Seduta n.228 del 19/07/2011 

CCXXVIII Seduta

Martedì 19 luglio 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del mercoledì 6 luglio 2011 (221), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Bruno, Daniele Cocco, Domenico Gallus, Paolo Maninchedda, Marco Meloni e Paolo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 19 luglio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Ordinamento delle aziende locali di sviluppo industriale (ALSI)". (294)

(Pervenuto il 13 luglio 2011 e assegnato alla sesta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Cocco Daniele: "Istituto sardo per il cavallo". (295)

(Pervenuta il 14 luglio 2011 e assegnata alla quinta Commissione.)

Sanjust - Diana Mario - Amadu - Bardanzellu - Campus - De Francisci - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra: "Fondo di garanzia per le associazioni sportive dilettantistiche". (296)

(Pervenuta il 14 luglio 2011 e assegnata all'ottava Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi negli interventi finalizzati alla riduzione delle liste d'attesa previsti dalla legge finanziaria regionale 2011". (625)

"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulle competenze in materia di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche". (626)

"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità che la Regione disponga tutti i provvedimenti utili finalizzati al restauro del sito archeologico di Nora e a contrastare l'erosione della costa prospiciente il sito". (627)

"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulle motivazioni che ritardano il trasferimento della stazione forestale di Pula". (629)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui manufatti inamovibili che impediscono il libero transito nella spiaggia del Poetto di Quartu Sant'Elena". (630)

"Interrogazione Barracciu - Cucca - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata assunzione dei vincitori del concorso, concluso lo scorso marzo 2011, per operatori socio-sanitari alla ASL n. 3 di Nuoro a causa di ricorsi giuridici in corso e sul differente trattamento riservato ai vincitori di concorso per amministrativi su cui grava altrettanto ricorso". (631)

"Interrogazione Lai - Bardanzellu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione causata da un vasto incendio che, nella giornata del 13 luglio 2011, ha colpito le campagne di Berchidda, Oschiri e Monti". (632)

"Interrogazione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Cugusi - Sechi, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento e la custodia di armamentario bellico custodito per 17 anni presso il bunker di santo Stefano e successivamente trasportato su navi passeggeri dalla Sardegna a Civitavecchia". (633)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sull'improrogabile necessità di procedere alla nomina del presidente dell'Ente foreste". (634)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interpellanza Piras sulla situazione della Fondazione Guspini per la vita". (243/C-8)

"Interpellanza Agus - Bruno - Meloni Marco - Diana Giampaolo - Cocco Pietro - Lotto - Solinas Antonio sulla convenzione Stato-Regione del 23 ottobre 2001 tra i Ministeri del lavoro, dell'ambiente, dei beni e attività culturali, delle attività produttive e la Regione autonoma della Sardegna". (244)

"Interpellanza Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Cugusi -Sechi sugli interventi urgenti per i contribuenti indebitati con Equitalia". (245)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di annullare la deliberazione della Giunta regionale n. 23/3 del 12 maggio 2011 avente ad oggetto "Interventi urgenti per le imprese e i contribuenti indebitati con Equitalia"". (246)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Mozione Zuncheddu - Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Corda - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - SORU sui gravami militari di dimensione insostenibile che insistono sul territorio regionale con poligoni, servitù e demani e sulla necessità di procedere quanto prima ad un progressivo processo di riduzione e dismissione dei poligoni presenti nel territorio sardo, alle urgenti iniziative di bonifica dei siti interessati e a adeguate misure di indennizzo e di sostegno allo sviluppo di un economia di pace sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e culturale dei territori e delle popolazioni coinvolte dalla presenza dei poligoni militari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (134)

"Mozione Diana Giampaolo - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Bruno - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru, sulla mancata stipulazione del contratto di servizio della Trenitalia Spa con la Regione sarda e sui rilevanti disagi riscontrati nei servizi di trasporto pubblico extraurbani gestiti da suddetta società". (135)

"Mozione Capelli - Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Daniele Secondo - Contu Felice - Cugusi - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu sulla necessità di adottare misure straordinarie ed urgenti per fronteggiare i gravi ritardi nelle erogazioni delle risorse in agricoltura e sulle anomalie nei rapporti fra l'AGEA, l'ARGEA e gli operatori agricoli, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (136)

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte seconda)"

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 222/A, parte seconda.

Sospendo la seduta sino alle ore 16 e 15 per alcuni approfondimenti in riferimento alla copertura finanziaria della legge.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 07, viene ripresa alle ore 16 e 23.)

Commemorazione delle vittime della strage di via D'Amelio

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Intendo semplicemente chiederle la cortesia di poter ricordare che diciannove anni fa, esattamente in questi minuti, avveniva la strage di via d'Amelio, con l'assassinio del giudice Borsellino e della sua scorta, di cui faceva parte Emanuela Loi, una nostra concittadina che purtroppo ha perso la vita in quell'esecrando atto terroristico-mafioso.

Pensiamo che sia giusto anche solo ricordarlo, magari auspicando che per l'anno prossimo - come già lei, signora Presidente, ha autorevolmente confermato - possa esserci un'iniziativa del Consiglio regionale per ricordare la nostra concittadina uccisa in quella strage. Mi sembrava giusto non far passare questo triste anniversario, che anche a livello di tempistica è assolutamente in sintonia con i lavori del Consiglio regionale, senza quantomeno rievocare una strage che ha segnato la storia d'Italia. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, condivido la sua richiesta. Come lei ha detto, abbiamo già avuto modo di parlare di questo argomento e di riflettere sul modo in cui il fatto potrà essere doverosamente ricordato in occasione del ventesimo anniversario, che ricorre l'anno prossimo.

Propongo un minuto di silenzio in memoria delle vittime di quel vile attentato.

(L'Aula osserva un minuto di silenzio in segno di lutto)

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte seconda)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale del disegno di legge numero 222/A.

Ha facoltà di parlare il consigliere Stochino, relatore di maggioranza.

STOCHINO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, colleghe e colleghi, come più volte è accaduto nel corso delle precedenti manovre finanziarie, le disposizioni in materia di realizzazione e finanziamento di opere pubbliche necessitano di correzioni e integrazioni per consentire che la fase applicativa sia più celere e per un miglior impiego da parte dei fruitori delle stesse leggi.

Non a caso, nel corso dei lavori della quarta Commissione, a seguito anche delle audizioni richieste sia dal Presidente della Commissione sia dai commissari, sono state evidenziate esigenze di modificare e integrare il testo proposto dalla Giunta, con l'esplicitazione di alcuni articoli e l'introduzione ex novo di altri. Il disegno di legge in oggetto introduce con l'articolo 17 disposizioni in materia di opere idrauliche di competenza regionale, all'interno delle quali si segnalano le modifiche alla legge regionale 31 ottobre 2007, numero 12, recante "Norme in materia di bacini di accumulo di competenza regionale", andando a meglio precisare le caratteristiche di quei bacini che, per natura o dimensioni, abbiano ridotte implicazioni per la sicurezza e che sono esclusi dal campo di applicazione della legge regionale numero 12 del 2007.

L'articolo 17 prevede poi la sospensione dell'applicazione delle sanzioni amministrative in attesa che con decreto dell'Assessore regionale dei lavori pubblici sia meglio precisata la disciplina sanzionatoria e delle demolizioni e introduce il principio secondo cui le norme tecniche che stabiliscono indirizzi, prescrizioni e semplificazioni ritenute necessarie per una corretta applicazione della legge regionale numero 12 del 2007 siano aggiornate con decreto dello stesso Assessore dei lavori pubblici.

L'articolo 18 prevede disposizioni in materia di edilizia residenziale ed è stato integrato e arricchito di ulteriori commi rispetto al testo originario presentato in Commissione, grazie al contributo determinante degli stessi commissari. Nello specifico: la legge regionale numero 12 del 2006 ha emanato norme in materia di edilizia residenziale pubblica e ha trasformato gli Istituti autonomi case popolari (IACP) in Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA). Nel corso dei successivi anni ci si è resi conto che quest'ultimo ente aveva la necessità di essere adattato alle esigenze della Sardegna nel campo immobiliare, e da questa riflessione è emersa la possibilità che AREA operasse direttamente sul mercato, anche mediante l'acquisto di immobili da destinare all'edilizia residenziale pubblica.

Le disposizioni contenute all'articolo 18, chiariscono meglio che la possibilità di acquisto di immobili è prevista limitatamente all'attuazione degli interventi di edilizia residenziale sovvenzionata a totale finanziamento pubblico, da assegnare in locazione a canone sociale, alle categorie sociali a minor reddito, e all'attuazione degli interventi di edilizia residenziale, anche sostenuti da agevolazioni pubbliche, da destinare alla locazione a canone moderato, ovvero alla locazione e alla successiva vendita.

Altre integrazioni in riferimento all'articolo 18 presentato dalla Giunta regionale riguardano gli interventi di cui alla legge regionale numero 32 del 1985 a favore dei nuclei familiari costituiti da giovani coppie, percettori di reddito sino a euro 40.775. A questi ultimi, con l'approvazione di questo disegno di legge, si dà la possibilità di acquistare e ristrutturare abitazioni situate nei centri storici o nei centri storici matrice, con il riconoscimento dell'agevolazione anche sotto forma di contributo a fondo perduto per una quota massima del 10 per cento rispetto al mutuo regionale richiesto non eccedente euro 10 mila, oltre alla riduzione del tasso bancario d'interesse nella misura del 50 per cento sulla restante quota massima di mutuo di euro 110 mila o, in alternativa, mediante la riduzione del tasso bancario di interesse nella misura del 70 per cento. Inoltre si conferma che negli interventi di acquisto con recupero nei centri storici o centri matrice la quota di mutuo destinata all'acquisto è ammessa entro il limite massimo del 50 per cento di quella destinata al recupero. Con questo tipo di incentivo si vuole introdurre una leva importante per il ripopolamento dei centri storici in Sardegna, che nel corso degli ultimi decenni sono afflitti da un progressivo spopolamento a favore delle zone periferiche delle città o dei paesi.

L'articolo 19 precisa le modalità di corresponsione degli incentivi per la progettazione di lavori da corrispondere ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, tenendo conto della componente temporale delle attività professionali svolte, in rapporto alla prestazione lavorativa complessiva posta a base della retribuzione di risultato e rendimento riconosciuta.

Un'altra importante modifica introdotta dalla presente legge in questo articolo si trova al comma 2 e riguarda le economie e i ribassi d'asta delle opere delegate, più volte richieste dagli enti locali imbrigliati nella legge regionale 7 agosto 2007, numero 5, che a parere della stessa Commissione risulta lacunosa relativamente alla destinazione delle economie dei ribassi d'asta. Il comma disciplina questo aspetto precisando che le economie e i ribassi d'asta restano a disposizione dell'Amministrazione regionale e degli enti beneficiari del finanziamento per il completamento dell'opera.

L'articolo 20 disciplina il finanziamento del controllo della velocità nelle strade di competenza provinciale, con l'obiettivo di ridurre il numero degli incidenti. Infatti recenti indagini effettuate sulla rete stradale nazionale hanno evidenziato che si è verificata una significativa riduzione dell'incidentalità in conseguenza della installazione di sistemi di rilevamento della velocità media dei veicoli, che consentono l'acquisizione e l'archiviazione dei dati ed il sanzionamento automatico delle violazioni dei limiti di velocità.

All'articolo 21 si introduce un'eccezione alla disciplina della revoca dell'assegnazione dei finanziamenti delle opere pubbliche e, modificando il comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 9 agosto 2002, numero 15, si consente la proroga degli impegni di spesa nei casi in cui con deliberazione della Giunta regionale sia confermata la validità programmatica della relativa spesa ovvero proposta la riprogrammazione delle risorse a favore di altri beneficiari, purché sussistenti nelle scritture contabili.

L'articolo 21 bis del disegno di legge numero 222/A, parte II, sostiene la competitività delle imprese isolane mediante incentivi nella misura del 50 per cento a fondo perduto con un massimale di euro 4 mila del costo complessivo dell'investimento per la certificazione di qualità delle imprese, che al giorno d'oggi è un requisito fondamentale per essere competitivi in Italia, in Europa e nel mondo. I criteri e le modalità per l'erogazione del contributo saranno definiti con deliberazione della Giunta regionale con una disponibilità finanziaria di euro 2 milioni sul bilancio regionale 2012, mentre per gli anni successivi la spesa sarà disposta con legge finanziaria.

L'articolo 21 ter tratta la concessione di finanziamenti volti alla realizzazione di interventi di opere pubbliche e di infrastrutture di interesse degli enti locali. E' quindi chiara la finalità di questo articolo: ripristinare lo stanziamento per gli interventi già previsti dalle precedenti finanziarie regionali, volti alla realizzazione di opere essenziali, eliminate con le leggi numero 14 del 2010 e numero 1 del 2011. Queste ultime hanno colpito anche opere già programmate e impegnate per circa 1 miliardo e 400 milioni di euro, causando notevoli disagi agli enti locali, sempre meno ricchi di risorse. Il comma 2 dello stesso articolo modifica il comma 12 dell'articolo 1 della legge regionale numero 1 del 2001, prevedendo che: "A integrazione della disposizione contenuta nell'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è istituito un fondo unico di investimenti destinato ai comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti per la realizzazione di opere di loro interesse". Le risorse sono assegnate su proposta dell'Assessore competente in materia di enti locali.

L'articolo 21 quater riporta disposizioni per fronteggiare le problematiche relative alla interruzione della procedura di liquidazione dell'Ente sardo acquedotti e fognature (ESAF). Con l'articolo 5, comma 2, della legge regionale numero 7 del 2005 è soppresso, a far data dal 29 luglio 2005, l'Ente sardo acquedotti e fognature, disposta la relativa liquidazione e fissata in ventiquattro mesi a decorrere dall'approvazione del programma di liquidazione da parte della Giunta regionale. Il termine ultimo per la liquidazione è stato spostato, nel corso degli anni 2008-2010, fino alla data del 31 dicembre 2010, scaduto il quale, secondo l'articolo 21, comma 5, della legge regionale numero 4 del 2006, l'Amministrazione regionale succede in tutti i rapporti giuridici a carattere finanziario e patrimoniale di cui l'ESAF era titolare e negli obblighi e diritti derivanti da contratti e convenzioni o spettanti allo stesso ente in forza di legge. Essendo venuta a cessare la gestione liquidatoria, si rende necessario attivare con immediatezza le iniziative per il governo delle numerose problematiche ancora aperte. Di fatto, la procedura di liquidazione dell'Ente sardo acquedotti e fognature ha attualmente in carico numerosi contenziosi e il completamento della rendicontazione di opere pubbliche finanziate dal Ministero delle infrastrutture. Pertanto tutte le vertenze appena citate, oltre a necessitare dell'apporto attivo delle strutture dell'Assessorato regionale dei lavori pubblici, richiedono adeguata copertura finanziaria per fronteggiare spese di diversa natura. Per questo motivo la norma autorizza l'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio ad apportare le necessarie variazioni in entrata ed in spesa al bilancio regionale.

Gli altri commi dello stesso articolo sono finalizzati a rimuovere problemi ostativi che non rendono celere la liquidazione delle stesso ente e la conclusione di procedure ancora pendenti come espropri, o l'introduzione della Regione quale soggetto titolare di crediti, visto il subentro ope legis all'ESAF in liquidazione.

L'articolo 21 quinquies disciplina l'entrata in vigore della legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Avevamo concordato che, pur non avendola consegnata, avremmo svolto una breve relazione di minoranza.

PRESIDENTE. Non mi è stato indicato niente al riguardo, ma non c'è nessun problema, onorevole Lotto.

Ha facoltà di parlare il consigliere Lotto, relatore di minoranza.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza.Grazie, Presidente. In questa parte del collegato alla finanziaria, che riguarda le opere pubbliche, la Giunta ha tentato di riprendere diverse questioni sulle quali concentrare l'attenzione anche per cercare di risolvere delle situazioni di difficoltà di applicazione di leggi attualmente in vigore. Lo si fa in alcuni casi con puntualità, in tanti altri con eccessiva superficialità o comunque con una certa confusione.

All'articolo 17, che è il primo articolo di questo disegno di legge, si parla di un tema che ha preoccupato non poco i proprietari di aziende agricole, i quali si sono ritrovati a dover affrontare negli ultimi anni le tematiche relative alle nuove norme di sicurezza inerenti alle opere idrauliche esistenti nelle loro aziende e realizzate diverse decine di anni fa. Da una parte, quindi, si è posto un problema relativo alla sicurezza dei luoghi, e quindi giustamente la Regione deve preoccuparsi di creare le condizioni affinché la sicurezza dei cittadini sia salvaguardata, dall'altra è emersa la necessità di precisare meglio la tipologia degli invasi e delle opere idrauliche su cui intervenire, nonché creare le condizioni affinché anche gli imprenditori interessati, che hanno realizzato a suo tempo le opere dietro autorizzazione degli enti competenti (Genio civile o altri), potessero gestire questa partita senza un aggravio eccessivo di costi in un periodo in cui le aziende agricole di tutto hanno bisogno tranne che di un aggravio di costi nella gestione dei loro fondi rustici.

C'è un problema in questo articolo, in particolare al comma 2, in cui si parla delle procedure di aggiornamento del cosiddetto allegato A della legge numero 12 del 2007. Secondo il contenuto di questo articolo si delega la Giunta a predisporre un aggiornamento di tale allegato, che di fatto è testo di legge, ovvero si chiede alla Giunta di modificare una legge senza che ne abbia la competenza. Credo che questo aspetto vada rivisto. E' necessario approfondire questo argomento, ma è anche necessario - chiedo all'Assessore di prestare un attimo di attenzione a questo aspetto - in questa stessa occasione, cioè nell'arco temporale di discussione di questa legge o se ciò non fosse possibile più avanti, fare una proposta concreta di aggiornamento dell'allegato A da sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale, che aveva a suo tempo approvato quella norma. Diversamente si stanno predisponendo le condizioni affinché la Giunta legiferi senza poterlo fare. Questo per quanto riguarda la questione relativa agli invasi idrici.

Resta confermato che, se l'aggiornamento dell'allegato A e il contenuto complessivo dell'articolo 17 dovessero trovare conferma, tutti i provvedimenti sanzionatori avviati nei confronti di coloro che non si sono ancora adeguati a quanto recita la legge numero 12 verrebbero estinti. E' giusto pertanto che i tempi di attuazione di queste disposizioni vengano prorogati fino al 30 giugno 2012. Vanno cioè create le condizioni affinché i proprietari di queste opere idriche siano messi nelle condizioni di poter gestire la partita in maniera lineare e anche serena.

Per quanto riguarda il comma 5 sono d'accordo sulla necessità di creare le condizioni affinché le amministrazioni comunali, che hanno non poche difficoltà finanziarie, vengano esentate dal pagamento di canoni e spese di istruttoria per tutto quel che riguarda la realizzazione di opere idrauliche per scopi di servizio antincendio, mentre ho qualche perplessità per quanto riguarda il comma 6, cioè le funzioni di controllo e di vigilanza sulle autorizzazioni di cui all'articolo 61 della legge numero 9 del 2006. In questo caso sorge un problema: stiamo dicendo che le province hanno da allora nuove competenze in materia, ma il problema si pone quando si dice che tali competenze devono intendersi attribuite alle province con riferimento alle autorizzazioni rilasciate anche prima dell'entrata in vigore della medesima legge. Mi domando in che cosa consistano queste nuove competenze che vengono attribuite alle province. Se le autorizzazioni erano state rilasciate precedentemente all'entrata in vigore di quella legge, si sta chiedendo di attribuire alle province la competenza del controllo su quelle eventuali opere. Questo aspetto va chiarito, se no non si capirebbe che cosa intendiamo esattamente e che cosa stiamo andando a fare.

All'articolo 18 si parla di disposizioni in materia di edilizia residenziale pubblica e si fa un passaggio relativo alla modifica della legge regionale 8 agosto 2006, numero 12, in cui di fatto si riprende la problematica relativa alla possibilità da parte dell'AREA di acquisire immobili da trasformare in case popolari e assegnare agli aventi diritto. Per quanto riguarda la ricerca sul mercato di questi immobili si fa un riferimento preciso, sia per l'edilizia sovvenzionata sia per quella a canone moderato, al fatto che il prezzo della compravendita è conforme alla stima dell'Agenzia del territorio competente. Mi pongo un problema: l'AREA è una delle poche strutture in Sardegna che dispongono di tecnici in grado, oltre che di progettare case popolari (è il loro mestiere e lo fanno da anni), anche di stimare e valutare gli immobili. Il rinvio all'Agenzia del territorio perché effettui la stima è davvero la soluzione migliore se vogliamo che quelle ingenti somme di cui l'AREA dispone e che non si riesce a spendere vengano messe a correre sul mercato? Mi domando se non sia il caso che la competenza sulla stima di questi immobili venga attribuita ai tecnici di cui l'AREA già dispone e che sarebbero senz'altro in grado di valutare, sulla base dei prezzi di mercato, le soluzioni più confacenti e adeguate.

C'è un problema relativo ai limiti di reddito. Assessore, noi presenteremo un emendamento che coglie l'occasione della discussione di questo tema per risolvere un problema che sta angustiando non poche amministrazioni che dispongono di case popolari, quindi in particolare le grandi e medie città. Si tratta di questo: oggi il limite di reddito che consente a un assegnatario di case popolari di rimanere assegnatario è pari al doppio del limite massimo di assegnazione della casa. Il limite di assegnazione è di circa 12.900 euro, il limite massimo che non si può sforare nei due anni successivi è quindi di poco inferiore a 26.000 euro. Si tratta di capire, Assessore, se questo è un qualcosa che noi possiamo ancora accettare, posto che a livello nazionale, recependo la delibera del CIPE, che si è pronunciato in materia, la gran parte delle Regioni italiane ha individuato questo tetto nel limite che noi abbiamo già per quanto riguarda la legge numero 32, sull'edilizia agevolata.

Questo è un problema serio che sta ponendo diverse amministrazioni nelle condizioni di dover buttare fuori dalle case loro assegnate famiglie che hanno un livello di reddito che non consentirebbe loro di acquistare una casa a prezzo di mercato. Adeguare la situazione della Regione sarda a quella delle restanti Regioni italiane credo sia una cosa più che doverosa. Presenteremo un emendamento in merito e spero che la maggioranza lo faccia proprio e consenta di approvarlo.

All'articolo 19 si parla delle modalità di corresponsione ai dipendenti pubblici degli incentivi per la progettazione. C'è una cosa che ci lascia perplessi ed è questa: a un certo punto si dice che si deve tener conto della componente temporale delle attività professionali svolte e cioè si dà la possibilità al dirigente di un ufficio di decidere quanto e come pagare, a seconda del tempo che il funzionario impiega per fare una data progettazione. Credo che sia molto più logico costruire un rapporto serio, perché il tema non è di secondo piano. E' vero, ci sono situazioni per cui a volte l'incuria o comunque la trascuratezza degli uffici determina lungaggini eccessive, tempi di progettazione eccessivi che si ripercuotono negativamente sui tempi di spesa per le opere pubbliche da parte delle amministrazioni, credo però che più che una norma di questo tipo serva un'indicazione ai dirigenti affinché si facciano accordi ben precisi con gli uffici e con i funzionari e si stabiliscano tempi precisi di realizzazione dei progetti. Questo consentirebbe di lavorare in maniera molto più corretta e di non dare al dirigente la possibilità di operare discrezionalmente nei confronti dei propri dipendenti.

Sono d'accordo su quanto disposto per l'utilizzo dei ribassi d'asta, per cui non mi ci soffermo, dico solo che è importante che le amministrazioni comunali non siano sottoposte a lunghi periodi di attesa prima di sapere se quelle somme sono disponibili oppure no. Non mi soffermo neanche sull'articolo 20, che parla dell'installazione di meccanismi di controllo della velocità; spero solo che ci siano le dichiarate coperture finanziarie. Voglio invece riprendere, in riferimento all'articolo 21, il tema della proroga dei termini delle opere pubbliche. Tutti sappiamo in quali condizioni versano oggi le amministrazioni locali; per nostra scelta le abbiamo anche messe nelle condizioni di dover accelerare non poco le procedure per l'utilizzo dei fondi disponibili per opere pubbliche. Chiunque di noi sia in contatto con qualche amministrazione comunale sa che i comuni hanno oggi grosse difficoltà a utilizzare quei fondi perché pur disponendo delle progettazioni esecutive sono andati oltre i termini di cui alla legge numero 1 del 2011, che indica in quarantacinque giorni successivi al 19 gennaio la data ultima di utilizzo di quei fondi.

Credo che questo discorso in questa occasione vada ripreso per costruire le condizioni affinché entro quest'anno le amministrazioni comunali siano incentivate a fare i passi necessari per poter utilizzare quei fondi, per poterli immettere nel circuito finanziario. Non saranno grandissime cifre (in alcuni casi lo sono), però in un quadro di desolante assenza di finanziamenti queste risorse sono comunque importanti e se noi le rimettiamo in capo alla Regione dovrà trascorrere molto tempo prima che siano di nuovo disponibili. Se dovessimo ragionare su quello che è successo dopo l'approvazione della legge numero 1 di quest'anno, quando dicevamo che avremmo messo a disposizione per opere immediatamente cantierabili, se non ricordo male, 50 milioni di euro, ci renderemmo conto che nessuna opera è stata non dico finanziata, ma nemmeno individuata. Su questo dobbiamo riflettere attentamente e considerare che questi tempi e questa situazione di crisi finanziaria non ci consentono un rigorismo che non ci aiuta a risolvere i problemi. Dobbiamo creare le condizioni perché le amministrazioni comunali possano utilizzare i fondi di cui dispongono, e se necessario dobbiamo anche aiutarle affinché lo facciano con tutta l'assistenza tecnica che la Regione può mettere a disposizione specie per le piccole amministrazioni, che non sempre dispongono di uffici tecnici adeguatamente attrezzati per affrontare queste tematiche.

Per quanto riguarda, infine, l'articolo 21 ter, posto che sono d'accordo sull'incentivazione alle imprese per la certificazione di qualità, ho la sensazione che da parte dell'Assessore serva un chiarimento il più possibile puntuale sull'effettiva disponibilità delle cifre indicate sia nel comma 1 che nel comma 2. Per i comuni sotto i 5.000 abitanti e per quelli sopra i 5.000 abitanti si parla rispettivamente di 24 e 16 milioni di euro, cifre sulle quali non mi sembra ci sia alcuna certezza, per cui credo che prima di procedere nella discussione serva su questo un chiarimento da parte dell'Assessore.

Ritengo infine di poter dire, relativamente all'articolo 21 quater, che si sta riprendendo in mano, data la scadenza del 31 dicembre 2010, la questione del passaggio delle competenze relative alla liquidazione dell'ESAF alla Regione e quindi di tutti gli atti che dovranno essere compiuti a tal fine. Resta il problema dei lavoratori ex ESAF che sono finiti nell'organico di Abbanoa e che chiedono di poter passare negli organici della Regione Sardegna.

Voglio fare solo una velocissima considerazione: credo che con questa procedura si siano un po' create le condizioni per svuotare di competenze e professionalità una società importante, oggi in grandissima difficoltà, come Abbanoa. E' vero anche, però, che il provvedimento di legge a cui si fa riferimento questo prevedeva, per cui non penso che ci si possa opporre. Quanto recita questo articolo è un po' una conseguenza delle scelte fatte allora. Penso, infine, che ci siano alcune questioni in riferimento a questo provvedimento di legge sulle quali è importante riflettere.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Moriconi. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Moriconi.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Vorrei chiedere la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

PRESIDENTE. Prende atto che il consigliere Campus è presente.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 55 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Signora Presidente, colleghi, Assessore, il disegno di legge che oggi discutiamo contiene indubbiamente almeno alcune disposizioni in relazione alle quali personalmente non mi sento di eccepire. Tralascio per ora alcuni aspetti che certamente meritano di essere approfonditi e corretti, a cui ha già fatto cenno il collega Lotto. Resto perplesso, invece, giusto per usare un eufemismo, soprattutto circa l'incertezza finanziaria che regna, o meglio la certezza della irrilevanza delle risorse o forse addirittura l'indisponibilità delle stesse. Questo ce lo deve spiegare lei, Assessore.

Questa incertezza accompagna la parte politicamente più rilevante di questo disegno di legge, sulla quale pesa sicuramente il mancato pronunciamento della Commissione bilancio, il che alimenta ancora di più il dubbio circa l'opportunità della proposta complessiva che oggi offrite alla discussione di quest'Aula, non tanto per via del fatto che su alcuni importanti interventi previsti manca probabilmente la copertura finanziaria necessaria, al di là delle acrobazie dell'ultima ora degli uffici e della Giunta, quanto per l'inefficacia, a mio modesto modo di vedere le cose, di un provvedimento che non è in grado di incidere minimamente su un sistema che attende ben altre risposte. Questo credo che sia l'aspetto che colpisce di più e che attiene per certi versi al profilo di adeguatezza, o meglio di inadeguatezza dell'azione politica a cui la Giunta e la maggioranza stanno costringendo la Regione e i sardi tutti.

E' evidente che la confusione riguardante la parte finanziaria costituirebbe, nel caso in cui fosse confermata, una pregiudiziale rispetto alla quale la sua stessa maggioranza, Assessore, assieme a noi avrebbe il dovere di eccepire, per senso di responsabilità non peraltro, e che non ci aiuta, o meglio non aiuta il Consiglio regionale neppure a intervenire urgentemente per arginare anche quelle poche situazioni di sofferenza sulle quali onestamente penso tale proposta provi anche a porre parziale rimedio, così come prova a definire meglio, dal punto di vista esclusivamente procedurale, provvedimenti precedentemente assunti da questa stessa Assemblea, senza peraltro riuscirci per una ragione o per l'altra.

Vorrei essere più preciso, riferendomi più al particolare, per esempio a quanto disposto dall'articolo 17, laddove si intende determinare i termini autorizzativi per la prosecuzione dell'esercizio di gestione degli invasi esistenti, pensando che ciò costituisca un sollievo - ne sono convinto anch'io - per gli operatori che oggi vivono, assieme a tanti altri, il dramma della grave crisi che incombe. Ritengo però di dover sottolineare che ciò non deve e non può costituire la regola, oltre al fatto che resta il dubbio circa la regolarità della norma proposta, laddove la Giunta viene delegata a intervenire su materie - parrebbe - di competenza esclusiva del Consiglio, e cioè la rideterminazione oggettiva delle sanzioni, già approvata con la legge regionale numero 12 del 2007, di cui ha parlato il collega Lotto.

Mi riferisco inoltre alla necessità, così come previsto all'articolo 18 del disegno di legge in discussione, di fornire all'AREA la possibilità di operare sul mercato mediante l'acquisto di immobili, esattamente come penso fosse nell'intenzione del legislatore originario. Resta il dubbio sulla modalità di determinazione dei prezzi, così come viene proposto, ma riconduco in ogni caso gli effetti di tale possibile intervento a un migliore utilizzo delle volumetrie già realizzate e alla rideterminazione di ciò che in alternativa avrebbe costituito nuove e ulteriori colate di cemento nei nostri comuni. Mi riferisco ancora agli incentivi previsti sempre dall'articolo 18, attraverso i quali si intenderebbe favorire gli interventi di acquisto, oppure di recupero, di abitazioni situate nei centri storici e nei centri matrice, a beneficio di nuclei familiari o di giovani coppie in condizioni reddituali al di sotto di una certa soglia, a beneficio dell'ambiente, al quale nel caso risparmieremmo altro inutile cemento, e infine a favore del ripopolamento dei nostri centri storici. Mi riferisco, infine, agli interventi a favore della viabilità provinciale, così come prevede l'articolo 20, e a favore degli enti locali, nella parte in cui l'articolo 21 ter, sia nel comma 1 sia nel comma 2, intende finanziare opere pubbliche e infrastrutture delle quali si ha oggettivamente enorme bisogno.

Peccato, Assessore, che di tutto ciò resteranno in piedi forse solo le questioni procedurali, quelle per le quali non è incluso l'utilizzo di alcuna risorsa finanziaria. Nessuna nuova opera pubblica, mi sembra di capire. Per cui, dopo quanto appena premesso in termini positivi, Assessore, e cioè una volta dichiarato che ci piacerebbe intervenire a sostegno delle province, dei comuni, delle famiglie, degli operatori del mondo dell'agricoltura, eccetera, il nostro timore è che saremo invece costretti a prendere atto, ancora una volta, che la Giunta ha fatto male i conti e che tale piccolo, ma ambizioso disegno di legge si riduce a un qualcosa necessario più semplicemente per eliminare qualche piccolo contrasto della normativa vigente, anziché essere, come speravamo, una piccola boccata d'ossigeno per una regione che soffre più di altre e si accinge a pagare l'ulteriore prezzo più alto del dissesto politico e finanziario a cui l'Italia intera è costretta a causa dell'insipienza di un Governo nazionale bocciato dagli italiani, bocciato dalla comunità internazionale, bocciato dal mercato globale, come non era mai successo prima, e della inadeguatezza di questo Governo regionale e della sua maggioranza.

Dico ciò molto sommessamente, pensando che ogni atto politico compiuto dai rappresentanti del popolo in seno alle istituzioni democratiche, alle quali apparteniamo anche noi, quindi anche l'atto politico odierno, per intenderci, si trascina appresso la credibilità della classe politica intera e delle istituzioni pubbliche, in un tempo in cui ormai la minore credibilità della classe dirigente condiziona in senso negativo ogni tentativo di ripresa e di crescita del mondo dell'impresa e dell'intero sistema socioeconomico del nostro Paese e della nostra regione. Stiamo vanificando, insomma, anche il lavoro degli altri; non ce lo possiamo permettere e non lo dobbiamo permettere.

Da qui l'appello alla Giunta e alla maggioranza di voler considerare l'opportunità di rinviare in Commissione il disegno di legge oggi in discussione, affinché possa essere effettuata assieme agli Uffici ogni eventuale necessaria verifica finanziaria, affinché possa essere effettuato ogni raffronto con i recenti provvedimenti approvati dall'Aula e affinché possano essere incluse quelle azioni più volte sostenute dalla opposizione, spesso annunciate anche dalla Giunta e mai approdate all'esame della competente Commissione del Consiglio. Lo dico sottolineando la premessa che ho fatto, sottolineando l'approccio positivo a questo disegno di legge, nonché il senso di responsabilità che ci dovrebbe accompagnare in questo particolare periodo storico per offrire la disponibilità politica - parlo a titolo personale - a collaborare all'elaborazione di un testo che però sia più coraggioso, Assessore, più concreto, più coerente con le aspettative delle nostre comunità negli obiettivi e anche negli strumenti di cui ci si deve servire per non vanificare nulla del lavoro che si fa, per lanciare un segnale di responsabilità ai sardi sui temi che tale provvedimento può includere, per lanciare un segnale importante agli enti locali, tartassati dai tagli e privati di qualsiasi opportunità, comprese quelle opportunità di cui in questo disegno di legge si parla, senza offrirne nella sostanza alcuna, se non per quanto previsto per quei 20 milioni di euro che la legge regionale numero 12 del 2011 aveva già liberato e ora vengono semplicemente rimodulati, ma siamo sempre lì.

Assessore, colleghi, l'inflazionato richiamo alla drammatica situazione politica generale mi rendo conto che non genera più alcuna attenzione. La complessità della crisi è tale per cui si rischia di vivere con rassegnazione l'ineluttabilità di quegli eventi di dimensioni epocali. Allora diamo un segnale positivo, anche se piccolo, per provare a segnare una svolta o un tentativo per far prevalere, almeno una volta, l'interesse dei sardi rispetto all'orgoglio e alla superficialità che hanno per lunghi tratti dominato l'azione politica di questa maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signora Presidente, colleghi consiglieri, signor Assessore, mentre preparavo il mio intervento ho avuto un po' di dubbi sull'impronta da dargli, specialmente nella fase iniziale. Il fatto che abbiano parlato di seguito tre colleghi della minoranza e che al dibattito generale non si sia iscritto nessuno dei colleghi della maggioranza dipinge chiaramente il quadro della situazione nella quale continuiamo a operare, per cui sono contento di aver preparato questo intervento e lo svolgerò per intero.

Colleghi, la prima considerazione che viene spontaneo fare, la prima riflessione importante, coerente con il breve ragionamento politico che farò in questo mio intervento, è che oggi, 19 luglio 2011, siamo riuniti in quest'aula per parlare, otto mesi dopo la sua presentazione - otto mesi! -, di un provvedimento noto e catalogato come collegato alla manovra finanziaria. Presidente, faccio notare questo aspetto con serietà e pacatezza, ma con la determinazione e la fermezza di chi sostiene che è veramente diventato impossibile proseguire un'esperienza legislativa in cui, a eccezione di "finanziarie" collegate alla finanziaria, assestamenti di bilancio e famigerati piani casa, non si produce nient'altro, non si discute e non si affrontano, anzi si evitano, i temi e i ragionamenti riguardanti i problemi scottanti della nostra terra, che rendono sempre più difficile e sofferente la vita dei suoi cittadini.

Non si parla di riforma sanitaria o se ne parla in termini generali, poco specifici e con grande divisione all'interno della maggioranza che governa o pensa di governare questa Regione; non si parla di riforma e riorganizzazione del servizio idrico integrato. Assessore, in questa direzione mi consenta di dire che è vergognoso leggere sui giornali le cronache dell'assemblea di Abbanoa, in cui i sindaci responsabilmente approvano il bilancio per evitare il disastro e in nessuna delle relazioni dei partecipanti traspaiono in maniera evidente, oltre alle responsabilità politiche, le responsabilità di una classe manageriale totalmente inadeguata e assente che nessuno ha il coraggio di spostare o rimuovere.

Si parla di ripianificazione territoriale e di urbanistica nei modi sbagliati e specialmente con gli strumenti sbagliati. Abbiamo assistito da poco a una querelle sulla stampa: si chiede al Presidente della Commissione lo stralcio della seconda parte del piano casa perché l'Assessore, giustamente secondo il suo compito, dice che è pronto il nuovo Piano paesaggistico regionale. Noi leggiamo queste cose sui giornali, ma vorremmo parlarne in quest'Aula, vorremmo parlarne nelle apposite Commissioni, vorremmo evitare di perdere tempo con strumenti come il piano casa che così come è stato istruito e predisposto non produrrà alcun beneficio per i nostri cittadini. Oltre a qualche pur apprezzabile presa di posizione dell'Assessore del bilancio, non si sente e non si vede neanche minimamente la durissima reazione che la Regione e il presidente Cappellacci avrebbero dovuto mettere in atto per la vertenza entrate e lo scippo di risorse perpetrato a nostro danno, insultando la nostra autonomia e la nostra specialità. Non continuo con considerazioni che, è vero, non riguardano strettamente il contenuto di questo disegno di legge, ma sono di certo politicamente e strutturalmente ad esso collegate, visto anche il clima che si vive in quest'Aula.

Assessore, come già chiesto da diversi colleghi, sarebbe fondamentale, anzi prioritario rispetto a qualunque possibile ragionamento, capire un aspetto essenziale di questo provvedimento: le coperture finanziarie ci sono oppure no? Le norme presenti in questo disegno di legge prevedono cospicui stanziamenti: ci sono le disponibilità finanziarie oppure no? Sarebbe utile saperlo. Anzi io lo indicherei come presupposto per continuare a ragionare su questo tema, perché si sono sentite diverse voci, per esempio si dice che la Commissione bilancio non abbia approvato la parte finanziaria del collegato in discussione, per cui gradirei avere una risposta e a tal fine mi appello al Presidente, se del caso.

L'articolo 17 prevede alcuni interventi tecnici per meglio normare il problema dei bacini che per ridotte implicazioni per la sicurezza possono essere esclusi dal campo di applicazione della legge numero 12. Il secondo comma dello stesso articolo invece sospende le sanzioni amministrative in attesa che con decreto dell'Assessore regionale sia meglio disciplinato l'aspetto delle sanzioni e delle demolizioni. Penso, Assessore, che in entrambi i casi sia indispensabile capire se dal 2007 ad oggi si sia mosso qualcosa, ovvero se ci siano stati provvedimenti sanzionatori di demolizione regolati con la normativa che ora stiamo modificando. Nel caso fosse così, Assessore, le suggerisco di fare una verifica perché commetteremmo sicuramente una grave ingiustizia nei confronti di chi si è trovato a cimentarsi con una legislazione che stiamo modificando per carenze nostre.

In tal senso non bastano neanche le ultime due righe del comma 4 dell'articolo 17, che testualmente recitano: "Fino a detto termine sono estinti gli eventuali provvedimenti sanzionatori pendenti". Infatti questa dicitura chiaramente lascia aperta una disparità di trattamento verso chi eventualmente i provvedimenti sanzionatori li ha già definiti e pagati, comprendendo anche, come diceva l'onorevole Lotto, che questi interventi sono sicuramente necessari per la vita delle nostre campagne e degli agricoltori, che ne sono i primi fruitori e che in questo momento non si possono permettere di pagare né sanzioni né nient'altro. Chiederei all'Assessore di verificare se, oggettivamente, modificando questa normativa si commettono eventualmente dei soprusi nei confronti delle persone che hanno già utilizzato questo meccanismo.

Per quanto riguarda l'articolo 18, in materia di edilizia residenziale ritengo positivo, Assessore, che venga data all'AREA la possibilità di acquistare nuovi edifici da destinare alla locazione sia a canone moderato sia a canone sociale. Faccio presente che durante la discussione della parte prima del collegato questo era già stato proposto dal collega Gian Valerio Sanna, con un emendamento che non è stato assolutamente preso in considerazione, forse perché si pensava che fosse un intervento inutile rispetto alla spendita delle risorse. Così non era e infatti ci ritorniamo con un emendamento proposto direttamente dall'Assessore, che adesso ritiene quell'intervento positivo. Vedo che è previsto anche un intervento a fondo perduto a favore delle giovani coppie per investire nei centri storici e nei centri matrice. Penso che sia un'opportunità, in un momento di difficoltà, per le giovani coppie, ma sia anche un'opportunità per migliorare i nostri centri storici e i nostri centri matrice, che sono tendenzialmente i luoghi più sensibili delle nostre città.

Per quanto riguarda i ribassi di gara e il loro utilizzo condivido le affermazioni che faceva l'onorevole Lotto. Arriviamo, poi, alla parte finanziaria, che è quella che mi lascia perplesso, sulla quale probabilmente l'Assessore ci darà una risposta. Abbiamo stanziato 500 mila euro per la realizzazione di un sistema di rilevamento della velocità e parrebbe esserci un emendamento tendente a ridurre tale stanziamento. Ricordo che in Commissione discutemmo a lungo di questo tema: tendenzialmente si tratta di dispositivi di rilevamento destinati a essere installati nella strada Sassari-Olbia; questo per andare incontro alle esigenze di sicurezza e cercare di limitare i danni che quella strada provoca, come attestano le numerose morti avvenute lungo quel percorso. E' anche vero, Assessore, che a me piacerebbe capire oggettivamente qual è la situazione attuale della Sassari-Olbia, lo stato dell'arte dei relativi lotti, nonché la situazione dei finanziamenti. Le chiedo di essere più esaustivo, durante il suo intervento, rispetto a quello che si legge sui giornali, ma che ogni tanto viene modificato nei ragionamenti e smentito nelle dichiarazioni. Sarebbe sicuramente importante avere queste informazioni.

Nel comma 2 dell'articolo 20 è previsto uno stanziamento di 5 milioni di euro per gli interventi per la viabilità provinciale. Assessore, è uno stanziamento esiguo, lei lo sa bene; essendo amministratore di un ente locale conosce perfettamente le difficoltà alle quali vanno incontro le province proprio per quanto riguarda il settore viario di loro responsabilità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

(Segue MANCA.) Viene fatta una ripartizione delle risorse sulla base delle estese chilometriche; lo considero corretto, ma penso che debba essere fatta anche una valutazione rispetto a quelle che sono le esigenze dei diversi territori. Non tutti i territori, infatti, hanno le stesse esigenze o sono stati oggetto delle stesse attenzioni nel corso degli anni. Penso, quindi, che vada fatta anche questa valutazione e in maniera molto attenta.

Va bene la proroga dei termini per le opere pubbliche, condivido al riguardo quanto sosteneva il collega Lotto. All'articolo 21 ter, Assessore, si parla di opere pubbliche degli enti locali, i cui finanziamenti sono stati oggetto di modifiche e spostamenti nelle diverse finanziarie. Ricordo che anche nella passata legislatura venivano utilizzate risorse da destinare ai comuni al di sotto di 5.000 abitanti e che avevano una destinazione ben definita rispetto a quella che noi abbiamo invece indicato con la finanziaria, stanziando 20 milioni di euro per le opere immediatamente cantierabili. Sono state pubblicate le graduatorie e possiamo notare che spesso sono i comuni di grandi dimensioni o addirittura le amministrazioni provinciali a usufruire di questi finanziamenti, per cui penso che rifinanziare questo capitolo sia assolutamente di vitale importanza.

Assessore, sfido lei e il suo Gruppo politico di appartenenza a far sì che queste risorse non vengano scippate, come invece è accaduto con le scorse finanziarie. Penso che anche la realizzazione di piccoli interventi all'interno delle amministrazioni comunali sotto i 5.000 abitanti sia importante per dare risposte immediate a esigenze come il completamento di una illuminazione pubblica o di una piazza. Piccole cose, ripeto, che però nell'immediato nei piccoli comuni danno risposta a delle esigenze.

Queste sono a grandi linee le considerazioni che volevo svolgere su questo disegno di legge. In conclusione, vorrei dire che si sarebbe potuto seguire un percorso più adeguato, si sarebbe potuto lavorare meglio in Commissione. Concordo con quello che diceva il collega Moriconi, cioè che un disegno di legge riportato in Commissione con la disponibilità al dialogo e al reperimento di risorse nuove sarebbe sicuramente più utile per gli enti locali e i cittadini. Ribadisco che su questi temi e su altri provvedimenti legislativi, vedi il piano casa, abbiamo fatto le stesse proposte e non siamo stati ascoltati, per cui ci troviamo ancora adesso a rincorrere le soluzioni e a mettere in difficoltà gli enti locali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Meloni Francesco.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Milia, Oppi e Peru sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 61 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zedda - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). L'organizzazione politica a cui ho aderito, Sinistra Ecologia e Libertà, è molto attenta ai livelli di precarietà che i sardi vivono. Ci sono tanti livelli di precarietà, ma non intendo certamente tornare sul tema della precarietà del lavoro, perché abbiamo visto quali complessità e quali contraddizioni può portare, e neanche riferirmi alla precarietà dell'ambiente e, per esempio, ai problemi della sindrome di Quirra, o alla precarietà della salute, di cui in questi giorni di Consiglio si è discusso.

C'è un altro grande livello di precarietà alla quale mi riferisco, che è la precarietà dell'abitare. Anticipando alcuni emendamenti mi riferisco, per esempio, alle problematiche degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai cosiddetti canoni concordati, di cui potrei indicarvi le cifre; parliamo spesso di cifre di mercato, ma c'è tanta povera gente non riesce a pagare nemmeno l'affitto delle case di edilizia sovvenzionata.

Mi riferisco anche a un altro livello di precarietà dell'abitare, che è quello legato all'edilizia spontanea. In Sardegna ci sono circa cento nuclei di questo tipo, molti dei quali prevalentemente di carattere residenziale, che oggi si trovano in condizioni di totale disagio per carenza di infrastrutture. Mi stupisce che sia questa la situazione a vent'anni dall'istituzione della legge regionale numero 23 del 1985, che riprende la legge numero 47, dello stesso anno, che con i suoi articoli tendeva a risolvere proprio i problemi di questa precarietà dell'abitare, parlo dell'edilizia spontanea. Badate, anche qui, similmente alla precarietà del lavoro, le precarietà spesso e volentieri derivano dall'infrazione di regole, di leggi, di quella burocrazia borbonica tipicamente sarda e meridionale che governa l'urbanistica in Sardegna e che ha portato migliaia e migliaia di famiglie spesso…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cugusi. Colleghi, c'è in aula un brusio che non consente sicuramente al collega Cugusi di svolgere serenamente il suo intervento.

Prego, onorevole Cugusi.

CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Dicevo che questa tendenza borbonica dell'urbanistica in Sardegna ha costretto anche semplici impiegati a improvvisarsi muratori e manovali e a costruirsi da sé le case. Parlo di migliaia di famiglie distribuite in tutto il territorio della Sardegna; penso, per esempio, ai casi di Olbia, Nuoro, Sassari, Quartu Sant'Elena, Selargius e Monserrato. C'è poi una situazione particolare: pensate, un quartiere di Cagliari, frutto appunto di edilizia spontanea, avrà 10 mila cittadini residenti entro i prossimi due anni! Si chiama Baracca Manna. Sto parlando di tutte quelle situazioni in cui dei cittadini vivono senza sistemi fognari, senza illuminazione pubblica e hanno giusto giusto l'acqua potabile grazie a impianti idrici realizzati in modo artigianale.

Ebbene, l'articolo 36 della legge numero 23 consentirebbe a tutte le amministrazioni che hanno di queste problematiche di chiedere l'intervento della Regione. Io ho preteso l'applicazione di questo articolo quando governava il centrosinistra e continuerò a pretenderla adesso che governa il centro destra. Nel rappresentare questi "ultimi della terra", questi cittadini che vivono in quelle condizioni, pretendo che attraverso un emendamento sia fatta giustizia, che cioè sia finanziato un articolo mai finanziato - così mi risulta - che consente alle amministrazioni locali che a causa della stessa legge numero 23 non hanno potuto far pagare per intero gli oneri di urbanizzazione (appunto perché la "23" consente ai cittadini non abbienti di non pagare per intero le opere di urbanizzazione) di chiedere l'intervento della Regione, in quanto nelle casse delle amministrazioni locali non ci sono i fondi per poter realizzare le opere di urbanizzazione.

A queste precarietà mi riferisco e mi auguro, signor Presidente, signori consiglieri, signor Assessore, che ci sia al riguardo attenzione, ma soprattutto un rigoroso rispetto della legge che ci consenta di dare un'efficace risposta.

Ho studiato, in questo breve periodo, il disegno di legge in esame e ho notato che nel testo sono totalmente assenti questi aspetti. Non entrerò nel dettaglio, volevo soltanto anticipare delle considerazioni su delle situazioni di precarietà che i sardi hanno diritto di sanare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere cinque minuti di sospensione, stando in aula, per valutare alcuni punti con l'Assessore.

PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo, sospendo la seduta per cinque minuti. I lavori riprenderanno alle ore 17 e 35.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 29, viene ripresa alle ore 17 e 38.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Signor Presidente, intervengo solo perché ritengo opportuno dare alcune indicazioni per quel che mi riguarda. Ritengo anche opportuno, per poter soddisfare al meglio le esigenze della popolazione, che a questo provvedimento venga data nuova linfa attraverso degli emendamenti che ho sottoscritto poco fa e che riguardano l'operatività della legge e delle norme ad essa collegate.

Intanto dobbiamo tenere presente che stiamo operando in una condizione in cui le risorse finanziarie sono ridotte ai minimi termini e probabilmente molti di noi, anche chi ha istruito nella Commissione di merito il disegno di legge, non si sono accorti che in un passaggio legislativo statale di qualche giorno fa sono stati tolti circa 10 miliardi riguardanti finalità per le quali anche questa legge avrebbe potuto avere garanzie finanziarie. Questa legge, come tutte quelle che stiamo approvando da un po' di tempo a questa parte, marca la carenza assoluta di un quadro normativo preciso e soprattutto di un quadro istituzionale di riferimento. Non mi stancherò mai di affermare che sino a che non avremo uno Statuto di autonomia degno di questo nome, rispondente alle esigenze di questi tempi, qualunque sforzo, anche di buona volontà, che in quest'Aula possiamo fare non ci consentirà di trovare un altro punto di riferimento per le norme che dovremmo porre in campo per le necessità del popolo sardo. Manca, quindi, un nuovo Statuto di autonomia, manca la legge statutaria, manca un quadro di riferimento istituzionale, perché dopo la soppressione delle comunità montane e l'istituzione delle unioni di comuni e di altre quattro province per volontà di quest'Aula in altra legislatura, ancora non c'è un punto preciso di riferimento sulla base del quale poter operare. Gli stessi comuni non riescono a spendere le risorse che vengono loro trasferite per le opere pubbliche perché vuoi il PAI vuoi la concertazione con mille e un ente impegnati nel territorio, soprintendenze e quant'altro, impediscono che i lavori siano appaltati entro i tempi stabiliti. Addirittura opere importantissime già finanziate rischiano di vedere cancellato il relativo finanziamento. Mi riferisco, per esempio, a una nuova strada provinciale che alleggerirebbe enormemente il traffico proveniente dal Sarcidano, da paesi come Laconi, e dalla SS 131; mi riferisco al ponte sul Tirso, sempre più ingolfato dal traffico in arrivo dal lato nord della provincia di Oristano, a cui nel periodo estivo si aggiunge il flusso turistico verso il mare.

Credo, quindi, che ci sia la necessità di apportare qualche miglioramento alla legge in discussione. Ribadisco tuttavia la necessità di un'intelaiatura istituzionale anche a livello delle autonomie locali tale da consentire una programmazione di area vasta e la sua realizzazione attraverso i singoli comuni. Vi è la necessità, soprattutto di questi tempi, di finanziamenti pubblici che possano rimettere in moto l'economia; vi è la necessità di capire che l'infrastrutturazione è la base dello sviluppo della nostra Isola, così come dello sviluppo di qualunque territorio; vi è la necessità di non disperdere le risorse e quindi di regolamentare al meglio l'utilizzo dei finanziamenti, e questo vale soprattutto per quel che riguarda l'ex IACP, ovvero l'AREA, che sembrerebbe essere l'ente più ricco della Regione Sardegna e nonostante ciò non riesce a dare risposte alle esigenze delle giovani coppie e di tante famiglie che non hanno la possibilità di acquistare una casa a prezzo di mercato.

Bisogna dare indirizzi affinché non nascano nuove zone urbanizzate all'esterno del centro matrice della città o del paese, ed è lì che bisogna insistere per far sì che le case disabitate vengano riattate e rese agibili, anche per non lasciare i centri storici vuoti o in costante degrado. Tra l'altro si risparmierebbe, in quanto ogni nuova zona urbanizzata significa ulteriori costi per fogne, luce, acqua, infrastrutture stradali e quant'altro, mentre nei centri matrice e nei centri storici l'infrastrutturazione è già esistente; i danari così canalizzati possono portare più velocemente dei benefici. Ricordo che l'onorevole Gian Valerio Sanna, nel corso della trattazione della parte prima del collegato, rimarcava l'esigenza di avviare delle iniziative, anche a diversi livelli, per rendere disponibili i palazzi e le case disabitate.

Credo sia importante, tra le altre cose, onorevole Assessore, indirizzare l'AREA anche verso la vendita delle proprie case. Spesso e volentieri, infatti, gli assegnatari vorrebbero riscattarle, ma non viene loro concesso, mentre è auspicabile che ciò possa avvenire anche per alleggerire l'ente di tanti immobili che spesso non vengono utilizzati al meglio né mantenuti in buono stato. Bisogna perciò iniziare un processo interno di revisione e aggiornamento di tutto il sistema operativo dell'AREA.

Ci sono molti aspetti che vanno certamente puntualizzati, ma è anche vero che vi è la necessità primaria, come dicevo prima, di avere un quadro istituzionale e organizzativo del territorio prontamente e significativamente attrezzato per poter garantire possibilità di sviluppo. Guai se oggi dimenticassimo quali sono i presidi di un territorio vasto come la Sardegna, che in determinate zone non ha neanche 20 abitanti per chilometro quadrato. Dobbiamo cercare strade innovative che diano la possibilità di incrementare lo sviluppo delle zone interne, dove è in atto lo spopolamento dei piccoli centri. Occorrono infrastrutture, occorre migliorare la viabilità e velocizzare i trasporti per consentire agli abitanti dei piccoli centri, delle lande lontane e deserte, di raggiungere le città in tempi brevi e di non essere costretti, per usufruire di certi servizi, come l'università, a inurbarsi a Cagliari, a Sassari o a Oristano.

Mi consenta ancora un riferimento, Assessore, a quello che è il problema della SS 131. Ci capita, quando andiamo in continente, di percorrere la dorsale occidentale in Toscana, una superstrada a quattro corsie per tutta la sua lunghezza, realizzata nel giro di pochi anni e che somiglia più a un'autostrada. La SS 131 è soltanto una delle rivendicazioni nei confronti dello Stato. La Sardegna, infatti, resta comunque un'isola per quanto riguarda i trasporti, la viabilità navale e aerea, ma c'è anche un problema di infrastrutturazione interna, di collegamento delle diverse zone del nostro territorio. Non è tollerabile che per andare da Sassari a Cagliari ci si debbano impiegare ancora diverse ore, magari per le continue interruzioni stradali e chiusure al traffico di cui non si capisce neanche il motivo. Capisco che ci sono lavori in corso continui e indifferenziati, ma penso che l'ANAS dovrebbe, per esempio, essere obbligata a operare in modo da creare il minor disturbo possibile al traffico sulla SS 131, a creare collegamenti alternativi, quei collegamenti di grande valenza per la nostra Isola, che servono da interconnessione tra le zone interne e che ancora tardano a essere realizzati, come il collegamento tra la SS 128 e l'Ogliastra o il collegamento tra la Gallura e le zone interne dell'Oristanese e del Nuorese.

Bisogna trovare il modo di elaborare una programmazione infrastrutturale degna di questo nome. A tal fine vi è la fondamentale esigenza di avere un quadro istituzionale locale puntuale e identificato, che ancora non abbiamo. Stiamo tardando, signor Presidente della prima Commissione, a predisporre una riforma seria e puntuale, su cui poter spendere la buona volontà di un Consiglio che anche stasera non vedo molto attento ai lavori. Certo, questa può essere una cosa minimale, momentanea, ma c'è comunque la necessità di dare risposte a determinate esigenze della popolazione sarda, che indubbiamente merita di più di quel che fino ad oggi siamo riusciti a darle.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che l'onorevole Marco Meloni è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, rilevo che il livello di attenzione di quest'Aula è veramente molto basso. Credo che non sia un fatto occasionale e che in quest'Aula stia subentrando un po' di rassegnazione per questo modo di legiferare assai disorganico.

Il provvedimento in discussione ha un'origine abbastanza confusa: è un pezzo di una norma arrivato qui monco, con pochissime risorse e che certamente non affascina e non rende giustizia ai bisogni e alle necessità che la nostra Regione dovrebbe affrontare in materia di infrastrutture e di lavori pubblici utili per mettere in moto lo sviluppo. Non mi dilungherò nel mio intervento, voglio solo denunciare che ormai il nostro ruolo è un po' quello delle comparse, in qualche modo si tiene…

Vede, Presidente, a cosa mi riferivo? Anche l'Assessore dà le spalle alla Presidenza del Consiglio!

PRESIDENTE. Invito i colleghi a tornare al proprio posto. C'è un insostenibile brusio in aula.

Prego, onorevole Porcu.

PORCU (P.D.). Presidente, lei si affanna a richiamare almeno la buona educazione, però non c'è più nulla che tenga insieme quest'Aula. Lei si affanna, ma l'Aula è distratta perché si accorge che il nostro ruolo è marginale. Ormai siamo qui per ingannare il tempo, approviamo provvedimenti vuoti e insulsi soltanto per poter dire che li abbiamo approvati, per tenerci impegnati, per cercare di salvare la faccia, anche se non la potremo più salvare andando avanti con provvedimenti di questo genere. Credo che l'articolato in esame lo confermi: pezzettini di norme messe insieme alla rinfusa, rattoppate, che magari risolvono qualche piccolo problema, ma non ne risolvono tanti altri e certamente non affrontano né la materia dei lavori pubblici, né il tema dell'edilizia residenziale e nemmeno quello della messa in sicurezza e della mitigazione del controllo sulle strade che costituiscono l'infrastruttura viaria della nostra regione.

Sono stati toccati molti temi da parte dei miei colleghi, ma io credo che il vero tema sia politico. Dove vuole andare questa maggioranza legiferando in questo modo? Per quanto tempo riuscirà a tenere impegnato il Consiglio con provvedimenti vuoti, disarticolati, non omogenei, senza riforme organiche? Per quanto tempo sarà possibile ancora cercare di salvare la faccia quando le emergenze sociali e le emergenze economiche a cui siamo chiamati ogni giorno meriterebbero un'azione di governo assai più incisiva?

Il Presidente della Regione ormai è nella categoria dei desaparecidos, non lo vediamo più, si occupa d'altro, e mentre lui si occupa d'altro, magari di riprogrammazione di fondi europei, nel tentativo di salvare il salvabile, di salvare la faccia, ormai la maggioranza di questo Consiglio va avanti per conto suo. Immagino che quando andremo a esaminare gli emendamenti presentati a questo provvedimento ci saranno altri tentativi di salvare il salvabile, ognuno cercherà, esattamente come è accaduto per la parte prima del collegato alla finanziaria e per il disegno di legge sul personale, di dare un senso al proprio stare in quest'Aula, di dare un senso al proprio mandato, a un mandato che un senso non può più averlo perché la cacofonia politica, lo strabismo politico, la disorganicità del vostro modo di legiferare è ormai palese. Siete assolutamente inadeguati a guidare questa Regione, lo avete dimostrato una volta di più con questo collegato sui lavori pubblici che di lavori pubblici ha praticamente soltanto il nome e di legato a qualcosa di utile alla Sardegna non ha veramente nulla!

Spero che questa fase abbia a finire presto. Come minoranza presenteremo delle proposte migliorative, cercheremo anche noi di dare un senso al nostro stare in quest'Aula sollevando qualche tema, anche se sappiamo che il vero tema sono le risorse della Sardegna, il vero tema è la capacità di questa Regione di esercitare fino in fondo le sue prerogative, ma è un tema dimenticato. Siamo ormai schiacciati da un federalismo non solidale, siamo succubi di uno Stato che non riconosce neanche i nostri diritti. Ricordava prima il collega Manca il tema delle entrate, un tema negletto: abbiamo firmato anche un ordine del giorno unitario, ci siamo dichiarati pronti ad andare tutti insieme a Roma, abbiamo approvato le norme di attuazione pieni di speranza. E' da un anno e mezzo che ci parlate di queste norme di attuazione dicendo che saranno decisive, che riporteranno alla Sardegna 600 milioni di euro all'anno di risorse "neglette", di risorse cancellate, con le quali magari mettere in campo politiche di sviluppo. Certamente non basteranno, certamente c'è da riqualificare la spesa, certamente c'è da tagliare qualcosa, ma quelle sono risorse che coprono i disavanzi accumulati dalle amministrazioni precedenti, che coprono un effetto che si protrae dal 1991, da quando cioè di fatto la quota del gettito tributario spettante alla Sardegna non è stata assegnata per via di anomalie contabili. Con quei soldi recupereremmo quello che ci era dovuto negli anni passati, potremmo incidere sull'indebitamento, potremmo cancellare parte dei 2 miliardi di euro di indebitamento finanziario e abbattere gli interessi sul debito che diventano sempre più gravosi. Ma anche quello è un tema che non viene affrontato, non se ne sa più nulla. Ogni tanto l'assessore La Spisa ci racconta di un prossimo incontro che avverrà con il ministro Tremonti. C'è sempre un prossimo incontro, c'è sempre un'altra promessa, c'è sempre un tavolo che sta per aprirsi, ma nel frattempo le opportunità si esauriscono, le aziende chiudono. I vostri richiami a un qualcosa che deve accadere e non accade mai diventano sempre più vuoti ed è sempre più evidente la vostra incapacità non solo di governare la Sardegna, ma anche di far valere i nostri diritti nei confronti dello Stato, nei confronti del Governo. E' sempre più palese la vostra inadeguatezza, la vostra remissività, la scarsa credibilità di cui gode la nostra Amministrazione regionale nel momento in cui anche quello che dovrebbe fare, anche quello che dipende dalla sua capacità di programmazione in materia di opere pubbliche, di scuola, di energia, di enti locali, di sanità e di gestione del personale non viene messo in campo. Con quali credenziali ci presentiamo al tavolo del Governo nazionale? Con quali compiti svolti, con quali riforme approvate, con quale dimostrazione di serietà e di impegno, con quali strumenti di programmazione ci presentiamo al Governo per dire che il nostro dovere l'abbiamo fatto e che quindi quelle risorse ci spettano?

Credo che questo collegato sui lavori pubblici sia un'altra pagina del vostro fallimento politico, un'altra pagina della vostra inadeguatezza, un'altra pagina della vostra necessità di tenerci semplicemente impegnati su provvedimenti vuoti che non vanno all'origine dei problemi, che non affrontano i problemi della Sardegna e che hanno il solo scopo di mascherare il fallimento politico della vostra maggioranza. Certamente potrete dire che il Consiglio regionale ha approvato un'altra legge, che c'è stata qualche altra seduta d'Aula, che qualche piccola cosa è stata affrontata, che ci avete tenuti impegnati, ma questo impegno è sempre più vacuo e non può mascherare quello che è il fallimento politico della vostra maggioranza.

Occorrerebbe un sussulto, ma non quel tipo di sussulto che a volte viene richiamato, ovvero una sorta di accordo bipartisan tra i consiglieri tendente a scavalcare chi ci ha eletto, a cancellare la chiarezza delle responsabilità politiche tra maggioranza e minoranza, a confondere le acque al solo scopo di mantenere in piedi questa legislatura. Io non credo che questo sia possibile, non credo che sarebbe chiaro per chi ci ha eletto. Credo che l'unica strada per un cambio di rotta sia quella di ridare la parola a chi ci ha eletto, non ci sono vie di mezzo. Noi siamo qui e certamente cercheremo di dare un senso alla nostra presenza per tutto il tempo che voi riterrete di prolungare quella che sta diventando una vera e propria agonia. Non rinunceremo a fare proposte migliorative, non ci auguriamo l'agonia e speriamo ogni volta che siate capaci di un colpo d'ala, che siate capaci di un sussulto, che siate capaci anche di uno scatto di dignità, di orgoglio, per mettere in campo qualche riforma vera e coraggiosa sulla quale noi siamo disponibili a darvi una mano, ma nella distinzione dei ruoli, perché la responsabilità sta in capo a chi governa. E' vostra la responsabilità di proposta, è vostra la responsabilità di guida e noi rispetto alla vostra responsabilità di proposta possiamo non sottrarci, siamo disponibili a proporre miglioramenti, ma deve essere chiaro che sta a voi dare un senso a questa legislatura e chiarire ai sardi qualcosa che non avete ancora chiarito: qual è la vostra visione di Sardegna, qual è la vostra idea di Sardegna, qual è il vostro progetto di governo, quali sono le riforme che ritenete importanti, certamente senza sopravvalutare la crisi generale o sopravvalutare il ruolo della politica, per compiere un cambio di passo, per contribuire a una risalita, per far sì che una nuova speranza, partendo proprio da una politica che faccia perlomeno la sua parte, possa contagiare positivamente la società e provare a rimetterla in moto.

Credo che il provvedimento in discussione rappresenti un altro passaggio a vuoto, un altro passaggio inutile, un'altra prova, se ce ne fosse bisogno, della vostra incapacità di governare e noi speriamo che non vogliate prolungare l'agonia: o la interrompete responsabilmente o siate capaci di uno scatto d'orgoglio e di portare in quest'Aula riforme vere. Troverete una minoranza che, come ha già fatto in queste settimane e in questi mesi, saprà svolgere il proprio ruolo democratico nell'interesse dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presumo che non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione, voglio solamente fare alcune riflessioni su un disegno di legge che è figlio del tempo che stiamo vivendo in quest'Aula, nel senso che è un disegno di legge senza ambizioni, arrivato qui in maniera un po' dimessa e la cui sostanza, al di là del titolo pomposo, "Disposizioni varie in materia di realizzazione e finanziamento di opere pubbliche", è assolutamente fuori luogo e sicuramente molto al di sotto delle necessità. Discutiamo una legge con un titolo così pomposo in un momento in cui in Sardegna rischia di crollare tutto, perché quando si parla di opere pubbliche non si tiene conto della drastica e drammatica riduzione dei finanziamenti che sono disponibili per investimenti nella nostra regione. Non abbiamo risorse, ci vengono sottratte anche quelle che per legge avrebbero dovuto esserci restituite e noi facciamo delle leggine in cui ci limitiamo a qualche sforbiciata, a qualche correzione di leggi approvate negli anni scorsi, tentando di dare la sensazione di svolgere un'attività utile, ma che in realtà è assolutamente insufficiente e spesso inutile.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, per cortesia!

Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Dicevo all'Assessore che questa legge è figlia del tempo che viviamo in quest'Aula e non ha sicuramente lo spessore e la possibilità di intervenire in alcuni dei settori...

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, per cortesia!

Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Ho fatto uno sforzo, assessore Sannitu, per cercare di cogliere lo spirito che lega o dovrebbe legare i vari commi di questa legge e siccome non l'ho colto faccio riferimento ai motivi per cui sarebbe opportuna un'iniziativa unitaria di questo Consiglio regionale per eliminare ciò che impedisce che questo provvedimento contenga le disposizioni che sarebbero necessarie alla Sardegna: non abbiamo i fondi per dare un'adeguata copertura finanziaria a questa legge; non abbiamo i fondi per realizzare le infrastrutture di cui la Sardegna ha urgente bisogno; non riusciamo a intervenire in maniera adeguata con un piano casa mirato a favore di coloro che la casa non ce l'hanno e non di coloro che hanno le ville al mare di cui vogliamo consentire l'ampliamento con capanni e pertinenze.

Questo, a mio modesto parere, assessore Sannitu, è l'argomento su cui dovremmo discutere in un momento in cui sta per abbattersi sulla nostra economia e sulla nostra società una gragnuola di provvedimenti limitativi della nostra capacità di spesa, che a questo punto ci vedranno qui annichiliti a registrare solamente qualche limatura funzionale di alcuni provvedimenti legislativi. Io penso che non possiamo limitarci a discutere in quest'Aula di incentivi alla progettazione, di virtuali finanziamenti di opere pubbliche, di una serie di limature di norme in vigore, come la deroga al definanziamento delle opere pubbliche prevista nell'articolo 21, una norma che ci trasciniamo da anni e anni e che ogni anno correggiamo perché riportiamo indietro le lancette dell'orologio che avevamo fissato in maniera diversa negli anni scorsi. Ci preoccupiamo inoltre di dare un incentivo per l'acquisizione della certificazione del sistema di qualità delle imprese esecutrici di opere e lavori pubblici; dovremo cioè finanziare circa cinquecento aziende.

Si tratta, in sostanza, di una serie di interventi che non rispondono, se non in maniera eccezionalmente limitata, a quelli che sono i bisogni veri della gente, dei cittadini sardi. Noi stiamo ancora aspettando che la Giunta regionale presenti un piano casa come si deve, che presenti anche un quadro normativo di delegificazione, di accelerazione procedurale delle pratiche legate alle attività urbanistiche ed edilizie. C'è bisogno anche di questo, non solo di una legge che faccia piccole limature normative. Una cosa non ho capito: qual è la funzione della modifica al titolo del disegno di legge operata dalla Commissione. Mi rivolgo all'onorevole Stochino, relatore di maggioranza: siamo passati da "Disposizioni nei vari settori d'intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" a "Disposizioni varie in materia di realizzazione e finanziamento di opere pubbliche e relative all'interruzione della procedura di liquidazione dell'ESAF". Chi legge il nuovo titolo capisce che la Regione ha deciso di interrompere la procedura di liquidazione dell'ESAF. Spero che non sia così, e se non è così probabilmente, anzi sicuramente, è necessaria una limatura anche del titolo della legge, così come modificato in Commissione.

Ecco perché, al di là di queste brevi considerazioni, cercheremo di entrare nel merito dell'articolato della legge. Non sappiamo quanto potrà essere migliorato, per esempio per quanto riguarda i finanziamenti di cui all'articolo 21 ter, né quanto possa essere utile lasciare in piedi così com'è l'articolo 21 quater, relativo proprio all'interruzione della procedura di liquidazione dell'ESAF. Ci sembra di poter dire che per i tre quarti il provvedimento discusso e modificato in Commissione contiene qualche piccolo intervento di delegificazione, qualche limatura senza nessun costrutto di norme in vigore. L'articolo 21 quater rappresenta invece il tentativo di tornare indietro rispetto a un'operazione fatta nella precedente legislatura e che va confermata, anche se può essere migliorata probabilmente negli assetti procedurali.

Complessivamente, quindi, 5 meno meno è il voto che noi diamo a una legge che probabilmente sarà difficile migliorare nel prosieguo della discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)

Terza verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che il consigliere Cappai è presente.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 52 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Campus - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, i nostri lavori possono proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghi attenti, meno onorevoli colleghi disattenti (adesso bisogna dire così), credo che il problema sia capire se abbiamo la percezione che tra qualche tempo, qui fuori, se qualcuno ci incontrerà da soli ci scuoierà, perché quello che sta avvenendo, il crescente attacco frontale nei confronti della politica è solo camuffato da questo sistema di ripresa video in base al quale se qualcuno si connette a Internet in questo momento vede me che parlo, appena finisco vedrà il banco della Presidenza, ma non può avvertire ciò che succede intorno, non vede cioè il rapporto, l'interazione con la Giunta, i banchi vuoti, la gente che va e viene in quest'aula, perché se vedesse tutto questo saremmo già a rischio tutti quanti! Può vedere solo me o quel banco, per il tempo in cui il Presidente dà la parola. Non vede nient'altro, neanche chi sta telefonando lì dietro. Non lo potrà mai vedere, il problema nostro è questo!

Con molto rispetto, devo dire che non so dove abbiate lasciato il presidente Cappellacci. Dove l'avete lasciato, a Orgosolo o da qualche altra parte? Li trova tutti gli spazi da andare a visitare, meno questo! Vorrei chiedere se almeno voi che siete al Governo regionale avete la percezione di quello che è rimasto della vostra missione, quella che deriva dalla vostra elezione. Qual è la missione di questa maggioranza? Voi della maggioranza la conoscete? Il Presidente ve la ricorda qualche volta? In quest'Aula sta mancando persino la percezione che chi è stato legittimato dagli elettori ha un programma da realizzare, una missione da compiere. Dov'è il Presidente, perché non viene qui a spiegare come intende portare avanti o correggere l'impostazione dell'economia, della situazione sociale della Sardegna? Oggi, partendo dal fatto che manca più di 1 miliardo di euro in entrata nel bilancio della Regione, ancora non sappiamo quanto inciderà sulle entrate della Sardegna l'ulteriore miliardo riguardante le Regioni a statuto speciale tagliato dal Governo nella manovra approvata l'altro giorno. Avete un'idea di come faremo a chiudere il bilancio? Spero che l'Assessore ce lo dica, che ci dica quale significato intende dare alla sua funzione, posto che da un'indagine de Il Sole 24 ore di qualche giorno fa risulta che in Sardegna - non alle Seychelles! - i trasferimenti, cioè gli impegni per gli investimenti pubblici sono stati ridotti in quattro anni del 60 per cento, cioè non si spende più una lira per investimenti pubblici. Questo avviene, ecco perché c'è la crisi. E noi rispondiamo con un paiolo sfondato e privo di contenuto!

Questa legge non ha copertura finanziaria e quel poco che doveva essere accantonato per finanziare questo provvedimento è stato rapinato nel corso della discussione della parte prima del collegato. Mi spiegate di che cosa stiamo parlando? Noi vi abbiamo a suo tempo ricordato che ci sono più di 130 milioni di euro da spendere nell'edilizia pubblica e vi abbiamo fatto una proposta. Non andava bene. Vi abbiamo poi proposto di riformare l'AREA. Non andava bene neanche questa proposta. La risposta è sempre una riduzione!

Una volta, lo sanno bene quelli di noi che hanno più dimestichezza con la politica, quando interveniva un periodo di crisi o di difficoltà si usava dire: "Non perdiamo la calma", perché si sapeva che il tempo era la medicina dei problemi, con il tempo si risolveva tutto in politica. Ma questo accadeva nel tempo ordinario. Colleghi, non siamo più in un tempo ordinario, quello che sta accadendo in Italia e in Europa ha dimensioni pari, se non superiori, alla crisi che gli americani hanno subito negli anni '20, con la differenza che la nostra realtà regionale parte con un deficit alla base enormemente superiore a quello che potevano avere le realtà americane di allora, che si sono poi risollevate. Quella cultura e quel capitalismo molecolare che ha creato la propulsione del Nord-Est verso lo sviluppo noi non li abbiamo mai avuti. Oggi siamo ancora alle prese con il rilancio dell'area di Ottana, che è fallita, con il rilancio dell'area industriale di Porto Torres, che è in crisi, con il rilancio delle aree industriali del Sulcis, che sono fallite. Ma di che cosa stiamo parlando? Ma ci vogliamo rendere conto di questa realtà?

Ecco perché non voglio raccogliere provocazioni sulle precarietà. La più grande precarietà di cui dovremmo parlare è la nostra inadeguatezza rispetto alla condizione che c'è qua fuori, nella nostra regione. Noi non siamo in grado di coglierne la gravità, perché se lo fossimo saremmo stati convocati qui per discutere con il Presidente della Regione, con la piena solidarietà di tutte le forze politiche che hanno responsabilità e senso civile; saremmo stati convocati qui per raccogliere le forze comuni e orientare ciò che può essere ancora orientato, per creare le precondizioni per uscire dalla crisi. E invece siamo qui a generare le precondizioni per sperperare! Vedremo tra alcuni minuti la pletora di emendamenti, lo scialo del particolare, l'incrocio dell'interesse locale con il particolare. Sarà una catastrofe, al punto che vi suggerisco di chiamare con urgenza il vostro collega La Spisa, perché corre il rischio di saltare in aria la legge numero 14 del 2010, in base alla quale si dovrà fare l'assestamento di bilancio.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue SANNA GIAN VALERIO.) Mettetevi d'accordo, anche lì se un criterio vale per una strada vale per tutte! State attenti, questo sarà il valzer della nostra visione, la visione del localismo: ognuno si sta preparando a garantirsi le sue piccole cose perché siamo alla deriva. Ognuno si sta buttando dalla barca sfondata e in affondamento per mettersi in salvo! Questa è la realtà, perché se no la maggioranza direbbe: "La direzione, l'orientamento del governo è che questo provvedimento serve per questo e quest'altro obiettivo, è coperto da queste risorse, sblocca questi obiettivi e persegue queste finalità". Ma questo non ci viene detto, non ci potrà essere detto perché non c'è timone. E' come se fossimo su un treno all'interno del quale pensiamo di sistemare soltanto i nostri bagagli personali, senza renderci conto che il treno è senza freni e senza conducente, e quindi è pericolosamente lanciato verso la sua distruzione.

Vi prego di far venire qui il Presidente della Regione prima che sia troppo tardi, perché delle due l'una: o lui è consapevole di portarci allo sfascio oppure usa voi per poter fare quello che vuole, nella nostra inconsapevole adesione a un suo disegno non ancora noto. Questo è il punto. Dopodiché questo provvedimento di che cosa vuole parlare? E' perfino miserevole accennarne. Io mi vergogno. Mi vergogno che si decida che la competenza sui bacini a sfioro che non superano la profondità di 1,5 metri venga tolta dalla competenza della provincia. Una cosa importante e strategica! Cambierà le sorti della Regione? Mi pare proprio di no! Mi pare che sia una cosettina.

Di che cos'altro parla il disegno di legge in esame? Dice che le procedure relative alle opere idrauliche di seconda e terza categoria sono semplificate. Ma poi c'è un ripensamento: non quelle di seconda e terza categoria assieme, ma solo quelle di seconda. Una grande cosa, un colpo da maestri, un genio legislativo che ci porta a capire che qui dentro c'è la salvezza della Sardegna!

Poi arriviamo all'AREA, che dispone di 130 milioni di euro che tiene fermi e che per semplificarsi la vita dice: "Quando devo acquistare sul mercato per semplificarmi la vita faccio in modo che qualcuno valuti quello che acquisto". E chi fa la valutazione? L'Agenzia del territorio competente! Quindi passeranno altri sei mesi, perché so per professione quanto tempo ci vuole per avere un parere dall'Agenzia del territorio. Non è l'AREA che se ne assume la responsabilità, non è un suo tecnico che fa la media dei valori immobiliari sul mercato e assevera un valore di potenziale acquisto nel giro di una settimana. No, troppa responsabilità! E allora la stima la si fa fare all'Agenzia del territorio, per cui la procedura si allunga di altri sei mesi. Geniale! Chi è il genio che scrive queste cose? Uno che anziché andare avanti torna indietro! Però dei 130 milioni di euro fermi non ne parla nessuno!

Nel contempo semplifichiamo e agevoliamo le modalità della legge numero 32, per dare i soldi a chi ha bisogno di contrarre un mutuo per farsi la prima casa. Ma, scusate il paradosso, di quali case stiamo parlando? Di quelle che non costruiamo? E' chiaro, a meno che non ci sia una strategia e allora ce lo dovete dire! Non è che per caso state attuando la politica di qualche imprenditore-editore, di qualche costruttore edile, per cui non costruite le case pubbliche e agevolate l'accesso al credito perché si vada su un mercato diverso? Ce lo dovete dire se è così, perché allora è un imbroglio e dovreste essere denunciati e perseguiti! Operando con correttezza le cose si fanno contestualmente e si chiama a responsabilità chi non raggiunge i risultati!

Bella, poi, la trovata sugli incentivi, spettacolare! Dovete sapere che il direttore generale del personale degli affari generali è allergico agli incentivi, eccetto quelli che decide lui, e non ne concede a nessuno! E' colui che ha sempre proibito l'uso degli incentivi per evitare che si diano incarichi all'esterno. Poiché vige l'invidia, che cosa inventa questo direttore generale? Inventa un sistema per cui l'incentivo per le opere pubbliche, che è ben disciplinato dalla legge Merloni, viene vincolato al parere sul dato temporale che dovrebbe esprimere il dirigente di servizio. I dirigenti non possono prendere il premio di produzione perché il loro compenso è onnicomprensivo, e voi pensate che un dirigente che non prende tale incentivo sia disposto a concederlo agli altri? E' storia di questa Regione e ciò che avete scritto qua è la più grande stupidaggineche io abbia mai visto! O cacciate via i dirigenti e costituite un comitato tecnico estraneo alla dirigenza o composto da più dirigenti che operi secondo criteri oggettivi, oppure questo provvedimento non serve a niente.

A proposito dei costi della politica, faccio notare che tra i costi della politica vi sono anche i costi inutili. L'edilizia residenziale pubblica va programmata secondo le aree di maggiore fabbisogno abitativo. Si tratta di dati oggettivi, non c'è bisogno dell'intelligenza di politici, rispettabili per carità, che si riuniscono in consiglio d'amministrazione per ratificare dei dati oggettivi. Volete che questi costi siano eliminati o volete mantenere ancora quei signori in quel consiglio di amministrazione, ognuno secondo la sua logica di lottizzazione?

Prima di farmi attaccare ancora sulla mia indennità, vi vorrei dire che io cerco prima di tutto di guadagnarmela. Vorrei che tutti i dirigenti di questa Regione e di questo Consiglio regionale si mettessero la mano sulla coscienza e si chiedessero se si stanno guadagnando debitamente i loro emolumenti. Poi noialtri dobbiamo analizzare quello che generiamo di inutile, come i consigli di amministrazione che non servono a niente, e cercare di semplificarci la vita. Se bonificheremo tutto, la polemica sui costi della politica non potrà continuare all'infinito. Bisognerà pur rispondere. Fate un conto: seppure doveste o dovessimo decidere di eliminare le province o i comuni questa strada non sarebbe realmente percorribile, perché qualunque riforma di questo genere - l'hanno capito anche da altre parti - produce delle economie, riduce i costi nel lungo periodo, ma nell'immediato genera al contrario costi maggiori. Infatti, se si eliminano le province i dipendenti vanno ugualmente pagati, perché non li si può licenziare, i servizi vanno ugualmente svolti, qualcun altro li deve svolgere, e i servizi hanno un costo. Che cosa rimane al netto, il 5 o il 10 per cento? Ma è questo l'oggetto del contendere? E' davvero questo?

Ci sono riforme che hanno bisogno del lungo periodo per produrre effetti che dal punto di vista finanziario costituiscano una risposta alla polemica sui costi. Ecco perché domando: il consiglio di amministrazione dell'AREA, che è la realtà più semplice e inutile che ha oggi la Regione, lo lasciamo? Bene, lo lasciamo, però se lo lasciamo è anche giusto che noi vi diciamo - Assessore, mi rivolgo a lei che è preposto al controllo - che avete un consiglio d'amministrazione improduttivo, censurabile e da cacciare via, perché se qualcuno può muovere oggi un appunto a un qualunque dipendente pubblico sulla sua capacità di operare, quell'appunto deve prima di tutto muoverlo nei confronti dell'autorità politica. Se un ente regionale fallisce, vuol dire che ha fallito il suo organo politico. Cominciamo a dare l'esempio: se vogliamo pretendere efficienza dalla pubblica amministrazione, cominciamo dalle cariche politiche.

Lei dovrebbe proporre al Consiglio regionale un atto di censura, perché non c'è niente di più grave, oggi, sul piano morale che tenere fermi 130 milioni di euro destinati alla realizzazione di opere pubbliche cantierabili e di alloggi da assegnare alle persone più svantaggiate. Questo è il punto, preferiamo fare altre valutazioni.

C'è poi una piccola proroga, ma il festival degli emendamenti sulle proroghe e sulle deroghe arriva dopo. Dopodiché c'è un assestamento del famoso finanziamento di 20 milioni di euro del fondo unico per le opere pubbliche per i comuni sopra i 5.000 abitanti. Su questo io ho una proposta alternativa e la presenterò, perché a questo punto questa proposta non garantisce un accidenti agli enti locali, perché con questo sistema opere pubbliche entro l'anno non se ne fanno. Sono stanziati solo fondi a residuo, sia chiaro, e stiamo parlando di opere pubbliche. Sotto questa veste questi 16 milioni di euro andranno tutti a residuo, è chiaro? Non saranno utilizzati neppure per le opere immediatamente cantierabili, perché quelle sono finanziate da un'altra parte. Questi sono fondi che perdiamo nel 2011, momento di maggiore crisi e fame. Conteremo alla fine dell'anno le quote di fondi per opere pubbliche che stiamo mandando a residuo, ed è bene che io ve lo dica fin da adesso, perché quelle somme sono da ascrivere alla responsabilità morale che avrete per non aver seguito un orientamento diverso.

Siccome il tempo sta finendo, termino qua. Avvertite il Presidente, se ci riuscite, e l'Assessore della programmazione: la velocità del treno senza freni e senza timoniere sta aumentando. Noi vi abbiamo avvertito, al primo rettilineo ovviamente ci metteremo nella condizione di saltar giù per salvarci. Ma il problema è un altro: dovremo salvarci tutti dall'onda furiosa di protesta che sta montando contro di noi che siamo sintonizzati in un mondo autoreferenziale, ma sta arrivando il tempo in cui tutto questo lo pagheremo. E io sicuramente non vorrei pagare per questa vostra impostazione, perché è giusto che la paghiate per intero voi.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.

SANNITU, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Presidente, consiglieri, credo di poter condividere alcune considerazioni svolte nell'ultimo intervento dall'onorevole Sanna. In effetti il problema dei lavori pubblici per molti aspetti lo si può ricondurre a due grandi temi che sono legati, per quanto riguarda la Sardegna in modo particolare, ma credo l'Italia in generale, anzitutto alla disponibilità di risorse, perché non credo si possano fare grandi interventi sui lavori pubblici, sulla viabilità, sull'edilizia e su tutti i servizi legati all'infrastrutturazione dei territori, richiamati nei diversi interventi, senza una dotazione di risorse sufficiente. Su questo punto stiamo cercando di fare tutto ciò che è possibile nel rivendicare nei confronti dello Stato ciò che ci è dovuto.

Qualcuno ha richiamato la strada Sassari-Olbia. Vorrei puntualizzare per l'onorevole Manca che al riguardo stiamo procedendo. Oggi abbiamo chiuso favorevolmente la conferenza di servizi a Ozieri sui lotti 2, 3 e 4; abbiamo già appaltato il lotto 9, per il ponte sul Rio Padrogianus, ed è in pubblicazione in questa settimana il lotto 1. Siamo in attesa del preventivo parere della Corte dei Conti sul lotto 0, il cui bando verrà pubblicato nelle prossime settimane. Così come per tutte le altre infrastrutture, è chiaro che serve rivendicare le risorse che devono arrivare, quindi c'è da parte nostra un'azione di rivendicazione nei confronti dello Stato e naturalmente ci rimettiamo alle decisioni del Consiglio per quanto riguarda la disponibilità delle risorse nel bilancio regionale.

C'è un altro aspetto molto delicato che limita notevolmente l'operatività per quanto riguarda la programmazione e la realizzazione di opere pubbliche e che è dovuto sostanzialmente alla farraginosità delle procedure, alla difficoltà nel procedere all'ottenimento delle autorizzazioni. Su questo l'Assessorato sta predisponendo una proposta di legge che molto presto sarà sottoposta all'attenzione del Consiglio regionale. Nel frattempo abbiamo presentato una serie di norme che cercano, in qualche maniera, di andare incontro alle diverse esigenze. E' chiaro che le norme che sono contenute nell'articolo 17, che tendono sostanzialmente a far fronte alle esigenze che sono emerse nella gestione degli invasi, vanno incontro a problemi particolarmente delicati che hanno dovuto affrontare i proprietari e i gestori, siano essi soggetti privati o pubblici, dei numerosi invasi dislocati su tutto il territorio regionale. Questi invasi sono necessari per tante ragioni: servono, naturalmente, per l'agricoltura, per le operazioni antincendio e per tutta una serie di azioni e interventi che vengono realizzati nei diversi territori. Le norme contenute nell'articolo 17 cercano in questo senso di rimediare alle difficoltà che sono state rilevate nell'applicazione della legge numero 12. Quindi c'è l'esigenza di rispondere a tutti quegli operatori che non avevano ottemperato ai dispositivi della legge numero 12 e pertanto sono stati sanzionati dagli agenti forestali, talvolta con sanzioni di importo piuttosto elevato. Le norme contenute nell'articolo 17 hanno, ripeto, questa finalità e rispondono a queste esigenze.

In questo senso voglio rispondere alle osservazioni che ha fatto l'onorevole Lotto circa il fatto che la Giunta non ha competenza per legiferare in materia. Ma non c'è nessuna volontà da parte della Giunta di legiferare in materia, semplicemente si interviene sull'allegato A della legge numero 12, cioè su aspetti specificatamente tecnici. Non c'è la volontà di legiferare, c'è semplicemente la necessità di puntualizzare alcune norme di carattere esclusivamente tecnico. Tra l'altro si chiede il parere dell'Ufficio tecnico regionale (UTR), pertanto non si opera senza i necessari pareri. Si sta anche cercando di rinviare i termini delle sanzioni che in tanti casi sono state irrorate, e quindi c'è l'esigenza di operare in questo modo.

Per quanto riguarda l'Agenzia regionale per l'edilizia residenziale, l'onorevole Sanna giustamente richiamava l'enorme quantità di risorse di cui essa dispone, cioè 130 milioni di euro, perché di questo si tratta sostanzialmente. Per la verità sono in fase di attivazione tutti gli interventi; numerosi appalti sono andati a buon fine e si sta avviando tutta una serie di interventi in tutto il territorio regionale. Pertanto non si tratta di 130 milioni di euro inutilizzati, essendo in corso di realizzazione tutti gli interventi previsti.

L'esigenza di poter operare attraverso una valutazione dell'UTR degli immobili da mettere in vendita sostanzialmente nasce dalla necessità di superare la serie di contenziosi che vengono innescati quando la valutazione è fatta esclusivamente dai tecnici dell'AREA. L'onorevole Lotto, tra l'altro, ha richiamato l'esigenza di incrementare i limiti di reddito ai fini dell'assegnazione degli alloggi, e quindi degli immobili. Questo è oggetto di una delibera che abbiamo già presentato in Giunta per adeguare tali limiti all'incremento ISTAT accertato al 31 maggio 2011. Non è gran cosa, comunque da 12 mila 900 euro il limite di reddito viene elevato a 13 mila 578 euro.

C'è poi tutta una serie di norme che vanno incontro a diverse esigenze: utilizzare residui che derivano dalla legge numero 32; modificare l'impostazione e i parametri per l'attribuzione dei finanziamenti relativi a questa legge, per incentivare le giovani coppie dando loro la possibilità di acquistare o ristrutturare abitazioni nei centri storici e nei centri matrice. Quindi c'è, anche in questo caso, la necessità di utilizzare le risorse a valere sulla legge numero 32.

E' stata richiamata da più parti la mancanza di copertura finanziaria. La copertura finanziaria sostanzialmente c'è su tutti gli articoli; c'è qualche difficoltà, per la verità, per lo stanziamento relativo al 2011 del piano triennale delle opere pubbliche di interesse degli enti locali. Riteniamo che sia un aspetto molto importante, per cui abbiamo la necessità di verificare, con l'assessore La Spisa e la Commissione competente, la disponibilità dei 9 milioni di euro necessari per la copertura del piano triennale per gli enti locali. Per il resto, la copertura c'è tutta.

Si ritiene necessario, anche se non risolve tutti i problemi relativi ai lavori pubblici, incentivare le imprese che devono richiedere la certificazione di qualità. Anche questo intervento ci pare vada incontro alle esigenze delle imprese sarde in modo particolare. Numerose altre norme riteniamo possano essere discusse e approfondite dal Consiglio nel corso dell'esame dell'articolato. Grazie.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per un'ora per dare la possibilità di presentare gli emendamenti, a meno che non siano stati già presentati tutti, perché l'intenzione è quella di votare il passaggio all'esame degli articoli questa sera, in modo che domani, alle ore 9 e 30, sia convocata la Commissione per l'esame degli emendamenti e i lavori dell'Aula inizino alle ore 10 e 30.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo che sia convocata la Conferenza dei Capigruppo, Presidente.

PRESIDENTE. E' convocata la Conferenza dei Capigruppo. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 48, viene ripresa alle ore 18 e 57.)

PRESIDENTE. Come preannunciato, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso che la seduta resti sospesa sino alle ore 19 e 45, quando si voterà il passaggio all'esame degli articoli. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 58, viene ripresa alle ore 19 e 50.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo il voto segreto sul passaggio all'esame degli articoli.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 30

contrari 26

(Il Consiglio approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: La Presidente Lombardo.)

I lavori odierni del Consiglio si concludono qui. La quarta Commissione è convocata per domani mattina, alle ore 10, mentre il Consiglio è convocato alle ore 11.

La seduta è tolta alle ore 19 e 52.



Allegati seduta

CCXXVIII Seduta

Martedì 19 luglio 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del mercoledì 6 luglio 2011 (221), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Bruno, Daniele Cocco, Domenico Gallus, Paolo Maninchedda, Marco Meloni e Paolo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 19 luglio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Ordinamento delle aziende locali di sviluppo industriale (ALSI)". (294)

(Pervenuto il 13 luglio 2011 e assegnato alla sesta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Cocco Daniele: "Istituto sardo per il cavallo". (295)

(Pervenuta il 14 luglio 2011 e assegnata alla quinta Commissione.)

Sanjust - Diana Mario - Amadu - Bardanzellu - Campus - De Francisci - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra: "Fondo di garanzia per le associazioni sportive dilettantistiche". (296)

(Pervenuta il 14 luglio 2011 e assegnata all'ottava Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi negli interventi finalizzati alla riduzione delle liste d'attesa previsti dalla legge finanziaria regionale 2011". (625)

"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulle competenze in materia di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche". (626)

"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità che la Regione disponga tutti i provvedimenti utili finalizzati al restauro del sito archeologico di Nora e a contrastare l'erosione della costa prospiciente il sito". (627)

"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulle motivazioni che ritardano il trasferimento della stazione forestale di Pula". (629)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui manufatti inamovibili che impediscono il libero transito nella spiaggia del Poetto di Quartu Sant'Elena". (630)

"Interrogazione Barracciu - Cucca - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata assunzione dei vincitori del concorso, concluso lo scorso marzo 2011, per operatori socio-sanitari alla ASL n. 3 di Nuoro a causa di ricorsi giuridici in corso e sul differente trattamento riservato ai vincitori di concorso per amministrativi su cui grava altrettanto ricorso". (631)

"Interrogazione Lai - Bardanzellu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione causata da un vasto incendio che, nella giornata del 13 luglio 2011, ha colpito le campagne di Berchidda, Oschiri e Monti". (632)

"Interrogazione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Cugusi - Sechi, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento e la custodia di armamentario bellico custodito per 17 anni presso il bunker di santo Stefano e successivamente trasportato su navi passeggeri dalla Sardegna a Civitavecchia". (633)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sull'improrogabile necessità di procedere alla nomina del presidente dell'Ente foreste". (634)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interpellanza Piras sulla situazione della Fondazione Guspini per la vita". (243/C-8)

"Interpellanza Agus - Bruno - Meloni Marco - Diana Giampaolo - Cocco Pietro - Lotto - Solinas Antonio sulla convenzione Stato-Regione del 23 ottobre 2001 tra i Ministeri del lavoro, dell'ambiente, dei beni e attività culturali, delle attività produttive e la Regione autonoma della Sardegna". (244)

"Interpellanza Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Cugusi -Sechi sugli interventi urgenti per i contribuenti indebitati con Equitalia". (245)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di annullare la deliberazione della Giunta regionale n. 23/3 del 12 maggio 2011 avente ad oggetto "Interventi urgenti per le imprese e i contribuenti indebitati con Equitalia"". (246)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Mozione Zuncheddu - Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Corda - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - SORU sui gravami militari di dimensione insostenibile che insistono sul territorio regionale con poligoni, servitù e demani e sulla necessità di procedere quanto prima ad un progressivo processo di riduzione e dismissione dei poligoni presenti nel territorio sardo, alle urgenti iniziative di bonifica dei siti interessati e a adeguate misure di indennizzo e di sostegno allo sviluppo di un economia di pace sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e culturale dei territori e delle popolazioni coinvolte dalla presenza dei poligoni militari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (134)

"Mozione Diana Giampaolo - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Bruno - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru, sulla mancata stipulazione del contratto di servizio della Trenitalia Spa con la Regione sarda e sui rilevanti disagi riscontrati nei servizi di trasporto pubblico extraurbani gestiti da suddetta società". (135)

"Mozione Capelli - Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Daniele Secondo - Contu Felice - Cugusi - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu sulla necessità di adottare misure straordinarie ed urgenti per fronteggiare i gravi ritardi nelle erogazioni delle risorse in agricoltura e sulle anomalie nei rapporti fra l'AGEA, l'ARGEA e gli operatori agricoli, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (136)

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte seconda)"

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 222/A, parte seconda.

Sospendo la seduta sino alle ore 16 e 15 per alcuni approfondimenti in riferimento alla copertura finanziaria della legge.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 07, viene ripresa alle ore 16 e 23.)

Commemorazione delle vittime della strage di via D'Amelio

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Intendo semplicemente chiederle la cortesia di poter ricordare che diciannove anni fa, esattamente in questi minuti, avveniva la strage di via d'Amelio, con l'assassinio del giudice Borsellino e della sua scorta, di cui faceva parte Emanuela Loi, una nostra concittadina che purtroppo ha perso la vita in quell'esecrando atto terroristico-mafioso.

Pensiamo che sia giusto anche solo ricordarlo, magari auspicando che per l'anno prossimo - come già lei, signora Presidente, ha autorevolmente confermato - possa esserci un'iniziativa del Consiglio regionale per ricordare la nostra concittadina uccisa in quella strage. Mi sembrava giusto non far passare questo triste anniversario, che anche a livello di tempistica è assolutamente in sintonia con i lavori del Consiglio regionale, senza quantomeno rievocare una strage che ha segnato la storia d'Italia. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, condivido la sua richiesta. Come lei ha detto, abbiamo già avuto modo di parlare di questo argomento e di riflettere sul modo in cui il fatto potrà essere doverosamente ricordato in occasione del ventesimo anniversario, che ricorre l'anno prossimo.

Propongo un minuto di silenzio in memoria delle vittime di quel vile attentato.

(L'Aula osserva un minuto di silenzio in segno di lutto)

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte seconda)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale del disegno di legge numero 222/A.

Ha facoltà di parlare il consigliere Stochino, relatore di maggioranza.

STOCHINO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, colleghe e colleghi, come più volte è accaduto nel corso delle precedenti manovre finanziarie, le disposizioni in materia di realizzazione e finanziamento di opere pubbliche necessitano di correzioni e integrazioni per consentire che la fase applicativa sia più celere e per un miglior impiego da parte dei fruitori delle stesse leggi.

Non a caso, nel corso dei lavori della quarta Commissione, a seguito anche delle audizioni richieste sia dal Presidente della Commissione sia dai commissari, sono state evidenziate esigenze di modificare e integrare il testo proposto dalla Giunta, con l'esplicitazione di alcuni articoli e l'introduzione ex novo di altri. Il disegno di legge in oggetto introduce con l'articolo 17 disposizioni in materia di opere idrauliche di competenza regionale, all'interno delle quali si segnalano le modifiche alla legge regionale 31 ottobre 2007, numero 12, recante "Norme in materia di bacini di accumulo di competenza regionale", andando a meglio precisare le caratteristiche di quei bacini che, per natura o dimensioni, abbiano ridotte implicazioni per la sicurezza e che sono esclusi dal campo di applicazione della legge regionale numero 12 del 2007.

L'articolo 17 prevede poi la sospensione dell'applicazione delle sanzioni amministrative in attesa che con decreto dell'Assessore regionale dei lavori pubblici sia meglio precisata la disciplina sanzionatoria e delle demolizioni e introduce il principio secondo cui le norme tecniche che stabiliscono indirizzi, prescrizioni e semplificazioni ritenute necessarie per una corretta applicazione della legge regionale numero 12 del 2007 siano aggiornate con decreto dello stesso Assessore dei lavori pubblici.

L'articolo 18 prevede disposizioni in materia di edilizia residenziale ed è stato integrato e arricchito di ulteriori commi rispetto al testo originario presentato in Commissione, grazie al contributo determinante degli stessi commissari. Nello specifico: la legge regionale numero 12 del 2006 ha emanato norme in materia di edilizia residenziale pubblica e ha trasformato gli Istituti autonomi case popolari (IACP) in Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA). Nel corso dei successivi anni ci si è resi conto che quest'ultimo ente aveva la necessità di essere adattato alle esigenze della Sardegna nel campo immobiliare, e da questa riflessione è emersa la possibilità che AREA operasse direttamente sul mercato, anche mediante l'acquisto di immobili da destinare all'edilizia residenziale pubblica.

Le disposizioni contenute all'articolo 18, chiariscono meglio che la possibilità di acquisto di immobili è prevista limitatamente all'attuazione degli interventi di edilizia residenziale sovvenzionata a totale finanziamento pubblico, da assegnare in locazione a canone sociale, alle categorie sociali a minor reddito, e all'attuazione degli interventi di edilizia residenziale, anche sostenuti da agevolazioni pubbliche, da destinare alla locazione a canone moderato, ovvero alla locazione e alla successiva vendita.

Altre integrazioni in riferimento all'articolo 18 presentato dalla Giunta regionale riguardano gli interventi di cui alla legge regionale numero 32 del 1985 a favore dei nuclei familiari costituiti da giovani coppie, percettori di reddito sino a euro 40.775. A questi ultimi, con l'approvazione di questo disegno di legge, si dà la possibilità di acquistare e ristrutturare abitazioni situate nei centri storici o nei centri storici matrice, con il riconoscimento dell'agevolazione anche sotto forma di contributo a fondo perduto per una quota massima del 10 per cento rispetto al mutuo regionale richiesto non eccedente euro 10 mila, oltre alla riduzione del tasso bancario d'interesse nella misura del 50 per cento sulla restante quota massima di mutuo di euro 110 mila o, in alternativa, mediante la riduzione del tasso bancario di interesse nella misura del 70 per cento. Inoltre si conferma che negli interventi di acquisto con recupero nei centri storici o centri matrice la quota di mutuo destinata all'acquisto è ammessa entro il limite massimo del 50 per cento di quella destinata al recupero. Con questo tipo di incentivo si vuole introdurre una leva importante per il ripopolamento dei centri storici in Sardegna, che nel corso degli ultimi decenni sono afflitti da un progressivo spopolamento a favore delle zone periferiche delle città o dei paesi.

L'articolo 19 precisa le modalità di corresponsione degli incentivi per la progettazione di lavori da corrispondere ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, tenendo conto della componente temporale delle attività professionali svolte, in rapporto alla prestazione lavorativa complessiva posta a base della retribuzione di risultato e rendimento riconosciuta.

Un'altra importante modifica introdotta dalla presente legge in questo articolo si trova al comma 2 e riguarda le economie e i ribassi d'asta delle opere delegate, più volte richieste dagli enti locali imbrigliati nella legge regionale 7 agosto 2007, numero 5, che a parere della stessa Commissione risulta lacunosa relativamente alla destinazione delle economie dei ribassi d'asta. Il comma disciplina questo aspetto precisando che le economie e i ribassi d'asta restano a disposizione dell'Amministrazione regionale e degli enti beneficiari del finanziamento per il completamento dell'opera.

L'articolo 20 disciplina il finanziamento del controllo della velocità nelle strade di competenza provinciale, con l'obiettivo di ridurre il numero degli incidenti. Infatti recenti indagini effettuate sulla rete stradale nazionale hanno evidenziato che si è verificata una significativa riduzione dell'incidentalità in conseguenza della installazione di sistemi di rilevamento della velocità media dei veicoli, che consentono l'acquisizione e l'archiviazione dei dati ed il sanzionamento automatico delle violazioni dei limiti di velocità.

All'articolo 21 si introduce un'eccezione alla disciplina della revoca dell'assegnazione dei finanziamenti delle opere pubbliche e, modificando il comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 9 agosto 2002, numero 15, si consente la proroga degli impegni di spesa nei casi in cui con deliberazione della Giunta regionale sia confermata la validità programmatica della relativa spesa ovvero proposta la riprogrammazione delle risorse a favore di altri beneficiari, purché sussistenti nelle scritture contabili.

L'articolo 21 bis del disegno di legge numero 222/A, parte II, sostiene la competitività delle imprese isolane mediante incentivi nella misura del 50 per cento a fondo perduto con un massimale di euro 4 mila del costo complessivo dell'investimento per la certificazione di qualità delle imprese, che al giorno d'oggi è un requisito fondamentale per essere competitivi in Italia, in Europa e nel mondo. I criteri e le modalità per l'erogazione del contributo saranno definiti con deliberazione della Giunta regionale con una disponibilità finanziaria di euro 2 milioni sul bilancio regionale 2012, mentre per gli anni successivi la spesa sarà disposta con legge finanziaria.

L'articolo 21 ter tratta la concessione di finanziamenti volti alla realizzazione di interventi di opere pubbliche e di infrastrutture di interesse degli enti locali. E' quindi chiara la finalità di questo articolo: ripristinare lo stanziamento per gli interventi già previsti dalle precedenti finanziarie regionali, volti alla realizzazione di opere essenziali, eliminate con le leggi numero 14 del 2010 e numero 1 del 2011. Queste ultime hanno colpito anche opere già programmate e impegnate per circa 1 miliardo e 400 milioni di euro, causando notevoli disagi agli enti locali, sempre meno ricchi di risorse. Il comma 2 dello stesso articolo modifica il comma 12 dell'articolo 1 della legge regionale numero 1 del 2001, prevedendo che: "A integrazione della disposizione contenuta nell'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007 è istituito un fondo unico di investimenti destinato ai comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti per la realizzazione di opere di loro interesse". Le risorse sono assegnate su proposta dell'Assessore competente in materia di enti locali.

L'articolo 21 quater riporta disposizioni per fronteggiare le problematiche relative alla interruzione della procedura di liquidazione dell'Ente sardo acquedotti e fognature (ESAF). Con l'articolo 5, comma 2, della legge regionale numero 7 del 2005 è soppresso, a far data dal 29 luglio 2005, l'Ente sardo acquedotti e fognature, disposta la relativa liquidazione e fissata in ventiquattro mesi a decorrere dall'approvazione del programma di liquidazione da parte della Giunta regionale. Il termine ultimo per la liquidazione è stato spostato, nel corso degli anni 2008-2010, fino alla data del 31 dicembre 2010, scaduto il quale, secondo l'articolo 21, comma 5, della legge regionale numero 4 del 2006, l'Amministrazione regionale succede in tutti i rapporti giuridici a carattere finanziario e patrimoniale di cui l'ESAF era titolare e negli obblighi e diritti derivanti da contratti e convenzioni o spettanti allo stesso ente in forza di legge. Essendo venuta a cessare la gestione liquidatoria, si rende necessario attivare con immediatezza le iniziative per il governo delle numerose problematiche ancora aperte. Di fatto, la procedura di liquidazione dell'Ente sardo acquedotti e fognature ha attualmente in carico numerosi contenziosi e il completamento della rendicontazione di opere pubbliche finanziate dal Ministero delle infrastrutture. Pertanto tutte le vertenze appena citate, oltre a necessitare dell'apporto attivo delle strutture dell'Assessorato regionale dei lavori pubblici, richiedono adeguata copertura finanziaria per fronteggiare spese di diversa natura. Per questo motivo la norma autorizza l'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio ad apportare le necessarie variazioni in entrata ed in spesa al bilancio regionale.

Gli altri commi dello stesso articolo sono finalizzati a rimuovere problemi ostativi che non rendono celere la liquidazione delle stesso ente e la conclusione di procedure ancora pendenti come espropri, o l'introduzione della Regione quale soggetto titolare di crediti, visto il subentro ope legis all'ESAF in liquidazione.

L'articolo 21 quinquies disciplina l'entrata in vigore della legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Avevamo concordato che, pur non avendola consegnata, avremmo svolto una breve relazione di minoranza.

PRESIDENTE. Non mi è stato indicato niente al riguardo, ma non c'è nessun problema, onorevole Lotto.

Ha facoltà di parlare il consigliere Lotto, relatore di minoranza.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza.Grazie, Presidente. In questa parte del collegato alla finanziaria, che riguarda le opere pubbliche, la Giunta ha tentato di riprendere diverse questioni sulle quali concentrare l'attenzione anche per cercare di risolvere delle situazioni di difficoltà di applicazione di leggi attualmente in vigore. Lo si fa in alcuni casi con puntualità, in tanti altri con eccessiva superficialità o comunque con una certa confusione.

All'articolo 17, che è il primo articolo di questo disegno di legge, si parla di un tema che ha preoccupato non poco i proprietari di aziende agricole, i quali si sono ritrovati a dover affrontare negli ultimi anni le tematiche relative alle nuove norme di sicurezza inerenti alle opere idrauliche esistenti nelle loro aziende e realizzate diverse decine di anni fa. Da una parte, quindi, si è posto un problema relativo alla sicurezza dei luoghi, e quindi giustamente la Regione deve preoccuparsi di creare le condizioni affinché la sicurezza dei cittadini sia salvaguardata, dall'altra è emersa la necessità di precisare meglio la tipologia degli invasi e delle opere idrauliche su cui intervenire, nonché creare le condizioni affinché anche gli imprenditori interessati, che hanno realizzato a suo tempo le opere dietro autorizzazione degli enti competenti (Genio civile o altri), potessero gestire questa partita senza un aggravio eccessivo di costi in un periodo in cui le aziende agricole di tutto hanno bisogno tranne che di un aggravio di costi nella gestione dei loro fondi rustici.

C'è un problema in questo articolo, in particolare al comma 2, in cui si parla delle procedure di aggiornamento del cosiddetto allegato A della legge numero 12 del 2007. Secondo il contenuto di questo articolo si delega la Giunta a predisporre un aggiornamento di tale allegato, che di fatto è testo di legge, ovvero si chiede alla Giunta di modificare una legge senza che ne abbia la competenza. Credo che questo aspetto vada rivisto. E' necessario approfondire questo argomento, ma è anche necessario - chiedo all'Assessore di prestare un attimo di attenzione a questo aspetto - in questa stessa occasione, cioè nell'arco temporale di discussione di questa legge o se ciò non fosse possibile più avanti, fare una proposta concreta di aggiornamento dell'allegato A da sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale, che aveva a suo tempo approvato quella norma. Diversamente si stanno predisponendo le condizioni affinché la Giunta legiferi senza poterlo fare. Questo per quanto riguarda la questione relativa agli invasi idrici.

Resta confermato che, se l'aggiornamento dell'allegato A e il contenuto complessivo dell'articolo 17 dovessero trovare conferma, tutti i provvedimenti sanzionatori avviati nei confronti di coloro che non si sono ancora adeguati a quanto recita la legge numero 12 verrebbero estinti. E' giusto pertanto che i tempi di attuazione di queste disposizioni vengano prorogati fino al 30 giugno 2012. Vanno cioè create le condizioni affinché i proprietari di queste opere idriche siano messi nelle condizioni di poter gestire la partita in maniera lineare e anche serena.

Per quanto riguarda il comma 5 sono d'accordo sulla necessità di creare le condizioni affinché le amministrazioni comunali, che hanno non poche difficoltà finanziarie, vengano esentate dal pagamento di canoni e spese di istruttoria per tutto quel che riguarda la realizzazione di opere idrauliche per scopi di servizio antincendio, mentre ho qualche perplessità per quanto riguarda il comma 6, cioè le funzioni di controllo e di vigilanza sulle autorizzazioni di cui all'articolo 61 della legge numero 9 del 2006. In questo caso sorge un problema: stiamo dicendo che le province hanno da allora nuove competenze in materia, ma il problema si pone quando si dice che tali competenze devono intendersi attribuite alle province con riferimento alle autorizzazioni rilasciate anche prima dell'entrata in vigore della medesima legge. Mi domando in che cosa consistano queste nuove competenze che vengono attribuite alle province. Se le autorizzazioni erano state rilasciate precedentemente all'entrata in vigore di quella legge, si sta chiedendo di attribuire alle province la competenza del controllo su quelle eventuali opere. Questo aspetto va chiarito, se no non si capirebbe che cosa intendiamo esattamente e che cosa stiamo andando a fare.

All'articolo 18 si parla di disposizioni in materia di edilizia residenziale pubblica e si fa un passaggio relativo alla modifica della legge regionale 8 agosto 2006, numero 12, in cui di fatto si riprende la problematica relativa alla possibilità da parte dell'AREA di acquisire immobili da trasformare in case popolari e assegnare agli aventi diritto. Per quanto riguarda la ricerca sul mercato di questi immobili si fa un riferimento preciso, sia per l'edilizia sovvenzionata sia per quella a canone moderato, al fatto che il prezzo della compravendita è conforme alla stima dell'Agenzia del territorio competente. Mi pongo un problema: l'AREA è una delle poche strutture in Sardegna che dispongono di tecnici in grado, oltre che di progettare case popolari (è il loro mestiere e lo fanno da anni), anche di stimare e valutare gli immobili. Il rinvio all'Agenzia del territorio perché effettui la stima è davvero la soluzione migliore se vogliamo che quelle ingenti somme di cui l'AREA dispone e che non si riesce a spendere vengano messe a correre sul mercato? Mi domando se non sia il caso che la competenza sulla stima di questi immobili venga attribuita ai tecnici di cui l'AREA già dispone e che sarebbero senz'altro in grado di valutare, sulla base dei prezzi di mercato, le soluzioni più confacenti e adeguate.

C'è un problema relativo ai limiti di reddito. Assessore, noi presenteremo un emendamento che coglie l'occasione della discussione di questo tema per risolvere un problema che sta angustiando non poche amministrazioni che dispongono di case popolari, quindi in particolare le grandi e medie città. Si tratta di questo: oggi il limite di reddito che consente a un assegnatario di case popolari di rimanere assegnatario è pari al doppio del limite massimo di assegnazione della casa. Il limite di assegnazione è di circa 12.900 euro, il limite massimo che non si può sforare nei due anni successivi è quindi di poco inferiore a 26.000 euro. Si tratta di capire, Assessore, se questo è un qualcosa che noi possiamo ancora accettare, posto che a livello nazionale, recependo la delibera del CIPE, che si è pronunciato in materia, la gran parte delle Regioni italiane ha individuato questo tetto nel limite che noi abbiamo già per quanto riguarda la legge numero 32, sull'edilizia agevolata.

Questo è un problema serio che sta ponendo diverse amministrazioni nelle condizioni di dover buttare fuori dalle case loro assegnate famiglie che hanno un livello di reddito che non consentirebbe loro di acquistare una casa a prezzo di mercato. Adeguare la situazione della Regione sarda a quella delle restanti Regioni italiane credo sia una cosa più che doverosa. Presenteremo un emendamento in merito e spero che la maggioranza lo faccia proprio e consenta di approvarlo.

All'articolo 19 si parla delle modalità di corresponsione ai dipendenti pubblici degli incentivi per la progettazione. C'è una cosa che ci lascia perplessi ed è questa: a un certo punto si dice che si deve tener conto della componente temporale delle attività professionali svolte e cioè si dà la possibilità al dirigente di un ufficio di decidere quanto e come pagare, a seconda del tempo che il funzionario impiega per fare una data progettazione. Credo che sia molto più logico costruire un rapporto serio, perché il tema non è di secondo piano. E' vero, ci sono situazioni per cui a volte l'incuria o comunque la trascuratezza degli uffici determina lungaggini eccessive, tempi di progettazione eccessivi che si ripercuotono negativamente sui tempi di spesa per le opere pubbliche da parte delle amministrazioni, credo però che più che una norma di questo tipo serva un'indicazione ai dirigenti affinché si facciano accordi ben precisi con gli uffici e con i funzionari e si stabiliscano tempi precisi di realizzazione dei progetti. Questo consentirebbe di lavorare in maniera molto più corretta e di non dare al dirigente la possibilità di operare discrezionalmente nei confronti dei propri dipendenti.

Sono d'accordo su quanto disposto per l'utilizzo dei ribassi d'asta, per cui non mi ci soffermo, dico solo che è importante che le amministrazioni comunali non siano sottoposte a lunghi periodi di attesa prima di sapere se quelle somme sono disponibili oppure no. Non mi soffermo neanche sull'articolo 20, che parla dell'installazione di meccanismi di controllo della velocità; spero solo che ci siano le dichiarate coperture finanziarie. Voglio invece riprendere, in riferimento all'articolo 21, il tema della proroga dei termini delle opere pubbliche. Tutti sappiamo in quali condizioni versano oggi le amministrazioni locali; per nostra scelta le abbiamo anche messe nelle condizioni di dover accelerare non poco le procedure per l'utilizzo dei fondi disponibili per opere pubbliche. Chiunque di noi sia in contatto con qualche amministrazione comunale sa che i comuni hanno oggi grosse difficoltà a utilizzare quei fondi perché pur disponendo delle progettazioni esecutive sono andati oltre i termini di cui alla legge numero 1 del 2011, che indica in quarantacinque giorni successivi al 19 gennaio la data ultima di utilizzo di quei fondi.

Credo che questo discorso in questa occasione vada ripreso per costruire le condizioni affinché entro quest'anno le amministrazioni comunali siano incentivate a fare i passi necessari per poter utilizzare quei fondi, per poterli immettere nel circuito finanziario. Non saranno grandissime cifre (in alcuni casi lo sono), però in un quadro di desolante assenza di finanziamenti queste risorse sono comunque importanti e se noi le rimettiamo in capo alla Regione dovrà trascorrere molto tempo prima che siano di nuovo disponibili. Se dovessimo ragionare su quello che è successo dopo l'approvazione della legge numero 1 di quest'anno, quando dicevamo che avremmo messo a disposizione per opere immediatamente cantierabili, se non ricordo male, 50 milioni di euro, ci renderemmo conto che nessuna opera è stata non dico finanziata, ma nemmeno individuata. Su questo dobbiamo riflettere attentamente e considerare che questi tempi e questa situazione di crisi finanziaria non ci consentono un rigorismo che non ci aiuta a risolvere i problemi. Dobbiamo creare le condizioni perché le amministrazioni comunali possano utilizzare i fondi di cui dispongono, e se necessario dobbiamo anche aiutarle affinché lo facciano con tutta l'assistenza tecnica che la Regione può mettere a disposizione specie per le piccole amministrazioni, che non sempre dispongono di uffici tecnici adeguatamente attrezzati per affrontare queste tematiche.

Per quanto riguarda, infine, l'articolo 21 ter, posto che sono d'accordo sull'incentivazione alle imprese per la certificazione di qualità, ho la sensazione che da parte dell'Assessore serva un chiarimento il più possibile puntuale sull'effettiva disponibilità delle cifre indicate sia nel comma 1 che nel comma 2. Per i comuni sotto i 5.000 abitanti e per quelli sopra i 5.000 abitanti si parla rispettivamente di 24 e 16 milioni di euro, cifre sulle quali non mi sembra ci sia alcuna certezza, per cui credo che prima di procedere nella discussione serva su questo un chiarimento da parte dell'Assessore.

Ritengo infine di poter dire, relativamente all'articolo 21 quater, che si sta riprendendo in mano, data la scadenza del 31 dicembre 2010, la questione del passaggio delle competenze relative alla liquidazione dell'ESAF alla Regione e quindi di tutti gli atti che dovranno essere compiuti a tal fine. Resta il problema dei lavoratori ex ESAF che sono finiti nell'organico di Abbanoa e che chiedono di poter passare negli organici della Regione Sardegna.

Voglio fare solo una velocissima considerazione: credo che con questa procedura si siano un po' create le condizioni per svuotare di competenze e professionalità una società importante, oggi in grandissima difficoltà, come Abbanoa. E' vero anche, però, che il provvedimento di legge a cui si fa riferimento questo prevedeva, per cui non penso che ci si possa opporre. Quanto recita questo articolo è un po' una conseguenza delle scelte fatte allora. Penso, infine, che ci siano alcune questioni in riferimento a questo provvedimento di legge sulle quali è importante riflettere.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Moriconi. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Moriconi.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Vorrei chiedere la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

PRESIDENTE. Prende atto che il consigliere Campus è presente.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 55 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Signora Presidente, colleghi, Assessore, il disegno di legge che oggi discutiamo contiene indubbiamente almeno alcune disposizioni in relazione alle quali personalmente non mi sento di eccepire. Tralascio per ora alcuni aspetti che certamente meritano di essere approfonditi e corretti, a cui ha già fatto cenno il collega Lotto. Resto perplesso, invece, giusto per usare un eufemismo, soprattutto circa l'incertezza finanziaria che regna, o meglio la certezza della irrilevanza delle risorse o forse addirittura l'indisponibilità delle stesse. Questo ce lo deve spiegare lei, Assessore.

Questa incertezza accompagna la parte politicamente più rilevante di questo disegno di legge, sulla quale pesa sicuramente il mancato pronunciamento della Commissione bilancio, il che alimenta ancora di più il dubbio circa l'opportunità della proposta complessiva che oggi offrite alla discussione di quest'Aula, non tanto per via del fatto che su alcuni importanti interventi previsti manca probabilmente la copertura finanziaria necessaria, al di là delle acrobazie dell'ultima ora degli uffici e della Giunta, quanto per l'inefficacia, a mio modesto modo di vedere le cose, di un provvedimento che non è in grado di incidere minimamente su un sistema che attende ben altre risposte. Questo credo che sia l'aspetto che colpisce di più e che attiene per certi versi al profilo di adeguatezza, o meglio di inadeguatezza dell'azione politica a cui la Giunta e la maggioranza stanno costringendo la Regione e i sardi tutti.

E' evidente che la confusione riguardante la parte finanziaria costituirebbe, nel caso in cui fosse confermata, una pregiudiziale rispetto alla quale la sua stessa maggioranza, Assessore, assieme a noi avrebbe il dovere di eccepire, per senso di responsabilità non peraltro, e che non ci aiuta, o meglio non aiuta il Consiglio regionale neppure a intervenire urgentemente per arginare anche quelle poche situazioni di sofferenza sulle quali onestamente penso tale proposta provi anche a porre parziale rimedio, così come prova a definire meglio, dal punto di vista esclusivamente procedurale, provvedimenti precedentemente assunti da questa stessa Assemblea, senza peraltro riuscirci per una ragione o per l'altra.

Vorrei essere più preciso, riferendomi più al particolare, per esempio a quanto disposto dall'articolo 17, laddove si intende determinare i termini autorizzativi per la prosecuzione dell'esercizio di gestione degli invasi esistenti, pensando che ciò costituisca un sollievo - ne sono convinto anch'io - per gli operatori che oggi vivono, assieme a tanti altri, il dramma della grave crisi che incombe. Ritengo però di dover sottolineare che ciò non deve e non può costituire la regola, oltre al fatto che resta il dubbio circa la regolarità della norma proposta, laddove la Giunta viene delegata a intervenire su materie - parrebbe - di competenza esclusiva del Consiglio, e cioè la rideterminazione oggettiva delle sanzioni, già approvata con la legge regionale numero 12 del 2007, di cui ha parlato il collega Lotto.

Mi riferisco inoltre alla necessità, così come previsto all'articolo 18 del disegno di legge in discussione, di fornire all'AREA la possibilità di operare sul mercato mediante l'acquisto di immobili, esattamente come penso fosse nell'intenzione del legislatore originario. Resta il dubbio sulla modalità di determinazione dei prezzi, così come viene proposto, ma riconduco in ogni caso gli effetti di tale possibile intervento a un migliore utilizzo delle volumetrie già realizzate e alla rideterminazione di ciò che in alternativa avrebbe costituito nuove e ulteriori colate di cemento nei nostri comuni. Mi riferisco ancora agli incentivi previsti sempre dall'articolo 18, attraverso i quali si intenderebbe favorire gli interventi di acquisto, oppure di recupero, di abitazioni situate nei centri storici e nei centri matrice, a beneficio di nuclei familiari o di giovani coppie in condizioni reddituali al di sotto di una certa soglia, a beneficio dell'ambiente, al quale nel caso risparmieremmo altro inutile cemento, e infine a favore del ripopolamento dei nostri centri storici. Mi riferisco, infine, agli interventi a favore della viabilità provinciale, così come prevede l'articolo 20, e a favore degli enti locali, nella parte in cui l'articolo 21 ter, sia nel comma 1 sia nel comma 2, intende finanziare opere pubbliche e infrastrutture delle quali si ha oggettivamente enorme bisogno.

Peccato, Assessore, che di tutto ciò resteranno in piedi forse solo le questioni procedurali, quelle per le quali non è incluso l'utilizzo di alcuna risorsa finanziaria. Nessuna nuova opera pubblica, mi sembra di capire. Per cui, dopo quanto appena premesso in termini positivi, Assessore, e cioè una volta dichiarato che ci piacerebbe intervenire a sostegno delle province, dei comuni, delle famiglie, degli operatori del mondo dell'agricoltura, eccetera, il nostro timore è che saremo invece costretti a prendere atto, ancora una volta, che la Giunta ha fatto male i conti e che tale piccolo, ma ambizioso disegno di legge si riduce a un qualcosa necessario più semplicemente per eliminare qualche piccolo contrasto della normativa vigente, anziché essere, come speravamo, una piccola boccata d'ossigeno per una regione che soffre più di altre e si accinge a pagare l'ulteriore prezzo più alto del dissesto politico e finanziario a cui l'Italia intera è costretta a causa dell'insipienza di un Governo nazionale bocciato dagli italiani, bocciato dalla comunità internazionale, bocciato dal mercato globale, come non era mai successo prima, e della inadeguatezza di questo Governo regionale e della sua maggioranza.

Dico ciò molto sommessamente, pensando che ogni atto politico compiuto dai rappresentanti del popolo in seno alle istituzioni democratiche, alle quali apparteniamo anche noi, quindi anche l'atto politico odierno, per intenderci, si trascina appresso la credibilità della classe politica intera e delle istituzioni pubbliche, in un tempo in cui ormai la minore credibilità della classe dirigente condiziona in senso negativo ogni tentativo di ripresa e di crescita del mondo dell'impresa e dell'intero sistema socioeconomico del nostro Paese e della nostra regione. Stiamo vanificando, insomma, anche il lavoro degli altri; non ce lo possiamo permettere e non lo dobbiamo permettere.

Da qui l'appello alla Giunta e alla maggioranza di voler considerare l'opportunità di rinviare in Commissione il disegno di legge oggi in discussione, affinché possa essere effettuata assieme agli Uffici ogni eventuale necessaria verifica finanziaria, affinché possa essere effettuato ogni raffronto con i recenti provvedimenti approvati dall'Aula e affinché possano essere incluse quelle azioni più volte sostenute dalla opposizione, spesso annunciate anche dalla Giunta e mai approdate all'esame della competente Commissione del Consiglio. Lo dico sottolineando la premessa che ho fatto, sottolineando l'approccio positivo a questo disegno di legge, nonché il senso di responsabilità che ci dovrebbe accompagnare in questo particolare periodo storico per offrire la disponibilità politica - parlo a titolo personale - a collaborare all'elaborazione di un testo che però sia più coraggioso, Assessore, più concreto, più coerente con le aspettative delle nostre comunità negli obiettivi e anche negli strumenti di cui ci si deve servire per non vanificare nulla del lavoro che si fa, per lanciare un segnale di responsabilità ai sardi sui temi che tale provvedimento può includere, per lanciare un segnale importante agli enti locali, tartassati dai tagli e privati di qualsiasi opportunità, comprese quelle opportunità di cui in questo disegno di legge si parla, senza offrirne nella sostanza alcuna, se non per quanto previsto per quei 20 milioni di euro che la legge regionale numero 12 del 2011 aveva già liberato e ora vengono semplicemente rimodulati, ma siamo sempre lì.

Assessore, colleghi, l'inflazionato richiamo alla drammatica situazione politica generale mi rendo conto che non genera più alcuna attenzione. La complessità della crisi è tale per cui si rischia di vivere con rassegnazione l'ineluttabilità di quegli eventi di dimensioni epocali. Allora diamo un segnale positivo, anche se piccolo, per provare a segnare una svolta o un tentativo per far prevalere, almeno una volta, l'interesse dei sardi rispetto all'orgoglio e alla superficialità che hanno per lunghi tratti dominato l'azione politica di questa maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signora Presidente, colleghi consiglieri, signor Assessore, mentre preparavo il mio intervento ho avuto un po' di dubbi sull'impronta da dargli, specialmente nella fase iniziale. Il fatto che abbiano parlato di seguito tre colleghi della minoranza e che al dibattito generale non si sia iscritto nessuno dei colleghi della maggioranza dipinge chiaramente il quadro della situazione nella quale continuiamo a operare, per cui sono contento di aver preparato questo intervento e lo svolgerò per intero.

Colleghi, la prima considerazione che viene spontaneo fare, la prima riflessione importante, coerente con il breve ragionamento politico che farò in questo mio intervento, è che oggi, 19 luglio 2011, siamo riuniti in quest'aula per parlare, otto mesi dopo la sua presentazione - otto mesi! -, di un provvedimento noto e catalogato come collegato alla manovra finanziaria. Presidente, faccio notare questo aspetto con serietà e pacatezza, ma con la determinazione e la fermezza di chi sostiene che è veramente diventato impossibile proseguire un'esperienza legislativa in cui, a eccezione di "finanziarie" collegate alla finanziaria, assestamenti di bilancio e famigerati piani casa, non si produce nient'altro, non si discute e non si affrontano, anzi si evitano, i temi e i ragionamenti riguardanti i problemi scottanti della nostra terra, che rendono sempre più difficile e sofferente la vita dei suoi cittadini.

Non si parla di riforma sanitaria o se ne parla in termini generali, poco specifici e con grande divisione all'interno della maggioranza che governa o pensa di governare questa Regione; non si parla di riforma e riorganizzazione del servizio idrico integrato. Assessore, in questa direzione mi consenta di dire che è vergognoso leggere sui giornali le cronache dell'assemblea di Abbanoa, in cui i sindaci responsabilmente approvano il bilancio per evitare il disastro e in nessuna delle relazioni dei partecipanti traspaiono in maniera evidente, oltre alle responsabilità politiche, le responsabilità di una classe manageriale totalmente inadeguata e assente che nessuno ha il coraggio di spostare o rimuovere.

Si parla di ripianificazione territoriale e di urbanistica nei modi sbagliati e specialmente con gli strumenti sbagliati. Abbiamo assistito da poco a una querelle sulla stampa: si chiede al Presidente della Commissione lo stralcio della seconda parte del piano casa perché l'Assessore, giustamente secondo il suo compito, dice che è pronto il nuovo Piano paesaggistico regionale. Noi leggiamo queste cose sui giornali, ma vorremmo parlarne in quest'Aula, vorremmo parlarne nelle apposite Commissioni, vorremmo evitare di perdere tempo con strumenti come il piano casa che così come è stato istruito e predisposto non produrrà alcun beneficio per i nostri cittadini. Oltre a qualche pur apprezzabile presa di posizione dell'Assessore del bilancio, non si sente e non si vede neanche minimamente la durissima reazione che la Regione e il presidente Cappellacci avrebbero dovuto mettere in atto per la vertenza entrate e lo scippo di risorse perpetrato a nostro danno, insultando la nostra autonomia e la nostra specialità. Non continuo con considerazioni che, è vero, non riguardano strettamente il contenuto di questo disegno di legge, ma sono di certo politicamente e strutturalmente ad esso collegate, visto anche il clima che si vive in quest'Aula.

Assessore, come già chiesto da diversi colleghi, sarebbe fondamentale, anzi prioritario rispetto a qualunque possibile ragionamento, capire un aspetto essenziale di questo provvedimento: le coperture finanziarie ci sono oppure no? Le norme presenti in questo disegno di legge prevedono cospicui stanziamenti: ci sono le disponibilità finanziarie oppure no? Sarebbe utile saperlo. Anzi io lo indicherei come presupposto per continuare a ragionare su questo tema, perché si sono sentite diverse voci, per esempio si dice che la Commissione bilancio non abbia approvato la parte finanziaria del collegato in discussione, per cui gradirei avere una risposta e a tal fine mi appello al Presidente, se del caso.

L'articolo 17 prevede alcuni interventi tecnici per meglio normare il problema dei bacini che per ridotte implicazioni per la sicurezza possono essere esclusi dal campo di applicazione della legge numero 12. Il secondo comma dello stesso articolo invece sospende le sanzioni amministrative in attesa che con decreto dell'Assessore regionale sia meglio disciplinato l'aspetto delle sanzioni e delle demolizioni. Penso, Assessore, che in entrambi i casi sia indispensabile capire se dal 2007 ad oggi si sia mosso qualcosa, ovvero se ci siano stati provvedimenti sanzionatori di demolizione regolati con la normativa che ora stiamo modificando. Nel caso fosse così, Assessore, le suggerisco di fare una verifica perché commetteremmo sicuramente una grave ingiustizia nei confronti di chi si è trovato a cimentarsi con una legislazione che stiamo modificando per carenze nostre.

In tal senso non bastano neanche le ultime due righe del comma 4 dell'articolo 17, che testualmente recitano: "Fino a detto termine sono estinti gli eventuali provvedimenti sanzionatori pendenti". Infatti questa dicitura chiaramente lascia aperta una disparità di trattamento verso chi eventualmente i provvedimenti sanzionatori li ha già definiti e pagati, comprendendo anche, come diceva l'onorevole Lotto, che questi interventi sono sicuramente necessari per la vita delle nostre campagne e degli agricoltori, che ne sono i primi fruitori e che in questo momento non si possono permettere di pagare né sanzioni né nient'altro. Chiederei all'Assessore di verificare se, oggettivamente, modificando questa normativa si commettono eventualmente dei soprusi nei confronti delle persone che hanno già utilizzato questo meccanismo.

Per quanto riguarda l'articolo 18, in materia di edilizia residenziale ritengo positivo, Assessore, che venga data all'AREA la possibilità di acquistare nuovi edifici da destinare alla locazione sia a canone moderato sia a canone sociale. Faccio presente che durante la discussione della parte prima del collegato questo era già stato proposto dal collega Gian Valerio Sanna, con un emendamento che non è stato assolutamente preso in considerazione, forse perché si pensava che fosse un intervento inutile rispetto alla spendita delle risorse. Così non era e infatti ci ritorniamo con un emendamento proposto direttamente dall'Assessore, che adesso ritiene quell'intervento positivo. Vedo che è previsto anche un intervento a fondo perduto a favore delle giovani coppie per investire nei centri storici e nei centri matrice. Penso che sia un'opportunità, in un momento di difficoltà, per le giovani coppie, ma sia anche un'opportunità per migliorare i nostri centri storici e i nostri centri matrice, che sono tendenzialmente i luoghi più sensibili delle nostre città.

Per quanto riguarda i ribassi di gara e il loro utilizzo condivido le affermazioni che faceva l'onorevole Lotto. Arriviamo, poi, alla parte finanziaria, che è quella che mi lascia perplesso, sulla quale probabilmente l'Assessore ci darà una risposta. Abbiamo stanziato 500 mila euro per la realizzazione di un sistema di rilevamento della velocità e parrebbe esserci un emendamento tendente a ridurre tale stanziamento. Ricordo che in Commissione discutemmo a lungo di questo tema: tendenzialmente si tratta di dispositivi di rilevamento destinati a essere installati nella strada Sassari-Olbia; questo per andare incontro alle esigenze di sicurezza e cercare di limitare i danni che quella strada provoca, come attestano le numerose morti avvenute lungo quel percorso. E' anche vero, Assessore, che a me piacerebbe capire oggettivamente qual è la situazione attuale della Sassari-Olbia, lo stato dell'arte dei relativi lotti, nonché la situazione dei finanziamenti. Le chiedo di essere più esaustivo, durante il suo intervento, rispetto a quello che si legge sui giornali, ma che ogni tanto viene modificato nei ragionamenti e smentito nelle dichiarazioni. Sarebbe sicuramente importante avere queste informazioni.

Nel comma 2 dell'articolo 20 è previsto uno stanziamento di 5 milioni di euro per gli interventi per la viabilità provinciale. Assessore, è uno stanziamento esiguo, lei lo sa bene; essendo amministratore di un ente locale conosce perfettamente le difficoltà alle quali vanno incontro le province proprio per quanto riguarda il settore viario di loro responsabilità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

(Segue MANCA.) Viene fatta una ripartizione delle risorse sulla base delle estese chilometriche; lo considero corretto, ma penso che debba essere fatta anche una valutazione rispetto a quelle che sono le esigenze dei diversi territori. Non tutti i territori, infatti, hanno le stesse esigenze o sono stati oggetto delle stesse attenzioni nel corso degli anni. Penso, quindi, che vada fatta anche questa valutazione e in maniera molto attenta.

Va bene la proroga dei termini per le opere pubbliche, condivido al riguardo quanto sosteneva il collega Lotto. All'articolo 21 ter, Assessore, si parla di opere pubbliche degli enti locali, i cui finanziamenti sono stati oggetto di modifiche e spostamenti nelle diverse finanziarie. Ricordo che anche nella passata legislatura venivano utilizzate risorse da destinare ai comuni al di sotto di 5.000 abitanti e che avevano una destinazione ben definita rispetto a quella che noi abbiamo invece indicato con la finanziaria, stanziando 20 milioni di euro per le opere immediatamente cantierabili. Sono state pubblicate le graduatorie e possiamo notare che spesso sono i comuni di grandi dimensioni o addirittura le amministrazioni provinciali a usufruire di questi finanziamenti, per cui penso che rifinanziare questo capitolo sia assolutamente di vitale importanza.

Assessore, sfido lei e il suo Gruppo politico di appartenenza a far sì che queste risorse non vengano scippate, come invece è accaduto con le scorse finanziarie. Penso che anche la realizzazione di piccoli interventi all'interno delle amministrazioni comunali sotto i 5.000 abitanti sia importante per dare risposte immediate a esigenze come il completamento di una illuminazione pubblica o di una piazza. Piccole cose, ripeto, che però nell'immediato nei piccoli comuni danno risposta a delle esigenze.

Queste sono a grandi linee le considerazioni che volevo svolgere su questo disegno di legge. In conclusione, vorrei dire che si sarebbe potuto seguire un percorso più adeguato, si sarebbe potuto lavorare meglio in Commissione. Concordo con quello che diceva il collega Moriconi, cioè che un disegno di legge riportato in Commissione con la disponibilità al dialogo e al reperimento di risorse nuove sarebbe sicuramente più utile per gli enti locali e i cittadini. Ribadisco che su questi temi e su altri provvedimenti legislativi, vedi il piano casa, abbiamo fatto le stesse proposte e non siamo stati ascoltati, per cui ci troviamo ancora adesso a rincorrere le soluzioni e a mettere in difficoltà gli enti locali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Meloni Francesco.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Milia, Oppi e Peru sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 61 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zedda - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). L'organizzazione politica a cui ho aderito, Sinistra Ecologia e Libertà, è molto attenta ai livelli di precarietà che i sardi vivono. Ci sono tanti livelli di precarietà, ma non intendo certamente tornare sul tema della precarietà del lavoro, perché abbiamo visto quali complessità e quali contraddizioni può portare, e neanche riferirmi alla precarietà dell'ambiente e, per esempio, ai problemi della sindrome di Quirra, o alla precarietà della salute, di cui in questi giorni di Consiglio si è discusso.

C'è un altro grande livello di precarietà alla quale mi riferisco, che è la precarietà dell'abitare. Anticipando alcuni emendamenti mi riferisco, per esempio, alle problematiche degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai cosiddetti canoni concordati, di cui potrei indicarvi le cifre; parliamo spesso di cifre di mercato, ma c'è tanta povera gente non riesce a pagare nemmeno l'affitto delle case di edilizia sovvenzionata.

Mi riferisco anche a un altro livello di precarietà dell'abitare, che è quello legato all'edilizia spontanea. In Sardegna ci sono circa cento nuclei di questo tipo, molti dei quali prevalentemente di carattere residenziale, che oggi si trovano in condizioni di totale disagio per carenza di infrastrutture. Mi stupisce che sia questa la situazione a vent'anni dall'istituzione della legge regionale numero 23 del 1985, che riprende la legge numero 47, dello stesso anno, che con i suoi articoli tendeva a risolvere proprio i problemi di questa precarietà dell'abitare, parlo dell'edilizia spontanea. Badate, anche qui, similmente alla precarietà del lavoro, le precarietà spesso e volentieri derivano dall'infrazione di regole, di leggi, di quella burocrazia borbonica tipicamente sarda e meridionale che governa l'urbanistica in Sardegna e che ha portato migliaia e migliaia di famiglie spesso…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cugusi. Colleghi, c'è in aula un brusio che non consente sicuramente al collega Cugusi di svolgere serenamente il suo intervento.

Prego, onorevole Cugusi.

CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Dicevo che questa tendenza borbonica dell'urbanistica in Sardegna ha costretto anche semplici impiegati a improvvisarsi muratori e manovali e a costruirsi da sé le case. Parlo di migliaia di famiglie distribuite in tutto il territorio della Sardegna; penso, per esempio, ai casi di Olbia, Nuoro, Sassari, Quartu Sant'Elena, Selargius e Monserrato. C'è poi una situazione particolare: pensate, un quartiere di Cagliari, frutto appunto di edilizia spontanea, avrà 10 mila cittadini residenti entro i prossimi due anni! Si chiama Baracca Manna. Sto parlando di tutte quelle situazioni in cui dei cittadini vivono senza sistemi fognari, senza illuminazione pubblica e hanno giusto giusto l'acqua potabile grazie a impianti idrici realizzati in modo artigianale.

Ebbene, l'articolo 36 della legge numero 23 consentirebbe a tutte le amministrazioni che hanno di queste problematiche di chiedere l'intervento della Regione. Io ho preteso l'applicazione di questo articolo quando governava il centrosinistra e continuerò a pretenderla adesso che governa il centro destra. Nel rappresentare questi "ultimi della terra", questi cittadini che vivono in quelle condizioni, pretendo che attraverso un emendamento sia fatta giustizia, che cioè sia finanziato un articolo mai finanziato - così mi risulta - che consente alle amministrazioni locali che a causa della stessa legge numero 23 non hanno potuto far pagare per intero gli oneri di urbanizzazione (appunto perché la "23" consente ai cittadini non abbienti di non pagare per intero le opere di urbanizzazione) di chiedere l'intervento della Regione, in quanto nelle casse delle amministrazioni locali non ci sono i fondi per poter realizzare le opere di urbanizzazione.

A queste precarietà mi riferisco e mi auguro, signor Presidente, signori consiglieri, signor Assessore, che ci sia al riguardo attenzione, ma soprattutto un rigoroso rispetto della legge che ci consenta di dare un'efficace risposta.

Ho studiato, in questo breve periodo, il disegno di legge in esame e ho notato che nel testo sono totalmente assenti questi aspetti. Non entrerò nel dettaglio, volevo soltanto anticipare delle considerazioni su delle situazioni di precarietà che i sardi hanno diritto di sanare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere cinque minuti di sospensione, stando in aula, per valutare alcuni punti con l'Assessore.

PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo, sospendo la seduta per cinque minuti. I lavori riprenderanno alle ore 17 e 35.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 29, viene ripresa alle ore 17 e 38.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Signor Presidente, intervengo solo perché ritengo opportuno dare alcune indicazioni per quel che mi riguarda. Ritengo anche opportuno, per poter soddisfare al meglio le esigenze della popolazione, che a questo provvedimento venga data nuova linfa attraverso degli emendamenti che ho sottoscritto poco fa e che riguardano l'operatività della legge e delle norme ad essa collegate.

Intanto dobbiamo tenere presente che stiamo operando in una condizione in cui le risorse finanziarie sono ridotte ai minimi termini e probabilmente molti di noi, anche chi ha istruito nella Commissione di merito il disegno di legge, non si sono accorti che in un passaggio legislativo statale di qualche giorno fa sono stati tolti circa 10 miliardi riguardanti finalità per le quali anche questa legge avrebbe potuto avere garanzie finanziarie. Questa legge, come tutte quelle che stiamo approvando da un po' di tempo a questa parte, marca la carenza assoluta di un quadro normativo preciso e soprattutto di un quadro istituzionale di riferimento. Non mi stancherò mai di affermare che sino a che non avremo uno Statuto di autonomia degno di questo nome, rispondente alle esigenze di questi tempi, qualunque sforzo, anche di buona volontà, che in quest'Aula possiamo fare non ci consentirà di trovare un altro punto di riferimento per le norme che dovremmo porre in campo per le necessità del popolo sardo. Manca, quindi, un nuovo Statuto di autonomia, manca la legge statutaria, manca un quadro di riferimento istituzionale, perché dopo la soppressione delle comunità montane e l'istituzione delle unioni di comuni e di altre quattro province per volontà di quest'Aula in altra legislatura, ancora non c'è un punto preciso di riferimento sulla base del quale poter operare. Gli stessi comuni non riescono a spendere le risorse che vengono loro trasferite per le opere pubbliche perché vuoi il PAI vuoi la concertazione con mille e un ente impegnati nel territorio, soprintendenze e quant'altro, impediscono che i lavori siano appaltati entro i tempi stabiliti. Addirittura opere importantissime già finanziate rischiano di vedere cancellato il relativo finanziamento. Mi riferisco, per esempio, a una nuova strada provinciale che alleggerirebbe enormemente il traffico proveniente dal Sarcidano, da paesi come Laconi, e dalla SS 131; mi riferisco al ponte sul Tirso, sempre più ingolfato dal traffico in arrivo dal lato nord della provincia di Oristano, a cui nel periodo estivo si aggiunge il flusso turistico verso il mare.

Credo, quindi, che ci sia la necessità di apportare qualche miglioramento alla legge in discussione. Ribadisco tuttavia la necessità di un'intelaiatura istituzionale anche a livello delle autonomie locali tale da consentire una programmazione di area vasta e la sua realizzazione attraverso i singoli comuni. Vi è la necessità, soprattutto di questi tempi, di finanziamenti pubblici che possano rimettere in moto l'economia; vi è la necessità di capire che l'infrastrutturazione è la base dello sviluppo della nostra Isola, così come dello sviluppo di qualunque territorio; vi è la necessità di non disperdere le risorse e quindi di regolamentare al meglio l'utilizzo dei finanziamenti, e questo vale soprattutto per quel che riguarda l'ex IACP, ovvero l'AREA, che sembrerebbe essere l'ente più ricco della Regione Sardegna e nonostante ciò non riesce a dare risposte alle esigenze delle giovani coppie e di tante famiglie che non hanno la possibilità di acquistare una casa a prezzo di mercato.

Bisogna dare indirizzi affinché non nascano nuove zone urbanizzate all'esterno del centro matrice della città o del paese, ed è lì che bisogna insistere per far sì che le case disabitate vengano riattate e rese agibili, anche per non lasciare i centri storici vuoti o in costante degrado. Tra l'altro si risparmierebbe, in quanto ogni nuova zona urbanizzata significa ulteriori costi per fogne, luce, acqua, infrastrutture stradali e quant'altro, mentre nei centri matrice e nei centri storici l'infrastrutturazione è già esistente; i danari così canalizzati possono portare più velocemente dei benefici. Ricordo che l'onorevole Gian Valerio Sanna, nel corso della trattazione della parte prima del collegato, rimarcava l'esigenza di avviare delle iniziative, anche a diversi livelli, per rendere disponibili i palazzi e le case disabitate.

Credo sia importante, tra le altre cose, onorevole Assessore, indirizzare l'AREA anche verso la vendita delle proprie case. Spesso e volentieri, infatti, gli assegnatari vorrebbero riscattarle, ma non viene loro concesso, mentre è auspicabile che ciò possa avvenire anche per alleggerire l'ente di tanti immobili che spesso non vengono utilizzati al meglio né mantenuti in buono stato. Bisogna perciò iniziare un processo interno di revisione e aggiornamento di tutto il sistema operativo dell'AREA.

Ci sono molti aspetti che vanno certamente puntualizzati, ma è anche vero che vi è la necessità primaria, come dicevo prima, di avere un quadro istituzionale e organizzativo del territorio prontamente e significativamente attrezzato per poter garantire possibilità di sviluppo. Guai se oggi dimenticassimo quali sono i presidi di un territorio vasto come la Sardegna, che in determinate zone non ha neanche 20 abitanti per chilometro quadrato. Dobbiamo cercare strade innovative che diano la possibilità di incrementare lo sviluppo delle zone interne, dove è in atto lo spopolamento dei piccoli centri. Occorrono infrastrutture, occorre migliorare la viabilità e velocizzare i trasporti per consentire agli abitanti dei piccoli centri, delle lande lontane e deserte, di raggiungere le città in tempi brevi e di non essere costretti, per usufruire di certi servizi, come l'università, a inurbarsi a Cagliari, a Sassari o a Oristano.

Mi consenta ancora un riferimento, Assessore, a quello che è il problema della SS 131. Ci capita, quando andiamo in continente, di percorrere la dorsale occidentale in Toscana, una superstrada a quattro corsie per tutta la sua lunghezza, realizzata nel giro di pochi anni e che somiglia più a un'autostrada. La SS 131 è soltanto una delle rivendicazioni nei confronti dello Stato. La Sardegna, infatti, resta comunque un'isola per quanto riguarda i trasporti, la viabilità navale e aerea, ma c'è anche un problema di infrastrutturazione interna, di collegamento delle diverse zone del nostro territorio. Non è tollerabile che per andare da Sassari a Cagliari ci si debbano impiegare ancora diverse ore, magari per le continue interruzioni stradali e chiusure al traffico di cui non si capisce neanche il motivo. Capisco che ci sono lavori in corso continui e indifferenziati, ma penso che l'ANAS dovrebbe, per esempio, essere obbligata a operare in modo da creare il minor disturbo possibile al traffico sulla SS 131, a creare collegamenti alternativi, quei collegamenti di grande valenza per la nostra Isola, che servono da interconnessione tra le zone interne e che ancora tardano a essere realizzati, come il collegamento tra la SS 128 e l'Ogliastra o il collegamento tra la Gallura e le zone interne dell'Oristanese e del Nuorese.

Bisogna trovare il modo di elaborare una programmazione infrastrutturale degna di questo nome. A tal fine vi è la fondamentale esigenza di avere un quadro istituzionale locale puntuale e identificato, che ancora non abbiamo. Stiamo tardando, signor Presidente della prima Commissione, a predisporre una riforma seria e puntuale, su cui poter spendere la buona volontà di un Consiglio che anche stasera non vedo molto attento ai lavori. Certo, questa può essere una cosa minimale, momentanea, ma c'è comunque la necessità di dare risposte a determinate esigenze della popolazione sarda, che indubbiamente merita di più di quel che fino ad oggi siamo riusciti a darle.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che l'onorevole Marco Meloni è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, rilevo che il livello di attenzione di quest'Aula è veramente molto basso. Credo che non sia un fatto occasionale e che in quest'Aula stia subentrando un po' di rassegnazione per questo modo di legiferare assai disorganico.

Il provvedimento in discussione ha un'origine abbastanza confusa: è un pezzo di una norma arrivato qui monco, con pochissime risorse e che certamente non affascina e non rende giustizia ai bisogni e alle necessità che la nostra Regione dovrebbe affrontare in materia di infrastrutture e di lavori pubblici utili per mettere in moto lo sviluppo. Non mi dilungherò nel mio intervento, voglio solo denunciare che ormai il nostro ruolo è un po' quello delle comparse, in qualche modo si tiene…

Vede, Presidente, a cosa mi riferivo? Anche l'Assessore dà le spalle alla Presidenza del Consiglio!

PRESIDENTE. Invito i colleghi a tornare al proprio posto. C'è un insostenibile brusio in aula.

Prego, onorevole Porcu.

PORCU (P.D.). Presidente, lei si affanna a richiamare almeno la buona educazione, però non c'è più nulla che tenga insieme quest'Aula. Lei si affanna, ma l'Aula è distratta perché si accorge che il nostro ruolo è marginale. Ormai siamo qui per ingannare il tempo, approviamo provvedimenti vuoti e insulsi soltanto per poter dire che li abbiamo approvati, per tenerci impegnati, per cercare di salvare la faccia, anche se non la potremo più salvare andando avanti con provvedimenti di questo genere. Credo che l'articolato in esame lo confermi: pezzettini di norme messe insieme alla rinfusa, rattoppate, che magari risolvono qualche piccolo problema, ma non ne risolvono tanti altri e certamente non affrontano né la materia dei lavori pubblici, né il tema dell'edilizia residenziale e nemmeno quello della messa in sicurezza e della mitigazione del controllo sulle strade che costituiscono l'infrastruttura viaria della nostra regione.

Sono stati toccati molti temi da parte dei miei colleghi, ma io credo che il vero tema sia politico. Dove vuole andare questa maggioranza legiferando in questo modo? Per quanto tempo riuscirà a tenere impegnato il Consiglio con provvedimenti vuoti, disarticolati, non omogenei, senza riforme organiche? Per quanto tempo sarà possibile ancora cercare di salvare la faccia quando le emergenze sociali e le emergenze economiche a cui siamo chiamati ogni giorno meriterebbero un'azione di governo assai più incisiva?

Il Presidente della Regione ormai è nella categoria dei desaparecidos, non lo vediamo più, si occupa d'altro, e mentre lui si occupa d'altro, magari di riprogrammazione di fondi europei, nel tentativo di salvare il salvabile, di salvare la faccia, ormai la maggioranza di questo Consiglio va avanti per conto suo. Immagino che quando andremo a esaminare gli emendamenti presentati a questo provvedimento ci saranno altri tentativi di salvare il salvabile, ognuno cercherà, esattamente come è accaduto per la parte prima del collegato alla finanziaria e per il disegno di legge sul personale, di dare un senso al proprio stare in quest'Aula, di dare un senso al proprio mandato, a un mandato che un senso non può più averlo perché la cacofonia politica, lo strabismo politico, la disorganicità del vostro modo di legiferare è ormai palese. Siete assolutamente inadeguati a guidare questa Regione, lo avete dimostrato una volta di più con questo collegato sui lavori pubblici che di lavori pubblici ha praticamente soltanto il nome e di legato a qualcosa di utile alla Sardegna non ha veramente nulla!

Spero che questa fase abbia a finire presto. Come minoranza presenteremo delle proposte migliorative, cercheremo anche noi di dare un senso al nostro stare in quest'Aula sollevando qualche tema, anche se sappiamo che il vero tema sono le risorse della Sardegna, il vero tema è la capacità di questa Regione di esercitare fino in fondo le sue prerogative, ma è un tema dimenticato. Siamo ormai schiacciati da un federalismo non solidale, siamo succubi di uno Stato che non riconosce neanche i nostri diritti. Ricordava prima il collega Manca il tema delle entrate, un tema negletto: abbiamo firmato anche un ordine del giorno unitario, ci siamo dichiarati pronti ad andare tutti insieme a Roma, abbiamo approvato le norme di attuazione pieni di speranza. E' da un anno e mezzo che ci parlate di queste norme di attuazione dicendo che saranno decisive, che riporteranno alla Sardegna 600 milioni di euro all'anno di risorse "neglette", di risorse cancellate, con le quali magari mettere in campo politiche di sviluppo. Certamente non basteranno, certamente c'è da riqualificare la spesa, certamente c'è da tagliare qualcosa, ma quelle sono risorse che coprono i disavanzi accumulati dalle amministrazioni precedenti, che coprono un effetto che si protrae dal 1991, da quando cioè di fatto la quota del gettito tributario spettante alla Sardegna non è stata assegnata per via di anomalie contabili. Con quei soldi recupereremmo quello che ci era dovuto negli anni passati, potremmo incidere sull'indebitamento, potremmo cancellare parte dei 2 miliardi di euro di indebitamento finanziario e abbattere gli interessi sul debito che diventano sempre più gravosi. Ma anche quello è un tema che non viene affrontato, non se ne sa più nulla. Ogni tanto l'assessore La Spisa ci racconta di un prossimo incontro che avverrà con il ministro Tremonti. C'è sempre un prossimo incontro, c'è sempre un'altra promessa, c'è sempre un tavolo che sta per aprirsi, ma nel frattempo le opportunità si esauriscono, le aziende chiudono. I vostri richiami a un qualcosa che deve accadere e non accade mai diventano sempre più vuoti ed è sempre più evidente la vostra incapacità non solo di governare la Sardegna, ma anche di far valere i nostri diritti nei confronti dello Stato, nei confronti del Governo. E' sempre più palese la vostra inadeguatezza, la vostra remissività, la scarsa credibilità di cui gode la nostra Amministrazione regionale nel momento in cui anche quello che dovrebbe fare, anche quello che dipende dalla sua capacità di programmazione in materia di opere pubbliche, di scuola, di energia, di enti locali, di sanità e di gestione del personale non viene messo in campo. Con quali credenziali ci presentiamo al tavolo del Governo nazionale? Con quali compiti svolti, con quali riforme approvate, con quale dimostrazione di serietà e di impegno, con quali strumenti di programmazione ci presentiamo al Governo per dire che il nostro dovere l'abbiamo fatto e che quindi quelle risorse ci spettano?

Credo che questo collegato sui lavori pubblici sia un'altra pagina del vostro fallimento politico, un'altra pagina della vostra inadeguatezza, un'altra pagina della vostra necessità di tenerci semplicemente impegnati su provvedimenti vuoti che non vanno all'origine dei problemi, che non affrontano i problemi della Sardegna e che hanno il solo scopo di mascherare il fallimento politico della vostra maggioranza. Certamente potrete dire che il Consiglio regionale ha approvato un'altra legge, che c'è stata qualche altra seduta d'Aula, che qualche piccola cosa è stata affrontata, che ci avete tenuti impegnati, ma questo impegno è sempre più vacuo e non può mascherare quello che è il fallimento politico della vostra maggioranza.

Occorrerebbe un sussulto, ma non quel tipo di sussulto che a volte viene richiamato, ovvero una sorta di accordo bipartisan tra i consiglieri tendente a scavalcare chi ci ha eletto, a cancellare la chiarezza delle responsabilità politiche tra maggioranza e minoranza, a confondere le acque al solo scopo di mantenere in piedi questa legislatura. Io non credo che questo sia possibile, non credo che sarebbe chiaro per chi ci ha eletto. Credo che l'unica strada per un cambio di rotta sia quella di ridare la parola a chi ci ha eletto, non ci sono vie di mezzo. Noi siamo qui e certamente cercheremo di dare un senso alla nostra presenza per tutto il tempo che voi riterrete di prolungare quella che sta diventando una vera e propria agonia. Non rinunceremo a fare proposte migliorative, non ci auguriamo l'agonia e speriamo ogni volta che siate capaci di un colpo d'ala, che siate capaci di un sussulto, che siate capaci anche di uno scatto di dignità, di orgoglio, per mettere in campo qualche riforma vera e coraggiosa sulla quale noi siamo disponibili a darvi una mano, ma nella distinzione dei ruoli, perché la responsabilità sta in capo a chi governa. E' vostra la responsabilità di proposta, è vostra la responsabilità di guida e noi rispetto alla vostra responsabilità di proposta possiamo non sottrarci, siamo disponibili a proporre miglioramenti, ma deve essere chiaro che sta a voi dare un senso a questa legislatura e chiarire ai sardi qualcosa che non avete ancora chiarito: qual è la vostra visione di Sardegna, qual è la vostra idea di Sardegna, qual è il vostro progetto di governo, quali sono le riforme che ritenete importanti, certamente senza sopravvalutare la crisi generale o sopravvalutare il ruolo della politica, per compiere un cambio di passo, per contribuire a una risalita, per far sì che una nuova speranza, partendo proprio da una politica che faccia perlomeno la sua parte, possa contagiare positivamente la società e provare a rimetterla in moto.

Credo che il provvedimento in discussione rappresenti un altro passaggio a vuoto, un altro passaggio inutile, un'altra prova, se ce ne fosse bisogno, della vostra incapacità di governare e noi speriamo che non vogliate prolungare l'agonia: o la interrompete responsabilmente o siate capaci di uno scatto d'orgoglio e di portare in quest'Aula riforme vere. Troverete una minoranza che, come ha già fatto in queste settimane e in questi mesi, saprà svolgere il proprio ruolo democratico nell'interesse dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presumo che non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione, voglio solamente fare alcune riflessioni su un disegno di legge che è figlio del tempo che stiamo vivendo in quest'Aula, nel senso che è un disegno di legge senza ambizioni, arrivato qui in maniera un po' dimessa e la cui sostanza, al di là del titolo pomposo, "Disposizioni varie in materia di realizzazione e finanziamento di opere pubbliche", è assolutamente fuori luogo e sicuramente molto al di sotto delle necessità. Discutiamo una legge con un titolo così pomposo in un momento in cui in Sardegna rischia di crollare tutto, perché quando si parla di opere pubbliche non si tiene conto della drastica e drammatica riduzione dei finanziamenti che sono disponibili per investimenti nella nostra regione. Non abbiamo risorse, ci vengono sottratte anche quelle che per legge avrebbero dovuto esserci restituite e noi facciamo delle leggine in cui ci limitiamo a qualche sforbiciata, a qualche correzione di leggi approvate negli anni scorsi, tentando di dare la sensazione di svolgere un'attività utile, ma che in realtà è assolutamente insufficiente e spesso inutile.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, per cortesia!

Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Dicevo all'Assessore che questa legge è figlia del tempo che viviamo in quest'Aula e non ha sicuramente lo spessore e la possibilità di intervenire in alcuni dei settori...

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, per cortesia!

Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Ho fatto uno sforzo, assessore Sannitu, per cercare di cogliere lo spirito che lega o dovrebbe legare i vari commi di questa legge e siccome non l'ho colto faccio riferimento ai motivi per cui sarebbe opportuna un'iniziativa unitaria di questo Consiglio regionale per eliminare ciò che impedisce che questo provvedimento contenga le disposizioni che sarebbero necessarie alla Sardegna: non abbiamo i fondi per dare un'adeguata copertura finanziaria a questa legge; non abbiamo i fondi per realizzare le infrastrutture di cui la Sardegna ha urgente bisogno; non riusciamo a intervenire in maniera adeguata con un piano casa mirato a favore di coloro che la casa non ce l'hanno e non di coloro che hanno le ville al mare di cui vogliamo consentire l'ampliamento con capanni e pertinenze.

Questo, a mio modesto parere, assessore Sannitu, è l'argomento su cui dovremmo discutere in un momento in cui sta per abbattersi sulla nostra economia e sulla nostra società una gragnuola di provvedimenti limitativi della nostra capacità di spesa, che a questo punto ci vedranno qui annichiliti a registrare solamente qualche limatura funzionale di alcuni provvedimenti legislativi. Io penso che non possiamo limitarci a discutere in quest'Aula di incentivi alla progettazione, di virtuali finanziamenti di opere pubbliche, di una serie di limature di norme in vigore, come la deroga al definanziamento delle opere pubbliche prevista nell'articolo 21, una norma che ci trasciniamo da anni e anni e che ogni anno correggiamo perché riportiamo indietro le lancette dell'orologio che avevamo fissato in maniera diversa negli anni scorsi. Ci preoccupiamo inoltre di dare un incentivo per l'acquisizione della certificazione del sistema di qualità delle imprese esecutrici di opere e lavori pubblici; dovremo cioè finanziare circa cinquecento aziende.

Si tratta, in sostanza, di una serie di interventi che non rispondono, se non in maniera eccezionalmente limitata, a quelli che sono i bisogni veri della gente, dei cittadini sardi. Noi stiamo ancora aspettando che la Giunta regionale presenti un piano casa come si deve, che presenti anche un quadro normativo di delegificazione, di accelerazione procedurale delle pratiche legate alle attività urbanistiche ed edilizie. C'è bisogno anche di questo, non solo di una legge che faccia piccole limature normative. Una cosa non ho capito: qual è la funzione della modifica al titolo del disegno di legge operata dalla Commissione. Mi rivolgo all'onorevole Stochino, relatore di maggioranza: siamo passati da "Disposizioni nei vari settori d'intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" a "Disposizioni varie in materia di realizzazione e finanziamento di opere pubbliche e relative all'interruzione della procedura di liquidazione dell'ESAF". Chi legge il nuovo titolo capisce che la Regione ha deciso di interrompere la procedura di liquidazione dell'ESAF. Spero che non sia così, e se non è così probabilmente, anzi sicuramente, è necessaria una limatura anche del titolo della legge, così come modificato in Commissione.

Ecco perché, al di là di queste brevi considerazioni, cercheremo di entrare nel merito dell'articolato della legge. Non sappiamo quanto potrà essere migliorato, per esempio per quanto riguarda i finanziamenti di cui all'articolo 21 ter, né quanto possa essere utile lasciare in piedi così com'è l'articolo 21 quater, relativo proprio all'interruzione della procedura di liquidazione dell'ESAF. Ci sembra di poter dire che per i tre quarti il provvedimento discusso e modificato in Commissione contiene qualche piccolo intervento di delegificazione, qualche limatura senza nessun costrutto di norme in vigore. L'articolo 21 quater rappresenta invece il tentativo di tornare indietro rispetto a un'operazione fatta nella precedente legislatura e che va confermata, anche se può essere migliorata probabilmente negli assetti procedurali.

Complessivamente, quindi, 5 meno meno è il voto che noi diamo a una legge che probabilmente sarà difficile migliorare nel prosieguo della discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)

Terza verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che il consigliere Cappai è presente.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 52 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Campus - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, i nostri lavori possono proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghi attenti, meno onorevoli colleghi disattenti (adesso bisogna dire così), credo che il problema sia capire se abbiamo la percezione che tra qualche tempo, qui fuori, se qualcuno ci incontrerà da soli ci scuoierà, perché quello che sta avvenendo, il crescente attacco frontale nei confronti della politica è solo camuffato da questo sistema di ripresa video in base al quale se qualcuno si connette a Internet in questo momento vede me che parlo, appena finisco vedrà il banco della Presidenza, ma non può avvertire ciò che succede intorno, non vede cioè il rapporto, l'interazione con la Giunta, i banchi vuoti, la gente che va e viene in quest'aula, perché se vedesse tutto questo saremmo già a rischio tutti quanti! Può vedere solo me o quel banco, per il tempo in cui il Presidente dà la parola. Non vede nient'altro, neanche chi sta telefonando lì dietro. Non lo potrà mai vedere, il problema nostro è questo!

Con molto rispetto, devo dire che non so dove abbiate lasciato il presidente Cappellacci. Dove l'avete lasciato, a Orgosolo o da qualche altra parte? Li trova tutti gli spazi da andare a visitare, meno questo! Vorrei chiedere se almeno voi che siete al Governo regionale avete la percezione di quello che è rimasto della vostra missione, quella che deriva dalla vostra elezione. Qual è la missione di questa maggioranza? Voi della maggioranza la conoscete? Il Presidente ve la ricorda qualche volta? In quest'Aula sta mancando persino la percezione che chi è stato legittimato dagli elettori ha un programma da realizzare, una missione da compiere. Dov'è il Presidente, perché non viene qui a spiegare come intende portare avanti o correggere l'impostazione dell'economia, della situazione sociale della Sardegna? Oggi, partendo dal fatto che manca più di 1 miliardo di euro in entrata nel bilancio della Regione, ancora non sappiamo quanto inciderà sulle entrate della Sardegna l'ulteriore miliardo riguardante le Regioni a statuto speciale tagliato dal Governo nella manovra approvata l'altro giorno. Avete un'idea di come faremo a chiudere il bilancio? Spero che l'Assessore ce lo dica, che ci dica quale significato intende dare alla sua funzione, posto che da un'indagine de Il Sole 24 ore di qualche giorno fa risulta che in Sardegna - non alle Seychelles! - i trasferimenti, cioè gli impegni per gli investimenti pubblici sono stati ridotti in quattro anni del 60 per cento, cioè non si spende più una lira per investimenti pubblici. Questo avviene, ecco perché c'è la crisi. E noi rispondiamo con un paiolo sfondato e privo di contenuto!

Questa legge non ha copertura finanziaria e quel poco che doveva essere accantonato per finanziare questo provvedimento è stato rapinato nel corso della discussione della parte prima del collegato. Mi spiegate di che cosa stiamo parlando? Noi vi abbiamo a suo tempo ricordato che ci sono più di 130 milioni di euro da spendere nell'edilizia pubblica e vi abbiamo fatto una proposta. Non andava bene. Vi abbiamo poi proposto di riformare l'AREA. Non andava bene neanche questa proposta. La risposta è sempre una riduzione!

Una volta, lo sanno bene quelli di noi che hanno più dimestichezza con la politica, quando interveniva un periodo di crisi o di difficoltà si usava dire: "Non perdiamo la calma", perché si sapeva che il tempo era la medicina dei problemi, con il tempo si risolveva tutto in politica. Ma questo accadeva nel tempo ordinario. Colleghi, non siamo più in un tempo ordinario, quello che sta accadendo in Italia e in Europa ha dimensioni pari, se non superiori, alla crisi che gli americani hanno subito negli anni '20, con la differenza che la nostra realtà regionale parte con un deficit alla base enormemente superiore a quello che potevano avere le realtà americane di allora, che si sono poi risollevate. Quella cultura e quel capitalismo molecolare che ha creato la propulsione del Nord-Est verso lo sviluppo noi non li abbiamo mai avuti. Oggi siamo ancora alle prese con il rilancio dell'area di Ottana, che è fallita, con il rilancio dell'area industriale di Porto Torres, che è in crisi, con il rilancio delle aree industriali del Sulcis, che sono fallite. Ma di che cosa stiamo parlando? Ma ci vogliamo rendere conto di questa realtà?

Ecco perché non voglio raccogliere provocazioni sulle precarietà. La più grande precarietà di cui dovremmo parlare è la nostra inadeguatezza rispetto alla condizione che c'è qua fuori, nella nostra regione. Noi non siamo in grado di coglierne la gravità, perché se lo fossimo saremmo stati convocati qui per discutere con il Presidente della Regione, con la piena solidarietà di tutte le forze politiche che hanno responsabilità e senso civile; saremmo stati convocati qui per raccogliere le forze comuni e orientare ciò che può essere ancora orientato, per creare le precondizioni per uscire dalla crisi. E invece siamo qui a generare le precondizioni per sperperare! Vedremo tra alcuni minuti la pletora di emendamenti, lo scialo del particolare, l'incrocio dell'interesse locale con il particolare. Sarà una catastrofe, al punto che vi suggerisco di chiamare con urgenza il vostro collega La Spisa, perché corre il rischio di saltare in aria la legge numero 14 del 2010, in base alla quale si dovrà fare l'assestamento di bilancio.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue SANNA GIAN VALERIO.) Mettetevi d'accordo, anche lì se un criterio vale per una strada vale per tutte! State attenti, questo sarà il valzer della nostra visione, la visione del localismo: ognuno si sta preparando a garantirsi le sue piccole cose perché siamo alla deriva. Ognuno si sta buttando dalla barca sfondata e in affondamento per mettersi in salvo! Questa è la realtà, perché se no la maggioranza direbbe: "La direzione, l'orientamento del governo è che questo provvedimento serve per questo e quest'altro obiettivo, è coperto da queste risorse, sblocca questi obiettivi e persegue queste finalità". Ma questo non ci viene detto, non ci potrà essere detto perché non c'è timone. E' come se fossimo su un treno all'interno del quale pensiamo di sistemare soltanto i nostri bagagli personali, senza renderci conto che il treno è senza freni e senza conducente, e quindi è pericolosamente lanciato verso la sua distruzione.

Vi prego di far venire qui il Presidente della Regione prima che sia troppo tardi, perché delle due l'una: o lui è consapevole di portarci allo sfascio oppure usa voi per poter fare quello che vuole, nella nostra inconsapevole adesione a un suo disegno non ancora noto. Questo è il punto. Dopodiché questo provvedimento di che cosa vuole parlare? E' perfino miserevole accennarne. Io mi vergogno. Mi vergogno che si decida che la competenza sui bacini a sfioro che non superano la profondità di 1,5 metri venga tolta dalla competenza della provincia. Una cosa importante e strategica! Cambierà le sorti della Regione? Mi pare proprio di no! Mi pare che sia una cosettina.

Di che cos'altro parla il disegno di legge in esame? Dice che le procedure relative alle opere idrauliche di seconda e terza categoria sono semplificate. Ma poi c'è un ripensamento: non quelle di seconda e terza categoria assieme, ma solo quelle di seconda. Una grande cosa, un colpo da maestri, un genio legislativo che ci porta a capire che qui dentro c'è la salvezza della Sardegna!

Poi arriviamo all'AREA, che dispone di 130 milioni di euro che tiene fermi e che per semplificarsi la vita dice: "Quando devo acquistare sul mercato per semplificarmi la vita faccio in modo che qualcuno valuti quello che acquisto". E chi fa la valutazione? L'Agenzia del territorio competente! Quindi passeranno altri sei mesi, perché so per professione quanto tempo ci vuole per avere un parere dall'Agenzia del territorio. Non è l'AREA che se ne assume la responsabilità, non è un suo tecnico che fa la media dei valori immobiliari sul mercato e assevera un valore di potenziale acquisto nel giro di una settimana. No, troppa responsabilità! E allora la stima la si fa fare all'Agenzia del territorio, per cui la procedura si allunga di altri sei mesi. Geniale! Chi è il genio che scrive queste cose? Uno che anziché andare avanti torna indietro! Però dei 130 milioni di euro fermi non ne parla nessuno!

Nel contempo semplifichiamo e agevoliamo le modalità della legge numero 32, per dare i soldi a chi ha bisogno di contrarre un mutuo per farsi la prima casa. Ma, scusate il paradosso, di quali case stiamo parlando? Di quelle che non costruiamo? E' chiaro, a meno che non ci sia una strategia e allora ce lo dovete dire! Non è che per caso state attuando la politica di qualche imprenditore-editore, di qualche costruttore edile, per cui non costruite le case pubbliche e agevolate l'accesso al credito perché si vada su un mercato diverso? Ce lo dovete dire se è così, perché allora è un imbroglio e dovreste essere denunciati e perseguiti! Operando con correttezza le cose si fanno contestualmente e si chiama a responsabilità chi non raggiunge i risultati!

Bella, poi, la trovata sugli incentivi, spettacolare! Dovete sapere che il direttore generale del personale degli affari generali è allergico agli incentivi, eccetto quelli che decide lui, e non ne concede a nessuno! E' colui che ha sempre proibito l'uso degli incentivi per evitare che si diano incarichi all'esterno. Poiché vige l'invidia, che cosa inventa questo direttore generale? Inventa un sistema per cui l'incentivo per le opere pubbliche, che è ben disciplinato dalla legge Merloni, viene vincolato al parere sul dato temporale che dovrebbe esprimere il dirigente di servizio. I dirigenti non possono prendere il premio di produzione perché il loro compenso è onnicomprensivo, e voi pensate che un dirigente che non prende tale incentivo sia disposto a concederlo agli altri? E' storia di questa Regione e ciò che avete scritto qua è la più grande stupidaggineche io abbia mai visto! O cacciate via i dirigenti e costituite un comitato tecnico estraneo alla dirigenza o composto da più dirigenti che operi secondo criteri oggettivi, oppure questo provvedimento non serve a niente.

A proposito dei costi della politica, faccio notare che tra i costi della politica vi sono anche i costi inutili. L'edilizia residenziale pubblica va programmata secondo le aree di maggiore fabbisogno abitativo. Si tratta di dati oggettivi, non c'è bisogno dell'intelligenza di politici, rispettabili per carità, che si riuniscono in consiglio d'amministrazione per ratificare dei dati oggettivi. Volete che questi costi siano eliminati o volete mantenere ancora quei signori in quel consiglio di amministrazione, ognuno secondo la sua logica di lottizzazione?

Prima di farmi attaccare ancora sulla mia indennità, vi vorrei dire che io cerco prima di tutto di guadagnarmela. Vorrei che tutti i dirigenti di questa Regione e di questo Consiglio regionale si mettessero la mano sulla coscienza e si chiedessero se si stanno guadagnando debitamente i loro emolumenti. Poi noialtri dobbiamo analizzare quello che generiamo di inutile, come i consigli di amministrazione che non servono a niente, e cercare di semplificarci la vita. Se bonificheremo tutto, la polemica sui costi della politica non potrà continuare all'infinito. Bisognerà pur rispondere. Fate un conto: seppure doveste o dovessimo decidere di eliminare le province o i comuni questa strada non sarebbe realmente percorribile, perché qualunque riforma di questo genere - l'hanno capito anche da altre parti - produce delle economie, riduce i costi nel lungo periodo, ma nell'immediato genera al contrario costi maggiori. Infatti, se si eliminano le province i dipendenti vanno ugualmente pagati, perché non li si può licenziare, i servizi vanno ugualmente svolti, qualcun altro li deve svolgere, e i servizi hanno un costo. Che cosa rimane al netto, il 5 o il 10 per cento? Ma è questo l'oggetto del contendere? E' davvero questo?

Ci sono riforme che hanno bisogno del lungo periodo per produrre effetti che dal punto di vista finanziario costituiscano una risposta alla polemica sui costi. Ecco perché domando: il consiglio di amministrazione dell'AREA, che è la realtà più semplice e inutile che ha oggi la Regione, lo lasciamo? Bene, lo lasciamo, però se lo lasciamo è anche giusto che noi vi diciamo - Assessore, mi rivolgo a lei che è preposto al controllo - che avete un consiglio d'amministrazione improduttivo, censurabile e da cacciare via, perché se qualcuno può muovere oggi un appunto a un qualunque dipendente pubblico sulla sua capacità di operare, quell'appunto deve prima di tutto muoverlo nei confronti dell'autorità politica. Se un ente regionale fallisce, vuol dire che ha fallito il suo organo politico. Cominciamo a dare l'esempio: se vogliamo pretendere efficienza dalla pubblica amministrazione, cominciamo dalle cariche politiche.

Lei dovrebbe proporre al Consiglio regionale un atto di censura, perché non c'è niente di più grave, oggi, sul piano morale che tenere fermi 130 milioni di euro destinati alla realizzazione di opere pubbliche cantierabili e di alloggi da assegnare alle persone più svantaggiate. Questo è il punto, preferiamo fare altre valutazioni.

C'è poi una piccola proroga, ma il festival degli emendamenti sulle proroghe e sulle deroghe arriva dopo. Dopodiché c'è un assestamento del famoso finanziamento di 20 milioni di euro del fondo unico per le opere pubbliche per i comuni sopra i 5.000 abitanti. Su questo io ho una proposta alternativa e la presenterò, perché a questo punto questa proposta non garantisce un accidenti agli enti locali, perché con questo sistema opere pubbliche entro l'anno non se ne fanno. Sono stanziati solo fondi a residuo, sia chiaro, e stiamo parlando di opere pubbliche. Sotto questa veste questi 16 milioni di euro andranno tutti a residuo, è chiaro? Non saranno utilizzati neppure per le opere immediatamente cantierabili, perché quelle sono finanziate da un'altra parte. Questi sono fondi che perdiamo nel 2011, momento di maggiore crisi e fame. Conteremo alla fine dell'anno le quote di fondi per opere pubbliche che stiamo mandando a residuo, ed è bene che io ve lo dica fin da adesso, perché quelle somme sono da ascrivere alla responsabilità morale che avrete per non aver seguito un orientamento diverso.

Siccome il tempo sta finendo, termino qua. Avvertite il Presidente, se ci riuscite, e l'Assessore della programmazione: la velocità del treno senza freni e senza timoniere sta aumentando. Noi vi abbiamo avvertito, al primo rettilineo ovviamente ci metteremo nella condizione di saltar giù per salvarci. Ma il problema è un altro: dovremo salvarci tutti dall'onda furiosa di protesta che sta montando contro di noi che siamo sintonizzati in un mondo autoreferenziale, ma sta arrivando il tempo in cui tutto questo lo pagheremo. E io sicuramente non vorrei pagare per questa vostra impostazione, perché è giusto che la paghiate per intero voi.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.

SANNITU, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Presidente, consiglieri, credo di poter condividere alcune considerazioni svolte nell'ultimo intervento dall'onorevole Sanna. In effetti il problema dei lavori pubblici per molti aspetti lo si può ricondurre a due grandi temi che sono legati, per quanto riguarda la Sardegna in modo particolare, ma credo l'Italia in generale, anzitutto alla disponibilità di risorse, perché non credo si possano fare grandi interventi sui lavori pubblici, sulla viabilità, sull'edilizia e su tutti i servizi legati all'infrastrutturazione dei territori, richiamati nei diversi interventi, senza una dotazione di risorse sufficiente. Su questo punto stiamo cercando di fare tutto ciò che è possibile nel rivendicare nei confronti dello Stato ciò che ci è dovuto.

Qualcuno ha richiamato la strada Sassari-Olbia. Vorrei puntualizzare per l'onorevole Manca che al riguardo stiamo procedendo. Oggi abbiamo chiuso favorevolmente la conferenza di servizi a Ozieri sui lotti 2, 3 e 4; abbiamo già appaltato il lotto 9, per il ponte sul Rio Padrogianus, ed è in pubblicazione in questa settimana il lotto 1. Siamo in attesa del preventivo parere della Corte dei Conti sul lotto 0, il cui bando verrà pubblicato nelle prossime settimane. Così come per tutte le altre infrastrutture, è chiaro che serve rivendicare le risorse che devono arrivare, quindi c'è da parte nostra un'azione di rivendicazione nei confronti dello Stato e naturalmente ci rimettiamo alle decisioni del Consiglio per quanto riguarda la disponibilità delle risorse nel bilancio regionale.

C'è un altro aspetto molto delicato che limita notevolmente l'operatività per quanto riguarda la programmazione e la realizzazione di opere pubbliche e che è dovuto sostanzialmente alla farraginosità delle procedure, alla difficoltà nel procedere all'ottenimento delle autorizzazioni. Su questo l'Assessorato sta predisponendo una proposta di legge che molto presto sarà sottoposta all'attenzione del Consiglio regionale. Nel frattempo abbiamo presentato una serie di norme che cercano, in qualche maniera, di andare incontro alle diverse esigenze. E' chiaro che le norme che sono contenute nell'articolo 17, che tendono sostanzialmente a far fronte alle esigenze che sono emerse nella gestione degli invasi, vanno incontro a problemi particolarmente delicati che hanno dovuto affrontare i proprietari e i gestori, siano essi soggetti privati o pubblici, dei numerosi invasi dislocati su tutto il territorio regionale. Questi invasi sono necessari per tante ragioni: servono, naturalmente, per l'agricoltura, per le operazioni antincendio e per tutta una serie di azioni e interventi che vengono realizzati nei diversi territori. Le norme contenute nell'articolo 17 cercano in questo senso di rimediare alle difficoltà che sono state rilevate nell'applicazione della legge numero 12. Quindi c'è l'esigenza di rispondere a tutti quegli operatori che non avevano ottemperato ai dispositivi della legge numero 12 e pertanto sono stati sanzionati dagli agenti forestali, talvolta con sanzioni di importo piuttosto elevato. Le norme contenute nell'articolo 17 hanno, ripeto, questa finalità e rispondono a queste esigenze.

In questo senso voglio rispondere alle osservazioni che ha fatto l'onorevole Lotto circa il fatto che la Giunta non ha competenza per legiferare in materia. Ma non c'è nessuna volontà da parte della Giunta di legiferare in materia, semplicemente si interviene sull'allegato A della legge numero 12, cioè su aspetti specificatamente tecnici. Non c'è la volontà di legiferare, c'è semplicemente la necessità di puntualizzare alcune norme di carattere esclusivamente tecnico. Tra l'altro si chiede il parere dell'Ufficio tecnico regionale (UTR), pertanto non si opera senza i necessari pareri. Si sta anche cercando di rinviare i termini delle sanzioni che in tanti casi sono state irrorate, e quindi c'è l'esigenza di operare in questo modo.

Per quanto riguarda l'Agenzia regionale per l'edilizia residenziale, l'onorevole Sanna giustamente richiamava l'enorme quantità di risorse di cui essa dispone, cioè 130 milioni di euro, perché di questo si tratta sostanzialmente. Per la verità sono in fase di attivazione tutti gli interventi; numerosi appalti sono andati a buon fine e si sta avviando tutta una serie di interventi in tutto il territorio regionale. Pertanto non si tratta di 130 milioni di euro inutilizzati, essendo in corso di realizzazione tutti gli interventi previsti.

L'esigenza di poter operare attraverso una valutazione dell'UTR degli immobili da mettere in vendita sostanzialmente nasce dalla necessità di superare la serie di contenziosi che vengono innescati quando la valutazione è fatta esclusivamente dai tecnici dell'AREA. L'onorevole Lotto, tra l'altro, ha richiamato l'esigenza di incrementare i limiti di reddito ai fini dell'assegnazione degli alloggi, e quindi degli immobili. Questo è oggetto di una delibera che abbiamo già presentato in Giunta per adeguare tali limiti all'incremento ISTAT accertato al 31 maggio 2011. Non è gran cosa, comunque da 12 mila 900 euro il limite di reddito viene elevato a 13 mila 578 euro.

C'è poi tutta una serie di norme che vanno incontro a diverse esigenze: utilizzare residui che derivano dalla legge numero 32; modificare l'impostazione e i parametri per l'attribuzione dei finanziamenti relativi a questa legge, per incentivare le giovani coppie dando loro la possibilità di acquistare o ristrutturare abitazioni nei centri storici e nei centri matrice. Quindi c'è, anche in questo caso, la necessità di utilizzare le risorse a valere sulla legge numero 32.

E' stata richiamata da più parti la mancanza di copertura finanziaria. La copertura finanziaria sostanzialmente c'è su tutti gli articoli; c'è qualche difficoltà, per la verità, per lo stanziamento relativo al 2011 del piano triennale delle opere pubbliche di interesse degli enti locali. Riteniamo che sia un aspetto molto importante, per cui abbiamo la necessità di verificare, con l'assessore La Spisa e la Commissione competente, la disponibilità dei 9 milioni di euro necessari per la copertura del piano triennale per gli enti locali. Per il resto, la copertura c'è tutta.

Si ritiene necessario, anche se non risolve tutti i problemi relativi ai lavori pubblici, incentivare le imprese che devono richiedere la certificazione di qualità. Anche questo intervento ci pare vada incontro alle esigenze delle imprese sarde in modo particolare. Numerose altre norme riteniamo possano essere discusse e approfondite dal Consiglio nel corso dell'esame dell'articolato. Grazie.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per un'ora per dare la possibilità di presentare gli emendamenti, a meno che non siano stati già presentati tutti, perché l'intenzione è quella di votare il passaggio all'esame degli articoli questa sera, in modo che domani, alle ore 9 e 30, sia convocata la Commissione per l'esame degli emendamenti e i lavori dell'Aula inizino alle ore 10 e 30.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo che sia convocata la Conferenza dei Capigruppo, Presidente.

PRESIDENTE. E' convocata la Conferenza dei Capigruppo. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 48, viene ripresa alle ore 18 e 57.)

PRESIDENTE. Come preannunciato, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso che la seduta resti sospesa sino alle ore 19 e 45, quando si voterà il passaggio all'esame degli articoli. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 58, viene ripresa alle ore 19 e 50.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo il voto segreto sul passaggio all'esame degli articoli.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 30

contrari 26

(Il Consiglio approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: La Presidente Lombardo.)

I lavori odierni del Consiglio si concludono qui. La quarta Commissione è convocata per domani mattina, alle ore 10, mentre il Consiglio è convocato alle ore 11.

La seduta è tolta alle ore 19 e 52.