Seduta n.21 del 27/06/2014
XXI SEDUTA
VENERDÌ 27 GIUGNO 2014
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 13.
PIZZUTO LUCA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 12 giugno 2014 (18), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Efisio Arbau, Angelo Carta, Lorenzo Cozzolino, Daniela Forma, Roberto Deriu, Eugenio Lai, Luigi Lotto, Gavino Manca e Francesco Sabatini hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 27 giugno 2014.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
PIZZUTO LUCA, Segretario:
"Proroga dei termini per la conclusione e la definitiva rendicontazione degli interventi riguardanti le procedure a bando e a sportello 2009 di cui agli articoli 3 e 10 bis della legge regionale 19 ottobre 1993, n. 51 (Provvidenze a favore dell'artigianato sardo, modifiche alla legge regionale 31 maggio 1984, n. 26, alla legge regionale 11 aprile 1985, n. 5, alla legge regionale 4 giugno 1988, n. 11, alla legge regionale 30 aprile 1991, n. 13 e abrogazione della legge regionale 21 luglio 1976, n. 40)". (62)
(Pervenuto il 20 giugno 2014 e assegnato alla quinta Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Crisponi - Cossa - Dedoni:
"Classificazione delle aziende agrituristiche". (58)
(Pervenuta il 18 giugno 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Crisponi - Cossa - Dedoni:
"Costituzione delle enoteche regionali della Sardegna". (59)
(Pervenuta il 18 giugno 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Sabatini:
"Norme per il funzionamento dei consorzi industriali". (60)
(Pervenuta il 20 giugno 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Comandini - Pietro Cocco - Cozzolino - Deriu - Forma - Lotto - Gavino Manca - Moriconi - Rossella Pinna - Piscedda - Sabatini - Tendas:
"Disposizioni in materia di apicoltura". (61)
(Pervenuta il 20 giugno 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Dedoni - Cossa - Crisponi:
"Norme per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico, culturale ed archeologico della Sardegna". (63)
(Pervenuta il 23 giugno 2014 e assegnata alla seconda Commissione.)
Busia - Desini - Arbau - Azara - Ledda - Perra - Sale - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Usula - Zedda Paolo Flavio - Agus - Cocco Daniele - Lai - Pizzuto:
"Abrogazione della legge regionale 3 novembre 2000, n. 19 'Istituzione del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro'". (64)
(Pervenuta il 25 giugno 2014 e assegnata alla seconda Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
PIZZUTO LUCA, Segretario:
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione della tariffa unica per residenti in Sardegna del servizio di trasporto pubblico regionale marittimo per le isole minori (Carloforte e La Maddalena)". (2)
(Risposta scritta in data 17 luglio 2014.)
"Interrogazione Deriu - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Demontis - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla lotta agli insetti nocivi e sulla profilassi sanitaria". (11)
(Risposta scritta in data 17 luglio 2014.)
"Interrogazione Tatti in relazione alle disposizione urgenti in materia di protezione civile". (41)
(Risposta scritta in data 24 giugno 2014.)
"Interrogazione Lotto - Manca Gavino riguardo l'entità del compenso del direttore generale dell'Ente regionale per il diritto allo studio di Sassari". (16)
(Risposta scritta in data 25 giugno 2014.)
"Interrogazione Pinna Rossella - Cocco - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Meloni - Moriconi - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas sulla necessità di assicurare un adeguato sistema di sicurezza e protezione civile nel territorio del Medio Campidano per la prossima stagione estiva". (29)
(Risposta scritta in data 25 giugno 2014.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
PIZZUTO LUCA, Segretario:
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione da parte dei consorzi di bonifica del comma 11 dell'articolo 34 della legge regionale 30 maggio 2008, n. 6 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica), così come modificato dalla legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40 ". (65)
"Interrogazione Rubiu con richiesta di risposta scritta, in relazione agli slacci e all'interruzione dell'erogazione sulle utenze domestiche Abbanoa". (66)
"Interrogazione Piscedda - Moriconi - Deriu - Comandini - Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa agli 86 precari presenti nell'amministrazione della Provincia di Cagliari". (67)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione degli idonei dei concorsi Arpas". (68)
"Interrogazione Comandini - Cocco Pietro - Cozzolino - Forma - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione del servizio del Trenino verde". (69)
"Interrogazione Sale, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione e valorizzazione del mercato musicale sardo che rappresenta una delle più grandi ricchezze immateriali della Sardegna". (70)
"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sui problemi di mobilità temporanee al Presidio ospedaliero di Muravera". (71)
"Interrogazione Arbau, con richiesta di risposta scritta, sulle eventuali criticità afferenti la procedura concorsuale per la copertura di 5 posti di collaboratore amministrativo professionale nella ASL n. 3". (72)
"Interrogazione Peru - Pittalis - Tedde - Cappellacci - Zedda Alessandra - Fasolino - Tunis - Locci - Randazzo - Cherchi Oscar - TOCCO, con richiesta di risposta scritta, sulla possibilità del prolungamento della pesca del corallo". (74)
"Interrogazione Perra - Arbau - Azara - Ledda, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati dalla sospensione del servizio ferroviario nel territorio di Pabillonis". (75)
"Interrogazione Piscedda - Comandini - Cozzolino - Deriu - Lotto - Moriconi - Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa ai precari presenti nell'Amministrazione regionale". (76)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
PIZZUTO LUCA, Segretario:
"Interpellanza Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Dedoni - Cossa - Crisponi - Fenu - Floris - Solinas Christian - Carta - Orrù - Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sulle scuole dell'infanzia paritarie". (31)
"Interpellanza Locci - Tunis sulla situazione dei lavoratori di cui alla legge regionale n. 47 del 1979 sulla formazione professionale". (32)
"Interpellanza Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco sulla situazione della miniera di Nuraxi Figus - Carbosulcis". (33)
"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Pizzuto sul mancato completamento del tratto di strada a scorrimento veloce Buddusò - Olbia". (34)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
PIZZUTO LUCA, Segretario:
"Mozione Crisponi - Cossa - Dedoni - Fenu - Pittalis - Cherchi Oscar - Rubiu - Truzzu - Tedde - Fasolino - Locci - Zedda Alessandra - Carta - Solinas Christian - Tocco - Randazzo - Floris - Orrù - Pinna Giuseppino - Tatti sullo stato di attuazione della realizzazione della scuola forestale e ambientale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (44)
"Mozione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Fenu - Truzzu - Floris - Dedoni - Cossa - Solinas Christian - Carta - Orrù - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sul Teatro lirico, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (45)
"Mozione Desini - Busia - Cocco Daniele Secondo - Azara - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Lotto - Ledda - Unali - Sale - Demontis sulla necessità di intervenire urgentemente per far fronte agli adempimenti necessari volti ad aiutare le popolazioni della Romangia colpite dal nubifragio del giorno 18 giugno 2014". (46)
"Mozione Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tedde - Tunis - Zedda Alessandra - Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino - Fenu - Floris - Truzzu - Carta - Orrù - Solinas Christian - Cossa - Crisponi - Dedoni sugli eventi alluvionali del 18 giugno 2014 che hanno colpito il territorio della Romangia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (47)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 44.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Crisponi - Cossa - Dedoni - Fenu - Pittalis - Cherchi Oscar - Rubiu - Truzzu - Tedde - Fasolino - Locci - Zedda Alessandra - Carta - Solinas Christian - Tocco - Randazzo - Floris - Orrù - Pinna Giuseppino - Tatti sullo stato di attuazione della realizzazione della scuola forestale e ambientale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che, con legge finanziaria nell'anno 2009, richiamata anche con legge finanziaria 2011, è stata autorizzata la spesa di euro 5 milioni, avente quale finalità la realizzazione della scuola forestale regionale nella città di Nuoro;
VALUTATO che l'Assessorato competente ha, nel corso del 2012, ritenuto non compatibile e opportuna la realizzazione del programmato intervento come inizialmente previsto sul monte Ortobene da avviarsi presso i locali dell'ex albergo Esit, perché risultante ai sopralluoghi effettuati particolarmente oneroso;
CONSIDERATO che è stato concordemente individuata fra Regione e amministrazione comunale di Nuoro, l'area e gli edifici del compendio dell'ex vivaio forestale di Su Pinu ritenuti funzionali allo scopo;
TENUTO conto che la scuola forestale così come stabilito dalla legge istitutiva è prevista oltre che per la formazione, aggiornamento e specializzazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, anche per tutti gli altri organismi operanti in Sardegna nella delicata materia della protezione civile;
RICHIAMATI i drammatici eventi alluvionali dello scorso 18 novembre 2013, che hanno particolarmente provato la "macchina dei soccorsi" imperniata proprio sulla protezione civile regionale;
RITENUTO urgente e improcrastinabile l'attuazione di quanto suesposto,
impegna il Presidente della Regione l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente:
1) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti possibili volti alla risoluzione e velocizzazione della annosa questione relativa alla scuola forestale;
2) a riferire in Consiglio regionale sullo stato di attuazione della indifferibile iniziativa. (44).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Signor Presidente, quella della scuola forestale è una storia non proprio recente. L'idea della sua istituzione risale all'ormai lontano 2001, è diventata legge solamente nel 2011, con la legge numero 16 del 4 agosto, che ha modificato la legge istitutiva del Corpo forestale, la numero 26 del 5 novembre 1935. Nell'agosto del 2004 venne confermata la sua realizzazione a seguito di un'apposita deliberazione della Giunta regionale, con la quale si ratificava l'intenzione di procedere nell'utilizzo dell'ex albergo ESIT sul Monte Ortobene, una scelta appropriata per la qualità e la delicatezza del sito ambientale, ma anche per l'importante presenza in città della Facoltà di scienze ambientali e forestali, gemmata dall'Università di Sassari. Venne quindi firmato un apposito protocollo fra la Regione e l'amministrazione comunale di Nuoro. Negli anni 2006-2007 fu autorizzato il primo impegno di 50 mila euro, più 50 mila euro per i primi studi di fattibilità; nel 2009 venne autorizzata la spesa per la sua definitiva realizzazione: 5 milioni di euro. Ovviamente quei denari non vennero spesi.
La medesima somma, che scomparve stranamente dai bilanci della Regione, venne riautorizzata con la legge numero 1 del 2011, ovvero la legge finanziaria. Nel corso di quegli anni il dibattito si concentrò sugli esiti delle perizie, sul costo dell'intervento necessario per la ristrutturazione dell'ex albergo ESIT, che gli Uffici dei lavori pubblici calcolarono inizialmente tra i 15 e i 22 milioni di euro, cifra via via ridotta a poco più della metà, con la definitiva presa d'atto della non corrispondenza del costo dei lavori necessari alle effettive risorse disponibili. Quindi concordemente l'amministrazione regionale e l'amministrazione comunale di Nuoro decisero di scegliere una nuova sede a minor costo, che venne individuata nell'ex vivaio forestale ubicato in località Su Pinu, sempre in territorio nuorese. Nel frattempo, il 23 novembre 2012 la scuola iniziò a operare, naturalmente con un primo corso teorico destinato agli operatori del Corpo forestale, ma certamente non secondo le modalità che erano state richieste al decollo dei progetti formativi a suo tempo ipotizzati con la realizzazione della scuola.
Un anno dopo l'avvio di quei corsi, beffardamente in una data che tutti noi ricordiamo, il 18 novembre 2013, la Sardegna ha conosciuto una pestilenza vera e propria, ha conosciuto la morte e la distruzione ad opera del ciclone Cleopatra. Ma aveva già conosciuto, nella stessa estate del 2013, i drammatici incendi sviluppatisi nel Sarcidano e nell'Alta Gallura, così come recentissimamente ha conosciuto, purtroppo, gli spaventosi disastri nella Romangia, nel territorio di Santa Teresa di Gallura, questo per una imprevedibile combinazione di carattere idrogeologico e idraulico. Sono tutti eventi che in modo sempre più ripetitivo si verificano nel nostro territorio creando disagi alla collettività e naturalmente alla macchina regionale dei soccorsi, di cui è primo attore il Corpo forestale della Sardegna, che è chiamata ogni volta a svolgere complessi compiti organizzativi e a far fronte agli interventi di emergenza.
Quindi è vero che la scuola deve essere realizzata per provvedere alla formazione, all'aggiornamento e all'arricchimento professionale del personale del Corpo forestale, ma essa è anche il luogo ove poter specializzare tutti quegli organismi partner dello stesso Corpo nei tanti momenti di emergenza, dall'allerta al primo intervento. La scuola oggi deve dunque diventare il punto di riferimento non solo per gli agenti forestali, ma anche per tanti altri soggetti, come le associazioni di volontariato, che operano da sempre in modo eccellente, dimostrando di essere una risorsa sociale, anzi un irrinunciabile supporto alle istituzioni. E quindi la scuola forestale deve essere intesa come un autentico presidio della Regione sarda per la professionalità e anche per la sicurezza della popolazione e dei territori. Paradossalmente, accelerando proprio in questa direzione, la Regione darebbe la migliore risposta ai cittadini sardi, e a quelli delle zone interne in modo particolare, a fronte del cinismo dello Stato che, con la scusa della razionalizzazione dei servizi e della revisione della spesa pubblica, ha chiuso nell'Isola venti presidi di sicurezza e anche di legalità, ha chiuso distaccamenti della polizia stradale, della POLFER e della squadra nautica e ha diminuito il numero degli operatori del Corpo dei vigili del fuoco. Presidi fondamentali per la sicurezza sono stati ingiustamente colpiti dalla scure dello Stato, che evidentemente non intende contrastare la nostra vulnerabilità sul territorio, sul tessuto sociale e sul tessuto economico e organizzativo della nostra regione.
Visto che il Corpo forestale è interessato sempre più da nuove e gravose incombenze, per le quali necessita di un aggiornamento costante, e visto che, oltre a esercitare funzioni di polizia forestale, di coordinamento e operatività nella prevenzione e lotta agli incendi boschivi, interviene anche nella delicatissima materia di protezione civile e promuove le attività di previsione e studio degli scenari di rischio per la salvaguardia dell'incolumità pubblica, riteniamo improcrastinabile la realizzazione della scuola di formazione nella città di Nuoro. Gradiremmo perciò essere puntualmente informati sullo stato di attuazione delle attività ad essa funzionali, ivi compresa l'istituzione della direzione della stessa scuola di formazione, così come prevista dalla legge numero 1 del 2011.
Concludo dicendo che, per quanto ci è dato conoscere, una nota è stata diffusa nello scorso mese di maggio dal direttore generale dell'Assessorato dei lavori pubblici per la ricerca in seno all'amministrazione di personale interno per l'affido del servizio tecnico di supporto al Responsabile unico del procedimento (RUP). Questo potrebbe già essere un buon auspicio, ma naturalmente auspichiamo che l'assessore Spano possa darci ulteriori ragguagli. Grazie.
PRESIDENTE. Per ciascun intervento sono previsti sei minuti. I consiglieri che intendono intervenire devono iscriversi entro la conclusione del primo intervento.
È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, avviso i colleghi che impiegherò meno dei sei minuti previsti, anche perché non credo che sia necessario ripetersi. Discutiamo per l'ennesima volta della scuola della forestale di Nuoro, a proposito della quale ripeto quello che dissi cinque anni fa: fu una scelta che questo Consiglio adottò sapendo che i tempi si sarebbero allungati moltissimo, che l'amministrazione regionale disponeva di altri siti, altri locali, altri luoghi dove dal giorno dopo si sarebbe potuta iniziare l'attività della scuola. Per una scelta geopolitica ci si è incamminati su questa strada che ha richiesto e richiederà ancora tempi lunghi. Noi, che cinque anni fa votammo a favore, confermiamo la nostra scelta sulla scuola forestale di Nuoro, però, Presidente, mi consenta di fare un'osservazione: sono passati tre mesi dal rinnovo del Consiglio regionale e il fatto che un ex Assessore, che è stato in Giunta per tanti anni, dopo tre mesi venga a sollecitare l'accelerazione dell'attuazione di questa scelta significa, assessore Spano, dire: "Io non ho potuto fare niente, per cortesia lei faccia qualcosa visto che noi non ci siamo riusciti".
Collega Crisponi, non volermene, non è un fatto personale, è che in queste settimane non è la prima volta che trattiamo una mozione di questa natura. Va bene sollecitare la maggioranza dopo tre mesi, però datele anche il tempo di verificare quello che non siete riusciti a fare voi in cinque anni e vi garantiamo che le scelte che abbiamo sostenuto le porteremo avanti tutte. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Signor Presidente, dopo averne sentito parlare tante volte in consiglio comunale a Nuoro anche in quest'Aula ritorna, e ben venga, la questione della scuola forestale di Nuoro. Non so quanti qua dentro sappiano di che cosa si tratta, per cui è davvero apprezzabile che l'onorevole Crisponi abbia riproposto questo tema che, a dirla con un eufemismo, è annoso.
Si tratta di un progetto di cui si parla dal 2001 e di cui tante volte e a più riprese si è parlato anche in questo Consiglio con i vari Presidenti della Regione e le varie maggioranze, da Mauro Pili a Renato Soru e all'onorevole Cappellacci; tanti sono i protagonisti, ancor più numerosi se si tiene conto degli Assessori che si sono avvicendati in questi anni all'Assessorato dell'ambiente. Oggi il collega Crisponi ripropone questo tema e dico subito che apprezzo questa iniziativa perché si tratta di affrontare una delle tante incompiute che le varie Giunte e i vari Assessori non hanno saputo, potuto o forse, il che sarebbe anche peggio, voluto portare a compimento. Qualcuno dei protagonisti è presente in Aula oggi, ma sicuramente tra chi più si è speso per questo progetto dobbiamo citare e dargli i giusti meriti l'onorevole Roberto Capelli, che a più riprese è intervenuto su questo tema. L'idea della scuola forestale di Nuoro nasce per la peculiarità di quel territorio e per dare supporto al rilancio e alla tutela di un patrimonio naturalistico tanto caro ai nuoresi, che è il Monte Ortobene, che ha nel suo contesto l'ex albergo ESIT, una grossa struttura di proprietà della Regione indicata a più riprese come sede possibile della scuola forestale, ma poi giudicata troppo onerosa per i costi di ristrutturazione che occorrerebbe sostenere. Per questo la sede scelta successivamente e attualmente valutata come possibile e praticabile è quella dei locali del vivaio forestale di Su Pinu, come ricordava l'onorevole Crisponi, vivaio peraltro alienato al comune dalla Giunta Cappellacci al prezzo simbolico, mi sembra, di 60 centesimi. Ma anche questo passaggio di proprietà non è stato ancora completato e definito in tutti i suoi aspetti.
Tornando al progetto della scuola forestale bisogna ribadire che questo progetto si poneva in un quadro di scelte e di indirizzo politico di decentramento di poteri da Cagliari e che nel suo insieme aveva come obiettivo il rilancio della città di Nuoro, intesa come centro di riferimento di un intero territorio, con la sua identità e le sue peculiarità geografiche, ambientali e culturali. Un intero territorio guarda a Nuoro per il suo naturale e nei fatti normale ruolo di guida di un'intera comunità territoriale, per questo sono stati a suo tempo perseguiti e sottoscritti precisi accordi tra Regione, comune e provincia. Secondo questi accordi, a Nuoro dovevano essere allocate le direzioni regionali di Abbanoa, la sede dell'agenzia AGRIS e quella dell'Ente foreste. Gli accordi presupponevano sedi regionali vere e non semplici uffici fantasma con targhe all'esterno, ma vuote di personale e di reale potere come centri decisionali. Come tanti altri accordi anche questi sono rimasti sulla carta. Dal 2006 al 2012 vi è stato un rincorrersi di delibere, stanziamenti, studi di fattibilità, cambiamenti di siti indicati come idonei. È stato un continuo tira e molla con stanziamenti, anche importanti, che venivano tanto declamati quanto mai realmente erogati e comunque si tratta di risorse finanziarie che Nuoro e tutto il territorio hanno aspettato e sperato invano di ottenere.
Oggi, sono d'accordo, c'è bisogno di un rilancio del progetto della scuola forestale, innanzitutto perché la si deve intendere appunto come una scuola, cioè un centro di formazione di cui tutta la Sardegna ha bisogno in un settore strategico per la nostra isola, quello della tutela e difesa dell'ambiente e delle sue ricchezze forestali e naturalistiche; una scuola che operi in sinergia con il Corpo forestale e che, portata a effettiva operatività, e a livelli di eccellenza, possa rappresentare un forte stimolo attrattivo anche per altre regioni e realtà che non hanno centri di questa natura. La scuola forestale aveva e ha un senso se intesa come centro di formazione di base per i neoassunti e per la formazione e l'aggiornamento continuo di tutto il personale del Corpo forestale. Di fatto si tratterebbe di oltre 1.400 persone alle dipendenze della Regione in questo campo che necessitano di continua formazione e aggiornamento per operare al meglio secondo le esigenze attuali e le conoscenze e i metodi più moderni. Giustamente l'onorevole Crisponi ha indicato…
PRESIDENTE. Onorevole Usula, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Presidente, prima di tutto vorrei ringraziare l'amico Luigi Crisponi per aver portato oggi in discussione in Aula questo superdatato problema. Io ero fra quelli, insieme agli onorevoli Capelli, Cucca soprattutto e Pittalis, che sostenevano la nascita della scuola forestale nella città di Nuoro e condivido appieno tutto quello che ha appena espresso l'amico Emilio Usula sul decentramento, o meglio l'accentramento. Ero d'accordissimo allora, non lo sono più oggi e ne spiego il motivo. In un periodo in cui viene richiesto il massimo della sobrietà, nel momento in cui a livello nazionale non si fa altro che perpetrare una serie di decreti per la razionalizzazione della spesa pubblica, credo che noi abbiamo il dovere morale, oltre che politico, di ragionare sulle spese che devono essere affrontate, perché in un periodo in cui davvero non riusciamo a dare risposte rispetto a quegli indicatori che ci rappresentano una situazione sociale in Sardegna sempre più disperata, noi dovremmo valutare davvero che cosa è il caso di fare e come vanno spese le risorse pubbliche. Dico questo perché il penultimo decreto sulla cosiddetta spending review del Governo Renzi taglia, a trenta chilometri di distanza da Nuoro, una scuola già strutturata, che è la scuola interforze a cavallo di Foresta di Burgos. Questa scuola di fatto verrà soppressa da qui a qualche mese, quindi cosa ci può essere di meglio di una scuola che è già strutturata su trenta ettari di terreno, con una serie di strumenti che sono già a disposizione, con una serie di iniziative che hanno già portato alla formazione anche di componenti del Corpo forestale? Chiedo quindi alla Giunta - sto solo anticipando la richiesta, perché credo che su questo ci saranno da parte nostra ulteriori interventi - di valutare con molta attenzione la possibilità che la scuola del Corpo forestale insista nella scuola già esistente di Foresta di Burgos. Credo che questo sarebbe davvero un segnale importante in questo momento per quelle che sono le disastrate condizioni economiche della nostra regione e sarebbe inoltre un messaggio di buona, anzi ottima amministrazione. Quindi dichiaro il mio voto contrario a questa mozione e favorevole invece alla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale nel compendio di Foresta di Burgos.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non intendo dilungarmi sul merito, perché giustamente da più interventi è emersa la necessità di dare continuità alle decisioni che si prendono. L'onorevole Usula ha richiamato opportunamente le decisioni prese dalla Giunta Soru in ordine alla distribuzione territoriale di alcuni enti e aziende. Ciò poi non si concretizzò nella stessa legislatura, che sappiamo come si concluse. Non è che dopo si sia fatto granché di più, perché non c'è stata nessuna modificazione delle decisioni prese e la situazione è rimasta immutata.
All'onorevole Daniele Cocco voglio dire che se lui vuole proprio che si utilizzi una struttura già esistente, magari a costo zero, abbiamo una sana burocrazia che cercherà di andare in questa direzione al più presto.
Altri vi hanno raccontato le vicende di Nuoro, non ve le racconto io, al di là del fatto che stiamo parlando della Sardegna centrale, di cui va tutelato l'ambiente, e che una scuola di questo genere è concepita all'interno di un sistema forestale importante. Una volta presa la decisione, se non ci sono contrarietà serie, ma soltanto burocratiche, se non ci sono personalismi o posizionamenti di bandiera, che non vanno più bene, resta il problema di articolare la Sardegna in un sistema quasi virtuoso, cosa che non riusciamo a fare per le nostre caparbietà di bandiera, che non servono a niente. Mi riservo solo di dire all'onorevole Antonio Solinas che se il suo contributo consiste nel limitarsi a dire che la precedente Giunta non ha fatto niente e che non è meritorio richiamare all'attenzione della Giunta e del Consiglio l'iniziativa dell'onorevole Crisponi evidentemente non ha colto bene lo spirito del suo ruolo e ciò che di costruttivo dovrebbe fare da oggi in avanti per aiutare la Sardegna.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Modesto Fenu. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). Nulla da eccepire sui discorsi di carattere generale relativi alla necessità di avere una struttura idonea per la formazione e quindi per la scuola degli agenti forestali, mi sembra però doveroso evidenziare, in ogni caso, che la situazione economica suggerisce anche la possibilità e l'opportunità di valutare eventuali strutture esistenti nel territorio. Tra queste mi permetto di citare l'ex scuola di formazione degli agenti di polizia penitenziaria, dove esistono aule didattiche, spazi per lo spegnimento degli incendi e altri locali. Lo dico solo per proporre una valutazione anche di queste strutture, sono comunque favorevole alla mozione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Intervengo anche per una precisazione. C'è un po' di confusione, mi dispiace per il collega che mi ha preceduto, il quale forse non è a conoscenza del fatto che su questo argomento si sono presentate, da subito, numerose interpellanze e anche una mozione, che abbiamo discusso in quest'Aula e che quindi è agli atti del Consiglio.
Allora, per amore della verità, devo dire che insieme al collega Capelli e ad altri, in Commissione abbiamo messo a disposizione sin dall'inizio 5 milioni di euro per questo progetto. Quindi non c'entra niente l'Assessorato dell'ambiente, che dopo qualche mese ha delegato l'Assessorato dei lavori pubblici, non avendo una struttura tecnica in grado di predisporre un progetto, e quindi ha messo a disposizione dei Lavori pubblici le risorse finanziarie. Si è verificato che i costi valutati dai Lavori pubblici (prima 24 milioni di euro, poi 14 milioni e così via) erano di gran lunga superiori alle risorse finanziarie a disposizione. In questa sede abbiamo discusso l'argomento, sulla mozione e sull'interpellanza tutti abbiamo espresso un giudizio forte e siamo d'accordissimo, quindi se l'Assessorato dei lavori pubblici, non un altro soggetto, per motivazioni incomprensibili è ancora latitante questo è un discorso che va rivolto a quell'Assessorato. È vero che la soluzione dell'ESIT non era idonea perché ci volevano troppi soldi e perché c'era una situazione di obiettiva difficoltà (si propose allora Monte Pino e la proposta fu accettata), ma invito l'Assessorato dei lavori pubblici a provvedere con la massima celerità ad attivare le procedure.
Ne abbiamo parlato in quest'Aula due anni e mezzo fa, se la gente dorme ancora, la responsabilità è da ascrivere a chi ha le risorse finanziarie. Con delega i 5 milioni di euro che erano stati assegnati all'Ambiente sono stati trasferiti ai Lavori pubblici.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Sarò breve. Intanto voglio sottolineare il fatto che la Giunta si è già mossa in questa direzione, in particolare partendo dalla deliberazione numero 34/26 del 15 marzo 2012, che prevedeva la ripartizione pluriennale dello stanziamento di 10 milioni di euro che era stato attribuito all'Assessorato dei lavori pubblici. L'Assessorato dei lavori pubblici ha approntato il progetto di massima e dopo una valutazione congiunta con il Corpo forestale ha in corso la redazione del progetto esecutivo che, naturalmente, dovrà essere condiviso con l'Assessorato della difesa dell'ambiente e con la direzione generale del Corpo forestale. Nel maggio del 2014 il direttore generale dell'Assessorato dei lavori pubblici, dopo una valutazione congiunta con il Corpo forestale, ha dato corso alla redazione del progetto esecutivo e ha anche avviato la ricognizione della dotazione di personale interno all'amministrazione regionale ai fini dell'affidamento dei servizi tecnici di ingegneria. L'importo dei lavori è stato stimato in 7 milioni di euro.
Un aspetto ci preme sottolineare: in particolare è stato detto che la formazione per il Corpo forestale di vigilanza ambientale è fondamentale, e di questo siamo tutti assolutamente convinti. I compiti del Corpo forestale sono aumentati, soprattutto con la revisione della legge istitutiva del Corpo, che quindi non si occupa soltanto di antincendio, ma anche di vigilanza ambientale, ovvero vigila sui reati ambientali. Questo aspetto è tanto importante da richiedere necessariamente una formazione attenta e un aggiornamento anche di tipo tecnologico per gli addetti del Corpo. Allora, il Corpo forestale, che, vi ricordo, è una direzione dell'Assessorato della difesa dell'ambiente, non è stato certo con le mani in mano, ma ha provveduto, in questi anni, a svolgere le attività di formazione e aggiornamento, approntando programmi di formazione. Vi ricordo il piano di formazione 2012-2013, il piano di formazione 2013-2014, il programma triennale per la formazione 2013-2016, di cui stiamo attualmente discutendo. È inoltre in preparazione un'analisi ancora più dettagliata del fabbisogno formativo, di cui mi sto direttamente occupando e che sto coordinando con il nuovo comandante del Corpo forestale. È bene, però, che si conoscano anche i numeri, nel senso che con docenze interne al Corpo sono state condotte numerose attività formative, quindi anche in assenza della scuola, e in particolare sono stati formati più di 1.200 addetti, tra attività che riguardano la vigilanza e attività trasversali, in particolare focalizzate sulle nuove tecnologie e l'antincendio. Mi meraviglia che nell'illustrazione della mozione si siano citate tragedie come l'alluvione di Olbia e quella più recente, fortunatamente senza vittime, attribuendo una parte del loro impatto così disastroso alla mancanza della scuola forestale. Credo che un aspetto veramente negativo sia stato invece quello di non aver dato vita alla nostra Regione con la realizzazione del Centro funzionale di Protezione civile e del Piano speditivo di Protezione Civile.
Nella mozione si chiede di conoscere lo stato di avanzamento del progetto di istituzione della scuola, di realizzazione del nuovo edificio. Io vi ho fornito gli elementi, vi ho detto che cosa ha fatto l'Assessorato dei lavori pubblici e come sta procedendo attualmente e ho messo in evidenza il fatto che comunque le attività di formazione, al di là dell'esistenza dell'edificio, sono continuate e questo a beneficio della funzione che il Corpo forestale svolge sul territorio.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Sarò molto breve, Presidente. Assessore, lei non si deve meravigliare, perché la meraviglia semmai sarebbe la nostra, di questo Consiglio, che ha visto un Assessore intervenire in merito ai punti richiesti nella mozione sui quali lei deve ancora una spiegazione all'Aula. Lei non può fare una valutazione che, tra l'altro, non è nemmeno corretta. Io ho detto, anche perché è stato oggetto di precedenti mozioni presentate da alcuni colleghi riguardanti i territori direttamente interessati (ne sarà discussa un'altra quest'oggi), che le attività di coordinamento in caso di disastro idrogeologico possono essere perfezionate proprio utilizzando una sede, un edificio, un istituto capace di coordinare tutti quegli organismi che sono presenti nei gravi momenti di difficoltà della collettività. Quindi ho fatto solo ed esclusivamente riferimento a questo.
In ogni caso, al collega Cocco ricordo che nell'aprile del 2011 aveva firmato anche lui un documento votato unitariamente da quest'Aula, che recava firme importanti anche del centrosinistra (ricordo gli onorevoli Maninchedda, Capelli, Barracciu), e non si può permettere che in quest'Aula, a seconda delle occasioni, della convenienza o della provenienza del singolo consigliere ci si alzi e si rimpasti tutto quanto o si vada a cercare una matrice nuova in base alla quale spostare un organismo, come nel gioco del Monopoli.
Il Corpo forestale ha tutto il nostro ringraziamento, la nostra attenzione proprio per il suo valore e la sua validità. Auspichiamo che possa essere formato, arricchito professionalmente e dotato di una sede seria, visibile, gestibile, che possa essere anche un luogo di accoglienza dove gli altri corpi, gli altri organismi interessati possano ritrovarsi per un momento di sintesi e di riflessione al fine di coordinare al meglio le buone pratiche in caso di disastri come quelli che ha vissuto la nostra terra proprio in quest'ultimo anno.
Credo quindi che tutto quello che è stato detto quest'oggi non sia altro che una filiera che continua positivamente e produttivamente anche dai banchi della maggioranza. Chiedo pertanto cinque minuti di sospensione per poter predisporre un ordine del giorno congiunto con il quale dare mandato alla Giunta regionale di accelerare ogni buona pratica e ogni buona azione per addivenire finalmente alla realizzazione della scuola forestale nella città di Nuoro.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Chiedo cinque minuti di sospensione, come richiesto anche dal collega Crisponi.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 57, viene ripresa alle ore 11 e 44.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, poiché c'è un evidente travaglio e una complessità di attività che devono essere sviluppate in merito alla mozione, conformemente agli accordi che sono stati avviati con la maggioranza e con lo stesso assessore Spano, la mozione viene ritirata.
PRESIDENTE. La mozione numero 44 è ritirata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 45.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Fenu - Truzzu - Floris - Dedoni - Cossa - Solinas Christian - Carta - Orrù - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sul Teatro lirico, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Regione è socia della Fondazione Teatro lirico di Cagliari unitamente al Comune di Cagliari e al Ministero dei beni e delle attività culturali;
- il Teatro di Cagliari è uno dei 14 teatri dello Stato inquadrato come fondazione lirico-sinfonica che ha il compito di promuovere la cultura musicale al massimo livello, in primis l'opera lirica, poi i concerti di musica sinfonica, quindi il balletto classico e infine la musica camerale; il teatro è anche un luogo di produzione di allestimenti scenici;
- il teatro di Cagliari è a tutti gli effetti un'importante "industria soft" di produzione spesso legata alla cultura e all'identità sarda;
- la Regione, anche per quanto appena descritto, ha sempre sostenuto l'Ente lirico con significativo impegno finanziario, unitamente al MIBAC e in misura molto minore al Comune di Cagliari e alla Fondazione Banco di Sardegna;
CONSIDERATO che:
- alla data odierna l'attuale presidente della Fondazione Teatro lirico non ha ancora sottoscritto e formalizzato il contratto di lavoro tra il Teatro lirico e il sovrintendente e direttore artistico, nonostante lo stesso abbia immediatamente iniziato ad esercitare le sue attività e funzioni in esecuzione degli incarichi ricevuti sin dal suo insediamento del 27 gennaio 2014, delibera n. 7 del 27 gennaio 2014;
- la mancata sottoscrizione del contratto di lavoro, adempimento affidato al presidente della Fondazione Teatro lirico, disattende la delibera assunta a maggioranza dai consiglieri del consiglio di amministrazione il 2 aprile 2014;
- la mancata formalizzazione del contratto di lavoro non consente di adempiere all'obbligatoria copertura assicurativa, prevista dalla perentoria normativa legislativa e contrattuale disciplinante i rapporti di lavoro;
- la mancata sottoscrizione del contratto ostacola la normale gestione del teatro e incide negativamente anche sull'ordinaria attività della stessa Fondazione;
- il Comune di Cagliari ha già approvato il bilancio di previsione 2014 e pertanto automaticamente con tale atto viene approvato il bilancio della Fondazione ente lirico;
- il Comune di Cagliari non ha ancora versato il contributo obbligatorio del 2013 pari a euro 2.000.000, né l'acconto del 2014, nonostante l'ordine del giorno già approvato dal consiglio comunale;
- in assenza di contributi da parte degli enti pubblici soci, la Fondazione potrebbe essere costretta a chiedere un'anticipazione bancaria e ciò potrebbe delineare anche un eventuale danno erariale,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport
1) a porre in essere tutte le azioni in ordine alle competenze della Regione in materia di indirizzo partecipazione e controllo dell'Ente lirico;
2) ad accertare eventuali responsabilità sulla mancata firma del contratto di lavoro fra il sovrintendente-direttore artistico e la stessa fondazione;
3) a dare corso all'attuazione del POR Sardegna con cui il Teatro lirico è beneficiario di 2.350.000 euro a seguito di sentenza del TAR n. 460/2012 passata in giudicato per mancata opposizione;
4) a completare l'erogazione del finanziamento destinato al risanamento dei debiti pregressi del teatro, pari a euro 4.000.000;
5) a riferire in Aula sulla situazione complessiva dell'Ente lirico. (45).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla nel tempo di quindici minuti.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Signor Presidente, intanto voglio fare una premessa: questa mozione nasce da una volontà propositiva che deve riguardare, ovviamente, la valorizzazione e la salvaguardia del Teatro lirico, in quanto ricordo che la Regione è socia della Fondazione Teatro lirico di Cagliari, unitamente al Comune di Cagliari e al Ministero dei beni culturali. Il Teatro di Cagliari è uno dei quattordici teatri italiani inquadrati come fondazioni lirico-sinfoniche e ha il compito di promuovere la cultura musicale al massimo livello, in primis per quanto riguarda l'opera lirica, poi i concerti di musica sinfonica, il balletto classico e la musica camerale.
Il Teatro però è anche un luogo di produzione degli allestimenti scenici e io mi vorrei soffermare su questo aspetto proprio perché da sempre questa Regione ha fatto sì che questo ente potesse essere, passatemi il termine, non solo un'industria soft di produzione di valore artistico, ma anche una delle più importanti industrie della Sardegna, proprio per quanto riguarda l'aspetto dell'occupazione. Tra l'altro, ricordo che da sempre questa Regione, devo dire con un comportamento bipartisan, ha fatto sì che, come socio, non mancasse mai il supporto al Teatro lirico sotto tutti i profili, in particolare quello finanziario. Nella passata legislatura, ma devo dirlo con assoluta onestà intellettuale, anche in questa legislatura, l'atteggiamento della Regione è stato assolutamente di grande rispetto. La Regione è adempiente, mi piace dire questo, infatti credo che siano state già pagate le due tranche del finanziamento ordinario. Ma l'attenzione va posta invece sulla parte del prestito che questo Consiglio regionale ha deciso, negli anni passati, di mettere a disposizione del Teatro proprio perché in particolare il 2013 è stato l'anno più difficile della Fondazione, sia in termini artistici che in termini di produzione e soprattutto da un punto di vista finanziario. Ora la situazione sta procedendo verso lidi più tranquilli, però proprio adesso la Regione, se crede che la sua permanenza all'interno della Fondazione Teatro lirico debba continuare, ma soprattutto se crede ancora che il Teatro, come noi pensiamo, possa essere il fiore all'occhiello della Sardegna, non può che essere conseguente. Come è stato detto ?? basta considerare alcuni dati che dopo fornirò ?? c'è già stata una rilevante inversione di tendenza con il nuovo sovrintendente, delle cui capacità, per carità, non sarò io a discutere, parlerò invece dei fatti e degli atti che sono stati messi in campo proprio con la sua neogestione. Ripeto, se ancora crediamo che il Teatro lirico possa veramente essere quell'industria soft e quel luogo di produzione artistica che porta la Sardegna nel mondo, bisogna prestare la massima attenzione e fare tutto ciò che rientra nelle nostre disponibilità affinché possa essere ancora considerato tale.
Vorrei ancora aggiungere che mentre la Regione ha sempre provveduto a erogare ovviamente quanto dovuto, così come ha fatto il MIBAC, il Comune di Cagliari ha invece contribuito in misura molto minore e, devo dire, con tempi che hanno fortemente penalizzato la gestione attuale. Vorrei anche sottolineare che ad oggi il Comune di Cagliari non ha ancora versato il contributo obbligatorio del 2013 (2 milioni di euro) e neanche l'acconto del 2014, avendo peraltro già approvato il bilancio di previsione. E mi consta che quando viene approvato nel bilancio di previsione automaticamente debba essere compreso il finanziamento per la Fondazione Teatro lirico. Ricordo che il Comune di Cagliari è socio, al pari della Regione e del MIBAC. Tra l'altro la mozione annovera anche la parte che riguarda la non sottoscrizione del contratto del presidente della Fondazione e del sovrintendente, cosa che è avvenuta molto di recente e quindi almeno questo problema è stato superato. Tuttavia permetteteci di osservare che sussistono delle polemiche sterili che non si basano su atti esistenti, su fatti chiari, ma solamente su posizioni ideologiche e di contrasto che veramente non riusciamo a capire. Infatti, anche le ultime esternazioni del sindaco di Cagliari, che, lo ricordo, è il presidente della Fondazione, sui contenuti finanziari del contratto del sovrintendente e direttore artistico sinceramente mi lasciano quantomeno perplessa e in fondo un po' mi preoccupano per la futura gestione. Ovviamente il contratto del sovrintendente e direttore artistico è stato deciso dal consiglio di amministrazione, ma voglio anche far presente che quando qualcuno parla di illegittimità deve averne assoluta consapevolezza. Sottolineo che il CdA ha rideterminato il compenso del sovrintendente e direttore artistico e, in particolare, che il direttore artistico non è un dipendente pubblico e ai sensi del decreto legge 24 aprile 2014, numero 66, il suo contratto è assolutamente dentro i limiti stabiliti dalla legge.
Come anticipato prima, vi riferisco dei dati: il Teatro lirico ha registrato un aumento del 38 per cento degli abbonamenti per la stagione 2014, ha ricevuto di nuovo un interesse di carattere nazionale soprattutto per la produzione e per il palinsesto che è stato messo in campo con opere tra le più importanti e belle ovviamente, mi riferisco in particolare alla lirica, ma anche al balletto. Certamente è una stagione che ha già registrato dati completamente diversi da quelli del passato e credo che vada veramente nella direzione giusta chi lascia da parte tutte le polemiche e intraprende invece azioni che non incidono in maniera negativa né sui bilanci dei soci né tanto meno su atti legittimi. Noi crediamo che il comportamento del Presidente della Fondazione sia assolutamente anomalo, anche perché tra tutti proprio la città di Cagliari dovrebbe essere uno dei principali sostenitori della Fondazione Teatro lirico.
Vorrei ancora sottolineare alcuni aspetti di carattere finanziario e precisare che, a meno di scelte diverse, i tre soci della Fondazione sono enti pubblici e sappiamo che la Fondazione, che certamente deve lavorare tantissimo per quantificare la sua produzione, e quindi trarre il massimo beneficio finanziario, ad oggi è sostenuta dai contributi dei soci. In questo senso io dico che potremmo evitare, se tutti ci adoperassimo per versare i contributi nei termini, determinati problemi. Assessore, io capisco benissimo che esistono i vincoli del patto di stabilità, li abbiamo avuti anche noi nel 2013, ci auguriamo ovviamente che la partita per la rivendicazione con lo Stato possa trovare soddisfazione a breve (siamo un po' in ritardo in effetti o forse il Governo è un po' in ritardo con noi) e che quindi anche la nostra disponibilità possa essere ampliata, però ricordo che nel momento in cui noi non attiviamo i trasferimenti spesso e volentieri, mi riferisco in particolare in questo caso al Comune di Cagliari, che ha la disponibilità dei fondi e non li trasferisce, la Fondazione è costretta a chiedere anticipazioni bancarie e a volte questo fatto può comportare di dover prendere in esame un danno erariale. Quindi questo lo voglio dire perché quando si amministra il bene pubblico bisogna anche cercare di essere adempienti nei termini.
Quindi la richiesta che sottolineo, sostanzialmente quella di un sostegno all'azione di questa amministrazione, va nella direzione di fare in modo che la Regione faccia tutto quello che deve e può non solo per mantenere in vita il Teatro lirico, ma anche per dargli quel rilancio che la produzione artistica sta dimostrando di aver già dato, di aver già messo in campo. Nel corso del 2014 ha infatti già dato segnali di apertura a tutto il territorio della Sardegna, perché ci sarà una stagione estiva che comprenderà tutta la nostra regione e vi sarà il coinvolgimento delle scuole di ogni grado che hanno a che fare non solo con la produzione artistica del Teatro, ma anche con una produzione che io considero industriale, Assessore.
Bisogna mettere in campo tutto ciò che a noi è dovuto e soprattutto provare ad andare avanti, e mi riferisco in particolar modo ai finanziamenti a valere sul POR che, sappiamo, possono essere anche in termini di patto di stabilità più facilmente utilizzabili. In questo senso le ricordo - se poi vorrà ci darà degli aggiornamenti - il finanziamento di 2 milioni e 350 mila euro. Esiste del resto una sentenza del TAR, la numero 460 del 2012, che dice sostanzialmente che dobbiamo adempiere, proprio perché la Regione, tra l'altro, non si è neanche opposta da questo punto di vista.
Credo manchino sei mesi al rinnovo del CdA e sembra anche questo motivo di impeachment - passatemi il termine - del presidente, il sindaco Zedda. Siccome non possiamo sospendere nessuna azione in questi sei mesi, anzi bisogna continuare sulla strada che il nuovo sovrintendente e direttore artistico ha tracciato, che corrisponde anche all'indirizzo dato dal CdA in tutte le delibere e in tutti gli atti che sono stati approvati recentemente, crediamo che sotto l'occhio vigile, il controllo, l'indirizzo, il supporto della Regione si possa veramente avviare una nuova era per il Teatro e la sua Fondazione e che si possa parlare di grande "industria soft" del teatro in Sardegna. Grazie.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (Sardegna). Signor Presidente, da cagliaritano e consigliere del Comune di Cagliari mi sembrava più che opportuno buttare giù due riflessioni sulla mozione che ha presentato la collega Zedda. Non me ne voglia ovviamente l'assessore Claudia Firino, non c'è niente di personale, lei è arrivata da poco, peraltro in un periodo in cui probabilmente il Teatro lirico di Cagliari è una delle emergenze minori, passatemi il termine, perché la situazione è abbastanza devastante, credo tuttavia che sia importante affrontare questa questione.
Voglio dare un supporto, se mi è consentito, alla collega Alessandra Zedda, che ha messo in evidenza le carenze del Teatro lirico. Voi avete più volte richiamato in campagna elettorale, ed è giusto che l'abbiate fatto, la necessità di un'impronta maggiore della cultura, della tradizione, di quella che è praticamente la culla delle migliori attività culturali della Sardegna. Il Teatro lirico di Cagliari credo non abbia bisogno di presentazioni, ha semplicemente necessità, a mio avviso, per non ripetere le cose che ha detto la collega, di una strategia migliore, quella che è mancata per tanti anni.
Assessore, il Teatro lirico è la culla della cultura dell'opera, ma è anche un'azienda, tant'è che la collega Zedda ha parlato di "industria soft". È un'azienda che ha centinaia di operatori, che è stata più volte al centro di vertenze dei lavoratori, dei sindacati. Le consiglio, Assessore, di verificare le nuove assunzioni che sono previste nel Teatro, perché ci sono coloro che devono lavorare e stanno aspettando, anzi sarebbe opportuno che lei valutasse anche le ultime assunzioni effettuate, anche perché è inutile che continuiamo ad assumere personale se non ci sono i soldi neanche per chi è già dentro. Scusate se sono entrato per un attimo in un altro canale. Quello che mi sembrava importante sottolineare è che questo Teatro è stato al centro di numerose problematiche, di cui si sono occupati anche i mass media. L'ultima vicenda è quella legata alla signora Crivellenti, vicenda che non ha dato di noi un'immagine fantastica nel mondo della cultura sarda. Tutto questo insieme di cose credo che siano… Non so se stiate parlando di questo, ma le assunzioni di cui parlavo non sono avvenute sicuramente da parte nostra, Comandini, e lo sai bene!
Assessore, le chiedo un po' d'attenzione e non solo per il Teatro lirico di Cagliari - per carità, non voglio essere campanilista essendo io di Cagliari -, perché ci sono tante realtà simili in Sardegna: il Teatro Verdi di Sassari, per esempio, e anche il povero Teatro di Paulilatino. Scusate se lo definisco povero, ma è un teatro che trova la sua collocazione, la sua nicchia nella tradizione eppure sta ancora aspettando i finanziamenti - avrei voluto che l'avesse ricordato la collega Zedda che allora era Assessore del bilancio - previsti dall'ultima legge finanziaria.
Tutto qua, semplicemente mi sembrava opportuno dare il mio apporto a questa mozione e chiedere ancora a lei, Assessore, un po' d'attenzione sia per il Teatro lirico di Cagliari sia per tutti gli altri teatri della Sardegna.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Onorevoli colleghi, onorevole Presidente, credo sia giusto iniziare riordinando qualche informazione, a beneficio di tutti, in merito alla nomina del sovrintendente. In data 27 gennaio il Consiglio di amministrazione del Teatro lirico di Cagliari conferisce al maestro Mauro Meli l'incarico di sovrintendente per un importo di 120 mila euro annui. Successivamente, dopo diverse interlocuzioni tra la segreteria del Teatro, il MIBAC e il sovrintendente, si modifica la durata del contratto. Il Presidente della Fondazione, con nota del 26 marzo, sollecita al sovrintendente la firma del contratto, anche per evitare l'annullabilità degli atti compiuti sino a quel momento, e chiede inoltre l'elenco delle assunzioni - forse quelle a cui si riferiva l'onorevole Tocco -, delle collaborazioni e degli affidamenti dei servizi avviati. Nella seduta del CdA del 2 aprile, con voto contrario del Presidente della Fondazione e di due membri del CdA, viene attribuito al maestro Meli anche l'incarico di direttore artistico, per ulteriori 60 mila euro anni, questo nonostante fosse già stato stipulato un contratto di consulenza per una figura analoga e nonostante fosse palese - ma questo è solo il mio pensiero, non pretendo di avere la verità in tasca - la violazione del principio di onnicomprensività del trattamento economico, a maggior ragione se l'ulteriore incarico è configurabile come prestazione consulenziale di una figura non obbligatoria. Questo segue una nota del Presidente e un riscontro di quattro consiglieri. Gli ultimi passaggi sono del 18 aprile, quando viene firmato il contratto del sovrintendente, e del 20 giugno, quando, non potendosi esimere, il Presidente firma il contratto comprensivo dell'incarico di direttore artistico, mettendo però agli atti della Fondazione una comunicazione di aperto dissenso verso questa scelta. Questa è la storia già superata, ora parliamo di politica.
Io condivido l'auspicio dell'onorevole Zedda affinché il Teatro venga rilanciato e venga salvaguardata un'importante istituzione, a nessuno però sfugga la fase storica in cui versa la cultura del nostro Paese, strettamente legata alle politiche pubbliche che sistematicamente hanno diminuito il sostegno all'arte, alla salvaguardia del patrimonio storico e architettonico e allo spettacolo. Il fondo unico per lo spettacolo (FUS) era di 227 milioni di euro nel 2001, oggi la sua portata è inferiore a 380 milioni di euro. Non esiste settore che sia stato tagliato con queste percentuali. Soltanto nell'ultimo anno le fondazioni lirico- sinfoniche hanno subito tagli per 10 milioni di euro, e i tagli di Roma fanno il paio con i tagli della Regione, sistematici negli ultimi anni, e con quelli dei comuni, che a causa di una scellerata politica nazionale di taglio dei trasferimenti e aumento delle tasse locali hanno sempre meno soldi da investire in cultura. In alcuni casi probabilmente si trattava di cose che non potevamo permetterci (si vive bene anche senza i concerti di Capodanno, probabilmente), in altri si è assistito alla desertificazione progressiva di quello che in una società dovrebbe essere il valore aggiunto, il biglietto da visita, la migliore forma di comunicazione e di vendita dell'immagine di noi stessi.
Ora, in questa fase, a tutto vorremmo assistere tranne che a sperequazioni. Il sistema in cui le statistiche ci dicono che tutti mangiano un pollo, perché non discriminano tra chi ne mangia due e chi digiuna, non si regge. Ora è possibile che in un periodo come questo, in cui si taglia quasi tutto, in cui la cultura diventa qualcosa che si finanzia solo se ne avanza, ci sia chi muore di fame e chi, pur essendo obeso, continua a divorare come prima, più di prima? Questo è il tema. E io mi chiedo: possibile che esistano dipendenti pubblici, egregi, preparati, qualificati, magari con qualche pecca nel curriculum, pagati con soldi pubblici, che guadagnano più del Presidente della Regione? Io penso che non esista lavoro più difficile e faticoso di quello del Presidente della Regione, e questo Consiglio regionale ha considerato quel lavoro meritevole di una retribuzione di 101 mila euro. Gli ho fatto i conti in tasca. Il sovrintendente del Teatro lirico, per volontà di quattro consiglieri d'amministrazione, tutti nominati dal centrodestra, percepisce 10 mila euro netti in più. Costoro hanno fatto una battaglia interna al CdA, hanno fatto una conferenza stampa tre giorni fa, hanno rilasciato interviste qualche settimana fa, tutto per supportare il diritto di considerare il lavoro di uno più importante, più prezioso e meglio retribuito di quello della massima carica pubblica di questa Regione! Questo in un periodo in cui, per rispettare il piano di risanamento, tutti i dipendenti del Lirico hanno subito notevoli decurtazioni dello stipendio. Il contributo regionale e i soldi pubblici usati per colmare il disastroso deficit del Teatro sono stati concessi a fronte di un piano di risanamento che la Fondazione si è impegnata a rispettare. Per tre anni il piano è stato rispettato, sono stati tre anni magari non sfavillanti della gestione Crivellenti, che però ha portato una volta tanto il Teatro ad avere il bilancio in attivo, i primi tre anni in attivo della sua storia, quest'anno invece sembra che tutto sia tornato come prima. I biglietti per vedere la Turandot mercoledì io li ho pagati! Sarà sicuramente un bello spettacolo, ma penso che i miei 70 euro da soli non bastino. Siamo riusciti a pagare poche settimane fa, con enorme ritardo, parte dei contributi per lo spettacolo del 2013 per gli operatori culturali di tutta la Sardegna; sono contributi per spese sostenute più di un anno fa da questi operatori, i quali oggi hanno problemi a pagare dipendenti e creditori. In una Regione così c'è ancora chi è affetto da bulimia e ha come priorità i benefits di una élite culturale piccola, circoscritta nel capoluogo, come se la cultura debba esistere a Cagliari e non altrove, come se attorno a via Santa Alenixedda non ci sia una Regione in cui fare cultura sta diventando impossibile. Così esistono contemporaneamente i morti di fame e quelli che prendono compensi superiori a quello percepito dal Presidente della Regione! La desertificazione nel resto dell'Isola si fa anche così.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Signor Presidente, condivido molte delle cose che ha appena detto l'onorevole Agus, però non siamo qua per discutere della figura del direttore artistico e sovrintendente del Teatro, il dottor Meli, che, a scanso di equivoci, nemmeno conosco. Stiamo discutendo della situazione complessiva del Teatro e dovremmo domandarci perché siamo arrivati a questo punto. Allora, se mi pongo questa domanda mi rispondo che la vicenda del Teatro Lirico di Cagliari in questi ultimi anni è paradigmatica di come la politica entra nella gestione delle fondazioni degli enti e delle agenzie che controlla e di come invece non dovrebbe entrarvi, perché le responsabilità di questa situazione sono chiare e arrivano da una situazione che si trascina da tre anni, da quando, a fronte di una selezione per individuare un sovrintendente tra più di quaranta curriculum depositati, qualcuno ha presentato un curriculum esterno e ha scelto un sovrintendente utilizzando una metodologia che sta fuori da ogni logica amministrativa e in generale da ogni logica complessiva. Ancora oggi, nonostante questa linea sia stata sconfitta completamente, come sanciscono alcune sentenze del tribunale amministrativo, in qualche modo si cerca di rallentare l'attività del Teatro, generando un conflitto con parte del CdA e anche con l'attuale sovrintendente.
Io posso anche essere d'accordo sul fatto che il compenso aggiuntivo del dottor Meli possa non essere legittimo e forse non opportuno, però il Sindaco di Cagliari avrebbe potuto tranquillamente firmare il contratto, mettere gli altri in condizioni di operare, anziché aspettare il 20 di giugno e poi fare tutte le osservazioni del caso, come poi ha fatto. Quello che noi dobbiamo fare è cercare di utilizzare al massimo le potenzialità del Teatro, favorirlo nella sua crescita complessiva, favorire la Fondazione e tutto l'indotto, l'attività degli operatori, la creazione di quell'industria soft di cui parlava l'onorevole Zedda, sostenere inoltre tutte le sinergie che ci possono essere sul territorio anche con il Parco della Musica. In questi giorni, per esempio, il Comune di Cagliari ha negato l'utilizzo del Parco della Musica per gli spettacoli "Jazz in Sardegna", costringendo quindi gli organizzatori a scegliere altre soluzioni. Si possono inoltre creare tante attività multimediali.
Ma perché dico queste cose? Perché il ragionamento che voglio fare con voi è questo: se le istituzioni litigano, come in questo caso, c'è sempre uno sconfitto certo, ovvero i cittadini, che con i propri soldi, pagando le tasse, contribuiscono alla vita del Teatro, e gli operatori, cioè le persone che ci lavorano. Allora l'invito che le rivolgo, Assessore, è quello di uscire da qualsiasi logica di parte, perché io capisco il suo imbarazzo, nel senso che il sindaco di Cagliari è del suo stesso partito politico, però lei oggi è l'Assessore di tutti e quindi la invito a svolgere quel ruolo di controllo e di indirizzo che compete alla Regione come socio della Fondazione Teatro lirico.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Zedda. Ne ha facoltà.
(Segue la traduzione in lingua italiana dell'intervento svolto in lingua sarda dal consigliere Zedda.)
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Grazie, Presidente. Il problema del Teatro Lirico abbiamo avuto modo di conoscerlo bene in questi ultimi anni. Mi riferisco anche alle manifestazioni similari al teatro che compaiono nella Fondazione e che hanno fatto vendere qualche copia in più ai quotidiani sardi e procurato qualche ascoltatore in più alle televisioni. Abbiamo avuto modo di capire più o meno di che cosa si tratta.
Ricordiamo che nel mese di maggio del 2012 è stato avviato il procedimento di nomina del sovrintendente, nel mese di dicembre del 2012 vi è stata la sostituzione di alcuni componenti del consiglio di amministrazione e una sentenza del TAR dell'ottobre del 2013 ha considerato illegittima questa nomina. Molti partiti hanno fatto riferimento a queste vicende, forse in maniera strumentale, per evidenziare la gestione forse poco chiara e poco ordinata del Teatro lirico.
Contemporaneamente è entrata in vigore una legge del 2013, la numero 112, che ha come chiara finalità quella di riordinare le fondazioni lirico-sinfoniche con uno scopo che è da subito evidente. Già dal titolo recita: "Disposizioni urgenti per il risanamento delle fondazioni liriche" e più avanti, al punto 1), "risanamento delle gestioni" e ancora "riduzione della dotazione organica", "piani di risanamento" e " adeguamento dei propri Statuti, rientro dal debito". La questione delle fondazioni liriche, la distinzione di fondo che bisogna correggere e che secondo me ha causato anche tutti gli avvenimenti degli ultimi due anni, è quella di una spendita di fondi fuori da qualsiasi controllo.
L'indirizzo politico del Sindaco di Cagliari e dell'ultima gestione che si è avuta è stato proprio quello di riportare entro i limiti la procedura di spendita del denaro pubblico. Adesso gli ultimi fatti che stiamo considerando ci lasciano capire che con la gestione nuova - nuova per modo di dire, perché siamo tornati al vecchio - uno dei punti che noi dobbiamo tenere subito sotto controllo e che dobbiamo cercare di controllare bene è proprio quello relativo alla gestione del bilancio. Dobbiamo vedere subito se questo denaro pubblico è speso bene o no e soprattutto se vi è una gestione sana del bilancio triennale, perché esiste una questione concreta che deve essere verificata, ed è che, in caso di sforamento, il Teatro lirico perde le premialità per i prossimi anni. Dunque è importantissimo che noi andiamo a verificare la gestione dei conti pubblici, il piano delle assunzioni, la spesa per gli spettacoli, controllando la gestione corrente della stagione lirica e quindi che le spese per la gestione di questa stagione siano in linea con le previsioni di spesa e che non stiamo andando ancora verso uno sforamento.
Ma ci sono altri due punti che secondo me è importante porre in evidenza e che non sono stati toccati. Uno di questi è il fatto che la legge numero 112 del 2013 impone una nuova scrittura dello Statuto entro il 30 giugno e questa data è fra tre giorni. Quindi fra tre giorni dovremmo avere, secondo la legge, la riscrittura e la presentazione del nuovo Statuto. Io credo che la Regione debba controllare che questo stia avvenendo in maniera propria e corretta.
L'altro punto che mi piacerebbe fosse posto in evidenza e per il quale desidererei la vostra partecipazione, riguarda la necessità di aspirare a una finalità più aperta, non solo volta agli spettacoli lirici e sinfonici, ma anche attenta ad altre forme musicali, nelle quali la Sardegna è stata partecipe e protagonista: la musica jazz, la musica popolare e la musica leggera e in particolare la musica etnica che è apprezzata in Sardegna e nel mondo e ha un valore che noi ancora forse non abbiamo compreso bene. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Presidente, nella storia della Fondazione Teatro lirico di questa città, che riguarda l'intera regione, ci sono sicuramente ottimi suonatori, ottimi professionisti, ottime maestranze, ma anche qualche pifferaio e alcuni che steccano la buona musica. Nel corso degli anni questo lo abbiamo visto spesso e volentieri e non piacciono a nessuno le cronache non di queste settimane, ma di questo mese, che hanno interessato altre istituzioni e hanno interessato poco la programmazione e in qualche modo lo sviluppo di un Ente lirico che nel corso degli anni ha davvero appassionato, ma ha rappresentato e può ancora rappresentare un motore di sviluppo dal punto di vista culturale e turistico per l'intera Sardegna.
È vero, tutti teniamo alla Fondazione Teatro lirico, non ci innamoriamo dei sovrintendenti, non ci innamoriamo neanche dei presidenti, però se abbiamo a cuore la sorte del Teatro lirico dobbiamo guardare non a quello che è successo nelle ultime settimane o negli ultimi mesi, ma a quello che è successo negli ultimi vent'anni, perché il problema riguarda non solo la Fondazione Teatro lirico di Cagliari, ma tutte le fondazioni d'Italia, e se non ci fosse stato un intervento da parte del Governo nel 2013 molte fondazioni sarebbero state costrette a portare i libri in tribunale. Solo l'intervento del Governo ha permesso che le fondazioni lirico-sinfoniche in Italia, attraverso dei piani di risanamento, potessero avere le risorse per andare avanti. Ci si è resi conto che il valore culturale, artistico, gli investimenti che nel corso degli anni sono stati fatti all'interno delle fondazioni erano molto più importanti dei buchi di bilancio. Era necessario, però, tracciare una linea rossa, perché sono cambiate le leggi, è cambiato il modo di gestire le fondazioni non solo dal punto di vista artistico e culturale ma, come è stato ricordato, anche dal punto di vista manageriale. Sono, è vero, delle aziende a tutti gli effetti, aziende che hanno due braccia: una dirige l'orchestra, l'altra deve tenere i conti ben in ordine. E allora, di fronte a queste nuove regole, di fronte a questi nuovi impegni che attraverso il piano di risanamento che il CdA della Fondazione Teatro lirico di Cagliari ha approvato, c'è la nuova visione con la quale bisogna gestire le fondazioni lirico-sinfoniche.
Noi sappiamo benissimo, e lo dobbiamo dire con chiarezza, che se vogliamo dare speranza, fiducia e prospettiva al Teatro lirico dobbiamo uscire dalla sterile politica del cortile di casa. Su questo ci aiuta anche il decreto "valore e cultura" del ministro Bray. Voglio ricordare, infatti, che fra qualche tempo il sovraintendente sarà eletto dal MIBAC e allora forse ci renderemo finalmente conto che, mentre noi bisticciamo, a livello nazionale ci tolgono le castagne dal fuoco, ci tolgono le responsabilità, ma ci tolgono anche la capacità di decidere. Il prossimo sovrintendente verrà nominato dal Ministro, non più da un CdA di espressione regionale.
Però è chiaro che il rispetto del piano di risanamento non è soltanto una questione di difesa di una parte o dell'altra, perché se entro il 2016 non rispettiamo quelle che sono le condizioni di equilibrio strutturale di bilancio, la Fondazione può rischiare la liquidazione. Il rispetto del piano di risanamento è uno degli impegni precisi che ci ha permesso di avere i finanziamenti per andare avanti, per poter pagare le maestranze, per fare degli straordinari cartelloni musicali, per fare un'ottima programmazione. Ora è chiaro che la gestione manageriale deve essere nei fatti, deve essere messa nero su bianco, deve essere nelle azioni costanti e quotidiane. Io sono convinto che bisogna pretendere da parte della Regione e degli altri soci una gestione oculata dal punto di vista manageriale, tenendo bene in conto i bilanci, perché una delle condizioni del piano di risanamento e del decreto "valore e cultura" che ci ha permesso di andare avanti, oltre alla nomina del futuro sovrintendente, è la nomina di un organismo che noi in qualche modo sottovalutiamo, che non teniamo presente, ovvero i revisori dei conti. Il prossimo presidente dei revisori dei conti della Fondazione Teatro lirico di Cagliari sarà un magistrato della Corte dei conti, che verrà da Roma e che non sarà tenero rispetto all'obiettivo del pareggio di bilancio, alle condizioni di equilibrio strutturale e ad altre cose che devono impedire la liquidazione della Fondazione; liquidazione che nessuno di noi vuole e non dobbiamo volere soprattutto per rispetto delle maestranze, per rispetto del valore che in questi anni hanno dimostrato gli artisti e per tutto quello che rappresenta il Teatro lirico.
Per cui in una mozione di cui riconosco lo spirito positivo, per quanto riguarda le considerazioni, onorevole Zedda, rivolte più al presidente della Fondazione, al comune di Cagliari, che a questa Regione, che fino a questo momento, almeno nei primi passi, ha mantenuto gli impegni presi, ha pagato tutto quello che era di sua competenza persino in anticipo se si fa un paragone con gli anni passati, c'è il pieno interesse non a mantenere e difendere oggi quella che è veramente una bega di cortile, ma a difendere una prospettiva futura per la Fondazione Teatro lirico e le relative maestranze, che non devono suonare soltanto oggi, ma anche in futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Signor Presidente, onorevoli consigliere e consiglieri, signor Presidente della Regione, colleghe della Giunta, vorrei innanzitutto delineare un breve quadro normativo per contestualizzare meglio alcuni temi portati all'attenzione della Giunta con questa mozione. In premessa vorrei però espungere dalla discussione la questione del contratto del sovrintendente, che è stata risolta qualche giorno fa, e precisamente il 20 giugno scorso, e su cui io non avrei avuto comunque motivi di imbarazzo, ma semplicemente motivi di non competenza, dato che si tratta evidentemente di una competenza del Presidente della Regione.
Come sapete le fondazioni lirico sinfoniche, che in Italia sono 14, sono state disciplinate inizialmente dalla legge numero 800 del 1967, che le ha istituite come enti di diritto pubblico, diventati poi fondazioni di diritto privato, con il decreto legislativo numero 367 del 1996, citato anche negli interventi sin qui svolti. Oltre a cambiarne la forma giuridica, il decreto inserisce una precisa governance delle fondazioni, che è quella con cui oggi si presenta anche la Fondazione Teatro lirico di Cagliari. In particolare il decreto impone la presenza di un presidente, di un consiglio di amministrazione, di un sovrintendente e del collegio dei revisori. Per quanto riguarda il consiglio di amministrazione questo è nominato dai soci della Fondazione che, come è già stato ricordato, sono il MIBAC, la Regione Sardegna e il Comune di Cagliari, che, sempre nel decreto, esprime il presidente. A integrazione di questa norma la legge regionale numero 11 del 1995 e la legge numero 18 del 2006 hanno integrato il ruolo e anche le possibilità di controllo e di intervento da parte della Regione. In particolare sono stati delineati i doveri dei rappresentanti che hanno l'obbligo di redigere una relazione annuale sul loro operato all'interno degli organi e di riferire ogni fatto che possa essere rilevante per la Regione. A questo proposito, durante il mio mandato sono già stati compiuti degli atti da parte dei rappresentanti della Regione, perché l'ingegner Gualtiero Cualbu ha inviato, lo scorso 21 maggio, la relazione sulle attività in cui ha evidenziato, tra gli altri, il problema del nuovo statuto previsto dal decreto "Valore e cultura", statuto che si sarebbe dovuto stilare entro il 30 giugno 2014. In realtà il decreto numero 91 del 2013 permette una proroga al 2015 e quindi la nuova scadenza per l'elaborazione dello Statuto è il 31 dicembre 2014. È ovviamente preferibile che questa data sia anticipata, anche perché a novembre scade comunque il CdA e questo ovviamente impone degli adempimenti che possono portare al rischio di slittamento dell'elaborazione del nuovo statuto.
Sempre a proposito dell'elaborazione degli atti previsti dalla legge regionale appena citata, il 30 maggio il sovrintendente, in modo concordato con il consigliere di amministrazione Cualbu, ha inviato al presidente Pigliaru e a me una nota con allegati il bilancio consuntivo del 2013 e il bilancio previsionale del 2014. In realtà, per quanto riguarda il bilancio previsionale sottolineo che non si tratta del bilancio approvato e nella stessa nota di accompagnamento del sovrintendente si specifica che il documento è in revisione e che verrà inviato, al presidente Pigliaru e all'Assessore competente, in una successiva comunicazione.
Per quanto riguarda i finanziamenti, come è già stato esposto durante gli interventi dei consiglieri, nel 2014 si è provveduto con sostanziale continuità e coerenza rispetto agli impegni assunti precedentemente, in quanto sono state liquidate le prime due rate del finanziamento ordinario, la prima di 2 milioni e 66 mila euro, la seconda di 2 milioni e 166 mila euro, erogata il 5 giugno. Queste due quote sono state erogate al netto dei pignoramenti, che valgono oltre 1 milione di euro. È stato inoltre liquidato il 50 per cento del prestito straordinario, per un importo pari a 4 milioni di euro. Per quanto riguarda la seconda rata del prestito straordinario non è stato finora possibile erogarla per i vincoli del patto di stabilità interno e per gli indirizzi che questa Giunta si è data con la deliberazione 15/1 del 29 aprile 2014. In questa delibera sono state stabilite le tipologie di spesa prioritaria, tra le quali non figurano quelli che genericamente potremmo definire contributi, e non vi figurano non perché non siano assolutamente importanti o perché non costituiscano delle spese in un certo senso - questo ovviamente in termini politici - indifferibili, perché si tratta anche in questo caso di somme previste da norme precise sia di livello nazionale che regionale, ma perché si è data priorità, nella delibera, alle spese di funzionamento e alle spese obbligatorie, la cui mancata erogazione avrebbe potuto causare danno erariale, e quindi in questo momento si è nell'impossibilità di spendere quelle somme.
Vorrei a questo proposito ricordare che questa situazione non riguarda, come è stato già sottolineato, solamente il Teatro lirico di Cagliari, ma riguarda la grande maggioranza degli enti e degli operatori del mondo della cultura e dello spettacolo. La non erogazione non significa non avere attenzione nei confronti del Teatro lirico, ma risponde appunto a queste problematiche e agli indirizzi che la Giunta si è data.
Vorrei anche sottolineare che il contributo straordinario è stato concesso anche sulla base di un piano di risanamento che è stato presentato dallo stesso Teatro lirico nell'agosto del 2013, in cui in sintesi la Fondazione auspicava di introdurre tutta una serie di linee di indirizzo, fra le quali una riduzione della spesa per l'elaborazione dell'offerta artistica, ricorrendo anche a opere di repertorio, produzioni low cost e coproduzioni, e di sviluppare un'attività progettuale in grado di intercettare anche i finanziamenti comunitari. Alcuni elementi di questo piano sono stati effettivamente messi in campo, sugli altri la Fondazione, come riferito anche nelle relazioni, sta ovviamente lavorando.
Per quanto riguarda il rilievo della sentenza del TAR numero 460 del 2012, in realtà tale sentenza non impone il pagamento, ma annulla la determinazione del direttore di servizio, promozione e supporto all'attività turistica - ricordo che questa questione fa capo all'Assessorato del turismo, che mi ha comunque fornito tutti i dati che vi riferisco in questo momento - e quindi, in pratica, si dovrà riconvocare la commissione per arrivare a una rielaborazione della graduatoria relativa al bando in oggetto.
Credo di aver toccato tutti i punti. Sottolineo, per quanto riguarda gli strumenti normativi a disposizione della Regione, che la Regione svolge le attività riconosciute di controllo e di indirizzo, tranne quelle previste dalla legge numero 18 del 2006, che prevede un piano di programmazione delle attività culturali e dello spettacolo, piano che però non è stato mai attuato e che comprende anche le linee di indirizzo della programmazione della Fondazione Teatro lirico. È sicuramente intenzione di questa Giunta provvedere a mettere in atto questo piano e dare, quindi, piena attuazione alla legge numero 18 del 2006.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI.). Presidente, mi rendo conto che se ci fermiamo a fare un'analisi e un'elencazione della normativa vigente non usciamo certamente dall'impasse. Nel proporre questa mozione noi abbiamo creduto di poter volare alto, vista la rilevanza del Teatro lirico, ma ci siamo resi conto che in alcuni casi si passa a una difesa d'ufficio del comportamento per noi assolutamente sindacabile del Sindaco di Cagliari, in particolar modo come Presidente della Fondazione.
Vedete, non si capisce perché nel momento in cui si chiede di adeguarsi a delle riforme, a nuove regole, qualcuno pensi che si stiano chiedendo anche ulteriori finanziamenti. Noi abbiamo semplicemente fatto osservare come tra i soci c'è chi è inadempiente sia nei comportamenti sia soprattutto rispetto ad atti importanti. Abbiamo deciso, come soci, di partecipare al risanamento del Teatro lirico e in questo senso credo che dobbiamo dire semplicemente se come soci vogliamo mantenere fede a ciò che abbiamo deciso di fare o semplicemente se abbiamo cambiato idea, compatibilmente, ripeto, Assessore, con tutti i vincoli che ha il nostro bilancio. Le dico pure che in altri casi qualcuno apre a una speranza, e mi fa piacere che lei dica che almeno al finanziamento del risanamento non volete venir meno, ma capisce bene che nel momento in cui non ci sono atti che confermano questa volontà, anche le affermazioni rimangono oggettivamente non credibili.
Voglio ricordare che non si tratta di nuovi contributi, perché stiamo parlando di un finanziamento da parte dei soci, e quindi crediamo che nel momento in cui le risorse sono state definite e stanziate, compatibilmente con le difficoltà di bilancio, bisogna essere osservanti e procedere al pagamento. Anche perché nessuno di noi si sogna di contravvenire a quelle condizioni di efficienza ed economicità a cui anche le fondazioni lirico-sinfoniche devono attenersi, soprattutto nel momento in cui noi onestamente diciamo che la Fondazione Teatro lirico, sia dal lato della produzione artistica che dal lato, ovviamente, dei valori finanziari di un'industria, deve essere assolutamente competitiva, passatemi questo termine. Qui si tratta semplicemente di capire se ci sono le condizioni affinché la Regione possa essere ancora socio adempiente, insieme al Comune di Cagliari e al Ministero, a prescindere dalle riforme.
Si è parlato di un piano di risanamento che il Teatro ha comunque consegnato. Lo si può rivedere, lo si deve rivedere? Noi nella mozione diciamo, e non sotto forma di bacchettate, che dobbiamo fare la nostra parte, quindi credo che tutte le azioni che si devono mettere in campo siano nella nostra assoluta disponibilità.
Faccio un'ultima osservazione che riguarda il discorso sul POR. Nella mozione si parla di "attuazione", nessuno ha mai parlato di obbligo a pagare. Quindi, come in tutte le attività che riguardano il POR, ci possono essere dei motivi di sospensione, di blocco e quant'altro, ma siccome si parla anche di risorse comunitarie che sarebbero dovute essere già spese, invito l'Assessore dello spettacolo, insieme all'Assessore del turismo - che non vedo in aula - a mettere in campo le azioni che sono nella disponibilità di questa Regione. Nulla di più. Certo, in riferimento alla parte finanziaria, ci auguriamo che in futuro in particolar modo le posizioni di chi, in periodi di difficoltà economica, ha rimborsi o stipendi cospicui possano essere lasciate da parte, perché è nostro interesse pensare al superamento di questo momento di difficoltà finanziaria del Teatro, per il bene dei sardi e non certo per fare i conti in tasca a nessuno. Ma soprattutto noi pensiamo a chi, come i lavoratori del Teatro, da anni non ha fatto mai mancare il proprio lavoro e, permettetemi di dirlo, anche a chi a fatica sta cercando in questi mesi di dare un'immagine ben diversa da quella che il Teatro di Cagliari ha dato durante la gestione Crivellenti.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione della mozione.
Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 45.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Locci, Peru, Pinna Giuseppino e Tedde hanno votato a favore e che i consiglieri Sale e Solinas Antonio hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Piscedda - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Azara - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Demontis - Ledda - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 40
votanti 39
astenuti 1
maggioranza 20
favorevoli 19
contrari 20
(Il Consiglio non approva).
Discussione congiunta delle mozioni Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tedde - Tunis - Zedda Alessandra - Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino - Fenu - Floris - Truzzu - Carta - Orrù - Solinas Christian - Cossa - Crisponi - Dedoni sugli eventi alluvionali del 18 giugno 2014 che hanno colpito il territorio della Romangia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (47) e Desini - Busia - Cocco Daniele Secondo - Azara - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Lotto - Ledda - Unali - Sale sulla necessità di intervenire urgentemente per far fronte agli adempimenti necessari volti ad aiutare le popolazioni della Romangia colpite dal nubifragio del giorno 18 giugno 2014 (46) e approvazione di ordine del giorno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 47 e 46.
(Si riporta di seguito il testo delle mozioni:
Mozione Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tedde - Tunis - Zedda Alessandra - Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino - Fenu - Floris - Truzzu - Carta - Orrù - Solinas Christian - Cossa - Crisponi - Dedoni sugli eventi alluvionali del 18 giugno 2014 che hanno colpito il territorio della Romangia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che in data 18 giugno 2014 il territorio della Romangia, ed in particolare le zone di Sorso, con il coinvolgimento del centro urbano, e Sennori, sono state colpite da una "bomba d'acqua", che ha cagionato ingenti danni alle infrastrutture, a opere pubbliche e private, alle famiglie e alle imprese;
CONSIDERATO che è urgente intervenire nell'immediato per ristorare i danni patiti dalle famiglie e dalle imprese;
RILEVATO che occorrono altresì risorse e tempi certi per il ripristino delle infrastrutture danneggiate ed in particolare di quelle viarie, fondamentali sia per le esigenze delle comunità residenti che per evitare ulteriori conseguenze sull'economia turistica;
CONSTATATO che sono ancora insufficienti le risposte dello Stato centrale in ordine alle richieste dei sindaci e della stessa Regione, formulate all'indomani della tragica alluvione del 2013 in Sardegna;
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici
1) a porre in essere ogni iniziativa necessaria a sostenere le comunità colpite dalle precipitazioni straordinarie del 18 giugno 2014;
2) a proporre un cronoprogramma, con risorse e tempi certi, per il ripristino delle infrastrutture;
3) a sollecitare il Governo affinché mantenga gli impegni assunti in occasione dell'alluvione del 2013 e a sollecitare ulteriori interventi. (47)
Mozione Desini - Busia - Cocco Daniele Secondo - Azara - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Lotto - Ledda - Unali - Sale sulla necessità di intervenire urgentemente per far fronte agli adempimenti necessari volti ad aiutare le popolazioni della Romangia colpite dal nubifragio del giorno 18 giugno 2014.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- in data 18 giugno 2014 un violento nubifragio si è abbattuto sul territorio della Romangia;
- sono stati registrati gravi danni, in particolare nei comuni di Sorso e di Sennori;
- l'esondazione del rio Predugnanu ha provocato l'allagamento della strada provinciale n. 81 e il crollo di un tratto di strada;
- si è verificata l'esondazione del fiume Silis causando numerosi danni alle campagne e ai raccolti;
- la pioggia ha provocato l'allagamento di numerosi seminterrati e cantine di abitazioni private.
- sono in corso i primi interventi diretti a rimuovere detriti, macerie e alberi e consentire il ripristino di normali condizioni di traffico;
RILEVA l'esigenza di porre in essere con celerità le azioni necessarie al ripristino dei danni e di creare soprattutto le condizioni per un ritorno alla normalità e per garantire una rapida ripresa nei territori colpiti dal nubifragio del 18 giugno 2014 che con grande difficoltà stanno affrontando i problemi connessi all'evento,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici
ad adottare celermente tutti gli interventi necessari per il ripristino dei territori e ad utilizzare tutti gli strumenti di carattere economico-finanziario e amministrativo necessari a ripristinare il patrimonio immobiliare e mobiliare pubblico e privato danneggiato nonché a procedere rapidamente alla messa in sicurezza di tutti gli edifici e al ripristino della viabilità. (46).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, chiedo di poter apporre la mia firma sulla mozione numero 46, perché non ho avuto modo di farlo prima. Grazie.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto.
Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione numero 47 ha facoltà di illustrarla.
PERU ANTONELLO (FI). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghe e colleghi consiglieri, grazie a chi in questi giorni un'altra volta drammatici per la nostra Sardegna, e in particolare per la Romangia, per Sennori, per la mia Sorso, ha rivolto un pensiero e un sentimento di vicinanza per la sofferenza e il disagio che ha attraversato i nostri paesi, ha sconquassato le nostre case, le nostre campagne e le nostre strade. Grazie infinite a chi ha evitato che un dramma diventasse tragedia, e quindi grazie ai vigili del fuoco, alle forze dell'ordine, alla Protezione Civile e ai tanti volontari che hanno raccolto l'acqua a secchiate, spalato il fango e aiutato tutti quelli che ne avevano bisogno. Grazie anche a chi ha coordinato la Protezione Civile, in primis l'Assessore dell'ambiente, grazie anche al responsabile della Protezione Civile. Grazie agli amministratori di Sorso e a quelli di Sennori - che saluto qua dall'Aula - che sono stati i primi soccorritori nelle case dei nostri concittadini e i primi protagonisti delle azioni che servono per affrontare l'emergenza e immaginare una ripresa delle attività e del vivere civile. Grazie anche ai miei tanti colleghi, sia di maggioranza che di minoranza, che in quell'occasione, con grande preoccupazione, mi hanno chiamato. Grazie al presidente Cappellacci, che si è precipitato per capire, per conoscere esattamente lo stato dei luoghi del mio territorio. Grazie a chi dalla Gallura ha avuto per noi parole di affetto che oggi, in questa sede, ricambio con infinita gratitudine perché arrivate da una terra diventata simbolo di una sventura dolorosa e triste che mai si era vista nella storia della nostra Sardegna.
Vorrei dire grazie anche alla Giunta regionale, al suo Presidente - mi dispiace che oggi sia assente -, ai suoi Assessori e a questo Consiglio regionale, ma potrò dire loro grazie solo se a conclusione di questo dibattito avremo dimostrato di essere capaci di offrire risposte efficaci, in tempi certi, per restituire alle popolazioni colpite dall'alluvione dello scorso 18 giugno oltre che speranza, fiducia e serenità, anche le strade, i ponti, le case, le aziende, i campi andati distrutti dall'alluvione. Voglio dire alla mia Regione ciò che non si può dire allo Stato a distanza di otto mesi dalla tragedia dei morti della Gallura e vorrei ringraziare la mia Regione per ciò che essa saprà fare per la Romangia, perché nessuno può mostrarsi riconoscente verso uno Stato che nega i fondi per ricostruire quel pezzo di Sardegna finito sotto l'acqua nel mese di novembre.
Al di là delle giuste recriminazioni e delle opportune considerazioni politiche, ritengo prioritario e doveroso illustrare al Consiglio regionale i freddi numeri del disastro che la pioggia e la grandine hanno provocato nei paesi e nelle campagne della Romangia. Dai dati elaborati sia dai vigili del fuoco sia dalla Protezione Civile si legge che a Sorso le case danneggiate tra il centro urbano e l'agro superano le duecento unità, che si traducono in duecento famiglie che hanno perso arredi, elettrodomestici, automobili, indumenti, ricordi, simboli semplici del quotidiano e di tutto ciò che fa di quattro mura una casa. Fuori dalle abitazioni ci sono centinaia di metri di marciapiedi distrutti, scuole danneggiate, canali sconquassati, tombini saltati; gran parte del sistema fondiario è danneggiato e persino i giardini pubblici sono da rifare da capo. Non sono stati risparmiati neppure i simboli della città e per la Fontana della Billellera si stimano interventi per circa 500 mila euro. Il totale della spesa per le opere pubbliche interessate da interventi di ripristino è di 13 mila e 200 euro. Le campagne sono allo stremo con decine di strade vicinali interdette, migliaia di ettari coltivati interamente cancellati dalla furia dell'acqua. Tante vigne non esistono più, estirpate insieme agli orti e ai frutteti, la zona costiera è divisa in due per via del crollo di un ponte, l'arenile è stato trasformato in un cumulo di detriti che hanno preso il posto delle attrezzature proprie degli stabilimenti e delle strutture turistiche che erano già pronte per l'inizio della stagione. La stagione turistica è ormai compromessa e nell'area interessata dall'alluvione i due campeggi, i quattro ristoranti, i sei alberghi e le decine di chioschi che lì insistono non pensano a come conquistare turisti e nuovi clienti, ma a come liberarsi in anticipo dei contratti stagionali che, ahinoi, rappresentano il lavoro di un anno per tante famiglie e per il nostro territorio.
E così, dopo i danni, serve quantificare i mancati introiti per le strutture alberghiere e per chi dal turismo campa e dà lavoro. Una prima stima dice che ammontano a quasi 3 milioni di euro gli introiti che mancheranno all'intero comparto a seguito dell'alluvione, ma non è difficile immaginare che le ripercussioni sull'industria turistica sarebbero di minor impatto se si procedesse immediatamente al ripristino del ponte sulla litoranea e contestualmente a realizzare un intervento straordinario di pulizia dell'arenile.
Più complesso invece, cari colleghi, è tentare di mettere una pezza ai danni delle campagne. Le produzioni del vino, dell'olio e dell'ortofrutta sono compromesse nell'intero territorio comunale. Per le olive, per fare un esempio, la rendita annua di 7.200 euro per ettaro è compromessa in una misura che supera il 60 per cento, il che significa una mancata produzione annua di oltre 7 milioni di euro. Non cambia assolutamente la situazione per le vigne, la cui rendita si è dimezzata con una perdita di produzione che supera i 4 milioni e 300 mila euro. Il mondo della campagna perde un totale di 15 milioni di euro di produzione, a cui si sommano i 2 milioni e 500 mila euro per danni alle attrezzature e i 2 milioni di euro relativi ai trattamenti sull'integrazione salariale. L'alluvione di Sorso costa in totale 36 milioni di euro tra la messa in sicurezza, gli interventi di ripristino e la ricostruzione. Oggi, cari colleghi, sono 36 milioni di attese, di speranze, di richieste rivolte alla Regione e allo Stato; sono 36 milioni di euro che non possono restare soltanto nelle perizie dei tecnici, nelle stime delle amministrazioni o peggio marcire in un ordine del giorno senza seguito di questo Consiglio regionale. Sono 36 milioni di richieste di impegno straordinario per non far pagare a chi ha subito i danni dell'alluvione anche i costi dell'inerzia e dell'ingiustizia. Prima ancora di mettere mano alle casse della Regione chiedo a tutti voi di mettervi una mano sulla coscienza, perché insieme con le risorse necessarie per la ricostruzione, ad Olbia come a Sorso, a Capoterra come a Sennori, arrivi un segno inequivocabile di fiducia e di speranza. Abbandonare al proprio destino chi è colpito da una calamità naturale significa, infatti, consumare due volte la stessa tragedia, significa, questo sì, allontanare i cittadini dalle istituzioni e tracciare un solco ancora più profondo tra amministrati e amministratori. Mi piacerebbe, questo lo dico in maniera forte, che non si riducesse questo dibattito alla dissertazione sui tetti del patto di stabilità, quando la gente non ha più un tetto sopra la testa e si rischia veramente di rompere il patto che lega il popolo sardo alla sua istituzione autonomistica. È tempo, infatti, di ricostruire strade, case, ponti, ma soprattutto di ricucire quella distanza che separa i bisogni delle nostre comunità dalla qualità e dai tempi di risposta delle nostre istituzioni. Anche per queste ragioni sono grato al Presidente e ai consiglieri della quarta Commissione, nonché al Presidente del Consiglio, per aver accettato la proposta, avanzata qualche giorno fa in Commissione, di effettuare un sopralluogo a Sorso, che comincerà già da lunedì prossimo, per verificare i danni causati dall'alluvione del 18 giugno. È un segnale di grande attenzione che aiuta chi oggi si sente solo e disperato, un segnale utile affinché la gente possa sentirsi più vicina alle istituzioni.
Oggi però, cari colleghi, serve un segno concreto, tangibile dalla nostra Regione, perché la laboriosa e orgogliosa comunità della Romangia possa riprendere in mano il suo destino e proseguire sulla strada della ripresa economica, che negli ultimi anni si era già affermata a dispetto della crisi e delle difficoltà. È un percorso che non può essere fermato, che non può essere interrotto da un ponte crollato, da centinaia di case danneggiate. Questo non possiamo assolutamente permetterlo. La strada virtuosa può essere riaperta solo con le risorse della Regione sarda ed è ciò che si chiede in questa mozione, si chiedono cioè impegno e risorse per non far morire un pezzo di Sardegna che in un drammatico mercoledì di giugno è finito al centro di una tempesta, ma che non vuole e non può morire affogato dalle strette del bilancio e dall'asfissia degli spazi finanziari.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 46 ha facoltà di illustrarla.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Le dico, signor Presidente del Consiglio, che con non poco rammarico intervengo in quest'Aula, e le dico anche, con estrema sincerità, che non mi sarei mai aspettato che il mio Presidente del Consiglio, che ha ricoperto il ruolo di sindaco, non consentisse di indossare la fascia tricolore a un consigliere regionale.
PRESIDENTE. Onorevole Desini, lei interviene in quest'Aula nella qualità e con le piene competenze del consigliere regionale non dell'ufficiale di Governo, che è rappresentato da quella fascia. Pertanto in quest'Aula interviene senza fascia e prescindendo dal ruolo di sindaco. Nessuno le toglie il titolo, lei è sindaco a tutti gli effetti, non deve insegnare a me qual è l'importanza del ruolo che lei ricopre. Però in quest'Aula lei interviene come presentatore di una mozione in qualità di consigliere regionale e la invito pertanto ad attenersi al tema e a intervenire per illustrare la sua mozione.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Ho molto rispetto della sua persona e anche dell'Aula, però le ricordo, signor Presidente, che c'è la forma, ma ci sono anche dei momenti in cui la forma e soprattutto la rigidità di carattere burocratico bisogna lasciarle da parte, perché oggi sono qui presenti i due consigli comunali di Sorso e di Sennori, che noi rappresentiamo, ovvero 23 mila abitanti la cui vita, purtroppo, il 18 giugno scorso è stata completamente stravolta. Chiudo questa infelice parentesi e mi accingo a illustrare la mozione.
Onorevoli colleghi, purtroppo, nostro malgrado le condizioni meteorologiche e soprattutto degli avvenimenti di carattere eccezionale stanno caratterizzando la vita della nostra comunità a livello globale e in particolar modo negli ultimi mesi anche quella della Regione sarda. Eravamo convinti che quello che abbiamo vissuto (per quanto ci riguarda, le nostre comunità indirettamente e da vicino gli amici della Gallura e del Nuorese) lo scorso mese di novembre quasi non ci appartenesse, che fosse qualcosa distante da noi, eppure, come abbiamo potuto constatare, nell'arco di un paio d'ore la vita di un'intera comunità può essere completamente stravolta. Nella sfortuna abbiamo avuto la "fortuna" che questo incidente si sia verificato durante le ore diurne, perché qualora fosse successo nel corso della notte saremmo qui, purtroppo, a piangere dei morti. La mia solidarietà va tutta alla comunità della Romangia e in particolare dei Comuni di Sorso e Sennori (di Sennori mi onoro di essere il primo cittadino), alla quale faccio un grande plauso per aver dimostrato una notevole capacità di reazione e soprattutto uno spirito di solidarietà che non mi ero ancora accorto di poter constatare nella nostra comunità.
Prima di iniziare l'illustrazione ringrazio il presidente Pigliaru di essere presente e consentitemi di esprimere un vivo apprezzamento a lui e in particolar modo all'Assessore dell'ambiente, Donatella Spano, che sin dalle prime battute si sono mostrati disponibili e hanno mostrato una sensibilità istituzionale e umana indispensabile in queste circostanze. A loro va un sentito ringraziamento anche e soprattutto per le azioni che immediatamente sono state messe in campo.
Come diceva il collega Peru, una bomba d'acqua ha completamente stravolto le nostre comunità; le ha stravolte sia dal punto di vista umano e morale sia dal punto di vista strutturale e infrastrutturale. Il nostro territorio, che ha una vocazione agricolo-turistica, ha subito danni ingenti all'interno dei centri abitati, soprattutto a Sorso, nell'agro e in alcune arterie principali fondamentali per la stagione turistica. Mi riferisco in particolar modo al cedimento del ponte sul rio Predugnanu, sulla strada provinciale 81, che di fatto ha interrotto il collegamento con Porto Torres, e potete immaginare quale sia l'importanza di questa arteria per quanto riguarda le ricadute in termini turistici, economici e occupazionali. Praticamente questo evento ha messo a repentaglio l'imminente stagione estiva. Non da meno sono stati i danni all'interno e soprattutto nell'agro, dove la nostra vocazione agricola, in particolare basata sull'olivicoltura e la viticoltura, ha subito danni ingenti, danni che purtroppo avranno ripercussioni non soltanto in questa annualità, ma anche nelle annualità future. Hanno subito danni gli edifici scolastici, le arterie principali anche all'interno del centro abitato, per quanto riguarda Sennori. Importanti cedimenti si sono verificati nella via Roma, sulla strada statale 200, in via Italia, così come negli edifici scolastici, i nostri tanto amati edifici scolastici. Io ho apprezzato con grande piacere il lavoro impostato dall'assessore Spano e la ringrazio per essere venuta sabato scorso a Sennori e a Sorso assieme alle municipalità ed essersi potuta rendere conto degli ingenti danni che ha subito il nostro territorio. E soprattutto la ringrazio, assessore Spano, per aver dimostrato un pragmatismo dal quale sono stato positivamente colpito, avendo fatto subito seguire alle parole i fatti. È stato istituito un tavolo tecnico-istituzionale martedì scorso, con il coinvolgimento degli Assessorati dell'ambiente, dell'agricoltura, dei lavori pubblici e del bilancio, nonché con il coinvolgimento diretto della Protezione Civile. Ebbene, penso che quel tavolo, che ha iniziato a lavorare ed è stato aggiornato a martedì o mercoledì prossimo, sarà in grado di dare le risposte di cui il nostro territorio necessita. Condivido inoltre pienamente l'impostazione data dall'Assessore, che ha suddiviso i campi d'intervento, distinguendo la fase dell'emergenza e la fase della valutazione dei danni di carattere infrastrutturale e strutturale e dei danni arrecati all'agricoltura. Per le notizie che anche poc'anzi l'Assessore ci ha dato in maniera riservata, noi siamo fiduciosi. Rivolgo un invito a tutta l'Aula, a tutti i colleghi, ma soprattutto alle forze parlamentari e ai parlamentari sardi perché abbiamo il triste ricordo dell'alluvione del novembre scorso, quando abbiamo purtroppo constatato che la burocrazia in Italia è il nemico numero uno dei cittadini e che il patto di stabilità è il cappio al collo di tutti noi cittadini.
Ritengo che un momento così straordinario necessiti di una collaborazione, di una coesione e di un'unione d'intenti straordinarie, come straordinario è il momento che stiamo vivendo. E allora mi rivolgo a tutte le forze politiche e alle rappresentanze istituzionali regionali e nazionali. L'Assessore ci comunicava poc'anzi di aver già formalizzato la richiesta di stato di emergenza, di aver chiesto ulteriori denari per quanto riguarda la Protezione civile. Solo stamani io e gli altri amministratori dei comuni di Sennori e Sorso abbiamo potuto comunicare una prima stima dei danni e dalla prossima settimana siamo nelle condizioni di poter chiedere lo stato di calamità. Io sono convinto che dobbiamo dare un segno di maturità politica e culturale, al di là di quelle che sono le appartenenze politiche di ciascuno di noi. Quest'Aula ha già dimostrato in questo scorcio di legislatura di avere unità d'intenti rispetto agli interessi dei sardi, per cui l'auspicio è che il Consiglio regionale all'unanimità converga su un'azione forte sia per quanto riguarda ciò che è di nostra competenza, sia per quanto riguarda la rivendicazione nei confronti dello Stato centrale.
Anticipatamente ringrazio tutti coloro che si uniranno a noi in questo percorso, ringrazio i Consigli comunali di Sennori e Sorso che oggi sono qui presenti, ma soprattutto le centinaia di persone che volontariamente da mercoledì stanno lavorando gratuitamente per dimostrare che, pur con tutti i difetti che abbiamo, i valori della solidarietà, dell'aiuto reciproco sono ancora valori fondanti delle nostre comunità. Pertanto, con questo spirito e con questo auspicio mi auguro che ci sia un'unità d'intenti rispetto ai provvedimenti presentati da me, dall'onorevole Peru e da tutti coloro i quali hanno sottoscritto le nostre mozioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
È iscritto a parlare il consigliere Gianmario Tendas. Ne ha facoltà.
TENDAS GIANMARIO (PD). Presidente, intervengo solo per fare alcune brevissime considerazioni, non prima, ovviamente, di aver espresso convinta solidarietà nei confronti delle popolazioni di Sennori e Sorso e di tutta la Romangia. A me interessa, in modo particolare, evidenziare alcuni aspetti che peraltro si legano molto anche alle vicende che ottantadue paesi purtroppo hanno vissuto il 18 novembre scorso, e comincio da questa considerazione perché ho ancora parecchie perplessità, parecchi dubbi circa il modo in cui è stata gestita questa pratica, nel senso che i colleghi, soprattutto quelli che hanno vissuto prima di me l'esperienza consiliare nella precedenza legislatura, sanno benissimo che anche dal punto di vista gestionale esiste un iter abbastanza farraginoso che sostanzialmente sta creando situazioni di oggettiva difficoltà. Chiunque abbia avuto la disgrazia, come il sottoscritto, di vivere l'alluvione del 18 novembre all'interno della propria comunità sa benissimo che dal punto di vista strettamente procedurale l'allora commissario straordinario per l'alluvione, il dottor Cicalò, seguendo procedure peraltro già collaudate, predispose delle schede specifiche per cercare di fare una valutazione molto seria dei danni e una ricognizione il più possibile distinta e settorializzata. Di fatto i comuni, e probabilmente anche Sennori e Sorso, si troveranno di fronte a questa identica prassi comportamentale, si troveranno a dover fare una ricognizione precisa e una stima dei danni subiti per ciò che attiene al patrimonio sia pubblico sia privato e alle attività produttive. La mia preoccupazione è che i tempi legati alla gestione di questo iter sono eccessivamente lunghi.
Ho appreso positivamente che proprio ieri è stata resa nota la graduatoria definitiva per la sistemazione delle strade e della viabilità rurale, pongo però un problema che è serio e reale, ed è legato alla ricognizione del patrimonio privato. Nel mio paese ci sono persone che non sono ancora in condizioni di rientrare nelle proprie case perché completamente inondate dall'acqua. Purtroppo da questa gestione burocratica che cosa è venuto fuori? Si è data priorità alla viabilità rurale, non so sulla base di quale principio, probabilmente anche condivisibile, sta di fatto che il ristoro dei danni subiti dai privati continua ad accumulare ritardi inaccettabili, perché dal 18 novembre ad oggi sono trascorsi oltre sette mesi e i cittadini non hanno ancora ricevuto il becco di un quattrino, quindi non hanno avuto il minimo ristoro. Mi appello proprio per questo alla Giunta, al suo Presidente in modo particolare, perché nell'ambito del possibile ci sia un'attenzione particolare per i danni subiti dal privato, diversamente la situazione rischia di essere davvero difficile da gestire. Lo dico soprattutto in considerazione del fatto che le amministrazioni locali in questa situazione si trovano in una situazione di disagio comprensibilissimo, perché era stata la Regione stessa, ovvero la precedente Giunta regionale, giustamente, ad aver chiesto che la ricognizione venisse fatta in tempi celeri e comunque entro il 31 dicembre, proprio con l'intento di venire incontro alle esigenze delle comunità e soprattutto dei cittadini in tempi rapidi. A distanza di sette mesi purtroppo, ripeto, i cittadini non hanno avuto ancora il becco di un quattrino, con tutto ciò che ne deriva, perché si erano giustamente create delle legittime aspettative.
Mi preme anche evidenziare, lo dico al presidente Pigliaru, un aspetto di cui ho già parlato con l'Assessore degli enti locali: si è costituito un comitato degli ottantadue paesi alluvionati e per martedì si stanno organizzando dei pullman per venire a Cagliari a chiedere espressamente dei chiarimenti rispetto a questa situazione, al fatto cioè che i cittadini ancora attendono. Io capisco benissimo la difficoltà oggettiva nel gestire una situazione così complessa e difficile, che ha coinvolto ben ottantadue paesi, però credo che nella scala delle priorità dovremmo prestare attenzione ulteriore rispetto a un problema che rischia di essere difficilmente gestibile. Il Presidente, lo ricordo benissimo, e per me era stato un elemento, diciamo così, da condividere in pieno, da osannare per certi versi, iniziò le dichiarazioni politico-programmatiche proprio prestando attenzione a questo problema. Comincia a muoversi qualcosa, perché ho visto che il problema della viabilità rurale era un problema…
PRESIDENTE. Onorevole Tendas, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Signor Presidente, certo a tutti noi sta molto a cuore un intervento sia a tutela sia delle popolazioni colpite dall'alluvione, sia per il ripristino dello stato dei luoghi della Romangia oggi, purtroppo, e dei territori colpiti in precedenza. Ovviamente confidiamo in un intervento della Giunta, intervento che, per quanto ci ha detto l'Assessore dell'ambiente, è già stato avviato, quindi ci congratuliamo con l'Assessore per questa prontezza. Peraltro la Commissione ambiente sarà a Sorso e a Sennori lunedì prossimo, così come anticipato dal collega Peru. Nell'immediato non possiamo far altro che riparare i danni, in realtà però il punto è che dobbiamo cercare di prevenirli, il che è anche molto meno pericoloso e dispendioso. So che è difficile fare prevenzione in un territorio così compromesso dall'attività antropica, e non mi sto riferendo alla Romangia in particolare, ma più in generale al territorio sardo e al restante territorio italiano, però in qualche modo occorre farlo.
Io non sono fra quelli che ritengono che si stiano verificando eventi di natura eccezionale; sono eventi intensi, ma non eccezionali. Sono invece fra quelli che ritengono che molto spesso si sia costruito sugli alvei di piccoli fiumi, pensando che potessero essere meno pericolosi degli alvei con bacini più grandi. Invece non è così, perché gli alvei con bacini di qualche chilometro quadrato hanno una portata di piena che arriva in un'ora, e quindi non c'è nemmeno il tempo né la possibilità di usare delle misure di prevenzione.
Sono convinto che si siano realizzati ponti con franchi troppo piccoli, cioè troppo bassi, sono convinto che sia impermeabilizzato troppo. Quando dico che sono convinto che non si tratti di precipitazioni eccezionali mi riferisco, ad esempio, ai 100 millimetri di precipitazione a Olbia: 100 millimetri in quella zona, a occhio, hanno un tempo di ritorno di cinquant'anni. Sotto l'aspetto idraulico vi è cioè la possibilità che quell'evento si manifesti una volta ogni cinquant'anni, ma questo non significa che si tratti di una precipitazione eccezionale. Eccezionali sono i 500 millimetri di pioggia che sono caduti sul rio Cedrino e sul rio Posada e che hanno un tempo di ritorno di cinquecento anni. Quella sì che è una precipitazione eccezionale, quindi il punto non è che si tratta precipitazioni eccezionali, il punto è che lo stato dei luoghi è talmente alterato che quelle precipitazioni, non eccezionali ma intense, provocano i disastri che sappiamo.
Allora, cosa fare? Certamente dobbiamo continuare ad approfondire il PAI, i comuni devono farlo su scala di dettaglio; certamente deve poter operare il Centro funzionale della Protezione Civile, che è in corso di istituzione e, per inciso, era obbligatorio dal 2010, quindi siamo in ritardo e non per responsabilità di questa Amministrazione, ma non voglio certamente fare polemica. Il vero punto, però, è che i piani di protezione civile dei comuni - quei comuni che li hanno adottati - per come sono strutturati non sono operativi, non sono utili, perché con l'allerta che viene data si pone il sindaco nella condizione di sgomberare luoghi anche molto importanti sotto l'aspetto dell'insediamento abitativo, quindi con molti abitanti, di chiudere strade in previsione di un evento che può anche non verificarsi, quindi si mette il sindaco nella condizione di evacuare i luoghi oppure di sperare che non succeda nulla. Questo non deve accadere. Secondo me, dobbiamo agire su questo punto e c'è un modo per poterlo fare, lo fanno in Svizzera e lo possiamo fare pure noi. Non è la scoperta dell'acqua calda evidentemente, è un servizio di allertamento basato su modelli matematici di previsione in tempo reale. Che cosa vuol dire? Vuol dire che si realizza un modello matematico tridimensionale del terreno - è facile con il software che abbiamo, lo sa fare qualunque tecnico - si misurano le precipitazioni, tramite le stazioni pluviometriche, si misura il livello del corso d'acqua, si misura la velocità del corso d'acqua, si inseriscono questi dati in formule sia matematiche sia idrauliche e si sa con un anticipo di quattro ore che cosa succederà. Ciò significa che un sindaco, sapendo cosa si verifica in un dato momento e prevedendo cosa accadrà quattro ore dopo, è in grado di decidere se evacuare una certa zona, perché sa quale zona sarà invasa dall'acqua, di chiudere una certa strada e non tutte le strade, di utilizzare delle misure di emergenza diverse dall'evacuazione di un'intera città o anche solo di un intero quartiere. Secondo me bisogna agire su questo punto, che mi sta molto a cuore e sul quale sto preparando un disegno di legge che porterò all'attenzione di questo Consiglio. Al momento evidentemente non possiamo far altro che rimediare ai danni.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI UGO (FI). Signor Presidente, ho seguito gli interventi e mi hanno colpito in particolare i ringraziamenti che sono stati rivolti dall'onorevole Peru a tutti coloro i quali nelle ore immediatamente successive all'evento si sono impegnati, ma soprattutto, mi auguro, nelle ore che verranno si impegneranno al massimo per far fronte a questo grave problema. Nell'ascoltare gli interventi, ma soprattutto nel visitare i luoghi, nel vedere che cosa la furia della natura è stata capace di fare, ovviamente il ricordo non può non andare alle notti dal 18 novembre scorso in poi, per rivivere le stesse emozioni vissute in Gallura. Il pensiero in quei momenti e oggi, quando li rievochiamo, va ai versi di Giovanni Pascoli: "Piove sul bagnato, lacrime su sangue e sangue su lacrime". Purtroppo, per quanto riguarda i nostri territori questa è una drammatica realtà, perché si può certamente dire che piove sul bagnato, intendendo per bagnato, per valle di lacrime, la difficoltà che i nostri territori vivono, certamente la Romangia che con grande determinazione e con grande coraggio sta cercando di venir fuori da una crisi, di resistere, sta cercando, con grande impegno di tutti i suoi attori principali, di mettere in campo delle risposte concrete, ma è evidente che di fronte a cose di questo genere qualunque tentativo va purtroppo a farsi benedire, cade nel nulla, ed ecco perché piove sul bagnato. Ma piove sul bagnato anche perché mi tornano in mente le promesse che erano state fatte immediatamente dopo gli eventi di novembre con la discesa in campo di grandi forze e in particolare del Presidente del Consiglio e di alcuni Ministri che hanno fatto dichiarazioni roboanti, grandi manifestazioni di solidarietà, alle quali, ahimè, non sono seguiti i fatti, non sono seguiti provvedimenti conseguenti. Quei territori aspettano ancora un ristoro, aspettano un intervento capace di limitare o comunque attenuare quelli che sono stati gli effetti della furia della natura.
Perché richiamo questo aspetto? Perché sono fortemente preoccupato e temo che quel ringraziamento che ci viene rivolto non sia dovuto. Temo che, ancora una volta, i nostri desideri, la nostra voglia di intervenire possa essere mortificata perché, se tanto mi dà tanto, sarà difficile scuotere in termini concreti le sensibilità nazionali. Non voglio, sia chiaro, approfittare di questo momento; sarebbe come minimo penoso da parte mia e da parte di chiunque immagini di farlo, approfittare di questo momento per attaccare una parte politica o utilizzarlo per sostenere un ragionamento di parte. La politica dovrebbe mostrare un segno di civiltà che le consenta, sulle cose importanti, di andare oltre le posizioni di parte e di non guardare ai colori, bensì alla sostanza, alle cose concrete. Quindi io non faccio un ragionamento di questo tipo per attaccare una parte politica, ma per significare che sono preoccupato in quanto temo che possano non arrivare risposte.
Lo stato di emergenza nazionale è dovuto e deve arrivare in tempi rapidi, allora la mia preoccupazione si trasforma in un'esortazione alla Giunta regionale perché faccia valere questo diritto e faccia in modo che si traduca in termini concreti. Ovviamente, però, non ci si può fermare qui, bisogna essere concreti perché abbiamo già visto altre volte che alla dichiarazione di stato di emergenza nazionale non sono seguiti i fatti, in particolare, in ultima analisi, il tantundem che consente di intervenire immediatamente in termini concreti.
Allora occorre la massima determinazione, occorre che la stessa determinazione che giustamente qualche giorno fa è stata portata al tavolo della questione riguardante le servitù militari, venga portata su tutti i tavoli in cui si tratta con il Governo. Mi fa piacere che ci si renda conto che forse non basta semplicemente la buona educazione, non basta il buon senso, talvolta si deve fare qualcosa di più. E a questo proposito rivolgo un'altra preghiera alla Giunta: nelle ore immediatamente successive all'alluvione dello scorso novembre noi abbiamo adottato dei provvedimenti che destinavano risorse, fatelo anche voi, avete la possibilità di farlo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppino Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA GIUSEPPINO (UDC). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghe e colleghi consiglieri, signori amministratori dei Comuni di Sorso e Sennori che state assistendo a questa seduta del Consiglio regionale, intervengo innanzitutto per manifestare tutta la solidarietà dell'UDC Sardegna alle popolazioni della Romangia colpite duramente dall'alluvione del 18 giugno ultimo scorso, che ha causato danni considerevolissimi alle infrastrutture, alle abitazioni e alle attività produttive in genere. Mi associo inoltre ai ringraziamenti fatti dagli onorevoli Peru e Desini alle forze dell'ordine e a tutti i volontari intervenuti.
Siamo d'accordo sul riconoscimento dello stato di emergenza e chiediamo che venga data assoluta priorità alla sistemazione dell'arenile e della strada provinciale numero 81 al fine di ripristinare con urgenza la viabilità, ma soprattutto favorire la ripresa economica delle strutture ricettive esistenti in quella zona. Chiediamo inoltre che le risorse finanziarie vengano utilizzate tenendo fuori dal patto di stabilità le spese per questi interventi. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, credo che sul merito di questo drammatico problema ci sia ben poco da aggiungere rispetto a quanto hanno rappresentato i colleghi Peru e Desini e anche il presidente Cappellacci. In questi casi credo che ci sia ben poco da dire e molto da fare. Io porto ovviamente una testimonianza di solidarietà verso le popolazioni che sono state colpite da questa tragedia immane, una tragedia del tutto inaspettata e che ci ha colti tutti impreparati, ma che ora ci deve vedere invece pronti a reagire con grande tempestività. È inutile mettere in campo confronti di dialettica politica legati alle parti che noi rappresentiamo; bisogna soltanto dare mandato alla Giunta di intervenire affinché le infrastrutture viarie vengano ripristinate e vengano messi in sicurezza gli edifici.
Credo che ci sia ben poco da aggiungere, diamo mandato pieno unitariamente all'Esecutivo regionale di intervenire efficacemente e con grande tempestività affinché le sofferenze che sta provando la popolazione della Romangia vengano non dico eliminate, ma quantomeno alleviate. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Signor Presidente, prima di tutto voglio esprimere solidarietà alle popolazioni colpite dall'alluvione. C'è poco da aggiungere nell'argomentare su questioni di questo tipo. Esprimo grande solidarietà ai consiglieri Peru e Desini, i quali hanno rappresentato da subito la drammaticità di quello che stanno vivendo. Ricordo che il consigliere Peru, pur in condizioni di quasi convalescenza, ci teneva informati di quello che stava accadendo a Sorso e soprattutto ricordo la sua disperazione nel vedere il suo territorio così gravemente danneggiato dall'alluvione del 18 giugno.
In occasioni come questa sinceramente viene quasi la tentazione di parlare, come qualcuno ha già fatto, di quello che non è stato fatto dopo la precedente alluvione, Viene quasi la tentazione di parlare del dramma che hanno vissuto altre popolazioni e delle risposte che non sono arrivate da parte del Governo. Viene questa tentazione, ma bisogna trattenersi, perché oggi si sta parlando di quello che è successo lo scorso 18 giugno e che ha colpito una zona importante della nostra Sardegna, la Romangia. Le popolazioni coinvolte, badate, non saranno più le stesse, perché ciò che queste famiglie, queste persone hanno vissuto in questa circostanza le ha segnate e le segnerà per tutta la vita. Fortunatamente, tra virgolette, come diceva qualcuno, non ci sono state vittime, probabilmente perché l'evento si è verificato in ore particolari, però lo spavento che quelle famiglie hanno vissuto le condizionerà per sempre, le condizionerà anche dal punto di vista dei valori, perché la solidarietà che queste popolazioni hanno ricevuto le farà sentire più legate alle popolazioni che sono state loro vicine.
E allora, come già detto da chi mi ha preceduto, potremmo fare una serie di discorsi, cercando di capire chi deve intervenire prima, cosa bisogna fare con il Governo, se aprire un tavolo tecnico da subito e sollecitare l'intervento immediato del Governo centrale, però io penso che si debba immediatamente fare un'altra cosa, cioè capire se la Giunta regionale può intervenire in tempi rapidi perché ogni giorno che passa ? lo dico soprattutto ai consiglieri Peru e Desini che hanno presentato questa mozione - si abbassa la tensione, ogni giorno che passa se ne parla sempre di meno. E allora quello che c'è da fare facciamolo subito, dobbiamo essere uniti, dobbiamo imparare dalla solidarietà che le nostre popolazioni manifestano in queste circostanze, perché se cala la tensione tutti si dimenticheranno di quello che è successo. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI GIUSEPPE (PD). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi consiglieri, ancora una volta ci troviamo in quest'Aula a discutere purtroppo di un evento tragico come quello di un'alluvione. Per fortuna in questo caso, in quest'altro maledetto giorno 18, non è successo quello che è accaduto sei mesi prima in altre parti della Sardegna, però ancora una volta ci troviamo a discutere di situazioni che hanno generato danni, che hanno causato disagi che temo possano generarne altri in futuro, perciò dovremo lavorare affinché ciò non accada. Per questo, dopo aver manifestato solidarietà a tutti cittadini e agli amministratori della Romangia colpiti dall'alluvione, da amministratore locale colpito dall'alluvione del 18 novembre scorso posso dire che so che cosa essi stanno vivendo in queste ore. Questi eventi sono successi in un momento difficilissimo dal punto di vista economico ecco perché, dopo aver ragionato su come intervenire prontamente, bisogna fare una riflessione su come evitare che eventi del genere abbiano a ripetersi in futuro. In questo senso mi trovo d'accordo con quanto detto dal collega Demontis, perché è chiaro che purtroppo non si tratta più di eventi eccezionali, in quanto si verificano ormai frequentemente; si parla di "bombe d'acqua" che ormai stanno diventando una costante anche in quest'isola. Su questo dovremo fare una riflessione e intervenire come legislatori nel momento in cui saremo chiamati a rivedere, e ciò accadrà a breve, la pianificazione urbanistica del nostro territorio. Io so che la Giunta regionale sta lavorando prontamente e che è stata subito fatta ? a differenza di quanto accaduto per l'alluvione dello scorso 18 novembre, anche perché in quel caso i comuni e i territori colpiti erano molti di più - una stima puntuale dei danni. So che si sta già intervenendo in merito e che la Regione stanzierà delle somme. So anche che in questo caso saprà intervenire presso il Governo centrale anche rispetto a ciò che ancora oggi gli enti locali e i cittadini colpiti dall'alluvione del 18 novembre attendono.
Mi trovo d'accordo con alcuni interventi che hanno preceduto il mio nei passaggi in cui si è specificato che occorre comunque sempre mantenere alta la tensione perché - e il caso della Gallura è emblematico in questi termini - se se ne parla tanto nei giorni immediatamente successivi, poi si tende a far calare il silenzio su questi eventi che sono sempre più gravi, invece, nei loro effetti sulle popolazioni interessate.
Io continuo a ricevere quotidianamente, in particolare in qualità di consigliere regionale del territorio, sollecitazioni e telefonate da parte di cittadini che sono stati danneggiati, che hanno visto le loro attività, le loro aziende, per non parlare delle abitazioni private, delle automobili e dei beni mobili, danneggiati dall'evento alluvionale del 18 novembre. Spero che questo non accada anche nel caso dell'ultima alluvione. Sono certo che la Giunta farà la sua parte e spero, appunto, che non ci ritroveremo in quest'aula fra un po' di tempo - ma sono fiducioso che ciò non accadrà - a discutere ancora degli effetti negativi prodotti dall'alluvione del 18 giugno 2014.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Presidente, intanto ne approfitto subito per esprimere ancora una volta, a nome del Presidente della Regione, solidarietà alle popolazioni colpite e saluto i consigli comunali di Sorso e Sennori che sono presenti in questa sala consiliare. Com'è stato ribadito più volte, abbiamo avuto modo di valutare, attraverso contatti diretti con i sindaci e con il prefetto, lo stato dell'evento quando era in corso. Abbiamo seguito con responsabilità tutte le azioni che sono state messe in atto e abbiamo potuto constatare l'efficacia della macchina di soccorso che è intervenuta. Con rapidità e coordinamento si è riusciti a limitare i danni e a evitare, quindi, tragedie ben più gravi, e di questo dobbiamo dare atto sia all'organizzazione delle amministrazioni comunali, sia alla Protezione Civile, ai volontari, al Corpo forestale, all'Ente foreste e ai barracelli, che sono tutti sinergicamente intervenuti e hanno seguito quella catena di comando che è assolutamente necessaria quando si deve intervenire in emergenza. Questa azione sinergica messa in atto durante l'evento deve essere mantenuta anche durante la fase di ricostruzione. È questo quello che io ho chiesto nella citata visita nei territori in cui è avvenuta l'alluvione. Ho chiesto cioè che le amministrazioni comunali non agissero separatamente, ma agissero in modo sinergico anche con il Governo regionale.
Il primo atto che abbiamo adottato è stato quello di istituire un tavolo tecnico interassessoriale, coordinato dall'Assessorato dell'ambiente, a cui hanno partecipato gli Assessorati dell'agricoltura, dei lavori pubblici e della programmazione, insieme al Presidente della Provincia di Sassari, ai Sindaci di Sorso e Sennori e al Direttore generale della Protezione Civile. Il tavolo tecnico ha messo in piedi un metodo di lavoro affinché si possa arrivare celermente alle richieste e all'individuazione delle risorse che possono essere attribuite alle diverse tipologie di danno. Abbiamo visto quali sono le diverse fonti di finanziamento e quali le fasi burocratiche che l'iter di richiesta dello stato di emergenza prevede. È stato chiesto ai Sindaci dei territori colpiti dall'alluvione e al Presidente della Provincia di redigere tempestivamente un documento che riporti la stima dei danni, indispensabile per poter ottenere lo stato di emergenza. Si è intravista la possibilità, attraverso il dipartimento della Protezione Civile nazionale, di ottenere lo stato di emergenza, ma dobbiamo per questo considerare che è indispensabile una stima precisa dei danni, perché è comunque previsto l'arrivo di una commissione nazionale che quantificherà i danni e stabilirà se effettivamente è possibile dichiarare lo stato di emergenza.
Abbiamo invitato le amministrazioni locali a fare una quantificazione dei danni e oggi, attraverso il lavoro efficace ed efficiente dei propri tecnici, esse sono in grado di dire quali interventi di messa in sicurezza e di ripristino dei luoghi sono necessari. Sono state consegnate oggi le schede sulla base delle quali la Regione può intervenire per chiedere lo stato di emergenza. È stata messa in evidenza la necessità di fare una distinzione tra le diverse tipologie di danno. Abbiamo pertanto considerato la parte agricola, le infrastrutture pubbliche e private e i costi di gestione dell'emergenza per poter individuare le risorse regionali che possono essere messe in campo. In particolare sappiamo che le spese per gli interventi di messa in sicurezza possono essere rendicontate sui fondi della legge regionale numero 28 del 1985, la quale prevede che in occasione di calamità naturali possano essere rimborsate le spese per interventi sulle opere pubbliche. Per ottenere queste risorse è necessario che le amministrazioni comunali portino a termine una serie di procedure e la Regione si è impegnata a sostenerle nella predisposizione di questa parte burocratica. Le schede devono arrivare alla Regione entro centottanta giorni dalla data di adozione. Per i danni alla viabilità provinciale, che sono i danni più consistenti e anche quelli che mettono maggiormente in crisi le attività economiche, perché è coinvolta una strada provinciale litoranea che consente l'accesso agli stabilimenti e alle attività di ristorazione turistiche in generale, è stata concordata, con la Presidente della Provincia, un'azione che prevede due fasi: una soluzione temporanea, pronta in venti o trenta giorni, appunto per non compromettere la stagione turistica, e un vero e proprio progetto di ricostruzione attraverso l'impegno dell'Assessorato dei lavori pubblici, che ha evidenziato la presenza di risorse per opere di mitigazione, interventi per rischio idrogeologico e in caso di alluvioni. Queste risorse vengono messe a bando e quindi possono essere utilizzate con un progetto di ricostruzione.
Ci sono poi i lavori di sistemazione idraulica del rio Predugnanu, per i quali il Comune di Sorso può sfruttare il finanziamento di 2 milioni di euro di cui è già assegnatario sull'ex gestione commissariale per la pulizia e la sistemazione del Silis e del rio Predugnanu. Abbiamo quindi chiesto di liberare queste somme. Per il danneggiamento degli edifici scolastici abbiamo detto ai sindaci che attraverso il programma stralcio possono accedere al fondo complessivo di 30 milioni di euro per l'edilizia scolastica, quindi alcuni interventi possono essere inseriti in questo fondo. Per quanto riguarda i danni all'agricoltura, i finanziamenti possono essere trovati all'interno della misura 126 del Programma di sviluppo rurale, gestito dall'Assessorato dell'agricoltura: "Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e introduzione di adeguate misure di prevenzione", che, appunto, permette di finanziare interventi per i comuni alluvionati. Sempre in ambito agricolo esiste un'altra misura del PSR, la misura 125: "Miglioramento e creazione delle infrastrutture connesse allo sviluppo e all'adeguamento dell'agricoltura e della selvicoltura", che consente di finanziare interventi di manutenzione straordinaria per la viabilità rurale. Ancora, l'ho citato prima, visto che è stato messa in evidenza come la burocrazia non sia così semplice, abbiamo assicurato l'aiuto e l'assistenza ai comuni per la preparazione delle schede per la richiesta degli interventi. Un altro aspetto da non sottovalutare, oltre a quello della richiesta dello stato di emergenza, è il fatto che in generale per lo stato dei territori colpiti dall'alluvione, e in questo mi riferisco non solo a Sorso e a Sennori, ma naturalmente anche a Olbia, abbiamo avviato interlocuzioni, abbiamo sollecitato i parlamentari sardi affinché intervengano per ottenere le risorse del fondo per le emergenze nazionali, di cui alla legge di conversione del decreto legge 12 maggio 2014, numero 74, che prevede "Misure urgenti a favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna, colpite dal terremoto e da successivi eventi alluvionali". All'articolo 2 di tale decreto è prevista l'istituzione di un fondo di 100 milioni di euro per le emergenze nazionali, risorse quindi non ancora allocate e non ancora destinate alle diverse Regioni per i diversi eventi emergenziali. Chiediamo che i parlamentari sardi si impegnino insieme a noi, al Presidente attraverso la Presidenza del Consiglio, affinché la Sardegna possa ottenere gran parte di queste risorse, cioè gran parte dei 100 milioni di euro che sono destinati a livello nazionale.
Questi sono in sintesi gli accordi e le linee di intervento che noi stiamo seguendo. Il tavolo tecnico si riunirà ancora la prossima settimana, saranno valutate ancora le schede e i danni e si passerà subito alla richiesta dello stato di emergenza. Voglio prendere lo spunto da quanto è stato detto anche in linea generale sul fatto che questi eventi si stanno ripetendo con sempre maggiore frequenza e quindi l'analisi che stiamo facendo non deve essere limitata alla richiesta delle risorse, ma deve guidarci nella gestione del territorio, tenendo presente che se, come si diceva prima, tra un evento all'altro c'è un tempo di ritorno di cinquant'anni in Romangia, in realtà questi cinquant'anni sono dovuti ad analisi statistiche ormai del passato. Noi sappiamo bene che la frequenza di eventi estremi o di eventi di questo tipo sta aumentando sempre più.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.
PERU ANTONELLO (FI). Signor Presidente, chiederemo qualche minuto di sospensione per elaborare un ordine del giorno, ma vorrei ribadire due fattori che sono stati evidenziati dai miei colleghi: celerità e celerità. Noi abbiamo questa preoccupazione. Ho sentito l'Assessore dire di aver avviato tutte le procedure relative alla richiesta dello stato di calamità nazionale o quelle previste dalla Protezione Civile, ma il problema è solo uno, l'ho detto prima: non possiamo assolutamente far vivere la tragedia due volte ai nostri concittadini. Perché dico questo? Perché quando un cittadino perde le proprie cose, quando un'attività produttiva non può più produrre, questo carico sociale è sopra la testa e sopra le spalle delle istituzioni, quindi la celerità è legata a questo: dobbiamo fare tutto quello che si può fare, non possiamo assolutamente abbassare la guardia.
In riferimento a quello che lei diceva, Assessore, per quanto riguarda la prevenzione del rischio idrogeologico, il Comune di Sorso ha avviato le procedure e il nostro è stato uno dei pochi territori che hanno ottenuto delle risorse dal Governo nazionale, ovvero 2 milioni di euro. Il problema è che da tre anni non riusciamo assolutamente ad averle queste risorse, purtroppo non ci vengono trasferite. Quindi rivolgo anche la preghiera di far in modo che si accelerino i tempi e si liberino le risorse già assegnate al nostro territorio, perché forse, se fossero arrivate prima, una parte del disastro avremmo potuto evitarla in quanto avremmo utilizzato quei 2 milioni di euro per ripristinare la parte interessata del rio Predugnanu.
Adesso stiliamo un ordine del giorno unitario, perché queste sono le indicazioni anche della maggioranza, per poter addivenire a procedure che sono state già avviate, come ha sottolineato l'Assessore. Ne approfitto per dire che lunedì sarà una giornata importante perché con il Presidente del Consiglio, che verrà a Sorso, il Presidente della quarta Commissione e i consiglieri regionali, almeno quelli della provincia di Sassari, in riunione congiunta con i comuni di Sorso e di Sennori, si potrà iniziare a fare una verifica dei danni causati da questo evento straordinario. Come qualcuno ha evidenziato prima, è però assolutamente importante non abbassare la tensione.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Presidente, così come preannunciato dal collega Peru, proporremo una breve sospensione dei lavori. È praticamente già pronto un ordine del giorno presumibilmente unitario.
Vorrei fare due considerazioni su quanto ha comunicato all'Aula l'assessore Spano. È assolutamente condivisibile il percorso che abbiamo intrapreso, concordato e pianificato assieme in termini di interazione tra le varie istituzioni. Condivido e penso che sia da apprezzare il fatto che in maniera puntuale e precisa l'Assessore ha individuato i punti d'intervento per quanto riguarda le varie tipologie e soprattutto per rassicurare il territorio della Romangia e le comunità di Sorso e Sennori che da parte del Presidente della Regione e della Giunta verranno intraprese tutte le iniziative necessarie per cercare di risolvere nel più breve tempo possibile i problemi che sono stati causati dal nubifragio. È vero che giochiamo una partita su due fronti: nel contesto nazionale, in cui, così come si è fatto nelle interlocuzioni intercorse tra l'Assessore e la Presidenza del Consiglio dei ministri, in particolar modo col sottosegretario alla Presidenza Delrio, chiederemo lo stato di emergenza (adesso siamo nelle condizioni di poterlo fare, viste le schede fornite dai rispettivi comuni), e poi in campo regionale. E poiché sono state già individuate le aree su cui intervenire, chiedo alla Giunta un intervento straordinario in termini di tempi, soprattutto per quanto riguarda l'erogazione delle risorse finanziarie, anche perché mi auguro che nel giro di qualche giorno l'assessore Paci ci comunichi finalmente la risoluzione con il Governo della questione relativa all'allentamento del patto di stabilità, per poter avere una capacità di spendita maggiore rispetto a quella attuale. Come ha detto qualche collega proveniente dal territorio che purtroppo è stato interessato dall'alluvione dello scorso novembre, non dobbiamo mollare la presa.
Mi permetto di fare una battuta in termini calcistici, assessore Spano: per quanto mi riguarda attuerò una marcatura assolutamente a uomo nei confronti suoi e dell'intera Giunta per far sì che l'azione forte che lei ha messo in campo in questi giorni prosegua anche nelle settimane e nei mesi a venire. Sono convinto che oggi quest'Aula darà dimostrazione di maturità politica e culturale, come dicevo poc'anzi. Concludo ringraziando ancora una volta tutti coloro i quali si sono prodigati in questi giorni per affrontare l'emergenza, ma anche ciò che ci aspetta nei prossimi giorni.
Mi fa anche piacere la sua riflessione, Assessore, sugli errori che l'uomo ha commesso sul territorio e soprattutto mi auguro che facciamo tesoro degli errori che abbiamo commesso, perché la natura si riprenderà quello che è suo. Anche da questo punto di vista noi amministratori degli enti locali dobbiamo avere maggiore attenzione e oculatezza e soprattutto dobbiamo amare maggiormente il nostro territorio perché altrimenti la natura si riprende quello che le è stato tolto, e se lo riprende in maniera prepotente, decisa e determinata, provocando i danni che sono sotto gli occhi di tutti. Quindi, Presidente, mi unisco all'onorevole Peru nel chiedere una sospensione di cinque minuti per redigere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 14 e 04, viene ripresa alle ore 14 e 13.)
PRESIDENTE. È stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Desini - Cocco Pietro - Zedda Alessandra- Anedda - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Dedoni - Fenu - Pinna Giuseppino- Solinas Christian - Usula -Peru sugli eventi alluvionali del 18 giugno 2014 che hanno colpito le popolazioni della Romangia.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione delle mozioni n. 46 e 47 sugli aiuti alle popolazioni della Romangia colpite dal nubifragio del 18 giugno 2014;
RILEVATA l'esigenza di porre in essere con celerità le azioni necessarie al ripristino dei danni e di creare soprattutto le condizioni per un ritorno alla normalità e per garantire una rapida ripresa nei territori colpiti dal nubifragio del 18 giugno 2014;
PRESO ATTO che l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, in data 21 giugno 2014, si è recato nelle zone della Romangia colpite dal nubifragio al fine di constatare lo stato dei luoghi;
CONSIDERATO che:
- è stato istituito il tavolo tecnico-istituzionale che si è riunito in data 24 giugno 2014;
- l'Assessore ha avviato interlocuzioni e la possibile richiesta di riconoscimento di stato d'emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 (Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile);
PRESO ATTO che sono state individuate le fonti di finanziamento utilizzabili per le diverse tipologie di danno;
CONSIDERATO che sono state avviate interlocuzioni con la Presidenza del Consiglio dei ministri per accedere alle risorse del Fondo per le emergenze nazionali, di cui al decreto legge 12 maggio 2014, n. 74,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a proseguire in maniera costante nelle azioni sino ad ora intraprese per la risoluzione dei problemi causati dal nubifragio del 18 giugno 2014 che ha colpito il territorio della Romangia. (1).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Il parere della Giunta è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Desini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Intervengo, Presidente, per ringraziare i colleghi ed esprimere soddisfazione per essere riusciti a presentare un ordine del giorno unitario. Mi auguro che, dopo i provvedimenti di carattere burocratico e istituzionale, saremo in grado di portare a casa i risultati che tutti noi auspichiamo, ma in particolar modo il territorio e la popolazione della Romangia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Certamente dichiaro il voto favorevole del Gruppo Forza Italia, ma con una raccomandazione che forse è rivolta molto di più a chi sta oltre Tirreno che non a questa Regione, la quale, però, memore di ciò che è successo nella passata legislatura in questi casi, non deve abbassare la guardia, Assessore, perché da parte del Governo, come ricordava l'onorevole Cappellacci, c'è stata grande disponibilità, ma oggi regna veramente il silenzio. Non vorrei essere monotona nel ricordare che quando abbiamo chiesto di porre fuori dal patto di stabilità le spese per il dissesto idrogeologico e per questo tipo di interventi non abbiamo avuto neanche una risposta. Vorremmo almeno una risposta, perché se anche fosse negativa potremmo adoperarci per trovare dei correttivi.
In questo senso ovviamente va il plauso al Consiglio regionale, che certamente deve stare vicino a tutti i comuni, compresi quelli della Gallura, particolarmente colpiti da calamità naturali. Noi non abbasseremo la guardia, spero che non lo faccia neanche la Giunta regionale, però non fidiamoci di quanto viene detto da Roma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Intervengo per confermare la solidarietà alle popolazioni colpite e annunciare il voto favorevole del Gruppo del Partito Sardo d'Azione. Chiedo la votazione nominale sull'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonello Peru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PERU ANTONELLO (FI). Nel dichiarare il mio voto favorevole, come preannunciato a nome del Gruppo dalla collega vicecapogruppo, Alessandra Zedda, ribadisco ancora una volta la mia preoccupazione. Io continuo a parlare di celerità, oggi abbiamo discusso di procedure e di burocrazia, ma non esistono al momento provvedimenti concreti.
Assessore, lei ha detto che saranno attivate tutte le procedure legate alla rendicontazione e la Protezione Civile potrà ristorare i danni e provvedere alla messa in sicurezza. Di questo le diamo atto, però otto giorni dopo l'evento del 18 novembre la Giunta regionale approvò un disegno di legge concernente interventi urgenti in materia di nubifragi. Qualche giorno dopo il Consiglio regionale approvò la legge 4 dicembre 2013, numero 33, che stanziava 10 milioni di euro a favore dei territori colpiti dall'alluvione di novembre. Noi aspettiamo qualche giorno, come lei ha detto, poi dovremo attivare provvedimenti per mettere a disposizione risorse immediatamente erogabili ai territori colpiti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Dichiaro il voto favorevole mio e del Gruppo Sinistra Ecologia Libertà, che rappresento. Abbiamo sempre detto che un ordine del giorno non si nega quasi mai a nessuno, l'auspicio mio è che la solidarietà dimostrata dall'intero Consiglio possa tradursi subito in atti concreti, perché credo che le popolazioni della Romangia non abbiano bisogno solo di solidarietà, ma abbiano soprattutto bisogno d'altro. Auspico davvero che quello che l'intero Consiglio regionale ha espresso oggi a parole possa subito tradursi in impegni e atti concreti, perché altrimenti la solidarietà a poco serve.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Dichiaro il voto favorevole mio e di tutto il Gruppo del Partito Democratico su questo ordine del giorno. Come hanno già detto i colleghi Peru e Desini, lunedì la Commissione ambiente si recherà nei territori danneggiati da questa ulteriore calamità che si è abbattuta sulla Sardegna. Voglio rassicurare la collega Zedda: la stessa sensibilità che hanno dimostrato a suo tempo, come minoranza, il Partito Democratico e il centrosinistra, che si adoperarono affinché si arrivasse nel più breve tempo possibile a una soluzione anche finanziaria dei problemi urgenti che il territorio della Gallura dovette affrontare nei giorni dell'alluvione, sarà dimostrata in questa occasione ? la Giunta lo ha ribadito anche oggi - per trovare immediate soluzioni contabili e finanziarie e dare subito risposte al territorio della Romangia. La Commissione ambiente andrà sul posto per verificare quali sono le priorità, e non solo per portare solidarietà. Nel momento in cui la Commissione ambiente si reca sul posto l'intento non è quello di fare una vacanza o una gita, ma purtroppo quello di prendere atto della situazione che si è venuta a creare per poter trovare delle soluzioni nell'interesse di quel territorio e dei suoi cittadini.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Intervengo per annunciare, naturalmente, il voto favorevole a questa mozione ed esprimere, anche come Gruppo Soberania e Indipendentzia, tutta la sentita solidarietà alle popolazioni, alle aziende colpite da un evento innaturale in qualche modo, con l'auspicio di non doverci ritrovare troppo spesso a discutere mozioni di questo tipo, il che significherà che anche l'azione di prevenzione sarà andata nella giusta direzione. Ribadisco il voto favorevole di Soberania e Indipendentzia. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, ero indeciso se intervenire per dichiarazione di voto. Sicuramente intervengo per dichiarare il mio voto favorevole, non posso però e non devo nascondere un po' di delusione, perché forse non abbiamo capito che siamo di fronte a un evento straordinario, e quindi è necessario da parte della Giunta un lavoro altrettanto straordinario. Io oggi mi sarei aspettato quantomeno l'inizio di un provvedimento, perché se da subito l'atteggiamento è questo, mi dispiace rompere il clima del vogliamoci bene, però o ci rendiamo contro che è un evento straordinario quello che ha colpito le popolazioni della Romangia, oppure non abbiamo capito niente. Allora io già da oggi mi sarei aspettato addirittura l'annuncio dell'avvio di un provvedimento da parte della Giunta. Va bene l'ordine del giorno, però mi auguro che nei prossimi giorni la Giunta inizi a lavorare su un provvedimento anche di natura economica per dare sostegno a queste popolazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppino Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PINNA GIUSEPPINO (UDC). Presidente, intervengo giusto per esprimere, da parte del Gruppo UDC Sardegna il voto favorevole all'ordine del giorno presentato dagli onorevoli Peru e Desini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Raimondo Perra per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PERRA RAIMONDO (Sardegna Vera). Presidente, voglio semplicemente dichiarare il voto favorevole a quest'ordine del giorno da parte mia e naturalmente di tutto il Gruppo Sardegna Vera. La solidarietà non costa niente e quindi ben venga, però anch'io auspico che tutto quello che è stato detto stamattina si tramuti in atti concreti, perché le popolazioni che sono state colpite dall'alluvione possano essere ristorate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, nel confermare il voto favorevole dei Riformatori Sardi all'ordine del giorno, vorrei anche esprimere qualche perplessità, perché adesso parliamo della Romangia, ma abbiamo sentito parlare della Gallura, del Nuorese, dell'Oristanese e forse purtroppo sentiremo ancora parlare di disgrazie in altri territori.
Mi fa piacere che qualcuno ricordi che non ci sono Governi amici a Roma, che non ci arrivano mai le cose promesse e che quindi dovremo faticare ancora una volta, ma concretamente, come Consiglio regionale ed Esecutivo regionale per tutelare le popolazioni interessate. È vergognoso che non mettiamo in mora questi personaggi immorali - loro sì che lo sono ? che vengono a fare le passerelle nei territori alluvionati o disastrati da qualunque calamità naturale e poi non si comportano coerentemente e correttamente con le popolazioni. È ora di dire basta a questo ambiguo comportamento e alle passerelle politiche. Credo che le popolazioni attendano veramente coerenza, correttezza, disponibilità e non solo parole di solidarietà, che può essere una solidarietà pelosa, priva di concretezza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, neanch'io voglio polemizzare. Consigliere Fasolino, la Giunta sta facendo tutto ciò che è nelle sue possibilità, però voglio ricordare che il Centro funzionale della Protezione Civile doveva essere realizzato da tempo, ai sensi del decreto legislativo numero 49 del 2010, in seguito alla direttiva europea "Alluvioni", e non è questa Giunta che avrebbe dovuto istituirlo. Probabilmente con il Centro funzionale della Protezione Civile avremmo avuto strumenti di prevenzione superiori a quelli che abbiamo adesso. E questa non è demagogia! Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ugo Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI UGO (FI). Presidente, dichiaro il voto favorevole, naturalmente ribadendo qualche perplessità e preoccupazione rispetto a quelli che sono i provvedimenti che dovranno arrivare da Roma, per i quali sollecito ancora la Giunta. È stato detto da altri che l'intervento della Giunta prima e del Consiglio poi in occasione dell'alluvione di Olbia fu tempestivo e messo in campo in tempi veramente molto rapidi. Ricordo all'onorevole Demontis, che forse pecca sul piano della memoria, che fummo noi ad attivare la procedura per la costituzione del Centro funzionale, che è molto lunga e complessa. Ricordo anche che sino alla costituzione del Centro funzionale l'unica cosa che cambia è che l'avviso di allarme viene generato dal livello nazionale e poi viene rimbalzato in Sardegna, anziché essere dato direttamente dalla Sardegna, ma nulla cambia rispetto a quelle che sono le garanzie e il funzionamento della catena di comando.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Sale per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALE GAVINO (Gruppo Misto). Presidente, ovviamente noi voteremo a favore dell'ordine del giorno, parlo a nome di IRS, PdCI e Rifondazione. Con questo vorrei sollecitare la Giunta, in attesa che arrivino finanziamenti cospicui da Roma, a cercare tra pieghe del bilancio - anche se dovete sapere che il bilancio è veramente scarso, non c'è più niente - le risorse necessarie almeno per le opere strutturali urgenti. Giusto per essere più realisti che sognatori. Auguri a tutti voi! Grazie.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Tedde ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cossa - Dedoni - Demontis - Desini - Fasolino - Ledda - Locci - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 40
votanti 39
astenuti 1
maggioranza 20
favorevoli 39
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 14 e 31.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dei trasporti all'interrogazione Tocco sull'applicazione della tariffa unica per residenti in Sardegna del servizio di trasporto pubblico regionale marittimo per le isole minori (Carloforte e La Maddalena). (2)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto si evidenzia quanto segue.
I competenti uffici delle Direzione Generale dei Trasporti con nota Prot. 6067 del 27.05.2014 hanno richiesto alla Presidenza della Regione - Servizio Affari Internazionali di provvedere alla notifica della predetta disposizione dì legge alla Commissione europea. Risulta che detto ufficio abbia provveduto alla trasmissione della notifica.
Si evidenzia al riguardo che, ai sensi dell'art. 108 T.F.U.E, è preclusa qualsiasi esecuzione delle misure notificate prima del pronunciamento della Commissione, che secondo le norme procedurali in essere dovrebbe impiegare tra i 70 e gli 80 giorni.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Deriu - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Demontis - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla lotta agli insetti nocivi e sulla profilassi sanitaria. (11)
La materia della lotta agli insetti nocivi, ai parassiti dell'uomo e delle piante è stata trasferita alle Province sarde con la legge regionale 1 giugno 1999 n. 21 "Trasferimento alle Province delle funzioni in materia di controllo e lotta contro gli insetti nocivi ed i parassiti dell'uomo, degli animali e delle piante e soppressione di ruoli speciali ad esaurimento".
La L.R. 21/99 ha abrogato la precedente legge 21 gennaio 1986 n. 13 Norme per l'esercizio delle funzioni relative al controllo ed alla lotta degli insetti nocivi, dei parassiti dell'uomo, degli animali e delle piante la quale disponeva invece la modalità della delega delle funzioni amministrative in conformità agli indirizzi e coordinamento in capo all'Assessorato della difesa dell'ambiente. Con la LR 13/86 viene radicalmente riformata la strutturazione del servizio antinsetti regionale che smette di far capo al Centro regionale antimalarico e antinsetti CRAAI, dotato di personale afferente ai ruoli regionali e di beni strumentali propri, e viene smembrato nei centri provinciali. A questi, attraverso l'istituzione dì un ruolo speciale ad esaurimento, è stato distaccato in posizione di comando il personale regionale del CRAAI e, secondo quanto previsto dalla norma, altro personale esterno facente capo a cooperative o imprese specializzate è stato acquisito dalla Provincia mediante stipula di convenzioni.
La L.R. 21/99 eredita pertanto l'architettura provinciale ma realizza la completa autonomia funzionale dei centri provinciali ai quali la materia viene totalmente trasferita. All'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente rimane, secondo quanto strettamente previsto dalla norma, una residuale forma di coordinamento che deve essere esplicato nell'indizione di almeno una conferenza programmatica annuale per la formulazione degli indirizzi comuni. Inoltre ai sensi dell'art 2, comma 1, della medesima legge, ai fini di agevolare l'esercizio delle funzioni trasferite, la Regione eroga alle Province un apposito contributo finanziario annuale la cui ripartizione viene annualmente deliberata dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore della difesa dell'ambiente, sentite in conferenza le Province.
Sulla base della valutazione dei trasferimenti effettuati dal 2007 al 2013, lo stanziamento finanziario annuale a favore delle Province si è attestato attorno alla media di 7,36 Milioni di euro ai quali, nel periodo ricompreso fra gli anni 2009 e 2013, si sono aggiunti i fondi previsti annualmente in finanziaria a copertura della prosecuzione dei rapporti di lavoro a tempo determinato, atipico e di collaborazione coordinata e continuativa del personale esterno addetto alle attività di disinfestazione, i cosiddetti ex disinfestori o, più recentemente, operatori di tutela ambientale. Quest'ultima voce, tenuto conto della costituzione del servizio antinsetti presso le nuove 4 Province e secondo le richieste generali avanzate, si è portata dagli iniziali 258 mila euro complessivi del 2009 alla soglia massima del 2013 indicata dalla norma in complessivi euro 900 mila.
Complessivamente la configurazione dei trasferimenti finanziari è il risultato di una sommatoria facente capo a tre voci principali: il riparto di base LR 21/99, l'integrazione per la prosecuzione dei rapporti di lavoro del personale atipico, la trattenuta a monte delle retribuzioni del personale ex CRAAI comandato presso le Province introdotta dalla legge finanziaria 2013.
Circa la ripartizione di detti trasferimenti si rappresenta un criterio complesso del riparto generale di base che viene realizzato sulla base dì parametri consolidati da diversi anni che tengono conto del contesto fisico-territoriale, del fattore di urbanizzazione, della popolazione, etc.
Il trasferimento relativo alla prosecuzione del servizio degli operatori ambientali, con contratto atipico o flessibile, è invece frutto di una ricognizione che ha individuato l'erogazione del contributo a favore di quattro Province su otto.
Complessivamente sulla base dei dati dello scorso esercizio 2013, a fronte di una erogazione complessiva netta di 6,38 Milioni di euro, vedono una ripartizione percentuale che varia dalla Provincia di Cagliari (al 24%) alla Provincia commissariata del Medio Campidano (al 5,4 %).
Per quanto concerne il corrente anno 2014, con Deliberazione n. 16/2 del 6.5.2014, su proposta dell'Assessore della difesa dell'ambiente, la Giunta regionale ha provveduto alla programmazione della tranche relativa al riparto di base stabilito in euro 7,75 Milioni che, al netto delle trattenute 2014 per il personale ex CRAAI e delle compensazioni rispetto alle maggiori o minori trattenute per il 2013, si è ridotta a 5,84 Milioni di euro.
È rimasto invece in sospeso il finanziamento del servizio degli operatori di tutela ambientale (ex-disinfestori) a motivo del vulnus normativo determinato dall'introduzione nel corso del 2013 di norme che ridefinivano in maniera contraddittoria lo scenario delle competenze, rendendo di fatto inattuabile l'esecuzione del servizio e il trasferimento finanziario alle Province, complessivamente fissato in ulteriori euro 900 mila.
A ciò è stato posto rimedio con l'approvazione della Legge regionale 19 Maggio 2014, n. 9 al cui art. 9, Disposizioni urgenti per la prosecuzione dei servizi degli operatori ambientali, viene ridefinita la disciplina in materia. La Giunta regionale provvedere entro breve al conseguente atto di programmazione regionale.
Il quadro appena descritto tuttavia non contempla nella sua interezza gli interventi, finanziari ed esecutivi, programmati annualmente per la lotta agli insetti nocivi e i parassiti degli animali e dell'uomo. Occorre infatti citare i programmi su scala regionale per la difesa delle piante forestali, realizzati sulla base di specifiche convenzioni tra l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente e un soggetto esecutore delegato. Allo scopo, preso atto della evidente insufficienza e inadeguatezza dello strumento delle conferenze programmatiche annuali previsto dalla LR 21/99, la Giunta regionale ha istituito, con deliberazione n. 18/10 del 11.05.2010, il Tavolo tecnico per la difesa fitosanitaria delle piante forestali, organismo coordinato dal Servizio Tutela del suolo e politiche forestali dell'Assessorato della difesa dell'ambiente e costituito dal Servizio fitosanitario dell'Assessorato regionale dell'agricoltura, dall'Agenzia Laore Sardegna, dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, dall'Ente Foreste Sardegna, dai centri antinsetti delle 8 Province, dalla Agenzia Agris, dall'Università di Sassari, quest'ultima nella qualità di componente tecnico-scientifico. Sulla base dei dati di monitoraggio e delle segnalazioni, il Tavolo tecnico pianifica le azioni di intervento che, laddove sussistenti, sono proposte all'attenzione dell'Assessore per le conseguenti iniziative in sede di programmazione regionale.
Dal 2010 a oggi sono stati avviati e realizzati i seguenti programmi:
- 2010. Programma di lotta alla Lymantria della sughera campagna di lotta biologica 2010 -importo € 340.000,00 - realizzato dal Servizio Tutela suolo e politiche forestali;
- 2011-2014. Programma triennale di eradicazione del Punteruolo rosso delle palme nella regione Sardegna - importo € 415.000,00 - delegato alla provincia capofila Ogliastra;
- 2011-2014. "Programma triennale di eradicazione della Processionaria del pino nella regione Sardegna" - importo € 445.000,00 - delegato alla provincia capofila Medio Campidano;
- 2012-2015. Programma regionale triennale di lotta al Cinipide galligeno dei castagno in Sardegna - importo € 297.000 - delegato a Laore Sardegna e Agris Sardegna;
- 2012-2015. Programma triennale di controllo biologico della Psilla lerp dell'eucalipto e monitoraggio delle problematiche fitosanitarie dell'eucalipto in Sardegna - importo € 220.000 - soggetto capofila Università di Sassari, Agris;
- 2014-2016. Ulteriore Programma di gestione e prevenzione del punteruolo rosso delle palme - importo € 283.000 - prosecuzione delega Provincia capofila Ogliastra.
- 2014. Programma di lotta alla Lymantria della sughera. Campagna di lotta biologica 2014 - importo € 800.000,00 - realizzato in delega da Agris;
Il tavolo tecnico regionale, limitatamente alla tutela fitosanitaria delle piante forestali, realizza pertanto una importante attività di coordinamento di tipo tecnico-scientifico e di tipo organizzativo e da vita a un'azione di compensazione e recupero rispetto alla impossibilità di pianificare e gestire in termini alternativi gli interventi di lotta biologica sulla scala regionale.
Infine si citano gli interventi finanziari a carattere d'urgenza che sono stati realizzati per motivazioni legate a infestazioni che mettono a rischio la salute e la vita umana. Così nell'esercizio 2011, nel momento in cui è stata finanziata la somma di ulteriori 200.000,00 per una campagna straordinaria di disinfestazione della zanzara per la profilassi e contrasto alla diffusione del virus della West Nile. In quell'occasione, nella macchina organizzativa degli interventi è subentrato anche il ruolo dell'Assessorato della sanità.
Pertanto, in materia di contrasto degli insetti nocivi e per le azioni di profilassi, in sintesi:
- lo stanziamento a carico del bilancio regionale nel periodo 2007-2013, comprensivo dei trasferimenti alle Province ex LR 21/99: dei contributi per la prosecuzione dei servizi degli operatori ambientali e per l'attuazione di programmazioni speciali o urgenti a regia regionale, si attesta sulla media annuale di complessivi € 8,84 Milioni.
- l'apparato amministrativo di riferimento, per la Regione, fa capo ai vari assessorati e Agenzie regionali. Per quanto concerne invece le Province, in particolare i centri antinsetti, data l'autonomia organizzativa e gestionale dell'Ente locale nell'esercizio della materia di cui trattasi, si renderebbe necessario, da parte degli Uffici regionali, attivare una specifica e dedicata attività di ricognizione puntuale.
In conclusione occorre rilevare come il quadro entomologico sia in una fase di progressivo e rapido mutamento, plausibilmente legato agli effetti indiretti del cambiamento climatico in atto, che predispone a condizioni favorevoli di habitat per l'insediamento di specie di provenienza esotica e la trasmissione di malattie a piante, animali e uomini.
In prospettiva, al fine di far fronte a una maggiore efficacia dell'azione di lotta, sostenibilità ambientale ed ecologica degli interventi, efficienza economica dell'apparato, la programmazione e gestione operativa della macchina antinsetti dovrà essere riprogettata e ristrutturata con il superamento delle difficoltà e limitazioni all'interno del processo di riforma degli enti provinciali.
Risposta scritta del Presidente della Regione all'interrogazione Tatti in relazione alle disposizione urgenti in materia di protezione civile. (41)
L'interrogazione sopra richiamata è stata formulata al fine di conoscere se la Giunta regionale "non ritenga doverosa l'immediata emanazione dei criteri e modalità attuative di cui all'art. 1, comma 2, della legge regionale n. 36 del 2013 al fine di consentire la costituzione e l'operatività degli Uffici territoriali di protezione civile".
Una parte della risposta è contenuta nella stessa rubrica della L. 36 che reca "Disposizioni urgenti in materia di protezione civile", ove l'urgenza sosta nella necessità di trovare una soluzione che consideri le debolezze nel sistema regionale di protezione civile indotte dalla soppressione delle Province, per i consaputi effetti del referendum del maggio 2012.
L'esistenza di una normativa regionale (la L.R. 38 cit.) in qualche modo anticipatoria dei vuoti organizzativi creati dalla soppressione degli enti intermedi, a ben interpretare, considera con favore l'esistenza di quel livello organizzativo intermedio che per ragioni di logica collocazione delle competenze, vede la Regione riassorbire alcune delle funzioni delegate con il D.lgs. 112/1998 e con te L.R. 9/2006 (si tratta della riallocazione delle funzioni al livello più alto, al fine di poterne garantire l'esercizio unitario secondo i dettami dell'art 118 Cost.).
Come sottolineato nel corpo dell'interrogazione n. 41/A cit., sulla L. 36/2013 è radicato ricorso presso la Corte Costituzionale, mentre è oggetto di ricorso al TAR la deliberazione della Giunta regionale n, 1/43 che, giova rammentare, costituisce il mezzo di carattere formalmente amministrativo (seppure sono diverse le correnti che si agitano sulla natura giuridica della delibera di Giunta) attraverso il quale la Regione soddisfa al quesito della prosecuzione delle attività delle province nelle more della attivazione degli Uffici territoriali di protezione civile.
È evidente che la delibera 1/43 cit. non nasconde ma manifesta l'esigenza di una norma transitoria di identico contenuto, nella L. 36 cit. che se oggetto di pedissequa novella renderebbe certo diversa la forza ed il valore del precetto nella delibera contenuto (la prosecuzione delle competenze in oggetto nelle more dell'attivazione degli Uffici) ciò secondo i criteri di resistenza vigenti nel sistema gerarchico delle fonti del diritto.
Sarebbe opportuno modificare gli istituti previsti per la costituzione degli Uffici prevedendo una procedura di trasferimento del personale e dei mezzi e beni strumentali alle funzioni in parola con procedure di mobilità e assegnazione definitiva, in quanto le modalità ora codificate paiono deboli e soggette ad atteggiamenti dilatori da parte dei soggetti passivi delle cessioni del personale e dei beni strumentali predetti, tanto è vero che nessuna provincia ha manifestato la disponibilità al comando del personale, limitandosi ad una semplice ed asciutta elencazione delle risorse umane e strumentali applicate ed in utilizzo dai servizi provinciali di protezione civile.
Si rappresenta che la D.G scrivente quale azione propedeutica all'attuazione della norma istitutiva degli Uffici territoriali in parola, la Direzione ha comunque attivato la ricognizione delle unità di personale, dei mezzi e delle attrezzature nella disponibilità delle stesse.
Gli esiti di tale ricognizione conclusasi a fine del mese di marzo, sono stati trasmessi alla Direzione Generale Organizzazione e del personale al fine di provvedere all'acquisizione del personale.
Sul rinvio generico dell'interrogazione alla L. 7 aprile 2014 n, 56, essendo ancora acerbo il dibattito sulla portata delle norme nella legge contenute (ed in particolare nelle parti più ""elastiche" per le politiche regionali, come paiono le combinazioni tra artt. 85 e 89 della legge) pare potersi soffermare unicamente sulle proposizioni relative alle funzioni di protezione civile all'interno delle unioni di comuni.
Pare allo scrivente che la lettera dell'art. 112 della Legge n.56 che le funzioni esercitabili dall'unione non attengano ad un livello "sovra comunale" ma bensì "intercomunale" quindi sembrerebbe non interferire con il precedente quadro normativo di riferimento per le Province in materia di protezione civile. Anche se, si ritiene, doverosa una verifica più attenta delle competenze alla luce di queste evoluzioni nel quadro più ampio delle normative di protezione civile preesistenti.
Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Lotto - Manca Gavino riguardo l'entità del compenso del direttore generale dell'Ente regionale per il diritto allo studio di Sassari. (16)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto si comunica quanto segue.
L'attribuzione degli incarichi di direttore generale, per l'Amministrazione e per gli enti della Regione è disciplinata dagli artt. 28, 29, 33 e 33 bis della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31, come di seguito meglio specificato:
• l'art. 28 stabilisce che nell'Amministrazione regionale l'incarico di Direttore generale sia conferito a dirigenti della medesima amministrazione e degli enti regionali;
• l'art. 29 prevede la possibilità di ricorrere a personale estraneo all'Amministrazione e agli enti, nel limite del 20% delle direzioni generali istituite, in possesso di specifici requisiti e adeguate capacità e, in considerazione della temporaneità del rapporto di lavoro e delle condizioni di mercato relative alla competenza professionale della persona individuata, di attribuirle un differente e più elevato trattamento retributivo sulla base di criteri generali definiti dalla Giunta regionale;
• l'art. 33 estende l'applicabilità dei criteri previsti dagli artt. 28 e 29 anche agli enti regionali;
• l'art. 33 bis, infine, disciplina gli istituti giuridici da attivarsi in caso di conferimento di funzioni dirigenziali presso amministrazioni diverse da quelle di appartenenza.
Ciò premesso, dall'istruttoria effettuata dalla Direzione del personale, sono emerse alcune incongruenze nel trattamento giuridico ed economico attribuito al Direttore generale dell'Ente regionale per il diritto allo studio di Sassari, risultando sostanzialmente confermato quanto premesso dagli onorevoli Consiglieri nell'interrogazione.
La dirigente in questione, dipendente di AREA - Azienda regionale per l'edilizia abitativa - è stata nominata direttore generale con decreto del Presidente della Regione n. 77 del 2011 ai sensi dell'art. 28 citato. Ciò avrebbe dovuto comportare, ai sensi dell'art. 33 bis, il collocamento in comando della dirigente e l'attribuzione del trattamento economico previsto dal vigente contratto collettivo di lavoro per il direttore generale, viceversa, la stessa è stata posta in aspettativa e, oltre al trattamento economico dei direttori generali interni, le è stato attribuito quanto previsto dalla deliberazione di Giunta n. 2/2 del 14 gennaio 2008 per i dirigenti esterni (estranei all'Amministrazione ed agli enti) nominati ai sensi dell'art. 29.
Tale scelta, oltre a non trovare fondamento nella normativa, non è sostenuta nemmeno da ragioni sostanziali. Infatti, l'integrazione del trattamento economico prevista per i dirigenti esterni, viene attribuita, come accennato sopra, sulla base della temporaneità del rapporto di lavoro e delle particolari condizioni di mercato relative alle specifiche competenze professionali del nominando. Nel caso di cui trattasi, la temporaneità non rileva in quanto la dirigente si trova nella ordinaria situazione degli altri dirigenti degli enti regionali chiamati a svolgere le funzioni di direttore generale, al termine delle quali riprenderà l'attività presso il proprio ente; né sussistono particolari condizioni di mercato da tenere in considerazione, data la appartenenza della dirigente ad una amministrazione del comparto regionale.
Peraltro, la dirigente in questione non poteva essere nominata come dirigente esterno sia perché AREA è un ente regionale, al cui personale si applicano interamente le disposizioni della legge regionale 31/1998 e il contratto collettivo di lavoro del comparto della Regione; sia perché la dirigente non era in possesso di tutti i requisiti previsti dall'art. 29 per la nomina come dirigente esterno.
A seguito della predetta istruttoria, la Direzione del personale ha già provveduto a richiedere all'Ente la rimozione di tutti gli atti non conformi alla normativa sopra citata.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Pinna Rossella - Cocco - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Meloni - Moriconi - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas sulla necessità di assicurare un adeguato sistema di sicurezza e protezione civile nel territorio del Medio Campidano per la prossima stagione estiva. (29)
Si fa presente che il responsabile del Servizio della Protezione civile del Medio Campidano con nota n. 128 del 22 maggio 2014 ha provveduto segnalare la grave situazione venutasi a creare della Legge Regionale 20 dicembre 2013, n. 36, recante "Disposizioni urgenti in materia di protezione civile".
La L.R. n. 36/2013 "nelle more della definizione del nuovo ordinamento degli enti locali" prevede l'istituzione degli Uffici Territoriali di Protezione civile, i quali opereranno in ambito sovracomunale. Inoltre si autorizza "il comando del personale e l'utilizzo dei mezzi e delle strutture delle Province connessi alle funzioni trasferite", con la conseguente abrogazione delle norme della L.R. n. 9/2006 che attribuivano tali funzioni direttamente in capo alle Province.
Tuttavia, allo scopo di evitare nella fase di transizione ingiustificabili situazioni di interruzione dei servizi connessi alle attività di protezione civile, la Giunta Regionale con deliberazione n. 1/43 del 17.01.2014 ha voluto assicurare la continuità delle funzioni in capo alle Province "(...) al fine di evitare qualsiasi soluzione di continuità nell'esercizio, nelle more e per il tempo strettamente necessario a raggiungere la piena ed effettiva operatività dei neoistituiti Uffici Territoriali di Protezione civile (...)" con ciò confermando che per il periodo necessario queste continuassero a svolgere il proprio ruolo.
Pertanto nel quadro delineato dalla deliberazione della Giunta Regionale, tutti gli attori operanti nel campo della Protezione Civile (come ad es. le Prefetture) devono poter fare riferimento alle strutture Provinciali.
Il processo di rimodellazione del livello sovracomunale è in atto da tempo, ed è confermato da numerosi provvedimenti, tra i quali si contano quelli che hanno assicurato l'esercizio "in via provvisoria ", da parte degli organi in carica, delle funzioni amministrative delle Province "soppresse", prima fino al 28 febbraio 2013 (LR. n. 11 del 25.05.2012) poi fino al 30 giugno 2013 (LR. 27.02.2013).
Come è noto, inoltre, la L.R. 15/2013 recante "Disposizioni transitorie in materia di riordino delle Province", dispone la nomina di commissari straordinari al fine di assicurare la continuità delle funzioni per quattro delle otto Province per le quali è stata dichiarata la soppressione, mentre per le restanti quattro (cd "storiche", Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano) dispone la prosecuzione delle funzioni da parte degli organi in carica, "in via provvisoria", fino al loro successivo riordino.
L'esistenza di una normativa regionale (la L.R. 36/2013 cit.) in qualche modo anticipatoria dei vuoti organizzativi creati dalla soppressione degli enti intermedi, a ben interpretare, considera con favore l'esistenza di quel livello organizzativo intermedio che, per ragioni di logica collocazione delle competenze, vede la Regione riassorbire alcune delle funzioni delegate con il D.lgs. 112/1998 e con la L.R. 9/2006 (si tratta della riallocazione delle funzioni al livello più alto, al fine di poterne garantire l'esercizio unitario secondo i dettami dell'art. 118 Cost).
La precisazione non è di poca rilevanza, per quel che riguarda la preoccupazione della Protezione civile provinciale, in quanto sottolinea l'attenzione del legislatore regionale nei confronti della salvaguardia del principio di "differenziazione" che costituisce uno dei tre principi di gestione delle funzioni amministrative contemplati dall'art. 118 Cosi, insieme a quelli di "adeguatezza e sussidiarietà".
Pertanto, proprio sulla Protezione civile abbiamo, in netto anticipo sulle altre funzioni caratterizzanti la Provincia, la garanzia che quel livello operativo verrà conservato, seppure ad un livello più alto che ne assicurerà l'unitarietà dell'esercizio (in ossequio all'art. 118 Cost.).
Per quanto riguarda l'aspetto delle risorse, si rileva che l'affermazione del responsabile della Protezione civile del Medio Campidano secondo il quale la Regione avrebbe "(...) smesso di trasferire i fondi perché una delibera (...) non può abrogare la parte della legge 36/13 che ha abrogato a sua volta i trasferimenti (...)" costituisce un'asserzione parzialmente fuorviante.
Infatti, con riferimento all'interruzione del trasferimento dei fondi, deve precisarsi che l'abrogazione dell'art. 5 comma 8 della L.R. 5 marzo 2008, la quale prevedeva il versamento alle Province di euro 450 mila al Fondo Unico per la concessione di contributi e rimborso spese alle associazioni di volontariato di protezione civile, non influisce sul trasferimento di risorse alle predette associazioni che, attualmente, ricevono direttamente dalla Regione tali fondi per un importo pari a 550 mila euro (aumentati grazie alla L.R. n. 36/2013), per un totale complessivo di 1 milione di euro/anno (V. artt. 3-4, L.R. n. 36/2014).
In sostanza, per le medesime funzioni ai medesimi soggetti la Regione garantisce un sensibile incremento di risorse, ma lo fa direttamente versandole alle associazioni, eliminando l'inutile passaggio del versamento al fondo unico, che rappresentava, peraltro, motivo di difficoltà nelle verifiche della tracciabilità dell'utilizzo di dette risorse.
In merito alla attivazione degli Uffici Territoriali decentrati di cui alla Legge 36/2014, si rende noto che la Direzione generale della Protezione civile ha riferito di aver già attivato presso le Province la ricognizione delle unità di personale, dei mezzi e delle attrezzature nella disponibilità delle stesse ai fini della costituzione dei suddetti Uffici.
Gli esiti di tale ricognizione, conclusasi a fine del mese di marzo, sono stati trasmessi alla Direzione generale Organizzazione e del Personale al fine di provvedere all'acquisizione della dotazione organica di personale.
Sul punto il Direttore generale della Protezione civile ha evidenziato che nessuna Provincia ha manifestato la disponibilità al comando del personale (come previsto dall'art. 1, co. 2, della L.R. n. 36/2013).
Alla luce del quadro che emerge, si stanno valutando, con la massima celerità e con l'attenzione che la situazione richiede, alcune opzioni in ordine alla revisione ed integrazione della normativa di cui alla legge in questione, che faciliti ed acceleri l'attivazione degli Uffici provinciali in essa previsti, dando nel contempo soluzione ai problemi derivanti dal rapporto giuridico tra atti di differente valore: da un lato le norme della L.R. n. 36/2014, e dall'altro l'indirizzo interpretativo della medesima legge contenuto nella deliberazione n. 1/43 del 17.01.2014 della Giunta regionale.
Appare evidente che allo stato attuale compito della Regione, oltre a quello di evitare che vi siano soluzioni di continuità nella prestazione dei servizi, è anche quello di evitare che le preziose esperienze fin qui maturate nel campo della protezione civile vengano disperse, ed è preciso impegno della Regione adoperarsi perché queste siano mantenute e trasfuse nei nuovi Uffici Territoriali previsti dalla norma citata.
In tal senso l'Assessore della difesa dell'ambiente si è recata in data 13 giugno 2014 personalmente presso la sede del Centro operativo della provincia del Medio Campidano per visionare la dotazione di mezzi e l'organizzazione del servizio al fine di individuare le soluzioni più idonee per garantire la continuazione dei livelli prestazionali attuali e l'efficienza della struttura.
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Cossa,con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione da parte dei consorzi di bonifica del comma 11 dell'articolo 34 della legge regionale 30 maggio 2008, n. 6 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica), così come modificato dalla legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40 (Norme urgenti in materia di agricoltura, di previdenza integrativa del comparto regionale e disposizioni varie) ha modificato il comma 11 dell'articolo 34 della legge regionale 30 maggio 2008, n. 6 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica) prevedendo l'allungamento di due mesi delle assunzioni stagionali;
CONSIDERATO che la modifica suindicata permette ai consorzi di bonifica di prevedere "l'assunzione nelle proprie dotazioni organiche, per almeno otto mesi di ciascun anno, del personale che ha prestato a favore dei consorzi attività lavorativa con contratti a tempo determinato per almeno 453 giornate lavorative negli ultimi cinque anni, comprese le giornate incluse nei contratti già definiti e in essere alla data di approvazione della presente legge'';
VERIFICATO che alcuni consorzi, compreso quello di Oristano, hanno deliberato l'assunzione per otto mesi degli operai stagionali;
PRESO ATTO che il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale ha invece continuato ad assumere il personale per soli 6 mesi, senza applicare pertanto la modifica di legge approvata nello scorso dicembre 2013;
AVENDO APPRESO che il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale non ha applicato neppure la seconda parte dello stesso comma 11 dell'articolo 34 della legge regionale n. 6 del 2008, che dispone che "I posti vacanti nelle dotazioni organiche dei consorzi di bonifica derivanti dalla cessazione, a qualsiasi titolo, di rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono coperti mediante la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti di lavoro delle corrispondenti categorie di cui al presente comma nel rapporto di uno a due";
RISCONTRATO, pertanto, che si è venuta a creare una situazione di disparità di trattamento all'interno dello stesso comparto, derivante da una discordante applicazione della normativa di riferimento,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) se sia a conoscenza delle situazioni di differente trattamento del personale da parte dei singoli consorzi di bonifica;
2) se ritenga di dover intervenire presso i consorzi al fine di pervenire ad una corretta ed univoca interpretazione e conseguente applicazione dalla norma regionale che ha previsto l'assunzione del personale per almeno otto mesi e la opportunità che lo stesso possa essere stabilizzato a copertura dei posti vacanti nelle dotazioni organiche degli enti. (65)
Interrogazione Rubiu con richiesta di risposta scritta, in relazione agli slacci e all'interruzione dell'erogazione sulle utenze domestiche Abbanoa.
Il sottoscritto,
VISTE le numerose segnalazioni di cittadini utenti di Abbanoa, prevalentemente del Sulcis Iglesiente, ove manifestano totale disappunto per il comportamento dell'ente Abbanoa che con un sistema coattivo interrompe l'erogazione idrica agli utenti ritenuti morosi, indipendentemente dal fatto che siano questi famiglie con bambini, anziani ecc.;
VISTO che la stragrande maggioranza dei casi la presunta morosità è frutto di errori di Abbanoa, di casi di letture errate, mal funzionamento degli impianti e della rete;
VISTO l'atteggiamento di Abbanoa nel persistere nell' interruzione di erogazione idrica delle utenze lasciando le famiglie prive di un bene di primaria importanza come l'acqua senza la possibilità di dialogo;
CONSIDERATO che trattasi di persone che in alcuni casi sono disoccupati, inoccupati, cassintegrati, pensionati, residenti in un territorio in sofferenza economica e sociale;
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per chiedere:
a) di richiamare tempestivamente Abbanoa ad assumere un atteggiamento collaborativo con gli utenti e di obbligare l'ente a bloccare qualsiasi tipo di interruzione di erogazione idrica in attesa di un regolamento regionale;
b) trattandosi di un servizio essenziale, sia per il consumo personale e, sia per assicurare la salute pubblica, di garantire a tutti i cittadini residenti in Sardegna, che dimostrino di essere privi di lavoro e quindi di reddito;
c) di costituire una commissione permanente per verificare periodicamente l'operato di Abbanoa;
d) di valutare se sussistono le condizioni di fatto e di diritto per procedere con una denuncia alle autorità giudiziarie per "interruzione di pubblico servizio";
e) per tutti quegli utenti che, ove sussistano le condizioni economiche e manifestino la volontà di voler regolarizzare, si studi un sistema di rateazione di almeno 72 rate, come peraltro già previsto dalla Agenzia delle entrate. (66)
Interrogazione Piscedda - Moriconi - Deriu - Comandini - Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa agli 86 precari presenti nell'amministrazione della Provincia di Cagliari.
I sottoscritti,
PREMESSO che la legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali) ha previsto di trasferire alla provincia una serie di nuove funzioni e di compiti, con conseguente aumento del carico di lavoro dei dipendenti;
CONSIDERATO che dal 2000 al 2006 la Provincia di Cagliari, per sopperire alle carenze in organico e far fronte alle competenze e servizi in capo alla stessa, ha dovuto ricorrere all'utilizzo di lavoratori precari per un numero complessivo di circa 140 precari che ad oggi sono diventati circa 86; le forme contrattuali utilizzate erano per lo più contratti di co.co.co, co.co.pro e qualche tempo determinato;
VISTA la legge finanziaria nazionale del 2007 (articolo 1, commi 519 e 558 della legge 27 dicembre 2006, n. 296) che consentiva alle amministrazioni di procedere alla stabilizzazione del personale precario non dirigenziale che fosse stato in servizio a tempo determinato da almeno tre anni (anche non continuativi) alla data del 29 settembre 2006;
CONSIDERATO che:
- la Provincia di Cagliari, avendo utilizzato prevalentemente tipologie contrattuali quali co.co.co, co.co.pro, interinali e somministrazione, non ha potuto utilizzare la finanziaria 2007 e procedere con la stabilizzazione del personale precario in capo all'ente;
- la Regione, riconoscendo il precariato all'interno di comuni e province come piaga sociale e come problematica condivisa e riconosciuta dall'opinione pubblica generale, ha promulgato la legge regionale n. 3 del 2009 recante "Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale", con cui ha fornito disposizioni per il superamento del precariato ai comuni e alle province, invitandoli a realizzare piani di stabilizzazione in favore dei quali la Regione stessa ha previsto degli stanziamenti economici ad hoc;
- la Provincia di Cagliari, riconoscendo nella legge regionale n. 3 del 2009 una possibilità concreta di risoluzione del precariato all'interno dell'ente, ha avviato la relativa procedura, svolgendo nel novembre 2009 delle selezioni atte a stabilizzare i lavoratori precari in capo all'ente, riconoscendo l'esistenza di 140 precari all'interno dello stesso e prevedendo di effettuare la loro immissione in ruolo a tempo indeterminato entro il 16 dicembre 2009;
- con delibera di Giunta provinciale n. 331 del 16 novembre 2009 avente ad oggetto "Approvazione programma di stabilizzazione dei lavoratori precari ai sensi della legge regionale n. 3 del 07/08/2009" è stato approvato il programma di stabilizzazione, contenente la previsione dell'elenco degli aventi diritto, il relativo piano di spesa ed i tempi di attuazione, dando mandato agli uffici competenti di porre in essere tutti gli atti consequenziali in relazione alla stabilizzazione di che trattasi, provvedendo, con successivo atto, all'assunzione a tempo indeterminato ed al relativo impegno di spesa; alla suddetta delibera veniva allegato un elenco di 140 candidati con l'indicazione dell'inquadramento contrattuale da applicare, del settore di destinazione e della decorrenza della data di assunzione (fissata, per tutti i candidati, al 16 dicembre 2009);
- inoltre, successivamente, la Regione ha approvato il programma di stabilizzazione redatto dalla provincia e ha stanziato circa euro 1.600.000 al fine di procedere con l'attuazione di quest'ultimo;
PRESO ATTO che a seguito di ricorso presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri, nel luglio 2010, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 3 della legge regionale n. 3 del 2009;
RILEVATO che la Regione, con la finanziaria 2011, ha tentato di correggere i precedenti errori rilevati dalla Corte costituzionale all'articolo 3 della legge regionale n. 3 del 2009; infatti l'articolo 7 della legge regionale n. 1 del 2011 (finanziaria 2011), prevedeva che la Regione potesse finanziare programmi pluriennali di stabilizzazione, previo superamento di una selezione concorsuale, volta a verificare la idoneità allo svolgimento delle mansioni connesse alla qualifica di inquadramento dei lavoratori precari delle amministrazioni locali stabilendo i criteri per la individuazione dei lavoratori che potevano accedere ai programmi di stabilizzazione realizzati da comuni e province;
CONSIDERATO che:
- il Presidente del Consiglio dei ministri, con ricorso depositato in cancelleria il 24 marzo 2011 ed iscritto al n. 28 del registro ricorsi 2011, ha impugnato anche l'articolo 7 della legge finanziaria regionale n. 1 del 2011;
- la Corte costituzionale, con sentenza depositata il 23 febbraio 2012, ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 7 della legge regionale n. 1 del 2011,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere quale sia l'ipotesi di lavoro che la Giunta intende attuare per risolvere la problematica relativa agli 86 precari presenti nell'amministrazione della Provincia di Cagliari. (67)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione degli idonei dei concorsi Arpas.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- con determinazione n. 1 del Direttore generale in data 8 gennaio 2009 l'Arpas ha approvato "il Piano occupazionale 2009", che prevedeva il reclutamento mediante concorso pubblico - a parziale copertura della dotazione organica dell'Agenzia - di n. 100 risorse complessive, di cui n. 21 amministrativi, n. 76 tecnici e n. 3 dirigenti;
- nell'ambito del predetto Piano occupazionale era stato altresì stabilito che le graduatorie dei concorsi avrebbero garantito la copertura del turnover ed eventuali ulteriori carenze definite in tempi successivi in base alla dotazione organica prevista;
CONSIDERATO che:
- nell'anno 2010 l'Arpas ha bandito i concorsi pubblici per titoli ed esami per biologi e chimici di categoria C e D e dalle graduatorie degli idonei sono stati assunti 13 periti industriali a indirizzo chimico e 4 periti industriali a indirizzo chimico-biologico per la categoria C, e 1 tecnico meteorologo, 2 biologi e 4 chimici per la categoria D;
- a oggi risultano pertanto idonei in graduatoria 12 periti industriali a indirizzo chimico per la categoria C, 22 periti industriali a indirizzo chimico-biologico per la categoria C, 3 tecnici meteorologi per la categoria D, 22 biologi naturalistici per la categoria D, 24 chimici per la categoria D;
- la vigenza delle graduatorie dei predetti concorsi è stata prorogata a dicembre 2016, secondo quanto previsto dal decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito dalla legge n. 125 del 2013 recante "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni";
- la suddetta legge n. 125 del 2013 ha rafforzato il principio, già previsto nel decreto legislativo n. 165 del 2001, secondo cui la regola nell'instaurazione dei rapporti di lavoro è il contratto a tempo indeterminato - contratto dominante - e ha ulteriormente chiarito che: "Per prevenire fenomeni di precariato, le amministrazioni pubbliche, nel rispetto delle disposizioni del presente articolo, sottoscrivono contratti a tempo determinato con i vincitori e gli idonei delle proprie graduatorie vigenti per concorsi pubblici a tempo indeterminato (...) ferma restando la salvaguardia della posizione occupata nella graduatoria dai vincitori e dagli idonei per le assunzioni a tempo indeterminato";
APPURATO che:
- nell'anno 2010, l'Arpas, per far fronte alla carenza di organico ha assunto con contratto a tempo determinato 12 laureati, tra i quali biologi e chimici, quali vincitori del bando Master&back per 24 mesi con decorrenza dal 10 giugno 2010 fino all'11 luglio 2012;
- come emerge dalle stesse determinazioni dell'Agenzia, a fronte della dotazione organica prevista nella misura complessiva di 572 unità, l'organico in servizio è pari a 347 unità, cioè pari al 61 per cento del fabbisogno di personale;
- a tutt'oggi l'Arpas lamenta forti carenze di personale, tali da non riuscire a espletare le attività istituzionali nel rispetto delle scadenze previste dalle normative (monitoraggio delle acque e degli scarichi) tanto da esternalizzare il servizio tramite apposite gare d'appalto, come dimostrano la determinazione n. 20 del 6 maggio 2013 per l'affidamento del servizio di manutenzione della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria, per un importo a base d'asta pari a 3.450.000,00 euro e la recente determinazione n. 104 del 29 aprile 2014, per l'affidamento del servizio di monitoraggio delle acque marino costiere, stagione 2014/2015, per un importo a base d'asta pari a 190.000,00 euro,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se fossero informati della condizione riguardante gli idonei ai concorsi Arpas e come intendano procedere per consentire all'Agenzia di poter svolgere efficacemente e tempestivamente la propria attività istituzionale. (68)
Interrogazione Comandini - Cocco Pietro - Cozzolino - Forma - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione del servizio del Trenino verde.
I sottoscritti,
PREMESSO che il Trenino verde è il mezzo migliore per attraversare e conoscere i diversi aspetti del paesaggio dell'Isola e soprattutto dell'interno;
CONSTATATO che esso attraversa territori ricchi di vegetazione, consentendo al viaggiatore di osservare e conoscere il paesaggio e quindi poter apprezzare e valorizzare al meglio le peculiarità del contesto ambientale delle nostre zone interne;
ACCERTATO che l'istituzione del Trenino verde rappresenta per la sua funzione uno dei valori turistici culturali più importanti per la promozione dei territori dell'interno della Sardegna;
VERIFICATO che ogni anno sono migliaia i turisti che richiedono ed usufruiscono di questo servizio per cercare di ammirare i nostri paesi e la natura che li circonda;
APPURATO che diversi operatori economici e turistici hanno già da tempo venduto le escursioni, seguendo le date calendarizzate e pubblicate nell'apposito sito web del Trenino verde;
VISTO che dalla home page del sito del Trenino verde della Sardegna compare la comunicazione che dal 24 giugno 2014 ci sarà uno stop alle corse e non ci saranno più viaggi con il Trenino;
CONSIDERATO che tutto questo oltre ad essere un grave danno per l'immagine turistica dell'Isola, lo sarà anche dal punto di vista economico per l'indotto che in questi anni si è sviluppato a supporto di questa attività,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti, per conoscere quali siano le motivazioni che hanno portato a sospendere il servizio svolto dal Trenino verde. (69)
Interrogazione Sale, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione e valorizzazione del mercato musicale sardo che rappresenta una delle più grandi ricchezze immateriali della Sardegna.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- in ogni società i musicisti sono gli interpreti fondamentali della cultura in senso lato, e che la musica, in ogni sua forma ed espressione, è a tutti gli effetti considerata un bene pubblico;
- l'accesso alla fruizione e alla creazione della musica deve essere regolato attraverso leggi e canali che ne facilitino l'utilizzo da parte dei cittadini, mettendo nello stesso tempo l'industria musicale nelle condizioni di poter generare prodotti di qualità;
VALUTATO che in Sardegna esiste un panorama musicale straordinariamente vario e dalle potenzialità enormi in termini di sviluppo economico, con conseguente creazione di posti di lavoro altamente qualificati, con la prospettiva unica di poter diventare un asset importante della promozione del patrimonio culturale isolano;
PRESO ATTO all'interno del mercato del lavoro legato alla musica esistono vuoti normativi in quanto le nostre istituzioni, in molti casi, non riconoscono in alcun modo la professionalità né l'esistenza giuridica di musicisti e band che, di fatto, lavorano come professionisti del settore, dedicando la propria vita a studiare la tecnica e le forme di comunicazione delle loro idee musicali: creandole, producendole e vendendole nelle più svariate occasioni concertistiche, festose, di piazza, da locale notturno ecc., e contribuendo in maniera decisiva alla creazione di ricchezza materiale e immateriale, con importanti ricadute sull'indotto delle maestranze tecniche;
CONSIDERATO che il settore musicale sardo, per essere valorizzato a pieno, ha bisogno di un regolamento normativo diverso da quello attualmente in vigore che, nella fattispecie, risulta fortemente collegato all'industria,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per domandare:
a) se intenda dare via a una mappatura precisa del mercato musicale sardo con conseguente quantificazione della produzione di ricchezza a esso legato;
b) se sia informata della ricchezza del panorama musicale isolano e delle difficoltà in cui gli operatori del settore si trovano a operare;
c) se intenda intraprendere iniziative per dare impulso al settore musicale in Sardegna e, in particolare di istituire istituite un albo professionale dei musicisti professionisti sardi e delle band. (70)
Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sui problemi di mobilità temporanee al Presidio ospedaliero di Muravera.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- con l'assunzione a tempo indeterminato di due tecnici sanitari di radiologia medica, il Presidio ospedaliero di Isili ha completato l'organico per quanto riguarda la figura dei TSRM;
- le due neo assunte si trovano nel periodo conclusivo di una fase di formazione necessario per iniziare quanto prima le pronte disponibilità;
- si è recentemente conclusa la formazione di tutti i TSRM con il sistema di "application specialist" della nuova TC e del nuovo mammografo;
CONSIDERATO che:
- il reparto di radiologia di Isili, avendo ottenuto il numero idoneo di TSRM disponibili, sta intraprendendo l'attività lavorativa a pieno regime;
- recentemente, la Direzione sanitaria aziendale ha disposto la mobilità temporanea per un TSRM dal Presidio ospedaliero di Isili a quello di Muravera per un periodo di 30 giorni, giustificando lo spostamento per sopperire a carenti problemi di organico nel succitato Presidio ospedaliero di San Marcellino;
- tale trasferimento, anche solo per breve periodo, comporta gravi ripercussioni sull'organizzazione e sulla qualità del Servizio di radiologia del Presidio ospedaliero di Isili;
- il Presidio ospedaliero di Isili può contare solo su sei TSRM e non è giustificabile che altri presidi ospedalieri, per carenza di personale, possano attingere dal Reparto di radiologia di Isili, compromettendo in maniera grave la qualità e l'organizzazione del reparto stesso;
EVIDENZIATO che:
- l'azienda sanitaria locale ha concesso la mobilità interaziendale a un TSRM in forza al Presidio ospedaliero di Muravera, ancora prima di aver superato il periodo di prova, così come previsto dall'articolo 19 del vigente CCNL comparto sanità;
- l'azienda ha preso in esame, per disporre le mobilità temporanee, una segnalazione in cui venivano erroneamente equiparati i servizi di radiologia dei Presidi ospedalieri di Muravera e di Isili, profondamente eterogenei per esigenze e organizzazione;
- la direzione sanitaria del Presidio ospedaliero di Muravera ha concesso ferie ai TSRM in organico, in un periodo di carenza di personale e non tenendo conto dei disagi e delle gravi ripercussioni che si sarebbero potute evitare con un piano ferie dilazionato e programmato,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) come intendano risolvere il problema relativo al rischio di esubero di reperibilità, previste dalla normativa, a cui i TSRM di Isili sarebbero costretti a seguito delle mobilità temporanee disposte dall'azienda sanitaria locale;
2) come intendano fronteggiare la carenza di personale presso il Servizio di radiologia di Isili che le mobilità temporanee potrebbero causare anche alla luce del neopredisposto piano ferie;
3) come si intenda procedere con la formazione del personale che, inviato in un nuovo servizio, si troverebbe ad operare con apparecchiature complesse e con protocolli non noti, considerato che il lavoro dei TSRM è strettamente connesso alla profonda conoscenza delle apparecchiature che, erogando radiazioni ionizzanti, potrebbero causare gravi danni al paziente;
4) come si intenda far fronte all'esubero di ferie e ore lavorative accumulate dai TSRM del presidio di Isili costretti a lavorare per la cronica carenza di personale, considerato che le ferie in questione sono relative all'anno 2013 ed hanno scadenza nel giugno 2014. (71)
Interrogazione Arbau, con richiesta di risposta scritta, sulle eventuali criticità afferenti la procedura concorsuale per la copertura di 5 posti di collaboratore amministrativo professionale nella ASL n. 3.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la ASL di Nuoro, in esecuzione della deliberazione del direttore generale n. 829 del 26 giugno 2012, ha avviato le procedure per la copertura a tempo indeterminato di 5 posti di collaboratore amministrativo professionale, categoria D, da destinare ai settori aziendali di attività amministrativo, statistico e legale;
CONSIDERATO che:
- come previsto dal bando di concorso, l'Azienda, dato l'elevato numero di partecipanti pari a 1196 candidati, ha deciso di effettuare una prova preselettiva, consistente in un test a risposta multipla, il cui espletamento è stato affidato ad una ditta esterna, la Selexi di Milano;
- la prova preselettiva si è svolta a Nuoro lo scorso 6 marzo 2014, con conseguente graduatoria provvisoria di 61 ammessi alle successive prove scritte e orali;
RILEVATO che:
- alla predetta preselezione sono seguite numerose manifestazioni di protesta tra i partecipanti esclusi dalla suddetta graduatoria, con palesi richieste di verifiche inerenti la regolarità della procedura concorsuale in atto;
- le proteste sono sfociate nell'invio di una lettera aperta al Presidente della Regione e al Sottosegretario ai beni culturali e in un esposto recapitato negli uffici della Procura della Repubblica, in cui si sollecitano approfondimenti e controlli sulla preselezione predetta, nonché in un ricorso presentato da alcune decine di concorrenti;
- in tali atti sono stati segnalati riferimenti precisi che presentano preoccupanti analogie con il concorso già espletato nella ASL Brotzu di Cagliari, poi annullato qualche mese fa: in primis l'affidamento della prova alla stessa società esterna, sempre la Selexi, inoltre una serie di errori materiali che si sarebbero riscontrati nei test, in analogia appunto a quanto era accaduto a Cagliari e che erano stati motivo di invalidamento della prova concorsuale;
EVIDENZIATO il recente invito alla dirigenza dell'ASL nuorese rivolto dall'Assessore regionale a recedere dall'applicazione di qualsiasi misura prevista nell'Atto aziendale, senza una preventiva consultazione con i responsabili dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, invito che evidentemente in tale occasione è stato ignorato e disatteso,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
a) se sia a conoscenza della vicenda suesposta che rischia di pregiudicare la situazione già fortemente critica che da tempo caratterizza la ASL nuorese;
b) se non ritenga opportuno, alla luce delle richieste di controllo già in essere, procedere alla immediata sospensione della procedura concorsuale in oggetto, nelle more delle necessarie verifiche afferenti gli atti depositati dai candidati esclusi, anche al fine di evitare l'ulteriore aggravio di costi, anche giudiziari, per il bilancio regionale. (72)
Interrogazione Peru - Pittalis - Tedde - Cappellacci - Zedda Alessandra - Fasolino - Tunis - Locci - Randazzo - Cherchi Oscar - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla possibilità del prolungamento della pesca del corallo.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- in un momento di profonda crisi economica la pesca del corallo rappresenta non solo una tradizione storica della Sardegna, ma, altresì, un'opportunità sul piano occupazionale;
- la stagione della pesca del corallo è già iniziata e termina nel mese di ottobre;
- il blocco totale delle attività non solo rappresenta un fatto inedito, ma, altresì, una misura sproporzionata, che non trova giustificazione alcuna;
- il prolungamento del blocco delle attività cagionerebbe ingenti danni alle imprese, ai lavoratori e alle loro famiglie, già duramente provate dalla depressione economica, a beneficio esclusivo degli operatori concorrenti di altri stati,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e della riforma agro-pastorale per sapere:
a) quali misure ritenga opportuno assumere, alla luce dei fatti esposti, per scongiurare il blocco della pesca del corallo per l'anno in corso;
b) quante risorse intenda destinare a detto comparto per accrescerne le potenzialità produttive;
c) quali misure compensative, in termini finanziari, intende destinare al comparto per l'interruzione dell'attività subita. (74)
Interrogazione Perra - Arbau - Azara - Ledda, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati dalla sospensione del servizio ferroviario nel territorio di Pabillonis.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- a far data da lunedì 16 giugno 2014 la società Trenitalia Spa, senza una preventiva comunicazione all'amministrazione comunale ed all'utenza del servizio di trasporto ferroviario, ha sospeso tutte le fermate dei treni nella stazione di Pabillonis;
- la sospensione del servizio di pubblica utilità ha comportato gravi disagi, implementati dalla mancata puntuale informazione su tempistica e modalità della soppressione delle utenze, per i cittadini che giornalmente utilizzano le linee ferroviarie per raggiungere i luoghi di studio o di lavoro;
PRESO ATTO che:
- sono caduti nel vuoto gli sforzi fatti dall'amministrazione comunale, tesi a sopperire alle manifeste carenze di Trenitalia, evidenziatesi tanto nella fornitura del servizio quanto nel rapportarsi con l'utenza;
- dall'interlocuzione avviata con l'Assessorato regionale dei trasporti, a detta degli amministratori comunali, sarebbe scaturito che Trenitalia avrebbe sospeso le fermate dei treni perché la stazione di Pabillonis conterebbe un numero molto limitato di utenze;
- la carenza di comunicazione di Trenitalia ha riguardato anche la compagnia Autoservizi Mereu che da sempre ha garantito il servizio navetta da e per la stazione FS di Pabillonis, e da un giorno all'altro, senza essere informata si è ritrovata davanti all'interruzione ingiustificata delle fermate;
CONSIDERATO che:
- non si vede una motivazione valida per la sospensione di un pubblico servizio, non potendo certo essere considerata tale la presunta esiguità dell'utenza;
- la linea ferroviaria di Trenitalia attraversa il territorio comunale e Pabillonis dispone di una stazione, l'amministrazione comunale legittimamente pretende la continuità del servizio di trasporto pubblico, quantomeno garantendo le fermate delle tratte principali verso Cagliari e Oristano;
- la cittadinanza minaccia azioni di protesta, anche clamorose, stanca dei disagi e disservizi, percepiti come un sopruso ulteriore, nella generale situazione di abbandono perpetrata da troppo tempo dallo Stato e dalle istituzioni verso le piccole realtà dei nostri centri urbani, con i risultati di desertificazione e di moria dei piccoli comuni, cui sarebbe compito della politica portare rimedio,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dei trasporti per conoscere:
1) se sia a conoscenza della situazione di grave disagio in cui si sono venuti a trovare i cittadini del Comune di Pabillonis a seguito della sospensione del servizio di trasporto pubblico operato da Trenitalia Spa, senza adeguati avvisi e informativa alla popolazione;
2) quali provvedimenti intenda assumere nell'immediato al fine ottenere in tempi rapidi da Trenitalia il ripristino delle fermate nella stazione ferroviaria di Pabillonis, con la dovute garanzie di qualità, diritto all'informazione e alla continuità che competono ad un servizio di pubblica utilità. (75)
Interrogazione Piscedda - Comandini - Cozzolino - Deriu - Lotto - Moriconi - Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa ai precari presenti nell'Amministrazione regionale.
I sottoscritti,
PREMESSO che dal 2002 a tutt'oggi la Regione autonoma della Sardegna, i suoi enti e le sue agenzie, per sopperire alle carenze in organico e far fronte alle nuove competenze e ai servizi in capo alla stessa, ha dovuto ricorrere all'utilizzo di lavoratori precari utilizzando prevalentemente contratti di co.co.co.;
CONSIDERATO che la legge finanziaria nazionale del 2007 (commi 519 e 558 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296) consentiva alle Amministrazioni di procedere alla stabilizzazione del personale precario non dirigenziale che fosse stato in servizio a tempo determinato da almeno tre anni (anche non continuativi) alla data del 29 settembre 2006;
VISTO che:
- l'articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007 ha previsto un "Piano per il superamento del precariato":
a) il piano andava disposto sulla base di una ricognizione del personale non dirigente che avesse maturato 30 mesi di precariato nel quinquennio 2002-30 giugno 2007;
b) il personale, il cui rapporto di lavoro fosse stato instaurato sulle base di procedure selettive di natura concorsuale, andava stabilizzato a domanda;
c) il restante personale, doveva essere sottoposto a prove selettive concorsuali pubbliche, con il riconoscimento di una premialità riferita al servizio prestato;
- nel 2007 il quadro dei lavoratori aventi il requisito di anzianità necessario vedeva coinvolte 178 unità di cui 68 nell'Amministrazione regionale e 110 negli enti/agenzie;
CONSIDERATO che l'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, ha visto la Regione riconoscere il precariato come piaga sociale e come problematica condivisa e riconosciuta dall'opinione pubblica generale e ha previsto il prolungamento del piano di stabilizzazione al fine di comprendere anche i lavoratori che avessero raggiunto, alla data del 18 agosto 2009, il periodo minimo di 30 mesi di lavoro;
PRESO ATTO che:
- nessun lavoratore venne stabilizzato a domanda perché trattandosi di personale precario costituito prevalentemente da co.co.co. e reclutato tramite tirocini e/o short list regionali o ministeriali, l'Assessorato del personale ritenne di non poter riconoscere questo tipo di selezioni nel novero delle selezioni di natura concorsuale rifiutando la stabilizzazione a domanda;
- quindi, nelle more dell'espletamento di selezioni per l'accesso dei precari nei ruoli e ai fini della tutela dei posti di lavoro, l'articolo 3 comma 7 della legge regionale 3 del 2009 ha previsto la proroga dei contratti a termine, atipici o flessibili, in essere alla data del 28 febbraio 2009, fino alla conclusione dei programmi di stabilizzazione;
CONSIDERATO che:
- tra il 2009 e il 2011 sono state prodotte tutta una serie di norme volte a sbloccare la situazione prevedendo riserve di posti, concorsi riservati e allungamento dei termini per includere anche coloro che nel frattempo avessero maturato l'anzianità di servizio necessaria alla stabilizzazione.
- che le norme sopravvissute riguardano solo ambiti settoriali e per specifici lavoratori provenienti dal Consiglio regionale o da società controllate e poi assorbite dalla Regione e che le altre sono state tutte dichiarate incostituzionali;
- anche il giudice del lavoro ha bloccato l'espletamento del concorso pubblico programmato proprio perché non sono state effettuate le stabilizzazioni nel rispetto degli accordi sindacali;
VISTI:
- la deliberazione n. 20/23 del 15 maggio 2012, confermata pochi giorni prima delle ultime elezioni con deliberazione n. 6/19 del 14 febbraio 2014, che dispone anche la stabilizzazione del personale impiegato con partita iva;
- l'articolo 4 della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 che, nel tentativo di ricondurre le selezioni effettuate dai precari nel novero delle procedure selettive pubbliche utili per la stabilizzazione a domanda, ha specificato alcune selezioni da considerare valide ai fini della stabilizzazione a domanda e, in particolare, i tirocini formativi ministeriali denominati "sfera" e le selezioni tramite short list e banche dati per l'assistenza tecnica sui fondi POR ma solo per le misure del Programma operativo nazionale 2000-2006-Pon Atas (misure 1.1., 1.2 e 2.2) e dell'Accordo di programma quadro-APQ e, pertanto, escludeva tutti coloro i quali svolgono assistenza tecnica su fondi europei diversi da quelli elencati e i precari selezionati per il tramite dei tirocini regionali;
CONSIDERATO quindi che la norma precedentemente citata creava gravi discriminazioni fra precari che a parità di selezione e a fronte di una maggiore anzianità rimanevano esclusi è stato approvato l'articolo 2 della legge regionale 26 giugno 2012 n. 13 che ricomprendeva anche i precari che erano stati esclusi;
VISTO l'articolo 2 della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13 modificativo della legge regionale n. 12 del 2012 cosi dispone: "Alla fine del comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 (Disposizioni urgenti e integrazioni alla legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 "Norme in materia di organizzazione e personale"), relativa ai contratti di collaborazioni coordinate e continuative e ulteriori misure di contenimento della spesa pubblica), sono aggiunte le parole: "e le selezioni effettuate con modalità analoghe attestate dai relativi dirigenti di servizio o generali per le figure professionali aventi i requisiti dei trenta mesi maturati entro i termini stabiliti dall'articolo 6, comma 2, della legge regionale n. 16 del 2011";
CONSIDERATO che:
- tale articolo, che aveva mera finalità integrativa, è stato oggetto di impugnativa e di dichiarazione di incostituzionalità;
- di fatto 164 lavoratori in categoria D e 29 di categoria C, a parità di condizioni di accesso, rimangono esclusi e solo 70 verranno stabilizzati a domanda;
APPURATO che l'articolo 4 legge regionale n. 12 del 2012 al comma 3 stabilisce che "il Piano pluriennale per il superamento del precariato è prorogato fino al completo assorbimento degli aventi diritto alla stabilizzazione e comunque non oltre due anni, ai sensi dell'articolo 36, comma 2, della legge regionale n. 2 del 2007, e successive modifiche ed integrazioni";
CONSIDERATO che:
- l'Amministrazione regionale non ha mai attivato procedure concorsuali volte alla stabilizzazione e pertanto se non si modifica il quadro normativo attuale, si va incontro alla scadenza del piano di stabilizzazione fissato al 30 giugno 2014, col rischio di non rinnovare più i contratti e mandare a casa i lavoratori già esclusi dalle ultime graduatorie per le stabilizzazioni;
- in particolare, l'ultima legge 27 dicembre 2013, n. 147, articolo 1, comma 529 (legge di stabilità), recita:
"Le regioni che alla data dell'ultima ricognizione effettuata al 31 dicembre 2012 non si trovino in situazioni di eccedenza di personale in rapporto alla dotazione organica sia complessiva, sia relativa alla categoria/qualifica interessata e che, ai sensi dell'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, stiano assolvendo alla carenza della dotazione organica attraverso il ricorso e l'impiego di personale assunto con procedure a evidenza pubblica, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato della durata di 36 mesi e i cui contratti di lavoro siano stati oggetto negli ultimi cinque anni di una serie continua e costante di rinnovi e proroghe anche con soluzione di continuità, purché con il medesimo datore di lavoro e ove le predette deroghe ai limiti contrattuali imposti dalla normativa vigente e dal contratto stesso siano state oggetto di apposita contrattazione decentrata tra le organizzazioni sindacali abilitate e l'ente interessato ai sensi dell'articolo 5, comma 4-bis, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, e successive modificazioni, possono procedere, con risorse proprie, alla stabilizzazione a domanda del personale interessato";
- un principio immanente di derivazione comunitaria è il principio di non discriminazione, reso oggetto, peraltro, nell'ordinamento interno, dei decreti di disciplina dei rapporti di lavoro a tempo determinato e a tempo parziale (decreto legislativo n. 368 del 2001 e decreto legislativo n. 61 del 2000), in forza del quale non è consentita discriminazione alcuna tra diverse tipologie di lavoratori ancorché precari;
- il principio di non discriminazione, ponendosi nel solco del principio di uguaglianza, certamente non conosce e non può conoscere limitazioni di ordine territoriale a presidio dell'unitarietà dell'ordinamento,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere:
a) quali misure ritengano opportuno adottare, nel più breve tempo possibile, per procedere alla stabilizzazione di tutti i precari che hanno maturato i requisiti temporali necessari per poterne usufruire, consentendo l'assorbimento nel ruolo unico ed evitando così un trattamento del personale precario che si trova nella medesima situazione;
b) se intendano quindi iniziare e completare le procedure di stabilizzazione secondo anche la predetta legge di stabilità (legge 27 dicembre 2013, n. 147) per chi ha superato i 36 mesi di precariato;
c) se intendano quindi provvedere a una ricognizione del personale che alla data del 31 dicembre 2012, è assunto con procedure a evidenza pubblica, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato per la carenza di dotazione organica, con i requisiti di 36 mesi di precariato, così come indicato dalla legge di stabilità;
d) se intendano quindi provvedere al rinnovo a tempo determinato sino alla sua conversione in tempo indeterminato per tutti i soggetti interessati dal processo di trasformazione. (76)
Interpellanza Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Dedoni - Cossa - Crisponi - Fenu - Floris - Solinas Christian - Carta - Orrù - Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sulle scuole dell'infanzia paritarie.
I sottoscritti,
PRESO ATTO dei seguenti riferimenti normativi e amministrativi in materia:
- legge regionale 25 giugno 1984, n. 31 (Nuove norme sul diritto allo studio e sull'esercizio delle competenze delegate);
- legge 10 marzo 2000, n. 62 (Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione);
- circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca - legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2012), articolo 3, comma 32;
- delibera della Giunta regionale n. 38/21 del 18 settembre 2012 (Criteri e modalità di concessione e rendicontazione dei contributi per spese di gestione e funzionamento a partire dall'anno scolastico 2012/2013);
- delibera della Giunta regionale n. 15/1 del 29 aprile 2014 (Patto di stabilità interno 2014. Disposizioni di indirizzo politico amministrativo concernenti l'obbiettivo di competenza eurocompatibile);
- decreto dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport n. 18/18848 del 12 novembre 2013;
- programma degli interventi per l'anno scolastico 2013/2014. Euro 20.000.000;
RILEVATO che:
- il numero delle scuole dell'infanzia paritarie è in Sardegna di 264, con un numero complessivo di 570 sezioni ed un numero stimato di oltre 10.000 bambini iscritti;
- la legge regionale n. 31 del 1984, all'articolo 3 prevede degli interventi straordinari regionali per le scuole dell'infanzia (ex scuole materne) fino al 75 per cento delle spese di gestione sostenute;
- tale contributo deve, di norma, essere erogato in una tranche di acconto pari all'80 per cento del contributo e in una tranche del 20 per cento a rendiconto delle spese sostenute durante l'anno scolastico;
DATO ATTO che:
- attualmente il contributo complessivo previsto dalla Regione per l'anno scolastico in corso è pari al 40 per cento circa delle spese di gestione preventivate dalle scuole;
- l'acconto previsto per l'anno scolastico in corso è stato finora erogato per una percentuale del 63 per cento;
CONSIDERATO che:
- risulta pertanto in forte ritardo l'erogazione della seconda parte dell'acconto (siamo a giugno) relativo all'anno scolastico 2013/2014;
- risulta in ritardo l'erogazione del saldo, relativo all'anno scolastico 2012/2013, già rendicontato dalle scuole entro dicembre 2013;
- tali ritardi ed inadempienze derivanti dalla trascuratezza da parte delle istituzioni pubbliche, gravano sulle spalle di 264 scuole, 570 sezioni, tremila e oltre lavoratori dipendenti (in altissima percentuale lavoratrici donne), su un sistema scolastico paritario che fornisce istruzione a più di 10.000 bambini, che sopperisce alla carenza di strutture pubbliche adeguate, che offre un servizio di qualità in conformità alle norme previste del MIUR, e che non ha finalità di lucro;
RITENUTO che a causa dell'emergenza alluvione sono rimaste escluse dagli aiuti le scuole paritarie di Olbia (alcune hanno perso tutto), le quali hanno potuto riaprire grazie alla solidarietà delle altre scuole, ma ora ancora più delle altre non possono veramente sostenere i costi del servizio;
DATO ATTO che la spesa per le scuole dell'infanzia paritaria non risulta tra nessuna delle tipologie prioritarie indicate nella delibera n. 15/1 del 2014 relativa all'utilizzo del plafond sul patto di stabilità,
chiedono di interpellare il Presidente dalla Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
2) quale impegno certo sia previsto sulle somme impegnate in bilancio, al fine di poter determinare con trasparenza il costo finale per la famiglia;
3) quali tempi si sia in grado di garantire nelle erogazioni;
4) quali modifiche si abbia intenzione di porre in essere al fine di adeguare le norme in materia, oramai non al passo con le attuali esigenze delle stesse scuole paritarie;
5) quali interventi e controlli siano previsti al fine di migliorare la qualità dei servizi resi dalle citate scuole. (31)
Interpellanza Locci - Tunis sulla situazione dei lavoratori di cui alla legge regionale n. 47 del 1979 sulla formazione professionale.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- la maggioranza dei lavoratori di cui alla legge regionale n. 47 del 1979 si trovano in una situazione di estrema precarietà;
- da percettori di forme di ammortizzatori sociali si trovano in utilizzo presso la amministrazioni pubbliche (comuni, enti regionali, agenzie);
- tali percorsi scadranno in data 30 giugno 2014 e tali lavoratori saranno definitivamente licenziati;
- risulta non più rinviabile un intervento della Regione al fine di garantire continuità ai progetti di utilizzo dei lavoratori;
EVIDENZIATO che in data 31 marzo 2014, con deliberazione n. 11/2 la Giunta regionale ha confermato l'indirizzo interpretativo e applicativo impartito con la deliberazione n. 55/11 del 31 dicembre 2013 in merito alle disposizioni di cui all'articolo 4 della legge regionale n. 10 del 29 aprile 2013;
RITENUTO che occorra imprimere una accelerata alla risoluzione definitiva del problema dei lavoratori interessati,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere quali siano i tempi necessari alla risoluzione del problema soprarichiamato, oppure se la deliberazione n. 11/2 del 31 marzo 2014 sia solo l'ennesimo documento che non produce alcun effetto. (32)
Interpellanza Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco sulla situazione della miniera di Nuraxi Figus - Carbosulcis.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- la Carbosulcis Spa è società controllata al 100 per cento dalla Regione autonoma della Sardegna;
- occupa circa 500 unità lavorative, oltre all'indotto, e gestisce la miniera di carbone del Sulcis;
- lo svolgimento di tale attività avviene in virtù dell'articolo 57, comma 1, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, che dispone: "La gestione temporanea della miniera carbonifera del Sulcis affidata alla Carbosulcis Spa viene mantenuta fino alla presa in consegna delle strutture da parte del concessionario di cui all'art. 1 del DPR 28 gennaio 1994";
- ai sensi dell'articolo 11, comma 14, del decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito dalla legge n. 80 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni, modificata dalla legge 23 luglio 2009, n. 99, la Regione deve provvedere ad assegnare la "Concessione integrata per la gestione della miniera di carbone del Sulcis e la produzione di energia elettrica con la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta"; la scadenza dei termini di assegnazione della concessione è stata prorogata sino al 31 dicembre 2013 con il decreto sviluppo bis (decreto legge n. 179 del 2012);
CONSIDERATO che:
- la Commissione europea in data 20 novembre 2012 ha comunicato le decisioni n. C(2012)8257 e C(2012)8237 con le quali dà avvio a una procedura d'indagine formale ex articolo 108, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, rispettivamente sulla misura di aiuto in favore di Carbosulcis Spa e dell'aiuto individuale al progetto integrato CCS Sulcis; in considerazione della suddetta "apertura di indagine formale sugli aiuti", la Regione ha provveduto a sospendere l'erogazione delle risorse stanziate per la gestione e il funzionamento della società legato all'attività produttiva della miniera, che comporta mediamente ogni anno una spesa di circa 30 milioni di euro;
- l'eventualità di una decisione negativa con ordine di restituzione degli aiuti esporrebbe la Carbosulcis Spa, non essendo in grado di rimborsare tali aiuti, ad essere oggetto di una procedura fallimentare immediata con evidenti ripercussioni sull'occupazione e quindi sul tessuto sociale dell'area del Sulcis, oltre che sulla sicurezza stessa della miniera;
- la Regione e il Ministero dello sviluppo economico (MISE) hanno di fatto bloccato le erogazioni finanziarie per la coltivazione e produzione di carbone a favore di Carbosulcis;
- le attività di messa in sicurezza possono collocarsi all'interno di un programma rivolto all'avvio, da parte della Regione, di un piano di chiusura da attuarsi secondo le linee guida contenute nella decisione del Consiglio dell'Unione europea n. 2010/787/UE del 10 dicembre 2010 per agevolare la chiusura delle miniere di carbone non competitive; peraltro, l'avvio del suddetto piano di chiusura potrebbe influire positivamente sul giudizio finale della Commissione relativamente all'adozione della decisione sugli aiuti pregressi che si ricorda ammontano a 405 milioni di euro per gli anni 2001-2010;
DATO ATTO che:
- anche a seguito dei numerosi incontri col Ministero dello sviluppo economico, la legge regionale 23 maggio 2013, n. 12, articolo 5, comma 40, ha disposto l'affidamento alla Carbosulcis dei servizi di pubblico interesse relativi alle attività di messa in sicurezza e custodia della miniera di Nuraxi Figus - concessione "Monte Sinni", in quanto sussiste l'obbligo da parte del concessionario di ottemperare alle norme di sicurezza di cui al regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443 (Norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle miniere del Regno) e del decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, in materia di polizia mineraria;
- a seguito di accordi col MISE, con deliberazione della Giunta regionale n. 53/75 del 20 dicembre 2013:
- è stato approvato il piano di chiusura della miniera di carbone concessione "Monte Sinni" gestita dalla Carbosulcis Spa in attuazione della decisione del Consiglio dell'Unione europea n. 2010/787/UE sugli aiuti di Stato per agevolare la chiusura di miniere di carbone non competitive;
- è stato dato mandato all'Assessore regionale dell'industria affinché ponga in essere tutti gli adempimenti necessari per l'invio del piano al Ministero dello sviluppo economico per l'immediata notifica ed approvazione da parte della Commissione europea in ossequio alle norme in tema di aiuti di Stato;
- è stato dato mandato all'Assessore regionale dell'industria di apportare le eventuali modifiche richieste dalla Commissione europea in fase di approvazione del piano e dell'aiuto;
- è stato dato mandato all'Assessore regionale dell'industria affinché presenti al Consiglio regionale della Sardegna con procedura d'urgenza un disegno di legge che oltre a procedere all'approvazione del piano di chiusura provveda alla copertura finanziaria dello stesso mediante stanziamento pluriennale secondo i limiti della decisione e indicati nel piano;
EVIDENZIATO che:
- la legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7, all'articolo 1, comma 23, ha stabilito che "le somme sussistenti nel conto dei residui, ancorché impegnate, e quelle stanziate in conto dell'UPB S06.03.024 - cap. SC06.0690, possono essere utilizzate anche per la copertura degli stessi oneri sostenuti per l'attività svolta nell'esercizio 2013, per le finalità di cui all'articolo 5, comma 40, della legge regionale n. 12 del 2013";
- con deliberazione n. 19/22 del 27 maggio 2014 la Giunta regionale ha autorizzato il Servizio rapporti con le società partecipate e in house e infrastrutturazioni aree industriali dell'Assessorato regionale dell'industria a stipulare un apposito atto aggiuntivo e di proroga fino al 30 giugno 2014 della convenzione stipulata tra la Carbosulcis e il Servizio rapporti con le società partecipate e in house e infrastrutturazioni aree industriali in adempimento della deliberazione della Giunta regionale n. 22/45 del 17 giugno 2013, finalizzato all'integrazione della copertura finanziaria per il servizio di pubblico interesse reso dalla Carbosulcis Spa nell'anno 2013 per l'importo massimo delle somme sussistenti nel conto dei residui di cui alla legge regionale n. 7 del 2014, articolo 1, comma 23,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:
1) lo stato di attuazione del piano di chiusura della miniera di Nuraxi Figus - concessione "Monte Sinni";
2) i tempi previsti per la discussione e approvazione del disegno di legge di cui alla deliberazione n. 53/75 del 20 dicembre 2013;
3) quali urgenti iniziative si intendano adottare in ordine agli adempimenti contenuti nella deliberazione n. 19/22 del 27 maggio 2014, in considerazione dell'imminente scadenza del 30 giugno 2014. (33)
Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Pizzuto, sul mancato completamento del tratto di strada a scorrimento veloce Buddusò - Olbia.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- le zone interne del Goceano e del monte Acuto versano in uno stato di isolamento geografico dal quale consegue uno stato di degrado economico e culturale, stante la somma difficoltà nell'attuare gli spostamenti, anche minimi, nonché nel programmare interventi economici incisivi;
- in data 8 settembre 2009 veniva presentata l'interpellanza n. 35/A, volta alla sensibilizzazione degli organi competenti in merito alla problematica in esame;
- in data 25 marzo 2010, stante il protrarsi del silenzio in argomento, veniva presentata interrogazione n. 277/A per interrogare il Presidente della Regione sui seguenti punti:
1. "se è intendimento della Regione completare il tratto di strada a scorrimento veloce Abbasanta - Olbia;
2. conoscere quali siano gli atti adottati dalla Giunta regionale e se le richieste fatte dall'Assessorato all'ambiente della Regione alla Provincia di Sassari abbiano avuto risposte;
3. se c'è da parte della Giunta regionale la volontà di tenere conto delle richieste e delle aspirazioni delle popolazioni e delle diverse amministrazioni locali interessate;
4. quali siano gli strumenti che la Giunta regionale intenda adottare per realizzare una struttura che è nelle aspettative della comunità interessata da diversi decenni;
5. se i fondi previsti per la realizzazione della strada siano ancora nella disponibilità della regione per la finalità prevista.";
- che in data 11 giugno 2010 l'Assessore regionale dei lavori pubblici forniva risposta scritta alla interrogazione n. 277/A affermando che:
1. "è intendimento della Regione il completamento del tratto di strada Abbasanta-Buddusò-Olbia- strada statale 389, tratto Alà dei Sardi - bivio Padru, nonché la riqualificazione dell'itinerario strada provinciale 24 e strada provinciale 110 - collegamento tra la strada statale 389 e la nuova strada statale 125, orientale sarda, nel territorio di Alà dei Sardi e Padru;
2. nel mese di febbraio 2010 si è tenuta presso il SAVI una conferenza istruttoria con la partecipazione degli enti territorialmente interessati dall'intervento Abbasanta-Buddusò-Olbia- strada statale 389, tratto Alà dei Sardi - Bivio Padru, e con nota prot. n. 5708 del 2010 è stata richiesta alla Provincia di Sassari una integrazione da depositarsi entro 60 giorni;
3. per l'intervento strada provinciale 24 e strada provinciale 110 - collegamento tra la strada statale 389 e la nuova strada statale 125, orientale sarda, nel territorio di Alà dei Sardi e Padru, la volontà della Giunta regionale è palesemente orientata al recepimento delle richieste e aspirazioni dei territori interessati alla viabilità in argomento e si è ritenuto, per le richieste provenienti da tali territori e per le caratteristiche plano-altimetriche dell'itinerario esistente, di valutare l'adozione di una sezione stradale di tipo Fl che dovrà essere opportunamente giustificata da uno studio del traffico;
4. le risorse per la realizzazione delle opere sono rispettivamente nella disponibilità dell'Amministrazione provinciale di Sassari (per quanto riguarda l'intervento Abbasanta-Buddusò-Olbia- strada statale 389, tratto Alà dei Sardi - bivio Padru) per euro 15.494.000, e della Amministrazione regionale, che ha delegato per la realizzazione dell'opera la Provincia di Tempio e Olbia, (per quanto riguarda l'intervento sull'itinerario S.P. 24 e S.P. 110 - collegamento tra la strada statale 389 e la nuova strada statale 125, orientale sarda, nel territorio di Alà dei Sardi e Padru) per euro 9.800.000";
CONSIDERATO che:
- i progetti di cui si discute sono nati nel lontano 1979;
- che il ritardo ultra decennale nell'esecuzione delle opere acuisce il malcontento delle popolazioni delle zone interessate dall'intervento, nonché cronicizza le conseguenze del prolungato isolamento geografico,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere:
1) se la Provincia di Sassari, in merito all'intervento "Collegamento alla Abbasanta-Buddusò-Olbia", ha posto in essere delle azioni efficaci atte a sbloccare nel brevissimo termine questa situazione di stallo;
2) se, in merito all'intervento "di riqualificazione dell'itinerario strada provinciale 24 e strada provinciale 110", la Provincia di Sassari ha adempiuto agli oneri sulla stessa incombenti al fine di dare seguito ai lavori;
3) se non ritengono opportuno intervenire al fine di stabilire tempi certi di inizio e termine dei lavori e al fine di dare risposte rispetto a questa ultradecennale incompiuta. (34)
Mozione Crisponi - Cossa - Dedoni - Fenu - Pittalis - Cherchi Oscar - Rubiu - Truzzu - Tedde - Fasolino - Locci - Zedda Alessandra - Carta - Solinas Christian - Tocco - Randazzo - Floris - Orrù - Pinna Giuseppino - Tatti sullo stato di attuazione della realizzazione della scuola forestale e ambientale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che, con legge finanziaria nell'anno 2009, richiamata anche con legge finanziaria 2011, è stata autorizzata la spesa di euro 5 milioni, avente quale finalità la realizzazione della scuola forestale regionale nella città di Nuoro;
VALUTATO che l'Assessorato competente ha, nel corso del 2012, ritenuto non compatibile e opportuna la realizzazione del programmato intervento come inizialmente previsto sul monte Ortobene da avviarsi presso i locali dell'ex albergo Esit, perché risultante ai sopralluoghi effettuati particolarmente oneroso;
CONSIDERATO che è stato concordemente individuata fra Regione e amministrazione comunale di Nuoro, l'area e gli edifici del compendio dell'ex vivaio forestale di Su Pinu ritenuti funzionali allo scopo;
TENUTO conto che la scuola forestale così come stabilito dalla legge istitutiva è prevista oltre che per la formazione, aggiornamento e specializzazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, anche per tutti gli altri organismi operanti in Sardegna nella delicata materia della protezione civile;
RICHIAMATI i drammatici eventi alluvionali dello scorso 18 novembre 2013, che hanno particolarmente provato la "macchina dei soccorsi" imperniata proprio sulla protezione civile regionale;
RITENUTO urgente e improcrastinabile l'attuazione di quanto suesposto,
impegna il Presidente della Regione l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente:
1) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti possibili volti alla risoluzione e velocizzazione della annosa questione relativa alla scuola forestale;
2) a riferire in Consiglio regionale sullo stato di attuazione della indifferibile iniziativa. (44)
Mozione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Fenu - Truzzu - Floris - Dedoni - Cossa - Solinas Christian - Carta - Orrù - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sul Teatro lirico, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Regione è socia della Fondazione Teatro lirico di Cagliari unitamente al Comune di Cagliari e al Ministero dei beni e delle attività culturali;
- il Teatro di Cagliari è uno dei 14 teatri dello Stato inquadrato come fondazione lirico-sinfonica che ha il compito di promuovere la cultura musicale al massimo livello, in primis l'opera lirica, poi i concerti di musica sinfonica, quindi il balletto classico e infine la musica camerale; il teatro è anche un luogo di produzione di allestimenti scenici;
- il teatro di Cagliari è a tutti gli effetti un'importante "industria soft" di produzione spesso legata alla cultura e all'identità sarda;
- la Regione, anche per quanto appena descritto, ha sempre sostenuto l'Ente lirico con significativo impegno finanziario, unitamente al MIBAC e in misura molto minore al Comune di Cagliari e alla Fondazione Banco di Sardegna;
CONSIDERATO che:
- alla data odierna l'attuale presidente della Fondazione Teatro lirico non ha ancora sottoscritto e formalizzato il contratto di lavoro tra il Teatro lirico e il sovrintendente e direttore artistico, nonostante lo stesso abbia immediatamente iniziato ad esercitare le sue attività e funzioni in esecuzione degli incarichi ricevuti sin dal suo insediamento del 27 gennaio 2014, delibera n. 7 del 27 gennaio 2014;
- la mancata sottoscrizione del contratto di lavoro, adempimento affidato al presidente della Fondazione Teatro lirico, disattende la delibera assunta a maggioranza dai consiglieri del consiglio di amministrazione il 2 aprile 2014;
- la mancata formalizzazione del contratto di lavoro non consente di adempiere all'obbligatoria copertura assicurativa, prevista dalla perentoria normativa legislativa e contrattuale disciplinante i rapporti di lavoro;
- la mancata sottoscrizione del contratto ostacola la normale gestione del teatro e incide negativamente anche sull'ordinaria attività della stessa Fondazione;
- il Comune di Cagliari ha già approvato il bilancio di previsione 2014 e pertanto automaticamente con tale atto viene approvato il bilancio della Fondazione Ente lirico;
- il Comune di Cagliari non ha ancora versato il contributo obbligatorio del 2013 pari a euro 2.000.000, né l'acconto del 2014, nonostante l'ordine del giorno già approvato dal consiglio comunale;
- in assenza di contributi da parte degli enti pubblici soci, la Fondazione potrebbe essere costretta a chiedere un'anticipazione bancaria e ciò potrebbe delineare anche un eventuale danno erariale,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport
1) a porre in essere tutte le azioni in ordine alle competenze della Regione in materia di indirizzo partecipazione e controllo dell'Ente lirico;
2) ad accertare eventuali responsabilità sulla mancata firma del contratto di lavoro fra il sovrintendente-direttore artistico e la stessa fondazione;
3) a dare corso all'attuazione del POR Sardegna con cui il Teatro lirico è beneficiario di 2.350.000 euro a seguito di sentenza del TAR n. 460/2012 passata in giudicato per mancata opposizione;
4) a completare l'erogazione del finanziamento destinato al risanamento dei debiti pregressi del teatro, pari a euro 4.000.000;
5) a riferire in Aula sulla situazione complessiva dell'Ente lirico. (45)
Mozione Desini - Busia - Cocco Daniele Secondo - Azara - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Lotto - Ledda - Unali - Sale - Demontis sulla necessità di intervenire urgentemente per far fronte agli adempimenti necessari volti ad aiutare le popolazioni della Romangia colpite dal nubifragio del giorno 18 giugno 2014.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- in data 18 giugno 2014 un violento nubifragio si è abbattuto sul territorio della Romangia;
- sono stati registrati gravi danni, in particolare nei comuni di Sorso e di Sennori;
- l'esondazione del rio Predugnanu ha provocato l'allagamento della strada provinciale n. 81 e il crollo di un tratto di strada;
- si è verificata l'esondazione del fiume Silis causando numerosi danni alle campagne e ai raccolti;
- la pioggia ha provocato l'allagamento di numerosi seminterrati e cantine di abitazioni private.
- sono in corso i primi interventi diretti a rimuovere detriti, macerie e alberi e consentire il ripristino di normali condizioni di traffico;
RILEVA l'esigenza di porre in essere con celerità le azioni necessarie al ripristino dei danni e di creare soprattutto le condizioni per un ritorno alla normalità e per garantire una rapida ripresa nei territori colpiti dal nubifragio del 18 giugno 2014 che con grande difficoltà stanno affrontando i problemi connessi all'evento,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici
ad adottare celermente tutti gli interventi necessari per il ripristino dei territori e ad utilizzare tutti gli strumenti di carattere economico-finanziario e amministrativo necessari a ripristinare il patrimonio immobiliare e mobiliare pubblico e privato danneggiato nonché a procedere rapidamente alla messa in sicurezza di tutti gli edifici e al ripristino della viabilità. (46)
Mozione Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tedde - Tunis - Zedda Alessandra - Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino - Fenu - Floris - Truzzu - Carta - Orrù - Solinas Christian - Cossa - Crisponi - Dedoni sugli eventi alluvionali del 18 giugno 2014 che hanno colpito il territorio della Romangia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che in data 18 giugno 2014 il territorio della Romangia, ed in particolare le zone di Sorso, con il coinvolgimento del centro urbano, e Sennori, sono state colpite da una "bomba d'acqua", che ha cagionato ingenti danni alle infrastrutture, a opere pubbliche e private, alle famiglie e alle imprese;
CONSIDERATO che è urgente intervenire nell'immediato per ristorare i danni patiti dalle famiglie e dalle imprese;
RILEVATO che occorrono altresì risorse e tempi certi per il ripristino delle infrastrutture danneggiate ed in particolare di quelle viarie, fondamentali sia per le esigenze delle comunità residenti che per evitare ulteriori conseguenze sull'economia turistica;
CONSTATATO che sono ancora insufficienti le risposte dello Stato centrale in ordine alle richieste dei sindaci e della stessa Regione, formulate all'indomani della tragica alluvione del 2013 in Sardegna;
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici
1) a porre in essere ogni iniziativa necessaria a sostenere le comunità colpite dalle precipitazioni straordinarie del 18 giugno 2014;
2) a proporre un cronoprogramma, con risorse e tempi certi, per il ripristino delle infrastrutture;
3) a sollecitare il Governo affinché mantenga gli impegni assunti in occasione dell'alluvione del 2013 e a sollecitare ulteriori interventi. (47)