Seduta n.193 del 12/04/2011 

CXCIII SEDUTA

Martedì 12 Aprile 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

Indi

del Vicepresidente COSSA

Indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 27.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 10 marzo 2011 (186), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Pietro Cocco, Silvestro Ladu, Marco Meloni ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta del 12 aprile 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota dell'8 aprile 2011, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge regionale 21 gennaio 2011, numero 5, concernente: "Disposizioni integrative della legge regionale 29 luglio 1998, numero 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna)" nella parte in cui introduce nella legge regionale numero 23 del 1998 l'articolo 59 bis, comma 3, sulla disciplina dei prelievi in deroga.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Cuccu sui ritardi nella procedura di assegnazione dei progetti relativi all'avviso pubblico "Ad Altiora"". (255)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione De Francisci sulla preoccupante diminuzione delle segnalazioni da parte dei responsabili di reparto alle autorità competenti su possibili donatori d'organo e la conseguente diminuzione del numero dei trapianti". (338)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sulle azioni di programmazione della formazione di figure professionali sanitarie specializzate da parte della Regione". (373)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sul decremento delle segnalazioni dei possibili donatori d'organo da parte dei reparti di rianimazione della Sardegna e sull'aumento dei mancati consensi alle richieste di donazione con conseguente diminuzione del numero dei trapianti". (374)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Meloni Valerio - Bruno - Lotto - Manca sulla mancata nomina del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna "Giuseppe Pegreffi"". (419)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Espa sulla mancata nomina del direttore della Struttura complessa di neurochirurgia dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari e sulla dubbia legittimità della nuova selezione". (421)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Zuncheddu sul mancato riconoscimento della colonia felina di Su Pallosu (San Vero Milis) da parte della ASL di Oristano". (431)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Locci sulla grave situazione delle abitazioni in zona demaniale di Calasetta e Sant'Antioco". (438)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Amadu sulla necessità di correggere i criteri per la valutazione e il finanziamento dei piani personalizzati ai sensi della legge n. 162 del 1998". (471)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis sulla mancata attribuzione della medaglia di presenza e indennità di missione/trasferta previste dalla legge regionale 22 giugno 1987, n. 27". (479)

(Risposta scritta in data 16 marzo 2011.)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Zedda Massimo - Sechi - Uras sull'avviato processo di revisione del Piano paesaggistico regionale". (121)

"Mozione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di apprestare tutte le azioni necessarie per fronteggiare la situazione di emergenza che si potrebbe determinare a causa dello sbarco degli immigrati nella nostra Isola". (122)

"Mozione Capelli - Maninchedda - Pittalis - Barracciu - Ladu - Cocco Daniele Secondo - Bruno - Cucca - Mula - Mariani - Sabatini - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Greco sulla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e sull'istituzione della relativa direzione generale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (123)

"Mozione Sechi - Bruno - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla procedura di privatizzazione della società Tirrenia con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (124)

Commemorazione di ex consigliere

PRESIDENTE. Colleghi, oggi il Consiglio regionale ricorda con profonda commozione l'onorevole Silvio Cherchi, prematuramente scomparso questa mattina. L'onorevole Cherchi era nato Portoscuso il 18 luglio del 1951. Era stato eletto in Consiglio regionale nella scorsa legislatura nella lista Sinistra Federalista Sarda-Democratici di Sinistra. Ha fatto parte delle Commissioni programmazione e industria. Durante la legislatura è stato anche componente della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione.

Negli anni trascorsi in Consiglio regionale l'onorevole Cherchi ha presentato ventuno proposte di legge, dieci mozioni e quarantuno interrogazioni, prevalentemente rivolte ai problemi del mondo del lavoro, dei diritti dei lavoratori e delle imprese. E' stato relatore della legge regionale numero 20 del 5 dicembre 2005: "Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro". Ha promosso l'istituzione dei Centri Commerciali Naturali, ha contribuito alla riforma dei consorzi industriali e ha presentato la proposta di Piano straordinario per la sicurezza nei luoghi di lavoro ed il contrasto al lavoro irregolare.

Ricordiamo la sua intensa attività prestata in Commissione bilancio in materia di politiche a sostegno del reddito dei disoccupati e delle famiglie disagiate, per il finanziamento dei consorzi fidi, per la salvaguardia del sistema imprenditoriale e dei settori della pesca, dell'agricoltura e della gestione dei beni culturali.

Oltre che per la sua attività politica e istituzionale. l'onorevole Cherchi si è sempre contraddistinto per la grande capacità di ascoltare la gente e di portare i problemi e le difficoltà della società sarda all'interno del palazzo del Consiglio regionale. Molteplici gli incarichi e le attività svolte dall'onorevole Cherchi anche in materia creditizia, di sindacato e di cooperazione: è stato socio fondatore ed ex presidente della Banca di Cagliari, dirigente della CGIL, ricoprendo le cariche di segretario regionale della Fillea CGIL e segretario della Camera del lavoro di Cagliari. Per oltre dieci anni è stato presidente della Legacoop Sardegna. E' stato, inoltre, vicepresidente e cofondatore della Scuola Edile del capoluogo sardo, presidente regionale dell'Associazione cooperative di produzione e lavoro e presidente della Finanziaria regionale della cooperazione sarda.

Oltre che per il suo grande impegno nella politica e nelle istituzioni, l'onorevole Cherchi sarà ricordato anche per la sua grande disponibilità e per l'umiltà che ha caratterizzato la sua attività, sempre volta a difendere i diritti dei lavoratori.

Nell'esprimere ai familiari il cordoglio dell'intera Assemblea regionale e mio personale, sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 35, viene ripresa alle ore 16 e 41.)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, penso che il Consiglio regionale non possa lasciar passare senza un'idonea riflessione quello che è successo nella scorsa seduta e anche le polemiche suscitate da un presunto conflitto istituzionale tra il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Regione rispetto alla decisione sulla nomina del dottor Mariani a commissario straordinario del Comune di Olbia, nomina che il Consiglio regionale, con la votazione di due specifiche mozioni al riguardo, ha ritenuto illegittima.

Noi le chiediamo, signora Presidente, di dirci che valore hanno le decisioni del Consiglio regionale, perché a strettissimo giro di posta, dopo la decisione presa dal Consiglio, il Presidente della Regione ha sostenuto che le indicazioni del Consiglio in questo ma, sembrerebbe, anche in altri casi, non debbono fare e non fanno testo, non interessano il Presidente della Regione, il quale considera quella nomina assolutamente legittima. Faccio notare che sulla legittimità dell'atto sussistono parecchi dubbi da parte di molti autorevoli referenti da noi interpellati, però c'è soprattutto da stabilire quale sia il ruolo della Giunta regionale e quale quello del Consiglio, se la Giunta regionale sia ancora un organo esecutivo, che quindi deve prendere come riferimento le indicazioni che vengono dal Consiglio, o se sia diventata ormai un'istituzione a sé stante che può tranquillamente fare finta di niente di fronte a un voto espresso da questo consesso.

Questo è il problema che noi poniamo, perché anche per il prosieguo della nostra attività è necessario chiarire questo punto, cioè se una votazione del Consiglio regionale possa essere messa assolutamente da parte dal Presidente della Regione e, come è stato rilevato da altri nostri interlocutori, sottaciuta e considerata un incidente di percorso. Noi consideriamo che questa interpretazione debba essere assolutamente respinta e chiediamo a lei, Presidente, di farsi parte attiva della nostra preoccupazione per difendere quelle che sono le prerogative del Consiglio regionale, soprattutto quando si tratta di nomine in comuni importanti della Sardegna, perché riteniamo che sui commissari espressi dalla Regione non debbano assolutamente esserci sospetti o dubbi di parzialità. Le chiediamo, e su questo manifestiamo la nostra intenzione di non considerare chiusa questa vicenda, di farci sapere qual è la sua interpretazione e di intervenire per il ripristino di una chiarezza indispensabile in merito alle prerogative e alle funzioni dei vari organi istituzionali della Regione. Grazie, signora Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, come lei ben sa, questa Presidenza ha sempre difeso le prerogative del Consiglio. Anche in passato io ho inviato al Presidente della Regione una lettera in cui lo richiamavo al vincolo che lo lega rispetto ai deliberati del Consiglio. Ieri ho trasmesso ufficialmente al Presidente della Regione l'esito della votazione avvenuta nella scorsa seduta. Rimango in attesa di una risposta e, nel caso in cui non dovesse arrivare, solleciterò nuovamente il Presidente della Regione, richiamandolo alle sue responsabilità e soprattutto al vincolo politico che lo lega ai deliberati del Consiglio. Se dovesse emergere qualche volontà contraria, convocherò la Conferenza dei Capigruppo per valutare insieme il da farsi perché sia rispettato un preciso deliberato del Consiglio regionale.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, intervengo sul Regolamento e in modo particolare vorrei ricordare che lo Statuto sardo che, come è noto a tutti, è una legge costituzionale, e precisamente la legge costituzionale numero 3 del 1948, individua specifiche competenze in capo a ciascuno degli organi della Regione. Sono organi della Regione, come voi tutti sapete, il Consiglio regionale, il Presidente della Regione e la Giunta regionale. A ognuno di questi organi è attribuita una funzione. Il Consiglio regionale ha la funzione legislativa e regolamentare, dà indirizzi e svolge funzioni di controllo sull'operato della Giunta.

Noi abbiamo l'impressione, Presidente, che ci sia un capovolgimento, una gestione capovolta delle funzioni, che in italiano normalmente viene definita eversiva, cioè quando qualcuno si appropria di attribuzioni altrui, consapevolmente e nell'ambito dell'ordinamento e del funzionamento delle istituzioni democratiche, compie un'aziona eversiva. Quando riguarda organi costituzionali, cioè organi definiti da leggi costituzionali, questo fatto assume un rilievo che non è solo politico. Quando c'è una sistematica violazione delle leggi - poi dirò come intendo illustrare la mozione che è al primo punto dell'ordine del giorno - licenziate dal Consiglio regionale, ma anche quando non ne vengono rispettati gli atti di indirizzo (mi pare che sia agli atti della stessa Presidenza del Consiglio una pronuncia della Corte costituzionale che spiega qual è il valore degli atti di indirizzo posti in essere dal Consiglio regionale), non solo non è accettabile che qualcuno dica palesemente ed esplicitamente, a mezzo stampa o in conferenze stampa, che non intende adempiervi, ma non è nemmeno pensabile che questo sia consentito.

Come è noto, nell'ultima seduta del Consiglio abbiamo approvato, rispettivamente a maggioranza e all'unanimità, due mozioni: una riguarda il comportamento del Governo ed è connessa all'approvazione dello schema di norma di attuazione che regola il nuovo regime delle entrate, l'altra riguarda una nomina di competenza della Giunta regionale, che è regolata dalla legge. Se gli atti di indirizzo non vengono rispettati nasce un conflitto difficilmente sanabile tra il Consiglio regionale, anche nella sua parte minoritaria, e la Giunta regionale, che è un organo esecutivo, un organo distinto che deve appunto eseguire ciò che il Consiglio regionale stabilisce.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, intervengo su quest'ultimo tema solo per dire che ho già avuto modo di scrivere una nota formale su questa vicenda e ritengo che comunque, al di là della risposta successiva del presidente Cappellacci, ci siano gli estremi per la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo.

Intervengo anche su un altro tema, mi pare doveroso farlo perché credo sia necessario che il Consiglio regionale si occupi sollecitamente anche della tragedia relativa alla Saras. Esprimiamo al riguardo il cordoglio più profondo ai familiari di Pierpaolo Pulvirenti, l'operaio rimasto vittima dell'incidente accaduto ieri nella raffineria. Poiché alla Saras vi sono stati quattro morti negli ultimi due anni, ci chiediamo e lo chiediamo anche alla Giunta regionale se i motivi di tali tragedie siano i ritardi nella prevenzione o forse una imperdonabile e colpevole leggerezza nei controlli.

Credo che il collega Franco Sabatini abbia fatto bene a convocare immediatamente la Commissione d'inchiesta sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, la sede più idonea per indagare sulle cause che hanno determinato questo tristissimo e drammatico evento. Oggi, però, il Consiglio regionale deve essere informato compiutamente sul perché, a tre anni dall'approvazione di una legge regionale sulla sicurezza, le disposizioni in essa contenute non siano state applicate. Lo abbiamo chiesto e lo chiediamo qui, nella sede propria, nella sede opportuna, chiamando in causa la Giunta regionale, chiamando in causa gli Assessori, chiamando in causa il Presidente della Regione. Se noi oggi non ci soffermiamo a riflettere su come possa succedere che si allenti l'attenzione sulla sicurezza, trasformando il lavoro da bene essenziale a strumento di morte, non siamo degni di rappresentare questo popolo, il popolo sardo, fatto anche di lavoratori che devono essere tutelati, di famiglie che non devono piangere i propri cari, vittime della sconsideratezza.

Affrontare oggi questo tema in Consiglio regionale credo sia il modo più adeguato per partecipare al cordoglio dei familiari di Pierpaolo Pulvirenti, per rendere il giusto omaggio a questo giovane, figlio di un'altra isola afflitta, come la nostra, dal problema del lavoro, per assicurare che verrà fatta giustizia e che tutti gli sforzi, tutti i passi saranno compiuti per garantire il rispetto della legge sulla sicurezza negli ambiti del lavoro. Noi crediamo che questo sia un fatto che il Consiglio non può sottacere e sul quale la Giunta regionale debba riferire quanto prima a quest'Aula.

PRESIDENTE. Siccome vedo che ci sono molti iscritti a parlare, presumo sull'ordine dei lavori, chiedo che la richiesta sull'ordine dei lavori venga esplicitata prima di procedere a qualunque argomentazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, condividendo quanto testé dichiarato dal collega Bruno, partecipo anch'io al cordoglio verso i familiari dell'ennesima vittima sul lavoro in Sardegna.

Mi riallaccio ai temi in discussione per significarle, Presidente, l'importanza della discussione delle mozioni. Abbiamo iniziato un percorso con delle mozioni che tendono a richiamare l'Aula sull'importanza della legalità che deve essere garantita innanzitutto dal Consiglio regionale. Trovo alquanto inopportune le dichiarazioni del Presidente della Regione in merito alle mozioni e agli ordini del giorno presentati e approvati da quest'Aula, buona parte all'unanimità, nell'ultima seduta. Nel ribadire che le mie posizioni su entrambe le mozioni rimangono tali e quali senza alcun ripensamento, nel senso che confermo tutte le osservazioni fatte sulla mozione riguardante la nomina del commissario di Olbia (la mozione Mariani, per intenderci), e ritenendo che il comportamento e le successive dichiarazioni del Presidente della Regione siano assolutamente censurabili, invito i Capigruppo e i colleghi tutti a valutare l'opportunità che quest'Aula esprima con atto formale appunto una censura sulle dichiarazioni del Presidente, sulla sua volontà di non dare corso a quanto disposto dall'Aula e sui suoi tentativi di recuperare una credibilità, ormai da tempo persa, nei confronti del Governo centrale per la censura a sua volta espressa da questo Consiglio nei riguardi del ministro Tremonti.

Credo che la Sardegna la si difenda anche in questo modo e perciò chiedo all'Aula e ai Capigruppo in particolare di prendere in considerazione la possibilità di formalizzare questa censura nei confronti del Presidente della Regione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Su che cosa intende intervenire, onorevole Diana? Espliciti, per cortesia, prima la richiesta sull'ordine dei lavori.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Vorrei intervenire relativamente al morto ammazzato alla Saras qualche ora fa. Posso?

PRESIDENTE. Prego, onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, volutamente ho usato parole forti. Ho rilasciato in merito una dichiarazione alla stampa, di cui mi pare riportino qualcosa due lanci di agenzia. Come diceva il nostro Capogruppo, in meno di due anni sono morti quattro lavoratori nella raffineria Saras. Credo che morire sul lavoro non sia mai una fatalità, c'è una causa e c'è un responsabile. In questo caso, voglio dirlo con grande rispetto di tutti, nessuno me ne voglia, ci sono due responsabili, seppure in modo diverso: certamente è responsabile la Saras, ma una responsabilità attiene anche agli Assessori regionali che avevano, in base alla legge numero 8 del 2008, il compito e il dovere di attivare il coordinamento tra gli enti pubblici che dovevano ispezionare costantemente i cantieri. Cosa che non è avvenuta.

Credo sia doveroso che il Presidente della Regione venga in Aula a riferire quanto prima, possibilmente questo pomeriggio, su quanto avvenuto e sarebbe moralmente e politicamente necessario che l'Assessore dell'industria, l'Assessore del lavoro e l'Assessore della sanità rassegnassero immediatamente le dimissioni perché non sono stati capaci di attivare nemmeno quel coordinamento. Il grave incidente mortale di ieri non può essere un qualcosa di cui ognuno risponde soltanto alla propria coscienza, per cui ritengo, ripeto, che i tre Assessori debbano moralmente e politicamente rassegnare in quest'Aula le dimissioni. Non abbiamo bisogno di Assessori che, contravvenendo al dettato delle leggi anche in tema di sicurezza, fanno finta che le leggi non esistano. Questa è la ragione per cui ho chiesto di intervenire.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il presidente Cappellacci, anche volendo, non potrebbe essere presente questo pomeriggio perché è a Bruxelles, mentre l'Assessore dell'industria è a Roma. Penso, quindi, che la discussione possa essere affrontata in Conferenza dei Capigruppo per verificare se nella prossima seduta consiliare, già convocata per martedì prossimo, la Giunta sia disponibile a riferire al Consiglio sugli eventi dolorosi di ieri.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intendo intervenire sulle questioni che hanno sottoposto i colleghi che mi hanno preceduto, quindi per brevità e per sintesi sugli stessi argomenti.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pittalis, non abbiamo aperto una discussione al riguardo, deve esplicitare la sua proposta sull'ordine dei lavori.

PITTALIS (P.d.L.). Nell'ambito dell'ordine dei lavori, intervengo su quello che è successo ieri alla Saras e su quello che è successo giorni fa in quest'Aula con riferimento alla mozione sulla nomina del commissario Mariani, di cui hanno già parlato i colleghi che mi hanno preceduto.

Intanto intervengo per una questione di ordine generale, perché penso che nessuno metta in dubbio la sovranità del Consiglio regionale e ritengo che non l'abbia messa in dubbio neppure il Presidente della Regione. Non si possono dare giudizi semplificatori, pur nella legittimità delle questioni che sono state sottoposte dai banchi dell'opposizione, che vanno certamente rispettate. Ritengo che la questione possa e debba essere affrontata senza le scorciatoie censuristiche che sono state proposte, ma noi accogliamo anche la sfida della censura, poi sarà il Consiglio nella sua sovranità a rimandare al mittente eventuali censure fantasiose e fini a sé stesse.

Se la questione - e su questo siamo pronti a un confronto serio - legittimamente posta da alcuni colleghi dell'opposizione e che attiene al ruolo del Consiglio, ma anche alla qualità della sua funzione, che spesso confondiamo con l'attività amministrativa propria della Giunta o viceversa, la riproponiamo nella sede giusta e ne facciamo oggetto anche di scontro, non solo di confronto, ben venga la sollecitazione a una sessione del Consiglio su questo argomento, perché servirà a tutti capire come devono essere meglio articolati i poteri e le funzioni del Presidente della Regione e come devono essere meglio articolate e intese le funzioni, oltre a quella legislativa, di indirizzo e di controllo del Consiglio regionale.

Sull'altra questione mi spiace dover dire, collega Diana, che su una tragedia sulla quale penso che non ci sia nessuno che non provi in questo momento sentimenti di vicinanza e solidarietà non è consentito a nessuno speculare e forse andare un po' oltre le righe, cercando di farne l'ennesima questione di attacco alla Giunta regionale, a determinati Assessori, quasi ponendo una questione di causa ad effetto in ordine a responsabilità politiche del Governo regionale. La Giunta ha tante responsabilità, ma evitiamo di far scadere il dibattito e la funzione di questo Consiglio con richiami a responsabilità politiche in ordine a una tragedia sulla quale non è consentito né a me né a lei, onorevole Diana, speculare.

Discussione e non approvazione della mozione Uras - Capelli - Bruno - Cuccureddu - Salis - Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'attuazione del programma di edilizia economica e popolare di cui alla deliberazione n. 71/32 del 16 dicembre 2008, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (120)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 120.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Uras - Capelli - Bruno - Cuccureddu - Salis - Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'attuazione del programma di edilizia economica e popolare di cui alla deliberazione n. 71/32 del 16 dicembre 2008, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la Giunta regionale, in data 16 dicembre 2008, ha adottato la deliberazione n. 71/32 avente per oggetto un programma finalizzato alla realizzazione di alloggi di edilizia economica e popolare e al recupero di edifici da riconvertire in alloggi da assegnare a canone sociale;

- il predetto programma è stato affidato alla attuazione di AREA (Azienda regionale per l'edilizia abitativa) e dei comuni individuati in apposita graduatoria;

- il programma in argomento è articolato per interventi, come risulta dal dispositivo della citata deliberazione n. 71/32, e contiene linee guida indirizzate all'azienda regionale AREA, impartite per la sua più puntuale realizzazione;

- tali linee guida, in particolare, stabiliscono: che il programma deve caratterizzarsi per un tempo ben definito della realizzazione degli interventi, tendenzialmente nell'arco di un anno dalla disponibilità delle aree, anche con l'utilizzo di tutti gli strumenti giuridici che consentano di concentrare in un'unica fase i momenti autorizzativi relativi al programma (come, ad esempio, la conferenza di servizi) e con il ricorso a metodologie organizzative e a tecniche costruttive innovative e sperimentali; che debbano essere perseguiti gli standard più elevati in termini di qualità architettonica degli interventi, anche attraverso concorsi di idee o di progettazione, e con la finalità di individuare schemi tipologici, adattabili alle diverse aree territoriali della Sardegna, basati su soluzioni architettoniche bioclimatiche e innovative nelle caratteristiche tecnologiche e della morfologia del manufatto; che si debba procedere con immediatezza alla elaborazione di una serie di schemi tipologici, in fase di completamento, basati su soluzioni architettoniche bioclimatiche e su procedimenti costruttivi di minimo impatto ambientale, attraverso specifici progetti di ricerca applicata, finanziati con fondi AREA e selezionati attraverso procedure di evidenza pubblica;

- unitamente alle direttive predette, la deliberazione in oggetto ha stabilito la definizione di un accordo di programma Regione/comune/AREA, che si sarebbe dovuto sottoscrivere entro 6 mesi dalla data di comunicazione del finanziamento regionale, pena la decadenza dal finanziamento stesso, mediante il quale assumere formalmente i seguenti impegni:

- il comune o AREA, se presente nell'iniziativa, si sarebbero dovuti impegnare a realizzare gli interventi (ricomprendenti, nel caso di acquisto con recupero, l'acquisizione da parte del comune o di AREA della proprietà dell'immobile su cui intervenire), nel rispetto del programma proposto;

- il comune si sarebbe dovuto impegnare ad individuare gli assegnatari degli alloggi mediante le procedure previste dalla legge regionale n. 13 del 1989 e successive modifiche e integrazioni, e ad assegnare gli alloggi a tali soggetti;

- la Regione si sarebbe dovuta impegnare alla concessione dei finanziamenti necessari;

- ai sensi dell'articolo 1, comma 9, della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, tutti gli interventi costruttivi di cui alla predetta delibera regionale sarebbero stati definanziati qualora non si fosse provveduto alla pubblicazione dei relativi bandi entro il 15 marzo 2011;

- con deliberazione n. 201/9 dell'8 febbraio 2011 il consiglio di amministrazione di AREA dava atto che "sulla base dei requisiti prescritti con la deliberazione Giunta regionale 16 dicembre 2008, n. 71/32, in ordine alla sostenibilità ambientale ed eseguibilità immediata degli interventi e della difficoltà di acquisire i titoli abilitativi da parte degli uffici comunali e regionali necessari, entro il 15 marzo 2011, è possibile procedere all'indizione delle gare sulla base della progettazione preliminare, ai sensi dell'articolo 17 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5, e dell'articolo 20 della legge 11 febbraio 1994, n. 109";

VISTI gli atti relativi ai bandi di appalto concorso pubblicati dai diversi distretti territoriali di AREA in attuazione del programma in argomento;

RILEVATA l'evidente difformità tra gli indirizzi contenuti nella deliberazione n. 71/32 del 16 dicembre 2008 e i comportamenti adottati dall'azienda regionale, ed infatti:

- non è spiegabile come, nonostante il tempo trascorso dalla adozione della deliberazione predetta, AREA abbia definito la sola redazione dei progetti preliminari e sia pervenuta alla pubblicazione dei bandi di gara solo alla scadenza del termine ultimo previsto dalla finanziaria 2011 per evitare il definanziamento degli interventi;

- non risulta sia stato definito e sottoscritto l'accordo di programma indicato nella stessa deliberazione della Giunta regionale;

- non si comprende per quale ragione AREA, pur essendo adeguatamente strutturata per lo svolgimento dei compiti di progettazione, non abbia ritenuto procedere con forme di bando più idonee di quella prescelta (appalto concorso), anche ai fini di economicità di gestione e migliore utilizzo delle risorse pubbliche stanziate per l'attuazione del programma;

- le procedure scelte appaiono non solo inadeguate, ma anche di dubbia legittimità: i lavori a bando, infatti, non risultano rientrare nelle fattispecie previste dall'articolo 17, comma 2, della legge regionale n. 5 del 2007; tale disposizione normativa disciplina l'affidamento di appalti pubblici di lavori nei settori speciali (OS), e non quelli di categoria generale come la OG 1 e la OG 11 oggetto dei bandi in argomento, e può essere utilizzata solo previa decisione motivata di cui non si evince traccia negli atti in possesso dei firmatari della presente mozione;

IN CONSIDERAZIONE di quanto sopra esposto e dei seri rischi di ricorso da parte degli aventi diritto nei confronti dei bandi pubblicati, con ulteriore possibile ritardo nella esecuzione del programma e nella spesa delle relative risorse finanziarie pubbliche già stanziate allo scopo,

impegna la Giunta regionale

1) a verificare la corretta e coerente attuazione della deliberazione della Giunta regionale n. 71/32 del 16 dicembre 2008 e la puntuale applicazione delle normative in materia di appalti pubblici da parte dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa, ed a procedere, ai fini di tutela dell'Amministrazione e delle finalità del programma di edilizia economica e popolare in oggetto, alla sospensione delle procedure in corso, alla loro immediata correzione e alla celere predisposizione dei relativi bandi ai sensi di legge;

2) a verificare eventuali responsabilità sui ritardi nella attuazione della predetta deliberazione e sull'adozione delle procedure poste in essere con dispendio di risorse strumentali e professionali della azienda regionale qualora risultino, si ritiene, illegittime. (120).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, è in discussione una mozione, una delle tante che abbiamo presentato in quest'Aula. La mozione, come da Regolamento, ha una funzione, quella cioè di sollevare una questione per consentirne un approfondimento in un confronto tra i diversi consiglieri regionali, tra i diversi schieramenti, tra i diversi Gruppi politici; confronto che è allargato alla Giunta regionale. Al termine della discussione sono previste le repliche dei presentatori e la mozione può essere approvata, respinta o sostituita da uno o più ordini del giorno.

Questa procedura non è fine a se stessa, ha una funzione che in genere è esplicitata nella mozione medesima oppure nell'ordine del giorno approvato: ha la funzione di impegnare la Giunta regionale, cioè l'organo che è così definito dall'articolo 34 dello Statuto: "Il Presidente della Regione, la Giunta ed i suoi componenti sono organi esecutivi della Regione", mentre le funzioni legislativa e regolamentare sono attribuite al Consiglio regionale.

Ho già avuto modo di dire questa mattina, Presidente, in terza Commissione, che noi che rispondiamo al popolo sardo non abbiamo tempo da perdere perché quel tempo non appartiene a noi, ma appartiene appunto al popolo sardo, che lo paga tutto, dall'inizio alla fine. Quel tempo noi non lo possiamo perdere per approvare leggi che siano sistematicamente e consapevolmente violate. E insisto sui termini "sistematicamente" e "consapevolmente". Non può venire qui, oggi, l'Assessore del lavoro a dire che non conosceva le norme della legge numero 8 che prevedevano un piano di formazione per la sicurezza, che prevedevano un'attività di coordinamento tra le autorità pubbliche preposte alla prevenzione! Non può venire l'Assessore della sanità a dire che non conosceva le norme delle leggi finanziarie che hanno dotato di ulteriori risorse quell'Assessorato per procedere ai concorsi e all'assunzione degli ispettori in materia di lavoro! Non può venire nessuno a dire cose di questo genere, perché ci sono due anni di attività di una commissione d'inchiesta, perché ci sono ripetute denunce da parte del sottoscritto e di altri colleghi, perché di questo ne abbiamo più volte trattato in questo Consiglio regionale durante la discussione delle leggi finanziarie e di bilancio e di quelle in materia di lavoro.

Quindi non può venire nessuno, né un assessore né un direttore generale, a dire: "Non sapevo di avere quel dovere". Quel dovere era scritto, era conosciuto, era rivendicato, era puntualmente riproposto e non è stato adempiuto. Oggi i coccodrilli piangono ancora una volta in modo indegno per coloro che patiscono un lutto, cioè le famiglie dei lavoratori, e per coloro che rimangono purtroppo vittime dell'incapacità di prevenire incidenti, pur avendo gli strumenti normativi e finanziari per poterli prevenire.

Noi non scherziamo, Presidente, quando parliamo di eversione consapevole e di sistematica violazione delle leggi. Le responsabilità non sono più politiche, sono di altro genere e devono essere perseguite. Chi ha detto agli Assessori competenti che non dovevano attuare la legge numero 8? Chi ha detto loro che non dovevano attuare la legge finanziaria che prevedeva l'assunzione degli ispettori? Chi è stato a dare questa disposizione? Com'è che le leggi regionali possono essere sistematicamente, consapevolmente, insistentemente violate, anche quelle che tutelano la salute, la sicurezza, la vita?

Io non illustrerò questa mozione perché è fuori tono. Siamo di fronte a un conflitto istituzionale che fa vittime! Non è più il tempo di giocare, fuori ci sono lavoratori che aspettano una risposta. Il giorno 14 andremo a Roma per essere ancora una volta offesi! Cosa diciamo ai lavoratori che incontriamo, a quelli degli impianti del petrolchimico di Porto Torres? Che devono aspettare che arrivino i soldi e che il Presidente è a Bruxelles per concordare chissà che cosa? Non è qua, non fa il suo dovere, si disinteressa. Noi non possiamo più tollerare questo fatto. C'è un conflitto istituzionale e se il presidente Cappellacci non vuole fare il Presidente della Regione non lo faccia, si dimetta!

Io non illustrerò questa mozione, Presidente, perché mi sento preso in giro anche da questo rito. Come può colui che dovrebbe stare seduto lì, essendo organo esecutivo della Regione, dire in tutte le televisioni: "Io non adempio"? Come può scrivere ai ministri che insultano questa Regione per dire che lui non c'entra niente e lasciare che le leggi approvate da questo Consiglio vengano violate dai suoi Assessori? Si dimetta, liberi la Sardegna da questa tragedia!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Capelli.

CAPELLI (Gruppo Misto). Cercherò, con qualche imbarazzo, di esporre questa mozione rispettando la posizione del collega Uras e in parte condividendola.

Lo spirito con il quale mi accingo a illustrare questa mozione è quello di cercare anche faticosamente di recuperare un minimo di dignità per questo Consiglio. Gli atti che vengono approvati, i voti che vengono espressi devono avere un valore e continuo a credere che, nonostante i tentativi di alcuni di screditare l'azione di questo Consiglio, lei in prima persona, Presidente, e tutti noi consiglieri sapremo far rispettare le norme, le leggi e soprattutto difendere la dignità dei singoli e complessivamente quella dell'istituzione che rappresentiamo.

Inizio l'illustrazione della mozione leggendo dei passi di alcuni atti. Audizione del 15 luglio 2010: "Purtroppo la situazione alla data del 31 dicembre evidenzia come non pochi cantieri siano sostanzialmente fermi. Infatti dei finanziamenti disponibili, complessivamente pari a 160 milioni di euro, solo il 17 per cento risulta operativo, mentre la restante parte si trova in fase di progettazione o addirittura in attesa di localizzazione o assegnazione d'area. Trovano spiegazione a questa situazione non solo fattori esterni all'azienda, non meglio specificati, bensì anche la sua organizzazione interna. Sono evidenti alcune anomalie, a partire da uno straordinario rapporto di 1 a 8 fra dirigenti e collaboratori, che francamente trova ben pochi riscontri nel mondo del lavoro e che non trova fondamento in una particolare complessità delle funzioni. Se a ciò si aggiunge la considerazione che il personale inquadrato nel livello D raggiunge un numero particolarmente elevato di unità, emerge un quadro di un'azienda certamente anomala". Sono queste le dichiarazioni in sede di audizione in terza Commissione del professor Sangiorgi, Presidente dell'AREA, il quale aggiunge: "E' emerso come il sistema premiante a tutti i livelli, compresi i dirigenti, fosse gestito con criteri di appiattimento e di non distintività, riducendo sostanzialmente le diverse indennità a una sorta di incremento retributivo del tutto privo di una logica sia organizzativa che premiale. Tra l'altro i direttori di distretto risultavano inquadrati, seppure provvisoriamente, al livello del direttore generale". Queste valutazioni sono state ripetute e confermate dal presidente Sangiorgi in sede di nuova audizione il 25 novembre del 2010. Aggiungo che il fatto che i direttori di distretto siano equiparati ai direttori generali (fatto allora indicato come emblematico e straordinario da parte del presidente Sangiorgi) è confermato tutt'oggi.

Di che cosa sto parlando? Sto parlando di retribuzioni complessive, compresa la retribuzione di risultato che a tutti è data indistintamente, che vanno da un minimo di 83 mila euro a un massimo di 220 mila euro per il direttore generale nel 2010. Io non ci sto a vedere pubblicato il mio reddito e a promuovere con queste indennità scandalose - sottolineo scandalose - persone incapaci e inette! E spiegò il perché, che poi è il merito della mozione. Questi sono i dati pubblicati nel sito dell'AREA, gli unici disponibili, aggiornati al 2009, non se ne vedono degli altri. A fronte di un ripensamento del presidente Sangiorgi, che prima dice: "Opereremo per una corretta valutazione del merito", e lo spiega successivamente, ci ritroviamo in questi giorni con delle nuove delibere del consiglio di amministrazione e del direttore generale, le quali rivedendo le posizioni di Sangiorgi ristabiliscono, in data 30 marzo 2011, che le retribuzioni di risultato vengono equiparate ai massimali per tutti (nonostante lo stesso Presidente avesse precedentemente dichiarato che questa era una procedura quantomeno fantasiosa e non premiante del merito e della produttività dei propri dirigenti e di tutto il personale) e addirittura determina di dare atto che devono intendersi di conseguenza rettificati gli importi indicati nella precedente determinazione e di assegnare a ciascun direttore di distretto l'indennità di risultato pari a 19.045,20. Questo è quanto ci costa questo ente, esattamente come dal bilancio presentato dal presidente Sangiorgi: circa 37 milioni di euro annui per la sola gestione del personale, pari, in riferimento a 160 dipendenti circa, compresi i dirigenti, a circa 260 mila euro pro capite. Questo è il costo reale che produce, tra l'altro, sempre secondo bilancio, disponibilità liquide in tesoreria, cioè soldi che non sono stati impegnati per la mission - come si dice adesso - dell'ente stesso, pari a 198.981.900,98 euro. E la gente, a fronte di 3.700 richieste, non vede neanche una casa!

Questa è la premessa alla mozione in discussione, perché noi premiamo questa agenzia regionale per la sua inefficienza e per aver posto in atto degli atti decisamente illegittimi. L'abbiamo già visto per quanto riguarda i concorsi, che l'Assessore degli affari generali ha provveduto a sospendere perché sbagliati, come ha affermato in quest'Aula. E adesso arriviamo alla deliberazione 71/32, perché la legge numero 14 del 2010 prevede che se non ci fossero stati atti giuridicamente perfezionati entro la chiusura dell'esercizio 2010 si sarebbero recuperati i finanziamenti residui di questi enti, quelli di competenza regionale, perché non impegnati per i fini ai quali erano stati destinati. La scadenza del 31 dicembre 2010, prorogata al 31 marzo 2011, ha indotto i dirigenti dell'AREA e tutto il personale a lavorare per predisporre i progetti e impegnare, quindi, le somme in maniera formale. Ed è stato trovato un escamotage: sono stati pubblicati i bandi in maniera devo dire molto diversificata, perché il distretto di Cagliari ha autorizzato un percorso, quello di Nuoro ne ha autorizzato un altro, quello di Sassari ha autorizzato un percorso misto e quello di Oristano un percorso ancora diverso. All'anima della programmazione, delle indicazioni che deve dare un consiglio di amministrazione e delle linee guida! La Regione autorizza questi bandi con la delibera numero 71/32, utilizzando la formula dell'appalto concorso, che chiaramente - ho solo dieci minuti perciò devo fare sintesi -, per chi volesse leggere gli articoli citati, è inopportuna e illegittima. Per intenderci, colleghi, un appalto concorso lo si utilizza, faccio un esempio recente, per il Betile, cioè per un'opera di valore architettonico.

(Interruzione del consigliere Stochino)

(Segue CAPELLI.) Non è che risulta a me, collega Stochino, risulta dalla lettura della legge, di cui non si dà un'interpretazione libera, e dalle sentenze della Corte costituzionale. Perciò lei può dire quello che vuole, però in termini di lettura di leggi credo che abbia soltanto da imparare!

Dice la norma, ovvero l'articolo 3 della legge numero 5 del 2007: "Le disposizioni della presente legge si applicano agli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi di importo sia inferiore che superiore alle soglie comunitarie, da eseguirsi sul territorio regionale indipendentemente dalla provenienza dei finanziamenti". L'articolo 17 precisa: "Per speciali lavori, forniture o servizi, o ad elevata componente tecnologica, la cui progettazione richieda il possesso di particolari competenze o la scelta di soluzioni tecniche differenziate…", e così via. Nei casi di specie non sempre ricorrono le condizioni previste dalla norma, infatti tutti i bandi di gara presentati dall'AREA identificano i lavori da appaltare nella categoria OG (opere generali); non si richiede invece alcun tipo di lavoro speciale, così come previsto dalla legge.

Purtroppo il tempo è molto limitato, ma vorrei semplicemente ribadire che questo è stato un escamotage per impedire l'applicazione della legge numero 14 e che qualsiasi impresa che perde l'appalto…

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signora Presidente, il tema toccato da questa mozione, come ciascuno di noi ben comprenderà, è particolarmente delicato. Si parla infatti della costruzione di case popolari, cioè alloggi da mettere a disposizione della povera gente, anche perché, a causa della crisi economica sempre più dilagante, il numero delle persone interessate al nostro operare in questo settore è sempre maggiore. E' un tema, ripeto, particolarmente delicato quello dell'edilizia residenziale pubblica, per la quale è importante stanziare risorse finanziarie, come è stato fatto diversi anni fa. E' importante utilizzare le risorse quanto prima, diciamo, possibilmente subito, ed è opportuno anche spenderle bene. Serve pertanto uno strumento, che per la Sardegna è l'AREA, che si contraddistingua per efficienza, autonomia, capacità d'intervento puntualità e qualità. L'AREA è un'azienda che da parte della Giunta regionale va seguita con grande attenzione, ma sulle grandi questioni, non sulle minutaglie, nel senso che in primis l'azienda deve essere amministrata bene, con criterio, creando le condizioni affinché i danari provenienti dalla vendita degli alloggi o stanziati dal Consiglio regionale vengano immediatamente immessi nel sistema economico isolano, sia perché sono di per sé un importante volano per l'economia, sia perché servono per costruire case popolari, di cui c'è purtroppo sempre maggiore bisogno.

Seguendo queste vicende ho avuto l'impressione che l'attuale consiglio di amministrazione dell'AREA non sia davvero del tutto all'altezza del suo gravoso compito. Credo, quindi, che bene abbiano fatto i presentatori della mozione a porsi il problema di valutare con attenzione quello che viene fatto e di seguirne il percorso con grande attenzione. Nello specifico bisogna fare in modo che le modalità di appalto di questi ultimi investimenti, che non sono da respingere a priori in quanto si pongono alcuni obiettivi interessanti, come la costruzione di alloggi di qualità utilizzando le nuove tecnologie per il risparmio energetico e per la qualità complessiva dell'abitabilità degli alloggi stessi, consentano di conseguire tali obiettivi nel migliore dei modi. Penso, però, che se il lavoro della struttura non viene seguito con attenzione si corre il rischio di provocare ulteriori ritardi che si sommeranno a quelli che, da quando i denari sono stati messi a disposizione, si sono già realizzati.

Questo Consiglio, oltre a garantire all'AREA, anche attraverso nuove forme di organizzazione, la migliore soluzione organizzativa perché possa, assumendosi la responsabilità del gravoso ruolo che ricopre, svolgere al meglio il suo compito, deve esigere la corretta ultimazione del percorso di gara avviato, seguendolo con la massima attenzione affinché non si incorra, d'ora in avanti, in inciampi procedurali che potrebbero ulteriormente allungare i tempi. Siccome la modalità di gara scelta porta la stessa commissione di valutazione ad assumersi una responsabilità importante circa la qualità degli alloggi che saranno realizzati, e quindi la valutazione dei progetti che saranno presentati, si vigili affinché la scelta sia fatta davvero con l'obiettivo di realizzare in tempi ragionevoli case popolari di qualità. Se si riuscisse a conseguire questo risultato credo che si farebbe una grande opera meritoria, diversamente al ritardo si accumulerebbe altro ritardo e questo sarebbe intollerabile.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, la mozione in discussione potremmo definirla un'altra puntata di quella che sta diventando un'interminabile storia di ordinaria illegalità in questa Regione. Io mi sentirei di proporre ai colleghi, anche a quelli che sono candidati alle elezioni della città di Cagliari, una "tre giorni" nelle piazze per chiedere alla gente che ingiustizia ha subito da parte della pubblica amministrazione, da parte di questa Regione, e quali ritardi sta scontando, ai quali ora se ne aggiunge un altro. Poi divulghiamo il risultato, ma tre giorni forse non basterebbero, perché noi siamo qua, mattina e sera, a denunciare illegalità e difficoltà di applicazione delle leggi.

Presidente, intanto la ringrazio per i toni che ha usato nei confronti del Presidente della Regione, ma vorrei che fosse molto chiaro che se io voto un deliberato di questo Consiglio e mi vedo rispondere sul giornale nel modo sgarbato, villano e persino ai limiti della decenza istituzionale usato dal Presidente, e se l'illegalità raggiunge quei confini, ciascuno di noi è abilitato a recarsi alla Procura della Repubblica più vicina per fare una denuncia! Stiamo attenti! Questo sarebbe il compimento della inutilità delle nostre funzioni e il Presidente concorre a creare questa giungla, questo imbarbarimento, con dichiarazioni di quel genere, che potrei ammettere se le tenesse per sé, ma quando le rende pubbliche apre un conflitto insanabile.

L'AREA, non certo per merito di questa Giunta, per fortuna, si è ritrovata una delibera pronta per essere attuata che autorizzava per la realizzazione di 620 alloggi la spesa di 100 milioni di euro - mica cosa da niente! - che sommati, come accade sempre, alle successive programmazioni e al ricavato delle dismissioni incrementano il budget complessivo. Facciamo il conto che fosse stato in palio uno stock di 1.000 alloggi, 1.000 famiglie avrebbero avuto una casa in uno dei momenti più difficili dell'economia regionale. L'avevamo detto persino quando vi siete cimentati nel Piano casa: diamo una casa alla gente anziché fare leggi "sbracate" come quella! Invece dal 2008 a oggi quegli alloggi non sono stati ancora realizzati, però non vi siete dimenticati di presentare la proposta di proroga di quella buffonata di legge che avete fatto. La legge numero 4 del 2009 è appunto una buffonata, una legge inutile, impraticabile, censurata da tutti i tribunali dello Stato, e ne chiedete la proroga! Vi accontentate della proroga? E' un messaggio politico? Fatevi la proroga! Non otterrete niente!

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue SANNA GIAN VALERIO.) Tuttavia, questa è un'altra storia di ordinaria illegalità. Domanda: è un'illegalità casuale? No! A mio giudizio no, è voluta perché esiste ormai, dentro questa Regione, una strategia. Spesso quando c'è una patologia nella pubblica amministrazione si cerca di individuarla e di somministrare la medicina perché venga superata. Noi siamo ancora più astuti in quanto inneschiamo una patologia perché vogliamo usare una medicina, che è la nostra! Vale a dire, e sono qui a denunciarlo, Assessore, e a far sì che ad ogni buon conto rimanga agli atti: non vorrei che questa situazione di non governo dentro l'AREA sia funzionale al disegno dei vertici di questa Regione e di quei poteri un po' troppo avvezzi alla maniacale voglia di urbanistica e di mattone che induce instabilità in un ente per commissariarlo e accentrare i poteri.

Cari colleghi, lo dico adesso in un momento non sospetto: se dovesse accadere che l'AREA venisse commissariata in ragione del caos che si sta generando dentro la sua struttura, non potrete dire che io non vi abbia avvertito prima. Chi è il responsabile ve lo dirò dopo!

Ma come si può aspettare tutto questo tempo per realizzare 620 alloggi, che di fatto sarebbero stati già realizzati se la struttura dell'AREA venisse gestita con lo spirito che ha determinato la sua riforma, che chiedeva di minimizzare il centro operativo regionale come motore di animazione del sistema diffuso territoriale per implementare l'attività nei territori? Si sta invece verificando il contrario, si stanno accentrando il personale e i dirigenti - c'è sempre una sorta di aristocrazia politica intorno alle cariche politiche - nella direzione regionale, lasciando in abbandono le aree periferiche, che al contrario devono essere coordinate nel programma, nell'azione e nella metodologia!

Siccome sono parte interessata e qualche volta chi racconta i nostri discorsi fatti qui dentro riferisce cose non vere, vorrei anche dire questo: devo dare atto che dentro l'AREA ci sono numerosissimi miei valenti colleghi, professionisti di altissima qualità ai quali non c'è da fare il minimo appunto per eventuali loro inefficienze, perché quello di cui parlo è un problema di ordinaria inefficienza della direzione, politica e generale. Dovete sapere che gli appalti di opere a uso abitativo lo IACP li ha sempre fatti a corpo, non esiste cioè l'appalto a misura, si fanno appalti a corpo. Ma come si può pretendere di appaltare a corpo degli alloggi se la fase del progetto è quella preliminare, quindi non esecutiva? Significa solamente aprire dei contenziosi!

Nella sostanza è un'aberrazione e chi lavora in quell'ambito sa che non è materialmente possibile operare con i progetti preliminari, perché l'appalto a corpo esige persino che il progetto esecutivo abbia un livello di dettaglio talmente spinto da tutelare l'interesse pubblico inducendo a non sperperare le risorse e a massimizzarne gli effetti. Questo è un problema centrale. Come si può effettuare una gara d'appalto con la procedura legata al progetto preliminare, se non con l'intento di compromettere l'appalto stesso? Signori, stiamo parlando dell'ABC! Ecco perché questa è una storia di ordinaria illegalità voluta. Per di più si danno le indennità di risultato!

Io non voglio fare polemiche su questo, perché ci sono di mezzo probabilmente anche persone che lavorano seriamente, ma le indennità di risultato vanno date a fronte di risultati, per cui qualcuno mi deve spiegare qual è stato da due anni a questa parte il risultato in questo ente. C'è stato invece un valzer di direttori generali mutuati dai distretti perché non si vuole avere il coraggio di fare un concorso pubblico basato sulla meritocrazia, un concorso pubblico per titoli ed esami e chi ha le qualità fa il direttore, il manager di quell'ente. Invece no, non serve fare un concorso perché se no il consiglio di amministrazione non ha referenti addomesticabili!

Abbiamo chiesto, Assessore, più di una volta nelle Commissioni che ci venisse detto quali erano le semplificazioni amministrative per accelerare l'occupazione delle aree ed eliminare ogni ragione tecnica per il non avvio dei lavori. Quelle sono le norme che devono essere fatte per dare la casa ai cittadini, non quell'orribile piano casa già mutilato dai tribunali dello Stato. Non accanitevi sulla proroga di quella legge, accanitevi su quello che è bloccato in edilizia e che non dà la prima casa a tanti cittadini sardi. Tutto il resto è aria fritta, perché con quel piano casa, anche se lo prorogate, non andate da nessuna parte, fate solo propaganda e demagogia e probabilmente continuate a ingolfare i tribunali e le procure della Repubblica di pratiche sul modo molto arbitrario in cui quelle norme vengono gestite.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, assessore Sannitu, ieri su L'Unione Sarda èapparsa una notizia che riferiva che in Italia il 25 per cento dei contrattori di mutui per la casa hanno difficoltà nel pagamento degli stessi. In Sardegna la stima è pari a un terzo, cioè non il 25 per cento, ma il 30 per cento, il che vuol dire che c'è un'emergenza drammatica nel settore dell'edilizia e in particolare dell'edilizia pubblica residenziale, che è ferma da parecchio tempo.

Assessore Sannitu, grida allo scandalo che nelle casse regionali ci siano ingenti risorse finanziarie che non vengono spese. Sarebbe un'attenuante se l'ente tenuto a spendere queste risorse fosse in una situazione di difficoltà amministrativa e finanziaria, ma così non è, anzi l'AREA gode di ottima salute, quantomeno a leggere le medie degli stipendi del personale e l'ammontare delle risorse utilizzate per la gestione corrente dell'ente, di cui parlava il collega Capelli.

Stamattina, alcuni consiglieri regionali non sono riusciti a entrare nel palazzo del Consiglio con la propria macchina perché di fronte al cancello d'ingresso al garage una signora ha inscenato una dimostrazione isolata e personale per richiamare l'attenzione sui problemi della sua famiglia, tra i quali anche l'impossibilità di pagare l'affitto della casa. Lei dirà, Assessore, che è un episodio che desta commozione e compassione, ma noi siamo dei legislatori e siamo qui per tentare di risolvere questi problemi, perché i problemi di quella signora li potremmo moltiplicare per migliaia e migliaia di volte in Sardegna.

Allora, assessore Sannitu, il problema che la mozione pone è questo: quale ruolo la Giunta regionale intende riservare all'edilizia residenziale pubblica, al fortissimo bisogno di case a canone accessibile che proviene da tutte le aree della Sardegna? La nostra sensazione è che la politica per la casa in Sardegna sia stata ormai delegata alla Toscano o alla Tecnocasa. Abbiamo questa sensazione, assessore Sannitu, perché non esiste più una politica per la casa degna di questo nome. Badi, negli anni Settanta e Ottanta io ho vissuto l'esperienza dei piani di cui alle leggi 167/62 e 457/78, e devo dire che allora le amministrazioni locali riuscivano veramente a trovare gli strumenti e i finanziamenti per rispondere alla fame di case che vi era.

Bisogna riprendere, io ritengo, quella politica e soprattutto intervenire perché le situazioni di privilegio e di inefficienza, che si sposano assieme, vengano governate. La mozione in discussione pone questo problema alla Giunta, ma in particolare a lei, assessore Sannitu, perché il Consiglio regionale non può rimanere sordo alla richiesta che proviene da migliaia e migliaia di famiglie sarde di una vera politica per la casa. L'AREA è stata istituita proprio per cercare di dare una risposta più efficiente ai problemi che si erano ravvisati negli Istituti autonomi per le case popolari; ha questa funzione, ma non è ancora riuscita ad assolverla, tanto che alcuni, e io tra loro, rimpiangono i vecchi IACP. Siamo a questo paradosso!

Noi la invitiamo, Assessore, sulla base dei problemi posti da questa mozione, ad avere più coraggio e determinazione nel prendere in mano la politica relativa a uno dei beni essenziali per l'uomo, per la famiglia, ovvero la casa. E' una politica che, per la verità, è stata abbandonata anche dallo Stato e dal Governo nazionale, parliamoci chiaro, perché noi subiamo anche il peso e il costo del fatto che il problema della casa è stato delegato, a livello nazionale, alle grandi compagnie di bandiera della speculazione edilizia. Ecco, vorremmo che in Sardegna ci fosse una politica in controtendenza, che si riprendesse cioè una politica di investimenti e di sostegno agli investimenti, che poi creano anche occupazione, non ai piani casa sbandierati dalla propaganda berlusconiana a livello nazionale e poi impiantati a livello regionale. Vogliamo che si avvii un percorso che veda la politica per l'edilizia residenziale pubblica prioritaria nei piani e nei programmi della Giunta e del Consiglio regionale. La preghiamo, inoltre, di fare una verifica attenta sul funzionamento dell'AREA, anche perché questa azienda ha un costo notevolissimo.

Apro una brevissima parentesi: stamattina in terza Commissione abbiamo discusso dei problemi della SBS (Società bonifiche sarde), un importantissimo ente degli anni Sessanta e Settanta, problemi che sono stati nel tempo trascurati. Ebbene noi vorremmo che il problema dell'edilizia residenziale pubblica non venisse trascurato anch'esso, ma che la Giunta regionale riuscisse a invertire la tendenza di questi ultimi anni che ha visto questo settore languire. Se fosse un problema solo dell'apparato regionale non ci sarebbe molto da preoccuparsi, il fatto è che stiamo parlando della crisi di uno dei settori più importanti e prioritari per le famiglie della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Signor Presidente, onorevoli colleghi, intanto qual è la motivazione della presentazione di questa mozione? La motivazione attiene principalmente alla tempistica con la quale la Regione risponde attraverso la sua azione amministrativa, quindi attraverso la Giunta, gli Assessorati competenti e gli enti strumentali o le agenzie che attuano le disposizioni amministrative che la Giunta regionale ha adottato in ragione del bisogno.

Noi abbiamo svolto di recente - se ne ricorderà il presidente Maninchedda - una notevole attività di audizione nei confronti degli enti, delle agenzie e delle aziende regionali per capire in che modo vengono utilizzate le risorse finanziarie assegnate a ciascuno di essi e se vi sono nella loro attività responsabilità o comunque difficoltà che possono aver ritardato l'utilizzo pieno delle risorse finanziarie tanto da determinare nel tempo la costituzione di significative somme di residui passivi. Nel corso dell'audizione dell'AREA, rappresentata dal suo presidente, credo tuttora in carica - il Presidente della Commissione bilancio al limite mi correggerà - è emerso che c'erano circa 115 milioni di euro (130 con i fondi regionali) provenienti da assegnazioni statali che servivano proprio per rispondere alle esigenze poste dai diversi comuni nei quali più di altri si manifestava la necessità di una risposta edilizia adeguata, e che si stavano inoltre ponendo in essere, proprio in ragione di questa disponibilità, azioni coerenti per rispondere a questa esigenza prevalente in alcuni comuni e non ancora soddisfatta.

Quando si ha un residuo passivo di 115 milioni di euro e c'è una forte esigenza di edilizia economica e popolare, distribuita su tutto il territorio regionale, ma che interessa in particolare alcuni comuni, uno si domanda come mai quei soldi non sono stati spesi. Noi abbiamo chiesto all'AREA perché non ha speso quelle risorse, perché ha lasciato passare tanto tempo da quando ha avuto le disponibilità in bilancio ed è stato approvato il programma, visto che risulta (risultava all'epoca e parlo di alcuni mesi fa, non di anni fa) che a oggi non vi sia ancora un bando. La risposta è stata confusa, poco articolata, priva di documentazione; una risposta che non mi sarei mai aspettato dal Presidente di un'agenzia che mi pare - l'Assessore ci dirà il numero preciso - gestisca un patrimonio edilizio pubblico consistente in diverse migliaia di alloggi e un patrimonio finanziario pubblico di diverse "milionate" di euro, che servono a rispondere a un'esigenza, quella della casa, soprattutto nei confronti delle fasce di popolazione più deboli.

Vedere un Presidente che gestisce un patrimonio così grande in difficoltà nell'articolare una risposta ha insospettito i consiglieri che fanno parte della Commissione. Noi, come consiglieri, vorremmo esercitare pienamente la nostra funzione di controllo, ma è un compito, Presidente, molto, molto difficile da svolgere.

Quindi abbiamo presentato questa mozione innanzitutto per capire per quale motivo pezzi importanti della Regione funzionano così, in modo cioè da determinare residui passivi. Abbiamo visto i bandi, non abbiamo certezze assolute su nulla, però abbiamo delle perplessità che ci sembra utile manifestare. E quando con una mozione diamo l'opportunità alla Giunta di rispondere noi vogliamo che essa sia in grado di dare una risposta alla quale possiamo tranquillamente riferirci per poter a nostra volta dare risposta a coloro che rappresentiamo.

Immaginiamo che la procedura che è stata posta in essere, quella dell'appalto concorso, abbia dei limiti e che nei confronti di tale procedura intervenga un ricorso da parte di aventi diritto a partecipare al bando che comporti, ancora una volta, la promozione di un contenzioso che magari si risolverà a danno dell'amministrazione e che comunque ritarderà la realizzazione degli immobili o il recupero di quel patrimonio edilizio. Avremo così sommato ai tempi per la decisione da parte della Giunta regionale e per l'attuazione della stessa i tempi del contenzioso aperto sulla procedura posta in essere.

Ecco perché abbiamo presentato la mozione, cioè perché ci teniamo a che i soldi pubblici non vengano sprecati e le risorse e le energie dell'amministrazione non vengano dissipate, dilapidate, disintegrate, distrutte. Ci teniamo al fatto che i cittadini che hanno quel bisogno abbiano la giusta risposta, quella di avere un tetto. Allora che cosa chiediamo? Chiediamo che venga fatta una verifica prima che si realizzi la condizione di un ulteriore ritardo. Sbagliamo noi? La verifica dirà che sbagliamo noi. Sbagliano coloro che hanno attivato la procedura? La verifica dirà che sbagliano coloro che hanno attivato la procedura. E alla fine una soluzione, che sarà pur sempre meno peggio di quella che verrebbe da una citazione in un tribunale, noi saremo in condizione di averla. Ecco perché mi aspetto molto dalla risposta dell'Assessore e mi aspetto anche che ciò che dirà venga registrato e poi verificato.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei lavori pubblici.

SANNITU, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Signor Presidente, signori consiglieri, naturalmente non mi sottrarrò all'invito del consigliere Uras di dare risposte in qualche maniera puntuali a una mozione che solleva un argomento importante. E' chiaro che un'agenzia che gestisce un patrimonio di circa 24 mila alloggi nel territorio regionale ha un ruolo strategico importantissimo per la politica abitativa della Regione ed è ovvio che tutti avvertiamo l'esigenza di avere uno strumento operativo sul territorio che agisca in termini di efficienza e puntualità, nel rispetto della tempistica, così come è stato rilevato da diversi consiglieri intervenuti.

Credo che siano proprio questi i due argomenti che dobbiamo trattare e che sono puntualmente richiamati nella mozione numero 120: la tempistica e la puntualità nella realizzazione degli interventi, che sono alla base delle due delibere di programmazione di risorse ingenti per la realizzazione di interventi di edilizia economica e popolare. Mi riferisco alla delibera numero 49/20 del 2007 e in modo particolare alla delibera numero 71/32 del 2008, che impegna ingenti risorse (quasi 100 milioni di euro) per la realizzazione di nuovi alloggi e per l'acquisizione, da parte degli enti locali, di strutture da restaurare e destinare a edilizia economica e popolare. Sono interventi importanti, che si sarebbero dovuti realizzare in tempi molto brevi, perché evidentemente, se si vogliono soddisfare delle esigenze di tipo abitativo, se si vuole andare incontro a strati di popolazione che hanno difficoltà a reperire sul mercato alloggi a canoni moderati, la tempestività è importantissima. La delibera numero 71/32 impegnava l'AREA a operare nel termine di un anno dall'acquisizione delle aree, e quindi dalla concessione delle aree da parte degli enti locali che ne avessero fatto richiesta nel bando. Purtroppo questo, dobbiamo registrarlo, non si è verificato. Non ho alcuna difficoltà a dire che questa condizione non si è verificata, che l'AREA non ha rispettato i termini e quindi le indicazioni previste nella delibera e nel programma di realizzazione di questi interventi. Su questo ci sono state diverse interlocuzioni, innanzitutto con l'assessore Mannoni, il quale conduceva l'Assessorato competente nella Giunta precedente, ma soprattutto con l'assessore Carta che, nel 2009 e nel 2010, ha sollecitato l'AREA ad attuare il programma previsto dalla delibera del dicembre 2008. A tutte queste sollecitazioni gli organi di amministrazione dell'AREA hanno risposto con una serie di richieste di chiarimenti in ordine alle procedure da seguire; chiarimenti puntualmente consegnati o comunque comunicati dagli uffici dell'Assessorato e dall'assessore Carta in particolare, dei quali potrei produrre la relativa documentazione ufficiale.

Sulla tempistica evidentemente non c'è stata quell'attenzione, quella puntualità che tutti auspicavamo. Oggi avremmo voluto rendere il Consiglio partecipe dell'avvenuta realizzazione del programma, invece siamo ancora nella fase operativa. Naturalmente, nell'agosto del 2010, è intervenuta la legge numero 14 che definanziava, a partire dal 31 dicembre 2010, tutte le risorse non giuridicamente impegnate. Sulla base di questo, probabilmente l'AREA ha trovato uno stimolo diverso per procedere con maggiore celerità nell'attuazione del programma. Da qui è iniziata un'attività, che è sostanzialmente riscontrabile, da parte di tutti i distretti provinciali dell'azienda e quindi si sono attivate tutte le procedure per l'acquisizione delle aree, per la sottoscrizione delle convenzioni con gli enti locali e per l'attivazione delle procedure di gara per la realizzazione del programma previsto nella delibera numero 71/32.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue SANNITU.) In ordine alle procedure che sono state messe in atto devo dire, anche sulla base del parere espresso dagli uffici tecnici, che la procedura dell'appalto concorso, quella che è stata effettuata, non è illegittima. La mozione, erroneamente, fa riferimento all'appalto concorso di cui all'articolo 17 della legge numero 5 del 2007, che riguarda i soli settori speciali. Questa procedura, invece, può essere opportunamente utilizzata anche per i settori ordinari. Tanto è vero che l'articolo 3 della stessa legge, che è stato molto puntualmente richiamato anche dal consigliere Capelli, non si applica in molti casi ai soggetti operanti nei settori speciali, per i quali si fa riferimento soprattutto alla normativa nazionale. L'articolo 17, comma 2, della legge numero 5 individua i presupposti che legittimano il ricorso alla procedura, tra gli altri, nella specialità dei lavori. L'elevata componente tecnologica si configura piuttosto come ulteriore autonomo presupposto legittimante. La specialità dei lavori, che legittima il ricorso alla procedura dell'appalto concorso, non è in alcun modo riconducibile alle sole opere specializzate, individuate con l'acronimo OS nel DPR numero 34 del 2000, ben potendo tale connotazione essere espressa nelle opere generali, individuate con l'acronimo OG nel medesimo DPR.

Per quanto riguarda gli appalti che sono stati effettuati dall'AREA, noi abbiamo opere OG 1 e OG 11, edifici civili ed edifici industriali, e per edifici civili intendiamo tutte quelle opere che comportano la costruzione di edifici, ma anche la realizzazione di tutti gli impianti tecnologici connessi che sono assolutamente funzionali all'usabilità degli edifici stessi. Per impianti tecnologici, quindi OG 11, si intendono gli impianti idrico-sanitari, gli impianti di riscaldamento, di ventilazione, di condizionamento e così via. Le procedure con appalto concorso possono quindi essere utilizzate anche per opere generali e non solo per opere speciali, pertanto non si ravvisa alcun profilo di illegittimità nell'utilizzo di queste procedure.

E' ovvio che si sono dovute utilizzare queste procedure perché la tempistica non è stata quella che tutti avremmo voluto, e su questo è chiaro che c'è una condivisione dei rilievi emersi dagli interventi dei consiglieri. Tra l'altro, riprendendo i presupposti che legittimano le procedure dell'appalto concorso, nell'articolo 6 del DPR numero 554 del 1999 sono indicate le opere di speciale complessità e in queste si ravvisano due parametri: l'utilizzo di materiali e componenti innovative e la necessità di prevedere dotazioni impiantistiche non usuali, che erano tra l'altro indicate nella delibera numero 71/32 che prevedeva il citato programma di realizzazione di alloggi di edilizia economica e popolare. Da questo punto di vista non rileviamo alcun aspetto di illegittimità, pertanto l'Assessorato ritiene di poter dire che le procedure sono state utilizzate in maniera legittima. Naturalmente da parte nostra ci sarà un'azione di monitoraggio attenta e puntuale per verificare che il programma previsto nelle delibere numero 71/32 e 20/49 venga realizzato, perché è un programma di grande respiro e importanza per tanti comuni che hanno fatto emergere, nel rispondere al bando, evidenti motivi di tensione abitativa. Pertanto riteniamo che ci debba essere e ci sarà senz'altro da parte della Giunta e dell'Assessorato una puntuale verifica affinché tale programma venga realizzato nel più breve tempo possibile e secondo principi e criteri di assoluta legittimità e trasparenza.

Per quanto riguarda la politica complessiva nell'edilizia, soprattutto in riferimento alle attività legate all'edilizia economica e popolare, ma non solo, c'è un impegno forte da parte dell'Assessorato. Abbiamo da poco chiuso la manifestazione di interesse per il bando sull'housing sociale, che rappresenta un'altra importante attività dell'Assessorato in questo settore. C'è stata una risposta abbastanza forte su questo, con 39 manifestazioni di interesse che hanno in qualche maniera legittimato quel bando e su questa strada cercheremo di andare avanti con il massimo impegno possibile.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Assessore Sannitu, io mi dichiaro immediatamente profondamente deluso dalla sua replica; non insoddisfatto, ma profondamente deluso. Tanto per iniziare lei è stato smentito dallo stesso Presidente dell'AREA, il professor Sangiorgi, che nell'audizione del 25 novembre, alla domanda del collega Uras se l'Assessorato abbia risposto alla necessità di chiarimenti prospettata dall'AREA, risponde: "Debbo dire che io ho fatto avere all'Assessore, anche perché c'è da poco, una relazione specifica". All''insistenza del collega Uras, che chiedeva cosa avesse risposto il vecchio Assessore, il presidente Sangiorgi risponde: "Non esiste un atto specifico di risposta, ne esistono tanti piccoli però, perché sono atti specifici tutti quelli che parlano di specifiche situazioni che stabiliscono vincoli e necessità". E qui la smentisce il presidente Sangiorgi rispetto a ciò che lei ha ribadito in replica.

Per la precisione le voglio anche comunicare che l'AREA non gestisce 24.000 alloggi, bensì 25.275, come detto sempre nella relazione del presidente Sangiorgi; fabbricati che al netto degli ammortamenti danno una situazione patrimoniale di 530 milioni di euro, più 1 milione e 854 mila euro relativo a terreni e 36 milioni di euro derivanti da immobilizzazioni in corso.

Aggiungo che quello che le hanno scritto, e che lei purtroppo ha dovuto leggere, è smentito da altre relazioni dell'AREA e da ciò che hanno riferito gli esperti da voi convocati lunedì scorso per un corso di formazione dell'AREA, i quali hanno spiegato il motivo per cui si esclude categoricamente l'utilizzo dell'appalto concorso in presenza di progetti preliminari e non esecutivi. Tra l'altro, se legge bene i bandi, vedrà che alcuni distretti hanno operato con il progetto esecutivo e hanno proceduto all'appalto in maniera regolare, altri hanno fatto metà e metà, altri ancora in presenza di progetti non esecutivi hanno utilizzato invece la procedura dell'appalto concorso. Le voglio leggere un passo della sentenza numero 5433 del 10 settembre 2009 del Consiglio di Stato - non del consiglio di amministrazione del condominio qui a fianco, ma appunto del Consiglio di Stato - sulla natura dell'appalto concorso. La sezione rileva che "alla luce di quanto prevede il decreto legislativo del 12 aprile 2006, numero 163, l'appalto concorso non è più previsto quale metodo di aggiudicazione degli appalti pubblici".

Questo dice la citata sentenza del Consiglio di Stato che, se vuole, le posso consegnare e che potrà girare ai solerti dirigenti che le hanno scritto quella fantasiosa relazione, della quale, Assessore, credo dovrà essere interessata la Corte dei conti. Purtroppo, chi verrà chiamato a rispondere presso la Corte dei conti sarà lei, e me ne dispiace. Lei sostiene che siccome non si era nei tempi si è dovuto procedere con l'appalto concorso per superare i limiti imposti non da una delibera, ma dalla legge numero 14. Da una legge, quella che voi non vi mettete in testa deve essere applicata e che lei, come componente della Giunta, non può applicare se vuole, se lo ritiene o secondo la sua interpretazione. Lei la deve applicare e non deve consentire che altri possano non tenerne conto.

Questo è il succo della questione, perciò, Assessore, ribadisco che la mozione è esatta e chiede che in via di autotutela la Regione riveda le posizioni imposte dalla direzione dell'AREA, riveda la politica dell'AREA, riveda la guida dell'AREA, riveda questi bandi palesemente illegittimi per le motivazioni che le sono state prospettate nel corso della discussione e illustrazione della mozione. Comunque, sicuramente non riuscirò a convincerla, anche perché sugli atti bisognerebbe confrontarsi in due o più, ma se ci si limita a leggere degli scritti relativamente attendibili questo confronto non ci può essere. Chiedo il voto segreto su questa mozione, Presidente, e chiedo ai Capigruppo di sostenere la mia richiesta.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta il consigliere Cuccureddu)

Onorevole Salis, su che cosa intende intervenire?

SALIS (I.d.V.). Per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Può solo dichiarare di astenersi.

SALIS (I.d.V.). Intendo intervenire per dichiarazione di voto sulle dichiarazioni dell'Assessore.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Salis, se vuole intervenire può soltanto dichiarare di astenersi, non può fare dichiarazioni sulle dichiarazioni dell'Assessore.

SALIS (I.d.V.). E' previsto dal Regolamento.

PRESIDENTE. Le può fare nell'ambito della dichiarazione di astensione.

SALIS (I.d.V.). Mi richiamo all'articolo 102 del Regolamento, Presidente.

PRESIDENTE. Non c'entra niente l'articolo 102 del Regolamento, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Allora rinuncio.

PRESIDENTE. L'articolo 102 del Regolamento prevede altre cose.

Prego i colleghi di prendere posto e i consiglieri Segretari di stare al banco della Presidenza.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, della mozione numero 120.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 61

astenuti 3

maggioranza 31

favorevoli 27

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Biancareddu - Cuccureddu.)

Discussione congiunta delle mozioni Sechi - Bruno - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla procedura di privatizzazione della società Tirrenia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (124) e Cuccureddu - Mulas sull'immotivato enorme incremento delle tariffe navali da e per la Sardegna (115) abbinate alle interpellanze Meloni Marco - Bruno - Moriconi - Manca - Lotto sull'aumento delle tariffe dei trasporti marittimi tra la Sardegna e la Penisola e sulla violazione della normativa dell'Unione europea in materia di concorrenza fra le compagnie dei trasporti marittimi (209) e Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sul gravissimo danno causato alla Regione Sardegna dall'aumento delle tariffe nel trasporto marittimo. (218)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 124 e 115 e delle interpellanze numero 209 e 218.

(Si riporta di seguito il testo delle mozioni e delle interpellanze:

Mozione Sechi - Bruno - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla procedura di privatizzazione della società Tirrenia con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che è in corso la procedura di privatizzazione della società Tirrenia, e che da notizie apparse sui principali organi di stampa c'è il rischio che la compagnia di navigazione venga acquisita da armatori privati che già operano sulle rotte da e per la Sardegna;

CONSIDERATO che le tariffe per il trasporto marittimo hanno subìto aumenti indiscriminati da parte delle compagnie private a scapito dei residenti in Sardegna, dei non residenti e del trasporto merci, con grave danno per vari settori della già fragile economia della Sardegna;

VALUTATO:

- che l'assegnazione della Tirrenia ad armatori privati già operanti sulle tratte li metterebbe in posizione di vantaggio competitivo tale da consentire alle stesse società di effettuare una sorta di "cartello sui prezzi" da e per la Sardegna, consolidando un oligopolio pericoloso per le sorti dell'economia turistica e commerciale della Sardegna, che hanno visto negli ultimi mesi un rincaro spropositato di circa il 70 per cento;

- per le su esposte ragioni occorre impedire energicamente il concentramento del "cartello" degli armatori che insieme partecipano all'acquisizione di Tirrenia con lo scopo dichiarato di salvaguardare le peculiarità del tessuto economico di Napoli (livello occupazionale, indotto, ecc.) a danno della Sardegna,

impegna la Giunta regionale

1) ad intervenire presso il Governo nazionale per bloccare la vendita della Tirrenia ad armatori già operanti nelle tratte da e per la Sardegna;

2) a richiedere al commissario straordinario di essere invitati a partecipare alla trattativa privata per l'acquisizione di una partecipazione alla privatizzazione di Tirrenia, così come disposto dall'articolo 1, comma 31, della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1. (124)

Mozione Cuccureddu - Mulas sull'immotivato enorme incremento delle tariffe navali da e per la Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la Tirrenia Spa non accetta le prenotazioni per il periodo estivo in conseguenza della precaria situazione finanziaria e dell'imminente gara per la cessione della totalità delle quote azionarie;

- le tariffe della Tirrenia, finora, hanno svolto una funzione calmierante del mercato;

- la base d'asta per la Tirrenia (e la controllata Siremar) è talmente elevata (380 milioni) da aver dissuaso quasi tutti i concorrenti (i soli due rimasti in gara hanno presentato offerte in riduzione e quindi probabilmente saranno esclusi);

- sia nel caso di affidamento alla cordata formata da coloro che già operano sulle rotte per la Sardegna (Aponte, Onorato, Grimaldi), sia in quello di gara deserta, con conseguente cessione ai privati dei singoli mezzi e delle singole rotte (spezzatino), si eliminerebbe dal mercato, in maniera definitiva, l'unico competitor (pubblico) in grado di praticare tariffe accessibili e calmierare così i prezzi;

CONSIDERATO che:

- alla mancata apertura delle prenotazioni della Tirrenia ha corrisposto il contemporaneo fortissimo ed ingiustificato incremento delle tariffe praticate dagli altri tre operatori marittimi che operano nelle tratte fra la nostra Isola e la Penisola;

- un'indagine di Altroconsumo, l'associazione indipendente di consumatori, ha fotografato una situazione seriamente preoccupante per il futuro turistico e sociale dell'Isola; secondo Altroconsumo, infatti, dopo un'attenta analisi delle tariffe della maggiori compagnie di navigazioni operanti da e per la Sardegna (Grandi Navi Veloci, Moby Lines e Sardinia Ferries) sembrerebbero evidenti rincari medi del 66 per cento con punte massime fino al 131 per cento;

- alla luce degli aumenti una famiglia media (2 adulti e 2 bambini) con auto al seguito che volesse passare le vacanze di agosto in Sardegna spenderebbe da un minimo di euro 722 ad un massimo di euro 1.098, rischiando in alcuni casi di pagare più il viaggio che il soggiorno;

- tale situazione, sta già producendo moltissime disdette sui tavoli degli operatori turistici;

- è particolarmente interessante osservare il risultato di una simulazione effettuata sul web nella giornata dell'11 marzo 2011, quando si è proceduto a richiedere alcuni preventivi on line alle tre compagnie di navigazione (Moby, Grandi Navi Veloci e Sardinia Ferries) per rilevare ad oggi il costo che una famiglia di 4 persone dovrebbe sostenere per raggiungere la Sardegna dal 1° al 16 luglio 2011; il periodo scelto è volutamente di alta, ma non di altissima stagione:

Preventivi per 4 persone in cabina con auto al seguito - luglio 2011

Genova-Olbia, Genova-Porto Torres, Livorno-G. Aranci

Moby Lines euro 1.105

Moby Lines euro 878,20

GNV euro 912,70

Sardinia Ferries euro 766,82;

- secondo i responsabili delle compagnie di navigazione gli aumenti sarebbero dovuti al rincaro dei prodotti petroliferi causato dalla crisi libica;

VERIFICATO che:

- la tratta Genova-Palermo servita da Grandi Navi Veloci, le cui navi devono percorrere un tragitto doppio rispetto a quello della Genova-Porto Torres, con un consumo assai maggiore del prezioso carburante, è proposta alle stesse condizioni della simulazione precedente (4 persone con auto al seguito) ad una tariffa di euro 820 contro euro 912,70 della tratta per la Sardegna; cioè raggiungere la Sicilia da Genova costa quasi 100 euro in meno che venire in Sardegna; ciò testimonia eloquentemente della evanescenza della giustificazione legata al costo del carburante;

- il traghetto Grimaldi che parte da Barcellona ed arriva a Porto Torres, porterebbe la famiglia-tipo considerata finora con 400 euro, sempre con l'auto al seguito; quindi venire in Sardegna costa meno ad un catalano che ad un italiano;

- non è da escludere la possibilità che gli operatori privati abbiano costituito un cartello volto a limitare la concorrenza e quindi a danneggiare i sardi e coloro che decidono di trascorrere le vacanze in Sardegna;

- l'incremento esponenziale delle tariffe ha spinto fuori mercato l'offerta turistica della Sardegna, non più competitiva rispetto ad altre mete.

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti

1) a segnalare, con un dettagliato esposto, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato (antitrust) l'anomalo incremento delle tariffe navali per il collegamento tra Sardegna e Continente;

2) a costituire un tavolo con gli armatori al fine di verificare la possibilità di stabilire un tetto massimo alle tariffe da e per la Sardegna e scongiurare così il crollo delle prenotazioni e quindi la crisi del settore turistico. (115)

Interpellanza Meloni Marco - Bruno - Moriconi - Manca - Lotto sull'aumento delle tariffe dei trasporti marittimi tra la Sardegna e la Penisola e sulla violazione della normativa dell'Unione europea in materia di concorrenza fra le compagnie dei trasporti marittimi.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- Tirrenia Spa, società per azioni interamente posseduta da FINTECNA Spa, è la compagnia di navigazione che ha storicamente gestito i collegamenti marittimi sovvenzionati tra la Sardegna e la penisola; la società è attualmente in regime di amministrazione straordinaria e lo stato in cui versa è divenuto causa di disservizi reali, quali i ritardi nel consentire le prenotazioni ai passeggeri, o semplicemente temuti, quali la minaccia di scioperi in periodi sensibili come quelli prospettati alla fine di agosto 2010;

- i ritardi nell'apertura delle prenotazioni ed il timore di altri disservizi hanno evidentemente indotto gli utenti a rivolgersi ad altre compagnie che, probabilmente, hanno potuto così operare una politica dei prezzi totalmente indifferente al calmiere pubblico;

considerato che:

- le principali compagnie navali gestrici dei trasporti marittimi con la Sardegna hanno apportato un aumento delle tariffe in una misura pari circa al 66 per cento, effettuando, per alcuni servizi, rincari pari anche al 130 per cento;

- tali rincari appaiono oltremodo afflittivi, costituendo il mezzo navale l'unica possibilità per i residenti in Sardegna di spostarsi nel resto d'Italia con proprio mezzo al seguito e per i turisti di percorrerla senza ricorrere all'oneroso mercato del servizio di autonoleggio;

- tale rilevante ed ingiustificato aumento delle tariffe rischia dunque di comportare una riduzione considerevole dei flussi di visitatori per l'imminente stagione turistica, con grave danno per l'economia della Sardegna;

- l'aumento dei prezzi si appaleserebbe come illegittimo ove si fosse dinanzi a un'intesa tra le compagnie operanti nei trasporti marittimi da e per la Sardegna, in quanto, oltre alla violazione della normativa dell'Unione europea in materia di concorrenza, si riscontrerebbe una violazione dell'articolo 2 della legge 10 ottobre 1990, n. 287 recante norme in materia di tutela della concorrenza e del mercato, che vieta espressamente intese restrittive della libertà di concorrenza;

- in data 22 febbraio 2011, la Giunta provinciale di Cagliari ha deliberato l'avvio delle procedure di denuncia all'Autorità Garante della concorrenza e del mercato nei confronti delle compagnie Grandi Navi Veloci, Moby Lines e Sardinia Ferries, oltre all'impegno a porre in essere le opportune azioni al fine di attivare l'intervento della Commissione europea qualora questa ravvisi la violazione di norme in materia concorrenza, di cui al regolamento CE n. 1/2003;

- in data 1° marzo 2011, la Giunta regionale della Sardegna ha riunito in un tavolo tecnico gli assessori competenti e i rappresentanti delle compagnie di navigazione Tirrenia, Moby Lines, Grimaldi, Grandi Navi Veloci, Snav, Sardinia Ferries, Saremar, Delcomar ed Emermar;

- nonostante gli allarmi provenienti dagli operatori turistici ed economici e le proteste dei cittadini si riscontra una preoccupante inerzia nella gestione del caso da parte della Giunta regionale la quale, sul caso, non ha ancora assunto alcuna determinazione né una ufficiale presa di posizione,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

1) se l'Assessore ai trasporti abbia disposto una verifica riguardante la reale situazione delle tariffe praticate dalle compagnie navali per quanto riguarda le rotte da e per la Sardegna;

2) quale posizione intenda assumere la Giunta regionale sulla questione;

3) se la Giunta regionale intenda verificare direttamente, ovvero segnalare all'Autorità per la concorrenza ed il mercato l'opportunità di una puntuale verifica dell'astensione, da parte delle compagnie marittime, da comportamenti scorretti ai sensi dell'articolo 2 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, in materia di tutela della concorrenza e del mercato, o in violazione della normativa dell'Unione europea in materia di concorrenza;

4) se la Giunta regionale stia disponendosi ad adottare misure volte ad ottenere effetti di riduzione dei prezzi del trasporto marittimo rivolto a ridurre gli svantaggi che derivano, a causa dell'insularità, all'economia sarda nel suo complesso. (209)

Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sul gravissimo danno causato alla Regione Sardegna dall'aumento delle tariffe nel trasporto marittimo.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la Sardegna è un'Isola a rilevante vocazione turistica;

- sin dal mese di aprile, solitamente, la nostra terra è interessata da importanti flussi turistici;

- una grossa fetta di questi flussi è sempre stata gestita dal trasporto marittimo effettuato dalla storica compagnia Tirrenia Spa, la quale curava i trasporti da e per la Sardegna a tariffe tali che consentivano a tutti l'accesso al servizio;

- la Tirrenia Spa attualmente versa in amministrazione straordinaria controllata;

- tale situazione è causa di innumerevoli disservizi che hanno indotto gli utenti a rivolgersi ad altre compagnie di trasporto;

- le compagnie summenzionate hanno unanimemente attuato una politica dei prezzi che ha originato un aumento delle tariffe in media del 66 per cento con punte del 100 per cento;

- tali tariffe appaiono essere "ingessate" impedendo ai cittadini di poter usufruire di tariffe promozionali e/o agevolate;

PRESO ATTO che:

- il trasporto marittimo è l'unico mezzo che consente di spostarsi dalla Sardegna o arrivare in Sardegna con mezzo proprio, onde evitare il costo del noleggio in loco;

- tali rincari appaiono oltremodo afflittivi;

- questo repentino ed ingiustificato aumento delle tariffe si sta traducendo in una drastica riduzione del flusso turistico, con conseguente danno per l'economia sarda;

gli abitanti sardi sono costretti a subire costi elevatissimi per spostarsi nella Penisola;

RILEVATO che:

- tale aumento dei prezzi potrebbe anche essere determinato da intese tra imprese con il precipuo scopo di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all'interno del mercato nazionale;

- tali intese, per gli effetti devastanti che dalle stesse scaturiscono, sono vietate dall'articolo 2 della legge n. 287 del 1990, nonché dalla normativa comunitaria in materia di concorrenza;

- nonostante la gravità della situazione, corroborata dalle proteste dei cittadini, la Giunta regionale non ha ancora assunto una posizione che possa garantire il servizio di trasporto marittimo ai sardi e non solo,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

1) quale sia l'orientamento e la strategia per porre rimedio a questo gravissimo problema, aggravato dall'insularità del territorio;

2) se la Giunta regionale intenda intervenire al fine di verificare se realmente vi è stata da parte delle compagnie del trasporto marittimo un'intesa di cartello in violazione a quanto stabilito dall'articolo 2 della legge n. 287 del 1990;

3) quali siano le tempistiche di intervento, dato l'approssimarsi della stagione estiva. (218).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione numero 124 ha facoltà di illustrarla.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Signora Presidente, la mozione nasce da una paura, quella di essere condannati, senza aver commesso alcuna colpa, agli "arresti insulari", perché di questo si tratta. Ed è una paura giustificata dal costo sempre maggiore degli spostamenti dalla Sardegna verso il continente, ma devo dire anche dal continente verso la Sardegna. Siamo, di fatto, segregati nella nostra isola. Quell'insularità che tante volte è stata richiamata come una risorsa, come un'opportunità, come un bene da difendere, sta diventando per noi sardi, i naturali abitanti di quest'isola, un handicap.

Alla libera circolazione delle persone, che è sempre più richiamata in questi giorni per mille e una ragione, nel 2010 si è aggiunta anche la libera circolazione delle merci e credo che sia stato un traguardo sostenuto e condiviso. Libera circolazione delle persone e delle merci tranne che per i sardi, che trovano sempre più difficoltà a spostarsi dalla propria terra, soprattutto in questo momento, per il lievitare eccessivo dei costi del trasporto marittimo. La mozione che noi abbiamo presentato parte, quindi, soprattutto dalla considerazione che c'è il forte rischio - ed è questa la denuncia più puntuale che viene fatta - che la privatizzazione della Tirrenia possa cadere nelle mani di un pool di imprese a discapito dei sardi, con un aumento indiscriminato delle tariffe che è calcolato intorno 70 per cento. La paura della costituzione di un cartello dei prezzi, e quindi di un regime di oligopolio, ha creato sicuramente un allarme, una paura più che reale e un richiamo attraverso tutti gli organi di stampa e di informazione. Ha creato apprensione soprattutto in coloro che si stavano predisponendo a organizzare le proprie vacanze o che, indipendentemente da programmi vacanzieri, hanno necessità di spostarsi per mille e una ragione, così come noi sardi abbiamo sempre fatto.

Io credo che i prezzi che abbiamo constatato abbiano raggiunto un livello eccessivo. Credo che per arrivare in Sardegna un prezzo superiore a quello preventivato lo paghino solo i clandestini che arrivano dalle coste del Nord Africa. Sappiamo che queste persone pagano intorno ai 1.500 euro, però loro sono animati da motivazioni decisamente diverse dalle nostre. Quindi la mozione impegna la Giunta regionale a intervenire nei confronti del Governo nazionale.

La libera circolazione delle persone e delle merci riguarda sia i cittadini sardi, residenti e non, sia coloro che a vario titolo decidono di venire in Sardegna, ma riguarda anche il comparto del turismo e credo che questo sia uno degli aspetti da tenere in maggiore considerazione. Dopo la nomina dell'assessore Crisponi, persona che conosco e stimo, si è parlato del rilancio del turismo in Sardegna. L'assessore ha parlato di nuovo corso per il turismo sardo e ha detto: "L'Isola prova a invertire la rotta". Ha ragione, si tratta proprio di una questione di rotta, perché la rotta da e per la Sardegna sta diventando difficile da percorrere ed eccessivamente cara. Se avessimo sollevato questo tema così come si è fatto per la tassa di soggiorno, considerato il commento che c'è stato probabilmente l'adesione e la considerazione per le proteste che possono venire da quest'Aula sarebbero state maggiori, perché non mi pare che siano sufficientemente convinte e determinate le proteste da parte del comparto turistico, che punta, invece, quasi esclusivamente a rivendicare un contenimento dei prezzi del trasporto aereo e in particolare dei voli low cost.

Si è parlato del collegamento delle coste della Sardegna con le zone interne e si è fatto riferimento a viabilità e collegamenti non moderni né adeguati. E' un'affermazione giusta, sacrosanta. Le coste hanno bisogno di un collegamento con le zone interne così come le zone interne hanno bisogno di una ricaduta benefica del movimento turistico verso le coste, che continuano a rappresentare la parte più appetibile dell'offerta turistica in Sardegna. Serve una sintonia virtuosa, però io credo che per quanto riguarda i collegamenti interni e i collegamenti della Sardegna verso le altre terre del Mediterraneo, ovvero verso il continente Mediterraneo, vadano prese iniziative più puntuali e precise, soprattutto in riferimento - e sappiamo che questa è un'opportunità per l'offerta turistica - alla cosiddetta bassa stagione.

Ancora una volta uso le parole dell'assessore Crisponi, non per non tenere nella debita considerazione l'Assessore dei trasporti, ma perché il trasporto è uno degli elementi fondamentali dell'offerta turistica. L'assessore Crisponi ha parlato di identità, e chi più di noi dà importanza e peso ai valori identitari? Ha parlato di trasversalità nei rapporti tra istituzioni, elemento sacrosanto che condividiamo e sosteniamo. E' la destagionalizzazione l'elemento forse più complesso da affrontare e risolvere; su questo bisogna dare diverse risposte, bisogna avanzare un progetto articolato, ma il nodo cruciale rimane sempre quello dei trasporti.

Quindi il discorso è che mentre noi continuiamo a rivendicare un'attenzione, una considerazione maggiore per quanto riguarda la continuità territoriale per i sardi, i tempi sono maturi per una continuità territoriale garantita a tutti. Chi va in treno da Roma a Civitavecchia, per esempio, paga la stessa tariffa che paga chi va da Roma a Milano; non si parla di residenza o di condizioni particolari. Il discorso che noi vorremmo fare è che per poterci spostare liberamente oggi, nel 2011, in un'Europa e in un Mediterraneo che si prefiggono traguardi importanti, come quello della libera circolazione delle persone e delle merci, dobbiamo puntare i piedi e rivendicare un'attenzione maggiore, perché altrimenti non rimarrà che il riferimento all'Isola che danza come ultima chance; una danza riservata ai sardi, ai quali altro non sarà garantito se non appunto il pulsanda tellus.

Quindi occorre sollevare una vertenza forte nei confronti del Governo perché sottragga la spada di Damocle che pende sulla testa dei sardi, ovvero il cartello dei prezzi e quindi l'impossibilità di incidere su quella che può essere una scelta vantaggiosa esclusivamente per l'oligopolio che si sta preparando a gestire i trasporti dalla Sardegna verso le altre coste del Mediterraneo.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 115 ha facoltà di illustrarla.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, questa mozione l'abbiamo presentata un mese fa, quando ipotizzavamo che la Tirrenia potesse partecipare alla cordata composta da Aponte, Onorato e Grimaldi per un valore di 380 milioni di euro, e già questo fatto ci sembrava scandaloso. In questo mese, però, sono avvenuti dei fatti nuovi: la gara non è stata ancora ratificata, ma pare che ci sia uno sconticino di 100 milioni di euro a favore di un oligopolio che si sta costituendo per le tratte da e verso la Sardegna, cioè le tratte tirreniche; oligopolio che forse non porterà - mi è piaciuta molto l'espressione molto efficace dell'onorevole Sechi - agli "arresti insulari" dei cittadini, ma sicuramente porterà a un blocco, a un potenziale blocco o alla sottomissione alle sue condizioni per tutto ciò che concerne il trasporto delle merci. Se, infatti, i cittadini e i visitatori hanno in ultima analisi un'alternativa, che è quella del volo aereo, questi tre soggetti - Aponte, Onorato e Grimaldi - controllano tutti i trasporti merci non guidati. Questo significa che se dovessero decidere di decuplicare gli importi, noi non esporteremmo più nulla e non potremmo più importare nulla, saremmo al di fuori del libero mercato e della globalizzazione presente nel resto del pianeta ormai.

La nostra mozione si basava su dati precisi e conteneva una richiesta altrettanto precisa che veniva fatta allora al Presidente della Regione e all'Assessore regionale dei trasporti, che era quella di adire immediatamente l'Autorità garante per la concorrenza. Ci fa molto piacere sapere che la Giunta ha voluto seguire la strada che noi avevamo immaginato. Non che adire l'Autorità garante rappresenti una soluzione nell'immediato, probabilmente no, però quanto meno cerchiamo di non apparire accondiscendenti rispetto a un cartello che è del tutto evidente. Ed è evidente nei fatti. Noi abbiamo voluto riportare in questa mozione, nella parte premissiva, alcuni esempi realizzati semplicemente collegandosi a Internet; l'hanno fatto alcune associazioni dei consumatori, l'abbiamo voluto fare anche noi. Così l'11 marzo abbiamo fatto una simulazione relativa alle compagnie Moby, Grandi Navi Veloci e Sardinia Ferries e abbiamo provato a verificare qual era nel mese di luglio il costo del trasporto, compresa la cabina, per una famiglia di quattro persone con auto al seguito. Abbiamo scoperto che per la tratta Genova-Olbia, Genova-Porto Torres e Livorno-Golfo Aranci rispettivamente si pagavano 1.105, 878 e 912 euro, con un incremento, a seconda della compagnia e della tratta, variabile tra il 61 e il 134 per cento rispetto alle tariffe dello stesso periodo dello scorso anno. La motivazione addotta per questo aumento in interviste che tutti noi abbiamo letto, anche sui quotidiani sardi, era l'incremento realizzato e quello che eventualmente si sarebbe potuto verificare dei prodotti petroliferi a causa della recrudescenza della crisi nel Nord Africa, in particolare di quella libica.

Posto che queste motivazioni sono palesemente infondate, anzi a nostro avviso sono la cartina di tornasole, la prova del nove che si tratta di un cartello che non era neppure strutturato e studiato per cercare un alibi un po' più forte, abbiamo voluto simulare il costo della tratta Genova-Palermo operata dalla compagnia Grandi Navi Veloci (che mi pare sia per il 51 per cento di proprietà di Aponte): nello stesso periodo per la stessa famiglia di quattro persone con auto al seguito fa pagare 820 euro, contro i 912 euro per la tratta per la Sardegna, che in termini di miglia è la metà. Allora, o il carburante che viene acquistato per i trasporti verso la Sardegna è assoggettato a qualche accisa particolare che a noi non viene trasferita o non si capisce perché una tratta doppia, con un consumo doppio di carburante e quindi costo doppio (circa 50 mila euro contro i 25 mila euro che vengono spesi mediamente per la tratta Porto Torres-Genova), abbia un costo inferiore di 100 euro. Se facciamo questa simulazione su tratte similari, magari dell'Adriatico, ci accorgiamo che l'importo è persino ridotto a un terzo.

Credo che questa sia la prova provata che c'è un cartello. Ora, a noi non spetta sanzionare i cartelli di prezzi, ma abbiamo l'assoluto dovere di denunciarli nell'interesse dei cittadini sardi e del settore turistico, perché se è vero che i grandi operatori turistici sono riusciti a strappare tariffe in linea con quelle dello scorso anno altrettanto non si può dire per i trasporti. Ma chi sono i grandi operatori? Sono pochissimi e, guarda caso, non sardi, coloro che hanno le grandi società, la Valtur o qualcun'altra, non fallite e che sono riuscite a strappare cifre che consentono di riempire i loro alberghi, ma le piccole strutture, i proprietari di seconde case o chi le prende in affitto sono assoggettati a una tassa per cui spesso il costo del trasporto è superiore al costo dell'intero soggiorno. Soggiorni che oggi durano mediamente quattro o cinque giorni non arrivano a costare i 1.105 euro necessari per il trasporto. E' evidente che la situazione è intollerabile e va ricercata una qualche soluzione.

Io non voglio fornire ricette, molte ne sono state date in questi giorni, però credo che si possa operare, così come avviene nel settore aereo, attraverso il co-marketing, senza prendere a noleggio delle navi, perché credo che questo potrebbe costituire in qualche maniera motivo per un intervento dell'Unione europea che potrebbe ravvisare una forma di aiuto di Stato. Ci sono recentissimi pronunciamenti, l'ultimo è relativo all'aeroporto di Girona e ai contributi dati a Ryanair, la quale è riuscita a uscirne indenne.

Credo che quel modello, che è già passato al vaglio dell'Unione europea, possa essere il modello da perseguire: co-marketing con belle pubblicità della Sardegna all'interno delle navi. Lo dico, Assessore, perché a mio avviso i cartelli si smantellano anche così, anche soltanto minacciando delle iniziative. Sono convinto che basterebbe soltanto minacciare di investire 2 o 3 milioni di euro in azioni di co-marketing simili a quelle che facciamo con Ryanair, chiedendo a due navi estere di venire qui e di praticare prezzi identici o simili a quelli della Tirrenia. Non l'ho detto in premessa, ma è di tutta evidenza che l'aumento dei costi è scattato il giorno in cui la Tirrenia ha smesso di accettare prenotazioni. La Tirrenia ha sempre svolto un ruolo calmierante dei prezzi, evidentemente. Dal giorno in cui ha detto che dal 1° giugno non avrebbe più potuto accettare prenotazioni, non sapendo neppure se a quella data sarebbe esistita ancora, sono schizzati i prezzi. Io credo che se per far schizzare i prezzi è bastato l'effetto annuncio di eliminare un concorrente, l'unico non inseribile nel potenziale cartello, basterà probabilmente minacciare un accordo con la Sardinia Ferries dell'operatore corso che già opera sulle nostre rotte, ha accesso ai nostri porti ed è rimasto fuori da questa cordata, o con uno qualunque degli altri operatori per ottenere la riduzione delle tariffe. Basterà fissare tariffe ben precise, pubblicizzandole prima e vincolando il contributo alla garanzia dell'applicazione delle stesse perché gli altri operatori si adeguino e possa così essere garantita ai sardi libertà di movimento, ma soprattutto possa essere evitato un disastro vero e già annunciato per il turismo nella prossima stagione estiva.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'interpellanza numero 209 ha facoltà di illustrarla.

LOTTO (P.D.). L'interpellanza ovviamente tratta lo stesso argomento oggetto delle mozioni precedentemente illustrate dai colleghi. Mi ritrovo, quindi, a ripetere concetti già ampiamente illustrati, tuttavia cercherò, molto brevemente, di illustrarne il contenuto.

Si parte dalla premessa che lo stato della compagnia Tirrenia, prima come amministrazione controllata e poi in questa fase di gara, crea difficoltà grossissime nell'attività della compagnia stessa e quindi di tutti coloro che a essa devono fare ricorso per organizzare la propria attività lavorativa, in particolare le compagnie turistiche. Considerato innanzitutto l'elevatissimo aumento delle tariffe (oltre il 66 per cento alla data di stesura di questa interpellanza), e quindi i gravi danni che ai residenti, al sistema economico nel suo complesso e al sistema turistico in particolare derivano da questo insensato e assolutamente inaccettabile incremento dei costi dei trasporti via mare; considerato che appare chiara un'intesa tra le varie compagnie, in violazione della legge numero 287 del 1990, nonché delle stesse disposizioni della Commissione europea; rilevata la decisione autonomamente presa dalla Giunta provinciale di Cagliari di avviare procedure di denuncia all'Autorità garante della concorrenza nonché alla stessa Commissione europea della violazione di quanto dicevo prima e considerato che la stessa Giunta regionale il 1° marzo scorso ha istituito un tavolo tecnico tra gli Assessori competenti e i rappresentanti delle diverse compagnie di trasporto e che, nonostante le proteste del mondo economico, dei cittadini, dei diretti interessati rispetto a questo stato di cose inaccettabile, non appare ancora chiaro che cosa essa abbia fatto per evitare le gravi conseguenze di questa situazione e dove eventualmente voglia andare ad atterrare, si chiede all'Assessore di verificare lo stato reale delle tariffe che sono attualmente applicate, di far conoscere la valutazione che la Giunta dà di tale situazione e se anch'essa intenda, al pari della Giunta provinciale di Cagliari, ricorrere all'Autorità garante della concorrenza e alla stessa Commissione europea per denunciare eventuali comportamenti irregolari da parte delle compagnie marittime. Infine si chiede se la Giunta intenda intervenire affinché questo livello di tariffe venga superato e ci sia quindi una sensibile riduzione dei costi.

Le vie sono diverse, i colleghi che mi hanno preceduto ne hanno individuato alcune. A nostro parere, da parte della Giunta serve un'attenta valutazione della situazione e la ricerca di soluzioni che portino comunque al superamento di uno stato di cose che per noi è inaccettabile. Il Consiglio a sua volta deve assolutamente adoperarsi, insieme alla Giunta, perché questa situazione venga superata. Ne va della sopravvivenza di uno dei settori economici più importanti dell'Isola, quello turistico, ma serve anche ad evitare l'ulteriore aggravamento della situazione economica e del complessivo sistema produttivo della nostra regione, che non può sopportare questo ennesimo scacco.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'interpellanza numero 218 ha facoltà di illustrarla.

SALIS (I.d.V.). Sarò velocissimo, anche perché l'interpellanza verte sugli argomenti trattati dai colleghi in precedenza. Siccome la situazione è cambiata rispetto alla data in cui abbiamo presentato l'interpellanza, mi limito a dire che la nostra preoccupazione non è legata, assessore Solinas, solamente all'incremento abnorme dei prezzi delle tariffe marittime e approfitto di questa opportunità per chiederle quali iniziative la Regione sta portando avanti su un problema che pensiamo sia altrettanto grave se non di più, cioè il rischio che le tratte marittime da e per la Sardegna possano essere gestite da un monopolio privato senza alcun controllo pubblico, il che porterebbe ai rischi che sono stati sottolineati dai colleghi, ai quali ci associamo.

Noi, ripeto, approfittiamo di questa occasione per manifestare tutta la nostra preoccupazione e per incoraggiare la Giunta regionale a valutare ogni strada possibile, ogni rotta sarebbe meglio dire in questa circostanza, per mantenere una presenza pubblica nel settore. Pensiamo che la Regione debba in questi giorni - se l'ha fatto nei giorni scorsi ancora meglio, poi l'Assessore ci riferirà al riguardo - essere assolutamente presente nel controllo della gestione delle rotte marittime, perché sappiamo che noi dipendiamo strettamente dalle rotte marittime per tante nostre esigenze, sia civili sia legate all'attività economica e turistica della nostra Isola. Per cui noi staremo molto attenti alle iniziative che la Giunta vorrà portare avanti e sosterremo qualsiasi proposta volta a evitare che venga sottratto alla Regione Sardegna il controllo su questo fondamentale accesso alla nostra isola. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che devono iscriversi entro la conclusione dell'intervento dell'onorevole Amadu, che ha a disposizione dieci minuti.

AMADU (P.d.L.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, non entro nel merito delle argomentazioni addotte dai colleghi presentatori delle mozioni e delle interpellanze. Mi pare che sia obiettivo un dato: il caro tariffe sta dando un brutto colpo all'economia della nostra Isola e credo che la competente Commissione del Consiglio, al di là di quello che si dirà questo pomeriggio in Aula - in modo un po' stanco mi sembra, probabilmente il caldo iniziale ha messo un po' la sordina al nostro impegno - debba affrontare il tema al più presto. Non vorrei che fra un anno gli Assessori dei trasporti e del turismo e il Presidente della Regione dovessero rispondere sulle stesse problematiche senza che nulla sia cambiato.

E nulla può cambiare, cari colleghi, se prima non si attua un passo direi decisivo, quello cioè di chiedere allo Stato la conferma dei finanziamenti che prima venivano assegnati alla Tirrenia, evidentemente in modo da calmierare le tariffe. Oggi c'è una corsa al rialzo, c'è il rischio di un monopolio imbattibile e c'è anche il rischio che la Giunta, così come è avvenuto in un recente passato, convochi le compagnie di navigazione, le quali, con la stessa sensibilità con cui un elefante risponde al solletico, possono dire: "Ci sono stati dei rincari dei prezzi dei carburanti, siamo obbligati ad aumentare le tariffe". Però i contraccolpi per la Sardegna, le disdette delle prenotazioni da parte dei turisti stanno arrivando e non capisco come si possa trovare una soluzione. Non è neanche sufficiente approvare una mozione, un'interpellanza o quant'altro sia possibile porre in essere dal punto di vista delle iniziative politiche.

Perché intervengo, dunque? Per dare un suggerimento, molto modesto, alla Giunta. Si riprenda un disegno di legge che, su mia proposta, la Giunta adottò mi pare nel febbraio-marzo del 2004, che prevedeva la possibilità di attribuire alla Regione Sardegna la potestà di mettere a gara le tratte marittime da e per la Sardegna per i passeggeri e per le merci. Se la Regione non si dota di una normativa, peraltro consentita dall'Unione europea, qualsiasi nostro intervento sarà come una grida manzoniana, non avrà nessun effetto, Assessore. Io credo che sia immediatamente percorribile la strada di un accordo con l'Unione europea e a tal fine occorrerà predisporre un disegno di legge della Giunta che arrivi in Aula al più presto e dia alla Regione la potestà di mettere a gara le tratte marittime alle condizioni che nell'interesse dell'economia della nostra Isola essa vorrà stabilire. I finanziamenti pubblici ovviamente potranno essere finalizzati a consentire una politica tariffaria per i passeggeri e per le merci che dia davvero un aiuto alla nostra Isola.

Il rischio è che con il sistema attuale noi regrediamo di cinquant'anni senza poter fare nulla, dato che l'Unione europea ci ha detto che bisogna smantellare la Tirrenia, ma lo Stato non può fare retromarcia, né tanto meno noi, nell'interesse della nostra economia. Assessore, lo dico con molta modestia, credo ci siano le condizioni perché la Regione attraverso la sua potestà normativa, legislativa e giuridica si doti di una normativa che consenta di mettere a gara le tratte, di stabilire tariffe e criteri di assegnazione delle stesse in modo da garantire il trasporto sia dei passeggeri sia delle merci e ci sia un'attività di importazione ed esportazione che possa costituire effettivamente un volano per la nostra economia. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, mi sembra che il clima che c'è in Aula, le indicazioni che vengono dai banchi della maggioranza e della minoranza sostanzialmente portino tutti noi a esprimere una posizione unitaria: vogliamo che la nostra Regione possa dire la sua sul trasporto marittimo di passeggeri e merci da e per la Sardegna; vogliamo capire quali sono gli spazi, anche giuridici, entro i quali ci possiamo muovere e non vogliamo assistere inermi a un'esplosione delle tariffe che rischia di essere incontrollata. Proprio per questi motivi ho firmato anche la mozione del collega Sechi, ma averla firmata non vuol dire che ne condivida tutta la parte dispositiva. Alcuni di noi ritengono che la Regione debba svolgere anche un ruolo diretto, di armatore, di operatore del servizio marittimo; altri, come me, ritengono che non lo debba fare e che debba invece trovare le forme e i modi eventualmente per onerare il servizio, garantire una struttura competitiva, la concorrenza tra vettori e sostanzialmente svolgere un ruolo di regolatore del mercato.

Quello che io non vorrei, Assessore, è che nella larga, larghissima condivisione di un problema al quale la Regione non può assistere inerme, legato a un servizio pubblico vero e proprio, a un diritto, il diritto alla mobilità dei cittadini, anche con i propri effetti e con la propria auto, ci fosse spazio per un nostalgico ritorno della presenza pubblica in settori dove il pubblico non deve stare. Sarebbe paradossale se noi oggi dovessimo rimpiangere la Tirrenia perché svolgeva il ruolo di calmiere nel mercato. E non dimentichiamoci che quello che la Tirrenia non faceva pagare con i biglietti, tutti i cittadini lo pagavano attraverso la tassazione per ripianare i bilanci costantemente in deficit della Tirrenia.

Io non credo che la soluzione possa essere quella di mettere di nuovo in piedi dei carrozzoni pubblici o di far fare alla Regione un mestiere che non è il suo. Assessore, alla fine di questo dibattito sarà opportuna una breve pausa per valutare se ci sono le condizioni per predisporre un ordine del giorno congiunto, in quanto credo che sia in discussione uno di quei temi sui quali non ha senso dividersi, e per capire se la Regione può svolgere in maniera più efficace e incisiva un ruolo regolatore, eventualmente onerando il servizio di trasporto marittimo in modo analogo o simile a quello posto in essere per il trasporto aereo. Quindi bisogna mettere a gara delle risorse tra armatori diversi per garantire una pluralità di rotte tra la Sardegna e il continente e una qualità del servizio certa e assicurata a tutti, perché credo che siamo tutti d'accordo sul fatto che il diritto alla mobilità deve essere a due vie in quanto si devono certamente tutelare i residenti, ma è altrettanto importante, ancor più nel trasporto marittimo, tutelare i potenziali turisti, le famiglie ma anche gli operatori turistici che vogliono arrivare in Sardegna, per i quali vanno create condizioni competitive che rafforzino la capacità di attrazione della Sardegna, che come sappiamo rimane una meta privilegiata per gli italiani, ma sempre più inglobata in uno scenario competitivo all'interno del Mediterraneo.

Io credo, quindi, che ci sia spazio per un ordine del giorno congiunto, se facciamo le cose che possiamo e sappiamo fare, se non prendiamo strade che magari possono anche solleticare qualche parere favorevole, ma alla fine risultano non facilmente percorribili. Mi auguro che a conclusione di questo dibattito, che è stato utile e importante, si possa arrivare a fare due cose: intanto occorre tracciare un percorso di oneri di servizio, che forse non potrà essere creato immediatamente, non sarà pronto per questa stagione estiva, ma comunque va tracciato per dare certezze e garanzie per gli anni a venire. Occorre poi un intervento immediato per richiamare al buon senso gli armatori, per verificare la giustezza e l'esattezza delle posizioni, per verificare, come ha chiesto anche la Provincia di Cagliari, se per caso non ci sia un cartello, in violazione della normativa comunitaria in materia di concorrenza. E' necessario far recedere, magari sul piano negoziale, gli operatori marittimi dal loro atteggiamento attuale e indurli ad assumere comportamenti, come dire, maggiormente coerenti con quanto è stato fatto negli anni scorsi e che tengano conto che oggettivamente da un anno all'altro non si possono stravolgere le strutture di prezzo che vengono proposte alla clientela, gravando di costi economici molto elevati le comunità coinvolte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Signora Presidente, vorrei esprimere piena condivisione sui contenuti delle mozioni e le loro conclusioni, perché penso che nessuno di noi possa mettere in discussione, a prescindere dalle indecenti tariffe illustrate dal collega Cuccureddu, che l'aumento dei prezzi dei trasporti marittimi stia causando danni immensi all'economia della Sardegna, in particolare nel settore turistico, che è una voce strategica della nostra capacità di produrre reddito e lavoro, e in quello degli autotrasporti. In tal senso il ricorso da parte del Presidente della Regione all'antitrust, con tutti i suoi limiti, soprattutto in termini temporali, non sicuramente dal punto di vista dell'efficacia degli intenti contro le tariffe praticate dalle compagnie di navigazione, rappresenta un passo opportuno per tutelare gli interessi dei cittadini sardi e delle imprese sarde, che tanto investono in risorse finanziarie e umane in questo fondamentale settore della nostra economia. Altrettanto utile può essere il "charteraggio" per limitare le restrizioni alla concorrenza e dare la possibilità di aprire a nuovi vettori. Gli attuali vettori non hanno davvero avuto nessuna sensibilità verso gli utenti sardi e non, il che meraviglia e indigna. Hanno cioè tenuto una condotta volta ad anteporre il profitto delle loro aziende a qualsiasi altra considerazione, a sfruttare le bellezze della nostra isola per ottenere il massimo vantaggio economico dai trasporti marittimi da e verso una regione che è sempre stata penalizzata dalla sua condizione di insularità.

Voglio quindi riflettere anch'io, così come hanno fatto i colleghi che hanno presentato le mozioni, sull'ingiustificato aumento dei prezzi dei collegamenti navali, che sembra essere una diretta conseguenza della riduzione delle corse della compagnia Tirrenia tra nord Sardegna e continente. Un vuoto in cui la strategia sui prezzi germinata tra le compagnie concorrenti di Tirrenia (penso ci siano pochi dubbi nel cogliere questi elementi) avrebbe operato per garantire più ampia marginalità a discapito della nostra economia e del diritto dei sardi di usufruire di prezzi di continuità territoriale anche per i collegamenti navali. Non possiamo accettare in alcun modo l'ipotesi che chiunque possa solo pensare di lucrare sul nostro incolpevole isolamento, che per noi rappresenta un handicap evidente che non ci deve vedere ulteriormente penalizzati. Non possono quindi trovare giustificazione aumenti che arrivano al 70 per cento, non ci sono motivi sufficienti a fronte di tale crescita indiscriminata, a fronte anche delle verifiche che possono essere attuate sull'oggettività degli aumenti, quindi anche sui costi che dovrebbero essere sempre calcolati in termini oggettivi.

E' evidente che a noi deve stare a cuore l'interesse della Sardegna e quindi sono d'accordo che debba esserci uno sforzo per garantire la continuità territoriale delle merci. Parlo non solo da consigliere gallurese, ma anche da sardo che ha visto interrotto tale servizio a partire già dalla precedente legislatura. Voglio ricordare, visto che pochi ne parlano, che fu Trenitalia a investire somme ingenti nel porto ferroviario di Golfo Aranci, che oggi risulta abbandonato. Con un colpo di spugna venne cancellato, nella tratta più favorevole e più economica, il fondamentale servizio, operativo fin dal 1961, dei carri merci ferroviari che si imbarcavano da Golfo Aranci, porta strategica per le merci sarde. Un danno grave all'economia della Sardegna perché oggi la nostra economia può offrire una gamma più ampia di merci che sono anche e soprattutto rivolte al mercato mondiale e sono spesso costituite da prodotti tipici e originali della nostra terra, che rappresentano una delle poche reali speranze di competitività per la nostra economia.

Credo che su quel percorso si possa e si debba proseguire, promuovendo non un nuovo monopolio, neppure privato, ma una concorrenza che porti a un elevamento della qualità del servizio marittimo, alla sua efficienza e puntualità. Siamo in un sistema di liberalizzazione e competitività a livello europeo e mondiale, oltre che nazionale; non si deve abbandonare la Sardegna allo sfruttamento di rendite di posizione o, peggio ancora, di veri e propri cartelli monopolistici utili solo a vessare i passeggeri tutti, sardi e non.

Difendiamo così la nostra economia, diamo una linea come Regione, come Consiglio regionale, affinché i nostri mari non siano più terra di conquista ed esigiamo quindi rispetto dei sardi e della Sardegna. Esiste, certo, la possibilità che la Tirrenia sia al centro di un interesse finalizzato ad avere un mero vantaggio, in termini di rendite di posizione, derivante dalla disponibilità di navi e collegamenti che sono stati garantiti per decenni. Ritengo, quindi, che la Regione Sardegna debba sottrarsi a operazioni che possano avere come effetto collaterale quello di danneggiare la sua economia in uno dei settori più delicati, che è appunto quello dei trasporti marittimi.

Un'esortazione a unirsi è giunta da un incontro interessante e intenso di autotrasportatori avvenuto sabato scorso a Buddusò. Chi come me ha avuto la possibilità di parteciparvi ha colto un forte malessere che noi rappresentanti politici dobbiamo cogliere e portare in tutte le sedi utili per decidere positivamente in questo contesto. Sappiamo bene tutti, soprattutto in tema di trasporti commerciali e civili, che esiste oggi un urgente bisogno di servizi efficienti e di qualità, l'auspicio è pertanto quello di approdare - condivido l'idea - a un ordine del giorno capace di sintetizzare gli elementi di condivisione delle mozioni in discussione e tutte le altre iniziative in tale materia che sono state depositate dai colleghi negli uffici del Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Signora Presidente, mi dispiace che sia assente il presidente Cappellacci. Di fronte a temi strategici di questa importanza il Presidente è sempre più assente, e non solo in Consiglio, è sempre più lontano da quelli che sono i problemi che riguardano i sardi. In questa desolazione, mi riferisco anche all'assenza quasi totale della Giunta, ci troviamo nella condizione di dover ringraziare l'assessore Solinas e la presidente Lombardo. Mi sembra una straordinarietà doverci complimentare per queste poche presenze!

Rispetto alla questione Tirrenia di fatto si è scelta una formula di privatizzazione attraverso bandi regolati da leggi europee; leggi che andrebbero viste nei particolari per creare situazioni di vantaggio per la Sardegna e non nuove sudditanze. Probabilmente questa impostazione sino a oggi è stata limitante e perdente, in questo caso per i sardi e per chi viene dalla Sardegna - mi riferisco, chiaramente, oltre che agli uomini anche alle merci -, quindi per lo sviluppo economico, imprenditoriale e sociale della nostra terra. La Regione Sardegna avrebbe fatto bene, chiaramente non da oggi, a mettere in campo risorse e idee per una cordata di imprese pubblico-private, con forte prevalenza pubblica, per la costituzione e la gestione di una flotta sarda, indispensabile per spezzare i monopoli e le servitù sull'insularità e il trasporto. Questo non è stato fatto in questo senso. I rincari dei prezzi sono l'effetto della costituzione di un cartello monopolistico che in qualsiasi momento potrebbe controllare l'economia turistica e i servizi marittimi per persone e merci da e per la Sardegna. Ora, ripensando alla flotta, bisogna riconsiderare anche la dislocazione dei porti visto che, come tutti sappiamo, il Sud è fortemente penalizzato rispetto al Nord.

Purtroppo si sono sposate in modo del tutto acritico le privatizzazioni, come se fossero l'unica soluzione ai problemi dei traffici marittimi e aerei con le isole. Ritengo che ci siano settori dell'economia sarda che hanno una valenza strategica che va decisamente oltre il mero interesse della compagnia privata e il caso Tirrenia, con la sua gestione dissennata e fortemente penalizzante per noi sardi, ne rappresenta un esempio in quanto i servizi marittimi per persone e merci da e per la Sardegna rappresentano per noi sardi, e quindi anche per i ras, un interesse strategico che sta alla base, da oltre un secolo, dei problemi dello sviluppo e dei servizi per la Sardegna e i sardi. L'interesse pubblico, quindi della collettività, non si addice all'interesse privato, il quale in quanto tale produce ricchezza solo per se stesso, al contrario del pubblico che deve produrre occasioni di ricchezza e quindi servizi per tutta la collettività. I servizi pubblici non possono essere privatizzati totalmente, questo è quello che noi pensiamo. Ciò che sta accadendo è il frutto di decenni di privatizzazioni di servizi e di beni pubblici, come ad esempio l'acqua, che ne è, secondo me, purtroppo il simbolo, e che ha visto come unico risultato l'aumento delle tariffe e un pessimo servizio. Quando è in ballo un interesse nazionale, e con questo mi riferisco alla nostra Nazione, e comunque un bene che eroga servizi collettivi, quindi pubblico, questo bene deve essere gestito e orientato in maniera forte dall'ente pubblico, in questo caso dalla Regione Sardegna, che è l'unico preposto per sua natura alla salvaguardia dell'interesse collettivo e non di quello singolo.

E' tempo e ora di creare una flotta sarda gestita e orientata a maggioranza dall'ente pubblico sardo, e quindi da un "ente nazionale sardo" che segue un "interesse nazionale sardo", quindi l'interesse delle nostre collettività, siano essi operai, contadini, pastori, imprenditori oppure operatori turistici, e che persegua con ciò un interesse primario per un nostro sviluppo autonomo.

Vorrei ricordare, visto che si è tanto parlato, anche nei mesi scorsi, delle grandi riforme istituzionali, che è tempo di sovranità. Allora sì, con una flotta sarda pubblico-privata, orientata dall'interesse collettivo, potremo veramente risolvere i problemi della mobilità di passeggeri e merci, creando con ciò ricchezza per tutta la collettività e non essere ricattati volta per volta da cordate private il cui unico interesse è il profitto (così come deve essere per il privato). Prima si incomincia a ragionare in questi termini e a creare strutture economiche e giuridiche per varare la flotta sarda e prima si incomincerà a essere liberi, autonomi, sovrani e indipendenti. Questo sarebbe un bel modo per creare occupazione in Sardegna e non per scatenare le solite guerre tra poveri con altri del Napoletano o della Sicilia. L'autonomia non si ottiene a colpi di percentuali di napoletani, di siciliani e di sardi al servizio della Tirrenia o di chi la vorrebbe rilevare per due soldi.

Avrei voluto chiedere al presidente Cappellacci di far sì che il popolo sardo applichi forme di autonomia e di sovranità sul grande tema oggi dei trasporti marittimi e domani di quelli aerei, che sono alla base della nostra indipendenza economica e politica. Direi pure che è tempo di dire basta con la politica dei piagnistei, delle occasioni perdute o dei Governi amici. La Regione autonoma della Sardegna e noi sardi dobbiamo prendere in mano questo settore strategico per tutta la nostra economia e con esso e su di esso creare occupazione a tutti i livelli, il che significa portualità, imprenditoria, servizi di manutenzione, turismo a prezzi da noi concordati e accessibili a tutte le tasche, e così via. Tutto questo è possibile subito se si ha una reale autonomia e volontà politica. Questa è la sfida per la classe politica sarda, che a parole dice di essere per sua definizione o dichiarazione almeno autonomista, quindi slegata dai poteri forti e solidale con gli interessi della nazione sarda.

Non bisogna aver paura di guardare con occhi nuovi alle altre sponde del Mediterraneo. Di fronte alla nascente comunità economica del Mediterraneo rischiamo, ancora una volta, di perdere un'opportunità e di arrivare in ritardo. Voglio anche ricordare che agli inizi del Novecento i traffici con tutto il Maghreb erano fiorenti per le nostre comunità; oggi non esiste nessuna linea marittima che, toccando i porti sardi, colleghi le due sponde del Mediterraneo. Cioè, per dirla tutta, per arrivare a Tunisi in nave ci impieghiamo quattro giorni perché dobbiamo prima andare verso nord. Tutto questo chiaramente nega sviluppo e mercati che storicamente hanno portato scambi culturali e ricchezza. Oggi tutto questo acutizza una condizione di dominio e di isolamento. Credo che così facendo non costruiremo nessuna opportunità di cooperazione e tanto meno di pace e di solidarietà con i popoli che si affacciano nel Mediterraneo, quindi invito veramente la Giunta e il Consiglio a una seria riflessione su come affrontare in modo definitivo e produttivo il grande tema strategico dei trasporti. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, questa mozione ha il merito di ricondurci tutti a una realtà: evidentemente siamo in presenza di un disegno ben preciso, ed è quello di smantellare completamente la Tirrenia Navigazione per favorire un cartello di monopolio. Credo che non sia più il tempo di proclami, di falsi rituali ai quali assistiamo ormai da tempo, come quelli che cominciano così: "Esprimiamo vera preoccupazione…". Non siamo qui per sperare o invocare un intervento immediato e rapido del Governo regionale che eviti la svendita della Tirrenia; siamo qui per opporci fortemente all'eventuale costituzione di un monopolio sulle linee da e per la Sardegna.

Noi invece pretendiamo il diritto garantito alla mobilità, con un sistema di trasporti adeguato, dignitoso, attraverso un reale processo di continuità territoriale marittima. Quando è stato avviato il processo di privatizzazione della Tirrenia si è verificato un vertiginoso e ingiustificato aumento dei prezzi delle tariffe dei traghetti da e per la Sardegna; una situazione che sta determinando gravi ripercussioni nel sistema economico regionale e in particolare nel settore turistico. La Tirrenia, società monopolista controllata dallo Stato italiano, riceve aiuti pubblici per collegare la Sardegna all'Italia stimabili in circa 72 milioni di euro annuali per otto anni; lo Stato, attraverso i suoi Governi di turno, si è presentato sempre nelle vesti di controparte e si è rivelato, nelle dichiarazioni di intendimenti, sempre inaffidabile.

Assessore Solinas, io personalmente e tutti noi nutriamo molta stima nei suoi confronti, ma se passa la linea della privatizzazione la Sardegna verrà esclusa per l'ennesima volta, e sempre di monopolio si tratterà. Quale sarà il risultato? Sarà quello di danneggiare la libertà di movimento dei sardi. Dobbiamo essere presenti oggi per poter contare domani, perché non ci sarà più nessun operatore che vorrà rischiare a mercato chiuso.

Voglio ripetermi: verrà leso uno dei principali diritti di equità e di eguaglianza che ribaltano le accuse di separatismo rivolte a coloro che, come noi Sardisti, sostengono da sempre la necessità dell'indipendenza della Sardegna. Mi domando quanto sia ancora opportuno richiedere ancora una volta allo Stato italiano, al Governo di turno che lo rappresenta, di imporre al commissario straordinario di essere invitati alla trattativa privata per l'acquisizione di una partecipazione alla privatizzazione della Tirrenia, come imposto dalla legge regionale. Mi domando quante occasioni e parole ci troveremo a spendere, dichiarazioni convinte su questa situazione che ha assunto nel tempo aspetti e andazzi a dir poco vergognosi.

Eppure la Tirrenia ha continuato a perdere progressivamente migliaia e migliaia di viaggiatori ogni anno. Mi riferisco ai recenti dati resi noti dal Presidente dell'Autorità portuale di Cagliari. Ma poco importa se per raggiungere Civitavecchia da Cagliari ci vogliono diciassette ore in condizioni di mare favorevoli oppure quarantotto in condizioni avverse! Allora abbiamo ragione a dire che il vero separatista è lo Stato italiano; uno Stato che accusa di separatismo quelli che, come noi Sardisti, parlano di indipendenza; uno Stato che ha come solo scopo quello di confondere ulteriormente un popolo esasperato e vessato, una terra che nei fatti è ancora colonia.

Lo voglio ripetere: questa paventata privatizzazione va a vantaggio degli stessi armatori operanti nelle tratte da e per la Sardegna. Colleghi, è uno scandalo! E' chiara la finalità di questa discutibile e gravissima operazione, che vede noi sardi assumere posizioni sempre più deboli, che vede un Governo che si dichiara amico della Sardegna, come tutti gli altri Governi che si sono susseguiti nel tempo, ma solo ed esclusivamente a parole.

Mi voglio riferire ai copiosi finanziamenti che lo Stato ha finora concesso alla Tirrenia per coprire le tratte di collegamento, nonostante la cattiva qualità dei servizi, in regime di continuità territoriale. Ma che significato ha la continuità territoriale? Ma quella che si prospetta è realmente una dinamica di libera concorrenza? Insomma questa è l'ennesima beffa ai danni della Sardegna e dei sardi; un atteggiamento che non può essere tollerato, perché la Tirrenia ha lucrato a piene mani sulla nostra Isola.

E' fondamentale che la Regione in questo momento abbia un giusto ruolo, un giusto peso nelle decisioni e nella gestione di una flotta le cui rotte interessano movimenti di persone e merci da e per la Sardegna. Penso all'umiliazione e ai disagi che sono costretti a subire i sardi, ma penso anche alla nostra battaglia sardista sulla continuità territoriale, che non si è ancora conclusa e che fu iniziata da noi in solitudine.

Cari colleghi, il punto è un altro: vogliamo stabilire o no che quello che ci spetta, che ci è dovuto non può essere contrattato? Vorrei farvi notare che è l'ennesimo pregiudizio contro la Sardegna per l'inderogabile privatizzazione decisa dal Parlamento italiano. Questo è chiedere troppo? Pretendere una cosa che ci spetta, vi chiedo, è chiedere troppo? Chi, oggi come ieri, ha separato la Sardegna dall'Italia, privando la nostra terra della continuità territoriale e delle infrastrutture più elementari? Chi ci isola economicamente, chi perimetra i nostri spazi culturali? A parer mio, il separatismo oggi come ieri ha un soggetto ben definito. Il separatista oggi come ieri, come sempre, è lo Stato italiano!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, affrontare un tema come questo, penso caro a tutti i sardi, credo che sia stato sempre particolarmente difficile, non foss'altro perché, essendo la nostra regione un'isola, per noi il trasporto è essenziale, in quanto ci mette in comunicazione con il mondo. Quindi tutti quegli elementi che caratterizzano il nostro spostarci dalla nostra isola, quindi anche il nostro essere isola, hanno una necessità vitale del trasporto.

Io intervengo non tanto per ripetere le cose che i miei colleghi hanno già abbondantemente sottolineato, ma perché dei trasporti si occupa un giovane Assessore che voglio incoraggiare in questo delicato momento, in questa opportunità, vista e considerata anche la sua estrazione politica, per la quale egli può quindi avere un maggiore desiderio di rivendicazione nei confronti dello Stato italiano, rivendicazione che spesso noi non riusciamo a porre in essere.

L'insularità non può essere accantonata, non può essere danneggiata dalla gestione di uno dei servizi pubblici più importanti per l'Isola, che è appunto quello dei trasporti. Oggi il tentativo di privatizzazione mette in seria discussione la circolazione delle persone e delle merci, che è fondamentale per la vita della nostra regione, non foss'altro perché i cittadini sardi non riescono ad avere tariffe di trasporto uguali a quelle praticate nel resto d'Italia. Oltre a pagare il tratto navale, essi pagano anche il trasporto dell'automezzo sulla nave, mentre in Italia per percorrere 300 chilometri, qual è, grosso modo, la distanza che separa la nostra isola dal continente, si paga un pedaggio autostradale, ma di certo non si paga anche per il veicolo che si immette nell'autostrada.

Quindi c'è una situazione di grave disagio che penalizza la nostra economia. Mi riferisco in modo particolare al trasferimento delle nostre produzioni, che sono peraltro produzioni particolari che in un certo qual modo stentano a inserirsi pienamente nel mercato anche perché subiscono questi ulteriori costi. Per esempio il granito, materiale piuttosto pesante che quindi necessita di grossi mezzi per essere trasportato, non riuscendo a sostenere i costi del mercato internazionale, perché gravato da questo ulteriore costo, ha difficoltà a rapportarsi nel mercato libero. Come abbiamo detto più volte, è bene che la materia prima venga lavorata in Sardegna e si trasportino all'esterno le produzioni finali, perché la verticalizzazione è ciò che crea occupazione. Spesso siamo invece costretti a portare fuori dall'isola materia prima per pochi denari, perché tanto non costa nulla estrarla. Oggi, con i mezzi meccanici a disposizione, questo può avvenire e quindi noi trasportiamo materia prima che avrà nel continente il valore aggiunto della lavorazione. E' successo in tutta la storia mineraria, tant'è che solo sul finire della metà del secolo scorso in Sardegna si è avuta una fonderia. Il resto del processo produttivo avveniva esclusivamente a valle della fonderia, con le lavorazioni primaria, secondaria e terziaria che rappresentavano una ricchezza importante. Altre volte ho fatto questo esempio: nel mio comune c'è finalmente una fabbrica di piastrelle che usa materia prima sarda, per cui i feldspati non vanno a finire come tout-venant in continente per poche decine di migliaia di euro, ma vengono trasferiti come prodotti finiti e quindi con un valore aggiunto, perché alla produzione di quelle piastrelle lavorano 130 persone. Immaginiamo quante altre opportunità ci potrebbero essere!

Il nostro prodotto può essere di alta qualità, però non viene immesso nel mercato d'alta qualità, perché è gravato purtroppo dal costo di trasporto. Se anche in questo settore ci fosse una limitazione, e quindi un'equiparazione a livello nazionale dei costi del trasporto, probabilmente le nostre materie prime, lavorate o semilavorate, starebbero nel mercato alla pari di quelle più grosse di Sassuolo. Noi vendiamo le piastrelle a 22 euro al metro quadro, quelle di Sassuolo vengono vendute a 60 euro al metro quadro e se si va a guardare si scopre che sono fatte con la stessa materia prima sarda. Per poter stare nel mercato dobbiamo subire anche questi handicap.

Per tornare al discorso dei trasporti, che è uno degli elementi cardine della ricchezza dell'Isola, essendo il trasporto comunque considerato un servizio pubblico, va tutelato, e va tutelato, ripeto, con tutte le armi possibili per evitare monopoli che ancora una volta sfruttino la Sardegna per fare affari, quindi per incamerare risorse che investono altrove, penalizzando l'Isola e raccogliendo da essa solo ed esclusivamente le risorse utili al proprio tornaconto. Dico questo perché il centrodestra nelle diverse legislature, compresa questa, si è presentato in campagna elettorale parlando delle autostrade del mare, dando cioè una bella immagine che alla Sardegna tornerebbe utile, ma per fare questo bisogna impegnare tutte le forze possibili. Spero che il Consiglio regionale, così come qualche collega ha detto, possa assumere un impegno unitario perché la continuità territoriale di uomini e merci sia realmente garantita per i motivi a cui ho accennato, ma chiunque potrebbe aggiungerne degli altri.

Voglio riprendere una considerazione fatta dalla collega Zuncheddu, che giustamente ha detto che il trasporto non deve essere inteso solo verso la nazione, ma anche verso i Paesi del Maghreb, pur in questo momento di grave difficoltà che stiamo attraversando nei rapporti con quella parte del Nord Africa. Io condivido la sua riflessione e penso che questa visione debba essere posta in campo, che la si debba cominciare ad accarezzare perché comunque questi Paesi, quando - speriamo presto - saranno terminate le drammatiche situazioni che stanno causando un degrado in tutto il Maghreb, dovranno affrontare il momento della ricostruzione. Ebbene, per la ricostruzione c'è necessità di apporto di materie prime, di materiali, di lavorati e semilavorati, insomma ci sono possibilità alle quali anche noi possiamo concorrere, visto e considerato il nostro legame con le aree del Maghreb. Più volte ho avuto modo di dire, non foss'altro per l'esperienza diretta maturata in quattro anni di cooperazione internazionale, che in modo particolare i tunisini guardano alla Sardegna come noi guardiamo al Nord Italia verso l'Europa. Quindi i trasporti aprono l'Isola al mondo, sta già succedendo con la continuità territoriale aerea: i voli low cost ci mettono in relazione con il mondo e ci consentono di avere un interscambio produttivo e quindi una ricchezza che proviene dall'esterno. Altrettanto va fatto per i percorsi marittimi, ripeto, laddove fosse possibile equiparare i costi dei percorsi nazionali, visto e considerato che facciamo parte anche noi della Nazione italiana. Quindi l'augurio, per il quale diamo sostegno all'Assessore, è che possiamo spuntarla su uno dei cardini della nostra insularità per poter guardare al futuro con fiducia e prosperità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Signora Presidente, per anni abbiamo affrontato il problema della Tirrenia mettendo in evidenza i disservizi, le manchevolezze, le negatività di questa società di navigazione. Oggi che la Tirrenia sta per scomparire scopriamo che svolgeva comunque una funzione importante, che è stata evidenziata da numerosi colleghi che mi hanno preceduto, cioè una funzione come minimo calmieratrice dei prezzi. L'abbiamo constatato: infatti appena siamo entrati in questo tunnel di incertezza è successo che i servizi della Tirrenia, considerata anche la situazione grave in cui si trova il personale, sono precipitati ulteriormente dal punto di vista qualitativo ed è emerso in maniera drammatica il problema dei prezzi, fra l'altro con l'effetto immediato di un 20 per cento in meno di arrivi in Sardegna e quindi di presenze turistiche.

Stiamo parlando di un dato grave, se consideriamo che circa la metà dei passeggeri - eventualmente mi correggeranno i due Assessori presenti - arrivano in Sardegna via mare, ma soprattutto la quasi totalità, ovvero il 99 per cento delle merci che entrano ed escono dalla Sardegna viaggia via mare ed è intuitivo che sia così, pochissimo viaggia infatti per via aerea. Per cui noi ci troviamo di fronte a un fenomeno assai più grave di un'impennata dei prezzi dei biglietti, che le compagnie si sbizzarriscono a giustificare con l'aumento del costo del carburante, con la crisi del Nord Africa, eccetera. Ci troviamo davanti alla prospettiva di una vera catastrofe economica per la Sardegna, perché la nostra economia sta andando verso una situazione di disastro a causa di quello che sta accadendo nel settore dei trasporti marittimi. E' un problema enorme!

Chi vi parla fa parte di un gruppo che si qualifica come liberaldemocratico, che crede nell'economia di mercato, per quanto in un'economia di mercato temperata, e che però vuole mettere in evidenza come ci siano dei settori, come quello di cui stiamo parlando, in cui lasciare che a governare la situazione sia la mano invisibile del mercato rappresenta il presupposto di una condanna mortale per la nostra isola. Questo è un settore in cui non soltanto noi dobbiamo entrare, ma in cui il potere pubblico, che sia lo Stato o la Regione, deve entrare pesantemente, utilizzando gli strumenti che l'Unione europea consente di utilizzare, che esistevano già prima che venissero introdotte le direttive in materia di trasporto aereo e che permettono di governare un processo anche di privatizzazione e comunque consentono di governare l'assegnazione delle rotte, in maniera che una realtà come la nostra, che vive economicamente grazie al trasporto marittimo, non venga strangolata. Quello che sta accadendo credo che sia sotto gli occhi di tutti, perché, se è vero come è vero che chi sta cercando di acquisire la Tirrenia è un soggetto che già opera in queste tratte, non soltanto non si sta instaurando un regime di libera concorrenza, ma si sta instaurando un regime di finta concorrenza, di sostanziale monopolio od oligopolio, comunque lo si voglia chiamare, che è l'esatto contrario di quello a cui dovrebbe portare un sano regime di concorrenza.

Accanto a questo c'è un altro grave problema, cioè noi rischiamo che alla fine del film, quando la vicenda Tirrenia sarà conclusa, pare tra poco, le rotte da Cagliari e Arbatax rimangano senza collegamento, con una penalizzazione generale per il territorio della Sardegna, ma con una penalizzazione particolare per la città di Cagliari e per il porto di Arbatax, quindi per tutta l'Ogliastra. A parte i danni per l'import-export della Sardegna, si sta verificando un qualcosa a cui ha accennato il collega Renato Lai, e cioè gli autotrasportatori che stanno fallendo ormai non si contano più. E non stiamo parlando soltanto dei piccoli autotrasportatori, ma anche di quelli più grossi, che per esempio trasportano i container. A questo bisogna aggiungere, per quanto riguarda l'area di Cagliari, la situazione che si sta venendo a creare per quanto riguarda i terreni dell'ex CASIC, oggi CACIP, che sono stati ridemanializzati, diciamo così, dalla Capitaneria di porto e dall'Agenzia del demanio, per cui alcuni operatori del settore, stiamo parlando dei più grossi operatori che operano in Sardegna, hanno scoperto - così parrebbe, poi sarà la magistratura a pronunciarsi - che i terreni da loro regolarmente acquistati con atti notarili, non oggi, ma decine di anni fa, non sono più di loro proprietà, perché non possiedono il titolo. Questo aggiunge, per quanto riguarda l'area di Cagliari, una situazione di incertezza rispetto a soggetti che hanno investito decine di milioni di euro in infrastrutture e che oggi si sono fermati, perché ovviamente le banche, non essendoci più il titolo di garanzia, hanno chiuso il rubinetto dei finanziamenti. In prospettiva questo minaccia di diventare un disastro per l'area di Cagliari, con tutte le conseguenze che sono facilmente immaginabili, proprio nel momento in cui il Porto canale sta finalmente decollando.

Questo è ciò che volevo mettere in evidenza, signori Assessori dei trasporti e del commercio, con una sottolineatura: noi abbiamo affrontato il problema della continuità territoriale aerea con la convinzione, indotta da alcuni, che la continuità territoriale possa farsi senza spendere risorse. E' un'illusione che vale per la continuità territoriale aerea e a maggior ragione per la continuità territoriale marittima. Non crediamo di poter garantire il diritto alla mobilità dei sardi e la possibilità delle merci prodotte in Sardegna di essere competitive a costo zero, perché il conto i sardi lo stanno già pagando in maniera molto salata e bisogna che la Regione si faccia carico, anche dal punto di vista delle risorse, di questo problema drammatico. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, noi abbiamo qua una mozione brevissima che impegna la Giunta su due punti: intervenire presso il Governo nazionale per bloccare la vendita della Tirrenia e richiedere al commissario straordinario di essere invitati a partecipare alla trattativa privata per l'acquisizione di una partecipazione alla privatizzazione della Tirrenia. Questo perché? Noi rischiamo, lo dico ai colleghi dello schieramento avversario, che fra un po' tirino il tappo e ci facciano affondare! Ci siamo resi conto di quale sia la situazione nella quale si trova questa regione? La Sardegna era collocata sempre al centro della classifica; non era proprio una regione del Mezzogiorno e purtroppo neppure una regione del Nord. Ha sempre tirato a campare e ha fatto male, doveva pensare di più a se stessa ed esercitare una più intensa sovranità su se stessa, sulle sue possibilità. Ma stava lì, al centro della classifica, non rischiava la retrocessione. Adesso noi abbiamo gli indici peggiori d'Italia e alcuni tra gli indici peggiori d'Europa. Quando parliamo di trasporti, e in particolare di trasporti marittimi, non parliamo di cose di poco conto, ma parliamo della possibilità di questa regione di comunicare con l'esterno, di mobilitare persone e merci, soprattutto merci. Si è cancellata a suo tempo la gestione diretta da parte dello Stato attraverso le Ferrovie dello Stato, sono scomparsi i traghetti che portavano vagoni ferroviari dall'altra parte del Tirreno, stanno scomparendo i trasporti convenzionati in concessione, perché si va verso una procedura di privatizzazione e vendita delle rotte, dalla quale questo popolo è integralmente escluso, cioè non può dire nulla. A chi sta a Roma o a Bruxelles, che si può muovere senza difficoltà dappertutto e qua arriva solo d'estate, quando, badate, tutti garantiscono i trasporti per la Sardegna perché sono remunerativi, di come sta questo popolo, lo sappiamo, non gliene importa nulla! Sono degli egoisti, pensano a sé stessi, pensano ad arricchire sé stessi e a impoverire gli altri, sono intollerabili in ogni loro manifestazione, sono arroganti, non hanno pudore! Tanto qua mica ci sono i leghisti che indossano la camicia verde e minacciano la separazione, minacciano cioè di tenersi quello che quel popolo di lanzichenecchi ha rapinato per anni, anni e anni a tutto il Mezzogiorno d'Italia, all'intera penisola e a quest'Isola. A loro non interessa nulla! La Sardegna può scivolare giù, possibilmente la facciamo diventare una piattaforma per ricevere immigrati, da mantenere dentro un ampio, vastissimo campo di concentramento che è questa regione impoverita, rapinata di tutto, a cui tutto togliamo. Questa non è neocolonizzazione, è proprio il festival della miseria nella quale è caduto questo Paese!

Noi dobbiamo usare toni duri. Lo so, domani, anzi dopodomani, andremo per assistere… L'Assessore dell'industria non c'è, il Presidente non sappiamo dove sia. A Bruxelles? Mi dicono che è a Bruxelles il Presidente che non c'è mai, che non fa il Presidente, se non quando deve, con arroganza sistematica, farsi vedere, impedendo l'attuazione delle leggi della Regione, degli indirizzi del Consiglio regionale, delle scelte che il Consiglio regionale ha fatto. In altri tempi abbiamo visto un Presidente sistematicamente insultato dall'opposizione perché aveva realizzato una gestione personalistica che offendeva il Consiglio regionale e colpiva le autonomie locali. Era il presidente Soru. "Lei, Presidente, non è democratico! E' un uomo solo al comando!", questo gli dicevate. Ma ve lo siete scelto buono voi il Presidente! Almeno il presidente Soru aveva spessore, intelligenza, capacità di programmazione; quello che avete scelto voi ha tutti i difetti e nessuno dei pregi di chi lo ha preceduto, che si faceva sentire a Roma e anche a Bruxelles, che aveva la prepotenza sufficiente per dire: "Noi non ci stiamo". Non era paragonabile a Mario Melis, che di prepotenza ne aveva anche di più, ma neppure al presidente Cappellacci, che scrive subito al ministro: "Chiedo scusa, io non c'entro". "Lei ha ricevuto una censura dal Consiglio regionale": "Pietà, perdono!".

Questa è la qualità che ci avete offerto e questo ci farà vincere le elezioni. Ho aspettato quasi due anni e mezzo per poter finalmente dire esattamente quello che avete detto voi a metà della scorsa legislatura. E questa legislatura, che finirà prima dell'altra, ci consentirà di scambiare i ruoli. Ve lo dico chiaramente: noi vinceremo le prossime elezioni, ma non faremo l'errore che avete fatto voi. Io sono dell'opinione che dovremmo toccare qualche legge, lo dico anche al Presidente della Commissione. Noi forse dovremmo decidere che il Presidente della Regione non venga più eletto direttamente, che il Consiglio incominci ad attrezzarsi con diverse possibilità di sfiducia nei confronti dei componenti del Governo regionale e dello stesso Presidente, perché, badate, la capacità di governo complessivo che consente il Consiglio regionale rispetto a un potere monocratico come quello dell'Esecutivo è di maggiore garanzia per il cittadino, perché qua si discute, le opinioni sono diverse, il conflitto si palesa e quando si arriva a una convergenza è sempre nell'interesse generale della regione, del popolo sardo.

Ora, io voglio capire se ci sarà una convergenza su questa mozione e sugli altri atti dello stesso tenore, perché non possiamo consentire che attraverso modalità di selvaggia privatizzazione di servizi essenziali, a questo popolo vengano scippati i diritti, anche quelli elementari, da normative egoiste, poco riflettute, come quelle comunitarie, e mal attuate dall'attuale Governo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, io credo che oggi i tatticismi debbano venir meno; non mezze parole, non lamentele soltanto. Siamo alla fine, è in atto una gara che questo mese arriverà a compimento, il rischio vero è quello che abbiamo paventato tutti, cioè che si vada verso un regime di monopolio privato che ha già fatto capire quale sia l'umore degli armatori interessati. Tutti abbiamo parlato di tariffe, abbiamo visto qual è stata l'entità degli aumenti, abbiamo visto con quale forza è stato aggredito il sistema Sardegna. Sono stati aggrediti i sardi e spetta a noi ribellarci, perché da Roma non lo farà nessuno. O lo facciamo noi o la smettiamo di parlare, di lamentarci e di cercare i colpevoli sempre dall'altra parte.

E' stata bandita una gara, la prima, e sono stati dati meno di dieci giorni di tempo ai partecipanti per presentare fideiussioni per quasi 500 milioni di euro. Cosa impossibile e naturalmente la gara non è andata a buon fine. Dopo di che ci si è decisi, poiché richiesto, a far fare una perizia, che ha accertato un valore a base d'asta di 380 milioni di euro. Dopo la presentazione della perizia si hanno sette giorni per fare le offerte. E' un modo di fare gara tutto particolare. Alla fine del bando è scritto che qualora non si dovesse aggiudicare la gara si andrà a trattativa privata, e già siamo a questo punto, perché nei giorni scorsi sulla stampa è apparsa la notizia che chi ha presentato l'offerta, cioè dei tre armatori, intende rateizzare il controvalore da pagare anche se la gara non lo prevede. Se il bando avesse previsto la rateizzazione credo che a partecipare sarebbero stati ben più d'uno. Loro vogliono la rateizzazione per essere sicuri di ottenere la sovvenzione, perché ricordatevi che questo bando prevede anche una sovvenzione di circa 70 milioni di euro per i prossimi otto anni, quindi 560 milioni di euro, più il valore dell'armamento che è attualmente in possesso della Tirrenia. Stiamo parlando di un business sulle spalle dei sardi, perché la Tirrenia, l'abbiamo sempre detto, ha avuto e ha ragione di esistere perché esiste la Sardegna, se no non sarebbe esistita, lo sappiamo bene. Non sono i collegamenti con la Sicilia che la salvano e, fra parentesi, in Sicilia non sarebbe mai entrata. In Sicilia entrano i siciliani, con le buone o con le cattive; in Sardegna, invece, entrano tutti. Noi abbiamo una nostra cultura dell'ospitalità e anche quando ci calpestano continuiamo a dire che va bene. Allora occorre ribellarsi.

Ci sono dei rischi nella concentrazione di poteri, innanzitutto il cartello dei prezzi, ma c'è anche il sistema economico di un indotto non di poco conto, perché se fosse la Sardegna, insieme ad altre Regioni, a gestire il trasporto - naturalmente insieme ai privati, perché noi non possiamo fare gli armatori - le ricadute sull'economia sarebbero diverse anche a livello occupazionale. I nostri prodotti su quelle navi hanno il sacrosanto diritto di starci perché chi viene in Sardegna riceve il primo biglietto da visita quando sale sulla nave ed è giusto che vi trovi i prodotti che fanno parte, sotto tutti gli aspetti, della storia della nostra isola. Anche questo è un aspetto economico. Invece arrivano milioni di passeggeri ogni anno e a noi non rimane una lira sotto questo aspetto. Chi viaggia in nave questo lo sa benissimo, sa qual è il risultato finale di una ricaduta economica che qua non lascia quasi nulla.

Se dovessero aggiudicarsi la Tirrenia questi signori non si riuscirebbe più a rompere il monopolio, perché nessun privato verrebbe qui a investire. Ricordatevi che ci sono rotte gestite da questi tre armatori e dalla Tirrenia che vanno in sovrapposizione. Nel momento in cui la Tirrenia dovesse andare a loro e noi non dovessimo più sovvenzionarla (è questa la loro paura), la prima cosa che taglierebbero sarebbero proprio le tratte gestite oggi dalla Tirrenia, resterebbero esclusivamente loro con il loro armamento.

Allora, se è vero che la nostra paura, che comunque ha creato un sottosviluppo nel quale viviamo da un'eternità, è il costo del denaro, dell'energia e dei trasporti, quale battaglia vogliamo fare? Oggi abbiamo davanti la battaglia della vita; qualche collega ha parlato di catastrofe economica. Ci rendiamo conto di che cosa stiamo parlando? Ci rendiamo conto di quale pericolo stiamo correndo? Abbiamo la necessità di verificare se tutto ciò che si sta facendo sia in funzione dei nostri interessi o degli interessi di pochi privati?

In questi giorni io ne ho sentite tante e capisco che ci sia il tentativo da parte di molti di trovare soluzioni, ma soluzioni non ce ne sono, se non quella di bloccare questa gara perché non vada a buon fine questo scippo, questo business che in pochi stanno portando avanti. Si può ricorrere all'Antitrust, i tempi tecnici vanno dai tre ai quattro anni e fra tre o quattro anni non ci ricorderemo nemmeno di aver fatto ricorso.

Si è parlato di noleggio dell'armamento, potremmo anche noleggiarlo ma, a prescindere da quello che l'Unione europea potrebbe eventualmente dirci, dopo tre, quattro o sei mesi di noleggio questo discorso finirebbe. Ma se il monopolio ce l'hanno loro, quale battaglia possiamo fare? Quale guerra possiamo mettere in atto contro questi signori? Nessuna! Allora ciò che si chiede è che ci sia una volontà comune dell'Aula, che questo Governo regionale prenda in mano la situazione, che questa gara fatta in modo indecente non trovi la conclusione per la quale è stata fatta, che si possa riaprire un discorso e che alla trattativa privata possa partecipare la Regione insieme ad altre Regioni e ai privati a tutti i livelli. Noi sardi non possiamo solo lamentarci, perché il business quando lo fanno gli altri lo vediamo un po' come un qualcosa che potevamo fare anche noi, ma se ci capita l'occasione non la cogliamo e ci lamentiamo che ne approfittino persone estranee all'Isola.

E' finito quel tempo. Abbiamo dieci giorni, allora non c'è alternativa, noi dobbiamo scongiurare il monopolio, questa gara che di semantico ha tutto deve venire allo scoperto. Questa Giunta e questo Consiglio devono intervenire con forza presso il Governo italiano, presso il Ministero dei trasporti perché la gara non si concluda nel modo più indegno, penalizzando noi sardi. Si apra uno spiraglio, si vada a una trattativa privata che non sia in funzione di chi ha partecipato alla gara, ma che riguardi nell'interezza tutta la realtà economica, soprattutto di quest'Isola, ma anche di chi a quest'Isola tiene veramente e non ci vuole fare prigionieri, ma vuole contribuire al nostro sviluppo. Questo è il presupposto.

Io non voglio continuare a fare i conti. Si farà una gara per la Saremar e - l'ho detto anche l'altro giorno - l'armatore Onorato ha già detto: "Io partecipo perché la voglio vincere". Ha partecipato a una gara per il collegamento con l'Isola d'Elba, credo che abbia vinto anche quella, nel napoletano sappiamo che cosa c'è, per quanto riguarda le isole minori protesta perché per esempio a La Maddalena vuole essere presente solo lui, gli altri non hanno ragione di esistere. Siamo in presenza di un'arroganza al di fuori di ogni limite che non possiamo consentire, ecco perché voglio fare un richiamo a me stesso e a tutte le forze politiche presenti in quest'Aula: approviamo un ordine del giorno unitario che impegni la Giunta a chiedere al Governo italiano l'annullamento immediato della gara, per impedire che una risorsa che è frutto delle nostre volontà e dei nostri sacrifici passi nelle mani di pochi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.), Assessore dei trasporti. Presidente, vorrei prima di tutto ringraziare i presentatori delle interpellanze e delle mozioni che sono in discussione questa sera perché questo dibattito ci consegna, a mio avviso, un momento importante della dialettica anche istituzionale di questa nostra Regione. Un momento in cui torniamo finalmente a parlare lo stesso linguaggio sui problemi che vive la società fuori di qui.

Oggi, negli interventi di tutti si è manifestata una preoccupazione comune sul rincaro dei prezzi, sulla possibilità della creazione di un cartello dei prezzi, sulla possibilità che quest'Isola venga abbandonata ulteriormente alla deriva. Qualcuno, con una metafora assolutamente acuta, parlava della paura che "si tolga il tappo e la si lasci sprofondare". Mai come in questo momento è necessario che Giunta e Consiglio marcino con unità di intenti. Io credo che da solo l'Assessorato dei trasporti o da sola la Giunta non possa affrontare con la forza dovuta un argomento che rappresenta davvero la partita cruciale per l'Isola. Occorre il conforto dell'intero Consiglio regionale. L'abbiamo detto più volte: qualsiasi politica di settore, qualsiasi idea di sviluppo per la Sardegna non può essere indipendente da una politica efficiente dei trasporti, non foss'altro perché 1 milione e 600 mila abitanti, lo andiamo ripetendo spesso, non rappresentano in un'economia globalizzata un mercato sufficiente ed è necessario connettersi meglio con qualità e quantità di servizio a mercati ben più ampi e ben più ricchi per garantire pienezza di commerci e diritto alla mobilità.

Riprendo da un esempio che faceva il collega Agus sui, il quale parlava dei feldspati. E' possibile che la produzione di una tonnellata di feldspato costi 10 euro e che trasportarla verso Sassuolo ne costi 27? E' possibile che le ceramiche di Sassuolo costino 60 euro a l metro quadro mentre noi continuiamo a vendere le nostre a 22 euro? Purtroppo su tutte queste dinamiche incide fortemente il problema dei trasporti.

Non voglio abusare della pazienza del Consiglio e cercherò di essere schematico nel dare risposta a tutte le questioni che sono state poste. Vado per ordine. L'interpellanza 209 poneva alcuni quesiti che il tempo, in realtà, ha superato. Si chiedeva se si fosse disposta una verifica riguardante la reale situazione delle tariffe praticate dalle compagnie navali. Avevo già dato atto al Consiglio del fatto che fin dal 1° marzo è stato convocato un tavolo con le principali compagnie marittime, nel quale le stesse sono state invitate a fornire i dati precisi sulla politica tariffaria. Alcune hanno immediatamente opposto a questa richiesta la riservatezza delle politiche tariffarie in ordine all'esigenza di concorrenza, altre ci hanno fornito tutti i dati. Di fatto è stato anteposto a qualsiasi giustificazione l'aumento dei costi di bunkeraggio, quindi l'andamento del petrolio sui mercati internazionali.

La Giunta su questo ha inteso assumere una posizione di verifica rispetto ai possibili strumenti di intervento. Qualcuno, il collega Cuccureddu in particolare, ricordava che tutto questo è avvenuto nel momento in cui la Tirrenia ha chiuso le prenotazioni, quindi la prima linea di azione è stata quella di incidere sulla Tirrenia perché riaprisse le prenotazioni. Questo è avvenuto con sufficiente solerzia e ha determinato il ripristino delle tariffe che la Tirrenia applicava. Devo fare al riguardo una precisazione: chiaramente la Tirrenia opera nel mercato in maniera diversificata, cioè una quota della bigliettazione è riservata alle tratte cosiddette onerate, quindi subisce gli oneri di servizio pubblico, riceve un contributo per questo e la tariffa di conseguenza è minore. Vi do un dato che è aggiornato a oggi: nella fascia di altissima stagione, si parla della settimana di Ferragosto, la Tirrenia sta proponendo una tariffa per una famiglia di quattro persone con auto al seguito di 483,80 euro. Purtroppo a questa tariffa non si è adeguato il resto del mercato, molto probabilmente per il fatto che viene paventato da molti, cioè che a breve la Tirrenia, se non si interviene in maniera decisa, sarà fagocitata dagli altri concorrenti e cesserà di attuare una politica tariffaria adeguata, com'è stata definita prima.

Sulla domanda volta a sapere, qualora ne fosse ravvisata la necessità, se la Giunta regionale intenda adire l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la deliberazione numero 18/24 del 5 aprile 2011 ha disposto di ricorrere all'Agcom e quindi su questa partita - come diceva anche il collega Sanna - vedremo i risultati e gli esiti, però purtroppo nel medio-lungo periodo.

Per quanto riguarda l'ulteriore domanda che ci si poneva, se cioè la Giunta regionale stia disponendosi ad adottare misure volte a ottenere effetti di riduzione dei prezzi del trasporto marittimo, devo dire che questa è una partita assolutamente complessa. Voi sapete che l'Unione europea ha adottato un regolamento specifico sul cabotaggio marittimo, che prevede non solo la privatizzazione, ma la liberalizzazione del mercato. Lo Stato italiano, con il decreto legge numero 135 del 2009, in particolare con l'articolo 19 ter, ha cercato di graduare questo processo di liberalizzazione introducendo una gara a doppio oggetto che prevedeva da un lato la cessione delle ex società regionali, quindi di Caremar, Saremar e Toremar, dall'altro la privatizzazione di Tirrenia e Siremar. Tutto questo per un periodo di tempo comunque limitato: otto anni per la Tirrenia, dodici anni per le società regionali. Questo significa che comunque tra otto anni il mercato sarà liberalizzato e quindi ci si proporranno questioni ben più complesse, sulle quali, se non cambia il quadro di riferimento europeo, ben pochi strumenti avremo per poter operare. In particolare veniva detto che alla Tirrenia è garantito un contributo di 72 milioni e 685 mila euro all'anno per otto anni e alla Saremar di 13 milioni 686 mila 441 euro.

Il primo bando che lo Stato fece - passo alla vicenda Tirrenia - era stato affidato a Fintecna. Questo bando è stato annullato e il Governo ha deciso di fare ricorso alle procedure della cosiddetta legge Prodi, quella che concerne la crisi delle grandi aziende pubbliche. Con questo stato di crisi non è stato più lo Stato, ovvero Fintecna, ma il commissario straordinario della Tirrenia ad aprire al bando per la privatizzazione. Come è stato già detto da più parti, questo bando è arrivato in maniera particolare, non c'era a monte una stima del valore degli asset della Tirrenia, stima che è stata fatta in corso d'opera ed è stata fissata in 380 milioni di euro. Le offerte che sono arrivate sono state due, a seguito di un avviso di manifestazione d'interesse.

Perché faccio questo riassunto che può apparire un po' tedioso al Consiglio? Perché purtroppo la legge finanziaria regionale, che ha stabilito la partecipazione della Regione alle procedure di privatizzazione, è arrivata successivamente alla raccolta delle manifestazioni di interesse da parte delle cordate di imprenditori che volevano acquisire la Tirrenia. Noi abbiamo comunque attivato tutte le procedure possibili scrivendo a tutti i soggetti che avevano manifestato interesse e chiedendo la disponibilità a contrattare con la Regione un'eventuale partecipazione. Di queste società solo una ha risposto, ma poi non ha presentato materialmente un'offerta. Delle sole due società che hanno presentato offerte, una è stata esclusa immediatamente, l'altra ha presentato un'offerta al ribasso. Ci si pone, quindi, il problema fondamentale di comprendere in quale modo la Regione possa ora intervenire in questa procedura.

E vengo alle proposte che sono state fatte da alcuni colleghi. Il collega Amadu, in particolare, proponeva di riprendere in esame un disegno di legge che preveda di mettere a bando le rotte. Gli uffici dell'Assessorato hanno già studiato tale ipotesi e stanno continuando ad approfondirla. In realtà questa ipotesi parrebbe preclusa proprio dal decreto legge numero 135, convertito in legge, che citavo prima, che ha individuato una procedura ben precisa per la privatizzazione, che con la gara a doppio oggetto fa sì che chi si aggiudica la privatizzazione della società statale si aggiudichi anche per otto anni quelle rotte. Quindi si disarticolerebbe la gara a doppio oggetto che è stata apparecchiata da una norma di rango superiore. Sotto quel profilo pertanto il problema permane.

Il problema vero può essere affrontato sotto il profilo della legittimità di alcuni aspetti del bando. Noi stiamo affrontando in particolare un tema: allorquando sono state regionalizzate le società Saremar, Toremar e Caremar, lo Stato assunse l'impegno di porre nel bando l'obbligo in carico a chi si fosse aggiudicato la privatizzazione della Tirrenia, di assolvere i debiti che la stessa aveva rispetto a queste società del gruppo. In particolare, lo schematizzo, la Saremar, e quindi la Regione Sardegna, che ne detiene al 100 per cento la proprietà, vanta un credito nei confronti della Tirrenia, che è stato ammesso anche alla procedura fallimentare, di circa 11 milioni e 500 mila euro.

Nell'ultima gara - abbiamo approfondito la questione con gli uffici - il commissario straordinario della Tirrenia ha omesso di indicare questa garanzia. Già questo è un motivo che può giustificare un intervento della Regione Sardegna per chiedere maggiore chiarezza sul punto e per chiedere che tutta la procedura possa essere rivista. D'altro canto, nel momento in cui la procedura non ha avuto un esito positivo sotto il profilo della gara, quindi nessuno ha fatto un'offerta valida (questo è quello che abbiamo notificato anche al commissario straordinario della Tirrenia), noi riteniamo di avere buona ragione di partecipare alla trattativa privata.

Naturalmente gli strumenti legislativi e gli strumenti di provvista finanziaria che abbiamo previsto fino a questo momento non sono sufficienti per garantire una partecipazione in sede di attività principale. Noi abbiamo un'autorizzazione di sppesa da 1 a 10 milioni per la costituzione di un capitale sociale, va assolutamente stimato meglio sia il fabbisogno economico-finanziario sia lo strumento giuridico che ci possa consentire di essere come Regione Sardegna capofila di un'eventuale cordata pubblico-privata per partecipare alla trattativa privata. Quindi è necessario, indispensabile che il Consiglio regionale torni a esprimersi su questo tema e lo faccia in sede normativa. Nel frattempo quello che può fare la Giunta è impegnarsi a porre in essere tutti quegli atti conservativi della situazione che non precludano questa partecipazione e a ingaggiare, soprattutto con l'amministrazione straordinaria della Tirrenia, una contrattazione serrata che eviti di pregiudicare quelli che sono gli interessi e i diritti di tutti noi sardi.

Sotto questo profilo stiamo valutando anche interventi di brevissimo termine, perché - poi magari lo spiegherà anche il collega Crisponi - l'impatto sul tessuto economico già per questa stagione turistica sarà fortemente negativo se non interveniamo immediatamente. Prima di procedere sul resto, dobbiamo ricordare che di fatto come Regione Sardegna a oggi siamo già armatori. Siamo armatori di una società regionale al 100 per cento, che è la Saremar, in base anche alla cosiddetta sentenza ANAV della Corte di giustizia, che ha dato la possibilità alle società regionali al 100 per cento di operare sul mercato per particolari esigenze e in momenti contingenti. Anch'io sono d'accordo su quello che diceva il collega Porcu, cioè che l'obiettivo finale deve essere quello di un mercato che sia, sì, regolamentato, ma dove non ci sia una forma di dirigismo eccessivo. Nel breve termine, però, l'unica possibilità che abbiamo è quella di intervenire per verificare se a mezzo della nostra società pubblica al 100 per cento sia possibile attivare delle linee che portino il mercato a rivedere le politiche tariffarie nel loro complesso.

Questo è un intervento di brevissimo termine che va studiato e messo in cantiere. Nel medio termine l'obiettivo è invece quello di operare sulla privatizzazione della Tirrenia, affinché la Regione possa essere protagonista non solo del processo di dismissione, ma soprattutto dei piani industriali che verranno. Sotto questo profilo voglio informare il Consiglio che è in atto anche un altro studio. L'articolo 14, comma secondo, dello Statuto prevede, in particolare, che tutti i beni e i servizi di natura statale restano in capo allo Stato solo fino a che perdura tale situazione, e cioè la natura statale del servizio. Nel momento in cui si liberalizza, o si privatizza per poi liberalizzare, viene meno la natura statale del servizio e i beni e i servizi dovrebbero essere ceduti - questo stiamo approfondendo -, per la quota parte di nostra competenza, direttamente alla Regione Sardegna. Se questo fosse verificato ed è in fase di approfondita verifica, la partita si ribalterebbe perché noi potremmo rivendicare il passaggio diretto alla Regione Sardegna di tutta la partita, anche della privatizzazione delle linee da e per la Sardegna, sovvertendo di fatto la regia che attualmente è in mano all'amministrazione straordinaria della Tirrenia.

In questo quadro complessivo, della cui probabile disorganicità mi scuso, ma in poco tempo volevo offrire al Consiglio alcuni elementi di riflessione utili, io assumo assolutamente l'impegno ad approfondire ulteriormente tutte le questioni che sono state trattate, a sottoporle alla Giunta, che le valuterà con attenzione, e a tenere il Consiglio costantemente informato, perché con il Consiglio si dovrà giocare questa partita che, come molti hanno detto, è vitale per gli interessi della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intervengo brevemente per prendere atto, come dire, di una determinazione, di una volontà unanime del Consiglio, ripresa anche dall'assessore Solinas. Credo che vada fatta una battaglia su questa materia. Prima ho parlato della libera circolazione che viene negata ai passeggeri e alle merci e vorrei aggiungere che con la soppressione del postale, che non arriva più all'aeroporto di Alghero, ma solo a quello di Cagliari, in qualche modo è stata soppressa anche la libera circolazione delle idee, perché alcuni quotidiani non arrivano più e non vengono quindi distribuiti regolarmente in tutti i paesi della Sardegna; quotidiani che sono espressione politica sia dell'estrema destra sia dell'estrema sinistra. C'è stato poi, come ricordava il collega Renato Lai prima, il duro colpo inferto con la soppressione dei trasporti su Golfo Aranci. Quindi il discorso è complessivo, anche perché noi siamo vittime di una politica centralista, che dovrebbe mettere in discussione, per esempio, il sistema della portualità, che è stato richiamato anche stasera, se non mi sbaglio dalla collega Zuncheddu; una portualità che guarda solo al continente italiano, mentre noi siamo, come dire, area periferica, di confine dello Stato italiano verso occidente, quindi verso la Penisola iberica e larga parte della Francia o delle coste del Maghreb, dove, come è stato ricordato prima, le relazioni e gli scambi erano molto più frequenti neanche troppo tempo fa. Personalmente ho infatti viaggiato con linea diretta da Cagliari a Tunisi, e quindi verso il Nord Africa, in tempi non troppo remoti.

In passato erano costanti e quotidiani i collegamenti con le isole Baleari; la Sardegna era collegata con Maiorca, dove c'erano intensi scambi per la commercializzazione non solo del pescato, ma per esempio anche della palma nana, che lì veniva utilizzata dopo essere stata prelevata dalla Sardegna. E' un discorso che comunque oggi pone un problema essenziale: quando facciamo riferimento ai dati del 2009, con arrivi ridotti del 4,2 per cento, possiamo immaginare quanto inciderà l'aumento dei costi di trasporto, soprattutto in nave, sui movimenti turistici da e per la Sardegna. Su questo insisto nell'invitare il Consiglio e la Giunta ad assumere una posizione unanime, perché in questo modo riusciremo finalmente, come sardi, a difendere una prerogativa indispensabile per tutto il popolo sardo.

PRESIDENTE. Chiedo agli onorevoli Cuccureddu, Lotto e Salis se intendono replicare. Mi fanno cenno di no.

E' stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine giorno numero 1:

Ordine del giorno Giacomo Sanna - Mario Diana - Bruno - Uras - Steri - Salis - Cuccureddu - Capelli sulla privatizzazione della società Tirrenia.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n.124 sulla procedura di privatizzazione della società Tirrenia.

CONSTATATO il perdurare delle penalizzanti politiche tariffarie praticate dagli armatori privati operanti nei collegamenti marittimi Sardegna-Continente;

EVIDENZIATO l'aumento indiscriminato del prezzo dei servizi di trasporto da e per l'Isola e i relativi danni per l'economia sarda, per i cittadini sardi e anche per i non residenti;

RICHIAMATO il dibattito, gli atti, e le iniziative politiche sviluppatesi in questi anni in Consiglio regionale sul tema dei trasporti, del diritto alla mobilità e alla continuità territoriale;

RICHIAMATO ALTRESÌ il dispositivo della mozione 111/6 approvata dall'Aula lo scorso 11 marzo, in materia di trasporto marittimo;

DENUNCIATO il fallimento delle procedure, attivate dal governo per il tramite della partecipata dal ministero del Tesoro, Fintecna, per la privatizzazione della Tirrenia spa;

DENUNCIATO ALTRESÌ il pericolo che il controllo della compagnia di navigazione marittima possa essere affidato, dal commissario straordinario di Tirrenia, con il ricorso alla trattativa privata, alla "Compagnia italiana di navigazione" costituita dagli armatori napoletani Onorato-Aponte e Grimaldi;

SOTTOLINEATO che i traghetti della Grimaldi collegano Genova con Porto Torres; quelli del gruppo Aponte (Snav-Gnv) operano sulle tratte Porto Torres-Genova, Olbia-Genova e Olbia Civitavecchia; le navi del gruppo Onorato (Moby) sono impiegate sulle tratte Porto Torres-Genova, Olbia-Piombino, Olbia-Livorno, Olbia-Genova e Olbia-Civitavecchia;

CONSIDERATO che l'acquisizione della Tirrenia da parte dei tre armatori napoletani, già operanti nelle collegamenti marittimi da e per l'Isola, consegnerebbe i Sardi al monopolio privato dopo oltre mezzo secolo di monopolio pubblico esercitato, in danno degli interessi dell'Isola, dalla compagnia costituita nel capoluogo campano il 17 dicembre del 1936;

VERIFICATO che nonostante grande parte del fatturato Tirrenia derivi dal traffico marittimo da e per la Sardegna, l'80% dei 1552 dipendenti della compagnia sono residenti in Campania;

esprime

contrarietà verso qualunque forma di monopolio nei servizi di collegamento marittimi tra la Sardegna e il Continente

riafferma

il diritto dei Sardi alla continuità territoriale marittima e aerea, per i passeggeri e per le merci

raccomanda, inoltre, alla Giunta regionale

- di operare in tutte le sedi, ad incominciare da quelle ministeriali e di Governo, perché si proceda all'annullamento della gara bandita dal commissario straordinario Giancarlo D'Andrea per la privatizzazione della Tirrenia spa;

- di attivare tutte le opportune iniziative, di carattere economico e istituzionale, perché la Regione Sarda partecipi fattivamente alla trattativa privata per l'acquisizione della compagnia di navigazione marittima Tirrenia spa;

- di scongiurare il rischio che la Tirrenia passi sotto il controllo degli armatori Onorato-Aponte-Grimaldi che con le rispettive compagnie Moby, Snav-Gnv e Grimaldi, già operano nei più importanti porti commerciali della Sardegna;

- di favorire il coinvolgimento degli operatori, delle organizzazioni imprenditoriali e del lavoro, degli enti della Sardegna, perché d'intesa con la Regione si costituisca una compagine societaria in grado di garantire gli interessi dei Sardi e portare in Sardegna il centro decisionale della "nuova Tirrenia";

- ed infine, di predisporre un disegno di legge che nel rispetto della normativa europea consenta alla Regione Autonoma della Sardegna di mettere in gara le tratte marittime da e per la Sardegna.

Cagliari, 12 aprile 2010. (1)).

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Vorrei conoscere il parere della Giunta.

PRESIDENTE. Ovviamente le mozioni si intendono ritirate.

Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dei trasporti. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.), Assessore dei trasporti. Il parere della Giunta è favorevole, con un punto interrogativo sull'ultima parte, che può essere accettabile, ma mettiamo un attimino le mani avanti, nel senso che esiste già una normativa di rango superiore, che è quella nazionale, che prevede il percorso di dismissione della Tirrenia e delle sue partecipate mediante gare a doppio oggetto. E' vero anche che potremmo ingaggiare un confronto con lo Stato sulla base del novellato articolo 117 della Costituzione, che pone i trasporti marittimi come potestà legislativa concorrente con lo Stato. Naturalmente in questa sede la Giunta non può prendere impegni sul fatto che venga comunque presentato il disegno di legge se non vi sono i pareri di legittimità anche sulla procedura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, ho provato a leggere il dispositivo sperando che ci fosse qualche parte su cui poter esprimere un voto favorevole, però mi sembra che pur partendo da alcuni presupposti condivisibili siamo arrivati a un ordine del giorno non accoglibile. Io pensavo di astenermi, ma voterò contro e spiego brevemente il perché. Credo che occorra tutelare il diritto alla mobilità navale dei sardi, non partecipare a tutti i costi a una trattativa sulla Tirrenia. Il problema non è acquisire la Tirrenia, ma dare alla Tirrenia navi che siano in grado di funzionare, il che implica - al di là dell'acquisto della compagnia, che forse ci verrà offerta anche gratis - investimenti di centinaia di milioni di euro su navi moderne che siano in grado di consentire ai sardi un'effettiva mobilità.

Io non credo che si possa fare un ordine del giorno contro un imprenditore privato e scrivere, per esempio, che bisogna scongiurare il rischio che la Tirrenia passi sotto il controllo di qualcuno. Credo che sia un errore scrivere questo in un ordine del giorno, che sconfini anche da quelle che sono le prerogative di quest'Aula. Inoltre noi non possiamo impegnare qualcuno a fare un progetto di legge che dovremmo fare noi. Sostanzialmente abbiamo fatto un'ottima discussione, per concluderla però con un ordine del giorno che indica una sola strada, mentre la strada dovrebbe essere quella di regolare il mercato e di far sì che il diritto alla mobilità sia esercitato. Certamente dobbiamo metterci nelle condizioni di onerare i servizi e non puntare il dito contro questo o quell'armatore, individuando preventivamente comportamenti di cartello che devono essere ancora provati. Credo che stiamo concludendo la serata con un ordine del giorno che non fa certamente bene alla Sardegna e renderà più difficile tutelare il diritto dei sardi alla mobilità. Io voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, noi condividiamo una parte del ragionamento che ha fatto l'onorevole Porcu, quindi le chiediamo, cortesemente, di mettere in votazione per parti il dispositivo dell'ordine del giorno e in particolare chiediamo la votazione separata del secondo e del quarto capoverso.

PRESIDENTE. Può esplicitare meglio la richiesta, onorevole Vargiu?

VARGIU (Riformatori Sardi). La richiesta è questa: noi vorremmo che siano messi in votazione separatamente il secondo e il quarto capoverso del dispositivo, quelli che cominciano rispettivamente con le parole "di attivare tutte le opportune iniziative…" e "di favorire il coinvolgimento degli operatori…". Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo che la votazione per parti coinvolga anche il terzo capoverso del dispositivo, che inizia con le parole "di scongiurare il rischio che la Tirrenia passi sotto il controllo…".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, ho letto con interesse tutti e cinque i punti di raccomandazione e francamente trovo difficoltà a votare a favore di qualcuno di essi. Non ripeto quanto ha detto l'onorevole Porcu, ma davvero mi chiedo come possa la Giunta regionale attivare tutte le opportune iniziative per partecipare fattivamente alla trattativa privata. Cioè dovremmo entrarci finanziariamente, dovremmo acquistare la Tirrenia! Ma c'è di più: scongiurare il rischio che la Tirrenia passi sotto il controllo degli armatori privati già operanti nei più importanti porti commerciali della Sardegna; favorire il coinvolgimento degli operatori, degli enti della Sardegna e portare in Sardegna il centro decisionale della Tirrenia. Davvero credo che questo sia - e l'onorevole Uras dovrebbe darmene conto - un ordine del giorno assolutamente inapplicabile. Assolutamente inapplicabile! Una soddisfazione di carattere morale, vogliamo questo? Perché nessuno di questi punti può legalmente e correttamente essere applicato.

Per cui davvero credo che avrò difficoltà a votare qualcuno di questi punti anche per parti separate e penso che benevolmente, per mantenere lo spirito del Consiglio, mi asterrò su tutti e cinque i suddetti punti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Io sono assolutamente favorevole ad esprimere contrarietà verso qualunque forma di monopolio e riaffermare il diritto dei sardi alla continuità territoriale. Se non so leggere o cogliere bene il senso di ciò che è scritto, chiedo prima di tutto a me stesso, ma rivolgendomi all'Assessore: come può la Giunta regionale impegnarsi a operare perché si proceda all'annullamento della gara bandita dal commissario straordinario? Ci stiamo domandando che cosa stiamo facendo? Intendete sostituirvi ai tribunali amministrativi regionali, agli organi di giustizia amministrativa?

Lei, Assessore, si sente di assumere un impegno solenne davanti al Consiglio regionale? Altrimenti ha ragione l'onorevole Uras nel dire che stiamo qui votando un qualcosa che la impegna, anche personalmente, come espressione della Giunta, a operare in un certo modo, quando sappiamo benissimo che al più la utilizzeranno come carta per altri servizi!

Allora, possiamo e dobbiamo fare cose serie? Ha ragione il collega Campus, stiamo attenti a quello che votiamo perché va bene l'affermazione dei principi in linea generale, ma quando dobbiamo scendere sulle modalità concrete e operative stiamo attenti, perché qui stiamo impegnando la Giunta a fare un qualcosa che sappiamo non può assolutamente fare!

Assessore Solinas, si sente di assumersi a nome della Giunta (questo era il senso anche del mio precedente intervento che richiedeva il suo parere) la responsabilità di assolvere l'impegno solenne che le chiede il Consiglio regionale? Se lei mi risponde di sì io voterò a favore dell'ordine del giorno, perché mi sento rappresentato da lei, che so essere persona seria e che esprime ora la posizione della Giunta, ma ho davvero difficoltà a farmi convincere su questo punto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, se io fossi stato il Presidente della Regione e fossi stato il capo di una Giunta regionale sarei venuto qua e avrei detto: cari colleghi, noi rischiamo di rimanere prigionieri nella nostra terra, prigionieri dei proprietari dei vettori aerei e prigionieri dei titolari delle rotte di navigazione. E avrei aggiunto: questo Consiglio si deve esprimere per evitare che questo accada, perché se accadesse domani - e questo lo dico a tutti voi che voterete - la responsabilità sarebbe anche nostra per non aver sollevato la testa e detto allo Stato e all'Unione europea che noi rifiutiamo di essere prigionieri dei proprietari degli aerei e dei proprietari delle navi!

Il monopolio si può rompere in due modi: si attiva il libero mercato, quello che voi sostenete, quindi non si affida a nessuno la possibilità di gestire in monopolio le rotte sia aeree che di navigazione, oppure si dice ai privati di fare la loro parte, perché l'alternativa la manteniamo sotto la forma pubblica e garantiamo noi il diritto dei cittadini sardi di potersi spostare liberamente. Se non si fa una di queste due operazioni noi possiamo rivendicare, onorevole Pittalis, onorevole Campus, ogni tipo di illegittimità attorno a questo ordine del giorno, ma la realtà è che saremo prigionieri e dovremo chiedere il permesso per spostarci. Io credo che questo non lo dobbiamo fare! Per quanto ci riguarda la battaglia è aperta: è aperta nei confronti del Presidente della Regione, perché non è qua a dire questo, è aperta nei confronti dello Stato ed è aperta nei confronti dell'Unione europea. Io voterò a favore dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io credo che la forma di questo ordine del giorno, molto duro e preciso (durezza e precisione sono caratteristiche di chi lo ha steso), possa essere leggermente affinata senza far perdere al documento la sua forza. E credo che l'affinamento possa tener conto di ciò che dicevano l'onorevole Pittalis e prima ancora l'onorevole Porcu. Lo dico in maniera ancora più chiara: un tribunale in Sardegna si pronuncerà nei prossimi giorni perché un organo politico è intervenuto a gamba tesa su una gara aperta, che in quel caso riguardava la pubblicità istituzionale, per cui non credo che noi ora possiamo chiedere a questa Giunta regionale, a questo Presidente della Regione di fare pressioni su un organo governativo per intervenire su una procedura aperta, quindi a buste aperte, ma credo che otterremo lo stesso risultato se sostituiamo le pressioni al Governo con interventi presso la giustizia amministrativa, qualora ci fossero elementi tali da far pensare alla presenza di illegittimità nella procedura e nell'aggiudicazione. Pensare che il Governo possa fare pressioni per annullare una gara in corso, sulla quale non ha facoltà, perché il commissario straordinario della Tirrenia è una figura assolutamente autonoma nella gestione delle procedure amministrative, così come lo è un funzionario della Regione rispetto al Consiglio regionale o al Presidente della Regione. Quando si bandiscono le gare le regole sono quelle del bando e nessuno può intervenire per revocare, aprire o definire qualcosa in merito, se non il tribunale.

Se c'è la disponibilità a cambiare alcuni termini e a individuare bene i soggetti, credo che l'ordine del giorno sia assolutamente approvabile. C'è qualche aspetto formale da rivedere, ma per questo mi rimetto ai funzionari, perché si parla di più soggetti e quindi eviterei il termine monopolio e utilizzerei il termine oligopolio, perché stiamo parlando di almeno tre soggetti titolari di rotte, quindi di un vero e proprio cartello, una fattispecie un po' differente rispetto a quella del monopolio. Inoltre dire che bisogna evitare il rischio che Onorato, Aponte e Grimaldi gestiscano la Tirrenia, mi sembra estremamente duro. Io non individuerei con nome e cognome i soggetti, anche per una questione di forma e di stile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, intervengo solo per ricordare ai colleghi alcuni passaggi della storia recente di questo Consiglio, perché la richiesta dell'onorevole Pittalis circa il pronunciamento della Giunta credo che sia in qualche modo pleonastica, dato che la Giunta si è già pronunciata.

Nel primo capoverso del "raccomanda" non c'è niente di eversivo, perché dare mandato alla Giunta di operare in tutte le sedi significa chiederle di operare nelle sedi della giustizia amministrativa e nelle sedi politiche, mandato esattamente uguale a quello che questo Consiglio diede alla Giunta regionale - anzi, quello fu un mandato in bianco, e io ero tra quelli che glielo diedero - quando ci si disse che le modalità tecniche di azione contro l'eventuale volontà del Governo di non dar corso all'articolo 8 non venivano illustrate in Aula dalla Giunta regionale. Lei lo ricorderà, onorevole Pittalis. Il Consiglio regionale diede allora un mandato in bianco alla Giunta, al punto che per un certo periodo le delibere sulle norme di attuazione non furono neanche visibili sul sito. Niente di eversivo, quindi, ma anzi in perfetta continuità con quanto accaduto in passato.

Il resto del dispositivo raccomanda semplicemente di attivare iniziative di stimolo al sistema economico perché si rompa la condizione di monopolio che oggi ha determinato l'innalzamento dei prezzi. Niente di eversivo, ripeto. E mi pare che sia più corretto fare queste cose che non farne altre, per esempio ignorare gli appelli che ci sono stati fatti qui dentro a non modificare il Piano paesaggistico col piano casa. E infatti poi è arrivata la sentenza del TAR che ha detto le cose che ha detto, con le ville già costruite intorno al Romazzino!

Mi pare che sia più corretto dare il mandato del ricorso in maniera aperta, dare il mandato politico dell'azione di stimolo del sistema economico, anziché seguire procedure diverse che sono state varate da questo Consiglio. Poi il Consiglio può fare quello che vuole. Ciò di cui stiamo discutendo oggi è se la Sardegna sia ostaggio di una compagnia di navigazione, di un cartello oppure no e se noi possiamo dare mandato alla Giunta di agire contro questo cartello. Non si sta facendo altro. Ma non si dica che l'ordine del giorno ha una dimensione eversiva rispetto alle procedure amministrative ordinarie, perché queste sono abitudini di altri, non certamente dei proponenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Io credo che stasera si stia verificando quello che da tempo andavo intuendo, che ci fossero cioè all'interno di questo Consiglio regionale più Gruppi politici di quanti io stesso ne conoscessi.

E' invalso tra i Presidenti di Gruppo interloquire in queste situazioni e chiudere i discorsi, se non con una firma, con una stretta di mano. Io non me la prendo certo con chi ha firmato, me la prendo con chi pretende di far diventare un caso qualcosa che non lo è. Ci sono parti del documento che sono contenute nella mozione che avete approvato insieme a me dieci giorni fa. Se la rileggete le trovate, ma vedo che dietro c'è altro: c'è la volontà di stravolgere le situazioni, di trovare quello che non esiste, di manifestare apertamente la voglia non di firmare, ma di votare, salvo poi rivedere immediatamente tutto appena si trovano delle sponde.

Presidente, mi voglio levare dall'imbarazzo, ma sono sicuro di una cosa: chi è nato servo resterà servo! La Tirrenia se la porteranno via. Ho detto prima, e qualcuno non ha voluto ascoltare, che alla fine di quel bando è scritto che qualora non si dovesse aggiudicare la gara si andrà a trattativa privata. Chi ha orecchie per intendere intenda, chi è in buona fede ascolti e chi è in malafede pensi pure al male.

Allora, Presidente, per eliminare il problema io ritiro l'ordine del giorno. Si passi alla votazione delle mozioni. Io condivido la mozione presentata dal collega Uras e da altri, perché ritengo che sia almeno un primo punto per impedire qualcosa che ai sardi farà molto male. Chi preferisce stare con le mani in mano resti con le mani in mano.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è stato ritirato, per cui dobbiamo votare le due mozioni.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). L'ordine del giorno non è solo dell'autorevole collega Giacomo Sanna. Di fronte a situazioni strategicamente e politicamente determinanti io non mi faccio ricattare dai mal di pancia di qualcuno, scusate la franchezza.

Stiamo parlando di una questione fondamentale per la Sardegna che, se dovesse andare veramente nella direzione in cui temiamo possa essere accompagnata, rappresenterebbe un danno, un danno gravissimo per la Sardegna. E allora intervengo per dire, e voglio che rimanga agli atti, che non possiamo rinunciare a una presa di posizione del Consiglio su questo problema, sapendo quali schifezze vengono compiute. Stiamo parlando della Fintecna, collega Diana, e di schifezze che normalmente vengono pubblicizzate dopo mesi o anni, ma sappiamo quello che si fa perché sono business micidiali. Stiamo parlando di un problema fondamentale per l'economia e per la vita della Sardegna e tutte queste timidezze, queste paure di offendere questo o quello, sono fuori luogo. Ma ci rendiamo conto di come la Sardegna è stata trattata in questi anni? O forse noi viaggiamo in aereo e non ci rendiamo più conto di cosa vuol dire viaggiare senza che ci sia un controllo da parte dell'ente pubblico? Dico questo perché il controllo da parte dell'ente pubblico non c'era neanche con la Tirrenia, Dio santo! La Regione non ha svolto le sue funzioni di controllo neanche con la Tirrenia, perché se avesse svolto negli anni una funzione di controllo la Campania (la città di Napoli in particolare) non avrebbe potuto controllare totalmente quella società, mentre le risorse per farla funzionare venivano dai sardi e dalla Sardegna.

Noi siamo qui per fare l'interesse dei sardi, della maggioranza dei sardi, soprattutto di quelli che della nave hanno assoluto bisogno, per cui se c'è da fare un atto di coraggio facciamolo, altrimenti i sardi avranno ragione di prendersela con noi, perché non stiamo facendo il nostro dovere, ma stiamo lasciando che la viltà prenda il posto del coraggio che è necessario in queste occasioni e su questi argomenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno rimane in piedi.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, anch'io non intendo rinunciare alla votazione dell'ordine del giorno e prego il collega Giacomo Sanna di tenere comunque la sua firma quale presentatore.

Credo che in quest'Aula si stia consumando un atto un po' vile, nel senso che noi siamo qui per difendere i diritti dei sardi e tra l'altro abbiamo, così mi sembra di capire, Assessore, anche l'assenso della Giunta, fuorché sull'ultimo punto del dispositivo, cioè sulla raccomandazione a presentare un disegno di legge, che però possiamo togliere. Su questo punto la Giunta ha manifestato le sue perplessità, ma nel merito c'è il suo assenso. La Giunta è cioè pronta ad avviare nelle sedi opportune, a incominciare da quelle ministeriali e di governo, le azioni politiche possibili. Non stiamo parlando di pressioni di non so quale tipo, ma di azioni politiche a sostegno della dignità e del rispetto dei sardi.

Sento parole al vento da parte di chi si esprime fuori di qui o sulle pagine dei giornali, primo fra tutti il Presidente della Giunta regionale: "Faremo barricate contro il Governo, perché non vogliamo il nucleare". Giusto, lo condivido. "Faremo barricate per l'industria, faremo barricate per le entrate". Poi queste barricate diventano piccole cassette di frutta poste per ostacolare il passaggio di un elefante. Insomma, io credo che dobbiamo essere conseguenti, dobbiamo essere veri rappresentanti del popolo sardo e non servi di maggioranze nazionali, succubi di quelle maggioranze e di quegli uomini.

Continuo a dire che qui in troppi ascoltano i sussurri romani per interesse proprio e continuano a non ascoltare le urla della gente sarda. Assumiamoci le nostre responsabilità. Quanto coraggio ci vuole per fare il proprio dovere? Nessuno! Quindi io sono favorevole all'ordine del giorno, penso che si debbano difendere i diritti e fare lotte politiche dignitose, e se non bastano quelle se ne fanno delle altre.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, è chiaro che quando ci si brucia con l'acqua calda poi si ha paura anche dell'acqua fredda, capita anche questo. Quando sono in votazione ordini del giorno ormai dobbiamo stare veramente molto ma molto attenti, perché non è più come una volta, quando si diceva che un ordine del giorno non lo si negava a nessuno. Adesso evidentemente le cose sono cambiate o stanno cambiando e se cambiassero veramente io sarei il più felice di questo mondo, perché vorrebbe dire che se il Consiglio regionale approvasse un ordine del giorno in un modo o nell'altro la Giunta, il Presidente e noi stessi lo rispetteremmo. Purtroppo sappiamo tutti che sono pochissimi gli ordini del giorno che sono stati nel tempo rispettati.

Quando mi è stato sottoposto questo ordine del giorno, rispondo al collega Giacomo Sanna, che magari ha avuto un momento di debolezza politica...

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non verso di lei, non nei suoi confronti. Di lei ho massima stima.

DIANA MARIO (P.d.L.). Ho capito benissimo! Ma siccome io non capisco bene, ho capito che era rivolto a me! E siccome ci siamo visti e ci siamo confrontati, sa qual è il mio parere. Ritornando alla mozione che abbiamo votato si ricorderà, onorevole Sanna, che io le ho suggerito di depennare i nomi dei soggetti che erano in quel momento citati. Quindi se l'ho fatto per la mozione, a maggior ragione l'avrei fatto per l'ordine del giorno, chiedendo la votazione per parti, cosa che in realtà avevo già chiesto.

Credo che sia necessario, Presidente, sospendere per cinque o dieci minuti, perché forse c'è la possibilità di trovare una formulazione che possa mettere d'accordo tutti quanti, magari usando un frasario leggermente diverso, o comunque facendo affermazioni meno pesanti. Penso che anche i colleghi del centrosinistra siano d'accordo su questo. Grazie.

PRESIDENTE. Propongo di proseguire con le dichiarazioni di voto ed eventualmente di sospendere i lavori prima della votazione, se l'Aula è d'accordo.

Continuazione della discussione congiunta delle mozioni Sechi - Bruno - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla procedura di privatizzazione della società Tirrenia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (124) e Cuccureddu - Mulas sull'immotivato enorme incremento delle tariffe navali da e per la Sardegna (115) abbinate alle interpellanze Meloni Marco - Bruno - Moriconi - Manca - Lotto sull'aumento delle tariffe dei trasporti marittimi tra la Sardegna e la Penisola e sulla violazione della normativa dell'Unione europea in materia di concorrenza fra le compagnie dei trasporti marittimi (209) e Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sul gravissimo danno causato alla Regione Sardegna dall'aumento delle tariffe

nel trasporto marittimo. (218)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Più volte, in quest'Aula, è capitato a me e anche ad altri consiglieri di richiamare la necessità che quest'Aula si soffermasse sul ruolo della politica, e quindi delle istituzioni, nel governo delle dinamiche economiche. Oggi parliamo delle dinamiche dei servizi, che non sono una cosa differente. Allora sui servizi la Regione in questo caso, o lo Stato, comunque la parte pubblica, ha due strade per intervenire: o attraverso le concessioni, cioè con le concessioni può cercare di tutelare i diritti alla mobilità dei sardi da e per la Sardegna, oppure attraverso una gestione pubblica diretta o partecipata.

A me pare che l'ordine del giorno odierno ponga queste questioni e io davvero non comprendo perché il Consiglio regionale, di fronte a un'opportunità straordinaria come questa di ritagliarsi un ruolo, non di delegare ad altri, voglia autoesautorarsi, perché di questo si tratta. Ecco perché sono d'accordo su questo ordine del giorno, che non afferma chissà quali questioni.

Qualcuno si è scandalizzato perché al terzo capoverso del dispositivo si fa riferimento alle compagnie private. Parliamoci chiaro, se c'è il rischio di un cartello, di un monopolio privato, io che sono contrario ai monopoli se devo scegliere preferisco il monopolio pubblico, perché per lo meno riesco in qualche maniera a controllarlo; quello privato, l'abbiamo visto in tanti altri settori della nostra economia, non riusciamo a controllarlo in nulla. E' per questo che non riusciamo a controllare le dinamiche della chimica, della metallurgia, eccetera.

Di questo si tratta, badate: vogliamo svolgere un ruolo o vogliamo anche su questo essere ancora dei pecoroni e delegare ad altri? Lo dico perché se faremo questo anche nei servizi ripercorreremo la strada che stiamo percorrendo quotidianamente nel settore dell'industria, quella cioè di elemosinare un qualcosa che da parte del Governo non arriva, perché non abbiamo nessun attributo politico e istituzionale per chiedere e pretendere quanto ci è dovuto.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, lei ha già parlato per dichiarazione di voto, quindi non le posso ridare la parola.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intervengo per dichiarare il voto favorevole del mio Gruppo a un ordine del giorno che mi è parso abbia raccolto integralmente l'andamento del dibattito questa sera. Vogliamo affinare il linguaggio, limare gli aspetti più spigolosi e duri? Facciamolo, ma il concetto va fatto salvo, va ribadito e affermato. Questo è stato detto, io direi, da tutti gli intervenuti che abbiamo sentito questa sera.

A conclusione del dibattito, se c'è qualche elemento che deve essere ripesato nella sua stesura si provveda. Per questo siamo favorevoli alla sospensione, così come richiesta dal Capogruppo del P.d.L., ma evitiamo veramente di creare condizioni che possano portarci un domani a pentirci di quello che non siamo stati in grado di fare oggi, dopo averlo dichiarato e ribadito, e ci troveremo nelle condizioni di non poter andare a testa alta per non aver difeso gli interessi dei sardi e quanto è stato detto nel corso di questo dibattito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, posso dire di aver sentito questa sera in particolare alcuni interventi che hanno messo in evidenza un fortissimo disagio da parte di qualcuno ad affrontare questo problema per il verso giusto, per quelli che sono davvero i suoi termini. Quando vedo che in assenza del Presidente della Regione si chiede all'Assessore competente, in tono anche piuttosto pesante, di pronunciarsi rispetto a questo tema, che non riguarda solo l'Assessore dei trasporti, ma riguarda l'intero Consiglio, e in particolare la massima carica istituzionale della Giunta, io mi pongo un problema e mi domando se davvero vogliamo creare le condizioni affinché la Sardegna non resti prigioniera del mare, e con essa i suoi abitanti.

Nella nostra interpellanza mettevamo in evidenza come il cartello delle compagnie che stanno operando attualmente abbia creato una situazione insostenibile per i cittadini sardi e per gli operatori economici della Sardegna. Qual è il modo per evitare che questa situazione persista? Senza dubbio dobbiamo evitare che ci sia un monopolio, e nel caso un cartello di monopolisti privati. Qualsiasi passo questo Consiglio possa indicare alla Giunta per evitare questa situazione è un passo che va perseguito con convinzione. Poi è il Presidente della Regione che deve trovare gli strumenti più adeguati a evitare che questa situazione persista e noi dobbiamo pretendere non soltanto dall'Assessore, ma anche dal Presidente di farsi carico di questo che sta diventando un problema gravissimo e di essere quindi conseguenti. Io sono del parere che l'ordine del giorno vada approvato, se necessario qualche espressione si può anche limare, però non possiamo tornare indietro rispetto alla volontà di affermare un diritto che è di tutti i sardi.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, è ancora necessaria la sospensione?

DIANA MARIO (P.d.L.). Sì.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 02, viene ripresa alle ore 21 e 14.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo la votazione in due parti: la prima fino alle parole "per le merci", la seconda da "raccomanda".

PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, rimane la sua richiesta di votazione per parti oppure va bene questa suddivisione in due parti?

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, se l'ordine del giorno è identico a quello che io conosco, rimane la richiesta di votazione per parti del secondo e del quarto punto del dispositivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Visto e considerato che cinque minuti non sono serviti a niente, ritiro l'ordine del giorno. Non si può votare il dispositivo e il resto no, oppure una parte e l'altra no. Lo ritiro e, ringraziandoli apertamente, levo dall'imbarazzo i colleghi e credo l'intero Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, l'aveva ritirato anche prima. Lo ha fatto suo l'onorevole Salis, per cui lei non lo può ritirare. In questo caso lo deve ritirare l'onorevole Salis. Dobbiamo procedere, quindi, alla votazione dell'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Noi abbiamo presentato una mozione. Io ritiro la firma dall'ordine del giorno e non intendo rinunciare al voto della mozione.

PRESIDENTE. In questo caso le cose cambiano, perché l'ordine del giorno presuppone che le mozioni vengano ritirate. Se le mozioni non vengono ritirate e vengono ritirate le firme dall'ordine del giorno, questo decade.

Dobbiamo votare prima la mozione numero 124 e poi la mozione numero 115.

SALIS (I.d.V.). No!

PRESIDENTE. Onorevole Salis, ho già spiegato che il presupposto per la presentazione dell'ordine del giorno è che le mozioni vengano ritirate. Siccome l'onorevole Uras ha dichiarato di non voler ritirare la mozione di cui è uno dei presentatori, l'ordine del giorno decade e quindi dobbiamo votare le mozioni.

(Interruzione dell'onorevole Salis)

PRESIDENTE. Le interpellanze non si votano, onorevole Salis, si votano le due mozioni presentate, nell'ordine la numero 124 e poi la numero 115.

SALIS (I.d.V.). Allora mi dà la parola sulle interpellanze.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, non si può procedere in questo modo. La fase delle interpellanze si è già conclusa, lei ha rinunciato alla replica, per cui non può più avere la parola.

Procediamo alla votazione della mozione numero 124.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Voglio fare una dichiarazione di voto per sottolineare il contenuto della mozione e dare l'opportunità a tutti noi di votarla.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 124.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Piras ha votato a favore e che il consigliere Cherchi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Piras - Planetta - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cuccureddu - Mulas - Porcu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 59

astenuti 4

maggioranza 30

favorevoli 27

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione la mozione numero 115.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 115.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Espa e Salis si sono astenuti.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Campus - Cherchi - Corda - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Barracciu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Meloni Valerio - Moriconi - Obinu - Sechi - Steri - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Oppi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 46

astenuti 14

maggioranza 24

favorevoli 34

contrari 12

(Il Consiglio approva).

I lavori odierni si concludono qui. Il Consiglio è riconvocato per martedì, 19 aprile, alle ore 10. E' convocata immediatamente la Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è tolta alle ore 21 e 21.



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Cuccu sui ritardi nella procedura di assegnazione dei progetti relativi all'avviso pubblico "Ad Altiora". (255)

In relazione all'interrogazione in oggetto si rappresenta lo stato di attuazione del programma di interventi di inclusione sociale di cui all'Avviso pubblico "Ad Altiora".

L'Avviso si inserisce nell'ambito dell'Asse III del Por Sardegna 2007-2013, specificamente dedicato all'inclusione sociale, e nell'ambito dell'Asse V destinato a sostenere le azioni transnazionali. Con il succitato programma, approvato con determinazione dirigenziale n. 285/6086 del 29.05.2009 nell'ambito del POR FSE 2007-2013, sono stati ammessi al finanziamento n. 82 progetti integrati per l'inclusione sociale di persone svantaggiate.

Per quanto riguarda la procedura di assegnazione dei finanziamenti e sui presunti ritardi nella definizione della stessa, si ritiene doveroso precisare che i lavori della Commissione di valutazione sono stati conclusi nel mese di novembre 2009. A seguito dell'acquisizione dei verbali della Commissione, in data 30.11.2009, l'Assessorato ha richiesto all'Autorità di Gestione il parere di conformità alle disposizioni del POR FSE 2007-2013 e della vigente normativa europea, nazionale e regionale, nonché, il parere preventivo all'approvazione della graduatoria, obbligatorio ai sensi dell'accordo stipulato tra la Direzione Generale delle Politiche Sociali e l'Autorità di Gestione, per l'espletamento delle funzioni di Organismo Intermedio. L'Autorità di Gestione ha reso il parere di conformità in data 23 febbraio 2010. A seguito dell'accertamento di alcune anomalie nei verbali trasmessi dalla Commissione di valutazione si è reso necessario, inoltre, acquisire un parere in merito alla regolarità delle procedure adottate dalla stessa Commissione di valutazione; il parere legale è stato rilasciato dall'Area Legale della Presidenza della Regione in data 16 marzo 2010.

Gli accertamenti istruttori hanno evidenziato che a seguito della conclusione della procedura sono stati ammessi finanziamento:

n. 31 progetti relativi alle aree tematico territoriali della Linea 1 "Persone svantaggiate" (determinazione n. 3814/137 del 31 marzo 2010).

n. 32 progetti relativi alle aree tematico territoriali della Linea 2 "Giovani" (determinazione n. 3877/140 del 31 marzo 2010).

n. 19 progetti relativi alle aree tematico territoriali della Linea 3 "Povertà" (determinazione n. 3878/141 del 31 marzo 2010).

Fatta eccezione per tre progetti, relativamente ai quali l'Assessorato è in attesa della produzione della documentazione necessaria per la sottoscrizione della convenzione disciplinante i rapporti tra la RAS e i beneficiari, i restanti progetti sono stati tutti avviati,.

A fronte di euro 21.900.000,00 di risorse programmate nell'Avviso "Ad Altiora", le risorse assegnate alla conclusione della procedura di selezione dei progetti da finanziare risultano pari a euro 20.160.575,00, posto che le richieste di finanziamento sono risultate inferiori rispetto alle risorse disponibili. Ad oggi risulta impegnata la somma pari a euro 16.588.931,80 e liquidata la somma pari a euro 4.210.692,24 relativa al pagamento dell'acconto del 30% del finanziamento dei 54 progetti la cui documentazione era completa ai sensi del bando e delle specifiche disposizioni di cui alla convenzione sottoscritta tra la RAS e i beneficiari. Specificamente, nell'Asse III è stata complessivamente impegnata la somma di euro 15.286.521,80 e liquidata la somma di euro 3.961.509,84, mentre nell'Asse V è stata complessivamente impegnata la somma di euro 1.302.410,00 e liquidata la somma di euro 249.182,40.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione De Francisci sulla preoccupante diminuzione delle segnalazioni da parte dei responsabili di reparto alle autorità competenti su possibili donatori d'organo e la conseguente diminuzione del numero dei trapianti. (338)

In relazione all'interrogazione in oggetto, sulla base di quanto illustrato dal Coordinatore Regionale

dei Trapianti, si rappresenta quanto segue.

Il Centro Regionale Trapianti, istituito nella Regione Sardegna ai sensi della Legge n. 3/88, evidenzia che, a livello nazionale, nell'anno 2010 è stato rilevato un calo sensibile dei donatori utilizzati. Il confronto con le altre regioni italiane pone la Sardegna, come numero di segnalazioni di potenziali donatori, allo stesso livello delle altre regioni del Centro-Sud Italia e sotto la media rispetto alle regioni del Centro-Nord Italia.

Secondo i dati ufficiali del Centro Nazionale Trapianti, se si analizza il numero dei donatori utilizzati per milione di abitanti, la Sardegna, insieme alla Basilicata, nell'anno 2010 si colloca ottimamente nell'ambito dell'Organizzazione Centro Sud Trapianti - OCST (aggregazione interregionale alla quale afferisce la Sardegna), con 15,7 donatori (14,4 nel 2009) per milione di abitanti; le altre regioni presentano, infatti, indici inferiori (Lazio 15,1; Sicilia 10,4; Campania e Abruzzo 9,7; Calabria 9.0 e Umbria 4,5). Altre regioni italiane, soprattutto nel Centro-Nord, hanno dimostrato un'attività di donazione più consistente: Toscana e Friuli 31,0; Piemonte 26,1; Emilia Romagna, Liguria e Marche valori intorno a 20,0 e Veneto 18,6, non lontano dalla Sardegna.

Per quanto riguarda le opposizioni alla donazione da parte delle famiglie, il dato nazionale indica un aumento della percentuale di opposizioni dal 30,4% nel 2009 al 31,2% nel 2010 e, per quanto riguarda la Sardegna, dal 18,6% nel 2009 al 27,9 % nel 2010 che, comunque, è molto al di sotto della media nazionale ed è dovuto, in pratica, al mancato consenso da parte dei familiari interpellati in 5 occasioni.

Ciò premesso, per quanto riguarda i singoli punti dell'interrogazione, si precisa quanto segue:

1) L'Assessorato è perfettamente a conoscenza delle problematiche espresse nell'interrogazione e condivide pienamente la necessità di intervenire per potenziare l'attività di donazione e trapianto d'organo in Regione.

2) L'Assessorato ha acquisito dal Coordinatore Regionale dei Trapianti l'elenco delle maggiori criticità che ostacolano la possibilità di effettuazione degli accertamenti di morte encefalica nelle Rianimazioni e il lungo processo per arrivare dalla segnalazione dei potenziali donatori al prelievo degli organi. Tali difficoltà hanno determinato un calo motivazionale negli operatori che nelle Rianimazioni devono dedicarsi a questo delicato e impegnativo compito. In data 24 giugno2010 si è tenuta, presso l'Assessorato, una riunione con i Commissari straordinari delle ASL durante la quale sono stati esposti i dati relativi all'attività di donazione e trapianto e di sorveglianza circa l'attività di segnalazione di potenziali donatori, al fine di garantire un'adeguata attività di trapianto nella Regione. Dall'esame dèi dati sono emerse alcune criticità relative ad alcune strutture ospedaliere e i Commissari responsabili sono stati invitati a provvedere tempestivamente alla loro risoluzione.

3) Le difficoltà emerse in Sardegna rispecchiano la situazione nazionale, come è stato evidenziato dal Direttore del Centro Nazionale Trapianti, il quale ha espresso la sua preoccupazione per l'importante calo del numero di segnalazioni avuto nel corso dei 2010 in tutte le regioni d'Italia, ma in modo più significativo in quelle del Centro-Sud. In una nota che il Centro Nazionale Trapianti ha presentato alla Commissione Nazionale Salute in data 7 luglio 2010, il principale motivo di tale situazione viene attribuito ai problemi organizzativi delle Rianimazioni che, in mancanza di un deciso intervento istituzionale non sono "obbligate" ad occuparsi dell'accertamento di morte e dei potenziali donatori, attività che richiedono forte impegno delle strutture e delle componenti mediche ed infermieristiche.

In Italia, nel 2009, sono stati fatti circa 2.200 accertamenti di morte, rispetto ad un potenziale accertato di 3.400-3.600. Nel 2010 è stata segnalata, a livello nazionale, una riduzione del 10% rispetto all'attività 2009 che ha determinato, a sua volta, una riduzione del numero dei trapianti.

Questa situazione si è verificata anche in Sardegna, tuttavia, contrariamente a quanto è avvenuto a livello nazionale, nell'anno 2010 la situazione è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all'anno precedente. (Per un maggiore dettaglio si rimanda alle tabelle allegate).

Al fine di evitare la riduzione dell'attività, l'Assessorato ha prontamente autorizzato l'assunzione di personale medico da destinare alle Rianimazioni, soprattutto in quelle "strategiche" come la Rianimazione della Azienda Ospedaliere "Brotzu" che, in passato, garantiva circa un terzo di tutta l'attività di segnalazione e donazione a livello regionale (Nello specifico, il servizio di rianimazione dei "Brotzu" ha accertato, nell'anno 2010, 7 potenziali donatori su 14 segnalati nei territorio regionale, di cui 6 utilizzati, con un incremento del numero dei trapianti multiorgano che passano da 2 nel 2009 a 5 nel 2010).

Il Centro Regionale Trapianti, su indicazione dell'Assessorato e in collaborazione con i Coordinatori Locali dei Presidi Ospedalieri, ha provveduto alla formazione e all'aggiornamento degli operatori coinvolti nel processo donazione-prelievo-trapianto, mediante progetti di formazione interaziendale rivolti ai Medici Anestesisti-Rianimatori e agli Infermieri che operano nelle Terapie Intensive della Regione e che prendono parte attivamente all'iter che porta dall'individuazione del donatore, al prelievo d'organi e tessuti, tenuti in diverse sedi dell'Isola: Cagliari, Sanluri, Nuoro e Sassari. I corsi hanno fornito ai partecipanti le conoscenze di base, normative e tecniche, relative alla donazione degli organi e tessuti e hanno permesso di formare 274 operatori, tra medici e infermieri professionali di tutte le Terapie Intensive operanti in Regione. Un secondo Progetto, denominato "La donazione degli organi: l'importanza dei Servizi Ospedalieri" rivolto a tutte le figure sanitarie degli Ospedali della Sardegna che prendono parte attivamente all'iter che porta dall'individuazione del donatore al prelievo d'organi e tessuti, tenutosi in diverse sedi dell'Isola: due edizioni a Cagliari, uno a Nuoro e uno a Sassari. Sono state fomite le conoscenze di base relative agli aspetti clinici, normativi e organizzativi della donazione degli organi e dei tessuti, alle procedure per valutare in sicurezza l'idoneità del donatore e di ciascun origano destinato al trapianto. Sono stati formati 247 operatori tra medici, infermieri professionali, biologi, tecnici di laboratorio appartenenti a tutti i Servizi Ospedalieri di ogni Presidio che vengono coinvolti durante una donazione di organi, per un totale di 521 operatori sanitari aggiornati e formati.

Infine, nell'ambito delle attività volte alla sensibilizzazione alla cultura della donazione degli organi, (importante ma non prioritaria in considerazione della percentuale di opposizioni alla donazione relativamente limitata, al di sotto della media nazionale), è stato previsto di destinare la somma di euro 250.000,00 per programmi di formazione e informazione alla popolazione, tramite utilizzo dei media, a gravare sul bilancio regionale 2010 UPB S05.01.008 cap. 805.0158 dedicato al "finanziamento per la riorganizzazione delle funzioni regionali in materia di donazione, prelievi e trapianti di organi, tessuti e cellule". Con Determinazione del Direttore del Servizio competente n. 1238 del 17.12.2010 è stato assunto l'impegno di spesa della somma di euro 250.000 finalizzata alla promozione e informazione sulla donazione di organi e tessuti, da ripartire come di seguito riportato:

• euro 100.000 da destinare alla ASL n. 8 di Cagliari per l'attuazione di due corsi regionali TPM riconosciuti dal Centro Nazionale Trapianti e dall'Istituto Superiore di Sanità rispettivamente per 36 medici e 36 infermieri finalizzati al coordinamento della donazione e del prelievo di organi, tessuti e cellule;

• euro 150.000 per la realizzazione di una campagna di promozione e informazione sulla donazione degli organi, in corso di definizione, che dovrà essere realizzata attraverso i media, di concerto tra l'Assessorato, il Centro Regionale Trapianti e il Coordinamento donazione e prelievo di organi e tessuti, con il coinvolgimento di fornitori beneficiari vari.

Gli allegati sono agli atti del Consiglio

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sulle azioni di programmazione della formazione di figure professionali sanitarie specializzate da parte della Regione. (373)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base dell'istruttoria fornita dagli uffici dell'assessorato, si espone quanto segue.

La disciplina e la programmazione in materia di formazione universitaria e post universitaria sono determinate sulla base della collaborazione e del confronto tra Stato, Regioni ed Università, tenendo conto delle esigenze sanitarie e dell'offerta occupazionale di ciascuna regione.

Con riguardo alla formazione specialistica post universitaria dei medici, la Regione, come noto, individua con cadenza triennale il fabbisogno di specialisti da formare, dandone comunicazione al Ministero della Sanità ed al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR).

Ai sensi del D.lgs. 17 agosto 1999, n. 368-art. 35 comma 2, il MIUR, preso atto delle richieste, ogni tre anni determina con decreto il numero di posti disponibili per ciascuna Scuola di formazione specialistica, prevedendo altresì che Regioni ed Enti pubblici possano attivare contratti aggiuntivi a quelli statali.

Nello specifico, la Regione Sardegna, con l'approvazione del Piano Sanitario Regionale dei Servizi, ha individuato il fabbisogno formativo dell'ultimo triennio, sulla scorta delle stimate esigenze dei servizi da erogarsi da parte delle strutture del SSR, delle domande di partecipazione dei neolaureati alle diverse Scuole di Specializzazione e delle proposte formative delle Università; sulla base del suddetto Piano, è stata poi formulata la richiesta formativa al Ministero.

La suddetta ipotesi di fabbisogno formativo dei medici è stata individuata in sede di confronto con gli Atenei di Cagliari e di Sassari, previa verifica delle dotazioni organiche e del personale in servizio presso ciascuna Azienda del SSR, e quindi tenendo conto da un lato dell'offerta di formazione garantita dalle Università e dall'altro delle esigenze sanitarie ed occupazionali e delle carenze in organico indicate dalle Aziende.

Anche per l'a.a. 2009/2010, il numero dei contratti di specializzazione finanziati dalla Regione è stato determinato sulla base delle indicazioni del Ministero (DM del 5 febbraio 2010), il cui decreto rappresenta la conclusione di un iter complesso, aperto dal predetto confronto tra Regione, Università ed Aziende, con l'obiettivo di addivenire ad un'ipotesi di fabbisogno che rappresenti il giusto compromesso tra esigenze sanitarie ed offerta formativa.

Quanto ai punti 4-5-6 dell'interrogazione in oggetto, relativi alla formazione infermieristica, la Regione Sardegna con cadenza annuale apre il tavolo di confronto con i collegi, le associazioni professionali e le Università, per poter formulare una congrua ipotesi di fabbisogno da presentare al Ministero della Salute, ai sensi del D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502.

Il prospetto inviato al Ministero, analogamente a quanto precedentemente rilevato sulla formazione specialistica dei medici, rappresenta dunque il risultato di un'attività di programmazione concertativa con le parti.

Con riferimento alla programmazione del fabbisogno formativo relativo sia alle professioni sanitarie sia alla formazione specialistica per gli anni 2010-2011, si è provveduto ad inoltrare ai ministeri competenti la richiesta previsionale, sentiti preventivamente i Collegi, gli Ordini professionali, le Associazioni di categoria e le Università degli Studi di Cagliari e Sassari (si allega a tal proposito il riepilogo dei dati inerenti il fabbisogno formativo 201 1 e gli operatori formati dal 2006 al 2010).

Ciò premesso, pur condividendo le osservazioni degli interroganti sul fabbisogno di infermieri professionali in Sardegna, va osservato che non può non tenersi conto dell'offerta formativa che le Università di Cagliari e Sassari possono garantire annualmente, sulla base delle risorse organizzative e strutturali di cui dispongono, il che nella pratica si riverbera nel sistema di ammissione a numero chiuso nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università degli Studi di Cagliari e Sassari.

Gli allegati:

Scheda A - professioni

Scheda C - Medici

sono agli atti del Consiglio

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sul decremento delle segnalazioni dei possibili donatori d'organo da parte dei reparti di rianimazione della Sardegna e sull'aumento dei mancati consensi alle richieste di donazione con conseguente diminuzione del numero dei trapianti. (374)

In relazione all'interrogazione in oggetto, sulla base dei quanto illustrato dal Coordinatore Regionale dei Trapianti, sì rappresenta quanto segue.

Le difficoltà emerse in Sardegna rispecchiano la situazione nazionale, come è stato evidenziato dal Direttore dei Centro Nazionale Trapianti, il quale ha espresso la sua preoccupazione per l'importante calo del numero di segnalazioni avuto nel corso del 2010 in tutte le regioni d'Italia e, in modo più significativo, in quelle del Centro-Sud. In una nota che il Centro Nazionale Trapianti ha presentato alla Commissione Nazionale Salute in data 7 luglio 2010, il principale motivo di tale situazione viene attribuito ai problemi organizzativi delle Rianimazioni che, in mancanza di un deciso intervento istituzionale non sono "obbligate" ad occuparsi dell'accertamento di morte e dei potenziali donatori, attività che richiedono forte impegno delle strutture e delle componenti mediche ed infermieristiche. In Italia, nei 2009, sono stati fatti circa 2.200 accertamenti di morte, rispetto ad un potenziale accertato di 3.400-3.600.

Nel 2010 è stata segnalata, a livello nazionale, una riduzione del 10% rispetto all'attività del 2009 che ha determinato, a sua volta, una riduzione del numero dei trapianti.

Secondo i dati ufficiali del Centro Nazionale Trapianti, se si analizza il numero dei donatori utilizzati per milione di abitanti, la Sardegna, insieme alla Basilicata, nell'anno 2010 si colloca ottimamente nell'ambito dell'Organizzazione Centro Sud Trapianti - OCST (aggregazione interregionale alla quale afferisce la Sardegna),, con 15,7 donatori (14,4 nel 2009) per milione di abitanti; le altre regioni presentano, infatti, indici inferiori (Lazio 15,1; Sicilia 10,4; Campania e Abruzzo 9,7; Calabria 9.0 e Umbria 4,5).

Altre regioni italiane, soprattutto nel Centro-Nord, hanno dimostrato un'attività dì donazione più consistente: Toscana e Friuli 31,0; Piemonte 26,1; Emilia Romagna, Liguria e Marche valori intorno a 20,0 e Veneto 18,6, non lontano dalla Sardegna.

Per quanto riguarda le opposizioni alla donazione da parte delle famiglie, il dato nazionale indica un aumentò della percentuale di opposizioni dal 30,4% nel 2009 al 31,2% nel 2010 e, per quanto riguarda la Sardegna, dal 18,6% nel 2009 al 26,3% nel 2010 che, comunque, è molto al di sotto della media nazionale ed è dovuto, in pratica, al mancato consenso da parte dei familiari interpellati in cinque occasioni.

Ciò premesso, per quanto riguarda i singoli punti dell'interrogazione in oggetto:

1) Lo scrivente è perfettamente a conoscenza delle problematiche espresse nell'interrogazione e condivide pienamente la necessità di intervenire per potenziare l'attività di donazione e trapianto d'organo in Regione.

2) L'Assessorato ha acquisito, dal Coordinatore Regionale dei Trapianti, l'elenco delle maggiori criticità che ostacolano la possibilità di effettuazione degli accertamenti di morte encefalica nelle Rianimazioni e il lungo processo per arrivare dalla segnalazione dei potenziali donatori al prelievo degli organi. Tali difficoltà hanno determinato un calo motivazionale negli operatori che nelle Rianimazioni devono dedicarsi a questo delicato e impegnativo compito.

Come evidenziato in premessa, a livello nazionale, è stata riscontrata una riduzione del 10% rispetto all'attività 2009 che ha determinato, a sua volta, una riduzione del numero dei trapianti, anche in Sardegna nei primi mesi del 2010 si è versificata una riduzione dell'attività per cui sono stati intrapresi i primi provvedimenti:

• in data 24 giugno 2010 si è tenuta, presso l'Assessorato, una riunione con i Commissari straordinari delle ASL durante la quale sono stati esposti i dati relativi all'attività di donazione e trapianto e di sorveglianza circa l'attività di segnalazione di potenziali donatori, al fine di garantire un'adeguata attività di trapiantologia nella Regione. Dall'esame dei dati sono emerse diverse criticità relative ad alcune strutture ospedaliere e i Commissari responsabili sono stati invitati a provvedere tempestivamente alla loro risoluzione;

• l'Assessorato ha autorizzato l'assunzione di personale medico al fine di potenziare i reparti di Rianimazione, soprattutto in quelli "strategici" come la Rianimazione della Azienda Ospedaliera "Brotzu" che in passato garantiva circa un terzo di tutta l'attività di segnalazione e donazione a livello regionale.

• II Centro Regionale Trapianti, su indicazione dell'Assessorato e in collaborazione con i Coordinatori Locali dei Presidi Ospedalieri, ha provveduto alla formazione e all'aggiornamento degli operatori coinvolti nel processo donazione-prelievo-trapianto, mediante progetti di formazione interaziendale rivolti ai Medici Anestesisti-Rianimatori e agli Infermieri che operano nelle Terapie Intensive della Regione e che prendono parte attivamente all'iter che porta dall'individuazione del donatore, al prelievo d'organi e tèssuti, tenuti in diverse sedi dell'Isola: Cagliari, Sanluri, Nuoro e Sassari. I corsi hanno fornito ai partecipanti le conoscenze di base, normative e tecniche, relative alla donazione degli organi e tessuti e hanno permesso di formare 274 operatori, tra medici e infermieri professionali di tutte le Terapie Intensive operanti in Regione. Un secondo Progetto, denominato "La donazione degli organi: l'importanza dei Servizi Ospedalieri" rivolto a tutte le figure sanitarie degli Ospedali della Sardegna che prendono parte attivamente all'iter che porta dall'individuazione del donatore al prelievo d'organi e tessuti, tenutosi in diverse sedi dell'Isola: due edizioni a Cagliari, una a Nuoro e una a Sassari. Sono state fomite le conoscenze di base relative agli aspetti clinici, normativi e organizzativi della donazione degli organi e tessuti, alle procedure per valutare in sicurezza l'idoneità del donatore e di ciascun organo destinato al trapianto. Sono stati formati 247 operatori ira medici, infermieri professionali, biologi, tecnici di laboratorio appartenenti a tutti i Servizi Ospedalieri di ogni Presidio che .vengono coinvolti durante una donazione di organi, per un totale di 521 operatori sanitari aggiornati e formati.

3) Per quanto riguarda, infine, la campagna di sensibilizzazione alla donazione degli organi, importante ma non prioritaria in considerazione della percentuale di opposizioni alla donazione relativamente limitata, al di sotto della media nazionale, è stato previsto di destinare la somma di euro 250.000,00 per programmi di formazione e informazione alla popolazione, tramite utilizzo dei media, a gravare sul bilancio regionale 2010 UPB S05.01.008 cap. 805.0158 dedicato al "finanziamento per la riorganizzazione delle funzioni regionali in materia di donazione, prelievi e trapianti di organi, tessuti e cellule". Con Determinazione del Direttore del Servizio competente n. 1238 del 17.12.2010 è stato assunto l'impegno di spesa della somma di euro 250.000 finalizzata alla promozione e informazione sulla donazione di organi e tessuti, da ripartire come di seguito riportato:

• euro 100.000 da destinare alla ASL n. 8 di Cagliari per l'attuazione di due corsi regionali TPM riconosciuti dal Centro Nazionale Trapianti e dall'Istituto Superiore di Sanità rispettivamente per 36 medici e 36 infermieri finalizzati al coordinamento della donazione e del prelievo di organi, tessuti e cellule;

• euro 150.000 per la realizzazione di una campagna di promozione e informazione sulla donazione degli organi, in corso di definizione, che dovrà essere realizzata attraverso i media, di concerto tra l'Assessorato, il Centro Regionale Trapianti e il Coordinamento donazione e prelievo di organi e tessuti, con il coinvolgimento di fornitori beneficiari vari.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Meloni Valerio - Bruno - Lotto - Manca sulla mancata nomina del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna "Giuseppe Pegreffi". (419)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, per quanto concerne le competenze di questo assessorato, non si rilevano motivi ostativi alla nomina del direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale "Giuseppe Pegreffi" di Sassari.

In proposito si fa presente che la L.R. n. 12/1998 all'art.12 stabilisce che il direttore Generale dell'IZS è nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale e non con deliberazione della Giunta Regionale come avviene per i Direttori generali delle ASL.

Dall'esame della normativa vigente in materia (D.L.vo n. 502 del 1992 art.3 e 3 bis, testo vigente al 31.12.2005, D.L. 27 agosto 1994 n. 512 convertito con L. 590/1994 e L.R. n.10/2006) non risultano attribuzioni specifiche in capo all'Assessore della Sanità Regionale in riferimento all'individuazione e/o alla nomina del direttore dell'IZS, ferme restando le competenze riferibili alla materia sanitaria. Va comunque evidenziato che la deliberazione della Giunta Regionale n.14/10 del 06.04.2010 sottopone a controllo dell'Assessorato competente in materia di personale gli atti attinenti le procedure concorsuali ed alla costituzione dei rapporti di lavoro.

Per quanto attiene invece al punto 2 dell'interrogazione, l'osservazione secondo la quale l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale "Giuseppe Pegreffi" di Sassari, necessiti di urgenti provvedimenti onde scongiurare la paralisi totale dello stesso, non risulta che tale scenario sia supportato da dati di fatto. Dagli elementi in nostro possesso emerge, di contro, che la struttura in questione continua ad erogare i servizi di competenza con regolarità, ed anzi ha attualmente allo studio la predisposizione di progettazioni relativi alla partecipazione a bandi nazionali ed internazionali.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Barracciu - Bruno - Espa sulla mancata nomina del direttore della Struttura complessa di neurochirurgia dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari e sulla dubbia legittimità della nuova selezione. (421)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, con la quale viene asserita l'illegittimità della procedura selettiva per il conferimento di un incarico quinquennale di Direttore della Struttura complessa di Neurochirurgia, indetta dal Commissario dell'AO G. Brotzu con deliberazione n. 1308 del 13.09.2010, si rappresenta quanto segue.

A seguito di procedura selettiva per il conferimento dell'incarico di Direttore della S. C. di Neurochirurgia, indetta dall'Azienda Ospedaliera G. Brotzu di Cagliari con Deliberazione n. 203 del 17 novembre 2009, venivano dichiarati idonei due candidati. Considerata la ristretta possibilità di scelta e preso atto dei giudizi della Commissione che, pur positivi, non sono risultati ottimi o eccellenti, con Deliberazione n. 1176 del 6 agosto 2010 il Commissario dell'A.0 Brotzu disponeva di non attribuire l'incarico e di rinnovare la procedura.

Come noto, il conferimento dell'incarico di direttore di Struttura complessa trova la sua disciplina giuridica nell'art. 15 ter del D.Lgs. n. 502/92 il quale prevede che "l'attribuzione dell'incarico di direzione di struttura complessa è effettuato dal Direttore generale, previo avviso da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, sulla base di una rosa di candidati idonei, selezionata da un'apposita Commissione".

La procedura selettiva per il conferimento di incarichi di dirigente medico di S.C., secondo il prevalente orientamento giurisprudenziale, non ha natura strettamente concorsuale ed è priva del carattere vincolante della sequenza procedimentale tipica delle procedure concorsuali, tanto che al suo esito non viene neppure redatta una graduatoria di merito. La scelta del responsabile di S.C. da attuarsi all'esito della procedura selettiva è, infatti, rimessa esclusivamente alla valutazione ampiamente discrezionale e fiduciaria del Direttore Generale di un'Azienda Sanitaria e, contrariamente a quanto asserito dagli interroganti, non può esaurirsi nella scelta tra gli idonei.

Ad ogni modo, considerato che gli onorevoli interpellanti richiedono l'intervento dello scrivente Assessore volto alla revoca della deliberazione n. 1308 del 13.09.2010, si ritiene doveroso informare che il Tribunale di Cagliari - Sezione Lavoro, con ordinanza n. 59/010 del 28 dicembre 2010 si è pronunziato sulla procedura selettiva in esame riconoscendo la legittimità della stessa e rigettando in toto il ricorso proposto da uno dei candidati valutati idonei.

In particolare, il Giudice del Lavoro, dopo aver ribadito che "la procedura selettiva per il conferimento di incarichi di dirigente medico responsabile di struttura complessa non ha natura strettamente concorsuale", ha evidenziato "il carattere eminentemente discrezionale e fiduciario della scelta da operarsi all'esito della procedura selettiva" la quale "è finalizzata a consentire all'amministrazione di compiere la scelta più opportuna e conveniente, in adesione al principio di buon andamento della stessa".

Lo stesso Giudice ha, quindi, precisato che "la decisione del Commissario che, trovandosi ad una possibilità di scelta su due soli candidati.... ha preferito rinnovare la procedura, non appare quindi arbitraria, ma coerente con una situazione legislativamente tipizzata e considerata come anomala".

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Zuncheddu sul mancato riconoscimento della colonia felina di Su Pallosu (San Vero Milis) da parte della ASL di Oristano. (431)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base delle informazioni acquisite presso la ASL n. 5 di Oristano, si rappresenta quanto segue.

Con Deliberazione n. 17/39 del 27.04.2010 la Giunta Regionale ha approvato le direttive in materia di lotta al randagismo specificando i compiti e le funzioni dei vari enti coinvolti. Posto che la normativa di riferimento non contempla la lotta al randagismo del gatto, ma disciplina la gestione delle colonie feline, l'art. 11 del citato documento specifica che i Comuni, tramite le Associazioni o i cittadini volontari, debbano censire e gestire le colonie feline e che, per impedire un incremento numerico dei felini, debbano concordare con le ASL appositi piani di sterilizzazione.

Nello specifico, il Servizio Veterinario della ASL di Oristano ha preso atto della presenza della colonia felina di "Su Pallosu" nel mese di giugno 2010. Poiché l'Azienda risultava sprovvista di ambulatorio proprio in cui effettuare le sterilizzazioni dei felini, si è reso necessario individuare dei locali adatti a tale finalità. A seguito di un accordo sottoscritto tra la ASL n. 5 e il Comune di Oristano, sono stati individuati quale sede dell'ambulatorio veterinario per la sterilizzazione dei cani randagi e dei felini, i locali dell'ex mattatoio di Oristano, concessi dal Comune di Oristano alla stessa Azienda in comodato d'uso gratuito.

Allo stato attuale risultano essere in corso di ultimazione i necessari lavori di adeguamento della struttura. Nelle more dell'ultimazione dei lavori la ASL ha provveduto alla richiesta d'acquisto dell'attrezzatura chirurgica, del materiale di consumo e dei farmaci necessari al buon funzionamento dell'ambulatorio veterinario pubblico. Successivamente all'allestimento dell'ambulatorio, si procederà ad informare i referenti delle colonie feline sulle attività di sterilizzazione.

La ASL garantirà, tramite un adeguato numero di veterinari, gli interventi chirurgici che dovessero rendersi necessari.

La promozione turistica della borgata marina "Su Pallosu", intrapresa dagli Enti istituzionalmente preposti, verrà pertanto sostenuta anche dal Servizio Veterinario, attraverso la tutela e valorizzazione della colonia felina presente sul territorio.

Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all'interrogazione Locci sulla grave situazione delle abitazioni in zona demaniale di Calasetta e Sant'Antioco. (438)

L'interrogante, richiamando l'attenzione del Presidente e dell'Assessore degli Enti Locali ed Urbanistica, richiede quali provvedimenti urgenti vengano posti in essere dagli Uffici da loro condotti per fa risoluzione delle consapute problematiche scaturenti dai provvedimenti di delimitazione ex art. 32 della Codice della Navigazione adottati dagli organi statali, Capitaneria di Porto di Cagliari e Filiale per la Sardegna dell'Agenzia del Demanio, che hanno incluso nel Demanio marittimo alcune aree sulle quali sorgono appartamenti di civile abitazione nei comuni di Sant'Antioco e Calasetta.

Occorre premettere come le attribuzioni della Regione Autonoma della Sardegna in materia di delimitazione del demanio marittimo (art. 32 C.d.N.) o di esclusione dal medesimo di determinate aree (art.35 C.d.N.), siano limitate a mere attribuzioni di impulso su procedimenti di competenza dello Stato.

Tali attribuzioni, infatti, non hanno formato oggetto del trasferimento di funzioni alla regione operato con l'art. 105 del D.lgs. 112/98 e dal D.lgs 234/01, ma permangono nella sfera delle competenze riservate allo Stato, che le esercita attraverso gli Uffici periferici del corpo delle Capitanerie di Porto e dell'Agenzia del Demanio. Ciò discende oltre che dalla lettera della normativa richiamata, anche dalla giurisprudenza costante della Corte Costituzionale che in materia si è espressa con sentenze n° 343 del 1995, n° 427 del 2004, nn. 94 e 102 del 2008.

In tale quadro normativo, seppur in assenza di attribuzioni direttamente esercitabili, gli Uffici dell'Amministrazione regionale stanno svolgendo un'attività di impulso sugli organi statali al fine promuovere la sdemanializzazione delle aree in questione; in tale contesto, il giorno 5 dicembre 2010 si è tenuto un tavolo tecnico presso il Comune di Sant'Antioco al quale ha partecipato, per la Regione Sarda, la Direzione del Servizio Centrale del Demanio e Patrimonio dell'Assessorato degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica.

Il tavolo tecnico si concluso con la condivisione di tutte le amministrazioni intervenute (Capitaneria di Porto, Agenzia dei Demanio, Comune di Sant'Antioco) sull'esigenza di immediato avvio del procedimento di sdemanializzazione di tutte le aree in argomento.

Pertanto, non appena ultimate le rilevazioni topografiche, in corso di realizzazione a cura dell'amministrazione comunale, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti procederà alla sclassifica delle aree a termini dell'art. 35 del Codice della Navigazione con conseguente trasferimento degli immobili alla Regione Sarda a termini dell'art. 14 dello Statuto Sardo.

Al termine di questo procedimento sarà consentito il trasferimento dei compendi in esame all'amministrazione comunale per la loro definitiva finalizzazione.

Analogamente si sta procedendo per i contesti demaniali ricadenti nel Comune di Calasetta.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Amadu sulla necessità di correggere i criteri per la valutazione e il finanziamento dei piani personalizzati ai sensi della legge n. 162 del 1998. (471)

Il Consiglio Regionale nella seduta del 18 novembre 2010 ha approvato un ordine del giorno con cui si impegnava la Giunta Regionale ad apportare alcune modifiche ai criteri per la predisposizione e l'assegnazione dei finanziamenti dei Piani Personalizzati di sostegno in favore delle persone con grave disabilità di cui alla legge 162/98, individuati con deliberazione della Giunta Regionale n. 34/30 del 18.10.2010.

In particolare l'ordine del giorno impegnava la Giunta Regionale:

  • A salvaguardare i livelli di assistenza finora garantiti dalla corretta applicazione della legge alle persone in situazione di handicap grave, ridefinendo i criteri secondo principi di ulteriore equità e ragionevolezza;
  • Confermare una disponibilità di risorse sufficienti a garantire il livello della spesa effettiva del 2010;
  • Impegnarsi, nel caso in cui ciò fosse necessario, a proporre al Consiglio Regionale di incrementare le risorse fino a un limite di 116 milioni di euro;
  • "Far sì che in caso di aumento consistente dei piani finanziari con le nuove richieste in via di presentazione, e quindi di una sufficienza di fondi a garantire gli stessi livelli di quest'anno, una eventuale riduzione si applichi in percentuali identiche a tutti i piani";
  • Sottoporre al parere della Commissione competente i nuovi criteri da elaborare.

Avuto riguardo dell'ordine del giorno citato, della conclusione del dibattito sulle mozioni n. 95 e n. 98 sulla delibera di Giunta n. 34/30 del 2010 e in considerazione della volontà comune in merito alla rivisitazione dei criteri secondo principi di ulteriore equità e ragionevolezza, si è proceduto alla predisposizione di una Deliberazione di parziale modifica dei criteri per la predisposizione e l'erogazione dei finanziamenti relativi ai piani personalizzati di sostegno in favore delle persone con grave disabilità, già sottoposta alla Commissione Sanità del Consiglio Regionale cosi come indicato nell'ordine del giorno stesso.

La proposta di Deliberazione è stata quindi presentata alla Giunta che l'ha approvata nella seduta del 21.12.2010 con il n. 45/18.

Con tale Deliberazione la Giunta, oltre ad aver recepito le indicazioni contenute nell'ordine del giorno di cui trattasi, ha proceduto a:

  • prorogare al 10 febbraio 2011 la presentazione da parte dei comuni delle schede riepilogative dei piani personalizzati;
  • prorogare al 28 febbraio 2011 la validità dei piani personalizzati delle persone con disabilità grave del programma 2009, che hanno presentato il piano anche per il programma 2010 da attuarsi nel 2011;
  • far decorrere dal marzo 2011 l'attivazione dei piani personalizzati relativi ai programma 2010 da attivarsi nell'anno 2011.

Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis sulla mancata attribuzione della medaglia di presenza e indennità di missione/trasferta previste dalla legge regionale 22 giugno 1987, n. 27. (479)

  • Con riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, datata 13 gennaio u.s., (prot. n. 0000381 del 20/01/2011) con la quale si chiede di conoscere "quali siano i motivi che hanno impedito l'attribuzione della medaglia di presenza e indennità di missione/trasferta previste dalla legge regionale 22 giugno 1987, n. 27", alla Commissione scientifica costituita in data 4 novembre 2009 dall'Assessorato regionale della pubblica istruzione, ai sensi dell'art. 1 della L.R. 14/2006, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
  • La legge finanziaria 21.4.2005, n. 7, art. 41, comma 4, ha demandato la competenza in ordine al pagamento di gettoni di presenza e di altre indennità spettanti ai componenti di comitati, commissioni e altri consessi, all'organo amministrativo cui i suddetti organismi fanno riferimento; la Direzione del Personale non può, pertanto, provvedere al pagamento delle somme richieste.
  • Il comma 3 dell'art. 1 della L.R. 27/1987, che fissa gli importi della medaglia giornaliera di presenza, non è stato abrogato; infatti l'art. 4 della L.R. 32/1997, ha introdotto il comma 1 bis nel citato art. 1 della L.R. 27/87, che disciplina il trattamento economico dei componenti del Comitato paritetico per le servitù militari; la numerazione dei commi è stata confermata dalla successiva legge di modifica della L.R. 27/1987, la LR. 22/1999.
  • Pertanto il comma che fissa gli importi della medaglia giornaliera di presenza alle lettere a), b) e c), risulta essere il comma 3 tutt'ora in vigore e non il comma 4, effettivamente abrogato dall'articolo 41, comma 5 della L.R. 7/2005.
  • Da ciò consegue che ai componenti di comitati, commissioni ad altri consessi operanti presso l'Amministrazione regionale spetta una medaglia giornaliera di presenza ed il rimborso delle spese di viaggio ex articolo 1, comma 1, lettera c), della L.R. 27/1987, ma non anche l'indennità di trasferta di cui alla lettera b del medesimo articolo in quanto abrogata dall'articolo 20, comma 27 della L.R. 4/2006.
  • Per il mancato pagamento della medaglia di presenza ai componenti della Commissione scientifica da parte dell'Assessorato della Pubblica Istruzione occorre chiedere al competente Assessorato. Può presumersi che il fatto sia da imputare alle difficoltà interpretative delle norme istitutive delle numerose commissioni, comitati o consessi operanti presso lo stesso assessorato, non esenti da ambiguità. Infatti il legislatore regionale, nel prevedere i compensi, in alcuni casi fa riferimento alla medaglia di presenza e non anche alle indennità o rimborsi spesa previste dalla legge; in altri casi usa locuzioni generiche che potrebbero far riferimento anche ai compensi, indennità o rimborsi spese.
  • Si ritiene pertanto che ogniqualvolta le leggi istitutive di Commissioni presso l'amministrazione regionale, per le competenze spettanti ai componenti dei suddetti consessi rimandino alla L.R. 27/1987, per omogeneità di trattamento si debba provvedere al rimborso delle spese di viaggio ed al pagamento delle medaglie di presenza.

Testo delle mozioni annunziate in apertura di seduta

Mozione Zedda Massimo - Sechi - Uras sull'avviato processo di revisione del Piano paesaggistico regionale.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il bene paesaggistico della Sardegna è completamente tutelato dalle seguenti normative comunitarie, nazionali e regionali:

- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000);

- decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137 - Codice Urbani), e successive modificazioni;

- legge regionale 25 novembre 2004, n. 8 (Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale);

- decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), e successive modificazioni;

- Piano paesaggistico regionale;

- legge regionale 4 agosto 2008, n. 13 (Norme urgenti in materia di beni paesaggistici e delimitazione dei centri storici e dei perimetri cautelari dei beni paesaggistici e identitari);

- legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo);

- deliberazione della Giunta regionale n. 56/38 del 29 dicembre 2009;

PREMESSO, inoltre, che si ha notizia che:

- nella avviata revisione del Piano paesaggistico regionale, la Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia stia sostenendo la tesi che trasforma i beni paesaggistici e identitari di valore storico culturale, individuati puntualmente nella cartografia del Piano paesaggistico regionale, ai sensi del comma 2, articolo 1, della legge regionale n. 13 del 2008, in "elementi", determinando la conseguente perdita della valenza di "beni paesaggistici" e limitandone così il livello di tutela;

- nel procedimento di cui sopra i centri di antica e prima formazione, comunemente detti "Centri matrice" perdano il valore di "beni paesaggistici" e i vincoli che ne conseguono;

- pare non siano stati coinvolti nel procedimento di revisione del Piano paesaggistico regionale il Ministero per i beni e le attività culturali e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, come previsto dal decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice Urbani);

- pare non siano stati coinvolti anche l'Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'Assessorato dei lavori pubblici, l'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, l'Assessorato del turismo, artigianato e commercio e l'Assessorato della difesa dell'ambiente, come stabilito nella deliberazione della Giunta regionale n. 56/38 del 29 dicembre 2009;

- pare non siano mai state istituite le commissioni provinciali previste dall'articolo 137 del decreto legislativo n. 42 del 2004,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a sospendere ogni iniziativa che possa, in qualunque modo, determinare violazioni di legge o incida, arbitrariamente, in ambiti di competenza istituzionale diversi da quelli della stessa Giunta regionale, costituendo, di fatto, presupposti di illegittimità degli atti compiuti o da compiere in relazione alla revisione dello strumento paesaggistico regionale;

2) a riferire in merito, con urgenza, al Consiglio regionale. (121)

Mozione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di apprestare tutte le azioni necessarie per fronteggiare la situazione di emergenza che si potrebbe determinare a causa dello sbarco degli immigrati nella nostra Isola.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- i tragici avvenimenti degli ultimi tempi del Nord Africa, in particolare dei paesi del Maghreb, stanno alimentando una nuova e prepotente fuga delle popolazioni da queste zone teatro di sanguinosi avvenimenti;

- dopo la saturazione dell'Isola di Lampedusa i migranti stanno dirottando la loro attenzione verso la Sardegna, la quale rappresenta, unitamente alla Sicilia, il primo punto di arrivo degli stessi in Italia;

- nella giornata del 4 aprile 2011 la spiaggia di Cala Cipolla, in territorio di Chia (Comune di Domus de Maria), è stata interessata dallo sbarco di 25 tunisini e nella giornata odierna sono attesi circa 700 immigrati;

- il Frontex (agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea) ha stimato il possibile arrivo in Italia di 1/1,5 milioni di rifugiati/clandestini/immigrati;

- si prevede, inoltre, che nell'immediato, parte notevole di questo flusso possa approdare in Sardegna clandestinamente, avvantaggiato anche dall'avvicinarsi della bella stagione e dalla transitabilità del canale di Sardegna;

- in relazione a queste previsioni è precipuo dovere della nostra Regione, nel rispetto dell'obbligo morale e istituzionale di solidarietà, predisporre tutti i rimedi atti a gestire l'imponente flusso migratorio che potrebbe vedere coinvolto il nostro territorio;

CONSIDERATO che:

- nell'immediato la nostra Isola si potrebbe quindi trovare nelle condizioni di dover fronteggiare una emergenza umanitaria, sanitaria e di ordine pubblico senza precedenti;

- moltissimi immigrati giungeranno nella nostra Isola in maniera illegale e clandestina potendo così produrre inediti problemi di ordine pubblico e tensioni sociali difficilmente controllabili;

- il fenomeno in Sardegna è per il momento limitato e, pertanto, ci si può ancora attrezzare in tempo per governare i problemi che potranno verificarsi, evitando di correre ai ripari solo in condizioni di emergenza;

RITENUTO che al fine di contemperare gli interessi degli immigrati e quelli del popolo sardo si impone la necessità di monitorare le presenze sin dal loro arrivo, al fine di valutare la portata del flusso ed intervenire nella gestione delle problematiche ad esso legate,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a non sottovalutare le gravi tensioni che stanno sconvolgendo molti paesi del Nord Africa e ad intervenire tempestivamente al fine di organizzare, in collaborazione con il Governo nazionale, un piano dettagliato di assistenza umanitaria e di accoglienza in strutture idonee, con lo scopo di conciliare il dovere di assistenza e solidarietà con la tutela del diritto del popolo sardo a vivere in un territorio tranquillo ed ordinato;

2) ad interloquire con il Prefetto di Cagliari al fine di rivedere la decisione di adibire il centro sito in viale Elmas all'ospitalità di 700 migranti, in contrasto con quanto stabilito in merito alla allocazione dei siti fuori dalla cinta urbana;

3) a definire le necessarie intese per intensificare e/o predisporre controlli, 24 ore su 24, sulle coste sarde, in particolare sui punti strategici che hanno costituito anche nel recente passato zona di approdo per gli immigrati; ciò al fine di intercettare le presenze sin dal loro arrivo e monitorare con precisione la dimensione del flusso migratorio per poterlo fronteggiare ed indirizzare, nell'interesse degli stessi migranti. (122)

Mozione Capelli - Maninchedda - Pittalis - Barracciu - Ladu - Cocco Daniele Secondo - Bruno - Cucca - Mula - Mariani - Sabatini - Uras - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Cocco Pietro - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Greco sulla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e sull'istituzione della relativa direzione generale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- già nel 2002 veniva siglato, tra la Giunta regionale ed il Comune di Nuoro, un protocollo d'intesa per la tutela e la salvaguardia del Monte Ortobene, nel quale si prevedeva la nascita nel capoluogo barbaricino della scuola forestale regionale, con sede nell'albergo ex Esit presso il medesimo Monte Ortobene;

- la Giunta regionale approvava la delibera n. 32/13 del 3 agosto 2004 (proposta dall'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, Gabriele Asunis, di concerto coi colleghi della difesa dell'ambiente, Emilio Pani, e del turismo, artigianato e commercio, Roberto Frongia), con la quale venivano ratificati gli impegni contenuti nel protocollo per la trasformazione dell'ex Esit nella scuola regionale di formazione e aggiornamento degli agenti forestali, con la previsione dell'utilizzo della struttura anche da parte dell'Università nuorese in interazione con i programmi di ricerca della forestale e di altri istituti dei paesi del Mediterraneo;

VISTE:

- la legge regionale 11 maggio 2006, n. 4, articolo 22, che al comma 16 così dispone: "A valere sulle disponibilità recate dalla UPB S05.102 è autorizzata, per l'anno 2006, la spesa di euro 50.000 per la predisposizione dello studio di fattibilità della scuola di formazione del Corpo forestale da realizzarsi a Nuoro.";

- la legge regionale n. 2 del 2007, articolo 15, che al comma 10 così dispone: "A valere sulle disponibilità recate dall'UPB S04.08.013 - cap. SC04.2246 è autorizzata, per l'anno 2007, l'ulteriore spesa di euro 50.000 per il completamento dello studio di fattibilità della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale da realizzarsi a Nuoro.";

- la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 5, che al comma 17 così ha disposto: "Per l'attuazione degli interventi conseguenti alle disposizioni previste dalla legge regionale n. 4 del 2006, articolo 22, comma 16, e dalla legge regionale n. 2 del 2007, articolo 15, comma 10, diretti alla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 5.000.000 (UPB S02.02.004).";

RISCONTRATO che:

- la previsione di cui all'articolo 5, comma 17, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, non ha trovato applicazione da parte dell'Assessorato competente;

- i fondi ivi previsti per l'istituzione della scuola forestale sono "scomparsi" dal bilancio regionale senza (fra l'altro) che l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, espressamente interpellato nel corso della discussione della legge finanziaria 2011, abbia saputo fornire al riguardo giustificazione alcuna;

- per quanto sopra, con la legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, articolo 5, comma 19, il Consiglio regionale disponeva nuovamente che "È autorizzata, nell'anno 2011, a completamento di quanto previsto dalle leggi regionali n. 4 del 2006, articolo 22, comma 16 e n. 2 del 2007, articolo 15, comma 10, la spesa di euro 5.000.000 finalizzata alla realizzazione della scuola forestale della Sardegna (UPB S02.02.004).";

CONSTATATO inoltre che:

- parrebbe essere intenzione della direzione generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, con l'eventuale consenso dell'Assessore della difesa dell'ambiente, istituire "in via provvisoria" la direzione della scuola forestale nell'ambito del Servizio antincendio, presso la direzione a Cagliari;

- la direzione e la scuola avrebbero quindi una diversa collocazione logistica rispetto a quella prevista nella disposizioni legislative sopra riportate,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente

1) a riferire in Consiglio regionale sullo stato di attuazione delle disposizioni normative previste dalle leggi regionali riportate in premessa inerenti la realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna a Nuoro;

2) a dare attuazione alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, articolo 5, comma 19, disponendo l'immediata istituzione nel Comune di Nuoro della direzione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna. (123).)