Seduta n.99 del 10/02/2010 

XCIX Seduta

Mercoledì 10 febbraio 2010

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 04.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 27 gennaio 2010 (92), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Pietro Pittalis, Adriano Salis e Paolo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 10 febbraio 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Discussione della mozione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'aumento di richieste alle amministrazioni competenti di parchi eolici nel territorio della Sardegna e sulla necessità di legare il rilascio delle autorizzazioni alle effettive esigenze energetiche della Sardegna e alla compatibilità con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3

dell'articolo 54 del Regolamento (24)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 24.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'aumento di richieste alle amministrazioni competenti di parchi eolici nel territorio della Sardegna e sulla necessità di legare il rilascio delle autorizzazioni alle effettive esigenze energetiche della Sardegna e alla compatibilità con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il sostegno a tutte le produzioni di energia da fonte alternativa ai combustibili compatibili deve essere coniugato con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici, paesaggistici, storico-culturali del territorio sardo e deve essere funzionale all'effettivo fabbisogno energetico della Sardegna;

CONSIDERATO che:

- recentemente sì è registrato un aumento delle richieste inoltrate alle amministrazioni pubbliche competenti di parchi eolici, sia in ambiti terrestri che offshore, dal pesantissimo impatto ambientale, come quello al largo del Sinis della Is Arenas Renewables Energies Srl (sede: Bosa, 08013, via Azuni n. 23) composta da 80 torri eoliche alte 130 mt (100 sopra il pelo dell'acqua), 320 MW di potenza massima, area di 21.698.062,00 mq nel mare territoriale (da 2 a 8 km dalla costa) del Sinis e 450 mq sul demanio marittimo, davanti al litorale di Is Arenas, Su Pallosu, S'Archittu, nei Comuni di San Vero Milis, Narbolìa, Cuglieri (OR);

- tale intervento per le sue pesantissime implicazioni paesaggistiche e notevole impatto sulle attività turistiche e sulle attività di pesca ha destato una fortissima opposizione delle comunità locali e delle rappresentanze istituzionali a tutti i livelli;

- il sole ed il vento sono beni comuni da considerare di proprietà pubblica e il loro sfruttamento va finalizzato ad effettivi vantaggi per la popolazione sarda in termini di abbattimento dei costi energetici e di riduzione di emissioni inquinanti;

- il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici in ambiti terrestri rientra fra le competenze regionali (articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003), mentre il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici nell'ambito del mare territoriale rientra fra le competenze nazionali (Ministero delle infrastrutture e trasporti, articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003);

- con deliberazione della Giunta regionale n. 28/56 del 26 luglio 2007 sono state individuate le relative linee guida per la realizzazione delle centrali eoliche (articolo 112, delle NTA del PPR - articolo 18, comma 1, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2);

RILEVATO che:

- a oggi i parchi eolici installati in Sardegna e quelli già autorizzati coprono largamente le possibilità di effettivo utilizzo della rete elettrica sarda e qualsiasi ulteriore autorizzazione non comporterebbe una riduzione nella attività delle centrali termoelettriche tradizionali e delle relative emissioni di sostanze inquinanti e di CO2;

- la tecnologia degli impianti eolici è ormai una tecnologia matura priva di rischi imprenditoriali e gli incentivi statali rendono certi i ricavi economici pluriennali anche sulla base della sola energia prodotta ancorché non utilizzata;

- in virtù di questa modifica normativa le concessioni regionali per la realizzazione di nuove centrali eoliche non sono più obbligatoriamente rilasciate in seguito a bando pubblico, ma possono essere assegnate senza alcun legame con le effettive esigenze energetiche della Sardegna con il rischio di una grave perdita dei corrispettivi in favore della Regione autonoma della Sardegna e di un inutile impatto ambientale;

RICORDATO che:

- l'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009, ha integralmente sostituito l'articolo 18 della legge regionale n. 2 del 2007, per la disciplina e la realizzazione di ulteriori impianti eolici nel territorio regionale cancellando, in maniera del tutto inopinata, l'obbligo di rilascio delle autorizzazioni all'esercizio di nuovi impianti mediante procedure selettive pubbliche sulla base delle effettive necessità energetiche del territorio della Sardegna così come contenute nel PEARS (deliberazione della Giunta regionale n. 66/24 del 27 novembre 2008);

- in ogni caso, la realizzazione di centrali eoliche è assoggettata al preventivo e vincolante (articolo 29 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni) procedimento di valutazione di impatto ambientale (articolo 20 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, allegato IV, punto 2, lettera e), articolo 31 della legge regionale n. 1 del 1999 e successive modifiche ed integrazioni, deliberazione della Giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008, allegato A1, punto 3), mentre la realizzazione di centrali eoliche in aree marine è assoggettata al preventivo e vincolante (articolo 29 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, legge n. 99 del 2009) procedimento di valutazione di impatto ambientale (articolo 20 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, allegato II, punto 7 bis),

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a vincolare strettamente il rilascio di nuove autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche:

a) alle necessità energetiche reali ed effettive del territorio regionale della Sardegna così come contenute nel PEARS;

b) a procedure selettive pubbliche (bandi) contemplanti forme di retribuzione in energia e/o monetarie a favore della Regione Sardegna e degli enti locali interessati ed a sospendere il rilascio di nuove autorizzazioni fino alla definitiva approvazione dello studio specifico previsto dal Piano paesaggistico regionale (articolo 112 delle norme tecniche di attuazione) e dall'articolo 18 della legge regionale n. 2 del 2007, come sostituito dall'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009;

2) a richiedere al Governo nazionale che il rilascio di nuove autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche nel mare territoriale della Sardegna sia subordinato a intesa/concerto con la Regione autonoma della Sardegna, ai sensi dell'articolo 56 del decreto del Presidente della repubblica n. 348 del 1979 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna), da stabilirsi solo sulla base delle effettive necessità energetiche della Sardegna contenute nel PEARS.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

PORCU (P.D.). Presidente, le chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 06, viene ripresa alle ore 10 e 15.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Per illustrare la mozione ha facoltà di parlare il consigliere Porcu. Ricordo che il tempo a disposizione per l'illustrazione della mozione è di venti minuti.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, oggi con questa mozione affrontiamo non soltanto un tema, le autorizzazioni per nuovi impianti eolici, che può apparire specifico, ma anche la prosecuzione, a mio avviso, della discussione su quale deve essere il modello di sviluppo della Sardegna.

Io proverò ad argomentare i motivi di preoccupazione che esprimiamo in questa mozione; non mi limiterò a denunciare una situazione che può apparire grave dal punto di vista del numero di richieste che arriva all'Amministrazione regionale per quanto riguarda gli impianti eolici terrestri, al Ministero per gli impianti eolici off-shore, ma proverò a fare una considerazione di carattere più generale.

Una considerazione di carattere generale per capire, rispetto al campo specifico delle energie rinnovabili, quale può essere il modo per massimizzare le ricadute, certo non per gli industriali del vento, cioè quegli imprenditori che vengono da fuori a compiere l'ennesima scorribanda per lasciare al nostro territorio spesso le briciole (questo cercherò di argomentarlo anche con i numeri), e per far sì che si colga l'opportunità delle energie rinnovabili in un quadro di sostenibilità economica e sociale.

Quindi, parto dal presupposto che dobbiamo ritenere che il sole e il vento di per sé siano da considerare di proprietà pubblica e che quindi il loro sfruttamento, Assessore, vada finalizzato all'ottenimento di effettivi vantaggi per la popolazione sarda. Per capire il perché questo diventa ancora più importante nel caso delle energie rinnovabili, è fondamentale ricordare come funziona questo mercato.

Oggi noi abbiamo un mercato che sostanzialmente si basa sugli incentivi, in particolare per l'eolico la tecnologia è una tecnologia matura, cioè priva di rischio imprenditoriale. Oggi si arriva a torri eoliche di due megawatt, arriveranno tra poco a tre megawatt, il costo di una torre è di poco più di un milione di euro ed è un mercato molto particolare, un business molto particolare perché ha un unico cliente che è l'Enel (c'è una priorità di dispacciamento per i produttori di energie rinnovabili), che è obbligato a ritirare l'energia elettrica prodotta, tra l'altro, a un costo che riflette i vincoli che vengono imposti ai consumatori e ai produttori di energia, un costo anche appetibile che oggi è di circa 90 euro a megawattora. A questo costo si somma il valore dei certificati verdi che è l'incentivo statale riconosciuto ai produttori di energia da fonti rinnovabili.

Quindi, si tratta di un settore dove ho un unico cliente che deve ritirare la merce e lo Stato che sopra quel valore di mercato, che comunque è un valore che deriva dai vincoli e dai limiti che vengono posti ai produttori e ai grandi consumatori di energia, pone un incentivo. Novanta euro a megawattora, ieri parlavamo di richieste di Alcoa di lavorare a un costo di 30 euro a megawattora, un prezzo riconosciuto dall'Enel estremamente interessante, a cui si somma il valore del certificato verde che è praticamente uguale.

Oggi, pertanto, un industriale del vento - il meccanismo è leggermente diverso ma è molto simile il discorso per il fotovoltaico - vende la sua energia a 180 euro per megawattora. Noi ci stiamo affannando per trovare il modo di fornire all'industria energivora energia a basso costo, intorno ai 30 euro per megawattora, e c'è qualcuno che oggi nello stesso mercato, nello stesso territorio può vendere a 180 euro grazie.. agli incentivi statali.

Questi incentivi, inoltre, saranno erogati per 12 anni; per cui in questo particolare settore non soltanto ho la certezza del prezzo e della vendita del prodotto, ma questa certezza ce l'ho anche per un periodo molto lungo: 12 anni.

Qual è la riflessione conseguente? Opero in un mercato di fatto anomalo, con un unico compratore che è obbligato a comprare, sono in un mercato anomalo con un prezzo che, di fatto, è fissato dal sistema delle regole degli incentivi dati al settore, ho un periodo prefissato in cui posso vendere il prodotto. Ma c'è un elemento in più. Chi paga il sistema degli incentivi, Assessore? Il sistema degli incentivi è pagato dalle famiglie sarde, perché c'è un sovra canone nella bolletta, pari a due centesimi a chilowattora; e se noi esaminiamo i dati di Terna sui consumi sardi scopriamo che le famiglie sarde hanno consumato circa 2,2 gigawattora all'anno, una quota pari a circa il 18 per cento dei consumi regionali e il totale degli incentivi pagati dalle famiglie sarde è di circa 44 milioni di euro.

Quindi, ho un mercato incentivato, pagato dalle famiglie sarde per un totale di 44 milioni di euro, che in questo momento dà incentivi per decine e decine di milioni di euro che si traducono, io ho fatto un calcolo per il parco eolico da 400 megawatt già installato e gli altri 200 megawatt in corso di installazione, in utili al settore per 60 milioni di euro all'anno. Quindi, oggi come oggi, quel mercato è in larghissima parte alimentato dalle famiglie sarde.

Assessore, in un contesto di crisi sociale ed economica, (un contesto con trenta punti di crisi descritti anche dalla relazione del presidente Cappellacci, ripresi in questa Aula), in cui l'industria di base è in crisi, in cui le multinazionali chiudono perché i costi dell'energia nel nostro Paese sono alti, ma è alto anche il costo della manodopera, per cui abbiamo difficoltà - le abbiamo ricordate ieri - non solo a Portovesme ma anche a Porto Torres e nella piana di Ottana, quale sarebbe una buona pratica? Una buona pratica sarebbe quella che collegasse a un settore incentivato, a rischio zero, pagato dalle famiglie sarde il sistema degli incentivi e l'esigenza, riconosciuta e sacrosanta, di far sì che almeno il 20 per cento dei consumi di energia elettrica, come chiede l'Unione Europea, derivi da fonti incentivabili massimizzando il beneficio per le famiglie sarde o perché abbatto i costi in bolletta o perché le ricadute economiche e sociali dei nuovi impianti sono tali da consentire o di creare nuovi posti di lavoro o di mantenere gli attuali.

Che cosa ha fatto, invece, la Giunta regionale? La Giunta regionale con l'articolo 6 della legge numero 3 del 2009 è riuscita a cancellare quanto previsto dalla finanziaria del 2007, cioè che il rilascio di autorizzazioni per i nuovi impianti, parlo chiaramente di impianti terrestri che dipendono dalla Regione Sardegna, fosse messo a bando, tenendo conto delle ricadute sociali ed economiche per la nostra Regione.

Io le ricordo che cosa diceva l'articolo 18 della legge numero 2; certamente questo articolo si poteva anche scrivere meglio, noi sappiamo però che l'articolo in questione ha retto alla prova dei ricorsi che pure sono stati presentati, e i giornali di oggi ricordano per esempio che a Tula sta partendo un impianto da 70 megawatt dell'Enel, frutto di un accordo tra Enel e Regione Sardegna per 160 megawattora che vincola però l'Enel a rilasciare ogni anno 550 gigawattora di energia a basso costo a 40 euro per megawattora che coprirebbe, per dare un esempio della dimensione di scala, il 15-20 per cento delle esigenze di Alcoa. Non stiamo parlando di quisquilie, per un semplice accordo che riguarda 160 megawatt di eolico e noi ne abbiamo già installati 600.

E questa norma che avete cancellato secondo noi impropriamente, ancora una volta dimostrando di non capire neanche come fare ricchezza, come creare valore, come dare sostegno economico e sociale alla Sardegna e alle famiglie sarde, prevedeva anche che fino ai massimali stabiliti nel Piano energetico regionale dovesse essere data priorità, attraverso bandi a quegli operatori che fossero stati in grado di dimostrare le importanti ricadute economiche e sociali prodotte dai loro interventi.

Cito un esempio. Se io favorisco quello che sta facendo Enas, cioè far diventare i nostri enti pubblici produttori di energie rinnovabili, quelle ricadute economiche ci sarebbero per le famiglie sarde; immaginate che se Enas o Abbanoa dovessero abbattere i costi di pompaggio dell'acqua, perché diventano produttori di energie rinnovabili i con impianti da 70 megawatt, le cito i numeri, potrebbero recuperare ogni anno 10-11-15 milioni di euro.

L'impianto di Ulassai, l'ho già citato come esempio, che è costato 86 milioni di euro ha ricavi annuali, compresi i certificati verdi, per 28 milioni di euro, utili netti per 11 milioni di euro, un impianto da 70 megawatt. Allora se noi pensiamo ai problemi di Abbanoa che ci chiede 30 milioni di euro per abbattere o, meglio, per coprire il canone sociale delle bollette, ci rendiamo conto che basterebbe installare un parco da 150 megawatt da parte di un ente pubblico, magari collegato alla gestione delle acque, per coprire il disavanzo di Abbanoa.

Assessore, ho svolto queste considerazioni per chiederle di riflettere, di riflettere sul modo in cui noi stiamo gestendo oggi la partita delle energie rinnovabili. Certamente riflettere sui grandi impianti e tra questi, so che alcuni colleghi ne parleranno perchè il meccanismo è simile, vi è quello delle grandi serre fotovoltaiche da 40-50 megawatt. Ho fatto l'esempio di Ulassai, potrei fare quello di Isili dove si rischia di aprire un altro impianto; su questi impianti le ricadute per il territorio, rapportate agli utili netti, sono del 5-6 per cento.

Cioè noi stiamo "regalando" il 95 per cento dei benefici economici, degli utili netti a imprenditori che vengono da fuori, e lasciano le briciole ai nostri territori. Eppure si può fare diversamente, si è fatto diversamente in alcuni comuni del Sud d'Italia dove il comune stesso è diventato imprenditore dell'eolico, è diventato azionista al 50, al 60 per cento. Lo si può fare, concedendo in maniera prioritaria autorizzazioni agli enti pubblici, come le ho ricordato.

L'altro aspetto che voglio richiamare, e poi spero che il dibattito e l'attenzione in questa Aula ci siano non soltanto su discussioni che possono apparire politiche o ideologiche, ma anche su situazioni concrete, come questa, che possono dare risposte alle esigenze dei nostri territori e delle nostre famiglie, è capire dove si vuole arrivare. Tutti noi sappiamo che una volta raggiunto il 20 per cento di copertura dei consumi delle energie rinnovabili, il rubinetto degli incentivi tenderà a chiudersi.

Assessore, che cosa significa? Significa che tenderà a chiudersi o perché si esaurisce definitivamente, o perché Tremonti lo requisisce per coprire i buchi in bilancio o le difficoltà del deficit annuale, oppure perché quegli incentivi pagati dalle famiglie italiane e dalle famiglie sarde andranno a finanziare la partita del nucleare.

Allora, io ho una finestra molto piccola, Assessore, in cui io mi ritrovo nei prossimi 18-24 mesi a dover far sì che i benefici per il sistema economico della Regione, per le famiglie sarde siano massimi in modo da intercettare il flusso degli incentivi che dureranno ancora 12-20 anni prima che quei rubinetti si chiudano, prima che per i nuovi impianti non ci siano più. Allora, oltre la partita dei grandi impianti, per raggiungere il 20 per cento di copertura dei consumi dalle energie rinnovabili entra in gioco anche il fotovoltaico.

Sulle grandi serre parlerà il mio collega Lotto, io voglio parlare dei piccoli impianti, quelli da 20 kilowatt, quelli delle famiglie, quelli delle piccole imprese. Anche a Isili dove si rischia di approvare un grande parco eolico, ci sono imprenditori che hanno richiesto piccoli impianti fotovoltaici (di potenza inferiore al megawatt), che hanno chiesto di vedere autorizzati impianti per le biomasse, per creare un'integrazione virtuosa col loro sistema di produzione per rafforzare quel tessuto economico e imprenditoriale fatto di piccole imprese, per integrare il reddito. In agricoltura si chiama multifunzionalità.

Anche quella partita, che oggi ha coperto già 50 megawatt, va gestita, va lasciato uno spazio per far sì che quel tipo di intervento sia privilegiato perché è quello che massimizza i ritorni per le piccole realtà, per le piccole imprese, per le piccole imprese agricole, e se noi favoriamo quell'incentivo e favoriamo quel tipo di intervento ci mettiamo nelle condizioni di garantire per i prossimi vent'anni un'integrazione del reddito alle piccole imprese sarde o un abbattimento delle bollette alle famiglie sarde.

Assessore, lei certamente saprà che il bando sul fotovoltaico da 5 milioni di euro ha determinato centinaia e migliaia di richieste, troppe per accontentare tutti, ma dietro questi 5 milioni di euro che noi abbiamo dato, che dovremo probabilmente incrementare perché qui sta la ricchezza, ci sono migliaia di famiglie che per vent'anni vedranno abbattuti i costi dell'energia nella loro bolletta. Allora quale misura vogliamo incentivare, Assessore? Quale misura vogliamo favorire? Quella che lascia il 5 per cento degli utili netti sul territorio, o una misura che per vent'anni abbatte le bollette energetiche delle nostre famiglie del 20-30 per cento?

Questa è la riflessione che io pongo alla sua attenzione e a quella dei colleghi, anche per dare un senso alla discussione di ieri, anche per darci la possibilità, e mi rivolgo all'onorevole Capelli, all'onorevole Giacomo Sanna, che hanno richiamato l'importanza che quest'Aula poi si ritrovi su cose concrete, di concretizzare. Dimostriamo, come Regione, che riusciamo a tutelare innanzitutto gli interessi dei sardi, delle imprese, delle piccole imprese sarde e delle famiglie sarde, diamoci delle regole, stabiliamo degli obiettivi, diamo priorità a quegli impianti che effettivamente possano comportare ricadute economiche e sociali (e le ho descritte), o a quei piccoli impianti che possono nel tempo integrare il reddito delle imprese, o abbattere il costo delle bollette delle famiglie.

Relativamente alla quota del 20 per cento, a mio avviso in un quadro federale in accordo con lo Stato potremmo sempre andare oltre; io le chiedo però qual è questo oltre, perché oggi non sappiamo neanche qual è l'obiettivo sancito dal PEARS. Il tappo dei 550 megawatt è saltato, potremmo andare oltre ma negoziando con altre regioni qual è la quota che la Sardegna può coprire del loro fabbisogno, ma certamente una quota che deve essere remunerata, e deve essere tale da lasciare alla nostra Regione effettivi vantaggi economico-sociali.

Le lascio questo spunto, ci rifletta. Io spero che alla fine di questa discussione esiteremo un ordine del giorno, una proposta che possa dare speranze e risposte alle attese delle piccole imprese e delle famiglie sarde.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, oggi discutiamo una mozione importante, mi riferisco soprattutto all'evoluzione che avrà questa discussione, alle determinazioni conseguenti alle nostre riflessioni di oggi che il nostro confrontarci produrrà in quest'Aula e fuori da quest'Aula. Ebbene, posso iniziare il mio intervento citando una data, da cui si possa capire e, anzi, avere certezza su che cosa gli impianti eolici e l'energia da essi derivata rappresentano realmente in Sardegna, in Italia, nel mondo: uno dei più grandi e ambigui affari di questo secolo.

, Il 6 agosto del 2007, il Wall Street Journal pubblica la notizia che il colosso americano International Power (IP), aveva comprato, al prezzo enorme di 1 miliardo e 830 milioni di euro, una parte dei parchi eolici sviluppati nel Mezzogiorno italiano dal principale operatore italiano, la IVPC, fondata da Oreste Vigorito. Per avere un ordine di grandezza nella classifica dei 10 contratti più importanti del 2007, la cessione figurava al nono posto, mentre per intenderci all'ottavo posto c'era lo stilista italiano Valentino, con una valutazione di 2,1 miliardi. Ora, tutto il mondo conosce lo stilista Valentino, ma credo che pochi sappiano chi sia Vigorito, questo avvocato di Ercolano, che in soli 15 anni ha costruito un vero e proprio impero.

Ma, prima di entrare nel dettaglio, vorrei riportarvi alla memoria delle circostanze che ci dovrebbero far ben riflettere. Verso la fine dello stesso 2007 Greenpeace condusse una sorta di assalto contro questo Palazzo, al grido di "No al carbone, sì all'eolico" per contestare la politica regionale sull'energia che si andava proprio in quel periodo definendo. Gli attivisti di Greenpeace trovarono anche il tempo di dichiarare a "L'Unione Sarda", il 24 novembre 2007, che secondo i loro particolari sondaggi il 90 percento dei sardi non era contrario all'eolico, e che il 60 percento lo considerava un'opportunità positiva.

Già in precedenza, il 29 giugno dello stesso anno, undici comuni, un non meglio qualificato comitato "Su Bentu", composto da amministratori locali e privati a favore del'energia eolica, e guarda caso sempre Greenpeace, attaccarono la allora politica regionale di apertura all'energia eolica, perché troppo subordinata alla tutela del paesaggio.

In pratica pareva che tutti chiedessero la liberalizzazione del ricorso all'energia eolica, con motivazioni riconducibili principalmente a ragioni economiche, e poi di natura ambientale, per esempio la lotta all'effetto serra. Emblematico il caso di un Assessore comunale dell'ambiente che intendeva realizzare una centrale eolica in un'area il cui il vento soffiava a non più di tre metri al secondo; un segnale evidente del vero business dell'energia eolica, quello dei "certificati verdi", rappresentativi di quantitativi di energia da fonti alternative, necessari ai produttori per la vendita dell'energia prodotta alla rete di distribuzione.

La legge, infatti, impone alle società che inquinano di compensare i propri peccati comprando i cosiddetti certificati verdi dai produttori di energia pulita. Così, grazie al prezzo oneroso dei certificati italiani, e alla riduzione dei costi di produzione, l'utile lordo delle imprese aumenta esponenzialmente, trasformando l'Italia nel paese della cuccagna, delle banche di affari, degli speculatori del settore, che hanno proprio cavalcato l'onda perfino quotandosi in Borsa.

Ma, direte, che cosa c'entra tutto questo che sto raccontando con la Sardegna e con la mozione che oggi siamo chiamati a discutere? Ebbene, credo che il testo di questa mozione, presentato dal collega Porcu, sia come dire carente nella premessa, ed ovviamente e conseguentemente nel contenuto dell'impegno richiesto. Mi spiego meglio.

A mio avviso viene sottaciuto, certo in buona fede, un aspetto inquietante e pericoloso dell'intera vicenda, o meglio "faccenda" che riguarda il nostro eolico, l'eolico sardo. Mi riferisco agli interessi e alle correlazioni sospette, peraltro già oggetto di indagine da parte della Magistratura, che riconducono anche l'avventura dell'eolico in Sardegna a gruppi di speculatori recidivi, alle solite multinazionali, alle banche d'affari, alla criminalità organizzata di tipo mafioso.

E' più volte citato l'avvocato Oreste Vigorito, per esempio, che oltre ad essere Presidente dell'ANEV, l'Associazione industriale di categoria, è uno degli uomini più ricchi e più potenti della Campania, Presidente del Benevento calcio, e pare anche finanziatore di un politico importante con un contributo IVPC Sardegna da 25 mila euro. Ha iniziato con capitali americani e giapponesi, ma alcune controllate della sua IVPC si sono viste assegnare finanziamenti pubblici per un centinaio di milioni di euro. Evidentemente c'è qui qualche zona d'ombra, tanto che il Pm Maria Luisa Buono da Avellino lo iscrive nel registro degli indagati per truffa aggravata finalizzata alla percezione dei fondi pubblici della legge numero 488.

L'inchiesta del nucleo di polizia tributaria di Avellino poi ricostruisce i sistemi disinvolti adottati dalle controllate IVPC e dai partners siciliani per acquisire i contributi. Secondo l'ipotesi dell'accusa Vigorito e il suo rappresentante in Sicilia, Vito Nicastri, avrebbero prodotto, nella domanda per la richiesta dei contributi pubblici, falsi contratti di locazione dei terreni su cui si sarebbero dovute installare le turbine eoliche, in modo da ingannare i funzionari del Ministero.

Ebbene, è notizia recente che anche la Commissione antimafia si occuperà del caso eolico in Sardegna. L'annuncio arriva dal Vicepresidente della Commissione bicamerale antimafia, Fabio Granata, dai deputati sardi Pili e Murgia che hanno preparato il fascicolo da sottoporre all'organismo parlamentare perché avvii un'indagine sul proliferare dei parchi eolici off-shore, ma non solo questo, in Sardegna.

Ci sono molte analogie tra quello che è accaduto in Sicilia e quanto si preannuncia accadrà in Sardegna. Infatti anche da noi il grosso di queste società è senza nome e cognome; con indirizzi puntualmente in paradisi fiscali esteri, da Montecarlo al Lussemburgo; incroci societari palesemente tesi a celare i veri finanziatori di queste operazioni. Le inchieste siciliane che, voglio ricordare, hanno portato a diversi arresti sul versante dell'eolico, prospettano legami che appaiono sospetti con almeno due iniziative avallate sull'off-shore in Sardegna, società e fiduciari, voglio ancora ripetere che si affiancano, si sovrappongono in società anonime, registrate come tali nei più lontani paradisi fiscali.

Ecco, colleghi, che cosa intendevo dire rilevando alcune carenze in questa vostra mozione. Che cosa intendevo dire lamentando il fatto che si sia trascurato questo aspetto triste e pericoloso dell'intera faccenda. Avrei voluto che la mozione da voi presentata…

PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che alcune riflessioni vadano fatte alla luce dell'intervento del collega Planetta più che alla luce della mozione; non so però se questa sia la sede opportuna perché, ovviamente, su tutto ciò che si dice e si relaziona in Aula è necessario verificare la documentazione allegata.

Anch'io ho letto dell'interesse manifestato dalla Commissione antimafia su quanto avviene nel settore degli investimenti per l'energia eolica e non solo in Sardegna; purtroppo girano delle voci, alcune sicuramente attendibili, altre meno, altre aprono a considerazioni che, a mio avviso, hanno necessità, sicuramente per quanto ci riguarda, di un maggiore approfondimento politico.

Altre istituzioni, come ha detto il collega Planetta, si potranno occupare dell'altra faccia della medaglia, ma noi siamo in quest'Aula, richiamati dalla mozione del collega Porcu e degli altri colleghi che l'hanno sottoscritta, per dare un indirizzo o per rivedere un indirizzo, quello richiamato nella modifica prevista dalla legge "3", in modo particolare per quanto richiamato nel dispositivo sul fatto se ci dobbiamo affidare a gare di evidenza pubblica per la valutazione delle autorizzazioni relative oppure se continuare con quanto determinato nella legge prima citata.

Quando abbiamo discusso di quella modifica, le motivazioni esposte ci hanno indotto a votare perché si uscisse dal vincolo della gara di evidenza pubblica e delle relative valutazioni. Diciamo anche che alcune storie del passato, su autorizzazioni rilasciate dalla Giunta regionale per la costituzione di grossi impianti eolici o investimenti nel settore dell'energia, hanno fatto dubitare del sistema precedente.

Infatti, vorrei ricordare che affinchè si potessero realizzare degli investimenti nel settore energetico sono stati autorizzati lavori per deviare anche i corsi dei fiumi. Però, evitiamo il gossip, evitiamo accuse del passato, dobbiamo guardare avanti.

La lettura della mozione mi ha indotto a riflettere sul perchè (e pongo la questione alla vostra attenzione) l'energia, il sole, il vento, l'acqua, l'aria, come bene di tutti, devono necessariamente, almeno questo sembra essere l'indirizzo che si vuol dare nella nostra nazione, essere considerati bene pubblico ma gestito dai privati. È una domanda alla quale, personalmente, non ho ancora dato una risposta. Perché, grazie ai nuovi strumenti a disposizione, per esempio le aziende pubblico-private, con la partecipazione pubblica, con il controllo pubblico, non si può gestire l'energia, bene di tutti, a favore di tutti?

Io comprendo benissimo le imprese che investono in questo settore; però mi sembra di tornare indietro nel tempo quando, parlando della gestione dei rifiuti, c'era chi (e purtroppo la storia gli ha dato ragione) diceva: "State attenti perché la gestione dei rifiuti è un business che interessa non solo le aziende pulite, lecite, trasparenti, ma anche tutto un mondo che ha necessità di riciclare denaro, che ha necessità di investire in quel settore per far rendere quell'investimento direttamente, ma anche indirettamente".

E, ahimè, in Italia quante vicende sono emerse legate alla gestione dei rifiuti, tossici e non tossici, organici o quant'altro, gestione che è entrata nel raggio d'azione della malavita organizzata? Oggi qualcuno ci dice che occorre molta attenzione perché la Sardegna è al centro dell'attenzione. Qualcuno infatti vuole investire nell'Isola, ma non per rendere merito alla Sardegna perché è bella, perché ha un mare pulito, perché gli abitanti sono fantastici quanto a ospitalità; no, perché ha delle risorse naturali che fanno gola alla criminalità organizzata.

Io credo che non ci siano i controlli sufficienti, e quanto sostenuto dal collega, che mi ha ulteriormente arricchito di alcune informazioni, credo che ci debba far riflettere. Noi stiamo consegnando il bene della nostra Isola, il sole, l'aria, l'acqua, il vento, a chi? E' possibile, lo chiedo a chi qui dentro richiama spesso all'autodeterminazione, al crescere noi, come uomini, come imprese, come istituzioni - se qualcuno mi aiuta a trovare la risposta gliene sarò grato -che non possiamo gestire noi il nostro immenso patrimonio di energia che qualcun altro ci ha regalato?

Non voglio arrivare a parlare di gestione statale, o del pubblico che si intromette nella gestione dell'impresa e quant'altro, ma anche questo concetto a mio avviso è da rivedere. Perché sono fallite alcune iniziative? Perché, diciamocelo, abbiamo sbagliato la scelta degli uomini, perché si rubava, perché non c'era la capacità manageriale, perché le scelte di guida delle aziende, o delle partecipate, erano delegate a persone che avevano soltanto capacità politica, ma non capacità professionale o manageriale, perché non c'erano leggi di controllo adeguate.

Ma, al di là di questo, e ognuno può pensare come meglio crede, oggi c'è lo strumento delle società pubblico-private, con la gestione destinata al privato e con il controllo del pubblico. Tutto cammina sulle gambe degli uomini, tutto; è chiaro pertanto che, pur essendo una via a mio avviso percorribile, bisogna valutare chi deve gestire la cosa pubblica; e anche su questo, perdonatemi, non siamo molto bravi.

Preferiamo infatti dare le chiavi della gestione dell'ente, dell'azienda pubblica, o quant'altro, a chi ha come merito quello di aver consegnato un congruo sostegno elettorale, ma non valutiamo mai, o difficilmente valutiamo, se quelle persone hanno capacità gestionali: hanno sicuramente onestà, quanto meno intellettuale, ma hanno le capacità? E noi, siamo in grado di cambiare rotta, di conquistarci il consenso per i grandi progetti e le grandi azioni che lasciamo agli altri, oppure ci interessa solo il contingente successo personale?

Secondo me questo confronto attiene a questa mozione, perché noi dobbiamo decidere se controllare, come controllare e se il valore aggiunto che c'è stato regalato da qualcuno che sta al di sopra di noi, siamo in grado, come sardi, di poterlo sfruttare per i sardi.

Questa è una ricchezza, ma è una ricchezza che stiamo guardando da lontano: spero che ci sia la volontà, in termini legislativi, morali, etici, di responsabilità, di saper gestire questo grande patrimonio.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi Sechi, Zuncheddu, Steri, Ben Amara, Diana Mario e Ladu che si sono iscritti oltre i termini.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non è vero assolutamente, non è vero, io mi sono iscritto prima che finisse il primo intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, gli Uffici chiudono le iscrizioni a parlare e tutti i dati sono registrati.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io e il mio Capogruppo ci siamo iscritti nello stesso momento!

PRESIDENTE. Infatti anche il suo Capogruppo si è iscritto in ritardo, onorevole Ben Amara. Prego, onorevole Lotto.

LOTTO (P.D.). Presidente, Assessore e colleghi, io credo che bene abbia fatto il Gruppo del centrosinistra a presentare una mozione su questi temi…

Chiedo scusa, Ben Amara.

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara,l'onorevole Uras si è iscritto in ritardo come lei; poiché ha saputo che le iscrizioni a parlare erano chiuse ha cancellato la propria. Per questo motivo non l'ho comunicato all'Aula. Quindi, lei stia tranquillo.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io l'ho detto così, l'interpretazione la lascio a voi.

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, l'onorevole Lotto ha diritto a intervenire.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lei è parziale!

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, per cortesia!

Prego, onorevole Lotto.

LOTTO (P.D.). Dicevo che il centrosinistra ha fatto bene a porre all'attenzione del Consiglio regionale un tema …

(interruzione del consigliere Ben Amara)

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, lei si lamenta sempre se, mentre sta parlando, qualche collega interviene o parla a voce alta. Pertanto dia la possibilità all'onorevole Lotto di poter fare il suo intervento in tranquillità.

LOTTO (P.D.). Dicevo, che il centrosinistra ha fatto bene a mettere al centro della discussione di questo Consiglio un tema che è particolarmente all'attenzione anche dell'opinione pubblica, oggi più di ieri.

Si parla di fonti rinnovabili, in particolare di eolico e di fotovoltaico, ma si potrebbe parlare di solare termico, di biomasse, eccetera, cioè di tutti quei sistemi che ci consentono di produrre energia da materie prime disponibili per la società e a basso costo.

Su questo fronte, da diversi anni, si assiste a uno spettacolo che, a mio parere, è abbastanza desolante; da un lato, e cioè da parte della popolazione, degli operatori economici ma anche nei singoli cittadini non c'è il necessario interesse a muoversi per realizzare quello che sarebbe utile per migliorare i conti economici (della Sardegna, delle singole famiglie e delle singole imprese), dall'altro lato assistiamo a una corsa delle nostre Amministrazioni comunali a chi arriva prima a regalare ad altri, e non si sa a chi, delle opportunità che potrebbero essere invece utilizzate per porre mano alle disastrate casse delle nostre Amministrazioni; e, paradossalmente, si dice che lo si fa per risanare queste casse.

Che cosa voglio dire? Se andate a chiedere a un sindaco che ha concesso a un grande gruppo la possibilità di realizzare una centrale di 50-60 megawatt, un parco eolico di queste dimensioni, oppure si sta apprestando a concedere la possibilità a un grande gruppo di realizzare 40-50 ettari di cosiddette serre fotovoltaiche, motiverà questa concessione con i possibili introiti che potranno derivarne e che aiuteranno l'Amministrazione a sopperire alle difficoltà che sempre maggiori si presentano nella gestione della cosa pubblica. Si ricorre a questa motivazione quando, secondo me e anche secondo tanti altri, sarebbe invece opportuno che su questo fronte le Amministrazioni comunali cambiassero passo e decidessero non di diventare improvvisamente imprenditori ma di giocare, su un tipo di investimento come questo, una partita da protagonisti.

Diceva bene poco fa il collega Porcu, e cioè che le incentivazioni che vengono date a coloro che mettono in piedi investimenti in questo campo derivano non dalla magnanimità di qualcuno bensì da quello che i cittadini pagano in bolletta. E se queste ingenti somme di danaro, che vengono messe a disposizione per incentivare la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, vengono concesse a grandi gruppi e non si fa nulla affinché ci sia una ricaduta nel territorio, noi come Consiglio regionale, ma noi come amministratori della cosa pubblica in generale, non assolviamo al compito di trasformare quelle ingenti somme in una ulteriore opportunità per agevolare lo sviluppo della nostra Isola.

In merito alle cosiddette serre voltaiche si parla di ettari ed ettari di superficie, invece ragionerei di serre fotovoltaiche quando si parla di 1000, 2000 metri quadri, 2500 metri quadri, i moduli classici delle serre che si sono realizzate finora in Sardegna, delle serre vere, questi investimenti considerati come piccoli impianti da 100, 200, 500 kilowatt, anche un megawatt, possono rappresentare per le aziende agricole una grandissima opportunità.

La nuova circolare dell'ufficio delle entrate, che ha definito in maniera precisa quali sono le produzioni energetiche considerabili connesse all'attività agricola, pone dei limiti ben definiti: fino a 200 kilowatt così si considera, fino ad un megawatt; bisogna che ci siano delle condizioni particolari che comunque testimonino che c'è un'azienda agricola dietro. Vera azienda agricola, che produce, che ha superfici coltivate, eccetera.

Ebbene, sfruttando questa nuova norma, che ha fatto chiarezza su questo fronte, a mio parere è possibile creare le condizioni affinché da questo settore della produzione di energia da fonti rinnovabili possa davvero venire una opportunità per le nostre aziende agricole.

Noi abbiamo un mare di aziende, tantissime, guarda caso di serricoltori, che stanno tutte quante saltando per aria, anche a seguito di leggi regionali varate con degli errori procedurali che sono costati cari, non alla Regione ma ai singoli utenti; tutte queste imprese potrebbero trovare in questo settore una grande opportunità di rilancio e, in questo caso, bisogna dire di salvataggio.

Ora non prestare la giusta attenzione a questo aspetto e assistere al falso messaggio che molti trasmettono, anche molti sindaci, che davvero si può fare agricoltura sotto serre fotovoltaiche da 40 ettari è una cosa inaccettabile, su questo è necessario che si faccia chiarezza, che si affronti il problema in maniera seria e approfondita; ne avremo occasione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Presidente, vorrei fare alcune considerazioni su questa mozione, devo dire interessante perché tratta un argomento di grande attualità: tutti noi apriamo i giornali e leggiamo di eolico, di fotovoltaico, quindi io vorrei dare un piccolo contributo riguardo al problema delle fonti rinnovabili in generale.

Noi in Sardegna dipendiamo per circa il 77 per cento dalle fonti petrolifere, per il 19 percento dai fossili mentre nel resto dell'Italia il rapporto è del 49 per cento e del 9 per cento. Sulla base di questo, il Piano energetico regionale varato nel 2006 dalla Giunta Soru a seguito di uno studio effettuato, bisogna dirlo ad onor del vero, nel 2004, valutava in Sardegna una produzione di energia da fonti rinnovabili in una percentuale intorno al 4,9 per cento; sempre il Piano poneva anche l'obiettivo, di cui ha parlato l'onorevole Porcu, di arrivare entro il 2010 al 20 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Questo dato, caro onorevole Porcu, è un dato della precedente Giunta, che io peraltro condivido, ovviamente non inventato ma che derivava da una direttiva della Comunità europea del 2001, esattamente la numero 77, che imponeva di arrivare in tutta Italia, entro il 2010, a questo plafond di energia da fonti rinnovabili.

Detto questo, consentitemi ancora un paio di precisazioni. Noi nel collegato alla scorsa finanziaria abbiamo abrogato esattamente quella parte dell'articolo 18 della finanziaria del 2007 che in sostanza permetteva, attraverso delle intese, un accordo con ENEL per la produzione di energia da fonti rinnovabili; siccome poi l'ENEL ha dato seguito a questa disposizione volevo chiedere all'onorevole Porcu, e ai nostri illustri colleghi dell'opposizione, se per caso questa norma ha portato ad un contenimento del costo dell'energia per i sardi.

A me questo non risulta e pertanto vorrei chiedere, sempre all'onorevole Porcu e ai gentili colleghi dell'opposizione, se per caso questa norma ha procurato dei vantaggi alle industrie energivore che erano a fianco a ENEL. A me neanche questo risulta, perché il costo dell'energia in Sardegna era di 130 euro a megawattora prima dell'approvazione di questa norma e tale è rimasto .

Fatta questa piccola considerazione passiamo alla parte che riguarda l'off-shore di cui si parla tanto in queste settimane nei giornali e che anche la mozione cita. A onore della verità, perché qui dentro si sentono tante cose non dico false, però talvolta imprecise, voglio sottolineare un dato presente nel Piano casa. In quel famigerato Piano casa, quel Piano che voi dite varato per cementificare, per distruggere le coste, tutte balle ovviamente perché di tutto questo a oggi non c'è traccia (è un Piano che tutt'al più consente di costruire un bagnetto o una stanzetta a chi già possiede peraltro una superficie estesa),esattamente all'articolo 13, comma 1, lettera G, abbiamo vietato il passaggio delle linee elettriche nella battigia da parte degli impianti off-shore; sempre all'articolo 13, comma 1, lettera H abbiamo determinato un vincolo paesaggistico sul mare territoriale e quindi per gli off-shore, sempre sullo stesso articolo 13 al comma I, se lo vada a rivedere se ha dei dubbi, abbiamo posto un vincolo ambientale e, vorrei essere smentito, se è il caso, non mi risulta che questa norma sia stata impugnata perché anticostituzionale. A me non risulta.

Quindi fino a prova contraria noi abbiamo imposto uno stop chiaro e forte agli impianti off-shore perché siamo contrari sotto tutti i punti di vista, in linea di principio, in linea teorica e in fatto concreto; quindi oltre che parlare, abbiamo agito.

Vorrei ricordare un altro particolare sempre di ordine tecnico: per arrivare a quel 20 per cento di energia prodotta dalle fonti rinnovabili, partendo da un cinque per cento scarso che abbiamo all'attivo, non arriveremo nemmeno a congestionare il nuovo cavo SAPEI che dovrebbe essere inaugurato entro il 2014, e la prima linea dovrebbe essere inaugurata entro l'anno.

E qualora dovessimo anche andare in eccesso, volevo ricordare che la tecnologia, oggi, ci permette lo stoccaggio dell'energia, al quale fa riferimento il virtual power plan di livello nazionale. Sullo stoccaggio di energia, volevo ricordare, che attraverso dei vettori energetici l'energia in eccesso viene convertita in idrogeno e in ossigeno. Ebbene, l'idrogeno viene conservato, può essere a sua volta riconvertito in energia o in calore; l'ossigeno viene usato per apparecchiature elettromedicali, se serve.

Quindi, questo che cosa significa? Significa che il problema della Sardegna è quello di avere una produzione talmente bassa da energie rinnovabili che il costo rimane altissimo, al punto che chi ne ha beneficiato, in questo caso l'ENEL tramite la norma finanziaria dell'era Soru, non ha abbassato affatto i prezzi, sia per i privati e sia, anche, per le industrie energivore.

Vorrei fare un'altra piccola considerazione; il problema non è se fare o meno un impianto eolico o fotovoltaico, il problema e sul dove farlo.

LOTTO (P.D.). E chi lo fa!

LOCCI (P.d.L.). A me non interessa chi lo fa, il problema è dove si fa, perché non bisogna deturpare l'ambiente. Siamo noi che dobbiamo dire: "Qui si può fare e lì non si può fare". E la norma, contenuta nell'articolo 18 della legge numero 2 del 2007, che dice che bisogna localizzare gli impianti eolici e fotovoltaici nelle zone degradate da un punto di vista ambientale, è ancora in vigore, fino a prova contraria.

Il problema, quindi, è che bisogna normare, e questo andrà fatto con una legge di settore specifica, che peraltro noi stiamo predisponendo, anzi è praticamente pronta; e, quando la leggerete, scoprirete che noi indichiamo per posizionare gli impianti più o meno le zone che avete già indicato anche voi: industriali, retro industriali, limitrofe, e zone degradate da un punto di vista ambientale come le cave dismesse, le miniere, i capannoni industriali abbandonati, eccetera, eccetera.

Il problema è questo, tutto il resto è demagogia spicciola; perché se noi comunque riusciamo a normare la materia in modo tale da non deturpare l'ambiente, primo comandamento, riusciamo anche a creare dei nuovi posti di lavoro, perché per ogni mille kilowattora, quindi ogni megawatt, con l'eolico si ha un posto di lavoro, ogni 500 kilowattora col fotovoltaico si crea un posto di lavoro, ogni 150 kilowattora con le biomasse nasce un posto di lavoro. Fonte: Università La Sapienza di Roma, per chi avesse dei dubbi. Questi dati non li ho inventati io.

Quindi, detto questo per quanto sia utile, a mio modo di vedere, questa mozione, perché comunque porta all'attenzione dell'Aula un argomento importante del quale si deve discutere, e sul quale tutti dovremmo prendere posizione, però non posso non stigmatizzare, ovviamente, la natura, consentitemelo, tra virgolette, un pochino strumentale della stessa.

Tra un po' discuteremo una mozione un giorno sì e l'altro pure, perché più ci avvicineremo alle elezioni, e più dovremo venire qui a discutere chissà quante mozioni. Per discutere poi spesso di che cosa? Di aria fritta. Come è successo ieri, in parte, perché ci siamo "intortati", da giovedì scorso fino a ieri sera alle ore 23, per fare il gioco delle parti, esprimere il solito voticino, per risolvere che cosa? Niente, come sempre.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Nella premessa alla mozione, condivido con l'onorevole Locci, giudicata interessante, si afferma la necessità di tenere in stretto rapporto l'offerta di energia con il fabbisogno energetico sardo. Ora, io credo che questo binomio debba interessare un'Aula consiliare come la nostra. Questo rapporto, tra l'altro, richiama il dovere, per chi governa, di fare un minimo di programmazione anche in un settore strategico come quello energetico.

Ora, di questo stiamo parlando. Io credo che la programmazione, per quanto sia ovviamente un dovere innanzi tutto della Giunta, non possa non interessare il Consiglio regionale. L'onorevole Capelli si interrogava (interrogativo, in merito alle dichiarazioni del Presidente della Regione, sul quale in alcune parti del dibattito siamo tornati anche ieri e giovedì scorso) su quale sia il ruolo delle istituzioni nel governo di alcuni settori, in particolare quando si parla di beni pubblici. L'onorevole Capelli ha citato l'acqua, ha citato l'energia ( fonti eoliche, solari, e non solo), e si poneva questa domanda pur senza pensare a fasi come quelle che in questo Paese hanno visto protagonista il centrosinistra, negli anni '60, con la nazionalizzazione del settore elettrico.

A mio avviso è una domanda che meriterebbe un minimo di riflessione in quanto i partiti, le istituzioni credo debbano chiedersi, se non sia proprio a causa loro, avendo delegato il governo dei processi e delle dinamiche economiche ai centri di potere finanziario, il fatto che oggi la politica non ha nemmeno strumenti e possibilità di intervento per governare alcuni processi che stanno mettendo in ginocchio l'economia di questo Paese e, nella fattispecie, con situazioni più acute, anche l'economia di questa Regione.

Però, voglio tornare alla programmazione. Nella passata legislatura, non per sviolinare nessuno, in campo energetico questa Regione si è dotata del Piano energetico ambientale regionale, licenziato dalla Giunta, non passato in Consiglio, come giustamente viene osservato. Un limite del Consiglio, evidentemente, non essere riuscito a discuterlo, o della Giunta, non lo so, però c'è uno strumento, c'è stato evidentemente in chi ha lavorato uno sforzo di programmazione, condivisibile o meno, per carità, questo non sta a me giudicarlo, io l'ho apprezzato, ma questo ovviamente è un parere del tutto personale, però è stato fatto, con quello strumento licenziato dalla Giunta, un minimo di programmazione, che poi non ha investito il Consiglio.

Uno dei temi che pone pressantemente la mozione è l'esigenza di una programmazione in campo energetico; in questa Regione è un'esigenza vitale e, tra l'altro, non possiamo permetterci il lusso di delegare la politica energetica ai soggetti che hanno interesse a produrre e vendere chilowattora, ovviamente con finalità speculative o poco meno. Io credo che dobbiamo tenere nella debita considerazione quanto ho appena detto in relazione ai dati riportati nella mozione, cioè l'offerta al fabbisogno di energia per la Sardegna,. Quindi io chiedo ai due rappresentanti della Giunta di farsi carico di questa esigenza, che credo possa essere propria dell'intero Consiglio regionale, per impegnare la Giunta a dotarsi di uno strumento di programmazione in campo energetico e poi, successivamente, impegnare il Consiglio regionale in questa discussione.

L'onorevole Locci ci diceva che state lavorando a un progetto di legge, non ho capito, ma è un mio limite, se è uno strumento di programmazione generale in campo energetico, oppure una proposta di legge limitata a un segmento della produzione di energia elettrica per questa nostra Isola. Io, però, colgo l'occasione per ricordare, molto mestamente e umilmente all'onorevole Locci, che proprio attraverso quella programmazione, e nella passata legislatura, la Regione Sardegna ha messo in piedi due accordi bilaterali.

Un primo accordo proprio per le industrie energivore del suo territorio, che conosco molto bene anch'io soprattutto nella parte industriale, e quell'accordo bilaterale, concedendo all'Enel fette di eolico con priorità, offrendo forse più di quanto avrebbe meritato, ha consentito all'Enel di fornire energia elettrica alle industrie energivore sarde; quindi, in quel caso specifico, attraverso uno strumento di quella programmazione, onorevole Locci, noi abbiamo fornito, per un tempo limitato, non certamente per responsabilità nostra, perché poi quell'accordo è stato cassato dal TAR del Lazio, se non ricordo male, energia, energia eolica governata dalla Regione.

A differenza di quanto sta avvenendo oggi, che si consente di speculare a chi produce energia elettrica, in quel caso, attraverso quello strumento, l'energia eolica ha portato un beneficio alla collettività, perché ha consentito a quelle imprese di mantenere la continuità produttiva senza soluzione di continuità.

Pertanto, a me pare che la mozione presentata dal collega Porcu si ponga anche, e non solo, questi obiettivi; trattandosi di fonti alternative che, quali esse siano, sono un bene pubblico, così come ha richiamato l'onorevole Capelli, nella concessione che rilasciamo a privati dobbiamo prevedere un ritorno, un beneficio soprattutto per gli interessi collettivi di quest'Isola. Questi credo siano temi che richiamano l'esigenza di una programmazione e, probabilmente, anche la necessità di un'attenzione maggiore da parte dell'intero Consiglio regionale.

Chiudo con una battuta; io mi piccavo, fino a questa mattina, di essere uno che "all'ingrosso" conosce queste questioni, poi ho sentito l'onorevole Locci affermare nel suo intervento una cosa singolare, e cioè che si può stoccare l'energia. Io sarò un ignorante, ma è come dire che un uomo si può ritrasformare in quello che è stato prima di essere generato.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, onorevole Diana, l'energia si può stoccare; esistono le centrali di stoccaggio dell'energia che sono nate proprio per affiancare queste energie cosiddette "non continue", come in particolare l'eolico, e per poterle immettere in rete al momento della necessità; sono solo tecnologie.

Detto questo, credo che la mozione sia estremamente interessante. Al di là dei contenuti, è un argomento che è diventato sicuramente stringente e importante, anche perché si inserisce nel contesto di una debolezza strutturale ormai storica di quest'Isola .

In tema di energia noi abbiamo sempre sofferto; io non posso dimenticare, e qualcuno l'ha ricordato, e quando quest'isola era effettivamente (ed è ancora, la vicenda ALCOA ne è la dimostrazione), schiava delle scelte di grandi gruppi come l'Enel. L'Enel che ottenne di condizionare il mercato, quando si era ancora nella fase sperimentale, quando la ricerca sulle fonti alternative era considerata utile non solo per il progresso, ma per la salute e per l'ambiente, perché mentre bruciava a Porto Torres prodotti come l'Orimulsion, ve lo ricordate, ci fu addirittura un D.P.C.M. dell'allora Primo Ministro Dini per consentire che in Sardegna fossero tollerate soglie di inquinamento non tollerabili in Italia, perché l'Enel voleva bruciare l'Orimulsion, il fango dell'Orinoco. E contro questa deroga il territorio in quegli anni portò avanti una battaglia.

Quindi, siamo deboli, siamo strutturalmente deboli, e forse proprio perché siamo deboli dobbiamo stare molto più attenti, forse addirittura conservativi. Io non sono certamente un khomeinista in materia di ambiente, nei confronti delle multinazionali, però, in tutti questi anni, questo mondo delle energie alternative si è disvelato come un mondo troppo variegato.

A fianco delle persone che hanno costituito quella che definirei la "filiera buona" dell'energia alternativa fatta di ricerche, studi, nell'interesse reale dell'ambiente e della salute, del risparmio energetico e quindi della riduzione dell'inquinamento, è nata immediatamente la filiera dell'intrallazzo, dell'interesse, del business, del business anche in questo caso scritto con la b minuscola.

E' un'anomalia, ad esempio, che in questo settore si viva solo degli incentivi statali, di certificati verdi, di cui si è già detto, è un mondo dove esistono imprese che nascono semplicemente per ottenere autorizzazioni, licenze, approvazione di progetti per venderli ad altri, ma, in quale altro settore esiste un'anomalia di questo genere! E come tutti sappiamo, se in una filiera iniziano a inserirsi operatori che non sono naturalmente necessari per il funzionamento della stessa i costi crescono, e per chi crescono? Per la collettività, perché i certificati verdi, è inutile dirlo, li paghiamo noi con il sovraccarico sulle bollette energetiche normali, li pagano le famiglie, li pagano le industrie, li pagano gli artigiani, li pagano tutti.

In questo business, però, c'è lo spazio che consente a persone senza arte né parte, che non hanno mai speso in know how di ricerca, di inserirsi all'interno delle amministrazioni comunali piuttosto che di quelle provinciali, piuttosto che di quelle regionali, piuttosto che di quelle nazionali, avendo come unica capacità imprenditoriale il possesso delle licenze; questa è un'anomalia. Un'anomalia propria di settori deboli come quelli presenti nella nostra Regione, per cui basta prometterci 10, 30 posti di lavoro, il mantenimento degli altri 200, 300 che noi ci inchiniamo e diciamo: "Sbranateci l'ambiente, bruciate l'Orimulsion". Questa è la situazione sulla quale noi dobbiamo confrontarci, questo è uno dei significati che io leggo nella mozione che è stata presentata.

Quando ero sindaco della città di Sassari guidai il consiglio comunale, qualcuno disse che "forzai" il consiglio comunale, alla scelta dell'opzione zero; cioè durante il mio mandato non fu data nessuna licenza, nessuna concessione per la realizzazione di torri eoliche. Questo perché mi imbattei in un mondo, estremamente strano, di imprese che proponevano la realizzazione di questi piccoli, perché allora erano piccoli, parchi e si parlava di rotori di seconda, di terza mano portati sul territorio e impiantati sui terreni.

Ebbi contro moltissimi allevatori della Nurra che vedevano sfumare la possibilità di guadagnare qualche milione dall'affitto dei terreni e io dovetti spiegare che poi lo smaltimento l'avrebbero pagato loro, perché le fideiussioni improbabili a distanza di 10-15 anni poi saltano. Chi amministra conosce questa realtà purtroppo,quella di imprese che impiantano, incassano non già dall'energia ma dai certificati verdi, dagli incentivi che paga la collettività e dopo di che, quando gli incentivi finiscono, queste imprese falliscono, le fideiussioni sono farlocche e la collettività deve pagare anche per smaltire.

A mio avviso, pertanto, una Regione debole, una Regione sotto ricatto, una Regione che non ha avuto ancora dall'Enel, ad esempio, quella attenzione che dovrebbe meritare avendole consentito di fare i soldi, di usare il suo passato e il suo futuro, deve tutelarsi molto più di altre.

Io non penso che tutti gli imprenditori del settore del rinnovabile, e soprattutto dell'eolico, siano dei riciclatori di denaro sporco, come non penso che tutti i gestori di impianti di raccolta dei rifiuti o di smaltimento dei rifiuti pericolosi siano dei mafiosi; è indubbio però che in questi settori questa infiltrazione sia stata documentata e denunziata.

Di conseguenza, siccome siamo un'area debole, siccome siamo un'area che nel passato non ha dimostrato di sapersi difendere e tutelare, credo che sarebbe opportuno porre dei freni maggiori, più rigidi, anche rispetto a quanto scritto nella mozione, al punto b) dell'impegno, sulle "procedure selettive pubbliche". E'una maniera, certamente, di cercare trasparenza, ma io credo che, come ho cercato di far capire, non basti la procedura selettiva se non specifichiamo su che cosa vogliamo fare la selezione.

Penso, per esempio, che si potrebbe decidere che chi fa la richiesta per avere l'autorizzazione deve essere anche colui che realizza l'impianto e dimostrare di avere alle spalle un know-how, una ricerca e non semplicemente di essere quello che trasporta dei rotori da una parte all'altra del mondo o dell'Italia per impiantare la sua centrale. Certamente non ci basta, consentitemi, il possesso del certificato antimafia che, troppo spesso, si è dimostrato essere una documentazione che non copre quello che realmente è.

E allora ben venga questo dibattito, ben venga il confronto tra idee diverse, sicuramente in questa sede ci sarà qualcuno molto meno rigido di me, che rispetto a me, come posso dire, non "pensa male"; io invece, relativamente a questo settore tendo a pensare male, anche sulla base dell'esperienza fatta in Commissione antimafia sul mondo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti: la storia si sta ripetendo e si sta ripetendo esattamente uguale.

Anche allora si parlava di tecnologie, di vaporizzazione, di termovalorizzatori, di riutilizzazione, di riciclo e immediatamente dopo ci si è accorti che i più bravi in tutto questo erano quelli che non avevano alcun interesse né a tutelare l'ambiente, né a tutelare le persone, ma intendevano solo tutelare i loro interessi. Di conseguenza, visto che questa è una filiera che oggi come oggi è troppo aperta alla speculazione, credo che una maggiore rigidità possa essere una maniera per tutelarci, per tutelarci almeno da adesso in poi visto che, sino a oggi, troppe persone hanno fatto quello che hanno voluto nella nostra terra..

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, Assessori e colleghi, l'intervento dell'onorevole Campus mi conforta un pochino, sul merito ma anche sull'importanza data a questa discussione e alla mozione presentata dall'onorevole Porcu e dal centrosinistra; mi conforta soprattutto rispetto alle considerazioni che, invece, ha fatto l'onorevole Locci che ha definito la discussione nel merito di questi argomenti come un giochettino fra le parti ridotto a un voticino finale.

Spero che questa considerazione appartenga soltanto all'onorevole Locci perché gli argomenti di cui si tratta in quest'Aula riguardano la Sardegna, i problemi dei sardi e il confronto fra le forze politiche qui dentro è importantissimo. Anche la mozione è una mozione importante, presentata a seguito di una fortissima preoccupazione su come si è sviluppato e si sta sviluppando questo settore in quest'isola.

Il settore si è sviluppato in maniera disordinata dagli inizi del 2000 e ha proseguito così fino a un certo periodo. Noi abbiamo cercato di porre dei limiti, di regolamentare la nascita eccessiva dei parchi eolici e oggi, invece, ci troviamo di fronte di nuovo a una deregolamentazione che suscita preoccupazione; e questa mozione vuole, evidentemente, richiamare l'attenzione della Giunta regionale su alcuni problemi che vanno affrontati, secondo me, anche al di fuori delle parti perché si tratta davvero di un settore che può intervenire nel sistema Sardegna in maniera devastante, in particolare sotto l'aspetto del rispetto dell'ambiente.

Quindi questa discussione è importante e speriamo che si possa trovare una convergenza fra le parti che siedono in questo Consiglio.

Lo sviluppo dell'eolico come fonte di energia elettrica pulita ormai è una realtà perseguibile e auspicabile, tra l'altro per la Sardegna è importante. Questo tema dell'energia, è un tema ormai principe; in quest'Aula rimbalza legato a diversi problemi, ne abbiamo parlato nei giorni scorsi in relazione al problema dell'industria, oggi ne parliamo in relazione specifica al sistema dei parchi eolici. E'un tema che fa nascere, tra l'altro, un paradosso fortissimo; da una parte infatti le nostre industrie chiudono perché il costo dell'energia è altissimo, dall'altra oggi noi discutiamo di una produzione dell'energia dallo sfruttamento degli elementi naturali, di cui questa terra è ricca, ma che non ha però una ricaduta sullo sviluppo del nostro territorio. E' un vero e proprio paradosso sul quale la politica evidentemente si deve interrogare.

Quindi lo sviluppo dell'energia elettrica pulita è una realtà perseguibile ed auspicabile anche secondo il senso e i dettami del protocollo di Kyoto, e secondo anche i numerosi indirizzi in tema di politica ambientale ed energetica che sono indicati dalle istituzioni internazionali, europee e nazionali. Quindi non si torna indietro, pensiamo che non si debba tornare indietro neanche sulle scelte di politica energetica ambientale che sono state perseguite nella passata legislatura, a cui hanno fatto riferimento l'onorevole Porcu e anche l'onorevole Diana.

Noi avevamo pensato e pensiamo ancora che quella sia la strada da perseguire e che, anzi, serve insistere sul perseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, serve in particolare perché questa è una prospettiva che favorisce la nostra isola. Ciò nondimeno l'esperienza dell'ultimo decennio ci insegna che nessuna pratica può essere lasciata ingovernata, ed è questo il problema, ed è questo il tema posto anche dalla mozione dell'onorevole Porcu: il governo del sistema, la programmazione del sistema, come diceva l'onorevole Diana.

Dopo circa dieci anni di esperienza in fatto di eolico sappiamo che la situazione deve essere rigorosamente normata e noi ci siamo posti il problema di normare questo sistema.

Agli inizi del 2000 la Sardegna ha conosciuto infatti una aggressione indiscriminata di investitori, e non sempre questa aggressione ha portato ricadute sui territori e sul sistema produttivo sardo. Hanno piazzato sul nostro territorio immensi mulini a vento, anche in zone di pregio naturalistico e archeologico, causando un forte e deteriore impatto paesaggistico e ambientale: questo è sotto gli occhi di tutti.

Non solo gli impianti in sé stessi, ma anche le opere connesse e le infrastrutture che servono a creare il vero e proprio impianto, quelle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'utilizzo degli impianti, hanno dei costi che evidentemente sono eccessivamente onerosi sul territorio in cui insistono, da un punto di vista ambientale. Il crinale delle montagne, le zone costiere sono ecosistemi particolarmente fragili e noi ci siamo posti e ci poniamo il problema che tali operazioni andrebbero evitate, profondamente studiate in termini di impatto ambientale e di effettiva necessità di ciò che si produce.

Sappiamo che la realizzazione delle fattorie eoliche può comportare modificazioni irreversibili dello stato dei luoghi e non siamo disposti, questo è il nostro punto di vista, a venir meno a quelle regole che tutelano il territorio su cui viviamo.

Nel Piano casa cui in cui diceva l'onorevole Locci: "Non c'è traccia del disastro ambientale da voi annunciato", io dico che non c'è traccia del disastro ambientale perché non c'è traccia del Piano casa, come diceva bene ieri l'onorevole Uras, perché quel Piano casa è una bufala, vuota di risorse e che evidentemente sta cadendo nel nulla. Non c'è traccia di nulla, non c'è traccia di nulla! Ci mancherebbe altro che non avesse almeno normato le questioni che riguardano la battigia perché sarebbe stato davvero un disastro ulteriore.

E' un dovere ineludibile di chi oggi governa la Sardegna che gli obiettivi di efficienza energetica siano perseguiti in coerenza con l'obiettivo di minimizzare l'alterazione ambientale, e ciò può avvenire solo istituendo un sistema di prevenzione basato sul rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche attraverso i bandi pubblici, ciò che voi invece avete cancellato, ed esclusivamente laddove questo corrisponde a un'effettiva esigenza del territorio.

Ci vogliamo porre sì o no il problema dell'esigenza del territorio, anziché porci il problema dell'esigenza di chi viene a fare quegli investimenti in Sardegna? E' un'effettiva esigenza del territorio, dicevo, il quale deve essere corrispondentemente ricompensato con la ricaduta di benefici sostanziosi. A oggi - così come ci ricordava bene l'onorevole Porcu nella sua relazione - non è così, anzi, addirittura, a pagare i costi ingenti del sistema creato fin qui sono le famiglie.

L'ispirazione che vi ha guidato, che ha guidato la Giunta del centrodestra nelle modifiche che sono state apportate alla recente legislazione sull'eolico ci pare, anzi è evidente che non nasce dalla volontà di difendere il territorio regionale, e questo è particolarmente preoccupante per noi, se ci consentite.

E'particolarmente preoccupante oggi, considerato che sono sotto gli occhi di tutti anche le cattedrali nel deserto (le questioni di cui parlavamo nei giorni scorsi), i capannoni vuoti e improduttivi lasciati dalla politica sconsiderata degli anni '60, di cui oggi paghiamo i danni, paghiamo appunto la mancata lungimiranza, di quando cioè il sistema di sovvenzioni statali ha proiettato in Sardegna investitori più interessati a intascare tutto quel potevano con scarsissima responsabilità e anche con un senso di onestà imprenditoriale pari a zero.

L'esperienza di allora dovrebbe illuminare tutti e invece la memoria è corta, viviamo nell'eterno presente, ormai questa è la società dell'eterno presente, ci si dimentica delle esperienze passate, ci si dimentica della storia passata e si programma il qui e ora senza pensare a quello che è stato, a ciò che è, in particolare a ciò che sarà.

L'esperienza dovrebbe quindi illuminare tutti ed essere tenuta in particolare considerazione da chi è al governo, considerati gli ingenti contributi che stimolano molte società, talvolta anche di dubbia legalità, a farsi avanti e a presentare progetti. Bisogna invece tenere altissima la guardia perché si tratta, anche in questo caso, del destino della Sardegna, dei suoi interessi e naturalmente del destino dei sardi. Non sarà e non deve essere più ammissibile, non può essere più tollerato che queste autorizzazioni vengano rilasciate in maniera sconsiderata, tenuto conto che la costruzione e l'implementazione delle centrali eoliche comunque hanno sempre un grosso impatto ambientale, senza considerare gli interessi dei luoghi e delle comunità nelle quali si installano. Siamo, lo ripeto, a favore delle produzioni...

PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, che questa fosse terra di conquista lo sapevamo, ma non che in una discussione come quella di stamattina la memoria non aiuti nessuno perché c'è chi si dimentica che i fattori del sottosviluppo e cioè il costo del denaro, il costo dei trasporti e dell'energia si stanno modificando in peggio. Come viene evidenziato anche nelle denunce che si stanno facendo stamattina in quest'Aula quando finiremo di utilizzare tutta l'energia alternativa a nostra disposizione i sardi, come premio, pagheranno il 20 per cento in più in bolletta. Un grande successo, un successo eccezionale, continuiamo a far finta di non vedere!

Io ricordo che quando si approvò o, meglio, la Giunta di allora approvò il primo Piano energetico, parlando con l'assessore La Spisa ebbi modo di dirgli che, consentire alla Giunta di fare scelte di programmazione di questo livello in solitudine, abbandonando l'Aula, era un approccio errato.

Finita quell'esperienza di governo ne è arrivata un'altra, e non è che abbia migliorato la situazione. Amici del centrosinistra, nei cinque anni appena trascorsi la Giunta, e per Giunta intendo dire il Governatore di allora, ha modificato il Piano energetico a suo piacimento, come una fisarmonica. Voglio ricordarvi, ad esempio, che data la "necessità" di ritoccare quelle benedette percentuali in quel del Casic; per 200 ettari, non per 2 mila metri, ma per 200 ettari in concessione a una certa Sorgenia, fu modificato il Piano energetico a una velocità impressionante. Tutti zitti, silenzio.

In questo poco spazio che abbiamo tutti a disposizione voglio invitarvi a verificare come viene utilizzato il sistema inglese o quello spagnolo, per vedere le ricadute, per le popolazioni ospitanti, sul costo energetico, i guadagni che la stessa popolazione porta a casa nella suddivisione di una ricchezza che serve a tutti.

Oggi vi ponete il problema dopo cinque anni di saccheggi, sulla falsariga di chi vi ha preceduto! Quindi, siete sullo stesso piano. So che la verità non piace, ma questa è la verità! Proviamo, allora, a fare un'indagine seria che è qualcosa di diverso.

Nella mozione c'è un passaggio che parla delle modalità di selezione a bando. Voi avete fatto i bandi sul fotovoltaico, li aprivate alle nove del mattino e a mezzogiorno erano chiusi, e questo accadeva nella giornata del sabato. Alle dieci non c'era più niente. Qualcuno ha presentato la domanda per via telematica in orari accettabilissimi, eppure non rientrava in quelle graduatorie. Questo non scandalizza nessuno, tutti zitti!.

Io credo che si debba affrontare un cambiamento reale di tutto il settore e, guardate, io sono a metà d'accordo con l'intervento del collega Locci. Perché a metà? Perché lui si ferma al: "Individuiamo dove si può fare". Io vado oltre, siccome è casa mia ed è un patrimonio che appartiene a quest'Isola, dico anche chi lo può fare, e questo non mi scandalizza! Altrimenti chi fa gli impianti arriva da fuori, e porta via, porta via. Se infatti verifichiamo quante concessioni avete rilasciato nei passati cinque anni risulta che molte non le conoscete, molte le avete dimenticate.

E' opportuno, allora, che l'Assessore faccia un elenco di quel passaggio e lo porti alla nostra conoscenza, così tutti quanti capiremo che il saccheggio in parte è avvenuto sotto i nostri occhi ma anche con la nostra complicità, perché chi governa è complice di questo. E non si può dare la colpa a chi governa da un anno rispetto a chi ha governato quel settore per cinque anni. Questa è la verità di fondo.

Ma il saccheggio è ancora più grande. Oggi io ho letto questa notizia: "Nasce a La Maddalena la Bertolaso SpA". Auguri, ma auguri a tutti! Un'altra notizia è che stamattina hanno arrestato a Roma il vice di Bertolaso. E l'hanno arrestato per questioni legate a La Maddalena, non per altro. Ma per La Maddalena non l'ha incaricato il Cavaliere, ma qualcuno che conoscete bene, e cioè Prodi; dopo il Cavaliere l'ha lasciato . Le imprese quindi sono arrivate da fuori, Marcegaglia docet, e noi abbiamo provato a protestare per questa gestione, ma nel silenzio di questa Aula, ripeto, nel silenzio di questa Aula! Questa è la verità.

Qualcosa da dire, però, c'è anche per chi governa adesso: "Ma era necessario affidare allo Yacht club Roma l'organizzazione della Vuitton Cup quando nell'isola c'è lo Yacht club Costa Smeralda che, grazie a Dio, è conosciuto in tutto il mondo?". Abbiamo portato anche quello da Roma insieme a Onorato e a una truppa, così i malumori aumentano, la ricchezza continua ad andar fuori e il saccheggio resta l'obiettivo principale. Se vogliamo uscire da questo stato di cose partiamo da presupposti diversi.

Non è che oggi stiamo sbagliando noi che stiamo governando, rispetto a voi che avete governato ieri. Voi, errori, ne avete commesso tanti, evitiamo di commetterne anche noi, ma per il bene di chi viene amministrato. Perché in questa vicenda i più deboli, e sono i cittadini sardi, saranno quelli che pagheranno più di tutti: quel 20 per cento in più in bolletta è un costo che non possiamo permetterci.

Decidiamo, pertanto, se questa ricchezza dobbiamo sfruttarla noi, se questa ricchezza deve restare in sede, se questa ricchezza partecipa a migliorare la situazione economica di tutti i cittadini, se il costo dell'energia finalmente diminuisce. Questi sono gli obiettivi, non ce ne sono altri. Discutere di altro è "fare filosofia", è "fare accademia", sono parole al vento come diceva qualcuno. A che cosa saranno utili? Non saranno utili a niente.

Abbiamo reso quel territorio, bellissimo, prigioniero della marina di La Maddalena e abbiamo iniziato noi per primi con questo silenzio a permettere un saccheggio irreale. Quel denaro è nostro, hanno utilizzato fondi FAS, non sono risorse loro; con la maggior parte dei nostri fondi, che si sono portati via, hanno deciso loro, e nonostante li stiano arrestando continuiamo a far sì che possano decidere loro al nostro posto. Questa è debolezza, questa è sudditanza; questa è gente che è nata prigioniera e che non riesce a liberarsi. Questa è la verità di fondo.

Non ci sono padroni né a destra né a sinistra, su questi temi ci deve essere la massima libertà di prendere noi decisioni, di assumerci le responsabilità come classe dirigente in un'Aula che vuole recuperare autorevolezza rispetto al passato. Ma lo dobbiamo volere noi perché se non saremo in grado di fare questo sarà una battaglia persa, sarà povertà ancora più di quanto già ce ne sia, sarà disperazione. Siamo a un bivio. Questa è una mozione grazie alla quale si può riprendere un discorso importante su un tema vitale perché può essere il cardine, lo strumento, la leva di una ripresa reale, se avremo le capacità.

Altrimenti continueremo ad avere l'energia che costa e le industrie che se ne vanno, le battaglie da fare a Bruxelles, il piangerci addosso e la disperazione degli operai che è l'unica cosa reale che abbiamo davanti agli occhi, non possiamo inseguire il mondo, questo è il discorso. Ciò che è preoccupante, cara onorevole Barracciu, è che non riusciamo a capire noi, per primi, quale strumento di cambiamento e quale ricchezza abbiamo nelle nostre mani, ed è una ricchezza che stiamo perdendo. Io credo che questo non possiamo permettercelo.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il consigliere Paolo Terzo Sanna, che aveva chiesto congedo, è presente in Aula. Pertanto il congedo si intende revocato.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Solo per qualche doverosa considerazione, in attesa della replica dell'Assessore, sulla discussione che mi è sembrata importante e anche ricca di spunti. Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Planetta, che giustamente richiamava la carenza nella mozione della denuncia delle attività speculative oggetto di indagine della Commissione antimafia, io sono d'accordo con lui.

In questa mozione, e nella relazione che ho svolto, abbiamo messo in evidenza che dove c'è un ritorno sull'investimento estremamente elevato perché il sistema degli incentivi pubblici fa gola, e dove quel sistema degli incentivi non è gestito, non è programmato dal pubblico, certamente c'è il rischio di attrarre anche soggetti che magari con quel settore economico niente hanno a che fare. E' tale la struttura dell'attività economica, essendo sostanzialmente priva di rischio e con un solo cliente, che il pericolo del riciclaggio, dell'inquinamento mafioso è certamente molto elevato.

Io, però, non mi sono concentrato su questo aspetto per il semplice motivo che nella mozione si propone un correttivo che è quello di ricondurre il sistema delle autorizzazioni a finalità pubbliche; quindi, nel momento in cui io faccio sì che la ricaduta di quelle attività non sia tale da garantire utili (li ho citati prima) netti annuali pari al 15-20 per cento dell'investimento fatto, con ritorni sull'investimento estremamente brevi, in 4-5 anni si recupera l'investimento iniziale. Se interveniamo su questo meccanismo mettendo quel sistema degli incentivi al servizio delle finalità pubbliche, affrontiamo anche quel problema.

L'onorevole Capelli diceva: "Mi piacerebbe capire perché oggi il bene pubblico debba essere necessariamente gestito da privati". Anch'io lo vorrei capire, ma in questo caso stiamo facendo di più. Non solo stiamo facendo gestire da privati un bene pubblico ma lo stiamo addirittura privatizzando perché, a differenza di altri settori come l'acqua dove poi l'utilizzo e il costo del bene sono in qualche modo regolamentati, in questo settore dell'energia di fatto stiamo cedendo una porzione di territorio senza aver più niente da chiedere se non delle briciole sulla gestione annuale. Quindi stiamo privatizzando un bene pubblico.

Io, poi, accolgo l'invito formulato da alcuni colleghi, tra gli altri dall'onorevole Campus, di verificare la possibilità di una sospensione alla fine della discussione per migliorare il dispositivo, renderlo più completo e inserire altri elementi che possono scoraggiare società, da lei definite "inconsistenti" o "farlocche", dal presentare progetti. Ben venga la possibilità di, come dire, prevenire alcuni fenomeni che certamente non portano niente alla nostra Regione.

Devo dire invece che non ho capito l'intervento dell'onorevole Locci; probabilmente si era preparato un intervento su un personale filo conduttore perché noi, oggi, non abbiamo negato che gli interventi per gli impianti off-shore siano di fatto molto difficili. Lo diciamo anche nella mozione dove chiediamo di subordinare il rilascio di nuove autorizzazioni per impianti off-shore a intese obbligatorie con la Regione Sardegna, ai sensi dell'articolo 56 del decreto del Presidente della Repubblica del '79, numero 348. Ma anche altre norme che citiamo, certamente l'articolo 11 della legge edilizia, definendo bene paesaggistico le acque territoriali della Sardegna, contribuiscono a rendere quel tipo di intervento impossibile in mancanza d'intesa con la Regione Sardegna.

Noi in effetti non abbiamo citato questo aspetto; noi abbiamo detto che dobbiamo preoccuparci anche di chi fa l'intervento, e del fatto che questi interventi alla fine fanno correre il rischio, che ricordava l'onorevole Giacomo Sanna, di raggiungere la quota del 20 per cento di energia consumata prodotta da rinnovabili con il costo in bolletta per le famiglie, e il costo energetico per le industrie energivore che rimane uguale, identico.

Onorevole Locci, lei è fermo al 2004, perché al raggiungimento di questa quota, stabilita dal pacchetto clima dell'Unione Europea, non manca molto. Infatti,oggi, con gli impianti installati, e anche mantenendo i consumi delle industrie attuali, siamo già oltre il 12 per cento. Pertanto non so per chi facciamo questa operazione, certamente non la facciamo per i sardi, certamente non la facciamo per le famiglie sarde nelle forme attuali.

E ricordo, qualche collega l'ha citato, che l'accordo Enel-Regione Sardegna, il tentativo cioè di programmare le autorizzazioni per far sì che, perlomeno per i grandi impianti, le autorizzazioni fossero collegate alle ricadute sul territorio, è in vigore. Oggi i 550 milioni di kilowattora, o i 550 gigawattora, l'ENEL li fornisce alla Glencore di Portovesme, che produce piombo e zinco primario, li fornisce oggi, perché il ricorso al Tar di Roma non è stato accolto, e quindi quell'accordo è pienamente operativo.

Allora io credo che noi, di al di là delle demagogie, al di là delle posizioni di parte, oggi dobbiamo decidere se vogliamo mettere a frutto il sistema degli incentivi statali sulle rinnovabili, affinché questi non portino briciole al nostro territorio, alle nostre famiglie, alle nostre comunità, alle nostre imprese, in particolare quelle piccole, o se il business delle rinnovabili, il sistema degli incentivi statali deve, come dire, essere appannaggio di pochi industriali che lasciano soltanto ricadute marginali nel nostro territorio.

Io come vede, onorevole Locci, non ho parlato neanche di paesaggio, ne potrei parlare da ambientalista quale sono, e non mi sono preoccupato dall'aspetto paesaggistico, ritenendo che l'aspetto paesaggistico sia il presupposto di questa discussione; ritengo peraltro che noi, al di là delle norme che abbiamo inserito transitoriamente in finanziaria negli anni passati, dovremmo disciplinare con uno studio puntuale i siti nei quali posizionare questi impianti. C'è infatti zona industriale e zona industriale, ci sono anche zone industriali che sono limitrofe a boschi, ci sono zone industriali dove vento non ce n'è, e zone industriali dove vento ce n'è, e quindi ha anche poco senso posizionare questi impianti in luoghi dove magari il vento spira per 1000-1200 ore all'anno, e non posizionarli dove spira per 2000 ore all'anno; in questo modo con lo stesso consumo di superficie ottengo il doppio della resa.

Pertanto, al di là del richiamarci al che cosa è successo negli anni passati, al di là del puntarci il dito contro reciprocamente, cosa che credo interessi poco chi ci guarda, noi dobbiamo rispondere alla domanda che ha posto l'onorevole Giacomo Sanna, e cioè se noi vogliamo che alla fine della filiera, raggiunto il 20 per cento di energia consumata da rinnovabili, la bolletta per le famiglie sarde sia più bassa oppure no. Dobbiamo dire sì o no.

Vogliamo che, raggiunto quell'obiettivo, tra l'altro anche legato ad una sostenibilità della rete (non ne abbiamo parlato, ne parleremo un'altra volta, non è infinita la possibilità di sostenere le rinnovabili nella nostra rete, senza rischio di black out), il beneficio ci sia, in particolare per il sistema economico produttivo sardo? Se la risposta è sì, cominciamo da oggi a scrivere un quadro programmatorio che renda possibile per la Giunta regionale e per il Consiglio regionale destinare quelle quote di energia rinnovabile a effettivi benefici per il sistema economico, io dico anche sociale, della nostra Regione.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla Giunta sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 07 , viene ripresa alle ore 12 e 13.)

PRESIDENTE.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

ANGIONI, Assessore tecnico dell'industria.Signor Presidente, signori consiglieri, grazie alla completezza dei vostri interventi mi avete dato la possibilità di aggiornare le mie conoscenze in materia,. Nel leggere la mozione numero 24 ho sottolineato il punto in cui si parla di energia eolica con conseguente aumento delle richieste che vengono presentate ai vari comuni, e di impatto di energia eolica sull'ambiente.

Dati i miei trascorsi quando vengo in quest'Aula sono abituato a scrivere per cui posso riassumere di che cosa si è parlato per punti essenziali. Abbiamo parlato di ricavi aziendali spropositati, di interventi della mafia con rischi di riciclaggio di danaro sporco, qualcuno ha detto che sono argomenti ai quali la magistratura dovrebbe prestare maggior attenzione. Altri hanno sottolineato che i piccoli comuni non sono protagonisti e che vi è anche l'impossibilità di controllarli. A me pare che siano pur sempre espressi con elezioni, e quindi espressioni della politica, per cui non vedo perchè consiglieri più avveduti, di qualunque parte politica, destra, sinistra, centro, non possano dire ai loro sindaci sul territorio: "Stai attento che questa può essere una truffa". Non credo che sia una questione così difficile da gestire e che vada fuori controllo.

Per tornare al contenuto degli interventi, ho sentito parlare di Piano casa, ho sentito parlare di off-shore, e poi ancora di "una speculazione latente, contro la quale la politica non ha strumenti", ma siamo in quest'Aula proprio per confrontarci fra Giunta e Consiglio regionale; non sono invenzioni, sono considerazioni tratte dai vari interventi svolti questa mattina in Aula. Ancora, "il settore presenta soprattutto delle grandi anomalie finanziarie", "il territorio è stato aggredito a partire dagli anni 2000". L'onorevole Sanna ha esordito dicendo: "Attenti perché tutto questo gioco alla fine si risolverà con un aumento delle bollette, pari al 20 per cento, sulla pelle dei sardi".

Questo in sintesi, amplissima sintesi, è il contenuto degli interventi odierni. Ovviamente, quindi, poco spazio per la richiesta ai comuni, poco spazio per l'impatto sul territorio ambientale, però risponderò anche a queste cose, soprattutto ai tre punti su cui avete impegnato la Giunta.

In California c'è una contea denominata Napa Valley, conosciuta in tutto il mondo perché da zona desertica oggi è diventata la zona nella quale si coltiva la stragrande maggioranza delle uve che poi danno vita al mercato del vino californiano. Viaggiando dalla California verso l'Arizona, si attraversano ampie aree desertiche, improvvisamente -gli americani sono bravi a sfruttare tutto -si vedono cartelli sui quali compare la scritta "Parco eolico", inteso non come parco di divertimenti, ma come un posto da visitare pagando anche il biglietto. Sto frugando nei ricordi della memoria, ma quel parco dovrebbe essere una installazione da 3000 a 5000 pale che non si vedono dalle grandi strade di comunicazione, ma devi proprio entrare, ripeto pagando il biglietto, perché il bambino impazzisce e vuole fare la foto con le 5000 pale sullo sfondo. Non sto facendo uno spot pubblicitario, ma sto dicendo che evidentemente le cose si possono fare, anche se comportano un grandissimo impatto ambientale, purché siano controllate.

Noi non siamo la Napa Valley, però, dall'esame della documentazione presente nell'Assessorato, emerge che abbiamo una centrale eolica anche a Carloforte; che cosa fa, produce? E' aperta? Da quanto tempo c'è? Quali sono i ricavi? Abbiamo, pare, una centrale eolica a Morgongiori. Da poco il sindaco ha levato un grido d'allarme sul fatto che siano rimasti solo i pezzi di ferro, la ruggine, sostanze che stanno inquinando il terreno e via dicendo. Abbiamo altre centrali eoliche che, percorrendo la Carlo Felice, vediamo sui crinali delle montagne, in zone che dovrebbero essere anche di rispetto ambientale.

Avete detto che occorre stare molto attenti a chi viene in Sardegna, a che cosa propone, a che cosa vuole fare. Non bisogna essere né assessori e né, tanto meno, consiglieri regionali per controllare, basta anche semplicemente avere la curiosità dei semplici cittadini. Circostanza, e per certi verti fortuna, vuole che chi ha sollevato il caso dell'azienda di Bosa, che doveva fare il parco eolico davanti a Is Arenas, sia qua davanti a voi

Un collega, Roberto Petretto, su La Nuova Sardegna pubblica la notizia di questi parchi off-shore e un altro collega - che sarei io - l'indomani viene colto da curiosità e dice: "Scusa ma ho letto che si tratta di una società di Bosa, non è neanche lontano, che ha un capitale di 10 mila euro, che cosa abbiamo verificato?" Mi viene risposto che si sta preparando un'inchiesta.

A questo punto mi reco all'indirizzo della società, mi pare fosse via Azuni - sto frugando nella memoria - e all'indirizzo c'è un signore che aggiusta motoscafi, motori marini, qualcosa del genere, al numero civico affianco c'è un bar. Ancora più in là, dall'altra parte, guardando le facciate a sinistra c'è un gommista, tutto alla luce del sole, tutto verificabile, non c'è traccia di questo ufficio che poi abbiamo scoperto essere da tutt'altra parte. Io ho parlato anche con i rappresentanti della società che hanno detto essere questo il loro mestiere, cioè un cliente gli ha detto di aver avuto questa idea e che loro gliela stavano seguendo.

Visto che abbiamo aperto la parentesi dei parchi off-shore penso che tutti sappiate che a Is Arenas sono già iniziate le rilevazioni a mezzo .anemometro, o stavano per iniziare, o comunque sono state autorizzate perché, mi dispiace dirlo, nell'ultima seduta, mi pare, del 31 luglio 2009, forse perché era l'ultima prima delle vacanze estive, forse per via del caldo, maggioranza e opposizione attuali, del Parlamento italiano, hanno votato una estensione del demanio tale da ricomprendere (oltre gli impianti per l'energia nucleare) anche l'off-shore.

Noi, pertanto, come tutte le altre regioni, siamo impotenti davanti all'eventuale installazione di impianti off-shore; queste sono le ultime informazioni in mio possesso, se adesso le cose stanno cambiando è un altro paio di maniche; però, per quanto fossimo convinti di poterci opporre, perché comunque l'energia doveva essere trasportata a terra, non vi era possibilità di intervento né da parte della Regione, né da parte della provincia, né tanto meno da parte del comune che, eventualmente, subisse nel suo territorio l'installazione di quegli impianti.

Il problema dell'energia in Sardegna, sia eolica che derivata da fotovoltaico oppure da altre fonti, non è la quantità; non ho un dato esatto, però i primi calcoli in mio possesso mi consentono di dire che non tanto oggi, ma quando ci saranno i ventilati raddoppi di centrali, quando verranno autorizzati gli avviamenti dei parchi eolici, fotovoltaico e quant'altro, presumibilmente, a meno che non si diminuisca la parte di energia inquinante, avremo energia da vendere. Il problema non è mai la quantità: il problema è sempre il costo di questa energia.

Per certi versi sposo gli interventi di quanti si sono posti il problema della ricaduta sul territorio, in termini di benefici, di questi impianti. In effetti sono le questioni che fino a questo momento hanno protratto il passaggio in Giunta di una delibera proprio sul fotovoltaico; stiamo infatti cercando la maniera migliore per capire, al di là dell'essere aggrediti e dell'essere, se mi passate il termine non in perfetto italiano, "speculati", dove si va a parare.

Personalmente sto cercando di capire quanto un pannello solare duri, perché ci sono dei dati che dicono che il pannello dopo un certo numero di anni incomincia a decadere. So per esperienza che nel settore delle archiviazioni video ancora non sappiamo, con certezza, per quanto tempo il DVD immagazzini le immagini senza che queste decadano. Quindi, anche lo studio della durata dei pannelli solari, della loro decadenza, come resa e via dicendo è una delle cose che stiamo seguendo.

E'stato citato più volte l'articolo 18; vi ricordo che l'articolo 18 ha causato l'intervento della Unione europea che parecchie volte, nelle sue disposizioni, ha visto l'aiuto di Stato, più o meno occulto. Questo è uno dei problemi con i quali dobbiamo fare i conti.

Sono eventualmente disponibile per qualsiasi altro tipo di informazione, anche se vi devo dire che , come assessorato, sto seguendo altre strade. Per esempio, a seguito di molti incontri avuti con il collega della Toscana (e grazie a reminiscenze scolastiche sullo sfruttamento della energia geotermica), pur consapevole che la nostra isola non è l'Islanda, tuttavia, se solo riuscissimo a non buttare a mare o, meglio, a fiume tutta l'acqua calda che fuoriesce da Fordongianus, da Santa Maria Coghinas, dove si può vedere questa scia di vapore che se ne va, potremmo non dico produrre energia ma almeno risparmiarne. Anche su questo stiamo lavorando, così come su tantissime altre cose.

Inutile che vi dica che siamo sommersi da tutte le parti del mondo da richieste, invio di materiale pubblicitario da chi ritiene di avere i pannelli solari più belli, le torri eoliche migliori, le tecnologie più avanzate, da chi costruisce a 20 miglia dalla costa, da chi ha piccoli impianti, e da chi ne ha a bizzeffe. E non riguardano soltanto l'eolico, visto che c'è chi chiede anche la riapertura della miniera di Furtei, perché pensa di aver capito eccetera, eccetera.

Chi ha avuto esperienze assessoriali, o comunque di governo, sa bene che queste pressioni ci sono sempre; ritengo però che in questo periodo ci sia un incremento spaventoso, proprio perchè con la globalizzazione su Internet si vede quale attività localizzare sui territori. Siamo spiati a distanza.

Ovviamente, poi ci sono quelli che alle nove mi aspettano con i cartelli in viale Trento; anche in questo caso ho cercato una forma di organizzazione per cui, dopo due mesi, avendo anche maggiore conoscenza dell'Assessorato, ho detto che non c'era bisogno di tafferugli, bandiere e fischietti, ma bastava chiedere un appuntamento in tempi ragionevoli che noi avremmo cercato di fissare.

Questo sta accadendo regolarmente, anche se ogni tanto c'è qualcuno che sembra dimenticarsene e dice che senza bandiera, fischietto e tamburo non vengono le telecamere, quindi la protesta è come se non venisse fatta.

Vorrei aggiungere qualcosa sulle serre fotovoltaiche; su questo problema abbiamo aperto un tavolo con l'Assessore dell'agricoltura, il collega Prato, per vedere di far partire queste serre vincolandole all'effettiva produttività agricola dei terreni sui quali è stata fatta richiesta di insediamento.

Stiamo studiando una formula pertanto che consenta di avanzare la richiesta solo a chi è realmente un agricoltore, mentre io, Regione, studio il piano di fattibilità relativamente ai beni che si vogliono produrre. Di conseguenza è inutile che da un certo punto della Sardegna, dove magari c'è la neve, si chieda di mettere in serra noci di cocco, e questa è la cosa più banale che mi viene da dire. E' una sorta di patentino, quindi, che deve essere dato all'agricoltore nel momento in cui farà la richiesta della serra fotovoltaica, ovviamente facendo una serie di prototipi a seconda delle esigenze: da 50, da 100, da 200 e quant'altro.

Ho concluso, e sono disponibile per qualsiasi altra informazione..

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, ho chiesto di intervenire per chiedere, al presentatore della mozione, se l'Aula è d'accordo, di evitare un voto sulla mozione o su un eventuale ordine del giorno. Io credo che l'argomento in discussione meriti ulteriore attenzione e una trattazione da parte dell'Aula più approfondita.

La mia proposta è di sospendere la discussione e di rinviare l'argomento in Commissione; Commissione che, quando avrà approfondito l'argomento, ne farà oggetto di una risoluzione da portare in Aula. Ritengo che questo passaggio possa aiutarci, oltre che a impadronirci ancora di più della materia, a trovare soluzioni di garanzia per tutti i cittadini su un tema di vitale importanza qual è quello delle energie alternative.

Continuazione della discussione della Mozione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'aumento di richieste alle amministrazioni competenti di parchi eolici nel territorio della Sardegna e sulla necessità di legare il rilascio delle autorizzazioni alle effettive esigenze energetiche della Sardegna e alla compatibilità con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai

sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (24)

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Devo dire che, se non fosse intervenuto il collega Giacomo Sanna per formulare questa proposta, sarei stato in imbarazzo su come impostare la mia replica. Quindi lo ringrazio perché ci offre la possibilità di riprendere in una sede specifica, tecnica e politica, l'approfondimento di un argomento che non può essere banalizzato, come invece si rischierebbe di fare con una conclusione frettolosa.

Debbo sottolineare che dalla replica dell'Assessore - Assessore, mi scusi se lo dico - sembrerebbe che il dibattito non ci fosse stato, che i problemi che abbiamo posto non fossero stati posti. Lei non ha diminuito ma ha aumentato le nostre preoccupazioni sul fatto che ci sia proprio un problema culturale dietro la situazione attuale; non c'è una difficoltà a programmare, ma non c'è proprio in questo momento la comprensione della dimensione del problema.

Io sono preoccupato per alcune cose, anche se spero che questa preoccupazione non sia reale; per esempio, io sono personalmente convinto che abbiamo tutti gli strumenti per bloccare gli impianti off-shore, e su questo torneremo. Dichiaro subito di accogliere la richiesta di un riesame in Commissione che si concluda con la presentazione di una risoluzione, perché abbiamo tutti gli strumenti per farlo e credo che l'Aula debba dire una volta per tutte che li ha, e debba ricordarlo anche alla Giunta. Non ci sono infatti soltanto le norme di attuazione dello Statuto ma ci sono anche decreti legislativi che certamente vincolano la possibilità di rilasciare autorizzazioni per impianti off-shore a un'intesa con la Regione, intesa che non può non esserci.

Sono preoccupato che lei mi dica che non sappiamo dove andiamo a parare, perché certamente, in un contesto in cui i vari operatori del settore fanno il loro mestiere che è fare proposte e richieste, non avere uno strumento programmatorio che dice quali sono gli obiettivi della Regione, induce anche a prendere decisioni che possono essere controproducenti.

Ritengo pertanto che sia una buona idea riaffrontare la discussione in Commissione con questo filo logico: tutto questo, per chi lo facciamo? Cioè, perché autorizziamo impianti? Assessore, non so se lei sappia che in Sardegna c'è una potenza disponibile di 3700 megawatt, a fronte di un picco di consumo pari a 1600-1700 megawatt, cioè noi oggi abbiamo un dimensionamento degli impianti di produzione energetica che, nel momento in cui ci sarà il nuovo cavo SAPEI, che ormai è operativo, sarà del tutto sproporzionato.

Noi abbiamo bisogno, se consideriamo gli standard nazionali che potremo applicare con il nuovo cavo SAPEI (l'elettrodotto da 1000 megawatt), di dimensionare i nostri impianti di produzione energetica probabilmente per un picco intorno ai 2000 megawatt, cioè potremo chiudere metà degli impianti.

Allora io credo che sia fondamentale oggi chiedersi per chi prendiamo decisioni, perché se lo facciamo per creare impianti a beneficio di qualcuno, non si sa bene perché, poi sarà difficile spiegare che quegli impianti diventeranno parco di divertimenti per bambini e famiglie che pagheranno un biglietto per vedere le pale; questo ho capito che alla fine è il rischio che corriamo, visto che altre motivazioni non ci sono.

Allora io credo che, per dare dignità a questa discussione che vuole mettere al centro di ogni iniziativa le famiglie, l'impresa, il sistema economico, dobbiamo riportare l'argomento in Commissione e formulare una risoluzione che aiuti la Giunta a stabilire e a programmare le priorità, ma anche a capire le sue prerogative fino in fondo, nell'interesse di tutte le nostre comunità.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. L'onorevole Porcu ha già dato la sua disponibilità per accedere alla richiesta dell'onorevole Sanna sul rinvio della mozione in Commissione. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 37, viene ripresa alle ore 13 e 26.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Comunico che la mozione è stata ritirata ed è stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Porcu - Bruno - Uras - Diana Mario - Milia - Cuccureddu - Sanna Giacomo - Cocco Daniele Secondo - Vargiu - Milia - Steri

IL CONSIGLIO REGIONALE

Al termine della discussione sulla mozione 24 in materia di produzione di energia rinnovabile funzionale all'attenta salvaguardia dei valori paesaggistici ed ambientali della Sardegna, a effettivi vantaggi per la comunità sarda in termini economici e sociali, all'abbattimento dei costi energetici e alla riduzione delle emissioni inquinanti,

dà mandato

alla VI ed alla V Commissione consiliare competenti in materia di industria e di ambiente di predisporre, in seduta congiunta, una specifica risoluzione da sottoporre a discussione in Assemblea, ai sensi del 1° comma dell'articolo 51 del regolamento, al fine di:

a) programmare il rilascio di nuove autorizzazioni per impianti di energie rinnovabili nell'ambito delle effettive esigenze energetiche contenute nel PEARS e delle direttive comunitarie in materia di clima;

b) finalizzare prioritariamente le stesse autorizzazioni a benefici effettivi e misurabili per la pubblica amministrazione, per le imprese e per le famiglie sarde nel quadro dell'esame complessivo della pianificazione energetica regionale.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare l'Assessore dell'industria.

ANGIONI, Assessore tecnico dell'industria. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Avevo chiesto di intervenire, Presidente, prima dell'interruzione e della scrittura di questo ordine del giorno che si pensa di votare tutti quanti. Voterò comunque a favore di questo ordine del giorno perché credo che sia urgente tornare a discutere, e discutere con un po' di chiarezza, su questo argomento di fondamentale importanza.

Vorrei puntualizzare due cose. In primo luogo ricordo che esiste, oltre ad alcuni foglietti trovati nell'Assessorato o a un po' di memoria orale, il Piano energetico regionale e ambientale nel quale sono scritti tutti i numeri, è descritta la situazione della Sardegna odierna e quello che sta accadendo.

All'interno del Piano energetico ambientale è contenuto un progetto che ci riguarda tutti, è un progetto per l'eolico da cui necessariamente bisogna ripartire a meno che uno non lo voglia modificare.

Ancora, esistevano dei criteri per l'installazione dell'eolico, criteri contenuti nell'articolo 18 della finanziaria per il 2007e che sono stati successivamente cancellati. Nel collegato alla finanziaria del 2009, non è stato detto stamattina per cui è utile ricordarlo, vi siete dati sei mesi di tempo, quindi sono scaduti in questi giorni, per procedere alla revisione delle linee guida.

In Commissione bisognerà perciò discutere della revisione delle linee guida per l'installazione dell'eolico in Sardegna all'interno dei criteri stabiliti nella passata legislatura; criteri che sono stati cancellati e che spero vengano invece riutilizzati. Mi riferisco innanzitutto al vantaggio per la pubblica amministrazione, al vantaggio per la competitività delle imprese sarde e ai vantaggi per le famiglie. E questo è quello che mi auguro che succederà con un approfondimento in Commissione e poi con la discussione in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo dell'U.D.C.. Ritengo peraltro opportuno segnalare alla Giunta che, per quanto riguarda l'off-shore, c'è un'urgenza immediata che richiede di valutare la possibilità di un intervento ad horas. Infatti non conosco le pratiche e non so se siano state rilasciate autorizzazioni, il fatto che si facciano tracciamenti implica che ci sia una concessione a monte. Se così è, segnalo che deve valutarsi se questa concessione è legittima o meno.

Infatti la disciplina attuale si rinviene nell'articolo 12 del D.P.R. numero 387 che, nella formulazione originaria, prevedeva che in caso di dissenso della Regione, e non ho dubbi che la Regione dissenta dall'off-shore, perché in questo senso ci siamo già espressi e abbiamo votato in questa Aula (quindi la posizione della Giunta è di contrarietà all'off-shore in mare), la competenza a decidere passava alla Regione.

Questa norma, come ha ricordato l'Assessore, è stata abrogata nel luglio del 2009, per altro con il voto contrario dell'U.D.C. da quanto mi consta; e questa abrogazione rende incostituzionale l'articolo 12 tanto è vero che la Corte costituzionale con la sentenza numero 88 del 2009, a fronte di un ricorso per impugnazione dell'articolo 12 promosso dalla Regione Toscana, ha affermato che quella norma è costituzionale proprio perché la Regione può dissentire, se la Regione non ne dissente, argomento a contrario, vuol dire che la norma è incostituzionale.

Non solo, segnalo che l'articolo 112, comma secondo, delle norme tecniche di attuazione del PPR, prevede espressamente il divieto di realizzazione di impianti eolici e di trasporto di energia in superficie, quindi è un primo divieto. Non solo, nel famigerato Piano casa c'è anche una serie di "normette" estremamente positive. Mi riferisco all'articolo 13, comma primo, lettere G, H e I, per brevità non le leggo, ma queste norme, tra le altre cose, qualificano il mare territoriale come bene paesaggistico, il che vuol dire che nessuna concessione può essere rilasciata se non vi è il previo assenso dell'autorità preposta alla tutela del paesaggio.

Pregherei quindi la Giunta, perché non è in questa ipotesi attendibile il pronunciamento della Commissione, che provveda oggi stesso a verificare se vi sono, ovviamente ove condivida quello che ho detto, ipotesi di illegittimità, e interessi l'ufficio legislativo per procedere immediatamente in via giudiziaria, ovvero la tutela del paesaggio, perché provveda a proibire qualsiasi attività.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo del P.d.L. Vorrei ricordare al presidente Soru che il Piano energetico è stato adottato, ma non è stato approvato. Se fosse stato portato all'attenzione dell'Aula, così come noi avevamo chiesto nella precedente legislatura, probabilmente questi vuoti di cui parliamo oggi non esisterebbero.

Voglio per memoria, però, comunicare all'Aula che nessuna autorizzazione è stata concessa da allora in poi. Quindi, non ci sono parchi eolici di nuova autorizzazione. Per cui, sarà anche vero che l'articolo 18 è stato cassato, sarà anche vero che nel collegato è ancora in itinere il problema dell'approvazione da parte della Giunta entro i sei mesi delle linee guida, certo è che di tutto ciò che è contenuto nell'ordine del giorno, anzi, nella mozione che è stata presentata dal collega Porcu, nulla è stato compromesso. Quindi, la discussione è in corso, è in fieri, l'affronteremo in Commissione, ma io spero che il Piano energetico, comunque, venga portato all'attenzione del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, annuncio il nostro voto a favore dell'ordine del giorno. Forse, però, è necessario aggiungere qualcosa. Vorrei ricordare all'onorevole Soru, assente a tutto il dibattito di stamattina, quindi non ha potuto ascoltare i diversi interventi (il tempo è poco ma credo di riuscire a spiegare alcune cose che ha anticipato il collega Diana) che il Piano energetico è sempre stato il frutto delle giunte di turno, e questo Consiglio non è stato mai investito da una proposta di programmazione seria di un settore di vitale importanza; e lei per primo, per cinque anni, ha gestito e modificato il Piano a seconda delle circostanze.

Ho ricordato stamattina che l'ultima modifica è stata apportata in favore di un insediamento, in quel del CASIC, di 200 ettari, che avrebbe fatto lavorare venti persone. Questo c'era scritto nell'accordo, venti persone per 200 ettari. La società è la Sorgenia, l'ho detto, lo ripeto, la Sorgenia fa riferimento a De Benedetti. Quei 200 ettari furono il frutto di una modifica del Piano fatta con una delibera di Giunta. Credo non ci sia niente da criminalizzare, ma credo non ci sia neanche niente da addebitare a chi oggi sta governando.

Da parte di chi governa, forse, c'è la volontà, di rivedere attentamente le questioni e di dare a quest'Aula la possibilità di programmare e di dare le linee guida su un settore, quello dell'energia, che è stato però in mano a pochi. Io ho prospettato comunque all'Assessore, poc'anzi, la necessità di portare alla mia conoscenza, e a quella di tutta l'Aula, le concessioni rilasciate nei cinque anni precedenti, visto e considerato che sino ad oggi, in questa legislatura, non ne è stata rilasciata alcuna. Poi, volendo, potremo anche aprire un dibattito sulle concessioni rilasciate nella scorsa legislatura.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, lei è già intervenuto.

SORU (P.D.). Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Per fatto personale si interviene alla fine della seduta.

Metto in votazione l'ordine del giorno.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera FLORIS Rosanna ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BIANCAREDDU - BRUNO - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CARIA - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - LOTTO - MANCA - MANINCHEDDA - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Marco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PIRAS - PITEA - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SECHI - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - SORU - STERI - TOCCO - URAS - VARGIU - ZEDDA Alessandra - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BEN AMARA - STOCHINO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 75

votanti 72

astenuti 3

maggioranza 37

favorevoli 72

contrari 0

(Il Consiglio approva).

Per fatto personale

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo per fatto personale perché, alla conclusione di questo dibattito, sono state date delle notizie non vere, si è detto infatti di una politica energetica gestita quasi personalmente da poche persone, che poi avevano la possibilità di modificarla a seconda delle esigenze e delle necessità.

Il Piano energetico regionale è stato realizzato sulla base di uno studio attento, durato molti mesi, forse persino due anni, da parte dell'Università. E' stato discusso con le parti sociali, con le organizzazioni datoriali, finalmente approvato, e mandato al Consiglio per l'approvazione, come giustamente ricorda l'onorevole Diana. Successivamente, il Governo centrale ha approvato un Piano per la realizzazione in Italia di tre importanti impianti di solare termodinamico, progettati da Rubia, peraltro nello stesso Parco di Polaris. Naturalmente la Sardegna si è candidata per realizzarne uno, e anche per questo intervengo.

Il collega Sanna ricorda che questo Parco, che eventualmente sarà localizzato all'interno del CASIC, potrebbe essere realizzato dalla Sorgenia di De Benedetti. Me lo ricorda come se fosse una cosa che mi riguarda. Vorrei dire che non troverà al riguardo nessuna telefonata, nessuna conversazione, come quelle che si trovano in altri casi. Parleremo in quest'Aula di come possono essere i rapporti tra chi svolge funzioni pubbliche e gli imprenditori, e vedrà che troveremo relazioni più interessanti rispetto a quelle che lei cercava di ventilare in quest'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, scusi, su che cosa chiede di parlare?

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Per fatto personalee in risposta alle dichiarazioni dell'onorevole Soru.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Quando toccano lui, sua maestà, non è molto politico nel rispondere, ma lasci perdere. Quando avremo quell'elenco, Presidente, lo sollecito a lei, e indirettamente allo stesso Assessore dell'industria (non si tratta di fare telefonate, si tratta di capire sino in fondo, ad esempio, come sono state date le autorizzazioni)-capiremo tutti come sono state assegnate le concessioni.

Allora, in primo luogo capiremo come ad Aggius, in un sito di pregio, sia nato un Parco eolico. E poi leggeremo chi è il proprietario, il quale dirà quali erano i rapporti, questo è un fatto personale. Poi, se vogliamo entrare nell'argomento, lo faremo. Onorevole Soru, se lei cerca la provocazione, soprattutto nel Gruppo sardista, soprattutto nel Gruppo sardista…

(Interruzione del consigliere Soru)

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). …troverà sempre pane per i suoi denti.

SORU (P.D.). Le sue minacce non mi fanno paura.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, lei ha avuto la possibilità di esporre le sue ragioni, dia questa possibilità anche all'onorevole Sanna.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Sapesse quanto fanno paura a me le sue minacce. Lei minacce non ha il diritto di farmele, io sono rispettabile, lo sa meglio di me. Queste cose le ha fatte lei, non io. Il Piano energetico l'ha modificato lei prima di Sorgenia. I 160 ettari di esproprio li ha proposti lei, questa è la verità di fondo: deve smettere di gettare veleno in quest'Aula.

Ha seminato veleno, zizzania, cattiverie in quest'Aula, non ha fatto altro. Io sono rilassatissimo, non abbia problemi con me. Non è lei che riesce a provocarmi. Lei deve smettere questo atteggiamento, quest'Aula sa essere tranquilla, quest'Aula ha capacità di mettere assieme idee, volontà e sinergie. Lei in quest'Aula non crea cattiverie, lei non ha la capacità di mettere sottosopra quest'Aula, non la tiene più in scacco.

PRESIDENTE. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 del pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 42.



Allegati seduta

XCIX Seduta

Mercoledì 10 febbraio 2010

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 04.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 27 gennaio 2010 (92), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Pietro Pittalis, Adriano Salis e Paolo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 10 febbraio 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Discussione della mozione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'aumento di richieste alle amministrazioni competenti di parchi eolici nel territorio della Sardegna e sulla necessità di legare il rilascio delle autorizzazioni alle effettive esigenze energetiche della Sardegna e alla compatibilità con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3

dell'articolo 54 del Regolamento (24)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 24.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'aumento di richieste alle amministrazioni competenti di parchi eolici nel territorio della Sardegna e sulla necessità di legare il rilascio delle autorizzazioni alle effettive esigenze energetiche della Sardegna e alla compatibilità con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il sostegno a tutte le produzioni di energia da fonte alternativa ai combustibili compatibili deve essere coniugato con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici, paesaggistici, storico-culturali del territorio sardo e deve essere funzionale all'effettivo fabbisogno energetico della Sardegna;

CONSIDERATO che:

- recentemente sì è registrato un aumento delle richieste inoltrate alle amministrazioni pubbliche competenti di parchi eolici, sia in ambiti terrestri che offshore, dal pesantissimo impatto ambientale, come quello al largo del Sinis della Is Arenas Renewables Energies Srl (sede: Bosa, 08013, via Azuni n. 23) composta da 80 torri eoliche alte 130 mt (100 sopra il pelo dell'acqua), 320 MW di potenza massima, area di 21.698.062,00 mq nel mare territoriale (da 2 a 8 km dalla costa) del Sinis e 450 mq sul demanio marittimo, davanti al litorale di Is Arenas, Su Pallosu, S'Archittu, nei Comuni di San Vero Milis, Narbolìa, Cuglieri (OR);

- tale intervento per le sue pesantissime implicazioni paesaggistiche e notevole impatto sulle attività turistiche e sulle attività di pesca ha destato una fortissima opposizione delle comunità locali e delle rappresentanze istituzionali a tutti i livelli;

- il sole ed il vento sono beni comuni da considerare di proprietà pubblica e il loro sfruttamento va finalizzato ad effettivi vantaggi per la popolazione sarda in termini di abbattimento dei costi energetici e di riduzione di emissioni inquinanti;

- il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici in ambiti terrestri rientra fra le competenze regionali (articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003), mentre il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici nell'ambito del mare territoriale rientra fra le competenze nazionali (Ministero delle infrastrutture e trasporti, articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003);

- con deliberazione della Giunta regionale n. 28/56 del 26 luglio 2007 sono state individuate le relative linee guida per la realizzazione delle centrali eoliche (articolo 112, delle NTA del PPR - articolo 18, comma 1, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2);

RILEVATO che:

- a oggi i parchi eolici installati in Sardegna e quelli già autorizzati coprono largamente le possibilità di effettivo utilizzo della rete elettrica sarda e qualsiasi ulteriore autorizzazione non comporterebbe una riduzione nella attività delle centrali termoelettriche tradizionali e delle relative emissioni di sostanze inquinanti e di CO2;

- la tecnologia degli impianti eolici è ormai una tecnologia matura priva di rischi imprenditoriali e gli incentivi statali rendono certi i ricavi economici pluriennali anche sulla base della sola energia prodotta ancorché non utilizzata;

- in virtù di questa modifica normativa le concessioni regionali per la realizzazione di nuove centrali eoliche non sono più obbligatoriamente rilasciate in seguito a bando pubblico, ma possono essere assegnate senza alcun legame con le effettive esigenze energetiche della Sardegna con il rischio di una grave perdita dei corrispettivi in favore della Regione autonoma della Sardegna e di un inutile impatto ambientale;

RICORDATO che:

- l'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009, ha integralmente sostituito l'articolo 18 della legge regionale n. 2 del 2007, per la disciplina e la realizzazione di ulteriori impianti eolici nel territorio regionale cancellando, in maniera del tutto inopinata, l'obbligo di rilascio delle autorizzazioni all'esercizio di nuovi impianti mediante procedure selettive pubbliche sulla base delle effettive necessità energetiche del territorio della Sardegna così come contenute nel PEARS (deliberazione della Giunta regionale n. 66/24 del 27 novembre 2008);

- in ogni caso, la realizzazione di centrali eoliche è assoggettata al preventivo e vincolante (articolo 29 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni) procedimento di valutazione di impatto ambientale (articolo 20 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, allegato IV, punto 2, lettera e), articolo 31 della legge regionale n. 1 del 1999 e successive modifiche ed integrazioni, deliberazione della Giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008, allegato A1, punto 3), mentre la realizzazione di centrali eoliche in aree marine è assoggettata al preventivo e vincolante (articolo 29 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, legge n. 99 del 2009) procedimento di valutazione di impatto ambientale (articolo 20 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, allegato II, punto 7 bis),

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a vincolare strettamente il rilascio di nuove autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche:

a) alle necessità energetiche reali ed effettive del territorio regionale della Sardegna così come contenute nel PEARS;

b) a procedure selettive pubbliche (bandi) contemplanti forme di retribuzione in energia e/o monetarie a favore della Regione Sardegna e degli enti locali interessati ed a sospendere il rilascio di nuove autorizzazioni fino alla definitiva approvazione dello studio specifico previsto dal Piano paesaggistico regionale (articolo 112 delle norme tecniche di attuazione) e dall'articolo 18 della legge regionale n. 2 del 2007, come sostituito dall'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009;

2) a richiedere al Governo nazionale che il rilascio di nuove autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche nel mare territoriale della Sardegna sia subordinato a intesa/concerto con la Regione autonoma della Sardegna, ai sensi dell'articolo 56 del decreto del Presidente della repubblica n. 348 del 1979 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna), da stabilirsi solo sulla base delle effettive necessità energetiche della Sardegna contenute nel PEARS.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

PORCU (P.D.). Presidente, le chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 06, viene ripresa alle ore 10 e 15.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Per illustrare la mozione ha facoltà di parlare il consigliere Porcu. Ricordo che il tempo a disposizione per l'illustrazione della mozione è di venti minuti.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, oggi con questa mozione affrontiamo non soltanto un tema, le autorizzazioni per nuovi impianti eolici, che può apparire specifico, ma anche la prosecuzione, a mio avviso, della discussione su quale deve essere il modello di sviluppo della Sardegna.

Io proverò ad argomentare i motivi di preoccupazione che esprimiamo in questa mozione; non mi limiterò a denunciare una situazione che può apparire grave dal punto di vista del numero di richieste che arriva all'Amministrazione regionale per quanto riguarda gli impianti eolici terrestri, al Ministero per gli impianti eolici off-shore, ma proverò a fare una considerazione di carattere più generale.

Una considerazione di carattere generale per capire, rispetto al campo specifico delle energie rinnovabili, quale può essere il modo per massimizzare le ricadute, certo non per gli industriali del vento, cioè quegli imprenditori che vengono da fuori a compiere l'ennesima scorribanda per lasciare al nostro territorio spesso le briciole (questo cercherò di argomentarlo anche con i numeri), e per far sì che si colga l'opportunità delle energie rinnovabili in un quadro di sostenibilità economica e sociale.

Quindi, parto dal presupposto che dobbiamo ritenere che il sole e il vento di per sé siano da considerare di proprietà pubblica e che quindi il loro sfruttamento, Assessore, vada finalizzato all'ottenimento di effettivi vantaggi per la popolazione sarda. Per capire il perché questo diventa ancora più importante nel caso delle energie rinnovabili, è fondamentale ricordare come funziona questo mercato.

Oggi noi abbiamo un mercato che sostanzialmente si basa sugli incentivi, in particolare per l'eolico la tecnologia è una tecnologia matura, cioè priva di rischio imprenditoriale. Oggi si arriva a torri eoliche di due megawatt, arriveranno tra poco a tre megawatt, il costo di una torre è di poco più di un milione di euro ed è un mercato molto particolare, un business molto particolare perché ha un unico cliente che è l'Enel (c'è una priorità di dispacciamento per i produttori di energie rinnovabili), che è obbligato a ritirare l'energia elettrica prodotta, tra l'altro, a un costo che riflette i vincoli che vengono imposti ai consumatori e ai produttori di energia, un costo anche appetibile che oggi è di circa 90 euro a megawattora. A questo costo si somma il valore dei certificati verdi che è l'incentivo statale riconosciuto ai produttori di energia da fonti rinnovabili.

Quindi, si tratta di un settore dove ho un unico cliente che deve ritirare la merce e lo Stato che sopra quel valore di mercato, che comunque è un valore che deriva dai vincoli e dai limiti che vengono posti ai produttori e ai grandi consumatori di energia, pone un incentivo. Novanta euro a megawattora, ieri parlavamo di richieste di Alcoa di lavorare a un costo di 30 euro a megawattora, un prezzo riconosciuto dall'Enel estremamente interessante, a cui si somma il valore del certificato verde che è praticamente uguale.

Oggi, pertanto, un industriale del vento - il meccanismo è leggermente diverso ma è molto simile il discorso per il fotovoltaico - vende la sua energia a 180 euro per megawattora. Noi ci stiamo affannando per trovare il modo di fornire all'industria energivora energia a basso costo, intorno ai 30 euro per megawattora, e c'è qualcuno che oggi nello stesso mercato, nello stesso territorio può vendere a 180 euro grazie.. agli incentivi statali.

Questi incentivi, inoltre, saranno erogati per 12 anni; per cui in questo particolare settore non soltanto ho la certezza del prezzo e della vendita del prodotto, ma questa certezza ce l'ho anche per un periodo molto lungo: 12 anni.

Qual è la riflessione conseguente? Opero in un mercato di fatto anomalo, con un unico compratore che è obbligato a comprare, sono in un mercato anomalo con un prezzo che, di fatto, è fissato dal sistema delle regole degli incentivi dati al settore, ho un periodo prefissato in cui posso vendere il prodotto. Ma c'è un elemento in più. Chi paga il sistema degli incentivi, Assessore? Il sistema degli incentivi è pagato dalle famiglie sarde, perché c'è un sovra canone nella bolletta, pari a due centesimi a chilowattora; e se noi esaminiamo i dati di Terna sui consumi sardi scopriamo che le famiglie sarde hanno consumato circa 2,2 gigawattora all'anno, una quota pari a circa il 18 per cento dei consumi regionali e il totale degli incentivi pagati dalle famiglie sarde è di circa 44 milioni di euro.

Quindi, ho un mercato incentivato, pagato dalle famiglie sarde per un totale di 44 milioni di euro, che in questo momento dà incentivi per decine e decine di milioni di euro che si traducono, io ho fatto un calcolo per il parco eolico da 400 megawatt già installato e gli altri 200 megawatt in corso di installazione, in utili al settore per 60 milioni di euro all'anno. Quindi, oggi come oggi, quel mercato è in larghissima parte alimentato dalle famiglie sarde.

Assessore, in un contesto di crisi sociale ed economica, (un contesto con trenta punti di crisi descritti anche dalla relazione del presidente Cappellacci, ripresi in questa Aula), in cui l'industria di base è in crisi, in cui le multinazionali chiudono perché i costi dell'energia nel nostro Paese sono alti, ma è alto anche il costo della manodopera, per cui abbiamo difficoltà - le abbiamo ricordate ieri - non solo a Portovesme ma anche a Porto Torres e nella piana di Ottana, quale sarebbe una buona pratica? Una buona pratica sarebbe quella che collegasse a un settore incentivato, a rischio zero, pagato dalle famiglie sarde il sistema degli incentivi e l'esigenza, riconosciuta e sacrosanta, di far sì che almeno il 20 per cento dei consumi di energia elettrica, come chiede l'Unione Europea, derivi da fonti incentivabili massimizzando il beneficio per le famiglie sarde o perché abbatto i costi in bolletta o perché le ricadute economiche e sociali dei nuovi impianti sono tali da consentire o di creare nuovi posti di lavoro o di mantenere gli attuali.

Che cosa ha fatto, invece, la Giunta regionale? La Giunta regionale con l'articolo 6 della legge numero 3 del 2009 è riuscita a cancellare quanto previsto dalla finanziaria del 2007, cioè che il rilascio di autorizzazioni per i nuovi impianti, parlo chiaramente di impianti terrestri che dipendono dalla Regione Sardegna, fosse messo a bando, tenendo conto delle ricadute sociali ed economiche per la nostra Regione.

Io le ricordo che cosa diceva l'articolo 18 della legge numero 2; certamente questo articolo si poteva anche scrivere meglio, noi sappiamo però che l'articolo in questione ha retto alla prova dei ricorsi che pure sono stati presentati, e i giornali di oggi ricordano per esempio che a Tula sta partendo un impianto da 70 megawatt dell'Enel, frutto di un accordo tra Enel e Regione Sardegna per 160 megawattora che vincola però l'Enel a rilasciare ogni anno 550 gigawattora di energia a basso costo a 40 euro per megawattora che coprirebbe, per dare un esempio della dimensione di scala, il 15-20 per cento delle esigenze di Alcoa. Non stiamo parlando di quisquilie, per un semplice accordo che riguarda 160 megawatt di eolico e noi ne abbiamo già installati 600.

E questa norma che avete cancellato secondo noi impropriamente, ancora una volta dimostrando di non capire neanche come fare ricchezza, come creare valore, come dare sostegno economico e sociale alla Sardegna e alle famiglie sarde, prevedeva anche che fino ai massimali stabiliti nel Piano energetico regionale dovesse essere data priorità, attraverso bandi a quegli operatori che fossero stati in grado di dimostrare le importanti ricadute economiche e sociali prodotte dai loro interventi.

Cito un esempio. Se io favorisco quello che sta facendo Enas, cioè far diventare i nostri enti pubblici produttori di energie rinnovabili, quelle ricadute economiche ci sarebbero per le famiglie sarde; immaginate che se Enas o Abbanoa dovessero abbattere i costi di pompaggio dell'acqua, perché diventano produttori di energie rinnovabili i con impianti da 70 megawatt, le cito i numeri, potrebbero recuperare ogni anno 10-11-15 milioni di euro.

L'impianto di Ulassai, l'ho già citato come esempio, che è costato 86 milioni di euro ha ricavi annuali, compresi i certificati verdi, per 28 milioni di euro, utili netti per 11 milioni di euro, un impianto da 70 megawatt. Allora se noi pensiamo ai problemi di Abbanoa che ci chiede 30 milioni di euro per abbattere o, meglio, per coprire il canone sociale delle bollette, ci rendiamo conto che basterebbe installare un parco da 150 megawatt da parte di un ente pubblico, magari collegato alla gestione delle acque, per coprire il disavanzo di Abbanoa.

Assessore, ho svolto queste considerazioni per chiederle di riflettere, di riflettere sul modo in cui noi stiamo gestendo oggi la partita delle energie rinnovabili. Certamente riflettere sui grandi impianti e tra questi, so che alcuni colleghi ne parleranno perchè il meccanismo è simile, vi è quello delle grandi serre fotovoltaiche da 40-50 megawatt. Ho fatto l'esempio di Ulassai, potrei fare quello di Isili dove si rischia di aprire un altro impianto; su questi impianti le ricadute per il territorio, rapportate agli utili netti, sono del 5-6 per cento.

Cioè noi stiamo "regalando" il 95 per cento dei benefici economici, degli utili netti a imprenditori che vengono da fuori, e lasciano le briciole ai nostri territori. Eppure si può fare diversamente, si è fatto diversamente in alcuni comuni del Sud d'Italia dove il comune stesso è diventato imprenditore dell'eolico, è diventato azionista al 50, al 60 per cento. Lo si può fare, concedendo in maniera prioritaria autorizzazioni agli enti pubblici, come le ho ricordato.

L'altro aspetto che voglio richiamare, e poi spero che il dibattito e l'attenzione in questa Aula ci siano non soltanto su discussioni che possono apparire politiche o ideologiche, ma anche su situazioni concrete, come questa, che possono dare risposte alle esigenze dei nostri territori e delle nostre famiglie, è capire dove si vuole arrivare. Tutti noi sappiamo che una volta raggiunto il 20 per cento di copertura dei consumi delle energie rinnovabili, il rubinetto degli incentivi tenderà a chiudersi.

Assessore, che cosa significa? Significa che tenderà a chiudersi o perché si esaurisce definitivamente, o perché Tremonti lo requisisce per coprire i buchi in bilancio o le difficoltà del deficit annuale, oppure perché quegli incentivi pagati dalle famiglie italiane e dalle famiglie sarde andranno a finanziare la partita del nucleare.

Allora, io ho una finestra molto piccola, Assessore, in cui io mi ritrovo nei prossimi 18-24 mesi a dover far sì che i benefici per il sistema economico della Regione, per le famiglie sarde siano massimi in modo da intercettare il flusso degli incentivi che dureranno ancora 12-20 anni prima che quei rubinetti si chiudano, prima che per i nuovi impianti non ci siano più. Allora, oltre la partita dei grandi impianti, per raggiungere il 20 per cento di copertura dei consumi dalle energie rinnovabili entra in gioco anche il fotovoltaico.

Sulle grandi serre parlerà il mio collega Lotto, io voglio parlare dei piccoli impianti, quelli da 20 kilowatt, quelli delle famiglie, quelli delle piccole imprese. Anche a Isili dove si rischia di approvare un grande parco eolico, ci sono imprenditori che hanno richiesto piccoli impianti fotovoltaici (di potenza inferiore al megawatt), che hanno chiesto di vedere autorizzati impianti per le biomasse, per creare un'integrazione virtuosa col loro sistema di produzione per rafforzare quel tessuto economico e imprenditoriale fatto di piccole imprese, per integrare il reddito. In agricoltura si chiama multifunzionalità.

Anche quella partita, che oggi ha coperto già 50 megawatt, va gestita, va lasciato uno spazio per far sì che quel tipo di intervento sia privilegiato perché è quello che massimizza i ritorni per le piccole realtà, per le piccole imprese, per le piccole imprese agricole, e se noi favoriamo quell'incentivo e favoriamo quel tipo di intervento ci mettiamo nelle condizioni di garantire per i prossimi vent'anni un'integrazione del reddito alle piccole imprese sarde o un abbattimento delle bollette alle famiglie sarde.

Assessore, lei certamente saprà che il bando sul fotovoltaico da 5 milioni di euro ha determinato centinaia e migliaia di richieste, troppe per accontentare tutti, ma dietro questi 5 milioni di euro che noi abbiamo dato, che dovremo probabilmente incrementare perché qui sta la ricchezza, ci sono migliaia di famiglie che per vent'anni vedranno abbattuti i costi dell'energia nella loro bolletta. Allora quale misura vogliamo incentivare, Assessore? Quale misura vogliamo favorire? Quella che lascia il 5 per cento degli utili netti sul territorio, o una misura che per vent'anni abbatte le bollette energetiche delle nostre famiglie del 20-30 per cento?

Questa è la riflessione che io pongo alla sua attenzione e a quella dei colleghi, anche per dare un senso alla discussione di ieri, anche per darci la possibilità, e mi rivolgo all'onorevole Capelli, all'onorevole Giacomo Sanna, che hanno richiamato l'importanza che quest'Aula poi si ritrovi su cose concrete, di concretizzare. Dimostriamo, come Regione, che riusciamo a tutelare innanzitutto gli interessi dei sardi, delle imprese, delle piccole imprese sarde e delle famiglie sarde, diamoci delle regole, stabiliamo degli obiettivi, diamo priorità a quegli impianti che effettivamente possano comportare ricadute economiche e sociali (e le ho descritte), o a quei piccoli impianti che possono nel tempo integrare il reddito delle imprese, o abbattere il costo delle bollette delle famiglie.

Relativamente alla quota del 20 per cento, a mio avviso in un quadro federale in accordo con lo Stato potremmo sempre andare oltre; io le chiedo però qual è questo oltre, perché oggi non sappiamo neanche qual è l'obiettivo sancito dal PEARS. Il tappo dei 550 megawatt è saltato, potremmo andare oltre ma negoziando con altre regioni qual è la quota che la Sardegna può coprire del loro fabbisogno, ma certamente una quota che deve essere remunerata, e deve essere tale da lasciare alla nostra Regione effettivi vantaggi economico-sociali.

Le lascio questo spunto, ci rifletta. Io spero che alla fine di questa discussione esiteremo un ordine del giorno, una proposta che possa dare speranze e risposte alle attese delle piccole imprese e delle famiglie sarde.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, oggi discutiamo una mozione importante, mi riferisco soprattutto all'evoluzione che avrà questa discussione, alle determinazioni conseguenti alle nostre riflessioni di oggi che il nostro confrontarci produrrà in quest'Aula e fuori da quest'Aula. Ebbene, posso iniziare il mio intervento citando una data, da cui si possa capire e, anzi, avere certezza su che cosa gli impianti eolici e l'energia da essi derivata rappresentano realmente in Sardegna, in Italia, nel mondo: uno dei più grandi e ambigui affari di questo secolo.

, Il 6 agosto del 2007, il Wall Street Journal pubblica la notizia che il colosso americano International Power (IP), aveva comprato, al prezzo enorme di 1 miliardo e 830 milioni di euro, una parte dei parchi eolici sviluppati nel Mezzogiorno italiano dal principale operatore italiano, la IVPC, fondata da Oreste Vigorito. Per avere un ordine di grandezza nella classifica dei 10 contratti più importanti del 2007, la cessione figurava al nono posto, mentre per intenderci all'ottavo posto c'era lo stilista italiano Valentino, con una valutazione di 2,1 miliardi. Ora, tutto il mondo conosce lo stilista Valentino, ma credo che pochi sappiano chi sia Vigorito, questo avvocato di Ercolano, che in soli 15 anni ha costruito un vero e proprio impero.

Ma, prima di entrare nel dettaglio, vorrei riportarvi alla memoria delle circostanze che ci dovrebbero far ben riflettere. Verso la fine dello stesso 2007 Greenpeace condusse una sorta di assalto contro questo Palazzo, al grido di "No al carbone, sì all'eolico" per contestare la politica regionale sull'energia che si andava proprio in quel periodo definendo. Gli attivisti di Greenpeace trovarono anche il tempo di dichiarare a "L'Unione Sarda", il 24 novembre 2007, che secondo i loro particolari sondaggi il 90 percento dei sardi non era contrario all'eolico, e che il 60 percento lo considerava un'opportunità positiva.

Già in precedenza, il 29 giugno dello stesso anno, undici comuni, un non meglio qualificato comitato "Su Bentu", composto da amministratori locali e privati a favore del'energia eolica, e guarda caso sempre Greenpeace, attaccarono la allora politica regionale di apertura all'energia eolica, perché troppo subordinata alla tutela del paesaggio.

In pratica pareva che tutti chiedessero la liberalizzazione del ricorso all'energia eolica, con motivazioni riconducibili principalmente a ragioni economiche, e poi di natura ambientale, per esempio la lotta all'effetto serra. Emblematico il caso di un Assessore comunale dell'ambiente che intendeva realizzare una centrale eolica in un'area il cui il vento soffiava a non più di tre metri al secondo; un segnale evidente del vero business dell'energia eolica, quello dei "certificati verdi", rappresentativi di quantitativi di energia da fonti alternative, necessari ai produttori per la vendita dell'energia prodotta alla rete di distribuzione.

La legge, infatti, impone alle società che inquinano di compensare i propri peccati comprando i cosiddetti certificati verdi dai produttori di energia pulita. Così, grazie al prezzo oneroso dei certificati italiani, e alla riduzione dei costi di produzione, l'utile lordo delle imprese aumenta esponenzialmente, trasformando l'Italia nel paese della cuccagna, delle banche di affari, degli speculatori del settore, che hanno proprio cavalcato l'onda perfino quotandosi in Borsa.

Ma, direte, che cosa c'entra tutto questo che sto raccontando con la Sardegna e con la mozione che oggi siamo chiamati a discutere? Ebbene, credo che il testo di questa mozione, presentato dal collega Porcu, sia come dire carente nella premessa, ed ovviamente e conseguentemente nel contenuto dell'impegno richiesto. Mi spiego meglio.

A mio avviso viene sottaciuto, certo in buona fede, un aspetto inquietante e pericoloso dell'intera vicenda, o meglio "faccenda" che riguarda il nostro eolico, l'eolico sardo. Mi riferisco agli interessi e alle correlazioni sospette, peraltro già oggetto di indagine da parte della Magistratura, che riconducono anche l'avventura dell'eolico in Sardegna a gruppi di speculatori recidivi, alle solite multinazionali, alle banche d'affari, alla criminalità organizzata di tipo mafioso.

E' più volte citato l'avvocato Oreste Vigorito, per esempio, che oltre ad essere Presidente dell'ANEV, l'Associazione industriale di categoria, è uno degli uomini più ricchi e più potenti della Campania, Presidente del Benevento calcio, e pare anche finanziatore di un politico importante con un contributo IVPC Sardegna da 25 mila euro. Ha iniziato con capitali americani e giapponesi, ma alcune controllate della sua IVPC si sono viste assegnare finanziamenti pubblici per un centinaio di milioni di euro. Evidentemente c'è qui qualche zona d'ombra, tanto che il Pm Maria Luisa Buono da Avellino lo iscrive nel registro degli indagati per truffa aggravata finalizzata alla percezione dei fondi pubblici della legge numero 488.

L'inchiesta del nucleo di polizia tributaria di Avellino poi ricostruisce i sistemi disinvolti adottati dalle controllate IVPC e dai partners siciliani per acquisire i contributi. Secondo l'ipotesi dell'accusa Vigorito e il suo rappresentante in Sicilia, Vito Nicastri, avrebbero prodotto, nella domanda per la richiesta dei contributi pubblici, falsi contratti di locazione dei terreni su cui si sarebbero dovute installare le turbine eoliche, in modo da ingannare i funzionari del Ministero.

Ebbene, è notizia recente che anche la Commissione antimafia si occuperà del caso eolico in Sardegna. L'annuncio arriva dal Vicepresidente della Commissione bicamerale antimafia, Fabio Granata, dai deputati sardi Pili e Murgia che hanno preparato il fascicolo da sottoporre all'organismo parlamentare perché avvii un'indagine sul proliferare dei parchi eolici off-shore, ma non solo questo, in Sardegna.

Ci sono molte analogie tra quello che è accaduto in Sicilia e quanto si preannuncia accadrà in Sardegna. Infatti anche da noi il grosso di queste società è senza nome e cognome; con indirizzi puntualmente in paradisi fiscali esteri, da Montecarlo al Lussemburgo; incroci societari palesemente tesi a celare i veri finanziatori di queste operazioni. Le inchieste siciliane che, voglio ricordare, hanno portato a diversi arresti sul versante dell'eolico, prospettano legami che appaiono sospetti con almeno due iniziative avallate sull'off-shore in Sardegna, società e fiduciari, voglio ancora ripetere che si affiancano, si sovrappongono in società anonime, registrate come tali nei più lontani paradisi fiscali.

Ecco, colleghi, che cosa intendevo dire rilevando alcune carenze in questa vostra mozione. Che cosa intendevo dire lamentando il fatto che si sia trascurato questo aspetto triste e pericoloso dell'intera faccenda. Avrei voluto che la mozione da voi presentata…

PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che alcune riflessioni vadano fatte alla luce dell'intervento del collega Planetta più che alla luce della mozione; non so però se questa sia la sede opportuna perché, ovviamente, su tutto ciò che si dice e si relaziona in Aula è necessario verificare la documentazione allegata.

Anch'io ho letto dell'interesse manifestato dalla Commissione antimafia su quanto avviene nel settore degli investimenti per l'energia eolica e non solo in Sardegna; purtroppo girano delle voci, alcune sicuramente attendibili, altre meno, altre aprono a considerazioni che, a mio avviso, hanno necessità, sicuramente per quanto ci riguarda, di un maggiore approfondimento politico.

Altre istituzioni, come ha detto il collega Planetta, si potranno occupare dell'altra faccia della medaglia, ma noi siamo in quest'Aula, richiamati dalla mozione del collega Porcu e degli altri colleghi che l'hanno sottoscritta, per dare un indirizzo o per rivedere un indirizzo, quello richiamato nella modifica prevista dalla legge "3", in modo particolare per quanto richiamato nel dispositivo sul fatto se ci dobbiamo affidare a gare di evidenza pubblica per la valutazione delle autorizzazioni relative oppure se continuare con quanto determinato nella legge prima citata.

Quando abbiamo discusso di quella modifica, le motivazioni esposte ci hanno indotto a votare perché si uscisse dal vincolo della gara di evidenza pubblica e delle relative valutazioni. Diciamo anche che alcune storie del passato, su autorizzazioni rilasciate dalla Giunta regionale per la costituzione di grossi impianti eolici o investimenti nel settore dell'energia, hanno fatto dubitare del sistema precedente.

Infatti, vorrei ricordare che affinchè si potessero realizzare degli investimenti nel settore energetico sono stati autorizzati lavori per deviare anche i corsi dei fiumi. Però, evitiamo il gossip, evitiamo accuse del passato, dobbiamo guardare avanti.

La lettura della mozione mi ha indotto a riflettere sul perchè (e pongo la questione alla vostra attenzione) l'energia, il sole, il vento, l'acqua, l'aria, come bene di tutti, devono necessariamente, almeno questo sembra essere l'indirizzo che si vuol dare nella nostra nazione, essere considerati bene pubblico ma gestito dai privati. È una domanda alla quale, personalmente, non ho ancora dato una risposta. Perché, grazie ai nuovi strumenti a disposizione, per esempio le aziende pubblico-private, con la partecipazione pubblica, con il controllo pubblico, non si può gestire l'energia, bene di tutti, a favore di tutti?

Io comprendo benissimo le imprese che investono in questo settore; però mi sembra di tornare indietro nel tempo quando, parlando della gestione dei rifiuti, c'era chi (e purtroppo la storia gli ha dato ragione) diceva: "State attenti perché la gestione dei rifiuti è un business che interessa non solo le aziende pulite, lecite, trasparenti, ma anche tutto un mondo che ha necessità di riciclare denaro, che ha necessità di investire in quel settore per far rendere quell'investimento direttamente, ma anche indirettamente".

E, ahimè, in Italia quante vicende sono emerse legate alla gestione dei rifiuti, tossici e non tossici, organici o quant'altro, gestione che è entrata nel raggio d'azione della malavita organizzata? Oggi qualcuno ci dice che occorre molta attenzione perché la Sardegna è al centro dell'attenzione. Qualcuno infatti vuole investire nell'Isola, ma non per rendere merito alla Sardegna perché è bella, perché ha un mare pulito, perché gli abitanti sono fantastici quanto a ospitalità; no, perché ha delle risorse naturali che fanno gola alla criminalità organizzata.

Io credo che non ci siano i controlli sufficienti, e quanto sostenuto dal collega, che mi ha ulteriormente arricchito di alcune informazioni, credo che ci debba far riflettere. Noi stiamo consegnando il bene della nostra Isola, il sole, l'aria, l'acqua, il vento, a chi? E' possibile, lo chiedo a chi qui dentro richiama spesso all'autodeterminazione, al crescere noi, come uomini, come imprese, come istituzioni - se qualcuno mi aiuta a trovare la risposta gliene sarò grato -che non possiamo gestire noi il nostro immenso patrimonio di energia che qualcun altro ci ha regalato?

Non voglio arrivare a parlare di gestione statale, o del pubblico che si intromette nella gestione dell'impresa e quant'altro, ma anche questo concetto a mio avviso è da rivedere. Perché sono fallite alcune iniziative? Perché, diciamocelo, abbiamo sbagliato la scelta degli uomini, perché si rubava, perché non c'era la capacità manageriale, perché le scelte di guida delle aziende, o delle partecipate, erano delegate a persone che avevano soltanto capacità politica, ma non capacità professionale o manageriale, perché non c'erano leggi di controllo adeguate.

Ma, al di là di questo, e ognuno può pensare come meglio crede, oggi c'è lo strumento delle società pubblico-private, con la gestione destinata al privato e con il controllo del pubblico. Tutto cammina sulle gambe degli uomini, tutto; è chiaro pertanto che, pur essendo una via a mio avviso percorribile, bisogna valutare chi deve gestire la cosa pubblica; e anche su questo, perdonatemi, non siamo molto bravi.

Preferiamo infatti dare le chiavi della gestione dell'ente, dell'azienda pubblica, o quant'altro, a chi ha come merito quello di aver consegnato un congruo sostegno elettorale, ma non valutiamo mai, o difficilmente valutiamo, se quelle persone hanno capacità gestionali: hanno sicuramente onestà, quanto meno intellettuale, ma hanno le capacità? E noi, siamo in grado di cambiare rotta, di conquistarci il consenso per i grandi progetti e le grandi azioni che lasciamo agli altri, oppure ci interessa solo il contingente successo personale?

Secondo me questo confronto attiene a questa mozione, perché noi dobbiamo decidere se controllare, come controllare e se il valore aggiunto che c'è stato regalato da qualcuno che sta al di sopra di noi, siamo in grado, come sardi, di poterlo sfruttare per i sardi.

Questa è una ricchezza, ma è una ricchezza che stiamo guardando da lontano: spero che ci sia la volontà, in termini legislativi, morali, etici, di responsabilità, di saper gestire questo grande patrimonio.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi Sechi, Zuncheddu, Steri, Ben Amara, Diana Mario e Ladu che si sono iscritti oltre i termini.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non è vero assolutamente, non è vero, io mi sono iscritto prima che finisse il primo intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, gli Uffici chiudono le iscrizioni a parlare e tutti i dati sono registrati.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io e il mio Capogruppo ci siamo iscritti nello stesso momento!

PRESIDENTE. Infatti anche il suo Capogruppo si è iscritto in ritardo, onorevole Ben Amara. Prego, onorevole Lotto.

LOTTO (P.D.). Presidente, Assessore e colleghi, io credo che bene abbia fatto il Gruppo del centrosinistra a presentare una mozione su questi temi…

Chiedo scusa, Ben Amara.

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara,l'onorevole Uras si è iscritto in ritardo come lei; poiché ha saputo che le iscrizioni a parlare erano chiuse ha cancellato la propria. Per questo motivo non l'ho comunicato all'Aula. Quindi, lei stia tranquillo.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io l'ho detto così, l'interpretazione la lascio a voi.

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, l'onorevole Lotto ha diritto a intervenire.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lei è parziale!

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, per cortesia!

Prego, onorevole Lotto.

LOTTO (P.D.). Dicevo che il centrosinistra ha fatto bene a porre all'attenzione del Consiglio regionale un tema …

(interruzione del consigliere Ben Amara)

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, lei si lamenta sempre se, mentre sta parlando, qualche collega interviene o parla a voce alta. Pertanto dia la possibilità all'onorevole Lotto di poter fare il suo intervento in tranquillità.

LOTTO (P.D.). Dicevo, che il centrosinistra ha fatto bene a mettere al centro della discussione di questo Consiglio un tema che è particolarmente all'attenzione anche dell'opinione pubblica, oggi più di ieri.

Si parla di fonti rinnovabili, in particolare di eolico e di fotovoltaico, ma si potrebbe parlare di solare termico, di biomasse, eccetera, cioè di tutti quei sistemi che ci consentono di produrre energia da materie prime disponibili per la società e a basso costo.

Su questo fronte, da diversi anni, si assiste a uno spettacolo che, a mio parere, è abbastanza desolante; da un lato, e cioè da parte della popolazione, degli operatori economici ma anche nei singoli cittadini non c'è il necessario interesse a muoversi per realizzare quello che sarebbe utile per migliorare i conti economici (della Sardegna, delle singole famiglie e delle singole imprese), dall'altro lato assistiamo a una corsa delle nostre Amministrazioni comunali a chi arriva prima a regalare ad altri, e non si sa a chi, delle opportunità che potrebbero essere invece utilizzate per porre mano alle disastrate casse delle nostre Amministrazioni; e, paradossalmente, si dice che lo si fa per risanare queste casse.

Che cosa voglio dire? Se andate a chiedere a un sindaco che ha concesso a un grande gruppo la possibilità di realizzare una centrale di 50-60 megawatt, un parco eolico di queste dimensioni, oppure si sta apprestando a concedere la possibilità a un grande gruppo di realizzare 40-50 ettari di cosiddette serre fotovoltaiche, motiverà questa concessione con i possibili introiti che potranno derivarne e che aiuteranno l'Amministrazione a sopperire alle difficoltà che sempre maggiori si presentano nella gestione della cosa pubblica. Si ricorre a questa motivazione quando, secondo me e anche secondo tanti altri, sarebbe invece opportuno che su questo fronte le Amministrazioni comunali cambiassero passo e decidessero non di diventare improvvisamente imprenditori ma di giocare, su un tipo di investimento come questo, una partita da protagonisti.

Diceva bene poco fa il collega Porcu, e cioè che le incentivazioni che vengono date a coloro che mettono in piedi investimenti in questo campo derivano non dalla magnanimità di qualcuno bensì da quello che i cittadini pagano in bolletta. E se queste ingenti somme di danaro, che vengono messe a disposizione per incentivare la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, vengono concesse a grandi gruppi e non si fa nulla affinché ci sia una ricaduta nel territorio, noi come Consiglio regionale, ma noi come amministratori della cosa pubblica in generale, non assolviamo al compito di trasformare quelle ingenti somme in una ulteriore opportunità per agevolare lo sviluppo della nostra Isola.

In merito alle cosiddette serre voltaiche si parla di ettari ed ettari di superficie, invece ragionerei di serre fotovoltaiche quando si parla di 1000, 2000 metri quadri, 2500 metri quadri, i moduli classici delle serre che si sono realizzate finora in Sardegna, delle serre vere, questi investimenti considerati come piccoli impianti da 100, 200, 500 kilowatt, anche un megawatt, possono rappresentare per le aziende agricole una grandissima opportunità.

La nuova circolare dell'ufficio delle entrate, che ha definito in maniera precisa quali sono le produzioni energetiche considerabili connesse all'attività agricola, pone dei limiti ben definiti: fino a 200 kilowatt così si considera, fino ad un megawatt; bisogna che ci siano delle condizioni particolari che comunque testimonino che c'è un'azienda agricola dietro. Vera azienda agricola, che produce, che ha superfici coltivate, eccetera.

Ebbene, sfruttando questa nuova norma, che ha fatto chiarezza su questo fronte, a mio parere è possibile creare le condizioni affinché da questo settore della produzione di energia da fonti rinnovabili possa davvero venire una opportunità per le nostre aziende agricole.

Noi abbiamo un mare di aziende, tantissime, guarda caso di serricoltori, che stanno tutte quante saltando per aria, anche a seguito di leggi regionali varate con degli errori procedurali che sono costati cari, non alla Regione ma ai singoli utenti; tutte queste imprese potrebbero trovare in questo settore una grande opportunità di rilancio e, in questo caso, bisogna dire di salvataggio.

Ora non prestare la giusta attenzione a questo aspetto e assistere al falso messaggio che molti trasmettono, anche molti sindaci, che davvero si può fare agricoltura sotto serre fotovoltaiche da 40 ettari è una cosa inaccettabile, su questo è necessario che si faccia chiarezza, che si affronti il problema in maniera seria e approfondita; ne avremo occasione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Presidente, vorrei fare alcune considerazioni su questa mozione, devo dire interessante perché tratta un argomento di grande attualità: tutti noi apriamo i giornali e leggiamo di eolico, di fotovoltaico, quindi io vorrei dare un piccolo contributo riguardo al problema delle fonti rinnovabili in generale.

Noi in Sardegna dipendiamo per circa il 77 per cento dalle fonti petrolifere, per il 19 percento dai fossili mentre nel resto dell'Italia il rapporto è del 49 per cento e del 9 per cento. Sulla base di questo, il Piano energetico regionale varato nel 2006 dalla Giunta Soru a seguito di uno studio effettuato, bisogna dirlo ad onor del vero, nel 2004, valutava in Sardegna una produzione di energia da fonti rinnovabili in una percentuale intorno al 4,9 per cento; sempre il Piano poneva anche l'obiettivo, di cui ha parlato l'onorevole Porcu, di arrivare entro il 2010 al 20 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Questo dato, caro onorevole Porcu, è un dato della precedente Giunta, che io peraltro condivido, ovviamente non inventato ma che derivava da una direttiva della Comunità europea del 2001, esattamente la numero 77, che imponeva di arrivare in tutta Italia, entro il 2010, a questo plafond di energia da fonti rinnovabili.

Detto questo, consentitemi ancora un paio di precisazioni. Noi nel collegato alla scorsa finanziaria abbiamo abrogato esattamente quella parte dell'articolo 18 della finanziaria del 2007 che in sostanza permetteva, attraverso delle intese, un accordo con ENEL per la produzione di energia da fonti rinnovabili; siccome poi l'ENEL ha dato seguito a questa disposizione volevo chiedere all'onorevole Porcu, e ai nostri illustri colleghi dell'opposizione, se per caso questa norma ha portato ad un contenimento del costo dell'energia per i sardi.

A me questo non risulta e pertanto vorrei chiedere, sempre all'onorevole Porcu e ai gentili colleghi dell'opposizione, se per caso questa norma ha procurato dei vantaggi alle industrie energivore che erano a fianco a ENEL. A me neanche questo risulta, perché il costo dell'energia in Sardegna era di 130 euro a megawattora prima dell'approvazione di questa norma e tale è rimasto .

Fatta questa piccola considerazione passiamo alla parte che riguarda l'off-shore di cui si parla tanto in queste settimane nei giornali e che anche la mozione cita. A onore della verità, perché qui dentro si sentono tante cose non dico false, però talvolta imprecise, voglio sottolineare un dato presente nel Piano casa. In quel famigerato Piano casa, quel Piano che voi dite varato per cementificare, per distruggere le coste, tutte balle ovviamente perché di tutto questo a oggi non c'è traccia (è un Piano che tutt'al più consente di costruire un bagnetto o una stanzetta a chi già possiede peraltro una superficie estesa),esattamente all'articolo 13, comma 1, lettera G, abbiamo vietato il passaggio delle linee elettriche nella battigia da parte degli impianti off-shore; sempre all'articolo 13, comma 1, lettera H abbiamo determinato un vincolo paesaggistico sul mare territoriale e quindi per gli off-shore, sempre sullo stesso articolo 13 al comma I, se lo vada a rivedere se ha dei dubbi, abbiamo posto un vincolo ambientale e, vorrei essere smentito, se è il caso, non mi risulta che questa norma sia stata impugnata perché anticostituzionale. A me non risulta.

Quindi fino a prova contraria noi abbiamo imposto uno stop chiaro e forte agli impianti off-shore perché siamo contrari sotto tutti i punti di vista, in linea di principio, in linea teorica e in fatto concreto; quindi oltre che parlare, abbiamo agito.

Vorrei ricordare un altro particolare sempre di ordine tecnico: per arrivare a quel 20 per cento di energia prodotta dalle fonti rinnovabili, partendo da un cinque per cento scarso che abbiamo all'attivo, non arriveremo nemmeno a congestionare il nuovo cavo SAPEI che dovrebbe essere inaugurato entro il 2014, e la prima linea dovrebbe essere inaugurata entro l'anno.

E qualora dovessimo anche andare in eccesso, volevo ricordare che la tecnologia, oggi, ci permette lo stoccaggio dell'energia, al quale fa riferimento il virtual power plan di livello nazionale. Sullo stoccaggio di energia, volevo ricordare, che attraverso dei vettori energetici l'energia in eccesso viene convertita in idrogeno e in ossigeno. Ebbene, l'idrogeno viene conservato, può essere a sua volta riconvertito in energia o in calore; l'ossigeno viene usato per apparecchiature elettromedicali, se serve.

Quindi, questo che cosa significa? Significa che il problema della Sardegna è quello di avere una produzione talmente bassa da energie rinnovabili che il costo rimane altissimo, al punto che chi ne ha beneficiato, in questo caso l'ENEL tramite la norma finanziaria dell'era Soru, non ha abbassato affatto i prezzi, sia per i privati e sia, anche, per le industrie energivore.

Vorrei fare un'altra piccola considerazione; il problema non è se fare o meno un impianto eolico o fotovoltaico, il problema e sul dove farlo.

LOTTO (P.D.). E chi lo fa!

LOCCI (P.d.L.). A me non interessa chi lo fa, il problema è dove si fa, perché non bisogna deturpare l'ambiente. Siamo noi che dobbiamo dire: "Qui si può fare e lì non si può fare". E la norma, contenuta nell'articolo 18 della legge numero 2 del 2007, che dice che bisogna localizzare gli impianti eolici e fotovoltaici nelle zone degradate da un punto di vista ambientale, è ancora in vigore, fino a prova contraria.

Il problema, quindi, è che bisogna normare, e questo andrà fatto con una legge di settore specifica, che peraltro noi stiamo predisponendo, anzi è praticamente pronta; e, quando la leggerete, scoprirete che noi indichiamo per posizionare gli impianti più o meno le zone che avete già indicato anche voi: industriali, retro industriali, limitrofe, e zone degradate da un punto di vista ambientale come le cave dismesse, le miniere, i capannoni industriali abbandonati, eccetera, eccetera.

Il problema è questo, tutto il resto è demagogia spicciola; perché se noi comunque riusciamo a normare la materia in modo tale da non deturpare l'ambiente, primo comandamento, riusciamo anche a creare dei nuovi posti di lavoro, perché per ogni mille kilowattora, quindi ogni megawatt, con l'eolico si ha un posto di lavoro, ogni 500 kilowattora col fotovoltaico si crea un posto di lavoro, ogni 150 kilowattora con le biomasse nasce un posto di lavoro. Fonte: Università La Sapienza di Roma, per chi avesse dei dubbi. Questi dati non li ho inventati io.

Quindi, detto questo per quanto sia utile, a mio modo di vedere, questa mozione, perché comunque porta all'attenzione dell'Aula un argomento importante del quale si deve discutere, e sul quale tutti dovremmo prendere posizione, però non posso non stigmatizzare, ovviamente, la natura, consentitemelo, tra virgolette, un pochino strumentale della stessa.

Tra un po' discuteremo una mozione un giorno sì e l'altro pure, perché più ci avvicineremo alle elezioni, e più dovremo venire qui a discutere chissà quante mozioni. Per discutere poi spesso di che cosa? Di aria fritta. Come è successo ieri, in parte, perché ci siamo "intortati", da giovedì scorso fino a ieri sera alle ore 23, per fare il gioco delle parti, esprimere il solito voticino, per risolvere che cosa? Niente, come sempre.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Nella premessa alla mozione, condivido con l'onorevole Locci, giudicata interessante, si afferma la necessità di tenere in stretto rapporto l'offerta di energia con il fabbisogno energetico sardo. Ora, io credo che questo binomio debba interessare un'Aula consiliare come la nostra. Questo rapporto, tra l'altro, richiama il dovere, per chi governa, di fare un minimo di programmazione anche in un settore strategico come quello energetico.

Ora, di questo stiamo parlando. Io credo che la programmazione, per quanto sia ovviamente un dovere innanzi tutto della Giunta, non possa non interessare il Consiglio regionale. L'onorevole Capelli si interrogava (interrogativo, in merito alle dichiarazioni del Presidente della Regione, sul quale in alcune parti del dibattito siamo tornati anche ieri e giovedì scorso) su quale sia il ruolo delle istituzioni nel governo di alcuni settori, in particolare quando si parla di beni pubblici. L'onorevole Capelli ha citato l'acqua, ha citato l'energia ( fonti eoliche, solari, e non solo), e si poneva questa domanda pur senza pensare a fasi come quelle che in questo Paese hanno visto protagonista il centrosinistra, negli anni '60, con la nazionalizzazione del settore elettrico.

A mio avviso è una domanda che meriterebbe un minimo di riflessione in quanto i partiti, le istituzioni credo debbano chiedersi, se non sia proprio a causa loro, avendo delegato il governo dei processi e delle dinamiche economiche ai centri di potere finanziario, il fatto che oggi la politica non ha nemmeno strumenti e possibilità di intervento per governare alcuni processi che stanno mettendo in ginocchio l'economia di questo Paese e, nella fattispecie, con situazioni più acute, anche l'economia di questa Regione.

Però, voglio tornare alla programmazione. Nella passata legislatura, non per sviolinare nessuno, in campo energetico questa Regione si è dotata del Piano energetico ambientale regionale, licenziato dalla Giunta, non passato in Consiglio, come giustamente viene osservato. Un limite del Consiglio, evidentemente, non essere riuscito a discuterlo, o della Giunta, non lo so, però c'è uno strumento, c'è stato evidentemente in chi ha lavorato uno sforzo di programmazione, condivisibile o meno, per carità, questo non sta a me giudicarlo, io l'ho apprezzato, ma questo ovviamente è un parere del tutto personale, però è stato fatto, con quello strumento licenziato dalla Giunta, un minimo di programmazione, che poi non ha investito il Consiglio.

Uno dei temi che pone pressantemente la mozione è l'esigenza di una programmazione in campo energetico; in questa Regione è un'esigenza vitale e, tra l'altro, non possiamo permetterci il lusso di delegare la politica energetica ai soggetti che hanno interesse a produrre e vendere chilowattora, ovviamente con finalità speculative o poco meno. Io credo che dobbiamo tenere nella debita considerazione quanto ho appena detto in relazione ai dati riportati nella mozione, cioè l'offerta al fabbisogno di energia per la Sardegna,. Quindi io chiedo ai due rappresentanti della Giunta di farsi carico di questa esigenza, che credo possa essere propria dell'intero Consiglio regionale, per impegnare la Giunta a dotarsi di uno strumento di programmazione in campo energetico e poi, successivamente, impegnare il Consiglio regionale in questa discussione.

L'onorevole Locci ci diceva che state lavorando a un progetto di legge, non ho capito, ma è un mio limite, se è uno strumento di programmazione generale in campo energetico, oppure una proposta di legge limitata a un segmento della produzione di energia elettrica per questa nostra Isola. Io, però, colgo l'occasione per ricordare, molto mestamente e umilmente all'onorevole Locci, che proprio attraverso quella programmazione, e nella passata legislatura, la Regione Sardegna ha messo in piedi due accordi bilaterali.

Un primo accordo proprio per le industrie energivore del suo territorio, che conosco molto bene anch'io soprattutto nella parte industriale, e quell'accordo bilaterale, concedendo all'Enel fette di eolico con priorità, offrendo forse più di quanto avrebbe meritato, ha consentito all'Enel di fornire energia elettrica alle industrie energivore sarde; quindi, in quel caso specifico, attraverso uno strumento di quella programmazione, onorevole Locci, noi abbiamo fornito, per un tempo limitato, non certamente per responsabilità nostra, perché poi quell'accordo è stato cassato dal TAR del Lazio, se non ricordo male, energia, energia eolica governata dalla Regione.

A differenza di quanto sta avvenendo oggi, che si consente di speculare a chi produce energia elettrica, in quel caso, attraverso quello strumento, l'energia eolica ha portato un beneficio alla collettività, perché ha consentito a quelle imprese di mantenere la continuità produttiva senza soluzione di continuità.

Pertanto, a me pare che la mozione presentata dal collega Porcu si ponga anche, e non solo, questi obiettivi; trattandosi di fonti alternative che, quali esse siano, sono un bene pubblico, così come ha richiamato l'onorevole Capelli, nella concessione che rilasciamo a privati dobbiamo prevedere un ritorno, un beneficio soprattutto per gli interessi collettivi di quest'Isola. Questi credo siano temi che richiamano l'esigenza di una programmazione e, probabilmente, anche la necessità di un'attenzione maggiore da parte dell'intero Consiglio regionale.

Chiudo con una battuta; io mi piccavo, fino a questa mattina, di essere uno che "all'ingrosso" conosce queste questioni, poi ho sentito l'onorevole Locci affermare nel suo intervento una cosa singolare, e cioè che si può stoccare l'energia. Io sarò un ignorante, ma è come dire che un uomo si può ritrasformare in quello che è stato prima di essere generato.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, onorevole Diana, l'energia si può stoccare; esistono le centrali di stoccaggio dell'energia che sono nate proprio per affiancare queste energie cosiddette "non continue", come in particolare l'eolico, e per poterle immettere in rete al momento della necessità; sono solo tecnologie.

Detto questo, credo che la mozione sia estremamente interessante. Al di là dei contenuti, è un argomento che è diventato sicuramente stringente e importante, anche perché si inserisce nel contesto di una debolezza strutturale ormai storica di quest'Isola .

In tema di energia noi abbiamo sempre sofferto; io non posso dimenticare, e qualcuno l'ha ricordato, e quando quest'isola era effettivamente (ed è ancora, la vicenda ALCOA ne è la dimostrazione), schiava delle scelte di grandi gruppi come l'Enel. L'Enel che ottenne di condizionare il mercato, quando si era ancora nella fase sperimentale, quando la ricerca sulle fonti alternative era considerata utile non solo per il progresso, ma per la salute e per l'ambiente, perché mentre bruciava a Porto Torres prodotti come l'Orimulsion, ve lo ricordate, ci fu addirittura un D.P.C.M. dell'allora Primo Ministro Dini per consentire che in Sardegna fossero tollerate soglie di inquinamento non tollerabili in Italia, perché l'Enel voleva bruciare l'Orimulsion, il fango dell'Orinoco. E contro questa deroga il territorio in quegli anni portò avanti una battaglia.

Quindi, siamo deboli, siamo strutturalmente deboli, e forse proprio perché siamo deboli dobbiamo stare molto più attenti, forse addirittura conservativi. Io non sono certamente un khomeinista in materia di ambiente, nei confronti delle multinazionali, però, in tutti questi anni, questo mondo delle energie alternative si è disvelato come un mondo troppo variegato.

A fianco delle persone che hanno costituito quella che definirei la "filiera buona" dell'energia alternativa fatta di ricerche, studi, nell'interesse reale dell'ambiente e della salute, del risparmio energetico e quindi della riduzione dell'inquinamento, è nata immediatamente la filiera dell'intrallazzo, dell'interesse, del business, del business anche in questo caso scritto con la b minuscola.

E' un'anomalia, ad esempio, che in questo settore si viva solo degli incentivi statali, di certificati verdi, di cui si è già detto, è un mondo dove esistono imprese che nascono semplicemente per ottenere autorizzazioni, licenze, approvazione di progetti per venderli ad altri, ma, in quale altro settore esiste un'anomalia di questo genere! E come tutti sappiamo, se in una filiera iniziano a inserirsi operatori che non sono naturalmente necessari per il funzionamento della stessa i costi crescono, e per chi crescono? Per la collettività, perché i certificati verdi, è inutile dirlo, li paghiamo noi con il sovraccarico sulle bollette energetiche normali, li pagano le famiglie, li pagano le industrie, li pagano gli artigiani, li pagano tutti.

In questo business, però, c'è lo spazio che consente a persone senza arte né parte, che non hanno mai speso in know how di ricerca, di inserirsi all'interno delle amministrazioni comunali piuttosto che di quelle provinciali, piuttosto che di quelle regionali, piuttosto che di quelle nazionali, avendo come unica capacità imprenditoriale il possesso delle licenze; questa è un'anomalia. Un'anomalia propria di settori deboli come quelli presenti nella nostra Regione, per cui basta prometterci 10, 30 posti di lavoro, il mantenimento degli altri 200, 300 che noi ci inchiniamo e diciamo: "Sbranateci l'ambiente, bruciate l'Orimulsion". Questa è la situazione sulla quale noi dobbiamo confrontarci, questo è uno dei significati che io leggo nella mozione che è stata presentata.

Quando ero sindaco della città di Sassari guidai il consiglio comunale, qualcuno disse che "forzai" il consiglio comunale, alla scelta dell'opzione zero; cioè durante il mio mandato non fu data nessuna licenza, nessuna concessione per la realizzazione di torri eoliche. Questo perché mi imbattei in un mondo, estremamente strano, di imprese che proponevano la realizzazione di questi piccoli, perché allora erano piccoli, parchi e si parlava di rotori di seconda, di terza mano portati sul territorio e impiantati sui terreni.

Ebbi contro moltissimi allevatori della Nurra che vedevano sfumare la possibilità di guadagnare qualche milione dall'affitto dei terreni e io dovetti spiegare che poi lo smaltimento l'avrebbero pagato loro, perché le fideiussioni improbabili a distanza di 10-15 anni poi saltano. Chi amministra conosce questa realtà purtroppo,quella di imprese che impiantano, incassano non già dall'energia ma dai certificati verdi, dagli incentivi che paga la collettività e dopo di che, quando gli incentivi finiscono, queste imprese falliscono, le fideiussioni sono farlocche e la collettività deve pagare anche per smaltire.

A mio avviso, pertanto, una Regione debole, una Regione sotto ricatto, una Regione che non ha avuto ancora dall'Enel, ad esempio, quella attenzione che dovrebbe meritare avendole consentito di fare i soldi, di usare il suo passato e il suo futuro, deve tutelarsi molto più di altre.

Io non penso che tutti gli imprenditori del settore del rinnovabile, e soprattutto dell'eolico, siano dei riciclatori di denaro sporco, come non penso che tutti i gestori di impianti di raccolta dei rifiuti o di smaltimento dei rifiuti pericolosi siano dei mafiosi; è indubbio però che in questi settori questa infiltrazione sia stata documentata e denunziata.

Di conseguenza, siccome siamo un'area debole, siccome siamo un'area che nel passato non ha dimostrato di sapersi difendere e tutelare, credo che sarebbe opportuno porre dei freni maggiori, più rigidi, anche rispetto a quanto scritto nella mozione, al punto b) dell'impegno, sulle "procedure selettive pubbliche". E'una maniera, certamente, di cercare trasparenza, ma io credo che, come ho cercato di far capire, non basti la procedura selettiva se non specifichiamo su che cosa vogliamo fare la selezione.

Penso, per esempio, che si potrebbe decidere che chi fa la richiesta per avere l'autorizzazione deve essere anche colui che realizza l'impianto e dimostrare di avere alle spalle un know-how, una ricerca e non semplicemente di essere quello che trasporta dei rotori da una parte all'altra del mondo o dell'Italia per impiantare la sua centrale. Certamente non ci basta, consentitemi, il possesso del certificato antimafia che, troppo spesso, si è dimostrato essere una documentazione che non copre quello che realmente è.

E allora ben venga questo dibattito, ben venga il confronto tra idee diverse, sicuramente in questa sede ci sarà qualcuno molto meno rigido di me, che rispetto a me, come posso dire, non "pensa male"; io invece, relativamente a questo settore tendo a pensare male, anche sulla base dell'esperienza fatta in Commissione antimafia sul mondo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti: la storia si sta ripetendo e si sta ripetendo esattamente uguale.

Anche allora si parlava di tecnologie, di vaporizzazione, di termovalorizzatori, di riutilizzazione, di riciclo e immediatamente dopo ci si è accorti che i più bravi in tutto questo erano quelli che non avevano alcun interesse né a tutelare l'ambiente, né a tutelare le persone, ma intendevano solo tutelare i loro interessi. Di conseguenza, visto che questa è una filiera che oggi come oggi è troppo aperta alla speculazione, credo che una maggiore rigidità possa essere una maniera per tutelarci, per tutelarci almeno da adesso in poi visto che, sino a oggi, troppe persone hanno fatto quello che hanno voluto nella nostra terra..

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, Assessori e colleghi, l'intervento dell'onorevole Campus mi conforta un pochino, sul merito ma anche sull'importanza data a questa discussione e alla mozione presentata dall'onorevole Porcu e dal centrosinistra; mi conforta soprattutto rispetto alle considerazioni che, invece, ha fatto l'onorevole Locci che ha definito la discussione nel merito di questi argomenti come un giochettino fra le parti ridotto a un voticino finale.

Spero che questa considerazione appartenga soltanto all'onorevole Locci perché gli argomenti di cui si tratta in quest'Aula riguardano la Sardegna, i problemi dei sardi e il confronto fra le forze politiche qui dentro è importantissimo. Anche la mozione è una mozione importante, presentata a seguito di una fortissima preoccupazione su come si è sviluppato e si sta sviluppando questo settore in quest'isola.

Il settore si è sviluppato in maniera disordinata dagli inizi del 2000 e ha proseguito così fino a un certo periodo. Noi abbiamo cercato di porre dei limiti, di regolamentare la nascita eccessiva dei parchi eolici e oggi, invece, ci troviamo di fronte di nuovo a una deregolamentazione che suscita preoccupazione; e questa mozione vuole, evidentemente, richiamare l'attenzione della Giunta regionale su alcuni problemi che vanno affrontati, secondo me, anche al di fuori delle parti perché si tratta davvero di un settore che può intervenire nel sistema Sardegna in maniera devastante, in particolare sotto l'aspetto del rispetto dell'ambiente.

Quindi questa discussione è importante e speriamo che si possa trovare una convergenza fra le parti che siedono in questo Consiglio.

Lo sviluppo dell'eolico come fonte di energia elettrica pulita ormai è una realtà perseguibile e auspicabile, tra l'altro per la Sardegna è importante. Questo tema dell'energia, è un tema ormai principe; in quest'Aula rimbalza legato a diversi problemi, ne abbiamo parlato nei giorni scorsi in relazione al problema dell'industria, oggi ne parliamo in relazione specifica al sistema dei parchi eolici. E'un tema che fa nascere, tra l'altro, un paradosso fortissimo; da una parte infatti le nostre industrie chiudono perché il costo dell'energia è altissimo, dall'altra oggi noi discutiamo di una produzione dell'energia dallo sfruttamento degli elementi naturali, di cui questa terra è ricca, ma che non ha però una ricaduta sullo sviluppo del nostro territorio. E' un vero e proprio paradosso sul quale la politica evidentemente si deve interrogare.

Quindi lo sviluppo dell'energia elettrica pulita è una realtà perseguibile ed auspicabile anche secondo il senso e i dettami del protocollo di Kyoto, e secondo anche i numerosi indirizzi in tema di politica ambientale ed energetica che sono indicati dalle istituzioni internazionali, europee e nazionali. Quindi non si torna indietro, pensiamo che non si debba tornare indietro neanche sulle scelte di politica energetica ambientale che sono state perseguite nella passata legislatura, a cui hanno fatto riferimento l'onorevole Porcu e anche l'onorevole Diana.

Noi avevamo pensato e pensiamo ancora che quella sia la strada da perseguire e che, anzi, serve insistere sul perseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, serve in particolare perché questa è una prospettiva che favorisce la nostra isola. Ciò nondimeno l'esperienza dell'ultimo decennio ci insegna che nessuna pratica può essere lasciata ingovernata, ed è questo il problema, ed è questo il tema posto anche dalla mozione dell'onorevole Porcu: il governo del sistema, la programmazione del sistema, come diceva l'onorevole Diana.

Dopo circa dieci anni di esperienza in fatto di eolico sappiamo che la situazione deve essere rigorosamente normata e noi ci siamo posti il problema di normare questo sistema.

Agli inizi del 2000 la Sardegna ha conosciuto infatti una aggressione indiscriminata di investitori, e non sempre questa aggressione ha portato ricadute sui territori e sul sistema produttivo sardo. Hanno piazzato sul nostro territorio immensi mulini a vento, anche in zone di pregio naturalistico e archeologico, causando un forte e deteriore impatto paesaggistico e ambientale: questo è sotto gli occhi di tutti.

Non solo gli impianti in sé stessi, ma anche le opere connesse e le infrastrutture che servono a creare il vero e proprio impianto, quelle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'utilizzo degli impianti, hanno dei costi che evidentemente sono eccessivamente onerosi sul territorio in cui insistono, da un punto di vista ambientale. Il crinale delle montagne, le zone costiere sono ecosistemi particolarmente fragili e noi ci siamo posti e ci poniamo il problema che tali operazioni andrebbero evitate, profondamente studiate in termini di impatto ambientale e di effettiva necessità di ciò che si produce.

Sappiamo che la realizzazione delle fattorie eoliche può comportare modificazioni irreversibili dello stato dei luoghi e non siamo disposti, questo è il nostro punto di vista, a venir meno a quelle regole che tutelano il territorio su cui viviamo.

Nel Piano casa cui in cui diceva l'onorevole Locci: "Non c'è traccia del disastro ambientale da voi annunciato", io dico che non c'è traccia del disastro ambientale perché non c'è traccia del Piano casa, come diceva bene ieri l'onorevole Uras, perché quel Piano casa è una bufala, vuota di risorse e che evidentemente sta cadendo nel nulla. Non c'è traccia di nulla, non c'è traccia di nulla! Ci mancherebbe altro che non avesse almeno normato le questioni che riguardano la battigia perché sarebbe stato davvero un disastro ulteriore.

E' un dovere ineludibile di chi oggi governa la Sardegna che gli obiettivi di efficienza energetica siano perseguiti in coerenza con l'obiettivo di minimizzare l'alterazione ambientale, e ciò può avvenire solo istituendo un sistema di prevenzione basato sul rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di centrali eoliche attraverso i bandi pubblici, ciò che voi invece avete cancellato, ed esclusivamente laddove questo corrisponde a un'effettiva esigenza del territorio.

Ci vogliamo porre sì o no il problema dell'esigenza del territorio, anziché porci il problema dell'esigenza di chi viene a fare quegli investimenti in Sardegna? E' un'effettiva esigenza del territorio, dicevo, il quale deve essere corrispondentemente ricompensato con la ricaduta di benefici sostanziosi. A oggi - così come ci ricordava bene l'onorevole Porcu nella sua relazione - non è così, anzi, addirittura, a pagare i costi ingenti del sistema creato fin qui sono le famiglie.

L'ispirazione che vi ha guidato, che ha guidato la Giunta del centrodestra nelle modifiche che sono state apportate alla recente legislazione sull'eolico ci pare, anzi è evidente che non nasce dalla volontà di difendere il territorio regionale, e questo è particolarmente preoccupante per noi, se ci consentite.

E'particolarmente preoccupante oggi, considerato che sono sotto gli occhi di tutti anche le cattedrali nel deserto (le questioni di cui parlavamo nei giorni scorsi), i capannoni vuoti e improduttivi lasciati dalla politica sconsiderata degli anni '60, di cui oggi paghiamo i danni, paghiamo appunto la mancata lungimiranza, di quando cioè il sistema di sovvenzioni statali ha proiettato in Sardegna investitori più interessati a intascare tutto quel potevano con scarsissima responsabilità e anche con un senso di onestà imprenditoriale pari a zero.

L'esperienza di allora dovrebbe illuminare tutti e invece la memoria è corta, viviamo nell'eterno presente, ormai questa è la società dell'eterno presente, ci si dimentica delle esperienze passate, ci si dimentica della storia passata e si programma il qui e ora senza pensare a quello che è stato, a ciò che è, in particolare a ciò che sarà.

L'esperienza dovrebbe quindi illuminare tutti ed essere tenuta in particolare considerazione da chi è al governo, considerati gli ingenti contributi che stimolano molte società, talvolta anche di dubbia legalità, a farsi avanti e a presentare progetti. Bisogna invece tenere altissima la guardia perché si tratta, anche in questo caso, del destino della Sardegna, dei suoi interessi e naturalmente del destino dei sardi. Non sarà e non deve essere più ammissibile, non può essere più tollerato che queste autorizzazioni vengano rilasciate in maniera sconsiderata, tenuto conto che la costruzione e l'implementazione delle centrali eoliche comunque hanno sempre un grosso impatto ambientale, senza considerare gli interessi dei luoghi e delle comunità nelle quali si installano. Siamo, lo ripeto, a favore delle produzioni...

PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, che questa fosse terra di conquista lo sapevamo, ma non che in una discussione come quella di stamattina la memoria non aiuti nessuno perché c'è chi si dimentica che i fattori del sottosviluppo e cioè il costo del denaro, il costo dei trasporti e dell'energia si stanno modificando in peggio. Come viene evidenziato anche nelle denunce che si stanno facendo stamattina in quest'Aula quando finiremo di utilizzare tutta l'energia alternativa a nostra disposizione i sardi, come premio, pagheranno il 20 per cento in più in bolletta. Un grande successo, un successo eccezionale, continuiamo a far finta di non vedere!

Io ricordo che quando si approvò o, meglio, la Giunta di allora approvò il primo Piano energetico, parlando con l'assessore La Spisa ebbi modo di dirgli che, consentire alla Giunta di fare scelte di programmazione di questo livello in solitudine, abbandonando l'Aula, era un approccio errato.

Finita quell'esperienza di governo ne è arrivata un'altra, e non è che abbia migliorato la situazione. Amici del centrosinistra, nei cinque anni appena trascorsi la Giunta, e per Giunta intendo dire il Governatore di allora, ha modificato il Piano energetico a suo piacimento, come una fisarmonica. Voglio ricordarvi, ad esempio, che data la "necessità" di ritoccare quelle benedette percentuali in quel del Casic; per 200 ettari, non per 2 mila metri, ma per 200 ettari in concessione a una certa Sorgenia, fu modificato il Piano energetico a una velocità impressionante. Tutti zitti, silenzio.

In questo poco spazio che abbiamo tutti a disposizione voglio invitarvi a verificare come viene utilizzato il sistema inglese o quello spagnolo, per vedere le ricadute, per le popolazioni ospitanti, sul costo energetico, i guadagni che la stessa popolazione porta a casa nella suddivisione di una ricchezza che serve a tutti.

Oggi vi ponete il problema dopo cinque anni di saccheggi, sulla falsariga di chi vi ha preceduto! Quindi, siete sullo stesso piano. So che la verità non piace, ma questa è la verità! Proviamo, allora, a fare un'indagine seria che è qualcosa di diverso.

Nella mozione c'è un passaggio che parla delle modalità di selezione a bando. Voi avete fatto i bandi sul fotovoltaico, li aprivate alle nove del mattino e a mezzogiorno erano chiusi, e questo accadeva nella giornata del sabato. Alle dieci non c'era più niente. Qualcuno ha presentato la domanda per via telematica in orari accettabilissimi, eppure non rientrava in quelle graduatorie. Questo non scandalizza nessuno, tutti zitti!.

Io credo che si debba affrontare un cambiamento reale di tutto il settore e, guardate, io sono a metà d'accordo con l'intervento del collega Locci. Perché a metà? Perché lui si ferma al: "Individuiamo dove si può fare". Io vado oltre, siccome è casa mia ed è un patrimonio che appartiene a quest'Isola, dico anche chi lo può fare, e questo non mi scandalizza! Altrimenti chi fa gli impianti arriva da fuori, e porta via, porta via. Se infatti verifichiamo quante concessioni avete rilasciato nei passati cinque anni risulta che molte non le conoscete, molte le avete dimenticate.

E' opportuno, allora, che l'Assessore faccia un elenco di quel passaggio e lo porti alla nostra conoscenza, così tutti quanti capiremo che il saccheggio in parte è avvenuto sotto i nostri occhi ma anche con la nostra complicità, perché chi governa è complice di questo. E non si può dare la colpa a chi governa da un anno rispetto a chi ha governato quel settore per cinque anni. Questa è la verità di fondo.

Ma il saccheggio è ancora più grande. Oggi io ho letto questa notizia: "Nasce a La Maddalena la Bertolaso SpA". Auguri, ma auguri a tutti! Un'altra notizia è che stamattina hanno arrestato a Roma il vice di Bertolaso. E l'hanno arrestato per questioni legate a La Maddalena, non per altro. Ma per La Maddalena non l'ha incaricato il Cavaliere, ma qualcuno che conoscete bene, e cioè Prodi; dopo il Cavaliere l'ha lasciato . Le imprese quindi sono arrivate da fuori, Marcegaglia docet, e noi abbiamo provato a protestare per questa gestione, ma nel silenzio di questa Aula, ripeto, nel silenzio di questa Aula! Questa è la verità.

Qualcosa da dire, però, c'è anche per chi governa adesso: "Ma era necessario affidare allo Yacht club Roma l'organizzazione della Vuitton Cup quando nell'isola c'è lo Yacht club Costa Smeralda che, grazie a Dio, è conosciuto in tutto il mondo?". Abbiamo portato anche quello da Roma insieme a Onorato e a una truppa, così i malumori aumentano, la ricchezza continua ad andar fuori e il saccheggio resta l'obiettivo principale. Se vogliamo uscire da questo stato di cose partiamo da presupposti diversi.

Non è che oggi stiamo sbagliando noi che stiamo governando, rispetto a voi che avete governato ieri. Voi, errori, ne avete commesso tanti, evitiamo di commetterne anche noi, ma per il bene di chi viene amministrato. Perché in questa vicenda i più deboli, e sono i cittadini sardi, saranno quelli che pagheranno più di tutti: quel 20 per cento in più in bolletta è un costo che non possiamo permetterci.

Decidiamo, pertanto, se questa ricchezza dobbiamo sfruttarla noi, se questa ricchezza deve restare in sede, se questa ricchezza partecipa a migliorare la situazione economica di tutti i cittadini, se il costo dell'energia finalmente diminuisce. Questi sono gli obiettivi, non ce ne sono altri. Discutere di altro è "fare filosofia", è "fare accademia", sono parole al vento come diceva qualcuno. A che cosa saranno utili? Non saranno utili a niente.

Abbiamo reso quel territorio, bellissimo, prigioniero della marina di La Maddalena e abbiamo iniziato noi per primi con questo silenzio a permettere un saccheggio irreale. Quel denaro è nostro, hanno utilizzato fondi FAS, non sono risorse loro; con la maggior parte dei nostri fondi, che si sono portati via, hanno deciso loro, e nonostante li stiano arrestando continuiamo a far sì che possano decidere loro al nostro posto. Questa è debolezza, questa è sudditanza; questa è gente che è nata prigioniera e che non riesce a liberarsi. Questa è la verità di fondo.

Non ci sono padroni né a destra né a sinistra, su questi temi ci deve essere la massima libertà di prendere noi decisioni, di assumerci le responsabilità come classe dirigente in un'Aula che vuole recuperare autorevolezza rispetto al passato. Ma lo dobbiamo volere noi perché se non saremo in grado di fare questo sarà una battaglia persa, sarà povertà ancora più di quanto già ce ne sia, sarà disperazione. Siamo a un bivio. Questa è una mozione grazie alla quale si può riprendere un discorso importante su un tema vitale perché può essere il cardine, lo strumento, la leva di una ripresa reale, se avremo le capacità.

Altrimenti continueremo ad avere l'energia che costa e le industrie che se ne vanno, le battaglie da fare a Bruxelles, il piangerci addosso e la disperazione degli operai che è l'unica cosa reale che abbiamo davanti agli occhi, non possiamo inseguire il mondo, questo è il discorso. Ciò che è preoccupante, cara onorevole Barracciu, è che non riusciamo a capire noi, per primi, quale strumento di cambiamento e quale ricchezza abbiamo nelle nostre mani, ed è una ricchezza che stiamo perdendo. Io credo che questo non possiamo permettercelo.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il consigliere Paolo Terzo Sanna, che aveva chiesto congedo, è presente in Aula. Pertanto il congedo si intende revocato.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Solo per qualche doverosa considerazione, in attesa della replica dell'Assessore, sulla discussione che mi è sembrata importante e anche ricca di spunti. Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Planetta, che giustamente richiamava la carenza nella mozione della denuncia delle attività speculative oggetto di indagine della Commissione antimafia, io sono d'accordo con lui.

In questa mozione, e nella relazione che ho svolto, abbiamo messo in evidenza che dove c'è un ritorno sull'investimento estremamente elevato perché il sistema degli incentivi pubblici fa gola, e dove quel sistema degli incentivi non è gestito, non è programmato dal pubblico, certamente c'è il rischio di attrarre anche soggetti che magari con quel settore economico niente hanno a che fare. E' tale la struttura dell'attività economica, essendo sostanzialmente priva di rischio e con un solo cliente, che il pericolo del riciclaggio, dell'inquinamento mafioso è certamente molto elevato.

Io, però, non mi sono concentrato su questo aspetto per il semplice motivo che nella mozione si propone un correttivo che è quello di ricondurre il sistema delle autorizzazioni a finalità pubbliche; quindi, nel momento in cui io faccio sì che la ricaduta di quelle attività non sia tale da garantire utili (li ho citati prima) netti annuali pari al 15-20 per cento dell'investimento fatto, con ritorni sull'investimento estremamente brevi, in 4-5 anni si recupera l'investimento iniziale. Se interveniamo su questo meccanismo mettendo quel sistema degli incentivi al servizio delle finalità pubbliche, affrontiamo anche quel problema.

L'onorevole Capelli diceva: "Mi piacerebbe capire perché oggi il bene pubblico debba essere necessariamente gestito da privati". Anch'io lo vorrei capire, ma in questo caso stiamo facendo di più. Non solo stiamo facendo gestire da privati un bene pubblico ma lo stiamo addirittura privatizzando perché, a differenza di altri settori come l'acqua dove poi l'utilizzo e il costo del bene sono in qualche modo regolamentati, in questo settore dell'energia di fatto stiamo cedendo una porzione di territorio senza aver più niente da chiedere se non delle briciole sulla gestione annuale. Quindi stiamo privatizzando un bene pubblico.

Io, poi, accolgo l'invito formulato da alcuni colleghi, tra gli altri dall'onorevole Campus, di verificare la possibilità di una sospensione alla fine della discussione per migliorare il dispositivo, renderlo più completo e inserire altri elementi che possono scoraggiare società, da lei definite "inconsistenti" o "farlocche", dal presentare progetti. Ben venga la possibilità di, come dire, prevenire alcuni fenomeni che certamente non portano niente alla nostra Regione.

Devo dire invece che non ho capito l'intervento dell'onorevole Locci; probabilmente si era preparato un intervento su un personale filo conduttore perché noi, oggi, non abbiamo negato che gli interventi per gli impianti off-shore siano di fatto molto difficili. Lo diciamo anche nella mozione dove chiediamo di subordinare il rilascio di nuove autorizzazioni per impianti off-shore a intese obbligatorie con la Regione Sardegna, ai sensi dell'articolo 56 del decreto del Presidente della Repubblica del '79, numero 348. Ma anche altre norme che citiamo, certamente l'articolo 11 della legge edilizia, definendo bene paesaggistico le acque territoriali della Sardegna, contribuiscono a rendere quel tipo di intervento impossibile in mancanza d'intesa con la Regione Sardegna.

Noi in effetti non abbiamo citato questo aspetto; noi abbiamo detto che dobbiamo preoccuparci anche di chi fa l'intervento, e del fatto che questi interventi alla fine fanno correre il rischio, che ricordava l'onorevole Giacomo Sanna, di raggiungere la quota del 20 per cento di energia consumata prodotta da rinnovabili con il costo in bolletta per le famiglie, e il costo energetico per le industrie energivore che rimane uguale, identico.

Onorevole Locci, lei è fermo al 2004, perché al raggiungimento di questa quota, stabilita dal pacchetto clima dell'Unione Europea, non manca molto. Infatti,oggi, con gli impianti installati, e anche mantenendo i consumi delle industrie attuali, siamo già oltre il 12 per cento. Pertanto non so per chi facciamo questa operazione, certamente non la facciamo per i sardi, certamente non la facciamo per le famiglie sarde nelle forme attuali.

E ricordo, qualche collega l'ha citato, che l'accordo Enel-Regione Sardegna, il tentativo cioè di programmare le autorizzazioni per far sì che, perlomeno per i grandi impianti, le autorizzazioni fossero collegate alle ricadute sul territorio, è in vigore. Oggi i 550 milioni di kilowattora, o i 550 gigawattora, l'ENEL li fornisce alla Glencore di Portovesme, che produce piombo e zinco primario, li fornisce oggi, perché il ricorso al Tar di Roma non è stato accolto, e quindi quell'accordo è pienamente operativo.

Allora io credo che noi, di al di là delle demagogie, al di là delle posizioni di parte, oggi dobbiamo decidere se vogliamo mettere a frutto il sistema degli incentivi statali sulle rinnovabili, affinché questi non portino briciole al nostro territorio, alle nostre famiglie, alle nostre comunità, alle nostre imprese, in particolare quelle piccole, o se il business delle rinnovabili, il sistema degli incentivi statali deve, come dire, essere appannaggio di pochi industriali che lasciano soltanto ricadute marginali nel nostro territorio.

Io come vede, onorevole Locci, non ho parlato neanche di paesaggio, ne potrei parlare da ambientalista quale sono, e non mi sono preoccupato dall'aspetto paesaggistico, ritenendo che l'aspetto paesaggistico sia il presupposto di questa discussione; ritengo peraltro che noi, al di là delle norme che abbiamo inserito transitoriamente in finanziaria negli anni passati, dovremmo disciplinare con uno studio puntuale i siti nei quali posizionare questi impianti. C'è infatti zona industriale e zona industriale, ci sono anche zone industriali che sono limitrofe a boschi, ci sono zone industriali dove vento non ce n'è, e zone industriali dove vento ce n'è, e quindi ha anche poco senso posizionare questi impianti in luoghi dove magari il vento spira per 1000-1200 ore all'anno, e non posizionarli dove spira per 2000 ore all'anno; in questo modo con lo stesso consumo di superficie ottengo il doppio della resa.

Pertanto, al di là del richiamarci al che cosa è successo negli anni passati, al di là del puntarci il dito contro reciprocamente, cosa che credo interessi poco chi ci guarda, noi dobbiamo rispondere alla domanda che ha posto l'onorevole Giacomo Sanna, e cioè se noi vogliamo che alla fine della filiera, raggiunto il 20 per cento di energia consumata da rinnovabili, la bolletta per le famiglie sarde sia più bassa oppure no. Dobbiamo dire sì o no.

Vogliamo che, raggiunto quell'obiettivo, tra l'altro anche legato ad una sostenibilità della rete (non ne abbiamo parlato, ne parleremo un'altra volta, non è infinita la possibilità di sostenere le rinnovabili nella nostra rete, senza rischio di black out), il beneficio ci sia, in particolare per il sistema economico produttivo sardo? Se la risposta è sì, cominciamo da oggi a scrivere un quadro programmatorio che renda possibile per la Giunta regionale e per il Consiglio regionale destinare quelle quote di energia rinnovabile a effettivi benefici per il sistema economico, io dico anche sociale, della nostra Regione.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla Giunta sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 07 , viene ripresa alle ore 12 e 13.)

PRESIDENTE.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

ANGIONI, Assessore tecnico dell'industria.Signor Presidente, signori consiglieri, grazie alla completezza dei vostri interventi mi avete dato la possibilità di aggiornare le mie conoscenze in materia,. Nel leggere la mozione numero 24 ho sottolineato il punto in cui si parla di energia eolica con conseguente aumento delle richieste che vengono presentate ai vari comuni, e di impatto di energia eolica sull'ambiente.

Dati i miei trascorsi quando vengo in quest'Aula sono abituato a scrivere per cui posso riassumere di che cosa si è parlato per punti essenziali. Abbiamo parlato di ricavi aziendali spropositati, di interventi della mafia con rischi di riciclaggio di danaro sporco, qualcuno ha detto che sono argomenti ai quali la magistratura dovrebbe prestare maggior attenzione. Altri hanno sottolineato che i piccoli comuni non sono protagonisti e che vi è anche l'impossibilità di controllarli. A me pare che siano pur sempre espressi con elezioni, e quindi espressioni della politica, per cui non vedo perchè consiglieri più avveduti, di qualunque parte politica, destra, sinistra, centro, non possano dire ai loro sindaci sul territorio: "Stai attento che questa può essere una truffa". Non credo che sia una questione così difficile da gestire e che vada fuori controllo.

Per tornare al contenuto degli interventi, ho sentito parlare di Piano casa, ho sentito parlare di off-shore, e poi ancora di "una speculazione latente, contro la quale la politica non ha strumenti", ma siamo in quest'Aula proprio per confrontarci fra Giunta e Consiglio regionale; non sono invenzioni, sono considerazioni tratte dai vari interventi svolti questa mattina in Aula. Ancora, "il settore presenta soprattutto delle grandi anomalie finanziarie", "il territorio è stato aggredito a partire dagli anni 2000". L'onorevole Sanna ha esordito dicendo: "Attenti perché tutto questo gioco alla fine si risolverà con un aumento delle bollette, pari al 20 per cento, sulla pelle dei sardi".

Questo in sintesi, amplissima sintesi, è il contenuto degli interventi odierni. Ovviamente, quindi, poco spazio per la richiesta ai comuni, poco spazio per l'impatto sul territorio ambientale, però risponderò anche a queste cose, soprattutto ai tre punti su cui avete impegnato la Giunta.

In California c'è una contea denominata Napa Valley, conosciuta in tutto il mondo perché da zona desertica oggi è diventata la zona nella quale si coltiva la stragrande maggioranza delle uve che poi danno vita al mercato del vino californiano. Viaggiando dalla California verso l'Arizona, si attraversano ampie aree desertiche, improvvisamente -gli americani sono bravi a sfruttare tutto -si vedono cartelli sui quali compare la scritta "Parco eolico", inteso non come parco di divertimenti, ma come un posto da visitare pagando anche il biglietto. Sto frugando nei ricordi della memoria, ma quel parco dovrebbe essere una installazione da 3000 a 5000 pale che non si vedono dalle grandi strade di comunicazione, ma devi proprio entrare, ripeto pagando il biglietto, perché il bambino impazzisce e vuole fare la foto con le 5000 pale sullo sfondo. Non sto facendo uno spot pubblicitario, ma sto dicendo che evidentemente le cose si possono fare, anche se comportano un grandissimo impatto ambientale, purché siano controllate.

Noi non siamo la Napa Valley, però, dall'esame della documentazione presente nell'Assessorato, emerge che abbiamo una centrale eolica anche a Carloforte; che cosa fa, produce? E' aperta? Da quanto tempo c'è? Quali sono i ricavi? Abbiamo, pare, una centrale eolica a Morgongiori. Da poco il sindaco ha levato un grido d'allarme sul fatto che siano rimasti solo i pezzi di ferro, la ruggine, sostanze che stanno inquinando il terreno e via dicendo. Abbiamo altre centrali eoliche che, percorrendo la Carlo Felice, vediamo sui crinali delle montagne, in zone che dovrebbero essere anche di rispetto ambientale.

Avete detto che occorre stare molto attenti a chi viene in Sardegna, a che cosa propone, a che cosa vuole fare. Non bisogna essere né assessori e né, tanto meno, consiglieri regionali per controllare, basta anche semplicemente avere la curiosità dei semplici cittadini. Circostanza, e per certi verti fortuna, vuole che chi ha sollevato il caso dell'azienda di Bosa, che doveva fare il parco eolico davanti a Is Arenas, sia qua davanti a voi

Un collega, Roberto Petretto, su La Nuova Sardegna pubblica la notizia di questi parchi off-shore e un altro collega - che sarei io - l'indomani viene colto da curiosità e dice: "Scusa ma ho letto che si tratta di una società di Bosa, non è neanche lontano, che ha un capitale di 10 mila euro, che cosa abbiamo verificato?" Mi viene risposto che si sta preparando un'inchiesta.

A questo punto mi reco all'indirizzo della società, mi pare fosse via Azuni - sto frugando nella memoria - e all'indirizzo c'è un signore che aggiusta motoscafi, motori marini, qualcosa del genere, al numero civico affianco c'è un bar. Ancora più in là, dall'altra parte, guardando le facciate a sinistra c'è un gommista, tutto alla luce del sole, tutto verificabile, non c'è traccia di questo ufficio che poi abbiamo scoperto essere da tutt'altra parte. Io ho parlato anche con i rappresentanti della società che hanno detto essere questo il loro mestiere, cioè un cliente gli ha detto di aver avuto questa idea e che loro gliela stavano seguendo.

Visto che abbiamo aperto la parentesi dei parchi off-shore penso che tutti sappiate che a Is Arenas sono già iniziate le rilevazioni a mezzo .anemometro, o stavano per iniziare, o comunque sono state autorizzate perché, mi dispiace dirlo, nell'ultima seduta, mi pare, del 31 luglio 2009, forse perché era l'ultima prima delle vacanze estive, forse per via del caldo, maggioranza e opposizione attuali, del Parlamento italiano, hanno votato una estensione del demanio tale da ricomprendere (oltre gli impianti per l'energia nucleare) anche l'off-shore.

Noi, pertanto, come tutte le altre regioni, siamo impotenti davanti all'eventuale installazione di impianti off-shore; queste sono le ultime informazioni in mio possesso, se adesso le cose stanno cambiando è un altro paio di maniche; però, per quanto fossimo convinti di poterci opporre, perché comunque l'energia doveva essere trasportata a terra, non vi era possibilità di intervento né da parte della Regione, né da parte della provincia, né tanto meno da parte del comune che, eventualmente, subisse nel suo territorio l'installazione di quegli impianti.

Il problema dell'energia in Sardegna, sia eolica che derivata da fotovoltaico oppure da altre fonti, non è la quantità; non ho un dato esatto, però i primi calcoli in mio possesso mi consentono di dire che non tanto oggi, ma quando ci saranno i ventilati raddoppi di centrali, quando verranno autorizzati gli avviamenti dei parchi eolici, fotovoltaico e quant'altro, presumibilmente, a meno che non si diminuisca la parte di energia inquinante, avremo energia da vendere. Il problema non è mai la quantità: il problema è sempre il costo di questa energia.

Per certi versi sposo gli interventi di quanti si sono posti il problema della ricaduta sul territorio, in termini di benefici, di questi impianti. In effetti sono le questioni che fino a questo momento hanno protratto il passaggio in Giunta di una delibera proprio sul fotovoltaico; stiamo infatti cercando la maniera migliore per capire, al di là dell'essere aggrediti e dell'essere, se mi passate il termine non in perfetto italiano, "speculati", dove si va a parare.

Personalmente sto cercando di capire quanto un pannello solare duri, perché ci sono dei dati che dicono che il pannello dopo un certo numero di anni incomincia a decadere. So per esperienza che nel settore delle archiviazioni video ancora non sappiamo, con certezza, per quanto tempo il DVD immagazzini le immagini senza che queste decadano. Quindi, anche lo studio della durata dei pannelli solari, della loro decadenza, come resa e via dicendo è una delle cose che stiamo seguendo.

E'stato citato più volte l'articolo 18; vi ricordo che l'articolo 18 ha causato l'intervento della Unione europea che parecchie volte, nelle sue disposizioni, ha visto l'aiuto di Stato, più o meno occulto. Questo è uno dei problemi con i quali dobbiamo fare i conti.

Sono eventualmente disponibile per qualsiasi altro tipo di informazione, anche se vi devo dire che , come assessorato, sto seguendo altre strade. Per esempio, a seguito di molti incontri avuti con il collega della Toscana (e grazie a reminiscenze scolastiche sullo sfruttamento della energia geotermica), pur consapevole che la nostra isola non è l'Islanda, tuttavia, se solo riuscissimo a non buttare a mare o, meglio, a fiume tutta l'acqua calda che fuoriesce da Fordongianus, da Santa Maria Coghinas, dove si può vedere questa scia di vapore che se ne va, potremmo non dico produrre energia ma almeno risparmiarne. Anche su questo stiamo lavorando, così come su tantissime altre cose.

Inutile che vi dica che siamo sommersi da tutte le parti del mondo da richieste, invio di materiale pubblicitario da chi ritiene di avere i pannelli solari più belli, le torri eoliche migliori, le tecnologie più avanzate, da chi costruisce a 20 miglia dalla costa, da chi ha piccoli impianti, e da chi ne ha a bizzeffe. E non riguardano soltanto l'eolico, visto che c'è chi chiede anche la riapertura della miniera di Furtei, perché pensa di aver capito eccetera, eccetera.

Chi ha avuto esperienze assessoriali, o comunque di governo, sa bene che queste pressioni ci sono sempre; ritengo però che in questo periodo ci sia un incremento spaventoso, proprio perchè con la globalizzazione su Internet si vede quale attività localizzare sui territori. Siamo spiati a distanza.

Ovviamente, poi ci sono quelli che alle nove mi aspettano con i cartelli in viale Trento; anche in questo caso ho cercato una forma di organizzazione per cui, dopo due mesi, avendo anche maggiore conoscenza dell'Assessorato, ho detto che non c'era bisogno di tafferugli, bandiere e fischietti, ma bastava chiedere un appuntamento in tempi ragionevoli che noi avremmo cercato di fissare.

Questo sta accadendo regolarmente, anche se ogni tanto c'è qualcuno che sembra dimenticarsene e dice che senza bandiera, fischietto e tamburo non vengono le telecamere, quindi la protesta è come se non venisse fatta.

Vorrei aggiungere qualcosa sulle serre fotovoltaiche; su questo problema abbiamo aperto un tavolo con l'Assessore dell'agricoltura, il collega Prato, per vedere di far partire queste serre vincolandole all'effettiva produttività agricola dei terreni sui quali è stata fatta richiesta di insediamento.

Stiamo studiando una formula pertanto che consenta di avanzare la richiesta solo a chi è realmente un agricoltore, mentre io, Regione, studio il piano di fattibilità relativamente ai beni che si vogliono produrre. Di conseguenza è inutile che da un certo punto della Sardegna, dove magari c'è la neve, si chieda di mettere in serra noci di cocco, e questa è la cosa più banale che mi viene da dire. E' una sorta di patentino, quindi, che deve essere dato all'agricoltore nel momento in cui farà la richiesta della serra fotovoltaica, ovviamente facendo una serie di prototipi a seconda delle esigenze: da 50, da 100, da 200 e quant'altro.

Ho concluso, e sono disponibile per qualsiasi altra informazione..

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, ho chiesto di intervenire per chiedere, al presentatore della mozione, se l'Aula è d'accordo, di evitare un voto sulla mozione o su un eventuale ordine del giorno. Io credo che l'argomento in discussione meriti ulteriore attenzione e una trattazione da parte dell'Aula più approfondita.

La mia proposta è di sospendere la discussione e di rinviare l'argomento in Commissione; Commissione che, quando avrà approfondito l'argomento, ne farà oggetto di una risoluzione da portare in Aula. Ritengo che questo passaggio possa aiutarci, oltre che a impadronirci ancora di più della materia, a trovare soluzioni di garanzia per tutti i cittadini su un tema di vitale importanza qual è quello delle energie alternative.

Continuazione della discussione della Mozione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'aumento di richieste alle amministrazioni competenti di parchi eolici nel territorio della Sardegna e sulla necessità di legare il rilascio delle autorizzazioni alle effettive esigenze energetiche della Sardegna e alla compatibilità con una attenta salvaguardia dei valori ambientali, naturalistici e storico-culturali del territorio sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai

sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (24)

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Devo dire che, se non fosse intervenuto il collega Giacomo Sanna per formulare questa proposta, sarei stato in imbarazzo su come impostare la mia replica. Quindi lo ringrazio perché ci offre la possibilità di riprendere in una sede specifica, tecnica e politica, l'approfondimento di un argomento che non può essere banalizzato, come invece si rischierebbe di fare con una conclusione frettolosa.

Debbo sottolineare che dalla replica dell'Assessore - Assessore, mi scusi se lo dico - sembrerebbe che il dibattito non ci fosse stato, che i problemi che abbiamo posto non fossero stati posti. Lei non ha diminuito ma ha aumentato le nostre preoccupazioni sul fatto che ci sia proprio un problema culturale dietro la situazione attuale; non c'è una difficoltà a programmare, ma non c'è proprio in questo momento la comprensione della dimensione del problema.

Io sono preoccupato per alcune cose, anche se spero che questa preoccupazione non sia reale; per esempio, io sono personalmente convinto che abbiamo tutti gli strumenti per bloccare gli impianti off-shore, e su questo torneremo. Dichiaro subito di accogliere la richiesta di un riesame in Commissione che si concluda con la presentazione di una risoluzione, perché abbiamo tutti gli strumenti per farlo e credo che l'Aula debba dire una volta per tutte che li ha, e debba ricordarlo anche alla Giunta. Non ci sono infatti soltanto le norme di attuazione dello Statuto ma ci sono anche decreti legislativi che certamente vincolano la possibilità di rilasciare autorizzazioni per impianti off-shore a un'intesa con la Regione, intesa che non può non esserci.

Sono preoccupato che lei mi dica che non sappiamo dove andiamo a parare, perché certamente, in un contesto in cui i vari operatori del settore fanno il loro mestiere che è fare proposte e richieste, non avere uno strumento programmatorio che dice quali sono gli obiettivi della Regione, induce anche a prendere decisioni che possono essere controproducenti.

Ritengo pertanto che sia una buona idea riaffrontare la discussione in Commissione con questo filo logico: tutto questo, per chi lo facciamo? Cioè, perché autorizziamo impianti? Assessore, non so se lei sappia che in Sardegna c'è una potenza disponibile di 3700 megawatt, a fronte di un picco di consumo pari a 1600-1700 megawatt, cioè noi oggi abbiamo un dimensionamento degli impianti di produzione energetica che, nel momento in cui ci sarà il nuovo cavo SAPEI, che ormai è operativo, sarà del tutto sproporzionato.

Noi abbiamo bisogno, se consideriamo gli standard nazionali che potremo applicare con il nuovo cavo SAPEI (l'elettrodotto da 1000 megawatt), di dimensionare i nostri impianti di produzione energetica probabilmente per un picco intorno ai 2000 megawatt, cioè potremo chiudere metà degli impianti.

Allora io credo che sia fondamentale oggi chiedersi per chi prendiamo decisioni, perché se lo facciamo per creare impianti a beneficio di qualcuno, non si sa bene perché, poi sarà difficile spiegare che quegli impianti diventeranno parco di divertimenti per bambini e famiglie che pagheranno un biglietto per vedere le pale; questo ho capito che alla fine è il rischio che corriamo, visto che altre motivazioni non ci sono.

Allora io credo che, per dare dignità a questa discussione che vuole mettere al centro di ogni iniziativa le famiglie, l'impresa, il sistema economico, dobbiamo riportare l'argomento in Commissione e formulare una risoluzione che aiuti la Giunta a stabilire e a programmare le priorità, ma anche a capire le sue prerogative fino in fondo, nell'interesse di tutte le nostre comunità.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. L'onorevole Porcu ha già dato la sua disponibilità per accedere alla richiesta dell'onorevole Sanna sul rinvio della mozione in Commissione. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 37, viene ripresa alle ore 13 e 26.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Comunico che la mozione è stata ritirata ed è stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Porcu - Bruno - Uras - Diana Mario - Milia - Cuccureddu - Sanna Giacomo - Cocco Daniele Secondo - Vargiu - Milia - Steri

IL CONSIGLIO REGIONALE

Al termine della discussione sulla mozione 24 in materia di produzione di energia rinnovabile funzionale all'attenta salvaguardia dei valori paesaggistici ed ambientali della Sardegna, a effettivi vantaggi per la comunità sarda in termini economici e sociali, all'abbattimento dei costi energetici e alla riduzione delle emissioni inquinanti,

dà mandato

alla VI ed alla V Commissione consiliare competenti in materia di industria e di ambiente di predisporre, in seduta congiunta, una specifica risoluzione da sottoporre a discussione in Assemblea, ai sensi del 1° comma dell'articolo 51 del regolamento, al fine di:

a) programmare il rilascio di nuove autorizzazioni per impianti di energie rinnovabili nell'ambito delle effettive esigenze energetiche contenute nel PEARS e delle direttive comunitarie in materia di clima;

b) finalizzare prioritariamente le stesse autorizzazioni a benefici effettivi e misurabili per la pubblica amministrazione, per le imprese e per le famiglie sarde nel quadro dell'esame complessivo della pianificazione energetica regionale.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare l'Assessore dell'industria.

ANGIONI, Assessore tecnico dell'industria. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Avevo chiesto di intervenire, Presidente, prima dell'interruzione e della scrittura di questo ordine del giorno che si pensa di votare tutti quanti. Voterò comunque a favore di questo ordine del giorno perché credo che sia urgente tornare a discutere, e discutere con un po' di chiarezza, su questo argomento di fondamentale importanza.

Vorrei puntualizzare due cose. In primo luogo ricordo che esiste, oltre ad alcuni foglietti trovati nell'Assessorato o a un po' di memoria orale, il Piano energetico regionale e ambientale nel quale sono scritti tutti i numeri, è descritta la situazione della Sardegna odierna e quello che sta accadendo.

All'interno del Piano energetico ambientale è contenuto un progetto che ci riguarda tutti, è un progetto per l'eolico da cui necessariamente bisogna ripartire a meno che uno non lo voglia modificare.

Ancora, esistevano dei criteri per l'installazione dell'eolico, criteri contenuti nell'articolo 18 della finanziaria per il 2007e che sono stati successivamente cancellati. Nel collegato alla finanziaria del 2009, non è stato detto stamattina per cui è utile ricordarlo, vi siete dati sei mesi di tempo, quindi sono scaduti in questi giorni, per procedere alla revisione delle linee guida.

In Commissione bisognerà perciò discutere della revisione delle linee guida per l'installazione dell'eolico in Sardegna all'interno dei criteri stabiliti nella passata legislatura; criteri che sono stati cancellati e che spero vengano invece riutilizzati. Mi riferisco innanzitutto al vantaggio per la pubblica amministrazione, al vantaggio per la competitività delle imprese sarde e ai vantaggi per le famiglie. E questo è quello che mi auguro che succederà con un approfondimento in Commissione e poi con la discussione in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo dell'U.D.C.. Ritengo peraltro opportuno segnalare alla Giunta che, per quanto riguarda l'off-shore, c'è un'urgenza immediata che richiede di valutare la possibilità di un intervento ad horas. Infatti non conosco le pratiche e non so se siano state rilasciate autorizzazioni, il fatto che si facciano tracciamenti implica che ci sia una concessione a monte. Se così è, segnalo che deve valutarsi se questa concessione è legittima o meno.

Infatti la disciplina attuale si rinviene nell'articolo 12 del D.P.R. numero 387 che, nella formulazione originaria, prevedeva che in caso di dissenso della Regione, e non ho dubbi che la Regione dissenta dall'off-shore, perché in questo senso ci siamo già espressi e abbiamo votato in questa Aula (quindi la posizione della Giunta è di contrarietà all'off-shore in mare), la competenza a decidere passava alla Regione.

Questa norma, come ha ricordato l'Assessore, è stata abrogata nel luglio del 2009, per altro con il voto contrario dell'U.D.C. da quanto mi consta; e questa abrogazione rende incostituzionale l'articolo 12 tanto è vero che la Corte costituzionale con la sentenza numero 88 del 2009, a fronte di un ricorso per impugnazione dell'articolo 12 promosso dalla Regione Toscana, ha affermato che quella norma è costituzionale proprio perché la Regione può dissentire, se la Regione non ne dissente, argomento a contrario, vuol dire che la norma è incostituzionale.

Non solo, segnalo che l'articolo 112, comma secondo, delle norme tecniche di attuazione del PPR, prevede espressamente il divieto di realizzazione di impianti eolici e di trasporto di energia in superficie, quindi è un primo divieto. Non solo, nel famigerato Piano casa c'è anche una serie di "normette" estremamente positive. Mi riferisco all'articolo 13, comma primo, lettere G, H e I, per brevità non le leggo, ma queste norme, tra le altre cose, qualificano il mare territoriale come bene paesaggistico, il che vuol dire che nessuna concessione può essere rilasciata se non vi è il previo assenso dell'autorità preposta alla tutela del paesaggio.

Pregherei quindi la Giunta, perché non è in questa ipotesi attendibile il pronunciamento della Commissione, che provveda oggi stesso a verificare se vi sono, ovviamente ove condivida quello che ho detto, ipotesi di illegittimità, e interessi l'ufficio legislativo per procedere immediatamente in via giudiziaria, ovvero la tutela del paesaggio, perché provveda a proibire qualsiasi attività.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo del P.d.L. Vorrei ricordare al presidente Soru che il Piano energetico è stato adottato, ma non è stato approvato. Se fosse stato portato all'attenzione dell'Aula, così come noi avevamo chiesto nella precedente legislatura, probabilmente questi vuoti di cui parliamo oggi non esisterebbero.

Voglio per memoria, però, comunicare all'Aula che nessuna autorizzazione è stata concessa da allora in poi. Quindi, non ci sono parchi eolici di nuova autorizzazione. Per cui, sarà anche vero che l'articolo 18 è stato cassato, sarà anche vero che nel collegato è ancora in itinere il problema dell'approvazione da parte della Giunta entro i sei mesi delle linee guida, certo è che di tutto ciò che è contenuto nell'ordine del giorno, anzi, nella mozione che è stata presentata dal collega Porcu, nulla è stato compromesso. Quindi, la discussione è in corso, è in fieri, l'affronteremo in Commissione, ma io spero che il Piano energetico, comunque, venga portato all'attenzione del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, annuncio il nostro voto a favore dell'ordine del giorno. Forse, però, è necessario aggiungere qualcosa. Vorrei ricordare all'onorevole Soru, assente a tutto il dibattito di stamattina, quindi non ha potuto ascoltare i diversi interventi (il tempo è poco ma credo di riuscire a spiegare alcune cose che ha anticipato il collega Diana) che il Piano energetico è sempre stato il frutto delle giunte di turno, e questo Consiglio non è stato mai investito da una proposta di programmazione seria di un settore di vitale importanza; e lei per primo, per cinque anni, ha gestito e modificato il Piano a seconda delle circostanze.

Ho ricordato stamattina che l'ultima modifica è stata apportata in favore di un insediamento, in quel del CASIC, di 200 ettari, che avrebbe fatto lavorare venti persone. Questo c'era scritto nell'accordo, venti persone per 200 ettari. La società è la Sorgenia, l'ho detto, lo ripeto, la Sorgenia fa riferimento a De Benedetti. Quei 200 ettari furono il frutto di una modifica del Piano fatta con una delibera di Giunta. Credo non ci sia niente da criminalizzare, ma credo non ci sia neanche niente da addebitare a chi oggi sta governando.

Da parte di chi governa, forse, c'è la volontà, di rivedere attentamente le questioni e di dare a quest'Aula la possibilità di programmare e di dare le linee guida su un settore, quello dell'energia, che è stato però in mano a pochi. Io ho prospettato comunque all'Assessore, poc'anzi, la necessità di portare alla mia conoscenza, e a quella di tutta l'Aula, le concessioni rilasciate nei cinque anni precedenti, visto e considerato che sino ad oggi, in questa legislatura, non ne è stata rilasciata alcuna. Poi, volendo, potremo anche aprire un dibattito sulle concessioni rilasciate nella scorsa legislatura.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, lei è già intervenuto.

SORU (P.D.). Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Per fatto personale si interviene alla fine della seduta.

Metto in votazione l'ordine del giorno.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera FLORIS Rosanna ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BIANCAREDDU - BRUNO - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CARIA - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - LOTTO - MANCA - MANINCHEDDA - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Marco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PIRAS - PITEA - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SECHI - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - SORU - STERI - TOCCO - URAS - VARGIU - ZEDDA Alessandra - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BEN AMARA - STOCHINO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 75

votanti 72

astenuti 3

maggioranza 37

favorevoli 72

contrari 0

(Il Consiglio approva).

Per fatto personale

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo per fatto personale perché, alla conclusione di questo dibattito, sono state date delle notizie non vere, si è detto infatti di una politica energetica gestita quasi personalmente da poche persone, che poi avevano la possibilità di modificarla a seconda delle esigenze e delle necessità.

Il Piano energetico regionale è stato realizzato sulla base di uno studio attento, durato molti mesi, forse persino due anni, da parte dell'Università. E' stato discusso con le parti sociali, con le organizzazioni datoriali, finalmente approvato, e mandato al Consiglio per l'approvazione, come giustamente ricorda l'onorevole Diana. Successivamente, il Governo centrale ha approvato un Piano per la realizzazione in Italia di tre importanti impianti di solare termodinamico, progettati da Rubia, peraltro nello stesso Parco di Polaris. Naturalmente la Sardegna si è candidata per realizzarne uno, e anche per questo intervengo.

Il collega Sanna ricorda che questo Parco, che eventualmente sarà localizzato all'interno del CASIC, potrebbe essere realizzato dalla Sorgenia di De Benedetti. Me lo ricorda come se fosse una cosa che mi riguarda. Vorrei dire che non troverà al riguardo nessuna telefonata, nessuna conversazione, come quelle che si trovano in altri casi. Parleremo in quest'Aula di come possono essere i rapporti tra chi svolge funzioni pubbliche e gli imprenditori, e vedrà che troveremo relazioni più interessanti rispetto a quelle che lei cercava di ventilare in quest'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, scusi, su che cosa chiede di parlare?

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Per fatto personalee in risposta alle dichiarazioni dell'onorevole Soru.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Quando toccano lui, sua maestà, non è molto politico nel rispondere, ma lasci perdere. Quando avremo quell'elenco, Presidente, lo sollecito a lei, e indirettamente allo stesso Assessore dell'industria (non si tratta di fare telefonate, si tratta di capire sino in fondo, ad esempio, come sono state date le autorizzazioni)-capiremo tutti come sono state assegnate le concessioni.

Allora, in primo luogo capiremo come ad Aggius, in un sito di pregio, sia nato un Parco eolico. E poi leggeremo chi è il proprietario, il quale dirà quali erano i rapporti, questo è un fatto personale. Poi, se vogliamo entrare nell'argomento, lo faremo. Onorevole Soru, se lei cerca la provocazione, soprattutto nel Gruppo sardista, soprattutto nel Gruppo sardista…

(Interruzione del consigliere Soru)

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). …troverà sempre pane per i suoi denti.

SORU (P.D.). Le sue minacce non mi fanno paura.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, lei ha avuto la possibilità di esporre le sue ragioni, dia questa possibilità anche all'onorevole Sanna.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Sapesse quanto fanno paura a me le sue minacce. Lei minacce non ha il diritto di farmele, io sono rispettabile, lo sa meglio di me. Queste cose le ha fatte lei, non io. Il Piano energetico l'ha modificato lei prima di Sorgenia. I 160 ettari di esproprio li ha proposti lei, questa è la verità di fondo: deve smettere di gettare veleno in quest'Aula.

Ha seminato veleno, zizzania, cattiverie in quest'Aula, non ha fatto altro. Io sono rilassatissimo, non abbia problemi con me. Non è lei che riesce a provocarmi. Lei deve smettere questo atteggiamento, quest'Aula sa essere tranquilla, quest'Aula ha capacità di mettere assieme idee, volontà e sinergie. Lei in quest'Aula non crea cattiverie, lei non ha la capacità di mettere sottosopra quest'Aula, non la tiene più in scacco.

PRESIDENTE. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 del pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 42.