Seduta n.112 del 16/06/2010 

CXII Seduta

Mercoledì 16 giugno 2010

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

Indi

Del Vicepresidente CUCCA

La seduta è aperta alle ore 10.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana dell'8 marzo 2010 (105), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Renato Lai, Renato Soru e Mario Floris hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 16 giugno 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

Cocco Pietro - Solinas Antonio - Cocco Daniele Secondo - Lotto - Diana Giampaolo - Zuncheddu:

"Modifiche all'articolo 6 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale)". (173)

(Pervenuta il 15 giugno 2010 e assegnata alla sesta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla regolamentazione della costruzione di impianti di coltivazioni serricole con coperture di pannelli con celle fotovoltaiche". (257)

(Risposta scritta in data 9 giugno 2010.)

"Interrogazione Lotto sul bando pubblico per 'Impianti fotovoltaici 2009', rivolto a persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese". (300)

(Risposta scritta in data 9 giugno 2010.)

"Interrogazione Mulas sulla situazione dei lavoratori della CoSacem". (206)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

"Interrogazione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani a seguito del licenziamento di 23 lavoratori della società Nautilus a La Maddalena". (224)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

"Interrogazione Zuncheddu sul commissariamento dell'Autorità dell'ambito territoriale ottimale della Sardegna". (225)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo sui criteri per l'ammissione ai corsi regionali di formazione professionale". (237)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

"Interrogazione Espa sui criteri di applicazione della determinazione n. 3371 del 25 novembre 2009, determinazione n. 3004 del 5 novembre 2009, determinazione n. 12 del 13 gennaio 2010, in particolare con riferimento ai cittadini residenti nel Comune di Capoterra, aventi per oggetto la 'Concessione e erogazione dei contributi ai privati per danni subiti per danneggiamento e perdita dei beni mobili indispensabili e delle autovetture'. Approvazione graduatoria definitiva dei beneficiari oggetto della compensazione. Elenco ammessi, elenco esclusi, di cui alla legge regionale n. 15 del 2008". (261)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo sulla grave situazione dell'AREA e dei suoi lavoratori". (264)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo sul mancato completamento della strada a scorrimento veloce Abbasanta-Olbia". (277)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

"Interrogazione Murgioni sullo stato della rete viaria del Sarrabus-Gerrei". (278)

(Risposta scritta in data 11 giugno 2010.)

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione del progetto elaborato dalla Commissione regionale sclerosi laterale amiotrofica". (315)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Cuccu - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio sui tagli degli organici nel settore della scuola per effetto delle disposizioni dell'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008". (109)

Discussione del testo unificato: "Modifiche della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, relative all'estensione dello Sportello unico per le attività produttive (SUAP) al settore dell'edilizia residenziale" (160-163-172/A) delle proposte di legge Porcu - Moriconi - Lotto - Manca - Cuccu - Sabatini: "Modifiche della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, relative all'estensione dello Sportello unico per le attività produttive (SUAP) al settore dell'edilizia residenziale" (160); Capelli - Steri - Milia - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Oppi: "Disposizioni urgenti relative ai procedimenti di rilascio delle concessioni o autorizzazioni edilizie" (163) e del disegno di legge: "Interpretazione autentica delle disposizioni relative allo Sportello unico per

le attività produttive (SUAP)" (172)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 160-163-172. Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, forse sarebbe il caso di sospendere per dieci minuti in attesa che arrivino i colleghi. Mi sembra che l'aula sia abbastanza deserta stamattina.

PRESIDENTE. Sono d'accordo, onorevole Porcu. Pregherei i Capigruppo di richiamare i consiglieri in aula. La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 10 e 15.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 06, viene ripresa alle ore 10 e 15.)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.

PORCU (P.D.), relatore. Presidente, consiglieri, oggi è alla nostra attenzione una norma che interviene su uno strumento che quest'Aula ha approvato con largo consenso nella scorsa legislatura, ovvero lo Sportello unico per le attività produttive (SUAP), che dal 2008, anno di approvazione della relativa legge istitutiva, ha trovato ampia applicazione ed è stato unanimemente ritenuto dalle forze economiche uno strumento utile per superare i vincoli burocratici e consentire alle imprese di avviare più rapidamente la loro attività di produzione di beni e servizi. Per volontà del legislatore, per volontà della precedente Giunta regionale, per la ribadita volontà anche dell'attuale maggioranza… Presidente, c'è troppo brusio.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Porcu. Prego i colleghi di prendere posto.

PORCU (P.D.), relatore. Non utilizzerò, tra l'altro, tutti e venti i minuti concessi, perché il testo in esame è ben conosciuto dall'Aula e trova, mi auguro, ampio consenso tra le forze politiche.

Dicevo che per volontà del legislatore e della precedente amministrazione regionale e per la ribadita volontà anche dell'attuale amministrazione e dell'attuale maggioranza, lo Sportello unico per le attività produttive ha trovato ampia applicazione anche nel campo dell'edilizia residenziale. A questo proposito una circolare applicativa del 2008 ribadiva che nell'ambito di applicazione della disciplina SUAP andava considerata anche l'edilizia residenziale. Cosa è successo nel frattempo? E' successo che la sentenza del TAR Sardegna numero 246 del 2010 ha annullato l'articolo 1, comma 2, della circolare applicativa che meglio definiva gli ambiti che dovevano essere ricompresi dal SUAP. In particolare tale sentenza di fatto ha ribadito che non è possibile ricomprendere in una semplice circolare applicativa quanto in legge sembra non essere ricompreso, cioè che la disciplina SUAP possa essere applicata anche alle attività di edilizia a uso residenziale.

Non mi dilungo sugli aspetti tecnici, Presidente, colleghi, segnalo soltanto che questa sentenza del TAR ha avuto delle conseguenze, perché ha certamente gettato nel caos gli uffici tecnici comunali, ha provocato al momento il blocco di almeno trecento pratiche - ma qualcuno sostiene che siano molte di più - che restano in una situazione di attesa. Tra l'altro è messa in discussione anche la validità di molte autorizzazioni che erano state già rilasciate. E' indubbio, quindi, che la sentenza del TAR ha, come dire, richiamato l'attenzione degli operatori economici che in qualche modo sono in allarme sia per gli effetti della sentenza sulle attività già svolte dal SUAP sia per il conseguente blocco di tutte le pratiche che erano in attesa di risposta. Stiamo parlando certamente di centinaia di pratiche e si calcola che siano oltre trecento i cantieri bloccati in questo momento, in attesa che si chiarisca se l'edilizia residenziale debba essere ricompresa oppure no tra le attività produttive.

Credo che le interpellanze, le interrogazioni, le proposte di legge (il testo in esame ne ricomprende due, una della maggioranza e una della minoranza) e il disegno di legge della Giunta regionale presentati su questo argomento facciano capire che il problema è all'attenzione di tutte le forze politiche. Siamo in una di quelle situazioni in cui il merito prevale sulle posizioni di parte e mi sembra che sia unanime, come dimostra il voto su questo testo unificato esitato in prima Commissione, l'esigenza di dare risposte agli operatori economici anche in un momento di crisi economica e sociale, come quella che la Sardegna attraversa, che non ci permette certamente di bloccare le poche attività produttive, che in un periodo di crisi così drammatica e di calo dell'occupazione si esercitano in Sardegna.

Il lavoro della Commissione si è concentrato sul tentativo di capire quale fosse lo strumento più idoneo per risolvere il problema. Sono arrivati pareri importanti e autorevoli dalle diverse Commissioni e sostanzialmente il dibattito si è concentrato sulla scelta di dare alla norma del 2008 un valore semplicemente interpretativo oppure di intervenire sulla norma stessa, chiarendo che tra gli impianti produttivi legati alle attività economiche di produzione di beni e servizi erano ricomprese le attività di edilizia residenziale. La Commissione ha ritenuto all'unanimità che una norma con carattere semplicemente interpretativo non fosse lo strumento migliore, in quanto avrebbe avuto un esplicito carattere di retroattività - ma su questo aspetto mi rimetto alla discussione che potrà avvenire in Aula, perché certamente ci sono colleghi che vorranno intervenire per ribadire che la Commissione ha scelto la strada migliore -, e ha ritenuto invece più lineare, più corretto intervenire direttamente sulla norma del 2008, specificando, all'articolo 1, che per impianti produttivi vanno intesi anche gli insediamenti relativi a ogni attività imprenditoriale di edilizia residenziale e, all'articolo 2, che tale disposizione si applica anche a tutte le domande pervenute dopo la pubblicazione della circolare applicativa dell'11 aprile 2008. Quindi la norma è molto chiara, cioè interviene direttamente sulla legge istitutiva del SUAP, in modo da non lasciare dubbi interpretativi, e ribadisce che tutto quello che è in sospeso, che è stato presentato comunque a valle dell'11 aprile 2008 va ricompreso nella norma che andiamo ad approvare oggi.

Presidente, non mi dilungo nel mio intervento, perché credo che ci troviamo di fronte a una di quelle poche occasioni, ma speriamo che possano essere sempre di più nel futuro, in cui questo Consiglio sveste i panni delle posizioni politiche di parte e affronta una questione di merito, che può apparire secondaria ma non lo è, perché riguarda centinaia di cantieri edili e riguarda certamente tante piccole imprese, in particolare sarde, che guardano a noi oggi con la speranza che riusciamo rapidamente trovare una soluzione a questo problema che blocca cantieri e blocca occasioni di lavoro.

Non posso, quindi, che ringraziare i Presidenti e tutti i componenti della prima, della quarta e della sesta Commissione per il lavoro che hanno svolto e per avermi concesso l'onore di presentare, a nome di tutti, questa proposta che mi auguro possa trovare rapida e unanime approvazione e possa essere un segnale positivo per il futuro, affinché quest'Aula abbia in più circostanze la capacità di dare risposte di merito ai problemi della Sardegna, intervenendo concretamente, come in questo caso, sulle possibilità di creare condizioni di sviluppo.

Concludo qui, Presidente. Naturalmente, se fosse necessario credo che un approfondimento debba essere concesso, in modo da non far venir meno questo clima positivo e la volontà unanime delle forze politiche di affrontare questo problema, che certamente è nelle nostre disponibilità poter rapidamente risolvere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, non intendo intervenire, ma riprendendo le ultime parole dell'onorevole Porcu, che auspicava un approfondimento, vorrei chiedere quindici minuti di sospensione proprio perché abbiamo la necessità di fare un approfondimento per garantire quel clima di cui parlava il relatore.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa sino alle ore 10 e 45.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 26, viene ripresa alle ore 10 e 47.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras.

Ricordo che i consiglieri che intendono intervenire nella discussione generale devono iscriversi entro la fine dell'intervento dell'onorevole Uras.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, mi sono iscritto a parlare immediatamente dopo il relatore perché non condivido questo provvedimento che ritengo palesemente, esplicitamente e integralmente illegittimo. Cioè ritengo, lo dico con grande serenità e anche senza volerne ai colleghi che pure lo ritengono giusto, che noi abbiamo bisogno di riflettere meglio anche sotto il profilo tecnico ogni volta che facciamo una legge, perché non stiamo migliorando questa amministrazione, ma la stiamo peggiorando.

Che cos'è il SUAP? Faccio una domanda retorica, Presidente. Chiedo scusa, ma vorrei essere ascoltato anche dalla Presidenza del Consiglio. Il SUAP è lo Sportello unico per le attività produttive. Come nasce uno sportello? Uno sportello non è di per sé una funzione; uno sportello è un luogo fisico con cui il cittadino si relaziona, dove presenta le domande e ritira le risposte alle sue istanze. Dietro lo Sportello unico per le attività produttive c'è un procedimento unico - stiamo attenti all'espressione "procedimento unico" -, che prevede anche un responsabile del procedimento. Il procedimento consiste in una serie di atti, di valutazioni, di verifiche. Lo Sportello unico per le attività produttive, il titolare del procedimento unico e il procedimento unico sono istituiti sulla base di una legge delega, la legge numero 59 del 1997, e del decreto legislativo numero 112 del 1998. La legge delega è una legge che il Parlamento approva per attribuire potestà legislativa al Governo in una materia e nell'ambito dei limiti che dalla stessa legge delega sono posti. Quindi non stiamo parlando di cose fantasiose; stiamo parlando di regole che sono vincolanti per le istituzioni come la nostra, che ci vincolano a determinati comportamenti. Noi non siamo padroni di tutto, dobbiamo rispettare le regole, dobbiamo attraversare il cammino con comportamenti legittimi.

Nel dicembre del 1998, all'indomani dell'approvazione del decreto legislativo numero 112, il decreto attuativo della legge delega numero 59, che istituisce il SUAP, il procedimento unico e il titolare del procedimento unico, viene approvata la legge regionale numero 37, il cui articolo 7 ha come titolo: "Sportello unico per le attività produttive e assistenza alle imprese". La Sardegna è la prima Regione d'Italia a dare attuazione alla legge sul SUAP, per fare che cosa? Dare sostegno finanziario, dare incentivi al sistema delle imprese e organizzare gli sportelli unici presso i comuni, che sono i titolari del procedimento unico e anche della gestione dello sportello e possono agire in forma singola o associata. La Regione stanzia i finanziamenti. E' da dodici anni che gli sportelli unici per le attività produttive sono letteralmente inesistenti nel nostro sistema istituzionale locale per chiara violazione di legge da parte dell'Amministrazione regionale e dei suoi uffici, che non rispondono delle leggi che violano. E' normale! Noi viviamo in un Paese dove violare la legge è meglio, e quindi è normale. Che cosa succede? Succede che per dieci anni non si fa nulla, dopo dieci anni si pensa di fare qualcosa e si fa un'altra legge in cui si dice che siccome non abbiamo attuato la prima, per dieci anni, adesso attuiamo la seconda! Si stabilisce di realizzare lo Sportello unico per le attività produttive e si indica il titolare del procedimento unico. Ma il procedimento unico scompare! E' questa l'invenzione: l'invenzione è che lo Sportello unico per le attività produttive, che era l'interfaccia tra il titolare del procedimento unico e il procedimento unico, funzionerà senza il procedimento. Perché? Perché abbiamo introdotto il principio del silenzio-assenso, che abbiamo migliorato con la legge numero 3 del 2009, e abbiamo proceduto, dal 1998 al 2010, attraverso le amministrazioni di centrosinistra e centrodestra, sempre uniti nella violazione della legge! Nella violazione della legge, caro onorevole Diana! Poi noi non saremo più in grado di rivolgerci a nessuno. Ma perché gli elettori non vanno a votare? Voi avete perso le elezioni[p1] , ma non le ha vinte nemmeno il centrosinistra, perché quando arriviamo a eleggere i presidenti di provincia di un territorio con 500 mila elettori con il 15 per cento dei votanti abbiamo fallito, perché siamo un pessimo esempio! Ed è una riflessione che prima o poi faremo, io me lo auguro. Forse c'è qualcuno interessato a farla, forse tra i tanti che invece se ne "strainfischiano" qualcuno interessato a fare questa riflessione c'è!

Ripeto, il procedimento unico scompare perché c'è il silenzio-assenso, per cui uno va allo sportello unico - quello rimane -, presenta la domanda e ci piazza un'autocertificazione che dice: "Io sono a posto, posso fare l'impianto!". E allora, alleluia, abbiamo risolto tutto! Tolto il procedimento, rimane soltanto lo sportello, si presenta la domanda, c'è il silenzio-assenso, funzionerà tutto. No, non funzionerà nulla! Per altri due anni non funzionerà nulla e il merito di questo non funzionamento qual è? In questa regione, grazie anche a noi tutti, non viene nessuno a fare investimenti e realizzare attività produttive, se ne vanno tutti! Non viene nessuno, per cui le attività produttive non ci sono, però c'è una cosa di cui subito si ricordano i legislatori del 2008. Su questa vicenda dello sportello unico io ho polemizzato anche con la Giunta Soru e con i colleghi consiglieri del centrosinistra, perché è intervenuta una circolare, come le circolari che fa la Giunta Cappellacci oggi, con cui non ci si limita a indicare le modalità migliori per attuare la legge, a esplicarne i contenuti normativi, ma si fa qualcosa di più: li si migliora, li si integra, li si modifica. E così viene fatta una circolare, con la deliberazione numero 22/1 dell'11 aprile 2008, che introduce una piccola novità. Qual è la piccola novità? Tra le attività produttive - cosa che non è prevista nella legge - è compresa l'edilizia a uso residenziale, che chiaramente non è un'attività produttiva, perché nella definizione che ne dà la legge delega, cioè la legge numero 59 del 1998, si parla di concessione e autorizzazione edilizia, ma in funzione degli edifici che devono ospitare attività industriali, artigianali e quant'altro è definito nel diritto come "attività produttive". Anch'io se ho un terreno mi costruisco la casa, ma per questo svolgo un'attività produttiva? C'è un significato nelle parole che bisogna lasciare, tanto che quella circolare creerà caos. C'è un rigetto perché la circolare viola anche la titolarità delle funzioni in capo agli enti locali in materia edilizia e di gestione del territorio, di conseguenza il TAR, con propria sentenza, ne ha limitato l'applicabilità alla parte che è tutelata dalla legge, garantita dalla legge, ascrivibile alla legge.

Allora noi che cosa facciamo? Ci accorgiamo che l'unica attività produttiva che svolgiamo è la costruzione di palazzi e siccome sono state presentate trecento pratiche per costruire palazzi, grazie al silenzio-assenso e senza concessione edilizia, senza procedimento unico né responsabilità della pubblica amministrazione, facciamo un provvedimento che porta in legge i contenuti della circolare che sono stati giudicati illegittimi dal Tribunale amministrativo. Signori cari, facciamo le cose come devono essere fatte! Cosa centrano le attività produttive? Abbiamo fatto il piano casa, che era già uno sventramento di tutta la normativa urbanistica, paesaggistica, paesistica e chi più ne ha più ne metta, per cui facciamo una cosa molto semplice, chiamiamo l'assessore Asunis e modifichiamo la legge sul piano casa scrivendo che le concessioni edilizie in Sardegna si rilasciano con l'autocertificazione e con il silenzio-assenso, il che è meglio per tutti, così potremo costruire non solo le case o gli impianti industriali, ma forse anche gli ospedali, gli asili, le scuole, i parchi giochi e chi più ne ha più ne metta, perché tutto è attività produttiva!

Io non ci sto e voterò contro questo provvedimento. Reputo quest'azione che noi stiamo facendo oggi un'altra delle azioni che squalificano questa istituzione autonomistica, rendono questo Consiglio schiavo di trecento pratiche disperse nei comuni, perché un'amministrazione decrepita, deteriorata e inquinata come quella regionale e del sistema delle autonomie locali non riesce più a rispondere alle esigenze del cittadino.

Noi abbiamo aspettato dodici anni. Eravamo stati i primi in Italia, con l'articolo 7 della legge numero 37, a istituire un percorso valido per l'attuazione del decreto legislativo numero 112, per la realizzazione del sistema degli sportelli unici per le attività produttive, dei titolari del procedimento unico e del procedimento unico. Ora abdichiamo a questa funzione perché abbiamo un'amministrazione regionale incapace, indecorosa, che non risponde ai cittadini ed è un peso per la comunità. E noi ci aggreghiamo a questo peso, diventando anche noi un peso! Volete un esempio? Presidente, lei dovrebbe, credo, convocare al più presto la Commissione per capire perché non funziona nulla, perché facciamo leggi che rimangono inapplicate per dodici anni. Sto parlando di dodici anni, dal 1998 al 2010! Quello che abbiamo scritto lo abbiamo scritto così male e quello che abbiamo detto di fare lo abbiamo detto così male che nulla si è mosso, tanto che dopo dodici anni dobbiamo riscrivere male e illegittimamente la stessa identica cosa, cancellando i procedimenti, cancellando i responsabili, cancellando i controlli, cioè costruendo una società illegale!

Presidente, questa nostra società diventa illegale perché abbiamo cancellato un sistema di controlli preventivi rispetto agli atti che venivano compiuti dall'amministrazione, per liberare l'economia sarda e l'economia nazionale che è più prigioniera di prima! Un anno fa noi abbiamo licenziato una legge che avrebbe dovuto far partire come volano dello sviluppo l'edilizia residenziale, l'edilizia pubblica, ogni tipo di edilizia all'interno della nostra regione. Non ci siamo mossi, stiamo peggio di prima, c'è la fame, la gente non ha più fiducia in noi! Noi siamo squalificati, le soluzioni che diamo sono fantasie e io non ci sto. Vogliono votare questo testo, centrodestra e centrosinistra? Si accomodino pure. I miei colleghi del Gruppo pensano che sia giusto? Lo votino pure, ma io le stesse cose che ho detto nel 2008 le ripeto oggi e le stesse cose che ho fatto nel 2008 le faccio oggi. Non ero d'accordo e scrissi al Presidente della Regione di allora invitandolo a ritirare quella circolare, perché era illegittima e avrebbe creato confusione nel sistema delle autonomie locali (ci sono gli atti). Non fu fatto e dopo due anni torniamo a parlare di un errore che è stato commesso perché non si è dato ascolto!

Io non ho paura di non essere ascoltato, però non ho neppure paura di avere ragione, perché qualche volta ho ragione. E se qualche volta qualcuno che ha responsabilità di governo nei confronti della nostra comunità capisse che è giusto ascoltare forse renderebbe più utile questo mio parlare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, io comprendo la posizione del collega Uras, ma credo che c'entri poco con questo provvedimento e sia più attinente a una visione del rapporto, che nel processo di modernizzazione della nostra società deve esserci, tra controllo burocratico ed esercizio della responsabilità. Noi dobbiamo, per forza di cose, accedere all'ipotesi che l'asfissiante controllo burocratico spesso rappresenta non il luogo della malafede, ma un luogo nel quale si perde del tempo prezioso, perché l'economia ha tempi diversi e cammina con esigenze diverse rispetto a un passato che ha concepito il controllo burocratico, spesso incompetente e asfissiante, come un elemento di garanzia dell'interesse pubblico. Ora si è capito, nella concezione più moderna, che l'interesse pubblico può essere ugualmente tutelato attraverso l'esercizio di una responsabilità a carico, diciamo, di chi conoscendo le leggi attesta e verifica la rispondenza di quello che fa alle norme vigenti.

In pratica, la circolare effettivamente aveva voluto precisare un aspetto che a nostro giudizio concretava una discriminazione, perché il comma 17 dell'articolo 1 della legge numero 3 del 2008 dice che per impianti produttivi sono da intendersi "gli insediamenti relativi a tutte" - non ad alcune, ma a tutte - "le attività di produzione di beni e di servizi". In pratica, il ragionamento che fa il collega Uras sosterrebbe questo: se si costruisce uno stabilimento dove produrre manufatti o prefabbricati edilizi, cioè piccole case già pronte che poi possono essere trasferite, quello stabilimento diventa un impianto produttivo e quindi può essere soggetto al SUAP e poco conta quello che produce sul territorio, mentre si vorrebbe escludere l'impresa edilizia che produce case come attività economica prevalente, perché è il suo mestiere. Se no qualcuno mi deve spiegare quale sarebbe per definizione l'attività economica di un'impresa edile, se non quella di produrre case. E quando si dice che l'impresa edile non ha un impianto produttivo si sbaglia, perché per un'impresa edile che produce case in base alla sua attività economica l'impianto produttivo è il cantiere, che dà vita all'oggetto della produzione di quei beni che concretano l'attività produttiva. Occorre semplicemente puntualizzare questo aspetto per ricomprendere in tutte le attività produttive anche quella delle imprese edili che svolgono questa funzione.

Il collega Uras è preoccupato che la semplificazione porti a una sorta di liberalizzazione, però la legge è molto precisa e ha tenuto conto di tutto questo, perché la presentazione di una richiesta allo sportello unico può prevedere due vie d'uscita: o l'avvio immediato dell'intervento, oppure, in determinate fattispecie, l'indizione di una preliminare conferenza di servizi; conferenza che è propedeutica alla verifica di una serie di questioni che attengono a una complessità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

(Segue SANNA GIAN VALERIO.) E qual è la complessità? La complessità è quella contenuta nel comma 24, dove viene escluso l'immediato avvio laddove si ritenga insufficiente l'autocertificazione a corredo di tutti i progetti presentati al SUAP. E questa esclusione riguarda i problemi di difesa nazionale, gli impianti per i quali è necessaria una specifica autorizzazione in relazione a vincoli paesaggistici, storico-artistici, archeologici e idrogeologici nonché a quelli ricadenti nelle aree perimetrate dal Piano di assetto idrogeologico, e così via, le verifiche ambientali, la tutela della salute, cioè tutte quelle fattispecie che attengono alla disciplina specialistica e anche vincolistica e che quindi devono mettere il concetto di responsabilità, diciamo, avanzata dell'esecutore al riparo da possibili abusi o intromissioni.

Questo è il livello della garanzia, per cui bisogna fare una scelta di campo, cioè questo dibattito, alla fin dei conti, per i temi che ha sollevato il collega Uras, propone due strade: stare nella modernità accedendo a una cultura della responsabilità del soggetto imprenditoriale oppure rimanere nella storia atavica, purtroppo, della nostra Repubblica e anche della nostra Regione di una cultura burocratica del controllo metodologico e sistematico. Questa è la scelta di campo e siccome abbiamo proposto questa legge per accedere a questa nuova fase della cultura della modernità, noi intendiamo sostenere la semplificazione; semplificazione che ovviamente fa pagare dei prezzi, rendiamocene conto. In una regione nella quale si fa un'innovazione di questo genere è anche possibile incorrere in "furbacchioni", diciamo così, che si approfittano delle novità. Ma questo capita statisticamente ovunque quando si adotta un cambiamento, quando si fanno delle riforme. Credo che sia un rischio calcolato e contenuto.

C'è un altro problema di carattere tecnico, nel quale non mi addentro perché ci sono persone che hanno svolto questa interlocuzione in sede di Commissione e per la quale abbiamo acceduto all'ipotesi del testo in esame. C'è chi sostiene la migliore utilizzabilità di una norma interpretativa, ma io credo che gli Uffici e gli esperti esistano per un motivo, si trovi dunque un punto di verità su questo, perché non è questo che condiziona la sostanza. La sostanza è che noi vogliamo eliminare questa discriminazione, al di là del numero delle pratiche ferme, che ci interessa ben poco, perché un legislatore tutto può fare meno che far permanere nelle leggi e nelle regole discriminazioni fra i cittadini della propria comunità.

Credo che questo sia il senso di questa norma e dell'accesso che noi abbiamo consentito a un'ipotesi di soluzione unificata dei diversi testi, che ci ha trovato uniti proprio nella finalità principale, che è quella di dare vita a una norma che abbia gambe e cammini producendo effetti positivi anche su un'economia che in questo momento ha bisogno di essere sostenuta e accelerata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho già manifestato ieri, in quarta Commissione, il mio dissenso su questo provvedimento che ritengo sia, come dire, il frutto dell'incapacità di trovare soluzioni o vie d'uscita a un problema che è sul tappeto. Questo non lo dico io, lo dice cronologicamente l'evoluzione dei fatti, il succedersi di norme e provvedimenti che oggi sono la testimonianza del fallimento o dell'incapacità di attuare le norme già predisposte.

La vicenda, come ben sapete e com'è stato già detto in quest'Aula, ruota intorno al 1998, quando con il decreto legislativo numero 112 si intraprende una via che, come ha ricordato il collega Uras, è stata prontamente richiamata dalla legge regionale numero 37 del 1998, la quale indica il modo per inquadrare, chiarire e dare risposte a chi ha un'esigenza, che è quella dei tempi rapidi, qualche volta si dice della fretta, ma poi passano gli anni senza che nessuno responsabilmente si faccia carico di questa presunta fretta, che alla fine è il segno di una crisi complessiva che ci attanaglia e alla quale si cerca di dare risposte senza analizzarne il perché.

Il decreto legislativo numero 112 e la legge regionale numero 37 puntualmente e precisamente indicano strade che guardano verso i comuni e le organizzazioni dei comuni per la realizzazione dello Sportello unico per le attività produttive, ma anziché lavorare perché quelle norme vengano applicate e abbiano corso passano dieci anni di inefficienza e di vuoto assoluto. Ai dieci anni del niente come si risponde? Si risponde, nel 2008, con la legge numero 3, che punta a superare il livello di liberalità, chiamiamola così, per non usare altri termini, che introduce il silenzio-assenso. E quale meccanismo più pratico se non quello di stabilire un termine trascorso il quale si può dare avvio all'intervento? Così, però, si possono realizzare anche le cose che, badate, innescano denunce, contrapposizione tra le parti, lotta tra contendenti di un interesse che non viene tutelato dalla norma, e spesso il più forte o l'arrogante prevale nei confronti del più debole o di chi deve subire. Nonostante la legge preveda, quindi, lo sportello unico, il procedimento unico e il responsabile del procedimento unico, ancora una volta nulla di fatto e la cosa finisce, come sappiamo, con il famoso discorso del silenzio-assenso.

Oggi qui si cerca di rendere, come dire, tutti consapevoli. Io credo che ognuno possa fare delle riflessioni ed è prudente e opportuno fare marcia indietro quando si prende atto dell'inefficienza e della inadeguatezza di una norma. Si introduce l'argomento con frasi come: "Oggi sarà un giorno storico perché in un'assemblea come questo parlamento dei sardi eviteremo le contrapposizioni di schieramento tra maggioranza e opposizione". E tutti insieme, per la gioia dei sardi, voteremo un'ulteriore frivolezza che servirà ad abbattere condizionamenti e limiti che si dovrebbero, invece, non solo introdurre in norma, ma soprattutto applicare vigilando sulla loro attuazione. Si puntualizza, quindi, che anche l'attività edilizia a uso residenziale rientra tra le attività produttive.

Io in effetti non mi scandalizzo di questo, in qualche modo condivido l'osservazione che faceva Gian Valerio Sanna, ma inquadrare l'attività edilizia tra quelle produttive è una forzatura così evidente che fa crollare tutto il castello. E non lo fa crollare dopo un attento esame di una singola vicenda, della quale prendiamo atto, discutiamo e che poi eliminiamo. Con questo provvedimento dovremo cancellare tutto quello che riguarda gli strumenti per l'attività edilizia nei comuni, strumenti di controllo delle attività, che riguardano i procedimenti e le norme di controllo e vigilanza, che nel tempo abbiamo fatto di tutto per eliminare. Anche questo lo ha ricordato il collega Uras.

Oggi, badate, a chi vuole contrapporsi a un provvedimento ritenuto inadeguato, se non addirittura illegale, non rimane che adire la magistratura penale. Credo che questo non vada a vantaggio di nessuno, se non di chi pensa di percorrere vie accelerate, ma credo che sarebbe opportuno partire da una discussione attenta tra tutte le forze politiche anche sulla opportunità di reintrodurre addirittura strumenti di controllo sugli atti degli enti locali e sui provvedimenti che la stessa Regione adotta. Mi chiedo a che cosa serva mantenere nei comuni strutture come le commissioni edilizie, che, come vi ho sempre detto, costituiscono un freno all'attività edilizia, eppure nessuno le mette in discussione. Eliminarle sarebbe un risparmio, si eliminerebbe tra l'altro il controllo su chi è buono e su chi è cattivo, su chi è amico e su chi è nemico. Eppure questo è un problema che non emerge, che non viene preso in considerazione e valutato.

Io credo che ancora una volta siamo di fronte a un imbroglio, lo dico con parole mie e dal mio punto di vista, rispettando naturalmente tutti coloro che vedono in questo provvedimento una scappatoia, una via d'uscita a una situazione che viene definita drammatica, come la crisi economica che tormenta quest'Isola e questo popolo, ma che ancora una volta si pensa di affrontare dedicando attenzioni eccessive, direi morbose, alla sola attività edilizia. Questo è un Consiglio regionale imprigionato dentro il problema del dare risposte al comparto dell'edilizia, che deve comunque avere mano libera. Eppure in quest'Aula sono stati adottati provvedimenti importanti. Penso al piano casa, che doveva essere la prima via per accelerare, sbloccare, incentivare, sollecitare, stimolare la ripresa dell'attività edilizia e dell'attività economica, così come indicato nel titolo e nel cappello di quel provvedimento.

Abbiamo assistito al fallimento del piano casa 1, del piano casa 2, di altri provvedimenti e di circolari esplicative, eppure continuiamo a fare circolari per spiegare le leggi, a prendere atto del fallimento delle leggi e delle circolari e comunque a cercare vie d'uscita che noi individuiamo come scappatoie. Io credo che la crisi economica occupativa che attanaglia quest'Isola non dipenda dall'istituzione e dal funzionamento dello Sportello unico per le attività produttive, però questo non toglie che vada fatta una considerazione seria su come il SUAP debba essere organizzato e messo al servizio dei cittadini. Dobbiamo fare in modo che i comuni siano in grado di dare risposte tempestive, precise e puntuali, dobbiamo formare coloro che devono dare risposte al mondo dell'imprenditoria e sicuramente il modo migliore non è quello di introdurre meccanismi che andranno a complicare ulteriormente il funzionamento del SUAP. E poi l'ultimo ricorso sarà quello del silenzio-assenso e ognuno si arrangi come può. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.), relatore. Intervengo brevemente, perché mi sembra che le osservazioni dei colleghi meritino una risposta. Io stimo molto sia il collega Uras che il collega Sechi, con i quali ho condiviso molte battaglie per la tutela dell'ambiente, sul Piano paesaggistico, per il rafforzamento degli strumenti di controllo in materia ambientale e di sicurezza. Non posso, quindi, anche come relatore di questa norma, essere insensibile alle loro osservazioni.

Mi permetto di ricordare, colleghi, che la norma sul SUAP non è nata con un intento di deroga, di liberalizzazione, certamente non di liberalizzazione selvaggia. Il SUAP è nato dopo che la maggioranza di centrosinistra ha con coraggio deciso di stabilire regole più stringenti in materia urbanistica ed ha approvato, nell'ottobre del 2006, un Piano paesaggistico coraggioso che, prima di essere parzialmente stravolto, purtroppo, dall'attuale maggioranza, diceva basta al cemento sulle coste, basta all'espansione dissennata del tessuto urbano, basta alla crescita dissennata delle zone di espansione, se non legata a un certificato e dimostrato incremento urbanistico. Un Piano paesaggistico coraggioso, che fissava norme stringenti sui centri storici, sulla salvaguardia dei centri storici, sulla necessità di piani particolareggiati. Sostanzialmente, la Regione aveva stabilito un quadro di regole certe, all'interno del quale l'espansione urbanistica era anche possibile, ma compatibilmente con la sostenibilità ambientale, con la sostenibilità economica e con le effettive esigenze abitative dei nostri cittadini. Un quadro di regole coraggiose che è stato anche oggetto di discussioni profonde, di lacerazioni, di contestazioni. Ricordiamo tutti la battaglia che abbiamo fatto nel 2006, quando colleghi del centrodestra ci minacciavano e ci dicevano: "Bloccherete tutto, voi volete bloccare l'economia, volete bloccare lo sviluppo". Ci accusavano proprio di ciò che lei, onorevole Sechi, ci ricorda oggi, cioè di volere in qualche modo bloccare un'economia basata solo sul mattone. Ma noi dicevamo anche che andavano stabilite delle regole, all'interno delle quali poteva esserci spazio per un'attività edilizia di recupero, di completamento, di adeguamento. Allora cosa abbiamo fatto in quella circostanza? Abbiamo detto ai cittadini: noi stabiliamo regole più certe e più stringenti su dove si può costruire e su dove non si può costruire. Non si può costruire nell'agro, non si può costruire lungo le coste e non si possono espandere all'infinito le città, andando a occupare le grandi periferie con interventi spesso disarmonici, però all'interno di questo quadro di regole certe. Io chiedo alla pubblica amministrazione di essere più rapida e all'interno di questo quadro di regole più certe la Regione dimostra di volersi fidare dei cittadini, di volersi fidare delle imprese.

La filosofia del SUAP nasce, quindi, non in un contesto di deregolamentazione, ma in un contesto di regolamentazione, di regole più chiare, di regole certe. E proprio perché quelle regole sono più chiare, più certe, sono meglio definite e io, Regione, mi fido dei cittadini, mi fido delle imprese, introduco il sistema dell'autocertificazione, chiedo agli enti locali, agli uffici urbanistici di dare risposte. Non c'è deroga nel SUAP. Vorrei ricordare - lo leggiamo insieme se fosse necessario - che è escluso dagli interventi previsti dalla disciplina del SUAP qualsiasi intervento che non sia conforme alla vigente disciplina ambientale, sanitaria, di tutela dei beni culturali e paesaggistici, di sicurezza del lavoro, di tutela della pubblica incolumità, di contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti. Tutto questo non fa parte del SUAP. Noi stiamo delimitando il SUAP a tutto quello che è conforme agli strumenti vigenti, ed è per questo che abbiamo voluto questo strumento. Cadremmo in contraddizione - lo dico agli onorevoli Uras e Sechi - se noi, cioè proprio la parte politica che ha voluto lo sportello unico, che aveva stabilito le regole e aveva deciso che cosa rientrava e cosa non rientrava nel SUAP, dovessimo oggi ripensarci e tornare indietro. Allora, sì, sarebbe soltanto un blocco per il blocco, allora sì, veramente, la nostra politica sarebbe incoerente.

Credo che dobbiamo andare avanti in quella filosofia virtuosa, da un lato stabilire regole e definire gli strumenti e dall'altro dare fiducia ai cittadini e alle imprese. E dico le imprese perché, onorevole Uras, non è vero che con il SUAP un privato può aprire un cantiere o può costruirsi la palazzina nel suo terreno. Non è vero, questo non è scritto nella norma. I privati hanno altri strumenti, come la dichiarazione di inizio attività, quando si tratta di interventi semplici, ma, a scanso di equivoci nel testo unico che abbiamo predisposto abbiamo chiarito che stiamo parlando di attività imprenditoriali di edilizia residenziale; non della casetta che si costruisce il privato, ma dell'intervento che realizza l'impresa. L'abbiamo scritto e ribadito anche con l'apporto di altri colleghi, come l'onorevole Capelli, che in Commissione, ha sottolineato la delicatezza di questo aspetto. Quindi non c'è incoerenza, non c'è la volontà di stare "tutti insieme allegramente"; c'è invece un'assunzione di responsabilità che certamente spetta a noi che oggi siamo in minoranza, ma che nella scorsa legislatura eravamo in maggioranza. E quando eravamo in maggioranza abbiamo fissato le regole e abbiamo avuto la possibilità all'interno di quelle regole di muovere quello che si poteva muovere. Quindi non c'è incoerenza, anzi c'è coerenza nel nostro comportamento odierno, ed è per questo che mi permetto di rivolgere un appello ai colleghi Uras e Sechi, che stimo, e a tutti i colleghi del loro Gruppo affinché ripensino, in questa circostanza, a quelle norme coraggiose e alle battaglie che ci hanno visti protagonisti insieme nella scorsa legislatura. Ed è proprio per quelle battaglie di salvaguardia del paesaggio, di salvaguardia della qualità urbanistica delle nostre città e dei nostri paesi che noi insieme, colleghi, abbiamo potuto approvare la legge istitutiva dello Sportello unico per le attività produttive.

Non c'è una festa, una scampagnata oggi, onorevole Sechi, ma c'è un'assunzione di responsabilità che ci porta a dire che anche quando la maggioranza è un'altra, se quella maggioranza porta avanti una politica in cui abbiamo creduto dobbiamo riconoscerlo, non ha senso ostacolarla. Se questo succedesse più spesso non mi scandalizzerei. Visto che siamo in regime di alternanza - e credo che anche il voto di questi giorni ci faccia capire che siamo in un regime di alternanza, che noi auspichiamo, perché consideriamo l'attuale Giunta regionale del tutto inadeguata ad affrontare i problemi della Sardegna -, se una maggioranza e un Governo regionale danno un carattere di continuità a una norma in cui noi abbiamo creduto dobbiamo darne atto. E credo che non faremmo male, a nostra volta, quando certamente riconquisteremo la guida della Regione, a riconoscere ciò che di buono questa maggioranza e questo Governo avranno fatto. Per ora non c'è niente di questo genere, ma spero che ci sarà, nell'interesse dei sardi. Soltanto così una comunità cresce, soltanto così un sistema economico sociale si sviluppa. Saper riconoscere quello che di buono fa l'altro è il solo modo per diventare classe dirigente, non di una parte, ma di un popolo, di una nazione, quale aspiriamo a essere.

Quindi chiedo ancora ai colleghi, fatte salve tutte le loro preoccupazioni, che sono anche le mie, sulla necessità di non derogare alla qualità urbanistica, di non scardinare nessuna normativa, di ripensare la loro posizione, di ricordare le cose importanti che abbiamo fatto e di dare gambe e forza a questa norma che è attesa, è voluta e certamente è tesa a porre fine a una discriminazione, a un'ambiguità che non si sa bene perché debba colpire il settore dell'edilizia residenziale.

Collega Uras, io non demonizzo il settore dell'edilizia residenziale. Certamente l'economia non può basarsi su una gamba sola e noi dobbiamo moltiplicare le intraprese economiche in altri settori, ma non la demonizzo, credo anzi che l'edilizia residenziale possa e debba fare la sua parte. Tutto quello che può fare economia, che può determinare l'apertura di cantieri, che può creare posti di lavoro me lo tengo stretto e certamente non lo ostacolo, poi magari mi impegno a fare di più, ma non demonizzo l'edilizia residenziale. Credo che l'economia vada messa in moto, che l'edilizia vada messa in moto, e penso anche alla città di Cagliari: io non sono tra quelli che vogliono bloccare Tuvixeddu a tutti i costi, non sono contento del fatto che cinquanta ettari della città siano consegnati al degrado e non ci vedrei nulla di male se in quella zona della città, salvaguardando il colle di Tuvixeddu, i cantieri riprendessero la loro attività, così come non ci vedrei nulla di male se si riconsiderasse la realizzazione del Betile o del Master plan per Sant'Elia. Noi non vogliamo bloccare nulla, vogliamo invece mettere in moto le attività produttive, ma in maniera conforme alle leggi, al paesaggio, alla tutela dell'ambiente. Ed è questo che caratterizza una vera politica riformista, cioè non far prevalere le ideologie, ma far prevalere la sostanza e la concretezza dei problemi che ci devono vedere uniti quando, come stiamo facendo oggi, mostriamo di essere in grado insieme di risolverli.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo brevemente perché anch'io sono rimasto perplesso per la presa di posizione di alcuni colleghi del centrosinistra. Per la verità, su alcuni passaggi, come la denuncia, fatta dall'onorevole Uras, di una pessima applicazione in Sardegna dello strumento del SUAP, sono assolutamente d'accordo. Per quanto riguarda il resto dei ragionamenti, però, come è già stato espresso dai colleghi Sanna e Porcu, sia nella relazione introduttiva sia nell'ultimo intervento, credo ci sia un problema forse di non completa conoscenza, perché in Sardegna di fatto la disciplina del SUAP non è stata mai applicata in maniera compiuta.

Io ho avuto il piacere e l'onore, nel periodo dal 2000 al 2005, di essere sindaco di un comune virtuoso, Sassari, uno dei primi comuni che hanno attivato lo Sportello unico per le attività produttive, tanto da venire citato allora in una classifica de Il Sole 24 Ore, e devo dire che quello strumento, quella semplificazione amministrativa tutto può essere eccetto che il grimaldello per il malaffare, perché il malaffare non ha bisogno del SUAP, non ha bisogno della semplificazione amministrativa, soprattutto, consentitemi, quando si parla di edilizia residenziale. Il SUAP, infatti, è praticamente una conferenza di servizi che si riunisce in maniera virtuale, nel senso che è lo sportello unico che si fa carico di acquisire le autorizzazioni dei vari enti che altrimenti dovrebbero essere contattati singolarmente dall'imprenditore. Se un ente, poniamo un'Azienda sanitaria locale, non dà il suo parere, positivo o negativo, entro un determinato periodo di tempo, quel parere si intende acquisito. Questo è il concetto del SUAP, ma il primo artefice è il comune. L'amministrazione comunale, guarda caso, è fondamentale per quanto riguarda l'edilizia residenziale, perché è quella che deve dare il parere di conformità urbanistica. Se il nodo è quello dell'abuso edilizio, ebbene è proprio su quel nodo che lo sportello unico non può mai sbagliare, perché essendo titolare dello sportello unico il comune, il comune stesso è responsabile e garante della conformità urbanistica della domanda che è stata fatta. Certamente il malaffare esiste, per carità, ne sono piene le pagine dei giornali, ne abbiamo parlato anche in quest'Aula, ma il malaffare non è collegato alla semplificazione; il malaffare è collegato alla voglia di intervenire, attraverso strumenti che non sono quelli di legge, per ottenere guadagni illegittimi o eccessivamente facili.

Credo, quindi, che non ci debba essere proprio nessuna preoccupazione, né da parte nostra, come componenti della Commissione che si è espressa all'unanimità, né da parte di questo Consiglio, nel semplice ragionamento che porta a omologare l'attività edilizia alle attività produttive, perché se un'impresa deve costruire un capannone industriale può rivolgersi al SUAP, se invece deve costruire delle residenze destinate a essere vendute o affittate deve fare un'altra trafila molto più lunga e complicata. E' tutto qui, è una semplificazione che, ripeto, non apre la porta all'abuso edilizio, perché è in mano all'ente - il comune - su cui grava la verifica di conformità urbanistica. L'unica maniera per compiere l'abuso è quella di non denunciare l'attività di costruzione, quindi di non andare al SUAP. Ma noi stiamo parlando di imprese che realizzano fabbricati da vendere o affittare, e secondo voi qual è l'impresa edilizia che realizza un fabbricato abusivo per poi venderlo? Chi lo compra? Con quali garanzie uno potrebbe comprare da chi costruisce in maniera abusiva, senza licenza?

Con questo testo di legge la disciplina del SUAP viene estesa al settore dell'edilizia residenziale con la possibilità, per il costruttore, di terminare - così come ha sottolineato il TAR - la fase produttiva nel momento in cui vende o affitta il manufatto che ha realizzato. Io non sono un garantista, l'ho già detto in quest'Aula, ma in piena coscienza, nel sostenere questa chiarificazione, questa omogeneizzazione di trattamento nei confronti delle imprese edilizie, non mi sento assolutamente come uno che stia smagliando una rete di controlli.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, anch'io condivido le perplessità sollevate dall'onorevole Uras e dall'onorevole Sechi circa l'approvazione di questa norma, perché non condivido lo spirito con il quale essa viene presentata. Non credo che i problemi dell'economia isolana, i problemi delle nostre città e dei nostri paesi siano legati all'impossibilità di realizzare manufatti edili, palazzine e quant'altro; credo invece che siano molto più legati alle difficoltà dei giovani, dei tanti cittadini sardi di acquistare una casa a prezzi accessibili. Questi credo siano i problemi principali. Non si può pensare che il rilancio dell'economia passi solo ed esclusivamente attraverso l'edilizia; è un tema che ci è stato già proposto in occasione della discussione sul piano per il rilancio dello sviluppo economico e del settore dell'edilizia, che poi non ha trovato alcun riscontro nella realtà della nostra regione. Ebbene, vi è forse un problema per quanto riguarda l'edilizia circa la possibilità di creare imprese? I dati ci dicono che in Italia ci sono più imprese edili che edicole, anzi le stesse associazioni di categoria, le casse edili, il sistema dell'Edilcassa e l'ANCE[p2] , il settore di Confindustria che associa le imprese del settore dell'edilizia, ci dicono che uno dei problemi delle imprese che operano nel settore edile in Italia e nella nostra Isola è proprio il fatto che ci sono troppe imprese, molte delle quali non operano con criteri di qualità e nel rispetto delle norme. Bisognerebbe semmai sfoltire il numero delle imprese e aiutare quelle serie anziché favorire la creazione di nuove imprese che nascono e muoiono come funghi, perché uno dei problemi legati al settore dell'edilizia riguarda il tasso di mortalità delle imprese da un lato e la nascita improvvisa di nuove imprese dall'altro.

Un altro aspetto, che può essere facilmente riscontrabile da parte di tanti colleghi, è che i SUAP presenti nel resto della penisola si occupano solo di attività produttive. Alcuni di essi, come il SUAP di Milano, si occupano anche di attività edilizia, ma solo di quella legata al turismo e quindi a carattere ricettivo. Le imprese che operano nel settore turistico vengono infatti considerate in modo differente rispetto alle imprese dell'edilizia residenziale, proprio perché l'impresa che realizza un albergo o un fabbricato di questo tipo esercita un'attività produttiva legata al settore ricettivo e quindi al turismo. In quel caso si deroga alla normativa generale sulle attività produttive, che in tutti i casi esclude le attività di edilizia residenziale.

Un altro aspetto è invece legato al fatto che il settore dell'edilizia presenta tanti problemi dovuti all'aver costruito troppo e purtroppo molto spesso male. Basta vedere anche sui giornali di oggi le immagini relative ai disastri ambientali derivanti dall'aver costruito male e in qualche caso in aree in cui non si sarebbe dovuto costruire, per rendersi conto che incentivare la speculazione edilizia, la costruzione di immobili fuori da ogni controllo comporta ulteriori costi per le casse della Regione, che deve intervenire per sanare e ripristinare lo stato dell'ambiente e dei luoghi dove anche una pioggia intensa di poche decine di minuti crea danni e problemi che sono sotto gli occhi di tutti, come è accaduto in diverse aree della nostra regione e anche attorno alla città di Cagliari.

L'incertezza normativa, sicuramente, contrariamente a quanto è scritto nella relazione dei proponenti, non viene arginata né eliminata semplicemente dirottando tutte le pratiche relative all'edilizia residenziale verso gli sportelli unici, che anzi avranno ulteriori problemi proprio per le tantissime pratiche di questo genere che arriveranno e che paradossalmente bloccheranno l'istruttoria delle pratiche relative alle attività produttive. Quindi le attività produttive, anziché essere incentivate, uno degli obiettivi per cui lo strumento del SUAP era stato a suo tempo pensato, subiranno un blocco.

Forse sarebbe stato bene trattare questo argomento considerando che diversi comuni della Sardegna ancora non hanno uno sportello unico e quelli che se ne sono dotati molto spesso hanno difficoltà a reperire le figure professionali necessarie per farlo funzionare al meglio. Quindi il problema degli sportelli unici, se doveva essere affrontato, lo si sarebbe dovuto affrontare in termini di miglioramento del servizio oggi esistente e di presenza capillare in tutti i comuni della Sardegna, anziché gravarli di un'ulteriore competenza che non è legata alle attività produttive.

In merito a queste considerazioni e anche alle cose dette da altri colleghi, devo dire che questo provvedimento non va in direzione di una promozione delle attività produttive, che hanno tutt'altre difficoltà, tant'è vero che dalle imprese, dalle aziende e dalle società che operano nella nostra Isola vengono segnalati tanti problemi relativi all'assenza di un rapporto privilegiato con gli istituti di credito; una difficoltà data dalle difficoltà più generali dovute alla crisi economica e dall'impossibilità per tanti cittadini di accedere ai settori di consumo in quanto la crisi ha colpito in particolar modo la fascia media della popolazione italiana. Quindi le affermazioni sull'opportunità di affrontare la crisi economica intervenendo sul SUAP o incentivando l'attività edilizia, come se la costruzione di fabbricati edili di per sé producesse redditi e benefici, mi paiono smentite dai fatti.

All'onorevole Porcu, che è cagliaritano come me e che con forza si è soffermato sui temi dell'urbanistica, dell'edilizia e sul valore del Piano paesaggistico regionale, vorrei ricordare che il problema della città di Cagliari oggi non è che non si possa più costruire. E' sufficiente percorrere l'asse mediano per vedere decine e decine di edifici che stanno per essere terminati e immessi sul mercato, oppure andare dalle parti Genneruxi o nelle tante zone trasformate da BS3*, e cioè zone riservate a verde pubblico e servizi, in lotti dove è stato possibile realizzare immobili; è sufficiente andare in quel di Santa Gilla per vedere nuove palazzine, alte diciassette piani; è sufficiente passare in via Is Maglias per vedere altri immobili realizzati di recente, fino a circondare l'abitato di Pirri, la prima cinta tra la SS 554 e la città di Cagliari, tanto che ormai non esiste più discontinuità urbana tra la città capoluogo della regione e i paesi circostanti, diventati anch'essi città.

Il problema non è che non si possa realizzare un immobile, ma è il fatto che gli immobili realizzati rimangono invenduti. Sfido chiunque di voi a trovare un giovane o una giovane coppia che possa acquistare una casa nel centro città al prezzo di 5.000-5.500 euro a metro quadro. Non so quanti siano i lavoratori precari, i giovani che rischiano di perdere il posto di lavoro, le tante coppie che hanno difficoltà economiche, i giovani del call center Vol 2 che rischiano di perdere una prospettiva di lavoro per imprese che operano per un certo tempo e poi spariscono nel nulla, che possano permettersi di acquistare una casa a queste condizioni. Ebbene, non ci sono acquirenti per gli immobili già realizzati, figuriamoci per quelli che dovranno essere realizzati! Questo è uno dei problemi che ha bloccato il settore dell'edilizia, blocca lo sviluppo in Sardegna e blocca la possibilità per tante persone di avere una prospettiva di vita dignitosa.

Per questa ragione, Presidente, mi associo all'appello fatto dai colleghi Sechi e Uras, che hanno potuto analizzare questo provvedimento anche in Commissione, affinché lo stesso non venga votato, perché non va nella direzione indicata dal relatore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gavino Manca. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (P.D.). Signor Presidente, colleghi, Assessori, intervengo abbastanza velocemente, perché penso che gli interventi che hanno svolto in quest'Aula sia gli onorevoli Sanna e Porcu sia l'onorevole Campus abbiano chiarito in maniera adeguata l'obiettivo che si pone questa norma. Vorrei invitare alcuni colleghi a ripercorrere il richiamo dell'onorevole Uras al fatto che da quest'Aula devono uscire provvedimenti che diano l'opportunità ai cittadini di avere norme chiare e certe, che diano l'opportunità di avere una produzione legislativa che dia risposte alla Sardegna. Proprio in questo senso penso che ci stiamo arrampicando in ragionamenti e discorsi che con il provvedimento in esame non hanno grande attinenza, nel senso che questo testo di legge è assolutamente chiaro ed evidenzia in maniera altrettanto chiara - ma capisco i ragionamenti di principio che fanno i colleghi Zedda, Sechi e Uras, ragionamenti probabilmente condivisibili - che le attività edilizie a cui ci si riferisce sono esclusivamente quelle a uso residenziale, quelle svolte da imprese la cui attività imprenditoriale è quella di costruire case. Il provvedimento non è destinato ai privati cittadini che devono costruirsi la casa o ristrutturare il proprio appartamento, perché in tal caso oggettivamente si deve fare riferimento a un'altra normativa che è chiara e distinta.

Io penso che noi abbiamo l'obbligo di approvare questa legge e di approvarla in tempi celeri, anche perché tutti sappiamo qual è l'attuale situazione degli uffici tecnici comunali, ma specialmente quali difficoltà incontrano le imprese a causa di una legge rimasta "zoppa", dopo la sentenza del TAR, e la cui applicazione mette in difficoltà le amministrazioni locali. Penso che dobbiamo trovare in questo senso la capacità di votare in maniera unitaria questo testo di legge. Per quanto riguarda il suo contenuto ritengo, anche se forse non ho la competenza tecnico-giuridica per dirlo, che il lavoro fatto dalla quarta Commissione, con il richiamo alla circolare applicativa che è stata presentata proprio come interpretazione autentica della legge numero 3 del 2008, rappresenti la strada migliore che si poteva percorrere.

Presidente, faccio una proposta: siccome mi pare che in quest'Aula si siano fatti dei ragionamenti tra loro discordanti, dopo aver sentito l'Assessore eventualmente può essere opportuna una sospensione di cinque minuti alla fine della discussione generale, per valutare quale sia la via normativa migliore per scongiurare la possibilità di eventuali nuovi ricorsi al TAR o di ulteriori perdite di tempo. I colleghi che ho citato poco fa hanno messo in campo tutta una serie di ragionamenti importanti, ma che probabilmente troveranno termini di confronto più adeguati nel momento in cui parleremo, forse la prossima settimana, del piano casa, perché veramente ci siamo un po' rincorsi nel parlare di tutto. Questo è un provvedimento che in maniera chiara evidenzia quale deve essere il suo fine.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, noi siamo il Paese, nella fattispecie la Regione, in cui si registrano tempi biblici nel rilascio delle autorizzazioni. In questi anni credo tutti, in qualunque parte di questa regione, abbiamo visto imprenditori abbandonare la nostra isola proprio per l'impossibilità di realizzare in tempi certi e brevi un investimento. Noi abbiamo cercato, negli anni scorsi, di dare una risposta e lo abbiamo fatto anche attraverso l'istituzione dello Sportello unico per le attività produttive. Siamo partiti in ritardo rispetto ad altre Regioni del nostro Paese, però abbiamo cercato appunto di dare una risposta attraverso il SUAP. Lo sportello unico, lo sappiamo, passa attraverso due cardini: l'autocertificazione e il silenzio-assenso. Ora, è chiaro che questi sono due strumenti che presuppongono la cultura della responsabilità e anche la cultura del controllo, ovviamente da parte di chi ha l'onere di esercitare un controllo su questi due strumenti.

Noi oggi stiamo discutendo di un provvedimento che, lo comprendo, crea qualche imbarazzo e qualche dubbio, e almeno per quanto mi riguarda ne comprendo le ragioni. Mi domando tuttavia: attualmente un intervento di edilizia residenziale da chi viene autorizzato? Viene autorizzato, ovviamente, o dalla commissione edilizia, se esiste, oppure dagli uffici tecnici competenti, che sono strumenti dell'ente locale preposti a dare una risposta in tempi certi. Ora, comprendo che il SUAP è nato come strumento per le autorizzazioni per le attività produttive e che quindi quando si parla di attività produttive può sorgere qualche dubbio sul fatto che la costruzione pura e semplice di una casa - passatemi il termine - in proprio sia in sé un'attività produttiva. Se ci attacchiamo alla esemplificazione anche merceologica è indubbio che la costruzione di una casa è un'attività produttiva fino al momento in cui termina la costruzione, ma la finalità ovviamente non attiene a un'attività produttiva. E' chiaro invece che un'attività di costruzione edilizia è propedeutica all'installazione di un'attività produttiva, perché la costruzione di un capannone o di tante altre cose rientra in un'attività edile ovviamente finalizzata a un'attività produttiva: si può poi produrre quel che si vuole. Mi rendo conto, quindi, che questa differenza può indurre in parecchi dubbi e può anche portare a sospettare che si voglia semplificare una procedura per liberalizzare o meglio deregolamentare un sistema bypassando norme, strumenti di pianificazione, eccetera. Credo che dobbiamo comunque evitare di fare questo errore.

Noi dobbiamo per un verso - credo che sia un compito anche nostro - evitare di guardare a fenomeni e ad atti come quello che stiamo per compiere con la cultura della criminalizzazione di un sistema e per l'altro verso scommettere sulla responsabilità, sulla quale ritengo che dobbiamo scommettere parecchio. Poi, ovviamente, scommettere sulla responsabilità non significa che chi di competenza non debba esercitare anche dei controlli, perché il mancato controllo sarebbe un'eccessiva dimostrazione di una cultura del lasciar fare, dell'aggiustiamoci sempre e comunque.

Io penso che dobbiamo considerare il SUAP, così com'è, uno strumento del comune, al pari di altri strumenti di cui l'ente locale dispone per concedere altri tipi di autorizzazione. Io abito a Cagliari, che il collega Massimo Zedda ha citato poc'anzi, e ogni giorno vedo quelle nuove costruzioni sorte oltre l'asse mediano. Ora, io credo che tanti interventi si faranno attraverso la dichiarazione di inizio attività. A Cagliari, per esempio, almeno nel 70 per cento dei casi arriva una risposta entro i termini stabiliti, ed è chiaro, per quanto riguarda il restante 30 per cento, che in mancanza di una risposta il privato procede. Ecco, credo che rispetto a questo non possiamo pensare che su tutto ciò che rientra in quel 30 per cento non si dà una risposta semplicemente perché si deve concedere in deroga chissà che cosa. Ritengo, invece, che il SUAP, attrezzato in maniera adeguata, possa essere uno strumento valido per esaminare anche le richieste per costruzioni di edilizia residenziale, perché è comunque uno strumento del comune. Tra l'altro un intervento di quella natura rientra in una materia che è normata: esiste il Piano urbanistico, esiste il Piano paesaggistico, esistono tante norme, cioè non siamo di fronte a un settore deregolamentato, assolutamente no. C'è necessità attraverso il SUAP, e per questo esso è nato, di accelerare i tempi e dare certezza a chi vuole investire.

Credo che noi dovremmo avere un approccio di questa natura alla discussione che stiamo svolgendo in quest'Aula. Mi rendo conto, ripeto, che è discutibile che la costruzione di un edificio per uso abitativo possa essere considerata un'attività produttiva, però, ripeto, non può essere solo questo il merito della discussione che noi facciamo. Il merito della discussione che noi facciamo è verificare se attraverso quello strumento riusciamo a dare una risposta in tempi certi e se possibile sensibilmente abbreviati. Credo che questo sia l'atteggiamento che noi dobbiamo avere nell'esprimere un giudizio su questo progetto di legge. In questo senso credo si possano superare alcune riserve che sono state espresse in quest'Aula, perché, ripeto, non è che attraverso il SUAP si autorizza il malaffare, mentre attraverso gli altri strumenti con i quali comunque si dà un'autorizzazione per costruire non lo si autorizza. Se il malaffare c'è, ahinoi, riesce a permeare qualunque strumento, come purtroppo è stato dimostrato in tante situazioni. Penso, invece, che noi dovremmo inculcare maggiormente la cultura della responsabilità e allo stesso tempo attrezzarci per effettuare controlli non soltanto a campione e favorire sempre di più l'affermarsi di questa cultura, di cui mi pare in questa Regione manchi qualcosa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Signor Presidente, sarò brevissimo. Sinceramente io posso anche condividere alcune perplessità espresse dal collega Uras e da qualche altro collega, ma è necessario riflettere. Quante volte in quest'Aula abbiamo sentito parlare di burocrazia asfissiante, di risposte date in ritardo o addirittura mai date. Si è detto anche che la legge sullo sportello unico, di fatto, in dodici anni non ha visto la sua completa attuazione, ed è vero. Può darsi, però, che sia vero proprio per il fatto che non si sono ancora reperite le figure professionali di cui lo sportello unico dovrebbe avvalersi. E mi spiego: questa riflessione è stata fatta nella sesta Commissione, dove peraltro si era del parere di adottare una terminologia se non proprio specifica e selezionata, almeno rispondente a quelli che sono gli indirizzi della normativa comunitaria, ma che non potesse dare adito a dubbi interpretativi, per la paura che potessero essere escluse dalla possibilità di avvalersi del SUAP alcune attività che, specialmente nell'evolversi dei tempi, con la new economy e quant'altro, avrebbero potuto non essere comprese in quella terminologia. Tant'è vero che la Commissione ha condiviso l'esigenza di definire con maggiore chiarezza l'ambito applicativo del comma 17 dell'articolo 1 della legge regionale 5 marzo 2008, numero 3, ponendo una riflessione sulla sentenza del TAR Sardegna numero 246 del 2010, per tentare di sciogliere i dubbi interpretativi attraverso una esplicitazione della proposizione "attività economiche e produttive di beni e servizi", anziché con una precisazione attinente, diciamo così, al concetto, strumentale rispetto allo svolgimento dell'attività, di impianti produttivi.

Questa considerazione peraltro trova collocazione nell'ampia - questo è il punto centrale - nozione di impresa, elaborata dalla giurisprudenza comunitaria, comprendente qualsiasi entità che esercita un'attività economica, intendendosi per attività economica quella che consiste nell'offerta di beni o servizi su un determinato mercato contro retribuzione e con assunzione dei rischi finanziari connessi, senza specificazione alcuna della natura bene prodotto. Questo è l'indirizzo che la Comunità europea dà relativamente all'attività economica, e quindi al concetto di impresa, a cui appunto si rivolge l'attività del SUAP. Peraltro il decreto legge 25 giugno 2008, numero 112, recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria", convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 6 agosto 2008, numero 133, chiarisce proprio che "lo sportello unico costituisce l'unico punto di accesso per il richiedente in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti la sua attività produttiva e fornisce, altresì, una risposta unica e tempestiva in luogo di tutte le pubbliche amministrazioni comunque coinvolte nel procedimento". Come si vede anche questa normativa non limita a uno specifico bene il concetto di attività produttiva, per l'esercizio della quale il rapporto del cittadino con la pubblica amministrazione si concentra nello sportello unico. Cioè la stessa natura giuridica dello sportello unico è quella di dare le più ampie risposte nella produzione di beni e servizi, senza limitarle a determinati tipi di attività.

Ora queste considerazioni cosa fanno ritenere? Fanno ritenere che già nel concetto di attività economica e produttiva è insita la riferibilità all'esercizio dell'attività edilizia, anche residenziale, in quanto destinata alla produzione di un bene. Ma, scusate un attimo, quale bene è più prezioso della casa per ogni cittadino? L'attività edilizia produce beni e la casa, seppure destinata a residenza, è un bene. Io capisco la paura che questo possa determinare la giungla dell'abusivismo edilizio, ma non è possibile comunque, perché, come ha detto il collega Campus, dietro c'è tutto l'apparato del comune. Non dimentichiamoci che silenzio-assenso non vuol dire necessariamente "vai avanti", perché si va avanti a proprio rischio e pericolo. Esiste il certificato di regolare esecuzione, esiste il certificato di abitabilità, esistono autorità di controllo dell'attività edilizia, per cui è impossibile che, anche se l'amministrazione non dà risposta entro un determinato periodo, ognuno sia autorizzato a fare tutto quello che gli viene in testa. Ritengo che una paura di questo genere sia abbastanza remota.

Comunque sia, se andiamo a verificare, vanno sempre in quel senso le indicazioni del legislatore nazionale, che concentra la finalità di semplificazione dell'istituto dello Sportello unico per le attività produttive nell'agevolazione dell'attività produttiva, qualunque sia il suo oggetto, intendendo per attività economiche e produttive di beni e servizi tutte le attività imprenditoriali aventi a oggetto la produzione di un bene materiale o immateriale o l'erogazione di un servizio, comprese le attività commerciali, di somministrazione, le attività economiche svolte in forma artigianale o industriale, le attività agricole, le attività turistico ricettive e l'edilizia anche a uso residenziale. Da qui la condivisione del disposto delle proposte di legge che sono pervenute in sesta Commissione, che dà un'immediata risposta a una domanda più pressante che proviene dal mondo delle imprese e dal mondo, diciamo così, dei singoli cittadini, stante il grave stato di disoccupazione e di crisi economica e sociale che attraversa il nostro Paese. Non per questo tale risposta deve o può assolutamente intendersi come un'autorizzazione all'abuso edilizio, a fare ognuno quello che crede. Non è questo il senso di queste proposte di legge e al riguardo condivido le considerazioni dei colleghi Diana, Sanna, Porcu e degli altri colleghi che mi hanno preceduto. Io credo questa paura debba essere fugata e che si debba affrontare con criteri moderni il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione. Dobbiamo decidere, cari colleghi: o si va verso la sburocratizzazione, non a parole ma con fatti certi, e questo può essere un passo avanti, oppure la situazione resterà così com'è. Dal punto di vista della burocrazia qui in Regione siamo al Medioevo, per non dire a tempi ancora più remoti. Da qui il sostegno a questo importantissimo progetto di legge. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, stavo rileggendo la sentenza che è oggetto di questo testo di legge unificato e vorrei fare alcune riflessioni sulla circolare applicativa della legge sul SUAP. Cari colleghi, io sono stato uno dei tanti sostenitori, all'epoca dell'approvazione della legge istitutiva del SUAP, di questo strumento che consideravamo molto importante per l'accelerazione delle procedure autorizzative per le attività produttive. Io sono un fautore dell'accelerazione amministrativa, non sono un fautore dello smantellamento delle regole e dei controlli. Il collega Porcu ci richiamava al fatto che nella scorsa legislatura noi abbiamo fatto una coraggiosa attività legislativa volta a evitare un eccesso di regole, e quindi un allungamento dei tempi autorizzativi, ma nel contempo a elaborare un quadro di regole coraggiose in ordine al Piano paesaggistico regionale, all'attività edilizia, a una serie di iniziative legislative che abbiamo portato avanti pensando, come diceva Sant'Agostino, caro collega Porcu, che in ogni uomo c'è una parte di buono e quindi bisogna fidarsi dell'uomo.

Io sono leggermente più pessimista su questo versante, nel senso che quando sento parlare di edilizia e di indebolimento delle attività di controllo e di regolamentazione mi si accende una spia, anche perché, a fronte di decine, centinaia, migliaia di imprenditori edili onesti, sappiamo che l'edilizia è anche il settore che produce più lavoro nero, che conta migliaia di incidenti e centinaia di morti sul lavoro. E' il settore dove un'ulteriore e non controllata deregulation potrebbe accelerare gli interventi realizzativi, ma anche incrementare questi elementi di cui ho parlato. In quest'Aula c'è un'unanime condivisione sulla necessità di attivare una politica di controlli e anche di repressione, che limiti questo tipo di fenomeni assolutamente inconcepibili in una società civile.

Nel 2008, quando all'articolo 1 della citata circolare applicativa tra le attività produttive venne inclusa anche l'attività edilizia residenziale, io qualche problema sinceramente lo posi e me lo posi, perché ciò voleva e vuole dire che se il sottoscritto deve costruirsi la casa di abitazione, una semplice casa, e dà in appalto a un'impresa questo lavoro, quell'impresa rientra nella fattispecie prevista dalla circolare. Badate, il cuore della sentenza del TAR è questo: il TAR ha smantellato non il tentativo di potenziamento del SUAP e di accelerazione delle procedure relative alle attività produttive, ma la deliberazione della Regione Sardegna che estendeva ad altre attività la disciplina SUAP. E io penso che ci sia anche qualche elemento di carenza costituzionale in questo provvedimento, perché stiamo ampliando surrettiziamente per la Sardegna le attività che sono previste da leggi nazionali relative solamente alla produzione di beni e di servizi. Una casa di edilizia residenziale non può essere considerata specificatamente né un bene né un servizio, se non per quanto riguarda l'attività residenziale, cioè l'abitazione.

Pongo la questione relativa a questa estensione in termini dubitativi, assessore Asunis. Chiedo scusa, collega Locci, sto ponendo alcuni problemi in termini dubitativi. Nel mio Gruppo ne abbiamo già discusso, ma il nostro Gruppo non è presente né nella quarta, né nella sesta Commissione, per cui ci occorrono alcuni elementi, che potremo cogliere dal dibattito e dalla sua replica, Assessore, per decidere come esprimerci nel corso dell'esame dell'articolato.

Noi abbiamo dei problemi: il primo è che non siamo in presenza di una regolazione più precisa e puntuale delle attività di controllo, ma siamo in presenza di un'attività esattamente contraria, perché quando la circolare del 2008 dice che il potenziamento delle attività del SUAP è a totale carico delle amministrazioni locali che lo attivano e quando vediamo che le amministrazioni locali e anche quella regionale… Sarebbe opportuna una discussione per sentire cosa pensano l'assessore La Spisa e il presidente Cappellacci per esempio della manovra del ministro Tremonti, che adesso è oggetto di attenzione e su cui tutte le Regioni stanno manifestando una opposizione e una richiesta di modifiche, perché porterà al tracollo le amministrazioni locali, non solo quelle regionali, ma anche quelle provinciali e comunali. In presenza di una politica di questo tipo, come possiamo pensare che i comuni abbiano la possibilità… Marco, se vi disturbo diminuisco il volume del mio intervento.

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Chiedo scusa. Dicevo che i comuni non avranno la possibilità, né tramite il SUAP, né tramite gli uffici tecnici, a fronte di questa politica di depauperamento delle risorse degli enti locali, di attivare i controlli. La finiremo, assessore Asunis, questa è la nostra preoccupazione, col far diventare norma il silenzio-assenso. Io fui contrario tanti anni fa a un periodo di silenzio-assenso - non ricordo chi fosse l'Assessore dei lavori pubblici - di novanta giorni, ricorda Assessore? Sicuramente lo ricorderà. Adesso stiamo parlando di venti giorni! Ecco perché mi associo a chi ha detto che probabilmente su questa decisione, su questa legge è necessario un ulteriore approfondimento, anche perché ci troviamo a fare come un famoso Governo - non ricordo chi fosse allora il Presidente del Consiglio -, il quale di fronte a un allarme per un livello di inquinamento che aveva superato abbondantemente la soglia consentita, anziché adoperarsi per abbassare il livello di inquinamento elevò il limite di soglia, in modo che tutti ci rientrassero, magari rimanendoci secchi! Questo è il problema. Per quel che riguarda l'attività edilizia noi paventiamo questo rischio, perché a fronte di tanti richiami alla deregulation c'è veramente il rischio di ritrovarci al punto di non ritorno, per cui non riusciremo più a controllare l'attività edilizia.

E' bene pensare a una riduzione dei tempi burocratici relativi all'attività delle imprese edilizie, però è bene fare anche una riflessione sui disastri che un uso distorto della norma da parte dei moltissimi pirati - io li definisco così - che operano nel settore dell'edilizia in Sardegna può causare. Io non sono molto ottimista, soprattutto in questo settore. Sono convinto che si debbano invece incrementare i controlli sui cantieri, sulle assunzioni, sulla sicurezza nel lavoro e che ci debba essere maggiore rispetto delle regole, perché l'edilizia è il settore in cui delle regole se ne "strasbattono" tutti o la maggior parte delle persone. E lo dico con cognizione di causa!

Allora, perché non fare una riflessione, anziché andare incontro, come mi sembra che stiamo facendo, a un'altra bocciatura? Badate, non è un caso che l'oggetto della sentenza del TAR non sia un condominio di edilizia economica popolare, ma un intervento a Porto Cervo. Non è un caso, per cui io pongo il problema della necessità di un ulteriore approfondimento sull'attività produttiva di cui stiamo discutendo. Stiamo parlando di villette e di interventi di un certo pregio a Porto Cervo, una delle isole del lusso in Sardegna! Ma non ho nessuna preclusione di carattere ideologico al riguardo. Fatti tutti questi rilievi, possiamo dire che noi adesso aspettiamo le riflessioni che verranno dal dibattito.

Un altro elemento che ci preoccupa di fronte ai fatti locali è questo: quando si parla dell'emersione di più di 2 milioni di "fabbricati fantasma", attraverso provvedimenti governativi, vuol dire che la rete protettiva dei passaggi di proprietà, di cui spesso si parla, il fatto che i fabbricati abusivi non possono essere ceduti e così via sono scavalcati non da norme, ma da comportamenti che assolutamente non costituiscono un blocco a questo tipo di attività. Se il Governo emana una legge, poi annullata, per impedire la demolizione di centinaia di case dichiarate abusive, vuol dire che c'è un eccesso di comprensione rispetto all'edilizia selvaggia. Questo rafforza l'indicazione di tutto il Gruppo dell'Italia dei Valori, che, pur apprezzando il lavoro fatto dalle Commissioni, ritiene necessario, nel prosieguo dei nostri lavori, un ulteriore approfondimento e un esame molto preciso dell'articolato della legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. E' necessario che un altro Capogruppo appoggi la richiesta.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 69 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo i lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, vorrei fare alcune brevissime considerazioni su questo testo di legge, se i colleghi me ne danno la possibilità, perché l'argomento, che sembrava inizialmente di semplicissima risoluzione, si sta rivelando un po' più complesso del previsto. E' probabilmente il tema in sé che porta ad approfondirne tutte le implicazioni.

Mi ha spinto a prendere la parola un passaggio dell'intervento del collega Uras, ovvero il collegamento diretto che lui ha fatto tra la lunghissima battaglia condotta in Consiglio regionale sul piano casa e questo argomento. Credo che su questo debba essere assolutamente fatta chiarezza, perché non possono permanere dei dubbi. In particolare, quando tutti noi del centrosinistra criticavamo l'impianto del cosiddetto piano casa di fatto mettevamo in discussione quella che era la filosofia della legge, cioè il fatto che si stavano praticamente delegittimando i piani urbanistici esistenti dicendo, in sostanza, che si poteva costruire dove sino ad allora non era consentito. Al di là della giustezza oggettiva o meno della cosa, questa era una problematica che non potevamo condividere e non condividevamo. Oggi si parla di un'altra questione e cioè della possibilità, che si è voluta introdurre fin dall'inizio della costituzione degli sportelli unici, con la legge numero 3 del 2008 e anche con la circolare della Giunta, di dare un'ulteriore accelerata in direzione della semplificazione delle procedure per realizzare gli investimenti e le iniziative imprenditoriali. Non c'è nessuna possibilità, se non dietro presentazione di certificati falsi o di dichiarazioni false da parte di imprenditori e professionisti, di derogare alle norme vigenti in materia, pertanto eviterei di fare questo parallelo. E se è vero che due anni fa è stata comunque adottata una norma alla quale si sono uniformati diversi cittadini, oggi noi non possiamo non farci carico del fatto che una sentenza del TAR, mettendo in discussione quella norma, ha messo in difficoltà tantissimi operatori che avevano seguito le procedure indicate dalla Regione. Ecco perché credo che sia giusto oggi assumersi la responsabilità di dare una risposta per risolvere queste situazioni.

Sono anche del parere che sia giusto agevolare i percorsi autorizzativi anche per chi fa imprenditoria edilizia, servono però, parallelamente, maggiori strumenti di controllo e maggiore severità sia per l'impresa che per il tecnico che, così come la legge prevede, deve certificare la conformità di ciò che viene realizzato alle norme vigenti e al progetto presentato. Credo che quando si va in direzione della diminuzione dei controlli preventivi si debbano costruire parallelamente gli strumenti per dei puntuali ed eventualmente molto più severi controlli a posteriori, perché la fiducia che si concede all'operatore dandogli la possibilità di autocertificare le situazioni deve essere assolutamente ricambiata con la perfetta buona fede di chi opera o con una severità assolutamente maggiore in caso di dichiarazioni mendaci. Ma qua si tratta di andare incontro a chi vuole fare le cose in regola e non a chi vuole eventualmente giocare all'imbroglio. Ecco perché sostanzialmente concordo sul fatto che vada cercata una soluzione e che quest'Aula debba assumersi la responsabilità di risolvere un problema che comunque da un'attività del Consiglio e della Giunta è nato. Grazie.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

Onorevole Uras, su che cosa intende intervenire?

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sull'ordine dei lavori. Vorrei sapere se si va direttamente alla votazione del passaggio all'esame degli articoli oppure, come di norma, si sospende un attimo la seduta.

PRESIDENTE. Se ci sarà una richiesta di sospensione verrà valutata, allo stato ovviamente diamo la parola alla Giunta.

CAPELLI (U.D.C.). Di norma si vota il passaggio agli articoli. Se c'è l'esigenza di sospendere, si faccia una richiesta in tal senso.

PRESIDENTE. Appunto, se ci sarà una richiesta di sospensione la valuteremo.

Prego, assessore Asunis.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, signori consiglieri, l'oggetto della trattazione è lo Sportello unico per le attività produttive. Vorrei in modo primario far rilevare, rafforzando alcuni concetti già espressi dall'Aula, che le disposizioni vigenti implicitamente già introducono tra gli interventi produttivi, così come recita la lettera c) del comma 17 dell'articolo 1 della legge regionale numero 3 del 2008, gli interventi relativi a tutte le attività di produzione di beni e servizi. Di fatto il legislatore, anziché fermarsi dopo il termine "servizi", ritenne a suo tempo di dover esplicitare alcune fattispecie nel tentativo di essere maggiormente chiaro, identificandole in questi termini: "ivi incluse" - quindi come elemento di maggiore rafforzamento - "le attività agricole, commerciali e artigianali, le attività turistiche e alberghiere, i servizi resi dalle banche e dagli intermediari finanziari e i servizi di telecomunicazioni". Anche a giudizio della Giunta regionale la trattazione dell'argomento all'ordine del giorno di fatto è una chiarificazione di un qualcosa già scritto tra le righe del dettato legislativo che appare doveroso e opportuno puntualizzare maggiormente onde evitare che la decisione assunta dal Tribunale amministrativo regionale possa creare alle nostre imprese artigiane ed edili in generale dei problemi.

Tenete conto che con l'entrata in vigore del testo unico le amministrazioni comunali avevano provveduto, a seguito anche della circolare emanata dalla Giunta regionale, a sospendere tutte le attività istruttorie e a trasferire le stesse verso il SUAP. Questa attività, che senz'altro voi avrete valutato nel dettaglio, ha portato alla realizzazione di alcune migliaia - dico migliaia - di unità residenziali nella nostra Isola; unità residenziali che in questo momento, in parte per effetto della decisione assunta dal TAR, soffrono situazioni che si sono venute a determinare per il fatto che degli istituti bancari hanno sollevato perplessità in ordine alla finanziabilità degli interventi stessi, dei notai hanno interrotto la sottoscrizione di passaggi di proprietà nella considerazione che il quadro normativo è variato, e quindi l'elemento presunto che ha portato all'edificazione dei beni di fatto è superato dalla decisione assunta dal TAR.

C'è una serie di forti negatività che creano oggettivamente e indiscutibilmente una grande preoccupazione nelle imprese che operano nel settore dell'edilizia in un momento come questo di grande difficoltà e che le vede affannarsi nel tentativo di chiudere quantomeno le azioni già in atto. Di fatto la procedura del SUAP riferita alle attività produttive è oggetto di una semplificazione da parte della stragrande maggioranza delle Regioni italiane. Vi devo dire che in altre realtà transnazionali non esiste più il controllo preventivo, ma esiste il controllo successivo, ovvero si dà dignità anche al cittadino, si dà dignità agli imprenditori i quali con l'autocertificazione si prendono la responsabilità dei propri atti e saranno soggetti a controllo successivo per verificare la liceità delle azioni da loro condotte. Diciamo che la visione del legislatore regionale è abbastanza aperta verso il futuro, verso una semplificazione dei procedimenti. Semplificazione, però, non vuol dire elusione della norma; vuol dire, per l'amministrazione locale, avere comunque la possibilità di effettuare un controllo successivo e avere quindi l'opportunità di verificare l'operato del cittadino nel suo complesso.

Io sono fortemente convinto, e parlo a nome della Giunta, che le attività portate avanti dal Consiglio e in particolare i progetti di legge presentati siano tutti positivi, perché vanno di fatto verso la risoluzione di una problematica che presumibilmente è nata a causa di un'articolazione del comma 17 che, nel tentativo di puntualizzare, in un certo senso ha creato condizioni per riflessioni che non erano in linea con la volontà del legislatore regionale. Volontà poi trasfusa nell'azione della Giunta regionale e che io, come Assessore degli enti locali, e gli altri componenti della Giunta riteniamo debba essere riconfermata dall'Aula, nel senso che si deve dare continuità all'azione amministrativa per quanto riguarda il SUAP, che va rafforzato e che costituisce oggettivamente uno strumento che agevola e crea le condizioni perché le nostre imprese possano avere risposte pronte e immediate da parte delle amministrazioni locali. Fermo restando che il SUAP, come diceva qualcuno in quest'Aula, di fatto non va a smantellare disposizioni di carattere normativo, non va in deroga a qualsivoglia norma, vuoi dello strumento urbanistico comunale vuoi della strumentazione sovraordinata, questa procedura tende semplicemente a velocizzare la risposta dell'ente locale a fronte delle iniziative delle classi imprenditoriali sarde.

Quindi siamo convinti che un'ipotesi di positiva e veloce soluzione di questa partita da un lato costituisca soluzione alla situazione di criticità che si è venuta a creare a seguito della decisione del Tribunale amministrativo regionale e dall'altro lato dia oggettivamente esplicitazione a quanto già richiamato dalla lettera c) del comma 17.

Devo dire, in tutta sincerità, che molto spesso nel linguaggio comune quando si parla di insediamenti produttivi o di impianti produttivi si pensa al capannone industriale, ma gli impianti produttivi sono quelli finalizzati alla produzione di beni. Qualsivoglia impresa edile è di fatto impresa produttiva, produce di fatto beni e il bene in questo caso è costituito da un manufatto edilizio che poi potrà essere utilizzato per produrre ulteriori beni, se viene qualificato con finalità industriale, oppure per dare ristoro alle esigenze di residenzialità dei nostri cittadini.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 70 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, procediamo alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vorrei spiegare le ragioni per le quali voto contro. Assessore, lei non mi ha convinto, ma soprattutto sarà molto complicato che voi riusciate a convincere gli uffici giudiziari. E' di oggi la notizia di un sequestro e di un'iscrizione nel registro degli indagati per una palazzina costruita in quel di Santa Giusta. In quel di Santa Giusta un signore ha costruito una palazzina di appartamenti ma il giudice ritiene che invece deve essere una palazzina di uffici oppure un capannone industriale, perché la concessione edilizia è stata ottenuta sulla base della procedura stabilita per il SUAP. I giudici non risponderanno alla leggina che approveremo in quest'Aula, nemmeno con l'assenso dell'onorevole Porcu, ma ragioneranno sulla base dei criteri che sono stabiliti in via generale dalla legislazione, e molti altri cittadini si troveranno nei problemi perché voi nei problemi li avrete cacciati.

Ma voglio aggiungere anche un'altra cosa: non facciamo il ragionamento sul prodotto. Lei parla della concessione edilizia del prodotto come se si trattasse della concessione per la costruzione del prodotto. Se io devo fare tappi di sughero, ho bisogno di un impianto, ho bisogno di edifici, chiedo e ottengo la concessione edilizia per l'impianto e gli edifici funzionali all'attività produttiva, non per il tappo di sughero. La residenza è interpretata come prodotto in questo processo, non come la sede dove si realizza il prodotto, ed è quindi palesemente, anche sul piano logico, illegittima.

Noi possiamo fare leggi illegittime, ne abbiamo fatte tante che hanno creato problemi, come quella del 2008. Volete insistere nell'errore? Liberissimi, non sarete un buon esempio per l'attività politica e istituzionale di questa Regione dell'autonomia sarda.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.),relatore. Signor Presidente, dichiaro il mio voto favorevole al passaggio all'esame degli articoli. Mi sembra che le osservazioni che sono state fatte in quest'Aula siano tutte importanti e io rispetto il punto di vista dei colleghi, anche di quelli che evidentemente la pensano diversamente da me, anzi se si ritenesse utile per qualsiasi approfondimento fare la votazione dopo le dichiarazioni di voto, rinviandola alle ore 16, personalmente non avrei niente in contrario. Ritengo, però, che le questioni che sono state sollevate ancora adesso non abbiano niente a che vedere con la legge che stiamo discutendo. Cioè, se noi riteniamo che il SUAP favorisca l'abusivismo edilizio, dobbiamo dirlo chiaramente, ma allora stiamo presupponendo che l'abusivismo esiste se alle amministrazioni viene dato un tempo non finito. Invece con questo provvedimento alle amministrazioni viene assegnato un tempo finito non per verificare la coerenza rispetto agli strumenti urbanistici, perché i controlli si possono fare in qualsiasi momento, ma semplicemente per dare il via al procedimento e consentire al cittadino di iniziare la propria attività. Credo comunque che ci infiliamo in una materia molto difficile. Quanti sono i giorni entro cui il rischio potrebbe non esserci: sessanta, novanta, centottanta? L'attività di un'amministrazione pubblica è messa in discussione e in pericolo dal fatto che le sue osservazioni vanno fatte entro tempi finiti? Credo, ripeto, che sia una materia molto difficile e che non sia onesto intellettualmente e politicamente da parte di ognuno di noi confondere uno strumento che non fa venir meno i controlli e non fa venir meno l'illegittimità delle palazzine costruite in difformità dalle norme, che eventualmente saranno buttate giù, come nel caso citato oggi, con uno strumento che tende a rendere trasparente la pubblica amministrazione e a far sì che i cittadini e le imprese abbiano le risposte che giustamente devono avere. Dopodiché, se dopo le dichiarazioni di voto fosse necessario fare un'ulteriore riflessione, personalmente non avrei assolutamente niente in contrario a fare una sospensione.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, in questa fase non è possibile sospendere. Eventualmente si potrà chiedere una sospensione dopo che avremo votato il passaggio all'esame degli articoli.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, annuncio il mio voto contrario, perché dietro questo testo di legge all'insegna dell'innovazione si nasconde il "lupo vestito da agnello". Sostanzialmente questa Giunta procede sulla scia delle dichiarazioni programmatiche fatte dal presidente Cappellacci, che esaltò la ripresa dell'edilizia in Sardegna come volano di sviluppo dell'economia sarda. Ma dopo il lungo e mortificante dibattito che si è svolto in quest'Aula proprio sul piano casa, sul quale io votai contro, coerentemente con quella linea io oggi boccio questo progetto di legge.

Auspico che tutto il sistema politico sardo, una volta per tutte, apra un dibattito serio e responsabile sulla drammatica crisi occupazionale che attanaglia il popolo sardo. Bisogna trovare soluzioni concrete per dare ai sardi lavoro pulito e non l'ennesimo inganno per privilegiare is amigus, quelli del "profitto del mattone", che esercitano il pressing, abbastanza comprensibile su questioni di debiti in qualche modo, per avviare il business dell'edilizia residenziale, mentre stranamente per i senza casa non arriva, proprio da questo sistema politico, nessun piano, nessuna proposta, neppure il minimo segnale di riflessione su questi temi. Per cui, ovviamente, ci troviamo di fronte a una chiara forzatura che nulla ha a che vedere con la necessità di sostenere e potenziare le attività produttive. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io non avevo intenzione di intervenire su una legge che è stata istruita in più Commissioni e approvata all'unanimità, però chiedo alla collega Zuncheddu di attenersi al tema, perché io sono primo firmatario di una delle proposte di legge che poi sono state unificate. Io non faccio proposte di legge per fare bottega, non faccio proposte di legge per sostenere affari o illecite posizioni, perciò la prego, onorevole Zuncheddu, di fare gli adeguati distinguo. Questo non è un disegno della legge della Giunta, è il testo unificato di due proposte di legge, rispettivamente del P.D. e dell'U.D.C., e di un disegno di legge della Giunta. La prego, ripeto, di fare gli adeguati distinguo e di non fare di tutta l'erba un fascio, perché per parole come le sue, che gettano fango sui colleghi e su quest'Aula, la gente non va a votare. E lei è uno dei responsabili di questo distacco, visto che la gente nota che i primi accusatori della politica onesta sono gli stessi consiglieri regionali!

Voto a favore, Presidente.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento per dichiarazione di voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Floris Rosanna ha votato a favore.

(Rispondono sì i consiglieri:Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si sono astenuti i consiglieri: Cocco Daniele - Salis.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 70

votanti 68

astenuti 2

maggioranza 35

favorevoli 63

contrari 5

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame del titolo, a cui è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo del titolo e del relativo emendamento:

Titolo

Modifiche della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, relative all'estensione dello Sportello unico per le attività produttive (SUAP) al settore dell'edilizia residenziale

Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Sechi - Uras - Ben Amara.

Titolo

Il titolo è così modificato:

"Modifiche alla L.R. 5 marzo 2008, n. 3 per la concessione edilizia tramite il silenzio-assenso". (7).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho presentato un emendamento che punta a fare chiarezza su questo provvedimento. Cioè questo provvedimento non c'entra niente con l'attività produttiva e mi permetto di correggere anche il collega Campus, che prima si riferiva al suo comune, perché lo Sportello unico per le attività produttive che è sorto presso il suo comune non è sorto ai sensi della legge del 2008, ma ai sensi della legislazione nazionale in materia, e in modo particolare ai sensi del decreto legislativo numero 112 del 1998, magari sostenuto dal finanziamento che era stato previsto nella legge regionale numero 37 del 1998, esattamente all'articolo 7, dove il silenzio-assenso per l'edilizia residenziale non era previsto nella maniera più assoluta.

Caro onorevole Porcu, caro onorevole Sanna, il tema qua non è, lo voglio chiarire, chiedo scusa ai colleghi che sono assorti in altre questioni: Uras e il Gruppo della sinistra sono contrari allo Sportello unico per le attività produttive. Lo dico al centrosinistra, perché il centrosinistra è quello che con noi ha appena sostenuto una battaglia unitaria per conservare alla buona amministrazione, io mi auguro, la gran parte degli enti locali e, soprattutto, la gran parte delle province sarde, E non è che noi siamo buon[p3] i a ragionare quando si tratta di mantenere in funzioni di responsabilità i presidenti e i candidati del Partito Democratico e non siamo più buoni, non siamo più capaci, non siamo più in grado di ragionare quando si tratta di discutere delle leggi e dei diritti per tutti i sardi e per l'intera comunità!

Noi non stiamo parlando dello Sportello unico per le attività produttive, stiamo parlando dell'estensione del concetto di attività produttiva fuori dalla normativa nazionale, in violazione della normativa della legge delega numero 59 e del decreto legislativo numero 112, estendendo il silenzio-assenso e tutte le procedure connesse all'edilizia residenziale, cioè al prodotto. La concessione edilizia che le imprese vanno a chiedere al comune, non la chiedono per fare i mattoni per costruire la casa, la chiedono per la casa che devono vendere o che devono abitare! Perché mi si deve dire qual è la differenza tra un opificio che deve fare una casa perché ci viva il lavoratore che la costruisce e un opificio che deve fare un casa perché ci viva il cognato del lavoratore che la costruisce. Ma dove sta la differenza? E' un'aberrazione! Noi siamo in Consiglio regionale!

Onorevole Porcu, se abbiamo qualche abuso da sanare, come quello di Santa Giusta, andiamo nel posto giusto! Ci sono le leggi in materia urbanistica edilizia. Andiamo lì, chiediamo scusa a quell'imprenditore che ha utilizzato una legge inesistente e una circolare sbagliata e illegittima - per causa vostra, non per causa mia, che ho polemizzato anche nel 2008 su questo argomento - e non utilizziamo le istituzioni pubbliche per rimediare ai danni. Noi i danni, onorevole Sanna, non li dobbiamo fare e se siamo all'opposizione è perché li abbiamo fatti!

E allora, bisogna ragionare su questo. E ragioniamo: non c'è una parte della normativa della legge numero 3 del 2008 - vi suggerisco questo riferimento - che faccia esplicito riferimento alla legge delega. Se la leggete, noterete che anzi è prevista la rimozione dell'articolo 7 della legge numero 37, che si riferiva al decreto legislativo numero 112, quello che legittimamente ha utilizzato il sindaco Campus a Sassari. C'è una rimozione e ci sono passaggi, badate, che sono decisivi. Io vi suggerisco la lettura del comma 29 dell'articolo 1 della legge numero 3, che dice: "La mancata effettuazione dei controlli entro un termine di sessanta giorni dalla comunicazione dalla comunicazione di cui al comma 27 determina, fatti salvi i casi di dolo…". Ma i casi di dolo, badate, devono essere dimostrati giudizialmente, devono essere dimostrati in un tribunale, e non stiamo parlando né di colpa né di colpa grave, che pure sono fattispecie che chiamano a responsabilità, per esempio, i funzionari. E prosegue: "… nel caso in cui vengano riscontrate irregolarità tali da impedire la prosecuzione dell'attività di impresa…". Ma quale attività di impresa, se le case sono già costruite e già vendute? E magari sono costruite e vendute pur essendo realizzate illegittimamente! Ma quale attività d'impresa! Continuo a leggere: "… il diritto dell'imprenditore interessato a un indennizzo forfetario a carico dell'amministrazione responsabile…". Cioè, l'amministrazione non fa il controllo entro sessanta giorni, perché abbiamo un'amministrazione pubblica che fa schifo, che non è in grado di fare i controlli, né preventivi né successivi, si realizza l'illegittimità, si deve intervenire per rimediare all'illegittimità, e che cosa si fa? Si colpevolizza l'amministrazione, la quale si rivale sul funzionario. Non ci sarà funzionario in tutta la nostra Regione che farà mai i controlli, perché avrà il terrore di dover pagare, di trovarsi di fronte a un procedimento di responsabilità contabile promosso dalla Corte dei conti. E la Corte dei conti, a ogni segnalazione che le verrà dal tribunale, perché la magistratura continuerà a funzionare e le segnalazioni arriveranno, attiverà quel tipo di procedura nei confronti di quell'amministrazione, del responsabile politico, dei responsabili tecnici e dei dirigenti, e li chiamerà a responsabilità contabile. Quindi noi abbiamo, onorevole Porcu, onorevole Sanna, già costruito un mostro. Lo dico anche all'onorevole Campus e all'onorevole Diana, che votano a favore: noi abbiamo costruito un mostro che non sarà utilizzabile, uno dei tanti mostri che mettiamo in un cassetto, uno dei tanti mostri normativi che facciamo per giustificare il non funzionamento della pubblica amministrazione, che è un peso imponente nei confronti dell'economia, anche delle nostre imprese. Voi non le state difendendo le imprese, le state condannando! Ed è così che il signore di Santa Giusta, che più o meno con dolo, con colpa o con colpa grave, senza saperne niente, perché la norma gli è piovuta dal cielo, gli è sembrata giusta, ha fatto una domanda e sulla base di una ricevuta ha immediatamente realizzato l'intervento, così come prevede quella norma nefasta, sarà dentro i meccanismi della giustizia. Vi prego di pensarci perché non è buono ciò che stiamo facendo e rischia di essere pessimo anche per la nostra funzione politica!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non varrebbe la pena, onorevole Uras, essere tirati in ballo per questioni di questo genere, che credo abbiamo espresso nella discussione con molta chiarezza, però lei ha fatto riferimento alle elezioni e allora utilizzo l'argomento per dirle con chiarezza come la penso io.

Io credo che il nostro partito abbia l'esigenza di dire con chiarezza che prova un certo imbarazzo nel vedere che attualmente si eleggono i presidenti delle province con appena il 12,5 per cento degli elettori. Io provo un certo fastidio, ma questo fastidio dipende dal fatto che la politica spesso, e dunque anche noi, fa dei ragionamenti quasi sempre autoreferenziali, non pensando mai a quale sia il bene della collettività. Che poi voi facciate nei miei e nei nostri confronti lezione e ammonimento di non essere stati o di non essere sufficientemente attenti alla tutela dei valori che invece abbiamo affermato nella scorsa legislatura, che è stata simbolica da questo punto di vista, io da protagonista e anche maneggiatore, diciamo, di quella fase non lo accetto, non accetto lezioni di questo genere. C'è un limite a tutte le cose, perché un conto è il rispetto della legalità e di alcuni valori, altro è non accedere all'ipotesi di garantire ai cittadini un diritto di risposta alle domande che pongono alla politica. E' questo il punto, non c'entrano niente tutte le altre questioni sollevate! La vicenda di Santa Giusta ha avuto quell'esito proprio perché l'interessato si è affidato alla circolare, non avendo ottenuto sufficiente chiarezza dalla legge. Quel cittadino è stato vittima di un equivoco che stiamo cercando di sanare nella chiarezza e nella tutela di quei valori.

Vedete, gli scenari che abbiamo davanti a noi non sono di poco conto. Bisogna che ci mettiamo in testa tutti quanti, senza illudere nessuno, che il nostro futuro sarà difficile, perché i comuni e le istituzioni, non nei prossimi due anni, ma nei prossimi vent'anni, avranno a che fare con le conseguenze di questa crisi economica che cambierà totalmente il nostro modo di rapportarci alle risorse pubbliche. E personale pubblico da utilizzare per far aspettare mesi i cittadini non avremo più la possibilità di pagarne. Il personale che avremo a disposizione dovremo orientarlo verso una cultura dell'amministrazione più consona a quella che è la modernità. E' vero, abbiamo bisogno di istruire il personale pubblico su un controllo di tipo diverso, non preventivo ma successivo, a campione, come prevede la legge, perché, badate, lo sportello unico funziona sulla base delle norme di legge. Il controllo è previsto e le sanzioni esistono, perché chi dichiara il falso attraverso l'autocertificazione è già nella dimensione penale.

Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di un fatto di principio? Anche nella scorsa legislatura, nella discussione della nuova legge urbanistica, mentre tutte le Regioni d'Italia accedevano a una semplificazione della procedura autorizzativa, voi avete avuto una contrarietà sistematica a questa innovazione del silenzio-assenso sotto una forma controllata. E' legittimo e lo rispettiamo, ma non fatene una questione di tipo politico generale, perché lezioni non se ne possono dare a chi le lezioni le ha date su quei valori, anche a prezzo di misurarsi con l'impopolarità che certe norme hanno comportato in questa regione. Abbiate cura di rispettare quei valori a ogni passaggio, perché oggi il problema della politica e della sua impopolarità è che molte volte pur di dare un'immagine simbolica di appartenenza si preferisce prendere posizioni avulse dalle attese dei cittadini. Su questa materia io credo che noi dobbiamo avere l'obbligatorietà della chiarezza legislativa, che forse non abbiamo avuto e che dobbiamo ai cittadini, perché non incorrano in incidenti come quello di Santa Giusta e perché possano confrontarsi con la pubblica amministrazione nella chiarezza normativa.

Io credo che proprio noi che abbiamo imposto i vincoli più criticati, più severi, dobbiamo essere quelli che sfidano la comunità sarda sul terreno della responsabilità. E' un problema di concezione dell'innovazione e del riformismo. Ognuno ha la sua, rispettiamo reciprocamente le nostre diverse concezioni del riformismo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi siamo soprattutto impegnati a rispettare quanto è opportuno rispettare e siamo qui non per dare lezioni. Personalmente, da quando sono andato in pensione dalla scuola come insegnante ho smesso di dare lezioni a chiunque, però mi permetto di esprimere e sostenere con vigore le nostre convinzioni. All'interno di queste convinzioni mi piace sottolineare il fatto che noi qui legiferiamo in forma derivata - credo che il problema sia questo - e quindi non possiamo discostarci dalle disposizioni di legge della Repubblica italiana, alla quale siamo chiamati a fare riferimento.

Allora, se questo è il tema, invito voi tutti a fare una riflessione. Qui non si tratta di trovare soluzioni in proprio per dare comunque risposte che non tengono conto di quella che è la disposizione generale, perché la legge numero 59 del 1997 e il decreto legislativo numero 112 fanno un quadro della situazione e a quello noi ci dobbiamo appellare e richiamare. La legge numero 59, individuando gli aspetti a cui fa riferimento, dice che il Governo provvede a ridefinire, riordinare e razionalizzare, sulla base dei principi e criteri di cui al comma 3, la disciplina relativa alle attività economiche ed industriali, in particolare per quanto riguarda il sostegno e lo sviluppo delle imprese operanti nell'industria, nel commercio, nell'artigianato, nel comparto agroindustriale e nei servizi alla produzione. Per quanto riguarda le politiche regionali, strutturali e di coesione dell'Unione europea, alla quale poi richiama, perché siamo anche obbligati a fare riferimento e a rispondere a quelle che sono le disposizioni dell'Unione europea, questa legge dice tutta una serie di cose nelle quali il riferimento all'edilizia residenziale non c'è. E' quello che stiamo cercando di sostenere da un pezzo in quest'Aula. Voi avete sollecitato e intrapreso un'iniziativa che, invece, vuole superare questa inefficienza, ma che la norma di riferimento non richiama. Allora il discorso puntuale e preciso è questo: si è fatto riferimento anche in quest'Aula all'esigenza di sbloccare trecento pratiche, mi pare di aver capito. Se noi avessimo consentito alle strutture preposte di esaminare le pratiche nel rispetto delle responsabilità e dei tempi ne avremmo liquidato tremila di pratiche, invece non facciamo nulla perché chi di dovere esamini, istruisca e liquidi le pratiche che devono essere esaminate e utilizziamo questo meccanismo. Mi ricorda, guardate, quello che oggi stanno facendo molti enti locali, cioè i beni pubblici vengono lasciati in stato di abbandono e di fronte al degrado poi la risposta è sempre l'abbattimento, e così si impoverisce lo straordinario patrimonio storico-monumentale di cui i nostri comuni dispongono. Una volta abbattuti quei beni vengono sostituiti con altri fabbricati, ricorrendo anche a meccanismi che innescano aspetti di degrado speculativo, ma il nuovo che viene realizzato è sempre peggiore di ciò che è stato abbattuto. Questo è un altro discorso, ma l'ho voluto utilizzare come esempio per dire che spesso si cerca di forzare le situazioni per introdurre meccanismi che poi portano alla soluzione che abbiamo evidenziato in quest'Aula. La nostra proposta è pertanto quella di modificare il titolo, perché non risponde al contenuto della norma.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, il mio e il nostro approccio a queste problematiche non è assolutamente viziato da tentativi di insegnare niente a nessuno e credo che questo intendimento sia presente anche in altri interventi che possono sembrare eccessivamente critici nel tono, ma che nella sostanza pongono invece un problema molto ma molto serio.

Io ho ascoltato con molta attenzione l'intervento dell'assessore Asunis e per quanto riguarda il punto relativo alla sentenza del TAR, alle aziende produttrici di beni e servizi e a che cosa si voglia intendere nella normativa nazionale e anche nel dibattito che oggi stiamo svolgendo in Consiglio regionale, sinceramente non mi sembra che si possa pervenire alla conclusione che l'attività edilizia tout court possa essere definita un'attività di carattere produttivo, quanto meno nel senso che questo Consiglio regionale ha voluto dare all'attività produttiva quando abbiamo discusso la normativa sul SUAP.

Non ho il tempo, assessore Asunis, di farlo io adesso, ma se rileggessimo i resoconti della discussione svolta sulla legge istitutiva del SUAP e dei successivi approfondimenti che su questo importante strumento di accelerazione potenziale delle pratiche legate alle attività produttive abbiamo fatto in quest'Aula noteremmo che le parole "edilizia residenziale" non sono mai state pronunciate. Farò questa verifica, ma sono convinto che tra le migliaia di parole che abbiamo utilizzato per difendere, criticare o migliorare quel provvedimento, le parole "edilizia" ed "edilizia residenziale" in particolare non siano mai state presenti, perché quando io e tantissimi altri colleghi siamo intervenuti su quella legge ciò che pensavamo era che, fatta salva la necessità di potenziare gli uffici tecnici comunali per avere un ordinato sviluppo dell'attività edilizia in tutti i comuni, dal più piccolo al più grande, la velocizzazione delle procedure, comprese le attività edilizie per la produzione di manufatti funzionali ad attività produttive, fosse legata all'elenco che lei ha letto.

Io sono assolutamente fedele al lavoro che è stato fatto nella scorsa legislatura. Sono convinto che la maggioranza, la Giunta e il Presidente della Regione abbiano lavorato bene, ne sono assolutamente convinto. Insieme abbiamo fatto molto per la Sardegna, ancorché poi il risultato elettorale non sia stato premiante. Il risultato elettorale è legato a contingenze che spesso esulano da quello che si fa, però sono convinto che aver approvato la circolare che tra le attività produttive in maniera precisa include l'edilizia di carattere residenziale sia stato un errore e temo che questo errore, rilevato con nettezza dalla sentenza del TAR, possa inficiare anche questo ulteriore provvedimento di legge. Mi sto convincendo sempre di più che questa norma abbia dei caratteri di illegittimità, lo dico con rammarico, senza nessun atteggiamento saccente o peggio da professorino in legge. Non c'è nessuno in quest'Aula che voglia svolgere questo ruolo, però questo elemento mi porta a dire che questa legge sarà pure necessaria per sanare migliaia di casi che sono stati impropriamente trattati, come ha detto l'assessore Asunis, in tutta la Sardegna, ma non risolverà il problema. E anche il fatto che quei casi siano così numerosi mi porta a pensare che ci sia stata probabilmente la volontà di eccedere nell'utilizzo di una norma straordinaria per trattare anche l'edilizia residenziale. Nonostante questo problema, che è chiaramente oggettivo, sono convinto che questa legge non sani il problema e che anzi sia inficiata da un'ulteriore illegittimità. Per questo motivo il Gruppo dell'Italia dei Valori - e su questo tema potremmo evitare di intervenire successivamente, perché questo è un elemento di carattere oggettivo che è a fondamento della legge stessa - voterà contro questa legge.

PRESIDENTE. Onorevole Zedda, ha chiesto di intervenire?

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No.

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, su che cosa intende intervenire?

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Nella discussione.

PRESIDENTE. La sua richiesta è pervenuta fuori termine.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non avevo la scheda!

PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, l'avrebbe dovuto segnalare in precedenza.

Per esprimere il parere sull'emendamento numero 7 ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.

PORCU (P.D.), relatore. Esprimo parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non vorrei entrare in diatriba, ma tengo anche a dire al collega Gian Valerio Sanna che anche noi non facciamo che ricevere lezioni da quasi tutti. Per esempio, quando perde il P.D. i loro esponenti dicono che ha perso il centrosinistra, ma quando vince il centrosinistra dicono che il P.D. ha fatto il pieno!

Dunque, caro Sanna, noi non siamo reggitori delle vostre sconfitte, perché ci avete già cacciati, però ci stiamo riprendendo. Sicuramente noi non vogliamo dare lezioni a un grande esperto dell'urbanistica e dell'edilizia, ma siamo sempre in grado di disciplinare le tue mosse politiche, che ci sembrano molto meticciate qualche volta. Non siamo contro lo snellimento, sicuramente, siamo per il risanamento e per sbloccare questo cul-de-sac che viviamo da quasi dodici anni. Il mio voto è contrarissimo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La ragione per la quale io voto a favore della modifica del titolo è esattamente quella per cui suggerisco che questo provvedimento torni in Commissione, sia riverificato, si utilizzi al meglio la capacità primaria dell'amministrazione regionale nelle materie a essa conferite ai sensi dell'articolo 3 dello Statuto e che attengono a questa questione. Si tratta di edilizia residenziale, badate, cioè non stiamo discutendo se vogliamo o non vogliamo il SUAP, se vogliamo o non vogliamo accelerare le procedure per l'insediamento di un impianto industriale, ma stiamo semplicemente discutendo se vogliamo "truccare" un percorso che consenta la concessione edilizia per realizzare manufatti di edilizia residenziale attraverso un sistema di silenzio-assenso e di controlli a campione a posteriori. Di questo stiamo parlando, perché sul resto non c'è materia del contendere, non c'è una modifica della normativa. Quella è la norma, si sta semplicemente dicendo che dobbiamo trattare il prodotto, cioè la casa, la residenza, esattamente come se trattassimo un tappo di sughero o un motore di macchina. Non è così e allora dobbiamo prendere la strada maestra. E la strada maestra qual è? Siccome abbiamo capacità primaria in materia edilizia o urbanistica, facciamo una legge che tratti questo argomento ai sensi dell'articolo 3 dello Statuto. Abbiamo capacità primaria per cui diciamo che da noi la concessione edilizia viene rilasciata dai comuni attraverso un percorso di silenzio-assenso e con controllo successivo. Il cittadino che non ha il titolo, se non la ricevuta con la quale ha richiesto il titolo, rischia ma almeno è consapevole di che cosa rischia. Se invece continuiamo in questo modo, diciamo, surrettizio di ottenere un risultato magari per sanare qualche abuso che si è compiuto, badate, non ne usciamo. Non c'è un grande ragionamento da fare su questo!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 7. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione il titolo. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

I lavori del Consiglio terminano qui, riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16 e 30, con la discussione dell'articolo 1.

La seduta è tolta alle ore 13 e 34.


[p1]Ultime provinciali

[p2]Associazione nazione costruttori edili

[p3]Dal diz.rio: buono a creare



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla regolamentazione della costruzione di impianti di coltivazioni serricole con coperture di pannelli con celle fotovoltaiche. (257)

Con riferimento alla richiesta dei consiglieri interroganti si esplicita quanto segue: la Giunta regionale, con deliberazione n. 10/3 del 12.03.2010, ha recentemente regolamentato la materia disponendo che, in agricoltura "[…] le autorizzazioni previste dall'art. 12 del D.lgs. n. 387/2003 possono essere rilasciate esclusivamente a coloro che svolgono direttamente l'attività agricola o abbiano la qualifica di soci di maggioranza negli organismi societari produttori".

Inoltre: "sono da considerarsi 'serre fotovoltaiche effettive' quelle con una capacità agricola adeguata, che vincoli il terreno sottostante ad una produttività agricola superiore a quella del campo aperto e per cui è verificabile il livello minimo dell'illuminazione media (=75%). Le predette produttività e illuminazione media sono condizioni essenziali; il venir meno anche di una delle stesse determina la decadenza del titolo autorizzatorio […]".

Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione LOTTO sul bando pubblico per "Impianti fotovoltaici 2009", rivolto a persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese. (300)

In riscontro alla richiesta in oggetto, rappresenta quanto segue.

Considerato:

- che il Servizio energia dell'Assessorato dell'industria, a seguito dell'emanazione del "Bando Fotovoltaico 2009", ha ricevuto circa 7.500 istanze, per le quali è stato necessario effettuare tutte le operazioni di protocollazione, archiviazione ed istruttoria;

- che nel medesimo periodo è stato emanato anche il "Bando solare termico 2009", per il quale sono pervenute circa altre 1.400 istanze;

- che con deliberazione n. 10/03 del 12.03.2010 la Giunta regionale ha individuato il Servizio energia quale ufficio competente pro tempore al rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con l'obbligo di rispettare tempi rigorosi, incrementando pertanto il già gravoso carico di lavoro dell'ufficio cui allo stato non è seguita un'implementazione del personale;

- che il bando fotovoltaico 2009 prevede un iter istruttorio di novanta giorni "a partire dal termine ultimo di ricezione delle domande", corrispondente al ventesimo giorno dalla data del 29.01.2010, termine finale di spedizione delle raccomandate;

- che i novanta giorni sono pertanto trascorsi al 19.05.2010 e che le gravose operazioni relative all'istruttoria di un numero tanto elevato di pratiche sono quasi al termine,

riferisce che non si ravviserà un ritardo rilevante rispetto al termine fissato dal bando per il procedimento in oggetto.

Per quanto concerne lo stanziamento previsto, rappresenta che nel bilancio regionale per il 2009 sono stati stanziati euro 5.000.000. La delibera della Giunta regionale n. 50/28 del 10.11.2009 ha stabilito che tale stanziamento fosse integrato con i fondi resi disponibili dalla chiusura delle rendicontazioni del bando fotovoltaico 2008, alla data del 28.02.2010. Tali risorse ammontano a circa euro 3.900.000 relativi al bando dei privati e circa euro 5.000.000 relativi al bando delle PMI. Al fine di impegnare tali economie a favore dei beneficiari del bando fotovoltaico 2009 è necessario effettuare tutte le procedure per lo spostamento dei fondi, dal disimpegno alla variazione dei capitoli di bilancio. Il numero delle istanze finanziabili con euro 5.000.000 sono circa 1.100, a cui si aggiungono altre circa 2.000 istanze finanziabili con le economie del bando 2008. Si fa presente che, nel bilancio 2010, lo stanziamento destinato all'installazione dei pannelli fotovoltaici a favore dei beneficiari privati è stato ridotto da euro 5.000.000, previsti dall'articolo 24 della L.R. n. 2/2007 per gli anni 2007-2010, a euro 3.300.000.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Mulas sulla situazione dei lavoratori della CoSacem. (206)

Risulta che il giorno 8.09.2009 si è svolta presso questo ufficio l'esame congiunto per la concessione della Cigs ex L. 223/91 a favore della CoSacem per crisi aziendale, per 12 mesi e per un numero massimo di 36 lavoratori a zero ore con possibile rotazione ed a partire dal 9 settembre 2009, come da verbale che si allega.

Nessuna altra informazione è in possesso di questo Ufficio.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani a seguito del licenziamento di 23 lavoratori della società Nautilus a La Maddalena. (224)

In risposta alla vostra richiesta Prot. n. 4175 del 10.02.2010, si comunica che l'Ufficio non è in possesso di alcuna informazione al riguardo, dovendosi ritenere dall'espositiva dell'interrogazione che si tratti di procedura di mobilità di esclusiva pertinenza della Provincia di Sassari.

Il difetto di elementi conoscitivi impedisce di rispondere in modo compiuto circa gli strumenti di sostegno applicabili, considerato che questi sono strettamente correlati allo status del lavoratore interessato (in mobilità ordinaria, in deroga o, in difetto, intervento di sostegno al reddito ex articolo 6, comma 1, lettera g), legge regionale 5.03.2006, n. 3.

Circa i provvedimenti da assumere al riguardo, gli stessi non possono che competere agli organi politici.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Zuncheddu sul commissariamento dell'Autorità dell'ambito territoriale ottimale della Sardegna. (225)

Con riferimento all'interrogazione n. 225, presentata dal consigliere regionale Claudia Zuncheddu, avente ad oggetto il commissariamento dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna, si evidenzia l'incompetenza in materia da parte di questo Assessorato e la conseguente indisponibilità delle necessarie informazioni, che rendono impossibile formulare un'adeguata e puntuale risposta all'interrogazione.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Cocco Daniele Secondo sui criteri per l'ammissione ai corsi regionali di formazione professionale. (237)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto relativa all'interpellanza suindicata, si trasmette copia della risposta del Servizio coordinamento territoriale delle sedi periferiche di Sassari, Olbia-Tempio, Nuoro e Ogliastra.

In relazione all'interrogazione n. 237 relativa ai criteri di ammissione ai corsi regionali di formazione professionale e in particolare al corso per "Guida ambientale nel Parco dell'Asinara" in raccordo col Parco nazionale dell'Asinara, ricompreso nel Programma operativo di questo Servizio dell'anno 2008 approvato con direttiva assessoriale 2233/GAB del 28.10.2008, si comunica quanto segue.

Il bando del corso per "Guida ambientale del Parco dell'Asinara" tipo perfezionamento rivolto a 15 allievi, pubblicato in data 21.12.2008, stabiliva i seguenti requisiti di partecipazione:

- età minima 18 anni; massima 40 anni alla data di pubblicazione del bando;

- residenza nella Provincia di Sassari;

- diploma di scuola media superiore;

- aver acquisito la qualifica in un corso in campo ambientale indetto dalla RAS o dal Comune di Porto Torres;

- voto di diploma;

- anzianità anagrafica.

Essendo pervenute 77 domande di partecipazione (di cui solo 48 conformi ai requisiti richiesti) ed essendo il corso rivolto a 15 allievi, la graduatoria definitiva degli aventi diritto, pubblicata in data 22.07.2009, è stata redatta sulla base dei requisiti sopra indicati. Considerato che tutti gli idonei erano in possesso dei requisiti di età, diploma di scuola media superiore, residenza, qualifica conseguita in un corso in campo ambientale, nella selezione è stato determinante il voto di diploma e, a parità di voto, è prevalsa l'anzianità anagrafica. E' di tutta evidenza che ai fini della partecipazione al corso, nonché della posizione in graduatoria, l'esperienza lavorativa, pur essendo stata acquisita per servizi prestati nel Parco dell'Asinara, non è stata valutata in quanto requisito non richiesto dal bando.

Si comunica infine che il corso è in svolgimento con gli allievi aventi diritto alla frequenza in quanto in possesso dei requisiti richiesti. L'onorevole Assessore del lavoro potrebbe, comunque, valutare l'opportunità di istituire un ulteriore corso di "Guida ambientale nel Parco dell'Asinara" riservato a giovani che hanno prestato servizio in qualità di guide ambientali e turistiche nel Parco.

Si allega copia del bando e scheda informativa del corso, che costituisce parte integrate del bando medesimo

(L'allegato e la scheda informativa sono agli atti del Consiglio.)

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Espa sui criteri di applicazione della determinazione n. 3371 del 25 novembre 2009, determinazione n. 3004 del 5 novembre 2009, determinazione n. 12 del 13 gennaio 2010, in particolare con riferimento ai cittadini residenti nel Comune di Capoterra, aventi per oggetto la "Concessione e erogazione dei contributi ai privati per danni subiti per danneggiamento e perdita dei beni mobili indispensabili e delle autovetture". Approvazione graduatoria definitiva dei beneficiari oggetto della compensazione. Elenco ammessi, elenco esclusi, di cui alla legge regionale n. 15 del 2008. (261)

Si evidenzia che la risposta alla suddetta interrogazione non è di competenza di questo Assessore.

Infatti, poiché l'interrogazione in oggetto riguarda l'erogazione dei contributi ai privati per danni subiti a seguito del suddetto evento, la competenza è in capo all'Assessorato della difesa dell'ambiente - Direzione Generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale - Servizio protezione civile e antincendio, così come previsto dall'ordinanza n. 1 del 10.11.2008 del Commissario governativo per l'emergenza alluvione in Sardegna del 22.10.2008.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Cocco Daniele Secondo sulla grave situazione dell'AREA e dei suoi lavoratori. (264)

In relazione all'interrogazione consiliare n. 264 (Cocco) e per gli aspetti di propria competenza, si rappresenta quanto segue.

- Con delibera n. 15/4 del 13 aprile u.s. la Giunta regionale ha nominato il collegio sindacale dell'Azienda regionale dell'edilizia abitativa, per consentire all'Azienda di proseguire la propria attività istituzionale.

- La programmazione dell'attività dell'AREA è legata al bilancio di previsione ed è illustrata nelle relazioni che l'accompagnano. Al momento non sussiste un bilancio di previsione.

- I bilanci annuale e pluriennale nell'anno 2010 non risultano ancora approvati. Nel contempo l'Azienda è stata autorizzata all'esercizio provvisorio fino alla data del 30 aprile 2010, con delibera di Giunta n. 14/16 del 06.04.2010, previo parere favorevole dell'Assessorato della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale n. 14/1995.

- In conformità all'articolo 14 dello Statuto, con delibera del C.d.A. n. 143/4 del 17.03.2010, l'AREA ha provveduto a prorogare per un periodo di sei mesi l'incarico temporaneo di sostituto del direttore generale, già affidato all'ingegner Crucitti, dirigente dell'Azienda, con decorrenza dal 20.03.2010 al 19.09.2010, prevedendo espressamente la cessazione della proroga nel momento in cui avverrà la nomina del direttore generale.

- L'AREA è tenuta a svolgere la propria attività conformemente alle previsioni di bilancio, seppur al momento risulti vincolata ad una limitata gestione della spesa, proprio in virtù dell'esercizio provvisorio approvato.

- Relativamente alla realizzazione di alloggi nella provincia e nel comune di Sassari, i programmi che negli ultimi anni sono stati finanziati dalla Regione sono sinteticamente quelli sotto indicati:

a) Programma straordinario di edilizia a canone moderato 2005. Con la delibera G.R. n. 7/7 del 22.2.2005 è stato approvato il programma straordinario per l'acquisto e recupero di alloggi da attribuire a canone moderato, per un importo di euro 23.058.239. Delle ventitré proposte pervenute 21 sono state ritenute ammissibili. In particolare, nella provincia di Sassari risultano finanziati i comuni di:

- Codrongianos (8 alloggi con un finanziamento di euro 959.344)

- Ittireddu (4 alloggi con un finanziamento di euro 213.018)

- Muros (2 alloggi con un finanziamento di euro 111.306)

- Perfugas (7 alloggi con un finanziamento di euro 773.930)

- Ozieri (12 alloggi con un finanziamento di euro 648.989)

- Porto Torres (7 alloggi con un finanziamento di euro 799.507).

A tutt'oggi risulta che tutti i Comuni hanno firmato l'Accordo di programma, tre sono in fase conclusiva di realizzazione, due in fase di progettazione e uno ha rinunciato.

b) 2° Programma straordinario di edilizia a canone moderato 2006-2008. Con la delibera G.R. n. 47/10 del 16/11/2006 è stato finanziato, tra l'altro, un nuovo programma di edilizia abitativa per il recupero di alloggi di edilizia abitativa di proprietà dei Comuni e degli ex IACP da attribuire prioritariamente in locazione a canone moderato. Con la delibera G.R. n. 49/20 del 5 dicembre 2007 è stato approvato l'elenco delle 43 proposte ammesse a finanziamento, che comporta una spesa complessiva pari a 35.082.386 euro. In particolare, nella provincia di Sassari risultano finanziati i comuni di:

- Bonorva (8 alloggi con un finanziamento di euro 663.627,24)

- Cargeghe (1 alloggio con un finanziamento di euro 57.681,36)

- Nule (3 alloggi con un finanziamento di euro 246.000)

- Ossi (7 alloggi con un finanziamento di euro 841.849)

- Uri (10 alloggi con un finanziamento di euro 641.587,74)

A tutt'oggi risulta che quattro Comuni hanno firmato l'Accordo di programma e un intervento è concluso.

c) Programma straordinario di edilizia abitativa destinato tra l'altro ad interventi di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale nelle aree urbane a maggior presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei Comuni e degli ex IACP, di cui alla D.G.R. n. 47/10 del 16.11.2006 con una dotazione finanziaria complessiva di euro 49.194.696.

Tra gli interventi finanziati rientra quello relativo a 60 alloggi nel Comune di Sassari, riferito al recupero dell'"Area Quadrilatero" e al relativo complesso edilizio che si attesta sulla via Grazia Deledda, di proprietà dell'ex IACP di Sassari, con una dotazione finanziaria assegnata di euro 6.194.696.

Il progetto di recupero prevede il consolidamento statico ed il recupero degli edifici esistenti, costituiti dagli attuali 64 alloggi che verranno ridotti a 44 al fine di adeguarli ai vigenti standard abitativi. È prevista inoltre la realizzazione di 16 alloggi.

Trattandosi di fabbricati dichiarati di interesse culturale, storico e artistico ai sensi dell'articolo 10, comma 1, del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 sono stati sottoposti a vincolo.

d) Programma straordinario di edilizia abitativa di costruzione di alloggi a canone sociale. La delibera di Giunta n. 49/20 del £.12.2007 ha approvato il programma, affidandone l'esecuzione all'AREA. Gli interventi sono stati individuati in base ad una localizzazione preliminare effettuata da AREA, a seguito di incontri con gli EE.LL. Con delibera di Giunta è stata stilata una graduatoria di merito sulla base della disponibilità delle aree edificabili da parte di AREA. Nella provincia di Sassari risultano finanziati i comuni ad alta tensione abitativa:

- Ozieri (24 alloggi con un finanziamento di euro 2.184.000)

- Sassari (44 alloggi con un finanziamento di euro 4.004.000)

- Alghero (10 alloggi con un finanziamento di euro 910.000)

- Sorso (7 alloggi con un finanziamento di euro 637.000)

e i seguenti comuni:

- Nule (4 alloggi con un finanziamento di euro 364.000)

- Sedini (4 alloggi con un finanziamento di euro 364.000)

- Tergu (4 alloggi con un finanziamento di euro 364.000)

- Osilo (8 alloggi con un finanziamento di euro 728.000)

- Viddalba (4 alloggi con un finanziamento di euro 364.000)

A tutt'oggi, non risulta iniziato alcun intervento tra quelli programmati. Tra le motivazioni addotte dall'AREA rientrano l'insufficienza del personale tecnico interno, il mancato adeguamento dei massimali di costo e il mancato completamento dell'iter di assegnazione delle aree edificabili da parte dei comuni. Il costo complessivo di investimento è pari a euro 41.301.000.

e) Programma straordinario di edilizia a canone sociale 2008-2009, interventi di recupero, acquisto e recupero. Soggetti attuatori AREA e comuni. Con la delibera n. 49/20 del 5.12.2007 sono state programmate risorse, per la somma complessiva di euro 58.605.690, per interventi di recupero, ovvero acquisto e recupero di alloggi di edilizia popolare da assegnare a canone sociale. Con la delibera G.R. n. 71/32 del 16.12.2008 è stata approvata, tra l'altro, la localizzazione degli interventi e l'incremento delle risorse da euro 58.605.690 a euro 59.940.273. La graduatoria generale prevede l'ammissione a finanziamento delle proposte di 60 Comuni. In particolare, nella provincia di Sassari risultano finanziati i seguenti comuni:

- Ploaghe (6 alloggi con un finanziamento di euro 1.070.000)

- Porto Torres (4 alloggi con un finanziamento di euro 420.738,93)

- Sassari ( 25 alloggi con un finanziamento di euro 3.426.373,05)

- Thiesi ( 25 alloggi cori un finanziamento di euro 3.526.113,17)

- Bonorva ( 20 alloggi con un finanziamento di euro 2.800.000)

- Uri (8 alloggi con un finanziamento di euro 1.284.686,79)

- Valledoria (4 alloggi con un finanziamento di euro 647.400,58)

- Nughedu San Nicolò (9 alloggi con un finanziamento di euro 1.137.245,63)

- Siligo (4 alloggi con un finanziamento di euro 783.763,60)

- Pozzomaggiore (4 alloggi con un finanziamento di euro 948.338,48)

- Cargeghe (2 alloggi con un finanziamento di euro 184.531,79)

- Banari (4 alloggi con un finanziamento di euro 645.916,37)

- Laerru (7 alloggi con un finanziamento di euro 1.071.701,95)

Gli interventi si trovano attualmente ancora in fase di progettazione, cui seguirà l'affidamento dei lavori. Per cinque Comuni sono stati stipulati i relativi Accordi di programma.

f) DPCM relativo al "Piano nazionale di edilizia abitativa" pubblicato nella GU n. 191 del 19/08/2009. Al fine di garantire su tutto il territorio nazionale i livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo per il pieno sviluppo della persona umana, l'articolo 11 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha disposto che venga approvato un "Piano nazionale di edilizia abitativa".

Il Piano è articolato in sei linee di intervento, tra le quali è ricompreso l'insieme di interventi di competenza degli ex IACP, cui è destinata una quota non superiore a 200 milioni di euro. In particolare, relativamente a questi ultimi, la Regione Sardegna ha a suo tempo individuato una serie di interventi immediatamente cantierabili da parte di AREA per un importo di euro 19.415.000 (quota parte pari a 3,53 per cento degli originali 550 milioni stanziati), di cui finanziati complessivamente euro 5.528.251,11 e sui quali il Ministero delle infrastrutture ha già accertato l'immediata fattibilità.

In particolare, nella provincia di Sassari risulta finanziato il solo comune di Sassari (16 alloggi con un finanziamento di euro 1.538.350). A febbraio 2010 è stata data comunicazione del finanziamento.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Cocco Daniele Secondo sul mancato completamento della strada a scorrimento veloce Abbasanta-Olbia. (277)

L'interrogazione in argomento riprende, nei contenuti, la medesima richiesta presentata con l'interpellanza n. 10 (Lai, Pittalis, Diana M., Sanna M., Bardanzellu), alla quale è stata fornita risposta con nota prot. 2641 del 22.01.2010.

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si riferisce quanto segue.

La strada Abbasanta-Olbia è notoriamente identificata nella S.S. 131 dcn, che, dal bivio di Abbasanta sulla S.S. 131 "Carlo Felice", consente di raggiungere la città di Olbia. Su tale direttrice viaria, con sezione stradale di tipo III CNR a due corsie per senso di marcia, sono stati conclusi da diversi anni due interventi di messa in sicurezza con la posa in opera di una barriera spartitraffico centrale per un'estesa di 100 km, mentre in prossimità di Olbia sono in esercizio due lotti tra San Simone e San Teodoro.

La strada a scorrimento veloce Abbasanta-Olbia, oggetto dell'interrogazione, è individuata dall'itinerario che attraversa i territori di Abbasanta, Orotelli, Bono e Bultei, costituito dalla S.S. 128 bis, da Bultei a Buddusò attraverso le varianti alla S.S. 128 bis ed alla S.S. 389 Adir, da Buddusò ad Alà dei Sardi sulla variante alla S.S. 389 e da Alà dei Sardi a Padru fino all'innesto sulla S.S. 131 dcn attraverso le S.P. n. 24 e n. 110.

Al fine di ammodernare e completare l'itinerario che da Alà dei Sardi conduce, in direzione Padru, all'innesto sulla S.P. 24 e che poi collega quest'ultimo alla S.P. 110 fino a raggiungere la S.S. 131 dcn nei pressi di Ovilò, sono stati individuati due interventi:

1. Collegamento alla Abbasanta-Buddusò-Olbia-S.S. 389 tratto Alà dei Sardi-Bivio Padru

- Con il I Atto integrativo all'APQ Viabilità, stipulato a Roma in data 22.12.2005, è stato individuato, tra gli altri, l'intervento "Collegamento alla Abbasanta-Buddusò-Olbia-S.S. 389 tratto Alà dei Sardi-Bivio Padru", finanziato, a seguito di rimodulazione finanziaria delle risorse recate dalla delibera CIPE 17/2003 per un importo di euro 15.494.000, con risorse del bilancio dell'Amministrazione provinciale di Sassari (in qualità di Ente attuatore), giusta delibera di Giunta provinciale n. 191 del 29.11.2005.

- Successivamente, con delibera di Giunta regionale n. 22/27 del 7.06.2007, è stato disposto di sottoporre l'intervento di cui sopra a procedura di VIA, da realizzarsi a cura dell'Amministrazione provinciale di Sassari, su delega della Provincia di Olbia-Tempio, subentrata nella competenza territoriale dell'intervento.

- L'intervento è ascrivibile alle opere di cui all'Allegato 1 alla delibera di Giunta regionale n. 5/11 punto 7, lettera i), "Strade extraurbane secondarie" con sezione di tipo C1 ai sensi del D.M. 05.11.2001;

- Tale studio di impatto ambientale è stato definitivamente consegnato dalla Provincia di Sassari al SAVI (Servizio sostenibilità ambientale e valutazione impatti) dell'Assessorato della difesa dell'ambiente nel mese di ottobre 2009.

- Nel mese di febbraio 2010 si è tenuta presso il SAVI la Conferenza istruttoria con gli enti territorialmente interessati dall'intervento.

- Sulla base delle risultanze della Conferenza di cui sopra il SAVI, con nota n. 5708 del 05.03.2010, ha richiesto integrazioni alla Provincia di Sassari, la quale è tenuta a riscontrare tali richieste entro il termine di 60 giorni.

2. Riqualificazione dell'itinerario S.P. 24 e S.P. 110 - Collegamento tra la S.S. 389 e la nuova S.S. 125 Orientale sarda nel territorio di Alà dei Sardi e Padru

- Con delibera di Giunta regionale n. 34/11 dell'11.09.2007 sono stati destinati euro 9.800.000 recati da fondi di cui alla delibera CIPE 3/2006, per la realizzazione del nuovo intervento "Riqualificazione dell'itinerario S.P. 24 e S.P. 110 - Collegamento tra la S.S. 389 e la nuova S.S. 125 Orientale sarda nel territorio di Ala dei Sardi e Padru" ed inserito nell'APQ Viabilità con III Atto integrativo del 29.11.2007.

- Con il Tavolo dei sottoscrittori dell'APQ Viabilità del 26.10.2009 sono state rimodulate le risorse recate dalla delibera CIPE 3/2006 pari ad euro 9.800.000, in criticità di impegno al 31.12.2009, con risorse di pari importo recate dalla delibera CIPE 84/2000.

Tale intervento risulta successivo all'intervento, richiamato in precedenza "Collegamento alla Abbasanta-Buddusò-Olbia-S.S. 389 tratto Alà dei Sardi-Bivio Padru".
La direttrice viaria in alternativa alla S.S. 389, costituita dai due interventi in esame, è individuata nel Piano regionale dei trasporti del novembre 2008 ed attraversa i territori di Buddusò, Alà dei Sardi e Padru. Il collegamento, così concepito, consente il completamento di un importante elemento trasversale di connessione dei territori interni del Goceano con la rete fondamentale sulla fascia costiera nord-orientale.

Attualmente il progetto relativo all'intervento "Riqualificazione dell'itinerario S.P. 24 e S.P. 110 - Collegamento tra la S.S. 389 e la nuova S.S. 125 Orientale sarda nel territorio di Alà dei Sardi e Padru", di competenza territoriale della Provincia di Olbia-Tempio, si trova nella fase di studio di fattibilità, per la cui elaborazione si è ritenuto di valutare l'adozione di una sezione stradale di tipo F1, per le caratteristiche plano-altimetriche dell'itinerario esistente, opportunamente giustificata da uno studio del traffico.

Pertanto, alla luce delle osservazioni mosse dal relatore dell'interrogazione di cui in oggetto, si può affermare che:

1- è intendimento della Regione il completamento del tratto di strada Abbasanta-Olbia attraverso la realizzazione dell'intervento a scorrimento veloce n. 1 e la riqualificazione dell'itinerario n. 2 costituito dalla S.P. 24 e S.P. 110;

2- nel mese di febbraio 2010 si è tenuta presso il SAVI la Conferenza istruttoria con gli enti territorialmente interessati dall'intervento "Collegamento alla Abbasanta-Buddusò-Olbia-S.S. 389 tratto Alà dei Sardi-Bivio Padru"; sulla base delle risultanze della Conferenza di cui sopra il SAVI, con nota n. 5708 del 05.03.2010, ha richiesto integrazioni alla Provincia di Sassari, la quale è tenuta a riscontrare tali richieste entro il termine di 60 giorni;

3- per l'intervento "Riqualificazione dell'itinerario S.P. 24 e S.P. 110 - Collegamento tra la S.S. 389 e la nuova S.S. 125 Orientale sarda nel territorio di Alà dei Sardi e Padru", a cura della Provincia di Olbia-Tempio, finanziato con risorse pari a euro 9.800.000 recate dalla delibera CIPE 84/2000, a fronte delle richieste dei territori interessati e per le caratteristiche plano-altimetriche dell'itinerario esistente, si è ritenuto di valutare l'adozione di una sezione stradale di tipo F1che dovrà essere opportunamente giustificata da uno studio del traffico; la volontà della Giunta regionale è palesemente orientata al recepimento delle richieste e aspirazioni dei territori interessati alla viabilità in argomento;

4- la Regione sarà continuamente informata attraverso il monitoraggio continuo delle attività poste in capo alle Amministrazioni provinciali per la realizzazione degli interventi descritti;

5- per l'intervento "Collegamento alla Abbasanta-Buddusò-Olbia-S.S.389 tratto Alà dei Sardi-Bivio Padru" le risorse, pari a euro 15.494.000, sono nella disponibilità dell'Amministrazione provinciale di Sassari che cura la realizzazione dell'opera, mentre per l'intervento "Riqualificazione dell'itinerario S.P. 24 e S.P. 110 - Collegamento tra la S.S. 389 e la nuova S.S. 125 Orientale sarda nel territorio di Alà dei Sardi e Padru" le risorse, pari a euro 9.800.000 recate da fondi di cui alla delibera CIPE 84/2000, sono nella piena disponibilità dell'Amministrazione regionale che ha delegato, per la realizzazione dell'opera, la Provincia di Olbia-Tempio.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Murgioni sullo stato della rete viaria del Sarrabus-Gerrei. (278)

Si trasmette la relazione predisposta dall'ufficio competente in materia di questo Assessorato contenente utili elementi di risposta all'interrogazione di cui sopra.

Con delibera n. 41/1 del 30.09.2006, la Giunta regionale ha provveduto alla ripartizione programmatica e per settore delle risorse di cui alla delibera CIPE n. 3/2006.

Successivamente, con delibera n. 33/20 del 05.09.2007, la Giunta regionale ha individuato gli studi di fattibilità da finanziare con le risorse di cui alla delibera CIPE n. 3/2006, tra gli interventi relativi al settore viario è compreso lo studio per il "Completamento della maglia viaria di secondo livello regionale. Studio di fattibilità dell'itinerario S.S. 387 Ballao-Dolianova per la rottura dell'isolamento del Gerrei e individuazione criticità nel tratto di avvicinamento a Cagliari".

Nel mese di aprile 2008, l'Assessorato regionale dei lavori pubblici ha affidato alla Provincia di Cagliari la predisposizione del citato studio di fattibilità e l'avvio della progettazione preliminare dell'itinerario. Lo studio predisposto dalla Provincia di Cagliari è stato consegnato all'Assessorato dei lavori pubblici in data 04.02.2010.

La S.S. 387 costituisce il collegamento dei centri di Dolianova e Ballao con la città di Cagliari, attraversando il territorio del Gerrei e innestandosi sulla S.S. 554, consentendo quindi l'accesso alla città e all'area conurbata; la sezione stradale è caratterizzata da due corsie, una per senso di marcia, aventi ciascuna larghezza pari a 3 metri; lungo gran parte del tracciato non sono presenti banchine carrabili e barriere di sicurezza. Inoltre l'andamento del tracciato è tortuoso, e nel tratto tra Sant'Andrea Frius e Ballao presenta successioni di curve a basso raggio che condizionano il deflusso veicolare, imponendo basse velocità di percorrenza (inferiori a 40 km/h) con conseguente dilatazione dei tempi di viaggio.

Per risolvere le criticità descritte, lo studio predisposto dall'Amministrazione provinciale ha individuato un possibile scenario di intervento, che prevede la realizzazione di un nuovo tracciato tra San Nicolò Gerrei e Donori, in variante rispetto all'attuale percorso della S.S. 387. Il nuovo percorso è caratterizzato da una sezione di tipo C2 - Strade extraurbane secondarie (D.M. 5/11/2001 - Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade), che prevede due corsie larghe 3,50 metri, una per senso di marcia, e banchine laterali da 1,25 metri.

Dal punto di vista planimetrico, il nuovo tracciato stradale può essere suddiviso in due tronchi:

- un primo tratto costituito dai primi 9 km della S.P. 14, da San Nicolò Gerrei fino alla zona "Baccanali-Lacunedda", lungo i quali sono previsti interventi di manutenzione straordinaria per rettificare il tracciato e ampliare la sezione stradale;

- un nuovo tracciato stradale, che dalla zona "Baccanali-Lacunedda" si estende per circa 9,5 km e termina con un'intersezione a rotatoria con la S.S. 387 in località Sa Grutta, in prossimità della zona industriale di Donori.

La lunghezza totale del tracciato è pari a circa 18,4 km, e il costo per la sua realizzazione è stimato in circa 37 M€.

Successivamente all'incidente avvenuto lo scorso anno in prossimità dell'intersezione tra la S.S. 387 e la strada di accesso all'abitato di Serdiana, l'Anas ­ Compartimento della viabilità della Sardegna, ha predisposto uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza della S.S. 387 tra il km 7+000 e il km 29+000.

Lo studio predisposto dall'Anas ha evidenziato che nel tratto Monserrato-Donori/Barrali sono presenti numerose intersezioni a raso, alcune delle quali presentano una visibilità soddisfacente mentre la gran parte sono affette da criticità quali visibilità insufficiente, prive di elementi di raccordo, corsie che consentano la manovra di ingresso/uscita in condizioni di sicurezza, o insistono in zone urbane caratterizzate da immissioni frequenti.

Gli interventi proposti dall'Anas prevedono la realizzazione, al posto delle attuali intersezioni, di rotatorie di diametro compreso tra i 40 e i 50 metri, ad eccezione dell'ingresso di Serdiana per il quale si ritiene opportuno prevedere la chiusura dell'intersezione.

Il costo stimato dell'intervento proposto dall'Anas è pari a 5 M€.

In considerazione che nel territorio attraversato dalla S.S. 387 sono localizzate numerose attività produttive e che gli stessi territori sono svantaggiati dal punto di vista infrastrutturale, al fine di consentire lo sviluppo competitivo delle attività già presenti e consentire la nascita di nuove attività economiche, l'Assessorato intende reperire i finanziamenti necessari per la realizzazione degli interventi previsti nello Studio di fattibilità predisposto dall'Anas attraverso il ricorso alle risorse di cui all'articolo 5, comma 1 della L.R. 28.12.2009 n. 5, che ha istituito un fondo per il finanziamento di infrastrutture e servizi correlati allo sviluppo delle attività produttive.

Testo delle interrogazioni e interpellanze annunziate in apertura di seduta

Interpellanza Cuccu - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio sui tagli degli organici nel settore della scuola per effetto delle disposizioni dell'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- il Governo, per il triennio 2009-2011, con l'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), convertito dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto la riduzione di 132.000 unità negli organici della scuola, realizzando così quello che si configura come il più grande licenziamento di massa nella storia della pubblica amministrazione del nostro Paese; al comma 1 del sopraccitato articolo si legge, infatti che, ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei;

- è un dato di fatto che nell'anno scolastico 2009/2010 sono presenti nelle scuole più studenti e meno personale docente e ATA rispetto a quello precedente e che la situazione per l'anno futuro non è destinata a cambiare;

- così come stabilito dalla circolare ministeriale n. 37/2010 recante disposizioni in ordine alla rilevazione delle dotazioni organiche del personale docente per l'anno scolastico 2010/2011, l'obiettivo è quello di effettuare dei tagli nel personale docente della scuola pubblica italiana per un totale di 25.600 posti: in applicazione di tale criterio sono stati quantificati in 22.000 i posti da ridurre in organico di diritto e 3.600 in organico di fatto;

- in Sardegna, anche a causa delle particolari condizioni geografiche e sociali, la situazione risulta particolarmente pesante; nell'anno scolastico 2009/2010, ormai quasi concluso, era previsto un organico di 22.866 unità, con un decremento rispetto all'anno precedente di 1.826 unità per il personale docente e di circa 300 posti per il personale ATA;

- il prossimo anno la scuola sarda potrà contare soltanto su un organico complessivo di 26.319 unità di personale (18.972 docenti e 7.347 ATA); sono 1.707 i posti tagliati nella scuola in Sardegna di cui 670 riguardano i collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici e 1.037 l'organico dei docenti, mentre gli studenti sarebbero circa 220.000 distribuiti nei 337 comuni;

CONSTATATO CHE:

- in realtà il presunto aumento del tempo pieno, così come affermato in una nota dal Ministero dell'istruzione, dove si afferma altresì che la Sardegna è una delle regioni con l'incremento più marcato, altro non è che un doposcuola, visto e considerato che con l'introduzione del maestro unico sono state abolite le compresenze degli insegnanti e sono stati tagliati posti di lavoro determinando una situazione di grave difficoltà per le scuole e soprattutto per i bambini che hanno l'orario di 30 e 40 ore;

- esiste la concreta possibilità, soprattutto nelle zone interne e nei piccoli comuni della Sardegna, che nelle scuole primarie si proceda all'accorpamento delle classi, costituendo delle multiclassi con bambini di età differenti, e ciò non farà altro che creare notevoli danni al processo di apprendimento degli alunni i quali dovranno affrontare programmi didattici specifici e con modalità organizzative differenti;

- l'aumento del numero di studenti per classe e la chiusura di alcune scuole potrebbero avere effetti devastanti in particolare per i territori interni e montani dell'Isola, che sarebbero così privati di un servizio essenziale di progresso e sviluppo per il territorio, molto spesso l'unica presenza locale delle istituzioni;

- la riduzione degli organici metterà seriamente a rischio l'erogazione del servizio scolastico nel suo complesso e anche gli alunni con disabilità vedranno ulteriormente ridurre il prezioso lavoro di assistenza dei collaboratori scolastici;

CONSIDERATO CHE:

- davanti a tutto questo la Regione Sardegna è sempre rimasta impassibile e l'unica azione che ha messo in atto è un accordo con il Ministro Gelmini che prevedeva uno stanziamento di 20 milioni di euro di fondi regionali, non solo insufficienti a coprire il reale fabbisogno delle scuole dell'Isola, ma che venivano sottratti alle scuole per i progetti finalizzati a combattere la dispersione scolastica e a sostenere l'autonomia organizzativa e didattica a favore degli studenti; l'accordo, grazie a una forte opposizione, è stato modificato;

- la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;

- la Regione Sardegna deve far valere la sua competenza primaria in materia di istruzione e deve pretendere da parte del Governo centrale che il dimensionamento della rete scolastica avvenga tenendo conto delle condizioni geografiche, delle infrastrutture, della viabilità e dei trasporti e dell'identità e cultura di un Paese, poiché è facile intuire come queste scelte penalizzino il sistema scolastico isolano che deve far fronte anche a problemi legati all'isolamento di alcune zone interne, al sistema della viabilità e dei trasporti e alla carenza di infrastrutture,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se non ritenga opportuno prendere una posizione chiara in nome e a difesa dell'autonomia della Sardegna, affinché il Governo riveda la politica dei tagli, alla luce dei danni gravissimi che essi stanno producendo sul funzionamento quotidiano e sulla qualità della scuola pubblica in Sardegna;

2) quali iniziative ritenga opportuno intraprendere al fine di risanare una situazione che mette a repentaglio non solo il diritto allo studio degli studenti, ma soprattutto l'istruzione e la formazione e l'intero sistema scolastico sardo;

3) se non ritenga opportuno procedere con la massima urgenza all'apertura di una vertenza con il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che riconosca le peculiarità del territorio sardo. (109)

Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione del progetto elaborato dalla Commissione regionale sclerosi laterale amiotrofica.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- la Regione Sardegna, con decreto assessoriale n. 42 del 20 settembre 2009, ha istituito la Commissione regionale sclerosi laterale amiotrofica (SLA) che resterà in carica cinque anni e si occuperà di definire i protocolli degli assistiti, di realizzare un registro regionale della patologia, di fornire sistemi di comunicazione e presidi appropriati alla gravità dei disturbi degli assistiti, definire gli indirizzi applicativi delle norme vigenti per il riconoscimento dello stato di invalidità e handicap, creare una rete di tutela dei pazienti e delle famiglie, definire programmi di supporto alle famiglie e fornire consulenza su tematiche etiche e bioetiche;

- nel gennaio 2010 il lavoro della Commissione ha portato alla predisposizione di un documento ufficiale contenente le linee d'indirizzo in materia di cura e assistenza alle persone con SLA per assicurare il massimo benessere psicofisico e sociale al paziente ed alla sua famiglia, durante tutto il percorso evolutivo della malattia, indicando i percorsi ottimali di cura ed assistenza, in un'ottica di presa in carico globale e continua dei bisogni della persona e della famiglia;

- il presidente, dott. Vincenzo Mascia, il 29 gennaio 2010 ha consegnato e illustrato all'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale il documento finale assistenziale, oltre alle linee guida del registro epidemiologico;

AVENDO APPRESO che i malati di SLA hanno diffuso un comunicato stampa con il quale denunciano il fatto che la Regione, dopo aver ricevuto la documentazione per poterne valutare la compatibilità finanziaria, non ha però dato seguito al progetto presentato dalla Commissione regionale SLA, né ha adottato alcuna iniziativa in tal senso,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) quando il progetto elaborato dalla Commissione regionale SLA verrà sottoposto alla Giunta per le necessarie valutazioni e per l'approvazione;

2) se non ritenga superabile il problema della compatibilità finanziaria, considerato che la proposta transitoria non comporta aggravi e l'incremento dei costi del 25 per cento a regime può essere abbondantemente compensato dalla prevedibile drastica riduzione delle ospedalizzazioni. (315)