Seduta n.232 del 04/05/2017
CCXXXII Seduta
Giovedì 4 maggio 2017
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 31.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 30 marzo 2017 (228), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ugo Cappellacci, Augusto Cherchi, Roberto Desini, Mario Floris, Giorgio Oppi, Raimondo Perra e Paolo Truzzu hanno chiesto congedo per la seduta del 4 maggio 2017.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate la proposte di legge numero 421, 422.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977 numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 10, 11, 13, 17, 24 e 31 gennaio 2017; 7, 10, 14, 21, e 28 febbraio 2017; 7, 14, 16, 21, e 28 marzo 2017; 4, 11, e 13 aprile 2017.
Comunico che il Gruppo consiliare "Sinistra per la democrazia e il progresso" con nota del 3 maggio 2017, ha reso noto di aver modificato la propria denominazione in "Art. 1 - Sinistra per la democrazia e il progresso".
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 1078, 1080, 1081, 1082, 1083, 1084, 1085, 1086, 1087, 1089.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria. Sono state presentate le interpellanze numero 296, 297, 298.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenuti alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 302, 303, 304, 305, 306.
PRESIDENTE. Grazie, sospendo la seduta e convoco una Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 38, viene ripresa alle ore 10 e 49.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, comunico che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso l'inversione dell'ordine del giorno Quindi, il primo punto all'ordine del giorno è il PL numero 421 "Disposizioni urgenti finalizzate all'adeguamento della legislazione regionale al decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 2017, numero 31 (Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura di autorizzazione semplificata). Modifiche alla legge regionale numero 28 del 1998". Seguiranno la mozione numero 302 sulla vertenza Ottana. Segue ancora la mozione numero 293, l'interpellanza numero 187 sui trapianti, quindi la mozione numero 298 "fornitura ausili e protesi", la mozione numero 261 "attuazione del Piano di sviluppo rurale". Non sarà discussa oggi la mozione numero 239 presentata dall'onorevole Rubiu e più sulle servitù militari, per l'indisponibilità del Presidente della Regione a essere presente oggi nella seduta, ed è spostata ad altra data la mozione numero 136, Sale-Zedda, sull'opportunità di candidare la Sardegna quale regione d'Italia capofila del progetto sperimentale pilota per la legalizzazione, la coltivazione e la regolamentazione del mercato della cannabis.
Quindi do la parola all'onorevole Solinas per…
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Sull'ordine dei lavori. Prendiamo atto che stamattina non si possa discutere la mozione numero 239, che riguardava appunto la tematica relativa al poligono militare di Capo Teulada, prendiamo atto altresì che l'indisponibilità del presidente Pigliaru impedisce la discussione della stessa, però ci tengo ad evidenziare che questo argomento va trattato con estrema urgenza, e quindi chiedo pubblicamente che venga inserito all'ordine del giorno della prima riunione del Consiglio utile perché è improcrastinabile l'argomento delle servitù militari, ma soprattutto è improcrastinabile il programma SIAT, il Sistema integrato per l'addestramento terrestre, che è previsto nel centro addestramento tattico di Teulada. Quindi, per questi motivi, Presidente, chiedo a lei di farsi carico di inserire all'ordine del giorno del prossimo Consiglio l'argomento. Grazie.
PRESIDENTE. Sarà fatto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Per ribadire anch'io l'invito al presidente Pigliaru, ma l'intera sua maggioranza è richiamare un po' al fatto che probabilmente la mozione approvata, l'ordine del giorno approvato nel 2014 in questa stessa materia è ormai superato. È necessario riprendere il dialogo con il Ministero della difesa, ma lo è ancora di più alla luce dell'esigenza proprio di ridurre i carichi di fuoco sulle aree di poligono e lo si può fare solo attraverso il via libera ai progetti nuovi, tecnologici del Ministero della difesa per l'avvio del progetto SIAT in capo al Ministero. Quindi, è assolutamente il caso che il Presidente della Regione si faccia carico di questa mozione, venga in aula per discutere serenamente senza nessuna preclusione ideologica. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Ritengo giusto, Presidente, spostare la discussione sulle servitù militari alla presenza del Presidente della Regione anche per gli ordini del giorno approvati a suo tempo sullo stesso argomento, e le chiedo anche di aggiungere sulla stessa discussione anche la mozione presentata dal Partito Democratico nel 2015, che riguardava sempre la vertenza delle servitù militari. Grazie.
PRESIDENTE. Sì, saranno accorpate le due mozioni.
L'ordine del giorno reca la discussione del progetto di legge numero 421.
Ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.
SOLINAS ANTONIO (PD), relatore. La proposta di legge presentata da me e dal mio Capogruppo, onorevole Pietro Cocco, è stata approvata dalla quarta Commissione all'unanimità. Quindi, questo significa che un recepimento come quello che abbiamo proposto con la numero 421 del DPR numero 31 del 13 febbraio del 2017 ha all'interno di quest'aula un'aspettativa da parte dei Consiglieri, ma c'è soprattutto all'esterno di quest'Aula un'aspettativa da parte dei cittadini e delle imprese. Con questa proposta di legge si individuano gli interventi che sono esclusi dall'autorizzazione paesaggistica e quelli che devono essere sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata. Credo che sia opportuno approvarla quanto prima, dovremmo, anche dal punto di vista procedurale, aspettare la legge urbanistica o la cosiddetta legge di manutenzione in discussione in Commissione, ma credo che adeguare e semplificare le norme di autorizzazioni paesaggistiche anche in Sardegna, così come ormai succede in tutta Italia a seguito dell'approvazione del DPR numero 31 di quest'anno, credo che sia necessario. La proposta di legge è costituita da due articoli, il primo attribuisce le nuove competenze ai comuni ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale numero 28 del '98, e l'articolo 2 sostituisce l'articolo 5 sempre della legge regionale numero 28 del '98, che ridefinisce gli interventi esclusi e quelli da sottoporre a procedura semplificata. Velocemente, vorrei dire all'Aula di che cosa si tratta, si tratta di piccoli interventi, nell'allegato A, appunto, del DPR numero 31, ne cito solo qualcuno, quelli che vengano esclusi completamente delle autorizzazioni paesaggistiche sono tipo le opere interne che non alterano l'aspetto esteriore degli edifici, oppure gli interventi su prospetti o sulle coperture degli edifici, gli interventi che abbiano finalità di consolidamento statico degli edifici, interventi indispensabili per l'eliminazione di barriere architettoniche, e così via. Mentre invece l'Allegato B, che tratta gli interventi di lieve entità sotto soggetti a procedimento autorizzatorio semplificato, sono incrementi di volume non superiore al 10 per cento, interventi sui prospetti comportanti alterazione all'aspetto esteriore, interventi di adeguamento alla normativa antisismica e interventi necessari per il superamento delle barriere architettoniche che alterano gli aspetti esterni, e ce ne sono una serie che evito di indicare. Quindi l'invito mio, ma dell'intera Commissione quarta, e quello all'Aula di procedere all'approvazione nel più breve tempo possibile. Grazie.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Molto brevemente, perché noi siamo d'accordo con l'intervento previsto da questa proposta di legge. Sostanzialmente riteniamo che poteva anche non essere normata la materia, perché lo Stato ha competenza sul tema e dunque, dal nostro punto di vista, poteva ritenersi già di diretta applicazione la normativa nazionale. Ma, ad abundantiam, ad evitare interpretazioni, come spesso accade che ogni ufficio tecnico di ogni comune si faccia la propria legge, è bene che questo provvedimento possa essere esitato, e rappresenta, sia pure in ritardo, il recupero di una disciplina che evita inutili lungaggini procedurali per ottenere la possibilità anche di effettuare interventi di piccola e ordinaria manutenzione all'interno degli immobili. Quindi, come tutti i provvedimenti che vanno nella direzione giusta e che auguriamo, assessore Erriu, possa anche costituire la premessa perché la preannunciata legge urbanistica di cui sentiamo molto discutere sui mezzi di informazione, possa approdare in tempi certi in Aula, perché una legislazione urbanistica che sostanzialmente immobilizzato tutto il sistema per la lungaggine delle procedure, la farraginosità e le complicazioni che sono un vincolo e un blocco ad una economia in grave difficoltà come quella del comparto edilizio. Quindi mi pare che questo provvedimento colga nel segno giusto, ragione per la quale il Gruppo di Forza Italia lo sostiene.
PRESIDENTE. Poiché non ho iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CHRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta concorda con la relazione dell'onorevole Solinas, del relatore, tanto è vero che le due norme erano inserite all'interno del testo della leggina di manutenzione cosiddetta "omnibus" in materia edilizia, si tratta del recepimento di un Regolamento contenuto nel DPR numero 31 di quest'anno, entrato in vigore in tutta Italia nelle regioni ordinarie da qualche settimana, dai primi del mese di aprile, però l'articolo 13 dello stesso Regolamento, dello stesso DPR, prevede espressamente la necessità che nelle regioni a statuto ordinario si adegui la legislazione ai sensi degli statuti delle norme di attuazione quindi con legge regionale. Questo è il motivo per cui…
PITTALIS (FI). Nelle ordinarie…
ERRIU CHRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. No nelle speciali, nelle speciali, chiedo scusa, un lapsus, nelle speciale, nelle ordinarie è già entrato in attuazione ed è in efficacia immediata; questo prevede l'articolo 13. Le fattispecie sottoposte alla disciplina nuova sono determinate e sono 31 tipologie di interventi esclusi dalle autorizzazioni paesaggistiche, 42 tipologie di interventi di lieve entità sottoposti a procedura semplificata. Peraltro il procedimento finalizzato al rilascio dell'autorizzazione semplificata si conclude in un termine ristretto di 60 giorni e non più di 120 giorni, come nella procedura ordinaria, con un evidente obiettivo di semplificazione e riduzione degli oneri burocratici a carico di cittadini e imprese. C'è ugualmente una disciplina riguardante i procedimenti pendenti in regime di prima applicazione, si individuano modalità che consentono di governare i procedimenti in itinere, così come anche le serie procedimentali che uniformano la nuova disciplina a quella vigente in passato. Si tratta di uno strumento particolarmente utile, importante e atteso, che vede la nostra il nostro consenso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Voteremo, e voterò, così come il nostro Capogruppo ha preannunciato, favorevolmente a questa legge, perché oggi c'è una fase di incertezza determinata dal fatto che gli Uffici regionali hanno comunicato ai Comuni che tutte le pratiche sono bloccate in quanto si attende da parte del Consiglio regionale una presa di posizione rispetto al Regolamento sulla semplificazione delle autorizzazioni paesaggistiche, però è anche vero, e non possiamo negarlo, che questa è una legge di grande riforma economica e sociale, lo dice l'articolo 13, che si contraddice, io concordo parzialmente con quanto ci dice l'Assessore Erriu, si contraddice, perché da una parte dice che è una riforma economica importante che deve essere applicata immediatamente, una grande riforma economica sociale, e d'altra parte dice che le regioni a statuto speciale debbono adeguarlo secondo i rispettivi Statuti. E' una contraddizione, mi pare, anzi, ritengo proprio che sia una contraddizione. Detto questo non posso non evidenziare la totale inadeguatezza invece della legislazione edilizia che questo Consiglio regionale, questa maggioranza e questa Giunta hanno varato; la nuova legge sull'edilizia non funziona, non ha funzionato, ha funzionato male, ha creato problemi, bene avremmo fatto a prorogare, bene avreste fatto a prorogare invece la vecchia legge sul Piano Casa, che è molto più nuova della nuova che voi avete fatto, e funzionava, lo dicono tutti, lo sostengono associazioni, lo sostengono i sindacati, lo sostengono la Confartigianato e tutti coloro che si occupano della filiera, definiamola così impropriamente, della casa o dell'edilizia, non del mattone, dell'edilizia. Avete avuto questa idea di modificarla per modificarla e basta, cioè per fare qualcosa di nuovo, di ascrivibile a voi, e avete sbagliato, avreste dovuto prorogarla. E poi abbiamo questo problema della legge urbanistica, che sembra che sia stata varata, che stia per essere varata, verrà varata domani, è stata varata ieri; sono tutti molto critici nei confronti di questa legge urbanistica, di questa proposta, di questo disegno di legge, così come lo siamo noi, perché è evidente che è una proposta totalmente inadeguata, poco coraggiosa poca, poco attenta alle ragioni della produzione, ma anche poco attenta per certi versi alle ragioni della tutela dell'ambiente, e questo non lo diciamo noi, lo dice… per quanto riguarda le mancate attenzioni a tutela dell'ambiente lo dicono le associazioni ambientaliste, e per quanto riguarda invece la inefficacia, la inefficienza, la inadeguatezza rispetto alle esigenze invece di, per esempio, di adeguamento delle strutture…
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Modifiche all'articolo 3 della legge regionale n. 28 del 1998
(Competenza del comune)
1. Al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 12 agosto
1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di
tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna
con l'art. 6 del D.P.R. 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con
l'art. 57 del D.P.R. 19 giugno 1979, n. 348), la lettera h bis) è
sostituita dalla seguente:
"h bis) gli interventi di lieve entità soggetti al procedimento
semplificato di autorizzazione paesaggistica di cui al Decreto del
Presidente della Repubblica 13 febbraio 2017, n. 31 (Regolamento
recante individuazione degli interventi esclusi dall'autorizzazione
paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria
semplificata).".
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare , metto in votazione l'articolo 1.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Sostituzione dell'articolo 5 bis della legge regionale n. 28 del
1998 (Interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o di
lieve entità sottoposti al procedimento semplificato di
autorizzazione paesaggistica)
1. L'articolo 5 bis della legge regionale n. 28 del 1998 è
sostituito dal seguente:
"Art. 5 bis (Interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o
sottoposti al procedimento semplificato di autorizzazione
paesaggistica)
1. Nelle aree ed immobili sottoposti alle norme di tutela di cui
alla parte III del decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive
modifiche ed integrazioni, sono esclusi dall'obbligo
dell'autorizzazione paesaggistica gli interventi e le opere di cui
all'Allegato A al decreto del Presidente della Repubblica n. 31 del
2017.
2. Nelle aree ed immobili sottoposti alle norme di tutela di cui
alla parte III del decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive
modifiche ed integrazioni, gli interventi di lieve entità previsti
nel decreto del Presidente della Repubblica n. 31 del 2017 e nel
relativo Allegato B sono assoggettati al procedimento semplificato
di autorizzazione paesaggistica secondo la disciplina dettata dallo
stesso regolamento.
3. Al ricorrere delle condizioni previste dall'articolo 4 del
regolamento di cui al comma 1 si applicano le ulteriori fattispecie
di esonero dall'obbligo di autorizzazione paesaggistica
semplificata.
4. Sono assoggettate a procedimento semplificato le istanze di
rinnovo di autorizzazione paesaggistica, scadute da non più di un
anno e relative ad interventi in tutto o in parte non eseguiti, a
condizione che il progetto risulti conforme a quanto in precedenza
autorizzato e alle specifiche prescrizioni di tutela eventualmente
sopravvenute. L'istanza di rinnovo non è corredata dalla relazione
paesaggistica semplificata nei casi in cui non siano richieste
variazioni progettuali e non siano sopravvenute specifiche
prescrizioni di tutela. Alle autorizzazioni rinnovate si applica la
disposizione di cui all'articolo 146, comma 4, del decreto
legislativo n. 42 del 2004, e successive modifiche ed integrazioni,
con riferimento alla conclusione dei lavori entro e non oltre
l'anno successivo la scadenza del quinquennio di efficacia della
nuova autorizzazione. Le semplificazioni procedurali non operano al
ricorrere delle condizioni di cui all'articolo 7, comma 2, del
decreto del Presidente della Repubblica n. 31 del 2017.
5. L'istanza di autorizzazione paesaggistica e la relativa
documentazione sono presentate allo Sportello unico per le attività
produttive e per l'edilizia (SUAPE).
6. Per quanto non espressamente previsto dal presente articolo, si
applicano le disposizioni contenute nel decreto del Presidente
della Repubblica n. 31 del 2017 e relativi allegati.".
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 2.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
L'articolo 3 è soppresso.
Passiamo all'esame dell'articolo 4, l'entrata in vigore della legge.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).
PRESIDENTE. Poiché non ho iscritti a parlare, metto in votazione l'articolo 4.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico dell'articolo numero 4.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 421.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 302.
Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
COCCO DANIELE (SDP). Presidente, mi sembra doveroso innanzitutto ringraziare tutti i Capigruppo di opposizione e di maggioranza che hanno avuto grande sensibilità e disponibilità nel voler firmare questa mozione per portare all'attenzione dell'Aula e della Giunta regionale la gravissima vertenza del centro Sardegna e del sito industriale di Ottana in particolare. Riguardo l'assessore Maria Grazia Piras e Virginia Mura, della loro presenza in aula, dico che già in precedenza loro hanno dimostrato grandissima disponibilità a voler affrontare l'annosa situazione che riguarda gli operatori, gli operai e i disoccupati e cassintegrati di quel territorio.
Vado a leggere la mozione perché purtroppo, non avendo dono della sintesi, rischierei poi di non arrivare al punto di caduta finale: "I territori della Sardegna centrale e, in particolar modo, quelli interessati dal polo industriale di Ottana, si trovano in una gravissima condizione di sofferenza economica e occupazionale con numerose crisi e vertenze industriali in corso che purtroppo non trovano concrete prospettive di rilancio; le vertenze ancora aperte di 'Ottana Polimeri' e 'Ottana Energia' determinano un impatto negativo non solo per lo sviluppo dei territori interessati, ma anche per il futuro dell'industria in tutto il territorio regionale, con gravi ripercussioni in termini occupazionali sia per i dipendenti delle stesse industrie e sia per quelli delle piccole e medie imprese operanti nell'indotto; nonostante diversi accordi programmatici sottoscritti negli anni tra la Regione, le amministrazioni locali e le diverse associazioni dei lavoratori e delle imprese del settore tessile, gli ex lavoratori del Gruppo Legler da anni sopravvivono solo con gli ammortizzatori sociali ormai in scadenza. Evidenziato che: la produzione del tessile, della chimica ed elettrica del sito di Ottana risulta di fatto azzerata con la maggior parte dei lavoratori messi in cassa integrazione o licenziati; che il futuro dell'area industriale di Ottana e dell'intera filiera della chimica è strettamente legato alla sopravvivenza della centrale elettrica, infatti l'impianto ha un ruolo strategico non soltanto per il riavvio della produzione di PET di Ottana Polimeri, ma anche la sopravvivenza dello stesso Consorzio industriale (che conta centinaia di addetti diretti più l'indotto) con la conseguente perdita dei nuovi investimenti previsti, alcuni già avviati, di ampliamento e di rilancio aziendale con la creazione di nuovi posti di lavoro; attorno al rilancio della centrale elettrica di Ottana ruotano diverse iniziative e vertenze strategiche regionali come la realizzazione di un centro di stoccaggio di gas naturale liquido a Oristano, il riavvio della filiera del polietilentereftalato (PET) di Ottana Polimeri e l'acquisizione dell'impianto Eni-Versalis di Sarroch con il riavvio della produzione di paraxilene. Appurato che: l'impianto di Ottana Polimeri è fermo da oltre due anni e da oltre un anno è ferma la centrale elettrica di Ottana Energia e che a breve scadrà la cassa integrazione per un centinaio di lavoratori di entrambi gli stabilimenti; che con l'interruzione della produzione di Ottana Polimeri, impianto di recente realizzazione dove si produceva il PET, e di Ottana Energia sono cessati anche i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria senza salvaguardare l'efficienza degli impianti e il conseguente riavvio tempestivo della produzione del PET. Considerato: il dramma in cui si trovano centinaia di famiglie e di lavoratori in cassa integrazione che da anni attendono un concreto rilancio della produzione industriale ed elettrica del polo di Ottana e che vedono sempre più vicino lo spettro del licenziamento; l'assordante silenzio del Governo sulla vertenza Ottana Polimeri-Energia a fronte di tante promesse e ipotesi sul riavvio-riconversione degli impianti e sul rilancio della filiera del PET; il forte impegno e la volontà delle amministrazioni locali del territorio di voler rilanciare il sito di Ottana manifestato anche recentemente con la proposta di cedere un capannone dismesso al prezzo simbolico di un giuro agli imprenditori che vogliono investire nell'area industriale;", a proposito forse è rappresentata male in questa mozione la richiesta, si chiede di garantire la cessione a prezzo simbolico di un euro di tutti i capannoni e gli immobili dismessi del sito industriale di Ottana, "in diversi incontri e tavoli tecnici tra la Regione e il Ministero dello sviluppo economico sulla vertenza Ottana Polimeri e Ottana Energia". Con questa mozione vogliamo impegnare "il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria e del lavoro a esercitare una ferma e convinta pressione sul Governo affinché sia gestito in maniera concreta e tempestiva il rilancio dell'area di Ottana verso investimenti e modelli produttivi moderni e competitivi prevedendo la necessaria copertura straordinaria di ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori, nel particolare ex tessili, che hanno terminato l'attività dal 2015 senza avere avuto la possibilità di inoltrare la domanda di indennità; a riferire in Consiglio regionale sulle interlocuzioni avviate con il MISE e su quali siano le reali intenzioni del gruppo Indorama-Clivati sul sito di Ottana; a verificare la fattibilità della proposta formulata anche dal sindaco di Ottana di cedere i capannoni dismessi al prezzo simbolico di un euro agli imprenditori che vogliono investire nell'area industriale".
Questo è il contenuto della mozione, noi siamo qui oggi perché vorremmo che anche le persone che stanno seguendo quest'Assemblea abbiano finalmente delle risposte concrete su quella che è l'interlocuzione, come abbiamo detto, con il MISE. Vorremmo anche che la vertenza Ottana passi in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri perché non può continuare ad essere una vertenza di secondo piano, di serie C, noi vorremmo che su questa vertenza si investissero tutte le energie possibili da parte dell'intero Consiglio regionale - che già in questa maniera lo sta facendo - e della Giunta regionale e del Presidente della Giunta. Noi vorremmo capire qual è la vera disponibilità dei privati o del privato a voler rinvestire su Ottana, perché se questa disponibilità non ci fosse o fosse legata a condizioni in questo momento insostenibili, noi vorremmo che si aprissero degli altri percorsi, degli altri varchi per dare la possibilità ad altri privati di voler investire.
Un'ultima cosa che dico e di cui sono convinto, si è parlato qualche anno fa, qualche mese fa e anche tanto tempo fa del discorso bonifiche. Io credo che se a Ottana, che è un sito che ha necessità indifferibile di vedere avviato all'interno di tutto quel contesto industriale una procedura seria di bonifica, se si iniziasse questo percorso io credo che il problema occupazionale si risolverebbe e si risolverebbe bene. Siamo qui per ascoltare e per avere notizia dai nostri Assessori su quelle che sono le interlocuzioni in atto e sulla tempistica rispetto alle risposte che stiamo aspettando da troppo tempo, non probabilmente a causa, anzi non sicuramente a causa dei nostri Assessori che, come già detto in premessa, si stanno impegnando per cercare di proporre soluzione a una vertenza così e a una situazione così drammatica, ma probabilmente chi ci dovrà dare le risposte non sta seduto in questi banchi, ma in questi banchi stanno sedute delle persone che noi impegniamo ufficialmente affinché queste risposte possono arrivare nel più breve tempo possibile.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Daniela Forma. Ne ha facoltà.
FORMA DANIELA (PD). Presidente la ringrazio e ringrazio anche i Capigruppo e il primo firmatario di questa mozione, il collega Daniele Cocco, per aver voluto riportare al centro del dibattito di quest'Aula la vertenza industriale di Ottana. È una vertenza della quale, lo ricordava anche il collega primo firmatario, ci siamo occupati a più riprese, abbiamo interessato il Presidente del Consiglio e gli stessi Capigruppo che hanno dato disponibilità unitamente agli Assessori competenti ad incontrare sia delegazioni dei sindacati che degli stessi lavoratori del sito industriale di Ottana e abbiamo anche accompagnato il grande lavoro che il Presidente della Regione e l'Assessore dell'industria hanno portato al tavolo di confronto con il Governo, con il Ministero dello sviluppo economico e con l'ENI in particolare appunto a beneficio delle vertenze di Ottana Polimeri e di Ottana Energia, come pure il lavoro svolto dall'Assessore regionale del lavoro presso il competente Ministero per sostenere la proroga della mobilità in deroga ai lavoratori non solo delle aree di crisi complesse e quindi ai lavoratori di Porto Torres e Portovesme ma anche a quelli ricadenti nelle aree di crisi non complessa come nel caso del sistema locale del lavoro di Macomer nel quale rientra anche il Comune di Ottana e quindi questo a beneficio dei lavoratori del settore del tessile. Ma la vertenza di Ottana da una parte è vero, è peculiare nel senso che è l'unica grande vertenza industriale della Sardegna centrale, testimonianza di una industria chimica energivora che è stata a suo tempo forzatamente insediata in un'area interna con forte disagio sociale rispetto ad un naturale insediamento con sbocco a mare che oggi ricerca nella riconversione del polo energetico verso l'utilizzo del metano e nella prosecuzione della produzione di PET garantendo appunto la filiera in ambito regionale e la propria sopravvivenza e anche la propria ragion d'essere al giorno d'oggi, ecco. Ma allo stesso tempo a mio avviso e non solo la vertenza di Ottana si inserisce nella più generale complessa vertenza della Sardegna centrale che ha visto per esempio l'abbandono del territorio da parte di un grande settore storico strategico come quello del tessile a causa del quale io vorrei ricordare che sono andati persi nei precedenti anni più di 5000 posti di lavoro distribuiti tra Ottana sì ma anche tra Macomer, Siniscola e in misura più limitata su Nuoro. E quindi molti di questi lavoratori godono ancora della tutela degli ammortizzatori sociali in continua e perenne scadenza con un grande sforzo della parte pubblica della nostra Regione unitamente agli enti locali per provare a correre ai ripari e a dare parzialmente quella offerta occupazionale, quell'ombrello occupazionale che il sistema e il tessuto imprenditoriale locale non riescono ad offrire ed è per questo che avevamo già depositato la mozione numero 88 a fine del 2014 sottoscritta da una quindicina di colleghi e anche da diversi Capigruppo nella quale questi stessi temi riguardanti la vertenza di Ottana Polimeri, Ottana Energia e quella del comparto tessile venivano inquadrate all'interno della più complessa vicenda della Sardegna centrale e quindi considerando il profondo gap infrastrutturale della condizione delle strade della Sardegna centrale, la carenza e i costi dei servizi, l'appetibilità delle nostre aree industriali, i maggiori costi che le nostre aziende devono sostenere quali zone interne di un'isola perché altrimenti appunto si corre il rischio di concentrarsi sulle singole vertenze e sul dramma degli ammortizzatori sociali, ma non si affianca a questa discussione quello che si sta provando a fare o quello che ancora dovrebbe essere fatto perché sia il tessuto socio-imprenditoriale locale a favorire la risposta economico-occupazionale di cui Ottana e la Sardegna centrale hanno terribilmente bisogno. E non vi è dubbio che una politica fiscale speciale e sostenibile per queste aree a beneficio delle imprese e del sistema artigianale sia una delle vie maestre da provare a perseguire per consentire la sopravvivenza e il superamento di una politica assistenzialistica di queste aree. Però evidentemente è importante fare il punto sullo stato di queste vertenze, la vertenza di Ottana Polimeri, Ottana Energia e degli ex Legler, e per questo bene hanno fatto i Capigruppo a consentire che si parli di Ottana all'interno di quest'Aula e quindi a ridare centralità e la giusta attenzione e dignità a questi grandi temi. Ora io circa due mesi fa avevo inviato una nota al Presidente della Regione e all'Assessore dell'industria che ringrazio perché in questi giorni ha risposto. Io in previsione appunto del dibattito odierno ho piacere di ringraziare l'Assessore e di comunicare in questa sede che a fronte della richiesta della manifestazione dell'apprensione dei lavoratori in particolare di Ottana Polimeri e di Ottana Energia e la richiesta di convocazione di un tavolo regionale nel quale sedessero di nuovo intorno a un tavolo rappresentanze sindacali, datoriali e lo stesso imprenditore, ho avuto l'apertura e la disponibilità dell'Assessore dell'industria…
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliere Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Oggi discutiamo di una vertenza che è raccolta in questa mozione che credo sia una battaglia di Sardegna. Io tra le altre cose come Assessore ho avuto modo di seguire la vicenda e credo che sia stato anche un momento molto importante per tutti i sardi perché con l'unione di questo territorio siamo riusciti fino al 2015 a salvare proprio la Ottana Energia e Ottana Polimeri e dico la partecipazione di tutto il territorio come credo che ci sia ancora oggi quindi c'è la disponibilità della Regione perché questo l'abbiamo colto, c'è la disponibilità dico ancora di questo territorio ma di tutta la Sardegna perché noi abbiamo vari poli industriali, Ottana rappresenta ancora una speranza, un territorio su cui investire perché esiste ancora l'azienda, perché esistono ancora gli imprenditori che hanno la voglia di scommettere ancora su questo territorio. La novità qual è? La novità può passare sicuramente, io ricordo che lo strumento importante era la modifica ovviamente della centrale di Ottana Energia che ha sempre rivendicato un'unica condizione, quella della modifica con l'impianto a gas che era la soluzione ovviamente per tutto, però credo che da parte appunto dell'azienda ci sia stata sempre la disponibilità a trovare tutte le varie alternative nelle more proprio della produzione poi col gas. Oggi la situazione di Oristano col GNL potrebbe venirci in soccorso e allora dico: "Chi è l'assente?" L'assente è il governo.
Assessori, io so perché portate avanti la nostra stessa battaglia che ripeto è una battaglia comune che abbiamo tutti il dovere di combattere sino in fondo per rilanciare il polo di Ottana con le imprese che lo vogliono fare. Allora diamo una sveglia al Governo, non si può più aspettare, bisogna costruire le condizioni affinché non solo Indorama e quindi con Ottana energia e Ottana Polimeri possa essere presente in questa parte fondamentale per lo sviluppo industriale e la crescita di nuovo della nostra Sardegna e in particolare del centro Sardegna e delle zone più interne, ma anche altri possano venire. Quindi Assessore, lo dico in particolare per il discorso dello sviluppo economico, davvero insistiamo sul percorso del gas, ci hanno fatto tante promesse, l'hanno inserito nei documenti strategici nazionali, ma poi ad oggi ancora non abbiamo avuto le risposte concrete. Io dico muoviamoci perché nel momento in cui non abbiamo più l'interesse degli imprenditori, veramente quel territorio non potrà che sentirsi veramente usurpato perché ricordo che dai contratti d'area è stato solo terra di conquista per chi è venuto, ha rubato e lo sottolineo, ed è scappato. Oggi noi dobbiamo continuare invece il nostro ragionamento con chi vuole restare in Sardegna per continuare le produzioni che possono davvero consentire il rilancio anche della produzione del PET, ma io credo di tante altre produzioni che possono essere quelle di innovazione tecnologica e quindi dobbiamo essere in qualche modo attrattivi per il resto del mondo. E dico ancora una cosa che riguarda purtroppo la parte più dolente e cioè i lavoratori, fino ad oggi abbiamo potuto avere gli strumenti e non tutti i lavoratori purtroppo sono stati beneficiati da questo gli strumenti delle politiche passive. Io credo che dalla cassa integrazione in giù i lavoratori non vogliono questo, perché vedono la speranza nel domani di ritornare a lavorare e non di certo di essere assistiti. Però, Assessore Mura, anche su questo noi abbiamo il dovere di insistere sul Governo affinché si trovino tutte le strade, perché ad oggi non ci sono alternative. E purtroppo, lo dico, non l'hanno scelto questi lavoratori di vivere in queste condizioni. La Regione si è battuta, per carità, nel corso del tempo, forse non è stato fatto tutto quello che si doveva fare, però certamente alcune politiche devono essere sostenute dal Governo nazionale. E ad oggi, al di là di promesse e di parole, e io aggiungo anche di qualche foglio in bianco pur di fare vetrina, non è stato dato assolutamente nulla. Quindi al più presto ben venga questa mozione, io credo che incontrerà certamente il parere favorevole di tutti noi in quest'Aula, così come nel territorio. Il territorio è forte, ha le idee chiare, sostiene la Regione, lo faremo anche noi per la parte che possiamo dare come supporto, ma veramente andiamo con forza a chiedere azioni chiare al Governo italiano, devono essere supportate ovviamente sia dagli strumenti presenti, ma forse è arrivato il momento, e mi riferisco per la parte energetica, di fare qualcosa di straordinario se vogliamo davvero ripensare a questo territorio come terra di sviluppo e non veramente di dramma sociale e di grandi difficoltà.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Gruppo Misto). Presidente, abbiamo pochi minuti e quindi è doveroso che tutti ci impegniamo e tutti cerchiamo di dire la nostra. Questa è una mozione quanto mai opportuna, perché è un'occasione per ribadire con forza che questo Consiglio regionale è pienamente consapevole dello stato di dramma sociale dei territori e delle comunità dell'area di Ottana. Non entro nei singoli aspetti delle vertenze, perché l'ha già fatto abbastanza esaurientemente bene anche l'onorevole Cocco, purtroppo però potrebbe essere ancora una volta anche questa mozione, anche questa discussione, un passo liturgico in cui celebriamo un riconoscimento, diamo una testimonianza di generica solidarietà e di impegno per poi non riuscire a dare e a fare passi avanti nella soluzione di quelle vertenze. Ripeto, vertenze che rappresentano una situazione drammatica per quella realtà e per l'intero centro Sardegna. Io penso che una mozione deve rappresentare un momento di impegno politico solenne per chi la propone, per chi la vota, e degli stessi organi politici chiamati in causa a rispondere e ad assumere un ruolo competente in merito all'oggetto e alle richieste contenute nella mozione. Per questo dico subito che, al di là delle ottime e apprezzabili intenzioni che io ravvedo in questa mozione, non trovo altrettanto forte e chiaro un impegno politico, né si stabiliscono chiari e inequivocabili meccanismi e condizioni tali da portare davvero all'avvio almeno delle soluzioni. Io sono pronto a votare questa mozione, se la arricchiamo di contenuti ed inderogabili punti fermi e di impegni concreti a tutti i livelli. Allora credo che non si possa non partire dal pretendere certezze sull'avvio di azioni, con tempi e modalità definite, certe, di avvio di opere di bonifica e di re-infrastrutturazione di tutta l'area industriale di Ottana. La realizzazione di servizi indispensabili: dalla banda larga, alla rete di collegamenti stradali, alla futura rete del gas, sino a un impegno di prospettiva strategico di creare un raccordo di collegamento ferroviario con il resto della rete ferroviaria sarda. La calendarizzazione chiara di queste opere rappresenta il sine qua non per poter dire che davvero ci si avvia verso una soluzione, e che davvero vogliamo una soluzione. Il rilancio di quell'area si realizza rendendola appetibile, fruibile, vantaggiosa per quegli imprenditori sani, onesti che volessero fare impresa da quelle parti
Io, Rossomori, auspichiamo il superamento di certa imprenditoria rapace e spesso disinteressata alle ragioni e agli interessi dei lavoratori di quei territori. Per questo dobbiamo creare condizioni e opportunità per una imprenditoria giovane, radicata nel territorio, interessata e attenta in particolare al rilancio del settore agroalimentare, alla lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei nostri prodotti e delle nostre specialità. Ecco, Ottana potrebbe e noi vorremmo che diventasse questo, un polo di attrazione per imprenditori capaci e interessati alla valorizzazione del nostro settore primario. Non è più tollerabile e né noi dobbiamo più permettere atteggiamenti e rapacità di industriali privi di scrupoli, attenti e interessati a finanziamenti pubblici, prebende e agevolazioni varie, che poi senza alcun rispetto sono altrettanto pronti ad abbandonare, lasciando il disastro ambientale e sociale alle spalle. Questo è successo ad Ottana, e a questo dobbiamo porre rimedio con azioni efficaci. Mi permetterò alla fine della discussione di presentare un emendamento orale, soprattutto al terzo punto che vedo piuttosto debole. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, questa giornata è molto importante perché segue occasioni in cui quest'Aula si è dovuta occupare di questioni di crisi industriale sul nostro territorio regionale, in modo particolare sulle questioni che hanno riguardato il Sulcis, per esempio il Nord Sardegna, ma quando si parla di Ottana c'è sempre un brivido lungo la schiena, perché rifiutiamo che quel disegno malefico che disegna per quell'area per noi così importante, un'area industriale che non può certamente soccombere dinanzi alle questioni e alle vicende del tempo, si dimentichi che quello è un distretto che fa parte del territorio più povero, più martoriato, più vulnerabile dell'intera Isola. E quando si parla di Ottana dobbiamo toglierci il cappello, perché le questioni che riguardano quel territorio non sono questioni che riguardano il mondo delle imprese, sono questioni che riguardano il mondo dei lavoratori, che ancora oggi pur con tutta l'energia, la competenza, la professionalità necessaria per dare ristoro al proprio lavoro, alle proprie famiglie, all'intera economia territoriale si vedono invece defraudati dei più elementari interventi a salvaguardia non solo del posto di lavoro, ma in questo caso addirittura con la perdita degli stessi ammortizzatori sociali. E tutto naturalmente passa con una battaglia alla quale naturalmente il Gruppo dei Riformatori Sardi si associa e condivide, appunto con la firma della mozione che oggi è qui in discussione. Ma naturalmente in questo tipo di discussione non possiamo certo rinunciare a stigmatizzare alcune questioni, alcune mancanze, alcune assenze che naturalmente non possono non fare riferimento alla Giunta regionale attualmente in carica. Cito, Assessore, e vorrei anche una risposta in questo senso, per quale motivo per esempio l'area industriale di Ottana non è stata inserita nelle aree di crisi industriali complesse, come è accaduto invece per Portovesme e Porto Torres. Mi si dirà, sì, abbiamo atteso il bando che grava sul DL 181/89, che è quello per le aree di crisi industriali non complesse. In quel caso, Assessore, la procedura è una procedura alla quale naturalmente attinge mezzo mondo, e in modo specifico tutta Italia, è una procedura che per fortuna si ricorda anche di altri territori in forte sofferenza, da Pratosardo a Tossilo, dal Polo di Siniscola fino a quello di Fonni, e sono tutti territori guarda caso del Nuorese. Però anche in quel momento dobbiamo sempre fare i conti col Governo nazionale qui vorrei capire quanto sia incisiva la vostra azione in qualità di Giunta regionale, perché è anche vero che quel bando aperto e chiuso con troppa rapidità in un solo mese ha portato richieste di finanziamento superiori a 640 milioni di euro, a fronte di un finanziamento complessivo che era stato destinato al MISE di 124 milioni. Le domando, Assessore, in quella occasione, quindi riferibile alle aree di crisi non complesse, quali e quante imprese del territorio del Polo di Ottana hanno fatto domanda di finanziamento? Siete in grado di interloquire con Invitalia, che è l'agenzia che agisce per conto del MISE, per avere a disposizione finanziamenti riguardanti il territorio e il polo industriale di Ottana? Avete una risposta di questo genere? Siete in grado di certificare che la sorte in quel caso delle imprese, quindi dei lavoratori ad essa collegati, siano garantiti da una selezione rigorosa, attenta e che sappia trovare ristoro proprio per le funzioni socio-economiche del territorio del Polo Ottanese? Questo credo che sia un elemento di riflessione, valutare anche la capacità di incisione da parte della Giunta regionale e sapere anche quanto abbia a cuore le sorti di quel territorio. Poi la questione delle imprese, è vero, tutto si fonda oramai su due pilastri, seppur molto deboli e quindi inevitabilmente le questioni che riguardano Ottana Energia, c'è un po' di preoccupazione perché quando i citano questi nomi di impresa si stende quasi un velo di silenzio, a noi preoccupa molto in silenzio, vediamo che c'è una certa disattenzione sulle questioni che riguardano l'energia, sul fattore energia in termini generali sul territorio regionale, non si parla più nemmeno in Aula, non approda a discussione anche che la istituzione dell'Agenzia regionale per l'energia, insomma, il sistema energetico della Sardegna è volto ed è indirizzato ad una energica definizione dei suoi confini operativi con la salvaguardia anche degli operatori che in quel contesto insistono con la loro attività, con la loro capacità, con la loro professionalità, ma anche quella che oggi viene richiamata in questa mozione, con tutta la preoccupazione di quei lavoratori affinché possano trovare sollievo, ristoro e soprattutto certezze per il loro futuro e per le loro famiglie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Grazie Presidente, colleghi, Assessori, siamo davanti a un tema in cui, visto e considerato che l'argomento ha toccato anche le cronache, occorre distinguere tra chi filantropo è e chi invece non lo è affatto, perché nel momento in cui dobbiamo fare un calcolo di quante risorse pubbliche sono state impegnate nel vano tentativo di tenere aperto la produzione di PET ad Ottana, ci rendiamo conto che è un conto salatissimo che ad oggi registra la chiusura di quello stabilimento ormai, a memoria mia, credo da due anni. È evidente, fatta salva la buona fede di tutti coloro che hanno occupato il ruolo di Assessore all'Industria in tutti gli anni in cui questi tentativi sono stati fatti, che però questi tentativi ad oggi non hanno prodotto il risultato sperato e non mi si dica che non è accanimento terapeutico immaginare di continuare a destinare risorse pubbliche sino a quando i player rimangono esattamente gli stessi! Se partiamo da questo presupposto non parlerò di cessione di catalizzatore al Palladio, non parlerò di negoziazione dopo la rimozione di olio combustibile dai serbatoi proprio nei giorni in cui noi discutiamo questa mozione, non parlerò di nulla che serva a puntare il dito contro qualcuno, a condizione che si parli del fatto che i player attualmente in possesso dell'asset sono quelli su cui possiamo puntare nel futuro. Allora, se partiamo da questo presupposto e partiamo dal presupposto che quell'area industriale ha una vocazione che noi dobbiamo rispettare, che è appunto di produzione del PET, dobbiamo inserire nei nostri ragionamenti il fatto che, una società che attualmente è controllata da chi è il principale player mondiale del mercato e da chi interviene attraverso la vendita con un elemento essenziale della produzione che è l'energia non funziona più! Inseriamo viceversa, a mio avviso, nel nostro ragionamento, la possibilità di coinvolgere dei player che eventualmente si facciano carico della produzione di materia prima. È passata del tutto inosservata, anche per colpa degli attori, il fatto che l'impianto di produzione dei paraxiloli a pochi chilometri da qui che sono una delle materie prime principali per la produzione del PET è fermo da qualche tempo e non ha in questo momento un'attenzione che secondo me sarebbe necessaria, perché se non funziona affidarlo a chi governa il mercato, se non funziona affidarlo a chi è in grado di fornire un elemento essenziale della produzione come Enel Energia, può succedere che invece coinvolgere in quell'interesse produttivo chi potrebbe farsi carico dell'impianto degli paraxiloli a pochi chilometri da qui possa essere una buona idea? Allora, io chiedo questo, chiedo che si sottragga questa mozione, intelligente, condivisibile, una mozione che deve vederci soprattutto tutti quanti uniti nel volere il rilancio di quel territorio, prendendola per buona ma integrandola con qualcosa di nuovo e sottraendola al fatto che diventi l'ennesimo dare fiato alla bocca, l'ennesimo riempirci di parole, l'ennesima mozione che arricchisce l'archivio di questo Consiglio regionale, ma che continuerebbe, con gli stessi player, a rappresentare niente altro che accanimento terapeutico. Occorre cambiare, occorre integrare, occorre dire che non ci sono filantropi in questa partita, occorre coinvolgere altri soggetti industriali credibili che siano in grado di riprendere la filiera dalla produzione della materia prima.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Grazie Presidente, ma non è la prima volta che si discute della vertenza Ottana o per meglio dire della vertenza della Sardegna centrale, perché ricordo giovanissimo quando nel mio territorio, nell'alto oristanese, si iniziò l'avventura della industrializzazione della Sardegna centrale e le aspettative in quegli anni in cui i territori vennero create creati. Devo dire che per trent'anni i risultati si sono anche ottenuti, il territorio ha avuto una crescita, uno sviluppo molto importante e che però negli ultimi anni la situazione è davvero precipitata al punto tale da non vergognarci nel dire che il rischio della sopravvivenza di quei territori è veramente in discussione e non essendo la prima volta che si discute di questo argomento devo anche dire che la situazione ad oggi, dal primo momento che ne abbiamo discusso in quest'Aula, non è certamente migliorata ma è sicuramente peggiorata. L'idea intelligente di andare a industrializzare la Sardegna centrale, partendo non solo dal nuorese ma arrivando sino all'ogliastra compreso tutto l'alto oristanese, credo che fu una scelta intelligente, intelligente soprattutto perché con quell'operazione si certificava che la Sardegna non era solo l'area industriale di Porto Torres o l'area industriale del Sulcis o del cagliaritano, ma si investiva per uno sviluppo sociale ed economico in un territorio così disastrato. Bene, oggi più volte in quest'Aula, fuori da quest'Aula, nei dibattiti pubblici, nei dibattiti giornalistici, non parliamo altro che di spopolamento di combattere lo spopolamento. Lo spopolamento si combatte dando servizi ai cittadini, ma creando soprattutto sviluppo e un futuro dignitoso ai cittadini che hanno deciso di restare oggi in quei territori, chi lavorava ad Ottana è in cassa integrazione, in disoccupazione speciale, in mobilità, con il rischio sempre di non vedere conclusa questa integrazione che lo Stato e la Regione concedono ai disoccupati, con il rischio però che abbia un termine e finito questo assegno, che viene concesso, ci sia davvero il precipizio. Allora, io credo che le responsabilità siano di tutti, non siamo qui a cercare responsabilità, però la responsabilità credo che debba essere di tutti noi di verificare quelle che possono essere le soluzioni per creare una svolta, per evitare davvero che ancora una volta il fatto di aver presentato una mozione, di aver discusso una mozione in quest'Aula ci possa lavare la coscienza e di dire abbiamo fatto il nostro dovere. Io credo che ci siano alcune iniziative che vanno accelerate, senza nulla togliere a chi magari ha presentato la richiesta prima, ma mi rivolgo, visto che è relativamente interessato, ma l'Assessorato all'industria può certamente intervenire nei confronti dell'Assessorato all'ambiente. Oggi, all'Assessorato all'ambiente ci sono due richieste che chiedono la valutazione di impatto ambientale, relativa alla costituzione della dorsale sulla rete del gas per la Sardegna, credo che la costruzione di un'infrastruttura come questa o l'autorizzazione accelerata alla costruzione di un'infrastruttura come questa possa, in qualche modo, dare una speranza e accelerare anche i tempi di realizzazione. Così come ormai si sta concludendo, mi auguro che fra qualche settimana si possa iniziare, il deposito del gas ad Oristano che deve essere comunque di supporto allo sviluppo della Sardegna centrale. Anche perché il porto di Oristano nacque, o meglio, si cercò di farlo sviluppare proprio in previsione dello sviluppo dell'area di Ottana. Che cosa fare? Credo che sia arrivato il tempo, oltre a garantire quello che oggi i lavoratori in cassa integrazione e mobilità hanno, credo che sia necessario, indispensabile, lo dico come consigliere regionale di maggioranza ma credo di poterlo chiedere anche come Partito Democratico, che la Giunta regionale, che questo Consiglio regionale abbia nei confronti del Governo nazionale un confronto forte e, se necessario, anche duro, rispettoso quanto vogliamo, però è indispensabile che il Governo nazionale dia risposte e dia una mano alla sopravvivenza di un territorio. Se noi non risolviamo il problema della Sardegna centrale stiamo creando problemi anche agli altri territori, quindi io credo che sia indispensabile, visto che il tempo sta concludendo, per esempio ipotizzare che quei territori della Sardegna centrale che possono diventare appetibili, al di là della vendita del capannone a un euro, ma gli incentivi fiscali che non siano per cinque o per dieci anni ma siano per la durata dell'investimento, evitando di compiere gli errori che abbiamo compiuto nel passato. Basta coi contributi a fondo perduto che servono ma…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Dopo 48 anni dall'inizio dell'industrializzazione di Ottana si può anche chiamare un'operazione intelligente, ma è un'operazione che ha fallito, dopo 48 anni possiamo dire: a Ottana l'industria è fallita. Sembrava la soluzione migliore, sembrava una soluzione ideale e per qualche anno ha dato le prospettive che tutti si aspettavano: quelle di lavoro, quelle di un futuro per la gente che abitava la Sardegna centrale. Oggi, stiamo discutendo per cercare di salvare l'ultimo baluardo dell'industria di Ottana, Ottana Polimeri, legata a doppio filo con Ottana Energia. La domanda è quella che stanno ponendo questi giorni anche i sindacati, già dall'anno scorso, i sindacati discutono su quale dovrebbe essere l'industria giusta c'è chi è per la chimica, c'è chi è per la chimica verde; c'è una discussione aperta. Cioè quindi la domanda da queste discussioni che deve avere una risposta: qual è il progetto, qual è l'obiettivo, qual è l'idea che si ha oggi, a 48 anni dalla scelta della Commissione Medici, rispetto a quel territorio. Sono perfettamente d'accordo con quello che dice la mozione, l'ho firmata, che bisogna cercare di salvare quello che oggi può dare una possibilità di lavoro, quindi credo che la Giunta abbia l'obbligo, l'impegno di ottenere il regime di essenzialità per Ottana Energia, che consenta di riprendere la produzione a Ottana Polimeri; come anche, lo ha già fatto, seguire però passo passo finché non si concretizzerà l'acquisizione che pare, se non è tornato indietro, Clivati voglia fare, per lo stabilimento Versalis, per avere la materia prima. Ma, finito questo, ammesso che si riesca a ottenere questo, che non è poco, è chiaro che un impegno deve essere ulteriore, dev'essere un impegno che non c'è stato in questi 48 anni, perché il fallimento non è che si è prodotto da solo come la pioggia cade dal cielo, il fallimento si è prodotto perché è mancata la visione, perché è mancato il progetto vero per cercare di puntellare quelle scelte, attraverso tutte le restanti cose che non sono state mai fatte. Il sindaco di Ottana propone di vendere il capannone a un euro, questa proposta, che è condivisibile, può avere senso se chi compra quel capannone e quindi decide di insediarsi a Ottana ha le infrastrutture che gli consentono di non sentirsi isolato dal resto del mondo. Quali sono i progetti della Giunta per infrastrutturare quel territorio, quali sono le scelte che si vogliono fare? Perché se non si parte dall'infrastrutturazione del territorio noi potremo fare tutte le discussioni che vogliamo, Ottana Polimeri può riprendere anche l'attività, ma la prospettiva che si dà a quel territorio, senza la necessaria infrastrutturazione, è pari allo zero. Bisogna capire quello che vogliamo fare oltre l'industria. Il sindaco di Ottana parla, questo e il precedente, parlano del turismo, parlano dell'agro-zootecnia, parlano di cultura, parlano quindi di quegli asset diversi rispetto all'industria che possono rappresentare effettivamente un futuro, ma vanno supportati non basta il Sindaco, non basta la Giunta e il Consiglio comunale, è necessaria la Giunta regionale, è necessario il Governo nazionale. Il Governo italiano che si spende così tanto e così bene per Ilva, per Almaviva, vertenze importantissime, deve dare alla vertenza della Sardegna centrale la stessa dignità. Alitalia si è ingoiata 7 miliardi e 400 milioni in questi ultimi anni, altri 600 sono sul tavolo, vertenza importantissima, ma per noi Ottana vale quello che Alitalia vale per lo Stato italiano. Ottana è la Sardegna centrale. Ottana è il simbolo di una Sardegna che ancora non trova pace, è il simbolo della Regione più povera, o una delle più povere d'Italia, la graduatoria del reddito pro capite, l'altro giorno pubblicata, l'abbiamo vista, siamo veramente ridotti a quelli che sono i minimi termini. E c'è l'ultima cosa per cui vorrei sollecitare la Giunta: il discorso della zona franca non prendetelo per una battuta svuotata di senso, cercate di riempirla di contenuti, perché la leva fiscale, insieme all'infrastrutturazione, può essere quella che consente alla proposta del sindaco di Ottana di avere senso, ai capannoni a un euro. Credo anch'io che la mozione, seppure io sia firmatario, vada in qualche maniera specificato meglio quali sono gli obiettivi che chiediamo alla Giunta, vada specificato qual è il progetto che c'è in campo per la Sardegna centrale. Manca questo progetto, ecco non facciamo l'errore di 48 anni fa di convincerci che l'industria salverà tutto, l'industria non salverà tutto, l'hanno dimostrato i fatti e lo ha dimostrato la storia, per salvare tutto è necessario che da una discussione come quella odierna venga fuori un progetto…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carta, il tempo a sua disposizione è terminato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna ). Anche noi come minoranza abbiamo sottoscritto la mozione presentata con i colleghi della maggioranza perché riteniamo che sul tema di Ottana si giochi una partita importante dell'industria della Sardegna. Precisiamo subito che siamo ovviamente favorevoli affinché l'industria sarda continui ad avere gambe, continui ad avere energia e continui ad avere quelle strutture indispensabili per poter andare avanti. L'Assessore dell'industria sta portando avanti un progetto che in quest'Aula abbiamo ripetutamente condiviso, che è quello appunto della metanizzazione della Sardegna, con una operazione che consente indubbiamente di uscire fuori e di andare a colmare quelle differenze anche economiche che esistono tra i vari territori ma soprattutto col resto della Sardegna. Ottana rappresenta, come diceva il collega Carta, un simbolo, ancora oggi ci si chiede come mai si è arrivati a costruire l'industria ad Ottana, proprio perché è distante da porti, distante da aeroporti, in mezzo alla Sardegna, alla Sardegna centrale, ad una Sardegna che sicuramente aveva una vocazione più agropastorale che industriale; ancora oggi ci si chiede quali siano stati poi i risultati produttivi di quell'area. Ma Ottana c'è, Ottana è lì, Ottana oggi ha quelle problematiche che sono di quei lavoratori che devono ricevere in qualche modo un ammortizzatore sociale, dove la Regione Sardegna può sicuramente incidere notevolmente soprattutto col Governo, quindi quello che chiediamo nella mozione, Assessora del lavoro e Assessora dell'Industria, è quello appunto di incidere nei confronti del Governo centrale perché si trovino le soluzioni, e si trovino le soluzioni non solo nell'immediato per dare ristoro a quei lavoratori che oggi si trovano in difficoltà ma soprattutto pensando a una riconversione; il termine riconversione significa mantenendo inalterati quelli che sono i livelli occupazionali, quindi dando ad Ottana una nuova figura che può essere anche quella legata al mondo dell'agroindustria, non è detto che debba essere legata squisitamente alla chimica o a quella che ha avuto in questi anni. E' chiaro che mi viene da sorridere e dire agli amici sindaci di Ottana, e all'amico sindaco Arbau: qui la Sardegna è "tutto a un euro", perché abbiamo detto che la Sardegna è a un euro per le case dell'interno e abbiamo detto che i capannoni dei nostri centri industriali sono a un euro. Beh, mi auguro che questo sia un modo per attirare imprenditori ma non può essere questo il nostro modello di sviluppo, perché altrimenti a breve, quando poi discuteremo con l'Assessore della Sanità su altri temi, a breve parleremo anche degli ospedali a un euro se continuiamo con la logica di abbattere i prezzi per cercare di incentivare gli investimenti in Sardegna.
Quindi, l'invito che noi facciamo all'Assessore è di fare in modo che anche l'area di Ottana rientri tra le aree di crisi complessa e che si riesca a trovare nell'immediato un dialogo col Governo perché si diano quegli ammortizzatori sociali che sono indispensabili per i lavoratori.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Congiu. Ne ha facoltà.
CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Attualmente, se dovessero esserci imprenditori vogliosi di insediarsi nell'area di Ottana, potrebbero beneficiare di contributi a fondo perduto pari al 25 per cento, e fino al 50 per cento di credito agevolato, questo dal 4 aprile del 2017, da quando è attivo il bando, ha aperto lo sportello Invitalia, che è quella struttura governativa specializzata nel rilancio e nei processi di reindustrializzazione delle aree di crisi non complesse. Dico questo in esordio di intervento perché molto spesso siamo abituati a puntare obiettivi alti e trascuriamo invece il contingente, il contingente è che dal 16 dicembre del 2016 l'area di Ottana, insieme ad altri SLL, fa parte del sistema nazionale delle aree di crisi non complesse che hanno, ripeto, questi vantaggi: un fondo perduto del 25 per cento e un credito agevolato del 50.
Ha un senso la proposta del Sindaco di Ottana dei capannoni a un euro perché questo aumenterebbe le chance di appetibilità del territorio, ma in questa sede, per chi come me non vuole indugiare sul piano della retorica spicciola, è bene approfittare della presenza dell'Assessore dell'industria per scambiarci dei dati e dei numeri; in questa sede sviluppiamo i percorsi politici, nella sede dell'Esecutivo però vi sono i dati numerici. Le chiedo, assessore Piras, se dal 4 di aprile del 2017 è cambiato qualcosa dal punto di vista dell'emersione di quella classe imprenditoriale che vuole insediarsi a Ottana con un 25 per cento a fondo perduto e un 50 di credito agevolato; quali sono eventualmente i fattori ostativi perché ciò si realizzi; se la sua struttura ha valutato tecnicamente la possibilità di cessione effettivamente dei capannoni e dei plessi dismessi ad un euro. Dico questo non trascurando neppure di chiederle, Assessore - che debbo essere onesto, lo riconosco in quest'Aula, ogniqualvolta ho aperto delle interlocuzioni, come a settembre proprio sul tema delle aree di crisi non complesse, ho trovato una struttura assessoriale che dà risposte, con la quale si può dialogare, magari non siamo perfettamente allineati però dà rispostè - di chiederle qual è lo stato dell'arte dell'imprenditoria dislocata ad Ottana e quali sono i piani industriali degli unici industriali oggi presenti nel territorio, perché noi apprendiamo dai giornali di un asse con il Campidano, di una joint venture tra Versalis o tra Sarroch ed Ottana, in un immaginifico quadro di realizzazione di un progetto industriale i cui contorni a me francamente sfuggono. Ecco, io approfitto della sua presenza e del suo garbo per chiederle questi dati che possono essere utili per continuare la discussione: dal 4 aprile cos'è cambiato? C'è qualcuno interessato? In cosa consiste, se è nella vostra disponibilità, il piano industriale che legherebbe Ottana a Sarroch?
Dico questo perché lo scopo che gli estensori, e io sono tra quelli, che hanno redatto la mozione è quello di alzare il sipario su una fatica quotidiana che chi è in trincea in quei territori fa, e quella fatica quotidiana la impersonifica il Comune di Ottana; Comune di Ottana che su temi che assolutamente non hanno avuto accesso nei mass media è l'unico che si sta misurando con un colosso della chimica italiana, con il Governo, con un apparato del MISE, si sta misurando perché ha avuto l'ardore di imporre a quella struttura che se ne è andata la bonifica di quei territori. E qui tocchiamo un punto cruciale: che cos'è Ottana oggi e che cosa vuole essere domani? Io penso che da quell'Amministrazione noi dobbiamo trarre un insegnamento: bonifica dei siti dismessi, bonifica dei siti inquinati, analisi qualitativa dei suoni e dei sottosuoli, riduzione in pristino la chiamerebbero i giuristi, cioè restituiteci quello status ambientale ante 1952! Su questa battaglia del Comune di Ottana io penso che la Regione non debba lasciare solo il sindaco di Ottana, io penso che con un bell'intervento ad adiuvandum in sede TAR dove pende un giudizio di ottemperanza avverso quell'ordinanza impugnata, la Regione intanto debba intervenire, ed è la terza richiesta che le faccio anche con…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Congiu, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Gaetano Ledda. Ne ha facoltà.
LEDDA GAETANO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, anni, anni e anni che si parla di Ottana e come diceva qualche mio collega che mi ha preceduto anche a me vengono i brividi nella schiena, perché purtroppo sappiamo tutti quello che è successo a Ottana come ci hanno inquinato, perché stiamo pagando le conseguenze oggi. Ma volevo venire subito al punto principale dell'argomento odierno che è la mozione. Qualche il collega ha parlato anche di accanimento terapeutico. Accanimento terapeutico è ancora convincere e dare ai lavoratori a questi disoccupati, che sono a casa, dei sogni, questo è un accanimento terapeutico, perché io dal punto di vista chimico ci vedo poca speranza. Comunque voglio essere costruttivo e collegarmi alla mozione che è stata bipartisan, quindi questo è un vantaggio per tutto il nostro Consiglio regionale. Il polo industriale di Ottana è attualmente in una condizione di sofferenza, e dico sofferenza per usare un eufemismo, sappiamo che gli operai o meglio ex operai sono tutti a casa, come cita la mozione il rilancio è legato alla sopravvivenza della centrale elettrica, infatti, l'impianto ha un ruolo strategico non soltanto per il riavvio della produzione del PET ma anche per la sua sopravvivenza dello stesso Consorzio industriale. Ora parliamo di rilancio e dico cosa deve fare la Regione, cosa non ha fatto e cosa può fare. Allora cosa non ha fatto, nel mio intervento precedente in una Finanziaria di qualche anno fa ho detto sono stati buttati dei soldi proprio buttati, sperperati perché sono arrivati gli imprenditori, che definisco fra parentesi continentali, hanno preso i soldi chi 50, 60, 80 milioni di euro hanno costruito delle scatole ci hanno lasciato le scatole vuote e se ne sono andati, questo è successo. Non c'è stato un controllo da parte di tutte le Amministrazioni che ci hanno preceduto, non parlo dell'ultima ma le precedenti, un controllo su questo. Quindi il primo punto la Regione deve controllare affinché i finanziamenti e i soldi vengono spesi bene. Abbiamo subito una soluzione attuale concreta e giornaliera, abbiamo un'azienda ad Ottana che è attiva, probabilmente è l'unica attiva, che c'è, che è pronta a fare un investimento di 40 milioni di euro con l'assunzione di circa 50 operai; cosa deve fare la Regione? La Regione non ha fatto ancora il contratto di investimento, perché ogni azienda può entrare nel contratto di investimento con un importo pari a 20 milioni di euro, quindi quest'azienda è pronta a entrare a Ottana, a investire, come stavo dicendo prima, con 40 milioni di euro. Dove è l'incastro, perché bisogna dare delle risposte bisogna, trovare la soluzione; la soluzione ce l'abbiamo per oggi, e per domani vediamo. L'Assessore ci parlerà, ci dirà la situazione privati, non privati, energia eccetera, e dico ho fiducia piena nell'Assessore, sta lavorando, purtroppo è un problema che si ripresenta; è nato nel 48 ma non ancora finito. Dicevo quindi, primo punto 20 milioni di euro con i nostri contratti di investimento che a quanto pare non sono ancora pronti, ho chiesto allo staff dei vari assessorati, se ne parlerà dice dopo l'estate, ma facciamolo subito, cosa costa, si riuniscono e fare subito dopo l'investimento per quanto riguarda i 20 milioni di euro. Gli altri 20 milioni di euro, parlo di 40 milioni di euro, sono pronti, come diceva qualche collega che ha parlato di Invitalia, se non è informato bene lo informo: io son pronto. Perché non sono ancora diciamo erogabili? Perché la Regione non lo può ancora prendere e passargli agli imprenditori? Perché la Regione deve fare la compartecipazione che non ha fatto, quindi di cosa vogliamo parlare. Noi siamo i primi colpevoli di questa fra parentesi situazione attuale e potremmo risolvere un problema. Quindi ecco che dico si parte con l'intervento regionale, si parte con gli investimenti che son pronti, questi che sono già esistenti che sono già in loco, quindi non sono bazzecole, non sono barzellette son pronti; vogliono costruire, ampliare, vogliono fare altri 10.000 metri di coperto, e questo è un dato di fatto.
Poi bonifiche non entro in merito non entro in merito alle bonifiche, perché come ho detto prima ci hanno inquinato si vedono oggi i morti di quello che è successo con la chimica a Ottana con l'industria precedente, tant'è vero che, non so se avete seguito i vari colleghi che sono venuti a degli incontri, l'Associazione italiana esposti amianto ci ha elencato tutto quello che è successo. Purtroppo la situazione attuale è questa. Quindi confido che la Regione si rimbocchi le maniche soprattutto precedente gli assessorati col Presidente e questa mozione, come diceva prima qualche mio collega, sarà da aggiustare. Comunque sono non favorevole, di più.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Nella distrazione che mi pare da alcuni banchi generale di quest'Aula, probabilmente si continua a sottovalutare l'importanza dell'argomento. "Incontro dal clima positivo nel palazzo di viale Trento a Cagliari tra il presidente Pigliaru, l'Assessore dell'Industria Piras, rappresentanti dei sindacati, di Confindustria nuorese degli enti locali per fare il punto che riguarda la prospettiva dell'area produttiva di Ottana". Era il 3 maggio del 2016, cioè un anno fa. Probabilmente il clima positivo cui alludeva il pomposo comunicato dell'Ufficio stampa della Giunta regionale era una bella giornata primaverile, se è vero come è vero che da allora ad oggi nulla è cambiato se non addirittura registrare un peggioramento della situazione.
E lo dico con la preoccupazione che impone una vertenza di questa portata. È forse qui, Assessore, il problema che quella di Ottana è stata da sempre relegata a vertenza locale, cioè una vertenza, come diceva l'onorevole Forma, vede ogni tanto la convocazione di un tavolo a livello regionale, quasi che fosse chissà quale graziosa concessione o chissà quale novità per quel territorio. Ed è qui secondo me l'errore di metodo e di impostazione: questa vertenza o la si trasferisce sui tavoli romani e si dà una valenza nazionale altrimenti stiamo facendo un dibattito assolutamente inutile, stiamo continuando a parlarci addosso, stiamo soprattutto ingannando un territorio, stiamo ingannando una realtà importante come quella industriale di Ottana e soprattutto stiamo lasciando soli, questo sì, gli amministratori di quel Comune, di quell'area, quelli che quotidianamente mettono la faccia e che sono i destinatari di istanze, di richieste, di tutte le esigenze che si muovono in quel contesto. Non possiamo continuare con le attese; le attese di qualche tavolo, perché ne sono stati fatti tanti, tavoli tecnici, tavoli politici sono stati fatti a tutti i livelli, ma il problema è che qualcosa evidentemente non ha funzionato e continua a non funzionare. E allora io ho salutato positivamente l'avvio di un dibattito in Aula dopo un assordante silenzio della politica, quella locale quella regionale su questa vertenza. Dobbiamo aspettarci, signori della Giunta, che donne e uomini si possano catapultare nella sommità delle torri del sito industriale di Ottana perché si debba tornare a parlare di questa vertenza, si debba aspettare che ci possa essere qualcosa di luttuoso perché si parli di una vertenza, che ci possa essere qualcosa di drammatico, ma se ne può parlare nella ordinarietà, se ne può parlare serenamente mettendo a disposizione tutti gli strumenti che sono utili e indispensabili intanto per far ripartire quel sito, perché il problema, vedete, ha responsabilità incredibili lo Stato, perché se fosse l'Ilva allora sì che diventa una preoccupazione nazionale. Ma iniziamo a porci noi il problema di cosa possiamo e dobbiamo fare a livello regionale, a iniziare da quello che è stato già detto di rendere appetibile, di rendere quell'area fruibile dal punto di vista della infrastrutturazione, dal punto di vista dell'attrazione, pensando anche alle riconversioni e ad altre iniziative imprenditoriali che possono tranquillamente essere allocate in quel territorio. E questo è il problema che noi dobbiamo oggi porci. Ed ecco perché chiedo ai colleghi Daniele Cocco e agli altri Capigruppo, Presidente, lo chiedo…
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.
PIRAS MARIA GRAZIA, Assessore tecnico dell'industria. Onorevoli consigliere, onorevoli consiglieri, intanto ringrazio i Capigruppo e tutti i consiglieri per avermi dato l'opportunità di parlare di questo importante tema. L'attenzione sulla situazione del polo industriale di Ottana, sia da parte della Presidenza della Regione che da parte dell'Assessorato dell'industria, è massima fin dall'insediamento della Giunta. Si è cercato sempre e fin dall'inizio di tenere alta l'attenzione anche del Ministero dello sviluppo economico e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Prima, tuttavia, di entrare nel merito della mozione, vorrei e credo sia opportuno ricordare i principali punti della vertenza. Per quanto riguarda Ottana Energia, come è ben noto, questa Giunta ha intrapreso ogni azione tesa alla prosecuzione dei regimi di essenzialità, interpretando nella centrale di Ottana un elemento fondamentale per la tenuta complessiva del sistema elettrico regionale. La Giunta, in altri termini, ritiene la centrale di Ottana essenziale per il sistema regionale e lo ha fatto dal primo momento, talora scontrandosi con i tecnicismi di Terna, e le contrapposizioni con Terna sono state in certi momenti anche molto, molto dure col gestore nazionale, come sapete, delle reti di alta tensione. Con l'impegno sono arrivati risultati, in parte già avviati da chi mi aveva preceduto, ma che abbiamo fortemente voluto, abbiamo fortemente voluto, e abbiamo ottenuto la proroga del regime di essenzialità per gli anni 2014-2015, di cui ha beneficiato naturalmente anche la centrale di Ottana Energia. Nelle annualità successive, una parte cospicua delle risorse nazionali per l'essenzialità è stata dirottata su misure simili e in particolare abbiamo ottenuto i contratti di servizio che impegnano le centrali a una serie di servizi tesi al mantenimento e alla sicurezza del sistema energetico elettrico nazionale. Sul livello strategico, la Giunta ha promosso le interlocuzioni con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con il MISE, che sono gli interlocutori naturali nel caso in esame, in quanto i soggetti che assolvono al ruolo e alla funzione politica nazionale sul tema energetico. È stato istituito da tempo un tavolo tecnico-politico col Ministero dello sviluppo economico e con Terna teso a individuare le modalità che garantiscano una continuità operativa. Ci vuole di più, e l'avete detto, ci vuole di più, e infatti quello che stiamo chiedendo è un tavolo alla Presidenza del Consiglio che già abbiamo chiesto nel documento presentato il 18 febbraio. L'obiettivo già condiviso con le parti sociali ed economiche è quello di gestire la transizione verso la riconversione, però, del polo energetico di Ottana, non possiamo non tenere conto di questo. L'imprenditore ha dichiarato più volte alla Regione e alle parti sociali che il metano sarebbe stato l'elemento di rilancio attraverso la realizzazione di un progetto di revamping della centrale. Sul tema della metanizzazione della Sardegna, credo che i risultati siano sotto gli occhi di tutti, una carenza strutturale che per la prima volta è riconosciuta dal Governo nazionale come un fattore di mancata competitività legata all'insularità, tale riconoscimento è stato sancito dal Patto per la Sardegna, stipulato dal Presidente della Regione col Presidente del Consiglio alla fine di luglio. È stato il prerequisito tutto ciò per ciò che abbiamo oggi, un progetto di metanizzazione della nostra isola concreto e già in fase di attuazione, dico all'onorevole Zedda che non ci siamo fermati mai su questo, non ci siamo fermati dal primo momento in cui l'abbiamo avviato, e tutti i giorni c'è un progresso nel campo della metanizzazione. Con riferimento al deposito costiero di stoccaggio di GNL previsto nel porto industriale di Oristano al quale fa riferimento la mozione in esame, esso è stato il primo ad aver compiuto l'iter autorizzatorio, e quindi ad avere ottenuto il rilascio dell'autorizzazione unica, e si ritiene che ci siano le condizioni per un'imminente apertura del cantiere e la messa in esercizio nei successivi dodici, quattordici Mesi. Vi sono quindi le condizioni, quelle condizioni che fino ad ora mancavano, perché la progettazione di dettaglio dell'investimento previsto per il revamping della centrale ci sia, occorre che l'imprenditore chiaramente proceda su questa linea. Su queste basi e con il supporto di Presidenza e Assessorato dell'industria è stata presentata istanza di cassa integrazione ordinaria all'INPS, pratica che è in corso di valutazione e sulla quale poi magari ci si vedrà. Fin dal primo momento, nel confronto con l'imprenditore, le parti datoriali e le parti sociali e il MISE e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione ha supportato le istanze sulle misure legate al campo energetico con la convinzione che esse fossero strettamente connesse e funzionali alla riattivazione della produzione industriale, e tale istanza si concretizza nella necessità di mantenimento di un asset strategico funzionale incentrato sulla produzione del PET. Per il rilancio del segmento produttivo, l'imprenditore da due anni ha declinato la sua ipotesi di riconversione dell'impianto di Ottana verso la chimica verde, passando dalla produzione di PET tradizionale alla produzione di PEF. Accantonata questa ipotesi progettuale per eccessivo rischio di mercato, sapete quanto sia difficile il mercato dell'uso del biodegradabile, attendiamo dall'Unione europea norme pressanti su questo, l'imprenditore ha proseguito con l'idea di un accorciamento su scala regionale della filiera produttiva e il conseguente contenimento di alcuni costi di approvvigionamento di semilavorati. A tal fine la Giunta, su richiesta dello stesso imprenditore, ha favorito il rapporto con Versalis SPA per l'acquisizione dell'impianto a San Rocco utile a Ottana Polimeri al raggiungimento degli obiettivi produttivi appena accennati. La preoccupazione dei firmatari della mozione devo riconoscere è la stessa di questo Assessorato, e in particolare della Presidenza, soprattutto per la scadenza degli ammortizzatori sociali per il prossimo mese di settembre. È evidente che senza l'imprenditore le attività industriali non possono andare avanti, abbiamo bisogno di capire, e qua è stato sottolineato, quali sono gli obiettivi reali dell'imprenditore. Questa Giunta ha messo in campo azioni sia sul metano sia quelle interlocuzioni con ENI perché le intraprese possano essere proseguite. Sta all'imprenditore in questo momento, per quell'attività specifica, prendere una decisione. È evidente, lo avete sottolineato voi nei vari interventi, non basta gestire una crisi industriale per questo Assessorato, non basta gestire la crisi di un'azienda per il rilancio di un territorio, occorre fare più cose e queste le stiamo facendo, perché si è parlato di investimenti, si è parlato di interventi finanziari, si è parlato di contratti di investimento, il bando sui contratti di investimento uscirà a brevissimo, ma nel frattempo, lo si è detto, ci sono altre e altri strumenti, ad incominciare anche dello strumento che grazie ad un'azione della Giunta abbiamo ottenuto, e cioè la dichiarazione di (…) crisi non complessa, grazie alla quale il fatto che ci sia questa dichiarazione gli imprenditori che investono in quell'area possono avere risorse importanti per l'avvio di nuove attività. Non abbiamo ancora i dati, e vi rispondo su questo, da parte di Invitalia sul dato su quanti imprenditori hanno presentato le richieste di investimento sull'area di crisi di Ottana, lo vedremo a breve, ma è vero che sono stati insufficienti le risorse, perché sono state tantissime le domande presentate, ma abbiamo la quasi certezza che queste risorse verranno aumentate a brevissimo, e abbiamo anche l'idea di avere con Invitalia, abbiamo proposto di avere risorse ad hoc per il sito di Ottana, abbiamo previsto di chiedere un minimo di 40 su queste risorse, un minimo di 40 milioni di euro per un piano preciso su Ottana. Poi ho detto piano di investimento; abbiamo parlato… per rilanciare il territorio abbiamo bisogno certamente di infrastrutture, e lo stiamo facendo con un programma adeguato di infrastrutturazione, di nuova infrastrutturazione con investimenti importanti. Si è parlato di agroalimentare; le aziende che hanno usufruito di più dei nostri investimenti per l'internazionalizzazione, per il rilancio dell'agroalimentare, sono le aziende del nuorese, di Ottana e di tutto il territorio della Sardegna centrale, quindi sono interventi che stiamo facendo con attenzione, naturalmente sarà compito nostro, per tornare alla mozione, chiedere che la vertenza Ottana sia tolto dal MISE, ma perché diventi una vertenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e diventando una di quelle, che anche in quest'Aula è stata sottolineata, una vertenza che sia all'attenzione del Governo.
PRESIDENTE. Grazie. Ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
MURA VIRGINIA, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Io naturalmente parlo dell'aspetto relativo agli ammortizzatori sociali che, come ben noto, la normativa che riguarda gli ammortizzatori sociali è di esclusiva competenza del Governo, quindi, per quanto riguarda la richiesta di poter aprire uno sportello per presentare le domande per la mobilità in deroga nel 2015, non è stata possibile perché c'è un divieto di legge, cioè non si può più legare, come avveniva prima, la mobilità, gli altri ammortizzatori sociali, passare dalla numero 223 del 1991 agli ammortizzatori sociali in deroga è stato praticamente vietato a partire dal 2014, quindi non è stato aperto lo sportello per il 2015 non solo per i lavoratori del tessile, noi riceviamo e conosciamo la situazione di quel territorio, riceviamo le richieste pressanti dei Sindaci, soprattutto del Sindaco di Ottana, quindi conosciamo la situazione, però né io assessore al lavoro della Sardegna, né gli altri Assessori regionali di tutta Italia, siamo riusciti a ottenere una modifica della normativa, perché in questo caso si tratta di un divieto di legge. Quindi non ci sono state situazioni di sfavore per quel territorio, e non c'entrano niente le aree di crisi complessa, non complessa eccetera, quindi per quanto riguarda il 2015 purtroppo non abbiamo potuto estendere questa possibilità ai lavoratori sardi e neanche a tutti gli altri lavoratori italiani. Mentre diversa è la situazione dei lavoratori che hanno perso l'ammortizzatore e la mobilità 223 nel corso del 2016. Per questi, non essendoci un divieto specifico, siamo riusciti, con un confronto serrato con il Governo, in particolare con il Ministero del lavoro, a ottenere la possibilità di una proroga. Ricordo, tra l'altro, che gli ammortizzatori sociali in deroga sono stati eliminati a decorrere dal primo gennaio 2017 dalla legge Fornero, quindi, cosa siamo riusciti a fare, grazie anche all'azione dei nostri parlamentari nella Commissione del lavoro del Senato segnatamente? Siamo riusciti ad ottenere che le risorse che erano ancora per gli ammortizzatori sociali non spese per il 2016 potessero essere estese al 2017. Questo cosa ha comportato? Il Ministero ci ha concesso questa possibilità ma a una condizione, che la decretazione da parte dell'Assessorato delle domande ammissibili avvenisse entro dicembre 2016, in modo da poter poi procedere all'erogazione dei fondi da parte dell'INPS, quindi abbiamo aperto il sistema per la presentazione della domanda, ricordo tra l'altro che abbiamo fatto un accordo sindacale con le organizzazioni sindacali confederali regionali il 16 novembre 2016, dove abbiamo previsto la possibilità di questa estensione per tutti i lavoratori, sia delle aree di crisi complessa che di quella non complessa, quindi abbiamo cercato di estendere il più possibile questa risposta. Abbiamo aperto lo sportello per la presentazione delle domande per un tempo breve, come dicevo, perché avevamo necessità di decretare entro il 31 dicembre 2016, lo sportello è stato aperto dal 2 al 12 dicembre e sono pervenute 1650 richieste da tutto il territorio regionale, di cui dalla provincia di Nuoro, quasi tutte di tessili, 191, e di queste 150 sono state accolte perché avevano tutti i requisiti. Probabilmente c'è stato un corto circuito sindacale, perché probabilmente l'informazione non è stata veicolata correttamente, e quindi molti lavoratori di quel territorio non hanno potuto fare domanda, ebbene, ci siamo resi già disponibili a compiere degli atti di ricognizione e abbiamo chiesto alle organizzazioni sindacali e ai Sindaci del territorio di darci una mano perché venissero presentate inizialmente delle domande cartacce, in modo da avere la ricognizione dei lavoratori che rimanevano fuori ingiustamente, e quindi abbia…
(Intervento fuori microfono dell'assessore Mura)
…allora, ci sono 90 lavoratori del settore tessile ai quali intendiamo, e prendo l'impegno perché venga data risposta, quindi un'ulteriore trattativa col Ministero per poter concedere anche a loro che non per loro colpa non hanno avuto questa possibilità, quindi verrà aperto, spero a breve, lo sportello per le domande online, però ho anche il dovere di precisare che così come non vogliamo trattare con sfavore i lavoratori della Sardegna centrale, non vogliamo sfavorire neanche gli altri lavoratori, quindi, quando verrà aperto lo sportello, lo sportello riguarderà tutti i lavoratori che hanno finito la 223 nel corso del 2016, e quindi dovremo fare anche i conti con le risorse disponibili. Però, ripeto, prendo l'impegno, e ragionevolmente penso di poterlo mantenere, non solo di impegnarmi per la riapertura, ma soprattutto di dare risposta ai lavoratori di quel territorio.
PRESIDENTE. Grazie. C'era una richiesta di interruzione del Consiglio.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco . Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SDP). Chiedo una interruzione di dieci minuti, perché ben volentieri accolgo le istanze di alcuni consiglieri per integrare la mozione, che comunque io vorrei tenere e votarla integrata con gli emendamenti che verranno proposti.
PRESIDENTE. La Seduta è sospesa. Ricordo che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di andare ad oltranza stamane.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 39, viene ripresa alle ore 13 e 13.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Invito i colleghi a prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SDP). Di concerto con tutti i colleghi Capigruppo e con tutte le forze politiche, abbiamo deciso di integrare e modificare l'impegno al Presidente della Giunta regionale, io propongo come emendamento orale la modifica alla parte finale della mozione. Il punto 1 viene sostituito con: "impegna il Presidente della Regione a richiedere un urgente incontro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che coinvolga Regione, imprese e forze sociali nel più breve tempo possibile nel quale siano definite le azioni per la verifica dello stato di attuazione e di rilancio del sito di Ottana". Al punto 2: "sostenere il rilancio del polo industriale attraverso due elementi: la ricomposizione della filiera e il revamping di Ottana Polimeri. In presenza di questi due elementi un progetto esecutivo di adeguamento e di conversione anche tramite la GNL della centrale". Poi, al terzo punto, "presentare formalmente al Ministero dell'ambiente istanza di inserimento del sito di Ottana nell'elenco dei siti di interesse nazionale, anche obbligando le imprese ad ottemperare agli obblighi di bonifica". Poi, al quarto punto: "a sostenere le ragioni del Comune di Ottana mediante intervento volontario nella causa pendente davanti al TAR Sardegna promossa da Montefibre in opposizione all'ordinanza del Sindaco per la bonifica dei siti dismessi".
PRESIDENTE. Chiedo al Consiglio se è accolto l'emendamento orale.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). È accolto.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 302 modificata.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Il terzo punto all'ordine del giorno reca la discussione congiunta della mozione numero 293 e della interpellanza numero 187.
Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione e dell'interpellanza ha facoltà di illustrarle congiuntamente.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Presidente, Assessori presenti, oggetto di questa mozione sono i trapianti d'organo, ma anche di tessuti e di cellule, nello specifico l'andamento fortemente altalenante del numero dei trapianti nel corso degli anni e il trattamento riservato ai trapiantati. Questo argomento così delicato è stato oggetto di una riunione tra i vertici delle associazioni di volontariato che si occupano della promozione della donazione e dei trapianti e l'Assessore regionale della sanità al fine di esaminare congiuntamente la grave situazione che nella nostra regione si è venuta a creare già nel corso del 2015, anno nel quale il numero dei trapianti ha avuto un crollo considerevole, per poi avere fortunatamente un segno di ripresa con 97 organi trapiantati nel corso del 2016.
Per citare brevemente i dati, risulta così evidenziato nel corso di tale importante incontro che il tasso delle opposizioni alla donazione da parte delle famiglie sarde è passato dal 21 per cento del 2014 (tra i migliori a livello nazionale), al 44 nel 2015 per arrivare finalmente nel 2016 a solo il 19 per cento. Siamo, sotto questo profilo, tra i primi in Italia. Pur considerando la ciclicità delle variazioni, l'andamento del dato è comunque preoccupante e richiede un intervento immediato affinché se ne possa garantire la tendenza a variazioni positive o quantomeno un andamento costante, rimuovendo per esempio le eventuali cause che ostacolano il delicatissimo processo osservazione, donazione e trapianto al fine di consentire a tutte le famiglie sarde di poter esercitare il diritto alla donazione degli organi di un congiunto evitando quindi che pazienti per i quali il trapianto è inderogabile debbano rinunciare ad essere messi in tempi ragionevoli in lista d'attesa in Sardegna e devono rivolgersi ad altri centri della penisola creando un gravissimo danno alla sanità sarda, sia in termini economici sia soprattutto di grave disagio per i pazienti e per le loro famiglie.
A questo fine diversi sono gli strumenti utilizzabili. Il primo è indubbiamente la promozione di una campagna regionale straordinaria in favore della cultura della donazione e trapianto degli organi che possa informare i cittadini sulle attuali modalità di dichiarazione della volontà sulla donazione di organi e tessuti e possa inoltre sensibilizzarle sulla affidabilità del sistema trapianti italiano. Una successiva campagna ordinaria che possa mantenere costante l'attenzione della popolazione affinché nell'Isola, sempre nel rispetto della libertà di coscienza di ognuno, le opposizioni alle donazioni mantengano i livelli raggiunti nel corso del 2016 e possano nel caso avere solo dei miglioramenti. Altro strumento la sensibilizzazione dei ragazzi mediante il coinvolgimento dell'Assessorato della Pubblica istruzione e delle istituzioni scolastiche per far sì che tale opera possa partire dalle scuole appunto, istituzionalizzando per esempio la giornata dedicata alla cultura della donazione di organi con delle iniziative all'uopo organizzate. Quest'azione, in questo momento, è svolta gratuitamente dalle associazioni di volontariato dei trapiantati e dei cittadini mediante il coinvolgimento dell'Assessorato agli enti locali e degli stessi enti locali affinché venga potenziato il processo già in atto teso a garantire che al momento del rilascio o del rinnovo del documento di identità il cittadino possa esprimere la propria volontà in merito alla donazione dei propri organi dopo la morte. Non si può poi non evidenziare ancora una volta che in occasione dell'insediamento (la data è curiosa) del primo aprile dello scorso anno del coordinatore del Centro regionale trapianti (da non dimenticare che non ha ancora a oggi iniziato la sua attività) già responsabile del Centro regionale di Careggi in Toscana, sono state del tutto ignorate le associazioni dei pazienti, nella nostra Regione ancora non esiste una sede istituzionale che possa ospitare in modo sistemico e non episodico il dibattito e il confronto tra le associazioni di volontariato e le istituzioni. Tale strumento esiste in molte regioni italiane, si fonda sui presupposti della partecipazione e della solidarietà previsti in particolare nel decreto legislativo 502 del 1992, laddove si evidenzia che è favorita la presenza e l'attività all'interno delle strutture sanitarie degli organismi di volontariato e di tutela dei nostri pazienti. Mancano strumenti idonei come i Comitati consultivi misti previsti dalla legislazione nazionale di riordino del servizio sanitario nazionale, manca la parità di trattamento anche economica e questa è la nota dolente tra tutti i trapiantati. Le associazioni che rappresentano i trapiantati in Sardegna fin dal lontano 2006 hanno formulato delle proposte normative in emendamento alla legge regionale 8 maggio del 1985 già modificata con la legge numero 43 del 93 al fine di riorganizzare tutta la materia con particolare riguardo alla parità che al momento purtroppo non esiste. Infatti la normativa vigente contiene criteri per la ripartizione di provvidenze a favore dei trapiantati che snaturano i principi di giustizia e di equità dei malati. Per taluni infatti, trapianti di cuore, di fegato, di pancreas, di polmone, queste provvidenze si riducono al mero rimborso spese escludendo gli altri sussidi previsti dalla normativa riguardanti in particolare l'assegno mensile e il contributo garantito invece ai nefropatici, trapiantati di rene oltre al rimborso delle spese di viaggio, di trasporto e di soggiorno sostenute dagli stessi per raggiungere il centro ove si esegue la tipizzazione e/o l'intervento. Tali istanze ad oggi non hanno avuto purtroppo alcun riscontro, si auspica pertanto un intervento immediato e qui Assessore noi come gruppo UDC Sardegna ci faremo promotori di una proposta di legge o di un emendamento, lo valuteremo per cercare di porre rimedio a questa situazione. Occorre inoltre prevedere un ulteriore stanziamento di bilancio per le cure odontoiatriche indispensabile per il buon esito dell'intervento dei pazienti in lista d'attesa per il trapianto, tali cure potrebbero essere prestate presso il Dipartimento di Chirurgia e Scienze odontostomatologiche dell'Università Studi di Cagliari. Occorre ancora dare seguito alla proposta avanzata sia per il potenziamento logistico con modifica della struttura attuale che per una nuova gestione della Casa di accoglienza Lions con la costituzione di un comitato per l'elaborazione del progetto apposito e l'individuazione delle relative fonti di finanziamento regionale e private. Un'opera che possa essere in grado di migliorare la logistica e diminuire o annullare le spese per i malati che soggiornano nella struttura alleggerendo i costi di ospedalità che gravano sul Centro trapianti dell'azienda ospedaliera Brotzu. Tale Comitato potrebbe essere composto dai rappresentanti della Regione, dell'ATS, del Brotzu, Lions e delle associazioni dei trapiantati come l'associazione sarda trapianti che già opera nell'interno di uno sportello di accoglienza sin dal 2004. Qui ci fermiamo con la mozione, in realtà l'interpellanza che abbiamo presentato Assessore riguarda invece un tema delicato, il tema che riguarda il fatto che i medici non possono superare le 12 ore e 50 di servizio e quindi sono costretti a non eseguire alcuni trapianti perché non riescono a soddisfare questo tipo di esigenze. Sappiamo bene, lei ci insegna che per questi medici addirittura sono previste delle sanzioni e quindi su questo tema chiediamo di conoscere qual è il suo punto di vista.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ringrazio il consigliere per la mozione ma indubbiamente l'andamento dei trapianti in Sardegna ha avuto delle fluttuazioni come correttamente lei ha citato. Nel 2015 c'è stato un aumento delle opposizioni, nel 2016 i risultati sono stati abbastanza buoni, soddisfacenti, nel senso che sono stati trapiantati 98 organi nel 2016, 49 trapianti di rene totali, 38 singoli, 4 di rene doppio, 3 trapianti di rene e pancreas, 1 di pancreas isolato, 39 di fegato. Si è iniziato per la prima volta il trapianto in Sardegna il cosiddetto trapianto split cioè è stato utilizzato un organo che viene diviso e cinque trapianti di cuore. Sono ancora preliminari, dati non ufficiali i dati dei trapianti del 2017, sicuramente è necessario quello che lei suggeriva per cui concordo che bisogna promuovere la cultura della donazione con un'attività costante di informazione e comunicazione così come sono d'accordo anche nel sensibilizzare attraverso un accordo sia con il Ministero dell'istruzione ma con l'Assessorato regionale alla istruzione, un'attività di educazione e formazione alla sensibilizzazione e alla donazione. Per quanto riguarda le altre osservazioni noi un anno fa abbiamo in seguito alle dimissioni del professor Carcassi che svolgeva l'attività part time e gratuitamente essendo un professore ordinario universitario, dietro suo suggerimento abbiamo avviato una riflessione anche col Centro nazionale dei trapianti per capire se la normativa del '99 permettesse di dare una risposta a un sistema che giustamente lei ha definito complesso. Un sistema complesso che richiede un'organizzazione per monitorare sia l'idoneità alla valutazione, alla disponibilità dei donatori, sia la successiva fase di identificazione dell'organo correttamente, dell'allocazione dei diversi organi, per cui in seguito a un ragionamento che è stato fatto anche col coordinatore del Centro nazionale, si è deciso di provare a valutare quali erano le buone pratiche sia nazionali sia a livello europeo. La miglior pratica come modello organizzativo è quella Toscana che si basa sul modello spagnolo, ma indipendentemente da questo pur non essendo previsto dalla legge che dà la discrezionalità totale all'Assessorato della sanità e in particolar modo all'Assessore, questa Giunta ha deciso di avviare una manifestazione pubblica di interesse, sono state presentate tre domande, di queste tre domande abbiamo ritenuto opportuno indicare, abbiamo presentato un nome che riteniamo idoneo che non è il coordinatore del Centro Trapianti della Toscana ma ha il compito di verificare in collaborazione con il coordinatore del Centro trapianti l'allocazione precisa degli organi nel diverso sistema. La legge che appunto è la legge numero 91 del 99 mette a disposizione i soldi, quindi non fanno parte del sistema sanitario regionale, vengono trasferiti alla Regione per questo compito specifico del coordinamento del Centro trapianti, però non ha previsto dal punto di vista amministrativo la corretta identificazione della sede per cui mentre il professor Carcassi lavorava nel centro regionale trapianti che fa capo alla vecchia ASL 8, noi abbiamo fatto una proposta di riorganizzazione che ha determinato dei tempi indubbiamente che si sono allungati perché la figura è quella di un direttore di struttura complessa per dirla in termini ancora più semplice un primario, ma la legge non metteva a disposizione gli strumenti amministrativi per poterlo incardinare correttamente. Adesso arriveremo a soluzione nel senso che in seguito alla riforma del sistema sanitario regionale si è previsto che sarà l'ATS l'azienda della tutela della salute che avrà il compito di dargli una risposta amministrativa attraverso uno strumento che si chiama 15 septies che richiedeva anche in questo caso qui un adattamento amministrativo perché sono previste le linee di indirizzo per poter utilizzare questo articolo di legge. Quindi a breve risolveremo il problema del coordinatore del Centro Trapianti dal punto di vista amministrativo, la scelta era stata fatta, era in totale discrezione e totale discrezionalità da parte dell'Assessorato e nello specifico dell'Assessore, siamo riusciti a risolvere il problema appunto incardinandolo correttamente. Quindi il suo compito è quello di promuovere una cultura, coordinare tutte le rianimazioni, il modello toscano, il modello spagnolo prevede un'attitudine, una modalità di approccio rispetto alla donazione che è diversa, e abbiamo deciso di adottare questo tipo di modello e quindi il coordinatore del Centro Trapianti avrà il compito di trasferire questa cultura che è una cultura europea non specificatamente toscana per essere chiari. Per quanto riguarda le leggi di settore, lei ha detto giustamente, ma intanto ricordo, onorevole Rubiu, che una volta che è stata approvata la 23 nel 2005, l'articolo 48 prevedeva che entro un anno si provvedesse alla riforma delle leggi di settore. Leggi di settore che sono nate evidentemente con l'indirizzo di tutelare delle categorie di malati, però hanno creato non poche disfunzioni perché abbiamo che alcuni vengono sostenuti con interventi monetari di sostegno, assegno mensile, altri con rimborso di spese viaggio. Ma al di là di questo, all'interno di queste categorie, tutelate dalla legge di settore, lo stesso rimborso per la benzina varia a seconda della patologia. Allora ovviamente questo è un sistema di ingiustizia come ha detto lei, che richiede un'azione, ma anche all'interno di un ragionamento più complessivo delle misure di welfare che stiamo proponendo, perché bisogna tutelare rispetto a un bisogno che può essere legato al disagio che ha comportato la malattia, per cui ci sono altre provvidenze, e anche al disagio legato al fatto che devi fare il monitoraggio per essere avviato al trapianto, piuttosto che il follow up, però richiede veramente uno sforzo anche della Giunta che farà una proposta, però sicuramente uno sforzo che deve fare tutto il Consiglio perché è una misura di welfare e non si possono creare delle discriminazioni in base all'organo trapiantato, ma io dico in base alla patologia. Perché arriviamo veramente a differenze sostanziali con alcuni casi per cui si hanno importi di 327 euro per la legge 11, 258 euro per la legge 27, 489 euro per la legge 15. Per non parlare poi delle leggi per i disturbi psichiatrici, su cui tutti gli specialisti sostengono che il rischio dell'uso della legge di settore porta due punti fondamentali: cronicizzazione della patologia e istituzionalizzazione. Per cui è necessario mettere rapidamente mano, riportare giustizia, equilibrio nel garantire a chi affronta dei percorsi di vita particolarmente delicati una tutela, però una tutela su cui dobbiamo essere più chiari negli indicatori, negli strumenti per capire anche il beneficio e la necessità. Sono d'accordo, e mi impegnerò per identificare, riavviare sia i Comitati consultivi misti, però in un momento di grossa trasformazione, come anche cercare di identificare una sede, e vivere come è stato fatto in altre realtà. Non è solo l'intervento economico, in altre realtà, in cui ho avuto il piacere di lavorare, l'intervento delle associazioni dei cittadini e dei rappresentanti dei malati, che peraltro ringrazio per la costante attività di stimolo e di critica positiva e intelligente, c'è la disponibilità di buone partnership. Cito l'Associazione italiana contro le leucemie e i mielomi, che per esempio nelle città di Sassari, Nuoro e Cagliari ha acquisito degli appartamenti che permettono di sostenere, ospitare le famiglie dei donatori, e lo stesso donatore quando non fa più la fase di ospedalizzazione e deve fare dei controlli. Per cui mi impegno.
Il penultimo punto che lei ha citato. Al di là dello stanziamento, sicuramente serve un'organizzazione per capire se la risposta della bonifica del cavo orale possa essere fatta solo nella struttura del Policlinico di Monserrato, o esistono anche altri servizi. Ricordo che ci sono servizi anche di chirurgia maxillo-facciale. Adesso ragioniamo per capire come facilitare la vita, come semplificarla.
Infine il DL 161 è una norma dello Stato, che paradossalmente si trasforma, perde di vista la ratio per cui è stata creata, che è quella di tutelare la sicurezza. Se aumenta il numero di ore di lavoro, il rischio di errore aumenta. E' sicuramente complesso nella situazione dei trapianti, in cui il chirurgo deve affrontare in maniera continuativa. Non mi risulta, e sicuramente non c'è nessuna volontà politica, che ci sia da punire una persona che svolge un'attività. Ma la traduzione in pratica non c'è stata per ovvi motivi, dico, perché si capisce che c'è un atto talmente di generosità da parte del professionista, che supera tutti i limiti amministrativi, per affrontare un'attività che non è ordinaria.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Sì, ringrazio l'Assessore per le sue puntuali risposte. L'assessore Arru che sa bene che io stimo, però spesso si lancia in promesse che non sempre riesce a mantenere, e mi auguro che questa volta invece si possa centrare l'obiettivo. Parla di leggi di settore che già in qualche modo condizionano quelli che sono anche i rimborsi, però è anche vero che la Regione Sardegna su questo tema deve fare uno sforzo maggiore. Qui, Assessore, dobbiamo trovare le risorse soprattutto per dare quella parità di trattamento a tutti i trapiantati, perché la legge del 93 in realtà è una legge che è datata, una legge che andrebbe attualizzata, una legge che ha bisogno sicuramente di un restyling complessivo. Quindi l'idea che ci dobbiamo affidare solo alle leggi di settore, questo non mi convince. Io chiederei all'Assessore, visto che questa legge, il problema dei trapianti in Sardegna e dei trapiantati, non è né di destra, né di sinistra, ma riguarda la politica intera, riguarda la vita dei nostri concittadini, dei nostri parenti, dei nostri amici magari in difficoltà, quindi chiederei all'Assessore, e al Presidente del Consiglio se è d'accordo, di proporre un ordine del giorno, dove magari se serve con i colleghi della maggioranza ci potremmo fermare un attimo per condividerlo, per poi votarlo come impegno appunto all'Assessore sulle cose che ha detto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Daniela Forma per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FORMA DANIELA (PD). Presidente, a me fa piacere intervenire nonostante l'inversione che è stata appunto decisa dai Capigruppo all'inizio della seduta, perché avrei voluto essere ancor più puntuale nel mio intervento, però ritengo che sia importante sottolineare in maniera positiva alcuni elementi che si trovano in questa mozione.
Il primo aspetto è proprio quello della promozione della cultura della donazione, che è a mio avviso un elemento rilevante, sul quale come ha dato anche disponibilità l'Assessore è giusto che la nostra Giunta regionale si spenda in prima linea. Come pure è giusto anche ricercare una maggiore sinergia con gli enti locali, perché laddove è stata inserita nei Comuni la possibilità di esprimere le proprie volontà in merito alla donazione degli organi nel momento del rinnovo della carta d'identità, ecco, quella di per sé è stata un'occasione per valutare effettivamente quella possibilità, e per i cittadini che si sono ritrovati a rinnovare la carta d'identità addentrarsi anche a reperire maggiori informazioni su questo tema.
Io vorrei ricordare che il gruppo consiliare del Partito Democratico si è fatto promotore, i primi firmatari siamo stati io e il collega Cozzolino, di una proposta di legge, la 264, depositata il 12 ottobre del 2015, nella quale ci siamo fatti carico e avremmo voluto portare all'attenzione della competente Commissione consiliare, e quindi di questo Consiglio, il tema appunto non solo della sensibilizzazione riguardo al tema della donazione degli organi, con l'istituzione della Giornata regionale dei donatori degli organi, ma anche appunto la questione dell'estensione dei sussidi, perché effettivamente nel momento in cui è stata fatta la legge dell'85 la previsione era solo per i nefropatici, per i trapiantati di rene, poi l'evoluzione ha fatto sì che altri organi venissero interessati. C'è stato un intervento anche nel 2011, con la legge regionale numero 12, nella quale effettivamente grazie a un intervento, dove il Partito Democratico comunque è stato in prima linea, è stata estesa appunto la possibilità di avere il rimborso spese di viaggio e di soggiorno anche agli altri trapiantati, oltre che quelli di rene. Oggi è necessario fare un passo in avanti, come diceva il collega Rubiu, e quindi per quanto riguarda la documentazione che è agli atti il Partito Democratico su questo tema è pienamente dentro, pienamente convinto della necessità di dare corso comunque a queste esigenze.
PRESIDENTE. Grazie. C'è una richiesta d'interruzione per la scrittura dell'ordine del giorno. Chiedo se ci sono opposizioni. Quindi sospendiamo la seduta per definire l'ordine del giorno.
Sospendo la seduta per la presentazione di un ordine del giorno.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 43, viene ripresa alle ore 13 e 48.)
Riprendiamo la seduta.
E' stato presentato l'ordine del giorno numero 1.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Chiedo la votazione elettronica.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 298.
Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, preliminarmente vorrei, avendo visto la nota presentata dall'Assessore nei giornali, circa la sclerosi multipla, che i dati a me non tornano, non solo 7 mila ma sono 9 mila. Faccio solo l'esempio di Oristano, ne vengono citati 600 invece sono 1470, lo dico perché vorrei mettere in evidenza e mi auguro che nel dibattito della scorsa nel dibattito della scorsa mozione eravamo rimasti d'intesa che il centro Binaghi avrebbe avuto un potenziamento non una riduzione, quindi ci siamo fidati e in quella direzione restiamo. Siccome non vogliamo che ci sia nei servizi di prossimità delle possibili utilizzazioni di campi diversi, le tre ipotesi in campo per esempio, significa far viaggiare malati che certamente non hanno necessità di essere trattati male e siccome siamo in tema di malati che hanno particolarità io credo, se l'Assessore è d'accordo, la illustrerei ma l'Assessore la deve fare il propria, nel senso che, partiamo dal presupposto che tutto quello che è avvenuto in termini amministrativi può andar bene, non che possa andar bene, diciamo è stato corretto, sto parlando dell'appalto, quindi non stiamo discutendo di problemi di appalto, discutiamo eventualmente sul metodo dell'appalto, cioè su quello che poteva essere fatto prima che si arrivasse a condurre un appalto che portasse in Sardegna tutte quelle ditte che poi, almeno una ne è arrivata - mi pare che anche questa sia di provenienza emiliano-romagnola - che creano problemi che non agevolano i malati, che indubbiamente, io credo, qualcuno dovrà pur verificare le cose, apro una piccola parentesi non posso che sono ora non è non è vero che non sono andata con l'intenzione che non è stata più forte sono giacenti per chi non lo sapesse in tutte le ASL delle carrozzine, degli altri supporti, e sono buttati quasi sempre in qualche posto nascosto e non riutilizzate, poi è capitato anche, e capita, che ci siano addirittura questi magazzini in affitto dove tenere queste cose, Assessore io non sto criticando lei perché purtroppo è una prassi continua che è avvenuta nelle ASL ma sto cercando di farle intendere che non c'è la voglia di voler calcare nei suoi confronti, ma c'è la necessità di mettere in evidenza quelle che sono le distorsioni che si presentano all'interno delle ASL. Vorrei anche dire oggi che bisogna stare attenti al centro di ogni politica sanitaria vi è il malato! Se io non curo il malato, o lo curo male, non sto facendo politiche sanitarie, anche se mi costa se una lira in più io sono per mantenere nella certezza dei diritti e anche il dovere di sovraintendere alla pubblica amministrazione e quindi risparmiare dove è possibile risparmiare, ma non si può risparmiare sulla pelle degli altri e allora che cos'è che si contesta in definitiva. Prima le forniture avvenivano ASL per ASL, da circa una bella quantità vorrei dire di imprese sarde che fornivano in Sardegna, che davano quindi opportunità di lavoro in Sardegna, e che tra l'altro seguivano con attenzione ciò che veniva offerto alle ASL e quindi al malato, cosa che oggi non avviene perché chi oggi fa il servizio stai in continente, e la consegna delle protesi, o di qualunque altro tipo di servizio che dovesse essere offerto, non è consegnato come dovrebbe essere consegnato da un operatore che controlla, verifica e vede se la richiesta del medico è conforme a quella che è la prestazione che viene data. Per farla in breve, se uno alto, se uno è grasso, se un magro, se uno è basso, o a seconda di dove vive, se una città dove ci sono tutte le possibilità di poter camminare o le stesse abitazioni sono servite per esempio per la l'utilizzo di carrozzine, chiaramente incide notevolmente e aiuta i familiari, se io non vedo che in quella casa magari c'è una porta che mi consente di passare e non farà fare mille e un giro ai familiari, bisogna stare attenti, non è una fornitura adeguata, non è affatto una fornitura adeguata, quindi la gestione degli ausili tecnici non viene correttamente effettuata da un valutatore di parte che è un tecnico ortopedico, così da fornire perfettamente l'ausilio richiesto dal medico. Non c'è un'attenzione maggiore dell'ausilio usato e le spiego il perché. Dicevamo che ci sono molte carrozzelle, molti letti, molte altre protesi e così via buttate da qualche parte nelle ASL, invece in un furore che è avvenuto da poco, sono stati mandati come fosse da parte dei dirigenti delle ASL, presso la ditta fornitrice, questi carrelli usati, questi letti usati, queste protesi usate ma non vengono rettificate, non vengano sanificate, non vengono realizzate secondo quello che prevede la normativa vigente per esempio la normativa 93 42 della CEE e così via. Non voglio neanche citargliele queste cose perché le conosce a menadito. Allora, vengono prelevate gratis quale ferrovecchio dalle ASL non vengono adattate, né rettificate, né sistemate e ancor meno sanificate e poi rimesse nel circolo. Questa è una cosa estremamente grave, per cui bisogna sanare, ripeto, non sto facendo una critica assoluta all'Assessore, mi interessa che si risolvano i problemi. E vorrei che si trovasse anche l'opportunità di… e in particolare non viene rispettata la natura della libera scelta del paziente. Questi fattori che abbiamo evidenziato dipendono dal fatto che si è fatto quest'appalto aperto urbi et orbi per cui chi sta in continente non manda l'operatore qui in Sardegna, mi seguite, ma la manda tramite spedizioniere. Il che vuol dire che lo spedizioniere surroga l'operatore tecnico che dell'ASL o, meglio, messo dalla ditta, e le ditte sarde ce l'avevano in loco, e non rispondono quindi a quelle che sono le necessità di verifica se quella carrozzina, se quel determinato letto, se quel servizio che viene dato in prestazione sia realmente attinente a quelle che sono le esigenze e le prescrizioni del medico. Oltre a offendere indubbiamente quella che è la libera scelta del paziente stesso. Vorrei ricordare che la Gazzetta del 17 marzo, sa bene Assessore che hanno avuto quello che sappiamo, e al punto 12 dell'articolo 2 comma 4 dice: è garantita la libertà dell'assistito di scegliere l'erogatore delle prestazioni di assistenza - assistenza protesica - che comportano l'erogazione dei dispositivi su misura per i soggetti accreditati titolari degli accordi o dei contratti di cui al comma 3. Questo è messo testualmente in legge, non viene rispettato dalla A alla Z. Non vi dico poi quali sono i ritardi che ne derivano essendo l'unica ditta oggi… e tra l'altro debbo dire l'unica ditta quando ancora alcune ASL, ho verificato, quando ancora non aveva firmato il contratto, la ditta continentale, pagavano agli stessi fornitori sardi quello che avevano concordato con un appalto non sottoscritto, ho le prove Assessore. Quindi, qualche richiamo a qualche commissario e a qualche direttore generale credo che sia opportuno quantomeno farlo. Ribadisco che dietro c'è il malato e soprattutto un malato che non può difendersi, perché è aperto a tutte le intemperie, perché è legato a terzi, perché dovrebbe essere assistito, perché ha difficoltà anche nella deambulazione che è la minima cosa. Allora, queste cose, e non voglio farla lunga, chiedono che ci sia la presa di impegno solenne da parte dell'Assessore, che ove queste cose continuassero così, si prendano dei provvedimenti seri nei confronti di chi è responsabile, si facciano giustamente, verso la ditta che ha firmato il contratto, gli appunti doverosi legati tra l'altro a legge dello Stato italiano. Si chiede che ci sia quella moralità, oltre che l'etica professionale, che spesso e volentieri ci fa vedere esclusivamente la sanità in Sardegna come qualcosa di perverso, anziché di aiuto e sostegno a chi sta male. Noi non vogliamo malasanità, vogliamo solo che ci si trovi d'accordo sul dare un'ipotesi di lavoro seria a chi invece seriamente non fa l'amministratore nelle AASSLL. Credo che sia una cosa importante che l'Assessore prenda atto di questo e ci garantisca che il suo apporto sarà, come dire, in senso positivo per poter sanare queste situazioni che non vanno bene e che reclamano una massima attenzione, se è vero come è vero, che ho letto in un documento, che è stato mandato oggi in giro qui, che il 10 prossimo venturo lei si ritroverà con una delegazione di tante carrozzine davanti al suo Assessorato, che non è certo bello e danno la dimostrazione di quanta poca attenzione, non lei magari, ma la sua struttura e le strutture delle AASSLL, non danno a quelle che sono necessità che devono tenersi nei confronti di chi è malato e di chi ha l'aspettativa di vedersi curare, aiutare e sostenere.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Allora, intanto sulla sclerosi multipla penso che sia stato fatto un lavoro straordinario di precisione per cui non riesco a capire quali sono i dati amministrativi che contrastano il lavoro fatto da neurologi, da tutti i centri di neurologia della Sardegna, tenendo conto anche della scarsissima mobilità esterna. Quindi, per la prima volta in Italia mi viene fatta inutilizzata la scheda di immissione ospedaliera, il file F di prescrizione di farmaci e l'esenzione; quindi non so… comunque, siamo sempre pronti a ritornare nei passi. In secondo luogo, spero in maniera definitiva, l'ospedale Binaghi non si tocca, la fase di transizione è stata legata al fatto che sono andati in pensione tre medici e nel passaggio dalla ASL numero 8 all'ATS si trattava di rinnovare un documento con l'università, per permettere ai ricercatori universitari di prestare assistenza ed è stato risolto. Spero che sia sufficientemente chiaro.
Allora, andiamo alla modalità di fornitura degli ausili. Le Regioni avevano il compito, in seguito un decreto ministeriale, 332 del 99, di razionalizzare e riqualificare l'assistenza protesica e vorrei ricordare che nel DGR 17/13 del 24/4/2012 si era parlato di interventi per il contenimento della spesa farmaceutica, ospedaliera e territoriale. Quindi, non è fatta da questa Giunta qui, il contenimento dei costi, il nostro obiettivo è quello di migliorare, io non entro nell'ottica dell'appalto, quello che era previsto nella delibera che determinava la ASL 8 come capofila, dal 2012 fin quando siamo arrivati non è stato fatto niente per standardizzare quello che era previsto nel DGR 17/13 del 24/4/2012, che vi invito… così come il DGR numero 51/16, 28/12/2012, parlava di indizione gara di un'unione di acquisto per la fornitura di ausili, non è stata fatta. Quindi, noi abbiamo dovuto cercare di colmare il tempo sulle cose che non sono state fatte e sicuramente abbiamo dato, in base all'expertise, abbiamo dato l'incarico all'ASL 1 di Sassari di avviare un bando per cercare di superare un sistema che ancora al 2014 era basato sull'autorizzazione al rimborso agli assistiti del costo degli ausili protesici, secondo le tariffe previste dal nomenclatore nazionale del 1992, oggi notevolmente più alte rispetto ai prezzi del mercato. Quindi, noi abbiamo il dovere morale ed etico di spendere ogni euro in maniera corretta, perché dobbiamo rispondere ai cittadini, quindi bisogna cercare di dare un'informazione, quindi non c'è nessun atteggiamento ragionieristico, così come ci siamo messi il problema di tracciare la fornitura di protesi di materiale ortesico, protesico e di tutto quello che serve secondo un sistema che era già a disposizione con il SISAR mai attivato, abbiamo attivato il modulo Sisar protesica che è stato concluso nel 2015. Abbiamo risolto tutti i problemi? No, non ho questa presunzione.
Io non entro nel sistema della gara d'appalto, ha vinto una ditta di fuori, ha fatto una proposta che ci è stata illustrata, alla luce delle osservazioni fatte sia dalla categoria di fornitori sia da parte della Società italiana di medicina della riabilitazione, ho chiesto immediatamente di verificare: 1) Se c'era un mancato rispetto dei tempi di consegna; 2) se c'erano gravi carenze nel processo di sanificazione, igienizzazione e ricondizionamento degli ausili a fronte di certificazioni attestanti la regolare esecuzione delle fasi citate; 3) numero di tecnici ortopedici esiguo rispetto al reale fabbisogno; 4) carenza d'istruzione dell'assistito caregiver sull'uso degli ausili consegnati; 5) mancata presenza nelle fasi di consegna. Quindi, ho preso atto di alcune segnalazioni e mi impegno a verificare che venga… perché io non devo tutelare nessuna ditta, né continentale né sarda, devo tutelare il cittadino sardo in modo che abbia risposte, però è interessante anche far vedere quello che abbiamo trovato e quello che noi proponiamo, per dire che…
(Interruzione)
Non è destra, sinistra e centro, è questione di amministrazione corretta o amministrazione scorretta. Il mio impegno è di cercare di correggere tutte le disfunzioni di cui siamo consapevoli, dò tutta la mia disponibilità per cercare di dare una risposta attraverso il documento formale che ho inviato a tutti i Distretti perché quelle segnalazioni che lei fa vengano verificate e corrette, e se ci sono inadempienze contrattuali si provveda coerentemente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Attilio Dedoni per la replica.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Forse l'Assessore ha frainteso, qui non c'è nè centrodestra nè centrosinistra, ho sempre detto che chi è malato non ha colori né partiti, ha bisogno di essere curato, di essere assistito e di essere portato nella giusta maniera all'interno delle strutture. Ora, se lei farà questa verifica le assicuro che riscontrerà che sono in ritardo le forniture, che non le fa l'operatore sanitario com'è obbligato a farlo, indicato dalla ditta se vuole, non le fa secondo quella che è la prescrizione. Lei capisce bene, gliel'ho detto prima, che se io ho una sedia mobile che cammina in casa e non c'è lo spazio per poter girare, vuol dire che quella fornitura non è adeguata. Allora tutte le attività legate alla protesica hanno la necessità di adattamento alla persona, piccola, grande, grassa, magra, alta o bassa, questo non viene fatto, non c'è sanificazione garantita glielo assicuro, e tra l'altro, ripeto, usano i vecchi ferri vecchi, si fa per dire, - e non è vero io glielo dico, non sono ferri vecchi neanche quelli giacenti - in maniera non corretta. Io credo che questo serva a modificare sostanzialmente ed eventualmente a riaprire un ragionamento per quelle che sono le forniture secondo quanto desidera il singolo cittadino malato, e allora si riapre anche alle ditte che lavorano in Sardegna, che fanno piccola e media impresa o micro impresa in Sardegna e che possono fornire adeguatamente gli stessi mezzi se non meglio di quella del Continente e addirittura con l'assistenza continua e costante dalla fornitura in poi. Non è che chieda di vedere come erano prima le cose, le assicuro che anche prima di prima, cioè sto parlando del primo centrosinistra poi del centrodestra e dell'attuale centrosinistra, per farle capire che qui ha proceduto sempre in un solito modo, è un andazzo maledetto nei confronti di chi è malato e vuole cure! Io le sto chiedendo di agire e di far forza, intanto sulla sua burocrazia dell'Assessorato che probabilmente, anziché guardare solo quella che è una delibera e procedere ad un appalto che mi vede lontano il fornitore, ci avrebbe dovuto pensare dieci volte!
Non ho detto neanche che aveva interessi di qualche natura, e potevo dirlo, mi segue? Le sto solo dicendo di vegliare su una convenzione che fa schifo per quelle che sono le forniture in Sardegna, e di questo mi auguro che lei si renda interprete!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Io vorrei dire che, al netto delle dichiarazioni talvolta un po', diciamo così, per il pubblico dell'onorevole collega Dedoni, e al netto anche della situazione che abbiamo trovato sulle giacenze e su altro di cui l'Assessore ha dato conto, io credo che la mozione mostri in sé dei punti di conclusione assolutamente condivisibili, che io personalmente condivido, perché è vero che ci sono problemi che devono essere affrontati e che vanno affrontati per una questione delicata, con pazienti in condizioni di fragilità, che non possono essere assolutamente tralasciate. Se esiste un problema con la ditta ha ragione l'Assessore che non è compito suo verificare sulla ditta, ma certo se le carrozzine non sono più personalizzate, se il programma di affidamento delle strutture e degli ausili non corrisponde più alle esigenze dei pazienti e si creano problemi anche ulteriori rispetto a quelli che già sono esistenti, è evidente che occorre fare una verifica e intervenire, e suii punti che sono elencati nella mozione, dall'1 al 5, io non solo personalmente non sono contrario ma sono assolutamente favorevole che deve essere fatta una verifica ulteriore sulla ditta, che il capitolato d'appalto sia rispettato, questo si è competenza della struttura e deve essere fatto, se le carrozzine che vengono date corrispondono alle richieste di coloro che ne hanno bisogno va evidentemente fatto, se le carrozzine usate sanificate sono adeguate e si procede così nell'ottica del risparmio va bene, ma se questo non funziona adeguatamente bisogna trovare il modo di consegnare carrozzine nuove e adeguate alle esigenze delle persone. Per cui io credo che la mozione così com'è possa essere votata favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Anch'io annuncio il voto favorevole alla mozione, che ho firmato di buon grado perché credo che i punti da 1 a 5 siano assolutamente importanti, e tra l'altro perché la mozione dell'11 aprile 2017 veniva dopo un mio accesso agli atti presso l'Azienda per la salute al dottor Fulvio Moirano col quale chiedevo, fra le altre cose, l'ammontare della spesa per l'acquisto di protesi e ausili; a questo accesso agli atti, che comprendeva anche altre cose, ha risposto alle altre cose, in particolare sulla composizione e sul costo delle Commissioni provinciali per l'accertamento delle invalidità civile, mi ha risposto sulle Commissioni con riserva anche di darmi gli ulteriori dati, per quanto riguarda invece i dati sulle protesi e gli ausili diceva che: "Tanto premesso, sarà cura di questa Direzione procedere a breve alla trasmissione degli ulteriori dati richiesti sulla spesa per acquisto di protesi e ausili a tutt'oggi in fase di acquisizione". Eravamo ancora al 15 marzo 2017 e mi aspetto ora, anche dopo i chiarimenti che l'Assessore ci ha dato, che mi vengano forniti i dati che io avevo chiesto e che a tutt'oggi non sono noti. Quindi annuncio il voto favorevole sulla mozione.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti quindi metto in votazione la mozione. Chi la approva alzi la mano.
(E' approvata)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ora alla discussione della mozione numero 261.
Ha facoltà di parlare il consigliere Marco Tedde per illustrare la mozione.
Tedde Marco (FI). Purtroppo è una mozione un po' datata perché risale al 30 settembre del 2016, ma per fortuna non sono successe grandi cose in agricoltura in questi anni e quindi probabilmente c'è qualche spigolo da smussare ma per il resto è tuttora valida sotto il profilo cronologico.
L'oggetto è relativo ai ritardi nell'attuazione del Piano di sviluppo rurale 2014-202; Piano che è il principale strumento di finanziamento e di sostegno per il settore agricolo, per il comparto agroindustriale e forestale e per lo sviluppo rurale dell'Isola. Nell'agosto del 2015 la Commissione europea ha formalmente approvato il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Sardegna, quindi sette anni di piano, tre anni sono passati, abbiamo perso tre anni. Ne rimangono quattro, siamo curiosi di capire quanto tempo perderemo ancora. Preso atto dell'enorme preoccupante ritardo che sta caratterizzando l'attuazione del programma di sviluppo rurale rispetto alle altre Regioni d'Italia e preso atto altresì che a conferma dell'allungamento dei tempi di attuazione del PSR, si registrano forti ritardi nell'apertura dei bandi regionali del PSR, che secondo le dichiarazioni dell'allora Assessore regionale dell'agricoltura, risalenti alla primavera del 2016, sarebbero stati eminenti, eminenti non sono stati purtroppo. Invece l'apertura dei principali bandi del PSR, fissata al settembre 2016, con circa 4 mesi di ritardo quindi rispetto alle dichiarazioni della primavera del 2016, son stati ulteriormente spostati nel tempo, hanno subito ulteriori slittamenti alla fine dell'ottobre 2016 e poi ulteriori slittamenti ancora, salvo ulteriori slittamenti che seguiranno o che potrebbero seguire.
La misura 4.1 denominata sostegno investimenti nelle aziende agricole prevede un sostegno per l'intera durata del PSR pari a 149 milioni di euro, la misura 4.2 denominata sostegno e investimenti a favore della trasformazione e commercializzazione e dello sviluppo dei prodotti agricoli e la 6.1 l'aiuto ai giovani agricoltori prevedono ciascuna un sostegno per l'intera durata del PSR pari a 55 milioni di euro di cui 20 milioni destinati al bando di cui era stata differita l'apertura. Questi dati, sottolinea la mozione, questi dati relativi all'entità dei sostegni previsti nel PSR evidenziano in modo dirompente qual è l'opportunità alle quali le imprese sarde possono accedere o potrebbero accedere, ma opportunità che di fatto non possono cogliere a causa dei ritardi della Regione, e non potevano cogliere, sottolineati i limiti temporali posti alle imprese agricole sarde dal termine del 2020, accentuati dai forti ritardi dell'Assessorato regionale, si aggiungono tra le altre cose a questi i limiti posti dalla Comunità europea che prevede un contributo massimo per ogni progetto pari a 12 volte la produzione standard totale aziendale con un sostegno massimo per ciascuna azienda quindi pari a 1.200.000 euro. Quindi un'azienda, si tratta proprio di micro imprese, per ottenere il massimo del sostegno 1.200.000 euro sarà costretta a presentare circa sei o sette progetti in soli quattro anni con una elevata possibilità che gran parte dei fondi del PSR non vengano spesi e rientrino al mittente cioè a Bruxelles. Riscontrato che i profondi ritardi nella pubblicazione di questi bandi sono riconducibili con ogni probabilità alle gravi lacune che affliggono le procedure concorsuali, lacune che sono emerse peraltro nel corso degli incontri tecnici con la Regione, e lacune ammesse in queste occasioni dai funzionari relatori dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e di ARGEA Sardegna. Queste lacune hanno costretto gli Uffici dell'Assessorato regionale a profonde rettifiche dei bandi e alla proroga, e ancora proroga e ancora proroga ancora dei termini di apertura dei bandi. Per stessa ammissione dei funzionari relatori dell'Assessorato regionale dell'agricoltura non si è ancora provveduto ad associare i differenti bandiera piattaforma informatica SIAN con la conseguente impossibilità di utilizzare il canale telematico per la gestione delle pratiche per collaudare il sistema alla luce delle novità procedurali introdotte. Evidenziato altresì che rispetto alle altre Regioni d'Italia la Sardegna ad oggi ha accumulato un importante ritardo nell'avvio del PSR che inciderà negativamente sull'impiego ottimale dei fondi il cui orizzonte temporale è limitato, come sappiamo, al 2020 con periodo di investimento di fatto dimezzato perché in tre anni nulla è accaduto e per tale ragione poco conforme, il periodo di investimento ovviamente, alle strategie finanziarie delle aziende agricole sarde. Considerato che a fronte dei ritardi triennali nell'attuazione del PSR le altre Regioni italiane, europee procedono celermente alla realizzazione dei programmi di sviluppo rurale ponendo in essere un comportamento virtuoso che contribuisce ad accrescere il divario fra la Sardegna e queste Regioni. Ricordato che il fragile sistema economico regionale continua, ancora la mozione, poggia sul turismo, sull'artigianato e sull'agricoltura e ricordato ancora che con i pesanti ritardi accumulati dalla Regione si rischia seriamente di impedire alle imprese agricole sarde di cogliere le opportunità messe a disposizione dalla Comunità europea a sostegno dello sviluppo e della crescita del comparto agroindustriale e forestale; tutto ciò considerato e ricordato ed evidenziato impegna il Presidente della Regione, conclude la mozione, affinché intervenga presso l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agropastorale perché sia impressa una forte accelerazione alle procedure concorsuali, relative ai bandi del Programma di sviluppo rurale per la Sardegna 2014-2020 e alla luce dei ritardi conclamati indubitabilmente in questi anni, e accumulati in questi anni dalla Regione, siano previsti i rafforzamenti delle strutture impegnate e siano previsti ancora semplificazioni che consentano di recuperare almeno parzialmente, almeno parzialmente, il tempo perso rispetto alle altre Regioni d'Italia ed Europa le quali invece procedono in modo spedito nell'attuazione dei piani, cogliendo quelle opportunità di crescita e sviluppo offerte dalla Comunità europea che invece, purtroppo, ahimè, sono negate per tutti questi ritardi alle imprese agricole sarde. Questa è l'interrogazione, mi riservo poi di intervenire successivamente, grazie signor Presidente.
PRESIDENTE. Grazie comunico al Consiglio che è rientrato dal congedo l'onorevole Truzzu; non ho iscritti a parlare.
Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale
CARIA PIER LUIGI, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Grazie, il mio intervento verrà articolato in due parti; sostanzialmente la prima parte su quello che è accaduto, anche in considerazione della data con cui è stata presentata la mozione, la seconda parte invece su che cosa stiamo facendo e sullo stato dell'arte.
Per quanto riguarda cos'è accaduto, con riferimento alla mozione in oggetto si forniscono i chiarimenti che seguono: i bandi PSR 2014-2020, relativi alla sottomisura 4.1, 4.2 e 6.1 sotto misura 6.1 nella forma semplice e nelle modalità pacchetto giovani, sono stati pubblicati per la prima volta nel luglio 2016 e prevedevano la presentazione delle domande di sostegno a partire dal 15 settembre 2016.
La scelta di aprire i bandi in tale data era supportata dalle rassicurazioni, anche per le vie ufficiali, dall'organismo pagatore AGEA il quale garantiva il regolare funzionamento degli applicativi informatici sul sistema SIAN ed in particolare assicurava il rilascio del cosiddetto modulo istruttorio dai primi giorni di settembre 2016. Tale aspetto era di particolare importanza in quanto la Regione Sardegna per le misure ad investimento PSR 2014-2020, al fine di consentire una più rapida erogazione degli aiuti ed una semplificazione delle procedure, ha deciso di sostituire la vecchia procedura graduatoria con quella più snella a sportello che prevede l'avvio dell'istruttoria immediatamente dopo la presentazione della domanda. Si sottolinea che i bandi pubblicati nel luglio del 2016, in linea con quanto disposto dal PSR per quanto riguarda le sotto misure 4.1 e 4.2, non prevedevano la possibilità di acquisto di fabbricati aziendali e l'acquisto di macchinari e attrezzature di seconda mano e, relativamente alla misura alla sotto misura 6.1, prevedevano la condizione che l'insediamento del giovane non fosse avvenuta oltre i sei mesi precedenti la presentazione delle domande di sostegno e non vi era inoltre la possibilità di premiare l'insediamento dei più giovani all'interno della stessa azienda.
Le aperture fatte dalla Commissione europea per altre Regioni da un lato, le numerose richieste da parte dei possibili beneficiari della sottomisura e delle associazioni di categoria dall'altro, hanno però indotto l'Assessorato a rivedere la propria posizione riguardo ai limiti sopra esposti e conseguentemente a proporre alla Commissione alcune modifiche al PSR tra cui in particolare, in relazione alla sotto misura 6.1, una maggiore retroattività del periodo di inizio attività 18 mesi rispetto ai sei mesi iniziali e l'insediamento plurimo all'interno della stessa. Considerato che nel frattempo AGEA aveva comunicato il rinvio del rilascio del modulo istruttorio nel SIAN, l'Assessorato riteneva opportuno sospendere i bandi in attesa del completamento delle procedure informatiche anche per poterli aggiornare alla luce delle modifiche di cui sopra e favorire un maggior numero di giovani a seguito dell'approvazione delle modifiche del PSR in sede di quarto comitato di sorveglianza, chiusa il 27 ottobre 2016, i bandi delle sottomisure 4.1, 4.2 e 6.1 nella forma semplice e nella modalità Pacchetto giovani venivano modificati e ripubblicati come segue. Il bando 4.1, "Sostegno e investimenti nelle aziende agricole", approvato il 4 novembre 2016, prevedeva quale termine per la presentazione delle domande il periodo 28 novembre 2016 fino al 16 gennaio 2017, e una disponibilità finanziaria pari a 30 milioni, incrementata con successivi decreti fino a 70 milioni. Sono state presentate 1.285 domande per euro 129.307.193,29. Il bando 4.2, "Sostegno e investimenti a favore della trasformazione e commercializzazione o dello sviluppo dei prodotti agricoli", approvato il 10 novembre 2016, prevedeva quale termine per la presentazione delle domande il periodo 5 dicembre 2016 e 16 gennaio 2017, e una disponibilità finanziaria pari a 20 milioni, incrementata con successivo decreto a 25 milioni. Sono state presentate 99 domande pari a 28.900.646. Il bando 6.1 aiuta l'avviamento di imprese per i giovani agricoltori in modalità semplice, non attuata nell'ambito del Pacchetto giovani, disponibilità finanziaria 20 milioni. Il bando Pacchetto giovani sotto misura 4.1 e 6.1 disponibilità finanziaria 50 milioni. Il nuovo periodo per la presentazione delle domande del bando 6.1 e Pacchetto giovani, dal 16 gennaio al 15 febbraio 2017, veniva determinato in accordo con le associazioni di categoria e rappresentanti dei tecnici agricoli anche per consentire ai giovani neoinsediati di poter accedere ad agevolazioni fiscali previste dalla normativa a partire dal 2017. Tale periodo veniva successivamente modificato con uno slittamento di due settimane a seguito della richiesta congiunta presentata all'Assessorato dalla Federazione regionale degli ordini dei dottori agronomi e dal coordinamento regionale dei collegi dei periti agrari, nonché di altre richieste da parte di altri portatori di interesse e tenuto conto del perdurare di alcuni problemi tecnici legati all'implementazione delle procedure informatiche sul SIAN. I bandi della sottomisura 6.1 e a Pacchetto giovani successivamente sono stati sospesi con decreto assessoriale 25 gennaio 2017 in adesione a richieste presentate dai sindaci di alcuni comuni delle Province di Nuoro, Ogliastra e Sassari, a causa delle eccezionali nevicate del 16, 17, 18 gennaio ultimo scorso e per consentire il superamento di alcune criticità in seno al funzionamento del SIAN. Il nuovo periodo di presentazione delle domande è stato fissato con decreto assessoriale al 20 febbraio 2017, e prevedeva quale termine per la presentazione delle domande il periodo 15 marzo, 14 aprile 2017. Relativamente al bando della Misura 6.1 sono state presentate 1.659 domande per un totale di 56 milioni 460, e al bando modalità Pacchetto giovani sono state presentate 1.168 domande per un totale di 170 milioni. Infine, appare opportuno sottolineare che la regola prevista nel bando 4.1, che limita il volume massimo di dodici di investimento a dodici volte la produzione standard aziendale, non è una disposizione della Comunità europea, ma è una precisa scelta regionale, e in ogni caso, visti i risultati del bando 4.1 e del Pacchetto giovani, appare scongiurato il rischio di sottoutilizzo delle risorse e di restituzione dei fondi PSR alla Commissione. Le difficoltà principali, comunque, che ci sono state e sulle quali non neghiamo che ci siano state delle problematiche afferenti al periodo precedente, oltre alle normali difficoltà legate all'avvio di una nuova programmazione, e tenete presente che la nuova programmazione è partita sostanzialmente nel 2016, perché nel 2014 e nel 2015 con l'n più due rispetto alla vecchia programmazione l'Assessorato ha riprogrammato circa 500 milioni, spendendoli in quelle due annualità che erano la coda della precedente programmazione, oltre quindi alle normali difficoltà legate all'avvio della nuova programmazione si sono verificate altre rilevanti criticità legate alla scadenza del contratto di SIN nel mese di settembre 2016. Altra grossa criticità ha riguardato il fallimento della società Sofit perché gestiva gli applicativi dello sviluppo rurale. Le criticità sopra evidenziate non hanno consentito ad AGEA, l'ente pagatore nazionale, di fornire alle regioni, contestualmente con l'avvio del programma, le funzionalità necessarie per la gestione informatizzata dei bandi, predisposizione, misure, compilazione domande, software istruttorio. Per superare le criticità, AGEA ha chiesto a SIN e RTI una riorganizzazione attraverso il potenziamento della struttura di supporto ad AGEA, l'introduzione di un nuovo gruppo di supporto alle regioni. La nuova organizzazione presentata l'8 marzo 2017 al momento sta rispettando il cronoprogramma delle attività. In questo contesto abbiamo chiesto ad AGEA di assicurare il rispetto della tempistica. Per quanto riguarda l'attualità e lo stato dell'arte invece rispetto alle misure, che credo sia più interessante in data odierna per tutti i consiglieri regionali, oltre a quanto comunicato in occasione dell'ultima riunione della Commissione agricoltura, lo stato dell'arte è questo, intanto premetto che contiamo di andare in pubblicazione con quasi tutte le misure del PSR entro l'inizio dell'estate, ma proprio da un punto di vista della tempistica, per quanto riguarda la Misura 1.2.1, "Attività dimostrative e azioni di informazione", è già in pubblicazione. Per quanto riguarda la Misura 3.2.1, "Sostegno per attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno", sta per uscire il bando, dobbiamo fare un passaggio ancora con le associazioni, comunque entro giugno verrà pubblicato. Per quanto riguarda la Misura dei PIF, ugualmente entro giugno verrà pubblicata. Per quanto riguarda la Misura delle strade rurali, la 4.3.1, "miglioramento delle infrastrutture rurali destinate allo sviluppo del settore agropastorale", il bando verrà pubblicato entro il 20 maggio di questo mese. Per quanto riguarda la Misura 4.3.2, "Efficientamento delle reti e risparmio idrico", verrà pubblicata tra fine giugno, massimo i primi giorni di luglio. Per quanto riguarda la misura 5.2.1, "Investimenti e azioni di ripristino per danni da eventi atmosferici", la Misura verrà pubblicata entro la fine di maggio. Per quanto riguarda le Misure 6.2.1, "Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per attività extra agricole nelle zone rurali", la misura 6.4.1, "Sostegno e investimenti nelle aziende agricole per diversificazione e sviluppo di attività extra agricole", la Misura 6.4.2, "Sostegno a investimenti per lo sviluppo di imprese extra agricole", sono tutte in pubblicazione. Per quanto riguarda la Misura Pacchetto giovani l'abbiamo pubblicata, su questa, se troveremo altre risorse, a parte i 10 milioni, pensiamo di fare un nuovo bando in relazione al numero elevato di domande che sono pervenute, e non prima dell'estate, appena finirà l'istruttoria di tutte le domande arrivate. Sui PIF ve l'ho detto prima. Per quanto riguarda la Misura 8.3.1, "Sostegno per la prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali, eventi atmosferici", andremo in pubblicazione entro giugno. Per quanto riguarda la misura 16.1 "Costituzione e funzionamento dei gruppi operativi dei PEI" è in pubblicazione. Per quanto riguarda la misura 19.2.1. "Sostegno per l'esecuzione dell'operazione nell'ambito…", i GAL sostanzialmente, i bandi non li dobbiamo fare noi, li devono fare i GAL, lì c'è un problema di un ricorso, ma noi abbiamo attivato tutte le procedure comunque per l'assegnazione delle somme, quindi i GAL procederanno secondo i loro programmi. Mentre siamo in pubblicazione per quanto riguarda la misura 19.4.1, "Sostegno per i costi di gestione e le spese di funzionamento dei GAL". Questo è lo stato dell'arte. Per dovere di informazione, intanto mi è stato chiesto, non credo di esulare rispetto alla mozione, vi do un aggiornamento sullo stato dei pagamenti. Per quanto riguarda i pagamenti effettivi, dal primo gennaio ad oggi, sono stati nelle misure del PSR pagati, quindi effettivamente incassati dalle aziende, 60.266.000 euro. Dal primo gennaio 2016 ad oggi, il totale complessivo dei pagamenti e dell'erogazione effettivamente avvenuta è 194 milioni 755. Sotto questo aspetto la Regione Sardegna non è ultima nelle posizioni a livello nazionale, è stata fatta una pubblicazione di recente, la Regione Sardegna è quarta dietro alle Province di Trento, Bolzano e Veneto. Se consideriamo che le Province di Trento e Bolzano rappresentano forse una o due misure del nostro PSR, sostanzialmente siamo al secondo posto. Per quanto riguarda la velocizzazione comunque dei bandi e le procedure, come sapete, è stato anche completato l'iter e abbiamo presentato al Ministero tutte le carte per ottenere l'accreditamento come ente pagatore dell'agenzia ARGEA, e proprio a breve siamo convocati al Ministero per vedere il completamento di questo iter. Noi pensiamo di aver messo in questo periodo, ma abbiamo anche ereditato un buon lavoro fatto da chi mi ha preceduto e dai dipendenti dell'Assessorato e delle agenzie che stanno collaborando, tutto quello che potevamo fare. La criticità principale non è il ritardo fatto da parte dell'Assessorato, ma sta nelle procedure informatiche, come vi ho detto prima, sulle quali stiamo lavorando con AGEA e stiamo spingendo perché tutte le criticità possano essere anticipate piuttosto che trovarci poi davanti al fatto compiuto e a doverle governare, cercando di avere sistemi che funzionano. Sulla misura 6.1, quella dei giovani, su cui tutti avevamo grande paura, penso che il risultato sia stato un buon risultato, dal punto di vista anche informatico, perché in un'ora sono arrivate oltre 1400 domande, ora siamo a circa 3000 e il sistema, anche con tutte le limitazioni, sostanzialmente ha funzionato.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Sono tanti i numeri che ci ha fornito, avremmo necessità di avere la sua relazione, se lei consente, in modo da avere la possibilità di seguire poi passo passo l'evolversi della situazione, e noi prendiamo atto che lei ha assunto l'impegno formale e forte, quello di pubblicare tutti i bandi, o quasi, entro giugno. Noi ovviamente le terremo il fiato sul collo e debbo dire che questa mozione è un po' datata, e non per responsabilità nostra, però, signor Presidente, proprio perché questa mozione ritardava ad avere l'esito sperato, noi abbiamo proposto due interrogazioni. Ebbene, signor Presidente, queste due interrogazioni hanno subìto la sorte di centinaia di interrogazioni, la Giunta non risponde alle interrogazioni e ci costringe veramente a rincorrere gli atti, a rincorrere le procedure, per capire che cosa sta accadendo negli uffici, non veniamo messi in grado di lavorare con la necessaria incisività. E comunque, Assessore, debbo dirle che lei esplicitamente conferma l'esistenza dei problemi che noi enunciamo nella mozione, dice in buona sostanza, e con grande onestà intellettuale, che nei precedenti anni poco è stato fatto, che lei sta dando un'accelerazione, ne prendiamo atto, verificheremo, poi si contraddice e dice che invece nei tre anni precedenti è stato fatto tantissimo; non è stato fatto tantissimo negli anni precedenti! E se effettivamente fosse vero ciò che lei dice, non lo metto in dubbio ma lo verificherò, che la Regione Sardegna in tema di PSR è la seconda Ragione in tema di spedita in Italia, vuol dire siamo messi proprio male, ma male! Molto male! Abbiamo perso tre anni su sette, Assessore, io sono curioso di vedere poi alla fine quanto dovremo restituire all'Europa. Dal gennaio 2016 a oggi abbiamo speso 194 milioni, ci sono da spendere credo 1 miliardo 300 e passa milioni di euro, non è semplicissimo, spero che la Regione riesca, spero che l'Assessorato riesca, però non è semplicissimo, siamo in una posizione di stallo ancora oggi, nonostante i numeri che lei ci ha fornito. E stiamo parlando di una tematica troppo importante, il settore primario è una delle colonne portanti della nostra economia, ed è tra le altre cose il settore che meglio si coniuga con il turismo, e sappiamo qual è la vocazione di quest'Isola. Ebbene, io credo che in questi tre anni questa Giunta non sia stata in grado, assolutamente no, di prestare la dovuta attenzione a questa tematica; perché? Non lo so perché, sinceramente non lo so, ma probabilmente non lo sapete neanche voi, non lo sapete neanche voi per quale motivo l'Assessore che si dimette non viene sostituito per tre giorni, evidentemente c'è una sottovalutazione dei problemi dell'agricoltura, o comunque una scarsa e insufficiente, o insufficiente focalizzazione dei problemi dell'agricoltura, e questo è di una gravità assoluta in una Regione come la Sardegna che invece ha necessità di prestare la massima attenzione verso il comparto. Questo ancora non è accaduto, speriamo vivamente che accada nei prossimi giorni, vedo l'Assessore alla Sanità che mi chiede di interrompermi o quanto meno di chiudere velocemente…
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. No, no!
TEDDE MARCO (FI)… però il problema è veramente pesante. Io e noi tutti auspichiamo che l'Assessore riesca a dare una svolta, ha iniziato pochi mesi fa, poche settimane fa, speriamo che riesca a dare una svolta. Non crediamo che ci riuscirà, anche se lo speriamo. Il problema non è soltanto dell'Assessore, il problema è di un Governo regionale che nei confronti dell'agricoltura in genere non è proprio attento. Signor Assessore, le chiedo nuovamente la cortesia di fornirci quella relazione, in modo che possiamo approfondire la tematica, rinuncio alla mozione perché obiettivamente è piuttosto datata, non per nostra responsabilità, però, Assessore, la aspettiamo alla prova dei fatti alla fine di giugno. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie. Quindi la mozione è ritirata, la seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio. Ricordo a tutti che domani alle 11 ci sarà l'inaugurazione della mostra su Sironi, a cui siete tutti invitati.
La seduta è tolta alle ore 14 e 43.
Allegati seduta