Seduta n.273 del 27/10/2011
CCLXXIII SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Giovedì 27 ottobre 2011
Presidenza del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 01.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 20 ottobre 2011 (266), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Felice Contu, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Sergio Obinu, Paolo Terzo Sanna e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 27 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Risposta scritta a interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Agus sulla richiesta di mobilità volontaria di un dipendente di ente locale". (593)
(Risposta scritta in data 3 ottobre 2011.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul rischio di chiusura anticipata della stagione di attività dello stabilimento termale Aurora di Benetutti". (710)
"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio - Agus - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, in merito al futuro dei Piani integrati di sviluppo urbano (PISU), con riferimento alle risorse finanziarie per l'attuazione degli stessi e alla correlata procedura di finanziamento degli studi di fattibilità e progetti preliminari di opere previste nei piani strategici comunali e intercomunali". (711)
"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio - Agus - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, in merito alla destinazione dei fondi europei di cui all'iniziativa JESSICA in Sardegna". (712)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sulla illegittima richiesta ai concessionari demaniali del pagamento di un sovracanone". (277)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Mozione Bruno - Corda - Porcu sui collegamenti marittimi tra Palau e La Maddalena". (151)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, considerato lo scarso numero dei consiglieri presenti in Aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 03, viene ripresa alle ore 10 e 16.)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A.
Siamo in fase di votazione degli emendamenti aggiuntivi all'articolo 1 ter.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, faccio miei gli emendamenti numero 137, 138 e 147.
PRESIDENTE. Ricordo che questi emendamenti erano stati in precedenza ritirati.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Cappai, Contu Mariano, Diana Giampaolo e Salis sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 35 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri.
Comunico che il consigliere Gallus è rientrato dal congedo.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 19, viene ripresa alle ore 10 e 51.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Colleghi, l'emendamento numero 147, che era stato fatto proprio dall'onorevole Diana, è decaduto a seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 1. Rimangono in piedi, pertanto, soltanto gli emendamenti numero 137 e 138.
E' in votazione l'emendamento numero 137.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, io svolgerei l'intervento, ma in una condizione un po' diversa perchè così non è possibile.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, prendete posto.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 137 interviene a modificare il comma 1 dell'articolo 2, con l'ambizione di aggiungere al comma 1 dell'articolo 2, dopo le parole "alle attività produttive", le parole "tra le quali si ricomprendono anche le attività commerciali e artigianali". Assessore, stiamo parlando del Piano casa o delle attività industriali, artigianali e commerciali? C'è qualcuno che abita nei negozi? Qualcuno abita nei discount? Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di estendere il Piano casa alle attività artigianali, commerciali e produttive, quindi anche ai capannoni industriali? E' questo il senso dell'emendamento?
Abbiamo raccontato frottole, pertanto, quando abbiamo detto che con il Piano casa questa disposizione non c'entra niente, e che rivela invece una pulsazione sfrenata verso il mattone? Basta un emendamento, è sufficiente una esternazione appena appena sincera da parte di qualcuno della sua maggioranza, e c'è la dimostrazione di quello che noi stiamo dicendo da giorni: avete una ossessione, per cui fate del Piano casa un nuovo piano per gli insediamenti produttivi; è così?
Non vedo Stochino e sono anche un po' preoccupato, sono preoccupato perché so che lui ha cura di queste coerenze.
(Interruzione)
Siccome non è stato detto niente sull'emendamento numero 137 era importante che vi dicessi che si interessa di ampliamenti di capannoni industriali, di discount e di cose del genere, che niente ha a che vedere con il Piano casa. Su questi aspetti per dare un minimo di dignità al lavoro che stiamo facendo, è opportuno essere molto severi. Il mio voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, non c'è bisogno, onorevole Sanna, della presenza dell'onorevole Stochino che è in congedo; semmai, essendo io il primo firmatario, il problema lo deve affrontare con me.
Se alcune amministrazioni comunali non avessero sollevato questo problema non si sarebbe reso necessario l'emendamento in votazione; però le voglio ricordare, se mi ascolta, onorevole Gian Valerio Sanna - che questa dizione non l'ho inventata io, l'avete inserita voi nella legge sullo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) specificando che per attività produttive si intendevano anche le attività commerciali e artigianali; quindi non è una espressione così, campata per aria.
Nell'ambito della legge sul SUAP, esitata dalla vostra maggioranza, ovviamente anche con la nostra partecipazione in quel periodo, la specificazione si era resa necessaria perché alcune amministrazioni, e non poche, non riconoscevano nelle attività produttive anche quelle commerciali e artigianali. Da qui nasce l'emendamento, che non vuol dire certamente ciò che lei ha ipotizzato, si può anche immaginare, ma non è così.
L'intenzione era di fare chiarezza; chiarezza che si sarebbe potuta fare anche con una circolare esplicativa da parte dell'Assessorato ma, tenuto conto che spesso e volentieri non vengono applicate le leggi figuriamoci le circolari dell'Assessorato, è molto meglio scriverlo: ecco perché è stato presentato questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, che ci siano alcuni comuni che non ricomprendono le attività commerciali e artigianali tra le attività produttive è cosa ben strana e assurda. Perché dalle attività produttive chi può escludere le attività commerciali e artigianali? Sarebbe da ricoverare subito qualsiasi amministratore o funzionario che non ricomprenda tra le attività produttive anche queste. Ma il problema non è quello. Ed è anche, forse, comprensibile che sia stato inserito nelle norme sul SUAP, è chiaro che ci rientra.
Ma mi chiedo che senso ha inserire al comma 1 dell'articolo 2 di una legge comunemente denominata Piano casa, e quindi che dovrebbe, così come è stato detto e scritto nella relazione sia di maggioranza che di minoranza, risolvere i problemi di edilizia residenziale delle famiglie, aggiungere dopo le parole "è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali…l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati…destinati… alle attività produttive…" aggiungere "tra le quali si ricomprendono anche le attività commerciali e artigianali", e industriali.
Collega Diana, io faccio un appello perché non si esageri nella richiesta di volumi in deroga anche per queste attività e consiglierei, faccio voto, richiesta molto sentita, che questo emendamento possa essere ritirato perché è assolutamente inaccettabile all'interno di quel quadro che stiamo definendo per poter concludere la discussione di questo disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, esprimo il voto contrario all'emendamento, anche perché è stato prima ritirato e poi riadattato; mi sembra una incongruenza. Certo è accettabile, è comprensibile anche la specificazione, per carità, non metto limiti su questo aspetto anche perché, per chi ha amministrato, è inteso che nelle attività produttive sono ricompresi il commercio e l'artigianato; l'altro che rimane è industria, non è che abbiamo altro. Quindi attività produttiva in senso lato, e chi amministra sa di che cosa sta parlando.
Però mi preoccupa il fatto che spesso, laddove sono stati costituiti i piani per gli insediamenti produttivi (non parlo di zone industriali ma parlo appunto dei PIP che sono distribuiti in moltissimi comuni della Sardegna), vi è un regolamento che concretamente limita del 50 per cento la costruzione dell'area occupata, noi invece la implementiamo di un altro 20 per cento, il che mi sembra inopportuno.
E di PIP che, ripeto, sono ormai distribuiti su larga parte del territorio, forse ne stiamo finanziando sin troppi perché abbiamo aree artigianali fornite di lampioni e di strade ma senza un insediamento produttivo, mentre sarebbe il caso di concentrarli laddove questo bisogno è reale e non ci sono più risorse per zone di espansione perché i soldi vengono distribuiti a pioggia.
Ma pongo il problema quando parlo di centri urbani perché, chiaramente, questo emendamento estende l'aumento di cubatura nelle aree urbane, quindi aree commerciali, aree artigianali all'interno della cerchia urbana con dei rischi perché nelle norme comunali si sta adottando la "zonizzazione" e noi sappiamo quanto le attività commerciali e artigianali, spesso, siano frutto di discussioni e di conflitti interni.
Faccio l'esempio dell'attività di panificazione; se oggi concedo un aumento di volumetria a un panificio, quel panificio non si sposta più, però quella è una struttura che va inserita nella "zonizzazione", cioè nelle zone ad hoc realizzate nei nostri centri abitati per evitare problemi di convivenza civile, perché il panettiere si alza presto al mattino, ci sono i camion che sostano e creano indubbiamente fastidio agli abitanti del quartiere. Quindi a mio avviso dovremmo andarci cauti e penso che questo emendamento, così come è stato inizialmente proposto, possa essere ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Io credo che questo emendamento metta in evidenza la grande contraddittorietà della legge numero 4; in particolare all'articolo 2, comma 1, si parla di servizi connessi alla residenza e di quelli relativi all'attività produttiva. Io avrei compreso un emendamento, non come il nostro con il quale abbiamo chiesto la soppressione dell'intero comma 1, che prevedesse la soppressione delle parole "e di quelli relativi alle attività produttive".
Capisco l'onorevole Diana quando dice: "Le attività produttive non possono non comprendere", e l'avete detto voi in un'altra normativa, "anche le attività commerciali, eccetera". Il problema è che non ci devono essere dei servizi connessi alle attività produttive. Ecco la grande contraddittorietà presente nel testo. Per cui io voterei l'emendamento se servisse a cancellare quelle frasi, non ad aggiungere una specifica che, di fatto, significherebbe confermare una grande contraddizione tra gli obiettivi della legge e quelli che si vogliono conseguire con ciò che nella legge è stato scritto. Sono contrario pertanto a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). L'Italia sta piangendo in queste ore per le devastazioni che sono avvenute, sicuramente, per responsabilità nella gestione che si fa in questo Paese del territorio. Gestione frutto di questo ceto politico, e di questo si parlerà soprattutto nei prossimi mesi, nei prossimi anni, sarà uno dei fronti su cui ci sarà lo scontro perché non basta dire "ce l'hanno chiesto". Non è una buona giustificazione carpire il consenso offrendo la vita di tutti, il patrimonio ambientale, alla devastazione degli egoismi. Non è una cosa buona.
E se, insieme alla chiusura dei pilotis, ci infiliamo anche nelle attività produttive commerciali, perché è questo il senso, trasformando cubature che non dovevano esistere, di progetti che non le prevedevano, in piani in cui non erano state assolutamente computate, in negozi, in locali per le slot machines, in attività di questo genere, è chiaro ed evidente che abbiamo bisogno di una disposizione come questa.
E poi ha ragione lei, onorevole Diana, ha ragione, perché quando venne normato il SUAP, anche in questi banchi, si fece un'azione gravissima, gravissima: si interpretò la realizzazione di un immobile per civile abitazione come se fosse un impianto produttivo, non un insediamento produttivo, ma un impianto produttivo, cioè, come se i tappi che si costruiscono in una fabbrica di tappi fossero la stessa cosa della fabbrica.
E' stata compiuta un'aberrazione e non è intervenuto il Governo a richiamarci sul valore costituzionale delle disposizioni del "112", no! Perché questa Giunta, questo ceto politico è in contatto con il Governo, ammazza le leggi sui precari, ammazza le leggi sul lavoro, ammazza le leggi che tutelano l'ambiente, ma è difeso ogni tipo di speculazione!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, non entro nel merito delle discussioni anche corrette che sono state fatte sino adesso. Voglio solo specificare il perché questo emendamento è stato ripescato. In primo luogo va preso atto che comunque - come ha ricordato l'onorevole Lotto - il comma 1 dell'articolo 2 recita: "degli interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente", quindi la possibilità dell'ampliamento fino a un massimo del 20 per cento è consentito anche agli immobili relativi alle attività produttive.
Detto ciò, in Sardegna avviene che alcuni comuni, come Sassari, utilizzano il termine "attività produttive" nel senso più ampio che è quello logico, così come è stato riferito ad esempio per la legge istitutiva del SUAP e nelle attività produttive inserisce anche quelle commerciali. Ci sono altri comuni che invece rifiutano questa inclusione sulla base di un'interpretazione strettamente urbanistica che non dà la stessa destinazione per le attività industriali rispetto a quelle commerciali, cosa che è giusta da un punto di vista urbanistico, ma che non lo è nell'interpretazione reale della legge.
Che poi fosse sbagliato inserire in norma l'attività produttiva è dimostrato dal fatto che alcune regioni, ad esempio, nel recepire il Piano casa hanno espunto le attività produttive, quindi i capannoni industriali piuttosto che i centri commerciali. Però, posto che la Sardegna comunque allora inserì le attività produttive tra i possibili fruitori degli interventi e adeguamenti e ampliamenti del patrimonio edilizio esistente, credo che questa specificazione serva solo per dare compiutezza di applicazione, onorevole Uras, a una legge omogenea su tutto il territorio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io non sto intervenendo su questo disegno di legge perché sinceramente questa discussione non mi entusiasma; sto cercando invece di essere un po' più attento a quanto sta avvenendo fuori dal Palazzo, e credo che non sia questa la risposta da dare. Però voglio contribuire dando un suggerimento a chi ha piacere di discutere questo provvedimento di legge.
Questo emendamento è sbagliato. Nella legge numero 4 si mise "attività produttive" e non si specificò "commerciali" perché le autorizzazioni commerciali non sono legate alla cubatura, ma alla disponibilità di metri quadrati per l'esercizio relativo ai piani commerciali regionali, comunali o provinciali. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che se una persona ha 1000 metri quadrati di superficie vendita commerciali anche se gli concediamo questo 20 per cento non può passare a 1200 perché l'esercizio commerciale è legato all'autorizzazione amministrativa e non all'autorizzazione degli spazi disponibili. Uno può avere 3000 metri quadrati, ma non può esercitare per più di 1000 nell'attività commerciale. Ecco perché parlo di emendamento inutile, anzi, sbagliato.
Si può specificare "artigianale" perché alcuni comuni non intendono l'attività artigianale come attività produttiva, ma questo è un atto amministrativo di indirizzo di Giunta, non può essere in legge. Qualsiasi comune che non intenda l'attività artigianale come attività produttiva sta sbagliando, sta sbagliando il comune, non per questo dobbiamo intervenire noi nello specificare ulteriormente.
Se passiamo questo emendamento in questa formula stiamo sbagliando perché le attività commerciali sono regolate da altri principi che non sono legati all'estensione della disponibilità di spazi e di metri quadrati per realizzare quella superficie. E se fossero magazzini, anche quelli sono regolamentati e proporzionati all'estensione commerciale, così come i parcheggi. Se noi dovessimo aumentare la cubatura da 1000 a 1200 dovremmo fare la variazione nella disponibilità dei parcheggi, dei magazzini e di quant'altro, cosa impossibile perché si seguono principi assolutamente diversi. Per cui è sbagliato l'emendamento, è sbagliato inserire "attività commerciali", sarebbe un gravissimo errore che non porterebbe poi nessun tipo di beneficio o di soluzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, nell'annunciare il voto contrario del Gruppo U.D.C.-FLI, dichiaro di concordare con quanto ha detto, precedendomi, l'onorevole Capelli. Rilevo inoltre che se c'è, come è stato correttamente e ampiamente illustrato dall'onorevole Mario Diana e dall'onorevole Campus, l'esigenza di una interpretazione autentica, la modalità corretta non è l'inserimento fatto in questa maniera; opererebbe infatti per il futuro e sarebbero comunque bocciate tutte le pratiche non ancora esaminate e quindi mancanti di un eventuale parere favorevole.
Peraltro aggiungo che questo è l'ennesimo caso in cui si chiede al Consiglio regionale di intervenire in presenza di una non applicazione o errata applicazione di una norma di legge. Pertanto, se si dovesse ritenere che il concetto di attività produttive (come ritengono l'onorevole Mario Diana e l'onorevole Campus) ricomprende anche questa ipotesi, ma non mi sembra che sia esattamente così, si intervenga in via amministrativa senza necessità che il legislatore a ogni piè sospinto debba intervenire per porre rimedio alle diverse opinioni e diverse vedute dei vari funzionari amministrativi.
Inoltre per il concetto di attività produttive il riferimento non è la legge sul SUAP, bisogna andare ai testi generali di base perché la legge sul SUAP è una legge particolare che individua il concetto di attività produttiva ai fini del SUAP e basta, quindi non incide sulla individuazione del concetto di attività produttiva. Pertanto voto contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Il problema è che noi dobbiamo essere sempre più realisti del re e dobbiamo riuscire a interpretare le disposizioni scritte con chiarezza. Allora, credo che tutti sappiano e concordino sul fatto che tra le attività produttive rientrino solo le attività industriali e le attività artigianali, non le attività commerciali che non producono niente altro che movimento di beni; sarebbe come dire che poiché le scuole e gli spazi culturali producono cultura li classifichiamo tra le attività produttive.
Allora, io credo che in questa sede si debba evitare di giocare. L'onorevole Capelli, che di attività commerciali se ne intende, l'ha spiegato e specificato con estrema chiarezza. Chi è stato amministratore comunale sa che gli spazi commerciali sono disciplinati dagli strumenti che disciplinano le attività commerciali, sulla base dei piani commerciali regionali, provinciali e comunali.
Magari i comuni dovrebbero stare più attenti alla distribuzione, introdurre nei piani commerciali comunali la specificazione che sono piani di dettaglio, che puntualizzano, che non possono stravolgere le disposizioni nazionali e regionali, però possono introdurre degli elementi; a favore di che cosa? A favore della vivibilità, della viabilità e del traffico, dei parcheggi, che sono aspetti sottoposti a standard che devono essere introdotti e rispettati.
E' chiaro che stiamo, ancora una volta, operando una forzatura a vantaggio del bene immobile, perché non è detto che chi esercita attività commerciale sia proprietario del bene, magari, anzi quasi sempre o spesso è in locazione. E, comunque, salta tutto ciò che attiene al governo della città da parte dei comuni relativamente ai problemi di traffico, di viabilità.
Le attività artigianali, infatti, creano spesso situazioni di conflitto e di disagio all'interno dei quartieri perché hanno orari, ritmi, esigenze diverse rispetto a quelle della popolazione residente. Quindi, perché dobbiamo forzare anche in questo caso attraverso una legge che è nata per consentire un miglioramento della vivibilità nelle residenze o per consentire, come voi avete sostenuto, una stanza in più per il figlio?
Siccome però uno spazio non si nega a nessuno introduciamo la norma per cui, e noi naturalmente saremmo a favore, i box, i garage vengano destinati o sia consentito darli alle attività artigianali con la semplice richiesta, a volte, di un cambio di destinazione urbanistica che i comuni spesso nella situazione attuale non negano a nessuno aggravando una situazione perché...
PRESIDENTE. Onorevoli Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, io speravo che l'onorevole Diana chiedesse un minuto di pausa per valutare se bocciare o meno l'emendamento in votazione; ma io non mi dilungherò su questo emendamento anche perché i miei colleghi sono stati molto chiari.
Ricordo soltanto all'onorevole Uras che le modifiche alla legge sul SUAP hanno avuto il voto unanime di questa Aula ed erano riferite semplicemente alla possibilità di estendere lo Sportello unico per le attività produttive, dando tempi certi nelle risposte, per insediamenti, attività di produzione per i servizi commerciali, artigianali e attività turistiche e alberghiere; quindi, sostanzialmente, senza scavalcare altre leggi di settore, semplicemente per le competenze relative ai comuni, senza accavallarsi con altre leggi come ha ben ricordato l'onorevole Capelli.
Quindi su questo emendamento il voto è contrario ma evidentemente ne auspico il ritiro; chiedo invece, e chiedo al mio Capogruppo di confermare la richiesta, il voto segreto sull'emendamento numero 138.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Diventa difficile non essere d'accordo con le sagge osservazioni formulate dall'onorevole Capelli, prima, e anche dall'onorevole Steri, poi.
Noi stiamo svolgendo una discussione in quest'Aula avulsa dal contesto esterno, e diventa imbarazzante continuare in questa maniera. Io credo che a questo punto sarebbe necessario, per carità mi rendo anche conto che una sollecitazione da parte nostra rischia di produrre un effetto contrario a quello da noi auspicato; però la cosa migliore, se si vuole salvare un minimo di credibilità di questo Consiglio, è che davvero la maggioranza si appresti nelle prossime ore a ritirare l'intero provvedimento, a ragionare in termini diversi, a tentare di utilizzare il tempo che stiamo sprecando su questo Piano casa tre, che poi tutto ha tranne che un qualcosa che somiglia al Piano casa, per affrontare gli altri temi.
Nella fattispecie poi abbiamo di fronte un altro esempio di un provvedimento che è un coacervo di disposizioni prive di un minimo comune denominatore se non l'ossessione, come abbiamo più volte ripetuto, di voler aumentare la cubatura sempre e comunque e in ogni dove. Qualcuno, allora, mi spieghi la ratio di questo emendamento (io non ce l'ho con lei perché lei è una delle poche persone in questa Aula che ha dimostrato di avere il senso della realtà), mi spieghi che senso ha aggiungere le attività commerciali.
Non si comprende, non soltanto per le ragioni abbastanza esaustive date dall'onorevole Capelli, ma anche perché già come previsto nel testo dell'articolo 2 della "4" quelle parole non c'entravano nulla col Piano casa, già non c'entravano nulla, Assessore. Comunque, le attività produttive comprendono anche le attività artigianali, ma che c'entrano le attività commerciali? Alla luce soprattutto delle cose che ci ricordava l'onorevole Capelli, io chiedo soltanto un po' di buon senso, non chiedo altro. A voi come declinarlo.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, l'emendamento numero 137 è ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo per annunciare il voto contrario...
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, l'emendamento è stato ritirato.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Posso completare l'intervento o no?
PRESIDENTE. No, se l'emendamento è stato ritirato.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Faccio mio l'emendamento. Lo faccio mio per dire che condivido l'intervento dell'onorevole Steri perché ha posto l'accento su un aspetto di tecnica legislativa prima ancora che di contenuto. Vorrei ricordare quando in Commissione autonomia, commettendo un errore evidentemente, una leggerezza, abbiamo voluto inserire una specificazione stabilendo che: "i fondi trasferiti ai Comuni, ivi compresi quelli del fondo unico, non sono assoggettati alle disposizioni del DL 78". Che cosa ha causato questa specificazione? Ha comportato che tutte le volte in cui non abbiamo inserito la dizione "ivi compresi i fondi del fondo unico" gli interpreti della legge, cioè i segretari comunali, hanno ritenuto che quei fondi non si dovessero ricomprendere.
Quindi se noi oggi inserissimo la specificazione prevista nell'emendamento "tra le quali si ricomprendono le attività commerciali e artigianali" significa che ogni qual volta in qualunque norma, nel caso in esame in questa, non mettessimo questa specificazione verrebbero escluse tali attività creando problemi non nei 7-8 comuni che danno un'interpretazione restrittiva ma negli altri 370 che, invece, hanno dato l'interpretazione logica che è quella di ricomprendere le attività che sono ricomprese nel SUAP e quindi industriali, artigianali e anche commerciali.
Pertanto il mio voto è contrario all'emendamento che ho fatto mio e chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Annuncio il voto contrario all'emendamento numero 137 e mi unisco anche all'appello rivolto dal Capogruppo poc'anzi alla maggioranza a recuperare un po' di buon senso in ragione del contesto esterno che richiamerebbe quest'Aula, e soprattutto chi ci governa, a ragionare e a discutere su provvedimenti che intervenissero davvero sulla drammaticità della crisi.
Però dico anche al mio Capogruppo che di quel contesto esterno non importa molto né alla maggioranza né, tantomeno, al presidente Cappellacci, vista la risposta che ha dato ieri alle sollecitazioni di Confindustria. Una risposta stizzita, io direi al limite proprio del disprezzo, nei confronti del rappresentante delle industrie sarde, un segnale che non c'è nessuna attenzione nei confronti delle sollecitazioni responsabili che CGIL-CISL-UIL e Confindustria hanno mandato all'indirizzo della maggioranza. Quindi c'è poca speranza che il contesto venga tenuto in seria considerazione.
Questo disegno di legge rischia di essere ulteriormente aggravato dalla presentazione di questo emendamento; infatti, non soltanto si tenta di superare il Piano paesaggistico regionale, addirittura c'è un tentativo di stravolgere le classificazioni delle attività produttive. Andiamo veramente oltre ogni possibilità da essere questa veramente legislazione creativa, come qualcun altro in altri settori ci ha insegnato in questi anni.
Le considerazioni dell'onorevole Capelli invece chiariscono benissimo il perché questo emendamento non sia ammissibile; sono anche contenta che l'onorevole Diana lo abbia ritirato, mi sorprende invece che l'abbia fatto proprio l'onorevole Cuccureddu. Naturalmente per le ragioni dette, e relative alla inopportunità e creatività, il voto è assolutamente contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Intendevo intervenire prima che l'emendamento venisse ritirato dal P.d.L. per esprimere anche le perplessità del nostro Gruppo, per quanto non riteniamo che sarebbe una tragedia l'eventuale approvazione sia del "137" che del "138". Poichè il "137" era stato ritirato preghiamo anche l'onorevole Cuccureddu di ritirarlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, penso anch'io che l'emendamento debba essere ritirato, e nel caso venisse mantenuto annuncio il voto contrario. Contrario all'emendamento perché lo sono ancor di più all'articolo 2 a cui si riferisce e che pretende di integrare. Un articolo 2 che in poche righe di fatto fa strami della intera programmazione urbanistica della Sardegna prevedendo che, al di là di quanto previsto dagli indici urbanistici, al di là dei piani urbanistici approvati, di fatto qualunque edificio in Sardegna possa avere un aumento di cubatura fino al 20 per cento senza alcuna ragione.
Già l'articolo 2 cercava di limitare questo aumento ad alcune fattispecie residenziali, o in qualche modo alle attività produttive, in questo modo vogliamo ulteriormente allargare di fatto rendendo possibile un aumento del tutto indiscriminato e che annulla alla radice il fondamento di ogni legge urbanistica. A che serve, e a che servirà in futuro continuare a occuparci di urbanistica, continuare a occuparci di programmazione, se poi bastano cinque righe per stravolgere tutto, e per dire aumentiamo tutto del 20 per cento?
Questo non è un modo per andare incontro alle esigenze della società, o per cercare in qualche modo di rilanciare l'occupazione, di rispondere alla necessità di lavoro che viene dalla società, ma è semplicemente un modo per annullare tutto il lavoro in precedenza svolto da questo Consiglio regionale, svolto dai tanti consigli comunali, dalle tante persone che si sono occupate di questa materia. L'emendamento non ha proprio alcuna ragione di essere, ed è francamente incredibile che si arrivi a questo livello di proposta.
Voterò contro, quindi, perché veramente non si capisce la ragione per cui a un imprenditore che ha legittimamente, coerentemente, programmato e realizzato la sua attività commerciale, magari su un lotto a destinazione artigianale-commerciale, come può essere un lotto D) nei piani urbanistici comunali si dica che tutto quello che ha fatto non conta nulla e che può aumentare del 20 per cento. Ma come è possibile? Come sta in piedi, rispetto anche a ragionamenti più ampi, che riguardano il carico antropico, il carico del traffico, il carico di accesso alle reti elettriche, idriche, fognarie?
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 137.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 137.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappellacci, Dedoni e Planetta hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Tocco.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Fois - Ladu - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Oppi - Planetta - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Rassu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 64
astenuti 3
maggioranza 33
favorevoli 17
contrari 47
(Il Consiglio non approva).
Sull'emendamento numero 138 era stato chiesto il voto segreto.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, in considerazione del fatto che molti colleghi vogliono esprimersi su questo emendamento, ho deciso di ritirare la richiesta di votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Mi comunicano che l'emendamento numero 138 è ritirato, per cui decadono le iscrizioni a parlare dell'onorevole Lotto e dell'onorevole Gian Valerio Sanna.
E' in votazione l'emendamento numero 204.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, con l'emendamento numero 204 apriamo una discussione, che oggi credo potrà essere interessante, sul fatto che la legge numero 4, all'articolo 3, prevede interventi di ampliamento per le costruzioni in zona agricola. Stiamo nella quotidianità, e quindi noi pensiamo che l'articolo 3 della legge sul Piano casa, la numero 4 del 2009, con l'emendamento numero 204 debba essere soppresso; sarebbe un segnale interessante in un momento nel quale registriamo calamità che derivano da un uso improprio del suolo.
Dopodomani, il 29 ottobre, a Cassinetta di Lugagnano si riunisce il Comitato stop al consumo del territorio, un comitato nazionale al quale vi invito ad aderire, perché sarà un movimento importante che vuole opporsi al consumo del territorio
(Interruzione)
L'argomento è attuale proprio perché, a fronte delle calamità naturali che molte volte derivano dal cattivo uso del territorio, noi pensiamo di occupare ulteriori porzioni di territorio, ma non pensiamo che cosa questa occupazione può produrre rispetto alla naturalità dei luoghi. E' quindi molto importante ricordare che tutto questo avviene in un momento, colleghi, nel quale la Protezione civile e i Ministeri della nostra Repubblica stanno alzando le mani, non avendo una "lira" per provvedere.
L'allarme vero è che viviamo in un momento nel quale non solo non dovremmo approvare leggi permissive, ma dovremmo anche sapere che per quello che faremo non avremo neanche le risorse per, prevenire il danno sicuramente no, ma per sopperire alle emergenze che potranno accadere. Questo è il quadro odierno. E voi pensate che non sia e non debba essere un grande segnale dalla Sardegna la cancellazione oggi, in questa giornata,di questo articolo ? Basta!
La campagna va restituita alla sua funzione, ci sono già nel Piano paesaggistico le modalità con le quali gli agricoltori veri, non i lestofanti, gli agricoltori veri possono usare la campagna anche a supporto delle loro esigenze abitative e aziendali, ma l'ambiguità di questo articolo dice tutt'altra cosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, questo è un ottimo emendamento per tentare una discussione nel merito di un problema molto serio e sentito. Assessore Rassu, e colleghi della maggioranza, adesso, al di là dei giochi delle parti, che sono pure legittimi in un'Aula legislativa come questa, e nei rapporti politici, chiedo che questo emendamento venga valutato per l'importanza che esso ha, e per le decisioni che possono essere comunemente assunte per porre un freno all'illecito uso del territorio agricolo quale strumento per incrementare l'edilizia residenziale.
Allora, io sono un vecchio appassionato estimatore del decreto Floris dell'83, sono un po' vetero dal punto di vista urbanistico, dove si diceva che le residenze in zona agricola sono assentibili esclusivamente se le residenze stesse sono a servizio di attività agricola di determinate dimensioni. Si sta dicendo che se uno coltiva quattro fondi di pomodori e due piantine di basilico non per questo viene considerato agricoltore, e ha la necessità di farsi una residenza in campagna.
Assessore, io chiedo che in questa sede venga valutata l'opportunità di chiudere i rubinetti del lassismo che ha consentito che tutti potessero pensare che la zona agricola è una zona dove si può realizzare edilizia residenziale, dove si fanno magari i depositi attrezzi con dodici stanze e quattro bagni, magari con una piscina per lavare gli attrezzi. Uno spreco di territorio agricolo che oggi (giustamente il collega Gian Valerio Sanna ci ha richiamato a quello che sta succedendo in Italia e che è già successo anche in Sardegna negli anni scorsi) sta portando a correre un rischio notevolissimo dal punto di vista idrogeologico che può riportare anche in Sardegna morti, lutti e devastazioni.
Su questo tema importante la maggioranza, la Giunta sono disponibili a un confronto a partire da un esame serio dell'emendamento numero 204? Noi pensiamo che potremmo utilizzare bene…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io credo che il collega Gian Valerio Sanna abbia fatto bene a presentare questo emendamento, su cui esprimo il voto favorevole, e anche a porre il problema, che sembra proprio non essere nelle vostre considerazioni, del consumo del territorio. Un problema drammatico che dovrebbe essere al centro di ogni pianificazione urbanistica o, meglio, al centro di ogni progetto di recupero e di qualificazione urbanistica. Allora sì che avremmo fatto un Piano casa sostenibile!
Noi dovremmo tenere presente che ogni anno 250 mila ettari del territorio nazionale spariscono soffocati dal cemento. Dagli anni '50 una porzione di territorio grande quanto tutto il Nord Italia è stata soffocata dal cemento; e se noi oggi assistiamo ai periodici drammi legati al fenomeno alluvionale è perché stiamo rendendo il territorio impermeabile, stiamo portando urbanizzazioni laddove dovremmo lasciare spazio alla natura.
Il dramma avvenuto oggi nella Lunigiana, nello Spezzino, in Toscana, dove ci sono stati dei morti, ma anche quello recente a Capoterra, sono frutto di questo consumo dissennato del territorio, del portare cemento, strade, infrastrutture, perché per ogni cubatura in più, ogni casa in più nell'agro si porta una strada, si porta un'infrastruttura, si portano coperture e impermeabilizzazione del territorio.
Vogliamo arrivare dappertutto, anche dove la popolazione non cresce ma decresce; noi siamo arrivati al paradosso di una popolazione regionale che decresce, nel 2040 saremo 1 milione e 200 mila abitanti, e mettiamo in campo una pianificazione urbanistica che prevede una crescita di consumo del territorio?
Quando vi avventurate in questo progetto espansivo il vostro è un progetto scellerato! Fin tanto che discutiamo di zone urbane A, B e C, di qualificare, completare, cioè quando stiamo parlando di utilizzare meglio quello che abbiamo, possiamo essere in disaccordo sul come, ma non sull'obiettivo, ma quando facciamo diventare zone grigie le zone verdi, il dissenso non può non essere più totale.
Esprimo un voto favorevole sull'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, in realtà questo emendamento è probabilmente l'emendamento più meritorio fra tutti quelli di cui abbiamo discusso finora e di cui discuteremo nei prossimi giorni; tratta infatti un tema fondamentale: l'utilizzo del suolo agricolo. Questo argomento meriterebbe che ciascuno di noi potesse discuterne almeno per dieci minuti in sede di discussione generale, così come meriterebbe che tutta l'Aula, invece che "sfogliare il giornale", prestasse attenzione.
Ci stiamo chiedendo se sia giusto continuare a intervenire per edificare ancora di più in agro o non sia il caso, finalmente, di cambiare registro e iniziare a tutelare la vocazione agricola dei terreni agricoli che servono per un bisogno primordiale, sfamare le persone, che sicuramente non verrà meno in futuro. Non ho statistiche aggiornate agli ultimi mesi ma, oltre un anno fa, si diceva che paesi come la Cina, e altri paesi dell'Est asiatico, ormai avessero iniziato a comprare vaste estensioni di terreno agricolo, in maniera intensiva, fuori dai loro confini nazionali, proprio per provvedere in futuro, in vista del loro andamento demografico, alla necessità di soddisfare autonomamente il fabbisogno di cibo delle proprie popolazioni.
La sola Cina ha comprato terreni a vocazione agricola in Africa, conquistandoli con il denaro anziché con le guerre, rispetto a come si faceva nel passato, in una quantità che equivale a circa il 25 per cento di tutto il suolo agricolo dell'Europa. Lo sta facendo per sfamare i suoi abitanti nel futuro! Noi vogliamo iniziare a pensare come faremo in futuro a sfamare i cittadini della Sardegna? Pensiamo di voler provvedere autonomamente a sfamare i sardi o pensiamo che lo potremmo fare utilizzando le terre di qualcun altro, da qualche altra parte del pianeta?
Qui parliamo spesso di sovranità, di cose di questo genere, possiamo iniziare a dire che vorremmo essere sovrani, autosufficienti nella nostra capacità di provvedere a noi stessi per il cibo? Se queste considerazioni iniziano a essere importanti per noi, forse l'argomento oggi da discutere dovrebbe essere del tutto diverso, forse dovremmo iniziare…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, il tema che si sta iniziando ad affrontare con la richiesta dell'approvazione dell'emendamento che sopprime l'articolo che riguarda, nella legge numero 4, le costruzioni in zona agricola credo sia un tema, come giustamente ricordava chi mi ha preceduto, di estrema delicatezza. Io, parlando da persona di origine agricola e di cultura agricola, dico che noi non possiamo limitarci a ragionare, su questo tema, soltanto sulla base del messaggio che arriva dalla "pancia" di ciascun cittadino sardo proprietario di uno o due ettari di terreno su cui vorrebbe poter edificare la propria casa, casetta, casa grande o villa al di fuori della pianificazione urbanistica.
Il tema è troppo delicato per essere affrontato, in maniera superficiale, in occasione di ogni discussione in Aula di un qualche progetto di legge nel quale si possa, inserendo un articolo, un emendamento, un comma, bypassare le norme previste nel Piano paesaggistico regionale a salvaguardia dei terreni agricoli.
Io non ho un atteggiamento pregiudiziale però sono convinto, fortemente convinto, che su questo tema non possiamo permetterci di essere superficiali e di non affrontare la questione con tutto l'impegno e l'approfondimento necessari. Avremo occasione di parlare di questi emendamenti che ci apprestiamo a discutere, avremo la possibilità di parlare e di riflettere in maniera un po' più compiuta sull'argomento quando affronteremo il prossimo articolo che ne tratta, con il "265", in maniera specifica. Se noi pensiamo di superare le difficoltà della nostra economia soltanto rilanciando la possibilità…
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). L'attenzione sulle aree agricole in termini di cementificazione è particolarmente elevata: oggi infatti stiamo consentendo persino di cementificare le siepi: credo non sfugga a nessuno la quantità di blocchetti e di cemento riversati nelle nostre campagne, e la superficie di ingombro delle siepi è molto più ampia di quella delle file di blocchetti. Però la cementificazione è un danno, è un danno che perfino l'Europa sottolinea ed evidenzia quando sollecita a tutelare e difendere la viabilità rurale, le recinzioni storiche, costruite in modo diverso dalle attuali recinzioni in blocchetti e calcestruzzo.
Io credo che l'ampliamento concesso nelle zone agricole, che i contadini oltretutto neanche vi chiedono. costituisca un danno; agli agricoltori oggi, data la loro situazione, non bastano neanche due occhi per piangere, e voi pensate che si preoccupino di ampliare le loro strutture, sottoutilizzate a causa del disagio e delle difficoltà che incontrano nel portare avanti l'attività agricola?
L'interesse sull'agro è di altri, ed è l'interesse a costruire seconde residenze tollerate, fra l'altro, da Amministrazioni comunali eccessivamente disponibili a consentire demolizioni, ricostruzioni, ampliamenti, abusivismo dilagante, volumetrie tecniche, verande, seminterrati, scantinati, cavedii, tutta una serie di aspetti che riguardano gli ampliamenti in agro.
E poi che cosa succede? Succede che sono a carico di una collettività sempre più povera e in difficoltà, i costi della protezione civile e delle infrastrutture che devono essere messe in piedi dai comuni, dalle province e dalla Regione stessa per mettere in sicurezza territori a rischio. E sono territori a rischio perché non vi è stata attenzione nel costruire rispetto ai pericoli derivanti anche dalle modifiche meteorologiche intervenute in questi anni, che hanno creato situazioni di panico laddove si è costruito abusivamente e poi sanato, o parzialmente sanato, oppure tollerato, e dove vivono residenti e visitatori. Perché poi c'è un commercio e un'attività in nero di affitto, di subaffitto, di seconde e di terze…
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole sull'emendamento. Come detto dai miei colleghi, è un argomento molto delicato, molto particolare. La Sardegna ha una vocazione agropastorale che credo debba essere considerata fattore determinante anche nella prospettiva della crescita futura dell'Isola. Noi in Sardegna abbiamo avuto, però, un grave conflitto, che è ormai indelebile, tra pastori e contadini causato dal fatto che i contadini seminavano le loro semenze ma le greggi, scorrazzando senza limiti, danneggiavano e compromettevano la possibilità di raccolta di quanto seminato.
Ora, in questa nostra era, si sta verificando un altro di questi eventi: il conflitto tra pastori e cittadini, cittadini vacanzieri o cittadini agresti, cioè coloro che hanno deciso, senza avere né arte né parte, di utilizzare parte del suolo. In modo particolare chiunque si rechi presso le località marine in tutta la Sardegna può vedere , all'interno dell'agro, l'esistenza di strutture nate forse per ricovero attrezzi e oggi abitate durante il periodo vacanziero oppure per il relax nel fine settimana per coltivare i piccoli orti.
E questo che cosa comporta? Queste case sono costruite all'interno delle aree di pascolo, e quante volte avete sentito dire nella nostra lingua "m'adi interrompiu sa carrera"? Ovverosia, ha interrotto il transito del gregge che, abituato al pascolo brado, sa come muoversi e perciò rientra nell'ovile da solo, tranquillamente. Ebbene, queste costruzioni che non hanno nulla a che vedere con l'agro e quindi con le attività agropastorali, oltre che distruggere il paesaggio, cominciano a creare dei problemi di carattere sociale nel rapporto tra i pastori, quindi i reali detentori dell'agro, e i cittadini che utilizzano l'agro per altri fini.
Quindi, sicuramente credo sia importante una riorganizzazione di questo tema, non solo perché l'agro sia effettivamente uno strumento propulsivo per l'economia della Sardegna, ma anche per ripulire l'agro e forse per avere il coraggio, come è accaduto per l'abbattimento dei casotti tempo addietro sulle nostre coste, di utilizzare anche questo elemento per abbattere…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). A mio avviso, in questo momento, stiamo affrontando un aspetto molto importante per il futuro non solo di questo disegno di legge che, ripeto, probabilmente andrebbe ritirato, ma anche per tutto il comparto dell'agricoltura. L'onorevole Soru, nel suo intervento, ha ricordato che i cinesi stanno comprando terreni in Africa, in passato si conquistavano con la guerre, perché stanno pensando al loro futuro alimentare in questa maniera.
Io mi chiedo però se in Sardegna riteniamo che agricoltori, che veramente vivono della terra, siano lì, pronti, aspettando il nostro "via libera", o comunque la riconferma di ciò a cui in passato è stato dato il "via libera", per edificare all'interno dei terreni agricoli. E'come se noi ritenessimo che gli agricoltori sardi abbiano talmente tanti soldi da non vedere l'ora di poter, ognuno nel suo orticello (in questo caso non si tratta di orticello ma di alcuni ettari di terreno), costruire ville e case; oppure questa normativa, che noi vogliamo sopprimere per cui annuncio il voto favorevole, non sia invece solamente a favore di una fascia di pochi privilegiati, o di speculatori o di persone che ritengono sui terreni agricoli di poter costruire ville con piscina, è stato detto prima dal collega Salis, che dovrebbero servire per lavare gli attrezzi, ma così non è.
Mi chiedo se, in questa situazione, dobbiamo pensare di essere una regione talmente ricca che magari ci possiamo permettere addirittura di telefonare ai cinesi e dirgli "ma perché un pezzo dei terreni che state comprando in Africa non lo comprate anche per noi?". Perché se noi a chi lavora, ai piccoli proprietari terrieri che ci chiedono "come sviluppiamo l'agricoltura?", rispondiamo "costruitevi case perchè questo è il futuro dell'agricoltura", allora la gestione di queste politiche credo sia fallimentare, e va assolutamente attribuita a voi e al vostro voler mantenere fermo il punto su questo.
In effetti non stiamo creando ricchezza, non stiamo creando alcunché, stiamo creando una bolla per cui si darà qualche soldo a qualche lavoratore ma fra un anno non ci sarà più niente, e nel frattempo avremo dato mano libera agli speculatori per comprare terreni…
PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Intervengo per esprimere il voto favorevole su questo emendamento, e per mettere in evidenza la strada verso la quale questo emendamento vorrebbe portare la nostra discussione: l'abrogazione dell'articolo 3 della legge numero 4 "Interventi di ampliamento per le costruzioni in zona agricola". L'articolo 3 approvato nella legge numero 4 è uno degli elementi principali che segna la differenza e la distanza tra noi e voi; in particolare è un provvedimento che vi qualifica per essere una maggioranza di governo che non ha la più pallida visione per il futuro e del futuro della Sardegna.
Consentire, con questa norma, l'utilizzo e lo sfruttamento delle zone agricole, a detrimento delle attività agricole e quindi della produzione di beni agricoli, denota la vostra incapacità di guardare al futuro ma anche, se mi è consentito dirlo, la vostra bulimia rispetto al territorio e un egoismo totale nei confronti delle generazioni che verranno; quindi una cecità rispetto al futuro e un egoismo politico veramente insopportabile di cui dovrete rendere conto certamente adesso ma soprattutto in futuro.
Dall'altro lato, se la disposizione in oggetto vuole essere un'agevolazione nei confronti del mondo agricolo, noi sottolineiamo che questo non è ciò di cui hanno bisogno il mondo dell'agricoltura e i suoi imprenditori, che credo abbiano capito. Il mondo dell'agricoltura è in subbuglio, l'abbiamo visto nei mesi scorsi, lo leggiamo quotidianamente anche sui giornali; ma voi come rispondete, come avete risposto? Semplicemente concedendo a chi ha la casa nella zona agricola di aumentare le volumetrie. E' chiaro che questo non va a beneficio degli agricoltori che avrebbero bisogno, quelli veri, di ben altro, e cioè di ricerca, di innovazione tecnologica, di accesso al credito, di tutela rispetto alla prepotenza degli industriali, e mi riferisco ai pastori e quindi agli industriali caseari.
Avrebbero bisogno di questi incentivi, voi rispondete con un regalo, che in realtà non è per loro, non è per loro, ma sappiamo bene che anche in questo caso è per gli immobiliaristi; le zone agricole, come sappiamo, anche le più pregiate, stanno certamente vicino alle coste. Quindi questa norma, come dire, vi qualifica, vi qualifica come una maggioranza che non guarda al futuro, egoista rispetto alle nuove generazioni, cieca rispetto ai bisogni della Sardegna. Quindi il voto è favorevole
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, esprimo il mio voto favorevole sull'emendamento numero 204 che ha l'obiettivo di sopprimere l'articolo 3 della legge regionale numero 4 del 2009. Nell'articolo 3 della legge regionale numero 4 si parla di interventi in zone omogenee e, anche in questo caso, viene confermata ancora una volta la filosofia che sta alla base del vostro modo di operare, il lavoro che in questi due anni e mezzo avete mandato avanti: continuate a parlare di deroghe, continuate a parlare di incrementi.
Nel comma 1 parlate di "…mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti negli strumenti urbanistici in deroga alle vigenti disposizioni…", nel comma 2 dite che è consentito l'incremento della volumetria esistente addirittura nella misura del 10 per cento per le funzioni agro-silvo-pastorali, e sempre il 10 per cento per l'uso residenziale. Mi chiedo quale fosse l'obiettivo di questa norma, la finalità di questa scelta e che cosa vi proponevate di ottenere.
Credo che la situazione in Sardegna sia sotto gli occhi di tutti. La stragrande maggioranza delle aree agricole, soprattutto quelle comprese tra i 300 i 2000 metri, così come specificato nell'articolo 3 della legge numero 4, è completamente degradata; perché su di esse, nella stragrande maggioranza, se non in tutte, sono presenti costruzioni abusive, successivamente sanate da uno dei tanti condoni edilizi.
In questo modo sono state create e si creano le precondizioni per un costo aggiuntivo sulla collettività; sarà infatti a carico della collettività successivamente, quando i proprietari di queste costruzioni li chiederanno, il costo dei servizi quali acqua, luce, asfalto stradale e così via. Ma vedo un danno dal punto di vista economico anche per gli stessi agricoltori, perché c'è il rischio che si trovino in concorrenza, tra virgolette, sleale nel caso in cui un agricoltore volesse ampliare l'azienda agricola. L'unico obiettivo, l'unico risultato che si otterrebbe con queste disposizioni sarebbe quello di incrementare il costo dei terreni agricoli in quei territori, in quelle aree dove si rilasciano le concessioni edilizie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, eccoci al cuore (non so il dopo), è giovedì, di questa discussione. Assessore Rassu, è restato solo lei, mi vuole spiegare a che cosa serve edificare sul suolo agricolo? Domanda banale e semplice, per cortesia mi dia una risposta. Le facilito il compito e le chiedo se serve a incrementare la produzione agricola. Serve, l'incremento della produzione agricola in quest'isola a riequilibrare la bilancia commerciale di questo settore, che è parecchio deficitaria? Le ricordo che l'agricoltura ha un valore aggiunto intorno al 4 per cento perchè, lei lo sa bene, noi importiamo tantissimo. Allora, se edificare sul suolo agricolo serve per questo, discutiamone; per cortesia, però, ci dimostri come, come.
Io le lancio una sfida, Assessore, lo riferisca anche al suo Presidente della Regione, è il suo, è il vostro, non è il nostro perché ha dimostrato finora di non essere il Presidente della Regione, ha dimostrato finora di essere il Presidente di una parte molto minoritaria, di una parte forte che vuole continuare a essere più forte speculando anche attraverso l'attuazione della legge numero 4 del 2009 e del disegno di legge numero 265 che volete portare a casa.
Io le dico, Assessore, che siamo pronti come P.D. a correggere tutto, mi dimostri però che in questo articolo 3 della legge numero 4 del 2009 ci sono interventi per l'accesso al credito a tassi agevolati, per costruire una casa per chi non l'ha, per rifinanziare la legge numero 32, per sostenere l'edilizia residenziale pubblica, per rifinanziare il contributo a fondo perduto di 25 mila euro per le giovani coppie che vogliono sposarsi e vogliono mettere su casa.
Se c'è una parte di queste cose, assessore Rassu, noi siamo pronti a discutere, altrimenti vuol dire che è una norma per continuare a ingrassare, scusi il termine, quella parte minoritaria che rappresenta un Presidente della Regione che, a sua volta, rappresenta sempre una parte che tenta di speculare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Onorevole Diana, provi a informarsi su che cosa ha causato, dopo l'approvazione del PPR, il blocco di tutte le zone agricole negli ambiti costieri; glielo spiego. Quando lei a un bene toglie la suscettività, in questo caso non la possibilità di edificare ma quella di edificare in proporzione a determinati parametri nelle zone agricole, lo declassa, quel bene perde di valore.
Provi a informarsi quante migliaia di ettari sono stati acquistati da società sconosciute, così abbiamo le informazioni, negli ambiti costieri perché l'interdizione di quei terreni ha causato la speculazione; la speculazione, questa sì, è stata causata. E quindi coloro i quali aspirano o pensano che con il nuovo PPR probabilmente potranno parcellizzare quei terreni e venderli ettaro a ettaro a un prezzo decuplo di quello al quale hanno acquistato, sappiano che non succederà. Non succederà. Questo è il primo punto.
Secondo, la legge numero 32 è una legge che riguarda la prima casa, parliamo di edilizia, so che l'Assessorato dei lavori pubblici sta per pubblicare un nuovo bando. Onorevole Diana, probabilmente moltissimi di noi non sanno quante centinaia di migliaia di ettari agricoli abbia la Sardegna e neanche sanno che pochissime di queste centinaia di migliaia di ettari agricoli sono destinate all'attività.
Onorevole Soru, non è colpa nostra, i signori sono gli stessi cinesi che hanno fucilato tre anni fa i contadini che si ribellavano all'esproprio dei loro terreni per favorire gli insediamenti produttivi. Naturalmente è un paragone, stiamo parlando della nazione più popolosa del mondo, forse non hanno terreni e ne stanno cercando per far campare le loro popolazioni. Il nostro problema è che nessuno resta più in campagna, nessuno. Venga nelle nostre zone, percorriamo assieme decine, decine e decine di chilometri e non solo non vedrà case, uccelli sì, ma non vedrà un'anima viva.
Fa parte della nostra identità andare in campagna, non per vivere, ma per avere quel pezzo di terreno e coltivarlo, e avendo una struttura di appoggio su quel terreno. Altra cosa è quando la destinazione d'uso viene coartata, viene diversificata. In quel caso sono responsabili i sindaci e le procure che, grazie a Dio, sono attente. Ritornerò sull'argomento, al momento dico quindi che bisogna stare attenti, ma è una richiesta avanzata da tutta la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, io ho guardato i giornali questa mattina con attenzione, perché sembra un caso, un caso veramente triste, ma noi, quando parliamo di questo argomento, siamo richiamati alla realtà dagli eventi che succedono nel nostro Paese. Una delle cause principali dei danni indescrivibili provocati da fenomeni atmosferici, come le precipitazioni sempre più intense, a cui ci dobbiamo abituare, così ci dicono gli scienziati, così ci dicono i metereologi, è stata la trasformazione del territorio, soprattutto quello destinato all'attività agricola, che è stato abbandonato, ed è stato invaso.
Dove prima si svolgevano attività agricole, si sono costruiti spesso insediamenti di tipo turistico, oppure si è andati all'abbandono perché l'agricoltura non è stata sostenuta sufficientemente sotto il profilo economico. Oppure, ancora, si sono fatte seconde case per garantire qualche pausa ai professionisti che operano in città. Sta di fatto che l'agro si è trasformato in termini negativi sotto il profilo della tenuta ambientale e della tenuta idrogeologica del territorio.
Noi dobbiamo riprendere a ragionare sulla destinazione della terra, e le norme che sono state inserite nel PPR per salvaguardare l'agro hanno questa finalità: riportare la terra alla sua destinazione originaria, e non consentire che alcuni egoismi siano pagati dalla collettività con tragedie immense come quelle che abbiamo visto. Per questo io voterò a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, io su questo argomento penso che molto si sia detto e molto ci sarà ancora da dire. Credo però, Assessore, che questa sia una materia da trattare diversamente, e non all'interno di un provvedimento che dovrebbe avere carattere di straordinarietà. Questo Piano casa doveva servire per riavviare il sistema economico, e nel titolo si parlava di "disposizioni straordinarie"; ma di straordinario non c'è più niente, è tutto ordinario: si aggiorna, si proroga, si fa un'ulteriore legge, si inseriscono nuovi elementi e quant'altro.
Questo tema andrebbe trattato in legge urbanistica perché, Assessore, io non dico che in agro non si possa intervenire; lei poc'anzi, l'ho ascoltata, ha detto una cosa importante perchè ha fatto riferimento a certi territori dell'agro, quelli desolati, quelle enormi estensioni inutilizzate che, magari, un giorno, serviranno per attività produttive, e quindi di questo bisogna tenere conto. Io dico però che, se nell'agro si interviene, si deve intervenire con delle regole delle quali discutere insieme.
Bisogna discutere delle regole avendo un fine, sempre, c'è un limite a tutto; e se noi pensiamo a un'abitazione in agro legata veramente all'attività produttiva, quindi legata alla necessità di condurre il fondo o anche al presidio di quel contesto terriero, questo mi trova d'accordo. Mi trova d'accordo se però si preservano i muretti a secco, che sono una ricchezza nel nostro territorio, nella nostra cultura rurale, come stabiliscono le norme del Piano paesaggistico; però, i comuni non stanno vigilando su questo aspetto, mentre bisognerebbe che tutti stessimo più attenti sul preservare i muretti a secco perchè fanno parte della nostra storia.
Bisognerebbe che noi, nella legge urbanistica, e non in questo testo sul Piano casa, parlassimo di tipologia edilizia con riferimento alle abitazioni rurali di un tempo; pertanto non più i tetti a quattro, cinque falde con varie pendenze, con abbaini, con la piscina, eccetera, quello non è agro, quelle abitazioni possono stare all'interno delle pianificazioni urbanistiche, all'interno di piani regolatori, ma non sicuramente nell'agro.
La casa nell'agro deve essere la casa del conduttore del fondo, deve essere la casa di chi è proprietario della vigna, come ci ricorda spesso l'onorevole di Tempio, Andrea Biancareddu, perché è legata a una tradizione di un popolo e di una terra, e quindi è quasi imprescindibile il fatto che vi sia un volume all'interno di quel contesto produttivo. Tutto il resto sono forzature, sono furberie, sono giochi per andare oltre le regole
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per dire la mia su questa faccenda. Credo sia veramente fuori luogo continuare a insistere su questo bisogno folle di devastare definitivamente il nostro territorio. Anche di fronte alla crisi profondissima che stanno attraversando la pastorizia e l'agricoltura, se questa è la risposta che le nostre istituzioni vogliono dare a questi settori, io dico che siamo veramente alla frutta.
Continuo a pensare che si stia rispondendo in questo modo a delle esigenze che vanno oltre l'immaginario comune, e cioè che la Sardegna sia utile a un qualcuno solo ed esclusivamente desertificata. Sarà utile a un processo di militarizzazione più ampio, sarà utile a processi come il passaggio del Galsi, sul quale io personalmente oggi nutro grosse perplessità, ad altre servitù, come la stessa chimica verde, perché oggi si prospettano nuovi modelli, come i grandi inceneritori, senza avere poi il coraggio di usare i termini giusti per definire questi interessi.
Con la chimica verde si prospetta anche l'acquisto da parte dell'ENI, ad esempio, di ampi territori della Sardegna che andrebbero, fra l'altro pare anche con costi piuttosto elevati rispetto ai prezzi di mercato, destinati alla coltivazione dei cardi, tenendo conto che, coltivando cardi anche sui tetti delle nostre abitazioni, non riusciremmo mai a soddisfare le esigenze di questo mega mostro che si chiama inceneritore, perché noi li chiamiamo termovalorizzatori, ci siamo inventati una serie di nomi che sono assolutamente non idonei a definire che cosa in realtà sono queste grosse industrie.
In Africa, dice il collega Soru, la Cina sta acquistando tutto. E' vero, sta acquistando tutto. La Cina sta acquistando l'Africa per garantirsi il monopolio futuro dell'agricoltura. Qui in Sardegna non farà in tempo nessuno a comprare per questo scopo, qui in Sardegna si stanno facendo delle scelte di cui voi siete pesantemente responsabili per continuare a desertificarla. Io credo che oggi, se davvero vogliamo dare una grossa mano d'aiuto all'agricoltura e alla pastorizia, innanzitutto non dobbiamo toglierle il territorio. Con la legge sul golf c'è stato…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, io penso che all'osservazione, puntualmente esposta dall'Assessore, circa la desertificazione delle campagne, nelle quali è raro trovare anche qualcuno che ci passeggi, occorra dare delle risposte in termini di politiche agricole all'altezza delle nuove emergenze, delle nuove difficoltà e delle nuove sfide, per cui occorra approfondire meglio e sviluppare delle politiche in grado di arginare il problema dello spopolamento che riguarda le nostre zone interne.
Poco fa il collega Porcu ha messo a disposizione del dibattito dell'Aula alcune cifre, utili. Ha citato i 200 mila metri quadrati al giorno mangiati dal cemento in Italia e che, se analizzati nello specifico, ci aiutano a raccogliere e a ritrovare degli stimoli ulteriori al dibattito che si sta sviluppando questa mattina. Scopriamo infatti che dal 1999 al 2004 in Lombardia il territorio è stato urbanizzato al ritmo di 13 ettari al giorno, come dire che in quel periodo di tempo una città di dimensioni pari a quelle di Brescia è stata realizzata e un'area vasta come la città di Pavia è stata sottratta all'agricoltura. In Emilia-Romagna, in un arco di tempo che va dal 1976 al 2003, è stato raddoppiato il territorio urbanizzato, passato dal 4,8 all'8,5 per cento.
Ho scoperto che una parte importante delle regioni d'Italia ha avviato la ricognizione delle trasformazioni del suolo e sarebbe utile davvero, anche parlando di argomenti come il Piano casa, scoprire quali sono i dati che noi abbiamo a disposizione circa questo processo di trasformazione, e se la nostra Regione può metterci a disposizione tali dati a seguito di un lavoro di indagine e di approfondimento utile anche al dibattito che noi stiamo svolgendo. Un dibattito che stiamo svolgendo grazie a questo emendamento, il numero 204, che anche per quanto detto finora io sostengo dichiarando di votare a favore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 204.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 204.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Dedoni e Milia hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lai - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 71
votanti 69
astenuti 2
maggioranza 35
favorevoli 26
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 205.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 205 si prefigge la cancellazione del comma 1 dell'articolo 3. Si potrebbe dire, Assessore, con un eufemismo perché non…
(Brusio in aula)
Presidente, in quest'Aula c'è gente molto disinteressata, vada fuori, ci lasci ragionare e così rimane la gente che è interessata.
Assessore, il comma 1 va cassato perché credo che non vi appartenga. Potrebbe essere sicuramente considerato come il manifesto di Attila, il flagello di Dio, più che tendente a interpretare il Piano casa. Voi esprimete comunque la vostra natura; e poi dite, a me o al centrosinistra, chi è più cementificatore! Leggete il comma dove si dice che nell'agro così come individuato dallo strumento urbanistico - tra l'altro il Piano paesaggistico su questo fa un passaggio in avanti, dice che non esiste più la zonizzazione in agro: agro è agro - si possono fare tutti gli incrementi volumetrici che sono disciplinati da questa legge e gli indici massimi di edificabilità previsti possono essere superati in deroga anche rispetto agli strumenti urbanistici e alle disposizioni regionali (questo volete dire) rispetto al Piano paesaggistico.
E' vero, molti di voi dicono: "Ma noi abbiamo casa in campagna. Abbiamo vissuto un'altra epoca". Anche quello, Assessore, era il segno che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Quando lei fa l'intervento in Aula, mi scusi, e la sua preoccupazione è l'incidenza della commerciabilità dei terreni nella fascia costiera mi dice tutto…
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La speculazione!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, quale speculazione? La speculazione ci sarà quando noi capiremo che l'autosufficienza alimentare è un valore primario. Quando voi continuate a scrivere queste norme state dando il messaggio contrario, alla speculazione,rispetto a ciò che dite. Questa è la verità, tenendo conto che negli ultimi vent'anni ci siamo "mangiati" l'equivalente di territorio coltivabile e fertile pari a quello necessario per coltivare i 60 milioni di quintali di grano che servirebbero per sfamare l'intera Italia. Stiamo attenti perché di questo passo la nostra china è segnata e lo è anche in termini di economia, Assessore, non solo di messa in commercio di terreni edificabili o di terreni nell'agro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 205. Di fronte al comma 1 dell'articolo 3 della legge numero 4 la rivisitazione dei sottotetti diventa veramente un gioco da ragazzi, diventa una quisquilia, una cosa senza importanza. Di fatto questo articolo 3 mina alla base le potenzialità future produttive, quindi anche economiche, di quest'isola e vi qualifica, come diceva bene l'onorevole Sanna poco fa, come i più grandi sostenitori di operazioni di speculazione sul territorio isolano. E' l'articolo 3 della legge numero 4 che, come dicevo prima, segna una differenza abissale tra noi e voi, ma noi di questo non ci rallegriamo perché vorremmo che su questi temi ci fosse semmai una vicinanza, la più alta possibile.
Non ci rallegriamo che le differenze massime siano su questi temi perché ne va del futuro della Sardegna, di quello delle nuove generazioni, perché cerchiamo di avere uno sguardo lungo sullo sviluppo dell'isola e sul suo futuro. Su questo tema noi vorremmo che voi rifletteste di più e, invece, così come avete fatto fino a questo momento nella discussione di questo disegno di legge, passate sulla terra leggeri come se niente fosse.
Onorevole Rassu, lei è una persona che più di una volta ha mostrato di avere capacità di ascolto. Ma davvero lei pensa che questo provvedimento di legge, specificatamente questo articolo e la legge numero 4 su cui questo articolo insiste, abbia a che fare con lo sviluppo dell'agricoltura, con il benessere degli agricoltori, con la possibilità che quest'isola incrementi la produzione agricola, con la possibilità che l'agricoltura incida positivamente sul PIL? Ma davvero sinceramente lei pensa questo? Dica questo al microfono. E' convinto di questo? Ci convinca che lei ha le parole giuste, il pensiero giusto per dire che è così. Ancora non lo ha fatto, perchè risponde con argomenti che non hanno niente a che fare rispetto alle domande che stiamo ponendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, intervengo anch'io perché su questo argomento sono molto sensibile. Assessore, oggi, in occasione della discussione su questo punto, le regalerò un bellissimo libro di Vandana Shiva. Vandana Shiva, indiana, è una fisica di livello mondiale, un'ecologista di fama internazionale e il titolo del libro è: "Ritorno alla terra". E' un libro splendido che documenta la politica che l'India, una delle nazioni che più stanno avanzando in termini di PIL, impegnatissima in un processo di sviluppo e di recupero dei ritardi, sta portando avanti per evitare la strada degli scempi e degli errori che le nazioni occidentali hanno già percorso.
Per questa ragione io penso che sia necessaria una riflessione ulteriore sulla possibilità di concedere incrementi volumetrici in aree agricole che sono state già squassate da imponenti fenomeni di urbanizzazione selvaggia, abusiva e pur autorizzata, perché nella realizzazione di questi insediamenti selvaggi nelle zone agricole c'è la complicità attiva di numerosi uffici tecnici e di amministratori comunali. Questo lo dobbiamo dire con estrema decisione.
Si sono chiusi non due, ma quattro o cinque occhi su questo fenomeno delle residenze agricole, delle ville in zone agricole camuffate da depositi attrezzi e da residenze per curare la vite, la vigna o il frutteto. Allora, su questo bisognerebbe chiudere definitivamente la "serranda" e dire che non è più consentito a nessuno farsi la villa senza pagare gli oneri di urbanizzazione perché anche questo succede, che rispetto a una persona che presenta un progetto regolare nelle zone A, B...
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Proverò a riprendere, dal punto in cui ho interrotto, per esigenze tecniche, il ragionamento avviato nel precedente intervento nel quale cercavo di collocare il mio argomentare sul tema della costruzione in ambito agricolo in un discorso di carattere più generale. Io sono abbastanza convinto che, a parte la contingenza che potrà vederci tutti non totalmente sordi rispetto all'esigenza che pone il singolo cittadino sulla possibilità, se ha una casa in campagna, di poterla ingrandire o se ha un terreno di poterci costruire, abbiamo l'obbligo (noi che non siamo, per questo ruolo particolare del momento, dei normali cittadini, ma siamo chiamati a svolgere funzione legislativa che costruisca un futuro equilibrato nella gestione del territorio e nella gestione delle attività agricole), di riflettere attentamente su un tema così complesso.
Riflettere attentamente e trovare anche delle soluzioni di prospettiva sulle quali la gente si possa riconoscere. Io non so, alla fine di tutta questa maratona, che cosa riusciremo a tirare fuori dal nostro legiferare, io mi auguro però che se non sarà sufficiente questa tornata di discussione si possa cogliere qualche altra occasione per giungere finalmente a una proposta condivisa, affinché l'attività edilizia sia un'attività produttiva e non attività speculativa, affinché ciò che si produce nell'attività edilizia sia davvero utile alla società e non utile esclusivamente a chi costruisce, affinché si costruisca uno sviluppo economico dove l'attività edilizia non sia l'attività principale.
E se l'attività edilizia c'è, ci sia perché l'attività economica che cammina con le proprie gambe produce esigenze di carattere edilizio. Diversamente, signori, noi stiamo promuovendo un'attività economica che produce disastri, che non produce economia, che non produce benessere ma che insegue soltanto la speculazione. Questo noi non abbiamo...
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole e per proseguire quel ragionamento che si è arricchito poi dell'interlocuzione dell'assessore Rassu, con cui mi piacerebbe continuare ad approfondire questo argomento che certamente non si può esaurire in interventi di circa tre minuti.
Assessore, lei ha detto una cosa importante, e cioè che il Piano paesaggistico regionale ha tolto suscettibilità ai terreni e, se si toglie suscettibilità, cioè la capacità di trasformazione in valore economico, i terreni vengono declassati e questo comporta un impoverimento generale. Io credo che lei sbagli, anzi credo che stia sbagliando totalmente, però parla in buona fede di un argomento che vale la pena di approfondire.
A lei piace la lingua sarda e a me è venuto in mente questo detto "Si su chelu fidi in terra si l'aiana serradu puru", se ci fosse la possibilità di dare un valore all'aria che respiriamo si potrebbe venderla e comprarla, fare in modo che ciascuno possa recintarsene un pezzettino e magari venderla anziché lasciarla disponibile per la sua funzione primaria: quella di far respirare.
Non consideri assurdo quello che le sto dicendo. Mangiare è un'esigenza altrettanto primaria come quella di respirare, e togliere alla terra la capacità di trasformarsi in cibo col lavoro dell'uomo ha la stessa importanza che togliere all'aria la capacità di garantire la vita degli esseri umani. L'unica suscettibilità della terra deve essere la capacità di procurare cibo e non di essere trasformata in edilizia. Questo è un punto imprescindibile. Se noi partiamo da questo assunto - e da questo credo che dobbiamo partire se vogliamo avere uno sguardo lungo sul futuro della nostra regione e su quello che facciamo - ci accorgiamo che forse stiamo sbagliando tutto, anzi, che stiamo sbagliando tutto.
Allora noi dobbiamo cercare di far sì che la terra valga non 100 mila euro, come accade in Gallura, perché possa essere suscettibile di trasformazione edilizia, ma che magari la terra ne valga 200 mila o 500 mila come accade in Trentino perché produce mele che si vendono in tutta Europa, o come accade nel Chianti perché produce vino che si vende bene in tutto il mondo. In attesa che questo accada io sarei anche felice che la terra valesse 10 mila euro se uno la comprasse a questo prezzo per seminarla e lavorarci, mentre chi vuole utilizzare la terra in questo modo non può comprarla se può valere 100 mila euro per costruirci. Ne parlerò dopo, ma se ci pensa bene stiamo tornando ai temi degli anni '50 quando la gente diceva: "La terra deve essere di chi la lavora, al di là di chi ne è proprietario".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, il Corriere della Sera pubblica una mappa del disastro idrogeologico dell'Italia: 1443 eventi, 4122 morti, 2836 feriti in cinquant'anni in tutte le regioni d'Italia. La Sardegna, su 71 eventi, ha avuto 58 morti e 74 feriti ma, soprattutto, ha subito una devastazione finanziaria, economica di portata assolutamente straordinaria, coperta con il danaro di tutti.; Ricordiamo che cosa abbiamo fatto ogni volta: siamo intervenuti con le risorse di tutti a coprire il disastro che è stato compiuto in alcuni territori, territori scempiati dagli amministratori anche locali, non solo regionali.
Non si sono dotati degli strumenti urbanistici, non hanno rispettato le regole, hanno costruito dove non si doveva costruire; hanno costruito dove non si doveva costruire perché, anche dal punto di vista giuridico, hanno creato le condizioni per rendere legale la devastazione.
Noi siamo più colpiti dell'Umbria, del Molise, della Basilicata, della Puglia, dell'Abruzzo, delle Marche, della Valle d'Aosta, siamo allo stesso livello di Lazio e Calabria. Cioè siamo una regione, tolte quelle del Nord che hanno avuto eventi disastrosi come il Veneto con 1800 morti, tra le meno virtuose. Questo cosiddetto Piano casa è devastante, è una schifezza dalla prima riga all'ultima, è indecente! Ed è tanto più indecente quando interviene a consentire, in deroga a tutto, ulteriori devastazioni a fronte di una consapevolezza generale che derogare non si può fare più!
Non si deve fare e, quindi, chi vota questo provvedimento sa benissimo quali saranno le conseguenze; pertanto non può venire domani a dire: ma bisognava fare questo. Intanto non fate più quello che state facendo, cioè smettete di votare questo provvedimento, riportatelo in Commissione, depuratelo da tutte le sconcezze...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Intervengo per esprimere il voto favorevole su questo emendamento; un emendamento importante perché propone di sopprimere il comma 1 dell'articolo 3 che molto lascia a intendere nel passaggio in cui si dice: "…mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali…".
Mi sembra che in questo provvedimento della parola "deroga" si abusi.
E per ritornare al tema del quale i miei colleghi, con diverse sfaccettature, hanno evidenziato elementi delicatissimi, penso avrete notato che su qualsiasi organo di stampa compaiono innumerevoli annunci di vendita di terreni agricoli. Questo denota l'impoverimento, per un verso, delle attività economiche in ambito agricolo, e su questo fenomeno che va sempre più ampliandosi penso che bene faremmo a riflettere.
Inoltre, come ho detto anche nella mia riflessione sull'emendamento precedente, poiché spesso in quest'Aula (così mi sembra) abbiamo sottolineato il fatto che l'agricoltura può essere un elemento prioritario e primario nello sviluppo e nel rilancio economico dell'isola di Sardegna, non foss'altro perché non siamo ancora in grado di avere l'autosufficienza alimentare (importiamo carni, importiamo verdure, importiamo cereali, quindi il rapporto import-export è deficitario per quanto ci riguarda), è necessario sottrarre ulteriori porzioni di territorio all'edificazione.
Ripeto, mi riferisco a un'edificazione di tipo secondario, di tipo prettamente anche egoistico, non parlo di edificazione speculativa, ma mi limito alla fattispecie, propria dell'ambito comunale, che spesso vede nell'agro la costruzione di seconde case che finiscono per diventare case principali di abitazione. Da qui la richiesta di servizi (scuolabus, nettezza urbana e altri correlati) da parte di molti cittadini che mette in crisi i comuni. Quindi occorre fare ordine nell'uso del territorio della regione Sardegna, stabilire con priorità le funzioni...
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Non è possibile procedere con la verifica del numero legale perché siamo in fase di dichiarazione di voto e ci sono altri iscritti a parlare.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Come sapete gli strumenti urbanistici stabiliscono, per individuare la destinazione urbanistica, una serie di indicazioni. Gli strumenti urbanistici nell'area urbana prevedono le zone destinate alle residenze urbana così suddivise: zone A, centri storici e centri ai quali sono riservate particolari attenzioni; zone B, la gran parte della città; zone C, le zone di espansione; zone BH, quelle destinate alla residenza alberghiera.
E' prevista inoltre un'altra serie di indicazioni, perché all'interno di un'area comunale sono individuate le zone destinate alle attività industriali e artigianali; zone E agricole classificate E1 ed E2 a seconda dell'ubicazione e dell'individuazione, se si tratti cioè di campagna storica o di grande estensione; zone F, le zone turistiche; zone G, dei servizi generali; zone H, zone di salvaguardia assoluta.
Se noi scombiniamo tutto, se mettiamo in discussione le previsioni e quindi i criteri di intervento, scompaginiamo qualsiasi realtà. Stiamo veramente giocando, allora, a essere ridicoli.
Perché nelle zone agricole individuate come zone E e destinate all'attività agricola viene consentita la residenza, con tutte le conseguenze che comporta? E questo dopo che sono stati effettuati i vari interventi di bonifica agraria, fra l'altro sottraendo ai legittimi proprietari vaste estensioni di terreno proprio per favorire l'attività agricola, come si individuò per esempio con quell'assegnazione di un certo quantitativo di superficie agricola.
Io ricordo che nella Nurra inizialmente furono individuati appezzamenti di superficie pari a 25, 22 e 18 ettari, poi si arrivò a una superficie di 12 ettari e per quelli destinati a vigne, come nella preziosa area di Maristella, la superficie si individuò in 8 ettari. Terreni destinati all'agricoltura. Oggi, invece, noi consentiamo il frazionamento abusivo, le lottizzazioni abusive con la complicità dei notai (non vedo l'amico Felicetto Contu); si consente tutto questo per giustificare frazionamenti che non sono da destinare all'attività agricola, ma servono a immettere sul mercato immobiliare terreni destinati alla costruzione di residenze e persino all'attività ricettiva. Allora qui cade l'asino, il problema non è dare...
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Io ho un atteggiamento laico, come si suol dire, nei confronti di questo problema per cui prescindo da considerazioni di carattere ideologico che pure si è portati a fare in certe occasioni. Ma come si fa a non considerare che l'espansione delle aree urbane con la trasformazione delle precedenti destinazioni è un processo, soprattutto in certe aree della nostra Isola, ormai inarrestabile? In determinate aree non si capisce bene dove finisca la città e dove inizi la campagna.
L'edificazione si espande a macchia d'olio e io ho presente, come immagino abbia presente la maggior parte di noi, alcune realtà cittadine. Io penso a Olbia ma Sassari non è da meno. La città di Olbia ha una vastissima area urbana, e non si capisce davvero dove finiscano i confini urbanizzati, non è ancora città molta parte dell'urbanizzato, ma non è più campagna, nel senso che le attività agricole sono ormai definitivamente inibite. Non lo è più e non lo sarà mai più campagna, è stata compromessa qualunque attività produttiva in quella che pure era e poteva continuare a essere una zona fertile, ideale per le coltivazioni.
Io però faccio una netta distinzione tra coloro che lavorano la terra e vivono dal loro lavoro nella terra, e coloro che invece hanno l'esigenza di speculare. Sono due situazioni completamente diverse, rispettabili, ma noi dobbiamo impedire a tutti i costi che la speculazione continui a consumare una parte importante del territorio che è a corona delle zone urbanizzate. Ripeto, riguarda molto Olbia, ma riguarda Sassari, non riguarda solo la fascia strettamente costiera, riguarda le città…
PRESIDENTE. Onorevole Corda, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, quello che stiamo tentando di illustrare, lo ha fatto molto bene poco fa l'onorevole Soru, è un principio non negoziabile, di cui abbiamo tentato di parlare in questi giorni. La battaglia che abbiamo fatto sul primo Piano casa in Aula, la legge 4 del 2009, in realtà partiva da questi principi, e cercava anche di evidenziare, assessore Rassu, una nostra idea sulla casa e soprattutto cercava di dire che ci sono delle competenze, dei poteri, magari attribuiti alle amministrazioni comunali che non possono essere derogati. E quando si parla di superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici, e di intervenire ancora una volta in deroga, stiamo in realtà parlando di questo.
Noi abbiamo tentato nella prima parte della legislatura, quando si è parlato di Piano casa, e lo ribadiamo ancora, di dirvi che la casa è un bene importante per i sardi, e che probabilmente dobbiamo intervenire con strumenti specifici. Per questo abbiamo parlato per esempio di un piano di edilizia residenziale pubblica; abbiamo detto che la legge numero 32, una legge fortunata di questa Regione, può ancora una volta essere modificata per dispensare ulteriori benefici.
Abbiamo sperimentato nella scorsa legislatura gli interessi zero per le giovani coppie, lo abbiamo fatto anche attraverso una forma di acconto nel momento in cui si stipula un mutuo, lo abbiamo fatto stanziando 25 mila euro per famiglia. Abbiamo cercato di migliorare questa norma, può ancora essere fatto. Abbiamo cercato di intervenire con la nostra proposta di legge per il completamento del "non finito" nei nostri paesi, anche per abbellire la Sardegna. Ricordo gli interventi sull'housing sociale, nella scorsa legislatura, concretizzati nell'aumento dei contributi per il fitto delle famiglie indigenti; e lo abbiamo fatto in un momento in cui lo Stato invece retrocede dalle sue competenze.
Sulla casa c'è molto da fare, ma non è questo lo strumento per intervenire in materia urbanistica e per intervenire pesantemente sulle zone agricole. Credo sia un errore, ed è per questo che ribadiamo, anche con in nostri interventi, che la nostra posizione è sempre uguale. Il mio voto sull'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Il dibattito e l'interlocuzione che c'è stata con i rappresentanti della Giunta, per quanto mi riguarda, consente di confermare la stima per la persona Nicola Rassu, meno per l'assessore Rassu.
Assessore, lei rispondendo proprio al sottoscritto ha detto: "Il PPR, grazie alla politica del centrosinistra, ha declassato l'agro", e ha aggiunto: "Il PPR, sempre per responsabilità del centrosinistra, ha fatto perdere valore all'agro". Io immagino, mi corregga se sbaglio, che dietro questa sua affermazione secca si nasconda, e con questi provvedimenti di legge state andando allo scoperto, l'intendimento di cambiare destinazione d'uso a tanta parte dell'agro.
Dico questo perché lei, tra l'altro, nel suo intervento si è riferito al fatto che le aree declassate, che hanno perso valore, in particolare sono quelle adiacenti alla fascia costiera. Però, può anche essere che io sbagli; allora, per cortesia, poiché lei sta, seppure in maniera minimale, accettando un minimo di confronto, ed è il solo, la prego di darmi una qualche risposta.
Io sono convinto di quello che ho detto, a lei smentirmi, se così non è rifletta però su quest'altro aspetto. La fascia costiera della Sardegna, per nostra fortuna, è tutelata dal PPR, nonostante i vostri attacchi; la fascia costiera in tanta parte, non dappertutto per fortuna, è infatti oggetto di un attacco, però ci sono insediamenti dell'industria alberghiera. Le chiedo, Assessore, è più utile nelle zone vicine alla fascia costiera, in cui c'è una presenza dell'industria turistica, allargare quella fascia, o invece mettere a sistema quell'industria turistica con una realtà agricola che può essere una risposta anche alla domanda che arriva dall'industria turistica, soprattutto con produzione e trasformazione dei prodotti autoctoni? Perché di questo dobbiamo parlare: mettere a sistema le politiche dell'industria turistica. Riflettiamo su questo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Ancora una volta riparliamo del ruolo della nostra agricoltura mentre è in discussione un disegno di legge, che non so bene come definirle: salva cemento o promuovi cemento; questo più che un Piano per dare una casa alle persone, mi sembra un Piano che dà solamente spazio a una speculazione, in questo caso sui terreni agricoli. Io voglio ricordare alcuni dati.
Noi in Sardegna abbiamo, come dire, i giacimenti di petrolio e probabilmente non ce ne rendiamo conto. Tutti sanno, è stato ricordato da qualcuno prima di me, che i prezzi dei prodotti agricoli in questi ultimi anni, soprattutto negli ultimi due anni, sono aumentati talmente tanto che hanno messo in crisi alcuni paesi poveri. Forse sarà un ragionamento egoistico, ma allora noi ai nostri agricoltori che cosa proponiamo? Invece di entrare nel mercato mondiale e trovare soluzioni, magari attraverso la produzione di prodotti di nicchia, prodotti di alta qualità che il mercato nonostante l'aumento dei prezzi recepisce sempre di più, noi gli diciamo: "Costruitevi case".
Eppure la situazione del mattone non è sicuramente florida, anzi, si sa bene che c'è una bolla edilizia che prima o poi colpirà i mercati immobiliari, mentre i prezzi negli ultimi due anni dei prodotti agricoli sono saliti in percentuali veramente incredibili: l'8 per cento nel 2006, 24 per cento nel 2007, oltre il 50 per cento nei primi tre mesi del 2008. Nonostante ciò, invece di aiutare gli agricoltori a mettere in campo produzioni che gli permettano di accumulare un plusvalore grazie alle attuali condizioni di mercato, sicuramente è un momento in cui si potrebbe lavorare con i nostri agricoltori per cercare di far diventare i nostri terreni redditizi come i pozzi di petrolio (l'andamento dei prezzi dei prodotti agricoli di base, come il grano, ormai ha raggiunto il prezzo del petrolio), stiamo parlando di questioni reali, non stiamo parlando di altre questioni, noi gli proponiamo, ripeto, di costruirsi una casa. Per questo ritengo che bisogna votare a favore di questo emendamento, perché abbiamo necessità di tutelare le aree.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Inizialmente, Presidente, le vorrei chiedere se fosse possibile la presenza in Aula dell'Assessore dei lavori pubblici che ha la delega sul problema della casa, perché leggevo che tra le competenze dell'Assessorato dei lavori pubblici rientra la programmazione degli interventi in materia di edilizia patrimoniale regionale e demaniale dello Stato, programmazione e coordinamento degli interventi dell'edilizia residenziale pubblica. Nel momento in cui si parla di Piano casa sarebbe interessante sentire cosa ne pensa l'Assessore che ha la delega, al di là della delega che ha l'Assessore dell'urbanistica, sulla deroga al PPR.
Presidente, seriamente, le chiedo se sia possibile la presenza in Aula dall'Assessore, sarebbe una cosa interessante, perché io sto parlando del Piano casa, non sto parlando di altro.
Dichiaro pertanto il mio voto favorevole sull'emendamento numero 205 che intende sopprimere il comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale numero 4 attraverso il quale avete permesso, in questi anni, di incrementare le volumetrie, di superare gli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici, in deroga alle disposizioni vigenti, cioè in deroga al Piano paesaggistico regionale.
Tutto questo diventa ancora più di attualità, Assessore, e diventa sempre meno comprensibile con quanto sta succedendo in questi giorni in alcune zone d'Italia e con quanto è successo soprattutto in alcune zone della nostra isola, in modo particolare a Capoterra e nell'Ogliastra negli anni scorsi.
Mi chiedo e le chiedo Assessore, a quale parte della popolazione sarda vi siete rivolti con questo comma e con queste deroghe? Sicuramente non a quella parte della Sardegna che lavora la terra, tanto meno a chi svolge l'attività di agricoltore a titolo principale nella nostra isola. Sicuramente non sono le risposte che il mondo agricolo si aspetta da noi, si aspetta da quest'Aula, si aspetta soprattutto da questa maggioranza dopo le varie promesse fate in campagna elettorale, che avete continuato a fare in questi due anni e mezzo e che state continuando a fare anche in questi giorni in giro per la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, continua il nostro tentativo di bonifica della legge numero 4 e questo emendamento ha appunto il significato di provare a bonificare uno dei tanti limiti, quello rappresentato dall'articolo 3.
Noi ci chiediamo quale sia la ratio delle zonizzazioni che sono previste nei piani urbanistici comunali, perché sono presenti le zone A, le zone B, C, H, E, S, D, e così via… hanno un senso queste zone? Io penso che un senso l'abbiano Perché ci sono infatti le A e le B? Perché c'è un posto dove la gente deve vivere.
Perché sono previsti gli standards dei servizi? Perché dove la gente deve vivere ci devono essere certi servizi. Perché sono previsti degli indici in ciascuna zona tra cui la zona E? C'è un significato: gli indici a cui si vuole derogare, quelli che sono previsti nel comma 1 dell'articolo 3 hanno un senso. Perché in zona E per le attività produttive, per i laboratori, per i capannoni, l'indice è 01 o 02? Ha un senso, perché lì si devono realizzare i capannoni. Perché per le attività, per gli edifici residenziali è 003? Perché sono per la casa dell'agricoltore o del pastore, quella dove va a vivere con la famiglia: 100 metri quadrati di casa, 300 metri cubi in un ettaro dove andrà a vivere.
Allora la deroga che significato ha? E' funzionale alla conduzione del fondo? No! Non è funzionale alla conduzione del fondo, è funzionale ad altri obiettivi. Il collega Solinas chiedeva l'intervento in Aula dell'Assessore dei lavori pubblici; io chiederei l'intervento in Aula dell'Assessore dell'agricoltura perché vorrei conoscere la sua opinione.
Vorrei sapere se ritiene funzionale questo comma ai programmi, che non abbiamo ancora visto, di intervento in agricoltura;vorrei sapere se pensa che un comma come questo possa aiutare gli eventuali progetti, che sicuramente non ha perché non li abbiamo visti; ma fra poco tempo ci sarà un'altra Giunta, speriamo, che avrà qualche programma di sviluppo dell'agricoltura. Questo comma può costituire un ostacolo alla realizzazione di edifici in campagna? Sussistono delle rigidità per programmi di riordino fondiario, per esempio, o per la predisposizione di programmi di infrastrutturazione?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). La speculazione edilizia in agro penso sia grave quanto la speculazione edilizia in città; l'assenza di controllo e di sorveglianza sull'edilizia in città è grave quanto la carenza di sorveglianza in agro.
Detto tutto questo, io ritengo che aver inserito nel Piano casa il sistema delle zone agricole sia stato un gravissimo errore, anche perché abbiamo in itinere il licenziamento di un PPR che in qualche modo avrebbe dovuto dirci qualcosa; ma abbiamo di fronte anche i grandi risultati delle direttive del '94, le famose direttive per le zone agricole, che penso siano state in qualche modo applicate e inserite nel nuovo Regolamento edilizio in quasi tutti i comuni. E ritengo che quella rivoluzione del '94, che grazie alla sub-zonizzazione delle zone E consentì una salvaguardia delle zone agricole, sia stata positiva.
Mi stupisce, pertanto, che questo articolo sia stato inserito, lo trovo inadeguato, all'interno del Piano casa. Crea disappunto parlare sia di incremento in città che di incremento volumetrico in campagna, anche perché traspare chiaramente che potrebbe trattarsi di speculazione edilizia. A questo punto abbiamo un Piano casa che sta diventando inadeguato nella sua globalità, nel senso che ho l'impressione che stia diventando una rincorsa contro il tempo per licenziarlo entro pochi giorni, immagino. Chiaramente esprimo un voto a favore dell'emendamento che sopprime il primo comma di un articolo che non c'entra niente con il vostro Piano casa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Meloni Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Assessore, noi ci rivolgiamo a lei perché ha la bontà di ascoltarci con attenzione; niente di personale ma, d'altra parte, lei rappresenta la sua maggioranza e non credo che questo lavoro sia tutto frutto dei suoi desiderata.
Quando noi parliamo di agro, riprendo questo discorso, dobbiamo distinguere; se pensiamo all'agro del Meilogu, che è la zona dalla quale lei proviene, potremmo fare un discorso (ne abbiamo parlato prima), se però pensiamo all'agro delle grandi città, delle città di provincia, quello di Sassari, di Cagliari, oppure quello di Olbia, quello dei comuni costieri, stiamo parlando d'altro. Ora, al di là di tutte le questioni che ci siamo detti, e che continueremo a dirci, su ciò che produce l'insediamento abitativo nelle zone carenti e in assenza di servizi, io voglio fare un altro ragionamento: avete pensato ai costi sociali di questo tipo di attività edilizia?
Parlo ovviamente pensando alla mia città, ma potrei pensare contestualmente anche alla città di Olbia. Ad esempio, gli insediamenti posti in essere fuori dalla pianificazione urbanistica, fuori dai Piani regolatori, in modo disorganico, frammentato, senza alcuna prescrizione se non quella di tenersi lontani dai confini, producono inevitabilmente una disgregazione sociale: la gente si allontana, non dialoga più, non si interfaccia più, se non nelle ore di lavoro, negli uffici, eccetera.
Però, a fronte di tutto questo, ci sono anche dei costi economici insostenibili per le amministrazioni comunali; lei pensi quanto costa a un comune mantenere lo scuolabus - perché poi chiedono lo scuolabus, chiedono i servizi, vogliono che si vada a prendere i loro figli per portarli a scuola all'interno della città, oppure vogliono la scuola lì vicino -quanto costa realizzare il sistema fognario, il sistema idrico, quando si riesce a farli. In città un condominio di sei piani, che ospita diciotto famiglie, costa 10, diciotto famiglie nell'agro costano 10 mila: sono dei costi di cui poi si devono far carico i cittadini dell'urbe, cioè coloro che hanno deciso di vivere in un contesto sociale organizzato e vivibile.
Allora, io capisco che noi tutti veniamo tirati per la giacca e che vi sono dei desideri atavici in molti nostri concittadini, questo desiderio di andare a vivere…
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
Metto in votazione l'emendamento numero 205.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 205.
Specifico che chi ha dichiarato il proprio voto viene considerato votante se presente in Aula.
(Segue la votazione)
Prende atto che i consiglieri Cucca e Cuccu hanno votato a favore, che i consiglieri Contu Mariano e Pitea hanno votato contro e che i consiglieri Agus, Bruno, Corda, Cugusi, Diana Giampaolo, Espa, Lotto, Meloni Valerio, Salis, Sanna Gian Valerio, Sechi, Solinas Antonio, Soru e Uras sono presenti in Aula e considerati votanti ai sensi dell'articolo 95 del Regolamento, comma 4 bis.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Moriconi - Murgioni - Porcu - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Tocco - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Bruno - Capelli - Corda - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Locci - Lotto - Meloni Valerio - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 57
Votanti 40
Astenuti 17
Maggioranza 21
Favorevoli 8
Contrari 32
(Il Consiglio non approva).
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Stiamo cambiando le regole ? Presidente, si può cambiare opinione.
PRESIDENTE. Onorevole Gian Valerio Sanna, stiamo applicando il Regolamento e non stiamo cambiando assolutamente le regole.
CUCCU (P.D.). Se uno cambia idea?
PRESIDENTE. Esce dall'Aula, onorevole Cuccu. Chi non vuole partecipare esce dall'Aula, chi è presente in Aula viene considerato votante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sul Regolamento. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, per correttezza nei confronti della Presidenza del Consiglio, le preannuncio che noi proseguiremo la nostra azione sulla scia di quanto fatto finora: interverremo sugli emendamenti e faremo le nostre dichiarazioni di voto ma, all'atto della votazione, usciremo dall'Aula. Se lei è così gentile da indicarmi qual è l'articolo del Regolamento che ci considera presenti o assenti, mi fa una cortesia.
PRESIDENTE. L'ho già detto, è l'articolo 95, comma 4 bis.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto).Presidente, intervengo sul Regolamento perché l'articolo 95, comma 4 bis, recita testualmente: "I consiglieri che abbiano dichiarato il proprio voto sono considerati votanti purché presenti in ". Se sono considerati votanti devono esprimere un voto (di astensione, favorevole, o contrario) - invece lei - lo dico con rispetto assoluto della sua funzione che è quella regolatrice che lei svolge benissimo, da sempre, dall'inizio della legislatura - ha adesso proclamato l'esito di una votazione nella quale sono stati dichiarati presenti anche coloro che non hanno votato.
Le dichiarazioni di voto non sono un'espressione del voto, altrimenti dovrebbe essere riportata l'espressione del voto, e ci sono molte circostanze - abbiamo precedenti che possiamo anche rinvenire negli atti - nei quali l'espressione del voto è stata differente rispetto alla dichiarazione di voto, perché la dichiarazione di voto ha motivato in maniera differente il voto che poi si è espresso. Quindi, che cosa è avvenuto, Presidente? E' avvenuta una cosa molto semplice, si è disgiunta la fase della dichiarazione di voto dalla fase della manifestazione del voto.
Quando noi chiediamo il numero legale siamo presenti in Aula e non votiamo, e quando facciamo questa operazione e non esiste il numero legale, non esiste il numero legale in ragione del fatto che noi abbiamo premuto o non premuto il tasto, non in ragione del fatto che abbiamo partecipato o meno all'espressione della nostra presenza: siamo presenti, chiediamo la verifica del numero legale, non calchiamo il bottoncino e il risultato è che noi rimaniamo assenti.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, la differenza consiste nel fatto che l'articolo 58 del Regolamento, che disciplina il numero legale, prevede la fattispecie che lei ha appena ricordato, per cui coloro che…
(Interruzione)
Sì, nelle votazioni con procedimento elettronico, agli effetti del computo delle presenze…
(Interruzione del consigliere Uras)
PRESIDENTE. Onorevole Uras, io l'ho ascoltata e lei adesso deve ascoltare la Presidenza! Sia democratico, non è che lei deve intervenire continuamente e interrompere l'oratore che parla.
URAS (Gruppo Misto). Ha ragione.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Uras. L'articolo 58 che disciplina il numero legale dice espressamente che nelle votazioni con procedimento elettronico, agli effetti del computo delle presenze, vengono considerati assenti coloro che non partecipano alla votazione, quindi viene spiegato il perché del caso che lei ha richiamato adesso in Aula. L'articolo 95 comma 4 bis disciplina con dettaglio il caso in cui il consigliere fa una dichiarazione di voto, non partecipa al voto ma è presente in Aula per cui laa presenza viene rilevata agli effetti della determinazione del numero legale e viene considerato astenuto. Il Regolamento su questo è chiarissimo. Il consigliere che non vuole partecipare esce dall'Aula anche se ha fatto la dichiarazione di voto, così non viene considerato neanche presente, ma non rimane in Aula.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 206.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei che mettesse agli atti, Presidente, che lei mi ha considerato astenuto, la mia espressione di voto non è quella, il verbale non è rispondente alla verità. E lei non ha il potere di decidere l'espressione del mio voto. Mi fermo qua, io non mi sono astenuto, qualunque conseguenza sulla veridicità del verbale la lascio a lei.
L'emendamento numero 206 parla sempre di agro e il nostro comportamento, Assessore, in materia di agro è totalmente diverso, sa perché? Invece di prendervela con me, con la giunta Soru, con il presidente Soru, come avete fatto come centrodestra alle elezioni, dovevate protestare con la comunità internazionale perché già da alcuni anni nel mondo sono cambiati i paradigmi di crescita, e quindi sono totalmente cambiate le modalità su come interpretare l'agricoltura, e questo i paesi esteri l'hanno percepito.
(Brusio in Aula)
Presidente, però, oltre che dire come esprimo il mio voto mi garantisca la possibilità di svolgere la mia funzione di consigliere regionale in un clima di rispetto.
In Gran Bretagna, per esempio, popolo non sottosviluppato, mi pare, il premier non uno qualunque, il premier ogni anno stila un documento, pubblico, sul suolo consumato, indica quanto è stato consumato, come è stato consumato e il perché, ettaro per ettaro, considerando che la legge nazionale lo obbliga a costruire ciò che è necessario sulle aree già edificate, almeno nella misura del 60 per cento. Questo succede in Gran Bretagna ed è analogo a quello che succede in Germania; in Italia il nostro premier sembra invece che sia più preoccupato di fare bonifici a qualche signorina piuttosto che di fare questo.
Ciò non significa che noi dobbiamo uscire dal contesto dei cambiamenti che avvengono nel mondo; i Paesi emergenti acquistano i latifondi e noi, invece, il latifondo lo frazioniamo per impedire che sia ancora definito in questo modo. E, in proposito, vorrei dire ai sardisti una cosa marginale: la sovranità alimentare è o non è una delle tante sovranità che concorre alla difesa della sovranità di un popolo?
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, la Presidenza non si è arrogata il diritto di decidere il suo voto, la Presidenza ha rilevato la sua astensione ai fini della determinazione del numero legale.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io non ho votato, e non mi sono astenuto.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna lei è presente in Aula. Se un consigliere non vuole partecipare alla votazione non fa neanche la dichiarazione di voto, altrimenti è conseguente rispetto a quella e il voto lo deve esprimere partecipando alla votazione. Onorevole Sanna, mi sembra che l'opposizione stia utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dal Regolamento per esercitare le proprie prerogative, non è possibile però esasperare determinate situazioni per cercare di avere ragione laddove non si ha.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, capita a tutti di avere divergenze sull'interpretazione delle norme, questo lo dico perché succede spessissimo che la Giunta abbia divergenze sulla interpretazione delle norme di legge. Tanto ha divergenze che viola le norme, così si mette d'accordo con se stessa e, pur avendo l'obbligo di applicarle, non solo non le applica ma le fa anche disattendere.
Onorevole Rassu, io gliel'ho detto già più volte: lei ha il compito di nominare un commissario ad acta; noi presenteremo un esposto, anche alla magistratura, su questa vicenda dei lavoratori dei Servizi per l'impiego perché non è accettabile che, nonostante ci siano state sistematiche e unanimi sollecitazioni, su questo punto non si sia fatto alcunché. Allora anziché fare piani casa come questo, vuole fare qualche atto amministrativo ordinario per recuperare all'uso proprio le risorse della Regione? Altrimenti le sprechiamo per rimediare ai danni delle super edificazioni selvagge che si fanno nei posti dove non si devono fare, e che questa legge contiene.
Ovviamente, poiché l'emendamento cerca di intervenire in termini positivi per evitare che questo succeda, io voterò a favore. Però lei deve fare il suo dovere: deve rispettare le leggi. Le abbiamo mandato una nota, l'abbiamo presentata formalmente e, unanimemente, le abbiamo chiesto di applicare la legge numero 9, l'articolo 9 della legge numero 9, di nominare un commissario ad acta alla Provincia di Sassari il quale, utilizzando le risorse stanziate, recuperi il contratto di lavoro per i trentuno lavoratori precari che hanno diritto di lavorare fino al 31 di dicembre almeno, e questo lo faccia.
Che cosa dobbiamo fare, dobbiamo occupare l'Assessorato? Io, se è necessario, l'Assessorato lo occupo. Non possiamo rimanere così; le leggi, ha ragione Presidente, vanno applicate, tutte, tutte, non solo quelle che ci fanno comodo, tutte le leggi vanno applicate, anche questa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Io riprendo a ragionare su un terreno sul quale mi trovo più a mio agio, e cioè quello dell'argomento in discussione. E provo a continuare a riportare l'attenzione sul fatto che noi nelle zone agricole, specie in quelle vicine ai grandi centri urbani abbiamo contribuito negli anni, è questo il problema, a causa di una eccessiva antropizzazione a costruire o a creare situazioni molto delicate dal punto di vista urbanistico.
Abbiamo infatti strade insufficienti rispetto alla quantità di persone che vi gravitano, abbiamo assenza di reti fognarie e idriche, abbiamo falde acquifere inquinate per le difficoltà dei cittadini che abitano in quelle zone a smaltire i reflui. Abbiamo una situazione di vivibilità che non è accettata dagli stessi cittadini che ne sono protagonisti.
Ora noi decidiamo, oggi, abbiamo deciso anzi due anni fa (ha deciso il Consiglio regionale, non noi che abbiamo votato contro), si è deciso, meglio, di dare spazio a ulteriori ampliamenti, in questo trovando anche il consenso di tantissimi cittadini direttamente interessati. Questo stesso provvedimento un comune lo stava realizzando chiedendo, per contrappeso, in cambio degli aumenti volumetrici, l'impegno di questi cittadini a realizzare opere di urbanizzazione.
Nel momento in cui è stato presentato questo provvedimento si è rimesso in moto un meccanismo di contrasto al provvedimento che quel comune stava adottando; si è andati contro un disegno di un amministratore locale che voleva razionalizzare, o che voleva rispondere in maniera razionale a delle esigenze che comunque quel territorio aveva, al di là del sentire del singolo cittadino. Noi abbiamo inserito un cuneo tra l'esigenza generale e l'esigenza del singolo. Non va bene, è un modo di legiferare che non risponde alle esigenze reali del momento. Ecco perché anche su questo emendamento io voto a favore, e ritengo utile che venga rimessa in discussione quella legge di allora. Poi, riparliamone, e troviamo una soluzione che risponda davvero alle esigenze dei singoli, ma anche a quelle della società.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, avrei voluto ringraziare l'Assessore dei lavori pubblici per la sua presenza in Aula ma è già andata via, spero che rientri quanto prima. Avrei voluto chiederle come mai, in un Piano casa, non ha detto e non ci dice la sua, come mai si è fatta sfuggire una simile occasione.
Presidente, io esprimo parere favorevole sull'emendamento numero 206, così come avevo espresso parere favorevole sull'emendamento numero 205. Mi auguro, se dovessimo decidere di non votare, che non mi consideri astenuto anche in questa occasione. Stiamo parlando di interventi in zona agricola, e con questo comma consentite l'aumento volumetrico del 10 per cento per attività agro-silvo-pastorali, e il 10 per cento a uso residenziale. Sarebbe interessante, Assessore, capire come mai questa proporzione è così uguale tra le due attività, considerato che si sta parlando di ampliamento per la costruzione in zona agricola. Evidentemente, il titolo è un po' fuorviante.
Sarebbe anche interessante, Assessore, se mi ascoltasse… ma ne approfitto, mentre lei finisce di telefonare, per rivolgermi all'Assessore dei lavori pubblici, visto che è rientrata in Aula, per chiederle qual è la sua posizione, che cosa ne pensa, come portatrice della delega sui problemi della casa in Sardegna, dell'edilizia residenziale in Sardegna di questa legge sul Piano casa.
Dicevo, assessore Rassu, ma ancora non mi ascolta, resterà agli atti, che sarebbe interessante capire che effetti ha prodotto questa norma, chi ha utilizzato l'ampliamento in deroga del 10 per cento per attività agricola, chi invece ha utilizzato il 10 per cento a fini residenziali. Io sono sicuro che quel 10 per cento per attività residenziale lo hanno utilizzato in molti, sono quasi sicuro che quel 10 per cento per attività agricola l'avranno utilizzato ben pochi, e per quei pochi che l'hanno utilizzato mi auguro che le verifiche effettuate abbiano effettivamente riscontrato l'incremento per attività agricola.
Questo lo dico per riallacciarmi anche a quello che dicevo prima, perché oggi la situazione nel mondo agricolo, assessore Rassu, lei la conosce molto meglio di me. Tra l'altro eravamo anche, non contenti, ma tutto sommato…
PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Presidente, il luogo comune dice, lo sosteniamo un po' tutti, che chi tace acconsente. Io credo che chi tace non dice niente, e come tale deve essere considerato.
Ritornando un attimo sui regolamenti e sul voto, se noi veniamo considerati partecipanti al voto, bisogna tenere conto della dichiarazione di voto, non possiamo essere tra gli astenuti, ma tra coloro che hanno sostenuto con parere favorevole l'emendamento soppressivo dell'articolo, perché altrimenti c'è una contraddizione. Se mi considera presente in quanto ho dichiarato la mia posizione di voto, devo essere considerato per quello che ho dichiarato e non per un altro atteggiamento, che non ho manifestato non partecipando al voto.
Questa considerazione per dire che le regole, comunque, a parte i modi di dire e i luoghi comuni, vanno rispettate, così come richiamava il collega Uras sulla norma che ha deciso di mantenere in servizio i trentuno lavoratori presso il Centro servizi per l'impiego di Sassari; lavoratori che, invece, sono sulla strada e stanno raggiungendo per l'ennesima volta Cagliari per rivendicare quanto loro spetta, tra l'altro in una situazione in cui la copertura finanziaria è, a specifica destinazione, per il loro lavoro.
Quindi, Assessore, unanimemente sollecitiamo lei e la Giunta alla nomina di un commissario ad acta, perché quando uno è inadempiente viene sollevato dalla funzione e sostituito con un commissario ad acta, appunto, che dia corso alle leggi che noi abbiamo approvato e anche sostenuto finanziariamente con la copertura idonea e adeguata.
Questo è un principio che ci porta, quindi, a entrare anche nel merito dell'emendamento numero 206, che non c'entra tanto con questo argomento, ma c'entra per quanto riguarda i discorsi della edificazione in agro, a cui voi tanto tenete, in dispregio delle aspettative degli agricoltori in difficoltà, e quindi delle attenzioni per un'attività agropastorale che in questa Sardegna, un tempo, rappresentava il punto di riferimento più importante e che questa Giunta ha abbandonato completamente destinando i terreni agricoli all'attività speculativa immobiliare; un fatto al quale assistiamo quotidianamente.
Il problema è rappresentato soprattutto dal fatto grave che si dà l'opportunità di costruire ancora, nonostante le cose che abbiamo detto. Non è tanto la concessione di quel 10 o il 20 per cento …
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, il comma 4 bis dell'articolo 95, che lei ha richiamato e applicato (premetto che è utile ricordare che abbiamo sempre apprezzato la sua conduzione dell'Aula per molti aspetti) in questa situazione confligge con il comma 9 dell'articolo 58. Perché dico questo? Perché, siccome stiamo parlando di verifica del numero legale, è l'articolo 58 che va applicato, e il comma 9 dice testualmente: "Nelle votazioni con procedimenti elettronici, agli effetti del computo delle presenze" - ed è quello che stiamo valutando, il computo delle presenze, cioè la verifica se sussista o meno il numero legale dopo la votazione o nella votazione - "vengono considerati assenti i consiglieri che, pur presenti in Aula, non abbiano partecipato alla votazione".
Noi stiamo parlando di votazione, non di dichiarazione di voto. La dichiarazione di voto è un qualcosa che, di per sé, è a parte rispetto al momento tecnico in cui si vota e si valuta se il numero legale è rispettato o meno. C'è un conflitto di norme, anche perché il comma 4 bis, a volerlo leggere bene, sembrerebbe una prosecuzione del comma 4 dell'articolo 95, dove si parla di voto segreto. E le dichiarazioni di voto - lo dico anche perché forse è necessario precisarlo nella Commissione per il Regolamento - possono essere considerate solo secondo il comma 4, cioè relativamente alle votazioni a scrutinio segreto.
Per cui, a mio parere, Presidente, per quello che può valere, ma teniamone conto per eliminare questa incomprensione, va applicato il comma 9 dell'articolo 58, che dice chiaramente che chi non partecipa alle votazioni è considerato assente pur essendo presente in Aula. E' detto molto, ma molto chiaramente.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, ho richiamato io l'articolo 58, nel mio precedente intervento, proprio per evidenziare la differenza tra i due casi. L'articolo 95, comma 4 bis,specifica il caso in cui siano state fatte dichiarazioni di voto, l'articolo 58 disciplina il caso generale. Avendo fatto parte della Giunta per il Regolamento della scorsa legislatura che ha inserito quell'articolo, mi sento di poter dare anche un'interpretazione autentica.
La proposta di quell'articolo era stata fatta dall'allora presidente Spissu a seguito di quanto era avvenuto in occasione della discussione della legge sulla casa proprio per evitare operazioni ostruzionistiche;si verificava infatti che si facessero le dichiarazioni di voto per dilatare i tempi e poi non si partecipasse alla votazione per far mancare il numero legale.
Quindi quella norma era stata inserita nel Regolamento proprio per evitare questa manovra ostruzionistica. Oltretutto, avendo fatto anche parte della Giunta per il Regolamento che ha dato origine a quella norma, ribadisco che sento di poter dare un'interpretazione autentica.
(Norme per la classificazione delle aziende ricettive)". (265/A)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, continuo a intervenire, in questo caso per dichiarare il voto favorevole su questo emendamento e per parlare, ancora una volta, di questo tema importantissimo. Spero ci sia occasione, nelle prossime settimane o nel più breve tempo possibile, di dedicare una sessione attraverso una mozione a questo tema generale circa la necessità di interrompere il consumo (o quanto meno accendere un faro su questo tema) del suolo agricolo e quindi il continuo declinare, con il conseguente impoverimento, della capacità di bastare a noi stessi, di procurarci il nostro cibo e di raggiungere quella che abbiamo chiamato la sovranità alimentare.
Mi rivolgo ancora all'assessore Rassu che ci presta la sua attenzione e ci permette così di confrontarci ancora su un tema che lui ha portato in questa discussione, quello della suscettibilità del terreno, ovvero la possibilità dei suoli agricoli di essere valorizzati economicamente, intendendo con ciò che occorre anche incentivare e non far mancare la possibilità che i suoli agricoli possano essere valutati secondo la loro capacità di trasformazione edificatoria.
Noi stiamo cercando di dire che bisognerebbe, invece, prendere coscienza del fatto che la destinazione del suolo agricolo è un bene comune irrinunciabile e che la destinazione del suolo agricolo non può essere modificata, pena l'impoverimento generale, l'impoverimento di tutti, per cui dobbiamo andare a cercare quella unica valorizzazione. Ho anche detto che la valorizzazione dipende molto dalla qualità dell'agricoltura che pratichiamo; può essere molto modesta, ma può essere anche importante come accade nel Trentino, come accade nelle zone del Chianti, del Brunello di Montalcino, come accade anche in Sardegna là dove nei terreni sono impiantati dei vigneti bellissimi e ben produttivi. Il valore del terreno in quei casi supera il valore dato dalla sua capacità di trasformazione edificatoria.
Nel passato (tre minuti per l'intervento non bastano) si è combattuto per stabilire un principio, e cioè che la terra deve appartenere a chi la lavora. Era un passato molto diverso da oggi; era un passato in cui quelle terre erano coltivate, e dire che le terre dovevano appartenere a chi lavorava significava cambiare il modello produttivo…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole sull'emendamento anche perché è riferito al comma 2 che inizia con una frase, a mio avviso, anche ambigua. Si dice "per gli immobili destinati a usi agro-silvo-pastorali e per quelli a uso residenziale…", non si capisce se intende residenziale legato all'uso dell'agro oppure residenziale come purtroppo è nella fattispecie delle nostre coste in buona parte dei nostri territori.
Parlavo nell'intervento precedente, portando l'esempio del nostro territorio, ma credo possa valere anche per il resto dell'isola, del periodo in cui i cittadini, in maniera spontanea, occuparono il litorale con l'edificazione dei cosiddetti casotti, strutture precarie per poter trascorrere i due mesi al mare. Nel momento in cui la Regione sarda (penso l'Assessorato dell'ambiente o l'Assessorato degli enti locali) decise di ricondurre quelle aree al loro stato naturale e quindi fece demolire tutti questi fabbricati, definiamoli abusivi, ebbene, le persone ormai abituate non fecero altro che interessarsi all'acquisizione di aree a ridosso delle coste.
Infatti nell'ambito tra i 300 e i 2 mila metri cominciarono a sorgere seconde case con la funzione di sostituire questi casotti per l'esclusivo bisogno di stazionare quei due mesi del periodo estivo al mare, impedendo e mortificando, come ho detto prima, la attività agraria. Peraltro, era consuetudine una volta andare nella casa dell'agro per esplicitare le proprie attività agricole e ci si fermava; ma oggi, più che mai con le nuove tecnologie sono pochissime comunque le famiglie che stazionano e vivono in campagna, che hanno una residenza in campagna, perché solitamente hanno la residenza nel proprio centro abitato.
L'incremento di cubatura quindi andrebbe meglio specificato e consentito, nella misura del 20 per cento o addirittura del 30 per cento oltre i 2 mila metri, pertanto nell'agro più interno, solo ed esclusivamente a chi abita nell'agro e nell'agro sviluppa la propria attività imprenditoriale. Per cui mi sembra doveroso…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, io sostengo questo emendamento, ovviamente il mio voto è assolutamente favorevole e chiedo anche la votazione nominale. Abbiamo già detto come i mercati agricoli si stanno muovendo in campo mondiale per rendere redditizio questo settore; di conseguenza, urbanizzando o comunque cercando di dare spazio alle costruzioni all'interno dell'agro, noi stiamo perdendo una grande chance.
Alle persone che investono, agli imprenditori agricoli, diamo questo messaggio: "Costruite una casa e lasciate perdere, invece, lo sviluppo della vostra agricoltura", e questo lo diciamo a fronte di un mercato mondiale che ha più che triplicato la redditività dei prodotti agricoli negli ultimi anni, lo abbiamo detto prima e lo ripetiamo.
Il comma 2, va sicuramente abrogato per una serie di motivi; per esempio perché utilizza il territorio, come appunto è scritto nel testo, per aumentare la pressione del mattone all'interno di aree che, abbiamo già detto, in teoria dovrebbero essere protette e per cui l'incremento volumetrico del 10 per cento passa, al di fuori dei 2 mila metri, al 20 per cento.
Il compito della Regione dovrebbe essere invece quello di trovare delle soluzioni per sostenere sul mercato internazionale i nostri agricoltori piuttosto che fargli perdere tempo e risorse investendo o in case per uso residenziale o in altro. Questo è il senso del nostro emendamento, perché crediamo che alla fine lo sviluppo non può passare attraverso il mattone in agro, questo è così e rimarrà così.
Questa disposizione potrà interessare solamente una piccola fascia di persone che hanno grandi patrimoni in questo momento in agricoltura, ma la crisi è talmente forte che mi sembra siano da escludere grandi investimenti, e quindi questa norma serve esclusivamente a pochissime persone, lo dobbiamo ribadire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Annuncio il voto favorevole sull'emendamento numero 206 che intende abrogare il comma 2 dell'articolo 3 della legge numero 4 del 2009.
Possibilmente noi avremmo voluto abrogare tutto l'articolo 3, speriamo che ci sia una rispondenza positiva almeno a qualcuno di questi emendamenti così da diminuire, perlomeno, il danno di questo articolo 3. Tra l'altro noi in questi giorni abbiamo richiamato continuamente l'attenzione sulla necessità vera degli enti locali non di avere la possibilità di superare surrettiziamente il PPR, ma di avere la possibilità attraverso congrue risorse finanziarie di dotarsi degli strumenti urbanistici.
Però è anche vero che questo non servirebbe a nulla in presenza di questa maggioranza e di questa Giunta regionale, come è dimostrato esattamente dall'articolo 3 della legge numero 4. Perché anche quando i sindaci sono stati solerti e capaci e hanno approvato i loro piani urbanistici, voi intervenite per superare, con queste norme che mettete a disposizione della Sardegna, i piani urbanistici di cui gli enti locali si sono dotati.
Quindi qui c'è non soltanto una volontà di derogare alle norme regionali, vi inserite a gamba tesa anche per derogare ai regolamenti che i comuni, i sindaci più lungimiranti hanno adottato, noncuranti anche della potestà che ciascun sindaco ha rispetto al proprio territorio e, in particolare, quando questi ha una volontà progressista di tutelare quel territorio.
Quindi noncuranti anche della sovranità diciamo del consiglio comunale voi derogate, date la possibilità di superare i vincoli stabiliti in quegli strumenti. Ritengo, pertanto,che anche i nostri appelli affinché questa Giunta regionale si adoperi per aiutare i sindaci e i comuni a dotarsi di strumenti urbanistici, alla fine siano appelli che non hanno molto senso, posto che anche quando questi esistono voi, in maniera allegra, stabilite delle norme perché gli strumenti possano essere superati. E' una vergogna, è una vergogna!
Onorevole Rassu, si rende conto di che cosa rappresenta questo articolo 3, i suoi commi 1, 2, 3 e 4 rispetto alle cose che stiamo dicendo, e la violenza che sul territorio può essere perpetrata grazie a esso? Io mi chiedo se ve ne rendiate conto, se lei si rende conto di questa situazione. Non ha ancora risposto alla domanda iniziale, è davvero convinto che questa legge...
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Annuncio, innanzitutto, il mio voto favorevole sull'emendamento numero 206. Ho concluso l'intervento sull'emendamento precedente chiedendomi quale potesse essere l'opinione dell'Assessore dell'agricoltura. Adesso ho visto che l'assessore Cherchi è entrato in Aula, accompagnato dall'ex assessore Contu, quindi probabilmente riusciremo ad avere una sua opinione che è importante visto che stiamo parlando di interventi di ampliamento delle costruzioni in zone agricole.
Assessore Cherchi lei avrà senz'altro in testa un'idea di un piano per il rilancio dell'agricoltura, immagino che l'abbia, non so se poi ne parleremo ma avremo modo comunque di confrontarci. Io mi chiedo come si conciliano gli interventi previsti dall'articolo 3 con le idee che lei poi potrà avere per il rilancio del settore agricolo. Mi spiego meglio.
Queste volumetrie previste ovviamente costituiranno degli ostacoli o possono costituire degli ostacoli a piani di riordino fondiario. Lei immagino che abbia anche idea di che cosa c'è da fare per potenziare le aziende agricole che sono frammentate, che sono polverizzate, che sono affette da nanismo aziendale. Sicuramente c'è la necessità di avere un piano, importante, di riordino fondiario, per cui chiedo se queste volumetrie aggiuntive possano costituire un impedimento ai piani che si faranno.
L'azienda agricola, oggi, ha difficoltà anche dal punto di vista infrastrutturale. Nei piani futuri di infrastrutturazione della nostra campagna, qualcosa andrà fatto; avete in testa per esempio, ne state parlando ma non l'avete ancora portata in Consiglio, un'idea diversa dei consorzi di bonifica. Ma i consorzi di bonifica non avranno magari delle difficoltà a operare in una "campagna residenziale"?
Ecco, sarebbe importante che questi argomenti li affrontassimo serenamente, ognuno di noi con la propria opinione, ma sarebbe opportuno che non avessimo come interlocutore solamente l'assessore Rassu che, peraltro, è anche competente in questa materia ma oggi svolge un altro compito, quello di Assessore dell'urbanistica; sarebbe bene che avessimo come interlocutore anche l'Assessore che deve operare in questo campo e quindi lei, assessore Cherchi, se vuole anche l'onorevole Contu che ha avuto questa responsabilità fino all'altro giorno; insieme potete darci un vostro contributo al fine di confrontarci.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo per spiegare all'onorevole Soru che si voleva dire proprio il contrario e cioè che è il blocco, il vincolo di qualsiasi bene di fatto a provocare, chiaramente a livello di mercato, una caduta del prezzo di quel bene perché è vincolato, non lo puoi utilizzare per cui la suscettività è venuta meno.
Chi vuole speculare, approfittando di questo, acquista a prezzo bassissimo con la speranza poi di rivendere a un prezzo più remunerativo qualora si cambi la norma e venga tolto il vincolo. Questo è ciò che è successo, pur restando terreno agricolo adibito ad attività agricola, ma non potendo essere utilizzato, non solo a livello edificatorio ma essendo limitata proprio la gestibilità del bene, questa è una regola di mercato. Questo è capitato.
Ora però, sinceramente, fra questo e dire che il Piano casa affamerà le campagne c'è un abisso, un abisso enorme. Tra vent'anni forse anche meno, sta già succedendo, le nostre campagne saranno abitate e coltivate dai rumeni, dagli albanesi, dai tunisini e dagli indiani che si stanno dimostrando eccezionalmente capaci nella conduzione pastorale.
Questo dimostra che purtroppo le nostre campagne sono in stato di completo abbandono, le stanno abbandonando anche quei pochi, che ancora resistono, perché non hanno una remunerazione del loro prodotto e del loro lavoro, lo sappiamo tutti. Detto questo, è lungi da noi l'idea, mi creda, di creare speculazione nelle zone agricole. Altra cosa sono le lottizzazioni abusive, come ha detto il collega Salis, e lo ringrazio per il libro. Se si parla di ritorno a su connottu vuol dire che oggi non c'è più nessuno.
E allora se qualcuno intende, per la conduzione del fondo come tradizione identitaria della nostra regione (perché siamo un popolo agropastorale che nasce da una tradizione agropastorale), ritornare a su connottu, perché lo si vuole impedire: regolamentando, stringendo, controllando?
Altra cosa sono le lottizzazioni abusive che nascono nella fascia costiera con la complicità degli amministratori, con la complicità di chi invece dovrebbe regolare, salvaguardare e impedirlo; ma, grazie a Dio, ci stanno pensando le Procure. Questo è il discorso.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 206 sul quale è stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 206.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Zedda Alessandra ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Milia - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 22
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 del pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 54.
Allegati seduta
CCLXXIII SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Giovedì 27 ottobre 2011
Presidenza del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 01.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 20 ottobre 2011 (266), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Felice Contu, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Sergio Obinu, Paolo Terzo Sanna e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 27 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Risposta scritta a interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Agus sulla richiesta di mobilità volontaria di un dipendente di ente locale". (593)
(Risposta scritta in data 3 ottobre 2011.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul rischio di chiusura anticipata della stagione di attività dello stabilimento termale Aurora di Benetutti". (710)
"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio - Agus - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, in merito al futuro dei Piani integrati di sviluppo urbano (PISU), con riferimento alle risorse finanziarie per l'attuazione degli stessi e alla correlata procedura di finanziamento degli studi di fattibilità e progetti preliminari di opere previste nei piani strategici comunali e intercomunali". (711)
"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio - Agus - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, in merito alla destinazione dei fondi europei di cui all'iniziativa JESSICA in Sardegna". (712)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sulla illegittima richiesta ai concessionari demaniali del pagamento di un sovracanone". (277)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Mozione Bruno - Corda - Porcu sui collegamenti marittimi tra Palau e La Maddalena". (151)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, considerato lo scarso numero dei consiglieri presenti in Aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 03, viene ripresa alle ore 10 e 16.)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A.
Siamo in fase di votazione degli emendamenti aggiuntivi all'articolo 1 ter.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, faccio miei gli emendamenti numero 137, 138 e 147.
PRESIDENTE. Ricordo che questi emendamenti erano stati in precedenza ritirati.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Cappai, Contu Mariano, Diana Giampaolo e Salis sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 35 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri.
Comunico che il consigliere Gallus è rientrato dal congedo.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 19, viene ripresa alle ore 10 e 51.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Colleghi, l'emendamento numero 147, che era stato fatto proprio dall'onorevole Diana, è decaduto a seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 1. Rimangono in piedi, pertanto, soltanto gli emendamenti numero 137 e 138.
E' in votazione l'emendamento numero 137.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, io svolgerei l'intervento, ma in una condizione un po' diversa perchè così non è possibile.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, prendete posto.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 137 interviene a modificare il comma 1 dell'articolo 2, con l'ambizione di aggiungere al comma 1 dell'articolo 2, dopo le parole "alle attività produttive", le parole "tra le quali si ricomprendono anche le attività commerciali e artigianali". Assessore, stiamo parlando del Piano casa o delle attività industriali, artigianali e commerciali? C'è qualcuno che abita nei negozi? Qualcuno abita nei discount? Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di estendere il Piano casa alle attività artigianali, commerciali e produttive, quindi anche ai capannoni industriali? E' questo il senso dell'emendamento?
Abbiamo raccontato frottole, pertanto, quando abbiamo detto che con il Piano casa questa disposizione non c'entra niente, e che rivela invece una pulsazione sfrenata verso il mattone? Basta un emendamento, è sufficiente una esternazione appena appena sincera da parte di qualcuno della sua maggioranza, e c'è la dimostrazione di quello che noi stiamo dicendo da giorni: avete una ossessione, per cui fate del Piano casa un nuovo piano per gli insediamenti produttivi; è così?
Non vedo Stochino e sono anche un po' preoccupato, sono preoccupato perché so che lui ha cura di queste coerenze.
(Interruzione)
Siccome non è stato detto niente sull'emendamento numero 137 era importante che vi dicessi che si interessa di ampliamenti di capannoni industriali, di discount e di cose del genere, che niente ha a che vedere con il Piano casa. Su questi aspetti per dare un minimo di dignità al lavoro che stiamo facendo, è opportuno essere molto severi. Il mio voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, non c'è bisogno, onorevole Sanna, della presenza dell'onorevole Stochino che è in congedo; semmai, essendo io il primo firmatario, il problema lo deve affrontare con me.
Se alcune amministrazioni comunali non avessero sollevato questo problema non si sarebbe reso necessario l'emendamento in votazione; però le voglio ricordare, se mi ascolta, onorevole Gian Valerio Sanna - che questa dizione non l'ho inventata io, l'avete inserita voi nella legge sullo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) specificando che per attività produttive si intendevano anche le attività commerciali e artigianali; quindi non è una espressione così, campata per aria.
Nell'ambito della legge sul SUAP, esitata dalla vostra maggioranza, ovviamente anche con la nostra partecipazione in quel periodo, la specificazione si era resa necessaria perché alcune amministrazioni, e non poche, non riconoscevano nelle attività produttive anche quelle commerciali e artigianali. Da qui nasce l'emendamento, che non vuol dire certamente ciò che lei ha ipotizzato, si può anche immaginare, ma non è così.
L'intenzione era di fare chiarezza; chiarezza che si sarebbe potuta fare anche con una circolare esplicativa da parte dell'Assessorato ma, tenuto conto che spesso e volentieri non vengono applicate le leggi figuriamoci le circolari dell'Assessorato, è molto meglio scriverlo: ecco perché è stato presentato questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, che ci siano alcuni comuni che non ricomprendono le attività commerciali e artigianali tra le attività produttive è cosa ben strana e assurda. Perché dalle attività produttive chi può escludere le attività commerciali e artigianali? Sarebbe da ricoverare subito qualsiasi amministratore o funzionario che non ricomprenda tra le attività produttive anche queste. Ma il problema non è quello. Ed è anche, forse, comprensibile che sia stato inserito nelle norme sul SUAP, è chiaro che ci rientra.
Ma mi chiedo che senso ha inserire al comma 1 dell'articolo 2 di una legge comunemente denominata Piano casa, e quindi che dovrebbe, così come è stato detto e scritto nella relazione sia di maggioranza che di minoranza, risolvere i problemi di edilizia residenziale delle famiglie, aggiungere dopo le parole "è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali…l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati…destinati… alle attività produttive…" aggiungere "tra le quali si ricomprendono anche le attività commerciali e artigianali", e industriali.
Collega Diana, io faccio un appello perché non si esageri nella richiesta di volumi in deroga anche per queste attività e consiglierei, faccio voto, richiesta molto sentita, che questo emendamento possa essere ritirato perché è assolutamente inaccettabile all'interno di quel quadro che stiamo definendo per poter concludere la discussione di questo disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, esprimo il voto contrario all'emendamento, anche perché è stato prima ritirato e poi riadattato; mi sembra una incongruenza. Certo è accettabile, è comprensibile anche la specificazione, per carità, non metto limiti su questo aspetto anche perché, per chi ha amministrato, è inteso che nelle attività produttive sono ricompresi il commercio e l'artigianato; l'altro che rimane è industria, non è che abbiamo altro. Quindi attività produttiva in senso lato, e chi amministra sa di che cosa sta parlando.
Però mi preoccupa il fatto che spesso, laddove sono stati costituiti i piani per gli insediamenti produttivi (non parlo di zone industriali ma parlo appunto dei PIP che sono distribuiti in moltissimi comuni della Sardegna), vi è un regolamento che concretamente limita del 50 per cento la costruzione dell'area occupata, noi invece la implementiamo di un altro 20 per cento, il che mi sembra inopportuno.
E di PIP che, ripeto, sono ormai distribuiti su larga parte del territorio, forse ne stiamo finanziando sin troppi perché abbiamo aree artigianali fornite di lampioni e di strade ma senza un insediamento produttivo, mentre sarebbe il caso di concentrarli laddove questo bisogno è reale e non ci sono più risorse per zone di espansione perché i soldi vengono distribuiti a pioggia.
Ma pongo il problema quando parlo di centri urbani perché, chiaramente, questo emendamento estende l'aumento di cubatura nelle aree urbane, quindi aree commerciali, aree artigianali all'interno della cerchia urbana con dei rischi perché nelle norme comunali si sta adottando la "zonizzazione" e noi sappiamo quanto le attività commerciali e artigianali, spesso, siano frutto di discussioni e di conflitti interni.
Faccio l'esempio dell'attività di panificazione; se oggi concedo un aumento di volumetria a un panificio, quel panificio non si sposta più, però quella è una struttura che va inserita nella "zonizzazione", cioè nelle zone ad hoc realizzate nei nostri centri abitati per evitare problemi di convivenza civile, perché il panettiere si alza presto al mattino, ci sono i camion che sostano e creano indubbiamente fastidio agli abitanti del quartiere. Quindi a mio avviso dovremmo andarci cauti e penso che questo emendamento, così come è stato inizialmente proposto, possa essere ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Io credo che questo emendamento metta in evidenza la grande contraddittorietà della legge numero 4; in particolare all'articolo 2, comma 1, si parla di servizi connessi alla residenza e di quelli relativi all'attività produttiva. Io avrei compreso un emendamento, non come il nostro con il quale abbiamo chiesto la soppressione dell'intero comma 1, che prevedesse la soppressione delle parole "e di quelli relativi alle attività produttive".
Capisco l'onorevole Diana quando dice: "Le attività produttive non possono non comprendere", e l'avete detto voi in un'altra normativa, "anche le attività commerciali, eccetera". Il problema è che non ci devono essere dei servizi connessi alle attività produttive. Ecco la grande contraddittorietà presente nel testo. Per cui io voterei l'emendamento se servisse a cancellare quelle frasi, non ad aggiungere una specifica che, di fatto, significherebbe confermare una grande contraddizione tra gli obiettivi della legge e quelli che si vogliono conseguire con ciò che nella legge è stato scritto. Sono contrario pertanto a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). L'Italia sta piangendo in queste ore per le devastazioni che sono avvenute, sicuramente, per responsabilità nella gestione che si fa in questo Paese del territorio. Gestione frutto di questo ceto politico, e di questo si parlerà soprattutto nei prossimi mesi, nei prossimi anni, sarà uno dei fronti su cui ci sarà lo scontro perché non basta dire "ce l'hanno chiesto". Non è una buona giustificazione carpire il consenso offrendo la vita di tutti, il patrimonio ambientale, alla devastazione degli egoismi. Non è una cosa buona.
E se, insieme alla chiusura dei pilotis, ci infiliamo anche nelle attività produttive commerciali, perché è questo il senso, trasformando cubature che non dovevano esistere, di progetti che non le prevedevano, in piani in cui non erano state assolutamente computate, in negozi, in locali per le slot machines, in attività di questo genere, è chiaro ed evidente che abbiamo bisogno di una disposizione come questa.
E poi ha ragione lei, onorevole Diana, ha ragione, perché quando venne normato il SUAP, anche in questi banchi, si fece un'azione gravissima, gravissima: si interpretò la realizzazione di un immobile per civile abitazione come se fosse un impianto produttivo, non un insediamento produttivo, ma un impianto produttivo, cioè, come se i tappi che si costruiscono in una fabbrica di tappi fossero la stessa cosa della fabbrica.
E' stata compiuta un'aberrazione e non è intervenuto il Governo a richiamarci sul valore costituzionale delle disposizioni del "112", no! Perché questa Giunta, questo ceto politico è in contatto con il Governo, ammazza le leggi sui precari, ammazza le leggi sul lavoro, ammazza le leggi che tutelano l'ambiente, ma è difeso ogni tipo di speculazione!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, non entro nel merito delle discussioni anche corrette che sono state fatte sino adesso. Voglio solo specificare il perché questo emendamento è stato ripescato. In primo luogo va preso atto che comunque - come ha ricordato l'onorevole Lotto - il comma 1 dell'articolo 2 recita: "degli interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente", quindi la possibilità dell'ampliamento fino a un massimo del 20 per cento è consentito anche agli immobili relativi alle attività produttive.
Detto ciò, in Sardegna avviene che alcuni comuni, come Sassari, utilizzano il termine "attività produttive" nel senso più ampio che è quello logico, così come è stato riferito ad esempio per la legge istitutiva del SUAP e nelle attività produttive inserisce anche quelle commerciali. Ci sono altri comuni che invece rifiutano questa inclusione sulla base di un'interpretazione strettamente urbanistica che non dà la stessa destinazione per le attività industriali rispetto a quelle commerciali, cosa che è giusta da un punto di vista urbanistico, ma che non lo è nell'interpretazione reale della legge.
Che poi fosse sbagliato inserire in norma l'attività produttiva è dimostrato dal fatto che alcune regioni, ad esempio, nel recepire il Piano casa hanno espunto le attività produttive, quindi i capannoni industriali piuttosto che i centri commerciali. Però, posto che la Sardegna comunque allora inserì le attività produttive tra i possibili fruitori degli interventi e adeguamenti e ampliamenti del patrimonio edilizio esistente, credo che questa specificazione serva solo per dare compiutezza di applicazione, onorevole Uras, a una legge omogenea su tutto il territorio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io non sto intervenendo su questo disegno di legge perché sinceramente questa discussione non mi entusiasma; sto cercando invece di essere un po' più attento a quanto sta avvenendo fuori dal Palazzo, e credo che non sia questa la risposta da dare. Però voglio contribuire dando un suggerimento a chi ha piacere di discutere questo provvedimento di legge.
Questo emendamento è sbagliato. Nella legge numero 4 si mise "attività produttive" e non si specificò "commerciali" perché le autorizzazioni commerciali non sono legate alla cubatura, ma alla disponibilità di metri quadrati per l'esercizio relativo ai piani commerciali regionali, comunali o provinciali. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che se una persona ha 1000 metri quadrati di superficie vendita commerciali anche se gli concediamo questo 20 per cento non può passare a 1200 perché l'esercizio commerciale è legato all'autorizzazione amministrativa e non all'autorizzazione degli spazi disponibili. Uno può avere 3000 metri quadrati, ma non può esercitare per più di 1000 nell'attività commerciale. Ecco perché parlo di emendamento inutile, anzi, sbagliato.
Si può specificare "artigianale" perché alcuni comuni non intendono l'attività artigianale come attività produttiva, ma questo è un atto amministrativo di indirizzo di Giunta, non può essere in legge. Qualsiasi comune che non intenda l'attività artigianale come attività produttiva sta sbagliando, sta sbagliando il comune, non per questo dobbiamo intervenire noi nello specificare ulteriormente.
Se passiamo questo emendamento in questa formula stiamo sbagliando perché le attività commerciali sono regolate da altri principi che non sono legati all'estensione della disponibilità di spazi e di metri quadrati per realizzare quella superficie. E se fossero magazzini, anche quelli sono regolamentati e proporzionati all'estensione commerciale, così come i parcheggi. Se noi dovessimo aumentare la cubatura da 1000 a 1200 dovremmo fare la variazione nella disponibilità dei parcheggi, dei magazzini e di quant'altro, cosa impossibile perché si seguono principi assolutamente diversi. Per cui è sbagliato l'emendamento, è sbagliato inserire "attività commerciali", sarebbe un gravissimo errore che non porterebbe poi nessun tipo di beneficio o di soluzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, nell'annunciare il voto contrario del Gruppo U.D.C.-FLI, dichiaro di concordare con quanto ha detto, precedendomi, l'onorevole Capelli. Rilevo inoltre che se c'è, come è stato correttamente e ampiamente illustrato dall'onorevole Mario Diana e dall'onorevole Campus, l'esigenza di una interpretazione autentica, la modalità corretta non è l'inserimento fatto in questa maniera; opererebbe infatti per il futuro e sarebbero comunque bocciate tutte le pratiche non ancora esaminate e quindi mancanti di un eventuale parere favorevole.
Peraltro aggiungo che questo è l'ennesimo caso in cui si chiede al Consiglio regionale di intervenire in presenza di una non applicazione o errata applicazione di una norma di legge. Pertanto, se si dovesse ritenere che il concetto di attività produttive (come ritengono l'onorevole Mario Diana e l'onorevole Campus) ricomprende anche questa ipotesi, ma non mi sembra che sia esattamente così, si intervenga in via amministrativa senza necessità che il legislatore a ogni piè sospinto debba intervenire per porre rimedio alle diverse opinioni e diverse vedute dei vari funzionari amministrativi.
Inoltre per il concetto di attività produttive il riferimento non è la legge sul SUAP, bisogna andare ai testi generali di base perché la legge sul SUAP è una legge particolare che individua il concetto di attività produttiva ai fini del SUAP e basta, quindi non incide sulla individuazione del concetto di attività produttiva. Pertanto voto contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Il problema è che noi dobbiamo essere sempre più realisti del re e dobbiamo riuscire a interpretare le disposizioni scritte con chiarezza. Allora, credo che tutti sappiano e concordino sul fatto che tra le attività produttive rientrino solo le attività industriali e le attività artigianali, non le attività commerciali che non producono niente altro che movimento di beni; sarebbe come dire che poiché le scuole e gli spazi culturali producono cultura li classifichiamo tra le attività produttive.
Allora, io credo che in questa sede si debba evitare di giocare. L'onorevole Capelli, che di attività commerciali se ne intende, l'ha spiegato e specificato con estrema chiarezza. Chi è stato amministratore comunale sa che gli spazi commerciali sono disciplinati dagli strumenti che disciplinano le attività commerciali, sulla base dei piani commerciali regionali, provinciali e comunali.
Magari i comuni dovrebbero stare più attenti alla distribuzione, introdurre nei piani commerciali comunali la specificazione che sono piani di dettaglio, che puntualizzano, che non possono stravolgere le disposizioni nazionali e regionali, però possono introdurre degli elementi; a favore di che cosa? A favore della vivibilità, della viabilità e del traffico, dei parcheggi, che sono aspetti sottoposti a standard che devono essere introdotti e rispettati.
E' chiaro che stiamo, ancora una volta, operando una forzatura a vantaggio del bene immobile, perché non è detto che chi esercita attività commerciale sia proprietario del bene, magari, anzi quasi sempre o spesso è in locazione. E, comunque, salta tutto ciò che attiene al governo della città da parte dei comuni relativamente ai problemi di traffico, di viabilità.
Le attività artigianali, infatti, creano spesso situazioni di conflitto e di disagio all'interno dei quartieri perché hanno orari, ritmi, esigenze diverse rispetto a quelle della popolazione residente. Quindi, perché dobbiamo forzare anche in questo caso attraverso una legge che è nata per consentire un miglioramento della vivibilità nelle residenze o per consentire, come voi avete sostenuto, una stanza in più per il figlio?
Siccome però uno spazio non si nega a nessuno introduciamo la norma per cui, e noi naturalmente saremmo a favore, i box, i garage vengano destinati o sia consentito darli alle attività artigianali con la semplice richiesta, a volte, di un cambio di destinazione urbanistica che i comuni spesso nella situazione attuale non negano a nessuno aggravando una situazione perché...
PRESIDENTE. Onorevoli Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, io speravo che l'onorevole Diana chiedesse un minuto di pausa per valutare se bocciare o meno l'emendamento in votazione; ma io non mi dilungherò su questo emendamento anche perché i miei colleghi sono stati molto chiari.
Ricordo soltanto all'onorevole Uras che le modifiche alla legge sul SUAP hanno avuto il voto unanime di questa Aula ed erano riferite semplicemente alla possibilità di estendere lo Sportello unico per le attività produttive, dando tempi certi nelle risposte, per insediamenti, attività di produzione per i servizi commerciali, artigianali e attività turistiche e alberghiere; quindi, sostanzialmente, senza scavalcare altre leggi di settore, semplicemente per le competenze relative ai comuni, senza accavallarsi con altre leggi come ha ben ricordato l'onorevole Capelli.
Quindi su questo emendamento il voto è contrario ma evidentemente ne auspico il ritiro; chiedo invece, e chiedo al mio Capogruppo di confermare la richiesta, il voto segreto sull'emendamento numero 138.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Diventa difficile non essere d'accordo con le sagge osservazioni formulate dall'onorevole Capelli, prima, e anche dall'onorevole Steri, poi.
Noi stiamo svolgendo una discussione in quest'Aula avulsa dal contesto esterno, e diventa imbarazzante continuare in questa maniera. Io credo che a questo punto sarebbe necessario, per carità mi rendo anche conto che una sollecitazione da parte nostra rischia di produrre un effetto contrario a quello da noi auspicato; però la cosa migliore, se si vuole salvare un minimo di credibilità di questo Consiglio, è che davvero la maggioranza si appresti nelle prossime ore a ritirare l'intero provvedimento, a ragionare in termini diversi, a tentare di utilizzare il tempo che stiamo sprecando su questo Piano casa tre, che poi tutto ha tranne che un qualcosa che somiglia al Piano casa, per affrontare gli altri temi.
Nella fattispecie poi abbiamo di fronte un altro esempio di un provvedimento che è un coacervo di disposizioni prive di un minimo comune denominatore se non l'ossessione, come abbiamo più volte ripetuto, di voler aumentare la cubatura sempre e comunque e in ogni dove. Qualcuno, allora, mi spieghi la ratio di questo emendamento (io non ce l'ho con lei perché lei è una delle poche persone in questa Aula che ha dimostrato di avere il senso della realtà), mi spieghi che senso ha aggiungere le attività commerciali.
Non si comprende, non soltanto per le ragioni abbastanza esaustive date dall'onorevole Capelli, ma anche perché già come previsto nel testo dell'articolo 2 della "4" quelle parole non c'entravano nulla col Piano casa, già non c'entravano nulla, Assessore. Comunque, le attività produttive comprendono anche le attività artigianali, ma che c'entrano le attività commerciali? Alla luce soprattutto delle cose che ci ricordava l'onorevole Capelli, io chiedo soltanto un po' di buon senso, non chiedo altro. A voi come declinarlo.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, l'emendamento numero 137 è ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo per annunciare il voto contrario...
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, l'emendamento è stato ritirato.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Posso completare l'intervento o no?
PRESIDENTE. No, se l'emendamento è stato ritirato.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Faccio mio l'emendamento. Lo faccio mio per dire che condivido l'intervento dell'onorevole Steri perché ha posto l'accento su un aspetto di tecnica legislativa prima ancora che di contenuto. Vorrei ricordare quando in Commissione autonomia, commettendo un errore evidentemente, una leggerezza, abbiamo voluto inserire una specificazione stabilendo che: "i fondi trasferiti ai Comuni, ivi compresi quelli del fondo unico, non sono assoggettati alle disposizioni del DL 78". Che cosa ha causato questa specificazione? Ha comportato che tutte le volte in cui non abbiamo inserito la dizione "ivi compresi i fondi del fondo unico" gli interpreti della legge, cioè i segretari comunali, hanno ritenuto che quei fondi non si dovessero ricomprendere.
Quindi se noi oggi inserissimo la specificazione prevista nell'emendamento "tra le quali si ricomprendono le attività commerciali e artigianali" significa che ogni qual volta in qualunque norma, nel caso in esame in questa, non mettessimo questa specificazione verrebbero escluse tali attività creando problemi non nei 7-8 comuni che danno un'interpretazione restrittiva ma negli altri 370 che, invece, hanno dato l'interpretazione logica che è quella di ricomprendere le attività che sono ricomprese nel SUAP e quindi industriali, artigianali e anche commerciali.
Pertanto il mio voto è contrario all'emendamento che ho fatto mio e chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Annuncio il voto contrario all'emendamento numero 137 e mi unisco anche all'appello rivolto dal Capogruppo poc'anzi alla maggioranza a recuperare un po' di buon senso in ragione del contesto esterno che richiamerebbe quest'Aula, e soprattutto chi ci governa, a ragionare e a discutere su provvedimenti che intervenissero davvero sulla drammaticità della crisi.
Però dico anche al mio Capogruppo che di quel contesto esterno non importa molto né alla maggioranza né, tantomeno, al presidente Cappellacci, vista la risposta che ha dato ieri alle sollecitazioni di Confindustria. Una risposta stizzita, io direi al limite proprio del disprezzo, nei confronti del rappresentante delle industrie sarde, un segnale che non c'è nessuna attenzione nei confronti delle sollecitazioni responsabili che CGIL-CISL-UIL e Confindustria hanno mandato all'indirizzo della maggioranza. Quindi c'è poca speranza che il contesto venga tenuto in seria considerazione.
Questo disegno di legge rischia di essere ulteriormente aggravato dalla presentazione di questo emendamento; infatti, non soltanto si tenta di superare il Piano paesaggistico regionale, addirittura c'è un tentativo di stravolgere le classificazioni delle attività produttive. Andiamo veramente oltre ogni possibilità da essere questa veramente legislazione creativa, come qualcun altro in altri settori ci ha insegnato in questi anni.
Le considerazioni dell'onorevole Capelli invece chiariscono benissimo il perché questo emendamento non sia ammissibile; sono anche contenta che l'onorevole Diana lo abbia ritirato, mi sorprende invece che l'abbia fatto proprio l'onorevole Cuccureddu. Naturalmente per le ragioni dette, e relative alla inopportunità e creatività, il voto è assolutamente contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Intendevo intervenire prima che l'emendamento venisse ritirato dal P.d.L. per esprimere anche le perplessità del nostro Gruppo, per quanto non riteniamo che sarebbe una tragedia l'eventuale approvazione sia del "137" che del "138". Poichè il "137" era stato ritirato preghiamo anche l'onorevole Cuccureddu di ritirarlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, penso anch'io che l'emendamento debba essere ritirato, e nel caso venisse mantenuto annuncio il voto contrario. Contrario all'emendamento perché lo sono ancor di più all'articolo 2 a cui si riferisce e che pretende di integrare. Un articolo 2 che in poche righe di fatto fa strami della intera programmazione urbanistica della Sardegna prevedendo che, al di là di quanto previsto dagli indici urbanistici, al di là dei piani urbanistici approvati, di fatto qualunque edificio in Sardegna possa avere un aumento di cubatura fino al 20 per cento senza alcuna ragione.
Già l'articolo 2 cercava di limitare questo aumento ad alcune fattispecie residenziali, o in qualche modo alle attività produttive, in questo modo vogliamo ulteriormente allargare di fatto rendendo possibile un aumento del tutto indiscriminato e che annulla alla radice il fondamento di ogni legge urbanistica. A che serve, e a che servirà in futuro continuare a occuparci di urbanistica, continuare a occuparci di programmazione, se poi bastano cinque righe per stravolgere tutto, e per dire aumentiamo tutto del 20 per cento?
Questo non è un modo per andare incontro alle esigenze della società, o per cercare in qualche modo di rilanciare l'occupazione, di rispondere alla necessità di lavoro che viene dalla società, ma è semplicemente un modo per annullare tutto il lavoro in precedenza svolto da questo Consiglio regionale, svolto dai tanti consigli comunali, dalle tante persone che si sono occupate di questa materia. L'emendamento non ha proprio alcuna ragione di essere, ed è francamente incredibile che si arrivi a questo livello di proposta.
Voterò contro, quindi, perché veramente non si capisce la ragione per cui a un imprenditore che ha legittimamente, coerentemente, programmato e realizzato la sua attività commerciale, magari su un lotto a destinazione artigianale-commerciale, come può essere un lotto D) nei piani urbanistici comunali si dica che tutto quello che ha fatto non conta nulla e che può aumentare del 20 per cento. Ma come è possibile? Come sta in piedi, rispetto anche a ragionamenti più ampi, che riguardano il carico antropico, il carico del traffico, il carico di accesso alle reti elettriche, idriche, fognarie?
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 137.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 137.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappellacci, Dedoni e Planetta hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Tocco.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Fois - Ladu - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Oppi - Planetta - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Rassu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 64
astenuti 3
maggioranza 33
favorevoli 17
contrari 47
(Il Consiglio non approva).
Sull'emendamento numero 138 era stato chiesto il voto segreto.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, in considerazione del fatto che molti colleghi vogliono esprimersi su questo emendamento, ho deciso di ritirare la richiesta di votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Mi comunicano che l'emendamento numero 138 è ritirato, per cui decadono le iscrizioni a parlare dell'onorevole Lotto e dell'onorevole Gian Valerio Sanna.
E' in votazione l'emendamento numero 204.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, con l'emendamento numero 204 apriamo una discussione, che oggi credo potrà essere interessante, sul fatto che la legge numero 4, all'articolo 3, prevede interventi di ampliamento per le costruzioni in zona agricola. Stiamo nella quotidianità, e quindi noi pensiamo che l'articolo 3 della legge sul Piano casa, la numero 4 del 2009, con l'emendamento numero 204 debba essere soppresso; sarebbe un segnale interessante in un momento nel quale registriamo calamità che derivano da un uso improprio del suolo.
Dopodomani, il 29 ottobre, a Cassinetta di Lugagnano si riunisce il Comitato stop al consumo del territorio, un comitato nazionale al quale vi invito ad aderire, perché sarà un movimento importante che vuole opporsi al consumo del territorio
(Interruzione)
L'argomento è attuale proprio perché, a fronte delle calamità naturali che molte volte derivano dal cattivo uso del territorio, noi pensiamo di occupare ulteriori porzioni di territorio, ma non pensiamo che cosa questa occupazione può produrre rispetto alla naturalità dei luoghi. E' quindi molto importante ricordare che tutto questo avviene in un momento, colleghi, nel quale la Protezione civile e i Ministeri della nostra Repubblica stanno alzando le mani, non avendo una "lira" per provvedere.
L'allarme vero è che viviamo in un momento nel quale non solo non dovremmo approvare leggi permissive, ma dovremmo anche sapere che per quello che faremo non avremo neanche le risorse per, prevenire il danno sicuramente no, ma per sopperire alle emergenze che potranno accadere. Questo è il quadro odierno. E voi pensate che non sia e non debba essere un grande segnale dalla Sardegna la cancellazione oggi, in questa giornata,di questo articolo ? Basta!
La campagna va restituita alla sua funzione, ci sono già nel Piano paesaggistico le modalità con le quali gli agricoltori veri, non i lestofanti, gli agricoltori veri possono usare la campagna anche a supporto delle loro esigenze abitative e aziendali, ma l'ambiguità di questo articolo dice tutt'altra cosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, questo è un ottimo emendamento per tentare una discussione nel merito di un problema molto serio e sentito. Assessore Rassu, e colleghi della maggioranza, adesso, al di là dei giochi delle parti, che sono pure legittimi in un'Aula legislativa come questa, e nei rapporti politici, chiedo che questo emendamento venga valutato per l'importanza che esso ha, e per le decisioni che possono essere comunemente assunte per porre un freno all'illecito uso del territorio agricolo quale strumento per incrementare l'edilizia residenziale.
Allora, io sono un vecchio appassionato estimatore del decreto Floris dell'83, sono un po' vetero dal punto di vista urbanistico, dove si diceva che le residenze in zona agricola sono assentibili esclusivamente se le residenze stesse sono a servizio di attività agricola di determinate dimensioni. Si sta dicendo che se uno coltiva quattro fondi di pomodori e due piantine di basilico non per questo viene considerato agricoltore, e ha la necessità di farsi una residenza in campagna.
Assessore, io chiedo che in questa sede venga valutata l'opportunità di chiudere i rubinetti del lassismo che ha consentito che tutti potessero pensare che la zona agricola è una zona dove si può realizzare edilizia residenziale, dove si fanno magari i depositi attrezzi con dodici stanze e quattro bagni, magari con una piscina per lavare gli attrezzi. Uno spreco di territorio agricolo che oggi (giustamente il collega Gian Valerio Sanna ci ha richiamato a quello che sta succedendo in Italia e che è già successo anche in Sardegna negli anni scorsi) sta portando a correre un rischio notevolissimo dal punto di vista idrogeologico che può riportare anche in Sardegna morti, lutti e devastazioni.
Su questo tema importante la maggioranza, la Giunta sono disponibili a un confronto a partire da un esame serio dell'emendamento numero 204? Noi pensiamo che potremmo utilizzare bene…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io credo che il collega Gian Valerio Sanna abbia fatto bene a presentare questo emendamento, su cui esprimo il voto favorevole, e anche a porre il problema, che sembra proprio non essere nelle vostre considerazioni, del consumo del territorio. Un problema drammatico che dovrebbe essere al centro di ogni pianificazione urbanistica o, meglio, al centro di ogni progetto di recupero e di qualificazione urbanistica. Allora sì che avremmo fatto un Piano casa sostenibile!
Noi dovremmo tenere presente che ogni anno 250 mila ettari del territorio nazionale spariscono soffocati dal cemento. Dagli anni '50 una porzione di territorio grande quanto tutto il Nord Italia è stata soffocata dal cemento; e se noi oggi assistiamo ai periodici drammi legati al fenomeno alluvionale è perché stiamo rendendo il territorio impermeabile, stiamo portando urbanizzazioni laddove dovremmo lasciare spazio alla natura.
Il dramma avvenuto oggi nella Lunigiana, nello Spezzino, in Toscana, dove ci sono stati dei morti, ma anche quello recente a Capoterra, sono frutto di questo consumo dissennato del territorio, del portare cemento, strade, infrastrutture, perché per ogni cubatura in più, ogni casa in più nell'agro si porta una strada, si porta un'infrastruttura, si portano coperture e impermeabilizzazione del territorio.
Vogliamo arrivare dappertutto, anche dove la popolazione non cresce ma decresce; noi siamo arrivati al paradosso di una popolazione regionale che decresce, nel 2040 saremo 1 milione e 200 mila abitanti, e mettiamo in campo una pianificazione urbanistica che prevede una crescita di consumo del territorio?
Quando vi avventurate in questo progetto espansivo il vostro è un progetto scellerato! Fin tanto che discutiamo di zone urbane A, B e C, di qualificare, completare, cioè quando stiamo parlando di utilizzare meglio quello che abbiamo, possiamo essere in disaccordo sul come, ma non sull'obiettivo, ma quando facciamo diventare zone grigie le zone verdi, il dissenso non può non essere più totale.
Esprimo un voto favorevole sull'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, in realtà questo emendamento è probabilmente l'emendamento più meritorio fra tutti quelli di cui abbiamo discusso finora e di cui discuteremo nei prossimi giorni; tratta infatti un tema fondamentale: l'utilizzo del suolo agricolo. Questo argomento meriterebbe che ciascuno di noi potesse discuterne almeno per dieci minuti in sede di discussione generale, così come meriterebbe che tutta l'Aula, invece che "sfogliare il giornale", prestasse attenzione.
Ci stiamo chiedendo se sia giusto continuare a intervenire per edificare ancora di più in agro o non sia il caso, finalmente, di cambiare registro e iniziare a tutelare la vocazione agricola dei terreni agricoli che servono per un bisogno primordiale, sfamare le persone, che sicuramente non verrà meno in futuro. Non ho statistiche aggiornate agli ultimi mesi ma, oltre un anno fa, si diceva che paesi come la Cina, e altri paesi dell'Est asiatico, ormai avessero iniziato a comprare vaste estensioni di terreno agricolo, in maniera intensiva, fuori dai loro confini nazionali, proprio per provvedere in futuro, in vista del loro andamento demografico, alla necessità di soddisfare autonomamente il fabbisogno di cibo delle proprie popolazioni.
La sola Cina ha comprato terreni a vocazione agricola in Africa, conquistandoli con il denaro anziché con le guerre, rispetto a come si faceva nel passato, in una quantità che equivale a circa il 25 per cento di tutto il suolo agricolo dell'Europa. Lo sta facendo per sfamare i suoi abitanti nel futuro! Noi vogliamo iniziare a pensare come faremo in futuro a sfamare i cittadini della Sardegna? Pensiamo di voler provvedere autonomamente a sfamare i sardi o pensiamo che lo potremmo fare utilizzando le terre di qualcun altro, da qualche altra parte del pianeta?
Qui parliamo spesso di sovranità, di cose di questo genere, possiamo iniziare a dire che vorremmo essere sovrani, autosufficienti nella nostra capacità di provvedere a noi stessi per il cibo? Se queste considerazioni iniziano a essere importanti per noi, forse l'argomento oggi da discutere dovrebbe essere del tutto diverso, forse dovremmo iniziare…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, il tema che si sta iniziando ad affrontare con la richiesta dell'approvazione dell'emendamento che sopprime l'articolo che riguarda, nella legge numero 4, le costruzioni in zona agricola credo sia un tema, come giustamente ricordava chi mi ha preceduto, di estrema delicatezza. Io, parlando da persona di origine agricola e di cultura agricola, dico che noi non possiamo limitarci a ragionare, su questo tema, soltanto sulla base del messaggio che arriva dalla "pancia" di ciascun cittadino sardo proprietario di uno o due ettari di terreno su cui vorrebbe poter edificare la propria casa, casetta, casa grande o villa al di fuori della pianificazione urbanistica.
Il tema è troppo delicato per essere affrontato, in maniera superficiale, in occasione di ogni discussione in Aula di un qualche progetto di legge nel quale si possa, inserendo un articolo, un emendamento, un comma, bypassare le norme previste nel Piano paesaggistico regionale a salvaguardia dei terreni agricoli.
Io non ho un atteggiamento pregiudiziale però sono convinto, fortemente convinto, che su questo tema non possiamo permetterci di essere superficiali e di non affrontare la questione con tutto l'impegno e l'approfondimento necessari. Avremo occasione di parlare di questi emendamenti che ci apprestiamo a discutere, avremo la possibilità di parlare e di riflettere in maniera un po' più compiuta sull'argomento quando affronteremo il prossimo articolo che ne tratta, con il "265", in maniera specifica. Se noi pensiamo di superare le difficoltà della nostra economia soltanto rilanciando la possibilità…
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). L'attenzione sulle aree agricole in termini di cementificazione è particolarmente elevata: oggi infatti stiamo consentendo persino di cementificare le siepi: credo non sfugga a nessuno la quantità di blocchetti e di cemento riversati nelle nostre campagne, e la superficie di ingombro delle siepi è molto più ampia di quella delle file di blocchetti. Però la cementificazione è un danno, è un danno che perfino l'Europa sottolinea ed evidenzia quando sollecita a tutelare e difendere la viabilità rurale, le recinzioni storiche, costruite in modo diverso dalle attuali recinzioni in blocchetti e calcestruzzo.
Io credo che l'ampliamento concesso nelle zone agricole, che i contadini oltretutto neanche vi chiedono. costituisca un danno; agli agricoltori oggi, data la loro situazione, non bastano neanche due occhi per piangere, e voi pensate che si preoccupino di ampliare le loro strutture, sottoutilizzate a causa del disagio e delle difficoltà che incontrano nel portare avanti l'attività agricola?
L'interesse sull'agro è di altri, ed è l'interesse a costruire seconde residenze tollerate, fra l'altro, da Amministrazioni comunali eccessivamente disponibili a consentire demolizioni, ricostruzioni, ampliamenti, abusivismo dilagante, volumetrie tecniche, verande, seminterrati, scantinati, cavedii, tutta una serie di aspetti che riguardano gli ampliamenti in agro.
E poi che cosa succede? Succede che sono a carico di una collettività sempre più povera e in difficoltà, i costi della protezione civile e delle infrastrutture che devono essere messe in piedi dai comuni, dalle province e dalla Regione stessa per mettere in sicurezza territori a rischio. E sono territori a rischio perché non vi è stata attenzione nel costruire rispetto ai pericoli derivanti anche dalle modifiche meteorologiche intervenute in questi anni, che hanno creato situazioni di panico laddove si è costruito abusivamente e poi sanato, o parzialmente sanato, oppure tollerato, e dove vivono residenti e visitatori. Perché poi c'è un commercio e un'attività in nero di affitto, di subaffitto, di seconde e di terze…
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole sull'emendamento. Come detto dai miei colleghi, è un argomento molto delicato, molto particolare. La Sardegna ha una vocazione agropastorale che credo debba essere considerata fattore determinante anche nella prospettiva della crescita futura dell'Isola. Noi in Sardegna abbiamo avuto, però, un grave conflitto, che è ormai indelebile, tra pastori e contadini causato dal fatto che i contadini seminavano le loro semenze ma le greggi, scorrazzando senza limiti, danneggiavano e compromettevano la possibilità di raccolta di quanto seminato.
Ora, in questa nostra era, si sta verificando un altro di questi eventi: il conflitto tra pastori e cittadini, cittadini vacanzieri o cittadini agresti, cioè coloro che hanno deciso, senza avere né arte né parte, di utilizzare parte del suolo. In modo particolare chiunque si rechi presso le località marine in tutta la Sardegna può vedere , all'interno dell'agro, l'esistenza di strutture nate forse per ricovero attrezzi e oggi abitate durante il periodo vacanziero oppure per il relax nel fine settimana per coltivare i piccoli orti.
E questo che cosa comporta? Queste case sono costruite all'interno delle aree di pascolo, e quante volte avete sentito dire nella nostra lingua "m'adi interrompiu sa carrera"? Ovverosia, ha interrotto il transito del gregge che, abituato al pascolo brado, sa come muoversi e perciò rientra nell'ovile da solo, tranquillamente. Ebbene, queste costruzioni che non hanno nulla a che vedere con l'agro e quindi con le attività agropastorali, oltre che distruggere il paesaggio, cominciano a creare dei problemi di carattere sociale nel rapporto tra i pastori, quindi i reali detentori dell'agro, e i cittadini che utilizzano l'agro per altri fini.
Quindi, sicuramente credo sia importante una riorganizzazione di questo tema, non solo perché l'agro sia effettivamente uno strumento propulsivo per l'economia della Sardegna, ma anche per ripulire l'agro e forse per avere il coraggio, come è accaduto per l'abbattimento dei casotti tempo addietro sulle nostre coste, di utilizzare anche questo elemento per abbattere…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). A mio avviso, in questo momento, stiamo affrontando un aspetto molto importante per il futuro non solo di questo disegno di legge che, ripeto, probabilmente andrebbe ritirato, ma anche per tutto il comparto dell'agricoltura. L'onorevole Soru, nel suo intervento, ha ricordato che i cinesi stanno comprando terreni in Africa, in passato si conquistavano con la guerre, perché stanno pensando al loro futuro alimentare in questa maniera.
Io mi chiedo però se in Sardegna riteniamo che agricoltori, che veramente vivono della terra, siano lì, pronti, aspettando il nostro "via libera", o comunque la riconferma di ciò a cui in passato è stato dato il "via libera", per edificare all'interno dei terreni agricoli. E'come se noi ritenessimo che gli agricoltori sardi abbiano talmente tanti soldi da non vedere l'ora di poter, ognuno nel suo orticello (in questo caso non si tratta di orticello ma di alcuni ettari di terreno), costruire ville e case; oppure questa normativa, che noi vogliamo sopprimere per cui annuncio il voto favorevole, non sia invece solamente a favore di una fascia di pochi privilegiati, o di speculatori o di persone che ritengono sui terreni agricoli di poter costruire ville con piscina, è stato detto prima dal collega Salis, che dovrebbero servire per lavare gli attrezzi, ma così non è.
Mi chiedo se, in questa situazione, dobbiamo pensare di essere una regione talmente ricca che magari ci possiamo permettere addirittura di telefonare ai cinesi e dirgli "ma perché un pezzo dei terreni che state comprando in Africa non lo comprate anche per noi?". Perché se noi a chi lavora, ai piccoli proprietari terrieri che ci chiedono "come sviluppiamo l'agricoltura?", rispondiamo "costruitevi case perchè questo è il futuro dell'agricoltura", allora la gestione di queste politiche credo sia fallimentare, e va assolutamente attribuita a voi e al vostro voler mantenere fermo il punto su questo.
In effetti non stiamo creando ricchezza, non stiamo creando alcunché, stiamo creando una bolla per cui si darà qualche soldo a qualche lavoratore ma fra un anno non ci sarà più niente, e nel frattempo avremo dato mano libera agli speculatori per comprare terreni…
PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Intervengo per esprimere il voto favorevole su questo emendamento, e per mettere in evidenza la strada verso la quale questo emendamento vorrebbe portare la nostra discussione: l'abrogazione dell'articolo 3 della legge numero 4 "Interventi di ampliamento per le costruzioni in zona agricola". L'articolo 3 approvato nella legge numero 4 è uno degli elementi principali che segna la differenza e la distanza tra noi e voi; in particolare è un provvedimento che vi qualifica per essere una maggioranza di governo che non ha la più pallida visione per il futuro e del futuro della Sardegna.
Consentire, con questa norma, l'utilizzo e lo sfruttamento delle zone agricole, a detrimento delle attività agricole e quindi della produzione di beni agricoli, denota la vostra incapacità di guardare al futuro ma anche, se mi è consentito dirlo, la vostra bulimia rispetto al territorio e un egoismo totale nei confronti delle generazioni che verranno; quindi una cecità rispetto al futuro e un egoismo politico veramente insopportabile di cui dovrete rendere conto certamente adesso ma soprattutto in futuro.
Dall'altro lato, se la disposizione in oggetto vuole essere un'agevolazione nei confronti del mondo agricolo, noi sottolineiamo che questo non è ciò di cui hanno bisogno il mondo dell'agricoltura e i suoi imprenditori, che credo abbiano capito. Il mondo dell'agricoltura è in subbuglio, l'abbiamo visto nei mesi scorsi, lo leggiamo quotidianamente anche sui giornali; ma voi come rispondete, come avete risposto? Semplicemente concedendo a chi ha la casa nella zona agricola di aumentare le volumetrie. E' chiaro che questo non va a beneficio degli agricoltori che avrebbero bisogno, quelli veri, di ben altro, e cioè di ricerca, di innovazione tecnologica, di accesso al credito, di tutela rispetto alla prepotenza degli industriali, e mi riferisco ai pastori e quindi agli industriali caseari.
Avrebbero bisogno di questi incentivi, voi rispondete con un regalo, che in realtà non è per loro, non è per loro, ma sappiamo bene che anche in questo caso è per gli immobiliaristi; le zone agricole, come sappiamo, anche le più pregiate, stanno certamente vicino alle coste. Quindi questa norma, come dire, vi qualifica, vi qualifica come una maggioranza che non guarda al futuro, egoista rispetto alle nuove generazioni, cieca rispetto ai bisogni della Sardegna. Quindi il voto è favorevole
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, esprimo il mio voto favorevole sull'emendamento numero 204 che ha l'obiettivo di sopprimere l'articolo 3 della legge regionale numero 4 del 2009. Nell'articolo 3 della legge regionale numero 4 si parla di interventi in zone omogenee e, anche in questo caso, viene confermata ancora una volta la filosofia che sta alla base del vostro modo di operare, il lavoro che in questi due anni e mezzo avete mandato avanti: continuate a parlare di deroghe, continuate a parlare di incrementi.
Nel comma 1 parlate di "…mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti negli strumenti urbanistici in deroga alle vigenti disposizioni…", nel comma 2 dite che è consentito l'incremento della volumetria esistente addirittura nella misura del 10 per cento per le funzioni agro-silvo-pastorali, e sempre il 10 per cento per l'uso residenziale. Mi chiedo quale fosse l'obiettivo di questa norma, la finalità di questa scelta e che cosa vi proponevate di ottenere.
Credo che la situazione in Sardegna sia sotto gli occhi di tutti. La stragrande maggioranza delle aree agricole, soprattutto quelle comprese tra i 300 i 2000 metri, così come specificato nell'articolo 3 della legge numero 4, è completamente degradata; perché su di esse, nella stragrande maggioranza, se non in tutte, sono presenti costruzioni abusive, successivamente sanate da uno dei tanti condoni edilizi.
In questo modo sono state create e si creano le precondizioni per un costo aggiuntivo sulla collettività; sarà infatti a carico della collettività successivamente, quando i proprietari di queste costruzioni li chiederanno, il costo dei servizi quali acqua, luce, asfalto stradale e così via. Ma vedo un danno dal punto di vista economico anche per gli stessi agricoltori, perché c'è il rischio che si trovino in concorrenza, tra virgolette, sleale nel caso in cui un agricoltore volesse ampliare l'azienda agricola. L'unico obiettivo, l'unico risultato che si otterrebbe con queste disposizioni sarebbe quello di incrementare il costo dei terreni agricoli in quei territori, in quelle aree dove si rilasciano le concessioni edilizie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, eccoci al cuore (non so il dopo), è giovedì, di questa discussione. Assessore Rassu, è restato solo lei, mi vuole spiegare a che cosa serve edificare sul suolo agricolo? Domanda banale e semplice, per cortesia mi dia una risposta. Le facilito il compito e le chiedo se serve a incrementare la produzione agricola. Serve, l'incremento della produzione agricola in quest'isola a riequilibrare la bilancia commerciale di questo settore, che è parecchio deficitaria? Le ricordo che l'agricoltura ha un valore aggiunto intorno al 4 per cento perchè, lei lo sa bene, noi importiamo tantissimo. Allora, se edificare sul suolo agricolo serve per questo, discutiamone; per cortesia, però, ci dimostri come, come.
Io le lancio una sfida, Assessore, lo riferisca anche al suo Presidente della Regione, è il suo, è il vostro, non è il nostro perché ha dimostrato finora di non essere il Presidente della Regione, ha dimostrato finora di essere il Presidente di una parte molto minoritaria, di una parte forte che vuole continuare a essere più forte speculando anche attraverso l'attuazione della legge numero 4 del 2009 e del disegno di legge numero 265 che volete portare a casa.
Io le dico, Assessore, che siamo pronti come P.D. a correggere tutto, mi dimostri però che in questo articolo 3 della legge numero 4 del 2009 ci sono interventi per l'accesso al credito a tassi agevolati, per costruire una casa per chi non l'ha, per rifinanziare la legge numero 32, per sostenere l'edilizia residenziale pubblica, per rifinanziare il contributo a fondo perduto di 25 mila euro per le giovani coppie che vogliono sposarsi e vogliono mettere su casa.
Se c'è una parte di queste cose, assessore Rassu, noi siamo pronti a discutere, altrimenti vuol dire che è una norma per continuare a ingrassare, scusi il termine, quella parte minoritaria che rappresenta un Presidente della Regione che, a sua volta, rappresenta sempre una parte che tenta di speculare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Onorevole Diana, provi a informarsi su che cosa ha causato, dopo l'approvazione del PPR, il blocco di tutte le zone agricole negli ambiti costieri; glielo spiego. Quando lei a un bene toglie la suscettività, in questo caso non la possibilità di edificare ma quella di edificare in proporzione a determinati parametri nelle zone agricole, lo declassa, quel bene perde di valore.
Provi a informarsi quante migliaia di ettari sono stati acquistati da società sconosciute, così abbiamo le informazioni, negli ambiti costieri perché l'interdizione di quei terreni ha causato la speculazione; la speculazione, questa sì, è stata causata. E quindi coloro i quali aspirano o pensano che con il nuovo PPR probabilmente potranno parcellizzare quei terreni e venderli ettaro a ettaro a un prezzo decuplo di quello al quale hanno acquistato, sappiano che non succederà. Non succederà. Questo è il primo punto.
Secondo, la legge numero 32 è una legge che riguarda la prima casa, parliamo di edilizia, so che l'Assessorato dei lavori pubblici sta per pubblicare un nuovo bando. Onorevole Diana, probabilmente moltissimi di noi non sanno quante centinaia di migliaia di ettari agricoli abbia la Sardegna e neanche sanno che pochissime di queste centinaia di migliaia di ettari agricoli sono destinate all'attività.
Onorevole Soru, non è colpa nostra, i signori sono gli stessi cinesi che hanno fucilato tre anni fa i contadini che si ribellavano all'esproprio dei loro terreni per favorire gli insediamenti produttivi. Naturalmente è un paragone, stiamo parlando della nazione più popolosa del mondo, forse non hanno terreni e ne stanno cercando per far campare le loro popolazioni. Il nostro problema è che nessuno resta più in campagna, nessuno. Venga nelle nostre zone, percorriamo assieme decine, decine e decine di chilometri e non solo non vedrà case, uccelli sì, ma non vedrà un'anima viva.
Fa parte della nostra identità andare in campagna, non per vivere, ma per avere quel pezzo di terreno e coltivarlo, e avendo una struttura di appoggio su quel terreno. Altra cosa è quando la destinazione d'uso viene coartata, viene diversificata. In quel caso sono responsabili i sindaci e le procure che, grazie a Dio, sono attente. Ritornerò sull'argomento, al momento dico quindi che bisogna stare attenti, ma è una richiesta avanzata da tutta la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, io ho guardato i giornali questa mattina con attenzione, perché sembra un caso, un caso veramente triste, ma noi, quando parliamo di questo argomento, siamo richiamati alla realtà dagli eventi che succedono nel nostro Paese. Una delle cause principali dei danni indescrivibili provocati da fenomeni atmosferici, come le precipitazioni sempre più intense, a cui ci dobbiamo abituare, così ci dicono gli scienziati, così ci dicono i metereologi, è stata la trasformazione del territorio, soprattutto quello destinato all'attività agricola, che è stato abbandonato, ed è stato invaso.
Dove prima si svolgevano attività agricole, si sono costruiti spesso insediamenti di tipo turistico, oppure si è andati all'abbandono perché l'agricoltura non è stata sostenuta sufficientemente sotto il profilo economico. Oppure, ancora, si sono fatte seconde case per garantire qualche pausa ai professionisti che operano in città. Sta di fatto che l'agro si è trasformato in termini negativi sotto il profilo della tenuta ambientale e della tenuta idrogeologica del territorio.
Noi dobbiamo riprendere a ragionare sulla destinazione della terra, e le norme che sono state inserite nel PPR per salvaguardare l'agro hanno questa finalità: riportare la terra alla sua destinazione originaria, e non consentire che alcuni egoismi siano pagati dalla collettività con tragedie immense come quelle che abbiamo visto. Per questo io voterò a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, io su questo argomento penso che molto si sia detto e molto ci sarà ancora da dire. Credo però, Assessore, che questa sia una materia da trattare diversamente, e non all'interno di un provvedimento che dovrebbe avere carattere di straordinarietà. Questo Piano casa doveva servire per riavviare il sistema economico, e nel titolo si parlava di "disposizioni straordinarie"; ma di straordinario non c'è più niente, è tutto ordinario: si aggiorna, si proroga, si fa un'ulteriore legge, si inseriscono nuovi elementi e quant'altro.
Questo tema andrebbe trattato in legge urbanistica perché, Assessore, io non dico che in agro non si possa intervenire; lei poc'anzi, l'ho ascoltata, ha detto una cosa importante perchè ha fatto riferimento a certi territori dell'agro, quelli desolati, quelle enormi estensioni inutilizzate che, magari, un giorno, serviranno per attività produttive, e quindi di questo bisogna tenere conto. Io dico però che, se nell'agro si interviene, si deve intervenire con delle regole delle quali discutere insieme.
Bisogna discutere delle regole avendo un fine, sempre, c'è un limite a tutto; e se noi pensiamo a un'abitazione in agro legata veramente all'attività produttiva, quindi legata alla necessità di condurre il fondo o anche al presidio di quel contesto terriero, questo mi trova d'accordo. Mi trova d'accordo se però si preservano i muretti a secco, che sono una ricchezza nel nostro territorio, nella nostra cultura rurale, come stabiliscono le norme del Piano paesaggistico; però, i comuni non stanno vigilando su questo aspetto, mentre bisognerebbe che tutti stessimo più attenti sul preservare i muretti a secco perchè fanno parte della nostra storia.
Bisognerebbe che noi, nella legge urbanistica, e non in questo testo sul Piano casa, parlassimo di tipologia edilizia con riferimento alle abitazioni rurali di un tempo; pertanto non più i tetti a quattro, cinque falde con varie pendenze, con abbaini, con la piscina, eccetera, quello non è agro, quelle abitazioni possono stare all'interno delle pianificazioni urbanistiche, all'interno di piani regolatori, ma non sicuramente nell'agro.
La casa nell'agro deve essere la casa del conduttore del fondo, deve essere la casa di chi è proprietario della vigna, come ci ricorda spesso l'onorevole di Tempio, Andrea Biancareddu, perché è legata a una tradizione di un popolo e di una terra, e quindi è quasi imprescindibile il fatto che vi sia un volume all'interno di quel contesto produttivo. Tutto il resto sono forzature, sono furberie, sono giochi per andare oltre le regole
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per dire la mia su questa faccenda. Credo sia veramente fuori luogo continuare a insistere su questo bisogno folle di devastare definitivamente il nostro territorio. Anche di fronte alla crisi profondissima che stanno attraversando la pastorizia e l'agricoltura, se questa è la risposta che le nostre istituzioni vogliono dare a questi settori, io dico che siamo veramente alla frutta.
Continuo a pensare che si stia rispondendo in questo modo a delle esigenze che vanno oltre l'immaginario comune, e cioè che la Sardegna sia utile a un qualcuno solo ed esclusivamente desertificata. Sarà utile a un processo di militarizzazione più ampio, sarà utile a processi come il passaggio del Galsi, sul quale io personalmente oggi nutro grosse perplessità, ad altre servitù, come la stessa chimica verde, perché oggi si prospettano nuovi modelli, come i grandi inceneritori, senza avere poi il coraggio di usare i termini giusti per definire questi interessi.
Con la chimica verde si prospetta anche l'acquisto da parte dell'ENI, ad esempio, di ampi territori della Sardegna che andrebbero, fra l'altro pare anche con costi piuttosto elevati rispetto ai prezzi di mercato, destinati alla coltivazione dei cardi, tenendo conto che, coltivando cardi anche sui tetti delle nostre abitazioni, non riusciremmo mai a soddisfare le esigenze di questo mega mostro che si chiama inceneritore, perché noi li chiamiamo termovalorizzatori, ci siamo inventati una serie di nomi che sono assolutamente non idonei a definire che cosa in realtà sono queste grosse industrie.
In Africa, dice il collega Soru, la Cina sta acquistando tutto. E' vero, sta acquistando tutto. La Cina sta acquistando l'Africa per garantirsi il monopolio futuro dell'agricoltura. Qui in Sardegna non farà in tempo nessuno a comprare per questo scopo, qui in Sardegna si stanno facendo delle scelte di cui voi siete pesantemente responsabili per continuare a desertificarla. Io credo che oggi, se davvero vogliamo dare una grossa mano d'aiuto all'agricoltura e alla pastorizia, innanzitutto non dobbiamo toglierle il territorio. Con la legge sul golf c'è stato…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, io penso che all'osservazione, puntualmente esposta dall'Assessore, circa la desertificazione delle campagne, nelle quali è raro trovare anche qualcuno che ci passeggi, occorra dare delle risposte in termini di politiche agricole all'altezza delle nuove emergenze, delle nuove difficoltà e delle nuove sfide, per cui occorra approfondire meglio e sviluppare delle politiche in grado di arginare il problema dello spopolamento che riguarda le nostre zone interne.
Poco fa il collega Porcu ha messo a disposizione del dibattito dell'Aula alcune cifre, utili. Ha citato i 200 mila metri quadrati al giorno mangiati dal cemento in Italia e che, se analizzati nello specifico, ci aiutano a raccogliere e a ritrovare degli stimoli ulteriori al dibattito che si sta sviluppando questa mattina. Scopriamo infatti che dal 1999 al 2004 in Lombardia il territorio è stato urbanizzato al ritmo di 13 ettari al giorno, come dire che in quel periodo di tempo una città di dimensioni pari a quelle di Brescia è stata realizzata e un'area vasta come la città di Pavia è stata sottratta all'agricoltura. In Emilia-Romagna, in un arco di tempo che va dal 1976 al 2003, è stato raddoppiato il territorio urbanizzato, passato dal 4,8 all'8,5 per cento.
Ho scoperto che una parte importante delle regioni d'Italia ha avviato la ricognizione delle trasformazioni del suolo e sarebbe utile davvero, anche parlando di argomenti come il Piano casa, scoprire quali sono i dati che noi abbiamo a disposizione circa questo processo di trasformazione, e se la nostra Regione può metterci a disposizione tali dati a seguito di un lavoro di indagine e di approfondimento utile anche al dibattito che noi stiamo svolgendo. Un dibattito che stiamo svolgendo grazie a questo emendamento, il numero 204, che anche per quanto detto finora io sostengo dichiarando di votare a favore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 204.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 204.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Dedoni e Milia hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lai - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 71
votanti 69
astenuti 2
maggioranza 35
favorevoli 26
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 205.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 205 si prefigge la cancellazione del comma 1 dell'articolo 3. Si potrebbe dire, Assessore, con un eufemismo perché non…
(Brusio in aula)
Presidente, in quest'Aula c'è gente molto disinteressata, vada fuori, ci lasci ragionare e così rimane la gente che è interessata.
Assessore, il comma 1 va cassato perché credo che non vi appartenga. Potrebbe essere sicuramente considerato come il manifesto di Attila, il flagello di Dio, più che tendente a interpretare il Piano casa. Voi esprimete comunque la vostra natura; e poi dite, a me o al centrosinistra, chi è più cementificatore! Leggete il comma dove si dice che nell'agro così come individuato dallo strumento urbanistico - tra l'altro il Piano paesaggistico su questo fa un passaggio in avanti, dice che non esiste più la zonizzazione in agro: agro è agro - si possono fare tutti gli incrementi volumetrici che sono disciplinati da questa legge e gli indici massimi di edificabilità previsti possono essere superati in deroga anche rispetto agli strumenti urbanistici e alle disposizioni regionali (questo volete dire) rispetto al Piano paesaggistico.
E' vero, molti di voi dicono: "Ma noi abbiamo casa in campagna. Abbiamo vissuto un'altra epoca". Anche quello, Assessore, era il segno che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Quando lei fa l'intervento in Aula, mi scusi, e la sua preoccupazione è l'incidenza della commerciabilità dei terreni nella fascia costiera mi dice tutto…
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La speculazione!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, quale speculazione? La speculazione ci sarà quando noi capiremo che l'autosufficienza alimentare è un valore primario. Quando voi continuate a scrivere queste norme state dando il messaggio contrario, alla speculazione,rispetto a ciò che dite. Questa è la verità, tenendo conto che negli ultimi vent'anni ci siamo "mangiati" l'equivalente di territorio coltivabile e fertile pari a quello necessario per coltivare i 60 milioni di quintali di grano che servirebbero per sfamare l'intera Italia. Stiamo attenti perché di questo passo la nostra china è segnata e lo è anche in termini di economia, Assessore, non solo di messa in commercio di terreni edificabili o di terreni nell'agro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 205. Di fronte al comma 1 dell'articolo 3 della legge numero 4 la rivisitazione dei sottotetti diventa veramente un gioco da ragazzi, diventa una quisquilia, una cosa senza importanza. Di fatto questo articolo 3 mina alla base le potenzialità future produttive, quindi anche economiche, di quest'isola e vi qualifica, come diceva bene l'onorevole Sanna poco fa, come i più grandi sostenitori di operazioni di speculazione sul territorio isolano. E' l'articolo 3 della legge numero 4 che, come dicevo prima, segna una differenza abissale tra noi e voi, ma noi di questo non ci rallegriamo perché vorremmo che su questi temi ci fosse semmai una vicinanza, la più alta possibile.
Non ci rallegriamo che le differenze massime siano su questi temi perché ne va del futuro della Sardegna, di quello delle nuove generazioni, perché cerchiamo di avere uno sguardo lungo sullo sviluppo dell'isola e sul suo futuro. Su questo tema noi vorremmo che voi rifletteste di più e, invece, così come avete fatto fino a questo momento nella discussione di questo disegno di legge, passate sulla terra leggeri come se niente fosse.
Onorevole Rassu, lei è una persona che più di una volta ha mostrato di avere capacità di ascolto. Ma davvero lei pensa che questo provvedimento di legge, specificatamente questo articolo e la legge numero 4 su cui questo articolo insiste, abbia a che fare con lo sviluppo dell'agricoltura, con il benessere degli agricoltori, con la possibilità che quest'isola incrementi la produzione agricola, con la possibilità che l'agricoltura incida positivamente sul PIL? Ma davvero sinceramente lei pensa questo? Dica questo al microfono. E' convinto di questo? Ci convinca che lei ha le parole giuste, il pensiero giusto per dire che è così. Ancora non lo ha fatto, perchè risponde con argomenti che non hanno niente a che fare rispetto alle domande che stiamo ponendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, intervengo anch'io perché su questo argomento sono molto sensibile. Assessore, oggi, in occasione della discussione su questo punto, le regalerò un bellissimo libro di Vandana Shiva. Vandana Shiva, indiana, è una fisica di livello mondiale, un'ecologista di fama internazionale e il titolo del libro è: "Ritorno alla terra". E' un libro splendido che documenta la politica che l'India, una delle nazioni che più stanno avanzando in termini di PIL, impegnatissima in un processo di sviluppo e di recupero dei ritardi, sta portando avanti per evitare la strada degli scempi e degli errori che le nazioni occidentali hanno già percorso.
Per questa ragione io penso che sia necessaria una riflessione ulteriore sulla possibilità di concedere incrementi volumetrici in aree agricole che sono state già squassate da imponenti fenomeni di urbanizzazione selvaggia, abusiva e pur autorizzata, perché nella realizzazione di questi insediamenti selvaggi nelle zone agricole c'è la complicità attiva di numerosi uffici tecnici e di amministratori comunali. Questo lo dobbiamo dire con estrema decisione.
Si sono chiusi non due, ma quattro o cinque occhi su questo fenomeno delle residenze agricole, delle ville in zone agricole camuffate da depositi attrezzi e da residenze per curare la vite, la vigna o il frutteto. Allora, su questo bisognerebbe chiudere definitivamente la "serranda" e dire che non è più consentito a nessuno farsi la villa senza pagare gli oneri di urbanizzazione perché anche questo succede, che rispetto a una persona che presenta un progetto regolare nelle zone A, B...
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Proverò a riprendere, dal punto in cui ho interrotto, per esigenze tecniche, il ragionamento avviato nel precedente intervento nel quale cercavo di collocare il mio argomentare sul tema della costruzione in ambito agricolo in un discorso di carattere più generale. Io sono abbastanza convinto che, a parte la contingenza che potrà vederci tutti non totalmente sordi rispetto all'esigenza che pone il singolo cittadino sulla possibilità, se ha una casa in campagna, di poterla ingrandire o se ha un terreno di poterci costruire, abbiamo l'obbligo (noi che non siamo, per questo ruolo particolare del momento, dei normali cittadini, ma siamo chiamati a svolgere funzione legislativa che costruisca un futuro equilibrato nella gestione del territorio e nella gestione delle attività agricole), di riflettere attentamente su un tema così complesso.
Riflettere attentamente e trovare anche delle soluzioni di prospettiva sulle quali la gente si possa riconoscere. Io non so, alla fine di tutta questa maratona, che cosa riusciremo a tirare fuori dal nostro legiferare, io mi auguro però che se non sarà sufficiente questa tornata di discussione si possa cogliere qualche altra occasione per giungere finalmente a una proposta condivisa, affinché l'attività edilizia sia un'attività produttiva e non attività speculativa, affinché ciò che si produce nell'attività edilizia sia davvero utile alla società e non utile esclusivamente a chi costruisce, affinché si costruisca uno sviluppo economico dove l'attività edilizia non sia l'attività principale.
E se l'attività edilizia c'è, ci sia perché l'attività economica che cammina con le proprie gambe produce esigenze di carattere edilizio. Diversamente, signori, noi stiamo promuovendo un'attività economica che produce disastri, che non produce economia, che non produce benessere ma che insegue soltanto la speculazione. Questo noi non abbiamo...
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole e per proseguire quel ragionamento che si è arricchito poi dell'interlocuzione dell'assessore Rassu, con cui mi piacerebbe continuare ad approfondire questo argomento che certamente non si può esaurire in interventi di circa tre minuti.
Assessore, lei ha detto una cosa importante, e cioè che il Piano paesaggistico regionale ha tolto suscettibilità ai terreni e, se si toglie suscettibilità, cioè la capacità di trasformazione in valore economico, i terreni vengono declassati e questo comporta un impoverimento generale. Io credo che lei sbagli, anzi credo che stia sbagliando totalmente, però parla in buona fede di un argomento che vale la pena di approfondire.
A lei piace la lingua sarda e a me è venuto in mente questo detto "Si su chelu fidi in terra si l'aiana serradu puru", se ci fosse la possibilità di dare un valore all'aria che respiriamo si potrebbe venderla e comprarla, fare in modo che ciascuno possa recintarsene un pezzettino e magari venderla anziché lasciarla disponibile per la sua funzione primaria: quella di far respirare.
Non consideri assurdo quello che le sto dicendo. Mangiare è un'esigenza altrettanto primaria come quella di respirare, e togliere alla terra la capacità di trasformarsi in cibo col lavoro dell'uomo ha la stessa importanza che togliere all'aria la capacità di garantire la vita degli esseri umani. L'unica suscettibilità della terra deve essere la capacità di procurare cibo e non di essere trasformata in edilizia. Questo è un punto imprescindibile. Se noi partiamo da questo assunto - e da questo credo che dobbiamo partire se vogliamo avere uno sguardo lungo sul futuro della nostra regione e su quello che facciamo - ci accorgiamo che forse stiamo sbagliando tutto, anzi, che stiamo sbagliando tutto.
Allora noi dobbiamo cercare di far sì che la terra valga non 100 mila euro, come accade in Gallura, perché possa essere suscettibile di trasformazione edilizia, ma che magari la terra ne valga 200 mila o 500 mila come accade in Trentino perché produce mele che si vendono in tutta Europa, o come accade nel Chianti perché produce vino che si vende bene in tutto il mondo. In attesa che questo accada io sarei anche felice che la terra valesse 10 mila euro se uno la comprasse a questo prezzo per seminarla e lavorarci, mentre chi vuole utilizzare la terra in questo modo non può comprarla se può valere 100 mila euro per costruirci. Ne parlerò dopo, ma se ci pensa bene stiamo tornando ai temi degli anni '50 quando la gente diceva: "La terra deve essere di chi la lavora, al di là di chi ne è proprietario".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, il Corriere della Sera pubblica una mappa del disastro idrogeologico dell'Italia: 1443 eventi, 4122 morti, 2836 feriti in cinquant'anni in tutte le regioni d'Italia. La Sardegna, su 71 eventi, ha avuto 58 morti e 74 feriti ma, soprattutto, ha subito una devastazione finanziaria, economica di portata assolutamente straordinaria, coperta con il danaro di tutti.; Ricordiamo che cosa abbiamo fatto ogni volta: siamo intervenuti con le risorse di tutti a coprire il disastro che è stato compiuto in alcuni territori, territori scempiati dagli amministratori anche locali, non solo regionali.
Non si sono dotati degli strumenti urbanistici, non hanno rispettato le regole, hanno costruito dove non si doveva costruire; hanno costruito dove non si doveva costruire perché, anche dal punto di vista giuridico, hanno creato le condizioni per rendere legale la devastazione.
Noi siamo più colpiti dell'Umbria, del Molise, della Basilicata, della Puglia, dell'Abruzzo, delle Marche, della Valle d'Aosta, siamo allo stesso livello di Lazio e Calabria. Cioè siamo una regione, tolte quelle del Nord che hanno avuto eventi disastrosi come il Veneto con 1800 morti, tra le meno virtuose. Questo cosiddetto Piano casa è devastante, è una schifezza dalla prima riga all'ultima, è indecente! Ed è tanto più indecente quando interviene a consentire, in deroga a tutto, ulteriori devastazioni a fronte di una consapevolezza generale che derogare non si può fare più!
Non si deve fare e, quindi, chi vota questo provvedimento sa benissimo quali saranno le conseguenze; pertanto non può venire domani a dire: ma bisognava fare questo. Intanto non fate più quello che state facendo, cioè smettete di votare questo provvedimento, riportatelo in Commissione, depuratelo da tutte le sconcezze...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Intervengo per esprimere il voto favorevole su questo emendamento; un emendamento importante perché propone di sopprimere il comma 1 dell'articolo 3 che molto lascia a intendere nel passaggio in cui si dice: "…mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali…".
Mi sembra che in questo provvedimento della parola "deroga" si abusi.
E per ritornare al tema del quale i miei colleghi, con diverse sfaccettature, hanno evidenziato elementi delicatissimi, penso avrete notato che su qualsiasi organo di stampa compaiono innumerevoli annunci di vendita di terreni agricoli. Questo denota l'impoverimento, per un verso, delle attività economiche in ambito agricolo, e su questo fenomeno che va sempre più ampliandosi penso che bene faremmo a riflettere.
Inoltre, come ho detto anche nella mia riflessione sull'emendamento precedente, poiché spesso in quest'Aula (così mi sembra) abbiamo sottolineato il fatto che l'agricoltura può essere un elemento prioritario e primario nello sviluppo e nel rilancio economico dell'isola di Sardegna, non foss'altro perché non siamo ancora in grado di avere l'autosufficienza alimentare (importiamo carni, importiamo verdure, importiamo cereali, quindi il rapporto import-export è deficitario per quanto ci riguarda), è necessario sottrarre ulteriori porzioni di territorio all'edificazione.
Ripeto, mi riferisco a un'edificazione di tipo secondario, di tipo prettamente anche egoistico, non parlo di edificazione speculativa, ma mi limito alla fattispecie, propria dell'ambito comunale, che spesso vede nell'agro la costruzione di seconde case che finiscono per diventare case principali di abitazione. Da qui la richiesta di servizi (scuolabus, nettezza urbana e altri correlati) da parte di molti cittadini che mette in crisi i comuni. Quindi occorre fare ordine nell'uso del territorio della regione Sardegna, stabilire con priorità le funzioni...
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Non è possibile procedere con la verifica del numero legale perché siamo in fase di dichiarazione di voto e ci sono altri iscritti a parlare.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Come sapete gli strumenti urbanistici stabiliscono, per individuare la destinazione urbanistica, una serie di indicazioni. Gli strumenti urbanistici nell'area urbana prevedono le zone destinate alle residenze urbana così suddivise: zone A, centri storici e centri ai quali sono riservate particolari attenzioni; zone B, la gran parte della città; zone C, le zone di espansione; zone BH, quelle destinate alla residenza alberghiera.
E' prevista inoltre un'altra serie di indicazioni, perché all'interno di un'area comunale sono individuate le zone destinate alle attività industriali e artigianali; zone E agricole classificate E1 ed E2 a seconda dell'ubicazione e dell'individuazione, se si tratti cioè di campagna storica o di grande estensione; zone F, le zone turistiche; zone G, dei servizi generali; zone H, zone di salvaguardia assoluta.
Se noi scombiniamo tutto, se mettiamo in discussione le previsioni e quindi i criteri di intervento, scompaginiamo qualsiasi realtà. Stiamo veramente giocando, allora, a essere ridicoli.
Perché nelle zone agricole individuate come zone E e destinate all'attività agricola viene consentita la residenza, con tutte le conseguenze che comporta? E questo dopo che sono stati effettuati i vari interventi di bonifica agraria, fra l'altro sottraendo ai legittimi proprietari vaste estensioni di terreno proprio per favorire l'attività agricola, come si individuò per esempio con quell'assegnazione di un certo quantitativo di superficie agricola.
Io ricordo che nella Nurra inizialmente furono individuati appezzamenti di superficie pari a 25, 22 e 18 ettari, poi si arrivò a una superficie di 12 ettari e per quelli destinati a vigne, come nella preziosa area di Maristella, la superficie si individuò in 8 ettari. Terreni destinati all'agricoltura. Oggi, invece, noi consentiamo il frazionamento abusivo, le lottizzazioni abusive con la complicità dei notai (non vedo l'amico Felicetto Contu); si consente tutto questo per giustificare frazionamenti che non sono da destinare all'attività agricola, ma servono a immettere sul mercato immobiliare terreni destinati alla costruzione di residenze e persino all'attività ricettiva. Allora qui cade l'asino, il problema non è dare...
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Io ho un atteggiamento laico, come si suol dire, nei confronti di questo problema per cui prescindo da considerazioni di carattere ideologico che pure si è portati a fare in certe occasioni. Ma come si fa a non considerare che l'espansione delle aree urbane con la trasformazione delle precedenti destinazioni è un processo, soprattutto in certe aree della nostra Isola, ormai inarrestabile? In determinate aree non si capisce bene dove finisca la città e dove inizi la campagna.
L'edificazione si espande a macchia d'olio e io ho presente, come immagino abbia presente la maggior parte di noi, alcune realtà cittadine. Io penso a Olbia ma Sassari non è da meno. La città di Olbia ha una vastissima area urbana, e non si capisce davvero dove finiscano i confini urbanizzati, non è ancora città molta parte dell'urbanizzato, ma non è più campagna, nel senso che le attività agricole sono ormai definitivamente inibite. Non lo è più e non lo sarà mai più campagna, è stata compromessa qualunque attività produttiva in quella che pure era e poteva continuare a essere una zona fertile, ideale per le coltivazioni.
Io però faccio una netta distinzione tra coloro che lavorano la terra e vivono dal loro lavoro nella terra, e coloro che invece hanno l'esigenza di speculare. Sono due situazioni completamente diverse, rispettabili, ma noi dobbiamo impedire a tutti i costi che la speculazione continui a consumare una parte importante del territorio che è a corona delle zone urbanizzate. Ripeto, riguarda molto Olbia, ma riguarda Sassari, non riguarda solo la fascia strettamente costiera, riguarda le città…
PRESIDENTE. Onorevole Corda, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, quello che stiamo tentando di illustrare, lo ha fatto molto bene poco fa l'onorevole Soru, è un principio non negoziabile, di cui abbiamo tentato di parlare in questi giorni. La battaglia che abbiamo fatto sul primo Piano casa in Aula, la legge 4 del 2009, in realtà partiva da questi principi, e cercava anche di evidenziare, assessore Rassu, una nostra idea sulla casa e soprattutto cercava di dire che ci sono delle competenze, dei poteri, magari attribuiti alle amministrazioni comunali che non possono essere derogati. E quando si parla di superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici, e di intervenire ancora una volta in deroga, stiamo in realtà parlando di questo.
Noi abbiamo tentato nella prima parte della legislatura, quando si è parlato di Piano casa, e lo ribadiamo ancora, di dirvi che la casa è un bene importante per i sardi, e che probabilmente dobbiamo intervenire con strumenti specifici. Per questo abbiamo parlato per esempio di un piano di edilizia residenziale pubblica; abbiamo detto che la legge numero 32, una legge fortunata di questa Regione, può ancora una volta essere modificata per dispensare ulteriori benefici.
Abbiamo sperimentato nella scorsa legislatura gli interessi zero per le giovani coppie, lo abbiamo fatto anche attraverso una forma di acconto nel momento in cui si stipula un mutuo, lo abbiamo fatto stanziando 25 mila euro per famiglia. Abbiamo cercato di migliorare questa norma, può ancora essere fatto. Abbiamo cercato di intervenire con la nostra proposta di legge per il completamento del "non finito" nei nostri paesi, anche per abbellire la Sardegna. Ricordo gli interventi sull'housing sociale, nella scorsa legislatura, concretizzati nell'aumento dei contributi per il fitto delle famiglie indigenti; e lo abbiamo fatto in un momento in cui lo Stato invece retrocede dalle sue competenze.
Sulla casa c'è molto da fare, ma non è questo lo strumento per intervenire in materia urbanistica e per intervenire pesantemente sulle zone agricole. Credo sia un errore, ed è per questo che ribadiamo, anche con in nostri interventi, che la nostra posizione è sempre uguale. Il mio voto sull'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Il dibattito e l'interlocuzione che c'è stata con i rappresentanti della Giunta, per quanto mi riguarda, consente di confermare la stima per la persona Nicola Rassu, meno per l'assessore Rassu.
Assessore, lei rispondendo proprio al sottoscritto ha detto: "Il PPR, grazie alla politica del centrosinistra, ha declassato l'agro", e ha aggiunto: "Il PPR, sempre per responsabilità del centrosinistra, ha fatto perdere valore all'agro". Io immagino, mi corregga se sbaglio, che dietro questa sua affermazione secca si nasconda, e con questi provvedimenti di legge state andando allo scoperto, l'intendimento di cambiare destinazione d'uso a tanta parte dell'agro.
Dico questo perché lei, tra l'altro, nel suo intervento si è riferito al fatto che le aree declassate, che hanno perso valore, in particolare sono quelle adiacenti alla fascia costiera. Però, può anche essere che io sbagli; allora, per cortesia, poiché lei sta, seppure in maniera minimale, accettando un minimo di confronto, ed è il solo, la prego di darmi una qualche risposta.
Io sono convinto di quello che ho detto, a lei smentirmi, se così non è rifletta però su quest'altro aspetto. La fascia costiera della Sardegna, per nostra fortuna, è tutelata dal PPR, nonostante i vostri attacchi; la fascia costiera in tanta parte, non dappertutto per fortuna, è infatti oggetto di un attacco, però ci sono insediamenti dell'industria alberghiera. Le chiedo, Assessore, è più utile nelle zone vicine alla fascia costiera, in cui c'è una presenza dell'industria turistica, allargare quella fascia, o invece mettere a sistema quell'industria turistica con una realtà agricola che può essere una risposta anche alla domanda che arriva dall'industria turistica, soprattutto con produzione e trasformazione dei prodotti autoctoni? Perché di questo dobbiamo parlare: mettere a sistema le politiche dell'industria turistica. Riflettiamo su questo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Ancora una volta riparliamo del ruolo della nostra agricoltura mentre è in discussione un disegno di legge, che non so bene come definirle: salva cemento o promuovi cemento; questo più che un Piano per dare una casa alle persone, mi sembra un Piano che dà solamente spazio a una speculazione, in questo caso sui terreni agricoli. Io voglio ricordare alcuni dati.
Noi in Sardegna abbiamo, come dire, i giacimenti di petrolio e probabilmente non ce ne rendiamo conto. Tutti sanno, è stato ricordato da qualcuno prima di me, che i prezzi dei prodotti agricoli in questi ultimi anni, soprattutto negli ultimi due anni, sono aumentati talmente tanto che hanno messo in crisi alcuni paesi poveri. Forse sarà un ragionamento egoistico, ma allora noi ai nostri agricoltori che cosa proponiamo? Invece di entrare nel mercato mondiale e trovare soluzioni, magari attraverso la produzione di prodotti di nicchia, prodotti di alta qualità che il mercato nonostante l'aumento dei prezzi recepisce sempre di più, noi gli diciamo: "Costruitevi case".
Eppure la situazione del mattone non è sicuramente florida, anzi, si sa bene che c'è una bolla edilizia che prima o poi colpirà i mercati immobiliari, mentre i prezzi negli ultimi due anni dei prodotti agricoli sono saliti in percentuali veramente incredibili: l'8 per cento nel 2006, 24 per cento nel 2007, oltre il 50 per cento nei primi tre mesi del 2008. Nonostante ciò, invece di aiutare gli agricoltori a mettere in campo produzioni che gli permettano di accumulare un plusvalore grazie alle attuali condizioni di mercato, sicuramente è un momento in cui si potrebbe lavorare con i nostri agricoltori per cercare di far diventare i nostri terreni redditizi come i pozzi di petrolio (l'andamento dei prezzi dei prodotti agricoli di base, come il grano, ormai ha raggiunto il prezzo del petrolio), stiamo parlando di questioni reali, non stiamo parlando di altre questioni, noi gli proponiamo, ripeto, di costruirsi una casa. Per questo ritengo che bisogna votare a favore di questo emendamento, perché abbiamo necessità di tutelare le aree.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Inizialmente, Presidente, le vorrei chiedere se fosse possibile la presenza in Aula dell'Assessore dei lavori pubblici che ha la delega sul problema della casa, perché leggevo che tra le competenze dell'Assessorato dei lavori pubblici rientra la programmazione degli interventi in materia di edilizia patrimoniale regionale e demaniale dello Stato, programmazione e coordinamento degli interventi dell'edilizia residenziale pubblica. Nel momento in cui si parla di Piano casa sarebbe interessante sentire cosa ne pensa l'Assessore che ha la delega, al di là della delega che ha l'Assessore dell'urbanistica, sulla deroga al PPR.
Presidente, seriamente, le chiedo se sia possibile la presenza in Aula dall'Assessore, sarebbe una cosa interessante, perché io sto parlando del Piano casa, non sto parlando di altro.
Dichiaro pertanto il mio voto favorevole sull'emendamento numero 205 che intende sopprimere il comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale numero 4 attraverso il quale avete permesso, in questi anni, di incrementare le volumetrie, di superare gli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici, in deroga alle disposizioni vigenti, cioè in deroga al Piano paesaggistico regionale.
Tutto questo diventa ancora più di attualità, Assessore, e diventa sempre meno comprensibile con quanto sta succedendo in questi giorni in alcune zone d'Italia e con quanto è successo soprattutto in alcune zone della nostra isola, in modo particolare a Capoterra e nell'Ogliastra negli anni scorsi.
Mi chiedo e le chiedo Assessore, a quale parte della popolazione sarda vi siete rivolti con questo comma e con queste deroghe? Sicuramente non a quella parte della Sardegna che lavora la terra, tanto meno a chi svolge l'attività di agricoltore a titolo principale nella nostra isola. Sicuramente non sono le risposte che il mondo agricolo si aspetta da noi, si aspetta da quest'Aula, si aspetta soprattutto da questa maggioranza dopo le varie promesse fate in campagna elettorale, che avete continuato a fare in questi due anni e mezzo e che state continuando a fare anche in questi giorni in giro per la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, continua il nostro tentativo di bonifica della legge numero 4 e questo emendamento ha appunto il significato di provare a bonificare uno dei tanti limiti, quello rappresentato dall'articolo 3.
Noi ci chiediamo quale sia la ratio delle zonizzazioni che sono previste nei piani urbanistici comunali, perché sono presenti le zone A, le zone B, C, H, E, S, D, e così via… hanno un senso queste zone? Io penso che un senso l'abbiano Perché ci sono infatti le A e le B? Perché c'è un posto dove la gente deve vivere.
Perché sono previsti gli standards dei servizi? Perché dove la gente deve vivere ci devono essere certi servizi. Perché sono previsti degli indici in ciascuna zona tra cui la zona E? C'è un significato: gli indici a cui si vuole derogare, quelli che sono previsti nel comma 1 dell'articolo 3 hanno un senso. Perché in zona E per le attività produttive, per i laboratori, per i capannoni, l'indice è 01 o 02? Ha un senso, perché lì si devono realizzare i capannoni. Perché per le attività, per gli edifici residenziali è 003? Perché sono per la casa dell'agricoltore o del pastore, quella dove va a vivere con la famiglia: 100 metri quadrati di casa, 300 metri cubi in un ettaro dove andrà a vivere.
Allora la deroga che significato ha? E' funzionale alla conduzione del fondo? No! Non è funzionale alla conduzione del fondo, è funzionale ad altri obiettivi. Il collega Solinas chiedeva l'intervento in Aula dell'Assessore dei lavori pubblici; io chiederei l'intervento in Aula dell'Assessore dell'agricoltura perché vorrei conoscere la sua opinione.
Vorrei sapere se ritiene funzionale questo comma ai programmi, che non abbiamo ancora visto, di intervento in agricoltura;vorrei sapere se pensa che un comma come questo possa aiutare gli eventuali progetti, che sicuramente non ha perché non li abbiamo visti; ma fra poco tempo ci sarà un'altra Giunta, speriamo, che avrà qualche programma di sviluppo dell'agricoltura. Questo comma può costituire un ostacolo alla realizzazione di edifici in campagna? Sussistono delle rigidità per programmi di riordino fondiario, per esempio, o per la predisposizione di programmi di infrastrutturazione?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). La speculazione edilizia in agro penso sia grave quanto la speculazione edilizia in città; l'assenza di controllo e di sorveglianza sull'edilizia in città è grave quanto la carenza di sorveglianza in agro.
Detto tutto questo, io ritengo che aver inserito nel Piano casa il sistema delle zone agricole sia stato un gravissimo errore, anche perché abbiamo in itinere il licenziamento di un PPR che in qualche modo avrebbe dovuto dirci qualcosa; ma abbiamo di fronte anche i grandi risultati delle direttive del '94, le famose direttive per le zone agricole, che penso siano state in qualche modo applicate e inserite nel nuovo Regolamento edilizio in quasi tutti i comuni. E ritengo che quella rivoluzione del '94, che grazie alla sub-zonizzazione delle zone E consentì una salvaguardia delle zone agricole, sia stata positiva.
Mi stupisce, pertanto, che questo articolo sia stato inserito, lo trovo inadeguato, all'interno del Piano casa. Crea disappunto parlare sia di incremento in città che di incremento volumetrico in campagna, anche perché traspare chiaramente che potrebbe trattarsi di speculazione edilizia. A questo punto abbiamo un Piano casa che sta diventando inadeguato nella sua globalità, nel senso che ho l'impressione che stia diventando una rincorsa contro il tempo per licenziarlo entro pochi giorni, immagino. Chiaramente esprimo un voto a favore dell'emendamento che sopprime il primo comma di un articolo che non c'entra niente con il vostro Piano casa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Meloni Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Assessore, noi ci rivolgiamo a lei perché ha la bontà di ascoltarci con attenzione; niente di personale ma, d'altra parte, lei rappresenta la sua maggioranza e non credo che questo lavoro sia tutto frutto dei suoi desiderata.
Quando noi parliamo di agro, riprendo questo discorso, dobbiamo distinguere; se pensiamo all'agro del Meilogu, che è la zona dalla quale lei proviene, potremmo fare un discorso (ne abbiamo parlato prima), se però pensiamo all'agro delle grandi città, delle città di provincia, quello di Sassari, di Cagliari, oppure quello di Olbia, quello dei comuni costieri, stiamo parlando d'altro. Ora, al di là di tutte le questioni che ci siamo detti, e che continueremo a dirci, su ciò che produce l'insediamento abitativo nelle zone carenti e in assenza di servizi, io voglio fare un altro ragionamento: avete pensato ai costi sociali di questo tipo di attività edilizia?
Parlo ovviamente pensando alla mia città, ma potrei pensare contestualmente anche alla città di Olbia. Ad esempio, gli insediamenti posti in essere fuori dalla pianificazione urbanistica, fuori dai Piani regolatori, in modo disorganico, frammentato, senza alcuna prescrizione se non quella di tenersi lontani dai confini, producono inevitabilmente una disgregazione sociale: la gente si allontana, non dialoga più, non si interfaccia più, se non nelle ore di lavoro, negli uffici, eccetera.
Però, a fronte di tutto questo, ci sono anche dei costi economici insostenibili per le amministrazioni comunali; lei pensi quanto costa a un comune mantenere lo scuolabus - perché poi chiedono lo scuolabus, chiedono i servizi, vogliono che si vada a prendere i loro figli per portarli a scuola all'interno della città, oppure vogliono la scuola lì vicino -quanto costa realizzare il sistema fognario, il sistema idrico, quando si riesce a farli. In città un condominio di sei piani, che ospita diciotto famiglie, costa 10, diciotto famiglie nell'agro costano 10 mila: sono dei costi di cui poi si devono far carico i cittadini dell'urbe, cioè coloro che hanno deciso di vivere in un contesto sociale organizzato e vivibile.
Allora, io capisco che noi tutti veniamo tirati per la giacca e che vi sono dei desideri atavici in molti nostri concittadini, questo desiderio di andare a vivere…
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
Metto in votazione l'emendamento numero 205.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 205.
Specifico che chi ha dichiarato il proprio voto viene considerato votante se presente in Aula.
(Segue la votazione)
Prende atto che i consiglieri Cucca e Cuccu hanno votato a favore, che i consiglieri Contu Mariano e Pitea hanno votato contro e che i consiglieri Agus, Bruno, Corda, Cugusi, Diana Giampaolo, Espa, Lotto, Meloni Valerio, Salis, Sanna Gian Valerio, Sechi, Solinas Antonio, Soru e Uras sono presenti in Aula e considerati votanti ai sensi dell'articolo 95 del Regolamento, comma 4 bis.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Moriconi - Murgioni - Porcu - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Tocco - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Bruno - Capelli - Corda - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Locci - Lotto - Meloni Valerio - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 57
Votanti 40
Astenuti 17
Maggioranza 21
Favorevoli 8
Contrari 32
(Il Consiglio non approva).
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Stiamo cambiando le regole ? Presidente, si può cambiare opinione.
PRESIDENTE. Onorevole Gian Valerio Sanna, stiamo applicando il Regolamento e non stiamo cambiando assolutamente le regole.
CUCCU (P.D.). Se uno cambia idea?
PRESIDENTE. Esce dall'Aula, onorevole Cuccu. Chi non vuole partecipare esce dall'Aula, chi è presente in Aula viene considerato votante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sul Regolamento. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, per correttezza nei confronti della Presidenza del Consiglio, le preannuncio che noi proseguiremo la nostra azione sulla scia di quanto fatto finora: interverremo sugli emendamenti e faremo le nostre dichiarazioni di voto ma, all'atto della votazione, usciremo dall'Aula. Se lei è così gentile da indicarmi qual è l'articolo del Regolamento che ci considera presenti o assenti, mi fa una cortesia.
PRESIDENTE. L'ho già detto, è l'articolo 95, comma 4 bis.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto).Presidente, intervengo sul Regolamento perché l'articolo 95, comma 4 bis, recita testualmente: "I consiglieri che abbiano dichiarato il proprio voto sono considerati votanti purché presenti in ". Se sono considerati votanti devono esprimere un voto (di astensione, favorevole, o contrario) - invece lei - lo dico con rispetto assoluto della sua funzione che è quella regolatrice che lei svolge benissimo, da sempre, dall'inizio della legislatura - ha adesso proclamato l'esito di una votazione nella quale sono stati dichiarati presenti anche coloro che non hanno votato.
Le dichiarazioni di voto non sono un'espressione del voto, altrimenti dovrebbe essere riportata l'espressione del voto, e ci sono molte circostanze - abbiamo precedenti che possiamo anche rinvenire negli atti - nei quali l'espressione del voto è stata differente rispetto alla dichiarazione di voto, perché la dichiarazione di voto ha motivato in maniera differente il voto che poi si è espresso. Quindi, che cosa è avvenuto, Presidente? E' avvenuta una cosa molto semplice, si è disgiunta la fase della dichiarazione di voto dalla fase della manifestazione del voto.
Quando noi chiediamo il numero legale siamo presenti in Aula e non votiamo, e quando facciamo questa operazione e non esiste il numero legale, non esiste il numero legale in ragione del fatto che noi abbiamo premuto o non premuto il tasto, non in ragione del fatto che abbiamo partecipato o meno all'espressione della nostra presenza: siamo presenti, chiediamo la verifica del numero legale, non calchiamo il bottoncino e il risultato è che noi rimaniamo assenti.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, la differenza consiste nel fatto che l'articolo 58 del Regolamento, che disciplina il numero legale, prevede la fattispecie che lei ha appena ricordato, per cui coloro che…
(Interruzione)
Sì, nelle votazioni con procedimento elettronico, agli effetti del computo delle presenze…
(Interruzione del consigliere Uras)
PRESIDENTE. Onorevole Uras, io l'ho ascoltata e lei adesso deve ascoltare la Presidenza! Sia democratico, non è che lei deve intervenire continuamente e interrompere l'oratore che parla.
URAS (Gruppo Misto). Ha ragione.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Uras. L'articolo 58 che disciplina il numero legale dice espressamente che nelle votazioni con procedimento elettronico, agli effetti del computo delle presenze, vengono considerati assenti coloro che non partecipano alla votazione, quindi viene spiegato il perché del caso che lei ha richiamato adesso in Aula. L'articolo 95 comma 4 bis disciplina con dettaglio il caso in cui il consigliere fa una dichiarazione di voto, non partecipa al voto ma è presente in Aula per cui laa presenza viene rilevata agli effetti della determinazione del numero legale e viene considerato astenuto. Il Regolamento su questo è chiarissimo. Il consigliere che non vuole partecipare esce dall'Aula anche se ha fatto la dichiarazione di voto, così non viene considerato neanche presente, ma non rimane in Aula.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 206.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei che mettesse agli atti, Presidente, che lei mi ha considerato astenuto, la mia espressione di voto non è quella, il verbale non è rispondente alla verità. E lei non ha il potere di decidere l'espressione del mio voto. Mi fermo qua, io non mi sono astenuto, qualunque conseguenza sulla veridicità del verbale la lascio a lei.
L'emendamento numero 206 parla sempre di agro e il nostro comportamento, Assessore, in materia di agro è totalmente diverso, sa perché? Invece di prendervela con me, con la giunta Soru, con il presidente Soru, come avete fatto come centrodestra alle elezioni, dovevate protestare con la comunità internazionale perché già da alcuni anni nel mondo sono cambiati i paradigmi di crescita, e quindi sono totalmente cambiate le modalità su come interpretare l'agricoltura, e questo i paesi esteri l'hanno percepito.
(Brusio in Aula)
Presidente, però, oltre che dire come esprimo il mio voto mi garantisca la possibilità di svolgere la mia funzione di consigliere regionale in un clima di rispetto.
In Gran Bretagna, per esempio, popolo non sottosviluppato, mi pare, il premier non uno qualunque, il premier ogni anno stila un documento, pubblico, sul suolo consumato, indica quanto è stato consumato, come è stato consumato e il perché, ettaro per ettaro, considerando che la legge nazionale lo obbliga a costruire ciò che è necessario sulle aree già edificate, almeno nella misura del 60 per cento. Questo succede in Gran Bretagna ed è analogo a quello che succede in Germania; in Italia il nostro premier sembra invece che sia più preoccupato di fare bonifici a qualche signorina piuttosto che di fare questo.
Ciò non significa che noi dobbiamo uscire dal contesto dei cambiamenti che avvengono nel mondo; i Paesi emergenti acquistano i latifondi e noi, invece, il latifondo lo frazioniamo per impedire che sia ancora definito in questo modo. E, in proposito, vorrei dire ai sardisti una cosa marginale: la sovranità alimentare è o non è una delle tante sovranità che concorre alla difesa della sovranità di un popolo?
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, la Presidenza non si è arrogata il diritto di decidere il suo voto, la Presidenza ha rilevato la sua astensione ai fini della determinazione del numero legale.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io non ho votato, e non mi sono astenuto.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna lei è presente in Aula. Se un consigliere non vuole partecipare alla votazione non fa neanche la dichiarazione di voto, altrimenti è conseguente rispetto a quella e il voto lo deve esprimere partecipando alla votazione. Onorevole Sanna, mi sembra che l'opposizione stia utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dal Regolamento per esercitare le proprie prerogative, non è possibile però esasperare determinate situazioni per cercare di avere ragione laddove non si ha.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, capita a tutti di avere divergenze sull'interpretazione delle norme, questo lo dico perché succede spessissimo che la Giunta abbia divergenze sulla interpretazione delle norme di legge. Tanto ha divergenze che viola le norme, così si mette d'accordo con se stessa e, pur avendo l'obbligo di applicarle, non solo non le applica ma le fa anche disattendere.
Onorevole Rassu, io gliel'ho detto già più volte: lei ha il compito di nominare un commissario ad acta; noi presenteremo un esposto, anche alla magistratura, su questa vicenda dei lavoratori dei Servizi per l'impiego perché non è accettabile che, nonostante ci siano state sistematiche e unanimi sollecitazioni, su questo punto non si sia fatto alcunché. Allora anziché fare piani casa come questo, vuole fare qualche atto amministrativo ordinario per recuperare all'uso proprio le risorse della Regione? Altrimenti le sprechiamo per rimediare ai danni delle super edificazioni selvagge che si fanno nei posti dove non si devono fare, e che questa legge contiene.
Ovviamente, poiché l'emendamento cerca di intervenire in termini positivi per evitare che questo succeda, io voterò a favore. Però lei deve fare il suo dovere: deve rispettare le leggi. Le abbiamo mandato una nota, l'abbiamo presentata formalmente e, unanimemente, le abbiamo chiesto di applicare la legge numero 9, l'articolo 9 della legge numero 9, di nominare un commissario ad acta alla Provincia di Sassari il quale, utilizzando le risorse stanziate, recuperi il contratto di lavoro per i trentuno lavoratori precari che hanno diritto di lavorare fino al 31 di dicembre almeno, e questo lo faccia.
Che cosa dobbiamo fare, dobbiamo occupare l'Assessorato? Io, se è necessario, l'Assessorato lo occupo. Non possiamo rimanere così; le leggi, ha ragione Presidente, vanno applicate, tutte, tutte, non solo quelle che ci fanno comodo, tutte le leggi vanno applicate, anche questa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Io riprendo a ragionare su un terreno sul quale mi trovo più a mio agio, e cioè quello dell'argomento in discussione. E provo a continuare a riportare l'attenzione sul fatto che noi nelle zone agricole, specie in quelle vicine ai grandi centri urbani abbiamo contribuito negli anni, è questo il problema, a causa di una eccessiva antropizzazione a costruire o a creare situazioni molto delicate dal punto di vista urbanistico.
Abbiamo infatti strade insufficienti rispetto alla quantità di persone che vi gravitano, abbiamo assenza di reti fognarie e idriche, abbiamo falde acquifere inquinate per le difficoltà dei cittadini che abitano in quelle zone a smaltire i reflui. Abbiamo una situazione di vivibilità che non è accettata dagli stessi cittadini che ne sono protagonisti.
Ora noi decidiamo, oggi, abbiamo deciso anzi due anni fa (ha deciso il Consiglio regionale, non noi che abbiamo votato contro), si è deciso, meglio, di dare spazio a ulteriori ampliamenti, in questo trovando anche il consenso di tantissimi cittadini direttamente interessati. Questo stesso provvedimento un comune lo stava realizzando chiedendo, per contrappeso, in cambio degli aumenti volumetrici, l'impegno di questi cittadini a realizzare opere di urbanizzazione.
Nel momento in cui è stato presentato questo provvedimento si è rimesso in moto un meccanismo di contrasto al provvedimento che quel comune stava adottando; si è andati contro un disegno di un amministratore locale che voleva razionalizzare, o che voleva rispondere in maniera razionale a delle esigenze che comunque quel territorio aveva, al di là del sentire del singolo cittadino. Noi abbiamo inserito un cuneo tra l'esigenza generale e l'esigenza del singolo. Non va bene, è un modo di legiferare che non risponde alle esigenze reali del momento. Ecco perché anche su questo emendamento io voto a favore, e ritengo utile che venga rimessa in discussione quella legge di allora. Poi, riparliamone, e troviamo una soluzione che risponda davvero alle esigenze dei singoli, ma anche a quelle della società.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, avrei voluto ringraziare l'Assessore dei lavori pubblici per la sua presenza in Aula ma è già andata via, spero che rientri quanto prima. Avrei voluto chiederle come mai, in un Piano casa, non ha detto e non ci dice la sua, come mai si è fatta sfuggire una simile occasione.
Presidente, io esprimo parere favorevole sull'emendamento numero 206, così come avevo espresso parere favorevole sull'emendamento numero 205. Mi auguro, se dovessimo decidere di non votare, che non mi consideri astenuto anche in questa occasione. Stiamo parlando di interventi in zona agricola, e con questo comma consentite l'aumento volumetrico del 10 per cento per attività agro-silvo-pastorali, e il 10 per cento a uso residenziale. Sarebbe interessante, Assessore, capire come mai questa proporzione è così uguale tra le due attività, considerato che si sta parlando di ampliamento per la costruzione in zona agricola. Evidentemente, il titolo è un po' fuorviante.
Sarebbe anche interessante, Assessore, se mi ascoltasse… ma ne approfitto, mentre lei finisce di telefonare, per rivolgermi all'Assessore dei lavori pubblici, visto che è rientrata in Aula, per chiederle qual è la sua posizione, che cosa ne pensa, come portatrice della delega sui problemi della casa in Sardegna, dell'edilizia residenziale in Sardegna di questa legge sul Piano casa.
Dicevo, assessore Rassu, ma ancora non mi ascolta, resterà agli atti, che sarebbe interessante capire che effetti ha prodotto questa norma, chi ha utilizzato l'ampliamento in deroga del 10 per cento per attività agricola, chi invece ha utilizzato il 10 per cento a fini residenziali. Io sono sicuro che quel 10 per cento per attività residenziale lo hanno utilizzato in molti, sono quasi sicuro che quel 10 per cento per attività agricola l'avranno utilizzato ben pochi, e per quei pochi che l'hanno utilizzato mi auguro che le verifiche effettuate abbiano effettivamente riscontrato l'incremento per attività agricola.
Questo lo dico per riallacciarmi anche a quello che dicevo prima, perché oggi la situazione nel mondo agricolo, assessore Rassu, lei la conosce molto meglio di me. Tra l'altro eravamo anche, non contenti, ma tutto sommato…
PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Presidente, il luogo comune dice, lo sosteniamo un po' tutti, che chi tace acconsente. Io credo che chi tace non dice niente, e come tale deve essere considerato.
Ritornando un attimo sui regolamenti e sul voto, se noi veniamo considerati partecipanti al voto, bisogna tenere conto della dichiarazione di voto, non possiamo essere tra gli astenuti, ma tra coloro che hanno sostenuto con parere favorevole l'emendamento soppressivo dell'articolo, perché altrimenti c'è una contraddizione. Se mi considera presente in quanto ho dichiarato la mia posizione di voto, devo essere considerato per quello che ho dichiarato e non per un altro atteggiamento, che non ho manifestato non partecipando al voto.
Questa considerazione per dire che le regole, comunque, a parte i modi di dire e i luoghi comuni, vanno rispettate, così come richiamava il collega Uras sulla norma che ha deciso di mantenere in servizio i trentuno lavoratori presso il Centro servizi per l'impiego di Sassari; lavoratori che, invece, sono sulla strada e stanno raggiungendo per l'ennesima volta Cagliari per rivendicare quanto loro spetta, tra l'altro in una situazione in cui la copertura finanziaria è, a specifica destinazione, per il loro lavoro.
Quindi, Assessore, unanimemente sollecitiamo lei e la Giunta alla nomina di un commissario ad acta, perché quando uno è inadempiente viene sollevato dalla funzione e sostituito con un commissario ad acta, appunto, che dia corso alle leggi che noi abbiamo approvato e anche sostenuto finanziariamente con la copertura idonea e adeguata.
Questo è un principio che ci porta, quindi, a entrare anche nel merito dell'emendamento numero 206, che non c'entra tanto con questo argomento, ma c'entra per quanto riguarda i discorsi della edificazione in agro, a cui voi tanto tenete, in dispregio delle aspettative degli agricoltori in difficoltà, e quindi delle attenzioni per un'attività agropastorale che in questa Sardegna, un tempo, rappresentava il punto di riferimento più importante e che questa Giunta ha abbandonato completamente destinando i terreni agricoli all'attività speculativa immobiliare; un fatto al quale assistiamo quotidianamente.
Il problema è rappresentato soprattutto dal fatto grave che si dà l'opportunità di costruire ancora, nonostante le cose che abbiamo detto. Non è tanto la concessione di quel 10 o il 20 per cento …
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, il comma 4 bis dell'articolo 95, che lei ha richiamato e applicato (premetto che è utile ricordare che abbiamo sempre apprezzato la sua conduzione dell'Aula per molti aspetti) in questa situazione confligge con il comma 9 dell'articolo 58. Perché dico questo? Perché, siccome stiamo parlando di verifica del numero legale, è l'articolo 58 che va applicato, e il comma 9 dice testualmente: "Nelle votazioni con procedimenti elettronici, agli effetti del computo delle presenze" - ed è quello che stiamo valutando, il computo delle presenze, cioè la verifica se sussista o meno il numero legale dopo la votazione o nella votazione - "vengono considerati assenti i consiglieri che, pur presenti in Aula, non abbiano partecipato alla votazione".
Noi stiamo parlando di votazione, non di dichiarazione di voto. La dichiarazione di voto è un qualcosa che, di per sé, è a parte rispetto al momento tecnico in cui si vota e si valuta se il numero legale è rispettato o meno. C'è un conflitto di norme, anche perché il comma 4 bis, a volerlo leggere bene, sembrerebbe una prosecuzione del comma 4 dell'articolo 95, dove si parla di voto segreto. E le dichiarazioni di voto - lo dico anche perché forse è necessario precisarlo nella Commissione per il Regolamento - possono essere considerate solo secondo il comma 4, cioè relativamente alle votazioni a scrutinio segreto.
Per cui, a mio parere, Presidente, per quello che può valere, ma teniamone conto per eliminare questa incomprensione, va applicato il comma 9 dell'articolo 58, che dice chiaramente che chi non partecipa alle votazioni è considerato assente pur essendo presente in Aula. E' detto molto, ma molto chiaramente.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, ho richiamato io l'articolo 58, nel mio precedente intervento, proprio per evidenziare la differenza tra i due casi. L'articolo 95, comma 4 bis,specifica il caso in cui siano state fatte dichiarazioni di voto, l'articolo 58 disciplina il caso generale. Avendo fatto parte della Giunta per il Regolamento della scorsa legislatura che ha inserito quell'articolo, mi sento di poter dare anche un'interpretazione autentica.
La proposta di quell'articolo era stata fatta dall'allora presidente Spissu a seguito di quanto era avvenuto in occasione della discussione della legge sulla casa proprio per evitare operazioni ostruzionistiche;si verificava infatti che si facessero le dichiarazioni di voto per dilatare i tempi e poi non si partecipasse alla votazione per far mancare il numero legale.
Quindi quella norma era stata inserita nel Regolamento proprio per evitare questa manovra ostruzionistica. Oltretutto, avendo fatto anche parte della Giunta per il Regolamento che ha dato origine a quella norma, ribadisco che sento di poter dare un'interpretazione autentica.
(Norme per la classificazione delle aziende ricettive)". (265/A)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Presidente, continuo a intervenire, in questo caso per dichiarare il voto favorevole su questo emendamento e per parlare, ancora una volta, di questo tema importantissimo. Spero ci sia occasione, nelle prossime settimane o nel più breve tempo possibile, di dedicare una sessione attraverso una mozione a questo tema generale circa la necessità di interrompere il consumo (o quanto meno accendere un faro su questo tema) del suolo agricolo e quindi il continuo declinare, con il conseguente impoverimento, della capacità di bastare a noi stessi, di procurarci il nostro cibo e di raggiungere quella che abbiamo chiamato la sovranità alimentare.
Mi rivolgo ancora all'assessore Rassu che ci presta la sua attenzione e ci permette così di confrontarci ancora su un tema che lui ha portato in questa discussione, quello della suscettibilità del terreno, ovvero la possibilità dei suoli agricoli di essere valorizzati economicamente, intendendo con ciò che occorre anche incentivare e non far mancare la possibilità che i suoli agricoli possano essere valutati secondo la loro capacità di trasformazione edificatoria.
Noi stiamo cercando di dire che bisognerebbe, invece, prendere coscienza del fatto che la destinazione del suolo agricolo è un bene comune irrinunciabile e che la destinazione del suolo agricolo non può essere modificata, pena l'impoverimento generale, l'impoverimento di tutti, per cui dobbiamo andare a cercare quella unica valorizzazione. Ho anche detto che la valorizzazione dipende molto dalla qualità dell'agricoltura che pratichiamo; può essere molto modesta, ma può essere anche importante come accade nel Trentino, come accade nelle zone del Chianti, del Brunello di Montalcino, come accade anche in Sardegna là dove nei terreni sono impiantati dei vigneti bellissimi e ben produttivi. Il valore del terreno in quei casi supera il valore dato dalla sua capacità di trasformazione edificatoria.
Nel passato (tre minuti per l'intervento non bastano) si è combattuto per stabilire un principio, e cioè che la terra deve appartenere a chi la lavora. Era un passato molto diverso da oggi; era un passato in cui quelle terre erano coltivate, e dire che le terre dovevano appartenere a chi lavorava significava cambiare il modello produttivo…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole sull'emendamento anche perché è riferito al comma 2 che inizia con una frase, a mio avviso, anche ambigua. Si dice "per gli immobili destinati a usi agro-silvo-pastorali e per quelli a uso residenziale…", non si capisce se intende residenziale legato all'uso dell'agro oppure residenziale come purtroppo è nella fattispecie delle nostre coste in buona parte dei nostri territori.
Parlavo nell'intervento precedente, portando l'esempio del nostro territorio, ma credo possa valere anche per il resto dell'isola, del periodo in cui i cittadini, in maniera spontanea, occuparono il litorale con l'edificazione dei cosiddetti casotti, strutture precarie per poter trascorrere i due mesi al mare. Nel momento in cui la Regione sarda (penso l'Assessorato dell'ambiente o l'Assessorato degli enti locali) decise di ricondurre quelle aree al loro stato naturale e quindi fece demolire tutti questi fabbricati, definiamoli abusivi, ebbene, le persone ormai abituate non fecero altro che interessarsi all'acquisizione di aree a ridosso delle coste.
Infatti nell'ambito tra i 300 e i 2 mila metri cominciarono a sorgere seconde case con la funzione di sostituire questi casotti per l'esclusivo bisogno di stazionare quei due mesi del periodo estivo al mare, impedendo e mortificando, come ho detto prima, la attività agraria. Peraltro, era consuetudine una volta andare nella casa dell'agro per esplicitare le proprie attività agricole e ci si fermava; ma oggi, più che mai con le nuove tecnologie sono pochissime comunque le famiglie che stazionano e vivono in campagna, che hanno una residenza in campagna, perché solitamente hanno la residenza nel proprio centro abitato.
L'incremento di cubatura quindi andrebbe meglio specificato e consentito, nella misura del 20 per cento o addirittura del 30 per cento oltre i 2 mila metri, pertanto nell'agro più interno, solo ed esclusivamente a chi abita nell'agro e nell'agro sviluppa la propria attività imprenditoriale. Per cui mi sembra doveroso…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, io sostengo questo emendamento, ovviamente il mio voto è assolutamente favorevole e chiedo anche la votazione nominale. Abbiamo già detto come i mercati agricoli si stanno muovendo in campo mondiale per rendere redditizio questo settore; di conseguenza, urbanizzando o comunque cercando di dare spazio alle costruzioni all'interno dell'agro, noi stiamo perdendo una grande chance.
Alle persone che investono, agli imprenditori agricoli, diamo questo messaggio: "Costruite una casa e lasciate perdere, invece, lo sviluppo della vostra agricoltura", e questo lo diciamo a fronte di un mercato mondiale che ha più che triplicato la redditività dei prodotti agricoli negli ultimi anni, lo abbiamo detto prima e lo ripetiamo.
Il comma 2, va sicuramente abrogato per una serie di motivi; per esempio perché utilizza il territorio, come appunto è scritto nel testo, per aumentare la pressione del mattone all'interno di aree che, abbiamo già detto, in teoria dovrebbero essere protette e per cui l'incremento volumetrico del 10 per cento passa, al di fuori dei 2 mila metri, al 20 per cento.
Il compito della Regione dovrebbe essere invece quello di trovare delle soluzioni per sostenere sul mercato internazionale i nostri agricoltori piuttosto che fargli perdere tempo e risorse investendo o in case per uso residenziale o in altro. Questo è il senso del nostro emendamento, perché crediamo che alla fine lo sviluppo non può passare attraverso il mattone in agro, questo è così e rimarrà così.
Questa disposizione potrà interessare solamente una piccola fascia di persone che hanno grandi patrimoni in questo momento in agricoltura, ma la crisi è talmente forte che mi sembra siano da escludere grandi investimenti, e quindi questa norma serve esclusivamente a pochissime persone, lo dobbiamo ribadire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Annuncio il voto favorevole sull'emendamento numero 206 che intende abrogare il comma 2 dell'articolo 3 della legge numero 4 del 2009.
Possibilmente noi avremmo voluto abrogare tutto l'articolo 3, speriamo che ci sia una rispondenza positiva almeno a qualcuno di questi emendamenti così da diminuire, perlomeno, il danno di questo articolo 3. Tra l'altro noi in questi giorni abbiamo richiamato continuamente l'attenzione sulla necessità vera degli enti locali non di avere la possibilità di superare surrettiziamente il PPR, ma di avere la possibilità attraverso congrue risorse finanziarie di dotarsi degli strumenti urbanistici.
Però è anche vero che questo non servirebbe a nulla in presenza di questa maggioranza e di questa Giunta regionale, come è dimostrato esattamente dall'articolo 3 della legge numero 4. Perché anche quando i sindaci sono stati solerti e capaci e hanno approvato i loro piani urbanistici, voi intervenite per superare, con queste norme che mettete a disposizione della Sardegna, i piani urbanistici di cui gli enti locali si sono dotati.
Quindi qui c'è non soltanto una volontà di derogare alle norme regionali, vi inserite a gamba tesa anche per derogare ai regolamenti che i comuni, i sindaci più lungimiranti hanno adottato, noncuranti anche della potestà che ciascun sindaco ha rispetto al proprio territorio e, in particolare, quando questi ha una volontà progressista di tutelare quel territorio.
Quindi noncuranti anche della sovranità diciamo del consiglio comunale voi derogate, date la possibilità di superare i vincoli stabiliti in quegli strumenti. Ritengo, pertanto,che anche i nostri appelli affinché questa Giunta regionale si adoperi per aiutare i sindaci e i comuni a dotarsi di strumenti urbanistici, alla fine siano appelli che non hanno molto senso, posto che anche quando questi esistono voi, in maniera allegra, stabilite delle norme perché gli strumenti possano essere superati. E' una vergogna, è una vergogna!
Onorevole Rassu, si rende conto di che cosa rappresenta questo articolo 3, i suoi commi 1, 2, 3 e 4 rispetto alle cose che stiamo dicendo, e la violenza che sul territorio può essere perpetrata grazie a esso? Io mi chiedo se ve ne rendiate conto, se lei si rende conto di questa situazione. Non ha ancora risposto alla domanda iniziale, è davvero convinto che questa legge...
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Annuncio, innanzitutto, il mio voto favorevole sull'emendamento numero 206. Ho concluso l'intervento sull'emendamento precedente chiedendomi quale potesse essere l'opinione dell'Assessore dell'agricoltura. Adesso ho visto che l'assessore Cherchi è entrato in Aula, accompagnato dall'ex assessore Contu, quindi probabilmente riusciremo ad avere una sua opinione che è importante visto che stiamo parlando di interventi di ampliamento delle costruzioni in zone agricole.
Assessore Cherchi lei avrà senz'altro in testa un'idea di un piano per il rilancio dell'agricoltura, immagino che l'abbia, non so se poi ne parleremo ma avremo modo comunque di confrontarci. Io mi chiedo come si conciliano gli interventi previsti dall'articolo 3 con le idee che lei poi potrà avere per il rilancio del settore agricolo. Mi spiego meglio.
Queste volumetrie previste ovviamente costituiranno degli ostacoli o possono costituire degli ostacoli a piani di riordino fondiario. Lei immagino che abbia anche idea di che cosa c'è da fare per potenziare le aziende agricole che sono frammentate, che sono polverizzate, che sono affette da nanismo aziendale. Sicuramente c'è la necessità di avere un piano, importante, di riordino fondiario, per cui chiedo se queste volumetrie aggiuntive possano costituire un impedimento ai piani che si faranno.
L'azienda agricola, oggi, ha difficoltà anche dal punto di vista infrastrutturale. Nei piani futuri di infrastrutturazione della nostra campagna, qualcosa andrà fatto; avete in testa per esempio, ne state parlando ma non l'avete ancora portata in Consiglio, un'idea diversa dei consorzi di bonifica. Ma i consorzi di bonifica non avranno magari delle difficoltà a operare in una "campagna residenziale"?
Ecco, sarebbe importante che questi argomenti li affrontassimo serenamente, ognuno di noi con la propria opinione, ma sarebbe opportuno che non avessimo come interlocutore solamente l'assessore Rassu che, peraltro, è anche competente in questa materia ma oggi svolge un altro compito, quello di Assessore dell'urbanistica; sarebbe bene che avessimo come interlocutore anche l'Assessore che deve operare in questo campo e quindi lei, assessore Cherchi, se vuole anche l'onorevole Contu che ha avuto questa responsabilità fino all'altro giorno; insieme potete darci un vostro contributo al fine di confrontarci.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo per spiegare all'onorevole Soru che si voleva dire proprio il contrario e cioè che è il blocco, il vincolo di qualsiasi bene di fatto a provocare, chiaramente a livello di mercato, una caduta del prezzo di quel bene perché è vincolato, non lo puoi utilizzare per cui la suscettività è venuta meno.
Chi vuole speculare, approfittando di questo, acquista a prezzo bassissimo con la speranza poi di rivendere a un prezzo più remunerativo qualora si cambi la norma e venga tolto il vincolo. Questo è ciò che è successo, pur restando terreno agricolo adibito ad attività agricola, ma non potendo essere utilizzato, non solo a livello edificatorio ma essendo limitata proprio la gestibilità del bene, questa è una regola di mercato. Questo è capitato.
Ora però, sinceramente, fra questo e dire che il Piano casa affamerà le campagne c'è un abisso, un abisso enorme. Tra vent'anni forse anche meno, sta già succedendo, le nostre campagne saranno abitate e coltivate dai rumeni, dagli albanesi, dai tunisini e dagli indiani che si stanno dimostrando eccezionalmente capaci nella conduzione pastorale.
Questo dimostra che purtroppo le nostre campagne sono in stato di completo abbandono, le stanno abbandonando anche quei pochi, che ancora resistono, perché non hanno una remunerazione del loro prodotto e del loro lavoro, lo sappiamo tutti. Detto questo, è lungi da noi l'idea, mi creda, di creare speculazione nelle zone agricole. Altra cosa sono le lottizzazioni abusive, come ha detto il collega Salis, e lo ringrazio per il libro. Se si parla di ritorno a su connottu vuol dire che oggi non c'è più nessuno.
E allora se qualcuno intende, per la conduzione del fondo come tradizione identitaria della nostra regione (perché siamo un popolo agropastorale che nasce da una tradizione agropastorale), ritornare a su connottu, perché lo si vuole impedire: regolamentando, stringendo, controllando?
Altra cosa sono le lottizzazioni abusive che nascono nella fascia costiera con la complicità degli amministratori, con la complicità di chi invece dovrebbe regolare, salvaguardare e impedirlo; ma, grazie a Dio, ci stanno pensando le Procure. Questo è il discorso.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 206 sul quale è stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 206.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Zedda Alessandra ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Milia - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 22
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 del pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 54.