Seduta n.49 del 05/11/2014
XLIX SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
MERCOLEDÌ 5 NOVEMBRE 2014
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 41.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 28 ottobre 2014 (46), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Giuseppe Fasolino, Marcello Orrù, Valter Piscedda, Ignazio Tatti ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 5 novembre 2014.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato della proposta di legge numero 71.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti:
Art. 4
Funzionamento dei distretti socio-sanitari, della conferenza
territoriale socio-sanitaria, delle consulte generali e locali di
cittadinanza
1. Con l'entrata in vigore della presente legge, i distretti socio-sanitari svolgono le funzioni previste dagli articoli 7 e 21 della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23 (Sistema integrato dei servizi alla persona. Abrogazione della legge regionale n. 4 del 1988 (Riordino delle funzioni socio-assistenziali); in particolare:
a) la convocazione della conferenza di programmazione di cui all'articolo 21 della legge regionale n. 23 del 2005, al fine di elaborare la proposta di piano locale unitario dei servizi alla persona;
b) la partecipazione con i comuni dell'ambito distrettuale alla programmazione locale e alla realizzazione del sistema integrato dei servizi alla persona;
c) l'organizzazione e lo sviluppo degli osservatori distrettuali sulla rete integrata dei servizi e degli interventi sociali e il monitoraggio dell'offerta e della spesa;
d) l'implementazione del sistema informativo dei servizi sociali su base distrettuale;
e) la tenuta dei registri dei soggetti privati e sociali solidali e delle altre organizzazioni che partecipano alla realizzazione del sistema integrato;
f) le funzioni, di cui all'articolo 40 della legge regionale n. 23 del 2005, delegate dai comuni singoli in materia di autorizzazione alla realizzazione e al funzionamento di servizi e strutture sociali e socio-sanitarie a ciclo semiresidenziale e residenziale, a gestione pubblica o privata.
2. É istituita la Conferenza territoriale socio-sanitaria composta dai sindaci dei comuni che ricadono nell'ambito territoriale delle ASL e da un rappresentante della Consulta locale di cittadinanza, di cui al comma 3. Alla Conferenza territoriale socio-sanitaria spettano tutte le funzioni finora attribuite alla Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria dalla legge regionale n. 23 del 2005 e dalla legge regionale n. 10 del 2006. La Conferenza, nella prima seduta, elegge tra i suoi componenti un presidente e un ufficio di presidenza composto da un vicepresidente e da un segretario. La prima convocazione della Conferenza territoriale socio-sanitaria è effettuata dal direttore generale della ASL di riferimento.
3. La Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con specifico provvedimento, sottoposto al parere della Commissione consiliare competente, istituisce la Consulta generale di cittadinanza e le Consulte locali di cittadinanza e ne definisce composizione, funzioni e modalità di funzionamento. La Consulta generale è composta da rappresentanti di associazioni accreditate a livello regionale che operano nel settore socio-sanitario, da rappresentanti dei comuni e delle aziende sanitarie locali ed esprime, in particolare, il parere obbligatorio, ma non vincolante, sul Piano socio-sanitario regionale. Nelle aziende sanitarie locali sono istituite una o più Consulte locali di cittadinanza, le quali esprimono, in particolare, parere obbligatorio, ma non vincolante, sul Programma sanitario annuale e triennale dell'azienda sanitaria locale.
4. Dopo il comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 21
gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014) è aggiunto il seguente:
"1 bis. Per il triennio 2014, 2015 e 2016 la programmazione in
ambito sociale di cui al comma 1 è limitata alle annualità 2015 e
2016. Per la sola annualità 2014 l'assunzione degli impegni da
parte della Regione prescinde dalla presentazione dei programmi
triennali da parte dei comuni ed è effettuata sulla base della
normativa di settore e dei criteri vigenti.".
Emendamento soppressivo totale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
L'articolo 4 è soppresso. (50)
Emendamento soppressivo totale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
L'articolo 4 è soppresso. (149)
Emendamento soppressivo totale Truzzu - Fenu
Articolo 4
L'articolo 4 è soppresso. (276)
Emendamento soppressivo totale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
L'articolo 4 è soppresso. (325)
Emendamento sostitutivo totale Cocco Pietro - Anedda - Arbau - Cocco Daniele - Usula - Ruggeri - Cozzolino - Forma - Pinna Rossella - Perra - Pizzuto - Desini - Cherchi Augusto
Articolo 4
L'articolo 4 del PL 71/2014 è sostituito dal seguente articolo 4:
Funzionamento dei distretti socio-sanitari, della conferenza territoriale socio-sanitaria, delle consulte generali e locali di cittadinanza.
1. La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, provvede ad individuare ulteriori funzioni, oltre quelle loro attribuite dall'articolo 17 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, che possono essere delegate ai distretti socio-sanitari, e in particolare a quelli ricadenti in territori periferici e disagiati.
2. É istituita la Conferenza territoriale socio-sanitaria composta dai rappresentanti degli Enti Locali che ricadono nell'ambito territoriale delle ASL e da un rappresentante della Consulta locale di cittadinanza, di cui al successivo comma 3. Alla Conferenza territoriale socio-sanitaria spettano tutte le funzioni finora attribuite alla Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria dalla legge regionale 28 luglio 2006, n. 10. La Conferenza, nella prima seduta, elegge tra i suoi componenti un presidente e un ufficio di presidenza composto da un vicepresidente e da un segretario. La prima convocazione della Conferenza territoriale socio-sanitaria è effettuata dal direttore generale della ASL di riferimento.
3. La Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con specifico provvedimento, sottoposto al parere della Commissione consiliare competente, istituisce la Consulta generale di cittadinanza e le Consulte locali di cittadinanza e ne definisce composizione, funzioni e modalità di funzionamento. La Consulta generale è composta da rappresentanti di associazioni accreditate a livello regionale che operano nel settore socio-sanitario, da rappresentanti dei comuni e delle aziende sanitarie locali ed esprime, in particolare, il parere obbligatorio, ma non vincolante, sul Piano socio-sanitario regionale. Nelle aziende sanitarie locali sono istituite una o più Consulte locali di cittadinanza, le quali esprimono, in particolare, parere obbligatorio, ma non vincolante, sul Programma sanitario annuale e triennale dell'azienda sanitaria locale."
Copertura finanziaria
Non prevede aumento di spesa. (367)
Emendamento sostitutivo totale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
L'articolo 4 è sostituito dal seguente:
"1. I distretti socio sanitari svolgono le funzioni previste dagli articoli 7 e 21 della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23 limitatamente alle funzioni ed alle competenze strettamente legate agli ambiti territoriali dei distretti. Le funzioni di livello provinciale restano in carico alle province di Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro finché esistenti." (150)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
All'articolo 4 il titolo "Funzionamento dei distretti socio-sanitari, della conferenza territoriale socio-sanitaria, delle consulte generali e locali di cittadinanza" è soppresso. (267)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
Nel titolo dell'articolo 4 le parole ",delle consulte generali e locali di cittadinanza" sono soppresse. (151)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
All'articolo 4 le parole "dei distretti socio-sanitari" sono soppresse. (261)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
All'articolo 4 le parole "della conferenza territoriale socio sanitaria" sono soppresse. (260)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
All'articolo 4 le parole "delle consulte generali e locali di cittadinanza" sono soppresse. (259)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
Il comma 1 dell'articolo 4 è soppresso. (51)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, il comma 1 è soppresso. (162)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
Il comma 1 dell'Art.4 è soppresso. (291)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
Il comma 1 dell'Articolo 4 è soppresso. (326)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
La lettera a) Comma 1 dell'Articolo 4 è soppresso. (52)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 1 la lett. a) è soppressa. (152)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
la lettera A del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (218)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
La lettera a) del comma 1 dell'articolo 4 è soppresso. (327)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
La lettera b) Comma 1 dell'articolo 4 è soppresso. (53)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 1 la lett. b) è soppressa. (153)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
la lettera B del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (217)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
La lettera c) Comma 1 dell'Articolo 4 è soppresso. (54)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 1 la lett. c) è soppressa. (154)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
la lettera c del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (216)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
La lettera c) del comma 1 dell'articolo 4 è soppresso. (328)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
La lettera d) Comma 1 dell'Articolo 4 è soppresso. (55)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 1 la lett. d) è soppressa. (155)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
La lettera d) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (215)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
La lettera d) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (329)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
La lettera d) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (330)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
La lettera e) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (56)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 1 la lett. e) è soppressa. (156)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
La lettera e) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (298)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
La lettera e) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (331)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
La lettera f) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (57)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
La lettera f) al comma 1 è soppressa. (58)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 1 la lettera f) è soppressa. (157)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
La lettera f) del comma 1 dell'articolo 4 è soppressa. (299)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
La lettera f) al comma 1 è soppressa. (332)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
Al comma 1 le parole da "Con l'entrata" a " presente legge" sono soppresse. (336)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
Il comma 2 dell'articolo 4 è soppresso. (59)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, il comma 2 è soppresso. (158)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
Il comma 2 dell'articolo 4 è soppresso. (333)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
Il comma 2 dell'articolo 4 è soppresso. (290)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 2 le parole "e da un rappresentante della Consulta locale di cittadinanza, di cui al comma 3" sono soppresse. (159)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 2 le parole da "Alla Conferenza" fino a "n. 10 del 2006" sono soppresse. (163)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
Il comma 3 dell'articolo 4 è soppresso. (60)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, il comma 3 è soppresso. (160)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
Il comma 3 dell'articolo 4 è soppresso. (289)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
Il comma 3 dell'articolo 4 è soppresso. (334)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 3 le parole "e delle aziende sanitarie locali" sono soppresse. (165)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 3 le parole da "ed esprime" fino a "socio-sanitario regionale" sono soppresse (166)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 3 le parole da "Nelle aziende" fino a "azienda sanitaria locale" sono soppresse (164)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco
Articolo 4
Il comma 4 dell'articolo 4 è soppresso. (61)
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, il comma 4 è soppresso. (161)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu - Fenu
Articolo 4
Il comma 4 dell'articolo 4 è soppresso. (287)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Giuseppino Pinna - Tatti
Articolo 4
Il comma 4 dell'articolo 4 è soppresso. (335)
Emendamento sostitutivo parziale Tedde - Pittalis - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda
Articolo 4
L'articolo 4 (Principi Generali), comma 3, viene parzialmente modificato come segue:
Articolo 4 Funzionamento dei distretti socio-sanitari, della conferenza territoriale socio-sanitaria, delle consulte generali e locali di cittadinanza
3. La Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con specifico provvedimento, sottoposto al parere della Commissione consiliare competente, istituisce la Consulta generale di cittadinanza e le Consulte locali di cittadinanza e ne definisce composizione, funzioni e modalità di funzionamento. La Consulta generale è composta da rappresentanti di associazioni accreditate a livello regionale che operano nel settore socio-sanitario, da rappresentanti dei comuni e delle aziende sanitarie locali ed esprime, in particolare, il parere obbligatorio, ma non vincolante, sul Piano socio-sanitario regionale. Nelle aziende sanitarie locali sono istituite una o più Consulte locali di cittadinanza, la cui composizione verrà deliberata dalla Giunta Regionale previo parere vincolante della Commissione consiliare competente, le quali esprimono, in particolare, parere obbligatorio, ma non vincolante, sul Programma sanitario annuale e triennale dell'azienda sanitaria locale. (62)
Emendamento aggiuntivo Dedoni - Cossa - Crisponi
Articolo 4
All'articolo 4, comma 1, dopo le parole "distretti socio sanitari" sono aggiunte le seguenti ", su mandato e nell'ambito delle direttive delle AASSLL di appartenenza". (167)
Emendamento aggiuntivo Daniele Cocco - Agus - Lai - Usula - Augusto Cherchi - Pittalis - Piermario Manca - Paolo Zedda - Anedda - Busia - Desini - Gavino Manca - Pietro Cocco - Rossella Pinna - Tendas - Collu - Meloni - Antonio Solinas - Lotto - Sale - Arbau - Ledda - Azara - Cozzolino - Alessandra Zedda - Piscedda - Ruggeri - Christian Solinas - Orrù - Carta - Oscar Cherchi - Locci - Peru - Forma - Cossa - Crisponi - Fenu - Truzzu
Articolo 4
Dopo l'articolo 4 è aggiunto il seguente:
"La regione istituisce, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale, il Codice Rosa in tutti i pronto soccorso della Sardegna;
Il Codice Rosa è un percorso di accesso ai pronto soccorso dedicato alle vittime di ogni forma di violenza, senza distinzione e discriminazione alcuna, con particolare attenzione alle donne.
Ogni ASL avrà il compito di organizzare questo servizio entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Il codice verrà assegnato dal personale il cui compito è riconoscere i segnali della violenza subita, anche se non dichiarata.
Al Codice Rosa sarà dedicata una stanza apposita nel pronto soccorso, dove si dovranno realizzare le migliori condizioni di accoglienza dei pazienti.
Le modalità operative saranno fissate nel rispetto di parametri, definiti dall'Assessorato igiene e sanità, entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge.
La regione e le ASL garantiranno alle vittime informazione e tutela del loro diritto alla riservatezza.
L'attribuzione dei Codice Rosa determinerà l'immediata azione di un gruppo di sostegno e presa in carico composto da: personale sanitario per la cura medica, personale addetto al sostegno psicologico alla vittima e personale delle forze dell'ordine e della Procura della Repubblica competenti, per l'individuazione dell'autore della violenza.
La cartella clinica, compilata in applicazione del Codice Rosa, dovrà contenere una raccolta esaustiva dei dati relativi all'episodio di violenza, rilevanti per la presa in carico successiva all'intervento di pronto soccorso e per il sostegno alla conseguente attività giudiziaria.
Il sistema sanitario garantirà la priorità dell'assistenza sanitaria rispetto alle necessità delle indagini.
La metodologia di interventi condivisi si attuerà mediante la stipula di protocolli di intesa tra i soggetti coinvolti e l'istituzione di un gruppo interforze composto dai rappresentanti stessi dell'azienda sanitaria, dalle Procure, dalle forze dell'ordine, dalle strutture e dai soggetti preposti alla tutela delle vittime di violenza. (63)
Emendamento aggiuntivo Truzzu - Fenu
Articolo 4
Dopo l'articolo 4 è aggiunto il seguente: Articolo 4 bis
1. Con l'obiettivo di razionalizzare, garantire e rendere omogenea su tutto il territorio regionale l'assistenza sanitaria nei confronti dei soggetti detenuti, è istituito il dipartimento interaziendale della medicina penitenziaria.
Il Dipartimento interaziendale della medicina penitenziaria è preposto a organizzare, con personale dedicato; l'assistenza sanitaria nelle carceri, garantendo i livelli essenziali di assistenza pari a quelli del cittadino libero, a rendere omogenea l'assistenza all'interno delle carceri sarde secondo linee guida uniformi e vincolanti per gli operatori. (248).)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). L'articolo 4 contribuisce a rafforzare l'idea che noi ci siamo fatti di questa proposta di legge, che cioè sia un insieme disorganico di norme. Il fine di questa legge lo abbiamo già ormai abbondantemente sviscerato, l'ha evidenziato anche il Capogruppo dei Riformatori ieri, pur con un taglio evidentemente provocatorio. Facciamo un articolo unico che apre la strada al commissariamento delle ASL e si risolve il problema, ma non approviamo norme che, con l'idea di anticipare una riforma - questa per lo meno è l'intenzione dichiarata dai proponenti -, introducono appunto delle anticipazioni di riforma che, dal nostro punto di vista, altro non fanno che ingenerare confusione. Cioè, noi stiamo introducendo delle norme che probabilmente saremo costretti a ritrattare fra qualche mese o perlomeno quando e se il Consiglio metterà mano a quella riforma organica della sanità da tutti auspicata e invocata, anche in questa discussione. Ripeto, in quella sede noi probabilmente saremo costretti a rimettere mano a tutta una serie di aspetti che stiamo disciplinando con questa legge.
Qual è la ratio dell'articolo 4? Probabilmente quella di gestire la fase transitoria che si crea tra l'abolizione delle province, quindi l'abolizione di tutta una serie di organismi, tra cui la Conferenza provinciale, e il nuovo assetto degli enti locali. Facendo questo però si introduce, ripeto, tutta una serie di norme che secondo noi è meglio rinviare alla sede naturale, che sarà quella della riforma vera - ammesso che ci sarà - della sanità, con una novità che ha la sua rilevanza, e cioè l'istituzione della Consulta generale di cittadinanza e delle Consulte locali di cittadinanza. È una cosa bella, stiamo parlando di organismi molto cari alla sinistra, che però spesso si traducono o in elementi di appesantimento delle procedure o in organismi fittizi che vengono istituiti tanto per creare un momento di sfogo delle istanze, dei problemi che vengono sollevati da associazioni e gruppi di interesse, organismi fini a sé stessi, senza ricadute effettive e inseriti in un sistema che però finisce con l'interferire con il ruolo degli enti locali. È questo l'elemento di criticità, dal nostro punto di vista. Secondo noi non possono che essere i sindaci i soggetti portavoce delle istanze dei territori e dei cittadini che li abitano. Starà ai sindaci creare momenti di ascolto, di rappresentanza, le sedi in cui si raccolgono i bisogni e le esigenze. A noi sembra che le consulte di cittadinanza siano: a) una cosa in più, di cui non si sente il bisogno; b) un qualcosa che interferisce con i compiti che naturalmente rientrano nelle competenze e nel ruolo dei sindaci e degli amministratori locali.
Tra le tante criticità di questa legge noi vogliamo evidenziare anche questa e ci sembra che per il momento sarebbe meglio espungere dall'articolo questa previsione, di cui eventualmente si riparlerà nella sede dovuta, che è quella della riforma generale della sanità, in cui affronteremo il problema nella sua interezza, metteremo insieme tutti i soggetti, gli attori di un sistema che deve essere armonico, come abbiamo cercato di dire nella discussione generale. A noi sembra che introdurre pezzettini di riforma o istituire organismi che magari domani dovremo smontare ingeneri confusione e in questo momento di tutto credo ci sia bisogno nel sistema sanitario regionale tranne che di ulteriori elementi di confusione.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Devo dire che concordo con le osservazioni fatte testé dal collega Cossa, ma vorrei aggiungere che nello stilare questa norma continuiamo con un modo di procedere quanto meno discutibile. Ci sono dei passi avanti e dei ripensamenti, perché non possiamo non considerare, a questo punto, la proposta con l'insieme degli emendamenti presentati. E proprio un emendamento della maggioranza sostituisce interamente l'articolo 4, a tratti anche con valide ragioni, perché non aveva senso, come sottolineato dal collega Cossa, dare una serie di indicazioni adesso in legge, ma senza avere una visione chiara della riforma dell'ordinamento degli enti locali. Ci piace la consultazione dal basso e la partecipazione, ma non vogliamo che questo possa diventare una Babilonia, cioè noi crediamo che tutto ciò che stiamo mettendo in capo ai distretti socio-sanitari, tra consulte e altri organismi, in questa fase anche di scarsa chiarezza, o nella fase di trasformazione dell'ordinamento degli enti locali, possa creare solamente confusione. E allora, a fronte di un'azione importante come quella della consultazione e della partecipazione degli enti locali, che ritengo debbano essere sovrani, nell'emendamento si parla di rappresentanti degli enti locali. Noi crediamo che i sindaci siano gli esponenti più autorevoli per poter svolgere questo ruolo, allora perché utilizziamo una parola generica come "rappresentanti"? Se nulla osta da un punto di vista normativo, lasciamo i rappresentanti corretti, e cioè i primi cittadini.
Scritto così l'articolo 4 è addirittura fuorviante. Fondamentalmente, concordo con il collega Cossa, possiamo introdurre una norma di principio e aspettare un momento in cui ci sarà maggiore chiarezza per stabilire i limiti e le competenze da affidare sia alla Consulta generale sia ai distretti socio-sanitari.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). L'articolo 4 in realtà lascia un po' perplessi per la sua composizione, ma soprattutto in riferimento alla necessità di stare all'interno della riforma di legge, anche perché comunque, come sappiamo, la Consulta è in vigore, funziona, ha tra i suoi componenti i rappresentanti dei comuni e credo che fino ad oggi, così com'è stato per tutte le ASL, le risposte o perlomeno i suggerimenti siano arrivati dai titolari della rappresentanza del territorio. Come hanno fatto i due colleghi che mi hanno appena preceduto, anch'io insisto su questo aspetto, anche se ho necessità, Assessore, di chiedere ancora, ove fosse possibile, perché fino adesso non è arrivato, un chiarimento sull'oggetto reale della riforma e su quello che sarà il risultato generale di questa pre-riforma, nel tentativo di arrivare, così come ci avete ben specificato più volte, alla reale riforma.
Anche per me, quindi, è in questo momento difficile condividere soprattutto il comma 3 dell'articolo 4, in cui si dice che la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di igiene e sanità, istituisce la Consulta generale di cittadinanza e le Consulte locali di cittadinanza e ne definisce composizione, funzioni e modalità di funzionamento. Ecco, questo è il contrario di quello che è stato detto con l'articolo precedente, che prevede ciò che in legge non si deve inserire, ovvero quello che si può fare attraverso un semplice atto amministrativo, come l'individuazione eventuale del personale e quindi delle relative piante organiche. Invece, ora che sarebbe necessario definire esattamente ed eventualmente la composizione delle consulte, si fa rimando a una scelta di tipo politico e quindi legata a un atto amministrativo. Io credo che questo non sia del tutto corretto, anzi ritengo che sia necessario capire esattamente quale sarà la composizione della Consulta, anche se, ripeto, in modo molto generico lo si individua nell'articolo 3, sarà cioè composta da "rappresentanti di associazioni accreditate a livello regionale". E quali sono le associazioni accreditate a livello regionale? Sarebbe molto più corretto che ci fosse una distinzione o perlomeno un'individuazione più chiara e corretta di quella che sarà eventualmente la composizione della Consulta. Noi riteniamo che questo articolo in realtà non debba essere presente in questa legge e possa essere cassato - vi chiediamo quindi una disponibilità in tal senso - affinché si ritorni all'attuale Consulta, cioè quella che è ancora in vigore e che, tutto sommato, fino ad oggi ha dato risposte importanti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Anch'io mi adeguo ad alcune osservazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto. Credo però che non si possa rimanere solamente perplessi, perché si crea molta confusione e ne spiego subito il motivo. Innanzitutto il mio sarà un intervento molto veloce. Dico subito che le idee e le posizioni possono anche essere rispettate, ma le esperienze fatte, per esempio nelle RSA, negli ultimi dodici o tredici anni in varie amministrazioni dicono che non si è concretizzato niente. Basti pensare che dopo tredici anni non c'è una RSA a Tempio, né quella di 40 posti prevista a La Maddalena per i malati che sarebbero arrivati in Sardegna, e così via. Non è stato concretizzato niente. Però vi sono gli emendamenti che modificano la legge, praticamente creano la nuova legge ottenuta con un certosino lavoro notturno. Alcuni colleghi dispongono già della nuova stesura della legge ad hoc; sarebbe stato più opportuno dare direttamente la legge rivista e corretta, avremmo avuto meno difficoltà nel leggere le due proposte di legge. In entrambe però c'è un errore, perché deve essere il Consiglio a definire le funzioni da attribuire ai distretti socio-sanitari, e non la Giunta. E' necessario che nella norma sia specificato, peraltro, che le consulte che si vogliono istituire non producono oneri aggiuntivi, e questo non è scritto da nessuna parte. Inoltre la scelta di istituirle appesantisce il processo decisionale e in qualche misura sottrae ai sindaci, com'è stato detto anche dall'amico Cossa, una porzione del potere di rappresentanza della popolazione che viene loro conferito con le elezioni. Poi si può fare tutto e il contrario di tutto, è una prerogativa della sinistra questa. Le consulte di cittadinanza e gli altri organismi certamente possono essere istituiti, però, alla fine non si concluderà niente, come è prassi consolidata.
Quindi chiedo innanzitutto di valutare attentamente, nella stesura certosina fatta da voi, il fatto che scrivete sempre "la Giunta" e mai "il Consiglio". Lo dico perché alcune competenze specifiche appartengono al Consiglio e le norme regolamentari in quanto tali devono far riferimento al Consiglio. Probabilmente è opportuno specificarlo in legge, come è stato fatto ieri, quando abbiamo acceduto alla richiesta di dire che, per quanto riguardava l'Agenzia della sanità tutte le risorse finanziarie, compresi gli immobili "andavano a…". Mettete ogni tanto una posta in bilancio, dite che non ci sono oneri aggiuntivi, diversamente state molto attenti perché quando non sono indicate le poste di bilancio le leggi possono anche essere considerate non valide. Ho ribadito ieri sera, per quanto riguarda il neonatale, che non mettere il neonatale aveva un significato, ma un minimo di posta ci vuole, perché in una legge le poste di bilancio vanno messe.
Avete contestato alcuni dati, dopodiché li avete probabilmente rivisti e corretti, forse nella stesura finale eliminerete anche i 600 mila euro di cui si è detto, perché se non servono li eliminerete. Ci sono ancora, però non conosciamo il risultato finale al quale arriverete fra sabato e domenica, probabilmente troverete un'altra soluzione, quindi evitiamo possibili difficoltà che ci costringerebbero ad apportare dei correttivi, così com'è stato fatto in questi giorni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Dico preliminarmente che credo sia accoglibile un emendamento orale che vada nel senso proposto dall'onorevole Oppi, che cioè specifichi che la Consulta generale e quelle locali sono istituite senza oneri per l'amministrazione. Per quanto riguarda, invece, il contenuto dell'articolo 4, nel progetto di riforma definito dalla proposta di legge numero 71, il senso è quello di operare, in assenza del nuovo assetto delle province, una ristrutturazione degli organi, con le conferenze territoriali, che erano prima conferenze provinciali, e dei loro rappresentanti. Non c'è più il rappresentante del presidente della provincia e viene invece utilizzata una formulazione che rimanda alla costituzione di un ente locale. Ma il senso principale però è un altro: può essere che le consulte rappresentino un momento di appesantimento del processo decisionale, però è anche vero, specularmente, che la riduzione che abbiamo prospettato delle ASL riduce anche i centri decisionali e quindi necessita di essere controbilanciata dall'allargamento della partecipazione, che non va a discapito dei sindaci, i quali continuano a essere rappresentati all'interno della Conferenza territoriale socio-sanitaria, ma incorpora altre porzioni di territorio e altri portatori di interessi, gli stakeholder, che vengono identificati nelle associazioni che hanno capacità rappresentativa a livello regionale. Questo viene declinato anche a livello locale, perché non sappiamo al momento quale sia l'estensione territoriale di ogni singola ASL che risulterà dal processo di riforma, e quindi si lascia la porta aperta anche a degli ambiti ristretti, che sono quelli locali, all'interno dei quali si comporrà la conferenza territoriale locale. L'emendamento all'articolo 4 tende fondamentalmente a ridefinire con maggiore proprietà di termini queste stesse cose, sostituendo le parole "enti locali" con la definizione puntuale, invece, di province o comuni, perché anche qui non sappiamo che cosa risulterà dal processo di ristrutturazione dell'organizzazione territoriale delle nostre autonomie.
Ritengo quindi molto utile la considerazione sugli oneri aggiuntivi che ha fatto l'onorevole Oppi. Credo peraltro che la Giunta regionale, relativamente alle competenze che sono annesse ai distretti, possa modulare alcune attribuzioni che riguardano, in sede di riorganizzazione delle ASL, alcune funzioni che rimangono a livello centrale e altre che invece vengono trasferite o mantenute in capo alle vecchie ASL più locali, che trasformandosi magari in distretti acquisiscono delle competenze un po' più pregnanti di quanto non sia l'attuale competenza distrettuale.
Quindi la logica che sta nel primo punto dell'emendamento all'articolo 4 presentato dalla maggioranza è proprio quella di prevedere che alcune funzioni, nell'ambito della riorganizzazione territoriale, possano essere mantenute sul territorio in capo al presidio che le aveva originariamente quando era strutturato come ASL.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, credo che il giudizio negativo che noi diamo di questa norma che stiamo esaminando sia riassunto in modo straordinariamente efficace nel parere del Consiglio delle autonomie locali, anche se in modo del tutto bizzarro tale parere, che mostra contenuti di focalizzazione negativa di questa norma, alla fine è positivo. Credo che qualche riflessione su questo parere contraddittorio e anche sulla funzione del Consiglio delle autonomie locali la si debba fare, perché se il Consiglio delle autonomie locali esprime parere positivo dopo aver invece criticato e censurato la norma, evidentemente c'è qualche problemino che bisogna affrontare.
Detto questo, sotto il profilo dei contenuti non posso che condividere quanto hanno sostenuto, in modo più che autorevole, i miei colleghi che mi hanno preceduto, ma mi preme puntare il dito contro questo modo singolare di legiferare. Gli emendamenti sono la vera struttura della norma, che viene destrutturata completamente in Aula. Si abbozza una norma, la si porta in Commissione, si fa perdere alla Commissione tanto tempo, si propongono emendamenti (molti emendamenti dell'opposizione sono stati utilizzati dalla maggioranza in Aula), poi la norma arriva in Aula e viene completamente rivoluzionata, non semplicemente modificata! Gli emendamenti servono per modificare, per integrare, per migliorare, non per rivoluzionare, destrutturare e ristrutturare. Questo non è un modo corretto di legiferare, colleghi della maggioranza e dell'opposizione. Noi non siamo posti nelle condizioni di lavorare non dico in modo positivo, ma almeno normale, sufficiente! Non siamo in grado di farlo. Arrivano in Aula emendamenti che stravolgono completamente l'impianto della legge, e questo non è un modo corretto di procedere.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io mi chiedo, sempre per il bene della società per la quale si dovrebbe operare, se in quest'Aula possiamo fare il gioco delle tre carte per cercare di sistemare cose che peraltro non sono sistemabili. Io capisco che nasce da un profondo ideologico modo di concepire la realtà e la partecipazione democratica assumere una posizione che impone non la rappresentanza, ma la diretta partecipazione dei cittadini. Sappiamo tutti che la diretta presenza dei cittadini non regola una vera partecipazione democratica, perché esistono diversità nella creazione della volontà di un'assemblea, tant'è che in tutte le democrazie - naturalmente quelle più evolute, quelle cosiddette "occidentali" in particolare, non quelle che provengono da scelte dirigistiche - ci sono sempre alcune persone che rappresentano la moltitudine. Voler tornare alla sanità proponendo assemblee di varia natura e genere non agevola, non è utile e tanto meno democratico, anche perché è sotteso che in quest'ideologia bruta ci siano le truppe cammellate, le truppe organizzate che debbono essere portate all'interno delle assemblee per, guarda caso, instaurare il dirigismo. Ora, se ci rendiamo conto che questa norma non è corretta, non è buona, non è efficiente e ancor meno è efficace nella rappresentazione di quella che è la realtà del territorio, cancelliamola. Se poi dobbiamo cancellarla perché c'è un secondo passo da fare all'interno della prima Commissione per trovare le strutturazioni complessive, per organizzare al meglio senza che vi sia dispersione, faccia due passi indietro, onorevole Ruggeri, perché chi scrive una norma non si può affezionare a quello che ha scritto per cui va bene solo quello!
Bisogna essere aperti, tolleranti e avere opportunità di confrontarsi su quello che sarà il risultato effettivo. Quel sistema l'abbiamo assunto nella scuola, nelle rappresentanze istituzionali della scuola ed è stato un fallimento! Bisogna cominciare a essere seri con noi stessi, altrimenti la politica ancora una volta sarà asservita a sé stessa. Dirò di più, avrà quel discredito che tutti oggi imputano ai politici e alla politica, perché non è più individuabile chi decide e che cosa deve decidere. Il cittadino non crede più che ci possa essere una rappresentanza seria testimoniata, per esempio, dai sindaci nei territori. Altrimenti delegittimiamo anche i sindaci e i consigli comunali.
Ma l'avete capito che state sbagliando? Cancellate queste cose finché siete in tempo, non è un male, è un atto di onestà nei vostri confronti, nei confronti dell'Assemblea e della gente di Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, colleghi e colleghe, l'articolo 4 della proposta di legge numero 71 racchiude al suo interno alcuni elementi di innovazione e aggiornamento, come la nascita dei distretti socio-sanitari. Allo stesso tempo, però, contiene gravi lacune normative e soprattutto programmatorie. I distretti socio-sanitari vengono descritti esclusivamente in maniera concettuale. Infatti nell'articolo 4 non vi è traccia del numero di distretti previsti, non vi è la descrizione dei criteri secondo cui questi vengono disposti sul territorio, non vi è una stima del personale che verrà impiegato all'interno di questi strumenti e soprattutto, come già annunciato anche da chi mi ha preceduto, non vi è alcun cenno sulla previsione di stanziamento e di spesa. Spiegatemi voi dove sta la programmazione, perché io non riesco proprio a individuarla.
Il primo comma dell'articolo 4 della proposta di legge recita testualmente: "I distretti svolgono le funzioni previste dall'articolo 7 e 21 della legge regionale 23 del 2005 (sistema integrato dei servizi alla persona)". In questo articolo viene sancito come le province e i comuni concorrono alla promozione e alla programmazione del sistema integrato dei servizi sociali. Questo è l'elemento che da solo annulla integralmente la proposta di legge, in quanto ci troviamo in una Regione che nove anni fa ha istituito quattro nuove province e due anni fa le ha abolite, e in uno Stato che intende abolire tutte le province storiche per favorire la nascita delle famigerate città metropolitane. Oggi tutti noi qui presenti ci troviamo quindi a discutere di una proposta travestita da strumento di programmazione, ma che è colma di lacune normative e di contenuto. La parte più drammatica di questo articolo deriva dal fatto che il distretto rappresenta il primo luogo al quale il cittadino si rivolge in caso di necessità di assistenza sanitaria. Essendo esso inserito in un sistema integrato di servizi si deve occupare di organizzazione, con la cooperazione di altre strutture, tutto il percorso assistenziale di cui il paziente necessita. Essendo il primo interlocutore dei cittadini il distretto deve essere disegnato tenendo conto di importanti dati demografici, quali la popolazione di una determinata area, il tasso di natalità, mortalità ed emigrazione, la percentuale di genere, l'età media. Il distretto deve quindi rappresentare i cittadini di quel territorio. Per questo è importante che il distretto sia in grado di dialogare con le strutture assistenziali. Il fatto che questi elementi siano assenti nella proposta che avete presentato dimostra che la vostra non è altro che una scatola vuota, amorfa e priva di significato. Colleghi, qua si parla di assistenza sociale, di rappresentanza elettorale, di integrazione di servizi, termini che i nostri concittadini conoscono bene, ma che sono totalmente dimenticati nel testo da voi presentato.
Infine ci tengo a ricordarvi che con una scatola vuota non si programma un territorio, ma si arreca un grave danno a coloro che hanno deposto in voi la fiducia.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). L'articolo 4 riguarda il funzionamento dei distretti socio-sanitari e la conferenza territoriale socio-sanitaria. Credo che sia un passo importante dare cittadinanza alle consulte, perché far partecipare persone che vivono tutti giorni nella sanità rafforza ulteriormente il tessuto della partecipazione e anche la discussione dei sindaci. Lo dico da ex amministratore: la Conferenza provinciale purtroppo ha mancato molte volte il suo ruolo proprio perché i sindaci avevano difficoltà a entrare in quei meccanismi. Io credo che col nuovo assetto territoriale e con la partecipazione diretta dei sindaci, unitamente alle consulte di cittadinanza, ci possa essere una maggiore partecipazione, una maggiore attenzione verso le questioni sanitarie locali e un rafforzamento del sistema. Tra l'altro le consulte generali consentiranno a tutte quelle associazioni che propongono da tempo la costituzione delle cosiddette consulte dei disabili di entrare nella organizzazione dell'attività sanitaria, quindi sarà un qualcosa di più e di importante.
Utilizzo il mio intervento tuttavia per dire alcune cose che non rientrano nel gioco delle parti tra destra e sinistra, maggioranza e minoranza, e per evidenziare in particolare una questione: se l'articolo 4 funzionerà o meno dipende molto dalla riforma degli enti locali, da come riusciremo a comporre questo puzzle, e ho già avuto modo, a seguito di indiscrezioni giornalistiche, di sottolineare che certi Frankenstein che vengono rappresentati sulla stampa non stanno né in cielo né in terra. Che il sindaco di Ovodda debba far parte della stessa conferenza sanitaria di cui fa parte il sindaco di Villasimius mentre il sindaco di Ollolai, che dista meno di dieci chilometri da Ovodda, debba far parte di quella in cui c'è il sindaco di Santa Teresa di Gallura è qualcosa di abominevole! Naturalmente a questo lavorerà molto sia l'assessore Erriu, sia in particolar modo, spero, anzi ne sono sicuro, la prima Commissione. Avremo modo di lavorare attentamente a una proposta che preveda i criteri generali, lasciando ai singoli territori la decisione, perché la Regione deve sempre di più dare gli indirizzi e consentire democraticamente ai territori di decidere quel che si deve fare. Sarà pure importante la sanità, saranno pure importanti le ASL, ma l'organizzazione democratica non la decide la sanità in Sardegna, non può deciderla e, almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo, non la deciderà.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Io riprendo intanto la riflessione del collega Marco Tedde, che poneva bene in evidenza un aspetto sul metodo di legiferare. Lo dico al Presidente della Commissione sanità, che imponeva ritmi di lavoro a tappe forzate. Mi chiedo se quello che noi allora dicevamo fosse frutto solo di un atteggiamento dilatorio o se non fosse invece un appunto sensato, quello cioè di valutare attentamente le cose che si stavano discutendo, perché per noi quel testo presentava molte lacune e molte carenze, tant'è che oggi ragioniamo sull'articolo 4 che state, con l'emendamento numero 367, stravolgendo completamente. Delle due l'una: o avevate un'idea nel momento in cui avete proposto l'articolo 4 che assecondava chissà quale finalità, quale obiettivo, o non si capisce la ragione di una modifica repentina a distanza solo di qualche settimana.
La verità è che c'è molta confusione, che non avete le idee chiare su quello che intendete fare e per di più proponete modifiche peggiorative. In questo emendamento addirittura leggo che è la Giunta regionale che provvede a individuare le funzioni della Conferenza territoriale socio-sanitaria! Ma vi rendete conto di quello che state facendo? State dando una delega in bianco alla Giunta regionale, state esautorando la funzione del Consiglio regionale, ve ne rendete conto? State commissariando la funzione del Consiglio regionale ed è grave. Così come è grave che sulla stampa locale di quello che noi stiamo denunciando in questi giorni non ci sia nessuna eco. Ieri abbiamo denunciato la creazione di una nuova azienda sanitaria, in contraddizione con quello che avete annunciato, e sembra che questa cosa passi sotto silenzio. Ma dobbiamo fare le conferenze stampa nelle piazze perché questo messaggio possa uscire da quest'Aula? C'è una situazione di ammorbamento totale, incredibile, rispetto al quale noi non ci stiamo e denunciamo questa situazione che veramente dovrebbe determinare un sussulto di dignità da parte del Consiglio regionale, dei consiglieri regionali.
Qui si sta commissariando ancora una volta la funzione del Consiglio regionale, con una delega in bianco alla Giunta regionale, che deve individuare persino le funzioni dei nuovi organismi. Qual è il senso di questa norma e di altre norme che rispecchiano un modo, questo sì, davvero antidemocratico di procedere? Nell'articolo 4 erano quantomeno specificate le funzioni, qui invece c'è una delega in bianco, ma con un'ulteriore previsione che, a nostro avviso, dà il senso di come si intenda creare un sistema affinché, alla prova dei fatti, il Consiglio non abbia assolutamente nessuna funzione. Si supera la Conferenza dei sindaci, si creano le conferenze generali di cittadinanza, le consulte locali di cittadinanza e ancora una volta è demandato alla Giunta di definirne la composizione. È una sovrastruttura di cui non si coglie veramente il senso, perché tutti debbono partecipare per poi allungare i tempi e non fare nulla. Già non tenete conto dei pareri del CAL quando arrivano, immaginiamoci che senso date alle funzioni di queste consulte generali e locali di cittadinanza!
Per la verità c'è un qualcosa di quest'articolo che io salvo, ed è l'emendamento numero 63, che abbiamo firmato con convinzione e che riguarda l'istituzione del Codice rosa in tutti i pronto soccorso. Questo va a merito del primo firmatario, l'onorevole Luca Pizzuto, ma quando arriveremo a discuterlo spiegheremo anche perché lo abbiamo sottoscritto.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, ovviamente è in corso la riforma degli enti locali, per cui in previsione dell'organizzazione degli enti locali è stato proposto un emendamento che parla di rappresentanti degli enti locali che ricadono nell'ambito territoriale della ASL e un rappresentante della Consulta locale. Io però vorrei intervenire sul comma 3, in particolar modo. Con il cambiamento, come abbiamo detto, della situazione epidemiologica e demografica e delle patologie avranno un ruolo sempre maggiore le associazioni dei cittadini competenti. Visto che esiste un problema storico rispetto al diabete abbiamo appena deliberato l'istituzione della Consulta della diabetologia e malattie metaboliche correlate, in cui è prevista la partecipazione sia dei professionisti, medici e infermieri, sia di associazioni dei cittadini. Sono cittadini molto consapevoli che recepiscono rapidamente i problemi e molto spesso hanno le "antenne" molto sensibili anche ai problemi di livello nazionale, per cui la loro partecipazione al governo di queste patologie lo ritengo un punto particolarmente importante.
Da quando è nato il sistema sanitario c'è sempre stata la necessità, dalla legge numero 833 del 1978 ai decreti legislativi numero 502 del 1992 e 517 del 1999, di bilanciare gli aspetti gestionali con quelli partecipativi degli enti locali, cioè di bilanciare gli interessi della comunità. È vero, com'è stato detto, che molto probabilmente non abbiamo avuto la piena maturità per approfittare di questi strumenti di partecipazione democratica, però sarà necessario potenziarli, farli vivere sulla base di precise regole, perché in previsione dei cambiamenti che saranno inevitabili da qui a dieci anni, dato l'invecchiamento della popolazione, occorre che ci sia consapevolezza di questo cambiamento e ciò richiederà la partecipazione dei cittadini. Cito per tutte l'associazione Cittadinanzattiva, che da anni svolge un ruolo fondamentale, tant'è che ha fatto l'Audit civico [PS1] ancora prima degli enti pubblici, dando un aiuto nel misurare le prestazioni degli ospedali e la sicurezza. Molto spesso è stata male interpretata, come quanto ha attribuito una sorta di punteggio o ha stilato una classifica delle aziende sanitarie locali e ospedaliere, ma il fine era quello di garantire sia il cittadino, dal punto di vista della sicurezza, sia i professionisti. Quindi noi dobbiamo promuovere in maniera unitaria la partecipazione sia degli enti locali, nelle forme che saranno più adatte e funzionali, sia soprattutto delle associazioni dei cittadini competenti.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Ruggeri, relatore di maggioranza.
RUGGERI LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 50, 149, 276, 325, 150, 267, 151, 261, 260, 259, 51, 162, 291, 326, 52, 152, 218, 327, 53, 153, 217, 54, 154, 216, 328, 55, 155, 215, 329, 330, 56, 156, 298, 331, 57, 58, 157, 299, 332, 336, 59, 158, 333, 290, 159, 163, 60, 160, 289, 334, 165, 166, 164, 61, 161, 287, 335, 62, 167 e 248, favorevole sugli emendamenti numero 367 e 63.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 50, che è uguale agli emendamenti numero 149, 276 e 325. Chi lo approva alzi la mano…
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale!
LOCCI IGNAZIO (FI). Ho chiesto di intervenire per dichiarazione di voto!
PRESIDENTE. Si è scritto adesso! Prego di iscriversi puntualmente!
Annullo la votazione.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Ho annullato la votazione, non c'è problema, ho sentito la richiesta di votazione nominale. Il problema riguarda le iscrizioni a parlare per dichiarazione di voto, che vi prego di effettuare per tempo, altrimenti si creno difficoltà. Se mi aiutate riusciamo a procedere più celermente.
Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). La ringrazio, Presidente. Io mi riallaccio esattamente a ciò che è stato detto rispetto al fatto, caro Assessore, che il timore vero è che quello che pure sembra un valore positivo, ovvero il coinvolgimento delle autonomie locali e del mondo dell'associazionismo, ovviamente quello più rappresentativo, ci mancherebbe, rischia, secondo il nostro modesto parere, di vanificare l'obiettivo che questa riforma si pone di migliorare, velocizzare e razionalizzare il sistema della sanità, attraverso dei momenti assembleari con, guarda caso, amministratori o associazioni che saranno, a seconda dell'umore del momento, valutati in modo diverso. Ovviamente sappiamo che saranno gli amministratori della vostra parte politica quelli che sapranno dare il giusto contributo nel prendere le decisioni nella sanità, tralasciando i consigli degli altri. Pensiamo anche che in questo momento, in cui tutto è in divenire, parlare dell'inserimento di elementi di discussione nel processo di revisione rischia non solo di vanificare tale processo, ma soprattutto di renderlo quasi inutile. Quindi secondo noi questo emendamento soppressivo va approvato proprio per queste ragioni.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 50, 149, 276 e 325.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 47
votanti 46
astenuti 1
maggioranza 24
favorevoli 18
contrari 28
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 367.
Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Signor Presidente, io vorrei brevemente ritornare, in dichiarazione di voto, visto che l'emendamento numero 367 sostituisce integralmente l'articolo 4, sull'argomento sollevato dal collega Pittalis nel suo intervento, perché mi pare che il problema che si sta ponendo sia di grande serietà e vada al di là del tema specifico. Infatti, a parte il fatto che, secondo me, c'è un problema serio di legittimità del comma 3 dell'articolo 4, perché state delegando alla Giunta tutta una serie di funzioni che sono specificamente del Consiglio, quindi state approvando una norma che è perfettamente illegittima, sussiste un fatto politico, mi chiedo cioè perché si deleghi la Giunta a fare una cosa di questo genere. C'è un'esigenza di speditezza tale da rendere necessario delegare alla Giunta una funzione di questo genere? Non mi pare!
Veramente credo che noi bene faremmo a eliminare perlomeno questo comma e, come suggerivo nel mio intervento in discussione generale, a rinviarlo a un momento in cui potremo parlarne con maggiore attenzione. Voler spogliare il Consiglio ancora più di quanto non lo si sia già spogliato di funzioni e competenze a favore della Giunta mi sembra veramente un atteggiamento "tafazzista[P2] ", privo di senso istituzionale, prima ancora che politico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Sull'emendamento, preliminarmente, ammettendo che qualche collega possa essersi distratto, voglio ribadire che non c'è nessuna sottrazione di potere ai rappresentanti dei territori e ai sindaci, che la Conferenza territoriale socio-sanitaria rimane perfettamente in piedi e che alla Conferenza provinciale socio-sanitaria, che evidentemente decade, perché decade il riferimento territoriale in quanto non ci sono più le province, viene solamente dato un nuovo nome. Ci sarà un ambito territoriale e quindi le funzioni sono semplicemente traslate e le rappresentanze riadattate.
Voglio anche dire che nulla osta a introdurre con un emendamento orale il vincolo del parere della Commissione consiliare sulla proposta della Giunta regionale per l'istituzione e la disciplina del funzionamento delle consulte generali e locali di cittadinanza. Non c'è nessuna difficoltà ad accogliere un emendamento in tal senso. Viceversa chiederei se c'è la medesima disponibilità a introdurre nel comma 3 dell'emendamento, laddove si parla di composizione, funzioni e modalità di funzionamento delle consulte locali di cittadinanza, la specificazione: "senza che ne derivino ulteriori oneri per l'amministrazione", come ha suggerito prima l'onorevole Oppi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Chiedo un minuto di sospensione.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 40, viene ripresa alle ore 11 e 55.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Intervengo per proporre, riguardo all'emendamento numero 367, due emendamenti orali, se l'Aula è d'accordo. Nella prima riga dell'emendamento, dopo "la Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare", si propone di sostituire le parole "provvede ad individuare" con "propone di individuare". Nello stesso emendamento, comma 3, quarta riga, dopo "istituisce la Consulta generale di cittadinanza e le consulte locali di cittadinanza e ne definisce composizioni, funzioni e modalità di funzionamento", si propone di aggiungere "senza che questo generi oneri per l'amministrazione".
PRESIDENTE. Però non è chiaro. "La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente" a chi "propone di individuare"? Cioè o scriviamo "provvede" oppure "individua ulteriori funzioni", altrimenti non è chiaro.
COCCO PIETRO (PD). Al Consiglio, ovviamente!
PRESIDENTE. Sospendiamo un attimo. Onorevole Cocco, si può avvicinare?
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 58, viene ripresa alle ore 12 e 05.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Viste le osservazioni formulate dagli Uffici, rettifico l'emendamento proposto, per cui rimane invariato il comma 1 dell'emendamento numero 367 e rimane la proposta di emendamento orale al comma 3 per aggiungere le parole "senza oneri aggiuntivi" .
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Dichiaro il mio voto contrario all'articolo 4. Gli ultimi interventi dimostrano che c'è una confusione totale e un appesantimento di questo articolo: conferenze locali di cittadinanza, conferenze provinciali, vicepresidenti, presidenti, uffici di presidenza. È un articolo che non merita sicuramente di essere approvato. Ma voglio fare una proposta, se la maggioranza mi ascolta: siete in tempo per riportare in Commissione l'intera legge. Stiamo procedendo bene, stiamo riuscendo a trovare i giusti equilibri, però a questo punto andare avanti su una legge che non è sicuramente il massimo per la Sardegna potrebbe produrre solo dei danni, ma siete in tempo per ritirarla. Il suggerimento che vi diamo è quello di rinviare la proposta di legge numero 71 in Commissione e ripartire da zero. Abbiamo un'ottima base di ragionamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Alcune perplessità che avevamo paventato già in sede di discussione generale oggi trovano conferma e noi vorremmo stigmatizzare, in questa sede, non tanto il merito dell'emendamento, che peraltro è un déjà vuperché non c'è niente di nuovo nelle consulte, nelle conferenze (nell'esperienza della sanità si è fatto più volte ricorso alla partecipazione degli enti locali), quanto la sostanza dell'articolo. Vorrei richiamare, a questo punto, l'attenzione dell'Aula sull'articolo 27 dello Statuto. Badate che il Consiglio regionale esercita le funzioni sia legislative che regolamentari e noi stiamo inzeppando questa legge di emendamenti che trasferiscono i poteri regolamentari alla Giunta, cosa che non possiamo fare. Peraltro, non mi sembra una buona tecnica normativa quella di sostituire interamente la legge in Aula. Noi abbiamo tenuto in ostaggio la Commissione e il Consiglio per giornate intere per lavorare su un testo che qui viene sistematicamente stravolto con emendamenti sostitutivi totali. Voteremo una legge che non è stata istruita, perché è completamente diversa da quella esitata dalla Commissione. Allora mi chiedo se sia questa la competenza al potere, la correttezza nei rapporti che sembrava dovesse fare nuovamente ingresso in quest'Aula a seguito delle ultime elezioni.
Ripeto, non mi sembra una buona tecnica normativa quella di stravolgere i testi in Aula con emendamenti sostitutivi totali, che peraltro ci restituiranno non una riforma, ma l'annuncio di una riforma che è continuamente delegata a provvedimenti successivi della Giunta. In particolare - Presidente, mi appello a lei come garante anche del principio di legittimità e legalità - richiamo ancora una volta l'articolo 27 dello Statuto, che dice chiaramente che noi esercitiamo la potestà regolamentare. Con l'emendamento numero 371 all'articolo 3 abbiamo invaso l'atto aziendale dell'azienda AREUS, perché è nell'atto aziendale che si definiscono personale, interrelazioni, patrimonio e sede, mentre noi abbiamo trasferito questa funzione alla Giunta, e con l'emendamento numero 367 stiamo trasferendo alla Giunta anche la competenza regolamentare di stabilire quali funzioni debbano esercitare i distretti socio-sanitari e le conferenze territoriali socio-sanitarie. Io credo che tutto questo non sia possibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Ribadisco che sono contrario all'appesantimento che viene fatto, perlomeno mettetelo alla fine, consentiteci, dopo due mesi di intenso lavoro di discutere gli emendamenti presentati, oppure ci dite chiaramente cosa volete fare, così evitiamo lo spreco di energie. Ritengo comunque che l'appesantimento non serva, perché si è già verificato che la conferenza dei sindaci spesso non si è potuta riunire per l'approvazione del bilancio proprio perché era pletorica. Voi la state ingolfando ulteriormente e questo potrebbe creare problemi, al di là delle figure che si vogliono prevedere. Per alcune valutazioni fatte dall'Assessore sarebbe stato meglio che tutto questo fosse stato concordato con l'Associazione dei comuni, in quanto è in atto la riforma degli enti locali, per cui fare prima una legge e poi consultarsi con gli enti locali mi sembra persino uno sgarbo istituzionale.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare, chiedo perciò, a questo punto, se l'Aula è d'accordo sull'emendamento orale del consigliere Pietro Cocco: "senza che ne derivino ulteriori oneri aggiuntivi per l'Amministrazione", formula da inserirsi al comma 3.
L'Aula è d'accordo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 367 modificato.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Tunis - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 49
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 31
contrari 18
(Il Consiglio approva).
A seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 367 decadono gli emendamenti dal numero 150 al numero 336. Rimangono gli emendamenti dal numero 59 al numero 164. Decadono inoltre gli emendamenti dal numero 61 al numero 167.
Metto ora votazione gli emendamenti numero 59, 158, 333 e 290, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 59, 158, 333 e 290.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 50
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 19
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
(Non è approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Vista la delicatezza dell'argomento in discussione, chiediamo la votazione nominale su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 163.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Manca Gavino ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 51
Votanti 50
Astenuti 1
Maggioranza 26
Favorevoli 19
Contrari 31
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 60, 160, 289 e 334.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 19
contrari 32
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 165.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Ledda.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 50
astenuti 2
maggioranza 26
favorevoli 19
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 166.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 19
contrari 32
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 164.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 19
contrari 32
(Il Consiglio non approva).
Passiamo ora all'emendamento numero 63.
Ha domandato di parlare il consigliere Luca Pizzuto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PIZZUTO LUCA (SEL). Il voto è chiaramente favorevole, nella convinzione che questo Consiglio con questo emendamento stia facendo qualcosa di molto importante per la Sardegna e in particolare per le donne di Sardegna.
Secondo un rapporto Eures-Ansa del 2013 ogni dodici secondi una donna è vittima di violenza nel nostro Paese. Negli ultimi dodici anni sono stati 2.220 gli omicidi cosiddetti "passionali", il più delle volte commessi dall'uomo, marito, fratello o conoscente. Nel nostro Paese si registrano dieci stupri al giorno e 7.200 casi di violenza di genere all'anno; nell'ultimo anno i reati considerati tali, parliamo solo di quelli denunciati, sono stati 105 mila e, come dicevo prima, nel 48 per cento dei casi autore del reato è il marito, nel 23 per cento dei casi l'ex partner. Le donne di questo Paese muoiono per amore. Oltre a questo non consideriamo le spese dovute alla mancata gestione di questo fenomeno che si sostengono nel nostro Paese e nel resto dell'Europa. Si stima che la violenza di genere e i conseguenti effetti nella società costano 16 miliardi di euro in Italia e 223 miliardi di euro in Europa. La prima causa di morte in Europa per le donne è la violenza di genere.
Viviamo in una società che ha usato e usa il corpo delle donne come il peggiore strumento di mercificazione che ci sia. Nei programmi televisivi trasmessi attualmente la donna altro non è che uno strumento al servizio del piacere dell'uomo, che a sua volta viene educato ad essere il prototipo maschile della Denim, ovvero "l'uomo che non deve chiedere che mai".
Rispetto a tutto questo oggi noi facciamo una cosa importante, ringrazio perciò tutte le persone che hanno firmato questa proposta. Apprezzo molto il fatto che vi sia un consenso trasversale, perché oggi noi diamo una risposta a tutte le donne vittime di violenza. Mi viene in mente il caso di Maria (il nome è di fantasia, ma la vicenda è vera), la quale, recatasi in un pronto soccorso del suo territorio dopo essere stata malmenata dal marito, fu dimessa nel giro di un paio d'ore nonostante lei supplicasse il medico di poter stare lì, di essere ricoverata. Le hanno detto che non si poteva e lei si è nascosta per tutta la notte nel sottoscala dell'ospedale. Credo che oggi a Maria e a tutte le donne stiamo dando una risposta molto importante. Il silenzio non aiuta, la denuncia aiuta ed è la ribellione a questo sistema, mettendo però sempre in primo piano il fatto che in particolare noi uomini dobbiamo cambiare il nostro modo di essere maschi.
Credo che quanto previsto in questo emendamento ci riempia di orgoglio e sono convinto che ci saranno altre azioni di questo genere contro la violenza e per una società sarda libera e non violenta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Signor Presidente, colleghi, credo che questa sia una norma che, come appena dichiarato dall'onorevole Pizzuto, ci mette al passo con i tempi. Purtroppo per quanto riguarda questo fenomeno si stanno registrando numeri spaventosi, ma al di là dei numeri credo che rimangano proprio le cicatrici di questo tipo di sofferenza e difficoltà che vivono tantissime donne nell'affrontare la vita di tutti i giorni.
Quindi la necessità di riservare attenzione con un Codice rosa alle violenze di ogni genere sulle donne - ma credo che l'attenzione verso le forme di violenza debba esservi per tutti - nasce anche dai numeri relativi a questo fenomeno ormai quotidianamente in aumento.
Credo anche che la possibilità di avere un Codice rosa, di avere quindi un'attenzione e un intervento immediato da parte dei professionisti della sanità e anche del sociale, che si trovano, appunto, nelle strutture ospedaliere, possa essere un deterrente per le persone che vogliono scappare e per contro un incoraggiamento per le vittime che non vogliono denunciare, in quanto trovano un ambiente più congeniale, più favorevole, più disteso, ma soprattutto più sicuro per poter dichiarare da dove nasce la violenza.
Quindi io credo che questo Consiglio dimostri una grande sensibilità in primis, ma credo anche che questa norma sia necessaria, nonostante qualcuno in questi giorni ci abbia fatto notare che comunque i casi di violenza appena riscontrati hanno delle priorità. Però credo che prevedere una norma possa aiutare purtroppo non a non subire violenza, ma quantomeno a intervenire e prevenire per il futuro. Il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Signor Presidente, intervengo anch'io per ribadire i concetti che ha illustrato il collega Pizzuto. Noi abbiamo sottoscritto la sua proposta con entusiasmo, direi anche con molta serietà. Ovviamente anche noi riteniamo che si tratti di una norma di civiltà che viene inserita nel nostro ordinamento regionale. Potrei aggiungere che mi dispiace che abbiamo dovuto, anche in questa occasione, sentire l'esigenza di sottolineare che anche questa sarà una norma senza oneri aggiuntivi per le casse della Regione.
Credo che in relazione a queste tematiche si debba non solo investire sull'educazione, sui progetti di sensibilizzazione, ma evidentemente anche intervenire per adeguare le strutture ospedaliere, i pronto soccorso, per dare la giusta accoglienza in questi casi, che sono ovviamente molto delicati.
Il voto è naturalmente favorevole, ma credo che su questa strada ci sia ancora tanto da fare. Noi confidiamo che questo voto favorevole sia l'inizio per dare un concreto sostegno al superamento di queste barbarie. Spero anche che sia l'occasione per responsabilizzare il personale sanitario degli ospedali che talvolta, forse per evitare polemiche e problemi, non entrano nel merito di certe violenze, che passano senza l'attenzione di nessuno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, anche noi abbiamo firmato con convinzione l'emendamento presentato dal collega Pizzuto proprio perché crediamo che riguardi una tematica sensibile e attuale, purtroppo. Vorremmo che l'Assessore ci chiarisse alcuni aspetti tecnici sull'effettiva operatività di quello che stiamo introducendo, cioè io non vorrei che la previsione di assenza di nuovi e maggiori oneri a carico della finanza regionale ed eventuali problemi applicativi che sono stati evidenziati in Commissione, in particolare dal collega Randazzo, vanificassero le buone intenzioni del collega Pizzuto e di tutta l'Aula, che su questo aspetto mi pare converga in maniera totale, perlomeno i colleghi che sono intervenuti si sono tutti pronunciati a favore.
Dico questo perché qualcuno prima ha parlato di nozze coi fichi secchi e io credo che l'introduzione di tutta una serie di cose (alcune di queste peraltro già si fanno) che riguardano la riservatezza, per esempio degli accorgimenti di tipo strutturale, richiederanno non grandissimi investimenti, ma comunque dei piccoli investimenti. Vorrei che prima di approvare il testo, collega Pizzuto, l'Assessore ci chiarisse questi aspetti, perché se c'è da apportare qualche piccolo aggiustamento lo facciamo adesso e approviamo una norma che sia realmente operativa e non puramente una petizione di principio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, in realtà mi aspettavo la risposta dell'Assessore, ma intervengo per annunciare il voto favorevole del mio Gruppo, ritenendo questo un argomento molto importante. Questa è la dimostrazione che quando trattiamo argomenti seri e di importanza collettiva la politica emerge nella sua parte migliore.
L'istituzione del Codice rosa è senza dubbio un fatto importante, del quale tutti noi ci dobbiamo fare carico. L'emendamento prevede che ciò avvenga senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale. Sono invece dell'avviso che nella prossima finanziaria potremo prevedere delle somme da destinare a questo tipo di attività, soprattutto per creare le condizioni in ogni ASL, in ogni casa della salute od ospedale di comunità necessarie per ospitare e dare la giusta assistenza alle persone colpite da questa forma di violenza.
Io tentavo di avvicinarmi al collega Pizzuto più che altro per capire se ci sono le condizioni per inserire una norma che in qualche modo richiami anche un intervento dell'AREUS, perché è chiaro che questa agenzia, che funziona anche come presidio di primo intervento, potrebbe essere inserito in questo emendamento. Chiederei un minuto di sospensione, Presidente, per capire se c'è la possibilità di integrare in questo senso l'emendamento numero 63.
PRESIDENTE. Ci vuole un emendamento specifico in questo caso, non vedo altre strade. Tra l'altro il precedente emendamento è già stato votato, quindi non lo si può integrare. Se posso intervenire come operatore sanitario, devo dire che in realtà il percorso è delicato dal momento dell'accettazione della paziente. Il più delle volte sono pazienti che si recano al pronto soccorso accompagnate o da sole e la parte più delicata è proprio quella intraospedaliera, che necessita di protocolli specifici. Ma su questo credo che l'Assessore voglia dirci qualche cosa, forse è meglio dargli la parola perché ha una proposta da fare.
Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ovviamente il parere della Giunta è favorevole su questa proposta che io penso recepisca qualcosa che è già stato fatto dalla società. La società cioè ci ha anticipato. Nel 2009, l'ordine dei medici di Cagliari e l'ordine degli avvocati di Cagliari, con il contributo di magistrati e professionisti, ha preparato il protocollo operativo per l'accoglienza e la repertazione in presenza di ipotesi di violenza sessuale su adulti e il protocollo organizzativo in caso di presunta violenza sessuale su adulto. Quindi noi recepiamo quello che ha già fatto la società e bene ha fatto l'onorevole Pizzuto a proporre questo emendamento. Quello che dobbiamo fare adesso, con questa legge, è rinforzare quel documento scientifico, fatto da due ordini professionali con la partecipazione di diversi stakeholder, e far sì che venga applicato in maniera omogenea su tutto il territorio regionale.
Nulla osterebbe, se non problemi procedurali, all'osservazione che ha fatto l'onorevole Rubiu, però di fatto già la Simeo, ovvero la società scientifica di cui fanno parte anche medici dell'emergenza-urgenza, lo ha recepito. Quello che noi dobbiamo fare è dargli maggiore forza, ratificandolo con un articolo di legge, in modo che venga monitorato e uniformato il percorso che viene previsto, che prevede appunto un'accoglienza particolare, la capacità quindi di dare pronto soccorso, fare l'anamnesi, garantire la privacy sull'episodio che viene riferito e garantire, al di là delle necessità puramente sanitarie, l'accoglienza psicologica, la tutela della persona che ha subito violenza, non solo le donne, quindi, ma qualsiasi persona che subisca una violenza.
Di fatto noi recepiamo e accettiamo l'emendamento dell'onorevole Pizzuto, ma se lui è l'accordo proporrei di aggiungere, dopo "presente legge, entro sessanta giorni" - anche se rischio forse di reiterare un problema formale - che la Giunta, entro i successivi trenta giorni, provvederà a realizzare le linee guida, sentito il parere della Commissione, anche in riferimento alla legge numero 26 del 2013.
Quindi, di fatto, quello che faremo adesso è verificare lo stato della situazione in tutti i dipartimenti di emergenza-urgenza, pronto soccorso e primo soccorso della Sardegna, implementeremo questo documento che è veramente valido e recepisce già lavori fatti a livello nazionale e internazionale, e sarà un piacere discuterlo e condividerlo con la Commissione, perché veramente si possa dare una risposta uniforme su tutto il territorio regionale.
PRESIDENTE. È stato presentato un emendamento orale, quindi chiedo all'Aula se è d'accordo su questa modifica. Se non ci sono osservazioni, la diamo per acquisita.
Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Siccome questa norma è davvero importante non vogliamo che subisca nessuno stop, però l'argomento sollevato è fuori da quanto contenuto al comma 4 dell'articolo 4, quindi non so se adesso, dal punto di vista procedurale, possiamo introdurre una modifica, anche considerato quello che ha detto l'Assessore, cioè che sarebbe importante normare questo punto ancora più precisamente. Non so se, ai sensi del Regolamento, si possa introdurre questa modifica con un emendamento.
PRESIDENTE. Sospendiamo la discussione su questo emendamento, facciamo trascrivere il testo dell'emendamento orale e poi riprendiamo la discussione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 248.
Ci sono iscritti per dichiarazione di voto sull'emendamento precedente.
(Interruzione)
Vuole intervenire su questo emendamento? Faccio stampare l'elenco di coloro che si erano già prenotati sul precedente emendamento, di modo che stasera riprendiamo da lì. Ci si potrà iscrivere anche questo pomeriggio. Adesso siamo in fase di dichiarazioni di voto sull'emendamento numero 248.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Questo emendamento vuole portare all'attenzione dell'Aula un problema credo noto quasi a tutti, che però sta assumendo una dimensione sempre maggiore, quello della sanità penitenziaria. Oggi c'è una situazione di grave difficoltà della sanità all'interno delle carceri, come dicono gli stessi operatori, perché, è inutile negarcelo, la situazione dei detenuti è tale che molto spesso essi sfruttano la malattia, la sofferenza, un problema di salute come occasione per uscire dalla costrizione, quindi dal carcere, e poter accedere sostanzialmente alle cure mediche in ospedale. Questo sta generando una serie di costi aggiuntivi per la sanità pubblica, e quindi per la Regione, che si è accollata, con la riforma, tutta la parte della sanità penitenziaria, perché molto spesso anche in un'ottica difensiva chi svolge l'incarico di medico nelle carceri accetta che i detenuti possano uscire per ricorrere alle cure mediche in strutture sanitarie. Così molto spesso il personale talvolta poco professionalizzato non è riuscito a dare la giusta assistenza e soprattutto il continuo via vai carcere-ospedale ha determinato una notevole lievitazione dei costi e creato situazioni paradossali. È noto il caso di qualche mese fa del detenuto dell'oristanese che è stato accompagnato in ospedale col cellulare.
Volevo porre all'attenzione dell'Aula questo problema e dire che probabilmente è necessario un dipartimento interaziendale perché vi sia un coordinamento e un'attenzione riguardo a tutta la questione della sanità penitenziaria.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Voglio ringraziare l'onorevole Truzzu per aver presentato questo emendamento, perché abbiamo fatto bene a discutere del Codice rosa, però non dobbiamo dimenticare questo pezzo importante e drammatico della sanità, costituito appunto dalla sanità penitenziaria.
Io voterò a favore di questo emendamento, non so cosa farà la maggioranza, però la maggioranza si è dimenticata di questo problema, che oggi rappresenta uno dei problemi più spinosi da gestire. La Regione sarda ha assorbito, mi pare da due anni, le competenze in materia di sanità penitenziaria; le ha assorbite in maniera un po' avventurosa e peraltro rimangono aperti molteplici problemi. Mi dispiace che oggi non sia presente la collega Busia, che ha seguito molto da vicino questi problemi e credo avrebbe potuto dare un contributo importante. Dispiace doverne parlare incidentalmente, a seguito di un emendamento presentato dal collega Truzzu, perché questo problema meriterebbe un approfondimento ben diverso e una soluzione adeguata, finalmente, alla drammaticità della questione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Si è parlato prima di un atto di civiltà e di un adeguamento alle difficoltà che vivono le donne che subiscono violenza, io credo che questo sia invece un problema ancora più generale. Poiché la Regione ha tra le sue competenze la sanità penitenziaria, oltre ad avere sul groppone tutta la spesa sanitaria, credo che dovremmo prestare molta attenzione a questi casi che, purtroppo, sono in continuo aumento. Dico anche che dal Governo nazionale non c'è nessuna attenzione, perché il Ministero della salute non si è mai preoccupato di intervenire e oggi coglie proprio l'occasione per disinteressarsi del problema, visto che abbiamo assunto noi questa competenza. Qui si tratta di regolarizzare la situazione non solo all'interno delle carceri ma, come facevano notare i colleghi, anche nelle nostre strutture ospedaliere, dove abbiamo raccolto le testimonianze di tanti medici che hanno veramente difficoltà a intervenire, perché non ci sono sostanzialmente neanche dei codici comportamentali e spesso e volentieri si trovano di fronte a dei casi particolari che esulano dalla sanità.
Allora io dico che forse anche questo emendamento, a termini di Regolamento, presenta gli stessi aspetti dell'emendamento sul Codice rosa, però sui contenuti, colleghi, credo che dobbiamo riflettere e trovare delle soluzioni. Il mio voto comunque è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Intervengo per annunciare anch'io il mio voto favorevole all'emendamento del collega Truzzu e per ribadire un concetto, cioè che da quando lo Stato si è premurato di caricare le Regioni anche della competenza della sanità penitenziaria - ovviamente senza oneri aggiuntivi per lo Stato, ci mancherebbe -, la nostra Regione, che questo progetto l'ha seguito attraverso la ASL numero 8 di Cagliari, ha dotato dei macchinari più all'avanguardia il nuovo carcere di Uta, che non è ancora terminato, per chi non lo sapesse. Probabilmente non esiste un carcere in Italia che abbia le attrezzature e gli strumenti medico-sanitari che avrà il nuovo carcere di Uta. Per permettere a questo grande investimento, fatto dalla ASL numero 8, e quindi dalla Regione Sardegna, di funzionare è il caso ovviamente di intervenire anche con politiche di coordinamento, appunto per meglio formare il personale, che ora, a quanto pare, è tutto a carico della Regione, ma soprattutto per evitare che i detenuti utilizzino il nostro sistema sanitario qualche volta anche per fare altro, oserei dire.
Bisogna perciò preparare molto bene i nostri operatori, e questo emendamento mi pare vada in questa direzione, e far sì che anche il nostro sistema sanitario penitenziario, che risulterà il più all'avanguardia a livello nazionale quando aprirà il carcere di Uta, abbia anche il personale in grado di farlo funzionare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). Intanto anticipo il mio voto favorevole a questo emendamento, mi sembra doveroso. Come abbiamo giustamente dimostrato sensibilità verso un fenomeno sociale come quello evidenziato nell'emendamento dell'onorevole Pizzuto, mi sembra doveroso, da parte di quest'Aula, analizzare con serietà e serenità la problematica evidenziata in questo emendamento. E' palese che sia necessaria, per affrontare questo tema, un'adeguata formazione, un'adeguata capacità professionale degli operatori, e soprattutto diventa fondamentale offrire pari garanzie sanitarie non solo ai carcerati, ma anche a chi sta fuori e non riesce neanche ad avere il medesimo trattamento dei carcerati. In ogni caso è doveroso analizzare compiutamente questo problema.
C'è anche la possibilità di finanziare la formazione, quindi la proposta che noi facciamo è quella di rinviare a stasera anche questo emendamento, così come quello dell'onorevole Pizzuto, per parlarne serenamente e compiutamente e poterlo approvare tutti insieme.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luca Pizzuto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PIZZUTO LUCA (SEL). Io ringrazio l'onorevole Truzzu per aver presentato questo emendamento, vorrei però capire - chiedo magari un intervento dell'Assessore al riguardo - se sia tecnicamente realizzabile, perché la gestione penitenziaria è stata affidata alle ASL, non è più di competenza di un'altra azienda. Io ritengo che il tema sia estremamente importante e che si debba trovare una soluzione per metterlo in rilievo all'interno di questa legge, però occorre capire tecnicamente come questo si possa realizzare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Confermo il nostro voto favorevole a questo emendamento, che è indubbiamente meritevole di consenso e denota sicuramente una crescita culturale di questo Consiglio regionale, laddove venisse votato favorevolmente. Denoterebbe pure una crescita culturale di tutta la società, perché noi rappresentiamo degli spaccati significativi, straordinariamente significativi della società.
Credo che coloro che sbagliano debbano essere puniti, lo Stato deve reprimere, in chiave, ovviamente, di rieducazione del condannato, però lo Stato e le istituzioni debbono dimostrare di essere forti, di essere corretti e di voler agire nei confronti di chi ha sbagliato in modo umano e attento alle sue esigenze sanitarie.
Coloro che sbagliano devono essere puniti, ripeto, ma devono essere anche assistiti e sostenuti se ne hanno bisogno. Questo è l'atteggiamento che devono avere uno Stato e delle istituzioni civili, se così li possiamo definire, e comunque in linea con i tempi; tempi in cui c'è una sensibilità diversa rispetto ai detenuti, rispetto a chi sbaglia, che viene considerato non soltanto come un condannato, ma anche e soprattutto come un essere umano che deve essere redento e seguito. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, a questo emendamento io personalmente sono favorevole, come lo è il Gruppo che rappresento, non scritto così però. Siamo d'accordo sulla sostanza, perché occorre trovare una soluzione per dare a coloro che sono detenuti garanzie, oltre che sanitarie, di civiltà. Ora, la questione del dipartimento francamente credo non vada molto bene, magari si potrebbe parlare di coordinamento interaziendale, in capo probabilmente all'Assessorato della sanità.
Occorre riscrivere l'emendamento, trovare la formula più giusta. Pertanto credo, Presidente, che sia necessario, in virtù del fatto che anche l'altro emendamento è stato sospeso, prendere un po' di tempo e fare un'analisi più approfondita per capire come trovare il modo di approvare un emendamento che affronta questo tema. Sulla sostanza siamo d'accordo, ripeto, l'emendamento va però riscritto in alcuni punti sulla base delle cose che possono essere realizzate e anche degli strumenti di cui disponiamo.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Truzzu se è d'accordo sulla proposta dell'onorevole Cocco.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Concordo assolutamente.
PRESIDENTE. Allora sospendiamo questo emendamento. Nel frattempo è arrivato…
OPPI GIORGIO (UDC). Ho chiesto di parlare, Presidente.
PRESIDENTE. Abbiamo sospeso la discussione di questo emendamento che deve essere modificato.
OPPI GIORGIO (UDC). L'emendamento che viene dopo potrebbe non interessarmi.
PRESIDENTE. Ma non c'è un altro emendamento. Abbiamo sospeso questo, stiamo tornando indietro.
OPPI GIORGIO (UDC). Sarà diverso.
PRESIDENTE. Siccome non abbiamo il testo della modifica, stiamo tornando indietro perché è arrivato il testo definitivo dell'emendamento precedentemente sospeso. Diamo il tempo di scrivere la modifica e poi si riaprirà la discussione sulla proposta avanzata dall'estensore stesso dell'emendamento.
Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Intervenendo prima avrei detto cose diverse, perché evidentemente c'è scarsa conoscenza dei problemi. La Sardegna era l'unica Regione che si faceva carico dell'assistenza ai detenuti, fornendo gratuitamente tutti i farmaci ai tossicodipendenti, per esempio. Credo che l'Assessore debba dirci qual è lo stato dell'arte, perché noi abbiamo fatto dei provvedimenti di assorbimento e il trattamento ai detenuti, a mio avviso, è più che sufficientemente garantito. Si tratta di sapere qual è la situazione delle carceri in Sardegna, forse il dipartimento è un'altra cosa. Solo questo volevo dire.
PRESIDENTE. Trattandosi di un emendamento orale occorre l'accordo dell'Aula. Comunque chiederei all'Assessore di dare le informazioni richieste, che possono servire anche per la stesura dell'emendamento, in merito all'organizzazione della sanità penitenziaria.
Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente,è vero che la Sardegna ha anticipato l'assistenza, però io ho incontrato il provveditore regionale e da ciò che mi ha detto è emersa una situazione a macchia di leopardo. Oltre al problema delle patologie mediche principali, c'è un problema relativo alle cure odontoiatriche, per cui ci siamo proposti di fare un cammino comune, incontrandoci per cercare di dare omogeneità a questo tipo di assistenza su tutto il territorio regionale.
Ho riscontrato veramente delle criticità in particolar modo per le cure odontoiatriche, perché teoricamente i detenuti potrebbero, come qualsiasi altro cittadino, chiamare l'odontoiatra di fiducia, però la procedura di accesso e anche l'utilizzo dei materiali è vincolato a dei protocolli rigorosissimi. Quindi dal punto di vista politico esprimo parere favorevole alla proposta dell'onorevole Truzzu, però propongo una breve sospensione per confrontarci sugli aspetti amministrativi. Se il dipartimento è la dicitura corretta, si potrebbe aggiungere "dipartimento funzionale" oppure "coordinamento presso l'Assessorato della sanità, di concerto con il Ministero della giustizia e il provveditorato, per assicurare uniformità alle cure dei detenuti".
(E' approvata)
Comunico che è arrivato il testo scritto dell'emendamento orale all'emendamento numero 63, di cui do lettura: "Art. 4 bis - 1. La Regione istituisce, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale, il Codice rosa in tutti i pronto soccorso della Sardegna. Il Codice rosa è un percorso di accesso al pronto soccorso dedicato alle vittime di ogni forma di violenza, senza distinzione e discriminazione alcuna, con particolare attenzione alle donne. Ogni ASL avrà il compito di organizzare questo servizio entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge. La Giunta entro i successivi trenta giorni provvederà a realizzare le linee guida, sentito il parere della Commissione anche in riferimento alla legge regionale numero 26 del 2013".
Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, praticamente rinuncio in quanto va bene l'emendamento che è stato presentato. Condividiamo totalmente la modifica dell'emendamento, quindi voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PINNA ROSSELLA (PD). Presidente, intervengo brevemente per dichiarazione di voto e con ancora più convinzione dopo aver sentito e condiviso l'emendamento orale presentato dalla Giunta. Ho firmato con convinzione l'emendamento che è stato proposto dal collega Pizzuto e voterò con altrettanta convinzione per il valore simbolico che esso ha. Attribuire il Codice rosa significa mettere ancora una volta l'attenzione su una problematica, su una condizione che prevalentemente le donne in Italia, e la Sardegna non sfugge a questa situazione, vivono con estrema difficoltà e che ha un'evoluzione sempre più negativa dal punto di vista dei numeri e della gravità.
Vorrei però non tanto soffermarmi sui numeri e sulle varie situazioni, quanto richiamare l'attenzione sulla legge numero 8 del 2007 e in particolare sulla legge numero 26 del 2013, che mi fa piacere sia stata citata nell'emendamento orale. La Sardegna si è dotata di buone leggi, ma secondo me sono leggi in buona parte inattuate. Mi riferisco in particolare all'articolo 6 della legge numero 26, laddove si prevedono dei protocolli d'intesa, una rete antiviolenza e dei protocolli operativi. Vorrei ricordare, in particolare all'Assessore della sanità, che la rete antiviolenza dovrebbe essere coordinata dall'Assessore in carica. Credo che questo sia l'elemento fondamentale - e mi fa piacere appunto che l'Assessore l'abbia richiamato - perché i medici del pronto soccorso hanno un loro protocollo operativo, gli assistenti sociali hanno un loro protocollo operativo, gli operatori, i bravissimi operatori dei centri antiviolenza e delle case rifugio per le donne, nonché le forze dell'ordine hanno i loro protocolli operativi, quello che manca è un coordinamento tra loro. Allora ben venga il Codice rosa…
PRESIDENTE. Onorevole Pinna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RANDAZZO ALBERTO (FI). Ho delle perplessità per come è scritto l'emendamento, che dovrebbe essere aggiuntivo, perché se è sostitutivo totale, secondo me, collega Pizzuto, perde il suo senso. Era ben dettagliato come lo aveva scritto lei, a parte le polemiche in Commissione sulla struttura ospitante, cioè sulla famosa stanza aggiuntiva. Se c'è ben venga e si lascia il riferimento in legge, partiamo da questo presupposto. L'emendamento numero 63, che sottoscrivo nella precedente versione, presentava delle difficoltà. Un costo io lo prevederei, anche una piccola somma - l'ho detto in Commissione - perché se chiediamo che ci sia un'équipe immediata per erogare il servizio con il Codice rosa, non possiamo aspettare la discrezionalità del medico di turno o che ci sia la psicologa convenzionata o chi prende in carico il paziente.
I protocolli d'intesa di solito si fanno tra Regione e Ministero e finisce che le figure chiave, ovvero le persone che prendono in carico il paziente, magari quando è il momento non trovano una struttura idonea a prestare l'assistenza oppure devono aspettare la compiacenza di un reparto che ne sia dotato o ancora il servizio non è operativo ventiquattr'ore su ventiquattro. Ma stiamo parlando del pronto soccorso e un episodio di violenza può accadere purtroppo a qualsiasi ora!
Siamo favorevoli alle linee guida che ha stabilito lei, collega Pizzuto, nel suo emendamento, mi stupisce e mi preoccupa la sintesi che è stata fatta con l'emendamento orale perché il suo emendamento era ben dettagliato e scritto in modo serio, per questo l'abbiamo sottoscritto tutti. I diversi passaggi, l'impatto, il riconoscimento, la diagnosi, erano precisati benissimo; sussistevano delle perplessità riguardo alle strutture e al costo del servizio, che secondo noi doveva essere indicato, anche se forfetario o simbolico. Non è con la legge che si attribuisce il Codice rosa, ma dopo il riconoscimento della patologia. Se una persona subisce una violenza che viene riconosciuta l'intervento dell'équipe deve essere immediato per compilare la cartella clinica, che è citata nella parte finale dell'emendamento numero 63, e prendere in carico la paziente che viene accompagnata al pronto soccorso per essere assistita. Dopodiché possono essere fatte le verifiche e le indagini. Tutto questo era scritto benissimo nel suo emendamento.
Con una stesura così riduttiva come quella proposta con l'emendamento orale il servizio è solo istituito. Le linee guida future quali sono? Nell'emendamento che voi avete scritto e che noi abbiamo contribuito a redigere erano perlomeno richiamati i principi, vi era tutta la specificità della patologia di cui parliamo. Con l'emendamento così come modificato si istituisce il Codice rosa, ma cosa viene dopo? Siccome viene introdotto come articolo 4 bis, se l'emendamento orale è sostitutivo con l'emendamento del collega Pizzuto non si lega, è una sintesi del suo emendamento, quindi diventa semmai l'articolo 4.
Votiamo a favore dell'istituzione del Codice rosa, ma la norma perde il significato che abbiamo voluto darle in Commissione, per tutte quelle modifiche che avete apportato...
PRESIDENTE. Onorevole Randazzo, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). L'intervento dell'onorevole Randazzo ha posto anche a me dei dubbi su come è stato riscritto l'emendamento. In ogni caso, in linea di principio, è chiaro, il nostro voto è favorevole su questo emendamento e ritengo che l'impegno profuso da una società per affrontare e risolvere questo problema qualifichi la civiltà e la cultura di un popolo. L'obiettivo che ci dobbiamo porre è quello di arrivare in tempi brevi a non avere bisogno del Codice rosa. Non riesco pertanto a capire per quale motivo si continui a insistere sulla necessità di evidenziare che non stiamo prevedendo nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale. Io penso che questo sia uno di quei temi su cui la finanza regionale dovrebbe investire al fine di risolvere quanto prima il problema, quindi non trovo razionale quella precisazione. Annuncio comunque il voto favorevole a questo emendamento e invito l'Aula a mostrare la medesima sensibilità verso le donne ingiustamente condannate da assurde credenze religiose.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, vorrei prima di tutto ringraziare l'onorevole Pizzuto per aver presentato questo emendamento e aver avuto anche la cortesia e la sensibilità di proporlo a tutti i colleghi, per far sì che fosse un emendamento ampiamente condiviso. Ovviamente avendolo sottoscritto non posso che confermare il mio voto favorevole, anche se - come diceva poco fa l'onorevole Randazzo - la sintesi che ne è stata fatta con l'emendamento orale, poi trascritto, forse è un po' troppo sintesi, ma comprendo che ci sia l'esigenza di individuare da parte della Giunta delle linee guida più stringenti e omogenee.
L'unica cosa che vorrei aggiungere, differenziarmi un po' rispetto a quello che ha detto l'onorevole Pizzuto, senza cercare di essere mal interpretato, è questa: dovremmo smetterla di parlare di violenza di genere, perché quando parliamo di violenza di genere stiamo già ponendoci in una posizione difensiva, di retroguardia e di sconfitta. La violenza è tale, non c'è distinzione di genere. Probabilmente riusciremo ad avere una società più giusta, più equa e più responsabile nel momento in cui non ci porremo più il problema esclusivo della violenza di genere, ma il problema complessivo della violenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, probabilmente ero iscritto in precedenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Ero iscritto in precedenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). La sensibilità dell'onorevole Luca Pizzuto ha consentito di portare in Aula un argomento di grande valenza e importanza e credo che bene si sia fatto, ed è stato anche sintetizzato nel modo giusto, a ricordare che la violenza è di genere, ma è sempre violenza.
Piuttosto approfitto di questa circostanza per ricordare, come ebbi già occasione di proporre all'Aula, un tema che riguarda l'Ente foreste (il cui datore di lavoro tra l'altro è la Regione). Nei cantieri forestali non esiste una separazione neanche per quanto riguarda i bagni - se ci sono dei bagni - per i generi diversi. Vorrei che il Presidente - che probabilmente è impegnato in altra conversazione, sicuramente più importante - tenesse a mente questo aspetto e lo segnalasse all'Assessore competente, perché è un fatto di dignità, è un fatto, come nei casi di cui stiamo discutendo, di sensibilità verso la persona, soprattutto quando si lavora in aperta campagna.
Tornando a noi, è una cosa giusta e intelligente quella che stiamo prevedendo, che ciascun ospedale saprà gestire nel migliore dei modi, perché bisogna garantire riservatezza e possibilmente accoglienza piena. Di una cosa, quando si parla di sanità, ci dimentichiamo sempre: gli stessi operatori andrebbero riqualificarti per dare assistenza in prima istanza al malato. Noi possiamo creare strutture meravigliose, dotarle di macchinari all'avanguardia, ma se non c'è l'afflato umano non c'è comprensione, manca l'elemento principale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Solo per dichiarare naturalmente il voto favorevole all'emendamento proposto dall'onorevole Pizzuto, che trova il nostro Gruppo senz'altro favorevole. Mi ha anticipato l'onorevole Dedoni quando ha auspicato, nell'approvazione di un provvedimento del genere, l'istituzione di corsi di formazione in ciascuna ASL, proprio per preparare il personale medico e infermieristico a una giusta accoglienza. Sottolineo solo che spesso l'accesso al pronto soccorso è in qualche modo inibito proprio dalla mancanza di riservatezza. Quindi tutte le ASL - magari con il coordinamento dell'Assessorato - devono istituire dei veri e propri corsi di formazione specifici per poter poi accogliere in modo adeguato le persone colpite da questo tipo di violenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, esprimo il mio voto favorevole all'emendamento presentato dal collega Pizzuto. Siamo di fronte a un emendamento che mette in piedi una norma di civiltà su un fenomeno del quale purtroppo quotidianamente le cronache raccontano episodi terribili. Quindi è importante un emendamento che istituisce il Codice rosa nelle nostre strutture sanitarie, che si aggiunge ai codici già esistenti.
Si è detto codice per le donne, ma non solo per le donne. È così, è un Codice rosa per tutti coloro che subiscono violenza, donne in particolare, ma anche uomini, adulti e minori, sui quali molte volte i segni delle violenze non sono neanche tanto evidenti. Quindi è necessario avere personale specializzato, preparato, in grado di accogliere le richieste di aiuto che provengono dalla società. Molte volte bisogna anche saper interpretare tali richieste, perché non sempre, ripeto, i segni delle violenze sono evidenti.
Il Codice rosa è nato esattamente un anno fa a Ragusa, in un'azienda sanitaria nel cui territorio il numero degli episodi di violenza era rilevante rispetto ai dati, sempre molto alti, che si registrano nel resto d'Italia. L'Azienda sanitaria di Ragusa, insieme al Tribunale dei minori, istituì il primo Codice rosa per i casi di violenza sulle donne, in seguito molti altri ne sono stati istituiti. Noi lo facciamo adesso, a un anno di distanza, però lo facciamo in un momento importante. Credo che l'emendamento vada sostenuto convintamente e chi l'ha presentato ha fatto ovviamente una cosa lodevole, importante, che deve essere assolutamente sostenuta.
PRESIDENTE. Comunico un'osservazione che viene dall'Assessore in merito al testo. Le parole "ogni azienda sanitaria locale" vanno sostituite con "ogni azienda sanitaria", perché l'ospedale Brotzu è un'azienda e ha un pronto soccorso, ma non è un'azienda sanitaria locale. Quindi il testo è: "ogni azienda sanitaria avrà il compito di organizzare…". Il testo così modificato può essere messo in votazione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento orale, così come modificato, sostitutivo totale dell'emendamento numero 63.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il presidente Pigliaru ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fenu - Floris - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pigliaru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Truzzu - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 51
contrari 0
(Il Consiglio approva).
Convoco la Conferenza dei Capigruppo. Il Consiglio è riconvocato per questo pomeriggio alle ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 13 e 13.
[PS1]L'Audit civico consiste in un'analisi critica e sistematica dell'azione delle aziende sanitarie promossa dalle organizzazioni civiche e si configura come uno strumento a disposizione dei cittadini per promuovere la valutazione della qualità delle prestazioni delle aziende sanitarie locali e ospedaliere.
[P2]Masochista, da Tafazzi personaggio interpretato da Giacomo Poretti