Seduta n.429 del 31/07/2013 

CDXXIX SEDUTA

MERCOLEDI' 31 LUGLIO 2013

Presidenza del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10.

SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 3 luglio 2013 (420), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Attilio Dedoni, Rosanna Floris, Luigi Lotto, Francesco Meloni, Efisio Planetta e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta del 31 luglio 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di petizione

PRESIDENTE. Comunico che, in data 26 luglio 2013, è pervenuta a questa Presidenza una petizione concernente: "Concessione del compendio immobiliare dell'ex Seminario regionale all'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote".

Ricordo che, a norma dell'articolo 103 del Regolamento interno, il fascicolo relativo a detta petizione è a disposizione dei consiglieri presso la terza Commissione.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Cuccureddu - Dedoni - Sanna Matteo - Solinas Christian - Diana Mario - Cocco Daniele Secondo:

"Sostegno alle povertà e interventi vari". (543)

(Pervenuta il 30 luglio 2013 e assegnata alla terza Commissione.)

Apprezzate le circostanze, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 02, viene ripresa alle ore 10 e 17.)

PRESIDENTE. Poiché l'onorevole Diana ha chiesto di attendere ancora qualche minuto, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 25.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 19, viene ripresa alle ore 10 e 53.)

Discussione della mozione Moriconi - Cuccu - Sabatini - Diana Giampaolo - Floris Vincenzo - Cozzolino - Lotto - Corda - Sechi - Arbau - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Agus - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Cugusi - Mulas - Solinas Antonio sull'applicazione dell'articolo 4 della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, inerente l'omogeneizzazione organizzativa nel comparto della formazione professionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (271)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 271.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Moriconi - Cuccu - Sabatini - Diana Giampaolo - Floris Vincenzo - Cozzolino - Lotto - Corda - Sechi - Arbau - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Agus - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Cugusi - Mulas - Solinas Antonio sull'applicazione dell'articolo 4 della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, inerente 1'omogeneizzazione organizzativa nel comparto della formazione professionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che l'articolo 4 della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, ha disposto che il personale cessato o sospeso dal lavoro entro il 31 dicembre 2012 e che alla medesima data risultava inserito nel bacino degli ammortizzatori sociali in deroga, già titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato ai sensi della legge regionale 10 giugno 1979, n. 47 (Ordinamento della formazione professionale in Sardegna), può essere iscritto a domanda, a cura del competente Assessorato, alla lista speciale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera f), della legge regionale 5 marzo 2008, con lo scopo di porre fine alla drammatica situazione di precarietà del personale, chiudendo con la provvisoria fase degli ammortizzatori sociali e restituendo il diritto pieno al lavoro stabile e duraturo;

ATTESO che la legge, approvata con una procedura d'urgenza, pretende un processo attuativo contrassegnato dagli stessi caratteri d'urgenza in quanto relativa a persone che si trovano sotto ammortizzatori sociali in deroga da oltre tre anni e pertanto, secondo quanto disposto dalla legge n. 92 del 2012 (legge Fornero), a breve non potranno più usufruire di alcun tipo di indennità o sussidio;

RILEVATO che:

- la norma individua puntualmente i requisiti indispensabili per l'iscrizione alla suddetta lista speciale, lasciando ai diretti interessati l'onere della domanda e all'Assessorato competente la funzione di verifica delle stesse;

- i numeri e l'elenco dei lavoratori interessati dal provvedimento sono in possesso del competente Assessorato;

- le norme attuative possono seguire per analogia quelle già predisposte nel 2008 per i lavoratori della formazione professionale che a tale data avevano i requisiti per l'iscrizione alla lista speciale;

CONSTATATO che:

- il Consiglio dei ministri, nella seduta n. 11 del 26 giugno 2013, ha deliberato la non impugnativa della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, riconoscendo pertanto piena legittimità a quanto previsto nel succitato articolo 4;

- data la sussistenza di tutti i presupposti in atto il competente Assessorato avrebbe già dovuto tempestivamente operare nel senso imposto dalla normativa vigente e ogni atto contrario costituisce arbitrio tacciabile di illegittimità, e ciò è ancora più grave se si considera che il provvedimento é stato approvato con procedura d'urgenza,

impegna l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale,
cooperazione e sicurezza sociale

ad attivarsi nell'immediato, con i lavoratori interessati e le loro rappresentanze, al fine di rispettare l'applicazione di quanto previsto all'articolo 4, della legge regionale n. 10 del 2013. (271).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

MORICONI (P.D.). Assessore Contu, la mozione che discutiamo e che riguarda il problema dei lavoratori della formazione professionale, quelli di cui alla legge numero 47 del 1979, per intenderci, si prefigge non di riaprire la discussione entrando nel merito di una norma appena approvata, la legge numero 10 del 29 aprile scorso, e più in particolare delle previsioni che sono contenute nell'articolo 4, rispetto alle quali, Assessore...

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di cortesia nei confronti dell'onorevole Moriconi!

MORICONI (P.D.). Nei confronti dell'Aula, Presidente!

Rispetto a questa legge si può essere anche in disaccordo, ma non è questo l'oggetto della discussione. Oggi si vuole semplicemente preservare il Consiglio dall'ennesimo tentativo di mortificazione o scavalcamento peraltro da parte di chi evidentemente ha opinioni diverse rispetto ai deliberati di quest'Aula. Vorrei ricordare, a me stesso innanzitutto e ai colleghi tutti, anche se è trascorso poco tempo, che per il perseguimento degli obiettivi raggiunti attraverso l'approvazione della legge numero 10 del 2013 e, ripeto, più in particolare dell'articolo 4, è stato necessario e opportuno ricorrere alla procedura d'urgenza (articolo 102 del Regolamento), in ragione, colleghi Greco e Stochino, dei rischi valutati e condivisi in quest'Aula circa gli effetti della legge Fornero sui lavoratori destinatari della riforma e di questa norma. La riforma Fornero interveniva per spazzare via persino i sussidi, non solo le speranze di porre fine a questa drammatica situazione di precarietà in cui versano ancora gli oltre 80, forse 90 - ma non certo 200, Assessore - lavoratori di cui ci stiamo nuovamente occupando oggi, ai quali l'articolo 4 della legge numero 10 si riferisce.

Perciò, colleghi, con questa mozione si propone al Consiglio, forse anche in modo inusuale, perché il Consiglio si è pronunciato su questo argomento pochi mesi fa, di rivendicare il rispetto delle proprie prerogative, dei propri deliberati, delle proprie scelte, della propria dignità e di quella onorabilità che, insieme, dovremmo tutelare. Colleghi, è nostro dovere farlo per proteggere quel poco di credibilità che ancora sopravvive, nonostante la bagarre generale nei confronti della massima istituzione democratica sarda, di cui insieme facciamo parte. Poi si possono affrontare anche altri problemi o i problemi di altri, Assessore, attraverso nuove norme, ma non possiamo fare una legge e disconoscerla il giorno dopo.

Assessore, lei attraverso i mass media ci ha informati del suo punto di vista, che penso sia legittimo se espresso a titolo personale. Sono invece molto meno convinto dell'opportunità del giudizio che lei ha inteso esprimere da Assessore circa la chiarezza e l'attuabilità di una legge appena approvata, che lei stesso ha votato, senza renderci in quell'occasione partecipi dei suoi dubbi o della sua premura affinché non corressimo il rischio, che poi ha denunciato attraverso la stampa, di approvare una norma poco chiara e scritta male! La sua posizione, non posso sottrarmi dal farlo notare all'Aula, rientra tra i casi emblematici stigmatizzati nel lavoro svolto dalla Commissione consiliare d'inchiesta sulla mancata attuazione delle leggi approvate da questo Consiglio, perché da quello studio emerge con chiarezza che tra le ragioni o i meccanismi che impediscono l'efficacia delle decisioni dell'Assemblea regionale vi è proprio il contrasto tra le opinioni del Consiglio e quelle della Giunta, per la quale invece la volontà del Consiglio dovrebbe essere assolutamente vincolante, così come vincolante dovrebbe essere nei confronti dell'apparato burocratico della Regione. "Dovrebbe essere", Assessore, ma così evidentemente non è! Ma allora perché le istituiamo le Commissioni d'inchiesta? Perché in quest'Aula continuiamo a dissertare sulla farraginosità della nostra Regione, ostaggio del comportamento ostativo e anche di dubbia legittimità operato dalla dirigenza, quando non addirittura, come in questa occasione, dall'organo esecutivo regionale?

La vicenda attiene per questo anche all'importante questione della correttezza dei rapporti e della leale collaborazione tra le istituzioni in un periodo nel quale più di altri dovremmo invece compiere il massimo sforzo per contribuire a ridurre la confusione che regna sovrana all'interno del sistema politico istituzionale. Mi dispiace, Assessore, mi dispiace soprattutto perché di questo atteggiamento di slealtà nei rapporti tra le istituzioni continuano a pagare il prezzo più alto i lavoratori. Ma non solo: a turno, a pagare sono di volta in volta il sistema istituzionale locale, le imprese, i singoli cittadini, l'intera comunità isolana!

Il 29 aprile scorso noi abbiamo approvato una norma che ha superato il vaglio degli organismi competenti e preposti a stabilirne i relativi termini di correttezza e legittimità. Se tali termini sono stati giudicati idonei persino dal Consiglio dei Ministri, che non perde occasione per ricorrere a impugnative nei confronti dei nostri provvedimenti, questo, colleghi, vorrà pur dire qualcosa! Per questo, Assessore, non vorrei che i dubbi sulla norma da lei avanzati fossero un ripensamento, una valutazione di parte, una valutazione di tipo politico della Giunta e della sua maggioranza, evidentemente in contrasto con le decisioni assunte dal Consiglio, piuttosto che una valutazione tecnica, così come lei ci lascia intendere tramite stampa, circa la sua applicabilità. Se fosse così non sarebbe giusto né corretto.

L'articolo 4 della legge numero 10 del 2013, è una norma perfettamente in vigore; è in vigore sin dalla sua pubblicazione sul BURAS, avvenuta il 9 maggio scorso, e non applicarla significa violarla! Essa è nel pieno della sua efficacia, a meno che, Assessore, a nostra insaputa eventuali norme modificative e abrogative - si fa per dire - siano intervenute a sopprimerne gli effetti, oppure, figurino da qualche parte clausole sospensive di vario genere. Nel caso le chiederei di rendercene edotti, perché a noi non risulta. Sino ad allora, però, resta la sua operatività giuridica, subordinata solamente alla riorganizzazione del comparto della formazione professionale, nelle more della quale legge di riforma l'articolo 4 si applica.

Ecco, Assessore, che fine ha fatto la legge di riforma della formazione professionale? Qui si apre un'altra discussione, che attende di essere sviluppata in quest'Aula e che attiene alle questioni dei ritardi e delle inadempienze politiche di questa Giunta e di questa maggioranza. Nel frattempo, però, l'articolo 4 della legge numero 10 del 2013 resta solidamente vigente e integrato alla legge regionale numero 3 del 2008, nella parte in cui prevede testualmente che il personale cessato o sospeso può essere iscritto, a domanda, alla lista speciale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera f), della legge numero 3 del 2008. Questa lista speciale amplia la categoria dei soggetti iscrivibili per includervi, appunto, il personale di cui al citato articolo 4. Lo dico per cercare di capire, assieme a lei, ai colleghi e a coloro i quali volessero condividere il ragionamento, dove sia la norma poco chiara e inapplicabile.

Colleghi, non è "personale a caso" quello di cui ci parla l'articolo 4 della legge numero 10, non è "personale non identificabile", ma "personale cessato o sospeso dal lavoro entro il 31 dicembre 2012 e che alla medesima data risultava inserito nel bacino degli ammortizzatori sociali in deroga, già titolari di un rapporto a tempo indeterminato ai sensi della legge regionale 10 giugno 1979, n. 47."

Questa norma può piacere o no, colleghi, e io qui non mi permetto di sindacare le opinioni altrui, ma non può essere definita poco chiara. E' chiarissima! Il Consiglio era pienamente consapevole dell'azione che stava compiendo nell'aprile scorso; voleva fare esattamente ciò che ha deciso di fare approvando questa legge e questo articolo. Sapeva bene che la lista di cui all'articolo 6, comma 1, lettera f), della legge numero 3 del 2008 era una lista qualificata, speciale e ad esaurimento. Non si tratta di una definizione interpretabile liberamente, quindi, ma di una definizione chiara e chiarita attraverso l'indirizzo interpretativo di una delibera della Giunta regionale del giugno 2008, per cui vigente ed efficace a tempo indeterminato sino a definitiva ricollocazione dell'ultimo degli iscritti. In quale parte è poco chiara questa legge?

Colleghi, Assessore, onorevole Petrini, anche da qui si evince, a differenza di quanto alcuni lasciano intendere, che la norma individua, con estrema chiarezza e trasparenza, i soggetti ai quali la stessa legge si applica. E' chiarissima, non poco chiara, ed è anche scritta molto bene! Così come descrive con lucida puntualità la procedura amministrativa che gli uffici sono chiamati a seguire ponendo in essere i necessari procedimenti amministrativi e i provvedimenti connessi e correlati alla presentazione di quella domanda con cui i destinatari di questa norma possono iscriversi per essere inclusi appunto nella lista speciale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera f), della legge numero 3 del 2008. "Possono", Assessore, lo ripeto, nel senso che il procedimento amministrativo non può essere iniziato d'ufficio, ma presuppone necessariamente la presentazione di una domanda da parte dei soggetti legittimati. Non è una facoltà degli Uffici, Assessore, è la facoltà dei soggetti legittimati di presentare domanda oppure no, cioè siamo in presenza di tutti gli elementi giuridici necessari per poter pretendere la doverosa e immediata applicazione di questa norma da parte degli uffici competenti. Non si capisce, dunque, perché ciò non succeda. E per la sua efficacia e l'applicabilità la norma non ha neppure necessità di essere integrata da eventuali altri atti normativi successivi, e questo succede spesso quando si rimanda ad altri atti aventi natura regolamentare o amministrativa, come una delibera di Giunta. Quindi l'efficacia e l'applicabilità di questa norma sono immediate e i mezzi finanziari per far fronte alla sua applicazione sono indicati espressamente nell'articolo 9, comma 2, della legge regionale numero 10 del 2013. Quei soldi ci sono tutti, Assessore, visto che la norma è rimasta inattuata e quelle risorse non sono state spese. E così non si realizza neppure l'ipotesi dell'esaurimento delle risorse finanziarie previste, in ragione del quale esaurimento, se ci fosse stato, si sarebbe potuta produrre l'inapplicabilità della norma. In tal caso avremmo compreso l'interpretazione che è stata data del "poco chiara e scritta male, o inapplicabile", ma così non è, per cui la norma continua a reggersi e a restare perfettamente integra.

Ma vorremmo andare oltre, Assessore, colleghi. Il lavoro di approfondimento giuridico svolto in queste settimane - del quale io mi sono semplicemente servito - alla ricerca del vulnus della norma, per comprendere dove fosse poco chiara e scritta male, ha consegnato prima ai lavoratori e poi a me e agli altri colleghi che di questo argomento si sono occupati, motivi di ulteriore convinzione, se ce ne fosse stato bisogno, sulla validità e sull'efficacia, lo ripeto, dell'articolo 4 della legge regionale numero 10 del 2013. Non incertezze, bensì assolute certezze. Ragion per cui, essendo rimaste immutate le ragioni politiche che ci hanno indotto ad approvare la norma tre mesi fa, e avendone appurato anche dal punto di vista tecnico-giuridico la sua solidità, invitiamo la Giunta a non tergiversare più sull'argomento e a dare attuazione a quell'articolo 4, senza neppure provare a trascinarci imprudentemente in una nuova avventura normativa dai risvolti incerti e col rischio di restare, questa volta sì, invischiati in contorsioni legislative poco chiare, scritte male, per finire dritti dritti nella tagliola dell'impugnativa del Governo dinanzi alla Corte costituzionale. Poniamo fine, dunque, a questa interminabile odissea, Assessore, a cui abbiamo costretto i lavoratori e restituiamo a questo Consiglio il giusto rispetto della dignità che gli dobbiamo e delle decisioni che responsabilmente e consapevolmente esso ha adottato. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che devono iscriversi a parlare entro la conclusione dell'intervento dell'onorevole Sabatini.

SABATINI (P.D.). Assessore, stamattina parliamo degli operatori della formazione professionale, ma mi consentirà di dire due parole sullo stato della formazione professionale in questa regione. E' un comparto che avrebbe avuto bisogno di una profonda riforma che rimettesse ordine al suo interno, ma voi in quattro anni e mezzo non vi siete riusciti, non vi ha neanche sfiorato l'idea di elaborare un progetto di riforma e credo che non riuscirete a farlo neanche nei cinque o sei mesi restanti di questa legislatura. Eppure ci sarebbe stato bisogno di una profonda riforma di questo comparto.

Vedete, nella scorsa legislatura ci siamo trovati di fronte a un uso abnorme dell'obbligo formativo, che ormai stava sostituendo i corsi normali di istruzione nella scuola pubblica. Ormai gli enti di formazione andavano a "caccia" di ragazzi per trasferirli dalla scuola pubblica all'obbligo formativo, pur di riuscire ad accaparrarsi i finanziamenti. Posto termine a quel brutto fenomeno che si è verificato negli scorsi anni, si è dato luogo ai bandi della formazione professionale, ai quali hanno partecipato non solo gli enti di formazione di tutt'Italia, ma anche enti appositamente creati ex novo, come gli ordini delle suore! Conosce gli ordini delle suore? Qualsiasi nome lei faccia corrisponde a un ordine delle suore: le pie sorelle, le pie della povertà, le pie della carità, le suore del sacratissimo cuore di Gesù. Allo stesso modo qualsiasi sigla lei pronunci corrisponde in Sardegna a un ente di formazione: Irpof, Prof, Saf, Tof! L'Assessorato del lavoro è diventato un fortino di cui si sono abbattute le mura e dove tutti entrano per saccheggiare, fare bottino, accaparrarsi risorse.

Assessore, al suo posto io sorriderei di meno. Siccome siamo stati entrambi assessori del lavoro, io della Provincia di Nuoro, lei di quella di Cagliari, le consiglierei di prestare molta attenzione, perché queste cose hanno tutte un bell'inizio, ma qualche volta fanno una brutta fine. Stanno succedendo fatti molto gravi, perché non si buttano le risorse pubbliche per una formazione professionale che non ha a cuore la formazione delle persone, ma i conti correnti di molti enti di formazione che sono stati accreditati dalla nostra Regione senza avere il minimo requisito per esserlo. Questo è un sistema vergognoso che si sta protraendo nella nostra Regione, a cui credo vada messa subito fine proprio con una riforma che pensi e riconsideri la formazione professionale non come un percorso di serie B, ma dentro un piano dell'istruzione e della formazione continua che la nostra Regione dovrebbe mettere in campo, finalizzate a creare possibilità di sviluppo e crescita economica e produttiva. Ma, ripeto, questo non è avvenuto in questi quattro anni e non avverrà neanche nei prossimi mesi, nei pochi mesi che rimangono da qui alla fine della legislatura.

Il tema su cui si incentra la mozione è il risultato di questa confusione, è il risultato di una mancata riforma che considerasse in modo organico tutto il sistema. E allora questa Regione spesso ha un vizio, quello di suddividere i cittadini in diverse categorie: serie A e B. Ci sono gli operatori della "42", gli operatori della "47", gli operatori che sono usciti dalla "42" e dalla "47", ma sono tutte persone che lavoravano fianco a fianco nel comparto della formazione professionale. E allora davvero non riesco a capire il perché della suddivisione in categorie che si sta facendo in questi mesi, perché non ha senso. Credo che all'interno di questo comparto, pur così bistrattato da questa Regione e da questa Giunta regionale, ci siano persone che …

(Interruzioni)

Sì, e l'ho spiegato anche prima, è che voi eravate distratti altrimenti avreste sentito che cosa ho detto su quello che è stato fatto in quella legislatura. Vi ricordo anche come avevate messo in piedi l'obbligo formativo prima della Giunta Soru, come stavate utilizzando le risorse per la formazione professionale. Dopo ci possono essere stati anche degli errori, ma certamente non si sono sprecate le risorse, come invece si sta facendo in questi anni.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, potete iscrivervi a parlare.

SABATINI (P.D.). Voi l'avete ripristinata, mettendo in piedi decine di enti che non hanno niente a che vedere con gli enti di formazione, così come dovrebbero essere pensati e accreditati da questa Regione. Ma vedo che siete distratti e quindi poco ve ne importa.

Dicevo che questa Regione distingue tra cittadini di serie A e cittadini di serie B, ma credo che ci siano professionalità che operano in questo comparto che debbono ricevere la stessa considerazione. In queste settimane si è creato anche uno scontro ingiustificato tra chi era iscritto all'albo previsto dalla legge numero 42, che poi, lo voglio ricordare, è successiva alla legge numero 47, e chi operava all'interno dello stesso sistema. Io non sono qui per difendere né gli operatori della "42" né quelli della "47", ma vorrei che venissero trattati tutti nella stessa maniera. L'articolo 4 della legge numero 10 rende giustizia a chi giustizia nel passato non ha avuto e che giustamente chiede di essere iscritto nello stesso albo a cui una parte degli operatori della formazione professionale è stata iscritta.

Allora la domanda che le pongo, Assessore, è questa: tra le tante norme che questo Consiglio regionale ha approvato e che sono state impugnate dal Governo, ce n'è una che non è stata impugnata, che è in essere, che è vigente, che non è stata contestata, ebbene, proprio quella dobbiamo contestarla noi, dobbiamo fare noi una guerra per non applicarla?

Io condivido appieno le motivazioni del collega Moriconi, sulle quali non mi dilungo perché le ha già ben esposte lui. Credo che voi dobbiate applicare immediatamente l'articolo 4 della legge numero 10, che significa, ripeto, rendere giustizia a una parte degli operatori di cui stiamo parlando. Esiste, è stato identificato in modo preciso (anche qui inizialmente sono stati citati numeri a vanvera) un numero di persone che hanno fatto domanda e alle quali tra l'altro voi avete risposto chiedendo di esibire le buste paga, chiedendo come venivano utilizzate negli enti di formazione o nelle strutture pubbliche in cui operavano. Nonostante le ulteriori informazioni richieste, non si sa perché vi rifiutate di dare seguito a una norma che è vigente, che non è stata impugnata dal Governo e che quindi va applicata. Questa mozione chiede proprio questo alla Giunta, ovvero l'immediata applicazione dell'articolo 4 della legge numero 10.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stocchino. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Signora Presidente, condivido totalmente gli interventi dei colleghi Moriconi e Sabatini, anche perché entrambi pongono due temi importanti: da una parte il ruolo del Consiglio e l'applicazione di una legge che questo Consiglio ha approvato praticamente ieri, visto che è stata approvata a giugno, dall'altra il tema di un ragionamento complessivo rispetto alla questione della formazione professionale. A questi temi ne aggiungerei un altro, che dovrebbe interessare tutti vista la situazione di precariato e di mancanza di lavoro che si registra nel nostro territorio: la legge numero 10 rimedia in parte alle disfunzioni della politica, disfunzioni che non devono pagare gli uomini e le donne di questa regione, che chiedono il rispetto di un loro diritto, tra l'altro previsto dalla Costituzione (almeno fino a quando qualcuno non eliminerà quella parte), cioè il diritto al lavoro. Cioè non il diritto ad avere assistenza, ma il diritto al lavoro vero, e secondo me l'articolo 4 della legge numero 10 fa qualche piccolo passo in questa direzione, magari cercando di porre una pezzetta a una legge infame come la legge Fornero.

Credo fosse evidente che qualche mal di pancia c'era dentro la maggioranza che governa la nostra Regione. L'ho notato quando nell'ottava Commissione sono stati auditi i lavoratori della formazione riconducibili alla "42" e qualche esponente della maggioranza ha posto in dubbio che l'articolo 4 della legge numero 10 sia costituzionale, paventandone l'impugnazione da parte del Governo. Ebbene, una volta tanto, come diceva il collega Sabatini, una nostra legge non è stata impugnata, pertanto possiamo applicarla; una volta tanto chiediamo a chi governa questa nostra terra di applicare le leggi approvate da questo Consiglio, che fino a prova contraria dovrebbe essere l'istituzione massima, l'organo legislativo, mentre la Giunta non lo è, perché è un organo fondamentalmente di tipo esecutivo. Credo ci siano delle resistenze, che non capisco, da parte della Giunta e di questa maggioranza nell'applicazione di questo principio semplice, che tra l'altro permetterebbe a questi lavoratori di proseguire un'attività che già svolgono. Poi possiamo discutere: la politica ha messo mano alla formazione, ha fatto bottega, come si suol dire? Non capisco perché, se questo è successo, a pagare debbano essere i lavoratori. La politica si assuma la propria responsabilità e impedisca che ci sia la possibilità per i partiti di fare bottega sul lavoro e sulla difficoltà di tanti sardi di trovare lavoro. Possiamo fare un passo avanti, possiamo intanto dare gli stessi diritti a lavoratori differenti.

Anch'io ho avuto la sensazione che ci fosse il tentativo di separare lavoratori che facevano lo stesso lavoro, divisi solo dal numero di una legge: 42 o 47. Credo che il compito della politica non sia quello di dividere, ma sia invece quello di unire; unire dei lavoratori che hanno la stessa esigenza di portare a casa uno stipendio, che hanno la stessa esigenza di avere un posto di lavoro che garantisca loro per il futuro la possibilità di assicurare il sostentamento e una giusta istruzione ai propri figli. Credo che sia questo il compito che dovremmo porci noi politici, cioè risolvere problemi anziché creare confusione e conflittualità. Dobbiamo trovare soluzioni, soluzioni vere e, lo ribadisco, bene si farebbe ad applicare quella legge, che non risolve del tutto i problemi, ma consente quanto meno di fare un passo avanti.

Anche se non l'ho firmata, perché ero assente in quel periodo per motivi familiari, condivido totalmente la mozione presentata dal collega Moriconi. Credo che questo Consiglio dovrebbe farla sua e che l'Assessore dovrebbe fare tutti i passi possibili perché: primo, si riunifichino i lavoratori di quel settore; secondo, tutto il Consiglio ragioni su un problema vero, che è quello dell'organizzazione degli enti di formazione professionale e dello sfoltimento della pletora di sigle che operano intorno alla formazione stessa. Ma questo, che è un tema politico, non lo possono e non lo devono pagare i lavoratori! Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ai colleghi vorrei dire che è fin troppo evidente che questo Consiglio regionale è arrivato a un livello di decadimento così profondo che varrebbe la pena stessimo tutti un po' più attenti. Già il fatto che si siano posti dei problemi per consentire a questi lavoratori di essere qua è rilevante. Infatti abbiamo sempre fatto salti mortali perché i lavoratori del Sulcis, della centrale E.ON dell'area di Porto Torres, e via dicendo, avessero udienza, ma questo Consiglio regionale ha titolo per parlare se non riesce neppure a eliminare la differenza di trattamento tra cittadini che soffrono nella stessa maniera? Badate, non c'entrano niente le "giacchette", c'entra la cultura politica, la levatura politica di chi amministra anche questo Consiglio regionale. Questo vale pure per il collega Sanjust, cioè noi siamo qua anche in ragione della volontà di non ripetere gli eventuali errori che abbiamo commesso, perché la legittimazione alla politica è data anche dal saper ammettere i propri errori, appunto perché non si ripetano, e non si può invocare il passato per dire che non si deve avere il coraggio di cambiare opinione e di fare qualche altra cosa.

Partiamo quindi da qui perché abbiamo notato sin dall'inizio una strana, incomprensibile insofferenza nei confronti di questi lavoratori. "Che cos'hanno di particolare?", ci siamo domandati. Guarda caso la legge numero 47 che li identifica è la legge generale della formazione professionale, quella che ricomprende anche i lavoratori di cui alla legge numero 42. Cioè loro, paradossalmente, fanno riferimento alla legge quadro, quella di cui, per dire la verità, in questi cinque anni attendevamo gli effetti in termini di riforma. Posso capire che abbiamo fatto degli errori, però oggi noi possiamo anche chiedervi: "imbottito" com'è sempre stato di riformisti, il centrodestra, qual è ora la vostra proposta? Anzi, molti di quei riformisti nel tempo hanno avuto modo di fare carriera politica anche grazie ai collateralismi che si sono generati con il sistema del lavoro, perché non dirlo. Ma siamo in un tempo nel quale bisogna ammettere la verità, non imboscarsi dietro i cespugli facendo i puritani! Questo è avvenuto nel tempo: quante carriere politiche si sono realizzate all'ombra del collateralismo con il sistema della formazione professionale? I lavoratori sono stati spugne da sfruttare, e ora devono essere anche oggetto di discriminazione? Suvvia!

Qui interviene il profilo morale di ciascuno di noi, cioè la volontà di non cedere all'idea di discriminare, e questo lo si è capito, Assessore, anche dall'atteggiamento non suo, certo, ma della struttura del suo Assessorato. Il fastidio nei confronti della legge numero 10 l'avrei capito se voi in qualche modo aveste contrapposto un disegno diverso. Prima di tutto non avete contrapposto una diversa soluzione del problema, ma avete solamente posto il problema di operare in una determinata maniera, diversamente da come è stato fatto fino adesso, il che non risolve nessun problema perché riconoscere indennizzi in quella misura, al lordo di tutte le detrazioni, significa spostare da una formula a un'altra lo stesso stato di cassa integrazione. Bisogna però capire il senso dell'articolo 4, che dice una cosa solenne, cioè che la Regione riaccoglie questi lavoratori nel suo alveo, consentendo loro di iscriversi in quella stessa lista che include i lavoratori della "42". Come dire: voi siete stati parte attiva di una strategia della Regione nel tempo e io vi do la possibilità oggi di essere riconsiderati. Questo dice la legge e in ordine a questo principio dobbiamo adeguare i nostri comportamenti. Poi, cosa dicono gli Uffici?

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sanna. Onorevoli colleghi!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Se sto dicendo cose che vi annoiano posso anche cambiare argomento, però è questo l'argomento di oggi.

Cosa dicono gli Uffici? Gli Uffici, questi grandi burocrati che spesso fanno comodo anche al conservatorismo strisciante che c'è nel mondo della pubblica amministrazione, dicono: "Sì, la legge è giusta, noi non stiamo contestando lo spirito della legge, però il punto terminale, quello che prevede che il Direttore generale sottoscriva i contratti di assunzione, non si può applicare perché la spending review non lo consentirebbe". Quindi il Direttore generale non firma i contratti. Bene, questo io lo posso capire, ma mi domando che cosa abbiate fatto voi in tutto questo tempo, tra un giro e l'altro di Cappellacci tra l'America Latina e il Nord Europa in cerca di legami bilaterali, non si sa bene per quale ragione. Sono i legami bilaterali del nulla, rispetto alla gente che soffre!

STOCHINO (P.d.L.). Lo sai bene, questa volta state sbagliando di grosso!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Collega Stochino, abbiamo almeno la libertà di avere opinioni diverse.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!

Onorevole Sanna, si rivolga alla Presidenza.

(Interruzioni)

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Capisco che queste verità vi diano fastidio, però io sto ai risultati, non intendo sindacare niente. E il risultato di questo girare il mondo è il nulla. Se dovessi pesare i tabulati delle missioni del Presidente della Regione in questa legislatura non mi basterebbe la capacità di peso della bilancia - l'hai capito, Stochino? - per il nulla, per la disperazione che abbiamo intorno. Non stare al fatto spicciolo, tira la linea di questi cinque anni. Siamo alla fine della legislatura, non bisogna più far finta di fare contrapposizioni per il gusto di farle. Siamo al tempo del consuntivo!

Dicevo, qual è il problema, il contratto? Bene, vorrei sapere che cosa è andato a fare in giro per il mondo il Presidente, anziché andare a Roma a rovesciare qualche scrivania a tutela delle esigenze che la Sardegna ha nel momento in cui la deindustrializzazione la sta privando di migliaia di posti di lavoro. Si sarebbe dovuto conservare almeno un alveo di possibilità di deroghe al fine di mantenere il nostro sistema amministrativo efficiente per alcune funzioni fondamentali. Invece niente, non abbiamo negoziato in deroga neanche mezzo posto di lavoro!

Intanto è una fortuna che abbiamo una legge che è passata indenne al controllo del Governo, perché ciò è una rarità. Se guardate a questa legislatura noterete che c'è stata una carneficina: le nostre leggi sistematicamente sono state tutte impugnate. Si porrebbe la necessità, anche su iniziativa del Governo regionale, per esempio di una proposta legislativa sul controllo delle leggi. Lo stiamo facendo in Commissione, dove anche ieri abbiamo discusso di questo, e non certo per opera della maggioranza. Però il Direttore generale dice: "Non si può fare". Si dice anche che tutto questo lo si potrà fare nell'ambito della futura riforma. E' ovvio, lo capiscono anche questi banchi, che di riforme in questa legislatura non ne farete. E dunque alla domanda manca la risposta. Noi abbiamo detto che se ne riparla a settembre, perché come sempre, Assessore, stancamente come sempre, noi abbiamo delle idee in proposito, però aspettiamo che voi ci diciate quali sono le vostre, perché hanno eletto voi per esprimere le linee di governo, e dunque non la possiamo risolvere elargendo un obolo, perché nell'articolo 4 abbiamo affermato solennemente che la Regione avrebbe riaccolto questi lavoratori. Non "li tollera", li riaccoglie!

E allora mi deve spiegare, Assessore, per quale motivo a gennaio si è fatto un bando per l'accreditamento di nuovo personale nel sistema della formazione professionale e che bisogno abbiamo di aprire i recinti senza avere un quadro nel quale collocare la nostra strategia per la formazione professionale. E dove si colloca il punto di discontinuità tra il nulla che abbiamo adesso sul sistema della formazione e dell'alta formazione e quello che avremo domani? Cioè dov'è la vostra idea? Manca! Ecco perché noi abbiamo voluto discutere questa mozione, proprio perché non ci sono idee da parte della maggioranza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Grazie, collega Moriconi e grazie a tutti i firmatari di questa mozione con la quale, ancora una volta, si è messa all'attenzione dell'Aula e della Giunta regionale la questione delle leggi approvate e non applicate. Io credo che il buon senso, la sensibilità, la competenza dell'Assessore possano portarlo oggi a darci una risposta esaustiva non su una richiesta fatta tanto per farla, ma sul tema dei diritti acquisiti che non vengono rispettati.

Io mi chiedo se sia possibile che nel 2013 lavoratori che avevano dei contratti a tempo indeterminato si trovino sotto ammortizzatori sociali. Non sappiamo neanche se l'indennità di sostegno al reddito la percepiscano regolarmente, ho i miei dubbi. Mi chiedo anche se sia possibile che tutti noi, compresi i rappresentanti della Giunta regionale, non ci poniamo questo problema. Credo sia inutile ripetere quello che è stato detto, che sicuramente è riscontrabile negli atti. Ci sono leggi approvate e inattuate; la legge numero 10 non è infatti l'unica a non essere attuata, purtroppo ce ne sono tante altre, e noi chiediamo, a gran voce, anche perché vi sia la legittimazione di questo Consiglio, che questa norma venga immediatamente attuata, perché se siamo qui lo dobbiamo a una delega che abbiamo ricevuto dai nostri cittadini, quindi dal nostro popolo. Le leggi che facciamo hanno titolo per essere immediatamente attuate e come tali vanno rispettate. Quindi, Assessore, se non vogliamo incrementare angosciosamente la percentuale dei disoccupati, che nella nostra Regione ha toccato un record negativo, credo sia suo dovere istituzionale, politico e morale intervenire immediatamente. Credo che questo possa essere fatto, possiamo anche non rimandare niente a settembre se lei, con un atto perentorio rispetto a quel dirigente o a quei dirigenti che non vogliono attuare la norma, ne imporrà invece l'attuazione. Finalmente potremo così ridare il sorriso a delle persone che vivono nell'estrema incertezza del proprio futuro occupazionale.

Non ci stiamo arrampicando sugli specchi, non ci stiamo inventando niente, stiamo solo chiedendo il rispetto di diritti acquisiti. Stiamo parlando di lavoratori, di persone come noi che avevano un posto di lavoro a tempo indeterminato che oggi non hanno più, e non l'hanno più per responsabilità nostre, chiaramente ripartite a seconda del ruolo che ricopriamo.

Io chiedo quindi all'assessore Contu, conoscendo la sua sensibilità, di mettersi a disposizione perché questa mozione venga immediatamente posta all'attenzione della Giunta e abbia una risposta certa, concreta e definitiva.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Io credo che dovremmo dire le cose come stanno e, se possibile, concludere la discussione con un ordine del giorno che sia anche più incisivo della mozione nell'individuare delle soluzioni al problema. E il problema, colleghi, se riusciamo un attimo a seguirci, è in questi termini: quando si istituì l'albo di cui alla legge numero 42, si fece una sperequazione. Cerchiamo di ricordare come stavano le cose: i lavoratori iscritti all'albo della "42" erano dipendenti a tempo indeterminato degli enti di formazione professionale pagati dalla Regione; coloro che invece erano disciplinati dalla legge numero 47 erano assunti a tempo indeterminato, come gli altri, dagli enti di formazione di riferimento, ma erano pagati, sempre dalla Regione, attraverso l'assegnamento dei corsi. Io posso essere testimone del fatto che in quella circostanza ci fu una forte pressione da parte di tanti di noi per ricomprendere entrambe le tipologie di lavoratori nella tutela che si pensava di realizzare. Non ci si riuscì, ma si commise un grave errore.

Oggi chiediamo l'applicazione della legge numero 10, Assessore, e lei è di fronte a dei funzionari che interpretano l'espressione "può essere iscritto a domanda", presente nella legge numero 10, non come una facoltà in capo al lavoratore che può presentare la domanda, ma come una facoltà dell'amministrazione, che può o meno includere quel lavoratore nella lista della legge numero 42. I suoi funzionari dicono: "Io, Assessore, mi attengo alla spending review" - se ne parlava prima con l'avvocato Steri - "e non applico la facoltà che la legge mi dà di includere queste persone nella lista di cui alla legge numero 42 per due motivi: il primo è che si tratta di una lista a esaurimento, il secondo è la spending review".

Questo è il problema che noi abbiamo di fronte e francamente, Assessore, è l'ennesimo problema, di cui si è occupato ripetutamente l'onorevole Gian Valerio Sanna, da parte di una struttura regionale che dinanzi a provvedimenti legislativi non impugnati dal Governo nazionale ritiene di dare un'interpretazione fortemente restrittiva delle facoltà in capo all'amministrazione regionale. E' superabile questo atteggiamento della sua struttura? Ci sono argomenti per superarlo. Primo: l'elenco della "42" - lo dirà meglio di me l'onorevole Steri - è ad esaurimento, ma il momento dell'esaurimento non lo decide la data di approvazione della norma di riferimento, lo decide il legislatore. Quindi l'esaurimento è legato a ciò che io disciplinino rispetto a questa norma. Secondo: incremento di spesa o realizzazione a iso-risorse? Dipende da come si fanno i conti, perché se l'incremento di spesa viene misurato rispetto al decremento di spesa che c'è stato sulla legge numero 42, perché molti sono andati in pensione e quant'altro, probabilmente non ci sarà un incremento; se l'incremento di spesa lo si misura sottraendo dalla retribuzione che questi lavoratori percepirebbero gli oneri che noi abbiamo già sostenuto, perché abbiamo coperto i loro ammortizzatori sociali, ragionevolmente non ci saranno incrementi di spesa significativi.

Ancora: si ritiene che non si possa procedere perché si configurano dei contratti a tempo indeterminato e quindi si amplia la pianta organica della Regione Sardegna? Attenzione, dobbiamo tener conto del fatto che si tratta di lavoratori la cui sostanziale disoccupazione è stata prodotta dalla Regione sarda. Questo per dire che, dinanzi a posizioni di un certo tipo, non mancano gli argomenti per fronteggiare la struttura amministrativa, per contrastarla e credo anche per convincerla a essere fedele al ragionamento del legislatore. Cosa io non farei in assoluto è invece continuare con questa situazione di stallo, che è insostenibile! Quando c'è un problema non si mette la polvere sotto il tappeto! Il funzionario, il dirigente ritiene di violare delle norme? Finché non si supera l'ostacolo formale, un negoziato lo si tiene in piedi fino a conclusione, purché sia chiaro qual è la conclusione. L'orientamento politico dell'Aula con la legge numero 10 è stato chiaro, cioè queste persone devono riprendere a lavorare, ma per un ragionamento morale, cioè perché la loro disoccupazione, la loro difficoltà è stata generata da una sperequazione prodotta da quest'Aula. Il funzionario deve ragionare a partire dalla legge del 2008, che ha prodotto la sperequazione ed è da lì che si deve cominciare a fare i conti! Qualora un tavolo di questo genere dovesse arrivare alla conclusione che serve emendare la legge passando dal "può" al "deve" e al "sono", allora si tornerà qui, ma se non si porta il lavoro utile, pragmaticamente utile, alla soglia conclusiva, non serve tornare qui contrapponendo nuovamente l'Aula alla struttura amministrativa regionale.

Io ragionerei in questi termini, Assessore: il punto chiaro è che questa vertenza va risolta perché l'abbiamo creata noi, l'ha creata questo Consiglio regionale. Dico noi per solidarietà istituzionale, diciamo così, però posto che l'abbiamo creata la dobbiamo risolvere. C'è una difficoltà? Ci si riunisce e si sviluppa il tema fino a concluderlo, senza aprire un tavolo oggi, un altro tavolo tra quarantacinque giorni, un terzo tavolo a ottobre, per non concludere mai. No, si stabilisce qual è il percorso utile, al termine del quale io non credo che la norma debba essere emendata, perché è una norma che è passata, cioè non è stata impugnata, e può dar luogo, se si utilizzano persone competenti - sarò curioso di sentire cosa dirà l'onorevole Steri al riguardo -, ad atti amministrativi che la realizzino. Qualora tutti d'intesa si ritenga che così non è, si torna qui in ventiquattr'ore, ma non con la logica della polvere sotto il tappeto. Credo che l'utilità della mozione oggi in discussione sia quella di aver riportato alla responsabilità morale della soluzione di questo problema il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU (Gruppo Misto). Il senso della mozione che ho sottoscritto può essere riassunto nel broccardo latino dura lex sed lex, perché c'è una legge e bisogna applicarla. La discussione di stamattina dimostra la crisi di questa Assemblea, perché sempre di più noi stiamo discutendo dei dettagli e non delle questioni di indirizzo. Questa Assemblea sta diventando come quei sindaci che avendo difficoltà ad affrontare i problemi concreti vogliono sostituirsi ai propri dipendenti. Questo per dire che se c'è un problema relativo a un funzionario che non applica la legge le conclusioni sono molto semplici, ma cose di questo genere non devono impegnare un Consiglio regionale.

Ne approfitto, quindi, per dire che naturalmente ci sarà il voto favorevole all'approvazione di questa mozione e per ragionare su due questioni non de iure condito, ma de iure condendo. Ritengo che noi tutti, anche quelli che sono qui da poco, ragioniamo in merito alla formazione professionale, alla scuola o alla sanità sbagliando sempre l'obiettivo. L'obiettivo della formazione professionale è l'offerta formativa per le persone che devono usufruire della formazione; l'obiettivo del sistema sanitario regionale è, diciamo così, l'offerta sanitaria; per quanto riguarda la scuola l'obiettivo importante è ugualmente l'offerta formativa che viene data ai ragazzi. Sempre di più noi trasformiamo, invece, le questioni fondamentali che stanno alla base della discussione e della nostra organizzazione politica in questioni relative ai posti di lavoro. Preciso, per non essere frainteso, che il sì alla mozione significa che bisogna tutelare il lavoro. Faccio mie le parole che ha detto il mio collega di banco, l'onorevole Stocchino: i lavoratori vanno tutelati, però il sistema dell'obbligo formativo è fallito, come pure quello dei bandi, diciamolo chiaramente. Noi dobbiamo andare verso un nuovo sistema che, dal mio punto di vista, è uno solo, ed è quello che si ispira al principio che il titolare dell'assegno di formazione è il giovane, colui che si vuole formare, non l'ente di formazione, né alcun altro soggetto che deve mediare tra la Regione e l'offerta formativa. Questo è quello che dobbiamo intanto stabilire e poi, attraverso il mercato, attraverso la scelta di chi vuole formarsi, dobbiamo consentire di individuare i soggetti che applicano la formazione. Questo è quello che dobbiamo prevedere per togliere la politica, come dicevano Stocchino, Moriconi e tutti gli altri, dalla gestione delle questioni principali che riguardano la vita della nostra regione. Togliamo la politica perché la politica sta distruggendo tutto quello che abbiamo di buono in questa regione e trasforma la formazione, la sanità, la scuola e qualsiasi altra attività in luoghi per ottenere consenso in modo bipartisan, chi più chi meno, ma comunque questo è un sistema che dura da troppi anni. Io credo, per citare ­- male - Catone il censore, che sia quasi inutile pronunciare queste parole in quest'Aula perché è difficile parlare alle persone che ragionano con la pancia, che come è noto non ha le orecchie. E in questo caso la politica ragiona molto con la pancia, ragiona per il proprio interesse. Se noi, invece, ragioniamo non con la pancia ma con il cervello, facciamo sì che le risorse siano assegnate a chi deve formarsi. Loro sono in grado molto più di noi di capire qual è il fabbisogno formativo, non indagini più o meno serie che individuano fabbisogni formativi che non giungono mai a destinazione. Questa è la realtà della situazione. Se vogliamo continuare, invece, a trasformare il Consiglio regionale in un luogo di disputa sul diritto amministrativo facciamolo pure, ma è una pratica che ci porterà solo a perdere tempo e a non risolvere alcun problema.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, oggi va in scena l'ennesimo paradosso, l'ennesima umiliazione di questo Consiglio, perché davvero con un atto di indirizzo, una mozione, si chiede l'applicazione di una norma di rango superiore, quindi si ribadisce ancora una volta una volontà che il Consiglio ha già espresso con l'atto più solenne, che è l'atto legislativo. La volontà del Consiglio regionale non la stiamo esprimendo oggi noi che abbiamo presentato questa mozione, l'abbiamo firmata e la voteremo; la volontà del Consiglio regionale è scritta nero su bianco nella legge numero 10 e oggi siamo tornati in Aula - ecco perché dico che è paradossale - con una mozione, quindi con un atto che è di rango inferiore rispetto a quello che abbiamo già adottato, che è appunto una legge. E poi stiamo mettendo in atto anche la rappresentazione dell'ennesimo cortocircuito al quale ci ha abituato questa legislatura. L'hanno affermato i colleghi che sono intervenuti, ma anch'io voglio ricordare che in particolare in questa legislatura le leggi che sono state approvate dal Consiglio sono state poi impugnate, penso anche con qualche forzatura, dal Governo dinnanzi alla Corte costituzionale. C'è una norma che è passata indenne a quel vaglio così meticoloso e forse anche eccessivo da parte del Governo e ci troviamo a dover richiamare la Giunta affinché la applichi!

Io mi chiedo, colleghi, a che santo dobbiamo votarci per far rispettare le leggi che questo Consiglio adotta. Abbiamo persino istituito una Commissione d'inchiesta che ha svolto un'indagine sulla miriade di atti normativi e leggi che questa Giunta non rispetta. L'elenco sarebbe lunghissimo, questo è solo l'ennesimo caso. Non me ne voglia l'assessore Contu, che è solo l'ultimo tra gli Assessori che non fanno rispettare le leggi approvate da questo Consiglio, l'elenco è lunghissimo e l'abbiamo fatto quando abbiamo parlato degli atti della Commissione d'inchiesta.

C'è quindi una grave omissione di tipo politico. Io non so se ci siano anche altre responsabilità, non sta nemmeno a me elencarle, però la responsabilità di tipo politico, Assessore, è grave perché la Giunta non può far finta che il Consiglio non abbia fatto quello che doveva fare per equiparare i lavoratori della "42" a quelli della "47", che hanno operato nello stesso settore. Lei è venuto in Commissione, insieme con l'assessore Floris, a parlare di questo problema, e poi c'è stato uno scambio di vedute e di opinioni all'interno della stessa Giunta su come devono essere trattate queste materie. Quindi non è che non ce ne siamo occupati, anzi abbiamo provato, nei luoghi opportuni, anche in sede di Commissione, a interloquire perché ci fosse l'approdo che questo Consiglio auspicava. Però nel frattempo che cosa è avvenuto? E' avvenuto qualcosa di ancora più grave, Assessore: il Governo regionale, inteso come struttura amministrativa o chi per esso, ha messo gli uni contro gli altri i lavoratori della "42" e della "47", come se fossero in competizione. Il nostro compito, che con l'approvazione della legge numero 10 abbiamo cercato di esercitare nella maniera corretta, e anche il compito della Giunta è invece quello di trattare nella stessa maniera situazioni analoghe. Il senso dell'articolo 4 della legge numero 10 è assolutamente questo. Un Consiglio regionale non può trattare diversamente le tante vertenze che purtroppo ha all'attenzione. Ogni settimana vengono qui dei lavoratori per sottoporci i loro problemi, e non so per quale ragione oggi ci sia stata difficoltà a ricevere questi lavoratori, che non possiamo trattare in maniera diversa rispetto agli altri. Forse a qualcuno non interessa perché questa vertenza non ha una connotazione territoriale precisa, non fa riferimento a uno specifico territorio, ma a noi deve interessare senz'altro perché comunque riguarda il territorio dell'intera Isola.

E allora qual è il problema, Assessore? Forse il problema sta nel primo inciso dell'articolo 4: "nelle more della riorganizzazione del comparto della formazione professionale…". Ma è lì che sta invece lo stato di necessità, perché voi una riorganizzazione della formazione professionale non la volete. Noi abbiamo presentato anni fa una proposta di legge e in Commissione abbiamo faticato non poco per farla inserire all'ordine del giorno, per cominciare a fare le audizioni, e poi c'è stato il nulla. Non è che sia sorpreso del nulla, Assessore, perché il nulla è il vostro marchio di fabbrica, però anche sulla formazione professionale c'è il nulla. Perché? Perché vi state occupando d'altro, degli accreditamenti e così via, state cioè ripristinando quello che molti che stanno in questi banchi hanno vissuto nella stagione 1999-2004, ovvero la moltiplicazione di cui parlava l'onorevole Sabatini, l'utilizzo di risorse anche improprie per l'obbligo formativo, insomma tutta quelle cose che abbiamo conosciuto.

Quindi il nulla, che è, ripeto, il vostro marchio di fabbrica, sta impedendo a questa Regione di dotarsi di una legge sulla formazione. Ecco, l'inciso "nelle more della riorganizzazione del comparto della formazione professionale" è dovuto allo stato di necessità, perché il Consiglio ha preso atto del nulla e ha deciso di porre fine a una discriminazione. E aspettando la legge di riforma della formazione non so se rivedremo ancora qua questi lavoratori! Prendiamo dunque atto che la legge sulla formazione non c'è e nel frattempo comunque poniamo rimedio a una discriminazione riaccogliendo all'interno di un percorso regionale, questo è il senso dell'articolo 4 della legge numero 10, i lavoratori che erano stati esclusi quando si previde la lista speciale di cui alla legge numero 42.

Assessore, io penso che la norma sia molto chiara e che l'impegno finanziario sia preciso, perché in audizione in Commissione, ormai circa due mesi fa, le avevamo chiesto di fare una ricognizione e di fornirci un dato preciso, in quanto si paventava lo spauracchio della richiesta di accesso da parte di centinaia e centinaia di lavoratori. Abbiamo però dimostrato che così non è, perché la norma è chiara e fissa un termine preciso, quello del 31 dicembre 2012. Le avevamo chiesto di fornirci un dato perché è sulla base del dato certo che si può stabilire la copertura finanziaria. Io penso che il dato sia chiaro, voi avete i numeri, può trattasi di 79 o 82 lavoratori, non cambia granché. Di questo stiamo parlando, il dato è chiaro, l'impegno finanziario è chiaro, allora penso che serva solamente un atto neanche tanto coraggioso. Assessore, liquidi questo "ufficio della complicazione degli affari semplici" e metta invece il timbro sulla soluzione del problema. E' semplicissimo, visto che noi l'abbiamo scritto in legge, il Consiglio cioè le ha dato un assist, le ha consentito di fare una cosa per rimediare a un'ingiustizia. Penso che sia questo il compito che lei deve svolgere. In un momento come questo può apparire straordinario che ci sia qualcuno che risolve i problemi, ma a questo punto prendiamolo come atto straordinario, risolva questo problema e, ripeto, elimini l'ufficio della complicazione degli affari semplici.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, cercherò di essere il più breve possibile anche perché tutti i colleghi che mi hanno preceduto hanno dato un'ampia rappresentazione del problema, che verosimilmente è più semplice delle complicazioni che si cercano di sollevare. Credo che vi sia una questione di carattere generale e qui è in discussione, Assessore, la credibilità stessa delle istituzioni, perché questa classe dirigente ricorrentemente fa le leggi (è stato richiamato da più parti, abbiamo persino dovuto istituire addirittura una Commissione sulla la mancata applicazione delle leggi regionali) e la burocrazia regionale ostentatamente si rivela sempre più impermeabile alla volontà del legislatore regionale. Infatti tutte le volte che questo Consiglio assume il proprio ruolo e legifera senza che vi siano commi scritti per dettatura di questa o quella direzione generale, questi commi automaticamente diventano inapplicabili o hanno bisogno di norme successive.

Io credo che questo caso sia emblematico, la norma è assolutamente circoscritta, individua una categoria, una fattispecie che si integra nel novero di un'ottantina di persone, non di più. Si tratta dell'iscrizione a un albo che già esiste; iscrizione che avviene dietro istanza e quindi previa verifica dei requisiti dalla stessa norma previsti. Complicare una semplice iscrizione a un albo con tutte le mitologie che si sono sentite, dalla carta stampata alle voci di corridoio, francamente, Assessore, mi sembra un esercizio sterile. Un esercizio sterile perché può anche essere che questa legge offra una soluzione parziale al problema, ovvero al più ampio problema della formazione professionale, della sua riforma, anche del novero più ampio di lavoratori che all'interno della "47" possono essere inquadrati, però se anche fosse una soluzione parziale ma immediatamente attuabile mi consenta di dire, senza alcuna presunzione pragmatica: risolviamo questa parte del problema e affrontiamo immediatamente quel che resta. Non si può, sull'altare del meglio, sacrificare il bene. Dicono spesso, nelle sale operatorie, che il meglio è nemico del bene: se una cosa è ben fatta non cercare di farla meglio perché potrebbe capitare qualche imprevisto in più.

E allora cerchiamo di vedere con semplicità e rigore quello che la norma ha previsto, e cioè una semplice istanza, una domanda che i lavoratori che possiedono una serie di requisiti possono inoltrare all'Assessorato per ottenere l'iscrizione all'albo. E' prevista una copertura finanziaria che si è detto non essere sufficiente. Allora, considerata la parte dell'anno alla quale siamo arrivati, verosimilmente per coprire i prossimi dodicesimi quella copertura sarebbe stata sufficiente. Vorrei anche sottolineare che il fondo regionale per l'occupazione, all'interno del quale sono contenuti i capitoli che danno copertura finanziaria a questo tipo di interventi, e in particolare all'albo di cui all'articolo 6, comma 1, lettera f), della legge regionale 5 marzo 2008, più volte richiamata, prevede una consistente parte in un capitolo che è destinato anche al pagamento dell'IRAP per questi dipendenti. Voi sapete che quella norma è stata impugnata, però fino a che la Corte costituzionale non si pronuncerà rimane una norma in vigore della Regione autonoma della Sardegna. I risparmi che si possono ottenere sulla quota IRAP che si pagava perr i lavoratori iscritti a quell'albo, per esempio, possono essere risorse alle quali attingere per dare copertura a questo intervento. Peraltro, la stima del costo del fabbisogno per coprire interamente l'albo integrato da questi nuovi lavoratori può essere oggetto di un'apposita iscrizione nella finanziaria del prossimo anno. Aggiungo, sotto questo profilo, che le paventate richieste da parte di centinaia e centinaia di lavoratori in realtà non si sono verificate, perché mi risulta che al protocollo dell'Assessorato i lavoratori che hanno presentato domanda siano non più di un'ottantina, quindi con facilità gli Uffici dello stesso Assessorato possono stimare il fabbisogno reale in termini di danari.

Qualcuno ha messo in dubbio la validità della norma, ma, come diceva il collega Moriconi in sede di illustrazione della mozione, vi sono pareri abbastanza qualificati che non pongono problemi sotto questo profilo, peraltro neanche l'occhiuto e attento Ministero degli affari regionali, che con una certa frequenza impugna le leggi che questo Consiglio regionale approva, ha avuto alcunché da ridire sulla validità della legge.

A me pare, Assessore, e scusi la franchezza, che al di là della clausola apposta sotto ognuna delle nostre leggi, "è fatto a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare", vi siano gangli vitali del nostro apparato regionale che assumono posizioni e decisioni che non sono amministrative, ma sono politiche, cioè che ci sia una scelta deliberata da parte di alcuni uffici di interdire l'accesso a quell'albo da parte dei lavoratori della "47", perché magari si paventa o si prospetta qualche ipotesi al momento irrealizzabile, a mio avviso, lei lo sa meglio di me, di stabilizzazione. L'albo accoglie i lavoratori che sono già impegnati presso altre amministrazioni, perché lavorano in regime di utilizzo, hanno maturato professionalità e competenze che consentono a quegli uffici di andare avanti e sarebbe una grave perdita dover iniziare tutto da capo. Se proprio si vuole mantenere una diversificazione dell'accesso a quell'albo con un semplice atto amministrativo, e non normativo, si possono tranquillamente istituire all'interno dello stesso albo due sezioni, una per l'afflusso dei lavoratori ex legge 42, l'altra per quelli ex legge 47, ma si tratta, ripeto, di una complicazione che non avrebbe bisogno d'essere e che comunque, quand'anche volesse essere perseguita, si può realizzare con un semplice atto amministrativo, senza bisogno di normare ulteriormente il settore con il rischio, questa volta sì, di incorrere in una qualche impugnativa. Per cui le chiederei, Assessore, anche in ragione del fatto che siamo stati colleghi e abbiamo vissuto insieme i problemi che emergono nella conduzione di un Assessorato rispetto alle proprie strutture, di imporre, da consigliere regionale prima ancora che da Assessore, la volontà di un Consiglio che ha votato, si è espresso, ha offerto una soluzione normativa. La legge della Regione, come dicevo prima, è fatto a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare. Grazie.

PRESIDENTE. Informo l'Aula che l'onorevole Dedoni è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, spiace che quando si parla di un articolo di legge che è frutto dell'accordo unanime dell'Aula, e che tocca la situazione di non poche persone che chiedono un lavoro, si colga l'occasione per fare polemica. Sono altre le occasioni in cui si può fare polemica, si può attaccare la maggioranza sul nulla di cui si è detto, così come la maggioranza può attaccare allo stesso modo la vecchia maggioranza, ma non è questo il momento e per cortesia bandiamo tutte le polemiche da quest'Aula. Quando si parla di lavoro, quando si parla di difesa della possibilità delle persone di avere un posto di lavoro stabile, sia chiaro, niente polemiche, dobbiamo tutti concentrarci sul risultato. Non si tratta di una norma di parte voluta dalla maggioranza o dall'opposizione, ma di una norma che abbiamo concordato tutti insieme perché volevamo risolvere un problema, perché sapevamo che in passato, e non mi interessa di chi sia la responsabilità, è stata commessa un'ingiustizia per motivi meramente formali, perché con la legge numero 42 abbiamo istituito l'albo e abbiamo creato un rapporto di lavoro a tempo indeterminato sui generis con la Regione per il fatto che questi dipendenti avevano la fortuna, ancorché dipendenti di enti di formazione, di essere pagati appunto dalla Regione. Nell'ipotesi della legge numero 47 invece, ancorché i soldi li stanziasse la Regione, i lavoratori erano pagati direttamente dall'albo. E'solo questa la differenza! Quando abbiamo fatto quelle norme di legge abbiamo sbagliato e concordemente abbiamo poi approvato l'articolo 4 della legge numero 10 proprio perché volevamo intervenire per risolvere il problema.

Ci sono state rappresentate delle difficoltà tecniche, alcune condivisibili altre meno, problemi di copertura finanziaria e quant'altro. In questa situazione non siamo rimasti inerti; per affrontare il problema non abbiamo aspettato questa mozione, che peraltro mi sembra estremamente generica e non risolutiva di alcuna questione, ancorché abbia il valore di consentirci oggi di parlare in Aula di questo problema. Gli amici del P.D. sanno benissimo che abbiamo fatto una serie di riunioni in cui i loro autorevoli rappresentanti hanno dato un fattivo contribuito, insieme ai funzionari dell'Assessorato, per cercare di risolvere il problema. La volontà di risolverlo c'è da parte sia della maggioranza sia dell'opposizione. Questo è il presupposto; c'è un problema e deve essere risolto. Abbiamo anche concordato che il termine ultimo per risolvere il problema saranno i primi giorni di settembre, occasione in cui o si arriva a una soluzione amministrativa o si porta in Aula, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento, un altro testo di legge concordato da maggioranza e opposizione. Quindi, per cortesia, non è questo il terreno su cui si possa attaccare qualcuno; abbiamo di fronte delle persone in difficoltà lavorativa che dobbiamo tutelare, rimediando a una situazione di disparità di trattamento non giustificata.

Sappiamo benissimo, e noi siamo stati i primi a denunciarlo, che spesso la Giunta regionale non ha attuato le leggi regionali e ci ha costretto a chiarire, con norme di interpretazione autentica, l'effettivo significato delle norme che noi avevamo approvato. Basti per tutte l'esempio della norma sulla dirigenza o quella sui revisori. Allora cosa dobbiamo fare? Si tratta di esaminare tutte le obiezioni mosse a questa norma di legge, verificare quali sono quelle che possono essere risolte e quelle che invece non sono condivisibili o fondate. In relazione alle obiezioni condivisibili si dovrà valutare cosa può essere risolto a livello amministrativo e cosa richiede invece un intervento legislativo. Sicuramente, se partiamo dal presupposto che le persone interessate sono circa 72 e poi scopriamo che ce ne sono altre 193 è verosimile che vi sarà un problema di copertura finanziaria. Al momento non abbiamo dati certi, come è stato detto, appena li avremo potremo fare i calcoli e intervenire, ma non con la prossima finanziaria, onorevole Solinas, bensì nei primi giorni di settembre, con una legge ad hoc, ovvero un provvedimento riguardante esclusivamente questo problema e semmai altre emergenze lavorative che dovessero sorgere.

E' ovvio che c'è anche il problema della legge numero 42, sappiamo tutti benissimo che ci sono difficoltà in ordine a questa legge, ma con l'inserimento del personale della "47" nella lista della "42" il problema sarebbe risolto. Abbiamo il problema di creare una UPB specifica per questo personale, abbiamo il problema di individuare chi lo deve gestire, perché se questo personale è regionale mi spiegate perché lo gestisce l'Assessorato del lavoro e non l'Assessorato del personale? Abbiamo il problema del personale della "42" che, inserito nelle liste a esaurimento, ha un rapporto di lavoro del tutto atipico, al di fuori della legge numero 31. C'è tutta una serie di problemi specifici che possono e devono essere affrontati, anche a prescindere dal problema della riforma dell'istruzione professionale.

Non mi spaventa poi il fatto che vi siano altre persone - che siano 70 o 220 o il numero che risulterà alla fine non ha importanza - con le quali si creerà un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Attenzione, perché per risolvere il problema dei CSL abbiamo recentemente attivato la territorializzazione dell'Agenzia del lavoro. L'Agenzia del lavoro ha anche competenze formative, come pure le province, ebbene parte di questo personale potrebbe essere utilizzato per assolvere queste competenze. Come vedete non c'è dissenso sul problema, c'è anzi sensibilità, c'è la volontà di arrivare a una soluzione e gli incontri che ci sono stati ne sono testimonianza.

Noi riteniamo che questa mozione di per sé non serva, perché prevede un impegno assolutamente generico per la Giunta. Facciamo quindi un ordine del giorno più concreto, più preciso, più puntuale, in cui diciamo quello che vogliamo fare, prendiamo l'impegno di risolvere il problema entro i primi di settembre, o con legge o in via amministrativa, purché lo si risolva. Attenzione, però, perché nel frattempo, e di questo va dato atto all'Assessorato, su richiesta di tutte le forze politiche presenti in quest'Aula, a tutto il personale della "47" è stato esteso sino a dicembre il sistema degli ammortizzatori sociali. Quindi in questa fase di quella tutela minima ne stanno godendo tutti. Diamo atto di questo. Continuiamo quindi gli incontri e i colloqui che stiamo già facendo, individuiamo delle soluzioni e il 2, 3, 4 o 5 settembre o c'è il provvedimento amministrativo o c'è una nuova norma di legge. Signor Presidente, ho parlato a nome di tutta la maggioranza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Noi ribadiamo il concetto espresso chiaramente nella mozione, che mi spiace sia stata dal collega Steri e da altri giudicata "leggera", per usare un eufemismo. Noi nella mozione ribadiamo innanzitutto - Presidente, mi rivolgo anche a lei, e soprattutto a lei, assessore Contu, che spero nella sua replica ci convinca in qualcosa - l'attuazione, scusate la banalità, dell'articolo 4 della legge numero 10 del 2013. Chi non fa questo, Assessore, viola una legge, e chi viola le leggi, siano esse del Parlamento o del Consiglio regionale, va perseguito.

Io vorrei, Assessore, che lei nella sua replica ci dicesse se condivide le azioni, non voglio definirle diversamente, che finora sono state indirizzate solo e soltanto a non attuare una legge del Consiglio regionale. Lei ha una struttura che sta violando una legge regionale! Chiedo a lei, alla Giunta, alla Presidenza del Consiglio regionale, che cosa si intende fare nei confronti di chi viola una legge. E' possibile, lo richiamava il collega Solinas, che in questo Consiglio regionale, in questa sacrosanta autonomia, si approvino delle leggi e poi chi è tenuto ad attuarle possa tranquillamente e impunemente non attuarle, senza assumersi alcuna responsabilità sul piano personale? La non attuazione di quelle leggi produce degli effetti che si scaricano su persone in carne e ossa, che potrebbero, come altre volte è successo, chiedere un risarcimento danni. In altri casi, nel corso di questa legislatura, il tribunale ha dato ragione ai ricorrenti e a pagare è stata la Regione, non chi sbagliando si è assunto la responsabilità di non attuare una norma.

Vi chiedo che cosa intendete fare, le chiedo, Assessore, per cortesia di dirci qualcosa, di spiegarci, come ha chiesto l'onorevole Steri a nome di tutta la maggioranza, perché non si attua l'articolo 4 della legge numero 10. Vorrei che lei stamane ci dicesse chiaramente qual è la ragione per cui non lo si attua. Insomma siamo nella fattispecie di un articolo di una legge, uno dei pochi, che è passato indenne sotto le forche caudine del vaglio del Governo e voi vi permettete il lusso di non attuarlo!

Assessore Contu, di lei ho stima sul piano personale, però, abbia pazienza, come Assessore, non essendo in grado di far attuare una norma, ne ho di meno. La stima sul piano personale non è in discussione, ma faccio questa osservazione critica perché interpreti questo giudizio come una sollecitazione positiva, per dirle che non è solo, ma ci dimostri che sta agendo in quella direzione, altrimenti c'è una corresponsabilità politica grave.

Assessore, io avverto da parte della Giunta, glielo dico sinceramente, un atteggiamento vessatorio nei confronti di questi lavoratori. E non lo dico perché qualcuno di loro è alle spalle di chi parla in questo momento, non è questo il motivo onestamente. Questo atteggiamento vessatorio è ancora più grave perché ha determinato, lo sappiamo tutti, una contrapposizione pericolosa tra lavoratori della "47" e lavoratori della "42", e permettetemi di dirvi, cari Assessori regionali, caro Presidente della Regione - che non c'è, come al solito - che è una leggerezza che non dovevate permettervi, proprio per le ragioni iniziali sostenute dal collega Steri nel suo intervento e proprio in quella accezione. Invece tutto questo, Assessore, è avvenuto e più passano i giorni più questo contrasto, questa divisione, che non dovevate consentire, sta assumendo toni preoccupanti.

Io non voglio fare polemiche inutili, voglio accogliere l'appello del collega Steri. Capisco anche la sua difesa d'ufficio della Giunta regionale, una difesa d'ufficio abbastanza evidente, però, Assessore, non saremmo qui a discutere per l'ennesima volta di questo problema se non avessimo presentato questa mozione. Giulio Steri, a nome della maggioranza, suggerisce una soluzione per i primi di settembre, anche qui insomma…

STERI (U.D.C.-FLI). L'abbiamo concordata insieme!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Giulio, fammi finire, non affrettare l'interruzione! L'onorevole Steri è tra i pochissimi colleghi ai quali va riconosciuto, fin dall'inizio di questa legislatura, un impegno bipartisan per trovare soluzioni, e anche in questo caso si sta muovendo in questa direzione. Il problema non è il collega Steri; il problema è la Giunta, e il collega Steri lo sa bene. E' ovvio che non si può esprimere come si esprime il sottoscritto, lo comprendiamo perfettamente, ma apprezzo questo stile e anche il senso delle istituzioni, perché qui, Assessore, per l'ennesima volta è stato vilipeso il Consiglio regionale da persone che devono stare al vostro servizio. Il tema è anche questo.

E' stato ricordato che abbiamo costituito una Commissione d'inchiesta per le troppe leggi esitate da questo Consiglio regionale che puntualmente non vengono attuate: non è servito a nulla! Cos'altro è questo se non un atteggiamento fortemente offensivo, che denigra, svilisce, impoverisce e umilia il Consiglio regionale? Poi ci riempiamo la bocca di parole sull'autonomia di questa Assemblea, la massima Assemblea! Ma quale autonomia, se la Giunta non riesce nemmeno a far attuare i propri provvedimenti!

Il tema è questo e io le chiedo, Assessore, non di aspettare, come ha detto l'onorevole Steri, di cui non dubito, i primi di settembre, ma di indicarci nella replica una soluzione immediata per l'attuazione dell'articolo 4 della legge numero 10 del 2013. Le chiedo per cortesia di intervenire su questo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

CONTU MARIANO (P.d.L.), Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Signor Presidente, colleghi del Consiglio, credo che sia importante la discussione che è stata attivata a seguito della presentazione della mozione che finalmente porta all'attenzione di quest'Aula una sperequazione perpetrata dallo stesso Consiglio regionale. Quando venne attivata una rivisitazione della normativa sulla formazione professionale, a partire dal 2008, si pensò di approvare una legge che riordinasse il comparto e invece fu partorita una soluzione che oggi non soddisfa in primis i lavoratori.

Credo che, sin dalla scorsa legislatura, siate stati tutti coscienti dell'impegno da me profuso, in veste di consigliere regionale, prima di minoranza e in questa legislatura di maggioranza, e anche come componente della Commissione d'inchiesta a cui si riferiva l'onorevole Giampaolo Diana. La Commissione d'inchiesta ha affrontato questo tema, così come lo ha affrontato la Commissione pubblica istruzione, di cui facevo parte nel momento in cui è stata attivata la discussione sul problema della legge numero 47, che poi è stato portato all'attenzione dell'Aula. Questo per dire che io difendo anche un solo posto di lavoro. E' un principio in cui credo, l'ho sempre fatto e credo di doverlo fare a maggior ragione in questa occasione. Per un posto di lavoro sono disponibile a fare tutte le battaglie possibili e immaginabili perché credo nei principi della Costituzione e soprattutto nel fatto che un posto di lavoro non può essere un caso, una fortuna e neanche una regalia, ma di sicuro attiene alla valorizzazione della persona che con il lavoro acquisisce un diritto che in verità è anche sancito dall'art. 1 della Costituzione.

Affermare queste cose per me è doveroso per un giusto approccio al tema e in questo approccio mi sono cimentato negli incontri con i lavoratori, con le organizzazioni sindacali, con i consiglieri in sede di Commissione, con la Giunta. Credo di aver partecipato, in questo lasso di tempo, a perlomeno sette od otto incontri in cui è stato affrontato questo argomento. L'articolo 4 della legge numero 10 l'ho votato anch'io in Aula e in quel momento credo di aver dato espressione al mio pensiero in merito al fatto che una soluzione per questi lavoratori andava trovata. Forse in quelle occasioni non ci siamo soffermati abbastanza sui contenuti di questo articolo, nel senso che non siamo dotati di potere divinatorio per sapere se una legge verrà impugnata o no dal Governo, se passerà attraverso le forche caudine della Consulta e così via, né tanto meno siamo volta per volta abbastanza documentati sui contenuti delle espressioni che utilizziamo nell'approvare articoli di legge che ci sembrano perfetti dal punto di vista normativo.

Io non ho una preparazione normativa o legislativa che mi permetta di destreggiarmi tra le virgole e gli avverbi di una norma per capire in che termini la stessa sia applicabile, ci sono organi superiori che valutano queste cose rispetto alle decisioni dell'Aula, ma sono pienamente cosciente del fatto che l'Aula, nella sua interezza, vuole trovare una soluzione al problema. Credo di essermi impegnato e di avere impegnato anche gli Uffici e di essermi confrontato in sede politica per trovare delle soluzioni che rendessero operativi i contenuti dell'articolo 4. La discussione è aperta, sono ancora in corso degli approfondimenti - credo che l'onorevole Sanna ne sia ben cosciente, così come l'onorevole Sabatini, con cui mi è capitato di confrontarmi seppure in maniera informale - sui contenuti da dare a una norma che consenta di attuare l'articolo 4. L'onorevole Maninchedda ha evidenziato alcune difficoltà, ma io sono convinto che tali difficoltà si possano superare non attraverso ciò che la spending review non ci consente di fare, ovvero la stabilizzazione, ma attraverso altri percorsi. Credo che il Consiglio possa essere chiamato a esprimersi in merito e a dare il proprio contributo perché davvero questi percorsi vengano trovati, perché poi non è la volontà di questo Assessore o della Giunta che deve essere espressa, ma quella del Consiglio, ammesso che il Consiglio in tutte le sue componenti, maggioranza e opposizione, abbia una proposta condivisa da approvare nel più breve tempo possibile. Se vi riuscissimo sarebbe meglio farlo oggi piuttosto che domani, senz'ombra di dubbio, onorevole Diana, sono d'accordo con lei, anche perché siamo convinti del fatto che quando abbiamo prorogato il beneficio degli ammortizzatori sociali per questo personale intendevano dare loro una certezza, almeno nel breve periodo, cioè fino al 31 dicembre 2013, ma se la questione era posta in termini economici vorrei capire perché nella legge finanziaria non sono state allocate le necessarie risorse, dato che la copertura finanziaria è indispensabile perché un provvedimento esplichi la sua efficacia.

Onorevole Diana, onorevole Sabatini, sapete benissimo che per poter essere applicata una norma ha bisogno anche di una copertura finanziaria, e questa all'atto pratico andava necessariamente inserita nel contesto della finanziaria e del bilancio. Onorevole Moriconi, mi rivolgo anche a lei. Quindi non sto a fare una disamina puntuale, a citare pareri di legittimità, che peraltro abbiamo chiesto anche noi come Giunta, come pure li hanno chiesti gli operatori del settore, ma credo che i pareri di legittimità volta per volta assumano un significato che spesso e volentieri è teso a difendere una causa più che a trovare una soluzione rispetto alla legittimità di una norma. Voglio dire che, per esempio, il parere del mio amico avvocato chiaramente tiene conto delle mie necessità. Per cui io non sto a "spigolare" sui pareri di legittimità, ma neanche sulla necessità, per gli Uffici, per la Giunta, ma anche per i lavoratori, di avere un supporto normativo che sinceramente forse mancava.

E allora, onorevole Moriconi, rispetto al dispositivo della mozione, devo dire che l'impegno della Giunta e di questo Assessore in particolare, di sicuro non è mancato e non mancherà, perché comunque sia sono cosciente del fatto, come possono testimoniare tutti i lavoratori che hanno partecipato agli incontri con il sottoscritto, che dal mese di aprile a oggi l'impegno è stato profuso sin dal momento in cui si è sollevato il problema, che non si è manifestato quest'anno, ma esisteva già nel 2008. Dico anche che credo che ne siano buona testimonianza le posizioni assunte in Aula nel momento in cui si è discusso di questo problema. C'è stata anche l'occupazione di una sala del Consiglio regionale da parte di una rappresentanza di questi lavoratori e credo di aver condiviso, in quel momento, i loro bisogni e le loro volontà, che condivido tuttora. Ma non intendo ripercorrere tutti quei passaggi.

Devo dire che io sono artefice della presentazione di proposte di legge in questa materia sia nella passata legislatura sia in quella attuale; in questa legislatura primo firmatario della prima proposta di legge del Gruppo del P.d.L. è stato il sottoscritto. Questo per dire che credo nella necessità di una legge di riforma dell'istruzione e della formazione, tant'è che ho condiviso il disegno di legge recentemente approvato dalla Giunta. Queste cose sono testimonianza non di discorsi sentiti, ma di situazioni vissute personalmente, per cui condivido pienamente la necessità di trovare quanto prima una soluzione, ma è chiaro che questa non può essere adottata soltanto con un decreto dell'Assessore. Abbiamo davvero bisogno di una norma che ci consenta di dare un futuro lavorativo anche a questi lavoratori, e in Assessorato le richieste in tal senso arrivano da tante altre categorie di lavoratori di altri settori che nella fattispecie possono essere assimilati a questi lavoratori.

Credo che siamo tutti coscienti del fatto che il bisogno di lavoro oggi in Sardegna è immenso, perché lavoro nella nostra regione non ce n'è, ma non credo che con soluzioni tampone per oggi e per domani risolviamo né questa necessità né tanto meno le altre emergenze che vengono prospettate. Quindi qui si tratta di rimboccarci tutti le maniche e di adottare delle strategie che davvero possano nel breve e nel lungo periodo dare risposte di lavoro, e non soltanto per questo contingente di lavoratori, che dovremo anche definire numericamente, visto che dobbiamo ancora verificare quanti lavoratori sono interessati da questo provvedimento (i dati citati anche stamattina variano da 68 a 140). E' pervenuto un elenco sottoscritto dai lavoratori che ritengono di essere iscritti nella lista di cui si è parlato. Secondo gli Uffici, ma anche secondo le rappresentanze sindacali, il numero degli interessati va invece ben oltre quello dei sottoscrittori di questo elenco, che per la precisione, lo voglio dire perché credo che siano presenti oggi tra il pubblico, sono 79. Nessuno ha citato questo numero stamattina, i sindacati però, onorevole Cuccu, affermano che i lavoratori che hanno diritto a iscriversi in questa lista sono 120 o 140, per cui dovremo verificare anche questo.

(Interruzione)

Onorevole Cuccu, eventualmente mi farà sapere il suo pensiero, ma adesso devo concludere.

Quindi c'è la massima disponibilità da parte della Giunta ad accogliere le eventuali ulteriori proposte che il Consiglio vorrà elaborare nel breve periodo per dare davvero una risposta condivisa a questi lavoratori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, seppure in maniera inusuale le chiedo cinque minuti di sospensione. Interverrà poi il collega Moriconi in sede di replica.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, la richiesta è accolta.

I lavori dell'Aula sono sospesi per cinque minuti

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 41, viene ripresa alle ore 12 e 47.)

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Se rende agibile l'aula, anche con la presenza dell'Assessore…

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prendere posto. Onorevole Sanna, aspettiamo che arrivi l'assessore Contu.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, Assessore, colleghi, abbiamo svolto un non inutile passaggio questa mattina, al di là dei giudizi su una mozione che ha grande importanza per noi, ma credo per tutti quelli che fanno opposizione in una condizione in cui la maggioranza è incapace di proporre disegni di legge e fare proposte concrete di riforma. L'unica attività che in questa situazione noi possiamo svolgere è quella di parlare dei problemi e far venire allo scoperto la Giunta rispetto, molte volte, ai ritardi, alle inadempienze, alle stesse volontà disattese. Saremmo stati, all'inizio di questo dibattito, aperti a diverse soluzioni, Assessore, ma noi pensiamo fermamente che il suo intervento abbia qualcosa di sconcertante rispetto non solo alle aspettative, ma soprattutto ai suoi doveri; una sorta di "dico, non dico", "i problemi sono di tutti", "il mondo è un universo", "siamo pieni di disoccupati". Stiamo parlando di un piccolo mondo dentro un grande mondo, che in questo momento rappresenta anche gran parte della vostra responsabilità. A questo piccolo mondo abbiamo dato una regola, una legge, che è il primo livello di sovranità di un popolo, e ci siamo sentiti rispondere il nulla! Attendevamo fatti, un orizzonte, una scelta, e lei, Assessore, ci ha proposto ancora il nulla!

Credo sia inaccettabile che ci siano forze politiche che accettano di accogliere come fisiologico questo stato latente del nulla. Siamo alla svolta dell'interpretazione politica; dalla Giunta aspettiamo comportamenti, impegni, date, calendari, atteggiamenti, ribellioni. Ribellioni! Lo scambio di dirigenti è inevitabile quando questi non funzionano, quando non sono all'altezza dei loro compiti, quando sono in palese conflitto di interessi! Ma io ve l'ho detto prima: dentro quell'Assessorato ci sono sedimenti pericolosi di una storia che va rimossa e che porta con sé conflitti di interessi che impediscono anche oggi di vedere le cose concretamente. Bisogna avere il coraggio non di spostare dirigenti in funzione delle convenienze elettorali, ma di agire sulla leva di cui disponiamo, l'unica, quella politica. C'è un risultato? "Sì, rimani, vieni premiato". Nessun risultato? "Vai via!". E invece abbiamo una dirigenza referenziale del potere. Ne sa qualcosa vero, assessore Rassu?

(Interruzione dell'assessore Rassu)

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non parlo a casaccio, quando la cito non parlo mai a casaccio, assessore Rassu.

Questo è lo stato di fatto. Ci saremmo attesi comportamenti diversi, atteggiamenti diversi, una Giunta diversa. Questa non è una Giunta che possa avere autonomia nel proporre qualcosa. Noi vogliamo stare dalla parte della ragione, e oggi la ragione è la legge, non i lavoratori; i lavoratori sono i protagonisti di quella legge, ma noi stiamo prima di tutto dalla parte della legge. E allora ci è stato detto: "A settembre, ci lavoreremo". Non vuol dire che ci sottrarremo dai confronti; noi ci stancheremo nei confronti alla ricerca delle soluzioni, ma oggi chiediamo di votare questa mozione, ognuno si assuma la sua responsabilità e il voto sarà l'espressione della fermezza di una volontà. Da quale parte stare? Noi vogliamo stare dalla parte della sovranità della legge e di quello che essa dispone e aspettiamo, quindi, con quel voto, che chi di dovere adempia, dopodiché faremo tutti i confronti necessari e utili per ricongiungere tutte le aspettative, meno quella di perdere ulteriormente tempo.

Quindi la nostra è una posizione di profonda insoddisfazione, Assessore, e anche di sconcerto, perché se la prospettiva è l'inadeguatezza del Governo regionale rispetto a una condizione drammatica come quella che ogni giorno osserviamo, io sono e noi siamo tutti davvero molto preoccupati. Chiediamo pertanto alla Presidenza di mettere in votazione la mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Assessore, io mi sono davvero sforzato di capire quale proposta lei abbia inteso farci, ma ho avuto forti difficoltà a individuare una proposta. Se lei ci aiuta a capire, forse possiamo venirci incontro e cercare di trovare una soluzione, se questa è la sua volontà. Qui ci sono due strade, per cui ci spieghi, Assessore, qual è la sua posizione. La prima strada è quella di abrogare questa norma e riscriverla; l'altra strada è quella di trovare le modalità con cui questa norma possa essere applicata. Se l'ipotesi è quella di abrogare l'articolo 4 della legge numero 10, noi, glielo ripetiamo, siamo contrari. La soluzione alternativa non può essere quella di riscrivere una norma per mettere questi lavoratori in cassa integrazione con un'integrazione che li porti a percepire 1.000 euro lordi. Questa è una proposta per noi inaccettabile.

Se invece lei intende dire che benché la norma sia vigente ci sono delle difficoltà applicative, ci faccia capire quali sono queste difficoltà ad applicare la norma, ci faccia capire quali sono le soluzioni che vanno trovate. Ma non ci dica che non c'è copertura finanziaria, perché la copertura finanziaria c'è; non ci dica che non conosciamo il numero dei lavoratori coinvolti, perché chi aveva interesse, chi era dentro la finestra che è stata aperta con l'articolo 4 ha presentato una domanda, quindi si sa esattamente quante persone hanno avuto la possibilità di accedere a quella finestra e di vedersi applicata la norma che anche noi abbiamo approvato: sono esattamente 79.

Ci avete detto voi che c'era la copertura finanziaria, ci sono difficoltà ad applicare la norma? Diteci quali sono queste difficoltà, perché rinviare a settembre che significato ha, onorevole Steri? Chiediamo l'interruzione del Consiglio, ci fermiamo mezz'ora, ragioniamo, troviamo la soluzione e approviamo quello che c'è da approvare. Approviamo un ordine del giorno che dia specificazione, così come abbiamo fatto per i cantieri comunali, che indichi la soluzione per applicare la norma, altrimenti avremo perso tempo anche stamattina. Ma se l'intento è quello di abrogare questa norma, noi siamo contrari.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, mi pare che abbia chiarito bene il collega Giulio Steri la posizione della maggioranza, nel senso che non c'è nessuna intenzione di creare barriere tra maggioranza e opposizione su un tema sul quale, come abbiamo già rimarcato, siamo assolutamente disponibili a trovare una soluzione. Quindi, siccome mi pare che l'obiettivo sia condiviso, direi che, se è necessario, possiamo fare una sospensione di mezz'ora che ci consenta di predisporre, proprio per le ragioni che sono state rimarcate da entrambe le parti, un documento unitario che possa davvero dare una significativa e chiara su questo problema. Quindi, prima di passare a una votazione che creerebbe una divisione inutile su un argomento di questa valenza, rivolgo un invito a tutti a riflettere e, semmai, a dedicare trenta minuti alla predisposizione di un documento unitario che possa essere sottoposto al consenso di tutta l'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU (Gruppo Misto). Per dire che sono contrario alla proposta dell'onorevole Pittalis per il semplice motivo che la mozione dice, in modo molto chiaro: applichiamo la legge. Noi votiamo la mozione, tutti assieme…

PITTALIS (P.d.L.). E' pleonastico!

ARBAU (Gruppo Misto). Collega, mi lasci terminare! Sarà pure pleonastico, però è così. Noi approviamo la mozione…

PITTALIS (P.d.L.). E' prendere in giro quelle persone!

ARBAU (Gruppo Misto). No, noi non le prendiamo in giro, le prende in giro chi fa le leggi e non le rispetta! Per cortesia, io non prendo in giro nessuno! Io sto facendo la mia dichiarazione sulla proposta del collega Pittalis, alla quale sono contrario e ne sto spiegando il motivo: state prendendo in giro le persone! Non conoscete i numeri…

STERI (U.D.C.-FLI). Le persone le prendete in giro voi con questi comportamenti!

PRESIDENTE. Onorevole Steri!

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, non è più accettabile!

ARBAU (Gruppo Misto). Io sto dicendo che sono contrario alla proposta dell'onorevole Pittalis per questo motivo. Se siamo tutti d'accordo approviamo la mozione in cui si prevede di applicare la legge, poi ci sarà il tempo per lavorare a trovare le soluzioni, tutti assieme con responsabilità.

PRESIDENTE. L'onorevole Arbau è intervenuto contro la proposta dell'onorevole Pittalis, ora può parlare un oratore a favore, dopodiché si pronuncerà l'Aula.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, in primo luogo devo ribadire che questa legge è nata da una nostra iniziativa. Chi più di tutti si è battuto per questa legge siamo stati noi, ci ha seguito il P.D., sia chiara la verità! La richiesta di rinviare a settembre non è mia, ma è scaturita da una serie di confronti. Bisogna essere seri. Di una mozione che dice: "Noi ce ne stiamo interessando", non ce ne facciamo niente! Noi vogliamo risolvere i problemi, c'è gente che chiede lavoro! Siamo pertanto a favore della sospensione per poter predisporre un documento concordato.

(Interruzione del consigliere Giampaolo Diana)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, ho chiesto di intervenire per provare molto umilmente a dare una conclusione diversa ai lavori, che non vorrei lasciassero uno strascico polemico che rischierebbe di compromettere il contributo di tutti, nessuno escluso, a trovare la soluzione attesa.

Abbiamo davanti due strade - mi perdonerete per l'irritualità - per cui, fatta salva la volontà di tutti di risolvere il problema, volontà che ho riscontrato negli interventi degli onorevole Steri e Pittalis e dei nostri colleghi di Gruppo, domando: come possiamo concludere i lavori oggi? Possiamo concluderli o prendendoci il tempo necessario per indicare la soluzione oggi o votando la mozione, e francamente inviterei a non screditare il lavoro di tutti. La mozione aveva un obiettivo e l'ha conseguito. Il motivo per cui stiamo discutendo, anche animatamente, è proprio il fatto che c'è questo strumento. Non aveva altri obiettivi la nostra mozione, se non quello di provocare una discussione in quest'Aula che approdasse a quella conclusione positiva che stiamo cercando da settimane.

Siamo in grado, sospendendo per mezz'ora, un'ora o quel che serve, di indicare una direzione definitiva che risolva il problema? Se sì, noi siamo disponibili, altrimenti, lo dico ai colleghi della maggioranza, sempre in senso costruttivo, votiamo la mozione, ma l'importante è che il voto finale, quale che sia, non pregiudichi la volontà reciproca di ricercare quella soluzione, perché alla fine siamo qui per questo. Non drammatizzerei, insomma.

Presidente, sarà lei a dirimere questa questione, io non amo troppo i regolamenti, le procedure non mi appassionano, l'importante è che ci sia questa consapevolezza. Noi siamo disponibili all'una e all'altra soluzione, però chiedo di evitare che il voto sulla mozione ci veda su posizioni opposte, perché su questo tema non ci possono essere posizioni opposte.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, la questione la dirime l'Aula perché è stata avanzata dall'onorevole Pittalis la proposta di sospendere i lavori per trenta minuti. Io metterò in votazione per alzata di mano questa proposta, dopodiché sarà l'Aula a decidere come procedere.

Metto in votazione la proposta dell'onorevole Pittalis di sospendere i lavori per trenta minuti. Chi l'approva alzi la mano.

(E' approvata)

Sospendo i lavori sino alle ore 13 e 35. E' convocata la Conferenza dei Capigruppo al piano della Presidenza.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 05, viene ripresa alle ore 14 e 03.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, prima di avanzare una richiesta, le chiedo di farsi garante di un aspetto. Così come d'accordo, sto per chiederle l'inversione dell'ordine del giorno e quindi di sottoporre all'Aula l'ordine del giorno dei Capigruppo e dei membri della Commissione sulla situazione in cui versa il quotidiano La Nuova Sardegna. Le chiedo però di farsi garante, esaurita quella fase, della presenza dei colleghi che sono in aula in questo momento, perché non vorrei che dopo la votazione dell'ordine del giorno ci fosse un fuggi fuggi generale e non restasse nessuno per completare i lavori relativi alla mozione che ci ha visti impegnati in maniera importante per tutta la mattinata.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, la garanzia che lei mi chiede sarebbe legata all'uso di armi improprie, delle quali io non dispongo e che non sono legittimato a utilizzare!

Iscrizione all'ordine del giorno, discussione e approvazione della mozione Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Cuccureddu - Dedoni - Cocco Daniele - Solinas Christian - Sanna Matteo - Diana Mario sulla difesa dell'autonomia amministrativo dell'editoriale "La Nuova Sardegna Spa". (274)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 274.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Cuccureddu - Dedoni - Sanna Matteo - Diana Mario - Cocco Daniele Secondo - Solinas Christian sulla difesa dell'autonomia amministrativa dell'editoriale "La Nuova Sardegna Spa".

IL CONSIGLIO REGIONALE

ESPRESSA la piena solidarietà ai giornalisti de La Nuova Sardegna, impegnati in una dura battaglia in difesa dell'autonomia amministrativa dell'editoriale "La Nuova Sardegna Spa";

FATTO PROPRIO l'appello dei giornalisti de La Nuova Sardegna per la nascita di un ampio fronte capace di evitare ciò che viene definito un atto violento contro la Sardegna;

RICORDATO che l'Assemblea regionale, già in tempi recenti, è intervenuta per pretendere garanzie sull'autonomia della testata, ancor più oggi, e riaffermata la necessità che il giornale mantenga la sua autonomia gestionale e quella professionale dei giornalisti che garantiscono una libera informazione alla vita civile della Sardegna;

CONSAPEVOLE che La Nuova Sardegna ha finora rappresentato una voce autorevole nel raccontare la Sardegna in tutte le sue espressioni, e che il passaggio alla FIMEGIL può rappresentare la fine della sua indipendenza che finora ha consentito alla testata giornalistica di riportare, senza condizionamenti, le diverse espressioni culturali e politiche di un'Isola fortemente radicata nei suoi valori autonomistici;

al fine di garantire l'autonomia del quotidiano,

impegna il Presidente della Regione

a intraprendere le azioni necessarie per mantenere in vita un patrimonio che appartiene ai sardi e di cui non si può mettere in discussione l'autonomia. (274).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

E' iscritto a parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.

AMADU (P.d.L.). Intervengo solo per fare una brevissima richiesta, a nome della seconda Commissione, che mi onoro di presiedere. Non per una formalità, ma per una forte condivisione dell'iniziativa consiliare, quindi per una spinta ulteriore che insieme ai Capigruppo vogliamo imprimere a questa vertenza, chiedo che dopo le firme dei Capigruppo vengano aggiunte quelle di tutti componenti della Commissione, la quale condivide pienamente l'iniziativa e si riserva, naturalmente nell'ambito delle proprie funzioni e responsabilità politico-istituzionali, di assumere nelle prossime settimane ulteriori iniziative.

Oggi, però, i componenti della Commissione chiedono di essere partecipi di questa iniziativa fortemente condivisa dalla delegazione di giornalisti che i Capigruppo hanno ricevuto, alla quale si è unito il Segretario nazionale della federazione della stampa, Franco Siddi. E' una vertenza che ha valore non solo locale e regionale, ma addirittura nazionale, quindi ci sentiamo tutti impegnati in questa direzione.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni da parte dei proponenti, la richiesta è accolta.

Dichiaro chiusa la discussione.

Procediamo alla votazione della mozione numero 274.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 274.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Gallus ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 64

maggioranza 33

favorevoli 64

(Il Consiglio approva).

Sospendo i lavori per qualche minuto in attesa di stabilire come procedere in relazione al primo argomento all'ordine del giorno.

(La seduta, sospesa alle ore 14 e 08, viene ripresa alle ore 14 e 32.)

Continuazione della discussione della mozione Moriconi - Cuccu - Sabatini - Diana Giampaolo - Floris Vincenzo - Cozzolino - Lotto - Corda - Sechi - Arbau - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Agus - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Cugusi - Mulas - Solinas Antonio. sull'applicazione dell'articolo 4 della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, inerente all'omogeneizzazione organizzativa nel comparto della formazione professionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (271)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Credo che la soluzione migliore, in questo caso, essendo stato raggiunto un accordo tra le forze politiche, così come auspicato inizialmente, sia quella di disporre un'inversione dell'ordine del giorno, mettendo immediatamente in discussione il testo concordato della proposta di legge numero 544, dopodiché noi ritireremo la mozione numero 271, o la stessa si intenderà ritirata, non è questo il problema.

PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta di inversione dell'ordine del giorno. Chi l'approva alzi la mano.

(E' approvata)

Onorevole Diana, la mozione numero 271 è ritirata?

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Sì.

Discussione, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento, e approvazione della proposta di legge Steri - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccureddu - Dedoni - Sanna Matteo - Diana Mario - Cocco Daniele Secondo: "Norme urgenti per l'attuazione dell'articolo 4 della legge regionale numero 10 del 29 aprile 2013" (544)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 544.

Dichiaro aperta la discussione generale. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Gallus ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Manca - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi.

Si sono astenuti i consiglieri: Piras - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 57

astenuti 2

maggioranza 29

favorevoli 57

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Attuazione dell'omogeneizzazione organizzativa della formazione professionale

1. Per l'attuazione delle disposizioni contenute all'articolo 4 della legge regionale del 29 aprile 2013, n. 10 (Disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale), nelle more della riorganizzazione del comparto della formazioneprofessionale, l'Amministrazione regionale è autorizzata a provvedere, attraverso l'adozione dei necessari atti convenzionali esclusivamente a favore di coloro che, alla data di approvazione della presente legge, risultino aver inoltrato domanda ai sensi del citato articolo 4 della legge regionale n. 10 del 2013.

2. Alla spesa di cui al presente articolo, valutata in euro 3.000.000 annui, si fa fronte per gli anni 2013 e 2014 con le risorse disponibili nell'UPB S06.06.004.

3. Al bilancio della Regione per gli anni 2014-2015 sono apportate le seguenti variazioni:

In diminuzione

UPB S06.06.004

Fondo Regionale per l'Occupazione - Spese correnti

2013 euro 3.000.000

2014 euro 3.000.000

In aumento

UPB S01.02.009 (NI)

2013 euro 3.000.000

2014 euro 3.000.000.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Gestione dell'albo regionale

1. A decorrere dall'anno 2014, al fine di garantire l'ottimale gestione della spesa inerente il personale di cui all'albo previsto dalla legge regionale 13 giugno 1989, n. 42 (Assunzione di personale docente presso i centri degli enti privati e presso i centri regionali di formazione professionale - Modifica degli articoli 5, 6 e 7 della legge regionale 2 marzo 1982, n. 7), iscritto alla lista speciale ad esaurimento (articolo 6, comma 1, lettera f), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008)), è apportata la seguente variazione allo stato di previsione della spesa dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale:

In diminuzione

UPB S06.06.004

Fondo regionale per l'occupazione - Spese correnti

2014 euro 14.480.000

2015 euro 14.480.000

In aumento

UPB S01.02.008 (NI)

Oneri per il trattamento economico del personale LR n. 3/2008

2014 euro 10.700.000

2015 euro 10.700.000

UPB S01.02.002

Oneri relativi a contributi sociali, di fine rapporto e al versamento dell'IRAP

2014 euro 3.780.000

2015 euro 3.780.000

2. A decorrere dell'anno 2014 la spesa di cui al comma 1 è inserita nell'elenco 1 della legge di bilancio di previsione.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Per segnalare che nella stesura è stato saltato l'articolo 3, che prevede che la presente legge entri in vigore il giorno di pubblicazione sul BURAS, per cui propongo, con emendamento orale, di inserire questo articolo.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, l'emendamento orale proposto dall'onorevole Steri è accolto.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento orale proposto dall'onorevole Steri. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla votazione finale della legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 544.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Fois e Gallus hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Lunesu - Manca - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi.

Risponde no il consigliere Locci.

Si è astenuto il consigliere Cossa.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 58

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 57

contrari 1

(Il Consiglio approva).

I lavori odierni concludono qui. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 14 e 39.