Seduta n.22 del 14/05/2009
XXII Seduta
(ANTIMERIDIANA)
Giovedì 14 maggio 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
Indi
del Vicepresidente CUCCA
La seduta è aperta alle ore 10 e 24.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 30 aprile 2009 (16), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Valerio Meloni, Onorio Petrini, Antioco Porcu, Carlo Sanjust e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 14 aprile 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico di aver nominato quali componenti della Giunta per il Regolamento i consiglieri: Mario Diana, Francesco Meloni, Marco Meloni, Massimo Mulas, Antonello Peru, Adriano Salis, Christian Solinas, Giulio Steri e Luciano Uras.
Comunico di aver nominato quale Presidente della Giunta delle elezioni il Vicepresidente del Consiglio Giuseppe Luigi Cucca e quali componenti i consiglieri: Angelo Francesco Cuccureddu, Pietro Fois, Giovanni Mariani, Sergio Milia, Pietro Pittalis, Giacomo Sanna, Alessandra Zedda e Massimo Zedda.
Comunico di aver nominato quale Presidente della Commissione per la Biblioteca il Vicepresidente del Consiglio Michele Cossa e quali componenti i consiglieri: Vittorio Renato Lai e Valerio Meloni.
Comunico di aver nominato quale Presidente della Commissione di verifica il Vicepresidente del Consiglio Giuseppe Luigi Cucca, e quali componenti i consiglieri: Daniele Secondo Cocco, Paolo Luigi Dessì, Francesco Mula, Carlo Sanjust, Carlo Sechi, Giulio Steri.
Comunico, inoltre, che il consigliere Mario Bruno, firmatario della mozione numero 2 sull'illegittimità della composizione della Giunta regionale, con riferimento alla mancata applicazione della legge regionale statutaria 10 luglio 2001, numero 1, in seguito alla sentenza della Corte costituzionale e venuti meno i presupposti della mozione ha chiesto, con nota del 13 maggio 2009, che la stessa venga ritirata.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interrogazione Bardanzellu, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di un pontile all'interno del Golfo di Cugnana in Comune di Olbia".(19)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di iniziative atte ad anticipare l'attività venatoria in Sardegna, prevedendo la reintroduzione della caccia alla tortora in agosto, e a sollecitare il Governo nazionale a definire, in accordo con la Regione sarda, la procedura normativa per posticipare la chiusura della caccia alla selvaggina migratoria alla fine di febbraio". (20)
"Interrogazione Piras - Contu Mariano Ignazio - Zedda Alessandra - Stochino - Tocco - Sanna Matteo - Peru, con richiesta di risposta scritta, sull'equiparazione fra la qualifica di imprenditore agricolo professionale e coltivatore diretto con la modifica dei criteri di selezione fissati dal Piano di sviluppo rurale". (21)
"Interrogazione Porcu - Espa, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi dell'ANAS nella realizzazione dei lavori della nuova strada statale n. 195 Cagliari-Santa Margherita di Pula". (22)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Porcu - Sabatini - Lotto - Moriconi - Manca sulle disposizioni in materia di commissariamento dell'Autorità d'ambito di cui alla deliberazione n. 13/18 del Presidente della Regione autonoma della Sardegna del 24 marzo 2009". (6)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - SOLINAS Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sullo spostamento del G8 a L'Aquila (5).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 5 sullo spostamento del G8 a L'Aquila.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - SOLINAS Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sullo spostamento del G8 a L'Aquila.
IL CONSIGLIO REGIONALEPREMESSO che:
· il Consiglio dei ministri n. 46 del 23 aprile 2009 ha approvato la proposta del Presidente Berlusconi di organizzare il prossimo G8 nella Regione Abruzzo, trasferendolo dalla sede, originariamente prevista, di La Maddalena;
· la seduta del sopra citato Consiglio dei ministri si è tenuta senza l'intervento del Presidente della Regione autonoma della Sardegna;
CONSIDERATO che:
· l'articolo 47, comma secondo, dello Statuto speciale per la Sardegna dispone che il Presidente della Regione "interviene alle sedute del Consiglio dei ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione";
· la norma statutaria costituisce applicazione del più generale principio costituzionale della leale collaborazione;
· l'organizzazione del G8 in Sardegna avrebbe rappresentato per il territorio sardo una fondamentale occasione di sviluppo per quanto riguarda servizi e strutture pubbliche nel nord Sardegna;
· gli appalti sono stati assegnati mediante le procedure semplificate previste dalla protezione civile per il G8;
· a seguito dell'inopinata scelta del Governo nazionale dovrà procedersi a una rinegoziazione degli appalti già in essere, salvo il diritto di recesso dell'appaltatore;
· il decreto legge 28 aprile 2009 approvato dal Governo prevede che alle imprese non siano più dovute le maggiorazioni, retroattivamente dal 1° marzo, per le lavorazioni eseguite su più turni di lavoro e il premio di produzione, sicché, non essendovi più benefici legati alla consegna dei lavori entro fine maggio, è concreto il rischio di contenziosi e/o di mancato completamento delle opere;
· tale decreto parla di risparmi per 220 milioni di euro, ma non distingue tra risparmi sui lavori e risparmi sulla sicurezza, per cui non è certa l'esatta entità dei fondi che rimarranno a disposizione per il completamento delle opere;
· sempre tale decreto stabilisce, inopinatamente, che eventuali e del tutto ipotetici risparmi derivanti dallo spostamento siano incamerati dal Ministero dell'economia, senza considerare che si tratta di fondi di sviluppo della Regione;
· secondo quanto appreso dagli organi di stampa, alcune imprese sarebbero intenzionate a lasciare l'Isola e a rinunciare alla gestione delle strutture, come nel caso della Mita resort Srl del gruppo Marcegaglia per l'ex Arsenale;
· gli albergatori a cui erano state bloccate le camere fino a metà luglio, le società che avevano siglato precontratti per la fornitura di servizi alle delegazioni del G8, gli imprenditori che avevano fatto investimenti in vista dell'importante evento, hanno denunciato il rischio di subire danni economici di decine di milioni di euro per lo spostamento del G8 a L'Aquila;
· risultano essere stati definitivamente cancellati, o rinviati senza poter utilizzare le procedure accelerate semplificate, gli investimenti collaterali al G8 tra cui la 4 corsie Sassari-Olbia per un valore di circa 800 milioni di euro;
· con lo spostamento dell'evento viene a mancare la possibilità di un ritorno d'immagine su scala internazionale dell'arcipelago maddalenino del valore di decine di milioni di euro che poteva contribuire, insieme al completamento delle opere principali e di quelle collaterali, al rilancio complessivo in chiave turistica dell'economia del nord Sardegna e in particolare dell'arcipelago di La Maddalena, da decenni soggetto a gravami e servitù militari;
RITENUTO che:
· siano stati lesi gli interessi della Regione autonoma della Sardegna e violato l'articolo 47 dello Statuto speciale;
· l'improvvisa scelta del Governo lasci nella più completa incertezza centinaia di persone già al lavoro e decine di imprese, che si chiedono cosa succederà del loro domani, chi pagherà le opere quasi ultimate, chi farà fronte alle centinaia di contenziosi che si apriranno;
· insieme agli investimenti pubblici precedentemente stanziati rischiano di andare in fumo decine di milioni di investimenti privati;
· viene a mancare il progetto di rilancio turistico, economico e sociale dell'arcipelago maddalenino di cui l'evento G8 doveva rappresentare l'evento più significativo,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
ad assumere, nei confronti del Governo nazionale, tutte le opportune iniziative per difendere gli interessi, le risorse finanziarie, le opere infrastrutturali e le prerogative statutarie della Regione autonoma della Sardegna, conformemente al suo mandato istituzionale;
a riferire al Consiglio regionale sulle mancate ricadute economiche e strutturali causate dallo spostamento del G8;
a illustrare i piani delle opere che saranno effettivamente completati, lo stato di avanzamento dei lavori e i tempi di realizzazione previsti;
a identificare con certezza le risorse finanziarie già erogate e quelle disponibili per il completamento delle opere;
a promuovere, con il coinvolgimento del Governo nazionale, un progetto di sviluppo complessivo del territorio maddalenino che tenga conto delle aspettative di quella comunità e di tutta la Sardegna e della funzione risarcitoria e di definitivo riscatto economico e sociale che gli investimenti, i progetti e le opere collegate all'evento del G8 dovevano rappresentare dopo decenni di vincoli allo sviluppo economico causati dalla presenza militare italiana e americana.).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione in attesa che arrivino i colleghi.
PRESIDENTE. Io li accordo, però prego i Capigruppo di sollecitare i consiglieri a essere presenti in aula e a garantire una maggiore puntualità, perché è consentito il quarto d'ora accademico, ma siamo già oltre la mezz'ora.
I lavori riprenderanno alle ore 10 e 40. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 29, viene ripresa alle ore 10 e 40.)
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, la mattina del 23 aprile un giornalista di un'agenzia di stampa mi chiede un commento sul possibile trasferimento del G8 da La Maddalena a L'Aquila, che il presidente Berlusconi avrebbe formalizzato qualche ora più tardi in Consiglio dei Ministri. Ho pensato a una bufala, a un intervento demagogico in attesa dell'ennesima smentita del Presidente. Lo stesso ministro Matteoli, in prima battuta, e il presidente Cappellacci, poi, hanno immediatamente ridimensionato, salvo qualche ora dopo prendere atto, con grande preoccupazione e forte stupore, della decisione adottata dal Governo. "Un fatto improvviso, importante e inopinato", commentò il presidente Cappellacci. Eppure, ci dirà il Presidente dell'Abruzzo, Chiodi, da dieci giorni se ne parlava, se ne parlava in altre sedi, ma non in Sardegna, non con la Sardegna e i suoi rappresentanti istituzionali, eletti appena due mesi prima dal popolo. Eletti in una campagna elettorale enfatizzata a livello nazionale, con un Presidente del Consiglio presentissimo nell'Isola e sui media, che ha promesso ai quattro venti che la Sardegna sarebbe tornata a sorridere e con risultati immediati. Il presidente Berlusconi si è scusato, a cose fatte, con il Presidente della Regione per non averlo consultato preventivamente, ma l'articolo 47, comma secondo, dello Statuto speciale della Sardegna dispone che il Presidente della Regione "interviene nelle sedute del Consiglio dei Ministri quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Sardegna". Così non è stato. La norma statutaria costituisce applicazione del più generale principio della leale collaborazione e almeno quella, presidente Cappellacci, dobbiamo farla osservare sempre, in tutti i rapporti istituzionali. Le ricordo, Presidente, che lei, in qualità di Presidente della Regione autonoma della Sardegna, fa parte o faceva parte del Comitato di coordinamento nazionale per la Presidenza del Vertice G8.
Su queste basi ci siamo, come forze di opposizione, immediatamente attivati per chiedere, Presidente, un'informativa urgente al Consiglio regionale, ma, complice la sessione di bilancio e la mancata unanimità dei Capigruppo, solo oggi, a distanza di ventuno giorni, riusciamo ad ascoltarla. Lei ha rimandato, anche perché in attesa di essere chiamato nuovamente a Roma, ma quest'Assemblea, le ricordo, è la massima assise istituzionale dei sardi. Certamente, nessuno ha messo in discussione il principio della solidarietà nazionale, al quale la Sardegna non è mai venuta meno, oggetto, tra l'altro, di un ordine del giorno unanime e immediato di questo Consiglio regionale dopo aver appreso la notizia del terremoto abruzzese. Quelle che seguono non sono parole mie, ma del presidente Mario Floris, componente di maggioranza, attuale Presidente della Commissione autonomia del Consiglio regionale, che dice: "La solidarietà al popolo abruzzese è scontata. La Sardegna lo ha dimostrato con i fatti. Si contesta la legittimità istituzionale della decisione di trasferire il G8 da La Maddalena a L'Aquila. C'è stata, infatti, una palese violazione dello Statuto sardo che ha impedito al presidente Cappellacci di conoscere, in Consiglio dei Ministri, i provvedimenti che riguardano la Sardegna. Il tardivo faccia a faccia fra il premier e il Presidente della Sardegna, il presidente Cappellacci, non può non tener conto non solo delle prerogative istituzionali della Sardegna, ma anche delle necessarie e indispensabili compensazioni conseguenti al provvedimento che sottrae all'Isola un'irripetibile occasione di sviluppo".
La verità è che si è rotto un patto tra lo Stato e la Regione. Per la Sardegna, per La Maddalena sarebbe stata un'occasione irripetibile per accelerare la riconversione della propria economia, finora dipendente dalla presenza militare. Il G8 sarebbe servito come grimaldello per aiutare La Maddalena a trasformare la propria economia in un disegno dinamico e moderno di sviluppo sostenibile. Quando sono arrivate le risorse i giornali, tutti noi, parlavamo di un nuovo piano di rinascita. Già, perché accanto alle opere principali a La Maddalena (233 milioni di euro), sono state inserite opere collaterali (522 milioni di euro), cioè la possibilità di accelerare opere infrastrutturali attese da sempre nel nord Sardegna, finanziate con i fondi per le aree sottoutilizzate, come la quattro corsie Sassari-Olbia, la deviazione della statale 125 in prossimità dell'aeroporto di Olbia, i lavori di connessione della statale 199 alla stazione portuale, la messa in sicurezza del ponte sul Rio Padrongianus alla periferia di Olbia, la realizzazione del molo di levante a Porto Torres. Opere che avrebbero dato un impulso fortissimo alla crescita dell'economia delle due province di Olbia e di Sassari, e in tempi brevi. Opere che il 17 giugno 2008 il Commissario straordinario per il G8, Guido Bertolaso, in accordo con la Regione Sardegna, ha inserito tra quelle ufficialmente correlate alla realizzazione del grande evento e che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha reso operative con ordinanza numero 3698 del 29 agosto 2008; 740 milioni di euro destinati alla realizzazione delle opere principali e collaterali del G8. Tra l'altro, per quanto riguarda la Sassari-Olbia, il 29 settembre 2008, la Conferenza di servizi tenutasi a Sassari, con progetto predisposto e finanziato dall'Assessorato dei lavori pubblici della Regione, in accordo con gli enti locali, ha fissato in due anni e mezzo il tempo massimo per il completamento di quei lavori.
In realtà avevamo già avuto diverse avvisaglie e tutte negative. Già il 23 ottobre del 2008 il decreto legge numero 162 ha ridotto i fondi disponibili per il G8 a 233 milioni di euro, lasciando quindi solo quelli per le opere principali di La Maddalena. Successivamente, il 6 marzo scorso, il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha aggiornato la dotazione dei fondi FAS e ha escluso la Sassari-Olbia e tutte le opere collegate dai 17 miliardi e 800 milioni di euro stanziati con quella delibera. Tuttavia nei primi giorni del mese di dicembre, su iniziativa della Regione, era stato stipulato ugualmente un accordo tra la stessa Regione, il Dipartimento della Protezione civile, la Struttura di missione e l'ANAS, per la prosecuzione delle procedure di appalto avviate per la Sassari-Olbia, che vedevano a quel momento già prequalificate mediamente ottanta imprese per lotto, al fine di consentire l'individuazione delle imprese aggiudicatarie degli appalti che avrebbero dovuto in una prima fase predisporre la progettazione esecutiva dei lotti e in una seconda fase avviare i lavori attraverso i fondi FAS attribuiti in via ordinaria alla Regione autonoma di Sardegna. Una procedura inopinatamente interrotta. Fondi FAS della Sardegna, lo sappiamo tutti; non opere che sarebbero nate esclusivamente in virtù del G8 e finanziate, quindi, con un trasferimento di fondi statali eccezionali, finalizzati al grande evento, ma opere che nascono da fondi la cui programmazione è avvenuta in Sardegna ed esclusivamente per la Sardegna. Per essere più chiari: la Sassari-Olbia è un'opera interamente progettata dalla Regione, inserita tra le priorità dei fondi previsti dal Quadro strategico nazionale 2007-2013, con accordo stipulato in data 31 gennaio 2007 tra Regione e Ministero delle infrastrutture. Finanziamento, poi, confermato con anticipazione di 522 milioni di euro di fondi FAS nella delibera CIPE del 21 dicembre 2007, numero 166.
Ora, tutto questo è lettera morta e se vengono infranti accordi politici, istituzionali, un vero patto tra Regione e Stato, diciassette D.P.C.M., come ci ripete spesso il sindaco di La Maddalena, Angelo Comiti, è difficile credere alle ennesime rassicurazioni verbali. Occorre che lei, Presidente, si metta a capo di una forte mobilitazione in una vertenza con lo Stato, lo ha chiesto ieri anche il Capogruppo del P.S.d'Az., condotta a testa alta, con dignità, in rappresentanza di ciascun sardo e con a fianco l'intero Consiglio regionale, il parlamento dei sardi. Lei, Presidente, lo scorso 24 aprile si è limitato, da quanto comunicato ai giornali, a incontrare a Roma, tra l'altro a palazzo Grazioli, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il Ministro degli esteri, Franco Frattini, il Sottosegretario alla Presidenza, Gianni letta. Il premier le ha rinnovato le scuse per aver annunciato all'ultimo momento la decisione di spostare la sede del G8 da La Maddalena a L'Aquila. Il presidente Berlusconi si è impegnato, bontà sua, per il completamento di tutte le opere a La Maddalena, ha dato incarico al sottosegretario Letta di avviare un ennesimo percorso tecnico operativo che dovrebbe portare alla realizzazione della Sassari-Olbia. Il ministro Frattini ha annunciato che La Maddalena dal prossimo autunno sarà sede di summit internazionali. Lei, Presidente, ha espresso soddisfazione per l'esito di quel vertice. Noi non abbiamo trovato la stessa soddisfazione a La Maddalena, dove ci siamo recati lunedì scorso, accogliendo l'invito del sindaco Comiti, invito rivolto anche a lei, agli Assessori e a tutti i consiglieri regionali. Abbiamo trovato preoccupazione e indignazione. Le opere di riconversione dell'ex Arsenale e dell'Ospedale militare sono completate al 90 per cento, così ci hanno detto i tecnici, ma gli albergatori a cui erano state bloccate le prenotazioni fino a metà luglio, le imprese che avevano siglato precontratti per la fornitura di servizi alle delegazioni del G8, gli imprenditori che avevano fatto investimenti in vista del grande evento hanno denunciato danni economici per decine di milioni di euro a causa dello spostamento del G8. Abbiamo trovato una popolazione esterrefatta, che ha visto svanire un'opportunità incredibile per il lavoro, per lo sviluppo, per le stesse infrastrutture. Un danno enorme per la Sardegna che è bene che cominciamo a calcolare per chiederne conto al Governo; un lavoro di anni vanificato in un attimo; un voltafaccia dello Stato nei confronti di un territorio che avrebbe diritto a ben altra considerazione; un'ennesima presa in giro, al di là di ogni altra pur benevola interpretazione, come ha avuto modo di dire anche il vescovo di Tempio, monsignor Sanguinetti.
Risorse, energie, strutture, presidi istituzionali coinvolti in due anni di preparativi ormai giunti al termine non possono essere cancellati impunemente con un colpo di spugna. E' veramente poca cosa promettere di riavviare, attraverso una nuova Conferenza di servizi, il percorso della Sassari-Olbia. Se la volontà è quella di procedere rapidamente, non si possono che ripristinare i fondi FAS, esclusi dall'ultima delibera CIPE, e proseguire nelle procedure d'appalto secondo gli accordi già sottoscritti tra organi di Governo e Regione. Il problema, infatti, è capire se il Governo può tecnicamente inserire questi lavori con procedura accelerata per un G8 che non si farà. Può solo promettere, come ha fatto, che la Sassari-Olbia si farà, ma secondo procedure ordinarie, e i tempi saranno lunghi, di sicuro non si tratterà dei due anni e mezzo preannunciati, ma di molto di più.
Siamo preoccupati perché l'articolo 17 del decreto del Governo dispone che i risparmi ricavati dalla differente modalità di organizzazione dell'evento non tornino alla Regione, ma a un fondo di riserva per le spese impreviste del Ministero dell'economia e delle finanze, o, come dice l'ultimo emendamento salva coscienza del Governo, siano destinati all'Abruzzo. Noi ci attendiamo innanzitutto che, anche sulla base degli emendamenti, presentati dal Partito Democratico nel Senato, al decreto legge da convertire in legge, venga data dignità legislativa alla conferma di La Maddalena quale sede del grande evento del G8 almeno limitatamente al tema dell'ambiente, da tenersi entro la conclusione della presidenza italiana del G8. Sarebbe almeno un punto certo, per quanto non risarcitorio del danno subito; un contentino che poco consola, ma che è bene già certificare in legge.
Come forze del centrosinistra con questa mozione vogliamo impegnare la Giunta regionale e il suo Presidente, oltre a riferire a questo Consiglio regionale sulle mancate ricadute economiche e strutturali causate dallo spostamento del G8 e a illustrare i piani delle opere che saranno effettivamente completati, con precisa indicazione dello stato dei lavori e dei tempi di completamento, ad assumere una posizione autorevole nei confronti del Governo nazionale, con l'apertura di una vertenza. Ci attendiamo, Presidente, una reazione politica, un'iniziativa istituzionale forte per difendere le risorse finanziarie, gli interessi, le prerogative statutarie della Regione autonoma della Sardegna, che lei rappresenta. Occorre far sentire la voce della Regione, perché nel decreto che verrà convertito in legge, e di cui a giorni inizierà la discussione generale al Senato, siano fatte salve comunque le risorse relative agli interventi funzionalmente legati allo svolgimento del vertice, a partire dalla Alghero-Sassari-Olbia, per proseguire con la Olbia-Arzachena, la Olbia-San Teodoro, agli interventi sulla portualità turistica e nel fronte mare di La Maddalena e agli altri interventi già previsti e finanziati come opere correlate. Non possiamo consentire che le opere siano concluse da Regione ed enti locali. Sarebbe un'ennesima beffa, Presidente.
Occorre fare in modo, rafforzando gli emendamenti già presentati al Senato anche dal Partito Democratico, che le prenotazioni effettuate per il G8 presso i servizi alberghieri, turistici e di soggiorno nel territorio della Sardegna vengano rimborsate almeno fino al 50 per cento del costo di ogni singola prenotazione. Soprattutto, Presidente, dobbiamo conoscere nel dettaglio qual è, se esiste, il progetto di sviluppo del territorio maddalenino e del nord Sardegna, che tenga conto delle aspettative non più rinviabili di quella comunità e della funzione risarcitoria e di riscatto economico e sociale che gli investimenti, i progetti, le risorse pattuite devono rappresentare dopo decenni di vincoli allo sviluppo economico causati dalla presenza militare.
Non siamo disponibili, Presidente, a seguirla in una rappresentazione debole, rassegnata delle decisioni che vengono assunte a Roma. Siamo disponibili, invece, penso insieme a tutte le forze presenti in questo Consiglio regionale, a intraprendere tutte le iniziative utili che sollecitino il Governo a provvedere immediatamente e a ottemperare alle intese sottoscritte con la Regione autonoma della Sardegna, in coerenza col mandato che abbiamo ricevuto.
Il momento è difficile, Presidente, prima che sia troppo tardi la Regione si muova. Questa legislatura, anche se siamo agli inizi, è già negativa. Il Governo regionale ha accettato passivamente o perlomeno non ha contrastato con la necessaria determinazione e fermezza decisioni altrui, non solo lo spostamento del G8, ma anche lo scippo dei fondi per la Sassari-Olbia, lo scippo dei fondi FAS, di cui abbiamo parlato più volte, anche in questo Consiglio regionale, il disastro della chimica, le promesse della conclusione della vicenda Ineos-Sartor e il successivo fallimento, la possibilità che Tirrenia interrompa i collegamenti marittimi. Ora c'è anche la possibilità che l'Isola possa essere individuata come sito di centrali nucleari.
Presidente Cappellacci, la invitiamo ad attivarsi immediatamente per evitare che la nostra Isola venga ancora una volta mortificata dalle scelte del Governo nazionale e noi saremo al suo fianco, se intraprenderà questa vertenza, con tutti i sardi, con ciascun sardo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
Ricordo ai consiglieri che hanno a disposizione dieci minuti e chi intende prendere la parola deve iscriversi entro la conclusione del primo intervento.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, cari colleghi, caro Presidente della Regione, sarò molto breve e conciso, visto che sono per la brevità e contro ogni forma di inflazione linguistica.
Per la mia appartenenza ideologica, so che ormai è considerato un po' indelicato avere un'ideologia e dichiararlo in un consesso politico, ma io preferisco sempre indicare la linea del mio pensiero, dirò francamente che non ho particolare apprezzamento per il G8: non ne apprezzo gli scopi, la composizione, il modo di lavorare, l'intero approccio. Il G8 è per me il simbolo della precarietà totale. I G8 sono pseudo-eventi e pseudo, come sappiamo, in greco vuol dire inganno. Ma una cosa che apprezzo ancora meno è il colonialismo culturale, ed è questo che ho riconosciuto in certi recenti passaggi della nostra cronaca politica. Solo così si possono definire quelle situazioni in cui un popolo e un territorio subiscono delle decisioni prese altrove senza poter influire sulla questione, senza neppure poter essere ascoltati. L'Assessore ieri parlava del significato dell'ascolto, che forse rende il francese entendement, che significa anche il capire. Il potere coloniale si manifesta in tanti modi, ma le decisioni unilaterali imposte sono sicuramente uno dei più autentici, altri sono legati più strettamente allo scopo della colonizzazione, il denaro. E allora ecco che si decidono le destinazioni dei fondi, le si cambia, le si ripartisce, riassegna, ricalcola, tutto questo senza mai ritenere minimamente un dovere l'ascoltare chi sul territorio opera e vive. Perché ascoltare l'opinione della colonia? Il potere coloniale non ritiene di doversi consultare prima di compiere i suoi atti d'imperio. Che importa degli impegni presi e delle conseguenze del loro mancato rispetto? Se anziché cittadini con diritti e dignità si è sudditi con favori e concessioni, non ci si meravigli poi tanto delle mutevoli forze all'opera nella gestione delle risorse. Se uno Stato è democratico, una volta presi gli accordi, assegnati gli appalti e firmati i contratti, è legittimo aspettarsi un iter ben definito, ben diversamente s'intendono le cose in una colonia. La validità degli atti compiuti nelle colonie è sempre subordinata al gradimento del potere centrale, gradimento che può venir meno all'improvviso, nonostante le promesse in senso contrario.
E' possibile, caro Presidente, anche dire il falso, senza cercare di ingannare e quindi senza mentire. L'uomo è sempre in grado di architettare, dal profondo della mente creativa, quella costruzione verosimile, efficace e terribile che è la menzogna. Forse non ci si dovrebbe chiedere che cos'è una menzogna, ma più che altro cosa fa e cosa vuole l'atto del mentire. La cattiva fede del mentitore, il suo tradimento di una fede giurata, perlomeno in modo implicito, consiste nel sorprendere la buona fede del suo destinatario, facendogli credere ciò che gli viene detto, laddove questo far credere nuoce agli altri, li danneggia, opera a loro danno, quando invece il mentitore da parte sua è tenuto, da un impegno, da un giuramento o da una promessa almeno implicita, a dire solo la verità. La colonia si trova a fare i conti con le conseguenze del cambio di umore, capriccioso, da parte del potere centrale, che non si disturba neanche il tanto da verificare l'entità del danno economico inflitto. E del danno all'immagine non si cura, perché in fondo sembra un po' ardito da parte di questo territorio volere anche un'identità, un'immagine propria.
Così vi ho risparmiato anche il tempo che abbiamo perso all'inizio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Intervengo sul Regolamento, Presidente, perché credo, per quanto mi riguarda, che sia necessaria una migliore informazione della situazione esistente, affinché il dibattito si possa sviluppare nel migliore dei modi e non con le contraddizioni che, anche attraverso gli organi d'informazione, ritroviamo in circostanze come queste.
Vorrei chiedere al Presidente un'informativa all'Aula, anche se breve, per sapere, ad esempio, quanta parte dei fondi FAS la Regione ha speso a La Maddalena e qual è lo stato delle opere. Credo che questo potrebbe migliorare enormemente il dibattito, se no potremo fare solo supposizioni. Io credo che siano numeri facili da comunicare, per sapere, ad esempio, quanti dei nostri denari - sapete meglio di me che i fondi FAS regionali sono una cosa, quelli nazionali sono un'altra cosa - sono stati investiti in questa vicenda, per farci un'idea e quindi poter intervenire, a maggior ragione, con quelle informazioni che io in questo momento, personalmente, non mi ritrovo. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lei sa che abbiamo dibattuto, in Conferenza dei Capigruppo, sull'opportunità della mozione, oppure delle comunicazioni del Presidente della Regione in Aula, e si è optato, di comune accordo, per la presentazione di una mozione, seguendo il relativo iter. Per cui, questo è stato deciso in Conferenza dei Capigruppo e secondo questa decisione stiamo procedendo. Poi l'Aula, se vuole, è libera di decidere di procedere in modo differente. Possono intervenire un oratore a favore e uno contro, poi l'Aula si esprimerà con una votazione.
Se nessuno intende intervenire a favore, procediamo, onorevole Sanna.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Sembra che soltanto io non conosca questi numeri. Aspetto con entusiasmo di venirne a conoscenza da parte dei colleghi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
Onorevole Meloni, ha cinque minuti a disposizione.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Userò trenta secondi. Io appoggio la proposta del consigliere Sanna, perché effettivamente mancano molte informazioni e se si potessero avere il dibattito sarebbe senz'altro più completo.
PRESIDENTE. C'è qualcuno che vuole intervenire contro?
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Noi siamo disponibili, abbiamo chiesto le comunicazioni del Presidente, naturalmente però deve seguire un dibattito.
PRESIDENTE. Certo. Possiamo accordare dieci minuti al Presidente della Regione per fare le comunicazioni rispetto a quanto chiesto dal presidente Sanna, dopodiché riprenderà il dibattito e prenderà la parola il Presidente per la replica, come previsto per la mozione. Se tutti siete d'accordo procediamo in questi termini.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, mi bastano in realtà solo un paio di minuti, perché è estremamente semplice dare la risposta. E la risposta è altrettanto chiara: il grande evento del G8, sia con riferimento alle opere dirette, ovverosia quelle che insistono direttamente sul territorio di La Maddalena e sono direttamente collegate allo svolgersi dell'evento, sia con riferimento alle opere indirette, funzionalmente connesse direttamente all'evento o semplicemente in termini generali, è interamente finanziato con risorse regionali.
Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che il quadro di spesa prevede il recupero di risorse a valere su fondi FAS, che erano state disimpegnate perché non si era provveduto a impegnarle, e quindi erano sostanzialmente oggetto di sanzione, nonché l'anticipazione di risorse FAS su fondi regionali per quanto riguarda il resto. Probabilmente, se andiamo a vedere, nel documento possiamo trovare qualche cifra residuale, ma non raggiungiamo i 5 milioni di euro di risorse non regionali. Per il resto, credo non ci sia bisogno di aggiungere altro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, sull'ordine dei lavori posso intervenire?
PRESIDENTE. Ho già dato la parola all'onorevole Sanna.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non c'è problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Chiedo, cortesemente, una sospensione di dieci minuti, perché noi del Gruppo U.D.C. abbiamo necessità di assentarci per discutere sull'argomento all'ordine del giorno in relazione alle dichiarazioni del Presidente.
PRESIDENTE. I lavori sono sospesi per dieci minuti, riprenderanno alle ore 11 e 17. Prego i colleghi di essere puntuali, perché i lavori riprenderanno esattamente a quell'ora.
(La seduta, sospesa alle ore 11e 08, viene ripresa alle ore 11 e 27)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, è inutile ricordare, a lei ma anche all'Aula, la contrarietà a questo evento da parte del Partito Sardo d'Azione. Noi consideriamo la Sardegna un'isola di pace ed eventi come questo non sono certo orientati verso questo obiettivo.
A me fa piacere poterne parlare, perché ho riscontrato che nella passata legislatura non vi è stata nessuna discussione all'interno di quest'Aula sulla possibilità e quindi sulla scelta di ubicare questo grande evento a La Maddalena. E' avvenuto tutto al di fuori di quest'Aula: non sono state coinvolte le istituzioni, non è stata coinvolta l'Aula, nella sua interezza, e oggi, ripeto, mi fa piacere poterne parlare, ma "a cose fatte", come si suol dire. Ho letto la mozione in cui ci si lamenta tanto e, io dico, non a ragione, perché se le cose si fossero stabilite prima, con un dibattito appropriato, ricco di contenuti e quindi di motivazioni affinché questa scelta potesse essere fatta, forse non saremmo in questa situazione. E non saremmo in questa situazione perché, per quanto a me risulta, quest'Aula non ha mai deciso di utilizzare i fondi regionali per questo grande evento, e non avendo mai deciso una cosa del genere, non di poco conto considerata la grande quantità di risorse impegnate, credo che oggi sia giusto fare chiarezza.
Questo lo chiedo al presidente Cappellacci: quando sarà lei a parlare, se ci potesse fornire quegli elementi di conoscenza, quei dati fondamentali su come la Regione ha partecipato a questo grande evento, gliene sarei profondamente grato, perché ho l'impressione, da quello che leggo e che ho letto sino a oggi, mi si corregga, che il 95 per cento di quello che è stato speso derivi da fondi regionali, quindi dai fondi FAS regionali, che nessuna forza politica e non certo questo Consiglio ha mai deciso di prendere in blocco e collocare nell'isola di La Maddalena per un grande evento che poi non avverrà.
Io non credo che la Regione abbia tutte queste risorse da dedicare ad altri territori; non credo che la Regione abbia tutti questi denari per cambiare il sistema strutturale sardo, che in buona parte dei territori è penalizzato e superato dai tempi. Credo che nessuno di noi possa pretendere di prendere tante risorse per portarle nel territorio di appartenenza. Non avendo deciso questo, ma qualcuno l'ha fatto, io credo che la responsabilità non sia di chi oggi sta governando la Sardegna, ma di chi l'ha governata. Responsabilità piena per decisioni prese in piena solitudine - e quando sapremo la quantità di risorse forse qualcuno inizierà a pensarla in modo diverso -, come quella di collocare risorse per un grande evento che viene strutturato in un determinato modo per una situazione particolare. Perché non è la popolazione di La Maddalena, non è quella comunità, non è quella città che ha deciso il tipo di sviluppo, l'orientamento principale e, quindi, il futuro economico da raggiungere. Come pure non abbiamo deciso noi e neanche i maddalenini che, dopo una vita di arsenale e di presenza militare, quel risanamento dovesse essere fatto con fondi nostri. Non l'hanno deciso i maddalenini e non l'abbiamo deciso noi, e cioè i sardi, che i costi del risanamento dalla presenza americana dovessero pagarli i sardi. Dopo il danno la beffa! Questo l'hanno deciso in pochi. Il sardismo è altra cosa, l'appartenenza ha altri significati, l'indipendenza viene manifestata nei momenti in cui essa è necessaria, e cioè sempre. E in casi come questo dover pagare noi le distruzioni degli altri ha un significato che va oltre la beffa!
Io credo che ci sia l'obbligo di dare completezza a quelle opere, su questo non vi è dubbio. Non mi preoccupano le imprese esterne, lo dico con assoluta chiarezza, mi preoccupa quella parte di imprese, poche per la verità, che hanno preso parte in subappalto o in modo più scarso, con assegnazioni dirette, con un sistema di aggiudicazione che tutti conoscete, che lo stesso relatore della mozione ha indicato per il prosieguo del percorso, e cioè con una certa procedura di accelerazione. Presidente, noi abbiamo risorse da spendere e conosciamo le lungaggini. Se dovessimo parlare di viabilità, le direi che se le opere dovesse realizzarle l'Anas dei decenni non sarebbero sufficienti. Guardiamo la statale 131 per capire.
Ma allora, almeno le cose essenziali le possiamo conservare? Si sono portati via il G8, chiedere l'ultimazione e il completamento delle opere è qualcosa in più? Io credo che sia un nostro diritto. Chiedere che il percorso di realizzazione delle opere, soprattutto quelle di viabilità che a me preoccupano - e il discorso della Sassari-Olbia resta prioritario -, venga fatto con quelle procedure, con grande attenzione, ma con quella accelerazione che ci consentirebbe di vederle realizzate in uno spazio di tempo accettabilissimo, non in quello al quale ci ha condannato per decenni la presenza dell'ANAS, credo sia il minimo indispensabile.
Un'altra cosa che chiedo, Presidente, è che non si aggiungano altri denari della Regione. Se è vero che abbiamo speso oltre 300 milioni di euro di fondi FAS nostri, se è vero che abbiamo realizzato anche un albergo con i fondi nostri, i sardi saranno contentissimi di questo fatto! Me lo chiedono tutti, quando mi incontrano: "Ma è vero che è stato costruito un albergo a La Maddalena con fondi nostri?". Sì, era "prioritario" costruire un albergo e noi lo abbiamo fatto, piuttosto che dare completezza alla viabilità, piuttosto che realizzare opere attese da realtà che vivono l'isolamento assoluto, piuttosto che ritenere che le priorità non le possa decidere solo una persona, ma si debbano decidere, direi, in quest'Aula. Quando si tratta di risolvere problemi dei sardi credo che la sede più abilitata sia quest'Aula, che abbia ragione quest'Aula a voler recuperare un'autorevolezza che in questi anni è venuta meno, affinché il senso di libertà e del ruolo che riveste ognuno di noi ritorni a essere tale all'interno di questa istituzione.
Io sono dentro questa maggioranza, ma ho l'abitudine di manifestare il mio pensiero e il pensiero del mio partito, e di farlo nella più assoluta sincerità e libertà con cui siamo abituati a vivere i rapporti di collaborazione e di governo, così come sta succedendo. Quindi, Presidente, quando toccherà a lei, senz'altro avrà più elementi di conoscenza di quanti ne ho portati nel mio intervento e saremo senz'altro tutti in condizione di fare quelle valutazioni che fino a questo momento in buona parte non ci è stato consentito di fare. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (I.d.V.). Signor Presidente, sarò molto breve. Intervengo giusto per dire che credo sia proprio arrivato il momento in cui noi possiamo essere promotori, artefici e attori del futuro e dello sviluppo della nostra regione, anche perché non mi sembra, a parte lo scippo che è stato perpetrato, che gli altri partiti, a livello nazionale, si siano stracciati le vesti per lo scippo che è avvenuto. Quindi mi trovo perfettamente d'accordo su quello che ha detto il collega Sanna.
C'è pochissimo da aggiungere a quello che sappiamo e che è stato detto. Io mi rifaccio alle parole pronunciate dal presidente Cappellacci, a Oristano, il giorno in cui eravamo riuniti insieme al Consiglio delle autonomie e arrivò la notizia. Il Presidente, a caldo, nel suo intervento disse che giudicava il trasferimento del G8 un atto di grave inopinatezza. Credo che questo lo pensi ancora, così come credo che, chiaramente, non si possa fare nulla perché il G8 possa tornare a La Maddalena.
Il Presidente ha detto alcune cose prima, nella sua informativa, chiaramente non parlando di cifre, che vorremmo comunque conoscere, perché in questo momento credo che l'Aula e noi consiglieri non possiamo far altro che impegnare la Giunta e il Presidente affinché, nel più breve tempo possibile, ci diano certezze su quali sono le opere che devono essere completate.
Credo che la cosa fondamentale, indifferibile e urgente sia che opere importanti, come appunto la Sassari-Olbia, non siano stralciate dalle procedure che erano state previste per i lavori del G8, perché altrimenti davvero saranno dei sogni che probabilmente non vedremo mai avverarsi. Quindi credo che le risposte che lei ci deve dare siano assolutamente quelle a cui ha cominciato ad accennare nella sua informativa. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, colleghe e colleghi, oggi discutiamo dello spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila, ma si uniscono a questa preoccupazione, a questo fatto grave, altri fatti che stanno succedendo in queste settimane nella nostra Isola, che ci preoccupano e che pongono un tema più generale che attiene a come lei, Presidente, la sua Giunta, la maggioranza, ma anche questo Consiglio nella sua interezza, vogliono affrontare il confronto con lo Stato, con il Governo nazionale, perché è importante capire come vogliamo porci, come vogliamo difendere la nostra Isola dagli attacchi che in queste settimane sta subendo.
Credo che riguardo al G8 sia sbagliato attardarsi in una discussione che ci può vedere contrapposti, maggioranza e minoranza, nel sostenere da una parte che lo spostamento di questo vertice non sia un danno per la nostra Isola e dall'altra invece che sia un atto grave. Credo che tutti dobbiamo acquisire la consapevolezza che lo spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila è un fatto grave per la Sardegna, un fatto che è passato sulla testa di questo Consiglio, della Giunta e di tutti i sardi. E' stata una decisione presa in completa autonomia dal Governo nazionale, tra l'altro passando sopra il nostro Statuto, lo Statuto della Regione autonoma della Sardegna; un fatto grave che danneggia la Sardegna perché le toglie una grande possibilità, quella di promuoversi, di fare grossi investimenti, di realizzare un evento importantissimo. Oggi, vengono messi in discussione alcuni fatti che venivano dati per scontati, come la realizzazione di molte opere. Quindi è un fatto grave, di cui non rimane che prendere atto.
Ora siamo tutti impegnati a correre ai ripari, a trovare iniziative che rendano possibile tenere fermi gli impegni che erano stati presi, cioè perdiamo l'evento, ma manteniamo tutte le opere che erano state programmate, quelle strettamente inerenti al G8, che servivano, appunto, per la realizzazione dell'evento, e quelle che supportavano questo evento e prevedevano tutta una serie di opere che dovevano realizzarsi nel territorio del nord della Sardegna. E riguardo a questo non ci bastano più le rassicurazioni.
Signor Presidente, sulla Sassari-Olbia, ad esempio, si sono succedute rassicurazioni che venivano da ministri e sottosegretari, nonché dal Presidente del Consiglio, e poi abbiamo avuto altrettante dichiarazioni che hanno puntualmente smentito ciò che veniva assicurato. L'ultima dichiarazione è del Presidente dell'ANAS che, venendo in Sardegna, ha detto: "La Sassari-Olbia non è nelle nostre priorità, non abbiamo indicazioni in tal senso". Quindi non bastano più le rassicurazioni, ma dobbiamo stabilire qual è il quadro economico, quali sono le coperture finanziarie, quali sono le opere che dobbiamo realizzare e, fatto questo, dobbiamo chiedere che lo Stato, il Governo nazionale trasformi questi obiettivi in legge. Li scriva in una legge. Se si vogliono portare a compimento queste opere, se si vogliono mantenere quegli impegni, il Governo nazionale lo scriva in legge.
Le voglio ricordare, Presidente, che gli impegni sono tanti: oltre alla realizzazione della statale 597, nota come Sassari-Olbia, l'intervento sui tratti della statale 125 Olbia-Arzachena e Olbia-San Teodoro, il riassetto funzionale del collettore fognario costiero di La Maddalena, gli interventi per la portualità turistica e l'aeroporto di Olbia, gli interventi per i diversi usi degli specchi acquei da Cala Gavetta a Punta Chiara e la sistemazione del corrispondente lungomare, il potenziamento delle adduzioni di acqua grezza e potabile e la razionalizzazione del sistema di accumulo e distribuzione. Sicuramente dimentico altre opere che erano previste in un quadro economico che impegnava fondi FAS regionali e nazionali e che oggi noi dobbiamo chiedere con forza che siano confermate.
Abbiamo un'opportunità: al Senato si discute della conversione in legge del decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 aprile scorso. Quel decreto legge, come sappiamo, trattava degli interventi per le aree colpite dal terremoto, ma all'articolo 17 stabiliva, sanciva, disponeva lo spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila. Bene, alcuni senatori sardi hanno presentato diversi emendamenti a quell'articolo, chiedendo, appunto, il mantenimento degli stanziamenti dei fondi regionali, dei fondi CIPE e dei fondi FAS, già assegnati alla Regione per quelle finalità; in altri emendamenti si chiede il mantenimento delle ordinanze della Presidenza del Consiglio da cui derivano le ordinanze della Protezione civile; in un altro emendamento si chiede che gli imprenditori che hanno stipulato contratti per prenotazioni, quindi hanno vincolato servizi turistici, servizi di affitto turistici e d'altro genere, siano rimborsati per un importo pari almeno al 50 per cento delle somme per cui si sono impegnati.
E' tra l'altro prevista, in un modo che ritengo alquanto preoccupante per noi, la rinegoziazione con le imprese di tutte le opere per il G8, con la clausola che, siccome i compensi vanno ridotti vista la mancata urgenza della realizzazione delle opere, se manca l'accordo tra la Protezione civile e le società che hanno appaltato i lavori i compensi previsti possono essere ridotti fino al 50 per cento. Il che significa dire alle imprese di andar via. Si chiede di portare quella possibile riduzione al 5 per cento.
Voglio dire che noi abbiamo una grande opportunità, altrimenti davvero si ritorna al discorso che abbiamo fatto ieri: si approva l'ordine del giorno, si chiede alla Giunta di impegnarsi, di aprire una contrattazione con lo Stato e tutto finisce qui. C'è una possibilità, cioè che quegli emendamenti vengano accolti così come sono scritti e che il Governo nazionale trasferisca in legge gli impegni che ogni giorno ci dice di voler mantenere. Invitiamo lei, Presidente, la sua Giunta e la maggioranza a chiedere con forza l'accoglimento di quegli emendamenti, e quindi la trasformazione di quegli impegni in legge. Allora saremo sicuri, allora potremo dire che quegli impegni saranno davvero mantenuti.
Ieri ci è stata lanciata una sfida da parte di qualche collega della maggioranza: "Siete pronti a una battaglia comune su questi e su altri temi?". Noi siamo pronti. In questi giorni, in queste settimane, abbiamo però visto una Sardegna piegata, che subisce passivamente. Attendiamo atti di coraggio che ci consentano di aderire alle vostre proposte.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ieri, alla chiusura della seduta consiliare, mi ha colpito molto un messaggio che ha voluto mandare l'assessore Farris quando ha affermato: "La Sardegna è un'isola felice". Sinceramente sono rimasta un po' sconcertata, mi chiedevo: felice per chi, perché? Per i sardi la Sardegna non è un'isola felice, direi pure che è piuttosto matrigna per come è stata amministrata. Forse è felice per pochi e potenti privati, sicuramente è felice per i Governi italiani che non ci sono mai stati amici, direi pure che sono stati i nostri peggiori nemici, questo lo dico anche alla luce dei risultati. Non lo è stato neppure lo Stato italiano, il cui maggiore regalo è stato la concentrazione nel nostro territorio del 60 per cento dei poligoni militari, dove si fanno esercitazioni di guerra con tutti gli armamentari di guerra e tutto ciò che ne consegue. Lo sta facendo ancora con la proposta delle centrali nucleari nel nostro territorio, poi lei, Presidente, smentisce. Io sono molto felice di questo, però mando un appello: attenzione, perché dietro la minaccia delle centrali nucleari c'è pure la possibilità che la Sardegna diventi l'industria dello stoccaggio delle scorie radioattive. Per cui chiedo veramente di vigilare.
E' proprio in questo contesto, in questa filosofia che rientra pure il problema del G8; un G8 che io non ho mai condiviso, perché la mia cultura identitaria sardista e progressista è quindi contraria allo spirito secondo cui i pochi potenti del mondo possono parlare e decidere per i piccoli, perché anche noi sardi rientriamo non tra i grandi, lo sappiamo bene, ma fra i piccoli. Qui c'è, fra l'altro, un giornale cattolico che riporta un pezzo sul G8 - io sono atea, forse agnostica, non lo so bene -, ma parla di "G8 pinocchio, grandi eventi, scarsi risultati, coerenza zero, l'Italia lancia proclami roboanti a favore dell'Africa in vista del summit di La Maddalena, ma è tra i Paesi che meno aiutano il continente". Anche se è superato, voglio dire qualcosa. Allora, sul sito ufficiale dell'Esecutivo dedicato al summit il Governo italiano dice: "L'Italia intende mettere l'Africa al centro della scena del prossimo vertice di La Maddalena". Poi risulta che, invece, l'Italia sarebbe stata e comunque sarà il Paese meno generoso. Il Governo Berlusconi ha già sussurrato che non verserà per il 2009 neppure la quota stabilita: 130 milioni di euro per il fondo globale contro l'Aids, la tubercolosi, la malaria. Ma consoliamoci, comunque, perché c'è anche la dichiarazione del ministro Frattini, che dice: "Come Italia intendiamo promuovere una strategia globale che svuoti gli arsenali, combattendo davvero la povertà". Poi, se si fruga tra le pieghe del suo primo viaggio nei cinque Paesi africani, si scopre che ha promesso navi da guerra alla Nigeria e ha fatto pure una battuta: "L'Africa è un continente di opportunità". Poi bisogna sempre vedere per chi. E' un po' il discorso sulla nostra povera Sardegna.
L'affare G8, comunque dimostra alcuni dati importanti. Innanzitutto c'è un dato politico, presidente Cappellacci: la sua maggioranza di centrodestra non ha nessuna autonomia politica rispetto al Governo italiano. Io, sinceramente, tenendo conto anche delle sue dichiarazioni programmatiche, in cui dell'autonomia lei ne ha fatto un pilastro, e io ne sono rimasta soddisfatta, devo dire, però, che purtroppo la prassi di questi ultimi tempi non sta dimostrando questo. Questo preoccupa tutti noi. Cioè lei, Presidente, ha parlato di autonomia, ha parlato di identità, ha parlato di sardità, devo dire che mancava la parola, purtroppo molto abusata di questi tempi, "indipendenza", però tutto queste parole mi è sembrato che si siano rivelate specchietti per allodole.
Presidente, fa parte di questa filosofia lo stesso discorso del collegio unico sardo per il Parlamento europeo. Ci siamo presi, passatemi la battuta, ancora una fregatura, per cui continueremo a votare con i siciliani e per i siciliani. Io dico che per tutti noi sardi questa è una beffa. E guardate che l'argomento non riguarda solo noi dell'opposizione, riguarda anche la maggioranza. Ma cosa stiamo aspettando, Presidente?
Sul dato economico stendiamo un velo pietoso per quanto riguarda il problema La Maddalena, che è fortemente danneggiata nel suo tentativo di trasformazione economica da servitù militare in economia ecocompatibile secondo le vocazioni del suo territorio. E qui ho condiviso la scelta, devo dire, del presidente Soru, che ha interpretato la presenza del G8 in Sardegna con questo spirito.
L'altro dato è sui lavori delle grandi opere gestiti dalla Protezione civile e sui costi sproporzionati - ne parla l'Espresso, vi invito a leggerlo, per chi non lo avrebbe ancora fatto -, ma di questo aspetto se ne occuperà la magistratura.
Il G8, inoltre, mi preoccupava perché avrebbe comportato una forte militarizzazione del nostro territorio, con tutte le conseguenze del caso. Infatti, sui giornali sardi già trapelavano dei dati sui Servizi segreti, che abbiamo visto all'opera anche qualche decennio fa e che consideravano, per la presenza delle forze indipendentiste nel nostro territorio, la possibilità di scontri e di turbativa dell'ordine pubblico. E queste notizie sono emerse sia su "La Nuova Sardegna" che su "L'Unione sarda", quindi cercando di criminalizzare in questo modo…
Presidente, c'è molto brusio, se non è importante l'argomento, non ha senso neanche questa seduta.
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Zuncheddu. Onorevole Diana, onorevole Meloni, grazie
ZUNCHEDDU (Comunisti- Sinistra Sarda-Rosso Mori). Quindi c'è un grosso tentativo di criminalizzare, in questo modo, ogni possibile forma di dissenso, come lo stesso onorevole Berlusconi dichiara, accomunando il dissenso alla violenza. Sono concetti diversi, sono concetti assolutamente diversi e il dissenso fa parte dell'espressione "democrazia di base".
In Sardegna questa operazione ha colpito, anche in passato, movimenti democratici, indipendentisti e in generale tutto il movimento sardista. Non è la prima volta che questo avviene, quindi non voglio neanche che si dimentichino le provocazioni perpetuate dagli apparati dello Stato, che colpirono - e qui ci sono colleghi che lo ricorderanno bene - il movimento sardista e personaggi di indiscussa autorevolezza politica e di fede progressista, mi riferisco all'onorevole Mario Melis, già illustre Presidente della Regione Sardegna, e all'onorevole Carlo Sanna, per poi rivelarsi nel tempo dei grandi bluff. Io credo che il presidente Soru vide bene quando pensò di usare l'evento del G8 come una grande possibilità per riqualificare l'economia maddalenina da servitù militare a economia ecocompatibile, legata quindi alle sue vocazioni normali, cioè alle vocazioni del suo territorio (vedi il nuovo porto e il centro velico). L'intuizione era così valida che Berlusconi, appena eletto, prospettava il trasferimento dell'evento a Napoli, giusto per scippare la scena a Soru e alla Sardegna. Noi non possiamo permetterci il lusso di continuare a ragionare in questi termini, per il bene dei sardi.
Presidente Cappellacci, noi la invitiamo davvero a rappresentarci. Lei ci deve rappresentare e lo deve fare in modo assolutamente autonomo, con preghiera di tenere davvero la testa e il cuore nella nostra terra. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Signor Presidente, dieci minuti per la verità sono un po' pochi per parlare di un problema così importante, anche perché, al di là del problema specifico G8, dalla discussione è emerso un altro problema ancora più importante, che è quello dei rapporti Stato-Regione, problema che anche l'onorevole Maninchedda, ieri, in un suo intervento, ha riportato all'attenzione con forza.
Su quest'ultimo problema dico solo due parole. Io confermo che nei confronti dello Stato deve essere portata avanti una politica "contestativa". Non è un termine che mi sono inventato io; è un termine che oramai fa parte anche dei libri di diritto costituzionale che individuano così la politica portata avanti in Sardegna dalla Regione nei confronti dello Stato. Nel 1956 - la data della rivoluzione dei Giovani turchi, con cui la sinistra democristiana avviò questa politica - si inaugurò una politica contestativa che ebbe il suo culmine nel 1984, col cosiddetto "vento sardista" e con la vittoria di Mario Melis, che poi, concordo, fu abbastanza deludente nei risultati. Ma si trattò di una politica contestativa a carattere economico. Noi a questa politica dobbiamo dare anche un valore istituzionale per salvaguardare il nuovo quadro istituzionale successivo alla modifica del Titolo V della Costituzione, un valore che salvaguardi la specialità. E' qualcosa che molto più opportunamente potrà essere visto dal Consiglio, dalle forze di maggioranza in accordo con l'opposizione, quando si tratterà di elaborare una proposta di nuovo Statuto, quando si faranno la nuova legge statutaria e la nuova legge elettorale. Non mi pare, quindi, che sia questo il momento, in questa vicenda particolare, per porre questo problema, che sicuramente dovrà richiedere una posizione ferma da parte di tutto il Consiglio.
Ciò detto, a carattere generale, sul rapporto Stato-Regione, quando si parla di G8 mi sembra opportuno ricordare storicamente come il G8 è arrivato in Sardegna. Il G8 è arrivato in un momento in cui si assisteva a una fortissima contrapposizione tra lo Stato e la Regione per quanto concerne la titolarità dei beni dello Stato in Sardegna; controversia iniziata in maniera forte dal presidente Pili e conclusa in maniera, secondo me, ancora più significativa rispetto alla vertenza sulle entrate, dalla Giunta Soru. In questo contesto, in questa polemica c'era tutta la controversia sui beni destinati a servitù militari; servitù militari che la presidenza Soru chiedeva con forza venissero ridotte, venissero eliminate dal territorio della Sardegna. In quest'ottica si è arrivati alla sottoscrizione di due intese a carattere politico, e non giuridico, nel senso che avevano sicuramente una valenza politica, ma non potevano contenere nessun impegno di carattere giuridico, firmate dal ministro Parisi e dal sottosegretario Casula, che prevedevano il trasferimento alla Regione di una serie di beni gravati da servitù militari. Se vogliamo pensare a Cagliari, pensiamo all'Ospedale militare o alla caserma Ederle. In questo contesto, si è inserita la decisione degli americani di lasciare La Maddalena. Sia chiaro, non li abbiamo cacciati né noi del centrodestra né voi del centrosinistra; hanno deciso di andarsene, altrimenti, col trattato internazionale che aveva sottoscritto il Governo Andreotti, a suo tempo, sarebbero potuti rimanere quanto volevano. Quindi non li abbiamo cacciati, se ne sono andati via loro.
In questo momento, in questa situazione, il G8 è sembrato al ministro Parisi l'occasione che consentiva di risolvere il problema, perché con la presenza del G8 in Sardegna si poteva dare una risposta specifica a La Maddalena per quanto riguarda la creazione di una nuova economia, si poteva dare un segnale forte alla Sardegna di riduzione delle servitù militari. Il G8 non era un evento che riguardava solo La Maddalena; il G8 è stato studiato e programmato come un evento che riguardava tutta la Sardegna, tanto è vero che in funzione di questo evento è stata prevista la realizzazione di opere e il trasferimento di beni dello Stato destinati alla Regione in tutta la Sardegna. Quindi non è un evento che possiamo limitare a La Maddalena. A La Maddalena c'era l'epicentro, ma tutto il resto della Sardegna era coinvolto in questo evento.
A fronte del G8 c'è stata una serie di atti e di intese che prevedevano che questo evento dovesse essere prevalentemente utilizzato per fruire di deroghe. Noi sappiamo che con l'attuale sistema fatto di lacci e laccioli è impossibile programmare e realizzare in tempi brevi un'opera. Ci sono tante di quelle difficoltà, tanti di quei ricorsi che è impossibile arrivare a questo risultato. La realizzazione del G8 in Sardegna era un'arma che consentiva di avvalersi di tutta una serie di deroghe alle norme di legge statali. L'unico vincolo che si trova, in presenza di un grande evento, come sapete, sono i principi costituzionali e le norme comunitarie; tutte le altre norme possono essere derogate. Ecco, quindi, che a fronte delle opere ritenute essenziali, quelle che il presidente Cappellacci ha chiamato "opere dirette", come la riconversione dell'ex Arsenale e dell'ex Ospedale militare in alberghi destinati a ricevere l'evento, che erano semplicemente un'occasione, è stata prevista la realizzazione di tutta una serie di opere collaterali. Nel Piano delle opere, approvato con un accordo tra lo Stato e la Regione, che prevedeva la realizzazione delle opere non direttamente connesse all'evento, erano state inserite numerosissime opere, il cui il valore economico mi pare fosse di circa 1 miliardo di euro. Perché? Perché si sapeva che non sarebbero state realizzate prima dell'evento, si sapeva che gran parte di questi oneri sarebbe andata a carico del bilancio della Regione, però avremmo realizzato delle opere in tempi brevi. Tant'è che nella proposta che era stata avanzata dalla Giunta regionale era previsto quando gli oneri sarebbero stati a carico del bilancio della Regione e quando a carico del bilancio dello Stato. Per cui, l'unica contestazione che si può sollevare, e cioè il fatto che la Regione ha pagato opere a carico dello Stato, possiamo porla specificamente in relazione ai due alberghi; per quanto riguarda le restanti opere sapevamo ab origine che erano destinate a essere pagate dalla Regione. A fronte delle opere dirette e del Piano delle opere, ci sono altri accordi, di cui nessuno ha parlato, perché c'è l'accordo, se ricordo la data esatta, del 7 marzo 2008, con cui è stata prevista la cessione alla Regione Sardegna di tutta una serie di beni militari che vanno dismessi, previa riallocazione delle funzioni con onere economico assunto a suo carico dalla Regione Sardegna.
Sicuramente, quindi, l'evento G8 ha consentito una serie di risultati positivi per quanto riguarda la Regione Sardegna, ancorché non si svolga più, perché questi accordi che prevedono il trasferimento di beni militari, quindi una riduzione consistente delle servitù, rimangono in piedi e devono essere realizzati. Il problema che ci si pone è, dunque, il completamento delle opere dirette, che peraltro sono in stato di avanzata realizzazione: la consegna era prevista a fine maggio, per quanto mi consta la trasformazione in albergo dell'ex Ospedale militare è pressoché compiuta, mentre è leggermente indietro per quanto riguarda l'Arsenale, in quanto sono stati necessari degli interventi di bonifica estremamente consistenti che hanno allungato i tempi. Per quanto riguarda il completamento di queste opere, quindi, non ci dovrebbero essere problemi. Semmai, il problema dell'ex Ospedale militare non è il completamento, ma l'esigenza di rivedere la funzionalità dell'opera, perché abbiamo realizzato un albergo a cinque stelle di fronte al quale è previsto il passaggio di una strada. A questo punto, capite bene che è un'opera scarsamente funzionale come albergo a cinque stelle; semmai bisogna fare un ulteriore progetto che preveda una nuova sistemazione di quest'area. Il sindaco del Comune di La Maddalena, nella Conferenza di servizi, più volte ha proposto la realizzazione di un sottopassaggio. Se non sarà questa la soluzione, quantomeno occorrerà far sì che la strada passi da un'altra parte, ma una soluzione dovrà essere individuata. La cosa più importante è la realizzazione del Piano delle opere, quindi completamento delle opere cosiddette dirette; realizzazione della Sassari-Olbia, che è appena iniziata, realizzazione di tutti gli accordi di programma connessi e di quello relativo alla riduzione delle servitù militari.
Ora, per quanto riguarda il Piano delle opere, il decreto legge effettivamente prevede il completamento solo delle opere in corso di realizzazione e non di quelle programmate. Noi, come Gruppo U.D.C., abbiamo segnalato a Roma, al nostro partito, l'esigenza di un emendamento, che peraltro, dai giornali di oggi, pare abbia presentato anche il Governo, che preveda il completamento non solo delle opere in corso di realizzazione, ma anche di tutte le opere programmate. Non siamo d'accordo sugli emendamenti presentati dal centrosinistra che, anche dal punto di vista giuridico, ci sembrano estremamente criticabili. Riteniamo, invece, che questo emendamento, che prevede l'obbligo di realizzare tutte le opere programmate, possa rispondere alle esigenze.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, colleghi, inizio il mio intervento con un elenco di nomi: Orazio Statzu; 35 anni, operaio; Eolo Casu, 49 anni, elettricista; Giannino Lai, 53 anni, operaio; Francesco Deias, 34 anni, carabiniere; Francesco Ziranu, 46 anni, operaio edile; Pietro Ghiani, 23 anni, operaio, Mores; Domenico Stoccoro, 61 anni, agricoltore; Giovanni Cabras, 40 anni, operaio forestale; Ettore Crucianelli, 38 anni, operaio; Angelo Calcina, 38 anni, imprenditore edile, Olbia; Andrea Vacca, 28 anni, operaio di Sarroch; Antonio Sotgiu, 25 anni, agricoltore; Antonio Paddeu, 47 anni, pescatore; Angelo Nurchis, 47 anni, operaio; Moudu Djane, 42 anni, operaio. Sono gli ultimi morti sul lavoro, alcuni nei giorni scorsi.
Presidente, con la legge finanziaria di quest'anno noi abbiamo ribadito l'urgenza di procedere alla definizione del piano di formazione per gli addetti alla sicurezza nei settori pubblico e privato, per coloro che si devono occupare delle attività di prevenzione e di repressione e per i lavoratori e gli imprenditori. Spero, mi auguro, di questo se ne parlò anche in occasione della discussione sul G8, per esempio, che il termine previsto dalla legge finanziaria (sessanta giorni) per la predisposizione del piano stralcio sia un termine che la Giunta intende rispettare. Questo appunto lo faccio "per non dimenticare", come si suol dire. C'è un bellissimo sito nella rete Internet che si chiama così. Bellissimo, perché ci riporta la memoria di una tragedia quotidiana, che purtroppo si consuma con una cadenza terrificante. Ogni anno scompare un'intera comunità: 1.500, 2.000 persone vanno a lavorare e non tornano più.
Del G8 noi ne parlammo, la sinistra non ha mai avuto una grande simpatia per questo summit. Non riusciamo ancora a capire perché i grandi della terra debbano incontrarsi, fare fotografie, fare cene, colazioni, raccontarsi la storia di Roma. Cioè, questa ci pare una modalità molto mediatica e poco sostanziale, e in un periodo come questo, che richiama concetti di austerità, queste forme di incontri, di relazioni internazionali dovrebbero essere totalmente superate nella loro filosofia. Perché 8 e non 80 o 800 o tutti i Paesi del mondo? Perché non costruire le sedi della cooperazione e della relazione pacifica, piuttosto che convocare summit spettacolari? La stessa scelta del Presidente del Consiglio di spostare questo summit in Abruzzo ha questa filosofia: una grande occasione, così richiamiamo l'attenzione. E' una modalità che noi non abbiamo mai gradito, che non ci convince. Rimane il fatto che in Sardegna, da qualche decennio, si tentava o almeno alcuni tentavano - il primo atto veramente significativo fu l'incontro Spadolini-Mario Melis, negli anni '80 - di ridurre le servitù militari, di ridurre il peso del demanio militare, di trasformare un'economia che molto si fondava su questo tipo di presenza dello Stato (poligoni, esercitazioni, utilizzo di armamenti e munizionamenti anche a rischio, inquinamento ambientale) in un'altra economia, e La Maddalena era diventata un emblema, un simbolo. E quando il presidente Soru riuscì a convincere, o per lo meno noi pensiamo che fece di tutto per convincere, in un quadro sicuramente favorevole sotto questo punto di vista, gli Stati Uniti a liberare quella porzione di territorio regionale, quel bellissimo arcipelago dalla presenza di una nave adibita a grande officina con il compito di provvedere alla manutenzione di sommergibili nucleari, quello ci sembrò, ci sembra, anzi siamo convinti che fu un grande risultato politico per quella legislatura, per quella maggioranza, per l'intera Sardegna. Ma liberare da una presenza di quel tipo e da un'economia come quella militare una porzione di territorio crea scompensi, anche di natura sociale. Gli albergatori ci dissero: "Ma adesso chi viene a dormire nelle nostre stanze, dove prima venivano quelli che aggiustavano i sommergibili militari e nucleari degli Stati Uniti?". Questa era un'entrata, ci ritroviamo un'economia scompensata. E lì ci fu una grande intuizione, in occasione di una cosa che io non apprezzo, il summit, ma che fu utilizzata al meglio per due ragioni. Prima ragione: affermare una politica di riconversione di quell'area, di quell'arcipelago, dare una nuova occasione di sviluppo economico a La Maddalena. Seconda ragione: farlo tracciando una nuova modalità di sviluppo per l'intera Sardegna. E siccome il G8 consentiva procedure celeri, l'utilizzo di risorse già destinate da concentrare in opere di quella natura, una riduzione più forte della presenza militare, una riconversione degli immobili a uso civile e produttivo, tutto questo fu fatto coerentemente in quella direzione. Per cui, signor Presidente, mentre oggi tutti si appassionano a dire che le risorse sono fondi FAS nazionali, sono fondi FAS regionali, sono fondi di questo o di quello, ciò che rileva invece è questo: tra l'idea che aveva il centrodestra di dieci anni fa, che vedeva la Sardegna come piattaforma logistico militare al centro del Mediterraneo, come punto di decollo di un controllo militare e politico del Mediterraneo, fondato su una pessima relazione tra i popoli, ovvero su una relazione di tipo militare, di tipo oppressivo, e l'idea che invece veniva fuori nella precedente legislatura, cioè di una Sardegna terra di amicizia e di cooperazione tra i popoli, non piattaforma logistico militare, ma esempio di riconversione in termini ecosostenibili dello sviluppo, qual è la scelta che fa la Regione? Questa è la domanda che io le formulo e questa è la risposta che vorrei avere da lei.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il collega Ben Amara mi consentirà di iniziare il mio intervento richiamandomi a una frase del suo intervento, e cioè se in uno Stato democratico, una volta presi gli accordi, assegnati gli appalti e firmati i contratti è legittimo aspettarsi un iter ben definito, ben diversamente si intendono le cose in una colonia. La validità degli atti compiuti nelle colonie è sempre subordinata al gradimento del potere centrale; gradimento che può venir meno all'improvviso, nonostante le promesse in senso contrario. Il senso di tutta questa vicenda, a mio avviso e ad avviso del Gruppo dell'Italia dei Valori, è racchiuso completamente in questa frase e non vale il tentativo di cambiare le carte in tavola che si sta cercando di effettuare, cioè il tentativo di far credere ai sardi che la decisione sul G8 è stata assunta da un potere cinico e baro e che nessuno ne ha discusso in Sardegna e in Consiglio regionale. E questo non è vero, perché il Consiglio regionale ha discusso ampiamente del G8, delle motivazioni, delle ragioni e anche delle perplessità che in alcune parti politiche legittimamente si sono manifestate, ma ha anche ravvisato, a grande maggioranza, il fatto che questo evento di carattere mondiale poteva aiutare la Sardegna a ridefinire in una perla pregiata del suo ambiente, un nuovo modello di sviluppo per quell'area, che è stata privata - come ha detto in maniera assolutamente precisa il collega Steri - dell'economia legata alla presenza militare.
Si è discusso di G8 in sede di approvazione del bilancio dell'anno scorso, quando, proprio per manifestare la nostra indicazione verso un G8 di pace in un'isola smilitarizzata, che era proprio l'emblema della possibilità di limitazione e di diminuzione delle servitù militari in tutta la Sardegna, decidemmo di stanziare un milione di euro per iniziative che coinvolgessero la popolazione, per iniziative di pace, per convegni, studi, mostre e quanto in Sardegna si potesse fare per manifestare lo spirito pacifico dei sardi e la nostra volontà di incidere su questi argomenti anche nei confronti degli otto Governi più potenti del mondo. Quindi non è vero che questo Consiglio regionale non ha discusso del G8, così come non è vero che possiamo mettere sullo stesso piano l'intervento legittimo del presidente Soru e della precedente Giunta regionale nella definizione e nell'utilizzo dei fondi, anche se fossero solo della Regione Sardegna e non lo sono, e l'intervento, assolutamente da rigettare, del Presidente del Consiglio dei Ministri, che invece cancella d'imperio, così come abbiamo scritto nella mozione, scelte, progetti, appalti, finanziamenti e quant'altro. Allora sgombriamo il campo, evitiamo il gioco delle tre carte, quindi non cambiamo le carte in tavola.
Qui si sta discutendo di una lesione gravissima, signor presidente Cappellacci, di quelle che sono le prerogative statutarie, e quindi costituzionali, della Sardegna. Articolo 47 dello Statuto. Non dovrebbe essere necessario leggerlo, dovrebbe essere un imperativo categorico difenderlo da qualsiasi parte si stia in quest'Aula, perché riguarda una prerogativa fondamentale, senza la quale il nostro parlare, nei convegni, di autonomia e di indipendenza nella gestione è aria fritta, è un ululare alla luna! "Il Presidente della Regione dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo", per quel che riguarda le competenze dell'amministrazione dello Stato. "Egli interviene" - non è scritto "può intervenire" - "alle sedute del Consiglio dei Ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione". Interviene!
Presidente Cappellacci, io le ho chiesto, in Aula e in Conferenza dei Capigruppo, di poter conoscere l'opinione sua, della sua Giunta e della sua maggioranza su un tema così rilevante. Non mi addentro nella questione, lo farà sicuramente meglio di me qualche altro componente della ex maggioranza, e soprattutto chiedo al presidente Soru di fornire qualche dato più preciso di quelli forniti da lei rispetto alla richiesta che le è stata formulata dal collega Sanna. Quello che io le chiesi, e le chiedo, è come mai in questo momento il Presidente della Regione taccia di fronte a una lesione così grave, di una gravità inaudita. Lei mi rispose, signor Presidente, che aveva pensato di fare comunicazioni al Consiglio, ma che aspettava, per il mercoledì successivo, delle comunicazioni e dei ragguagli da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi sulla possibilità di eventuali compensazioni - così io ho capito dal suo intervento - rispetto a questa lesione che c'era stata, insieme alle scuse a lei e a tutti i sardi, compreso il sottoscritto, che erano stati offesi dal fatto che il Presidente della Regione non fosse stato neanche avvisato di quella decisione. Infatti, non solo il Presidente non ha partecipato alla riunione del Consiglio dei Ministri, ma non è stato neanche avvisato, se non successivamente, con una telefonata, di quella decisione.
E allora il punto è questo. Riprendo un argomento del dibattito di ieri, perché mi sembra veramente che ci sia un tentativo di cambiare le carte in tavola. Abbiamo più esempi. Ieri, per esempio, l'Assessore dell'industria, in un passaggio della sua risposta nel dibattito, praticamente ha detto che se la Rockwool sta per chiudere, perché ha deciso di andarsene in Croazia - riassumo per velocizzare - la colpa è dell'intesa sottoscritta nel '97 dalla Giunta Palomba, che non era un'intesa ben fatta. Dodici anni fa! Dio santo, ma stiamo attenti, stiamo attenti. Signor presidente, i suoi Assessori devono stare attenti a non fare affermazioni, come dire, così avventate! Abbiamo detto che quest'Aula deve recuperare uno spirito unitario, deve fare il tentativo di recuperare uno spirito unitario, perché l'obiettivo è quello di raggiungere e definire un progetto di sviluppo nuovo per la Sardegna di fronte ai disastri di un'economia non legata alle risorse proprie dell'isola, che sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo detto che questo significa recuperare quello che il collega Steri ha definito spirito rivendicazionista, contestativo.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Certamente una riflessione come quella che siamo chiamati a fare oggi avrebbe dovuto evocare in tutti noi un sentimento aprioristicamente unitario, un approccio molto solidale tra noi, come peraltro si è conosciuto in altri tempi, quando sono stati in gioco la dignità, l'orgoglio, l'autonomia e l'identità della Sardegna, ma in quei tempi la nostra terra era calpestata da grandi uomini. So che oggi non è così, e come sempre capita si ripristinerà il classico dualismo fatale del nulla, fra chi deve difendere e chi deve sollecitare, e dunque questa terra non è calpestata oggi da grandi uomini.
Sono combattuto nell'affrontare questo argomento tra due congetture, che poi tanto congetture non mi sembrano. Lascio da parte i ragionamenti sulle cifre, la verità è scritta e poi ognuno la può manipolare come vuole. Queste due congetture sono sostanzialmente basate su alcune considerazioni, che le modalità con le quali sono avvenuti i fatti dimostrano essere alquanto credibili. E noi dobbiamo ragionare tenendo conto di come sono e di come si sono presentati in questi anni, in questi tempi e in quest'epoca i personaggi che hanno interpretato questa vicenda. La prima congettura è che il Presidente del Consiglio dei Ministri abbia voluto simbolicamente punire una decisione che non è nata da lui e che anche dal punto di vista politico e simbolico accreditava questo evento importante per l'intera Nazione non a una sua intuizione. L'altra congettura, di cui non si parla, ma che a un occhio mediocremente abituato ai fatti tecnici appare, nasce dalle perplessità sulla chiusura ufficiale dei lavori, mentre tutti continuano a dire che saranno completati nei termini fissati, cioè in quindici giorni! A quindici giorni dalla chiusura si sarebbe già potuto dire che i lavori, sono praticamente completati, e invece no. Verificheremo anche questa congettura, se il 31 maggio effettivamente i lavori, al di là del fatto burocratico, saranno compiuti. E questa idea di non poter ottemperare nei tempi a un obiettivo dato nasconde, evidentemente, delle responsabilità, che poi la decisione presa in qualche modo ha voluto allontanare. Entrambe le congetture, secondo me, sono credibili e questa credibilità deriva anche dai ripetuti tentativi di spostare il G8; quest'ultimo è solo quello decisivo.
Poi c'è la questione dell'Abruzzo, e non ripeto la rituale solidarietà. A ben vedere, la ragione di sostegno al disastro dell'Abruzzo dovrebbe consistere in un'economia di 220 milioni di euro. Abbiamo saputo in questi giorni che i preventivi di massima parlano di una spesa di miliardi di euro e che nonostante lo spostamento - notizie di oggi - pare che le risorse non riescano a trovarle. Quindi, questa ineludibilità dell'economia legata allo spostamento del G8 pare non sia risolutiva di niente e le cifre vere andranno valutate sulle conseguenze della scelta di modificare decisioni già prese, di mettere in moto sistemi incredibili, come lo spostamento, per non pagare le penali, delle navi che avrebbero dovuto ospitare tutti gli apparati di sicurezza nella rada di Pescara e far così percorrere ogni giorno 200 chilometri a tutti gli operatori di sicurezza per recarsi a L'Aquila. Non vi viene in mente che ci sia qualcosa che non funziona? Non vi coglie neanche da lontano il sospetto che ci sia qualcosa di più che la mera esigenza di spostare delle risorse in Abruzzo? La verità è che cade un disegno; un disegno strategico per lo sviluppo e per l'autonomia della Sardegna. Cioè, il passaggio che simboleggiava quella decisione e che era stato acquisito anche dal Governo come l'attuazione di un principio costituzionale, consisteva nel trasformare un'economia di dipendenza in un'economia moderna, normale, libera, in una terra che subiva il 60 per cento delle servitù militari presenti in Italia. La Regione Sardegna aveva bisogno di dimostrare, come ha dimostrato in quella occasione, di fronte al fatto che gli americani non avevano nessuna intenzione di andarsene, ma stavano facendo investimenti immobiliari a Santo Stefano, che poteva alzare la testa e applicare il principio della contestazione. Applicare, non chiacchierare! La nostra autonomia non è la semplice dichiarazione del nostro principio pattizio, ma è l'applicazione quotidiana e sistematica di questo principio. Così però non è andata, e ci hanno promesso i grandi eventi! Badate, di contentini è disseminata la storia dei popoli dominati, da sempre. E poi non c'è grande evento che tenga di fronte al fatto che noi abbiamo disposto una programmazione in funzione del G8, della sua importanza mondiale e della ricaduta che avrebbe avuto nel contesto regionale. Avremmo potuto decidere una diversa destinazione di quei fondi per dare sviluppo; non uno sviluppo che passasse attraverso quegli eventi, ma uno sviluppo misurato di più sulla capacità di realizzare il principio di ripresa di un'economia non certo ordinaria. Ed è questa l'entità del danno morale e del danno riflesso che ricadrà su di noi, perché al di là del danno economico c'è un danno di immagine e morale della Sardegna.
Ai Sardisti vorrei dire solo questo: in tempi diversi sarebbe bastato loro solamente il tasso di umiliazione dell'autonomia che abbiamo subito oggi per non parlare né di cifre né di progetti e per non applicare una declinazione duale: l'accettazione di un principio di concessione alla Sardegna, invece che di un principio di diritto per la Sardegna, che è poi il pilastro dell'autonomia. E in questi giorni lo vediamo con la questione del nucleare! Il Piemonte non ha perso un minuto: il suo Presidente ha immediatamente espresso ufficialmente e pubblicamente il sentimento del suo popolo, la contrarietà al nucleare; il Presidente della Puglia oggi ha fatto lo stesso. Regioni a statuto ordinario. Voi, in ordine alla questione del nucleare, ci offrite soltanto le parole di Scajola. Scusate, ma è davvero troppo poco!
Si è parlato di un ritorno del supercarcere a l'Asinara. Non una parola! Sulla chimica e sulla crisi industriale, anche qui il senso di un ripiegamento, di una rassegnazione, di una incapacità. Io credo che chi viene eletto per rappresentare i sardi abbia, in ragione dell'autonomia speciale, un di più di responsabilità, un di più di indipendenza anche rispetto agli schieramenti che lo legittimano; ha quel senso di rappresentanza di una comunità che deve saper dire le cose giuste al momento giusto e saper capire che in questi tempi, in cui le risorse hanno la loro importanza, qualunque piccolissimo arretramento sul terreno della dignità, del rispetto della nostra autonomia significa mettere a rischio, ogni giorno di più, la nostra specialità.
Io sinceramente non conosco altra autonomia, se non quella di far vivere con i fatti, quotidianamente, quel principio pattizio, anziché declinarlo all'occorrenza per ripristinare un insulso dualismo o frontismo politico del nulla.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Lai. Poiché non è in aula, decade dal diritto alla parola.
E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, signor Presidente della Regione, Assessori, consiglieri, spesso diciamo che cercheremo di essere brevi e che il tempo sarà sufficiente. Mi viene da dire il contrario oggi, in quanto avrei bisogno di più di dieci minuti per intervenire con un po' di precisione in questo dibattito. Probabilmente mi dovrà interrompere, signora Presidente. Lo faccia, come fa con tutti.
Questo dibattito è stanco, veramente non riesco ad afferrarne il senso. Lo facciamo un po' in ritardo, si è già discussa la legge finanziaria, e lo facciamo a cose ormai avvenute, quindi con poca passione. Lo facciamo forse per cercare di ribaltare ancora una volta la realtà, per cercare di trovare un capro espiatorio, un colpevole, per minimizzare quello che è accaduto e addebitarlo alla precedente Giunta e soprattutto a Soru, le uniche colpe sono sue. Ho letto che qualche giorno fa c'è stato un incontro a Sassari, in cui l'onorevole Pisanu è intervenuto sollecitando la Giunta regionale, sollecitando tutti quanti a prestare maggiore attenzione e ad accorgersi dell'urgenza di quanto sta accadendo. In quella occasione un deputato, di cui non ricordo il nome, credo un deputato eletto in Sardegna, di cui la Sardegna forse sa poco o niente, insomma uno dei tanti deputati che fanno carriera con i voti dei sardi e rappresentando i sardi, ha detto: "Eh, certo, ci troviamo ad affrontare i grandi disastri lasciati da Soru". Evidentemente legge poco i giornali. Vorrei sapere se i disastri lasciati da Soru sono anche il fatto che la produzione industriale in Italia sia crollata, in un trimestre, di quasi il 30 per cento, che il prodotto interno lordo di questo Paese sia sceso di oltre il 4 per cento, con un progressivo deterioramento dei conti, così come risulta da quelli che la Banca d'Italia ci ha presentato ieri. Vorrei sapere se fa parte del disastro lasciato da Soru anche il fatto che il debito pubblico dell'Italia sia tornato al punto più alto della sua storia: 1.740 miliardi, 30 mila euro per ogni cittadino italiano, compresi i neonati; se fa parte dei disastri lasciati da Soru anche il fatto che Sartor, come dicevamo a tutti in ogni occasione, ha già presentato i libri in tribunale e non poteva essere la soluzione della chimica in Sardegna; se fa parte dei disastri lasciati dalla Giunta Soru il fatto che si producano molte meno automobili nel mondo e si consumi meno alluminio. L'Eurallumina ha chiuso e non riaprirà, con molta probabilità, nonostante le finte telefonate del Presidente del Consiglio.
E allora, tra gli altri disastri lasciati da Soru c'è questo del G8. E poiché le sono stati chiesti dei numeri, signor Presidente, e lei non li ha forniti, purtroppo mi tocca occupare un po' del mio tempo per fornire questi numeri. Numeri che, vorrei dire, tutti i consiglieri possono facilissimamente avere semplicemente ricercandoli nel sito della Regione. Fanno parte delle delibere di Giunta, fanno parte dell'ordinanza Prodi, fanno parte del decreto di agosto del presidente Berlusconi. Sono tutti numeri pubblici, così come è totalmente pubblico e trasparente il modo in cui questi numeri si sono formati. E allora, chi doveva pagare il G8? Lo doveva pagare in parte lo Stato, per le opere da realizzarsi a La Maddalena, quelle che mi pare lei abbia definito strettamente connesse all'evento, e in parte la Regione, per le opere che sarebbero rimaste nella disponibilità della Regione. Tutte le altre opere connesse, dalle strade alle autostrade, agli aeroporti, alle ferrovie e alle circonvallazioni, le doveva pagare, come normalmente accade, la Regione, attraverso i fondi per le aree sottoutilizzate.
Per dare dei numeri un pochino precisi, vorrei dire che la prima ordinanza del presidente Prodi prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro. L'ordinanza Berlusconi del 29 agosto del 2008 prevede ulteriori fondi regionali per 643 milioni e fondi statali per 96 milioni. I fondi regionali (522 milioni di euro) riguardano la famosa strada Sassari-Olbia, l'aeroporto di Olbia, il molo di levante di Porto Torres, la circonvallazione Arzachena, il ripristino della statale 125 in prossimità di Olbia e la messa in sicurezza del ponte sul Rio Padrongianus, sempre vicino a Olbia. Riguardano tutta una serie di opere che attengono alla Sardegna, alle necessità della Sardegna, finanziate con i fondi della Sardegna, a valere sui fondi FAS, fondi per le aree sottoutilizzate; 96 milioni di euro provenivano da fondi statali, presi anch'essi dai fondi per le aree sottoutilizzate del Mezzogiorno, ma nella disponibilità dello Stato, per l'attuazione di una politica del Governo Prodi nel Mezzogiorno. Si chiamavano i grandi attrattori turistici del Mezzogiorno.
Che fa lo Stato? Dice: "Bene, questo sarà un grande attrattore turistico del Mezzogiorno e lo finanzio con 96 milioni di euro". Questo era il patto con lo Stato, questo era il senso di quello che abbiamo fatto. Non voglio sindacare sul G8, non è questa la discussione. Il G8 si terrà e quest'anno si terrà in Italia. Il precedente Governo aveva in mente di farlo in un'isola, pensate, ironia della sorte, per limitare i costi della sicurezza. Non perché costasse di più la sicurezza, ma per limitarne i costi, e lo voleva fare a Capri o a Ischia. Noi gli abbiamo detto: Capri l'Italia ce l'ha già, è nota in tutto il mondo e ha un'economia prospera, legata al turismo. Questa può essere l'occasione per fare una nuova Capri in Italia, per fare in modo che anche La Maddalena, altrettanto bella, più bella secondo noi, bellissima, possa diventare un attrattore mondiale del turismo, per se stessa, per la Gallura, per l'intera Sardegna. Facciamo una nuova Capri. E il Governo dell'epoca, naturalmente, parlando con i responsabili del Ministero degli esteri e del Ministero dell'interno, valutando i costi della sicurezza, valutando tutto quello che era da valutare, decise di farlo a La Maddalena. Il patto era: "Noi mettiamo qualche soldo per la ricostruzione, ma tu prendi questa ingentissima mole di fondi FAS e li rendi immediatamente disponibili per la Sardegna, li spendi immediatamente con procedure semplificate".
Quel patto, da quando abbiamo il Governo Berlusconi, è stato cancellato. Berlusconi si è divertito e si sta divertendo a fare uno sberleffo dopo l'altro alla Sardegna. Ha iniziato a ottobre del 2008, dopo aver cercato di spostare fin dal primo momento il G8, ha fatto una cosa inaudita, che noi gli abbiamo subito contestato - le consiglio di contestarlo anche lei -, cioè ha preso quei 96 milioni di fondi statali già previsti in un decreto come tali e ha detto: "Sai che c'è? Lo Stato non ce li ha, li addebitiamo al conto corrente della Sardegna". Quindi unilateralmente ha deciso di cancellare un provvedimento importante dello Stato che si impegnava per 96 milioni di euro e ha messo le mani in tasca alla Sardegna, al conto corrente della Sardegna e ha preso quasi 100 milioni di euro. Così siamo andati avanti, cancellando le opere per 520 milioni, cancellando, quindi, 470 milioni per la Sassari-Olbia, 30 milioni per Porto Torres, 10 milioni per Olbia e così via.
Vorrei solamente dire una cosa: è evidente, non ci può credere nessuno che l'abbia fatto per solidarietà verso l'Abruzzo. Ma che gliene frega agli abruzzesi del fatto che si faccia lì il G8? Agli abruzzesi interessano le case, interessa che nel frattempo nelle tende non ci sia freddo, che non ci sia fango, che non ci sia bisogno di attività come quelle di cui ho letto anche stamattina sui giornali, cioè di disinfestazioni. Questo interessa loro! E per quanto riguarda la solidarietà verso i sardi, andate a contare quanti sono stati i morti degli ultimi dieci anni nella Sassari-Olbia. Equivalgono al terremoto dell'Abruzzo! La Sassari-Olbia il suo terremoto l'ha già avuto e continuerà ad averlo ogni settimana.
La ragione dello spostamento del G8 non può essere la solidarietà con l'Abruzzo. E' uno sberleffo che il Presidente del Consiglio ha voluto fare a tutti noi e all'intera Sardegna. E' uno sberleffo che nasce da chissà cosa. Forse dalla volontà di negare una cosa importante che comunque si sarebbe fatta in Sardegna oppure dall'idea: "Vengo meglio nelle fotografie in un ambiente sobrio o vicino al mare?". Forse ha pensato di venir meglio in un ambiente sobrio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Signora Presidente, signori della Giunta, colleghi consiglieri, il decreto del Governo sullo spostamento del G8 è datato 22 aprile. Oggi è il 14 maggio e a me dispiace constatare che su un argomento così importante il Consiglio regionale solo attraverso una mozione arriva, con estremo ritardo, a discutere questo argomento.
Francamente la scelta del Governo, a pochi mesi dalla realizzazione del G8, rappresenta una presa in giro per l'intera Sardegna. Qualche giorno fa siamo stati a La Maddalena, il cui sindaco, in un incontro pubblico con l'intera popolazione, ha detto: "Sembra di essere a una trasmissione televisiva". L'ha anche citata: "Scherzi a parte"! Per quasi due anni si è lavorato per essere pronti alla realizzazione dell'evento; per due anni le popolazioni hanno subito il disagio di cantieri aperti ventiquattr'ore su ventiquattro e quando si era quasi arrivati al traguardo, con un colpo di spugna, si è cancellato tutto. E il sindaco, giustamente, secondo me, ha rimarcato che sembra quasi di essere a "Scherzi a parte". E' un'autentica presa in giro.
Voglio fare un passo indietro per ricordare per un attimo la storia di La Maddalena e per evidenziare che quel territorio, negli anni, a causa della presenza delle servitù militari, ha pagato un tributo pesante in termini di crescita. Non a caso tutti i comuni costieri della Sardegna, e in particolare i comuni della Gallura ubicati nella costa hanno raddoppiato, triplicato, decuplicato la popolazione, con conseguente aumento delle opportunità lavorative e con una costante crescita economica. Questo è successo in ogni comune costiero tranne che a La Maddalena. Poiché l'arcipelago è conosciuto come uno dei posti più belli al mondo, senza avere nulla di meno rispetto agli altri comuni è evidente che la mancata crescita è stata dovuta alla presenza delle servitù militari. La forte presenza militare ha condizionato pesantemente l'economia e quindi la cultura economica e imprenditoriale locale. Voglio dire che questa presenza non ha favorito la crescita di una classe imprenditoriale locale, con conseguente appiattimento verso un modello economico esistente. La grande conquista - perché di questo si è trattato - della Sardegna, dei sardi, degli abitanti di La Maddalena, ottenuta qualche anno fa con il riappropriarsi, per decine di ettari, di aree fino a prima servitù militari, ha dato spinta e ha spinto l'intero sistema a rivedere l'impostazione, ha creato un entusiasmo nuovo, uno slancio nuovo, un nuovo modo di pensare, un nuovo progetto di sviluppo complessivo del territorio basato sul turismo, sulla nautica, sui servizi connessi.
Questa nuova prospettiva, favorita anche dal G8, da un lato ha spinto le poche imprese locali a rinnovarsi, proponendo un'offerta di servizi nuova, non più rivolta ai molti militari prima presenti, ma ai nuovi turisti in arrivo, dall'altro lato ha spinto giovani imprenditori ad avviare nuove iniziative imprenditoriali nei nuovi settori. Tutto questo in un clima di difficoltà determinato in poco tempo dalla dismissione e forse già, in quella fase, dalla mancanza dello Stato, che aveva il dovere di trovare, per tutte le persone impiegate, un'occupazione volta ad accompagnare in modo indolore la riconversione economica, sociale e culturale di una città come La Maddalena, che per decenni ha dato tanto allo Stato. Non a caso, durante il Governo Prodi e con il governatore Soru, si è deciso di realizzare il G8 a La Maddalena. Questa scelta serviva per accompagnare la riconversione, per realizzare opere come gli hotel, che dessero una nuova prospettiva a La Maddalena, opere come il porto turistico, che danno una nuova opportunità economica a La Maddalena. La realizzazione del G8 e delle opere previste per tale evento rappresentava anche una compensazione per ciò che aveva dato la città di La Maddalena. Questo era il clima. Una scelta, quindi, forte di riconversione, di eliminazione delle servitù militari, di accompagnamento della riconversione con forti investimenti effettuati in poco tempo. La creazione di una nuova classe imprenditoriale nei settori turistico e nautico, la realizzazione del G8 per accelerare lo slancio di quel territorio, tutto sembrava organizzato nel migliore dei modi, forse come non mai. La dimostrazione di efficienza e il rispetto della tempistica nei cantieri davano anche l'immagine di un Governo efficiente, sia nazionale che regionale. C'era, quindi, una prospettiva, c'era un prezzo da pagare per realizzare una nuova prospettiva. Tutto filava liscio, fino al famoso 22 aprile, quando il Governo - in una seduta a cui non ha partecipato il Presidente della Regione, in piena violazione dell'articolo 47 dello Statuto che ne prevede la convocazione quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la nostra Regione - ha cancellato il G8 da La Maddalena.
E allora, io credo che oggi siamo già in ritardo, ma comunque da oggi si può ripartire. Che cosa fare? E' necessaria un'urgente rinegoziazione con il Governo, che riguarda innanzitutto gli appalti che sono in essere, con tutte le problematiche che stanno emergendo in tema di applicazione dei contratti. A questo proposito voglio dire che nella nostra visita a La Maddalena abbiamo avuto l'opportunità di andare a vedere i cantieri e ci è stato detto che il giorno in cui noi siamo passati c'era la presenza, l'abbiamo anche vista, di moltissimi operai, mentre dal giorno dopo le squadre sono diminuite, chissà perché.
Occorre rivedere, quindi, l'applicazione dei contratti, a partire da quelle che erano le clausole contrattuali, le maggiorazioni previste, ma soprattutto i tempi di realizzazione delle opere, perché il rischio di contenziosi, che ormai penso siano quasi inevitabili, può causare il mancato completamento delle opere, e quindi aggiungere, signor Presidente, al danno la beffa. Ma soprattutto c'è il rischio che imprenditori che avevano scelto La Maddalena per i loro investimenti, basati su calcoli di rientro che tenevano conto del grosso slancio derivante dall'effetto G8, decidano di andar via dalla Sardegna, come nel caso della Mita Resort del gruppo Marcegaglia. Quindi è necessario trovare forme compensative anche per quegli imprenditori locali, gli albergatori, che avevano le camere prenotate fino a metà luglio per le diverse delegazioni. E in molti casi, signor Presidente, non si trattava di una prenotazione volontaria, di una disponibilità degli stessi albergatori, ma di una prenotazione forzata, con la quale si imponeva agli albergatori l'occupazione delle camere, rinunciando ai contratti che avevano da decenni con i tour operator, per poter mettere a disposizione le camere richieste per l'evento.
Da più parti si è detto che lo spostamento del G8 ha creato danni di carattere economico. Io credo che siano danni difficili da quantificare, qualcuno si è avventurato e li ha calcolati in decine di milioni di euro, ma credo che, in ogni caso, oltre allo spostamento del G8, altri danni siano stati subiti, come la cancellazione delle opere collaterali, di cui già molti colleghi hanno parlato. Per quanto riguarda la strada Sassari-Olbia, qualche giorno fa è apparsa sulla stampa la notizia che questa strada si farà, ma non è una variabile indipendente il fatto che la Sassari-Olbia si faccia con le procedure riguardanti il G8 piuttosto che con altre procedure. Basti guardare ai cantieri sulla SS 131, aperti da decenni e di cui non si vede la conclusione. In ogni caso, io personalmente mi convincerò che la Sassari-Olbia si farà quando vedrò almeno l'apertura del cantiere, perché ormai di promesse e di impegni ne sono stati presi tanti e siamo diventati come San Tommaso, se non vediamo non crediamo. Sarà un danno anche il mancato prolungamento della pista dell'aeroporto di Olbia, che ha una funzione importantissima per il traffico di quell'aeroporto, e la mancata realizzazione di tutte le opere collaterali. Altri danni sono stati evidenziati da altri colleghi, come il mancato ritorno di immagine: le immagini della Sardegna sarebbero passate per quattro o cinque giorni su tutte le TV e i giornali del mondo. Ma quello che mi preme sottolineare in particolare, signor Presidente, e sul quale io richiamo la sua attenzione, è il danno per le giovani imprese, per i giovani imprenditori che, con un cambio culturale, avevano trovato il coraggio di intraprendere una nuova iniziativa imprenditoriale lì, a La Maddalena; danno per le poche imprese locali che per il G8 hanno avviato il rinnovamento delle strutture e delle attrezzature aziendali.
In altre parole, signor Presidente, questa scelta, oltre a ledere gli interessi della Sardegna, lascia un clima di preoccupazione e di incertezza per centinaia di persone; incertezza sul completamento delle opere, sull'andamento della stagione estiva imminente, sul futuro occupazionale non solo per i figli, ma anche per i padri di La Maddalena, per il rilancio turistico, economico e sociale di La Maddalena. Io credo, signor Presidente, che sia opportuno che lei immediatamente, magari domani stesso, vada a La Maddalena per parlare con i rappresentanti istituzionali, per parlare con la popolazione e rassicurarla. Apra, con al suo fianco tutto il Consiglio regionale e l'intera Sardegna, una vertenza con il Governo nazionale, al fine di avviare tutte le iniziative per difendere gli interessi, le risorse finanziarie, le opere infrastrutturali, le prerogative della Regione.
PRESIDENTE. Onorevole Lai, vedo che lei si è di nuovo iscritto a parlare. Io l'ho già dichiarato decaduto, quindi non le posso dare la parola, a meno che non ci sia il consenso da parte dell'Aula.
(Interruzioni)
No, io l'ho già dichiarato decaduto, l'Aula però è sovrana, per cui io devo attenermi alle regole e le devo far rispettare.
(Interruzioni)
Lo faccio sempre.
Onorevole Lai, adesso interviene l'onorevole Capelli e poi lei.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, anch'io stamattina ho letto i giornali e, in merito alla paventata possibilità che il nucleare trovasse allocazione in Sardegna, ho letto le dichiarazioni dei Presidenti della Lombardia e della Puglia, ma anche quelle del Presidente della Regione Sardegna, a meno che non abbia letto un giornale in esclusiva. Ma, per citarne uno, leggo un titolo: "Nucleare in Sardegna, tutte bugie", dichiarazioni del presidente Cappellacci. Perciò credo che ci sia stata una presa di posizione decisa, e tutti noi, decisamente, rispediamo a un eventuale mittente un'ipotesi di questo genere.
Ho anche sentito parlare della cancellazione della Sassari-Olbia, di un quadro devastante, di cose veramente drammatiche che si sarebbero verificate negli ultimi giorni, ma non ho letto da nessuna parte e non ho sentito dichiarazioni relative alla cancellazione delle opere programmate, delle opere in fase di realizzazione, o alla cancellazione della Sassari-Olbia. Ricordo benissimo, invece, di aver letto che la precedente Giunta, qualche anno fa, proponeva di ridurre a due corsie, anziché quattro, la Sassari-Olbia, così come ha ottenuto di ridurre a due corsie la Olbia-Santa Teresa, cioè ha tagliato. Non sono cose che abbiamo sentito, sono cose che abbiamo riscontrato.
E' difficile dire tutto in dieci minuti, come ha detto poc'anzi chi mi ha preceduto; forse solo oggi ci si rende conto che, però, dieci minuti alla volta, abbiamo distrutto la maggioranza di ieri, che parlava per trenta, quaranta minuti liberamente. E allora, siccome c'è poco da dire, si attacca Berlusconi, si parla del Presidente del Consiglio. Parliamo poco di noi, ci confrontiamo su cose a volte inesistenti, perché la necessità è quella di attaccare. Noi non abbiamo tenuto questo comportamento in passato, e vi leggo un passaggio della discussione avvenuta sul G8, le dichiarazioni conclusive del Presidente della Regione: "Intanto vorrei ringraziare tutti per il modo pacato e sereno con cui questa discussione si è svolta. Sorprendentemente sono molte di più le cose che abbiamo condiviso rispetto ai distinguo". Ci sono state anche dichiarazioni da parte dei Gruppi dell'allora maggioranza, in cui tra le altre cose si è detto (non cito il collega perché non è più presente tra questi banchi): "Non posso intanto non considerare che abbiamo questa possibilità di discutere a oltre un anno dal momento in cui è stata decisa la data del vertice". Per un anno abbiamo chiesto di poter discutere se il G8 si dovesse fare in Sardegna e ce lo siamo invece ritrovato assegnato - ma tutti successivamente abbiamo condiviso - per decisione del Governo Prodi, senza la consultazione del Presidente della Regione. Non rinnego ciò che dissi il 22 dello scorso mese nella seduta con il Consiglio delle autonomie. Non rinnego niente di quell'intervento, perché ritengo che sia stato molto grave, gravissimo, che il Presidente della Regione, il nostro Presidente della Regione, non sia stato consultato per decidere lo spostamento del vertice a L'Aquila. E' un fatto per il quale, forse, non bastano le semplici scuse. E paventai anche la possibilità o l'idea che questo trasferimento fosse dettato non solo dalla solidarietà nei confronti delle popolazioni abruzzesi, ma forse anche da un'eccessiva spettacolarizzazione. Bene, questo ce lo dirà il seguito della storia, ma credo che abbiamo subito effettivamente un torto nel non essere stati consultati. L'abbiamo subito tutti e a questo bisognerà porre rimedio, così come dobbiamo avere la piena garanzia che le opere programmate e in fase di realizzazione arriveranno a compimento, però ritroviamoci sui numeri perché sono importanti.
Oggi scopriamo, da un collega, che c'erano 96 milioni di euro provenienti da stanziamenti statali. Io mi chiedo perché quel collega, quando gli chiedemmo conto di tutto questo, nella stessa riunione del Consiglio, ci disse: "…compresi due alberghi, compresa la risistemazione della marina, dell'Arsenale", eccetera, eccetera, "riguarda investimenti per circa 250 milioni di euro, che vengono coperti con finanziamenti statali, con il riutilizzo dei fondi FAS, ancora dello Stato…". Oggi apprendiamo che questo collega ha scoperto, nelle sue delibere, che si trattava di 96 milioni di euro; quei 96 milioni che tra l'altro non esistono, ma di cui presumo la Giunta e il Presidente daranno conto a quest'Aula.
Allora, per ritrovarci nel metodo e nel merito, perché in politica anche il metodo, non soltanto il merito, è sostanza, bisogna aggiungere qualche chiarimento. In quella sede, nell'incontro con il Consiglio delle autonomie, dissi che le diverse azioni dei Governi dello Stato che si erano succeduti negli anni, possiamo tornare indietro di quindici, dieci, cinque anni, forse anche di qualche mese, non sono tutte condivisibili. E aggiunsi - qualche collega lo ha interpretato in maniera errata, forse perché non ha ascoltato attentamente - che addirittura, per quanto riguarda ovviamente le considerazioni personali e politiche che ognuno di noi deve fare, mettevo in discussione la mia stessa appartenenza a un partito politico nazionale. Non a una maggioranza, ma a un partito politico nazionale. Perché? Chi di voi, di noi, è stato consultato dal suo partito prima delle dichiarazioni di sostegno o di diniego alla proposta del Governo di trasferimento del G8 in Abruzzo? Credo nessuno. E ha la stessa valenza, perché il 22 aprile, il giorno dell'incontro con il Consiglio delle autonomie, il comunicato stampa era già uscito e anche le dichiarazioni dell'I.d.V. erano già in ANSA. Per cui nessuno è stato consultato. E allora questa è, sì, un'azione comune di riflessione: riflessione sul ruolo, riflessione sull'appartenenza e sul rispetto.
Io sono felice di parlare di La Maddalena. Ieri ho parlato del mio Sulcis, oggi parlo della mia La Maddalena, ed è una provocazione ovviamente, perché non dobbiamo fare dei distinguo di campanile quando parliamo dei problemi reali che attanagliano la nostra Isola. A La Maddalena, e in tutto il nord Sardegna, ci saranno in questi ultimi anni, ne sono convinto, interventi infrastrutturali che, si dice, rappresentano quasi un piano di rinascita soltanto per il nord Sardegna. E' un atto dovuto, necessario, urgente, un atto che deve essere portato a compimento. E allora, ricordo anche gli interventi di altri colleghi, che non siedono oggi in quest'Aula, ma rappresentavano diversi territori: "Avrei avuto piacere che il G8 fosse stato programmato nel mio paese, a Laconi". Qualche collega era rappresentante di quel paese. E ci fu una battuta scherzosa, simpatica del Presidente, che disse: "Io avevo proposto che si potesse fare a Sanluri!".
Perché questa sottolineatura? Perché sono convinto che tutti insieme noi dobbiamo contribuire alla realizzazione delle opere a La Maddalena e nel nord Sardegna, mantenendo le procedure che erano previste per il G8, che prevedono delle deroghe, come è stato ben illustrato poc'anzi dal collega Steri. E attraverso quelle procedure dobbiamo accelerare la realizzazione di tutti gli interventi, che non sono in discussione, perché non dobbiamo dire bugie o fare demagogia, oggi, per prendere qualche voto in più a La Maddalena. Gli amici di La Maddalena hanno la garanzia, da parte nostra, da questa parte del Consiglio, che tutto sarà completato, che tutto sarà realizzato. Avremo la garanzia dell'intervento statale e abbiamo la garanzia dei fondi regionali. Se qualcuno ha qualche dubbio lo esterni e lo dimostri, ma non dica baggianate in quest'Aula! Dimostri e documenti ciò che dice. Io sono in grado di documentare quello che avete detto ieri e quello che noi sosteniamo oggi. Non ho nessun motivo di dubitare del fatto che tutto sarà realizzato, probabilmente non nei tempi utili e necessari per la realizzazione del G8, ma sono convinto che si terrà fede agli impegni presi. Se così non fosse, è chiaro che le scelte non sono né di partito né di maggioranza.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Ringrazio lei, Presidente, ringrazio i colleghi per la sensibilità che hanno avuto, in quanto mi sono dovuto assentare per un motivo personale quell'attimo che non mi ha consentito di essere presente quando era il mio turno.
Io ritengo che si sia parlato poco di solidarietà, ma il momento della solidarietà è anche quello in cui si accetta di rinunciare ai riflettori di un avvenimento internazionale così importante a favore di popolazioni che hanno subito traumi così gravi come la perdita dei propri cari e delle proprie cose, con tutto il disagio che ne consegue. A me pare che oggi si siano usate parole troppo forti: sberleffi, manovre dilatorie. Onorevole Caria, lei le dovrà dimostrare queste cose, perché sono anche di una certa gravità. Cioè, l'idea che ci sia una sorta di organizzazione che chiama il Consiglio regionale a visitare siti così attivi - li abbiamo visti davvero dinamici -, intensamente impegnati nel dismettere tutto questo apparato per ritornare a una dimensione di basso livello, a mio avviso, nonostante le sia amico e nutra verso di lei sentimenti confermati nel tempo, non può essere portata all'attenzione del Consiglio, perché se fosse vera sarebbe molto grave.
Sberleffi: il discorso sulla solidarietà in quest'Aula è stato evocato anche in altre occasioni e noi lo abbiamo contestato semplicemente perché non ci è stata data la possibilità di condividerlo, di manifestare l'intento del Consiglio regionale di essere davvero intensamente vicino alla Campania nell'emergenza rifiuti, non certo per metterne in discussione i contenuti.
Io non credo che si possa pensare di strumentalizzare politicamente lo spostamento del G8 e do significato a tutti i numeri che sono stati forniti: quelli che ha portato il presidente Soru, quelli che ha portato il presidente Cappellacci e quelli che ha elaborato, con un'attenta analisi, l'onorevole Sanna. Per quanto riguarda i numeri che ha indicato il presidente Soru, quei dettagli potevano essere portati, con la stessa intensità e con la stessa dovizia di particolari, quando si è discusso del G8 in quest'Aula. Invece noi abbiamo consapevolezza adesso della destinazione delle risorse, ma tutti questi dati avrebbero potuto orientare diversamente i nostri atteggiamenti.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue LAI.) Devo dire che, nonostante tutto questo, si era comunque impostato un discorso, erano state portate avanti delle cose importanti e nessuno potrà negare che verrà meno questo richiamo di immagine e queste attese che, purtroppo, hanno provocato delle conseguenze nel nostro territorio. Ma io ritengo che prima di tutto debba essere portato avanti il concetto che devono essere completate le opere iniziate e le infrastrutture connesse, e in primo luogo, se n'è parlato tanto, la Sassari-Olbia. E noi, come rappresentanti del territorio a nord-est della Sardegna, dobbiamo chiederci quale delusione sia più grande: quella per il mancato richiamo internazionale o quella che ci unisce e che condividiamo per la mancata realizzazione delle tanto attese infrastrutture collegate? Ma su questo io penso che, al di là degli sberleffi, al di là dei termini che sono stati usati, abbia significato il fatto che il presidente Cappellacci ha operato in modo intenso per ottenere che una infrastruttura così importante, appunto la strada Sassari-Olbia, sia completata in tempi rapidi. Noi abbiamo sempre sostenuto ed esortato il Presidente della Regione su questa iniziativa e continueremo a farlo fino alla realizzazione della strada. Questo è un nostro dovere verso chi ci ha eletto e soprattutto verso coloro che sull'attuale Sassari-Olbia hanno perso la vita.
Noi siamo dentro il G8, con intensità, per le questioni contingenti, per le questioni importanti, per gli impegni presi, per l'impegno di favorire la riconversione del turismo di La Maddalena, di agganciare il G8 a tutta una serie di opere e infrastrutture complementari, per l'impegno delle amministrazioni comunali, persino per i danni subiti da chi ha investito; danni che comunque andavano contro il rischio imprenditoriale e che non potevano essere portati tout court all'attenzione del Consiglio durante la sessione di bilancio, pretendendo che una norma, formulata in termini così semplicistici, potesse essere inserita nella finanziaria. Ci sono questioni importanti nella definizione dei danni, delle competenze, delle titolarità, dei contenziosi in atto. Noi abbiamo detto no a quell'emendamento e siamo stati additati, il giorno dopo sulla stampa, come nemici del nostro territorio, ma non si sono date alla stampa le ragioni di questo no. Noi eravamo dentro queste questioni e adesso vogliamo, presidente Cappellacci, che vengano affrontate, ma sappiamo anche che lei ha avuto contatti importanti con le associazioni di categoria e soprattutto che per quanto riguarda gli albergatori, gli imprenditori che hanno fatto investimenti non c'è disattenzione da parte sua.
Vogliamo essere dentro questi percorsi come forza di governo, certamente distanti da soluzioni semplicistiche o da intenti demagogici. Abbiamo detto no a quell'emendamento alla finanziaria, ma siamo disposti, come rappresentanti del territorio, a seguirne il percorso. Così come, per il completamento delle opere, per la difesa dei fondi, per le infrastrutture, attendo le risposte che oggi verranno, sicuro che questa azione di vigilanza verrà confermata nelle dichiarazioni che il presidente Cappellacci renderà sulle azioni compensatorie, sulle aspettative mancate, però attraverso un'analisi seria e oggettiva dei danni subiti e non attraverso, mi ripeto ancora, processi semplicistici, sapendo benissimo che una norma per essere inserita nella finanziaria deve essere davvero ben strutturata e ben giustificata.
Io penso che si debba dare significato a un progetto che vada oltre l'eclatanza di un evento come questo, nella consapevolezza che il futuro di un territorio non può essere legato soltanto a un evento, per quanto importante ed eclatante come il G8, ma deve essere costruito giorno per giorno. Ci sono tante domande alle quali occorre rispondere: che ruolo ha il Comune di La Maddalena, che titolarità ha e ha avuto nelle aree dismesse? Sappiamo che questo è oggetto di inntenso dibattito anche all'interno del consiglio comunale, proprio per la titolarità, la proprietà delle aree dismesse. Sono aspetti che vanno chiariti proprio per quello che può essere il destino futuro di queste infrastrutture e di queste destinazioni. Che ruolo hanno gli imprenditori sardi, quali strategie si devono adottare perché la riconversione verso il turismo si realizzi, perché il turismo giri davvero? Ma queste sono domande che noi avevamo posto anche al precedente Governo e che non possono essere poste in carico soltanto a noi, perché le strategie noi le abbiamo ereditate. E' compito nostro, e abbiamo cinque anni per farlo, dare significato a queste cose e strutturarle nel tempo.
Voglio porre delle domande anche a chi oggi urla al tradimento, allo scippo e a quant'altro. "Qual è la politica dei trasporti, qual è l'attenzione verso le infrastrutture del nostro territorio?" Guardiamo il Piano dei trasporti che la precedente Giunta ha predisposto e portato all'attenzione dei consigli provinciali e degli organismi previsti da un percorso di informazione e anche di condivisione. Era previsto un ruolo davvero importante e determinante per il sistema portuale di Olbia, che oggi invece vede svanire quel ruolo di vera porta della Sardegna. Su questo ci sono distrazioni e vorremmo riflessioni altrettanto importanti. Noi siamo in un percorso, come ho detto, a lungo termine, un percorso di attenzione verso il territorio e di strutturazione degli interventi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, presidente Cappellacci, Assessori, colleghi, nel discutere del G8 e di La Maddalena, dopo l'illustrazione della mozione presentata dall'onorevole Bruno e firmata da tutti i consiglieri dell'opposizione, prima di entrare nel merito della vicenda G8 e della riconversione e del futuro di La Maddalena, l'argomento merita qualche considerazione e una premessa. E cioè noi non facciamo una difesa del G8 in sé, ossia della riunione dei Capi di Stato; noi siamo per il rilancio, per un nuovo slancio delle istituzioni internazionali, dell'ONU, degli organismi internazionali legati a esso, dell'Unione Europea, della Confederazione degli Stati sudamericani e di quant'altro rappresenta gli Stati a livello internazionale e le Confederazioni di Stati. Di recente si è scoperto, grazie all'amministrazione Obama, che gli Stati Uniti non versavano più la quota di loro competenza, che era la quota maggiore, per il funzionamento dell'ONU, tanto che l'ONU stava rischiando di non poter più pagare gli stipendi. Una parte dell'amministrazione Bush aveva addirittura sostenuto che era necessario, per rafforzare il ruolo degli Stati Uniti, decretare il fallimento e quindi l'eliminazione dell'ONU. Per fortuna si è abbandonata quella strada e oggi si percorrono nuove vie per il rilancio delle istituzioni internazionali, anche grazie alla guida del presidente Obama. Ebbene, anche l'aver svuotato questi organismi del loro ruolo internazionale, della loro capacità di intervenire nel contesto internazionale ha prodotto la crisi mondiale che viviamo, il non controllo, il non intervento dello Stato, del pubblico. Anche questo è frutto delle politiche scellerate del passato, che speriamo non si percorrano più.
Per quanto riguarda il G8, è noto che il presidente Berlusconi aveva dapprima chiesto di spostarlo a Napoli e da ultimo ha ottenuto lo spostamento in Abruzzo. Noi esprimiamo solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto, non al Governo, che utilizza quella catastrofe per ulteriore visibilità su scala internazionale, perché la volontà di individuare un altro sito, infatti, era nota. Per noi, invece, e vengo all'argomento di oggi, la madre di tutte le battaglie era liberare dalle servitù militari la Sardegna. La Maddalena è la prima, ma purtroppo vi sono altre zone occupate da servitù militari.
Presidente Cappellacci, io sono nato nel '76, e nel '72, quindi quando non ero ancora nato, la base militare di La Maddalena, in seguito ad accordi segreti, iniziò l'iter per installarsi appunto nell'arcipelago. In quella occasione si svolsero delle manifestazioni, con la partecipazione di molti giovani, dai giovani anarchici fino ai giovani liberali, che contestavano l'individuazione di La Maddalena quale sito per una base militare. Ebbene, ho dovuto aspettare il 4 maggio 2009 per poter visitare l'ex Arsenale di La Maddalena, per poter visitare una parte di territorio sardo che era inaccessibile a tutti i sardi che non fossero militari o civili impiegati al suo interno. Per quello è stato una cosa straordinaria quell'intervento, e cioè per la riconversione, per la trasformazione, per l'inversione di rotta, per il fatto che le isole di La Maddalena e Santo Stefano potrebbero essere nel mondo appunto un esempio di riconversione da un'economia bellica, quindi di guerra, a un'economia di pace, cooperazione e sviluppo nel bacino del Mediterraneo.
Nella mozione presentata, che tratta appunto di La Maddalena e del futuro del nord Sardegna, c'è un passo che voglio leggere: il decreto legge 28 aprile 2009 prevede che non siano più dovuti le maggiorazioni, retroattivamente dal 1º marzo, per le lavorazioni eseguite su più turni di lavoro e il premio di produzione, quindi c'è il rischio di contenziosi e di mancato completamento delle opere. Bene, Presidente, mi rivolgo a lei che so, anche per la sua vita professionale, esperto di questioni di questo tipo: cosa significa retroattivamente dal 1º marzo? Come si stabilisce? Mettendo la data su ogni pietra posizionata? Probabilmente si parlerà di fatturazione, di documentazione prodotta circa il lavoro compiuto entro il 1º marzo, e quindi coloro che non hanno presentato quella documentazione e fornito le fatture entro il 1º marzo probabilmente saranno colpiti anche per i mesi precedenti. Questo crea o no un problema? Fossi in lei, nella Giunta, in tutti i colleghi, mi preoccuperei anche delle piccole questioni burocratiche e legali, legate a termini inseriti in decreti legge che potrebbero creare danni ulteriori allo sviluppo e al futuro di La Maddalena e nei nostri rapporti con imprenditori, commercianti e fornitori sardi che hanno collaborato e hanno avuto rapporti di lavoro con coloro che operavano all'interno di La Maddalena.
Bene, Presidente, la vicenda potrebbe essere riassunta così: poniamo che, nel '72 io fossi proprietario di un immobile e un giorno lo Stato avesse detto a un altro Stato o a un'altra persona di prenderne possesso, senza avvertirmi. Dopo trent'anni lo Stato, sempre senza avvertirmi, manda via l'inquilino e dice a me di realizzare delle opere, con soldi miei che, però, poi mi sottrae lasciando quelle opere incompiute. A quel punto io non ho ottenuto nulla né da parte dell'inquilino né da parte dello Stato che gli ha messo a disposizione il mio immobile abusivamente. Ora, lei, Presidente, utilizzerebbe le leggi dello Stato, si rivolgerebbe a un avvocato contro colui che le ha messo un inquilino in casa, le ha tolto le risorse e ha lasciato i lavori incompiuti, sì o no? Io credo che ognuno di noi a cui capitasse una vicenda simile per quanto riguarda un'abitazione privata si rivolgerebbe al miglior avvocato per chiedere il risarcimento danni alla persona che abusivamente e in modo indebito gli ha sottratto risorse e occupato un suo spazio.
Insomma, io le chiedo di operare in questo modo, in modo cioè che non vi siano opere incompiute, che i nostri fondi rientrino in Sardegna, affinché tutti i sardi, e in particolar modo i maddalenini, possano vedere lo sviluppo della loro terra. Oltre al danno economico, c'è infatti un danno che riguarda l'amarezza, la disillusione, la sfiducia nel futuro della popolazione maddalenina e di quant'altri hanno creduto in un futuro di sviluppo, di pace, di cooperazione e di nuovo impulso turistico nel territorio di La Maddalena. Noi abbiamo potuto toccare con mano, vedere con i nostri occhi questa disillusione nella popolazione di La Maddalena. A Palau, da dove ci siamo imbarcati sul traghetto, e poi a La Maddalena non si parlava d'altro. Ci siamo recati a La Maddalena la domenica per essere puntuali il lunedì mattina alla manifestazione e poter poi parlare, la sera, anche con la popolazione locale e con altri residenti. Abbiamo parlato col sindaco Comiti, con direttori di alberghi, con ristoratori, con anziani e con giovani disoccupati che avevano la speranza di un futuro occupativo dal nuovo sviluppo di La Maddalena. Ebbene, abbiamo anche saputo che pure il Comune di La Maddalena ha stanziato risorse, ma chi risarcirà il Comune e i maddalenini per i soldi che hanno speso per il loro futuro e il futuro della stessa Sardegna?
Accogliendo volentieri l'invito del Sindaco siamo entrati nell'ex Arsenale, accompagnati dai responsabili dei lavori e scortati dal Battaglione San Marco. Bene, Presidente, chi ci ha accolto all'ingresso? Il responsabile che ci è stato indicato, nel momento in cui abbiamo chiesto di entrare ci ha detto testualmente: "Noi abbiamo l'obbligo, a oggi, visto ciò che è successo, di consegnare gli immobili così come sono, grezzi." Questo ci è stato detto e mi dispiace che fossero pochissimi i consiglieri dell'opposizione presenti a quell'incontro, nell'ex Arsenale, con il responsabile dei lavori della Protezione civile che parlava a nome della Protezione civile e del Governo e rapportandosi con noi…
(Interruzioni)
Scusatemi, intendevo dire, ovviamente, che erano pochissimi i consiglieri della maggioranza, perché l'opposizione era presente al completo, mentre voi eravate a ranghi ridotti. Insomma, ci hanno detto che devono consegnare le opere così come sono e che non hanno l'obbligo di completare le opere riguardanti la viabilità e il verde.
Per concludere, Presidente, le chiedo, come se fosse accaduto in un suo appartamento, ma siccome si tratta d'altro, di rivolgersi alla Corte costituzionale per far valere i diritti dei sardi, dei maddalenini e anche i suoi e i nostri diritti. La ringrazio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI MARCO (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, Assessori, colleghi, noi oggi abbiamo davanti tre questioni, sulle quali è necessario che ci chiariamo le idee e che continuiamo - come stiamo facendo in questo dibattito da qualche ora - a raccontare la verità. La verità si compone di verità di parte, che poi possono diventare, ci si auspica, verità condivise. Le tre questioni sono: la questione del G8 e di cosa accade ora, nel post G8, la questione del mancato G8 e quella dei rapporti con lo Stato.
Perché si fece quella scelta sul G8? Lo abbiamo letto nei giornali dell'epoca, del giugno 2007, se n'è discusso: all'origine di quella scelta c'era l'idea che un evento di quel tipo sarebbe stato uno straordinario propulsore della riconversione di un territorio che altrimenti, per molti anni, avrebbe subito le conseguenze negative di un fatto positivo, cioè la restituzione alla Sardegna di una parte così pregiata del suo territorio, e anche una straordinaria occasione di promozione, nel senso che contestualmente la possibilità di riconvertire un'economia, di creare sviluppo anche molto concentrato negli anni della realizzazione delle opere, e di promuovere sulla scena mondiale un luogo così bello, così significativo per la Sardegna e per l'Italia. E' stato già detto, ci fu un patto tra lo Stato e la Regione nell'ambito di un patto più grande, e il patto era quello di mettere insieme, più la Regione meno lo Stato, risorse statali e regionali e di spenderle - come ha ben spiegato il nostro maestro del diritto, il collega Steri - utilizzando l'unico modo possibile per realizzare rapidamente delle opere pubbliche. In Italia, abbiamo un sistema di legislazione per quanto riguarda le opere pubbliche drammaticamente lento, lo sappiamo tutti, e siccome la Regione non può intervenire derogando a tutte queste norme che rendono così lenta la realizzazione di opere pubbliche, la possibilità di procedere molto rapidamente nelle cose fondamentali per lo sviluppo non solo di La Maddalena ma anche del nord Sardegna, e quindi della Sardegna, fu vista nello stabilire un patto con lo Stato, perché lo Stato gestiva e gestisce quelle risorse, che sono in maniera molto significativa e percentualmente maggioritaria risorse della Regione Sardegna. Quel patto si è rotto. Oggi ho sentito che quel patto non potevamo stipularlo, lo ha detto il collega Giacomo Sanna, nel senso che non era nella disponibilità di una sola persona - egli ha detto - orientare così le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate. Io credo che questa affermazione non sia vera, o meglio, io non la considero corretta, nel senso che l'organizzazione delle risorse che vengono gestite attraverso la programmazione degli interventi, che passa per i programmi regionali, per l'utilizzo delle risorse per le aree sottoutilizzate, è definita dalle leggi, è realizzata attraverso atti legislativi e di governo. E la Regione - non una persona, la Regione! - si era trovata, in quel contesto, a rifare un patto con lo Stato che prevedeva la risoluzione della vertenza sulle entrate, il trasferimento di competenze e la restituzione di un grandissimo numero di beni demaniali, l'utilizzo delle strutture che venivano costruite e, alla fine di quel lavoro che venne avviato dal Governo Prodi a meno di due mesi dal suo insediamento, con l'istituzione del "tavolo" Sardegna, anche l'attribuzione del G8 a La Maddalena.
Io vi chiedo: ma secondo voi gli abitanti di quel territorio preferivano e preferiscono l'utilizzo di risorse che nel complesso erano di oltre un miliardo di euro in due anni, oppure la rivendicazione nei confronti degli Stati Uniti o dello Stato italiano di una partita che era una parte di una partita più ampia, quella delle entrate, che comunque ha portato un enorme beneficio alla Sardegna? Io penso che una cosa così straordinaria e di impatto così forte fosse la soluzione migliore. E poi - lo dico anche al collega Capelli - la Regione c'era! Cioè quel giorno il Consiglio dei Ministri si riunì alla presenza del Presidente della Regione e quindi la Regione, quando si prese quella decisione, c'era, perché in Consiglio dei Ministri la Regione è rappresentata dal Presidente della Regione, che si chiami Soru o che si chiami Cappellacci.
Ora il problema, però, è un altro, onorevole Sanna, e cioè che sono spariti anche i nostri soldi! Cioè si dice: "Il Presidente della Regione non può decidere come si utilizzano le risorse del FAS della Sardegna". E invece lo Stato può dire, in un emendamento che è stato presentato ieri al decreto Abruzzo, che le ordinanze rimangono inefficaci e i costi vengono compensati con risorse della Regione e degli enti locali? Ci sono stati sottratti oltre 500 milioni di euro destinati alla Sassari-Olbia, ed erano fondi FAS attribuiti alla Sardegna, e quasi 100 milioni di euro per il progetto relativo agli attrattori turistici nel Mediterraneo. Quei soldi ci vengono sottratti e i maggiori risparmi - dice un emendamento presentato dal Governo - derivanti dall'attuazione del decreto vengono trasferiti allo Stato per gli interventi per il terremoto. E in più gli altri interventi li pagate con risorse della Regione e degli enti locali.
Voglio dire, ci lamentiamo di come abbiamo orientato le nostre risorse (è vero, noi le abbiamo orientate là perché dovevamo comunque realizzare certe opere, e la loro mancata realizzazione è un altro danno dello spostamento improvvido, improvviso e troppo ritardato del G8) e non ci lamentiamo del fatto che ce ne stanno sottraendo un'enorme quantità!
Allora, cosa facciamo adesso? Questo credo che sia il punto fondamentale. Ci sono state dichiarazioni e rassicurazioni. Presidente Berlusconi, 2 maggio: "Faremo a La Maddalena il G8 Ambiente". Le chiedo, presidente Cappellacci, cos'è il G8 Ambiente e quando si terrà a La Maddalena, se Berlusconi gliel'ha detto? "La Sardegna sarà ricompensata". Per adesso l'emendamento del Governo dice: "a titolo compensativo degli effetti derivanti dalla diversa localizzazione", verrebbe da dire diamo dei soldi alla Sardegna. No, la Regione e gli enti locali pagano con altre risorse proprie la realizzazione di quegli interventi.
Presidente Cappellacci, 6 maggio: "Realizzeremo entro quest'anno almeno sei eventi internazionali a La Maddalena". Gli eventi internazionali si preparano per tempo. Quali sono? Quando si svolgono? Di cosa trattano? Io so che il G8 Ambiente è una sessione del G8 sul cambiamento climatico che sarà presieduta dal Presidente degli Stati Uniti e dal Capo del Governo italiano e che si terrà a L'Aquila, però vorrei essere smentito.
E ancora, lei, presidente Cappellacci, ci rassicura e tutti i giorni, sui giornali, leggo che la Sassari-Olbia si farà, quindi, alla fine, mi convinco che si farà, quasi la vedo! Vorrei capire, dato che qua parliamo anche delle altre opere: il decreto legge del 28 aprile non dice che si completano tutte le opere programmate - l'ha spiegato bene il collega Steri -, ma dice che si completano le opere avviate. Vorrei capire se riusciamo a ottenere delle modifiche di testi di legge, anziché delle rassicurazioni. E allora, cerchiamo di far inserire in quel provvedimento almeno l'ultimazione di tutti gli interventi programmati, che sono comunque pochi, perché l'importo è di 230 milioni di euro, non ci sono tante opere collaterali, non c'è la Sassari-Olbia. Dove è scritto che si fa la Sassari-Olbia? In che tempi, con quali risorse, con le risorse di chi? Ci restituiscono i 522 milioni di euro del FAS Sardegna o no?
Queste sono le domande: tempi certi e atti normativi con cui si adottano le decisioni. Abbiamo davanti un momento ottimo per ottenere queste cose. E' infatti in discussione al Parlamento la conversione di questo decreto legge. La maggioranza dice che non vanno bene gli emendamenti che noi abbiamo presentato per fare in modo che chi aveva assunto degli impegni, gli operatori economici ad esempio, ottengano un ristoro dei danni che hanno subito. E' una cosa scritta un po' meglio rispetto all'emendamento idiozia, così lo chiamò qua il collega Capelli. Si dice di no a tutta una serie di nostri emendamenti che ristabiliscono solo la certezza del diritto, in sostanza, evitando che lo Stato cambi le carte in tavola all'ultimo momento. Noi, invece, chiediamo alla Regione di ottenere dalla sua maggioranza parlamentare l'adozione adesso di norme che assicurino che le cose che voi state annunciando quotidianamente si realizzeranno veramente.
Non ho tempo per sviluppare il terzo punto, però credo che anche questa vicenda, questa modalità di ottenere i nostri diritti e il risarcimento di un gravissimo danno che sta subendo la nostra comunità regionale sia un modo per impostare i rapporti tra Stato e Regione. Rappresenti tutti noi, presidente Cappellacci. E' necessario un atteggiamento duro, perché di fronte alla sottrazione diretta di risorse occorre un atteggiamento molto chiaro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signor Presidente, Assessori e colleghi, devo dire che io ho condiviso lo spirito della mozione, nel senso che sono uno di quelli che hanno sostenuto da subito l'utilità di celebrare il G8 a La Maddalena e che non ne hanno certamente accettato di buon grado il trasferimento, però ci sono situazioni che esulano dalle esigenze della Sardegna e che hanno portato a fare questa scelta.
Tuttavia io credo che anche questa scelta vada ragionata. Avrei apprezzato, da parte dei firmatari della mozione, un ragionamento sul trasferimento del G8 da La Maddalena a L'Aquila e su quello che accadrà successivamente, invece, devo dirlo, cari colleghi dell'opposizione, ho visto che qui si è sviluppata una grande strumentalizzazione e mi pare che questo sia un pretesto per fare altri ragionamenti che nulla hanno a che vedere con il G8 e il suo trasferimento. Perché quando sento, come ho sentito stamattina e ieri, il discorso sul nucleare, sul fatto che quasi quasi la Sardegna si sveglierà e non so quante basi nucleari si ritroverà nel suo territorio, e poi sento il Presidente della Regione - ma non avevo dubbi su questo - dire che sono tutte balle, allora io penso che stiamo sollevando un gran polverone e non stiamo facendo capire bene ai sardi di che cosa stiamo discutendo e come ci dobbiamo organizzare anche a seguito di quello che è successo col trasferimento del G8.
Allora, io ero d'accordo sulla celebrazione del G8 a La Maddalena e non ho certamente pregiudiziali ideologiche, come invece possono avere i colleghi Uras, Ben Amara e altri che sono intervenuti, però da subito mi sono convinto che questa fosse una scelta giusta, anche perché bisogna analizzare quello che è successo in tutti questi anni. Ho molti dubbi, invece, sulla politica che è stata portata avanti dal precedente Governo della Regione, sulla cacciata degli americani, che credo sia stata una battaglia più che altro ideologica. Credo che sia giusto dare la possibilità a La Maddalena e ad altre zone occupate da basi militari di riconvertire la loro economia, ma qui non mi pare che si sia affrontato il problema in questi termini, perché spesso le popolazioni interessate sono state tagliate fuori dalle decisioni e ciò che è più preoccupante è che nessuno si è curato, sino a oggi, delle conseguenze che le scelte che sono state fatte avrebbero avuto sulle ottomila persone circa che lavoravano nella base militare. Non mi pare, infatti, che si sia riusciti a dare risposte adeguate.
Io voglio, però, fare un altro ragionamento oggi, perché finalmente questa mattina ho sentito parole sincere. Il Presidente della Regione dice: "I fondi per il G8 e le opere collaterali sono fondi FAS". Sono le cose che noi avremmo voluto sentire dal centrosinistra, che nella passata legislatura sosteneva, al contrario di quello che sappiamo oggi, che i fondi per preparare il G8, soprattutto per le opere dirette da realizzarsi a La Maddalena sarebbero stati del bilancio dello Stato, che sarebbero arrivati in Sardegna 300 milioni di euro, addirittura 350, come ho sentito dire in qualche occasione. Oggi invece sappiamo, effettivamente anche a seguito di tutto quello che è successo, che di fatto sarebbero stati utilizzati fondi regionali. Io, devo dire la verità, se avessi capito da subito che i fondi per preparare il G8, e quindi anche per le opere collaterali, ma in quel caso era scontato, dovevano essere fondi regionali, non sarei stato d'accordo sul fatto che una parte così consistente dei fondi del bilancio regionale venisse utilizzata per preparare questo evento, anche se importante, e comunque che fosse concentrata - stiamo parlando di migliaia di milioni di euro - solo in una zona. Siccome credo di essere stato eletto in questo Consiglio regionale per rappresentare tutta la Sardegna e poiché mi rendo conto che ci sono moltissime zone che hanno gli stessi problemi o forse problemi persino maggiori di quelli di La Maddalena, avrei sinceramente avuto problemi e avrei pensato che si sarebbero dovute programmare in modo diverso quelle risorse.
Allora, bisogna dire la verità, cari colleghi del centrosinistra, quando si stanziano 96 milioni di euro per un evento che si sa che richiederà dieci volte tanto, non si sta dicendo la verità alla gente. Ecco, questo è il vero problema. Credo che se noi avessimo ricondotto il dibattito sui binari giusti, quelli della correttezza dell'informazione, forse oggi non ci sentiremmo così delusi.
Ecco, io sono del parere che la scelta di spostare il G8 a L'Aquila ha sicuramente delle motivazioni. Sono solidale, così come mi pare che abbia dimostrato di essere questo Consiglio regionale, nei confronti dell'Abruzzo e in particolare della città di L'Aquila, però credo che il metodo che è stato adottato non sia stato corretto, bisogna dirlo, perché l'articolo 47 dello Statuto, che prevede il coinvolgimento del Presidente della Regione quando si fanno scelte di governo che riguardano la Sardegna, non è stato rispettato. Bisogna anche dire che noi il G8 ce lo siamo ritrovato in Sardegna, perché non è vero che abbiamo deciso qui; qualcun altro ha deciso altrove e il G8 noi ce lo siamo ritrovato in casa. Non ha certamente deciso questo Consiglio regionale. Il presidente Soru non è venuto qui a dire che dovevano deliberare su questa scelta. Allora, bisogna dire la verità, perché non si può andare a senso unico, non ci si può scandalizzare oggi per il fatto che non è stato coinvolto il Governo della Regione, mentre in passato si è accettato che questo si verificasse.
Ma io credo che il problema oggi sia un altro. Credo che siamo arrivati alla fase due, il che significa che c'è tutta una serie di opere avviate e programmate che vanno completate. Noi dobbiamo lavorare, oggi, per vedere come uscire da questa situazione, se è possibile adottare la formula semplificata, così come era stata adottata nel momento in cui è stato avviato il programma per il G8, perché se riusciamo a mantenere queste condizioni, sono convinto che potremo accelerare l'iter di realizzazione delle opere.
Cari colleghi del centrosinistra, è giusto fare una battaglia per quanto riguarda la Sassari-Olbia, che è una strada di grande importanza, però vi devo ricordare che per quanto riguarda la Olbia-Palau siete stati cinque anni a discutere se doveva essere a due o a quattro corsie, se doveva essere finanziata o meno, eppure i lavori erano già iniziati. Nessuno allora si è scandalizzato e noi non abbiamo fatto questa grande strumentalizzazione che invece voi state mettendo in atto oggi. Io sono convinto che la Sassari-Olbia si farà e mi auguro che, anche con l'intervento autorevole del Presidente della Regione, si riuscirà a realizzarla in tempi rapidi.
Voglio fare un'ultima riflessione, Presidente, che è questa: io sono fra quelli che hanno contribuito e gioito per la sua vittoria elettorale, a cui ha contribuito con me tutta la Sardegna, anche quella parte che supera la linea di Sanluri e che è rimasta fortissimamente delusa dal precedente Governo di centrosinistra. Ecco, quella Sardegna delusa, che ha votato per il centrodestra e per il presidente Cappellacci, oggi si aspetta più attenzione, più concretezza e più determinazione nella soluzione dei suoi problemi, perché sta attraversando, a causa anche di una serie di politiche sbagliate, una crisi devastante dal punto di vista economico e sociale.
PRESIDENTE. Onorevole Ladu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vorrei conoscere il calendario dei lavori di questa mattina e di stasera.
PRESIDENTE. E' previsto ancora un intervento per questa mattina, fino alle ore 14, riprenderemo i lavori alle ore 16.
E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Cercherò di rimanere all'interno, anzi, sicuramente rimarrò all'interno delle ore 14, come credo tutti desiderano a quest'ora tarda.
Mi collego ad alcuni argomenti e anche al metodo a cui ha fatto riferimento il collega Gian Valerio Sanna, che non è entrato nel merito dei temi contabili dell'operazione, ma ha voluto trattare l'aspetto più politico di quello che è successo per questa regione, di quello che ha significato togliere il G8 alla Sardegna in questa maniera. Credo che ne siamo tutti molto consapevoli e io, devo dire, sono molto sorpreso dalla posizione di alcune forze autonomistiche che non hanno riferimenti nazionali nei loro partiti, che pure sono partiti nazionali, perché credo che in una situazione del genere in altri tempi probabilmente ci sarebbero stracciati le vesti.
Voglio solo citare il provvedimento che ha trasferito il G8 dalla Sardegna all'Abruzzo, in palese violazione della norma statutaria che prevede la partecipazione della Sardegna, ovverosia del presidente Cappellacci. E ne parlo senza entrare nel merito del G8, perché potrebbe dar fastidio, come dire, possiamo non condividere la parata dei potenti della terra, ma non possiamo far finta di dimenticare che cosa ha significato per la Sardegna e quale strategia, che penso abbia ben ricordato anche l'ex presidente Soru, c'era dietro questo percorso. La strategia la voglio ricordare, perché deve essere una ricchezza, credo, per tutta l'Aula. Quando noi parliamo di dismissione delle servitù militari, quando vogliamo liberare il nostro territorio dalle servitù militari, e noi abbiamo fatto una battaglia nella scorsa legislatura che ha creato questo contenzioso positivo con il Governo nazionale, che ci riconosceva e ci riconosce la possibilità di riappropriarci del nostro territorio, io credo che ci riferiamo a un patrimonio comune dei sardi, non a un patrimonio appartenente soltanto a questa o a quella comunità. Penso a Cagliari, di cui il presidente Cappellacci è stato, fino a poco tempo fa, un assessore importante anche per tutte le questioni che riguardano il piano strategico della città, e penso a quanto positivamente la restituzione delle servitù militari sia stata vista come motore di sviluppo.
Per questo vorrei sapere innanzitutto, anche su questo argomento, cosa intende fare il presidente Cappellacci col Governo nazionale, proprio partendo da La Maddalena, dalla grande possibilità che il G8 rappresentava per creare sviluppo. Una buona prassi, verrebbe da dire, quasi con un taglio sociale. Cioè La Maddalena rappresentava non il fatto che tante risorse venivano concentrate su quest'isola - prima ho sentito dire che non è giusto che vada tutto a La Maddalena -, bensì l'esempio, la buona prassi per cui per la prima volta si poteva riconvertire ad altissimo livello un'economia a base militare in un'economia a base civile. Per questo era strategico l'accordo tra la Regione e il Governo nazionale, finalizzato proprio a dare un esempio, per riappropriarci finalmente di tutti quei territori che riteniamo nostri, che tutti, anche da destra, hanno chiesto venissero restituiti alla Sardegna. Ecco, per questo il G8 rimaneva un fatto importante che dovevamo, dobbiamo proteggere. Dobbiamo continuare a protestare finché non ci saranno gli equi risarcimenti che ci competono per lo scippo che abbiamo subito, io lo chiamo schiaffo.
Vorrei parlare adesso di solidarietà più che di altri argomenti, perché io non credo, non l'avevo ancora detto, ma lo voglio dire, alla solidarietà. Il colpo di scena del presidente Berlusconi è stato particolarmente massmediologico, ottimo da un punto di vista della visibilità internazionale. Dire: "Facciamo il G8 in una zona terremotata" è di grande effetto, però, come qualcuno che mi ha preceduto ha detto, noi abbiamo i morti. Il presidente Soru ha detto che i morti sulla Sassari-Olbia, solo per citare un esempio, sono indubbiamente il nostro terremoto, che continuerà. Questo lo dico al nostro Governatore, perché, come ha detto anche il mio Capogruppo all'inizio del suo intervento, se il presidente Cappellacci prende, a schiena dritta, una posizione importante rispetto alle politiche del Governo, noi ci siamo. Io sento che se questa è una posizione seria può essere condivisa pienamente.
Ma perché non credo alla solidarietà? Perché non credo che il G8 possa portare all'Abruzzo chissà quali vantaggi? Perché un paio di giorni dopo aver preso questa decisione sul G8, il Governo nazionale cosa ha fatto? Ha stanziato, col parere positivo della Commissione Difesa della Camera, 13 miliardi di euro per l'acquisto di centotrentuno aerei da guerra. Una spesa incredibile! Non spendiamo 13 miliardi di euro in aerei, diamo queste risorse all'Abruzzo e lasciamo il G8 in Sardegna. Ma su queste cose non si discute, perché stanziare 13 miliardi di euro per comprare centotrentuno F-35 è una cosa importante! E' una cosa, io ritengo, grave in questo periodo. Tra l'altro, questi aerei vengono acquistati non per la difesa del territorio nazionale, ma per i compiti di peace keeping che si devono svolgere a livello internazionale. Quindi mi viene da dire, scusate, che è una spesa superflua, per essere buono, perché sappiamo che l'industria degli armamenti da sempre, come dire, diventa un volano nei momenti di crisi. Però, ripeto, credo che l'Abruzzo e la Sardegna possano diventare un volano. Per questo credo all'effetto sui mass media, ma non credo per niente al fatto che ci sia un intento solidaristico, che vuol dire case, vuol dire strade, vuol dire fogne.
Ecco, ciò che a me, devo dire, sorprende, e su questo mi aspettavo una sollevazione da parte di tutti, è anche l'atteggiamento del presidente Berlusconi. Io ho visto che nella stessa giornata il nostro Presidente della Regione è andato a Roma a parlare col Presidente del Consiglio, dopo la decisione di togliere il G8 a La Maddalena, e la sera il presidente Berlusconi era a cena, a Pula, con gli industriali, ma nessun rappresentante della Sardegna. Io questa cosa l'ho notata e mi ha lasciato stupefatto. Cioè non è possibile che il Presidente della Regione vada la mattina a Roma e la sera il presidente Berlusconi arrivi in Sardegna, passando tra l'altro - apro una parentesi, scusate se sono monotono - davanti ai territori alluvionati, come quello di Capoterra, per i quali questa Giunta e la Giunta precedente hanno stanziato quasi 100 milioni di euro, mentre il Governo Berlusconi ne ha stanziato 7. Allora, anche questo gesto non mi sembra dia valore a questa istituzione. Vorrei sapere cosa pensa il presidente Cappellacci del fatto che il presidente Berlusconi sia stato qui proprio il giorno in cui lui è dovuto andare a Roma. La stessa sera il presidente Berlusconi è venuto qui, senza avvisare, o almeno io non ho visto nessun rappresentante istituzionale della Sardegna a quella cena con gli industriali. Per questo ho difficoltà a credere agli atti di solidarietà. Io credo sia stato, invece, un modo per gestire un'immagine. Sapevamo da tempo che Napoli era vista come possibile sede del G8, in alternativa a La Maddalena, quindi c'era un piano scientifico per togliere la paternità a questo percorso.
Concludo con la notizia che è uscita oggi sulla stampa e chiederò al presidente Cappellacci qual è il suo parere sull'emendamento presentato ieri dal Governo al decreto Abruzzo, come è stato ricordato anche dal collega Marco Meloni e da altri. Allora, io ho sentito oggi, alla radio, una dichiarazione del senatore Francesco Sanna, il quale ha detto: "Secondo me questo decreto è eversivo". Perché? Perché scarica d'imperio sugli enti locali e sulla Regione il costo del completamento dei lavori. Ecco, quel decreto è stato definito "eversivo" e io vorrei sapere cosa ne pensa il nostro Presidente e cosa farà davanti a questo emendamento, che non è definitivo, e che spero veramente non sia un ulteriore schiaffo davanti a un percorso che credo, com'è stato definito prima anche dall'onorevole Steri, debba essere "contestativo" La Sardegna deve, cioè, porre in essere una procedura contestativa nei confronti di Roma. Vorrei sapere se ci sono spazi per fare politiche unitarie, al di là degli schieramenti, se questa maggioranza e questo Presidente, il Presidente della Sardegna, vogliono seriamente tenere alta una bandiera che appartiene a tutti, per rivendicare alla Sardegna quello che è nella sua autonomia e che è previsto dalla Costituzione.
PRESIDENTE. I lavori del Consiglio terminano qui, riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Giampaolo Diana.
La seduta è tolta alle ore 14.
Allegati seduta
XXII Seduta
(ANTIMERIDIANA)
Giovedì 14 maggio 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
Indi
del Vicepresidente CUCCA
La seduta è aperta alle ore 10 e 24.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 30 aprile 2009 (16), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Valerio Meloni, Onorio Petrini, Antioco Porcu, Carlo Sanjust e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 14 aprile 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico di aver nominato quali componenti della Giunta per il Regolamento i consiglieri: Mario Diana, Francesco Meloni, Marco Meloni, Massimo Mulas, Antonello Peru, Adriano Salis, Christian Solinas, Giulio Steri e Luciano Uras.
Comunico di aver nominato quale Presidente della Giunta delle elezioni il Vicepresidente del Consiglio Giuseppe Luigi Cucca e quali componenti i consiglieri: Angelo Francesco Cuccureddu, Pietro Fois, Giovanni Mariani, Sergio Milia, Pietro Pittalis, Giacomo Sanna, Alessandra Zedda e Massimo Zedda.
Comunico di aver nominato quale Presidente della Commissione per la Biblioteca il Vicepresidente del Consiglio Michele Cossa e quali componenti i consiglieri: Vittorio Renato Lai e Valerio Meloni.
Comunico di aver nominato quale Presidente della Commissione di verifica il Vicepresidente del Consiglio Giuseppe Luigi Cucca, e quali componenti i consiglieri: Daniele Secondo Cocco, Paolo Luigi Dessì, Francesco Mula, Carlo Sanjust, Carlo Sechi, Giulio Steri.
Comunico, inoltre, che il consigliere Mario Bruno, firmatario della mozione numero 2 sull'illegittimità della composizione della Giunta regionale, con riferimento alla mancata applicazione della legge regionale statutaria 10 luglio 2001, numero 1, in seguito alla sentenza della Corte costituzionale e venuti meno i presupposti della mozione ha chiesto, con nota del 13 maggio 2009, che la stessa venga ritirata.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interrogazione Bardanzellu, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di un pontile all'interno del Golfo di Cugnana in Comune di Olbia".(19)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di iniziative atte ad anticipare l'attività venatoria in Sardegna, prevedendo la reintroduzione della caccia alla tortora in agosto, e a sollecitare il Governo nazionale a definire, in accordo con la Regione sarda, la procedura normativa per posticipare la chiusura della caccia alla selvaggina migratoria alla fine di febbraio". (20)
"Interrogazione Piras - Contu Mariano Ignazio - Zedda Alessandra - Stochino - Tocco - Sanna Matteo - Peru, con richiesta di risposta scritta, sull'equiparazione fra la qualifica di imprenditore agricolo professionale e coltivatore diretto con la modifica dei criteri di selezione fissati dal Piano di sviluppo rurale". (21)
"Interrogazione Porcu - Espa, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi dell'ANAS nella realizzazione dei lavori della nuova strada statale n. 195 Cagliari-Santa Margherita di Pula". (22)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Porcu - Sabatini - Lotto - Moriconi - Manca sulle disposizioni in materia di commissariamento dell'Autorità d'ambito di cui alla deliberazione n. 13/18 del Presidente della Regione autonoma della Sardegna del 24 marzo 2009". (6)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - SOLINAS Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sullo spostamento del G8 a L'Aquila (5).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 5 sullo spostamento del G8 a L'Aquila.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - SOLINAS Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sullo spostamento del G8 a L'Aquila.
IL CONSIGLIO REGIONALEPREMESSO che:
· il Consiglio dei ministri n. 46 del 23 aprile 2009 ha approvato la proposta del Presidente Berlusconi di organizzare il prossimo G8 nella Regione Abruzzo, trasferendolo dalla sede, originariamente prevista, di La Maddalena;
· la seduta del sopra citato Consiglio dei ministri si è tenuta senza l'intervento del Presidente della Regione autonoma della Sardegna;
CONSIDERATO che:
· l'articolo 47, comma secondo, dello Statuto speciale per la Sardegna dispone che il Presidente della Regione "interviene alle sedute del Consiglio dei ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione";
· la norma statutaria costituisce applicazione del più generale principio costituzionale della leale collaborazione;
· l'organizzazione del G8 in Sardegna avrebbe rappresentato per il territorio sardo una fondamentale occasione di sviluppo per quanto riguarda servizi e strutture pubbliche nel nord Sardegna;
· gli appalti sono stati assegnati mediante le procedure semplificate previste dalla protezione civile per il G8;
· a seguito dell'inopinata scelta del Governo nazionale dovrà procedersi a una rinegoziazione degli appalti già in essere, salvo il diritto di recesso dell'appaltatore;
· il decreto legge 28 aprile 2009 approvato dal Governo prevede che alle imprese non siano più dovute le maggiorazioni, retroattivamente dal 1° marzo, per le lavorazioni eseguite su più turni di lavoro e il premio di produzione, sicché, non essendovi più benefici legati alla consegna dei lavori entro fine maggio, è concreto il rischio di contenziosi e/o di mancato completamento delle opere;
· tale decreto parla di risparmi per 220 milioni di euro, ma non distingue tra risparmi sui lavori e risparmi sulla sicurezza, per cui non è certa l'esatta entità dei fondi che rimarranno a disposizione per il completamento delle opere;
· sempre tale decreto stabilisce, inopinatamente, che eventuali e del tutto ipotetici risparmi derivanti dallo spostamento siano incamerati dal Ministero dell'economia, senza considerare che si tratta di fondi di sviluppo della Regione;
· secondo quanto appreso dagli organi di stampa, alcune imprese sarebbero intenzionate a lasciare l'Isola e a rinunciare alla gestione delle strutture, come nel caso della Mita resort Srl del gruppo Marcegaglia per l'ex Arsenale;
· gli albergatori a cui erano state bloccate le camere fino a metà luglio, le società che avevano siglato precontratti per la fornitura di servizi alle delegazioni del G8, gli imprenditori che avevano fatto investimenti in vista dell'importante evento, hanno denunciato il rischio di subire danni economici di decine di milioni di euro per lo spostamento del G8 a L'Aquila;
· risultano essere stati definitivamente cancellati, o rinviati senza poter utilizzare le procedure accelerate semplificate, gli investimenti collaterali al G8 tra cui la 4 corsie Sassari-Olbia per un valore di circa 800 milioni di euro;
· con lo spostamento dell'evento viene a mancare la possibilità di un ritorno d'immagine su scala internazionale dell'arcipelago maddalenino del valore di decine di milioni di euro che poteva contribuire, insieme al completamento delle opere principali e di quelle collaterali, al rilancio complessivo in chiave turistica dell'economia del nord Sardegna e in particolare dell'arcipelago di La Maddalena, da decenni soggetto a gravami e servitù militari;
RITENUTO che:
· siano stati lesi gli interessi della Regione autonoma della Sardegna e violato l'articolo 47 dello Statuto speciale;
· l'improvvisa scelta del Governo lasci nella più completa incertezza centinaia di persone già al lavoro e decine di imprese, che si chiedono cosa succederà del loro domani, chi pagherà le opere quasi ultimate, chi farà fronte alle centinaia di contenziosi che si apriranno;
· insieme agli investimenti pubblici precedentemente stanziati rischiano di andare in fumo decine di milioni di investimenti privati;
· viene a mancare il progetto di rilancio turistico, economico e sociale dell'arcipelago maddalenino di cui l'evento G8 doveva rappresentare l'evento più significativo,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
ad assumere, nei confronti del Governo nazionale, tutte le opportune iniziative per difendere gli interessi, le risorse finanziarie, le opere infrastrutturali e le prerogative statutarie della Regione autonoma della Sardegna, conformemente al suo mandato istituzionale;
a riferire al Consiglio regionale sulle mancate ricadute economiche e strutturali causate dallo spostamento del G8;
a illustrare i piani delle opere che saranno effettivamente completati, lo stato di avanzamento dei lavori e i tempi di realizzazione previsti;
a identificare con certezza le risorse finanziarie già erogate e quelle disponibili per il completamento delle opere;
a promuovere, con il coinvolgimento del Governo nazionale, un progetto di sviluppo complessivo del territorio maddalenino che tenga conto delle aspettative di quella comunità e di tutta la Sardegna e della funzione risarcitoria e di definitivo riscatto economico e sociale che gli investimenti, i progetti e le opere collegate all'evento del G8 dovevano rappresentare dopo decenni di vincoli allo sviluppo economico causati dalla presenza militare italiana e americana.).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione in attesa che arrivino i colleghi.
PRESIDENTE. Io li accordo, però prego i Capigruppo di sollecitare i consiglieri a essere presenti in aula e a garantire una maggiore puntualità, perché è consentito il quarto d'ora accademico, ma siamo già oltre la mezz'ora.
I lavori riprenderanno alle ore 10 e 40. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 29, viene ripresa alle ore 10 e 40.)
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, la mattina del 23 aprile un giornalista di un'agenzia di stampa mi chiede un commento sul possibile trasferimento del G8 da La Maddalena a L'Aquila, che il presidente Berlusconi avrebbe formalizzato qualche ora più tardi in Consiglio dei Ministri. Ho pensato a una bufala, a un intervento demagogico in attesa dell'ennesima smentita del Presidente. Lo stesso ministro Matteoli, in prima battuta, e il presidente Cappellacci, poi, hanno immediatamente ridimensionato, salvo qualche ora dopo prendere atto, con grande preoccupazione e forte stupore, della decisione adottata dal Governo. "Un fatto improvviso, importante e inopinato", commentò il presidente Cappellacci. Eppure, ci dirà il Presidente dell'Abruzzo, Chiodi, da dieci giorni se ne parlava, se ne parlava in altre sedi, ma non in Sardegna, non con la Sardegna e i suoi rappresentanti istituzionali, eletti appena due mesi prima dal popolo. Eletti in una campagna elettorale enfatizzata a livello nazionale, con un Presidente del Consiglio presentissimo nell'Isola e sui media, che ha promesso ai quattro venti che la Sardegna sarebbe tornata a sorridere e con risultati immediati. Il presidente Berlusconi si è scusato, a cose fatte, con il Presidente della Regione per non averlo consultato preventivamente, ma l'articolo 47, comma secondo, dello Statuto speciale della Sardegna dispone che il Presidente della Regione "interviene nelle sedute del Consiglio dei Ministri quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Sardegna". Così non è stato. La norma statutaria costituisce applicazione del più generale principio della leale collaborazione e almeno quella, presidente Cappellacci, dobbiamo farla osservare sempre, in tutti i rapporti istituzionali. Le ricordo, Presidente, che lei, in qualità di Presidente della Regione autonoma della Sardegna, fa parte o faceva parte del Comitato di coordinamento nazionale per la Presidenza del Vertice G8.
Su queste basi ci siamo, come forze di opposizione, immediatamente attivati per chiedere, Presidente, un'informativa urgente al Consiglio regionale, ma, complice la sessione di bilancio e la mancata unanimità dei Capigruppo, solo oggi, a distanza di ventuno giorni, riusciamo ad ascoltarla. Lei ha rimandato, anche perché in attesa di essere chiamato nuovamente a Roma, ma quest'Assemblea, le ricordo, è la massima assise istituzionale dei sardi. Certamente, nessuno ha messo in discussione il principio della solidarietà nazionale, al quale la Sardegna non è mai venuta meno, oggetto, tra l'altro, di un ordine del giorno unanime e immediato di questo Consiglio regionale dopo aver appreso la notizia del terremoto abruzzese. Quelle che seguono non sono parole mie, ma del presidente Mario Floris, componente di maggioranza, attuale Presidente della Commissione autonomia del Consiglio regionale, che dice: "La solidarietà al popolo abruzzese è scontata. La Sardegna lo ha dimostrato con i fatti. Si contesta la legittimità istituzionale della decisione di trasferire il G8 da La Maddalena a L'Aquila. C'è stata, infatti, una palese violazione dello Statuto sardo che ha impedito al presidente Cappellacci di conoscere, in Consiglio dei Ministri, i provvedimenti che riguardano la Sardegna. Il tardivo faccia a faccia fra il premier e il Presidente della Sardegna, il presidente Cappellacci, non può non tener conto non solo delle prerogative istituzionali della Sardegna, ma anche delle necessarie e indispensabili compensazioni conseguenti al provvedimento che sottrae all'Isola un'irripetibile occasione di sviluppo".
La verità è che si è rotto un patto tra lo Stato e la Regione. Per la Sardegna, per La Maddalena sarebbe stata un'occasione irripetibile per accelerare la riconversione della propria economia, finora dipendente dalla presenza militare. Il G8 sarebbe servito come grimaldello per aiutare La Maddalena a trasformare la propria economia in un disegno dinamico e moderno di sviluppo sostenibile. Quando sono arrivate le risorse i giornali, tutti noi, parlavamo di un nuovo piano di rinascita. Già, perché accanto alle opere principali a La Maddalena (233 milioni di euro), sono state inserite opere collaterali (522 milioni di euro), cioè la possibilità di accelerare opere infrastrutturali attese da sempre nel nord Sardegna, finanziate con i fondi per le aree sottoutilizzate, come la quattro corsie Sassari-Olbia, la deviazione della statale 125 in prossimità dell'aeroporto di Olbia, i lavori di connessione della statale 199 alla stazione portuale, la messa in sicurezza del ponte sul Rio Padrongianus alla periferia di Olbia, la realizzazione del molo di levante a Porto Torres. Opere che avrebbero dato un impulso fortissimo alla crescita dell'economia delle due province di Olbia e di Sassari, e in tempi brevi. Opere che il 17 giugno 2008 il Commissario straordinario per il G8, Guido Bertolaso, in accordo con la Regione Sardegna, ha inserito tra quelle ufficialmente correlate alla realizzazione del grande evento e che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha reso operative con ordinanza numero 3698 del 29 agosto 2008; 740 milioni di euro destinati alla realizzazione delle opere principali e collaterali del G8. Tra l'altro, per quanto riguarda la Sassari-Olbia, il 29 settembre 2008, la Conferenza di servizi tenutasi a Sassari, con progetto predisposto e finanziato dall'Assessorato dei lavori pubblici della Regione, in accordo con gli enti locali, ha fissato in due anni e mezzo il tempo massimo per il completamento di quei lavori.
In realtà avevamo già avuto diverse avvisaglie e tutte negative. Già il 23 ottobre del 2008 il decreto legge numero 162 ha ridotto i fondi disponibili per il G8 a 233 milioni di euro, lasciando quindi solo quelli per le opere principali di La Maddalena. Successivamente, il 6 marzo scorso, il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha aggiornato la dotazione dei fondi FAS e ha escluso la Sassari-Olbia e tutte le opere collegate dai 17 miliardi e 800 milioni di euro stanziati con quella delibera. Tuttavia nei primi giorni del mese di dicembre, su iniziativa della Regione, era stato stipulato ugualmente un accordo tra la stessa Regione, il Dipartimento della Protezione civile, la Struttura di missione e l'ANAS, per la prosecuzione delle procedure di appalto avviate per la Sassari-Olbia, che vedevano a quel momento già prequalificate mediamente ottanta imprese per lotto, al fine di consentire l'individuazione delle imprese aggiudicatarie degli appalti che avrebbero dovuto in una prima fase predisporre la progettazione esecutiva dei lotti e in una seconda fase avviare i lavori attraverso i fondi FAS attribuiti in via ordinaria alla Regione autonoma di Sardegna. Una procedura inopinatamente interrotta. Fondi FAS della Sardegna, lo sappiamo tutti; non opere che sarebbero nate esclusivamente in virtù del G8 e finanziate, quindi, con un trasferimento di fondi statali eccezionali, finalizzati al grande evento, ma opere che nascono da fondi la cui programmazione è avvenuta in Sardegna ed esclusivamente per la Sardegna. Per essere più chiari: la Sassari-Olbia è un'opera interamente progettata dalla Regione, inserita tra le priorità dei fondi previsti dal Quadro strategico nazionale 2007-2013, con accordo stipulato in data 31 gennaio 2007 tra Regione e Ministero delle infrastrutture. Finanziamento, poi, confermato con anticipazione di 522 milioni di euro di fondi FAS nella delibera CIPE del 21 dicembre 2007, numero 166.
Ora, tutto questo è lettera morta e se vengono infranti accordi politici, istituzionali, un vero patto tra Regione e Stato, diciassette D.P.C.M., come ci ripete spesso il sindaco di La Maddalena, Angelo Comiti, è difficile credere alle ennesime rassicurazioni verbali. Occorre che lei, Presidente, si metta a capo di una forte mobilitazione in una vertenza con lo Stato, lo ha chiesto ieri anche il Capogruppo del P.S.d'Az., condotta a testa alta, con dignità, in rappresentanza di ciascun sardo e con a fianco l'intero Consiglio regionale, il parlamento dei sardi. Lei, Presidente, lo scorso 24 aprile si è limitato, da quanto comunicato ai giornali, a incontrare a Roma, tra l'altro a palazzo Grazioli, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il Ministro degli esteri, Franco Frattini, il Sottosegretario alla Presidenza, Gianni letta. Il premier le ha rinnovato le scuse per aver annunciato all'ultimo momento la decisione di spostare la sede del G8 da La Maddalena a L'Aquila. Il presidente Berlusconi si è impegnato, bontà sua, per il completamento di tutte le opere a La Maddalena, ha dato incarico al sottosegretario Letta di avviare un ennesimo percorso tecnico operativo che dovrebbe portare alla realizzazione della Sassari-Olbia. Il ministro Frattini ha annunciato che La Maddalena dal prossimo autunno sarà sede di summit internazionali. Lei, Presidente, ha espresso soddisfazione per l'esito di quel vertice. Noi non abbiamo trovato la stessa soddisfazione a La Maddalena, dove ci siamo recati lunedì scorso, accogliendo l'invito del sindaco Comiti, invito rivolto anche a lei, agli Assessori e a tutti i consiglieri regionali. Abbiamo trovato preoccupazione e indignazione. Le opere di riconversione dell'ex Arsenale e dell'Ospedale militare sono completate al 90 per cento, così ci hanno detto i tecnici, ma gli albergatori a cui erano state bloccate le prenotazioni fino a metà luglio, le imprese che avevano siglato precontratti per la fornitura di servizi alle delegazioni del G8, gli imprenditori che avevano fatto investimenti in vista del grande evento hanno denunciato danni economici per decine di milioni di euro a causa dello spostamento del G8. Abbiamo trovato una popolazione esterrefatta, che ha visto svanire un'opportunità incredibile per il lavoro, per lo sviluppo, per le stesse infrastrutture. Un danno enorme per la Sardegna che è bene che cominciamo a calcolare per chiederne conto al Governo; un lavoro di anni vanificato in un attimo; un voltafaccia dello Stato nei confronti di un territorio che avrebbe diritto a ben altra considerazione; un'ennesima presa in giro, al di là di ogni altra pur benevola interpretazione, come ha avuto modo di dire anche il vescovo di Tempio, monsignor Sanguinetti.
Risorse, energie, strutture, presidi istituzionali coinvolti in due anni di preparativi ormai giunti al termine non possono essere cancellati impunemente con un colpo di spugna. E' veramente poca cosa promettere di riavviare, attraverso una nuova Conferenza di servizi, il percorso della Sassari-Olbia. Se la volontà è quella di procedere rapidamente, non si possono che ripristinare i fondi FAS, esclusi dall'ultima delibera CIPE, e proseguire nelle procedure d'appalto secondo gli accordi già sottoscritti tra organi di Governo e Regione. Il problema, infatti, è capire se il Governo può tecnicamente inserire questi lavori con procedura accelerata per un G8 che non si farà. Può solo promettere, come ha fatto, che la Sassari-Olbia si farà, ma secondo procedure ordinarie, e i tempi saranno lunghi, di sicuro non si tratterà dei due anni e mezzo preannunciati, ma di molto di più.
Siamo preoccupati perché l'articolo 17 del decreto del Governo dispone che i risparmi ricavati dalla differente modalità di organizzazione dell'evento non tornino alla Regione, ma a un fondo di riserva per le spese impreviste del Ministero dell'economia e delle finanze, o, come dice l'ultimo emendamento salva coscienza del Governo, siano destinati all'Abruzzo. Noi ci attendiamo innanzitutto che, anche sulla base degli emendamenti, presentati dal Partito Democratico nel Senato, al decreto legge da convertire in legge, venga data dignità legislativa alla conferma di La Maddalena quale sede del grande evento del G8 almeno limitatamente al tema dell'ambiente, da tenersi entro la conclusione della presidenza italiana del G8. Sarebbe almeno un punto certo, per quanto non risarcitorio del danno subito; un contentino che poco consola, ma che è bene già certificare in legge.
Come forze del centrosinistra con questa mozione vogliamo impegnare la Giunta regionale e il suo Presidente, oltre a riferire a questo Consiglio regionale sulle mancate ricadute economiche e strutturali causate dallo spostamento del G8 e a illustrare i piani delle opere che saranno effettivamente completati, con precisa indicazione dello stato dei lavori e dei tempi di completamento, ad assumere una posizione autorevole nei confronti del Governo nazionale, con l'apertura di una vertenza. Ci attendiamo, Presidente, una reazione politica, un'iniziativa istituzionale forte per difendere le risorse finanziarie, gli interessi, le prerogative statutarie della Regione autonoma della Sardegna, che lei rappresenta. Occorre far sentire la voce della Regione, perché nel decreto che verrà convertito in legge, e di cui a giorni inizierà la discussione generale al Senato, siano fatte salve comunque le risorse relative agli interventi funzionalmente legati allo svolgimento del vertice, a partire dalla Alghero-Sassari-Olbia, per proseguire con la Olbia-Arzachena, la Olbia-San Teodoro, agli interventi sulla portualità turistica e nel fronte mare di La Maddalena e agli altri interventi già previsti e finanziati come opere correlate. Non possiamo consentire che le opere siano concluse da Regione ed enti locali. Sarebbe un'ennesima beffa, Presidente.
Occorre fare in modo, rafforzando gli emendamenti già presentati al Senato anche dal Partito Democratico, che le prenotazioni effettuate per il G8 presso i servizi alberghieri, turistici e di soggiorno nel territorio della Sardegna vengano rimborsate almeno fino al 50 per cento del costo di ogni singola prenotazione. Soprattutto, Presidente, dobbiamo conoscere nel dettaglio qual è, se esiste, il progetto di sviluppo del territorio maddalenino e del nord Sardegna, che tenga conto delle aspettative non più rinviabili di quella comunità e della funzione risarcitoria e di riscatto economico e sociale che gli investimenti, i progetti, le risorse pattuite devono rappresentare dopo decenni di vincoli allo sviluppo economico causati dalla presenza militare.
Non siamo disponibili, Presidente, a seguirla in una rappresentazione debole, rassegnata delle decisioni che vengono assunte a Roma. Siamo disponibili, invece, penso insieme a tutte le forze presenti in questo Consiglio regionale, a intraprendere tutte le iniziative utili che sollecitino il Governo a provvedere immediatamente e a ottemperare alle intese sottoscritte con la Regione autonoma della Sardegna, in coerenza col mandato che abbiamo ricevuto.
Il momento è difficile, Presidente, prima che sia troppo tardi la Regione si muova. Questa legislatura, anche se siamo agli inizi, è già negativa. Il Governo regionale ha accettato passivamente o perlomeno non ha contrastato con la necessaria determinazione e fermezza decisioni altrui, non solo lo spostamento del G8, ma anche lo scippo dei fondi per la Sassari-Olbia, lo scippo dei fondi FAS, di cui abbiamo parlato più volte, anche in questo Consiglio regionale, il disastro della chimica, le promesse della conclusione della vicenda Ineos-Sartor e il successivo fallimento, la possibilità che Tirrenia interrompa i collegamenti marittimi. Ora c'è anche la possibilità che l'Isola possa essere individuata come sito di centrali nucleari.
Presidente Cappellacci, la invitiamo ad attivarsi immediatamente per evitare che la nostra Isola venga ancora una volta mortificata dalle scelte del Governo nazionale e noi saremo al suo fianco, se intraprenderà questa vertenza, con tutti i sardi, con ciascun sardo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
Ricordo ai consiglieri che hanno a disposizione dieci minuti e chi intende prendere la parola deve iscriversi entro la conclusione del primo intervento.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, cari colleghi, caro Presidente della Regione, sarò molto breve e conciso, visto che sono per la brevità e contro ogni forma di inflazione linguistica.
Per la mia appartenenza ideologica, so che ormai è considerato un po' indelicato avere un'ideologia e dichiararlo in un consesso politico, ma io preferisco sempre indicare la linea del mio pensiero, dirò francamente che non ho particolare apprezzamento per il G8: non ne apprezzo gli scopi, la composizione, il modo di lavorare, l'intero approccio. Il G8 è per me il simbolo della precarietà totale. I G8 sono pseudo-eventi e pseudo, come sappiamo, in greco vuol dire inganno. Ma una cosa che apprezzo ancora meno è il colonialismo culturale, ed è questo che ho riconosciuto in certi recenti passaggi della nostra cronaca politica. Solo così si possono definire quelle situazioni in cui un popolo e un territorio subiscono delle decisioni prese altrove senza poter influire sulla questione, senza neppure poter essere ascoltati. L'Assessore ieri parlava del significato dell'ascolto, che forse rende il francese entendement, che significa anche il capire. Il potere coloniale si manifesta in tanti modi, ma le decisioni unilaterali imposte sono sicuramente uno dei più autentici, altri sono legati più strettamente allo scopo della colonizzazione, il denaro. E allora ecco che si decidono le destinazioni dei fondi, le si cambia, le si ripartisce, riassegna, ricalcola, tutto questo senza mai ritenere minimamente un dovere l'ascoltare chi sul territorio opera e vive. Perché ascoltare l'opinione della colonia? Il potere coloniale non ritiene di doversi consultare prima di compiere i suoi atti d'imperio. Che importa degli impegni presi e delle conseguenze del loro mancato rispetto? Se anziché cittadini con diritti e dignità si è sudditi con favori e concessioni, non ci si meravigli poi tanto delle mutevoli forze all'opera nella gestione delle risorse. Se uno Stato è democratico, una volta presi gli accordi, assegnati gli appalti e firmati i contratti, è legittimo aspettarsi un iter ben definito, ben diversamente s'intendono le cose in una colonia. La validità degli atti compiuti nelle colonie è sempre subordinata al gradimento del potere centrale, gradimento che può venir meno all'improvviso, nonostante le promesse in senso contrario.
E' possibile, caro Presidente, anche dire il falso, senza cercare di ingannare e quindi senza mentire. L'uomo è sempre in grado di architettare, dal profondo della mente creativa, quella costruzione verosimile, efficace e terribile che è la menzogna. Forse non ci si dovrebbe chiedere che cos'è una menzogna, ma più che altro cosa fa e cosa vuole l'atto del mentire. La cattiva fede del mentitore, il suo tradimento di una fede giurata, perlomeno in modo implicito, consiste nel sorprendere la buona fede del suo destinatario, facendogli credere ciò che gli viene detto, laddove questo far credere nuoce agli altri, li danneggia, opera a loro danno, quando invece il mentitore da parte sua è tenuto, da un impegno, da un giuramento o da una promessa almeno implicita, a dire solo la verità. La colonia si trova a fare i conti con le conseguenze del cambio di umore, capriccioso, da parte del potere centrale, che non si disturba neanche il tanto da verificare l'entità del danno economico inflitto. E del danno all'immagine non si cura, perché in fondo sembra un po' ardito da parte di questo territorio volere anche un'identità, un'immagine propria.
Così vi ho risparmiato anche il tempo che abbiamo perso all'inizio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Intervengo sul Regolamento, Presidente, perché credo, per quanto mi riguarda, che sia necessaria una migliore informazione della situazione esistente, affinché il dibattito si possa sviluppare nel migliore dei modi e non con le contraddizioni che, anche attraverso gli organi d'informazione, ritroviamo in circostanze come queste.
Vorrei chiedere al Presidente un'informativa all'Aula, anche se breve, per sapere, ad esempio, quanta parte dei fondi FAS la Regione ha speso a La Maddalena e qual è lo stato delle opere. Credo che questo potrebbe migliorare enormemente il dibattito, se no potremo fare solo supposizioni. Io credo che siano numeri facili da comunicare, per sapere, ad esempio, quanti dei nostri denari - sapete meglio di me che i fondi FAS regionali sono una cosa, quelli nazionali sono un'altra cosa - sono stati investiti in questa vicenda, per farci un'idea e quindi poter intervenire, a maggior ragione, con quelle informazioni che io in questo momento, personalmente, non mi ritrovo. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lei sa che abbiamo dibattuto, in Conferenza dei Capigruppo, sull'opportunità della mozione, oppure delle comunicazioni del Presidente della Regione in Aula, e si è optato, di comune accordo, per la presentazione di una mozione, seguendo il relativo iter. Per cui, questo è stato deciso in Conferenza dei Capigruppo e secondo questa decisione stiamo procedendo. Poi l'Aula, se vuole, è libera di decidere di procedere in modo differente. Possono intervenire un oratore a favore e uno contro, poi l'Aula si esprimerà con una votazione.
Se nessuno intende intervenire a favore, procediamo, onorevole Sanna.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Sembra che soltanto io non conosca questi numeri. Aspetto con entusiasmo di venirne a conoscenza da parte dei colleghi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
Onorevole Meloni, ha cinque minuti a disposizione.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Userò trenta secondi. Io appoggio la proposta del consigliere Sanna, perché effettivamente mancano molte informazioni e se si potessero avere il dibattito sarebbe senz'altro più completo.
PRESIDENTE. C'è qualcuno che vuole intervenire contro?
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Noi siamo disponibili, abbiamo chiesto le comunicazioni del Presidente, naturalmente però deve seguire un dibattito.
PRESIDENTE. Certo. Possiamo accordare dieci minuti al Presidente della Regione per fare le comunicazioni rispetto a quanto chiesto dal presidente Sanna, dopodiché riprenderà il dibattito e prenderà la parola il Presidente per la replica, come previsto per la mozione. Se tutti siete d'accordo procediamo in questi termini.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, mi bastano in realtà solo un paio di minuti, perché è estremamente semplice dare la risposta. E la risposta è altrettanto chiara: il grande evento del G8, sia con riferimento alle opere dirette, ovverosia quelle che insistono direttamente sul territorio di La Maddalena e sono direttamente collegate allo svolgersi dell'evento, sia con riferimento alle opere indirette, funzionalmente connesse direttamente all'evento o semplicemente in termini generali, è interamente finanziato con risorse regionali.
Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che il quadro di spesa prevede il recupero di risorse a valere su fondi FAS, che erano state disimpegnate perché non si era provveduto a impegnarle, e quindi erano sostanzialmente oggetto di sanzione, nonché l'anticipazione di risorse FAS su fondi regionali per quanto riguarda il resto. Probabilmente, se andiamo a vedere, nel documento possiamo trovare qualche cifra residuale, ma non raggiungiamo i 5 milioni di euro di risorse non regionali. Per il resto, credo non ci sia bisogno di aggiungere altro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, sull'ordine dei lavori posso intervenire?
PRESIDENTE. Ho già dato la parola all'onorevole Sanna.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non c'è problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Chiedo, cortesemente, una sospensione di dieci minuti, perché noi del Gruppo U.D.C. abbiamo necessità di assentarci per discutere sull'argomento all'ordine del giorno in relazione alle dichiarazioni del Presidente.
PRESIDENTE. I lavori sono sospesi per dieci minuti, riprenderanno alle ore 11 e 17. Prego i colleghi di essere puntuali, perché i lavori riprenderanno esattamente a quell'ora.
(La seduta, sospesa alle ore 11e 08, viene ripresa alle ore 11 e 27)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, è inutile ricordare, a lei ma anche all'Aula, la contrarietà a questo evento da parte del Partito Sardo d'Azione. Noi consideriamo la Sardegna un'isola di pace ed eventi come questo non sono certo orientati verso questo obiettivo.
A me fa piacere poterne parlare, perché ho riscontrato che nella passata legislatura non vi è stata nessuna discussione all'interno di quest'Aula sulla possibilità e quindi sulla scelta di ubicare questo grande evento a La Maddalena. E' avvenuto tutto al di fuori di quest'Aula: non sono state coinvolte le istituzioni, non è stata coinvolta l'Aula, nella sua interezza, e oggi, ripeto, mi fa piacere poterne parlare, ma "a cose fatte", come si suol dire. Ho letto la mozione in cui ci si lamenta tanto e, io dico, non a ragione, perché se le cose si fossero stabilite prima, con un dibattito appropriato, ricco di contenuti e quindi di motivazioni affinché questa scelta potesse essere fatta, forse non saremmo in questa situazione. E non saremmo in questa situazione perché, per quanto a me risulta, quest'Aula non ha mai deciso di utilizzare i fondi regionali per questo grande evento, e non avendo mai deciso una cosa del genere, non di poco conto considerata la grande quantità di risorse impegnate, credo che oggi sia giusto fare chiarezza.
Questo lo chiedo al presidente Cappellacci: quando sarà lei a parlare, se ci potesse fornire quegli elementi di conoscenza, quei dati fondamentali su come la Regione ha partecipato a questo grande evento, gliene sarei profondamente grato, perché ho l'impressione, da quello che leggo e che ho letto sino a oggi, mi si corregga, che il 95 per cento di quello che è stato speso derivi da fondi regionali, quindi dai fondi FAS regionali, che nessuna forza politica e non certo questo Consiglio ha mai deciso di prendere in blocco e collocare nell'isola di La Maddalena per un grande evento che poi non avverrà.
Io non credo che la Regione abbia tutte queste risorse da dedicare ad altri territori; non credo che la Regione abbia tutti questi denari per cambiare il sistema strutturale sardo, che in buona parte dei territori è penalizzato e superato dai tempi. Credo che nessuno di noi possa pretendere di prendere tante risorse per portarle nel territorio di appartenenza. Non avendo deciso questo, ma qualcuno l'ha fatto, io credo che la responsabilità non sia di chi oggi sta governando la Sardegna, ma di chi l'ha governata. Responsabilità piena per decisioni prese in piena solitudine - e quando sapremo la quantità di risorse forse qualcuno inizierà a pensarla in modo diverso -, come quella di collocare risorse per un grande evento che viene strutturato in un determinato modo per una situazione particolare. Perché non è la popolazione di La Maddalena, non è quella comunità, non è quella città che ha deciso il tipo di sviluppo, l'orientamento principale e, quindi, il futuro economico da raggiungere. Come pure non abbiamo deciso noi e neanche i maddalenini che, dopo una vita di arsenale e di presenza militare, quel risanamento dovesse essere fatto con fondi nostri. Non l'hanno deciso i maddalenini e non l'abbiamo deciso noi, e cioè i sardi, che i costi del risanamento dalla presenza americana dovessero pagarli i sardi. Dopo il danno la beffa! Questo l'hanno deciso in pochi. Il sardismo è altra cosa, l'appartenenza ha altri significati, l'indipendenza viene manifestata nei momenti in cui essa è necessaria, e cioè sempre. E in casi come questo dover pagare noi le distruzioni degli altri ha un significato che va oltre la beffa!
Io credo che ci sia l'obbligo di dare completezza a quelle opere, su questo non vi è dubbio. Non mi preoccupano le imprese esterne, lo dico con assoluta chiarezza, mi preoccupa quella parte di imprese, poche per la verità, che hanno preso parte in subappalto o in modo più scarso, con assegnazioni dirette, con un sistema di aggiudicazione che tutti conoscete, che lo stesso relatore della mozione ha indicato per il prosieguo del percorso, e cioè con una certa procedura di accelerazione. Presidente, noi abbiamo risorse da spendere e conosciamo le lungaggini. Se dovessimo parlare di viabilità, le direi che se le opere dovesse realizzarle l'Anas dei decenni non sarebbero sufficienti. Guardiamo la statale 131 per capire.
Ma allora, almeno le cose essenziali le possiamo conservare? Si sono portati via il G8, chiedere l'ultimazione e il completamento delle opere è qualcosa in più? Io credo che sia un nostro diritto. Chiedere che il percorso di realizzazione delle opere, soprattutto quelle di viabilità che a me preoccupano - e il discorso della Sassari-Olbia resta prioritario -, venga fatto con quelle procedure, con grande attenzione, ma con quella accelerazione che ci consentirebbe di vederle realizzate in uno spazio di tempo accettabilissimo, non in quello al quale ci ha condannato per decenni la presenza dell'ANAS, credo sia il minimo indispensabile.
Un'altra cosa che chiedo, Presidente, è che non si aggiungano altri denari della Regione. Se è vero che abbiamo speso oltre 300 milioni di euro di fondi FAS nostri, se è vero che abbiamo realizzato anche un albergo con i fondi nostri, i sardi saranno contentissimi di questo fatto! Me lo chiedono tutti, quando mi incontrano: "Ma è vero che è stato costruito un albergo a La Maddalena con fondi nostri?". Sì, era "prioritario" costruire un albergo e noi lo abbiamo fatto, piuttosto che dare completezza alla viabilità, piuttosto che realizzare opere attese da realtà che vivono l'isolamento assoluto, piuttosto che ritenere che le priorità non le possa decidere solo una persona, ma si debbano decidere, direi, in quest'Aula. Quando si tratta di risolvere problemi dei sardi credo che la sede più abilitata sia quest'Aula, che abbia ragione quest'Aula a voler recuperare un'autorevolezza che in questi anni è venuta meno, affinché il senso di libertà e del ruolo che riveste ognuno di noi ritorni a essere tale all'interno di questa istituzione.
Io sono dentro questa maggioranza, ma ho l'abitudine di manifestare il mio pensiero e il pensiero del mio partito, e di farlo nella più assoluta sincerità e libertà con cui siamo abituati a vivere i rapporti di collaborazione e di governo, così come sta succedendo. Quindi, Presidente, quando toccherà a lei, senz'altro avrà più elementi di conoscenza di quanti ne ho portati nel mio intervento e saremo senz'altro tutti in condizione di fare quelle valutazioni che fino a questo momento in buona parte non ci è stato consentito di fare. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (I.d.V.). Signor Presidente, sarò molto breve. Intervengo giusto per dire che credo sia proprio arrivato il momento in cui noi possiamo essere promotori, artefici e attori del futuro e dello sviluppo della nostra regione, anche perché non mi sembra, a parte lo scippo che è stato perpetrato, che gli altri partiti, a livello nazionale, si siano stracciati le vesti per lo scippo che è avvenuto. Quindi mi trovo perfettamente d'accordo su quello che ha detto il collega Sanna.
C'è pochissimo da aggiungere a quello che sappiamo e che è stato detto. Io mi rifaccio alle parole pronunciate dal presidente Cappellacci, a Oristano, il giorno in cui eravamo riuniti insieme al Consiglio delle autonomie e arrivò la notizia. Il Presidente, a caldo, nel suo intervento disse che giudicava il trasferimento del G8 un atto di grave inopinatezza. Credo che questo lo pensi ancora, così come credo che, chiaramente, non si possa fare nulla perché il G8 possa tornare a La Maddalena.
Il Presidente ha detto alcune cose prima, nella sua informativa, chiaramente non parlando di cifre, che vorremmo comunque conoscere, perché in questo momento credo che l'Aula e noi consiglieri non possiamo far altro che impegnare la Giunta e il Presidente affinché, nel più breve tempo possibile, ci diano certezze su quali sono le opere che devono essere completate.
Credo che la cosa fondamentale, indifferibile e urgente sia che opere importanti, come appunto la Sassari-Olbia, non siano stralciate dalle procedure che erano state previste per i lavori del G8, perché altrimenti davvero saranno dei sogni che probabilmente non vedremo mai avverarsi. Quindi credo che le risposte che lei ci deve dare siano assolutamente quelle a cui ha cominciato ad accennare nella sua informativa. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, colleghe e colleghi, oggi discutiamo dello spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila, ma si uniscono a questa preoccupazione, a questo fatto grave, altri fatti che stanno succedendo in queste settimane nella nostra Isola, che ci preoccupano e che pongono un tema più generale che attiene a come lei, Presidente, la sua Giunta, la maggioranza, ma anche questo Consiglio nella sua interezza, vogliono affrontare il confronto con lo Stato, con il Governo nazionale, perché è importante capire come vogliamo porci, come vogliamo difendere la nostra Isola dagli attacchi che in queste settimane sta subendo.
Credo che riguardo al G8 sia sbagliato attardarsi in una discussione che ci può vedere contrapposti, maggioranza e minoranza, nel sostenere da una parte che lo spostamento di questo vertice non sia un danno per la nostra Isola e dall'altra invece che sia un atto grave. Credo che tutti dobbiamo acquisire la consapevolezza che lo spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila è un fatto grave per la Sardegna, un fatto che è passato sulla testa di questo Consiglio, della Giunta e di tutti i sardi. E' stata una decisione presa in completa autonomia dal Governo nazionale, tra l'altro passando sopra il nostro Statuto, lo Statuto della Regione autonoma della Sardegna; un fatto grave che danneggia la Sardegna perché le toglie una grande possibilità, quella di promuoversi, di fare grossi investimenti, di realizzare un evento importantissimo. Oggi, vengono messi in discussione alcuni fatti che venivano dati per scontati, come la realizzazione di molte opere. Quindi è un fatto grave, di cui non rimane che prendere atto.
Ora siamo tutti impegnati a correre ai ripari, a trovare iniziative che rendano possibile tenere fermi gli impegni che erano stati presi, cioè perdiamo l'evento, ma manteniamo tutte le opere che erano state programmate, quelle strettamente inerenti al G8, che servivano, appunto, per la realizzazione dell'evento, e quelle che supportavano questo evento e prevedevano tutta una serie di opere che dovevano realizzarsi nel territorio del nord della Sardegna. E riguardo a questo non ci bastano più le rassicurazioni.
Signor Presidente, sulla Sassari-Olbia, ad esempio, si sono succedute rassicurazioni che venivano da ministri e sottosegretari, nonché dal Presidente del Consiglio, e poi abbiamo avuto altrettante dichiarazioni che hanno puntualmente smentito ciò che veniva assicurato. L'ultima dichiarazione è del Presidente dell'ANAS che, venendo in Sardegna, ha detto: "La Sassari-Olbia non è nelle nostre priorità, non abbiamo indicazioni in tal senso". Quindi non bastano più le rassicurazioni, ma dobbiamo stabilire qual è il quadro economico, quali sono le coperture finanziarie, quali sono le opere che dobbiamo realizzare e, fatto questo, dobbiamo chiedere che lo Stato, il Governo nazionale trasformi questi obiettivi in legge. Li scriva in una legge. Se si vogliono portare a compimento queste opere, se si vogliono mantenere quegli impegni, il Governo nazionale lo scriva in legge.
Le voglio ricordare, Presidente, che gli impegni sono tanti: oltre alla realizzazione della statale 597, nota come Sassari-Olbia, l'intervento sui tratti della statale 125 Olbia-Arzachena e Olbia-San Teodoro, il riassetto funzionale del collettore fognario costiero di La Maddalena, gli interventi per la portualità turistica e l'aeroporto di Olbia, gli interventi per i diversi usi degli specchi acquei da Cala Gavetta a Punta Chiara e la sistemazione del corrispondente lungomare, il potenziamento delle adduzioni di acqua grezza e potabile e la razionalizzazione del sistema di accumulo e distribuzione. Sicuramente dimentico altre opere che erano previste in un quadro economico che impegnava fondi FAS regionali e nazionali e che oggi noi dobbiamo chiedere con forza che siano confermate.
Abbiamo un'opportunità: al Senato si discute della conversione in legge del decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 aprile scorso. Quel decreto legge, come sappiamo, trattava degli interventi per le aree colpite dal terremoto, ma all'articolo 17 stabiliva, sanciva, disponeva lo spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila. Bene, alcuni senatori sardi hanno presentato diversi emendamenti a quell'articolo, chiedendo, appunto, il mantenimento degli stanziamenti dei fondi regionali, dei fondi CIPE e dei fondi FAS, già assegnati alla Regione per quelle finalità; in altri emendamenti si chiede il mantenimento delle ordinanze della Presidenza del Consiglio da cui derivano le ordinanze della Protezione civile; in un altro emendamento si chiede che gli imprenditori che hanno stipulato contratti per prenotazioni, quindi hanno vincolato servizi turistici, servizi di affitto turistici e d'altro genere, siano rimborsati per un importo pari almeno al 50 per cento delle somme per cui si sono impegnati.
E' tra l'altro prevista, in un modo che ritengo alquanto preoccupante per noi, la rinegoziazione con le imprese di tutte le opere per il G8, con la clausola che, siccome i compensi vanno ridotti vista la mancata urgenza della realizzazione delle opere, se manca l'accordo tra la Protezione civile e le società che hanno appaltato i lavori i compensi previsti possono essere ridotti fino al 50 per cento. Il che significa dire alle imprese di andar via. Si chiede di portare quella possibile riduzione al 5 per cento.
Voglio dire che noi abbiamo una grande opportunità, altrimenti davvero si ritorna al discorso che abbiamo fatto ieri: si approva l'ordine del giorno, si chiede alla Giunta di impegnarsi, di aprire una contrattazione con lo Stato e tutto finisce qui. C'è una possibilità, cioè che quegli emendamenti vengano accolti così come sono scritti e che il Governo nazionale trasferisca in legge gli impegni che ogni giorno ci dice di voler mantenere. Invitiamo lei, Presidente, la sua Giunta e la maggioranza a chiedere con forza l'accoglimento di quegli emendamenti, e quindi la trasformazione di quegli impegni in legge. Allora saremo sicuri, allora potremo dire che quegli impegni saranno davvero mantenuti.
Ieri ci è stata lanciata una sfida da parte di qualche collega della maggioranza: "Siete pronti a una battaglia comune su questi e su altri temi?". Noi siamo pronti. In questi giorni, in queste settimane, abbiamo però visto una Sardegna piegata, che subisce passivamente. Attendiamo atti di coraggio che ci consentano di aderire alle vostre proposte.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ieri, alla chiusura della seduta consiliare, mi ha colpito molto un messaggio che ha voluto mandare l'assessore Farris quando ha affermato: "La Sardegna è un'isola felice". Sinceramente sono rimasta un po' sconcertata, mi chiedevo: felice per chi, perché? Per i sardi la Sardegna non è un'isola felice, direi pure che è piuttosto matrigna per come è stata amministrata. Forse è felice per pochi e potenti privati, sicuramente è felice per i Governi italiani che non ci sono mai stati amici, direi pure che sono stati i nostri peggiori nemici, questo lo dico anche alla luce dei risultati. Non lo è stato neppure lo Stato italiano, il cui maggiore regalo è stato la concentrazione nel nostro territorio del 60 per cento dei poligoni militari, dove si fanno esercitazioni di guerra con tutti gli armamentari di guerra e tutto ciò che ne consegue. Lo sta facendo ancora con la proposta delle centrali nucleari nel nostro territorio, poi lei, Presidente, smentisce. Io sono molto felice di questo, però mando un appello: attenzione, perché dietro la minaccia delle centrali nucleari c'è pure la possibilità che la Sardegna diventi l'industria dello stoccaggio delle scorie radioattive. Per cui chiedo veramente di vigilare.
E' proprio in questo contesto, in questa filosofia che rientra pure il problema del G8; un G8 che io non ho mai condiviso, perché la mia cultura identitaria sardista e progressista è quindi contraria allo spirito secondo cui i pochi potenti del mondo possono parlare e decidere per i piccoli, perché anche noi sardi rientriamo non tra i grandi, lo sappiamo bene, ma fra i piccoli. Qui c'è, fra l'altro, un giornale cattolico che riporta un pezzo sul G8 - io sono atea, forse agnostica, non lo so bene -, ma parla di "G8 pinocchio, grandi eventi, scarsi risultati, coerenza zero, l'Italia lancia proclami roboanti a favore dell'Africa in vista del summit di La Maddalena, ma è tra i Paesi che meno aiutano il continente". Anche se è superato, voglio dire qualcosa. Allora, sul sito ufficiale dell'Esecutivo dedicato al summit il Governo italiano dice: "L'Italia intende mettere l'Africa al centro della scena del prossimo vertice di La Maddalena". Poi risulta che, invece, l'Italia sarebbe stata e comunque sarà il Paese meno generoso. Il Governo Berlusconi ha già sussurrato che non verserà per il 2009 neppure la quota stabilita: 130 milioni di euro per il fondo globale contro l'Aids, la tubercolosi, la malaria. Ma consoliamoci, comunque, perché c'è anche la dichiarazione del ministro Frattini, che dice: "Come Italia intendiamo promuovere una strategia globale che svuoti gli arsenali, combattendo davvero la povertà". Poi, se si fruga tra le pieghe del suo primo viaggio nei cinque Paesi africani, si scopre che ha promesso navi da guerra alla Nigeria e ha fatto pure una battuta: "L'Africa è un continente di opportunità". Poi bisogna sempre vedere per chi. E' un po' il discorso sulla nostra povera Sardegna.
L'affare G8, comunque dimostra alcuni dati importanti. Innanzitutto c'è un dato politico, presidente Cappellacci: la sua maggioranza di centrodestra non ha nessuna autonomia politica rispetto al Governo italiano. Io, sinceramente, tenendo conto anche delle sue dichiarazioni programmatiche, in cui dell'autonomia lei ne ha fatto un pilastro, e io ne sono rimasta soddisfatta, devo dire, però, che purtroppo la prassi di questi ultimi tempi non sta dimostrando questo. Questo preoccupa tutti noi. Cioè lei, Presidente, ha parlato di autonomia, ha parlato di identità, ha parlato di sardità, devo dire che mancava la parola, purtroppo molto abusata di questi tempi, "indipendenza", però tutto queste parole mi è sembrato che si siano rivelate specchietti per allodole.
Presidente, fa parte di questa filosofia lo stesso discorso del collegio unico sardo per il Parlamento europeo. Ci siamo presi, passatemi la battuta, ancora una fregatura, per cui continueremo a votare con i siciliani e per i siciliani. Io dico che per tutti noi sardi questa è una beffa. E guardate che l'argomento non riguarda solo noi dell'opposizione, riguarda anche la maggioranza. Ma cosa stiamo aspettando, Presidente?
Sul dato economico stendiamo un velo pietoso per quanto riguarda il problema La Maddalena, che è fortemente danneggiata nel suo tentativo di trasformazione economica da servitù militare in economia ecocompatibile secondo le vocazioni del suo territorio. E qui ho condiviso la scelta, devo dire, del presidente Soru, che ha interpretato la presenza del G8 in Sardegna con questo spirito.
L'altro dato è sui lavori delle grandi opere gestiti dalla Protezione civile e sui costi sproporzionati - ne parla l'Espresso, vi invito a leggerlo, per chi non lo avrebbe ancora fatto -, ma di questo aspetto se ne occuperà la magistratura.
Il G8, inoltre, mi preoccupava perché avrebbe comportato una forte militarizzazione del nostro territorio, con tutte le conseguenze del caso. Infatti, sui giornali sardi già trapelavano dei dati sui Servizi segreti, che abbiamo visto all'opera anche qualche decennio fa e che consideravano, per la presenza delle forze indipendentiste nel nostro territorio, la possibilità di scontri e di turbativa dell'ordine pubblico. E queste notizie sono emerse sia su "La Nuova Sardegna" che su "L'Unione sarda", quindi cercando di criminalizzare in questo modo…
Presidente, c'è molto brusio, se non è importante l'argomento, non ha senso neanche questa seduta.
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Zuncheddu. Onorevole Diana, onorevole Meloni, grazie
ZUNCHEDDU (Comunisti- Sinistra Sarda-Rosso Mori). Quindi c'è un grosso tentativo di criminalizzare, in questo modo, ogni possibile forma di dissenso, come lo stesso onorevole Berlusconi dichiara, accomunando il dissenso alla violenza. Sono concetti diversi, sono concetti assolutamente diversi e il dissenso fa parte dell'espressione "democrazia di base".
In Sardegna questa operazione ha colpito, anche in passato, movimenti democratici, indipendentisti e in generale tutto il movimento sardista. Non è la prima volta che questo avviene, quindi non voglio neanche che si dimentichino le provocazioni perpetuate dagli apparati dello Stato, che colpirono - e qui ci sono colleghi che lo ricorderanno bene - il movimento sardista e personaggi di indiscussa autorevolezza politica e di fede progressista, mi riferisco all'onorevole Mario Melis, già illustre Presidente della Regione Sardegna, e all'onorevole Carlo Sanna, per poi rivelarsi nel tempo dei grandi bluff. Io credo che il presidente Soru vide bene quando pensò di usare l'evento del G8 come una grande possibilità per riqualificare l'economia maddalenina da servitù militare a economia ecocompatibile, legata quindi alle sue vocazioni normali, cioè alle vocazioni del suo territorio (vedi il nuovo porto e il centro velico). L'intuizione era così valida che Berlusconi, appena eletto, prospettava il trasferimento dell'evento a Napoli, giusto per scippare la scena a Soru e alla Sardegna. Noi non possiamo permetterci il lusso di continuare a ragionare in questi termini, per il bene dei sardi.
Presidente Cappellacci, noi la invitiamo davvero a rappresentarci. Lei ci deve rappresentare e lo deve fare in modo assolutamente autonomo, con preghiera di tenere davvero la testa e il cuore nella nostra terra. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Signor Presidente, dieci minuti per la verità sono un po' pochi per parlare di un problema così importante, anche perché, al di là del problema specifico G8, dalla discussione è emerso un altro problema ancora più importante, che è quello dei rapporti Stato-Regione, problema che anche l'onorevole Maninchedda, ieri, in un suo intervento, ha riportato all'attenzione con forza.
Su quest'ultimo problema dico solo due parole. Io confermo che nei confronti dello Stato deve essere portata avanti una politica "contestativa". Non è un termine che mi sono inventato io; è un termine che oramai fa parte anche dei libri di diritto costituzionale che individuano così la politica portata avanti in Sardegna dalla Regione nei confronti dello Stato. Nel 1956 - la data della rivoluzione dei Giovani turchi, con cui la sinistra democristiana avviò questa politica - si inaugurò una politica contestativa che ebbe il suo culmine nel 1984, col cosiddetto "vento sardista" e con la vittoria di Mario Melis, che poi, concordo, fu abbastanza deludente nei risultati. Ma si trattò di una politica contestativa a carattere economico. Noi a questa politica dobbiamo dare anche un valore istituzionale per salvaguardare il nuovo quadro istituzionale successivo alla modifica del Titolo V della Costituzione, un valore che salvaguardi la specialità. E' qualcosa che molto più opportunamente potrà essere visto dal Consiglio, dalle forze di maggioranza in accordo con l'opposizione, quando si tratterà di elaborare una proposta di nuovo Statuto, quando si faranno la nuova legge statutaria e la nuova legge elettorale. Non mi pare, quindi, che sia questo il momento, in questa vicenda particolare, per porre questo problema, che sicuramente dovrà richiedere una posizione ferma da parte di tutto il Consiglio.
Ciò detto, a carattere generale, sul rapporto Stato-Regione, quando si parla di G8 mi sembra opportuno ricordare storicamente come il G8 è arrivato in Sardegna. Il G8 è arrivato in un momento in cui si assisteva a una fortissima contrapposizione tra lo Stato e la Regione per quanto concerne la titolarità dei beni dello Stato in Sardegna; controversia iniziata in maniera forte dal presidente Pili e conclusa in maniera, secondo me, ancora più significativa rispetto alla vertenza sulle entrate, dalla Giunta Soru. In questo contesto, in questa polemica c'era tutta la controversia sui beni destinati a servitù militari; servitù militari che la presidenza Soru chiedeva con forza venissero ridotte, venissero eliminate dal territorio della Sardegna. In quest'ottica si è arrivati alla sottoscrizione di due intese a carattere politico, e non giuridico, nel senso che avevano sicuramente una valenza politica, ma non potevano contenere nessun impegno di carattere giuridico, firmate dal ministro Parisi e dal sottosegretario Casula, che prevedevano il trasferimento alla Regione di una serie di beni gravati da servitù militari. Se vogliamo pensare a Cagliari, pensiamo all'Ospedale militare o alla caserma Ederle. In questo contesto, si è inserita la decisione degli americani di lasciare La Maddalena. Sia chiaro, non li abbiamo cacciati né noi del centrodestra né voi del centrosinistra; hanno deciso di andarsene, altrimenti, col trattato internazionale che aveva sottoscritto il Governo Andreotti, a suo tempo, sarebbero potuti rimanere quanto volevano. Quindi non li abbiamo cacciati, se ne sono andati via loro.
In questo momento, in questa situazione, il G8 è sembrato al ministro Parisi l'occasione che consentiva di risolvere il problema, perché con la presenza del G8 in Sardegna si poteva dare una risposta specifica a La Maddalena per quanto riguarda la creazione di una nuova economia, si poteva dare un segnale forte alla Sardegna di riduzione delle servitù militari. Il G8 non era un evento che riguardava solo La Maddalena; il G8 è stato studiato e programmato come un evento che riguardava tutta la Sardegna, tanto è vero che in funzione di questo evento è stata prevista la realizzazione di opere e il trasferimento di beni dello Stato destinati alla Regione in tutta la Sardegna. Quindi non è un evento che possiamo limitare a La Maddalena. A La Maddalena c'era l'epicentro, ma tutto il resto della Sardegna era coinvolto in questo evento.
A fronte del G8 c'è stata una serie di atti e di intese che prevedevano che questo evento dovesse essere prevalentemente utilizzato per fruire di deroghe. Noi sappiamo che con l'attuale sistema fatto di lacci e laccioli è impossibile programmare e realizzare in tempi brevi un'opera. Ci sono tante di quelle difficoltà, tanti di quei ricorsi che è impossibile arrivare a questo risultato. La realizzazione del G8 in Sardegna era un'arma che consentiva di avvalersi di tutta una serie di deroghe alle norme di legge statali. L'unico vincolo che si trova, in presenza di un grande evento, come sapete, sono i principi costituzionali e le norme comunitarie; tutte le altre norme possono essere derogate. Ecco, quindi, che a fronte delle opere ritenute essenziali, quelle che il presidente Cappellacci ha chiamato "opere dirette", come la riconversione dell'ex Arsenale e dell'ex Ospedale militare in alberghi destinati a ricevere l'evento, che erano semplicemente un'occasione, è stata prevista la realizzazione di tutta una serie di opere collaterali. Nel Piano delle opere, approvato con un accordo tra lo Stato e la Regione, che prevedeva la realizzazione delle opere non direttamente connesse all'evento, erano state inserite numerosissime opere, il cui il valore economico mi pare fosse di circa 1 miliardo di euro. Perché? Perché si sapeva che non sarebbero state realizzate prima dell'evento, si sapeva che gran parte di questi oneri sarebbe andata a carico del bilancio della Regione, però avremmo realizzato delle opere in tempi brevi. Tant'è che nella proposta che era stata avanzata dalla Giunta regionale era previsto quando gli oneri sarebbero stati a carico del bilancio della Regione e quando a carico del bilancio dello Stato. Per cui, l'unica contestazione che si può sollevare, e cioè il fatto che la Regione ha pagato opere a carico dello Stato, possiamo porla specificamente in relazione ai due alberghi; per quanto riguarda le restanti opere sapevamo ab origine che erano destinate a essere pagate dalla Regione. A fronte delle opere dirette e del Piano delle opere, ci sono altri accordi, di cui nessuno ha parlato, perché c'è l'accordo, se ricordo la data esatta, del 7 marzo 2008, con cui è stata prevista la cessione alla Regione Sardegna di tutta una serie di beni militari che vanno dismessi, previa riallocazione delle funzioni con onere economico assunto a suo carico dalla Regione Sardegna.
Sicuramente, quindi, l'evento G8 ha consentito una serie di risultati positivi per quanto riguarda la Regione Sardegna, ancorché non si svolga più, perché questi accordi che prevedono il trasferimento di beni militari, quindi una riduzione consistente delle servitù, rimangono in piedi e devono essere realizzati. Il problema che ci si pone è, dunque, il completamento delle opere dirette, che peraltro sono in stato di avanzata realizzazione: la consegna era prevista a fine maggio, per quanto mi consta la trasformazione in albergo dell'ex Ospedale militare è pressoché compiuta, mentre è leggermente indietro per quanto riguarda l'Arsenale, in quanto sono stati necessari degli interventi di bonifica estremamente consistenti che hanno allungato i tempi. Per quanto riguarda il completamento di queste opere, quindi, non ci dovrebbero essere problemi. Semmai, il problema dell'ex Ospedale militare non è il completamento, ma l'esigenza di rivedere la funzionalità dell'opera, perché abbiamo realizzato un albergo a cinque stelle di fronte al quale è previsto il passaggio di una strada. A questo punto, capite bene che è un'opera scarsamente funzionale come albergo a cinque stelle; semmai bisogna fare un ulteriore progetto che preveda una nuova sistemazione di quest'area. Il sindaco del Comune di La Maddalena, nella Conferenza di servizi, più volte ha proposto la realizzazione di un sottopassaggio. Se non sarà questa la soluzione, quantomeno occorrerà far sì che la strada passi da un'altra parte, ma una soluzione dovrà essere individuata. La cosa più importante è la realizzazione del Piano delle opere, quindi completamento delle opere cosiddette dirette; realizzazione della Sassari-Olbia, che è appena iniziata, realizzazione di tutti gli accordi di programma connessi e di quello relativo alla riduzione delle servitù militari.
Ora, per quanto riguarda il Piano delle opere, il decreto legge effettivamente prevede il completamento solo delle opere in corso di realizzazione e non di quelle programmate. Noi, come Gruppo U.D.C., abbiamo segnalato a Roma, al nostro partito, l'esigenza di un emendamento, che peraltro, dai giornali di oggi, pare abbia presentato anche il Governo, che preveda il completamento non solo delle opere in corso di realizzazione, ma anche di tutte le opere programmate. Non siamo d'accordo sugli emendamenti presentati dal centrosinistra che, anche dal punto di vista giuridico, ci sembrano estremamente criticabili. Riteniamo, invece, che questo emendamento, che prevede l'obbligo di realizzare tutte le opere programmate, possa rispondere alle esigenze.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, colleghi, inizio il mio intervento con un elenco di nomi: Orazio Statzu; 35 anni, operaio; Eolo Casu, 49 anni, elettricista; Giannino Lai, 53 anni, operaio; Francesco Deias, 34 anni, carabiniere; Francesco Ziranu, 46 anni, operaio edile; Pietro Ghiani, 23 anni, operaio, Mores; Domenico Stoccoro, 61 anni, agricoltore; Giovanni Cabras, 40 anni, operaio forestale; Ettore Crucianelli, 38 anni, operaio; Angelo Calcina, 38 anni, imprenditore edile, Olbia; Andrea Vacca, 28 anni, operaio di Sarroch; Antonio Sotgiu, 25 anni, agricoltore; Antonio Paddeu, 47 anni, pescatore; Angelo Nurchis, 47 anni, operaio; Moudu Djane, 42 anni, operaio. Sono gli ultimi morti sul lavoro, alcuni nei giorni scorsi.
Presidente, con la legge finanziaria di quest'anno noi abbiamo ribadito l'urgenza di procedere alla definizione del piano di formazione per gli addetti alla sicurezza nei settori pubblico e privato, per coloro che si devono occupare delle attività di prevenzione e di repressione e per i lavoratori e gli imprenditori. Spero, mi auguro, di questo se ne parlò anche in occasione della discussione sul G8, per esempio, che il termine previsto dalla legge finanziaria (sessanta giorni) per la predisposizione del piano stralcio sia un termine che la Giunta intende rispettare. Questo appunto lo faccio "per non dimenticare", come si suol dire. C'è un bellissimo sito nella rete Internet che si chiama così. Bellissimo, perché ci riporta la memoria di una tragedia quotidiana, che purtroppo si consuma con una cadenza terrificante. Ogni anno scompare un'intera comunità: 1.500, 2.000 persone vanno a lavorare e non tornano più.
Del G8 noi ne parlammo, la sinistra non ha mai avuto una grande simpatia per questo summit. Non riusciamo ancora a capire perché i grandi della terra debbano incontrarsi, fare fotografie, fare cene, colazioni, raccontarsi la storia di Roma. Cioè, questa ci pare una modalità molto mediatica e poco sostanziale, e in un periodo come questo, che richiama concetti di austerità, queste forme di incontri, di relazioni internazionali dovrebbero essere totalmente superate nella loro filosofia. Perché 8 e non 80 o 800 o tutti i Paesi del mondo? Perché non costruire le sedi della cooperazione e della relazione pacifica, piuttosto che convocare summit spettacolari? La stessa scelta del Presidente del Consiglio di spostare questo summit in Abruzzo ha questa filosofia: una grande occasione, così richiamiamo l'attenzione. E' una modalità che noi non abbiamo mai gradito, che non ci convince. Rimane il fatto che in Sardegna, da qualche decennio, si tentava o almeno alcuni tentavano - il primo atto veramente significativo fu l'incontro Spadolini-Mario Melis, negli anni '80 - di ridurre le servitù militari, di ridurre il peso del demanio militare, di trasformare un'economia che molto si fondava su questo tipo di presenza dello Stato (poligoni, esercitazioni, utilizzo di armamenti e munizionamenti anche a rischio, inquinamento ambientale) in un'altra economia, e La Maddalena era diventata un emblema, un simbolo. E quando il presidente Soru riuscì a convincere, o per lo meno noi pensiamo che fece di tutto per convincere, in un quadro sicuramente favorevole sotto questo punto di vista, gli Stati Uniti a liberare quella porzione di territorio regionale, quel bellissimo arcipelago dalla presenza di una nave adibita a grande officina con il compito di provvedere alla manutenzione di sommergibili nucleari, quello ci sembrò, ci sembra, anzi siamo convinti che fu un grande risultato politico per quella legislatura, per quella maggioranza, per l'intera Sardegna. Ma liberare da una presenza di quel tipo e da un'economia come quella militare una porzione di territorio crea scompensi, anche di natura sociale. Gli albergatori ci dissero: "Ma adesso chi viene a dormire nelle nostre stanze, dove prima venivano quelli che aggiustavano i sommergibili militari e nucleari degli Stati Uniti?". Questa era un'entrata, ci ritroviamo un'economia scompensata. E lì ci fu una grande intuizione, in occasione di una cosa che io non apprezzo, il summit, ma che fu utilizzata al meglio per due ragioni. Prima ragione: affermare una politica di riconversione di quell'area, di quell'arcipelago, dare una nuova occasione di sviluppo economico a La Maddalena. Seconda ragione: farlo tracciando una nuova modalità di sviluppo per l'intera Sardegna. E siccome il G8 consentiva procedure celeri, l'utilizzo di risorse già destinate da concentrare in opere di quella natura, una riduzione più forte della presenza militare, una riconversione degli immobili a uso civile e produttivo, tutto questo fu fatto coerentemente in quella direzione. Per cui, signor Presidente, mentre oggi tutti si appassionano a dire che le risorse sono fondi FAS nazionali, sono fondi FAS regionali, sono fondi di questo o di quello, ciò che rileva invece è questo: tra l'idea che aveva il centrodestra di dieci anni fa, che vedeva la Sardegna come piattaforma logistico militare al centro del Mediterraneo, come punto di decollo di un controllo militare e politico del Mediterraneo, fondato su una pessima relazione tra i popoli, ovvero su una relazione di tipo militare, di tipo oppressivo, e l'idea che invece veniva fuori nella precedente legislatura, cioè di una Sardegna terra di amicizia e di cooperazione tra i popoli, non piattaforma logistico militare, ma esempio di riconversione in termini ecosostenibili dello sviluppo, qual è la scelta che fa la Regione? Questa è la domanda che io le formulo e questa è la risposta che vorrei avere da lei.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il collega Ben Amara mi consentirà di iniziare il mio intervento richiamandomi a una frase del suo intervento, e cioè se in uno Stato democratico, una volta presi gli accordi, assegnati gli appalti e firmati i contratti è legittimo aspettarsi un iter ben definito, ben diversamente si intendono le cose in una colonia. La validità degli atti compiuti nelle colonie è sempre subordinata al gradimento del potere centrale; gradimento che può venir meno all'improvviso, nonostante le promesse in senso contrario. Il senso di tutta questa vicenda, a mio avviso e ad avviso del Gruppo dell'Italia dei Valori, è racchiuso completamente in questa frase e non vale il tentativo di cambiare le carte in tavola che si sta cercando di effettuare, cioè il tentativo di far credere ai sardi che la decisione sul G8 è stata assunta da un potere cinico e baro e che nessuno ne ha discusso in Sardegna e in Consiglio regionale. E questo non è vero, perché il Consiglio regionale ha discusso ampiamente del G8, delle motivazioni, delle ragioni e anche delle perplessità che in alcune parti politiche legittimamente si sono manifestate, ma ha anche ravvisato, a grande maggioranza, il fatto che questo evento di carattere mondiale poteva aiutare la Sardegna a ridefinire in una perla pregiata del suo ambiente, un nuovo modello di sviluppo per quell'area, che è stata privata - come ha detto in maniera assolutamente precisa il collega Steri - dell'economia legata alla presenza militare.
Si è discusso di G8 in sede di approvazione del bilancio dell'anno scorso, quando, proprio per manifestare la nostra indicazione verso un G8 di pace in un'isola smilitarizzata, che era proprio l'emblema della possibilità di limitazione e di diminuzione delle servitù militari in tutta la Sardegna, decidemmo di stanziare un milione di euro per iniziative che coinvolgessero la popolazione, per iniziative di pace, per convegni, studi, mostre e quanto in Sardegna si potesse fare per manifestare lo spirito pacifico dei sardi e la nostra volontà di incidere su questi argomenti anche nei confronti degli otto Governi più potenti del mondo. Quindi non è vero che questo Consiglio regionale non ha discusso del G8, così come non è vero che possiamo mettere sullo stesso piano l'intervento legittimo del presidente Soru e della precedente Giunta regionale nella definizione e nell'utilizzo dei fondi, anche se fossero solo della Regione Sardegna e non lo sono, e l'intervento, assolutamente da rigettare, del Presidente del Consiglio dei Ministri, che invece cancella d'imperio, così come abbiamo scritto nella mozione, scelte, progetti, appalti, finanziamenti e quant'altro. Allora sgombriamo il campo, evitiamo il gioco delle tre carte, quindi non cambiamo le carte in tavola.
Qui si sta discutendo di una lesione gravissima, signor presidente Cappellacci, di quelle che sono le prerogative statutarie, e quindi costituzionali, della Sardegna. Articolo 47 dello Statuto. Non dovrebbe essere necessario leggerlo, dovrebbe essere un imperativo categorico difenderlo da qualsiasi parte si stia in quest'Aula, perché riguarda una prerogativa fondamentale, senza la quale il nostro parlare, nei convegni, di autonomia e di indipendenza nella gestione è aria fritta, è un ululare alla luna! "Il Presidente della Regione dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo", per quel che riguarda le competenze dell'amministrazione dello Stato. "Egli interviene" - non è scritto "può intervenire" - "alle sedute del Consiglio dei Ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione". Interviene!
Presidente Cappellacci, io le ho chiesto, in Aula e in Conferenza dei Capigruppo, di poter conoscere l'opinione sua, della sua Giunta e della sua maggioranza su un tema così rilevante. Non mi addentro nella questione, lo farà sicuramente meglio di me qualche altro componente della ex maggioranza, e soprattutto chiedo al presidente Soru di fornire qualche dato più preciso di quelli forniti da lei rispetto alla richiesta che le è stata formulata dal collega Sanna. Quello che io le chiesi, e le chiedo, è come mai in questo momento il Presidente della Regione taccia di fronte a una lesione così grave, di una gravità inaudita. Lei mi rispose, signor Presidente, che aveva pensato di fare comunicazioni al Consiglio, ma che aspettava, per il mercoledì successivo, delle comunicazioni e dei ragguagli da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi sulla possibilità di eventuali compensazioni - così io ho capito dal suo intervento - rispetto a questa lesione che c'era stata, insieme alle scuse a lei e a tutti i sardi, compreso il sottoscritto, che erano stati offesi dal fatto che il Presidente della Regione non fosse stato neanche avvisato di quella decisione. Infatti, non solo il Presidente non ha partecipato alla riunione del Consiglio dei Ministri, ma non è stato neanche avvisato, se non successivamente, con una telefonata, di quella decisione.
E allora il punto è questo. Riprendo un argomento del dibattito di ieri, perché mi sembra veramente che ci sia un tentativo di cambiare le carte in tavola. Abbiamo più esempi. Ieri, per esempio, l'Assessore dell'industria, in un passaggio della sua risposta nel dibattito, praticamente ha detto che se la Rockwool sta per chiudere, perché ha deciso di andarsene in Croazia - riassumo per velocizzare - la colpa è dell'intesa sottoscritta nel '97 dalla Giunta Palomba, che non era un'intesa ben fatta. Dodici anni fa! Dio santo, ma stiamo attenti, stiamo attenti. Signor presidente, i suoi Assessori devono stare attenti a non fare affermazioni, come dire, così avventate! Abbiamo detto che quest'Aula deve recuperare uno spirito unitario, deve fare il tentativo di recuperare uno spirito unitario, perché l'obiettivo è quello di raggiungere e definire un progetto di sviluppo nuovo per la Sardegna di fronte ai disastri di un'economia non legata alle risorse proprie dell'isola, che sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo detto che questo significa recuperare quello che il collega Steri ha definito spirito rivendicazionista, contestativo.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Certamente una riflessione come quella che siamo chiamati a fare oggi avrebbe dovuto evocare in tutti noi un sentimento aprioristicamente unitario, un approccio molto solidale tra noi, come peraltro si è conosciuto in altri tempi, quando sono stati in gioco la dignità, l'orgoglio, l'autonomia e l'identità della Sardegna, ma in quei tempi la nostra terra era calpestata da grandi uomini. So che oggi non è così, e come sempre capita si ripristinerà il classico dualismo fatale del nulla, fra chi deve difendere e chi deve sollecitare, e dunque questa terra non è calpestata oggi da grandi uomini.
Sono combattuto nell'affrontare questo argomento tra due congetture, che poi tanto congetture non mi sembrano. Lascio da parte i ragionamenti sulle cifre, la verità è scritta e poi ognuno la può manipolare come vuole. Queste due congetture sono sostanzialmente basate su alcune considerazioni, che le modalità con le quali sono avvenuti i fatti dimostrano essere alquanto credibili. E noi dobbiamo ragionare tenendo conto di come sono e di come si sono presentati in questi anni, in questi tempi e in quest'epoca i personaggi che hanno interpretato questa vicenda. La prima congettura è che il Presidente del Consiglio dei Ministri abbia voluto simbolicamente punire una decisione che non è nata da lui e che anche dal punto di vista politico e simbolico accreditava questo evento importante per l'intera Nazione non a una sua intuizione. L'altra congettura, di cui non si parla, ma che a un occhio mediocremente abituato ai fatti tecnici appare, nasce dalle perplessità sulla chiusura ufficiale dei lavori, mentre tutti continuano a dire che saranno completati nei termini fissati, cioè in quindici giorni! A quindici giorni dalla chiusura si sarebbe già potuto dire che i lavori, sono praticamente completati, e invece no. Verificheremo anche questa congettura, se il 31 maggio effettivamente i lavori, al di là del fatto burocratico, saranno compiuti. E questa idea di non poter ottemperare nei tempi a un obiettivo dato nasconde, evidentemente, delle responsabilità, che poi la decisione presa in qualche modo ha voluto allontanare. Entrambe le congetture, secondo me, sono credibili e questa credibilità deriva anche dai ripetuti tentativi di spostare il G8; quest'ultimo è solo quello decisivo.
Poi c'è la questione dell'Abruzzo, e non ripeto la rituale solidarietà. A ben vedere, la ragione di sostegno al disastro dell'Abruzzo dovrebbe consistere in un'economia di 220 milioni di euro. Abbiamo saputo in questi giorni che i preventivi di massima parlano di una spesa di miliardi di euro e che nonostante lo spostamento - notizie di oggi - pare che le risorse non riescano a trovarle. Quindi, questa ineludibilità dell'economia legata allo spostamento del G8 pare non sia risolutiva di niente e le cifre vere andranno valutate sulle conseguenze della scelta di modificare decisioni già prese, di mettere in moto sistemi incredibili, come lo spostamento, per non pagare le penali, delle navi che avrebbero dovuto ospitare tutti gli apparati di sicurezza nella rada di Pescara e far così percorrere ogni giorno 200 chilometri a tutti gli operatori di sicurezza per recarsi a L'Aquila. Non vi viene in mente che ci sia qualcosa che non funziona? Non vi coglie neanche da lontano il sospetto che ci sia qualcosa di più che la mera esigenza di spostare delle risorse in Abruzzo? La verità è che cade un disegno; un disegno strategico per lo sviluppo e per l'autonomia della Sardegna. Cioè, il passaggio che simboleggiava quella decisione e che era stato acquisito anche dal Governo come l'attuazione di un principio costituzionale, consisteva nel trasformare un'economia di dipendenza in un'economia moderna, normale, libera, in una terra che subiva il 60 per cento delle servitù militari presenti in Italia. La Regione Sardegna aveva bisogno di dimostrare, come ha dimostrato in quella occasione, di fronte al fatto che gli americani non avevano nessuna intenzione di andarsene, ma stavano facendo investimenti immobiliari a Santo Stefano, che poteva alzare la testa e applicare il principio della contestazione. Applicare, non chiacchierare! La nostra autonomia non è la semplice dichiarazione del nostro principio pattizio, ma è l'applicazione quotidiana e sistematica di questo principio. Così però non è andata, e ci hanno promesso i grandi eventi! Badate, di contentini è disseminata la storia dei popoli dominati, da sempre. E poi non c'è grande evento che tenga di fronte al fatto che noi abbiamo disposto una programmazione in funzione del G8, della sua importanza mondiale e della ricaduta che avrebbe avuto nel contesto regionale. Avremmo potuto decidere una diversa destinazione di quei fondi per dare sviluppo; non uno sviluppo che passasse attraverso quegli eventi, ma uno sviluppo misurato di più sulla capacità di realizzare il principio di ripresa di un'economia non certo ordinaria. Ed è questa l'entità del danno morale e del danno riflesso che ricadrà su di noi, perché al di là del danno economico c'è un danno di immagine e morale della Sardegna.
Ai Sardisti vorrei dire solo questo: in tempi diversi sarebbe bastato loro solamente il tasso di umiliazione dell'autonomia che abbiamo subito oggi per non parlare né di cifre né di progetti e per non applicare una declinazione duale: l'accettazione di un principio di concessione alla Sardegna, invece che di un principio di diritto per la Sardegna, che è poi il pilastro dell'autonomia. E in questi giorni lo vediamo con la questione del nucleare! Il Piemonte non ha perso un minuto: il suo Presidente ha immediatamente espresso ufficialmente e pubblicamente il sentimento del suo popolo, la contrarietà al nucleare; il Presidente della Puglia oggi ha fatto lo stesso. Regioni a statuto ordinario. Voi, in ordine alla questione del nucleare, ci offrite soltanto le parole di Scajola. Scusate, ma è davvero troppo poco!
Si è parlato di un ritorno del supercarcere a l'Asinara. Non una parola! Sulla chimica e sulla crisi industriale, anche qui il senso di un ripiegamento, di una rassegnazione, di una incapacità. Io credo che chi viene eletto per rappresentare i sardi abbia, in ragione dell'autonomia speciale, un di più di responsabilità, un di più di indipendenza anche rispetto agli schieramenti che lo legittimano; ha quel senso di rappresentanza di una comunità che deve saper dire le cose giuste al momento giusto e saper capire che in questi tempi, in cui le risorse hanno la loro importanza, qualunque piccolissimo arretramento sul terreno della dignità, del rispetto della nostra autonomia significa mettere a rischio, ogni giorno di più, la nostra specialità.
Io sinceramente non conosco altra autonomia, se non quella di far vivere con i fatti, quotidianamente, quel principio pattizio, anziché declinarlo all'occorrenza per ripristinare un insulso dualismo o frontismo politico del nulla.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Lai. Poiché non è in aula, decade dal diritto alla parola.
E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, signor Presidente della Regione, Assessori, consiglieri, spesso diciamo che cercheremo di essere brevi e che il tempo sarà sufficiente. Mi viene da dire il contrario oggi, in quanto avrei bisogno di più di dieci minuti per intervenire con un po' di precisione in questo dibattito. Probabilmente mi dovrà interrompere, signora Presidente. Lo faccia, come fa con tutti.
Questo dibattito è stanco, veramente non riesco ad afferrarne il senso. Lo facciamo un po' in ritardo, si è già discussa la legge finanziaria, e lo facciamo a cose ormai avvenute, quindi con poca passione. Lo facciamo forse per cercare di ribaltare ancora una volta la realtà, per cercare di trovare un capro espiatorio, un colpevole, per minimizzare quello che è accaduto e addebitarlo alla precedente Giunta e soprattutto a Soru, le uniche colpe sono sue. Ho letto che qualche giorno fa c'è stato un incontro a Sassari, in cui l'onorevole Pisanu è intervenuto sollecitando la Giunta regionale, sollecitando tutti quanti a prestare maggiore attenzione e ad accorgersi dell'urgenza di quanto sta accadendo. In quella occasione un deputato, di cui non ricordo il nome, credo un deputato eletto in Sardegna, di cui la Sardegna forse sa poco o niente, insomma uno dei tanti deputati che fanno carriera con i voti dei sardi e rappresentando i sardi, ha detto: "Eh, certo, ci troviamo ad affrontare i grandi disastri lasciati da Soru". Evidentemente legge poco i giornali. Vorrei sapere se i disastri lasciati da Soru sono anche il fatto che la produzione industriale in Italia sia crollata, in un trimestre, di quasi il 30 per cento, che il prodotto interno lordo di questo Paese sia sceso di oltre il 4 per cento, con un progressivo deterioramento dei conti, così come risulta da quelli che la Banca d'Italia ci ha presentato ieri. Vorrei sapere se fa parte del disastro lasciato da Soru anche il fatto che il debito pubblico dell'Italia sia tornato al punto più alto della sua storia: 1.740 miliardi, 30 mila euro per ogni cittadino italiano, compresi i neonati; se fa parte dei disastri lasciati da Soru anche il fatto che Sartor, come dicevamo a tutti in ogni occasione, ha già presentato i libri in tribunale e non poteva essere la soluzione della chimica in Sardegna; se fa parte dei disastri lasciati dalla Giunta Soru il fatto che si producano molte meno automobili nel mondo e si consumi meno alluminio. L'Eurallumina ha chiuso e non riaprirà, con molta probabilità, nonostante le finte telefonate del Presidente del Consiglio.
E allora, tra gli altri disastri lasciati da Soru c'è questo del G8. E poiché le sono stati chiesti dei numeri, signor Presidente, e lei non li ha forniti, purtroppo mi tocca occupare un po' del mio tempo per fornire questi numeri. Numeri che, vorrei dire, tutti i consiglieri possono facilissimamente avere semplicemente ricercandoli nel sito della Regione. Fanno parte delle delibere di Giunta, fanno parte dell'ordinanza Prodi, fanno parte del decreto di agosto del presidente Berlusconi. Sono tutti numeri pubblici, così come è totalmente pubblico e trasparente il modo in cui questi numeri si sono formati. E allora, chi doveva pagare il G8? Lo doveva pagare in parte lo Stato, per le opere da realizzarsi a La Maddalena, quelle che mi pare lei abbia definito strettamente connesse all'evento, e in parte la Regione, per le opere che sarebbero rimaste nella disponibilità della Regione. Tutte le altre opere connesse, dalle strade alle autostrade, agli aeroporti, alle ferrovie e alle circonvallazioni, le doveva pagare, come normalmente accade, la Regione, attraverso i fondi per le aree sottoutilizzate.
Per dare dei numeri un pochino precisi, vorrei dire che la prima ordinanza del presidente Prodi prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro. L'ordinanza Berlusconi del 29 agosto del 2008 prevede ulteriori fondi regionali per 643 milioni e fondi statali per 96 milioni. I fondi regionali (522 milioni di euro) riguardano la famosa strada Sassari-Olbia, l'aeroporto di Olbia, il molo di levante di Porto Torres, la circonvallazione Arzachena, il ripristino della statale 125 in prossimità di Olbia e la messa in sicurezza del ponte sul Rio Padrongianus, sempre vicino a Olbia. Riguardano tutta una serie di opere che attengono alla Sardegna, alle necessità della Sardegna, finanziate con i fondi della Sardegna, a valere sui fondi FAS, fondi per le aree sottoutilizzate; 96 milioni di euro provenivano da fondi statali, presi anch'essi dai fondi per le aree sottoutilizzate del Mezzogiorno, ma nella disponibilità dello Stato, per l'attuazione di una politica del Governo Prodi nel Mezzogiorno. Si chiamavano i grandi attrattori turistici del Mezzogiorno.
Che fa lo Stato? Dice: "Bene, questo sarà un grande attrattore turistico del Mezzogiorno e lo finanzio con 96 milioni di euro". Questo era il patto con lo Stato, questo era il senso di quello che abbiamo fatto. Non voglio sindacare sul G8, non è questa la discussione. Il G8 si terrà e quest'anno si terrà in Italia. Il precedente Governo aveva in mente di farlo in un'isola, pensate, ironia della sorte, per limitare i costi della sicurezza. Non perché costasse di più la sicurezza, ma per limitarne i costi, e lo voleva fare a Capri o a Ischia. Noi gli abbiamo detto: Capri l'Italia ce l'ha già, è nota in tutto il mondo e ha un'economia prospera, legata al turismo. Questa può essere l'occasione per fare una nuova Capri in Italia, per fare in modo che anche La Maddalena, altrettanto bella, più bella secondo noi, bellissima, possa diventare un attrattore mondiale del turismo, per se stessa, per la Gallura, per l'intera Sardegna. Facciamo una nuova Capri. E il Governo dell'epoca, naturalmente, parlando con i responsabili del Ministero degli esteri e del Ministero dell'interno, valutando i costi della sicurezza, valutando tutto quello che era da valutare, decise di farlo a La Maddalena. Il patto era: "Noi mettiamo qualche soldo per la ricostruzione, ma tu prendi questa ingentissima mole di fondi FAS e li rendi immediatamente disponibili per la Sardegna, li spendi immediatamente con procedure semplificate".
Quel patto, da quando abbiamo il Governo Berlusconi, è stato cancellato. Berlusconi si è divertito e si sta divertendo a fare uno sberleffo dopo l'altro alla Sardegna. Ha iniziato a ottobre del 2008, dopo aver cercato di spostare fin dal primo momento il G8, ha fatto una cosa inaudita, che noi gli abbiamo subito contestato - le consiglio di contestarlo anche lei -, cioè ha preso quei 96 milioni di fondi statali già previsti in un decreto come tali e ha detto: "Sai che c'è? Lo Stato non ce li ha, li addebitiamo al conto corrente della Sardegna". Quindi unilateralmente ha deciso di cancellare un provvedimento importante dello Stato che si impegnava per 96 milioni di euro e ha messo le mani in tasca alla Sardegna, al conto corrente della Sardegna e ha preso quasi 100 milioni di euro. Così siamo andati avanti, cancellando le opere per 520 milioni, cancellando, quindi, 470 milioni per la Sassari-Olbia, 30 milioni per Porto Torres, 10 milioni per Olbia e così via.
Vorrei solamente dire una cosa: è evidente, non ci può credere nessuno che l'abbia fatto per solidarietà verso l'Abruzzo. Ma che gliene frega agli abruzzesi del fatto che si faccia lì il G8? Agli abruzzesi interessano le case, interessa che nel frattempo nelle tende non ci sia freddo, che non ci sia fango, che non ci sia bisogno di attività come quelle di cui ho letto anche stamattina sui giornali, cioè di disinfestazioni. Questo interessa loro! E per quanto riguarda la solidarietà verso i sardi, andate a contare quanti sono stati i morti degli ultimi dieci anni nella Sassari-Olbia. Equivalgono al terremoto dell'Abruzzo! La Sassari-Olbia il suo terremoto l'ha già avuto e continuerà ad averlo ogni settimana.
La ragione dello spostamento del G8 non può essere la solidarietà con l'Abruzzo. E' uno sberleffo che il Presidente del Consiglio ha voluto fare a tutti noi e all'intera Sardegna. E' uno sberleffo che nasce da chissà cosa. Forse dalla volontà di negare una cosa importante che comunque si sarebbe fatta in Sardegna oppure dall'idea: "Vengo meglio nelle fotografie in un ambiente sobrio o vicino al mare?". Forse ha pensato di venir meglio in un ambiente sobrio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Signora Presidente, signori della Giunta, colleghi consiglieri, il decreto del Governo sullo spostamento del G8 è datato 22 aprile. Oggi è il 14 maggio e a me dispiace constatare che su un argomento così importante il Consiglio regionale solo attraverso una mozione arriva, con estremo ritardo, a discutere questo argomento.
Francamente la scelta del Governo, a pochi mesi dalla realizzazione del G8, rappresenta una presa in giro per l'intera Sardegna. Qualche giorno fa siamo stati a La Maddalena, il cui sindaco, in un incontro pubblico con l'intera popolazione, ha detto: "Sembra di essere a una trasmissione televisiva". L'ha anche citata: "Scherzi a parte"! Per quasi due anni si è lavorato per essere pronti alla realizzazione dell'evento; per due anni le popolazioni hanno subito il disagio di cantieri aperti ventiquattr'ore su ventiquattro e quando si era quasi arrivati al traguardo, con un colpo di spugna, si è cancellato tutto. E il sindaco, giustamente, secondo me, ha rimarcato che sembra quasi di essere a "Scherzi a parte". E' un'autentica presa in giro.
Voglio fare un passo indietro per ricordare per un attimo la storia di La Maddalena e per evidenziare che quel territorio, negli anni, a causa della presenza delle servitù militari, ha pagato un tributo pesante in termini di crescita. Non a caso tutti i comuni costieri della Sardegna, e in particolare i comuni della Gallura ubicati nella costa hanno raddoppiato, triplicato, decuplicato la popolazione, con conseguente aumento delle opportunità lavorative e con una costante crescita economica. Questo è successo in ogni comune costiero tranne che a La Maddalena. Poiché l'arcipelago è conosciuto come uno dei posti più belli al mondo, senza avere nulla di meno rispetto agli altri comuni è evidente che la mancata crescita è stata dovuta alla presenza delle servitù militari. La forte presenza militare ha condizionato pesantemente l'economia e quindi la cultura economica e imprenditoriale locale. Voglio dire che questa presenza non ha favorito la crescita di una classe imprenditoriale locale, con conseguente appiattimento verso un modello economico esistente. La grande conquista - perché di questo si è trattato - della Sardegna, dei sardi, degli abitanti di La Maddalena, ottenuta qualche anno fa con il riappropriarsi, per decine di ettari, di aree fino a prima servitù militari, ha dato spinta e ha spinto l'intero sistema a rivedere l'impostazione, ha creato un entusiasmo nuovo, uno slancio nuovo, un nuovo modo di pensare, un nuovo progetto di sviluppo complessivo del territorio basato sul turismo, sulla nautica, sui servizi connessi.
Questa nuova prospettiva, favorita anche dal G8, da un lato ha spinto le poche imprese locali a rinnovarsi, proponendo un'offerta di servizi nuova, non più rivolta ai molti militari prima presenti, ma ai nuovi turisti in arrivo, dall'altro lato ha spinto giovani imprenditori ad avviare nuove iniziative imprenditoriali nei nuovi settori. Tutto questo in un clima di difficoltà determinato in poco tempo dalla dismissione e forse già, in quella fase, dalla mancanza dello Stato, che aveva il dovere di trovare, per tutte le persone impiegate, un'occupazione volta ad accompagnare in modo indolore la riconversione economica, sociale e culturale di una città come La Maddalena, che per decenni ha dato tanto allo Stato. Non a caso, durante il Governo Prodi e con il governatore Soru, si è deciso di realizzare il G8 a La Maddalena. Questa scelta serviva per accompagnare la riconversione, per realizzare opere come gli hotel, che dessero una nuova prospettiva a La Maddalena, opere come il porto turistico, che danno una nuova opportunità economica a La Maddalena. La realizzazione del G8 e delle opere previste per tale evento rappresentava anche una compensazione per ciò che aveva dato la città di La Maddalena. Questo era il clima. Una scelta, quindi, forte di riconversione, di eliminazione delle servitù militari, di accompagnamento della riconversione con forti investimenti effettuati in poco tempo. La creazione di una nuova classe imprenditoriale nei settori turistico e nautico, la realizzazione del G8 per accelerare lo slancio di quel territorio, tutto sembrava organizzato nel migliore dei modi, forse come non mai. La dimostrazione di efficienza e il rispetto della tempistica nei cantieri davano anche l'immagine di un Governo efficiente, sia nazionale che regionale. C'era, quindi, una prospettiva, c'era un prezzo da pagare per realizzare una nuova prospettiva. Tutto filava liscio, fino al famoso 22 aprile, quando il Governo - in una seduta a cui non ha partecipato il Presidente della Regione, in piena violazione dell'articolo 47 dello Statuto che ne prevede la convocazione quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la nostra Regione - ha cancellato il G8 da La Maddalena.
E allora, io credo che oggi siamo già in ritardo, ma comunque da oggi si può ripartire. Che cosa fare? E' necessaria un'urgente rinegoziazione con il Governo, che riguarda innanzitutto gli appalti che sono in essere, con tutte le problematiche che stanno emergendo in tema di applicazione dei contratti. A questo proposito voglio dire che nella nostra visita a La Maddalena abbiamo avuto l'opportunità di andare a vedere i cantieri e ci è stato detto che il giorno in cui noi siamo passati c'era la presenza, l'abbiamo anche vista, di moltissimi operai, mentre dal giorno dopo le squadre sono diminuite, chissà perché.
Occorre rivedere, quindi, l'applicazione dei contratti, a partire da quelle che erano le clausole contrattuali, le maggiorazioni previste, ma soprattutto i tempi di realizzazione delle opere, perché il rischio di contenziosi, che ormai penso siano quasi inevitabili, può causare il mancato completamento delle opere, e quindi aggiungere, signor Presidente, al danno la beffa. Ma soprattutto c'è il rischio che imprenditori che avevano scelto La Maddalena per i loro investimenti, basati su calcoli di rientro che tenevano conto del grosso slancio derivante dall'effetto G8, decidano di andar via dalla Sardegna, come nel caso della Mita Resort del gruppo Marcegaglia. Quindi è necessario trovare forme compensative anche per quegli imprenditori locali, gli albergatori, che avevano le camere prenotate fino a metà luglio per le diverse delegazioni. E in molti casi, signor Presidente, non si trattava di una prenotazione volontaria, di una disponibilità degli stessi albergatori, ma di una prenotazione forzata, con la quale si imponeva agli albergatori l'occupazione delle camere, rinunciando ai contratti che avevano da decenni con i tour operator, per poter mettere a disposizione le camere richieste per l'evento.
Da più parti si è detto che lo spostamento del G8 ha creato danni di carattere economico. Io credo che siano danni difficili da quantificare, qualcuno si è avventurato e li ha calcolati in decine di milioni di euro, ma credo che, in ogni caso, oltre allo spostamento del G8, altri danni siano stati subiti, come la cancellazione delle opere collaterali, di cui già molti colleghi hanno parlato. Per quanto riguarda la strada Sassari-Olbia, qualche giorno fa è apparsa sulla stampa la notizia che questa strada si farà, ma non è una variabile indipendente il fatto che la Sassari-Olbia si faccia con le procedure riguardanti il G8 piuttosto che con altre procedure. Basti guardare ai cantieri sulla SS 131, aperti da decenni e di cui non si vede la conclusione. In ogni caso, io personalmente mi convincerò che la Sassari-Olbia si farà quando vedrò almeno l'apertura del cantiere, perché ormai di promesse e di impegni ne sono stati presi tanti e siamo diventati come San Tommaso, se non vediamo non crediamo. Sarà un danno anche il mancato prolungamento della pista dell'aeroporto di Olbia, che ha una funzione importantissima per il traffico di quell'aeroporto, e la mancata realizzazione di tutte le opere collaterali. Altri danni sono stati evidenziati da altri colleghi, come il mancato ritorno di immagine: le immagini della Sardegna sarebbero passate per quattro o cinque giorni su tutte le TV e i giornali del mondo. Ma quello che mi preme sottolineare in particolare, signor Presidente, e sul quale io richiamo la sua attenzione, è il danno per le giovani imprese, per i giovani imprenditori che, con un cambio culturale, avevano trovato il coraggio di intraprendere una nuova iniziativa imprenditoriale lì, a La Maddalena; danno per le poche imprese locali che per il G8 hanno avviato il rinnovamento delle strutture e delle attrezzature aziendali.
In altre parole, signor Presidente, questa scelta, oltre a ledere gli interessi della Sardegna, lascia un clima di preoccupazione e di incertezza per centinaia di persone; incertezza sul completamento delle opere, sull'andamento della stagione estiva imminente, sul futuro occupazionale non solo per i figli, ma anche per i padri di La Maddalena, per il rilancio turistico, economico e sociale di La Maddalena. Io credo, signor Presidente, che sia opportuno che lei immediatamente, magari domani stesso, vada a La Maddalena per parlare con i rappresentanti istituzionali, per parlare con la popolazione e rassicurarla. Apra, con al suo fianco tutto il Consiglio regionale e l'intera Sardegna, una vertenza con il Governo nazionale, al fine di avviare tutte le iniziative per difendere gli interessi, le risorse finanziarie, le opere infrastrutturali, le prerogative della Regione.
PRESIDENTE. Onorevole Lai, vedo che lei si è di nuovo iscritto a parlare. Io l'ho già dichiarato decaduto, quindi non le posso dare la parola, a meno che non ci sia il consenso da parte dell'Aula.
(Interruzioni)
No, io l'ho già dichiarato decaduto, l'Aula però è sovrana, per cui io devo attenermi alle regole e le devo far rispettare.
(Interruzioni)
Lo faccio sempre.
Onorevole Lai, adesso interviene l'onorevole Capelli e poi lei.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, anch'io stamattina ho letto i giornali e, in merito alla paventata possibilità che il nucleare trovasse allocazione in Sardegna, ho letto le dichiarazioni dei Presidenti della Lombardia e della Puglia, ma anche quelle del Presidente della Regione Sardegna, a meno che non abbia letto un giornale in esclusiva. Ma, per citarne uno, leggo un titolo: "Nucleare in Sardegna, tutte bugie", dichiarazioni del presidente Cappellacci. Perciò credo che ci sia stata una presa di posizione decisa, e tutti noi, decisamente, rispediamo a un eventuale mittente un'ipotesi di questo genere.
Ho anche sentito parlare della cancellazione della Sassari-Olbia, di un quadro devastante, di cose veramente drammatiche che si sarebbero verificate negli ultimi giorni, ma non ho letto da nessuna parte e non ho sentito dichiarazioni relative alla cancellazione delle opere programmate, delle opere in fase di realizzazione, o alla cancellazione della Sassari-Olbia. Ricordo benissimo, invece, di aver letto che la precedente Giunta, qualche anno fa, proponeva di ridurre a due corsie, anziché quattro, la Sassari-Olbia, così come ha ottenuto di ridurre a due corsie la Olbia-Santa Teresa, cioè ha tagliato. Non sono cose che abbiamo sentito, sono cose che abbiamo riscontrato.
E' difficile dire tutto in dieci minuti, come ha detto poc'anzi chi mi ha preceduto; forse solo oggi ci si rende conto che, però, dieci minuti alla volta, abbiamo distrutto la maggioranza di ieri, che parlava per trenta, quaranta minuti liberamente. E allora, siccome c'è poco da dire, si attacca Berlusconi, si parla del Presidente del Consiglio. Parliamo poco di noi, ci confrontiamo su cose a volte inesistenti, perché la necessità è quella di attaccare. Noi non abbiamo tenuto questo comportamento in passato, e vi leggo un passaggio della discussione avvenuta sul G8, le dichiarazioni conclusive del Presidente della Regione: "Intanto vorrei ringraziare tutti per il modo pacato e sereno con cui questa discussione si è svolta. Sorprendentemente sono molte di più le cose che abbiamo condiviso rispetto ai distinguo". Ci sono state anche dichiarazioni da parte dei Gruppi dell'allora maggioranza, in cui tra le altre cose si è detto (non cito il collega perché non è più presente tra questi banchi): "Non posso intanto non considerare che abbiamo questa possibilità di discutere a oltre un anno dal momento in cui è stata decisa la data del vertice". Per un anno abbiamo chiesto di poter discutere se il G8 si dovesse fare in Sardegna e ce lo siamo invece ritrovato assegnato - ma tutti successivamente abbiamo condiviso - per decisione del Governo Prodi, senza la consultazione del Presidente della Regione. Non rinnego ciò che dissi il 22 dello scorso mese nella seduta con il Consiglio delle autonomie. Non rinnego niente di quell'intervento, perché ritengo che sia stato molto grave, gravissimo, che il Presidente della Regione, il nostro Presidente della Regione, non sia stato consultato per decidere lo spostamento del vertice a L'Aquila. E' un fatto per il quale, forse, non bastano le semplici scuse. E paventai anche la possibilità o l'idea che questo trasferimento fosse dettato non solo dalla solidarietà nei confronti delle popolazioni abruzzesi, ma forse anche da un'eccessiva spettacolarizzazione. Bene, questo ce lo dirà il seguito della storia, ma credo che abbiamo subito effettivamente un torto nel non essere stati consultati. L'abbiamo subito tutti e a questo bisognerà porre rimedio, così come dobbiamo avere la piena garanzia che le opere programmate e in fase di realizzazione arriveranno a compimento, però ritroviamoci sui numeri perché sono importanti.
Oggi scopriamo, da un collega, che c'erano 96 milioni di euro provenienti da stanziamenti statali. Io mi chiedo perché quel collega, quando gli chiedemmo conto di tutto questo, nella stessa riunione del Consiglio, ci disse: "…compresi due alberghi, compresa la risistemazione della marina, dell'Arsenale", eccetera, eccetera, "riguarda investimenti per circa 250 milioni di euro, che vengono coperti con finanziamenti statali, con il riutilizzo dei fondi FAS, ancora dello Stato…". Oggi apprendiamo che questo collega ha scoperto, nelle sue delibere, che si trattava di 96 milioni di euro; quei 96 milioni che tra l'altro non esistono, ma di cui presumo la Giunta e il Presidente daranno conto a quest'Aula.
Allora, per ritrovarci nel metodo e nel merito, perché in politica anche il metodo, non soltanto il merito, è sostanza, bisogna aggiungere qualche chiarimento. In quella sede, nell'incontro con il Consiglio delle autonomie, dissi che le diverse azioni dei Governi dello Stato che si erano succeduti negli anni, possiamo tornare indietro di quindici, dieci, cinque anni, forse anche di qualche mese, non sono tutte condivisibili. E aggiunsi - qualche collega lo ha interpretato in maniera errata, forse perché non ha ascoltato attentamente - che addirittura, per quanto riguarda ovviamente le considerazioni personali e politiche che ognuno di noi deve fare, mettevo in discussione la mia stessa appartenenza a un partito politico nazionale. Non a una maggioranza, ma a un partito politico nazionale. Perché? Chi di voi, di noi, è stato consultato dal suo partito prima delle dichiarazioni di sostegno o di diniego alla proposta del Governo di trasferimento del G8 in Abruzzo? Credo nessuno. E ha la stessa valenza, perché il 22 aprile, il giorno dell'incontro con il Consiglio delle autonomie, il comunicato stampa era già uscito e anche le dichiarazioni dell'I.d.V. erano già in ANSA. Per cui nessuno è stato consultato. E allora questa è, sì, un'azione comune di riflessione: riflessione sul ruolo, riflessione sull'appartenenza e sul rispetto.
Io sono felice di parlare di La Maddalena. Ieri ho parlato del mio Sulcis, oggi parlo della mia La Maddalena, ed è una provocazione ovviamente, perché non dobbiamo fare dei distinguo di campanile quando parliamo dei problemi reali che attanagliano la nostra Isola. A La Maddalena, e in tutto il nord Sardegna, ci saranno in questi ultimi anni, ne sono convinto, interventi infrastrutturali che, si dice, rappresentano quasi un piano di rinascita soltanto per il nord Sardegna. E' un atto dovuto, necessario, urgente, un atto che deve essere portato a compimento. E allora, ricordo anche gli interventi di altri colleghi, che non siedono oggi in quest'Aula, ma rappresentavano diversi territori: "Avrei avuto piacere che il G8 fosse stato programmato nel mio paese, a Laconi". Qualche collega era rappresentante di quel paese. E ci fu una battuta scherzosa, simpatica del Presidente, che disse: "Io avevo proposto che si potesse fare a Sanluri!".
Perché questa sottolineatura? Perché sono convinto che tutti insieme noi dobbiamo contribuire alla realizzazione delle opere a La Maddalena e nel nord Sardegna, mantenendo le procedure che erano previste per il G8, che prevedono delle deroghe, come è stato ben illustrato poc'anzi dal collega Steri. E attraverso quelle procedure dobbiamo accelerare la realizzazione di tutti gli interventi, che non sono in discussione, perché non dobbiamo dire bugie o fare demagogia, oggi, per prendere qualche voto in più a La Maddalena. Gli amici di La Maddalena hanno la garanzia, da parte nostra, da questa parte del Consiglio, che tutto sarà completato, che tutto sarà realizzato. Avremo la garanzia dell'intervento statale e abbiamo la garanzia dei fondi regionali. Se qualcuno ha qualche dubbio lo esterni e lo dimostri, ma non dica baggianate in quest'Aula! Dimostri e documenti ciò che dice. Io sono in grado di documentare quello che avete detto ieri e quello che noi sosteniamo oggi. Non ho nessun motivo di dubitare del fatto che tutto sarà realizzato, probabilmente non nei tempi utili e necessari per la realizzazione del G8, ma sono convinto che si terrà fede agli impegni presi. Se così non fosse, è chiaro che le scelte non sono né di partito né di maggioranza.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Ringrazio lei, Presidente, ringrazio i colleghi per la sensibilità che hanno avuto, in quanto mi sono dovuto assentare per un motivo personale quell'attimo che non mi ha consentito di essere presente quando era il mio turno.
Io ritengo che si sia parlato poco di solidarietà, ma il momento della solidarietà è anche quello in cui si accetta di rinunciare ai riflettori di un avvenimento internazionale così importante a favore di popolazioni che hanno subito traumi così gravi come la perdita dei propri cari e delle proprie cose, con tutto il disagio che ne consegue. A me pare che oggi si siano usate parole troppo forti: sberleffi, manovre dilatorie. Onorevole Caria, lei le dovrà dimostrare queste cose, perché sono anche di una certa gravità. Cioè, l'idea che ci sia una sorta di organizzazione che chiama il Consiglio regionale a visitare siti così attivi - li abbiamo visti davvero dinamici -, intensamente impegnati nel dismettere tutto questo apparato per ritornare a una dimensione di basso livello, a mio avviso, nonostante le sia amico e nutra verso di lei sentimenti confermati nel tempo, non può essere portata all'attenzione del Consiglio, perché se fosse vera sarebbe molto grave.
Sberleffi: il discorso sulla solidarietà in quest'Aula è stato evocato anche in altre occasioni e noi lo abbiamo contestato semplicemente perché non ci è stata data la possibilità di condividerlo, di manifestare l'intento del Consiglio regionale di essere davvero intensamente vicino alla Campania nell'emergenza rifiuti, non certo per metterne in discussione i contenuti.
Io non credo che si possa pensare di strumentalizzare politicamente lo spostamento del G8 e do significato a tutti i numeri che sono stati forniti: quelli che ha portato il presidente Soru, quelli che ha portato il presidente Cappellacci e quelli che ha elaborato, con un'attenta analisi, l'onorevole Sanna. Per quanto riguarda i numeri che ha indicato il presidente Soru, quei dettagli potevano essere portati, con la stessa intensità e con la stessa dovizia di particolari, quando si è discusso del G8 in quest'Aula. Invece noi abbiamo consapevolezza adesso della destinazione delle risorse, ma tutti questi dati avrebbero potuto orientare diversamente i nostri atteggiamenti.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue LAI.) Devo dire che, nonostante tutto questo, si era comunque impostato un discorso, erano state portate avanti delle cose importanti e nessuno potrà negare che verrà meno questo richiamo di immagine e queste attese che, purtroppo, hanno provocato delle conseguenze nel nostro territorio. Ma io ritengo che prima di tutto debba essere portato avanti il concetto che devono essere completate le opere iniziate e le infrastrutture connesse, e in primo luogo, se n'è parlato tanto, la Sassari-Olbia. E noi, come rappresentanti del territorio a nord-est della Sardegna, dobbiamo chiederci quale delusione sia più grande: quella per il mancato richiamo internazionale o quella che ci unisce e che condividiamo per la mancata realizzazione delle tanto attese infrastrutture collegate? Ma su questo io penso che, al di là degli sberleffi, al di là dei termini che sono stati usati, abbia significato il fatto che il presidente Cappellacci ha operato in modo intenso per ottenere che una infrastruttura così importante, appunto la strada Sassari-Olbia, sia completata in tempi rapidi. Noi abbiamo sempre sostenuto ed esortato il Presidente della Regione su questa iniziativa e continueremo a farlo fino alla realizzazione della strada. Questo è un nostro dovere verso chi ci ha eletto e soprattutto verso coloro che sull'attuale Sassari-Olbia hanno perso la vita.
Noi siamo dentro il G8, con intensità, per le questioni contingenti, per le questioni importanti, per gli impegni presi, per l'impegno di favorire la riconversione del turismo di La Maddalena, di agganciare il G8 a tutta una serie di opere e infrastrutture complementari, per l'impegno delle amministrazioni comunali, persino per i danni subiti da chi ha investito; danni che comunque andavano contro il rischio imprenditoriale e che non potevano essere portati tout court all'attenzione del Consiglio durante la sessione di bilancio, pretendendo che una norma, formulata in termini così semplicistici, potesse essere inserita nella finanziaria. Ci sono questioni importanti nella definizione dei danni, delle competenze, delle titolarità, dei contenziosi in atto. Noi abbiamo detto no a quell'emendamento e siamo stati additati, il giorno dopo sulla stampa, come nemici del nostro territorio, ma non si sono date alla stampa le ragioni di questo no. Noi eravamo dentro queste questioni e adesso vogliamo, presidente Cappellacci, che vengano affrontate, ma sappiamo anche che lei ha avuto contatti importanti con le associazioni di categoria e soprattutto che per quanto riguarda gli albergatori, gli imprenditori che hanno fatto investimenti non c'è disattenzione da parte sua.
Vogliamo essere dentro questi percorsi come forza di governo, certamente distanti da soluzioni semplicistiche o da intenti demagogici. Abbiamo detto no a quell'emendamento alla finanziaria, ma siamo disposti, come rappresentanti del territorio, a seguirne il percorso. Così come, per il completamento delle opere, per la difesa dei fondi, per le infrastrutture, attendo le risposte che oggi verranno, sicuro che questa azione di vigilanza verrà confermata nelle dichiarazioni che il presidente Cappellacci renderà sulle azioni compensatorie, sulle aspettative mancate, però attraverso un'analisi seria e oggettiva dei danni subiti e non attraverso, mi ripeto ancora, processi semplicistici, sapendo benissimo che una norma per essere inserita nella finanziaria deve essere davvero ben strutturata e ben giustificata.
Io penso che si debba dare significato a un progetto che vada oltre l'eclatanza di un evento come questo, nella consapevolezza che il futuro di un territorio non può essere legato soltanto a un evento, per quanto importante ed eclatante come il G8, ma deve essere costruito giorno per giorno. Ci sono tante domande alle quali occorre rispondere: che ruolo ha il Comune di La Maddalena, che titolarità ha e ha avuto nelle aree dismesse? Sappiamo che questo è oggetto di inntenso dibattito anche all'interno del consiglio comunale, proprio per la titolarità, la proprietà delle aree dismesse. Sono aspetti che vanno chiariti proprio per quello che può essere il destino futuro di queste infrastrutture e di queste destinazioni. Che ruolo hanno gli imprenditori sardi, quali strategie si devono adottare perché la riconversione verso il turismo si realizzi, perché il turismo giri davvero? Ma queste sono domande che noi avevamo posto anche al precedente Governo e che non possono essere poste in carico soltanto a noi, perché le strategie noi le abbiamo ereditate. E' compito nostro, e abbiamo cinque anni per farlo, dare significato a queste cose e strutturarle nel tempo.
Voglio porre delle domande anche a chi oggi urla al tradimento, allo scippo e a quant'altro. "Qual è la politica dei trasporti, qual è l'attenzione verso le infrastrutture del nostro territorio?" Guardiamo il Piano dei trasporti che la precedente Giunta ha predisposto e portato all'attenzione dei consigli provinciali e degli organismi previsti da un percorso di informazione e anche di condivisione. Era previsto un ruolo davvero importante e determinante per il sistema portuale di Olbia, che oggi invece vede svanire quel ruolo di vera porta della Sardegna. Su questo ci sono distrazioni e vorremmo riflessioni altrettanto importanti. Noi siamo in un percorso, come ho detto, a lungo termine, un percorso di attenzione verso il territorio e di strutturazione degli interventi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, presidente Cappellacci, Assessori, colleghi, nel discutere del G8 e di La Maddalena, dopo l'illustrazione della mozione presentata dall'onorevole Bruno e firmata da tutti i consiglieri dell'opposizione, prima di entrare nel merito della vicenda G8 e della riconversione e del futuro di La Maddalena, l'argomento merita qualche considerazione e una premessa. E cioè noi non facciamo una difesa del G8 in sé, ossia della riunione dei Capi di Stato; noi siamo per il rilancio, per un nuovo slancio delle istituzioni internazionali, dell'ONU, degli organismi internazionali legati a esso, dell'Unione Europea, della Confederazione degli Stati sudamericani e di quant'altro rappresenta gli Stati a livello internazionale e le Confederazioni di Stati. Di recente si è scoperto, grazie all'amministrazione Obama, che gli Stati Uniti non versavano più la quota di loro competenza, che era la quota maggiore, per il funzionamento dell'ONU, tanto che l'ONU stava rischiando di non poter più pagare gli stipendi. Una parte dell'amministrazione Bush aveva addirittura sostenuto che era necessario, per rafforzare il ruolo degli Stati Uniti, decretare il fallimento e quindi l'eliminazione dell'ONU. Per fortuna si è abbandonata quella strada e oggi si percorrono nuove vie per il rilancio delle istituzioni internazionali, anche grazie alla guida del presidente Obama. Ebbene, anche l'aver svuotato questi organismi del loro ruolo internazionale, della loro capacità di intervenire nel contesto internazionale ha prodotto la crisi mondiale che viviamo, il non controllo, il non intervento dello Stato, del pubblico. Anche questo è frutto delle politiche scellerate del passato, che speriamo non si percorrano più.
Per quanto riguarda il G8, è noto che il presidente Berlusconi aveva dapprima chiesto di spostarlo a Napoli e da ultimo ha ottenuto lo spostamento in Abruzzo. Noi esprimiamo solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto, non al Governo, che utilizza quella catastrofe per ulteriore visibilità su scala internazionale, perché la volontà di individuare un altro sito, infatti, era nota. Per noi, invece, e vengo all'argomento di oggi, la madre di tutte le battaglie era liberare dalle servitù militari la Sardegna. La Maddalena è la prima, ma purtroppo vi sono altre zone occupate da servitù militari.
Presidente Cappellacci, io sono nato nel '76, e nel '72, quindi quando non ero ancora nato, la base militare di La Maddalena, in seguito ad accordi segreti, iniziò l'iter per installarsi appunto nell'arcipelago. In quella occasione si svolsero delle manifestazioni, con la partecipazione di molti giovani, dai giovani anarchici fino ai giovani liberali, che contestavano l'individuazione di La Maddalena quale sito per una base militare. Ebbene, ho dovuto aspettare il 4 maggio 2009 per poter visitare l'ex Arsenale di La Maddalena, per poter visitare una parte di territorio sardo che era inaccessibile a tutti i sardi che non fossero militari o civili impiegati al suo interno. Per quello è stato una cosa straordinaria quell'intervento, e cioè per la riconversione, per la trasformazione, per l'inversione di rotta, per il fatto che le isole di La Maddalena e Santo Stefano potrebbero essere nel mondo appunto un esempio di riconversione da un'economia bellica, quindi di guerra, a un'economia di pace, cooperazione e sviluppo nel bacino del Mediterraneo.
Nella mozione presentata, che tratta appunto di La Maddalena e del futuro del nord Sardegna, c'è un passo che voglio leggere: il decreto legge 28 aprile 2009 prevede che non siano più dovuti le maggiorazioni, retroattivamente dal 1º marzo, per le lavorazioni eseguite su più turni di lavoro e il premio di produzione, quindi c'è il rischio di contenziosi e di mancato completamento delle opere. Bene, Presidente, mi rivolgo a lei che so, anche per la sua vita professionale, esperto di questioni di questo tipo: cosa significa retroattivamente dal 1º marzo? Come si stabilisce? Mettendo la data su ogni pietra posizionata? Probabilmente si parlerà di fatturazione, di documentazione prodotta circa il lavoro compiuto entro il 1º marzo, e quindi coloro che non hanno presentato quella documentazione e fornito le fatture entro il 1º marzo probabilmente saranno colpiti anche per i mesi precedenti. Questo crea o no un problema? Fossi in lei, nella Giunta, in tutti i colleghi, mi preoccuperei anche delle piccole questioni burocratiche e legali, legate a termini inseriti in decreti legge che potrebbero creare danni ulteriori allo sviluppo e al futuro di La Maddalena e nei nostri rapporti con imprenditori, commercianti e fornitori sardi che hanno collaborato e hanno avuto rapporti di lavoro con coloro che operavano all'interno di La Maddalena.
Bene, Presidente, la vicenda potrebbe essere riassunta così: poniamo che, nel '72 io fossi proprietario di un immobile e un giorno lo Stato avesse detto a un altro Stato o a un'altra persona di prenderne possesso, senza avvertirmi. Dopo trent'anni lo Stato, sempre senza avvertirmi, manda via l'inquilino e dice a me di realizzare delle opere, con soldi miei che, però, poi mi sottrae lasciando quelle opere incompiute. A quel punto io non ho ottenuto nulla né da parte dell'inquilino né da parte dello Stato che gli ha messo a disposizione il mio immobile abusivamente. Ora, lei, Presidente, utilizzerebbe le leggi dello Stato, si rivolgerebbe a un avvocato contro colui che le ha messo un inquilino in casa, le ha tolto le risorse e ha lasciato i lavori incompiuti, sì o no? Io credo che ognuno di noi a cui capitasse una vicenda simile per quanto riguarda un'abitazione privata si rivolgerebbe al miglior avvocato per chiedere il risarcimento danni alla persona che abusivamente e in modo indebito gli ha sottratto risorse e occupato un suo spazio.
Insomma, io le chiedo di operare in questo modo, in modo cioè che non vi siano opere incompiute, che i nostri fondi rientrino in Sardegna, affinché tutti i sardi, e in particolar modo i maddalenini, possano vedere lo sviluppo della loro terra. Oltre al danno economico, c'è infatti un danno che riguarda l'amarezza, la disillusione, la sfiducia nel futuro della popolazione maddalenina e di quant'altri hanno creduto in un futuro di sviluppo, di pace, di cooperazione e di nuovo impulso turistico nel territorio di La Maddalena. Noi abbiamo potuto toccare con mano, vedere con i nostri occhi questa disillusione nella popolazione di La Maddalena. A Palau, da dove ci siamo imbarcati sul traghetto, e poi a La Maddalena non si parlava d'altro. Ci siamo recati a La Maddalena la domenica per essere puntuali il lunedì mattina alla manifestazione e poter poi parlare, la sera, anche con la popolazione locale e con altri residenti. Abbiamo parlato col sindaco Comiti, con direttori di alberghi, con ristoratori, con anziani e con giovani disoccupati che avevano la speranza di un futuro occupativo dal nuovo sviluppo di La Maddalena. Ebbene, abbiamo anche saputo che pure il Comune di La Maddalena ha stanziato risorse, ma chi risarcirà il Comune e i maddalenini per i soldi che hanno speso per il loro futuro e il futuro della stessa Sardegna?
Accogliendo volentieri l'invito del Sindaco siamo entrati nell'ex Arsenale, accompagnati dai responsabili dei lavori e scortati dal Battaglione San Marco. Bene, Presidente, chi ci ha accolto all'ingresso? Il responsabile che ci è stato indicato, nel momento in cui abbiamo chiesto di entrare ci ha detto testualmente: "Noi abbiamo l'obbligo, a oggi, visto ciò che è successo, di consegnare gli immobili così come sono, grezzi." Questo ci è stato detto e mi dispiace che fossero pochissimi i consiglieri dell'opposizione presenti a quell'incontro, nell'ex Arsenale, con il responsabile dei lavori della Protezione civile che parlava a nome della Protezione civile e del Governo e rapportandosi con noi…
(Interruzioni)
Scusatemi, intendevo dire, ovviamente, che erano pochissimi i consiglieri della maggioranza, perché l'opposizione era presente al completo, mentre voi eravate a ranghi ridotti. Insomma, ci hanno detto che devono consegnare le opere così come sono e che non hanno l'obbligo di completare le opere riguardanti la viabilità e il verde.
Per concludere, Presidente, le chiedo, come se fosse accaduto in un suo appartamento, ma siccome si tratta d'altro, di rivolgersi alla Corte costituzionale per far valere i diritti dei sardi, dei maddalenini e anche i suoi e i nostri diritti. La ringrazio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI MARCO (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, Assessori, colleghi, noi oggi abbiamo davanti tre questioni, sulle quali è necessario che ci chiariamo le idee e che continuiamo - come stiamo facendo in questo dibattito da qualche ora - a raccontare la verità. La verità si compone di verità di parte, che poi possono diventare, ci si auspica, verità condivise. Le tre questioni sono: la questione del G8 e di cosa accade ora, nel post G8, la questione del mancato G8 e quella dei rapporti con lo Stato.
Perché si fece quella scelta sul G8? Lo abbiamo letto nei giornali dell'epoca, del giugno 2007, se n'è discusso: all'origine di quella scelta c'era l'idea che un evento di quel tipo sarebbe stato uno straordinario propulsore della riconversione di un territorio che altrimenti, per molti anni, avrebbe subito le conseguenze negative di un fatto positivo, cioè la restituzione alla Sardegna di una parte così pregiata del suo territorio, e anche una straordinaria occasione di promozione, nel senso che contestualmente la possibilità di riconvertire un'economia, di creare sviluppo anche molto concentrato negli anni della realizzazione delle opere, e di promuovere sulla scena mondiale un luogo così bello, così significativo per la Sardegna e per l'Italia. E' stato già detto, ci fu un patto tra lo Stato e la Regione nell'ambito di un patto più grande, e il patto era quello di mettere insieme, più la Regione meno lo Stato, risorse statali e regionali e di spenderle - come ha ben spiegato il nostro maestro del diritto, il collega Steri - utilizzando l'unico modo possibile per realizzare rapidamente delle opere pubbliche. In Italia, abbiamo un sistema di legislazione per quanto riguarda le opere pubbliche drammaticamente lento, lo sappiamo tutti, e siccome la Regione non può intervenire derogando a tutte queste norme che rendono così lenta la realizzazione di opere pubbliche, la possibilità di procedere molto rapidamente nelle cose fondamentali per lo sviluppo non solo di La Maddalena ma anche del nord Sardegna, e quindi della Sardegna, fu vista nello stabilire un patto con lo Stato, perché lo Stato gestiva e gestisce quelle risorse, che sono in maniera molto significativa e percentualmente maggioritaria risorse della Regione Sardegna. Quel patto si è rotto. Oggi ho sentito che quel patto non potevamo stipularlo, lo ha detto il collega Giacomo Sanna, nel senso che non era nella disponibilità di una sola persona - egli ha detto - orientare così le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate. Io credo che questa affermazione non sia vera, o meglio, io non la considero corretta, nel senso che l'organizzazione delle risorse che vengono gestite attraverso la programmazione degli interventi, che passa per i programmi regionali, per l'utilizzo delle risorse per le aree sottoutilizzate, è definita dalle leggi, è realizzata attraverso atti legislativi e di governo. E la Regione - non una persona, la Regione! - si era trovata, in quel contesto, a rifare un patto con lo Stato che prevedeva la risoluzione della vertenza sulle entrate, il trasferimento di competenze e la restituzione di un grandissimo numero di beni demaniali, l'utilizzo delle strutture che venivano costruite e, alla fine di quel lavoro che venne avviato dal Governo Prodi a meno di due mesi dal suo insediamento, con l'istituzione del "tavolo" Sardegna, anche l'attribuzione del G8 a La Maddalena.
Io vi chiedo: ma secondo voi gli abitanti di quel territorio preferivano e preferiscono l'utilizzo di risorse che nel complesso erano di oltre un miliardo di euro in due anni, oppure la rivendicazione nei confronti degli Stati Uniti o dello Stato italiano di una partita che era una parte di una partita più ampia, quella delle entrate, che comunque ha portato un enorme beneficio alla Sardegna? Io penso che una cosa così straordinaria e di impatto così forte fosse la soluzione migliore. E poi - lo dico anche al collega Capelli - la Regione c'era! Cioè quel giorno il Consiglio dei Ministri si riunì alla presenza del Presidente della Regione e quindi la Regione, quando si prese quella decisione, c'era, perché in Consiglio dei Ministri la Regione è rappresentata dal Presidente della Regione, che si chiami Soru o che si chiami Cappellacci.
Ora il problema, però, è un altro, onorevole Sanna, e cioè che sono spariti anche i nostri soldi! Cioè si dice: "Il Presidente della Regione non può decidere come si utilizzano le risorse del FAS della Sardegna". E invece lo Stato può dire, in un emendamento che è stato presentato ieri al decreto Abruzzo, che le ordinanze rimangono inefficaci e i costi vengono compensati con risorse della Regione e degli enti locali? Ci sono stati sottratti oltre 500 milioni di euro destinati alla Sassari-Olbia, ed erano fondi FAS attribuiti alla Sardegna, e quasi 100 milioni di euro per il progetto relativo agli attrattori turistici nel Mediterraneo. Quei soldi ci vengono sottratti e i maggiori risparmi - dice un emendamento presentato dal Governo - derivanti dall'attuazione del decreto vengono trasferiti allo Stato per gli interventi per il terremoto. E in più gli altri interventi li pagate con risorse della Regione e degli enti locali.
Voglio dire, ci lamentiamo di come abbiamo orientato le nostre risorse (è vero, noi le abbiamo orientate là perché dovevamo comunque realizzare certe opere, e la loro mancata realizzazione è un altro danno dello spostamento improvvido, improvviso e troppo ritardato del G8) e non ci lamentiamo del fatto che ce ne stanno sottraendo un'enorme quantità!
Allora, cosa facciamo adesso? Questo credo che sia il punto fondamentale. Ci sono state dichiarazioni e rassicurazioni. Presidente Berlusconi, 2 maggio: "Faremo a La Maddalena il G8 Ambiente". Le chiedo, presidente Cappellacci, cos'è il G8 Ambiente e quando si terrà a La Maddalena, se Berlusconi gliel'ha detto? "La Sardegna sarà ricompensata". Per adesso l'emendamento del Governo dice: "a titolo compensativo degli effetti derivanti dalla diversa localizzazione", verrebbe da dire diamo dei soldi alla Sardegna. No, la Regione e gli enti locali pagano con altre risorse proprie la realizzazione di quegli interventi.
Presidente Cappellacci, 6 maggio: "Realizzeremo entro quest'anno almeno sei eventi internazionali a La Maddalena". Gli eventi internazionali si preparano per tempo. Quali sono? Quando si svolgono? Di cosa trattano? Io so che il G8 Ambiente è una sessione del G8 sul cambiamento climatico che sarà presieduta dal Presidente degli Stati Uniti e dal Capo del Governo italiano e che si terrà a L'Aquila, però vorrei essere smentito.
E ancora, lei, presidente Cappellacci, ci rassicura e tutti i giorni, sui giornali, leggo che la Sassari-Olbia si farà, quindi, alla fine, mi convinco che si farà, quasi la vedo! Vorrei capire, dato che qua parliamo anche delle altre opere: il decreto legge del 28 aprile non dice che si completano tutte le opere programmate - l'ha spiegato bene il collega Steri -, ma dice che si completano le opere avviate. Vorrei capire se riusciamo a ottenere delle modifiche di testi di legge, anziché delle rassicurazioni. E allora, cerchiamo di far inserire in quel provvedimento almeno l'ultimazione di tutti gli interventi programmati, che sono comunque pochi, perché l'importo è di 230 milioni di euro, non ci sono tante opere collaterali, non c'è la Sassari-Olbia. Dove è scritto che si fa la Sassari-Olbia? In che tempi, con quali risorse, con le risorse di chi? Ci restituiscono i 522 milioni di euro del FAS Sardegna o no?
Queste sono le domande: tempi certi e atti normativi con cui si adottano le decisioni. Abbiamo davanti un momento ottimo per ottenere queste cose. E' infatti in discussione al Parlamento la conversione di questo decreto legge. La maggioranza dice che non vanno bene gli emendamenti che noi abbiamo presentato per fare in modo che chi aveva assunto degli impegni, gli operatori economici ad esempio, ottengano un ristoro dei danni che hanno subito. E' una cosa scritta un po' meglio rispetto all'emendamento idiozia, così lo chiamò qua il collega Capelli. Si dice di no a tutta una serie di nostri emendamenti che ristabiliscono solo la certezza del diritto, in sostanza, evitando che lo Stato cambi le carte in tavola all'ultimo momento. Noi, invece, chiediamo alla Regione di ottenere dalla sua maggioranza parlamentare l'adozione adesso di norme che assicurino che le cose che voi state annunciando quotidianamente si realizzeranno veramente.
Non ho tempo per sviluppare il terzo punto, però credo che anche questa vicenda, questa modalità di ottenere i nostri diritti e il risarcimento di un gravissimo danno che sta subendo la nostra comunità regionale sia un modo per impostare i rapporti tra Stato e Regione. Rappresenti tutti noi, presidente Cappellacci. E' necessario un atteggiamento duro, perché di fronte alla sottrazione diretta di risorse occorre un atteggiamento molto chiaro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signor Presidente, Assessori e colleghi, devo dire che io ho condiviso lo spirito della mozione, nel senso che sono uno di quelli che hanno sostenuto da subito l'utilità di celebrare il G8 a La Maddalena e che non ne hanno certamente accettato di buon grado il trasferimento, però ci sono situazioni che esulano dalle esigenze della Sardegna e che hanno portato a fare questa scelta.
Tuttavia io credo che anche questa scelta vada ragionata. Avrei apprezzato, da parte dei firmatari della mozione, un ragionamento sul trasferimento del G8 da La Maddalena a L'Aquila e su quello che accadrà successivamente, invece, devo dirlo, cari colleghi dell'opposizione, ho visto che qui si è sviluppata una grande strumentalizzazione e mi pare che questo sia un pretesto per fare altri ragionamenti che nulla hanno a che vedere con il G8 e il suo trasferimento. Perché quando sento, come ho sentito stamattina e ieri, il discorso sul nucleare, sul fatto che quasi quasi la Sardegna si sveglierà e non so quante basi nucleari si ritroverà nel suo territorio, e poi sento il Presidente della Regione - ma non avevo dubbi su questo - dire che sono tutte balle, allora io penso che stiamo sollevando un gran polverone e non stiamo facendo capire bene ai sardi di che cosa stiamo discutendo e come ci dobbiamo organizzare anche a seguito di quello che è successo col trasferimento del G8.
Allora, io ero d'accordo sulla celebrazione del G8 a La Maddalena e non ho certamente pregiudiziali ideologiche, come invece possono avere i colleghi Uras, Ben Amara e altri che sono intervenuti, però da subito mi sono convinto che questa fosse una scelta giusta, anche perché bisogna analizzare quello che è successo in tutti questi anni. Ho molti dubbi, invece, sulla politica che è stata portata avanti dal precedente Governo della Regione, sulla cacciata degli americani, che credo sia stata una battaglia più che altro ideologica. Credo che sia giusto dare la possibilità a La Maddalena e ad altre zone occupate da basi militari di riconvertire la loro economia, ma qui non mi pare che si sia affrontato il problema in questi termini, perché spesso le popolazioni interessate sono state tagliate fuori dalle decisioni e ciò che è più preoccupante è che nessuno si è curato, sino a oggi, delle conseguenze che le scelte che sono state fatte avrebbero avuto sulle ottomila persone circa che lavoravano nella base militare. Non mi pare, infatti, che si sia riusciti a dare risposte adeguate.
Io voglio, però, fare un altro ragionamento oggi, perché finalmente questa mattina ho sentito parole sincere. Il Presidente della Regione dice: "I fondi per il G8 e le opere collaterali sono fondi FAS". Sono le cose che noi avremmo voluto sentire dal centrosinistra, che nella passata legislatura sosteneva, al contrario di quello che sappiamo oggi, che i fondi per preparare il G8, soprattutto per le opere dirette da realizzarsi a La Maddalena sarebbero stati del bilancio dello Stato, che sarebbero arrivati in Sardegna 300 milioni di euro, addirittura 350, come ho sentito dire in qualche occasione. Oggi invece sappiamo, effettivamente anche a seguito di tutto quello che è successo, che di fatto sarebbero stati utilizzati fondi regionali. Io, devo dire la verità, se avessi capito da subito che i fondi per preparare il G8, e quindi anche per le opere collaterali, ma in quel caso era scontato, dovevano essere fondi regionali, non sarei stato d'accordo sul fatto che una parte così consistente dei fondi del bilancio regionale venisse utilizzata per preparare questo evento, anche se importante, e comunque che fosse concentrata - stiamo parlando di migliaia di milioni di euro - solo in una zona. Siccome credo di essere stato eletto in questo Consiglio regionale per rappresentare tutta la Sardegna e poiché mi rendo conto che ci sono moltissime zone che hanno gli stessi problemi o forse problemi persino maggiori di quelli di La Maddalena, avrei sinceramente avuto problemi e avrei pensato che si sarebbero dovute programmare in modo diverso quelle risorse.
Allora, bisogna dire la verità, cari colleghi del centrosinistra, quando si stanziano 96 milioni di euro per un evento che si sa che richiederà dieci volte tanto, non si sta dicendo la verità alla gente. Ecco, questo è il vero problema. Credo che se noi avessimo ricondotto il dibattito sui binari giusti, quelli della correttezza dell'informazione, forse oggi non ci sentiremmo così delusi.
Ecco, io sono del parere che la scelta di spostare il G8 a L'Aquila ha sicuramente delle motivazioni. Sono solidale, così come mi pare che abbia dimostrato di essere questo Consiglio regionale, nei confronti dell'Abruzzo e in particolare della città di L'Aquila, però credo che il metodo che è stato adottato non sia stato corretto, bisogna dirlo, perché l'articolo 47 dello Statuto, che prevede il coinvolgimento del Presidente della Regione quando si fanno scelte di governo che riguardano la Sardegna, non è stato rispettato. Bisogna anche dire che noi il G8 ce lo siamo ritrovato in Sardegna, perché non è vero che abbiamo deciso qui; qualcun altro ha deciso altrove e il G8 noi ce lo siamo ritrovato in casa. Non ha certamente deciso questo Consiglio regionale. Il presidente Soru non è venuto qui a dire che dovevano deliberare su questa scelta. Allora, bisogna dire la verità, perché non si può andare a senso unico, non ci si può scandalizzare oggi per il fatto che non è stato coinvolto il Governo della Regione, mentre in passato si è accettato che questo si verificasse.
Ma io credo che il problema oggi sia un altro. Credo che siamo arrivati alla fase due, il che significa che c'è tutta una serie di opere avviate e programmate che vanno completate. Noi dobbiamo lavorare, oggi, per vedere come uscire da questa situazione, se è possibile adottare la formula semplificata, così come era stata adottata nel momento in cui è stato avviato il programma per il G8, perché se riusciamo a mantenere queste condizioni, sono convinto che potremo accelerare l'iter di realizzazione delle opere.
Cari colleghi del centrosinistra, è giusto fare una battaglia per quanto riguarda la Sassari-Olbia, che è una strada di grande importanza, però vi devo ricordare che per quanto riguarda la Olbia-Palau siete stati cinque anni a discutere se doveva essere a due o a quattro corsie, se doveva essere finanziata o meno, eppure i lavori erano già iniziati. Nessuno allora si è scandalizzato e noi non abbiamo fatto questa grande strumentalizzazione che invece voi state mettendo in atto oggi. Io sono convinto che la Sassari-Olbia si farà e mi auguro che, anche con l'intervento autorevole del Presidente della Regione, si riuscirà a realizzarla in tempi rapidi.
Voglio fare un'ultima riflessione, Presidente, che è questa: io sono fra quelli che hanno contribuito e gioito per la sua vittoria elettorale, a cui ha contribuito con me tutta la Sardegna, anche quella parte che supera la linea di Sanluri e che è rimasta fortissimamente delusa dal precedente Governo di centrosinistra. Ecco, quella Sardegna delusa, che ha votato per il centrodestra e per il presidente Cappellacci, oggi si aspetta più attenzione, più concretezza e più determinazione nella soluzione dei suoi problemi, perché sta attraversando, a causa anche di una serie di politiche sbagliate, una crisi devastante dal punto di vista economico e sociale.
PRESIDENTE. Onorevole Ladu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vorrei conoscere il calendario dei lavori di questa mattina e di stasera.
PRESIDENTE. E' previsto ancora un intervento per questa mattina, fino alle ore 14, riprenderemo i lavori alle ore 16.
E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Cercherò di rimanere all'interno, anzi, sicuramente rimarrò all'interno delle ore 14, come credo tutti desiderano a quest'ora tarda.
Mi collego ad alcuni argomenti e anche al metodo a cui ha fatto riferimento il collega Gian Valerio Sanna, che non è entrato nel merito dei temi contabili dell'operazione, ma ha voluto trattare l'aspetto più politico di quello che è successo per questa regione, di quello che ha significato togliere il G8 alla Sardegna in questa maniera. Credo che ne siamo tutti molto consapevoli e io, devo dire, sono molto sorpreso dalla posizione di alcune forze autonomistiche che non hanno riferimenti nazionali nei loro partiti, che pure sono partiti nazionali, perché credo che in una situazione del genere in altri tempi probabilmente ci sarebbero stracciati le vesti.
Voglio solo citare il provvedimento che ha trasferito il G8 dalla Sardegna all'Abruzzo, in palese violazione della norma statutaria che prevede la partecipazione della Sardegna, ovverosia del presidente Cappellacci. E ne parlo senza entrare nel merito del G8, perché potrebbe dar fastidio, come dire, possiamo non condividere la parata dei potenti della terra, ma non possiamo far finta di dimenticare che cosa ha significato per la Sardegna e quale strategia, che penso abbia ben ricordato anche l'ex presidente Soru, c'era dietro questo percorso. La strategia la voglio ricordare, perché deve essere una ricchezza, credo, per tutta l'Aula. Quando noi parliamo di dismissione delle servitù militari, quando vogliamo liberare il nostro territorio dalle servitù militari, e noi abbiamo fatto una battaglia nella scorsa legislatura che ha creato questo contenzioso positivo con il Governo nazionale, che ci riconosceva e ci riconosce la possibilità di riappropriarci del nostro territorio, io credo che ci riferiamo a un patrimonio comune dei sardi, non a un patrimonio appartenente soltanto a questa o a quella comunità. Penso a Cagliari, di cui il presidente Cappellacci è stato, fino a poco tempo fa, un assessore importante anche per tutte le questioni che riguardano il piano strategico della città, e penso a quanto positivamente la restituzione delle servitù militari sia stata vista come motore di sviluppo.
Per questo vorrei sapere innanzitutto, anche su questo argomento, cosa intende fare il presidente Cappellacci col Governo nazionale, proprio partendo da La Maddalena, dalla grande possibilità che il G8 rappresentava per creare sviluppo. Una buona prassi, verrebbe da dire, quasi con un taglio sociale. Cioè La Maddalena rappresentava non il fatto che tante risorse venivano concentrate su quest'isola - prima ho sentito dire che non è giusto che vada tutto a La Maddalena -, bensì l'esempio, la buona prassi per cui per la prima volta si poteva riconvertire ad altissimo livello un'economia a base militare in un'economia a base civile. Per questo era strategico l'accordo tra la Regione e il Governo nazionale, finalizzato proprio a dare un esempio, per riappropriarci finalmente di tutti quei territori che riteniamo nostri, che tutti, anche da destra, hanno chiesto venissero restituiti alla Sardegna. Ecco, per questo il G8 rimaneva un fatto importante che dovevamo, dobbiamo proteggere. Dobbiamo continuare a protestare finché non ci saranno gli equi risarcimenti che ci competono per lo scippo che abbiamo subito, io lo chiamo schiaffo.
Vorrei parlare adesso di solidarietà più che di altri argomenti, perché io non credo, non l'avevo ancora detto, ma lo voglio dire, alla solidarietà. Il colpo di scena del presidente Berlusconi è stato particolarmente massmediologico, ottimo da un punto di vista della visibilità internazionale. Dire: "Facciamo il G8 in una zona terremotata" è di grande effetto, però, come qualcuno che mi ha preceduto ha detto, noi abbiamo i morti. Il presidente Soru ha detto che i morti sulla Sassari-Olbia, solo per citare un esempio, sono indubbiamente il nostro terremoto, che continuerà. Questo lo dico al nostro Governatore, perché, come ha detto anche il mio Capogruppo all'inizio del suo intervento, se il presidente Cappellacci prende, a schiena dritta, una posizione importante rispetto alle politiche del Governo, noi ci siamo. Io sento che se questa è una posizione seria può essere condivisa pienamente.
Ma perché non credo alla solidarietà? Perché non credo che il G8 possa portare all'Abruzzo chissà quali vantaggi? Perché un paio di giorni dopo aver preso questa decisione sul G8, il Governo nazionale cosa ha fatto? Ha stanziato, col parere positivo della Commissione Difesa della Camera, 13 miliardi di euro per l'acquisto di centotrentuno aerei da guerra. Una spesa incredibile! Non spendiamo 13 miliardi di euro in aerei, diamo queste risorse all'Abruzzo e lasciamo il G8 in Sardegna. Ma su queste cose non si discute, perché stanziare 13 miliardi di euro per comprare centotrentuno F-35 è una cosa importante! E' una cosa, io ritengo, grave in questo periodo. Tra l'altro, questi aerei vengono acquistati non per la difesa del territorio nazionale, ma per i compiti di peace keeping che si devono svolgere a livello internazionale. Quindi mi viene da dire, scusate, che è una spesa superflua, per essere buono, perché sappiamo che l'industria degli armamenti da sempre, come dire, diventa un volano nei momenti di crisi. Però, ripeto, credo che l'Abruzzo e la Sardegna possano diventare un volano. Per questo credo all'effetto sui mass media, ma non credo per niente al fatto che ci sia un intento solidaristico, che vuol dire case, vuol dire strade, vuol dire fogne.
Ecco, ciò che a me, devo dire, sorprende, e su questo mi aspettavo una sollevazione da parte di tutti, è anche l'atteggiamento del presidente Berlusconi. Io ho visto che nella stessa giornata il nostro Presidente della Regione è andato a Roma a parlare col Presidente del Consiglio, dopo la decisione di togliere il G8 a La Maddalena, e la sera il presidente Berlusconi era a cena, a Pula, con gli industriali, ma nessun rappresentante della Sardegna. Io questa cosa l'ho notata e mi ha lasciato stupefatto. Cioè non è possibile che il Presidente della Regione vada la mattina a Roma e la sera il presidente Berlusconi arrivi in Sardegna, passando tra l'altro - apro una parentesi, scusate se sono monotono - davanti ai territori alluvionati, come quello di Capoterra, per i quali questa Giunta e la Giunta precedente hanno stanziato quasi 100 milioni di euro, mentre il Governo Berlusconi ne ha stanziato 7. Allora, anche questo gesto non mi sembra dia valore a questa istituzione. Vorrei sapere cosa pensa il presidente Cappellacci del fatto che il presidente Berlusconi sia stato qui proprio il giorno in cui lui è dovuto andare a Roma. La stessa sera il presidente Berlusconi è venuto qui, senza avvisare, o almeno io non ho visto nessun rappresentante istituzionale della Sardegna a quella cena con gli industriali. Per questo ho difficoltà a credere agli atti di solidarietà. Io credo sia stato, invece, un modo per gestire un'immagine. Sapevamo da tempo che Napoli era vista come possibile sede del G8, in alternativa a La Maddalena, quindi c'era un piano scientifico per togliere la paternità a questo percorso.
Concludo con la notizia che è uscita oggi sulla stampa e chiederò al presidente Cappellacci qual è il suo parere sull'emendamento presentato ieri dal Governo al decreto Abruzzo, come è stato ricordato anche dal collega Marco Meloni e da altri. Allora, io ho sentito oggi, alla radio, una dichiarazione del senatore Francesco Sanna, il quale ha detto: "Secondo me questo decreto è eversivo". Perché? Perché scarica d'imperio sugli enti locali e sulla Regione il costo del completamento dei lavori. Ecco, quel decreto è stato definito "eversivo" e io vorrei sapere cosa ne pensa il nostro Presidente e cosa farà davanti a questo emendamento, che non è definitivo, e che spero veramente non sia un ulteriore schiaffo davanti a un percorso che credo, com'è stato definito prima anche dall'onorevole Steri, debba essere "contestativo" La Sardegna deve, cioè, porre in essere una procedura contestativa nei confronti di Roma. Vorrei sapere se ci sono spazi per fare politiche unitarie, al di là degli schieramenti, se questa maggioranza e questo Presidente, il Presidente della Sardegna, vogliono seriamente tenere alta una bandiera che appartiene a tutti, per rivendicare alla Sardegna quello che è nella sua autonomia e che è previsto dalla Costituzione.
PRESIDENTE. I lavori del Consiglio terminano qui, riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Giampaolo Diana.
La seduta è tolta alle ore 14.