Seduta n.73 del 09/12/2009
LXXIII Seduta
Mercoledì 9 dicembre 2009
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 22.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 27 novembre 2009 (66), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Antonio Cappai, Pietro Fois, Domenico Gallus, Giorgio Locci, Marco Meloni, Sergio Milia, Antioco Porcu e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 9 dicembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76/S/A. Eravamo in fase di votazione degli emendamenti aggiuntivi all'articolo 1 e in particolare dell'emendamento numero 162.
Poiché devono essere trascorsi dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere alla prima votazione, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 35.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 24, viene ripresa alle ore 10 e 36.)
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 162.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, siamo in fase di votazione.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo allora la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 162.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo e Mariani hanno votato a favore e che il consigliere Mula ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Diana Giampaolo - Mariani.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 36
votanti 35
astenuti 1
maggioranza 18
favorevoli 3
contrari 32
(Il Consiglio non approva).
Dall'emendamento numero 163 va estrapolata la frase: "La proposta trasmessa alla V Commissione consiliare permanente ed esaminata ai sensi di legge entro 30 giorni è inserita all'Odg del Consiglio regionale nella prima seduta utile". Questa frase non può essere inserita nell'emendamento perché attiene a materia oggetto di riserva regolamentare.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti. L'emendamento numero 46 è inammissibile ai sensi del combinato disposto dell'articolo 34 bis, comma 3, del Regolamento consiliare e dell'articolo 4, comma 2, lettere l) e m), della legge regionale 2 agosto 2006, numero 11 (legge di contabilità regionale), in quanto concernente materia estranea all'oggetto della legge finanziaria.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Articolo 2
Credito d'imposta per le piccole imprese
1. Al fine di incentivare il mantenimento e la crescita della base occupativa, è autorizzata la costituzione di un fondo con una dotazione, nell'anno 2010, di euro 50.000.000 per la concessione, nello stesso anno, di contributi da utilizzarsi nella forma di credito di imposta ai sensi del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241 (Norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell'imposta sul valore aggiunto, nonché di modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni), articolo 17, calcolato sulla base dei contributi previdenziali a carico delle imprese e da queste versati per il personale dipendente operante nelle unità operative ubicate in Sardegna (UPB S06.06.006).
2. L'agevolazione è concessa nel rispetto della normativa comunitaria di cui al paragrafo 4.2.2 della Comunicazione della Commissione europea - Quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica (2009/C83/01) e secondo il disposto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 giugno 2009, articolo 3, alle imprese operanti nei seguenti settori: sezione C della classificazione delle attività economiche ISTAT ATECO 2007, limitatamente ai codici di cui ai punti 13, 14, 15, 20, 23, 24, 25, 28, 29, 30, 33; sezione F e sezione G.
3. Possono accedere all'agevolazione le imprese che rispettino le seguenti condizioni:
a) non occupino più di 15 dipendenti alla data del 31 agosto 2009;
b) risultino operanti nel territorio regionale alla data del 31 agosto 2009, con uno o più dipendenti assunti a tempo determinato o indeterminato, per i quali abbiano versato nell'anno 2009 i contributi previdenziali obbligatori;
c) si impegnino a non ridurre nel corso del 2010, o incrementino, il numero di dipendenti assunti nelle unità operative ubicate in Sardegna alla data del 31 agosto 2009;
d) osservino i contratti collettivi nazionali e rispettino le prescrizioni sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori previste dalle norme vigenti.
4. Il contributo è pari al 20 per cento dell'importo versato nell'anno 2009 a titolo di contributi previdenziali obbligatori a carico del datore di lavoro, a valere sul personale dipendente operante nell'Isola, ed è maggiorato di un importo pari a euro 1.500 per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato effettuata in Sardegna, nel corso del 2010, che incrementi la base occupazionale in forza nelle sedi operative ubicate nell'Isola al 31 agosto 2009. Il contributo non è cumulabile con eventuali ammortizzatori sociali.
5. Le modalità, i limiti d'importo ed i criteri di fruizione dell'agevolazione, le modalità e i criteri di applicazione dei controlli e delle sanzioni, da effettuarsi a cura dell'Agenzia della Regione autonoma della Sardegna per le entrate, sono definiti, entro trenta giorni dalla data di approvazione della presente legge, con direttiva della Giunta regionale, emessa su proposta dell'Assessore competente in materia di entrate, previo parere della competente Commissione consiliare da esprimersi entro quindici giorni, trascorsi i quali il parere si dà per acquisito.
6. Al fine di garantire la fruibilità dell'agevolazione mediante compensazione ai sensi del decreto legislativo n. 241 del 1997, articolo 17, è autorizzata la stipula, ai sensi del decreto ministeriale 21 maggio 2003, di una convenzione con l'Agenzia delle entrate, che disciplini le modalità operative e la movimentazione del fondo di cui al comma 1. A tal fine è autorizzata, nell'anno 2010, una spesa valutata in euro 300.000 (UPB S.01.04.001).
7. Il recupero dell'indebita fruizione del credito di imposta e l'irrogazione delle relative sanzioni sono eseguiti dall'Agenzia della Regione autonoma della Sardegna per le entrate, a' termini della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005), articolo 1, comma 421, e delle disposizioni di cui al decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, articolo 27, commi 16, 17, 18, 19 e 20, convertito in legge dall'articolo 1 della legge 28 gennaio 2009, n. 2 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale).
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 2
Il comma 1 è soppresso. (106)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 2
Il comma 2 è soppresso. (107)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 2
Il comma 3 è soppresso. (108)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 2
Il comma 4 è soppresso. (109)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 2
Il comma 5 è soppresso. (110)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 2
Il comma 6 è soppresso. (111)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 2
Il comma 7 è soppresso. (112)
Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 2
All'articolo 2 sono inserite le seguenti modifiche:
- comma 1: dopo le parole "base occupativa" sono aggiunte le parole "e la qualificazione professionale";
- comma 3 lett. b): dopo la parola "indeterminato" sono aggiunte le parole "ancorché assunti da imprese artigiane con il contratto di apprendistato finalizzato all'ottenimento di una qualifica professionale". (24)
Emendamento aggiuntivo Vargiu
Articolo 2
All'articolo 2, comma 2, dopo le parole "sezione G" sono aggiunte le seguenti: ", sezione I, sezione M, punto 73 limitatamente al codice 73.20, e sezione S". (25)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 2
Dopo il comma 6 è inserito il seguente:
6 bis. Alla fine del comma 6 dell'articolo 25 della legge regionale n. 2 del 2007 sono inserite le seguenti parole: "o presso soggetti in house". (130)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini
Articolo 2
All'articolo 2 dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma :
"7 bis. La Giunta Regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio al fine di dare copertura agli oneri di servizio per la continuità territoriale marittima da e per la Sardegna ovvero per una partecipazione pubblica alla gestione delle linee marittime della Società Tirrenia e collegate.". (40)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno
Articolo 2
Dopo il comma 7 è inserito il seguente:
"7 bis. Nelle more dell'approvazione di un provvedimento normativo statale avente carattere di riforma economica e sociale sono sospesi gli effetti in corso e sono abrogate le norme della L.R. 4/09.". (46)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Porcu - Barracciu
Articolo 2
Dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma:
"7 bis. Al fine di determinare i criteri di composizione dei budget di assegnazione degli stanziamenti alle Direzioni Generali dell'Amministrazione regionale per il rispetto del Patto di stabilità è definito prioritario ed indifferibile il trasferimento complessivo del Fondo unico ai Comuni e alle Province e ogni altro stanziamento avente carattere sociale e socio-assistenziale ivi compresi i finanziamenti destinati a favorire l'occupazione.". (55)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini
Articolo 2
All'articolo 2 dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma:
"7 bis. Al fine di determinare i criteri di composizione dei budget di assegnazione degli stanziamenti alle Direzioni Generali dell'Amministrazione regionale per il rispetto del Patto di stabilità è definito prioritario ed indifferibile il trasferimento complessivo del Fondo unico ai Comuni e alle Province e ogni altro stanziamento avente carattere sociale e socio-assistenziale ivi compresi i finanziamenti destinati a favorire l'occupazione.". (82)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Porcu - Barracciu
Articolo 2
Dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma:
"7 bis. A partire dall'esercizio finanziario 2010 i Comuni della Sardegna ai fini del calcolo del proprio patto di stabilità non computano i trasferimenti di cui al Fondo Unico, effettuati dalla Regione già nel rispetto del Patto di Stabilità, nel saldo finanziario dell'esercizio preso a riferimento del calcolo ed espressi in termini di competenza mista.". (56)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini
Articolo 2
All'articolo 2, dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma:
"7 bis. A partire dall'esercizio finanziario 2010 i Comuni della Sardegna ai fini del calcolo del proprio patto di stabilità non computano i trasferimenti di cui al Fondo Unico, effettuati dalla Regione già nel rispetto del Patto di Stabilità, nel saldo finanziario dell'esercizio preso a riferimento del calcolo ed espressi in termini di competenza mista.". (81)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini
Articolo 2
Dopo 1'articolo 2 è aggiunto il seguente :
Art. 2 bis
ZONE FRANCHE URBANE
1. Al fine di contrastare i fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire l'integrazione sociale e culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o quartieri delle città caratterizzati da degrado urbano e sociale, l'amministrazione regionale è autorizzata a predisporre un programma pluriennale di spesa in attuazione delle finalità previste dall'art. 1, commi 341, 341 bis, 341 ter e 341 quater, della legge n. 296/2006, cosi come modificato dall'art. 2, comma 562, della legge n. 244/2007, destinato a:
• Integrare, ove necessario, la dotazione di risorse per le zone franche urbane delle città della Sardegna selezionate con delibera CIPE n. 14/2009 dell''8 maggio 2009;
• Procedere alla selezione di nuove Zone Franche Urbane sul territorio isolano nel rispetto dei parametri previsti dalla normativa citata, nonché dei vigenti obblighi di notifica all'Unione Europea ai sensi dell'art. 88 par. 3 del Trattato CE;
• Garantire che tale selezione sia coerente con la necessità di dare una equilibrata copertura del provvedimento sull'intero territorio regionale;
• Sostenere un piano di attività di coordinamento al assistenza tecnica territoriale per lo sviluppo armonico ed integrato di tali iniziative anche attraverso l'utilizzo di fondi provenienti dalla programmazione Unitaria 2007 2013;
• Definire di un sistema di priorità nei bandì relativi ai programmi di spesa concernenti interventi nel campo sociale, dell'istruzione, della Formazione professionale e dei lavori pubblici alfine di concentrare e sostenere gli obiettivi sociali dell'intervento nelle Zone Franche Urbane;
• Garantire un sistema di valutazione permanente dell'intervento al fine di comprenderne le reali ricadute rispetto agli obbiettivi prefissati.
2. Il Programma di cui al comma I è approvato dalla Giunta Regionale entro 90 gg. dall'entrata in vigore della presente Legge.
3. Per la realizzazione dello stesso programma di cui al comma 1, verrà costituito un apposito fondo per il quale è autorizzata una spesa complessiva di euro 60.000.000, in ragione di euro 15.000.000 per ciascuno degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 (U.P.B. S ).
4. Al fine di garantire la fruibilità dell'agevolazione mediante compensazione ai sensi dell'articolo 17 del Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n- 241 è autorizzata, la stipula ai sensi del Decreto Ministeriale 21 maggio 2003 di apposite convenzioni con l'Agenzia delle Entrate, nonché con gli Istituti Previdenziali interessati, che disciplinino le modalità operative e la movimentazione del fondo di cui al comma 2. A tal fine è autorizzata, nell'anno 2010, una spesa valutata in euro 100.000 (U.P.B. S.01.04.001).
5. II recupero dell'indebita fruizione dei benefici previsti dal comma 1 e l'irrogazione delle relative sanzioni sono eseguiti dall'Agenzia della Regione Autonoma della Sardegna per le Entrate, a termini dell'articolo 1, comma 421 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e delle disposizioni di cui all'articolo 27, commi 16, 17, 18, 19 e 20 del Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito in legge dall'articolo 1 della legge 28 gennaio 2009, n. 2. (85)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini
Articolo 2
Dopo l'articolo 2 è inserito il presente articolo 2 bis:
Art. 2 bis
La Giunta regionale è autorizzata al finanziamento, anche con il concorso di risorse di provenienza statale e comunitaria, di progetti speciali finalizzati:
1. alla definizione di un sistema internazionale e mediterraneo di osservatori per l'intercettazione degli allarmi di crisi economico sociale e dei settori produttivi o delle prospettive di sviluppo delle attività produttive e dell'occupazione;
2. alla predisposizione e sperimentazione di modelli di intervento per prevenire e scongiurare gli effetti derivanti dallo stato di crisi economico - sociale o per anticipare e cogliere integralmente ogni opportunità di sviluppo dei settori produttivi e dell'occupazione.
Tali progetti elaborati avvalendosi di soggetti, pubblici e privati, di comprovata pluriennale esperienza in materia di politiche del lavoro e della formazione professionale e istruzione universitaria, sono realizzati tramite partenariato attivo con gli attori istituzionali, economico sociali e della conoscenza anche di altre regioni mediterranee e si collocano nel quadro delle iniziative regionali, nazionali e comunitarie per lo sviluppo della zona di libero scambio euro-mediterranea.
Al finanziamento dei progetti la Giunta concorre, a valere sul Fondo regionale per l'occupazione, nella misura massima di 2.000.000 di euro l'anno per gli anni 2010, 2011, 2012,1013. A tal fine il predetto Fondo è incrementato di euro 2.000.000 anno per gli anni dal 2010 al 2013 con copertura finanziaria FNOL parte corrente e parte capitale. (167).)
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire nella discussione dell'articolo 2 che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Barracciu, la quale ha a disposizione dieci minuti.
BARRACCIU (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi, questo articolo, al pari degli altri che costituiscono la legge finanziaria 2010, risente purtroppo dell'approssimazione e dell'improvvisazione del documento da cui, secondo la norma che l'ha istituito, dovrebbe discendere, cioè dall'approssimazione, secondo noi, e dall'improvvisazione del Programma regionale di sviluppo. Il Programma regionale di sviluppo, abbiamo già avuto modo di sottolinearlo e di richiamare la vostra attenzione su questo aspetto al fine di migliorare il Programma medesimo, non parte, come invece dovrebbe, da un'analisi approfondita di quelli che sono gli aspetti strutturali e gli andamenti economici del sistema regionale, cercando così di delineare eventualmente, come sarebbe stato auspicabile, scenari possibili con cui presumibilmente si confronterà la nostra economia. Il PRS, sotto questo aspetto, purtroppo risente di questa carenza fondamentale, cioè non delinea scenari, è un elenco di cose generiche da fare, non dà la misura dell'idea di Sardegna che il centrodestra ha, di ciò che vuole costruire, degli strumenti che vuole utilizzare per realizzare quel disegno. Quindi anche le norme inserite in questa manovra finanziaria risentono evidentemente di questa approssimazione e l'articolo 2 non fa, sotto questo aspetto, eccezione. La norma in esame rappresenta in questo senso semplicemente un palliativo per il "qui e ora" e, secondo noi, è lontana anni luce dall'essere una norma dagli effetti anticiclici, come è stata invece annunciata da più parti.
Nel merito voglio sottolineare, quindi, l'assoluta inadeguatezza e la disorganicità della misura del credito di imposta per le piccole imprese, prevista nell'articolo 2 del disegno di legge. Tale aiuto, infatti, ai sensi della restrittiva normativa comunitaria e anche secondo quanto disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 giugno 2009, potrà essere, come si sa, concesso fino al 31 dicembre 2010 e solo alle imprese entrate in difficoltà successivamente al 1º luglio 2008, in conseguenza della crisi finanziaria ed economica mondiale, con esclusione di quelle imprese che operano nel settore della pesca e della produzione primaria di prodotti agricoli.
Essendo questa la connotazione del credito di imposta, considerata l'atavica condizione di crisi, perché non è di oggi questa condizione in cui versa l'economia sarda, la decisione assunta di rivolgere la norma alle sole imprese che alla data del 31 agosto 2009 abbiano non più di 15 dipendenti, prevedibilmente è destinata a coinvolgere una ristretta cerchia di beneficiari. Sappiamo, invece, che coloro che avrebbero necessità di aiuti importanti, anche, perché no, del credito di imposta diversamente articolato sono molti, molti di più. Peraltro questo provvedimento, non essendo associato ad altri interventi di incentivo e per investimenti nei settori della ricerca, dello sviluppo e della innovazione, finisce esattamente per rivelarsi un palliativo, come dicevo prima. E' una misura anticiclica assolutamente insufficiente e che ha una scarsa propensione a favorire la crescita e la competitività delle imprese sarde. Una condizione questa essenziale per il reale mantenimento e l'eventuale incremento della base occupativa.
Quindi è una norma che avrebbe certamente delle potenzialità se non fosse costruita in maniera così disorganica e se effettivamente non escludesse, come invece succede, una larga parte delle imprese sarde che avrebbero necessità di essere aiutate. Sarebbe necessario, noi lo abbiamo sottolineato anche in Commissione e lo abbiamo detto durante la discussione generale, che questa norma fosse accompagnata da altre norme di sostegno e supporto tali da costituire un ventaglio non soltanto di aiuti, ma di interventi che sostengano davvero il mantenimento e lo sviluppo dell'impresa sarda. Così non è.
Noi a quest'articolo proponiamo degli emendamenti che cercano di allargare la prospettiva di sostegno alle imprese, di sostegno allo sviluppo economico e sociale della nostra Isola. Mi riferisco in particolare all'emendamento che riguarda l'istituzione di nuove zone franche urbane in Sardegna. Speriamo e ci aspettiamo che quell'emendamento, che può costituire un arricchimento sostanziale all'articolo 2 per il conseguimento degli obiettivi previsti nello stesso articolo 2 e nell'articolo 3, venga debitamente analizzato anche dalla maggioranza e approvato congiuntamente da quest'Aula. Chi tra i colleghi, del nuorese in particolare, ha assistito alla riunione del Consiglio provinciale di Nuoro che si è tenuta a Ottana, venerdì sera, per discutere della crisi dell'industria, ha potuto sentire i ragionamenti che sono stati fatti dai sindacati, dalla Confindustria, dalla CNA, dagli operatori economici del Nuorese, i quali hanno sottolineato la necessità e l'opportunità, per far fronte alla crisi economica che certamente non riguarda soltanto la provincia di Nuoro, ma si parlava in particolare di questa provincia, di approvare e mettere in campo l'istituzione di nuove zone franche.
Questo è un provvedimento molto atteso e ci si aspetta che il Consiglio regionale abbia la capacità di coglierne la necessità da parte dei territori. Non è un provvedimento che ha un colore politico, diciamo così, ma rappresenta una necessità diffusa, un'opportunità richiesta dai territori, in particolare da quelli più deboli. Quindi noi ci aspettiamo che quell'emendamento prima di tutto sia accolto dalla Giunta e poi sia approvato dal Consiglio regionale. All'Assessore chiederei se ritiene che le osservazioni circa il credito di imposta che noi abbiamo sollevato abbiano davvero, così come è per noi, un fondo di verità e se effettivamente, secondo il suo punto di vista, potranno e in che modo avere gli effetti che voi prevedete.
PRESIDENTE. Comunico, a integrazione di quanto dichiarato prima, che gli emendamenti numero 25, 40 e 85 dovranno essere dichiarati inammissibili se non verrà indicata la copertura finanziaria.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Quali emendamenti?
PRESIDENTE. Si tratta degli emendamenti aggiuntivi numero 25, 40 e 85, che sono privi di copertura finanziaria.
E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, cari colleghi, aiutare le piccole e medie imprese è un dovere sicuramente sacrosanto anche per noi ed è un impegno che condividiamo pienamente, anche se sappiamo che c'è già un piano di finanziamento notevole dell'Unione Europea per la ricerca e lo sviluppo delle PMI... Onorevole Matteo Sanna, posso svolgere il mio intervento?
Questo sviluppo che voi predicate e questa spinta all'estremo della concorrenza tra le imprese, al fine di ridurre sempre di più i prezzi dei prodotti per conquistare i consumatori, portano necessariamente alla riduzione dei costi laddove era più facile e ciò, come sempre, nei confronti dei più deboli, cioè dei lavoratori, che si sono visti via via sottrarre i diritti che avevano faticosamente conquistato. Sono convinto che dopo l'approvazione di questa tabella finanziaria torneremo tutti a sorridere, saremo tutti impegnati affinché il sistema della libertà d'impresa torni di nuovo a essere il motore, il modo migliore di strutturare l'economia, la società, la scuola e l'università, la ricerca e l'innovazione. Tuttavia non ci sono solo le imprese, ci sono anche altre forme di lavoro che sono essenziali per la crescita di ogni nazione. Questa finanziaria passerà...
Posso finire, Mario? Mi stai disturbando. Mi fa recuperare, per cortesia, Presidente?
PRESIDENTE. Onorevole Mario Diana, per cortesia! Prego, onorevole Ben Amara.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questa finanziaria passerà, avete i numeri. Il carburante del capitalismo amorale è sempre la fiducia. A tutto questo va aggiunto l'amore platonico, l'adeguarsi alle scelte del Governo attuale, basate su sofisticati modelli statistico-matematici e non sull'analisi reale delle diverse realtà sociali e anche imprenditoriali. So bene che la destra non usa mai o quasi mai la parola capitalismo, preferisce la parola mercato. Un'operazione cosmetica fiacca e insipida, destinata a coprire una scomoda realtà, quella delle corporation ovvero di un predominio della produzione capace di manipolare la domanda e in sostanza di controllarla.
Noi che siamo già in partenza collocati in una posizione di svantaggio e subalternità in quanto regione inserita nel Mezzogiorno - il sud del sud nel sud - al centro del Mediterraneo, scopriamo oggi che la nostra salvezza è nell'impresa; impresa che, ironia della sorte, proprio in questi mesi nel settore industriale sta chiudendo ovunque, disseminando disoccupati in tutta l'Isola.
Ma torniamo all'analisi del testo dell'articolo. Secondo i parametri fissati dall'articolo 2 di questa legge sono messi a disposizione delle imprese, sotto forma di credito di imposta, 50 milioni di euro, a patto che esse siano in debito con l'erario ossia presentino un utile di gestione. Ma che bisogno di sostegno hanno le imprese che presentano un saldo attivo di gestione e per giunta sono chirurgicamente individuate, punto per punto, nei settori indicati nella classificazione delle attività economiche ISTAT ATECO 2007?
Per quanto riguarda la previsione di un premio legato all'aumento di occupazione, devo confessare che trattandosi di piccole e medie imprese è logico che, seppure in attivo, queste imprese non siano in grado di generare se non pochissimi nuovi posti di lavoro. Quindi non si tratta di una manovra utile a risolvere la crisi occupazionale e generalizzata nel territorio. Come si può pensare che le famiglie spendano una parte del proprio reddito in spese voluttuarie, quando oggi siamo nella situazione nella quale le famiglie si indebitano perché non riescono neanche ad avere quanto necessita loro per vivere? Siete a conoscenza del fatto che anche i supermercati hanno introdotto la modalità di pagamento della spesa a rate? L'eccessiva offerta, se non sorretta dalla domanda di mercato, porta al fallimento. Se non si attua una politica di sostegno e di incremento della domanda, ossia di incremento del potere d'acquisto, non si riesce a uscire da questo labirinto esistenziale. Noi dobbiamo intervenire per attuare una politica di sostegno del reddito, dobbiamo porre fine o almeno ridurre il precariato e creare lavoro, stabilizzare subito coloro che aspettano di essere stabilizzati.
Forse sarebbe stato meglio destinare le risorse previste dall'articolo 2 di questa finanziaria ad ammortizzatori sociali, data l'urgenza e la drammaticità del momento. Ricordiamoci che è la stagnazione o il calo dei redditi del lavoro, ossia la deflagrazione salariale, assieme alla necessità politica di mantenere la crescita a ogni costo, che ha provocato il ricorso massiccio all'indebitamento delle famiglie, in particolare per l'acquisto della casa. Attraverso la cartolarizzazione dei redditi ipotecari abbiamo assistito alla disseminazione oltrefrontiera di atti che le agenzie finanziarie sapevano fin dall'inizio essere tossici. Sviluppare il nostro tessuto socioculturale significa democraticizzare la società, e il primo principio è quello dell'incalcolabile contro il calcolo del capitale, la non equivalenza contro l'equivalenza generale del denaro e della forma-merce, l'uguaglianza dell'incommensurabile contro la serialità dell'individualismo liberale, l'ordine del non scambiabile contro il regime mercantile dello scambio. E' nella creatività, o meglio nell'estetica e nell'etica che noi possiamo trovare le risorse necessarie per sottrarci all'ottuso potere di questo impero tecnocratico. Questa è la lean alternative di cui parlano gli economisti. Sostenere le piccole e medie imprese dovrebbe significare sostenere un'imprenditorialità che promuove la fertilità del suolo, un'agricoltura biologica su scala adeguata e le piccole imprese alimentari; catalizzare l'erogazione dei fondi e gli investimenti mirati a sostegno dell'agricoltura sostenibile e delle economie locali; sviluppare strategie di investimento socialmente responsabile di una nuova generazione sulla base del principio del carico massimo, dell'attenzione per la collettività, del senso del luogo, della diversità culturale e biologica, e della nonviolenza. Dobbiamo stare attenti a che le piccole e medie imprese non usino il denaro come fertilizzante sintetico. Se useremo il denaro come fertilizzante sintetico, otterremo la crescita artificiale, che non solo durerà poco, ma sarà anche priva di rapporti con la terra. Se, invece, useremo il denaro come il letame, potremo avere l'opportunità di creare un'economia basata su rapporti durevoli e sani, potremo creare un nuovo tipo di investitore, poco disposto ad accettare ritorni innaturali. Lo stesso verbo "investire" presuppone un rapporto di connessione: si investe in qualcosa legandosi con qualcosa. Qui lancio una sfida: perché non creare un sustainable food project, un programma per cibo sostenibile, per poter formare una nuova generazione in grado di considerare l'ecologia, la cultura e il gusto più importanti del potere o del denaro, con l'obiettivo di incoraggiare una cultura che tragga significato e piacere dalle connessioni tra persone, terra e cibo, affinché gli studenti possano entrare nel mondo del lavoro sapendo come nutrire sé stessi, le proprie comunità e la terra? Alla Yale University, per esempio, durante l'anno accademico 2007-2008 sono stati organizzati ventisei corsi sul tema della sostenibilità alimentare. Il piacere del cibo non è riservato ai ricchi e dovrebbe essere a disposizione di tutti. Anche il piacere di lavorare per produrre cibo è una cosa su cui dobbiamo riflettere: il lavoro in una fattoria dovrebbe essere piacevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. E' necessario che un altro Capogruppo appoggi la richiesta.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Mula e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 39 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, preliminarmente le contesto formalmente la dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento numero 46, che dimostra ancora una volta come le regole non sono mai uguali e andiamo sempre a geometria variabile. Nonostante il lungo elenco di commi e controcommi, la motivazione addotta non rispetta quanto da lei deciso per quanto riguarda invece i commi 10 e 11 dell'articolo 1…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, intervenga sull'articolo 2, perché, come lei sa, le decisioni della Presidenza sono inappellabili, per cui ho già comunicato le determinazioni della Presidenza. Prosegua con la discussione sull'articolo 2. Grazie.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La sua dichiarazione è accolta, la mia libertà di espressione è altrettanto insindacabile in quest'Aula, quindi mi consenta di concludere il pensiero.
I commi 10 e 11 dell'articolo 1 hanno identica natura modificativa della legislazione regionale corrente, così come l'emendamento numero 46. Lei usa due pesi e due misure, la maggioranza non vuole neanche il disturbo del richiamo di alcune materie, ne prendiamo atto, ma è una sequenza costante di comportamenti antidemocratici e anche un po' contraddittori tra loro.
La stessa cosa vale per l'emendamento numero 40, che non ha bisogno di copertura finanziaria, perché delega la Giunta ad apportare le eventuali e necessarie variazioni di bilancio. Questo emendamento introduce un comma di carattere programmatico perché, allo stato delle cose, nessuno è in grado di conoscere la natura finanziaria dell'onere. Lei non può chiederci di indicare la copertura finanziaria di una consistenza che non è nota perché implica una trattativa, un'azione che è descritta nell'emendamento. Queste cose è bene dirle e lasciarle gli atti, perché quando concluderemo questa legislatura sarà chiaro, sarà chiarissimo a tutti il comportamento discriminatorio e anche contro le tutele che le minoranze devono avere nel proporre argomenti e nel cercare di sollevare questioni che attengono comunque al bene comune.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 85, le segnalo che la copertura finanziaria è data dal FNOL, mediante riduzione della riserva dei punti 3 e 4 della tabella A allegata alla legge. L'importo è scritto nell'emendamento, la copertura è questa, e così possiamo discutere.
L'articolo 2 è in piena sintonia con tutto l'impianto di questa finanziaria che, vorrei sottolineare, colleghi, non stiamo discutendo in un momento qualunque o rituale, ma stiamo discutendo esattamente pochi giorni dopo, anzi poche ore dopo che la Sardegna è stata dichiarata, da statistiche nazionali, la regione più povera d'Italia. Sarà un caso, però certamente voi ci state dicendo - il collega Murgioni annuisce - che con questa finanziaria risolveremo i problemi. Così doveva essere anche con il collegato e con la finanziaria precedente. L'iniziativa della riduzione del credito di imposta avrebbe avuto senso forse nella precedente finanziaria, perché, se guardiamo alle scadenze che sono state richiamate dalla collega Barracciu, essendoci la necessità di approntare una direttiva fra un mese, acquisire il parere della Commissione, siglare la convenzione di cui al comma 6, io credo che con i tempi conosciuti della nostra burocrazia regionale non otterremo niente. E certamente se qualcosa otteniamo (50 milioni di euro), la otteniamo, Assessore, nel momento in cui ci proponiamo di chiudere il recinto a "buoi scappati", perché se è vero com'è vero che la Sardegna è stata dichiarata la Regione più povera di tutta l'Italia, di che cosa stiamo parlando? Di gente che sta per licenziare, quindi noi con la lettera c) del comma 3 preveniamo i licenziamenti, quando abbiamo fatto degli interventi, nella finanziaria e nel collegato, sugli ammortizzatori sociali anche per quelli che non avevano questo tipo di copertura? Di che cosa stiamo parlando? Di un momento di rilancio dell'economia? Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una fase nella quale anche questo articolo, che è collocato in un momento congiunturale troppo avanzato della crisi, rischia di non essere efficace e risolutivo di niente, perché 50 milioni immobilizzati qui, di fronte alla regione più povera d'Italia, Assessore, le dovrebbe richiamare l'idea che i soggetti di emergenza sui quali devono intervenire i nostri provvedimenti sono ben altri. Sono ben altri! Della destrutturazione del sistema occupativo in Sardegna, insomma, ne stiamo parlando un giorno sì e l'altro pure, per cui di che cosa stiamo parlando? Io credo che dovreste prestare più attenzione ad altri strumenti che noi abbiamo indicato nei nostri emendamenti, che voi provvedete sistematicamente a dichiarare irricevibili o a classificare come non utili alla risoluzione delle situazioni.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 46, noi facciamo esattamente quello che riteniamo utile. A distanza di qualche mese dal varo della miracolistica legge sul piano casa, stiamo ancora aspettando i 40 mila cantieri e i 12 mila occupati! Io capisco che tra l'una cosa e l'altra ci sia una correlazione, perché la speranza ce l'avete ancora, e forse anche questo provvedimento sul credito di imposta va ad agevolare alcune imprese che in questo settore magari sperano sempre di andare avanti, però noi abbiamo anche il dovere di segnalare l'inefficacia di alcuni provvedimenti e anche la pendenza di alcune illegittimità, che da qui a poco verranno rilevate. Complessivamente credo che, invece, l'emendamento che riguarda la continuità territoriale e marittima dovrebbe interessare questo Governo regionale per il semplice fatto che, così come è avvenuto anche di fronte alla crisi, con una diversa autorevolezza istituzionale e autonomistica la Regione Sicilia ha ottenuto, sotto la crisi e anche sui fondi FAS, e non solo su quelli, forse più di quello che chiedeva. L'autonomia regionale sarda, invece, è disattenta rispetto ai processi che riguardano la difesa della continuità territoriale marittima della Sardegna, che non riguarda solo i passeggeri, perché sappiamo che vengono svolte anche attività di carattere commerciale attraverso i vettori della Tirrenia. Il Governo regionale, dovrebbe essere informato delle attività che sono in atto da parte di altre Regioni e in particolare della Sicilia per cercare di espropriare la Sardegna, che ha il maggiore carico di tratte a cui queste regioni sono interessate, della possibilità di intervenire in questa materia. Il Governo regionale è silente. E' vero che non dobbiamo difendere determinati servizi, ma piuttosto che essere gestiti dalla Sicilia, credo sia opportuno che la Regione Sardegna spenda una parola e intervenga per garantire la continuità territoriale marittima attraverso la partecipazione pubblica e anche societaria, così come sta proponendo la Sicilia, sulle linee marittime della società Tirrenia e delle società collegate.
Per quanto riguarda le zone franche urbane, ci piacerebbe sentire una parola da parte del Governo regionale sull'utilità di questo provvedimento, sulla sua importanza, sul fatto che esperienze recenti indicano essere questo uno strumento efficace e di immediata fruibilità, che in una condizione economica come quella che ho descritto prima della Sardegna risulterebbe particolarmente interessante.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, la vorrei tranquillizzare sul fatto che non c'è nessun comportamento discriminatorio e tanto meno ci sono due pesi e due misure. Poiché lei ha richiamato i commi 10 e 11 dell'articolo 1, le ricordo che il comma 10 è ammissibile in quanto abroga una norma di una legge finanziaria e non di un'altra legge regionale, mentre sul comma 11 si era già espresso il Presidente della terza Commissione, che ha reso ammissibile l'emendamento ad esso presentato in quanto esisteva un contrasto tra due norme ed è stato approvato per consentire una migliore spendita dei fondi. Comunque è una decisione che è stata in capo al Presidente della Commissione che, come lei sa, è deputato a decidere in sede di Commissione sull'ammissibilità degli emendamenti.
E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, nell'intervenire sull'articolo 2 utilizzerò qualche minuto per soffermarmi sul Programma regionale di sviluppo e su ciò che in esso è scritto circa gli interventi per i settori produttivi: industria, agricoltura, artigianato e così via. Cioè, quali interventi sono previsti per agevolare, migliorare lo sviluppo economico e quindi incrementare l'occupazione attraverso le attività produttive della nostra regione? Mi pare che negli interventi contenuti sia nella finanziaria sia nel Programma regionale di sviluppo non ci sia altro che una fotografia dell'esistente, cioè delle situazioni di difficoltà, di crisi, legate anche all'industria, che non è slegata dai settori produttivi, in quanto la crisi ovviamente colpisce anche l'industria sarda e il relativo indotto, ossia le attività a essa collegate. Quindi l'essersi, diciamo, distratti nel momento in cui lo Stato italiano cedeva a Sartor, imprenditore che con difficoltà avrebbe potuto rilanciare la chimica nel nostro Paese, con il chiaro obiettivo di abbandonare un settore fondamentale e strategico, che nessun altro Stato al mondo avrebbe mai abbandonato, evidentemente ha comportato una crisi, una difficoltà e la perdita di ulteriori posti di lavoro anche in tante imprese collegate al settore della chimica. Abbiamo letto in questi giorni della vicenda Alcoa, dei lavoratori che nuovamente manifestano, delle indecisioni, delle difficoltà, della non certezza circa il rilancio e la ripresa di quel settore.
Ebbene, per quanto riguarda gli interventi si è detto, lo si può leggere nel vostro Programma regionale di sviluppo, che vanno snellite le procedure amministrative nei confronti delle attività produttive, che bisogna aiutare con incentivi e un miglior accesso al credito le imprese isolane, che è necessario creare un sistema di innovazione per le imprese, proprio perché esse sono carenti di innovazione, di strumenti per poter reggere sul mercato. Io credo che gli interventi previsti all'articolo 2 per incentivare lo sviluppo delle attività produttive, in particolar modo con stanziamenti volti a sgravare le imprese di alcuni costi, non siano sufficienti. In un periodo in cui le imprese, in particolare nel settore dell'industria, hanno difficoltà, lo Stato, la Regione e gli enti locali dovrebbero essere messi nelle condizioni di creare strumenti per aiutarle a fornire maggiori servizi e sgravarle in termini indiretti, non solo quindi in termini di costi, ma anche di dotazione di strumenti efficaci per poter lavorare, in quanto anche questo corrisponde a minori costi. Ebbene, in questo senso vanno sicuramente incentivati i SUAP, perché ancora non tutti i comuni della Sardegna hanno attivato sportelli in grado di rispondere, in tempi brevi e con la celerità che questo strumento doveva assicurare, alle esigenze e alle richieste delle imprese di accelerazione delle procedure per la formazione in Sardegna di nuove imprese e quindi di nuova occupazione.
Mi pare che per quanto riguarda i settori produttivi, l'artigianato andrebbe aiutato in termini, ad esempio, di messa in relazione delle imprese artigiane con il design, con professionalità di eccellenza, in modo tale che possa affermarsi un artigianato di qualità, che è già presente in alcuni ambiti, ma va ulteriormente rilanciato perché possa affacciarsi sul mercato internazionale. Quindi le imprese artigiane solo con l'aiuto della Regione e collaborando tra loro, per esempio per la partecipazione a fiere internazionali, possono essere messe nelle condizioni di affacciarsi su nuovi mercati ed essere per lo meno conosciute in altri Paesi, non foss'altro perché il nostro artigianato è di qualità. Abbiamo esempi di eccellenza anche nell'innovazione e nella ricerca, negli studi di design e nella elaborazione di concetti storici dell'artigianato che potrebbero presentare, e in alcuni casi hanno già, elementi di innovazione, di caratterizzazione, di modernità corrispondenti alle esigenze attuali del mercato e che potrebbero fornire nuovo sviluppo e nuova occupazione, anche di professionalità qualificate come quelle di tanti giovani che, nell'ambito delle arti, della cultura, della ricerca anche in artigianato avrebbero tanto da dare.
Inoltre sarebbe bene investire le risorse messe a correre per la formazione professionale proprio in relazione alla migliore formazione possibile e continua per le imprese, perché c'è bisogno di un adeguamento continuo delle professionalità presenti nelle imprese rispetto alle nuove richieste del mercato e anche alla competizione con le imprese che operano in altri Paesi. C'è bisogno di una formazione continua e mirata a coloro che già lavorano e che hanno bisogno di una formazione migliore, soprattutto in attività come quelle artigiane, proprio perché queste attività non siano rivolte solo ed esclusivamente al mercato interno e le imprese sarde lavorino solo per i sardi, ma per fare in modo che queste imprese, anche se piccole, anche se non strutturate, possano insieme essere messe nelle condizioni di competere con le imprese di altri Paesi. Abbiamo degli esempi nel settore vinicolo, dove tante imprese hanno ormai raggiunto un livello di qualità e sono in grado di lanciare i loro prodotti sul mercato internazionale, tanto che i vini sardi sono conosciuti all'estero. Molte cantine sarde sono infatti riuscite ad avere dei punti vendita all'estero e i loro prodotti sono venduti persino negli Stati Uniti. E' bene applicare le stesse ricette laddove le imprese di cui ho detto hanno investito in innovazione, in ricerca, qualificando maggiormente i loro prodotti, migliorandoli, adeguando persino la veste grafica delle bottiglie alle esigenze pubblicitarie, a un miglior gusto estetico. Attraverso l'utilizzo di grandi professionalità e di alte specializzazioni si è potuto fare in modo che queste imprese esportino in altri Paesi. Questo è un metodo che va applicato a tutto il sistema dell'impresa isolana, perché per competere oggi sono necessari qualità, migliore formazione e investimenti in quella direzione.
Ebbene, le vostre idee, invece, non vanno verso questa direzione. Ci si limita a dare un incentivo che non aiuterà le imprese se non nel breve o brevissimo periodo. Senza un rilancio e un incentivo vero in quella direzione, le imprese isolane avranno difficoltà a reggere sul mercato e a stare in campo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intanto ringrazio l'onorevole Zedda per aver riportato il dibattito al tema oggetto della discussione, perché a sentire l'onorevole Gian Valerio Sanna, signora Presidente, lei ormai è diventata quasi un incubo, perché non c'è argomento sul quale si dibatta che non veda preliminarmente una sorta di messa in discussione di ogni decisione della Presidenza.
Non intendo assolutamente assumere la difesa d'ufficio di nessuno, ma, vivaddio, voler elevare il tono della polemica mettendo in discussione decisioni che, è noto a tutti, la Presidenza assume all'esito anche di una istruttoria e di una valutazione sotto il profilo tecnico da parte degli Uffici, significa non avere considerazione e neanche rispetto, mi si consenta, del ruolo professionale degli Uffici della Presidenza del Consiglio regionale. E allora, rimaniamo veramente, anche con i toni, su un piano più sereno e responsabile, perché è inutile divagare su aspetti che nulla hanno a che vedere con l'articolo in esame.
L'onorevole Gian Valerio Sanna, a proposito della povertà a cui faceva riferimento, farebbe bene a leggersi l'articolo 4 di questa finanziaria, che non è certamente frutto dell'azione di non governo di questa Giunta, perché gli effetti di una crisi che viene da lontano, e che in Sardegna ancora perdurano, sono anche effetti di azioni rispetto alle quali probabilmente l'onorevole Sanna, che faceva parte del Governo regionale fino a qualche mese fa, dovrebbe darsi da solo le risposte. Lo invito a leggersi bene l'articolo 4, e quando ci arriveremo approfondiremo, per vedere che cosa questa Giunta regionale e questa maggioranza stanno cercando di fare per le politiche sociali. Per la verità si tratta di interventi che costituiscono il proseguimento di azioni già avviate con le precedenti finanziarie, ma non si può strumentalmente, in maniera capziosa davvero, porre a carico di questa Giunta regionale e di questa maggioranza il fatto drammatico, oggettivo, che è sotto gli occhi di tutti, della persistenza di un grave disagio sociale. E proprio per fronteggiare l'emergenza sociale si è previsto, in questa legge finanziaria, l'utilizzo di una quantità di risorse che, se pure non risolveranno determinati problemi nel corso dell'esercizio 2010, certamente contribuiranno quanto meno a limitare gli effetti che uno strato vasto della nostra società soffre sulla propria pelle. E bene ha fatto questa Giunta a dotare di notevoli risorse finanziarie proprio quelle azioni di contrasto alla povertà.
Torniamo all'articolo 2. Io capisco che si affrontano temi che nulla hanno a che vedere con la finanziaria perché c'è imbarazzo nella sinistra, c'è imbarazzo nelle opposizioni perché non sono state fatte in precedenza azioni qualificate e qualificanti tali da poter dire oggi: "Beh, anche noi una qualche risposta al sistema produttivo, al sistema imprenditoriale sardo l'abbiamo data". Si può essere d'accordo oppure no, ma oltre al riferimento alla non adeguatezza dello stanziamento di 50 milioni di euro non ho sentito una parola sulla novità vera che qualifica l'azione di questa Giunta e di questa maggioranza per la prima volta in una finanziaria, che sono appunto le disposizioni in materia di credito di imposta, che rappresentano, nella nostra visione, anche il superamento di un sistema degli incentivi che, come sappiamo, hanno creato non pochi problemi al sistema delle imprese, le quali, per bene che vada, vedono il contributo dopo qualche anno, a costo di sacrifici incredibili, passando per tutte le pastoie bancarie prima e burocratiche poi.
Avremmo voluto sentire che cosa ne pensano le opposizioni, se hanno proposte alternative per correggere questo sistema che è stato proposto, perché sappiamo che comunque con questo sistema possiamo fare una cosa utile in questo particolare momento in cui il tasso di disoccupazione purtroppo anche in Sardegna è tornato a due cifre. Intanto il credito di imposta ha l'effetto di mantenere e soprattutto di accrescere l'attuale base occupativa in attesa di una ripresa economica, perché, onorevole Sanna, mai il presidente Cappellacci o l'assessore La Spisa o qualcuno di questa maggioranza ha detto che la crisi è superata. Assolutamente no, anzi legga la relazione che accompagna il disegno di legge finanziaria, in cui in maniera onesta e responsabile si è messo in evidenza che in Sardegna si potrà parlare di ripresa forse nel 2011. Per fare questo si pongono oggi in essere delle misure cercando di cogliere nel segno rispetto a quell'obiettivo.
Si tratta intanto di uno strumento rivolto al sistema delle piccole e medie imprese, cioè a quelle imprese che occupano da 1 a 15 dipendenti, che quindi interviene in quei settori che maggiormente risultano aver subito negli ultimi anni, nell'ultimo anno in particolare, gli effetti della crisi. Non solo, vengono anche individuati i settori che nella nostra visione devono essere sostenuti. Su questo io sono certo che voi non siete d'accordo, però per noi sono strategici il settore delle costruzioni, il settore del commercio, il settore tessile, il settore della lavorazione dei metalli e dei minerali non metalliferi, il settore chimico e quello meccanico. Avete da proporne degli altri? Ne è stato dimenticato qualcuno? Ditecelo, ma smettetela con questa polemica fine a se stessa. Cioè di fronte all'introduzione di un sistema, di un modello innovativo si richiamano i dati sulla povertà!
Per la prima volta in una finanziaria si introduce un sistema che consentirà al sistema delle imprese di avere in tempi celerissimi, a semplice domanda, lo sgravio degli oneri fiscali e contributivi, superando quelle pastoie burocratiche di cui prima ho parlato. Ecco perché riteniamo che la Giunta abbia colto davvero nel segno anche prevedendo la possibilità che per ogni nuovo occupato si possa stimare un aiuto medio di circa 1.500 euro. Sono strumenti, misure che sicuramente non risolveranno il problema fra qualche mese, ma siccome non sono misure straordinarie una tantum noi vogliamo che queste misure siano a regime e accompagnino tutto il periodo fino a che, appunto, la crisi non sarà effettivamente superata e si sarà riportato il tasso di disoccupazione al livello della media nazionale, ma soprattutto per consentire al sistema produttivo sardo di percepire che veramente la Regione gli è vicina e lo sostiene, dimenticando quello che purtroppo sappiamo tutti essere successo nel bel mezzo della crisi nei mesi passati.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, utilizzo solo qualche minuto per fare due considerazioni che vorrei lasciare agli atti nel merito della discussione dell'articolo 2, come richiamava prima anche l'onorevole Pittalis.
Lo stanziamento di 50 milioni di euro mostra che questa Regione è capace di mobilitare risorse importanti in una finanziaria che, per ricordarne uno degli aspetti principali, chiude comunque il bilancio in pareggio. L'ultima volta che la destra è stata al governo di questa Regione ha approvato una finanziaria che prevedeva un indebitamento di 1 miliardo e 300 milioni di euro circa e aveva pochissime risorse di cui disporre, a suo giudizio, per un settore piuttosto che per un altro. Questa finanziaria chiude il bilancio in pareggio e dispone anche di 50 milioni di euro per una iniziativa che per certi aspetti è positiva per altri meno, poi vedremo.
Ciò significa, onorevole Pittalis, che forse non tutto quello che riguarda l'esperienza che anche Gian Valerio Sanna ha fatto nella precedente Giunta è da buttare. Parliamo di 1 miliardo e 600 milioni di euro, che è quello che la Giunta dichiara essere l'effetto positivo della battaglia sulle entrate. Io credo che la cifra sia un po' più alta, ma avremo modo di ritornare su questo punto. In ogni caso 1 miliardo e 600 milioni di euro sono a disposizione di questa maggioranza per predisporre una legge finanziaria che non fa nuovi debiti e può utilizzare 50 milioni di euro per un provvedimento importante. Mi sembra un risultato che meriterebbe una targa vicino a un ascensore!
Detto questo, ancora sul merito dell'articolo 2: si fa un accordo con l'Agenzia delle entrate, mostrando quindi la capacità di questa Regione di esercitare la leva fiscale, la leva tributaria. Io credo che questo sia un aspetto importante, Presidente. La Regione, al di là dei mille proclami sullo Statuto, al di là dei fiumi di parole che sono state spese, cerca di avanzare acquistando nuovi spazi di autonomia e di sovranità, ad esempio nell'esercizio delle politiche fiscali. Vorrei ricordare che troppo in fretta questo Consiglio regionale si è sbarazzato di un avanzamento nell'esercizio delle politiche fiscali di questa Regione, ad esempio per quanto riguarda le imposte sull'ambiente e tra queste l'imposta di soggiorno. Qualche giorno fa era qui a Cagliari un giudice della Corte costituzionale, il giudice Gallo, che ha contribuito alla sentenza che ha sanzionato le cosiddette tasse sul lusso in quanto c'erano dei limiti di costituzionalità sull'imposizione dell'imposta sulle seconde case in Sardegna. Tuttavia quella stessa sentenza della Corte costituzionale ha fatto avanzare lo Statuto della Sardegna affermando, per la prima volta, che la Sardegna ha capacità impositiva su alcuni temi, come quelli, appunto, della tutela dell'ambiente e del turismo. Si è trattato di un passo avanti importante insieme ad altri, tra cui la costituzione dell'Agenzia regionale per le entrate, che rappresenta un avanzamento effettivo verso quel nuovo Statuto che tutti vogliamo scrivere. La Corte costituzionale ha partecipato alla riscrittura dello Statuto dicendo per la prima volta che la Sardegna ha capacità impositiva, anche attraverso l'imposta di soggiorno, e in questo caso voi proponete di esercitarla attraverso una riduzione del peso fiscale sulle imprese.
Mi preme ricordare una cosa: qualche settimana fa è apparsa una nota del Ministero dell'economia che ricordava come la Sardegna insieme a Valle d'Aosta, Trentino, Friuli e Toscana sia tra le poche Regioni che non ha avuto l'obbligo di portare l'addizionale IRPEF al suo valore più alto per finanziare il disavanzo della sanità. L'addizionale IRPEF in Sardegna è applicata nella misura dello 0,9 per cento, non dell'1,4 per cento, grazie a delle politiche di rientro dal disavanzo sanitario.
Ancora sulle politiche fiscali: voi usate, in questo caso, la politica fiscale per sostituirvi allo Stato. Il Governo Berlusconi da tempo promette di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, promette di ridurre il peso fiscale per le imprese. In realtà il peso fiscale non diminuisce, addirittura aumenta un po', e noi che cosa facciamo? Usiamo le risorse faticosamente conquistate da questa Regione per fare quello che avrebbe dovuto fare lo Stato, e cioè restituiamo un po' di soldi a chi capita, a pioggia! Infatti non si tratta di una politica fiscale a cui altre volte abbiamo assistito in questo Paese, per cui si fa un patto col mondo delle imprese in base al quale chi investe, cresce, corre dei rischi o assume nuovo personale ha diritto a un credito di imposta. In questo caso il credito di imposta è dato a pioggia, senza prestare attenzione alle diverse situazioni, come nelle peggiori politiche di contributi a fondo perduto. Il rimborso, cioè, non è dato alle nuove imprese o per nuovi investimenti o nuove assunzioni, ma è dato a tutti semplicemente in base all'esistenza in vita. Mi sembra una politica di incentivazione un po' debole.
In conclusione del mio intervento mi ricollego a ciò che diceva chi mi ha preceduto. Io sono certo che le piccole imprese della Sardegna, quelle che hanno da 1 a 15 dipendenti, hanno bisogno di aiuto anche se non investono, anche se non assumono nuovo personale. Queste imprese si aspettavano probabilmente delle politiche di diminuzione del peso fiscale da parte dello Stato. Non le hanno avute e voi proponete che provvediamo noi, attraverso una scelta io credo non equa, non equilibrata. Perché è vero che hanno bisogno di aiuto gli artigiani, ma hanno bisogno di aiuto anche i dipendenti di quegli artigiani, anche coloro che sono stati licenziati da quegli artigiani o anche i disoccupati che in un'impresa artigiana non ci sono mai passati, perché sono ancora in cerca di prima occupazione. E allora forse, e lo propongo a quest'Aula, sarebbe stato meglio investire in una politica di welfare che riguardasse tutti i cittadini sardi in un momento di crisi come questo. Probabilmente avremmo potuto investire maggiormente in una politica sussidiaria di ammortizzatori sociali, per estenderla effettivamente a tutti i cittadini sardi che oggi non hanno titolo per usufruirne. Si sta facendo la scelta, certamente semplice, grazie alle cose che abbiamo detto prima, ma direi anche indiscriminata, di investire una cifra importante, 50 milioni di euro, a vantaggio solamente di una parte dei cittadini di questa regione e io non credo che sia giusto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Innanzitutto chiedo scusa per la voce che non mi assiste oggi. Voglio poi correggere quanto ha detto l'onorevole Pittalis in ordine alle dinamiche innovative introdotte dall'articolo 2. L'articolo 2 ha lo stesso funzionamento sostanziale della legge numero 36 del 1998, targata quindi undici anni fa sulla base della proposta di un piano generale di interventi destinati allo sviluppo e all'occupazione che fece la Giunta di centrosinistra guidata da Federico Palomba. La legge numero 36 ha funzionato per diversi anni e dove è caduta? Esattamente nella trappola che prima indicava l'onorevole Soru, cioè è caduta per la sua indiscriminata attività di sostegno: nasceva per sostenere le imprese manifatturiere, ha finito per sostenere le società dei dentisti e dei notai! Quindi non è servita a determinare una maggiore produttiva occupazione, a concorrere alla costruzione di un sistema produttivo regionale solido, forte, che poggiasse la sua base sul sistema delle imprese manifatturiere, cioè di quelle destinate alla trasformazione dei materiali, piuttosto ha operato in un sistema di servizi sregolato e fatto di soggetti che si perfezionano e si professionalizzano nell'accaparramento del danaro pubblico.
Questo è il limite anche dell'articolo 2, sul quale non c'è un pregiudiziale atteggiamento negativo da parte della minoranza. Non è che non vogliamo che le imprese, soprattutto quelle piccole, siano sostenute, anzi vogliamo sostenerle, ma vogliamo sostenerle meglio, dentro un quadro definito di interventi che abbiano come obiettivo la salvaguardia, la tutela di quel minimo sistema produttivo regionale che ancora resiste, e vogliamo anche lo sviluppo di quel sistema.
Il problema di questa finanziaria, ma anche e soprattutto dell'idea che sta alla base del Programma regionale di sviluppo, che dovrebbe essere poi la mamma della finanziaria e del bilancio, è che è veramente povera, è così povera di idee, così priva di prospettiva, così acquisita acriticamente da realtà totalmente diverse da quella della Sardegna che è destinata al fallimento. Cioè questa finanziaria è un insieme, un'accozzaglia di interventi a sé stanti che tendono a rispondere a esigenze, a rappresentazioni di bisogni, forse in qualche caso anche veri, ma fuori da una cornice seria di possibile sviluppo non per la Lombardia, ma per la Sardegna. Quando alcuni anni fa si inventò la flessibilità - lo ricorderete, perché noi l'abbiamo avversata, voi l'avete sostenuta -, cioè più licenzi più assumi, il Partito Radicale fece grandi battaglie. Voi liberisti faceste le vostre battaglie, ma il risultato noi lo vedevamo e avvertivamo del rischio di un eccesso di flessibilità, dell'affermarsi dell'idea che fosse giusto dare al datore di lavoro la possibilità di cacciare via quando voleva il proprio dipendente, del non essere più ancorati al territorio. L'intercettazione dei capitali la ricordate? Anche in legislature avanzate si è sostenuto che la chiave di rilancio del sistema produttivo era l'aumento della competitività delle imprese, che avveniva sempre e comunque attraverso una riduzione dei costi del lavoro. La realtà è che abbiamo prodotto precariato, la realtà è che siamo più poveri di prima, la realtà è che anziché aver intercettato capitali, quei pochi che c'erano se ne sono andati da altre parti, e in questi giorni, in queste ore, si decide il destino di grandi imprese industriali che ancora resistevano all'interno dei nostri poli industriali.
La realtà è che non ne avete azzeccata una, né voi né i vostri consiglieri. Avete sbagliato, avete fallito! E c'è un indebolimento così generale, anche del sistema nazionale e internazionale nel quale operiamo, che l'importante per alcuni non è superare la crisi complessivamente, cioè rilanciare la capacità produttiva del sistema occidentale, dell'Europa, ma salvare sé stessi, cercando di sfruttare meglio gli altri. Un po' quello che succede nel Governo nordcentrico il cui taglio di politica economica e di politica per il lavoro è quello leghista, quindi dispregiativo del Mezzogiorno e del sistema insulare.
Con questo cosa voglio dire? Voglio dire che noi dovremmo avere il coraggio di rompere la sudditanza, che è culturale rispetto a Milano ed è politico-burocratica rispetto a Roma. E purtroppo io non lo vedo questo segnale. E quando servirà l'unità, perché continuamente invocate l'unità del sistema, dagli enti locali alla Regione, alle parti sociali e anche alle opposizioni, per reggere uno scontro con lo Stato, che è chiaramente scarsamente disponibile a risolvere i problemi della Sardegna, anzi si porta via le risorse che le erano già state destinate, ebbene per le prime volte l'avrete, poi le responsabilità saranno diverse. Peggio per chi si è piegato a un'idea che va benissimo per la Lombardia di Formigoni, ma che, come qualcuno direbbe, "non c'azzecca nulla" con la Sardegna, cioè l'idea di pensare che l'intrapresa nasca da sola, oppure con un contributo come questo dell'articolo 2, che, ripeto, è prevalentemente a pioggia, coglie tutti, imprese locali e no, e non costruisce tessuto economico, perché è una risposta a sportello, sulla quale non siamo contrari, che non determinerà crescita di occupazione.
Nel contempo, oltre a questo strumento povero, a questa disarticolata proposta che è nella finanziaria, che cosa abbiamo? Abbiamo masse imponenti di risorse che giacciono nelle casse della Regione! Leggevo prima, nel documento che ci avete consegnato, un dato che non so se sia esatto. Ma è possibile che ci siano 117 milioni e 959 mila euro di residui in conto fondi regionali per contributi alle imprese artigiane? Allora, se non funziona mai nulla, se i 160 milioni di euro per il lavoro rimangono lì, a languire, se non c'è un atto di spesa vera che vada verso il sistema, perché ci sono 4 o 5 misure veramente deboli, di contorno, forse, diciamo, poco poco accettabili, ma assolutamente lontane dall'essere risolutive, insomma se non si affronta il tema alla radice, gli appelli non serviranno a niente! In questi giorni, in queste ore, forse avremo pessime notizie da Roma. E in questi giorni, in queste ore, si accentua, anche perché siamo vicini alle feste natalizie, il disagio sociale. Non caveremo un ragno dal buco. Non lo caverete voi e sarà molto difficile che lo cavi la Sardegna e il suo popolo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Assessore, tutti gli indicatori economici testimoniano la drammaticità della crisi dell'economia del nostro sistema isolano. La nostra regione, attraverso gli effetti di questa crisi, testimonia alcune cose che voglio richiamare brevemente, per poi dare un suggerimento alla Giunta e alla maggioranza.
Com'è stato ricordato recentemente anche da "L'Unione Sarda", che non è certamente un organo di informazione del centrosinistra, ma un organo di informazione corretto, in Sardegna i sardi sotto la soglia della povertà hanno superato le 350 mila unità, credo sia un dato inconfutabile. Abbiamo, come ricordate voi stessi nel Programma regionale di sviluppo, un tasso di disoccupazione del 13,1 per cento. Ricordo io, visto che voi non lo dite, che abbiamo il tasso di occupazione più basso del Paese e la percentuale più alta di lavoratori precari e che in questa regione il passaggio da un contratto atipico a uno a tempo indeterminato è il più lento d'Italia. E questo porta, appunto, a quella percentuale di lavoratori precari di cui certamente non dobbiamo essere orgogliosi.
Voglio ricordare, assessore La Spisa, non a lei che lo sa bene, ma a un'Aula distratta, che invece farebbe bene a non distrarsi di fronte a ciò che sto per dire - anche se è noto a tutti, per carità, scopro l'acqua calda - che l'INPS qualche settimana fa ha reso noto che i redditi da pensione INPS in Sardegna sono i più bassi d'Italia. E anche questo è un dato inconfutabile. I redditi da lavoro dipendente (fonte Istat) sono ugualmente i più bassi d'Italia. Se poi vogliamo aggiungere, come sa bene l'onorevole La Spisa, la crescita esponenziale del ricorso alla cassa integrazione, diamo uno spaccato dell'economia di questa regione. Certo, Assessore, lo so bene, questi mali non derivano esclusivamente dal mese di febbraio o marzo di quest'anno, non sono così sciocco da rifugiarmi in questa semplificazione, dico soltanto che chi governa ha il dovere non già di scaricare su chi c'era prima le responsabilità, ma di individuare ricette, soluzioni per aggredire i fenomeni che dobbiamo in qualche maniera affrontare.
Allora, Assessore, il Programma regionale di sviluppo l'avete presentato, la finanziaria è uno degli strumenti di attuazione per l'anno in corso e per quello a venire di quel programma, vogliamo, seppure brevemente, pensare a quali sono le cause del disastro economico che ho cercato di richiamare? Certamente lo sono alcuni fattori alla produzione: l'energia, sia termica che elettrica; i trasporti e le infrastrutture più in generale, sia materiali che immateriali; la sottocapitalizzazione delle imprese, in particolare di quelle a cui vi riferite nell'articolo 2; le difficoltà, anche per questa ragione, di accesso al credito; il nanismo delle imprese, che è un male congenito del sistema imprenditoriale di quest'Isola e impedisce loro di guardare a un mercato che vada oltre quello locale. E quando un'impresa si rivolge a un mercato di appena 1 milione e 600 mila abitanti non ha grandi prospettive. Allora, voi che cosa fate per affrontare questo problema? Per quanto apprezzabile, con l'articolo 2 voi mettete a disposizione 50 milioni di euro attraverso il credito di imposta, mi pare che così sia definito. Assessore, lei sa bene - non è un calcolo mio, è un calcolo fatto anche dalle associazioni delle imprese - che la ricaduta in valore assoluto è di circa 1.200 euro in ragione d'anno per dipendente. Quindi un'impresa che ha 10 dipendenti riceverà a fine anno, o quando sarà, 12 mila euro. Per carità non è un pugno in faccia, ma non è neanche una mano sulla schiena per tentare di sollevare quell'impresa da una condizione comunque di grossa difficoltà.
Io vorrei, però, richiamare un'altra questione. Assessore, lei sa bene che attraverso gli strumenti di sostegno e incentivazione al sistema produttivo si fa una scelta chiara anche rispetto al sistema economico che noi vogliamo avere per i prossimi anni. Con questo intervento, come diceva l'onorevole Soru, voi sostenete tutti. E' una scelta, per carità, ma allora le chiedo: quali sono i settori che volete sostenere? Quello edile, quello metalmeccanico, quello agricolo o quello sociale? Quali sono i settori che si collocano nel Programma regionale di sviluppo? Cioè, uno strumento di incentivazione risponde innanzitutto a un'idea di modello di sviluppo e più in generale a un'idea di modello economico che ha una classe dirigente politica. Questo qui non c'è. Intervenite verso le imprese che investono in innovazione tecnologica? Intervenite verso le imprese che investono e scommettono sull'innovazione di processo e di prodotto? Volete incentivare le imprese che fanno della qualità il fattore di concorrenza, di competitività? E' questa la scelta? A me non pare che ci sia una scelta chiara in questa direzione.
Ancora, il vostro intervento è giusto o è sbagliato? Io ritengo che sia del tutto inadeguato, insufficiente, perché per sostenere il sistema economico voi intervenite attraverso l'articolo 2 con 50 milioni, attraverso l'articolo 3 con circa 100 milioni in ragione d'anno per interventi di carattere infrastrutturale. Ma anche su questi, ripeto, non c'è un'indicazione precisa.
A me piacerebbe, per esempio, Assessore, discutere di queste cose con lei in quest'Aula, se mai fosse possibile, altrimenti non capisco di cosa si debba qui discutere. Sarebbe importante e interessante per tutti discutere in quest'Aula, una volta all'anno almeno, dell'idea di sviluppo abbiamo. Vogliamo continuare a sostenere alcuni settori merceologici? Bene, diciamo quali sono, individuiamo gli elementi di criticità. Certamente oggi tutti i settori merceologici soffrono di almeno due o tre elementi di criticità: c'è il problema del costo energetico, elettrico o termico, ripeto; c'è un problema relativo ai trasporti, quindi anche alla continuità territoriale per le merci; c'è una difficoltà di accesso al credito; c'è una difficoltà rispetto alla capacità di internazionalizzazione delle imprese. Vogliamo capire e dire tra noi quali sono questi settori e in che maniera la Regione può intervenire? Io penso, per esempio, Assessore, che noi non possiamo continuare a dire al Guspinese, all'Iglesiente e ad altri territori di questa regione che devono scommettere sulla valorizzazione di alcune materie prime, come per esempio i feldspati e le terrecotte, e non dare una risposta per quanto riguarda il costo dell'energia termica. A me pare non solo che ci sia un'insufficienza sotto questo aspetto, ma che non ci sia nemmeno la volontà di verificare come si possa intervenire.
La volta scorsa io ho dato un suggerimento. E' fantascienza, è fantapolitica? Proviamoci! Non ho più tempo, continuerò dopo il ragionamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. E' necessario che un altro Capogruppo appoggi la richiesta.
(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che il consigliere Planetta è presente.
PRESIDENTE. Sono presenti 56 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire con i nostri lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, ero indeciso non su ciò che debbo dire, su questo almeno credo di avere le idee sufficientemente chiare, ma ero indeciso se fare riferimento alle sollecitazioni dell'onorevole Diana o alle critiche continue dell'onorevole Sanna, il quale, pur avendo capacità che gli sono sempre riconosciute, continua imperterrito a mettere sotto accusa la Presidenza e gli Uffici della Presidenza.
Non per spezzare una lancia a favore della Presidenza, onorevole Gian Valerio Sanna, ma devo dire che anch'io sono caduto nella mannaia della Presidenza, perché ho presentato un emendamento che è stato ritenuto inammissibile. Ciononostante non mi sono sentito in dovere di fare chissà quali proclami, come invece fa lei ormai da una settimana intera!
Dice l'onorevole Gian Valerio Sanna - ma non concentrerò il mio intervento su di lui, perché voglio approfittare della presenza del presidente Soru, se no probabilmente mi sfugge l'occasione - che i mali della Sardegna sarebbero derivati dagli ultimi nove mesi di governo. Dice invece l'onorevole Giampaolo Diana, con grande onestà intellettuale, che ovviamente non si può pensare questo e cita dati riportati da "L'Unione Sarda", che viene all'occorrenza citata in positivo o in negativo, ma quei dati sono apparsi anche su altri quotidiani, per cui bastava citarne un altro più distante o più distinto, dipende dai punti di vista, per scoprire comunque che in Sardegna si registra il reddito da pensione più basso. Non lo si scopre oggi, onorevole Giampaolo Diana. Le accuse che lei ha portato a questa maggioranza in realtà tali non sono, perché lei ha parlato di tutta una serie di problemi che non riguardano strettamente l'articolo 2. Guardate, a volte penso che questo articolo non sia stato letto attentamente, perché io non guardo al comma 1 dell'articolo 2, io guardo al comma 3, che avrebbe dovuto ispirare anche il collega Uras - su questo tornerò, ma non in questa sede, successivamente -, per capire qual è la ratio di questo articolo.
Ora, che esistano tutti i problemi che ha evidenziato il collega Giampaolo Diana è evidente. Onorevole Diana, lei per anni è stato il paladino della grande industria, non di quelli che lei ha voluto definire nani. Quelli che non hanno più di 15 dipendenti sono nani, fanno parte di un tessuto produttivo non importante, non vanno considerati in questa regione? O piuttosto sono quelli che rappresentano la parte più sana dell'economia della Sardegna? Poiché hanno sino a 15 dipendenti, dice il collega Soru, queste piccole imprese non sono legate a nessuna norma se vogliono partecipare alla ripartizione dei 50 milioni di euro. La invito a leggere il comma 3 per capire chi può partecipare alla ripartizione o all'utilizzo di queste risorse. Non mi risulta, onorevole Uras, che possano partecipare le imprese che vengono da fuori, perché è scritto che l'agevolazione è per le imprese assolutamente sarde.
Ora è chiaro che il credito di imposta non è la soluzione di tutti i mali, ma per una volta almeno ci siamo rivolti, e io sono ben felice che questo accada, a una parte dell'economia della Sardegna fatta di imprenditori piccoli quanto si vuole, ma che io non considero nani, anzi darei la medaglia d'oro a tutti loro, perché hanno ancora il coraggio di rimanere sul mercato facendo tantissimi sacrifici. Certo, poi la medaglia magari l'avrebbe meritata il presidente Soru. Presidente Soru, quella battaglia l'abbiamo fatto tutti quanti e non è che tutte le volte che viene qui ci deve ricordare che il pareggio di bilancio è stato raggiunto in virtù di quell'intervento. Benissimo, gliel'abbiamo riconosciuto, c'è altro? O dobbiamo ricordarlo tutte le volte? Lo dico perché ci siamo anche un po' stancati!
SORU (P.D.). L'ha sempre negato!
DIANA MARIO (P.d.L.). No, non l'abbiamo mai negato. E' lei che vorrebbe che noi lo negassimo.
SORU (P.D.). Si legga le interviste!
DIANA MARIO (P.d.L.). Sì, sì, io comunque non l'ho interrotta.
SORU (P.D.). Mi ha posto lei la domanda!
DIANA MARIO (P.d.L.). E allora io dico: se dobbiamo pensare a qualcosa di diverso, il diverso è ciò che propone l'onorevole Giampaolo Diana, che si è occupato per una vita solo della grande industria? Come se questa, in questi anni, avesse risolto un qualche problema della Sardegna, come se il presidente Cappellacci oggi e il presidente Soru ieri non si fossero interessati dei problemi energetici, dei problemi ambientali, del costo dell'energia per Alcoa; come se non si fossero interessati di Portovesme, di Portoscuso, di Porto Torres e di tutti i porti della Sardegna, perché sembra che, ad eccezione di Ottana, i problemi siano tutti attorno ai porti. Se ne sono interessati, però risultati non ce ne sono stati lo stesso. Noi ci siamo da nove mesi, neanche il tempo per un parto! Voi, vivaddio, ci siete stati quattro anni e mezzo, qualcuno di questi problemi è stato risolto? Evidentemente no, ma non lo dico per farvi delle accuse. Presidente Soru, mi rivolgo a lei, io non la voglio accusare di niente, voglio solo significare che il problema è veramente difficile, perché se non fosse stato così probabilmente lei, con le idee che aveva, pur diverse e difformi da quelle della sua maggioranza - lei non lo ammetterà mai, ma così stavano le cose -, avrebbe ottenuto qualcosa. Invece nemmeno lei, che poteva avere idee innovative, è riuscito a smuovere qualcosa che potesse farci pensare che il tasso di disoccupazione e il tasso di precariato potessero migliorare. Non è migliorato assolutamente nulla, anzi!
Oggi ci viene anche comunicato che siamo una delle poche Regioni virtuose in campo sanitario. Io veramente non ci capisco più niente! La Giunta ha individuato una commissione, noi abbiamo fatto altro, voi avete fatto dell'altro ancora, e nonostante all'assessore Dirindin venisse detto che non ci interessava ciò che spendevamo, o meglio ci interessava, ma volevamo che fossero migliorati i servizi sanitari, guarda un po' non sono migliorati neanche quelli, anzi in molti casi sono peggiorati.
Allora di che cosa stiamo parlando? Per quale motivo voi continuate a fare questi discorsi nell'esame dell'articolo 2 di questa finanziaria, mentre avreste potuto farli nella discussione del Programma regionale di sviluppo o dell'articolo 1? Forse li farete anche nell'esame degli articoli successivi, ma l'articolo 2 è indirizzato esclusivamente a una parte certamente piccola, ma non nana, dell'economia della Sardegna, che secondo me merita un'attenzione anche da parte vostra, così come la merita da parte nostra. Noi ci siamo rivolti e ci stiamo rivolgendo alla parte più sana dell'economia della Sardegna, al mondo dell'artigianato, al mondo dei piccoli commercianti, al mondo delle piccole imprese, che fanno fatica certamente, però devono avere i requisiti che sono indicati nel comma 3 dell'articolo 2.
Tutto sommato mi pare che su questo articolo non sia necessario tirare in ballo veleni, scontri politici, ciò che vediamo noi nell'universo mondo dell'economia. Se vogliamo fare una sessione di discussione sui grandi problemi della Sardegna, onorevole Diana, la possiamo sempre fare, in quest'Aula o fuori di qui. Abbiamo tanti modi per esprimerci e per far capire cosa vorremmo per la Sardegna.
Ma torniamo allo Statuto, argomento che sembra dover risolvere tutti i mali. Io non sono convinto che un nuovo Statuto risolverà tutti i mali, salvo per quanto riguarda la nostra capacità impositiva e il rapporto tra noi e lo Stato, comunque se lo si deve riscrivere noi siamo ben disponibili. La nostra proposta è già pronta, la presenteremo la settimana prossima, sarà una base di discussione. Nessuno sta dicendo che la nostra proposta di Statuto sia il Vangelo e mi fa piacere che l'onorevole Gian Valerio Sanna abbia ricordato, la settimana scorsa, che voi state presentando una bozza di Statuto, una proposta di modifica dello Statuto vigente, misuriamoci in quel momento. Ma oggi dobbiamo discutere una finanziaria che tutti insieme abbiamo ritenuto necessario approvare in tempi rapidissimi. E non è una vittoria politica, guardate. Non è che se il centrodestra approva la finanziaria entro la fine dell'anno abbia fatto chissà quale grande scelta. No, noi abbiamo solo rispettato le norme.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, con l'articolo 2 entriamo di fatto nei rapporti con lo Stato. E' un articolo che applica un tentativo di decontribuzione che può essere resa possibile da un accordo, evidentemente in itinere o già realizzato - magari l'Assessore ci dirà meglio in merito - tra l'Agenzia regionale per le entrate, istituita nella scorsa legislatura, e quella dello Stato. Quindi, di fatto, questo articolo introduce un meccanismo interessante, un principio interessante, e io credo che possa servirci per affrontare complessivamente, per analogia, altri rapporti con lo Stato. Noi intanto proponiamo di introdurre anche un altro principio con un emendamento al quale abbiamo trovato copertura finanziaria, come diceva il collega Gian Valerio Sanna. Vogliamo, cioè, introdurre in questo articolo, proprio sulla base dello stesso principio, l'estensione delle zone franche urbane ad altre aree, oltre alle tre riconosciute dal Governo sulla base di una delibera della Giunta regionale e dell'Assessorato dell'industria in particolare, sulla base di uno studio fatto dalla Giunta Soru e dall'Osservatorio economico e sulla base di alcuni indicatori socioeconomici che hanno trovato conferma nel Governo, il quale ha autorizzato tre zone franche urbane in alcuni quartieri popolari di Cagliari, Iglesias e Quartu Sant'Elena. Ma la proposta complessiva della Giunta regionale di allora vedeva idonei nove comuni della Sardegna. Noi proponiamo, pertanto, sulla base dello stesso principio, di applicare interamente quella graduatoria e di procedere alla selezione di nuove zone franche urbane, mediante ulteriori bandi, sulla base, appunto, degli obblighi di notifica all'Unione Europea e della legislazione vigente.
Insomma noi chiediamo, ed è uno dei punti che fanno parte della nostra proposta di modifica della finanziaria, un atteggiamento più coraggioso, perché da un lato ci sono queste entrate straordinarie che entreranno a regime nel 2010, dall'altro c'è una crisi drammatica. Quindi bisogna essere all'altezza delle une e dell'altra, con misure probabilmente più significative.
Onorevole Pittalis, noi entreremo nel merito della finanziaria attraverso alcune proposte emendative che riguardano le attività produttive, il sistema di welfare regionale, la famiglia, il credito di emergenza, il prestito famiglia, l'integrazione al reddito per le persone che hanno perso il lavoro, anche ultracinquantenni. Faremo delle proposte che tenteranno di migliorare e di qualificare questa legge finanziaria. Noi riteniamo che il rapporto della Regione con lo Stato debba essere autorevole, quindi introduciamo anche altri elementi di discussione. Per esempio abbiamo presentato un emendamento che riguarda la gara con oneri di servizio per la continuità territoriale marittima, al pari di quella aerea, passeggeri e merci. Ma soprattutto vogliamo affrontare nella realtà di oggi il rapporto con lo Stato nella sua interezza.
Guardate, io sono stato lunedì all'assemblea che si è tenuta a Olbia, a cui hanno partecipato consigli comunali e provinciali, parlamentari e altri rappresentanti delle istituzioni e dove, di fatto, si sono presi alcuni impegni. Intanto abbiamo detto che vogliamo una forte mobilitazione della Sardegna, perché venerdì probabilmente si riunirà il CIPE. Ma non siamo sicuri che il CIPE delibererà, anzi siamo convinti che non lo farà, sui 2 miliardi e 100 milioni di euro di fondi FAS che spettano alla Sardegna, fondi a esclusiva disponibilità della Regione. Siamo convinti che il CIPE non delibererà sul piano attuativo regionale, per cui non possiamo accontentarci di briciole, non possiamo accontentarci di preassegnazioni, di far partire un cantiere, magari insieme al lotto che riguarda l'aeroporto di Olbia. Diciamo che c'è una Sardegna che deve alzare la testa e che si mette, certo, anche al fianco del Presidente della Regione, se vuole essere autorevole. Intanto non è ancora venuto in Aula, spero lo faccia domani, eppure c'era un impegno preciso in questo senso, ve lo ricordo per l'ennesima volta, contenuto in un ordine del giorno unitario approvato dal Consiglio regionale, per determinare le iniziative conseguenti. Conseguenti a che cosa? Al fatto che il CIPE, che si è riunito il 6 novembre, non ha preso minimamente in considerazione la Sardegna. Ha preso in considerazione il Nord Italia, ha preso in considerazione la Sicilia, ma sicuramente non ha preso in considerazione la Sardegna.
C'è un'emergenza e io credo che analogamente a quello che stanno facendo altre istituzioni, come i comuni del Sassarese e della Gallura, che già domani sera, venerdì, andranno a Roma, in concomitanza con la riunione del CIPE, per manifestare, ci debba essere una delegazione di questo Consiglio regionale. Credo che il Consiglio regionale debba accompagnare le istituzioni, anche quelle locali. Dubito che lo farà, per come questo Consiglio ha trattato gli enti locali rispetto al fondo unico, per cui rischiamo di subire un'impugnativa da parte delle autonomie locali per non aver adempiuto a una legge approvata dal Consiglio medesimo, una legge di questa Regione, che dice che per quanto riguarda i trasferimenti agli enti locali il fondo unico deve essere incrementato proporzionalmente all'aumento delle entrate tributarie. Stiamo assumendo decisioni importanti, quindi credo che sia necessario - per questo chiederò la convocazione della Conferenza dei Capigruppo - valutare come il Consiglio regionale intende accompagnare quella manifestazione in una vertenza Sardegna che non riguarda solo Sassari od Olbia.
C'è anche un altro tema che attiene al rapporto tra lo Stato e la Regione: io credo che il Presidente della Regione, domani, se si degnerà di venire in Aula, dovrà darci rassicurazioni anche sul nucleare. Sono stati fatti degli studi, sono state rese dichiarazioni, insomma non siamo tranquilli, al di là dell'ordine del giorno unitario e della mozione che sono stati approvati in Consiglio regionale. Vogliamo avere indicazioni chiare, vogliamo capire quali sono i rapporti tra lo Stato e la Regione anche in questa delicatissima materia, e non ci accontentiamo di rassicurazioni.
Allora, vedete che sicuramente l'articolo 2 ci porta a introdurci in un rapporto tra lo Stato e la Regione in cui quest'ultima fa supplenza, così come l'ha fatta per la scuola. Tuttavia questo articolo introduce un argomento centrale che ha accompagnato questi nove mesi di legislatura: il rapporto tra una Regione autonoma, che per sessant'anni ha mantenuto un comportamento coerente, e lo Stato. Non quindi il rapporto conflittuale tra una Giunta regionale, di qualunque colore, e il Governo del Paese, ma il rapporto tra uno Stato e una Regione che ha una sua specialità e una sua specificità e non vuole assolutamente essere inferiore agli altri.
Io credo che questo riequilibrio che dobbiamo chiedere allo Stato debba analogamente essere applicato dalla Regione. E' questo il senso del federalismo interno, è questo anche il senso della rivendicazione dei nostri comuni. Noi abbassiamo la testa nei confronti dello Stato, ma analogamente allo Stato questa Regione tratta i comuni come subalterni e non come una parte di sé, come un sistema reticolare in cui ciascuno, sulla base del principio di equiordinazione del Titolo V della Costituzione, svolge la sua funzione, ma semplicemente come coloro che, sì, devono subire un appesantimento burocratico e ai quali però non trasferiamo poteri, non diamo risorse, non diamo la possibilità di risolvere i loro problemi.
Allora, l'articolo 2 cerca di dare una mano alle piccole imprese attraverso il credito di imposta. Noi riteniamo di dover essere più coraggiosi e proporremo pertanto degli emendamenti che illustreremo uno per uno. E credo che la risposta che giungerà dall'intero Consiglio, e certamente dalla maggioranza, qualificherà positivamente o meno il lavoro che faremo in quest'Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, avevo già intenzione di convocare, alla fine dei lavori della mattinata, la Conferenza dei Capigruppo, dove prenderemo in considerazione anche le proposte da lei testé fatte.
Per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Io ringrazio del dibattito che c'è stato, perché su questo argomento mi sembra ci sia stato un interessante approfondimento della questione, con osservazioni che riflettono alcune perplessità e alcuni problemi che noi abbiamo anche affrontato quando abbiamo pensato a questo strumento e proposto questo articolo. D'altra parte mi sembra interessante e positivo il fatto che, almeno in parte, anche l'opposizione abbia riconosciuto che si tratta di uno strumento utile, di uno strumento importante, innovativo nella forma, onorevole Uras, anche se è vero che per abbattere il costo del lavoro noi siamo già intervenuti, come Regione, con la legge numero 36. Il carattere innovativo, a cui faceva riferimento anche l'onorevole Pittalis, credo riguardi però la forma, cioè il fatto che non eroghiamo contributi, ma interveniamo direttamente con un meccanismo automatico.
L'aspetto interessante e utile di questa proposta, che davvero introduce un meccanismo sperimentale e pertanto sicuramente migliorabile, ulteriormente discutibile anche, è che noi introduciamo nel nostro sistema il meccanismo del credito di imposta come modalità per intervenire a favore delle aziende in maniera diretta, più agile e mirata tendenzialmente a superare un certo sistema, o almeno ad affiancarne un altro a un sistema di incentivazione che spesso, purtroppo, ha premiato imprese che magari non erano neanche sul mercato o non riuscivano a stare sul mercato. Vorrei però precisare, rispetto ad alcune critiche, che non si tratta neanche in questo caso di uno strumento generalizzato. E' vero che noi attribuiamo questo beneficio a tutte le imprese che abbiano da 1 a 15 dipendenti, ma lo facciamo per alcuni settori merceologici, tanto è vero che un Gruppo politico ha presentato un emendamento per estendere la cerchia dei possibili beneficiari e dei settori, quindi, che potrebbero beneficiare di questo provvedimento.
Noi stiamo intervenendo per sostenere le piccole, piccolissime imprese in alcuni settori del manifatturiero. Non interveniamo nel più ampio settore dei servizi, anche perché la cifra è importante (50 milioni di euro), ma se dovessimo estendere il beneficio a tutti i settori produttivi sicuramente ciò richiederebbe un'alta disponibilità finanziaria. Quindi è stata fatta una scelta.
D'altra parte ribatto alla critica che sia un provvedimento a pioggia. No, non è un provvedimento a pioggia, perché il credito di imposta, la fiscalità di vantaggio crea un differenziale, in questo caso crea un differenziale territoriale. Io penso che sia molto meglio che questo beneficio sia riservato particolarmente alle imprese della Sardegna e che non l'abbia fatto il Governo. E' un paradosso, potreste dire, ma non è così, se ci pensate, perché le agevolazioni fiscali hanno senso proprio se sono differenti anche fra i territori. Noi non possiamo pensare, soprattutto in prospettiva, non tanto per questo provvedimento, di attrarre investimenti se le agevolazioni fiscali sono spalmate in modo uguale su tutto il territorio nazionale. E' importante proprio poter manovrare la leva fiscale in maniera differenziata sul nostro territorio, per creare il vantaggio competitivo per il nostro sistema imprenditoriale. Certo, costa qualcosa al bilancio della Regione, in questo caso 50 milioni di euro, che potrebbero essere anche di più. In futuro potremo estendere questo strumento sia in termini quantitativi sia agendo in maniera diversa. Perché? Perché questo strumento è stato pensato per il sostegno alle imprese ma anche come intervento di politica del lavoro. Siamo in una situazione congiunturale e abbiamo deciso di destinarlo alle imprese piccole o piccolissime, che almeno non licenziano, ma se assumono hanno una premialità. Anche questo aspetto credo che sia sfuggito in alcuni interventi. C'è una premialità per chi assume e ciò rende questo strumento davvero interessante. Spero, evidentemente, che una volta sperimentato in questo primo anno, possiamo fare una riflessione e una valutazione negli anni successivi per individuare meglio la sfera dei destinatari e magari per rendere questo strumento più selettivo.
L'opposizione ha presentato un emendamento su cui chiede che la Giunta dia una valutazione anche preliminarmente. Lo faccio volentieri, l'ho fatto già in Commissione. L'emendamento che propone l'opposizione per spingere verso il finanziamento di interventi a favore di altre zone franche urbane è sicuramente apprezzabile, perché pone all'attenzione del Consiglio la possibilità che noi utilizziamo lo strumento delle zone franche in maniera più incisiva, magari estendendolo anche ad altre aree. La Giunta precedente aveva individuato le tre a cui si è fatto cenno, altre aree potrebbero essere beneficiate. Intanto l'emendamento prevede uno stanziamento importante che non credo si possa in questo momento utilizzare, ma soprattutto credo che la zona franca, individuata come strumento selettivo per alcune aree o per alcuni settori, possa essere attuata attraverso uno strumento ad hoc.
Non voglio rinviare il problema, voglio solo dire che non lo si dovrebbe affrontare in un momento congiunturale come questo, in cui stiamo destinando queste risorse finanziarie anche come strumento di contenimento della crisi. Cioè abbiamo detto che poiché i dipendenti delle grandi e medie imprese hanno molti strumenti, molti ammortizzatori sociali, che invece non hanno i dipendenti delle piccole e piccolissime imprese manifatturiere, creiamo una compensazione proprio per i poveri, onorevole Ben Amara - che non c'è -, perché questo è uno strumento indirizzato verso le piccole imprese, ma soprattutto verso i dipendenti delle piccole e piccolissime imprese, che sono i soggetti del mercato del lavoro meno difesi, quelli che in questi anni di crisi sono rimasti a casa perché nel settore delle costruzioni, ad esempio, o anche nel commercio, nel settore tessile o in quello meccanico le piccole imprese hanno chiuso da un giorno all'altro e nessuno è sceso in piazza, né a Cagliari né a Roma, per difendere quei lavoratori. Non c'è, infatti, neanche una struttura, uno strumento di rappresentanza di questi interessi, diffusissimi sul territorio, capace di difenderli. Mentre quando minaccia di chiudere una grande industria si mobilità tutto il territorio e addirittura il Consiglio regionale va a Roma a protestare sotto Palazzo Chigi o in via Veneto, davanti al Ministero dello sviluppo economico. Ma per quelle migliaia di dipendenti di piccole e piccolissime imprese che si ritrovano improvvisamente a casa nessuno spesso muove un dito.
Noi crediamo che oggi si possa in qualche modo tamponare questa situazione con un meccanismo che dà qualche beneficio. Non è vero che è insignificante e mi risulta anche che le associazioni degli imprenditori delle piccole imprese abbiano apprezzato questo strumento, migliorabile ulteriormente, ma secondo un'attenta valutazione e comunque con l'intento di estendere questo strumento come un nuovo, significativo meccanismo di incentivazione economica per le imprese.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, sugli emendamenti numero 106, 107, 108, 109, 110, 111 e 112 il parere è contrario. L'emendamento numero 24 era stato sospeso in Commissione, perché la Giunta chiedeva un approfondimento, quindi aspettiamo il parere della Giunta. L'emendamento numero 25 è tra gli emendamenti inammissibili per assenza di copertura finanziaria. Sull'emendamento numero 130 il parere è favorevole; l'emendamento numero 40 è anch'esso tra quelli mancanti di copertura finanziaria.
BRUNO (P.D.). L'abbiamo indicata.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'avete indicata? Nel caso sia stata indicata la copertura il parere è contrario.
PRESIDENTE. No, la copertura non è stata indicata. L'onorevole Gian Valerio Sanna ha addotto delle motivazioni, però nell'emendamento si configura un eccesso di delega alla Giunta e, comunque, deve essere indicato un importo in uscita.
Prego, onorevole Maninchedda
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 46 è tra quelli dichiarati inammissibili. Sull'emendamento numero 55, che è uguale al numero 82, c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti numero 56 e 81, che sono uguali, il parere è contrario. L'emendamento numero 85 è anch'esso privo di copertura.
PRESIDENTE. La copertura finanziaria è stata indicata prima dall'onorevole Gian Valerio Sanna.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 85 e 167 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore. Per quanto riguarda l'emendamento numero 24, su cui il relatore ha sospeso la valutazione, la Giunta ritiene, dopo l'approfondimento fatto, di poterlo accogliere, pertanto il parere è favorevole.
L'emendamento numero 25, che pone un problema molto serio e che penso l'Aula possa apprezzare, è stato dichiarato inammissibile per assenza di copertura se si intende che l'incremento della cerchia dei beneficiari debba essere considerato come un incremento necessariamente da soddisfare. Se invece intendiamo, come dice l'articolo, che il beneficio è riconosciuto nei limiti dello stanziamento e qualora quindi la Presidenza in questo senso ritenesse che l'emendamento possa essere accoglibile, da parte della Giunta ci sarebbe un parere favorevole, limitatamente però all'aggiunta delle parole "sezione S", che riguarda i servizi nel settore dell'informatica e i servizi alla persona, proprio per non estendere eccessivamente la sfera dei beneficiari. Però è la Presidenza che deve dire se in questo modo l'emendamento è accoglibile.
PRESIDENTE. Con questa specificazione l'emendamento numero 25 è ammissibile.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Quindi l'emendamento numero 25 avrebbe il seguente dettato: "Articolo 2, comma 2, dopo le parole 'sezione G' sono aggiunte le seguenti: 'sezione S'". E' così?
PRESIDENTE. Sì. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Sull'emendamento numero 40 la copertura finanziaria che indichiamo è di 10 milioni di euro a valere sul FNOL mediante riduzione della riserva di cui ai punti 3 e 4 della tabella A, allegata alla legge.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento numero 40 ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Esprimo parere contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è contrario.
(Non è approvato)
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo scusa, non abbiamo avuto modo di polemizzare altre volte, ma...
PRESIDENTE. Io ho verificato, ma nel monitor non comparivano iscrizioni a parlare.
(Interruzione del consigliere Uras)
PRESIDENTE. Richiamate l'attenzione, nel caso.
(Interruzione del consigliere Uras)
PRESIDENTE. Onorevole Uras, lei sa perfettamente bene che sono stati già previsti per il mese di gennaio i lavori per la sistemazione dell'impianto elettronico.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi non possiamo più lavorare così!
DEDONI (Riformatori Sardi). Luciano, non sprecare la voce, non ne hai!
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi iscrivo a parlare sul prossimo e sui successivi emendamenti, fino alla fine dei lavori odierni.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo all'emendamento numero 107.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intanto voglio solamente sottolineare che se esiste un Regolamento quel Regolamento deve essere applicato correttamente, anche in presenza di carenze di funzionamento del sistema elettronico. Nell'ultima giornata di lavori della settimana scorsa, venerdì, c'è stata un'ecatombe, una violazione sistematica dei diritti dei consiglieri. Che fossero di maggioranza o di minoranza non importa, ma noi non possiamo lavorare in questa condizione.
Io avrei voluto dire le ragioni per le quali abbiamo presentato questi emendamenti soppressivi dei commi dell'articolo2. Il tema è stato più o meno affrontato anche nel corso della discussione generale, ma c'è un'esigenza: noi possiamo anche aggiungere, come ha fatto qualche collega della maggioranza, qualcuno dei settori merceologici, ma di fatto, badate, io non conosco industrie chimiche che abbiano da 1 a 15 dipendenti e tanto meno industrie per la costruzione di auto che abbiano un organico così ridotto. Nel settore della fabbricazione di auto ricordo, per esempio, la Fiat, che probabilmente ha più di 15 dipendenti e non è allocata organizzativamente e anche produttivamente all'interno della nostra regione! Però ricordo che ci sono tante imprese di costruzione e che siamo pieni di supermercati e di piccoli supermercati. Quindi penso - e poi lo vedremo - che recuperati tutti i fondi necessari, poiché questi settori non mantengono occupazione se non hanno profitti, questa incentivazione si tradurrà in una regalia che non avrà effetto alcuno sul sistema produttivo. Noi le avremmo dovute escludere le categorie merceologiche del commercio e delle costruzioni. Non abbiamo già approvato per loro il piano casa? Non ci sono i 40 mila cantieri? Non abbiamo già 1 milione e 750 mila occupati nel "settore dei cantieri" grazie al piano casa? Che bisogno c'era di dare loro anche i soldi di questa incentivazione?
Ecco perché dobbiamo segnalare il nostro parere contrario a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'onorevole Mario Diana ha richiamato la mia onestà intellettuale, se non ho capito male, e di questo ovviamente lo ringrazio. Vorrei davvero di cuore fare altrettanto, onorevole Diana, ma non posso se lei svolge considerazioni come quelle che ha svolto per il fatto che io ho definito nanismo il sistema delle piccole imprese sarde. Non è una definizione mia, è una definizione di autorevoli economisti e osservatori della dinamica della natalità e mortalità delle imprese sarde. Io non sono contro quei settori, anzi desidero che vengano sostenuti, ma per aiutarli noi dobbiamo, per esempio, introdurre delle norme che portino anche a forme di associazione, perché altrimenti da quel nanismo non usciranno mai, neanche a vantaggio loro.
Per restare al tema in discussione, io voterò a favore dell'emendamento che abbiamo proposto per una ragione semplicissima, a cui accennava prima l'onorevole Uras. Assessore La Spisa, io so che anche lei è affetto da onestà intellettuale e allora richiamo questo connotato congenito che la contraddistingue, ma parliamoci chiaro: cosa c'entra il sostegno alle attività produttive? Le attività produttive sono quelle manifatturiere, quelle che producono ricchezza, quelle che producono un bene che si vende, soprattutto se di qualità, allora cosa c'entra incentivare settori che nulla hanno a che vedere con la produzione di beni manifatturieri che si possono vendere? Sostenere un'impresa che vende un prodotto manufatto da altri non significa sostenere l'attività produttiva!
Vogliamo, onorevole Diana, discutere di questa "sciocchezza", di non poco conto, secondo me? Indirizziamo davvero quel credito di imposta che voi avete scelto, e che secondo me è insufficiente - non ho detto che è da respingere, ho detto che è insufficiente e inadeguato -, verso chi produce beni vendibili, chi produce ricchezza, chi concorre con le proprie produzioni ad aumentare il contributo di valore aggiunto. Non c'entrano nulla i centri commerciali che producono, caro Pittalis, ancora lavoro precario, aumentano il lavoro precario!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Intervengo per esprimere il voto a favore di questo emendamento e far notare all'onorevole Mario Diana che io non ho detto che voi in dieci mesi avete "steso" la Sardegna, ma poiché la Sardegna non era certamente ultima le vostre politiche di dieci mesi non lo hanno evitato. Quindi, di fatto, questa situazione è lì e dimostra come tutti i provvedimenti annunciati come miracolistici, risolutivi e determinanti per rimettere in competitività la Sardegna non ci sono stati. Questo era il senso del mio intervento, poi lei concluda come vuole, ma questo è il senso vero.
Faccio solo notare una questione. Mentre noi surroghiamo lo Stato nella riduzione delle tasse, i vostri colleghi della Sicilia, più intelligenti ovviamente, affrontano una crisi occupazionale, che è quella di Termini Imerese. Salvare quello stabilimento costerebbe 500 milioni di euro, quanto basterebbe allo Stato per ridurre la tassazione sulle imprese. E siccome quella riduzione non c'è stata e le crisi politiche all'interno del centrodestra nel Governo regionale della Sicilia sono sotto gli occhi di tutti, state tranquilli che quei soldi Miccichè li farà arrivare in Sicilia, in barba a tutte le questioni di cui stiamo discutendo noi. Il che dimostra quanto voi non contiate niente nel panorama del centrodestra nazionale e come sperperiate risorse nostre, invece che portarle da fuori, per affrontare problemi di ben altro spessore. Questa è la realtà. Questa purtroppo è la triste realtà, in cui la condizione di valore autonomistico anche del centrodestra in Sicilia può essere bene utilizzata, senza diventare, come invece sta accadendo da noi, gli scendiletto del Governo nazionale!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 107.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Piras ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 19
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 108.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Le ragioni di questi emendamenti soppressivi vengono evidenziate in un modo forse in qualche misura ripetitivo, ma che mira a chiedere un pizzico di riflessione in più anche alla Giunta. Adesso voglio accennare solo a una cosa, cioè a come noi riflettiamo. Io non ho sollevato nessuna questione né in Commissione né qua, neppure nella discussione generale, però qual è l'atteggiamento che assumiamo e come riflettiamo sulle proposte della minoranza?
Noi abbiamo proposto un emendamento, il numero 167, che io invito a leggere. Qualcuno avrebbe potuto, al limite, sollevare una questione sulla copertura finanziaria, ma l'Assessore sa che il fondo per l'occupazione è pieno di soldi non spesi. Ed è pieno di soldi non spesi per l'inefficienza politica e tecnica dell'Esecutivo e dell'amministrazione; inefficienza che non è di dieci mesi, ma che è di anni e anni, quindi non è neppure un'inefficienza, diciamo, connotata. Qua si tratta di sostenere un intervento destinato a impostare politiche attive per il lavoro e per lo sviluppo. La Giunta, che l'emendamento non l'ha neppure letto, è intervenuta unicamente per dire, così come ha fatto la maggioranza in Commissione, che non è d'accordo. Poi chiederò un attimo di riflessione, così lo spiego meglio.
Con questo cosa voglio dire? Se l'obiettivo è quello di migliorare gli strumenti, di renderli efficaci, di cogliere delle esigenze, non ci siamo rispetto all'idea generale, ma sulle singole misure ci possiamo anche essere, però bisogna tenere conto delle osservazioni che vengono avanzate. E quando si dice che 50 milioni di euro sono destinati prevalentemente a settori che di fatto sono già abbondantemente incentivati e si esprime un'opinione, una posizione di equilibrio, forse bisognerebbe ascoltare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Voterò a favore dell'emendamento numero 108 perché, come diceva il collega Uras, c'è una totale sordità anche rispetto a considerazioni e osservazioni che facciamo nell'ottica di un'utilità complessiva nel funzionamento delle norme. Ma, scusate, per quale ragione dobbiamo approvare una norma che dice che finanziamo solo le imprese che hanno operato o che sono state operative fino al 31 agosto 2009? Significa che siamo a scavalco della crisi, che l'abbiamo superata? E l'imprenditore che dovesse investire in questi giorni, generando l'avvio di un'attività nel rispetto di tutti gli altri requisiti e magari rischiando davvero, è disgraziato? Ma che senso ha? Ditemi che senso ha una norma di questo genere! Cioè, anziché premiare i migliori, quelli che nel momento più acuto della crisi mostrano coraggio, li si esclude! Tutti quelli che avvieranno un'azienda nel 2010, l'anno di pertinenza della norma di esercizio, sono fatti fuori! Ma vi sembra una cosa logica, una cosa sensata?
Inoltre: ci sono leggi nazionali e regionali che prescrivono l'obbligatorietà della sicurezza nei luoghi di lavoro e dell'applicazione dei contratti collettivi e questo in questo comma diventa un requisito. E' come se il legislatore regionale dicesse: "In Sardegna sono tollerate aziende che non rispettano le leggi sulla sicurezza"! Almeno per quanto riguarda la forma troviamo una formulazione diversa per dire che le imprese devono essere in regola con gli adempimenti previsti dalle norme, perché ci possono essere adempimenti anche di carattere fiscale non assolti. Però con questa formulazione voi state creando una discriminazione fra chi investe in questo momento o pensa di farlo nell'anno che sta per iniziare e i privilegiati che al 31 agosto 2009 possono dimostrare di essere stati operativi. Mi pare un limite evidente di una norma nella quale, di fatto, non credete neanche voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 108.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Piras ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 54
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 18
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 109.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi pare, l'abbiamo già detto, che varrebbe la pena che ci ascoltassimo un attimo. Anche la sezione S - non me ne voglia la Giunta e neppure il collega Vargiu, che credo sia il proponente dell'emendamento che ne chiede l'introduzione - incide sul sistema dei servizi. Noi siamo diventati una Regione di servizio. E tanto siamo diventati una Regione di servizio che così ci trattano anche da altre parti, cioè quando serve un servizio ci chiamano, se il servizio non serve ci lasciano stare. Questa è una cosa che, devo dire, ho già poco tollerato con i Governi di centrosinistra, figuratevi un po' se la ritengo accettabile con un Governo di centrodestra, che peraltro a livello nazionale si è espresso più di una volta con parole di attenzione nei confronti della Sardegna, però le parole hanno bisogno di fatti e i fatti da Roma tardano. Ma tardano perché il nostro milione e 600 mila abitanti non conta nulla, mentre contano i 10 milioni di abitanti della Lombardia, dove c'è un sistema industriale forte, robusto, attrezzato, contano i circa 6 milioni di abitanti che ha la Sicilia, contano le regioni del centro Italia, dove pure c'è un segno politico diverso, ma che hanno un peso economico, sociale, culturale e politico totalmente più consistente di quello che siamo in grado di esprimere noi. Per cui vale la pena ragionare su come ci attrezziamo, ecco perché bisogna considerare ogni lira che viene utilizzata in modo non funzionale alla costruzione di un tessuto economico nostro. Noi dovremmo ragionare, Assessore, sulla ricerca del più ampio spazio possibile di autosufficienza, ma di autosufficienza produttiva. Lo dico perché penso che questo incominci a essere un argomento su cui vale la pena di perdere qualche minuto. E come si arriva a quest'autosufficienza? Occorre riflettere qualche minuto in più anche sulla relazione economica, politica e istituzionale: ci conviene quella con la Lombardia o con la Baviera o ci conviene di più quella con il Sud della Francia e della Spagna o con il Nord dell'Africa? Forse qualche riflessione in più andrebbe fatta in questo senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Voto a favore dell'emendamento numero 109 ancora più convintamente di prima, perché effettivamente voi radicate questo convincimento. Io faccio una semplice osservazione, poi ovviamente ci sono colleghi che capiscono più di me questi meccanismi: fondamentalmente noi ci fermiamo al 31 agosto del 2009, per cui quelle imprese che avranno il coraggio di sfidare la crisi costituendosi adesso o, come dite nel comma 4, incrementando le proprie basi occupazionali dopo quella data sono escluse. Per esempio, un'impresa decide di aprire un altro negozio da un'altra parte o di incrementare una sede operativa, una rivendita o un laboratorio, rientra in tutti i requisiti richiesti, fa un favore alla Sardegna perché rischia di suo, però siccome questo lo farà o lo sta facendo, ma non l'ha fatto entro il 31 agosto, è esclusa! Il paradosso è che quelli che sfidano, diciamo, l'acutezza della crisi, oggi non devono avere gli incentivi, i contributi che sono stati previsti. Ma vi sembra una cosa logica? In altre parole, siccome non pensate di replicare questa norma, perché parlate solo del 2010, quelli che nel 2010 daranno un contributo per fronteggiare la crisi non avranno nulla! Questa è l'assurdità che vi dipinge come persone che non hanno orizzonte, prospettiva. E' mai possibile che si facciano delle norme senza pensare che questa crisi in Sardegna durerà a lungo e che abbiamo bisogno di mantenere tutti, maggiormente i più coraggiosi? Invece vi fossilizzate su ciò che è stato, pensando che sia utile, dopodiché quelli che hanno dovuto chiudere hanno già chiuso e quindi non usufruiranno neanche di questo beneficio. Questa, dunque, è una norma per i sopravvissuti e non genera nessun incentivo e nessuna speranza per il futuro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ora, io capisco che chi governa, quale che sia la maggioranza politica, ha un mandato elettorale e correttamente credo senta la responsabilità di aver avuto un mandato forte dagli elettori. Ma talvolta, quando il mandato è forte, come in questo caso, si rischia di ritenere di aver acquisito una sorta di infallibilità nel pensare, nel proporre, nell'agire quotidiano, una sorta di onnipotenza, come mi suggerisce giustamente l'onorevole Gian Valerio Sanna. Ora io inviterei tutti a tener conto di un aspetto, caro assessore La Spisa: così come le tessere, anche le vittorie elettorali non arricchiscono improvvisamente di intelligenza e di capacità di elaborazione. Questo vale per chi vince e per chi perde. Quello che abbiamo in testa più o meno resta, indipendentemente dalle sventure stagionali che possono esserci.
Dico questo perché credo vada riconosciuto a tutti un minimo di sale in zucca. Noi abbiamo fatto alcune proposte, capisco che da parte vostra molte di queste possano essere giudicate strumentali, però vi invito a riflettere su un dato, scusate l'asciuttezza dei numeri: il contributo di valore aggiunto dell'industria in Sardegna è pari al 13 per cento, la media del Mezzogiorno è del 16 per cento, quella nazionale del 25 per cento. Gli addetti in questo settore in Sardegna sono poco più del 10 per cento, la media nazionale si attesta al 22 per cento. L'agricoltura ha un contributo di valore aggiunto pari al 4 per cento, in media con quello nazionale. Gli addetti in Sardegna in questo settore sono il doppio rispetto alla media nazionale, a dimostrazione dell'arretratezza di questo settore. I servizi, caro Assessore, sui quali voi vi concentrate, in Sardegna hanno il 9 per cento in più della Lombardia, che pure, vivaddio, sono al servizio - scusate il bisticcio di parole - di un sistema produttivo ed economico degno di questo nome. Allora, non vi sfiora il dubbio? Il dubbio, lo dicevano anche tutte le correnti di pensiero, è un elemento che rafforza la natura pensante dell'uomo, anche quando a provocarlo può essere uno sparuto gruppo di un'opposizione politica. Noi vi stiamo dicendo: cercate, anche attraverso gli interventi di incentivazione, di selezionare i settori che producono ricchezza. Ma è possibile che su questo non ci sia la disponibilità a ragionare?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Il parere formulato dalla Confindustria, che naturalmente è stata audita in Commissione, contiene alcune precisazioni. Devo dire che non sempre condivido le osservazioni della Confindustria, credo invece che meritino particolare attenzione quelle relative al credito di imposta, perché ci dicono che sulla base del comma 2, che abbiamo approvato, quella agevolazione può essere fruita nei limiti posti dalla normativa europea per gli aiuti di importo limitato. E questo sulla base della Comunicazione della Commissione europea, paragrafo 4.2.2. Questa Comunicazione dice, tra le altre cose, che il provvedimento deve essere concesso alle imprese che al 1° luglio 2008 non erano in difficoltà, ma che hanno cominciato a esserlo successivamente a causa della crisi finanziaria ed economica mondiale. Ora, questa previsione mi pare risulti assente dal testo dell'articolo e forse dovrebbe essere inserita o comunque meglio specificata.
L'altra proposta che credo sia utile inserire, magari ne possiamo parlare successivamente anche sulla base di un emendamento orale, riguarda un beneficio ulteriore che la Confindustria propone, secondo me in maniera intelligente, per quelle imprese che occupino i giovani che abbiano completato il percorso formativo all'interno del Master and Back, tentando appunto di offrire una risposta positiva, di costituire per questo strumento che non sempre funziona come dovrebbe una misura di supporto, di sostegno. Probabilmente individuare nel comma 4 delle misure superiori per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato che viene fuori dal completamento di un percorso formativo all'interno del Master and Back può aiutare; può aiutare anche a dare una finalità al percorso medesimo. In ogni caso il voto sull'emendamento numero 109 è favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 109.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 109.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ben Amara e Sabatini hanno votato a favore e i consiglieri Amadu, Diana Mario e Steri hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 54
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 17
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Intervengo a dimostrazione di quanto ho detto prima, cioè che il dibattito è interessante e lo stiamo seguendo. L'idea di inserire nel testo una previsione speciale per le imprese che attuino il Back, nel caso del Master and Back, potrebbe essere valutata dalla Giunta, evidentemente nell'ambito degli strumenti che il Regolamento concede in questa fase della votazione e se l'Aula ritiene questo un arricchimento del testo.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, c'è la disponibilità da parte della Giunta, purché venga esplicitato un emendamento orale. Prego, onorevole Bruno.
BRUNO (P.D.). Io direi che possiamo predisporre in merito un emendamento aggiuntivo. L'emendamento in votazione è soppressivo.
PRESIDENTE. Andiamo avanti, così nel frattempo si predispone l'emendamento aggiuntivo.
Passiamo all'emendamento numero 110.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il comma 5 stabilisce le modalità. Io ho ascoltato con attenzione le osservazioni che ha fatto la Giunta a conclusione del dibattito e devo dire che l'erogazione del contributo di cui alla legge numero 36 avveniva proprio come credito a favore delle imprese; non era un'erogazione diretta a favore delle imprese, che assumevano un credito sugli oneri sociali, sugli oneri contributivi. Come avveniva? Attraverso l'INPS, che aveva un sistema informatizzato serio e capace di intervenire in modo specifico proprio nel settore della contribuzione sociale.
Questo lo dico, Assessore, e chiedo un attimo di attenzione, per un fatto molto semplice, cioè perché la modalità che è prevista qua è un pochino più farraginosa di quella che era stata pensata per la legge numero 36. Questa legge operava attraverso l'INPS, che era detentore del fondo. Siccome qua si parla di contributi sociali e c'è una convenzione che era stata stipulata a suo tempo tra la Regione e l'INPS, perché non estendere la validità di quella convenzione? Perché non consentire, a monte, l'immediata operatività di questo fondo, evitando la contribuzione sociale da parte delle imprese beneficiarie dell'intervento? Funziona già, è già previsto. Questo non lo dico per togliere l'innovazione presunta che ci sarebbe, ma per rendere più operativo l'intervento che è stato proposto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento, Presidente, e per sottolineare che, ancora una volta, le modalità con le quali si prevede di applicare questa norma minano alla base la possibilità che la stessa possa determinare gli effetti positivi, in tempi certi e brevi, necessari in relazione alle difficoltà in cui versano le imprese della nostra Isola. Evidentemente, poiché questa norma ha una temporaneità ben specificata, sappiamo infatti che la durata è stabilita al 31 dicembre 2010, bisogna fare una corsa per accertare quali sono le imprese che avranno diritto a questa agevolazione. Il fatto che sia necessario un accertamento delle condizioni per le quali si può accedere al credito di imposta rende evidentemente questa norma non automatica, mentre si potrebbe velocizzare la procedura anche con la norma che noi prevediamo nell'emendamento sulle zone franche urbane. La necessità dell'accertamento mina alla base l'automaticità della norma; occorre cioè del tempo prima di poter procedere all'erogazione del contributo perché bisogna accertare lo stato di difficoltà delle imprese sarde. Inoltre l'accertamento presenta delle difficoltà in particolare in relazione ad alcuni settori che possono usufruire del credito di imposta. Mi riferisco, per esempio, al settore del commercio.
Insomma, non c'è da parte nostra una preclusione aprioristica od ostruzionistica nei confronti del credito di imposta, perché riteniamo che potenzialmente potrebbe essere uno strumento positivo per le imprese sarde, ma così com'è articolata, in particolare per le modalità in essa previste, non sarà possibile applicare questa norma in tempi brevi e nemmeno soddisfare le necessità che le imprese hanno in questo periodo.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 111.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La scelta fatta noi l'avremmo anche meglio potuta condividere se attorno a questo articolo ci fosse stata una maggiore attenzione da parte della maggioranza, anche rispetto alla sua formulazione. Prima mi riferivo alle modalità di applicazione, perché si interviene sul 20 per cento dei contributi di natura previdenziale a carico del datore di lavoro. E' uno strumento che ha funzionato per anni con la legge numero 36, fornendo la dotazione finanziaria all'INPS e consentendo all'impresa di non versare quel 20 per cento alle scadenze (allora per alcune categorie era addirittura il 100 per cento) e per un numero di anni molto significativo, ossia per cinque anni. Questo strumento era stato utilizzato anche in altre regioni.
La mia richiesta è questa, poi si faccia un po' quel che si vuole. Ma perché buttare sempre al macero le esperienze già fatte? Perché non utilizzare al meglio le esperienze che si sono positivamente già realizzate, almeno per quanto riguarda l'attività di spesa, che è stata celerissima? Forse sarebbe utile, in questo senso, riconoscerci un impegno reciproco attorno a questi temi. Ecco perché io utilizzerò il mio voto contrario anche su questo comma, chiedendo alla Giunta di rivedere alcune formulazioni che sono inserite nell'articolo, per migliorarlo.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 111.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 111.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Manca hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Sabatini - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 18
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 112.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ci avviciniamo alla parte, diciamo, aggiuntiva degli emendamenti, quella che più di ogni altra ha un valore propositivo. Questo lo dico, onorevole Mario Diana, perché bisogna capire se parliamo tra sordi oppure se siamo disponibili ad ascoltare almeno le cose che non pregiudicano, dal vostro punto di vista, la manovra, ma che in qualche misura consentono alla Regione di dotarsi di strumenti che possono essere positivamente utilizzati a beneficio generale dei sardi.
Io voterò per la soppressione di questo comma, quindi voterò a favore dell'emendamento numero 112, e colgo l'occasione per richiamare la nuova parte, quella che riguarda gli emendamenti aggiuntivi. Mi riferisco in particolare all'emendamento numero 167, perché si inserisce come un progetto che tenta di collocare la Sardegna in modo utile dentro lo schema che si va realizzando proprio nel 2010, quello del mercato unico euromediterraneo, ed è teso a sviluppare studi, ricerche e sperimentazioni di politiche attive del lavoro e di politiche per lo sviluppo. Qual è il problema? I 2 milioni di euro aggiuntivi al fondo regionale per l'occupazione, di cui non si spende mai una lira e che è iperdotato di risorse finanziarie? Beh, si utilizzino le risorse finanziarie che già ci sono. Se il tema sono le dotazioni aggiuntive, la Giunta dica che è d'accordo sull'obiettivo e cancelli le dotazioni aggiuntive. Basterebbero quelle del fondo regionale per l'occupazione che ha grande difficoltà di operatività e di spesa.
(Non è approvato)
Procediamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo articolo può ancora essere migliorato stando dentro un percorso di sperimentazione che abbiamo indicato nell'emendamento numero 167 e che è nella piena disponibilità politica e organizzativa della Giunta regionale. Non ce l'ha mica il Consiglio questa disponibilità!
L'articolo 2 può essere migliorato nella parte che riguarda la destinazione dei benefici per promuovere occupazione. Prima si parlava di Master and Back, io sono sempre stato molto critico su questo strumento, non per il Master, ma per il Back. Se poi penso a quale utilizzo è stato fatto del personale che abbiamo formato, mi vengono in mente dodici ragazze "iperlaureate", che si sono anche ben specializzate nel corso della loro attività professionale presso l'Agenzia regionale del lavoro. Sapete come le stanno utilizzando? Per contare i biglietti di viaggio dei partecipanti ai corsi di Master o di alta professionalità, proprio del programma Master and Back! Cioè noi facciamo un utilizzo pessimo delle risorse che formiamo ed è una delle ragioni per cui i nostri giovani rimangono fuori, che non è solo quella di essere impiegati scarsamente o per nulla, ma anche quando sono impiegati direttamente dall'amministrazione regionale vengono utilizzati per svolgere i compiti più miserevoli, quelli meno rilevanti sotto il profilo politico, amministrativo e professionale. E questa è la riflessione che ripetiamo.
Inoltre, per quanto riguarda i soggetti beneficiari, ma veramente abbiamo bisogno di includere tra i soggetti beneficiari i supermercati, il commercio al minuto, il commercio al dettaglio e all'ingrosso? Ma veramente pensiamo che l'occupazione che dobbiamo creare, che dobbiamo sostenere non funzioni e che i contributi in conto occupazione siano fallimentari dal punto di vista della creazione di nuova occupazione? Possono servire a mantenere l'occupazione che c'è, a farla diventare produttiva e a consentire a questo tessuto debole di salvarsi. Ecco perché voterò contro questa stesura dell'articolo 2 e mi auguro di poterla vedere migliorata nel corso della discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Sull'articolo 2 la nostra valutazione naturalmente non è positiva, ma riteniamo che la misura in esso prevista non sia l'elemento peggiore di questa finanziaria. E' una misura sperimentale che avrà difficoltà di applicazione proprio perché, sulla base della citata Comunicazione della Commissione europea, possono beneficiarne le imprese che si sono trovate in difficoltà successivamente alla data del 1° luglio 2008; non è invece utile per le imprese che erano già in difficoltà a quella data, per cui il campo è abbastanza ristretto. La riteniamo comunque una misura sperimentale e come tutte le misure sperimentali credo che debba essere inserita, anche sulla base di quei principi che avete accolto e inserito nel Programma regionale di sviluppo, nella valutazione delle politiche. Forse era opportuno prevedere in legge una misura di valutazione delle politiche, insomma fare in modo che per quanto riguarda enunciazioni di principio, ma anche applicazioni pratiche come questa, si possa tra un anno fare una valutazione dei risultati. Io credo che questa clausola valutativa si sarebbe potuta inserire; in ogni caso la si può prevedere per tutte le politiche di questa Regione, a partire da quelle che hanno queste caratteristiche.
Noi, comunque, proponiamo di migliorare questo articolo di difficile applicazione e tenteremo di migliorarlo anche con l'emendamento aggiuntivo orale che poi proporremo riguardo, appunto, al Master and Back e al completamento del Back.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 24. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 25.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento è già stato corretto? Era stata annunciata una correzione ed era ammessa, su proposta della Giunta, solo la sezione S, che attiene, penso, ad associazioni politiche, sindacali e così via. Sarebbe opportuno verificarlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La sezione S attiene ai servizi alla persona, tra cui rientrano, immagino, anche quelli richiamati, ma evidentemente si tratta di un intervento che potrebbe essere finalizzato a estendere l'agevolazione a quell'insieme sempre di piccole imprese che erogano anche servizi di questa natura, ma non specificamente questi.
PRESIDENTE. Devo precisare che al comma 2 dopo le parole "L'agevolazione è concessa" va inserito l'inciso "nei limiti della dotazione del fondo di cui al comma 1".
Comunico che il consigliere Locci è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Vorrei soltanto capire se è stato proposto un emendamento orale e quindi se l'Assemblea si deve pronunciare sulla sua ammissibilità e qualora ci dovessimo pronunciare sull'ammissibilità, alla luce anche dei chiarimenti richiesti dall'onorevole Maninchedda...
PRESIDENTE. Non c'è nessun emendamento orale. C'è stata semplicemente una specificazione perché l'emendamento inizialmente era stato considerato inammissibile, in quanto privo di copertura finanziaria. E' stato precisato dalla Giunta, quindi non c'è nessun emendamento orale, onorevole Cuccureddu.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Quindi stiamo votando l'emendamento escludendo la sezione I e la sezione M, punto 73 limitatamente al codice 73.20. Chi ha chiesto la soppressione di questa parte? Ci sarà pure un emendamento!
PRESIDENTE. La Giunta ha semplicemente specificato che l'emendamento può essere accolto, perché non è privo di copertura finanziaria, purché l'agevolazione si concessa nei limiti dello stanziamento già indicato nel testo. E' chiaro?
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 25.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cossa e Locci hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Sabatini - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 36
contrari 15
(Il Consiglio approva).
I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, ci si propone di esaminare in Commissione tutti gli emendamenti ancora da valutare, ma probabilmente è necessario convocare il Consiglio alle ore 17, anziché alle 16, altrimenti non sarà possibile completare i lavori in Commissione.
PRESIDENTE. Va bene. Il Consiglio è pertanto riconvocato alle ore 17, mentre la Commissione bilancio è convocata alle ore 15 e 30 e la Conferenza dei Capigruppo immediatamente. Onorevole Giacomo Sanna, stiamo concludendo i lavori del Consiglio adesso, cioè alle ore 13 e 30 anziché alle 14, proprio per poter riunire la Conferenza dei Capigruppo adesso.
La seduta è tolta alle ore 13 e 30.