Seduta n.265 del 19/10/2011 

CCLXV Seduta

(POMERIDIANA)

MERCOLEDÌ 19 OTTOBRE 2011

Presidenza del Vicepresidente BRUNO

indi

della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente BRUNO

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 03.

BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 5 ottobre 2011 (258), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Capelli, Felice Contu, Angelo Francesco Cuccureddu, Paolo Luigi Dessì, Rosanna Floris, Sisinnio Piras, Paolo Terzo Sanna, Antonio Solinas e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 19 ottobre 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:

Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula:

"Soppressione delle Province di Cagliari, Sassari, Nuoro ed Oristano". (13)

(Pervenuta il 18 ottobre 2011 e assegnata alla prima Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Barracciu - Cocco Pietro - Diana Giampaolo - Agus - Corda - Cucca - Cuccu - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio:

"Interventi a sostegno dei genitori separati e divorziati in difficoltà". (317)

(Pervenuta il 18 ottobre 2011 e assegnata alla settima Commissione.)

Barracciu - Diana Giampaolo - Cocco Pietro - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Agus - Meloni Marco:

"Norme e interventi per l'organizzazione della banca regionale per la conservazione del sangue di cordone ombelicale e l'organizzazione della rete regionale". (318)

(Pervenuta il 18 ottobre 2011 e assegnata alla prima Commissione.)

Constatato lo scarso numero di consiglieri presenti in Aula, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 05, viene ripresa alle ore 16 e 15.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Sechi)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bardanzellu, Diana Giampaolo, Oppi e Sechi sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 36 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire i lavori.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiederle quali decisioni sono state assunte in merito alla conclusione dei lavori odierni.

Non vorrei che le assenze della maggioranza comportassero un qualche prolungamento dei lavori e una penalizzazione per chi, come la minoranza, è stato pazientemente e cortesemente in attesa che la maggioranza raggiungesse l'Aula. Siccome abbiamo impegni politici e personali, le chiederei di poter conoscere l'ora della fine dei lavori e le anticipo, ovviamente, una profonda insoddisfazione nel caso gli stessi proseguissero oltre le 20, 20 e 30.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso a maggioranza di verificare l'andamento dei lavori e, per poter approvare la legge in tempi utili - perché c'è una scadenza, quella di fine mese, che conosciamo -eventualmente proseguire i lavori fino alle ore 24 odierne.

PORCU (P.D.). Presidente, io credo che sia doveroso che i consiglieri possano disporre del proprio tempo, che non è un tempo a disposizione dei capricci della maggioranza. Noi siamo consiglieri regionali ma siamo anche persone e, come tali, abbiamo l'esigenza di sapere a che ora finisce la nostra responsabilità in Consiglio regionale. Se non fosse possibile fare altrimenti, le chiedo di poter mettere ai voti una conclusione dei lavori per le ore 21.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, le ho già comunicato la decisione presa a maggioranza della Conferenza dei Presidenti di Gruppo; non posso fare altro.

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)

PRESIDENTE. Colleghi, l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A, che prosegue con l'esame del titolo e degli emendamenti.

E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Presidente, richieste di verifica del numero legale permettendo, che fanno parte ovviamente delle prerogative delle opposizioni per ostacolare questo processo di approvazione di uno strumento certamente migliorabile, certamente perfettibile, siamo finalmente giunti alla discussione, almeno, del titolo.

Un titolo che ci dà l'opportunità di chiarire definitivamente, per chi non l'avesse capito e anche per chi l'ha capito ma, in maniera strumentale, continua a confondere, anche dal punto di vista mediatico, il reale contenuto del disegno di legge numero 265 che, poi, altro non è che il prosieguo della legge regionale numero 4 approvata da questo Consiglio. Una legge che ha avuto un risultato - è sotto gli occhi di tutti - positivo (non poche pratichine, come qualcuno le ha definite stamattina); alla data del 30 settembre 2011 gli interventi reali censiti dall'Assessorato regionale dell'urbanistica ed enti locali, su un campione di 71 comuni, sono stati infatti 10.859.

Un dato, colleghi, che proiettato al 100 per cento dei comuni sardi dà, sempre al 30 settembre, un numero di interventi pari a 17.479. Se facciamo riferimento, scusi onorevole Sanna io non l'ho mai interrotta, anche al solo dato di 10.859, verifichiamo che non c'è un solo intervento di carattere speculativo. Cari colleghi, voi dovete avere il coraggio, se siete a conoscenza di interventi speculativi, a causa della legge regionale numero 4, di denunciarli. Perché parliamo, lo ripeto, di una legge che ha consentito a 10.859 famiglie, su un campione di 71 comuni sardi (e se proiettiamo fino al 100 per cento arriviamo a 17.479 famiglie) di poter usufruire di un piccolo o medio incremento abitativo senza consumare territorio, senza devastare gli arenili.

Sapete, è brutto, anche per chi come me ha questo ruolo pro tempore e oggi è il relatore di questo disegno di legge, leggere su un importante quotidiano "parte l'assalto gli arenili". Non è bello, non è bello perché sono consapevole che non ci sarà, come non c'è stato finora, nessun assalto agli arenili, e questo lo sapete benissimo. Non si può continuare a giocare a disinformare e, soprattutto, continuare a giocare a creare anche questo odio sociale mettendo i poveri e i disperati contro i ricchi o i potenziali ricchi, o contro coloro i quali possono usufruire o vorrebbero usufruire del Piano casa perché hanno l'esigenza magari di ampliare la propria abitazione senza consumare territorio, nel rispetto delle regole, dando la possibilità a qualche artigiano locale di poter lavorare, di poter magari pagare i contributi INPS ancora per qualche settimana o per qualche mese. Ciascuno di noi, anche chi proviene dalla cultura del lavoro, dalla cultura sindacale, dall'associazionismo, più di altri lo dovrebbe capire e dovrebbe averlo sperimentato anche negli anni.

E dovrebbe averlo sperimentato anche nella passata legislatura quando al governo c'eravate voi e, in materia urbanistica, e non voglio essere ripetitivo, avete fatto delle cose che noi ci sogniamo di fare. Avete concesso milioni di metri cubi in deroga! E l'onorevole Giacomo Sanna, all'inizio della legislatura, fece un elenco dettagliato da questi banchi di tutti gli interventi in deroga e di tutte le intese da voi autorizzate e approvate nella scorsa legislatura. Quindi non c'è stato un solo metro cubo di speculazione.

Questo è un disegno di legge sicuramente perfettibile, migliorabile e molti degli interventi migliorativi presentati sono frutto anche del vostro lavoro, dei vostri consigli, del lavoro della Commissione, dei suggerimenti provenienti dagli enti locali, dalle associazioni di categoria, che ci dicono che questo strumento è stato l'unico ad aver salvato numerosi artigiani, contribuendo a mantenere a galla numerose imprese; oggi invece viene utilizzato per denigrare, per insultare, per ammonire questa maggioranza, per ammonire i consiglieri che hanno un approccio culturale diverso su questa materia.

Nessuno di noi è ossessionato dal mattone, nessuno di noi si è reso protagonista per aver favorito scempi o speculazioni; avete citato amministrazioni amanti del mattone, amministrazioni che hanno consumato, ci sono anche queste, i loro territori negli anni, caso strano sono tutte amministrazioni che da oltre vent'anni hanno il vostro stesso colore politico. E anche su questo dovete riflettere. Avete citato Santa Teresa di Gallura, avete citato San Teodoro, avete citato Palau, avete citato altri centri, e sono tutte realtà dove regna il vostro colore politico da almeno vent'anni, da almeno vent'anni!

Quindi, mettetevi d'accordo perchè dite una cosa qui e ne fate un'altra quando invece siete chiamati a dare delle risposte, ad amministrare realtà costiere dove abbondano i multipiano e dove gli scempi, che hanno compromesso il territorio, hanno un nome, hanno un cognome e hanno una sigla politica. Quindi anche su questo dovremmo riflettere. E dovreste riflettere.

Per quanto mi riguarda noi siamo a disposizione; mi auguro che la stessa maggioranza, che ha tanto a cuore questo strumento del Piano casa, così come ha tanto a cuore la pianificazione urbanistica in Sardegna, perché fa parte del programma elettorale, possa in tempi brevi dare tutte quelle risposte per le quali abbiamo chiesto il consenso: la modifica del PPR che è a buon punto, una nuova legge urbanistica alla Sardegna, una legge organica, una legge-quadro, una legge per il governo del territorio che consenta e, soprattutto, permetta ai comuni di dotarsi di uno strumento urbanistico serio.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue SANNA MATTEO.) Il vero problema della Sardegna è che la maggior parte dei comuni ancora va avanti con programmi di fabbricazione che sono datati da oltre vent'anni, è questa la vergogna. Noi, caro Assessore, dovremmo costringere o mettere in condizione tutti quei comuni inadempienti, tutti quei comuni costieri che usano la deroga ormai come la pillola quotidiana, di dotarsi al più presto di uno strumento urbanistico moderno che tenga conto delle reali esigenze del territorio, che tenga conto delle reali esigenze dei potenziali cittadini che su quel territorio dovrebbero insediarsi, che tenga conto, soprattutto, delle tipologie edilizie del territorio, appunto, dove il Comune insiste.

Io non ritengo che questo strumento risolverà tutti i problemi, sarei e saremmo dei presuntuosi se lo pensassimo; sicuramente è una grossa mano d'aiuto per un settore, quello edilizio, che ha registrato, come qualcuno di voi asseriva stamattina, una battuta d'arresto e numerosi licenziamenti nell'ultimo periodo.

Una battuta d'arresto determinata anche dalla mancanza di regole certe, e anche perché è mancata, soprattutto in alcuni comuni, la capacità di pianificare, di programmare, la capacità di recuperare l'esistente; recupero e riqualificazione che avviene attraverso questo strumento, uno strumento importante, uno strumento che colma molte lacune esistenti, oggi, in Sardegna dal punto di vista legislativo.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Paolo Terzo Sanna è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, collega Sanna, io non so se questo provvedimento risolverà tanti o pochi dei problemi che voi sperate, con esso, di poter risolvere; la mia preoccupazione è che invece possa crearne molti di più di quanti ognuno di noi e di voi tema.

Nel tentativo di contribuire al dibattito consiliare, oggi, partendo dal titolo, il mio primo pensiero è di non voler dare l'impressione (e quindi ancor meno essere classificato tale), di essere parte di una contrapposizione politica fine a se stessa. Questa è un po' l'aria che si respira, lo dico con rispetto dell'Aula e convinto del fatto che nessuno partecipi a questo genere di battaglia, quella fine a se stessa si intende, in questa sede. Ma altrettanto convinto che così non la pensa chi segue il nostro dibattito stando fuori da quest'Aula.

L'impressione diffusa, colleghi, è che questo sia ormai il copione destinato a ripetersi a ogni occasione, per cui nell'opinione pubblica si afferma l'idea che nelle istituzioni democratiche vada in scena ogni volta il solito inutile scontro. E di questi tempi, se mi è consentito dirlo, io prediligerei un atteggiamento generale, un profilo politico almeno un po' diverso, più attento cioè al livello di tensioni sociali diffuso nel nostro Paese e nella nostra Regione, più attento alla crisi devastante, e consapevole delle aspettative di chi si attende segnali di responsabilità alta da parte della classe politica tutta, attinenti e adeguati sia al merito delle soluzioni proposte, ma anche al metodo utilizzato per perseguire queste soluzioni.

Al riguardo personalmente, lo dico molto sommessamente, non registro neppure oggi alcuno sforzo degno di nota da parte della maggioranza, che pure ha la maggiore responsabilità all'interno di quest'Aula, per far sì che questo Consiglio regionale possa confrontarsi ognuno per la sua parte, certo, ma provando a tener conto della straordinarietà della fase storica e politica che stiamo vivendo. Occorre allora abbassare i toni, non c'è dubbio, al di là della distanza delle posizioni, che resta, ma anche evitare di forzare la mano su temi di grande impatto sociale, economico e ambientale, come per esempio quello di cui oggi parliamo, e ne parliamo per l'ennesima volta.

Perciò, dinanzi al perseverare di un'azione politica qual è quella espressa da questa Giunta, che a me come ad altri appare di tipo esclusivamente monotematico, prevalentemente incentrata sull'attività edilizia, comprendo anche il maggiore trasporto con cui alcuni colleghi esprimono la loro opposizione, perciò i toni rischiano di cambiare. Gli stessi colleghi della maggioranza converranno sul fatto che certe volte occorre pure riuscire a farsi sentire in quest'Aula, e alcuni lo fanno meglio di altri. Io sicuramente meno, ma ciò non mi esime dal provarci con i miei toni, ovviamente.

Ciò che in ogni caso considero inopportuna è la banalizzazione tutta d'un blocco delle posizioni altrui, come se il disaccordo non fosse una posizione legittima, ma una mera posizione pregiudiziale, o persino ideologica, in certi casi, come viene definita da taluni. Io ci tengo a respingere questa etichetta per ribadire fermamente che non sono contrario a un Piano casa qualsiasi esso sia, non sono contrario, ma spiegatemi, colleghi, come si possa essere d'accordo con una proposta con la quale si premiano con ulteriori nuove volumetrie quelle derivate da sanatoria di un abuso, grazie poi a una norma sarebbe dovuta servire solo per realizzare una stanza in più.

Spiegatemi, colleghi della maggioranza, come si possa essere d'accordo con un provvedimento con il quale si decide l'uso del territorio attraverso il superamento in deroga delle norme urbanistiche, paesaggistiche, addirittura con una procedura semplificata. E spiegatemi, colleghi della maggioranza, come si possa sostenere una norma come questa, nata per essere Piano casa, e che tradisce sin dall'esordio, nell'ottobre del 2009, le attese di chi la casa davvero non ce l'ha, per rimandare ad altra occasione un vero Piano casa, ogni volta annunciato e mai approdato da nessuna parte, tanto meno in questo Consiglio.

Allora, colleghi, io resto contrario a questo Piano casa, per come è stato concepito e per come è stato progressivamente modificato, e per come si accinge a essere ulteriormente modificato, per avere trasformato una nuova e ghiotta opportunità di sviluppo per i cittadini e le imprese sarde nel rischio che il sistema sprofondi dentro un saccheggio generale diffuso ed esteso dai centri abitati sino alle coste. Sono contrario all'ulteriore trasformazione di una legge, già pessima dalla sua prima stesura, che oggi, se ce ne fosse bisogno, rivela definitivamente la reale volontà di chi non ha mai pensato alla famosa stanza in più, perché in testa aveva altro.

Non mi stupisce neppure la riscrittura del titolo, di cui ora parliamo; laddove si intende specificare il carattere urbanistico della norma, e la sua funzione in materia di provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico, sempre di nuove volumetrie residenziali si parla. Dico tutto ciò pur convinto delle aspettative di tanti sardi, dei quali non ignoro certo l'ansia per l'attesa dell'ormai tanto sospirata opportunità di ampliamento, ma preoccupato anche del fatto che, in gran parte, non sanno se il giorno dopo non si troveranno pure loro i vicini di casa a distanza così ravvicinata, in virtù di quelle sottovalutate deroghe di cui parliamo, sino a compromettere quegli stessi loro spazi che, col titolo abitativo, si erano illusi di avere definitivamente acquisito tra i loro diritti, senza che nessuno potesse più metterli in discussione. Così non è, e molti non lo hanno ancora realizzato.

La deroga agli strumenti urbanistici comunali, lo sappiamo tutti, si muove a cavallo di un delicato equilibrio col quale si reggono i rapporti e la convivenza civile tra cittadini, abitanti, edifici confinanti. Tema piuttosto noto negli uffici del TAR Sardegna, il quale ha già detto in altre occasioni che il ricorso a tali deroghe può avvenire solo ed esclusivamente attraverso il pronunciamento dei rispettivi consigli comunali, e addirittura previo parere dei confinanti che, per effetto della deroga, subirebbero una riduzione del diritto soggettivo loro riconosciuto dalle norme di attuazione degli strumenti urbanistici.

A proposito di certezze dei diritti, questo quanto mai dubbio profilo di legittimità del quale continuiamo a dire, su cui poggia la norma, rappresenta, almeno per me, più che ragione di perplessità motivo di forti preoccupazioni, per le conseguenze che potrebbero derivare a seguire, anche in analogia a quanto accaduto più recentemente in Gallura per effetto sempre di una sentenza del TAR Sardegna. Colleghi, continuare a parlare di nuove opportunità di sviluppo, con questi rischi che incombono sulla testa dei nostri cittadini e delle nostre imprese, mi sembra veramente eccessivo, al di là delle 17 mila oppure delle 30 mila pratiche, o quante potrebbero diventare in attesa di comprendere, lo ha già detto il collega Gian Valerio Sanna, quante di queste saranno accoglibili.

La vostra ossessione, colleghi della maggioranza, sul Piano paesaggistico - rispetto al quale non è il giudizio che esprimete a essere in discussione, ma le scorciatoie che avete imboccato per operare quelle revisioni che sono pure legittime, secondo il vostro punto di vista, ma è sbagliato il procedimento che avete adottato - ha evidentemente condizionato oltre misura ogni vostra iniziativa politica, colleghi della maggioranza, sino a snaturare anche questo provvedimento e questo strumento che, lo ripeto, avrebbe potuto rappresentare un'opportunità decisamente più utile alla nostra gente.

Occorre allora un approccio diverso al problema, e pensare meglio alle risposte da costruire, anche attraverso un possibile Piano casa per l'immediato, ma senza perdere di vista gli effetti nel medio e nel lungo termine. Avremmo potuto incontrarci meglio, se voi l'aveste voluto, pur nelle differenze, condividendo la necessità di favorire la reale riqualificazione del nostro patrimonio edilizio, allineandolo meglio ai criteri di sostenibilità ambientale, di miglioramento della vivibilità e delle nostre città. Io credo che avremmo fatto in quel caso un grande servizio alla nostra Regione, un'occasione mancata di cui domani potremmo solo rammaricarci.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Cerchiamo di stare sul tema legato all'adeguamento del titolo. Io ritengo che gli onorevoli proponenti di questo ampliamento del titolo dicano una verità, perché nel comparto Piano casa ci sono di fatto altre norme di carattere urbanistico. Questo vuol dire il titolo, ma questo titolo rappresenta una tristissima realtà, perché in un disegno di legge che vuole disciplinare interventi edilizi, che dà la trasformazione in abitazioni a ex interrati (a tale proposito devo riconoscere la grande sensibilità di alcuni consiglieri della maggioranza, se non sbaglio primo fra tutti il consigliere Campus, che ha provato a limitare e ad ammortizzare l'impatto negativo di questa trasformazione ), che concede contributi volumetrici in deroga alle norme, ritengo sia un grave errore, di tipo proprio genetico - urbanistico, presentare altre valenze.

Questo ci riporta a scenari del passato. Pensate che la prima legge sul condono edilizio, parlo del 1985, la legge sarda, la "23", buona fotocopia dal punto di vista tecnico della "47" nazionale, disciplinava (essendo strutturata per capi) oltre che il rilascio della concessione edilizia o dell'autorizzazione in sanatoria delle opere abusive, oltre che le tipologie d'abuso, anche la repressione dei futuri abusi; nell'85 si diceva questo, la famosa tecnica della carota e del bastone successivo: "norme per il risanamento di aree compromesse", "norme per la semplificazione e liberalizzazione di alcune attività edilizie". Per esempio in quel periodo, in questa legge di condono edilizio, nasce una disposizione molto positiva, che è la famosa "comunicazione opere interne" che consente ai cittadini, con una relazione tecnica, di non dover procedere ad autorizzazioni e presentazione di progetti, ma semplicemente, attraverso l'asseverazione di un tecnico, procedere ad attività edilizia su opere interne.

Ebbene, cari consiglieri che presentate questo aggiustamento, questa ricerca della verità nella normativa, anche voi, come le passate leggi, ricordate che stiamo unendo il sacro al profano. Cioè, in questa norma abbiamo introdotto una parte tendenzialmente nobile, che è quella delle procedure di semplificazione amministrativa, poi parliamo di aspetti paesaggistici, tocchiamo addirittura le direttive del '94, le direttive delle zone agricole.

E io mi chiedo e vi chiedo se tutta questa materia non sarebbe stato meglio inserirla, attraverso un lavoro appena appena più nobile, all'interno del PPR, che ancora avete in elaborazione. Non so se siano veritiere le fughe di notizie sul PPR ma, al di là di quello, forse sarebbe stato più nobile questo comparto non inserirlo in questo contesto, ma portarlo in quell'altro ambito. Ma, ancora, perché non fare una legge specifica sullo snellimento delle procedure, perché una legge specifica, secondo me, attiverebbe un processo di maggior serenità all'interno dell'Aula, nel senso che saremmo tutti maggiormente in grado di lavorare.

In questo testo di legge abbiamo la difficoltà di vedere cose molto diverse tra di loro; mi dispiacerebbe pertanto che scattasse una forma di, chiamiamolo ostruzionismo, senza entrare in qualche dettaglio nobile che, ribadisco, forse avrebbe fatto meglio ad avere uno spazio diverso. Quindi io mi auguro che già nel PPR ci sia un adeguamento di stampo nobile che, a questo punto, rimetta dentro alcune parti che sono in questo disegno di legge.

La legislazione italiana è infatti una legislazione scarna, scarnissima, perché fino agli anni '80 abbiamo avuto anche leggi nobili (tre, quattro in tutto); dagli anni '80 a oggi, prevalentemente, a parte un grande approccio burocratico, abbiamo avuto le leggi della grande deregulation, cioè abbiamo avuto soltanto leggi che, sostanzialmente, condonano quanto precedentemente si era detto, abbiamo fatto regolamenti edilizi, norme di attuazione, a Cagliari forse anche negli anni '30, '40, ma diciamo negli anni '30, '40, '50, '60, dagli anni '80 abbiamo improntato le nostre leggi a cercare di operare una sorta di sanatoria delle trasgressioni delle norme appena varate; anche questa, purtroppo, è in quella linea.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Il collega Cugusi praticamente ha detto che facciamo le norme e subito dopo, forse perché non soddisfano i veri desideri, ci ravvediamo e introduciamo le deroghe e le correzioni. Ed è questo il motivo con cui continuate a incalzarci in quest'Aula, con provvedimenti che seguono altri già adottati, evidentemente non soddisfacenti del disegno che continuate a riproporci in modo ossessivo, che è il disegno delle deroghe edificatorie.

In questo caso non si tratta di mettere i poveri contro i ricchi, qui si tratta di prendere atto che i poveri sono poveri e basta, e sono disperati, hanno poco interesse a incalzare i ricchi. La verità è che i poveri si aspettano probabilmente dal Governo regionale altre attenzioni, altre considerazioni, per cercare di trovare quei mezzi e di disporre di quell'essenziale che serve per sopravvivere.

L'altro elemento che introducete è quello della semplificazione amministrativa. Ancora una volta un mezzuccio per tentare di sconquassare le norme esistenti, di capovolgerle, perché avete dimostrato da un pezzo di essere insofferenti alle regole in generale, e in modo particolare a quelle che governano il territorio. Anche questa, ancora una volta, è talmente ingarbugliata che credo voi stessi incomincerete a trovare delle difficoltà a districarvi nei meandri di una norma che vuole correggere e migliorare un processo che è iniziato da un pezzo e che, probabilmente, vi è anche sfuggito di mano.

E' un progetto di legge che vuole modificare leggi che, in qualche modo, proponevano il governo del paesaggio, la tutela delle coste, la tutela delle zone agricole, magari a fini produttivi, la valorizzazione dei centri storici, la qualità della vita, gli standard dei servizi e quindi la sostenibilità dei nostri centri, delle nostre città, dei nostri paesi, dei nostri territori. L'unica attenzione che voi avete dimostrato di avere in quest'Aula è quella rivolta verso il patrimonio fondiario, verso il mondo speculativo immobiliare, verso il disegno della realizzazione di seconde, di terze, di quarte e quinte case per quelli che già le hanno (per questo diventano seconde, terze, quarte e quinte), ma non c'è una sola iniziativa a favore della prima casa, di coloro cioè che la casa non l'hanno.

In una terra depredata e impoverita, con una popolazione esasperata perché non ha di che vivere, voi continuate a proporre norme che riguardano solo ed esclusivamente interventi edificatori su un territorio già mortificato e massacrato, A fronte di una economia in crisi, soprattutto nel settore edilizio per la crisi del mercato, conseguente alla crisi economica globale, ma settore in crisi anche per una saturazione del mercato; è il bollettino che leggiamo quasi ogni giorno sui quotidiani sardi: crisi nel comparto dell'edilizia, nel mercato immobiliare da nord a sud, da est a ovest dell'Isola. Ormai anche le zone più appetibili, più ambite sono in crisi, il mercato del mattone segna il passo, le vendite immobiliari incominciano a registrare fenomeni preoccupanti per un settore che era stato individuato come un settore trainante.

Un provvedimento di legge, quindi, che invece di tutelare gli interessi generali, dedica attenzioni particolari ai soliti noti: favorisce un uso egoistico e privato del bene collettivo, del paesaggio, del territorio agrario, delle nostre coste, delle nostre spiagge, dei nostri borghi, perché solo a chi ne ha è consentito realizzare, ampliare, accumulare e capitalizzare. I cittadini ignari sono tagliati fuori dalle scelte perché disinformati, quelli che voi chiamate cittadini e dite essere quelli che premono, non sono i cittadini, sono i soliti noti, sono i soliti noti speculatori, avidi, insensibili, desiderosi solo di aumentare i loro profitti, le loro proprietà e i loro beni.

E chi è preposto invece alla tutela e al governo del territorio, quindi il Governo regionale, che cosa fa? Che cosa propone? Non emana norme e neanche un provvedimento per mettere in sicurezza il territorio, per mettere in sicurezza le zone a rischio, a rischio di frane, a rischio di alluvioni, ma anche a rischio di aggressioni e di saccheggio, perché questo è un rischio quotidiano rispetto alle disgrazie naturali che ogni tanto, però puntualmente, si presentano creando altre situazioni che amaramente constatiamo anche nella nostra Sardegna.

Un Governo regionale che si schiera quindi a fianco degli speculatori, dei saccheggiatori, degli accumulatori di volumi e di fortune, in dispregio anche agli elementi che dovrebbero essere difesi a ogni costo: la qualità architettonica, la bellezza, la grazia architettonica. Tutto questo viene disatteso. Abbiamo una gamma di orrori costruiti ed edificati nel territorio di Sardegna, dai centri storici ai centri urbani, dalle periferie all'agro alle coste, una varietà, che registra tutto l'immaginario edificatorio del pianeta, di costruzioni concentrate in alcune zone e spesso inutilizzate perché vuote e disabitate la gran parte dell'anno.

E' un provvedimento, questo che voi portate all'attenzione dell'Aula, che nasce da una maldestra disposizione statale, il cosiddetto Piano casa nazionale, che poi in Sardegna ha trovato applicazione con le modalità da voi snocciolate in ripetute occasioni, con nessun ritorno economico e occupazionale, ma solo con effetti devastanti sul paesaggio e sull'immagine della Sardegna.

Un disegno di legge che voi ci avete presentato e che ancora in qualche modo reca, anche nel sottotitolo, tra le righe delle relazioni introduttive, la definizione di Piano casa; Piano casa che avrebbe dovuto creare occupazione, almeno un minimo, ma così non è stato anche se vi sforzate di dire che l'occupazione è cresciuta, che questi interventi hanno sbloccato una economia sempre più in caduta libera, sempre più in difficoltà.

Un disegno di legge, quello in discussione che dedica maggiori attenzioni solamente a chi può permettersi deroghe in materia di edificazione rispetto alle distanze e ai volumi, senza alcuna analisi e giustificazione di mercato; un disegno di legge che fra l'altro, l'abbiamo già detto e lo ripetiamo, entra a gamba tesa e prepotentemente nella pianificazione urbanistica su cui i comuni hanno competenza specifica.

Abbiamo occupato fino a ora, in qualche modo, più o meno vistosamente, il 50 per cento delle nostre coste. Ma non pensate che sia ora di metter fine a tutto ciò, di salvare almeno l'altro 50 per cento che è rimasto indenne da questa aggressione? Davanti ad alberghi mezzo vuoti non sarebbe forse opportuno smettere di continuare a costruire? Davanti a uno scenario mondiale che preannuncia battaglie future sul cibo, invece di difendere agricoltura e produttività agricola noi pensiamo di continuare a costruire aumentando i volumi e sottraendo fertili terreni all'agricoltura (quindi alla vocazione naturale del territorio), consentendo a volte anche per bisogno frazionamenti e lottizzazioni indiscriminati su qualsiasi parte del territorio regionale.

Di fronte a questo scempio noi diciamo ancora una volta che sarebbe opportuno aprire un dibattito sulla riqualificazione del patrimonio esistente, sul miglioramento della mobilità interna, sull'accessibilità dei luoghi e della fruizione dei servizi, puntando a un adeguato Piano casa per chi la casa non ce l'ha, a un serio progetto di housing sociale, ma questa, che è la vera proposta a interesse e a vantaggio dei sardi, da voi viene disattesa perché siete una classe politica inadeguata.

Chiudo il mio intervento citando i versi di Andrea Zanzotto, il grande poeta italiano recentemente scomparso, che diceva: "Dal paesaggio ricevo una forza di bellezza e tranquillità. Ecco perché la distruzione del paesaggio è stata per me un lutto terribile".

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, cari colleghi, il titolo di questo disegno di legge: nessuno, e non deve neanche avere titolo nel nostro dibattito. Dispiace ci sia ancora chi pensa che l'individuo non rimarrà il soggetto della storia e non si trasforma, è un consumatore in materia di alloggi, di frazionamento urbano e paesaggistico e accetta lo sbriciolamento del suo tempo vitale similmente allo sgretolamento dei suoi territori quotidiani. Bene comune non significa soltanto proprietà condivisa, ma è strettamente connesso con l'idea di responsabilità e di politico, tende alla coesione della comunità e alla coerenza del territorio geografico e virtuale su cui opera quella comunità.

Per essere credibile questo disegno di legge deve identificare almeno tre forme di urbanistica virtuosa da mettere poi in atto. La prima è l'urbanistica cronotopica, poi l'urbanistica sensoriale e l'urbanistica partecipativa. La cronotopia è quella forma di urbanistica che si occupa non solo dei luoghi ma anche dei tempi, che coniuga la logica dei luoghi alla logica dei flussi.

(Brusio in aula)

Questo implica che l'urbanistica responsabile stili un progetto suddiviso in fasi di durata limitata e soprattutto reversibile, cioè che si possa interrompere nel caso in cui insorgano imprevisti di varia natura, senza compromettere la possibilità che il cittadino usufruisca in modo soddisfacente dello spazio. Il progetto urbano deve dunque rispecchiare i tempi dell'uomo e le sue evoluzioni, ma non deve in nessun caso distruggere l'originale per farne una fotocopia.

L'urbanistica sensoriale slega la pianificazione urbana, ma anche l'architettura e gli studi sul paesaggio, dalla mera componente visuale. La città, per esempio, riveste un valore molto più ampio, legato non solo ai cinque sensi, ma anche alla sfera dell'affettività e dell'emozione. Un'urbanistica dell'accoglienza, delle sensazioni, deve tener conto di tutti questi fattori per non ridursi a soddisfare solo le funzioni di base della vita umana, identificate dai funzionalisti nel "abitare - lavorare - riposare - circolare".

Infine l'urbanistica partecipata. I cittadini devono essere coinvolti nelle scelte delle pratiche di pianificazione perché il patrimonio appartiene alla collettività. C'è da sottolineare quella certa tendenza dei professionisti a chiudersi nel loro linguaggio tecnico e nel confronto interno alle discipline, che implica, tra l'altro, uno scarso interesse del pubblico; e questo crea un circolo vizioso per cui i tentativi di sviluppare i processi di partecipazione hanno scarso successo. Quanti cittadini conoscono questo Piano casa? Bisognerebbe prevedere lungo tutto il processo architettonico e urbanistico un tempo incomprimibile per la parola scambiata. Questa ecologia…

(Brusio in aula)

Questa ecologia temporale della parola sarà salutare alla maieutica del progetto. La dimensione comunicativa del progetto ne è quindi parte fondante ed è per questo che noi sottolineiamo prima di tutto la necessità di ridefinire le strutture di partecipazione democratica a questo disegno di legge. Privilegiando la democrazia partecipativa a quella rappresentativa si mette l'accento, per esempio, su come la nostra azione politica spesso sia limitata al luogo in cui dormiamo soltanto, e magari neanche tutti i giorni, negandoci la possibilità di intervenire sui luoghi in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo.

Questo Piano casa non è né solidale, né ecologico, né democratico. E' stato concepito dentro una stanza con un grande gatto nero e una quantità enorme di topi affamati; ci penserà il gatto nero a nutrirli. Bisognerebbe soprattutto condurre degli studi comparati sugli usi dei nostri territori urbani al fine di ripensare nozioni come "privato", "pubblico", "collettivo", "individuale" in relazione soprattutto con la loro traduzione giuridica. Bisogna elaborare, sempre, progetti urbani prima di tutto partendo dalla condizione degli abitanti e dei luoghi, senza voler applicare, a qualsiasi costo, una ricetta già applicata altrove. Confrontare le procedure, i concetti e le previsioni portati dall'onda della globalizzazione a quelli che risultano su scala locale, e questo penso che la Giunta Soru l'abbia più o meno fatto.

Infine, bisogna praticare maggiormente l'esperienza a tutti i livelli, anche nel confronto con gli esperti, i funzionari, i rappresentanti delle organizzazioni non governative e di gruppi di abitanti. Questo conduce a valutare le norme, gli standard produttivi e a rimettere in discussione il quadro giuridico - amministrativo, non per favorire qualsiasi deregulation, ma al fine di adattarli a una più grande autonomia dei cittadini. Tutto questo non è stato né fatto e neanche pensato.

Con questo testo di legge si propone una progettazione del territorio senza tener conto di tutte le dinamiche complesse che lo investono. Gli stessi enti locali interpellati circa la nuova delimitazione dell'ambito del paesaggio costiero hanno manifestato la volontà di mantenere quella visione unitaria attuale. In questa proposta di riforma vengono separati sistemi naturali da quelli identitari, con il rinvio a una disciplina specifica viene vincolata la fascia costiera fino a un limite di 300 metri. Ma come verranno preservate quelle spiagge che si estendono su una profondità ben più rilevante come Piscinas, Costa Rei e Chia? Già le esigenze espresse da comuni ed enti locali sono cadute nel nulla, dalla richiesta di una nuova legge urbanistica regionale alle politiche contro lo spopolamento delle zone interne, a una disciplina dell'installazione di fonti alternative di energia.

Questo disegno di legge non è la via per il rilancio dell'edilizia e dell'economia in Sardegna, sembra piuttosto un meccanismo che andrà a vantaggio di pochi grossi imprenditori a danno di quella ricchezza rappresentata dal nostro territorio che appartiene anche alle generazioni future. Non è attraverso l'apertura a una nuova cementificazione che si potrà creare occupazione e non sarà di sicuro la sconvolgente percentuale di disoccupati che potrà avvantaggiarsi di questo Piano casa. Non è presente alcun intervento che venga incontro ai bisogni di chi non ha un alloggio. Grazie, è difficile intervenire.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, stamattina il collega Gian Valerio Sanna ha chiarito molto bene, grazie anche alle sue competenze tecniche, le assurde implicazioni giuridiche e anche le contraddizioni che sono contenute già nel titolo di questo disegno di legge oggi all'attenzione del Consiglio. Assurdità e contraddizioni che, Presidente, evidenziano la sostanziale e totale confusione che regna sovrana nei banchi della maggioranza, ma anche in quelli della Giunta su questo tema e su questa politica che si sta perseguendo dall'inizio di questa legislatura.

Il titolo svela, anche a una lettura davvero poco attenta, non particolarmente attenta, anzi, non solo la confusione ma anche il clamoroso fallimento di questa politica, di questa presunta politica, di sviluppo economico, così come l'avete voluta definire anche nel titolo, propria dei provvedimenti già approvati e che oggi ci apprestiamo a modificare con questo testo in discussione. Un fallimento.

Perché un fallimento? Il fatto stesso che per la terza volta un provvedimento del genere torni in Aula e venga sottoposto a modifiche significa, evidentemente, che dietro ciò che è stato fatto fino adesso c'è una traccia di fallimento abbastanza evidente.

Ed è la terza volta in due anni e mezzo che si ridiscute di questo famigerato Piano casa: la prima volta, appunto, per approvarlo, la seconda per modificarlo e così pure la terza. Ogni volta che ci ritorniamo, purtroppo, è sempre meglio manifesto l'obiettivo che intendete perseguire; e l'obiettivo vero è quello di sfruttare in maniera del tutto inappropriata l'ambiente sardo. Questo è stato detto più volte anche dai colleghi in Aula, ma non soltanto dai colleghi, ci sono anche degli opinion leader all'esterno di quest'Aula che sostengono esattamente le stesse cose, oltre a sottolineare il fallimento, sotto l'aspetto dell'impatto economico, di questo provvedimento.

Il vero intento è, quindi, il sacco dell'ambiente, del paesaggio, delle coste ma anche delle zone interne, un vero e proprio sacco. Ed è sempre più chiaro questo intento che noi definiamo e voglio definire, uso i termini di Luciano Uras, un intento sovversivo perché si tenta proprio di sovvertire, questa è la parola giusta, in maniera surrettizia il PPR.

Per noi è chiaro, ma era chiaro già dalla seconda volta nella quale ci avete chiamato a ridiscutere il Piano casa, ed è ancora più chiaro adesso, sempre più chiaro e già nel titolo si svela sempre di più questo tentativo. Questo intento del sacco che volete portare avanti è sempre più chiaro perché, mi consenta di fare un esempio, Presidente, come colui che commette un delitto quando torna inopportunamente sul luogo del delitto lascia ogni volta sempre più evidenti indizi della sua dolorosa colpevolezza, lo stesso si può dire del Piano casa ter che stiamo discutendo stamattina.

Quali sono gli indizi che chiariscono ancora di più questo intento? Mi riferisco evidentemente, ma è già stato detto, lo voglio ripetere, al saccheggio che vi apprestate a consentire nella fascia dei 300 metri (lo avevate già fatto), lo state ampliando, state ampliando questa possibilità, oppure alla norma (citando la lettera che Confindustria ha mandato a tutti noi nei giorni scorsi) che consente, di fatto, ai campeggi di non sottostare alle norme e alle limitazioni previste per le aziende ricettive ordinarie aprendo, viceversa, ci dice Confindustria, la possibilità che vengano compiuti abusi in aree sottoposte a vincoli o limitazioni. Quindi, questi sono due indizi che indicano e sottolineano nuovamente questa dolosa colpevolezza rispetto a ciò che sta succedendo e a ciò che vorreste ottenere con questo nuovo disegno di legge.

Quindi, prosegue con la discussione di stamattina, con la serie a quanto pare infinita di queste modeste disposizioni per l'aggiustamento e la proroga del fallimentare "piano mattone", la svendita a pezzetti della nostra isola, del nostro territorio, del suo paesaggio, della sua unicità, con buona pace di quella che, secondo noi, invece dovrebbe essere la strada sulla quale il Consiglio regionale dovrebbe concentrarsi: una strada vera, più completa, più coerente con le potenzialità economiche di sviluppo della Sardegna. Sto parlando della strada della tutela, che passa attraverso la tutela e la valorizzazione del paesaggio e dell'ambiente, la strada del turismo, dell'agricoltura, dell'ambiente e dello sviluppo ecocompatibile. Tutto questo, dicevo, con buona pace di quello che invece avremmo dovuto fare, avreste dovuto fare e non avete ancora fatto.

Noi ci opponiamo, chiaramente, a questo modo di procedere, a queste proposte confusionarie, pasticciate, così come lo sono state dall'inizio, che anziché mettere rimedio alle cose negative che sono state portate avanti fino adesso, inaspriscono ancora di più la loro negatività. Provvedimenti, appunto, lesivi dell'ambiente che sono del tutto inutili e ininfluenti a incidere sul benessere economico della nostra Isola.

Onorevole Matteo Sanna, io non so da dove lei abbia preso i dati attraverso i quali, poc'anzi, ha voluto glorificare gli effetti positivi sul sistema economico della Sardegna della legge numero 4; però credo che le siano sfuggiti invece altri dati, altri fatti che vanno esattamente nella direzione opposta. Io credo invece che sarebbe doveroso che il Presidente della Commissione, certamente, ma tutto il Consiglio regionale, soprattutto la Giunta, ascoltino ciò che dicono intorno al Piano casa coloro che gli effetti del Piano casa e la politica economica recessiva, il disastro e la crisi li vivono tutti giorni perché stanno vicino agli operatori e agli imprenditori che lavorano in questo settore.

Le saranno sfuggite le valutazioni certamente di Confindustria, ma le sono certamente sfuggite anche le osservazioni della CNA che ci riportano invece alla realtà e superano la sua visione onirica del Piano casa e degli effetti che avrebbe sortito sullo sviluppo economico della Sardegna. Il Piano casa ter, dice la CNA così come la legge sul golf, sono dei diversivi, inutili per lo sviluppo della Sardegna.

Le associazioni di categoria, le associazioni degli imprenditori ci richiamano semmai a rimettere in moto la spesa, a sbloccare i crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, a procedere alla semplificazione burocratica e a un grande piano di riqualificazione del costruito. Questo sarebbe dovuto essere semmai il Piano casa, e non è stato. Non è un Piano casa e non è neanche un qualcosa che assomiglia al Piano casa.

Di conseguenza siamo portati a dire che il cemento, onorevole Sanna, non risolleva l'economia perché il cemento è al centro della crisi economica, perché allo stato attuale non c'è nessuna "domanda di cemento" e mistificare questa realtà è per noi, è per me un'operazione indegna, tanto più grave perché compiuta alle spalle di una terra, la nostra, e di una popolazione, la nostra, che sono allo stremo.

Vorrei rivolgere un appello al presidente Cappellacci (come sempre non è in Aula), e ricordargli che è stato uno strenuo sostenitore del referendum del 2008, costato 10 milioni di euro e miseramente fallito, per l'abrogazione della legge salva coste. Bene, voi avete ripetuto in questa Aula che la legge sul Piano casa risponde a una esigenza e a una richiesta dei cittadini, della popolazione, degli imprenditori, quindi a una richiesta forte proveniente dall'esterno.

Ma, la risposta forte a questo tema è stata data dai cittadini proprio quando hanno rifiutato la proposta di referendum sul Piano casa, a quella volontà molto chiara dovrebbe rifarsi il presidente Cappellacci. Mi risulta, però, che vi abbia richiamato tutti all'ordine dicendo che se non dovesse passare questo Piano casa andreste tutti a casa; cioè il presidente Cappellacci oggi ha messo in atto un Piano "tutti a casa" qualora non passasse il Piano casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Steri.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Mula, Salis e Stochino sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 37 consiglieri..

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Cossa - Dedoni - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire i lavori.

E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, a distanza di due anni e mezzo continuiamo a insistere in un dibattito assurdo sul Piano casa. Il Presidente della Commissione, l'avevo già notato nella relazione di presentazione a questo disegno di legge di modifica alla legge numero 4, con enfasi, anche stamattina in Aula, esalta e giustifica questo provvedimento di legge sul rilancio dell'edilizia come risposta alle ripercussioni della crisi economica mondiale sull'economia sarda e, addirittura, accusa la precedente Giunta di non averlo fatto e di essere pertanto responsabile del forte impoverimento dell'economia in Sardegna.

Io credo che questa sia davvero una gaffe, una gaffe di chi è totalmente ignaro di ciò che sta avvenendo nel mondo, senza andare molto lontano nella stessa vicina Spagna dove la promozione dell'edilizia, vista proprio in termini di volano di sviluppo economico, è alla base di un fallimento clamoroso e del crollo dell'economia spagnola. Vorrei dire che sulla crisi finanziaria mondiale, che ha solo iniziato ad abbattersi sulla realtà economica sarda già prostrata dai modelli di sviluppo...

(Brusio in Aula)

E'incredibile, però questo è lo standard di quest'Aula.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Quindi dicevo che sulla crisi finanziaria mondiale, che ha iniziato ad abbattersi sulla realtà economica sarda già profondamente prostrata dai modelli di sviluppo che sono stati importati e imposti, la nostra classe politica non è stata in grado e non è in grado di far fronte all'emergenza annunciata, di dare indicazioni ai sardi su che cosa fare per far fronte alla crisi e su come difendersi. Pertanto io mi sarei aspettata tutt'altri temi di dibattito, mi sarei aspettata che si parlasse di decrescita, che si parlasse di freno al consumismo, che si parlasse di sovranità alimentare e di tutela del territorio e dell'ambiente, del potenziamento delle nostre attività tradizionali, della pastorizia e dell'agricoltura, dell'artigianato.

Io avrei parlato ad esempio di bonifiche, di bonifiche del nostro territorio e possibilmente della sua rinaturalizzazione. Ma purtroppo le nostre logiche non coincidono, vuol dire che abbiamo una visione diversa del mondo. Quindi mentre le nostre attività tradizionali vengono massacrate dal fisco italiano, senza che la politica se ne preoccupi minimamente, noi parliamo in Aula per l'ennesima volta di falsi Piani casa, di campi da golf forse per ingolfare ulteriormente la Sardegna con il cemento. E oggi, proprio in nome di disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia, mediante il rilancio del settore edilizio eccetera, eccetera, di fatto anche con il supporto della recente legge sul golf che è stata discussa in Aula, si intende far rientrare dalla porta principale la speculazione immobiliare sia sulle coste che nelle campagne sarde.

E, benché anche l'assessore Rassu in questo periodo abbia tentato inutilmente di elargire rassicurazioni, io dico che c'è poco da stare tranquilli; mi dispiace, inoltre, che per l'ennesima volta debba far notare la gravità dell'assenza di questa Giunta perché, di fronte a questi problemi che interessano tutti gli Assessorati, io credo che almeno qualcuno in più ci sarebbe dovuto essere. Ormai rinunciamo a sollecitare la partecipazione del presidente Cappellacci che preferisce sicuramente seguire altri interessi.

Comunque, ciò che emerge è che il pilastro portante di questo testo di legge è chiaramente l'eliminazione del PPR e la consegna del territorio sardo alla speculazione edilizia, con la conseguente riesumazione di vecchi piani di lottizzazione che risultano tutt'altro che cancellati perché sono ben conservati tra gli interessi dei costruttori e di una certa politica collusa. Tutto il disegno di legge risulta improntato sull'ampliamento dell'edilizia esistente, dagli immobili presenti nelle zone agricole a quelli a finalità turistico-ricettiva.

Sono previste demolizioni e ricostruzioni con lo stravolgimento degli indici massimi di edificabilità, di altezza e di distanze, vedi anche la reale minaccia, per l'ennesima volta, di cementificazione sulle coste. La generosità di questo Piano casa, generosità ovviamente non per chi la casa non l'ha, contrariamente al significato di Piano casa nell'immaginario collettivo, è tale da prevedere perfino premi per l'abusivismo edilizio. Infatti gli incrementi volumetrici, stranamente, non escludono alcuno, non escludono neppure le migliaia di strutture disseminate nel territorio sardo su buona parte delle quali gravano azioni giudiziarie, e sicuramente non si tratta di abusivismo di necessità per la prima casa.

Quindi con questa proposta di fatto si intende dare una spallata alle norme che regolano l'edilizia e tutelano il territorio come bene della nostra collettività, cioè un bene che non ha colore politico, un bene che dovrebbe appartenere a tutti. E' significativo, pertanto, che la stessa Confindustria si sia pronunciata con preoccupazione per l'inevitabile scempio ambientale e per una politica che uccide la vocazione turistica della Sardegna, delle sue campagne e delle sue coste, e non solamente con cemento.

Il Piano casa ter promuove e incoraggia, infatti, il campeggio selvaggio e le baraccopoli, con l'istallazione di strutture cosiddette mobili di ogni tipo, e dice il testo "anche se collocate in via continuativa, non costituiscono attività rilevante ai fini urbanistici, edilizi e paesaggistici", così recita il provvedimento di legge. Io dico che molti di noi sicuramente conoscono la villa che è incastrata nel campeggio di Capitana, anche quella sarebbe dovuta essere una roulotte, di fatto è diventata una grossa villa.

Ma, a questo proposito, vorrei ricordare che questo disegno di legge, paradossalmente fuori legge per indole, dovrà fare i conti con le leggi esistenti, visto che il PPR ha valore costituzionale. Ovviamente il buonsenso di ciascuno di noi consiglieri, indipendentemente dagli ordini di scuderia, saprà alla fine esprimersi per la salvaguardia del nostro territorio collettivo che, come principio, ribadisco che non ha colore politico, così come non dovrebbe essere oggetto di interessi speculativi di alcuno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, colleghi, avevo deciso di non intervenire su questo progetto di legge, anche perché mi pare che di parole sul Piano casa ne abbiamo pronunciate anche troppe, tuttavia quello che hanno detto , il presidente Sanna e alcuni colleghi dell'opposizione mi ha irresistibilmente ispirato.

Sì, colleghi dell'opposizione, perché quello che avete detto in questi giorni, quello che state dicendo oggi, mi ha fatto venire in mente quello che avete detto quando abbiamo fatto la discussione sul primo Piano casa; e, per essere sicuro di non dire sciocchezze, ho riletto le vostre considerazioni e ho appuntato alcune frasi: "Fate l'interesse dei grossi imprenditori", "Piano di cementificazione selvaggia della Sardegna".

Il collega Ben Amara concludeva con un poetico: "E' la transizione dai segni alla cancellazione dei segni, e anche il superamento del nostro patrimonio, l'eliminazione dell'archivio del monumento, assi fondamentali di ogni identità culturale e sociale". Un pochettino esagerato direi! Poi concludeva con un meno poetico: "Cementificare, cementificare, cementificare!". La collega Zuncheddu diceva che "Non saremo complici di chi permetterà che Cagliari, Sassari e Nuoro diventino un unicum indifferenziato, privo di identità architettonica, urbanistica e paesaggistica".

Il collega Zedda, diventato Sindaco di Cagliari, ci parlava di "liti condominiali, guadagni per gli avvocati, sicuramente un incremento di cause dei nostri tribunali", addirittura "verranno sicuramente raddoppiati i volumi edificati". Io spero che le sue capacità amministrative siano migliori delle sue capacità profetiche. La collega Barracciu ci rimproverava sia di far prevalere, camuffandoli dietro un becero populismo demagogico intitolato Piano casa, gli interessi speculativi dei grandi imprenditori edili, sia di incostituzionalità delle norme contenute nel Piano casa medesimo.

Lo stesso discorso faceva il collega Gian Valerio Sanna, che sottolineava come la sovraordinazione di quella norma - cioè del codice Urbani - non avrebbe consentito l'operatività di questa legge perché viziata dallo stesso errore del PTP, e da illegittimità costituzionale: "Il futuro di questa proposta è segnato, perché quando manca la ragionevolezza, o la cognizione del diritto e la capacità democratica di esercitare il confronto politico nelle sedi istituzionali, dopo tutto questo, vi sono i livelli di garanzia amministrativi e costituzionali e anche le aule dei tribunali. Tribunali, tribunali, tribunali".

Mi pare inutile sottolineare l'esagerazione, i toni truculenti, le minacce quasi di rivoltare la Sardegna contro di noi, palazzinari irresponsabili che mettevamo a rischio il futuro dei nostri figli. Ci accusate di cementificazione, di brama di cementificazione, addirittura qualcuno di voi l'altro giorno ha detto che noi abbiamo "il riflesso del cemento", e questo è proprio il caso del bue che dice cornuto all'asino, perché se c'è qualcuno che ha un riflesso in quest'Aula siete voi, non tutti voi, alcuni di voi, un riflesso proprio di tipo pavloviano.

Non so se vi ricordate l'esperimento del cane e dell'acquolina in bocca. Però almeno Pavlov ha vinto un premio Nobel su questo, voi non credo che vincerete il premio Nobel per la medicina, e penso nemmeno per l'urbanistica. Appena sentite pronunciare anche solo vagamente, senza neppure aver capito bene, parole come "edilizia, urbanistica, villa, casa" vi scatta il riflesso, e cominciate subito a ululare alla luna: Cementificatori! Povera Sardegna! Non avete il diritto! Disgraziati i nostri figli! Eccetera.

Affianco a questo, il filone giudiziario: i vostri provvedimenti sono tecnicamente sbagliati, vanno contro il PPR, sono contro il Codice Urbani, non andranno da nessuna parte, sicuramente il primo tribunale che capita li annullerà, eccetera. Ce ne avete detto di tutti i colori, ma per fortuna abbiamo resistito ai vostri canti profetici un pochettino lugubri, e siamo andati avanti lo stesso, e oggi siamo qui per la prima volta a parlare di quello che è successo con un minimo di dati.

Il collega Sanna ha parlato di circa 17.500 interventi autorizzati, non richiesti, autorizzati, che sono meno di quelli che noi pensavamo, per la verità, però sono tuttavia un bel numero. Per fare una media di quanto è costato ognuno di questi interventi, io mi sono rivolto ad alcuni esperti. Siamo partiti dagli interventi minimi per chi ha costruito una veranda da 3-4 mila euro, fino a chi ha realizzato interventi più massicci, da centinaia e migliaia di euro, ad esempio gli alberghi.

Abbiamo stimato una media molto prudente di 15 mila euro, il che significa complessivamente 262 milioni di euro. Se togliamo da questi 262 milioni di euro la quota IVA(un 10 per cento) la quota del guadagno delle imprese (un 10 per cento), togliamo un 25 per cento per i materiali (un'altra cinquantina di milioni), restano circa 150-160 milioni di euro.

Vi vorrei chiedere, colleghi, sapete dove sono confluiti questi 150-160 milioni? Faccio come Marzullo, mi faccio una domanda e mi do una risposta. Si sono trasformati in forza lavoro, nell'equivalente di circa 5 mila buste paga, in due anni naturalmente (questa è stata la durata del Piano), per muratori, capocantieri, geometri, insomma per tutti coloro che sono impegnati nel ciclo dell'edilizia.

E, giusto per non sembrare marziani, vi vorrei ricordare i dati Istat sull'occupazione; gli ultimi disponibili, relativi al secondo trimestre del 2011, raffrontati a quelli del primo trimestre del 2011, mostrano un incremento degli occupati che sono passati da 600 mila a 603 mila, mentre il tasso di disoccupazione è sceso da 13,5 al 13 per cento. Il 13 per cento è un tasso disastroso per carità, non c'è da stappare lo champagne e da brindare, però è meglio del 13,5.

Se poi vogliamo analizzare una serie storica appena più lunga, vediamo che nel primo semestre del 2009 gli occupati erano 600 mila (sicuramente il collega Diana conosce questi dati meglio di me), nel primo semestre del 2010, l'anno peggiore della crisi, erano scesi a 598 mila, e il primo semestre di quest'anno sono risaliti a 602 mila, il che significa che non solo nel pieno di una crisi terribile, forse la peggiore che abbiamo vissuto dal punto di vista economico e finanziario nel mondo, in Italia e in Sardegna, non abbiamo perso i posti di lavoro, ma li abbiamo lievemente recuperati. Questo è un risultato straordinario che è capitato non per caso, ma per effetto dei provvedimenti che sono stati presi da questa Giunta e da questa maggioranza.

Io voglio ricordare alcune intelligenti intuizioni dell'ex assessore Franco Manca, e voglio ricordare anche quello che abbiamo fatto in questa sede: Piano casa e legge sul golf; la legge sul golf darà i suoi effetti nel tempo, il Piano casa li ha già dati, almeno in parte. Vi riempite la bocca di parole sul lavoro (lo facciamo un po' tutti per la verità, ed è anche giusto che sia così), ho sentito in quest'Aula alcuni interventi davvero appassionati, dispiace che non ci sia il collega Uras per difendere anche solo una manciatina di posti di lavoro, e quando si elabora un provvedimento che crea posti di lavoro, crea ricchezza, senza fare danni perché danni non ne ha fatto, voi vi opponete fanaticamente.

Vi opponete in nome di un ambientalismo d'accatto, degno delle chiacchiere al parco o al bar, ma non di un'Aula come questa; in un'Aula come questa bisogna prendere provvedimenti coraggiosi, come abbiamo fatto noi. Un provvedimento che ha provocato un incremento del Pil di quasi l'uno per cento in due anni e migliaia e migliaia di posti di lavoro; e non mi pare che per ottenere tutto questo, non modesto, risultato abbiamo cementificato, abbiamo sfasciato, abbiamo rispettato le vostre terribili profezie.

Non è successo nulla di tutto questo, non ci sono state particolari proteste, neppure da parte di quel mondo ambientalista che vi fiancheggia continuamente rinforzando il vostro integralismo urbanistico; un integralismo urbanistico che vi impedisce anche di vedere quando avete torto, come in questo caso. Colleghi, avete sbagliato, il Piano casa è una legge utile, è una legge che ha incrementato la ricchezza dei sardi, è una legge che ha migliorato la qualità di vita di tanti sardi ed è una legge legittima e pienamente applicabile.

Quanto al CNA, io faccio notare alla collega Barracciu, che ne ha parlato, che la ricetta che ci propongono è dire che tanto non serve la legge sui campi da golf, non serve il Piano casa, ma non spiegano il perché e non danno cifre. Invece noi abbiamo dimostrato che il Piano casa è servito, eccome! Ma quello che propongono è di rimettere in moto la spesa, di sbloccare i crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni e dare vita a un piano di riqualificazione del costruito, cioè spendere soldi pubblici! Non ne abbiamo più! Bisogna che ce lo mettiamo in testa tutti quanti, purtroppo non ne abbiamo più!

Direi, pertanto, che è il vostro integralismo in questa materia che vi impedisce di vedere le cose serenamente e di rendervi conto quando un provvedimento può essere utile alla gente. Allora datevi una calma, avete avuto torto, il Piano casa ha funzionato, così come farà il disegno di legge che stiamo discutendo.

Io non pretendo che voi collaboriate ad approvarlo, mi pare di aver capito che non ne avete la più pallida intenzione (questo mi pare abbastanza evidente), ma almeno non opponetevi fanaticamente come avete fatto fino a ora per farci perdere più tempo di quello che sarebbe necessario. Stiamo esaminando una legge che a noi sembra giusta e che non cementificherà nulla, come non ha cementificato nulla il Piano casa precedente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io modifico parzialmente il mio intervento, almeno l'inizio, perché devo dire che non mi aspettavo dal collega Meloni un attacco così violento alle posizioni dell'opposizione. Sinceramente violento e immeritato, anche perché nella discussione su questo provvedimento, collega Meloni, noi stiamo scontando la conferma di molte cose che sono state dette nel dibattito sulla legge numero 4 del 2009 e che lei ha, chiaramente, omesso.

Ci sono infatti decine e decine di interventi, miei e di altri colleghi che in polemica, pur con il rispetto dovuto e che noi abbiamo, con il Presidente della Commissione urbanistica e con l'allora assessore Asunis, nei quali facevamo rilevare (come poi certificato nella relazione, sia dell'Assessore che del presidente Sanna), che la legge numero 4, essendo un pasticcio, era per larghissima parte inapplicabile! I nostri rilievi vertevano su questo. La nostra richiesta era che venissero ascoltati gli uffici tecnici comunali, perché avevamo già manifestato la preoccupazione che avrebbero respinto o sospeso larga parte delle domande che sarebbero state presentate dai cittadini ai comuni.

Questo è successo, tant'è che oggi stiamo discutendo un disegno di legge con il quale, collega Meloni, così dice la Giunta nella sua relazione: "Le modifiche e le integrazioni proposte si muovono su due direttrici di fondo. Anzitutto si è cercato di affrontare le problematiche segnalate con maggiore frequenza dalle amministrazioni locali e dagli operatori del settore, nel corso di questo primo anno di applicazione della legge, problematiche che hanno inciso su una piena e compiuta attuazione della volontà del legislatore".

Cioè problematiche che hanno inciso bloccando la legge, al di là dei 17 mila interventi di cui parla la Giunta nella sua relazione, che poi sono 17 mila domande, non sono 17 mila concessioni. A me risulta non che siano 17 mila domande! Tant'è che poi si parla, nella relazione del Presidente della Commissione urbanistica, di circa 6 mila interventi che troverebbero risposta dall'approvazione di questa legge. Insomma, mettetevi d'accordo sui dati, questi sono dati ufficiali, 6 mila interventi!

Parliamo del titolo; partendo da questo assunto il titolo dovrebbe essere così rimodulato: "Norme per ripristinare un minimo di comprensione nella legge regionale numero 4 del 2009 e" - lo ribadisco - "per consentire una massiccia colata di cemento soprattutto nelle zone costiere". Noi non abbiamo nessun problema a difendere un "ambientalismo d'accatto", però siamo molto sensibili al fatto che quando l'articolo 2 della legge regionale numero 4, presidente Sanna, che lei conosce, dice che: "E' consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali…", noi non siamo di fronte a una posizione da talebani ma è una posizione di difesa della legalità.

Difende i piani urbanistici comunali, così come sono stati approvati dai comuni, e tende a impedire le deroghe perché noi siamo per le regole non per le deroghe, le regole non le deroghe! Siccome questa legge modifica tutto della legge numero 4, tranne l'articolo 2, allora noi diciamo che i fondamenti di questa legge sono iniqui, sbagliati e anti storici.

Cercherò di spiegare perché, a mio modesto parere, è un provvedimento che non vede uno sviluppo in prospettiva, futuro, neanche nel settore dell'edilizia ma si lega strettamente a provvedimenti tampone, emergenziali, che potranno dare una risposta parzialissima ad alcuni problemi del settore, ma non risponderanno neanche alle richieste di fondo che vengono dall'ANCE e dagli imprenditori più illuminati anche di questo settore per una ripresa vera dell'edilizia in Sardegna.

Si tratta infatti di un restyling di norme, di precisazioni e, in alcuni casi, di peggioramenti notevoli della legge numero 4. Io ricordo perfettamente le parole dell'ex assessore Asunis di fronte alla nostra richiesta di un intervento vero per tentare di rilanciare l'edilizia partendo dall'utilizzo dei fondi disponibili. Assessore, a noi risulta che presso l'AREA ci sia una disponibilità di fondi, anche cospicui, bloccati.

Abbiamo già chiesto, per esempio, che i fondi relativi all'edilizia residenziale, i fondi relativi ai lavori pubblici, quei pochi che il governo Berlusconi ci ha lasciato bloccando i fondi per le infrastrutture e per i fondi FAS, vengano messi subito in circolazione. Non possiamo pensare che un pur imponente, perché noi pensiamo che possa essere tale, intervento di ampliamento di ville, villini, qualche albergo e qualche lottizzazione possa risolvere i problemi dell'edilizia in Sardegna; occorre una politica seria, ma non è vero che i soldi non ci sono, collega Meloni, i soldi pubblici ci sono, il problema è che non vengono spesi.

Dire che non ci sono soldi è una scusa, ed è la stessa scusa che sta adesso adottando il Governo nazionale che, di fronte alle necessità del Piano per lo sviluppo, sembra che proponga solamente la modifica dell'articolo 41 della Costituzione. Che cosa ha detto il Presidente del Consiglio? Ha detto: "Non c'è fretta, stiamo cercando di inventarci qualcosa, non ci sono soldi".

Ma non è possibile che si debba legiferare sotto l'onda dell'emergenza e del ricatto, anche perché - non mi stancherò mai di ripeterlo in quest'Aula - se non ci sono soldi è perché qualcuno ci ha scippato i soldi che ci doveva dare, e questo qualcuno è il Governo Berlusconi che voi continuate ancora a sostenere; se noi avessimo avuto i soldi che ci spettano dall'Intesa sulle entrate, avremmo potuto sicuramente predisporre un corposo programma per lo sviluppo dell'edilizia in Sardegna.

Sa quante scuole hanno bisogno di un intervento manutentivo perché hanno difficoltà a stare in piedi, come il ponte di Capoterra che è crollato ieri? Sembra un contrappasso dantesco: iniziamo a parlare di cemento e di Piano casa e crolla il ponte di Capoterra che era stato appena impostato per l'alluvione… a proposito di seminterrati.

(Interruzione)

Tutela del territorio… il Piano casa non c'entra niente.

L'articolo 1 di questo disegno di legge dovrebbe dire, presidente Sanna, che è severamente sanzionato l'utilizzo del termine "Piano casa" all'interno del presente testo. Questo dovrebbe essere l'articolo 1, perché non può essere assolutamente definito "Piano casa" un provvedimento di legge che…

(Interruzione)

Sì, poi entreremo nel merito articolo per articolo, Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, per il narcisismo che mi contraddistingue, ringrazio l'onorevole Franco Meloni per avermi citato nel suo intervento. Io, con altrettanto rispetto, voglio dire all'onorevole Franco Meloni che se i dati da lui riportati sul mercato del lavoro (non voglio aprire una discussione o una polemica su questo), sono in qualche maniera rispondenti al vero, davanti agli occhi non ha la Regione sarda. Le assicuro infatti che i dati del mercato del lavoro non sono assolutamente questi. Poi non mancherà occasione, anche nel prosieguo di questo dibattito, di soffermarci sull'argomento con qualche elemento di precisione in più…

(Interruzione del consigliere Francesco Meloni)

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Me li mandi, sarò ben lieto di leggerli, per carità. Io le voglio ricordare che tutti gli indicatori del mercato del lavoro, sia il tasso di occupazione sia il tasso di disoccupazione, sono peggiorati sensibilmente, o meglio è peggiorato il tasso di occupazione ed è, ovviamente, peggiorato anche quello di disoccupazione. Non sono dati miei, basta leggere anche i dati riportati dagli enti della Regione che hanno il compito di curare e di monitorare ogni tre mesi la dinamica del mercato del lavoro.

Detto questo, anche io, come l'onorevole Salis, rispetto all'idea iniziale ho modificato la scaletta dell'intervento , a seguito di quello dell'onorevole Matteo Sanna, Presidente della Commissione quarta; un intervento di cui capisco le ragioni ma respingo totalmente la sostanza.

L'onorevole Sanna accusa l'opposizione di alimentare l'odio sociale, di denigrare la maggioranza che ha il solo obiettivo di lavorare per gli interessi dei sardi. Verrebbe quasi voglia di chiedervi scusa e di uscire sommessamente per continuarvi a lasciarvi, da soli, a fare gli interessi dei sardi.

Io lo voglio dire con molta chiarezza: il cosiddetto Piano casa tre, vi piaccia o non vi piaccia, è un imbroglio, a partire dal titolo, è un imbroglio e rappresenta, assessore Rassu, un diversivo che si prefigge un unico obiettivo:abbattere le norme di salvaguardia, perché di questo stiamo parlando, ed è la stessa cosa che avete fatto con la recente legge sul golf. Poi a voi può non piacere, questo lo capisco, ma di questo stiamo parlando, e non è un giudizio della sola opposizione in Consiglio regionale ma, se voi foste un pochino attenti, vi basterebbe guardare anche oltre l'ANCE e vedreste che qualcuno, come ha ricordato anche l'onorevole Barracciu, dimostra che vi state muovendo in una direzione diametralmente opposta a quella che voi cercate di rappresentare. Allora, da parte vostra, forse inconsapevolmente, c'è il tentativo in qualche maniera di mistificare la realtà e anche di imbrogliare le carte, nessuno me ne voglia.

Io voglio ricordare due o tre cose, soprattutto, ripeto, dopo aver sentito l'onorevole Matteo Sanna. Le imprese artigiane, e non soltanto la CNA, in questi giorni (è già stato detto), hanno avuto modo di ricordare alcune cose; ci ricordano per esempio che quest'ultima versione del Piano casa è un diversivo, come dicevo prima, per abbattere le norme di salvaguardia. Non lo dico io, lo dicono, ripeto, i rappresentanti delle imprese che voi dite di aver salvato dal fallimento.

Queste stesse imprese che sono le destinatarie di questa politica salvifica vi dicono "non è affatto così, né questo strumento né la legge sul golf tendono una mano, non rappresentano affatto un sostegno alle nostre imprese". Io non credo che un sistema di imprese che, a sentir voi, riceve dalla Giunta regionale una politica di sostegno, poi reagisca in questa maniera; io credo che le organizzazioni di settore, in questo caso delle imprese, se lamentano quello che lamentano sul Piano casa tre e sulla legge sul golf, probabilmente lo fanno dopo aver verificato che questi strumenti non si muovono nella direzione di rispondere alle attese di quelle imprese ma fanno esattamente l'opposto.

Onorevole Franco Meloni, lei dice che le risorse non ci sono? Ma perché non vi impegnate, come hanno fatto in qualche altra Regione, per esempio, a tentare di rinegoziare il Patto di stabilità? Le ragioni vere per cui le imprese stanno fallendo sono date dal fatto che non si riesce a immettere risorse finanziarie nel sistema economico, a partire da questo settore; e lei, assessore Rassu, (io l'ho conosciuta in qualità di attento e competente Presidente della Commissione industria) sa bene che la ragione vera che sta portando al fallimento le imprese, anche nel settore edile, è questa.

Le nostre amministrazioni comunali, provinciali, in generale, sono strozzate dal Patto di stabilità, hanno risorse accantonate ma non possono utilizzarle per pagare le imprese. Queste sono le ragioni per cui stanno fallendo le imprese! E allora, qual è l'azione politica che la Giunta, la maggioranza stanno mettendo in essere per aggredire questo problema?

Onorevole Meloni, onorevole Matteo Sanna, questo strumento di legge non ha un effetto taumaturgico, non ce l'ha assolutamente, perché anche di fronte a questo strumento le imprese continueranno a fallire per quelle ragioni, e voi siete inermi, fermi e impotenti di fronte a questa situazione. Capisco che non è un problema semplice ma, per cortesia, non raccontateci frottole, perché la ragione vera è questa, non ce ne sono altre.

Quindi, sarebbe necessario rinegoziare il Patto di stabilità, sbloccare i crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione, dare avvio, come ha ricordato qualche collega dell'opposizione poc'anzi, e come ci indicano, e vi indicano, anche le associazioni di categoria, a un piano di riqualificazione dell'esistente, a partire anche dall'immenso patrimonio pubblico, ricordando la necessità di mettere a norma in particolare gli istituti scolastici.

Un'altra considerazione; ci accusate di alimentare l'idea che questo disegno di legge sia assimilabile a uno strumento per favorire gli speculatori; è vero, noi non alimentiamo questa idea, ne siamo convinti. Mi volete spiegare, per cortesia, cos'altro può significare il testo della lettera f) dell'articolo 1 octies (è anche difficile da pronunciare), che stabilisce che gli interventi sono realizzati in deroga alle previsioni dei regolamenti edilizi e degli strumenti comunali vigenti e in deroga alle disposizioni regionali. In particolare possono essere superati gli indici massimi di fabbricabilità e i limiti di altezza, distanza, veduta, le superfici minime di intervento e i rapporti di copertura.

In buona sostanza è il Far West, quello più selvaggio, anche se poi, vivaddio, dite che restano in vigore, comunque, ci mancherebbe altro, le norme stabilite dal Codice civile. Era pleonastico, quelle comunque ci sono, insomma, indipendentemente dalla vostra solerzia nell'indicarle in questo testo. Assessore, le chiedo se questa norma che le ho appena letto fa saltare anche la verifica di coerenza. Certo che la fa saltare, fa saltare tutta quella normativa che nel 2006, attraverso la cosiddetta "legge salva coste" bloccava alcune lottizzazioni sulla battigia.

Oggi, con questi strumenti che voi introducete si può costruire, si può costruire con cantieri enormi sulla battigia, di questo stiamo trattando. Ecco perché diciamo, caro Matteo, che questo è uno strumento che favorisce gli speculatori, certamente non va incontro a chi ha bisogno di una casa perché è falso anche il titolo, quando si parla…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 119 e 256, si esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 119.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, come ho già avuto modo di dirle, io ho un certo disagio di fronte al fatto che il Consiglio debba prendere atto che la Presidenza del Consiglio, l'organizzazione dei lavori del Consiglio si facciano carico del fallimento, dell'inefficienza, dell'improduttività della Giunta regionale. Credo che non sia questo lo scopo del Consiglio regionale.

E per spiegare che questo non è utile, non è utile neanche per percorrere i fini che ci si pone, le faccio presente questo: sui 260 emendamenti io ho diritto di parlare su ciascuno per tre minuti, sui 19 articoli 10 minuti per ognuno, avrò la possibilità di parlare 970 minuti, 16 ore. Insieme a quattro, cinque colleghi, che mi hanno dato il loro assenso, utilizzeremo il tempo a disposizione; le sto già chiedendo di considerarmi iscritto a parlare su ogni emendamento; facendo i conti, il giorno dei morti (è forse anche il giorno più idoneo) noi saremo ancora qui per approvare questo provvedimento.

Sto sottolineando che questa non è la strada, non è la strada. Ovviamente il mio parere sull'emendamento numero 119 è contrario, perché si parla di tutto (l'ha fatto bene qualche collega, che sarebbe meglio chiamare "collega mistificazione"), meno che della mortalità delle imprese edili in Sardegna. Onorevole Meloni, se fosse vero quello che dice il Presidente della Commissione, non saremmo qua a rincorrere chissà che cosa per dimostrare chissà che cosa. Siccome la verità sta nei fatti, non abbiamo bisogno di ricordarglielo, continuate a mistificare la realtà perché su questo avete maggiore possibilità e maggiore capacità. Dei vostri maestri sulla mistificazione hanno cominciato ad abbassare le orecchie e a rimettere la coda in mezzo alle gambe, fareste bene anche voi a valutare quanto sia poco produttivo nella politica di oggi mistificare la realtà.

Ecco perché voteremo contro. Chiederò poi la parola anche sull'emendamento numero 256, perché intendo fare alcune considerazioni su questa esigenza di un nuovo adeguamento della legge sul golf sulla quale, come dirò dopo, a meno di un mese dalla sua approvazione è necessario ritornare. Questa è la summa della nostra capacità legislativa, ma ne parleremo dopo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento numero 119 che, come già segnalato nel corso del mio intervento in discussione generale sul titolo, credo sia un emendamento che meriti tutta la nostra attenzione. Senza enfasi ritengo di poter dire che è l'emendamento simbolo di un modo di fare le riforme dal profilo assai basso, come quando si fanno le cose "alla buona". Non potendo dire che si vuole includere in questa norma qualsiasi deroga, qualsiasi variazione, ci si limita ad aggiungere a un titolo, di per sé piuttosto lungo, come il titolo di questo disegno di legge, questa esemplificativa dizione "e altre norme di carattere urbanistico".

Il titolo in questione ha infatti l'ambizione non soltanto di modificare le normative relative al Piano casa uno, ma anche di intervenire su normative subordinate, su normative di classificazione delle aziende di tipo ricettivo; basta che ci sia la parola "urbanistico" che noi la vogliamo cambiare, derogare e ci riserviamo di farlo in sede di emendamenti e di emendamenti agli emendamenti.

Io credo che non possano irritarsi né il collega Meloni né il collega Matteo Sanna, se l'opposizione fa l'opposizione, se l'opposizione sottolinea, e lo vedremo anche nel corso degli articoli (io non so se interverrò per tutte le ore che ricordava l'onorevole Sanna), la pochezza di questa norma, il basso profilo riformista, la confusione di una norma che doveva semplificare e che finirà, lo vedremo molto bene all'articolo 1 ter, per complicare prevedendo lo scorporo delle unità immobiliari. Alla fine questa norma sarà resa non più snella ma più complessa, inefficace, inattuabile. Non abbiamo paura del cemento, abbiamo paura di illudere i sardi e certamente questa non è la strada per dare le risposte di cui la Sardegna ha bisogno. Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Anche io intervengo per annunciare il mio voto contrario a questo emendamento; un emendamento che tende ad ampliare il già ampio titolo di un disegno di legge che pretende di occuparsi di tutto tranne che di quello di cui si sarebbe dovuto occupare. E oggi introducendo con questo emendamento, queste parole "e altre norme di carattere urbanistico" si sancisce un tratto caratterizzante di questo provvedimento di legge: l'introduzione di nuove norme di carattere urbanistico con l'obiettivo di delegittimare di fatto la stessa nozione di urbanistica.

Quando noi costruiamo percorsi che, di fatto, si sintetizzano nell'introdurre deroghe su deroghe per l'insieme della pianificazione urbanistica degli enti locali o per l'insieme della pianificazione paesaggistica della Regione, si sta facendo, per usare le parole del presidente Matteo Sanna, un'operazione di carattere culturale. Ha usato questo termine, l'ho appuntato, ed è un passaggio molto delicato di questa questione.

Quando si parla di "…un processo di cambiamento che dovrà, anzitutto, essere di tipo culturale…", per passare da "…una visione non più solo vincolistica…" a "…Una tutela di tipo dinamico, caratterizzata da un chiaro disposto normativo di base…", eccetera, eccetera, noi stiamo di fatto dicendo che quello che si è costruito, in cinquant'anni di storia, in Sardegna e in Italia, oggi lo vogliamo demolire innanzitutto nella coscienza della gente.

Così facendo stiamo compiendo un'operazione dannosissima per i rapporti futuri tra il singolo cittadino, l'amministrazione comunale, il sindaco che è comunque chiamato a dare risposta all'esigenza di costruire un percorso di organizzazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Siete veramente divertenti, oltre che insaziabili nei contenuti. Addirittura avete trasformato un titolo, per la sua complessità, in un romanzo giallo, col gran finale, e altre norme di carattere urbanistico che chissà che cosa saranno. Noi non siamo in grado di capire che cosa saranno, voi forse lo sapete e, sapendolo, aggiungete qualcosa in più per riempirle di contenuti, come se fosse una grande abbuffata, una grande occasione, una grande festa, meglio che ce ne sia, meglio che ne avanzi, si usa dire in certe circostanze; ma ora siamo in un momento in cui, non solo non avanza niente, ma non ce n'è proprio. Voi però, con molta nonchalance e disinvoltura insistete.

Come hanno anticipato i colleghi, noi su questa legge cercheremo di fare la nostra battaglia, quella propria dell'opposizione; ci opporremo infatti in ogni modo cercando, se sarà possibile, di farla decadere per il bene dei sardi, per il bene di tutti coloro che hanno a cuore le cose di cui abbiamo parlato.

Voglio inoltre ricordare (ne parlo in questo primo intervento, e magari ci ritornerò se ne avrò voglia) che stiamo vivendo comunque una situazione di disagio. Bisogna rinnovare gli Uffici di Presidenza delle Commissioni, magari la Presidente ci ricorderà che le Commissioni possono continuare a esercitare le loro funzioni, ma il mandato dei Presidenti è scaduto e, poiché questa maggioranza non riesce a trovare un accordo sulle presidenze, si limita di conseguenza l'operatività del Consiglio. Eppure è un disegno di legge che deve andare avanti a tutti i costi, di cui finalmente la collega Barracciu ci ha rivelato perché si chiama Piano casa; e noi, possibilmente, daremo in quel senso il nostro contributo: tutti a casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Dichiaro il mio voto contrario determinato non tanto dalla correttezza o meno del titolo quanto dalla sua incoerenza. Lo ribadisco: incoerenza, nel senso che non ritengo opportuno che questa legge metta insieme sacro e profano . Inoltre vorrei intervenire perché mi dispiace che analisi fortemente sbagliate possano in qualche modo suggestionare. Per esempio, un'analisi economica sull'indotto generato dal Piano casa potrebbe indurci a pensare che se anziché ipotizzare un incremento del 20, 30, 35 per cento, l'avessimo ipotizzato del 100, 150 per cento, l'impatto economico sarebbe stato impressionante, perchè si sarebbe dato luogo a un indotto molto, molto più alto.

Allora c'è da chiedersi perché non fare un'analisi dei costi e benefici se l'obiettivo è veramente quello di creare un indotto economico che, nel prossimo anno, nei prossimi due anni, possa avere una grande efficacia finanziaria. Perché, lo ribadisco, stiamo intervenendo in un contesto devastante, stiamo buttando acqua sporca su altra acqua sporca, è questo il contesto, ecco perché il Piano casa in questi termini non va bene.

Per quanto riguarda l'analisi legata all'uso del territorio nei comuni vorrei approfondirla, perché ho l'impressione che il Piano casa possa avere maggiore successo laddove i suoi effetti sarebbero più devastanti. Ho l'impressione cioè che nei paesi dove l'utilizzo del territorio non è particolarmente elevato, probabilmente non ci saranno richieste sulla base del Piano casa, mentre ne avremo molte laddove il Piano casa invece potrebbe incidere negativamente.

Attenzione pertanto all'analisi economica, altrimenti, fra qualche anno, mi sembra nel 2020, si potrebbe pensare, ricorrendo il bicentenario della nascita di una grande legge sarda, la "legge delle chiudende", di riproporre questa legge in modo aggiornato, in modo un pochino più innovativo; e potrebbe essere uno strumento utile a far girare un po' di economia. Quindi, attenzione ai fattori economici nell'urbanistica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Annuncio il voto contrario sull'emendamento numero 119 per le ragioni che sono state dette. Sia l'emendamento numero 119 che l'emendamento numero 256 sono il grimaldello per cercare di inserire in questo progetto di legge, già pasticciato, una serie di elementi ancora più dannosi relativi alle norme di carattere urbanistico, e qualche tentativo di correzione, già visto negli emendamenti proposti, per la appena licenziata legge sul golf.

Una procedura abbastanza pasticciata dal punto di vista della tecnica legislativa, ma soprattutto pericolosa perché quanto è stato denunciato finora da noi, viene confermato dal fatto che le modifiche di carattere urbanistico, necessarie per far passare alcuni interventi di "carattere scardinatorio", rispetto alle procedure urbanistiche definite dai comuni e dalla Regione col Piano paesistico regionale, vengono proposte in questo contesto per agevolare l'inserimento di una ulteriore normativa che porterà, temo e temiamo, dei danni nei nostri territori; inserimento che tenteremo di impedire nel proseguo della discussione di questo disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, anche io intervengo per annunciare il voto contrario, e per anticipare che cercherò di non lasciare solo, se non altro per solidarietà di partito, l'onorevole Gian Valerio Sanna nella maratona che quest'Aula si appresta a svolgere. Fin dal titolo è evidente (mi dispiace l'insofferenza manifestata da parte dei colleghi della maggioranza alle osservazioni dell'opposizione), la vostra insofferenza nei confronti delle regole, questa è una delle ragioni vere.

Voi, da subito, non soltanto su questo provvedimento di legge, non soltanto sulla legge sul golf, ma dall'inizio di questa legislatura, ossessioni ne avete avuto diverse, e ne avete ancora diverse, una di queste è quella di attuare la politica della deregolamentazione Fin dall'inizio di questa legislatura vi siete posti l'obiettivo di deregolamentare tutto ciò che è stato oggetto di pianificazione, di programmazione nella passata legislatura, innanzitutto in materia urbanistica e di tutela del paesaggio. Voi siete insofferenti a queste regole.

Più volte, in particolare dai banchi dei colleghi dei Riformatori, siamo stati richiamati ai valori della cultura liberale; ma consentitemi di dire che la cultura politica liberale non è per la deregolamentazione, la cultura politica liberale vuole regole che io giudico, sul piano sociale, inique ma, comunque, pone delle regole. Nemmeno quella cultura fa riferimento, ripeto, alla necessità di abbattere le regole.

Onorevole Matteo Sanna, siete voi ad alimentare, con questa norma di legge, la cultura dell'illiceità, perché di questo si tratta; e lo fate perché volete proteggere gli speculatori, unici destinatari di questo disegno di legge, che si accingono a eliminare l'unico valore aggiunto rimasto in quest'Isola: il territorio, l'ambiente, che voi consentite venga ulteriormente consumato. Per fare questo avete necessità di non avere regole, perché le regole che ci siamo dati nella passata legislatura ve lo impediscono.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, io non sono un appassionato di urbanistica, ma devo rispondere comunque al dovere che ciascuno di noi ha di provare a impedire le cose che si fanno, e che possono essere fatte, a danno dei sardi. Presidente, se il Consiglio fosse chiamato a una interpretazione autentica di questo disegno di legge, e successivamente alla sua approvazione, a incominciare dal titolo ne vedremmo delle belle.

Io vorrei chiedere a ciascuno di voi che interpretazione, che significato dareste, qualora venissimo chiamati a farlo, a questo titolo. Io dico che questa è solamente la sintesi delle pulsioni che ci sono all'interno dei diversi strati della maggioranza, e quello che sto dicendo è confermato dall'emendamento numero 256. Io penso che sia perfino impossibile, a partire dal titolo, prevedere percorsi virtuosi di valutazione dei risultati che possono derivare da questo provvedimento.

Il collega Manca, che è responsabile del progetto "Capire", mi insegna che inserire in questa legge una clausola valutativa sarà impossibile. Che cosa si può valutare? Quali sono i risultati attesi? Ci fosse il Comitato per la legislazione, tanto caro al collega Gian Valerio Sanna, questo provvedimento di legge non sarebbe nemmeno pervenuto all'Aula, perché un Comitato per la legislazione avrebbe detto che sarebbe stato impossibile da applicare e che, qualora applicato, nelle parti applicabili, non avrebbe prodotto benefici ma danni evidenti.

Quindi un Comitato per la legislazione, se ci fosse stato, ne avrebbe impedito perfino l'approdo in Aula; e invece voi che cosa fate? Con l'emendamento numero 119 aggiungete, per quanto possibile, altre complicazioni, danno a danno; l'emendamento numero 256 fa la stessa cosa. Non ho visto se ci sono emendamenti agli emendamenti, ma da voi mi aspetto anche emendamenti agli emendamenti, per poter aggiungere danno a danno a danno.

Colleghi, io penso che già dall'emendamento numero 119 dovremmo fermarci votando contro. Noi voteremo contro, l'ha già detto il nostro Capogruppo, però penso che un sussulto di interesse nei confronti dei sardi possa indurre anche voi ad analizzare meglio il significato dell'emendamento numero 119 per respingerlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (U.D.C.-F.L.I.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 119 e per chiarire alcuni aspetti. Onorevole Salis, il dato sui 6 mila interventi di cui ha parlato credo l'abbia ripreso non dalla mia relazione, dove non si parla di interventi, ma forse da qualche album di Topolino. Per quanto concerne le regole, anche oggi avete tirato in ballo nuovamente l'inferno, qualcuno ha parlato delle sacre festività, per noi cattolici, dei morti, dichiarando di considerarle il giorno appropriato per approvare questo disegno di legge. Vorrei che, almeno chi proviene da una certa cultura, quella del cattolicesimo, evitasse di tirare in ballo anche i morti.

Per quanto riguarda le regole, dico che le regole fanno parte della nostra cultura, sono patrimonio della cultura della destra italiana e del centrodestra italiano, il nostro centrodestra; e, collega Diana, le regole vanno rispettate sempre, vanno rispettate quando si è in maggioranza, vanno rispettate quando si è all'opposizione. Nella passata legislatura chi vi parla ha avuto l'onore di fare opposizione a un Governatore, a una Giunta che spesso le regole non le rispettavano.

Molte delle leggi varate nella scorsa legislatura furono cassate da organismi superiori, penso al Piano regionale sanitario, penso ad altri e qualificanti argomenti tradotti in legge che questo Consiglio ha trattato e che sono state puntualmente cassate; i sardi stanno pagando oggi anche per quel mancato rispetto delle regole. Lei stava dall'altra parte della barricata, rappresentava una grande associazione sindacale, la Cgil, e ha richiamato più volte al rispetto delle regole, insieme alle altre sigle sindacali.

Certo, oggi è difficile stare seduti in quest'Aula e, in una posizione diversa, difendere le malefatte anche della passata legislatura, lo trovo difficile soprattutto per un Capogruppo, al quale faccio gli auguri di buon lavoro, visto che non abbiamo avuto ancora l'occasione per farglieli personalmente. Le regole, quindi, vanno rispettate, vanno rispettate da tutti ma, soprattutto, vanno anche riviste, perché le regole obsolete costituiscono solo lacci e lacciuoli per l'urbanistica in Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, colleghi, Assessore, io parto da quest'ultima considerazione del Presidente della Commissione urbanistica, che rispetto e stimo, il quale dice che le leggi vanno rispettate; il problema è che le leggi bisogna farle. Potremmo contare sulle dita forse di una mano e mezzo, se escludiamo la finanziaria, le leggi esitate da questa maggioranza. Lei ha citato la scorsa legislatura, sicuramente una legislatura complicata che, però, ha portato in campo tante leggi e tante riforme.

Io prendendo spunto, onorevole Cuccu, anche dal suo intervento, visto che ha citato il progetto "Capire", informo i colleghi che venerdì nella sede del Consiglio regionale, si svolgerà proprio una riunione del comitato "Capire", per valutare l'efficacia delle leggi. Io vi consiglio di partecipare, purtroppo siamo impegnati anche nei lavori dell'Aula, perché sarebbe utile per capire oggettivamente come può essere valutata una legge di questo genere, che non darà benefici al nostro territorio.

Non darà benefici perché doveva essere una legge di durata temporanea, che avrebbe dovuto sopperire alle necessità economiche della nostra Regione; invece diventa una legge a tutti gli effetti duratura, una legge stabile, che tra l'altro si contraddice perché modifica norme di carattere urbanistico, modifica il Piano paesaggistico regionale, utilizza un unico disegno di legge per parlare dell'universo mondo.

Questo aspetto evidenzia l'incapacità di programmare, di mettere in campo, anche legittimamente, chiaramente, una modifica di regole scritte da altri; lo fate in maniera raffazzonata, lo fate nascondendovi dietro la volontà di dare beneficio ai più poveri, invece non è così. Questo disegno di legge andrà a vantaggio dei ricchi, perché per andare a vantaggio dei poveri avrebbe dovuto valutare e tenere in considerazione soltanto alcuni aspetti, alcuni elementi. Invece, mettiamo dentro questo disegno di legge tutto e il contrario di tutto, e lo vediamo dal titolo.

Il titolo, diceva qualche collega, è un insieme di pezzi aggiunti uno dietro l'altro: modifichiamo la legge urbanistica, abroghiamo le leggi precedenti, rimodifichiamo la legge sul golf approvata l'altro giorno. Io penso che questo modo di legiferare si ritorcerà contro di voi, a prescindere dalla propaganda populista che mettete in campo parlando di numeri; numeri che, tra l'altro, Assessore, mi permetto di dirglielo, sono a disposizione di alcuni e non di tutti, e questo non è corretto.

Voi parlate di numeri e di pratiche istruite nei comuni, ma io vorrei capire, visto che questo era l'obiettivo, se vi è stata la ricaduta occupazionale ed economica, sulla nostra terra, non altro. Chiaramente esprimo un voto contrario sull'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Anche io devo annunciare il mio voto contrario, perché sono fortemente convinto che stiamo subendo una grande mistificazione da parte vostra; forse volete tradurci davanti al tribunale della semantica ingannevole, della grammatica del doppio genitivo; quelli che hanno studiato greco sanno di che cosa sto parlando. Voi tenete dunque le vostre posizioni e noi le nostre; ci divertiamo a vicenda perché esiste anche l'urbanistica dell'entertainment ed è quella che, invece di nutrire la comunità, le dà caramelle velenose. Non rispondo alle provocazioni di Meloni che sono altamente raffinate, preferendo il silenzio che di solito è più pregnante della parola. Caro Meloni, io faccio sempre la differenza tra liberismo e libertinaggio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, dichiaro il mio voto contrario all'emendamento, così come già espresso dal Gruppo, anche perché non mi sembra opportuno caricare questo tema di ulteriori elementi, peraltro molto vaghi. Mi stupisce il fatto che il presidente Sanna ci richiami alle regole, alla puntualità, però se regole, puntualità e precisione vanno coltivate non mi sembra che le "altre forme di carattere urbanistico", introdotte dalla Giunta, siano così puntuali e precise da non consentire che all'interno di questo termine ci si infili quanto si vuole.

Ma il problema attiene non tanto a questi aspetti, che possono essere anche pochezze nel contesto generale dell'articolato, quanto al fatto che siamo chiamati a legiferare come al solito entrando nei particolari quando, a mio avviso, questo Consiglio dovrebbe legiferare dando indirizzi e demandando ai comuni, così come è stato denunciato in quest'Aula, aiutandoli a costruire il loro piano urbanistico.

L'espressione di un'autodeterminazione e di una volontà propria potrebbe incentivarli alla valorizzazione e tutela del proprio territorio, e quando parlo di territorio, visto che in questa legge parliamo di territorio urbano ed extraurbano, intendo tutto l'habitat del territorio comunale. Allora, credo che bene faremmo, più che aggiungere spezzoni per "impasticciare" ulteriormente il provvedimento, a dare degli indirizzi, a demandare alle amministrazioni locali, ad aiutarle, ripeto, a predisporre quello strumento urbanistico di cui giustamente qui si è sottolineata la carenza e la pochezza in molte amministrazioni. Le amministrazioni locali vanno comunque incoraggiate e a loro va lasciata la tutela del proprio patrimonio; a noi il compito di dare gli indirizzi generali, cosa che con questa Giunta di certo non facciamo perchè entriamo "a piedi pari" negli aspetti particolari che, a mio avviso, sono inopportuni e creano solo ulteriori problematicità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, io annuncio il mio voto favorevole all'emendamento numero 119 ma, per quanto non sia un individuo molto pignolo, intervengo giusto per puntualizzare alcune cose. I dati che ho citato prima sono forniti dell'Agenzia regionale del lavoro (Congiuntura lavoro Sardegna, anno VII, numero 3, settembre 2011), elaborazione su dati Istat. Vi ho detto che gli occupati erano 600 mila nel primo semestre del 2009, 598 mila nel primo semestre del 2010 e 602 mila nel primo semestre di quest'anno.

Il tasso di disoccupazione che abbiamo trovato quando questa maggioranza e questa Giunta si sono insediate al governo della Regione era pari al 14,1 per cento (primo trimestre del 2009), oggi è al 13 per cento.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 119.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 119.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 59

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 35

contrari 24

(Il Consiglio approva).

E' in votazione l'emendamento numero 256.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, l'emendamento numero 256, entreremo poi nel merito degli emendamenti che sono stati presentati, come ho già detto apre la strada a correzioni pur necessarie (perché ce ne sono tante di correzioni da fare su quella legge) alla legge sul golf, ma, voglio dire, è lo stesso grimaldello di cui ho parlato prima. Approfitto dei minuti che ho a disposizione per parlare dell'emendamento e dare una risposta al pur autorevole e simpatico Presidente della Commissione urbanistica. Il riferimento ai 6 mila interventi (io spero che La Nuova Sardegna possa avere la tiratura di Topolino, me lo auguro per un giornale sardo), è riportato virgolettato in una sua intervista di stamattina a La Nuova Sardegna.

(Interruzione del consigliere Matteo Sanna)

SALIS (I.d.V.). "E' un provvedimento per il rilancio all'economia attraverso l'edilizia" afferma il Presidente della Commissione urbanistica Matteo Sanna -virgolettato - "ci sono 6 mila interventi che attendono risposte da queste modifiche al Piano".

(Interruzione del consigliere Matteo Sanna)

SALIS (I.d.V.). Quindi gli interventi non sono 17 mila, ma 6 mila. Sei mila interventi su una popolazione di 1 milione e 600 mila abitanti danno il senso di un intervento assolutamente parziale. Comunque non l'ho letto su Topolino perché purtroppo non ho tempo per leggere questo bellissimo fumetto, ma l'ho ripreso da una sua dichiarazione a La Nuova Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io intervengo sull'emendamento numero 256 sul quale annuncio il voto contrario, voto contrario peraltro già espresso in sede di discussione generale sul titolo. Voto contrario perché credo che questo emendamento esprima il senso del modo raccogliticcio con il quale voi fate le riforme, che sono non riforme ma leggi che derogano. La legge sul golf è di un mese fa, vi siete già pentiti, non avete chiuso l'accordo tra di voi (la misura dei dislivelli dovrebbe passare da 100 a 400, il collegamento con le strade non è più tramite una strada provinciale ma è un collegamento vicino), dopo solo un mese siete consapevoli di aver fatto un pasticcio così come è un pasticcio questo disegno di legge.

Onorevole Sanna, è inutile che lei cerchi di scaricarsi la coscienza con queste dichiarazioni, ricordando le malefatte del passato che non si sa bene quali malefatte siano. Noi le regole non le abbiamo tolte o cancellate come cercate di fare voi disperatamente, noi le regole in campo urbanistico le abbiamo istituite, a cominciare con una delibera di Giunta del 10 agosto 2004 che imponeva uno stop temporaneo, in attesa della legge salva coste, a quello che era un via libera indiscriminato alle lottizzazioni costiere. Quindi diventa molto difficile sostenere un'ipotesi del genere.

Capisco che guardare al passato, capisco che gridare a noi di essere cementificatori vi possa in qualche modo sollevare la coscienza perché saremmo tutti uguali, ma i fatti politici e le leggi approvate dicono esattamente il contrario e richiamare le Intese non vi servirà perché le Intese erano norme transitorie, che restavano in vigore in attesa che i comuni approvassero i PUC conformi al Piano paesaggistico, poi sarebbero morte, quindi erano una norma transitoria per agevolare percorsi virtuosi. Voi in questo caso i percorsi virtuosi li cancellate e date un messaggio terribile alla Sardegna, e cioè che c'è sempre una deroga per tutti, una deroga che non è deroga perché diventa strumento permanente di edificazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Imperversano dati, in andata e in ritorno, ognuno dice la sua. La verità la dicono i costruttori dell'ANCE che non credo siano gli speaker del centrosinistra e che dicono: "A eccezione del Piano casa del Veneto, è stato un fallimento generalizzato". E in Veneto sapete perché non ha fallito? Perché la politica ha dismesso l'abito della presunzione di cui tutti voi siete vestiti e ha dialogato con i comuni per capire quali erano i veri bisogni che i sindaci e i comuni chiedevano di trasferire a livello legislativo: li hanno ascoltati. Invece voi ascoltate la presunzione "tuttologica" che vi mette insieme.

Attenzione, c'è un aspetto che vorrei sottolineare: ma che cosa è successo meno di un mese fa? Il 21 settembre abbiamo chiuso una legge. Presidente, è la capacità stratosferica della nostra forza legislativa o forse potrei dire che abbiamo smarrito l'appunto di qualche cliente? Forse, ripeto, abbiamo smarrito l'appunto di qualche cliente se, meno di un mese dopo che questo Consiglio regionale, umiliato da queste proposte (io mi sento umiliato, ciascuno di voi si deve sentire mortificato da questa proposta), ha chiuso una legge su quella legge adesso dobbiamo aggiungere clienti. Questa è la verità rispetto al fallimento che state portando avanti.

Legge sul golf, la nostra capacità legislativa! E' bene che vengano a cacciarci via perché non meritiamo di stare in questo Consiglio regionale, a sentire i clienti invece di fare le leggi, perché non c'è nessun'altra ragione (se non permettere appunto qualche percentuale, qualche favore, qualche esigenza) per cui si portano queste modifiche indecenti, irresponsabili.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, quando nell'esaminare il cospicuo plico di emendamenti, che la struttura ci ha gentilmente fornito, ho visto che l'emendamento numero 256 (il secondo in ordine di votazione), parlava dell'inserimento nel titolo del tema relativo alla legge che abbiamo approvato un mese fa sul golf, ho detto: "Siamo riusciti a fare breccia, in ritardo, con i nostri ragionamenti e probabilmente c'è un minimo di rinsavimento. Qualcuno sta ripensando a quanto fatto e quindi vuole apportare correzioni per modificare, in positivo, quello che veniva giudicato da noi (e questa volta speravo anche da qualche altro) negativo".

Ho verificato e, di fatto, non viene toccato minimamente l'argomento principale, che non c'entrava in quella legge con il golf, ma c'entrava moltissimo con l'urbanistica, con la speculazione edilizia, con la realizzazione di volumi residenziali da mascherare come interventi per fare in modo che divenissero convenienti interventi di realizzazione di campi da golf.

Mi sono accorto che di questo non si parlava e ho dovuto rivedere il mio giudizio, istintivo, sulla possibile positività di questo emendamento. Ovviamente, di questo tema ne parleremo più avanti. Resta adesso il discorso del non considerare positivo il fatto che dopo un mese di approvazione di una legge, che abbiamo aspramente contrastato, si ritorni in Aula per rivederne qualche pezzo che si ritiene non vada bene. Non va assolutamente bene che si riprenda questo discorso, credo che si debba assolutamente votare contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Dichiaro il voto contrario a questo emendamento che fa riferimento a una legge che, come ricordava Luigi Lotto oggi, è stata approvata l'altro giorno. Però io credo che ci dobbiamo sforzare di capire, a volte, le ragioni delle proposte e allora mi rivolgo a Gian Valerio Sanna che, con indignazione, ha sollevato il problema. Secondo me il problema sta nella affermazione che ha fatto Francesca Barracciu, che mi è piaciuta proprio tanto, sul Piano casa, sulla legge casa, sulla legge "tutti a casa".

E una volta che andiamo tutti a casa che cosa facciamo? Queste sono brave persone, si preoccupano del futuro e una volta tutti a casa, visto che non siamo più neanche così ragazzini, lo sport forse più consigliato è il golf; da qui la preoccupazione di dare un seguito a questo disegno. Ed è forte la preoccupazione nostra perché evidentemente è il segno dell'incapacità di legiferare e di avanzare con delle proposte che possano essere condivise e credibili.

E' un impianto completamente da rigettare e su questo noi continueremo a martellarvi punto per punto. Si aggiunge di tutto un po', il titolo diventerà più lungo della stessa legge perché si aggiungerà una serie di aspetti che qualcuno richiama avvertendo l'esigenza comunque di non perdere l'occasione per integrare; quindi provvedimenti per lo sviluppo del turismo golfistico bene si aggiungono a un titolo che abbiamo commentato nell'emendamento precedente e che abbiamo tentato di respingere senza riuscirci. Ci proveremo ora con questo emendamento numero 256.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Dessì è rientrato dal congedo.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento numero 256, perché di fatto sia con l'emendamento precedente che con questo il disegno di legge sostanzialmente diventa la legge omnibus per la deregolamentazione urbanistica, di questo si tratta. Non bastava quanto previsto nel titolo originario, stiamo aggiungendo ancora interventi che consentiranno di trasformare leggi, come l'ultima sul golf, e di aggiungere (stando a una lettura degli emendamenti successivi) elementi di deregolamentazione e di correzione di quelle leggi in senso sempre più negativo rispetto alla tutela del nostro ambiente.

E' vero, sono circolati molti dati, e ha ragione il collega Gian Valerio Sanna quando sostiene che è l'Associazione nazionale dei costruttori edili che dice la verità; io quei dati comunque li ho. L'Associazione dei costruttori denuncia che negli ultimi due anni il settore ha perduto 230 mila posti di lavoro, 350 mila contando l'indotto. Tra il 2009 e il 2010 le Casse edili vedono ridursi il numero di imprese iscritte del 14,2 per cento; maggiore è la riduzione del numero degli operai iscritti, meno 17,8 per cento, delle ore lavorate, meno 20 per cento.

La prima metà del 2011 ha fatto segnare riduzioni ulteriori rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A meno che non si confonda il presidente dell'ANCE con Topolino o con Pippo, pertanto questa è la realtà dei fatti e dei dati che riguarda il settore delle costruzioni in Italia. Tant'è che sulla base di questi dati il ministro Matteoli, non più tardi di qualche settimana fa, è stato fischiato e gli è stato intimato di andarsene, al grido di "vergogna", per lasciare spazio a governanti e a Ministri che meglio potrebbero interpretare le esigenze della struttura economica del nostro Paese. E noi invitiamo voi a fare altrettanto, perché ci teniamo alla struttura economica della nostra Isola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, il contenuto dell'emendamento numero 256 potrebbe anche costituire una soddisfazione per noi perché, ripensando alle cose che abbiamo detto in Aula quando avete portato il testo sul golf, potremmo dirvi: "Ve l'avevamo detto che comunque andava modificato". Io intervengo, come sono intervenuto sull'emendamento numero 119, perché il nostro dovere è quello non di compiacerci per gli errori che commettete, ma di provare a evitare che ne commettiate altri.

E io, onorevole Lotto, non ho avuto nessun dubbio quando l'ho letto, non ho pensato assolutamente che fossero rinsaviti perché, se così fosse stato, avrebbero scritto: "Abrogazione della legge regionale 21 settembre 2011,numero 19", hanno scritto "modifiche" e quindi questo dubbio non mi è venuto assolutamente.

Purtroppo è la ulteriore conferma che a ogni chiamata si risponde e che, probabilmente, quando è stata discussa la legge sul golf i telefoni erano occupati, e quindi non si è potuto rispondere alle chiamate, oppure si risponde anche a chiamate successive man mano che si manifestano le esigenze. Ecco questo mi sembra sia quello che sta avvenendo, perché modificare una legge già disastrosa che soddisfaceva interessi particolari, approvata appena un mese fa, vuol dire che sono emerse altre esigenze nel proseguo, nel momento in cui stiamo parlando probabilmente ne avremo altre, forse ne parleremo in finanziaria, forse sarà necessario fare un ulteriore Piano casa, probabilmente sarà necessario intervenire con leggi ad hoc. Questo però è la conferma del vostro modo di legiferare.

Colleghi, sicuramente in questa maniera non stiamo andando nella direzione che voi sbandierate: dare una risposta a un'esigenza insediativa, dare una risposta anche alle imprese edili, questo non è il modo. Stiamo dando solo risposte a interessi particolari, ma non risposte a un sistema Sardegna che ne ha bisogno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Io ho già avuto modo di dire, durante il mio intervento nel corso della discussione generale di non avere un atteggiamento, diciamo così, preconcetto rispetto a questo tipo di provvedimento, né di essere particolarmente integralista sulla materia. Tuttavia io credo che in questo caso siamo di fronte a un provvedimento esagerato, fuori luogo, per certi aspetti banditesco. Siamo di fronte al tentativo pasticciato di mettere mano a una materia che meriterebbe maggiore riflessione e maggiori approfondimenti.

Gli stessi giudizi espressi dalle associazioni di categoria, dalla stessa Confindustria sono significativi. Gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, Sanna, Barracciu, eccetera, hanno evidenziato, anche dal punto di vista dei numeri, i giudizi che sono stati espressi. Il tentativo di ingannare ancora una volta l'opinione pubblica facendo credere che si tratti di una norma taumaturgica e di sollievo per l'economia della Sardegna è già fallito in partenza perché i risultati ottenuto dal Piano casa uno e dal Piano casa due sono sotto gli occhi di tutti. Chiaramente il mio voto è contrario.

Fa specie tuttavia sentire il collega Matteo Sanna (lasciato direi quasi solo dai suoi colleghi di centrodestra in questo tentativo) difendere una norma indifendibile anche con argomentazioni certe volte non dico banali, ma che certamente nulla hanno a che vedere con le argomentazioni robuste che meriterebbe invece mettere in piedi per sostenere la difesa che questo testo di legge comunque non può avere perché si tratta, davvero, di una norma grottesca e banditesca.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, colleghi, Assessore, io chiaramente voterò contro l'emendamento numero 256. Mi fa piacere che in quest'Aula si inizi a dare un minimo di dati, un minimo di numeri. Mi fa piacere perché così incominciamo a confrontarci sui temi veri. Io ricordo a tutti, all'Assessore per primo, che questo strumento nasce per risvegliare l'economia, per dare opportunità occupazionali e, secondo quanto diceva il collega Sanna, c'è stata una serie di interventi molto importanti in termini numerici.

Dall'intervento della collega Barracciu, però, mi è parso di capire che gli interventi fatti sono stati importanti dal punto di vista dei numeri ma non altrettanto importanti nel conseguimento degli obiettivi che questo strumento intendeva perseguire: ridurre il livello di disoccupazione e dare un sostegno economico alle nostre attività e alle nostre famiglie. E'successo esattamente il contrario.

Presidente Sanna, è chiaro che in Sardegna così come in Veneto il numero di pratiche presentate ai comuni è molto elevato. La ragione è semplice, già su Il Sole 24 Ore di ottobre 2010 lei potrebbe riscontrare, facendo un raffronto delle disponibilità, delle regalie in termini di volumetrie, in termini quindi di un aumento dell'opportunità di costruire nella fascia dei 300 metri (una serie di interventi devastanti che distruggeranno il nostro territorio) che la Sardegna primeggia; primeggia assieme al Veneto.

Il Veneto però nella riedizione del Piano casa forse ha avuto l'intelligenza, lo diceva il collega Sanna poc'anzi, di interagire con i comuni, la nostra interazione con la nostra associazione regionale dei comuni, l'ANCI, si è concretizzata in una paginetta (nel marasma dei fogli che ho qua sul tavolo non la ritrovo) che contiene, come unica proposta, la sanatoria per quegli edifici con abusi di 20-30 metri quadrati.

Collega Sanna, lei l'altro giorno ha parlato dell'ANCE, l'ANCE è una cosa, l'ANCI è un'altra cosa, sono due associazioni distinte (cambia una vocale ma sono in grado di riconoscerla), sono due cose distinte e sto parlando di due ragionamenti diversi. Pertanto il numero degli interventi forse è un numero importante, ma cerchiamo di capire le ricadute, Assessore; io attendo i dati sull'occupazione nel settore e specialmente quelli sulle ricadute economiche.

Noi partiamo sempre, infatti, da dal dato unico, fondamentale, principale messo in campo dal suo predecessore, l'assessore Asunis, che parlava di 12 mila posti di lavoro, 40 mila cantieri e circa 8 miliardi di euro di fatturato. Io non so se lei vede questo risultato per la nostra terra, mi sembra proprio che non sia così.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io voterò naturalmente contro questo emendamento, però capisco il Presidente della Regione; lo capisco perché in realtà questa, che è l'unica vera legge sua e della maggioranza, non può passare in quest'Aula in questo modo, con i consiglieri che non si presentano in Aula e fanno mancare per quattro volte il numero legale. Nelle prossime giornate ci potrà essere anche qualche sorpresa, da parte di qualche forza politica che non è completamente inserita nel disegno.

C'è infatti un disegno politico preciso e non potete, lo dico a voi colleghi della maggioranza, impedire al presidente Cappellacci di portarlo avanti (ha messo al lavoro anche un pubblicitario), attraverso un trittico: legge sul golf che adesso dovete modificare (3 milioni e mezzo di metri cubi), il Piano casa che non aggiungerà alcuna stanza in più, ma aggiungerà demagogia a demagogia, la revisione del PPR per cancellare la fascia costiera come bene paesaggistico di insieme. E voi dovete starci perché c'è un piano di marketing e di rilancio della legislatura, è questo il disegno in atto, è questo il disegno in atto che probabilmente comprende anche il collega Artizzu che ora va via.

E allora naturalmente non potete dire di no, perché altrimenti ha ragione la collega Barracciu, dovremmo trasformare non solo il titolo ma anche il nome immaginario da Piano casa a "piano a casa". Questo voi non lo potete consentire e sicuramente avete già detto "sì" al presidente Cappellacci. Io suggerirei a voi tutti di consigliargli di venire in Aula, magari di difendere anche lui questa legge che è impresentabile perché fa parte di un disegno impresentabile; sarà la fotografia del fallimento di questa legislatura che vi caratterizzerà anche per i prossimi mesi e i prossimi anni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Qui bisogna secondo me "bucare il linguaggio" e dire che il problema, caro Gian Valerio, non è solo un problema di immoralità o amoralità ma anche semplicemente un problema esistenziale, situazionista, che segue un percorso lobbistico già tracciato e studiato al millimetro per favorire la cricca e il non saputo che è già conosciuto e saputo. Questo Piano casa non è un Piano casa ma è la cosa, non la causa ma la casta. Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' impressionante e quasi commuove il contributo che i colleghi della maggioranza danno al confronto su questo disegno di legge: è davvero preoccupante. Ci avete richiamato spesso a misurarci sul merito delle questioni, c'è in discussione questo famigerato Piano casa tre, tutto ci si può dire tranne che non stiamo tentando in tutti i modi, anche con quelle che voi chiamate provocazioni, di avviare un minimo di discussione.

Ha ragione chi mi ha preceduto insomma, resta il solo Presidente della Commissione urbanistica (molto pro-tempore, ancora molto poco) a difendere questo provvedimento. Lo dico perché, Presidente Lombardo, sarebbe anche corretto che la maggioranza si assumesse la responsabilità di insediare le Commissioni. Non è detto infatti che la discussione su questo disegno di legge debba far passare in secondo piano un altro elemento di gravità che sta compromettendo anche l'attività ordinaria di questo Consiglio regionale, e questo avviene per esclusiva responsabilità della maggioranza di centrodestra.

Noi abbiamo posto delle domande e io vorrei che qualcuno, lo dico all'assessore Rassu, non so a chi rivolgermi, ci spiegasse, come è stato richiamato dal primo intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna, perché volete modificare anche la legge sul golf. Non bastano i contenuti derogatori della legge sul golf sulle norme di tutela? Non bastano? Quindi adesso ce ne sono di più in questo Piano casa tre, ovviamente li volete estendere.

Se non è così a me fa piacere, assessore Rassu, ma la prego intervenga e smentisca questa masnada di figuri del centrosinistra, che stanno cercando di mistificare la nobiltà di questo vostro disegno di legge. Per cortesia qualcuno intervenga e dia un contributo a far chiarezza, altrimenti davvero non comprendiamo. Per favore, Assessore, lo faccia lei.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Presidente, esprimo in primo luogo il mio voto favorevole, e prometto di non cadere nella tentazione di replicare in continuazione dopo questo intervento. Intanto i dati che ho illustrato sono dati ufficiali dell'Assessorato competente e relativi a un campione di 71 comuni.

Dico anche che, e così chiariamo una volta per tutte, che l'ANCE nazionale, quella presieduta dall'ingegner Guzzetti (stiamo parlando dell'Associazione nazionale costruttori edili) nel mese di febbraio ha dichiarato che i dati migliori sono riferibili alla Regione Veneto e alla Regione Sardegna.

Che cosa ha fatto il tanto citato Veneto? Il Veneto ha esteso il Piano casa alle aree industriali e all'agro; è ovvio che essendo gli abitanti del Veneto superiori numericamente a quelli della Sardegna, in proporzione il Veneto spicca. Ma dire che questi provvedimenti sul Piano casa sono stati un fallimento è falso!

Collega Manca, invierò mille lettere (tanti sono gli interventi al 30 settembre), a tutte le famiglie sassaresi che hanno usufruito del Piano casa, accludendo il suo intervento, e così dovrà spiegare a quelle famiglie la sua contrarietà. Veramente mi verrebbe anche la voglia di leggere l'elenco di tutti i comuni che hanno usufruito del Piano casa, ma non lo faccio anche perchè questi atti penso siano a disposizione presso gli uffici dell'Assessorato, qualora qualcuno di voi volesse entrarne in possesso. Ribadisco il voto favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 256.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 256.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Barracciu ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 37

contrari 25

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis. All'articolo 1 bis sono stati presentati degli emendamenti:

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis e dei relativi emendamenti:

Capo I

Modifiche e integrazioni alla
legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4

Art. 1 bis

Modifiche e integrazioni alla
legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4

1. Alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo), sono apportate le modifiche ed integrazioni di cui ai successivi articoli.

Emendamento soppressivo totale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.

Articolo 1 bis

L'art. 1 bis è soppresso. (27)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (152)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 1, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (153)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 2, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (154)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 2, lett. a) della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (155)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 2, lett. b) della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (156)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 3, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (157)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 4, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (158)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 5, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (159)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 6, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (160)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 7, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (161)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 2, comma 8, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (162)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 9 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (163)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il comma 1 dell'articolo 9 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (164)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il comma 2 dell'articolo 9 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (165)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il comma 3 dell'articolo 9 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (166)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il comma 4 dell'articolo 9 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (167)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 11 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (168)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 12 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (169)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 12, comma 1, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (170)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 12, comma 2, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (171)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 12, comma 3, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (172)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 12, comma 4, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (173)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (174)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 13, comma 1, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (175)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 13, comma 2, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (176)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il n. 1, lett. a), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (177)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il n. 2, lett. a), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (178)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il n. 3, lett. a), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (179)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il n. 4, lett. a), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (180)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il n. 5, lett. a), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso.

(181)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il n. 1, lett. b), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (182)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il n. 2, lett. b), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (183)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La lett. c), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppressa. (184)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La lett. d), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppressa. (185)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La lett. e), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppressa. (186)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La lett. f), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppressa. (187)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La lett. g), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppressa. (188)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La lett. h), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppressa. (189)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La lett. i), comma 1 dell'articolo 13 della Legge regionale numero 4/2009 è soppressa. (190)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 14 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (191)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 14, comma 1, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (192)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 13, comma 2, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (193)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (194)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 1, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (195)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 2, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (196)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 3, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (197)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 4, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (198)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 5, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (199)

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Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 6, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (200)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 7, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (201)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 15, comma 8, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (202)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo

Articolo 1 bis

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. L'articolo 16 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (203) .)

PRESIDENTE. Comunico che l'eventuale approvazione dell'emendamento soppressivo totale numero 27 provocherebbe la decadenza del provvedimento di legge.

E' aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, la ringrazio anche per aver ricordato l'importanza di questo articolo, finché c'è vita c'è speranza, e noi speriamo che la vita inizi dalla cassazione, dalla bocciatura fragorosa e solenne di questo provvedimento di legge; un fatto che alla fine non credo possa recarvi dispiacere.

Personalmente prendo l'impegno di tacere nel caso questo disegno di legge non venisse approvato, tacere per un senso così di mestizia ma anche di speranza che proprio la cassazione della suddetta normativa, da cui certamente non discenderanno tutti gli interventi che anche oggi avete citato, possa rappresentare l'apertura di una discussione che spesso voi stessi richiamate (mi dispiace che non sia presente l'assessore Floris), sull'avvio di una vera stagione riformista, a partire da questo Consiglio.

Ma se questa è veramente la vostra intenzione noi dobbiamo sottrarre alla discussione ideologica e demagogica un tema così delicato come quello urbanistico e paesaggistico; e credo che la ridda di numeri non ci aiuti. Anche perché mi piacerebbe rivolgere al relatore Matteo Sanna le stesse domande che io ebbi modo di rivolgere all'ex assessore Asunis, e che vorrei rivolgere anche all'assessore Rassu in merito a quello che è successo. E le mie domande sono molto semplici.

Prima domanda. Quanti milioni di metri cubi o quali incrementi volumetrici, dei migliaia citati (sottolineo che sono richieste e non ancora interventi realizzati, per cui è tutto da verificare), riguarderanno effettivamente la prima casa, e quindi hanno a che fare con il Piano casa? E quali invece riguarderanno seconde case o altri immobili?

Seconda domanda. Quali sono gli incrementi volumetrici che non riguardano prima, seconda casa, ma nuove lottizzazioni? Quindi non riguardano espansioni, ma riguarderanno i "fatti salvi" che avete cassato con l'articolo 13 del Piano casa uno, con le modifiche dell'articolo 13 delle norme di salvaguardia al Piano paesaggistico, e mi riferisco all'articolo 13 del Piano casa uno che di fatto fa rivivere, sia per i comuni dotati di PUC, sia per quelli non dotati, le vecchie lottizzazioni.

E, ancora, quanti sono invece gli interventi legati agli incrementi volumetrici previsti per gli alberghi nella fascia dei 300 e dei 1000 metri? Ed è realistico pensare che la somma di questi interventi su seconde case, sull'agro e sulle nuove lottizzazioni, sia una parte rilevante? Quant'è la percentuale? Volete spiegare ai sardi in che termini sta avvenendo la svendita del territorio? Perché l'hanno detto bene alcuni colleghi, come il collega Moriconi, noi non abbiamo una obiezione ideologica al Piano casa.

Noi non abbiamo una obiezione ideologica a qualificare il tessuto urbanistico delle nostre città, magari anteponendo ai volumi anche una qualificazione energetica, ma abbiamo certamente una obiezione fortissima a diradare il tessuto urbano, a non completare quello che c'è già, a non riqualificare per, invece, estendere ulteriormente in una regione che si spopola e perde abitanti, e ne perderà da qui al 2040 nella misura di 300 mila.

Abbiamo certamente una obiezione fortissima a consumare ulteriori aree verdi e ambiente pregiato sulle coste che, badate bene, non costituiscono un patrimonio che può essere a disposizione soltanto di chi oggi è in Sardegna, ma deve essere a disposizione delle generazioni future, perché magari sapranno anche gestirlo meglio rispetto a ciò che noi riusciamo a fare oggi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO

(Segue PORCU.) Io credo che dovremmo anche entrare nel merito di questi interventi, chiarirne la portata e la qualità, capire in quale ambito insistono e anche qual è il loro costo complessivo; costo che non può essere semplicemente legato ai costi di completamento, ai costi della manodopera e dei materiali, ma è legato anche all'utilizzo alternativo di quei grandi spazi, alla valorizzazione di quei territori come abbiamo provato a fare con la Conservatoria delle coste, come abbiamo provato a fare valorizzando quegli ambiti costieri.

Come abbiamo provato a fare virtuosamente nella scorsa legislatura ipotizzando molto semplicemente di utilizzare il costruito, utilizzando e valorizzando l'insieme delle 200 mila case esistenti sulle coste per aprirle alla ricezione durante tutto l'anno, così da costituire un grande volano dell'industria turistica, per far sì che magari quelle ospitalità siano dichiarate e annunciate o per far sì che i borghi costieri, per esempio Teulada, Domus de Maria, diventino dei borghi capaci di ospitare, diventino delle città albergo, si favoriscano processi di ospitalità diffusa, che possano generare ricadute diffuse e permanenti sul nostro territorio.

Non "prendi il mattone e scappa" come è la filosofia di questo disegno di legge, ma un progetto di recettività, di valorizzazione e di riqualificazione del grande patrimonio edilizio esistente che questo testo di legge accenna soltanto, anzi, lo utilizza a volte come copertina, come specchietto per le allodole, per nascondere, dietro questo specchietto del Piano casa per le famiglie bisognose, in realtà una grande operazione di sabotaggio delle norme di salvaguardia del Piano paesaggistico, rischiando di far rivivere lottizzazioni che erano ferme e sono state avviate.

Vedremo queste cose quando tornerete anche in questo disegno di legge su quel tema, cancellando le verifiche di coerenza che rimanevano obbligatorie anche nel primo Piano casa, facendo rivivere le vecchie lottizzazioni, facendo il contrario di quello che dite di fare; farete concorrenza agli alberghi, contribuirete a costruire case fantasma per poche settimane all'anno.

Non c'è progetto, non c'è visione riformista, c'è soltanto l'idea di "arraffo il mattone e scappo", c'è soltanto una visione di breve termine nel vostro progetto per la Sardegna! C'é insipienza, c'è inconsistenza politica, c'è mancanza di guida, come ancora una volta testimonia l'assenza colpevole del Presidente della Regione che neanche in queste, che sono le uniche leggi che presentate, leggi di deroga, ci mette la faccia perché lui preferisce mettere la faccia fuori da questa sede! Anche in questo caso, se questa legge sarà bocciata, dirà: "non è una legge che mi riguarda, non ci ho messo la faccia! Il Consiglio non funziona! La mia maggioranza è scassata, ma io mi rivolgo ai sardi!".Una retorica e una demagogia insopportabili e intollerabili.

Io credo che fareste meglio con un sussulto d'orgoglio a cassare questa legge. Io mi impegno, lo dichiaro, a rispettare una settimana di silenzio perché non vorrei sommare demagogia a demagogia, farò una settimana di silenzio come voto per una possibile apertura di un dialogo diverso all'interno di questo Parlamento.

Io credo che nessuno di noi dovrebbe approfittare di una bocciatura di questo disegno di legge per lanciarci degli strali demagogici, ma dovrebbe consentire l'apertura di una fase nuova e interlocutoria senza la quale io credo che questa legislatura sia già segnata. La speranza è l'ultima morire e questa notte sarà lunga, se ho ben capito le intenzioni della Presidenza di questo Consiglio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, io intervengo su questo articolo 1 bis che non dice nulla ma, come giustamente rilevava la Presidente dell'Assemblea, è fondamentale per la stessa sopravvivenza del disegno di legge. Siccome io alla sopravvivenza di questo testo, debbo dire, non ci tengo più di tanto, preannuncio al presidente Bruno la richiesta già da adesso di votazione a scrutinio segreto sul nostro emendamento numero 27, soppressivo totale dell'articolo 1 bis.

Un articolo, come prima sottolineavo, che nulla dice ma che ci consente di parlare, ancora una volta, di questo disegno di legge; meglio, più che del provvedimento in sé, del tema, dell'argomento che esso vuole affrontare. E vorrei ricordarvi (scusate se insisto ma probabilmente siamo tutti destinati a sentire più di una ripetizione durante questa maratona), che è la quarta volta che questo Consiglio regionale viene impegnato a discutere di questo argomento. Ora, se conteggiamo le ore di lavoro, sia in Commissione che in Consiglio, che abbiamo dedicato al suddetto tema, direi che un terzo di questa prima parte di legislatura sia stata interamente destinata a una legge, la legge numero 4 del 2009 e a tutto ciò che ne è conseguito, assolutamente inutile e inaccettabile.

Ho avuto modo di dire in altre occasioni, e voglio cogliere l'occasione per ripeterlo anche adesso, che la colpa più grave di colui che ha lanciato questa idea di realizzare in Italia dei cosiddetti "Piani casa" per mettere mano al rilancio dello sviluppo economico, e cioè l'attuale Primo Ministro, è stata quella di aver messo in moto un meccanismo che richiede continue proroghe; e io auguro a tutti voi, e a me stesso, di esserci quando scadrà l'ennesima proroga perché saremo chiamati a emanarne una successiva e, probabilmente, ci vorrà il coraggio di chi ha davvero cultura amministrativa per dire a un certo punto: basta.

Anche oggi stiamo parlando di questo argomento fuori tempo massimo, perché la scadenza che ci eravamo dati quando abbiamo votato la legge numero 4 del 2009 è già passata da sei mesi. Ne abbiamo già aggiunto sei con la giustificazione che nella prima fase era stato difficile applicare la legge e, quindi, era necessario assolutamente dare l'opportunità a chi poteva usufruirne e, per un motivo o per l'altro, non aveva potuto farlo, di farlo; oggi, dopo sei mesi, riprendiamo l'argomento per dare una ulteriore proroga di diciotto mesi.

Signori, non possiamo assumerci la responsabilità di rendere permanente, da parte di questo Consiglio regionale, un approccio legislativo che ritiene siano la norma le deroghe alla pianificazione urbanistica e paesaggistica. Io non so se voi tutti avete presente (sicuramente sì coloro che sono stati amministratori comunali) quanto costa a un comune realizzare un Piano urbanistico comunale, in termini di danaro, in termini di confronto e di scontro tra le forze politiche, in termini di confronto con la gente che è interessata a che il Piano urbanistico preveda certe cose piuttosto che altre.

Se abbiamo presente questo aspetto dobbiamo anche capire che intervenire a gamba tesa su questi strumenti è quanto di più demenziale possa essere fatto: è inammissibile, e lo sarebbe anche se fossero vere - lo dico molto convinto - quelle cifre sull'occupazione indotta di cui voi state parlando. Perché se questa Regione, se questa Giunta, se questo Consiglio non avessero concentrato la propria attenzione su questa vera e propria perdita di tempo, per realizzare alla fine un danno alla Regione, ma avessero dedicato le proprie forze ad affrontare l'altro tema, sempre relativo al settore edile, avremmo potuto vantare molti più salvataggi di imprese e di posti di lavoro.

Oltretutto, e sarebbe stata una differenza fondamentale, in quel caso non si sarebbe stravolto nulla di quanto, faticosamente, nelle realtà locali è stato realizzato in termini di pianificazione, ma avremmo realizzato tante opere pubbliche, messo in piedi tante infrastrutture e tanta gente avrebbe lavorato per far sì che ciò accadesse.

Abbiamo perso i fondi europei che ci avrebbero consentito di portare in porto questo tipo di risultato e non abbiamo creato le condizioni per utilizzare i fondi europei che già ci sono, disponibili, e non quelli di questi ultimi sette anni ma quelli dei sette anni precedenti, cui fanno riferimento per la realizzazione degli interventi le imprese edili in Sardegna; opere che non si riesce a ultimare per la questione che già altre volte sia noi che il sistema delle imprese sardo ha sollevato: un Patto di stabilità che sta strangolando le nostre imprese.

A mio parere questa maggioranza va richiamata alle sue responsabilità; io capisco lo spirito di servizio e l'impegno con cui il collega Matteo Sanna si sta dedicando alla difesa di questo disegno di legge che la sua Commissione, anche esagerando rispetto a sue convinzioni personali circa ciò che era opportuno fare o non fare, ha voluto licenziare.

Oggi, l'onorevole Matteo Sanna resta l'unico baluardo che tenta di difendere l'indifendibile; da questo punto di vista, e io me ne faccio carico, è necessario rendergli atto che sta facendo il proprio dovere molto più di quanto lo stiano facendo tutti gli altri che si stanno assettando e sperando di riuscire a essere presenti, almeno fisicamente, per poter far sì che questo obbrobrio di legge possa essere portata in porto quanto prima.

Io avrei auspicato, e spero, da una parte che non se ne parli più tra due ore (nel senso che si boccia questo articolo, si boccia la legge, ce ne andiamo tutti a casa e parliamo d'altro, di ciò che interessa di più alla Regione), ma qualora per sventura si dovesse arrivare a doverne riparlare, beh, a quel punto, signori, confrontiamoci davvero su quello che questo disegno di legge prevede, perché nessuno può permettersi il lusso di fare danno all'Isola per la quale è stato chiamato a esprimere impegno di governo, perché i danni che si fanno con queste leggi sono danni che non sono…

PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, vorrei aiutare a capire un passaggio importante. Questo articolo ci offre due scenari possibili, quello di cancellare definitivamente una disposizione che non è servita a niente - non un sindaco ha stilato un documento, non un gruppo di sindaci ha avanzato un sollecito riguardo a questa legge: solo clientela, bassa clientela, poca clientela - quindi la cancelliamo, ed è uno scenario; sennò io vi aiuterò a fare un ripasso della legge numero 4, perché con i 200 emendamenti presentati ripercorreremo uno per uno tutti i commi della legge del 2009 per analizzare nuovamente con voi il grande risultato che hanno prodotto.

L'altra cosa che vorrei dire (l'onorevole Maninchedda mi sente anche stando in quella postazione) è: attenzione che su queste cose ci sono degli snodi nella politica che non si possono eludere; è chiaro che voi state certificando, e prima o poi sarà così, il fallimento di questa esperienza politica, e quello che non ammettete si dice nei corridoi e la gente lo percepisce. Sia chiaro però che non si potrà accettare, all'insegna del trasformismo più becero, di poter stare insieme cancellando un passato nel corso del quale non si è voluto distinguere neppure il profilo di scelta di legittimità delle cose che si devono fare.

L'accordo Stato-Regioni, che sta alla base di questa legge, dice due cose fondamentali. In primo luogo stabilisce che "…tali interventi edilizi, tutti, non possono riferirsi a edifici abusivi o situati nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta"; noi, invece, utilizziamo la legge numero 4 come norma di salvaguardia per poter cancellare tutto quello che abbiamo protetto: il contrario della legalità. Questa legge numero 4 per questa ragione, ve lo avevamo detto, è illegale.

L'accordo Stato-Regioni poi dice anche "… la disciplina introdotta dalle suddette leggi regionali avrà validità temporalmente definita e, comunque, non superiore ai diciotto mesi dalla loro entrata in vigore, salvo diversa determinazione delle singole Regioni", cioè il principio della deroga è un evento straordinario, che non può trovare in questa ulteriore proroga una sua sistematicità nell'illegalità, non è possibile!

E siccome ho dato per scontato che la legge numero 4 possa legittimamente poggiare su questo accordo, voi mi dovete trovare nell'esperienza repubblicana italiana un altro caso nel quale una legge regionale ha trovato legittimazione in un pezzo di carta che non è classificabile con uno degli elementi di fonte giuridica, cioè un pezzo di carta.

Tuttavia tutte le Regioni hanno esitato delle leggi, ma molti Procuratori della Repubblica, anche di questa Regione, le hanno impugnate per vizio di legittimità costituzionale. Infatti, già nella precedente discussione, vi abbiamo spiegato che se un ampliamento è consentito dal Piano casa, e io lo faccio, ma quell'ampliamento non è consentito dal Piano urbanistico comunale, al quale le leggi dello Stato demandano la mia possibilità di intervento, la Procura della Repubblica può legittimamente chiamarmi a rispondere di abuso edilizio, perché non c'è una legge dello Stato che delega la Regione autonoma della Sardegna a legiferare in deroga; tanto è vero che, al di là dei numeri che voi sparate, c'è un sacco di gente che è già nei guai con i cantieri sigillati e con gli interventi non più fatti.

Alcuni casi invece non sono andati male per il semplice fatto che i Piani urbanistici comunali in alcuni casi prevedevano la possibilità, legittimamente, di completare quelle volumetrie per interventi di piano di zona successivo che hanno modificato, rispetto alla realizzazione, le volumetrie consentite e per altri aspetti di non completamento che erano stati fatti nei rispettivi PUC.

Dopodiché costituirebbe un grande scandalo se noi cancellassimo una cosa che è priva di fondamento? Ma davvero voi volete dare una mano ai cittadini? Bella prova( prova da codardi, da incapaci, da gente senza arte né parte, che non è neanche in grado di capire da che parte cominciare) quella di pretendere che il ceto medio della nostra Regione (perché non parlo del ceto che ha bisogno, perché proprio non ha risparmi) utilizzi quei quattro risparmi che può avere per ampliarsi la casa. Ma voi siete proprio fuori dalla dimensione normale.

In questi tempi se uno ha 10-15 mila euro, tenendo conto che non si riesce a far bastare lo stipendio fino alla fine del mese, li utilizza per costruire una stanza e per dare retta voi? Mentre non avete avuto il coraggio di adottare una semplificazione amministrativa degna di questo nome, e di stanziare un euro per aiutare qualcuno.

Chiedete, voi dell'U.D.C., tutti quanti, lo chieda anche Matteo Sanna che parla di attenzione alla sensibilità cattolica, ma io non mi faccio dare lezioni da voi su questo terreno, che cosa sta avvenendo nei locali della Caritas attraverso il microcredito della Caritas, in giro per la Sardegna, provate a chiedere quanti padri di famiglia non possono avere la casa perché purtroppo si sono separati, hanno rovinato le famiglie e continuano a dormire nelle macchine. E voi ci state proponendo idiozie di questo calibro, questa è la verità, questo è quello che stiamo consumando giorno per giorno, il Piano casa, il Piano degli affari.

La legge numero 4 consentiva gli ampliamenti, ma prescriveva che nei palazzi fossero costituiti in pertinenze. E adesso? Quel vostro amico, quell'antico amico che faceva anche l'editore, che forse ha costruito le pertinenze, perché adesso gliele dobbiamo trasformare in unità immobiliari separate, perché? Perché c'è dell'invenduto? Perché ne vuole approfittare? Perché modifichiamo le regole in corsa? Questo è giusto secondo voi? O pensate che il contenuto di questa norma sia stato richiesto da qualcuno? Poveri illusi!

Questa è una norma costruita scientificamente, costruita da chi il patrimonio ce l'ha e ce l'ha invenduto perché sa quale vantaggio porta, nella capitalizzazione dell'immobile, separare l'unità immobiliare, non considerarla più pertinenza; ma a chi la volete dare a bere! A chi la volete dare a bere! O pensiamo agli ampliamenti nelle case a schiera che, diceva la norma, devono essere urbanisticamente aderenti alla tipologia in oggetto. Adesso, invece, no, può essere anche un altro corpo di fabbrica, per cui un altro costruttore si può fare un'altra somma di ampliamenti e costruisce un'altra casa, totalmente abusiva.

Queste sono le cose che dice questo disegno di legge, queste scelleratezze. E voi volete convincerci a esercitare il nostro ruolo di consiglieri regionali in un confronto con voi di questo genere; io vi voglio bene, ma mi vergogno dell'argomento, preferisco andare con voi a girare in una giostra, piuttosto che discutere di queste idiozie, perché questa non è urbanistica, urbanistica al servizio della gente, questa è deregulation urbanistica per favorire qualcuno che sta dietro gli aut aut che vi manda il vostro Presidente: "o è così o è pomì", se ne va a casa.

Questa è la ragione per la quale, secondo me, dovreste parlarne tra di voi e avere il coraggio di distinguervi. In fondo, portando il discorso alle estreme conseguenze, onorevole Giacomo Sanna, io sono convinto che alla luce di questa esperienza, se anche questo disegno di legge venisse bocciato, mettendoci di nuovo tutti di impegno potremmo rifarlo un po' meglio, un po' più essenziale ma più corretto. Forse se aveste avuto questo incipit nei nostri confronti vi saremmo potuti essere anche utili per creare qualcosa che fosse rimasto in questo momento di dolore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, Assessore, intervengo anch'io sull'articolo 1 bis perché (forse ribadisco alcuni concetti) è un titolo a mio avviso sproporzionato, non foss'altro perché è vero che l'urbanistica, l'edilizia, lo sviluppo urbanistico danno un grande apporto all'economia dell'Isola, ma dovrebbe essere attuato un piano straordinario per il sostegno, appunto, del settore edilizio. Dai dati che sono emersi anche in questa Assemblea, che altri miei colleghi hanno dato, non mi sembra che i numeri siano così elevati da offrire un vero rilevante supporto, in questo momento sarebbe anche utile, all'economia della Sardegna.

Eppure abbiamo detto di avere cubature abnormi, ormai, rispetto al fabbisogno di 1 milione e 600 mila abitanti, il resto delle strutture edilizie vengono utilizzate due mesi all'anno, un investimento passivo nella gestione del patrimonio immobiliare dell'Isola. Stiamo pertanto tentando di far capire che un ulteriore ampliamento di questo patrimonio, è dato comunque in capo a coloro che possono permettersi risorse finanziarie, così come poc'anzi diceva l'onorevole Sanna.

E' chiaro che per questi interventi, anche di piccola rilevanza, si è parlato, appunto, del piccolo artigiano; ma su che cosa lavora, chi lo fa lavorare, chi non ha le risorse? Il ceto medio, così come si diceva, potrebbe essere invogliato ad aggiungere la stanza o il blocco immobiliare ma, come vedremo esaminando gli articoli seguenti, sarà anche difficile cercare di dare corpo a questo bisogno, non fosse altro perché (riprendo l'intervento dell'onorevole Sanna di poc'anzi) prima l'ampliamento delle case a schiera era consentito a condizione che l'intervento organicamente interessasse tutte le unità immobiliari, mentre nel testo in esame sembra si conceda la possibilità di ampliamento edilizio anche nelle case a schiera alle singole unità immobiliari.

A mio avviso non stiamo favorendo la pace sociale, perché se in quelle dieci unità a schiera io, avendo le risorse finanziarie, mi permetto di aggiungere un blocco (se questo è fatto contestuale), probabilmente quel blocco edilizio, fosse pure un'unica camera, sicuramente rischia di creare delle situazioni di disturbo della privacy del vicino, per esempio, intollerabili. Come vengono risanate queste situazioni? C'è il rischio che chi possiede di più ha la forza e l'arroganza di imporsi a chi non ha le risorse e deve, appunto, subire.

Tutto questo può essere utile, certo, a implementare l'economia, però se all'implemento economico corrisponde un maggiore conflitto sociale io credo che poi i conti non torneranno affatto. Eppure, noi già nella prima stesura presentammo una proposta, cercando di aprire un dialogo e chiedendo alla Regione sarda di intervenire a sostegno di quelle fasce deboli per aiutarle davvero a realizzare la stanza aggiuntiva, o a completare la casa.

Lo avevamo proposto e avevamo dato la disponibilità a discuterne; io credo che questa disponibilità, se ci si apre al dialogo, ci sia ancora, ma deve essere su cose concrete e non sulla possibilità di ampliare le costruzioni in riva al mare. In seguito all'abbattimento, all'arretramento e, in più, al non mantenimento delle tipologie costruttive dell'abitazione che, grazie all'implemento di volumetria, viene demolita per essere ricostruita, c'è il rischio che, laddove non ci sono i vincoli urbanistici per strutture particolari (penso ai piccoli villaggi marini, ne abbiamo diversi e alcuni utilizzati come tonnare), io possa demolire cancellando un pezzo della storia dell'isola per costruire una bellissima abitazione che nulla ha a che vedere con la linea architettonica che componeva quell'agglomerato; agglomerato che, oltretutto, aveva una funzione economica.

Rischiamo, come abbiamo detto, di implementare disuguaglianze sociali, creare storture architettoniche, non tutelare quel patrimonio identitario che credo abbia la stessa valenza - così come l'edilizia - e sia di supporto all'economia dell'isola. Anzi, io credo che dovremmo davvero riflettere, e spero che si 'affronti l'argomento nel nuovo bilancio, affinché lo sviluppo economico di quest'isola non passi solo attraverso il mattone, ma passi anche, spero in buona parte, forse in parte rilevante, sulla valorizzazione dei beni identitari della nostra isola.

Le persone vengono nell'isola non perché creiamo i begli alberghi o le seconde case in riva al mare più bello del mondo, ma anche per capire, conoscere la nostra storia, cercare di immergersi nella nostra storia. Non tutti i continenti, non tutte le regioni di questo mondo, pur avendo sicuramente paesaggi bellissimi, hanno un contesto storico all'interno del quale l'uomo ha vissuto, l'uomo è cresciuto, l'uomo ha sviluppato la sua capacità intellettiva proponendo anche semplici architetture abitative, semplici abitazioni di comunità che fanno parte integrante della memoria e della storia della nostra isola.

E' un patrimonio che noi rischiamo di cancellare, perché magari quel piccolo agglomerato in riva al mare, che era parte di una vecchia struttura agricola di quelle sparse nell'agro (così erano prima gli edifici propri dell'attività agricola), oggi, grazie a questa legge, può essere trasformato e destinato non più ad attività agricola ma ad abitazione.

Io vi invito a visitare l'agro nel nostro territorio, quello della Marina di Arbus, nelle immediate vicinanze della costa per vedere aree agricole tutte con case alloggio, seconde case quindi, che vengono utilizzate mediamente due volte l'anno e che, frazionando ulteriormente l'agro, tolgono la possibilità di unificare i terreni al fine di creare unità aziendali davvero capaci di reggersi nel mercato.

Per non parlare poi del grande favore che fate anche a molti miei amici, che hanno costruito, parlo di Torre dei Corsari, la casa al mare e, dove c'era lo scantinato che serviva come garage, oggi gli si dà la possibilità di trasformarlo in appartamento; in questo modo, finalmente, si recupereranno le spese sostenute per un investimento che non frutta se non per più di due mesi l'anno, perché poi non ci va più nessuno, e questo patrimonio si deteriora e si rovina. Cominciamo già a notare abitazioni non più utilizzate e decadenti, che non sono un bel vedere per i turisti che frequentano quei luoghi.

Io spero che in quest'Aula si riesca (e si sarebbe già potuto fare) a riprendere le linee di intervento di cui dicevo prima, per cui questo Consiglio si limiti a dettare indirizzi, ad aiutare i comuni i quali sono capaci di difendere il proprio territorio, sono capaci di mettere vincoli, perché li condividono, nel proprio territorio. Non abbiate paura di demandare agli enti locali la tutela del territorio. La Regione deve dare indirizzi, ma considerate che gli indirizzi generali sono già in essere, se qualcosa deve essere aggiustato, aggiustiamolo, ma apriamo il dialogo, apriamo la discussione, altrimenti su questo disegno di legge continueremo a essere l'unica voce che cerca di darvi qualche appiglio per un confronto, ma se voi non lo cogliete, io credo che finirete per votarlo da soli, se ci riuscirete.

Questo costituirà un ulteriore danno per l'isola di Sardegna perché, ripeto, questo provvedimento contiene storture rilevanti che creeranno gravi danni, di cui non possiamo prevedere gli esiti finali, in ambito urbanistico, paesagggistico e sociale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Su questo argomento sul quale, forse come su nessun altro, abbiamo avuto occasione di misurarci, di dividerci e di distinguerci, si sta accentuando la contrapposizione tra la maggioranza e l'opposizione. Però, come è stato ricordato, rimane soprattutto un problema non chiarito: la legittimità costituzionale di una norma che, ho detto prima, entra a gamba tesa, confligge con la competenza puntuale e precisa delle amministrazioni comunali in materia di pianificazione urbanistica; una competenza primaria dei comuni.

Ed è grave che questo accada in un'Aula composta da consiglieri che in molti casi, avendo avuto ruoli di amministratori locali, sono quindi consapevoli di quello che può rappresentare una norma come la legge numero 4, approvata due anni fa, che ha messo in subbuglio diverse amministrazioni, di destra, di sinistra, di centrodestra, di centrosinistra. Amministrazioni che erano intente a mettere a punto i piani urbanistici comunali, e sulle quali è intervenuta la premialità, cosiddetta, del Piano casa.

Una premialità non ragionata, una premialità non studiata, una premialità presentata come si fanno le promozioni nella grande distribuzione, prendi tre e paghi due; perché, fuori da qualsiasi logica programmatoria, a tutti coloro che hanno mezzi e risorse per farlo è consentito incrementare volumi. Il "pudore" della legge numero 4, varata due anni fa, è stato messo da parte; ormai non ci sono più inibizioni perché, quando si è travolti dalla libido, dal desiderio, si eccede, si tende poi a superare i limiti.

Così si rimette in discussione, con disinvoltura, la distanza dei 300 metri dal mare, violando quella che, rispetto ai 2 mila metri, era stata almeno individuata come un'area, non dico sacra, ma di pregio, di particolare importanza, che andava comunque, in ogni caso, salvata e tutelata. Invece niente, bisogna intervenire.

E poi si trovano mille opportunità e meccanismi: la demolizione in arretramento ti dà una premialità maggiore rispetto alla premialità ordinaria; se poi ti allarghi in linea e non in avanzamento o in arretramento altra premialità; tutta una serie di furbate che nulla hanno a che vedere con la pianificazione urbanistica, nulla hanno a che vedere con il rilancio dell'economia, nulla hanno a che vedere con la possibilità di dare una casa a chi non ce l'ha, ma nulla hanno a che vedere neanche con quell'ipocrita e subdola idea, lanciata qui in Aula, del: "Diamo alle famiglie l'opportunità di creare un vanno in più per i loro figli".

I figli non vedono l'ora di andarsene da casa, magari gli dessimo questa opportunità, ma non se ne vanno non per via di una stanza, ma perché non hanno un lavoro e non l'avranno neanche domani, anche se approveremo dieci Piano casa. Questa è una legge senza futuro, perché anche se dovessero realizzarsi le vostre più rosee previsioni avrà una durata effimera, quella di una stagione, ma neanche: consumerà le briciole di un'economia asfittica, che vive una situazione drammatica in cui la crisi del mercato immobiliare (il bollettino di guerra che sottolineano i quotidiani) è giorno dopo giorno sotto gli occhi di tutti.

Ma è solo l'avidità, l'avidità di accumulare, di arraffare in un momento di bisogno, lo possiamo definire il mercato nero del mattone, in un momento in cui è possibile, a chi ha i denari, a quei pochi che hanno denari, a quelli che li hanno accumulati, di arraffare, di arraffare ancora nella speranza di vendere un domani quel bene. E' un momento simile al periodo postbellico: si specula e si gioca sul disagio di molti, perché magari c'è anche la possibilità di comprare a poco prezzo da coloro che hanno bisogno, da coloro che sono soffocati dai debiti, dalla mancanza di risorse, dalla mancanza di salario, da una crisi che li sta attanagliando senza dargli più nessuna speranza.

Eppure io credo che l'aspetto grave, a parte questa considerazione generale, sia dato soprattutto dalle ragioni che dicevo prima: intervenite all'interno dei 300 metri, derogate alle altezze, derogate alle distanze, sognate di rendere abitabili i sottotetti e gli scantinati, che sono i vani funzionali alla salute del palazzo ma non all'abitabilità dello stesso. E' mai possibile che nel 2011 facciamo passi indietro talmente frettolosi e da giganti da ritornare a condizioni di abitabilità che le nostre popolazioni neanche negli anni 1945, 1946 hanno vissuto?

E veniamo al secondo ritornello che voi utilizzate quando sottolineate come non si siano avverate le nostre nefaste previsioni; ma erano previsioni nefaste in base alle previsioni ottimistiche che voi avevate presentato. Avevate parlato di 40.000 cantieri, di migliaia e migliaia di occupati, di conseguenza, se tanto mi dà tanto noi, traendone le conclusioni, avevamo pensato a una Sardegna sovraccarica di cemento.

Praticamente nessuna delle due previsioni, la vostra ottimistica e la nostra catastrofica, si è avverata, ma è accaduta la stessa cosa, vista da due punti decisamente opposti. In ogni caso neanche con questo disegno di legge si saprà quello che accadrà, perché non sarà una legge a condizionare le scelte del mondo dell'imprenditoria.

E' chiaro, come abbiamo già detto, che chi ha i grandi capitali potrà avventurarsi e approfittare di una legge che è rivolta solo a loro; è questo, in definitiva, il vero problema che noi discutiamo e sul quale ci accapigliamo perché voi volete dare soddisfazione a chi avete promesso quelle attenzioni che sino ad ora, probabilmente, non siete ancora riusciti a offrire, ma non volete demordere, volete insistere e continuare.

Questa sarà una legge che non rilancerà niente, perché non solo è in crisi il settore dell'edilizia, ma è in crisi lo stesso comparto turistico. I numeri sono in forte calo; è in calo il numero dei turisti, sono in calo le presenze alberghiere, quel turismo alberghiero che in qualche modo avremmo dovuto cercare di aiutare e per il quale invece niente abbiamo fatto, perché gli abbiamo creato un deserto tutto attorno.

La Sardegna non è più quella che una volta era sognata e desiderata dai turisti; e penso alla mia Alghero, alla mia Alghero degli anni '60, alla vostra Alghero, perché Alghero è di tutti i sardi, era la porta d'oro del turismo isolano. Ebbene, negli anni '60 Alghero e non solo l'intera Sardegna era attrattiva per la sua unicità nel Mediterraneo, la bellezza del suo mare, delle sue coste, del suo paesaggio, dei centri storici, dei borghi, rappresentava veramente una forte attrazione.

Gli alberghi, quelli che c'erano e quelli che si stavano realizzando, soddisfacevano appieno le esigenze; quando non erano sufficienti intervenivano gli affittacamere, era una sorta di offerta-surrogato di una capienza alberghiera che ancora non c'era. Oggi, però, abbiamo superato ogni limite e puntato soprattutto sul mattone e sulle seconde case; seconde case che desertificano il territorio, che si collocano in modo indiscriminato sul territorio, secondo l'esigenza egoistica di chi le costruisce, e una pianificazione che gli consente di essere realizzate, più le premialità che voi oggi proponete.

Su questo io credo ci sia poco da aggiungere, non è questa la legge che potrà, come voi dite in questo articolo, rilanciare l'economia mediante la valorizzazione del settore edilizio, e promuovendo interventi sulla base di programmi di valenza strategica per lo sviluppo. Ma di quale strategia state parlando? Se questa è la vostra strategia…

PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo per puntualizzare, per aggiungere anch'io qualche commento. E' terminata la lunga discussione sul titolo; una discussione importante perché, in effetti, anche il titolo non aiuta a capire il senso di questo disegno di legge che manca di qualunque prospettiva, manca di qualunque senso: è un "assembramento" di piccole cose che meglio starebbero all'interno di un regolamento edilizio comunale, o che meglio starebbero all'interno di una discussione svolta in consiglio comunale piuttosto che in questa Regione. Ma, dopo due anni e mezzo di legislatura, non riuscendo a fare di meglio ci occupiamo di questo problema.

E capisco anche, da quanto mi riferiscono, che ci sia stato un richiamo forte, da parte del Presidente della Regione, a stare maggiormente in Aula e portare a termine questa discussione, perché certamente, alla fine, questo disegno di legge è il cuore di questa legislatura povera, poverissima di idee, di contributi e di riforme di questa Regione. Il senso di questa legislatura era: "Impastiamo un po' di calce in più, mettiamo insieme qualche mattone in più e i problemi della Sardegna saranno risolti; e, ancora di più, impastiamo calce e mattoni della speculazione privata, piuttosto che delle opere pubbliche".

E, coerentemente, in questa legislatura abbiamo trascurato la difesa delle risorse pubbliche; risorse pubbliche che avrebbero permesso di continuare nelle opere di infrastrutturazione della nostra Regione, che avrebbero permesso di continuare nelle opere di sviluppo dei numeri di posti letto a disposizione degli studenti universitari nelle Università sarde, che avrebbero permesso di continuare a investire nell'edilizia scolastica, nell'edilizia sanitaria, e di rispondere anche all'esigenza di case delle giovani, e meno giovani, coppie.

Si è privilegiata l'edilizia privata, appunto, e quando si tratta di edilizia privata si chiarisce anche quale tipo; non l'edilizia privata di una Sardegna maggiormente impoverita, che ha sempre meno risorse a disposizione per investire nella sua casa, ma l'edilizia privata della speculazione immobiliare e della speculazione più facile, quella vicino alle coste, fino a toccare quei tratti di coste che da tempo si pensava fossero totalmente sottratti perfino al solo pensiero di ulteriori interventi. come la fascia costiera entro i 300 metri; e questo in una legge, appunto, coerente con questo semplice piano "più calce e più mattoni" privati, perché di quelli pubblici ci possiamo disinteressare oppure non siamo abbastanza capaci di occuparcene. Su questo si concentra il disegno di legge in discussione, ma con una confusione effettivamente sorprendente, e sorprende anche il modo con cui viene difeso l'indifendibile.

Ieri o l'altro ieri, mi pare, leggevo una recente dichiarazione del Presidente della Commissione il quale sosteneva che questo provvedimento avrebbe favorito lo sviluppo e fosse contro la speculazione; e non trovando parole per difenderlo ha riutilizzato un refrain, un luogo comune di quelli che si possono dire anche senza stare troppo lì a pensare: "Non come i favoritismi delle Intese del Piano paesaggistico regionale".

Ora, poiché il Presidente della Commissione è giovane, e io continuo a sperare in una politica migliore, che ci consenta di confrontarci sulle idee, anche in maniera netta, ma nel merito delle cose, senza attaccarci ai luoghi comuni e soprattutto alle menzogne, gli avevo già chiesto di portare qui, eventualmente, gli esempi dei favoritismi o degli interessi privati che erano stati portati avanti con il sistema delle Intese; e avevo anche aggiunto che chi si occupa di queste cose è bene che se ne occupi correttamente e finalmente capisca che le Intese, non potendo derogare alle norme del Piano paesaggistico regionale, erano totalmente dentro il Piano; semplicemente erano uno stralcio con cui si poteva anticipare l'approvazione del PUC, ma le stesse norme che regolano il PUC dovevano regolare le Intese e si doveva trattare di interventi importanti che vedevano il concorso insieme della Regione, della provincia e del comune su proposta di uno di questi enti.

Ora, in questo articolo che ci accingiamo a discutere vedo la perla della modifica del fantastico articolo 12 della legge numero 4, laddove si diceva che la Regione, le province e i comuni, anche con il concorso di altri soggetti privati, potevano promuovere progetti di grande valenza strategica in un'ottica di sostenibilità ambientale paesaggistica. Regione, province e comuni; basta uno o tutti assieme? Non era chiaro, ma perché sia più chiaro chi importa e chi è importante non basta più dire "anche con il concorso di altri soggetti privati", basta la proposta di un privato.

Quindi dalle Intese, dove tutti dovevano essere d'accordo, passiamo alla proposta del privato dove basta che uno sia d'accordo; e naturalmente si dice un'altra cosa importante, e cioè che non c'è bisogno che sia aderente al PUC, non c'è bisogno che rispetti le norme del Piano paesaggistico regionale. Anzi, se per caso è in conflitto con questo, approviamo in fretta anche la variante del PUC che lo renda disponibile e questo semplicemente sulla base di una personalissima, io credo, valutazione di importanza economica e sociale che lo rende strategico per la nostra regione.

Mi sembra quanto meno incongruente rispetto alle cose sentite in difesa di questa legge indifendibile, indifendibile perché non può essere considerata una legge che rilancia l'economia della nostra regione. Doveva rilanciare in maniera tale l'edilizia nella nostra regione che non so quanti occupati in più avremmo dovuto avere; mi pare che siano diminuiti di 15 o 18 mila unità nel settore edilizio. Doveva rilanciare il benessere della nostra società, delle nostre famiglie, che potevano provare a realizzare la stanza in più o accrescere la possibilità di soddisfare le necessità familiari.

Chiunque di noi può informarsi da un sindaco amico, del suo o di qualche altro paese, e capire che siamo andati incontro non a quel tipo di necessità, ma alla possibilità di aumentare la cubatura di quella innumerevole quantità di seconde case presenti lungo le coste della Sardegna nell'ambito dei 150, 300, 1000, 2000 metri, di questo parliamo.

E se questo Piano casa ha avuto così tanto successo - io lo chiamo insuccesso -, pari solamente a quello del Veneto, non è perché ha sistemato le esigenze delle famiglie della Sardegna, è perché in Sardegna abbiamo il più alto numero di seconde case d'Italia ed è intervenuto sulle seconde case al mare, e di questo stiamo continuando a occuparci. Ci stiamo occupando di intese che non si chiameranno più intese, ma si chiameranno programmi di valenza strategica su proposta del privato, in deroga al PUC, in deroga alle norme del PPR, giusto per eliminare i favoritismi del passato o presunti tali.

E, poiché era talmente evidente, quando avete approvato il precedente Piano casa, che gli interessi dei privati non erano contemplati, perché laddove si parlava di case a schiera non avrebbero potuto aumentare la cubatura davanti, costruirei la stanza aggiuntiva davanti o sopra, perché semplicemente le avrebbero potute costruire i capo schiera da una parte e dall'altra, oggi i nodi vengono al pettine e si dice che si possono mettere tutti assieme in una unità separata che può essere venduta separatamente. E' evidente che stiamo pensando ai costruttori, non alle famiglie, ed è evidente che siamo pensando ai costruttori in quasi tutta la legge.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Questa parte del disegno di legge in discussione di fatto riassume la scelta effettuata sul percorso del provvedimento; quindi è una parte rilevante anche nell'ambito della globalità del disegno di legge di cui ho fatto un'attenta lettura. Ho voluto verificare gli aspetti normativi, interpretativi, applicativi, per un attimo trascurando la questione della legittimità, proprio per vedere in quale ottica, pensando a eventuali ricadute, potremmo ragionare.

Penso, per esempio, a quante aspettative potrebbe far insorgere un provvedimento di legge di questo tipo. Pensate agli standard normativi che l'urbanistica possiede oggi e pensate che cosa può ispirare al cittadino che abita in una casa, la più piccola per legge. La casa più piccola per legge che i nostri imprenditori costruiscono si può inserire in un quadrato circa di 5 per 5 o 5 per 5 e mezzo, parliamo di 28 metri quadrati, ci abita un cittadino. Una famiglia, invece, può abitare in 37 metri quadrati, quindi in un quadrato di 6 per 6.

Questa legge, purtroppo, non appaga neanche queste aspettative perché un buco piccolo non so se sia meglio di un buco appena appena più grande: i 28 metri quadrati diventerebbero, aggiungendone altri 5, 33, i 37 metri quadrati diventerebbero forse 42-43. Quindi questa legge ci richiama anche su questo: standard abitativi assurdi, illogici, ma logici per l'impresa che lavora normalmente.

Quindi, colleghi, pensate a questo. Pensiamo in quale modo possiamo incidere soprattutto per evitare al povero cittadino l'illusione di pensare che passando da 28 a 32 metri quadrati ha fatto una grande conquista per la propria famiglia. Persistono ricadute negative, non vedo ristori importanti.

Aspetti di conflitto: ne ho verificato diversi perché a me preme capire che cosa può succedere in numerose amministrazioni, in numerosi studi professionali che dovranno, io ipotizzo, è un'ipotesi, gestire migliaia di decine di richieste, a fronte delle attuali 17 mila. E questo dovrebbe accadere nel giro dei prossimi mesi perché, chiaramente, ci si aspetta che da questa montagna sia partorito non un topolino ma qualcosa di più grande.

Io ritengo, però, che stiano permanendo tante problematiche, pensate per esempio a come cozzano i concetti relativi ai requisiti per l'abitabilità con i requisiti igienico-sanitari indispensabili per averla, mi riferisco ai seminterrati. Pensate, per esempio, in tema di confini, ai distacchi minimi tra fabbricati. Pensate a un altro aspetto trascurato, che io ho molto a cuore, e cioè la tutela e la sicurezza sul lavoro; mi preoccupa non poco quando vedo una costruzione demolita pensare che questa legge potrebbe prevedere la costruzione di tre, quattro, cinque piani, in condizioni di forte insicurezza perchè il cantiere dovrebbe essere aperto e chiuso in soli diciotto mesi.

Spero di aver stimolato una riflessione e mi auguro, se non sarà il vaglio del voto a fermare questo provvedimento, che qualche anima buona del centrodestra stia provvedendo soprattutto a tutelare la sicurezza dei lavoratori.

Io ho provato a impegnarmi al massimo e a ragionare sulle incoerenze che poi creano quelle sofferenze; ho provato, almeno nei lavori in Commissione, a fornire il mio piccolo bagaglio tecnico per fare in modo che questa legge almeno non metta in affanno anche le strutture amministrative Ho visto che alcuni consiglieri del centrodestra hanno già dimostrato una grande sensibilità (non faccio nomi, ma li faremo appena arriveranno gli emendamenti) offrendo un apporto importante nel limitare il forte impatto negativo che questo testo di legge rischia di avere.

Auspico pertanto che questo brutto disegno di legge esca dall'Aula in qualche modo ridimensionato per quanto riguarda tanti aspetti. Per esempio ho visto un bellissimo emendamento che cerca di limitare il gravissimo danno che stiamo arrecando alla salute dei cittadini che potrebbero vivere in seminterrati senza gli standard e i requisiti di salubrità. È un bell'emendamento presentato da un consigliere del centrodestra, mi sembra, sul quale in Commissione abbiamo votato tutti a favore. L'auspicio, quindi, è di limitare i danni che questo disegno di legge potrebbe causare.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Finora abbiamo provato in tutti i modi a richiamare il confronto in Aula su questo disegno di legge esitato dalla Commissione. Mi pare non ci sia la disponibilità a un confronto, mi pare che si voglia assistere a un soliloquio, non per responsabilità nostra ma per responsabilità vostra; e questo comportamento credo denoti una vostra subalternità a una volontà che, forse, va oltre quest'Aula.

Se così non fosse ci sarebbe stato un minimo di dibattito, non è possibile registrare il silenzio più totale rispetto alle argomentazioni dell'opposizione. Evidentemente c'è un ordine di scuderia, una minaccia rivolta al centrodestra in Aula di non permettersi il lusso di bocciare questa legge che potrebbe essere l'ultimo provvedimento in qualche maniera nelle mani della maggioranza di centrodestra.

E' nelle vostre mani, ma non è vostra perché, se fosse vostra, ci sarebbe stata una partecipazione al dibattito che non c'è stata. Questo fatto non credo vi faccia onore ma non spetta a me certamente affrettare giudizi. Il nostro obiettivo lo conoscete, è quello di bocciare questo Piano casa. Io vi chiedo: dateci una mano a bocciare questo Piano casa 3; farlo vi aiuterebbe a nascondere il vostro vero volto, vi eviterebbe un giudizio terribile.

Badate, non parlo del nostro giudizio, quello lo conoscete, l'abbiamo già espresso e continueremo a esprimerlo. Il nostro giudizio finisce qui, avrà un'eco ancora sui mass media per uno, due, tre giorni se siamo fortunati, poi si parlerà d'altro. Il giudizio più grave su di voi sarà dato dai giovani, dalle future generazioni alle quali state negando la possibilità di beneficiare del vero valore aggiunto che ha quest'Isola: l'ambiente, il paesaggio, il territorio.

La nostra generazione, quella presente in quest'Aula, non può arrogarsi il diritto di consumare il territorio, non è nostro, non è vostro, ma ce l'avete voi in mano, ahinoi! L'abbiamo, come diceva qualcuno, in affitto e dobbiamo lasciarlo a chi verrà dopo di noi non deturpato come state facendo voi, non offeso, non vilipeso; semmai dobbiamo lasciarlo - e dovete contribuire anche voi che ne avete la responsabilità -valorizzato.

Dobbiamo passare alla storia, la nostra modesta storia, come una generazione che è stata capace di consegnare alle future generazioni un ambiente, un territorio invidiato in tutto il mondo. Di questo stiamo parlando. Ma è possibile che non ci sia un minimo di sensibilità da parte vostra di fronte a queste argomentazioni? E' possibile che ci sia un giudizio così severo, così supponente da parte vostra nel giudicare gli argomenti che abbiamo tentato di portare all'attenzione di quest'Aula quest'oggi? E con questa supponenza liquidate la nostra intenzione di sollecitarvi a una discussione di merito su questi argomenti, la liquidate come un atteggiamento pregiudizievole dell'opposizione nei confronti di un disegno di legge che sembra davvero poter avere effetti taumaturgici sull'economia di questa Regione.

Sono temi che toccano anche l'etica della politica. Ma è possibile che neanche su questo ci sia un minimo di disponibilità alla discussione? Ma insomma, voi negate sdegnati, avete anche il barbaro coraggio di apparire sdegnati quando noi del centrosinistra vi stiamo dicendo da due anni e mezzo che avete due ossessioni. La prima, avete una sofferenza, una sorta di orticaria per le regole; avete vinto le elezioni nel febbraio del 2009 e dal 2009 avete cercato di smontare tutto ciò che nella passata legislatura, in diversi settori, è stato oggetto di pianificazione, di programmazione, di regole trasparenti che hanno messo tutti i cittadini nella stessa condizione, hanno dato a tutti le stesse opportunità.

La prima ossessione pertanto è stata quella di smontare queste regole, ditemi se non è un'ossessione. E lo avete dimostrato in questi due anni e mezzo; ma ditemi quale è stata e qual è l'attività legislativa di questo Consiglio, di questa maggioranza. Avete iniziato a ottobre, se non ricordo male, con la legge numero 4, c'è stata un mese fa la legge sul golf e state finendo miseramente col Piano casa 3 oggi. Qual è stata l'altra azione di governo di carattere riformatore della vostra cultura liberale? Dov'è? Diteci per cortesia quali sono le azioni di governo, le azioni riformatrici, qual è il vostro profilo riformatore in questa grande cultura liberale che avete detto e ancora dite, da due anni e mezzo, che avrebbe salvato quest'isola!

Non c'è un indicatore economico, ha voglia di arrampicarsi sugli specchi l'onorevole Meloni, e neanche del mercato del lavoro che, non dico sia migliorato, ma sia restato ai livelli del 2008 e dei primi mesi del 2009, sono peggiorati sensibilmente tutti, tutti quanti. E allora cos'altro avete fatto se non essere ossessionati, ripeto, da questa insofferenza per le regole e dal mattone? In quest'Aula non è passato altro, qualche leggina mi pare su qualche fondazione: il tempo di qualche brevissima relazione in quest'Aula. Ma è possibile che in due anni e mezzo non ci sia stato altro?

Voi state mettendo in imbarazzo tutti, a partire dalle cariche apicali di questa Assemblea; state mettendo nell'imbarazzo tutti per la vostra inadeguatezza, per la vostra inconsistenza, per non essere in grado di far nulla se non le cose che vi vengono commissionate. E state dimostrando, non partecipando a questo dibattito, di essere eterodiretti, perché di questo si tratta, altrimenti non capisco come si possa non intervenire. Invidio la flemma e la calma del mio omonimo e dell'onorevole Pitea che continuano tranquillamente, beati loro, a discutere d'altro.

Noi vi rivolgiamo un invito perchè, con tutto il rispetto ovviamente, abbiamo posto alcune questioni. Ci avete sfidato su questo terreno tante volte, e io credo che le sfide le abbiamo accettate tutte; tutto ci si potrà dire ma non (emerge dagli interventi che mi hanno preceduto, lasciamo pure perdere il mio) che non abbiamo posto questioni di merito sulle quali vi abbiamo chiesto un confronto serio, ma non c'è mai stata la vostra disponibilità su questo.

Dovete rispondere a un ordine che è arrivato da villa Devoto e vi state comportando miseramente in questa maniera. Presidente, le chiedo il voto segreto sull'emendamento numero 27.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 27, 152, 153, 154, 155, 156, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 163, 164, 165, 166, 167, 168, 169, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 176, 177, 178, 179, 180, 181, 182, 183, 184, 185, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 198, 199, 200, 201, 202, 203.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessoredegli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 27.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:presenti 66

votanti 65

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 26

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Soru - Steri - Tocco - Vargiu - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

E'in votazione l'articolo 1 bis.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con un po' di pazienza, se finiscono le interlocuzioni politico-culturali da quella parte, parleremo del merito affrontando il tema più complessivo della legge numero 4. Si è parlato a lungo di consumo del suolo (sono contento che ci sia anche l'Assessore dell'agricoltura così, se sta attento, assume qualche informazione utile al suo mandato), stiamo parlando di consumo di suolo, e il pane quotidiano...

(Brusio in Aula)

Presidente non si può andare avanti così!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, prendete posto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Stavo dicendo, a proposito del consumo del suolo, che per coprire il fabbisogno di pane quotidiano degli italiani occorrono 70 milioni di quintali di grano ogni anno. Negli ultimi vent'anni in Italia abbiamo sottratto suolo agricolo a favore dell'edilizia pari, in termini di produzione, a 60 milioni di quintali di grano all'anno; cioè in vent'anni abbiamo cancellato il 90 per cento della produzione potenziale di grano che serve per darci il pane. Sono dati inequivocabili, basta cercarli e si trovano ovunque.

Ogni anno in Italia si cementificano 130 ettari di suoli fertili. L'Assessore dell'agricoltura dovrebbe avere queste informazioni, io spero che le abbia, ma stiamo parlando di una legge che ignora questi dati per dare non frumento o grano da mangiare ma un qualcosa che non si mangia e che non produce crescita perché si è andati in tilt in base al fatto che Berlusconi aveva nella testa 6 milioni di italiani che oggi vivono in un milione e settecento mila case abusive: quella è la platea dell'illegalità alla quale lui si riferiva. Questo noi stiamo facendo seguendo quella logica sbagliata.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché, avendo già richiesto chiarimenti in apertura di seduta, ora sono le 20 e 20, vorrei sapere che cosa è stato deciso. Tutti noi abbiamo anche una vita personale oltre a quella politica, e quindi credo sia opportuno conoscere quando intendiamo completare i nostri lavori. Io spero che le reiterate assenze della maggioranza di stamattina non abbiano indotto qualcuno a ritenere che dobbiamo fare le ore piccole in quest'Aula, perché sarebbe quantomeno inappropriato.

Una cosa è infatti se la maggioranza in Aula svolge fino in fondo il suo compito e il suo dovere, e cerca di imporre un ritmo ai lavori dell'Aula, una cosa è se la maggioranza non c'è, l'opposizione è presente, e si cerca di forzare una cosa che non si può forzare. Tutti noi tra l'altro se sappiamo di dover procedere a oltranza ci organizziamo di conseguenza, ma abbiamo anche una vita personale, io la rivendico, abbiamo famiglie che ci aspettano, e non credo che sia opportuno che le oltranze vengano decise all'ultimo momento.

A questo punto chiedo di sapere a che ora completiamo i lavori, e le anticipo che nel caso chiederò che si metta ai voti, come si fa in questi casi, il fatto che si possa completare i lavori entro le 21, che è un orario prolungato, ma compatibile con la vita personale di ognuno di noi, che io non ho intenzione personalmente di mettere da parte per le manchevolezze di una maggioranza che, è evidente, non c'è più.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la Conferenza dei Capigruppo, a maggioranza, ha deciso che i lavori si concludano alle ore 24, soprattutto perché era stato posto il problema, in qualche precedente Conferenza, dai Capigruppo della maggioranza, del termine del 30 ottobre per l'approvazione del disegno di legge. Quindi, in virtù di questo, e considerati i tempi ristretti, si è deciso di andare a oltranza sino alle ore 24. La sua proposta è di porre in votazione la chiusura dei lavori alle ore 21. E' previsto un intervento a favore e un intervento contro.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, io intervengo favore della proposta, non perché non possiamo stare qui fino a mezzanotte e anche più tardi, ma perché si stanno surrettiziamente imponendo dei ritmi forzati all'Aula, in maniera imprevista, per le assenze della maggioranza. Questo bisogna che si sappia, e lo diremo! Non siamo di fronte a un ostruzionismo da parte dell'opposizione che sta intervenendo nel merito della legge, assolutamente, c'è un ostruzionismo della maggioranza, si prendono a pretesto le assenze della maggioranza per imporre ritmi assolutamente inusuali all'Aula.

Presidente, mi sembra un elemento da tenere presente il fatto che la scadenza del 30 ottobre sia abbastanza lontana. Io in Conferenza dei Capigruppo ho anche chiesto l'applicazione della norma prevista dall'articolo 58 del Regolamento del Consiglio regionale, non dell'eccezione che dà al Presidente la possibilità di decidere. Perché quando manca ripetutamente il numero legale, come è successo stamattina, il Regolamento dice che la seduta va rinviata al giorno successivo, salvo la facoltà del Presidente di decidere diversamente, ma la norma stabilisce che la seduta vada rinviata al giorno successivo.

Ma, detto questo, concludo dicendo che grazie alla nostra presa di posizione di stamattina le assenze della maggioranza sono state colmate; adesso la maggioranza c'è perchè l'abbiamo richiamata al dovere di difendere in Aula una legge voluta dalla stessa e dalla Giunta, ma per amore della verità e della correttezza ribadiamo che non è assolutamente accettabile che si impongano per colpa di queste assenze dei ritmi all'Aula. Certamente noi rimarremo anche fino alle 2 del mattino, però non è corretto!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, intervengo per respingere la proposta e per confermare la volontà della maggioranza di proseguire fino alle ore 24.

PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta dell'onorevole Porcu. Chi la approva alzi la mano.

(Non è approvata)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22

(Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A).

PRESIDENTE. Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'articolo 1 bis.

Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, nel confermare il giudizio negativo sull'intero disegno di legge, quindi l'ovvio voto contrario rispetto a questo articolo, che ne decreta la sopravvivenza qualora dovesse essere approvato, vorrei ricordare riprendendo il tema…

(Brusio in Aula)

Io capisco che la maggioranza non abbia interesse ad ascoltare coloro che hanno deciso comunque di parlare di questo provvedimento di legge, però la scelta di continuare a lavorare sino a mezzanotte è stata vostra, quindi dovrete almeno avere la pazienza, con molta gentilezza, di consentire a coloro che hanno deciso di dire la propria su ogni singola parte di questo progetto di legge di farlo e di essere ascoltati.

Io credo che abbiano sbagliato stamattina coloro che non hanno assicurato il numero legale a pretendere poi stasera che altri, cui non è demandato questo compito, siano costretti a lavorare sino alle ore 24; comunque lo faremo, lo faremo perché tutti siamo ligi al nostro dovere, e lo faremo chiamandovi ulteriormente anche a confermare la capacità di tenere in piedi il numero legale. Perché se a questa legge ci tenete sappiate che dovrete comunque conquistarvela. Su questo articolo 1 bis ribadisco il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Articolo 1 bis: "Alla legge regionale 23 ottobre 2009, numero 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo), sono apportate le modifiche… eccetera". Ma vogliamo andare a vedere qual è la promozione di interventi e le ricadute sui territori che questo disegno di legge avrà? Se avessimo un ufficio studi adeguato alle nostre competenze, e avessimo soprattutto un ufficio per la valutazione dell'impatto delle leggi, così come spesso abbiamo richiamato, avremmo tutti con solare evidenza la certezza che questo provvedimento avrà delle ricadute economiche parziali, ma soprattutto che l'impatto sarà concentrato sulle coste.

Presidente Sanna, faccio riferimento alla tabella che è stata messa a disposizione dalla Giunta, e che ella - la ringrazio per questo - mi ha fornito. Allora, Presidente Sanna, mi rivolgo a lei e a tutta l'Aula chiaramente, se ella esaminerà i dati inseriti nella tabella, messa a disposizione dei consiglieri dalla Direzione generale della pianificazione urbanistica e territoriale e della vigilanza edilizia, avrà la sorpresa di vedere confermate tutte le nostre previsioni teoriche.

Faccio alcuni esempi per l'Aula. Comune di Settimo San Pietro, inizio col mio comune, dal 24 marzo 2010 al 30 settembre 2011, richieste numero 42 per concessioni edilizie in base alla legge numero 4. Un Comune di circa 6000 abitanti. Comune di Castiadas, visto che stiamo parlando di comuni dei consiglieri regionali, 1310 abitanti, esattamente 277 concessioni che sono state assegnate; Settimo San Pietro 42 concessioni; San Teodoro, 3000 abitanti, 422 concessioni; Uta, 6692 abitanti, parliamo di zone interne o aree agricole, 56 concessioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Quella sorpresa descritta dall'onorevole Salis in realtà non è una sorpresa, l'abbiamo sempre detto, sempre saputo, io retoricamente nelle domande poste all'Aula chiedevo dove, alla fine, si concentrassero questi interventi, ma è facile, l'abbiamo detto in tanti modi: nelle zone urbane il valore della deroga allo strumento urbanistico è più basso che nelle zone costiere; infatti, dove il bene ambientale è più pregiato il valore della deroga è più alto. Siccome in questo caso stiamo scambiando l'ambiente con incentivi all'economia e allo sviluppo il risultato è esattamente quello descritto: gli interventi si concentrano nell'agro, nelle coste e nelle zone maggiormente pregiate.

Il motivo per cui io, comunque, voterò contro l'articolo 1 bis non è soltanto questo, ma è la certezza, anche alla luce delle modifiche apportate, che questo disegno di legge diventerà una legge pasticciata e inapplicabile. Io ho contato, in questo Piano casa 3, 65 modifiche al Piano casa 1 e a leggi collegate al Piano casa 1, vedi le norme paesaggistiche: 65 modifiche! Voi mi dovete dire in che modo legiferate: fate le leggi e poi le dovete riscrivere daccapo. In alcuni casi anche a distanza di un solo mese come nel caso della legge sul golf.

E' chiaro che, essendo questo un grande pasticcio, è difficile per voi accettare il confronto di merito, è difficile per voi anche difendere questo progetto di legge e, non potendone essere orgogliosi, lasciate solo il relatore di maggioranza. Allora noi, anche per la vostra "cocciutaggine" siamo costretti a svolgere un ruolo di testimonianza e lo svolgeremo sino in fondo e, per iniziare, confermo il mio voto assolutamente contrario all'articolo 1 bis.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). E' evidente che questo è un provvedimento che non piace neanche a voi, altrimenti l'avreste difeso e sareste intervenuti, con un minimo di passione, a convincerci, a spiegarci, a motivare il perché, invece è l'ennesimo pasticcio che ritorna su pasticci già adottati.

La finalità dovrebbe essere quella di elaborare una strategia per lo sviluppo e l'occupazione, ma siccome non è contenuta in questo disegno di legge noi votiamo contro. E' una norma che va a favore quasi esclusivamente di un'edilizia rivolta alle seconde case, come ho detto prima, alle seconde, alle terze, alle quarte, alle quinte case, all'edilizia in agro che è anch'essa, comunque, prevalentemente e quasi esclusivamente al 99 per cento edilizia riservata alla seconda residenza, non certo all'attività agricola o a favorire lo sviluppo agricolo nelle nostre campagne.

Come ricordava ora il collega Porcu, vediamo una edilizia prevalentemente distribuita lungo la fascia costiera e nelle zone più appetibili da un punto di vista speculativo-immobiliare, perché nessuno di voi credo abbia visto fermenti e vivacità edificatoria nelle zone interne della Sardegna. E' un'attività esclusivamente rivolta a un consumo del territorio, quel territorio che tutti vogliamo valorizzare. Il Presidente Cappellacci ha addirittura scomodato pagine di giornali, a pagamento, richiamando valori paesaggistici identitari, culturali, storici, ambientalistici e quant'altro; poi in qualche modo ci "fregate", assolutamente non noi, volete fregare i sardi con uno strumento come questo che, veramente, è il contrario di quello che, in modo menzognero, pubblicizzate sulla stampa.

Per questi motivi il voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta. Comunico all'Aula che la Presidenza riprenderà i lavori alle ore 21.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 36, viene ripresa alle ore 21 e 06.)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1 bis. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 152.

Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, rispetto all'enfasi che viene data a questo provvedimento, valuti lei la correttezza, perché se dobbiamo stendere un velo pietoso sulle cose e lasciarvi fare, ditecelo e ce ne andiamo! Ma è democrazia che in quest'Aula si debba lavorare, quasi mettendosi d'accordo, quando l'opposizione non c'è? Questa è democrazia come è democrazia il fatto che qualche volta i lavori dell'Aula si decidono assieme, non a colpi di maggioranza, è così! Allora, andiamo avanti con pazienza.

L'emendamento numero 152 è il primo di una sequenza di emendamenti che hanno l'obiettivo di sopprimere il contenuto dell'articolo 2, della legge numero 4, che attiene all'ampliamento del patrimonio edilizio esistente. L'emendamento in votazione chiede la soppressione dell'articolo, che di fatto è il presupposto essenziale delle vostre modifiche, infatti dopo rispetto a questo articolo sopprimete le pertinenze, andate oltre il fatto che la copertura per poter sopraelevare debba essere piana, quindi potete anche permettervi il lusso di abbattere i tetti spioventi perché ovviamente…

(Interruzione)

Chi ha detto no? E' così a seguire.

Io credo che sia davvero importante considerare che in questo articolo 2, come avevamo detto prima, viene persino violato il vincolo in base al quale non si può intervenire nei centri storici; in questo caso voi già all'origine avevate previsto una deroga, già la legge numero 4 violava l'accordo Stato-Regione, ecco perché poi vi spiegherò. Adesso si parla dell'articolo 2 nel suo insieme, ma poi vedremo comma per comma e commenteremo il contenuto di questi commi; questa è la ragione che unifica il contenuto dell'articolo 2, quindi sull'emendamento, secondo me, bisogna esprimere in modo convinto un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, credo anch'io che bene abbiamo fatto a presentare questi emendamenti che sono stati impostati, diciamo pure, con la stessa logica con cui la maggioranza ha impostato questo provvedimento di legge. Si voleva modificare per ampliarne l'applicabilità, e siccome noi non l'abbiamo condivisa quando è stata approvata, ora diciamo che crediamo giusto utilizzare questo stesso strumento legislativo per tentare di portare le lancette dell'orologio rispetto a questo tema a prima dell'ottobre del 2009.

Abrogare l'articolo 2 della legge numero 4 significa mettere in discussione uno dei cardini principali di questa legge, uno dei cardini principali in cui si parla di incrementi di volumi, in cui si parla di tutte le opportunità che vengono, in maniera non razionale e non produttiva, dal punto di vista di un corretto assetto urbanistico, concesse agli interessati per fare tutto ciò che prima che entrasse in vigore questa legge non poteva essere fatto.

E non poteva essere fatto non perché c'era qualche sindaco cattivo o qualche Presidente di Regione cattivo che diceva che non si doveva fare, ma non poteva essere fatto per il semplice motivo che i piani urbanistici approvati da quelle realtà comunali non prevedevano queste possibilità; e non le prevedevano perché avevano costruito un percorso di realizzazione delle nostre comunità che fosse razionale e giusto per tutti. Con la legge numero 4 e con questo articolo 2 quel percorso è stato stravolto. Io chiedo pertanto che sia approvato questo emendamento per abrogare l'articolo 2.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 152.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Rodin e Mulas hanno votato contro e il consigliere Salis a favore

Rispondono sì i consiglieri: Biancareddu - Salis.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cossa - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 33

Votanti 32

Astenuti 1

Maggioranza 17

Favorevoli 2

Contrari 30

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 13, viene ripresa alle ore 21 e 43.)

PRESIDENTE. Onorevole Salis, ritira la richiesta di votazione nominale?

SALIS (I.d.V.). No, Presidente.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 152.

(Segue la votazione)

Risponde sì il consigliere: Tocco.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Campus - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cocco Daniele.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 29

Votanti 27

Astenuti 2

Maggioranza 14

Favorevoli 1

Contrari 25

Constatata la mancanza del numero legale, il Consiglio è riconvocato alle ore 10 di domani, giovedì, 20 ottobre.

La seduta è tolta alle ore 21 e 44.