Seduta n.56 del 13/10/2009
LVI SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Martedì 13 ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 18.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 6 ottobre 2009 (49), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Paolo Luigi Dessì, Silvestro Ladu, Adriano Salis e Angelo Ivano Stochino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 13 ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
rilancio dell'economia" (67).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A che prosegue con l'esame dell'articolo 8 e dei relativi emendamenti. Poiché si deve procedere a votazione, non essendo trascorsi dieci minuti dall'inizio della seduta, sospendo i lavori che riprenderanno alle ore 10 e 30.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 20, viene ripresa alle ore 10 e 34 .)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, vorrei capire che cosa abbiamo in programma oggi. Io sapevo (queste erano le mie informazioni) che, causa l'assenza del Presidente ieri per motivi di salute, mi auguro che oggi stia bene, la discussione sulle mozioni sarebbe iniziata questa mattina. Perchè è stato cambiato questo programma?
PRESIDENTE. Onorevole Uras lei è stato informato male. Ieri, quando ho dato la comunicazione dell'indisponibilità del Presidente, ho comunicato all'Aula che questa mattina si sarebbe ripreso con l'esame del disegno di legge in discussione. Le mozioni (compresa quella sui fondi FAS relativi alla Sassari-Olbia) verranno discusse domani mattina.
rilancio dell'economia" (67).
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 38.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, Presidente della Regione, Assessore e colleghi, mi rallegro che oggi il Presidente della Regione sia presente in Aula, lo saluto e lo ringrazio. Vorremmo vederla più spesso, Presidente, però, specie quando trattiamo temi così importanti per la nostra Regione. Noi capiamo i suoi impegni istituzionali, ma quest'Aula rappresenta il popolo sardo.
Mi consenta pertanto di approfittare di questo intervento per ricordarle che l'opposizione ha posto una serie di temi importanti su questo provvedimento; l'articolo 8 li riassume, perchè disciplina le condizioni di ammissibilità degli interventi. Noi, Presidente, avremmo voluto un provvedimento molto più selettivo, non generalizzato, avremmo voluto un provvedimento che mantenesse la promessa, fatta anche a più riprese nelle sue interviste sulla stampa, di un vero Piano casa. Un Piano casa che desse la casa a chi non ce l'ha, che venisse incontro alle famiglie, alle fasce più disagiate della popolazione.
Ci ritroviamo invece che un Piano casa, un Piano cemento; un Piano cemento che regala generosamente volumetrie nei centri storici, nelle zone urbane, nelle zone extraurbane, nell'agro, nella fascia costiera; noi avremmo voluto invece che questo provvedimento avesse salvaguardato perlomeno quelle zone più preziose della nostra Regione: la fascia costiera, i centri storici. Quindi mettiamo in atto un doppio inganno: non diamo le case a chi non le ha, mettiamo mano ai gioielli di famiglia.
Per questo noi proponiamo la soppressione dell'articolo 8 (l'emendamento numero 38 evidentemente ha un carattere politico, ribadisce la nostra posizione), perché vorremmo proprio che, se questi sono i presupposti, nessun intervento fosse ammissibile. Tornerò sull'argomento nei prossimi interventi; al momento la ringrazio di essere qui, ma si spera anche che la sua presenza aiuti a riportare questo provvedimento su dei binari più equi. Noi chiediamo, anche a lei, Presidente, che questo testo torni in Commissione e si metta mano al suo impianto, che noi contestiamo profondamente, al fine di dare delle vere risposte ai sardi; risposte che questo provvedimento assolutamente non dà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La ripresa dell'argomentazione sull'articolo 8, di cui chiediamo la soppressione, è motivata sostanzialmente dal fatto che l'articolo 8 dà a questa legge una sorta di parvenza di legittimità. Vorrei ricordare che l'intero provvedimento, chiamato "falso Piano casa", perché dalle delucidazioni che ci sono state date all'inizio di questo dibattito si è capito che non si tratta del Piano casa, è sostanzialmente, a nostro giudizio, un'impostura ai danni della legalità e del territorio.
La prima ragione di illegittimità, paradossalmente, è data dal fatto che una legge della Regione disponga, perché questo è, il principio della "depianificazione" in assenza di una legge dell'ordinamento dello Stato che autorizzi la Regione e le Regioni a "depianificare". Questo principio che è insito nella legislazione nazionale, e che ha dato origine al principio della pianificazione, è stato sostituito con quello opposto, cioè vengono consentiti aumenti di volumetria a prescindere dal riferimento al Piano urbanistico, utilizzando come parametro la sola volumetria esistente in un dato momento. Questo è ovviamente incostituzionale e questo principio della "depianificazione" avrebbe dovuto essere introdotto da una norma statale di rango legislativo.
Da questo punto di vista i provvedimenti cosiddetti "Piani casa" delle Regioni poggiano esclusivamente su un atto politico: la famigerata intesa Stato-Regioni del 31 marzo che, in nessun modo, può sostituire le norme, le leggi e gli indirizzi che lo Stato deve dare in tema di principi fondamentali in questa materia. Spiegherò dopo come, a fianco a questo, c'è correlato il danno alle amministrazioni comunali che nella pianificazione urbanistica trovano uno spazio legislativo autonomo dettato, appunto, dai principi generali dell'ordinamento dello Stato e che voi, come le altre Regioni, violate non tenendo conto degli atti di indirizzo che sono in essere. Il principio della "depianificazione" non esiste nell'ordinamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, sono convinto che in questi giorni avrà sentito fischiare le orecchie perché è stato più volte richiamato attraverso questo testo di legge che abbiamo in discussione in Aula e sul quale non riusciamo a trovare alcun elemento di confronto con voi.
E' un provvedimento di legge che dal primo momento ci è apparso inopportuno; dico inopportuno e non dico inadeguato perché è proprio sull'opportunità di consentire qualsiasi forma di aumento volumetrico che noi non siamo d'accordo.
Per questa ragione, di fronte all'articolo 8 che porta come titolo "Condizioni di ammissibilità degli interventi", noi sosteniamo che attraverso questo strumento sarebbe opportuno non ammettere alcun intervento. E' in gioco il futuro della nostra terra, è in gioco il futuro dei sardi che dispongono di un patrimonio inestimabile: il bene ambiente, una risorsa insostituibile che questa legge minerà e comprometterà, se mai dovesse essere approvata,.
Dico "semmai sarà approvata" perché noi confidiamo ancora in un vostro ripensamento. Ve lo abbiamo detto più volte e, ancora oggi alla sua presenza, sosteniamo nuovamente l'opportunità di ritirare questo provvedimento e di ridiscuterlo. Se vi è veramente - come avete più volte dichiarato attraverso voci diverse dei vostri rappresentanti in Consiglio - il desiderio di un confronto e di un contributo per migliorarla, noi vi diciamo che siamo pronti a farlo sulla base di una nuova impostazione del testo di legge che contenga, realmente, quei requisiti che voi avevate fatto circolare creando l'illusione di poter dare risposte ai molti sardi che hanno, ancora oggi, un bisogno e una fame di prima casa. Dopo che il disegno di legge aveva percorso il suo iter in Commissione e iniziato quello in Aula, c'è stato rivelato che questo non era il Piano casa, ma che sul Piano casa presenterete il nuovo provvedimento. In ogni caso noi manteniamo ferma questa posizione di netta avversione alla vostra proposta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io penso che questo sia uno degli articoli di maggior rilievo di questo provvedimento perché definisce e in parte risponde alla domanda che io, sistematicamente, ho rivolto alla Giunta nel corso della discussione generale, ma anche successivamente nelle dichiarazioni di voto.
Io ho chiesto e chiedo se sono ammessi gli incrementi volumetrici previsti in questa legge a favore di edifici che siano stati costruiti in difformità dagli strumenti urbanistici vigenti e che quindi siano stati sanati, abbiano cioè pagato condono edilizio. Qui c'è scritto di sì; per cui tutti gli edifici che sono stati realizzati abusivamente (quindi sono volumetrie abusive realizzate al di fuori degli strumenti urbanistici) sono poi oggetto di una ulteriore possibilità di edificazione, basta che abbiano pagato il condono.
Sono esclusi, è scritto, gli edifici privi di titolo abilitativo; quindi mi pare che non siano ricomprese le volumetrie che sono totalmente abusive, ma mi pare che invece ci sia la possibilità di un recupero a favore di quegli edifici che, pure realizzati a seguito di una concessione edilizia, siano stati poi modificati o siano stati realizzati in parte in modo difforme da quanto previsto dal progetto originario e da quanto consentito dalla concessione.
Allora, il tema è sempre lo stesso: perché in Italia continuiamo a premiare i furbi? Perché questa Regione si deve rendere complice, ancora una volta, di una filosofia che considera la furbizia un vantaggio? Lo chiedo ai colleghi Riformatori che sono sempre attenti a queste vicende. E' possibile che noi si premi coloro che già sono stati premiati attraverso procedure di sanatorie di condono che lo Stato, però, per raccogliere quattro lire ha, in modo indecente in molti casi, deciso? Possibile che avvantaggiamo sempre coloro che escono dalle regole, che violano le leggi? Questa è la domanda che io rivolgo alla Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, approfitto della presenza del Presidente (all'Assessore la questione è stata già sottoposta diverse volte) per segnalare un elemento importante che, secondo me, caratterizza questa legge; chiaramente sempre nell'ottica di una posizione politica, la nostra, alternativa come dimostra la nostra proposta di legge impostata su una filosofia diversa. Ma non ritorno su questi temi.
Assessore, questo articolo, secondo me, offre l'opportunità di porre in essere un atto di giustizia non solo di natura giuridica, ma anche di natura sociale e specialmente morale, relativamente agli ampliamenti consentiti negli edifici nei quali sono stati effettuati negli anni, nei decenni, abusi edilizi poi sanati. Questo articolo, pertanto, consentirebbe di escludere in maniera chiara gli edifici carenti di titolo abilitativo o condonati dagli interventi previsti in legge. Questo è quanto hanno previsto altre Regioni, Presidente, come la Regione Lombardia (che può avere le nostre stesse esigenze, che può avere le nostre stesse necessità), in maniera esplicita, quindi anche giuridicamente valida, altrimenti penso che ci sarebbero stati problemi nella promulgazione e nell'attuazione della loro legge.
Io penso che inserire questa norma da un lato potrebbe costituire un atto di correttezza nei confronti di quei cittadini che negli anni hanno "approfittato" delle regole senza abusarne, come altri hanno fatto, e dall'altro ritengo che non modifichi le vostre intenzioni (io faccio sempre riferimento alle intenzioni della vostra legge). Però, Assessore, Presidente, in questo caso dare due volte il premio a chi in dispregio e nel non rispetto di quelle norme scritte ne ha abusato, usufruendo poi di sanatorie, penso sia veramente una scorrettezza nei confronti degli altri cittadini; una scorrettezza che dà l'opportunità di dire: fate le cose tanto prima o poi non solo per voi ci sarà la sanatoria ma ci sarà anche la possibilità di realizzare migliorie sugli abusi fatti.
Questo a mio avviso è un elemento fondamentale che può qualificare questo provvedimento di legge nel rispetto delle vostre esigenze (non voglio riaprire le polemiche); un elemento da tenere in considerazione, che credo non possa essere snobbato come non può essere snobbato, Assessore, l'articolo o il comma che prevedrebbe l'opportunità che gli ampliamenti sono concessi dai comuni nel momento in cui viene chiarita da chi richiede l'ampliamento la capacità dei servizi e delle opere di urbanizzazione. Questo è un altro elemento fondamentale, altrimenti. le amministrazioni potrebbero trovarsi in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, anch'io mi associo ovviamente al benvenuto rivolto al Presidente della Regione che spero possa continuare a seguire i nostri lavori. Sull'articolo 8 noi presentiamo un emendamento per la soppressione dello stesso, e poiché in queste settimane abbiamo avuto modo di interloquire, ahinoi, quasi a senso unico, Presidente, spero che lei ci dia una qualche risposta che finora è mancata o che se vuole, per rispetto dei suoi colleghi di Giunta, non ci ha convinto. Spero, soprattutto, che lei possa essere un pochino più esaustivo rispetto ai suoi colleghi di Giunta.
Voi presentate una proposta e la giustificate con diverse ragioni. Intanto ci avete detto più volte, tramite l'assessore Asunis, che questa legge viene varata per affrontare e risolvere il disagio abitativo, per migliorare l'efficienza energetica degli immobili ai quali è destinato questo intervento, per migliorarne la struttura architettonica. Voi però intervenite dappertutto: sui centri storici e anche nella fascia dei 300 metri.
Io continuo a chiedere oggi, presidente Cappellacci, mi rivolgo a lei sperando ripeto di avere un minimo di risposta, qual è il nesso tra le ragioni che voi ponete alla base della vostra proposta (affrontare il disagio abitativo, miglioramento energetico, eccetera) e l'aumento di volumetria. Questo nesso ancora nessuno l'ha spiegato. Io insisto, mi scuso per il tedio, ma insisto nel chiedervi qual è il nesso tra queste ragioni e l'aumento delle volumetrie. Se questo non è un Piano casa come ripetutamente, reiteratamente ci ha ricordato l'assessore Asunis, ma è un Piano che tuttavia, ci avete detto, affronta e vuole risolvere il disagio abitativo, mi dite come si fa ad affrontare e risolvere il disagio abitativo se non mettete un euro a disposizione per interventi finalizzati davvero a risolvere il suddetto disagio?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io do il mio benvenuto al presidente Cappellacci e mi auguro che abbia smaltito felicemente il malore che gli ha impedito di essere con noi ieri sera; ovviamente ci farà piacere intavolare in questi giorni con lui una discussione su questo importante provvedimento di legge.
Oggi stiamo discutendo l'articolo 8, un articolo molto importante che rappresenta l'ossatura del provvedimento, in sostanza ci dice "chi fa che cosa" in tutta questa partita. Si è discusso molto se il Piano in questione sia effettivamente o meno un Piano casa; io molto onestamente lo chiamerei di più Piano costruzioni, è diverso dal Piano casa ed è anche diverso però dal Piano di promozione dell'economia.
Il messaggio che a mio parere sta arrivando al cittadino, e lo si capisce bene parlando con la gente comune nelle varie realtà dei nostri territori, è che la Regione finalmente ci sta dicendo: fateci il favore di costruire, qualsiasi cosa sia l'importante è che facciate qualcosa. E' un messaggio apparentemente denso di consensi tra la gente comune, è un messaggio assolutamente inaccettabile e pericoloso in una società che ritiene importante organizzare l'attività di realizzazione dei centri urbani e la loro evoluzione.
E' stato posto all'attenzione poc'anzi dall'onorevole Gavino Manca un problema serissimo dal punto di vista culturale e politico. Noi, anni fa, fin dal 1985, abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato a instaurare la cultura del condono in Italia prima nel settore dell'edilizia e poi anche in altri settori. Oggi stiamo dando ulteriore incentivazione in questo senso e stiamo passando quindi da quella che poteva essere una giusta o comunque condivisibile politica dell'incentivare, dell'incoraggiare e del premiare a una politica del regalo, e questa non è accettabile.
Un'amministrazione deve sapere costruire un rapporto col proprio cittadino che salvaguardi l'esigenza di rispettare le leggi, e quando uno non le rispetta se viene perdonato una volta poi non gli viene regalato altro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Io mi esprimo naturalmente a favore dell'emendamento soppressivo dell'articolo 8. Un articolo che già nel titolo "condizioni di ammissibilità", assessore Asunis (altre volte intervenuto per emendare i titoli), potremmo modificare; in realtà dovremmo parlare di poche, pochissime condizioni di inammissibilità degli interventi più che di condizioni di ammissibilità.
Poche, pochissime condizioni perché in realtà questo testo di legge, a differenza anche delle leggi approvate nelle altre Regioni, consente tutto a tutti senza regole, è tutto ammesso, si va oltre gli indici massimi consentiti dalle leggi vigenti, si va oltre il codice Urbani, si va oltre i PUC dei comuni, si va oltre la "45", si va oltre la fascia finora inviolabile dei 300 metri e dei 150 nelle isole minori, si va oltre le zone A, si va oltre i centri storici; questo è un altro elemento che invece in quasi tutte le leggi finora approvate trova un limite, trova un vincolo proprio nelle condizioni di inammissibilità degli interventi di ampliamento di volumetria.
I comuni sono espropriati totalmente dalle prerogative previste in questo provvedimento di legge, come il Consiglio delle autonomie locali vi ha ribadito molto chiaramente; voi però non prendete in considerazione il suo parere, e ne parleremo magari nei successivi emendamenti.
Io vi chiedo di inserire almeno ciò che quasi tutte le leggi finora approvate (lo prevediamo anche noi nella nostra proposta di legge) hanno previsto proprio per salvaguardare la funzione dei comuni, e cioè che i Consigli comunali possano entro un certo termine (magari 60 giorni dall'entrata in vigore della legge) adottare delibere che, motivatamente, dispongano per esempio o l'esclusione di parte del territorio comunale dall'applicazione della legge in relazione anche alle caratteristiche storico-culturali, morfologiche, paesaggistiche, alla funzionalità urbanistica, oppure anche una perimetrazione di ambiti territoriali nei quali gli interventi previsti dalla legge possano essere subordinati a specifiche prescrizioni quali limiti di altezza, distanze tra fabbricati, arretramento dei confini e dal filo stradale, ampliamento dei marciapiedi. Chiediamo che trovino possibilità di espressione almeno le volontà dei Consigli comunali che sono quella parte di Stato più vicina ai cittadini, quell'articolazione dello Stato che ha competenza specifica diretta nella pianificazione urbanistica, e di cui non tenete conto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, signor presidente Cappellacci, signori Assessori e colleghi, oggi due liete novelle. La prima è che il Presidente della Commissione urbanistica, l'onorevole Matteo Sanna, viene qua da neosposo e quindi voglio rivolgergli i miei migliori auguri. La seconda è la presenza in Aula del presidente Cappellacci a cui rivolgo un benvenuto, con l'auspicio che ci si possa vedere più di frequente per confrontarci lealmente e serenamente, e fare gli approfondimenti anche in sua presenza.
Io ritengo che lei sia perfettamente informato dell'andamento dei lavori in quest'Aula in riferimento a questa tematica così delicata e importante, però alcuni passaggi seppur triti e ritriti, come si usa dire, io voglio riproporli approfittando di questa dichiarazione di voto sull'emendamento soppressivo dell'articolo 8.
Vede, presidente Cappellacci, noi riteniamo che questo provvedimento legislativo sia profondamente diseducativo poiché esso supera ogni regolamento previgente, e mi riferisco alle pianificazioni regionali, e mi riferisco agli strumenti urbanistici comunali. Questo strumento consente di derogare, oltre ogni più rosea previsione, a ogni norma frutto di lavoro attento di pianificazione, di studi effettuati da professionisti preparati, i migliori sulla nostra piazza.
Per cui ci preoccupa il fatto, per esempio, che si possa intervenire nella fascia dei 300 metri dalla battigia e che si possa, all'interno di quella fascia così delicata e sensibile, costruire, aumentare le volumetrie con l'escamotage della premialità.
Presidente Cappellacci, ci preoccupa molto che si possa intervenire all'interno delle zone A, zone sensibilissime che andrebbero poste sotto tutela, sotto campana di vetro, e all'interno delle quali dovrebbero essere consentiti esclusivamente gli interventi previsti dai Piani di dettaglio che sono i Piani particolareggiati stesi dai comuni.
Ci preoccupa, ancora, che si possano costruire nuovi volumi nell'agro, seppur definiti come pertinenze delle abitazioni già esistenti (ma pur sempre nuovi volumi), con lo strumento della premialità che consente di arrivare sino al 30 per cento, pertanto appesantendo i contesti periurbani, estremamente delicati da un punto di vista ambientale.
Questi sono gli aspetti che noi abbiamo voluto sottolineare e che io sintetizzato al massimo; ma se lei rimarrà in quest'Aula avrà modo di sentirci nuovamente.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 38.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 38.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Sabatini ha votato a favore e che i consiglieri Biancareddu, Cappellacci, Contu Mariano, Locci e Randazzo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:BRUNO - MARIANI - MELONI Valerio - PORCU - SABATINI - SECHI - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CAPPELLACCI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DEDONI - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - STOCHINO - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 50
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 7
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 238.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 238 vorrebbe sopprimere il comma 1. Il comma 1 dimostra in maniera evidente e chiara come questo disegno di legge vorrebbe apparire: un gigante con i piedi d'argilla, e lo spiego subito. Voi sapete che con la sentenza della Corte costituzionale numero 51 (comprendo che l'Aula non abbia grande attenzione verso questi temi) il legislatore statale conserva il potere di vincolare la potestà legislativa della Regione speciale attraverso l'emanazione di leggi qualificabili come riforma economico-sociale. Mi dispiace che non ci sia l'assessore Asunis, ma credo che non avremo risposte.
Nella lettera b) del comma 1, voi dite che gli interventi previsti nei precedenti articoli non sono ammessi sui beni immobili di interesse artistico, storico eccetera eccetera, così come vincolati dal decreto legislativo numero 42 del 2004, a esclusione dei casi previsti dagli articoli precedenti. La domanda a cui vorrei una risposta da parte dell'assessore Asunis, se avrà modo di darmela, è questa: ma non è stabilito dalla Corte costituzionale che è lo Stato che pone limiti alla Regione in questa materia? O siete voi che, avendo ormai questa furia di collocarvi al di sopra della legge, con questo comma vi state ponendo nella condizione di porre limiti al potere dello Stato? Perché quando dite che escludete casi che sono previsti nello stesso articolo e nella stessa legge che voi citate state ponendo limiti allo Stato relativamente a una potestà che, come vi dice la Corte costituzionale, lo Stato conserva.
Questo è uno dei regali, lo vorrei dire ai colleghi, più belli che voi potete fare a noi; perché da qui a qualche giorno, quando la legge sarà esitata, basterebbe solo questo per dimostrare come la Regione Sardegna viola i suoi limiti, imponendo limiti allo Stato, nel momento in cui lo Stato invece mantiene saldi i limiti alla legislazione regionale. Sulla base di questo io credo che ce ne sia abbastanza per dimostrare che questo disegno di legge è proprio un gigante con i piedi d'argilla.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intanto approfitto dell'occasione ovviamente per dichiarare il mio voto favorevole alla soppressione del primo comma dell'articolo 8, ma anche per segnalare al Presidente della Regione e Assessore del lavoro ad interim il caso pietoso del signor Sotgiu Mario, morto in un cantiere di lavoro in quel di Bergamo, e per il quale, attraverso l'intervento del circolo degli immigrati di Bergamo e del sindacato di Bergamo, si è proceduto alla presentazione della domanda per ottenere i benefici a favore della famiglia superstite, ai sensi della legge numero 8 del 2008.
Purtroppo l'Ufficio ci si fa sapere che non ci sarebbero soldi perché il Patto di stabilità porterebbe via 30.000 euro da destinare alla famiglia del caduto sul lavoro, cosa peraltro poco gratificante perché tutti quanti noi, perlomeno coloro che hanno amministrato, sappiamo che se ciò fosse vero chiaramente ed evidentemente non potrebbero pagarsi gli stipendi dei prossimi quattro mesi dell'Amministrazione regionale ma anche di questa Amministrazione.
Mancherebbe inoltre il certificato dell'INAIL; con l'INAIL è aperto un contenzioso perché l'INAIL non riconosce la diretta connessione della morte sul lavoro a questo dipendente. è in atto un'azione da parte delle organizzazioni sindacali e da parte dei testimoni, quest'uomo è morto nel cantiere, in una pausa di lavoro. Io credo che la Regione, grazie alle sue possibilità autonome, alla sua legislazione, possa intervenire positivamente su questa materia e quindi le sarei grato se volesse intervenire.
Ho già detto nel corso della discussione perché non condividiamo il contenuto del primo comma; a noi pare che, proprio attraverso la procedura delle esclusioni, alla fine si includa tutto ciò che è stato costruito abusivamente, anche parzialmente, e che quindi in ogni caso si vada a premiare proprio coloro che hanno violato le regole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole sull'emendamento 238 che sopprime il comma 1, e per ricordare al Presidente della Regione che parlando di federalismo interno, di coinvolgimento degli enti locali dovremmo far seguire alle parole i fatti.
Presidente, questo comma in particolare ha avuto un richiamo molto deciso da parte del Consiglio delle autonomie locali che, oltre ad aver ricordato che questo provvedimento di legge passa sulla testa degli enti locali tout court, che non possono opporsi alla concessione di premi volumetrici, anche quando questo fa scadere gli standard urbanistici, anche quando questo va in deroga alle altezze e alle distanze dalle pareti prospicienti (per cui chiedono l'abolizione degli articoli precedenti, il 2, il 3 e il 4), ha sottolineato che l'elenco delle inammissibilità è molto lacunoso. Forse noi dovremmo imparare a leggere i pareri del Consiglio delle autonomie, e a tenerne conto, perché rappresenta la seconda camera, in qualche modo, nel sistema istituzionale della nostra Regione.
Dicevo che il Consiglio delle autonomie ci ricorda che l'elenco è lacunoso e non solo per la fascia dei 300 metri; una fascia che, noi insistiamo su questo, dovrebbe essere protetta, e chiediamo sia protetta per aiutare voi, perché voi rischiate, al di là dei benefici del tutto ipotetici che noi contestiamo, di passare comunque per quelli che hanno toccato una fascia inviolabile, per quelli che sono diventati dei nuovi Attila, i nuovi grandi cementificatori del paesaggio sardo. Il Consiglio delle autonomie rileva come condizioni tra i casi di inammissibilità non siano previsti gli interventi nei siti della Rete natura, nelle zone umide, negli ambiti dichiarati ad alta pericolosità idraulica, nelle zone H degli strumenti urbanistici vigenti.
Questa previsione è, pertanto, fortemente lacunosa; di conseguenza noi ne chiediamo l'abrogazione, e chiediamo anche che il provvedimento rientri in Commissione, perché è un provvedimento sbagliato nell'impianto, pericoloso, che renderà la Sardegna più brutta e più povera. Questa è la riflessione che portiamo alla sua attenzione nel ribadire il voto a favore dell'emendamento 238.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io sono d'accordo con quanto già dichiarato dai miei colleghi circa l'opportunità di approvare questo emendamento 238 che prevede la soppressione del comma 1 dell'articolo 8. Questo comma 1, alla lettera b), dispone che non sono ammessi interventi sui beni immobili di interesse artistico, storico, archeologico o etno-antropologico, vincolati ai sensi della parte II del decreto numero 42, e termina con un significativo, ma anche molto contraddittorio, "ad esclusione dei casi previsti negli articoli precedenti".
Di fatto si ammette che è assolutamente inopportuno che vengano previsti interventi su immobili di questo tipo -quindi si riconosce che esiste un codice per la loro salvaguardia - però si escludono tutti quelli che si è precedentemente previsto che possano essere oggetto di intervento. E' un monumento alla contraddizione. Come ha detto giustamente l'onorevole Gian Valerio Sanna prima, in un certo senso state facendo un favore a noi che non siamo favorevoli a questo provvedimento di legge perché ci state dando gli strumenti per poter agire per altre vie per chiederne la illegittimità e quindi, di fatto, per metterlo fuorigioco.
Va detto però che se qualche briciola di positività c'è in questo provvedimento di legge, con questo codicillo finale del primo comma dell'articolo 8, di fatto lo stiamo rendendo assolutamente inutilizzabile. Per cui credo che sia anche nell'interesse della maggioranza, e non soltanto nel nostro che siamo contrari all'intero progetto di legge, sopprimere questo primo comma perché ne va della sopravvivenza di tutto il resto. Questo io non me lo auguro, ma a qualcuno di voi probabilmente interessa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo si presenta come l'articolo più subdolo di tutta la legge, perché ha come titolo "condizioni di ammissibilità" ed in effetti è l'articolo che sancisce l'ammissibilità di tutto: sono esclusi, a mio avviso, i nuraghi e i beni assimilabili ai nuraghi. Poi, dal momento che qui dice che cosa è escluso dalla premialità della legge, e bontà vostra che questo l'avete specificato nei punti a) e b) del comma 1, tutto il resto diventa ammissibile: di fatto è l'articolo che apre le porte a tutto.
Io credo che il fatto grave (ancora una volta richiamato dagli interventi che si ripetono, lo riconosciamo, che fanno riferimento a una legge che noi continuiamo a sperare voi ritiriate) sia che questo è un provvedimento che premia soprattutto coloro che, in vari modi, sono riusciti a realizzare dei volumi ulteriori. La cosa più indegna è rappresentata dal fatto che da questo articolo viene fuori che chi ha realizzato abusivamente, sanando attraverso meccanismi vari, se ha un minimo di titolo sul bene di sua proprietà riuscirà ad avere una premialità su tutto.
L'articolo 8 al comma 1 dice infatti che oggi gli sarà consentito, dopo aver realizzato in dispregio delle norme ieri, con il vostro autorevole intervento di ottenere premialità successive attraverso questa norma, che si configura come una norma che premia l'abusivismo già edificato; una norma che contribuirà a creare il massimo danno che noi già immaginiamo come scenario futuro.
(Non è approvato)
Sono in votazione gli emendamenti numero 39 e 240, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ha ragione l'onorevole Sechi: questo è l'articolo che evidentemente vi serve per recuperare le briciole di quello che vi è sfuggito nei precedenti articoli. Non vi passa neanche per la testa di ricordare che gli interventi previsti in questo testo di legge non sarebbero ammessi per esempio nelle zone definite a pericolosità idrogeologica, cioè nei paesi nei quali ancora a distanza di tempo non si vede uno studio di caratterizzazione, un intervento di prevenzione e che rimangono allo stato attuale nelle condizioni di rischio. Ma il messaggio è: anche voi potete fare.
E poi c'è questa idea: visto che stiamo delegificando, lo facciamo bene. Immaginate che cosa può succedere applicando il comma 2, cumulando cioè gli incrementi volumetrici, nei casi in cui noi abbiamo delle aree delle zone B e delle zone A già strutturate urbanisticamente dove qualche proprietario ha mantenuto una volumetria residua. Ebbene, questo proprietario "prende" la volumetria residua, vi aggiunge il 40 per cento che gli regalate voi, e nessuno di voi si occupa del problema della sicurezza. Cioè immaginate che cosa succederà e nessuno controllerà.
Seconda questione; volete spiegarmi per quale motivo le unità immobiliari che voi prevedete alla lettera b) del secondo comma dell'articolo 2 non possono essere autonome, dite voi, e poi al comma 4 dite che il mutamento di destinazione d'uso, quindi il proliferare delle unità immobiliari, è possibile anche per quel caso; decidete: o andava tolto quello o va tolto questo perché sono due disposizioni contraddittorie. A dimostrazione che questo è un provvedimento scritto senza il collegamento con il cervello, scusate, quando farete applicare queste norme vi troverete di fronte tecnici che, quantomeno, scopriranno che avete fatto un provvedimento schizofrenico, che prima dice una cosa e poi ne dice un'altra, e che nel dubbio li terrà paralizzati.
Ecco perché questo è un articolo che tutto sommato dimostra, come d'altra parte tutto il provvedimento, che non c'è un minimo di coordinamento, un minimo di fondatezza giuridica, un minimo di costituzionalità, un minimo di misura dei limiti della potestà legislativa della Regione. Riflettete su questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Una brevissima dichiarazione per esprimere il voto a favore dell'emendamento soppressivo. Come ho già avuto modo di dire, il messaggio che diamo, purtroppo, lo dico alla Giunta, è un messaggio pessimo. Noi viviamo una condizione delle istituzioni profondamente avvilita, una condizione di avvilimento totale.
Se il messaggio che noi diamo è che le volumetrie che si sono realizzate furbescamente, fuori dalle norme ma già condonate, finiscono per essere la base di un ulteriore volumetria, se aree come quelle dell'agro, che è ai margini e che si sviluppa nelle periferie dei grandi centri urbani, diventano un grande affare per coloro che le hanno o per coloro che le possono acquisire, stiamo dicendo: arrangiatevi, fate quello che volete, primo o poi arriverà una norma che non solo vi condonerà la violazione normativa, ma alla fine vi premierà anche sulla violazione, vi darà di più. Io invito pertanto il Presidente, la Giunta, l'assessore Asunis a ripensare questo testo dell'articolo 8.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, ripropongo un tema, di cui oggi ho già parlato nell'intervento sul precedente emendamento, perché è proprio inerente all'emendamento in votazione. Io chiedo al Presidente e all'Assessore, se per un attimo mi ascoltano, di esprimersi su questo tema; magari l'Assessore può anche informare il Presidente (a causa della sua assenza può aver perso parte delle riflessioni) su quale sia il presupposto del mio ragionamento.
Assessore, nuovamente cerchiamo di ripristinare una "situazione di correttezza" rispetto alle cose accadute negli anni nella nostra terra. Continuo a ribadire che mi sembra assurdo, mi sembra veramente una esagerazione ed una esasperazione del provvedimento, consentire gli interventi sugli edifici condonati, per quanto abbiano il titolo abilitativo valido. Non siamo obbligati. Avrei capito se avessimo avuto un obbligo di legge, ma non possiamo fare figli e figliastri.
Io voglio un intervento, voglio, ma che dico, non voglio niente, vorrei un intervento, gradirei un intervento per comprendere se da parte vostra c'è disponibilità a risolvere questo aspetto in maniera positiva o, almeno, a ragionarci e a fermarci un attimino a dialogare anche sospendendo i lavori. Perché veramente consentire questo mi sembra un eccesso.
Io capisco che si dia un premio volumetrico, è una vostra filosofia, non la condivido ma nel discorso complessivo lao comprendo; ma consentire a chi ha commesso abusi, a chi è andato contro la legge un'ulteriore opportunità e un ulteriore premio mi sembra veramente una esagerazione. Lo dico con pacatezza però, con altrettanta pacatezza, con serietà, gradirei da parte vostra una risposta. Non accetto e non accetterò una risposta del genere che non è possibile farlo perché hanno gli stessi diritti, non è così. La Regione Lombardia ha escluso gli immobili condonati, mi sono documentato, non c'è stato alcun ricorso, non è stato sollevato alcun conflitto rispetto a questo tipo di norma, quindi vi chiedo veramente un'espressione in tal senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Proponiamo questo emendamento per contenere e limitare la deregulation. Qui siamo proprio all'anarchia totale: tutto è consentito. Eppure vi dico che, anche se tutto è consentito, magari gli esclusi saranno quei pochi che hanno esigenze particolari e che da questo provvedimento di legge, che prevede solo una premialità volumetrica del costruito, non riceveranno la soddisfazione ai loro fabbisogni.
Ieri mattina, in un incontro sui temi dell'agricoltura promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), gli agricoltori ponevano alcuni problemi tra cui quello, per esempio, della possibilità di costruire un nuovo capanno per la copertura dei mezzi meccanici. In teoria questa norma non lo consente, poi magari si troverà il sotterfugio al suo interno, ma si perpetua un meccanismo che suggerisce la realizzazione dell'opera attraverso la furbata, attraverso l'interpretazione.
Non c'è una norma che dice questo sì e questo no; questo sì perché ci sono istanze, necessità, bisogni, richieste specifiche che soddisfiamo inquadrandole all'interno di un progetto complessivo di attenzione verso il mondo dell'imprenditoria in generale o verso il fabbisogno abitativo che, abbiamo già appurato ripetutamente, è escluso. Quindi noi siamo di fronte ad una possibilità selvaggia di aggressione del territorio e, nello stesso tempo, sono esclusi da questa norma quei pochi casi singoli che meritavano un'attenzione specifica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Io riprendo la questione della cultura dell'illegalità che stiamo piano piano facendo prevalere nel corpo della nostra società; e questo consentire, anzi incentivare, anzi incoraggiare, anzi richiedere ulteriori aumenti di volumi per delle costruzioni che sono state oggetto di condono edilizio ne è uno dei tratti più salienti. Diciamo pure che è la mortificazione degli onesti.
Una persona ha costruito una casa in regola, siccome la superficie posseduta era quella minima l'ha costruita piccola e l'ha tenuta piccola; questa persona ha visto nascere a fianco alla sua una casa con una superficie doppia, non regolare, l'ha vista condonare, oggi la vedrà oggetto di un'ulteriore autorizzazione per essere quasi raddoppiata. Chi è rimasto con 50 metri quadri potrà aggiungerne altri 10, chi è arrivato a 200 ne potrà aggiungere altri 40, 50, 60. Ma vi rendete conto che stiamo dicendo agli onesti: "Siete stati onesti e vi siete fatti imbrogliare".
Noi provochiamo un danno nella coscienza della gente, nella loro fiducia nelle istituzioni molto più grave del danno rappresentato dal fare volumi dove non devono essere fatti, perché non ci sono contemporaneamente tutte le strutture che consentono di sopportarli. Su questo tema torneremo più avanti. Però, è assolutamente inaccettabile che non si affronti questo tema con l'attenzione, il rigore e la serietà indispensabili che sono dovuti a tutti i cittadini onesti che dichiarano al mondo di voler osservare le leggi. Vorrebbero che le osservassero anche le istituzioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, noi in questo disegno di legge siamo riusciti veramente a spiegare ai sardi che cosa intendiamo per autonomia e per rapporto con lo Stato, all'interno del quale affermiamo pianamente le nostre caratteristiche e le nostre prerogative.
Presidente, noi siamo riusciti a fare, rispetto all'Intesa del 31 marzo 2009, peggio di tutte le altre Regioni. Noi siamo la Regione che, addirittura, per essere in qualche modo plaudente, per essere accondiscendente, proprio per magnificare il grande Capo, che in vicende come queste poi si è aggrovigliato (e sono testimonianza le cronache di questi giorni della sua audacia nel superare e piegare le leggi al suo potere economico e politico), è riuscita a fare la legge peggiore, che dà il via libera nei centri storici (e le altre Regioni non lo fanno), che applica gli incrementi volumetrici anche sostanzialmente a quei fabbricati abusivi che sono stati condonati, che mette mano anche alle zone di pregio del territorio.
Noi proprio non abbiamo resistito a magnificare il grande Capo, e abbiamo deciso, per dimostrargli la nostra fedeltà incondizionata, di fare la legge peggiore tra quelle di tutte le Regioni italiane. Abbiamo spiegato molto bene, così, Presidente, cosa lei intende per autonomia della nostra Regione, cosa lei intende per rivedere i rapporti con lo Stato. Lei in questa legge ha dimostrato nei fatti che questo rapporto con lo Stato è un rapporto succube, plaudente, dove noi non ci prendiamo cura neanche dei nostri beni e del nostro territorio. Io credo che lei non voglia passare alla storia come il cementificatore, né come quello che approva una legge con una lettera a), che dice che gli interventi sono ammissibili su edifici privi di titolo abilitativo, perché lei sfiorerebbe il ridicolo. Lei si rende conto di questo?
Io le suggerisco, pertanto, siccome avevamo approvato concordemente, anche grazie all'intervento del collega Capelli e altri, un emendamento all'articolo 10, che sostanzialmente riscrive le condizioni nelle quali deve essere previsto il titolo abilitativo, di sospendere la discussione; lo faccio per lei, Presidente, lo faccio per la dignità della sua Giunta e della sua figura istituzionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, sulla vostra cultura dell'illegalità in materia di urbanistica, tesa al consumo così selvaggio del territorio sardo, voglio fornire alcuni dati su cui vi invito a riflettere. In ogni caso faccio gli auguri al presidente Cappellacci, ci è mancato molto, glielo dico sinceramente, perché non abbiamo avuto degli interlocutori seri, a mio avviso. Si è svolto un dibattito in solitudine da parte nostra e con una totale chiusura da parte della sua Giunta, per cui oggi, Presidente, noi le chiediamo di prendere posizione rispetto a tutto l'accaduto. Sarà sicuramente molto ben informato.
In Sardegna, l'abusivismo edilizio è una piaga grave che compromette le aree di maggiore interesse ambientale. Sono oltre 1.100 le ordinanze di demolizione relative agli abusi edilizi non condonabili: ogni anno vengono emesse dai comuni circa un migliaio di ordinanze di demolizione di abusi edilizi, demolizioni che non avvengono, visto che la Regione non procede neppure alla gara d'appalto, secondo l'articolo 15 della legge regionale numero 45 dell'89.
Ora, i casi di abusivismo edilizio, in base all'ultimo censimento regionale, risultano essere oltre 45.000, in gran parte tutti lungo i litorali. Secondo l'allora assessore Asunis, nonché attuale assessore dell'urbanistica, i casi di abusivismo, dal gennaio del 2004, sarebbero stati 17.387, di cui 10.000 aumenti di volumetrie di fabbricati esistenti, come chiusura di balconi; cioè il nostro Assessore ci ripropone come cosa buona quello che denunciava in passato.
Quindi, negli anni successivi, l'Osservatorio per il governo del territorio ha censito 1.694 nuovi abusi, parecchi ad Alghero. Oltre ai 140 casi accertati dal Comune, sono partiti dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Sassari più di 80 avvisi di garanzia, quindi entriamo in materia di altre responsabilità molto forti. Si tratta di abusivismo assai diffuso nel centro storico e lungo la costa che poi conduce verso Bosa.
Vi fornisco alcuni dati: 519 comunicazioni di reato, 168 sequestri previsti, 992 indagati in poco più di un anno. Tuttavia l'abusivismo procede e ora viene anche istituzionalizzato da questo progetto di legge. Ci chiediamo…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione gli emendamenti numero 39 e 240, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 39 e 240, uguali.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cucca e Moriconi hanno votato a favore e che i consiglieri Capelli, Mario Diana e Rodin hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CARIA - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MULA - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PITTALIS - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 21
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Sono in votazione gli emendamenti numero 115 e 241, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento o gli emendamenti tenderebbero a sopprimere la lettera b) del comma 1; capisco che al Presidente interessi solo la presenza dei consiglieri, e poco conta se stiano attenti, se seguano o meno, questo è il profilo di serietà di questo Consiglio regionale. Vorrei dire all'Assessore che quello che voi prevedete nella lettera b), siccome la nostra normativa prevale sul Codice Urbani, significa che a esclusione di quello che avete scritto in norma tutto il resto è ammissibile; noi con questa legge pertanto possiamo consentire gli aumenti volumetrici nelle sponde e negli argini dei fiumi nell'ambito dei 150 metri, nei parchi e nelle riserve nazionali e regionali, nei territori coperti da foreste e da boschi, nelle aree sottoposte a usi civici, nelle zone umide previste negli elenchi. Siete coscienti di questo? Altrimenti spiegateci che non è vero!
Fateci vedere dove è scritto che non è così! Siete coscienti di questo? L'importante è che lo siate, perché quello che avete scritto alla lettera b) significa questo, perché noi abbiamo una restrizione normativa che voi dovete recepire, perché non siamo sopra la legge; questo è il punto, diteci dove questo non sarà possibile e dove è scritto che non lo sia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Il collega Sanna ha fatto bene a ricordare questi punti che anch'io avevo rilevato in sede di discussione dell'emendamento soppressivo dell'articolo 8. Il Consiglio delle autonomie, cioè l'organo degli enti locali, province e comuni, su questi aspetti muove gli stessi appunti che sembriamo proprio non considerare, abbiamo praticamente cestinato suo parere anche su questo punto importante.
Io quindi, nell'esprimere il voto favorevole all'emendamento, vorrei tornare sulla questione dei titoli abilitativi. Assessore, mi rivolgo a lei perché a me non è ancora chiaro se attraverso questo progetto di legge possono accedere agli incrementi volumetrici anche quegli edifici che hanno già posto in essere aumenti di volumetrie in eccesso rispetto agli strumenti urbanistici vigenti e che sono state oggetto di condono. Se così fosse noi daremmo un premio a chi ha costruito abusivamente se pur condannando condonando; questo è un altro dei temi che ci pone il Consiglio delle autonomie.
Io (nel mio intervento precedente non ero stato sufficientemente chiaro) credo che questo sia l'articolo nel quale affrontare questo tema problema. Pertanto, nel ribadire il voto favorevole, io le chiederei, se lei fosse disponibile, come lo è stato peraltro in altre circostanze di questa discussione, di chiarire questo aspetto. per capire se, come hanno anche richiamato altri colleghi, questa legge premia i furbi o invece mette tutti sullo stesso piano.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 115 e 241, uguali. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 115 e 241, uguali.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Capelli ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: BEN AMARA - BRUNO - CARIA - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - CAPELLI - CAPPELLACCI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STOCHINO - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 57
votanti 56
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 17
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Sono in votazione gli emendamenti numero 40 e 242, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Riprendo l'argomento di cui al comma 2 che sottolineava il collega Porcu. Se voi aveste avuto innata l'idea che una legge deve generare giustizia ed equità, avreste stabilito sicuramente che i volumi, fino alla concorrenza degli ampliamenti previsti in questo provvedimento di legge, realizzati in sede di sanatoria, non potessero essere computati ai fini dei benefici. Questa disposizione avrebbe, in qualche modo reso identico il cittadino che aveva già usufruito di una sanatoria per effetto di un abuso, con coloro che voi, in questo modo, cercate di avvantaggiare attraverso il sistema della "depianificazione" e della deroga.
Assessore, il termine "deroga" è un termine pericoloso, perché se non trova i limiti in fattispecie concrete e puntuali, rischia di essere un processo generalizzato come quello che state realizzando in questa legge; e su questo credo che ci sarà un altro bel punto sul quale dovrete rispondere perché, fino a quando la Regione Sardegna non adotterà una legge propria sull'ordinamento degli enti locali, in base all'articolo 117, secondo comma, lettera p) lo Stato ha competenza esclusiva in materia di funzioni fondamentali degli enti locali; e la competenza in materia di pianificazione urbanistica i comuni hanno il dovere di esercitarla fino a quando voi non direte espressamente che sono sollevati dall'obbligo di rispettare la pianificazione e anche, lo dico per inciso, di eseguire la vigilanza urbanistica. Perché, chiaramente, che vigilanza potranno fare i comuni sull'assetto urbanistico se è tutto deregolato?
Su questo punto ci sarà un gran dire e sarà anche, come rileva il Professore ordinario di diritto amministrativo dell'Università degli studi di Salerno, uno dei punti sui quali cadranno, uno dopo l'altro, tutti questi provvedimenti. Non si può sottrarre allo Stato una competenza esclusiva attraverso una norma surrettizia, come questa, che bypassa la competenza dei comuni sulla pianificazione e sulla vigilanza urbanistica che voi ponete in capo alla Regione in maniera del tutto generalizzata.
Qualche Regione è stata più furba di noi, ha inserito in norma il recepimento da parte dei comuni riconoscendo, di fatto, che quel ruolo gli compete. Voi non l'avete fatto ed è un altro regalo che ci fate …
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Tutta la legge è improntata sul principio della premialità, dell'aumento dei volumi intesi come premialità a un essere. Però, il premio, la premialità è la risposta a comportamenti virtuosi; non mi pare che siano stati mai concessi, nell'ambito di comportamenti ragionevoli, premi a chi ha avuto comportamenti difformi rispetto alle norme.
Io insisto molto su questo aspetto, perché significa veramente privare di qualsiasi credibilità le norme. Noi stiamo dando una premialità o stiamo facendo comprendere che la premialità può essere data a tutti coloro che in dispregio delle norme hanno realizzato i volumi abusivi. E' proprio questo concetto che va respinto perché, come diceva prima il collega Porcu, si sta consentendo di recuperare un aumento volumetrico laddove i volumi sono stati realizzati in eccesso rispetto a quanto previsto dagli strumenti pianificatori vigenti.
Io aggiungerei anche in eccesso e in difformità perché anche la difformità rappresenta una parte dell'abusivismo, in parte tollerato e in parte no, di una serie di interventi inopportuni fatti nelle nostre città, nei nostri centri storici, sulla fascia costiera, in agro e in tutti i luoghi dove queste cose sono accadute. Vi invitiamo pertanto, ancora una volta, a riflettere, vi suggeriamo di prendere provvedimenti correttivi, vi chiediamo ancora una volta di ritirare il provvedimento e di riesaminarlo di sana pianta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Noi non ci stancheremo di chiedere il ritiro di questo testo di legge fino alla fine della sua discussione, e credo che questo articolo più di altri spieghi come questo giocattolo, come questo strumento rischi di sfuggirvi di mano. Rischia di sfuggirvi di mano perché non conoscete neanche voi gli effetti che avrà sul nostro patrimonio edilizio, sul nostro ambiente, sul nostro paesaggio. Siete così preoccupati di dare un via libera a tutti… Presidente, vorremmo partecipare anche noi alla discussione...
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Porcu. Onorevole Fois, per cortesia.
PORCU (P.D.).Presidente, se serve non ho difficoltà a fare una pausa.
PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Porcu, non si preoccupi.
PORCU (P.D.). Non ho difficoltà a interrompere il mio intervento perché capisco che il Presidente è così poco in Aula che la sua stessa maggioranza approfitta dell'occasione per chiacchierare con lui, è del tutto legittimo. Dicevo che credo che questo sia uno degli esempi in cui noi rischiamo, con questa previsione di accumulo di volumetrie da altre leggi, comprese quelle che hanno previsto i condoni, di non sapere gli effetti che il provvedimento produrrà.
Peraltro mi ha commosso l'ultimo paragrafo che recita: "Non sono cumulabili fra loro gli incrementi previsti nella presente legge", ci mancherebbe altro! Ma quest'ultimo paragrafo dimostra che abbiamo lasciato veramente briglia sciolta e massima apertura tanto da prevedere in alcuni casi aumenti volumetrici che sfiorano il 60 per cento in questa legge, come nel caso dell'articolo 5, come nel caso di dare la stessa leva ai comuni che sono responsabili del proprio patrimonio urbanistico e che regolamentano l'utilizzo del patrimonio urbanistico.
Stiamo dicendo ai comuni: "Per aggirare le vostre stesse norme vi consentiamo incrementi volumetrici in modo che voi stessi non inciampiate sulle regole che dovete adottare con gli strumenti urbanistici". Credo che sia veramente una legge non legge, cioè una legge che decide di non normare, è una legge che decide che le leggi non valgono, è una legge che decide che vale tutto!
Per questo noi, Assessore, Presidente, le chiediamo di ritirare il provvedimento in esame perché la sua attuazione creerà situazioni di illegittimità. Noi impugneremo la legge, la legge verrà certamente cassata, ma nel frattempo i danni saranno fatti e noi non ci stancheremo di ripeterlo, non ci stancheremo di ripeterlo nel corso degli interventi su ogni articolo e su ogni emendamento. Voteremo a favore anche di questo emendamento, ma mi permetto di ricordarle...
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Questo è un altro comma che potrebbe offrire l'opportunità, Assessore, Presidente, colleghi, di dare un po' di dignità a questa legge. Questo è un comma che ci consentirebbe, così come è stato detto altre volte di ridare, ad esempio, ruolo ai comuni. Comuni che in questo provvedimento di legge vengono trascurati, vengono "bypassati", vengono superati. Basta vedere che cosa accade, Assessore, nei centri storici.
Io dico che inserendo questa semplice dicitura "dietro deliberazione del consiglio comunale" si potrebbe ridare dignità ai comuni facendoli partecipi di questo processo di modifica del loro territorio, dei loro strumenti urbanistici che, con questa legge, appunto, diamo l'opportunità di modificare bypassando tutte le prerogative dei comuni.
Io le ho già detto più volte, Assessore, e non mi stanco di ripeterlo perché penso sia un elemento molto importante, che ritengo necessario reinserire la funzione e il ruolo dei consigli comunali nella pianificazione urbanistica. Ritengo pertanto fuori luogo questo comma nel quale trattiamo in maniera ordinaria un tema che è straordinario.
Il carattere di straordinarietà di questo provvedimento di legge è chiaro: l'obiettivo è quello di un rilancio dell'attività economica delle nostre regioni in senso generale, ma le disposizioni in esso contenute hanno una durata limitata nel tempo. Noi invece con questo comma diamo l'opportunità di cumulare interventi che sono di carattere eccezionale; dicendo che sono cumulabili gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici stiamo creando una difformità che, secondo me, è almeno pari a quella che creiamo nel momento in cui consentiamo gli aumenti volumetrici per le strutture condonate. Il problema è la ricerca della moralità di questo disegno di legge.
Assessore, la invito a riflettere, invito a riflettere il Presidente, su questo perché non è possibile cumulare interventi e sanare situazioni distorte che negli anni hanno favorito cittadini che non si sono comportati nel rispetto delle regole. Io penso che questo articolo, riscritto, possa dare l'opportunità a questa norma di legge di essere più comprensibile e migliore dal punto di vista dell'operatività.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, con questo articolo voi avete stabilito, come diceva chi mi ha preceduto poc'anzi, un aumento di volumetrie che va anche oltre il 45 per cento. Io ancora insisto nel chiedervi qual è il criterio, qual è la ratio di questa vostra proposta. Tuttavia credo che una ragione l'abbiate, non ce l'avete detta, non la conosciamo, ma immagino ci sia perché altrimenti non si capirebbe il perché di questo disegno di legge.
In questo articolo, presidente Cappellacci, assessore Asunis, voi cumulate gli interventi previsti in questo vostro provvedimento di legge con quelli già consentiti dai comuni. Io naturalmente credo che anche voi condividiate l'opinione che i comuni laddove, attraverso i loro strumenti, hanno consentito un aumento di volumetria l'abbiano concesso, ovviamente, nel rispetto della sicurezza, del paesaggio, dei riferimenti architettonici, storici, eccetera. Credo che i comuni abbiano agito con grande serietà e adottando uno strumento di pianificazione oggettivo in riferimento alla possibilità di aumentare le volumetrie.
Voi intervenite anche sui loro strumenti e dite "in deroga a quanto è stato fatto dai comuni", quindi in barba alla pianificazione di cui si sono dotati i comuni voi derogate, deregolamentate tutto e permettete che si aumenti la volumetria sugli edifici sui quali è stata già aumentata. Quindi, questa vostra deregolamentazione rischia di porre anche problemi di sicurezza.
Io vorrei capire inoltre con quali strumenti voi intervenite su questa fattispecie per verificare. A me pare che non abbiate alcuna intenzione di verificare alcunché, siete soltanto presi dall'ansia di consentire un ulteriore aumento di volumetria. Presidente Cappellacci, conoscendola come persona che riflette, che sa ascoltare e che quando si convince dell'esistenza di qualche limite nella proposta originaria, ha l'onestà intellettuale di riportare su un terreno di discussione seria l'oggetto in discussione, a me pare che...
PRESIDENTE. Onorevole Diana il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione gli emendamenti numero 40 e 242, uguali. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 40 e 242, uguali.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BEN AMARA - BRUNO - CARIA - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 20
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Sono in votazione gli emendamenti numero 41 e 245, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Esprimo innanzitutto il voto favorevole all'emendamento. Vorrei inoltre segnalare un ulteriore elemento caratterizzante questo provvedimento. L'ultima frase del comma 2 dice: "non sono cumulabili fra loro gli incrementi previsti nella presente legge". Allora, il meccanismo sarebbe il seguente: si possono cumulare i provvedimenti previsti in questo provvedimento di legge con quelli eventualmente già presenti negli strumenti urbanistici o derivanti da altre leggi, mentre non si possono cumulare fra di loro quelli disciplinati nel testo di legge in discussione. No, è un falso.
Questo provvedimento si presta anche a essere impugnato chiedendone la sospensione perché c'è il pericolo che generi un cataclisma. Io ho già chiesto, e non mi è stata data risposta, se questo provvedimento ha un limite temporale di applicazione, se si può applicare una sola volta o si può applicare più volte. A me poco interessa che elementi diversi di questa legge non si possano cumulare, se questa legge applicata è ripetitiva allora uno degli elementi ulteriori di censura sui quali noi ci cimenteremo attiene al fatto che questo testo di legge non fissa un limite alla sua applicazione, ma diventa un sistema di "depianificazione" a regime perché non c'è un termine entro il quale esplica la sua funzione.
Questa carenza comporta un elemento di grande pericolosità che giustifica la richiesta di sospensiva urgente, da parte dei tribunali amministrativi, dell'applicazione di questa legge. A me poco interessa che l'articolo 2 non si sommi all'articolo 3 quando invece l'articolo 2 si può sommare a se stesso nel tempo perché qui non è detto diversamente e, di conseguenza, può produrre un danno assai peggiore rispetto a quello di non cumulare gli interventi tra di loro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Dichiaro il voto favorevole sull'emendamento soppressivo del comma 3, emendamento che credo verrà approvato sia perché c'è anche un emendamento dello stesso segno della Giunta, sia perchè riprende uno dei pochi momenti che abbiamo avuto di dialogo e di possibilità di dare un contributo a questo provvedimento di legge; l'altro momento l'avremmo potuto avere in Commissione dove abbiamo presentato una proposta alternativa che è stata cestinata.
Riprendo il tema trattato dall'onorevole Gian Valerio Sanna; la frase "non sono cumulabili tra loro gli incrementi previsti nella presente legge", nel momento in cui non specifica che sono cumulabili però quelli previsti nello stesso articolo, potrebbe essere anche un vincolo, solo che non ci hanno pensato. Quindi noi potremmo anche impugnarla nel momento in cui qualcuno applica tutti gli incrementi previsti all'interno dello stesso articolo, cioè il premio di base e il premio per il risparmio energetico, e qualcun altro invece non lo applica perché ritiene restrittivo questo comma.
E' un altro degli esempi che ci fa capire che è una norma mal fatta, frettolosa, pasticciata, che non va neanche nella direzione che voi auspicate; tra l'altro ha fatto bene il collega Sanna a ricordare che se io sono molto veloce, cioè parto con la dichiarazione di inizio lavori dal primo giorno utile, costruisco in tre mesi, entro i 18 mesi potrei fare un'altra dichiarazione di inizio lavori per avere un incremento volumetrico dell'incremento volumetrico. Con questo meccanismo potrei ottenere aumenti volumetrici tra l'80 e il 100 per cento.
Pertanto questa legge di fatto oltre a contenere delle contraddizioni, perché alla fine si autovincola nell'applicazione all'interno dello stesso articolo semplicemente perché scritta male, oltre che essere dannosa e inutile perché non porterà i benefici che sono stati auspicati, mette in condizioni chi parte subito di ottenere incrementi fino al 100 per cento perché non specifica che si applica una sola volta. Noi vi invitiamo nuovamente a riportare la legge in Commissione perché è un grande pasticcio.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, per correttezza, poiché lei l'ha richiamato, ricordo che l'emendamento della Giunta, il numero 379, è stato ritirato.
PORCU (P.D.). Posso intervenire?
PRESIDENTE. No, non può reintervenire.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per fare una dichiarazione di voto ma, soprattutto, per ritirare l'emendamento al comma 3. La dichiarazione di voto per ribadire la coerenza con la quale noi dall'inizio abbiamo sistematicamente opposto ogni possibile argomentazione contro questo provvedimento che reputiamo devastante nel suo contenuto generale, nei suoi contenuti di merito, nei suoi singoli articoli; un provvedimento sul quale abbiamo esplicitamente detto che non è possibile alcuna azione miglioratrice.
Questo provvedimento è così; e così, con tutte le sconcezze che contiene, finirà per essere approvato perché voi avete una maggioranza che ha i numeri, e noi tenteremo di opporre a questa vostra prepotenza numerica la nostra capacità di ragionamento. Poiché questo comma, introducendo un limite alle unità immobiliari accatastate alla data di presentazione dell'istanza, quindi escludendo tutte le unità immobiliari che non lo fossero riduce il danno (non fa una cosa straordinaria, danno ne fa lo stesso, ma lo riduce un po'), il mio Gruppo ritira l'emendamento presentato.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 41 è ritirato, rimane in piedi l'emendamento numero 245.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 520 aggiuntivo all'emendamento numero 239.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 520 aggiuntivo all'emendamento numero 239.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 60
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 25
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AGUS - AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BRUNO - CAPELLI - CAPPAI - CAPPELLACCI - CARIA - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - COSSA - CUCCA - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - MANCA - MANINCHEDDA - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Marco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - STERI - STOCHINO - TOCCO - URAS - VARGIU - ZEDDA Alessandra - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CUCCUREDDU.)
E' in votazione l'emendamento numero 548.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 548 ovviamente ripropone i limiti dell'applicazione di questa norma, in quanto in esso viene nuovamente sottolineato il fatto che in fascia costiera non si possa derogare ai vincoli di legge; ma, evidentemente, è un tema che ha già suscitato un dibattito all'interno del centrodestra per cui credo che andrete avanti, e questo a noi non meraviglia affatto anche perché costituisce uno di quegli elementi che ci costringerà a prendere una posizione di contestazione formale di questo provvedimento di legge.
Abbiamo infatti la sensazione che il legiferare in deroga potrebbe far presupporre la sospensione anche mirata di alcuni provvedimenti. Nel caso in questione non si fa riferimento né a una delegificazione formale del patrimonio legislativo regionale, e neppure si fa riferimento alla legislazione sovraordinata. Ora c'è qualcuno che evidentemente nel centrodestra, nella maggioranza, è stato convinto dall'idea suggestiva che ha accompagnato il fallimento dei PTP, cioè che i vincoli posti dalla legge dello Stato, quali limiti alla legislazione regionale, siano trattabili.
Stabilire in norma che devono essere tutelate le fasce dei 300 metri, o dei 150 metri, non impedisce che dentro quelle fasce di tutela siano individuati interventi di modificazione. È esattamente quello che ha portato alla caduta dei PTP. La legge dello Stato dice che quegli ambiti devono essere tutelati, oggi lo sono, ma voi dite che si può derogare e violate indirettamente una legge dello Stato. Va detto che questa vostra posizione a noi soddisfa nella misura in cui troveremo, articolo per articolo, e comma per comma, elementi di censura che mettano una parola fine a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessore, colleghi, il testo da voi presentato, Presidente, l'abbiamo ripetuto più volte, non corrisponde alle esigenze della Sardegna, delle sue strutture, delle coste, del territorio. Sarebbe opportuno intervenire con risorse pubbliche; nessuno nega che l'edilizia sia un settore che in breve tempo possa dare nuovo slancio all'economia, ma il problema è che si può intervenire in un modo e bene o in un altro modo, così come negli articoli di questo testo, e male.
Gli interventi necessari nella nostra Regione sono quelli relativi alla salvaguardia dell'ambiente: una risorsa, una ricchezza, un patrimonio esso stesso inalienabile che determinerà futuro e sviluppo per la nostra Isola. Sarebbe opportuno pertanto mettere in moto interventi di recupero, di ristrutturazione, di messa a norma, di manutenzione ordinaria e straordinaria a livello sia di patrimonio pubblico che privato.
Presidente, i comuni sono proprietari di migliaia e migliaia di immobili ormai in stato di degrado perché le amministrazioni non hanno le risorse per provvedere alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria, sarebbe quindi opportuno promuovere interventi di risposta alle esigenze sia dei comuni che dei privati, condizionandoli, certamente, al risparmio energetico e all'utilizzo di nuovi materiali, ma mettendo comunque "a correre" risorse pubbliche.
Questo Piano che deroga a tutte le regole e alle norme vigenti in materia, regionali e nazionali, ai piani urbanistici comunali, ai piani particolareggiati dei comuni, eccetera, non ci convince. Ragion per cui voteremo a favore dell'emendamento e vi chiediamo di riportare il testo di legge in Commissione, in modo tale che venga rivisto per andare incontro alle esigenze da noi segnalate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io sono convinto che, approvando questo emendamento, si renda meno "brutta" questa legge che, comunque, rimarrebbe tale; però questo emendamento consente di evitare interventi in quei luoghi dove ormai anche nella accezione generale, nella convinzione del nostro popolo sardo, non è assolutamente accettabile che si possa costruire.
Non tener conto di questa coscienza di salvaguardia che è maturata tra la nostra gente, e incentivare la distruzione di questa coscienza collettiva comporta un danno assolutamente inimmaginabile. Per questo anch'io faccio appello al presidente Cappellacci che, comunque, con l'approvazione della legge sarà colui che legherà in primis il suo nome al provvedimento.
E se più di una persona approverà il Presidente perché avrà potuto costruire qualcosa che mai avrebbe sperato di poter fare, tantissime lo ricorderanno invece come colui che ha riportato indietro la Sardegna di almeno trent'anni. Questo non è accettabile per lui, ma in particolare non è accettabile per tutta l'Isola..
(Non è approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 239.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 239.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 63
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 27
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AGUS - AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BIANCAREDDU - BRUNO - CAPPAI - CAPPELLACCI - CARIA - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCA - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOMBARDO - LOTTO - MANCA - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MELONI Marco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RASSU - RODIN - SABATINI - SANJUST - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SECHI - SOLINAS Antonio - TOCCO - URAS - VARGIU - ZEDDA Alessandra - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.)
(Non è approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 547.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 547 si propone di garantire o perlomeno, visto che l'intero provvedimento non reca norme di garanzia in materia di sicurezza, di certificazione, di capacità di valutare le conseguenze che una delegificazione generalizzata porta sul nostro patrimonio edilizio, di specificare che gli operatori che svolgono questi interventi siano persone che abbiano le necessarie abilitazioni e rilascino le appropriate certificazioni sul rispetto delle norme relativamente ai cantieri e alla regolarità dei lavori.
E' evidente che avendo noi in Sardegna, come c'è nel resto d'Italia, un'emergenza dal punto di vista della sicurezza nei cantieri, se è vero quello che ha dichiarato l'Assessore che apriranno 12 mila cantieri (prima erano 40 mila), noi necessariamente dobbiamo dire quali saranno i provvedimenti che presteranno la maggior attenzione alla sicurezza complessiva di tutto questo po' po' di lavoro.
Anche perché io credo che non ci sia tema più attuale, oltre quello di garantire, sì, lo sviluppo economico, del non perpetrare un'idea di disgrazie o di arbitrarietà nell'approntamento dei cantieri. E' abbastanza noto, e nel tempo è stato largamente diffuso attraverso gli organi di informazione, lo stato di precarietà nel quale si trova la sicurezza dei lavoratori; io credo che avrebbe qualificato positivamente, quantomeno un pochettino, questo scellerato provvedimento l'introduzione di una norma che ricordasse che la sicurezza sul lavoro va incontro alla persona, posto che anche voi, nel Programma regionale di sviluppo, ponete al centro degli interessi la persona (nel titolo poi nella pratica non lo è), per cui la coerenza avrebbe dovuto richiamare un'attenzione al problema in questo provvedimento e un'attenzione anche a questa integrazione che noi vi proponiamo. Ma, ovviamente, teniamo conto anche del fatto che a giorni ci sarà la giornata per l'udito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). A proposito dell'udito, non avevo sentito il richiamo del Presidente, però approfitterò del suggerimento che ha dato a tutti il collega Sanna.
A parte il tono un po' scoraggiato del collega, io sono convinto che, finalmente, su questo emendamento raccoglieremo il consenso di tutti perché, senza mettere minimamente in crisi l'impianto di questo provvedimento di legge, che continuiamo a definire inopportuno, indipendentemente da quello che consentirà, dalle possibilità che aprirà in tutta la Sardegna, suggerisce di far rispettare un aspetto che mi pare stia a cuore a tutto il Consiglio che, infatti, ha appena nominato la Commissione d'indagine sulla sicurezza del lavoro.
Siccome a tutti noi, credo nessuno escluso, sta a cuore il problema della sicurezza del lavoro, l'emendamento non può che essere accolto favorevolmente, proprio perché riguarda la sicurezza nei cantieri: un problema drammaticamente salito agli onori della cronaca, come ricordava prima il collega Uras citando l'operaio sardo morto in un cantiere in Lombardia.
Quindi, esprimo il voto favorevole sull'emendamento e mi auguro che possa raccogliere anche il voto favorevole di tutta l'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Sono convinto anch'io che la gran parte dei consiglieri regionali della maggioranza (do per scontato che l'opposizione pensi come me,) guardi a questi interventi edilizi non dal punto di vista esclusivo dei costruttori ma anche dal punto di vista del lavoratore e della società.
Se questo è vero, non può non essere approvato questo emendamento che, di fatto, chiede che questo grandissimo regalo che viene fatto dalla Regione Sardegna ai costruttori abbia almeno questo ritorno, e cioè la creazione delle condizioni per cui nessun cantiere possa essere messo in piedi senza il rispetto delle necessarie norme di sicurezza e nessun cantiere possa essere aperto da imprese che non possono certificare la propria regolarità contributiva.
È una questione di civiltà, si conseguirebbe l'obiettivo comunque di costruire cose che noi non vorremmo che fossero costruite, si metterebbero in piedi dei volumi che noi non condividiamo, ma quantomeno creeremmo le condizioni perché i lavoratori che vengono chiamati ad operare in queste realtà lo facciano con maggiore garanzia di sicurezza e che quanto meno vengano pagati loro i contributi dovuti.
Credo che questo sia un emendamento sacrosanto e che, di conseguenza, possa avere il voto favorevole dell'intero Consiglio.
(Non è approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 243.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento 243 è un emendamento abbastanza articolato - inviterei i colleghi che ne hanno voglia a leggerlo - e dà una serie di risposte a quei dubbi e a quelle perplessità che noi abbiamo sollevato fino adesso; si può fare anche un'opposizione di carattere pregiudiziale però noi pensiamo sinceramente di fare un'opposizione di merito. Stiamo spiegando, infatti, comma per comma, quali sono le nostre perplessità, e qui, in questo emendamento, proponiamo di sostituire il comma 2 con una nuova articolazione di proposte quali, per esempio la non ammissibilità agli interventi previsti in norma degli edifici eseguiti in assenza o in difformità di titolo abilitativo, degli edifici collocati all'interno di Piani particolareggiati, degli edifici definiti di valore storico e culturale, di quelli vincolati ai sensi del codice Urbani, degli edifici collocati nelle aree di inedificabilità assoluta come definite dal Codice, degli edifici collocati nei territori dei parchi e delle riserve nazionali, ancora degli immobili collocati all'interno delle aree per le quali gli atti di governo del territorio e gli strumenti urbanistici generali prevedono l'adozione e l'approvazione di Piani attuativi.
Fondamentalmente recuperiamo in questo emendamento la complessità delle nostre obiezioni (in relazione a norme alle quali invece voi derogate) per dare a questo provvedimento la sensazione che comunque si possono fare alcune cose nei limiti del rispetto della legislazione sovraordinata, e soprattutto nei limiti che assegnano i Piani urbanistici dei comuni, avvalorando in qualche modo questa idea di una Regione che diventa sempre meno autonoma perché toglie l'autonomia ai Comuni.
Questo provvedimento di legge contiene un vulnus; non si può parlare di "Regione autonoma", "della nostra Autonomia", se poi ci perdiamo in queste cose, cioè sradichiamo dalla base le fondamentali competenze dei comuni su materie che sono state assegnate loro dalla legge dello Stato, non tanto da noi, e che noi dovremmo valorizzare per valorizzare l'autonomia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ancora una volta un segno da parte dell'opposizione di voler fornire un contribuito costruttivo e positivo a questo progetto di legge che nel comma 1 individua gli interventi ammissibili. Questo emendamento, propone in modo puntuale, a scanso di equivoci, che cosa è opportuno non fare
Pertanto esclude con puntualità le aree critiche del nostro territorio, le aree sottoposte a particolare attenzione per la loro valenza ambientale e naturalistica, pone un'attenzione particolare ai centri storici (già disciplinati da strumenti di dettaglio come i Piani particolareggiati), nonché addirittura a quelle aree di inedificabilità assoluta - potrebbe apparire superfluo ma così non è perché la legge è lacunosa e nella sua smania edificatoria diffusa non ne tiene conto - comprese quelle contenute all'interno delle aree parco e delle riserve naturali.
Io credo che questo merito vada riconosciuto ai presentatori dell'emendamento e all'opposizione che compatta sostiene la validità di questo emendamento; un emendamento che, ancora una volta, non altera l'impianto di una legge che noi, pur rifiutandola, cerchiamo disperatamente di correggere soprattutto nelle sue parti lacunose.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io sono convinto che questo emendamento sia la dimostrazione che da parte del centrosinistra c'è la volontà di contribuire a costruire un provvedimento di legge che porti dei risultati ma in particolare eviti dei disastri. Abbiamo predisposto un'intera proposta di legge, vi invito a confrontare il comma 2 della proposta della Giunta e questo emendamento, ed emerge con chiarezza da una parte la volontà di nulla escludere dalla possibilità di intervenire e dall'altra lo sforzo di analizzare e di indicare puntualmente dove è opportuno che eventuali premialità vengano date e dove è assolutamente inopportuno che qualcosa venga concesso.
Vengono quindi indicate con precisione le aree dove non è assolutamente opportuno che si intervenga, e tra queste ci sono le aree vincolate, ci sono le zone dove la pericolosità dei luoghi sconsiglia assolutamente che vengano fatte ulteriori costruzioni.
I disastri a cui stiamo assistendo, l'ultimo a Messina, ma nei mesi scorsi in altre zone d'Italia, consigliano maggiore prudenza, maggiore attenzione verso queste tematiche per non doversi sorprendere quando questi disastri accadono e nessuno se ne vuole assumere la responsabilità. Se è vero, infatti, che nessuno può comandare il cielo per dosare l'intensità delle piogge, è vero però che qualcuno può impedire che si costruiscano dei fabbricati in luoghi dai quali è quasi certo che un giorno o l'altro verranno spazzati via.
E' assolutamente necessario riflettere con serietà e rigore su questo argomento, è assolutamente necessario che si faccia una legge dove è chiaro e plasticamente evidente che il Consiglio regionale non sta mettendo la testa sopra...
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo su questo emendamento per dichiarare il voto favorevole ma anche per sottolineare, così come abbiamo fatto per gli altri articoli e per gli altri emendamenti, che questo emendamento nasce dalla nostra proposta di legge; la proposta di legge che abbiamo voluto presentare è alternativa, è sicuramente una controproposta, nasce da una nostra idea di Piano casa che consente indici di volumetria sulla base del rispetto del Codice Urbani, dei piani urbanistici comunali, delle leggi vigenti, della legge numero 45; di conseguenza, anche per quanto riguarda le condizioni generali di ammissibilità degli interventi chiaramente ha un articolato molto più esteso rispetto a quello previsto invece dal testo in discussione.
Una proposta di legge che a nostro avviso unifica le vostre fasi uno e due nel senso che nella seconda parte prevede, e lo ripetiamo, interventi consistenti, 100 milioni di euro per la prima casa, ripristinando i 25 milioni di euro come contributo a fondo perduto, prevedendo altri 25 milioni di euro per interventi di edilizia residenziale pubblica e poi ancora per il completamento del cosiddetto "non finito".
E' un provvedimento di legge che noi, anche sulla base del presupposto dell'intesa tra Stato e Regione del 1º aprile, riteniamo debba andare incontro alle esigenze di natura abitativa della famiglia.
Anche la prima parte, che riguarda gli incrementi di volumetria, si rivolge esclusivamente alla prima casa. Riteniamo che questa debba essere la fase uno, la priorità della Sardegna come emerge leggendo lo scenario, leggendo i dati, leggendo insomma le caratteristiche della nostra Isola.
Riteniamo invece che un incremento volumetrico generalizzato in assenza di regole, in deroga alle leggi vigenti, anche leggi sovraordinate sia non solo sbagliato ma anche illegittimo; eserciteremo pertanto i nostri diritti anche come cittadini.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io parlo poco perché, da linguista, ho sempre pensato che parlare per parlare sia essere simile a un vegetale, come direbbe Platone. E dico che è da giorni che dibattiamo, discutiamo, ci affrontiamo a tal punto che ogni discorso diventa una rapsodia quasi di non senso. Va bene il nostro richiamarvi continuamente ad una rivisitazione del vostro Piano caos, non comportatevi come detentori della verità sociale assoluta e del pensiero unico. Cogitate almeno affinché questo Piano casa sia un Piano casa soprattutto per coloro che non hanno la casa e non per coloro che costruiscono e impongono il sistema di gioco. E'vero che voi avete vinto le elezioni, ma questo non vuol dire che l'altra metà della Sardegna deve essere discriminata.
Il fair play politico impone che la democrazia sia la gestione della necessità sociale, colma di spirito cooperativo, di soffio e di senso di responsabilità. Non vorrei apparire come un prete che predica nel deserto, ma ci tengo al valore della responsabilità della polis; la necessità più reale, più concreta e più pressante è quella di coinvolgere i cittadini a riformulare il loro parere sul vostro Piano casa. E' possibile disegnare, dipingere, cantare e sognare senza la partecipazione dei cittadini? Cari colleghi, occorre fare opera, ma bisogna sapere che la democrazia non è assumere la politica in opera.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Gli scorsi giorni ho assistito a una interessante trasmissione televisiva sulla semplificazione delle procedure amministrative relative alla edificazione. Con interesse ho appreso che questa semplificazione funziona in modo abbastanza compiuto in alcuni Paesi europei, dove però le regole (e questo è un pregio), quelle generali, sono vincolanti e assolutamente vincolanti per tutti. Nessuno tenta di fare il furbo, di superare le regole, di violare la legge e, sull'assunto che c'è un patto sistematicamente, quotidianamente rinnovato tra amministrazione pubblica e cittadino sul rispetto delle leggi, è possibile andare a una semplificazione delle procedure e a un'accelerazione degli interventi.
Con questo provvedimento noi ci allontaniamo da quel tipo di prospettiva, dalla prospettiva cioè di un funzionamento regolato e celere delle attività umane, perché? Perché noi siamo per la violazione sistematica delle leggi, per la premialità dei furbi, per la sistemazione comunque "ma sì, ma dai, ma non ti preoccupare, che primo o poi arriva qualcosa e qualcuno che ti legittima l'illegittimo".
Lo sforzo presente nell'emendamento che stiamo discutendo: ridurre il danno causato da questo provvedimento, è uno sforzo importante, per cui io voterò a favore. Voterò a favore nella speranza che venga accolto dall'intera Aula, che gli interventi ammissibili siano ridotti, e che soprattutto si educhi la cittadinanza, tutti quanti noi, l'amministrazione a seguire correttamente le disposizioni di legge che approviamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, Presidente della Regione, onorevoli colleghe e colleghi, intervengo per dichiarare il voto a favore e per sottolineare ancora una volta il tentativo che stiamo cercando di fare (al di là della piena condivisione della proposta di legge comunque corre l'obbligo a ciascuno di noi di dare un contributo) per migliorare quelle parti sulle quali è possibile accogliere un suggerimento; è in quest'ottica la proposta contenuta in questo emendamento ma, ripeto, sono diversi gli articolati, alcuni non c'è neanche bisogno di sottolinearli perché sono già imposti per legge.
Io vorrei soprattutto sottolineare l'attenzione che questo Consiglio deve avere in modo particolare verso gli enti locali; spesso noi accusiamo lo Stato di essere patrigno nei confronti della Regione Sardegna, ma sovente anche la Regione Sardegna lo è nei riguardi dei comuni. Lo è in questo testo di legge che intacca profondamente la libertà dei singoli enti locali perché comunque sconvolge procedure concordate con i cittadini, e mi riferisco chiaramente ai Piani urbanistici comunali.
Chi svolge la funzione di sindaco e ha approvato il PUC nel proprio comune sa benissimo quale iter questo strumento adotta: è quello della consultazione dei cittadini e delle categorie, perché il PUC non attiene solo all'assetto urbano, ma attiene al territorio; quindi, quando si individua e classifica il territorio e si parla di territorio extraurbano il contributo per la classificazione è dato anche dal coinvolgimento degli operatori agricoli, ma sono interessati gli stessi cittadini che nell'agro hanno strutture di recupero o di ricovero attrezzi.
Pertanto, attenzione, non facciamo l'errore di consentire che la Regione Sardegna imponga ai comuni di rivedere quanto hanno fatto, oppure gli dica: "Quello che avete fatto non serve a nulla perché dovete applicare la regola che adotta il Consiglio regionale".
Mi sembra un atto di disattenzione grave, e credo che sia necessario, laddove è possibile, recuperare questa attenzione verso il lavoro che i comuni hanno fatto perché credo che sia stato fatto con sentimento, con attenzione, con puntualità, e quindi vada rispettato. Chiediamo, io chiedo che in alcuni passi di questo provvedimento di legge questa attenzione possa essere recuperata.
PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Ladu e Stochino sono presenti in Aula. Pertanto il congedo si intende revocato.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, non è mia intenzione soffermarmi ulteriormente su questo articolo, però io credo che se pure dovessimo approvare questo emendamento non cambierebbe assolutamente niente. stiamo semplicemente completando l'elenco delle condizioni di non ammissibilità; lo stiamo completando, Assessore, con cose che dovrebbero essere patrimonio comune e che sono forse anche ovvie; forse anche lei le ha quasi sottointese, perché non penso che lei voglia dare il via libera agli interventi previsti da questa legge nei territori dei parchi o delle riserve nazionali o regionali, non credo che lei non intenda rispettare il Codice Urbani del paesaggio.
Quindi, io ho difficoltà, poi magari qualche lettera mi può sfuggire, potremo vederla meglio, a capire perché questo emendamento non possa essere accolto.
Sui problemi legati ai piani particolareggiati siamo già intervenuti; abbiamo anche proposto un primo rimedio per gli interventi nel centro storico chiedendo che il comune comunque si pronunci. Poi vedremo l'insieme della legge, perché dovremo rileggerla anche alla luce delle modifiche che abbiamo approvato in quest'Aula.
Io credo che quando abbiamo perlomeno un piano particolareggiato, cioè è stato fatto uno sforzo di dettaglio nel rivedere le norme che devono tutelare, proteggere e rivitalizzare i nostri centri storici, in questi casi, come prevediamo alla lettera b), questo sforzo vada riconosciuto ai comuni, perché stravolgeremmo quel tessuto prezioso su cui comunque sono state investite anche delle risorse in studi, in parcelle, in consulenze, dove già è in atto un progetto di sviluppo che è coerente con le finalità che il comune vuole dare al proprio territorio.
Io, ripeto, non mi soffermerò ulteriormente sull'articolo 8, però le chiedo di valutare se ci sono parti accoglibili, perché non vorrei intessere un dialogo tra sordi per tutta la mattinata.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 243. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 378. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 545. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto ora in votazione l'articolo 8. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, intervengo sempre per testare il sistema perché voglio aiutarla…
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la votazione è già fatta, ho proclamato il voto.
PORCU (P.D.). Presidente, lei può anche vedere i miei gesti, perché ormai ha capito che ci sono alcuni di noi che hanno particolarmente a cuore questo articolo.
PRESIDENTE. Appunto, avevo controllato, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Io mi ero prenotato molti secondi prima.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la sua prenotazione non è comparsa nel display; comunque ho già proclamato il voto.
PORCU (P.D.). Lei mi ha visto, io non ho la possibilità di prenotare con la mente.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, se fosse successo nel corso della votazione lo capirei, ma ho già proclamato il voto.
E' in votazione l'emendamento numero 376.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, avrà notato che stiamo cercando di intervenire su aspetti che possono contribuire al miglioramento del testo; personalmente sto tentando di limitare gli interventi e di non ripetere gli stessi concetti, per quanto stamattina, non so se per la presenza del Presidente della Regione, mi sembra che l'inclinazione al dialogo sia diminuita. Forse c'è una necessità, da parte dell'Assessore e della maggioranza, di dimostrare di essere in qualche modo ligi al comando e di voler fare bella figura con il Presidente dando prova di essere tutti compatti, sordi alle richieste, sordi alle possibilità emendative.
Presidente Cappellacci, lei deve stare sempre in quest'Aula, altrimenti questa maggioranza tende a sfaldarsi, c'è proprio bisogno della sua presenza fisica. Lei è l'unico collante di una maggioranza che in quest'Aula, per altri versi, in qualche occasione, ha anche provato a esprimere pareri diversi.
Nel merito, su questo emendamento dico che è poetico perché aggiunge anche "ove prescritto", il fatto che venga prescritta una norma è un'eccezione, va specificato. Onorevole Sanna, lei sarà d'accordo con me, poiché questo provvedimento di legge non si rifà mai alle norme ordinarie, siccome le stravolge sempre, quando eccezionalmente si rifà alle norme ordinarie lo deve dire, lo deve richiamare.
Noi avremmo approvato questo testo di legge molto più velocemente se fosse stato composto solo da queste parole "si può fare tutto". Se avessimo scritto "si può fare tutto fino al 50 per cento", io avrei capito: è la sostanza della legge, ci avreste risparmiato una lunga discussione in Aula, e sarebbe venuto fuori il vero volto di questo provvedimento.
Io, però, chiudo il mio intervento dichiarando, a titolo personale, il voto a favore dell'emendamento, perché quando un emendamento della Giunta in qualche modo dice che si rifà a una norma che prescrive, secondo me va approvato perché è un fatto eccezionale; pertanto noi vi incoraggiamo a continuare a rispettare le regole.
In conclusione mi rivolgo alla Presidente: controlli quando prenotiamo l'intervento, stiamo cercando di dare un contributo, non ci metta il bavaglio, perché non ce lo metteremo né qui, né fuori da quest'Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, mi sembra che stia esagerando perché nessuno vuole mettere il bavaglio a nessuno.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non ho paura dei bavagli, Presidente, sono uno che si muove molto quando tentano di imbrigliarlo, sono per l'autodifesa. Io non sono d'accordo con l'onorevole Porcu, io voterò contro l'emendamento della Giunta; che bisogno c'è di dire: "ove prescritto", se non è prescritto sono esclusi. Se scrivo "ove prescritto" includo tutti quelli per i quali il titolo abilitativo non è prescritto. Cioè, nell'ottica della riduzione del danno, onorevole Porcu, qualunque cosa riduca la possibilità di fare cubature, di incrementare volumetrie, va benissimo.
Se noi avessimo la cuccia di un cane, perché anche questi possono essere edifici, perché fabbricati, ce li abbiamo nel giardino, potremmo anche fare un secondo piano. Invece no, non è prescritto, sono esclusi; potremmo ampliare solo la cuccia del cane, il gatto dorme in casa dove ci sono già le volumetrie amplificate da questo provvedimento legislativo.
Pertanto io sono favorevole a tutti gli articoli, norme e disposizioni che riducano il danno, cioè che decrementano la possibilità di fare cubature. Ecco perché io voterò contro l'emendamento della Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La Giunta, consapevole della monotonia dei lavori dell'Aula, ha intramezzato degli emendamenti volti a cogliere degli aspetti leggeri, divertenti; questo è il sapore di questo emendamento, che non vuol dire niente. Certo, se il titolo abilitativo è richiesto lo dicono le norme, dove non è richiesto, non è richiesto; e quindi mi domando a che cosa si riferisca questa intuizione.
Voi avete precedentemente approvato un articolo nel quale assimilate gli enti pubblici ai privati, tanto che avete bisogno di prevedere una norma perché l' aumento volumetrico negli edifici pubblici venga in qualche modo legittimato, e siccome confessate con questo emendamento i sospetti che noi abbiamo sollevato sul fatto che l'uso pubblico definisce categorie di soggetti privati, cioè privilegiati, evidentemente avete l'esigenza di specificarlo in questo modo; cioè dovete ammettere l'esistenza di una voragine che dovete cautelare perché diversamente non si spiegherebbe.
Oggi sappiamo quali sono i titoli abilitativi, anzi, il suggerimento sarebbe utile, siccome stiamo sostituendo la concessione edilizia con la dichiarazione di conformità, perché non la eliminiamo del tutto? Tanto il futuro che ci aspetta è questo che state disegnando voi. Il concedere implica dei diritti, le dichiarazioni implicano che questi diritti vengano disattesi, e siccome nel novero dei diritti, mi dispiace dirlo, ci sono anche diritti di cui voi non avete la disponibilità, sarebbe utile fare una riflessione su questo argomento, ma sarebbe più coerente per voi eliminare la concessione edilizia perché ormai tutto si colloca sopra la legge, però, arriveranno anche le occasioni…
STOCHINO (P.d.L.). Non esiste, è stata eliminata…
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il tuo punto di vista, caro Stochino, è un punto di vista di parte, mi permetto di ascoltarti, ma di dissentire sulla tua inclinazione interpretativa in quest'Aula di argomenti di questo genere che da quell'altare è meglio, spesse volte, non ascoltare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il collega Porcu è un ragazzo garbato ed è per questo che ha espresso un voto favorevole su un emendamento che lui dice essere in qualche modo superfluo. Io concordo con il collega Porcu, ma voto come il collega Uras, perché ormai abbiamo imparato (stiamo andando a lezione da molti giorni) e abbiamo perso ogni fiducia nei confronti della Giunta e delle sue proposte che vengono ogni tanto arricchite di piccoli contorni che nascondono sempre atteggiamenti di furbizia; atteggiamenti che a volte abbiamo difficoltà a comprendere, a volte intuiamo, forse perché siamo sospettosi, forse perché siamo animati da spirito di contraddizione.
Tutto questo impianto del provvedimento di legge ormai l'abbiamo capito, anche se molte cose le scopriremo nel corso della discussione in Aula e soprattutto dopo, quando, semmai disgraziatamente dovesse avere possibilità di essere applicata, queste norme entreranno nella fase di attuazione vera e propria. Relativamente al discorso, sollevato poc'anzi dal collega Sanna, degli edifici pubblici e degli assimilati mi chiedo, per esempio, se gli edifici realizzati in aree private, ma destinati a servizi pubblici, vengono considerati come tali, e quindi anche loro avranno una premialità in deroga. Io credo che ci sia un "però" molto grande dietro questa ipotesi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Intervengo per esprimere il mio voto favorevole su questo emendamento e per replicare al collega Sanna, che ascolto sempre volentieri perché sicuramente nei banchi dell'opposizione è la persona che più di altri studia, solamente sulla questione della concessione edilizia.
Onorevole Sanna; la concessione edilizia non esiste più, è stata sostituita nel Testo unico dal permesso di costruire. Non intendo intervenire su altre questioni.
(E' approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 434, sostiitutivo totale dell'emendamento numero 261.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Esprimo un voto favorevole perchè mi sembra che l'emendamento numero 434 accolga almeno in parte, nello specifico la prima parte, l'emendamento numero 261. Di fatto la Giunta regionale sta ammettendo -ci fa piacere che lo riconosca - che la frenesia di dare il via libera su tutto stava prendendo un po' la mano e si stava correndo il rischio di applicare questi incrementi volumetrici che, abbiamo potuto rilevare negli articoli precedenti, possono arrivare quasi al 60 per cento con automatismi di vari livelli, anche agli edifici collocati in aree dichiarate di elevata o molto elevata pericolosità idraulica.
Di conseguenza io non posso che votare favorevolmente, ma credo che in questo caso anche l'onorevole Uras, magari in disaccordo sulla sostanza, sarà d'accordo sul voto favorevole. Se continuassimo su questa strada, pur non condividendo l'impianto e continuando a contestarlo perché lo riteniamo ingannevole, almeno non sommeremmo il danno al danno. Assessore, forse la strada del dialogo e dell'ascolto dovremmo coltivarla in maniera non sporadica, ma in maniera più continua durante i lavori della giornata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'onorevole Porcu è un ottimista inguaribile. Io sono d'accordo con lui nella sostanza e anche sul voto, infatti voterò a favore dell'emendamento numero 434. Questo dispositivo non sarebbe dovuto essere presentato in un emendamento, sarebbe dovuto stare già all'interno dell'impianto legislativo licenziato dalla Commissione. È il minimo che noi si pensi che le disposizioni di questi articoli non si possano applicare agli immobili collocati in aree di pericolosità idraulica elevata o molto elevata ovvero in aree di pericolosità da frana elevata o molto elevata.
L'emendamento va in una direzione che io giudico positiva perché in esso si tiene conto delle gravi difficoltà nelle quali versa il nostro territorio. Noi abbiamo bisogno di una legislazione sui suoli adeguata allo stato di degrado del nostro territorio che deriva da molte ragioni, sicuramente anche da un'antropizzazione e da una presenza disordinata quindi di edifici, di costruzioni che questo provvedimento di legge purtroppo aggrava. Pertanto introdurre questo elemento correttivo è sicuramente utile.
Voglio anche dire che, a differenza del collega Porcu, non intravedo possibilità di grande dialogo, noi accetteremo le cose buone o meglio quelle che riducono il danno e contesteremo sistematicamente non solo tutto l'impianto, ma ogni disposizione contenuta in questo testo di legge nei cui confronti abbiamo una contrarietà di tipo radicale. Noi potremmo anche accedere ad accelerare i tempi, Presidente del Consiglio, se per esempio la Giunta ritirasse tutti gli articoli che vanno dall'11 in poi, quelli del Capo secondo e del Capo terzo. Reputiamo Il Capo terzo, soprattutto nell'articolo che legittima sottotetti e scantinati, una cosa scandalosa che sarebbe anche utile, perché la Giunta ha il tempo di farlo, ritirare immediatamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Su questo emendamento concordo con il collega Porcu e con il collega Uras, ma voterò contro. Perché? Perché io credo che si sia sottovalutato un aspetto, l'ho già detto in un intervento che ho fatto qualche giorno fa.
Qui si parla di elevata pericolosità, mentre io ritengo che sia sufficiente scrivere "pericolosità" senza aggettivi, perché la pericolosità non può essere quantificata con nessuna unità di misura, dovrebbe essere vietato qualunque insediamento in aree su cui è presente una qualsiasi pericolosità. Mi sembra che si sottovaluti un aspetto.
Un tempo, come tutti sappiamo, anche noi studiamo seppure non quanto il collega Gian Valerio Sanna che pare sia il più diligente tra di noi (sei stato onorato di questo titolo e me ne compiaccio perché ti stimo molto), prima di costruire si studiava la natura del suolo, i probabili corsi d'acqua, la direzione del vento, da che parte sorgeva il sole e poi si decideva come e dove costruire, come orientare la costruzione.
Oggi tutto è possibile perché abbiamo questa idea di onnipotenza, perché di fronte a qualsiasi evento naturale, allo scorrere delle acque impetuose che si creano per deviazioni fatte o a frane possibili perché si sta costruendo sotto i costoni delle colline e delle alture in questa regione, indifferenti a qualsiasi pericolo di movimento franoso, noi riteniamo che eventualmente va sconsigliata solo l'alta pericolosità e non invece e comunque "una pericolosità". Questo è il termine al quale io ritengo si dovrebbe fare riferimento in questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io rispetto l'opinione dei colleghi, ognuno si esprima come crede. Io considero questo emendamento una riflessione tardiva e anche contraddittoria (e vorrei spiegarlo a quelli che più si interessano delle zone di cui trattasi, collega Espa, ascolti) perché impedite l'applicazione degli articoli 2, 3 e 4, però consentite che in quelle zone si demolisca, si ricostruisca o si adegui in maniera diversa.
Praticamente, se consideriamo i casi esaminati, introduciamo un sistema di discriminazione tra disgraziati, nel senso che qualcuno non può fare niente e qualcun altro potrà fare. Ma questa norma che doveva stare "a cappello" di una legge di questo genere, e quindi investire la totalità della disciplina, viene omessa nella disposizione relativa ai tetti, ai sottotetti e agli scantinati dove il riferimento di questo emendamento non incide; forse la Giunta deve presentare un altro emendamento perché questo è una specie di vestito pieno di toppe e quindi correte a dire che lì non si possono fare queste cose quando c'è ancora nella memoria, spero di tutti noi, che qualche persona è morta proprio negli scantinati costruiti in determinate condizioni.
Ma non va votato perché l'insipienza che è contenuta nella tardività non merita, rispetto a questi problemi, nessun tipo di licenza. Questa è la misura della irresponsabilità perché i Piani di assetto idrogeologico non si modificano con le altre norme, i Piani sono Piani e vanno rispettati. Anzi, da un Assessore mi sarei atteso il riconoscimento del limite di quei Piani formulati sulla base di una legislazione superata e non ancora adeguati alle mutate condizioni dei modelli di calcolo dei fenomeni, così come avvengono e come le disgrazie che ci stanno ruotando intorno stanno dimostrando.
E' un atto di tardivo completamento, ma del tutto irresponsabile e discriminatorio. Io credo che bisogna recuperare la dignità con una risposta vera a un problema che spesso evochiamo solo tardivamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, questo è uno di quegli emendamenti sui quali si vede con genuinità, con sincerità, la pluralità di posizioni che può manifestarsi nel lavoro che con serietà portiamo avanti in quest'Aula. Io su questo emendamento darò fiducia all'Assessore e alla Giunta nel senso che voterò a favore. Però condivido le osservazioni dell'ex assessore Sanna e infatti ritengo che ci vorrà un'attenzione particolare sulla parte che riguarda i seminterrati e i sottotetti; specialmente i seminterrati costituiscono, soprattutto se costruiti in zone a elevata pericolosità idrogeologica, un problema molto serio con le conseguenze, che tutti abbiamo visto, in certi casi drammatiche.
Presidente, questo è un emendamento che recepisce parte dei ragionamenti che sono avvenuti in quest'Aula; su questa base, partendo dalla fiducia che concedo in questo caso all'Assessore e a lei votando a favore, le ripropongo di rivedere la disposizione relativa agli interventi di ampliamento di parti condonate.
Assessore, questo tema che ripropongo, diventerà probabilmente un fardello pesante, diventerà probabilmente anche insopportabile sentirne parlare, però questo è un elemento secondo me fondamentale. Noi non possiamo consentire nella nostra regione che persone che hanno avuto già dei vantaggi dalle sanatorie possano usufruire di ulteriori privilegi rispetto ai cittadini onesti che hanno rispettato le regole.
Io mi aggancio a questo emendamento per chiedere all'Assessore (approfitto del suo ritorno) di valutare, proprio perché su questo tema c'è stata e c'è disponibilità, c'è un'apertura che potrebbe essere, come dice l'onorevole Sanna, parziale, però secondo me è già un primo passo in avanti, anche l'aspetto fondamentale delle volumetrie condonate perché, veramente, è uno degli aspetti che può in parte qualificare o almeno riqualificare questo provvedimento di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). L'argomento in discussione, come si può notare, va al di là della posizione di ognuno di noi rispetto ai reciproci schieramenti. Mi sembra che gli argomenti siano estremamente seri; infatti sono state espresse delle considerazioni su potenziali processi discriminatori a danno delle popolazioni che vivono in aree a rischio idrogeologico perchè escludere l'articolo 5 consente, a chi abbatte e ricostruisce, di usufruire di premialità non concesse a chi rientra nelle fattispecie previste negli altri articoli. Dico questo per sottolineare gli effetti che potrebbero conseguire da questo articolo che, probabilmente, andrebbe rivisto.
C'è un problema grosso quindi, perché alla fine, se la norma viene applicata, il rischio in realtà si moltiplicherà per il fatto che alcuni cittadini potranno usufruire di volumetrie aggiuntive.
Concordo pertanto sulle considerazioni, importanti, del collega Gian Valerio Sanna sulla necessità di una norma "a cappello" che regoli il tutto al fine di evitare un diverso utilizzo della norma stessa da parte dei cittadini. C'è poi il discorso sugli scantinati che, ugualmente, possono generare situazioni pericolose, l'abbiamo già visto; ecco perché occorrerebbe portare avanti un ragionamento diverso su questo emendamento e sull'argomento in generale.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 434. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 260.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 260.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e il consigliere Mula ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BRUNO - CARIA - COCCO Pietro - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BIANCAREDDU - CAPPAI - CAPPELLACCI - CHERCHI - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - STOCHINO - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 21
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 249.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 249 sostanzialmente ripropone il tema dei limiti al cumulo degli incrementi volumetrici previsti da questo testo di legge. Io, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento e nel ribadire che a tutto c'è un limite, o almeno questo dice il buon senso mentre questa legge dice il contrario e cioè: a tutto non c'è un limite, credo che faremmo bene, Assessore, Presidente, a chiudere qui il discorso.
Faremmo bene a dirci che non siamo d'accordo, che questa è una pessima legge che voi potete approvare anche stamattina, se ritirerete gli articoli dall'11 al 15. Così facendo intascherete, come dire, il bottino, gli incrementi volumetrici previsti, darete il via libera certamente a una operazione i cui contorni non riusciamo ancora a comprendere e che noi ci auguriamo possano essere limitati, ma siamo fortemente preoccupati. La nostra non è retorica, se interveniamo è perché abbiamo la passione civile e la passione politica per denunciare quanto sta accadendo e quanto accadrà in Sardegna con l'attuazione di questo Piano.
Voi avreste pertanto ottenuto il vostro obiettivo: essere ossequiosi nei confronti del Governo nazionale, ma non avreste approfittato di questa legge per mettere mano anche alla normativa del paesaggio, una legge importante, per le vie brevi, per una via non concertata, che non segue le procedure previste, che non è concordata con gli enti locali e con il Consiglio delle autonomie, con le associazioni.
Quindi, io ribadisco, potremmo chiuderla anche qui, ritirate gli articoli dall'11 al 15, approvatevi questa legge e andremo tutti a spiegare, voi con le vostre ulteriori promesse, noi con la serietà degli argomenti, quali impatti produrrà. Pensateci, e portiamo la discussione nelle piazze, possiamo approvarla anche stamattina la legge, onorevole Pittalis, basta avere un limite, c'è un limite al tutto e il limite è chiuderla stralciando gli articoli dall'11 al 15.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 249 suggerisce una riflessione sul pericolo dei cumuli. Badate, cumulo è anche quello che è stato approvato prima. Cioè, dire che si "fa fuori" l'articolo 5 significa che io applico il comma 2 dell'articolo 5 per cui demolisco e ricostruisco e aggiungo il 35 per cento in aree a pericolosità idraulica e di frana, quindi Villagrande, dove capita, ho i soldi, lo posso fare; questo mi è consentito perché questa legge lo prevede.
Ovviamente c'è la discriminazione tra chi lo può fare e chi non lo può fare, ma questo è un sistema in deroga che va contro i principi del Piano di assetto idrogeologico (PAI), perché genera una condizione di maggior rischio con un immobile ricostruito, magari di poco spostato, sempre in quella zona con il 35 per cento di volume in più. Questo dice l'applicazione materiale delle norme che voi ci state proponendo, non è una mia invenzione.
Voi dovete spiegare inoltre la ragione per la quale non c'è l'articolo 5; dove dite che io devo spostare stabilite il principio che si sposta per ragioni di opportunità, ma il comma 2 dell'articolo 5 non dice questo, ma dice che chi può demolisce e ricostruisce, l'unica cosa che gli chiedete, gentilmente, è di migliorare la qualità architettonica, questo sì. Cioè se uno sta in una zona a rischio elevato e, ripeto, lo può fare, lo fa, giuridicamente è lecito perché si applica letteralmente il comma 2. Voi state facendo un disastro, siete in contraddizione rispetto ai principi fondamentali di una legislazione che dovrebbe prevenire dal minor rischio, non da quello medio-elevato, visto e considerato quello che sta succedendo. Ma, come accade, bastano pochi giorni e dimentichiamo tutto, compresi i morti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò a favore dell'emendamento numero 249 che va nella linea, come abbiamo già detto, di contenimento delle sbagliatissime disposizioni contenute in questo sbagliatissimo provvedimento. Perché dico sbagliatissime? Onorevole Pittalis, lo chiedo a lei che mi aiuta sempre nel ragionamento, perché dico sbagliatissime? Lo dico perché siamo rimasti anni a parlare di certezze: gli imprenditori devono sapere che cosa possono fare. Come fa l'economia a crescere se noi cambiamo le regole continuamente?
Occorre una pianificazione entro la quale, finalmente, chi vuole investire possa farlo. Dopodiché che cosa facciamo? Prendiamo tutta la pianificazione esistente e la buttiamo nel cestino, incrementiamo volumetrie disordinate, creiamo un caos edilizio, colpiamo gli standard dei servizi, non diamo certezza neppure agli effetti che avrà questo provvedimento perché tutto è aleatorio.
Ma vi rendete conto che il vostro Ministro delle Regioni è intervenuto per bocciare una norma, approvata all'unanimità da questo Consiglio, che stanziava risorse regionali in una materia nella quale peraltro noi abbiamo anche capacità legislativa primaria? Ma che cosa ne sarà di questo provvedimento quando uscirà da qui? Ma se quel Ministro dovesse fare il proprio dovere sempre? Se non lo facesse a rate? Se non lo facesse solo per colpire i precari e privi di lavoro, ma lo facesse anche per colpire le disordinate costruzioni che dovessero venire fuori da questo provvedimento? Ma lo dovrebbe cestinare subito. Noi siamo in attesa, abbiamo fiducia nella coerenza del governo Berlusconi!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Viene da ridere, anche se in effetti c'è poco da ridere su queste vicende perchè (sempre sul concetto di pericolosità) siamo arrivati all'assurdo per cui è possibile demolire nelle aree con alta pericolosità e, di fatto, ricostruire in aree che hanno una pericolosità addirittura con la premialità conseguente alla demolizione. Questo io credo sia uno degli aspetti drammatici di questa legge che è solo un tentativo di soddisfare una bramosia edificatrice che genererà il caos edilizio di cui tutti siamo consapevoli.
Per quanto riguarda i cumuli, poi, ma come si può essere sostenitori dei cumuli a vantaggio di una premialità? A questi limiti non è mai arrivata nessuna azienda; anche la Fiat quando cerca di rilanciare il mercato dell'auto, attraverso le premialità, esclude la possibilità di sommare vantaggi a seconda delle offerte diversificate, lo stesso fanno i supermercati di Nonna Isa e altri.
Ma qui stiamo parlando di volumi che ricadranno su aree pregiate del nostro territorio, perché tutte le nostre aree sono pregiate. Stesso discorso relativamente alla pericolosità; io sostengo che non esiste possibilità di intervento edificatorio se non a seguito di una disciplina precisa, perché la Sardegna è "tutta qualità", e non esistono quindi zone da tenere in considerazione speciale; una considerazione speciale che voi, dopo aver osannato ed esaltato la qualità paesaggistica e naturalistica del nostro territorio, di fatto, smentite perché consentite interventi di questa natura anche attraverso il cumulo della premialità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, per annunciare il voto favorevole, perché mi pare che in questi giorni ci sia una contraddizione interna alla stessa maggioranza; da un lato si vuole tutelare le coste dai rischi che possano sorgere parchi eolici sul mare, e dall'altro (nella schizofrenia di questi giorni) si vuole invece consentire tutto e il contrario di tutto in una mancanza di regole e, soprattutto, in una diseducazione dei più e in una mortificazione delle persone oneste.
In un Paese dove se non hai esportato capitali sei semplicemente un ingenuo ed è furbo invece chi l'ha fatto, se non hai evaso il fisco sei un ingenuo ed è furbo invece chi l'ha fatto, se non hai creato abusi edilizi sei un ingenuo ed è furbo invece chi l'ha fatto, prima o poi arriverà una norma, una deroga, una sanatoria, un condono, che consentirà ai furbi di scavalcare i tanti che invece sono stati all'interno delle regole, hanno rispettato le leggi, hanno rispettato le norme, è proprio la loro mortificazione che porta a una diseducazione collettiva, e quando questa è compiuta dalle istituzioni è di maggiore gravità.
Presidente, Assessore, vi chiedo di darci i dati su che cosa potrà accadere alla nostra regione, dove certe aree andrebbero maggiormente tutelate proprio per i rischi idrogeologici ulteriori che si stanno verificando a causa delle piogge, sempre più numerose, sempre più pericolose, che causano danni alle cose e alle persone, e certe volte lutti. E' per questo che una maggiore tutela e non un incremento di cubatura sarebbe ciò che noi ci auguriamo e ciò che vorremmo che voi faceste con questo provvedimento che, invece, va in tutt'altra direzione.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 257.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 257 prova, certamente in maniera parziale (è un ulteriore tentativo che facciamo), a mettere un argine agli ampliamenti volumetrici previsti dagli articoli precedenti. Cioè si pone un problema che dovrebbe essere scontato, ma sappiamo che per questa legge non lo è; questa legge passa sulla testa dei comuni, sui loro strumenti urbanistici, e prevede quindi che gli incrementi volumetrici, che possono arrivare, come sappiamo, quasi al 40 per cento anche nelle aree urbane, prescindano completamente da un effettivo studio del carico urbanistico, da un effettivo studio sul degrado degli standard urbanistici.
Si pone unicamente quindi il problema degli incrementi volumetrici senza considerare che agli incrementi volumetrici è collegato certamente un incremento demografico e all'incremento demografico dovrebbe essere collegato un adeguamento dei relativi servizi - verde pubblico, aree attrezzate, eccetera - , tutto questo passa totalmente in secondo piano. Anche in questo ci siamo distinti,
Presidente, siamo la Regione meno virtuosa, siamo la Regione che più di ogni altra dà via libera; altre Regioni hanno previsto che questi incrementi nelle aree urbane fossero comunque sottoposti al parere dei comuni, alla loro possibilità di limitarne gli effetti, o che questi incrementi volumetrici fossero in qualche modo onerosi (come ha fatto la Puglia) in modo da consentire ai comuni di coprire quei costi di adeguamento degli spazi attrezzati e degli spazi pubblici che, altrimenti, rimangono a carico della comunità. C'è qualcuno che se ne avvantaggia, ma è la comunità che paga.
Io voto a favore dell'emendamento numero 257 e invito la Giunta a un ripensamento su questo aspetto che mi sembra non marginale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli consiglieri, intervengo per sottolineare il voto favorevole all'emendamento, non foss'altro per le cose già richiamate. L'aumento delle cubature determina un aumento della presenza umana, chiaramente, e in tutti gli studi dell'insediamento, parlo delle nuove urbanizzazioni, non si prescinde dall'adeguamento delle infrastrutture dell'urbanizzazione primaria. Anzi, molte volte se non sono predisposte le urbanizzazioni primarie, giustamente, non si dà neanche il via all'edificazione perché queste sono strumenti fondamentali per garantire lo spirito anche normativo sul quale ci stiamo soffermando: creare le condizioni per una migliore vivibilità e per una migliore condizione di vita all'interno dei nostri centri abitati in modo particolare.
Purtroppo non c'è uno studio a monte che consenta di ipotizzare le ricadute all'interno dei vari centri urbani; per carità, sicuramente c'è una ricaduta economica, ci sono imprese di tipologie diverse che lavorano (non solo imprese edilizie ma anche imprese artigiane di varia natura), però, di fatto, non siamo in grado di quantificare quanto si scaricherà negli ambiti urbani e in parte di essi perché, a seconda delle situazioni, io credo che avremo un maggiore o minore impatto, e questo dovrebbe essere studiato e valutato a monte proprio per strutturare e quantificare l'urbanizzazione primaria.
Ripeto, nelle lottizzazioni si fa perché si quantifica l'insediamento umano possibile e sulla base della quantificazione si strutturano, chiaramente, la viabilità, i sottoservizi, cioè l'insieme delle strutture che sono indispensabili per una vita civile; tutto questo non avviene per questa norma perché non c'è stato uno studio a monte ed è difficile quindi operare una quantificazione.
L'augurio è che sia tutto spalmato in maniera uniforme e che non si determini un particolare aggravamento che comporterebbe, in qualche caso, ulteriori costi e, chissà, richieste di interventi alla Regione per urbanizzazioni primarie anche nei centri storici o negli ambiti pressoché vicini per l'aumento di volumetria che magari porterà un ulteriore aumento di popolazione in alcuni ambiti e, quindi, con sottoservizi non più idonei a supportare…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Il tema delle urbanizzazioni presenti, o da realizzare, nelle aree interessate da incrementi volumetrici è un tema di estrema importanza. Chi ha svolto, e senz'altro molti colleghi hanno avuto questo onore e questa fortuna, un ruolo di amministratore comunale nelle varie realtà locali sa quale importanza riveste questo tema. Noi a Sassari abbiamo impiegato quattro anni per individuare una norma, nell'ambito del Piano urbanistico comunale, che consentisse di avviare un processo di risanamento dell'intera area invasa da costruzioni in agro, dove esiste un problema gravissimo di inquinamento di falde, di assenza di reti idriche e di urbanizzazione in genere. Si è lavorato per costruire una norma che legasse eventuali incrementi di cubatura e nuove costruzioni alla realizzazione, in contemporanea, anche di queste urbanizzazioni.
Oggi, questo sforzo di grande importanza svolto dal Comune di Sassari, viene vanificato da questa legge. Io però mi domando: i vostri amici amministratori negli enti locali che cosa rispondono ai cittadini che chiedono le fognature nelle zone dove verranno consentiti aumentati di volumi e nuove costruzioni? Disgiungere il problema della costruzione di case dalla presenza delle opere di urbanizzazione, il non tener conto che quando si aumentano i volumi si incrementano anche le presenze umane, il non tener conto che la presenza di nuovi insediamenti urbani crea situazioni di squilibrio con le urbanizzazioni esistenti significa non tener conto di un fatto assolutamente essenziale: noi non possiamo permettercelo, non ce lo possiamo permettere noi in Regione ma, credetemi, non se lo possono permettere gli amministratori locali che da questa norma vengono messi per l'ennesima volta in estrema difficoltà nel rapporto corretto e virtuoso con i propri cittadini.
Ecco perché ritengo che questo emendamento tenda a diminuire l'impatto negativo che può avere questa legge ed è per questo che io credo che debba essere approvato.
(Non è approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 255.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io su questo emendamento vorrei rivolgere un appello al Presidente della Regione, l'avrei voluto fare anche nei giorni scorsi quando abbiamo avuto passaggi simili nell'ambito di questo provvedimento. L'appello riguarda un aspetto di questo testo di legge che credo sia molto importante per i sardi e su cui lei stesso si era impegnato quando il cosiddetto Piano casa - che poi abbiamo scoperto essere non un Piano casa ma un Piano cemento - era stato annunciato alla stampa con cori di entusiasmo.
Lei, in alcune interviste, aveva detto che non si sarebbe toccata la fascia dei 300 metri; io non so come recupereremo questo principio di salvaguardia però credo che averlo stravolto, aver toccato quella fascia pregiata e aver dato il via libera, con un altro emendamento, nonostante la Commissione si fosse espressa in maniera diversa, a incrementi volumetrici del 10 per cento anche per il residenziale (anche per il turistico per il quale sono previsti ulteriori incrementi se c'è il via libera della Commissione, se c'è un'intesa con i comuni), credo non vi aiuti a spiegare ai sardi gli aspetti positivi, che secondo noi non ci sono, ma che voi proverete a spiegare e concentrerà tutta l'attenzione sul fatto che voi dopo 30 anni avete toccato una fascia che è sempre stata ritenuta inviolabile.
Allora, Presidente, non so se lei stia parlando con il gran capo, Capo del Governo, per chiedere se per caso può tornare indietro rispetto a una promessa che gli ha fatto e che magari riguarda anche interessi che il Presidente può avere in Sardegna. Io mi auguro però che lei questo aspetto lo voglia considerare perché aiuterebbe anche voi a spiegare meglio i benefici di questa legge. Ci pensi credo che le farebbe onore ritornare su questo aspetto e ammettere di aver sbagliato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Tutti quei comuni che non si sono dotati del Piano urbanistico comunale hanno una forte responsabilità. Dovevano farlo; male hanno fatto a non farlo dimostrando insipienza o incapacità e, in ogni caso, insensibilità nei confronti di un'opportunità: quella della pianificazione e della gestione del proprio territorio.
Però, a parte la responsabilità dei comuni, io credo che la Regione debba comunque attivarsi perché ci sia attenzione e rispetto per quanto indicato in questo emendamento.
L'emendamento fa riferimento soprattutto all'appello che veniva fatto ora dal collega Porcu sull'impegno di tutti, non solo del presidente Cappellacci e della Giunta che lui ha nominato ma dell'intera maggioranza, nei confronti di un'area così delicata e pregiata come la fascia costiera dei 300 metri dal mare; fascia alla quale naturalmente va assimilata per importanza quella dei laghi e dei corsi d'acqua in generale. Siti nei quali, fra l'altro, oltre l'aspetto naturalistico e paesaggistico esiste anche un problema legato alla sicurezza; così come nelle altre parti indicate per la loro valenza straordinaria, particolare quali i parchi, le riserve, i territori coperti da bosco e quant'altro.
Questo emendamento non fa altro che richiamare il vostro proclama elettorale e credo che tutti i sardi manifesterebbero una considerazione favorevole ad un provvedimento di questo genere. Ed è per questo che noi attraverso questo emendamento suggeriamo un correttivo e vi invitiamo a sostenerlo nell'interesse di tutti i sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, molto brevemente per esprimere il voto favorevole a questo emendamento che di fatto ripropone il contenuto del parere del Consiglio delle autonomie locali sull'articolo 8, parere che integra le condizioni di inammissibilità degli interventi in esso previste.
Io approfitto anche della presenza del presidente Cappellacci per ricordare che il Consiglio delle autonomie locali anche su questa, come su tutte le leggi che riguardano le autonomie locali, ha espresso un parere; il parere è obbligatorio ma non è vincolante. Attraverso queste osservazioni il Consiglio delle autonomie locali offre la sua lettura del provvedimento di legge; nel caso dell'articolo 8, relativo alle condizioni di ammissibilità degli interventi, il Consiglio chiede che queste condizioni vengano estese ad alcuni ambiti, partendo intanto dalla fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia.
Io mi chiedo pertanto se sulle autonomie locali esprimiamo soltanto vuote enunciazioni nel momento delle dichiarazioni programmatiche, se utilizziamo le autonomie locali solo per celebrare quel momento rituale, una volta all'anno, in cui il Consiglio regionale si incontra appunto con il Consiglio delle autonomie locali, espressione dei sindaci, dei presidenti di provincia per esprimere parole vuote anche se gli diciamo: dovete avere diritto di tribuna, dovete essere presenti nelle Commissioni consiliari, dovete sempre esprimere il parere, siete centrali nelle nostre politiche, abbiamo un sistema reticolare che mette insieme tutte le autonomie della Sardegna di cui la Regione nella equiordinazione del Titolo V della Costituzione è soltanto una parte.
Mi chiedo se noi riusciamo qualche volta a essere conseguenti a queste parole, mi chiedo (ve lo chiedo, lo chiedo all'assessore Asunis, lo chiedo al presidente Cappellacci) perché non avete tenuto conto del parere delle autonomie locali. Non stiamo parlando di un'associazione di categoria per quanto importante, neanche di un'associazione dei comuni, stiamo parlando del Consiglio delle autonomie locali, quindi di un livello istituzionale che in qualche modo è di ausilio allo stesso Consiglio regionale.
Se è vero che questo istituto è importante per la Giunta regionale, per questa maggioranza (lo mettete al centro del vostro programma), vi chiedo ancora una volta di essere conseguenti, di essere coerenti e in una breve replica di spiegare perché non tenete conto minimamente del suo parere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io condivido pienamente le osservazioni del collega Bruno. Le condivido perché il Consiglio delle autonomie locali è stato istituito non a seguito di una scelta di parte ma a seguito di una scelta condivisa; è stata una scelta che ha visto una lunga elaborazione in prima Commissione non solo nella legislatura precedente ma anche in quella dal 1999 al 2004. Quindi un percorso lunghissimo.
Questo richiamo pertanto è giusto: dobbiamo essere conseguenti. Dico questo, Presidente, anche perché se ne tenga conto nelle prossime discussioni sul Programma regionale di sviluppo e la finanziaria; e in questo senso credo che scriveremo a lei perché stiano attente le Commissioni di merito e stia attenta anche la Commissione bilancio nell'ascoltare, nel ricevere, nel valutare adeguatamente il parere del Consiglio delle autonomie.
Io voterò a favore di questo emendamento e voterò a favore perché interviene su uno degli argomenti principali su cui noi abbiamo impegnato il Consiglio in questa attività di opposizione. Ed è esattamente quella parte che riguarda non solo la tutela dei territori più pregiati, quelli all'interno dei 300 metri dal mare, ma riguarda soprattutto il riferimento costante alla pianificazione urbanistica esistente e alla necessità di procedere il più presto possibile a completare la pianificazione comunale con il riferimento al Piano paesaggistico regionale attualmente in vigore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, chiedo la votazione nominale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 255.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e che i consiglieri Contu Felice, Contu Mariano, Diana Mario, Pitea e Sanna Paolo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:AGUS - BRUNO - CARIA - CUCCU - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - PORCU - SABATINI - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Mario - FLORIS Mario - FOIS - GRECO - LAI - LOCCI - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS ChristiaN - STERI - STOCHINO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 15
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
(Non è approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 9 al quale sono stati presentati alcuni emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9 e dei relativi emendamenti:
1. Per gli incrementi di cui agli articoli 2, 3 e 4, gli oneri di concessione, ove dovuti, sono ridotti del 40 per cento se relativi alla prima abitazione del proprietario o dell'avente titolo, ovvero aumentati del 60 per cento negli altri casi. Nell'ipotesi di cui articolo 4, comma 1, gli oneri di concessione sono aumentati del 200 per cento.
2. Per gli interventi di demolizione e ricostruzione di cui all'articolo 5, gli oneri di concessione sono dovuti nella misura del 140 per cento per l'incremento volumetrico e nella misura del 60 per cento per la parte ricostruita e sono in ogni caso ridotti del 40 per cento se relativi alla prima abitazione del proprietario o avente titolo.
3. Decorso il termine per la comunicazione di fine lavori di cui all'articolo 10, comma 4, il costo di costruzione complessivo dovuto per l'intervento è aumentato del 50 per cento.
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 9
L'art. 9 è soppresso. (43)
Emendamento soppressivo totale Cuccureddu.
Articolo 9
L'art. 9 è soppresso. (346)
Emendamento sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
L'articolo 9 è così sostituito:
1. Gli oneri concessori dovuti per gli interventi previsti nella presente legge, che non riguardino la prima casa, sono commisurati al 300% di quelli vigenti presso ogni comune. (416)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 9
Il comma 1 dell'art. 9 è soppresso. (44)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Il comma 1 è soppresso. (264)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Il comma 1 è soppresso. (266)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 9
Nell'art.9, comma 1, la frase: "sono ridotti del 40 per cento se relativi alla prima abitazione del proprietario o dell'avente titolo" è soppressa. (140)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 9
Il comma 2 dell'art. 9 è soppresso. (45)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 9
Nell'art. 9, comma 2, la frase: "e sono in ogni caso ridotti del 40 per cento se relativi alla prima abitazione del proprietario o dell'avente titolo" è soppressa. (141)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 9
Il comma 3 dell'art. 9 è soppresso. (46)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Il comma 3 è soppresso. (268)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Il comma 1 è sostituito dal seguente:
In sede di manovra finanziaria annuale, a valere sui fondi di cui al nuovo articolo 8 dello Statuto regionale, per il 2010, 2011 e 2012 sono stanziati 100 milioni di euro all'anno per:
a) contributi a fondo perduto ai sensi dell' art. 8, comma 23, lett. b) e comma 24 della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Legge finanziaria 2008) quanto a 25 milioni di euro;
b) interventi di edilizia residenziale pubblica nei comuni della regione per ulteriori 25 milioni di euro;
c) finanziamenti a fondo perduto nella misura di 20 milioni di euro all'anno per il completamento del "non finito" (facciate, intonaci, strutture grezze, coperture, selciati, recinzioni, etc.). Il contributo è concesso a cittadini con reddito inferiore ai trentacinque mila euro, nella misura del 50% delle spese certificate da perizia tecnica. L'80% del contributo verrà erogato all'atto della concessione del finanziamento mentre il restante 20%, a saldo, dietro presentazione di autocertificazione del beneficiario attestante la conclusione dei lavori. (265)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Il comma 2 è sostituito dal seguente:
Al fine di evitare i maggiori costi per l'acquisizione delle aree occorrenti all'attuazione degli interventi di cui al comma 1 lettera b), ai proprietari che aderiscono alla cessione volontaria delle aree all'Amministrazione comunale, possono essere assegnate in luogo degli indennizzi di legge quote delle volumetrie ricadenti in area urbanizzata complessivamente realizzabili nello specifico PA, commisurate al valore delle aree cedute e comunque non superiori al 30 per cento del totale. (267)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
Per le finalità di cui alla presente legge sono inoltre estese le fattispecie di accesso ai benefici di cui alla legge regionale n. 32 del 1985 per la quale è disposto un incremento della dotazione annuale di 30 milioni di euro per il 2010, 2011, 2012. (269)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 9
Al primo comma dell'art. 9, dopo le parole "Nell'ipotesi di cui" sono inseritie le seguenti: "all'articolo 2, comma 4 bis e all'". (380)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
3 bis. I finanziamenti di cui sopra, per ogni categoria di intervento dovranno essere assegnati sulla base di parametri territoriali definiti per il trenta per cento in parti uguali per ogni territorio provinciale, trenta per cento sulla base dell'estensione territoriale e il quaranta per cento sulla base della consistenza demografica. (270)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 9
Dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
3 bis. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa annua di euro 100.000.000 per ciascuna delle annualità 2010, 2011 e 2012 (UPB di nuova istituzione) a valere sulle nuove entrate di cui al riformato articolo 8 dello Statuto di Autonomia.
2.1 Bilanci annuali provvederanno alla programmazione puntuale delle risorse di cui al comma precedente. (271).)
PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 13 e 52.