Seduta n.45 del 01/10/2009 

XLV Seduta

(ANTIMERIDIANA)

Giovedì 1° ottobre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 28.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 23 settembre 2009 (38), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Franco Mula, Nicolò Rassu, Christian Solinas e Angelo Ivano Stochino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 1° ottobre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Zedda Massimo - Uras - Salis sull'incidente mortale sul lavoro a Macchiareddu nella Cartiera di Cagliari avvenuto il 24 settembre 2009". (42)

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al

rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A. Avevamo concluso la discussione dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Non sono presenti due Capigruppo per poterla richiedere. Non posso assecondare questo sistema. Ho già spiegato, nella scorsa seduta, che l'essere puntuali attiene alla sensibilità e al senso di responsabilità dei consiglieri regionali.

Per esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 1 ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti soppressivi totali numero 1 e 162; sugli emendamenti sostitutivi totali numero 163, 114 e 395 e sugli emendamenti aggiuntivi numero 164, 165, 350, 400, 401 e 402.

MANCA (P.D.). Non si capisce niente così, è troppo veloce!

PRESIDENTE. Che problema c'è, onorevole Manca? Basta chiedere che si proceda un po' più piano.

Onorevole Sanna, ripeta per cortesia.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Per l'onorevole Manca ripeto lentamente. L'onorevole Manca, però, sa già che c'è un parere negativo della Commissione sugli emendamenti numero 1, 162. Presidente, vorrei poter continuare.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di dare la possibilità al relatore di esprimere il parere sugli emendamenti, così ognuno potrà prenderne nota. Grazie.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. La quarta Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti numero 1, 162, 163, 114, 395, 164, 165, 400, 401 e 402; sull'emendamento numero 350 esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Vorrei far presente all'Aula che l'emendamento aggiuntivo numero 165 viene spostato all'articolo 4, perché fa riferimento agli articoli 3 e 4 che non sono stati ancora esaminati dal Consiglio, per cui non può essere discusso adesso.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 34 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Obinu - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Vargiu.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 34, viene ripresa alle ore 11 e 07.)

PRESIDENTE. Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. In ordine agli emendamenti afferenti l'articolo 1, e specificatamente gli emendamenti soppressivi totali, sostitutivi e aggiuntivi già richiamati dal Presidente della quarta Commissione, la Giunta esprime la medesima valutazione che è scaturita dai lavori della Commissione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori. Questa è l'Assemblea dei sardi, nell'assemblea degli italiani, ossia il Parlamento, si sta discutendo un provvedimento che - per dirla con le parole dell'onorevole Casini - è un oltraggio nei confronti dei lavoratori onesti che pagano le tasse. Parlo del cosiddetto "scudo fiscale". Vorremmo lanciare dal Consiglio regionale un appello al presidente Napolitano…

(Il consigliere Salis insieme ad altri consiglieri della minoranza mostra un cartello con una scritta)

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

((La seduta, sospesa alle ore 11 e 09, viene ripresa alle ore 11 e 10.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Metto in votazione insieme gli emendamenti numero 1 e 162 perché hanno lo stesso contenuto, visto e considerato che l'articolo 1 è composto da un solo comma e che questi emendamenti sono soppressivi totali.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole a questi emendamenti. Credo che la protesta che c'è stata in aula sia profondamente collegata ai lavori della giornata, perché in realtà questo provvedimento non è altro che un condono preventivo, uno scudo alle nuove volumetrie che, anche alla luce degli emendamenti riportati in questo testo, in cui si parla di incrementi percentuali senza alcun limite, rischiano di provocare, se dovessero passare, per esempio per quanto riguarda gli alberghi, incrementi volumetrici del 30 o 35 per cento, aumenti di singole strutture pari a 30-40 mila metri cubi.

Io mi auguro che, nonostante le parole del Capogruppo del Popolo della Libertà, che ieri ha tirato giù la saracinesca rivendicando, in virtù del voto popolare dello scorso mese di febbraio, una specie di amnistia preventiva su qualsiasi posizione politica, si possa discutere su questo testo di legge. Certamente non ne condividiamo l'impianto, ma ci sono singoli emendamenti che possono migliorarlo, possono attenuarne gli effetti e gli impatti negativi.

Gli emendamenti in questione hanno la finalità di porre questo problema e credo che se fossero approvati perlomeno eliminerebbero un'ipocrisia, una discordanza tra l'enunciato dell'articolo 1, che richiama finalità che in realtà non si realizzano o finalità mancate, e quello che deve essere il contenuto di un provvedimento capace di dare risposte alla nostra economia, ma senza stravolgere il tessuto ambientale e architettonico della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Intervengo per esprimere il mio voto favorevole agli emendamenti soppressivi del comma 1 dell'articolo 1, nella ulteriore considerazione che ho voluto che fosse approvato serenamente il titolo di questo provvedimento perché mette un punto fermo, ma vorrei cominciare a delineare quali saranno i punti di attacco delle censure che nelle sedi giurisdizionali avanzeremo nei confronti del provvedimento finale.

Il comma 3 dell'articolo 145 del Codice Urbani dice che le previsioni dei piani paesaggistici non sono derogabili da parte di piani, programmi e progetti nazionali o regionali di sviluppo economico. Poiché noi abbiamo approvato quel titolo abbiamo adesso la certezza che su questo primo punto avvieremo il primo attacco sulla illegittimità di questo provvedimento. Avete inoltre detto - è agli atti - che è un provvedimento di natura economica, di sostegno all'economia. Sempre il comma 3 dell'articolo 145 dice che le previsioni dei piani paesaggistici - quindi i contenuti del PPR in vigore - sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei comuni, sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici, stabiliscono le norme di salvaguardia che sono ivi contenute e sono vincolanti per gli interventi settoriali.

Che dire? Avete approvato quel titolo, avete voluto quelle finalità, per noi questo è il primo punto di attacco delle censure. Infatti non è possibile che un provvedimento di questa natura possa derogare - come voi fate in maniera esplicita e lo vedremo punto per punto - al sistema che sovrintende i principi di tutela. Questo è il punto centrale ed è per questo che io voto a favore degli emendamenti soppressivi, che tendono in qualche modo a eliminare quel vulnus che sarà il primo punto di attacco - sicuramente vincente - della nostra censura rispetto a questo provvedimento, ovviamente nelle sedi dove verremo ascoltati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La finalità dell'articolo 1 è quella di riqualificare e migliorare la qualità architettonica e abitativa, la sicurezza strutturale, la compatibilità paesaggistica e l'efficienza energetica del patrimonio edilizio. Badate, l'articolo usa la congiunzione "e", non la congiunzione "o", o l'uno o l'altro o l'altro ancora; dice tutto quello che si vuole fare e successivamente dice come lo si deve fare, e non è la semplificazione delle procedure, ma è l'incremento delle volumetrie, che di per sé, così generalizzato come si prefigura negli articoli successivi, provocherà un caos edilizio ancora più grave di quello già esistente nei nostri comuni. Non un miglioramento, quindi, ma un aggravamento del paesaggio urbano, della sua condizione di difficoltà.

E' per questa ragione, cioè per l'incongruenza che esiste tra la finalità dell'articolo 1 e il resto del testo di legge, che noi proponiamo la rimozione di questo articolo. Si sarebbe dovuto dire, molto più semplicemente: "Siccome vogliamo che la gente costruisca comunque, perché per noi è una cosa positiva per il fatto stesso che si mette in moto l'economia, si crea lavoro, si fanno lavorare le imprese artigiane, la finalità è quella di incrementare le volumetrie, perché incrementando le volumetrie qualcuno investe soldi e fa lavorare delle imprese. Se noi regaliamo volumi, in cambio si muove il capitale e si rilancia la capacità produttiva di questa regione".

E allora, è proprio questa ambiguità tra quello che si dice e quello che effettivamente si persegue che rende questa norma piena di contrasti, anche di valenza giuridica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento 1 e per porre da subito un problema che riguarda gli enti locali e che è già stato posto da alcuni miei colleghi sia nella discussione generale sia nella seduta di ieri pomeriggio, in modo particolare dal collega Moriconi.

Nel comma 2 dell'articolo 1 della nostra proposta di legge abbiamo voluto definire il ruolo e le funzioni degli enti locali, i quali devono avere un ruolo rilevante che deriva sia dall'accordo che è stato raggiunto tra lo Stato e le Regioni, al quale anch'essi hanno partecipato, sia dal fatto che non possono non essere coinvolti nel processo di definizione di una legge che consente deroghe alle norme dei piani regolatori comunali. Ai comuni, tra l'altro, viene chiesto di comunicare lo stato di attuazione e di applicazione di questa legge: non si capisce come potranno farlo, vista anche la tempistica con cui la stessa legge prevede la comunicazione dell'inizio dei lavori ai comuni interessati.

Credo davvero che questo primo emendamento serva a mettere in discussione il fatto che nella vostra proposta di legge sparisce il ruolo degli enti locali. Per cui abbiamo proposto un emendamento che prevede, appunto, l'inserimento del comma 2 della nostra proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi, anch'io intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento soppressivo dell'articolo 1, non foss'altro perché anche in questi giorni abbiamo sentito rivolgere ripetutamente al centrosinistra l'accusa di chiudersi a riccio, di non partecipare. Oltretutto si scarica sui consiglieri del centrosinistra una responsabilità nel dire: "Siete voi che avete parlato di piano casa, questo non è un piano casa". Rileggevo poc'anzi la delibera della Giunta numero 33/5 del 16 luglio 2009, la quale dice che questo disegno di legge è proposto in virtù del cosiddetto piano casa, riferendosi al dispositivo nazionale. Quindi mi sembra un po' improprio ragionare su questi aspetti mentre ci sono temi sicuramente condivisibili, che pure sono contenuti nell'articolo 1, come la riqualificazione urbana e il recupero strutturale e architettonico dei nostri centri urbani. Abbiamo centri bellissimi che, però, sono feriti da questa nostra, chiamiamola così, cultura del non bello, del pressappochismo: tendiamo a realizzare strutture indispensabili e non ci preoccupiamo di completarne l'estetica, che poi è il biglietto da visita della nostra terra. Parliamo tanto di turismo, ma poi il turismo viene limitato esclusivamente alla costa, tant'è che ci preoccupiamo di implementare un patrimonio edilizio funzionale alla costa, dove di fatto l'attività turistica dura due o tre mesi all'anno (quando va bene). Mi sembra, quindi, un investimento sproporzionato se non viene legato al turismo delle zone interne, che invece dura tutto l'anno.

Ma la cosa che mi lascia perplesso della finalità dell'articolo 1, peraltro ripresa, ripeto, dalla delibera numero 33, è il fatto che si parli di rilancio dell'economia. Economia è un termine complesso, che non può essere legato esclusivamente a un settore. Per quanto importante sia, il settore dell'edilizia non può certo essere l'unico strumento di rilancio economico dell'Isola.

Credo che ci sia la necessità di ragionare su un aspetto più vasto, ma ne parleremo, che consenta all'economia dell'Isola di svilupparsi non seguendo una monocultura come quella edilizia, bensì valorizzando gli aspetti legati alla nostra cultura e alla nostra tradizione che hanno un valore aggiunto credo superiore anche al valore del mattone. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Anch'io voterò a favore degli emendamenti soppressivi totali proposti dai colleghi. Penso, come è stato già detto da qualche collega, che nell'articolo 1 ci sia qualche punto che potrebbe essere condivisibile, ma a me sembra che nell'intera legge, e quindi anche nell'articolo 1, si parli poco dei diritti essenziali dei cittadini, come il diritto alla casa. Probabilmente potevamo mettere in campo non solo il protagonismo degli enti locali, anche per quanto riguarda l'edilizia sostenibile, quella che serve a calmierare i prezzi di mercato in particolar modo nei grandi centri urbani, ma anche il concetto di prima casa. Qualcuno di voi ha criticato il fatto che la sinistra a parole è sempre vicina alle persone che sono più in difficoltà. Io ritengo che in questo caso sarebbe stato importante introdurre in maniera forte il concetto di prima casa, il concetto di un'edilizia che serve anche ad abbattere i costi del mercato.

Per quanto riguarda il resto, vedremo nell'esame dei prossimi articoli come si svilupperà la discussione. C'è tutto un discorso da fare sulla sicurezza, sui problemi che riguardano il territorio, sullo sviluppo edilizio e sulla messa in sicurezza dei terreni a rischio idrogeologico, ma avremo modo di parlarne affrontando l'articolo 2.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 1, non perché ne sono il primo firmatario, ma perché con convinzione sostengo l'inadeguatezza dell'articolo 1 del testo di legge in esame, che parte da quello che è stato definito il rilancio dell'edilizia per conseguire il rilancio dell'economia.

Nel campo dell'edilizia si sono già commessi, a nostro avviso, troppi abusi in Sardegna, per questa ragione noi contrastiamo con vigore e convinzione l'impianto di questa legge, la cui filosofia si evince proprio dall'articolo 1, che contiene elementi peraltro in contraddizione con gli articoli seguenti. Per esempio, nell'articolo 1 si fa riferimento al patrimonio edilizio esistente, senza rendersi conto o facendo finta di non rendersi conto che nell'articolo successivo viene invece richiamato con grande attenzione ciò che sarà edificato nell'arco degli anni futuri; si fa riferimento alla sicurezza strutturale e poi si propone l'utilizzo abitativo dei sottotetti e dei seminterrati, che sono pertinenze dell'edificio, ossia parti della struttura edificata non votate all'abitabilità.

C'è in sostanza un guasto in questo testo di legge che ci mette nelle condizioni di rigettarlo tutto, soprattutto perché nell'articolo 1 si apre, come dire, una strada che porterà, con gli articoli successivi, a creare il danno che noi avvertiamo per quanto riguarda l'edificato. E certamente gli aumenti volumetrici previsti non solo non permetteranno di migliorare la qualità architettonica dell'edificato, ma ne aggraveranno la qualità, peggiorando complessivamente un edificato che è già ampiamente criticabile in termini qualitativi e di immagine.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Noi voteremo a favore degli emendamenti numero 1 e 162, perché riteniamo che l'articolo 1 sia da sopprimere. Intanto c'è un vuoto: cosa si intende per patrimonio edilizio esistente? Su questo c'è silenzio, c'è una lacuna. E poi cadete in contraddizione: l'articolo 10, comma 4, dice che la dichiarazione di inizio attività deve essere fatta entro diciotto mesi dall'entrata in vigore della presente legge, il che rende possibile edificare nel frattempo degli immobili che successivamente potranno essere ampliati.

Ritengo che questo non sia presente in nessuna delle leggi approvate o anche solo proposte dalle altre Regioni ed è assolutamente estraneo allo spirito dell'intesa Stato-Regioni-enti locali. Diciamo che già questo basterebbe per mettere in discussione l'articolo 1. Dopo di che voi effettivamente non indicate neanche il beneficiario di questo provvedimento nell'articolo che dovrebbe illustrare le finalità. E tra le finalità non ci sono i bisogni abitativi delle famiglie, di cui si parla invece nella premessa dell'intesa Stato-Regioni-enti locali. Parlate solo di sostegno all'edilizia, e cioè di cementificazione! Nella nostra proposta di legge noi abbiamo invece voluto indicare i beneficiari e tra questi riteniamo che, attraverso la fruibilità degli spazi, occorra dare risposte in particolare alle persone disabili.

Nella vostra legge non vi è, poi, il protagonismo degli enti locali, dei comuni. I comuni sono totalmente fuori da questa legge, non possono neanche, così come è nelle loro prerogative, esprimersi attraverso una delibera del consiglio comunale, in armonia con la pianificazione urbanistica comunale. Sono totalmente estranei, li scavalcate e naturalmente non sono inclusi nelle finalità dell'articolo 1. Noi riteniamo, invece, che debbano essere inclusi e lo proponiamo nella nostra proposta di legge. Per questi motivi il Partito Democratico voterà a favore degli emendamenti numero 1 e 162.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento soppressivo dell'articolo 1 e cercherò di motivarlo.

Le finalità trattano di rilancio, qualità, sicurezza, compatibilità ed efficienza, insomma persino nei termini c'è una certa serenità che viene comunicata all'esterno; sono tutti termini che danno certezze circa le possibilità di miglioramento. Potremmo aggiungere un se: se voi faceste tutte queste cose potreste estendere la vostra casa fino al mare. Ebbene queste finalità, proprio per il contenuto del testo di legge, potrebbero essere racchiuse nelle ipotetiche del terzo tipo, cioè dell'impossibilità. E' impossibile estendere, raddoppiare, allungare, allargare rispettando i termini contenuti nelle finalità del progetto di legge. Di fatto queste finalità vengono negate in tutto l'articolato. Persino il termine ascolto, sempre richiamato in quest'Aula con espressioni come "ascolteremo tutti, ma proprio tutti, ascolteremo gli enti locali, tutti i sindaci, tutti i consiglieri di circoscrizione, tutti i parroci", viene depennato e sostituito con: "Dei comuni, della loro pianificazione e dei loro strumenti urbanistici non ci importa, va tutto in deroga, fate un po' quel che vi pare". Si arriva persino a presentare, ma lo vedremo dopo, l'emendamento numero 350, che è veramente curioso, in quanto dice che tutto ciò si applica anche agli edifici soggetti a specifiche forme di tutela. Il paradosso è che se uno volesse ampliare la Torre Sulis di Alghero potrebbe richiederlo, poi magari l'Ufficio del paesaggio gli direbbe che non è proprio possibile. Così dicasi per la Torre dell'Elefante di Cagliari, però lo si potrebbe chiedere, perché anche quelli sono edifici sottoposti a una specifica tutela.

Insomma, mi pare che stiamo andando non nel senso di un miglioramento della norma, ma di un peggioramento dell'articolato. Per questo voterò a favore dell'emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io esprimo il mio voto a favore dell'emendamento soppressivo, ma insisto su una questione: se ci fosse stata disponibilità da parte della maggioranza a guardare con il dovuto rispetto e la dovuta attenzione alle nostre proposte, a partire dall'esame che si è fatto in Commissione, probabilmente oggi non saremmo in questa situazione.

Io davvero su questo vi invito a riflettere, perché, badate, serve a poco rivolgerci reciproche accuse. Voi avete fatto una proposta e siete convinti, ovviamente, della giustezza delle risposte che essa può dare alle attese della gente; noi siamo altrettanto convinti della giustezza della nostra proposta. Spetta a voi assumere la responsabilità di attribuire al dialogo un fattore di democrazia qua dentro. Voi, però, vi rifiutate di fare questo e non vi rendete conto che rifiutare un confronto sul merito significa costringere chi vuole un confronto vero sul merito ad assumere gli atteggiamenti che noi stiamo assumendo.

Di fronte alla finalità dell'articolo 1 che, ripeto, parla di riqualificazione, miglioramento, messa in sicurezza, eccetera, senza che nella restante parte dell'articolato vi sia traccia di interventi che vadano in questa direzione, noi non possiamo che proporre emendamenti soppressivi. Proprio per questa ragione, vi prego laicamente di tener conto, nel prosieguo dell'esame dell'articolato, delle nostre proposte, altrimenti, è chiaro, vi assumerete la responsabilità di far durare il più a lungo possibile questo esame e di far passare con l'arroganza dei numeri la vostra proposta; una proposta che non risponde agli interessi dei sardi che anche noi, seppure per una parte più piccola della vostra, pensiamo di rappresentare. Non capisco perché da parte vostra non si voglia tenere conto di chi rappresenta una parte inferiore, ma comunque importante di questa Assemblea.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'articolo 1, che, come è stato detto dal collega Uras, è costituito da un unico comma, non è un articolo a scelte multiple, direi. Ed è giusto che sia così, perché l'urbanistica è una multidisciplina, non è solo il capitale del capitale, ma è un'unione amorosa tra la natura, la cultura, l'etica e l'estetica. Questo è il vero significato dell'habitat del territorio nella sua dimensione locale. Alla Giunta direi che manca quell'approccio comparatistico delle cose: la politica per voi è solo un differire, noi siamo per il mutamento estetico.

Annuncio il mio voto contrario, considerando le vostre reazioni come esperti nell'urbanistica del vento, come direbbe Serge Latouche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Anch'io credo che l'articolo 1 non debba essere approvato, quindi annuncio il mio voto favorevole ai due emendamenti soppressivi, in particolare perché nell'articolo non si fa alcun riferimento alle norme vigenti sull'uso e la tutela del territorio regionale, nella fattispecie alla legge regionale numero 45 del 1989, che non può essere ignorata quando si tratta questa materia. Noi, nella proposta di legge che abbiamo presentato, facciamo esplicito riferimento proprio per questo motivo a quella legge.

E' assente anche qualsiasi riferimento, ma avremo occasione di parlarne più avanti, ai soggetti principali che sono esposti nella gestione di questa materia, cioè gli enti locali e i comuni. Ho avuto modo già in altre occasioni di soffermarmi sull'importanza di questo aspetto e sul carattere negativo che può assumere la legge nel momento in cui, di fatto, delegittima il ruolo dei comuni di fronte ai cittadini.

Infine, non c'è corrispondenza tra il contenuto dell'articolo 1, che illustra le finalità della legge, e il contenuto degli articoli successivi. Queste sono le ragioni fondamentali che mi spingono a votare a favore dei due emendamenti soppressivi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole agli emendamenti numero 1 e 162 e per evidenziare che si sta ormai manifestando - poi le parole pronunciate dalla maggioranza sono state puramente di forma, non di sostanza - in maniera chiara la volontà di iniziare un percorso legislativo senza offrire una minima disponibilità al dialogo, alla valutazione dei nostri suggerimenti. L'articolo 1 ne è forse l'esempio più evidente: è l'articolo che individua le finalità, ma io inviterei molti colleghi, quelli che ogni volta riempiono i loro interventi di riferimenti a ciò che hanno fatto altre Regioni, a verificare cosa dicono sulle finalità e quale considerazione riservano agli enti locali la Lombardia e il Veneto.

Appare chiaro che non c'è la disponibilità a valutare gli emendamenti da noi presentati, ad esempio quello sui comuni, il cui contenuto è palese. Nella scorsa legislatura i colleghi dell'attuale maggioranza - la minoranza di allora - non facevano altro che riferirsi a quello che dicevano il Consiglio delle autonomie locali, l'ANCI e chi più ne ha più ne metta, senza però rendere mai veramente conto delle cose che oggettivamente venivano chieste. Se avessero letto con attenzione l'ultimo documento presentato dal Consiglio delle autonomie, si sarebbero resi conto che viene in esso evidenziato in maniera chiara il totale disinteresse nei confronti degli enti locali, la non disponibilità a renderli partecipi di questa importante fase in cui vengono modificati gli strumenti urbanistici.

Ecco, noi con questi due emendamenti chiediamo la soppressione dell'articolo 1 proprio perché la volontà della maggioranza ci sembra evidente. Io penso che se questo sarà il modo di procedere in quest'Aula, resteremo qua dei giorni a discutere su ogni tema, su ogni emendamento, faremo quel lavoro importante che, come avete richiamato voi più volte, è stato fatto sul Piano paesaggistico, quando per intere settimane, anzi per mesi siamo rimasti in Aula a parlare dei problemi e ad affrontare gli argomenti ad esso attinenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, anch'io intervengo per esprimere il mio voto favorevole agli emendamenti soppressivi dell'articolo 1 e per sostenere che un provvedimento di questo tipo avrebbe richiesto, come già detto dai colleghi che mi hanno preceduto, il coinvolgimento di tutto il Consiglio regionale, al di là del fatto che i singoli consiglieri siano stati eletti nella maggioranza o nella minoranza. L'unica preoccupazione che avete, posso capirlo, è quella di portare a casa il risultato, che molto probabilmente arriverà in ritardo. E infatti qualcuno vi ha chiesto di accelerare, perché dovete dare all'esterno il messaggio di aver predisposto un piano casa, che però più volte anche voi avete affermato non essere tale.

Nell'articolo 1 parlate di sostegno all'economia, ma evidentemente la pensiamo in modo completamente diverso. Credo che per sostenere l'economia sarebbe stato più giusto e sicuramente più importante predisporre veramente un piano casa che agevolasse le giovani coppie che da anni aspettano di poter accedere ai mutui a tasso agevolato o ai contributi a fondo perduto, senza i quali non hanno la possibilità di coronare il sogno di sposarsi.

Parlate anche di miglioramento della qualità abitativa e architettonica. Queste sono le finalità dell'articolo 1, ma il contenuto della legge riguarda tutt'altro. Per di più in questi giorni ci lamentiamo tutti del ruolo che sta cercando di assegnare alle autonomie locali il Governo nazionale avocando a sé competenze primarie delle Regioni, e voi con questa legge esautorate completamente il ruolo delle amministrazioni locali, in modo particolare dei comuni.

In Commissione sono state audite le associazioni imprenditoriali di categoria, ma in modo particolare il Consiglio regionale delle autonomie locali e l'ANCI, che hanno detto cose diverse da quelle che avete scritto in questa legge. Credo che imporre un provvedimento di questo genere alle autonomie locali sia la cosa più sbagliata, perché chi deve mettere in pratica queste norme sono i sindaci, le amministrazioni comunali, e incontreremo grosse difficoltà a far sì che i sindaci mettano in atto un articolato come questo. Termino confermando che voterò a favore dei due emendamenti soppressivi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Signora Presidente, con la mia dichiarazione di voto favorevole agli emendamenti soppressivi dell'articolo 1 ribadisco le preoccupazioni che ho rappresentato nelle riflessioni precedenti a questa dichiarazione; preoccupazioni rispetto al fatto che rischia di essere compromessa anche la linearità che vi dovrebbe essere tra il titolo del provvedimento e le sue finalità. Cioè vedo indebolita di parecchio qualsiasi valenza strategica contenuta nel titolo e nelle dichiarazioni con le quali è stato illustrato questo provvedimento; valenza strategica che non può esistere perché manca un processo condiviso, dal momento che i soggetti principali, gli enti locali, sono esclusi da tale processo. E' un processo che, quindi, non è partecipato e per questo lo vedo privo di qualsiasi contenuto e condizione perché possa essere favorita una qualche strategia. Viene inoltre sancita l'assenza degli enti locali in un processo con il quale si vuole riqualificare e migliorare il patrimonio che è custodito nei nostri comuni.

Il mio voto è favorevole perché mi attendevo che fosse accolto almeno questo appello; un appello pregiudiziale certamente, non ideologico, per provare ad allontanare i rischi di inapplicabilità di una norma che è attesa e creare le condizioni per una sua possibile attuazione ed efficacia, che è il minimo che noi possiamo attenderci, soprattutto perché con l'impossibilità di attuazione di un provvedimento di questo tipo il rischio più grave è che vengano deluse , come ho già detto in un precedente intervento, le aspettative di un'intera comunità creando chiaramente una forte delusione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il mio voto favorevole agli emendamenti numero 1 e 162 e ribadisco la mia posizione contro il "profitto del mattone", per una reale difesa dell'ambiente come patrimonio identitario, a cui noi non possiamo assolutamente rinunciare perché fa parte della nostra diversità.

L'articolo 1 non solo è inadeguato ai bisogni reali della gente e in particolare delle famiglie senza tetto, ma rappresenta nello stesso tempo un metodo urbanistico che propone di far dimenticare ai sardi la possibilità di un reale, naturale sviluppo ecocompatibile. Votare a favore di questi emendamenti per noi significa anche votare per una cultura del bello e dell'armonia, valori che sono tutt'altro che contemplati nella filosofia delle vostre proposte in materia di urbanistica. Inoltre, il vostro essere blindati, la chiusura totale a qualsiasi confronto in Aula con le diversità politiche di certo non aiuta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Peru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PERU (P.d.L.). Io pensavo, cari colleghi, che autorevoli esponenti del centrosinistra avrebbero utilizzato parole meno pesanti di quelle che abbiamo sentito in quest'Aula: cementificatori, disastro, falso. Anche oggi su un quotidiano si legge: "Piano casa falso". Essendo io pragmatico e non demagogo, in quanto sono anche amministratore di un comune, vorrei tradurre un aggettivo che voi da qualche giorno utilizzate: strategico. Mi riferisco anche all'onorevole Manca, che qualche minuto fa ha parlato di "provvedimento senza sostanza".

Mi rivolgo principalmente ai colleghi, anche cari amici, del nord-ovest della Sardegna, gli onorevoli Lotto, Manca e Meloni. Io vivo in un territorio ubicato, come dicevo, nel nord-ovest della Sardegna, in posizione baricentrica tra Castelsardo, Sassari e Alghero, che dagli anni '80 è stato deturpato, distrutto, guarda caso, da amministrazioni di centrosinistra. Sono convinto, per quanto riguarda appunto il termine strategico, che introdurre in questo provvedimento le delocalizzazioni e le demolizioni sia l'unico modo per risolvere il problema di quei manufatti fatiscenti, di circa un milione di metri cubi, edificati sulla parte della fascia costiera che rappresenta l'unico sbocco a mare dei sassaresi. Io dico che lo strumento delle demolizioni e delle delocalizzazioni, unitamente alla premialità, sia l'unico modo per risolvere anche quel problema, altrimenti vorrei sentire da voi qual è l'alternativa al cemento esistente sulla fascia costiera. Faccio presente che voi siete a conoscenza anche di quella struttura, esistente da trentasei anni, che si chiama Lido Iride. Vorrei capire come si può risolvere il problema antropico in simili luoghi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti numero 1 e 162.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 1 e 162.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Diana Mario ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Mario - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta:la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 24

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 163. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Intervengo per dichiarazione di voto, Presidente, perché credo che questo emendamento, che è sostitutivo totale del comma 1 dell'articolo 1, meriti attenzione da parte dell'Aula.

Certamente noi stiamo ponendo dei problemi, alcuni dei quali riguardano l'impianto stesso della legge, che questo emendamento indubbiamente richiama, perché esplicita che questa legge dovrebbe essere un vero piano casa, dovrebbe corrispondere alle aspettative che avete generato, a ciò che avete dichiarato sulla stampa e che avete inserito nella relazione accompagnatoria, dovrebbe cioè rispondere effettivamente alle esigenze abitative delle famiglie. Noi sappiamo che così non è, sappiamo anche che questa legge non si occupa e non si preoccupa di chi la casa non ce l'ha, ma credo che sia importante e opportuno che ancora in questa fase riflettiamo sull'impianto di questa legge e su quali devono essere i destinatari degli interventi in essa previsti.

E' chiaro che l'approvazione di questo emendamento stravolgerebbe la legge, perché costringerebbe a essere conseguenti e potrebbe anche aprire un dialogo fecondo tra maggioranza e minoranza. Con questo emendamento, però, noi vogliamo porre ancora una volta un problema che riguarda le finalità generali, ma vogliamo anche porre un problema specifico, che è quello di avere una maggioranza che agli appelli al dialogo faccia corrispondere una disponibilità da parte sua, come hanno sottolineato ieri gli onorevoli Vargiu e Capelli. Se anche non si vuole cambiare l'impianto della legge, credo sia opportuno almeno ascoltare alcune questioni specifiche che riguardano l'autonomia degli enti locali, la fascia di tutela dei 300 metri o i centri storici, perché per aprire un dialogo bisogna essere in due. Non basta dichiarare la propria disponibilità, occorre che questa disponibilità sia concreta.

Il mio voto sull'emendamento numero 163 è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ovviamente noi siamo favorevoli all'emendamento numero 163. In fondo esso declina, Assessore, in maniera corretta e rispettosa delle norme, ciò che di fatto il legislatore regionale può fare nel regime giuridico nel quale si trova la Sardegna, che non è il regime giuridico che ha deciso Berlusconi, il quale ha fatto invece una considerazione di carattere generale.

La Sardegna, ripeto, ha una legislazione paesaggistica fedele al decreto legislativo numero 42 del 2004, che ne fa una regione atipica dal punto di vista del rapporto della legislazione nazionale con quella regionale. Mi piace ricordare come questo emendamento parli della finalità di favorire gli interventi edilizi diretti a migliorare la qualità architettonica, l'efficienza energetica degli edifici, la fruibilità degli spazi, la riqualificazione del patrimonio, che è qualcosa di diverso da quello che voi stessi dite, ma poi esplicitate in maniera contraddittoria.

Una nota sentenza del TAR dice in sintesi questo: senza voler richiamare principi ormai ben noti, la pianificazione paesaggistica passa dalla funzione di ricognizione a quella di mera attuazione della relativa disciplina d'uso e indica un'obbligatoria funzione attiva e innovativa di pianificazione e conformazione dell'intero territorio regionale e dei diritti dei titolari. Il cosiddetto piano paesaggistico è immediatamente vincolante anche per i soggetti privati - quindi dà per scontato che lo sia per i pubblici, no? - e indica le trasformazioni compatibili del territorio e le azioni positive di recupero e riqualificazione specificamente delineate dall'articolo 135 del Codice Urbani. Questo dice sostanzialmente una sentenza del tribunale amministrativo che, tra l'altro, ci ricorda che è pacifico che il Codice Urbani ribadisce la prevalenza gerarchica del piano regionale su tutti gli strumenti di pianificazione attribuiti ai diversi enti locali, quindi è compito degli enti locali sottordinati completare le previsioni conformative dettate dalla Regione. Se fosse vero quello che dite voi, ci sarebbe un comportamento a zig-zag. Cioè voi dite ai comuni: "Aspettate a conformare i PUC al PPR perché adesso lo modifichiamo", e qui ci sarà l'altro profilo di censura che riguarda la modifica del Piano paesaggistico attraverso uno strumento legislativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La finalità dell'emendamento è chiara, è quella cioè di introdurre un primo limite alla possibilità di edificare. Ragionando anche sul contenuto dell'emendamento successivo, cioè sull'incremento delle volumetrie, con la nuova formulazione dell'articolo 1 si vuole dire: "Se fai un'operazione di incremento delle volumetrie, questa la devi fare rispettando la compatibilità con la tutela del paesaggio, dell'ambiente, del territorio e quindi utilizzando materiali in regime di bioedilizia". E' chiaro che questo è un limite significativo che forse non coincide con l'idea che viene espressa nel progetto di legge, però è esattamente corrispondente a quello che noi pensiamo, cioè che di fronte a un patrimonio edilizio tra vuoto, invenduto e inutilizzato assolutamente ingente e significativo, se si deve procedere a costruire di più, almeno si costruisca con l'utilizzo di materiali edili in regime di bioedilizia, cioè di sostenibilità ambientale integrale.

Ecco perché introduciamo già nell'emendamento numero 163 e in quello successivo alcuni criteri di limitazione aggiuntivi a quelli che vengono meglio declinati negli articoli 2, 3 e seguenti. Io voterò a favore dell'emendamento numero 163.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 163, con il quale noi intendiamo riportare al centro le famiglie. E' un po' quello che diceva ieri l'assessore Asunis, che in una sua valutazione personale ci faceva notare che gli interventi che seguiranno l'approvazione di questa legge interesseranno soprattutto piccole opere e quindi piccole società edilizie di tre, quattro o cinque operai.

Sarebbe importante, però, avere a disposizione degli elementi di valutazione. Non so se l'Assessorato, oltre alla valutazione personale dell'Assessore, abbia prodotto uno strumento di valutazione di massima. Io ne ho qui uno della Regione Lombardia che fa uno studio accurato, valutando articolo per articolo, comma per comma, l'impatto dal punto di vista economico degli interventi destinati all'agricoltura e all'artigianato, oltre a valutare gli effetti sul risparmio energetico previsti dalla legge.

Ecco, io credo che per una più adeguata e serena valutazione del testo di legge e anche per migliorare i termini del nostro lavoro in Aula, sarebbe stato opportuno fare uno studio, così come altre Regioni hanno fatto, sull'impatto che questa legge produrrà. Noi proponiamo di mettere al centro le esigenze abitative della famiglia, perché crediamo davvero che questo renda coerente e qualifichi questo provvedimento di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Dichiaro il mio voto favorevole e penso, colleghi del centrodestra, che anche voi dovreste votare a favore di questo emendamento, anzi dovreste ringraziarci per averlo presentato, perché riporta questa legge alle sue giuste finalità, quelle che voi avete sbandierato nei vostri interventi, ma che poi non avete concretizzato nelle proposte, cioè alle finalità previste dalla normativa nazionale, che sono la riqualificazione del patrimonio edilizio e la possibilità, attraverso tutta una serie di interventi, di fare un'operazione veramente salutare per dare una risposta concreta alla grave crisi economica. Diversamente non si va nella direzione che voi avete proclamato, rimarranno proclami vuoti. Questo emendamento riempie anche i vostri proclami che poi non concretizzate.

Il provvedimento in esame mira alla speculazione, interviene persino sulla fascia dei 300 metri dalla battigia. Invece la nostra proposta ha altre finalità, che voi dovreste valutare con attenzione anziché assistere distrattamente, avendo l'ordine di scuderia di votare contro tutti gli emendamenti da noi presentati.

L'emendamento numero 163 merita una riflessione, va letto riga per riga, parola per parola, perché quando noi parliamo di miglioramento della qualità architettonica parliamo di interventi concreti nel nostro tessuto edilizio. C'è una miriade di interventi che sono necessari nei centri abitati, nei centri storici, che servirebbero a migliorarne l'architettura e darebbero veramente respiro alla nostra economia attraverso il lavoro di tante piccole imprese che, probabilmente, non avrebbero nemmeno accesso agli interventi che voi state organizzando.

Quando parliamo di interventi per migliorare la sicurezza e la compatibilità ambientale, parliamo di interventi che sono all'interno di un quadro di salvaguardia dell'ambiente. Quando parliamo di interventi volti a migliorare l'efficienza energetica dei nostri fabbricati, diamo anche risposte a quella che è una sensibilità diffusa ormai ovunque, quella di ridurre il carico del consumo energetico delle nostre abitazioni. Quello che voi state facendo è tutt'altra cosa.

Su questo emendamento dovete riflettere e probabilmente dovete anche pensare a dare una formulazione diversa a tutto il testo di legge. Il mio voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, noi ci siamo interrogati se fosse il caso di dire un secco no, in maniera ostruzionistica, a questa legge che comunque riteniamo propagandistica e demagogica, o di avanzare una nostra proposta di legge. Abbiamo deciso di seguire la seconda strada e quindi abbiamo presentato in Commissione, nel tentativo di unificarla con il disegno di legge numero 53, una nostra proposta di legge che per quanto riguarda le finalità si differenzia dal vostro disegno di legge solo in alcuni particolari, che però non sono di secondo piano. Noi diciamo che la nostra legge risponde alle esigenze abitative delle famiglie, tra l'altro questo è indicato anche nell'accordo tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali.

Che cosa impedisce di dire che la nostra legge risponde alle esigenze abitative delle famiglie, concetto che avete sbandierato per mesi? Noi diciamo anche che è in coerenza con i principi e le finalità della legge 22 dicembre 1989, numero 45, che dice alcune cose precise se guardiamo agli strumenti e alle finalità in essa indicate. Intanto dice che sono strumenti per l'uso e la tutela del territorio: a livello regionale i Piani territoriali paesistici, e quindi il Piano paesaggistico regionale; a livello provinciale i Piani urbanistici provinciali o subprovinciali; a livello comunale i Piani urbanistici comunali. E' chiaro che voi non potete inserire questa norma perché andate oltre.

Diciamo ancora, nelle finalità, che gli interventi edilizi sono diretti a migliorare la qualità architettonica e la fruibilità degli spazi per le persone disabili. C'è un emendamento apposito, il numero 185, che in qualche modo, con alcune varianti, riprende l'emendamento numero 358 della Giunta regionale. Cosa osta, quindi, a che il testo che noi proponiamo sia inserito e si voti pertanto a favore dell'emendamento numero 163?

Allora, io credo che se vogliamo mantenere un clima di dialogo, un rapporto franco su posizioni alternative, però confrontandoci sul merito, sia necessaria un'apertura maggiore. Lo dico al centrodestra e all'Assessore. Credo che il contenuto di questo emendamento possa essere benissimo accolto da tutto il Consiglio regionale perché rientra nelle finalità della legge. Certo, è un contenuto che per noi vuol dire salvaguardare prima di tutto chi non ha la casa e affermare che il piano casa è indirizzato soprattutto verso la prima casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghi, mi allaccio un po' all'intervento del mio Capogruppo. In effetti, voto a favore dell'emendamento numero 163 perché sta a significare che il centrosinistra non è chiuso e quindi non abolisce interamente l'articolo 1, o meglio ne chiede la soppressione per riproporlo con un'altra impostazione, che peraltro è vicinissima se non rafforza quanto viene affermato nella delibera numero 33/5 del 16 luglio, cioè che il disegno di legge numero 53 è finalizzato a favorire il rilancio dell'economia, a soddisfare i bisogni abitativi delle famiglie, a introdurre incisive misure di semplificazione procedurale dell'attività edilizia e così via. Quindi l'emendamento numero 163 riprende e, a mio avviso, rafforza questo concetto, perché un passaggio forte della relazione della Giunta è anche dato dalla presentazione dell'articolo 1, laddove si dice testualmente: "All'articolo 1 si enunciano le finalità della legge, la quale mira a promuovere il sostegno dell'economia attraverso il rilancio del settore edilizio" - già c'è un'incongruenza per quanto riguarda il rilancio dell'economia e qui, giustamente, si parla di sostegno dell'economia, che è cosa diversa dal rilancio dell'economia attraverso l'edilizia - "e a favorire la riqualificazione ed il miglioramento del patrimonio edilizio esistente nella regione evitando ulteriore consumo del territorio". Io mi chiedo come si possa affermare questo. Quando si parla di incrementi di volumetrie non si può non parlare di consumo del territorio se è vero com'è vero che l'analisi, non mia, ma del CNA dice che applicando questo valore - parliamo degli incrementi - al patrimonio totale degli aventi diritto, sarebbero interessati al provvedimento 51.265 edifici e 61.380 abitazioni, per un totale di 31 milioni e 700 mila metri cubi. Ipotizzando la possibilità di ampliamento dei volumi del 20 per cento, si stimano in 6,3 milioni i metri cubi aggiuntivi. Mi chiedo se questo non sia consumo del territorio!

Ci trova invece concordi l'azione di risanamento architettonico, di completamento volumetrico, di sistemazione abitativa dei nostri centri storici che, ripeto, va fatta con il coinvolgimento dei comuni all'interno di una pianificazione organizzata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento, la cui votazione, a mio avviso, sarà un banco di prova per verificare se gli appelli che, ieri, nel corso del dibattito, sono venuti da alcuni esponenti della maggioranza erano sinceri e miravano a sollecitare proposte costruttive e migliorative di questa legge che a noi non piace.

L'emendamento mira ad arricchire la proposta della maggioranza e della Giunta, con il riferimento soprattutto alla coerenza con i principi e la finalità della legge numero 45 - lo ha richiamato poc'anzi anche Mario Bruno - e con le norme che disciplinano l'uso e la tutela del territorio. Questo a dimostrazione del fatto che l'emendamento non propone un blocco totale della situazione, ma indica per l'uso del territorio e per la sua tutela un'attenzione diversa da quella che invece indica l'articolo 1 da voi proposto. In più mette in evidenza quegli aspetti che noi abbiamo individuato come prioritari per la società sarda, quando fa riferimento alle esigenze abitative delle famiglie. E qui rispondiamo anche a chi chiedeva a chi fosse rivolto l'articolo 1.

Ecco, la proposta contenuta in questo emendamento è chiara, fa riferimento al bisogno primario delle famiglie, che è quello della casa, e rivolge un'attenzione particolare a una delle fasce più deboli, più in difficoltà della società, quando parla degli spazi per le persone disabili. Allora, quale migliore segnale di voler dare un reale contributo per arricchire e migliorare questa legge? Per questo confermo il voto favorevole mio e del Gruppo, ma ci attendiamo un voto favorevole anche tra i banchi della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, nel leggere l'emendamento sostitutivo totale numero 163, su cui dichiaro chiaramente il mio voto favorevole, si evidenziano due cose in maniera molto chiara. La prima è l'evidente diversa filosofia che ispira l'articolo 1 dei due progetti di legge. Noi scriviamo in maniera chiara quali sono le finalità della legge, che quindi sono evidenti perché sono scritte nero su bianco. Noi individuiamo le famiglie e i portatori di handicap come i principali fruitori di questo provvedimento; voi invece individuate la ripresa, la ripartenza economica come obiettivo. Il rilancio dell'economia è importante, è fuori dubbio, è un aspetto che citiamo anche noi, però voi dimenticate, secondo me, l'aspetto più importante, e cioè proprio il riferimento alle persone alle quali è dedicato questo provvedimento.

C'è poi un altro aspetto, non voglio rubare il vostro tempo, colleghi, però ritengo importante leggervi un articolo. Presidente, lo so che non interessa, però vorrei fare un'operazione di ripasso delle finalità della legge numero 45 del 1989, fatta dall'allora presidente Floris, e che ancora oggi risulta essere una delle migliori leggi approvate nella nostra Regione. Il comma 1 dell'articolo 1 dice testualmente, lo leggo ai colleghi perché lo ricordino: "La Regione autonoma della Sardegna, in attuazione dell'articolo 3, lettera f), dello Statuto speciale approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, numero 3, disciplina le attività di uso e tutela del territorio regionale secondo le norme della presente legge e della legge regionale 11 ottobre 1985, numero 23, e successive modifiche, in collaborazione e d'intesa con gli enti locali territoriali", che voi invece dimenticate. Li dimenticate, dopo aver passato cinque anni, nella scorsa legislatura - per chi non c'era l'hanno fatto i colleghi che erano allora presenti -, dai banchi dell'opposizione, a rivendicare il ruolo degli enti locali e ad accusare noi di non averli mai considerati. Ragionamenti ripetuti fino all'esasperazione!

In questo caso con l'articolo 1, che indica le finalità della legge, avevate l'opportunità (noi lo facciamo successivamente con un comma aggiuntivo) di dare ulteriore ruolo agli enti locali e invece li trascurate, li bypassate e vi mettete a pianificare il territorio per conto loro. Per questo motivo ripropongo il mio pensiero, Assessore, lo farò in ogni intervento, ma probabilmente lei è uomo di pazienza, sa ascoltare e alla fine arriverà alle nostre stesse conclusioni. Penso che a questi temi si debba porre particolare attenzione e io auspico che voi la poniate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, lei ieri ci ha ricordato in maniera puntigliosa che il dettato del vostro provvedimento avrà ricadute occupazionali in particolare nei confronti delle imprese piccole, quelle che hanno da uno fino a cinque dipendenti, e quindi favorirà il settore artigiano, non soltanto quello delle costruzioni. Ci ha anche ricordato che per effetto di questa ricaduta implicitamente si rimetterà in moto un minimo di economia e che, contrariamente alle osservazioni di tanti di noi dell'opposizione, il vostro provvedimento non trascura la tutela e la conservazione della qualità ambientale, che è il bene prioritario, come lei ha ripetutamente sottolineato. Io ho insistito più volte nei miei interventi - mi scuso per questa autocitazione -, ma non sono stato il solo, nel rivolgere alla maggioranza l'appello ad evitare un confronto come quello a cui stiamo assistendo che, badate, non è uno spettacolo edificante per nessuno. Allora, credo che spetti a voi modificare la qualità di questo "confronto".

Ora tutto si può dire, ma non certamente che questo emendamento che noi proponiamo all'articolo 1 non si muova nelle direttrici, nel solco del dettato del vostro provvedimento. Ovviamente è una proposta che tende a tutelare una serie di cose. Non le voglio ripetere, però sono scritte. Noi aggiungiamo una qualità abitativa che deve guardare anche alle persone meno fortunate dei normodotati; non soltanto, parliamo anche di riqualificazione e così via. Assessore, le chiedo: è mai possibile che su una proposta come questa non ci sia la disponibilità ad aprire una discussione? Qui non siamo di fronte a un emendamento soppressivo; questa proposta dimostra che l'opposizione è seria e costruttiva, discute del merito, chiede di confrontarsi sul merito. Francamente non capisco il vostro atteggiamento di chiusura. Lo capisco su altre questioni, ma non su questa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Anch'io, signora Presidente, colleghi, vedo in questo emendamento uno sforzo migliorativo rispetto all'articolo 1 così come è contenuto nella proposta in esame. Mi riferisco ad alcune osservazioni che sono state fatte in quest'Aula e credo che bene abbia fatto il collega Peru a fare riferimento, stigmatizzandole, alle condizioni fatiscenti nelle quali molte della nostre realtà versano.

Penso che soprattutto in virtù di tale consapevole disastro, laddove ci fosse, occorra compiere uno sforzo preventivo e tutte le iniziative attraverso le quali il Consiglio regionale si esprimerà dovranno necessariamente realizzarsi con enorme sensibilità e ragionevolezza - ciò che non è successo nel passato -, per evitare di proseguire un'attività che anziché riqualificare segua la scia della fatiscenza e dello smantellamento delle qualità architettoniche e della vivibilità dei nostri centri abitati. Sarebbe stato opportuno considerare l'utilità di un eventuale studio - e bene ha fatto il collega Sabatini a sottoporre al Consiglio tale riflessione - sull'impatto che questa legge avrà nel nostro territorio. Non sarebbe costato granché, neanche in termini temporali, realizzare una simulazione per capire quali sarebbero potuti essere, sulla base di tale valutazione, gli eventuali correttivi per offrire a tutti le migliori opportunità, se non per sempre almeno per un lungo periodo di tempo, quindi non soltanto alle imprese, e dunque all'intero sistema economico, ma anche alle famiglie e alle persone disabili, secondo la proposta che attraverso l'emendamento noi sottoponiamo all'attenzione del Consiglio e in particolare della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Nel dichiarare il voto favorevole all'emendamento numero 163, mi soffermo su alcuni punti che modificano le finalità dell'articolo 1, proprio perché le esigenze, quelle vere, concrete, sono visibili agli occhi di tutti. Io invito i colleghi, per esempio quando escono dal Consiglio per la pausa pranzo, a notare le impalcature presenti vicino alla Via Baylle: quell'edificio fatiscente situato in Via del Mercato Vecchio, dove un tempo c'era un bel mercato stile liberty, è pubblico ed è in quello stato da anni e anni; l'edificio che sta sull'altro lato del Largo Carlo Felice, sul retro del palazzo comunale, e che ospita al pianterreno un noto caffè cagliaritano, appartiene al Comune di Cagliari ed è avvolto anch'esso da una bella impalcatura. Se ci si sposta più avanti, verso Piazza del Carmine, si incontra il palazzo Caide, che fa angolo con la Via Sassari e ospita una nota cartoleria cagliaritana. Ebbene anche quell'edificio, che è coperto da un'impalcatura e versa in stato di degrado, appartiene al Comune di Cagliari. Se poi si sale lungo il Largo Carlo Felice, verso la Piazza Yenne, si vede un edificio che è sempre oscurato e coperto da pannelli pubblicitari. E' un edificio privato, ma io che sono nato a Cagliari me lo ricordo così sin da quando ero bambino. Risalendo la Via Manno, la Via Garibaldi e così via si nota che il centro storico di Cagliari è pieno zeppo di edifici privati e pubblici in stato di degrado. Gli edifici scolastici di Cagliari e delle altre città della nostra regione non sono a norma, non sono accessibili ai disabili.

In questa direzione vanno le finalità da noi indicate, ovvero per risolvere problemi che sono reali e sotto gli occhi di tutti. Solo chi ha difficoltà visive o non vuole vedere non guarda in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io devo controllare il mio istinto, che è aggressivo, perché di fronte a una presenza, anzi a un'assenza della maggioranza di questo livello il mio carattere mi porterebbe a chiedere la verifica del numero legale. Stavolta, però, non lo voglio fare, perché l'emendamento di cui stiamo discutendo, onorevole Presidente della Commissione, onorevole Capogruppo del P.d.L., anzi onorevoli Capigruppo della maggioranza, tratta un argomento non secondario, su cui le opposizioni stanno cercando di richiamare la vostra attenzione, unitamente all'autorevole attenzione dell'assessore Asunis. Qui e ora, badate, si capisce se ci sono le condizioni per un lavoro attento, responsabile e possibilmente unitario da parte del Consiglio regionale. Infatti l'emendamento numero 163 e il seguente, oltre ad avere una valenza economica, anche perché prevedono il sostegno ai posti di lavoro ancorché provvisori, hanno una valenza di carattere culturale importante ed entrano nel cuore del provvedimento. Siamo nel cuore del provvedimento, collega Diana, rappresentato appunto dall'articolo 1.

Allora, gli emendamenti numero 163 e 114, che puntano a qualificare gli interventi legandoli a materiali, contesti, tradizioni, storie della Sardegna e ad ancorarli a una cultura profonda anche del costruire, necessitano di una risposta. Certamente sono emendamenti che confliggono con l'ultimo alinea del comma 1, laddove voi scrivete che tutte queste belle cose si possono fare "anche attraverso la semplificazione delle procedure".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo perché ritengo che sia opportuno che su questo emendamento tutta la maggioranza si esprima con un voto negativo, per due semplicissime ragioni. Intanto perché - per rispondere all'onorevole Giampaolo Diana - siamo anche noi, come maggioranza, seri e costruttivi. Sulla vostra serietà non ho niente da dire, sull'essere costruttivi non mi sembra che stamattina stiate dimostrando di aver voglia di costruire qualcosa in quest'Aula. Credo che i sardi, fortunatamente, stiano vedendo qual è il lavoro che questa mattina si sta facendo in Consiglio regionale, in modo da capire chi è che sta facendo ostruzionismo su una legge tanto attesa dalla Sardegna e da tutti i sardi e chi invece sta lavorando perché la legge sia approvata nel più breve tempo possibile.

Noi abbiamo intenzione di dare veramente, nel più breve tempo possibile, una legge ai sardi e alla Sardegna e vi chiediamo, con molta cortesia, la vostra disponibilità, anche perché è molto simpatico vedere che la sequenza delle dichiarazioni di voto su questo emendamento è uguale a quella delle dichiarazioni di voto sull'emendamento che abbiamo appena respinto. Siccome credo che i lavori di questo Consiglio regionale siano molto seri e debbano arrivare a compimento per dare leggi importanti e funzionali al nostro territorio, chiediamo a voi, molto cortesemente, di essere costruttivi, dal momento che noi siamo assolutamente disponibili al dialogo.

E' chiaro che se gli stessi presentatori con l'emendamento numero 162 chiedono la soppressione di un articolo e con l'emendamento numero 163 ne propongono la modifica non capiamo dove sia il nesso: o lo volete sopprimere, perché non lo condividete, o lo volete modificare con parole vostre, diverse da quelle che stiamo proponendo noi. Credo che questa sia serietà, noi siamo seri e continueremo a esserlo per tutta la legislatura, nel rispetto del mandato elettorale che i sardi ci hanno dato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Collega Cherchi, esiste una maggioranza che esercita il suo ruolo doverosamente ed esiste un'opposizione che altrettanto doverosamente e legittimamente svolge la sua funzione. Poi sta all'intelligenza della maggioranza e dell'opposizione cercare una misura possibile rispetto alle necessità generali, quelle della popolazione che attende, come lei dice, questa legge. Non mi pare che a oggi vi sia stata da parte vostra la volontà di trovare il modo per dialogare con l'opposizione e la ragionevolezza che lei richiama mi pare non possa essere colta da questa opposizione.

A me questa legge preoccupa, l'ho già detto in un intervento la settimana scorsa e prenderò di nuovo la parola per ribadirlo, perché mi richiama alla memoria - reminiscenze storiche - il famoso editto regio delle chiudende, che in Sardegna offrì la possibilità a tutti coloro che lo volessero di recintare, con i famosi muretti a secco, tutte le proprietà pubbliche che in quel momento risultavano indivise. Vi fu una corsa ad accaparrarsi quanto più territorio possibile. Sapete chi beneficiò di quell'editto regio? Ne beneficiarono i latifondisti, coloro che avevano già dei terreni, che avevano i danari, che erano organizzati e disponevano di manodopera gratuita. Diventarono così latifondisti, scippando i poveri, quelli che veramente lavoravano i terreni, della possibilità di continuare a utilizzarli per sostentarsi. Bene, questo provvedimento richiama quell'editto, sapete infatti chi ne beneficerà? Ne beneficeranno gli speculatori, gli imprenditori che hanno i danari e potranno fare le speculazioni che vorranno.

Insomma, se vi è la volontà da parte vostra di capire e recepire alcune segnalazioni e sottolineature siamo qua, altrimenti faremo la nostra opposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il mio voto favorevole fondamentalmente, perché con questo emendamento si dà finalmente priorità all'uomo, cioè si pone l'urbanistica al servizio dell'uomo e non del profitto. E' un emendamento che ridà importanza e rimette al centro i bisogni dei disabili, dei bambini, degli anziani. Quindi opto favorevolmente per l'emendamento proprio perché l'urbanistica deve essere rigorosamente al servizio dell'uomo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signora Presidente, intervengo solo con l'intento di modificare quella che è stata definita una lista ordinata, così come ha detto l'onorevole Cherchi. Io non sono intervenuto in dichiarazione di voto né ieri né oggi, ma a questo punto intervengo visto che sembrerebbe che ci sia una questione preordinata. A me non pare che sia così e non mi pare corretto - intervengo solo per questo motivo - parlare di poca serietà, perché se dovessimo rinvangare il passato, ci potremmo ricordare di quando sui temi del Piano paesaggistico si leggevano intere pagine di libri senza neanche sapere di che cosa si stesse parlando!

Oggettivamente mi pare che gli interventi su questo emendamento siano più che coerenti e corretti. Stiamo parlando di due posizioni che sono ideologicamente contrastanti, ma il contenuto di questo emendamento mi pare assolutamente coerente con quanto è stato detto fino a oggi. Condivido integralmente il ragionamento che ha fatto l'onorevole Meloni, che ha riproposto ciò che avevo detto in occasione delle dichiarazioni di voto sul passaggio agli articoli, e cioè che con questo emendamento si sta cercando di riportare questo provvedimento a quello che dovrebbe essere il suo naturale percorso e il suo contenuto corretto, soprattutto per quanto è stato dichiarato anche sulla stampa e per le aspettative che si sono ingenerate nella popolazione, la quale purtroppo rimarrà assai delusa dal contenuto finale di questa legge, perché, come ho avuto modo di dire, e ne sono perfettamente convinto, se sarà approvata sicuramente sarà una legge per pochi che non coglierà l'obiettivo macroscopico e ridondante che potrebbe desumersi dalla lettura del titolo. Per questo motivo voto a favore dell'emendamento numero 163.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione l'emendamento numero 163.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 163.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Espa e Uras hanno votato a favore e il consigliere Dedoni ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta:la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 65

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 24

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sign[s1] or Presidente, da settimane quasi tutti gli atti deliberativi della Giunta regionale sono coperti e inaccessibili. Ci sono importanti atti già deliberati, compresi quelli di nomina, per i quali vige il diritto di verifica, tutela e controllo da parte del Consiglio.

La vorrei invitare, ai sensi dell'articolo 5 del Regolamento, a sollecitare il Presidente della Regione - sempre che la tutela dei diritti del Consiglio prevalga nel suo giudizio sulle "esigenze di navigazione" della maggioranza - a mettere a disposizione uno strumento indispensabile, dal momento che sta venendo meno persino la trasmissione degli atti ai singoli consiglieri.

PRESIDENTE. Non le permetto, onorevole Sanna, di fare queste illazioni del tutto gratuite, perché il Presidente del Consiglio regionale rappresenta il Consiglio regionale e non la maggioranza. Le sue illazioni sono del tutto prive di fondamento, per cui la invito ad avere rispetto nei confronti della Presidenza, non avendo nessuna ragione per esprimere giudizi di questo genere.

Provvederò immediatamente, verificherò e chiederò alla Giunta di ottemperare a quanto previsto dal Regolamento.

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al

rilancio dell'economia" (67)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 114. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, credo che non ci sia motivo per manifestare una reazione alla richiesta dell'onorevole Gian Valerio Sanna, che certamente non voleva mancarle di rispetto, ma solo esprimere un'esigenza che credo sia non solo dell'onorevole Sanna, evidentemente, ma di tutto il Consiglio. Siccome il Consiglio regionale rappresenta il nostro popolo, credo sia interesse comune che chi ci ha votato, chi ci guarda, chi ci giudica abbia la possibilità di conoscere gli atti, di sapere su che base e come vengono fatte le scelte politiche. L'esigenza che è stata posta è assolutamente legittima e riguarda un fenomeno che si sta aggravando. Io sono estremamente soddisfatto della sua risposta e non ho dubbi che lei si adopererà affinché i diritti dei consiglieri all'informazione, ma anche i diritti dei sardi alla trasparenza amministrativa, siano rispettati così come lo erano nella scorsa legislatura.

Tornando al merito dell'emendamento numero 114, su cui annuncio il mio voto favorevole, vorrei dare una risposta all'onorevole Oscar Cherchi, perché qui non c'è una minoranza che si esercita in maniera sterile e strumentale in un'attività ostruzionistica. Noi abbiamo posto problemi concreti attraverso una proposta di legge alternativa che non è stata accolta in Commissione. Capiamo le ragioni della maggioranza, che ha tutti i diritti di procedere secondo l'impianto normativo che ha presentato, ma noi ci siamo permessi di spiegare e avanzare un impianto diverso, di proporre emendamenti migliorativi che non attengono alle esigenze di questa minoranza, bensì alle esigenze del sistema delle autonomie, a cominciare dal Consiglio delle autonomie locali.

Continueremo in questa attività e credo che sarebbe utile, per il rapporto tra noi, che alcuni di quegli emendamenti fossero presi in considerazione. Per esempio, ce n'è uno che riguarda le tecniche di bioedilizia, che è materia importante e potrebbe dare impulso ulteriore all'economia, così come in questo testo di legge si dice di voler fare.

PRESIDENTE. Io non ho inteso mettere in discussione la richiesta dell'onorevole Sanna. Il problema è che l'onorevole Sanna non si è limitato ad avanzare la richiesta ai sensi del Regolamento, ma è andato un po' oltre, proponendo delle illazioni del tutto gratuite.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, per stare in tema, vorrei dire che l'onorevole Oscar Cherchi, dopo che mi sono permesso di fare un normale richiamo alle capacità di dialogo di quest'Aula, si è lasciato andare a una filippica contro gli atteggiamenti non costruttivi, o pseudo tali, della minoranza. Probabilmente l'onorevole Oscar Cherchi, quando parla di comportamenti costruttivi, attribuisce al termine "costruttivo" il significato di "mettere in moto la betoniera"! Io tentavo di fare un ragionamento un pochino più profondo e più ampio su quelle che sono le finalità, anche di carattere culturale, di un provvedimento del genere, ma probabilmente non sono stato in grado di esprimere appieno questo concetto.

Relativamente al problema posto dall'onorevole Gian Valerio Sanna, signora Presidente, non intendo suscitare assolutamente nessuna polemica, le chiederei però se è possibile, tramite gli Uffici del Consiglio, far sapere ai consiglieri regionali, a tutti i consiglieri regionali, quali sono le modalità per poter accedere al sito istituzionale della Regione. Perché dico questo? Perché non più tardi di avantieri - ed era presente anche ieri, oggi non l'ho visto e quindi non lo so ma fino a ieri era ancora presente -, l'assessore Prato ha utilizzato il sito istituzionale della Regione per intervenire in una polemica giornalistica contro il sottoscritto. Allora, siccome il sito istituzionale della Regione è della Regione…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, stava intervenendo per dichiarazione di voto, quindi si limiti alla dichiarazione di voto. Nel caso, può chiedere di intervenire sul Regolamento, anche se mi sembra che la questione sia stata già definita avendo la Presidenza dato la propria disponibilità a verificare quali sono le manchevolezze della Giunta e a provvedere in merito.

Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Mi scusi, signora Presidente, io non sto cercando manchevolezze, sto dicendo che mi serve capire, come penso serva a tutti i consiglieri regionali, quali sono le modalità d'accesso al sito istituzionale della Regione, affinché un consigliere regionale abbia le stesse prerogative e le stesse possibilità di utilizzo del sito che hanno gli Assessori regionali.

Chiudo questa parentesi dicendo che l'emendamento 114 - non vedo l'onorevole Cherchi, ma pazienza - è un ulteriore tentativo di approfondimento dei temi posti dall'emendamento numero 163, appena bocciato dalla maggioranza. Anche in questo emendamento è presente un richiamo fortissimo a quelle che sono le valenze culturali del paesaggio e non solo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 114, però prendendo atto, così come ho fatto nel precedente intervento sull'emendamento numero 163, della contraddizione tra le cose che si dicono e il voto che viene espresso, perché anche questo emendamento, che non intacca granché dell'impianto della legge che stiamo esaminando, aggiunge, così come sollecitato dalla maggioranza, proposte migliorative, per esempio quando fa riferimento all'utilizzo dei materiali edili in regime di bioedilizia. Quale cosa più opportuna e puntuale, nel momento in cui si propongono aumenti volumetrici, del richiamo all'utilizzo di materiali che ormai in tutto il mondo si sta pensando di utilizzare per interventi nel settore edilizio?

Temo, però, che anche questo emendamento sarà rigettato dalla maggioranza e questo sta a significare che l'appello al contenimento dell'ostruzionismo - che il collega Uras ha accolto, pur ribadendo che questa legge non ci piace - viene fatto anche quando la minoranza propone interventi migliorativi di un testo che non condivide, ma che vorrebbe comunque integrare con i suggerimenti opportuni che è stata in grado di elaborare e proporre alla vostra attenzione, al fine di contenere i danni che questa legge produrrà.

Confermo il mio voto favorevole all'emendamento numero 114, continuando a sperare e ad augurarmi che possa raccogliere consensi tra i banchi della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sull'aspetto delle illazioni respingo le sue considerazioni, Presidente.

Io non so a chi spetti vigilare, non so perché sia stato costretto a parlarne io oggi, presumo che l'informazione dei consiglieri non sia una priorità e ho solamente fatto presente che non è immaginabile che un consigliere regionale debba aspettare un mese per poter prendere visione di atti fondamentali. Non so chi se ne debba occupare, ho solo rappresentato il problema. Se non si è ottemperato prima in via automatica presumo che ci siano altre priorità. Non c'è dunque nessuna illazione, se poi lei se la prende anche per un atto che vuole essere di collaborazione, le ricordo che anche lei è un consigliere regionale ed evidentemente ha diritto di poter conoscere gli atti della Giunta. Tutto qua.

Sull'emendamento numero 114 ribadisco il parere favorevole, perché si mantiene ulteriormente il profilo di correttezza della norma, parlando di riqualificazione e di miglioramento, e si esplicita in quale direzione sono da interpretare questa riqualificazione e questo miglioramento. Non certo col sistema dell'ampliamento dei volumi!

Vorrei ricordare all'Assessore, per essere più preciso, che effettivamente nel passaggio dal decreto legislativo numero 42 ai decreti legislativi numero 157 e 63 -forse è passato inosservato - la norma sulla inderogabilità dei piani di sviluppo economico rispetto alle previsioni dei piani paesaggistici è una new entry, nel senso che non c'era né nel decreto legislativo numero 42 né nel numero 157. Domanda: perché è entrata in gioco? Perché è accaduto esattamente quello che la Corte costituzionale e il TAR ci hanno detto da sempre. Cioè, siccome accade spesso che qualcuno usi degli strumenti impropri per modificare vincoli sovraordinati, è stata inserita questa norma. Ora, avendo voi battezzato questo provvedimento come "un intervento straordinario per lo sviluppo economico", abbiamo centrato l'argomento, nel senso che è un elemento di censura assolutamente inequivocabile che va nella direzione opposta a quella che il legislatore statale ha voluto in qualche modo disporre. E' anche per questo che la invito a riflettere sul fatto che questo provvedimento, così come disposto, si offre molto generosamente alla sua censura costituzionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signora Presidente, chiaramente esprimo il mio voto favorevole all'emendamento, ma vorrei anche chiarire - una volta per tutte mi auguro, perché in queste cose ci inseguiamo e va bene che ciò accada sui giornali, però farlo all'interno di quest'Aula, anche perché ogni giorno ci si incontra nei corridoi del palazzo, mi sembra estremamente scorretto - al collega Oscar Cherchi e a chi eventualmente avesse la sua stessa perplessità, che l'opposizione esercita il proprio ruolo, ma lo fa con coerenza. Nel senso che noi abbiamo presentato in maniera chiara emendamenti che ripropongono la nostra proposta di legge che non è stata assolutamente considerata, né discussa, né esaminata, né valutata neanche in una virgola della sua complessità e completezza. Quindi prima di tutto riproponiamo questi emendamenti e successivamente proponiamo emendamenti che, a nostro parere, sono migliorativi del vostro testo di legge.

Si continuano a sentire ragionamenti del tipo: "Proponete un emendamento e successivamente ne proponete un altro", ma questo è legato esclusivamente a un atteggiamento serio da parte nostra. Vi ricordo che sul Piano paesaggistico regionale voi avete fatto barricate leggendo pagine di libri che non avevano nessuna attinenza con quel tema, procrastinando così l'approvazione di strumenti importanti per i sardi. Quindi con serietà e nel rispetto dei ruoli, auspico sinceramente che su questo aspetto non ci ritorniamo e che ogni intervento venga ascoltato per il contributo che può rappresentare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Oscar Cherchi, evidentemente a nome dell'intera maggioranza, e ne ho dedotto che avete deciso di non dialogare, che ritenete di avere la verità in tasca, per cui il testo è blindato, avete i numeri, non avete bisogno di nessuno, non ascoltate nessuno. Andate pure avanti, però non fate appelli, onorevole Vargiu, al dialogo, richiamando il ruolo della minoranza. Voi rappresentate tutti, vi hanno dato i voti, rappresentate l'intero corpo elettorale, perfino la minoranza. Noi crediamo che il vostro sia un modo sbagliato di procedere, però ne prendiamo atto e ci regoleremo di conseguenza. Non ascoltate nessuno, non comunicate, non siete neanche trasparenti.

Sul tema che ha sollevato poco fa il consigliere Gian Valerio Sanna, vorrei dire che la delibera importantissima sulla rimodulazione dei fondi FAS, assunta il 7 agosto, è stata pubblicata nel sito della Regione nei primi giorni di settembre. Tema importantissimo, su cui tra l'altro vi era una delibera assunta dalla Giunta Soru; delibera che voi avete deciso, legittimamente, di rimodulare, perdendo tempo e chiedendo al presidente Berlusconi un incontro che ancora non vi ha concesso, che non ha concesso al presidente Cappellacci. L'importo indicato in quella delibera è stato rimodulato in 2 miliardi e 100 milioni di euro, risorse importantissime che comprendono i fondi della Sassari-Olbia, su cui c'è un colpevole ritardo. Su questo non siete trasparenti, non ci dite subito che cosa fate, ce lo dite un mese dopo.

Io ho chiesto al presidente Maninchedda l'audizione dell'assessore La Spisa su questo argomento, ma non è stata concessa. Credo che non sia questo il modo di procedere. Voi non volete il dialogo, il confronto, volete semplicemente andare avanti in maniera autoritaria.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, serietà è un concetto che in politica ha molti significati: ha il significato del rispetto rigoroso delle regole, ha il significato del rispetto rigoroso delle opinioni nella democrazia, ha il significato del rispetto rigoroso delle funzioni. Insomma, qua ogni tanto si fa un richiamo generico a dei valori avendo la presunzione di essere gli unici portatori di quei valori.

Io non amo questa modalità, non m'interessa. Ho detto dall'inizio che, per il testo che contiene, questa legge da me è rigettata. Io ho diritti, forse anche interessi da rappresentare, che sono quelli degli elettori che qua mi hanno mandato a rappresentarli e che di quel testo non condividono nulla. E purtroppo sono riuscito anche a sentirli tutti, perché non sono molti, al contrario dei vostri elettori, molti dei quali non vi hanno votato per ciò che proponete, ma vi hanno votato come atto di ribellione nei confronti di una gestione dell'amministrazione regionale e della politica regionale che non era stata condivisa. Io farò questa battaglia lealmente, l'ho detto, senza nascondermi, come è mio costume, e quindi seriamente, secondo il mio punto di vista, e la farò anche nel merito. E se qualche volta saremo in condizioni di chiudere con qualcosa di positivo ben venga per i sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 114.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Bardanzellu e Floris Mario hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta:la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 23

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 395.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi ci proviamo e continuiamo a proporre attenzione su aspetti che riguardano il settore dell'edilizia attraverso emendamenti che possono migliorare questa proposta di legge.

L'emendamento numero 395 fa specifico riferimento all'housing sociale, che credo sia un aspetto da mettere in evidenza, considerato che è una modalità di intervento che sta riscontrando grande attenzione in Europa, in particolare in Olanda, Svezia, Gran Bretagna e Francia, dove rappresenta rispettivamente il 36, il 23, il 22 e il 20 per cento del mercato residenziale. Evidentemente sono Paesi che danno un segno sicuramente di attenzione a problemi importanti come questo. Ma ci sono esempi importanti anche in Italia, in particolare in Umbria, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Si registra quindi, come dire, un certo equilibrio tra regioni amministrate dal centrodestra e regioni amministrate dal centrosinistra. In modo particolare il programma lombardo per l'edilizia residenziale pubblica individua alcune importanti linee di azione orientate all'integrazione tra pubblico e privato e al sostegno economico delle famiglie in difficoltà nel mercato della casa, quindi la Lombardia dimostra una grande attenzione a questa tematica.

Io credo che attraverso la proposta contenuta in questo emendamento si faccia riferimento a un aspetto vitale per la società attuale, soprattutto per la parte di essa maggiormente in difficoltà. E' il terzo emendamento migliorativo e integrativo del vostro testo di legge; i primi due li avete rigettati in maniera compatta. Noi però insistiamo e vi sollecitiamo a prendere in considerazione i nostri emendamenti, anche perché siamo stati a nostra volta da voi sollecitati ad avanzare proposte migliorative. E' quello che abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 395 solleva il problema dell'edilizia residenziale pubblica, giusto per ridimensionare l'enfasi con la quale l'Assessore ha spiegato che questo non è il piano casa. Il piano casa arriverà, ha detto, e arriverà sulla base - sentite un po' - di 200 milioni di euro per l'edilizia pubblica; 200 milioni di euro per tutta l'Italia.

Questi 200 milioni di euro sono ciò che rimane dei 500 milioni stanziati per l'edilizia residenziale dal Governo Prodi. Ci sarebbe da domandarsi dove sono finite nel frattempo le altre risorse. Ma per decretare l'inconsistenza e la risibilità di questo atto governativo basterebbe citare solo il fatto che il precedente Governo regionale, negli ultimi tre anni, ha stanziato per l'edilizia residenziale pubblica 270 milioni di euro di risorse proprie. Cioè lo Stato stanzia 200 milioni di euro per tutta l'Italia, mentre negli ultimi tre anni il Governo regionale ha stanziato 270 milioni solo per la Sardegna. Giusto per lasciare agli atti la rilevanza degli esempi che si fanno!

Ma l'elemento più drammatico sono le informazioni che ci vengono dal territorio. Stiamo rappresentando un modo di vendere noi stessi, e non ce ne accorgiamo neanche. L'altro giorno, lo diceva il collega Bruno, ad Alghero moltissime persone ricordavano come, purtroppo, per poter trovare una casa al fine di costruire una famiglia, un giovane debba andare a Olmedo, perché ad Alghero, dove pure si stanno costruendo palazzi a tutto andare, non si trova una casa da acquistare. In un programma televisivo andato in onda sulla RAI qualche giorno fa e che riguardava un'indagine su quelli che dichiarano un reddito di 14 mila euro e viaggiano in Ferrari, si è parlato di un signore, un cosiddetto "continentale", sul cui reddito è stato fatto un accertamento fiscale scoprendo che possiede ben quindici unità immobiliari a San Teodoro. Cioè il nostro patrimonio edilizio è posseduto da questi signori che, ovviamente, poi provvedono ad affittare.

Vorrei sapere se avete considerato questi problemi, come intendete affrontarli e qual è il senso di questo provvedimento, se non quello di incrementare questa logica schizofrenica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, intervengo sull'emendamento numero 395, su cui dichiaro il mio voto favorevole, perché condivido le cose che sono state dette prima di me dagli onorevoli Carlo Sechi e Gian Valerio Sanna. Con questo emendamento noi tentiamo di rispondere a un'esigenza dettata dalla crisi economica. Condivido l'emendamento anche perché all'espressione "crisi economica" è stato affiancato il termine "sociale", rafforzando le affermazioni per me sbagliate - lo dico in modo sommesso, senza gridare, senza strepitare - dell'onorevole Diana, il quale ieri diceva che noi vediamo solo i derelitti, i bisognosi, i poveri, cioè immaginiamo così la Sardegna. No, noi non immaginiamo la Sardegna in questo modo; noi speriamo che la Sardegna esprima anche eccellenze, possibilità future di miglior sviluppo, eccetera, cioè non abbiamo una visione negativa del futuro.

Tuttavia, onorevole Diana, oggi stanno male anche persone che un tempo stavano bene. Non c'è, oggi, l'emigrazione dei braccianti agricoli che si registrava nella prima e nella seconda metà del '900, ma c'è fondamentalmente un'emigrazione di giovani che possiedono titoli di studio; molto spesso il titolo è la laurea, a cui si affiancano un master e un dottorato di ricerca. Perdiamo, insomma, le migliori intelligenze e le migliori energie della nostra realtà, che abbiamo formato noi, intendendo per noi l'amministrazione pubblica, fin dalle scuole elementari, mettendo a correre risorse nell'università proprio per avere queste eccellenze. Allora, sono questi giovani che oggi vanno a vivere non nelle periferie delle città in cui sono nati, ma in paesi distanti trenta o quaranta chilometri. Sono cittadini che vanno a vivere in altre realtà perché non hanno la possibilità di acquistare casa nelle loro città.

Quindi il mio voto è favorevole proprio perché l'emendamento numero 395 tende a risolvere i problemi delle giovani coppie, dei deboli, degli anziani, dei portatori di handicap e degli immigrati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). L'emendamento numero 395 ripropone un argomento che abbiamo sollevato anche nel corso della discussione generale, cioè il fatto che, a nostro avviso, il provvedimento in discussione oggi dovrebbe prevedere anche un piano per l'edilizia residenziale pubblica, quindi dovrebbe essere un vero e proprio piano casa. L'Assessore ci ha spiegato che così non è e così non sarà per quanto riguarda questo provvedimento. Ci è stato detto ieri che ci sarà la fase 2 e che, quindi, in quella fase si darà il via libera alle volumetrie senza prevedere interventi specifici di edilizia sociale, in particolare a favore delle fasce più deboli, delle giovani coppie, degli anziani, dei portatori di handicap, come invece prevede questo emendamento, su cui annuncio naturalmente il voto a favore.

E' evidente che questo emendamento non potrà essere approvato, è evidente che riceverà un'ulteriore bocciatura dai banchi di quest'Aula, ma è altresì evidente che la minoranza continuerà a proporre questo tema, perché auspica che nella discussione siano presi in considerazione perlomeno alcuni emendamenti che non stravolgono l'impianto della legge, ma semplicemente fanno chiarezza e ridanno spazio e ruolo alle autonomie locali, piuttosto che precisare, come nell'emendamento successivo, la data entro la quale occorre essere in possesso dei titoli per provvedere agli aumenti volumetrici.

E' chiaro che questi emendamenti dovrebbero o potrebbero essere utilizzati dalla maggioranza per avviare una riflessione e valutare quali emendamenti possono fare salvo l'impianto della vostra legge senza che passiate alla storia, come ho detto ieri, come i cementificatori di tutto, compresi i nostri centri storici e le nostre coste.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario all'emendamento numero 395 e per significare all'onorevole Gian Valerio Sanna che, in data 8 gennaio 2007, il sottoscritto, con l'allora collega Liori, fece un'interrogazione all'onorevole Presidente della Regione per avere notizia di alcune delibere - ho qui l'elenco - che ancora oggi non sono state pubblicate e delle quali stiamo cercando traccia. Sono delibere passate al vaglio della Giunta regionale, di molte delle quali ignoriamo ancora il contenuto. Ci sono tutti i motivi per potersi lamentare, l'ho fatto io, figuriamoci se non lo fate voi, ma io sto parlando delle delibere di un intero anno, il 2006. Siamo nel 2009 e ventuno delibere della Giunta Soru non hanno mai trovato pubblicazione, peraltro non è stata data risposta neanche all'interrogante. Quindi ci sono molti modi per discutere di questa materia.

Era una materia seria quella a cui si riferiva l'emendamento numero 114. Mi sono preso la briga di scannerizzare questo emendamento e il testo dell'articolo 1 della legge in discussione e, con un meccanismo che oggi è possibile, ho potuto rivedere che cosa fondamentalmente cambiasse nel concetto espresso da voi e nel concetto espresso nell'articolo 1. L'unica differenza, onorevole Ben Amara, era nell'uso del termine bioedilizia. Sfido chiunque a mettere mano a un ampliamento di dieci o quindici metri quadri utilizzando tutti i moderni sistemi di bioedilizia! Scriviamolo nella legge numero 32 e quando l'Assessore, credo fra qualche settimana, produrrà il testo che dovremo esaminare, cominciamo col dire che tutto ciò che di nuovo si costruirà d'ora in avanti, soprattutto ciò che verrà realizzato con contributo pubblico, dovrà essere costruito seguendo i canoni della bioedilizia. Non ho niente in contrario, ma la novità di quell'emendamento era solo questa, che nulla ha a che vedere ancora una volta con questo testo di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il voto favorevole a questo emendamento, che prevede un programma straordinario di edilizia residenziale pubblica rivolto alle fasce più fragili della nostra società, quindi alle giovani coppie e anche agli studenti, perché gli studenti e la cultura drammaticamente non vengono intesi da noi come una grossa risorsa. Anziché accoglierli per arricchire il nostro sistema, noi gli studenti li scacciamo verso le periferie delle nostre città.

Inoltre, mi colpisce molto anche il fatto che questo emendamento tenga conto degli emigrati, che sono un'altra delle nostre realtà. Che ci piaccia o no, il modello di società evolve inevitabilmente verso dei modelli interculturali, per cui con questo dato dovremo fare i conti. Credo pertanto che affrontare il problema dell'ospitalità nei confronti degli immigrati sia un atto di civiltà dovuto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Onorevole Diana, con la Giunta Soru, nella scorsa legislatura, le delibere erano on line mezz'ora dopo la conclusione delle riunioni della Giunta, ora invece dobbiamo aspettare mesi!

Entriamo nel merito dell'emendamento numero 395, che noi abbiamo presentato per marcare le differenze. Qui si parla dei beneficiari di questo provvedimento, si parla di un programma straordinario di edilizia residenziale pubblica; voi volete fare, invece, un programma straordinario di edilizia privata di cui non sono beneficiarie imprese con maestranze ridotte a tre o cinque unità, assessore Asunis - magari questo non è nelle sue personali intenzioni, ma in quelle della parte politica che l'ha indicata sicuramente sì - ma ben altre imprese private e grandi.

Beneficiarie, per noi, sono le giovani coppie e le famiglie. Noi diciamo che è prioritaria - è per noi la fase 1 - l'erogazione di contributi a fondo perduto per l'acquisto e la ristrutturazione della prima casa e che occorre trovare risorse ulteriori per finanziare la legge numero 32. Abbiamo come obiettivo quello di una legge che veramente dia risposte a chi la casa non ce l'ha, che affronti prima di tutto il problema dei più poveri, di chi ha una casa inadeguata, degli affitti per gli studenti, per i giovani e per gli anziani, che affronti il problema degli sprechi di energia e dell'impatto ambientale di un patrimonio edilizio vecchio e di scarsa qualità, che tenga conto dei servizi inefficienti, che affronti il problema dell'organizzazione della città nel suo complesso, il problema delle periferie e della dispersione urbana. Queste sono per noi esigenze fondamentali e strettamente collegate alla nostra idea di città, di urbanistica e di tutela del paesaggio. Per affrontarle serve davvero un piano, ma non è il piano che proponete voi, che è veramente un piano di cementificazione, non possiamo che denominarlo in questo modo, che non risolverà il problema della casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Altre volte ho detto che il centrosinistra non fa opposizione pregiudiziale, ma fa opposizione sul merito e ho detto anche che la nostra sarebbe stata un'opposizione di governo, cioè a fronte della vostra proposta, che non condividiamo, noi avanziamo una proposta alternativa. L'onorevole Diana dice: "Ma questo non c'entra niente con quello che abbiamo proposto noi". Ci mancherebbe altro che c'entrasse! Non deve entrarci per niente con quello che avete proposto voi! E' esattamente il contrario! Se noi fossimo stati la Giunta regionale avremmo detto che occorre dare risposta al bisogno dei cittadini della prima casa, avremmo fatto un altro articolato, l'avremmo sottoposto alla discussione e voi ci avreste detto: "Ma così mettete lacci e laccioli alle imprese, anzi è un costo enorme per il bilancio regionale, si sacrificano altre situazioni!". E' esattamente quello che la democrazia richiede e noi dobbiamo incominciare a capire che abbiamo bisogno di democrazia.

In altre circostanze queste aule si animavano, fuori c'era gente, il dibattito veniva seguito con attenzione, c'era partecipazione, c'era sete di democrazia agli inizi degli anni '50 e '60, c'erano i grandi movimenti, le diverse ideologie, che sono l'impianto ideale di chi fa politica e non una specie di spazzatura da cancellare.

Noi abbiamo di nuovo bisogno di democrazia, ci siamo adagiati e la stiamo perdendo, ne stiamo perdendo il valore, la consapevolezza. Noi insistiamo con la nostra posizione, che è alternativa alla vostra, e meno male che è così, perché almeno consentiamo ad altri di poter scegliere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signora Presidente, stamattina sono arrivata in ritardo perché, neanche a farlo apposta, sono stata richiamata urgentemente dai carabinieri del mio comune per il fatto che due padri di famiglia marocchini sono in pianta stabile di fronte alla stanza del sindaco e chiedono un alloggio per la propria famiglia. Sono stati sfrattati pochi giorni fa, i loro bambini, che dovrebbero andare a scuola, sono per strada e c'è l'esigenza fortissima di dare loro una risposta. Sono persone che vivono da anni nel mio comune, che stanno stabilmente a Sorgono e i cui bambini frequentano le scuole, anche con profitto. Con tutti gli aiuti che sono stati dati dalla pubblica amministrazione e dal volontariato, devo dire che c'è un forte impegno per favorire l'integrazione di queste famiglie.

Oggi c'è il problema della casa. Noi non facciamo opposizione pregiudiziale, diceva il collega Uras, noi facciamo opposizione sulla base dei dati reali. E i dati reali ci dicono che anche nei paesi piccoli come il mio, come la maggior parte dei paesi della Sardegna, c'è un problema di accesso alla prima casa, un problema serissimo che può essere affrontato anche attraverso il programma di housing sociale e su questo noi dobbiamo lavorare. Lavorando su questo potremo rispondere a due esigenze: il rilancio dell'economia attraverso l'edilizia e la risoluzione di un problema serissimo di ordine sociale che sta manifestandosi ovunque.

La nostra non è, quindi, un'opposizione pregiudiziale, ma è un'opposizione che guarda alla vera realtà della Sardegna, ai bisogni delle persone e in particolare dei più deboli e dei più disagiati. Noi chiediamo risposte in questo senso. Oggi si è verificato il caso di Sorgono, non oso immaginare cosa succeda nelle grandi città. Il richiamo è alle esigenze reali della Sardegna per poter rispondere contemporaneamente, con questo provvedimento, all'esigenza di carattere sociale e, perché no, anche a quella di carattere economico. Voto a favore dell'emendamento numero 395.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 395. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 164.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 164.

(Segue la votazione)

OPPI (U.D.C.). Non funzionava il dispositivo.

PRESIDENTE. Perché non me l'avete segnalato? Allora annullo la votazione prima di proclama[s2] rne il risultato. Indico una nuova votazione, pregando i colleghi di segnalare i malfunzionamenti del sistema elettronico, perché se dopo aver dichiarato aperta la votazione non ricevo segnalazioni devo ritenere che le cose vadano bene.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 164.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 26

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri:Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)

L'emendamento numero 165 è stato spostato all'articolo 4. Passiamo all'emendamento numero 350.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Solo per chiederle di verificare il funzionamento del sistema elettronico, perché mentre i consiglieri votavano apparivano i numeri sul tabellone, il che non mi sembra corretto.

PRESIDENTE. L'ho già fatto presente agli Uffici. Si trattava della videata della precedente votazione.

BRUNO (P.D.). No, mentre i consiglieri votavano i numeri venivano modificati.

PRESIDENTE. L'ho visto anch'io e l'ho già fatto presente agli Uffici.

BRUNO (P.D.). Sì, però la votazione sarebbe da annullare.

PRESIDENTE. Se volete ripeterla la annullo, non c'è nessun problema, però l'esito è già stato proclamato.

(Interruzioni)

Grazie. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). L'emendamento numero 350, che applica le disposizioni di questo testo di legge anche agli edifici soggetti a specifiche norme di tutela, ancorché sottoponendo gli interventi all'autorizzazione paesaggistica, ma sempre in deroga alle previsioni degli eventuali piani particolareggiati o degli strumenti urbanistici dei comuni, dà il senso di una maggioranza che non solo porta avanti un suo disegno, ma - Assessore, mi rivolgo soprattutto a lei - presa da parossismo cementificatorio vuole intervenire proprio su tutto.

Io mi chiedo: che cosa vi impedisce di lasciare fuori da questo provvedimento gli edifici soggetti a tutela? Perché avete bisogno di intervenire proprio su tutto, su qualsiasi casa, anche quelle costruite in cima a un promontorio, dove un aumento del 10 per cento o addirittura maggiore provocherebbe comunque uno stravolgimento, fino all'ultimo albergo, anche quello che rimane vuoto tutto l'anno o che magari è stato già ristrutturato e riadattato? Qual è il motivo, Assessore, mi rivolgo a lei e a tutta la maggioranza, per cui dobbiamo passare alla storia come quelli che vogliono cementificare tutto? Cosa cambierebbe nell'impianto della vostra legge se qualche costruzione in un centro storico o in riva al mare la si lasciasse fuori da questo provvedimento? Qual è l'impatto sull'economia? Qual è l'impatto sulle piccole imprese? Perché c'è quest'ansia, questo bisogno, questa pressione enorme a ricomprendere tutto, ad aumentare le volumetrie su tutto, persino creandovi problemi, creando contraddizioni in un testo che, come sappiamo, non prevede neanche limiti volumetrici, mentre l'accordo Stato-Regioni prevedeva, anche se in maniera indicativa, il limite massimo di 200 metri cubi? Immaginiamo un edificio che non aumenta di 200 metri cubi, ma di 2 o 3 mila metri cubi in zona tutelata! Perché voler apparire veramente come i cementificatori di tutto?

Ecco, noi vi invitiamo a riflettere su questo emendamento, su cui voterò contro. Ci sono tre o quattro emendamenti che prevedono alcuni estremismi cementificatori e ritirarli forse aiuterebbe la discussione di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 350 è un'esemplificazione di come la maggioranza, a nostro modo di vedere, intenda l'urbanistica a sportello, e cioè: "Speriamo che l'Ufficio del paesaggio ci rilasci l'autorizzazione paesaggistica, poi vedremo come muoverci". E se si riesce a ottenere l'autorizzazione paesaggistica questa norma si applica anche ai beni tutelati. Che cosa si applica? Quello che vedremo dopo, ossia le deroghe.

Io temo, al contrario, che l'Ufficio del paesaggio non potrà autorizzare interventi in deroga, perché la sua missione ha come oggetto la verifica del rispetto delle tutele previste, punto primo. Secondo punto: basterebbe leggersi il Codice Urbani per capire qual è la nuova disciplina attraverso la quale si devono autorizzare da punto di vista paesaggistico questi interventi. Non c'è, poi, solo l'Ufficio del paesaggio; c'è anche la Sovrintendenza che dovrà esprimersi. Quindi credo che questo emendamento tenti di ingenerare una speranza in quelli che attendono, generalizzi il problema, ma di fatto renda impraticabile questa speranza. Ed è una dimostrazione tutto sommato abbastanza efficace di un percorso demagogico, quello cioè che porta a sostenere che tutto è modificabile, tutte le regole sono eliminabili. Io credo che il grado di civiltà di un popolo sia dimostrato anche dalla capacità dei propri governanti di riconoscere che oltre ai sì possono essere detti dei no e questo non deve far vergognare nessuno. Spetta a noi l'alto compito di disciplinare una convivenza civile e rispettosa delle regole ee dei beni indisponibili che appartengono alla collettività.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Con un'espressione popolare, davanti a una proposta come questa dovremmo dire che "ce ne cadono le braccia", perché evidentemente non c'è proprio limite alle cose se si ha la sfrontatezza di intervenire su un argomento come questo senza riflettere sul fatto che se un edificio è già soggetto a una specifica tutela a monte ci sarà una ragione. Ci sarà pur stato un esame sul valore del bene che si è ritenuto di sottoporre a vincolo di tutela, proprio per preservarlo da possibili interventi di superfetazione o quant'altro. Penso, per esempio, a un bene che in qualche modo è tutelato, ovvero il centro storico di Alghero, o alla gran parte dei centri storici, almeno quelli delle sette città regie della Sardegna o anche di città non regie che dovrebbero essere soggetti a vincolo di tutela per la loro unicità, perché nel loro complesso vengono individuati come beni monumentali.

Su questo io credo si alzi di nuovo una barriera tra centrosinistra e centrodestra, tra maggioranza e opposizione. Sulle proposte migliorative la vostra risposta è rimasta netta; rimane netta la nostra posizione nei confronti di una legge che, come sta accadendo in tutte le regioni d'Italia, sta per entrare nella classifica delle migliori e peggiori leggi. Circola voce, in questi giorni, che la legge peggiore la stia predisponendo la Campania, a guida Bassolino, e di questo eravamo fortemente preoccupati. Non ci consola il fatto che la Giunta Cappellacci voglia scavalcare la Giunta Bassolino nel raggiungere il primato della legge più indecente nella materia che abbiamo in esame.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. L'emendamento numero 350 è stato presentato dalla Giunta regionale con la finalità di evitare che dalla lettura degli articoli che seguono qualcuno potesse pensare di poter provvedere all'avvio ai lavori solo dopo aver ottenuto la concessione edilizia, nel caso degli interventi richiamati agli articoli 3 e 4, oppure ai sensi della normativa nazionale e delle procedure di velocizzazione contenute nel testo che sono riferite alla dichiarazione di inizio attività. Il che vuol dire, per essere ancora più puntuali, che la volontà della Giunta non era di certo quella che erroneamente, ritengo, qualche consigliere regionale ha palesato in termini chiari e inequivocabili.

Se dalla lettura dell'intero testo degli emendamenti è chiaro che laddove ci sono dei vincoli deve essere acquisito inequivocabilmente il preventivo nulla osta, la Giunta regionale, che pensava di rendere un servizio ulteriore in termini di chiarezza, ritira l'emendamento numero 350.

PRESIDENTE. Decadono pertanto tutti gli altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto su questo emendamento. Colleghi, se cancellate le prenotazioni potrete iscrivervi a parlare sul prossimo emendamento. Grazie.

Passiamo all'emendamento numero 400.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Io ringrazio l'Assessore, perché col ritiro dell'emendamento numero 350, che diceva una cosa che mi auguro fosse scontata, cioè che per i beni in esso indicati ci fosse comunque bisogno dell'autorizzazione paesaggistica, ha dimostrato che in quest'Aula è ancora possibile un dialogo e un confronto che può portare all'accoglimento anche delle ragioni della minoranza. Voglio considerarlo in termini positivi, perché nessuno di noi qui è affezionato al proprio ruolo o si sente ingabbiato in un ruolo, che è soltanto quello di oppositore.

Noi abbiamo fatto la nostra proposta alternativa, abbiamo certamente individuato finalità diverse e priorità diverse da quelle che avete individuato voi, ma ci riserviamo e ci riserveremo ancora nel corso della discussione, Assessore, ringraziandola per l'attenzione, di specificare e individuare emendamenti migliorativi che possano mettervi nella condizione di difendere questo testo senza apparire inutilmente come cementificatori o come quelli che mettono in un angolo le preoccupazioni che vengono evidenziate, per esempio, dalle autonomie locali.

E' evidente che l'emendamento numero 400 non potrà essere accolto, io comunque dichiaro il mio voto favorevole, perché sono favorevole a una filosofia diversa, che è quella del recupero e della messa in moto dell'economia senza prevedere nuove volumetrie. Non dimentichiamoci che questi incrementi volumetrici, anche se apparentemente non hanno un costo, in realtà un costo ce l'hanno sempre e viene scaricato sui nostri beni paesaggistici o sui servizi pubblici, che quindi vengono meno. E qualcuno dovrà pagare per questo, perché la pressione antropica che ci sarà nei nostri centri storici dovrà essere pagata dalla collettività.

Dichiaro, ripeto, il mio voto favorevole all'emendamento numero 400 ed esprimo apprezzamento per la capacità di ascolto che l'Assessore ha dimostrato poc'anzi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voglio intervenire nel merito dell'emendamento numero 400, che è un emendamento aggiuntivo all'articolo 1. Facciamo lo stesso ragionamento che abbiamo fatto prima: siccome l'articolo 1 è in contrasto con tutto il resto, cerchiamo di renderlo coerente e se la finalità di questo provvedimento è rilanciare l'economia favorendo interventi diretti alla riqualificazione e al miglioramento della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale, della compatibilità paesaggistica e dell'efficienza energetica, tutto questo si può fare senza determinare alcun incremento di volumetrie. Cioè, se vogliamo riorganizzare al meglio il nostro patrimonio edilizio lo possiamo fare anche senza aumentare di un metro cubo i nostri fabbricati.

Questo lo dico perché è questo il ragionamento: voi presentate una bella cornice all'articolo 1 e poi dentro la bella cornice c'è una pessima crosta, c'è un quadro di scarso valore. C'è una media generalizzata, liberalizzata di possibilità di nuova costruzione del 30 per cento, cioè noi prendiamo tutto il nostro patrimonio edilizio, ci "zacchiamo" sopra un bel 30 per cento e vi lascio immaginare che cosa ne viene fuori. E come lo facciamo? Badate, uno aggiunge mezzo piano, un altro una stanza, un altro ancora fa una specie di costruzione, magari obliqua, ne vengono fuori schifezze edilizie di straordinaria valenza! Passeremo il tempo a farci fotografare per far vedere come saremo riusciti ad abbruttire il nostro paesaggio, a non qualificare il nostro patrimonio edilizio, a renderlo persino più insicuro consentendo di abitare in sottani, scantinati e sottotetti, che sono considerati locali di sgombero.

Anche con questo emendamento noi cerchiamo di avviare verso la strada giusta la maggioranza, pertanto voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io voterò a favore, chiaramente, dell'emendamento numero 400, che ho sottoscritto. Non ripeterò niente di quanto è stato già detto dai colleghi Porcu e Uras, voglio solo ritornare, se ella me lo consente, sull'emendamento numero 350, che essendo un vero e proprio incitamento...

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l'emendamento numero 350 è stato ritirato.

SALIS (I.d.V.). E' legato strettamente all'emendamento numero 400.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l'emendamento numero 350 è stato ritirato, adesso è in votazione il numero 400, per cui la invito a intervenire su questo emendamento, grazie.

SALIS (I.d.V.). Torno all'emendamento numero 400, per dire che l'emendamento numero 350 era un vero incitamento all'ostruzionismo e il fatto che l'Assessore, sentite le ragioni dell'opposizione, abbia deciso di ritirarlo è stato da me e dal Gruppo che ho l'onore di rappresentare apprezzato.

Volevo dire semplicemente che dopo che sono stati respinti due emendamenti che noi ritenevamo importanti e che non incidevano assolutamente sullo spirito della legge, ovvero gli emendamenti numero 163 e 114, l'approvazione dell'emendamento numero 350 avrebbe inferto un colpo mortale alla capacità di alcuni di noi di pensare che su questo provvedimento si possa ancora discutere. Il fatto che quell'emendamento sia stato ritirato aiuta a continuare a pensare in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, l'emendamento numero 350 è breve, ma nella sua brevità esprime...

PRESIDENTE. Siamo all'emendamento numero 400.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi scusi, intendevo dire l'emendamento numero 400, che nella sua brevità è chiarissimo senza prevedere alcun incremento di volumetrie, semplicemente perché non se ne sente il bisogno, non c'è la necessità di aggiungere altra volumetria a quella esistente. C'è invece la necessità, segnalata da più parti, dalle amministrazioni pubbliche e dai cittadini, di recuperare il patrimonio esistente, che nella nostra regione e nelle altre regioni d'Italia è datato, non è stato costruito a suo tempo con criteri di risparmio energetico, con l'utilizzo di materiali adatti e così via. In quella direzione bisognerebbe andare proprio per sanare e risolvere problemi che abbiamo e avremo sempre più nel futuro per quanto riguarda questi beni immobili. Beni immobili che comportano costi di manutenzione e bisogna vedere se il proprietario, pubblico o privato che sia, può permettersi di sostenerli.

Pensi, Assessore, a quanto costa ed è costato dare un minimo di decoro urbano al quartiere di Sant'Elia, non incrementando le volumetrie, ma eliminando il troppo che c'era: gradini, gradoni, sopraelevazioni, strade, rampe. Questo è il problema delle periferie delle nostre città, a meno che l'incremento di volumetrie nel rispetto dell'architettura esistente non consista nell'aggiungere blocchetti ai blocchetti, per carità senza intonaco, perché l'estetica dei luoghi verrebbe compromessa se non si rispettasse l'estetica senza intonaco preesistente!

Bisogna andare in un'altra direzione, senza prevedere incrementi di volumetrie. Per questo il mio voto è favorevole all'emendamento numero 400.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Credo sia opinione comune che l'aumento di volumetrie che è previsto nell'articolato della legge, ma non è indicato nell'articolo 1, andasse accompagnato, anzi preceduto da un attento esame dell'intero patrimonio edilizio esistente. Il fatto che con questa legge noi apriamo la possibilità ad aumenti volumetrici senza conoscere l'entità, i volumi e la distribuzione del patrimonio edilizio esistente fa cadere quelli che sono i concetti elementari della pianificazione, perché viene lasciata libertà ovunque, in termini percentuali, a un aumento volumetrico.

Quindi ciò che distingue la posizione del centrosinistra in materia è il fatto che noi siamo convinti sostenitori di interventi a favore dell'economia e della riqualificazione di tutto il patrimonio esistente, ma senza aumenti volumetrici. Questo distingue la nostra posizione che continuiamo a tenere ferma e che riguarda soprattutto un aspetto che noi stimiamo, anzi gli esperti stimano eccessivo, i dati ISTAT stimano eccessivo, oltre quello che è il fabbisogno della società italiana. Per questa ragione noi proponiamo che nell'articolo 1 ciò venga specificato. E' evidente che questo mette in discussione e fa cadere le proposte contenute negli articoli successivi, però su questo argomento naturalmente emerge la distinzione tra la nostra e la vostra posizione.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 400. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 400.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Ben Amara ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta:la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 59

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 20

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

Gli emendamenti numero 401 e 402 sono decaduti.

I lavori del Consiglio si concludono qui, proseguiranno questo pomeriggio, alle ore 16, con l'esame dell'articolo 2. E' convocata immediatamente la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

La seduta è tolta alle ore 13 e 50.


[s1]"signor Presidente" e non "signora Presidente"

[s2]Non c'è un risultato della votazione e quindi neanche il titolo



Allegati seduta

Testo dell'interpellanza annunziata in apertura di seduta

Interpellanza Zedda Massimo - Uras - Salis sull'incidente mortale sul lavoro a Macchiareddu nella Cartiera di Cagliari avvenuto il 24 settembre 2009.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- per l'ennesima volta si verifica un incidente sul lavoro nella nostra Isola nel quale tragicamente perde la vita il giovane Walter Cabiddu, di 34 anni, originario di Serramanna, nonostante nel nostro Paese sia vigente una tra le più avanzate legislazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro;

- solo poche ore prima, nella zona industriale di Olbia, coinvolto in un altro incidente, moriva Mario Cuccu, di 50 anni, operaio edile mentre il suo collega Luigi Desortes di 48 anni, vittima dello stesso incidente, versa in gravissime condizioni in ospedale;

CONSIDERATO che:

- le morti e gli infortuni sul lavoro degli ultimi giorni, purtroppo, si sommano ai tragici episodi che hanno coinvolto nella nostra Regione, dall'inizio dell'anno, numerosi lavoratori;

- anche Walter Cabiddu era un giovane precario, assunto a tempo determinato solo per dodici mesi, come tanti, troppi, altri lavoratori vittime di incidenti mortali;

RILEVATO che sarà compito della magistratura, degli uffici ispettivi della ASL e dell'INAIL, accertare la dinamica dell'incidente e le eventuali responsabilità,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione ed in particolare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale:

1) per sapere se il personale in attività al momento dell'incidente nella Cartiera di Cagliari fosse quello previsto dalle norme di sicurezza in relazione al numero degli addetti e al possesso dei requisiti professionali;

2) per conoscere se l'azienda abbia ricevuto contributi regionali per la formazione professionale finalizzata alla sicurezza nei luoghi di lavoro e a quale tipo di formazione e per quanto tempo abbia partecipato il giovane Walter Cabiddu;

3) per comprendere se intendano intervenire ponendo il tema della sicurezza nelle fabbriche e negli altri luoghi di lavoro, come richiesto anche dai sindacati, al centro delle linee di indirizzo della formazione professionale, investendo gran parte dei cento milioni di euro stanziati nella finanziaria 2009 in questo settore, rafforzando, inoltre, i sistemi di controllo e di ispezione come previsto dalle leggi regionali n. 3 e n. 8 del 2008. (42)