnato in riferimento a quanto era comparso sul quotidiano La Nuova Sardegna.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numero 67.

Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza.Ovviamente esprimiamo parere favorevole a tutta la legge, una buona legge, una legge frutto di un grande lavoro, di una grande discussione, di un grande confronto che ha portato le due parti politiche (il centrodestra e il centrosinistra) ad ore di dibattito, ad ore di consultazioni e soprattutto ad un grande lavoro in Commissione che ha preceduto l'esame della legge in aula. E volevo per questo ringraziare anche tutti i componenti della Commissione, i colleghi dal centrodestra e i colleghi del centrosinistra che con grande serietà, con grande dedizione, con grande puntualità hanno fatto in modo che questo disegno di legge approdasse con un testo unificato in quest'Aula.

Abbiamo ascoltato tantissimi interventi in questi giorni e, devo dire, io ho rispetto per tutti gli interventi, ho rispetto per chi da posizioni differenti ha una sua opinione su questa legge, però esigiamo anche rispetto nei confronti di chi in questa legge ci crede, di chi in questa legge ha veramente dedicato tempo, passione e soprattutto grande serietà, facendo sintesi delle istanze della gente che sta fuori da questo palazzo, che sono poi anche le istanze che molti di voi, che purtroppo qui dentro non possono farlo palesemente, hanno fatto proprie pur perdendo le elezioni nella passata campagna elettorale.

Abbiamo citato di tutto, abbiamo scomodato anche Dante, la Divina commedia. Io non ritengo di dover essere collocato all'Inferno per questa legge, ma ritengo però, cari colleghi, che voi dobbiate essere collocati nel Purgatorio, perché a tutti va data la possibilità di pentirsi e di convertirsi e, in modo particolare, vi collocherei nella prima cornice del Purgatorio, che è quella dei superbi che camminano trascinando dei pesi, perché voi vi portate sulle spalle il peso di una politica urbanistica sbagliata, di una politica urbanistica fatta di vincoli, di una politica urbanistica fatta di divieti, per pochi, e di una politica urbanistica fatta soprattutto di leggi poco chiare. Noi siamo disponibili al confronto, e vi sfidiamo su questo. Noi daremo alla Sardegna - e lo faremo in tempi brevi - una legge urbanistica, una legge urbanistica seria che contempli tutte le esigenze, con una concezione diversa…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi siamo contrari a questa legge, perché con essa è cominciata, a nostro giudizio, una stagione di nuovo oscurantismo per la Sardegna; ne avevamo scorto alcuni aspetti anche nella dodicesima legislatura, e sappiamo che è finita come è finita. Forse, amici dell'opposizione, è proprio questa la condizione per noi più congeniale per esprimere le nostre idee e la nostra ferma intransigenza, da qui al tempo che ci è dato per ricostruire una nuova fase di riformismo vero e utile per i sardi e per la nostra terra. La Sardegna, lo si intuiva già dai primi mesi, è ricaduta saldamente nelle mani di lobby e corporazioni, rappresentate in vario modo nel Governo regionale e in questo Consiglio, lobby e corporazioni che, come i più fedeli amici dell'uomo, hanno vigilato fino alla fine sul primo e indispensabile risultato: la ripresa di un saccheggio interrotto della territorio sardo.

In un'Assemblea parlamentare, privata delle minime garanzie democratiche, e guidata da chi recita a sua discrezione due copioni (uno quello dell'istituzione e l'altro quello di parte) non potevamo spiegare ai sardi e all'opinione pubblica più di quello che ragionevolmente abbiamo avanzato, ma ci saranno i prossimi mesi a schiarire l'orizzonte delle bugie, delle finzioni, degli interessi e, ahimé, dei danni che la nostra terra dovrà ancora subire, a causa della decadenza che accompagna questa fase della politica regionale. La strada di questa legge ci pare tragicamente segnata, la sua prepotenza, l'irriverenza alle leggi e ai poteri costituzionali, quella che Montesquieu ha definito "l'arrivare fin dove non si trovano i limiti", sarà il tema dei futuri incontri nelle Aule dei tribunali, che frequenteremo e che vi faremo frequentare, per ribadire e riaffermare che ancora in questo Paese il consenso non si sostituisce alla forza della legge e del diritto.

E' proprio il caso dunque di farvi i migliori auguri, perché possiate presto riscoprire che le libertà di ciascuno di voi valgono assai più della lealtà che vi è chiesta ad un cartello politico pro tempore, e che non siete stati chiamati qui a recitare in un film muto dei fratelli Lumière. E a lei, Presidente di quest'Assemblea, l'invito di volersi mettere al più presto alla ricerca di un dettaglio smarrito, che vale quanto la sua stessa carica, e cioè l'autorevolezza dell'imparzialità e la tutela degli equilibri democratici nel Parlamento dei sardi, che è ancora l'istituzione del popolo intero sardo e non di una sola parte. Vi chiediamo sinceramente di crederci.

Noi siamo stati educati ad una politica sapendo che le idee e i valori valgono non per quello che rendono, ma per quello che costano, e continueremo ad essere fedeli a quello che ci è stato insegnato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANJUST (P.d.L.). Finalmente siamo arrivati alla fine di un iter che forse è durato anche troppo. Però devo ammettere, con assoluta correttezza, cari colleghi della minoranza, che avete giocato molto bene il vostro ruolo di oppositori, anche (in alcuni casi, come dirò successivamente) con grande competenza, cercando di far credere all'opinione pubblica che questa legge disattenda ciò che a livello nazionale il governo sta predisponendo col Piano casa. Si tratta però di due cose diverse - abbiamo cercato di spiegarlo in queste settimane - magari consequenziali, però sicuramente distinte. Forse un errore l'abbiamo commesso: cioè quello di iniziare la discussione di questo provvedimento contestualmente al dibattito che nel nostro Paese si è acceso sul Piano casa. Ma deve risultare chiaro un concetto: che con questa legge restituiremo quei diritti che nei cinque anni trascorsi avete negato, restituiremo la speranza di uno sviluppo che, ahimé, nella nostra Regione, da sempre, passa soprattutto attraverso i comparti delle piccole e medie imprese artigiane.

Cari colleghi - e vorrei che questo fosse molto chiaro - non dobbiamo pagare cambiali a nessuno, non dobbiamo pagare cambiali a chicchessia in nessuna parte del nostro territorio. La nostra campagna elettorale l'abbiamo condotta assolutamente gratis grazie al vostro operato di governo, se si vuole continuare nell'eufemismo. Speriamo invece con tutto il cuore, casomai, che molti piccoli imprenditori riescano a pagarsi quelle cambiali che voi li avete costretti a firmare con quasi tutte le banche della nostra Isola. Finalmente si uscirà dall'ambiguità che ha caratterizzato la funesta scorsa legislatura. Da domani, infatti, quando questa legge sarà attuata, non ci saranno più gli amici del Principe che potranno, dopo aver sorvolato il nostro cielo, scegliersi le aree dove edificare, come le intese avevano consentito di fare. Da domani, finalmente, non ci saranno più le furbizie di chi, forte del suo ruolo abusa a piene mani, sperando nella farraginosità della giustizia e delle autonomie locali, salvo poi qua dentro, in quest'Aula o sulla stampa, ergersi a paladino dell'irreprensibilità e della trasparenza. Altro che gironi danteschi!

Ho iniziato, quello che sarà un brevissimo intervento, rivolgendo i complimenti ai colleghi dell'opposizione, che sono reali e sentiti…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, Assessore, colleghi, è difficile in tre minuti sintetizzare quanto abbiamo detto e sostenuto in queste settimane di dibattito. Io dico questo - l'abbiamo affermato all'inizio in sede di discussione generale, l'abbiamo ribadito nel corso del dibattito di queste settimane - noi non siamo mai stati pregiudizialmente contrari ad una legge di intervento nell'ambito abitativo, e penso che l'abbiamo anche dimostrato con alcune proposte serie che abbiamo avanzato.

Avremmo voluto senz'altro un'altra legge, ci abbiamo provato, bisogna riconoscere che non ci siamo riusciti, bisogna dire però che da alcuni settori della maggioranza (non da tutti, purtroppo) abbiamo trovato anche disponibilità al dialogo, al confronto. Penso pertanto che possiamo ascrivere a questa opposizione, a questa minoranza, comunque la volontà e il tentativo di entrare nel merito delle questioni, non in maniera pregiudizievole come dicevo prima, ma argomentando punto su punto.

Avremmo voluto una legge diversa, in cui ci fosse attenzione al miglioramento della qualità edificatoria, avremmo voluto che l'attenzione non fosse tutta concentrata sull'ampliamento volumetrico, avremmo voluto una legge che tenesse conto del ruolo dei comuni, che prestasse attenzione a chi una casa non ce l'ha, o a chi ha la prima casa e ha bisogno di ampliarla per i propri figli, di mettere in condizione di vivere meglio la propria famiglia. Perché, colleghi, i cittadini sono più interessati a iter snelli quando devono effettuare interventi di ristrutturazione, piuttosto che a operazioni più impegnative quali gli ampliamenti e le demolizioni.

Ecco, colleghi, per questa ragione il mio voto sarà negativo. Ci troviamo di fronte ad una legge che non condividiamo in nessun punto, ci troviamo di fronte ad una legge che abbiamo paura che possa creare danni per oggi e anche per le prossime generazioni. Il mio voto sarà contrario e sarà contrario in maniera convinta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signora Presidente, colleghi, io cerco sempre di formulare ragionamenti di buon senso; ci proverò anche oggi. Io ho condiviso le motivazioni che hanno animato il PPR, perché sono profondamente convinto che una delle più grandi responsabilità che ha oggi la politica sia quella di difendere l'ambiente, il territorio, il paesaggio. E questa responsabilità è ancora più grande quando abbiamo di fronte una bellezza inestimabile come il territorio della nostra Sardegna. Allo stesso tempo - chi era presente nella scorsa legislatura lo sa bene - ho criticato le rigidità eccessive di quello strumento, le ho criticate perché ritenevo e ritengo che alcune norme non rispondessero agli obiettivi che il Piano paesaggistico regionale si era dato.

Ma, detto questo, il Piano paesaggistico regionale per me costituisce un grande passo in avanti, uno strumento importante, moderno, uno strumento di garanzia per la Sardegna e per i sardi. Lo voglio ricordare per l'ennesima volta: deriva dalla legge nazionale che porta il nome di un Ministro che era del centrodestra, che ha fatto una cosa intelligente, a mio parere.

Vedete, noi siamo entrati in aula con l'obiettivo di approvare un Piano casa che seguisse gli indirizzi impartiti dalla legge nazionale e in linea con le leggi che in questi mesi prima di noi altre regioni hanno approvato. Ne usciamo con una legge che permette aumenti di cubatura nei 300 metri, vincolo che era sacro, riconosciuto da tutti i sardi, che ormai faceva parte della nostra cultura: nessuno metteva in discussione quei 300 metri. Capisco, non sono nuove costruzioni, sono aumenti di cubatura, ma viene smantellato quel vincolo, che era un vincolo importante ed acquisito, viene smantellato tutto il lavoro fatto sui centri storici dai comuni, i finanziamenti che si sono spesi nei centri storici dei nostri paesi per realizzare le opere primarie e per finanziare la ristrutturazione delle case. Ma soprattutto, con l'emendamento approvato ieri, si concede "di tutto e di più", sarà reso possibile più di quanto era possibile prima dell'approvazione del Piano paesaggistico regionale. Non è uno scherzo! Allora mi chiedo…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto contrario e ne approfitto per chiedere ai colleghi della maggioranza: di che ci ringraziate? E al collega Cherchi, di che mi ringrazia? Che me ne faccio di una espressione di gratitudine che nei fatti si concretizza con un silenzio lungo più di un mese con il quale avete ignorato ogni nostro tentativo di porre rimedio a questo danno? Sono io che avrei voluto ringraziare voi, sono io che avrei voluto ringraziare lei, onorevole Cherchi, Assessore, per la sensibilità che non c'è stata, per l'attenzione che non c'è stata, per un rispetto nei confronti del dibattito del Consiglio che non c'è stato, e per un buon senso nei confronti dei sardi e della Sardegna che non c'è.

Non avete accolto una osservazione, non avete accolto un appello o una preghiera, né mia né dei colleghi dell'opposizione, che hanno parlato con me e per me quando io non ho parlato. Ciò che doveva esser detto è stato detto, ridetto e ripetuto su ogni articolo, comma ed emendamento, tanto e tanto che strideva con il vostro silenzio. Ho apprezzato la forza e la tenacia di chi è riuscito a perseverare sino alla fine in questo inutile tentativo di dissuadervi dall'andare oltre ogni limite. Ci siete andati comunque. Questa maggioranza non è riuscita ad ascoltare né quest'Aula né le lezioni che la storia e la natura ci hanno impartito.

Dagli atti parlamentari del 1966, di 43 anni fa, dopo la famosa frana che sconvolse l'Italia (così veniva chiamata quella che fece affondare un terzo della città di Agrigento) si legge: "quell'evento è coerente con l'aberrante situazione urbanistico-edilizia delle città". Era così ed è ancora è così, ovunque in Sardegna, oltre qualsiasi buon senso. Con questa legge riprendiamo a crescere inarrestabili e a far crescere inarrestabile il disordine dei centri urbani avulsi da qualsiasi logica e da qualsiasi strategia, del tutto scollegati a qualsiasi trend demografico, a tassi di sviluppo, a valori ambientale, storici, culturali. Per nulla correlati ad alcun valore affettivo, come diceva l'onorevole Maninchedda, per le nostre tradizioni, per la nostra terra. Privi di qualsiasi sentimento che si dovrebbe provare nei riguardi del paesaggio, della patria e della rappresentazione materiale e visibile di essa. Lo diceva anche Benedetto Croce.

Noi con questa legge la calpestiamo. E' veramente una questione più di buon senso che politica perché non c'è senso politico in quel 10 per cento in più sui 300 metri, che demolisce una grande conquista di civiltà e di lungimiranza dei sardi…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signora Presidente, io durante l'intera discussione ho mantenuto un profilo molto basso reputando che questa legge fosse effettivamente così farraginosa e così contraddittoria e con tanti profili di illegittimità che non meritasse nessuna condivisione. Avevate venduto e portato in Aula questo provvedimento dicendo: "consentirà il rilancio dell'economia in Sardegna". Io non ci credevo però mantenevo il beneficio del dubbio, perché in tanti attendono il licenziamento di questa legge pensando che possa in qualche modo porre rimedio alla disastrosa situazione occupazionale che abbiamo qui Sardegna.

Avete condotto una propaganda semplicemente demagogica e populistica perché ieri finalmente si è svelato il contenuto del cavallo di Troia che avevamo portato in quest'Aula. Ieri si è dato corso alla costruzione su tutto e ovunque, e in questo modo si è svelato il vero volto di questo provvedimento che già in molti avevano paventato. E questo ovviamente non fa che accrescere la mia preoccupazione sul futuro della nostra Isola, perché con l'approvazione di questa legge si dà il via effettivamente ad uno scempio delle nostre coste.

L'articolo di oggi in prima pagina sul "La Nuova Sardegna" credo che sia estremamente significativo. Si stanno cancellando oggi trent'anni di tutela del nostro territorio, tutela del nostro territorio condivisa anche dalla vostra parte politica, e di questo dovrete render conto. Ne renderete conto sicuramente agli elettori che vi hanno dato la fiducia in queste ultime elezioni, ne renderete conto a voi stessi, ne renderete conto alle generazioni che dovranno arrivare. Date pure il via alle costruzioni; le poche persone che effettivamente si avvantaggeranno in maniera cospicua da questa legge da domani potranno dare corso alla cementificazione. Lo attendevano; attendevano questa legge da molti anni.

Noi sappiamo chi saranno gli effettivi beneficiari, quelli che trarranno vantaggio pieno da questo provvedimento. Io non credo saranno i sardi, i sardi sicuramente ne trarranno le dovute conclusioni quando si svelerà veramente il contenuto. Un auspicio soltanto: smettiamo di parlare del passato. E' inutile, ogni volta che si muove un'accusa, rispondere sempre: "ma voi avete fatto peggio". Noi siamo qui per cercare di fare sempre meglio nell'interesse dei sardi, nell'interesse della Sardegna.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro questa legge, convintamente contro, così come abbiamo fatto per tutti gli articoli in tutta la lunga discussione che ci ha visto impegnati. Voteremo anche contro, assessore Asunis, perché non vogliamo unirci alla sua maggioranza che si prepara a sconfessarla sulle linee di indirizzo del programma operativo annuale 2009 che ella ha presentato al Consiglio nella giornata di oggi.

Leggo il cappello, che io sottoscrivo: "Il programma di legislatura riconosce il paesaggio come risorsa e si propone di tutelarne e valorizzarne gli elementi di qualità e di pregio mediante azioni di riqualificazione". Secondo comma, ancora più importante: "pertanto il Piano paesaggistico regionale riveste l'importante compito di indirizzare le trasformazioni sul fragile territorio costiero della Sardegna e propone" - udite udite - "un modello di sviluppo che vede il paesaggio stesso al centro della pianificazione".

Badi, assessore Asunis, quello che la maggioranza si predispone a votare è un provvedimento che è in contraddizione in larga parte con queste sue dichiarazioni. Perché? A parte le questioni di carattere temporale, cronologiche, avremmo potuto capire se, seguendo le linee dell'intesa Stato regioni sul piano casa governativo, ci si fosse attenuti a questo tipo di indicazione. Lo Stato non ha una lira perché l'economia sta tracollando e allora chiediamo ai cittadini di investire loro stessi sul rilancio del settore edilizio. Questo è il problema: lo Stato non ha investito un euro e chiede a chi ha i soldi - possono essere anche gli abitanti di via Podgora, Assessore, sarei contento se fosse così ma chi ha i soldi non sono gli abitanti di via Podgora - chiede ai privati di intervenire per sostenere l'edilizia. Quindi non stanzia un euro e investe le sue risorse per altro.

Io le propongo un intervento bipartisan, Assessore, lo propongo alla Giunta, e almeno per quanto riguarda l'Italia dei Valori lo sottoscriveremo subito: perché per esempio non si pensa a un piano di riqualificazione del territorio, ad un piano di…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora residente, colleghi, forse sono un ingenuo però non mi sento affatto ipocrita nel sottolineare che alcuni ragionamenti che sono echeggiati in Aula non mi convincono, anzi, secondo me, rischiano di allontanarci dal senso della discussione di oggi, e di dipingere l'amministrazione pubblica, quella di ieri e quella di oggi, il Governo regionale e il Consiglio, quello di ieri e quello di oggi, tutti e senza distinzioni, come ostaggi di lobby di interesse, di questo o di quell'interesse. Così non è, e se lo fosse, Presidente, questo Consiglio andrebbe sciolto perché si violerebbero le prescrizioni costituzionali che vincolano il nostro mandato al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione autonoma, e sottolineo autonoma, della Sardegna.

Il mio voto è contrario, lo sapevate fin dall'inizio, ve lo riconfermo adesso, ed è un no ad una legge manifesto, perché questa è la legge manifesto della maggioranza di centrodestra in Sardegna, e lo era anche prima che diventasse maggioranza, lo era anche nella precedente legislatura! Il nostro, il mio, è un diverso progetto, parla di una Sardegna "altra", teatro di ricerca e di sperimentazione di una nuova cultura ed economia per l'ambiente, funzionale ai necessari processi di risanamento e bonifica di un territorio violentato anche da utilissime attività produttive di un tempo - pensò alle miniere e anche all'industria chimica - allo sviluppo di un'industria che sia effettivamente ecosostenibile e a una vera crescita dei luoghi e delle comunità.

Il nostro no, onorevole Vargiu, non è un no per un no, è un no per un altro sì, e per un sì che non possa essere pregiudicato da ciò che è stato deciso in quest'Aula con questo provvedimento. Ecco perché è un no che parte dall'inizio e si riconferma in questa fine, che è la fine di un capitolo ma non è la fine del romanzo ed è la battaglia che ci vedrà contrapposti in quest'Aula e nella società.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Signora Presidente, colleghi e colleghe, Assessore, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'articolato, in coerenza col programma di questa maggioranza cui sono onorato di appartenere, e con la proposta politica con cui si è presentata al giudizio degli elettori.

Sarà pur vero che stare in quest'Aula significa acquisire attitudine al disinvolto linguaggio dell'insulto, ma sinceramente trovo davvero difficile un dialogo con chi ha posizioni pregiudiziali e integraliste, improntate a configurare illegittimità e tagli addirittura eversivi. E' difficile e poco fruttuoso, dovete riconoscerlo, rispondere a chi afferma che non vuole avere niente a che fare - erano le vostre dichiarazioni iniziali - con questa legge, perché profondamente diversa dal vostro modo di vedere e profondamente diversa dal contenuto delle vostre osservazioni.

Io comunque ho accolto con rispetto le vostre osservazioni perché penso che debba essere riconosciuto rispetto a chi ha dovuto mantenere necessariamente un profilo basso perché privo di quelle competenze specifiche che pure era necessario esprimere, come spesso hanno fatto soprattutto i colleghi della minoranza. Comprendiamo anche che avete dovuto comunque assumere una posizione oltranzista e mostrare agli elettori il senso della vostra opposizione, ma la vostra accusa di cementificatori penso abbia una sola finalità: quella di mistificare l'operato dei componenti della maggioranza in Commissione (presieduta dal dinamico e corretto presidente Matteo Sanna) e soprattutto il lavoro dell'attento e competente assessore Asunis, sempre disponibile - penso debba essergli riconosciuto - nel fornire risposte precise ed esaustive e capace di non soccombere anche a momenti - che pure ci sono stati - di tensione e di scarso riguardo nei confronti della sua persona.

Oggi noi non ci prestiamo ad interpretare un progresso che si materializza nel malaffare, nella speculazione, nella disonestà, nel disastro ambientale, oggi noi siamo orientati a rispondere ai bisogni della gente e lo facciamo con piena consapevolezza del bene naturalistico e del paesaggio. L'opposizione ha insistito molto sull'impalcatura precaria di questa legge, con lunghe e competenti disquisizioni…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, colleghi, intanto sento il dovere di ringraziare il centrosinistra, e in particolare il mio Gruppo, il Gruppo del Partito Democratico, che ha mantenuto in questo dibattito un atteggiamento unitario, e che, pur nella complementarietà degli interventi, ha parlato con una voce sola. Al dialogo che noi abbiamo sempre ricercato, nel tentativo non di fare una politica ostruzionistica ma di proposta - con una proposta di legge che abbiamo presentato e abbiamo posto alla vostra attenzione e che non ha incontrato né il vostro favore né il vostro ascolto - voi avete risposto con una legge, una legge che si basa su un'intesa del 1º aprile tra Governo e Regioni che aveva come scopo "il piano casa che aiuterà le famiglie".

Ci avete ripetuto più volte, nelle settimane scorse, che non avreste modificato il limite dei 300 metri - lo ha detto anche il presidente Cappellacci - dopodiché in Aula ci avete riferito che il piano casa non c'è, che verrà dopo, ed è rimasto il cemento e gli incrementi volumetrici generalizzati, anche nella fascia finora inviolabile dei 300 metri. Non prevedete un euro per le famiglie, non prestate nessuna attenzione per le famiglie e poi parlate di via Podgora! Avete consentito, attraverso il Titolo II - che da solo è un'altra legge - lo scardinamento del Piano paesaggistico regionale, e lo avete fatto non con le procedure corrette (quindi con la trattativa con lo Stato, con l'Amministrazione dei beni culturali) ma prevedendo una scorciatoia.

Avete utilizzato questa legge, questo finto piano casa, per determinare attraverso un inganno lo scardinamento delle regole precedenti della pianificazione in vigore negli ultimi vent'anni, e lo avete fatto contro tutte le leggi sovraordinate, contro il codice dei beni culturali. Allora, noi crediamo che il PPR non sia un'invenzione né di Renato Soru né della maggioranza di centrosinistra, è un fatto culturale che appartiene all'Italia, che appartiene ai popoli. E lo ha dimostrato la convenzione europea per il paesaggio. Noi riteniamo che sia stato un errore scardinarlo con una legge ordinaria e riteniamo che sia anche illegittimo e ve lo dimostreremo.

Voi avete una impostazione politica che si basa sul consumare tutto e subito, anche il nostro bene principale che è il paesaggio, che è l'ambiente. Non abbiamo altra leva, non altra abbiamo altra leva competitiva se non il paesaggio, se non l'ambiente, e riteniamo che scardinarlo, metterlo in discussione, barattarlo, non sia un bene per la Sardegna. Crediamo che i potentati economici, quelli sì abbiano dettato la linea alla politica, e noi Consiglio regionale siamo stati meri esecutori in questa fase. Adesso, con questa prima vostra legge, vi presentate alla Sardegna e noi conteremo i danni nelle prossime settimane. E' la vostra carta d'identità…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signora Presidente, rischiamo di ripeterci in questa Aula ma la nostra responsabilità è sancire anche fino alla fine, fino all'ultimo, la nostra opposizione a questa legge. Noi non abbiamo mai messo in discussione la legittimità del vostro progetto, la possibilità che voi abbiate un vero modello di sviluppo diverso dal nostro che preveda un'intensa, massiccia edificazione costiera. Noi abbiamo denunciato - lo facciamo ancora adesso - che voi avete perpetrato un inganno ai danni dei sardi. Avete ripetuto in maniera continua, ossessiva dall'inizio, che l'obiettivo di questa legge era quello di dare una casa a chi non ce l'aveva; l'avete detto sui giornali, l'ha ripetuto il presidente Cappellacci in questa Aula pochi giorni fa quando, con una citazione di cattivo gusto, ha ricordato i sogni di un soldato morto che erano quelli di una stanza in più in una casa. L'ha fatto ancora oggi lei, Assessore, ricordando che l'obiettivo di questa legge era quello di intervenire presso le famiglie dei quartieri più disagiati di Cagliari.

Ecco, noi condanniamo questo uso della politica, noi condanniamo l'uso dell'inganno per svelare il vero obiettivo della vostra azione legislativa. Voi con quell'inganno avete cercato in maniera maldestra di coprire il vero intento di questa legge, che era quello di ottenere il via libera ad una mole di incrementi volumetrici che arriva quasi a 60 per cento, interventi che con la prima casa badi bene, Assessore, non hanno nulla a che fare, il 99 per cento degli interventi di questa legge non ha nulla a che fare.

Noi crediamo demagogico, strumentale citare un caso su 100 e non ricordare gli altri 99 casi. Noi vogliamo discutere dei 99 interventi di questa legge che non riguardano la prima casa, perché in questa legge si costruisce nell'agro, si incrementano e moltiplicano le seconde case nella fascia costiera, si incrementano le volumetrie degli immobili a finalità turistica.

Ma questo non vi è bastato, non vi è bastato utilizzare quell'inganno, quella promessa per incrementare le volumetrie e mettere mano al già edificato, incrementare il già edificato, vi siete spinti più in là. Questa sì che è una tentazione infernale, onorevole Pittalis. Avete scelto di approfittare di questa occasione per cogliere un obiettivo molto più ghiotto: liberare milioni di metri cubi di vecchie cubature del Piano paesaggistico regionale, 15 milioni di nuovi metri cubi nella fascia costiera, quasi il 50 per cento del edificato. Noi crediamo che non si governi sulle false promesse, non si governi un popolo sugli egoismi. Voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, un breve intervento per giustificare il mio voto contrario al disegno di legge e lo faccio anche maniera scolastica, perché credo che il disegno di legge numero 53 sia andato un po' fuori tema.

Come ho avuto già modo di dire, con questo disegno di legge abbiamo perso una grande opportunità per la Sardegna e i sardi. Era risaputo da tutti che la minoranza non era ostile al tema, tanto è che ha proposto una sua visione della norma; una visione che prevedeva, in primo luogo, di acconsentire a un maggior numero di cittadini di fruire della norma che nel sentire comune è certamente attesa. In secondo luogo tendeva al pieno coinvolgimento degli enti locali per il governo sul territorio, nella certezza che una normativa di tale portata avrebbe creato una situazione di conflitto sociale. Contestualmente la minoranza chiedeva un intervento pubblico per far sì, appunto, che il dispositivo legislativo consentisse al maggior numero di cittadini di beneficiarne.

La seconda parte del disegno di legge avrebbe dovuto affrontare interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo. Credo di poter affermare che questo tema è stato colto in minima parte, perché l'aumento delle volumetrie nella fascia dei 300 metri dal mare può essere considerato certamente un intervento per lo sviluppo ma non ha quella valenza strategica di cui il disegno di legge si fregia nel suo titolo. Ben altri ragionamenti avremmo potuto fare per cogliere pienamente la volontà del legislatore perché gli interventi e i programmi di valenza strategica per lo sviluppo si formalizzassero nella norma. Emerge un solo programma: la monocoltura edilizia, che non soddisfa, a mio avviso, nessuno dei programmi di valenza strategica per lo sviluppo.

Abbiamo cercato di suggerire alcune linee di indirizzo, ma invano, come quella di non intervenire all'interno dei 300 metri dalla battigia, ma di spostare gli interventi sui centri abitati per avviare un vero e proprio programma di valenza strategica, quale premessa al piano regionale di sviluppo, che unisca il patrimonio storico e culturale della nostra Isola, unico al mondo, al patrimonio edilizio di valenza turistica e alberghiera per un'economia integrata che duri 12 mesi all'anno, con la valorizzazione dei percorsi museali, percorsi gastronomici, percorsi naturalistici, recupero di centri storici...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo del Popolo della Libertà. Io non ho neanche la necessità di leggere ciò che debbo dire, tale e tante sono le mie convinzioni sulla bontà di questo disegno di legge. Mi fa piacere che per un certo verso il collega Giuseppe Luigi Cucca, che è sempre molto attento, abbia ricordato a tutti quanti noi, ancora una volta, di non essere schiavi del passato. Io continuo a ribadire questo concetto, che forse è un concetto nuovo per molti di noi, ma quella che è stata definita, l'ho detto un'altra volta, la dittatura del passato, beh mettiamocela alle spalle definitivamente e ragioniamo diversamente.

Ma questo lo dico non nel merito, lo dico nei rapporti che devono esserci tra maggioranza e opposizione. Perché se non comprendiamo questo discorso, se non comprendiamo questa filosofia siamo destinati per cinque anni a rimanere inchiodati su queste poltrone, noi e voi, con tutte le forzature che dobbiamo fare noi Capigruppo in questo momento e poco tempo rimarrà per la politica, per l'organizzazione dei congressi e per tutto ciò che è necessario fare fuori da questa Aula. Ecco, se noi non comprendiamo questi ragionamenti, colleghi, continueremo a buttarci addosso palate di fango che non serviranno assolutamente a nulla.

Io ho apprezzato molti interventi che sono stati pronunciati anche dalla vostra parte politica però non si può condividere l'impostazione - l'ha detto bene il collega Maninchedda - secondo la quale da una parte c'è solo il male dall'altra parte c'è solo il bene. Il bene e il male non sono identificabili esclusivamente in una parte politica. Io credo che di questo ce ne dobbiamo far carico tutti quanti. Per una legge come questa, osteggiata certamente, siete andati anche oltre il vostro ruolo di opposizione, perché non era questo che vi chiedevano i vostri elettori, non i nostri, i vostri elettori. E credo che di ciò potrete averne conferma nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, quando questa legge troverà attuazione.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.).Presidente, Assessore, colleghi del Consiglio, abbiamo portato a compimento un percorso molto lungo e difficile, che è stato viziato da un elemento fondamentale, che è quello di aver presentato in quest'Aula un disegno di legge blindato, già scritto, nel rispetto del gioco delle parti, nel rispetto di una politica che forse ha portato anche noi, nella scorsa legislatura, a sbagliare nel portare avanti queste azioni. Questo nostro risultato elettorale è stato forse causato anche da alcuni di questi errori, dell'eccesso di processi legislativi e di idee blindate dove forse non c'era disponibilità al confronto. Questa è un'ammissione personale che faccio, ma è vera. Su questo errore voi state cadendo peggio di noi, e ci state cadendo, secondo me, in maniera promiscua con il Governo nazionale.

Se oggi leggete il Corriere della Sera, apprenderete che su dodici leggi regionali il Governo nazionale ne ha impugnate tre, tre del centrosinistra chiaramente. Tre del centrosinistra che, in maniera un po' limitata, cercavano di porre qualche elemento di controllo sull'intervento della Regione nei confronti dei comuni, oppure nei confronti dei beni di valore storico. Voi avete iniziato questo percorso che, secondo me, vi farà rischiare di cadere - ve lo dico con serenità, a noi andrebbe anche bene, è nel gioco delle parti - come siamo caduti noi, su alcuni elementi sui quali avremmo potuto prestare maggiore attenzione.

La verità è che su nessuna parte di questo disegno di legge c'era disponibilità al dialogo. Glielo ridico, Assessore: è una cosa immorale. Abbiamo consentito che chi ha abusato del nostro territorio, nella nostra Regione venga nuovamente premiato, e questo era l'aspetto più importante di tutti, più del rispetto dei 300 metri, più di ogni altra cosa, secondo me. Abbiamo consentito alle persone che hanno imbrogliato i cittadini, che hanno imbrogliato le istituzioni, di continuare. Li premiamo, li premiamo con gli aumenti di volumetria. Questo è un disegno di legge che non ha dato spazio ad alcun tipo di confronto e di suggerimento, anche costruttivo, come poteva essere questo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, io fin dal primo giorno in cui abbiamo incominciato a esaminare questa legge, il 1° settembre in Commissione, ho cercato soprattutto di comprendere in quali parti questa legge migliorasse il PPR. Sono arrivato a conclusione, dopo anche un lungo dibattito consiliare, che questa legge apre solo delle brecce in un provvedimento che aveva cercato di dare regole alla Sardegna. Né ci ha convinto "l'arcangelo Gabriele", santo protettore della Giunta Cappellacci, e strenuo difensore di questa legge, che ci porterà tutti nel futuro paradiso della Sardegna, dove tutto sarà piacevole e permesso. Siamo convinti sostenitori di altre ipotesi e di altre scelte.

Io non so cosa accadrà, so comunque che si verificheranno dei guasti, così come abbiamo cercato di dimostrare insieme a tutto il Gruppo, che è stato qui presente in tutti questi giorni, e che con convinzione e determinazione ha argomentato, cercando di portare anche dei correttivi che non sono stati accolti. Qui si dice che probabilmente c'è l'esigenza di cambiare, non so se diventeremo tutti valdesi, comunque, in ogni caso, una disponibilità al dialogo è stata manifestata da tutti. Verificheremo se ci saranno spazi e margini per aprire un dialogo o un confronto serio sulle questioni che interessano i sardi. Noi naturalmente saremo disponibili, ma senza rinunziare alle nostre convinzioni, alle nostre battaglie, in difesa di un bene primario che rimane il bene ambientale e il patrimonio ambientale dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ormai siamo alle battute finali. A me hanno colpito due affermazioni, Assessore, una sua e una del presidente Cappellacci. L'ho ripetuta non appena pronunziata dall'uno e dall'altro, la ripeto oggi, spero almeno stavolta in una sua risposta. Ho provato anche un pizzico di indignazione, non lo dico per recitare una parte, sul serio, se non sarò creduto non è un problema mio.

Dico questo: il presidente Cappellacci ci ha ricordato che una delle ragioni principali che motivano questo testo è la risposta da dare a chi deve costruire una stanza o due in più per i propri figli. Legittimo: è un disagio abitativo. Lei oggi ci ha ricordato il plauso che ha ricevuto in via Podgora, nel prolungamento di via Cornalias e sotto il Colle di San Michele. Io, come lei, conosco bene quella zona, Assessore. Al suo posto però avrei evitato (ma ognuno di noi è libero di portare gli esempi che vuole) di giustificare questa legge con il plauso di persone che non hanno strumenti né materiali e nemmeno intellettuali, e che forse sono stati tratti, non dico in inganno, ma quasi, sulla bontà di un testo come quello che vi state apprestando a licenziare.

Assessore, sono questi i destinatari di questa legge? Se sono questi, limitate gli interventi a questi destinatari.

Mi vuol dire, Assessore, alla fine di questa discussione, difficile per tutti, cosa c'entra via Podgora e una stanza in più per i figli con i 300 metri? Forse gli abitanti di via Podgora e del prolungamento di via Cornalias hanno bisogno di aumentare la volumetria nella fascia dei 300 metri?

Ancora, Assessore, io l'ho conosciuta come tecnico, come dirigente di questa amministrazione regionale. Lei ha avuto modo di difendere giustamente l'autonomia del sistema delle autonomie locali. Ma è possibile che lei, che ha questa storia alle spalle, oggi mortifichi il ruolo delle autonomie locali, svuotandole della loro funzione nella programmazione e nel governo del territorio? Per che cosa, Assessore? Per rispondere a via Podgora e a quella stanza in più?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, come è comprensibile il mio voto è rigorosamente contro questa legge, legge che esprime un delirio cementificatore, che purtroppo ha vinto in nome di un innocente aumento volumetrico, fra l'altro di case già esistenti e che, di fatto, lascerà irrisolto il problema dei senzatetto. In compenso state istituzionalizzando l'assalto alle nostre coste e ai nostri centri storici, al nostro territorio, invidiato in tutto il mondo.

E a questo proposito voglio anche dire che nessuno ha, in effetti, affrontato il discorso della vocazione turistica del nostro territorio, territorio che si presta a un turismo di tipo escursionistico, quindi non è necessario costruire ancora alberghi. E' come se nei Sette Fratelli, che è un'oasi unica, si dovesse necessariamente costruire all'interno, e nessuno pensa che, se davvero dovesse essere necessario costruire un albergo, questo andrebbe costruito in un piccolo centro abitato, ad esempio a Sinnai. Invece no, noi diamo l'assalto alle nostre spiagge, alle bellezze alle quali non possiamo rinunciare. Comunque, questa legge scellerata resterà nella storia per la sua ferocia nel negare il diritto ai sardi alla propria identità, cedendo al peggio della globalizzazione, che ci vuole assolutamente livellare verso il basso, ci vuole rendere tutti uguali, e quindi ci vuole togliere la nostra identità.

Ribadisco anche a nome dei Rosso Mori - e quindi dei sardisti progressisti - che la nostra battaglia contro questa legge umiliante per il nostro popolo non finirà qui. Noi non abbiamo niente da vendere in nome di nulla, noi non abbiamo niente da scambiare, né in termini di potere personale né in termini di privilegi per pochi. La nostra sarà una battaglia per il diritto di esistere come popolo, con il suo ambiente, la sua storia e la sua cultura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La precedente maggioranza di governo e la Giunta Soru hanno prodotto il Piano paesaggistico regionale, considerato in ambito nazionale ed europeo una legge esemplare. Per la prima volta venivano stabilite regole generali, certo da integrare mediante nuove normative in materia urbanistica, in materia di tutela dell'ambiente, considerato nella sua globalità e integrità (coste, paesaggi marini, zone interne, città e paesi) e assunto quale valore unico e irripetibile. Persino negli incontri del G8 e del G20 vengono ripetute queste parole.

Il Piano paesaggistico, a suo tempo e tuttora demonizzato, tentava di salvaguardare la maggiore risorsa della Sardegna, quella dalla quale può derivare uno sviluppo alternativo e di prospettiva. Vedete bene qual è, in questa delicata materia, la politica della Giunta Cappellacci. L'ambiente è considerato non già un valore unico e irripetibile, bensì nel suo valore di superficie edificabile, persino nella fascia dei 300 metri dal mare. Non serve a nulla il richiamo dell'esperienza del passato, né si ha il coraggio e l'intelligenza di immaginare altre possibilità, altri indirizzi, altri campi in cui pure vi sarebbe molto da fare: recupero dei centri storici, maggiori e minori, risanamento delle periferie urbane, messa in sicurezza e ammodernamento degli edifici pubblici ai fini del contenimento dei consumi energetici, risanamento delle campagne dalle mille e mille brutture che deturpano il paesaggio agrario e altro ancora.

Sul fronte della difesa e della valorizzazione dell'ambiente, noi e l'intera opposizione abbiamo condotto una battaglia dura in Consiglio regionale, che non è affatto chiusa e conservatrice, ma è propositiva e aperta. Aperta innanzitutto alle istanze di uno sviluppo moderno e rispettoso degli interessi delle generazioni che verranno. Certo - avrebbe detto l'onorevole Vargiu - è utopia, però, onorevole Vargiu, Max Weber scriveva che solo coltivando l'utopia all'uomo accade di realizzare opere degne di essere realizzate. Il voto è contrario.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numero 67.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Contu Mariano ha votato a favore e che i consiglieri Diana Giampaolo, Mariani e Porcu hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 59

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 39

contrari 20

(Il Consiglio approva).

Discussione della deliberazione di nomina dei componenti di espressione regionale nella Commissione paritetica Stato-Regione autonoma della Sardegna (articolo 56 dello Statuto speciale della Sardegna) (Doc. n. 3/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del documento numero 3.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Agus, relatore.

AGUS (P.D.), relatore. Signor Presidente, Assessori, brevemente solo per comunicare che la Commissione ha esaminato la proposta della Giunta per la nomina della dottoressa Gabriella Massidda e dell'avvocato Anna Maria Busia quali componenti della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto e l'ha accolta.

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Floris Mario - Agus - Cossa - Sanna Gian Valerio sulla nomina dei componenti della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTA la decisione della Giunta regionale di nominare, quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto, in sostituzione del prof. Fulvio Dettori e del prof. Gian Mario Demuro, la dott.ssa Gabriella Massidda, direttore generale della Presidenza della Regione e l'avv. Anna Maria Busia;

CONSIDERATO che su tale decisione deve esprimere il suo parere il Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 56, primo comma, dello Statuto;

VISTA la relazione della Prima Commissione permanente,

esprime parere favorevole

sulla nomina della dott.ssa Gabriella Massidda e dell'avv. Anna Maria Busia, quali componenti della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto. (1).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sul documento e sull'ordine del giorno.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

SALIS (I.d.V.). Eh, no! Scusate, fatemi manifestare un imbarazzo per il fatto che nessun Capogruppo era a conoscenza di questo punto…

PRESIDENTE. No, mi scusi, onorevole Salis.

(Interruzioni)

Onorevole Salis, la Presidenza in più di un'occasione ha posto all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo l'urgenza di approvare questo documento per evitare la perdita di risorse per la Regione. Conseguentemente, in quella sede si è concordato che avremmo votato il documento in questione. Quindi non può dire che non era a conoscenza di questo punto.

E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Io vorrei sottolineare quanto detto dalla Presidente e richiamare anche l'attenzione dell'onorevole Uras e dell'onorevole Salis su questo punto.

Questo semplice adempimento implica l'attuazione, anche in Sardegna, del trasferimento della sanità penitenziaria dal Ministero di grazia e giustizia al sistema sanitario regionale, quindi alle AA.SS.LL., e la Regione sarda è l'ultima tra le regioni italiane che si trova a effettuare questo passaggio. L'attesa dura ormai da oltre un anno, anche la Giunta precedente aveva avviato l'iter senza però arrivare a concretizzarlo. Quindi io chiedo veramente all'Aula di soprassedere su eventuali problemi di altra natura per adottare questa deliberazione in maniera che poi si possa sbloccare un iter che è molto importante, che rischia di concludersi fuori tempo massimo e che tiene bloccato un milione di euro - ecco il problema a cui faceva riferimento la Presidente - inutilmente, mentre questa somma potrebbe essere utilizzata per sistemare definitivamente il problema della sanità penitenziaria.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Convoco la Conferenza di Presidenti di Gruppo. Il Consiglio verrà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 14 e 43.



Allegati seduta

LXII SEDUTA

Venerdi' 16 ottobre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 37.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 12 ottobre 2009 (55), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Andrea Biancareddu, Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Daniele Cocco, Pietro Cocco, Silvestro Ladu, Massimo Mulas, Sergio Obinu e Efisio Planetta hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 16 ottobre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Campus sul destino della società Sviluppo Italia Sardegna". (57)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

"Interrogazione Floris Mario sullo stato dell'utilizzo delle risorse finanziarie di cui alla tabella E delle leggi finanziarie 2006-2007-2008". (65)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

"Interrogazione Petrini sulla istituzione della Consulta regionale della disabilità, prevista dalla legge regionale 30 maggio 2008, n. 7". (108)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

"Interrogazione Solinas Antonio sulla richiesta della Società Is Arenas Renewable Energies srl per l'installazione di un impianto di generazione eolica 'off-shore' nelle acque territoriali della Sardegna centro-occidentale". (110)

(Risposta scritta in data 14 ottobre 2009.)

Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numero 67.

Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dei relativi emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 16 e dei relativi emendamenti:

Art. 16

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna.

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 16

Il comma 1 è soppresso. (330)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 16

La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione ne Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna. (331)

Emendamento all'emendamento numero 331 sostitutivo totale Uras

Articolo 16

L'articolo 16 è così sostituito:

La presente legge entra in vigore 60 giorni dopo la sua pubblicazione nel B.U.R.A.S. (555).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente, la mia breve esperienza in quest'Aula mi ha portato ad apprezzare le leggi che vengono migliorate nel corso del dibattito, con l'apporto dei consiglieri di maggioranza e minoranza. Ecco, questa forse è la prima volta negli ultimi cinque anni, che arriva in Aula una legge in maniera pessima, e che ne esce ulteriormente peggiorata. Era una proposta già impresentabile a suo tempo, quando l'avete portata alla nostra attenzione, all'attenzione della Commissione, oggi è sicuramente una legge pessima, perché intanto è pervasa dalla vostra filosofia del lasciar fare, che nasce proprio - è palpabile in questa legge - dall'insofferenza nei confronti delle regole, di tutte quante le regole.

E' impresentabile, perché espropria i comuni delle loro competenze, di tutta la competenza in materia di pianificazione urbanistica. Sia sui centri storici, sia sulle zone B, sulle zone C, sulle F, sulle G, i comuni non avranno più competenza; tutto ciò che voi oggi state facendo passerà sopra la loro testa. E' pessima perché interviene nella fascia dei 300 metri dal mare, una fascia che ormai i sardi da decenni hanno considerato intoccabile, hanno considerato inattaccabile. Voi invece state aprendo l'assalto anche alle coste.

Ma, secondo me, l'aspetto politico più grave è quello di creare aspettative che poi saranno disattese. E già oggi sapete che saranno disattese. Ecco, questo è uno degli elementi caratterizzanti di questa legge. Voi infatti affermate che questa legge contiene disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo. Invece non c'è nulla all'interno di questa legge che vada in quella direzione, quindi state creando aspettative che già sapete che verranno disattese.

Sicuramente, colleghi, questa è però una legge che trasmette anche sensazioni. Avete presente quando leggete un romanzo? Quando si legge un romanzo si immaginano le facce, i dialoghi, i luoghi, le situazioni; ecco, leggendo questa legge, è come se si sentissero i rumori delle betoniere, come se si avvertisse il rumore delle ruspe che incalzano e che abbattono i fabbricati, gli alberghi, per poi poterli ricostruire. Queste sono le sensazioni che vengono trasmesse da questa legge, e temo che non siano solo sensazioni.

Io oggi, venendo a Cagliari da Sardara, dal mio paese, mi sono spaventato, perché c'è già la coda sulla 131, ci sono le ruspe in strada, le betoniere sono già accese, il rumore si sente sul serio, colleghi, e la cosa più grave è che ci sono i cementificatori. Li avete già messi in strada, stanno creando dei disagi ai nostri cittadini.

(Interruzioni)

Però, colleghi, questa legge trasmette anche sensazioni macabre. Perché sono macabre? Perché questa è una legge contro natura, perché i padri deturpano e distruggono l'ambiente dove dovrebbero vivere i loro figli. Questa è una cosa grave. Non si verifica mai nel genere umano e nel genere animale che i padri, le madri distruggano l'ambiente o rechino danno ai propri figli. Voi state facendo quello. Ecco perché questa legge è macabra ed è anche immorale, immorale perché consente aumenti volumetrici agli immobili che sono stati condonati. E' una vera e propria istigazione a delinquere.

Voi state dicendo: "Costruite pure, tanto poi ci sarà qualcuno che approverà un condono e vi consentirà addirittura su quell'abuso di costruirci sopra", e così facendo moltiplicherete in maniera esponenziale l'abuso. Ed è anche una legge pericolosa. E' una legge pericolosa perché interviene in zone a rischio idrogeologico. E' da irresponsabili.

Il governatore della Sicilia, Lombardo, afferma, bloccando la legge sulla Sicilia, che "bisogna spostare l'attenzione sul fragilissimo equilibrio idrogeologico di alcune zone dove vi sono state alterazioni. Andare a pensare di riedificare con il 30 per cento in più di cubatura sarebbe da folli". Lo dice il governatore della Regione Sicilia, non lo diciamo noi del centrosinistra. E' un vostro alleato.

E poi è una legge che introduce anche discriminazioni, perché se mai dovesse superare gli scogli di natura giuridica e di natura costituzionale - tutti i profili di incostituzionalità li abbiamo sollevati - se mai dovesse superare questi scogli, comunque ci saranno alcuni "noti" che potranno fare. Il collega Gian Valerio Sanna ha già preso l'impegno, alla fine dell'iter di approvazione di questa legge, di renderci l'elenco dei noti che "potranno fare", e potranno fare molto se la legge dovesse superare questi limiti di incostituzionalità.

STOCHINO (P.d.L.). Come a Funtanazza!

CUCCU (P.D.). Io non ho interessi a Funtanazza, collega Stochino, e non ho nessun interesse - lo dico qua in aula - di natura urbanistica ed edilizia. Neanche uno personale. Lo dico qua, in quest'Aula. Non so se molti potranno dire altrettanto.

(Interruzioni)

Anche voi? Perfetto. Facciamo una sottoscrizione dove prendiamo impegni tutti quanti e diciamo che non abbiamo interessi. Vediamo se sottoscriviamo tutti.

(Interruzioni)

Perfetto. Massimo Mulas e Attilio hanno già sottoscritto. Anche Giulio Steri.

Però, colleghi, io non voglio banalizzare quello che stavo dicendo. Dicevo che questa legge introduce delle discriminazioni perché alcuni noti e pochi potranno fare, ma chi non ha la casa, o chi ha solo la prima casa non potrà costruirla o ampliarla nonostante questa legge perché gli mancheranno le risorse. Noi abbiamo provato ad associare a questa legge un vero e proprio piano casa, ad associare risorse, a intervenire per primi dagli ultimi senza ribaltare l'ordine delle priorità e intervenire su chi ha meno bisogno, come state facendo voi. Ecco perché è una legge discriminante che dà sfogo all'ingordigia edilizia.

Ieri il collega Porcu vi ha collocato in un girone dantesco, quello dei lussuriosi. Io non so, sicuramente Dante vi avrebbe collocato in quello dove stanno gli ingordi perché questa legge comunque dà sfogo all'ingordigia edilizia.

Perché pronunciare questo intervento sull'articolo 16, colleghi? Voi direte: "ma questo qui è completamente andato fuori di senno". Perché intervenire sull'articolo relativo all'entrata in vigore? Io potrei suggerirle un emendamento anche sull'articolo 16, Assessore: questa legge entrerà in vigore nel 2050, così saremo sicuri che non vi renderete responsabili di un danno immediato. Poi potrà esserci anche qualcuno che rinsavirà e interverrà, probabilmente abrogherà questa legge.

Ecco perché intervengo sull'articolo 16, perché siamo ancora in tempo, colleghi, per porre rimedio a questa legge che tanti danni potrebbe provocare e che sicuramente non invia un bel segnale. Speriamo che ci sia un giudice, come abbiamo potuto constatare a Roma, che potrà dire che questa legge non è attuabile in Sardegna. Io spero che ci sia da parte vostra un intervento per poterla bloccare prima e poter bloccare l'entrata in vigore…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, l'articolo 16 non è un articolo banale, è l'articolo più importante di questa legge perché è quello che mette il punto, determina la fine della discussione, sancisce l'entrata in vigore di questo provvedimento, dà il via agli effetti negativi devastanti che queste norme consentiranno.

Anche nell'articolo sull'entrata in vigore abbiamo presentato un emendamento che recita: "La presente legge entra in vigore 60 giorni dopo la sua pubblicazione nel BURAS". Perché 60 giorni dopo? Perché si possa promuovere nella società sarda, una discussione ampia tra coloro che non hanno potuto partecipare alla discussione in quest'Aula, tra le imprese e i loro titolari, tra i lavoratori, nel sistema sociale più ampio, all'interno delle università, nelle scuole, presso tutti i comuni, presso gli organi istituzionali di quei comuni, ma anche presso le comunità e, quindi, possa il Presidente della Regione, la sua Giunta, la maggioranza ricredersi e immediatamente porre rimedio a un provvedimento che potrebbe determinare danno alla Sardegna, al suo patrimonio ambientale e paesaggistico, alla sua identità, alla sua storia, alla sua economia, all'intera società sarda.

E non perché - e lo dico al collega Vargiu, che io stimo - noi si sia presi da un delirio opposto al vostro (cioè voi avete il delirio edificatorio, pensate che il territorio possa essere tranquillamente cementificato perché l'impatto di questa massa enorme di metri cubi non determinerà alcun danno, mentre noi abbiamo un delirio da eccesso di salvaguardia dell'ambiente, e quindi di tutte le bellezze di quest'isola e delle ragioni per cui è visitata e per cui può essere ben vissuta) ma perché abbiamo un'altra idea dello sviluppo di questa regione, onorevole Pittalis, abbiamo un'altra idea.

Noi pensiamo che l'economia non corrisponda al mattone, che l'economia non corrisponda a un sistema fittizio di ricapitalizzazione delle società proprietarie dei terreni in cui potrà essere, anche se non sarà mai, edificato, perché non pensiamo che possa essere una buona economia l'economia dei casinò, degli alberghi a cinque stelle dove si ripulisce il danaro sporco che si produce in questo Paese e in altri Paesi! Perché non pensiamo di diventare servi e rinunciare alla nostra identità di sardi, gelosi come siamo della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre possibilità, e di venderle al miglior offerente del mercato edilizio oppure della speculazione finanziaria.

No, noi abbiamo un'altra idea dello sviluppo, abbiamo cioè l'idea che la Sardegna possa essere la sede principale di una nuova cultura ambientale, di una nuova industria verde che rimpiazzi quella che abbiamo e che abbiamo perché c'è stata imposta e perché l'abbiamo subita. Un modello di sviluppo vecchio, esattamente come quello che voi riproponete con questo progetto di legge.

Noi pensiamo che la Sardegna possa cioè diventare la punta di diamante di un progetto quale quello già disegnato nella precedente legislatura, di un progetto di economia verde fondato sulla ricerca ai fini della salvaguardia del patrimonio naturale, della costruzione di condizioni di vita migliori. Questo pianeta è a rischio proprio a causa di scelte devastanti come questa, egoiste, operate da una generazione arraffa tutto, ingorda e incapace di amare anche i propri figli! Vi invito a recarvi in molte zone di questa Sardegna a vedere gli abusi edilizi perpetrati vicino alle spiagge, nelle pinete, abusi edilizi e volumetrie inutili. Si tratta di costruzioni che non vengono utilizzate neppure più durante l'estate, che non rappresentano non solo un valore, ma rappresentano un disvalore, cioè una cosa non solo inutile, ma dannosa per l'economia.

Noi invece pensiamo che sia necessaria la ricerca nelle università attorno a tecniche e tecnologie di produzione che siano meno inquinanti, attorno a modelli di vita sociale che siano più armonici e che ci preservino dai conflitti che invece si sviluppano a causa del dio che voi continuamente onorate, che è quello solo, esclusivo, del profitto personale, cioè dell'individuo che passa su tutto, che non rispetta niente, che deve trarre guadagno anche dal respiro, anche dalla possibilità di respiro degli altri.

Questa è una legge-manifesto, perché è il manifesto di una teoria e di una cultura politica, ed è su questa che si è sviluppato lo scontro in quest'Aula. Si è sviluppato lo scontro in quest'Aula - e lo dico all'onorevole Vargiu - non perché ci potesse essere una differenza di idee su come salvaguardare, migliorare, rendere produttiva la nostra terra, ma perché eravamo di fronte ad una legge-manifesto che voleva liberalizzare tutto, fuori da ogni regola, impedendo al nostro sistema autonomistico (e alle Amministrazioni locali) di esercitare la sua funzione oggi e domani, violando le volontà collettive, quelle regolatrici della vita sociale, quella a cui noi ci rivolgiamo anche per tutelare la nostra libertà.

Lo dico, come lo direbbe un vecchio liberale: la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri. E questa è una legge che non lascia liberi gli altri, è una legge che innalza muri davanti alle finestre, è una legge che erigge muri davanti agli occhi, è una legge che costruisce muri davanti al mare, è una legge che toglie il respiro ad una comunità regionale come quella dei sardi che di respiro, invece, ha bisogno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Signora Presidente, siamo arrivati all'articolo 16 e io ho necessità di gridare: "Finalmente, era ora!". Era ora perché è stato estremamente pesante stare qui a seguire tutto il dibattito che in questa vicenda ha condizionato la maggioranza, a dover ascoltare tutti i vostri interventi, che solo in pochi ragionavano realmente sulla proposta di legge, altri - come l'ultimo del collega Uras - ragionavano in termini generali su un provvedimento di legge dipinto come uno strumento di distruzione totale della Sardegna.

Il collega Chicco Porcu non ha fatto altro che chiedere: "Quanti metri cubi andrete a realizzare, quanto costruirete sulla Sardegna?". Mi viene da fare una battuta, collega Porcu, forse utile per sdrammatizzare questo mese di lavoro all'interno di questa Aula: noi abbiamo intenzione di realizzare un grande solaio che coprirà tutta la Sardegna, così all'interno della Sardegna non avremo più problemi di piogge e potremo portare tutti i turisti possibili e immaginabili all'interno della nostra Isola. E' chiaro che è una battuta: noi non siamo né cementificatori, né abbiamo intenzione di realizzare strutture e costruzioni in più di quelle che realmente si possono realizzare e sono già realizzate. Noi non abbiamo nessuna intenzione di fare niente di più di quello che invece avete fatto voi negli anni precedenti.

Per rispondere al collega Uras: la nostra libertà, in Sardegna, è terminata nel 2004 quando avete vinto le elezioni e quando, con un sistema, diciamo così, certosino, con un'idea già pensata da prima, ci avete portato in Aula e ci che avete tenuto dentro per un mese per discutere la famosa "legge salvacoste", la legge che alla fine ha creato i problemi che noi oggi stiamo cercando di cancellare con questo testo unificato. Non stiamo facendo niente di più. Questo i sardi ci hanno chiesto.

Voi avete perso le elezioni solo ed esclusivamente perché vi siete incaponiti sulla necessità di difendere le coste della Sardegna quando ci avevano già pensato gli altri prima di voi, perché non eravamo e non siamo nella condizione di dover difendere un qualcosa di impossibile o un qualcosa di già rovinato completamente. Allora, è vero, vi abbiamo ascoltato, abbiamo avuto pazienza, non siamo intervenuti, ma se tutti aveste utilizzato il metodo del collega Moriconi - che credo che sia da prendere ad esempio da parte vostra - che ha pronunciato i suoi interventi consigliando eventuali modifiche a questa proposta di legge con molta delicatezza, con molto garbo, senza dover tirar fuori tutto quello che avete tirato fuori voi all'interno di quest'Aula, probabilmente avreste avuto maggiori riscontri.

La collega Simona De Francisci è stata bravissima nell'elencare tutti gli aggettivi che avete utilizzato per cercare di smontare questo testo unificato. Noi, ribadisco, non siamo né cementificatori né tantomeno vogliamo costruire quello che è di più rispetto a quello che realmente è realizzato. Quando andremo a presentare questa legge su tutte le piazze della Sardegna spiegheremo come ci si dovrà comportare, come i liberi cittadini si dovranno comportare per poterla utilizzare, diremo realmente che cosa si potrà fare, non quello che vi siete inventati voi, che non si può fare e che non è realizzabile.

Ma come si fa a dire che noi stiamo permettendo di realizzare nuovi corpi o ampliamenti in fabbricati condonati? Ma se sapete cosa è un condono edilizio sapete perfettamente che nel momento in cui viene rilasciata la concessione in sanatoria quel fabbricato è regolare, quel fabbricato è, davanti alla legge italiana, davanti alla Sardegna un fabbricato regolare. Quindi non si capisce per quale motivo quel fabbricato non dovrebbe più ottenere le stesse prerogative che invece hanno gli altri fabbricati. Non l'abbiamo capito e non lo capiremo mai, ma non lo capirà il cittadino, non lo capirà chi in realtà vive di questo sistema all'interno della nostra Sardegna.

Quindi, io vi pregherei di smetterla una volta per tutte di accusare, di attaccare, di esprimere opinioni che comunque solo all'interno di questa Aula, per fortuna dei sardi e della Sardegna, si possono capire. Fuori, state tranquilli, nessuno le capirà mai, nessuno sarà in grado di accettare tutte le vostre critiche nei confronti di questa legge.

Sulla parte seconda della legge, quindi dall'articolo 11 all'articolo 14 - l'articolo 15 poi prevede ancora un altro sistema - è inutile che voi invochiate uno strumento che in Sardegna e alla Sardegna non porterà mai niente cioè quello dei ricorsi "Ah noi faremo ricorso, questo è illegittimo, quest'altro non funziona, quest'altro non va bene" tutto perché non è conforme a quello che avevate pensato voi. Ma in Sardegna, cari colleghi - e voi siete i rappresentanti del popolo sardo - in Sardegna in questo modo non si andrà mai avanti, in Sardegna in questo modo noi continueremo a morire di fame.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessori e colleghi, mi rallegro che in questa giornata conclusiva della nostra discussione su questo disegno di legge si oda qualche voce dai banchi del centrodestra. L'avremmo voluta poter ascoltare prima, magari entrando nel merito delle tante proposte che abbiamo avanzato. Perché veda, onorevole Cherchi, questo è un dialogo con i sordi.

Non prendete in considerazione, infatti, le proposte che il Partito Democratico ha presentato in Commissione con una proposta di legge che metteva al centro la casa, metteva al centro gli ultimi, metteva al centro le famiglie.

Non ci spiegate, non ci dite se avete previsto, calcolato, l'impatto e gli effetti di questa legge che, per la sua generalità, per la sua vastità, tocca potenzialmente centinaia di migliaia di unità abitative, in Sardegna, come ammette lo stesso Assessore dell'urbanistica.

Non prendete in considerazione le nostre preoccupazioni su una legge di questa ampiezza, una legge che deroga agli strumenti urbanistici dei comuni, una legge che riscrive il Piano paesaggistico, una legge che incide sulle leggi sovraordinate dello Stato liberando (ma vorremmo essere smentiti) milioni di metri cubi.

Non prendete posizione sull'affermazione che ho pronunciato ieri secondo la quale anche soltanto l'articolo 13, in termini di cubature, fatte riesumare dagli strumenti attuativi dei comuni, dagli strumenti attuativi dei comuni non ancora approvati che potranno essere approvati, dalle convenzioni dei privati che diventano efficaci anche se semplicemente viene tagliato un nastro in un cantiere, dalle residenze alberghiere che possono crescere del 10 per cento e su quel 110 complessivo di un altro 25 per cento anche in deroga al limite nelle zone F, del 50 per cento che era stato posto come limite invalicabile, anche soltanto l'articolo 13, dicevo, avrebbe effetti devastanti sul nostro territorio. Allora, quando noi esprimiamo queste preoccupazioni e formuliamo queste domande e non otteniamo risposte, cosa ci rimane da fare onorevole Cherchi?

Che dire poi di quando si getta una cortina fumogena sugli occhi del nostro popolo, come ha avuto il coraggio di fare, con battuta infelice, il Presidente della Regione che, sorvolando sui milioni di metri cubi di nuove lottizzazioni, con il miraggio, la mancia, l'elemosina di una veranda chiusa, di una stanza in più, ha cercato in qualche modo di risvegliare piccoli egoismi che possono coprire il vero cuore della legge, cioè quello di liberare le vecchie cubature bloccate dal Piano paesaggistico regionale? Io non credo che la sua sia stata una battuta o almeno vorrei che fosse stata una battuta, ma vorrei che lo dimostrasse.

Io mi rivolgo anche all'onorevole Vargiu, ho apprezzato la sua pacatezza, e, anche se non mi permetto di esprimere valutazioni sui colleghi, le assicuro una cosa a proposito dell'onorevole Moriconi, e credo che anche lui lo confermerà: l'onorevole Moriconi ha parlato anche per me in quest'Aula, e lo dico senza presunzione io credo di aver parlato anche per lui perché ognuno di noi ha portato un contributo al dibattito.

Allora, mi rivolgo all'onorevole Vargiu: "Onorevole Vargiu noi il dialogo l'abbiamo cercato, l'abbiamo cercato in maniera concreta in Commissione con una proposta che metteva al centro la prima casa, che metteva al centro la possibilità di aiutare quelle famiglie, quelle giovani coppie che vogliono comprare un'abitazione e hanno bisogno di abbattere i mutui, che poneva al centro la possibilità di rimettere in moto l'edilizia, ma non prevedendo una quantità che non riusciamo a definire di nuove cubature, ma innanzitutto completando ciò che abbiamo già avviato, intervenendo nei nostri centri storici, intervenendo sulle facciate, cominciando ad avere cura di quello che già abbiamo.

Lo dico all'onorevole Vargiu, ma anche all'onorevole Capelli, che giustamente ci richiama a concretezza: noi avremmo voluto discutere di questa legge dopo il piano regionale di sviluppo perché questa legge opera una scelta molto chiara sul modello di sviluppo eleggendo a modello di sviluppo ancora le seconde case sulla costa, ancora gli alberghi sulla costa di cui si prevedono incrementi molto intensi.

Io avrei voluto discutere di questo, avrei voluto discutere sul senso di investire in cubature per alberghi che sono aperti 60 giorni all'anno, che registrano tassi di occupazione del 25 per cento, sul senso di investire su un patrimonio edilizio di 200-300 mila seconde case che non portano reddito, sul senso di investire nelle residenze dell'agro, sul senso di investire in un patrimonio edilizio che oggi porta al PIL della Sardegna soltanto l'8 per cento, mentre nel Trentino porta il 15, il 18, il 20 per cento. Avrei voluto discutere di questi argomenti, ma non ho trovato interlocutori, o li ho trovati solo in parte.

Io vi riconosco, e riconosco al Gruppo dell'U.D.C., al Gruppo dei Sardisti, al Gruppo dei Riformatori, ad alcune voci nello stesso Popolo della Libertà, di aver avuto anche in qualche modo la voglia, la possibilità di ascoltare alcune delle nostre proposte. Ma sul modello di sviluppo, sull'impatto di questa legge, non abbiamo avuto risposte. Le vostre risposte sono state: "Siete ideologici". Le vostre risposte sono state: "Lo avete fatto anche voi". Come se sia la stessa cosa stipulare 300 intese coi comuni! Voi le intese non le fate, perché imponete ai comuni un modello di sviluppo loro malgrado, sottraendogli autonomia e potestà in campo urbanistico. Allora io non credo che: "Lo avete fatto anche voi" possa essere una risposta quando parliamo d'intese siglate coi comuni per poche centinaia di migliaia di metri cubi. Stiamo parlando di un disegno di legge, di una legge che inciderà sul futuro della Sardegna per molti anni a venire, che va a toccare una porzione pregiata del territorio, che tutti insieme, a prescindere dalle forze politiche, in questi anni avevamo tutelato.

Oggi l'orologio della tutela paesaggistica in Sardegna torna indietro di quarant'anni. Oggi noi rischiamo - e vorrei essere smentito dall'Assessore e dai colleghi della maggioranza - di liberare cubature nelle coste per una quantità pari, almeno, al 50 per cento di quanto già edificato. Stiamo compromettendo per sempre la possibilità di sviluppo sostenibile, stiamo compromettendo - e vorrei essere smentito dai colleghi - la possibilità di portare quello sviluppo turistico, che abbiamo scelto insieme di portare nei nostri paesi dell'interno, con il B&B, con gli affittacamere, con la riqualificazione dei centri storici, con i programmi Domos, investendo laddove c'è spopolamento, ma laddove c'è anche cultura, c'è un'identità che può essere oggetto di turismo, di un turismo forse minore, ma un turismo sostenibile che dura tutto l'anno.

Ma se io costruisco un'unica città costiera lineare, che volge le spalle ai nostri paesi dell'interno, quel modello muore per sempre. Questa è la nostra critica, onorevole Capelli. Certamente la nostra è stata una voce nel deserto, certamente abbiamo dovuto alzare la voce perché non è facile farci ascoltare, e i giornali di questi giorni lo testimoniano (hanno riportato una frazione del dibattito di quest'Aula) ma noi lo abbiamo fatto perché crediamo di avere la responsabilità di presentare un modello diverso. Voteremo contro quest'articolo e questa legge, lo abbiamo fatto con responsabilità e continueremo a farlo nei prossimi giorni in quest'Aula e fuori da quest'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, colleghe e colleghi, anch'io, come il collega Cherchi, dico finalmente: finalmente siamo arrivati alla fase conclusiva di questa legge e possiamo esprimere alcune considerazioni anche sui risultati che porterà e sugli obiettivi che ci siamo prefissati. E allora voglio dire che questa legge offre una prima risposta alle problematiche dei sardi relative alla casa, una prima risposta che è quella di consentire ampliamenti volumetrici che vanno dal 10 al 30 per cento, una risposta limitata da alcuni vincoli che rimangono e che dovranno rispettare sia i committenti sia i tecnici, e che però sicuramente potrà dare una migliore opportunità di residenza ai sardi.

Voi avete affermato che questa legge non offre risposte alle fasce più deboli, ebbene io dico a voi che bene avreste fatto a leggere gli emendamenti che sono stati proposti (e di questo me ne faccio vanto) dall'amico Peru, dall'amico Matteo Sanna, dall'amico Oscar Cherchi, da tutti gli amici del P.d.L., che hanno voluto inviare un segnale chiaro a quelle famiglie che purtroppo, per problemi economici, non hanno potuto avere un'abitazione con una superficie superiore ai 95 metri quadri. E lo abbiamo fatto nell'articolo 2, prevedendo un incremento volumetrico del 30 per cento, che richiama l'articolo 16 della legge numero 457 del 5 agosto 1978.

Quest'articolo prevede la concessione di una premialità in termini di volmetria a quelle abitazioni che hanno una superficie massima, misurata al netto dei muri perimetrali e di quelli interni, non superiore ai 95 metri quadri, oltre a 18 metri quadri per le autorimesse e i posti macchina. Quindi, su quello noi abbiamo voluto inviare un segnale chiaro, abbiamo voluto pensare alle famiglie che purtroppo avevano problemi di spazio e anche economici. Così come abbiamo voluto pensare in una "fase 2" (voi dite più in là, e grazie a Dio l'avete detto negli ultimi giorni di questa discussione, perché alla fine l'avete capito) di questo che io chiamo piano casa (la legge attuale è la "fase uno" del Piano casa) di dare le risposte che voi ci avete detto che volete, e che noi vogliamo quanto voi e forse anche più di voi. Ebbene, queste risposte sono citate, e l'ho detto una settimana fa, nel DPCM del Governo nazionale, nelle linee guida che voglio leggere insieme a voi per ragionare insieme perché, come dicevo all'Assessore, sarà una questione che dovremo affrontare mi auguro non più tardi di 30-40 giorni.

Queste linee guida della fase due del Piano riguardano la costituzione di un sistema integrato nazionale e locale di fondi immobiliari per l'acquisizione e la realizzazione di immobili per l'edilizia residenziale, ovvero promozione di strumenti finanziari e immobiliari innovativi, con la partecipazione di soggetti pubblici e/o privati per la valorizzazione e l'incremento dell'offerta abitativa in locazione.

Al punto due si fa riferimento all'incremento del patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, da effettuarsi con risorse dello Stato, e sarà quindi lo Stato nazionale a contribuire e a darci queste risorse per dare risposte agli abitanti della Sardegna che la casa non ce l'hanno. E' ben chiaro il progetto che noi abbiamo in mente, e non perché ce l'avete chiesto voi, ma perché il Governo nazionale ci ha fornito delle linee ben chiare, e a quelle linee noi ci atteniamo. Avete parlato più volte di un protocollo firmato dallo Stato nazionale e dalle Regioni, e noi a quel protocollo ci stiamo attenendo, calendarizzandolo e cadenzandolo, senza fughe in avanti, ma anche senza fughe all'indietro.

In queste linee guida si parla anche di promozione finanziaria e iniziativa dei privati, di interventi ai sensi della parte seconda, capo terzo, del decreto legislativo numero 163 del 12 aprile 2006, si parla anche di agevolazioni alle cooperative edilizie. Voi ne avete parlato? Ne parla anche questo DPCM, e noi ne abbiamo parlato più volte quando siamo andati a sviscerare il Piano casa per intero, la seconda fase del Piano casa. Ebbene, probabilmente era doveroso da parte vostra andare a trovare quello che io chiamo il pelo nell'uovo; è nel gioco delle parti e "ci sta" tutto, perché è giusto anche lo scontro dialettico, è giusto che l'opposizione faccia la sua parte.

Ciò detto io credo che, sicuramente ci sarà (almeno me lo auguro) nella fase due del Piano casa il vostro assenso; io mi auguro che voi andiate a votare insieme a noi questa seconda fase del Piano casa. Se così non fosse io dirò che la vostra è un'opposizione strumentale dirò che è un'opposizione che non è in favore dei sardi ma è solamente fine a se stessa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (P.d.L.). Signora Presidente, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi e colleghe, credo che il percorso che questo disegno di legge ha compiuto sia stato irto di difficoltà, ma le difficoltà non ce le ha rappresentate di sicuro la minoranza, le difficoltà ce le ha rappresentate soprattutto questa volontà di porre un altro ostacolo rispetto alla voglia e ai contenuti che questo disegno di legge aveva insiti nella sua articolazione, ovvero alla volontà di rilancio dello sviluppo della Sardegna, di dare, soprattutto, nuova linfa all'economia della Sardegna.

Io credo che dobbiamo tornare indietro di cinque anni. Cinque anni fa, da questi stessi banchi (quando eravamo in minoranza) ebbi a preconizzare un periodo nefasto per l'Isola, che poi si è manifestato nei risultati che avete portato a casa, compresa la bocciatura da parte dell'elettorato. Risultati che sono stati un danno per l'economia della Sardegna, un danno per il lavoro, per le decine di migliaia di posti di lavoro persi proprio nell'edilizia. Ma non solo, perché la vostra azione si è accompagnata a quella che poi è diventata recessione internazionale e che ancora oggi esplicita ed estrinseca tutta la sua azione sull'economia sarda, una economia povera, una economia di una Regione che non riesce a superare quel gap che ci separa dalle altre regioni d'Italia e d'Europa.

Io credo, colleghi della minoranza, che possiate ricordare alla perfezione i momenti che abbiamo vissuto nell'affrontare la discussione del disegno di legge salvacoste, come l'avete battezzato per noi, e che per noi è stato invece soltanto l'esplicitazione della volontà di negare alla Sardegna (come poi nel corso degli anni avete reiterato in tante altre occasioni) la possibilità di uno sviluppo vero.

E' vero, è un'economia, quella sarda, che soffre purtroppo di gravi ritardi e di sicuro la vostra azione politica non ha fatto niente per permetterle di superarli. Voglio ricordare che anche in quest'Aula, quando si parlò di energia, venne espresso un bel concetto: quello che le energie alternative, a cominciare dall'energia eolica, fotovoltaica, non servivano alla Sardegna. Poi l'abbiamo visto negli atti che non servivano alla Sardegna: servivano agli amici che venivano portati in Sardegna volta per volta a valutare e a scegliere quali fossero i siti migliori per le loro iniziative non solo di tipo edilizio ma anche per i nuovi insediamenti degli impianti per la produzione di energie alternative.

Io credo che questo sia stato un processo nefasto per l'Isola; cinque anni in cui alla nostra Isola non è stata data neanche aria per respirare ma in cui tutto è stato negato, tutto è stato negato nei vari passaggi che hanno visto anche tanti procedimenti incorrere nelle censure più diverse, fino a quella della Corte costituzionale e alle altre che comunque stanno per arrivare relativamente a tanti altri processi attivati da un'amministrazione che ha negato alla nostra Isola il futuro.

Bene, a noi la responsabilità, quella di affrontare i problemi reali, i problemi reali delle nostre famiglie, che oggi ci chiedono di aver la possibilità di vivere meglio e di sviluppare dei percorsi di vita all'insegna della sicurezza e del benessere. Certo aver puntato soprattutto su alcuni settori (quello dell'edilizia, quello del turismo) non è sufficiente per imprimere nuovo slancio all'economia dell'Isola; la nostra Isola ha bisogno anche di altri interventi. Sappiamo benissimo che le infrastrutture sono ancora carenti, sappiamo benissimo che uno dei settori importanti e fondanti per la nostra economia, ovvero il settore agricolo, ha bisogno di interventi incisivi perché finalmente possa uscire dalla crisi.

Non dimentichiamo quanti di noi, in quest'Aula, si sono espressi a favore delle categorie che in questo settore operano. Stiamo parlando degli agricoltori, stiamo parlando degli allevatori, stiamo parlando di florovivaisti, stiamo parlando di tutti quegli operatori del settore che non hanno avuto nessun supporto da parte dell'Amministrazione regionale. Voglio ricordare anche i milioni di euro (centinaia di milioni) che sono ritornati a Bruxelles perché non avete avuto il coraggio di assumere iniziative rispetto alla spendita di queste risorse.

Non è facile recuperare i ritardi. Io credo di poter dire che come avevo previsto proprio in occasione della discussione della legge salvacoste, abbiamo perso cinque anni. Purtroppo molto probabilmente diventeranno sei o sette perché se è vero che l'entrata in vigore di questa legge è prevista, nell'articolo 16, a 60 giorni dalla pubblicazione sul BURAS, dico che prima di attivare questo percorso e di riavviare l'edilizia in Sardegna molto probabilmente trascorreranno diversi mesi. Ecco, allora nella volontà di questa maggioranza di sicuro noi leggiamo la volontà di un'Amministrazione di dare risposte alla gente, quelle che voi non avete saputo dare e quelle che noi vorremmo dare non solo con questo disegno di legge ma con tutte le altre proposte che sono già depositate agli atti di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Dopo l'intervento dell'onorevole Contu che segue quello dell'onorevole Stochino e dell'onorevole Cherchi pensiamo sia necessaria una verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Contu Mariano e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 40 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Milia - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.

Constatata la presenza del numero legale possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Peru. Ne ha facoltà.

PERU (P.d.L.). Signora Presidente, cari colleghi, io sono convinto che il ruolo del legislatore non sia semplice, perché richiede che si producano norme che determinino poi vantaggi ai nostri cittadini. Sono però anche convinto che la politica sia un'arte molto fine, fatta di dialogo, di strategie, di confronto.

PRESIDENTE. Scusi un attimo, onorevole Peru.

Siccome qualcuno sta chiedendo il risultato della verifica del numero legale, comunico che i presenti sono 40 e il numero legale è 36.

PERU (P.d.L.). Dicevo, quindi, la politica è un'arte molto fine, è necessario dialogare ma sono sicuro che alla base di tutto ci siano dei principi, dei principi sacri, dei principi che ognuno di noi deve rispettare. E quindi, partendo da questo presupposto, io vorrei rivolgere qualche domanda ai nostri amici del centrosinistra, in relazione proprio ai principi, perché noi ci dobbiamo convincere che quello che diciamo lo dobbiamo poi mettere in pratica, lo dobbiamo attuare.

E siccome in questi giorni abbiamo sentito "di tutto e di più" - ci hanno accusato di essere cementificatori, di costruire addirittura sulla schiena dei bagnanti - relativamente ai principi io voglio chiedere, in particolare all'onorevole Porcu, perché, se veramente si crede e si è convinti della necessità della salvaguardia dell'ambiente, si acquistano case a 30 metri da una spiaggia?

Se io sono convinto che una certa azione sia discutibile, non la faccio. Altrimenti è egoismo, è come dire: "solo io la posso realizzare e non voglio nessun altro attorno a me". Quindi non siete credibili; non siete stati credibili né all'interno né fuori da quest'Aula.

Noi abbiamo anche inserito, all'interno del provvedimento, una norma, che poi a voto segreto è stata bocciata, relativa alle demolizioni. Allora io consiglierei a chi ha la casa a 30 metri, di utilizzare quella norma sulle delocalizzazioni, demolire il proprio fabbricato (se è convinto che sia necessario rispettare l'ambiente e liberare il territorio dagli insediamenti nei 300 metri dalla battigia) e spostarlo più lontano: questo sarebbe veramente inviare un segnale fortissimo, e non predicare bene e razzolare male. Perché l'onorevole Porcu in questi giorni ha parlato di marmellata, di arraffa arraffa - io penso che le mani nella marmellata se le sia veramente sporcate lui in questi anni -, di rubare ai poveri per dare ai ricchi.

Forse sarebbe stato meglio, cari colleghi, come qualche quotidiano qualche giorno fa ha pubblicato, fare quegli accordi - che noi non volevamo assolutamente fare in merito al provvedimento -, forse sarebbe stata l'unica cosa che sortito un risultato positivo da parte vostra, perché l'unico risultato che avete ottenuto è che ci avete fatto perdere un mese di tempo, anzi avete fatto perdere un mese di tempo a tutti i sardi.

Avete denunciato al Presidente della Regione la sua assenza e io penso, e spero, che abbia giustificato abbondantemente qualche giorno fa le ragioni della stessa, perché quell'assenza ha prodotto degli accordi importanti per quanto riguarda lo sviluppo della nostra Isola.

Ci avete accusato persino di essere responsabili delle morti verificatesi sulla Sassari-Olbia, ci avete accusato dei morti di Capoterra, perfino di quelli di Messina, cioè avete strumentalizzato tutto, e qualcuno - mi ricordo l'onorevole Lotto - ha detto "mi auguro che la Sassari-Olbia si faccia". Io sono convinto che voi non siate sinceri neanche su questo, voi vi augurate che anche la Sassari-Olbia non si faccia. Mi ricordo che in occasione delle trattative per l'accordo sull'ENI di qualche mese fa condotte dal nostro Presidente, qualche autorevole esponente del centrosinistra, che si è confidato anche con il sottoscritto, la notte dell'accordo era triste, perché sperava che l'accordo non venisse siglato. Quindi, siamo convinti che non vi augurate neanche il completamento della Sassari-Olbia; strumentalizzate tutto.

Per tornare alla legge in esame, noi riteniamo che gli ampliamenti, le demolizioni, ciò che è contenuto in questo provvedimento, non produca danni, come voi avete detto. In Sardegna esistono 1 milione e 200 mila abitazioni, 19 mila sono ubicate nella fascia entro i 300 metri dalla battigia, 62 mila sono ubicate nella fascia entro i 2000 metri. Ora io penso che i sardi non siano imbecilli, che non rovinino il loro patrimonio immobiliare cementificando, utilizzando lo strumento dell'ampliamento per rovinarsi l'immobile o, viceversa, demolendo un bene che è frutto dei sacrifici di una vita per spalmare cemento. Io non credo a questo e non ne siete convinti neanche voi.

Io sono convinto che lo strumento del piano casa serva per riordinare, per riqualificare le nostre porzioni di territorio antropizzato, e per imprimere un impulso economico, perché, ripeto, nessuno si infila le mani in tasca e, solo perché c'è uno strumento che offre la possibilità di riqualificazione, spende per imbruttirsi la casa se la casa. Io sono convinto che questa legge verrà utilizzata dal cittadino solo se potrà ricavarne un beneficio. Quindi, anche su questo argomento avete scaricato fango per un mese senza essere convinti.

Cari colleghi, io penso che questo strumento veramente possa offrire una opportunità importante a tutta l'economia della Sardegna, sono convinto anche che non è vero che noi utilizziamo le leggi urbanistiche per attrarre il turismo, noi crediamo invece che il turismo venga attratto dalle nostre tradizioni, dalla nostra storia, dalla nostra cultura. La legge sul piano casa è uno strumento importante, che offrirà sicuramente un contributo alle necessità di riqualificazione del patrimonio immobiliare di tutti i sardi e imprimerà un bell'impulso all'economia.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sardenya i Llibertat: questa espressione è stata richiamata poco fa con un riferimento che credo non riguardasse il movimento politico nazionalista e di sinistra che fondai negli anni '70 e di cui ancora mi onoro di essere il presidente, ma la nostra terra e la libertà: la nostra terra liberata dal tiranno e la libertà di gettare ovunque cemento, in particolare su quella fascia costiera che sino ad un mese fa, o poco meno, veniva individuata come un'area inviolabile per il suo alto valore naturalistico, ambientale e monumentale.

Siamo arrivati all'epilogo di questa vicenda, un mese e mezzo iniziato il 1º settembre con i lavori in Commissione ed oggi siamo all'articolo 16, ultimo articolo della legge che prevede l'entrata in vigore. Io credo che si sia combattuto lealmente, non abbiamo fatto né ostruzionismo né abbiamo accusato nessuno di chicchessia, abbiamo preso atto di una diversa posizione che esiste in merito alla gestione, alla pianificazione del territorio della Sardegna con vedute assolutamente opposte.

Ho detto: c'è una barriera invalicabile tra la vostra e la nostra posizione, è caduto o cadrà oggi, dopo l'approvazione dell'ultimo articolo, ogni impedimento, la legge verrà approvata e - in senso figurato, ovviamente - le ruspe entreranno in Consiglio regionale come mai vi erano entrate fino ad oggi.

Io credo sia stata scritta in questi giorni una brutta pagina della storia del Parlamento sardo. Un Parlamento che avrebbe dovuto legiferare nell'interesse di tutti i sardi si accinge ad approvare invece un provvedimento che di fatto discriminerà gran parte dei sardi. Una cementificazione diffusa che va a sommarsi - come è stato ricordato anche oggi nei primi interventi pronunciati - ad un abusivismo diffuso e, devo dire, anche colpevolmente tollerato da numerose amministrazioni.

Con questo strumento voi mettete fuori gioco tutte le norme della pianificazione in Sardegna per sostituirle con uno strumento che apre le porte a qualsiasi possibilità di intervento, ovunque e in qualsiasi luogo. E' una legge che colpisce vari settori dell'economia sarda, settori importanti come l'agricoltura; è una legge che colpisce i senza casa, che colpisce il turismo e le sue potenzialità che saranno mortificate soprattutto su in relazione al bene più prezioso che i sardi sul piano turistico possono offrire. Ma è soprattutto una legge che colpirà le generazioni future privandole di larga parte di un bene che ritenevamo, come abbiamo detto prima, inalienabile.

Avete manifestato, con caparbietà e ammirevole coerenza, insofferenza alla pianificazione perché, di fatto, avete mandato a monte tutta la pianificazione esistente in Sardegna a vari livelli. Avete messo fuori gioco gli enti locali, non avete ascoltato minimamente l'appello che da loro veniva anche se gli avete venduto come un favorevole assenso gli incontri programmati tenuti nei territori delle diverse parti della Sardegna.

E' una norma che fa cadere le regole, è una norma che in qualche modo asseconda quel fondo di avidità che c'è in tutti noi e che punta a mettere fuori gioco le regole pretendendo che vengano applicate solo agli altri. Voi con questa norma, di fatto, avete applicato la deroga a tutti, in una sorta di arraffa arraffa, continuo a dire, come ho detto facendo riferimento ai moti del passato, su un bene che era di tutti. E naturalmente nell'"arraffa arraffa" come avvenne a seguito dell'editto delle chiudende, chi ha potrà arraffare e chi non ha verrà solamente e ulteriormente impoverito.

Qualcuno si è permesso anche di definire la nostra posizione come quella del partito "del no". Io credo che se esista un partito del no quello è il vostro perché siete contrari a qualsiasi posizione, richiesta, rivendicazione, progetto, idea che venga dalle nostre fila, dal nostro modo di concepire lo sviluppo in Sardegna. Noi siamo a favore del turismo sostenibile e siamo contrari al turismo che invece aggredisce il territorio. Siamo favorevoli agli alberghi e siamo contrari agli alberghi sul mare. Noi siamo favorevoli all'agricoltura ma siamo contrari alla residenza in agro, siamo favorevoli ai campeggi ma siamo contrari alle case mobili. Siamo favorevoli ad una casa per tutti e siamo contrari alle seconde, alle terze, alle quarte case. Siamo favorevoli all'albergo diffuso e siamo invece contrari al mercato nero degli affitti. Siamo favorevoli ai servizi e alla qualità della vita e siamo contrari al caos edilizio. Siamo favorevoli ad uno sviluppo sostenibile e siamo contrari alla cementificazione diffusa. Siamo favorevoli alla città per i bambini, per i cittadini e siamo contrari alle città soffocate dal cemento e prive di servizi. Siamo soprattutto favorevoli a conservare i nostri orizzonti contro l'angoscia della città lineare. Io credo che su questo discorso potrei continuare a lungo, ma credo che non valga la pena; in ogni caso comunque ribadisco che il concetto nostro di sviluppo di quest'Isola è un altro, soprattutto in riferimento allo sviluppo turistico.

Per fortuna abbiamo letto sulla stampa di oggi (dopo aver letto su quella di ieri, della regalia di dozzine di casinò che il Governo e il ministro Brambilla intendevano concedere alla Sardegna) della ferma presa di posizione contraria dell'assessore Sannitu, autorevole esponente di questa Giunta e vice presidente della stessa, a quel modello che la diffusione dei casinò in Sardegna sottendeva. Io credo che bene faremo a rigettare questa ipotesi nella sua totalità, perché abbiamo altre possibilità e altre potenzialità per attirare i turisti e non abbiamo la necessità di ricorrere a un "turismo malato" legato al gioco d'azzardo che ha forte collegamento con le devianze e con la mafia.

E' una legge, come abbiamo più volte ribadito, che toglie ai poveri perché li priva del bene paesaggistico che è un bene di tutti ed è un bene anche di chi ha solo questo, e di questo viene comunque limitato, mutilato, parzialmente privato per dare ai ricchi volumetrie e rendita fondiaria come mai s'era visto.

Purtroppo questo brutto capitolo si chiude qui, mentre rimangono aperti alcuni importanti problemi urgenti come, per esempio, una legge sul regime dei suoli. L'ho richiamata fin dal mio primo intervento in questa Aula. E' un dovere di questo Consiglio regionale predisporre una legge sul regime dei suoli che metta fine ad una avidità sfrenata nei confronti della rendita fondiaria.

Rimane il problema di affrontare una legge seria sull'agricoltura e sulla pastorizia ma, soprattutto, visto che è più calzante con l'argomento che abbiamo trattato in quest'Aula, rimane da portare all'attenzione del Consiglio un progetto serio per la prima casa, per coloro che la casa non ce l'hanno e che vivono quotidianamente situazioni drammatiche.

Quindi si conclude qui lo scontro. Abbiamo giocato la nostra battaglia e, come era prevedibile, l'abbiamo persa perché i numeri ci sono contro, ma su questi temi continueremo a condurre la nostra azione, a costo di perdere le prossime elezioni, perché le idee non si barattano in cambio di consensi. Le idee, quando c'è la convinzione, si sostengono fino in fondo, anche a rischio di perdere. In merito alla legge ci rimane per opporci una sola via, che porteremo avanti fino ad ogni possibilità consentita.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, Assessore, colleghi, mi permetto di iniziare facendo i miei complimenti al collega Sechi per l'intervento di poc'anzi; molto di quello che lui ha elencato, di cosa siete e cosa non volete essere, molto di quello (non tutto mi permetta) personalmente, ma non credo solo personalmente, come idea politica del nostro partito, è condivisibile. Ma vogliamo stare tutti coi piedi per terra e non cavalcare l'idea utopistica della città ideale, della Regione ideale, della nazione ideale, a cui comunque tutti, con i propri ideali, con le proprie idee tendiamo.

E così come è vero che ognuno di noi difende le proprie idee, con pieno convincimento, e il difendere le proprie idee non vuol dire etichettare gli altri con termini negativi, provocatori, che lei non ha usato, non vuol dire denigrare, io difendo la mia idea, e la mia idea di sviluppo coincide con quanto proposto, in questa sede, da questa maggioranza. E' un'idea che è anche condizionata, badate bene colleghi, da un modo di fare politica, al quale non siamo estranei: quello di portare avanti le proprie iniziative con la denigrazione dell'avversario.

Noi abbiamo preso un impegno in campagna elettorale: quello di modificare sostanzialmente una politica dei vincoli, dei divieti (permettetemi questa semplificazione) con una politica più aperta che dia fiducia al cittadino e lo renda anche responsabile. Questo passo è servito per concludere un rodaggio. Adesso inizia la vera prova importante per questa maggioranza, cioè quella di cambiare radicalmente l'impostazione del passato anche nel modo di fare politica.

Siccome stiamo parlando anche di mattoni, io vorrei contribuire ad abbattere questo muro contro muro della politica, di un sistema, è notorio, che noi del U.D.C. non condividiamo. E' un sistema che a volte costringe al muro contro muro, ma dipende dall'intelligenza dei singoli, dal modo di fare politica, dal modo di confrontarsi, riuscire a iniziare a togliere dei mattoni da questo muro, e quindi prediligere il confronto, sempre e comunque, un confronto corretto, leale, dove ognuno difende giustamente i propri principi, ma è pronto anche a metterli in discussione, quando il confronto è corretto e non pregiudiziale. Dobbiamo smetterla tutti noi di portare avanti il confronto col pregiudizio del no, perché l'iniziativa viene da una certa parte politica.

(Interruzione)

No, non è così, e anche in questa legge, in alcuni casi, durante la discussione, sono stati accolti alcuni emendamenti proposti della minoranza.

Ma qual era lo spirito, qual è lo spirito di questa legge? Come noi abbiamo affrontato la discussione di questa legge? Verrà semplice a qualcuno, che poi prenderà la parola, ripetere ciò che si è detto ieri: avete pagato la vostra cambiale. Io non uso questo termine, io dico che abbiamo tenuto fede a degli impegni assunti in campagna elettorale, giusti o sbagliati che fossero; molti giusti, a nostro avviso, alcuni forse un po' troppo marcati. Abbiamo dato risposte a quell'elettorato che nello scorso febbraio ha scelto una proposta politica, che era quella di dire no ai vincoli eccessivi.

In una parte di questa legge si dà anche questa risposta, soprattutto nel titolo secondo. Risposta che non è ancora conclusa, badate bene, perché, per esempio, io sono per la residenza nell'agro, io sono perché le campagne vengano vissute, io sono perché i nostri cittadini che scelgono di vivere la campagna possano viverla fino in fondo, con tutte le comodità, perché sono gli stessi che ci hanno regalato quell'ambiente che oggi noi difendiamo.

Io voglio la gente nelle campagne, voglio che gli sia consentito di vivere e di circolare, quindi - altro passaggio, che presumo si farà, di correzione del PPR - voglio anche strade percorribili in campagna, e non voglio il centro Sardegna come museo a cielo aperto per le scampagnate di mezza estate, primaverili o autunnali, dei residenti sulle coste. No, non ho quest'idea. Ed è un'idea, badate bene, che ha a che fare con lo sviluppo economico. Tutte le isole del mondo hanno uno sviluppo che tendenzialmente si orienta verso la costa. Le più grandi città, le più belle città, anche della nostra Regione (da Castelsardo ad Alghero, a Bosa, a Cagliari stessa) sono sulla costa. Il turismo tende verso la costa, soprattutto in un'isola che non ha montagne sfruttabili turisticamente. Parlo della neve, che è l'altro grande strumento di attrazione per il turismo invernale.

E non credo che questa legge possa essere etichettate come strumento di sviluppo turistico. E' solo uno di quei tasselli che può contribuire allo sviluppo economico, alla ripresa dello sviluppo economico attraverso l'edilizia, che è un fatto importante per la nostra Regione, ma non può essere lo strumento per lo sviluppo turistico; su questo concordo con l'opposizione.

Noi non possiamo pensare in maniera antistorica che per l'ennesima volta la politica del mattone possa essere l'elemento di sviluppo economico della nostra Isola; è solo uno degli strumenti che si può utilizzare subito per iniziare a sbloccare i grandi depositi bancari dei nostri concittadini, che normalmente scelgono due strade: o il conto corrente o il mattone. Sbagliato! Ma in questo momento abbiamo necessità di rimettere in moto l'economia, di dare fiducia, di far spendere, di investire. E qual è lo strumento più semplice che il Governo nazionale ha trovato? Il mattone.

Il mattone non è segno di sviluppo, perché le economie avanzate non basano il loro sviluppo sul mattone, le economie e i governi senza idee basano il loro sviluppo sul mattone. Io invece sono convinto di partecipare qui in Sardegna a una maggioranza, a un governo, a una coalizione che ha idee, e che non si fermerà a questo primo passo immediato, utile, necessario, semplice anche da applicare, per stimolare la crescita economica.

Il discorso mi sta portando molto lontano, e non mi è sufficiente il tempo, ma spero di averlo utilizzato per rimarcare un concetto importante dal mio punto di vista: noi vogliamo rompere il muro del confronto aspro e pregiudiziale tra le componenti politiche, noi vogliamo dialogare per cambiare il modo di fare politica, perché siamo qui tutti uniti da un comune interesse, l'interesse generale, e non quello elettorale o ricerca del consenso a qualunque costo, denigrando voi per guadagnare io. Noi non accettiamo questo scontro, vogliamo collaborare, siamo qui per lavorare con i sardi, con questa maggioranza, senza dimenticare questa minoranza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Ieri, l'onorevole Chicco Porcu evocava l'inferno dantesco collocando questa maggioranza e la Giunta tra coloro che sono pervasi da una sorta di lussuria edificatrice. Questa mattina, l'onorevole Cuccu (si vede che, considerato che sono in fase congressuale, gli hanno dato un manuale dantesco da leggere) riprendendo il tema dell'onorevole Porcu, ci collocava nel girone degli ingordi. Peccato però che i colleghi si siano fermati al secondo e al terzo cerchio, perché se avessero continuato a scorrere i gironi avrebbero sicuramente capito che forse c'è posto anche per loro. Ad esempio vi potevate fermare al sesto cerchio, dove sono collocati gli eretici, o al settimo, dove sono collocati i violenti (vista la sequenza degli insulti e delle invettive che avete rivolto in questi giorni alla Giunta e alla maggioranza) o, perché no, al nono cerchio tra i fraudolenti che nella visione dantesca sono le persone che in vita hanno usato la loro intelligenza per ingannare gli altri.

Allora, qual è il messaggio, come mi insegnate voi stessi, che il sommo poeta ha voluto consegnare alla riflessione di noi tutti? Il messaggio è che le pene che le anime dei dannati soffrono ricordano i loro peccati, e voi penso che ne abbiate da ricordare parecchi per gli anni di immobilismo, per aver inaugurato stagione dei divieti che ha messo in ginocchio un sistema produttivo (quello isolano) e dei servizi. Vi siete distinti nel gravare di una odiosissima imposta l'industria del turismo; avete promosso l'immagine della Sardegna non già sugli scenari internazionali, ma nella limitata Piazza Repubblica cagliaritana; avete, come dicevo, mortificato il ceto produttivo piccolo e medio della nostra realtà economica.

E allora, vedete, non ci meravigliamo quando dai banchi della sinistra si manifesta stupore, anzi si grida addirittura allo scandalo nell'avvertire già i rumori delle betoniere che incombono per le strade della Sardegna. Colleghi, è il rumore dell'economia che sta ripartendo in Sardegna, che ci auguriamo che riparta e voi - mi fa piacere che il collega Salis annuisca - vi state preoccupando perché sapete che questo provvedimento coglie veramente nel segno, perché risponde alle istanze dei cittadini, di quei cittadini vessati, e risponde alle istanze di quelle migliaia di piccole e medie imprese artigiane che operano nel settore edilizio.

Allora io mi auguro che il rumore dell'economia - che anche questo provvedimento contribuirà a risollevare nella nostra Isola - davvero giunga alle vostre orecchie fino a diventare assordante, perché probabilmente dovrete anche cambiare modo di porvi nei confronti della Giunta e di questa maggioranza, almeno in occasione di provvedimenti di questa natura, che non creano sacco edilizio, come avete strumentalmente detto, ma colgono bene nel segno nell'accogliere istanze davvero sentite da tutti.

Voglio anche soffermarmi su un aspetto. Qualcuno a sinistra, forse ricordando quello che è successo nel mese del dicembre del 2008, iniziava a sfregarsi le mani pensando che questo provvedimento sarebbe stato o avrebbe costituito uno scoglio sul percorso di questa Giunta e di questa maggioranza. Le cassandre di sventura, anche in questo caso, sono state servite. La maggioranza, pur nella dialettica interna, nelle valutazioni e opinioni differenti che ne sono scaturite, ha saputo fare sintesi, ha dimostrato grande senso di responsabilità e soprattutto grande coesione.

E allora, noi su questo terreno dobbiamo proseguire la nostra azione e alla Giunta, e soprattutto all'assessore Asunis, vanno i nostri complimenti. Complimenti che non sono né di prammatica né retorici perché quando dovevamo muovere appunti o fare riflessioni critiche lo abbiamo fatto, sapendola persona davvero equilibrata e intelligente. Voglio sottolineare la competenza, anche tecnica, con la quale lei, Assessore, ha seguito l'iter di questo provvedimento, cosa davvero rara, anche per le nostre leggi, che spesso (come è accaduto nella scorsa legislatura, perché non possiamo fare un consuntivo ancora di questa legislatura) sono state bocciate dalla Corte costituzionale o sono incorse in ogni caso in censure, anche per difetti sotto il profilo tecnico giuridico.

La sua competenza costituisce quindi una sorta di marchio di garanzia che lei ha impresso a questa legge, e per questo, assessore Asunis, le chiediamo di intervenire - mi fa piacere che ci sia anche l'assessore Corona - per continuare in quel lavoro di snellimento di tutte le procedure burocratiche che rallentano l'esecuzione dei progetti. Bisogna mettere mano alla macchina amministrativa. Pensiamo soprattutto agli uffici periferici della tutela del paesaggio o agli uffici, comunque, della Regione, dove sappiamo che vi sono dei funzionari competenti, preparati, ma non capiamo perché diventino uffici di raccolta e non di smaltimento - mi si passi l'espressione forse poco urbana - di tutto ciò che vi arriva, tant'è che abbiamo tante pratiche inevase.

Insomma, i tempi sono davvero lunghissimi, incompatibili con le esigenze di che una moderna economia. Se davvero vogliamo contribuire a far funzionare quel sistema nel suo complesso, dobbiamo trovare il modo di superare anche questi intoppi che spesso si verificano. Ecco perché plaudiamo per il grande risultato che la Giunta e la maggioranza consegnano ai sardi. Sarebbe davvero cosa di poco conto se fosse un risultato solo utile per noi. Sappiamo di aver fatto una cosa giusta per la Sardegna nell'interesse dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Non avrei mai pensato, caro collega Pittalis, che proprio da lei dovesse venire all'Aula una lezione sul contrappasso dantesco, cioè su quella regola poetica per cui Dante legava la pena a cui ognuno veniva chiamato ai comportamenti tenuti in vita. Allora, qui dobbiamo dire che c'è qualche consigliere regionale impunito, se vogliamo applicare la regola dantesca. Infatti quando lei afferma che il centrosinistra dovrebbe essere spedito velocemente nel girone degli imbroglioni, chi ha imbrogliato i cittadini dovrebbe stare attento, perché tra i cittadini ci sono anche gli elettori e adesso gli eletti (anche a causa di sistemi elettorali che non legano l'eletto allo schieramento di elezione) spesso sono liberi di operare scelte in contrasto con quelle degli elettori che li hanno eletti. La regola del contrappasso è una regola che va applicata sempre e bisogna anche richiamarla in termini corretti.

Entrando nel merito dell'articolo 16 io, se fosse possibile, proporrei che detto articolo venisse così rimodulato: "La presente legge entra in vigore il giorno successivo all'approvazione del vero piano casa", perché questo, com'è stato dimostrato, è un piano casa farlocco. So che è una proposta assolutamente irricevibile da parte della maggioranza; tra l'altro anche le argomentazioni che ha portato lo schieramento dei consiglieri della P.d.L. che sono intervenuti in premessa di dibattito, certamente non aiutano a fare una riflessione conclusiva e definitiva, non sui due mesi di discussione su questa legge importante, ma su quello che dovremo fare da oggi in poi. Ci sono state anche significative aperture di discussione in merito a questi punti e non le lasceremo cadere nel vuoto.

Un'altra proposta di emendamento orale che potrei avanzare, assessore Corona, è la seguente: "La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla presa d'atto dell'approvazione delle leggi sul piano casa" - ugualmente farlocche, ma meno di quella della Sardegna - "nelle altre Regioni". Perché, tra tutte le leggi sull'edilizia che sono state approvate nelle diverse regioni quella sarda è sicuramente la peggiore. Ma non è per una questione ideologica.

Io amo richiamare - perché è stata un'esperienza politica istituzionale importantissima - la mia attività quindicennale di sindaco. Prima di diventare consigliere regionale, secondo me si dovrebbe fare, almeno per sei mesi l'esperienza di sindaco in un comune sotto i 3 mila o 5 mila abitanti, perché quella è la scuola che permette veramente di capire quali sono i problemi delle persone. E proprio quell'esperienza mi ha portato a dire: io non voglio bloccare niente, io non voglio bloccare niente, io voglio che le opportunità del territorio, di tutti i territori, siano al massimo!

Mi riferisco anche agli interventi positivi, corretti come al solito, intelligenti pronunciati sia dall'onorevole Capelli oggi, sia dall'onorevole Vargiu ieri, in cui si richiamava la minoranza a superare alcuni problemi di approccio vincolistico, di approccio eccessivamente conservativo anche sui temi dell'urbanistica, si richiamava al superamento di questo problema, che veniva intravisto nella nostra posizione politica, con l'apertura verso un provvedimento qual è questo.

Ma questa apertura l'avremmo potuta fare - e l'abbiamo detto in sede di discussione in questi mesi - se veramente fossimo partiti dal problema vero. Allora, io sono d'accordo e concordo con l'onorevole Capelli quando dice: "E' una mia idea, una mio convinzione: non possiamo continuare a pensare che l'edilizia, il mattone e il cemento possano essere il pilastro dove poggia l'economia della Sardegna". Onorevole Capelli, io sono assolutamente d'accordo con lei. Ad un certo punto, se si supera un certo livello di edilizia si muore, soprattutto in un'isola come la Sardegna che è, dal punto di vista ambientale, storico, climatico, un gioiello!

Le imprese edili muovono grossi numeri in termini di occupazione, in termini anche di voti, in termini di rapporti politici, in termini di stampa, in termini di opinione pubblica. Perché si perdono le elezioni? Perché la battaglia per il consenso elettorale non è più legata alla situazione della vita politica come accadeva vent'anni fa o anche quindici anni fa. Sappiamo benissimo quanto, sul consenso, sulla gestione del consenso, giochino gli organi di informazione che sono nelle mani di chi sono. Anche questo è un problema che dovremmo porci. Quindi, non parliamo di messaggi che si danno e che poi non arrivano.

L'edilizia è importante, è molto importante, io provengo da una zona dove ci sono miriadi di imprese e quindi per la coerenza delle mie idee rischio anche di perdere consensi, ma lo faccio in maniera intelligente, nel senso che capisco quello che sto facendo, perché la conquista per forza del consenso non può essere barattata con la svendita delle proprie opinioni, dei propri valori, delle proprie idee. Questo lo fanno i voltagabbana, io non mi sento tale.

Ultima cosa. Abbiamo visto dalla stampa che dopo il piano casa farlocco il centrodestra, la P.d.L., un autorevole Ministro...

ARTIZZU (P.d.L.). "Il", articolo, il P.d.L.!

SALIS (I.d.V.). "Il"? Non è la palazzina della libertà?

SANJUST (P.d.L.). Il Popolo della Libertà!

SALIS (I.d.V.). Scusa, questa è una battuta, Carlo, tu ti inalberi subito, non prendertela sempre, io getto l'amo e tu abbocchi!

(Interruzione del consigliere Sanjust)

SALIS (I.d.V.). E' già chiarito quello, è già chiarito tutto. E' già la quarta volta che esce sulla stampa, sui giornali del premier, ma poi viene smentito tutto. E' la quarta volta, Carlo, sei un po' indietro, hai il fuso orario un po' sbalestrato.

Dicevo, dal piano casa farlocco si è passati al piano casinò. E' intervenuta "la Ministra" parlando di tredici, quattordici, quindici, non so bene quanti casinò. E' un martellamento continuo di idee strampalate. Non le reggiamo. Noi abbiamo una certa resistenza, ormai siamo abituati, ma non le reggiamo tutte queste uscite così improbabili.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Signora Presidente, io sinceramente nella distinzione dei ruoli non mi sognerei mai, come del resto non hanno fatto con me, di dire agli amici dell'opposizione come si fa l'opposizione. Ognuno si assume le proprie responsabilità nella distinzione dei ruoli. Questo non vuol dire che non ci possano essere delle sintonie, delle unità di intenti, delle convergenze. Del resto questo è il Parlamento dei sardi, qua approviamo le leggi e nessuno può pensare cheogni maggioranza (anche se qualcuno l'ha pensato, in tempi passati non molto remoti) possa fare le leggi a seconda del proprio fabbisogno. Io credo che questo sia l'errore più grande. Non c'è Assemblea legislativa che si possa permettere di non approvare leggi di garanzia, di non approvare leggi improntate al rispetto di chi sta fuori da quest'Aula, soprattutto, e di chi deve utilizzarle e quindi rispettarle.

Questi giorni ho letto che siamo partiti all'assalto delle coste, che siamo arrivati a una legge pessima perché interviene solo sulla fascia dei 300 metri, che siamo coloro che vogliono stravolgere la cubatura esistente e siamo anche oggetto di un discorso di moralizzazione che non posso accettare. Nessuno può assegnarsi patenti di moralizzatore, nessuno è più bravo degli altri, perché se iniziassimo a dire che siamo i più rispettosi e che sulle questioni morali siamo pronti a dare punti a tutti, credo che sbaglieremmo, e se lo faceste voi sbagliereste altrettanto.

Ognuno si fa le analisi al proprio interno, ma non può permettersi di fare il moralizzatore nei confronti degli altri e cioè di spiegare agli altri cosa è più onesto e cosa non lo è. Se infatti torniamo al discorso che facevo poc'anzi, dell'applicazione della nostra presenza qua dentro a fare leggi, ognuno le fa onestamente, cerca di farle onestamente, che poi le leggi siano buone, che riescano o non riescano, è un altro tipo di discorso, ma non credo che (parlo per il Partito che rappresento) noi siamo stati qui settimane per fare leggi di convenienza.

Ho provato anche a dimostrare - credo di non esserci riuscito, ci riprovo -che il 25 per cento che davate voi quando eravate al governo non è diverso da quello che stiamo dando noi. Con una differenza, non di cubatura: che quando l'avete dato, nei margini e negli spazi consentiti, avete dovuto effettuare anche delle scelte e lasciare fuori persone, imprenditori (sto parlando di imprenditori alberghieri) quindi ciò la dice tutta. Io non so come quelle scelte siano state operate, io penso onestamente, penso onestamente, ma molti ne sono rimasti fuori, e non è cubatura nuova, è cubatura esistente che viene amplificata nello stesso termine e nello stesso modo in cui l'avete deciso voi. Noi lo stiamo facendo forse in modo più radicale.

Forse c'erano delle ingiustizie, senz'altro ce ne saranno state, e noi a quelle ingiustizie vogliamo porre rimedio. Forse ci sono molte strutture alberghiere, e quindi ricettive, che non sono competitive (io parlo della parte a me più vicina, che conosco meglio, il Nord-Ovest) forse c'è la necessità di ridare qualità ai servizi perché sono talmente vecchi e obsoleti e non competitivi da rendere difficile la vita di quella realtà, e allora vanno migliorati. Io mi preoccupo invece quando il 25 per cento viene superato dal 100 per cento. Mi spiego meglio, perché qualcuno fa finta di non ascoltare e qualcuno non lo scrive.

Oggi infatti ho letto un articolo che faceva riferimento alle intese siglate per La Maddalena; si parlava delle intese che concedevano un 25 per cento di cubature in più agli alberghi esistenti, e io sono d'accordo, ma si ometteva di parlare di una perché non era relativa ad un albergo esistente, bensì ad un albergo che si vuole costruire ex novo all'interno della fascia dei 150 metri dalla battigia in un'isola minore: Santo Stefano. Questo non si può far finta di non conoscerlo, questo è un aborto, è una cosa talmente sporca quella che si sta facendo su quello scoglio che dovrebbe far gridare allo scandalo tutto il Consiglio regionale unito. Invece il Consiglio regionale non è unito e sta zitto. Io mi auguro che questo non avvenga, che qualcuno intervenga e che quei 45 mila metri cubi di cemento non trovino spazio a Santo Stefano, perché è una vera ingiustizia. Si vuole costruire in un'isola minore, non nell'isola madre, in un'isola minore.

Ma adesso io mi pongo un altro problema che in questa aula non è saltato fuori, quello dei PUC da definire. Questi benedetti comuni (quanti sono, tre o quattro?) non hanno i soldi. Vogliamo provare a ragionare, non stamattina ma quanto prima, perché anche lo Stato di diritto, e cioè il diritto dei cittadini, venga rispettato, e perché questi PUC finalmente trovino luce e si finisca di improvvisare e si finisca anche di impedire, attraverso la non disponibilità delle risorse e l'indebitamento di comuni che non si possono più indebitare, la chiusura di questa partita fissando una data da far rispettare come termine ultimo e quindi fine di questa vicenda? Noi a questo dobbiamo arrivare.

L'altro punto che rimane scoperto è il discorso delle intese. Dovevano avere una durata limitata, un termine. Voi l'avete utilizzato appieno in questi due anni perché stavate governando, ma due anni adesso sono trascorsi, cosa succederà? Si possono ancora utilizzare per gli enti pubblici (su questo non v'è dubbio). E il resto del percorso? Ce lo dovremo chiarire. Non si lascia certamente appeso; è una cosa che va definita perché noi non abbiamo niente da nascondere e questa maggioranza non sta nascondendo niente, lo vuole fare alla luce del sole con la trasparenza necessaria. Questo è un altro argomento sul quale dovremo ragionare perché non è una cosa sulla quale improvvisare.

A qualcuno che richiama Dante continuamente io mi accontento di richiamare Churchill che diceva che le guerre si fanno alle persone intelligenti e non agli stupidi. Perché? Perché con gli intelligenti le guerre hanno fine, con gli stupidi non hanno mai fine. Io credo che questa opposizione non sia stupida e abbia capito benissimo che, nella differenza dei ruoli, ognuno riveste il proprio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, Assessore, stamane alcuni interventi, non so se volutamente, sono stati capaci di suscitare l'ilarità in tanti di noi, e credo sia un fatto positivo. Io non voglio scomodare il sommo poeta, anche perché credo si sia rivoltato abbastanza nella sua tomba stamane, sentendo quanto abbiamo avuto modo di udire tutti quanti. Noi ormai siamo alla fine di questa discussione, mi rendo conto che per alcuni dei presenti è stata una sofferenza, probabilmente una perdita di tempo, un qualcosa che l'opposizione ha voluto infliggere alla maggioranza. Io eviterei - fossi nei panni dei colleghi della maggioranza - di tacciare l'opposizione in questa maniera.

Credo invece, e sono d'accordo con chi lo affermava - lo diceva Capelli, lo diceva Pittalis, poc'anzi l'onorevole Sanna, prima Sechi - che si siano confrontate in quest'Aula due visioni diametralmente opposte sul modello di sviluppo di questa Regione. E ovviamente, quando il tema è questo, è chiaro che non possa essere una passeggiata per nessuno, anche perché provvedimenti come questi non durano alcune settimane, e lasciano anche qualcosa di irreversibile, e tutto quello che è irreversibile ovviamente viene contrastato da chi non ne condivide gli effetti.

Siamo però alla fine di questa discussione, e io onestamente speravo - lo voglio dire, per me è la prima esperienza, sono un neofita come tanti di voi in quest'Aula, vengo da un'esperienza che mi ha abituato a trattare, a confrontarmi - speravo che in quest'Aula su un tema così delicato, così sensibile, si potesse sviluppare un confronto. Questo non significa ovviamente che chi ha il dovere di avanzare una proposta poi sia tenuto, in qualche maniera, a recepire poco o molto di chi ha una visione opposta. Però a me spiace rimarcare (mi rendo conto che è un'opinione personale non condivisa) che qui si è sviluppato un dialogo tra sordi, cioè non si è voluto tener conto di nulla, o di quasi nulla, o solo di ciò che poteva essere comunque marginale nell'economia di questo provvedimento.

Io sono abituato a confronti anche serrati, in punta di forchetta, ma attenzione, voglio richiamare l'attenzione di tutti, Presidente, Assessore, perché credo sia anche, a futura memoria, nell'interesse di tutti, importante soprattutto per quest'Aula avere la sensibilità politica di riconoscere anche le opinioni della parte avversa. In quest'Aula si è fatto tutto tranne che questo. Badate, spettava soprattutto a voi inviare un segnale in questa direzione, perché se ci fosse stata una disponibilità in questa direzione probabilmente anche la qualità del dibattito, che voi avete tentato di stigmatizzare, sarebbe stata diversa.

Il fatto è che non c'è da parte vostra il riconoscimento delle opinioni e delle proposte altrui. Più volte ho chiesto al presidente Cappellacci, all'Assessore, di spiegarci come questa legge possa essere in grado di rimettere in moto l'economia. Lo chiedo ancora oggi, reitero questa richiesta: Assessore, l'onorevole Pittalis ha parlato di rumore dei motori dell'economia, bene, può essere che abbia ragione, mi dica allora qual è lo strumento, qual è la chiave, com'è che si avvia questo motore dell'economia, perché continuo, sarà un limite mio, a non capire come questo provvedimento rimetta in moto l'economia. A questa reiterata domanda, Assessore, lei ha opposto un silenzio assordante, io spero che almeno in sede di replica finale voglia fornirci una qualche risposta.

E' passato qui, mi pare, una mattina l'Assessore al turismo. Bene, ho chiesto e chiedo, Assessore, qual è il nesso tra gli interventi previsti da questo disegno di legge e l'aumento della domanda turistica. Consente forse di allungare la stagione? E' questa la risposta, Assessore? Ci vuol dire, per cortesia, come l'aumento della volumetria - quand'anche fosse il raddoppio - possa allungare la stagione? Credo serva altro. Aumenta il flusso turistico? Forse sì, perché considerato che il turismo verso le seconde case è una delle voci più importanti relative al flusso turistico in Sardegna, è probabile che ci sia un rapporto, ci sia un nesso con l'aumento delle capacità ricettive. Ditecelo, almeno una risposta ci sarà in questa direzione.

Però Assessore, è lecito che un consigliere regionale, che rappresenta qualcosa, poco o molto, ponga una questione come questa che a me pare importante, ed è possibile che non ci sia una risposta? Poi potrà non essere esaustiva dal punto di vista di chi formula la domanda, però, per cortesia, date qualche risposta; non mi pare una domanda provocatoria. Non mi pare ci sia la volontà di buttarla in rissa, assolutamente, c'è solo l'esigenza di capire quali sono alcune ragioni. La prego pertanto, Assessore, di darci una risposta. Per questo reitero questa domanda.

Ancora, le chiedo, qual è (perché non ci ha risposto) il nesso tra il disagio abitativo, di cui lei ha parlato tre volte nelle sue repliche, e il bisogno di deregolamentare tutto. Ma qual è il nesso tra disagio abitativo e aumento della volumetria anche nella fascia dei 300 metri, e dei 150 nelle isole minori? Per favore, per cortesia, è possibile avere una risposta? Magari l'avete, però ditecela.

Oggi sono state evocate diverse categorie della razza umana, non voglio candidarmi a nessuna di queste, se non a quella che ha il diritto di porre una domanda e pretendere (scusate il pretendere) una risposta. Io mi permetto di sottoporle un esempio, Assessore, semplicissimo, che è questo. Noi un anno fa abbiamo assistito in tutto il mondo occidentale ad una drammatica crisi finanziaria, che ha investito tutti, anche la nostra Regione, nessuno dei presenti è responsabile di questo, per carità, le dico solo questo: tutti i governi, quelli di destra e quelli di sinistra, hanno individuato come causa principale di quella crisi finanziaria l'aver deregolamentato tutto, l'aver eliminato regole, e l'aver dato carta bianca ad un governo liberista dell'economia che ha portato alle conseguenze che ha portato.

Allora, l'esempio è questo, Assessore: in economia, in finanza, anche quando le crisi sono drammatiche, si possono trovare delle soluzioni, con gli accorgimenti opportuni. Voi deregolamentate, liberalizzate, su un terreno che non è finanziario, voi utilizzate il paesaggio…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri, la Giunta non può che essere contenta, vuoi della conclusione del dibattito intervenuto in aula, vuoi in riferimento agli spunti che sono giunti. Spunti che in parte attengono all'articolato proposto dalla Giunta, spunti che attengono ad altre partite (quale la partita riferita al programma per l'edilizia residenziale pubblica) spunti anche che appartengono ad un processo che l'Esecutivo si sta già apprestando a concludere.

Io credo che bisognerebbe avere l'attenzione e la sensibilità di ascoltare tutte le voci perché tutte le voci portano oggettivamente ad esaminare le tematiche con angolazioni diverse, ed esse stesse consentono anche di operare le giuste riflessioni nell'intento di pervenire ad azioni che siano sedimentate ancor prima di essere avviate e che conducano verso obiettivi per quanto possibile condivisi. Io credo, in tutta sincerità, che se qualcuno oggi avesse visto per le strade un movimento di ruspe, quel movimento potrebbe essere solo funzionale ad alcune attività di tipo agricolo o potrebbe essere forse funzionale a qualche manifestazione che viene portata in piazza per sensibilizzare l'opinione pubblica (e credo anche il Consiglio regionale) sull'esigenza di identificare processi che consentano di dare comunque, seppure in maniera non compiuta, un primo segnale, una prima ipotesi di riavvio di processi produttivi.

Il documento che il Consiglio sta apprestandosi a concludere nel suo esame mira essenzialmente, non già a risolvere i problemi dell'economia isolana, come peraltro credo che sia nella convinzione della gran parte del Consiglio regionale, ma a fornire quelle piccole, apparentemente piccole risposte che consentano di poter superare un momento di drammaticità che raggiungerà le sue massime negatività tra l'autunno di quest'anno e la primavera dell'anno prossimo. Quindi un'azione rivolta a identificare percorsi che consentano, nel rispetto delle peculiarità che il nostro territorio esprime, di poter avviare una programmazione di interventi, primariamente, nel caso di specie sulla filiera dell'edilizia, rivolti, così come rappresentato nel titolo I del documento, all'ampliamento del patrimonio immobiliare. Ma ampliamento condizionato ad una riqualificazione del patrimonio immobiliare, non ad un aumento sconsiderato che non sia interrelato in maniera intima con l'esigenza di recupero e di riqualificazione.

Quindi io credo, in tutta sincerità che, a prescindere dalle posizioni che si sono rappresentate in aula, non possa che esserci su questo punto una reale condivisione. Condivisione nel senso che con questo dispositivo si iniziano ad orientare una serie di interventi verso un'azione di recupero, di riqualificazione e di contenimento energetico dei nostri contenitori edilizi. Io credo peraltro che il paventato sfascio derivante dall'entrata in vigore del dispositivo sia forse conseguente ad una valutazione eccessivamente.

Sono anche dell'avviso - ma è un avviso del tutto personale - che il documento avrà una primaria applicazione in ordine al patrimonio immobiliare riferito alla prima casa. Questo perché? Perché di fatto il disagio che oggi gran parte della nostra collettività avverte in riferimento alla prima casa (escludendo chiaramente la problematica gravissima di coloro che non hanno avuto l'opportunità di poter accedere a programmi di acquisizione agevolata) è quello di una scarsa razionalizzare delle unità abitative che non consente agli utilizzatori una corretta vivibilità degli immobili stessi. Questo lo dico non perché la mia convinzione derivi da riflessioni personali, ma perché la mia convinzione deriva anche da una serie di ulteriori sollecitazioni che mi provengono, non già dalla classe politica, bensì da segmenti della nostra popolazione.

Faccio in particolar modo riferimento alle ultime mie interlocuzioni con gli amici di via Emilia a Cagliari (non nella sede del P.D. chiaramente) con i circoli dei lavoratori sempre della via Emilia, della via San Michele, con gli amici della via Podgora, con gli amici che vivono nelle pendici del Colle San Michele, sul prolungamento di via Is Cornalias, tutte persone che nella massima parte hanno un reddito non eccezionale ma scommettono su questo dispositivo e credono di poter, attraverso questo dispositivo, realmente migliorare le loro condizioni abitative.

Quando mi sono permesso di porre l'accento sugli aspetti di carattere economico finanziario mi hanno risposto: "Ingegnere… - e alcuni - Gabriele, tu scherzi? Noi non possiamo, come fate forse voi, permetterci, quando non stiamo comodamente in una casa, di comprarcene un'altra. Noi siamo disposti a mettere in gioco tutto quello che abbiamo e ad indebitarci, ma se ci date la possibilità di un contenitore abitativo che ci consenta di lenire…".

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Comunico all'Aula che l'emendamento numero 331 è uguale al testo per cui decade, e di conseguenza decade anche l'emendamento numero 555 sostitutivo totale. Rimane soltanto l'emendamento numero 330.

Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Presidente, sull'emendamento soppressivo parziale numero 330 la Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore agli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico agli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 330.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, la legge sta per essere approvata, noi siamo gente che non perde mai la speranza e crediamo nella redenzione. E così vorrei, con la collaborazione di un addetto, consegnare a tutti un modello che contiene una dichiarazione sostitutiva dove si dichiara, sotto la personale responsabilità, "di non possedere nessun interesse personale o imprenditoriale discendente dai benefici contenuti nel disegno di legge denominato…". Io, e tanti con me, presenteremo nei prossimi giorni presso la Segreteria generale questa dichiarazione e aspetteremo trenta giorni per vedere quanti e chi, liberamente e limpidamente, faranno allo stesso modo. Sarà utile per dimostrare il senso di questa legge.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Chiedilo anche a qualcuno che è assente!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha Facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.Signora Presidente, signori consiglieri, deposito al tavolo della Presidenza il quadro generale delle attività che verranno svolte dall'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica, laddove i consiglieri potranno rilevare che quanto da me a suo tempo dichiarato risponde all'azione programmatica che mi accingo ad avviare. Sto parlando di revisione del Piano paesaggistico regionale, sto parlando di legge quadro sull'urbanistica, sto parlando di direttiva per i centri urbani, sto parlando del riavvio puntuale dell'interlocuzione con gli enti locali al fine di concertare i documenti di cui vi ho appena rappresentato i contenuti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, finalmente giungiamo a conclusione di questo dibattito che, più che un dibattito vero e proprio, è stato un monologo perché, salvo qualche piccola eccezione, gli interventi e le proposte provenivano solo ed esclusivamente dalla minoranza.

Oggi abbiamo assistito a qualche entusiastico intervento da parte di alcuni consiglieri della maggioranza ai quali, molto probabilmente, è stata restituita la parola, la parola che era stata tolta, molto probabilmente, per la paura che facessero danni, che potessero in qualche modo disturbare l'eventuale manovratore. Ma dico anch'io che finalmente oggi termina questa specie di dibattito perché finalmente tutti i sardi, da oggi, potranno rendersi conto dell'imbroglio al quale sono stati sottoposti dal 1º aprile ad oggi; un imbroglio perché lo avete presentato dal punto di vista mediatico - poi lo avete smentito anche in Aula - come "piano casa" che di casa ha ben poco. Nella sua applicazione accontenterà ben poche persone, molto probabilmente quelle stesse persone che dall'esterno hanno magari scritto e guidato anche i lavori consiliari.

E' successo di tutto in quest'Aula nella fase della discussione e della presentazione degli emendamenti; abbiamo avuto emendamenti sostitutivi totali che stravolgevano completamente alcuni articoli fondamentali all'interno del contesto di questa legge. Per queste motivazioni, perché ritengo di essere qui per curare gli interessi di tutti i sardi e non dei singoli o di alcuni gruppi, esprimo da subito il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signora Presidente, colgo anch'io l'occasione di questa dichiarazione di voto per pronunciare le mie considerazioni conclusive rispetto a questo disegno di legge.

Oggi si conclude l'iter tormentato di una legge tormentata. E' partita come "piano casa", ha proseguito come "disposizioni a sostegno dell'economia", per poi divenire, come si legge nella relazione di maggioranza del presidente Sanna, strumento per attenuare il disagio abitativo di molte famiglie. Io mi chiedo: in quale parte della legge si affronta davvero, non in maniera surrettizia ma in maniera concreta, il problema del disagio abitativo? Non c'è da nessuna parte un vero intervento in questo senso, e non c'è perché non era quello e non è quello l'obiettivo di questa legge. L'obiettivo vero è rimasto celato per mesi e in parte, debbo dire, è rimasto celato anche in quest'Aula per gran parte della discussione. Si è sempre teso a minimizzare gli effetti reali, a evidenziare obiettivi inesistenti, e cioè il miglioramento della qualità architettonica e dell'efficienza energetica del costruito, in cambio di una premialità volumetrica.

Era chiaro che l'obiettivo non era e non poteva essere quello, l'obiettivo erano volumi nuovi, era la realizzazione di nuove volumetrie anche non aggiuntive, quello era il vero obiettivo, che non è un obiettivo criminogeno in sé, perché costruire nuove abitazioni, non è in sé un fatto negativo. Noi diciamo però no a questo obiettivo quando, invece di incentivare la realizzazione nell'ambito dei Piani urbanistici, di promuovere l'intervento pubblico per nuove costruzioni per la povera gente, di promuovere il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e di promuovere la costruzione degli alberghi nell'ambito dei piani turistici seri e consolidati, invece di tutto questo si punta a scardinare la tutela del paesaggio, si punta a modificare in maniera irrituale il Piano paesaggistico regionale, si punta a bypassare e a derogare i Piani urbanistici comunali, si punta a contrapporre i sindaci ai cittadini e ad ignorare i rischi idrogeologici.

No, cari colleghi, noi diciamo no quando serve e quando ne siamo convinti, capaci anche di dire sì quando serve e quando è positivo. Questa non è una bella pagina scritta dal Consiglio regionale e, secondo me, non avete grandi motivi per vantarvene. Con la messa in campo dell'ultimo emendamento all'articolo 13 si è rivelato il vero e più importante…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Vorrei precisare ai colleghi che l'emendamento numero 330 non è un soppressivo parziale ma un soppressivo totale perché sopprime il comma 1, che è l'unico comma dell'articolo. Il nostro Regolamento prevede che, quando viene presentato soltanto un emendamento soppressivo totale, si metta direttamente ai voti il mantenimento del testo, per cui stiamo votando il testo dell'articolo 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Vuole parlare l'Assessore, io gli cedo volentieri la parola, per il momento,…

PRESIDENTE. No, scusi, onorevole Manca, abbiamo già detto che è un modo di procedere irrituale. Siccome l'Assessore è già intervenuto, se può aiutare gli do la parola, altrimenti è un modo irrituale di procedere.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.Solo per arricchire il dibattito, chiederei a chi ha predisposto questo modulo di aggiungere: "dichiaro di non aver mai realizzato qualsivoglia opera abusiva di natura edilizia e di…". Grazie. E poi lo firmiamo tutti!

(Applausi dai banchi della maggioranza)

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, colleghi!

L'assessore Asunis ha avanzato una proposta e provvederà a far integrare il testo a disposizione di tutti i consiglieri. Chiusa la questione.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, non so cosa dovessimo firmare perché ero assente. Siamo arrivati alla fine di un percorso legislativo molto impegnativo e anche faticoso per tutti, per chi ha dovuto parlare, per chi ha dovuto ascoltare e per chi probabilmente non ha potuto parlare, come spesso richiede il gioco delle parti. Io penso che ci siamo trovati, Assessore, ad affrontare un disegno di legge con un percorso già scritto, un disegno di legge blindato. Questo è stato evidente, palese dall'esame in Commissione in poi; noi abbiamo cercato di portare un contributo, una visione diversa del piano casa che avremmo voluto porre in essere, senza infingimenti, proponendo soluzioni diverse, non proponendo assolutamente il muro contro muro. Poi è chiaro che nel gioco delle parti è normale anche, in alcuni momenti, eccedere nelle dichiarazioni e nei toni.

Il collega Sanna ha fatto una affermazione che io condivido: non bisogna essere moralizzatori di nessuno. Io non voglio esserlo, però, collega Sanna, mi consenta di dire che nel corso di tutto questo iter trovo sicuramente immorale…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Visto che stiamo votando il testo della legge...

PRESIDENTE. No, non stiamo votando il testo della legge, stiamo votando l'articolo 16.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo è un equivoco in cui sono incorso per la confusione che regna in Aula. Chiederei che l'Aula, in queste occasioni, stesse composta.

PRESIDENTE. L'ho già chiesto, onorevole Uras, ha ragione, l'ho già chiesto. Prego i colleghi di prendere posto. Chi non vuole stare in Aula può uscire. Però onorevole Uras è stato chiarito ben due volte che stavamo votando il testo dell'articolo 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il mio voto a favore del testo dell'articolo 16, però vorrei dedicare anche qualche minuto ad un pacato ragionamento con l'onorevole Gian Valerio Sanna e anche con la Presidenza, alla luce di quello che lei ha appena annunciato. Io vorrei precisare all'onorevole Sanna che personalmente obbedisco alle leggi dello Stato, per cui ho ben presente che la mia attività di legislatore deve avere come punto di riferimento interessi generali che non devono mai essere confliggenti con quelli individuali, nel senso che gli interessi individuali di ciascuno di noi come legislatore sono assolutamente secondari, subordinati e inesistenti addirittura rispetto a quelli generali e a quelli che sono garantiti dalle leggi dello Stato. Per cui sarebbe come se, alla fine di ogni legge, noi dovessimo dichiarare che non traiamo benefici dalla legge.

Faremo una legge di riforma sanitaria in questa Aula. Bene, io spero di trarre benefici personali dalla legge di riforma sanitaria perché spero che migliori la qualità della assistenza in questa Regione. E da questa legge io spero di trarne benefici personali e imprenditoriali, nel senso che spero che migliorino le mie condizioni di vita e che migliorino quelle dell'imprenditoria sarda e che migliorino conseguentemente quelle di tutti i sardi. Quindi questo documento che lei ci suggerisce di firmare è comunque irricevibile e comunque ha un senso, come sempre, alla luce di una cultura giustizialista a senso unico che viene interpretata in maniera ideologica in questa Aula.

Io le firmerei (ma lo firmerei a lei, non all'Aula) un documento in cui lei mi dice che io non ho intenzione di avvalermi in nessun modo (e neanche mia moglie, l'unica di cui posso disporre) di eventuali benefici che discendessero da questa legge. Questo lo posso fare. E le chiedo, presidente Lombardo, di non mettere a disposizione dei consiglieri alcunché, né integrato da quello che dice l'Assessore, né "disintegrato", cioè soltanto il testo del collega Sanna. Il collega Sanna ha scelto una strada mediatica, interessante, intelligente per fare pubblicità a sé e al suo schieramento, come tante altre volte ha fatto in questa Aula, ma è esclusivamente una trovata pubblicitaria alla quale invito ciascun consigliere regionale a non aderire perché non è questo il modo corretto per condurre in Aula un dibattito, un dialogo e un confronto.

PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, vorrei precisare che non ho inteso acquisire agli atti e mettere a disposizione come atto del Consiglio la richiesta dell'onorevole Sanna e dell'assessore Asunis. L'onorevole Sanna l'ha consegnata alla Presidenza e chi ne vuole fare uso e vuole sottoscrivere questa dichiarazione lo può fare, ma il Consiglio non ha nulla a che vedere con essa perché non intende dichiarare chi ha acceduto alla richiesta dell'onorevole Sanna e chi non ha acceduto. Attiene alla libera volontà di ciascun consigliere regionale. Per cui questa richiesta non si considera minimamente un atto di questo Consiglio regionale.

Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (P.d.L.). L'onorevole Sanna, che io stimo e del quale mi onoro anche di considerarmi un amico, propone un'ordalia. A me piacciono le ordalie, mi piacciono anche le operazioni di pulizia, quelle forti, quelle hard, mi fregio di essere stato tra quei consiglieri regionali che andarono fisicamente, esercitando il potere ispettivo sancito dal Regolamento del Consiglio regionale, nei locali della Presidenza della Regione per cercare di farmi consegnare gli atti della gara di appalto della Saatchi & Saatchi. Non fu possibile perché funzionari e dirigenti scapparono come scappano i conigli seguiti dai cani durante una battuta di caccia. Li acquisimmo successivamente e in seguito ci fu anche una Commissione d'inchiesta.

Quindi io aderisco a quest'iniziativa e apprezzo molto anche la opportuna e intelligente integrazione che ha voluto proporre l'assessore Asunis. Però io rilancio, Assessore. E' riecheggiata in questi giorni, in questa Aula, l'audace impresa della trasvolata sulla Sardegna del famoso elicottero pagato dai cittadini sardi, nel quale qualcuno, la cui identità è ancora ignota, venne accompagnato a scegliere (quelli che il collega Porcu ripeteva, come un mantra, dovessero essere venduti) i "gioielli di famiglia". Ebbene, lei ricevette una mia interrogazione, con richiesta di risposta scritta, alla quale come Assessore dell'urbanistica, purtroppo devo dire non ha mai risposto.

Ci furono anche tre o quattro interrogazioni di Parlamentari sardi che chiesero: "Ma insomma chi c'era a bordo di quell'elicottero?".

Allora, ordalia per ordalia, siccome credo che lei non avesse prima e oggi ancora meno niente da nascondere, finalmente, io le firmo tutte le carte che lei vuole, ma lei ci dica ufficialmente chi era in elicottero quel giorno con il presidente Soru.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, volevo preliminarmente dedicare qualche parola alla dichiarazione dell'onorevole Gian Valerio Sanna, definita dichiarazione sostitutiva di certificazione. Onorevole Gian Valerio Sanna, io all'atto dell'insediamento in questo Consiglio regionale ho presentato una dichiarazione patrimoniale, e la presento tutti gli anni, così come credo facciano tutti i consiglieri regionali. E' un documento pubblico, è stato peraltro pubblicato anche sul bollettino ufficiale della Regione, è su internet, lo si vede quotidianamente.

Ora io capisco la sua provocazione, la sua è la provocazione di quelle persone - e mi dispiaccio di questo - che non essendo riuscite nel loro intendimento, che era quello di smantellare un disegno di legge che è stato approvato da quest'Aula e che è condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini, cercano una qualche forma di rivalsa. E' vero, questo disegno di legge potrà anche contenere eventualmente qualche imperfezione, mi dica se negli ultimi cinque anni ci sono state leggi passate al vaglio di questo Consiglio regionale, e approvate dalla vostra maggioranza, che non sono passate al vaglio del TAR e della Corte costituzionale, o della Corte dei conti, cosa ancora più grave. Se voi volete giocare su questo terreno, trovate pane per i vostri denti.

Io non credo, onorevole Uras, che sia questo il ragionamento che dobbiamo fare. Sappiate che, probabilmente, se continuate su questa strada, non terremo la bocca chiusa, come abbiamo fatto fino adesso, e non perché qualcuno ci ha imbavagliato, onorevole Porcu; a me non imbavaglia nessuno! Lo dissi a suo tempo al suo Presidente, e al mio collega, onorevole Soru: ero disubbidiente ancora prima di nascere, e come tale sono rimasto, ragiono con la mia testa, e agisco con la mia testa, ma non permetto a nessuno di rivolgere illazioni né a me né al mio Gruppo.

Nessuno dall'Assessorato o dalla Presidenza della Regione ci ha imposto bavagli. Noi bavagli non ne abbiamo, saremo anche degli scriteriati nel fare le cose, può darsi, ma è la libertà di uno che sta a destra, e non di uno che è oppresso a sinistra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il testo della dichiarazione - è vero - appare provocatorio, onorevole Diana. Di fatto non lo è. Ce lo ricordava prima l'onorevole Vargiu: noi siamo già obbligati in questo senso perché prestiamo giuramento alla Costituzione, e la Costituzione ci impone di perseguire non l'interesse personale quando approviamo le leggi, come si legge in questo testo, ma l'interesse generale, quello delle nostre popolazioni, quello della nostra comunità regionale.

Perché, quando si parla edilizia, di urbanistica, c'è sempre quest'angoscia, questa preoccupazione? Perché è la storia che ci porta a preoccuparci. Io non lo so se questa storia appartenga più all'uno o più all'altro, sicuramente non mi appartiene. Io pago ancora il mutuo. Non sono un ingegnere né un geometra, e non ho imprese edili, non faccio carico a chi ce le ha - e neppure a chi esercita quelle professioni - di nessuna colpa, però noi non ci possiamo nascondere una verità: che la nostra Regione è stata una regione appetibile alla speculazione edilizia, e che molte fortune si sono costruite anche in un intreccio non sempre positivo con la pubblica amministrazione.

Allora, occorre richiamare tutti noi al senso delle cose. Io sono d'accordo con Churchill: la guerra si fa tra soggetti intelligenti. Voi avete proposto una legge manifesto che noi non condividiamo, noi ne abbiamo proposto un'altra che voi non avete condiviso. Questa è una battaglia leale su posizioni diverse, e qualche volta anche nelle battaglie leali qualche colpo basso arriva.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). L'intervento e la proposta dell'onorevole Sanna hanno avuto almeno il pregio di riscaldare quest'Aula e costringerci a un confronto. Io credo che i temi che tocca certamente in questa sede, alla fine dei lavori, corrano il rischio di sembrare provocatori, però ci richiamano a una possibilità che abbiamo, come maggioranza e come opposizione, che è quella di riaffrontare in questa legislatura il tema del conflitto di interessi, delle incompatibilità e delle ineleggibilità.

Noi avevamo proposto una legge statutaria che non è stata promulgata; su quella legge statutaria ci siamo scontrati, però io credo che ci sia spazio e ci possa essere spazio, nella responsabilità di tutta l'Aula, per promuovere una nuova legge che affronti quei temi, perché io credo che di affrontare quei temi ci sia bisogno. Oggi noi abbiamo di nuovo la compatibilità tra Assessore e consigliere regionale, che è una compatibilità un po' difficile da tenere in piedi, perché è materialmente difficile rispondere ai propri incarichi di governo ed essere presenti in Aula; è una difficoltà che dà luogo a un'incompatibilità funzionale. Abbiamo il problema delle norme sull'ineleggibilità, che attualmente consentono un cumulo anche di cariche istituzionali, abbiamo anche il problema del conflitto di interesse, che non vuol dire essere privi di un interesse, vuol dire essere trasparenti di fronte ai cittadini ed essere nelle condizioni di dichiarare in maniera trasparente, ogni volta che c'è il rischio che un nostro interesse privato in qualche modo possa non darci totale serenità di giudizio rispetto a un interesse pubblico.

Allora, io credo che questo sia il senso della provocazione dall'onorevole Sanna: richiamarci a una responsabilità. Io sono anche disposto a ritirare la firma da quella proposta, se oggi in quest'Aula ci prendiamo l'impegno, incontrandoci, maggioranza e opposizione, a riaffrontare il tema dell'incompatibilità, dell'ineleggibilità e del conflitto di interessi che abbiamo purtroppo accantonato con la mancata promulgazione della legge statutaria. Il voto è ovviamente contrario all'articolo, ma spero che sui temi ci possa essere anche una posizione di incontro tra maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Tutti noi in queste settimane abbiamo cercato di dare un nome a questo Piano. Prima pensavamo che il nome fosse Piano casa, ma poi l'Assessore ci ha detto che non era un piano casa e oggi apprendiamo che il suo nome è Piano Is Mirrionis, Piano via Podgora, Piano per i poveri. Successivamente l'Assessore ci ha fatto altri annunci - perché è questa la vostra politica, la politica degli annunci - e ci ha detto: "Poi faremo la revisione del PPR" - dovevate farla adesso - "poi approveremo una nuova legge urbanistica, poi metteremo mano alla fase 2, il Piano casa, quello vero, poi faremo il Piano regionale di sviluppo, poi faremo…".

La priorità, Assessore, era un'altra. E siccome non vogliamo avere nessun dubbio, e siccome siamo persone serie, noi abbiamo votato - lo ricordava il collega Porcu - nella scorsa legislatura un articolo - poi, è vero, la legge statutaria è decaduta -, che diceva che "sussiste un conflitto di interessi in tutti i casi in cui esiste un conflitto tra i doveri pubblici del Presidente della Regione, dei componenti della Giunta regionale, dei Consigli regionali, e un loro interesse privato o personale, in grado di influenzare impropriamente il corretto adempimento dei loro doveri e delle loro responsabilità pubbliche o di produrre a loro vantaggio degli effetti diversi da quelli propri ad ogni altro soggetto appartenente alla Giunta regionale o al Consiglio regionale. Nessuno dei soggetti di cui a questo comma può esprimere il proprio voto su qualsiasi proposta di legge, di regolamento, di deliberazione amministrativa rispetto alla quale sappia o debba sapere di essere in conflitto di interessi."

La proposta del consigliere Sanna andava in questa direzione. Perché scandalizzarci? Io accolgo anche la sua. Benissimo, la firmo subito.

Io credo che il confronto non doveva avvenire, sull'articolo 16, doveva avvenire sul merito della proposta. Noi abbiamo presentato una nostra proposta di legge; su quella non avete detto una parola. Rimandate sempre al futuro, vivete alla giornata; noi non possiamo accettare questo modo di impostare la politica, la programmazione è un'altra cosa, capiamo quali sono le priorità e siamo certi, sono certo che gli interessi sono altri e li vedremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colleghi, fortunatamente i toni si sono nuovamente abbassati e stiamo arrivando alla conclusione di questo disegno di legge. Io ho esaurito praticamente gli argomenti per manifestare il mio dissenso, però oggi mi è venuto in mente un sogno, non li ricordo mai, ma quello di stanotte ce l'ho ancora fresco, e voglio raccontarlo.

L'ambiente era dantesco, sempre i soliti richiami, e c'era un gran vociare, c'erano molti personaggi, tutti con quelle bustine - vi ricordate? - che usavano i muratori, fatte con i giornali; erano fatte con fogli del quotidiano "L'Unione Sarda". Mi è sembrato di riconoscere molte figure, anche amici. Poi ho guardato con maggiore attenzione e ho riconosciuto chiaramente volti che mi hanno fatto venire in mente i colleghi Cherchi, Peru e Stochino, tra i più convinti sostenitori, credo, di questa legge. Qualcuno mi ha spiegato che era un nuovo girone dantesco, quello dei cementificatori, che erano condannati a portare i cantoni, quel laterizio che ha preceduto i blocchetti. Ho cercato il collega Sanna, ma era in ferie matrimoniali e non l'ho trovato.

In ogni caso il voto è contrario all'articolo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Onorevole Presidente, io intervengo per dichiarare il voto a favore sull'articolo, però ho bisogno, per poterlo argomentare, di fare un riferimento religioso. Io sono, come molti sanno, un cattolico, sui generis, ma mio suocero è valdese e ho imparato dai valdesi che questa questione della doppia morale è una questione che fa male alla verità, fa proprio male. Mi ha fatto pertanto piacere vedere l'assessore Asunis finalmente animarsi di sangue sardo, perdere l'aplomb e, con quella postilla, reagire con indignazione a quella che era banalmente una provocazione politica a cui, secondo Churchill, si risponde con intelligenza.

Alle cose ovvie, cioè, si risponde firmando, non facendone un caso. Non facendone un caso! Perché è ovvio firmare questa richiesta; è ovvio. Non c'è scritto: "Voi frequentate persone che hanno lottizzazioni in corso", perché quella sarebbe stata una richiesta eccessiva. Io sono pronto a firmarla perché non frequento persone che hanno lottizzazioni in corso, però sono sicuro che il Consiglio regionale non sia immune dall'attività di lobbying, altrimenti la Sardegna non sarebbe nelle condizioni in cui è. E la difesa dalle lobby è la coscienza a cui mi sono permesso di fare appello all'inizio di questa discussione.

Ciò che però trovo irritante è l'evocazione della legge statutaria come episodio di alta moralità. Il conflitto di interessi disciplinato da quella legge era indegno. Indegno, l'ho sempre detto. Indegno! Calibrato su uno specifico interesse. La promulgazione era incostituzionale, scippò un referendum. Se vogliamo parlare intelligentemente, la doppia morale, che iscrive il bene sempre da una parte e mai dall'altra, deve finire, e bisogna avere la memoria dei propri comportamenti politici. Dopodiché si dialoga tra persone intelligenti, ma ci si dimentica di mentire a corrente alternata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.).Signora Presidente, io sottoscrivo la prima parte dell'intervento dell'onorevole Maninchedda dalla prima all'ultima parola, anche perché l'onorevole Maninchedda mi ha dato una soddisfazione di carattere personale perché io da anni, da quando esiste la legge dell'8 per mille, proprio per la concezione di rifiuto totale della doppia morale che richiamava l'onorevole Maninchedda da parte dei valdesi, il mio 8 per mille, visto che sono obbligato a darlo, lo do alla chiesa valdese. Questa è una cosa che può interessare pochissimi, ma è una bella…

(Interruzione)

Alla chiesa valdese, non alla chiesa cattolica che di quelle somme ne ha anche già troppo, sia di quelli che scelgono di firmare per l'otto per mille sia di quelli che non scelgono.

ARTIZZU (P.d.L.). Al tuo parroco l'hai detto?

SALIS (I.d.V.). Sì, sa tutto. Sapeva tutto, quindi lasciamo perdere i padri e le madri. Parliamo di noi, Ignazio.

ARTIZZU (P.d.L.). Parroco!

SALIS (I.d.V.). Ah, al parroco. Il mio parroco è un amico! Scusami, ho capito male. Anche perché della dichiarazione io sottoscrivo tutto. L'implementazione della dichiarazione proposta dall'assessore Asunis per me va benissimo. Sottoscrivo tutto. Quello che non è accettabile però, cari colleghi, è che ci si stracci le vesti di fronte a una provocazione di carattere politico, ma legittima, assolutamente legittima, pensando o facendo credere di poter far pensare ai sardi che qui gioco di lobby sui vari settori dell'economia sarda in Consiglio regionale non se ne faccia. Questa è una ipocrisia, è un'ipocrisia! Perché potremmo fare decine e decine di esempi sul gioco di lobby che è stato praticato sulla formazione professionale, enti e scuole di formazione…

(Interruzione)

Oggi e ieri. Attilio, io rispondo di me stesso e della coerenza con cui approvo o disapprovo comportamenti, al di là delle questioni ideologiche che per me non esistono più, da quando sono uscito dal P.C.I. Non esistono più questioni ideologiche. Noi, Italia dei Valori, ci presentiamo come il partito del fare, e vogliamo fare bene, se è possibile. Questo ci interessa. Però l'ipocrisia evitiamola. Che ci siano interessi, in questo Consiglio regionale, personali e diretti nel campo della formazione, nel campo della sanità, nel campo dell'edilizia, dell'urbanistica, della scuola privata, in tutti i campi, lo sappiamo benissimo.

Allora, quello che è utile - e anche l'intervento che ha pronunciato l'assessore Asunis può aiutare, insieme alla provocazione, ripeto, legittima del collega Sanna - è che noi da oggi, utilizzando questo momento di discussione, diciamo: bene, facciamo di tutto. Bacchette magiche non ne ha nessuno, ma facciamo di tutto perché questa aurea di sospetto che aleggia sulla politica sarda venga eliminata nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione il testo dell'articolo 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 16.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Pittalis ha votato a favore e che il consigliere Antonio Solinas ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Milia - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 41

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Io devo proporre agli Uffici, alla Giunta e al Consiglio, per una migliore comprensione del testo finale riguardante l'emendamento numero 546, una più corretta stesura dello stesso. Ricordo ai più che l'emendamento numero 546, votato dall'Aula, regola i casi eccezionali in cui la costruzione dei fabbricati oggetto di ampliamento ai sensi dell'articolo 2, pur essendo iniziata prima del 31 marzo del 2009, sia stata temporaneamente sospesa per effetto dei sequestri giudiziari successivamente annullati o revocati. Stabilisce che in tali casi la volumetria da considerare esistente è quella realizzata alla data di entrata in vigore della legge e non al 31 marzo.

Il primo capoverso dell'emendamento numero 545 a cui era legato il "546" prevede che gli immobili interessati dagli ampliamenti debbano essere accatastati, ovvero ultimati, alla data del 31 marzo 2009 e quindi indica scadenze antecedenti e non compatibili con la situazione eccezionalmente regolata dall'emendamento numero 546. Per questo motivo si propone che il testo dall'emendamento numero 546 venga modificato come segue: "Nei casi in cui gli interventi di adeguamento e di incremento previsti dall'articolo 2 riguardino fabbricati la cui costruzione sia stata intrapresa entro il 31 marzo 2009 in forza di regolare concessione edilizia e i lavori siano stati sospesi a seguito di sequestro giudiziario poi annullato o revocato, la volumetria esistente si intende quella realizzata entro la data di entrata in vigore della presente legge e le relative istanze ai sensi del comma 1 del medesimo articolo 2 di accatastamento devono essere avviate entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge."

Questo è lo stesso testo che viene proposto agli Uffici per una migliore e corretta interpretazione del fine legislativo a cui voleva tendere l'emendamento stesso.

PRESIDENTE. L'articolo 89 prevede che dopo la proposta del presentatore dell'emendamento non si possa aprire una discussione, onorevole Bruno. C'è il parere del relatore, il parere della Giunta e poi il Consiglio si esprime senza dichiarazione di voto e senza nessun dibattito.

Per esprimere il parere sulla rettifica proposta ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente e colleghi, io gradirei intanto averne una copia e comunque, alla luce dell'illustrazione del collega Capelli, credo che possa essere accolto. Però credo che sia opportuno averne subito una copia.

PRESIDENTE. Stiamo provvedendo a farlo distribuire.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta in merito all'emendamento esprime parere favorevole.

CAPPAI (U.D.C.). E' un emendamento di sintesi.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Quanto rappresentato dall'onorevole Capelli è una corretta scrittura nella lingua italiana. Non ci sono elementi innovativi e quindi il parere della Giunta è favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta di rettifica dell'onorevole Capelli. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Capelli - Bruno - Diana Mario - Uras - Meloni Francesco - Salis - Sanna Giacomo - Cuccureddu sulla realizzazione di parchi eolici off shore al largo delle coste della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTO il quotidiano La Nuova Sardegna del 14 ottobre 2009 che, a pagina 11, a richiesta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Capitaneria di porto di Oristano, pubblica un avviso con il quale viene reso noto che è stata presentata un'istanza di concessione demaniale marittima trentennale allo scopo di realizzare e mantenere un impianto di generazione eolica off shore nelle acque territoriali della Sardegna - golfo di Oristano;

VERIFICATO che nello stesso avviso di cui sopra si invita chiunque abbia interesse a presentare per iscritto alla stessa Capitaneria, entro il termine di trenta giorni dalla data della pubblicazione dell'avviso stesso, le osservazioni ritenute opportune;

CONSIDERATO che i procedimenti di autorizzazione di siffatti impianti sono disciplinati dall'articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387;

PRECISATO che detta disposizione è stata modificata una prima volta con l'articolo 2, comma 158, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, con l'attribuzione al Ministero dei trasporti della competenza a rilasciare l'autorizzazione per gli impianti off shore;

RILEVATO che detta modifica è stata ritenuta costituzionalmente legittima (sentenza della Corte costituzionale 27 marzo 2009, n. 88) in quanto, ai sensi del secondo periodo del comma 4 dell'articolo 12 citato, in ipotesi di dissenso di un'amministrazione interessata la decisione circa il rilascio dell'autorizzazione era rimessa alla Giunta regionale, salvo ipotesi di dissenso da parte di amministrazioni statali preposte alla tutela dell'ambiente o del paesaggio;

CONSIDERATO che nei mesi scorsi l'articolo 12 citato è stato ulteriormente modificato dall'articolo 42, comma 44, della legge 23 luglio 2009, n. 99, che ha soppresso il sopra richiamato secondo periodo del comma 4 dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, così rendendo costituzionalmente illegittimo l'articolo 12 nella parte in cui attribuisce la competenza in materia di impianti off shore al Ministero dei trasporti;

RITENUTO, pertanto, che qualsivoglia provvedimento autorizzatorio dovesse essere rilasciato è comunque impugnabile stante la rilevata illegittimità costituzionale dell'articolo 12 nel testo oggi vigente;

RITENUTO opportuno che la Regione Sardegna partecipi al procedimento manifestando la propria opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima di cui trattasi sia per l'illegittimità costituzionale dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, che per il ritenuto contrasto e incompatibilità di tale intervento così come di qualsivoglia altro intervento similare con la politica di sviluppo della Regione stessa; inoltre, potrà essere segnalato qualsiasi altro vizio procedimentale che dovesse essere rilevato come, ad esempio, l'inidoneità dell'avviso di cui trattasi per essere stato lo stesso pubblicato oltre che sul quotidiano La Nuova Sardegna su altri due quotidiani che non pare garantiscano la necessaria conoscenza,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a partecipare al procedimento di cui all'avviso pubblicato nel quotidiano La Nuova Sardegna del 14 ottobre 2009, pagina 11, manifestando l'opposizione della Regione Sardegna al rilascio della concessione demaniale marittima richiesta per la realizzazione di un impianto di generazione eolica off shore;

2) a partecipare a tutti gli altri analoghi procedimenti che dovessero essere posti in essere per il rilascio di concessioni demaniali marittime aventi lo scopo di realizzare e mantenere impianti di generazione eolica off shore nelle acque territoriali della Sardegna nonché agli eventuali procedimenti ex articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003;

3) a porre in essere tutte le più opportune iniziative giudiziarie avverso tutti i provvedimenti che dovessero essere rilasciati all'esito dei procedimenti di cui in premessa. (1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere sull'ordine del giorno è favorevole.

PRESIDENTE. Prego assessore Asunis, può anche argomentarlo.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Credo di non doverlo ulteriormente argomentare anche perché, di fatto, la conoscenza della problematica è una conoscenza che risale al giorno precedente all'attuale, sulla quale peraltro l'Aula stessa ha avuto modo anche di essere informata e di maturare una condivisione, così perlomeno alla Giunta è sembrato, in ordine all'esigenza di avviare un percorso che veda il Presidente della Giunta impegnato in riferimento a quanto era comparso sul quotidiano La Nuova Sardegna.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numero 67.

Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza.Ovviamente esprimiamo parere favorevole a tutta la legge, una buona legge, una legge frutto di un grande lavoro, di una grande discussione, di un grande confronto che ha portato le due parti politiche (il centrodestra e il centrosinistra) ad ore di dibattito, ad ore di consultazioni e soprattutto ad un grande lavoro in Commissione che ha preceduto l'esame della legge in aula. E volevo per questo ringraziare anche tutti i componenti della Commissione, i colleghi dal centrodestra e i colleghi del centrosinistra che con grande serietà, con grande dedizione, con grande puntualità hanno fatto in modo che questo disegno di legge approdasse con un testo unificato in quest'Aula.

Abbiamo ascoltato tantissimi interventi in questi giorni e, devo dire, io ho rispetto per tutti gli interventi, ho rispetto per chi da posizioni differenti ha una sua opinione su questa legge, però esigiamo anche rispetto nei confronti di chi in questa legge ci crede, di chi in questa legge ha veramente dedicato tempo, passione e soprattutto grande serietà, facendo sintesi delle istanze della gente che sta fuori da questo palazzo, che sono poi anche le istanze che molti di voi, che purtroppo qui dentro non possono farlo palesemente, hanno fatto proprie pur perdendo le elezioni nella passata campagna elettorale.

Abbiamo citato di tutto, abbiamo scomodato anche Dante, la Divina commedia. Io non ritengo di dover essere collocato all'Inferno per questa legge, ma ritengo però, cari colleghi, che voi dobbiate essere collocati nel Purgatorio, perché a tutti va data la possibilità di pentirsi e di convertirsi e, in modo particolare, vi collocherei nella prima cornice del Purgatorio, che è quella dei superbi che camminano trascinando dei pesi, perché voi vi portate sulle spalle il peso di una politica urbanistica sbagliata, di una politica urbanistica fatta di vincoli, di una politica urbanistica fatta di divieti, per pochi, e di una politica urbanistica fatta soprattutto di leggi poco chiare. Noi siamo disponibili al confronto, e vi sfidiamo su questo. Noi daremo alla Sardegna - e lo faremo in tempi brevi - una legge urbanistica, una legge urbanistica seria che contempli tutte le esigenze, con una concezione diversa…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi siamo contrari a questa legge, perché con essa è cominciata, a nostro giudizio, una stagione di nuovo oscurantismo per la Sardegna; ne avevamo scorto alcuni aspetti anche nella dodicesima legislatura, e sappiamo che è finita come è finita. Forse, amici dell'opposizione, è proprio questa la condizione per noi più congeniale per esprimere le nostre idee e la nostra ferma intransigenza, da qui al tempo che ci è dato per ricostruire una nuova fase di riformismo vero e utile per i sardi e per la nostra terra. La Sardegna, lo si intuiva già dai primi mesi, è ricaduta saldamente nelle mani di lobby e corporazioni, rappresentate in vario modo nel Governo regionale e in questo Consiglio, lobby e corporazioni che, come i più fedeli amici dell'uomo, hanno vigilato fino alla fine sul primo e indispensabile risultato: la ripresa di un saccheggio interrotto della territorio sardo.

In un'Assemblea parlamentare, privata delle minime garanzie democratiche, e guidata da chi recita a sua discrezione due copioni (uno quello dell'istituzione e l'altro quello di parte) non potevamo spiegare ai sardi e all'opinione pubblica più di quello che ragionevolmente abbiamo avanzato, ma ci saranno i prossimi mesi a schiarire l'orizzonte delle bugie, delle finzioni, degli interessi e, ahimé, dei danni che la nostra terra dovrà ancora subire, a causa della decadenza che accompagna questa fase della politica regionale. La strada di questa legge ci pare tragicamente segnata, la sua prepotenza, l'irriverenza alle leggi e ai poteri costituzionali, quella che Montesquieu ha definito "l'arrivare fin dove non si trovano i limiti", sarà il tema dei futuri incontri nelle Aule dei tribunali, che frequenteremo e che vi faremo frequentare, per ribadire e riaffermare che ancora in questo Paese il consenso non si sostituisce alla forza della legge e del diritto.

E' proprio il caso dunque di farvi i migliori auguri, perché possiate presto riscoprire che le libertà di ciascuno di voi valgono assai più della lealtà che vi è chiesta ad un cartello politico pro tempore, e che non siete stati chiamati qui a recitare in un film muto dei fratelli Lumière. E a lei, Presidente di quest'Assemblea, l'invito di volersi mettere al più presto alla ricerca di un dettaglio smarrito, che vale quanto la sua stessa carica, e cioè l'autorevolezza dell'imparzialità e la tutela degli equilibri democratici nel Parlamento dei sardi, che è ancora l'istituzione del popolo intero sardo e non di una sola parte. Vi chiediamo sinceramente di crederci.

Noi siamo stati educati ad una politica sapendo che le idee e i valori valgono non per quello che rendono, ma per quello che costano, e continueremo ad essere fedeli a quello che ci è stato insegnato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANJUST (P.d.L.). Finalmente siamo arrivati alla fine di un iter che forse è durato anche troppo. Però devo ammettere, con assoluta correttezza, cari colleghi della minoranza, che avete giocato molto bene il vostro ruolo di oppositori, anche (in alcuni casi, come dirò successivamente) con grande competenza, cercando di far credere all'opinione pubblica che questa legge disattenda ciò che a livello nazionale il governo sta predisponendo col Piano casa. Si tratta però di due cose diverse - abbiamo cercato di spiegarlo in queste settimane - magari consequenziali, però sicuramente distinte. Forse un errore l'abbiamo commesso: cioè quello di iniziare la discussione di questo provvedimento contestualmente al dibattito che nel nostro Paese si è acceso sul Piano casa. Ma deve risultare chiaro un concetto: che con questa legge restituiremo quei diritti che nei cinque anni trascorsi avete negato, restituiremo la speranza di uno sviluppo che, ahimé, nella nostra Regione, da sempre, passa soprattutto attraverso i comparti delle piccole e medie imprese artigiane.

Cari colleghi - e vorrei che questo fosse molto chiaro - non dobbiamo pagare cambiali a nessuno, non dobbiamo pagare cambiali a chicchessia in nessuna parte del nostro territorio. La nostra campagna elettorale l'abbiamo condotta assolutamente gratis grazie al vostro operato di governo, se si vuole continuare nell'eufemismo. Speriamo invece con tutto il cuore, casomai, che molti piccoli imprenditori riescano a pagarsi quelle cambiali che voi li avete costretti a firmare con quasi tutte le banche della nostra Isola. Finalmente si uscirà dall'ambiguità che ha caratterizzato la funesta scorsa legislatura. Da domani, infatti, quando questa legge sarà attuata, non ci saranno più gli amici del Principe che potranno, dopo aver sorvolato il nostro cielo, scegliersi le aree dove edificare, come le intese avevano consentito di fare. Da domani, finalmente, non ci saranno più le furbizie di chi, forte del suo ruolo abusa a piene mani, sperando nella farraginosità della giustizia e delle autonomie locali, salvo poi qua dentro, in quest'Aula o sulla stampa, ergersi a paladino dell'irreprensibilità e della trasparenza. Altro che gironi danteschi!

Ho iniziato, quello che sarà un brevissimo intervento, rivolgendo i complimenti ai colleghi dell'opposizione, che sono reali e sentiti…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, Assessore, colleghi, è difficile in tre minuti sintetizzare quanto abbiamo detto e sostenuto in queste settimane di dibattito. Io dico questo - l'abbiamo affermato all'inizio in sede di discussione generale, l'abbiamo ribadito nel corso del dibattito di queste settimane - noi non siamo mai stati pregiudizialmente contrari ad una legge di intervento nell'ambito abitativo, e penso che l'abbiamo anche dimostrato con alcune proposte serie che abbiamo avanzato.

Avremmo voluto senz'altro un'altra legge, ci abbiamo provato, bisogna riconoscere che non ci siamo riusciti, bisogna dire però che da alcuni settori della maggioranza (non da tutti, purtroppo) abbiamo trovato anche disponibilità al dialogo, al confronto. Penso pertanto che possiamo ascrivere a questa opposizione, a questa minoranza, comunque la volontà e il tentativo di entrare nel merito delle questioni, non in maniera pregiudizievole come dicevo prima, ma argomentando punto su punto.

Avremmo voluto una legge diversa, in cui ci fosse attenzione al miglioramento della qualità edificatoria, avremmo voluto che l'attenzione non fosse tutta concentrata sull'ampliamento volumetrico, avremmo voluto una legge che tenesse conto del ruolo dei comuni, che prestasse attenzione a chi una casa non ce l'ha, o a chi ha la prima casa e ha bisogno di ampliarla per i propri figli, di mettere in condizione di vivere meglio la propria famiglia. Perché, colleghi, i cittadini sono più interessati a iter snelli quando devono effettuare interventi di ristrutturazione, piuttosto che a operazioni più impegnative quali gli ampliamenti e le demolizioni.

Ecco, colleghi, per questa ragione il mio voto sarà negativo. Ci troviamo di fronte ad una legge che non condividiamo in nessun punto, ci troviamo di fronte ad una legge che abbiamo paura che possa creare danni per oggi e anche per le prossime generazioni. Il mio voto sarà contrario e sarà contrario in maniera convinta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signora Presidente, colleghi, io cerco sempre di formulare ragionamenti di buon senso; ci proverò anche oggi. Io ho condiviso le motivazioni che hanno animato il PPR, perché sono profondamente convinto che una delle più grandi responsabilità che ha oggi la politica sia quella di difendere l'ambiente, il territorio, il paesaggio. E questa responsabilità è ancora più grande quando abbiamo di fronte una bellezza inestimabile come il territorio della nostra Sardegna. Allo stesso tempo - chi era presente nella scorsa legislatura lo sa bene - ho criticato le rigidità eccessive di quello strumento, le ho criticate perché ritenevo e ritengo che alcune norme non rispondessero agli obiettivi che il Piano paesaggistico regionale si era dato.

Ma, detto questo, il Piano paesaggistico regionale per me costituisce un grande passo in avanti, uno strumento importante, moderno, uno strumento di garanzia per la Sardegna e per i sardi. Lo voglio ricordare per l'ennesima volta: deriva dalla legge nazionale che porta il nome di un Ministro che era del centrodestra, che ha fatto una cosa intelligente, a mio parere.

Vedete, noi siamo entrati in aula con l'obiettivo di approvare un Piano casa che seguisse gli indirizzi impartiti dalla legge nazionale e in linea con le leggi che in questi mesi prima di noi altre regioni hanno approvato. Ne usciamo con una legge che permette aumenti di cubatura nei 300 metri, vincolo che era sacro, riconosciuto da tutti i sardi, che ormai faceva parte della nostra cultura: nessuno metteva in discussione quei 300 metri. Capisco, non sono nuove costruzioni, sono aumenti di cubatura, ma viene smantellato quel vincolo, che era un vincolo importante ed acquisito, viene smantellato tutto il lavoro fatto sui centri storici dai comuni, i finanziamenti che si sono spesi nei centri storici dei nostri paesi per realizzare le opere primarie e per finanziare la ristrutturazione delle case. Ma soprattutto, con l'emendamento approvato ieri, si concede "di tutto e di più", sarà reso possibile più di quanto era possibile prima dell'approvazione del Piano paesaggistico regionale. Non è uno scherzo! Allora mi chiedo…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto contrario e ne approfitto per chiedere ai colleghi della maggioranza: di che ci ringraziate? E al collega Cherchi, di che mi ringrazia? Che me ne faccio di una espressione di gratitudine che nei fatti si concretizza con un silenzio lungo più di un mese con il quale avete ignorato ogni nostro tentativo di porre rimedio a questo danno? Sono io che avrei voluto ringraziare voi, sono io che avrei voluto ringraziare lei, onorevole Cherchi, Assessore, per la sensibilità che non c'è stata, per l'attenzione che non c'è stata, per un rispetto nei confronti del dibattito del Consiglio che non c'è stato, e per un buon senso nei confronti dei sardi e della Sardegna che non c'è.

Non avete accolto una osservazione, non avete accolto un appello o una preghiera, né mia né dei colleghi dell'opposizione, che hanno parlato con me e per me quando io non ho parlato. Ciò che doveva esser detto è stato detto, ridetto e ripetuto su ogni articolo, comma ed emendamento, tanto e tanto che strideva con il vostro silenzio. Ho apprezzato la forza e la tenacia di chi è riuscito a perseverare sino alla fine in questo inutile tentativo di dissuadervi dall'andare oltre ogni limite. Ci siete andati comunque. Questa maggioranza non è riuscita ad ascoltare né quest'Aula né le lezioni che la storia e la natura ci hanno impartito.

Dagli atti parlamentari del 1966, di 43 anni fa, dopo la famosa frana che sconvolse l'Italia (così veniva chiamata quella che fece affondare un terzo della città di Agrigento) si legge: "quell'evento è coerente con l'aberrante situazione urbanistico-edilizia delle città". Era così ed è ancora è così, ovunque in Sardegna, oltre qualsiasi buon senso. Con questa legge riprendiamo a crescere inarrestabili e a far crescere inarrestabile il disordine dei centri urbani avulsi da qualsiasi logica e da qualsiasi strategia, del tutto scollegati a qualsiasi trend demografico, a tassi di sviluppo, a valori ambientale, storici, culturali. Per nulla correlati ad alcun valore affettivo, come diceva l'onorevole Maninchedda, per le nostre tradizioni, per la nostra terra. Privi di qualsiasi sentimento che si dovrebbe provare nei riguardi del paesaggio, della patria e della rappresentazione materiale e visibile di essa. Lo diceva anche Benedetto Croce.

Noi con questa legge la calpestiamo. E' veramente una questione più di buon senso che politica perché non c'è senso politico in quel 10 per cento in più sui 300 metri, che demolisce una grande conquista di civiltà e di lungimiranza dei sardi…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signora Presidente, io durante l'intera discussione ho mantenuto un profilo molto basso reputando che questa legge fosse effettivamente così farraginosa e così contraddittoria e con tanti profili di illegittimità che non meritasse nessuna condivisione. Avevate venduto e portato in Aula questo provvedimento dicendo: "consentirà il rilancio dell'economia in Sardegna". Io non ci credevo però mantenevo il beneficio del dubbio, perché in tanti attendono il licenziamento di questa legge pensando che possa in qualche modo porre rimedio alla disastrosa situazione occupazionale che abbiamo qui Sardegna.

Avete condotto una propaganda semplicemente demagogica e populistica perché ieri finalmente si è svelato il contenuto del cavallo di Troia che avevamo portato in quest'Aula. Ieri si è dato corso alla costruzione su tutto e ovunque, e in questo modo si è svelato il vero volto di questo provvedimento che già in molti avevano paventato. E questo ovviamente non fa che accrescere la mia preoccupazione sul futuro della nostra Isola, perché con l'approvazione di questa legge si dà il via effettivamente ad uno scempio delle nostre coste.

L'articolo di oggi in prima pagina sul "La Nuova Sardegna" credo che sia estremamente significativo. Si stanno cancellando oggi trent'anni di tutela del nostro territorio, tutela del nostro territorio condivisa anche dalla vostra parte politica, e di questo dovrete render conto. Ne renderete conto sicuramente agli elettori che vi hanno dato la fiducia in queste ultime elezioni, ne renderete conto a voi stessi, ne renderete conto alle generazioni che dovranno arrivare. Date pure il via alle costruzioni; le poche persone che effettivamente si avvantaggeranno in maniera cospicua da questa legge da domani potranno dare corso alla cementificazione. Lo attendevano; attendevano questa legge da molti anni.

Noi sappiamo chi saranno gli effettivi beneficiari, quelli che trarranno vantaggio pieno da questo provvedimento. Io non credo saranno i sardi, i sardi sicuramente ne trarranno le dovute conclusioni quando si svelerà veramente il contenuto. Un auspicio soltanto: smettiamo di parlare del passato. E' inutile, ogni volta che si muove un'accusa, rispondere sempre: "ma voi avete fatto peggio". Noi siamo qui per cercare di fare sempre meglio nell'interesse dei sardi, nell'interesse della Sardegna.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro questa legge, convintamente contro, così come abbiamo fatto per tutti gli articoli in tutta la lunga discussione che ci ha visto impegnati. Voteremo anche contro, assessore Asunis, perché non vogliamo unirci alla sua maggioranza che si prepara a sconfessarla sulle linee di indirizzo del programma operativo annuale 2009 che ella ha presentato al Consiglio nella giornata di oggi.

Leggo il cappello, che io sottoscrivo: "Il programma di legislatura riconosce il paesaggio come risorsa e si propone di tutelarne e valorizzarne gli elementi di qualità e di pregio mediante azioni di riqualificazione". Secondo comma, ancora più importante: "pertanto il Piano paesaggistico regionale riveste l'importante compito di indirizzare le trasformazioni sul fragile territorio costiero della Sardegna e propone" - udite udite - "un modello di sviluppo che vede il paesaggio stesso al centro della pianificazione".

Badi, assessore Asunis, quello che la maggioranza si predispone a votare è un provvedimento che è in contraddizione in larga parte con queste sue dichiarazioni. Perché? A parte le questioni di carattere temporale, cronologiche, avremmo potuto capire se, seguendo le linee dell'intesa Stato regioni sul piano casa governativo, ci si fosse attenuti a questo tipo di indicazione. Lo Stato non ha una lira perché l'economia sta tracollando e allora chiediamo ai cittadini di investire loro stessi sul rilancio del settore edilizio. Questo è il problema: lo Stato non ha investito un euro e chiede a chi ha i soldi - possono essere anche gli abitanti di via Podgora, Assessore, sarei contento se fosse così ma chi ha i soldi non sono gli abitanti di via Podgora - chiede ai privati di intervenire per sostenere l'edilizia. Quindi non stanzia un euro e investe le sue risorse per altro.

Io le propongo un intervento bipartisan, Assessore, lo propongo alla Giunta, e almeno per quanto riguarda l'Italia dei Valori lo sottoscriveremo subito: perché per esempio non si pensa a un piano di riqualificazione del territorio, ad un piano di…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora residente, colleghi, forse sono un ingenuo però non mi sento affatto ipocrita nel sottolineare che alcuni ragionamenti che sono echeggiati in Aula non mi convincono, anzi, secondo me, rischiano di allontanarci dal senso della discussione di oggi, e di dipingere l'amministrazione pubblica, quella di ieri e quella di oggi, il Governo regionale e il Consiglio, quello di ieri e quello di oggi, tutti e senza distinzioni, come ostaggi di lobby di interesse, di questo o di quell'interesse. Così non è, e se lo fosse, Presidente, questo Consiglio andrebbe sciolto perché si violerebbero le prescrizioni costituzionali che vincolano il nostro mandato al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione autonoma, e sottolineo autonoma, della Sardegna.

Il mio voto è contrario, lo sapevate fin dall'inizio, ve lo riconfermo adesso, ed è un no ad una legge manifesto, perché questa è la legge manifesto della maggioranza di centrodestra in Sardegna, e lo era anche prima che diventasse maggioranza, lo era anche nella precedente legislatura! Il nostro, il mio, è un diverso progetto, parla di una Sardegna "altra", teatro di ricerca e di sperimentazione di una nuova cultura ed economia per l'ambiente, funzionale ai necessari processi di risanamento e bonifica di un territorio violentato anche da utilissime attività produttive di un tempo - pensò alle miniere e anche all'industria chimica - allo sviluppo di un'industria che sia effettivamente ecosostenibile e a una vera crescita dei luoghi e delle comunità.

Il nostro no, onorevole Vargiu, non è un no per un no, è un no per un altro sì, e per un sì che non possa essere pregiudicato da ciò che è stato deciso in quest'Aula con questo provvedimento. Ecco perché è un no che parte dall'inizio e si riconferma in questa fine, che è la fine di un capitolo ma non è la fine del romanzo ed è la battaglia che ci vedrà contrapposti in quest'Aula e nella società.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Signora Presidente, colleghi e colleghe, Assessore, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'articolato, in coerenza col programma di questa maggioranza cui sono onorato di appartenere, e con la proposta politica con cui si è presentata al giudizio degli elettori.

Sarà pur vero che stare in quest'Aula significa acquisire attitudine al disinvolto linguaggio dell'insulto, ma sinceramente trovo davvero difficile un dialogo con chi ha posizioni pregiudiziali e integraliste, improntate a configurare illegittimità e tagli addirittura eversivi. E' difficile e poco fruttuoso, dovete riconoscerlo, rispondere a chi afferma che non vuole avere niente a che fare - erano le vostre dichiarazioni iniziali - con questa legge, perché profondamente diversa dal vostro modo di vedere e profondamente diversa dal contenuto delle vostre osservazioni.

Io comunque ho accolto con rispetto le vostre osservazioni perché penso che debba essere riconosciuto rispetto a chi ha dovuto mantenere necessariamente un profilo basso perché privo di quelle competenze specifiche che pure era necessario esprimere, come spesso hanno fatto soprattutto i colleghi della minoranza. Comprendiamo anche che avete dovuto comunque assumere una posizione oltranzista e mostrare agli elettori il senso della vostra opposizione, ma la vostra accusa di cementificatori penso abbia una sola finalità: quella di mistificare l'operato dei componenti della maggioranza in Commissione (presieduta dal dinamico e corretto presidente Matteo Sanna) e soprattutto il lavoro dell'attento e competente assessore Asunis, sempre disponibile - penso debba essergli riconosciuto - nel fornire risposte precise ed esaustive e capace di non soccombere anche a momenti - che pure ci sono stati - di tensione e di scarso riguardo nei confronti della sua persona.

Oggi noi non ci prestiamo ad interpretare un progresso che si materializza nel malaffare, nella speculazione, nella disonestà, nel disastro ambientale, oggi noi siamo orientati a rispondere ai bisogni della gente e lo facciamo con piena consapevolezza del bene naturalistico e del paesaggio. L'opposizione ha insistito molto sull'impalcatura precaria di questa legge, con lunghe e competenti disquisizioni…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, colleghi, intanto sento il dovere di ringraziare il centrosinistra, e in particolare il mio Gruppo, il Gruppo del Partito Democratico, che ha mantenuto in questo dibattito un atteggiamento unitario, e che, pur nella complementarietà degli interventi, ha parlato con una voce sola. Al dialogo che noi abbiamo sempre ricercato, nel tentativo non di fare una politica ostruzionistica ma di proposta - con una proposta di legge che abbiamo presentato e abbiamo posto alla vostra attenzione e che non ha incontrato né il vostro favore né il vostro ascolto - voi avete risposto con una legge, una legge che si basa su un'intesa del 1º aprile tra Governo e Regioni che aveva come scopo "il piano casa che aiuterà le famiglie".

Ci avete ripetuto più volte, nelle settimane scorse, che non avreste modificato il limite dei 300 metri - lo ha detto anche il presidente Cappellacci - dopodiché in Aula ci avete riferito che il piano casa non c'è, che verrà dopo, ed è rimasto il cemento e gli incrementi volumetrici generalizzati, anche nella fascia finora inviolabile dei 300 metri. Non prevedete un euro per le famiglie, non prestate nessuna attenzione per le famiglie e poi parlate di via Podgora! Avete consentito, attraverso il Titolo II - che da solo è un'altra legge - lo scardinamento del Piano paesaggistico regionale, e lo avete fatto non con le procedure corrette (quindi con la trattativa con lo Stato, con l'Amministrazione dei beni culturali) ma prevedendo una scorciatoia.

Avete utilizzato questa legge, questo finto piano casa, per determinare attraverso un inganno lo scardinamento delle regole precedenti della pianificazione in vigore negli ultimi vent'anni, e lo avete fatto contro tutte le leggi sovraordinate, contro il codice dei beni culturali. Allora, noi crediamo che il PPR non sia un'invenzione né di Renato Soru né della maggioranza di centrosinistra, è un fatto culturale che appartiene all'Italia, che appartiene ai popoli. E lo ha dimostrato la convenzione europea per il paesaggio. Noi riteniamo che sia stato un errore scardinarlo con una legge ordinaria e riteniamo che sia anche illegittimo e ve lo dimostreremo.

Voi avete una impostazione politica che si basa sul consumare tutto e subito, anche il nostro bene principale che è il paesaggio, che è l'ambiente. Non abbiamo altra leva, non altra abbiamo altra leva competitiva se non il paesaggio, se non l'ambiente, e riteniamo che scardinarlo, metterlo in discussione, barattarlo, non sia un bene per la Sardegna. Crediamo che i potentati economici, quelli sì abbiano dettato la linea alla politica, e noi Consiglio regionale siamo stati meri esecutori in questa fase. Adesso, con questa prima vostra legge, vi presentate alla Sardegna e noi conteremo i danni nelle prossime settimane. E' la vostra carta d'identità…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signora Presidente, rischiamo di ripeterci in questa Aula ma la nostra responsabilità è sancire anche fino alla fine, fino all'ultimo, la nostra opposizione a questa legge. Noi non abbiamo mai messo in discussione la legittimità del vostro progetto, la possibilità che voi abbiate un vero modello di sviluppo diverso dal nostro che preveda un'intensa, massiccia edificazione costiera. Noi abbiamo denunciato - lo facciamo ancora adesso - che voi avete perpetrato un inganno ai danni dei sardi. Avete ripetuto in maniera continua, ossessiva dall'inizio, che l'obiettivo di questa legge era quello di dare una casa a chi non ce l'aveva; l'avete detto sui giornali, l'ha ripetuto il presidente Cappellacci in questa Aula pochi giorni fa quando, con una citazione di cattivo gusto, ha ricordato i sogni di un soldato morto che erano quelli di una stanza in più in una casa. L'ha fatto ancora oggi lei, Assessore, ricordando che l'obiettivo di questa legge era quello di intervenire presso le famiglie dei quartieri più disagiati di Cagliari.

Ecco, noi condanniamo questo uso della politica, noi condanniamo l'uso dell'inganno per svelare il vero obiettivo della vostra azione legislativa. Voi con quell'inganno avete cercato in maniera maldestra di coprire il vero intento di questa legge, che era quello di ottenere il via libera ad una mole di incrementi volumetrici che arriva quasi a 60 per cento, interventi che con la prima casa badi bene, Assessore, non hanno nulla a che fare, il 99 per cento degli interventi di questa legge non ha nulla a che fare.

Noi crediamo demagogico, strumentale citare un caso su 100 e non ricordare gli altri 99 casi. Noi vogliamo discutere dei 99 interventi di questa legge che non riguardano la prima casa, perché in questa legge si costruisce nell'agro, si incrementano e moltiplicano le seconde case nella fascia costiera, si incrementano le volumetrie degli immobili a finalità turistica.

Ma questo non vi è bastato, non vi è bastato utilizzare quell'inganno, quella promessa per incrementare le volumetrie e mettere mano al già edificato, incrementare il già edificato, vi siete spinti più in là. Questa sì che è una tentazione infernale, onorevole Pittalis. Avete scelto di approfittare di questa occasione per cogliere un obiettivo molto più ghiotto: liberare milioni di metri cubi di vecchie cubature del Piano paesaggistico regionale, 15 milioni di nuovi metri cubi nella fascia costiera, quasi il 50 per cento del edificato. Noi crediamo che non si governi sulle false promesse, non si governi un popolo sugli egoismi. Voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, un breve intervento per giustificare il mio voto contrario al disegno di legge e lo faccio anche maniera scolastica, perché credo che il disegno di legge numero 53 sia andato un po' fuori tema.

Come ho avuto già modo di dire, con questo disegno di legge abbiamo perso una grande opportunità per la Sardegna e i sardi. Era risaputo da tutti che la minoranza non era ostile al tema, tanto è che ha proposto una sua visione della norma; una visione che prevedeva, in primo luogo, di acconsentire a un maggior numero di cittadini di fruire della norma che nel sentire comune è certamente attesa. In secondo luogo tendeva al pieno coinvolgimento degli enti locali per il governo sul territorio, nella certezza che una normativa di tale portata avrebbe creato una situazione di conflitto sociale. Contestualmente la minoranza chiedeva un intervento pubblico per far sì, appunto, che il dispositivo legislativo consentisse al maggior numero di cittadini di beneficiarne.

La seconda parte del disegno di legge avrebbe dovuto affrontare interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo. Credo di poter affermare che questo tema è stato colto in minima parte, perché l'aumento delle volumetrie nella fascia dei 300 metri dal mare può essere considerato certamente un intervento per lo sviluppo ma non ha quella valenza strategica di cui il disegno di legge si fregia nel suo titolo. Ben altri ragionamenti avremmo potuto fare per cogliere pienamente la volontà del legislatore perché gli interventi e i programmi di valenza strategica per lo sviluppo si formalizzassero nella norma. Emerge un solo programma: la monocoltura edilizia, che non soddisfa, a mio avviso, nessuno dei programmi di valenza strategica per lo sviluppo.

Abbiamo cercato di suggerire alcune linee di indirizzo, ma invano, come quella di non intervenire all'interno dei 300 metri dalla battigia, ma di spostare gli interventi sui centri abitati per avviare un vero e proprio programma di valenza strategica, quale premessa al piano regionale di sviluppo, che unisca il patrimonio storico e culturale della nostra Isola, unico al mondo, al patrimonio edilizio di valenza turistica e alberghiera per un'economia integrata che duri 12 mesi all'anno, con la valorizzazione dei percorsi museali, percorsi gastronomici, percorsi naturalistici, recupero di centri storici...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo del Popolo della Libertà. Io non ho neanche la necessità di leggere ciò che debbo dire, tale e tante sono le mie convinzioni sulla bontà di questo disegno di legge. Mi fa piacere che per un certo verso il collega Giuseppe Luigi Cucca, che è sempre molto attento, abbia ricordato a tutti quanti noi, ancora una volta, di non essere schiavi del passato. Io continuo a ribadire questo concetto, che forse è un concetto nuovo per molti di noi, ma quella che è stata definita, l'ho detto un'altra volta, la dittatura del passato, beh mettiamocela alle spalle definitivamente e ragioniamo diversamente.

Ma questo lo dico non nel merito, lo dico nei rapporti che devono esserci tra maggioranza e opposizione. Perché se non comprendiamo questo discorso, se non comprendiamo questa filosofia siamo destinati per cinque anni a rimanere inchiodati su queste poltrone, noi e voi, con tutte le forzature che dobbiamo fare noi Capigruppo in questo momento e poco tempo rimarrà per la politica, per l'organizzazione dei congressi e per tutto ciò che è necessario fare fuori da questa Aula. Ecco, se noi non comprendiamo questi ragionamenti, colleghi, continueremo a buttarci addosso palate di fango che non serviranno assolutamente a nulla.

Io ho apprezzato molti interventi che sono stati pronunciati anche dalla vostra parte politica però non si può condividere l'impostazione - l'ha detto bene il collega Maninchedda - secondo la quale da una parte c'è solo il male dall'altra parte c'è solo il bene. Il bene e il male non sono identificabili esclusivamente in una parte politica. Io credo che di questo ce ne dobbiamo far carico tutti quanti. Per una legge come questa, osteggiata certamente, siete andati anche oltre il vostro ruolo di opposizione, perché non era questo che vi chiedevano i vostri elettori, non i nostri, i vostri elettori. E credo che di ciò potrete averne conferma nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, quando questa legge troverà attuazione.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.).Presidente, Assessore, colleghi del Consiglio, abbiamo portato a compimento un percorso molto lungo e difficile, che è stato viziato da un elemento fondamentale, che è quello di aver presentato in quest'Aula un disegno di legge blindato, già scritto, nel rispetto del gioco delle parti, nel rispetto di una politica che forse ha portato anche noi, nella scorsa legislatura, a sbagliare nel portare avanti queste azioni. Questo nostro risultato elettorale è stato forse causato anche da alcuni di questi errori, dell'eccesso di processi legislativi e di idee blindate dove forse non c'era disponibilità al confronto. Questa è un'ammissione personale che faccio, ma è vera. Su questo errore voi state cadendo peggio di noi, e ci state cadendo, secondo me, in maniera promiscua con il Governo nazionale.

Se oggi leggete il Corriere della Sera, apprenderete che su dodici leggi regionali il Governo nazionale ne ha impugnate tre, tre del centrosinistra chiaramente. Tre del centrosinistra che, in maniera un po' limitata, cercavano di porre qualche elemento di controllo sull'intervento della Regione nei confronti dei comuni, oppure nei confronti dei beni di valore storico. Voi avete iniziato questo percorso che, secondo me, vi farà rischiare di cadere - ve lo dico con serenità, a noi andrebbe anche bene, è nel gioco delle parti - come siamo caduti noi, su alcuni elementi sui quali avremmo potuto prestare maggiore attenzione.

La verità è che su nessuna parte di questo disegno di legge c'era disponibilità al dialogo. Glielo ridico, Assessore: è una cosa immorale. Abbiamo consentito che chi ha abusato del nostro territorio, nella nostra Regione venga nuovamente premiato, e questo era l'aspetto più importante di tutti, più del rispetto dei 300 metri, più di ogni altra cosa, secondo me. Abbiamo consentito alle persone che hanno imbrogliato i cittadini, che hanno imbrogliato le istituzioni, di continuare. Li premiamo, li premiamo con gli aumenti di volumetria. Questo è un disegno di legge che non ha dato spazio ad alcun tipo di confronto e di suggerimento, anche costruttivo, come poteva essere questo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, io fin dal primo giorno in cui abbiamo incominciato a esaminare questa legge, il 1° settembre in Commissione, ho cercato soprattutto di comprendere in quali parti questa legge migliorasse il PPR. Sono arrivato a conclusione, dopo anche un lungo dibattito consiliare, che questa legge apre solo delle brecce in un provvedimento che aveva cercato di dare regole alla Sardegna. Né ci ha convinto "l'arcangelo Gabriele", santo protettore della Giunta Cappellacci, e strenuo difensore di questa legge, che ci porterà tutti nel futuro paradiso della Sardegna, dove tutto sarà piacevole e permesso. Siamo convinti sostenitori di altre ipotesi e di altre scelte.

Io non so cosa accadrà, so comunque che si verificheranno dei guasti, così come abbiamo cercato di dimostrare insieme a tutto il Gruppo, che è stato qui presente in tutti questi giorni, e che con convinzione e determinazione ha argomentato, cercando di portare anche dei correttivi che non sono stati accolti. Qui si dice che probabilmente c'è l'esigenza di cambiare, non so se diventeremo tutti valdesi, comunque, in ogni caso, una disponibilità al dialogo è stata manifestata da tutti. Verificheremo se ci saranno spazi e margini per aprire un dialogo o un confronto serio sulle questioni che interessano i sardi. Noi naturalmente saremo disponibili, ma senza rinunziare alle nostre convinzioni, alle nostre battaglie, in difesa di un bene primario che rimane il bene ambientale e il patrimonio ambientale dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ormai siamo alle battute finali. A me hanno colpito due affermazioni, Assessore, una sua e una del presidente Cappellacci. L'ho ripetuta non appena pronunziata dall'uno e dall'altro, la ripeto oggi, spero almeno stavolta in una sua risposta. Ho provato anche un pizzico di indignazione, non lo dico per recitare una parte, sul serio, se non sarò creduto non è un problema mio.

Dico questo: il presidente Cappellacci ci ha ricordato che una delle ragioni principali che motivano questo testo è la risposta da dare a chi deve costruire una stanza o due in più per i propri figli. Legittimo: è un disagio abitativo. Lei oggi ci ha ricordato il plauso che ha ricevuto in via Podgora, nel prolungamento di via Cornalias e sotto il Colle di San Michele. Io, come lei, conosco bene quella zona, Assessore. Al suo posto però avrei evitato (ma ognuno di noi è libero di portare gli esempi che vuole) di giustificare questa legge con il plauso di persone che non hanno strumenti né materiali e nemmeno intellettuali, e che forse sono stati tratti, non dico in inganno, ma quasi, sulla bontà di un testo come quello che vi state apprestando a licenziare.

Assessore, sono questi i destinatari di questa legge? Se sono questi, limitate gli interventi a questi destinatari.

Mi vuol dire, Assessore, alla fine di questa discussione, difficile per tutti, cosa c'entra via Podgora e una stanza in più per i figli con i 300 metri? Forse gli abitanti di via Podgora e del prolungamento di via Cornalias hanno bisogno di aumentare la volumetria nella fascia dei 300 metri?

Ancora, Assessore, io l'ho conosciuta come tecnico, come dirigente di questa amministrazione regionale. Lei ha avuto modo di difendere giustamente l'autonomia del sistema delle autonomie locali. Ma è possibile che lei, che ha questa storia alle spalle, oggi mortifichi il ruolo delle autonomie locali, svuotandole della loro funzione nella programmazione e nel governo del territorio? Per che cosa, Assessore? Per rispondere a via Podgora e a quella stanza in più?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, come è comprensibile il mio voto è rigorosamente contro questa legge, legge che esprime un delirio cementificatore, che purtroppo ha vinto in nome di un innocente aumento volumetrico, fra l'altro di case già esistenti e che, di fatto, lascerà irrisolto il problema dei senzatetto. In compenso state istituzionalizzando l'assalto alle nostre coste e ai nostri centri storici, al nostro territorio, invidiato in tutto il mondo.

E a questo proposito voglio anche dire che nessuno ha, in effetti, affrontato il discorso della vocazione turistica del nostro territorio, territorio che si presta a un turismo di tipo escursionistico, quindi non è necessario costruire ancora alberghi. E' come se nei Sette Fratelli, che è un'oasi unica, si dovesse necessariamente costruire all'interno, e nessuno pensa che, se davvero dovesse essere necessario costruire un albergo, questo andrebbe costruito in un piccolo centro abitato, ad esempio a Sinnai. Invece no, noi diamo l'assalto alle nostre spiagge, alle bellezze alle quali non possiamo rinunciare. Comunque, questa legge scellerata resterà nella storia per la sua ferocia nel negare il diritto ai sardi alla propria identità, cedendo al peggio della globalizzazione, che ci vuole assolutamente livellare verso il basso, ci vuole rendere tutti uguali, e quindi ci vuole togliere la nostra identità.

Ribadisco anche a nome dei Rosso Mori - e quindi dei sardisti progressisti - che la nostra battaglia contro questa legge umiliante per il nostro popolo non finirà qui. Noi non abbiamo niente da vendere in nome di nulla, noi non abbiamo niente da scambiare, né in termini di potere personale né in termini di privilegi per pochi. La nostra sarà una battaglia per il diritto di esistere come popolo, con il suo ambiente, la sua storia e la sua cultura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La precedente maggioranza di governo e la Giunta Soru hanno prodotto il Piano paesaggistico regionale, considerato in ambito nazionale ed europeo una legge esemplare. Per la prima volta venivano stabilite regole generali, certo da integrare mediante nuove normative in materia urbanistica, in materia di tutela dell'ambiente, considerato nella sua globalità e integrità (coste, paesaggi marini, zone interne, città e paesi) e assunto quale valore unico e irripetibile. Persino negli incontri del G8 e del G20 vengono ripetute queste parole.

Il Piano paesaggistico, a suo tempo e tuttora demonizzato, tentava di salvaguardare la maggiore risorsa della Sardegna, quella dalla quale può derivare uno sviluppo alternativo e di prospettiva. Vedete bene qual è, in questa delicata materia, la politica della Giunta Cappellacci. L'ambiente è considerato non già un valore unico e irripetibile, bensì nel suo valore di superficie edificabile, persino nella fascia dei 300 metri dal mare. Non serve a nulla il richiamo dell'esperienza del passato, né si ha il coraggio e l'intelligenza di immaginare altre possibilità, altri indirizzi, altri campi in cui pure vi sarebbe molto da fare: recupero dei centri storici, maggiori e minori, risanamento delle periferie urbane, messa in sicurezza e ammodernamento degli edifici pubblici ai fini del contenimento dei consumi energetici, risanamento delle campagne dalle mille e mille brutture che deturpano il paesaggio agrario e altro ancora.

Sul fronte della difesa e della valorizzazione dell'ambiente, noi e l'intera opposizione abbiamo condotto una battaglia dura in Consiglio regionale, che non è affatto chiusa e conservatrice, ma è propositiva e aperta. Aperta innanzitutto alle istanze di uno sviluppo moderno e rispettoso degli interessi delle generazioni che verranno. Certo - avrebbe detto l'onorevole Vargiu - è utopia, però, onorevole Vargiu, Max Weber scriveva che solo coltivando l'utopia all'uomo accade di realizzare opere degne di essere realizzate. Il voto è contrario.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numero 67.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Contu Mariano ha votato a favore e che i consiglieri Diana Giampaolo, Mariani e Porcu hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 59

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 39

contrari 20

(Il Consiglio approva).

Discussione della deliberazione di nomina dei componenti di espressione regionale nella Commissione paritetica Stato-Regione autonoma della Sardegna (articolo 56 dello Statuto speciale della Sardegna) (Doc. n. 3/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del documento numero 3.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Agus, relatore.

AGUS (P.D.), relatore. Signor Presidente, Assessori, brevemente solo per comunicare che la Commissione ha esaminato la proposta della Giunta per la nomina della dottoressa Gabriella Massidda e dell'avvocato Anna Maria Busia quali componenti della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto e l'ha accolta.

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Floris Mario - Agus - Cossa - Sanna Gian Valerio sulla nomina dei componenti della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto.

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTA la decisione della Giunta regionale di nominare, quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto, in sostituzione del prof. Fulvio Dettori e del prof. Gian Mario Demuro, la dott.ssa Gabriella Massidda, direttore generale della Presidenza della Regione e l'avv. Anna Maria Busia;

CONSIDERATO che su tale decisione deve esprimere il suo parere il Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 56, primo comma, dello Statuto;

VISTA la relazione della Prima Commissione permanente,

esprime parere favorevole

sulla nomina della dott.ssa Gabriella Massidda e dell'avv. Anna Maria Busia, quali componenti della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto. (1).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sul documento e sull'ordine del giorno.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

SALIS (I.d.V.). Eh, no! Scusate, fatemi manifestare un imbarazzo per il fatto che nessun Capogruppo era a conoscenza di questo punto…

PRESIDENTE. No, mi scusi, onorevole Salis.

(Interruzioni)

Onorevole Salis, la Presidenza in più di un'occasione ha posto all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo l'urgenza di approvare questo documento per evitare la perdita di risorse per la Regione. Conseguentemente, in quella sede si è concordato che avremmo votato il documento in questione. Quindi non può dire che non era a conoscenza di questo punto.

E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Io vorrei sottolineare quanto detto dalla Presidente e richiamare anche l'attenzione dell'onorevole Uras e dell'onorevole Salis su questo punto.

Questo semplice adempimento implica l'attuazione, anche in Sardegna, del trasferimento della sanità penitenziaria dal Ministero di grazia e giustizia al sistema sanitario regionale, quindi alle AA.SS.LL., e la Regione sarda è l'ultima tra le regioni italiane che si trova a effettuare questo passaggio. L'attesa dura ormai da oltre un anno, anche la Giunta precedente aveva avviato l'iter senza però arrivare a concretizzarlo. Quindi io chiedo veramente all'Aula di soprassedere su eventuali problemi di altra natura per adottare questa deliberazione in maniera che poi si possa sbloccare un iter che è molto importante, che rischia di concludersi fuori tempo massimo e che tiene bloccato un milione di euro - ecco il problema a cui faceva riferimento la Presidente - inutilmente, mentre questa somma potrebbe essere utilizzata per sistemare definitivamente il problema della sanità penitenziaria.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Convoco la Conferenza di Presidenti di Gruppo. Il Consiglio verrà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 14 e 43.