Seduta n.51 del 07/10/2009
LI SEDUTA
(POMERIDIANA)
Mercoledì 7 ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 21.
ZUNCHEDDU, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di mercoledì 30 settembre 2009 (44), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Antonio Cappai, Mariano Contu, Domenico Gallus, Paolo Maninchedda, Nicolò Rassu e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 7 ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. In ottemperanza all'articolo 59, comma 4, del Regolamento che recita: "I nomi dei Consiglieri che non partecipano per oltre cinque giornate di sedute consecutive alle sedute del Consiglio, senza aver ottenuto regolare congedo, sono annunziati dal Presidente del Consiglio in Assemblea", annuncio che l'onorevole Renato Soru è stato assente per cinque giornate consecutive di sedute.
Commemorazione delle vittime dell'alluvione nel Messinese
PRESIDENTE. Il Consiglio regionale e il popolo sardo si uniscono al dolore della gente di Sicilia colpita da una così grave tragedia. L'Assemblea legislativa della Sardegna esprime profonda solidarietà alle istituzioni e alle famiglie delle vittime dell'alluvione che ha colpito la zona di Messina.
Ci stringiamo ai nostri amici della Sicilia a cui ci lega, oltre che un sentimento di amicizia e di fratellanza, il comune destino di essere un'isola. Abitare in una terra circondata dal mare amplifica ogni evento e rende più profonde le ferite che ogni calamità provoca sul territorio e nella gente. E' un'esperienza che, purtroppo, in Sardegna conosciamo bene. Davanti a eventi eccezionali come quello che ha ricoperto di fango interi paesi del Messinese è inevitabile essere colpiti da un senso d'impotenza. Ma la desolazione dei primi momenti non deve far abbandonare la speranza per un futuro migliore e deve far prevalere la voglia di reagire. Esprimo a nome del popolo sardo il cordoglio più sincero alle popolazioni colpite da questa ennesima calamità.
Sospendo i lavori per cinque minuti in ricordo delle vittime di questa tragedia che ha colpito la Sicilia.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 23, viene ripresa alle ore 16 e 34.)
rilancio dell'economia" (67)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del testo unificato numero 53-67/A. Eravamo in fase di votazione degli emendamenti soppressivi parziali all'articolo 4.
Passiamo agli emendamenti numero 20, numero 120 e numero 198, che sono sostanzialmente uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 20, 120 e 198.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che il consigliere Planetta si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Capelli - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Meloni Francesco - Planetta.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 36
votanti 33
astenuti 3
maggioranza 17
favorevoli 3
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
Passiamo agli emendamenti numero 21 e 200, che sono uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sono emendamenti che propongono la soppressione del comma 4 dell'articolo 4, che prevede che gli incrementi siano realizzati in continuità rispetto al fabbricato esistente e ove ciò non fosse possibile si possono fare corpi di fabbrica separati. Questo è esattamente l'elemento più devastante nella fascia dei 300 metri ed è quello che consentirà, come ho detto prima, ai comuni che hanno già strutturato la pianificazione urbanistica comunale, realizzando volumi in deroga nella misura del 400 per cento all'interno del proprio territorio, di far finta che tutto ciò sia azzerato e da lì ricominci un'altra deroga.
Cioè la discriminante di questo articolo è considerare che chi ha abusato del territorio in un momento in cui non c'era poi tanto governo del territorio possa approfittare ancora del proprio territorio per incrementare ulteriormente i volumi. Tutto questo lo fate senza neppure sapere qual è l'opinione dei comuni, e siccome qui è stato dichiarato che voi avete un rapporto solidale con i comuni, vi vorrei ricordare che la legge della Lombardia - i vostri colleghi lombardi governano da tempo e sono notoriamente migliori di voi - sul piano casa, all'articolo 5, comma 6, prevede che entro un termine, che è fissato nel 15 ottobre, i comuni possono deliberare (con delibera del consiglio comunale, come abbiamo scritto noi) di accogliere totalmente o parzialmente la disciplina che la Regione sta emanando, proprio per mantenere in piedi il senso dell'autonomia dei comuni, che invece voi eliminate totalmente.
E' un fatto molto grave come vi insegnano i vostri colleghi della Lombardia, che almeno il pudore di considerare di essere in un sistema istituzionale costituito da comuni, province e regioni lo hanno avuto, mentre voi non avete avuto neanche quello.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Onorevole Diana, innanzitutto vorrei leggere un sms molto bello che mi è arrivato da Roma intitolato: "L'Isola bella e felice: da terra arida e sterile a luogo verdeggiante". E' un articolo che, se me lo consentite, farò avere a tutti i consiglieri regionali, perché è veramente bello. E' di Paolo Bernardini, docente dell'Università di Cagliari, archeologo di fama nazionale e internazionale, che parla del paesaggio della Sardegna. E poiché è attinente al comma 4 dell'articolo 4 della legge in esame, leggerò alcune cose che Bernardini disse già due anni fa: "Gli dei hanno in serbo un altro regalo per la Sardegna: la promessa per i suoi abitanti della libertà eterna. Mai le sue genti saranno asservite e dominate fino alla fine dei tempi. Nella riflessione dei greci la dimensione insulare è lo stato fisico ideale nel quale l'uomo può realizzare pienamente la sua umanità, salvaguardando assieme la propria autonomia intellettuale e la propria libertà. Ma l'immagine positiva dell'isola sarda espressa nel mito e nella leggenda è radicata anche in alcune tradizioni riportabili al mondo e alla cultura della Grecia d'Asia, che vengono definite storiche per distinguerle da quelle di ambito mitografico. Queste tradizioni si trovano in Erodoto, viaggiatore curioso e storico sagace del V secolo prima di Cristo. Il contesto storico è la prorompente avanzata degli eserciti persiani in terra d'Asia e la minaccia che pende sulle città greche della Ionia". Stiamo parlando, badate, della storia della Sardegna, perché noi non ci rendiamo conto della bellezza, della profondità e dell'interesse che la nostra storia può suscitare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, approfitto della dichiarazione di voto anche per chiedere, così non interverrò sull'ordine dei lavori, come sono stati organizzati i lavori della giornata, perché venerdì scorso non ero presente alla Conferenza dei Capigruppo. Le notizie che ho sono frammentarie e io non sono in condizioni di programmare i lavori del mio Gruppo.
Il comma 3 indica…
MANCA (P.D.). Comma 4.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non siamo all'emendamento numero 20?
PRESIDENTE. Siamo agli emendamenti numero 21 e 200. Ne approfitto, onorevole Uras, per comunicarle la programmazione dei lavori, che è esattamente uguale a quella di ieri: i lavori saranno sospesi alle ore 21, riprenderanno alle 21 e 30 e proseguiranno sino alle 2 del mattino.
Prego, onorevole Uras.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Penso che, almeno per quanto mi riguarda, chiederò ai colleghi Bruno e Salis di proporre una riunione della Conferenza dei Capigruppo, perché la questione è questa: noi possiamo anche rimanere qua nei prossimi venti giorni a fare, così come stiamo facendo, ostruzionismo, petto contro petto, su ogni singola lettera e argomento di questa legge, oppure possiamo fare i legislatori, che non stanno quattordici o quindici ore consecutive in aula, facendo perdere alla Giunta per prima la lucidità per affrontare un tema di questa natura.
Questa non è una legge che tratta argomenti di poco conto; questa è una legge che tratta della gestione del territorio della Sardegna. Non possono essere adottati strumenti di questa natura, perché è su questi argomenti che nascono e crollano le maggioranze, perché è su questi argomenti che c'è lo scontro politico, lo scontro democratico, non l'imposizione, perché l'imposizione viene rigettata con tutta l'energia che è necessaria.
Io voterò a favore della soppressione dell'articolo 4, perché sono, come è noto, assolutamente contrario a tutte le parti di questo articolo, quindi anche al comma 4, che prevede gli incrementi purché siano realizzati in continuità rispetto al fabbricato esistente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, intanto do il benvenuto all'assessore Sannitu, del quale stamattina abbiamo sentito tanto la mancanza. Adesso, se è possibile, darà il suo contributo. Ha accolto le nostre sollecitazioni e questo ci fa piacere.
Annuncio il mio voto favorevole all'emendamento numero 21, che prevede la soppressione del comma 4 dell'articolo 4. Questo comma è il classico esempio dell'effetto moltiplicatore delle deroghe. Presidente, è possibile avere, almeno alle mie spalle, un po' di silenzio?
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Cuccu. Onorevole Lotto, onorevole Sanna, per cortesia consentite all'oratore di svolgere il suo intervento.
CUCCU (P.D.). Grazie, Presidente. Dicevo che il comma 4 è il classico esempio di quello che è l'effetto moltiplicatore delle deroghe, come diceva il collega Sanna. Si è andati avanti a forza di deroghe; quello è il punto zero e oggi aggiungiamo una ulteriore deroga, quindi c'è proprio un effetto moltiplicatore delle deroghe e l'esempio è lampante. Non avete neanche il pudore di verificare caso per caso che cosa sia successo, perché questa norma la estendete a tutto il territorio regionale, a prescindere da quello che è successo. Siete talmente affetti da delirio del lasciar fare che ormai siete un fiume in piena! Ve ne fregate altamente di quello che è successo nei comuni e tutto ciò sta diventando perfino patologico. Prima vi facevate paladini dell'autonomia degli enti locali, oggi non vi interessa più la pianificazione che i comuni devono fare nel proprio territorio, non vi interessa sapere se i comuni hanno concesso deroghe, se lo hanno fatto a ragion veduta e se attraverso quelle deroghe hanno raggiunto il limite massimo di carico sul loro territorio. Questo è ininfluente, mi pare di capire, e questo comma è proprio l'esempio lampante di quello che si può fare. Si possono fare nuove costruzioni addirittura all'interno dei 300 metri! Avevate sempre detto che questo non sarebbe stato ammissibile e qui lo state invece consentendo. Invito pertanto tutti ad avere po' di coerenza, ad analizzare attentamente queste quattro righe, che sembrano poca cosa, ma sono di importanza fondamentale.
Si concede di tutto anche all'interno dei 300 metri, dove si possono fare nuove costruzioni qualora non sia "materialmente o giuridicamente" possibile realizzarle in continuità rispetto ai fabbricanti esistenti. Qualcuno dovrà anche dimostrare in che maniera materialmente o giuridicamente ciò non è possibile. State andando a incidere su un tessuto già carico di volumetrie senza valutare che cosa questo carico ha comportato. E la cosa più importante, che non ci stancheremo mai di dire, è che state espropriando i comuni della loro funzione fondamentale, che è la pianificazione urbanistica del proprio territorio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento che propone la soppressione del comma 4, proprio per il conseguente danno che provocherebbe un intervento di questo tipo all'interno di un'area così delicata come quella dei 300 metri dal mare. E penso soprattutto a quella che è, ancora una volta, la volontà della Giunta, cioè quella di garantire, in ogni caso, un surplus di volumetria. Avrebbe avuto un significato: "Gli incrementi sono realizzati in continuità rispetto al fabbricato esistente, ove ciò non risulti" si chiude la possibilità. Invece no, si consente in ogni caso l'aumento volumetrico, perché questa è la strategia, questo è l'impegno probabilmente assunto in campagna elettorale e va portato sino all'esasperazione. Esasperazione non è una parolaccia, vero, collega De Francisci? Si può usare? La ringrazio, perché vorremmo mantenerci all'interno dei binari di una correttezza di linguaggio che sembra non guastare.
Penso, per esempio, a realtà come gli alberghi. Ho detto stamattina che l'Hotel Baia di Conte, situato nella baia di Porto Conte, quando venne progettato, negli anni '70, doveva essere un volume magnifico immerso, anzi "affogato" nel verde, così come si diceva. Nonostante il verde continui a crescere e a proliferare, venga innaffiato e concimato, non riesce ad "affogare" questo mostro che è stato collocato lì, in riva al mare, su un'area di altissimo valore archeologico, tra l'area romana, l'area archeologica e l'area fenicio-punica. Rimane lì questo mostro; mostro sanato, dopo una sentenza definitiva di abuso edilizio emessa dall'allora giudice Fiandanese, per volontà dell'amministrazione comunale che nel 1981 non ebbe il coraggio di ordinarne la demolizione, pur potendolo fare. I titolari dell'albergo pagarono 1 miliardo e 600 milioni di lire a titolo di sanatoria. E oggi che cosa facciamo? Consentiamo, qualora non fosse possibile magari perché tutto attorno c'è un'area archeologica, di costruire comunque nuovi volumi che saranno pertinenze. Penso anche all'Hotel Capo Caccia, che molti di voi conoscono, anzi probabilmente tutti voi conoscete, ubicato in una posizione straordinaria, unica al mondo, o all'Hotel El Faro, che gli fa il paio dall'altra parte della baia di Porto Conte, siccome non hanno la possibilità di andare sui fili del costruito, perché sono in una posizione straordinaria, gli si consentirà di realizzare dei volumi separati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, intendo proporre, per l'ennesima volta, all'attenzione dell'Assessore dell'urbanistica e di questa maggioranza una riflessione su un tema che rischia veramente di sfuggirci di mano. E' capitato durante la discussione dell'articolo precedente per quanto riguarda il tema dell'agro, capita adesso.
Assessore, in diversi interventi lei ha spiegato che si tratta di aumenti volumetrici, ma non di nuove strutture. Non è così, nel senso che il comma 4 è chiaro, per questo ne chiediamo la soppressione. Oggettivamente questo comma consente di creare strutture separate da quella principale, poi magari ci aiuti lei nel ragionamento, perché può essere che l'inesperienza e la non totale conoscenza della materia ci portino a dire cose errate. Nel caso di alberghi con grandi superfici coperte potrebbe essere consentita la costruzione di corpi staccati rispetto al corpo principale anche di diversi metri quadri. Questo, chiaramente, prevaricando il ruolo delle amministrazioni locali, che da un certo punto di vista favoriremo, probabilmente anche con finanziamenti per la predisposizione dei PUC o per il loro completamento e adeguamento al PPR. Nel contempo creeremo uno stato di confusione, andremo a pianificare per conto dei comuni assolutamente in deroga a tutti quelli che sono gli strumenti urbanistici vigenti, le leggi sovraordinate e gli stessi PUC. Questo, secondo me, inserisce anche nella programmazione una serie di fragilità negli interventi eventualmente di modifica del PPR, di supporto a quella che è l'organizzazione e la predisposizione dei PUC.
Questo comma, Assessore, necessita assolutamente di una rivisitazione, per cui le chiedo di prendere la parola e di dirci se è così o se stiamo fraintendendo. Noi pensiamo di aver letto chiaramente e che il comma 4 sia scritto in maniera abbastanza esplicita, quindi attendiamo risposte da lei o eventualmente da qualche collega della maggioranza che voglia darci chiarimenti in merito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Per quanto riguarda l'articolo 4 e in particolare il comma 4, che si occupa di immobili a finalità turistico-ricettiva, approfitto della presenza dell'assessore del turismo Sannitu, che evidentemente è qui perché stiamo affrontando una materia che in qualche modo lo riguarda. Cerco anche di capire come questa legge si inserisca in un progetto organico della Giunta Cappellacci. Per esempio, nel leggere il Programma regionale di sviluppo che avete approvato in Giunta si nota che gli interventi che riguardano gli alberghi, e che sono consentiti anche sulle coste, sono improntati all'idea che voi avete di turismo. Ho riletto la parte dedicata al turismo e mi piacerebbe sentire l'assessore Sannitu in merito a come questi interventi si inseriscono nel contesto. Voi dite alcune cose, dite che c'è una forte stagionalità del turismo, che non siamo riusciti in questi anni a risolvere il problema della destagionalizzazione, dopodiché affermate che è irrealistica l'ipotesi di poter sbaragliare la concorrenza semplicemente affidandoci al paesaggio o anche al clima, alla cucina, alle tradizioni e all'ambiente e che ci vuole qualcos'altro.
Io ho cercato di individuare che cosa voi proponete e devo dire che non ne ho trovato traccia se non nel concetto di "Isola quartiere residenziale d'Europa". Allora, mi piacerebbe capire che cos'è la Sardegna quartiere residenziale d'Europa. Vi rifate a un concetto tra l'altro già espresso dall'Assessorato nei primi anni 2000 e che in nove anni non siamo riusciti a realizzare. Vorrei dunque capire a che cosa si riferisce il termine "residenziale", se si riferisce a come fare in modo che tutta la Sardegna sia ospitale, a come realizzare l'alleanza tra la costa e l'interno, a come rendere funzionali gli strumenti che abbiamo utilizzato, gli STL (sistemi turistici locali), a come sviluppare il low cost, su cui veramente ci sono poche righe qui - ma non è lei l'Assessore competente -, mentre vi riferite in particolare a un aeroporto, che è quello di Tortolì.
Insomma, già da una prima lettura del Programma regionale di sviluppo alcuni concetti non appaiono chiarissimi, soprattutto per quanto riguarda il turismo. Allora, come si inserisce questo articolo 4 nel vostro progetto per aumentare, per raddoppiare, per triplicare il PIL? Questa è infatti la vostra intenzione, esplicitata nelle dichiarazioni programmatiche. Sono già passati sette mesi!
Naturalmente il mio voto sugli emendamenti soppressivi del comma 4 è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Esprimo anch'io il mio voto favorevole agli emendamenti soppressivi del comma 4 dell'articolo 4 e approfitto della presenza dell'assessore Sannitu per rappresentare anche a lui, a prescindere dalla contrarietà all'articolo 4, per tante altre ragioni che tralascio per esigenze di tempo, il problema dei destinatari di questo articolo, che individua quali beneficiari solamente gli edifici che esercitano attività ricettive, riducendo al massimo il significato di impresa turistica che è contenuto nell'articolo 7 della legge numero 135 del 2001. Ecco, stamattina, diversi colleghi del nostro Gruppo, tra cui gli onorevoli Diana e Cucca, lo abbiamo rappresentato, prescindendo chiaramente da tutte le altre ragioni che ci vedono respingere le proposte contenute nell'articolo 4.
Vorrei aggiungere - è un ragionamento che facevo in un intervento precedente rivolto all'assessore Asunis - il problema che riguarda alcuni territori, in particolare il litorale da Cagliari sino a Capoterra e Pula, dove gli immobili con finalità turistico-ricettiva spesso insistono in aree sottoposte a vincolo idrogeologico. Noi che aspettiamo emendamenti della Giunta per quanto attiene a ulteriori misure di cautela e di tutela, sappiamo benissimo che in tali zone eventuali ulteriori interventi di ampliamento e di integrazione sono assoggettati al nulla osta forestale. Ma, prescindendo da ciò, vorrei sottoporre all'Assessore un quesito che riguarda gli interventi di ampliamento degli edifici di cui a questo articolo. Vorrei cioè sapere se si è considerato, ai sensi della legge regionale numero 45 del 1989, che nel caso si sia già usufruito dell'incremento del 25 per cento previsto in quella legge e quindi si siano occupate ulteriori aree, si potrebbe non disporre adesso degli spazi necessari per realizzare questo ulteriore ampliamento che, secondo il nostro punto di vista, comprometterebbe in maniera irreversibile la qualità dell'ambiente, che noi riteniamo assolutamente inviolabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colgo anch'io l'occasione della presenza dell'assessore Sannitu per porgli alcune domande. Intanto vorrei chiedere all'Assessore se, così come risulta dai dati che immagino egli conosca, nell'ambito del rilancio del turismo, del nuovo sviluppo per questo settore le richieste provenienti dagli operatori turistici siano relative agli incentivi per la creazione di infrastrutture finalizzate a migliorare i collegamenti interni e verso le capitali europee e mondiali; se ci sia la richiesta da parte degli operatori del settore di un migliore collegamento tra il turismo costiero e il turismo dell'interno e di una migliore pubblicità all'estero, magari coordinata dalla Regione, di iniziative imprenditoriali che mettano insieme ambiente, patrimonio culturale e anche offerta alberghiera e turistica; se ci sia la richiesta di un migliore accesso al credito e dell'abbattimento di alcuni costi di gestione, di migliori servizi, anche quelli resi dal comune, come la pulizia delle spiagge e altri servizi che si aggiungono a quelli offerti dalle strutture alberghiere; se ci sia la richiesta di abbattimento dei costi energetici, anche attraverso incentivi da parte della Regione; se ci sia un problema nel settore vista la crisi economica e il minore afflusso di turisti registrato soprattutto quest'anno nella nostra regione. Insomma, vorrei sapere se sono queste le esigenze.
Pongo la domanda a lei, Assessore, che proviene da un comune che io spesso frequento nei mesi estivi e dove si svolge quel bellissimo festival jazz organizzato da Paolo Fresu. Ebbene, è questo un esempio della possibilità di un turismo nuovo che unisce cultura e musica (in questo caso per l'esperienza di un concittadino che è andato all'estero e ha pubblicizzato il nostro paese), al quale voi avete aggiunto il recupero del centro storico, di piazze normalmente affollate di giovani e nelle quali è un piacere stare? Oppure per risolvere il problema del turismo è necessario costruire sulle coste, aggiungere una camera che sarà occupata solo nel mese di agosto, mentre l'esigenza sarebbe quella di allungare la stagione estiva? Insomma, le strutture alberghiere chiedono nuova cubatura oppure sono quelle che ho citato le esigenze che anche altre volte sono state poste?
Il mio voto sugli emendamenti in discussione è favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). A seguito delle osservazioni poste alla nostra attenzione dai Gruppi della minoranza, chiederei cinque minuti di sospensione per valutare con la Giunta la possibilità di accogliere l'emendamento della minoranza.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 05, viene ripresa alle ore 17 e 15.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri, abbiamo valutato con attenzione gli emendamenti numero 21 e 200, soppressivi del comma 4 dell'articolo 4. La Giunta e la maggioranza tutta esprimono una valutazione favorevole nei termini previsti dagli emendamenti, facendo presente che a latere dell'accoglimento occorre predisporre, in riferimento all'emendamento numero 368, che atteneva all'imposizione della realizzazione delle volumetrie aggiuntive in posizione arretrata rispetto alla linea di battigia, un emendamento di sintesi riferibile all'articolo 3.
PRESIDENTE. Assessore, mi scusi, riferibile al comma 3, non all'articolo 3, altrimenti si genera confusione.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, la ringrazio. Riferibile al comma 3. In detto emendamento di sintesi integreremo il testo unificando gli emendamenti numero 368 e 506. Grazie.
PRESIDENTE. Se è tutto chiaro, possiamo proseguire.
Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore…
(Interruzioni)
PRESIDENTE. L'Assessore ha espresso parere favorevole, quindi gli emendamenti devono essere votati. Non sono stati ritirati.
MELONI VALERIO (P.D.). Confesso di non aver ben compreso la proposta di modifica avanzata dall'Assessore, che ha fatto riferimento a diversi commi, a diversi articoli, dopo di che lei, Presidente, mi ha dato subito la parola. Per cui, se è necessario approfondire, posso lasciare il campo e parlare dopo, non cambia niente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Ho preso atto della modifica che è stata proposta, che era sicuramente necessaria, perché quando si dice "giuridicamente impossibile" credo che si pongano problemi seri. Stiamo ampliando la portata di questa norma e a parte il fatto che non si comprende quale fosse l'esatta portata di questa norma, con l'espressione "giuridicamente impossibile" si sta in pratica rendendo lecito ciò che invece è considerato illecito anche dal Codice civile, perché credo che si parlasse delle distanze. Quindi bene ha fatto l'Assessore ad accogliere l'emendamento numero 21 e quelli di pari contenuto.
In questo senso, quindi, auspichiamo che questa apertura che è stata manifestata venga mantenuta per gli altri argomenti che porteremo all'attenzione degli Assessori presenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, se ho capito bene dalle indicazioni date dall'Assessore è in preparazione un emendamento di sintesi?
PRESIDENTE. Sì, un emendamento di sintesi che sarà inserito tra gli emendamenti aggiuntivi.
SALIS (I.d.V.). Il cui testo non è ancora noto?
PRESIDENTE. Lo si sta predisponendo. Sarà un emendamento di sintesi degli emendamenti numero 368 e 506, integrato con le modifiche testé annunciate dall'assessore Asunis.
SALIS (I.d.V.). Va bene, aspettiamo l'emendamento di sintesi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 21 e 200.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Cherchi, Locci, Planetta, Sanna Matteo, Solinas Christian e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Manca - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
L'emendamento numero 130 è decaduto.
Passiamo all'emendamento numero 192.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 192 propone sommessamente una precisazione su quella che pare l'introduzione di una disciplina a regime, come ho detto negli scorsi giorni. Così com'è questo testo di legge attua una decapitazione orizzontale della legge numero 45. Per una parte la legge numero 45 viene bypassata: non ci sono più parametri, non ci sono più valutazioni, non ci sono più indici. Pensate che chi avesse costruito in un lotto con indice "x" una quantità volumetrica inferiore, quindi disponesse di volumetria residua che non ha potuto sviluppare, con questa norma si troverebbe sacrificato due volte perché, di fatto, perderebbe il volume che virtuosamente non ha realizzato nel tempo. Si continua con questo atteggiamento di diversificazione dei trattamenti che è molto lesiva del sistema turistico. Anzi, vorrei dire, per quello che posso capire, che se questi aumenti di volume si sommano a quello che esiste - è questa la politica turistica della Giunta regionale - si potenzia chi ha già i posti letto e si lasciano deserti i luoghi dove non ce ne sono. Il succo è questo!
PERU (P.d.L.). Il PPR lo prevedeva!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Certo, nella fase transitoria, non a regime. Però, adesso c'è un aggravamento: mentre nel sistema del Piano paesaggistico ci si fermava e ci si fermava tutti, in questo caso vanno avanti quelli che hanno già avuto. Ecco perché bisognerebbe dire che si tratta di un intervento straordinario, perché se fosse a regime, come dite voi, significherebbe che alcuni mesi dopo un ampliamento se ne potrà fare un altro. Voi avete il dovere di dire se questa legge sostituisce la legge numero 45 oppure stiamo parlando di un intervento una tantum che opererà entro un certo periodo e non si ripeterà. Lo dovete dire, perché altrimenti ha un significato diverso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 192.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Espa - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Piras - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 17
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Chiederei all'Aula un attimo di attenzione. Agli emendamenti numero 194, 201 e 340 sono stati presentati numerosi emendamenti sostitutivi parziali che configurano la fattispecie riportata nell'articolo 85, comma 6, del Regolamento che recita che se a uno stesso testo viene presentata una pluralità di emendamenti che differiscono soltanto per variazione a scalare di cifre o dati o espressioni altrimenti graduate, il Presidente del Consiglio mette in votazione l'emendamento che più si allontana dal testo originario, un determinato numero di emendamenti intermedi e quello che più si avvicina al testo originario, dichiarando assorbiti gli altri. Nel determinare gli emendamenti da mettere in votazione il Presidente sente anche il parere dei presentatori. Per cui abbiamo determinato il numero degli emendamenti che saranno messi in votazione consultando i presentatori.
Comunicherò per ogni emendamento gli emendamenti a esso presentati che saranno messi in votazione. All'emendamento numero 194 sono stati presentati gli emendamenti numero 478, 480, 481, 479, 474, 475, 477, 476 e 437. Metteremo in votazione nell'ordine gli emendamenti numero 479, 474, 477, 437 e poi l'emendamento numero 194. E' chiaro?
Metto quindi in votazione l'emendamento numero 479. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io farò una dichiarazione di voto solo su uno degli emendamenti connessi all'emendamento numero 194, cioè proprio sull'emendamento numero 479, la cui finalità è evidente. La finalità di questo emendamento è quella di sottolineare ancora una volta la necessità di difendere...
Presidente, sto cercando la Giunta, non la vedo.
PRESIDENTE. Ecco qui l'assessore Asunis.
Prego, onorevole Uras.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E' evidente, dicevo, la natura di questi emendamenti, quella di sottolineare ancora una volta l'esigenza di difendere alcuni principi che sono stati introdotti nell'ordinamento, primo fra tutti quello della difesa integrale di alcune aree del territorio regionale e innanzitutto della fascia costiera dei 300 metri dal mare.
L'articolo 10 bis della legge numero 45 è stato una diga in questi decenni; una diga che ha impedito l'ulteriore cementificazione delle coste della Sardegna. Il nostro patrimonio ambientale, il nostro patrimonio costiero non appartiene solo ai sardi; appartiene prima di tutto ai sardi, ma non solo a loro, così come non c'è porzione di questo mondo che abbia bellezza naturale di quel livello, di quel pregio che possa appartenere a questa o a quella comunità. C'è qualcosa che appartiene al mondo, all'umanità e noi la possediamo nelle nostre coste. Questa è una legge che saccheggerà le nostre coste, che aiuterà il saccheggio già iniziato. Chi la approverà è responsabile di questo e ne deve essere consapevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questi emendamenti spiegano una cosa molto semplice e molto legata alle cose che abbiamo detto nei giorni scorsi. Cioè si pone un limite negli edifici non uni o monofamiliari alle sopraelevazioni, sostanzialmente, perché si fissa un limite di superficie volto a dare un incremento funzionale alle pertinenze e non alla speculazione edilizia. Sostanzialmente il significato è questo.
Detto questo, vedo che non c'è più l'Assessore del turismo, ma credo che alla fine la filosofia della Giunta sia così omogenea che non importa chi degli Assessori è presente. Fondamentalmente avremmo voluto, avremmo dovuto pretendere, a dire il vero, la presenza del presidente Cappellacci, per far sì che non venga frainteso questo tipo di atteggiamento per cui i lavori brutti e complicati li fanno gli altri e lui non viene qua nemmeno a spiegare qual è la strategia e dove sta portando la Sardegna attraverso un provvedimento del genere. Invece abbiamo avuto una significativa presenza, che spiega il contenuto di questo documento, tra i banchi della Giunta: urbanistica e un po' di affari generali! Questo è il significato di questo provvedimento. Il turismo non è attività edilizia, mi dispiace per voi, e il giorno che scompariranno quei caratteri identitari della Sardegna che sono il perno del turismo, turismo non se ne venderà più. Il turismo è ben altra cosa che consumo di territorio! E i primi ad accorgersene in Sardegna, dopo quarant'anni nei quali si è esaurita la parabola un po' speculativa, sono stati quelli del Consorzio Costa Smeralda, che prima di altri, mentre tutti i piccoli e piccolissimi predatori della Sardegna gridavano contro il PPR, hanno detto: "Avete ragione, con questo modello non siamo più competitivi da nessuna parte, perché turismo non significa più occupare e consumare terreno, ma conservarlo e valorizzarlo, perché solo così faremo profitti". Sembra invece che siamo tornati ai tempi delle incursioni che hanno cambiato il volto della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). In realtà con questi emendamenti, sia con il subemendamento che con l'emendamento numero 194, noi vogliamo parlare d'altro, nel senso che riproponiamo l'articolo 4 della nostra proposta di legge - se l'Assessore mi ascolta - e andiamo di fatto a occuparci d'altro, e cioè della nostra proposta di piano casa, che è sicuramente diversa e alternativa rispetto alla vostra e ha alcuni pilastri che ribadiamo.
Intanto noi diciamo, nella prima parte, quindi anche negli articoli 3 e 4, che è possibile ottenere ampliamenti volumetrici del patrimonio edilizio esistente. La data che noi abbiamo indicato è quella del 31 marzo 2009, ossia la data dell'intesa tra lo Stato e le Regioni; per voi finalmente è arrivata la proposta del 30 giugno 2009, che è passata e che riguarda un emendamento successivo. Diciamo anche che lo facciamo nel rispetto del sistema di vincoli e tutele disposto dalla pianificazione nazionale e regionale, dalle leggi sovraordinate e dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e nel rispetto delle competenze dei comuni, quindi degli strumenti urbanistici vigenti, ovvero i piani urbanistici comunali ed eventualmente il piano regolatore generale, per i comuni dove il PUC non sia stato approvato e adeguato al PPR. Si tratta di interventi di ampliamento subordinati alla non modifica delle destinazioni d'uso. Noi con questo emendamento, in particolare con il subemendamento vi chiediamo di fare salvi i limiti posti dal vigente Piano paesaggistico regionale nell'ambito costiero. E badate che questo, oltre a essere un elemento che qualifica, a nostro modo di vedere, la nostra proposta di legge che non avete voluto prendere in considerazione, è un elemento che può dare legittimità anche al vostro finto piano casa. Può dargli legittimità, perché non potete approvare una legge che sia in contrasto con le leggi sovraordinate, quindi con il Codice dei beni culturali e con il Piano paesaggistico regionale che in questa regione esiste, è in vigore ed è emanazione proprio di quel Codice.
Noi vi chiediamo, lo facciamo con la nostra proposta di legge, di mantenere il rispetto dei livelli di autonomia e di competenza dei singoli comuni e chiediamo che con atto deliberativo dei rispettivi consigli comunali ci sia il recepimento delle disposizioni della presente legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Con questo emendamento, come diceva il mio Capogruppo, l'onorevole Mario Bruno, noi intendiamo mettere in evidenza ancora una volta il contenuto della nostra proposta di legge, anche per eliminare quelle perplessità, quelle non verità mediatiche secondo cui il Partito Democratico si sarebbe presentato in quest'Aula solo per fare una opposizione preconcetta, senza avere una sua proposta o senza avere proprie idee. Questo emendamento sembra dimostrare proprio il contrario.
Noi riproponiamo quello che è stato scritto nella nostra proposta di legge, che oggettivamente non è stata neanche presa in considerazione, ed evidenziamo le tipologie di interventi possibili, individuando dei limiti in relazione agli incrementi volumetrici e alle volumetrie a cui tali incrementi si riferiscono. L'emendamento numero 479, presentato dagli amici Sechi, Zedda e Ben Amara, riduce ulteriormente questi limiti. Questo proprio per dare la misura di quello che è l'intervento, ovvero per dire che noi siamo disponibili, andiamo incontro alle necessità di riavvio del nostro tessuto economico, del nostro tessuto imprenditoriale, di quello che è il volano della nostra economia, parziale perché sicuramente non può essere la panacea di tutti i mali della nostra Isola, però può essere un punto di partenza. Diciamo, però, che l'intervento deve avvenire in maniera limitata, senza deturpare i luoghi in cui è consentito. Lo specifichiamo in maniera chiara specialmente per quanto riguarda gli ambiti vicini alla zona costiera e anche che per quanto riguarda i centri storici.
Sui centri storici, Assessore, vorrei porle di nuovo una domanda, sperando in una sua risposta. L'accordo Stato-Regioni evidenzia in maniera chiara che gli interventi non sono previsti nei centri storici. Noi invece rileviamo in questo testo che gli incrementi volumetrici sono previsti anche all'interno dei centri storici, nelle cosiddette zone A. Chiedo a lei nuovamente di poter capire il perché di questo fatto. Probabilmente c'è un motivo tecnico-giuridico che a me sfugge, però vorrei capirlo, anche per evitare di riproporre la domanda nei prossimi interventi.
A me pare che la questione sia molto chiara. Tutte le altre leggi regionali, quasi tutte, almeno quelle che ho avuto l'opportunità di leggere, non intervengono sui centri storici. In questo senso, Assessore, le chiedo di dare un chiarimento. Ovviamente dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 479. Grazie.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, è solo il caso di ricordare che la Regione Sardegna, unitamente alle Regioni Sicilia, Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia, ha un ordinamento diverso rispetto a quello delle altre Regioni, e questo è portato espressamente nell'intesa Stato-Regioni, il che vuol dire che le Regioni che ho poc'anzi elencato hanno la piena titolarità a formare norme che entrano anche nel merito di aspetti che non sono contenuti nell'intesa.
Pur essendo consapevoli di questa nostra peculiarità abbiamo ritenuto, nello spirito che ha animato l'intera proposta legislativa, di dover consentire la possibilità di intervenire all'interno dei manufatti realizzati negli ultimi cinquant'anni e che per la loro natura e per la loro allocazione si trovano in stridente contrasto con quelli che sono i caratteri peculiari presenti nei nostri centri storici. L'intervento, quindi, è volto a cercare di recuperare questi brani dell'urbano. Peraltro si tratta di pochissimi interventi, come può comprendere chi conosce i centri storici così come sono perimetrati negli strumenti urbanistici comunali. Stiamo parlando, cioè, di entità di dimensioni numeriche estremamente esigue e di interventi tali da recuperare in termini armonici la configurazione dei prospetti dei centri storici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, spero che l'assessore Sannitu sia meno parco di risposte rispetto al suo collega Asunis. Assessore Sannitu, lei ha seguito i lavori un po' meno del suo collega, ma le vorrei dire che noi abbiamo tentato di tutto per aprire un dialogo con la maggioranza. Abbiamo dei limiti e non ci siamo riusciti, per cui abbiamo presentato tanti emendamenti, tra cui anche degli emendamenti a emendamenti.
Una delle cose sulle quali avete insistito quasi caparbiamente è che tutti gli interventi che avete previsto in questo articolato avevano due obiettivi: primo, risolvere un fabbisogno abitativo e dare una mano a superare il disagio abitativo (non riteniamo affatto che sia così, proprio per il tipo di interventi che avete previsto); secondo, rilanciare l'economia e quindi aumentare la crescita e la ricchezza in questa Regione a partire dal settore delle costruzioni, che in questo caso si intreccia in maniera abbastanza forte con le politiche del turismo che lei dirige, Assessore. Allora, vorrei porle una domanda. Noi presentiamo un emendamento all'emendamento numero 194 e cerchiamo di porre dei limiti affinché si rispetti il Piano paesaggistico. L'assessore Asunis più volte ci ha detto che voi non intervenite sul Piano paesaggistico, allora non capisco davvero perché siamo costretti, se così fosse, a prevedere questi interventi. A me pare, invece, che voi interveniate e interveniate pesantemente, con le mani e con i piedi, sul Piano paesaggistico. La domanda è questa, assessore Sannitu: ci vuole dire almeno lei qual è la correlazione di questi interventi con la lievitazione della domanda turistica e quindi con la crescita economica di questa regione?
A me pare che questo provvedimento sia, anche in questo caso, uno strumento di deregolamentazione per servire i più forti e continuare (anche per quanto riguarda le abitazioni monofamiliari) l'assalto alle coste anche nella fascia dei 300 metri. Però la pregherei di spiegarci questa correlazione.
PRESIDENTE. Non possono esserci i botta e risposta, ho già detto che questo è un modo irrituale di procedere. Se può servire per proporre modifiche agli emendamenti e trovare un accordo do la parola alla Giunta, ma non possiamo procedere con i botta e risposta.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per rivolgermi all'assessore del turismo Sannitu, non me ne voglia l'assessore Asunis. Abbiamo in qualche modo invocato la sua presenza, assessore Sannitu, quindi anche nel suo ruolo di Vicepresidente della Giunta ci fa piacere rivolgerci a lei per dire che avremmo voluto affrontare un dibattito sul turismo a tutto campo, prima di entrare nel merito di questa legge. Sì, avremo altra occasione, però avremo una occasione, come dire, mutilata dalla ferita che questa legge inferirà alle nostre coste, questo è quello che voglio far presente. Sicuramente non mancheranno occasioni per parlare di turismo, agricoltura e quant'altro, però sarebbe stato opportuno farlo prima, in modo da poter intervenire, per quanto riguarda questa norma, con cognizione di causa su quelle che sono le necessità e le esigenze del settore turistico. Avremmo potuto valutare se è opportuno intervenire a favore, come voi dite, o a danno del turismo, come diciamo noi, attraverso interventi di questo genere.
Guarda caso l'immagine che lei, come i suoi predecessori all'Assessorato del turismo, utilizza maggiormente per promuovere la Sardegna è l'immagine delle nostre coste, del nostro mare, della nostra natura, di quelle parti del nostro territorio che sono di una bellezza sconvolgente. E mentre lo proponiamo come specchietto per le allodole, quel bene lo compromettiamo perché vogliamo cementificarlo. Noi in questo troviamo una contraddizione che non riusciamo a comprendere e a tollerare ed è per questo che continuiamo a insistere sull'opportunità, che anche voi dovreste avvertire, di ritirare questa legge per riportarla in Aula quando ci sarà una situazione ben chiara e saremo convinti di quello che è opportuno fare o non fare a favore del turismo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Approfitto della presenza dell'Assessore del turismo, che saluto, per riprendere un'argomentazione che ho tentato di svolgere anche ieri a tarda notte. Mi piacerebbe sapere se l'Assessore del turismo pensa che sia arrivato il momento di fare una inversione di rotta rispetto alla concezione che si ha del turismo in Sardegna. Nel senso che finora si è pensato che il turismo in Sardegna dovesse essere definibile e definito esclusivamente dal punto di vista della costruzione di alberghi, seconde, terze e quarte case in nero, eccetera.
PITTALIS (P.d.L.). E delle seste!
SALIS (I.d.V.). Se dico terze e quarte vuol dire che sono terze e quarte! Il collega Murgioni sa benissimo di che cosa sto parlando. Lui appartiene a un'area "sensibile" da questo punto di vista: ex ETFAS, agricoltura, villette, sappiamo bene di che cosa stiamo parlando. Quindi quando parlo di seconde, terze e quarte case so di cosa sto parlando, collega Pittalis!
Uno degli aspetti che abbiamo criticato di questo provvedimento, signor Assessore del turismo, riguarda il fatto che degli alberghi se ne parla nel quarto articolo. Sarebbe stato forse opportuno inserire gli interventi sul patrimonio edilizio, le strutture e i servizi legati al turismo nel primo articolo, perché se di volumetrie "di regalo" si doveva parlare sarebbe stato utile cominciare dagli alberghi, dalle strutture residenziali, dai servizi al turismo e non dalle seconde, terze e quarte case. Questo volevamo sottolineare, anche perché i grandi operatori turistici della Sardegna, guarda caso, provengono tutti dall'edilizia. Questo è un altro aspetto. Se andate a vedere le grandi famiglie che gestiscono gli alberghi in Sardegna sono tutte grandi costruttori edili. Questa è un'anomalia che non esiste in nessun'altra regione d'Italia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, annuncio il mio voto contrario, ma vorrei dire che noto, per quel po' di esperienza che ho maturato in questi pochi anni, cioè da che sono nel Consiglio regionale, un comportamento assolutamente anomalo. Qui non siamo al "Rischia tutto", qui le domande si possono certamente fare, è legittimo, ma non ci si deve aspettare una risposta ogni volta che un collega pone una domanda. Peraltro esiste una maggioranza che ha condiviso un progetto di legge, che ha condiviso degli emendamenti soppressivi, modificativi o aggiuntivi, ha condiviso tutto! Per cui vi dovete rivolgere certamente alla Giunta, ma chi alla fine decide che cosa fare è questa maggioranza.
Allora, questa è la risposta ad alcune considerazioni che stamattina qualcuno ha voluto fare, come se noi fossimo "appiattiti". Lo ribadisco, noi non siamo assolutamente appiattiti sulle posizioni di nessuno! Noi abbiamo condiviso un progetto e lo vogliamo portare avanti, però non si può continuare a fare domande, perché se dopo l'assessore Sannitu dovesse arrivare l'assessore Baire o l'Assessore dell'industria o un altro Assessore, vorreste porre delle domande anche a loro e avere una risposta. Pertanto invito la Presidente a non concedere assolutamente agli Assessori la possibilità di rispondere, non perché non li vogliamo sentire, ma perché credo che questa non sia una condizione corretta. E siccome conosco molto bene l'onorevole Giampaolo Diana, che strumentalmente ha iniziato a tessere un certo filo, non è possibile andare avanti così! Noi siamo assolutamente contrari, la Giunta risponde quando è chiamata a rispondere e qualora siano proposte delle modifiche sostanziali che condividiamo.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, come ha visto questo è già avvenuto durante le dichiarazioni di voto. La Giunta può intervenire soltanto se ciò è utile per raggiungere un accordo, ma non per rispondere ai quesiti che di volta in volta vengono posti.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signora Presidente, se venisse l'assessore Baire magari qualche domanda gliela potremmo porre per quanto riguarda l'edilizia scolastica, che potrebbe essere un motore di sviluppo del settore dell'edilizia. E' chiaro, noi facciamo il nostro lavoro e ci piacerebbe molto interloquire con la Giunta. Adesso, per esempio, è presente il Vicepresidente della Giunta. Abbiamo già saputo che il Presidente è fuori per motivi istituzionali, per cui la presenza del Vicepresidente rappresenta veramente per noi una occasione per cercare di chiarire qualche perplessità.
Comunque, io voto a favore di questo subemendamento. Tra l'altro vorrei far notare ai colleghi come l'emendamento sia molto laico: noi non diciamo che i beni ambientali non debbono essere utilizzati, però nel quadro in cui inseriamo le nostre proposte abbiamo la capacità di dire che certe norme possono essere migliorate e anche ampliate e mettiamo come punto di forza il rispetto totale di alcuni beni che consideriamo dei gioielli di famiglia, come ad esempio la fascia costiera dei 300 metri dal mare. Su questo potremmo rimanere qui a discutere ancora per ore e ore. Credo che staremo qui fino alle 2 del mattino, come la Presidente di questa Assemblea ci ha ricordato, però potreste accettare la sfida che noi vi stiamo proponendo. Non so se sto per dire una eresia a giudizio dei colleghi del centrosinistra, però avremmo potuto rinunciare a intervenire nella fascia dei 300 metri e magari inventare uno strumento che ci permettesse di attirare grandi imprenditori alberghieri anche in questa fascia, per esempio nelle zone che sono ormai diventate delle "zone discarica" e che vanno risanate totalmente. Mi viene da pensare al litorale di Giorgino, che ha un'ampiezza di 300 metri o poco più e che è veramente da risanare. Magari avremmo potuto farci venire in mente un'idea, per esempio la costruzione di una struttura alberghiera in deroga, ma solo in quella zona, ai vincoli esistenti. Magari uno o più imprenditori avrebbero potuto decidere di risanare un territorio che è veramente compromesso, sviluppando in questo modo il settore dell'edilizia e le attività alberghiere, ma mantenendo il totale rispetto di quelli che sono, ripeto, i gioielli di famiglia che noi stessi presentiamo nei dépliant pubblicitari per esaltare le bellezze della Sardegna. Quindi il mio voto su questo subemendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi rivolgo sia all'assessore Sannitu sia all'assessore Asunis, ricordando che sul sito della Regione Sardegna c'è il resoconto di una conferenza stampa, a cui ha partecipato anche l'assessore Asunis, datata 15 maggio 2009. Cito il virgolettato pronunciato dal presidente Cappellacci: "Il vincolo dei 300 metri dal mare non sarà messo in discussione. Ci sono punti fermi come il vincolo dei 300 metri. Intendiamo procedere nel rispetto dell'ambiente e delle prerogative locali. Si è costruito nei 300 metri in un periodo in cui la sensibilità ambientale non era così spiccata". Cos'è accaduto tra il 15 maggio e il 7 ottobre? Che cosa ha fatto sì che tutte le affermazioni fossero smentite nei fatti? Non è necessario porre domande, probabilmente, perché nei contenuti del testo di legge vengono smentite tutte le affermazioni circa la tutela dell'ambiente, il rispetto della fascia dei 300 metri, l'intendimento di non sfruttare ulteriormente il patrimonio ambientale e così via.
Insomma, è nel testo di legge che voi negate voi stessi, però bisogna almeno chiarire che cosa è accaduto nel frattempo, chi o che cosa vi ha fatto cambiare idea, perché è probabile che abbiate pensato, questa estate, che in effetti la fascia dei 300 metri fosse utile allo sviluppo urbanistico e allo sviluppo turistico. Si può anche ritornare sui propri passi e ammettere i propri errori. E siccome noi stiamo denunciando il fatto che la fascia dei 300 metri andava tutelata, e voi stessi lo sostenevate il 15 maggio 2009, non potendoci rivolgere al presidente Cappellacci, che è impegnato a Bruxelles, chiediamo a lei, assessore Sannitu, in qualità di Vicepresidente della Giunta, che cosa è accaduto per indurvi addirittura a negare una storia venticinquennale di tutela della fascia costiera.
"Il nostro sarà un percorso" - diceva ancora il presidente Cappellacci - "molto diverso da quello avviato dalla precedente Giunta". E' vero, la precedente Giunta ha bloccato la speculazione, questa Giunta la sta incentivando! Il mio voto sull'emendamento numero 479 è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Ringrazio il Vicepresidente della Giunta di essersi unito ai lavori. Probabilmente rimarrà deluso, perché magari si sarebbe aspettato che nella discussione sull'articolo 4 si parlasse di turismo, o per lo meno noi ci saremmo aspettati che questi interventi fossero in qualche modo collegati a un effettivo sviluppo dell'attività turistica. Così non è o comunque così non ci è dato sapere, Assessore.
Noi abbiamo provato a chiedere all'assessore Asunis e ai colleghi della maggioranza di spiegarci il senso di questi interventi e di fare quello che ogni buon legislatore dovrebbe fare, cioè prevedere l'impatto economico della legge: impatto certamente dal punto di vista delle imprese di costruzione, ma anche dal punto di vista del rilancio del settore turistico. Abbiamo provato a chiederlo e non ci è stata data risposta, cioè non abbiamo idea di quale sia lo spettro degli interventi che intendiamo mettere in campo.
Certamente questa è una norma generalista e generalizzata, che tocca tutto e tutti: la fascia dei 300 metri e la fascia dei 2 mila metri. E non ci è dato sapere né quanti interventi saranno cantierabili né quale sarà l'utilizzo di questa legge. Non sappiamo se sarà utilizzata in maniera generalizzata senza valutare, per esempio, se degli interventi mirati in specifiche zone, magari per creare specifici servizi congressuali, potrebbero determinare un impatto migliore della legge stessa. C'è una riga di numeri che si susseguono: l'assessore Asunis dice che saranno aperti 12 mila cantieri, il sindaco di Castelsardo, Franco Cuccureddu, ne auspica almeno 40 mila. Abbiamo provato anche a capire quanti interventi saranno complessivamente realizzati nella fascia costiera; non riusciamo a capire se saranno 3 mila, 4 mila o 5 mila. Insomma nessuno sembra capire quale sarà l'impatto, l'effetto di questa legge.
Voto a favore di questo emendamento perché credo che sarebbe utile una norma più selettiva che destinasse gli interventi verso certi ambiti, verso certi tipi di servizi; una norma innanzitutto applicabile, di cui si capisca l'impatto e che possa essere meglio valutabile. Così concepita questa è una legge che certamente non serve ai sardi; è una legge che avrà soltanto l'effetto di rendere più brutto il territorio della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, voterò contro questo emendamento, ma mi rivolgo, con la cortesia e l'educazione di sempre, agli illustri colleghi della minoranza, in particolare ai cari amici Porcu, Salis e altri. Come voi sapete abbiamo sempre avuto un corretto rapporto e un corretto confronto, cari amici - non voglio incorrere negli appunti della collega De Francisci, per intenderci -, quello che non capisco, però, è il motivo per cui continuate a insinuare il dubbio. Noi abbiamo avuto modo, in passato, di indicare costruzioni abusive e tagli d'alberi fatti nei 300 metri dal mare e "perdonati"; abbiamo parlato delle intese, abbiamo parlato del progetto Jana da realizzarsi a Tortolì e abbiamo sempre fatto nomi e cognomi. Vi prego davvero di non continuare a insinuare il dubbio, perché è un modo di fare che sto iniziando a trovare abbastanza fastidioso, nel senso che se c'è qualche problema, se pensate che qualcuno qui sia asservito agli interessi di qualcun altro, dite chi è questo qualcuno. Io non sono assolutamente asservito agli interessi di nessuno, lavoro per l'interesse generale. Penso che questa legge sia perfettibile, non è certo totalmente condivisibile e abbiamo anche detto che cosa non condividiamo. Diremo lungo il suo percorso attuativo che cos'altro non condivideremo, però è una legge utile per lo sviluppo.
Inoltre, quando si parla di turismo vi prego di non demonizzare le imprese. Gli imprenditori non sono tutti ladri o assaltatori delle coste! Sembra che gli imprenditori edili debbano essere sacrificati non si sa bene su quale altare e gli imprenditori turistici su un altro. Sono imprenditori della nostra Isola e tra loro ci sono, come in tutte le categorie, persone un po' più spregiudicate di altri. A noi dettare le regole, ma non demonizziamo chi lavora e dà lavoro e soprattutto chi vende il nostro prodotto turistico nel pieno rispetto dell'ambiente e del paesaggio, che sono la materia prima, l'unica che noi possiamo vendere all'esterno.
Perciò, se volete il confronto, portate argomenti credibili e reali e non cercate di strumentalizzare questa legge o di fare propaganda con - perdonatemi - stupide obiezioni che sicuramente non contribuiscono a migliorarla.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, credo che sia assolutamente legittimo da parte dell'opposizione chiedere quale sia la strategia di sviluppo del turismo in Sardegna, chiaramente in base alla sua naturale vocazione, quindi c'è poco da scandalizzarsi.
Noi attendiamo delle risposte perché in questa sede si legifera, non si raccontano le favole, essendoci di mezzo il futuro della nostra terra. C'è un motto che dice: negare sempre e comunque, anche di fronte all'evidenza. Mi sembra che sia questo lo spirito che anima anche l'assessore Asunis - mi dispiace che in questo momento sia assente - visti gli articoli che sino ad oggi abbiamo esaminato, cioè gli articoli dall'l al 4, che nella loro formulazione ambigua e confusa hanno comunque un comune denominatore: l'assalto alla diligenza. Peccato che la diligenza sia una grossa parte del patrimonio identitario che abbiamo ereditato dai nostri padri e che abbiamo il dovere di conservare e tutelare per le future generazioni, perché il territorio non è di vostra proprietà, così come non è di proprietà di nessuno in particolare, ma è di proprietà di un popolo.
La legge salvacoste, citata dalla stampa mondiale come grande esempio di civiltà, oggi viene aggredita e stravolta per gli appetiti forti dell'industria del mattone. Questo è innegabile. Si profila, quindi, un assalto al nostro patrimonio identitario senza precedenti. Credo che questa sia la più grossa vergogna in sessant'anni di autonomia, di cui oggi si decreta più che mai il fallimento.
Il patrimonio ambientale sardo è un valore non monetizzabile che, ripeto, non può essere di proprietà di uno schieramento politico, seppure di maggioranza. Voi lo state stravolgendo e credo che di questo dovrete renderne conto. Comunque, siccome non abbiamo terminato la discussione di questa legge, mi auguro che ci sia ancora spazio per una profonda riflessione, perché noi non possiamo rinunciare a un bene che fa parte della nostra identità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Signora Presidente, io non sono fra quelli che credono che da quella parte ci siano i cementificatori e da questa i tutori dell'ordine, quelli rispettosi dell'ambiente, eccetera. Credo piuttosto che vi siano sensibilità diverse… Presidente, così non si può ragionare!
PRESIDENTE. Onorevole Steri, onorevole Gian Valerio Sanna, consentite all'oratore di svolgere il suo intervento.
MELONI VALERIO (P.D.). Credo piuttosto che vi siano sensibilità diverse e da questa parte vi è una sensibilità un tantino diversa da quella di chi governa in questo momento, una sensibilità che va nella direzione tracciata da una legge nazionale che si intende recepire in toto.
Presidente, rinuncio all'intervento, perché non si può parlare in queste condizioni.
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Meloni. Prego i colleghi di consentire a chi interviene di poter svolgere le proprie valutazioni.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). L'Aula sa già tutto, ma io proporrei cinque minuti di sospensione per esprimere il nostro "disagio" per la sentenza sul Lodo Alfano. Grazie.
PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Poco fa ho ascoltato con interesse l'intervento dell'onorevole Capelli, il quale manifestava con molta evidenza un certo imbarazzo per come sta procedendo la discussione e per il risultato che complessivamente si sta ottenendo, per quello che sembra essere il risultato finale di questi venti giorni di lavoro del Consiglio regionale. Quasi certamente su molte parti di questa legge che lui non condivide… Forse ci sono troppe persone che bisticciano, io non voglio far fare loro pace per forza, ma non voglio continuare a parlare senza essere ascoltato.
PRESIDENTE. Onorevole Steri, onorevole Pittalis, per cortesia! Grazie.
Prego, onorevole Lotto.
LOTTO (P.D.). Dicevo che quasi certamente su molte parti di questa legge l'onorevole Capelli e diversi amici suoi della maggioranza si trovano d'accordo più con noi che con il resto della maggioranza. L'onorevole Capelli ci richiama a una maggiore collaborazione per costruire le condizioni necessarie a mettere in moto dei meccanismi per migliorare le parti che non sono condivise. Noi siamo convinti che interventi che prevedano aumenti di cubatura nella fascia dei 300 metri non possano essere oggetto di una legge come questa. Ecco perché non può essere considerata una stupidaggine la nostra continua manifestazione di contrarietà a questo provvedimento e a ciò che in quella fascia esso prevede. Noi non lo condividiamo e riteniamo che su queste tematiche ci debba essere una discussione ad hoc, di merito, che non ponga al primo posto il problema di fare comunque attività edilizia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, intanto in questo momento abbiamo avuto la conferma che a Roma c'è un giudice che ristabilisce la legalità, e questo potrà essere utile anche per una valutazione di quello che voi state approvando in questi giorni. La legge è uguale per tutti e anche la sua applicazione è uguale per tutti. Si sancisce così il principio di uguaglianza, che voi state invece violando con questa norma.
Onorevole Capelli, lei ci richiama al fatto che noi dobbiamo dettare le regole. Io ho la percezione che voi in questi giorni stiate dettando l'elenco delle regole che vanno cancellate. Questo è quello che state facendo in questi giorni, non state dettando le regole, le state cancellando, e noi abbiamo bisogno, in quest'Aula, di capire il perché. Voi non volete interloquire e quando noi cerchiamo di interloquire con la Giunta mettete il bavaglio anche alla Giunta, dopo averlo messo a tutti i consiglieri di maggioranza.
Assessore Sannitu, stamattina abbiamo richiesto la sua presenza perché pensiamo sia utile nell'affrontare l'articolo 4 di questa legge, che prevede tutta una serie di interventi che sottendono una valutazione sullo stato e sui bisogni dell'industria turistica della nostra Isola. L'articolo 4 prevede tutta una serie di interventi che presuppongono una valutazione sulle necessità delle nostre aziende alberghiere. Noi pensiamo che abbiate fatto una valutazione sulla situazione di crisi e sui motivi che hanno indotto la crisi nel settore alberghiero; pensiamo che abbiate fatto una valutazione sulla presenza nelle diverse zone della Sardegna delle strutture alberghiere, diversamente non si spiega per quale ragione aumentiate le volumetrie anche all'interno della fascia dei 300 metri. Riteniamo, però, che lo studio che avete fatto - se l'avete fatto - sia sbagliato, perché non è utile aumentare il carico delle volumetrie nei 300 metri dal mare, però vorremmo sentire dalla sua voce, assessore Sannitu, quali valutazioni avete fatto per arrivare a scrivere in quella maniera l'articolo 4, che prevede una colata di cemento (un milione di metri cubi) sulla nostra Isola. Vorremmo sapere che cosa lei pensa del progetto di sviluppo turistico della nostra Isola. Abbiamo capito che il Capogruppo della maggioranza vuole impedirle di parlare con noi, così come ha già fatto con i suoi colleghi.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 479.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 479.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno e Mariani hanno votato a favore e che i consiglieri Dessì, Planetta e Solinas Christian hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Caria - Mariani.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Capelli - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Fois - Vargiu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 39
votanti 36
astenuti 3
maggioranza 19
favorevoli 3
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 474.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 474 è un emendamento all'emendamento numero 194. Anche qui noi tentiamo di dare un contributo, assessore Sannitu, ma ormai il nostro tentativo può apparire disperato. Ci vengono rivolti inviti di vario tipo: l'onorevole Capelli si è rivolto a noi chiedendoci di non generalizzare nel fare le accuse o almeno di farle in maniera più specifica, ma il nostro problema è che veramente non capiamo se voi abbiate inteso qual è l'impatto di questa legge. Non ci è chiaro, siamo pervasi dal dubbio se vi rendiate conto o no del danno che state procurando alla nostra terra con una legge che non ha né capo né coda e che semplicemente sceglie di regalare, di concedere volumetria aggiuntiva a tutto, in tutte le zone della Sardegna, per tutte le attività, da quelle agricole a quelle turistiche, e per l'uso residenziale.
Quindi non c'è in noi l'intento di seminare il dubbio. Noi abbiamo dei dubbi, ma non ne abbiamo sugli interessi che possono esserci. E se questi dubbi diverranno certezze magari li manifesteremo. Per esempio, per quanto riguarda il comma 3 dell'articolo 13 faremo nome e cognome dell'imprenditore che viene salvato da questo comma e che peraltro ho già citato quando ho parlato di Cala Giunco e delle sentenze del Consiglio di Stato. Il nostro dubbio è che voi, in questa foga di deregolamentare, rischiate solo di arrecare danno, di creare il caos, di avvantaggiare alcuni, ma non all'interno di un disegno complessivo, di mettere a correre troppe cose tutte insieme senza che portino a un obiettivo preciso, se non quello di consumare il territorio in maniera indiscriminata.
Allora, questo è il dubbio che noi vorremmo risolvere ed è per questo che vi proponiamo, anche votando a favore di questo emendamento, di tornare in Commissione, di fare una legge di pochi articoli mirati, che possa aiutare il rilancio dell'edilizia, ma senza devastare il territorio e senza provocare guasti così generalizzati. Pensateci, credo che se lo farete renderete un servizio a quest'Aula e certamente alla Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Diceva il collega Capelli: "Non vogliamo essere accusati di cose particolari. Noi lavoriamo e vogliamo che sia chiaro che lavoriamo per il pieno rispetto dell'ambiente e quindi non vogliamo sentire stupidaggini da parte vostra". Allora, io vi faccio sentire le cose così come sono state dette. In una intervista rilasciata il 21 settembre, l'assessore Asunis dice che questo piano, che chiama ancora piano casa, produrrà l'apertura di 12 mila cantieri, darà lavoro a 40 mila addetti e creerà una movimentazione finanziaria di 8 miliardi di euro. Sono un po' del mestiere, faccio due conti: mettete che ogni metro cubo - sto esagerando - venga a costare circa 2 mila euro, stiamo parlando, nella migliore delle ipotesi, della realizzazione di 4 milioni di metri cubi. Lei ritiene, onorevole Capelli, che queste siano stupidaggini? Dalle affermazioni dell'Assessore io deduco dei dati sotto il profilo contabile e tecnico. Sono cose insignificanti? Si può raffigurare in questo scenario il rispetto complessivo dell'ambiente? Io questo mi domando. Poi, voglio dire, sto alle dichiarazioni delle persone.
Io mi sono fatto una stima su questo provvedimento, che, badate, non è molto lontana da quei dati. E perché continuiamo a prenderci in giro su queste cose? E d'altra parte, se fosse insignificante sotto il profilo dell'incidenza nella dinamica territoriale, sarebbe il piano casa che volevate voi? Non potrebbe esserlo! Non produrrebbe nessun vantaggio economico! Ma allora non fingiamo; non fingiamo soprattutto nel momento in cui - tengo a ribadire che è positivo per tutti, indipendentemente dalle posizioni - in questo Paese si afferma che c'è un diritto che fa giustizia, un diritto al quale ci si può appellare, come ci appelleremo noi, perché non ci avete consentito di avere una partecipazione attiva nella stesura di questo provvedimento di legge. Ci rivolgeremo alle sedi dove saremo ascoltati - fortunatamente ci sono ancora organi dello Stato che tutelano diritti universali come quelli di cui stiamo parlando oggi - perché una volta che si toccano questi temi non è per i cinque anni di una legislatura. Quando si rovina il territorio è per sempre e allora entrano in gioco interessi collettivi sui quali non vale la nostra diatriba fra chi è più bravo tra noi e voi.
Esiste la tutela degli interessi generali e soprattutto dovrebbe esistere - ma non esiste più in questo Consiglio regionale - la delicatezza per cui chi tra noi avesse degli interessi e traesse vantaggi da questo provvedimento non dovrebbe stare in quest'aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Voterò contro l'emendamento numero 474, Presidente. Credo che ci sia qualcosa da ridiscutere nel calcolo che ha fatto testé il collega Sanna sui costi, ma questo lo vedremo più in là. A differenza di altri il collega Sanna è in quest'aula. Qualcun altro, che ha proposto o annunciato ricorsi in quest'aula, non si fa vedere mai. Non si faceva vedere come Presidente e non si fa vedere mai come capo dell'opposizione, quale lui dice di essere, o componente di questo Consiglio. Credo che sia un fatto deprecabile che questa persona non sia qui a difendere le sue azioni del passato, che noi cerchiamo di smontare.
Collega Sanna, io non ho mai negato, così come si è detto in campagna elettorale, quindi le promesse vanno mantenute, che il PPR è da smontare; è da smontare nelle parti eccessivamente vincolistiche. E c'è già un lato positivo in questa discussione: noi siamo qui a discuterne e non lo stiamo facendo con atto amministrativo, come avete fatto voi. Il Consiglio è sovrano e discutiamo in Consiglio, cosa che voi ci avete negato nella passata legislatura. E non siamo vincolati da atteggiamenti minacciosi del Presidente, che non minaccia le dimissioni se non votiamo come lui vuole. Lo abbiamo dimostrato anche in questo caso, cioè siamo liberi, così come è libero chiunque di proporre giusti ricorsi. Lo abbiamo fatto noi con la legge statutaria, lo hanno fatto centinaia di imprenditori nei confronti del vostro PPR, ai quali le sentenze del Tar, che hanno "smontato" il PPR, hanno dato ragione. Sono atti di giustizia legittimi, perciò chi non ritiene di avere soddisfazione in quest'aula cerca in altre sedi e presso altre istituzioni la piena soddisfazione. Questo è legittimo, ma da qui ad accusare tutti noi ce ne passa! Non so se ho la patente per poter parlare, credo di sì, non ho interessi in questo campo, non ne ho di nessun tipo e comunque sono libero di parlare. Credo che l'obiettivo di questa legge sia quello di non consumare ulteriore territorio; gli aumenti di volumetria non sono consumo di altro territorio. In parte, per quanto riguarda le zone dove c'è consumo di territorio, nella fascia dei 300 metri per esempio, alcuni di noi hanno manifestato in modi diversi il proprio disappunto per quella iniziativa che riteniamo non utile in termini di comunicazione, che non porta vantaggi e si poteva evitare. L'abbiamo detto e lo sosteniamo, però siamo in una maggioranza e poiché condividiamo l'80 per cento di questo di legge lo portiamo avanti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signora Presidente, io non so se i volumi di cui hanno parlato poco fa i colleghi Gian Valerio Sanna e Capelli siano veritieri, probabilmente lo sono visto che i colleghi si riferivano a un ragionamento fatto dall'assessore Asunis e che non sarà stato campato in aria, conoscendo la sua competenza professionale. Certamente 4 milioni di metri cubi rappresentano l'intero incremento volumetrico previsto per la città di Sassari dal nuovo PUC approvato qualche mese fa. Non è una cifra irrilevante, è una cifra assolutamente rilevante e significativa; non sono bruscolini e non sono stupidaggini, sono un qualcosa di drammaticamente serio, che molto concretamente noi vedremo riversarsi sulle nostre coste e sul resto del nostro territorio. Il dramma è che si riverseranno sul nostro territorio senza un serio piano di intervento, fuori da ogni disegno urbanistico, anzi per dichiarazione esplicita, in deroga a ogni disegno urbanistico esistente.
Ma una questione come questa, un discorso così drammaticamente serio non può essere affrontato con questo provvedimento di legge, che ha un obiettivo dichiarato. Togliendo il fine che noi avevamo inteso dall'inizio, ovvero quello di dare risposta alle esigenze abitative dei cittadini, come continuava a dire in Commissione urbanistica il presidente Matteo Sanna, riprendendo l'altro aspetto fondamentale di questo testo l'obiettivo dichiarato è quello di rilanciare l'economia. No, l'economia non può essere rilanciata a dispetto e a scapito della salvaguardia del territorio!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, gli interventi dell'onorevole Capelli, così come quelli degli altri colleghi dell'opposizione - quando intervengono, molto poco invero - sono sempre stimolanti.
Assenza del Presidente della Regione della passata legislatura: io credo che sia all'ordine del giorno l'assenza di un altro Presidente, cioè del presidente Cappellacci, non solo per la giustificazione da lui addotta sulla sua assenza di questi giorni, del resto non è la prima volta che si giustifica con quest'Aula, ma per le sue continue assenze. Badate, il presidente Cappellacci aveva convocato a Cagliari i consigli comunali di Sassari e Alghero e il consiglio provinciale di Sassari per una riunione da tenersi sette giorni fa, in cui si sarebbe dovuto parlare di trasporti, della società Ryanair e così via, ma il giorno prima del previsto incontro ha revocato la convocazione dicendo che sarebbe stato occupato nella discussione sul piano casa. Noi non l'abbiamo mai visto parlare con noi in aula del piano casa! Allora credo che ci voglia da parte di tutti più rispetto.
Piano paesaggistico regionale: è vero, è un atto della Giunta, però è emanazione intanto di una legge sovraordinata, il Codice Urbani, e di una legge regionale approvata dal Consiglio regionale, la legge numero 8, che fu il primo atto del Consiglio nella scorsa legislatura. Ricordo che in quella occasione voi faceste una opposizione molto, molto più forte della nostra - noi siamo dei dilettanti al vostro confronto! - per tantissimo tempo, con orari sicuramente in linea con quelli che stiamo facendo adesso. Ricorderete tutti, perlomeno chi c'era nella scorsa legislatura, che ci fu un ostruzionismo che certamente non riguardava, ma lo dice la parola stessa, il merito della discussione. Noi riteniamo che, a differenza del PPR, che cercava di fissare delle regole anche di tutela del paesaggio, questa legge "salva cemento" non pone delle regole, anzi le regole non si sopportano, danno fastidio. Ed è per questo che avete introdotto questo provvedimento, cercando di agganciarvi a una intesa, e cioè all'idea del presidente Berlusconi, con un progetto che aumenta in maniera generalizzata le volumetrie.
Noi riteniamo che invece occorra fare un passo indietro e vi chiediamo ancora di ripensarci, di non avallare questo sistema fai da te, di non avallare il sistema dell'autocertificazione, di fare in modo che ci sia almeno una delibera dei consigli comunali, che vengano osservati i piani urbanistici comunali, il piano regolatore, che insomma venga dato un ruolo alle amministrazioni comunali, che hanno il compito di programmare e pianificare almeno nell'ambito del loro territorio. Per cui sono convinto che questo emendamento sia da approvare e chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 474.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore, che i consiglieri Cherchi, Greco e Mulas hanno votato contro e che i consiglieri Meloni Marco e Porcu si sono astenuti.
Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Cocco Daniele - Mariani.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Meloni Marco - Porcu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 41
votanti 38
astenuti 3
maggioranza 20
favorevoli 3
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 477.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, con l'emendamento numero 477, l'emendamento all'emendamento numero 194, non stiamo facendo un esercizio sterile di presentazione di emendamenti soltanto perché stiamo conducendo in quest'Aula una battaglia politica che ci vede totalmente contrari all'impostazione di questo provvedimento di legge. Con questo emendamento noi stiamo ponendo un problema, che è quello di capire quale possa essere l'impatto di questo provvedimento, perché ancora non abbiamo avuto una risposta al riguardo. Quando si parla dell'apertura di 12 mila cantieri, ma ci sono colleghi che pensano che saranno 40 mila, quando si parla della fascia costiera noi ci chiediamo: "Ma a quante seconde case, a quanti alberghi situati sulla costa pensate che sarà applicato questo provvedimento? A tutti o solo ad alcuni? E se fosse applicato a tutti, sarebbe un danno o un vantaggio? Qual è l'obiettivo che vi ponete con questo provvedimento? Qual è l'impatto che pensate possa avere?
Noi proviamo a delimitarlo, a specificare le tipologie turistico-ricettive e turistico-residenziali che possono ragionevolmente essere destinatarie di questo provvedimento ed è purtroppo su questa domanda che non ci date risposta. Siete presi da un'ansia di deregolamentazione che non ha né capo né coda, che può in qualche caso risolvere un problema, ma può generarne di ben più gravi in altri.
Noi insistiamo nel dirvi che dovreste ritirare questo provvedimento e ripresentarlo formato da pochi articoli mirati che qualifichino le strutture turistico-ricettive magari all'interno di un progetto turistico che abbia un senso; strutture dove la gente vive, localizzate nelle nostre città e nei nostri paesi oppure strutture che effettivamente possono avere bisogno di espandersi per creare nuovi servizi. In realtà voi volete soltanto dare un via libera generalizzato, perché un progetto per la Sardegna non l'avete. Avete in testa soltanto il mattone e solo di mattone pensate possa vivere la nostra economia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). A una domanda specifica su quale fosse la strategia turistica, la risposta è stata che il Consiglio va al contrario. Abbiamo chiesto all'inizio di questo dibattito: "Sì, ma le politiche per la casa dove sono?". "Un attimo" - ci avete risposto - "vengono dopo, adesso dobbiamo preparare il terreno, i soldi vengono dopo". Abbiamo chiesto quale fosse la strategia turistica sottesa a questi interventi: "C'è il Programma regionale di sviluppo, ne parliamo dopo". Ma quando mai si può discutere di questi argomenti rinviando sempre a qualcosa che dovrà avvenire?
Io non ho nessuna obiezione su quello che diceva il collega Mario Diana, non lo voglio convincere, so che è praticamente impossibile convincervi. Siamo abbastanza rassegnati all'idea che non avete nessuna possibilità di esplicare le vostre libertà come magari in cuor suo qualcuno vorrebbe. Lo sappiamo, c'è una cappa blindata, lo dico perché ho la responsabilità del legislatore, ma anche la responsabilità del buon senso come cittadino. Spero che in questi giorni, in queste ore, le autorità competenti facciano qualche controllo nei cantieri che sono aperti, perché non vorrei che si stesse generando la condizione per cui qualcuno aspetta la legge per poter vendere frettolosamente quello che fino a oggi non poteva vendere e che magari ha già realizzato. Io spero che ci siano questi controlli, a beneficio della chiarezza e della trasparenza. Diversamente non capisco per quale ragione ci sia questa cappa omertosa intorno a riflessioni che parlano di fatti concreti. Noi non stiamo inventando delle cose, stiamo a quello che ci è stato detto.
Sapete molto bene anche voi che in tema di consumo del territorio, di urbanizzazione, di incongruenza fra residenza, servizi e urbanizzazioni la complicazione che ne deriva al territorio ha carattere irreversibile. Lo sapete, lo sapete. E quando mettete in gioco anche i capannoni commerciali, come fa nell'intervista del 21 settembre l'assessore Asunis, se si tratta di 700 metri quadri è una cosa, ma ci sono capannoni anche di 5 o 6 mila metri quadri. A quel punto questi aumenti vanno a incidere sulla normativa di settore, sovvertendo perfino la disciplina commerciale che invece contingenta e regolamenta alcuni comparti della nostra economia.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 437.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Mi aiuti, in quale mazzetta si trova questo emendamento?
PRESIDENTE. Non è inserito nel fascicolo ed è un emendamento aggiuntivo all'emendamento numero 194.
PORCU (P.D.). L'emendamento numero 437, presentato anch'esso all'emendamento numero 194, come dire, arricchisce la gamma dell'offerta del nostro emendamento base, sempre nell'intento di chiarire a che cosa ci stiamo riferendo. Noi abbiamo capito che voi vi volete riferire a tutto e io ho detto che questa legge il 10 per cento di incremento volumetrico non lo nega proprio a nessuno. Qualcuno ha parlato di un milione di unità abitative della Sardegna, provate a calcolare che cosa rimane fuori. E' questo che non sappiamo. Assessore Asunis, cosa rimane fuori da questa legge omnibus che tutto colpisce, che tutto fa crescere? Qualche casa nel centro storico! Abbiamo provato a frenare per quanto riguarda quelle costruite negli ultimi cinquant'anni, ma certamente questa legge riguarda la gran parte delle tipologie abitative dei centri urbani, perché si parla di multipiano, di pilotis, di villette a schiera, di villette unifamiliari nonché di immobili nell'agro. Allora, la domanda che poniamo è questa: quanta parte di questo milione di unità abitative questa legge non colpisce?
Noi siamo spaventati, lo dico all'onorevole De Francisci che ci diceva: "Ci date dei cementificatori". Non è che noi vi diamo dei cementificatori, noi pensiamo che siate presi da una specie di parossismo cementificatore, da una specie di preoccupante sindrome di impazzimento, perché quando uno fa una legge che riguarda 400 o 500 mila unità abitative, per cui certamente 200 mila seconde case e qualche centinaio di migliaia di altre abitazioni, deve chiedersi realisticamente quante di queste 500 mila abitazioni può colpire. Ma lei sa quanti sono gli operatori del settore edilizio in Sardegna? Se anche una su 10 delle 600 mila unità abitative che voi ritenete, evidentemente, di colpire con questo provvedimento dovesse realizzare ciò che questa legge consente gli attuali operai edili non basterebbero, bisognerebbe chiamare muratori dalla Romania! E' un qualcosa di così impattante, di così devastante, che rischia di non avere nessun impatto e di creare il caos nella nostra economia. Il caos!
Allora perché non fate un provvedimento mirato e puntuale che consenta veramente di aprire 5 o 10 mila cantieri. Perché per aprire 10 mila cantieri lei minaccia di aprirne 500 mila? Ma esiste il buonsenso, non avete fatto due conti?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 437 ha senso se si legge il numero 438. Cosa abbiamo voluto fare? Abbiamo voluto spiegare, a differenza del testo in esame proposto dalla Giunta, che gli abitanti delle case a schiera, presi singolarmente, come singoli cittadini, avrebbero potuto usufruire di un ampliamento della casa, cosa che invece è loro negata da questo provvedimento. Voglio dire che se uno vive in una casa a schiera deve avere i soldi per fare il progetto per tutta la schiera, come dite voi, diversamente deve rinunciarvi. E non credo che chi ha un reddito medio basso, con la crisi che c'è, si possa permettere di fare il progetto gratuitamente anche per gli altri. Questo è quello che avete deciso voi, non lo sto dicendo io. Ora, io credo che invece il diritto a una stanza in più per le famiglie che vivono in condizioni di sovraffollamento...
STOCHINO (P.d.L.). Riguarda la tipologia bifamiliare!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sto parlando di case a schiera, non cercate altre cose. E poi, consigliere Stochino, perché è così animato? Non sarà per caso in conflitto di interessi? Perché si anima sempre? Stia tranquillo!
C'è stato un confronto con l'onorevole Murgioni nei giorni scorsi, il quale mi diceva: "Se c'è questo problema per quanto riguarda le case a schiera perché non proponi una soluzione?". Noi abbiamo scritto l'emendamento numero 438, che consente al singolo cittadino di poter realizzare l'ampliamento volumetrico presentando un progetto che dal punto di vista tipologico impegni coloro che lo realizzeranno successivamente ad aderire alla stessa tipologia e alla stessa modalità costruttiva. Ovviamente questo consente al singolo cittadino di avere il beneficio senza aspettare che un "viandante" generoso paghi il progetto per tutti e rende più facile l'applicazione della legge.
Questo è il senso dell'emendamento numero 437, che introduce la fattispecie delle case a schiera e che si completa con l'emendamento numero 438, che rende possibile la fruizione di un beneficio da parte di un cittadino qualunque. Ma mi rendo conto che i poveracci, numerosi, ahimè, che ci sono in Sardegna non sono l'oggetto preordinato di questo tipo di provvedimento di legge. Pazienza, ci proveremo un'altra volta!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E' arrivata l'assessore Baire e sarei tentato di porle due domande magari sull'edilizia scolastica, ma temo il rimprovero del collega Mario Diana e quindi eviterò di fargliele. Siamo stati un po' tutti sollecitati a non fare domande agli Assessori e quindi ci rivolgeremo direttamente, come definirlo, al "comandante del vapore", che in questo momento non c'è, però lo terremo in considerazione quando avremo bisogno di chiarimenti.
Ritorniamo alla legge. La legge, come continuiamo a ripetere, non esclude niente ed è per questo che i numerosi emendamenti che noi abbiamo presentato tentano di ridimensionare questo aumento volumetrico, consentito a tutto, a tutti e ovunque. Nei suoi ultimi interventi il collega Porcu ha ripetutamente rivolto un appello alla Giunta e quindi alla maggioranza a ritirare questa legge per riformularla in maniera più puntuale, più snella, con pochi e mirati articoli che possano produrre un qualche effetto benefico, visto che benefici non ne porteranno comunque in merito a quello che è il sacco delle nostre coste.
Memore delle esperienze vissute come amministratore comunale, voglio però fare una osservazione in merito alla grande distribuzione, anche a quella che fra l'altro è concentrata in determinate aree che vengono definite ora industriali ora artigianali e che spesso sono commerciali, dove hanno trovato ubicazione le grandi catene della distribuzione, fra l'altro con difficoltà nello stabilire gli equilibri tra le diverse aziende, tra le diverse marche. Noi, però, abbiamo una pianificazione che è stata frutto anche di mediazioni, di attenzioni e di considerazioni puntuali. Anche alla grande distribuzione, quindi, verrà concesso l'aumento volumetrico; perlomeno io non vedo una limitazione o l'esclusione da questa legge della grande distribuzione che si trova all'interno delle aree urbane; aree urbane che sono già state aggredite da volumi realizzati in aree di servizi e inopportunamente destinati ad per attività commerciali, perché si tratta di aree che dovrebbero essere destinate ad altro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi, voglio fare una precisazione, perché qualcuno dall'altra parte della barricata, chiamiamola così, evidenziava il fatto che nel mio intervento sull'articolo 2, in cui si parla di case a schiera, ho espresso un parere difforme da quello dell'onorevole Sanna. Non è così, nel senso che anch'io sono d'accordo sull'inserimento di questa ulteriore tipologia, quella a schiera, nel nostro emendamento numero 194, sul quale quindi voterò a favore, però in quell'intervento volevo far notare come, in maniera distorta, fosse stato modificato l'atteggiamento della maggioranza in Commissione: nella frase "detti interventi devono essere realizzati" in maniera unitaria per tutte le unità abitative, ovvero per tutte le villette a schiera, la parola "devono" è stata sostituita con "possono", diversamente da ciò che la Giunta diceva in origine.
Dico questo perché ritengo sbagliato consentire l'intervento, nel caso delle villette a schiera, su una singola unità abitativa, in quanto ciò creerebbe, secondo me, una deformazione del prospetto architettonico e quindi della qualità urbanistica. Penso invece che chi vive in queste unità abitative debba produrre un progetto unitario, altrimenti sarà costruito un dente da una parte e un dente dall'altra e tutti gli interventi non potranno coniugarsi tra loro, dal punto di vista architettonico, in maniera adeguata.
Questo lo dico, onorevole Stochino, proprio per dimostrare che alcune volte anche al nostro interno, nella libertà del dibattito, possono esserci posizioni differenti. Io sono convinto che neanche l'onorevole Sanna avesse intenzione di dire che si può fare un intervento che distorce totalmente l'aspetto architettonico delle villette a schiera. Penso che non fosse quello il suo intento, come poi lui stesso ha ben spiegato. Detto questo, dichiaro che voterò a favore dell'emendamento numero 437.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Certamente è utile che accanto alle lettere a) e b) dell'emendamento al comma 1 dell'articolo 4 venga aggiunta la lettera c), che prevede la tipologia a schiera. E qua si pone un problema: come realizzare questi interventi facendo sì che essi conservino una certa razionalità urbanistica. Emerge, infatti, con molta chiarezza la difficoltà di realizzare oggi interventi straordinari di queste proporzioni. Per mettere d'accordo un complesso di dieci case a schiera ci vuole il suo tempo. Probabilmente non è opportuno intervenire se l'accordo non c'è e non si può agire con la fretta di chi dice che bisogna comunque "fare" perché c'è qualcuno che sta licenziando gli operai e deve assolutamente poter mettere insieme quattro mattoni. Non può essere questo il criterio da seguire per intervenire su unità urbane che avevano un senso quando sono state progettate e realizzate. Oggi non si può, per il solo obiettivo di venire incontro a chi subisce la crisi economica, dire che tutto quello che si è fatto non serviva a niente, era una finzione e oggi per causa di forza maggiore lo si può rimettere in discussione.
Questo emendamento e il successivo, che parla del modo in cui intervenire, anche con qualche contraddizione tra le diverse posizioni per quanto riguarda la tipologia a schiera, dimostrano in maniera palese, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che su una tematica così complessa e seria non si può agire attraverso interventi straordinari. Serve creare le condizioni affinché quando si interviene non si faccia danno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, l'emendamento recita: "entro i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico per le costruzioni nell'ambito costiero", esattamente il contrario di tutta la filosofia del provvedimento che abbiamo in esame.
Il provvedimento che abbiamo in esame ha un grande duplice obiettivo: primo, riconoscere tutta la volumetria comunque realizzata in qualunque ambito territoriale della Sardegna; secondo, consentire sulla volumetria comunque realizzata un incremento ulteriore di volumetria, prescindendo dalla sostenibilità del sistema anche infrastrutturale nel territorio nel quale quell'insediamento si trova e quella volumetria deve essere realizzata. Si viola l'inedificabilità della fascia costiera dei 300 metri dal mare, cioè si supera ogni regola e lo si fa commissariando i comuni e dicendo: "Badate, i vostri strumenti di pianificazione urbanistica non valgono. Non solo non valgono, ma è inutile che ve ne facciate degli altri, è inutile che procediate all'adeguamento dei piani urbanistici comunali al PPR, perché lo stiamo smantellando. Sappiate che chi governa il territorio non sono più le istituzioni democratiche, non sono più i soggetti amministrativi individuati dalla Costituzione, ma è il singolo cittadino". E' il west selvaggio, dove vince chi ha la colt più grande, chi è pronto a sparare.
Anche su questa vicenda, come abbiamo già detto, vi i suggeriamo - c'è ancora il tempo -, di bloccare tutto, di tornare in Commissione e di rivedere il testo, perché provvedimenti di questo genere hanno le gambe corte. E quando le gambe sono così corte i passi sono più piccoli e la strada che questo provvedimento farà sarà molto breve.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghe e colleghi, intervengo per dichiarare sicuramente il mio voto favorevole all'emendamento proposto, ma anche per sottolineare come, man mano che si approfondisce la discussione, si puntualizzano alcuni aspetti della legge. Mi fa piacere notare che anche gli emendamenti della Giunta - me ne è appena passato uno sottomano - cominciano a puntualizzare alcuni aspetti, entrando nel particolare. E' un fatto importantissimo questo, perché il cittadino non può trovarsi di fronte a una norma generica, in quanto chiunque in quel caso è autorizzato a dare una interpretazione liberale e quindi il pericolo è che scelga di agire secondo il proprio bisogno.
Non sono io a dire che un piano per l'edilizia slegato dall'urbanistica e da una pianificazione generale integrata del territorio genera degrado e invivibilità nelle città, nei paesi e, soprattutto in Sardegna, anche delle zone costiere. Quindi l'opposizione sta sollecitando la maggioranza a entrare nel merito delle norme e a puntualizzare i vari aspetti. Lo ha fatto anche per quanto riguarda l'emendamento di sintesi che ci è stato appena consegnato, nel passaggio in cui si dice: "Negli immobili a prevalente destinazione turistico-ricettiva con un numero di posti letto non superiore ai 15, per le volumetrie legittimamente esistenti alla data…" e così via. Quindi si comincia a puntualizzare, a indicare la ragione vera delle cose che si possono fare. E questo è importante, anche perché credo che sia noto alla Giunta e anche alla maggioranza, che nel Programma regionale di sviluppo la stessa pagina che parla di gestione integrata del paesaggio recita anche: "All'interno degli ambiti di paesaggio, il Piano identifica la fascia costiera considerandola risorsa strategica e fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo e riconoscendo la necessità di ricorrere a forme di gestione integrata per garantirne un corretto sviluppo in grado di salvaguardare l'elevata biodiversità, l'unicità e l'integrità degli ecosistemi, la capacità di attrazione che suscita a livello turistico. Mancano invece tutti quegli elementi che dovrebbero orientare le trasformazioni con un sistema di regole tale da pervenire a processi ecocompatibili e sostenibili in riferimento alle valenze che il territorio esprime". Quindi noi crediamo che questa voglia di puntualizzazione sia estremamente necessaria per dare maggiore forza alla legge, perché abbiamo dichiaro di non essere pregiudizialmente ostili a qualsiasi .
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 437.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Ladu - Mariani.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Cherchi - Cuccureddu - De Francisci - Lai - Mula - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Tocco.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Fois.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 24
votanti 22
astenuti 2
maggioranza 12
favorevoli 2
contrari 12
Annullo questa votazione per motivi tecnici. Procediamo a una nuova votazione a cui sono ammessi i soli consiglieri presenti alla prima votazione.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 437.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Mariani - Murgioni.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Cherchi - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 30
votanti 29
astenuti 1
maggioranza 15
favorevoli 2
contrari 27
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti. I lavori riprenderanno alle ore 19 e 36. Convoco la Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 06, viene ripresa alle ore 19 e 56.)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 194.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Con l'emendamento numero 194, che sostituisce il comma 1 dell'articolo 4, abbiamo provato ad ampliare le tipologie degli immobili che sono indicate nel comma. Sostanzialmente l'obiettivo di questo emendamento è quello di definire meglio, non genericamente, gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettive nella fascia dei 300 metri, cioè di precisare meglio a quali tipologie di immobili è destinato l'incremento volumetrico, facendo un ulteriore tentativo per parlare di tipologie anziché di fascia costiera.
Noi continuiamo a impegnarci, Assessore, per provare a dare un senso a questo provvedimento, che un senso non ha, perché occupandosi di tutto e rivolgendosi a tutto rischia solamente di provocare un grande caos. Quindi l'emendamento numero 194 riscrive il comma 1 in maniera più precisa e puntuale, evitando di provocare un ulteriore e immotivato aggravio urbanistico nella fascia costiera, legato agli incrementi previsti per le attività turistico-ricettive.
Quindi il voto su questo emendamento è favorevole perché si sforza di porre un problema. Certamente l'emendamento non è risolutivo, ma noi non ci stancheremo, Assessore, di spiegarle le nostre ragioni, perché crediamo veramente che questo provvedimento - e glielo dimostrerò anche nei prossimi interventi - non regge, è irrealistico. Per questo sarebbe meglio che, con un ripensamento, lo riportaste in Commissione, magari per proporne uno nuovo composto di pochi articoli da allegare alla prossima finanziaria.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 194 si propone di evidenziare come le norme che noi abbiamo approvato nei giorni scorsi risultino carenti di quell'aspetto sociale che avevamo denunciato fin dall'inizio. Ora, al di là dell'aspetto vincolistico, credo che una riflessione più serena vada fatta per valutare se siamo nelle condizioni di introdurre in queste norme alcuni elementi che possano davvero coinvolgere coloro che finora sono rimasti esclusi da questo provvedimento. Cioè bisogna avere la capacità di guardare un po' in orizzontale, tenendo conto che oggi la crisi passa, sì, per l'economia, ma interessa principalmente la povera gente, ed è tanta. Credo che renderemmo un servizio anche alle imprese, perché le grosse imprese, che sono le maggiori titolari di questo provvedimento, saranno anche quelle che ne beneficeranno maggiormente, perché hanno, ovviamente, rispetto ai requisiti e alle condizioni che sono poste nella legge, una capacità di organizzazione diversa da quella delle piccole imprese. Però pensate anche al fatto che in Sardegna non ci sono solo le grandi città, ci sono anche i piccoli paesi, ci sono le piccole comunità, i piccoli bisogni che non sono leggibili dai punti di osservazione dai quali noi spesso partiamo, perché parliamo di grandi numeri, parliamo di grandi cose, ma le nostre comunità oggi hanno una opportunità in più perché sono state coinvolte, negli anni precedenti, da una mentalità più avanzata, nel terreno del recupero di mestieri che stanno scomparendo. Sono comunità che in qualche modo avevano avuto una opportunità di ripresa quando noi abbiamo finanziato i progetti Civis e altri strumenti che sono ancora in fase di attuazione. Collegarsi con questo filone significa approfittare di una condizione congiunturale favorevole e dare risposta anche a quelli che hanno meno voce nelle nostre discussioni.
Mi pare che questa riflessione non guasti in un clima di approfondimento e di reale utilizzo di una legge che si propone di rispondere a una condizione di crisi come quella che abbiamo oggi in Sardegna.
(Non è approvato)
All'emendamento numero 201 sono stati presentati gli emendamenti sostitutivi parziali numero 504, 503, 502, 499, 498, 497, 496, 500, 495, 501 e 494. Per la stessa ragione che ho espresso per quanto riguardava il precedente emendamento, saranno messi in votazione soltanto gli emendamenti numero 504,502, 497, 494 e 201.
Passiamo all'emendamento numero 504.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Stiamo sostanzialmente parlando di date. Assessore, so che lei in qualche modo ha preannunciato la fissazione di un termine. Quello che ha proposto sino questo momento è incerto, ma noi ci sforziamo di sommare il caos al caos e riteniamo che non sia sufficiente prevedere l'incremento del 10 per cento sulla base della volumetria esistente alla data di presentazione della richiesta di concessione edilizia, perché questo vorrebbe dire che c'è un processo in corso anche per le strutture non ancora ultimate e che potrebbero essere ultimate nei prossimi diciotto mesi. Quindi, pensando e ripensando a quello che può succedere, già in questa fase si aprirebbe la finestra del 10 per cento.
Noi riteniamo che sia più logico che questo incremento volumetrico, se proprio lo si deve concedere - noi non siamo di questo avviso, siamo contrari -, sia concesso fissando una data per le volumetrie esistenti precedente alla data di richiesta della concessione edilizia e certamente per immobili e strutture che siano state ultimate da tempo.
Nell'emendamento numero 201 noi proponiamo la data del 31 marzo 2009, quando ancora non si parlava del "piano cemento" (ormai sappiamo che non dobbiamo parlare di piano casa, ma di "piano cemento"), mentre nell'emendamento numero 504 proponiamo la data del 30 marzo 2000. Voto a favore dell'emendamento numero 504, ma sono favorevole anche al numero 201, perché credo che la filosofia sia comunque quella di fissare una data certa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questa sequenza di emendamenti propone un tema molto chiaro. Credo che sia corretto, anche dal punto di vista del rapporto fra la legge che stiamo costruendo e l'origine normativa dalla quale perviene, cioè l'iniziativa del Governo nazionale, che concordiamo su una cosa: il nostro punto di vista lo conoscete, ma dico subito che noi siamo disposti a ritirare tutti gli emendamenti all'articolo 4 se c'è l'impegno complessivo di fissare nell'articolo 8 che questo provvedimento nel suo complesso si applica agli immobili accatastati al 1º aprile o 31 marzo 2009. Decidiamo che la data nella quale è stato siglato l'accordo Stato-Regioni è la data più ovvia e logica dalla quale dobbiamo partire.
Assumere questo impegno per tutte le fattispecie contenute in questa legge ritengo che sia un segno di collaborazione costruttiva che concorre a stabilire un profilo di serietà rispetto alle origini e alle intuizioni normative di questo provvedimento, tenendo conto che attraverso questo impegno si dà anche la sensazione - direi più che una sensazione - che questo provvedimento non nasce per dare copertura a questioni che possono essere, in via del tutto contingente, collegate con cantieri aperti, con operazioni a termine o da sanare. Si fissa una data imparziale che rende tutti identici e con pari opportunità di fronte a questa norma. Se c'è questa disponibilità noi saremo conseguenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Se è possibile, chiedo una sospensione di due minuti per poter interloquire sulla proposta del collega Sanna.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per due minuti, restando tutti in aula.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 10, viene ripresa alle ore 20 e 27.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri, in ordine alla data di ultimazione dei lavori e quindi della sussistenza del fabbricato, chiedo di poter intervenire su quanto contenuto negli articoli 2 e 3, e nello specifico nel comma 1 dell'articolo 2 e nei commi 2 e 3 dell'articolo 3. Chiedo che la data indicata in questi commi sia sostituita con "31 marzo 2009" e mi riservo di procedere, nel prosieguo dei lavori, qualora rilevassi che alcune date o riferimenti numerici presenti nel documento non sono coerenti con le decisioni, a ulteriori richieste di modifica in tal senso. Grazie.
PRESIDENTE. Propongo, in base all'articolo 89 del Regolamento, di rettificare quanto già votato dal Consiglio agli articoli 2 e 3 introducendo la data richiamata dall'assessore Asunis.
Se siamo tutti d'accordo, propongo anche di votare questa rettifica con procedimento elettronico per avvalorarla, in quanto modifica quanto già votato dal Consiglio.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della rettifica di quanto già approvato agli articoli 2 e 3, così come proposto dall'assessore Asunis.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Murgioni - Stochino.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 53
contrari 2
(Il Consiglio approva).
Poiché era stato preannunciato il ritiro di emendamenti, vorrei sapere com'è la situazione. Colleghi, scusate, non si può procedere in questo modo.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sulla base delle cose che ci siamo detti, vista la correzione, scriviamo l'emendamento all'articolo 8 e lo depositiamo come emendamento di sintesi che ci consente di ritirare tutti gli emendamenti all'articolo 4 che trattano lo stesso argomento. Per cui scriviamo adesso l'emendamento e lo depositiamo. Lo deposita l'Assessore, ovviamente, non noi.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sanna, si può proseguire con i lavori mentre scrivete l'emendamento?
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sono sufficienti due minuti.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per due minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 32, viene ripresa alle ore 20 e 55.)
PRESIDENTE. Sono stati ritirati tutti gli emendamenti all'articolo 4 presentati dai Gruppi di opposizione, per cui procediamo con la votazione dei soli emendamenti presentati dalla Giunta regionale.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vorrei una informazione, così, per curiosità. Sono stati ritirati anche gli emendamenti presentati da noi? Vorrei saperlo quanto meno per dare l'assenso. Non mi si informa!
PRESIDENTE. Io sono rimasta alla proposta dell'onorevole Sanna, il quale ha parlato al plurale e quindi ho dato per scontato che parlasse a nome di tutta l'opposizione. Le chiedo scusa, probabilmente l'onorevole Sanna parlava per il Partito Democratico.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ritiro gli emendamenti presentati dal nostro Gruppo.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 366. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
E' stato presentato un emendamento di sintesi degli emendamenti numero 367, 368 e 506.
(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento:
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 367, 368 e 506 Giunta regionale.
Articolo 4
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 368 e 506:
Il comma 3 dell'articolo 4 è sostituito dal seguente:
3. Per gli incrementi di cui al comma 1 deve essere rispettata la condizione che l'incremento volumetrico sia prioritariamente destinato a servizi turistici dell'attività aziendale senza aumento del numero di posti letto e che venga sempre realizzato in arretramento rispetto all'edificio preesistente e non verso il mare; per gli incrementi volumetrici di cui al comma 2 deve essere rispettata la condizione che essi siano destinati per almeno il 50 per cento a servizi turistici dell'attività aziendale. Negli immobili a prevalente destinazione turistico-ricettiva con un numero di posti letto non superiore a 15, per le volumetrie legittimamente esistenti alla data del 30 giugno 2009 aventi differente destinazione è sempre consentito il cambio di destinazione d'uso che consenta l'incremento delle superfici dedicate all'attività turistico-ricettiva in misura non superiore al 30 per cento. (539) .)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi avevamo concordato che si potesse presentare questo emendamento, pur mantenendo la nostra posizione di dissenso, ancor più a leggere l'ultimo periodo, in cui si dice: "Negli immobili a prevalente destinazione turistico-ricettiva con un numero di posti letto non superiore a 15, per le volumetrie legittimamente esistenti alla data del 30 giugno 2009" - si dovrebbe specificare del 31 marzo anche qua - "aventi differente destinazione è sempre consentito il cambio di destinazione d'uso…". Domanda: di che cosa stiamo parlando? In che cosa consisterebbe, Assessore, questa variazione di destinazione d'uso e a quale fattispecie si riferisce? Perché se questo significa trasformare le destinazioni d'uso turistico-ricettive in residenziali io sono fortemente contrario.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Faccio presente che lo spirito della norma è quello di consentire di poter variare la destinazione d'uso non già delle attività turistico-ricettive, ma dei volumi che possono essere all'interno di un contenitore, per esempio un deposito, la casa del titolare della struttura, un qualsivoglia elemento. Quindi lo spirito della norma, così come è scritta, non è consentire la variazione della destinazione d'uso turistico-ricettiva, ma esattamente l'opposto.
Ultimo elemento: io ho riscritto questo emendamento, che forse non è stato distribuito, perché nel frattempo avevo cambiato la data al 31 marzo 2009, così come concordato con l'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Voterò contro questo emendamento. Secondo me è possibile scriverlo un pochino meglio, in ragione della finalità che dovrebbe avere, perché se non si è chiari alla fine nascono problemi con le amministrazioni, con chi deve far sviluppare l'intervento e lascia le cose come stanno.
Approfitto, Assessore, lo dico a lei, ma anche alla Presidente del Consiglio, che so impegnata nell'istituzione della Commissione di inchiesta in materia di interventi regionali sulla sicurezza sul lavoro, per segnalare uno dei tanti fatti che preoccupano questo Gruppo e che lo hanno convinto a porre il problema, a suo tempo, della Commissione di inchiesta. Noi abbiamo una legislazione in materia di lavoro, lo dico perché è connesso al provvedimento che stiamo discutendo, che riguarda in modo particolare il settore delle costruzioni. Abbiamo fatto una legislazione che tutela il più possibile i lavoratori, cioè interviene a garantire alle famiglie dei caduti sul lavoro una provvidenza. A Bergamo è morto recentemente un operaio algherese di 56 anni, Mario Sotgiu. Nonostante quella legge tuteli anche questi lavoratori, la sua famiglia è priva di ogni tipo di assistenza, anche di quella prevista dalla legge. Vi chiederei la cortesia, mi rivolgo all'Assessore e al Presidente, di intervenire presso l'Assessorato del lavoro affinché prenda in carico questa vicenda e cerchi, attuando la legge, di assistere e sostenere la famiglia di questo operaio. Le farò avere, Assessore, la nota dove è indicato il nome. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Non c'è l'Assessore del turismo, che prima era in aula e che probabilmente è tra gli Assessori il più competente su questo specifico aspetto. Il termine di quindici posti letto non mi pare che trovi riscontro né nella legislazione nazionale né in quella regionale in riferimento al discrimine sulle attività turistiche. Lo può trovare, per esempio, nel limite di sette camere e più che distingue l'attività alberghiera, ma potrebbero essere sette camere triple, quindi ventuno posti letto, e non quindici. Ma con il limite dei quindici posti letto non si capisce bene come possa un tecnico del comune distinguere l'attività extralberghiera da quella alberghiera. Per l'attività di "bed and breakfast", per esempio, la normativa vigente prevede il limite massimo di tre stanze. Su questo si può presentare eventualmente un emendamento orale, per riportare il testo dell'emendamento numero 539 nell'alveo della legislazione vigente ed evitare di introdurre nuove norme che implicheranno una modifica della normativa in materia di attività turistica.
Vorrei però capire - perché mi sfugge questo aspetto, l'emendamento è un po' articolato, ma capisco qual è la finalità - quale sia la norma che oggi vieta, in presenza delle necessarie condizioni igienico-sanitarie, la modifica della destinazione d'uso. Qui si parla di "prevalente destinazione turistico-ricettiva con un numero di posti letto non superiore a 15", ma se anche il numero dei posti letto fosse superiore e non ci fosse la prevalenza di tale destinazione d'uso, ben vengano tutti coloro che vogliono trasformare depositi, esercizi commerciali o residenze in strutture alberghiere. Quindi io non porrei limiti ulteriori rispetto alla normativa vigente, e in questa norma mi pare che si stia limitando la possibilità di trasformare in strutture alberghiere strutture che non lo sono. Quindi starei attento a non porre limitazioni in questo senso. Dovremmo invece cercare di favorire le attività alberghiere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. E' già intervenuto, mi scusi?
PORCU (P.D.). Il mio non è propriamente un intervento, prendo infatti la parola non per perdere tempo, ma per chiedere un chiarimento poiché anch'io, come l'onorevole Cuccureddu, non ho capito la seconda parte di questo emendamento, che può essere letta in due modi. Voterò comunque contro, ma è un dettaglio.
Se le volumetrie delle quali è consentito il cambio di destinazione d'uso diventano parte delle volumetrie esistenti, su cui si può poi applicare un ulteriore incremento del 30 per cento, ciò mi preoccuperebbe ma avrebbe un senso. Se invece queste volumetrie sono già esistenti e consentono di raggiungere il tetto del 30 per cento credo che abbia ragione l'onorevole Cuccureddu. Quindi le chiedo, Assessore, un chiarimento. Il mio voto è contrario, ma giusto per legiferare nel modo più chiaro possibile, senza la pretesa di perdere tempo, le chiedo di chiarire questo aspetto.
Se fa una eccezione, Presidente, e dà la parola all'Assessore questo ci aiuta a capire se stiamo legiferando bene.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Signor Presidente, discutevo prima con i colleghi Sanna e Bruno una proposta che potrebbe trovare sintesi rispetto alle preoccupazioni espresse. Anziché "aventi differente destinazione" si potrebbe dire "aventi destinazione d'uso residenziale o commerciale", di modo che sia chiaro che il passaggio è dalla destinazione d'uso residenziale o commerciale alla destinazione d'uso turistico-ricettiva. Non si sta sostanzialmente consentendo di realizzare niente di nuovo, ma semplicemente di migliorare gli spazi all'interno di immobili che già esistono.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Mi sembra di cogliere che la finalità complessiva della norma sia abbastanza chiara a tutti. In ordine alle ipotesi di percorso che sono state rappresentate in Aula non ho nessuna difficoltà a fare una ulteriore specificazione, per cui se l'Aula è d'accordo proporrei di fare riferimento alle camere e non ai posti letto, in maniera tale da essere perfettamente coerenti con il quadro normativo presente nella Regione Sardegna. Conseguentemente, al posto di "15", che qui rappresentava il numero dei posti letto, si scriverà "7 camere". Era così, vero? Scusate, non voglio interloquire, ma vorrei avere maggiore contezza. Ripeto, al posto di "numero di posti letto non superiore a 15" potremmo scrivere "numero di camere non superiore a 7".
Per quanto riguarda il discorso che si ritrova nella riga immediatamente sotto, dove si dice "aventi differente destinazione", non ho nessuna preclusione a specificare ulteriormente nei termini di asserire nella norma "aventi destinazione residenziale o commerciale". Così abbiamo identificato in maniera chiara e univoca la portata della norma che non lascerebbe, a questo punto, elementi d'ombra.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Interruzione dell'onorevole Cuccureddu)
PRESIDENTE. Come, onorevole Cuccureddu?
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). C'erano anche due miei emendamenti.
PRESIDENTE. Sono tutti decaduti automaticamente per via delle modifiche che abbiamo introdotto, onorevole Cuccureddu, perché l'emendamento di sintesi fa decadere tutti gli altri emendamenti.
(Interruzione dell'onorevole Cuccureddu)
PRESIDENTE. In ogni caso, essendo stato soppresso il comma 4 dell'articolo 4, l'emendamento numero 347, da lei presentato è decaduto, per altro era un emendamento aggiuntivo.
Passiamo all'emendamento numero 363.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. L'emendamento numero 363 ha la stessa natura di un emendamento che è stato visto dall'Aula ieri, di cui avevo chiesto il ritiro. Per cui la Giunta ritira l'emendamento numero 363, per omogeneità chiaramente.
(E' approvato)
Abbiamo concluso l'esame dell'articolo 4.
BRUNO (P.D.). E l'emendamento numero 165?
PRESIDENTE. L'emendamento numero 165 fa parte degli emendamenti ritirati dall'opposizione.
Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). E gli emendamenti numero 422 e 423?
PRESIDENTE. Sono decaduti, perché l'emendamento di sintesi ha un effetto a cascata sugli altri emendamenti.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Anche se riguardano altri argomenti?
PRESIDENTE. Sono collegati a un emendamento che è stato sostituito da un altro emendamento e quindi decadono. Onorevole Cuccureddu, sono le regole stabilite dal nostro Regolamento secondo una logica, non hanno uno sviluppo irrazionale.
Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:
Art. 5
Interventi di demolizione e ricostruzione
1. La Regione promuove il rinnovamento del patrimonio edilizio ad uso residenziale e di quello destinato a servizi connessi alla residenza, turistico-ricettivo e produttivo esistente mediante interventi di sostituzione edilizia delle costruzioni ultimate entro il 31 dicembre 1989, che necessitino di essere adeguate in relazione ai requisiti qualitativi, architettonici, energetici, tecnologici, di sicurezza strutturale ed a quelli necessari a garantire l'accessibilità dell'edificio alle persone disabili.
2. Per gli interventi di cui al comma 1, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, è consentito un incremento volumetrico del 30 per cento in caso di integrale demolizione e ricostruzione degli edifici ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, di quelli destinati ad attività turistico-ricettive o produttive, a condizione che nella ricostruzione venga migliorata la qualità architettonica e tecnologica complessiva e l'efficienza energetica dell'edificio nel rispetto del decreto legislativo n. 192 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni. L'incremento volumetrico può arrivare fino ad un massimo del 35 per cento nel caso in cui siano previsti interventi tali da determinare il contenimento del consumo energetico con una riduzione pari almeno al 10 per cento rispetto agli indici previsti dal citato decreto.
3. Nel caso di immobili insistenti nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, ed in aree di particolare valore paesaggistico o in prossimità di emergenze ambientali, architettoniche, archeologiche o storico-artistiche, al fine di conseguire la riqualificazione del contesto é consentita, previa approvazione da parte del consiglio comunale e stipula di apposita convenzione, l'integrale demolizione degli stessi ed il trasferimento della volumetria preesistente in altra area con destinazione urbanistica compatibile, a condizione che il lotto originario sia ceduto gratuitamente al comune per destinarlo a finalità pubbliche. In tale ipotesi è concesso un incremento volumetrico del 40 per cento in caso di riduzione di almeno il 15 per cento dell'indice di prestazione energetica di cui al decreto legislativo n. 192 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni, e un incremento volumetrico del 45 per cento nell'ipotesi di riduzione dell'indice di prestazione energetica di almeno il 20 per cento. La deliberazione del consiglio comunale può prevedere una deroga esclusivamente all'indice di edificabilità e all'altezza, che non può comunque essere maggiore di un piano rispetto agli edifici circostanti.
4. I requisiti di cui ai commi 1, 2 e 3 sono dichiarati nel progetto allegato alla richiesta di concessione edilizia e successivamente attestati dal direttore dei lavori che produce, in allegato alla comunicazione di fine lavori, le certificazioni di conformità e di regolare esecuzione delle opere con idonea documentazione tecnica e fotografica, nonché la certificazione energetica rilasciata da tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo n. 115 del 2008, articolo 2, comma 2.
5. Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano agli edifici ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, ad eccezione della demolizione dei volumi incongrui e del loro trasferimento, con il relativo incremento volumetrico, oltre la fascia suddetta in aree extraurbane con destinazione urbanistica compatibile.
6. Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano per gli edifici compresi nella zona urbanistica omogenea A, come individuata negli strumenti urbanistici comunali, ad eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto e fermo restando che gli stessi devono risultare ultimati alla data del 31 dicembre 1989.
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
L'articolo 5 è soppresso. (22)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Il comma 1 dell'articolo 5 è soppresso. (23)
Emendamento all'emendamento numero 23 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Nel comma 1 dell'articolo 5 la data del "31 dicembre 1989" è sostituita da: 14/06/90. (533)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 1 è soppresso. (205)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Nell'art.5, comma 1, la frase: "mediante interventi di sostituzione edilizia delle costruzioni ultimate entro il 31 dicembre 1989 che necessitano di essere adeguate in relazione ai requisiti qualitativi, architettonici, energetici, tecnologici, di sicurezza strutturale" è soppressa. (131)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Il comma 2 dell'articolo 5 è soppresso. (24)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 2 è soppresso. (207)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Nell'articolo 5, comma 2, la frase: "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali" è soppressa. (132)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Al comma 2 dell'Art. 5 sono soppresse le parole "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali". (210)
Emendamento soppressivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis
Articolo 5
Nel comma 2 dell'articolo 5 la frase: "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e delle vigenti disposizioni normative regionali", è soppressa. (335)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Il comma 3 dell'articolo 5 è soppresso. (25)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 3 è soppresso. (211)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 3 è soppresso. (213)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Il comma 4 dell'articolo 5 è soppresso. (26)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 4 è soppresso. (215)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Il comma 5 dell'articolo 5 è soppresso. (27)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 5 è soppresso. (217)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Il comma 6 dell'articolo 5 è soppresso. (28)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 6 è soppresso. (219)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 5
Nell'art.5, comma 6, la frase: "ad eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto e fermo restando che gli stessi devono risultare ultimati alla data del 31 dicembre 1989" è soppressa. (133)
Emendamento all'emendamento numero 133 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Nell'emendamento numero 133 la parola cinquant'anni è sostituita dalla parola quarant'anni. (534)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 1 è sostituito dal seguente:
Nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e nel successivo articolo 5, sono consentiti interventi edilizi di completa demolizione e ricostruzione con ampliamento fino al massimo del 35 per cento della superficie utile lorda già esistente alla data del 31 marzo 2009 e legittimata da titoli abilitativi. (206)
Emendamento all'emendamento numero 206 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Dopo la parola ricostruzione sono aggiunte le seguenti:
"ai fini del miglioramento architettonico e rispettoso del risparmio energetico." (535)
Emendamento sostitutivo parziale Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Zedda Massimo - Uras - Salis
Articolo 5
Il comma 2 dell'art. 5 viene così sostituito:
2.. Gli interventi di cui al comma 1, sono consentiti per l'integrale demolizione e ricostruzione degli edifici ad uso residenziale e di quelli connessi alla residenza, di quelli destinati ad attività turistico - ricettive o produttive a condizione che nella ricostruzione vengano realizzate aree di verde attrezzato e destinato a servizi sportivi, in misura almeno superiore al 35% di quella esistente nell'ambito urbano interessato dallo strumento urbanistico in vigore. Non è comunque consentita alcuna cubatura aggiuntiva. (113)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 2 è sostituito dal seguente:
Salvo quanto disposto dal comma 3, gli interventi edilizi di cui al comma 1 sono ammessi su edifici esistenti ed aventi esclusivamente destinazione d'uso abitativa alla data del 31 marzo 2009. (208)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Articolo 5
Al comma 2 dell'art. 5, le parole "e dalle vigenti" sono sostituite dalle seguenti:
«ed in deroga alle vigenti ». (369)
Emendamento all'emendamento numero 369 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Le parole "ed in deroga alle vigenti" sono sostituite dalle seguenti:
" e assolutamente non in deroga alle vigenti". (530)
Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis
Articolo 5
Nel comma 2 dell'articolo 5 la frase: "L'incremento volumetrico può arrivare fino ad un massimo del 35%, nel caso in cui siano previsti interventi tali da determinare il contenimento del consumo energetico con una riduzione pari almeno al 10% rispetto agli indici previsti dal citato decreto" è così modificata "L'incremento volumetrico può arrivare fino ad un massimo del 35%, nel caso in cui siano previsti interventi tali da determinare il contenimento del consumo energetico con una riduzione pari almeno al 30% rispetto agli indici previsti dal citato decreto", tale da ancorare un premio volumetrico così rilevante ad una significativa riduzione del fabbisogno di energia primaria. (342)
Emendamento all'emendamento numero 342 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
All'Art. 5 comma 2 sono aggiunte le seguenti frasi:
Il comune, al fine dì assicurare la massima fruibilità degli spazi esistenti destinati alla prima casa da parte dei soggetti portatori di handicap grave, così come certificato ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) e successive modifiche può, anche in deroga agli indici di zona previsti dai vigenti strumenti urbanistici, consentire:
a) nelle abitazioni unifamiliari, un ampliamento volumetrico fino ad un massimo di 120 metri cubi, realizzato in aderenza all'edificio esistente; qualora questo sia ricompreso in una zona A - ai sensi del decreto assessoriale n. 2266/U del 20 dicembre 1983 - la richiesta di ampliamento è accompagnata dalla redazione di uno studio particolareggiato del comparto interessato;
b) nelle abitazioni condominiali, un ampliamento volumetrico mediante la chiusura di verande con strutture precarie; la richiesta di ampliamento è accompagnata dalla redazione di uno studio relativo agli effetti sulla stabilità e statica dei nuovi interventi sull'edificio esistente. (532)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
All'art. 5 comma 2 il numero "10 " è sostituito dal numero "20". (209)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
Gli interventi di cui al comma 1 sono consentiti su edifici all'interno dei quali siano presenti porzioni aventi destinazioni d'uso diverse e compatibili con la destinazione d'uso abitativa nella misura comunque non superiore al 25 per cento della superficie utile lorda complessiva dell'edificio medesimo; in tali casi gli interventi di cui al comma 1 sono consentiti a condizione che la superficie utile lorda di dette porzioni non sia computata ai fini dell'ampliamento e non sia aumentata. (212)
Emendamento all'emendamento numero 212 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
All'emendamento numero 212 è aggiunta la seguente frase:
Per gli edifici con attività economiche in essere al momento dell'entrata in vigore della presente legge, gli interventi edilizi consentiti non possono comportare modificazione della destinazione d'uso. (526)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
Con gli interventi di cui al comma 1 non può essere modificata la destinazione d'uso degli edifici interessati. Il numero delle unità immobiliari originariamente esistenti può essere aumentato, purché le unità immobiliari aggiuntive abbiano una superficie utile lorda non inferiore a cinquanta metri quadrati. (214)
Emendamento all'emendamento numero 214 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
All'emendamento numero 214 è aggiunta la seguente frase:
"La domanda per il rilascio della concessione edilizia è, inoltre, corredata da:
a) il progetto di nuovo volume che evidenzi le soluzioni tecniche adottate e giustifichi la necessità delle specifiche finalità dell'intervento;
b) dalla dichiarazione di non aver già ottenuto la concessione tale incremento volumetrico in altro immobile sito in Sardegna.". (527)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 4 è sostituito dal seguente:
Gli interventi di cui al comma 1 sono consentiti su edifici abitativi per i quali gli strumenti della pianificazione paesaggistica, gli atti di governo del territorio o gli strumenti urbanistici generali dei comuni consentono gli interventi di sostituzione edilizia; detti interventi sono realizzati nel rispetto delle distanze minime e delle altezze massime dei fabbricati ed in presenza delle seguenti due condizioni:
a) gli edifici abitativi siano situati all'interno dei centri abitati;
b) gli edifici siano collocati in aree esterne agli ambiti dichiarati a pericolosità idrogeologica molto elevata e a pericolosità geomorfologica elevata o molto elevata dai piani di bacino o dalle indagini geologiche allegate agli strumenti della pianificazione paesaggistica, agli atti di governo del territorio o agli strumenti urbanistici generali dei comuni.
6. Gli interventi di cui al comma 1 sono realizzati con l'utilizzo di tecniche costruttive di edilizia sostenibile che, anche attraverso l'impiego di impianti alimentati da fonti rinnovabili, garantiscano comunque prestazioni energetiche nel rispetto dei seguenti parametri:
a) con riferimento alla climatizzazione invernale dell'edificio, l'indice di prestazione energetica, definito dal D.lgs. 192/2005, è inferiore almeno del 50 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell'allegato C, tabella 1.3 del medesimo d.lgs. 192/2005;
b) con riferimento al raffrescamento estivo dell'involucro edilizio dell'edificio, la prestazione energetica, pari al rapporto tra fabbisogno annuo di energia termica per il raffrescamento dell'edificio, calcolato tenendo conto della temperatura di progetto estiva, e la superficie utile, è inferiore a trenta chilowattora per metro quadrato per anno. (216)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Articolo 5
Le parole del comma 4 dell'art. 5, "I requisiti di cui ai commi 1, 2 e 3" sono sostituite dalle seguenti:
« 4. I requisiti di cui ai commi 1, 2, 3 e 5, ». (372)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Articolo 5
L'ultima parte del comma 4, dell'art. 5, dalle parole "rilasciata da un tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo n° 115 del 2008, articolo 2, comma 2", è sostituita dalla seguente:
« ai sensi del D.M. 26 giugno 2009 (Linee guida Nazionali per la certificazione energetica degli edifici). ». (373)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 5 è sostituito dal seguente:
L'utilizzo delle tecniche costruttive di cui al comma 6 ed il rispetto degli indici di prestazione energetica di cui al medesimo comma 6, sono certificati dal direttore dei lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza di detti requisiti, non può essere certificata l'abitabilità o agibilità dell'edificio realizzato. (218)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Articolo 5
Il comma 5 dell'art. 5, è così sostituito:
« 5. Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano agli edifici ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, ad eccezione della demolizione dei volumi incongrui e del loro trasferimento, con il relativo incremento volumetrico, oltre la fascia suddetta in aree con destinazione urbanistica compatibile, esclusa la zona omogenea A.
E' altresì consentito, nelle zone urbanistiche F, nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, la demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti con incremento volumetrico non superiore al 10%, a condizione che la ricostruzione sia realizzata, oltre che nel rispetto del decreto legislativo 192 del 2005, in arretramento rispetto alla preesistente, non verso il mare, e che persegua l'obiettivo del miglioramento della qualità architettonica dell'intero organismo edilizio e dei valori paesaggistici del contesto in cui è inserito. È, altresì, necessario che la proposta progettuale ottenga la positiva valutazione della Commissione regionale per la qualità architettonica e paesaggistica di cui all'art. 7 della presente legge.». (374)
Emendamento all'emendamento numero 374 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Le parole "nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia" sono sostituite dalle seguenti:
"nel rispetto delle previsioni del PPR vigente". (529)
Emendamento all'emendamento numero 374 aggiuntivo Giunta Regionale
Articolo 5
All'emendamento numero 374 è aggiunto il seguente:
All'articolo 5, comma 5 è aggiunto il seguente:
5 bis. Le disposizioni di questo articolo si applicano agli edifici collocati in aree dichiarate, ai sensi del Piano stralcio per l'assetto idrogeologico di cui alla legge 18 maggio 1989, n. 183, e sue modifiche ed integrazioni, di pericolosità idraulica elevata o molto elevata (Hi3 - Hi4), ovvero in aree di pericolosità da frana elevata o molto elevata (Hg3 - Hg4), esclusivamente a condizione che la ricostruzione avvenga in altra area con destinazione urbanistica compatibile che non sia dichiarata di pericolosità elevata o molto elevata. In tali casi l'incremento volumetrico è ulteriormente aumentato del 25 per cento se l'edificio insiste su un'area di pericolosità molto elevata, ovvero del 15 per cento qualora insista in un'area di pericolosità elevata. (431)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Il comma 6 è sostituito dal seguente:
Gli interventi di cui al comma 1 sono realizzati nel rispetto delle prescrizioni tecniche contenute negli articoli 8 e 9 del decreto ministeriale 14 giugno 1989, n. 236 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche) nonché dalle ulteriori norme regionali. (220)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale
Articolo 5
Al comma 3 dell'art. 5, dopo le parole "ed il trasferimento della volumetria preesistente in altra area" sono inserite le seguenti:
« situata oltre la fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 nelle isole minori». (370)
Emendamento all'emendamento numero 370 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Alle parole " situata oltre la fascia dei 300 metri dalla linea della battigia" sono aggiunte le seguenti:
" e nel rispetto delle disposizione del PPR". (528)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale
Articolo 5
Al comma 3 dell'art. 5, dopo le parole "di un piano rispetto agli edifici circostanti" sono inserite le seguenti:
« ed a condizione che la soluzione progettuale si armonizzi con il contesto paesaggistico in cui è inserito l'intervento». (371)
Emendamento all'emendamento numero 371 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 5
Alle parole " ed a condizione che la soluzione progettuale si armonizzi con il contesto paesaggistico" sono aggiunte le seguenti:
" secondo le disposizioni previste dal PPR vigente". (531)
Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno
Articolo 5
Al comma 6 alla fine è aggiunto il seguente periodo: "Tale contrasto è espressamente dichiarato con delibera del consiglio comunale del comune competente approvata entro il termine di sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge. In mancanza di tale delibera non sono ammessi interventi di demolizione e ricostruzione nelle zone urbanistiche omogenee A." (222)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 5
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente:
6 bis Gli interventi di modificazione strutturale ricadenti in zona A ( per fabbricati con meno di
40 di vetustà) e nelle zone B sottoposte a regime di Piano Particolareggiato, non possono essere
difformi dalle previsioni e prescrizioni stabilite dallo stesso Piano Particolareggiato. (221).)
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi al banco della Presidenza non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi, vorrei approfittare del clima di dialogo e di ascolto che si è generato in quest'Aula e di cui mi rallegro, perché comunque la nostra speranza è e sarà fino all'ultimo quella di migliorare questo testo. Testo peraltro difficile da migliorare, perché ha un impianto poco condivisibile, delle cui conseguenze probabilmente ancora non vi rendete pienamente conto.
Vorrei rivolgere una domanda all'Assessore e assicuro che lo faccio solo per poter capire. Mi impegno anche, se è utile, ad autocontingentare i miei interventi sull'articolo 5, qualora ricevessi una risposta. Ho provato, Assessore, a seguire il suo ragionamento. L'articolo 5 propone altri interventi; abbiamo previsto interventi per tutto il patrimonio edilizio esistente, quindi con una valenza generale, praticamente, per tutte le tipologie edilizie. Abbiamo previsto interventi per gli immobili situati nelle zone agricole e per quelli aventi finalità turistico-ricettive e ora introduciamo una fattispecie diversa, con alcune eccezioni legate alle zone A, ma anche qui è possibile, per gli immobili con meno di cinquant'anni, realizzare interventi che hanno una caratteristica aggiuntiva: la demolizione. Allora, le vorrei porre una domanda, Assessore, senza entrare in polemica con lei ma dicendo che comunque gli interventi di espansione volumetrica determinano pur sempre ulteriore pressione antropica, sono cemento che si aggiunge a quello preesistente, ancorché non si tratti di nuove unità abitative, perché la discussione diventerebbe di difficile comprensione per chi ci ascolta. Con uno spettro così ampio di interventi stiamo toccando svariate decine di migliaia, probabilmente centinaia di migliaia di unità abitative; le unità abitative sono circa un milione e noi ne stiamo toccando qualche centinaio di migliaia. Lei dice che prevede solo 12 mila cantieri e 40 mila addetti, per cui faccio una prima osservazione. Ho guardato i dati Istat: in Sardegna nel settore delle costruzioni ci sono circa 60 mila addetti, circa un decimo del totale degli occupati, che sono poco meno di 600 mila; i disoccupati sono 90 mila, di cui circa 40 mila maschi. Ipotizziamo che 1 occupato su 10 possa essere ricondotto all'attività edilizia, recuperiamo 4 mila addetti. Allora faccio due osservazioni: primo, come faccio a mettere a lavorare 40 mila persone nel settore dell'edilizia se ipoteticamente dispongo di un massimo di 4 mila addetti che potrebbero avere le caratteristiche richieste? Secondo: anche ipotizzando che una quota, poniamo un terzo, degli addetti già impiegati corra il rischio di uscire dal mercato del lavoro arriviamo a una cifra che è circa la metà di quella che lei ha previsto, e quindi non mi tornano i conti. Cioè, lei sta mettendo in campo interventi che secondo la sua stessa stima, che è molto bassa, non possono essere realizzati. Parla infatti di 12 mila cantieri rispetto a uno spettro raggiungibile di 400 mila, perché qui potremmo toccare virtualmente - se sbaglio mi corregga, perché probabilmente sbaglio -, oltre a 200 mila seconde case, almeno per le tipologie multipiano e a schiera, che abbiamo inserito in Aula, altri 200 mila immobili.
Allora, non mi tornano i conti sull'ipotesi minimale, cioè mancano almeno 20 mila addetti. Dove li andiamo a prendere questi 20 mila addetti del settore edile, che attualmente non ci sono? Non ci sono né tra i disoccupati né nelle aziende che comunque stanno già lavorando. Vorrei veramente capire. Se lei mi dà una risposta che mi aiuti a capire, mi impegno a non intervenire nel seguito della discussione dell'articolo 5. Glielo dico seriamente e vorrei che i sardi ci ascoltassero. Sono intervenuto adesso perché voglio capire se vi siete fermati a pensare a quello che state facendo.
Quindi non mi torna l'ipotesi base, perché mancano al conto 20 mila addetti. E poi c'è il Sindaco di Castelsardo che è più ambizioso di lei e dice che questo "piano cemento" sarebbe un fallimento se non aprisse almeno 40 mila cantieri, anziché 12 mila come lei sostiene. Ammettendo che in ogni cantiere ci siano 2 o 3 operai, se mancavano 20 mila operai per 12 mila cantieri, per 30 mila cantieri per esempio - ma l'onorevole Cuccureddu ipotizza, ripeto, di 40 mila cantieri - mancherebbero 90 mila operai! Ma non abbiamo così tante persone da mettere a lavorare nell'edilizia, lei lo capisce bene; è difficile che vadano a lavorare nell'edilizia le donne o chi ha specializzazioni diverse da quelle attinenti a questo settore, per cui mancano dai 20 ai 120 mila addetti. Anche se si riuscisse ad aprire tutti questi cantieri (ma ne dubito, perché ci saranno dei conflitti; noi lotteremo fino alla fine, impugneremo la legge e gli enti locali e probabilmente lo stesso Consiglio delle autonomie faranno altrettanto), anche nel caso in cui tutto andasse secondo le sue previsioni e quelle dell'onorevole Cuccureddu, mancherebbero tra i 20 e i 120 mila addetti.
Allora, io non vorrei che, a discapito del nostro patrimonio edilizio, del nostro ambiente, dei nostri centri storici e delle nostre coste, stessimo promuovendo un mercato del lavoro per realtà che stanno fuori dalla Sardegna. Se l'offerta di lavoro e così ampia rispetto all'offerta di manodopera e di aziende del settore edile, che sono soltanto 25 mila circa, glielo ricordo, assessore Asunis, non vorrei che con questa legge, che non ha eguali in Italia, perché noi stiamo battendo ogni record di deregolamentazione, stessimo creando un mercato attrattivo per imprese provenienti dal resto d'Italia, dall'Est europeo o dall'Africa. Cioè non vorrei che stessimo creando posti di lavoro di cui non beneficeranno i sardi e opportunità di lavoro di cui possono realisticamente beneficiare non le imprese sarde, ma imprese che vengono da fuori.
A me i conti proprio non tornano! Non mi tornano nel caso base, perché lei, Assessore, mette in campo interventi che possono riguardare potenzialmente 400 o 500 mila unità abitative e dice che avremo soltanto 12 mila cantieri. Ma allora, mi consenta, è come sparare a una gazzella con un bazooka! Cioè lei sta utilizzando un bazooka, che può abbattere interi edifici, per abbattere una gazzella!
Io sono veramente preoccupato per voi, per ciò che succederà quando faremo conoscere ai sardi quello che state facendo. I colleghi della maggioranza restano muti, perché sono imbarazzati. Nella scorsa legislatura, quando si discuteva la legge salvacoste, noi intervenivamo nel dibattito perché eravamo orgogliosi di quella legge. Penso che voi invece un po' ve ne vergogniate di questa legge e spero che l'Assessore vi aiuti a vergognarvene di meno spiegandomi le cose che gli chiedo.
Quindi ai miei conti mancano tra i 20 e i 120 mila operai edili e perlomeno 10 o 15 mila aziende del settore. Mi chiedo se non stiamo creando opportunità di lavoro per altri, ma non per i sardi. Stiamo creando un calderone, una di quelle grandi illusioni mediatiche basate sulle promesse, in cui è specializzato il "gran capo" del centrodestra, che oggi ha avuto un'altra brutta notizia, oltre a quella ricevuta ieri. Ormai riceve una brutta notizia al giorno per le sue vicende passate!
Al di là della retorica, se lei mi dà una spiegazione sui numeri che ho citato e mi dice qual è la correlazione tra la mole di interventi potenziali e quella che riusciremo veramente a mettere in campo e della quale beneficeranno le imprese e i lavoratori sardi, se mi dice che c'è una correlazione anche minima, mi accontento di un rapporto di 1 a 20 o anche 1 a 10, mi asterrò dall'intervenire ulteriormente su questo articolo, altrimenti continuerà a sentire la mia voce fino alla fine, perché questa legge mi sembra veramente assurda.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, l'articolo 5 ha un primo comma che io non nascondo di condividere, perché dice: "La Regione promuove il rinnovamento del patrimonio edilizio ad uso residenziale e di quello destinato a servizi connessi alla residenza, turistico-ricettivo e produttivo esistente mediante interventi di sostituzione edilizia delle costruzioni ultimate entro il 31 dicembre 1989, che necessitino di essere adeguate in relazione ai requisiti qualitativi, architettonici, energetici, tecnologici" e chi più ne ha più ne metta. Quello che non mi convince è il fatto che questo rinnovamento sia necessario promuoverlo attraverso un incremento delle cubature. Cioè, la filosofia del provvedimento è questa: siccome l'autorità pubblica non investe pezzi di bilancio pubblico, cioè di disponibilità finanziaria, in questa operazione, la stessa la si può fare consentendo al privato cittadino o al soggetto in grado di intervenire direttamente in questa attività di rinnovamento una volumetria aggiuntiva. Perché non mi convince? Perché ho imparato che qualche volta è meglio che l'autorità pubblica metta a correre qualche soldo piuttosto che consentire un intervento di questa natura, cioè consentire la costruzione...
Presidente, vabbè che ce ne dobbiamo andare alle 22, ma se volete un po' di insulti per prestare un minimo di attenzione a quest'ora io ve ne do anche a quest'ora! Sto tentando di fare un ragionamento che forse dirà non solo perché noi abbiamo una posizione contraria a questo provvedimento, ma perché riteniamo che questo esso contenga elementi a rischio anche della sua esistenza, della sua operatività, della sua possibilità di essere efficace. Poniamo un caso pressoché impossibile, cioè che tutti abbiano cubature nelle aree di particolare valore paesaggistico e decidano di spostarle. Se queste cubature, queste volumetrie spostate hanno una premialità del 40 per cento e sono particolarmente significative che tipo di impatto determineranno nella fascia oltre i 300 metri?
E poi, se da una parte concedo volumetrie per liberare contesti paesaggisticamente significativi come quelli della fascia dei 300 metri, perché da altre parti consento un incremento delle stesse volumetrie nella fascia dei 300 metri che, ai sensi dell'articolo 10 bis della legge numero 45, fino a quando non verrà approvata questa legge, era inibita a nuove edificazioni? E' un giro tortuoso, una spirale che in ogni articolo, in ogni proposizione normativa, in ogni disposizione ha una sola identica conclusione: l'incremento delle volumetrie, una costruzione aggiuntiva alle costruzioni esistenti, un impatto la cui sostenibilità non è stata preliminarmente valutata. Perché non è stata preliminarmente valutata? Perché questa operazione la si fa attraverso il superamento degli indici di edificabilità che sono previsti dalle leggi e soprattutto dagli strumenti urbanistici attualmente in vigore.
Allora l'operazione è questa, ed è una delle ragioni per cui alla fine contrasteremo anche questo articolo 5, che pure in alcune parti contiene elementi di interesse: si cancella la pianificazione territoriale in capo agli enti locali; si toglie la titolarità della pianificazione territoriale agli enti locali e la si trasferisce al singolo cittadino proprietario di volumetria, il quale compromette in via definitiva ogni possibilità di pianificazione territoriale in capo agli enti locali che ne sono i soggetti titolari. Ma non solo, siccome la pianificazione non è stata fatta, perché la si è superata attraverso il superamento degli indici di edificabilità, che cosa succede? Succede che non è stato preliminarmente valutato alcun impatto e non è chiara la sostenibilità del territorio per quelle nuove volumetrie. Non sappiamo se l'infrastrutturazione esistente è in grado di sopportare eventuali nuove residenzialità o attività produttive o presenze turistiche, non sappiamo nulla. E' una legge che consente l'edificazione al buio, che ha in sé la caratteristica di determinare un caos edilizio. Ed è proprio in questo che io ravviso gli elementi di incostituzionalità maggiore dell'insieme di questo provvedimento, che è incostituzionale da una parte perché spoglia i comuni della titolarità della funzione di pianificazione del proprio territorio, dall'altra perché cancella quella funzione, cioè non la pone neppure in capo ad altri soggetti. E' la Regione che fa la pianificazione territoriale? E' la provincia? Chi è che fa la pianificazione territoriale in ragione degli incrementi volumetrici che si propongono?
Questo provvedimento è incostituzionale, badate, anche perché si elimina la possibilità dei terzi di intervenire in ragione delle edificazioni nuove, delle volumetrie assentite. Cioè, ogni volta che si fa un piano, ogni volta che si prevede una costruzione si dà la possibilità al terzo di intervenire per capire se i suoi interessi, i suoi diritti soggettivi sono tutelati o sono violati. In questo caso ciò non succede, avviene tutto esclusivamente fuori dalle regole.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il tema degli interventi di demolizione e ricostruzione merita un riferimento alle cose che sono avvenute di recente, diversamente rischiamo di non interpretare correttamente la portata di questo articolo.
E' bene che si sappia che in Sardegna, negli ambiti definiti da questo articolo, che sono più propriamente i centri storici, si è provveduto in questi anni a verificare la coerenza dei piani particolareggiati di 225 comuni su 370. Cioè è stato avviato un processo in base al quale i comuni hanno percepito che i centri storici sono un elemento importante, direi quasi determinante nella dimensione dello sviluppo locale. Noi abbiamo verificato e abbiamo detto a questi comuni: alcune azioni sono immediatamente realizzabili altre dovranno essere previste nei piani urbanistici comunali individuando le azioni volte principalmente al recupero e alla rivitalizzazione di questi contesti. E siccome, a differenza di quello che fate voi, noi facciamo le cose e poi mettiamo anche le risorse per poterle fare, abbiamo stanziato cifre che si aggirano attualmente sui 140 milioni di euro e che hanno interessato complessivamente i comuni per i seguenti progetti: 9 progetti cosiddetti di qualità; 28 piani strategici finanziati con i fondi POR e CIPE; 13 progetti Polis finanziati con i fondi POR e CIPE; 22 progetti finanziati con l'APQ per le aree urbane e altri 20 finanziati con l'APQ per lo sviluppo locale. Col bando Civis, infine, riguardante progetti aggregati per unioni di comuni, abbiamo finanziato 186 progetti. In totale 278 comuni sono stati interessati da questa strategia che mirava a stanziare risorse, programmate poi dai comuni, per attuare un'azione mirata al recupero e alla ristrutturazione dei centri storici.
Ora arrivate voi e ignorate questa condizione che è una nuova condizione culturale delle amministrazioni comunali, anche perché se i due terzi dei comuni hanno messo a disposizione i progetti e i propri piani particolareggiati qualcosa vorrà dire! Vi interessa sapere che cosa pensano i comuni o ve ne fregate? Vogliamo fare delle azioni che nonostante l'esigenza del piano casa si connettano coerentemente con questa idea? O vi interessa solamente mandare dei messaggi e degli slogan? Questo è il punto.
Mi dispiace che non ci sia l'onorevole Floris, perché col comma 1 gli date una mazzata sul cranio, non fosse che per la sua esperienza...
STOCHINO (P.d.L.). A chi?
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Al collega Mariolino Floris, che non lo merita; non lo merita come persona e non lo merita neanche per tutto quello che ha fatto.
Sostenere che tutto quello che è assoggettato a questa azione di demolizione e ricostruzione sia quello che esisteva fino al 31 dicembre 1989 è come dire che nel frattempo la legge numero 45 non ha esercitato la sua funzione e il lavoro che è stato fatto in questi anni, che si è concluso poi con queste ultime cose che ho detto, non è un patrimonio che comunque va tenuto in conto. Il problema è che noi non possiamo distinguere la strategia per la casa con gli ampliamenti volumetrici che voi proponete nei centri storici, perché la problematica è diversa. Evidentemente ci sono, come diceva il collega Uras, delle cose interessanti. Per esempio nel comma 3 voi sostanzialmente promettete una premialità, diciamo così, a chi demolisce la casa e la ricostruisce fuori da ambiti sottoposti a un regime vincolistico più accentuato.
E' sostanzialmente il principio che noi abbiamo chiamato permuta e che invece di essere lasciata a una condizione spontanea dovrebbe essere governata dall'ente locale. Quindi dite: "Io ti concedo la premialità a condizione che i comuni esercitino la funzione di permutare aree pregiate all'interno dei centri storici, dove insistono immobili decadenti, diroccati o irrecuperabili, con altre aree che possono soddisfare in ambito urbanistico compatibile le tue esigenze abitative e dove ti concedo anche una premialità". Questa sarebbe una cosa meritoria, perché va nella direzione di rendere il comune protagonista del completamento di un'azione di ricostruzione coerente del disegno urbanistico del centro storico. Messo così invece non ha molto senso, diventa persino impraticabile, perché se qualcuno possiede una casa diroccata nel centro storico prima lo dovete convincere a recuperarla, ed ecco perché servivano i soldi, ovvero perché sono molteplici questi casi. Molti di questi casi si sarebbero potuti risolvere se l'Assessore dei lavori pubblici fosse venuto qua per ragionare con noi sulla logica in base alla quale una parte del nostro famoso piano casa vero, quello che ha portato i soldi, la si sarebbe potuta introdurre in questo testo di legge per accompagnare alcune di queste strategie.
Voglio dire solamente questo, perché non sono dati fantasiosi, sono dati comprovati: per quanto riguarda il bando di 25 milioni di euro fatto negli anni passati per dare 25 mila euro a fondo perduto a coloro che acquistavano o recuperavano la prima casa, l'83 per cento dei finanziamenti è stato destinato a interventi di acquisto e recupero nei centri storici. E' un dato che non si conosce, ma che rappresenta un fenomeno che si sta sviluppando e che il legislatore intelligentemente dovrebbe assecondare, perché va nella direzione di favorire quelle azioni di recupero e di ricucitura dei tessuti urbani che in altro modo non si realizzerebbero. Se non c'è una leva di incentivo i tessuti urbani non si sviluppano e che cosa potrà succedere? Avremo una quantità enorme di risorse, che si stanno realizzando con i progetti di cui vi ho detto nei centri storici per ristrutturare le vie, i servizi, i sottoservizi e nel contempo qualcuno trasferisce la sua proprietà al comune per andare a vivere in un'altra parte dello stesso ambito comunale. Questo avverrà.
Ora, l'incongruità di alcuni fabbricati nei 300 metri va definita, non si può lasciare il giudizio sempre alla famosa commissione. Il problema è che noi dobbiamo riflettere, per esempio, sul significato di ciò che affermate ai commi successivi. Al comma 5 dite che tutte queste azioni di permuta, eccetera, non valgono per gli edifici ubicati nelle zone extraurbane ricadenti nella fascia dei 300 metri. Secondo me, invece, intervenire in questi ambiti è una emergenza, sarebbe la cosa più utile. Cioè poter spostare quei volumi dalla fascia dei 300 metri in un'altra zona è la cosa più utile, a maggior ragione quando non ricadono in ambito urbano, perché vuol dire che parliamo di quegli insediamenti che sono nati così, come funghi, e che hanno costruito quelle pseudoborgate marine prive di servizi e di standard e dove forse il trasferimento delle volumetrie sarebbe maggiormente utile.
Ecco perché questo articolo genera molta propaganda, ma sostanzialmente peggiora la situazione e non tiene conto di un territorio che ormai si è configurato con una cultura volta al recupero, alla riconnessione, al riutilizzo. Ma capisco e mi fermo qua.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, onorevoli colleghe e colleghi, l'articolo 5 a dire la verità è stimolante già dal titolo, perché gli interventi di demolizione e ricostruzione forse potrebbero aiutarci a recuperare parecchio degli aspetti urbanistici dei nostri centri urbani. Questo articolo poteva davvero essere - così formulato non lo è purtroppo - una ghiotta occasione per ricucire i nostri centri storici e riqualificarli.
Le cose dette dall'onorevole Gian Valerio Sanna sono interessantissime, finalmente si dà ai comuni un ruolo, seppure non un ruolo pieno. E' il comune che stabilisce alcune operazioni e concorda con i privati la demolizione e lo spostamento dell'immobile. Questo aiuterebbe molti comuni, specie per quanto riguarda i centri storici, a recuperare aree da destinare ai servizi ed è uno forse degli elementi, presi in linea generale, che condivido nella filosofia di questa legge e andrebbe perfezionato. Si dovrebbe cioè dare un ruolo maggiore ai comuni per l'attuazione piena di questo articolo.
Ma c'è anche un altro aspetto che mi sembra poteva essere colto con l'articolo 5, la cui applicazione a pensarci attentamente o con un minimo di praticità potrebbe, con negli interventi di demolizione e ricostruzione con premialità, essere utile per esempio per affrontare l'abusivismo, il grande abusivismo che esiste nella nostra regione. In che modo pensiamo di affrontare questo problema? E' difficile affrontarlo, tutti sappiamo che l'abusivismo in Sardegna esiste perché quel sindaco che tenta o ha l'ardire di mandare i suoi funzionari per decretare un dato immobile abusivo rischia, come è successo al Sindaco di Gairo e ad altri sindaci, di subire pesanti sanzioni. Allora perché non applicare una similitudine, quindi cogliere questa occasione per fare in modo che l'abusivismo venga eliminato e sia concesso a colui che ha compiuto l'abuso di ricostruire quanto gli è necessario nelle zone urbanistiche a tal fine preposte, con regolare richiesta, con regolare progetto approvato? Non mi scandalizza neanche la premialità. Certo non va premiato l'autore di un abuso, ma se tale premialità consente di cominciare a porre fine all'abusivismo nella nostra Isola, credo che possa essere un mezzo, uno strumento da utilizzare anche in questi termini.
Certo, come è stato detto, lascia perplessi il fatto che sia prevista una premialità anche per l'abbattimento delle costruzioni abusive. Ho avuto modo di parlare in questi giorni, in altri interventi, degli insediamenti realizzati lungo la costa negli anni '60, nel periodo del "blocchetto facile", senza un piano urbanistico, senza un minimo di organicità, ma solo dicendo al responsabile dell'ufficio tecnico: "Voglio farmi la casa in riva al mare". E la risposta era: "Sì, costruiscila, poi ti metti d'accordo con il vicino". Si tracciava una strada, senza rispettare le distanze, e sono così nati interi quartieri. Parlo, per esempio, di San Giovanni di Sinis e di S'Archittu, ma se andate in giro per la Sardegna troverete una miriade di situazioni similari.
Presso questi insediamenti si sono poi realizzate le necessarie infrastrutture e sono stati approvati i piani di regolamentazione degli insediamenti stessi. Per stare nel mio territorio, ci sono i piani di espansione delle aree di Torre dei Corsari. Certo questo insediamento è un obbrobrio, ma comunque è stato realizzato sulla base di un piano predefinito, e anche una parte di San Giovanni è regolamentata da un piano di costruzione. Allora, ripeto, per quanto riguarda questi insediamenti si possono fare dei piani per un migliore recupero strutturale, per un migliore recupero architettonico, per un migliore recupero ambientale. Laddove, invece, questo non fosse possibile può essere applicato il principio dell'abbattimento dei volumi incongrui, per ricomprenderli nell'ambito delle nuove pianificazioni, dei nuovi insediamenti dotati di servizi primari. Spesso in questi agglomerati non c'è una rete idrica e nemmeno una rete fognaria, sono cioè privi del sevizio di depurazione, ma ancora vi insistono le fosse settiche, con grave pregiudizio per l'ambiente.
L'articolo 5, ripeto, è interessante sotto molti punti di vista e meritava di essere ulteriormente approfondito e valorizzato, per tutta una serie di opportunità che esso offre. Ma questa è una legge, lo ribadisco ancora una volta, fatta in fretta e furia, senza pensare non solo alle conseguenze ma nemmeno, come in questo caso, alle opportunità che può offrire. Credo che non dobbiamo mai smettere di porci il problema dell'abusivismo, di cercare di capire in che modo possiamo uscire da questa piaga che ormai ha invaso tutta la Sardegna. Questo articolo, a mio avviso, potrebbe essere uno strumento per dare risposte a questo gravissimo problema e cominciare a educare le comunità, quindi a creare la cultura del diritto anche in Sardegna, in modo particolare in questo ambito, perché sappiamo quanto sia diffusa la capacità di realizzare opere senza essere perfettamente in regola di fronte alla legge.
Ritengo che questo articolo possa essere condiviso in molte parti, ma va migliorato in relazione agli aspetti di cui prima vi parlavo. Quindi occorre dare ai centri storici un nuovo assetto, recuperando le parti di maggior pregio e creando le possibilità per una maggiore vivibilità. Sappiamo, per esempio, quanto sia difficile nel centro storico trovare un parcheggio oppure un garage. Questo perché nei piani particolareggiati si prevede la demolizione di qualche caseggiato e l'acquisto delle relative aree da parte dei comuni, che però non hanno le risorse finanziarie necessarie. Nei comuni che hanno i piani di edilizia economica popolare e che dispongono di una serie di aree edificabili la permuta può avvenire, e questo è importantissimo; laddove non può avvenire si cede l'area al comune perché vi realizzi infrastrutture. Mi sembra una grande opportunità.
Questo strumento consentirebbe di recuperare i centri storici e tutti quei brutti insediamenti nati negli anni '60 e '70. Laddove non si riuscisse a recuperare l'ossatura architettonica di questi insediamenti, quindi a renderne possibile la riqualificazione urbanistica e il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, perché di questo si tratta, si potrebbe forse, come diceva l'onorevole Gian Valerio Sanna, consentire la demolizione delle cubature di scarso pregio, dando la possibilità di realizzarle in altra area anche con una premialità. Credo che questo articolo possa ancora, se migliorato, dare molte risposte interessanti, tra le quali, a mio avviso - lo pongo come un problema su cui riflettere - quelle sull'abusivismo, che credo non sia cosa di poco conto. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Per questa volta rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Non è in aula, per cui decade dal diritto alla parola.
E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'articolo 5 tratta del rinnovamento, ma anche del superamento degli indici massimi di edificabilità. Assessore, nel comma 1 il rinnovamento degli edifici e delle strutture è riferito sia all'uso residenziale sia a quello turistico-ricettivo e sono indicati requisiti sui quali nessuno può muovere delle critiche: qualitativi, architettonici, energetici, tecnologici, sicurezza strutturale e accessibilità degli edifici per le persone disabili. Nessuno mette in dubbio questi criteri e queste caratteristiche, ciò che non regge tra il primo e il secondo comma è appunto il superamento degli indici massimi di edificabilità: del 30 per cento per gli edifici a uso residenziale o destinati ad attività turistiche, del 35 per cento nel caso di un abbattimento del consumo energetico pari almeno al 10 per cento rispetto agli indici previsti dal decreto legislativo numero 192 del 2005. Perché dico questo? Perché quel decreto pone quali criteri per il risparmio energetico in particolar modo la riconversione degli edifici. I parametri del Protocollo di Kyoto, ai quali faceva riferimento la normativa comunitaria, sono oggi persino datati, nel senso che la nuova normativa pone ai Paesi membri criteri addirittura molto più restrittivi circa la riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e dei consumi energetici. In particolare il nostro Paese, in base ai parametri posti dall'Unione Europea, ossia la riduzione del 20 per cento delle emissioni di CO2 e il raggiungimento della quota del 20 per cento di risparmio energetico, si attesta al 3 per cento nell'utilizzo delle risorse alternative e nell'abbattimento dei costi energetici. Manca quindi il 17 per cento per raggiungere la quota del 20, mentre rispetto alla riduzione delle emissioni di CO2 siamo così sotto che dovremmo raggiungere per intero la quota del 20 per cento, essendo il nostro un Paese non virtuoso.
Dico questo perché tutto ciò comporta la produzione di materiali, lo spostamento di mezzi di movimento terra, insomma un incremento di cubatura che arriva addirittura al 45 per cento nel caso di un abbattimento del consumo energetico del 20 per cento è esso stesso indubbiamente causa di consumo energetico e di produzione di CO2. Se a un edificio di 100 metri quadri, che già consuma energia, si aggiungono 45 metri quadri, raggiungendo i 145 metri quadri, una riduzione del 20 per cento dei consumi energetici non è sicuramente sufficiente neanche a coprire i costi energetici che quell'immobile aveva in passato. E noi aggiungiamo ulteriore volumetria!
Il decreto legislativo numero 192 del 2005 prevede addirittura diversi ambiti di intervento per usufruire dei benefici in esso previsti. In particolar modo la ristrutturazione dell'involucro, cioè dell'edificio così com'è, proprio perché la cubatura aggiuntiva determina ulteriori consumi energetici sin dalla fase di realizzazione dei manufatti. Quindi lo stesso decreto legislativo fissa degli indici per gli edifici esistenti di 1.000 metri quadri, cioè prevede interventi tesi a colmare le lacune dovute al mancato rispetto dei parametri sui consumi energetici, con l'utilizzo di una quantità di energia superiore a quella che potrebbe essere utilizzata realizzando ulteriori elementi architettonici, seguendo le tecniche della bioarchitettura, utilizzando nuovi infissi, eccetera. Questo su 1.000 metri quadri, perché su superfici di queste dimensioni si ha un abbattimento dei consumi energetici maggiore rispetto agli incentivi, cioè il decreto legislativo pone quale punto fermo quello di non creare nuova cubatura, e quindi ulteriori consumo energetico, ma di intervenire laddove è possibile su edifici che hanno un consumo energetico e un impatto ambientale ingente, senza ovviamente aumentarne i consumi energetici. E' come se noi, per comprare dei mattoni, andassimo tutti i giorni ad Alghero e non calcolassimo i costi della benzina, il consumo energetico, l'inquinamento di CO2 prodotto dal mezzo di trasporto utilizzato, per esempio un camion, solo ed esclusivamente per rifornirci di materiali. Anche questi sono costi energetici.
Ora, a me pare che tutto ciò non sia stato calcolato, anche perché non mi pare che in sei mesi, volendo pensare che la Giunta si sia data quali tempi strettissimi sei mesi, si abbia la possibilità di valutare quanto questi incrementi di volumetria incidano nei nostri centri storici, quali costi abbiano, quale ulteriore danno arrechino ai centri storici, quale ulteriore aggravio determinino in termini di cubatura nelle nostre città, quali siano i consumi energetici ipotizzati in caso di aumenti di volumetrie del 45 per cento, comprese le pertinenze, e quali siano i costi complessivi degli interventi che con questa legge voi proponete.
Mi pare impossibile, avendo voi detto di aver ascoltato tutti, soprattutto i diretti interessati, e cioè gli imprenditori edili, che non abbiate ascoltato l'università, gli esperti in materia energetica, coloro che magari potevano avere un'idea su come intervenire. Io non nego che gli interventi per l'abbattimento dei consumi energetici possano essere utili. Se a Polaris, a qualcuno venisse in mente di fare un incubatore di imprese in questa direzione, cioè nel campo del risparmio energetico in edilizia, esso potrebbe assorbire parte dei laureati in fisica, in architettura, in bioarchitettura, in ingegneria e in architettura. Si potrebbe cioè avere una squadra di tecnici, che ora non abbiamo, capaci di certificare, perché c'è carenza anche di professionalità che possano certificare questo tipo di interventi. La certificazione deve essere fatta da tecnici di altissima competenza proprio nel campo del risparmio energetico in edilizia, sul quale vengono presentate tre o quattro tesi all'anno nelle facoltà di ingegneria e architettura della Sardegna, poiché sono pochissimi gli iscritti a queste facoltà e altrettanto pochi gli esperti che trattano questa materia.
Io non so quale comune della Sardegna, che non dispone di economisti, di esperti in giurisprudenza o in diritto comunitario, che non ha una serie di professionalità che invece dovrebbe avere, possa provvedere alla certificazione di questi interventi. Immagino che i comuni dei colleghi che sono anche consiglieri comunali siano pieni zeppi di ingegneri, esperti e formati all'estero in bioedilizia, bioarchitettura e risparmio energetico in edilizia, tanto da poter immediatamente certificare questi interventi!
Ancora, il decreto legislativo numero 192 del 2005 parla di demolizione e ricostruzione. Quand'è che la demolizione e la ricostruzione sono convenienti? Nel caso di edifici di superficie superiore a 1.000 metri quadri, il costo della demolizione, inteso anche in termini energetici, può essere colmato dal risparmio energetico realizzabile con la ricostruzione. Se si tratta, invece, di una costruzione di 50 metri quadri diciamo che i costi sono tali per cui il risparmio è minimo, perché la quota di riduzione del 10 per cento del consumo energetico la si raggiunge semplicemente sostituendo le lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo. Non è necessario fare altro.
Per quanto riguarda invece l'altra questione, non so se voi abbiate presente quale valore ha la formazione in materia di sicurezza sul lavoro. Noi abbiamo un deficit su questo e i rischi sono seri.
PRESIDENTE. I lavori del Consiglio per oggi si concludono qui, riprenderanno domani mattina, alle ore 10. E' iscritta a parlare per prima l'onorevole Zuncheddu. Comunico anche che alle ore 9 e 30, sempre di domani mattina, è convocata la Commissione urbanistica.
La seduta è tolta alle ore 22 e 04.