Seduta n.23 del 14/05/2009 

XXIII Seduta

(Pomeridiana)

Giovedì 14 maggio 2009

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 20.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 5 maggio 2009 (17), che è approvato.

PRESIDENTE.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti..

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 22, viene ripresa alle ore 16 e 39.)

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Valerio Meloni, Franco Mula, Onorio Petrini, Pietro Pittalis, Antioco Porcu, Nicolò Rassu, Carlo Sanjust e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 14 maggio 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione della mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sullo

spostamento del G8 a L'Aquila. (5)

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 5.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, a sentire lei e alcuni consiglieri della maggioranza relativamente alla discussione della nostra mozione, sembra che non sia successo nulla.

(Interruzione)

Quanto è avvenuto sembra un fatto ordinario e, pertanto, non si capiscono questi sovversivi di maddalenini guidati dal loro sindaco. Le chiedo, Presidente, ma davvero non la sfiora e non vi sfiora il dubbio che quanto avvenuto possa arrecare un danno non solo di immagine, ma anche economico a quella comunità? Le chiedo: non la sfiora il dubbio che quanto è avvenuto possa pregiudicare una opportunità di sviluppo in quell'area? E ancora, è mai possibile, indipendentemente da ciò che ognuno di noi pensa sul G8, che non si senta il bisogno di reagire di fronte a una decisione assunta in completa solitudine da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri che era tenuto, tra l'altro, sulla base del nostro Statuto, ad assumere il suo parere preventivo, presidente Cappellacci?

E' possibile che di fronte a un atto come questo non ci sia stato un minimo di reazione, un minimo di indignazione? E ancora, ci vuol dire perché si chiede alla Regione Sardegna di pagare i buchi dovuti a una decisione presa dal Governo? A me pare una provocazione. Il Governo scappa, perché di questo si tratta, dagli impegni che aveva assunto a La Maddalena e chiede ai sardi di pagare questa precipitosa fuga.

Mi chiedo, però, e chiedo a quest'Aula e a lei, signora Presidente, alla Giunta, a spostamento avvenuto, ahinoi, è mai possibile che tutto ciò, a freddo, non ci obblighi e non obblighi questo Consiglio, questa maggioranza, lei, signora Presidente, a porsi un qualche interrogativo? E' possibile, ripeto, che non siamo attraversati da qualche dubbio? Per esempio, quanto è stato il finanziamento per questo grande avvenimento, così definito? Quali sono state le fonti di finanziamento? Quanto e come si è speso finora? Le chiedo, e lo faccio attingendo dai dati in nostro possesso, in particolare dal dibattito che c'è stato in queste settimane e in questi giorni in Parlamento, quanto effettivamente ha messo il Governo per il G8?

A noi risultano somme articolate più o meno nella maniera seguente. Avevamo a disposizione 522 milioni di euro per opere collaterali, fondi FAS per la Regione Sardegna. All'interno di questi c'erano anche i 470 milioni per la Sassari-Olbia. Questi 522 milioni come sappiamo sono spariti, sono scomparsi. Poi c'erano 233 milioni stanziati con il decreto legge numero 162 del 23 ottobre dello scorso anno, destinati anche questi alla nostra Regione. In quel decreto si dice che è autorizzata la spesa di 233 milioni in favore della Regione Sardegna, per le opere contenute nel Piano del grande evento a valere sui fondi FAS; anche per queste opere si attingeva dai finanziamenti a favore del Fondo per le aree sottoutilizzate. Come erano suddivisi questi 233 milioni? Circa 18 provenivano dal CIPE per la Sardegna, (tralascio di indicare dati e numeri); altri 103,6 di somme non impegnate sempre dal CIPE per la Sardegna; 111 dal CIPE per programmi strategici di interesse regionale. Complessivamente si arrivava a una somma di circa 755 milioni, al netto dei 30 che mise il governo Prodi per il G8. E' lecito signor Presidente, chiedere che fine hanno fatto queste risorse? E quanto e come, ripeto, si è speso finora? L'accordo, come lei ben sa presidente Cappellacci, tra Regione e Governo prevedeva che le opere necessarie venissero finanziate per un terzo dai fondi FAS, certo, ma si faceva riferimento a quelli interregionali perché quell'opera, come sappiamo, aveva e ha una valenza nazionale, e riguarda pertanto tutto il Paese.

Quanto ho appena detto è stato confermato dal Presidente del Consiglio dei Ministri nell'ordinanza di protezione civile del 31 agosto dello scorso anno. Poi, lo stesso Berlusconi ha smentito se stesso il 23 di ottobre dello stesso anno nella disposizione relativa alla Protezione civile. Presidente, lei ha una maggioranza, come si diceva un tempo, bulgara, quindi si può permettere più o meno quello che vuole. È una maggioranza che si stringerà attorno a lei, è ovvio che sia così, ed è giusto che sia così, io però le chiedo di non ripetere, per cortesia, l'esercizio che ci ha riservato quando ha preso la parola per rispondere all'interrogativo dell'onorevole Giacomo Sanna. Presidente, se questo farà, lo dico con grande rispetto e mi scuso fin d'ora se dirò qualcosa che potrà suonare poco rispettosa (spero di evitarlo), è evidente che lei darà una risposta, indipendentemente dalla sua volontà, non rispondente esattamente al vero oppure non rispondente alla dinamica dei fatti. Io credo, invece, che in una situazione come questa serva insieme a un po' di pudore anche una buona dose di orgoglio, il senso di appartenenza, nonché la sensibilità di reagire a una offesa mossa a una collettività che, in questo caso e in questo momento, lei ha l'onore di rappresentare.

I diversi giudizi che diamo e che sono emersi, anche in questo dibattito, sul ruolo e sulla funzione del G8, io credo che non possano impedirci di riconoscere con grande onestà intellettuale, al di là della nostra residenza geografica e politica, in questo momento, in quest'Aula, che quanto è avvenuto arreca un danno, ripeto, non soltanto di immagine. Può anche essere che non sia così, ma allora, per cortesia, dimostrateci perché non è e non sarà così.

Presidente, spero che la replica che vorrà fare, mi rendo conto che anche questo è soggettivo, sia esaustiva per tutti. Spero esaustiva anche sugli interrogativi che abbiamo posto e sugli impegni che le abbiamo chiesto, con il documento illustrato dall'onorevole Bruno. Noi saremo con lei, Presidente, se vorrà interpretare le attese e i bisogni di una comunità che vede cancellata una prospettiva per il suo futuro. La nostra mozione indica una strada, Presidente, se non sarà questa, per cortesia, nell'interesse della comunità e di quella parte, ne indichi una alternativa, ma non i numeri che ha indicato all'onorevole Giacomo Sanna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Presidente, signor Presidente della Giunta, Assessori e colleghi, io ho ascoltato in modo molto diligente, come sempre, anche l'ultimo intervento del collega Diana. Mi sembra però non proficuo impegnare il Consiglio regionale per una giornata, su un argomento sicuramente importante e fondamentale, ma che porta continuamente a sentire interventi direi quasi accusatori, come se fossero colpa di chi oggi siede alla Presidenza, o colpa di questa maggioranza, o forse colpa dell'intero Consiglio regionale, le scelte del Governo nazionale.

E' vero, ognuno di noi ha le proprie posizioni politiche e il centrosinistra, anzi la sinistra, chiedo scusa, le ha espresse in modo chiaro, palese; il collega Uras infatti ha detto: "Il G8 per noi potrebbe anche non esistere, a noi non interessa che ci sia una passerella di grandi che vengono qui a rappresentare il mondo per non lasciare praticamente niente poi ai sardi e alla Sardegna". Concetti interpretativi, congetture varie.

Le congetture sappiamo benissimo che lasciano il tempo che trovano in quanto sono pensieri che non hanno un fondamento dimostrato, quindi è soltanto la pura e semplice fantasia di chi in qualche modo cerca di trovare dietro quella scelta, quella soluzione - così come è stato dimostrato oggi -, un qualcosa di negativo, niente di sensato e di giustificato.

Io credo che definire il G8 l'essenza dello sviluppo e dell'autonomia della Sardegna sia pazzesco. Credetemi, pazzesco! Possiamo dire che il G8 era una bella opportunità per la Sardegna, su questo siamo tutti perfettamente d'accordo; così come concordiamo sul fatto che La Maddalena sia stata scippata di una grande possibilità per essere conosciuta nel mondo e diventare più importante di Capri. Anche su questo siamo tutti perfettamente d'accordo; ma, sentir dire che lo sviluppo e l'autonomia della Sardegna derivano dal G8, credo sia il massimo, veramente una affermazione non condivisibile.

Indubbiamente abbiamo necessità di capire esattamente le cifre; e io sono sicuro che il presidente Cappellacci, conoscendo perfettamente l'argomento, darà risposte ancora più precise di quelle che ha dato all'onorevole Giacomo Sanna, non vi è dubbio. Voglio però ribadire che non siamo stati noi a scegliere, non siamo stati noi a impegnare quelle cifre, non siamo stati noi a scegliere e a decidere sui soldi destinati alla Sardegna perché venissero investiti a La Maddalena, e soprattutto perché il G8 si svolgesse a La Maddalena

Proviamo allora a verificare se questo danno morale, se questo danno di immagine che stiamo creando, che il presidente Berlusconi sta creando oggi alla Sardegna, può invece risultare comunque conveniente per noi sardi, se ne possiamo trarre cioè un qualche vantaggio. Io non mi dilungherò perché credo che, per l'economia dell'Aula, per velocizzare i lavori, sia importante arrivare ad una soluzione concreta, pratica, veloce, che dia una risposta seria a tutta la Sardegna che sta aspettando.

Siamo tutti dispiaciuti, io sono il primo a esserlo, per la scelta dello spostamento del G8; quando ho saputo che il presidente Berlusconi aveva deciso di spostare questa riunione in Abruzzo ho avuto quasi un malore, pur sentendomi solidale nei confronti degli abruzzesi. Mi sembra veramente ridicolo, però, che oggi questo possa essere il problema principale dei sardi e della Sardegna, lo dico onestamente. Mi sembra veramente assurdo credere, o poter credere, che questo sia il problema fondamentale per la Sardegna.

Io sono convinto e certo, invece, che questa maggioranza (tutto il Consiglio regionale), sia d'accordo sulla possibilità di completare le opere in corso di esecuzione; sono convinto che il presidente Cappellacci farà il possibile e sarà presente e deciso, come ha sempre fatto, soprattutto concreto, nel cercare e nel trovare le soluzioni migliori. Sulle opere da programmare e completare faremo sicuramente delle battaglie tutti insieme, su questo non c'è dubbio, ma non accetto e non posso accettare che questo sia il problema cardine dello sviluppo del territorio della Sardegna e della nostra autonomia.

PRESIDENTE. E'iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, siamo qui a discutere oggi perché è stata operata una scelta da parte del Governo; una scelta diciamo pure ampiamente annunciata, dato che da diverso tempo c'erano state le avvisaglie. Siamo qui a discuterne per esprimere il nostro parere e dare anche una valutazione su una decisione che interessa comunque la nostra Regione. Pertanto, non esitiamo a dire con pacatezza, con serenità, ma con altrettanta fermezza, che è una scelta sbagliata, demagogica, di carattere mediatico e propagandistico. A chi serviva? Dal punto di vista mediatico senz'altro al Presidente del Consiglio che, da questo punto di vista è un maestro nel trovare gli agganci giusti, per cui ciò che era accaduto in Abruzzo doveva essere in qualche modo, adoperiamo pure questo termine, anche se brutale, "utilizzato". Senz'altro non serviva agli abruzzesi, perchè se è vero che da due anni o un anno e mezzo parliamo di quali strutture realizzare per questo evento del G8 non capisco come, in due mesi, si possa realizzare qualcosa in una zona terremotata. Non ci crede nessuno, noi non possiamo crederci, non possiamo certo berci questa favola. Nel confermare quello che tanti altri, sia della maggioranza che della minoranza, lo stesso Presidente della Regione, hanno affermato, cioè la grande solidarietà per il popolo dell'Abruzzo, non possiamo che confermare però questa nostra valutazione.

E' più interessante dire invece a chi arreca danno questa scelta. Senz'altro ha fatto danno alla città di La Maddalena, senz'altro ha fatto danno al nord Sardegna e alla stessa intera nostra Isola. Danni diversi per possibili incompiute, anche se io sono fiducioso e spero che almeno questo si riesca ad evitarlo; le ultime notizie non sono incoraggianti ma credo che il Presidente, la Giunta e il Consiglio regionale, riusciranno da questo punto di vista a fare tutto quanto è possibile per evitare questa situazione determinata dagli indubbi ritardi nell'avvio di opere che stavano per essere iniziate e che saranno ora realizzate in tempi notevolmente più lunghi.

Danni per le conseguenze, dal punto di vista economico, sul tessuto produttivo delle realtà più prossime al luogo in cui si sarebbe dovuto tenere il G8. Bisognerà pur dirglielo agli albergatori, ai quali era stata paventata la possibilità del sequestro delle strutture, qualora non le avessero lasciate disponibili per l'occasione del G8, che si è passati da un possibile sequestro a un desolante abbandono. Danni meno evidenti, ma senz'altro importanti alla Regione sarda, alle sue massime istituzioni, al Presidente della Regione, alla Giunta ed al Consiglio per il modo in cui si è giunti a questa decisione.

Certo, il G8 era un'occasione, mi lascia perplesso il voler sottilizzare oggi per difendere, anche in maniera imbarazzata, una scelta fatta da un governo amico, dicendo che forse non potevamo puntare tutto sul G8 per lo sviluppo della Regione Sardegna e di La Maddalena. Io non credo che la città di Milano stia puntando tutto sull'Expo del 2015 per il suo sviluppo, ma è un'occasione che ha inseguito con determinazione. Vorrei proprio vedere che cosa accadrebbe se il presidente Berlusconi decidesse di spostare a Napoli, a Roma o altrove questa importante manifestazione. Probabilmente non sarebbe possibile,.

Dopo la chiusura della base militare (e, conseguentemente, la fine della servitù militare) occorreva dare una prospettiva a quel territorio. Sottolineo che il popolo sardo, pur con qualche distinguo (in questa sede qualcuno ha detto di non condividere questa scelta), a parte chi lavorava per la base militare, quindi aveva un interesse oggettivo alla sua permanenza, ha salutato come un grande evento la chiusura della base. Con quella operazione si chiudeva, grazie all'insistenza con la quale il presidente Soru aveva spinto in quella direzione, un'era e se ne apriva un'altra. Certo, qualcuno nella destra rinnega con forte imbarazzo quella scelta, mentre io credo che fosse un dovere arrivarci. Così come era anche un dovere, come dicevo, dare a La Maddalena, e con l'occasione al nord Sardegna, una prospettiva; da questa esigenza derivò la decisione di localizzare in quel luogo un evento così importante.

Si è parlato di realizzare opere dirette, nell'isola di La Maddalena, opere indirette nel nord Sardegna. Gli importi relativi a queste opere sono nettamente superiori a quelli destinati alle opere per l'intero territorio del Nord Sardegna. Non è una considerazione secondaria, è una considerazione importantissima, perchè solo grazie a questa occasione per l'intera area del nord Sardegna e le due province Sassari ed Olbia, diventava possibile realizzare in tempi brevi, con deroghe che solo con il G8 era possibile mettere in campo, opere che attendevano da anni! Chi si è occupato di opere pubbliche sa che cosa vuole dire riuscire a concludere, in tempi brevi, progetti, gare d'appalto e inizio lavori.

Fu una scelta lungimirante e coraggiosa da parte del Governo regionale e del Governo nazionale quella di tenere il G8 nell'isola e, pur avendo seguito il dibattito dall'esterno, non ricordo che nella destra ci fosse qualcuno contrario. Alcuni giorni prima che Berlusconi decidesse lo spostamento del G8, avevo seguito invece una discussione sul tema nella Commissione lavori pubblici e urbanistica, presenti commissari sia del centrodestra che del centrosinistra, e tutti si erano espressi affinché si procedesse nella realizzazione delle opere definite nell'ambito del G8. Adesso ci si dice anche che i risparmi servono per l'Abruzzo. Io non ho capito bene cosa è successo tra ieri e avantieri; la sensazione che ho (spero di sbagliarmi, e probabilmente il presidente Cappellacci potrà chiarirmi meglio le idee) è che abbiamo messo soldi nostri per fare opere in tempi più brevi, soldi che alla fine ci vengono tolti per cui dobbiamo metterne altri per poterle terminare e in tempi più lunghi: corrudu e fustigadu, direbbero in alcune zone dell'isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.). Presidente, colleghi e colleghe, io ho seguito con grande attenzione gli interventi della mattinata odierna e i primi interventi in serata e devo dire che su alcuni punti condivido ampiamente anche gli interventi pronunciati dai colleghi dell'opposizione. Credo però che occorra riportare il dibattito sull'attualità e su una comunità, quella di La Maddalena, che si aspetta un cambiamento che porti soprattutto la speranza di un futuro migliore.

Collega Lotto, chiusa la parentesi ultratrentennale della presenza della base americana, si sono chiusi definitivamente anche i rubinetti di un'economia che generava un reddito superiore ai 50 milioni di euro ogni anno, circa 180 posti di lavoro dipendente, altrettanti nell'indotto (ditte che garantivano servizi di fornitura, ad iniziare dall'energia alla base di Santo Stefano, servizi di trasporto, di pulizie, eccetera), circa 800 appartamenti affittati ai militari e alle loro famiglie; affitti che garantivano entrate altrettanto sicure per dodici mesi consentendo un tenore di vita molto più agiato e, magari, la possibilità di pagare ai propri figli gli studi universitari. Insomma, per una cittadina di 11.000 abitanti, isola nell'isola, non era cosa da poco.

Questa importante fonte di reddito, dagli inizi degli anni '70 e sino a pochi mesi fa, ha integrato quella principale su cui si reggeva tutta la società maddalenina, ma tutta la Gallura, tutto il Nord Sardegna comunque hanno tratto beneficio da questa presenza. Una presenza che può piacere o non piacere, ma questi sono elementi di fatto che credo occorra analizzare e sui quali soprattutto riflettere per ripartire serenamente. Oltre tutto ciò poi occorre aggiungere anche la presenza fondamentale della base militare della Marina italiana.

Presidente, questa descrizione può non avere alcun nesso con la mozione odierna però rende l'idea del momento di crisi che questa comunità oggi soffre e che, chiaramente, non potevamo pretendere che si risolvesse con lo svolgimento, della durata di quattro giorni, di un evento importante.

Un evento sicuramente importante per la visibilità sulla ribalta internazionale che avrebbe avuto l'arcipelago maddalenino e tutta la Sardegna. Questo è importante perché è importante anche evidenziare quanto sia stato indissolubile il legame economico, sociale e culturale tra La Maddalena e lo Stato nazionale, ma se tanto ha ricevuto l'arcipelago bisogna dire anche che tanto ha dato.

Non possiamo però sottacere, cari colleghi, le pesanti responsabilità anche politiche (ora qualcuno si mette anche le medagliette) di chi, per motivi puramente ideologici, ha voluto accelerare un processo di dismissione della base americana senza pensare ad una programmazione seria e strutturale e a un'alternativa economica: questa è la verità. Abbiamo assistito a brindisi e festeggiamenti, anche qui dentro, per la chiusura di un ciclo storico, abbiamo visto una esaltazione di questo atto anche da parte della precedente Giunta regionale.

Presidente, sono sicuro che non vedremo stasera durante le sue conclusioni, che saranno sicuramente esaustive e ci riporteranno a un clima di realtà -quella mancanza di rispetto che il precedente Presidente aveva nei confronti dell'Aula per cui su temi di questa portata, ma anche su temi altrettanto importanti, si limitava ad annuire con la testa e a dire: così ho deciso, così non ho deciso, questo ho fatto, questo non ho fatto, senza entrare mai nei particolari e senza informare l'Aula. Lo stesso ex Presidente che oggi ha parlato di sberleffo è lo stesso ex Presidente che stasera non è presente in Aula per ascoltare magari anche gli interventi di umili consiglieri come il sottoscritto e l'intervento conclusivo del presidente Cappellacci.

Dicevo, quindi, che abbiamo assistito a brindisi e festeggiamenti come se qualcuno avesse vinto alla lotteria di Capodanno; qualcuno inneggiava al nuovo Eldorado basato sul turismo come monocultura di sviluppo, sino ad arrivare poi al G8. Dei casi hanno voluto - e di questo eravamo tutti contenti - che il Governo Prodi indicasse La Maddalena come sede di questo importante evento, risarcendo e compensando La Maddalena di una vita isolana spesa per le servitù.

Voglio dire in questo intervento, Presidente, che le opere del G8 sono state calate dall'alto, perchè ideate e progettate senza il coinvolgimento non solo del Consiglio regionale ma anche degli enti locali. Queste mie affermazioni (non le faccio solo perché adesso siedo da questa parte, potrei dire anche altro) trovano conferma nelle asserzioni di amministratori locali e di altri importanti esponenti i quali affermano che tali opere non sono funzionali al rilancio dell'economia isolana. Di fatto, questo evento ha portato alla realizzazione con i fondi FAS di due grandi alberghi di lusso, queste sono le vere novità portate dal G8 a La Maddalena. Ma queste opere, signor Presidente, basteranno per rilanciare e bilanciare l'economia di quest'arcipelago, di questa perla mondiale dal punto di vista ambientale, e della Sardegna?

A oggi il quadro della situazione generale di La Maddalena non è così esaltante come qualcuno ci aveva prospettato nella passata legislatura, né vediamo all'orizzonte, devo essere sincero, quel rinascimento immediato, ma in ogni caso dobbiamo sostenere le speranze e le aspettative legittime di una popolazione e di un'Amministrazione e i desideri dei maddalenini che hanno fortemente voglia di ripartire, di inventarsi nuove imprese, di avviare nuove attività; è necessario però non lasciarli soli in questo momento e sono sicuro che questo la Giunta non lo farà. Bisogna creargli, Presidente, un contesto infrastrutturale che renda credibile e produttivo ogni loro sforzo, ogni loro investimento, e soprattutto capire e recepire le istanze dei diretti interessati. Non bastano le mozioni del Consiglio regionale o le adunanze di Consigli provinciali che nel frattempo chiamano a raccolta anche gli studenti delle scuole superiori con un pretesto chiamato "emergenza Gallura" e, però, si dimenticano di approvare il bilancio, e si dimenticano magari di appaltare lavori pubblici importanti dal punto di vista infrastrutturale per tutta la Gallura.

La Maddalena, per i motivi che ho suesposto, si aspetta da parte del Governo nazionale e del Governo regionale un'attenzione concreta, senza proclami che inducano false illusioni, con meno scenografia, con meno fuochi d'artificio ed effetti speciali, come è stato nello stile passato; La Maddalena chiede scelte serie e ponderate effettuate con la sincerità che, sono sicuro, contraddistinguerà anche questa legislatura del centrodestra.

Il ruolo dello Stato è altrettanto importante (e con lo Stato noi dovremo aprire comunque una vertenza per La Maddalena), vi è l'esigenza che lo Stato mantenga sull'isola una posizione importante, che può piacere o non piacere, ma a noi piace, perchè è legittimo e sacrosanto tutelare un piccolo territorio che, avendo sempre vissuto sulla base di scelte imposte dall'alto, oggi non può essere mandato allo sbaraglio verso un confuso ed incerto sviluppo turistico come unico percorso economico, minato peraltro da vari ostacoli e vincoli istituzionali e normativi.

La Marina Militare, a seguito del riassetto del sistema della difesa, ha trasferito l'ammiragliato a Cagliari portandosi appresso vari comandi ed enti; nessuno su questo ha detto niente in passato. Da tempo è cambiato il cosiddetto scacchiere internazionale che vede il baricentro spostato verso l'Africa e l'Asia; la sede dell'Ammiragliato a La Maddalena in effetti trovava l'ultima giustificazione nella presenza americana, venendo meno questa è venuta meno anche la presenza dell'Ammiragliato.

In conclusione, ribadisco il nostro impegno e il fatto che vigileremo dai banchi della maggioranza, come voi vigilerete da quelli dell'opposizione, spero non strumentalmente come qualcuno ha fatto oggi dando, devo dire, dei numeri che non corrispondono alla realtà. Si è parlato addirittura di licenziamenti nelle imprese che stavano ultimando i lavori; poco fa ho ricevuto un fax nel quale si dice che ultimamente i lavoratori sono addirittura aumentati perché alcune opere importanti devono essere terminate entro il 31 maggio, mentre solo un'impresa che stava realizzando uno degli alberghi ha concluso i lavori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, colleghi del Consiglio regionale, io credo che faremmo bene, anche durante le esercitazioni verbali sulle mozioni, ad attenerci al principio (sicuramente sarebbe di aiuto se riuscissimo a seguirlo nel corso di questa legislatura) che ciascuno di noi ha almeno due obblighi di lealtà. Il primo obbligo di lealtà è verso il partito, verso lo schieramento che lo ha espresso, nel nostro caso ovviamente anche nei confronti del Presidente; il secondo è l'obbligo di lealtà verso la verità e verso i sardi.

Io so bene che la verità ha quasi sempre due facce, però già tenerne conto e ricordare l'obbligo di lealtà nei confronti della verità ci aiuta a seguire un ragionamento in cui non succede che ogni volta che cambiamo casacca o sede nello schieramento consiliare che rappresentiamo, cambiamo anche il modo di ragionare e di pensare e, quindi, le nostre affermazioni in quest'Aula.

Questo non è utile al dialogo, perché sembra che la maggioranza debba sempre pensare in un modo, e la minoranza debba pensare sempre e comunque nel modo diverso.; Non è "buono", non è "buono" se noi voteremo due ordini del giorno separati sul problema della Rockwool, non è "buono" perché non ce n'è motivo.

E non è "buono" che noi cambiamo idea su alcune cose dette in quest'Aula già nella passata legislatura. Il collega Capelli ha detto una cosa sacrosanta, e cioè che il presidente Soru è venuto a riferire in quest'Aula sul G8 un anno dopo averlo deciso. Parlare di un anno forse è troppo, ma è senz'altro giusto che il presidente Soru, di fronte all'opportunità che lui intravide o che vide, di avere una manifestazione di un'importanza straordinaria quale il G8 a La Maddalena, abbia deciso da solo, o con i suoi due più stretti collaboratori, di dire immediatamente di sì all'allora Presidente del Consiglio Prodi, di insistere addirittura con il Presidente del Consiglio Prodi per conquistare una opportunità importante per La Maddalena e per la Sardegna.

Il presidente Soru ha fatto bene a decidere da solo, ha fatto bene a non convocare il Consiglio regionale con i conseguenti tre giorni di dibattito che, magari, avrebbero fatto perdere questa opportunità (o avrebbero consentito ad altri di interessarsene) positiva per la Sardegna, positiva per i sardi, positiva per La Maddalena, perché questo è il ruolo del Presidente. Quindi noi crediamo che questo ruolo debba essere svolto. Il Presidente sa bene che prima o poi viene in Consiglio e quindi viene giudicato dal Consiglio; sa bene che prima o poi va comunque alle elezioni e quindi viene giudicato dagli elettori, ma il ruolo del Presidente è questo: prendere decisioni a nome della maggioranza e a nome del Consiglio, prendere decisioni buone, anche tempestivamente, per poter ottenere poi attraverso le sue decisioni cose buone per la Sardegna. Questo, pertanto, è l'obiettivo.

Secondo ragionamento, breve; ci avete insegnato, quando ci fu la famosa vicenda de "l'aliga" di Napoli, il concetto di solidarietà, ma la solidarietà è solo di sinistra? Cioè se la fa il presidente Berlusconi c'è sicuramente un retropensiero. Insomma io credo che, al di là del danno che a noi ne è sicuramente derivato, l'atto che è stato fatto nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto con il trasferimento del G8 sia un stato un atto importante, quindi sia stata una decisione su cui il Presidente del Consiglio è difficilmente contestabile. Sarà anche un genio mediatico, buon per lui, ma è difficilmente contestabile l'atto di solidarietà.

Io condivido una larga parte delle cose che il presidente Soru dice quando viene in Aula e, puntualmente, entra nel merito di certi argomenti; non condivido quando lui magari in maniera un po' sprezzante dice: ma che gliene frega agli abruzzesi del G8. Beh, agli abruzzesi del G8 gliene frega tanto quanto gliene frega ai sardi, e se noi oggi stiamo a dire , quasi tutti,che ci dispiace che una manifestazione come il G8 non si sia svolta a La Maddalena per l'indotto che avrebbe comportato, bisogna dire che anche gli abruzzesi conoscono i vantaggi dell'indotto che la manifestazione del G8 comporterà per le popolazioni che hanno subito il terremoto.

Il presidente Soru quindi sbaglia quando dice: ma che gliene frega non è questa la solidarietà; sbaglia perché sa bene che il G8 attirerà fondi aggiuntivi della solidarietà internazionale e probabilmente anche fondi aggiuntivi nazionali, perché sicuramente il G8 nelle zone terremotate è una sfida dell'Italia, è una sfida dell'Italia che vuole dimostrare la propria capacità di risollevarsi, la propria capacità di ricostruire. Gli abruzzesi sanno che ci sarà una velocizzazione delle opere di ricostruzione grazie al G8, esattamente come lo sapevamo noi in merito alla velocità delle opere pubbliche che sarebbero state fatte tramite la introduzione delle procedure accelerate del G8. Pertanto, non dobbiamo essere ipocriti soltanto perché abbiamo la casacca diversa rispetto a quella del Governo regionale o del Governo nazionale.

Io credo che una parte delle cose che ha detto il presidente Soru, che dice il centrosinistra, sia vera e quindi tendo a prenderne atto; il presidente Soru dice che probabilmente abbiamo perso 96 milioni di euro, se non sbaglio questa è la cifra, relativa ai fondi FAS, che era nella disponibilità del Governo nazionale. E'possibile che questi denari siano stati davvero persi, è possibile che abbia ragione il presidente Soru, è verosimile che possa essere successo.

Per quanto riguarda invece gli altri fondi, e cioè 400 e passa milioni che sono fondi FAS delle Regioni, il presidente Soru non dice che sono stati persi, il presidente Soru dice che è stata persa la possibilità di averne l'anticipazione, perché sa benissimo che la rimoludazione dei fondi FAS è stata determinata non dall'evento del terremoto ma dalla crisi economica, ed è stata concordata nella Conferenza Stato-Regioni presieduta, per quanto riguardava la parte regionale, da Vasco Errani, che non è certamente espressione del centrodestra.

Il presidente Soru pertanto diceva semplicemente che noi dovremmo salvare la possibilità di avere quelle anticipazioni da parte del Governo nazionale di fondi FAS che a noi in Sardegna servono oggi e non nel momento in cui verranno programmati per poi arrivare alle Regioni.

Questo dovrebbe essere lo spirito del confronto in Aula: comprendersi sulle cose dette e accettarne una parte soprattutto se vengono dette senza prepotenza, senza protervia, senza la volontà, in qualche misura, di sovrastare l'avversario politico, se sono un minimo accettabili.

A mio avviso, infatti, lo spostamento del G8 da La Maddalena, spostamento avvenuto per un fatto incontestabile dal punto di vista della forza etica, della forza morale come il terremoto che si è verificato negli Abruzzi, sicuramente rischia di creare alla Sardegna dei danni economici grossi importanti; sono convinto infatti, al di là di quello che possiamo dirci in questa Aula e al di là della capacità di lettura dei bilanci che (l'abbiamo imparato negli anni di esperienza della politica) possono essere letti in modo diverso a seconda dell'occhio che li legge, che la Sardegna possa rischiare di perdere dei fondi per effetto dello spostamento del G8, soprattutto sono convinto che La Maddalena perderà qualcosa perché è evidente che avrà sicuramente un danno di immagine importante; il palcoscenico internazionale del G8, per La Maddalena e per la Sardegna, sarebbe stata un'occasione irripetibile.

Quindi, al di là di quello che noi possiamo pensare sull'ordinamento mondiale, ci vorrebbe una sessione non di Consiglio, ci vorrebbe un convegno per dire ciò che ciascuno di noi pensa sul G8; però è certo che il G8 sarebbe stata una passerella mondiale di importanza straordinaria per La Maddalena e la Sardegna, evocando quel sogno che il presidente Soru aveva, ha, in qualche maniera, di ricordare Capri quando pensa a La Maddalena.

Allora, questi sono gli obiettivi che noi, insieme, dovremmo affidare al presidente Cappellacci, e cioè che non si perda un euro nelle possibilità di anticipazione, che magari i progetti in corso seguano la strada delle autorizzazioni del G8 consentendoci l'accelerazione delle opere, che per noi sarebbe importantissima, e che non venga perso neanche il ritorno di immagine.

Chiediamo quindi che La Maddalena e la Sardegna possano essere risarcite dal Governo nazionale in tutte le occasioni con la pubblicizzazione dell'immagine dell'Isola a livello internazionale, quello che noi vorremmo avere. Questo è il messaggio che l'intero Consiglio dovrebbe affidare al presidente Cappellacci, perché il presidente Cappellacci difenda le ragioni della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L). Presidente, la cosa più semplice per me è quella di differenziarmi totalmente dall'onorevole Giampaolo Diana. E' talmente diversa la nostra posizione che mi verrebbe da non spendere neanche una parola per differenziarmi, così come sarebbe molto semplice differenziarmi da colui che appare e scompare. E' un classico, è stato così per quattro anni e mezzo. Il presidente Soru viene qui, fa le sue dichiarazioni e dopodiché scompare. Male ha fatto a scomparire, probabilmente, perché sarebbe stato utile per voi e per lo stesso onorevole Soru ascoltare non quanto io dico, o quanto mi appresto a dire, quanto ciò che dirà il presidente Cappellacci.

Perché vedete, colleghi, se c'è un modo con il quale voi affrontate i problemi è quello di porli senza mai darvi soluzione. L'avete fatto perfino ieri quando si è discussa la mozione sui problemi industriali. Vi abbiamo quasi implorato di accettare un ordine del giorno congiunto che poteva significare trasmettere la serenità a tutti coloro che stanno fuori da quest'Aula, e invece avete preferito dissociarvi e andare avanti sulla vostra posizione. E' comprensibile, probabilmente se fossi stato all'opposizione mi sarei comportato come voi, questa non è però la legislatura dove si può sfogliare la margherita perchè l'avete già sfogliata abbastanza , anche in termini politici, per cui forse non è più il momento.

Non vi permetteremo infatti di presentare mozioni su mozioni, una volta per la Rockwoll, una volta per il G8, domani per la Carbosulcis, poi per Portovesme, poi ancora per Porto Torres. O ci mettiamo d'accordo e ragioniamo in un'ottica che ci deve vedere tutti protagonisti, noi e la Giunta, o altrimenti finisce per essere la passerella dei vostri amici, che spesso e volentieri vengono gabbati da voi stessi, come è stato per tantissimi anni.

Onorevole Giampaolo Diana, da lei mi sarei aspettato, data sua grande esperienza, considerazioni leggermente diverse; considerazioni che, soprattutto sull'argomento del G8, in questa sede non ho potuto ascoltare. Avete continuato a ragionare su delle cifre, io spero che il presidente Cappellacci possa dire in quest'Aula (è ciò che tutti quanti aspettiamo quasi con ansia di capire realmente) chi ha indicato quelle risorse, per quali motivazioni e con quale autorevolezza o autorità, visto che qualcuno ha detto che si era discusso tanto del G8 in quest'Aula consiliare. Non se n'è mai parlato, non se n'è mai parlato, o comunque se n'è parlato troppo poco.

Quando gli Americani sono stati, no, non dico allontanati da La Maddalena, diciamo che si è favorito il loro esodo, si sapeva già che ci sarebbe stato il G8 a La Maddalena? Mi pare proprio di no. E' stato un salto nel buio. Poi, per correre ai ripari, viste le grandissime pressioni che arrivavano da un territorio che era stato, secondo me, trattato ingiustamente, ma non l'unico in Sardegna, si è deciso di investire un miliardo di euro in una parte ben definita della Regione Sardegna.

Allora, io per un momento, chiedo scusa ai colleghi, mi spoglio del ruolo di consigliere regionale e faccio il semplice cittadino della Sardegna. Mi verrebbe quindi da chiedervi: "Ma per quale motivo risorse così ingenti, importantissime, strategiche, che hanno una provenienza ben definita, debbono essere impiegate solo ed esclusivamente in quel territorio della Sardegna?", perché altrimenti cominciamo col dire che tutto il resto della Sardegna vive bene, che a Porto Torres non c'è crisi, che nel Sulcis si sta bene, che nell'Oristanese l'agricoltura va ancora meglio, e che solo in una zona ben definita della Costa Smeralda o quasi ci sono i problemi.

Volevate forse utilizzare il G8 per veicolare maggiormente l'immagine della Sardegna? Santa pazienza, con tutti i milioni di euro che il presidente Soru aveva messo in campo, con tutte le agenzie che si sono create per propagandare il nome della Sardegna, era necessario spendere un miliardo per questo? Un miliardo di soldi nostri che qualcuno di voi dice non esserci più: sono spariti. Io spero che non sia così, anzi ne sono certo perchè sono un ottimista per natura e sono sicuro che un fatto di questo genere non accadrà; al massimo è scomparsa qualche decina di milioni di euro (forse 100 o 200 milioni di euro), che poteva servire per realizzare un'opera un po' particolare.

Tutti siamo stati solidali nei confronti dell'Abruzzo, tutti favorevoli. Forse solo l'onorevole Lotto ha detto che non c'era da condividere nessun tipo di solidarietà, anzi qualcuno ha detto anche che in quella strada statale, che non si è realizzata, ci sono stati tanti morti quanti ce ne sono stati in Abruzzo. Pensate se è possibile fare ragionamenti di questo genere!

Io sono convinto che all'Abruzzo vada data la solidarietà, sono convinto che la Sardegna meriti rispetto, e il rispetto credo che ci sarà. Credo che tutte le iniziative che questo Consiglio regionale col suo Presidente e la sua Giunta potranno mettere in campo sapranno alleviare i dolori. Di chi? Del cittadino terzo della Sardegna, vi assicuro, no, perché il cittadino terzo della Sardegna che vive nel Sulcis dice: "Sì, il G8 è bello, è una gran bella cosa, ma stiamo spendendo un miliardo di euro nella zona di La Maddalena, nel nord Sardegna, e nel nord-est della Sardegna, cioè in una delle zone che probabilmente vive meno peggio del resto della Sardegna. E tutto il resto che cosa dovrebbe fare?". Allora, sempre cittadino terzo, non sono consigliere regionale, non sono in cerca di voti, dico: "Ma è possibile spendere un miliardo di euro in quel territorio?. E noi che cosa ci stiamo a fare, cittadini della Sardegna, dalle altre parti?".

E' possibile un fatto di questo genere? Come pensiamo di dare gambe a tutta la propaganda, di cui si riempiva la bocca il presidente Soru nella precedente legislatura quando diceva, che le zone interne dovevano essere fortemente sostenute e aiutate, quando un miliardo di euro dei fondi FAS se ne va, o se ne sarebbe dovuto andare, per una manifestazione come questa? Nascono poi tutti gli interrogativi, per esempio se si fa, o non si fa la strada. Noi diciamo che possiamo rimanere anche otto giorni qua a discutere ma la strada si fa, voi continuate a dire che la strada non si fa. Voi dite che si faranno le centrali nucleari, noi diciamo che non si faranno le centrali nucleari e continua questo "rimbalzino" che serve probabilmente alla carta stampata, ai mass media, serve a qualcuno di noi per andare il fine settimana nei suoi territori a dire: "Io ho detto questo, io ho detto quest'altro", però i problemi non si risolvono così, i problemi non si possono risolvere così!

Io sono convinto, al di là del dispiacere per il trasferimento del G8 che probabilmente quel miliardo di euro speso comunque in Sardegna, senza il G8, sarà molto più utile ai sardi; su questo proprio non ho dubbi e in proposito vorrei dire all'onorevole Zedda, che è ancora giovane del mestiere (avrà tempo per apprendere in quest'Aula e anche fuori da questa Aula), che nessuno in quella circostanza ha detto che le opere dovevano essere abbandonate in quello stato, nessuno ha detto questo! Erano presenti anche altri colleghi, consiglieri regionali, per cui le assicuro che quelle notizie non sono assolutamente avere! Non perché lei abbia detto il falso, attenzione, probabilmente non è stato attento ma gli altri consiglieri e gli altri colleghi erano molto attenti e le cose che lei ha riportato non corrispondono al vero.

Dobbiamo difendere pertanto le risorse finanziarie? Difendiamole, ma da chi? Da qualcuno che ce le vuole portar via? Sono soldi nostri!

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI, Presidente della Regione. Presidente, i temi che sono stati toccati nei loro vari aspetti richiederebbero un lungo, lunghissimo intervento che cercherò di riepilogare nel modo più efficace e più sintetico possibile e, per farlo, vorrei partire proprio dal dettaglio delle fonti di finanziamento. Cercherò di riprendere quel minimo di conoscenze e competenze acquisite durante la mia precedente vita (mi sono occupato di conti) e di fare un po' di chiarezza, ma in modo analitico, perché molti degli interventi, e voglio richiamare in particolare quello dell'onorevole Soru e quello dell'onorevole Diana, appassionati, fatti con trasporto, con grande partecipazione, svolgono un ragionamento che parte da delle premesse inesatte. Credo sia importante fare chiarezza perché altrimenti il ragionamento conseguente corre il rischio di essere fragile, di non dare il senso delle cose, di non stare in piedi.

Nel dettaglio delle fonti di finanziamento va distinto, prima di tutto, l'ho già detto, tutto ciò che riguarda le opere dirette dalle opere indirette; entriamo quindi nel merito delle opere dirette. I primi 100 milioni che sono stati citati dall'onorevole Soru si riferiscono per 30 milioni a economie realizzate dalla Regione Sardegna su precedenti impegni, per i residui 70 milioni a un fondo premiale di progetti innovativi per la parte riguardante la Regione Sardegna; è un fondo che viene ripartito tra le Regioni, sempre nel contenitore più ampio dei fondi FAS.

Passiamo alle cosiddette sanzioni e al loro ammontare: sanzioni CIPE 36/02, 5 milioni 970 mila; sanzioni CIPE 17/04, 12 milioni 296 mila; sanzioni CIPE 20/04, 93 milioni 850 mila. Che cosa significa? Significa che sono risorse che non si è stati capaci di spendere, che sono state disimpegnate, quindi sono andate a sanzione e si sono potute recuperare grazie al G8. In definitiva si è potuta sanare una inefficienza del sistema che, sia chiaro, per quanto riguarda i primi circa 18 milioni, è riferita al periodo 2000-2002 e alle Giunte che in quel momento governavano; per quanto riguarda la parte residuale è riferita all'ultimo periodo e, per la maggior parte, si riferisce a fondi che erano stati destinati alla realizzazione della "125" che l'Anas, come era previsto, non ha potuto realizzare per delle complicazioni legislative sopraggiunte a seguito di un decreto emanato dal Governo Prodi.

Io non faccio questi riferimenti perché sono alla ricerca delle responsabilità, come vedete ho fatto un quadro nel quale le responsabilità sono addebitabili agli uni e agli altri, quindi non è questo il tema in discussione. Consideriamo ora i famosi 100 milioni, circa, che si riferiscono al programma dei grandi attrattori 2007-2013.

Questi fondi non sono in discussione, è riportato nei documenti ufficiali; perché nel documento ministeriale, ovviamente rivolto alla Regione Sardegna, si ribadisce che la quota posta a carico del programma interregionale deve essere qualificata come anticipazione in favore della Regione delle risorse alla stessa attribuibili nell'ambito del predetto programma. E'vero che, con un successivo decreto, questi circa 100 milioni sono stati riportati nell'ordinanza dell'agosto del 2008, che con un successivo decreto legge dell'ottobre 2008 i circa 100 milioni del programma dei grandi attrattori vengono spostati e sostituiti da un'anticipazione sui fondi FAS 2007-2013.

Quei fondi, relativi ai grandi attrattori culturali, non sono mai stati sottratti alla Regione perché esistono, ci sono; su quei fondi sono state programmate altre opere, ne cito una per tutte, un progetto sul "Trenino verde". Non si è mai parlato, quindi, né è corretto parlarne, di perdita di risorse a seguito di quel decreto perché le risorse ci sono ancora; si è realizzato uno scambio contabile a valere su fondi regionali che c'erano prima e ci sono ancora oggi; ribadisco, è importante sottolinearlo, che sono fondi regionali. Per quanto riguarda le opere dirette arriviamo a un totale di circa 300 milioni.

Vediamo ora le opere indirette; come risulta dagli atti sono state finanziate con le risorse FAS, perché è la Regione Sardegna che lo chiede attraverso il Presidente della Regione che scrive al Ministro: "La copertura finanziaria per le opere funzionalmente correlate al G8, potrà derivare per 189 milioni di euro dai fondi propri della Regione Sardegna, per i restanti 522 milioni di euro le propongo -di utilizzare una quota di pari importo dei fondi FAS regionali relativi al periodo 2007-2013 assegnati alla Regione Sardegna"; e questo è esattamente quello che è avvenuto.

Si fa però ancora confusione sul problema relativo all'anticipazione delle somme rispetto alla legittima aspettativa o diritto della Regione di avere attribuite quelle somme, perché quando con un passaggio successivo i 522 milioni vengono stornati, non si perdono i fondi, si rinuncia a quella anticipazione nell'immediato, ma i fondi non sono mai stati sottratti alla Regione, sono tuttora nella disponibilità della Regione, il fatto che non siano stati inseriti nella programmazione dipende non dalla loro eliminazione, che non è mai stata certificata, ma da un problema di carattere nazionale che attiene alla programmazione dei fondi FAS, sui quali fondi, purtroppo, alcune Regioni, non la Sardegna, hanno pensato di finanziare dei programmi riferiti non a opere in conto capitale, e quindi funzionali al far crescere le aree sottosviluppate, ma a spese correnti.

Questo ha fatto sì che il meccanismo si inceppasse, e tuttora si sta cercando di lavorare per poter risolvere il problema di quelle Regioni, Sicilia in testa, e poter quindi dar seguito alla programmazione delle risorse.

In realtà vorrei fare un'osservazione sul problema più generale relativo al G8, sul cosiddetto "scippo". Io nell'immediato ho manifestato le mie preoccupazioni e anche il mio disappunto rispetto almeno a due aspetti. Il primo relativo a tutti i rischi connessi ad un'iniziativa che veniva comunicata ma di cui non erano chiari i contorni, quindi il destino delle opere in corso, delle opere funzionalmente collegate, eccetera. L'altro aspetto relativo al fatto che la Regione non era stata direttamente interessata prima.

Sì, è vero, potremmo anche discutere sul fatto che il G8 probabilmente sia un argomento di rilevanza nazionale, forse anche mondiale, quindi non necessariamente riferito particolarmente alla Sardegna. Ma io ritengo che fosse dovere del Consiglio dei Ministri comunque coinvolgere la Regione su quel passaggio. Ho manifestato la mia protesta, il mio disappunto, ho ricevuto le scuse del Presidente, ho ribadito il mio disappunto. Questo va bene per la cronaca, ne prendiamo atto, però poi il problema non è questo aspetto o solo questo aspetto, è capire che cosa succederà dopo.

Questa Giunta si è attivata immediatamente; è vero, sono andato a Roma a parlare col Presidente del Consiglio perché alla cena in cui era ospite a Cagliari io, pur invitato, non avevo potuto partecipare, perché dovevo parlare con il sottosegretario Letta e col ministro Frattini, ero impegnato a lavorare su questo problema. Il mancato incontro con il Presidente a Cagliari era motivato non certo da disattenzione, ma da altri problemi.

Rispetto al G8 la domanda che rileva è sull'utilità che quell'evento poteva avere per lo sviluppo del territorio di La Maddalena. Era certamente una grande opportunità per almeno due ordini di motivi. In primo luogo perché consentiva la realizzazione di infrastrutture importanti; per certi versi realizzando anche una sperequazione rispetto all'intero territorio regionale si decise di destinare a quell'evento una quota importantissima di risorse, e questo è stato fatto. In secondo luogo per i risultati che potevano derivarne in termini di promozione ed immagine di quel territorio.

Con riferimento al primo aspetto la prima preoccupazione è stata che non si perdesse un euro destinato alle opere in corso di realizzazione; questo è stato più e più volte sottolineato e riportato anche in quell'emendamento di cui si è discusso, a ulteriore conferma, su cui leggo oggi qualche cosa di assolutamente impreciso su un quotidiano regionale. Le opere in corso saranno completate, nessun dubbio in merito.

L'altro aspetto era quello relativo alle opere funzionali direttamente collegate e finanziate con fondi regionali; in questo caso il problema della realizzazione o del finanziamento dell'opera non si pone perché quelle risorse non sono mai state messe in dubbio. In questo caso ci siamo posti il problema, e su questo abbiamo lavorato, di avere la grande opportunità di poter realizzare quegli interventi con le procedure straordinarie del G8, quindi con la semplificazione di procedure che ne deriva.

Questo è il primo risultato importante che abbiamo ottenuto, e che difenderemo in ogni modo, a quel tavolo al quale io ho partecipato insieme al sottosegretario Letta, al Presidente, al ministro Fitto, al ministro Matteoli e quant'altri. Ovverossia, la richiesta da parte nostra era che venisse ulteriormente specificato, ed è riportato in termini puntuali questa volta nell'emendamento che è stato presentato dal Governo, che quel regime continuasse ad essere operativo non solo per le opere in corso di realizzazione ma anche per quelle ancora da programmare.

Tanto è vero che l'emendamento recita: "le ordinanze di protezione civile continuano ad applicarsi per assicurare il completamento delle opere in corso di realizzazione e programmate nella Regione Sardegna nonché quelle da programmare con risorse di competenza della Regione e degli enti locali a titolo compensativo degli effetti derivanti dalla diversa localizzazione del G8". Cioè io leggo oggi che c'è stato l'ennesimo scippo perché si vuol far passare questo risultato positivo come un risultato negativo, si vuole sostenere che serve a finanziare con fondi regionali e degli enti locali quelle opere. Ma basta leggerlo: è una cosa completamente diversa, è quello che abbiamo chiesto a quel tavolo, ovverossia che quelle procedure straordinarie restino per le opere in corso, restino per le opere che erano state previste e funzionali al G8, e che ci sia consentito eventualmente, se riterremo di doverlo fare nell'ambito della programmazione regionale, di estenderlo anche a qualche altra opera ancora da finanziare per i comuni, per la Regione, sempre collegabile a quella procedura.

E' stata una richiesta di qualche cosa in più che è stato accordata, almeno nelle intenzioni, sulla base di un emendamento; e oggi leggo di uno "scippo", questa è la cosa grave. Cioè su questi problemi sui quali si cerca di lavorare seriamente, si cerca di trovare le soluzioni, una politica, una comunicazione che ha più del terroristico, della mistificazione, della confusione quantomeno, genera certamente problemi, non facilita il lavoro di nessuno, non facilita il raggiungimento del risultato. Questa è la verità.

Vediamo poi gli effetti sul piano mediatico del G8 e gli effetti sul piano di quell'evento specifico in quei giorni. E' vero, ci sono dei danni che derivano dalla mancata realizzazione della manifestazione, sia per quanto riguarda le presenze negli alberghi che su tutto ciò che vi era connesso in quei giorni; ma non dimentichiamo che c'erano anche fortissime proteste che arrivavano da molte categorie rispetto al blocco che il G8 avrebbe provocato. Bisogna stare attenti nel capire quali sono i danni e quali sono i vantaggi perché sono vicende complesse, hanno qualche aspetto positivo e qualche aspetto negativo.

Ci sono poi i danni che derivano dal mancato ritorno in termini di immagine; però io credo che ci sia un altro danno. Si può veramente pensare che il futuro di un territorio possa essere direttamente legato alla realizzazione di quell'evento? Io ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi e voglio richiamarne alcuni. Si è detto che viene cancellata una prospettiva per il futuro, ma possiamo veramente ritenere che il G8 potesse essere una prospettiva per il futuro di La Maddalena?

Io credo che l'aspetto grave, del quale prendo atto in questi giorni, sia un altro; perché è vero che ci sarebbe stato un grande effetto mediatico, ma io vi chiedo se qualcuno di voi ricorda Hokaido, Heiligendamm, Gleenagles, Sea Island, Evian les Bains, Kananaskis. Sono le sedi degli ultimi G8, ma non per questo è cambiato il futuro di quei territori, né sono rimasti stampati nella testa di ciascuno di noi; qualcuno sì, perché nell'elenco c'è anche Genova, ahimè, certamente tutti ricordiamo Genova.

Bisogna stare attenti, bisogna stare molto attenti perché gli effetti, lo ribadisco, possono essere positivi ma anche molto negativi; era una scommessa, non so se l'avremmo vinta, ma certamente non era la scommessa decisiva per il futuro di quel territorio. Per il futuro di quel territorio sarebbe invece decisivo poter approfittare di questa occasione, delle infrastrutture che si stanno realizzando per programmare lo sviluppo. Io, però, se entro nel sito del comune di La Maddalena e verifico i piani di sviluppo di quel territorio, i lavori per il piano strategico, per la programmazione di quel futuro, per la programmazione in funzione dell'evento, di quella grande opportunità, devo constatare che non trovo nessun elemento concreto, che non c'è una reale prospettiva di sviluppo, che non c'è una strutturazione di ragionamento, che non c'è una visione strategica di come poter utilizzare quell'evento per ricavarne effetti positivi.

La Regione allora deve lavorare, questo sì, insieme alla comunità per creare veramente le condizioni in grado di garantire una prospettiva di sviluppo che non può essere data dopo due giorni; dobbiamo pertanto lavorare in questa direzione perché a La Maddalena ci sono talenti, risorse, intelligenze, capacità imprenditoriali. Abbiamo già ottenuto un primo piccolo risultato, l'inizio di un lavoro, che è quello di tenere a La Maddalena i sei eventi di cui si è parlato.

Onorevole Meloni, io non ho mai detto, e mi dispiace che spesso le posizioni del Presidente vengano valutate sulla base di articoli di stampa, che si sarebbero tenuti sei eventi entro l'anno, forse qualcuno l'ha scritto, certamente io non l'ho detto. Io ho detto che il primo risultato era quello di avere, nell'arco dell'anno, almeno sei eventi tutti gli anni, uno ogni due mesi, per incominciare a dare al territorio di La Maddalena veramente una prospettiva in termini futuri, per incominciare a dare continuità a quell'investimento, per creare le condizioni perché ci possa essere veramente lo sviluppo di quella terra.

Uno sviluppo che non può avvenire attraverso tre giorni di vetrine lucide, di alberghi pieni, di ristoranti pieni; il fatto che perdiamo queste cose certamente è un danno, mi dispiace e cercheremo di ragionare anche su questo, ma il futuro di La Maddalena (ho letto queste parole anche in un resoconto di un consiglio comunale di La Maddalena), non inizia e non finisce con il G8, bisogna pensare a realizzarlo subito, bisogna studiarlo subito quel futuro perché siamo già in ritardo, perché il G8 era domani, e ancora non era chiaro esattamente che cosa si dovesse fare dopo; ed è sul dopo che dobbiamo indirizzare i nostri sforzi!

Questo è il senso del lavoro che stiamo svolgendo con la massima serenità, con la voglia di fare qualche cosa di serio, di concreto, al di là delle passerelle, al di là della visibilità, al di là di una serie di situazioni che sono dovute, perché va spiegato a tutti qual è lo stato dell'arte, ma che non mi appassionano, come invece mi potrebbe appassionare provare insieme a lavorare sui progetti futuri per quel territorio e per il resto della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Noi, con la presentazione di questa mozione, volevamo raggiungere alcuni obiettivi: avere un'informativa sulle mancate ricadute economiche e strutturali causate dallo spostamento del G8; avere notizie, possibilmente certezze, sui piani delle opere, sullo stato di avanzamento dei lavori e sui tempi di completamento; conoscere con esattezza non solo le risorse finanziarie erogate ma anche quelle disponibili; capire se c'era e se c'è la volontà di proseguire in un progetto di sviluppo complessivo per La Maddalena che tenga conto delle aspettative di quella comunità e della Sardegna nel suo complesso; capire se c'è la volontà di promuovere anche con lo Stato una vertenza forte, determinata, per difendere interessi, risorse, opere infrastrutturali e prerogative statutarie.

Noi prendiamo atto delle sue parole, Presidente, non siamo però soddisfatti delle rassicurazioni, non possiamo esserlo; quello che è accaduto è grave, è rilevante e non si può minimizzare né sul metodo né sul contenuto di quell'accordo infranto; è stato rotto un patto, come abbiamo detto, tra lo Stato e la Regione, è stato violato lo Statuto dell'autonomia, legge di rango costituzionale.

Viene continuamente minata la nostra specialità, altro che politica contestativa - onorevole Steri - nei confronti dello Stato, credo che in questa vicenda sia mancata anche l'attuazione del principio di leale collaborazione. Non bastano le scuse, abbiamo avuto ancora una volta un atteggiamento subalterno. Occorre rispetto, non basta il disappunto. Quello che è successo, l'articolo 47 violato, non possiamo derubricarlo a un fatto di cronaca. Quando si parla di sussidiarietà, quando si parla di partecipazione e di coinvolgimento, che cosa si intende? Dobbiamo applicare questo principio solo nei confronti degli enti locali o dobbiamo pretenderne l'applicazione anche nel rapporto con lo Stato?

Non ci sono state scelte imposte dall'alto; la Giunta precedente, proprio sulla base di una intesa istituzionale e di un progetto condiviso del 2 dicembre 2005 tra il comune di La Maddalena, la provincia di Olbia-Tempio, la Regione, ha voluto garantire un percorso di sviluppo economico, sociale, occupazionale per quel territorio e tutto nasce da questa intesa. C'è un progetto di riconversione turistica, vogliamo capire se questa Giunta regionale vuole farlo proprio, per passare da un'autonomia subordinata ad un'economia dinamica e moderna.

La Maddalena, l'evento del G8 come vetrina mondiale ed internazionale, come attrattore turistico per l'intera Sardegna; poi l'attuazione dell'articolo 14, un'altra delle conquiste della scorsa legislatura, lo ha detto l'onorevole Steri, con l'accordo tra la Regione e il Ministero della Difesa (le sigle di accordi con il ministro Parisi, con il Sottosegretario Casula, il presidente Soru), che rientra in un progetto di restituzione del nostro territorio in chiave proprio di riconversione turistica ed economica di La Maddalena, in questo caso, ma noi sappiamo che l'attuazione dell'articolo 14 ha riguardato l'intera Regione.

Dal 21 settembre 2007, dalla dichiarazione della sede di La Maddalena come città ospitante il G8, si sono susseguite riunioni, incontri, commissioni istituzionali - non si è giocato in questi anni, signor Presidente - che hanno portato all'emanazione di ordinanze e decreti (un totale di diciassette) dei presidenti Prodi e Berlusconi; questo Consiglio regionale ha deciso di mostrare la Sardegna come terra di pace e di diritti umani con eventi collaterali al G8: la Carta di Sassari, l'incontro con Vandana Shiva sull'emergenza planetaria e l'appello rivolto proprio ai grandi.

I fondi; io concordo con quanto ha detto (fra l'altro sono atti), se prendiamo l'ordinanza del 21 marzo 2008 troviamo i 70 milioni di euro stanziati per favorire il rilancio turistico e socio-economico dell'arcipelago di La Maddalena, sono risorse FAS 2007-2013; per le medesime finalità nella stessa ordinanza si parla di 30 milioni, a valere sulle economie della Regione Sardegna disponibili sulle risorse FAS assegnate con delibera Cipe precedente, di cui 10 milioni destinati per la portualità turistica. L'ordinanza del 13 settembre del 2008 parla altrettanto chiaro, in quanto riserva circa 18 milioni dalle somme rinvenienti dalla delibera Cipe numero 179, di applicazione delle sanzioni sulle assegnazioni della Regione ex delibere Cipe del 2002 e del 2004. Quindi fondi non spesi e riassegnati che rischiavamo appunto di perdere. Sempre la stessa ordinanza riserva circa 103 milioni sulle assegnazioni della Regione ex delibera Cipe numero 20 del 2004, non impegnate invece nell'anno 2006. Ancora, i 522 milioni riservati quale anticipazione a valere sulle attribuzioni del Programma attuativo FAS 2007-2013, Regione Sardegna. Un totale di circa 840 milioni cui dobbiamo aggiungere circa 96 milioni quale anticipazione a valere sul programma interregionale FAS 2007-2013 "Attrattori culturali, naturali e turismo". Dicevo un totale di 840 milioni di euro, ridotti poi a 233 con il decreto numero 162 del 23 ottobre da destinare alle sole opere da realizzarsi a La Maddalena e poi con la delibera di marzo del Cipe, l'esclusione delle stesse opere collaterali ma anche la decisione, ne abbiamo parlato più volte in quest'Aula, di non attribuire la quota di riparto del 12,61 per cento destinata sulla base di un accordo che c'era stato tra il presidente Prodi e il presidente Soru, ai fondi FAS ad esclusiva disponibilità della Regione anche per la programmazione nazionale.

Sappiamo che sono state fatte altre scelte, che il Governo ha avocato a sé la decisione di non utilizzare l'85 per cento dei fondi FAS destinati alla regioni del Mezzogiorno d'Italia, sappiamo che sono state destinate in parte al fondo nazionale per gli ammortizzatori sociali. Riteniamo complessivamente che la sua replica, Presidente, sia debole, mirata a ridimensionare i fatti, priva di una politica contestativa e di qualunque impegno sul rafforzamento degli emendamenti nel corso della discussione al Senato, , la prossima settimana, sulla conversione in legge del decreto del 28 aprile. Non abbiamo tempi certi, oggi, sulla realizzazione delle opere, né sulle modalità di ripristino dei fondi FAS per le opere collaterali come la Sassari-Olbia.

Perché un'altra Conferenza dei servizi, perché non riproporre invece le opere già appaltate, gli accordi già in essere tra la Struttura di missione, la Protezione civile, l'Anas, la stessa Regione? Perché ripartire da capo visto che tante imprese sono pre qualificate per il G8? Non abbiamo tempi certi, non abbiamo visto nessun impegno risarcitorio, gli albergatori valutano danni da mancati impegni formali nelle prenotazioni intorno ai 3 milioni di euro. Quindi, mi chiedo: quale appello all'unità? Lei si è associato in questi giorni al grido "Sardegna, svegliati!" del presidente Pisanu; io dico, che vanno bene le rassicurazioni però prima viene la Sardegna, Presidente, prima vengono gli interessi della Sardegna, la difesa dell'identità e dell'autonomia della Sardegna, prima i progetti, prima le idee poi la nostra parte politica, poi il rapporto con il Governo amico.

Vogliamo ancora capire che cosa si vuol fare in questa legislatura, che cosa si vuol fare di questo territorio del Nord Sardegna. Noi non ci stiamo. E'per questo che chiediamo di votare la mozione che abbiamo presentato. Crediamo infatti che occorra un impegno forte, una mobilitazione generale perché ci deve essere una inversione di tendenza, nell'esclusivo interesse di ciascun sardo e di tutti i sardi, non solo sul G8 ma nella politica di questa Regione e sul rapporto con lo Stato. .

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

E' in votazione la mozione numero 5.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò a favore della mozione che ho sottoscritto e presentato con il collega Bruno, il collega Salis e altri consiglieri della minoranza, per due ragioni fondamentali. Certo, ha fatto bene a ricordarlo l'onorevole Bruno, la prima ragione è quella di ricevere in questa sede non solo informazioni ma anche indicazioni, da parte della Giunta regionale, su come si pensava di trattare questa vicenda, anche nel rapporto con lo Stato, con il Governo, rispetto ad un aspetto, in particolare, che io ho posto nel corso della discussione. Io ribadisco, lo dico anche pensando all'intervento dell'onorevole Diana, che io sono perché le risorse vadano dove servono, quando servono e per fare le cose che servono.

La Maddalena, nel disegno che nella scorsa legislatura si è tratteggiato (dico tratteggiato perché non lo si è compiuto), era un emblema della scelta di recuperare la Sardegna ai sardi, di fare in modo che la Sardegna fosse nella disponibilità piena dei sardi e fosse una Sardegna non pensata come una piattaforma industriale, logistico-militare, dove l'ambiente si inquinava e si consumava - qua e là un villaggio turistico - ma una Sardegna terra di pace e di amicizia tra i popoli, così come il Consiglio regionale solennemente ha dichiarato più volte, con uno sviluppo ecosostenibile, all'avanguardia della nuova cultura dell'ambiente.

La Maddalena era un esempio straordinario da questo punto di vista; ed è per questo, Presidente, che io chiederò sempre un'attenzione a questi temi, a questo progetto e a questi disegni, per capire se su questo terreno sarà possibile una collaborazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signor Presidente, le parole "scippo", "furto", a cui lei prima faceva riferimento, non sono state utilizzate per primi da noi; io ho partecipato a diverse manifestazioni e vi assicuro che i primi a utilizzare queste parole sono stati consiglieri e sindaci del centrodestra, non certo del centrosinistra. Oggi in quest'Aula ho sentito dichiarazioni gravi; ho sentito dire che non ci sarà alcun licenziamento a La Maddalena, tanto meno rallentamento dei lavori.

Io non sono preoccupato di quello che si può dire in questa sede, a me interessano i fatti; mi è stato insegnato, anche per formazione professionale, a guardare i fatti. Il termine per il completamento delle opere è il 31 maggio, io il 1º giugno andrò a La Maddalena a vedere se effettivamente i lavori sono terminati. Francamente le dico che sono molto preoccupato per alcuni di quei lavori in corso in questi giorni, in particolare nell'ospedale (non in quello da campo, non in quello che è stato spostato ma proprio nell'ospedale dell'Azienda sanitaria),la speranza è che vengano completati al più presto e che non si debbano avere dei problemi durante il periodo estivo quando, come tutti ci auguriamo, ci sarà una maggiore affluenza.

Stamattina, per ragioni di tempo, non ho potuto concludere il mio intervento e lei oggi, nel finale, ci ha parlato dell'emendamento fatto dal Governo, io credo che questo non basti. Stamattina dicevo che è opportuno che lei apra, con al suo fianco l'intero Consiglio regionale e tutti i sardi, una vertenza con il Governo nazionale al fine di avviare tutte le iniziative per difendere gli interessi, le infrastrutture, le risorse finanziarie, le prerogative della Regione. Se questa vertenza verrà aperta noi saremo al suo fianco, non solo per le rivendicazioni inerenti il G8 (così tolgo dal campo l'osservazione di qualche collega al presunto campanilismo di qualche consigliere regionale) - ma per tutte le vertenze che riguardano la nostra Regione, l'intera Sardegna.

Presidente, lei deve avviare velocemente un piano per il completamento delle opere indicando i tempi , se tutte le opere in programma saranno realizzate, se le risorse previste - così come lei ci ha detto oggi - saranno uguali a quelle iniziali, se e quando saranno disponibili o se soano già state sottratte .Ma, soprattutto, noi vorremmo conoscere e concorrere - su questo sono d'accordo -con lei alla realizzazione di un progetto di sviluppo complessivo del territorio di La Maddalena che tenga conto delle aspettative di quella comunità e di tutta la Sardegna, un progetto che preveda una attività risarcitoria dopo decenni di vincoli allo sviluppo economico causati dalla presenza militare italiana e americana nella città di La Maddalena.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, anch'io ovviamente voto a favore della mozione, anche per l'insufficienza delle risposte che sono pervenute sulla stessa. Come le ho già detto un'altra voltale do atto (è giusto che sia così e le fa onore, mi scuso per questo giudizio anche se lo ritengo positivo) di dare le risposte con garbo,di non scadere nella tracotanza, nell'arroganza, nella presunzione; tuttavia, io ho chiesto nel mio intervento di ricevere una risposta esaustiva, lei, ad onor del vero, ha ripreso l'intervento di Soru, il mio, quello del collega Meloni, ma non è emersa in modo chiaro la sua e la vostra volontà sul necessario, a questo punto, confronto da pari con lo Stato (evito il rapporto negoziale, vertenziale o altro), credo che su questo argomento sia necessario un confronto serio con lo Stato.

Io credo ci siano da dare risposte doverose relativamente alle mancate ricadute economiche su La Maddalena dopo lo spostamento del G8.

Caro onorevole Diana - io e lei spesso polemizziamo, forse anche per il cognome - io non so, essendo lei politico intelligente e avveduto, perché si sia espresso in quei termini. Credo che la ragione sia semplicissima: il sindaco di La Maddalena è del centrosinistra, guarda caso è del P.D., chi si mobilita sono soprattutto questi cittadini, e allora tutto sommato conviene dire: "Chi ha deciso che quelle risorse andavano destinate soltanto in quel territorio della Sardegna?". Io le ricordo che nell'89, dopo l'unificazione della Germania, il Governo tedesco per alcuni anni utilizzò la stragrande maggioranza delle risorse nazionali per recuperare il deficit economico che era presente nella vecchia DDR, queste sono scelte coraggiose.

Infine, presidente Cappellacci, io voto a favore di questa mozione anche perché resto convinto che lo spostamento del G8 sia una occasione mancata una prospettiva in meno per il futuro, ma ancora chiedete a noi progetti e altro. Avete ragione a chiederli, ma i progetti deve presentarli innanzitutto chi ha responsabilità di governo, e ancora stiamo aspettando.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, intervengo principalmente per esprimere il voto favorevole a questo documento, ma anche per ribadire che l'interesse affinchè questa ingente mole di finanziamenti venisse messa in campo e concretizzata con opere effettivamente realizzate, non era e non è solo dell'isola di La Maddalena. Sono interessate alla gran parte delle opere indirette che, come ho detto nel mio intervento, rappresentano la gran parte dei finanziamenti previsti le due province del Nord Sardegna, Sassari e Olbia, città come Alghero, ancora Sassari e Olbia. Su questo si può anche non essere d'accordo, onorevole Diana, si può anche non essere d'accordo, per carità! Però non può essere che si dica che un miliardo di euro è stato destinato all'isola di La Maddalena, non è così, è stato destinato, forse per la prima volta, all'intero Nord Sardegna.

Io mi auguro che il presidente Cappellacci abbia ragione, che quello che lui ha detto nella replica corrisponda in seguito al vero, perché se così sarà l'intero Nord Sardegna si avvantaggerà dall'aver salvato una procedura che poteva e potrà, spero, consentire a quel territorio di vedere realizzate opere, che attendevano da troppi anni, in tempi brevi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo Italia dei Valori voterà a favore della mozione; riteniamo infatti che il periodo storico ed economico che la Sardegna sta vivendo non possa sopportare una politica del "sopire e chetare" come diceva Manzoni, dopo gli interventi del governo Berlusconi che hanno indubbiamente colpito una comunità direttamente, quella di La Maddalena e delle province della Gallura e di Sassari, e indirettamente tutta la comunità sarda, anche per le implicazioni di carattere politico e di correttezza istituzionale di cui ho parlato nel mio intervento nella discussione generale.

Lei, signor Presidente, in questa filosofia del "sopire e chetare" ha praticamente detto che i fondi non sono stati scippati e che la decisione, non concordata, presa dal Presidente del Consiglio ha solo rallentato la spendita dei fondi; i soldi sono lì a disposizione, a parte qualche milione di euro che probabilmente servirà per abbellire il G8, se si farà, a L'Aquila, anche perché io sono convinto che il G8 non si farà a L'Aquila. Lei fa capire, quindi, che tutta questa operazione si tradurrà solo in un ritardo; la Sassari-Olbia verrà realizzata ma con le procedure ordinarie, pertanto non si sa quando; tutte le opere collaterali ad Olbia, ad Alghero, nelle due province si faranno, ma non si sa quando.

Signor Presidente, noi siamo convinti che in questo momento di profonda crisi economica della Sardegna l'emergenza non sia solo a L'Aquila; anche se comprendiamo e siamo vicini a quel popolo noi siamo convinti che la spendita di questi fondi era indispensabile anche per mantenere i livelli occupazionali in Sardegna che sono fondamentali per quelle aree, soprattutto per il Comune di La Maddalena; così come riteniamo che la perdita, quantificata in 3 milioni di euro, subita dagli operatori del territorio non potrà assolutamente essere recuperata. Ecco perché noi consideriamo debole e inefficiente la sua replica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, voteremo sicuramente contro questa mozione, soprattutto contro il dispositivo di impegno presente nella stessa. Vorrei fare comunque una brevissima considerazione. Da più parti è giusto che arrivi l'invito ad una politica contestativa nei confronti del Governo centrale; politica conte statica che ha però un'origine diversa da quella enunciata in quest'Aula, ha soprattutto un'origine diversa la posizione autonomistica della nostra Regione nei confronti di un Governo centrale, qualunque esso sia.

Stupisce pertanto che, pur dichiarandosi d'accordo sui numeri e sulla corretta elencazione dello stato dell'arte, presentati dal Presidente della Regione all'Aula, si cerchino comunque i motivi per non condividere. Cari amici dell'opposizione, questa è una impostazione che a mio avviso, ma non voglio dare consigli a nessuno, non può premiare un'azione politica; non c'è stata da parte vostra alcuna proposizione. C'è stato un invito da parte del Presidente, così come in alcuni interventi in sede di discussione, ad un confronto, non alla creazione o dettatura da parte vostra di progetti; ahimè, se vogliamo ricordare fino in fondo, quando fu deciso lo smantellamento della base americana ai maddalenini si disse pubblicamente che avrebbero aperto più pizzerie. Questa era il progetto di allora, ovviamente alquanto limitativo per lo sviluppo di quell'isola, e non poteva essere il G8 il progetto di uno sviluppo futuro e duraturo; su questo credo che tutti concordiamo. Sicuramente c'è stato un danno per la Sardegna, per quell'isola e per quell'arcipelago; un danno al quale, se saranno accertate alcune situazioni, avremmo tutti l'obbligo di porre rimedio pensando anche ai dovuti risarcimenti;se i contratti, allora sottoscritti, non prevedano già i dovuti risarcimenti, sarà un impegno che dovremo assolvere tutti.

Io, però, aspetto ancora l'opposizione che avete enunciato: una opposizione costruttiva e pronta al confronto. Finora non si è visto niente di tutto questo, ma se dovesse andare avanti in questo modo per lungo tempo, credo che avremo un lungo, lunghissimo periodo di governo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.). Presidente, annuncio il mio voto contrario alla mozione per i motivi che ho illustrato anche durante il mio intervento in discussione generale. Collega Caria, il 1º giugno andremo insieme, come dei capi cantiere, a La Maddalena e visiteremo anche l'ospedale Paolo Merlo; in questo ospedale, in ossequio all'impegno pubblico di Soru e della Dirindin, sotto la sua direzione della ASL di Olbia, avete chiuso il reparto di chirurgia; magari spiegheremo anche questo, ma non polemizziamo, avremo altre occasioni.

Da lunedì poi la Regione eserciterà anche una sua competenza in modo nuovo, andremo in Gallura a parlare del Piano paesaggistico regionale che a la Maddalena, come in tutte le altre realtà, è stato calato dall'alto sul territorio. Mi permetto quindi di fare una proposta; credo che occorra innanzitutto prevedere, signor Presidente, nel recepimento del Piano casa voluto dal Governo, una norma ad hoc che autorizzi nell'area urbana di La Maddalena quegli interventi ordinariamente previsti, ma non purtroppo per le aree del parco sottoposte ai vincoli.

Questo atto garantirebbe sicuramente quell'attenzione che non c'è stata nella passata legislatura, fatta solo di promesse e di illusioni. Questo garantirebbe parità di trattamento dei cittadini maddalenini con quelli, per esempio, di Palau e di Santa Teresa; ci impegneremo pertanto per recepire questa esigenza anche in Commissione urbanistica.

Nell'ottica di un dibattito serio, credo che in futuro saremo chiamati ad affrontare anche altri problemi che riguardano non solo La Maddalena, ma tutta la Sardegna. Però, su questi problemi che sono emersi oggi, credo che il Consiglio e la Giunta regionale siano chiamati a riflettere e a decidere velocemente, soprattutto sulle proposte e sui progetti degli stessi maddalenini che devono diventare protagonisti e non devono subire passivamente le scelte calate dall'alto, come è avvenuto nei quattro anni e mezzo appena trascorsi.

Presidente, mi dichiaro soddisfatto della sua replica e sono convinto che le sue esternazioni siano supportate dalla conoscenza di una problematica che non è di oggi, ma è ormai datata anni, e su questo vi sono anche responsabilità. Ribadisco pertanto che noi voteremo contro.

PRESIDENTE.. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto contrario del Gruppo del Popolo della Libertà. Io non intendevo polemizzare, nel mio precedente intervento, con il collega Giampaolo DIANA (neanche con il collega Lotto). Io non ho detto quanto da lei riportato in quest'Aula, io mi sono semplicemente limitato ad affermare che pochi sardi erano a conoscenza, fino a stasera, che il 90 per cento, forse di più, delle risorse impegnate per il G8 erano fondi regionali. Mi sono limitato a dire questo, se non è stato chiaro lo espliciterò meglio. Mi pare assurda una cosa di questo genere, lo riferisco sempre come terzo, non come consigliere regionale.

In ogni caso, onorevole Lotto, le ricordo che l'uscita della Sardegna dall'Obiettivo 1 è stata determinata dal livello del Prodotto interno lordo della Provincia di Sassari, non della provincia della Gallura, della Provincia di Sassari che allora comprendeva anche la Gallura. Noi in quel momento siamo usciti dall'Obiettivo 1, segno che la Provincia di Sassari aveva un PIL superiore al resto della Sardegna che aveva influenzato anche quello della mia Provincia dove, ancora oggi, non siamo all'80 per cento, siamo al 75 per cento. Questo è il problema della Sardegna. Il riequilibrio bisogna farlo, ma bisogna farlo per tutto. Spendiamo un miliardo a La Maddalena, nella zona nord della Sardegna, benissimo, ma può farsene carico solo la Regione Sardegna di questo? O forse è il caso che se ne faccia carico anche qualcun altro?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, annuncio il mio voto contrario alla mozione, certamente non ai contenuti e all'importanza dei problemi sollevati. Le risposte del presidente Cappellacci ritengo siano esaustive, soddisfacenti e rassicuranti, per quanto riguarda il completamento delle opere e il mantenimento delle procedure, sono rassicuranti le sue dichiarazioni sui fondi a disposizione per la Olbia-Sassari; ci sarà attenzione per un'azione risarcitoria per i danni, naturalmente ragionando su questi danni, sicuramente (l'abbiamo sostenuto anche noi) definendone beni i percorsi sotto il profilo normativo e giuridico e, soprattutto, sotto il profilo della stessa individuazione dei danni. Ci sarà una attenzione per La Maddalena e per la Sardegna, soprattutto ci si proietterà sul futuro contribuendo giorno per giorno a costruirlo, evocando e sostenendo progetti.

Noi sapremo sicuramente vigilare su questo percorso, ma sapremo vigilare anche sul Piano dei trasporti difendendo il ruolo strategico che il sistema portuale di Olbia ha come porta della Sardegna, al servizio della Sardegna e della continuità territoriale per merci e passeggeri. E' stata inoltre ampiamente esaustiva l'esposizione approfondita e analitica che lei ha fatto, Presidente, sullo stanziamento delle risorse, quelle regionali e non, sulla loro ripartizione e fruibilità da parte della stessa Regione. Io penso, Presidente, di poterle dare atto del suo impegno e della sua Giunta nell'interesse di La Maddalena, della Gallura e di tutta la Sardegna..

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Ogni volta che sento l'onorevole Diana parlare mi ispiro comunque. Visto che la politica, la polis, non c'è più e allora l'unico rifugio è la poetica dico che voto a favore di questa mozione perché sono convinto che il fantasma e le favole sono parte integrante di ogni atto politico e di ogni atto performativo. E' una fabulazione. Ricordatevi della lettera di Edgar Allan Poe che nel racconto è imbottigliata: la bottiglia c'è, ma non c'è la lettera, è stata già rubata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Annuncio il voto contrario del Gruppo Misto alla mozione; inoltre devo anche chiedere scusa all'onorevole Mario Diana se con il reddito prodotto nella Provincia di Sassari abbiamo costretto la Sardegna, quindi anche l'Oristanese, a uscire dall'Obiettivo 1. Io credo che le cause siano altre; per esempio aver invogliato, se non costretto, alcune grosse aziende come la SARAS a spostare la sede legale da Milano alla Sardegna per avere un piccolo vantaggio, in termini di compartecipazione all'IRPEF, di qualche decina di milioni di euro, che però ci è costata 4,5 miliardi di euro. Forse è stato il trasferimento di un'unica azienda che ha comportato il superamento non dell'80, perché basta il 75,01 per cento per uscire.

G8. Oggi, oltre a parlare di G8, si è parlato di una cosa un po' più importante, secondo me - non che il G8 non sia importantissimo - si è parlato del nuovo rapporto che deve intercorre tra Stato e Regione. Nella precedente legislatura io non c'ero, ma seguendo le cronache giornalistiche rilevavo che l'opposizione accusava il presidente Soru di non essere sufficientemente grintoso nell'affermare le ragioni della Sardegna, anzi di essere debole, di non avere ottenuto a sufficienza nelle varie vertenze, da quella sulle entrate in poi. Il presidente Soru e la maggioranza di allora affermavano che si andava incontro al federalismo, che dovevamo farci carico noi dei problemi e ottenere le giuste risposte.

Oggi, lo diceva giustamente l'onorevole Diana, abbiamo appreso dal presidente Cappellacci che lo Stato italiano ha deciso di fare il G8 in Sardegna, che lo Stato italiano ha speso le nostre risorse per fare il G8 in Sardegna. Se questo è il federalismo al quale andiamo incontro io, che sono un convinto federalista, dico che questo federalismo non ci piace, questo non è il federalismo, questo è un atteggiamento di prevaricazione da parte dello Stato che impone gli eventi con i soldi degli altri. Questo è ciò che abbiamo subito, e mi auguro che sia l'ultimo episodio della politica seguita nella precedente legislatura che ha comunque qualche riflesso in questa, ma che sia l'ultimo episodio dopo la vicenda dei trasporti e quella della sanità i cui costi ci siamo caricati accollati noi.

Credo che sia importante recuperare il danno all'immagine causato dallo spostamento del G8, credo che se si liberano 50 milioni di euro della Saatchi and Saatchi, che anziché fare televisioni private potremmo utilmente…

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, Presidente, Assessori, colleghi, nel dichiarare il voto favorevole alla mozione (mozione sottoscritta da tutti i consiglieri) mi permetto nel fare alcune considerazioni di replicare anche all'onorevole Diana. E'vero, infatti, che l'età non è certo quella della media dei colleghi presenti in Aula, ma proprio per questo le orecchie funzionano bene, cioè l'udito per adesso è ancora a posto e pertanto ho potuto sentire le domande e le conseguenti risposte. Può chiedere all'onorevole Lai, all'onorevole Cuccureddu, all'onorevole Bardanzellu, addirittura l'onorevole Lai ha potuto parlare con un architetto che lavora per lo studio Boeri e può riferire quanto detto da questo architetto circa le preoccupazioni che le maestranze che lavorano sull'isola debbano semplicemente consegnare gli immobili senza l'obbligo di realizzare le opere accessorie (strade e verde) all'interno dell'Arsenale.

Per quanto riguarda il capitolato d'appalto; presidente Cappellacci, noi le chiediamo semplicemente, come si fa tra impresa e datore di lavoro, di conoscere semplicemente i tempi, perché lei ha detto che i tempi fondamentalmente sono quelli già stabiliti, perché da ciò che ha letto si desume che ci sia l'impegno a consegnare i lavori, secondo le previsioni, entro la fine di questo mese. Poi sarebbe subentrata la Protezione civile per la definizione dell'arredo e il completamento delle opere; la Protezione civile immagino non intervenga più, però basta avere una data e noi si potrà benissimo andare a La Maddalena a verificare i tempi di consegna dei lavori.

Noi certamente non ci auguriamo che non vengano consegnati i lavori, noi non vogliamo assolutamente che non ci sia futuro per La Maddalena, però, mi sia consentito, Presidente, ho ascoltato la sua replica e non mi ritengo soddisfatto. Se noi non possiamo fare il processo alle intenzioni, lei non può chiederci una fiducia preventiva; ci lasci perlomeno il beneficio del dubbio, vedremo, verificheremo tutti insieme se le opere verranno portate a conclusione, tutte, in tempi certi, rapidi, così come era stato previsto. Su questo riprenderemo con un altro dibattito. Il voto, confermo, è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (P.d.L.). Signora Presidente, pur essendo d'accordo con lo spirito della mozione, l'ho detto nel precedente intervento, il mio voto sarà contrario perché la stessa mozione è infarcita di demagogia e di dati non veritieri. Eravamo d'accordo che si avviasse un dibattito, il dibattito c'è stato e devo dire che è stato anche utile perché ha chiarito molte questioni che riguardano la vicenda del G8. Ho apprezzato anche le oneste dichiarazioni del Presidente relativamente al fatto che il G8 l'abbiamo pagato con i fondi della Regione, o quasi; questo non va tanto bene ma è la situazione data.

Aver riconosciuto questa realtà, non significa che ci dobbiamo disimpegnare sul trasferimento del G8 da La Maddalena, io credo che noi dovremmo pensare subito alla fase due, e pensare alla fase due significa che vanno completate le opere già iniziate, va completato il programma, sia che si tratti delle opere che sono state già iniziate e quasi ultimate a La Maddalena, sia che si tratti delle opere collaterali.

A mio avviso, però, una riflessione ancora va fatta; per quanto riguarda la futura gestione dei fondi FAS io credo che questo Consiglio regionale dovrà esaminare più attentamente le altre grandi emergenze presenti in Sardegna; emergenze che questa Giunta regionale, partendo dal dibattito di questa sera (dibattito produttivo e interessante), farà in modo che vengano affrontate e risolte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, come esponente dei Rosso Mori, eredi dell'autentico sardismo progressista, non posso che votare a favore della mozione. Tutto questo coerentemente con lo spirito e la tradizione sardista di lotta per il lavoro, per la sovranità e la felicità del popolo sardo. Voto a favore perché i rapporti di dipendenza del nostro destino politico ed economico dal Governo italiano si interrompano; tutto questo per creare la nostra indipendenza o, perlomeno, dei processi di indipendenza, quindi per creare il nostro reale benessere.

Ribadisco il concetto che senza lavoro, senza sviluppo delle nostre economie non ci può essere emancipazione; se il senso della politica è quello di gestire il bene della collettività, io spero che il Governo dei sardi se ne occupi con grande responsabilità e in prima persona, non delegando alle volontà politiche d'oltremare i cui interessi la storia, troppo spesso, ha dimostrato essere normalmente antagonisti..

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, farò tre considerazioni per i tre minuti di tempo a disposizione. La prima considerazione è che anche io sono rammaricato, come credo, anzi, ne sono sicuro, lo sia il presidente Cappellacci, per il fatto che il G8 non si tenga a La Maddalena, ma sono altrettanto convinto che dimostrare la solidarietà nei confronti dell'Abruzzo sia importante, più importante dell'aver accettato i rifiuti di Napoli, allora si era solidali e adesso non lo si è più.

La seconda considerazione consiste nel fatto che sono d'accordo con quello che ha detto lei, Presidente; bisogna impegnarsi, so che lei l'ha già fatto, per far sì che le risorse che erano state destinate al G8, alla Sassari-Olbia, e alle altre opere complementari non si perdano; anch'io sono convinto che i fondi FAS 2007-2013 siano ancora lì allocati, e so bene che lei sarà vigile affinché questi fondi arrivino alla nostra Sardegna.

Con piacere ho sentito le sue parole in riferimento alle risorse sui fondi del Trenino verde; Trenino verde che interessa la zona interna della Sardegna, una zona per tanto tempo abbandonata e trascurata. Mi fa piacere che abbia puntualizzato che questi fondi verranno destinati anche per la tratta del Trenino verde.

Concludo la mia dichiarazione di voto dichiarando che sono contrario a questa mozione anche per il metodo, le inesattezze e le falsità riportate nella stessa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi auguro che di G8 non se ne parli mai più, non solo in Sardegna ma nel mondo, perché il G8 è un atto di arroganza e di spocchia di pochi sulla pelle di molti; fra l'altro, credo che le esperienze passate ci abbiano insegnato che sono più i danni che ha creato, che i benefici che ha apportato, sia nei territori in cui si è svolto che nel mondo.

Questa mozione, che da subito sapevamo la maggioranza non avrebbe sottoscritto, perché sottoscriverla sarebbe equivalso a riconoscere i propri errori e limiti, voleva mettere in evidenza soprattutto il drammatico problema della crisi economica e occupazionale, evidente a tutti, che la Sardegna sta vivendo. Uno dei territori maggiormente colpiti dalla crisi è l'Arcipelago di La Maddalena e, soprattutto, l'Isola di La Maddalena che, dopo l'allontanamento degli americani, ha l'esigenza di trovare uno sbocco occupazionale e di rilancio. Noi siamo naturalmente, pienamente e consapevolmente solidali con quei territori ai quali il G8, scomodato ripetutamente in questi giorni, serviva solo per difendere (è stato richiamato sia dalla maggioranza che dall'opposizione) i fondi FAS della Sardegna, per realizzare opere, urgenti, in merito alle quali da anni si denunciano i ritardi, per esempio la Sassari-Olbia.

Le procedure previste per il G8 avrebbero consentito di recuperare quel grande ritardo che si è accumulato, come dicevo, nella realizzazione di opere fondamentali ed essenziali per l'intera Sardegna; in particolare il Nord Sardegna, con l'arteria Sassari-Olbia, denuncia drammaticamente lo stato di sofferenza per le condizioni in cui si trova, così come La Maddalena soffre un isolamento reso maggiormente evidente proprio da una rete di comunicazioni inadeguata ai tempi che viviamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Intervengo per ringraziare pubblicamente il presidente Cappellacci perché ha fugato ogni dubbio, ogni perplessità.

Ogni perplessità che da sardo, non da consigliere regionale, potevo avere dopo il famoso annuncio del cosiddetto "scippo" del G8. E finalmente oggi ho capito, grazie al contributo dell'opposizione e a quello fondamentale del nostro Presidente, che non si tratta più di uno scippo perché il 90 per cento dei fondi erano fondi della Regione Sardegna.

Guarda caso, ancora oggi, ho scoperto che la destinazione di questi fondi era stata sottoscritta dal Presidente della vecchia giunta, dall'onorevole Soru, che stamattina ci ha degnato della sua presenza, ha gettato il sasso e poi, come vedete, ha nascosto la mano perché non è presente nemmeno ad ascoltare la replica dei suoi consiglieri e del nostro Presidente.

Io mi sento pertanto assolutamente soddisfatto della replica del Presidente nonostante all'inizio potessi avere qualche remora, dettata anche da alcune giuste osservazioni fatte dai colleghi dell'opposizione. Vorrei comunque sottolineare un aspetto che mi ha colpito nella replica del Presidente, e cioè che non solo vengono confermati tutti i fondi FAS per poter essere spesi in quest'area della Sardegna e, nello specifico a La Maddalena, ma soprattutto che con decreto presidenziale vengono mantenute le procedure. Penso sia questo l'elemento più importante, cioè che vengono mantenute le procedure d'urgenza che avevano determinato la stessa attuazione del programma legato al G8.

Per queste ragioni, caro Presidente, io voto un no convinto anche contro tante faziosità che ho sentito da stamattina fino a questa tarda ora della serata e che hanno toccato il culmine nell'intervento del presidente Soru che, più che affrontare il problema specifico, ha fatto nei tre quarti del suo intervento le solite polemiche spicciole nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ribadisco con convinzione il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Colleghi del Consiglio, anch'io annuncio il voto del Gruppo dei Riformatori contro questa mozione e utilizzo la dichiarazione di voto esclusivamente per fare una riflessione: e cioè che noi siamo soddisfatti sia del dibattito in Aula sia di ciò che il presidente Cappellacci ha consegnato all'Aula in risposta a una mozione presentata dal centrosinistra e alle tante osservazioni che i colleghi del centrosinistra hanno ritenuto di fare.

Devo dire, in primo luogo, che apprezziamo lo spirito con cui il presidente Cappellacci ha portato le sue ragioni in Aula. E' stato uno spirito aperto alle osservazioni formulate dai colleghi del centrosinistra alle quali si è risposto con puntualità , addirittura confermando una parte dei ragionamenti che lo stesso presidente Soru aveva introdotto in quest'Aula. Io credo pertanto che sia uno spirito costruttivo che debba essere apprezzato dai colleghi della minoranza e che introduce un costume nuovo in questa Aula, rispetto a quello che eravamo stati abituati a vedere nei cinque anni precedenti.

Devo dire, in secondo luogo, di aver apprezzato anche nella sostanza ciò che è stato detto; i ragionamenti svolti dal presidente Cappellacci, se ci spogliamo della nostra "giacchetta" politica, sono infatti difficilmente controvertibili e, quindi, avrebbero forse meritato da parte dei colleghi della minoranza una differente risposta nel merito.

Colleghi, la riflessione con cui concludo è questa: stiamo votando (nel senso che l'Aula si esprime sulla mozione e poi su un ordine del giorno) all'inizio della legislatura su due argomenti importanti. Due argomenti sui quali forse vi è, pur con delle differenziazioni, un comune sentire tra maggioranza e minoranza, ma anche col Presidente per come si è mosso in questa vicenda.

Voi ci avete detto tante volte di dare forza alla Sardegna dando forza all'azione del Presidente. In questo caso se noi, come sembra, finiremo col dividerci sulle votazioni finali, non staremmo dando forza alla Sardegna, e non staremmo dando forza alla Sardegna esclusivamente per motivi di schieramento perché il dibattito in Aula ha dimostrato che su entrambi gli argomenti siamo in larga parte d'accordo. Vi state assumendo una grossa responsabilità all'inizio di legislatura facendo una cosa diversa da quella che, durante le dichiarazioni programmatiche, avete detto che avreste voluto fare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Intervengo innanzitutto per annunciare il voto a favore della mozione e per ribadire, dopo aver sentito il presidente Cappellacci e legandomi anche alle osservazioni del collega Massimo Zedda, che noi vogliamo verificare se il 31 maggio saranno completati o comunque razionalizzati i lavori nel territorio di La Maddalena. Io, nonostante la sua spiegazione sia apparsa molto chiara, continuo ad avere delle perplessità sull'emendamento del governo.

Vorrei che lei comunque, a nome della Sardegna, rappresentasse le istanze della Sardegna anche in merito a questo emendamento che in alcune sue parti (chi deve mettere i fondi e per che cosa) non risolve gli equivoci. Voglio poi ribadire soprattutto nei confronti dei tanti colleghi che, diversamente da lei, Presidente, che su questo punto non ha detto una parola e secondo me ha fatto molto bene, hanno parlato del concetto di solidarietà, che la solidarietà in questa questione non c'entra niente. Hanno addirittura evocato la solidarietà data a suo tempo dalla Regione Sardegna alla Regione Campania per quanto riguarda l'immondezza.

Noi, a differenza di altri che sono andati a lanciare sacchetti a casa del Presidente uscente, come tutti sappiamo, non siamo andati a "fare terremoti" a casa di nessuno perché, come abbiamo già ribadito, è una questione di scelte politiche. Da un punto di vista mediatico può essere molto importante lo spostamento in Abruzzo del G8, nessuno può disconoscere questo, ma io ripeto che si poteva tenere il G8 a La Maddalena, bastava non comprare, decisione del vostro governo, 131 aerei da combattimento F35, per un costo di 13 miliardi di euro che serviranno per l'operazione di peace-keeping: 13 miliardi di euro, non noccioline!

Bastava fare una scelta diversa andando incontro alla popolazione dell'Abruzzo, certamente, con la quale noi siamo totalmente solidali, e concludendo il percorso iniziato in Sardegna. La solidarietà il Governo nazionale poteva dimostrarla in tutt'altra maniera, ma non mettendo in contrapposizione la Sardegna con l'Abruzzo, una contrapposizione che proprio non esiste.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intervengo per esprimere il mio voto a favore della mozione anche perché, essendo uno dei firmatari, non posso che essere coerente con quello che ho deciso di fare ieri. Anch'io, però, sono convinto che, rispetto a quello che ha vissuto in passato e sta vivendo in questi giorni l'isola di La Maddalena, in altri territori sono presenti priorità determinate da una situazione socio-economica che da molte zone della Sardegna è vissuta in modo completamente diverso.. Su La Maddalena, l'ho detto nel corso della discussione generale sulla manovra finanziaria 2009, c'era però un progetto complessivo che impegnava il Governo nazionale e la Regione Sardegna; e la mozione tendeva soprattutto a far chiarezza sul mantenimento di quegli impegni che il Governo nazionale aveva assunto con la Sardegna nel momento in cui venne deciso che il G8 si sarebbe svolto a La Maddalena.

Il Presidente del Consiglio aveva tentato un'altra volta di spostare il G8 (voleva trasferirlo a Napoli) e noi non gliel'avevamo permesso; lo ha fatto in questo momento e voi accondiscendete alla scelta del Governo, una scelta criticabile soprattutto per le modalità visto che qualche consigliere di maggioranza ha riferito di aver appreso la notizia, e questo vale anche per il Presidente della Giunta regionale, così come tutti i cittadini sardi dalle televisioni.

Io credo che con questa mozione noi tutti , centrodestra, centrosinistra, la Giunta regionale, intendessimo costringere il Governo per il prossimo futuro al completamento dei progetti previsti a La Maddalena. Ci consenta, Presidente, di dire che gli atti messi in campo sino ad oggi dal Governo Berlusconi certamente non possono, da parte nostra, riscuotere fiducia per il proseguo dell'attività del suddetto Governo. Quanto poi Berlusconi in prima persona tenga alla Sardegna lo ha dimostrato nel momento in cui ha costituito un Esecutivo composto da quasi cento persone dove non è presente neanche un sardo, lo ha dimostrato nel momento in cui il Cipe ha cancellato completamente la Sassari…

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI MARCO (P.D.). Intervengo innanzitutto per annunciare il mio voto a favore della mozione, ma anche per sottolineare (credo sia utile) alcune cose che sono state dette questa sera. Dal presidente Cappellacci abbiamo imparato che tutte le risorse FAS rimangono nella disponibilità della Sardegna, non mi riferisco solo a ciò che è accaduto in queste settimane, ma alle decisioni del Governo adottate ad ottobre e alle delibere Cipe;verificheremo. Mi sembra una formulazione azzardata, ma avrei voluto, e credo che sarebbe stato necessario, che su alcuni impegni legati alle anticipazioni dei fondi FAS si capisse quando saremo in grado di fare le opere collegate, cioè tutte le opere inizialmente previste, a partire dalla Sassari-Olbia; perché c'è una bella differenza nel fare una cosa in vent'anni o in due.

Abbiamo imparato che 96 milioni di attrattori turistici che erano stati assegnati alla Sardegna sono stati già spostati e c'è stato solo un artificio contabile. No, quei soldi secondo me sono stati sottratti alla Sardegna con il D.P.C.M. di ottobre; chiamiamo le cose con il loro nome! Abbiamo imparato che il decreto va benissimo così, in realtà credo che quello sia il terreno sul quale la Giunta regionale e il Presidente della Regione si devono impegnare di più perché non ha senso che si anticipi al 1º marzo la ricontrattazione di tutti gli accordi, perché è necessario che ci sia un risarcimento vero nei confronti della Sardegna e anche degli operatori economici.

Sono state dette anche altre cose di un'assoluta imprecisione; l'onorevole Cuccureddu ci ha spiegato che siccome qualche azienda che opera in Sardegna è stata invitata ad avere la sede legale nell'isola perdiamo di conseguenza 5 miliardi di euro di fondi strutturali. Perdiamo le risorse dei fondi strutturali perché il governo Berlusconi si accordò affinchè la Sardegna potesse uscire dall'Obiettivo 1, nonostante la norma sull'insularità. Giusto per dire le cose come stanno, se no qua si può dire tutto e con il 12,6 per cento dei fondi FAS noi abbiamo la stessa quota che sarebbe stata nostra se fossimo stati nell'Obiettivo uno.

Noi continueremo a vigilare perché difendere le nostre risorse è fondamentale per avere un corretto rapporto con lo Stato e poter continuare a governare il nostro sviluppo. Siamo qui per questo, se siete d'accordo sulle cose che diciamo vi direi di votare anche voi questa mozione in questo spirito se nel merito abbiamo detto di essere d'accordo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signora Presidente, Presidente, Assessori, colleghi, annuncio il mio voto favorevole alla mozione che ho sottoscritto insieme agli altri colleghi. Presidente, lei ha provato a giustificare la sua posizione che a mio avviso è apparsa debole e insufficiente, quello che è accaduto non so se è uno "scippo" come è stato detto, certo è un atto di arroganza, è un atto di prepotenza inaudita compiuto sulla testa dei sardi e della Sardegna dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Diciamo, senza problema alcuno, che la solidarietà, richiamata per giustificare lo spostamento del G8, non c'entra nulla; il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva già tentato di spostare il G8 quando c'era il problema dell'immondezza a Napoli, perché l'obiettivo era spostarlo da La Maddalena e trasferirlo laddove avrebbe potuto avere ovviamente un'eco più vasta, anche se certamente spetta a lui scegliere su dove far svolgere il summit.

Finiamola con questa commedia di falso pietismo, la solidarietà non si esprime così, non è spostando il G8 in Abruzzo che questa regione risorge. La solidarietà si esprime con altre operazioni. Io credo che la Sardegna abbia subìto un danno, la Sardegna ha visto calpestati i suoi diritti, La Maddalena ha subito un danno, tutti i sardi hanno subito un danno; questo è stato compiuto sulla nostra testa e quello che appare è che questo governo regionale non è stato all'altezza di difendere i diritti dei sardi e della Sardegna. Ribadisco pertanto che voterò a favore di questa mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Annuncio il voto contrario e faccio una precisazione, credevo di essere stato chiaro però evidentemente non lo sono stato abbastanza. Non si perde neanche una risorsa, voglio tranquillizzare in particolare l'onorevole Meloni sul fatto che i fondi relativi agli attrattori culturali erano e sono nella disponibilità della Regione Sardegna, così come tutti gli altri fondi che erano stati programmati a valere su quelle opere.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 5.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cocco Daniele ha votato a favore e che i consiglieri Artizzu, Contu Mariano e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 21

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Continuazione della discussione della mozione Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu - Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo

54 del Regolamento. (4)

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno reca la prosecuzione della discussione della mozione numero 4, Cocco e più, alla quale sono stati presentati due ordini del giorno. Se ne dia lettura.

(Si riporta di seguito il testo degli ordini del giorno:

Ordine del giorno : Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu -Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara -Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE :

A SEGUITO del dibattito promosso sulla crisi occupazionale ed industriale del Sulcis - Iglesiente, con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia s.p.a. di Iglesias;

TENUTO CONTO che:

- risulta dai dati diffusi da fonti ufficiali ISTAT e dell'Osservatorio del mercato del lavoro della Regione, e da informazioni provenienti dalle organizzazioni sociali, un progressivo, preoccupante sostanziale crollo della occupazione in Sardegna e il permanere di una forte incidenza di lavoratori precari (oltre il 20 per cento degli occupati) e di lavoro irregolare;

- tale situazione è particolarmente grave in alcuni territori dell'Isola, da oltre 20 anni, ripetutamente colpiti da processi di destrutturazione produttiva e deindustrializzazione, con pesanti e disgreganti conseguenze che si ripercuotono sulle condizioni di vita delle popolazioni;

- in relazione all'aggravarsi dello stato di crisi dell'intera economia del Sulcis-Iglesiente, e soprattutto dell'apparato produttivo industriale: Eurallumina, Otefal Sail, Portovesme Srl, Alcoa, Rockwool, Carbosulcis, è stata promossa, nelle scorse settimane, una grande e significativa azione dell'intero territorio nelle sue rappresentanze sociali, primi fra tutti i sindacati dei lavoratori, le organizzazioni di categoria, gli amministratori locali e regionali, per attivare una forte e convinta difesa delle capacità produttive di quello storico polo energetico-industriale;

CONSIDERATO l'aggravarsi della situazione e in questi giorni - in modo particolare - quello dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, a rischio di chiusura, con la conseguente perdita di Circa 100 occupati diretti e altrettanti nell'indotto;

considerato, inoltre, che tutto ciò avviene in attesa che:

a) finalmente si dia soluzione al problema energetico, che darebbe una più solida prospettiva alla Carbosulcis, tale da consentire un incremento produttivo e occupazionale;

b) si realizzi un piano operativo adeguato alle esigenze di tutela del territorio, di bonifica delle situazioni compromesse principalmente dalle attività estrattive ex partecipazioni statali;

c) si promuovano investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali, nel turismo, nell'ambiente, nell'agricoltura e nel settore marittimo (pesca e nautica) ;

d) Nel corso del dibattito è emersa l'esigenza di affrontare in modo più compiuto tutti gli argomenti della crisi industriale e produttiva della Sardegna, che è anche crisi sociale ed occupazionale, in un aggravato quadro di difficoltà economica internazionale, attraverso una specifica formale seduta da definirsi nella prossima programmazione dei lavori consiliari,

IL CONSIGLIO REGIONALE :

in attesa dello svolgimento della predetta seduta,

impegna la Giunta regionale

ad assumere le necessarie iniziative finalizzate a:

1) mantenere in attività lo stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, a rischio di chiusura per decisione unilaterale dell'azienda, che appare immotivata in relazione alla qualità della produzione e alla redditività dell'impianto;

2) a promuovere le necessarie interlocuzioni con la proprietà della predetta azienda, coinvolgendo non solo l'Assessorato competente in materia di industria, ma anche la SFIRS, al fine di verificare la possibilità di acquisizione dello stabilimento da parte di altro soggetto imprenditoriale ed eventualmente le modalità utili alla diretta partecipazione regionale;

3) avviare ogni intervento funzionale al mantenimento dell'occupazione, assicurando ai lavoratori gli eventuali necessari periodi di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) e adeguati percorsi formativi di aggiornamento, qualificazione e riconversione professionale proiettati verso la ripresa produttiva e lavorativa. (1)

Ordine del Giorno Diana Mario - Capelli - Vargiu - Planetta - Cuccureddu sulla crisi occupazionale e industriale che interessa diverse aree della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione dell'esame della mozione n. 4 (Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu - Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias),

PREMESSO che:

- risulta dai dati diffusi da fonti ufficiali ISTAT e dell'Osservatorio del mercato del lavoro della Regione, e da informazioni provenienti dalle organizzazioni sociali, un progressivo, preoccupante sostanziale crollo della occupazione in Sardegna e il permanere di una forte incidenza di lavoratori precari (oltre il 20 per cento degli occupati) e di lavoro irregolare;

- tale situazione è particolarmente grave in alcuni territori dell'Isola, da oltre 20 anni, ripetutamente colpiti da processi di destrutturazione produttiva e deindustrializzazione, con pesanti e disgreganti conseguenze che si ripercuotono sulle condizioni di vita delle popolazioni;

- in relazione all'aggravarsi dello stato di crisi dell'intera economia, ed in particolare dell'apparato produttivo industriale, del Sulcis-Iglesiente, della Sardegna centrale e dell'area di Porto Torres, sono state promosse a più riprese, negli ultimi mesi, importanti e significative azioni dei singoli territori nelle loro rappresentanze sociali, primi fra tutti i sindacati dei lavoratori, le organizzazioni di categoria, gli amministratori locali e regionali, per attivare una forte e convinta difesa delle capacità produttive della Sardegna;

CONSIDERATO che:

- l'aggravarsi della situazione che, nelle ultime settimane, ha portato alla chiusura di importanti realtà produttive dell'industria sarda, con la conseguente perdita del posto di lavoro per centinaia di dipendenti delle aziende e dell'indotto;

>

- altresì, tutto ciò avviene nell'attesa che:

a) finalmente si dia soluzione al problema energetico, che darebbe una più solida prospettiva alle cosiddette "industrie energivore", tale da consentire loro un incremento produttivo e occupazionale;

b) si realizzino piani operativi adeguati alle esigenze di tutela dei diversi territori, di bonifica delle situazioni compromesse principalmente dalle attività estrattive ex partecipazioni statali e dalla presenza di attività industriali fortemente inquinanti;

c) si promuovano investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali, nel turismo, nell'ambiente, nell'agricoltura e nel settore marittimo (pesca e nautica),

impegna la Giunta regionale

ad adottare le necessarie iniziative finalizzate a:

1) mantenere in attività gli stabilimenti per i quali si profila la chiusura nonostante la qualità della produzione e la redditività degli impianti;

2) promuovere le necessarie interlocuzioni con i titolari delle aziende in crisi, al fine di favorirne la cessione a soggetti interessati al loro rilancio, eventualmente anche con il ricorso alla partecipazione regionale da attuarsi per il tramite della Sfirs;

3) avviare ogni intervento funzionale al mantenimento dell'occupazione, assicurando ai lavoratori gli eventuali necessari periodi di cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) e adeguati percorsi formativi di aggiornamento, qualificazione e riconversione professionale proiettati verso la ripresa produttiva e lavorativa;

4) attivare con il Governo un confronto - con la partecipazione di tutte le organizzazioni sindacali, sociali, economiche e con le istituzioni dell'Autonomia sarda - ormai assolutamente ineludibile, sulla grave e pesantissima crisi produttiva della Sardegna, colpita dal negativo andamento dell'economia italiana e internazionale e con picchi intollerabili di disoccupazione soprattutto nelle aree industriali storiche;

5) avviare una vasta campagna di bonifica dei siti industriali sardi a totale carico dello Stato;

6) mettere in atto tutte le iniziative finanziarie e politiche per favorire l'insediamento di nuove aziende, compatibili con l'ambiente, nelle aree della Sardegna centrale, di Porto Torres e del Sulcis. (2)).

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, intende sostituire la mozione con l'ordine del giorno, oppure mantiene la mozione e quindi decade l'ordine del giorno? Le ricordo che l'ordine del giorno non può essere illustrato.

COCCO PIETRO (P.D.). Non intendo illustrare l'ordine del giorno, devo motivare la ragione per cui è stato presentato. L'ordine del giorno è stato presentato perché dalle interlocuzioni avute ieri sembrava fosse emersa la volontà di trovare una sintesi con i partiti di centrodestra, con la maggioranza, per la stesura di un documento unitario. Poiché questo non è avvenuto ovviamente io ritiro l'ordine del giorno e tengo in piedi la mozione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno numero 1 è stato ritirato. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Chiedo una breve sospensione della seduta.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni la richiesta dell'onorevole Uras è accolta. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 07, viene ripresa alle ore 19 e 08.)

PRESIDENTE. Colleghi, la discussione della mozione numero 4 è sospesa.

Discussione della mozione Capelli - Pittalis - Ladu - Mula - Maninchedda - Barracciu - Cucca, sulla vendita delle sedi della

Banca d'Italia di Nuoro (1)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 1, Capelli e più, sulla vendita delle sedi della Banca d'Italia di Nuoro.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Capelli - Pittalis - Ladu - Mula - Maninchedda - Barracciu - Cucca, sulla vendita della sede della Banca d'Italia di Nuoro.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- lo smantellamento di settori importanti dell'amministrazione statale e regionale sta producendo il depauperamento e talvolta la scomparsa dei servizi essenziali nella città e nella Provincia di Nuoro: la chiusura di scuole, banche e poste, enti turistici e della formazione professionale, ISOLA, uffici dei giudici di pace, comunità montane e consorzi, soprintendenza archeologica, uffici periferici del Ministero dell'interno - per citarne solo alcune verificatesi negli ultimi anni - sono il segno tangibile del lento ma inarrestabile abbandono del territorio nuorese da parte di Stato e Regione;

- detta soppressione di uffici e servizi, inoltre, è stata condotta senza alcuna effettiva contropartita verso gli abitanti dell'interno, e ciò nonostante le legittime aspettative suscitate ed incrementate con impegni e promesse dai governi regionali e statali che si sono susseguiti nel tempo;

- la popolazione del nuorese attende, infatti, da anni la realizzazione di progetti importanti per la città e il suo territorio, come la Scuola forestale - per la quale si sono fatti finora accordi di programma e grandi proclami, ma senza alcuna certezza sugli stanziamenti e sulla scelta della sede - e l'Università, che rischia invece un lento declino;

CONSIDERATO che:

- diversi impegni assunti per la realizzazione di importanti servizi nella città di Nuoro sono finora rimasti sulla carta e che spesso i relativi stanziamenti sono stati destinati ad altre realtà territoriali, come di recente è accaduto per la sede di Abbanoa;

- la popolazione della Sardegna centrale da troppo tempo subisce il disfacimento del proprio sistema economico, ed ora assiste all'ulteriore smantellamento dei servizi da parte di Stato e Regione;

CONSTATATO che la decisione di chiudere, fin dal prossimo 2 ottobre 2009, la sede provinciale della Banca d'Italia infligge un nuovo dolorosissimo taglio ai servizi, ai posti di lavoro e un durissimo colpo alla economia, resa ormai asfittica, incerta e traballante anche a causa del continuo e progressivo smantellamento operato dal Governo nazionale;

APPRESO dagli organi di stampa che la sede della stessa Banca d'Italia sarebbe stata posta in vendita per una somma pari a 10.500.000 euro;

RITENUTO che:

- lo Stato Italiano, e per esso il Governo, debba riconoscere alla città e alla Provincia di Nuoro un risarcimento dovuto ai danni conseguenti alla chiusura di importanti servizi pubblici primari;

- a parziale riconoscimento di tali danni, l'immobile della sede provinciale nuorese della Banca d'Italia debba essere trasferito all'amministrazione provinciale o a quella comunale,

impegna il Presidente della Regione

ad assumere nei confronti del Governo nazionale tutte le opportune iniziative affinché i vertici della Banca d'Italia dispongano la cessione della sede provinciale nuorese all'amministrazione provinciale o comunale di Nuoro al prezzo simbolico di 1 euro. ). (1)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

CAPELLI (U.D.C.). Io sarò molto breve nell'illustrazione di questa mozione, non mancando però di sottolineare(mi rivolgo al collega Maninchedda unico presente degli altri firmatari di questa mozione)che sarebbe il caso di presentare un emendamento per aggiungere alla dicitura "di Nuoro" anche "e di Oristano" perché il problema è simile, decisamente sovrapponibile. Nella premessa dell'illustrazione della mozione, che non mi attarderò ad esporvi perché mi sembra abbastanza chiara nella sua esplicitazione, si fa riferimento alla disattenzione da parte degli organi statali, ma anche regionali, nei confronti di realtà che vengono abbandonate appunto dalle istituzioni e che, nel contempo, visto che abbiamo parlato in queste ore, in questa giornata, dei danni conseguenti all'abbandono, o ai ripensamenti dello Stato, non usufruiscono di nessun ristoro dei danni.

Questa mozione vuole essere una provocazione (non solo e semplicemente questo), al fine di interessare la Giunta affinché intervenga presso sia il Governo centrale che gli organi della Banca d'Italia, perché, vista la dismissione delle sedi operata da quest'ultima nella provincia di Nuoro e Oristano, quantomeno i beni di proprietà della stessa banca possano essere trasferiti alla Regione, agli enti locali - Provincia o Comune - al prezzo simbolico di 1 euro. E' un modo di riconoscere parzialmente un danno che a quella comunità crea per l'ennesima volta l'abbandono dello Stato; abbandono che non condividiamo, comunque, e che riteniamo di dover stigmatizzare con altre iniziative e anche in altre sedi.

Vorrei far notare ai colleghi, soprattutto ai colleghi firmatari e a quelli che ancora hanno la pazienza di essere qui a quest'ora in Aula, che questa è la mozione numero 1 di questa legislatura; bene, , abbiamo affrontato la finanziaria, le alluvioni del 2008 a Capoterra, abbiamo discusso sulla crisi industriale del Sulcis, abbiamo discusso poc'anzi sulle conseguenze del trasferimento del G8 da La Maddalena, ovviamente non poteva mancare il nuorese, perché la situazione di crisi interessa realmente tutta la nostra Regione, con aspetti diversi, ma con le stesse conseguenze.

E' singolare però che la mozione numero 1 venga discussa non in ordine cronologico ma dopo altre; ma è tanto singolare perché - lo dico soprattutto a chi inizia l'approccio con quest'Aula - è una costante. Collega Maninchedda, collega Mariani, collega Ladu, colleghi tutti, è una costante, perché interessa una porzione della Sardegna, le cosiddette zone interne, di cui tutti parlano nei dibattiti, negli incontri e nei programmi elettorali, ne parlano molto, diffusamente, però all'atto pratico si mette la mozione numero 1 come terza, perché l'interesse è basso, perché l'interesse su una situazione, ormai drammaticamente compromessa, è basso.

E questa non è la risposta che dovrebbe dare un Consesso come questo, non è la risposta che dovrebbe dare un Governo, sia pure il nostro, ma questa è una storia che viene da lontano, un Governo a cui io chiedo un'inversione di tendenza, noi chiediamo inversioni di tendenza, quantomeno di intervenire presso il Governo centrale perché si apra una fase di quella cosiddetta politica (l'onorevole Steri mi aiuterà), contestativa; una politica contestativa che deve riguardare tutti.

E' chiaro pertanto che un fatto che per molti può essere minimale, la chiusura della Banca d'Italia in una provincia, o in due province perché, ripeto, è interessata anche la provincia di Oristano (le due province stanno seguendo un comune destino), può essere invece devastante in una provincia, in una città già martoriata.

Posso ricordare gli impegni della precedente Giunta sulla sede regionale di Abbanoa che è stata spostata altrove. Ma lancio un altro campanello d'allarme; questa Aula aveva deliberato l'istituzione della scuola forestale di valenza regionale nell'ex albergo ESIT di Nuoro, ebbene, sappiate che stanno iniziando le prime discussioni perché quelle leggi finanziarie, quegli stanziamenti non vengano rispettati; è chiaro che questo non avverrà, saranno rispettati fino in fondo, ma c'è chi ancora ci prova.

Non vorrei stare qui a fare l'elenco delle situazioni drammatiche dal punto di vista economico, culturale, sociale di quel territorio, le sto semplicemente e brevemente elencando come ricordo mnemonico per chi, nel confronto col Governo, spero riesca anche ad inserire la mozione numero 1 (discussa al terzo punto in quest'Aula) che tratta un'esigenza reale di un territorio e quindi possa essere, anche come fatto simbolico, un segnale di attenzione per un'area che ha bisogno non più di parole e di discorsi, ma di interventi reali, non più di interventi demagogici, di assistenza e assistenziali, ma di interventi strutturali che non si sostituiscano ovviamente alle parti produttive di quel territorio, gli enti, le Regioni, lo Stato, ma che possano contribuire per dare una nuova vitalità e una nuova occasione, che noi chiamiamo nuova anche se non c'è mai stata.

Io direi che posso concludere qui l'illustrazione, chiarissima, di questa chiarissima mozione. Credo che il sostegno dell'Aula sia dovuto, non a caso questa mozione è bipartisan, non ha un colore politico, non ha le firme della sua maggioranza, ha anche le firme di alcuni componenti della minoranza che, volutamente, hanno voluto firmarla perché si rappresentasse non un problema di campanile, ma una richiesta di attenzione. Volutamente è stata portata all'attenzione dai colleghi che sono stati eletti da quel territorio ma, ripeto, non circoscriviamola ad un fatto di campanile, perché significherebbe che non ha provocato l'attenzione dovuta, e non c'è stato neanche il raggiungimento del risultato voluto.

Forse non è neanche il caso, questo lo vedranno i colleghi, di aprire una discussione sul tema, basterà l'espressione di un voto favorevole o contrario, e soprattutto, quello che si richiede, è l'attenzione della Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Signora Presidente, a me sembra che questa mozione, al di là del problema effettivamente rilevante che pone, richiami l'attenzione su due problemi di carattere generale. Il primo problema riguarda ancora una volta il rapporto Stato-Regione in relazione alla allocazione e allo svolgimento di servizi statali. Lo Stato, oggi, in base alla disciplina vigente è libero di prendere del tutto autonomamente, senza neanche necessità di consultare la Regione sarda, le decisioni che intende assumere, è libero di fare questo anche in relazione a decisioni di competenza della Regione; cioè quando la Regione ha istituito le province regionali, nessun obbligo è sorto in capo allo Stato, neanche di dare una risposta sull'adeguamento del proprio ufficio.

Io ritengo quindi che questa mozione ci ponga un problema più generale che è quello di richiedere una norma di attuazione che vincoli lo Stato, quanto meno, a consultare la Regione ogni qualvolta voglia introdurre delle modifiche, sia nel senso di chiudere, sia nel senso di aprire propri uffici locali nella Regione sarda. E' quindi questa un'attività che può essere richiesta alla Giunta, sia integrando questa mozione, sia ipotizzando la predisposizione di un'altra. Forse è anche il caso di verificare la possibilità di sostituire i componenti della Commissione di rappresentanza regionale, la Commissione paritetica, con dei componenti che abbiano anche una caratura politica e che siano in grado di portare avanti tutte queste rivendicazioni.

Il secondo problema, sempre di carattere generale, attiene all'applicazione dell'articolo 14 dello Statuto. Su questo confesso di non aver studiato il problema e di non poter dare una risposta certa, si tratta però di controllare la natura giuridica della Banca d'Italia nel 1948, e in che data l'edificio di cui si chiede il trasferimento è stato acquisito in proprietà dalla Banca medesima. Se per avventura la Banca d'Italia dovesse poter essere qualificata quale azienda dello Stato alla data del '48, ebbene questo bene rientrerebbe all'interno dei beni trasferibili in capo allo Stato, quindi non chiederemmo neanche il trasferimento nummo uno, ma chiederemmo il trasferimento di diritto del bene.

E' esattamente quello che è stato affermato sia dal tribunale, sia dagli accordi transattivi raggiunti tra lo Stato e la Regione, per esempio, per quanto riguarda tutti i beni della Manifattura tabacchi; ed è anche quello che la Regione deve fare per quanto riguarda tutti i beni di proprietà delle Ferrovie dello Stato e delle Poste dello Stato. Per esempio, negli accordi di cui tanto si parla che riguardano la città di Olbia, in cui si prevede la chiusura della stazione centrale ad Olbia e il trasferimento in periferia, ebbene tutte le aree che le Ferrovie dismettono sono aree di proprietà della Regione, aree che la Regione, Giunta Soru, ha già rivendicato con una lettera, per quanto mi consta, firmata dall'allora direttore generale, Fulvio Dettori, e dall'allora direttore generale, Gabriele Asunis.

Ecco quindi che bisogna compiere un approfondimento, se dovesse risultare che la Banca d'Italia al '48 era qualificabile quale azienda dello Stato e questo bene in quell'anno era già di proprietà della Banca d'Italia la Regione ha diritto a chiedere il trasferimento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, Assessore, colleghi, non che voglia dar ragione all'onorevole Capelli ma, indubbiamente, gli unici temi importanti non è detto che siano il G8, i problemi di La Maddalena o di altri territori della Sardegna. Io ho letto la mozione e la condivido, la condivido nello spirito, onorevole Capelli, mi rivolgo a lei (intendendo lei e gli altri colleghi che l'hanno sottoscritta) perché immagino volesse suscitare un dibattito sull'abbandono da parte dello Stato e della Regione di diverse zone dell'isola; zone dove, certe volte, si ha l'impressione che lo Stato sia presente solo con le forze dell'ordine: polizia, carabinieri, i Cacciatori di Sardegna. E' giusto che le forze dell'ordine siano presenti perché ognuno di noi tiene alla sicurezza, e c'è bisogno di sicurezza, però uno Stato e una Regione non possono essere presenti solo attraverso i sistemi di prevenzione per la sicurezza.

Potremmo discutere circa l'opportunità di mantenere i Consorzi industriali, almeno nella forma attuale, però perché si crei uno sviluppo alternativo c'è bisogno della presenza dello Stato, e in un territorio come quello del Nuorese dove ogni chiusura di ufficio, di sportello, crea un discrimine, crea un impedimento rispetto alla prospettiva futura e all'alternativa che forse non ci sarà, lo Stato e la Regione devono essere presenti anche in altro modo; e quindi, come diceva lo stesso onorevole Capelli, attraverso la scuola, attraverso l'università, possibilmente di qualità anche nel Nuorese, attraverso la valorizzazione, ad esempio, dell'Università di scienze forestali che potrebbe essere un polo di attrazione anche per giovani provenienti dal resto della Penisola e dal resto dell'Europa, se noi ne facessimo un polo di eccellenza.

Forse è inutile pensare a un polo di eccellenza per facoltà come Scienze politiche o Economia; invece si potrebbe utilizzare quell'immobile proprio per creare un polo d'eccellenza per materie come Scienze forestali, o comunque quello che decideranno le amministrazioni locali. Chiudo dichiarando il voto favorevole in quanto condivido la mozione presentata dai colleghi di maggioranza e di opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (P.d.L.). Signora Presidente, Assessori e colleghi… io chiedo scusa, ma…

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di non disturbare l'oratore.

LADU (P.d.L.). Non è me che disturbano questo è un problema serio per cui io vorrei che, se lo stiamo portando alla discussione dell'Aula, ci fosse una maggiore attenzione. Il dato importante, Presidente, è che noi abbiamo presentato questa mozione che riguarda la chiusura della sede della Banca d'Italia a Nuoro, come spunto per parlare della situazione che sta vivendo oggi la Provincia di Nuoro, della situazione che stanno vivendo oggi le zone interne della Sardegna.

Sia chiaro che la chiusura della sede della Banca d'Italia è emblematica, al di là della proposta un po' provocatoria che ne chiede l'acquisizione da parte della Regione, per poi darla al Comune o alla Provincia, è la dimostrazione effettivamente che è in atto una fuga dello Stato e della Regione da questi territori della Sardegna che sono oggi in grande difficoltà, e che quindi stanno vivendo un momento sociale ed economico particolare.

Chi vive in quelle zone effettivamente vede di giorno in giorno il dissolversi, è questo il motivo di preoccupazione, di un tessuto sociale ed economico che ha caratterizzato lo sviluppo di quei territori in questi anni. Bene, noi vediamo che c'è una situazione di abbandono verso questi territori e, naturalmente, ha delle grandi responsabilità la politica che ha guidato quel territorio.

Ma noi diciamo più chiaramente che le grandi responsabilità, per quanto riguarda questo stato di cose, oggi sono dello Stato e della Regione in primis, perché se noi verifichiamo quello che è successo in questi ultimi dieci anni, vediamo che il territorio è stato completamente stravolto. Si è passati da una politica di decentramento di servizi nel territorio dei primi anni del dopoguerra , con conseguente maggiore vivibilità nei paesi e nelle campagne, ad una politica, oggi, di cancellazione di questi servizi. Gli stessi comuni si stanno spopolando, sono diventati dei cumuli di case vuote.

Io credo che questa sia una riflessione, colleghi del Consiglio regionale, che noi dobbiamo affrontare, perché quello che sta succedendo oggi all'interno dei comuni della Sardegna è un fatto che deve veramente preoccupare. Stanno chiudendo le scuole, stanno chiudendo gli uffici postali, la gente è costretta a spostarsi. La situazione dal punto di vista dei trasporti e della rete stradale è quella che è, non si stanno facendo più interventi per togliere dall'isolamento questi comuni; difficilmente una giovane famiglia, oggi, preferisce abitare in questi territori, anche perché non ci sono servizi, si può spostare con molta difficoltà all'interno dei comuni, raggiunge difficilmente i servizi che spesso sono lontani dal punto dove abita. Quindi c'è una situazione che richiederebbe una apposita discussione da parte di questo Consiglio regionale .

Io credo che su questi argomenti (effettivamente la gente è anche stanca dopo una giornata di dibattiti), noi ci torneremo, perché c'è tutta una serie di temi importanti (la grave crisi dell'industria, soprattutto quella tessile nella Provincia di Nuoro, quella della chimica) che questo Consiglio regionale si dovrà far carico di affrontare.

Oggi è in atto una serie di manifestazioni; la Giunta regionale in questi giorni è stata invitata in provincia di Nuoro, al capezzale del malato, per cercare di trovare una soluzione a questa crisi, che è veramente drammatica. Io credo che quello che sta succedendo in quelle zone debba far riflettere la Giunta regionale, debba far riflettere il Consiglio regionale della Sardegna.

L'ultima situazione di crisi riguarda l'Università nuorese che era stata istituita con legge. Bene, noi vediamo che, un colpo dopo l'altro, quella che era una speranza della Provincia di Nuoro, cioè la creazione di una Università in grado di favorire il completamento degli studi anche per i figli delle famiglie meno abbienti, oggi sta venendo meno; quella università, a causa di una serie di provvedimenti, anche regionali, che non ne hanno favorito la crescita, di fatto sta per chiudere i battenti.

Non voglio continuare il ragionamento perché mi rendo conto, ripeto, che la gente forse è un po' stanca e questo argomento richiederebbe magari maggiore concentrazione. Anche io, pur non avendo voglia di parlare in una situazione come questa, prendo lo spunto da questa mozione per invitare questo Consiglio regionale ad affrontare più seriamente i problemi delle zone interne; zone che in questo momento si stanno spopolando, in alcuni casi sono già spopolate che richiedono una politica diversa da parte della Giunta regionale, del Governo nazionale, una politica che faccia sperare le persone che vivono in questi territori; anche perché, bisogna dirlo, se l'interno sta male, se vive male l'interno, io sono convinto che neanche le altre zone stiano bene.

Si può stare bene quando si vive tutti sereni e tranquilli, ma non è pensabile che ci sia una convivenza civile adeguata quando ci sono alcune zone che soffrono e stanno male, mentre altre stanno meglio. Lo sforzo che noi dovremmo fare, la sfida che dobbiamo affrontare è quella di far in modo che ci sia un maggior equilibrio fra le diverse zone della Sardegna; se noi riusciremo a fare questo, sicuramente avremo fatto il nostro dovere di politici che ritengono di avere a cuore i problemi di chi sta peggio e di chi ha maggior bisogno di interventi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Presidente, sento il dovere di dire che trovo un po' avvilente intervenire su una vicenda, che noi riteniamo sia di rilevante importanza per la vita e il futuro della Provincia di Nuoro, in un'Aula che manifesta totale disinteresse, e dopo che per due giorni abbiamo parlato di altri problemi della Sardegna cui abbiamo prestato grande attenzione e cercato di dare il nostro contributo. . Ovviamente ringrazio i rappresentanti della Giunta presenti, dato che mi riferivo ai colleghi del Consiglio

Parlerò per me stesso cercando, nei tempi così brevi, di portare avanti i motivi che ci hanno spinto a presentare questa mozione. In primo luogo sento il dovere di ringraziare l'onorevole Capelli che, manifestando ancora una volta grande sensibilità su queste problematiche, ne è stato il promotore e primo firmatario; noi abbiamo soltanto aderito, diciamolo pure, con entusiasmo, reputando che il momento per la Provincia di Nuoro sia diventato ormai tragico.

I nuoresi sono stati definiti da un famoso poeta coraggiosi, forti e anche addirittura beffardi nell'affrontare le avversità della vita; ma hanno ormai perso quell'atteggiamento descritto dal poeta Solinas, sono ridotti all'asfissia, assistono impotenti allo smembramento di questa Provincia da parte di uno Stato che ogni giorno di più manifesta totale disinteresse alle problematiche della Provincia di Nuoro. Si vive ormai una condizione di precarietà, come dicevo, vicino all'asfissia; questa condizione, tra l'altro, si è particolarmente acutizzata dopo lo smembramento della Provincia, con la istituzione delle otto Province diciamo che la Provincia che ha risentito di più…

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cucca. Colleghi, non è possibile andare avanti con questo brusio in Aula. Chi deve conversare, per cortesia, lo faccia fuori dall'Aula. Prego, onorevole Cucca.

CUCCA (P.D.). Grazie, Presidente. Stavo dicendo che la Provincia di Nuoro è quella che ha sofferto un maggiore pregiudizio dallo smembramento del territorio e dalla creazione delle quattro nuove Province. Io comprendo benissimo gli argomenti di chi si sentiva emarginato nel territorio, e ha, quindi, giustamente rivendicato la creazione di queste quattro Province, però la provincia di Nuoro, di fatto, è stata resa ancor più povera di quanto non lo fosse in precedenza, perché il territorio che in qualche maniera drenava un po' di risorse di fatto è stato ceduto; non abbiamo più lo sbocco sul mare nel versante occidentale, ci sono stati tolti i comuni più importanti a livello turistico (Budoni e San Teodoro)che sono stati assegnati alla Provincia di Olbia, l'Ogliastra intera è una nuova Provincia. Oggi, la Provincia di Nuoro è ancora più povera a seguito di quel provvedimento.

Ma, ripeto, non intendo discutere questo, lo dico solo per cercare di rappresentare in quale situazione ormai si viva nella provincia di Nuoro. Un dato certo, come dicevo, ne è il progressivo impoverimento e il disinteresse dello Stato, del Governo centrale che si manifesta nella chiusura di uffici postali, enti turistici, comunità montane, uffici periferici del Ministero dell'Interno, così come riportato, bene, nella mozione che abbiamo sottoscritto. A questo si aggiunga che le speranze per il futuro industriale della Provincia di Nuoro sono andate miseramente deluse (e ieri bene ha fatto l'onorevole Maninchedda a rammentare che la chiusura della Legler comporta circa 900 posti di lavoro in meno), e non si intravede, per il momento, nessuno sprazzo di luce.

Da anni e fino a oggi abbiamo assistito al varo di provvedimenti tampone che, di fatto, non hanno portato nessun risultato favorevole. L'università di Nuoro, è stato richiamato dall'onorevole Ladu, che per molti anni aveva rappresentato la speranza di un volano per il rilancio economico della nostra Provincia, sembra ormai miseramente fallita, salvo un sussulto anche da parte della Regione che dia una mano seria e concreta affinchè l'università possa svilupparsi, così come avevamo sperato e previsto quando di università si era iniziato a parlare in Provincia di Nuoro.

In tutto questo devo fare una constatazione, evidentemente amara: ci siamo riempiti e continuiamo a riempirci la bocca di belle parole sulla problematica dello spopolamento, sulla necessità di un'inversione di tendenza. Bene, francamente, da nuorese, da appartenente alla Provincia di Nuoro, e credo che queste mie parole siano condivise anche dagli altri consiglieri della zona, indipendentemente dall'appartenenza politica, devo dire che non sono emersi fatti concreti per dare effettivamente corpo alle parole di cui ho detto.

La mozione parla appunto della chiusura della sede della Banca d'Italia, ed è l'ennesimo colpo, oramai siamo abituati, all'economia del nostro territorio; un ulteriore taglio ai servizi e ai posti di lavoro. In buona sostanza abbiamo appreso che la sede dovrebbe essere venduta al prezzo di 10 milioni e 500 mila euro. La proposta contenuta nella mozione è stata definita provocatoria, ma non è solo provocatoria; noi crediamo che voglia essere la rivendicazione simbolica di tutto ciò che in questi anni c'è stato tolto ingiustamente, anche se quanto richiesto non ne copre neanche in minima parte l'effettivo valore che è sicuramente 10 volte, 100 volte superiore al valore dell'immobile della Banca d'Italia. E' per questo che chiediamo la solidarietà di quest'Aula e un voto a favore della mozione. .

E' un atto di giustizia, reputiamo, ma oltre che un atto di giustizia, credo che lo dovremo intendere come il riconoscimento degli errori che sono stati commessi verso questo territorio, a causa del manifesto disinteresse verso la Provincia di Nuoro, e, soprattutto, però, lo vogliamo intendere come la manifestazione della svolta nell'atteggiamento che si è tenuto fino ad oggi, come la manifestazione della volontà di una migliore considerazione per il futuro. In questo senso io annuncio fin d'ora il voto favorevole in maniera tale da non perderci successivamente in dichiarazioni di voto, perché mi rendo conto che sarebbero in pochi ad aver voglia di ascoltarle.

PRESIDENTE Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Dico in premessa che la Giunta esprime innanzitutto il proprio parere favorevole all'approvazione di questa mozione, lo dico all'inizio per dare immediatamente il senso di questo breve ma comunque importante confronto tra Consiglio e Giunta rispetto a questo argomento che ha due diversi, possibili approcci alla lettura. Infatti, in questo momento, io rispondo a nome della Giunta, ma su una competenza che attiene non tanto all'Assessorato della programmazione quanto all'Assessorato dell'urbanistica, enti locali e patrimonio che ovviamente è a conoscenza della mozione, a nome del quale parlo e che si attiverà immediatamente per verificare alcune questioni che sono stata sollevate anche poco fa e su cui voglio soffermarmi brevemente.

E'evidente che il centro della questione da approfondire immediatamente è l'aspetto tecnico giuridico. La Banca d'Italia oggi, lo sappiamo bene, non è un ente pubblico statale, non è un'amministrazione dello Stato. La stessa cosa, lo ha sottolineato anche qualche collega, si può dire per esempio delle Ferrovie, della Manifattura tabacchi; c'è stata cioè un'evoluzione che deve portare a fermare il tempo al momento in cui lo Stato, cioè la Repubblica Italiana ha riconosciuto, all'interno dello Statuto speciale, il diritto della Regione Sardegna al trasferimento di tutti i beni appartenenti al patrimonio demaniale dello Stato dismessi secondo il disposto dell'articolo 14.

Noi a questo ci dobbiamo agganciare e questo dobbiamo cercare di dimostrare che possa valere anche in questo caso relativo alla Banca d'Italia. E' una questione che va studiata e non so, al momento, se noi possiamo avere effettivamente tutte le ragioni giuridiche per poter dimostrare la validità in maniera ferrea di questo nostro diritto. Certamente però riteniamo sia giusto impegnarci per verificare immediatamente sia al nostro interno, facendo una valutazione tecnico giuridica, sia in un confronto con il Governo italiano, in particolare con il Ministero dell'economia la possibilità di un riconoscimento di quanto richiesto. Cioè, pur non entrando in questo momento e su questo punto nel merito della decisione dei vertici della Banca d'Italia, vorremmo poter dimostrare che la Regione, o comunque le istituzioni della Sardegna, abbiano diritto ad avere la cessione di questo bene a un valore simbolico di un euro come viene chiesto, proprio comunque nel rispetto della sostanza di quanto lo Statuto speciale prevede riguardo ai beni dell'amministrazione statale.

Questo è un aspetto molto particolare, di tipo più strettamente giuridico; ma rimane l'aspetto più grave e più importante che voi giustamente avete segnalato in questa mozione; un aspetto che rimane importante al di là del momento in cui la mozione viene discussa, e cioè che noi abbiamo il grave problema della Sardegna centrale. Noi registriamo il permanere di un disagio, di una difficoltà a mantenere condizioni di vita, di prospettiva di sviluppo, di sviluppo della cultura (e quindi di ciò che è il cuore della permanenza della popolazione della Sardegna centrale) nelle aree in cui ogni persona è nata e vuole continuare a vivere, vuole continuare a produrre e vuole continuare, quasi, a opporsi a un ineluttabile destino di abbandono delle aree interne per riversarsi in cerca di fortuna verso le aree costiere o verso aree urbane che possano dare migliori condizioni di reddito.

Questo è obiettivamente uno dei tanti problemi che la Sardegna vive ed è un problema su cui riflettere perché il caso della sede della Banca d'Italia è uno dei tanti episodi ma collegato ad altre problematiche come il depauperamento della struttura industriale, basata su scelte su cui si è discusso e si discuterà ancora tantissimo, ma che comunque ha costituito un passaggio di crescita delle aree interne, vissuto insieme ai problemi legati invece ad attività economiche proprie della cultura tradizionale. In particolare, evidentemente, non possiamo non considerare la questione dell'agroalimentare come propria delle prospettive di sviluppo delle zone interne con tutte le connessioni relative agli altri settori economici. Questa è la questione che dobbiamo affrontare.

Il problema delle zone interne continua a essere centrale nella politica sarda. Questa è la vera questione, questo è veramente il punto nodale. Per cui il parere è sicuramente favorevole e accogliamo l'invito ad impegnarci per far valere il diritto sulla sede della Banca d'Italia di Nuoro e anche di Oristano, così come è stato detto (io non conoscevo questo dato, l'ho appreso adesso dall'onorevole Capelli), ma soprattutto assumiamo l'impegno a costruire in tutti gli atti della programmazione regionale considerazioni, proposte, letture, tentativi di coinvolgimento delle popolazioni, del tessuto sociale e produttivo delle aree interne della Sardegna che hanno diritto di poter vivere e di costruire il futuro in quelle zone per il bene loro e nell'ottica di un equilibrato sviluppo di tutto il territorio regionale.

Ribadisco pertanto l'impegno a trattare la questione tecnica riguardante la sede nella prospettiva di un suo trasferimento agli enti locali di Nuoro e, nello stesso tempo, a operare un rinvio a tutte le altre questioni che riguardano invece la programmazione regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). La ringrazio, Assessore, perché mi ritengo soddisfatto della sua replica soprattutto per gli impegni che ha preso alla fine del suo intervento; cioè il forte impegno di questa Giunta c'è affinché nella politica di programmazione regionale ci sia il giusto riconoscimento di uno sviluppo delle aree interne che non sono un problema, ma sono una risorsa per quest'isola. Ci sono, e glieli sottoporremo i progetti e le idee; lei, nel caso e quando concorderà sui progetti e sulle idee, avrà l'onere di trovare i fondi e i finanziamenti necessari. Penso che questo sia il suo impegno fin dal prossimo collegato alla finanziaria dal quale noi avremo modo di misurare il reale impegno suo e della Giunta.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cucca ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Oppi - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Tocco - Uras - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 45

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 45

(Il Consiglio approva).

Continuazione della discussione della mozione Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu - Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo

54 del Regolamento. (4)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame della mozione numero 4. Ricordo che eravamo in fase di votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sulla mozione non sull'ordine del giorno giusto?

PRESIDENTE. Prima si vota la mozione e poi l'ordine del giorno.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. No, non abbiamo già votato perché io non avevo ancora dichiarato aperta la votazione.

Prego, onorevole Uras.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare il parere favorevole alla mozione che abbiamo presentato e anche per spiegare, molto brevemente, la ragione di questo voto che viene espresso dopo un dibattito aperto su un tema specifico e su un territorio specifico. Questo non significa che non ci sia l'esigenza di affrontare il tema della crisi industriale della Sardegna a 360 gradi, ma è chiaro che questo sarebbe, anzi per noi è, possibile su un dibattito che ha questo oggetto, cioè la crisi del sistema industriale della Sardegna, non la chiusura di uno specifico stabilimento, non la crisi economico produttiva di uno specifico territorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 4.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Caria ha votato a favore e che la consigliera Greco ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Sabatini - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Oppi - Piras - Pitea - Planetta - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 17

contrari 27

(Il Consiglio non approva).

PRESIDENTE. E' in votazione l'ordine del giorno numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare il voto di astensione sull'ordine del giorno, sottoposto all'attenzione della minoranza, che raccoglie, direi quasi integralmente, i contenuti della mozione, tant'è che io mi sono stupito del fatto che l'onorevole Diana non abbia votato anche a favore della mozione. Perché il più comprende il meno, il meno era uno specifico stabilimento e uno specifico territorio, ma se tutto quello che vale per la Sardegna, se la mozione, l'ordine del giorno presentato valesse per la Sardegna, tanto più varrebbe per quello stabilimento e per quel territorio specifico.

Io non ho capito perché siamo riusciti a fare una votazione così, non sono riuscito a capirlo; secondo me poteva essere un'occasione per imbastire gli elementi essenziali per arrivare ad una discussione generale sul tema della crisi industriale che ci viene richiesta dalle forze sociali, che ci viene chiesta dal mondo dell'impresa, ci viene chiesta dal sindacato dei lavoratori. Non ci siamo riusciti! Io non riesco a votare contro le cose che propongono per cui mi astengo solo per segnare la differenza che prima ho precisato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). La mozione che abbiamo discusso ieri riguardava la crisi del Sulcis-Iglesiente, era quindi una mozione specifica; ma condivido con chi ha detto in quest'Aula che il Consiglio deve occuparsi della crisi occupazionale industriale complessiva, relativa alle diverse aree dell'isola. La discussione di ieri però non ha affrontato questo tema generale sul quale dobbiamo andare oltre un semplice ordine del giorno.

Domani gli stati generali della provincia di Sassari sentiranno il presidente Cappellacci al quale chiederanno impegni seri, lo hanno già fatto, nonché di mettersi a capo di una mobilitazione per chiedere, intanto, al Governo di impartire direttive chiare all'Eni per capire che cosa si vuole fare della chimica in Italia, quindi anche in Sardegna, perché in gioco ci sono davvero migliaia di posti di lavoro.

Noi avevamo considerato debole, anche nella precedente legislatura, l'accordo INEOS-SARTOR, di cui vediamo il fallimento in questi giorni, sul cloro e i cloro-derivati; occorre quindi che la Regione sia più incisiva anche rispetto a questo ordine del giorno. Ugualmente sulla questione di bonifica dei siti industriali inquinati non basta scrivere che bisogna avviare una vasta campagna di disinquinamento; c'era già una delibera Cipe su un programma straordinario nazionale per il recupero economico e produttivo dei siti industriali inquinati, c'era un accordo con il ministro Bersani che portava forme di semplificazione procedurale a compartecipazioni di risorse pubbliche e private, a interventi di infrastrutturazione e completamento dei servizi industriali.

Al momento, però, non vi è stato un decreto, sono sparite le risorse della delibera Cipe del 6 marzo 2009, la famosa delibera, quindi diciamo che c'è da affrontare un discorso più generale ed è per questo che noi chiediamo che, attraverso una specifica formale seduta del Consiglio regionale da definirsi nella programmazione dei lavori, venga affrontato l'argomento della crisi industriale nel suo complesso. Noi presenteremo una mozione che riguarderà non singole aree della Sardegna, come in questo caso, ma la crisi industriale nel suo complesso e, in quella sede, dopo un dibattito ampio, decideremo anche quali azioni intraprendere. Su questo ordine del giorno ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Anch'io non ho capito francamente perché siamo arrivati a questo punto, in quanto avremmo potuto formulare un documento unitario che uscisse da quest'Aula con un voto unanime. La mozione presentata ieri aveva come obiettivo quello di discutere di un fatto specifico: la crisi industriale presente nel Sulcis-Iglesiente e, in maniera ancora più specifica, il problema della Rockwool, ultimo problema in ordine temporale di una grave crisi industriale che investe ovviamente tutta la Sardegna.

Nell'Aula, durante il dibattito, è emersa anche la necessità di discutere in maniera più approfondita delle questioni che riguardano tutta l'Isola, delle varie crisi presenti in Sardegna, del disagio sociale presente in Sardegna e sempre crescente; pertanto abbiamo anche detto, lo proponiamo oggi, che presenteremo una mozione apposita per discutere della questione complessiva della crisi industriale presente in tutta l'Isola che non può essere ovviamente ridotta in un punto di un ordine del giorno.

Ordine del giorno sul quale ovviamente io mi asterrò anche perché rilevo che non è altro che l'ordine del giorno che abbiamo presentato noi. E'esattamente il nostro, l'avete copiato! Avete aggiunto soltanto il fatto che anziché discutere della Rockwool si deve discutere complessivamente della situazione della Sardegna.

Ribadisco, pertanto, che presenteremo una mozione apposita per ritornare in Aula e discutere della questione e che il mio voto ovviamente è un voto di astensione perché è il nostro ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io annuncio il voto di astensione. In genere l'indice della maturità dei popoli è dato anche da due componenti, una delle quali è la capacità di fare ironia ma soprattutto autoironia. In questa vicenda ho l'impressione che si sia dato sfogo a questa libidine dell'autoironia.

Noi, è stato detto dall'onorevole Bruno e da chi mi ha preceduto, abbiamo probabilmente commesso una leggerezza, forse dovuta anche all'inesperienza, nel senso che ieri non si è riusciti a presentare un ordine del giorno unitario semplicemente perché i colleghi della maggioranza volevano una risoluzione sulla crisi dell'apparato industriale, dell'apparato produttivo e, più in generale, di quello economico, una risoluzione senza aver svolto un dibattito in Aula.

Probabilmente quando svolgeremo un dibattito su queste problematiche magari perverremo anche ad una conclusione unitaria: è probabile e, comunque, auspicabile. Non si è riusciti a trovare una sintesi, dicevo, ma la cosa curiosa (quindi questo l'attribuisco anche a un pizzico di ironia e altro nei nostri confronti), è che è stato presentato un ordine del giorno da parte della maggioranza (e per questo faccio i complimenti alla maggioranza) che ha scimmiottato o, a ben volere, copiato la mozione presentata dalla minoranza.

Complimenti per questo; siccome l'ordine del giorno è comunque condivisibile ci asterremo e speriamo che il dibattito, quando discuteremo della crisi più generale che investe il nostro settore produttivo, sia caratterizzato da questo profilo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Avevo deciso di non citarla, onorevole Diana, però voglio dirle che io non scimmiotto! Siete stati voi a non aver trovato l'accordo, e qui la parte diventa più politica che tecnica; ieri sera, così lo sanno anche i sardi, vi siete divisi tra chi voleva votare il nostro ordine del giorno, ordine del giorno che ha cercato di recepire il contenuto della vostra mozione, e chi non voleva votarlo. Il collega Cocco era d'accordo, l'onorevole Bruno non lo era.

Smettiamo di fare i furbi perché in quest'Aula siamo bravi tutti a farlo! Il problema di un'industria in crisi l'abbiamo tutti, i problemi industriali esistono ma non esiste solo la Rockwool! Noi vi abbiamo detto "votiamo un ordine del giorno", eravate d'accordo, l'onorevole Mario Bruno invece si è tirato indietro pur avendo detto all'onorevole Tocco che avrebbe votato quell'ordine del giorno!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Il Consiglio verrà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 20 e 05.



Allegati seduta

XXIII Seduta

(Pomeridiana)

Giovedì 14 maggio 2009

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 20.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 5 maggio 2009 (17), che è approvato.

PRESIDENTE.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti..

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 22, viene ripresa alle ore 16 e 39.)

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Valerio Meloni, Franco Mula, Onorio Petrini, Pietro Pittalis, Antioco Porcu, Nicolò Rassu, Carlo Sanjust e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 14 maggio 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione della mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sullo

spostamento del G8 a L'Aquila. (5)

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 5.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, a sentire lei e alcuni consiglieri della maggioranza relativamente alla discussione della nostra mozione, sembra che non sia successo nulla.

(Interruzione)

Quanto è avvenuto sembra un fatto ordinario e, pertanto, non si capiscono questi sovversivi di maddalenini guidati dal loro sindaco. Le chiedo, Presidente, ma davvero non la sfiora e non vi sfiora il dubbio che quanto avvenuto possa arrecare un danno non solo di immagine, ma anche economico a quella comunità? Le chiedo: non la sfiora il dubbio che quanto è avvenuto possa pregiudicare una opportunità di sviluppo in quell'area? E ancora, è mai possibile, indipendentemente da ciò che ognuno di noi pensa sul G8, che non si senta il bisogno di reagire di fronte a una decisione assunta in completa solitudine da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri che era tenuto, tra l'altro, sulla base del nostro Statuto, ad assumere il suo parere preventivo, presidente Cappellacci?

E' possibile che di fronte a un atto come questo non ci sia stato un minimo di reazione, un minimo di indignazione? E ancora, ci vuol dire perché si chiede alla Regione Sardegna di pagare i buchi dovuti a una decisione presa dal Governo? A me pare una provocazione. Il Governo scappa, perché di questo si tratta, dagli impegni che aveva assunto a La Maddalena e chiede ai sardi di pagare questa precipitosa fuga.

Mi chiedo, però, e chiedo a quest'Aula e a lei, signora Presidente, alla Giunta, a spostamento avvenuto, ahinoi, è mai possibile che tutto ciò, a freddo, non ci obblighi e non obblighi questo Consiglio, questa maggioranza, lei, signora Presidente, a porsi un qualche interrogativo? E' possibile, ripeto, che non siamo attraversati da qualche dubbio? Per esempio, quanto è stato il finanziamento per questo grande avvenimento, così definito? Quali sono state le fonti di finanziamento? Quanto e come si è speso finora? Le chiedo, e lo faccio attingendo dai dati in nostro possesso, in particolare dal dibattito che c'è stato in queste settimane e in questi giorni in Parlamento, quanto effettivamente ha messo il Governo per il G8?

A noi risultano somme articolate più o meno nella maniera seguente. Avevamo a disposizione 522 milioni di euro per opere collaterali, fondi FAS per la Regione Sardegna. All'interno di questi c'erano anche i 470 milioni per la Sassari-Olbia. Questi 522 milioni come sappiamo sono spariti, sono scomparsi. Poi c'erano 233 milioni stanziati con il decreto legge numero 162 del 23 ottobre dello scorso anno, destinati anche questi alla nostra Regione. In quel decreto si dice che è autorizzata la spesa di 233 milioni in favore della Regione Sardegna, per le opere contenute nel Piano del grande evento a valere sui fondi FAS; anche per queste opere si attingeva dai finanziamenti a favore del Fondo per le aree sottoutilizzate. Come erano suddivisi questi 233 milioni? Circa 18 provenivano dal CIPE per la Sardegna, (tralascio di indicare dati e numeri); altri 103,6 di somme non impegnate sempre dal CIPE per la Sardegna; 111 dal CIPE per programmi strategici di interesse regionale. Complessivamente si arrivava a una somma di circa 755 milioni, al netto dei 30 che mise il governo Prodi per il G8. E' lecito signor Presidente, chiedere che fine hanno fatto queste risorse? E quanto e come, ripeto, si è speso finora? L'accordo, come lei ben sa presidente Cappellacci, tra Regione e Governo prevedeva che le opere necessarie venissero finanziate per un terzo dai fondi FAS, certo, ma si faceva riferimento a quelli interregionali perché quell'opera, come sappiamo, aveva e ha una valenza nazionale, e riguarda pertanto tutto il Paese.

Quanto ho appena detto è stato confermato dal Presidente del Consiglio dei Ministri nell'ordinanza di protezione civile del 31 agosto dello scorso anno. Poi, lo stesso Berlusconi ha smentito se stesso il 23 di ottobre dello stesso anno nella disposizione relativa alla Protezione civile. Presidente, lei ha una maggioranza, come si diceva un tempo, bulgara, quindi si può permettere più o meno quello che vuole. È una maggioranza che si stringerà attorno a lei, è ovvio che sia così, ed è giusto che sia così, io però le chiedo di non ripetere, per cortesia, l'esercizio che ci ha riservato quando ha preso la parola per rispondere all'interrogativo dell'onorevole Giacomo Sanna. Presidente, se questo farà, lo dico con grande rispetto e mi scuso fin d'ora se dirò qualcosa che potrà suonare poco rispettosa (spero di evitarlo), è evidente che lei darà una risposta, indipendentemente dalla sua volontà, non rispondente esattamente al vero oppure non rispondente alla dinamica dei fatti. Io credo, invece, che in una situazione come questa serva insieme a un po' di pudore anche una buona dose di orgoglio, il senso di appartenenza, nonché la sensibilità di reagire a una offesa mossa a una collettività che, in questo caso e in questo momento, lei ha l'onore di rappresentare.

I diversi giudizi che diamo e che sono emersi, anche in questo dibattito, sul ruolo e sulla funzione del G8, io credo che non possano impedirci di riconoscere con grande onestà intellettuale, al di là della nostra residenza geografica e politica, in questo momento, in quest'Aula, che quanto è avvenuto arreca un danno, ripeto, non soltanto di immagine. Può anche essere che non sia così, ma allora, per cortesia, dimostrateci perché non è e non sarà così.

Presidente, spero che la replica che vorrà fare, mi rendo conto che anche questo è soggettivo, sia esaustiva per tutti. Spero esaustiva anche sugli interrogativi che abbiamo posto e sugli impegni che le abbiamo chiesto, con il documento illustrato dall'onorevole Bruno. Noi saremo con lei, Presidente, se vorrà interpretare le attese e i bisogni di una comunità che vede cancellata una prospettiva per il suo futuro. La nostra mozione indica una strada, Presidente, se non sarà questa, per cortesia, nell'interesse della comunità e di quella parte, ne indichi una alternativa, ma non i numeri che ha indicato all'onorevole Giacomo Sanna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Presidente, signor Presidente della Giunta, Assessori e colleghi, io ho ascoltato in modo molto diligente, come sempre, anche l'ultimo intervento del collega Diana. Mi sembra però non proficuo impegnare il Consiglio regionale per una giornata, su un argomento sicuramente importante e fondamentale, ma che porta continuamente a sentire interventi direi quasi accusatori, come se fossero colpa di chi oggi siede alla Presidenza, o colpa di questa maggioranza, o forse colpa dell'intero Consiglio regionale, le scelte del Governo nazionale.

E' vero, ognuno di noi ha le proprie posizioni politiche e il centrosinistra, anzi la sinistra, chiedo scusa, le ha espresse in modo chiaro, palese; il collega Uras infatti ha detto: "Il G8 per noi potrebbe anche non esistere, a noi non interessa che ci sia una passerella di grandi che vengono qui a rappresentare il mondo per non lasciare praticamente niente poi ai sardi e alla Sardegna". Concetti interpretativi, congetture varie.

Le congetture sappiamo benissimo che lasciano il tempo che trovano in quanto sono pensieri che non hanno un fondamento dimostrato, quindi è soltanto la pura e semplice fantasia di chi in qualche modo cerca di trovare dietro quella scelta, quella soluzione - così come è stato dimostrato oggi -, un qualcosa di negativo, niente di sensato e di giustificato.

Io credo che definire il G8 l'essenza dello sviluppo e dell'autonomia della Sardegna sia pazzesco. Credetemi, pazzesco! Possiamo dire che il G8 era una bella opportunità per la Sardegna, su questo siamo tutti perfettamente d'accordo; così come concordiamo sul fatto che La Maddalena sia stata scippata di una grande possibilità per essere conosciuta nel mondo e diventare più importante di Capri. Anche su questo siamo tutti perfettamente d'accordo; ma, sentir dire che lo sviluppo e l'autonomia della Sardegna derivano dal G8, credo sia il massimo, veramente una affermazione non condivisibile.

Indubbiamente abbiamo necessità di capire esattamente le cifre; e io sono sicuro che il presidente Cappellacci, conoscendo perfettamente l'argomento, darà risposte ancora più precise di quelle che ha dato all'onorevole Giacomo Sanna, non vi è dubbio. Voglio però ribadire che non siamo stati noi a scegliere, non siamo stati noi a impegnare quelle cifre, non siamo stati noi a scegliere e a decidere sui soldi destinati alla Sardegna perché venissero investiti a La Maddalena, e soprattutto perché il G8 si svolgesse a La Maddalena

Proviamo allora a verificare se questo danno morale, se questo danno di immagine che stiamo creando, che il presidente Berlusconi sta creando oggi alla Sardegna, può invece risultare comunque conveniente per noi sardi, se ne possiamo trarre cioè un qualche vantaggio. Io non mi dilungherò perché credo che, per l'economia dell'Aula, per velocizzare i lavori, sia importante arrivare ad una soluzione concreta, pratica, veloce, che dia una risposta seria a tutta la Sardegna che sta aspettando.

Siamo tutti dispiaciuti, io sono il primo a esserlo, per la scelta dello spostamento del G8; quando ho saputo che il presidente Berlusconi aveva deciso di spostare questa riunione in Abruzzo ho avuto quasi un malore, pur sentendomi solidale nei confronti degli abruzzesi. Mi sembra veramente ridicolo, però, che oggi questo possa essere il problema principale dei sardi e della Sardegna, lo dico onestamente. Mi sembra veramente assurdo credere, o poter credere, che questo sia il problema fondamentale per la Sardegna.

Io sono convinto e certo, invece, che questa maggioranza (tutto il Consiglio regionale), sia d'accordo sulla possibilità di completare le opere in corso di esecuzione; sono convinto che il presidente Cappellacci farà il possibile e sarà presente e deciso, come ha sempre fatto, soprattutto concreto, nel cercare e nel trovare le soluzioni migliori. Sulle opere da programmare e completare faremo sicuramente delle battaglie tutti insieme, su questo non c'è dubbio, ma non accetto e non posso accettare che questo sia il problema cardine dello sviluppo del territorio della Sardegna e della nostra autonomia.

PRESIDENTE. E'iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, siamo qui a discutere oggi perché è stata operata una scelta da parte del Governo; una scelta diciamo pure ampiamente annunciata, dato che da diverso tempo c'erano state le avvisaglie. Siamo qui a discuterne per esprimere il nostro parere e dare anche una valutazione su una decisione che interessa comunque la nostra Regione. Pertanto, non esitiamo a dire con pacatezza, con serenità, ma con altrettanta fermezza, che è una scelta sbagliata, demagogica, di carattere mediatico e propagandistico. A chi serviva? Dal punto di vista mediatico senz'altro al Presidente del Consiglio che, da questo punto di vista è un maestro nel trovare gli agganci giusti, per cui ciò che era accaduto in Abruzzo doveva essere in qualche modo, adoperiamo pure questo termine, anche se brutale, "utilizzato". Senz'altro non serviva agli abruzzesi, perchè se è vero che da due anni o un anno e mezzo parliamo di quali strutture realizzare per questo evento del G8 non capisco come, in due mesi, si possa realizzare qualcosa in una zona terremotata. Non ci crede nessuno, noi non possiamo crederci, non possiamo certo berci questa favola. Nel confermare quello che tanti altri, sia della maggioranza che della minoranza, lo stesso Presidente della Regione, hanno affermato, cioè la grande solidarietà per il popolo dell'Abruzzo, non possiamo che confermare però questa nostra valutazione.

E' più interessante dire invece a chi arreca danno questa scelta. Senz'altro ha fatto danno alla città di La Maddalena, senz'altro ha fatto danno al nord Sardegna e alla stessa intera nostra Isola. Danni diversi per possibili incompiute, anche se io sono fiducioso e spero che almeno questo si riesca ad evitarlo; le ultime notizie non sono incoraggianti ma credo che il Presidente, la Giunta e il Consiglio regionale, riusciranno da questo punto di vista a fare tutto quanto è possibile per evitare questa situazione determinata dagli indubbi ritardi nell'avvio di opere che stavano per essere iniziate e che saranno ora realizzate in tempi notevolmente più lunghi.

Danni per le conseguenze, dal punto di vista economico, sul tessuto produttivo delle realtà più prossime al luogo in cui si sarebbe dovuto tenere il G8. Bisognerà pur dirglielo agli albergatori, ai quali era stata paventata la possibilità del sequestro delle strutture, qualora non le avessero lasciate disponibili per l'occasione del G8, che si è passati da un possibile sequestro a un desolante abbandono. Danni meno evidenti, ma senz'altro importanti alla Regione sarda, alle sue massime istituzioni, al Presidente della Regione, alla Giunta ed al Consiglio per il modo in cui si è giunti a questa decisione.

Certo, il G8 era un'occasione, mi lascia perplesso il voler sottilizzare oggi per difendere, anche in maniera imbarazzata, una scelta fatta da un governo amico, dicendo che forse non potevamo puntare tutto sul G8 per lo sviluppo della Regione Sardegna e di La Maddalena. Io non credo che la città di Milano stia puntando tutto sull'Expo del 2015 per il suo sviluppo, ma è un'occasione che ha inseguito con determinazione. Vorrei proprio vedere che cosa accadrebbe se il presidente Berlusconi decidesse di spostare a Napoli, a Roma o altrove questa importante manifestazione. Probabilmente non sarebbe possibile,.

Dopo la chiusura della base militare (e, conseguentemente, la fine della servitù militare) occorreva dare una prospettiva a quel territorio. Sottolineo che il popolo sardo, pur con qualche distinguo (in questa sede qualcuno ha detto di non condividere questa scelta), a parte chi lavorava per la base militare, quindi aveva un interesse oggettivo alla sua permanenza, ha salutato come un grande evento la chiusura della base. Con quella operazione si chiudeva, grazie all'insistenza con la quale il presidente Soru aveva spinto in quella direzione, un'era e se ne apriva un'altra. Certo, qualcuno nella destra rinnega con forte imbarazzo quella scelta, mentre io credo che fosse un dovere arrivarci. Così come era anche un dovere, come dicevo, dare a La Maddalena, e con l'occasione al nord Sardegna, una prospettiva; da questa esigenza derivò la decisione di localizzare in quel luogo un evento così importante.

Si è parlato di realizzare opere dirette, nell'isola di La Maddalena, opere indirette nel nord Sardegna. Gli importi relativi a queste opere sono nettamente superiori a quelli destinati alle opere per l'intero territorio del Nord Sardegna. Non è una considerazione secondaria, è una considerazione importantissima, perchè solo grazie a questa occasione per l'intera area del nord Sardegna e le due province Sassari ed Olbia, diventava possibile realizzare in tempi brevi, con deroghe che solo con il G8 era possibile mettere in campo, opere che attendevano da anni! Chi si è occupato di opere pubbliche sa che cosa vuole dire riuscire a concludere, in tempi brevi, progetti, gare d'appalto e inizio lavori.

Fu una scelta lungimirante e coraggiosa da parte del Governo regionale e del Governo nazionale quella di tenere il G8 nell'isola e, pur avendo seguito il dibattito dall'esterno, non ricordo che nella destra ci fosse qualcuno contrario. Alcuni giorni prima che Berlusconi decidesse lo spostamento del G8, avevo seguito invece una discussione sul tema nella Commissione lavori pubblici e urbanistica, presenti commissari sia del centrodestra che del centrosinistra, e tutti si erano espressi affinché si procedesse nella realizzazione delle opere definite nell'ambito del G8. Adesso ci si dice anche che i risparmi servono per l'Abruzzo. Io non ho capito bene cosa è successo tra ieri e avantieri; la sensazione che ho (spero di sbagliarmi, e probabilmente il presidente Cappellacci potrà chiarirmi meglio le idee) è che abbiamo messo soldi nostri per fare opere in tempi più brevi, soldi che alla fine ci vengono tolti per cui dobbiamo metterne altri per poterle terminare e in tempi più lunghi: corrudu e fustigadu, direbbero in alcune zone dell'isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.). Presidente, colleghi e colleghe, io ho seguito con grande attenzione gli interventi della mattinata odierna e i primi interventi in serata e devo dire che su alcuni punti condivido ampiamente anche gli interventi pronunciati dai colleghi dell'opposizione. Credo però che occorra riportare il dibattito sull'attualità e su una comunità, quella di La Maddalena, che si aspetta un cambiamento che porti soprattutto la speranza di un futuro migliore.

Collega Lotto, chiusa la parentesi ultratrentennale della presenza della base americana, si sono chiusi definitivamente anche i rubinetti di un'economia che generava un reddito superiore ai 50 milioni di euro ogni anno, circa 180 posti di lavoro dipendente, altrettanti nell'indotto (ditte che garantivano servizi di fornitura, ad iniziare dall'energia alla base di Santo Stefano, servizi di trasporto, di pulizie, eccetera), circa 800 appartamenti affittati ai militari e alle loro famiglie; affitti che garantivano entrate altrettanto sicure per dodici mesi consentendo un tenore di vita molto più agiato e, magari, la possibilità di pagare ai propri figli gli studi universitari. Insomma, per una cittadina di 11.000 abitanti, isola nell'isola, non era cosa da poco.

Questa importante fonte di reddito, dagli inizi degli anni '70 e sino a pochi mesi fa, ha integrato quella principale su cui si reggeva tutta la società maddalenina, ma tutta la Gallura, tutto il Nord Sardegna comunque hanno tratto beneficio da questa presenza. Una presenza che può piacere o non piacere, ma questi sono elementi di fatto che credo occorra analizzare e sui quali soprattutto riflettere per ripartire serenamente. Oltre tutto ciò poi occorre aggiungere anche la presenza fondamentale della base militare della Marina italiana.

Presidente, questa descrizione può non avere alcun nesso con la mozione odierna però rende l'idea del momento di crisi che questa comunità oggi soffre e che, chiaramente, non potevamo pretendere che si risolvesse con lo svolgimento, della durata di quattro giorni, di un evento importante.

Un evento sicuramente importante per la visibilità sulla ribalta internazionale che avrebbe avuto l'arcipelago maddalenino e tutta la Sardegna. Questo è importante perché è importante anche evidenziare quanto sia stato indissolubile il legame economico, sociale e culturale tra La Maddalena e lo Stato nazionale, ma se tanto ha ricevuto l'arcipelago bisogna dire anche che tanto ha dato.

Non possiamo però sottacere, cari colleghi, le pesanti responsabilità anche politiche (ora qualcuno si mette anche le medagliette) di chi, per motivi puramente ideologici, ha voluto accelerare un processo di dismissione della base americana senza pensare ad una programmazione seria e strutturale e a un'alternativa economica: questa è la verità. Abbiamo assistito a brindisi e festeggiamenti, anche qui dentro, per la chiusura di un ciclo storico, abbiamo visto una esaltazione di questo atto anche da parte della precedente Giunta regionale.

Presidente, sono sicuro che non vedremo stasera durante le sue conclusioni, che saranno sicuramente esaustive e ci riporteranno a un clima di realtà -quella mancanza di rispetto che il precedente Presidente aveva nei confronti dell'Aula per cui su temi di questa portata, ma anche su temi altrettanto importanti, si limitava ad annuire con la testa e a dire: così ho deciso, così non ho deciso, questo ho fatto, questo non ho fatto, senza entrare mai nei particolari e senza informare l'Aula. Lo stesso ex Presidente che oggi ha parlato di sberleffo è lo stesso ex Presidente che stasera non è presente in Aula per ascoltare magari anche gli interventi di umili consiglieri come il sottoscritto e l'intervento conclusivo del presidente Cappellacci.

Dicevo, quindi, che abbiamo assistito a brindisi e festeggiamenti come se qualcuno avesse vinto alla lotteria di Capodanno; qualcuno inneggiava al nuovo Eldorado basato sul turismo come monocultura di sviluppo, sino ad arrivare poi al G8. Dei casi hanno voluto - e di questo eravamo tutti contenti - che il Governo Prodi indicasse La Maddalena come sede di questo importante evento, risarcendo e compensando La Maddalena di una vita isolana spesa per le servitù.

Voglio dire in questo intervento, Presidente, che le opere del G8 sono state calate dall'alto, perchè ideate e progettate senza il coinvolgimento non solo del Consiglio regionale ma anche degli enti locali. Queste mie affermazioni (non le faccio solo perché adesso siedo da questa parte, potrei dire anche altro) trovano conferma nelle asserzioni di amministratori locali e di altri importanti esponenti i quali affermano che tali opere non sono funzionali al rilancio dell'economia isolana. Di fatto, questo evento ha portato alla realizzazione con i fondi FAS di due grandi alberghi di lusso, queste sono le vere novità portate dal G8 a La Maddalena. Ma queste opere, signor Presidente, basteranno per rilanciare e bilanciare l'economia di quest'arcipelago, di questa perla mondiale dal punto di vista ambientale, e della Sardegna?

A oggi il quadro della situazione generale di La Maddalena non è così esaltante come qualcuno ci aveva prospettato nella passata legislatura, né vediamo all'orizzonte, devo essere sincero, quel rinascimento immediato, ma in ogni caso dobbiamo sostenere le speranze e le aspettative legittime di una popolazione e di un'Amministrazione e i desideri dei maddalenini che hanno fortemente voglia di ripartire, di inventarsi nuove imprese, di avviare nuove attività; è necessario però non lasciarli soli in questo momento e sono sicuro che questo la Giunta non lo farà. Bisogna creargli, Presidente, un contesto infrastrutturale che renda credibile e produttivo ogni loro sforzo, ogni loro investimento, e soprattutto capire e recepire le istanze dei diretti interessati. Non bastano le mozioni del Consiglio regionale o le adunanze di Consigli provinciali che nel frattempo chiamano a raccolta anche gli studenti delle scuole superiori con un pretesto chiamato "emergenza Gallura" e, però, si dimenticano di approvare il bilancio, e si dimenticano magari di appaltare lavori pubblici importanti dal punto di vista infrastrutturale per tutta la Gallura.

La Maddalena, per i motivi che ho suesposto, si aspetta da parte del Governo nazionale e del Governo regionale un'attenzione concreta, senza proclami che inducano false illusioni, con meno scenografia, con meno fuochi d'artificio ed effetti speciali, come è stato nello stile passato; La Maddalena chiede scelte serie e ponderate effettuate con la sincerità che, sono sicuro, contraddistinguerà anche questa legislatura del centrodestra.

Il ruolo dello Stato è altrettanto importante (e con lo Stato noi dovremo aprire comunque una vertenza per La Maddalena), vi è l'esigenza che lo Stato mantenga sull'isola una posizione importante, che può piacere o non piacere, ma a noi piace, perchè è legittimo e sacrosanto tutelare un piccolo territorio che, avendo sempre vissuto sulla base di scelte imposte dall'alto, oggi non può essere mandato allo sbaraglio verso un confuso ed incerto sviluppo turistico come unico percorso economico, minato peraltro da vari ostacoli e vincoli istituzionali e normativi.

La Marina Militare, a seguito del riassetto del sistema della difesa, ha trasferito l'ammiragliato a Cagliari portandosi appresso vari comandi ed enti; nessuno su questo ha detto niente in passato. Da tempo è cambiato il cosiddetto scacchiere internazionale che vede il baricentro spostato verso l'Africa e l'Asia; la sede dell'Ammiragliato a La Maddalena in effetti trovava l'ultima giustificazione nella presenza americana, venendo meno questa è venuta meno anche la presenza dell'Ammiragliato.

In conclusione, ribadisco il nostro impegno e il fatto che vigileremo dai banchi della maggioranza, come voi vigilerete da quelli dell'opposizione, spero non strumentalmente come qualcuno ha fatto oggi dando, devo dire, dei numeri che non corrispondono alla realtà. Si è parlato addirittura di licenziamenti nelle imprese che stavano ultimando i lavori; poco fa ho ricevuto un fax nel quale si dice che ultimamente i lavoratori sono addirittura aumentati perché alcune opere importanti devono essere terminate entro il 31 maggio, mentre solo un'impresa che stava realizzando uno degli alberghi ha concluso i lavori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, colleghi del Consiglio regionale, io credo che faremmo bene, anche durante le esercitazioni verbali sulle mozioni, ad attenerci al principio (sicuramente sarebbe di aiuto se riuscissimo a seguirlo nel corso di questa legislatura) che ciascuno di noi ha almeno due obblighi di lealtà. Il primo obbligo di lealtà è verso il partito, verso lo schieramento che lo ha espresso, nel nostro caso ovviamente anche nei confronti del Presidente; il secondo è l'obbligo di lealtà verso la verità e verso i sardi.

Io so bene che la verità ha quasi sempre due facce, però già tenerne conto e ricordare l'obbligo di lealtà nei confronti della verità ci aiuta a seguire un ragionamento in cui non succede che ogni volta che cambiamo casacca o sede nello schieramento consiliare che rappresentiamo, cambiamo anche il modo di ragionare e di pensare e, quindi, le nostre affermazioni in quest'Aula.

Questo non è utile al dialogo, perché sembra che la maggioranza debba sempre pensare in un modo, e la minoranza debba pensare sempre e comunque nel modo diverso.; Non è "buono", non è "buono" se noi voteremo due ordini del giorno separati sul problema della Rockwool, non è "buono" perché non ce n'è motivo.

E non è "buono" che noi cambiamo idea su alcune cose dette in quest'Aula già nella passata legislatura. Il collega Capelli ha detto una cosa sacrosanta, e cioè che il presidente Soru è venuto a riferire in quest'Aula sul G8 un anno dopo averlo deciso. Parlare di un anno forse è troppo, ma è senz'altro giusto che il presidente Soru, di fronte all'opportunità che lui intravide o che vide, di avere una manifestazione di un'importanza straordinaria quale il G8 a La Maddalena, abbia deciso da solo, o con i suoi due più stretti collaboratori, di dire immediatamente di sì all'allora Presidente del Consiglio Prodi, di insistere addirittura con il Presidente del Consiglio Prodi per conquistare una opportunità importante per La Maddalena e per la Sardegna.

Il presidente Soru ha fatto bene a decidere da solo, ha fatto bene a non convocare il Consiglio regionale con i conseguenti tre giorni di dibattito che, magari, avrebbero fatto perdere questa opportunità (o avrebbero consentito ad altri di interessarsene) positiva per la Sardegna, positiva per i sardi, positiva per La Maddalena, perché questo è il ruolo del Presidente. Quindi noi crediamo che questo ruolo debba essere svolto. Il Presidente sa bene che prima o poi viene in Consiglio e quindi viene giudicato dal Consiglio; sa bene che prima o poi va comunque alle elezioni e quindi viene giudicato dagli elettori, ma il ruolo del Presidente è questo: prendere decisioni a nome della maggioranza e a nome del Consiglio, prendere decisioni buone, anche tempestivamente, per poter ottenere poi attraverso le sue decisioni cose buone per la Sardegna. Questo, pertanto, è l'obiettivo.

Secondo ragionamento, breve; ci avete insegnato, quando ci fu la famosa vicenda de "l'aliga" di Napoli, il concetto di solidarietà, ma la solidarietà è solo di sinistra? Cioè se la fa il presidente Berlusconi c'è sicuramente un retropensiero. Insomma io credo che, al di là del danno che a noi ne è sicuramente derivato, l'atto che è stato fatto nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto con il trasferimento del G8 sia un stato un atto importante, quindi sia stata una decisione su cui il Presidente del Consiglio è difficilmente contestabile. Sarà anche un genio mediatico, buon per lui, ma è difficilmente contestabile l'atto di solidarietà.

Io condivido una larga parte delle cose che il presidente Soru dice quando viene in Aula e, puntualmente, entra nel merito di certi argomenti; non condivido quando lui magari in maniera un po' sprezzante dice: ma che gliene frega agli abruzzesi del G8. Beh, agli abruzzesi del G8 gliene frega tanto quanto gliene frega ai sardi, e se noi oggi stiamo a dire , quasi tutti,che ci dispiace che una manifestazione come il G8 non si sia svolta a La Maddalena per l'indotto che avrebbe comportato, bisogna dire che anche gli abruzzesi conoscono i vantaggi dell'indotto che la manifestazione del G8 comporterà per le popolazioni che hanno subito il terremoto.

Il presidente Soru quindi sbaglia quando dice: ma che gliene frega non è questa la solidarietà; sbaglia perché sa bene che il G8 attirerà fondi aggiuntivi della solidarietà internazionale e probabilmente anche fondi aggiuntivi nazionali, perché sicuramente il G8 nelle zone terremotate è una sfida dell'Italia, è una sfida dell'Italia che vuole dimostrare la propria capacità di risollevarsi, la propria capacità di ricostruire. Gli abruzzesi sanno che ci sarà una velocizzazione delle opere di ricostruzione grazie al G8, esattamente come lo sapevamo noi in merito alla velocità delle opere pubbliche che sarebbero state fatte tramite la introduzione delle procedure accelerate del G8. Pertanto, non dobbiamo essere ipocriti soltanto perché abbiamo la casacca diversa rispetto a quella del Governo regionale o del Governo nazionale.

Io credo che una parte delle cose che ha detto il presidente Soru, che dice il centrosinistra, sia vera e quindi tendo a prenderne atto; il presidente Soru dice che probabilmente abbiamo perso 96 milioni di euro, se non sbaglio questa è la cifra, relativa ai fondi FAS, che era nella disponibilità del Governo nazionale. E'possibile che questi denari siano stati davvero persi, è possibile che abbia ragione il presidente Soru, è verosimile che possa essere successo.

Per quanto riguarda invece gli altri fondi, e cioè 400 e passa milioni che sono fondi FAS delle Regioni, il presidente Soru non dice che sono stati persi, il presidente Soru dice che è stata persa la possibilità di averne l'anticipazione, perché sa benissimo che la rimoludazione dei fondi FAS è stata determinata non dall'evento del terremoto ma dalla crisi economica, ed è stata concordata nella Conferenza Stato-Regioni presieduta, per quanto riguardava la parte regionale, da Vasco Errani, che non è certamente espressione del centrodestra.

Il presidente Soru pertanto diceva semplicemente che noi dovremmo salvare la possibilità di avere quelle anticipazioni da parte del Governo nazionale di fondi FAS che a noi in Sardegna servono oggi e non nel momento in cui verranno programmati per poi arrivare alle Regioni.

Questo dovrebbe essere lo spirito del confronto in Aula: comprendersi sulle cose dette e accettarne una parte soprattutto se vengono dette senza prepotenza, senza protervia, senza la volontà, in qualche misura, di sovrastare l'avversario politico, se sono un minimo accettabili.

A mio avviso, infatti, lo spostamento del G8 da La Maddalena, spostamento avvenuto per un fatto incontestabile dal punto di vista della forza etica, della forza morale come il terremoto che si è verificato negli Abruzzi, sicuramente rischia di creare alla Sardegna dei danni economici grossi importanti; sono convinto infatti, al di là di quello che possiamo dirci in questa Aula e al di là della capacità di lettura dei bilanci che (l'abbiamo imparato negli anni di esperienza della politica) possono essere letti in modo diverso a seconda dell'occhio che li legge, che la Sardegna possa rischiare di perdere dei fondi per effetto dello spostamento del G8, soprattutto sono convinto che La Maddalena perderà qualcosa perché è evidente che avrà sicuramente un danno di immagine importante; il palcoscenico internazionale del G8, per La Maddalena e per la Sardegna, sarebbe stata un'occasione irripetibile.

Quindi, al di là di quello che noi possiamo pensare sull'ordinamento mondiale, ci vorrebbe una sessione non di Consiglio, ci vorrebbe un convegno per dire ciò che ciascuno di noi pensa sul G8; però è certo che il G8 sarebbe stata una passerella mondiale di importanza straordinaria per La Maddalena e la Sardegna, evocando quel sogno che il presidente Soru aveva, ha, in qualche maniera, di ricordare Capri quando pensa a La Maddalena.

Allora, questi sono gli obiettivi che noi, insieme, dovremmo affidare al presidente Cappellacci, e cioè che non si perda un euro nelle possibilità di anticipazione, che magari i progetti in corso seguano la strada delle autorizzazioni del G8 consentendoci l'accelerazione delle opere, che per noi sarebbe importantissima, e che non venga perso neanche il ritorno di immagine.

Chiediamo quindi che La Maddalena e la Sardegna possano essere risarcite dal Governo nazionale in tutte le occasioni con la pubblicizzazione dell'immagine dell'Isola a livello internazionale, quello che noi vorremmo avere. Questo è il messaggio che l'intero Consiglio dovrebbe affidare al presidente Cappellacci, perché il presidente Cappellacci difenda le ragioni della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L). Presidente, la cosa più semplice per me è quella di differenziarmi totalmente dall'onorevole Giampaolo Diana. E' talmente diversa la nostra posizione che mi verrebbe da non spendere neanche una parola per differenziarmi, così come sarebbe molto semplice differenziarmi da colui che appare e scompare. E' un classico, è stato così per quattro anni e mezzo. Il presidente Soru viene qui, fa le sue dichiarazioni e dopodiché scompare. Male ha fatto a scomparire, probabilmente, perché sarebbe stato utile per voi e per lo stesso onorevole Soru ascoltare non quanto io dico, o quanto mi appresto a dire, quanto ciò che dirà il presidente Cappellacci.

Perché vedete, colleghi, se c'è un modo con il quale voi affrontate i problemi è quello di porli senza mai darvi soluzione. L'avete fatto perfino ieri quando si è discussa la mozione sui problemi industriali. Vi abbiamo quasi implorato di accettare un ordine del giorno congiunto che poteva significare trasmettere la serenità a tutti coloro che stanno fuori da quest'Aula, e invece avete preferito dissociarvi e andare avanti sulla vostra posizione. E' comprensibile, probabilmente se fossi stato all'opposizione mi sarei comportato come voi, questa non è però la legislatura dove si può sfogliare la margherita perchè l'avete già sfogliata abbastanza , anche in termini politici, per cui forse non è più il momento.

Non vi permetteremo infatti di presentare mozioni su mozioni, una volta per la Rockwoll, una volta per il G8, domani per la Carbosulcis, poi per Portovesme, poi ancora per Porto Torres. O ci mettiamo d'accordo e ragioniamo in un'ottica che ci deve vedere tutti protagonisti, noi e la Giunta, o altrimenti finisce per essere la passerella dei vostri amici, che spesso e volentieri vengono gabbati da voi stessi, come è stato per tantissimi anni.

Onorevole Giampaolo Diana, da lei mi sarei aspettato, data sua grande esperienza, considerazioni leggermente diverse; considerazioni che, soprattutto sull'argomento del G8, in questa sede non ho potuto ascoltare. Avete continuato a ragionare su delle cifre, io spero che il presidente Cappellacci possa dire in quest'Aula (è ciò che tutti quanti aspettiamo quasi con ansia di capire realmente) chi ha indicato quelle risorse, per quali motivazioni e con quale autorevolezza o autorità, visto che qualcuno ha detto che si era discusso tanto del G8 in quest'Aula consiliare. Non se n'è mai parlato, non se n'è mai parlato, o comunque se n'è parlato troppo poco.

Quando gli Americani sono stati, no, non dico allontanati da La Maddalena, diciamo che si è favorito il loro esodo, si sapeva già che ci sarebbe stato il G8 a La Maddalena? Mi pare proprio di no. E' stato un salto nel buio. Poi, per correre ai ripari, viste le grandissime pressioni che arrivavano da un territorio che era stato, secondo me, trattato ingiustamente, ma non l'unico in Sardegna, si è deciso di investire un miliardo di euro in una parte ben definita della Regione Sardegna.

Allora, io per un momento, chiedo scusa ai colleghi, mi spoglio del ruolo di consigliere regionale e faccio il semplice cittadino della Sardegna. Mi verrebbe quindi da chiedervi: "Ma per quale motivo risorse così ingenti, importantissime, strategiche, che hanno una provenienza ben definita, debbono essere impiegate solo ed esclusivamente in quel territorio della Sardegna?", perché altrimenti cominciamo col dire che tutto il resto della Sardegna vive bene, che a Porto Torres non c'è crisi, che nel Sulcis si sta bene, che nell'Oristanese l'agricoltura va ancora meglio, e che solo in una zona ben definita della Costa Smeralda o quasi ci sono i problemi.

Volevate forse utilizzare il G8 per veicolare maggiormente l'immagine della Sardegna? Santa pazienza, con tutti i milioni di euro che il presidente Soru aveva messo in campo, con tutte le agenzie che si sono create per propagandare il nome della Sardegna, era necessario spendere un miliardo per questo? Un miliardo di soldi nostri che qualcuno di voi dice non esserci più: sono spariti. Io spero che non sia così, anzi ne sono certo perchè sono un ottimista per natura e sono sicuro che un fatto di questo genere non accadrà; al massimo è scomparsa qualche decina di milioni di euro (forse 100 o 200 milioni di euro), che poteva servire per realizzare un'opera un po' particolare.

Tutti siamo stati solidali nei confronti dell'Abruzzo, tutti favorevoli. Forse solo l'onorevole Lotto ha detto che non c'era da condividere nessun tipo di solidarietà, anzi qualcuno ha detto anche che in quella strada statale, che non si è realizzata, ci sono stati tanti morti quanti ce ne sono stati in Abruzzo. Pensate se è possibile fare ragionamenti di questo genere!

Io sono convinto che all'Abruzzo vada data la solidarietà, sono convinto che la Sardegna meriti rispetto, e il rispetto credo che ci sarà. Credo che tutte le iniziative che questo Consiglio regionale col suo Presidente e la sua Giunta potranno mettere in campo sapranno alleviare i dolori. Di chi? Del cittadino terzo della Sardegna, vi assicuro, no, perché il cittadino terzo della Sardegna che vive nel Sulcis dice: "Sì, il G8 è bello, è una gran bella cosa, ma stiamo spendendo un miliardo di euro nella zona di La Maddalena, nel nord Sardegna, e nel nord-est della Sardegna, cioè in una delle zone che probabilmente vive meno peggio del resto della Sardegna. E tutto il resto che cosa dovrebbe fare?". Allora, sempre cittadino terzo, non sono consigliere regionale, non sono in cerca di voti, dico: "Ma è possibile spendere un miliardo di euro in quel territorio?. E noi che cosa ci stiamo a fare, cittadini della Sardegna, dalle altre parti?".

E' possibile un fatto di questo genere? Come pensiamo di dare gambe a tutta la propaganda, di cui si riempiva la bocca il presidente Soru nella precedente legislatura quando diceva, che le zone interne dovevano essere fortemente sostenute e aiutate, quando un miliardo di euro dei fondi FAS se ne va, o se ne sarebbe dovuto andare, per una manifestazione come questa? Nascono poi tutti gli interrogativi, per esempio se si fa, o non si fa la strada. Noi diciamo che possiamo rimanere anche otto giorni qua a discutere ma la strada si fa, voi continuate a dire che la strada non si fa. Voi dite che si faranno le centrali nucleari, noi diciamo che non si faranno le centrali nucleari e continua questo "rimbalzino" che serve probabilmente alla carta stampata, ai mass media, serve a qualcuno di noi per andare il fine settimana nei suoi territori a dire: "Io ho detto questo, io ho detto quest'altro", però i problemi non si risolvono così, i problemi non si possono risolvere così!

Io sono convinto, al di là del dispiacere per il trasferimento del G8 che probabilmente quel miliardo di euro speso comunque in Sardegna, senza il G8, sarà molto più utile ai sardi; su questo proprio non ho dubbi e in proposito vorrei dire all'onorevole Zedda, che è ancora giovane del mestiere (avrà tempo per apprendere in quest'Aula e anche fuori da questa Aula), che nessuno in quella circostanza ha detto che le opere dovevano essere abbandonate in quello stato, nessuno ha detto questo! Erano presenti anche altri colleghi, consiglieri regionali, per cui le assicuro che quelle notizie non sono assolutamente avere! Non perché lei abbia detto il falso, attenzione, probabilmente non è stato attento ma gli altri consiglieri e gli altri colleghi erano molto attenti e le cose che lei ha riportato non corrispondono al vero.

Dobbiamo difendere pertanto le risorse finanziarie? Difendiamole, ma da chi? Da qualcuno che ce le vuole portar via? Sono soldi nostri!

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI, Presidente della Regione. Presidente, i temi che sono stati toccati nei loro vari aspetti richiederebbero un lungo, lunghissimo intervento che cercherò di riepilogare nel modo più efficace e più sintetico possibile e, per farlo, vorrei partire proprio dal dettaglio delle fonti di finanziamento. Cercherò di riprendere quel minimo di conoscenze e competenze acquisite durante la mia precedente vita (mi sono occupato di conti) e di fare un po' di chiarezza, ma in modo analitico, perché molti degli interventi, e voglio richiamare in particolare quello dell'onorevole Soru e quello dell'onorevole Diana, appassionati, fatti con trasporto, con grande partecipazione, svolgono un ragionamento che parte da delle premesse inesatte. Credo sia importante fare chiarezza perché altrimenti il ragionamento conseguente corre il rischio di essere fragile, di non dare il senso delle cose, di non stare in piedi.

Nel dettaglio delle fonti di finanziamento va distinto, prima di tutto, l'ho già detto, tutto ciò che riguarda le opere dirette dalle opere indirette; entriamo quindi nel merito delle opere dirette. I primi 100 milioni che sono stati citati dall'onorevole Soru si riferiscono per 30 milioni a economie realizzate dalla Regione Sardegna su precedenti impegni, per i residui 70 milioni a un fondo premiale di progetti innovativi per la parte riguardante la Regione Sardegna; è un fondo che viene ripartito tra le Regioni, sempre nel contenitore più ampio dei fondi FAS.

Passiamo alle cosiddette sanzioni e al loro ammontare: sanzioni CIPE 36/02, 5 milioni 970 mila; sanzioni CIPE 17/04, 12 milioni 296 mila; sanzioni CIPE 20/04, 93 milioni 850 mila. Che cosa significa? Significa che sono risorse che non si è stati capaci di spendere, che sono state disimpegnate, quindi sono andate a sanzione e si sono potute recuperare grazie al G8. In definitiva si è potuta sanare una inefficienza del sistema che, sia chiaro, per quanto riguarda i primi circa 18 milioni, è riferita al periodo 2000-2002 e alle Giunte che in quel momento governavano; per quanto riguarda la parte residuale è riferita all'ultimo periodo e, per la maggior parte, si riferisce a fondi che erano stati destinati alla realizzazione della "125" che l'Anas, come era previsto, non ha potuto realizzare per delle complicazioni legislative sopraggiunte a seguito di un decreto emanato dal Governo Prodi.

Io non faccio questi riferimenti perché sono alla ricerca delle responsabilità, come vedete ho fatto un quadro nel quale le responsabilità sono addebitabili agli uni e agli altri, quindi non è questo il tema in discussione. Consideriamo ora i famosi 100 milioni, circa, che si riferiscono al programma dei grandi attrattori 2007-2013.

Questi fondi non sono in discussione, è riportato nei documenti ufficiali; perché nel documento ministeriale, ovviamente rivolto alla Regione Sardegna, si ribadisce che la quota posta a carico del programma interregionale deve essere qualificata come anticipazione in favore della Regione delle risorse alla stessa attribuibili nell'ambito del predetto programma. E'vero che, con un successivo decreto, questi circa 100 milioni sono stati riportati nell'ordinanza dell'agosto del 2008, che con un successivo decreto legge dell'ottobre 2008 i circa 100 milioni del programma dei grandi attrattori vengono spostati e sostituiti da un'anticipazione sui fondi FAS 2007-2013.

Quei fondi, relativi ai grandi attrattori culturali, non sono mai stati sottratti alla Regione perché esistono, ci sono; su quei fondi sono state programmate altre opere, ne cito una per tutte, un progetto sul "Trenino verde". Non si è mai parlato, quindi, né è corretto parlarne, di perdita di risorse a seguito di quel decreto perché le risorse ci sono ancora; si è realizzato uno scambio contabile a valere su fondi regionali che c'erano prima e ci sono ancora oggi; ribadisco, è importante sottolinearlo, che sono fondi regionali. Per quanto riguarda le opere dirette arriviamo a un totale di circa 300 milioni.

Vediamo ora le opere indirette; come risulta dagli atti sono state finanziate con le risorse FAS, perché è la Regione Sardegna che lo chiede attraverso il Presidente della Regione che scrive al Ministro: "La copertura finanziaria per le opere funzionalmente correlate al G8, potrà derivare per 189 milioni di euro dai fondi propri della Regione Sardegna, per i restanti 522 milioni di euro le propongo -di utilizzare una quota di pari importo dei fondi FAS regionali relativi al periodo 2007-2013 assegnati alla Regione Sardegna"; e questo è esattamente quello che è avvenuto.

Si fa però ancora confusione sul problema relativo all'anticipazione delle somme rispetto alla legittima aspettativa o diritto della Regione di avere attribuite quelle somme, perché quando con un passaggio successivo i 522 milioni vengono stornati, non si perdono i fondi, si rinuncia a quella anticipazione nell'immediato, ma i fondi non sono mai stati sottratti alla Regione, sono tuttora nella disponibilità della Regione, il fatto che non siano stati inseriti nella programmazione dipende non dalla loro eliminazione, che non è mai stata certificata, ma da un problema di carattere nazionale che attiene alla programmazione dei fondi FAS, sui quali fondi, purtroppo, alcune Regioni, non la Sardegna, hanno pensato di finanziare dei programmi riferiti non a opere in conto capitale, e quindi funzionali al far crescere le aree sottosviluppate, ma a spese correnti.

Questo ha fatto sì che il meccanismo si inceppasse, e tuttora si sta cercando di lavorare per poter risolvere il problema di quelle Regioni, Sicilia in testa, e poter quindi dar seguito alla programmazione delle risorse.

In realtà vorrei fare un'osservazione sul problema più generale relativo al G8, sul cosiddetto "scippo". Io nell'immediato ho manifestato le mie preoccupazioni e anche il mio disappunto rispetto almeno a due aspetti. Il primo relativo a tutti i rischi connessi ad un'iniziativa che veniva comunicata ma di cui non erano chiari i contorni, quindi il destino delle opere in corso, delle opere funzionalmente collegate, eccetera. L'altro aspetto relativo al fatto che la Regione non era stata direttamente interessata prima.

Sì, è vero, potremmo anche discutere sul fatto che il G8 probabilmente sia un argomento di rilevanza nazionale, forse anche mondiale, quindi non necessariamente riferito particolarmente alla Sardegna. Ma io ritengo che fosse dovere del Consiglio dei Ministri comunque coinvolgere la Regione su quel passaggio. Ho manifestato la mia protesta, il mio disappunto, ho ricevuto le scuse del Presidente, ho ribadito il mio disappunto. Questo va bene per la cronaca, ne prendiamo atto, però poi il problema non è questo aspetto o solo questo aspetto, è capire che cosa succederà dopo.

Questa Giunta si è attivata immediatamente; è vero, sono andato a Roma a parlare col Presidente del Consiglio perché alla cena in cui era ospite a Cagliari io, pur invitato, non avevo potuto partecipare, perché dovevo parlare con il sottosegretario Letta e col ministro Frattini, ero impegnato a lavorare su questo problema. Il mancato incontro con il Presidente a Cagliari era motivato non certo da disattenzione, ma da altri problemi.

Rispetto al G8 la domanda che rileva è sull'utilità che quell'evento poteva avere per lo sviluppo del territorio di La Maddalena. Era certamente una grande opportunità per almeno due ordini di motivi. In primo luogo perché consentiva la realizzazione di infrastrutture importanti; per certi versi realizzando anche una sperequazione rispetto all'intero territorio regionale si decise di destinare a quell'evento una quota importantissima di risorse, e questo è stato fatto. In secondo luogo per i risultati che potevano derivarne in termini di promozione ed immagine di quel territorio.

Con riferimento al primo aspetto la prima preoccupazione è stata che non si perdesse un euro destinato alle opere in corso di realizzazione; questo è stato più e più volte sottolineato e riportato anche in quell'emendamento di cui si è discusso, a ulteriore conferma, su cui leggo oggi qualche cosa di assolutamente impreciso su un quotidiano regionale. Le opere in corso saranno completate, nessun dubbio in merito.

L'altro aspetto era quello relativo alle opere funzionali direttamente collegate e finanziate con fondi regionali; in questo caso il problema della realizzazione o del finanziamento dell'opera non si pone perché quelle risorse non sono mai state messe in dubbio. In questo caso ci siamo posti il problema, e su questo abbiamo lavorato, di avere la grande opportunità di poter realizzare quegli interventi con le procedure straordinarie del G8, quindi con la semplificazione di procedure che ne deriva.

Questo è il primo risultato importante che abbiamo ottenuto, e che difenderemo in ogni modo, a quel tavolo al quale io ho partecipato insieme al sottosegretario Letta, al Presidente, al ministro Fitto, al ministro Matteoli e quant'altri. Ovverossia, la richiesta da parte nostra era che venisse ulteriormente specificato, ed è riportato in termini puntuali questa volta nell'emendamento che è stato presentato dal Governo, che quel regime continuasse ad essere operativo non solo per le opere in corso di realizzazione ma anche per quelle ancora da programmare.

Tanto è vero che l'emendamento recita: "le ordinanze di protezione civile continuano ad applicarsi per assicurare il completamento delle opere in corso di realizzazione e programmate nella Regione Sardegna nonché quelle da programmare con risorse di competenza della Regione e degli enti locali a titolo compensativo degli effetti derivanti dalla diversa localizzazione del G8". Cioè io leggo oggi che c'è stato l'ennesimo scippo perché si vuol far passare questo risultato positivo come un risultato negativo, si vuole sostenere che serve a finanziare con fondi regionali e degli enti locali quelle opere. Ma basta leggerlo: è una cosa completamente diversa, è quello che abbiamo chiesto a quel tavolo, ovverossia che quelle procedure straordinarie restino per le opere in corso, restino per le opere che erano state previste e funzionali al G8, e che ci sia consentito eventualmente, se riterremo di doverlo fare nell'ambito della programmazione regionale, di estenderlo anche a qualche altra opera ancora da finanziare per i comuni, per la Regione, sempre collegabile a quella procedura.

E' stata una richiesta di qualche cosa in più che è stato accordata, almeno nelle intenzioni, sulla base di un emendamento; e oggi leggo di uno "scippo", questa è la cosa grave. Cioè su questi problemi sui quali si cerca di lavorare seriamente, si cerca di trovare le soluzioni, una politica, una comunicazione che ha più del terroristico, della mistificazione, della confusione quantomeno, genera certamente problemi, non facilita il lavoro di nessuno, non facilita il raggiungimento del risultato. Questa è la verità.

Vediamo poi gli effetti sul piano mediatico del G8 e gli effetti sul piano di quell'evento specifico in quei giorni. E' vero, ci sono dei danni che derivano dalla mancata realizzazione della manifestazione, sia per quanto riguarda le presenze negli alberghi che su tutto ciò che vi era connesso in quei giorni; ma non dimentichiamo che c'erano anche fortissime proteste che arrivavano da molte categorie rispetto al blocco che il G8 avrebbe provocato. Bisogna stare attenti nel capire quali sono i danni e quali sono i vantaggi perché sono vicende complesse, hanno qualche aspetto positivo e qualche aspetto negativo.

Ci sono poi i danni che derivano dal mancato ritorno in termini di immagine; però io credo che ci sia un altro danno. Si può veramente pensare che il futuro di un territorio possa essere direttamente legato alla realizzazione di quell'evento? Io ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi e voglio richiamarne alcuni. Si è detto che viene cancellata una prospettiva per il futuro, ma possiamo veramente ritenere che il G8 potesse essere una prospettiva per il futuro di La Maddalena?

Io credo che l'aspetto grave, del quale prendo atto in questi giorni, sia un altro; perché è vero che ci sarebbe stato un grande effetto mediatico, ma io vi chiedo se qualcuno di voi ricorda Hokaido, Heiligendamm, Gleenagles, Sea Island, Evian les Bains, Kananaskis. Sono le sedi degli ultimi G8, ma non per questo è cambiato il futuro di quei territori, né sono rimasti stampati nella testa di ciascuno di noi; qualcuno sì, perché nell'elenco c'è anche Genova, ahimè, certamente tutti ricordiamo Genova.

Bisogna stare attenti, bisogna stare molto attenti perché gli effetti, lo ribadisco, possono essere positivi ma anche molto negativi; era una scommessa, non so se l'avremmo vinta, ma certamente non era la scommessa decisiva per il futuro di quel territorio. Per il futuro di quel territorio sarebbe invece decisivo poter approfittare di questa occasione, delle infrastrutture che si stanno realizzando per programmare lo sviluppo. Io, però, se entro nel sito del comune di La Maddalena e verifico i piani di sviluppo di quel territorio, i lavori per il piano strategico, per la programmazione di quel futuro, per la programmazione in funzione dell'evento, di quella grande opportunità, devo constatare che non trovo nessun elemento concreto, che non c'è una reale prospettiva di sviluppo, che non c'è una strutturazione di ragionamento, che non c'è una visione strategica di come poter utilizzare quell'evento per ricavarne effetti positivi.

La Regione allora deve lavorare, questo sì, insieme alla comunità per creare veramente le condizioni in grado di garantire una prospettiva di sviluppo che non può essere data dopo due giorni; dobbiamo pertanto lavorare in questa direzione perché a La Maddalena ci sono talenti, risorse, intelligenze, capacità imprenditoriali. Abbiamo già ottenuto un primo piccolo risultato, l'inizio di un lavoro, che è quello di tenere a La Maddalena i sei eventi di cui si è parlato.

Onorevole Meloni, io non ho mai detto, e mi dispiace che spesso le posizioni del Presidente vengano valutate sulla base di articoli di stampa, che si sarebbero tenuti sei eventi entro l'anno, forse qualcuno l'ha scritto, certamente io non l'ho detto. Io ho detto che il primo risultato era quello di avere, nell'arco dell'anno, almeno sei eventi tutti gli anni, uno ogni due mesi, per incominciare a dare al territorio di La Maddalena veramente una prospettiva in termini futuri, per incominciare a dare continuità a quell'investimento, per creare le condizioni perché ci possa essere veramente lo sviluppo di quella terra.

Uno sviluppo che non può avvenire attraverso tre giorni di vetrine lucide, di alberghi pieni, di ristoranti pieni; il fatto che perdiamo queste cose certamente è un danno, mi dispiace e cercheremo di ragionare anche su questo, ma il futuro di La Maddalena (ho letto queste parole anche in un resoconto di un consiglio comunale di La Maddalena), non inizia e non finisce con il G8, bisogna pensare a realizzarlo subito, bisogna studiarlo subito quel futuro perché siamo già in ritardo, perché il G8 era domani, e ancora non era chiaro esattamente che cosa si dovesse fare dopo; ed è sul dopo che dobbiamo indirizzare i nostri sforzi!

Questo è il senso del lavoro che stiamo svolgendo con la massima serenità, con la voglia di fare qualche cosa di serio, di concreto, al di là delle passerelle, al di là della visibilità, al di là di una serie di situazioni che sono dovute, perché va spiegato a tutti qual è lo stato dell'arte, ma che non mi appassionano, come invece mi potrebbe appassionare provare insieme a lavorare sui progetti futuri per quel territorio e per il resto della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Noi, con la presentazione di questa mozione, volevamo raggiungere alcuni obiettivi: avere un'informativa sulle mancate ricadute economiche e strutturali causate dallo spostamento del G8; avere notizie, possibilmente certezze, sui piani delle opere, sullo stato di avanzamento dei lavori e sui tempi di completamento; conoscere con esattezza non solo le risorse finanziarie erogate ma anche quelle disponibili; capire se c'era e se c'è la volontà di proseguire in un progetto di sviluppo complessivo per La Maddalena che tenga conto delle aspettative di quella comunità e della Sardegna nel suo complesso; capire se c'è la volontà di promuovere anche con lo Stato una vertenza forte, determinata, per difendere interessi, risorse, opere infrastrutturali e prerogative statutarie.

Noi prendiamo atto delle sue parole, Presidente, non siamo però soddisfatti delle rassicurazioni, non possiamo esserlo; quello che è accaduto è grave, è rilevante e non si può minimizzare né sul metodo né sul contenuto di quell'accordo infranto; è stato rotto un patto, come abbiamo detto, tra lo Stato e la Regione, è stato violato lo Statuto dell'autonomia, legge di rango costituzionale.

Viene continuamente minata la nostra specialità, altro che politica contestativa - onorevole Steri - nei confronti dello Stato, credo che in questa vicenda sia mancata anche l'attuazione del principio di leale collaborazione. Non bastano le scuse, abbiamo avuto ancora una volta un atteggiamento subalterno. Occorre rispetto, non basta il disappunto. Quello che è successo, l'articolo 47 violato, non possiamo derubricarlo a un fatto di cronaca. Quando si parla di sussidiarietà, quando si parla di partecipazione e di coinvolgimento, che cosa si intende? Dobbiamo applicare questo principio solo nei confronti degli enti locali o dobbiamo pretenderne l'applicazione anche nel rapporto con lo Stato?

Non ci sono state scelte imposte dall'alto; la Giunta precedente, proprio sulla base di una intesa istituzionale e di un progetto condiviso del 2 dicembre 2005 tra il comune di La Maddalena, la provincia di Olbia-Tempio, la Regione, ha voluto garantire un percorso di sviluppo economico, sociale, occupazionale per quel territorio e tutto nasce da questa intesa. C'è un progetto di riconversione turistica, vogliamo capire se questa Giunta regionale vuole farlo proprio, per passare da un'autonomia subordinata ad un'economia dinamica e moderna.

La Maddalena, l'evento del G8 come vetrina mondiale ed internazionale, come attrattore turistico per l'intera Sardegna; poi l'attuazione dell'articolo 14, un'altra delle conquiste della scorsa legislatura, lo ha detto l'onorevole Steri, con l'accordo tra la Regione e il Ministero della Difesa (le sigle di accordi con il ministro Parisi, con il Sottosegretario Casula, il presidente Soru), che rientra in un progetto di restituzione del nostro territorio in chiave proprio di riconversione turistica ed economica di La Maddalena, in questo caso, ma noi sappiamo che l'attuazione dell'articolo 14 ha riguardato l'intera Regione.

Dal 21 settembre 2007, dalla dichiarazione della sede di La Maddalena come città ospitante il G8, si sono susseguite riunioni, incontri, commissioni istituzionali - non si è giocato in questi anni, signor Presidente - che hanno portato all'emanazione di ordinanze e decreti (un totale di diciassette) dei presidenti Prodi e Berlusconi; questo Consiglio regionale ha deciso di mostrare la Sardegna come terra di pace e di diritti umani con eventi collaterali al G8: la Carta di Sassari, l'incontro con Vandana Shiva sull'emergenza planetaria e l'appello rivolto proprio ai grandi.

I fondi; io concordo con quanto ha detto (fra l'altro sono atti), se prendiamo l'ordinanza del 21 marzo 2008 troviamo i 70 milioni di euro stanziati per favorire il rilancio turistico e socio-economico dell'arcipelago di La Maddalena, sono risorse FAS 2007-2013; per le medesime finalità nella stessa ordinanza si parla di 30 milioni, a valere sulle economie della Regione Sardegna disponibili sulle risorse FAS assegnate con delibera Cipe precedente, di cui 10 milioni destinati per la portualità turistica. L'ordinanza del 13 settembre del 2008 parla altrettanto chiaro, in quanto riserva circa 18 milioni dalle somme rinvenienti dalla delibera Cipe numero 179, di applicazione delle sanzioni sulle assegnazioni della Regione ex delibere Cipe del 2002 e del 2004. Quindi fondi non spesi e riassegnati che rischiavamo appunto di perdere. Sempre la stessa ordinanza riserva circa 103 milioni sulle assegnazioni della Regione ex delibera Cipe numero 20 del 2004, non impegnate invece nell'anno 2006. Ancora, i 522 milioni riservati quale anticipazione a valere sulle attribuzioni del Programma attuativo FAS 2007-2013, Regione Sardegna. Un totale di circa 840 milioni cui dobbiamo aggiungere circa 96 milioni quale anticipazione a valere sul programma interregionale FAS 2007-2013 "Attrattori culturali, naturali e turismo". Dicevo un totale di 840 milioni di euro, ridotti poi a 233 con il decreto numero 162 del 23 ottobre da destinare alle sole opere da realizzarsi a La Maddalena e poi con la delibera di marzo del Cipe, l'esclusione delle stesse opere collaterali ma anche la decisione, ne abbiamo parlato più volte in quest'Aula, di non attribuire la quota di riparto del 12,61 per cento destinata sulla base di un accordo che c'era stato tra il presidente Prodi e il presidente Soru, ai fondi FAS ad esclusiva disponibilità della Regione anche per la programmazione nazionale.

Sappiamo che sono state fatte altre scelte, che il Governo ha avocato a sé la decisione di non utilizzare l'85 per cento dei fondi FAS destinati alla regioni del Mezzogiorno d'Italia, sappiamo che sono state destinate in parte al fondo nazionale per gli ammortizzatori sociali. Riteniamo complessivamente che la sua replica, Presidente, sia debole, mirata a ridimensionare i fatti, priva di una politica contestativa e di qualunque impegno sul rafforzamento degli emendamenti nel corso della discussione al Senato, , la prossima settimana, sulla conversione in legge del decreto del 28 aprile. Non abbiamo tempi certi, oggi, sulla realizzazione delle opere, né sulle modalità di ripristino dei fondi FAS per le opere collaterali come la Sassari-Olbia.

Perché un'altra Conferenza dei servizi, perché non riproporre invece le opere già appaltate, gli accordi già in essere tra la Struttura di missione, la Protezione civile, l'Anas, la stessa Regione? Perché ripartire da capo visto che tante imprese sono pre qualificate per il G8? Non abbiamo tempi certi, non abbiamo visto nessun impegno risarcitorio, gli albergatori valutano danni da mancati impegni formali nelle prenotazioni intorno ai 3 milioni di euro. Quindi, mi chiedo: quale appello all'unità? Lei si è associato in questi giorni al grido "Sardegna, svegliati!" del presidente Pisanu; io dico, che vanno bene le rassicurazioni però prima viene la Sardegna, Presidente, prima vengono gli interessi della Sardegna, la difesa dell'identità e dell'autonomia della Sardegna, prima i progetti, prima le idee poi la nostra parte politica, poi il rapporto con il Governo amico.

Vogliamo ancora capire che cosa si vuol fare in questa legislatura, che cosa si vuol fare di questo territorio del Nord Sardegna. Noi non ci stiamo. E'per questo che chiediamo di votare la mozione che abbiamo presentato. Crediamo infatti che occorra un impegno forte, una mobilitazione generale perché ci deve essere una inversione di tendenza, nell'esclusivo interesse di ciascun sardo e di tutti i sardi, non solo sul G8 ma nella politica di questa Regione e sul rapporto con lo Stato. .

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

E' in votazione la mozione numero 5.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò a favore della mozione che ho sottoscritto e presentato con il collega Bruno, il collega Salis e altri consiglieri della minoranza, per due ragioni fondamentali. Certo, ha fatto bene a ricordarlo l'onorevole Bruno, la prima ragione è quella di ricevere in questa sede non solo informazioni ma anche indicazioni, da parte della Giunta regionale, su come si pensava di trattare questa vicenda, anche nel rapporto con lo Stato, con il Governo, rispetto ad un aspetto, in particolare, che io ho posto nel corso della discussione. Io ribadisco, lo dico anche pensando all'intervento dell'onorevole Diana, che io sono perché le risorse vadano dove servono, quando servono e per fare le cose che servono.

La Maddalena, nel disegno che nella scorsa legislatura si è tratteggiato (dico tratteggiato perché non lo si è compiuto), era un emblema della scelta di recuperare la Sardegna ai sardi, di fare in modo che la Sardegna fosse nella disponibilità piena dei sardi e fosse una Sardegna non pensata come una piattaforma industriale, logistico-militare, dove l'ambiente si inquinava e si consumava - qua e là un villaggio turistico - ma una Sardegna terra di pace e di amicizia tra i popoli, così come il Consiglio regionale solennemente ha dichiarato più volte, con uno sviluppo ecosostenibile, all'avanguardia della nuova cultura dell'ambiente.

La Maddalena era un esempio straordinario da questo punto di vista; ed è per questo, Presidente, che io chiederò sempre un'attenzione a questi temi, a questo progetto e a questi disegni, per capire se su questo terreno sarà possibile una collaborazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signor Presidente, le parole "scippo", "furto", a cui lei prima faceva riferimento, non sono state utilizzate per primi da noi; io ho partecipato a diverse manifestazioni e vi assicuro che i primi a utilizzare queste parole sono stati consiglieri e sindaci del centrodestra, non certo del centrosinistra. Oggi in quest'Aula ho sentito dichiarazioni gravi; ho sentito dire che non ci sarà alcun licenziamento a La Maddalena, tanto meno rallentamento dei lavori.

Io non sono preoccupato di quello che si può dire in questa sede, a me interessano i fatti; mi è stato insegnato, anche per formazione professionale, a guardare i fatti. Il termine per il completamento delle opere è il 31 maggio, io il 1º giugno andrò a La Maddalena a vedere se effettivamente i lavori sono terminati. Francamente le dico che sono molto preoccupato per alcuni di quei lavori in corso in questi giorni, in particolare nell'ospedale (non in quello da campo, non in quello che è stato spostato ma proprio nell'ospedale dell'Azienda sanitaria),la speranza è che vengano completati al più presto e che non si debbano avere dei problemi durante il periodo estivo quando, come tutti ci auguriamo, ci sarà una maggiore affluenza.

Stamattina, per ragioni di tempo, non ho potuto concludere il mio intervento e lei oggi, nel finale, ci ha parlato dell'emendamento fatto dal Governo, io credo che questo non basti. Stamattina dicevo che è opportuno che lei apra, con al suo fianco l'intero Consiglio regionale e tutti i sardi, una vertenza con il Governo nazionale al fine di avviare tutte le iniziative per difendere gli interessi, le infrastrutture, le risorse finanziarie, le prerogative della Regione. Se questa vertenza verrà aperta noi saremo al suo fianco, non solo per le rivendicazioni inerenti il G8 (così tolgo dal campo l'osservazione di qualche collega al presunto campanilismo di qualche consigliere regionale) - ma per tutte le vertenze che riguardano la nostra Regione, l'intera Sardegna.

Presidente, lei deve avviare velocemente un piano per il completamento delle opere indicando i tempi , se tutte le opere in programma saranno realizzate, se le risorse previste - così come lei ci ha detto oggi - saranno uguali a quelle iniziali, se e quando saranno disponibili o se soano già state sottratte .Ma, soprattutto, noi vorremmo conoscere e concorrere - su questo sono d'accordo -con lei alla realizzazione di un progetto di sviluppo complessivo del territorio di La Maddalena che tenga conto delle aspettative di quella comunità e di tutta la Sardegna, un progetto che preveda una attività risarcitoria dopo decenni di vincoli allo sviluppo economico causati dalla presenza militare italiana e americana nella città di La Maddalena.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, anch'io ovviamente voto a favore della mozione, anche per l'insufficienza delle risposte che sono pervenute sulla stessa. Come le ho già detto un'altra voltale do atto (è giusto che sia così e le fa onore, mi scuso per questo giudizio anche se lo ritengo positivo) di dare le risposte con garbo,di non scadere nella tracotanza, nell'arroganza, nella presunzione; tuttavia, io ho chiesto nel mio intervento di ricevere una risposta esaustiva, lei, ad onor del vero, ha ripreso l'intervento di Soru, il mio, quello del collega Meloni, ma non è emersa in modo chiaro la sua e la vostra volontà sul necessario, a questo punto, confronto da pari con lo Stato (evito il rapporto negoziale, vertenziale o altro), credo che su questo argomento sia necessario un confronto serio con lo Stato.

Io credo ci siano da dare risposte doverose relativamente alle mancate ricadute economiche su La Maddalena dopo lo spostamento del G8.

Caro onorevole Diana - io e lei spesso polemizziamo, forse anche per il cognome - io non so, essendo lei politico intelligente e avveduto, perché si sia espresso in quei termini. Credo che la ragione sia semplicissima: il sindaco di La Maddalena è del centrosinistra, guarda caso è del P.D., chi si mobilita sono soprattutto questi cittadini, e allora tutto sommato conviene dire: "Chi ha deciso che quelle risorse andavano destinate soltanto in quel territorio della Sardegna?". Io le ricordo che nell'89, dopo l'unificazione della Germania, il Governo tedesco per alcuni anni utilizzò la stragrande maggioranza delle risorse nazionali per recuperare il deficit economico che era presente nella vecchia DDR, queste sono scelte coraggiose.

Infine, presidente Cappellacci, io voto a favore di questa mozione anche perché resto convinto che lo spostamento del G8 sia una occasione mancata una prospettiva in meno per il futuro, ma ancora chiedete a noi progetti e altro. Avete ragione a chiederli, ma i progetti deve presentarli innanzitutto chi ha responsabilità di governo, e ancora stiamo aspettando.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, intervengo principalmente per esprimere il voto favorevole a questo documento, ma anche per ribadire che l'interesse affinchè questa ingente mole di finanziamenti venisse messa in campo e concretizzata con opere effettivamente realizzate, non era e non è solo dell'isola di La Maddalena. Sono interessate alla gran parte delle opere indirette che, come ho detto nel mio intervento, rappresentano la gran parte dei finanziamenti previsti le due province del Nord Sardegna, Sassari e Olbia, città come Alghero, ancora Sassari e Olbia. Su questo si può anche non essere d'accordo, onorevole Diana, si può anche non essere d'accordo, per carità! Però non può essere che si dica che un miliardo di euro è stato destinato all'isola di La Maddalena, non è così, è stato destinato, forse per la prima volta, all'intero Nord Sardegna.

Io mi auguro che il presidente Cappellacci abbia ragione, che quello che lui ha detto nella replica corrisponda in seguito al vero, perché se così sarà l'intero Nord Sardegna si avvantaggerà dall'aver salvato una procedura che poteva e potrà, spero, consentire a quel territorio di vedere realizzate opere, che attendevano da troppi anni, in tempi brevi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo Italia dei Valori voterà a favore della mozione; riteniamo infatti che il periodo storico ed economico che la Sardegna sta vivendo non possa sopportare una politica del "sopire e chetare" come diceva Manzoni, dopo gli interventi del governo Berlusconi che hanno indubbiamente colpito una comunità direttamente, quella di La Maddalena e delle province della Gallura e di Sassari, e indirettamente tutta la comunità sarda, anche per le implicazioni di carattere politico e di correttezza istituzionale di cui ho parlato nel mio intervento nella discussione generale.

Lei, signor Presidente, in questa filosofia del "sopire e chetare" ha praticamente detto che i fondi non sono stati scippati e che la decisione, non concordata, presa dal Presidente del Consiglio ha solo rallentato la spendita dei fondi; i soldi sono lì a disposizione, a parte qualche milione di euro che probabilmente servirà per abbellire il G8, se si farà, a L'Aquila, anche perché io sono convinto che il G8 non si farà a L'Aquila. Lei fa capire, quindi, che tutta questa operazione si tradurrà solo in un ritardo; la Sassari-Olbia verrà realizzata ma con le procedure ordinarie, pertanto non si sa quando; tutte le opere collaterali ad Olbia, ad Alghero, nelle due province si faranno, ma non si sa quando.

Signor Presidente, noi siamo convinti che in questo momento di profonda crisi economica della Sardegna l'emergenza non sia solo a L'Aquila; anche se comprendiamo e siamo vicini a quel popolo noi siamo convinti che la spendita di questi fondi era indispensabile anche per mantenere i livelli occupazionali in Sardegna che sono fondamentali per quelle aree, soprattutto per il Comune di La Maddalena; così come riteniamo che la perdita, quantificata in 3 milioni di euro, subita dagli operatori del territorio non potrà assolutamente essere recuperata. Ecco perché noi consideriamo debole e inefficiente la sua replica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, voteremo sicuramente contro questa mozione, soprattutto contro il dispositivo di impegno presente nella stessa. Vorrei fare comunque una brevissima considerazione. Da più parti è giusto che arrivi l'invito ad una politica contestativa nei confronti del Governo centrale; politica conte statica che ha però un'origine diversa da quella enunciata in quest'Aula, ha soprattutto un'origine diversa la posizione autonomistica della nostra Regione nei confronti di un Governo centrale, qualunque esso sia.

Stupisce pertanto che, pur dichiarandosi d'accordo sui numeri e sulla corretta elencazione dello stato dell'arte, presentati dal Presidente della Regione all'Aula, si cerchino comunque i motivi per non condividere. Cari amici dell'opposizione, questa è una impostazione che a mio avviso, ma non voglio dare consigli a nessuno, non può premiare un'azione politica; non c'è stata da parte vostra alcuna proposizione. C'è stato un invito da parte del Presidente, così come in alcuni interventi in sede di discussione, ad un confronto, non alla creazione o dettatura da parte vostra di progetti; ahimè, se vogliamo ricordare fino in fondo, quando fu deciso lo smantellamento della base americana ai maddalenini si disse pubblicamente che avrebbero aperto più pizzerie. Questa era il progetto di allora, ovviamente alquanto limitativo per lo sviluppo di quell'isola, e non poteva essere il G8 il progetto di uno sviluppo futuro e duraturo; su questo credo che tutti concordiamo. Sicuramente c'è stato un danno per la Sardegna, per quell'isola e per quell'arcipelago; un danno al quale, se saranno accertate alcune situazioni, avremmo tutti l'obbligo di porre rimedio pensando anche ai dovuti risarcimenti;se i contratti, allora sottoscritti, non prevedano già i dovuti risarcimenti, sarà un impegno che dovremo assolvere tutti.

Io, però, aspetto ancora l'opposizione che avete enunciato: una opposizione costruttiva e pronta al confronto. Finora non si è visto niente di tutto questo, ma se dovesse andare avanti in questo modo per lungo tempo, credo che avremo un lungo, lunghissimo periodo di governo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.). Presidente, annuncio il mio voto contrario alla mozione per i motivi che ho illustrato anche durante il mio intervento in discussione generale. Collega Caria, il 1º giugno andremo insieme, come dei capi cantiere, a La Maddalena e visiteremo anche l'ospedale Paolo Merlo; in questo ospedale, in ossequio all'impegno pubblico di Soru e della Dirindin, sotto la sua direzione della ASL di Olbia, avete chiuso il reparto di chirurgia; magari spiegheremo anche questo, ma non polemizziamo, avremo altre occasioni.

Da lunedì poi la Regione eserciterà anche una sua competenza in modo nuovo, andremo in Gallura a parlare del Piano paesaggistico regionale che a la Maddalena, come in tutte le altre realtà, è stato calato dall'alto sul territorio. Mi permetto quindi di fare una proposta; credo che occorra innanzitutto prevedere, signor Presidente, nel recepimento del Piano casa voluto dal Governo, una norma ad hoc che autorizzi nell'area urbana di La Maddalena quegli interventi ordinariamente previsti, ma non purtroppo per le aree del parco sottoposte ai vincoli.

Questo atto garantirebbe sicuramente quell'attenzione che non c'è stata nella passata legislatura, fatta solo di promesse e di illusioni. Questo garantirebbe parità di trattamento dei cittadini maddalenini con quelli, per esempio, di Palau e di Santa Teresa; ci impegneremo pertanto per recepire questa esigenza anche in Commissione urbanistica.

Nell'ottica di un dibattito serio, credo che in futuro saremo chiamati ad affrontare anche altri problemi che riguardano non solo La Maddalena, ma tutta la Sardegna. Però, su questi problemi che sono emersi oggi, credo che il Consiglio e la Giunta regionale siano chiamati a riflettere e a decidere velocemente, soprattutto sulle proposte e sui progetti degli stessi maddalenini che devono diventare protagonisti e non devono subire passivamente le scelte calate dall'alto, come è avvenuto nei quattro anni e mezzo appena trascorsi.

Presidente, mi dichiaro soddisfatto della sua replica e sono convinto che le sue esternazioni siano supportate dalla conoscenza di una problematica che non è di oggi, ma è ormai datata anni, e su questo vi sono anche responsabilità. Ribadisco pertanto che noi voteremo contro.

PRESIDENTE.. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto contrario del Gruppo del Popolo della Libertà. Io non intendevo polemizzare, nel mio precedente intervento, con il collega Giampaolo DIANA (neanche con il collega Lotto). Io non ho detto quanto da lei riportato in quest'Aula, io mi sono semplicemente limitato ad affermare che pochi sardi erano a conoscenza, fino a stasera, che il 90 per cento, forse di più, delle risorse impegnate per il G8 erano fondi regionali. Mi sono limitato a dire questo, se non è stato chiaro lo espliciterò meglio. Mi pare assurda una cosa di questo genere, lo riferisco sempre come terzo, non come consigliere regionale.

In ogni caso, onorevole Lotto, le ricordo che l'uscita della Sardegna dall'Obiettivo 1 è stata determinata dal livello del Prodotto interno lordo della Provincia di Sassari, non della provincia della Gallura, della Provincia di Sassari che allora comprendeva anche la Gallura. Noi in quel momento siamo usciti dall'Obiettivo 1, segno che la Provincia di Sassari aveva un PIL superiore al resto della Sardegna che aveva influenzato anche quello della mia Provincia dove, ancora oggi, non siamo all'80 per cento, siamo al 75 per cento. Questo è il problema della Sardegna. Il riequilibrio bisogna farlo, ma bisogna farlo per tutto. Spendiamo un miliardo a La Maddalena, nella zona nord della Sardegna, benissimo, ma può farsene carico solo la Regione Sardegna di questo? O forse è il caso che se ne faccia carico anche qualcun altro?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, annuncio il mio voto contrario alla mozione, certamente non ai contenuti e all'importanza dei problemi sollevati. Le risposte del presidente Cappellacci ritengo siano esaustive, soddisfacenti e rassicuranti, per quanto riguarda il completamento delle opere e il mantenimento delle procedure, sono rassicuranti le sue dichiarazioni sui fondi a disposizione per la Olbia-Sassari; ci sarà attenzione per un'azione risarcitoria per i danni, naturalmente ragionando su questi danni, sicuramente (l'abbiamo sostenuto anche noi) definendone beni i percorsi sotto il profilo normativo e giuridico e, soprattutto, sotto il profilo della stessa individuazione dei danni. Ci sarà una attenzione per La Maddalena e per la Sardegna, soprattutto ci si proietterà sul futuro contribuendo giorno per giorno a costruirlo, evocando e sostenendo progetti.

Noi sapremo sicuramente vigilare su questo percorso, ma sapremo vigilare anche sul Piano dei trasporti difendendo il ruolo strategico che il sistema portuale di Olbia ha come porta della Sardegna, al servizio della Sardegna e della continuità territoriale per merci e passeggeri. E' stata inoltre ampiamente esaustiva l'esposizione approfondita e analitica che lei ha fatto, Presidente, sullo stanziamento delle risorse, quelle regionali e non, sulla loro ripartizione e fruibilità da parte della stessa Regione. Io penso, Presidente, di poterle dare atto del suo impegno e della sua Giunta nell'interesse di La Maddalena, della Gallura e di tutta la Sardegna..

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Ogni volta che sento l'onorevole Diana parlare mi ispiro comunque. Visto che la politica, la polis, non c'è più e allora l'unico rifugio è la poetica dico che voto a favore di questa mozione perché sono convinto che il fantasma e le favole sono parte integrante di ogni atto politico e di ogni atto performativo. E' una fabulazione. Ricordatevi della lettera di Edgar Allan Poe che nel racconto è imbottigliata: la bottiglia c'è, ma non c'è la lettera, è stata già rubata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Annuncio il voto contrario del Gruppo Misto alla mozione; inoltre devo anche chiedere scusa all'onorevole Mario Diana se con il reddito prodotto nella Provincia di Sassari abbiamo costretto la Sardegna, quindi anche l'Oristanese, a uscire dall'Obiettivo 1. Io credo che le cause siano altre; per esempio aver invogliato, se non costretto, alcune grosse aziende come la SARAS a spostare la sede legale da Milano alla Sardegna per avere un piccolo vantaggio, in termini di compartecipazione all'IRPEF, di qualche decina di milioni di euro, che però ci è costata 4,5 miliardi di euro. Forse è stato il trasferimento di un'unica azienda che ha comportato il superamento non dell'80, perché basta il 75,01 per cento per uscire.

G8. Oggi, oltre a parlare di G8, si è parlato di una cosa un po' più importante, secondo me - non che il G8 non sia importantissimo - si è parlato del nuovo rapporto che deve intercorre tra Stato e Regione. Nella precedente legislatura io non c'ero, ma seguendo le cronache giornalistiche rilevavo che l'opposizione accusava il presidente Soru di non essere sufficientemente grintoso nell'affermare le ragioni della Sardegna, anzi di essere debole, di non avere ottenuto a sufficienza nelle varie vertenze, da quella sulle entrate in poi. Il presidente Soru e la maggioranza di allora affermavano che si andava incontro al federalismo, che dovevamo farci carico noi dei problemi e ottenere le giuste risposte.

Oggi, lo diceva giustamente l'onorevole Diana, abbiamo appreso dal presidente Cappellacci che lo Stato italiano ha deciso di fare il G8 in Sardegna, che lo Stato italiano ha speso le nostre risorse per fare il G8 in Sardegna. Se questo è il federalismo al quale andiamo incontro io, che sono un convinto federalista, dico che questo federalismo non ci piace, questo non è il federalismo, questo è un atteggiamento di prevaricazione da parte dello Stato che impone gli eventi con i soldi degli altri. Questo è ciò che abbiamo subito, e mi auguro che sia l'ultimo episodio della politica seguita nella precedente legislatura che ha comunque qualche riflesso in questa, ma che sia l'ultimo episodio dopo la vicenda dei trasporti e quella della sanità i cui costi ci siamo caricati accollati noi.

Credo che sia importante recuperare il danno all'immagine causato dallo spostamento del G8, credo che se si liberano 50 milioni di euro della Saatchi and Saatchi, che anziché fare televisioni private potremmo utilmente…

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, Presidente, Assessori, colleghi, nel dichiarare il voto favorevole alla mozione (mozione sottoscritta da tutti i consiglieri) mi permetto nel fare alcune considerazioni di replicare anche all'onorevole Diana. E'vero, infatti, che l'età non è certo quella della media dei colleghi presenti in Aula, ma proprio per questo le orecchie funzionano bene, cioè l'udito per adesso è ancora a posto e pertanto ho potuto sentire le domande e le conseguenti risposte. Può chiedere all'onorevole Lai, all'onorevole Cuccureddu, all'onorevole Bardanzellu, addirittura l'onorevole Lai ha potuto parlare con un architetto che lavora per lo studio Boeri e può riferire quanto detto da questo architetto circa le preoccupazioni che le maestranze che lavorano sull'isola debbano semplicemente consegnare gli immobili senza l'obbligo di realizzare le opere accessorie (strade e verde) all'interno dell'Arsenale.

Per quanto riguarda il capitolato d'appalto; presidente Cappellacci, noi le chiediamo semplicemente, come si fa tra impresa e datore di lavoro, di conoscere semplicemente i tempi, perché lei ha detto che i tempi fondamentalmente sono quelli già stabiliti, perché da ciò che ha letto si desume che ci sia l'impegno a consegnare i lavori, secondo le previsioni, entro la fine di questo mese. Poi sarebbe subentrata la Protezione civile per la definizione dell'arredo e il completamento delle opere; la Protezione civile immagino non intervenga più, però basta avere una data e noi si potrà benissimo andare a La Maddalena a verificare i tempi di consegna dei lavori.

Noi certamente non ci auguriamo che non vengano consegnati i lavori, noi non vogliamo assolutamente che non ci sia futuro per La Maddalena, però, mi sia consentito, Presidente, ho ascoltato la sua replica e non mi ritengo soddisfatto. Se noi non possiamo fare il processo alle intenzioni, lei non può chiederci una fiducia preventiva; ci lasci perlomeno il beneficio del dubbio, vedremo, verificheremo tutti insieme se le opere verranno portate a conclusione, tutte, in tempi certi, rapidi, così come era stato previsto. Su questo riprenderemo con un altro dibattito. Il voto, confermo, è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (P.d.L.). Signora Presidente, pur essendo d'accordo con lo spirito della mozione, l'ho detto nel precedente intervento, il mio voto sarà contrario perché la stessa mozione è infarcita di demagogia e di dati non veritieri. Eravamo d'accordo che si avviasse un dibattito, il dibattito c'è stato e devo dire che è stato anche utile perché ha chiarito molte questioni che riguardano la vicenda del G8. Ho apprezzato anche le oneste dichiarazioni del Presidente relativamente al fatto che il G8 l'abbiamo pagato con i fondi della Regione, o quasi; questo non va tanto bene ma è la situazione data.

Aver riconosciuto questa realtà, non significa che ci dobbiamo disimpegnare sul trasferimento del G8 da La Maddalena, io credo che noi dovremmo pensare subito alla fase due, e pensare alla fase due significa che vanno completate le opere già iniziate, va completato il programma, sia che si tratti delle opere che sono state già iniziate e quasi ultimate a La Maddalena, sia che si tratti delle opere collaterali.

A mio avviso, però, una riflessione ancora va fatta; per quanto riguarda la futura gestione dei fondi FAS io credo che questo Consiglio regionale dovrà esaminare più attentamente le altre grandi emergenze presenti in Sardegna; emergenze che questa Giunta regionale, partendo dal dibattito di questa sera (dibattito produttivo e interessante), farà in modo che vengano affrontate e risolte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, come esponente dei Rosso Mori, eredi dell'autentico sardismo progressista, non posso che votare a favore della mozione. Tutto questo coerentemente con lo spirito e la tradizione sardista di lotta per il lavoro, per la sovranità e la felicità del popolo sardo. Voto a favore perché i rapporti di dipendenza del nostro destino politico ed economico dal Governo italiano si interrompano; tutto questo per creare la nostra indipendenza o, perlomeno, dei processi di indipendenza, quindi per creare il nostro reale benessere.

Ribadisco il concetto che senza lavoro, senza sviluppo delle nostre economie non ci può essere emancipazione; se il senso della politica è quello di gestire il bene della collettività, io spero che il Governo dei sardi se ne occupi con grande responsabilità e in prima persona, non delegando alle volontà politiche d'oltremare i cui interessi la storia, troppo spesso, ha dimostrato essere normalmente antagonisti..

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, farò tre considerazioni per i tre minuti di tempo a disposizione. La prima considerazione è che anche io sono rammaricato, come credo, anzi, ne sono sicuro, lo sia il presidente Cappellacci, per il fatto che il G8 non si tenga a La Maddalena, ma sono altrettanto convinto che dimostrare la solidarietà nei confronti dell'Abruzzo sia importante, più importante dell'aver accettato i rifiuti di Napoli, allora si era solidali e adesso non lo si è più.

La seconda considerazione consiste nel fatto che sono d'accordo con quello che ha detto lei, Presidente; bisogna impegnarsi, so che lei l'ha già fatto, per far sì che le risorse che erano state destinate al G8, alla Sassari-Olbia, e alle altre opere complementari non si perdano; anch'io sono convinto che i fondi FAS 2007-2013 siano ancora lì allocati, e so bene che lei sarà vigile affinché questi fondi arrivino alla nostra Sardegna.

Con piacere ho sentito le sue parole in riferimento alle risorse sui fondi del Trenino verde; Trenino verde che interessa la zona interna della Sardegna, una zona per tanto tempo abbandonata e trascurata. Mi fa piacere che abbia puntualizzato che questi fondi verranno destinati anche per la tratta del Trenino verde.

Concludo la mia dichiarazione di voto dichiarando che sono contrario a questa mozione anche per il metodo, le inesattezze e le falsità riportate nella stessa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi auguro che di G8 non se ne parli mai più, non solo in Sardegna ma nel mondo, perché il G8 è un atto di arroganza e di spocchia di pochi sulla pelle di molti; fra l'altro, credo che le esperienze passate ci abbiano insegnato che sono più i danni che ha creato, che i benefici che ha apportato, sia nei territori in cui si è svolto che nel mondo.

Questa mozione, che da subito sapevamo la maggioranza non avrebbe sottoscritto, perché sottoscriverla sarebbe equivalso a riconoscere i propri errori e limiti, voleva mettere in evidenza soprattutto il drammatico problema della crisi economica e occupazionale, evidente a tutti, che la Sardegna sta vivendo. Uno dei territori maggiormente colpiti dalla crisi è l'Arcipelago di La Maddalena e, soprattutto, l'Isola di La Maddalena che, dopo l'allontanamento degli americani, ha l'esigenza di trovare uno sbocco occupazionale e di rilancio. Noi siamo naturalmente, pienamente e consapevolmente solidali con quei territori ai quali il G8, scomodato ripetutamente in questi giorni, serviva solo per difendere (è stato richiamato sia dalla maggioranza che dall'opposizione) i fondi FAS della Sardegna, per realizzare opere, urgenti, in merito alle quali da anni si denunciano i ritardi, per esempio la Sassari-Olbia.

Le procedure previste per il G8 avrebbero consentito di recuperare quel grande ritardo che si è accumulato, come dicevo, nella realizzazione di opere fondamentali ed essenziali per l'intera Sardegna; in particolare il Nord Sardegna, con l'arteria Sassari-Olbia, denuncia drammaticamente lo stato di sofferenza per le condizioni in cui si trova, così come La Maddalena soffre un isolamento reso maggiormente evidente proprio da una rete di comunicazioni inadeguata ai tempi che viviamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Intervengo per ringraziare pubblicamente il presidente Cappellacci perché ha fugato ogni dubbio, ogni perplessità.

Ogni perplessità che da sardo, non da consigliere regionale, potevo avere dopo il famoso annuncio del cosiddetto "scippo" del G8. E finalmente oggi ho capito, grazie al contributo dell'opposizione e a quello fondamentale del nostro Presidente, che non si tratta più di uno scippo perché il 90 per cento dei fondi erano fondi della Regione Sardegna.

Guarda caso, ancora oggi, ho scoperto che la destinazione di questi fondi era stata sottoscritta dal Presidente della vecchia giunta, dall'onorevole Soru, che stamattina ci ha degnato della sua presenza, ha gettato il sasso e poi, come vedete, ha nascosto la mano perché non è presente nemmeno ad ascoltare la replica dei suoi consiglieri e del nostro Presidente.

Io mi sento pertanto assolutamente soddisfatto della replica del Presidente nonostante all'inizio potessi avere qualche remora, dettata anche da alcune giuste osservazioni fatte dai colleghi dell'opposizione. Vorrei comunque sottolineare un aspetto che mi ha colpito nella replica del Presidente, e cioè che non solo vengono confermati tutti i fondi FAS per poter essere spesi in quest'area della Sardegna e, nello specifico a La Maddalena, ma soprattutto che con decreto presidenziale vengono mantenute le procedure. Penso sia questo l'elemento più importante, cioè che vengono mantenute le procedure d'urgenza che avevano determinato la stessa attuazione del programma legato al G8.

Per queste ragioni, caro Presidente, io voto un no convinto anche contro tante faziosità che ho sentito da stamattina fino a questa tarda ora della serata e che hanno toccato il culmine nell'intervento del presidente Soru che, più che affrontare il problema specifico, ha fatto nei tre quarti del suo intervento le solite polemiche spicciole nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ribadisco con convinzione il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Colleghi del Consiglio, anch'io annuncio il voto del Gruppo dei Riformatori contro questa mozione e utilizzo la dichiarazione di voto esclusivamente per fare una riflessione: e cioè che noi siamo soddisfatti sia del dibattito in Aula sia di ciò che il presidente Cappellacci ha consegnato all'Aula in risposta a una mozione presentata dal centrosinistra e alle tante osservazioni che i colleghi del centrosinistra hanno ritenuto di fare.

Devo dire, in primo luogo, che apprezziamo lo spirito con cui il presidente Cappellacci ha portato le sue ragioni in Aula. E' stato uno spirito aperto alle osservazioni formulate dai colleghi del centrosinistra alle quali si è risposto con puntualità , addirittura confermando una parte dei ragionamenti che lo stesso presidente Soru aveva introdotto in quest'Aula. Io credo pertanto che sia uno spirito costruttivo che debba essere apprezzato dai colleghi della minoranza e che introduce un costume nuovo in questa Aula, rispetto a quello che eravamo stati abituati a vedere nei cinque anni precedenti.

Devo dire, in secondo luogo, di aver apprezzato anche nella sostanza ciò che è stato detto; i ragionamenti svolti dal presidente Cappellacci, se ci spogliamo della nostra "giacchetta" politica, sono infatti difficilmente controvertibili e, quindi, avrebbero forse meritato da parte dei colleghi della minoranza una differente risposta nel merito.

Colleghi, la riflessione con cui concludo è questa: stiamo votando (nel senso che l'Aula si esprime sulla mozione e poi su un ordine del giorno) all'inizio della legislatura su due argomenti importanti. Due argomenti sui quali forse vi è, pur con delle differenziazioni, un comune sentire tra maggioranza e minoranza, ma anche col Presidente per come si è mosso in questa vicenda.

Voi ci avete detto tante volte di dare forza alla Sardegna dando forza all'azione del Presidente. In questo caso se noi, come sembra, finiremo col dividerci sulle votazioni finali, non staremmo dando forza alla Sardegna, e non staremmo dando forza alla Sardegna esclusivamente per motivi di schieramento perché il dibattito in Aula ha dimostrato che su entrambi gli argomenti siamo in larga parte d'accordo. Vi state assumendo una grossa responsabilità all'inizio di legislatura facendo una cosa diversa da quella che, durante le dichiarazioni programmatiche, avete detto che avreste voluto fare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Intervengo innanzitutto per annunciare il voto a favore della mozione e per ribadire, dopo aver sentito il presidente Cappellacci e legandomi anche alle osservazioni del collega Massimo Zedda, che noi vogliamo verificare se il 31 maggio saranno completati o comunque razionalizzati i lavori nel territorio di La Maddalena. Io, nonostante la sua spiegazione sia apparsa molto chiara, continuo ad avere delle perplessità sull'emendamento del governo.

Vorrei che lei comunque, a nome della Sardegna, rappresentasse le istanze della Sardegna anche in merito a questo emendamento che in alcune sue parti (chi deve mettere i fondi e per che cosa) non risolve gli equivoci. Voglio poi ribadire soprattutto nei confronti dei tanti colleghi che, diversamente da lei, Presidente, che su questo punto non ha detto una parola e secondo me ha fatto molto bene, hanno parlato del concetto di solidarietà, che la solidarietà in questa questione non c'entra niente. Hanno addirittura evocato la solidarietà data a suo tempo dalla Regione Sardegna alla Regione Campania per quanto riguarda l'immondezza.

Noi, a differenza di altri che sono andati a lanciare sacchetti a casa del Presidente uscente, come tutti sappiamo, non siamo andati a "fare terremoti" a casa di nessuno perché, come abbiamo già ribadito, è una questione di scelte politiche. Da un punto di vista mediatico può essere molto importante lo spostamento in Abruzzo del G8, nessuno può disconoscere questo, ma io ripeto che si poteva tenere il G8 a La Maddalena, bastava non comprare, decisione del vostro governo, 131 aerei da combattimento F35, per un costo di 13 miliardi di euro che serviranno per l'operazione di peace-keeping: 13 miliardi di euro, non noccioline!

Bastava fare una scelta diversa andando incontro alla popolazione dell'Abruzzo, certamente, con la quale noi siamo totalmente solidali, e concludendo il percorso iniziato in Sardegna. La solidarietà il Governo nazionale poteva dimostrarla in tutt'altra maniera, ma non mettendo in contrapposizione la Sardegna con l'Abruzzo, una contrapposizione che proprio non esiste.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intervengo per esprimere il mio voto a favore della mozione anche perché, essendo uno dei firmatari, non posso che essere coerente con quello che ho deciso di fare ieri. Anch'io, però, sono convinto che, rispetto a quello che ha vissuto in passato e sta vivendo in questi giorni l'isola di La Maddalena, in altri territori sono presenti priorità determinate da una situazione socio-economica che da molte zone della Sardegna è vissuta in modo completamente diverso.. Su La Maddalena, l'ho detto nel corso della discussione generale sulla manovra finanziaria 2009, c'era però un progetto complessivo che impegnava il Governo nazionale e la Regione Sardegna; e la mozione tendeva soprattutto a far chiarezza sul mantenimento di quegli impegni che il Governo nazionale aveva assunto con la Sardegna nel momento in cui venne deciso che il G8 si sarebbe svolto a La Maddalena.

Il Presidente del Consiglio aveva tentato un'altra volta di spostare il G8 (voleva trasferirlo a Napoli) e noi non gliel'avevamo permesso; lo ha fatto in questo momento e voi accondiscendete alla scelta del Governo, una scelta criticabile soprattutto per le modalità visto che qualche consigliere di maggioranza ha riferito di aver appreso la notizia, e questo vale anche per il Presidente della Giunta regionale, così come tutti i cittadini sardi dalle televisioni.

Io credo che con questa mozione noi tutti , centrodestra, centrosinistra, la Giunta regionale, intendessimo costringere il Governo per il prossimo futuro al completamento dei progetti previsti a La Maddalena. Ci consenta, Presidente, di dire che gli atti messi in campo sino ad oggi dal Governo Berlusconi certamente non possono, da parte nostra, riscuotere fiducia per il proseguo dell'attività del suddetto Governo. Quanto poi Berlusconi in prima persona tenga alla Sardegna lo ha dimostrato nel momento in cui ha costituito un Esecutivo composto da quasi cento persone dove non è presente neanche un sardo, lo ha dimostrato nel momento in cui il Cipe ha cancellato completamente la Sassari…

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI MARCO (P.D.). Intervengo innanzitutto per annunciare il mio voto a favore della mozione, ma anche per sottolineare (credo sia utile) alcune cose che sono state dette questa sera. Dal presidente Cappellacci abbiamo imparato che tutte le risorse FAS rimangono nella disponibilità della Sardegna, non mi riferisco solo a ciò che è accaduto in queste settimane, ma alle decisioni del Governo adottate ad ottobre e alle delibere Cipe;verificheremo. Mi sembra una formulazione azzardata, ma avrei voluto, e credo che sarebbe stato necessario, che su alcuni impegni legati alle anticipazioni dei fondi FAS si capisse quando saremo in grado di fare le opere collegate, cioè tutte le opere inizialmente previste, a partire dalla Sassari-Olbia; perché c'è una bella differenza nel fare una cosa in vent'anni o in due.

Abbiamo imparato che 96 milioni di attrattori turistici che erano stati assegnati alla Sardegna sono stati già spostati e c'è stato solo un artificio contabile. No, quei soldi secondo me sono stati sottratti alla Sardegna con il D.P.C.M. di ottobre; chiamiamo le cose con il loro nome! Abbiamo imparato che il decreto va benissimo così, in realtà credo che quello sia il terreno sul quale la Giunta regionale e il Presidente della Regione si devono impegnare di più perché non ha senso che si anticipi al 1º marzo la ricontrattazione di tutti gli accordi, perché è necessario che ci sia un risarcimento vero nei confronti della Sardegna e anche degli operatori economici.

Sono state dette anche altre cose di un'assoluta imprecisione; l'onorevole Cuccureddu ci ha spiegato che siccome qualche azienda che opera in Sardegna è stata invitata ad avere la sede legale nell'isola perdiamo di conseguenza 5 miliardi di euro di fondi strutturali. Perdiamo le risorse dei fondi strutturali perché il governo Berlusconi si accordò affinchè la Sardegna potesse uscire dall'Obiettivo 1, nonostante la norma sull'insularità. Giusto per dire le cose come stanno, se no qua si può dire tutto e con il 12,6 per cento dei fondi FAS noi abbiamo la stessa quota che sarebbe stata nostra se fossimo stati nell'Obiettivo uno.

Noi continueremo a vigilare perché difendere le nostre risorse è fondamentale per avere un corretto rapporto con lo Stato e poter continuare a governare il nostro sviluppo. Siamo qui per questo, se siete d'accordo sulle cose che diciamo vi direi di votare anche voi questa mozione in questo spirito se nel merito abbiamo detto di essere d'accordo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signora Presidente, Presidente, Assessori, colleghi, annuncio il mio voto favorevole alla mozione che ho sottoscritto insieme agli altri colleghi. Presidente, lei ha provato a giustificare la sua posizione che a mio avviso è apparsa debole e insufficiente, quello che è accaduto non so se è uno "scippo" come è stato detto, certo è un atto di arroganza, è un atto di prepotenza inaudita compiuto sulla testa dei sardi e della Sardegna dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Diciamo, senza problema alcuno, che la solidarietà, richiamata per giustificare lo spostamento del G8, non c'entra nulla; il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva già tentato di spostare il G8 quando c'era il problema dell'immondezza a Napoli, perché l'obiettivo era spostarlo da La Maddalena e trasferirlo laddove avrebbe potuto avere ovviamente un'eco più vasta, anche se certamente spetta a lui scegliere su dove far svolgere il summit.

Finiamola con questa commedia di falso pietismo, la solidarietà non si esprime così, non è spostando il G8 in Abruzzo che questa regione risorge. La solidarietà si esprime con altre operazioni. Io credo che la Sardegna abbia subìto un danno, la Sardegna ha visto calpestati i suoi diritti, La Maddalena ha subito un danno, tutti i sardi hanno subito un danno; questo è stato compiuto sulla nostra testa e quello che appare è che questo governo regionale non è stato all'altezza di difendere i diritti dei sardi e della Sardegna. Ribadisco pertanto che voterò a favore di questa mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Annuncio il voto contrario e faccio una precisazione, credevo di essere stato chiaro però evidentemente non lo sono stato abbastanza. Non si perde neanche una risorsa, voglio tranquillizzare in particolare l'onorevole Meloni sul fatto che i fondi relativi agli attrattori culturali erano e sono nella disponibilità della Regione Sardegna, così come tutti gli altri fondi che erano stati programmati a valere su quelle opere.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 5.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cocco Daniele ha votato a favore e che i consiglieri Artizzu, Contu Mariano e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 21

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Continuazione della discussione della mozione Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu - Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo

54 del Regolamento. (4)

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno reca la prosecuzione della discussione della mozione numero 4, Cocco e più, alla quale sono stati presentati due ordini del giorno. Se ne dia lettura.

(Si riporta di seguito il testo degli ordini del giorno:

Ordine del giorno : Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu -Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara -Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE :

A SEGUITO del dibattito promosso sulla crisi occupazionale ed industriale del Sulcis - Iglesiente, con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia s.p.a. di Iglesias;

TENUTO CONTO che:

- risulta dai dati diffusi da fonti ufficiali ISTAT e dell'Osservatorio del mercato del lavoro della Regione, e da informazioni provenienti dalle organizzazioni sociali, un progressivo, preoccupante sostanziale crollo della occupazione in Sardegna e il permanere di una forte incidenza di lavoratori precari (oltre il 20 per cento degli occupati) e di lavoro irregolare;

- tale situazione è particolarmente grave in alcuni territori dell'Isola, da oltre 20 anni, ripetutamente colpiti da processi di destrutturazione produttiva e deindustrializzazione, con pesanti e disgreganti conseguenze che si ripercuotono sulle condizioni di vita delle popolazioni;

- in relazione all'aggravarsi dello stato di crisi dell'intera economia del Sulcis-Iglesiente, e soprattutto dell'apparato produttivo industriale: Eurallumina, Otefal Sail, Portovesme Srl, Alcoa, Rockwool, Carbosulcis, è stata promossa, nelle scorse settimane, una grande e significativa azione dell'intero territorio nelle sue rappresentanze sociali, primi fra tutti i sindacati dei lavoratori, le organizzazioni di categoria, gli amministratori locali e regionali, per attivare una forte e convinta difesa delle capacità produttive di quello storico polo energetico-industriale;

CONSIDERATO l'aggravarsi della situazione e in questi giorni - in modo particolare - quello dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, a rischio di chiusura, con la conseguente perdita di Circa 100 occupati diretti e altrettanti nell'indotto;

considerato, inoltre, che tutto ciò avviene in attesa che:

a) finalmente si dia soluzione al problema energetico, che darebbe una più solida prospettiva alla Carbosulcis, tale da consentire un incremento produttivo e occupazionale;

b) si realizzi un piano operativo adeguato alle esigenze di tutela del territorio, di bonifica delle situazioni compromesse principalmente dalle attività estrattive ex partecipazioni statali;

c) si promuovano investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali, nel turismo, nell'ambiente, nell'agricoltura e nel settore marittimo (pesca e nautica) ;

d) Nel corso del dibattito è emersa l'esigenza di affrontare in modo più compiuto tutti gli argomenti della crisi industriale e produttiva della Sardegna, che è anche crisi sociale ed occupazionale, in un aggravato quadro di difficoltà economica internazionale, attraverso una specifica formale seduta da definirsi nella prossima programmazione dei lavori consiliari,

IL CONSIGLIO REGIONALE :

in attesa dello svolgimento della predetta seduta,

impegna la Giunta regionale

ad assumere le necessarie iniziative finalizzate a:

1) mantenere in attività lo stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, a rischio di chiusura per decisione unilaterale dell'azienda, che appare immotivata in relazione alla qualità della produzione e alla redditività dell'impianto;

2) a promuovere le necessarie interlocuzioni con la proprietà della predetta azienda, coinvolgendo non solo l'Assessorato competente in materia di industria, ma anche la SFIRS, al fine di verificare la possibilità di acquisizione dello stabilimento da parte di altro soggetto imprenditoriale ed eventualmente le modalità utili alla diretta partecipazione regionale;

3) avviare ogni intervento funzionale al mantenimento dell'occupazione, assicurando ai lavoratori gli eventuali necessari periodi di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) e adeguati percorsi formativi di aggiornamento, qualificazione e riconversione professionale proiettati verso la ripresa produttiva e lavorativa. (1)

Ordine del Giorno Diana Mario - Capelli - Vargiu - Planetta - Cuccureddu sulla crisi occupazionale e industriale che interessa diverse aree della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione dell'esame della mozione n. 4 (Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu - Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias),

PREMESSO che:

- risulta dai dati diffusi da fonti ufficiali ISTAT e dell'Osservatorio del mercato del lavoro della Regione, e da informazioni provenienti dalle organizzazioni sociali, un progressivo, preoccupante sostanziale crollo della occupazione in Sardegna e il permanere di una forte incidenza di lavoratori precari (oltre il 20 per cento degli occupati) e di lavoro irregolare;

- tale situazione è particolarmente grave in alcuni territori dell'Isola, da oltre 20 anni, ripetutamente colpiti da processi di destrutturazione produttiva e deindustrializzazione, con pesanti e disgreganti conseguenze che si ripercuotono sulle condizioni di vita delle popolazioni;

- in relazione all'aggravarsi dello stato di crisi dell'intera economia, ed in particolare dell'apparato produttivo industriale, del Sulcis-Iglesiente, della Sardegna centrale e dell'area di Porto Torres, sono state promosse a più riprese, negli ultimi mesi, importanti e significative azioni dei singoli territori nelle loro rappresentanze sociali, primi fra tutti i sindacati dei lavoratori, le organizzazioni di categoria, gli amministratori locali e regionali, per attivare una forte e convinta difesa delle capacità produttive della Sardegna;

CONSIDERATO che:

- l'aggravarsi della situazione che, nelle ultime settimane, ha portato alla chiusura di importanti realtà produttive dell'industria sarda, con la conseguente perdita del posto di lavoro per centinaia di dipendenti delle aziende e dell'indotto;

>

- altresì, tutto ciò avviene nell'attesa che:

a) finalmente si dia soluzione al problema energetico, che darebbe una più solida prospettiva alle cosiddette "industrie energivore", tale da consentire loro un incremento produttivo e occupazionale;

b) si realizzino piani operativi adeguati alle esigenze di tutela dei diversi territori, di bonifica delle situazioni compromesse principalmente dalle attività estrattive ex partecipazioni statali e dalla presenza di attività industriali fortemente inquinanti;

c) si promuovano investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali, nel turismo, nell'ambiente, nell'agricoltura e nel settore marittimo (pesca e nautica),

impegna la Giunta regionale

ad adottare le necessarie iniziative finalizzate a:

1) mantenere in attività gli stabilimenti per i quali si profila la chiusura nonostante la qualità della produzione e la redditività degli impianti;

2) promuovere le necessarie interlocuzioni con i titolari delle aziende in crisi, al fine di favorirne la cessione a soggetti interessati al loro rilancio, eventualmente anche con il ricorso alla partecipazione regionale da attuarsi per il tramite della Sfirs;

3) avviare ogni intervento funzionale al mantenimento dell'occupazione, assicurando ai lavoratori gli eventuali necessari periodi di cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) e adeguati percorsi formativi di aggiornamento, qualificazione e riconversione professionale proiettati verso la ripresa produttiva e lavorativa;

4) attivare con il Governo un confronto - con la partecipazione di tutte le organizzazioni sindacali, sociali, economiche e con le istituzioni dell'Autonomia sarda - ormai assolutamente ineludibile, sulla grave e pesantissima crisi produttiva della Sardegna, colpita dal negativo andamento dell'economia italiana e internazionale e con picchi intollerabili di disoccupazione soprattutto nelle aree industriali storiche;

5) avviare una vasta campagna di bonifica dei siti industriali sardi a totale carico dello Stato;

6) mettere in atto tutte le iniziative finanziarie e politiche per favorire l'insediamento di nuove aziende, compatibili con l'ambiente, nelle aree della Sardegna centrale, di Porto Torres e del Sulcis. (2)).

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, intende sostituire la mozione con l'ordine del giorno, oppure mantiene la mozione e quindi decade l'ordine del giorno? Le ricordo che l'ordine del giorno non può essere illustrato.

COCCO PIETRO (P.D.). Non intendo illustrare l'ordine del giorno, devo motivare la ragione per cui è stato presentato. L'ordine del giorno è stato presentato perché dalle interlocuzioni avute ieri sembrava fosse emersa la volontà di trovare una sintesi con i partiti di centrodestra, con la maggioranza, per la stesura di un documento unitario. Poiché questo non è avvenuto ovviamente io ritiro l'ordine del giorno e tengo in piedi la mozione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno numero 1 è stato ritirato. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Chiedo una breve sospensione della seduta.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni la richiesta dell'onorevole Uras è accolta. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 07, viene ripresa alle ore 19 e 08.)

PRESIDENTE. Colleghi, la discussione della mozione numero 4 è sospesa.

Discussione della mozione Capelli - Pittalis - Ladu - Mula - Maninchedda - Barracciu - Cucca, sulla vendita delle sedi della

Banca d'Italia di Nuoro (1)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 1, Capelli e più, sulla vendita delle sedi della Banca d'Italia di Nuoro.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Capelli - Pittalis - Ladu - Mula - Maninchedda - Barracciu - Cucca, sulla vendita della sede della Banca d'Italia di Nuoro.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- lo smantellamento di settori importanti dell'amministrazione statale e regionale sta producendo il depauperamento e talvolta la scomparsa dei servizi essenziali nella città e nella Provincia di Nuoro: la chiusura di scuole, banche e poste, enti turistici e della formazione professionale, ISOLA, uffici dei giudici di pace, comunità montane e consorzi, soprintendenza archeologica, uffici periferici del Ministero dell'interno - per citarne solo alcune verificatesi negli ultimi anni - sono il segno tangibile del lento ma inarrestabile abbandono del territorio nuorese da parte di Stato e Regione;

- detta soppressione di uffici e servizi, inoltre, è stata condotta senza alcuna effettiva contropartita verso gli abitanti dell'interno, e ciò nonostante le legittime aspettative suscitate ed incrementate con impegni e promesse dai governi regionali e statali che si sono susseguiti nel tempo;

- la popolazione del nuorese attende, infatti, da anni la realizzazione di progetti importanti per la città e il suo territorio, come la Scuola forestale - per la quale si sono fatti finora accordi di programma e grandi proclami, ma senza alcuna certezza sugli stanziamenti e sulla scelta della sede - e l'Università, che rischia invece un lento declino;

CONSIDERATO che:

- diversi impegni assunti per la realizzazione di importanti servizi nella città di Nuoro sono finora rimasti sulla carta e che spesso i relativi stanziamenti sono stati destinati ad altre realtà territoriali, come di recente è accaduto per la sede di Abbanoa;

- la popolazione della Sardegna centrale da troppo tempo subisce il disfacimento del proprio sistema economico, ed ora assiste all'ulteriore smantellamento dei servizi da parte di Stato e Regione;

CONSTATATO che la decisione di chiudere, fin dal prossimo 2 ottobre 2009, la sede provinciale della Banca d'Italia infligge un nuovo dolorosissimo taglio ai servizi, ai posti di lavoro e un durissimo colpo alla economia, resa ormai asfittica, incerta e traballante anche a causa del continuo e progressivo smantellamento operato dal Governo nazionale;

APPRESO dagli organi di stampa che la sede della stessa Banca d'Italia sarebbe stata posta in vendita per una somma pari a 10.500.000 euro;

RITENUTO che:

- lo Stato Italiano, e per esso il Governo, debba riconoscere alla città e alla Provincia di Nuoro un risarcimento dovuto ai danni conseguenti alla chiusura di importanti servizi pubblici primari;

- a parziale riconoscimento di tali danni, l'immobile della sede provinciale nuorese della Banca d'Italia debba essere trasferito all'amministrazione provinciale o a quella comunale,

impegna il Presidente della Regione

ad assumere nei confronti del Governo nazionale tutte le opportune iniziative affinché i vertici della Banca d'Italia dispongano la cessione della sede provinciale nuorese all'amministrazione provinciale o comunale di Nuoro al prezzo simbolico di 1 euro. ). (1)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

CAPELLI (U.D.C.). Io sarò molto breve nell'illustrazione di questa mozione, non mancando però di sottolineare(mi rivolgo al collega Maninchedda unico presente degli altri firmatari di questa mozione)che sarebbe il caso di presentare un emendamento per aggiungere alla dicitura "di Nuoro" anche "e di Oristano" perché il problema è simile, decisamente sovrapponibile. Nella premessa dell'illustrazione della mozione, che non mi attarderò ad esporvi perché mi sembra abbastanza chiara nella sua esplicitazione, si fa riferimento alla disattenzione da parte degli organi statali, ma anche regionali, nei confronti di realtà che vengono abbandonate appunto dalle istituzioni e che, nel contempo, visto che abbiamo parlato in queste ore, in questa giornata, dei danni conseguenti all'abbandono, o ai ripensamenti dello Stato, non usufruiscono di nessun ristoro dei danni.

Questa mozione vuole essere una provocazione (non solo e semplicemente questo), al fine di interessare la Giunta affinché intervenga presso sia il Governo centrale che gli organi della Banca d'Italia, perché, vista la dismissione delle sedi operata da quest'ultima nella provincia di Nuoro e Oristano, quantomeno i beni di proprietà della stessa banca possano essere trasferiti alla Regione, agli enti locali - Provincia o Comune - al prezzo simbolico di 1 euro. E' un modo di riconoscere parzialmente un danno che a quella comunità crea per l'ennesima volta l'abbandono dello Stato; abbandono che non condividiamo, comunque, e che riteniamo di dover stigmatizzare con altre iniziative e anche in altre sedi.

Vorrei far notare ai colleghi, soprattutto ai colleghi firmatari e a quelli che ancora hanno la pazienza di essere qui a quest'ora in Aula, che questa è la mozione numero 1 di questa legislatura; bene, , abbiamo affrontato la finanziaria, le alluvioni del 2008 a Capoterra, abbiamo discusso sulla crisi industriale del Sulcis, abbiamo discusso poc'anzi sulle conseguenze del trasferimento del G8 da La Maddalena, ovviamente non poteva mancare il nuorese, perché la situazione di crisi interessa realmente tutta la nostra Regione, con aspetti diversi, ma con le stesse conseguenze.

E' singolare però che la mozione numero 1 venga discussa non in ordine cronologico ma dopo altre; ma è tanto singolare perché - lo dico soprattutto a chi inizia l'approccio con quest'Aula - è una costante. Collega Maninchedda, collega Mariani, collega Ladu, colleghi tutti, è una costante, perché interessa una porzione della Sardegna, le cosiddette zone interne, di cui tutti parlano nei dibattiti, negli incontri e nei programmi elettorali, ne parlano molto, diffusamente, però all'atto pratico si mette la mozione numero 1 come terza, perché l'interesse è basso, perché l'interesse su una situazione, ormai drammaticamente compromessa, è basso.

E questa non è la risposta che dovrebbe dare un Consesso come questo, non è la risposta che dovrebbe dare un Governo, sia pure il nostro, ma questa è una storia che viene da lontano, un Governo a cui io chiedo un'inversione di tendenza, noi chiediamo inversioni di tendenza, quantomeno di intervenire presso il Governo centrale perché si apra una fase di quella cosiddetta politica (l'onorevole Steri mi aiuterà), contestativa; una politica contestativa che deve riguardare tutti.

E' chiaro pertanto che un fatto che per molti può essere minimale, la chiusura della Banca d'Italia in una provincia, o in due province perché, ripeto, è interessata anche la provincia di Oristano (le due province stanno seguendo un comune destino), può essere invece devastante in una provincia, in una città già martoriata.

Posso ricordare gli impegni della precedente Giunta sulla sede regionale di Abbanoa che è stata spostata altrove. Ma lancio un altro campanello d'allarme; questa Aula aveva deliberato l'istituzione della scuola forestale di valenza regionale nell'ex albergo ESIT di Nuoro, ebbene, sappiate che stanno iniziando le prime discussioni perché quelle leggi finanziarie, quegli stanziamenti non vengano rispettati; è chiaro che questo non avverrà, saranno rispettati fino in fondo, ma c'è chi ancora ci prova.

Non vorrei stare qui a fare l'elenco delle situazioni drammatiche dal punto di vista economico, culturale, sociale di quel territorio, le sto semplicemente e brevemente elencando come ricordo mnemonico per chi, nel confronto col Governo, spero riesca anche ad inserire la mozione numero 1 (discussa al terzo punto in quest'Aula) che tratta un'esigenza reale di un territorio e quindi possa essere, anche come fatto simbolico, un segnale di attenzione per un'area che ha bisogno non più di parole e di discorsi, ma di interventi reali, non più di interventi demagogici, di assistenza e assistenziali, ma di interventi strutturali che non si sostituiscano ovviamente alle parti produttive di quel territorio, gli enti, le Regioni, lo Stato, ma che possano contribuire per dare una nuova vitalità e una nuova occasione, che noi chiamiamo nuova anche se non c'è mai stata.

Io direi che posso concludere qui l'illustrazione, chiarissima, di questa chiarissima mozione. Credo che il sostegno dell'Aula sia dovuto, non a caso questa mozione è bipartisan, non ha un colore politico, non ha le firme della sua maggioranza, ha anche le firme di alcuni componenti della minoranza che, volutamente, hanno voluto firmarla perché si rappresentasse non un problema di campanile, ma una richiesta di attenzione. Volutamente è stata portata all'attenzione dai colleghi che sono stati eletti da quel territorio ma, ripeto, non circoscriviamola ad un fatto di campanile, perché significherebbe che non ha provocato l'attenzione dovuta, e non c'è stato neanche il raggiungimento del risultato voluto.

Forse non è neanche il caso, questo lo vedranno i colleghi, di aprire una discussione sul tema, basterà l'espressione di un voto favorevole o contrario, e soprattutto, quello che si richiede, è l'attenzione della Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Signora Presidente, a me sembra che questa mozione, al di là del problema effettivamente rilevante che pone, richiami l'attenzione su due problemi di carattere generale. Il primo problema riguarda ancora una volta il rapporto Stato-Regione in relazione alla allocazione e allo svolgimento di servizi statali. Lo Stato, oggi, in base alla disciplina vigente è libero di prendere del tutto autonomamente, senza neanche necessità di consultare la Regione sarda, le decisioni che intende assumere, è libero di fare questo anche in relazione a decisioni di competenza della Regione; cioè quando la Regione ha istituito le province regionali, nessun obbligo è sorto in capo allo Stato, neanche di dare una risposta sull'adeguamento del proprio ufficio.

Io ritengo quindi che questa mozione ci ponga un problema più generale che è quello di richiedere una norma di attuazione che vincoli lo Stato, quanto meno, a consultare la Regione ogni qualvolta voglia introdurre delle modifiche, sia nel senso di chiudere, sia nel senso di aprire propri uffici locali nella Regione sarda. E' quindi questa un'attività che può essere richiesta alla Giunta, sia integrando questa mozione, sia ipotizzando la predisposizione di un'altra. Forse è anche il caso di verificare la possibilità di sostituire i componenti della Commissione di rappresentanza regionale, la Commissione paritetica, con dei componenti che abbiano anche una caratura politica e che siano in grado di portare avanti tutte queste rivendicazioni.

Il secondo problema, sempre di carattere generale, attiene all'applicazione dell'articolo 14 dello Statuto. Su questo confesso di non aver studiato il problema e di non poter dare una risposta certa, si tratta però di controllare la natura giuridica della Banca d'Italia nel 1948, e in che data l'edificio di cui si chiede il trasferimento è stato acquisito in proprietà dalla Banca medesima. Se per avventura la Banca d'Italia dovesse poter essere qualificata quale azienda dello Stato alla data del '48, ebbene questo bene rientrerebbe all'interno dei beni trasferibili in capo allo Stato, quindi non chiederemmo neanche il trasferimento nummo uno, ma chiederemmo il trasferimento di diritto del bene.

E' esattamente quello che è stato affermato sia dal tribunale, sia dagli accordi transattivi raggiunti tra lo Stato e la Regione, per esempio, per quanto riguarda tutti i beni della Manifattura tabacchi; ed è anche quello che la Regione deve fare per quanto riguarda tutti i beni di proprietà delle Ferrovie dello Stato e delle Poste dello Stato. Per esempio, negli accordi di cui tanto si parla che riguardano la città di Olbia, in cui si prevede la chiusura della stazione centrale ad Olbia e il trasferimento in periferia, ebbene tutte le aree che le Ferrovie dismettono sono aree di proprietà della Regione, aree che la Regione, Giunta Soru, ha già rivendicato con una lettera, per quanto mi consta, firmata dall'allora direttore generale, Fulvio Dettori, e dall'allora direttore generale, Gabriele Asunis.

Ecco quindi che bisogna compiere un approfondimento, se dovesse risultare che la Banca d'Italia al '48 era qualificabile quale azienda dello Stato e questo bene in quell'anno era già di proprietà della Banca d'Italia la Regione ha diritto a chiedere il trasferimento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, Assessore, colleghi, non che voglia dar ragione all'onorevole Capelli ma, indubbiamente, gli unici temi importanti non è detto che siano il G8, i problemi di La Maddalena o di altri territori della Sardegna. Io ho letto la mozione e la condivido, la condivido nello spirito, onorevole Capelli, mi rivolgo a lei (intendendo lei e gli altri colleghi che l'hanno sottoscritta) perché immagino volesse suscitare un dibattito sull'abbandono da parte dello Stato e della Regione di diverse zone dell'isola; zone dove, certe volte, si ha l'impressione che lo Stato sia presente solo con le forze dell'ordine: polizia, carabinieri, i Cacciatori di Sardegna. E' giusto che le forze dell'ordine siano presenti perché ognuno di noi tiene alla sicurezza, e c'è bisogno di sicurezza, però uno Stato e una Regione non possono essere presenti solo attraverso i sistemi di prevenzione per la sicurezza.

Potremmo discutere circa l'opportunità di mantenere i Consorzi industriali, almeno nella forma attuale, però perché si crei uno sviluppo alternativo c'è bisogno della presenza dello Stato, e in un territorio come quello del Nuorese dove ogni chiusura di ufficio, di sportello, crea un discrimine, crea un impedimento rispetto alla prospettiva futura e all'alternativa che forse non ci sarà, lo Stato e la Regione devono essere presenti anche in altro modo; e quindi, come diceva lo stesso onorevole Capelli, attraverso la scuola, attraverso l'università, possibilmente di qualità anche nel Nuorese, attraverso la valorizzazione, ad esempio, dell'Università di scienze forestali che potrebbe essere un polo di attrazione anche per giovani provenienti dal resto della Penisola e dal resto dell'Europa, se noi ne facessimo un polo di eccellenza.

Forse è inutile pensare a un polo di eccellenza per facoltà come Scienze politiche o Economia; invece si potrebbe utilizzare quell'immobile proprio per creare un polo d'eccellenza per materie come Scienze forestali, o comunque quello che decideranno le amministrazioni locali. Chiudo dichiarando il voto favorevole in quanto condivido la mozione presentata dai colleghi di maggioranza e di opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (P.d.L.). Signora Presidente, Assessori e colleghi… io chiedo scusa, ma…

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di non disturbare l'oratore.

LADU (P.d.L.). Non è me che disturbano questo è un problema serio per cui io vorrei che, se lo stiamo portando alla discussione dell'Aula, ci fosse una maggiore attenzione. Il dato importante, Presidente, è che noi abbiamo presentato questa mozione che riguarda la chiusura della sede della Banca d'Italia a Nuoro, come spunto per parlare della situazione che sta vivendo oggi la Provincia di Nuoro, della situazione che stanno vivendo oggi le zone interne della Sardegna.

Sia chiaro che la chiusura della sede della Banca d'Italia è emblematica, al di là della proposta un po' provocatoria che ne chiede l'acquisizione da parte della Regione, per poi darla al Comune o alla Provincia, è la dimostrazione effettivamente che è in atto una fuga dello Stato e della Regione da questi territori della Sardegna che sono oggi in grande difficoltà, e che quindi stanno vivendo un momento sociale ed economico particolare.

Chi vive in quelle zone effettivamente vede di giorno in giorno il dissolversi, è questo il motivo di preoccupazione, di un tessuto sociale ed economico che ha caratterizzato lo sviluppo di quei territori in questi anni. Bene, noi vediamo che c'è una situazione di abbandono verso questi territori e, naturalmente, ha delle grandi responsabilità la politica che ha guidato quel territorio.

Ma noi diciamo più chiaramente che le grandi responsabilità, per quanto riguarda questo stato di cose, oggi sono dello Stato e della Regione in primis, perché se noi verifichiamo quello che è successo in questi ultimi dieci anni, vediamo che il territorio è stato completamente stravolto. Si è passati da una politica di decentramento di servizi nel territorio dei primi anni del dopoguerra , con conseguente maggiore vivibilità nei paesi e nelle campagne, ad una politica, oggi, di cancellazione di questi servizi. Gli stessi comuni si stanno spopolando, sono diventati dei cumuli di case vuote.

Io credo che questa sia una riflessione, colleghi del Consiglio regionale, che noi dobbiamo affrontare, perché quello che sta succedendo oggi all'interno dei comuni della Sardegna è un fatto che deve veramente preoccupare. Stanno chiudendo le scuole, stanno chiudendo gli uffici postali, la gente è costretta a spostarsi. La situazione dal punto di vista dei trasporti e della rete stradale è quella che è, non si stanno facendo più interventi per togliere dall'isolamento questi comuni; difficilmente una giovane famiglia, oggi, preferisce abitare in questi territori, anche perché non ci sono servizi, si può spostare con molta difficoltà all'interno dei comuni, raggiunge difficilmente i servizi che spesso sono lontani dal punto dove abita. Quindi c'è una situazione che richiederebbe una apposita discussione da parte di questo Consiglio regionale .

Io credo che su questi argomenti (effettivamente la gente è anche stanca dopo una giornata di dibattiti), noi ci torneremo, perché c'è tutta una serie di temi importanti (la grave crisi dell'industria, soprattutto quella tessile nella Provincia di Nuoro, quella della chimica) che questo Consiglio regionale si dovrà far carico di affrontare.

Oggi è in atto una serie di manifestazioni; la Giunta regionale in questi giorni è stata invitata in provincia di Nuoro, al capezzale del malato, per cercare di trovare una soluzione a questa crisi, che è veramente drammatica. Io credo che quello che sta succedendo in quelle zone debba far riflettere la Giunta regionale, debba far riflettere il Consiglio regionale della Sardegna.

L'ultima situazione di crisi riguarda l'Università nuorese che era stata istituita con legge. Bene, noi vediamo che, un colpo dopo l'altro, quella che era una speranza della Provincia di Nuoro, cioè la creazione di una Università in grado di favorire il completamento degli studi anche per i figli delle famiglie meno abbienti, oggi sta venendo meno; quella università, a causa di una serie di provvedimenti, anche regionali, che non ne hanno favorito la crescita, di fatto sta per chiudere i battenti.

Non voglio continuare il ragionamento perché mi rendo conto, ripeto, che la gente forse è un po' stanca e questo argomento richiederebbe magari maggiore concentrazione. Anche io, pur non avendo voglia di parlare in una situazione come questa, prendo lo spunto da questa mozione per invitare questo Consiglio regionale ad affrontare più seriamente i problemi delle zone interne; zone che in questo momento si stanno spopolando, in alcuni casi sono già spopolate che richiedono una politica diversa da parte della Giunta regionale, del Governo nazionale, una politica che faccia sperare le persone che vivono in questi territori; anche perché, bisogna dirlo, se l'interno sta male, se vive male l'interno, io sono convinto che neanche le altre zone stiano bene.

Si può stare bene quando si vive tutti sereni e tranquilli, ma non è pensabile che ci sia una convivenza civile adeguata quando ci sono alcune zone che soffrono e stanno male, mentre altre stanno meglio. Lo sforzo che noi dovremmo fare, la sfida che dobbiamo affrontare è quella di far in modo che ci sia un maggior equilibrio fra le diverse zone della Sardegna; se noi riusciremo a fare questo, sicuramente avremo fatto il nostro dovere di politici che ritengono di avere a cuore i problemi di chi sta peggio e di chi ha maggior bisogno di interventi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Presidente, sento il dovere di dire che trovo un po' avvilente intervenire su una vicenda, che noi riteniamo sia di rilevante importanza per la vita e il futuro della Provincia di Nuoro, in un'Aula che manifesta totale disinteresse, e dopo che per due giorni abbiamo parlato di altri problemi della Sardegna cui abbiamo prestato grande attenzione e cercato di dare il nostro contributo. . Ovviamente ringrazio i rappresentanti della Giunta presenti, dato che mi riferivo ai colleghi del Consiglio

Parlerò per me stesso cercando, nei tempi così brevi, di portare avanti i motivi che ci hanno spinto a presentare questa mozione. In primo luogo sento il dovere di ringraziare l'onorevole Capelli che, manifestando ancora una volta grande sensibilità su queste problematiche, ne è stato il promotore e primo firmatario; noi abbiamo soltanto aderito, diciamolo pure, con entusiasmo, reputando che il momento per la Provincia di Nuoro sia diventato ormai tragico.

I nuoresi sono stati definiti da un famoso poeta coraggiosi, forti e anche addirittura beffardi nell'affrontare le avversità della vita; ma hanno ormai perso quell'atteggiamento descritto dal poeta Solinas, sono ridotti all'asfissia, assistono impotenti allo smembramento di questa Provincia da parte di uno Stato che ogni giorno di più manifesta totale disinteresse alle problematiche della Provincia di Nuoro. Si vive ormai una condizione di precarietà, come dicevo, vicino all'asfissia; questa condizione, tra l'altro, si è particolarmente acutizzata dopo lo smembramento della Provincia, con la istituzione delle otto Province diciamo che la Provincia che ha risentito di più…

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cucca. Colleghi, non è possibile andare avanti con questo brusio in Aula. Chi deve conversare, per cortesia, lo faccia fuori dall'Aula. Prego, onorevole Cucca.

CUCCA (P.D.). Grazie, Presidente. Stavo dicendo che la Provincia di Nuoro è quella che ha sofferto un maggiore pregiudizio dallo smembramento del territorio e dalla creazione delle quattro nuove Province. Io comprendo benissimo gli argomenti di chi si sentiva emarginato nel territorio, e ha, quindi, giustamente rivendicato la creazione di queste quattro Province, però la provincia di Nuoro, di fatto, è stata resa ancor più povera di quanto non lo fosse in precedenza, perché il territorio che in qualche maniera drenava un po' di risorse di fatto è stato ceduto; non abbiamo più lo sbocco sul mare nel versante occidentale, ci sono stati tolti i comuni più importanti a livello turistico (Budoni e San Teodoro)che sono stati assegnati alla Provincia di Olbia, l'Ogliastra intera è una nuova Provincia. Oggi, la Provincia di Nuoro è ancora più povera a seguito di quel provvedimento.

Ma, ripeto, non intendo discutere questo, lo dico solo per cercare di rappresentare in quale situazione ormai si viva nella provincia di Nuoro. Un dato certo, come dicevo, ne è il progressivo impoverimento e il disinteresse dello Stato, del Governo centrale che si manifesta nella chiusura di uffici postali, enti turistici, comunità montane, uffici periferici del Ministero dell'Interno, così come riportato, bene, nella mozione che abbiamo sottoscritto. A questo si aggiunga che le speranze per il futuro industriale della Provincia di Nuoro sono andate miseramente deluse (e ieri bene ha fatto l'onorevole Maninchedda a rammentare che la chiusura della Legler comporta circa 900 posti di lavoro in meno), e non si intravede, per il momento, nessuno sprazzo di luce.

Da anni e fino a oggi abbiamo assistito al varo di provvedimenti tampone che, di fatto, non hanno portato nessun risultato favorevole. L'università di Nuoro, è stato richiamato dall'onorevole Ladu, che per molti anni aveva rappresentato la speranza di un volano per il rilancio economico della nostra Provincia, sembra ormai miseramente fallita, salvo un sussulto anche da parte della Regione che dia una mano seria e concreta affinchè l'università possa svilupparsi, così come avevamo sperato e previsto quando di università si era iniziato a parlare in Provincia di Nuoro.

In tutto questo devo fare una constatazione, evidentemente amara: ci siamo riempiti e continuiamo a riempirci la bocca di belle parole sulla problematica dello spopolamento, sulla necessità di un'inversione di tendenza. Bene, francamente, da nuorese, da appartenente alla Provincia di Nuoro, e credo che queste mie parole siano condivise anche dagli altri consiglieri della zona, indipendentemente dall'appartenenza politica, devo dire che non sono emersi fatti concreti per dare effettivamente corpo alle parole di cui ho detto.

La mozione parla appunto della chiusura della sede della Banca d'Italia, ed è l'ennesimo colpo, oramai siamo abituati, all'economia del nostro territorio; un ulteriore taglio ai servizi e ai posti di lavoro. In buona sostanza abbiamo appreso che la sede dovrebbe essere venduta al prezzo di 10 milioni e 500 mila euro. La proposta contenuta nella mozione è stata definita provocatoria, ma non è solo provocatoria; noi crediamo che voglia essere la rivendicazione simbolica di tutto ciò che in questi anni c'è stato tolto ingiustamente, anche se quanto richiesto non ne copre neanche in minima parte l'effettivo valore che è sicuramente 10 volte, 100 volte superiore al valore dell'immobile della Banca d'Italia. E' per questo che chiediamo la solidarietà di quest'Aula e un voto a favore della mozione. .

E' un atto di giustizia, reputiamo, ma oltre che un atto di giustizia, credo che lo dovremo intendere come il riconoscimento degli errori che sono stati commessi verso questo territorio, a causa del manifesto disinteresse verso la Provincia di Nuoro, e, soprattutto, però, lo vogliamo intendere come la manifestazione della svolta nell'atteggiamento che si è tenuto fino ad oggi, come la manifestazione della volontà di una migliore considerazione per il futuro. In questo senso io annuncio fin d'ora il voto favorevole in maniera tale da non perderci successivamente in dichiarazioni di voto, perché mi rendo conto che sarebbero in pochi ad aver voglia di ascoltarle.

PRESIDENTE Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Dico in premessa che la Giunta esprime innanzitutto il proprio parere favorevole all'approvazione di questa mozione, lo dico all'inizio per dare immediatamente il senso di questo breve ma comunque importante confronto tra Consiglio e Giunta rispetto a questo argomento che ha due diversi, possibili approcci alla lettura. Infatti, in questo momento, io rispondo a nome della Giunta, ma su una competenza che attiene non tanto all'Assessorato della programmazione quanto all'Assessorato dell'urbanistica, enti locali e patrimonio che ovviamente è a conoscenza della mozione, a nome del quale parlo e che si attiverà immediatamente per verificare alcune questioni che sono stata sollevate anche poco fa e su cui voglio soffermarmi brevemente.

E'evidente che il centro della questione da approfondire immediatamente è l'aspetto tecnico giuridico. La Banca d'Italia oggi, lo sappiamo bene, non è un ente pubblico statale, non è un'amministrazione dello Stato. La stessa cosa, lo ha sottolineato anche qualche collega, si può dire per esempio delle Ferrovie, della Manifattura tabacchi; c'è stata cioè un'evoluzione che deve portare a fermare il tempo al momento in cui lo Stato, cioè la Repubblica Italiana ha riconosciuto, all'interno dello Statuto speciale, il diritto della Regione Sardegna al trasferimento di tutti i beni appartenenti al patrimonio demaniale dello Stato dismessi secondo il disposto dell'articolo 14.

Noi a questo ci dobbiamo agganciare e questo dobbiamo cercare di dimostrare che possa valere anche in questo caso relativo alla Banca d'Italia. E' una questione che va studiata e non so, al momento, se noi possiamo avere effettivamente tutte le ragioni giuridiche per poter dimostrare la validità in maniera ferrea di questo nostro diritto. Certamente però riteniamo sia giusto impegnarci per verificare immediatamente sia al nostro interno, facendo una valutazione tecnico giuridica, sia in un confronto con il Governo italiano, in particolare con il Ministero dell'economia la possibilità di un riconoscimento di quanto richiesto. Cioè, pur non entrando in questo momento e su questo punto nel merito della decisione dei vertici della Banca d'Italia, vorremmo poter dimostrare che la Regione, o comunque le istituzioni della Sardegna, abbiano diritto ad avere la cessione di questo bene a un valore simbolico di un euro come viene chiesto, proprio comunque nel rispetto della sostanza di quanto lo Statuto speciale prevede riguardo ai beni dell'amministrazione statale.

Questo è un aspetto molto particolare, di tipo più strettamente giuridico; ma rimane l'aspetto più grave e più importante che voi giustamente avete segnalato in questa mozione; un aspetto che rimane importante al di là del momento in cui la mozione viene discussa, e cioè che noi abbiamo il grave problema della Sardegna centrale. Noi registriamo il permanere di un disagio, di una difficoltà a mantenere condizioni di vita, di prospettiva di sviluppo, di sviluppo della cultura (e quindi di ciò che è il cuore della permanenza della popolazione della Sardegna centrale) nelle aree in cui ogni persona è nata e vuole continuare a vivere, vuole continuare a produrre e vuole continuare, quasi, a opporsi a un ineluttabile destino di abbandono delle aree interne per riversarsi in cerca di fortuna verso le aree costiere o verso aree urbane che possano dare migliori condizioni di reddito.

Questo è obiettivamente uno dei tanti problemi che la Sardegna vive ed è un problema su cui riflettere perché il caso della sede della Banca d'Italia è uno dei tanti episodi ma collegato ad altre problematiche come il depauperamento della struttura industriale, basata su scelte su cui si è discusso e si discuterà ancora tantissimo, ma che comunque ha costituito un passaggio di crescita delle aree interne, vissuto insieme ai problemi legati invece ad attività economiche proprie della cultura tradizionale. In particolare, evidentemente, non possiamo non considerare la questione dell'agroalimentare come propria delle prospettive di sviluppo delle zone interne con tutte le connessioni relative agli altri settori economici. Questa è la questione che dobbiamo affrontare.

Il problema delle zone interne continua a essere centrale nella politica sarda. Questa è la vera questione, questo è veramente il punto nodale. Per cui il parere è sicuramente favorevole e accogliamo l'invito ad impegnarci per far valere il diritto sulla sede della Banca d'Italia di Nuoro e anche di Oristano, così come è stato detto (io non conoscevo questo dato, l'ho appreso adesso dall'onorevole Capelli), ma soprattutto assumiamo l'impegno a costruire in tutti gli atti della programmazione regionale considerazioni, proposte, letture, tentativi di coinvolgimento delle popolazioni, del tessuto sociale e produttivo delle aree interne della Sardegna che hanno diritto di poter vivere e di costruire il futuro in quelle zone per il bene loro e nell'ottica di un equilibrato sviluppo di tutto il territorio regionale.

Ribadisco pertanto l'impegno a trattare la questione tecnica riguardante la sede nella prospettiva di un suo trasferimento agli enti locali di Nuoro e, nello stesso tempo, a operare un rinvio a tutte le altre questioni che riguardano invece la programmazione regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). La ringrazio, Assessore, perché mi ritengo soddisfatto della sua replica soprattutto per gli impegni che ha preso alla fine del suo intervento; cioè il forte impegno di questa Giunta c'è affinché nella politica di programmazione regionale ci sia il giusto riconoscimento di uno sviluppo delle aree interne che non sono un problema, ma sono una risorsa per quest'isola. Ci sono, e glieli sottoporremo i progetti e le idee; lei, nel caso e quando concorderà sui progetti e sulle idee, avrà l'onere di trovare i fondi e i finanziamenti necessari. Penso che questo sia il suo impegno fin dal prossimo collegato alla finanziaria dal quale noi avremo modo di misurare il reale impegno suo e della Giunta.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cucca ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Oppi - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Tocco - Uras - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 45

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 45

(Il Consiglio approva).

Continuazione della discussione della mozione Cocco Pietro - Agus - Manca - Caria - Porcu - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Cucca - Bruno - Lotto - Meloni Marco - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani - Zuncheddu - Solinas Antonio - Espa - Moriconi - Meloni Valerio - Barracciu - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Soru sulla crisi occupazionale e industriale del Sulcis-Iglesiente con particolare riferimento alla annunciata dismissione dello stabilimento Rockwool Italia Spa di Iglesias, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo

54 del Regolamento. (4)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame della mozione numero 4. Ricordo che eravamo in fase di votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sulla mozione non sull'ordine del giorno giusto?

PRESIDENTE. Prima si vota la mozione e poi l'ordine del giorno.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. No, non abbiamo già votato perché io non avevo ancora dichiarato aperta la votazione.

Prego, onorevole Uras.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare il parere favorevole alla mozione che abbiamo presentato e anche per spiegare, molto brevemente, la ragione di questo voto che viene espresso dopo un dibattito aperto su un tema specifico e su un territorio specifico. Questo non significa che non ci sia l'esigenza di affrontare il tema della crisi industriale della Sardegna a 360 gradi, ma è chiaro che questo sarebbe, anzi per noi è, possibile su un dibattito che ha questo oggetto, cioè la crisi del sistema industriale della Sardegna, non la chiusura di uno specifico stabilimento, non la crisi economico produttiva di uno specifico territorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 4.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Caria ha votato a favore e che la consigliera Greco ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Sabatini - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Oppi - Piras - Pitea - Planetta - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 17

contrari 27

(Il Consiglio non approva).

PRESIDENTE. E' in votazione l'ordine del giorno numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare il voto di astensione sull'ordine del giorno, sottoposto all'attenzione della minoranza, che raccoglie, direi quasi integralmente, i contenuti della mozione, tant'è che io mi sono stupito del fatto che l'onorevole Diana non abbia votato anche a favore della mozione. Perché il più comprende il meno, il meno era uno specifico stabilimento e uno specifico territorio, ma se tutto quello che vale per la Sardegna, se la mozione, l'ordine del giorno presentato valesse per la Sardegna, tanto più varrebbe per quello stabilimento e per quel territorio specifico.

Io non ho capito perché siamo riusciti a fare una votazione così, non sono riuscito a capirlo; secondo me poteva essere un'occasione per imbastire gli elementi essenziali per arrivare ad una discussione generale sul tema della crisi industriale che ci viene richiesta dalle forze sociali, che ci viene chiesta dal mondo dell'impresa, ci viene chiesta dal sindacato dei lavoratori. Non ci siamo riusciti! Io non riesco a votare contro le cose che propongono per cui mi astengo solo per segnare la differenza che prima ho precisato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). La mozione che abbiamo discusso ieri riguardava la crisi del Sulcis-Iglesiente, era quindi una mozione specifica; ma condivido con chi ha detto in quest'Aula che il Consiglio deve occuparsi della crisi occupazionale industriale complessiva, relativa alle diverse aree dell'isola. La discussione di ieri però non ha affrontato questo tema generale sul quale dobbiamo andare oltre un semplice ordine del giorno.

Domani gli stati generali della provincia di Sassari sentiranno il presidente Cappellacci al quale chiederanno impegni seri, lo hanno già fatto, nonché di mettersi a capo di una mobilitazione per chiedere, intanto, al Governo di impartire direttive chiare all'Eni per capire che cosa si vuole fare della chimica in Italia, quindi anche in Sardegna, perché in gioco ci sono davvero migliaia di posti di lavoro.

Noi avevamo considerato debole, anche nella precedente legislatura, l'accordo INEOS-SARTOR, di cui vediamo il fallimento in questi giorni, sul cloro e i cloro-derivati; occorre quindi che la Regione sia più incisiva anche rispetto a questo ordine del giorno. Ugualmente sulla questione di bonifica dei siti industriali inquinati non basta scrivere che bisogna avviare una vasta campagna di disinquinamento; c'era già una delibera Cipe su un programma straordinario nazionale per il recupero economico e produttivo dei siti industriali inquinati, c'era un accordo con il ministro Bersani che portava forme di semplificazione procedurale a compartecipazioni di risorse pubbliche e private, a interventi di infrastrutturazione e completamento dei servizi industriali.

Al momento, però, non vi è stato un decreto, sono sparite le risorse della delibera Cipe del 6 marzo 2009, la famosa delibera, quindi diciamo che c'è da affrontare un discorso più generale ed è per questo che noi chiediamo che, attraverso una specifica formale seduta del Consiglio regionale da definirsi nella programmazione dei lavori, venga affrontato l'argomento della crisi industriale nel suo complesso. Noi presenteremo una mozione che riguarderà non singole aree della Sardegna, come in questo caso, ma la crisi industriale nel suo complesso e, in quella sede, dopo un dibattito ampio, decideremo anche quali azioni intraprendere. Su questo ordine del giorno ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Anch'io non ho capito francamente perché siamo arrivati a questo punto, in quanto avremmo potuto formulare un documento unitario che uscisse da quest'Aula con un voto unanime. La mozione presentata ieri aveva come obiettivo quello di discutere di un fatto specifico: la crisi industriale presente nel Sulcis-Iglesiente e, in maniera ancora più specifica, il problema della Rockwool, ultimo problema in ordine temporale di una grave crisi industriale che investe ovviamente tutta la Sardegna.

Nell'Aula, durante il dibattito, è emersa anche la necessità di discutere in maniera più approfondita delle questioni che riguardano tutta l'Isola, delle varie crisi presenti in Sardegna, del disagio sociale presente in Sardegna e sempre crescente; pertanto abbiamo anche detto, lo proponiamo oggi, che presenteremo una mozione apposita per discutere della questione complessiva della crisi industriale presente in tutta l'Isola che non può essere ovviamente ridotta in un punto di un ordine del giorno.

Ordine del giorno sul quale ovviamente io mi asterrò anche perché rilevo che non è altro che l'ordine del giorno che abbiamo presentato noi. E'esattamente il nostro, l'avete copiato! Avete aggiunto soltanto il fatto che anziché discutere della Rockwool si deve discutere complessivamente della situazione della Sardegna.

Ribadisco, pertanto, che presenteremo una mozione apposita per ritornare in Aula e discutere della questione e che il mio voto ovviamente è un voto di astensione perché è il nostro ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io annuncio il voto di astensione. In genere l'indice della maturità dei popoli è dato anche da due componenti, una delle quali è la capacità di fare ironia ma soprattutto autoironia. In questa vicenda ho l'impressione che si sia dato sfogo a questa libidine dell'autoironia.

Noi, è stato detto dall'onorevole Bruno e da chi mi ha preceduto, abbiamo probabilmente commesso una leggerezza, forse dovuta anche all'inesperienza, nel senso che ieri non si è riusciti a presentare un ordine del giorno unitario semplicemente perché i colleghi della maggioranza volevano una risoluzione sulla crisi dell'apparato industriale, dell'apparato produttivo e, più in generale, di quello economico, una risoluzione senza aver svolto un dibattito in Aula.

Probabilmente quando svolgeremo un dibattito su queste problematiche magari perverremo anche ad una conclusione unitaria: è probabile e, comunque, auspicabile. Non si è riusciti a trovare una sintesi, dicevo, ma la cosa curiosa (quindi questo l'attribuisco anche a un pizzico di ironia e altro nei nostri confronti), è che è stato presentato un ordine del giorno da parte della maggioranza (e per questo faccio i complimenti alla maggioranza) che ha scimmiottato o, a ben volere, copiato la mozione presentata dalla minoranza.

Complimenti per questo; siccome l'ordine del giorno è comunque condivisibile ci asterremo e speriamo che il dibattito, quando discuteremo della crisi più generale che investe il nostro settore produttivo, sia caratterizzato da questo profilo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Avevo deciso di non citarla, onorevole Diana, però voglio dirle che io non scimmiotto! Siete stati voi a non aver trovato l'accordo, e qui la parte diventa più politica che tecnica; ieri sera, così lo sanno anche i sardi, vi siete divisi tra chi voleva votare il nostro ordine del giorno, ordine del giorno che ha cercato di recepire il contenuto della vostra mozione, e chi non voleva votarlo. Il collega Cocco era d'accordo, l'onorevole Bruno non lo era.

Smettiamo di fare i furbi perché in quest'Aula siamo bravi tutti a farlo! Il problema di un'industria in crisi l'abbiamo tutti, i problemi industriali esistono ma non esiste solo la Rockwool! Noi vi abbiamo detto "votiamo un ordine del giorno", eravate d'accordo, l'onorevole Mario Bruno invece si è tirato indietro pur avendo detto all'onorevole Tocco che avrebbe votato quell'ordine del giorno!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Il Consiglio verrà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 20 e 05.