Seduta n.33 del 19/09/2014
XXXIII SEDUTA
Venerdì 19 settembre 2014
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 22.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 5 agosto 2014 (30), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Carta, Augusto Cherchi, Lorenzo Cozzolino, Roberto Desini, Pier Mario Manca, Gavino Sale, Christian Solinas, Paolo Truzzu, Alessandro Unali, Emilio Usula e Paolo Zedda hanno chiesto congedo per la seduta del 19 settembre 2014.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Lai - Daniele Cocco - Pizzuto - Agus:
"Disposizioni in materia di utilizzo del territorio regionale per lo svolgimento di esercitazioni militari". (102)
(Pervenuta il 10 settembre 2014 e assegnata alla prima Commissione.)
Crisponi - Dedoni - Cossa:
"Disciplina dell'attività ricettiva di bed and breakfast (B&B)". (104)
(Pervenuta il 10 settembre 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Christian Solinas - Carta - Orru':
"Ulteriore proroga dei termini per la presentazione delle istanze per la realizzazione degli interventi di cui alla legge regionale n. 4 del 2009 e successive modifiche ed integrazioni". (105)
(Pervenuta il 10 settembre 2014 e assegnata alla quarta Commissione.)
Floris:
"Proroga dei termini di cui alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4, e successive modifiche ed integrazioni, e alla legge regionale 7 ottobre 2013, n. 28 (Piano casa)". (106)
(Pervenuta l'11 settembre 2014 e assegnata alla quarta Commissione.)
Usula - Zedda Paolo - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Anedda - Sale - Unali - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Lai - Agus - Arbau - Perra - Ledda - Azara:
"Modifica alla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18 (Nuove norme per l'esercizio degli agriturismo) e nuove norme sulle fattorie didattiche e sociali ". (107)
(Pervenuta il 15 settembre 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Locci - Pittalis - Cappellacci - Tunis - Fasolino - Tocco - Zedda Alessandra - Peru - Tedde - Randazzo:
"Istituzione del distretto del tonno nell'arcipelago del Sulcis ". (108)
(Pervenuta il 16 settembre 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Cocco Pietro - Pittalis - Anedda - Ledda - Cocco Daniele Secondo - Manca Pier Mario - Rubiu - Dedoni - Desini - Fenu:
"Disposizioni urgenti a favore della Provincia di Sassari ". (109)
(Pervenuta il 17 settembre 2014 e assegnata alla terza Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Cappellacci - Peru - Locci sulla situazione generale del servizio di trasporto aereo svolto dalla società Meridiana, con particolare riferimento alla Sardegna". (87)
(Risposta scritta in data 12 settembre 2014.)
"Interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Randazzo - Cherchi Oscar - Fenu sulla chiusura della stagione venatoria in Sardegna". (105)
(Risposta scritta in data 12 settembre 2014.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura del Servizio di ortopedia dell'Ospedale Antonio Segni di Ozieri". (139)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, sugli effetti provocati dall'embargo imposto dalla Russia ai prodotti agroalimentari". (140)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito all'erogazione dei contributi alle società sportive in seguito alla deliberazione della Giunta regionale del 2 settembre 2014". (141)
"Interrogazione Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sul taglio dei finanziamenti all'Isre". (142)
"Interrogazione Arbau, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione della scuola primaria di Ollolai e Olzai". (143)
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione della Stazione Carabinieri all'interno dell'area industriale di Macchiareddu". (144)
"Interrogazione Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sugli aumenti delle aliquote IPT e dell'imposta sulle assicurazioni di responsabilità civile da parte del commissario della Provincia del Medio Campidano". (145)
"Interrogazione Tedde, con richiesta di risposta scritta, sulle cause dell'incendio verificatosi in data 24 luglio 2014 presso la base militare di Torre Poglina in Alghero". (146)
"Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione in locazione di un'area di proprietà dell'Amministrazione regionale, sita nel Comune di Cagliari, senza alcuna procedura di evidenza pubblica". (147)
"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del nuovo presidio pediatrico-microcitemico (Ospedale del bambino) di Cagliari". (148)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla selezione di Abbanoa Spa, gestore del servizio idrico integrato della Regione". (149)
"Interrogazione Tendas - Collu - Demontis - Deriu - Comandini - Forma - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, in ordine ai disservizi causati dalla RFI a seguito della soppressione di alcune tratte ferroviarie, ai continui ritardi, alla chiusura delle sale d'attesa e dei servizi igienici di diverse stazioni ferroviarie della Sardegna e sull'intero sistema infrastrutturale della rete ferroviaria sarda". (151)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Truzzu - Tocco - Fenu - Floris relativa alla situazione dell'ex Ospedale Marino (consegna dello stabile e percorso accreditamento sanitario)". (56)
"Interpellanza Arbau - Azara - Ledda - Perra sul fondato pericolo di chiusura della Corte d'appello di Sassari e di alcuni importanti tribunali sardi". (57)
"Interpellanza Azara - Arbau - Ledda - Perra sulla grave situazione igienico ambientale del territorio di Buggerru, per la mancata realizzazione sia dell'impianto di depurazione delle acque reflue, che dell'impianto di potabilizzazione". (58)
"Interpellanza Locci - Tunis sulla mancata richiesta, da parte della Giunta regionale, di parere finanziario di cui all'articolo 16, comma 4, della legge regionale n. 13 del 2010". (59/C3.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Mozione Ledda - Arbau - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Desini - Usula - Anedda - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Fenu - Agus - Azara - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Demontis - Deriu - Fasolino - Floris - Forma - Lai - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Randazzo - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Zedda Alessandra - Zedda Paolo sull'esigenza di ricondurre in ambito regionale la gestione del libro genealogico del cavallo anglo-arabo sardo". (66)
"Mozione Dedoni - Pittalis - Solinas Christian - Fenu - Cossa - Peru - Crisponi - Cappellacci - Floris - Carta - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Orrù - Pinna Giuseppino - Randazzo - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra sulla Fondazione Banco di Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (68)
"Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Orrù - Cappellacci - Oppi - Locci - Peru - Crisponi - Tedde - Zedda Alessandra - Randazzo - Fasolino - Tatti - Pinna Giuseppino per esprimere solidarietà ai due marò detenuti ingiustamente in India, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (69)
"Mozione Cossa - Dedoni - Crisponi sull'accordo Regione-Governo sul patto di stabilità e sulla certezza delle entrate". (70)
"Mozione Zedda Paolo - Sale - Usula - Cherchi Pier Mario - Manca - Unali sul referendum previsto in Scozia per il 18 settembre 2014 avente ad oggetto l'indipendenza della stessa dal Regno Unito". (71)
Programmazione bimestrale dei lavori
PRESIDENTE. Comunico il programma bimestrale dei lavori dell'Assemblea e delle Commissioni predisposto, ai sensi dell'articolo 23 del Regolamento, a seguito della Conferenza dei Presidenti di Gruppo tenutasi il 10 settembre 2014, sentita la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni permanenti.
Sono stati individuati degli argomenti prioritari il cui elenco è a disposizione dei consiglieri.
(Lo schema della programmazione bimestrale è allegato alla seduta)
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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 94/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Gavino Manca, relatore.
MANCA GAVINO (Centro Democratico), relatore. Presidente, colleghe e colleghi, permettetemi innanzitutto di ringraziare la dirigente, la dottoressa Pautasso, e la funzionaria, la dottoressa Caria, perché con il loro costante impegno e la grande professionalità, dimostrati nell'affrontare un tema ricco di insidie e di ostacoli normativi e giuridici, ci hanno dato l'opportunità di esitare un buon disegno di legge, a mio parere.
E permettetemi anche di ringraziare tutti i colleghi della Commissione, ma in particolare quelli della minoranza, lo faccio pubblicamente, perché hanno dimostrato grande senso di responsabilità, grande disponibilità al dialogo e al lavoro su un tema che ci vede portare avanti in maniera unitaria gli interventi che il Consiglio deve fare per arrivare a una soluzione del problema. Ringrazio anche l'Assessore e il direttore generale dell'Assessorato, il dottor Annichiarico, per la disponibilità e il fattivo contributo che hanno dato, in quanto la Commissione è partita da un loro disegno di legge sul quale ha lavorato per migliorarlo.
La Commissione, sin dal suo insediamento, si è occupata del problema del personale CESIL, CSL e delle Agenzie di sviluppo, ritenendo che fosse una priorità da affrontare e da risolvere in modo stabile e definitivo. In apertura di questo intervento consentitemi di fare anche una considerazione di carattere generale sul precariato, perché non voglio che in quest'Aula o anche i cittadini fuori da quest'Aula possano pensare che noi facciamo figli e figliastri.
Il problema del precariato è un problema molto importante per la nostra Regione, che negli ultimi anni ha assunto dimensioni che non riusciamo neanche a quantificare; pertanto penso che sia importante fare chiarezza sulla sua entità, penso che sia fondamentale capire esattamente di che cosa stiamo parlando e dialogando con l'Assessore del personale abbiamo concordato che questa è un'esigenza importante.
Comunico quindi all'Assessore del personale (la comunicazione arriverà comunque per le vie istituzionali, quelle consuete, tramite la Presidenza del Consiglio) che il sottoscritto, in qualità di Presidente della Commissione lavoro, e il Presidente della prima Commissione, che si occupa di personale, hanno avanzato una richiesta ufficiale alla Presidenza del Consiglio affinché chieda alla Giunta di effettuare un monitoraggio, e di mettere a disposizione conseguentemente i risultati ottenuti, al fine di stabilire il livello di precariato presente nella nostra Regione considerando anche tutti gli enti collegati, compresi enti locali, aziende sanitarie e agenzie.
Questo monitoraggio è importante per capire che cosa dobbiamo fare e in quale direzione muoverci. Condivido le parole del Presidente, le considero molto corrette e molto serie, sulla necessità di fare una mappatura generale. Penso anche però che debba essere, e questo la Commissione lo farà, un intervento importante, immediato e definitivo, per capire quali sono le opportunità che possiamo dare a queste persone. Dobbiamo chiarire secondo le loro condizioni giuridiche e i loro diritti, le singole situazioni, e poi dobbiamo chiarire in base a quali esigenze della Regione, e del sistema istituzionale a essa collegato, recuperare queste forme di precariato.
Permettetemi però di dichiarare, con altrettanta chiarezza, che dobbiamo avere anche la capacità di dire a noi stessi, ma anche ai cittadini, che è tempo di dire basta al permanere di un sistema i cui aspetti problematici in questi vent'anni si sono incancreniti assumendo, come ho già detto, dimensioni spropositate. Dobbiamo tracciare una linea di divisione definitiva, assumendoci la dovuta responsabilità e sapendo che, probabilmente, dovremo fare anche dei sacrifici, tenendo conto che in questo senso si sta muovendo anche il Governo centrale.
Dobbiamo quindi ridare fiducia e speranza anche a tutti quei lavoratori, quei cittadini, quei giovani, che sperano di poter avere, anche loro, l'opportunità di partecipare alla ricerca di un posto di lavoro nel settore pubblico, partecipando a un concorso normale, un concorso che premi il merito e la qualità, purtroppo in questi anni molte volte questo non è accaduto. Noi, secondo me, abbiamo quest'obbligo e in questo periodo storico particolare dobbiamo avere la capacità di coniugare queste due fondamentali esigenze.
Ritorno al disegno di legge perché siamo certi che sia necessario intervenire con determinazione per una riforma complessiva e organica del sistema regionale dei servizi per il lavoro. La loro riorganizzazione, la loro riqualificazione e il loro rafforzamento numerico, relativamente al personale e al territorio, sono elementi ormai improrogabili. Il percorso, iniziato con la revisione, la modifica e l'approvazione dello statuto e della pianta organica dell'Agenzia regionale del lavoro, deve fondersi, assorbendoli definitivamente, con i Centri per l'impiego creando un sistema unico che orienti, riqualifichi e riposizioni i lavoratori nel mondo del lavoro, occupandosi delle politiche attive del lavoro, non delle politiche passive del lavoro; un sistema che, territorializzato, si integri nel progetto di riforma del nostro sistema istituzionale al quale l'assessore Demuro e la Commissione stanno lavorando. Esattamente così come sta accadendo in queste ore nel nostro Paese con la riforma del lavoro, col famoso Jobs act, ma specialmente così come è accaduto e accade nei paesi e nelle nazioni europee più avanzate su questi temi.
In tale ottica, ritornando prettamente al disegno di legge, già nelle prime sedute della legislatura, la Commissione ha sentito sull'argomento gli Assessori del lavoro, degli affari generali e i rappresentanti dei sindacati confederati e di categoria aprendo un confronto a tutto campo per verificare ogni possibile soluzione normativa e pervenendo all'approvazione di una risoluzione di indirizzo. Tuttavia, nonostante l'impegno e la collaborazione fattiva da parte di tutti i soggetti che ho citato, ma anche di tutti i Gruppi politici, per addivenire quanto prima a una riforma organica dei servizi e delle politiche per il lavoro, l'approssimarsi della scadenza del 30 settembre 2014 dei contratti di lavoro a tempo determinato del personale dell'Agenzia per il lavoro, ha reso necessario individuare un percorso a tappe che deve partire necessariamente da un intervento legislativo di proroga dei contratti in scadenza.
Questo disegno di legge disciplina pertanto la proroga del contratto a termine del personale dei CSL, CESIL e delle Agenzie di sviluppo che, in base a quanto previsto dall'articolo 5 della legge regionale numero 3 del 2013, è stato inquadrato a tempo determinato alle dipendenze dell'Agenzia regionale per il lavoro. La proroga è prevista per il termine massimo di tre anni, stabilito dal decreto legislativo numero 368 del 2001, che potrà essere utilizzato per avviare e concludere le suddette procedure di stabilizzazione.
Tale proroga è tra l'altro finalizzata a garantire l'attuazione del programma "Garanzia giovani", per il quale il personale in questione è stato opportunamente formato ed è ancora formato in questi giorni. Relativamente a "Garanzia giovani", ricordo che si tratta di un programma importante (un impegno e una scommessa) del Governo nazionale finanziato dall'Unione europea e al quale hanno già aderito circa nove mila giovani sardi; un programma quindi che aspetta solo di essere attuato.
Anche a livello nazionale la legge di stabilità ha previsto per il 2014 una norma che "allo scopo di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l'impiego, nonché l'avvio del Piano per l'attuazione della raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 22 aprile 2013 sull'istituzione di una 'Garanzia per i giovani', proroga i contratti di lavoro a tempo determinato" (ecco il cappello sul quale anche il Governo ci dà una mano) "e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa del personale delle province". In questa fase siamo in una fase di spostamento delle competenze e dell'organizzazione del nostro sistema degli enti locali.
Vale la pena ricordare che questo Consiglio regionale, nella passata legislatura, è più volte intervenuto con diversi provvedimenti normativi a favore della stabilizzazione di tale personale prevedendo, in prima battuta, l'assunzione a tempo determinato da parte dell'Agenzia e disponendo, successivamente, con un indirizzo chiaro ed univoco, l'assunzione a tempo indeterminato previo espletamento delle previste procedure concorsuali, che vengono richiamate anche dalla legge numero 38 del 2013.
A tal fine mi permetto di ricordare che è in fase di valutazione (approfondiremo comunque il problema in un secondo momento) anche la situazione di un certo numero di persone che hanno partecipato al progetto "Lavorabile", sono persone disabili che sono state parte attiva nei CSL, nei CESIL e nell'Agenzia di sviluppo. Di queste persone stiamo valutando le posizioni giuridiche che penso siano sicuramente uguali a quelle degli operatori la cui attività stiamo prorogando in questo momento; la loro situazione non può essere oggetto di proroga perché non sono attualmente in servizio ma dovranno essere valutati nelle prossime settimane, quando avvieremo un percorso completo di stabilizzazione del personale, con assoluta attenzione e con gli stessi diritti rispetto ai lavoratori che stiamo prorogando in questo momento.
Possiamo dire anche che nel frattempo a livello statale sono intervenute diverse leggi, oltre alla citata legge di stabilità 2014, contenenti norme finalizzate al superamento del fenomeno del precariato, in particolare l'articolo 4 del decreto legge 31 agosto 2013, numero 101, convertito nella legge numero 125 del 30 ottobre 2013, che ha introdotto norme per favorire una maggiore e più ampia valorizzazione della professionalità acquisita dal personale con contratto di lavoro a tempo determinato e a ridurre nel contempo il numero dei contratti a termine, dando la possibilità anche alle Regioni di attivare le procedure per la stabilizzazione del personale interessato, sia pure al ricorrere di determinate condizioni e rispettando alcuni vincoli applicativi.
E' sembrato pertanto opportuno alla Commissione fare un esplicito riferimento alla legge numero 125 del 2013 per evidenziare il fatto che la proroga in questione non può essere finalizzata alla più generale stabilizzazione del personale precario in attuazione della legge numero 38 del 2013.
Per finire, la copertura finanziaria dell'intervento previsto dal presente disegno di legge è quantificata in 1 milione e 300 mila euro per gli ultimi tre mesi del 2014 e in 12 milioni di euro per 2015 e per il 2016.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA ROSSELLA (PD). Presidente, intervengo brevemente per esprimere soddisfazione e apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta, in particolare dall'Assessore del lavoro, e dalla seconda Commissione nella sua interezza, a partire dal presidente Manca e dai colleghi di minoranza che hanno contribuito a questo risultato. Mi unisco inoltre ai ringraziamenti già rivolti dal presidente Manca alle dottoresse Pautasso e Caria.
Il disegno di legge in discussione risulta particolarmente importante innanzitutto per assicurare il funzionamento e la continuità dei Centri servizi per il lavoro e dei Centri servizi per l'inserimento lavorativo, in attesa di una rapida riforma complessiva dei servizi e delle politiche del lavoro, anche in funzione dell'attuazione del progetto "Garanzia giovani". Ma questo provvedimento legislativo mette in sicurezza quelle risorse umane che durante dieci anni di lavoro precario hanno maturato competenze e professionalità presso i servizi CESIL e CSL, un passo necessario verso la stabilizzazione lavorativa di oltre 300 persone che fanno parte di quell'esercito di quasi 3 milioni e mezzo in Italia di lavoratori precari che si concentrano nel pubblico impiego, nella scuola, nella sanità, nei servizi pubblici, la maggior parte dei quali lavora nelle Regioni meridionali.
In Sardegna è l'Amministrazione regionale la più grande fabbrica di precari, e se l'OCSE attesta che oltre la metà dei lavoratori italiani under 25 ha un lavoro precario, in Sardegna i precari della pubblica amministrazione, soprattutto i lavoratori dei CESIL e CSL, hanno oltrepassato gli "anta". Una vita sempre in bilico nel labirinto della precarietà, una condizione esistenziale caratterizzata dall'insicurezza economico sociale che rende impossibile progettare un futuro individuale, così vivono i lavoratori dei servizi CESIL e CSL della Sardegna, coloro a cui si rivolgono precari e disoccupati e che vivono in prima persona la condizione esistenziale che il sociologo Luciano Gallino definisce "vite rinviate". Questo provvedimento è un ulteriore passo che segue la stabilizzazione di 70 lavoratori precari della Regione, della messa in sicurezza dei lavoratori della legge numero 47, che dimostra come questo Governo regionale sia fattivamente impegnato sul tema del lavoro e del superamento dell'emergenza sociale del precariato.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Tunis Stefano. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, questo è un provvedimento importante, un provvedimento che segna un momento storico nella vicenda dei Servizi per il lavoro e nella vicenda professionale di oltre 300 lavoratori che, per diverse inadempienze della pubblica amministrazione, dopo circa dieci anni di carriera all'interno di questo settore non hanno visto ancora perfezionata la loro posizione contrattuale.
Questo provvedimento non è la soluzione alle politiche del lavoro, non è un impegno che certifica come la Giunta stia andando nella direzione giusta rispetto agli interventi sul lavoro, questo è invece un provvedimento che rappresenta la somma di un impegno che è stato avviato nella seconda metà della scorsa legislatura e si è proiettato in questa e che era rivolto a correggere un'impostazione e un atteggiamento nei confronti di questi servizi e di questi lavoratori che non era della Regione sarda ma era delle Province.
La Regione infatti è stata chiamata, dopo oltre cinque anni, a intervenire in una vicenda non sua, perché per anni ha utilizzato, attraverso il Fondo sociale europeo, delle risorse finanziarie per consentire alle Province sarde di svolgere il ruolo che la legge numero 20 attribuiva loro e cioè quello di creare servizi per il lavoro in Sardegna; questo per anni non è stato fatto e soltanto con difficoltà questo Consiglio regionale arriva, oggi, a confezionare una norma che, seppure ancora con qualche speriamo facilmente superabile perplessità, riesce a licenziare la soluzione definitiva del problema.
Io infatti ricordo chiaramente, contrariamente a quanto diceva la collega, che il presidente Pigliaru durante le dichiarazioni programmatiche aveva detto che la sua Giunta e questa maggioranza non sarebbero state la Giunta e la maggioranza delle stabilizzazioni, delle assunzioni in Regione senza concorso; ricordo distintamente che il presidente Pigliaru intendeva marcare una forte discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni di centrosinistra, come ha correttamente ricordato la collega pochi istanti fa questa è la Giunta che cerca di fare esattamente il contrario.
Di conseguenza, nonostante si riporti la legge numero 38 del 2013, nonostante si indichi come opportunità di stabilizzazione quella più corretta prevista dal nostro ordinamento, tutti d'accordo, lo voglio sottolineare, anche noi a onore del servizio che hanno reso questi lavoratori, utilizzeremo uno strumento di stabilizzazione al fine di consentire a tutti questi lavoratori, che non hanno affrontato le stesse procedure selettive e lo stesso tipo di carriera, di entrare all'interno di questa Amministrazione, bene accolti da tutti noi.
Abbiamo ancora, lo sappiamo tutti perché ce lo siamo detti, un margine all'interno del quale non è detto che si riesca a portare a compimento questa operazione, questo va detto con chiarezza: noi stiamo utilizzando questo provvedimento per consentire un orizzonte di contrattualizzazione temporalmente credibile per questi lavoratori. Non è possibile infatti che continuino a essere contrattualizzati con contratti troppo brevi e che continuino a fornire la loro prestazione in assenza di un orizzonte temporale adeguato.
Però è anche vero che questo sforzo, che sommerà complessivamente 36 mesi all'interno della Regione sarda, al massimo dei contratti, può contenere al suo interno il fatto che, come prevede la legge 38, si debba effettuare un concorso, al quale loro potranno e dovranno partecipare, e saranno messi nelle condizioni di partecipare alle condizioni di maggior favore ma, rispetto a questo impegno, colleghi, dobbiamo darci una scadenza, non possiamo continuare ad aggrapparci alla speranza, per altri 24 mesi, che possa arrivare la benedizione della stabilizzazione. Noi non possiamo aspettare in eterno.
Di conseguenza, dopo questo provvedimento la Giunta è perfettamente in grado di confezionare, spero già nei prossimi giorni, un atto amministrativo che contenga non solamente i parametri del contratto a termine, che dovrà essere perfezionato nelle prossime settimane, ma anche un orizzonte temporale all'interno del quale noi verificheremo se sarà possibile effettuare realmente la stabilizzazione o se dovremo velocemente, con decisione, e ancora con il consenso di tutti, procedere all'espletamento di un concorso.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Presidente, non potrò dire completamente la mia opinione oggi, forse perché vorrei parlare molto più a lungo di quanto sia concesso. Mi associo pertanto alle considerazioni finora fatte dai colleghi. È un provvedimento importante, si va nella direzione giusta, si fa un passo che interessa molte persone, non soltanto chi lavora ma anche tutti coloro che sono beneficiari di questa attività e di questa funzione pubblica. Il Consiglio regionale deve però guardare oltre, deve vedere anche l'aspetto istituzionale, strutturale del problema, non soltanto nel merito della materia ma anche dal punto di vista dell'organizzazione generale delle istituzioni sarde.
Non dirò completamente quello che penso perché questa non è la sede della discussione sul tema generale, ma si fotografa la situazione risolvendo un problema contingente con una buona prospettiva, l'ha detto anche il collega Tunis; si può essere per il momento soddisfatti, ma naturalmente non abbiamo risolto l'insieme dei temi che sono di fronte a noi. Il sostegno unanime alla proposta testimonia che il livello del dibattito in questo momento produce questa soluzione. Evidentemente tutti i soggetti interessati, prima di tutto il Consiglio regionale e le sue Commissioni, dovranno affrontare il tema con maggiore profondità e tentare di aggredire i nodi sottostanti, quelli dei quali io non parlo oggi ma che sono sotto gli occhi di tutti, sia di chi sostiene una soluzione o l'altra.
Non penso però che ci si debba limitare al lato "materno" della Regione, che oggi emerge così affettuoso e sollecito nella considerazione che si salvano tanti figli dal precariato; dovrà emergere prima o poi anche un lato paterno e ordinatore, lungimirante e in certi tratti severo, almeno severo con noi stessi, severo con una politica che fino adesso, l'hanno detto tutti i colleghi che sono finora intervenuti, non ha saputo tracciare un ordine durevole né sulla materia, né generalmente sul sistema pubblico che è messo alla prova da crisi come quella che oggi si supera ma anche da altre che ci preoccupano e che ci impediscono di intervenire efficacemente contro la crisi più generale, economica, che affligge la Sardegna. Per cui consegno queste parziali riflessioni in attesa di poterle completare in un dibattito che auspico sereno e laico, così come quello che si è iniziato a fare nella Commissione guidata dall'onorevole Manca.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, non c'è dubbio che questo disegno di legge, che pure tende a superare il problema del precariato, miri in qualche modo anche a riorganizzare i servizi per il lavoro; infatti abbraccia e interessa il più ampio tema, come hanno già dichiarato i colleghi che mi hanno preceduto, delle politiche del lavoro.
Confermo inoltre (ne hanno già detto i colleghi prima di me) del grande clima di collaborazione presente all'interno della seconda Commissione che ha potuto lavorare quindi in un clima disteso. Il Presidente Manca si è fatto garante di questa discussione valorizzando anche le differenti posizioni dei vari schieramenti politici e facendo una cosa in più su cui noi l'abbiamo voluto seguire responsabilmente. Non è stato detto in questa sede, stando all'opposizione posso dirlo io, che si è dovuto anche vincere qualche resistenza da parte del Governo che non era molto convinto di portare in porto questa soluzione: la proroga di questi contratti, con un nuovo inquadramento e con una prospettiva, quindi, anche di stabilizzazione.
Nei lavori delle Commissioni abbiamo dedicato tanto tempo a questo tema e abbiamo anche responsabilmente evitato di portare delle posizioni strumentali; abbiamo evitato come opposizione di fare delle proposte alternative perché ci aspettavamo un'iniziativa, così come c'è stata, della Giunta; abbiamo voluto prevenire la facile strumentalizzazione, che avremmo potuto mettere in campo, cercando di spingervi ad accelerare per risolvere questo problema, e ci siamo voluti confrontare seriamente, invece, sulla stabilizzazione o, meglio, sulla proroga dei contratti per poi arrivare al superamento di questo precariato. Ma secondo noi, come bene ha detto il Presidente Manca, dobbiamo superare tutti i precariati.
Il tema la cui discussione ci attende da qui a poche settimane è solo uno, l'unica priorità che attende la Sardegna è quella del lavoro, quindi dare stabilità a tutti i precari della Regione autonoma della Sardegna. Con questo primo tassello io penso che si possa tracciare un cammino in merito non solo alla stabilizzazione ma anche alla riorganizzazione e, magari, alla buona gestione finalmente dello strumento su cui c'è tanta attesa, quel "Garanzia giovani" che è un po' il presupposto alla base della iniziativa legislativa che oggi approveremo.
Chiudo l'intervento rivolgendo ancora un richiamo alla Giunta, ma anche a tutto il Consiglio: la Giunta non pensi di esercitare sui poteri del Consiglio quello che oggi è tanto di moda, non pensi che il Consiglio sia una servitù della Giunta ma si confronti apertamente. Un'ultima raccomandazione a questo Consiglio e a questa Giunta: dobbiamo iniziare a parlare di lavoro, lavoro, lavoro! Avete impostato la vostra azione su questo tema, noi su questo ci vogliamo confrontare, vogliamo risolvere i problemi nel merito superando tutti i precariati di questa Regione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, mi sembra che i precedenti interventi non abbiano ben chiarito che siamo in una fase difficile che occorre superare definitivamente modificando, come ha ben evidenziato il Presidente della Commissione, una volta per tutte un sistema che fino a oggi non ha chiaramente funzionato. Noi abbiamo pertanto un obiettivo: stabilire finalmente una linea chiara, che dia fiducia e speranza ai lavoratori che sono in attesa delle decisioni dell'Assemblea legislativa sarda.
Fino a oggi il percorso seguito non è stato eccessivamente chiaro e l'obiettivo comunque non sarà definitivamente raggiunto con questo provvedimento legislativo, come è stato ben spiegato precedentemente. I contratti che verranno stipulati all'interno delle Agenzie del lavoro, quindi nell'insieme dei servizi del lavoro, avranno una durata massima di trentasei mesi, ma non daranno stabilità definitiva.
Ritengo importante che a questa proroga, oggi alla nostra approvazione, segua la definizione di un percorso che, traducendosi nella predisposizione di atti amministrativi della Giunta, possa dare una risposta definitiva a queste problematiche.
Da troppi anni oramai stiamo parlando di precariato e al precariato dobbiamo dire basta, anche perchè era un obiettivo scritto all'interno del programma che il presidente Pigliaru ha voluto presentare a quest'Aula, ma soprattutto a tutti i cittadini sardi; pertanto si deve trovare una soluzione definitiva che dia una certezza al mondo del lavoro.
In questa prospettiva si è parlato del percorso legato chiaramente ai concorsi, che sono disciplinati però dalla normativa nazionale. Quindi noi vorremmo capire qual è, oltre l'approvazione di questo disegno di legge, il percorso reale che la Giunta vuole mettere in campo, nelle more chiaramente, così come dice l'incipit dell'articolo 1, della riforma dei servizi e delle politiche per il lavoro. Questo è quanto noi chiediamo e questo è quanto il Consiglio regionale, oggi, chiede a questa maggioranza per risolvere definitivamente questo problema.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.
PERU ANTONELLO (FI). Presidente, anche questa volta la minoranza si dimostra responsabile al fine di accelerare l'iter e l'approvazione di provvedimenti importanti, come ha sottolineato chi mi ha preceduto e, in particolare, il Presidente della Commissione. Quindi, per quanto riguarda i Centri servizi per il lavoro per noi e per la maggioranza è un dovere morale adottare una soluzione definitiva, perché non può a sua volta paradossalmente subire una situazione di precarietà chi ha il compito gravoso di favorire il reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro.
Il nostro è un sostegno determinante, quanto meno in termini di accelerazione dei tempi, di individuazione delle soluzioni, in coerenza con il lavoro svolto fino a pochi mesi fa da questa minoranza, allora maggioranza; accelerazione che abbiamo garantito in questo caso, come anche in quello dei lavoratori della società Multiss, che sarà in discussione oggi dopo questo provvedimento. Questo è il modo di interpretare l'opposizione in senso intransigente ma, comunque, costruttivo. I lavoratori del Centro servizi per il lavoro sono una risorsa e come tali devono essere considerati. Così come abbiamo sostenuto il proseguimento del loro percorso, daremo altresì il nostro contributo per accompagnarli sino alla loro stabilizzazione.
Cari colleghi, allo stesso modo non possiamo certo esimerci dal diritto e dovere di sottolineare che la Giunta regionale, come peraltro è stato evidenziato da alcuni componenti della maggioranza qualche giorno fa, in questi sei mesi non ha prodotto tantissimo, non ha prodotto tanti provvedimenti come aveva promesso in campagna elettorale; le uniche azioni intraviste in questo primo scorcio di legislatura infatti non sono state altro che il rifinanziamento di una serie di iniziative già varate dal centrodestra, molto criticate dalla minoranza di allora, oggi maggioranza, e mi riferisco al microcredito e al bando "Lunga estate". Attendiamo quindi di leggere la vostra agenda, sperando che ci sia qualcosa di diverso dal cronoprogramma dei commissariamenti e delle nomine fatte per mantenere unita questa maggioranza composita e perfino eterogenea.
Noi, cari colleghi, siamo responsabili, ma siate altrettanto responsabili voi che avete in questo momento l'onere dell'iniziativa, cercate di esserlo in questo come in tutti gli altri casi. Mi preme evidenziare, ad esempio, la situazione in cui versa il personale in mobilità dell'ex Consorzio agrario di Sassari che ancora non è stato integrato in LAORE, pur avendo percorso tutte le procedure: delibera di Giunta, determinazione di LAORE, approvazione di una legge in Consiglio.
Spero veramente nella sensibilità dell'Assessore degli affari generali, che è qui presente, affinchè prenda in mano la situazione dei lavoratori del Consorzio agrario che sono a casa in mobilità da mesi. Spero anche, e mi riferisco all'assessore Mura, che possano essere integrati nel progetto anche i circa cinquanta lavoratori di "Lavorabile".
Il lavoro non può essere imbrigliato nelle maglie di scelte che non arrivano mai, il lavoro non può restare imbrigliato in scelte politiche che muoiono nella burocrazia, né può restare tanto meno prigioniero dell'eterna mancanza di risorse causata da uno Stato avido che latita nei casi di sua competenza, come quello degli ammortizzatori sociali, che prima nega alla Sardegna di utilizzare le proprie risorse, come con il diabolico Patto di stabilità, e poi addirittura scippa queste risorse con subdoli decreti dei contabili romani. Anche quella battaglia, ricordiamolo bene, è una battaglia per il lavoro.
Abbiamo sollevato ieri il problema perché nessun programma di sviluppo, nessuna misura a favore delle imprese, nessun intervento infrastrutturale si può fare senza risorse, nessun programma politico è realizzabile senza risorse. Non chiudiamoci nei rispettivi fortini, non facciamo la politica che urla e si tura le orecchie, ma ascoltiamoci di più, signori della maggioranza: ascoltateci di più. Tante volte è stato sottolineato da questi banchi che il fatto di aver vinto le elezioni non vuol dire avere sempre ragione in ogni occasione. Una grande parte della verità, una buona proposta, un consiglio forse anche più sincero e disinteressato arriva da questi banchi, e vi ricordiamo che dietro questi banchi c'è una parte della comunità che dentro quest'Aula è minoranza, ma non lo è assolutamente fuori da qui.
Dall'incontro delle rispettive volontà sulla questione dei centri sociali, sulla vita e sui progetti di queste persone e delle loro famiglie facciamo sì che possa nascere un confronto serio e un confronto costruttivo. Il periodo del rodaggio, cari colleghi, è terminato, ed è arrivato quello dei fatti, quello delle decisioni, affrontiamolo insieme.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Presidente, ha ragione l'amico Antonello Peru, è arrivato il tempo delle decisioni, infatti oggi stiamo iniziando a decidere. Questo atto sarà sicuramente propedeutico a quello successivo per la stabilizzazione degli operatori dei CESIL e dei CSL, della cui importanza abbiamo parlato a lungo sia nella precedente legislatura sia in questi mesi.
Il nostro, più che un dovere politico e amministrativo, era un dovere morale: portare oggi in Aula questo disegno di legge per approvarlo, e ringrazio per questo il Presidente della Commissione e l'intera Commissione, che tanto ha lavorato per arrivare a questo risultato. Ha ragione chi mi ha preceduto nel dire che non potevamo tenere nel precariato chi deve risolvere i problemi del precariato, e purtroppo queste persone, che non sono dei numeri, da troppi anni vivono questa situazione che sicuramente non è gradevole e non li porta a lavorare con la serenità necessaria per potersi occupare di questi problemi.
L'Assessore non mi sta ascoltando! Però io intendo ribadire la richiesta, già avanzata in Commissione, di impegnare sulla "Garanzia giovani" oltre i CSL, anche i CESIL. A oggi non ci risulta che si stiano occupando di gestire questo programma nonostante siano pervenute numerose domande che non credo stiano ricevendo le dovute risposte.
Quindi, siccome ci risulta che ci siano delle persone formate, in grado di poter interagire con i beneficiari o gli eventuali beneficiari, credo che anche loro debbano far parte della partita. Ripeto: l'abbiamo già chiesto in Commissione e lo chiediamo ufficialmente anche oggi. L'abbiamo detto in campagna elettorale, l'ha detto il presidente Pigliaru più volte, ribadendo l'importanza dei Centri per il lavoro, e credo che oggi quello che è stato detto in quei giorni stia arrivando al punto di caduta, stia arrivando a una sintesi perché questa maggioranza, ma mi sembra l'intero Consiglio, ritengo abbia capito l'importanza di dare un futuro serio ai Centri per il lavoro, ai CESIL e ai CSL.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, oggi certamente è un momento importante, perché la trattazione della problematica dei CSL e dei CESIL è uno degli adempimenti obbligatori. Però, come hanno avuto modo di sottolineare i colleghi che mi hanno preceduto, questo credo sia un provvedimento temporaneo.
Un provvedimento che, come tantissimi provvedimenti non assunti con riforme organiche nel corso della storia di questa Regione in materia di lavoro e, in particolare, di precariato, rischia di restare un provvedimento spot. Spesso e volentieri all'equità non ha corrisposto giustizia, e sono stati assunti dei provvedimenti a tratti anche non proprio conformi alle norme. Oggi si ha la possibilità, colleghi, se vogliamo affrontare davvero la riforma da questo punto di vista, di legare questo provvedimento anche agli ulteriori interventi normativi che abbiamo programmato.
Vorrei ricordare, tra tutti, la riorganizzazione della Regione autonoma della Sardegna; ritengo infatti che la legge numero 1 del '77, ormai datata, non possa assolutamente restare tale, ma ritengo anche che al provvedimento di riorganizzazione debbano essere legate le proposte di soluzione in materia di precariato o, comunque, di errate stabilizzazioni temporanee relative alle leggi numero 42/89 e 47/79.
Vorrei poi ricordare un'altra posizione che grida ancora vendetta perché è stata anche normata, chiaramente, ma per errori burocratici ancora non ha trovato il giusto corso. Mi sto riferendo ai dipendenti degli ex servizi ripartimentali dell'agricoltura, che hanno lavorato per anni e sono dipendenti regionali a tutti gli effetti, che ancora oggi sono figli di un Dio minore rispetto ai dipendenti regionali. In tutto questo proliferare di situazioni poco chiare occorre rivedere la posizione del personale e l'organizzazione di enti e agenzie, perché anche al loro interno esistono delle situazioni su cui occorre mettere mano.
Da ultimo vorrei dire che, e forse questa proposta che viene da questi banchi è anche una sfida, proprio per trovare uno strumento normativo definitivo, noi rivedremo l'ordinamento degli enti locali; vorrei ricordare infatti che in materia di personale sulla Regione pende, ovviamente, la spada di Damocle statale, e quindi non si può intervenire. Allora io dico che attraverso l'ordinamento degli enti locali, cioè la riforma vera, deve trovare collocazione anche la soluzione alla questione dei CSL e CESIL che, come hanno ricordato i colleghi, sono sempre stati a supporto delle province e dei comuni.
Quindi, se vogliamo effettivamente e definitivamente risolvere questo problema, e non ritrovarci fra tre anni a dover adottare dei provvedimenti spot per il timore che queste persone promuovano una insurrezione popolare, noi abbiamo la possibilità da oggi di fare una riforma seria e di bandire i concorsi. Ricordo che oggi non stiamo risolvendo il problema delle piante organiche che è un problema serio e che non si può aggirare con questo provvedimento.
Troviamo la strada pertanto per sanare con proposte serie, concrete e definitive queste situazioni. L'unica strada sono i concorsi; abbiamo del tempo, ci riflettiamo nel migliore dei modi, al pari della riforma che dovremo fare degli enti locali. Vorrei inoltre che si assumesse un ultimo impegno, poiché la scadenza per questi provvedimenti è il 30 settembre, evitiamo che posizioni burocratiche, assolutamente di chiusura, possono procrastinare questi termini, la legge deve avere un corso accelerato. Questo credo che sia veramente il modo migliore per dare certezza a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale
MURA VIRGINIA, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Presidente, sono stati introdotti due nuovi commi all'articolo 1, e quindi io chiedo di inserire alla fine del comma 3 che, tra l'altro, fa riferimento alla legge regionale numero 38 del 20 dicembre 2013, la seguente frase: "con particolare riferimento all'indizione di concorsi pubblici per l'assunzione di personale a tempo indeterminato"; che altro non è che una frase contenuta nella legge numero 38, anche perché la motivazione di questo emendamento è riconducibile al fatto che il testo del disegno di legge non riporta questa dizione.
PRESIDENTE. L'Assessore sta proponendo, con un emendamento orale di inserire una specificazione alla fine del comma 3 dell'articolo 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. Poichè non vi sono opposizioni, la seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 18, viene ripresa alle ore 11 e 42.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, non nascondiamo che siamo rimasti a dir poco sorpresi, se non sconcertati, per le conclusioni del dibattito. Ci saremmo attesi dall'Assessore competente una sintesi e anche, soprattutto, che indicasse a conclusione del dibattito la via che la Giunta intende percorrere. Vi è stata solo la proposizione orale - poi vedo che è stato trasfuso in un emendamento scritto - di una proposta che sostanzialmente altera però i termini anche della questione, e soprattutto di quella sintesi che è stata operata dal Presidente della Commissione e dalla Commissione intera rispetto alla quale tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, hanno ritenuto di raggiungere il consenso.
Assessore, fermo restando, lo dico avendo grande rispetto della sua professionalità e serietà che sono fuori discussione, che in quest'Aula il confronto politico avviene anche sulla base delle indicazioni che lei, in questo caso, quale responsabile di un settore anche importante e delicato come quello del lavoro, avrebbe dovuto fornire sul tema oggetto dell'intervento, mi preme evidenziare alcune cose.
La prima richiesta che le formulo è quella di ritirare questo emendamento. La seconda questione attiene ai concorsi; io voglio ribadire, per chi come me, come i colleghi, conosce bene il problema, che possiamo pure parlare di attività concorsuale, ma ne dobbiamo parlare consapevoli che questi lavoratori sono stati già selezionati attraverso una selezione pubblica, sulla quale si tratta di fare un ragionamento.
Io chiaramente comprendo anche le perplessità, le preoccupazioni, dell'Assessore degli affari generali, ma il ragionamento deve essere più complessivo, deve riguardare tutto il sistema su cui noi siamo disposti a un confronto. Ma, per cortesia, non introduciamo ora elementi che possono pregiudicare quel percorso che mi pare tutte le forze politiche avessero compiuto per dare una soluzione alla questione di questi lavoratori che io riassumo con una parola: stabilizzazione, non altro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, non comprendo, in questo momento, il merito dell'intervento dell'onorevole Pittalis. In Commissione abbiamo dibattuto insieme e lavorato su un testo di legge che è oggi all'esame dell'Aula. All'Assessore, a cui si chiede conto di relazionare sulla base degli interventi che sono stati effettuati, bisogna dare il tempo di intervenire, non è ancora intervenuta. No, non è intervenuta! L'Assessore dovrà intervenire adesso sulla base del dibattito che è stato fatto.
(Interruzioni)
Non è così. Colleghi, se si vuole speculare sulle piccole cose, francamente dico che non è così!
(Interruzioni)
Onorevole Pittalis, il suo intervento, lo dico senza polemica alcuna, sembra un mettere le mani avanti rispetto a una risposta dell'Assessore che deve essere ancora fornita.
(Interruzioni)
Assolutamente! Noi abbiamo condiviso un percorso, che non è solo un percorso condiviso fra le parti in Consiglio regionale, è un percorso condiviso con la stessa Giunta, con l'Esecutivo, perché la maggioranza non si permette di presentare nulla di suo se prima non condivide con l'Esecutivo il lavoro che deve essere fatto.
PRESIDENTE. E' stata formulata una richiesta di ritiro dell'emendamento.
Ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
MURA VIRGINIA, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. La situazione dei Centri servizi per il lavoro è ben nota al Consiglio regionale. Da dieci anni a oggi è stato utilizzato con lo strumento dei progetti regionali personale precario che è attualmente ancora in questa situazione di precariato. Naturalmente nel frattempo sono successe molte situazioni particolari, nel senso che è partita…
PRESIDENTE. Assessore, chiedo scusa, lei ha già svolto un intervento nel corso del quale ha anche presentato l'emendamento. Adesso deve dire, rispetto alla richiesta che ha fatto l'onorevole Pittalis, se è favorevole a ritirare l'emendamento oppure no.
MURA VIRGINIA, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Sono favorevole al ritiro dell'emendamento.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame del Titolo, modificato in Commissione.
(Si riporta di seguito il testo del Titolo:
Misure urgenti per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e dell'Agenzia di sviluppo locale.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sul Titolo lo metto in votazione. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del Titolo.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Anedda, Azara, Cappellacci, Comandini, Demontis, Deriu, Fasolino, Ledda, Rubiu e Tedde hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Crisponi - Demontis - Deriu - Fasolino - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris - Orrù.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 44
votanti 41
astenuti 3
maggioranza 21
favorevoli 41
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Proroga dei contratti
1. Nelle more dell'attuazione della riforma dei servizi e delle politiche per il lavoro, allo scopo di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l'impiego svolti dai Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimenti lavorativo (CESIL) e delle agenzie di sviluppo locale, nonché l'attuazione del Piano di cui alla raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 22 aprile 2013 sull'istituzione di una "Garanzia per i giovani", l'Agenzia regionale per il lavoro è autorizzata a prorogare i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato del personale, di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 9 della legge regionale 17 dicembre 2012, n. 25 (Disposizioni urgenti in materia di enti locali e settori diversi), assunto in attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 5 della legge regionale 8 febbraio 2013, n. 3 (Soppressione dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna - Norma transitoria, disposizioni urgenti in materia di enti locali, di ammortizzatori sociali, di politica del lavoro e modifiche della legge regionale n. 1 del 2013), con contratto di lavoro subordinato in scadenza alla data del 30 settembre 2014 ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40 (Norme urgenti in materia di agricoltura, di previdenza integrativa del comparto regionale e disposizioni varie).
2. I contratti di cui al comma 1 possono essere prorogati fino al limite massimo di durata di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 (Attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall'UNICE, dal CEEP e dal CES), e successive modifiche e integrazioni.
3. La proroga di cui al comma 2 è finalizzata all'adozione di misure per la stabilizzazione del personale ai sensi della legge 30 ottobre 2013, n. 125 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni), e in attuazione di quanto disposto dalla legge regionale 20 dicembre 2013, n. 38 (Norme in materia di servizi per il lavoro, disposizioni attuative della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10 (Disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale), e interventi a favore degli operatori di tutela ambientale).
4. Ai fini della presente legge la determinazione dei limiti numerici e dei vincoli finanziari previsti dalle norme di cui ai commi da 1 a 3 è da intendersi riferita all'Amministrazione regionale nel suo complesso.)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Presidente, sono a favore dell'approvazione di questo disegno di legge, ma vorrei fare alcune annotazioni. Preso atto che gli Assessori del personale e del lavoro hanno rispettato l'impegno preso nei mesi scorsi per il superamento del precariato nei CSL, nei CESIL e nelle Agenzie di sviluppo locale, ricordiamo che sono in atto altre vertenze. Una di queste riguarda i lavoratori precari dell'amministrazione regionale soggetti a contratti di collaborazione coordinata e continuativa fin dagli anni 2003 e 2004, che prestano servizio negli Assessorati regionali e non stabilizzati a domanda per mancanza di procedura concorsuale, ai sensi della legge numero 2 del 2007 e successive modificazioni e integrazioni.
Questi lavoratori hanno chiesto un incontro con l'assessore Demuro al quale noi sollecitiamo di farsi carico anche di questa vertenza ricevendo il personale interessato in un incontro da tenersi a breve viste le scadenze di dicembre.
È stato ricordato prima che il lavoro è al primo posto tra le diverse emergenze e ci trovate d'accordo su questo. Oltre ai problemi dei precari, dai territori arrivano notizie drammatiche per l'occupazione nel suo complesso: 1650 licenziamenti da parte di Meridiana; medie, piccole e micro imprese che non licenziano, ma chiudono direttamente. Bisogna intervenire urgentemente emanando provvedimenti a favore delle imprese in modo da prevenire ulteriore disoccupazione e far ripartire l'economia.
Interventi come il microcredito sono serviti a poco, sono tipo il viaggio della speranza degli immigrati. Tra i provvedimenti che noi riteniamo vincenti per far ripartire l'economia ci sono il congelamento dei debiti con l'erario per alcuni anni e l'abbassamento del costo del lavoro delle imprese. Per fare ripartire i consumi occorre invece aumentare le buste paga dei lavoratori...
PRESIDENTE. Onorevole Anedda, chiedo scusa, e prego i consiglieri di fare silenzio in Aula, ma l'intervento deve riguardare l'articolo 1 perché la discussione generale è già conclusa.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Nei precedenti interventi ognuno è intervenuto per completare quanto detto in precedenza. Siccome non ho fatto in tempo a iscrivermi prima...
PRESIDENTE. Onorevole Anedda, siamo in fase di discussione degli articoli, quindi la prego di intervenire sull'articolo 1.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Allora ho concluso, grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, sarebbe stato semplice, anche in relazione alle dichiarazioni fatte dalla Giunta, entrare nel merito di tutte le azioni che ci si attendeva da questa Amministrazione in materia di politica del lavoro e che invece sono rimaste ancora lettera, spesso, morta. In realtà oggi - come ho detto nel primo intervento - dobbiamo tenere gli occhi sulla palla. Stiamo risolvendo il problema della stabilizzazione del sistema dei servizi per il lavoro e della corretta ed efficace contrattualizzazione di queste risorse per un termine complessivo di 36 mesi come contratto a termine e si spera largamente all'interno di questo periodo per la contrattualizzazione a tempo indeterminato. Questo è il tema della norma che stiamo discutendo oggi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Chiedo la votazione nominale dell'articolo 1.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Demontis, Fasolino, Meloni, Solinas Antonio e Tedde hanno votato a favore e che il consigliere Orrù si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fasolino - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris - Orrù.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 47
votanti 44
astenuti 3
maggioranza 23
favorevoli 44
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in euro 1.300.000 per l'anno 2014 e in euro 12.000.000 per ciascuno degli anni 2015 e 2016, si fa fronte mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1 della legge regionale 26 luglio 2013, n. 17 (Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale), iscritta in conto dell'UPB S06.06.004 del bilancio di previsione della Regione per gli anni 2014-2016.
2. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge gravano sulla succitata UPB S06.06.004 del bilancio di previsione della Regione per gli anni 2014-2016.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Tedde ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fasolino - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris - Orrù.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 47
votanti 44
astenuti 3
maggioranza 23
favorevoli 44
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 bis:
Art. 2 bis
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 94/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Tedde ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fasolino - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris - Orrù.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 47
votanti 44
astenuti 3
maggioranza 23
favorevoli 44
contrari 0
(Il Consiglio approva).
L'ordine del giorno reca ora la discussione del documento numero 2/A.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, chiedo che si discuta prima la proposta di legge numero 109, e poi il documento numero 2/A.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni la proposta è accolta.
PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento, della proposta di legge numero 109.
Dichiaro aperta la discussione generale.
E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Mi pare che questo sia un provvedimento valutato come urgente da tutti i Capigruppo; se infatti viene inserito con la procedura prevista dall'articolo 102 del Regolamento, si prende atto del fatto che la Provincia di Sassari non è in grado di provvedere a una delle sue funzioni essenziali che esercita tramite la sua società di manutenzione delle scuole e degli edifici.
Si prende atto di una situazione grave che riguarda le amministrazioni pubbliche, gli enti territoriali costituzionali della Sardegna, in questo caso è una situazione specifica, infatti riguarda una sola provincia; penso invece che sia necessario, così come abbiamo detto nel corso dell'esame del precedente provvedimento, una valutazione di insieme. Mi auguro pertanto che la sensibilità di tutti i Gruppi, rappresentata in questo caso dalla sottoscrizione da parte di tutti i Capigruppo di un provvedimento del genere, ci consigli una riflessione attenta e approfondita del tema.
Questa è una Regione che deve emendarsi di un complesso: il complesso di Saturno, divinità che nella mitologia divora i propri figli; è cioè una Regione che sta passando il tempo a divorare le amministrazioni pubbliche che compongono insieme l'autonomia. Forse dobbiamo passare da una sollecitudine materna, che dimostriamo nei confronti di categorie, di singoli lavoratori, di apparati produttivi o di lobby organizzate, a quella sollecitudine paterna, non saturniana, che riguarda la necessità e la lungimiranza proprie di un Consiglio regionale, di un corpo legislativo, dell'insieme delle istituzioni.
Io mi auguro pertanto che questo sia un segnale importante di disponibilità dell'insieme delle forze politiche, delle forze di questo Consiglio a valutare la possibilità di un ridisegno attento del sistema istituzionale; perché essendo questo un provvedimento emergenziale, ne ha tutte le caratteristiche, ne ha tutte le apparenze oltre che esserlo nella sostanza, noi dobbiamo riuscire a impegnare quest'Aula nella valutazione di provvedimenti ben più articolati che vedano una soluzione strutturale a questi problemi, altrimenti quest'Aula si riduce a essere collettore delle emergenze, risolutore delle emergenze, un sarto che rattoppa e non un grande stilista che disegna delle linee innovative, che restituisce in fondo oltre alla decenza anche l'eleganza al nostro popolo e alle sue istituzioni.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, ritengo che questo sia uno di quegli splendidi esempi in cui la maggioranza e l'opposizione lavorano assieme per sciogliere i nodi della nostra Isola. Oggi stiamo in qualche modo interpretando quella politica, con la "P" maiuscola, della quale si parla spesso, purtroppo, a sproposito. Oggi stiamo lavorando tutti nell'interesse della comunità e, badate bene, per noi sarebbe stato molto semplice entrare a gamba tesa nella contrapposizione fra la Giunta regionale e la Provincia di Sassari; non l'abbiamo fatto, non abbiamo approfittato assolutamente di un momento di difficoltà nei rapporti tra provincia e Regione.
Abbiamo pensato invece a contribuire a sciogliere i nodi di questa contrapposizione, abbiamo pensato a lavorare affinché alla Provincia arrivassero quei fondi di cui necessita per continuare a vivere. Questo abbiamo fatto, questo ha fatto il nostro Presidente di Gruppo, Pittalis, nell'incontro che si è tenuto qualche giorno fa e al quale hanno partecipato la presidente Giudici, i suoi assessori, i sindacati e alcune forze politiche, questo ha fatto il presidente Pittalis offrendo su un piatto d'argento la proposta della procedura d'urgenza. Procedura d'urgenza che qualcuno avrebbe potuto proporre anche qualche mese fa a giugno, a luglio e non l'ha fatto o, se l'ha fatto, l'ha fatto non facendosi sentire o dall'altra parte non è stato ascoltato. Noi abbiamo evitato di strumentalizzare la questione e abbiamo contribuito a sciogliere i nodi.
Quello che mi dispiace, però, e che mi fa pensare che probabilmente bisogna utilizzare un altro metro nel "fare maggioranza" e nel "fare il governo" dell'isola, è che si è partiti in questa vicenda cercando di guardare indietro, cercando di accusare la precedente maggioranza di aver tolto i fondi alla Provincia dimenticando invece che il bilancio preventivo del 2014 è stato approvato in tre ore, con l'accordo di tutti, perché ci si trovava in una situazione di emergenza. Ecco, il fatto che qualcuno sia andato avanti col torcicollo in questi mesi ha fatto sì che non si riuscisse a trovare il bandolo della matassa, che non si riuscisse a risolvere il problema e, a margine, e chiudo, esprimo una preoccupazione forte.
Io ho sentito l'assessore Paci, esimio economista, illustre cattedratico, fare delle proposte molto suggestive di inserimento nel bilancio di quelle poste che in qualche modo certificano l'erogazione dei fondi alla Provincia prima che l'assestamento arrivi in bilancio. Ecco, io sono molto preoccupato perché se questi strumenti proposti dall'assessore Paci in quel frangente vengono utilizzati per altre fattispecie, per altri procedimenti, per altre grandi questioni, c'è da stare poco allegri.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Daniela Forma. Ne ha facoltà.
FORMA DANIELA (PD). Presidente, io vorrei sottolineare e rappresentare la mia difficoltà riguardo a un intervento che è mirato su una specifica provincia; perché noi sappiamo bene, cari colleghi, che le province sono preminentemente enti di finanza derivata e che quindi riescono a garantire servizi, e a dare risposte relative alle materie di propria competenza, proprio nella misura in cui ricevono trasferimenti congrui ai loro oneri; e conosciamo anche bene la situazione di difficoltà finanziaria che stanno attraversando tutte le province a causa dell'azzeramento dei trasferimenti erariali e anche della riduzione dei trasferimenti regionali.
Ora, tutte le province sarde versano in queste condizioni di difficoltà e per questo motivo si sono dovute arrampicare sugli specchi, almeno quelle che hanno già approvato il bilancio di previsione per questo 2014, proprio per chiuderlo in pareggio e continuare a garantire servizi nei territori di propria competenza; e l'hanno fatto anche mediante scelte dolorose quali l'aumento della RC auto, l'aumento del tributo per l'ambiente (TEFA), l'aumento dell'IPT.
Durante l'annuncio dell'interrogazione leggevo un intervento della collega Pinna proprio sugli interventi di aumento massimo delle aliquote anche nella commissariata Provincia del Medio-Campidano, e lo stesso vale per la mia Provincia di Nuoro. Personalmente, nel mio ruolo anche di consigliere provinciale, io mi sono ritrovata in difficoltà con i miei colleghi di maggioranza di centrosinistra della Provincia di Nuoro proprio perché, per chiudere il bilancio di previsione del 2014 in pareggio, hanno considerato nella parte relativa alle entrate trasferimenti regionali attesi, e a mio avviso sovrastimati, relativi proprio all'accordo politico sottoscritto da Regione e ANCI l'8 di agosto.
Oggi nel mio ruolo di consigliere regionale sono chiamata a sostenere un provvedimento legislativo che è finalizzato a erogare un'anticipazione alla Provincia di Sassari proprio relativa a quanto atteso in base allo stesso accordo politico. Non vorrei pertanto che passasse la linea secondo cui chi più alza la voce più beneficia e più riceve. C'è un problema complessivo, come ricordava qualche altro collega, e complessivamente va affrontato. Quindi anch'io ritengo che sia necessaria una valutazione d'insieme e che, per esigenze di equità e parità, vengano date eguali risposte a tutte le province.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, negli interventi precedenti traspare ovviamente ancora qualche tara e qualche problema rispetto ai tentativi che la Regione autonoma della Sardegna ha fatto di riordino degli enti locali. Quel tempo è passato, il Governo nazionale ci indica un'altra strada, evidentemente. Le Province, onorevole Deriu, pare che siano superate, anche se in qualche momento ci siamo trovati a discutere su posizioni differenti. Se il problema è il riordino degli enti locali sta a voi, sta a questo Governo regionale, portare una proposta di riordino degli enti locali, così affronteremo il tema nella sua complessità.
Oggi c'è invece un problema serio che ancora una volta attiene alle famiglie di lavoratori di una società in house, in questo caso quella della provincia di Sassari; ben presto, cari colleghi, si presenteranno i problemi delle società in house delle altre province e anche di altri enti locali e dovremo essere pronti a rispondere anche a quelli. Quindi noi con molta responsabilità aspettiamo di confrontarci sul tema più generale del riordino degli enti locali, che voi oggi avete fatto trasparire nei vostri interventi, ma oggi seriamente e serenamente diciamo sì all'anticipo del fondo unico per la MULTISS, come diremo sì eventualmente alla salvaguardia di altre situazioni delle altre Province, di altri comuni della Sardegna, se si dovesse presentare l'emergenza di dover pagare lo stipendio a questi lavoratori.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, noi apprezziamo certamente la disponibilità della minoranza e, non per sminuirla, direi che è comunque una disponibilità doverosa perché deve stare a cuore, e sta a cuore a tutti noi evidentemente, il destino di 160 lavoratori, di 160 famiglie. Io non voglio ripercorrere ciò che è stato, però anche questo disavanzo della Provincia di Sassari, questo potenziale disavanzo della Provincia di Sassari deriva, per quanto ci diceva la stessa Presidente della Provincia, da quel taglio nel trasferimento agli enti locali di 56 milioni di euro avvenuto in precedenza.
Ma a me interessa anche poco e non è questo il punto, né questa la giornata per fare polemica, semplicemente ho ripreso questo aspetto perché è stato sottolineato da alcuni colleghi di maggioranza. Allora la Provincia di Sassari arriva a uno squilibrio di 600.000 euro mi sembra di capire, perché sono 600.000 euro quelli di cui si sta parlando oggi, sulle spese correnti, quindi sulle entrate correnti; e, a dire della Provincia di Sassari, questo potenziale disavanzo la costringerebbe a tagliare servizi essenziali, nella fattispecie quelli prestati dalla MULTISS: la manutenzione di strade, la manutenzione di scuole, la disinfestazione, anche il trasporto disabili.
Ora la Regione non ha ovviamente e giustamente controllo sui bilanci degli enti locali, a me non vengono in mente molti altri servizi essenziali però che presta la Provincia, quindi la domanda è, che poi era la stessa domanda che si faceva la collega Forma, ma sono stati tagliati servizi non essenziali prima di arrivare a tagliare i servizi essenziali? Me la pongo evidentemente, però non ho una risposta perché non ho conoscenza del bilancio della Provincia di Sassari e non posso far altro che prendere atto di ciò che la dirigente, il Presidente e l'Assessore ci dicono, cioè che in questa condizione 160 lavoratori vengono messi in cassa integrazione. E allora ci si muove per evitare una situazione di questo tipo.
La Regione però ha stanziato le risorse, e ha stanziato 35 milioni di euro a valere sul prossimo Fondo unico degli enti locali. Il punto è che non collimano i tempi, ma non collimano i tempi non per responsabilità della Regione sarda, non collimano i tempi perché i bilanci di Comune, degli enti locali, della Regione e dello Stato hanno architetture diverse e non si parlano. Perché la Provincia di Sassari, come tutti gli enti locali, deve approvare il bilancio di previsione entro il 30 settembre, altrimenti poi si deve gestire il bilancio in dodicesimi, ma in questo modo non si garantiscono questi servizi; e noi abbiamo tempi diversi perché abbiamo un bilancio che è organizzato diversamente.
Non a caso nei programmi di questa Giunta vi è l'armonizzazione dei bilanci, che viene vista spesso in maniera secondo me non corretta. Il punto qual è? Il punto è che si arriva a questa discrasia sui tempi, e spesso gli enti locali accusano la Regione dei ritardi anche perché, come dicevo prima, i bilanci hanno architetture diverse. Un esempio per tutti; capire qual è l'entità del debito pubblico dello Stato in maniera univoca è pressoché impossibile, perché non parlandosi i bilanci non si sa nemmeno quale sia il debito pubblico dello Stato. E, allora, l'armonizzazione dei bilanci serve esattamente a questo.
Colgo l'occasione per stimolare la Giunta ad accelerare questo processo, perché consentirà anche di passare da una contabilità finanziaria con residui attivi e residui passivi, spesso nello stesso ordine di grandezza delle spese correnti, e quindi con avanzi di amministrazione che non si sa se sono effettivamente tali, a una contabilità finanziaria potenziata che preveda la revisione e il riaccertamento dei residui attivi e dei residui passivi, e che fa dialogare i bilanci delle varie istituzioni.
Secondo me, dobbiamo tendere al raggiungimento di questo obiettivo perché altrimenti il problema che oggi si presenta con la Provincia di Sassari, si presenterà successivamente comunque con altri enti locali. Con questo chiudo sottolineando che è evidente che non si può che prendere atto di una situazione di questo tipo e fare in modo che non ci sia rischio per 160 famiglie, però è altrettanto evidente che poteva essere affrontata, e non mi sto riferendo alla Regione, in maniera ben diversa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.
PERU ANTONELLO (FI). Presidente, avrei voluto che su questa vicenda, espressione di una Sardegna sofferente per il problema sociale, economico e occupazionale derivante da un sistema malato, di cui la politica ha la fetta più grande di responsabilità, le forze politiche mettessero da parte l'ascia di guerra e cercassero soluzione al problema anziché ricercare colpevoli. Invece, anche in questa vicenda, così non è stato; allora, io dico che il merito di aver garantito la discussione di questo provvedimento in Aula, va assegnato correttamente alle forze dell'opposizione presenti in questo Consiglio regionale.
La sottolineatura è d'obbligo perché è doveroso un chiarimento dinanzi ad alcune improvvide dichiarazioni che, nelle ultime ore, sono state formulate da alcuni esponenti del centrosinistra. Alcuni dei quali, ed è evidente, non hanno ancora la consapevolezza dell'essere forza di governo ed evitano di assumersi le responsabilità politiche che gli competono in via esclusiva. La corsia preferenziale su cui viaggia la proposta di legge sulla Multiss quindi, e il conseguente approdo in quest'Aula in tempi record per l'approvazione, è stata possibile infatti soltanto grazie ai Capigruppo della minoranza, che hanno manifestato la volontà politica di portare il provvedimento in discussione direttamente in Aula. Aggiungo che la proposta di fare ricorso alla procedura rapida prevista dall'articolo 102 del nostro Regolamento, è attribuita al Capogruppo del nostro partito.
Quindi respingo al mittente le affermazioni di chi sostiene che il centrosinistra, questa maggioranza, con i provvedimenti su CESIL, CSL e MULTISS oggi possa riparare ai danni combinati dalla precedente Giunta. È vero semmai il contrario; le dichiarazioni della Presidente della Provincia di Sassari, qualcuno che mi ha preceduto l'ha evidenziato, rese in occasione dell'incontro avuto qualche giorno fa insieme ai dipendenti della società in house, certificano il lassismo e la scarsa operatività di coloro che sono, ormai da sette mesi, al governo di quest'isola. Il tutto serve per significare che se ai danni del centrodestra si può comunque sempre mettere riparo, per certi guasti del centrosinistra non sembra esserci rimedio alcuno.
È vero infatti che, così come è stato affermato dalla presidente Giudici, sono proprio i rappresentanti della attuale Giunta a non aver mantenuto gli impegni assunti, con il Presidente della Provincia di Sassari, in ordine allo stanziamento delle risorse necessarie per garantire i servizi della società che si occupa di manutenzione delle scuole, delle strade e del trasporto di studenti disabili. Servizi questi che, senza una assunzione di responsabilità da parte delle forze di centrodestra, oggi non si potrebbero erogare, allo stesso modo di come sarebbe a rischio il lavoro dei circa 150 dipendenti della Multiss.
Lunedì scorso è stata prospettata l'ipotesi, dall'Esecutivo regionale, di attendere l'approvazione dell'assestamento di bilancio per porre rimedio a questo problema dei 150 lavoratori della Multiss; quindi potete immaginare che, a causa dei tempi lunghi, potevamo rischiare, come la Presidente della Provincia ha dichiarato, la sospensione dei servizi gestiti da questa società.
Questi sono i fatti sulla vicenda Multiss che non possono essere smentiti da niente e da nessuno, mentre la conclusione della vicenda Multiss rappresenta l'ennesima dimostrazione della serietà con cui le forze del centrodestra conducono l'opposizione in questa Regione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Presidente, è positivo che si affrontino questi temi con unità e solerzia. Positivo perché oggi il tema delle buste paga, in un'isola che ne perde sempre di più, è il tema prioritario. Ed è inutile far finta che ci siano altri problemi e altre priorità quando il lavoro è la prima delle priorità; e sarebbe ottima cosa creare nuove occasioni e risolvere i problemi in maniera strutturale ma, nell'attesa di quelle soluzioni strutturali, è anche utile mettere pezze, senza che ci sia l'ansia di appropriarsi di queste.
Detto questo, però, io sono seriamente preoccupato per tre ordini di motivi. Intanto sono preoccupato che quanto facciamo oggi diventi un metodo, e quindi ci si trovi oggi a discutere dei lavoratori della Multiss e della possibilità che perdano il lavoro e domani si ritorni qui a discutere di tutte le altre emergenze aperte, che purtroppo sono aperte negli enti intermedi che stanno andando al superamento della legislazione nazionale e al referendum regionale. Poi perché i problemi sono aperti in tutte le altre Province.
Nella Provincia di Cagliari, i lavoratori della Proservice, la società di servizi della Provincia, società in house, ha ugualmente una situazione di grave precariato e quindi, se non sopraggiunge una riforma organica degli enti locali, ci troveremo qui a discutere della loro situazione. Sempre nelle Province, esiste un precariato forte, che in provincia di Cagliari supera le cento unità, precariato storico, che ugualmente dovrà essere considerato da questo organo. L'altro tema riguarda appunto il fatto che il Consiglio dedichi molto tempo e molta energia alla risoluzione delle singole emergenze, e quindi alle singole pezze, e ritardi la discussione attorno alla riforma degli enti locali.
Una riforma che non potrà mettere d'accordo tutti; sappiamo bene infatti che questo tipo di riforme strutturali, per di più in una situazione che vede meno risorse di prima e quindi vedrà, gioco forza, dei tagli, sarà una riforma che non potrà mettere d'accordo tutti, non per questo però deve essere ritardata. La discussione va accelerata e bisogna discutere dei problemi, bisogna farlo nelle Commissioni e in Consiglio e bisogna superare anche l'impasse politico nel quale siamo precipitati. Perché da un anno ormai, anzi da più di un anno, cinque province su otto sono rette da gestioni commissariali; gestioni commissariali che, tra l'altro, vanno ben oltre l'ordinaria amministrazione a cui si dovrebbero attenere.
Quindi da un lato abbiamo il Consiglio regionale che deve mettere le pezze e correre al riparo per evitare di perdere busta paga e conseguentemente aumentare la situazione di crisi, dall'altro abbiamo dei commissari delle Province che svolgono il loro ruolo quantomeno in maniera disinvolta. Per cui, l'auspicio che faccio dichiarando anche il mio voto favorevole a questa proposta di legge, è che si risolva il prima possibile il problema della Multiss, della Proservice, dei lavoratori delle Province, dei lavoratori di ruolo delle Province che attendono di sapere qualcosa in più sul loro futuro e sulla gestione politica di questi enti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, devo dire che noi abbiamo dato l'adesione a porre in discussione con urgenza questa tematica perché siamo dalla parte dei lavoratori e meno in accordo con gli amministratori, di qualunque colore essi siano, se non si comportano adeguatamente. È certo che l'intervento dell'onorevole Deriu mi stava facendo cambiare idea, ma non solo l'intervento, anche le sue dichiarazioni e esternazioni di ieri; io so che è molto attento ai miti, ai miti che circolano.
L'onorevole Deriu parla di Saturno che mangia i propri figli; Saturno è una buona rappresentazione del tempo che mangia tutti, anche quelli che ritengono di essere immangiabili; ma siccome al mito ricorre spesso, anche la chimera, ed è una chimera che nelle sue varie articolazioni corporee rappresenta diverse entità animali, vorrei che capisse bene che non è opportuno prendere una posizione retriva come quella che ha assunto in una difesa perdente delle province. Cinquecentomila e passa elettori in Sardegna hanno deciso di cancellare le province, il Presidente del Consiglio del suo partito vuole cancellare le province, tutti i partiti politici a livello nazionale si sono dichiarati contrari alla permanenza delle province, io non capisco perché lei si attardi a fare dichiarazioni insulse, prive di fondamento e tra l'altro non rispondenti a verità rispetto alle argomentazioni che oggi si stanno dibattendo.
Io chiedo: lei si è iscritto alle rammendatrici, alle rattoppatrici? Io questo lo posso capire, ma non è colpa mia se non si è ancora discusso se è bello o no un abito che è stato proposto all'attenzione dell' agone politico; io mi voglio iscrivere e mi iscrivo all'albo degli stilisti che tentano di disegnare una conformazione e una esaltazione della bellezza alle forme istituzionali, cose che da molto tempo non esistono più. Se invece vuole rattoppare qualcosa rattoppi pure, ma le voglio ricordare che noi abbiamo aderito (e vorrei vedere come hanno amministrato a Sassari gli amministratori) per gli operai affinchè abbiano la giusta paga; ma oggi stiamo adottando una semplice anticipazione dei 35 milioni di euro che si debbono stanziare come Fondo unico, o lo vogliamo nascondere?
Questi sono denari che verranno previsti complessivamente nell'assestamento di bilancio che ancora in Consiglio non è arrivato. È colpa di chi? Di chi riesce a rammendare o di chi propone uno stilista diverso nel disegnare la riforma istituzionale e nell'approcciare i problemi sostanziali che attengono alla Sardegna e alla sua gente? Io vorrei che ci riflettesse l'onorevole Deriu prima di richiamare l'attenzione sui Riformatori che hanno presentato la riforma per le province e le autonomie locali.
Portatecela, discutiamo questa riforma! Forse non siamo tutti d'accordo? Vedremo che cosa sortirà nell'interesse della gente, del funzionamento delle istituzioni e se si elimineranno sia gli arroganti atteggiamenti che spesso la burocrazia ha e sia i tempi lunghi con i quali sempre la burocrazia flagella le opportunità di sviluppo che si offrono alla Sardegna. O ragioniamo di cose serie, quindi, o ammettiamo di avere la mente su quello che era, anzi ammettiamo di camminare con la testa rivolta all'indietro senza capire e pensare che ci vuole innovazione seria per la Sardegna, e voi non la volete proporre.
È vero, anche l'altra maggioranza non ha accelerato i tempi della riforma, perché nasconderlo? Nessuno si deve nascondere! Ma voi non avete fatto di certo nessun passo in avanti per poter dire: questa è la riforma delle autonomie locali che interessa la Sardegna; vogliamo confrontarci su questo, su come si può spendere meglio, su come dare risposte più precise, urgenti e veloci alla gente. Vogliamo confrontarci o vogliamo andare a cercare la chimera, perché possiamo anche cercare la chimera, non ci serve!
Io credo che occorra prestare più attenzione sui temi seri della nostra riforma, sul provvedimento odierno che vuole dare una certezza per il domani a questi lavoratori; ma i rammendi sono sempre rammendi, la costruzione di un vestito che scenda bene e che dia dignità è un'altra cosa. Lo ricordino l'onorevole Deriu e la maggioranza di centrosinistra che oggi governa questa Regione! Abbiamo bisogno di nuove opportunità.
E vorrei anche ricordare, sommessamente, quanto dichiarato dal mio Gruppo e dal mio partito in diverse circostanze su quello che ha fatto Paci, che qui non siede, e cioè l'accordo "P-P", Paci-Padoan, che sta chiudendo in una griglia l'intera Sardegna, in una griglia che sarà difficile da forzare domani, dove cerca circa 150 milioni di euro che gli mancano ma che non sa neanche dove prendere, perché sappiamo bene che dopo saremo amministrati da Roma, come debbo anche riconoscere male amministrati da tutti i partiti che sono stati in maggioranza in questa Regione.
Se avessimo usato al meglio l'autonomia che avevamo, se avessimo veramente vissuto all'interno dell'autonomia, dato respiro a quell'autonomia, se avessimo utilizzato più attentamente le possibilità offerte dallo Statuto della Sardegna, anche forzandolo, noi potremmo aver avuto altre risorse, invece siamo andati dietro ciascun partito, magari di riferimento nazionale, abbiamo certamente cercato ben altre strade ma non quella della riforma, ancor meno quella di non far soffrire i dipendenti non delle province ma di tutti gli enti, perché questo lo verificheremo successivamente e lo valuteremo sulle cose, lo valuteremo sulle cose!
Quando la coperta sarà troppo corta per coprire tutte le istituzioni, quando vorremo dire di quelli che abbiamo passato così allegramente trattando il primo punto all'ordine del giorno, troveremo altri ostacoli e altre situazioni da risolvere, ma non si può assolutamente continuare su una strada che è un declivio che non ci consente di considerare tutte le opportunità che possono esserci per lo sviluppo e l'occupazione nella nostra isola.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Cocco Daniele. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Sarò molto breve, Presidente, ma vorrei ricordare ad alcuni colleghi che mi hanno preceduto, non per fare polemica, che è vero che noi stiamo governando da sei mesi ma loro hanno avuto cinque anni per risolvere i problemi relativi alla provincia, ai precari della Multiss. Io ringrazio di cuore l'onorevole Pietro Pittalis.
(Interruzione)
PRESIDENTE. Per cortesia, onorevole Dedoni lasci intervenire, grazie.
COCCO DANIELE (SEL). Io ringrazio di cuore l'onorevole Pietro Pittalis che con uno scatto fulmineo ha fatto una proposta che è quella che oggi stiamo esaminando in Aula; questo ci fa piacere ma se proponiamo soluzioni per risolvere un grave problema, in questo caso riguardante gli operai della Multiss, e poi in Aula stiamo lì a rivendicare se sia merito nostro o non nostro, allora dico che la campagna elettorale, ragazzi, è finita. Siamo qui per cercare di proporre soluzioni e se procederemo come abbiamo fatto in quella sede avremmo compiuto solo ed esclusivamente il nostro dovere. Non mi dilungo oltre, chiaramente voterò a favore di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, intervengo per fare qualche precisazione perché ho sentito degli interventi particolari, e mi riferisco all'onorevole Demontis. Voglio ricordare che i 56 milioni sono stati detratti (sono stati tagliati direttamente dallo Stato centrale in materia di accise) in una fase iniziale con la promessa che, a seguito della quantificazione del Patto di stabilità, della verifica delle esatte risorse in materia di entrate, sarebbe stato impegno di questo Consiglio rivedere la situazione
Onorevole Demontis, senza polemica, però ancora oggi nonostante sia stato prorogato il termine del 30 settembre per la deroga del Patto di stabilità (quindi sul patto verticale per quanto riguarda gli enti locali) diversi enti locali non hanno potuto ancora, anche a causa di questo, approvare i propri bilanci di previsione. Vogliamo dire che ancora non è stato trasferito quello che l'anno scorso invece era già stato trasferito in termini di Fondo unico?
Il nostro Capogruppo ha avuto la sensibilità, con grande senso di responsabilità e con grande azione costruttiva, di portare in Aula velocemente il provvedimento Multis, anche accogliendo le gravi preoccupazioni che sono venute dai lavoratori, e noi diciamo anche dalla Presidente della Provincia. Presidente della Provincia che ovviamente, certo, poteva allocare dapprima le risorse, spenderle e rinunciare ad altro, però credo che la situazione in ordine ai tagli, anche sulle materie delegate da parte dello Stato nei confronti delle province, la situazione di grave incertezza in cui versano Fondo unico e Patto di stabilità, abbiano contribuito a creare dei problemi.
Vorrei anche sottolineare che la Presidente della Provincia di Sassari certamente non è una nostra alleata o espressione della nostra parte politica, pertanto invitiamo i colleghi anche a riconoscere ogni tanto il ruolo di questa opposizione che cerca di essere sempre responsabile e attenta rispetto ai problemi seri e concreti della Sardegna e delle persone in Sardegna.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta si esprime a favore di questa proposta di legge. Abbiamo lavorato per trovare delle soluzioni tecniche possibili con l'amministrazione provinciale di Sassari al fine di risolvere i problemi evidenziati dai lavoratori e dalla società che gestisce servizi e funzioni importanti per conto della Provincia di Sassari. Abbiamo dato indicazioni operative, molto dettagliate e precise, ai commissari che hanno consentito di risolvere il problema anche dando priorità ai servizi essenziali, alle funzioni essenziali gestite dalle province.
La Provincia di Sassari, l'amministrazione provinciale di Sassari, si è trovata però in una situazione di urgenza, per cui giudichiamo positivamente l'accordo che è stato raggiunto che consente di accelerare i tempi. Noi avevamo trovato comunque dei fondi destinati alle province per il trasporto degli studenti disabili, per le manutenzioni scolastiche nell'ambito del progetto "Iscola", ma non c'erano i tempi tecnici che invece erano richiesti dal contratto di servizio tra la Provincia di Sassari e la Multiss. In questo modo si raggiunge il risultato di evitare forme e contratti di solidarietà che altre province hanno fatto, risolvendo temporaneamente il problema.
Do una notizia al Consiglio regionale, l'11 del mese di settembre è stato approvato l'accordo tra la Conferenza delle Regioni, il Governo centrale, l'ANCI e l'UPI in materia di criteri per l'individuazione delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all'esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle province ai cosiddetti enti subentranti, che è una partita che ha molto a che vedere con le cose che sono state dette qui oggi. Perché l'individuazione delle funzioni fondamentali dello Stato delegate alle province, che dovranno poi essere trasferite agli enti subentranti, determina il valore economico dei trasferimenti dallo Stato alle province che vanno quantificati, perché ogni euro in meno trasferito dallo Stato alle province è un euro in più che dovrà essere messo a carico delle Regioni che dovranno organizzare la gestione dei servizi e delle funzioni fondamentali.
Complessivamente, noi parliamo di 2 mila e 500 persone, i dipendenti delle società in house delle province sono 442, e 500, come è stato detto, della Provincia di Sassari, poi ci sono le società in house delle altre province. Noi adesso abbiamo i criteri generali pubblicati con DPCM che ci consente di individuare i beni e le risorse umane, finanziarie, strumentali e organizzative, e sulla base di questi criteri generali dovremmo, cosa che stiamo facendo molto rapidamente, capire quali funzioni delegate possono essere attribuite a quali livelli organizzativi subentranti, cosiddetti, che saranno i comuni, le unioni dei comuni (e occorrerà valutare, ma questo sarà compito della legge di riordino, il sistema delle autonomie locali), quali competenze delegate dalla Regione alle province potranno eventualmente essere riassorbite dalla Regione sulla base del principio di adeguatezza che dovrà essere individuato.
Questo DPCM, alla cui lettura attenta rimando tutti (sono sicuro che avete già provveduto alla lettura), ci consente di avere le idee più chiare e di procedere, cosa che la Giunta farà, con l'approvazione, su mia proposta, delle linee guida di riordino del sistema delle autonomie locali, che tiene conto della ricchezza e dell'articolazione del dibattito che nei territori sta avvenendo e che consente di ragionare nel merito sulle funzioni attribuite alle province
Province che dovranno essere gestite con criteri di efficienza e di funzionalità amministrativa da altri livelli organizzativi, i cosiddetti enti subentranti a cui ho fatto riferimento in precedenza, sapendo che abbiamo dei termini (31 dicembre), entro i quali dovranno essere organizzate le funzioni associate dei comuni sotto i 5 mila abitanti, le centrali di committenza gestite in forma associata attraverso l'unione dei comuni, e poi il termine, fissato dalla legge Delrio dell'8 aprile, oltrepassato il quale c'è un'applicazione automatica dell'elezione di secondo livello per gli enti intermedi, per le province, sempre che la riforma del Titolo V e la riforma della Costituzione non vadano avanti, e sempre che non intervenga, cosa largamente auspicata, la riforma dell'articolo 43 dello Statuto, che ci consentirà di accelerare i tempi della riforma, e di evitare incongruenze date dalla sovrapposizione degli enti di governo di area vasta (città metropolitana ed enti di area vasta, distretti, come si deciderà di chiamarli), in un riordino coerente e complessivo oggetto di un imminente disegno di legge che sarà portato all'attenzione del Consiglio.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. E' in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Tatti per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TATTI IGNAZIO (UDC). Io e il mio Gruppo, sicuramente concordiamo sull'approvazione di questa proposta di legge, anche se, come è stato detto in precedenti interventi, non vorrei che ci fosse la corsa alla stabilizzazione oggi come metodo per arrivare a ottenere qualcosa; oppure, come ugualmente è stato detto, ottiene qualcosa chi solleva di più il tono della voce, e gli altri invece niente.
Io mi auguro che non sia così, e devo dire che le parole dell'Assessore, e soprattutto l'accordo raggiunto ad Abbasanta tra l'ANCI e la Regione, mi rendono molto fiducioso, quindi stiamo votando un qualcosa solo per un anticipo di quindici giorni. Mi auguro che in questo frattempo arrivino le risposte anche alle altre province che sono nelle stesse condizioni. Sto parlando della SPO di Oristano, sto parlando della Proservice di Cagliari, sto parlando della società in house della Provincia di Nuoro, e non so se ce ne siano anche altre.
Noi consiglieri di Oristano abbiamo incontrato diverse volte i lavoratori della società in house, la SPO di Oristano, i quali rivendicavano un nostro intervento; intervento che, dopo l'accordo di Abbasanta, non abbiamo ritenuto più necessario. La posizione su queste tematiche da parte di alcuni consiglieri del centrosinistra mi fa pensare a una sorta di disgregazione, perché non capisco come si possa proporre, anche grazie all'intervento di un Capogruppo del centrodestra, questa leggina, però poi verificare che non si è ancora raggiunto l'accordo su queste cose.
Abbiamo discusso all'interno del Gruppo per decidere se consentire o no l'applicazione dell'articolo 102 su questa proposta di legge, abbiamo detto sì a patto, però, che si esamini la situazione di queste società in toto, in riferimento a tutta la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, devo dire che quando si è posto il problema dell'applicazione dell'articolo 102 a questa proposta di legge noi non abbiamo discusso, nel senso che essendosi verificata una situazione di emergenza riguardo a 160 lavoratori, noi ci siamo posti, come ha detto il mio Capogruppo, il problema dei lavoratori. Sottolineo poi che oggi ho ricevuto una lezione di vita in particolare dall'intervento dell'onorevole Deriu il quale ha utilizzato questa nostra posizione per attaccarci su un fronte francamente inaspettato.
Bene, devo dire che farò tesoro di questa esperienza per il futuro, per cui, lo dico anche al collega Pittalis che si è fatto carico dell'onere di chiedere il 102 su questo provvedimento, noi d'ora in avanti ci regoleremo di conseguenza. Per quanto mi riguarda io, per evitare equivoci, non prenderò parte a questa votazione pur essendo fortemente tentato di votare contro; e non ritengo corretto portare il piano della discussione su questo livello giocando sulla pelle dei lavoratori, anche se il collega Deriu ha fatto bene a porre il problema delle società in house, che io pongo anche all'Assessore.
Non conosco infatti la situazione della società di Sassari, conosco un po' meglio la situazione della società di Cagliari, che è assurta agli onori della cronaca per aver avuto un incremento del numero dei dipendenti passati da 38 a 188, credo, circa 150 dipendenti in più, assunti in gran parte in maniera clientelare e senza alcun tipo di selezione. Questo credo ci ponga un problema rispetto ai lavoratori delle aziende che stanno chiudendo e che non hanno alcun tipo di tutela; ci pone un problema soprattutto rispetto alle centinaia di migliaia di disoccupati che invece non hanno neanche la speranza di avere un posto o una stabilizzazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marcello Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Presidente, ascoltando gli interventi dei consiglieri della maggioranza mi sembra che sia ritornata la "politica dei campanili". La Provincia di Sassari non sta chiedendo privilegi a nessuno: c'è una necessità, una necessità impellente data dal fatto che ci sono dei padri di famiglia che rischiano di rimanere senza stipendio. Ora, io vorrei che una soluzione venisse estesa anche ad altre province. Pertanto il mio voto sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, intervengo per formulare a me stesso, al Consiglio regionale e al Presidente del Consiglio un augurio; io sono sempre stato contrario a questo articolo 102, che salta le procedure e che non ci ha consentito, anche nella scorsa legislatura, di approfondire alcun tipo di provvedimento. Saltando le procedure io non sono in condizioni, sinceramente, oggi di sapere che cosa sto votando, e come me tutti i consiglieri regionali che sono qui presenti.
Per approvare le deliberazioni bisogna studiarle, bisogna approfondirle, per deliberare bisogna conoscere, se noi continuiamo ad applicare questo "102", finiamo come la scorsa legislatura nel corso della quale nessun provvedimento veniva approfondito dalle Commissioni competenti per materia, ma si andava avanti facendosi i "favorini" a vicenda. Quindi io sono contro questo procedimento e mi auguro che sia l'ultima volta che in Aula arriva un provvedimento sulla base dell'articolo 102.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, io voterò a favore con immensa convinzione. Onorevole Floris, sul "102" in parte possiamo anche condividere la sua posizione; dico in parte perché i provvedimenti che sono posti all'ordine del giorno con il "102" sono comunque provvedimenti condivisi da tutti i Capigruppo e quindi dall'Aula. Sono sicuramente provvedimenti urgenti, come lo è in questo momento la proposta di legge numero 109 che stiamo discutendo.
Sono a favore di questa proposta soprattutto per il metodo, perché significa che il Consiglio regionale, oggi, con l'approvazione di questa norma, ha deciso, ogni qual volta si renda necessario, di intervenire direttamente nei confronti di province, o di enti locali in generale, con un provvedimento di legge per anticipare le risorse da restituire poi con una manovra all'interno del Fondo unico.
Questo significa, così come è stato appena sottolineato da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, l'onorevole Tatti è stato chiarissimo, che è necessario intervenire anche all'interno delle altre province; come ha detto anche l'onorevole Forma precedentemente relativamente alla sua provincia, ognuno di noi rappresenta un territorio e quindi ognuno di noi dovrà rispondere, nel momento in cui si approva una norma, del perché si agisce nei confronti di un territorio e non nei confronti degli altri.
Mi sembra di aver capito, comunque, che questo è un nuovo modo di lavorare, siamo tutti perfettamente d'accordo; mi auguro quindi che quando sarà necessario per Oristano tutta l'Aula sia d'accordo, quando sarà necessario per Nuoro tutta l'Aula sia d'accordo, quando sarà necessario per Cagliari ancora una volta tutta l'Aula sia d'accordo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico su questa proposta di legge, e per ricondurre l'argomento a quello di cui stiamo discutendo: decidere un'anticipazione di cassa legata al Fondo unico di 600 mila euro; di questo si tratta. Naturalmente ognuno di noi quando interviene può dire quello che vuole, io non giudico, ma certamente ho sentito quasi da parte di tutti delle cose abbastanza pesanti, che avrebbero potuto essere evitate.
L'onorevole Dedoni, ad esempio, è uno che non perde occasione per spostare l'argomento su altri temi che nulla c'entrano con la discussione in corso, e mi pare anche abbastanza offensivo. Io avrei evitato di intervenire e di dire certe cose anche perchè, di fronte alle argomentazioni poste, francamente, non dico che rimango di stucco però sottolineo che non è la prima volta che questo capita e credo sia sempre bene mettere le parole al posto giusto quando si interviene.
Con questo provvedimento stiamo operando un'anticipazione, possiamo anche dire che tutti i territori avrebbero diritto ad avere le anticipazioni del Fondo unico, e che ognuno può rivendicarle, oppure le anticipazioni possono essere adottate per altre problematiche; in questo caso siamo di fronte al dramma di 160 o 130 lavoratori (adesso non ricordo esattamente quanti essi siano), e di questo stiamo parlando. Credo che ognuno abbia messo la sua faccia e metta il suo voto a disposizione per sostenerli, tutto il resto sono questioni che non c'entrano nulla.
E voglio ancora dire che stare in Aula e utilizzare il tempo a disposizione per criticare le parole di un consigliere regionale di maggioranza che interviene sulla stampa per fare dichiarazioni, qualsiasi esse siano, francamente è assolutamente fuori luogo. Non è la prima volta. Io ora non intervengo su questo, ma certamente non risparmierò voce quando questo dovesse accadere, così come ha fatto l'onorevole Cossa, che addirittura ha ricevuto una lezione di vita sulle cose, non è questo il tema.
Il tema è un altro e oggi la discussione riguarda la possibilità di anticipare parte di una somma che alla Provincia di Sassari dovrà essere comunque erogata; di quella somma dobbiamo anticipare 600 mila euro. Questo stiamo facendo, nulla di più. Il resto sono chiacchiere fuori luogo e bisogna, prima di parlare, riflettere bene, e siccome non è la prima volta io spero almeno che sia l'ultima da parte sua, onorevole Dedoni, e la cito solo come esempio, non perché lei sia il solo a farlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io personalmente posso anche condividere quello che dice l'onorevole Cocco se prestasse un po' più di attenzione lui ai ragionamenti che si fanno. Servito l'onorevole Deriu che, gratuitamente, parlando di questo argomento, ha detto quello che ha voluto, altrettanto gratuitamente ho detto quello che ho voluto. Ma, entrando nel merito, io non mi sono molto discostato dalle vere ragioni. Quando parlo di anticipazione di bilancio vuol dire che io ho un programma da seguire e il programma da seguire, ci è stato detto dall'Assessore, comporta che sono necessari quindici giorni di tempo perché l'Aula discuta la variazione di bilancio, per i 35 milioni di euro che debbono essere dati alle province e ai comuni.
Quando poi si parla di un lavoro organico, si tratta semplicemente di capire se vogliamo indirizzare al meglio le finanze della Regione, quelle poche finanze della Regione che saranno sempre di meno e sempre più sottili man mano che andremo avanti, e ne riparleremo perché l'accordo "P-P" farà quello che farà.
Quindi, onorevole Cocco, io sono dispostissimo, a confrontarmi con lei o con chi vuole anche in una pubblica piazza, in pubblico comizio, per capire se effettivamente queste cose tornano o no, e se ero io assente dall'Aula o era assente qualche altro che non ha potuto capire bene tutto quello che si è detto perché magari distratto da argomenti più importanti. Comunque il mio voto e quello del mio Gruppo è certamente favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Signor Presidente, io forse dovrei sentirmi toccato da alcuni interventi e, addirittura, invocare il suo autorevole apporto a tutela della possibilità che un consigliere eletto in questo Consiglio possa esprimere liberamente le proprie opinioni senza udire ammiccamenti di cattivo gusto che gli ingiungono una valutazione di opportunità rispetto alle sue valutazioni politiche. Io non mi permetto di dire a nessuno di essere più opportuno.
La valutazione di opportunità è esattamente la valutazione libera che ognuno di noi fa rispetto alle sue opinioni e rispetto ai suoi convincimenti nel momento in cui rappresenta pubblicamente il suo pensiero. Questo io credo che sia il nostro principale diritto e anche il nostro principale dovere in quest'Aula. Pertanto non posso accettare che mi si dica di selezionare con attenzione gli argomenti di cui devo parlare, anche perché non era mia intenzione oggi sottolineare alcuna contraddizione nella quale cadrebbero alcuni Gruppi che prima sostengono una posizione e poi fatalmente devono mangiare gli amari frutti delle loro scelte nel momento in cui essi maturano.
Sono frutti avvelenati che oggi noi dobbiamo sterilizzare tramite un provvedimento di emergenza, e chi ha voluto sostenere questo provvedimento di emergenza lo ha fatto con responsabilità, forse non altrettanta responsabilità vi è stata nel momento in cui si creavano le cause della situazione alla quale oggi si vuole rimediare. Questa è la verità rispetto all'argomento.
Io poi non do certo lezioni di vita, le lezioni di vita le danno in riformatorio. Io sono un liberale, sono una persona aperta che non intende la politica come agguato, e la politica come minaccia, e la politica come attentato alla libertà di opinione di nessuno. Per me le opinioni possono essere manifestate pubblicamente nelle sedi opportune, e io lo farò con la libertà che mi è propria di persona eletta, di cittadino e di uomo di ideali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, a fronte di alcune affermazioni che non sono veritiere va detto subito che il nostro Gruppo ha tentennato questa volta, per la prima volta, perché ha sempre approvato la richiesta di applicare l'articolo 102. Si tratta di situazioni di emergenza e questa è una situazione di emergenza. Abbiamo tentennato perché recentemente ci sono stati atteggiamenti un po' a macchia di leopardo, con fughe in avanti e poi rientri improvvisi, per cui ci sembrava corretto adottare un sistema che fosse sempre univoco; però, alla fine, siamo arrivati alla conclusione che fosse opportuno, perché anche questa è una situazione di emergenza, apporre la nostra firma, senza la quale non si poteva discutere l'argomento, e quindi siamo qui per questo.
Normalmente un "102" si approva in trenta secondi: questa è stata la prassi costante; invece oggi ci sono i ping pong, interviene uno, risponde l'altro, con i motivi più strani possibili. Io credo che si debba discutere all'interno dei Gruppi, ma nel momento stesso in cui la stragrande maggioranza dei Gruppi, cioè tutti tranne il nostro, aveva apposto la firma, evidentemente ci sarà stata pure una discussione, un dibattito interno che ha portato a una certa conclusione. Quindi il dissociarsi, assumere atteggiamenti diversi porta effettivamente, noi soprattutto che avevamo molte perplessità, a entrare in un ordine di idee diverso. Però, noi abbiamo firmato un provvedimento e vogliamo essere coerenti, ma soprattutto evitiamo di parlare del sesso degli angeli oppure di andare fuori tema.
Anche io potrei dire all'Assessore dell'industria, qui presente, che per esempio non so chi sia quella specie di soggetto o complemento oggetto che si è permesso di rinunciare a un progetto sulle bonifiche di 43 milioni già siglato per San Giorgio perché non ci sono due ingegneri. Non avete personalità! Perché perderete anche gli altri 100 milioni, perché i 43 milioni portavano altre risorse dal Ministero dell'ambiente, glielo sto anticipando questo. Quindi siccome tutti parlano di tutto, evitiamo di parlare di tanti problemi, evitiamo di fare il ping pong e siamo coerenti con gli impegni che assumiamo. Noi lo abbiamo preso, anche dopo molte perplessità, e saremo coerenti.
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Anticipazioni a valere sul fondo unico di cui all'articolo 10 della
legge regionale n. 2 del 2007 a favore della Provincia di
Sassari
1. A valere sull'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 18, comma 22, della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12 (Disposizioni nei vari settori di intervento), una quota pari a euro 600.000 è destinata, per l'anno 2014, alla Provincia di Sassari quale anticipazione sulle erogazioni integrative del fondo unico di cui all'articolo 10, comma 1, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), previste dall'accordo ANCI-Regione dell'8 agosto 2014.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione questo articolo. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale dell'articolo 1.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Forma e Tedde hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fasolino - Floris - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Oppi - Orru' - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tunis - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il consigliere: il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 44
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
(È approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico della proposta di legge numero 109.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Forma e Tedde hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fasolino - Floris - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Oppi - Orru' - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tunis - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il consigliere: il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 44
(Il Consiglio approva).
Discussione e approvazione del documento: "Articolo 56 Statuto speciale per la Sardegna. Commissione paritetica Stato-Regione sarda. Rinnovo dei componenti di espressione regionale". (Doc. 2/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del documento numero 2/A.
Dichiaro aperta la discussione. Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Agus, relatore.
AGUS FRANCESCO (SEL), relatore. La prima Commissione ha preso in esame la proposta della Giunta regionale relativa alla nomina dei componenti di espressione regionale della Commissione paritetica di cui all'articolo 56 dello Statuto speciale sardo. Le nomine in oggetto riguardano, la prima, come da prassi consolidata, il direttore generale della Presidenza della Regione, il dottor Alessandro De Martini, mentre per la seconda nomina il designato è il dottor Mario Scano, magistrato e già presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti.
La Commissione ha ritenuto urgente, per via delle ultime vicende in campo nazionale, approvare il prima possibile il documento per dare rappresentanza nella Commissione paritetica alla Sardegna. Il provvedimento è stato quindi portato in Commissione e in Aula alla prima seduta utile, anche riconoscendo alle persone designate un curriculum adatto a rappresentare l'Isola in questo momento. Pertanto auspichiamo che l'Assemblea esprima il parere favorevole alle nomine.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare dichiaro chiusa la discussione.
È stato presentato un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Agus - Meloni - Demontis - Deriu sul rinnovo dei componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione di cui all'articolo 56 dello Statuto speciale per la Sardegna. (1)
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione dell'esame del documento n. 2/A sul rinnovo dei componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione di cui all'articolo 56 dello Statuto speciale per la Sardegna,
VISTA la deliberazione della Giunta regionale n. 31/9 del 5 agosto 2014 nella quale sono stati designati, quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica di cui all'articolo 56 dello Statuto, il dott. Alessandro De Martini, direttore generale della Presidenza della Regione, e il dott. Mario Scano, già Presidente della Corte dei conti;
CONSIDERATO che su tale decisione deve esprimere il suo parere il Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 56, primo comma, dello Statuto;
VISTA la relazione della Prima Commissione permanente,
esprime parere favorevole
sulla nomina del dott. Alessandro De Martini e del dott. Mario Scano quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione di cui all'articolo 56 dello Statuto.)
(È approvato)
Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 13.
Allegati seduta
Testo delle interpellanze, interrogazioni e mozioni annunziate in apertura di seduta.
Interpellanza Truzzu - Tocco - Fenu - Floris relativa alla situazione dell'ex Ospedale Marino (consegna dello stabile e percorso accreditamento sanitario).
I sottoscritti,
PREMESSO che la questione dell'ex Ospedale Marino, sito in Cagliari, progettato e realizzato durante gli anni 30, non è ancora risolta nonostante da anni la società che dovrebbe riqualificare il sito aspetta la consegna formale dello stabile da parte dell'ente proprietario, ossia la Regione
CONSIDERATO che l'edificio costituisce un'opera architettonica di pregio e rappresenta uno dei principali simboli della città di Cagliari, noto a intere generazioni di cagliaritani e non solo, avendolo conosciuto dapprima come colonia e in seguito come ospedale, e da troppo tempo ormai come rudere e monumento all'abbandono e all'incuria;
VISTO che Cagliari è tra le candidate a Capitale europea della cultura nel 2019 e la riqualificazione del Poetto, con l'avvio dei lavori e l'approvazione del PUL, rappresenta una cartolina importante se non fondamentale, e il conseguente avvio dell'opera di recupero e riqualificazione dell'ex Ospedale Marino, progettato da Ubaldo Badas, noto esponente del razionalismo italiano e considerato uno dei più apprezzati e importanti architetti italiani del 900, può fornire un sostegno ulteriore alla candidatura di Cagliari;
ACCERTATO che la società vincitrice Prosperius attende da mesi la consegna dello stabile da parte della Regione e nel frattempo il degrado all'interno e attorno allo stesso continua ad aumentare inesorabilmente, costituendo un pericolo per i cittadini e gli stessi, incauti, sbandati e barboni che vi dimorano;
VISTO che:
- la stessa società Prosperius ha presentato da tempo domanda di accreditamento al sistema sanitario regionale non ricevendo risposta alcuna, contrariamente a quanto accaduto, giustamente, con il S. Raffaele di Olbia (in quanto la celerità delle risposte dovrebbe essere la regola primaria della politica e della burocrazia e non l'eccezione);
- il Comune di Cagliari, tramite il suo Primo cittadino, sollecitato da mozioni e interrogazioni da parte dei consiglieri dell'assemblea civica, ha emesso un'ordinanza che obbligherebbe la Regione a pulire e mettere in sicurezza il sito interessato;
CONSIDERATO che:
- la Regione deve pagare una settantina di milioni di euro per i danni causati a un privato imprenditore per un progetto approvato e mai realizzato in altra area di Cagliari, città che vede altri siti culturali, storici, sportivi, nonostante l'interesse di investitori pubblici, privati o associati, in attesa delle scelte dell'amministrazione comunale per l'avvio di importanti progetti di riqualificazione;
- gli imprenditori sono da considerarsi coloro che possono creare lavoro ed è quindi fondamentale non perdere preziose occasioni di sviluppo e crescita mortificando l'iniziativa privata con le lungaggini burocratiche, pagando così altri danni materiali oltre gli incalcolabili danni d'immagine per la nostra Regione,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione:
1) sui motivi che ad oggi hanno impedito la consegna dello stabile alla società Prosperius da parte della Regione;
2) sulla data di consegna dell'edificio alla società vincitrice;
3) sullo stato di avanzamento della procedura di accreditamento al sistema sanitario da parte della società Prosperius. (56)
Interpellanza Arbau - Azara - Ledda - Perra sul fondato pericolo di chiusura della Corte d'appello di Sassari e di alcuni importanti tribunali sardi.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- il progetto di riforma del Ministero della giustizia potrebbe mettere in pericolo il futuro della sede distaccata della Corte d'appello di Sassari, (Sezione distaccata di Cagliari), mentre appare purtroppo certa la soppressione di alcuni importanti tribunali e numerosi uffici giudiziari, ancora una volta vittime sacrificali sull'altare di una presunta razionalizzazione e riduzione delle spese;
- la Corte d'appello di Sassari ha giurisdizione sui tribunali di Sassari, Nuoro e Olbia-Tempio, e sul tribunale per i minorenni, con competenza territoriale e funzionale sulle tre province, per un bacino di utenza residente di oltre 650 mila persone, che quasi raddoppia con l'afflusso turistico nel periodo estivo;
- dal Tribunale di sorveglianza di Sassari dipendono gli uffici del Magistrato di sorveglianza di Sassari e Nuoro, le Case circondariali di Sassari, Nuoro e Tempio Pausania e le Case di reclusione di Alghero e Mamone;
- da Sassari dipendono inoltre le sedi distaccate dei tribunali di Alghero, Olbia e La Maddalena e ben 33 uffici del Giudice di pace;
CONSIDERATO che da diversi anni dal territorio si chiede con forza che il Ministero della giustizia proceda alla costituzione di una corte d'appello di Sassari autonoma e che l'autonomia contribuirebbe nell'immediato a ridurre i costi attualmente necessari per garantire il funzionamento del Consiglio giudiziario e la gestione degli esami di abilitazione alla professione forense, oltre a consentire una notevole semplificazione e una conseguente riduzione dei tempi e delle spese di funzionamento del sistema giudiziario del territorio, con prevedibili ricadute positive per le popolazioni interessate;
SOTTOLINEATO:
- che il Governo nazionale da troppo tempo, anche nell'amministrazione del sistema giudiziario, mira al perseguimento di intenti di razionalizzazione e riduzione dei costi, tramite la soppressione o l'accorpamento dei presidi giudiziari, sulla base di criteri esclusivamente economici e numerici;
- che tempi ed efficienza delle sedi giudiziarie sono spesso conseguenti ad ataviche scelte effettuate dallo stesso Ministero, prima fra tutte la cronica insufficienza degli organici assegnati ai tribunali sardi, e non certo alla mancanza di professionalità o di procedimenti processuali;
- come le stesse inadempienze del Governo siano la causa prima di quei dati statistici non aderenti ai canoni previsti dal Ministero e che vengono poi utilizzate dallo stesso per giustificare la chiusura degli uffici mascherata da esigenze di razionalizzazione e riduzione delle spesa;
RIMARCATO che la paventata chiusura degli uffici giudiziari ed in particolare della Corte d'appello costituirebbe un atto assolutamente inopportuno con riflessi ed effetti concreti e pesanti sull'amministrazione della giustizia, considerata la legittima preoccupazione degli amministratori locali, del mondo forense e delle popolazioni interessate,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:
1) quali concrete iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere presso il Governo nazionale per evitare la chiusura della Corte d'appello di Sassari e degli uffici giudiziari sardi, presidi che lo Stato dovrebbe semmai doverosamente rafforzare ed efficientare, per porre rimedio ad una gestione poco attenta alle esigenze ed alle peculiarità della nostra Regione;
2) se non ritenga che i paventati nuovi tagli al sistema giudiziario sardo rischino di appesantire ulteriormente le dinamiche sociali in un contesto di gravissima crisi sociale ed economica;
3) se non ritenga altresì legittimo ed opportuno porsi alla "guida" di azioni di "sensibilizzazione" verso il Governo italiano per una riconsiderazione delle ipotesi di riduzione al sistema giudiziario isolano, per evitare un ulteriore disimpegno dello Stato dai nostri territori e l'ennesimo sopruso alla specialità della Sardegna. (57)
Interpellanza Azara - Arbau - Ledda - Perra sulla grave situazione igienico ambientale del territorio di Buggerru, per la mancata realizzazione sia dell'impianto di depurazione delle acque reflue, che dell'impianto di potabilizzazione.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- da oltre un decennio il comune di Buggerru, conosciuto in tutto il mondo per un paesaggio costiero e un mare di incomparabile bellezza, si trova a scaricare, nelle splendide e trasparenti acque del suo mare, i liquami maleodoranti, e non certo cristallini, delle sue fogne, vergognosa situazione frequentemente riportata dagli organi di stampa regionali e nazionali;
- oltre al danno d'immagine, già di per sè drammatico per un territorio ad alta vocazione turistica, i cittadini subiscono l'ulteriore duplice danno di veder da un lato messa a repentaglio la propria salute, come primi fruitori della balneazione, e dall'altro costretti a pagare, nelle bollette emesse da Abbanoa, il costo della depurazione, nonostante non esista un impianto di depurazione nel paese;
- cittadini, turisti e operatori turistici si trovano inoltre bersagliati dal susseguirsi, per tutto il periodo estivo, dalle ordinanze sindacali di divieto temporaneo di balneazione in vasti tratti di mare antistanti la foce del rio Flunimannu, con comprensibili conseguenti danni economico-sociali di enorme portata, date le pesanti ricadute negative sul settore turistico ricettivo del territorio;
CONSIDERATO CHE:
- a rendere ancor più grave un quadro fortemente compromesso sul piano ambientale e socio economico, si sommano gli ormai continui disservizi di Abbanoa nell'erogazione del servizio idrico, che costringono l'amministrazione comunale a emanare frequenti ordinanze di divieto dell'utilizzo dell'acqua potabile per la presenza di elementi inquinanti, creando ulteriori disagi e rischi di carattere sanitario, sia per i residenti, che per le migliaia di turisti che affluiscono sul territorio di Buggerru nel periodo estivo;
- nonostante la situazione emergenziale in cui versa da anni il servizio idrico, Abbanoa non ha ancora provveduto all'indispensabile realizzazione dell'impianto di potabilizzazione, né in tal senso risulta alcuna programmazione delle opere necessarie o alcun impegno di spesa da parte dell'ente, nonostante le reiterate denunce dei cittadini costretti a subire, anche sul fronte dell'approvvigionamento idrico, continue sospensioni protratte per lunghi periodi con ingenti danni economici sia diretti, per le famiglie obbligate all'acquisto dell'acqua per gli usi domestici, che indiretti per i comprensibili pregiudizi sul sistema turistico-recettivo;
SOTTOLINEATO CHE:
- la deliberazione CIPE n. 17 del 2003 "Risorse Idriche-Opere fognario depurative" stanziava 2,5 milioni di euro per i "Lavori di costruzione in sotterraneo dell'impianto di depurazione del Comune di Buggerru";
- il 20 novembre 2005 veniva pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il bando di gara relativo all'appalto concorso per i lavori di costruzione in sotterraneo del suddetto impianto di depurazione di Buggerru, successivamente bloccato per responsabilità dell'amministrazione comunale, condannata dal TAR, con sentenza del 7 settembre 2010, al pagamento del mancato guadagno da parte della ditta vincitrice della gara d'appalto per la realizzazione dell'opera in questione;
- è ormai prossima la scadenza del termine imposto all'Italia dall'Unione europea per la messa in regola del sistema di acque reflue e di depuratori, con il conseguente approssimarsi dei procedimenti sanzionatori che immancabilmente andranno a colpire le regioni inadempienti, misure che inevitabilmente ricadranno sulla popolazione già inverosimilmente vessata e prostrata dalla crisi;
PRESO ATTO che i cittadini di Buggerru, non potendo tollerare oltre il protrarsi di una condizione socio ambientale insostenibile, si sono costituiti in un comitato che, oltre a svolgere una funzione di contestazione e denuncia, si avvia a intraprendere una "class action" nei confronti di Abbanoa, azione legale dal cui esito, quasi certamente, deriverà un ulteriore aggravio di spese per il bilancio dell'ente,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale lavori pubblici per sapere:
1) se non ritenga necessario e improrogabile dotare il territorio di Buggerru degli adeguati sistemi di depurazione delle acque reflue e di potabilizzazione delle acque per uso domestico;
2) quali azioni intenda avviare anche per arginare i rischi derivanti dall'apertura di nuovi procedimenti giudiziari nei confronti di Abbanoa, che andrebbero inevitabilmente a pesare sui bilanci dell'Ente, accrescendone i pesanti passivi;
3) se non ritenga, altresì, opportuno attivarsi presso il Governo onde evitare di incorrere nelle procedure di infrazione dell'Unione europea, per non aver adempiuto alla messa in regola dei sistemi di depurazione delle acque reflue entro il 2015;
4) quali provvedimenti intenda pertanto assumere, anche nei confronti di Abbanoa, al fine di sanare una situazione non più sostenibile sia per le ripercussioni igienico ambientali che gravano sul territorio di Buggerru, che per le ricadute economico sociali estremamente negative inferte alla sua popolazione. (58)
Interpellanza Locci - Tunis sulla mancata richiesta, da parte della Giunta regionale, di parere finanziario di cui all'articolo 16, comma 4, della legge regionale n. 13 del 2010.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- in data 29 agosto 2014, con delibera n. 33/14, la Giunta regionale ha modificato e riprogrammato le risorse di cui al POR FSE 2007-2013, Asse I Adattabilità - Asse II Occupabilità;
- tale delibera riprogramma circa il 20 per cento della pianificazione originaria del POR FSE 2007-2013;
- la legge regionale n. 13 del 2010, all'articolo 16, comma 4, prevede che le modifiche dei piani finanziari degli atti di programmazione regionale unitaria siano inviate alla commissione permanente competente in materia di politiche dell'Unione europea e alle commissioni competenti per materia per l'espressione del parere di competenza;
EVIDENZIATO che:
- la mancata richiesta di parere appare uno sgarbo istituzionale nei confronti del Consiglio regionale e delle sue commissioni permanenti competenti per materia;
- tale riprogrammazione rischia di far perdere le risorse finanziarie rimodulate se non spese entro il 31 dicembre 2015;
- i tempi necessari a rendere spendibili le risorse riprogrammate le mettono fortemente a rischio,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere per quale oscuro motivo la Giunta regionale abbia omesso di chiedere il parere della commissione competente in materia di politiche dell'Unione europea prescritto per legge. (59)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura del Servizio di ortopedia dell'Ospedale Antonio Segni di Ozieri.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- il giorno 7 agosto 2014, con una decisione incomprensibile, veniva comunicata la chiusura del Servizio di ortopedia dell'Ospedale Antonio Segni di Ozieri;
- la stessa unità operativa rappresenta per l'intero territorio un irrinunciabile servizio di ottima qualità;
- moltissimi pazienti usufruiscono del servizio anche fuori dal territorio e dalla Provincia di Sassari;
- attualmente 265 pazienti risultano essere in lista di attesa per essere operati;
- l'intesa ASL - enti locali che aveva come obiettivo la riorganizzazione e la riqualificazione dei servizi sanitari ospedalieri, ed in particolare dell'Ospedale Segni di Ozieri, appare, infatti, ancora lontana e la prospettata ridefinizione dell'intera ASL n. 1, in cui all'Ospedale di Ozieri deve essere riconosciuto il ruolo di ospedale di rete, con competenze riferibili non esclusivamente al proprio territorio, ma di riferimento anche per l'Azienda sassarese è ancora in via di predisposizione;
- i ritardi ormai intollerabili nel riconoscimento del ruolo di ospedale di rete hanno implementato le criticità nel nosocomio ozierese;
- l'accorpamento delle Divisioni di chirurgia e ortopedia, un tempo all'avanguardia nella sanità sarda, ha creato condizioni di grande criticità;
- l'impegno della ASL a ridefinire ruolo e funzione dei servizi nel presidio ospedaliero ozierese (cardiologia, diabetologia, endocrinologia, endoscopia e day surgery, neonatologia, otorinolaringoiatria, odontoiatria) non ha a tutt'oggi prodotto alcun risultato, anzi, come quasi da processo programmato, si stanno eliminando uno ad uno tutti i servizi;
considerato che sono stati sinora disattesi tutti gli impegni assunti dalla direzione generale dell'ASL di Sassari, nonostante già da tempo intorno all'esigenza di rafforzare il ruolo dell'Ospedale Segni, si è creato un altissimo consenso con la convergenza di cittadini, operatori sanitari, rappresentanti del mondo politico,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se intenda porre immediatamente in essere una iniziativa che in termini perentori scongiuri la chiusura del Servizio di ortopedia dell'Ospedale Antonio Segni di Ozieri e per il mantenimento del nosocomio ozierese, il suo potenziamento strutturale, diagnostico strumentale ed il completamento ed incremento delle dotazioni organiche esistenti;
2) quali urgenti provvedimenti intenda assumere per verificare lo stato di attuazione degli impegni di riorganizzazione e riqualificazione dell'Ospedale Segni di Ozieri. (139)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, sugli effetti provocati dall'embargo imposto dalla Russia ai prodotti agroalimentari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la pratica dell'embargo messo in atto dalla Russia con l'intento di bloccare l'importazione di prodotti agroalimentari italiani, causa il fermo e talvolta il ritorno, di interi container contenenti produzioni di vario genere;
- i Russi hanno inoltre rescisso numerosi contratti per la spedizione di ortofrutta, formaggi, vini;
- i dati sono emersi dal primo monitoraggio della Coldiretti e attestano i pesanti effetti della decisione della Russia, di limitare o bloccare con decreto anche per un anno, le importazioni agricole dai paesi che hanno adottato sanzioni contro Mosca in risposta al conflitto in Ucraina;
RILEVATO che:
- in base a uno studio della suddetta categoria agricola, le importazioni in Russia sono crollate del 25,4 per cento a marzo;
- va anche considerata la diminuzione del 13,9 per cento del made in Italy, ovvero di altri manufatti nostrani di carattere non agroalimentare;
- l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero evidenzia quindi i pesanti effetti delle tensioni provocate dalla situazione in Ucraina nei rapporti commerciali con la Russia anche alla luce delle nuove sanzioni;
ESAMINATO che nel primo trimestre del 2014 il saldo commerciale con la Russia é stato negativo per 1,938 miliardi di euro dopo che, nell'intero anno 2013, era risultato negativo per 9,259 miliardi;
OSSERVATO che tra i prodotti agroalimentari sardi più apprezzati ci sono i vini, gli ortofrutticoli, i salumi e i formaggi che vengono venduti in Russia da diverse aziende isolane;
APPURATO che, dal 7 agosto, quando è stato approvato l'embargo, ben due spedizioni di una nota azienda del comparto caseario isolano sono state bloccate, con il rischio concreto di perdite economiche ingenti per il settore;
ATTESO che l'export sardo in Russia si attesta sui 22 milioni di euro, con produzioni come olio d'oliva, pesche, prodotti confezionati (verdure sott'olio e sotto aceto, marmellate, creme) e vini che non sono al sicuro per il pericolo di ulteriori sanzioni, si teme che la chiusura delle frontiere possa rappresentare un duro colpo per le diverse realtà del settore enologico e ortofrutticolo della Sardegna;
VALUTATO che pare trattarsi dell'inizio di una guerra commerciale senza precedenti con il pericolo un brusco freno alla lenta, ma crescente, domanda di made in Sardegna sulle tavole dei cittadini dell'ex impero sovietico, che avevano cominciato ad apprezzare le specialità isolane come i vini, i formaggi, gli ortofrutticoli e i salumi;
ACCERTATO che da qualche mese sono stati bloccati i salumi (salami e salumi freschi) e le carni suine fresche prodotte nel continente europeo ed esportate verso la Russia, che aveva chiuso le frontiere a tutto il comparto poiché le carni e i derivati suini venivano trasformati in violazione delle regole sugli scambi alla Wto, di cui è membro dal 2012, prendendo a pretesto la scoperta a fine gennaio, di casi di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania, Polonia e in zone di frontiera con la Bielorussia;
RIMARCATO che, in particolare, sembrano a rischio diverse spedizioni di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro a livello nazionale nel 2013, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro complessivamente per la bilancia commerciale italiana, vini,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale:
a) per riferire a quanto sono stimabili i danni diretti e indiretti preventivabili per i prodotti isolani a seguito dell'embargo imposto dalla Russia;
b) per verificare la possibilità di aprire un tavolo di confronto con gli operatori dell'ex Unione Sovietica, finalizzato a un accordo commerciale ad ampio raggio con la Sardegna per favorire l'esportazione delle eccellenze isolane, anche mediante il riconoscimento di un marchio delle produzioni sarde che potrebbe incentivare i consumatori all'acquisto delle etichette nostrane;
c) per indicare i possibili sbocchi alternativi per le produzioni isolane che vengono rifiutate dalla Russia e valutare se gli effetti negativi dell'embargo possano trovare un equo indennizzo per le aziende danneggiate dai blocchi. (140)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito all'erogazione dei contributi alle società sportive in seguito alla deliberazione della Giunta regionale del 2 settembre 2014.
Il sottoscritto,
PREMESSO che con la deliberazione n. 34/13 del 2 settembre 2014, avente ad oggetto "Promozione dell'immagine unitaria della Sardegna attraverso azioni di co-marketing", proposta dall'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio, si è decisa la ripartizione dei finanziamenti alle società sportive isolane;
ACCERTATO che per il riconoscimento delle risorse finanziarie rivestono una significativa importanza le dimensioni e ricadute positive sul sistema Sardegna ad oggi conseguite, specie per il potenziale di attrazione ed attenzione che i soggetti più quotati di alcune discipline sportive producono in termini di impatto nella comunicazione sia nazionale che internazionale e che consentono di veicolare proficuamente la promozione dell'immagine unitaria della Sardegna;
RILEVATO che in tale elenco figurano le società: Cagliari calcio Spa, iscritta al campionato nazionale di calcio maschile di serie A per la stagione 2014-2015; S.E.F. Torres 1903 Srl, iscritta al campionato nazionale di calcio maschile di serie C per la stagione 2014-2015; ASD Torres femminile Sassari, iscritta al campionato nazionale di calcio femminile di serie A per la stagione 2014-2015; Dinamo Basket Srl, iscritta al campionato nazionale di pallacanestro di serie A1 maschile e impegnata nel Torneo internazionale Eurolega di basket maschile per la stagione 2014-2015; ASD CUS Cagliari, iscritta al campionato nazionale di pallacanestro di serie A1 femminile per la stagione 2014-2015; nella lista si comprende altresì ASD Vento di Sardegna del signor Andrea Mura, velista di chiara fama internazionale, iscritto con l'omonima imbarcazione "Vento di Sardegna" alla più famosa ed importante regata oceanica in solitaria, la "Route du Rhum" (che si svolge ogni 4 anni in partenza dalla Francia, evento di assoluta rilevanza mondiale) della quale, primo italiano, ha vinto l'edizione 2010; ASD Great Events Sardinia per il Rally Costa Smeralda, gara automobilistica di carattere e rilievo internazionale, in programma sugli sterrati della costa nord-orientale dell'Isola, che si inserisce nella lunga tradizione di eventi che saldano il brand Sardegna con il marchio "Costa Smeralda";
VALUTATO che l'apporto di tali società e/o entità sportivi appare meritare un sostegno contributivo adeguato, giusto e legittimo per la ricaduta positiva che portano alla Sardegna, in termini di immagine sportiva, sociale e culturale;
ANNOTATO che l'elenco compreso nella deliberazione sembra comunque discriminatorio nei confronti di altre società sportive di altre discipline che si sono distinte nel panorama nazionale e/o internazionale; si citino, ad esempio, l'Amsicora (squadra pluriscudettata impegnata nell'hockey su prato); il Città di Sestu (neopromosso nella serie A1 di calcio a cinque, entrata nella storia come prima squadra della cerchia oltre il capoluogo che raggiunge tali risultati nella disciplina) e il Cagliari calcetto, la Vba Olimpia Sant'Antioco e la Comer Iglesias nella pallavolo; le società sarde di pallamano, pallanuoto e tennistavolo (ad es. Marcozzi, Norbello e Zeus Quartu) che si sono distinte nella massima serie;
DATO ATTO che nel provvedimento in oggetto si richiama che con la deliberazione n. 21/35 del 13 giugno 2014 la Giunta regionale ha disposto la nomina del commissario dell'Agenzia regionale Sardegna Promozione, attivando una gestione straordinaria motivata da ragioni di economicità dell'azione amministrativa e di efficienza dell'esercizio delle funzioni di governo che, unite agli attuali vincoli di bilancio e alle esigenze di riduzione della spesa, richiedono un ripensamento dell'attribuzione delle funzioni dell'Agenzia e la conseguente proposta di un disegno di legge per la sua soppressione, in seguito approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 32/15 del 7 agosto 2014;
APPRESO che l'Assessore prosegue evidenziando che la gestione dell'Agenzia risulta, coerentemente con i provvedimenti assunti dall'Amministrazione, improntata alla definizione e riordino delle obbligazioni in essere e, come disposto con la citata deliberazione della Giunta regionale n. 21/35 del 2014, alla prosecuzione delle attività di promozione individuate come prioritarie e per le quali sussiste la copertura finanziaria per il 2014; in merito, l'Assessore precisa che, stante la situazione complessiva dell'Agenzia e la necessità di consentire alla stessa di operare secondo direttive chiare e definite, risulta necessario indicare l'ambito operativo di riferimento per la parte restante del 2014;
CONSTATATO che, rispetto alla situazione venutasi a creare con riferimento alle azioni di promozione a seguito delle citate deliberazioni, l'Assessore rileva che l'Agenzia, in attuazione della deliberazione della Giunta regionale n. 5/57 dell'11 febbraio 2014, che fissava gli obiettivi generali e le priorità strategiche per l'annualità 2014 e approvava il piano triennale di attività 2013-2015, di cui alla determinazione del Direttore centrale dell'Agenzia medesima n. 7 del 5 febbraio 2014, già nel corso della prima parte dell'esercizio 2014 ha avviato una serie di interlocuzioni dirette alla realizzazione di alcune attività per il periodo 2014/2015;
OSSERVATO che dunque, da quanto emerge nella deliberazione, potrebbero prospettarsi altri atti urgenti da adottare per centrare gli obiettivi fissati dall'Agenzia nell'ambito operativo delle direttive già definite per il 2014, anche con il fine di assumere una continuità di azioni con la gestione di co-marketing effettuate con le società sportive e le diverse entità turistiche, visto pure l'imminente avvio della stagione per le diverse squadre impegnate nei principali campionati agonistici (con il ritardo inconcepibile nell'erogazione degli altri contributi per trasferte, sponsorizzazioni) e l'ormai prossima calendarizzazione di diversi eventi di carattere a sfondo turistico e culturale;
SOTTOLINEATO, peraltro, che tutte le squadre suddette appaiono fregiarsi del titolo di ambasciatori sportivi regionali, di comprovata fama internazionale, considerata anche la militanza nelle diverse compagini di giocatori provenienti dall'estero che portano dunque la Sardegna in ogni angolo del mondo;
RIMARCATO che si considera lo sport come un importante vetrina turistica per l'Isola, così pure si evidenzia l'importanza delle diverse sagre e/o eventi promossi in ambito regionale con l'obiettivo di attrarre il flusso turistico con un intento positivo che pareva aprirsi con il turismo religioso ed il progetto denominato "Cammini di Sardegna" e gli eventi de "L'Isola che danza",
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio:
1) per sapere in base a quali criteri e/o parametri si sia deciso di inserire le società citate (degne di un riconoscimento contributivo con adeguate risorse economiche) in delibera, ma soprattutto di escludere alcune società all'apice nei rispettivi campionati;
2) per valutare la possibilità di un riconoscimento finanziario adeguato anche alle altre società impegnate nei diversi campionati nazionali, veicolo straordinario di promozione turistica, con il marchio Sardegna che fa il giro della Penisola e non solo, visto che la stagione è alle porte per la maggior parte delle squadre e le risorse economiche sono necessarie per una adeguata programmazione dei diversi campionati;
3) per conoscere gli altri progetti dell'Agenzia Sardegna Promozione per cui si considera necessaria la citata continuità con la precedente gestione;
4) per verificare la possibilità di salvaguardare gli impatti positivi dell'Agenzia in termini turistici, in modo particolare sotto l'ottica del turismo religioso, degli eventi legati al carnevale isolano e delle altre manifestazioni di interesse regionale;
5) per esaminare un nuovo soggetto in grado di portare avanti il ruolo di Sardegna Promozione, che si è rivelato non il solito inutile carrozzone, ma un valido strumento di promozione del marchio Sardegna e dei brand legati all'Isola. (141)
Interrogazione Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sul taglio dei finanziamenti all'Isre.
Il sottoscritto,
PREMESSO che il territorio del nuorese sta conoscendo una dura stagione di chiusure e trasferimenti di uffici pubblici di assoluta rilevanza nel panorama della socialità e dell'economia e che l'unico ambito che mostra ancora una certa vivacità dovuta alla presenza di diversi presidi di interesse regionale è quello della cultura;
APPRESO che, con l'approvazione dei propri documenti contabili, la Giunta regionale è pesantemente intervenuta con il taglio dei finanziamenti all'Istituto superiore regionale etnografico di Nuoro;
CONSIDERATO che tale decisione, oltre a penalizzare fortemente la complessiva offerta culturale e identitaria del territorio, ha drasticamente ridotto le risorse da utilizzare per una importantissima serie di iniziative avviate con successo dall'Istituto (Festival Sieff, Workshop autunnale, Giornata deleddiana, Concorso Avisa, Seminari di approfondimento);
VALUTATO che, stante l'insufficienza dei fondi a disposizione, è paventata addirittura la chiusura fin dal prossimo ottobre dei prestigiosi musei in capo all'Istituto: Etnografico, Deledda e Collezione Cocco;
RAMMENTATO che per le zone interne dell'Isola i due Musei regionali rappresentano un prezioso volano nell'ambito turistico-culturale con evidenti positivi riflessi anche sotto il profilo economico;
PRESO ATTO che l'irrinunciabile funzione dell'Isre necessita che sia la Regione a farsi integrale carico dei costi di funzionamento e delle risorse a favore delle attività di Istituto,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
a) quali siano le effettive motivazioni del taglio delle risorse operate a danno dell'Isre;
b) se si siano individuate urgenti forme di compensazione sotto forma di trasferimenti da destinare all'Istituto;
c) se si sia valutata l'attivazione di un piano straordinario per il rilancio della rete museale delle zone interne prevedendo lo stanziamento di risorse allo scopo finalizzate. (142)
Interrogazione Arbau, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione della scuola primaria di Ollolai e Olzai.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- l'organico di diritto assegnato, per la scuola primaria, all'Istituto comprensivo di Gavoi è assolutamente insufficiente, mancando due docenti su posto comune;
- le scuole primarie dell'istituto di Gavoi, nelle quali frequentano anche gli alunni di Lodine, sono a tempo pieno dal 1971;
- all'atto delle iscrizioni i genitori delle future classi prime hanno richiesto la conferma del tempo pieno e le amministrazioni comunali, per voce dei sindaci, si sono impegnate a garantire i servizi;
- l'organico assegnato non permetterà il realizzarsi del tempo pieno in quanto le attività didattiche delle classi saranno sacrificate dalla eccessiva frammentazione dell'orario, a causa della presenza di plessi scolastici su tre paesi (Gavoi, Ollolai, Olzai) che distano dai tre ai tredici km, come già verificatosi nell'anno appena trascorso, pur con la presenza di un docente in più,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport al fine di conoscere se non ritenga opportuno attivarsi presso la Direzione scolastica regionale perché:
1) possa adottare provvedimenti urgenti al fine di salvaguardare il tempo scuola, disponendo la presenza di altri due docenti su posto comune per l'istituto Comprensivo di Gavoi, così da consentire l'assegnazione di ore in più di contemporaneità nelle quattro pluriclassi di Ollolai e Olzai;
2) possa derogare al decreto legislativo n. 81 del 2008 e successive modifiche ed integrazioni, consentendo lo sdoppiamento della numerosa pluriclasse 4a e 5a di Ollolai che ha ben 18 alunni, al fine di attuare un tempo scuola che dia reali garanzie di efficacia e di efficienza per gli alunni e le famiglie. (143)
Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione della Stazione Carabinieri all'interno dell'area industriale di Macchiareddu.
Il sottoscritto,
PREMESSO che nell'area industriale di Macchiareddu operano circa 4000 addetti;
CONSIDERATO che:
- nell'area in oggetto si registra una media di circa tre denunce per furto al giorno;
- la stazione carabinieri in località Grogastu esiste dal 1964, anno di nascita dell'area industriale;
VALUTATO che i carabinieri operano un controllo routinario delle auto e dei mezzi pesanti che circolano quotidianamente nell'area industriale;
PRESO ATTO della situazione economica generale che ha determinato una politica di tagli, spesso indiscriminati, anche a danno dei cittadini;
APPRESO che la stazione carabinieri nell'area industriale di Macchiareddu potrebbe essere soppressa, con conseguenze anche gravi sul piano della sicurezza degli impianti e delle persone,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
a) se sia a conoscenza della possibilità di chiudere la stazione carabinieri ubicata nell'area industriale di Macchiareddu;
b) se non ritenga di dover intraprendere tutte le opportune e necessarie iniziative per evitare che un'area di grande importanza economica e occupazionale rimanga priva delle garanzie di controllo e di sicurezza indispensabili per il proseguimento e lo sviluppo delle attività che vi operano. (144)
Interrogazione Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sugli aumenti delle aliquote IPT e dell'imposta sulle assicurazioni di responsabilità civile da parte del commissario della Provincia del Medio Campidano.
La sottoscritta,
PREMESSO che, nelle more dell'approvazione di una legge di riforma organica dell'ordinamento degli enti locali, con delibera della Giunta regionale n. 25/10 del 2 luglio 2013, su proposta del Presidente della Regione, sono stati nominati i commissari straordinari con funzioni liquidatorie e per la gestione dell'ordinaria amministrazione per le Province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio, le cui leggi istitutive sono state abrogate dai referendum del 6 maggio 2012;
CONSIDERATO che:
- con deliberazione del commissario straordinario della Provincia del Medio Campidano n. 52 del 3 settembre 2014 si dispone di aumentare per l'anno 2014 le misure dell'IPT al massimo consentito dalla legge portando l'aliquota stabilita con deliberazione di Consiglio provinciale n. 158 del 13 dicembre 2007 dal 20 al 30 per cento;
- con deliberazione del commissario straordinario n. 51 del 3 settembre 2014 si stabilisce, altresì, l'aumento dell'imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, con un incremento massimo stabilito in 3,5 punti percentuali, per cui l'aliquota d'imposta passa dall'attuale misura del 12,50 per cento alla misura del 16,00 per cento;
- in data 9 agosto 2014, tra ANCI, Consiglio delle autonomie locali e Regione, è stato firmato l'accordo tra enti locali e Regione su pagamenti, spazi finanziari e fondo unico che prevede al punto 1) di destinare spazi aggiuntivi per il 2014, per un importo complessivo di 160 milioni di euro, e al punto 6) ulteriori 35 milioni da stanziare in fase di assestamento di bilancio previsto per il settembre 2014;
PRESO ATTO che:
- nelle sopracitate delibere del commissario si legge che gli aumenti sono motivati dalla necessità di garantire il corretto equilibrio finanziario dell'ente a seguito della forte riduzione di trasferimenti correnti per il funzionamento, disposta dal legislatore nazionale e regionale;
- con delibera della Giunta regionale n. 23/20 del 25 giugno 2014 è stato emanato un atto di indirizzo per i commissari straordinari delle soppresse 4 province, in cui si invita ad una puntuale razionalizzazione e riduzione delle spese, limitando l'attività alla essenziale continuità delle funzioni già svolte dalle province e alla predisposizione degli atti contabili, finanziari e patrimoniali, ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alla riforma organica degli enti locali;
- detti aumenti vanno ad aggravare ulteriormente la condizione di difficoltà economica dei residenti nel territorio del Medio Campidano,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se:
1) corrisponda al vero che la Regione non preveda di trasferire alla Provincia del Medio Campidano le risorse necessarie al funzionamento dell'ente;
2) l'attività della Provincia del Medio Campidano corrisponda agli atti di indirizzo impartiti dalla Giunta regionale, ovvero se vi siano state spese non strettamente necessarie;
3) quali iniziative intendano porre in essere nei confronti del commissario straordinario, al fine di garantire ai cittadini del Medio Campidano una gestione oculata delle risorse pubbliche evitando ingiustificati e vessanti aumenti di imposte. (145)
Interrogazione Tedde, con richiesta di risposta scritta, sulle cause dell'incendio verificatosi in data 24 luglio 2014 presso la base militare di Torre Poglina in Alghero.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- secondo notizie di stampa, in data 24 luglio 2014 la base militare di Torre Poglina, in Alghero, definita Centro addestramento guastatori, é stata interessata da una fumata nera di imponenti dimensioni e straordinaria intensità, durata alcune decine di minuti, che ha coperto la base stessa e lo splendido tratto di mare su cui si affacciano le strutture;
- tale base è utilizzata come centro addestramento per i reparti delle forze speciali italiane e Nato;
EVIDENZIATO che esigenze di trasparenza impongono che la Regione e la comunità locale conoscano le cause dell'incendio, che ha interessato un'area di immenso pregio ambientale e naturalistico, anche al fine di escludere ripercussioni negative in tema di salute pubblica,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per conoscere quali iniziative intenda assumere, in tempi brevissimi, al fine di giungere all'accertamento delle cause dell'incendio verificatosi presso il centro addestramento militare e di escludere, se del caso, fenomeni di inquinamento dell'area. (146)
Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione in locazione di un'area di proprietà dell'Amministrazione regionale, sita nel Comune di Cagliari, senza alcuna procedura di evidenza pubblica.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- con protocollo d'intesa del 7 marzo 2008 la Regione autonoma della Sardegna e l'Agenzia del demanio hanno definito, in via stragiudiziale, i propri rapporti relativi all'applicazione dell'articolo 14 dello Statuto sardo, dell'articolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, n. 250, e dell'articolo unico del decreto legislativo 18 settembre 2006, n. 267, nonché le controversie pendenti nanti il TAR Sardegna (R.G. 1421/2002) ed il Tribunale di Cagliari (R.G. 6207/2003 e R.G. 2318/2004);
- con verbale di consegna sottoscritto in data 27 maggio 2008 si è perfezionato il trasferimento dall'Agenzia del demanio alla Regione autonoma della Sardegna, tra gli altri, del plesso immobiliare di cui alla scheda CAB 0442, consistente in un'area di circa mq. 9.600 nel Comune di Cagliari, distinta in catasto al Foglio 10, particelle 1256 (parte) e 637, sulla quale insiste un impianto sportivo polivalente;
- il compendio immobiliare in argomento è stato trasferito nella situazione di fatto e di diritto in cui si trovava e, specificatamente, gravato dalla locazione in favore del Comune di Cagliari decorrente dal 1° gennaio 2006 al 31 dicembre 2011, verso il pagamento di un canone annuo di euro 6.200 da rivalutarsi annualmente in base all'indice di variazione rilevato dall'ISTAT, come da contratto di prot. n. 15750/05 del 22 novembre 2005 sottoscritto tra l'Agenzia del demanio, filiale Sardegna, e lo stesso Comune di Cagliari;
- con successive e ripetute note a decorrere dall'anno 2010 le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) Johannes, E. De Amicis e Arsenal 2000, tutte operanti nel quartiere di Is Mirrionis-Bingia Matta hanno fatto istanza rispettivamente al Comune di Cagliari, all'Agenzia del demanio ed all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per ottenere la concessione degli impianti in argomento o, quanto meno, di una porzione ciascuna o, in estremo subordine, dell'utilizzo di spazi temporali presso le stesse coerenti alle attività sportive e sociali gestite;
- il 31 dicembre 2011 è spirato il termine del richiamato contratto di locazione in favore del Comune di Cagliari;
- con nota prot. n. 3480/II/7 del 2 febbraio 2012 il direttore del Servizio centrale demanio e patrimonio della Regione ha comunicato al Comune di Cagliari "l'oramai intervenuta scadenza del termine contrattuale" di concessione del compendio sportivo, chiedendo di conoscere gli intendimenti dell'amministrazione civica in ordine ad una eventuale richiesta di proroga della locazione ovvero alla riconsegna dello stesso "libero da persone e da cose";
- con nota prot. n. 51673 del 5 marzo 2012 il dirigente del Servizio gestione del patrimonio e del demanio del Comune di Cagliari ha riscontrato l'anzidetta richiesta della Regione comunicando "che non è intendimento di questa Amministrazione chiedere la proroga del contratto di locazione scaduto il 31 dicembre 2011 e che dal giorno successivo a quella data si considera cessato l'obbligo di corrispondere il canone di locazione";
- nella medesima nota il Comune di Cagliari richiama "gli infruttuosi tentativi condotti per recuperarla dagli occupanti", qualificando in tal modo la ASD Johannes, che risultava priva di qualsiasi titolo formale per il possesso e l'uso degli impianti in argomento;
- con nota prot. n. 12502 del 13 aprile 2012 il Direttore del servizio centrale demanio e patrimonio della Regione ha ribadito al Comune di Cagliari l'esigenza di "riassumere il possesso libero da persone o cose ovvero previa preventiva trasmissione di giusti e legittimi titoli contrattuali atti a legittimare il possesso dell'immobile da parte di terzi", ritenendo evidentemente l'occupazione dello stesso da parte della ASD Johannes priva di idonea giustificazione;
- con nota prot. n. 184790/2013 del 14 agosto 2013 il Servizio patrimonio del Comune di Cagliari - in esecuzione della deliberazione del Consiglio comunale n. 46/2013 del 6 agosto 2013 - ha richiesto alla Regione "la cessione a prezzo simbolico dell'area individuata catastalmente al Fg. 10 mapp. 27° parte e 26° parte, già utilizzata dall'Amministrazione Comunale a fini sportivi e di quartiere (Via Is Mirrionis, scheda CAB 442)";
- la ASL n. 8 di Cagliari ha richiesto la disponibilità della medesima area al fine di realizzare un progetto di espansione del confinante Ospedale SS. Trinità;
- ai sensi dell'articolo 4, primo comma, lettera i) della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) e del decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 1975, n. 480, recante "Nuove norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma della Sardegna", l'igiene e la sanità pubblica rappresentano competenze e funzioni di stretta pertinenza della Regione e pertanto i beni pubblici strumentali all'esercizio di tali funzioni parrebbero ascriversi al patrimonio indisponibile;
CONSIDERATO che:
- la giurisprudenza della Cassazione civile è costante nell'affermare che, a prescindere dalla qualificazione giuridica attribuita dalle parti o dalla pubblica amministrazione al rapporto posto in essere, la natura demaniale o patrimoniale indisponibile dell'immobile implica l'esistenza di una concessione amministrativa, mentre il rapporto avente ad oggetto il godimento di bene immobile compreso nel patrimonio disponibile si configura quale locazione (cfr. C.C., sez. III, 19 maggio 2000, n. 6482; C.C. sez. III, 22 giugno 2004, n. 11608; C.C., sez. III, 19 dicembre 2005, n. 27931, cfr. anche C.C. sez. V, 31 agosto 2007, n. 18345) e che la dichiarazione della natura demaniale di un bene comporta il venir meno del rapporto contrattuale di locazione precedentemente sorto (cfr. C.C. sez. I, 29 gennaio 2002, n. 1067);
- in materia di locazione di immobili ad uso non abitativo trova integrale applicazione la disciplina dettata dalla legge n. 392 del 1978, che determina in misura di anni sei la durata minima della locazione, con invalidità di un'eventuale clausola che fissi un termine inferiore di durata (e automatica sostituzione con il termine di legge), e che prevede la possibilità di rinnovo del contratto originario, con l'unica particolarità che, non potendo la volontà di obbligarsi della pubblica amministrazione desumersi per implicito da fatti, atti o comportamenti concludenti e dovendo manifestarsi con atto scritto ad substantiam, non è configurabile il rinnovo tacito del contratto (C.C., sez. III, 11 gennaio 2000, n. 188; C.C., sez. III, 10 settembre 1999, n. 9614), salvo che la volontà di rinnovo non sia rinvenibile in apposita clausola contenuta nel contratto originario (cui sia stata data adeguata pubblicità nel bando di gara, in caso di stipulazione a seguito di gara pubblica);
- il principio dell'evidenza pubblica per la concessione o la locazione di un immobile pubblico è pacificamente un requisito essenziale delle relative procedure che, nel caso di più richiedenti, dovrebbero altresì prevedere una specifica griglia selettiva sulla base della quale l'amministrazione proceda ad individuare il concessionario o il contraente,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica al fine di conoscere se corrisponda al vero che:
1) il plesso immobiliare acquisito dalla Regione con verbale di consegna sottoscritto in data 27 maggio 2008 dall'Agenzia del demanio, di cui alla scheda CAB 0442, consistente in un'area di circa mq. 9.600 nel Comune di Cagliari, distinta in catasto al Foglio 10, particelle 1256 (parte) e 637, sulla quale insiste un impianto sportivo polivalente, dotato di campi da gioco, servizi di supporto, uffici, club house, bar ed una sala riunioni e ricreativa per anziani, sia stato concesso attraverso la stipula di un contratto di locazione della durata di tre anni, prorogabili, in favore dell'associazione dilettantistica Johannes senza alcuna procedura di gara o ad evidenza pubblica, soprattutto in presenza di altre richieste da parte di omologhe associazioni senza scopo di lucro;
2) in caso affermativo, non sia stata effettuata alcuna valutazione comparativa tra le diverse istanze e non sia stato comunicato agli altri istanti il preavviso di diniego alle stesse domande;
chiede, altresì, di conoscere se il Presidente e l'Assessore citato:
1) ritengano l'areale in argomento ascrivibile al patrimonio disponibile della Regione;
2) siano a conoscenza del soggetto che ha realizzato i manufatti presenti sull'area in argomento ed oggetto esplicito di locazione ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n. 5/59 dell'11 febbraio 2014 (club house, uffici, bar, sala riunioni, etc.);
3) siano a conoscenza se i predetti manufatti siano stati realizzati previa acquisizione dei necessari e legittimi titoli edilizi abilitativi ed in conformità ad essi;
4) abbiano preventivamente alla locazione del compendio immobiliare provveduto a stenderne un dettagliato stato di consistenza, anche al fine di conoscere e verificare (ex ante ed ex post) lo stato d'uso e manutentivo degli impianti;
5) valutino l'occupazione sine titulo uno strumento lecito e preferenziale per ottenere la locazione di un bene pubblico;
6) abbiano valutato prevalente l'interesse alla locazione del bene all'ASD Johannes piuttosto che la cessione al Comune di Cagliari ovvero la concessione immediata alla ASL n. 8 di Cagliari al fine di realizzare il progetto di ampliamento dell'Ospedale SS. Trinità;
7) abbiano valutato conveniente per l'Amministrazione la percezione di un canone locativo agevolato ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 13 settembre 2005, n. 296, senza previa indagine di mercato circa la disponibilità di altri soggetti interessati ad offrire eventualmente una cifra annua maggiore, pur garantendo le medesime finalità sociali;
8) non ritengano opportuno revocare in autotutela la deliberazione della Giunta regionale n. 5/59 dell'11 febbraio 2014 e di tutti gli atti ad essa comunque connessi e/o conseguenti. (147)
Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del nuovo presidio pediatrico-microcitemico (Ospedale del bambino) di Cagliari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la legge regionale n. 10 del 2006, "Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5", prevede che la Regione assicuri i livelli essenziali di assistenza, anche attraverso le aziende ospedaliere-universitarie di Cagliari e di Sassari;
EVIDENZIATO che:
- l'Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari è stata costituita con deliberazione della Giunta regionale n. 13/1 del 2007, con sede presso il Policlinico universitario di Monserrato, trasferendo a essa la gestione del Complesso pediatrico "Macciotta";
- con deliberazione della Giunta regionale 22/28 del 17 marzo 2013 è stato approvato il trasferimento, presso il Presidio ospedaliero microcitemico di Cagliari, delle attività assistenziali inerenti le discipline di Pediatria e di Neuropsichiatria infantile e dell'ambulatorio pediatrico H24, precedentemente afferente al complesso pediatrico "Macciotta", per il quale era stato avviato il procedimento di sospensione dell'autorizzazione all'esercizio e dell'accreditamento transitorio;
- con la stessa deliberazione veniva prevista la futura allocazione presso il Presidio ospedaliero microcitemico delle attività di pediatria dell'Azienda ospedaliera universitaria e del Brotzu e la chirurgia pediatrica dell'Ospedale Santissima Trinità;
CONSIDERATO che con deliberazione n. 42/45 del 16 ottobre 2013 è stato approvato il piano di riorganizzazione del Polo pediatrico della città di Cagliari e il relativo progetto per la realizzazione del nuovo ospedale pediatrico-microcitemico (Ospedale del bambino), con l'obiettivo di razionalizzare i servizi ospedalieri e le relative dotazioni di spazi dedicati, al fine di garantire efficacia, efficienza e sostenibilità dei servizi sanitari offerti;
SOTTOLINEATO che il proposito della delibera era di procedere con una riqualificazione integrale di tutte le sistemazioni interne della struttura esistente, al fine di uniformare il nuovo ospedale pediatrico-microcitemico ai moderni modelli organizzativi fondati sul binomio bambino-genitore e dare continuità a tutte le funzioni di assistenza pediatrica;
VALUTATO che la riorganizzazione del Microcitemico e la sua trasformazione in "ospedale pediatrico", costituisce un progetto ambizioso in un'ottica lungimirante di miglior utilizzo delle risorse e delle professionalità, allo scopo di fornire un ampio ventaglio di servizi (diagnosi, terapia e prevenzione delle malattie dell'età pediatrica);
PRESO ATTO che:
- la situazione attuale vede un ospedale dove insistono una serie di attività indipendenti, già operanti presso la Clinica Macciotta semplicemente trasferite in nuovi spazi;
- tale situazione comporta la coesistenza, nell'ambito dello stesso presidio ospedaliero di più unità operative che svolgono attività sovrapponibili, non coordinate fra loro, determinando spreco di risorse, parcellizzazione degli interventi e disorientamento dell'utenza;
- il trasferimento del reparto di Neuropsichiatria infantile, in assenza degli indispensabili requisiti logistico-funzionali, ha contribuito ad aggravare i problemi;
- attualmente non esiste un vero pronto soccorso pediatrico in Sardegna;
- la situazione che si è creata non va nella direzione di quanto originariamente auspicato e ha portato a un peggioramento generale dell'offerta di servizi sanitari;
- tale condizione è frutto dell'assenza di una programmazione che delineasse un assetto organizzativo razionale e integrato, funzionale ai bisogni dei bambini e, quindi, allo sviluppo delle attività assistenziali in ambito pediatrico,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e assistenza sociale per sapere quali urgenti provvedimenti intenda assumere per verificare lo stato di attuazione degli impegni di riorganizzazione e riqualificazione del Nuovo presidio pediatrico-microcitemico (Ospedale del bambino), che abbiano come punto dirimente le risposte ai bisogni dei bambini nella loro integrità. (148)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla selezione di Abbanoa Spa, gestore del servizio idrico integrato della Regione.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la società Abbanoa Spa, gestore del servizio idrico integrato della Regione, ha avviato, mediante la Selezione Personale Srl, una selezione per assunzione a tempo determinato (durata 3 anni), sede Cagliari, delle seguenti figure professionali: 17 addetti amministrativi ciclo passivo, 10 addetti amministrativi ciclo passivo, 2 addetti amministrativi senior per gestione del credito, 2 addetti amministrativi esperti per gestione del credito, un addetto tecnico specialista responsabile magazzino, un responsabile controllo di gestione e degli investimenti, un esperto direttivo tecnico esperto responsabile del servizio di prevenzione e protezione, un direttivo esperto in credit manager, un direttore tecnico;
ACCERTATO che nel bando si fa riferimento ai seguenti titoli di accesso professionali per la partecipazione alla selezione di cui all'oggetto: tre anni di esperienza in aziende commerciali, in mansioni attinenti il ciclo attivo; tre anni di esperienza in aziende con più di 250 dipendenti, in mansioni attinenti al ciclo passivo, in qualità di dipendente; cinque anni di esperienza in società di gestione e recupero del credito ovvero in società finanziarie che effettuano servizi di prestito al consumo; cinque anni di esperienza in società di gestione e recupero del credito ovvero in società finanziarie che effettuano servizi di prestito al consumo; cinque anni di esperienza in società produttive con almeno 250 dipendenti, area magazzino, con ruoli di coordinamento di risorse; almeno tre anni di esperienza nel ruolo con incarichi direttivi in aziende pubbliche o private all'interno di contesti strutturati; otto anni di esperienza professionale in qualità di responsabile servizio prevenzione e protezione, in società produttive con almeno 250 dipendenti; dieci anni di esperienza in società di gestione e recupero del credito ovvero in società finanziarie che effettuano servizi di prestito al consumo, con ruolo di coordinamento di risorse; dieci anni di esperienza in ruoli direttivi di servizi tecnici in aziende pubbliche o private di produzione all'interno di contesti strutturati;
RILEVATO che i criteri di accesso succitati appaiono fortemente penalizzanti, lesivi di una grande fetta di popolazione lavorativa e fortemente restrittivi; una selezione che peraltro lascia spazio a troppi dubbi, visto il restringimento del campo di azione dei possibili partecipanti al bando;
VALUTATO che tanti giovani isolani, neodiplomati o neolaureati, anche in cerca di una prima occupazione, hanno intravisto (e ancora intravedono) in questi bandi una speranza per un possibile sbocco lavorativo, con l'inizio di un percorso professionale;
ANNOTATO che i titoli di accesso summenzionati non lasciano praticamente nessuno spiraglio per quanti sono alla ricerca di un primo impiego; un limite altamente pregiudizievole per l'esercito dei senza lavoro che è sempre più in aumento nella nostra Isola;
DATO ATTO che tale selezione era attesa da troppo tempo da una vasta platea di neodiplomati e neolaureati che, di fatto, sono stati tagliati fuori dalla possibilità di partecipare alla selezione;
ESAMINATO che la società Abbanoa Spa è uno dei principali enti strumentali della Regione, con un ruolo di rilievo nella gestione del servizio idrico dell'Isola e che pertanto dovrebbe seguire principi di obiettività, efficienza ed efficacia anche con l'assunzione di nuovo personale, senza quindi lasciare il fianco a possibili illegittimità che potrebbero pregiudicare lo svolgimento della suddetta selezione,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per:
1) sapere in base a quali criteri e/o parametri si è deciso di redigere i titoli di accesso per la selezione in oggetto;
2) valutare la possibilità di una revoca della selezione, con un eventuale allargamento dei candidati alla selezione;
3) conoscere se tutti i concorsi di Abbanoa sono gestiti con le stesse modalità del suddetto bando;
4) verificare la possibilità di favorire l'ingresso nel mondo del lavoro, e quindi degli enti pubblici, di neodiplomati e/o neolaureati. (149)
Interrogazione Tendas - Collu - Demontis - Deriu - Comandini - Forma - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, in ordine ai disservizi causati da RFI a seguito della soppressione di alcune tratte ferroviarie, ai continui ritardi, alla chiusura delle sale d'attesa e dei servizi igienici di diverse stazioni ferroviarie della Sardegna e sull'intero sistema infrastrutturale della rete ferroviaria sarda.
I sottoscritti,
PREMESSO che, da alcuni anni, si assiste ad un vero e proprio piano di smantellamento del sistema ferroviario regionale che riguarda non solo la soppressione di tratte, ma anche la chiusura di numerose stazioni ferroviarie e la soppressione di alcuni servizi essenziali;
RILEVATO che numerosi consiglieri regionali nel passato hanno richiamato l'attenzione di RFI e della stessa Regione con interrogazioni, lettere, articoli, note sulla stampa ecc., denunciando l'insopportabile e drammatica condizione in cui opera il sistema ferroviario sardo;
CONSTATATO altresì che la Divisione cargo di Trenitalia, alcuni anni addietro, ha soppresso il servizio di movimento merci delle stazioni periferiche, unitamente allo scambio intermodale nel nord est dell'Isola, arrecando un colpo mortale al comparto trasporto merci della Sardegna;
RICHIAMATO che il livello generale degli investimenti della rete ferroviaria sarda è molto basso;
SOTTOLINEATO che il Gruppo Trenitalia deve essere costretto a rispondere della inadeguata attenzione verso la Sardegna e il popolo sardo; inadeguata attenzione che ha causato incalcolabili disagi non solo alle persone, ma soprattutto veri e propri danni a tutto il tessuto produttivo e all'economia della Sardegna con gravi conseguenze negative sull'occupazione;
EVIDENZIATO ancora che, tra le altre cose, si sta procedendo anche alla chiusura delle sale di accoglienza dei viaggiatori, che rappresenta l'elemento fondamentale, il principale attrattore di una stazione ferroviaria, ove gli utenti hanno diritto di sostare comodamente, utilizzando i servizi igienici e il diritto di ripararsi entro quattro mura, in condizioni climatiche accettabili;
CONSIDERATE le notevoli difficoltà che si registrano soprattutto nelle stazioni periferiche in merito all'acquisto e vidimazione del biglietto, che espongono i viaggiatori a inevitabili rischi di sanzioni dovute all'inefficienza del servizio erogato;
CONSIDERATO inoltre che la stazione ferroviaria di Olbia, della quale usufruiscono tutti gli utenti che provengono dall'hinterland della Sardegna e che devono raggiungere l'altra sponda del Tirreno, è totalmente carente di collegamenti adeguati con il porto e capita, talvolta, che i viaggiatori perdano il traghetto a causa del ritardo dei treni, perdendo il collegamento con il porto,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere quali iniziative intenda assumere la Regione per garantire livelli di efficienza di tutto il sistema ferroviario sardo, a partire dalle stazioni più disagiate, e nel contempo salvaguardare l'indiscutibile diritto dei sardi di usufruire di tutti quei servizi che rappresentano un dignitoso trasporto ferroviario, in linea col resto d'Italia e d'Europa e che si riassumono:
a) tratte ferroviarie adeguate;
b) rispetto degli orari;
c) sale d'attesa efficienti;
d) servizi igienici decorosi;
e) biglietterie funzionanti e fruibili.
Mozione Ledda - Arbau - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Desini - Usula - Anedda - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Fenu - Agus - Azara - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Demontis - Deriu - Fasolino - Floris - Forma - Lai - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Randazzo - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Zedda Alessandra - Zedda Paolo Flavio sull'esigenza di ricondurre in ambito regionale la gestione del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo. (66)
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la razza anglo araba è tra le razze equine internazionali, come il purosangue inglese e il purosangue arabo, diffuse in molti paesi del mondo e che vengono utilizzate come miglioratrici di altre razze di cavalli;
- nell'anno in corso ricorrono i 140 anni dall'istituzione (1874), nella città di Ozieri, del Regio deposito stalloni della Sardegna, destinato, principalmente, a garantire il servizio della riproduzione equina per i reparti di cavalleria dell'esercito e tale istituzione e quelle che ne sono derivate sino ai giorni nostri, hanno dato vita e continuità alla storia ultracentenaria del cavallo anglo arabo sardo;
- la Sardegna, grazie a un perfetto equilibrio tra passione e vocazione allevatoriale, sostenuto dalla lungimirante guida pubblica, ha sviluppato nel corso di oltre cento anni un proprio coerente progetto selettivo che ha condotto, mediante sapienti incroci, selezione e meticciamento delle razze parentali con la popolazione indigena di fattrici sardo-arabe, alla creazione di una varietà locale della razza anglo araba denominata anglo arabo sarda;
- nel tempo, la razza anglo arabo sarda ha acquisito notorietà internazionale per le sue caratteristiche di adattabilità ambientale e versatilità nelle discipline sportive equestri, nella corsa e nell'equitazione di campagna;
PRESO ATTO che:
- per la Sardegna, il cavallo anglo arabo sardo occupa una posizione importante quale produzione zootecnica, ma anche come risorsa culturale, identitaria e con un ruolo sociale affatto trascurabile;
- la razza anglo arabo sarda è inserita a pieno titolo tra le produzioni anglo arabe di maggior rilievo internazionale, essendo la Sardegna insieme alla Francia il maggior produttore di cavalli anglo-arabi a livello mondiale;
- la nostra regione produce pressoché la totalità dei cavalli anglo arabi allevati in Italia e, in ogni caso, la piccola quota di cavalli anglo arabi prodotti in altre regioni originano quasi tutti geneticamente dalle linee parentali della Sardegna;
- l'anglo arabo sardo è la razza che per la nostra isola ha rappresentato anche il punto di partenza per la creazione di soggetti da sella derivati;
- in Sardegna è nata e ha sede l'Associazione nazionale allevatori del cavallo anglo arabo e derivati (ANACAAD), dotata di personalità giuridica;
- la Sardegna siede con propri autorevoli rappresentanti negli organi direttivi della Confederazione internazionale dell'anglo arabo;
SOTTOLINEATO che:
- la Regione, per il tramite del suo ente strumentale Istituto incremento ippico della Sardegna, ha tenuto sino al 1990 il Libro di selezione, gli archivi anagrafici e la banca dati relativa alla razza anglo araba;
- nel 1988 veniva approvato il Regolamento del libro genealogico del cavallo da sella italiano e che, alla seconda sezione dello stesso, veniva ricondotta la razza anglo arabo sarda;
- a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 30 del 1991 sulla riproduzione animale, mediante la quale sono state ridefinite le competenze istituzionali relative anche alla selezione, gestione e tenuta dei Libri delle razze equine, l'Istituto incremento ippico della Sardegna ha dovuto cedere la propria banca dati all'Ente nazionale del cavallo italiano (ENCI) con sede in Roma incaricato della tenuta del Libro genealogico del cavallo da sella italiano;
- la legge regionale 28 maggio del 1969, n. 27 (Statuto dell'istituto incremento ippico della Sardegna) e, in particolare, l'articolo 2 che ne riassume i compiti istituzionali;
- il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 145 del 31 ottobre del 1986;
- il decreto ministeriale 30 agosto 1988 mediante il quale è stato approvato il Regolamento del Libro genealogico del cavallo da sella italiano;
- la legge 15 gennaio 1991, n. 30 (Disciplina della riproduzione animale) nella quale al capo I, articolo 3, comma 1, che affida all'Ente nazionale del cavallo italiano (Enci) la tenuta del Libro genealogico del cavallo sella italiano;
- il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 529, recante "Attuazione della direttiva 94/174/Cee";
- il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 529, recante "Attuazione della direttiva 9l/174/Cee" e, in particolare, l'articolo 2, comma 1 che prevede che il Ministro dell'agricoltura e delle foreste stabilisca con proprio decreto i requisiti che devono possedere le associazioni nazionali di specie o di razza per poter tenere i libri genealogici e i registri anagrafici;
- il decreto ministeriale 26 luglio 1994, n. 186 (Attuazione dell'articolo 3 della legge 15 gennaio 1991, n. 30, sulla «Disciplina della riproduzione animale») che stabilisce i requisiti tecnico organizzativi che devono possedere le associazioni nazionali di specie o di razza per poter tenere i libri genealogici e i registri anagrafici;
- la decisione n. 92/353/ Cee della Commissione dell'11 giugno 1992 che determina i criteri di approvazione o di riconoscimento delle organizzazioni e associazioni che tengono o istituiscono libri per gli equidi registrati;
- il decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 449, mediante il quale l'ENCI è soppresso e le sue funzioni vengono attribuite all'Unione italiana incremento razze equine (UNIRE);
- la procedura d'infrazione 2004/2069 ex articolo 226 del Trattato CE (Decisione CE del 17 ottobre 2007) della Comunità europea a carico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e quindi dell'UNIRE, mediante la quale sono state emanate precise disposizioni per la separazione delle tre sezioni del Libro genealogico del cavallo da sella italiano in altrettanti libri genealogici e, quindi, nella specifica creazione del Libro genealogico del cavallo anglo arabo;
- il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 12 giugno 2008, n. 3580, mediante il quale il Libro genealogico del cavallo da sella italiano è stato denominato "Libro genealogico dei cavalli di razza: Orientale, Anglo-Arabo e Sella Italiano";
- la legge 15 luglio 2011, n. 111 mediante la quale l'UNIRE è stata soppressa e al suo posto è stata istituita l'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI) che ha assunto tutte le funzioni e obbligazioni del disciolto ente;
- il decreto ministeriale 31 gennaio 2013, mediante il quale si dispone il trasferimento delle funzioni dell'ASSI (soppressa ex legge 7 agosto 2012, n. 135) al MiPAAF e all'Agenzia delle dogane e dei monopoli;
- il Collegato agricoltura alla legge di stabilità dello Stato per il 2014 e, in particolare, il punto 3 del comma f) dell'articolo 9 recante "previsione della riallocazione della funzione di tenuta del libro genealogico delle razze equine sportive alle relative Associazioni di Allevatori";
- lo Statuto dell'Associazione nazionale allevatori del cavallo anglo arabo e derivati (ANACAAD);
TENUTO CONTO che:
- 1' ANACAAD è l'unica Associazione di allevatori di cavalli anglo arabi e derivati, che ha sede in Sardegna, dove è presente pressoché la totalità dell'allevamento dell'anglo arabo, e che è in possesso di tutti i requisiti previsti dalle norme nazionali e comunitarie vigenti per la tenuta del Libro genealogico;
- per le motivazioni in premessa, l'allevamento del cavallo anglo arabo è interesse esclusivo della regione sarda;
RILEVATO che:
- particolarmente negli ultimi dieci anni, la gestione dell'anglo arabo da parte dell'ente affidatario del Libro si è rivelata insufficiente e inadeguata rispetto alle reali esigenze dell'allevamento, essendo totalmente mancata qualunque politica e indirizzo selettivo specificamente riservata alla razza;
- in conseguenza della mancanza di obiettivi finalizzati al miglioramento genetico e all'incremento quali-quantitativo delle produzioni, la razza ha subito una contrazione drammatica, che l'ha posta a serio rischio di estinzione, essendo oramai il numero di fattrici in produzione al disotto della soglia dei 1000 capi indicata dalla classificazione FAO;
- l'utilizzo indiscriminato delle migliori linee della razza anglo araba per la produzione di soggetti di razza sella italiana, finalizzati quasi esclusivamente al salto ostacoli, ha impoverito geneticamente la stessa razza anglo araba, compromettendo irrimediabilmente, per alcune famiglie, il valore genetico e la qualità raggiunta in un lunghissimo processo selettivo;
- a seguito delle disposizioni derivanti dalla procedura d'infrazione della Commissione europea, il MiPAAF si è limitato a suddividere solo nominalmente i libri genealogici delle varie razze, mantenendo l'organizzazione delle vecchie tre sezioni, soggiacenti a obiettivi unici ma incompatibili con obiettivi di crescita e sviluppo di razze totalmente differenti per genetica, morfologia e attitudine sportiva;
PRESO ATTO:
- del gravissimo e ingravescente rischio di estinzione del cavallo anglo arabo sardo venutosi a determinare per i motivi sopra ricordati e accelerato dalla pesante crisi del settore ippico ed equestre che ha colpito l'Italia e anche la Sardegna, creando devastanti conseguenze oltre che sui processi selettivi anche su quelli commerciali ed economici diretti e indiretti dell'allevamento del cavallo nella nostra regione;
- che allo stato attuale il Libro genealogico dell'anglo arabo è tenuto direttamente dal MiPAAF, in conseguenza della soppressione dell'agenzia ASSI, e che, al contrario, la legge di stabilità del 2014 ha previsto espressamente, nel Collegato per l'agricoltura, che i libri genealogici vengano assegnati alle relative associazioni di razza;
- che è assolutamente necessario, nell'interesse dell'allevamento e dell'economia che ne deriva, riprendere con urgenza politiche selettive adeguate alla crescita, sviluppo e consolidamento della razza e delle sue molteplici attitudini, anche incontrando le spinte del mercato per le discipline del galoppo, endurance e concorso completo di equitazione sinora scandalosamente trascurate;
- che l'eventuale gestione nel territorio regionale del Libro genealogico del cavallo anglo arabo, dove ha sede l'allevamento, consentirebbe evidenti economie collettive e soggettive e un miglioramento dell'efficienza nell'attività di consulenza, nella registrazione anagrafica e nell'emissione delle certificazioni, tutte competenze di cui oggi l'allevamento lamenta l'inefficienza;
CONSIDERATO che il MiPAAF, a seguito di tre successive istanze, corredate anche da migliaia di firme di portatori d'interesse, rivoltegli dall'ANACAAD per l'ottenimento della tenuta del Libro genealogico del cavallo anglo arabo, ha opposto ostinatamente diniego non supportato però da fondate argomentazioni,
impegna il Presidente della Regione
a porre in essere tutte le necessarie iniziative per ricondurre ad una "governance" sarda la gestione del Libro genealogico del cavallo anglo arabo mediante l'affidamento della tenuta del Libro genealogico alla competente Associazione nazionale della razza e la relativa concessione della banca dati. (66)
Mozione Dedoni - Pittalis - Solinas Christian - Fenu - Cossa - Peru - Crisponi - Cappellacci - Floris - Carta - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Orrù - Pinna Giuseppino - Randazzo - Rubiu - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra sulla Fondazione Banco di Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Fondazione Banco di Sardegna esercita oggi in Sardegna un ruolo strategico, sia perché proprietaria del 49 per cento delle quote del Banco di Sardegna sia perché possiede un patrimonio di circa 900 milioni di euro, quale bene originario entrato, in base alla legge n. 218 del 1990, in proprietà dell'intera comunità dei sardi, come trasferimento del "capitale proprio" del Banco di Sardegna istituto di credito di diritto pubblico;
- la Fondazione, da istituzione affidataria, è chiamata a tutelare e gestire detto patrimonio nell'esclusivo interesse dei sardi, in maniera imparziale e in collaborazione con i soggetti espressione delle realtà locali, assicurando la più netta separazione tra politica e sistema bancario;
- la "Carta delle Fondazioni", approvata all'unanimità in sede ACRI in data 4 aprile 2012 affinché le singole fondazioni ispirino ad essa le loro prassi, procedure ed atti operativi, esprime in sintesi i seguenti concetti:
1. i patrimoni delle Fondazioni bancarie sono un bene originario delle popolazioni cui le stesse Fondazioni fanno riferimento e, come tali, di esclusiva proprietà della loro comunità;
2. le fondazioni devono pertanto gestirli nell'esclusivo interesse generale dell'intera comunità, interpretandone le esigenze e rispondendo alle istanze in maniera imparziale;
3. in ragione di ciò, le fondazioni devono rispondere del proprio operato con i soggetti espressione delle realtà locali, che, nelle forme previste dagli statuti, ne eleggono gli organi di governo (il Consiglio regionale e poi anche i consigli provinciali, le università e le camere di commercio);
4. le fondazioni, pur essendo soggetti di diritto privato e in quanto tali dotati di piena autonomia, sono obbligate, con la piena responsabilità, a rendere conto, nelle forme di vigilanza previste (o da istituire), della gestione di un patrimonio che non è proprio, ma è di tutti i cittadini che fanno parte delle comunità di riferimento.
5. le fondazioni, quali azioniste importanti delle società bancarie, pur non ingerendo nella gestione operativa, devono vigilare, esercitando i diritti propri dell'azionista, perché la conduzione avvenga: nella tutela e nella valorizzazione degli assets patrimoniali originari, nella funzione di importante volano di crescita e di stabilizzazione del sistema finanziario insistente nelle aree di riferimento.
6. le fondazioni, al fine di salvaguardare la propria indipendenza, devono far sì che la partecipazione ai loro organi (d'indirizzo e/o di gestione) sia incompatibile con qualsiasi incarico o candidatura politica (anche amministrativa) e per questo devono attuare opportune misure atte a determinare una chiara separatezza/discontinuità temporale tra nomine all'interno dei loro organi e mandati o incarichi politici svolti;
CONSIDERATO che tali principi generali si applicano evidentemente anche alla Fondazione Banco di Sardegna;
EVIDENZIATO che la predetta Fondazione è chiamata, quindi, a dover rispondere del proprio operato a quegli stessi soggetti che sono espressione della realtà sarda (Regione, enti locali, Università, Camere di commercio) che ne esprimono, in base allo statuto vigente, direttamente il Comitato di indirizzo e, indirettamente, il Consiglio di amministrazione;
CONSTATATO che lo Statuto attualmente vigente consente al Comitato di indirizzo di nominare il Comitato di indirizzo che gli succederà ed i componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione senza che sia esplicitamente vietato nominare se stessi e che, pertanto, a ogni tornata si verifica un inaccettabile sistema dì autonomine;
CONSIDERATO che, in particolare, il Comitato di indirizzo è formato da 18 componenti, cinque dei quali scelti direttamente dal Comitato e gli altri 13 sulla base di terne fornite da diversi soggetti (Consiglio regionale, Consigli provinciali, Università e Camere di commercio), lasciando, dunque, ampia discrezionalità al Comitato di indirizzo che decide con un sistema medievale di autononomine sia i propri successori sia i componenti del Consiglio di Amministrazione;
TENUTO CONTO che, senza voler personalizzare il problema, si verifica ormai da tempo che tutti i componenti del Consiglio di amministrazione, quest'ultimo compreso, finiscono per appartenere pressoché esclusivamente ad una sola parte politica o peggio ad un solo partito politico e che tutto ciò non può sicuramente considerarsi rappresentativo della comunità di riferimento cui la Fondazione dovrebbe rispondere della sua azione;
RITENUTO che:
- la Regione, eventualmente anche in intesa con le altre realtà istituzionali coinvolte, possa e debba richiedere alla Fondazione, in persona del suo organo di rappresentanza istituzionale e legale, di dover rispondere, con opportune, necessarie e tempestive informazioni, del proprio operato e delle scelte effettuate, considerato anche il fatto che il Consiglio regionale sceglie una terna sulla base della quale il Comitato di indirizzo nomina un componente del Comitato stesso;
- vada verificato se quanto messo in atto dalla Fondazione, anche recentemente, sia stato effettuato nell'interesse generale dell'intera comunità sarda in modo imparziale e senza particolarismi partitici, nel rispetto di quei principi di trasparenza, di pubblicità e di obiettività dell'operato, che sono degli attributi imprescindibili nell'ambito dei quali deve essere esercitata operativa;
RILEVATO, inoltre, che la Fondazione, nella sua qualità di azionista del Banco di Sardegna spa, debba, come nell'esercizio dei suoi diritti di importante socio, correttamente vigilare affinché la conduzione dell'azionista di maggioranza si svolga nel rispetto del radicamento operativo e del ruolo d'essere la più importante banca al servizio dell'economia dell'isola;
EVIDENZIATO che, proprio perché il patrimonio della Fondazione è un bene di esclusiva proprietà di tutti i sardi, la Regione non debba né possa sottrarsi dall'esercitare quei compiti di vigilanza, di tutela e di controllo che gli competono per essere il massimo organo di rappresentanza democratica dei cittadini della Sardegna, in indifferenza di opzioni politiche, di età, di sesso e di condizione sociale;
CONSIDERATO che, nonostante la legge invitasse le fondazioni a proseguire nella liquidazione delle partecipazioni nelle banche conferitarie e a diversificare adeguatamente il proprio patrimonio, la Fondazione Banco di Sardegna ha continuato a mantenere invariata la propria quota nel Banco; rilevato che nell'ottobre 2013 è stato siglato un nuovo patto parasociale con la BPER; l'accordo prevede un obbligo della Fondazione a non scendere sotto la quota del 20 per cento della partecipazione al capitale del Banco; nel caso decida di vendere azioni ordinarie in eccesso di tale quota la Fondazione si impegna a trasferirle alla BPER o, se trasferite a terzi, a garantire a BPER un diritto di prelazione dell'intero pacchetto, e nel caso che il potenziale acquirente sia una banca o una società finanziaria, ad ottenere il preventivo gradimento di BPER;
TENUTO CONTO che quando avviene uno scambio si presume che ci guadagnino entrambi i contraenti, mentre sono evidenti i vantaggi che BPER può trarre da questo accordo (si assicura un socio di minoranza, ha la prelazione sull'offerta, può limitare attraverso la clausola di gradimento l'insieme dei possibili acquirenti), non sono affatto chiari i benefici per la Fondazione;
CONSIDERATO che dopo tutto ciò l'unica novità è stata la nomina dell'allora presidente della Fondazione, Avvocato Antonello Arru, a presidente del Banco di Sardegna e la nomina dell'ex parlamentare Antonello Cabras alla presidenza della Fondazione;
TENUTO CONTO che:
- il Banco di Sardegna ha perso la Sardaleasing, una delle partecipazioni storiche del Banco, oltre che ente assai influente e valido sul mercato creditizio dell'isola, a causa della fusione con l'ABF Leasing, in mano alla BPER;
- le ragioni d'una fusione con l'ABF Leasing sono tutte dalla parte della BPER, interessata a salvaguardare una sua controllata in salute precaria, e per quel che avrebbe espresso nel suo piano industriale, per avere un'unica "unità prodotto" per l'intero gruppo, oltre che per migliorare i propri requisiti patrimoniali;
- per sottrarre al Banco quella partecipazione senza esborso alcuno, viene attuata una "fusione per incorporazione", prevedendo un concambio di azioni fra le due società, con l'attribuzione ad ogni azione dell'ABF il valore di 5,46 volte maggiore di quella della società incorporante (cioè la Sardaleasing). Attraverso quest'iniqua moltiplicazione, la BPER ha ottenuto il 51 per cento delle azioni, cioè il suo controllo, e retrocedendo il Banco di Sardegna dal 91,16 al 45,22 per cento del capitale;
- non si capisce chi sia "l'advisor indipendente", ancora senza nome, che ha collaborato all'operazione e perché la Fondazione attraverso i suoi rappresentanti nel Consiglio di amministrazione del Banco, non abbia chiesto ed ottenuto chiarimenti su quel moltiplicatore (5,46) che, a spanne, sembrerebbe privilegiare l'incorporanda e penalizzare pesantemente l'incorporante;
- l'articolo 52 del decreto legislativo. n. 78 del 2010 "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica", ha chiarito che la vigilanza di legittimità sulle fondazioni di origine bancaria, di cui all'articolo 10 del decreto legislativo n. 153 del 1999, è attribuita al Ministero dell'economia e delle finanze,
impegna il Presidente della Consiglio regionale
1) a verificare e chiarire, anche tramite il proprio rappresentante all'interno della Fondazione:
- se all'interno della Fondazione Banco di Sardegna sia stata garantita la più netta separazione tra finanza e politica, rispondente a valori morali ed etici, oggi fortemente espressi dalla sensibilità comune;
- se la Fondazione Banco di Sardegna debba essere chiamata a rispondere del proprio operato alla comunità dei sardi, per assicurare ai cittadini sardi che abbia agito nel pieno rispetto dei principi ricordati;
- se la Fondazione abbia messo in atto tutti gli strumenti opportuni e necessari per ottenere un profondo cambiamento delle regole di governance della Fondazione, nella direzione di una netta separazione tra politica e finanza, finalizzata alla trasparenza della rappresentatività negli organi e alla garanzia di ricambio dei componenti;
- per quale motivo sia stato siglato un patto para sociale che, a quanto sembra, è a tutto vantaggio della BPER a discapito della Fondazione;
- quali siano le motivazioni che hanno portato il Banco di Sardegna a "svendere" la Sardaleasing alla controllata della BPER;
2) a chiedere al Ministero dell'economia e delle finanze di attivare sulla questione i poteri di vigilanza attribuiti al Ministero delle finanze dall'articolo 52 del decreto legge n. 78 del 2010, come modificato dalla legge di conversione. (68)
Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Orrù - Cappellacci - Oppi - Locci - Peru - Crisponi - Tedde - Zedda Alessandra - Randazzo - Fasolino - Tatti - Pinna Giuseppino per esprimere solidarietà ai due marò detenuti ingiustamente in India, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- attualmente in India sono detenuti due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di essere implicati nell'uccisione, avvenuta nel febbraio 2012, di due pescatori indiani;
- i due militari italiani erano in servizio per conto dello Stato italiano nelle operazioni contrastanti la pirateria marittima;
CONSIDERATO che sin dall'inizio della vicenda la stampa e l'opinione pubblica indiana hanno creato, intorno ai due marò, un clima di ostilità non favorevole all'imparziale giudizio sulla vicenda;
RICORDATO che l'India viola il diritto internazionale trattenendo i due militari che, secondo l'ordinamento, dovrebbero essere giudicati da un tribunale italiano;
VISTO che ad oggi si sono susseguiti rinvii su rinvii e non vi sono stati passi avanti credibili per la risoluzione della vicenda;
RITENUTO che il comportamento dell'India nei confronti dei due nostri militari sia altamente lesivo dell'immagine e della credibilità internazionale del nostro Paese (in considerazione dei tanti militari italiani impegnati in missioni all'estero, tra cui migliaia di militari sardi);
CONSTATATO non sufficiente, a giudicare dai fatti, l'impegno dei vari governi italiani nei confronti dell'India e della comunità internazionale per garantire un giusto processo, nel rispetto dell'ordinamento internazionale e il ritorno in patria, vicino alle loro famiglie, di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,
impegna il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio regionale
1) ad esprimere solidarietà e sostegno ai due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti ingiustamente in India, con l'esposizione di uno striscione nella facciata del Palazzo del Consiglio regionale e della Regione;
2) ad inviare al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli esteri copia della presente mozione. (69)
Mozione Cossa - Dedoni - Crisponi sull'accordo Regione-Governo sul patto di stabilità e sulla certezza delle entrate.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che, in data 29 maggio 2014, la Giunta regionale ha raggiunto un accordo con il Governo che prevede, tra l'altro, di avviare un percorso al fine di superare l'attuale impianto di regole e che consenta di giungere già nel 2015 al sistema di pareggio di bilancio, rappresentato come la soluzione strutturale al problema della Regione, all'interno di un progetto più ampio che riguardi tutte le regioni a statuto speciale;
CONSIDERATO che l'intesa stipulata ha previsto la concessione alla Sardegna di un incremento della spesa di euro 320 milioni per un livello di spesa (cosiddetto euro compatibile) pari a euro 2.696 milioni (al netto della sanità e delle altre spese fuori patto);
VALUTATO che, in cambio, l'esecutivo nazionale ha ottenuto subito:
- la rinuncia a tutti i ricorsi pendenti e futuri davanti alla Corte costituzionale (come ad esempio quello sulle accise);
- l'impegno ad abrogare la norma del 2013 che rende non soggetto al patto di stabilità il Fondo unico per gli enti locali;
- l'impegno a recepire le norme statali che attribuiscono in via esclusiva allo Stato il potere di accertare le entrate dovute alla Sardegna;
VERIFICATO che per il 2013 le spese totali sono state di euro 2.513 milioni (a cui si sono aggiunte euro 480 milioni del fondo unico degli enti locali ed euro 3.300 della sanità per un totale di euro 6.293 milioni);
TENUTO CONTO che per il 2014 l'accordo col governo prevede una spesa di euro 2.696 milioni (di cui spese correnti euro 2.418 milioni) a cui si aggiungono euro 3.300 milioni per la sanità per un totale di euro 5.996 milioni e per il 2015, con la variazione in diminuzione, le entrate previste si assesteranno attorno ai 6 miliardi di euro e che quindi, al netto della spesa sanitaria di euro 3.300 milioni (ammettendo che non ci siano variazioni) le spese effettivamente possibili saranno di euro 2 miliardi e 700 milioni;
ATTESO che:
- in conseguenza di quanto sopra la Regione potrà spendere assai meno rispetto al 2013 (-297 mln nel 2014 e -300 circa nel 2015);
- cambiano le modalità, ma resta la contribuzione della Sardegna al risanamento del debito pubblico;
- la rinuncia ai ricorsi contro il governo e agli effetti positivi di eventuali sentenze sottraggono potenziali risorse; solo per le accise la partita è stimata attorno a 1 miliardo di euro;
- l'impegno ad approvare in Consiglio le norme sull'armonizzazione dei bilanci sono una gravissima forma di sottomissione della Regione allo Stato, oltre che una lesione delle prerogative dell'Assemblea regionale sarda;
- gli impegni sottoscritti dalla Giunta regionale si traducono sostanzialmente nella rinuncia alla specialità statutaria, senza considerare i forti dubbi sull'assunzione di responsabilità da parte della Giunta con il coinvolgimento del Consiglio regionale solo a posteriori;
- il totale affidamento dell'accertamento delle entrate nelle mani della Ragioneria dello Stato determina, di fatto, incertezza delle risorse e in definitiva rinuncia a tutte quelle partite (giochi, lotto, etc.) che la Regione continua a iscrivere in bilancio, ma che non vengono riconosciute dallo Stato, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a dare conto pubblicamente del proprio dilettantesco e clamoroso errore di calcolo, ovvero a dare pubblicamente conto delle ragioni occulte che li hanno indotti ad asservirsi totalmente agli interessi del governo nazionale, sottoscrivendo un accordo palesemente contrario agli interessi della comunità sarda;
2) a rinunciare a qualsiasi tentativo di proporre al Consiglio regionale l'approvazione dell'attuale, infelice accordo con lo Stato sulle entrate, coinvolgendo invece tutte le forze politiche del Consiglio regionale, nella riapertura immediata di un tavolo di trattativa nazionale che porti al pieno riconoscimento dei calpestati diritti economici della Sardegna e delle pari opportunità dei sardi rispetto agli altri cittadini italiani. (70)
Mozione Zedda Paolo Flavio - Sale - Usula - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Unali sul referendum previsto in Scozia per il 18 settembre 2014 avente ad oggetto l'indipendenza della stessa dal Regno Unito.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che la Scozia è stata, nel corso della sua storia, uno Stato sovrano e indipendente sin dall'Alto Medioevo, fino alla ratifica del cosiddetto "Atto d'Unione" del 1707, attraverso il quale la Scozia acconsentiva ad un'unione politica con l'Inghilterra confluendo nel Regno di Gran Bretagna;
CONSIDERATO che, tuttavia, l'unione politica non ha mai sopito le istanze autonomiste e indipendentiste del popolo scozzese, interpretate nel panorama politico attuale dallo Scottish National Party;
DATO ATTO che lo Scottish National Party è stato investito, a seguito delle elezioni del maggio 2011, della responsabilità di guidare il governo di Edimburgo;
PREMESSO che, a seguito di un accordo tra il Premier britannico David Cameron e il Primo Ministro scozzese Alex Salmond, leader dello Scottish National Party, è stato indetto dal Governo della Scozia un referendum sull'indipendenza della stessa dal Regno Unito;
PREMESSO altresì che il referendum in parola, previsto per il 18 settembre 2014, sottoporrà agli elettori il quesito "dovrebbe la Scozia essere uno stato indipendente"?
VALUTATO il processo formalmente e sostanzialmente democratico, a carattere propriamente negoziale, attraverso il quale i due paesi hanno raggiunto un accordo di vasta portata storica per le potenziali ripercussioni in ambito interno ed europeo, sia sotto il profilo politico che in quello economico;
CONSIDERATO che tale processo d'indipendenza investe per la prima volta il cuore dell'Europa occidentale, culla delle cosiddette "nazioni senza stato", non ultima la Sardegna, nella quale persistono, con rinnovato vigore, gli ideali e i valori autonomisti e indipendentisti, fondati sul principio dell'autodeterminazione dei popoli;
DATO ATTO che il referendum in oggetto si svolge nel cuore dell'Europa occidentale, legittimando così le aspirazioni delle nazioni senza stato nell'ambito della comunità europea;
CONSIDERATO che la Sardegna non può restare indifferente ad un processo di così ampia portata storica;
CONSIDERATO altresì che una delegazione formata da consiglieri regionali della Sardegna si recherà in Scozia, al fine di osservare sul campo lo svolgimento del referendum, attraverso un processo pienamente pacifico e democratico con il quale il popolo scozzese deciderà del proprio futuro,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
ad affidare nelle mani della delegazione di membri del Parlamento sardo un messaggio che testimoni la vicinanza dei sardi al popolo scozzese, in questo momento storico e solenne, e manifesti la condivisione degli ideali di libertà e di giustizia sui quali si fonda il percorso verso la autodeterminazione, e l'attenzione e l'interesse delle istituzioni sarde nei confronti del processo democratico attraverso cui la Scozia deciderà del proprio destino. (71)
Risposte scritte a interrogazioni
Risposta scritta dell'assessore dei trasporti all'interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Cappellacci - Peru - Locci sulla situazione generale del servizio di trasporto aereo svolto dalla società Meridiana, con particolare riferimento alla Sardegna. (87)
L'interrogazione in oggetto chiede al Presidente della Regione, la Giunta e l'Assessore regionale dei trasporti sull'opportunità di:
1) tenere un ruolo primario in tutti i tavoli di confronto in cui si discutono aspetti salienti del servizio svolto da Meridiana, da quelli attivabili autonomamente fino ai livelli nazionali, chiedendo con forza un interessamento diretto e concreto del Governo;
2) favorire eventuali accordi mirati e partnership esterne, che possano rivelarsi effettivamente utili e proficue nella gestione di Meridiana, aprendo, al contempo, anche ad aziende e capitali esteri, allo scopo di salvaguardare e migliorare il servizio, in una prospettiva di crescita e sviluppo che tuteli le risorse umane impiegate, a tutti i livelli;
3) motivare la società affinché, oltre alle rotte in continuità, disponga un maggiore impegno negli altri scali dell'Isola e non solo su Olbia, al fine di aumentare i volumi di traffico, promuovere nuove politiche tariffarie concorrenziali e migliorare, contestualmente, i conti aziendali.
Premesso che Meridiana è una società strategica nel contesto economico e industriale della Sardegna, il Presidente della Regione, la Giunta e l'Assessore regionale dei trasporti ripongono la massima attenzione e il massimo impegno sui temi che riguardano la Società isolana.
Nelle dichiarazioni programmatiche rese in Consiglio in data 2 aprile 2014, il Presidente della Regione ha dichiarato che "Per quanto riguarda la continuità aerea con gli scali minori (CT2), ci riserviamo di aprire immediatamente un confronto con le realtà locali, gli aeroporti, gli operatori turistici, le compagnie aeree per verificare l'esigenza di modificare o integrare il sistema di CT2 ipotizzato, rendendolo coerente con i nuovi scenari del traffico aereo ed in particolare del traffico low cost. In tale prospettiva Meridiana è stata convocata e ascoltata dall'Assessore regionale dei trasporti, al fine di consentire alla Società di manifestare criticità attuative e proposte migliorative relative allo schema di imposizione di oneri di servizio pubblico sulla CT2, già confluito nel Decreto ministeriale n. 83/2014, il quale sarebbe entrato in vigore a partire dal 27 ottobre p.v.
L'iter di approvazione del nuovo schema di imposizione, ancora in corso, tiene conto anche delle istanze rappresentate dalla Società e potrebbe consentire alla stessa di impegnarsi efficacemente anche negli altri scali dell'Isola e non solo su Olbia, con conseguenti benefici in termini di volumi di traffico, di occupazione forza lavoro e dei conti aziendali.
L'esecutivo regionale segue molto da vicino la crisi della compagnia e si è impegnata nella ricerca di un coinvolgimento del Governo nazionale per la ricerca di soluzioni praticabili, anche sulla scorta di quanto sta accadendo per la società Alitalia. A tal riguardo, avendo acquisito la disponibilità dei Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, e del Lavoro, Giuliano Poletti, la vertenza Meridiana sarà affrontata dalla Regione nell'ambito di un confronto congiunto.
Si rimane a disposizione per qualsivoglia eventuale chiarimento e si porgono distinti saluti.
Risposta scritta dell'assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Randazzo - Cherchi Oscar - Fenu sulla chiusura della stagione venatoria in Sardegna. (105)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.
In merito al primo quesito (Posticipare la chiusura della stagione venatoria in Sardegna oltre la prima settimana di febbraio, in linea con le disposizioni comunitarie e la vicina Corsica, in particolare per le specie migratorie e acquatiche) si comunica che non è possibile, nel rispetto delle disposizioni comunitarie, posticipare la chiusura della stagione venatoria oltre la prima decade di febbraio, per i seguenti motivi:
- L'art. 42 della Legge n. 96 del 4/6/2010: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge Comunitaria 2009 - dispone che "le Regioni possono posticipare, non oltre la prima decade di febbraio, i termini di cui al presente comma in relazione a specie determinate e allo scopo sono tenute ad acquisire il preventivo parere espresso dall'ISPRA al quale devono uniformarsi. Detta legge modifica, tra l'altro, anche l'art 16 della legge 157/92 con l'aggiunta del comma 1 bis "l'esercizio venatario è vietato per ogni singola specie durante il ritorno al luogo di nidificazione e durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli",
- La direttiva 2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici, stabilisce che questi non possano essere cacciati durante la stagione riproduttiva e di dipendenza dei giovani dai genitori e, per quanto riguarda i migratori, durante il ritorno ai luoghi di nidificazione (migrazione prenuziale).
- Il Documento Key Concepts of article 7(4) of Directive 79/409/EC. Period of Reproduction and prenuptial Migration of huntable bird Species in EU. Version 2009", elaborato dal Comitato scientifico ORNIS, stabilisce specie per specie e paese per paese, le decadi di inizio e durata della riproduzione, fino alla conclusione del periodo di dipendenza dei giovani dagli adulti e di inizio della migrazione prenuziale.
Per quanto riguarda il secondo quesito (Convocare quanto prima un incontro con i rappresentanti delle categorie coinvolte nella stagione venatoria, al fine di discutere le necessità e addivenire ad una soluzione condivisibile della problematica, nel rispetto delle norme e della tutela delle specie target insidiabili), si stanno valutando diverse possibilità che potranno tenere in debito conto l'opportunità di convocare le categorie coinvolte nella stagione venatoria.