Seduta n.183 del 01/02/2011
CLXXXIII Seduta
Martedì 1° febbraio 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 32.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 10 gennaio 2011 (176), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Simona De Francisci, Rosanna Floris e Gavino Manca hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 1° febbraio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interpellanza Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Bruno sulla operatività e lo stato della gestione dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna (ARPAS)". (191)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Zedda Massimo sull'allarme inquinamento ambientale nel territorio intorno al polo industriale di Portovesme". (107)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. E' scomparso all'età di 86 anni l'onorevole Albino Pisano, consigliere regionale per cinque legislature, dalla seconda alla sesta.
Nato a Serramanna, l'onorevole Pisano ha svolto la professione di insegnante prima di dedicarsi completamente alla politica, ricoprendo incarichi di primo piano sia in Consiglio regionale che in Giunta. E' stato un importante esponente per oltre un trentennio della Democrazia Cristiana, dove ha profuso il suo impegno politico distinguendosi per la sua lungimiranza e per la sua correttezza.
Nella seconda legislatura, primo dei non eletti, subentrò all'onorevole Alfredo Corrias, che si dimise nel giugno del 1955. Fece parte del Gruppo della Democrazia Cristiana e della Commissione sanità.
Nei due anni di legislatura svolse un'intensa attività consiliare, firmando numerosi provvedimenti in materia di lavoro e di assistenza sociale. Nel 1957 decise di ripetere l'esperienza consiliare e fu rieletto. Nella terza legislatura la sua attività fu particolarmente intensa. Fu eletto presidente della Commissione igiene e sanità pubblica, fece parte della Commissione Agricoltura e della Commissione integrata per l'esame del bilancio. Numerosi i progetti di legge che recano la sua firma, soprattutto in materia di sanità che, nella sua qualità di Presidente di Commissione, contribuì a far approvare dall'Assemblea.
Nella quarta legislatura, eletto per la terza volta, sempre nelle liste della D.C., ricoprì l'incarico nuovamente di Presidente della Commissione igiene e sanità pubblica, poi, nella seconda parte della legislatura, fu nominato Questore del Consiglio regionale. L'incarico di Questore gli fu affidato anche nella legislatura successiva, la quinta, ma diede il suo apporto decisivo all'attività istituzionale del quadriennio anche come componente della Commissione speciale per il Piano di Rinascita, come componente della Commissione speciale per la riforma burocratica e come componente della Commissione speciale di indagine sull'ETFAS.
Nel 1969 decise di candidarsi nuovamente, sempre nelle liste della Democrazia Cristiana. Fu rieletto per la quinta volta e durante la legislatura fu nominato per quattro volte Assessore. Il 7 agosto del 1969 assunse l'incarico di Assessore dell'agricoltura nella Giunta del presidente Del Rio. L'incarico durò appena quattro mesi perché l'Esecutivo entrò in crisi.
Il nuovo presidente, l'onorevole Abis, lo nominò nuovamente Assessore dell'agricoltura, ma anche questo incarico durò pochi mesi. Anche i Presidenti delle Giunte successive lo vollero nel loro Esecutivo. L'onorevole Giagu De Martini il 27 gennaio del 1971 lo nominò Assessore delle finanze, artigianato e cooperazione, mentre il presidente Spano nel marzo del 1972 gli assegnò l'Assessorato della rinascita, bilancio e urbanistica.
Nel 1974, dopo cinque legislature, si concluse l'esperienza di consigliere regionale dell'onorevole Albino Pisano, ma il suo impegno politico proseguì fra le file della D.C., in difesa degli ideali di eguaglianza e di impegno per il perseguimento dei diritti dei cittadini.
Ai familiari giunga il sentito cordoglio del Consiglio regionale e mio personale.
Sospendo i lavori del Consiglio per qualche minuto in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 37, viene ripresa alle ore 16 e 43.)
PRESIDENTE. Comunico che la consigliera Rosanna Floris è rientrata dal congedo.
L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze.
Vengono svolte per prime le interpellanze numero 185/A e 162/A.
(Si riporta di seguito il testo delle interpellanze:
Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Capelli - Salis - Mariani sulla inderogabile necessità di avviare anche in Sardegna la sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla.
I sottoscritti,
premesso che:
- da ricerche e studi condotti dal prof. Paolo Zamboni, chirurgo vascolare dell'Università di Ferrarain collaborazione con il dottor Fabrizio Salvi, neurologo del Centro il BeNe dell'Ospedale Bellaria di Bologna, risulta che alla patogenesi della sclerosi multipla contribuisce in modo importante un'alterazione del circolo venoso del sistema nervoso, alterazione che il prof. Zamboni ha chiamato CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e dalla quale sarebbero affetti circa il 95 per cento dei malati di sclerosi multipla;
- sulla base degli studi e delle ricerche effettuate il prof. Zamboni ha elaborato un protocollo sanitario basato sulla strettissima correlazione individuata tra sclerosi multipla e CCSVI, che prevede principalmente la disostruzione del circolo venoso attraverso un intervento mini-invasivo di angioplastica dilatativa, da eseguirsi in day hospital;
- il metodo Zamboni, accolto con estremo interesse dalla comunità medica internazionale, viene ormai praticato in molti Paesi esteri ed ha da tempo varcato l'oceano approdando anche negli Stati uniti, dove la sperimentazione procede con risultati estremamente positivi in diversi stati;
considerato che:
- la sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica, progressiva e altamente invalidante, una delle patologie più gravi a carico del sistema nervoso centrale dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, si manifesta generalmente per la prima volta fra i 20 e i 30 anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i 18 anni e colpisce in Italia più di 58.000 persone;
- sull'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna non esiste ancora un registro regionale, eppure, secondo gli ultimi dati risalenti purtroppo al 2002, l'Isola è la Regione d'Italia più colpita dal fenomeno, con 150 casi per 100 mila abitanti, oltre il doppio rispetto alla media nazionale, ossia 2.500 persone ammalate;
- le attuali terapie, a base di interferoni e di immunosoppressori, che non portano alla guarigione, ma possono solo rallentare il decorso della malattia, oltre a generare costi elevatissimi per il servizio sanitario, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa 1/3 dei pazienti;
- l'intervento di angioplastica messo a punto dall'equipe del prof. Paolo Zamboni apre invece una prospettiva di cura con effetti collaterali quasi nulli e costi ridottissimi per il servizio sanitario;
- già numerose regioni italiane hanno approvato protocolli di sperimentazione della cura con mozioni approvate dalle Regioni Lazio, Marche ed Emilia-Romagna, e si sono già attivati gli assessorati competenti di Sicilia, Veneto, Lombardia e Piemonte chiedendo la disponibilità al prof. Paolo Zamboni ad ospitare, presso la struttura da lui diretta, professionisti locali cui trasferire il know how necessario;
- molti pazienti italiani ed in particolare molti ammalati sardi che intendono sottoporsi alla nuova terapia non possono farlo nel proprio territorio di residenza e sono costretti a rivolgersi ad altre regioni o addirittura a ricorrere al cosiddetto "turismo della salute" recandosi in altri Paesi, con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano della opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali siano le motivazioni per cui la Sardegna non sia a tutt'oggi dotata del registro regionale degli ammalati di sclerosi multipla, come peraltro previsto nel Piano regionale dei servizi sanitari e nonostante la drammatica incidenza della grave patologia sulla nostra popolazione;
2) quali urgenti provvedimenti intendano assumere per garantire in tempi brevi la dotazione al servizio sanitario regionale di tale strumento indispensabile per una più efficace lotta contro la sclerosi multipla, la pianificazione degli interventi, il loro monitoraggio e la valutazione dei risultati ottenuti;
3) se non ritengano opportuno e necessario, tenuto anche conto della peculiare diffusione della sclerosi multipla nella nostra Regione, dare anche ai malati sardi la speranza di un futuro migliore avviando ed inserendo la nostra Regione nello studio terapico multicentrico e randomizzato sulla CCSVI nella sclerosi multipla;
4) se non intendano favorire in tempi brevi l'avvio di centri di sperimentazione del cosiddetto "protocollo Zamboni", anche con l'adozione degli strumenti diagnostici necessari, presso le ASL di Nuoro, Sassari e Cagliari, peraltro già dotate di strutture e professionalità fortemente impegnate nella cura della sclerosi multipla. (185)
Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità dell'avvio in Sardegna di una sperimentazione clinica relativa al trattamento della sclerosi multipla tramite la procedura di disostruzione venosa proposta dal prof. Paolo Zamboni, del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche all'Università di Ferrara e su eventuali, reali ed immediate previsioni di acquisto di strumenti ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella sclerosi multipla per il Sistema sanitario della Regione.
I sottoscritti,
premesso che:
- la sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica progressiva altamente invalidante, ed attualmente la causa di questa patologia è ancora ignota, e non esiste per essa una cura, ma solo terapie a base di interferoni e di immunosoppressori che ne rallentano il decorso che purtroppo, però, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa un terzo dei pazienti con un costo dei farmaci molto alto;
- la sclerosi multipla, dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, si manifesta generalmente per la prima volta fra i 20 e i 30 anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i 18 anni e colpisce in Sardegna 150 persone ogni 100 mila abitanti, un'incidenza doppia rispetto alla media italiana;
- secondo gli studi del centro regionale di riferimento, in Sardegna i fratelli di persone ammalate corrono un rischio di contrarre la malattia 15 volte superiore alla restante popolazione sarda mentre per i figli di ammalati il rischio è 7 volte superiore;
- si calcola che siano oltre 3.000 i sardi con diagnosi di sclerosi multipla che, nelle quattro forme recidivante-remittente, progressiva secondaria, benigna e progressiva primaria, è circa due volte e mezzo più frequente nelle donne;
considerato che:
- il prof. Paolo Zamboni, chirurgo vascolare e docente del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche all'Università di Ferrara, che da alcuni anni, assieme al suo gruppo di studio ed al dott. Fabrizio Salvi, neurologo presso l'Ospedale Bellaria di Bologna, ha avviato una innovativa ricerca nel campo della eziopatogenesi e trattamento della sclerosi multipla, concentrandosi in particolare sulla associazione tra insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI), afferma di aver scoperto che è proprio l'alterazione del circolo venoso del sistema nervoso, chiamata CCSVI, a contribuire allo sviluppo della sclerosi multipla, e che un intervento mini invasivo di angioplastica dilatativa chiamato "liberazione" (in day-hospital) potrebbe correggere quest'alterazione e migliorare la qualità della vita dei pazienti;
- già dall'autunno del 2008, nell'ambito del programma di ricerca "Regione Università", il prof. Zamboni presentò un progetto dal titolo "Valutazione costo-efficacia del trattamento dell'insufficienza venosa cerebrospinale quando associata a sclerosi multipla", ma la commissione di esperti chiamata a valutare i progetti, anche alla luce del fatto che al tempo non esisteva alcuno studio pubblicato relativo alla efficacia della procedura, ritenne prematura l'ipotesi di uno studio clinico di efficacia e approvò invece una ricerca sulla validazione diagnostica della metodica ecodoppler;
- successivamente, nel 2009, il gruppo di Zamboni ha pubblicato sul Journal of vascular surgery un articolo dal titolo "A prospective open-label study of endovascular treatment of chronic cerebrospinal venous insufficiency" in cui viene valutato l'effetto della disostruzione venosa in una serie di 65 pazienti con SM che soddisfano i criteri di CCSVI all'ecodoppler ed alla venografia (nel lavoro gli autori dichiaravano che il trattamento potrebbe essere una opzione terapeutica efficace, ma essi stessi ritenevano necessaria una conferma dell'efficacia mediante uno studio controllato e randomizzato di più ampie dimensioni);
- nei mesi seguenti la citata pubblicazione, pazienti singoli, loro familiari e associazioni costituite ad hoc fra pazienti richiesero sia per il tramite di incontri istituzionali, sia attraverso vari mezzi di comunicazione, la possibilità di accesso al trattamento, eventualmente nell'ambito di una sperimentazione clinica;
rilevato che:
- la terapia a base di farmaci è sempre stata una questione molto dibattuta sia per la loro funzione non curativa, ma stabilizzante della malattia, che per i gravi effetti collaterali, come il possibile insorgere della LMP, grave infezione virale che colpisce il cervello e può causare la morte; inoltre il costo del Tysabry[PS1] è di 2.950 euro a fiala (ogni paziente deve fare almeno un ciclo di terapia che costa alla sanità fra i 20 mila e gli 80 mila euro l'anno mentre invece con il metodo Zamboni parliamo di una spesa di mille euro);
- per la sperimentazione del metodo Zamboni occorrono un ecocolordoppler (dal costo approssimativo di circa 50 mila euro) e la formazione di personale che sappia usarlo per individuare l'eventuale presenza di stenosi venose (in particolare in giugulari e azygos) alla base delle disfunzioni vascolari croniche descritte nella CCSVI;
- l'approccio innovativo sta proprio nell'introduzione, nella fase di diagnosi, di un particolare esame ecodoppler attraverso cui è possibile stabilire se nel paziente si è verificato un deposito ferroso nei vasi sanguigni del cervello causato dall'irrigidimento di alcune valvole che si trovano all'interno delle vene della corteccia cerebrale; quella che viene definita in medicina CCSVI, insufficienza venosa cronica cerebrospinale;
- l'applicazione del cosiddetto "metodo Zamboni" è già in atto all'estero, mentre in Italia la sperimentazione avviene solo in alcune regioni e molti pazienti sono costretti a rivolgersi ad altri Paesi sobbarcandosi gravosi costi di viaggi, soggiorni e degenze ed anche con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano della opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti;
- su mandato della Agenzia sanitaria e sociale regionale dell'Emilia Romagna, un gruppo di esperti ha già lavorato alla messa a punto di un protocollo di studio clinico per la valutazione della efficacia e dei rischi legati al trattamento della CCSVI mediante angioplastica venosa (che verrà preventivamente sottoposto al vaglio dei comitati etici dei centri partecipanti) consentendo così alla stessa Regione Emilia Romagna, per prima, di poter finalmente esitare lo strumento propedeutico da usare per valutare l'efficacia del trattamento della CCSVI su circa 400 pazienti con sclerosi multipla, secondo le scoperte del professor Paolo Zamboni, che ha partecipato, con Fabrizio Salvi, al gruppo di coordinamento;
- nel resto d'Italia invece, percorsi per favorire la sperimentazione sono già stati avviati nei mesi scorsi dalle regioni Lombardia, Sicilia, Piemonte, Puglia, Marche e Veneto, mentre sono attivi centri di diagnosi a Trento e Napoli dove è attesa a breve una decisione del Comitato etico del Secondo policlinico campano per il via libera all'applicazione dell'innovativa ricerca anche nella Regione Campania;
- anche l'AISM, l'associazione italiana sclerosi multipla, ha deciso di sostenere le ricerche sulla correlazione delle due patologie, che coinvolgeranno nella sperimentazione 10-15 centri clinici in tutta Italia fra i quali era prevista anche la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari,
appreso che:
- il 14 giugno scorso la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari si è chiamata fuori dalla sperimentazione respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM, e sostenendo che l'ipotesi scientifica di Zamboni sia ancora oggetto di discussione nella comunità scientifica internazionale "a fronte di dati contrastanti";
- la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari ha rinunciato ad acquisire l'apparecchiatura in quanto "a fronte del rincorrere la moda scientifica attuale, non sembra giustificare l'investimento e soprattutto, non garantisce un effettivo miglioramento della qualità diagnostica cerebrovascolare del laboratorio" (il responsabile ha chiesto un apparecchio ecografico che consenta un'utilizzazione polifunzionale; "In assenza di risposte adeguate alle reali esigenze", si legge nella lettera di rifiuto dell'acquisto, "si renderà obbligata la rinuncia a partecipare, come gruppo di lavoro della clinica neurologica, alla ricerca multicentrica sulla CCSVI, che non bisogna dimenticare esser gravata da un pesante carico di lavoro supplementare rispetto ai compiti assistenziali primari, ma cui si è aderito in prima istanza per senso di responsabilità dinanzi alle attese e alle sollecitazioni dei pazienti SM"),
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) la decisione della dalla Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari, che si è chiamata fuori dalla sperimentazione respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM, sia coerente con gli indirizzi politici e gestionali della Giunta regionale della Sardegna in materia di sanità;
2) risulti all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale che in Sardegna vi siano strumenti ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM ovvero se vi sia nell'immediato la prospettiva reale e certa di dotare di almeno uno di essi il sistema sanitario regionale;
3) la Giunta regionale non ritenga opportuno, per un futuro finalmente libero dalla sclerosi multipla e anche per dare risposte concrete ai tanti malati sardi di sclerosi multipla che attendono un forte segnale di attenzione al quale la Regione Sardegna non può ulteriormente sottrarsi, guardare con maggiore attenzione alla ricerca promossa dalla Regione Emilia Romagna, che sta suscitando molte speranze fra i malati di sclerosi multipla, sia assumendo iniziative concrete e rapide volte a sostenere la stessa ricerca, che condividendo la necessità di inserire pure la regione Sardegna nella sperimentazione clinica finalizzata a verificare l'efficacia del metodo terapeutico Zamboni. (162).)
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della interpellanza numero 185/A ha facoltà di illustrarla.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Signora Presidente, da ricerche e studi condotti dal professor Paolo Zamboni, chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara, in collaborazione con il dottor Fabrizio Salvi, neurologo del Centro il BeNe dell'Ospedale Bellaria di Bologna, è emerso che una grave disfunzione emodinamica del sistema venoso extracranico risulta essere fortemente correlata alla patogenesi della sclerosi multipla, malattia le cui cause scatenanti sono ancora sconosciute. Studi ulteriori e indipendenti hanno confermato tale associazione, suggerendo che l'insufficienza venosa cerebrospinale cronica risulta correlata alla SM in un range che va dal 60 al 100 per cento dei casi.
Sulla base degli studi e delle ricerche effettuate il professor Zamboni ha elaborato un protocollo sanitario, basato sulla strettissima correlazione individuata tra sclerosi multipla e CCSVI, che prevede principalmente la disostruzione del circolo venoso attraverso un intervento mininvasivo di angioplastica dilatativa da eseguirsi in day hospital. Il metodo Zamboni, accolto con estremo interesse dalla comunità medica internazionale in occasione dell'ECTRIMS 2011 di Goteborg e del Convegno mondiale sulle controversie in neurologia di Barcellona, viene ormai praticato in molti Paesi esteri e ha da tempo varcato l'oceano approdando anche negli Stati Uniti, dove la sperimentazione procede con risultati estremamente positivi in diversi Stati.
La SM è una malattia neurodegenerativa cronica, progressiva e altamente invalidante, una delle patologie più gravi a carico del sistema nervoso centrale, dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, che si manifesta generalmente per la prima volta fra i venti e i trent'anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i diciotto anni, e colpisce in Italia più di 51 mila persone. Sull'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna non esiste ancora un registro regionale, eppure secondo gli ultimi dati risalenti al 2002 l'Isola è purtroppo la regione d'Italia più colpita dal fenomeno, con 150 casi per 100 mila abitanti, oltre il doppio rispetto alla media nazionale, ossia 2.500 persone ammalate. Le attuali terapie a base di interferoni e di immunosoppressori, che non portano alla guarigione, ma possono solo rallentare il decorso della malattia, oltre a generare costi elevatissimi per il Servizio sanitario, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo sulle forme iniziali e non su quelle progressive. In Italia sono prossimi a partire molteplici sperimentazioni di trattamento che coinvolgono grossi centri di eccellenza di quasi tutte le regioni italiane e che vedono la partecipazione di esperti vascolari, neurologi e radiologi interventisti, anche al di fuori dei centri universitari. In particolare ricordiamo lo studio osservazionale della SIRM ( Società italiana di radiologia medica), i progetti pilota delle Marche e del Veneto e infine lo studio multicentrico randomizzato rinominato BRAVE DREAMS (Brain Venous Drainage Exploited Against Multiple Sclerosis), di cui è coordinatore lo stesso professor Zamboni e per il quale la partecipazione della Sardegna non ha trovato riscontri per l'assoluto veto della neurologia isolana.
Molti pazienti italiani, in particolare molti ammalati sardi che intendono sottoporsi alla nuova terapia non possono farlo nel proprio territorio di residenza e sono costretti a rivolgersi ad altre regioni che effettuano tale procedura in regime di Servizio sanitario nazionale o addirittura a ricorrere al cosiddetto "turismo della salute" recandosi in altri Paesi, con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano dell'opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti. I risultati della sperimentazione dell'innovativa terapia del professor Zamboni avviata in diversi centri evidenzia un significativo miglioramento delle condizioni di vita di gran parte dei pazienti sottoposti al trattamento, dato che, anche a voler prescindere dai risultati longitudinali ancora da verificare per il mondo scientifico, sulla regressione della patologia comporta una svolta e autorizza una concreta speranza nella lotta contro la sclerosi multipla.
Nello scorso settembre il professor Zamboni e il dottor Salvi hanno rassegnato le dimissioni dallo SteeringCommittee dello studio epidemiologico AISM-FISM. Il professor Zamboni ha testualmente dichiarato: "Scientificamente nessuna delle istanze da me avanzate nelle riunioni e negli scambi epistolari ha avuto alcun riscontro".
Tutto ciò premesso, gli interpellanti impegnano il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della sanità a porre in essere con urgenza tutti provvedimenti necessari a dare anche ai malati sardi la speranza di un futuro migliore, mettendo i medici interessati nella condizione di poter avviare uno o più studi sull'insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla contemplata dal metodo Zamboni; a favorire in tempi brevi l'avvio di centri di sperimentazione del cosiddetto "protocollo Zamboni", anche con l'adozione degli strumenti diagnostici necessari, presso le ASL di Nuoro, Sassari e Cagliari, peraltro già dotate di strutture e professionalità fortemente impegnate nella cura della sclerosi multipla.
Inoltre gli interpellanti chiedono di sapere: quali siano le motivazioni per cui la Sardegna non è a tutt'oggi dotata del registro regionale degli ammalati di sclerosi multipla, come peraltro previsto nel Piano regionale dei servizi sanitari e nonostante la drammatica incidenza della grave patologia sulla nostra popolazione; quali urgenti provvedimenti si intendano assumere per garantire in tempi brevi la dotazione al Servizio sanitario regionale di tale indispensabile strumento per una più efficace lotta contro la sclerosi multipla, la pianificazione degli interventi, il loro monitoraggio e la valutazione dei risultati ottenuti. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Planetta per illustrare l'interpellanza numero 162.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Signora Presidente, signor Assessore della sanità, i contenuti della mia interpellanza sono noti e non credo debbano essere presentati per punti o declinati ulteriormente, per cui voglio solamente ricordare che per la sperimentazione del metodo Zamboni occorre un ecodoppler dal costo approssimativo di circa 50 mila euro e la formazione di personale che sappia usarlo per individuare l'eventuale presenza di stenosi venosa alla base delle disfunzioni vascolari croniche descritte nella CCSVI (insufficienza venosa cerebrospinale cronica). La terapia a base di farmaci è sempre stata una questione molto dibattuta sia per la loro funzione non curativa, ma stabilizzante della malattia che per i gravi effetti collaterali. Voglio ricordare che il costo del Tysabri è di 2.950 euro a fiala e che ogni paziente deve fare almeno un ciclo di terapia, che costa alla sanità dai 20 mila agli 80 mila euro l'anno, mentre con il metodo Zamboni la spesa è contenuta in 1.000 euro.
Fatta questa premessa parrebbe che la Clinica neurologica dell'Università di Sassari si sia chiamata fuori dalla sperimentazione, respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler e sostenendo che l'ipotesi scientifica di Zamboni sia ancora oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale "a fronte di dati contrastanti". Insomma, la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari ha rinunciato ad acquisire l'apparecchiatura in quanto "a fronte del rincorrere la moda scientifica attuale, non sembra giustificare l'investimento e soprattutto non garantisce un effettivo miglioramento della qualità diagnostica cerebrovascolare del laboratorio". Aggiungo, per concludere, che i centro universitari di Sassari e Cagliari, che si stanno occupando della CCSVI, intenderebbero procedere con il protocollo AISM-FISM per uno studio esclusivamente epidemiologico, disconosciuto apertamente dallo stesso professor Zamboni.
Una nota positiva è data da quanto affermato dal professor Ettore Manconi, presidente del Gruppo di studio di flebologia della Società italiana di cardiologia e docente presso l'Università di Cagliari, che in un comunicato ha promosso la necessità di avviare urgentemente uno studio di osservazione e di trattamento, auspicando la formazione di centri vascolari che potrebbero diventare in breve tempo dei poli di eccellenza per i pazienti affetti da sclerosi multipla.
Ricordo che l'Assessore della sanità si espresse ringraziando il professor Zamboni per quanto stava facendo in questo campo con la sua ricerca e sostenne che fosse giusto - allora, ma lo è anche oggi - finanziare la ricerca e dare risposte ai tanti cittadini sardi colpiti dalla patologia della sclerosi multipla. Questo lo disse in un convegno a Tempio, al quale l'onorevole Cocco ed io eravamo presenti.
Credo, quindi, che quanto dichiarato dal professor Profili dell'Università di Sassari, responsabile regionale per la SIRM (Società italiana per la radiologia medica), cioè la disponibilità a utilizzare il macchinario già rifiutato dalla Clinica neurologica di Sassari per partecipare allo studio osservazionale di trattamento già avviato in altre regioni. Voglio ricordare che anche la SASOM-Sardegna sclerosi multipla a Sassari sta effettuando diagnosi presso l'associazione, con risultati che verranno raccolti e inseriti in un database internazionale realizzato dal professor Zamboni e utilizzati per la ricerca. Tutto questo con l'ecocolordoppler MyLab avuto in comodato dalla casa produttrice.
Signor Presidente della Regione, oggi a pranzo ho ricevuto la telefonata di una signora di Ittiri che aveva appena effettuato un esame presso la SASP. Le è stata diagnosticata l'ostruzione di due vene, ma è contenta di aver finalmente saputo di dover procedere - purtroppo per lei, ma sperando in un buon esito - alla disostruzione di due vene. Questa signora mi ha pregato di chiederle di attivare una commissione di medici a Sassari per effettuare l'operazione.
IL Presidente della Regione, al quale mi rivolgo, non c'è, ma attraverso questa interpellanza mi rivolgo anche a lei, assessore Liori, per sapere se la decisione della Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari fosse coerente con gli indirizzi politici e gestionali della Giunta regionale in materia di sanità. Ho ritenuto di rivolgermi a voi per sapere per quanto tempo ancora molti pazienti della nostra regione saranno costretti a sobbarcarsi gravosi costi di viaggio, soggiorno e degenza, e se anche da noi non si ravvisi l'opportunità, anche per dare risposte concrete ai tanti malati sardi di sclerosi multipla, di dare un forte segnale di attenzione, assumendo tutte quelle iniziative volte a sostenere la sperimentazione clinica del metodo terapeutico Zamboni anche in Sardegna.
Le apparecchiature rifiutate diamole a chi le vuole utilizzare, a chi vuole operare con esse, quindi al professor Manconi di Cagliari e al professor Profili di Sassari, che opera a Tempio, insomma a chi vuole sperimentare il metodo Zamboni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Onorevole Presidente, onorevoli consiglieri regionali, per quanto riguarda la necessità di inserire la Regione Sardegna nella sperimentazione clinica finalizzata a verificare l'efficacia del cosiddetto metodo terapeutico diagnostico Zamboni si concorda in generale sull'esigenza di garantire ai cittadini tutte le migliori possibilità diagnostiche e terapeutiche. Quindi ogni opportunità migliorativa deve essere colta.
E' riprovevole non mettere a disposizione dei pazienti delle metodiche diagnostiche e terapeutiche, ma è altrettanto riprovevole utilizzare metodiche, soprattutto terapeutiche, che non siano state validate dalla comunità scientifica internazionale, soprattutto nel caso in cui queste possano dare adito anche al solo sospetto di essere pericolose. E comunque quando ci sono rischi di ingenerare solo false speranze bisogna agire con molta cautela.
Per questo il Ministero della salute il 27 ottobre di quest'anno ha inviato a tutti gli Assessori regionali della sanità una direttiva nella quale ribadiva il divieto di procedere, se non in centri espressamente autorizzati, alla disostruzione delle vene nella patologia in questione, però rivolgeva anche un invito altrettanto importante a procedere nei centri autorizzati alla sperimentazione del cosiddetto metodo Zamboni e individuava i centri nei quali dovevano essere verificate queste procedure terapeutiche. In ogni caso, sulla base di una mera impressione noi non possiamo con atto politico dare indirizzi sull'utilizzo di queste metodiche diagnostiche invasive per i pazienti e dobbiamo stare attenti perché, per esempio, la Stanford University in seguito a un caso di decesso e ad altri danni causati ai pazienti ha sospeso la sperimentazione.
Avendo potuto verificare di persona che la teoria in questione ha dei fondamenti che possono farla apparire degna di una sperimentazione, io sostengo che la sperimentazione va portata avanti. Se a tal fine vengono individuati dei centri in Sardegna, ritengo che si tratti comunque di un riconoscimento per la nostra Isola, ma non per questo dobbiamo far balenare l'ipotesi che si sia trovata una soluzione al problema. La cautela, a mio parere, deve essere sempre massima da parte dell'Assessorato della sanità e anche della comunità scientifica che porta avanti le ricerche.
L'Assessorato ha dato indicazione alle ASL di competenza perché vengano acquistate le due apparecchiature utili a diagnosticare l'insufficienza venosa di cui trattasi, nel contempo noi dobbiamo sostenere in qualunque modo, e ci rendiamo disponibili in tal senso, le sperimentazioni del metodo Zamboni, con tutte le possibili implicazioni dell'intervento che la Regione deve essere chiamata a realizzare secondo quello che è il suo compito. Se infatti viene individuato un centro di sperimentazione in Sardegna noi dobbiamo dare il massimo supporto sotto tutti i punti di vista, anche economici se del caso, ma credo che il Governo individuerà dei centri perfettamente in grado di dare risposte ai cittadini.
Riguardo alle due interpellanze, che sono molto simili, è importante dare una risposta a quella che mi è stata presentata per le vie brevi dagli onorevoli Cocco, Salis e Mariani, in particolare sul punto che riguarda la necessità di istituire un registro degli ammalati di SM. Io non sono ancora riuscito, attraverso i miei uffici, ad acquisire tutta la documentazione necessaria per sapere se l'Osservatorio epidemiologico dell'Assessorato della sanità sia in possesso di questi dati. Qualora questi dati non siano stati individuati, catalogati e quindi resi fruibili dalla comunità scientifica, ma anche dalla classe politica per l'utilizzo che ritenga di doverne fare, sarà mia cura dare al più presto indirizzi affinché tale registro venga creato e possa operare nell'interesse della collettività.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarare se è soddisfatto.
COCCO DANIELE (I.d.V.). So che uno dei due macchinari promessi dovrebbe essere in uso presso il Policlinico universitario di Cagliari, responsabile il professor Ettore Manconi, però dell'utilizzo di questo macchinario non viene data sufficiente informazione ai pazienti, non viene fatta nessuna pubblicità. Il secondo macchinario, come diceva l'onorevole Planetta, è stato reso disponibile per la Clinica neurologica di Sassari, che lo ha rifiutato.
Noi vorremmo sapere qualcosa di più certo e concreto. Intanto ricordo all'Assessore che la circolare del 27 settembre 2010 dice che in Italia ci sono già dei centri pubblici e privati dove vengono eseguiti l'esame con ecodoppler per la diagnosi della CCSVI e l'angioplastica dilatativa che cura questa condizione; è stato anche indicato un codice, generico e non specifico, da utilizzare per le operazioni.
Dall'assessore avremmo voluto certamente sentire che si è adoperato, come da lui promesso al convegno di Tempio, per fare in modo che la Sardegna disponga di centri in cui poter iniziare immediatamente l'attività di diagnosi e anche quella interventistica, perché davvero sono troppi i pazienti che in Sardegna purtroppo soffrono di questa gravissima malattia e sappiamo anche che riverbero negativo questa patologia ha a livello sociale. Io non sono assolutamente soddisfatto della risposta dell'Assessore. Credo che dovremmo avere risposte più certe soprattutto sul fatto che la Sardegna possa avere due o tre centri immediatamente operativi.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Planetta per dichiarare se è soddisfatto.
PLANETTA (P.S. d'Az.). Ho sentito le risposte che l'Assessore ha dato nel convegno a Tempio. Quello che noi vorremmo veramente che ci fosse da parte di questa nostra Regione è un'attenzione particolare verso la sperimentazione del metodo Zamboni. E' vero che bisogna essere cauti, però è anche vero che ci si deve attivare perché questo tipo di sperimentazione vada avanti e si devono pertanto individuare dei centri dove questo metodo venga praticato, perché ci troveremo di fronte a situazioni come quella che si sta verificando a Sassari, a cui poc'anzi ho accennato, dove la SASM (Sardegna sclerosi multipla) con un suo MyLab sta effettuando questo tipo di diagnosi e ha davanti a sé una lunga lista d'attesa.
Come Regione noi dobbiamo andare avanti e individuare chi realmente vuole usare questa apparecchiatura. Chi non la vuole usare non la usi, però diamola a chi la vuole usare, a chi crede in questa sperimentazione, sulla quale sono riposte le speranze di tante persone, perché, come abbiamo già detto, secondo il professor Zamboni è legata alla sclerosi multipla. Non cito i dati perché li conosciamo già e sono riportati anche nell'interpellanza.
Assessore, la prego di portare avanti questo discorso. Sono fiducioso e per questo mi ritengo in qualche modo soddisfatto, ma sono fiducioso nella sua serietà di medico e di Assessore.
PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza numero 188.
(Si riporta di seguito il testo della interpellanza:
Interpellanza Uras - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo sulle nomine a primario della ASL n. 5 di Oristano.
I sottoscritti,
premesso che:
- sono state sollevate da più parti perplessità e preoccupazioni sulle modalità utilizzate per effettuare le scelte relativamente alle nomine a funzioni di assoluto rilievo e responsabilità quali quelle relative agli incarichi di primario di strutture complesse;
- in particolare è stata pubblicamente contestata e discussa la nomina disposta dal Commissario dr. Panichi sul nuovo primario di ortopedia-traumatologia del Presidio ospedaliero (PO) San Martino;
- la predetta nomina è stata valutata sostanzialmente inadeguata:
- in ragione dell'attività di tipo prevalentemente traumatologico del PO di Oristano, che effettua circa 1.200 interventi/anno in linea con i migliori centri ortopedici sardi;
- per i contenuti dell'avviso pubblico per l'attribuzione dell'incarico sopra citato che si riferisce ad una struttura complessa - disciplina ortopedia e traumatologia e che appare solo formalmente corretto mentre risulta sostanzialmente insufficiente, in quanto avrebbe richiesto ai candidati solo il possesso di limitati requisiti medico-ortopedici e non anche una comprovata pluriennale esperienza traumatologica;
- perché la scelta sarebbe ricaduta su un candidato proveniente da una struttura priva di Pronto soccorso dove di norma non si eseguirebbero interventi di traumatologia, tranne in qualche caso raro ed occasionale;
- perché il prescelto, a giudizio della commissione esaminatrice, avrebbe un'esperienza professionale in campo traumatologico limitata e dalla valutazione del curriculum non si rileverebbe esperienza significativa in ambito gestionale, organizzativo o di direzione;
- le perplessità sopra sollevate sulla adeguatezza della scelta in argomento troverebbero conferma per le poche esperienze maturate dal prescelto, riconducibili soprattutto all'attività presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari dove entra in ruolo poco più di un anno prima di ricevere l'incarico di primario, proveniente, in quanto idoneo non vincitore, dalla graduatoria per il concorso ASL di OLBIA per due posti di dirigente medico di ortopedia di I livello,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere se:
non vi siano stati, tra gli idonei alla selezione per il ruolo di primario di cui trattasi, altri candidati con evidente più esperienza medico-ortopedica e traumatologica e di gestione e organizzazione di strutture complesse quale quella in argomento;
non vi sia stata superficialità nell'effettuazione della scelta da parte del commissario che deve rispondere esclusivamente all'interesse della comunità del territorio di conseguire il più elevato grado possibile di competenza medica e di capacità d'intervento e di gestione della struttura;
l'Amministrazione regionale - Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale intenda intervenire, nell'esercizio delle proprie competenze di valutazione e verifica del miglior funzionamento della ASL, per eventualmente porre rimedio all'errore di scelta individuando la più elevata professionalità disponibile tra coloro che hanno partecipato alla selezione per il ruolo di primario della predetta struttura complessa - disciplina ortopedia e traumatologia. (188) .)
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della interpellanza ha facoltà di illustrarla.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, signor Assessore, il tema oggetto di questa interpellanza è molto più generale del fatto specifico. E il tema generale riguarda il modo preoccupante in cui vengono fatte le nomine e vengono attribuite funzioni di assoluto rilievo, anche sotto il profilo dell'intervento medico, in reparti che hanno valenza significativa in un ambito territoriale, che trattano patologie e situazioni anche di particolare delicatezza.
Attraverso questa interpellanza noi solleviamo tutte le perplessità attorno alla situazione in cui versa la sanità regionale; una sanità commissariata in tutto e per tutto, in attesa di riforma, che non corrisponde ai bisogni e alle esigenze dei cittadini e che a tratti palesa comportamenti di tipo clientelare.
La nomina di cui si tratta è stata contestata pubblicamente, per questo noi abbiamo sollevato la questione in questa sede, attraverso l'interpellanza, e chiediamo all'Assessore di dirci se non vi erano tra gli idonei alla selezione per il ruolo di primario di ortopedia-traumatologica del Presidio ospedaliero San Martino di Oristano professionalità ed esperienze più significative di quella che è stata selezionata. Glielo chiediamo perché risulta agli atti che la scelta sia carente sotto il profilo dell'esperienza e proprio sotto il profilo dell'esperienza relativa agli interventi di cura traumatologica, interventi che sono prevalenti nel reparto che il nuovo primario è stato chiamato a dirigere.
Noi vorremmo capire se veramente la selezione sia stata la più severa e rigorosa possibile. Badate, la malasanità ha origine spesso anche dal modo in cui si scelgono le figure di maggior spessore e che svolgono funzioni di direzione, di organizzazione e di gestione dei reparti ospedalieri. Noi parliamo, in questo caso, di un medico che ha partecipato a un concorso per una ASL diversa da quella dove poi ha trovato una collocazione di ruolo. Parliamo, quindi, di un'operazione di ripescaggio tra idonei di altri concorsi e di un'esperienza di tipo medico-ortopedico piuttosto che traumatologico, maturata presso l'Azienda mista di Sassari, mentre ci risulta che proprio per il tipo di esperienza maturata ci fossero professionalità più solide di quella del prescelto.
La preoccupazione attiene da una parte alla consapevolezza che il Sistema sanitario versa in una condizione di crisi, e quindi nella condizione di crisi e confusione spesso prevalgono criteri di natura politico-clientelare piuttosto che professionale, dall'altra al fatto che nel caso specifico erano agli atti tutti gli elementi per poter fare scelte più rispondenti ai bisogni.
Queste sono le istanze che noi abbiamo sollevato e la replica è attribuita al collega Gian Valerio Sanna, che ha seguito questa vicenda ed è stato anche estensore di una mozione specifica su questo argomento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Grazie.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Signora Presidente, onorevoli consiglieri regionali, onorevoli interpellanti, sulla base dei dati che mi pervengono dalla ASL numero 5 di Oristano debbo dire che le procedure amministrative che l'Azienda ha seguito per l'attribuzione di questo incarico, e quindi i conseguenti atti di nomina, risultano perfettamente legittime, in conformità quindi con le leggi che normano questo iter.
Per quanto riguarda il punto 1 dell'interpellanza debbo dire che l'articolo 15 della legge numero 502 del 1992 prevede che l'attribuzione dell'incarico sia effettuata dal direttore generale della ASL, in questo caso dal commissario, sulla base di una rosa di candidati selezionata da un'apposita commissione istituita a tal fine. Il compito della commissione è quello di stilare una graduatoria di idonei sulla base di un colloquio e della valutazione di un curriculum professionale. La commissione, sulla base di questa valutazione complessiva, che tiene conto del curriculum e del colloquio, stabilisce soltanto l'idoneità dei candidati a ricoprire l'incarico. E tra gli idonei il commissario nel caso di specie ha fatto la sua scelta.
Dal verbale risulta che la commissione ha espresso un parere identico per tutti i candidati, che vorrei leggere all'Aula: "Il candidato ha dimostrato una buona conoscenza sia in ambito organizzativo, di direzione e professionale. A seguito della valutazione del curriculum e del colloquio e avuto riguardo delle capacità di direzione, la Commissione ha motivo di ritenere il candidato idoneo a ricoprire l'incarico di direzione di struttura complessa di ortopedia e traumatologia del Presidio ospedaliero San Martino di Oristano". Con il giudizio di idoneità la commissione ha quindi fatto una comparazione tra la complessità della struttura e le qualità professionali dei candidati, nonché la loro capacità di dirigere una struttura di quel genere, ha cioè fatto una comparazione tra l'offerta di professionalità e l'esigenza del Presidio ospedaliero.
Debbo dire, quindi, che sulla base di questo giudizio il direttore generale ha proceduto all'attribuzione dell'incarico in oggetto in modo legittimo. Debbo anche sottolineare che, sempre sulla base dell'articolo 3 della legge numero 502, il direttore generale ha la responsabilità della scelta gestionale, per cui io debbo ritenere che abbia operato nella convinzione che la scelta fosse la migliore rispetto ai bisogni del territorio, alle prospettive di sviluppo e alle strategie di crescita del Presidio ospedaliero San Martino, che svolge un'attività prevalentemente traumatologica, ma sostiene un costo di 4 milioni di euro per la migrazione sanitaria verso altre province per quanto riguarda la branca dell'ortopedia, che probabilmente è nelle intenzioni del direttore generale sviluppare, non limitando l'attività dell'ospedale soltanto alla parte traumatologica. Probabilmente egli ha individuato una professionalità che ha queste due capacità, quella traumatologica e quella ortopedica.
Per quanto riguarda il punto 3, debbo dire che non si tratta di un errore di scelta, ma invece di una scelta ponderata, convinta. La legge rimette al commissario o al direttore generale, e solo a lui, la responsabilità in merito a tutte le scelte gestionali che ha effettuato, e quindi anche alla nomina del responsabile della struttura, che mi sembra per lo meno legittima. Può essere discussa dal punto di vista delle strategie aziendali, però debbo dire che mi sembra assolutamente legittima e convincente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarare se è soddisfatto.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Le dico subito, Assessore, che non solo siamo insoddisfatti, ma siamo preoccupati. Siamo preoccupati perché il Governo regionale, le istituzioni devono stare dalla parte dei cittadini e si devono attivare per garantire che essi abbiano il meglio.
Lei ha letto la parte finale del verbale, non ha letto la parte che dice che la stessa commissione non solo giudica che il candidato che poi è stato scelto ha un'esperienza professionale limitata in campo traumatologico, ma rileva persino che non ha alcuna significativa esperienza in ambito gestionale-organizzativo e di direzione. Lo dice, e sa perché? Perché c'è una finzione, che è diventata prassi - lo dico anche per la mia parte politica quando l'ha seguita - che bisogna risolvere. Voi state pensando a realizzare macroaree, io mi preoccupo del fatto che la politica, le istituzioni scelgano il meglio da offrire ai cittadini.
Il DPR numero 483 del 1997, recante la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale del Servizio sanitario nazionale, dice testualmente che va valutato il curriculum formativo e professionale, a significare che va assegnato un punteggio che faccia in modo che chi ha esperienza professionale in campo operatorio non sia messo sullo stesso piano di chi non ne ha. E' così, è esattamente così! Diversamente la prassi diventa legge e allora non ci dobbiamo lamentare se diventano primari i compagni di scuola degli affini alla politica che governa in quel momento. Questo è sbagliato, anche perché ci sono notizie di recenti decessi a seguito di alcune operazioni eseguite da questo nuovo primario e valuteremo se queste scelte sono dalla parte dei cittadini o dalla parte della politica. Lei, Assessore, deve mettersi dalla parte dei cittadini e non della sua parte politica.
I verbali saranno oggetto di ricorso amministrativo e vedremo in quella sede se avrà ragione lei, Assessore, o avrà ragione chi sta protestando. Lei può dire tutto, ma almeno una cosa ce la deve risparmiare, perché dire che quell'Azienda sanitaria diretta in quel modo, commissariata in quel modo, possa persino vantare di avere una strategia aziendale per nominare chi ha minore esperienza a fronte di un'esigenza di circa 1.200 operazioni (tante se ne eseguono in un anno al San Martino) mi sembra proprio un eccesso e una mancanza di dignità. Dignità che dovremmo invece restituire alla sanità, già abbastanza bastonata e inefficiente di per sé.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La proposta potrebbe essere duplice: una sospensione di una ventina di minuti adesso, perché abbiamo bisogno di confrontarci sul prossimo testo in esame, oppure dopo la relazione dell'onorevole Ladu, prima cioè di iniziare la discussione generale.
PRESIDENTE. Onorevole Ladu, preferisce svolgere la sua relazione prima della sospensione oppure dopo?
LADU (P.d.L.), relatore. Prima.
PRESIDENTE. Dopo il suo intervento sospenderemo i lavori per venti minuti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 137-233/A. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Signor Presidente, signor Assessore, colleghi, stiamo esaminando il testo unificato di due proposte di legge: la numero 137, presentata dall'onorevole Zuncheddu, e la numero 233, presentata dalla seconda Commissione e di cui sono il primo firmatario. E' una legge è composta da due Capi: il Capo I riguarda un sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria; il Capo II istituisce il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. La legge mira a migliorare le condizioni di vita dei detenuti e a sviluppare delle opportunità di reintegrazione sociale e lavorativa degli stessi; mira inoltre a consolidare percorsi di rieducazione dei minori e prevede tutta una serie di interventi che riguardano la vita dei detenuti.
Questa legge, devo sottolinearlo, colma una lacuna presente nell'ordinamento regionale, e infatti delinea una politica attiva di inclusione sociale a favore dei detenuti e degli ex detenuti e introduce specifici interventi di rieducazione e di reinserimento sociale. Si tratta di un sistema integrato di interventi finalizzati a tutelare la dignità dei detenuti, a favorirne il recupero e a garantire loro i diritti di tutti i cittadini, così come previsto dall'articolo 27 della Costituzione italiana. La Regione promuove e sostiene gli interventi previsti dalla legge nel rispetto delle competenze del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, della giustizia minorile e della magistratura di sorveglianza, con cui si coordina anche promuovendo eventuali intese. La Regione, inoltre, esercita la necessaria funzione di indirizzo e di coordinamento con le ASL, con gli enti locali e con le associazioni di volontariato.
Con questa legge la Regione interviene anche a sostegno delle donne detenute, soprattutto di quelle che hanno figli piccoli, per la tutela dei minori, a favore degli stranieri, per la tutela, promozione ed educazione alla salute, garantendo quindi parità di trattamento dei detenuti, che si tratti di tossicodipendenti (ce ne sono tantissimi nelle carceri isolane), di alcoldipendenti o di soggetti a misure alternative alla detenzione negli ospedali psichiatrici, perché anche questo è un problema che la Regione sarda dovrà risolvere. Infatti dal 1° gennaio la sanità è passata in capo alla Regione e c'è il grosso problema degli ospedali psichiatrici, sul quale dovrà dare una risposta. L'obiettivo è quello di limitare il più possibile l'internamento negli ospedali psichiatrici, per cui la Regione legge sostiene, in collaborazione con le istituzioni scolastiche e gli enti di formazione, l'accesso al reinserimento lavorativo e sociale e al trattamento di sostegno alle famiglie dei detenuti.
Signora Presidente, signor Assessore, la situazione delle carceri in Sardegna, come nel resto dell'Italia, è abbastanza critica. Ci sono problemi di sovraffollamento, di carenza di personale, sia civile che militare, e di inadeguatezza delle strutture carcerarie. In Sardegna oggi vi sono dodici istituti penitenziari, tra cui tre colonie penali all'aperto. I detenuti sono circa 2.300, però sappiamo che la capienza è di 1.957; praticamente il numero dei detenuti è eccessivo rispetto alla capienza. Al contrario vi sono 1.180 agenti di polizia penitenziaria in servizio rispetto a una pianta organica di 1.324 unità, questo a dimostrazione del fatto che da una parte è in atto una riduzione del personale civile e anche militare all'interno delle carceri e dall'altra il numero dei detenuti è in aumento anche oltre la capienza. Il 40 per cento dei detenuti attualmente è costituito da stranieri, le detenute sono in media 50-60 e circa 180 sono i cittadini sardi detenuti in carceri situate fuori della Sardegna. Questo fa a pugni intanto con la legge numero 354 del 1975, che prevede la territorializzazione della pena e poi con l'intesa Stato-Regione, al primo punto della quale è ribadita appunto la territorializzazione della pena. Questo purtroppo non sempre succede. Oggi, come dicevo, sono circa 180 i detenuti sardi che sono fuori della Sardegna, anche se bisogna dire che non tutti lo sono senza motivazione: alcuni sono detenuti fuori dell'isola per scelta personale, altri per questioni che magari riguardano la disponibilità nei confronti del magistrato per motivi processuali.
Devo tuttavia dire che la legge numero 199 del novembre 2010, la cosiddetta legge "svuota carceri", relativa all'espiazione presso il proprio domicilio della pena detentiva inferiore a un anno, non ha dato grandi risultati. Effettivamente si riteneva che gli effetti di questa legge avrebbero riguardato un numero piuttosto consistente di detenuti, invece in Sardegna ne hanno beneficiato soltanto trentasei detenuti. Secondo me è una legge che va rivisitata, perché effettivamente i limiti posti per poter godere dei benefici in essa previsti sono tanti.
In una situazione come questa l'istituzione del Garante dei diritti e della dignità delle persone adulte e minori detenute è un'esigenza non più procrastinabile. Questa figura è prevista in ventidue Paesi dell'Unione europea; in Italia ancora non è ancora stata istituita la figura del Garante nazionale dei diritti dei detenuti, che è invece presente in nove Regioni italiane, in diversi comuni e province d'Italia. Il Garante, eletto dal Consiglio regionale, ha sede presso lo stesso Consiglio regionale; all'assegnazione del personale, dei locali e dei mezzi necessari per il funzionamento dell'ufficio del Garante provvede l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. In collaborazione con le competenti amministrazioni statali e locali, il Garante verifica l'applicazione della presente legge in merito al diritto alla salute e al miglioramento della qualità della vita, all'istruzione, alla reintegrazione dei detenuti e al recupero degli stessi, segnala agli organi regionali eventuali fattori di rischio e formula indicazioni e proposte per assicurare il pieno rispetto dei diritti di detenuti. Collabora, inoltre, con gli altri organi, come il Difensore civico e il Garante dell'infanzia. Il Garante deve avere determinati requisiti, lo dico qui perché ho sentito qualcosa su questo in giro; deve essere una figura completamente autonoma, non condizionabile o condizionata da nessuno, altrimenti non potrebbe essere più un Garante dei detenuti; dura in carica, secondo quanto previsto dalla legge, sei anni, e non è immediatamente rieleggibile.
Spero che questa legge venga approvata all'unanimità, così come è accaduto in Commissione, anche perché è giusto che la Regione sarda, al pari di tante altre Regioni italiane, in un momento così delicato abbia una figura importante che si occupi dei detenuti e sia un'interfaccia tra i detenuti e l'amministrazione regionale, nonché quella penitenziaria. Mi auguro, ripeto, che questa sera il Consiglio regionale approvi questa legge che ritengo di straordinaria importanza. Grazie.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa per venti minuti, riprenderà alle ore 17 e 50.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 32, viene ripresa alle ore 17 e 56.)
PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che la collega Rosanna Floris è rientrata dal congedo.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Dedoni, il quale ha a disposizione venti minuti.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, non credo di dover utilizzare tutto il tempo a mia disposizione, però vorrei intanto dire che ciò che ha sottolineato l'onorevole Gian Valerio Sanna riguardo all'interpellanza numero 188/A è in perfetta sintonia con quanto dirò io. Purtroppo, oltre che una questione di legittimità, quello che ancor più si evince dalla decisione del commissario della ASL numero 5 è il problema del merito. Infatti nell'interpellanza si sostiene che il reparto di ortopedia dell'ospedale di Oristano (a metà strada tra Cagliari e Sassari) ha bisogno di un'esperienza e di una capacità che in effetti non possono essere garantite da colui che è stato nominato. Dispiace dire questo, ma credo che ci sia anche qualche problema relativamente al fatto che il candidato prescelto sia stato ammesso alla selezione pur non avendo tutti i requisiti richiesti.
Vorrei invitare il Presidente della Regione, ma soprattutto l'Assessore della sanità, ad adoperarsi per avviare un procedimento di autotutela che eviti possibili quanto improprie procedure giurisdizionali. Riterrei opportuno che la politica non desse ancora una volta la stura al potere giudiziario per intervenire in una materia che deve restare tutta politica e naturalmente deve essere affrontata con buona misura e secondo il buon operare, soprattutto in sanità, dove non esistono partiti, non esistono maggioranze politiche, ma esistono professionalità ed esistono indubbiamente...
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, stiamo discutendo la legge sulla istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
DEDONI (Riformatori Sardi). Sì, ma volevo fare riferimento alla precedente interpellanza.
PRESIDENTE. L'interpellanza svolta precedentemente non è oggetto della discussione in questo momento.
DEDONI (Riformatori Sardi). Rinuncio a proseguire. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Presidente, anch'io non occuperò sicuramente tutto il tempo che ho a disposizione, ma credo che due parole in questo momento debbano essere spese. L'istituzione del Garante dei detenuti si inquadra nell'ambito degli strumenti di garanzia e di tutela che sono essenziali per lo sviluppo di uno Stato di diritto. La sua creazione deriva dall'esigenza di costruire una rete di contatto tra le persone private della libertà, le istituzioni e la società civile. Il Garante è un'autorità di mediazione ed evidentemente rappresenta un indice fondamentale del livello di democraticità del nostro complesso istituzionale. E se è vero, come è innegabilmente vero, che il livello di civiltà di una nazione lo si riconosce anche dal tenore di vita all'interno delle carceri, oggi ci accingiamo quindi ad approvare una legge che è di fondamentale importanza.
Soprattutto in questi ultimi momenti dei lavori dell'Aula alcuni consiglieri hanno manifestato delle perplessità per il fatto che già la Regione Sardegna si era dotata della figura del Difensore civico, che ormai da anni non è sostanzialmente in condizioni di operare. Però dobbiamo anche riconoscere che se il Difensore civico non è in condizioni di operare la colpa è soltanto nostra, perché reiteratamente ci siamo posti il problema della sua nomina, ma non siamo mai riusciti, per il tipo di votazione che la legge impone, a convergere su una posizione condivisa. Di questo dobbiamo assumercene la responsabilità e anzi in questo senso in Commissione abbiamo più volte ribadito che sarebbe necessario mettere mano alla modifica della legge istitutiva del Difensore civico, in maniera da dare gambe anche a quella figura istituzionale. Tengo però a precisare, per fugare anche altre perplessità manifestate da taluni colleghi, che la figura del Difensore civico non ha nulla a che vedere con quella del Garante dei detenuti. Il Garante dei detenuti ha una funzione assolutamente differente da quella del Difensore civico, perché si occupa essenzialmente dei diritti sociali dei detenuti.
Tra l'altro questa legge - ed è questo l'aspetto innovativo - non prevede soltanto l'istituzione della figura del Garante regionale ma, com'è intuibile dal titolo, prevede anche la razionalizzazione degli interventi a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria in genere, con riguardo a ogni genere di casistica, e pone una particolare attenzione verso le categorie di detenuti considerate più deboli, in particolare le donne, i minori e gli stranieri.
In Europa quella del Garante dei detenuti è una figura ormai riconosciuta praticamente ovunque e anche in Italia è stata già da molte Regioni adottata una legge che ne prevede l'istituzione. Oggi il dibattito anzi è diretto a istituire questa figura anche a livello nazionale, come credo sarebbe corretto. Questo vuoto normativo a livello nazionale non ha impedito agli enti locali, come dicevo, di introdurre la figura del Garante all'interno delle proprie istituzioni e quindi si è dato a questo organo una forte connotazione territoriale. Moltissimi enti, tra comuni, province e Regioni, si sono già dotati di questa figura e credo che oggi la Sardegna non si possa sottrarre a questa responsabilità (prescindendo dagli inevitabili problemi che si dovranno affrontare nel momento della concreta attuazione di questa legge), soprattutto in considerazione della sua vocazione autonomistica, che si esprime anche attraverso misure di integrazione e rafforzamento dei principi costituzionali nel rispetto e nella tutela dei diritti fondamentali.
Nell'istituire la figura del Garante dei diritti dei detenuti, scelto con criteri selettivi assolutamente rigorosi (deve aver maturato notevole esperienza nel settore penitenziario, deve aver compiuto studi giuridici, eccetera), la legge dà sicuramente un segnale molto forte nell'ambito delle politiche a sostegno dei principi di uguaglianza e parità di trattamento e nell'affermazione dei diritti dei detenuti sanciti a livello europeo e internazionale, tenendo conto del fatto che le persone private o limitate a vario titolo nella libertà personale rientrano fra i soggetti deboli ed esclusi dalla pienezza dell'esercizio dei suddetti diritti.
Un ultimo aspetto vorrei citare a sostegno della necessità dell'approvazione di questa legge. Più volte in quest'Aula ci siamo occupati dell'attuazione dei punti di programma indicati nel protocollo d'intesa dell'8 febbraio 2006 intervenuto fra il Ministero della giustizia e la Regione autonoma della Sardegna. Noi più volte in quest'Aula abbiamo ripetuto che quel protocollo d'intesa è rimasto lettera morta; abbiamo approvato anche degli ordini del giorno sulla territorialità della pena, rimasti anch'essi lettera morta. Ebbene, oggi stiamo offrendo alla collettività, alla Regione, a questo Consiglio l'opportunità di far fronte ai problemi che sono nati dalla mancata attuazione di quel protocollo, perché anche quegli argomenti sono tutti contenuti all'interno di questa legge. E' evidente che il testo è perfettibile, come tutti i testi legislativi, però credo che tratti un tema di fondamentale importanza. E' un segnale forte che dobbiamo dare anche all'esterno, perché potremmo parlare a ragion veduta di territorializzazione della pena, di promozione ed educazione alla salute di coloro che sono ristretti negli istituti penitenziari, del trattamento dei tossicodipendenti e degli alcoldipendenti, dell'istruzione all'interno delle carceri, nonché del reinserimento lavorativo e sociale, in quanto è tutto previsto, come dicevo, nel testo sottoposto all'attenzione dell'Aula.
In questo senso la nostra Regione - ho avuto modo di dirlo anche in quest'Aula reiteratamente - è indietro anni luce rispetto alle altre Regioni che sono dotate di strumenti molto più idonei di quelli di cui disponeva fino a oggi la Sardegna, dove questa materia è lasciata più che altro alle associazioni di volontariato, a prezzo anche di enormi sacrifici. Nella finanziaria abbiamo infatti previsto anche per quest'anno l'erogazione di 1 milione e 300 mila euro, però credo che lo sforzo che dobbiamo fare - che è, ripeto, notevolmente inferiore a quello sostenuto da altre Regioni - sia quello di offrire un sistema migliore, più coordinato, più omogeneo in questo campo.
La legge è di primaria importanza anche per come è stata strutturata. Se fate un confronto con le norme che sono state approvate dalle altre Regioni vi renderete conto che la nostra legge è sicuramente molto più organica, molto più omogenea, molto più completa, molto più esaustiva riguardo ai temi che tratta e mette mano a un settore che spesso è stato fonte di dibattiti e discussioni che, però, il più delle volte hanno condotto l'opinione pubblica a esprimere giudizi negativi (spesso ne abbiamo letto anche sulla stampa), per cui noi ci siamo fermati ai buoni principi anziché dare attuazione ai buoni propositi che abbiamo reiteratamente manifestato.
In questo senso, quindi, non si può che condividere l'auspicio del Presidente della Commissione e relatore, a cui va il mio ringraziamento per come ha condotto i lavori in Commissione, ottenendo il consenso sia della maggioranza che dell'opposizione. Ma su questo tornerò anche in sede di esame del prossimo progetto di legge all'ordine del giorno. Come dicevo, questo testo di legge è stato approvato all'unanimità in Commissione, dove c'è stata una discussione anche abbastanza serrata, ma credo che al di là di qualche punto che deve essere giustamente e necessariamente rivisto, sia un testo di enorme importanza e assolutamente valido. In questo senso se ne auspica l'approvazione con la medesima condivisione manifestata in Commissione.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, la proposta di legge che istituisce la figura del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nasce da una drammatica situazione carceraria sarda, un'emergenza pesante che non è denunciata solo dalle associazioni di volontariato, dalle famiglie dei carcerati e dalla stampa. Mi risulta, infatti, che numerosi consiglieri nel corso delle visite negli istituti carcerari della Sardegna ne hanno potuto rilevare in prima persona le condizioni. Per cui la necessità e l'importanza di istituire la figura del Garante dei detenuti nasce dall'esigenza di creare un collegamento, com'è stato già detto, proprio per definizione tra detenuti, famiglie, associazioni, cooperative sociali e istituzioni.
Purtroppo la Sardegna è in ritardo rispetto all'Europa e quindi è in ritardo anche rispetto all'Italia. Tale figura, già esistente in diverse regioni italiane, è stata in molte occasioni motore di importanti iniziative sul territorio. La Costituzione italiana, con l'articolo 27, affermando che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, ha vincolato e vincola il legislatore a strutturare l'esecuzione delle pene ai fini della risocializzazione. Infatti il detenuto conserva integro il diritto alla salute e alla dignità personale e deve poter accedere, se vuole, a trattamenti di recupero in caso di tossicodipendenza di ogni tipo, incluso l'alcolismo, anche con lo studio, la formazione, il lavoro in carcere e l'uso del tempo anche in attività di gioco e di socialità con altri detenuti e con operatori laici e religiosi. A tal fine è necessaria l'istituzione di un Garante non solo per l'attuazione delle intese stipulate e da stipulare tra le varie amministrazioni, ma anche per vigilare sugli interventi di diretta competenza della Regione in materia di miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri, di istruzione e formazione professionale, di lavoro intracarcerario, di reinserimento lavorativo post-detentivo, di sanità penitenziaria e di interventi sanitari e sociali per la prevenzione delle devianze.
Si ricorda che il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti ha costantemente sollecitato le varie istituzioni a dotarsi di organi di controllo delle condizioni di detenzione e ha utilmente attinto informazioni attendibili dalle relazioni dei difensori civici penitenziari, quelli che in Europa vengono chiamati médiateur o supervisory. E' su questa impostazione culturale, prima ancora che giuridica, che si è arrivati alla cosiddetta legge Gozzini, ovvero la legge numero 663 del 1986, voluta da Martinazzoli.
Tutte le considerazioni fatte hanno imposto l'urgenza di presentare una proposta di legge che prevedesse l'istituzione di un'autorità regionale garante delle persone private della libertà personale per il rispetto dei loro diritti fondamentali, molto spesso purtroppo violati. La legge in esame istituisce, quindi, la figura del Garante che deve essere scelto fra persone di alto profilo morale e con esperienza nel settore del diritto penitenziario. E' altresì necessario che egli possa svolgere la sua attività in piena autonomia e libero da qualsiasi rapporto giuridico o funzionale. Al fine di consentirgli un buon operato, al Garante devono essere attribuite diverse funzioni, tra cui la collaborazione con le istituzioni giudiziarie e penitenziarie, con le associazioni e con gli operatori del trattamento intramoenia o extramoenia, quindi all'interno o all'esterno delle mura, con le direzioni degli istituti e con gli agenti e ufficiali della polizia penitenziaria, nonché la promozione e il sostegno di iniziative culturali a favore dei detenuti. Il Garante dovrà favorire l'attuazione dei punti dei programmi indicati nei vari protocolli d'intesa fra il Ministero della giustizia e la Regione autonoma della Sardegna. E' stato già accennato dal collega che è intervenuto precedentemente il problema della territorialità della pena, prevista in una legge nazionale applicata in altre regioni e misteriosamente non applicata in Sardegna.
Questa è sicuramente una legge urgente. Si porranno tempi anche di operatività ed è un problema che bisogna affrontare subito in modo che, come io mi auguro, la legge passi ma non diventi l'ennesima legge che "dorme" in Consiglio regionale. La situazione delle carceri in Sardegna è drammatica; le strutture carcerarie sono inadeguate e c'è un problema di sovraffollamento e di condizioni igieniche molto carenti, tuttavia non è che al sovraffollamento possiamo rispondere con l'incremento degli istituti carcerari, anzi noi pensiamo a una loro riduzione e alla creazione di misure alternative. Ci sono dodici istituti in tutto il territorio sardo, comprese tre colonie penali, che vanno anch'esse assolutamente rivisitate proprio perché mentre in passato ospitavano detenuti sani adesso ospitano detenuti in altissima percentuale ammalati. Si tratta di pazienti psichiatrici, di pazienti con malattie infettive e chi più ne ha più ne metta. Per cui anche questo aspetto è rigorosamente da rivedere.
Per quanto riguarda l'alta percentuale delle tossicodipendenze il discorso va oltre il ruolo del Garante regionale (che comunque può sempre far da tramite) e si estende alle misure alternative al carcere e alla necessità di depenalizzare alcuni reati comuni legati al problema delle tossicodipendenze.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo molto brevemente per dire intanto che riteniamo utile l'approvazione di questo provvedimento, che presenta qualche interessante sviluppo e anche piccole carenze e necessita quindi di aggiustamenti che riguardano più che altro il funzionamento dell'istituto e l'integrazione degli strumenti nella disponibilità del Garante.
Riteniamo che questa norma sia utile e che si debba procedere celermente alla sua approvazione, che speriamo avvenga questa sera stessa. In particolare riteniamo che si debba rivedere l'articolo 16 (anche per renderlo coerente con il provvedimento che discuteremo successivamente), relativo al trattamento economico spettante al Garante. Riteniamo inoltre che per gli interventi in materia di formazione e lavoro, per il reinserimento sociale ma anche in costanza di pena detentiva, unitamente alla normativa nazionale che concede alcuni benefici ai detenuti, sia possibile fare riferimento ad alcuni provvedimenti di competenza della Regione che possono essere utilmente inseriti in questa norma. Faccio un esempio per tutti: il Piano dei servizi e delle politiche del lavoro e dell'occupazione, ovvero il piano regionale previsto dalla legge numero 20 e che noi attendiamo con ansia che prima o poi venga da qualche Giunta predisposto, deve contenere, a nostro avviso, un segmento specifico che tratti questo argomento, sia con riferimento ai minori che con riferimento alle persone adulte.
Un segmento specifico lo deve contenere anche il Piano stralcio sulla sicurezza, perché questi soggetti spesso lavorano anche presso cooperative del terzo settore, ma in attività che comportano comunque rischi di sicurezza, come nel settore agricolo, nel settore artigianale, nell'edilizia e così via. Riteniamo che anche la formazione professionale debba contenere uno specifico segmento a sostegno degli interventi di reinserimento sociale, oltre che di quelli che accompagnano, a fini di recupero, la pena detentiva.
Quindi con alcuni piccoli aggiustamenti che è possibile fare in un quarto d'ora o venti minuti di sospensione, dopo la votazione del passaggio agli articoli e la valutazione degli emendamenti che noi ci riserviamo comunque di presentare, pensiamo che questo provvedimento possa utilmente essere approvato questa sera.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, ma la sospensione deve essere disposta prima o dopo la votazione del passaggio agli articoli?
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho detto dopo? Mi sono confuso!
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Signora Presidente, onorevoli consiglieri, la Giunta naturalmente si adegua al parere della Commissione, ma non può esimersi dall'esprimere alcune considerazioni riguardo a un provvedimento che ritiene altamente significativo per le esigenze di una regione che, ahimè, ha una popolazione carceraria che versa in una situazione di estrema difficoltà. Tra l'altro, per quanto riguarda il mio Assessorato, c'è una situazione di passaggio che aumenta l'ansia e il disagio, dovendo infatti le competenze sulla sanità penitenziaria passare a breve dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ovvero dallo Stato, al Sistema sanitario regionale.
In questo passaggio si inseriscono anche le problematiche legate agli ospedali psichiatrici giudiziari: per esempio, una cinquantina di nostri conterranei, in molti casi nonostante la colpa sia già stata espiata dal punto di vista penale, per motivi procedurali non riescono a rientrare a casa. I detenuti nostri concittadini e anche quelli che provengono da altre regioni vivono situazioni di sovraffollamento assolutamente indecenti, con un rapporto rispetto al personale che rende ancora più precaria la loro situazione, in quanto la carenza di personale, oltre a costringere tutti gli operatori a gravi situazioni di disagio, si ripercuote sui reclusi. C'è inoltre una fortissima presenza di detenuti stranieri, con conseguenze anche di ordine psichiatrico; così, oltre a espiare la pena commisurata al reato commesso, essi scontano una pena accessoria, che è quella del disagio che si trasforma in malattia mentale.
Per garantire una migliore situazione a questi cittadini che vivono reclusi o comunque in condizioni di limitazione della libertà personale e che non sono pari agli altri cittadini, in quanto nella gran parte dei casi versavano già prima - me ne sono potuto rendere conto personalmente - in gravi condizioni sociali, istituire una figura come quella del Garante dei loro diritti credo sia un fatto di civiltà, al quale non ci possiamo sottrarre. Ritengo pertanto giusto associarmi a coloro che sostengono questa iniziativa, chiedendone l'approvazione, naturalmente con le variazioni che attraverso gli emendamenti sottoposti al Consiglio si vorranno apportare. In linea di principio la Giunta è favorevole.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Dovremmo ora procedere alla votazione del passaggio all'esame degli articoli. Poiché è stata chiesta una sospensione di quindici minuti per consentire la definizione degli emendamenti, sospendo la seduta sino alle ore 18 e 50.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 25, viene ripresa alle ore 18 e 54.)
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame del titolo.
(Si riporta di seguito il titolo:
Sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sul titolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Capo I
Sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria
Art. 1
Principi e finalità
1. La Regione autonoma della Sardegna, nell'ambito delle proprie competenze, concorre a tutelare e assicurare il rispetto dei diritti e della dignità delle persone adulte e dei minori presenti negli istituti penitenziari o ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione, negli ospedali psichiatrici giudiziari, nei centri di identificazione ed espulsione e nelle strutture sanitarie in quanto sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, a favorire la loro rieducazione, a ridurre il rischio di recidiva e ad agevolare il loro reinserimento sociale e lavorativo.
2. Gli interventi della Regione sono volti ad assicurare condizioni di parità rispetto agli individui in stato di libertà come previsto dalla legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), dal decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 272 (Norme di attuazione sul processo penale a carico di imputati minorenni) e successive modifiche e integrazioni, e a garantire, nei limiti della propria competenza, che le pene tendano alla rieducazione del condannato, ai sensi dell'articolo 27 della Costituzione.
3. La Regione promuove e sostiene gli interventi previsti dalla presente legge nel rispetto delle competenze del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, della giustizia minorile e della magistratura di sorveglianza con cui si coordina anche promuovendo gli opportuni atti di intesa per realizzare il necessario raccordo con la programmazione degli istituti penitenziari.
4. La Regione, inoltre, esercita le necessarie funzioni di indirizzo e coordinamento con le ASL, gli enti locali territorialmente competenti, gli organismi di volontariato e gli altri soggetti pubblici e privati interessati alle politiche di inclusione e di reinserimento sociale a favore dei detenuti, dei soggetti a misure alternative e sostitutive alla detenzione e degli ex detenuti, al fine di garantire un sistema regionale integrato di interventi.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Barracciu, Fois, Planetta, Sanna Gian Valerio, Sanna Matteo e Zedda Alessandra hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 59
astenuti 2
maggioranza 30
favorevoli 59
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Sostegno alle donne detenute
1. La Regione promuove, d'intesa con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, con il Centro per la giustizia minorile e con gli enti locali territorialmente competenti, interventi destinati alle donne detenute e internate e sostiene le iniziative atte a favorire misure alternative alla detenzione per le donne con figli minori, nel rispetto della legge 8 marzo 2001, n. 40 (Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori). A tal fine, inoltre, attiva progetti tendenti a migliorare le condizioni di vita della popolazione femminile all'interno del carcere con opportuni interventi di assistenza sanitaria specialistica e di prevenzione mirata ai problemi della donna.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 2, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Tutela dei minori
1. La Regione, d'intesa con il Centro per la giustizia minorile, favorisce l'inserimento dei minori sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria nelle strutture di tipo comunitario anche mediante l'attivazione di percorsi individualizzati finalizzati al reinserimento sociale e lavorativo del minore, attraverso un sostegno socio-educativo e lo svolgimento di attività formative, di orientamento lavorativo, ricreative, culturali e sportive.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Cocco Daniele, Planetta e Rodin hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Misure a favore degli stranieri
1. La Regione, d'intesa con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, promuove e finanzia gli interventi a favore dei detenuti stranieri, con particolare riguardo ai servizi di mediazione culturale.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 4.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cherchi, Porcu e Sanna Paolo hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 61
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Tutela, promozione ed educazione alla salute
1. La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, tutela il diritto alla salute dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, e garantisce i livelli essenziali di assistenza sanitaria concernenti le prestazioni preventive, diagnostico-terapeutiche e riabilitative assicurando parità di trattamento fra persone libere e persone ristrette.
2. La Regione promuove e finanzia l'attuazione di progetti di educazione sanitaria ed educazione alla salute rivolti ai detenuti o ai soggetti ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione e agli operatori penitenziari, con l'attivazione di specifici percorsi formativi anche attraverso la stipula di apposite convenzioni tra le ASL e le direzioni degli istituti per adulti e per minori.
3. In particolare la Regione:
a) assume le iniziative necessarie affinché i soggetti tossicodipendenti e alcol dipendenti siano inseriti in programmi terapeutici specifici che prevedano interventi di prevenzione e di riduzione del danno anche in collegamento con le comunità terapeutiche locali;
b) assicura la tutela della salute mentale all'interno degli istituti penitenziari e promuove il benessere psichico dei detenuti, garantendo tutte le prestazioni specialistiche necessarie e qualunque azione utile a prevenire il comportamento suicidario e autolesionistico e a limitare il ricorso all'Ospedale psichiatrico giudiziario (OPG);
c) rafforza le azioni volte a promuovere il miglioramento delle condizioni di vita intramuraria dei soggetti con invalidità congenita o acquisita, con particolare attenzione all'attività di riabilitazione;
d) garantisce gli interventi di prevenzione sanitaria, ivi compresi gli interventi di profilassi delle malattie infettive;
e) assicura l'assistenza socio-sanitaria ai bambini tenuti presso di sé dalle madri detenute, garantendo l'accesso ai servizi socio-assistenziali esterni.
4. La Regione individua ipotesi alternative alla detenzione negli ospedali psichiatrici giudiziari per soggetti con diagnosi psichiatrica. A tal fine definisce i requisiti funzionali organizzativi e di localizzazione di strutture psichiatriche socio-assistenziali residenziali o semiresidenziali che possano assicurare adeguati interventi terapeutici, di protezione e reinserimento sociale in strutture a custodia attenuata.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e del relativo emendamento:
Art. 6
Istruzione e formazione
1. La Regione, in collaborazione con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, sostiene l'accesso ai percorsi di istruzione e formazione professionale delle persone adulte e dei minori presenti negli istituti penitenziari o ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione. In particolare, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, gli enti di formazione e gli operatori del terzo settore, promuove interventi di istruzione e formazione professionale ivi compresi i corsi di lingua italiana rivolti alla popolazione straniera.
2. Gli interventi di cui al comma 1, destinati all'educazione e qualificazione professionale, tengono conto delle esigenze e tendenze del mercato del lavoro nel territorio regionale e mirano al reinserimento lavorativo dei detenuti che hanno espiato la pena.
Emendamento aggiuntivo Solinas Christian - Sanna Giacomo - Dessì
Articolo 6
Al comma 1 dell'articolo 6 dopo le parole "percorsi di istruzione" sono aggiunte le seguenti:
"di ogni ordine e grado, ivi compresi i corsi universitari";
dopo le parole "istituzioni scolastiche" sono altresì aggiunte le seguenti: "le Università". (1))
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Piras ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 60
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 7, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 e del relativo emendamento:
Art. 7
Reinserimento lavorativo e sociale
1. La Regione, d'intesa con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, promuove e sostiene interventi per l'avviamento al lavoro di detenuti ed ex detenuti attraverso progetti sperimentali diretti a incentivare nuove professionalità e nuove forme imprenditoriali anche attraverso la creazione di cooperative sociali. A tal fine favorisce le imprese che assumono detenuti in semilibertà, soggetti sottoposti a misure alternative e sostitutive o ex detenuti facendo ricorso a tutte le agevolazioni a vario titolo previste dalle leggi statali e regionali quali borse-lavoro, tirocini, abbattimento degli oneri previdenziali e fiscali.
2. Sulla base delle modalità indicate dalla legge regionale 22 aprile 1997, n. 16 (Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale) la Regione favorisce commesse di lavoro per i detenuti o ex detenuti da parte degli enti pubblici attraverso la stipula di apposite convenzioni fra le amministrazioni pubbliche e le cooperative sociali per la gestione e fornitura dei beni e servizi e per la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi.
3. La Regione favorisce lo svolgimento di attività lavorative all'interno degli istituti penitenziari e assicura, attraverso le informazioni dei centri per l'impiego e sulla base della domanda di professionalità proveniente dal territorio, un servizio di orientamento al lavoro mirato a favore dei detenuti, dei soggetti a misure alternative e sostitutive alla detenzione e degli ex detenuti.
4. La Regione sostiene l'azione degli enti locali diretta alla realizzazione degli interventi a favore dei detenuti, con particolare riguardo alla fase della scarcerazione, con azioni di progettazione della dimissione e di accompagnamento finalizzate al loro reinserimento sociale e lavorativo. In particolare promuove interventi di mediazione familiare, di housing sociale, aggregazione e integrazione sociale e di prevenzione della recidiva.
Emendamento aggiuntivo Uras - Zuncheddu - Ladu - Cucca - Salis - Cocco Daniele - Rodin - Sanna Matteo - Artizzu - Steri - Meloni Francesco - Pittalis
Articolo 7
Dopo il comma 9 dell'art. 7 è aggiunto il seguente comma:
"Gli interventi di cui al presente articolo costituiscono il piano stralcio per l'inserimento lavorativo e sociale del Piano regionale dei servizi del lavoro e per l'occupazione di cui alla L.R. 20/2005.
Il predetto piano è sottoposto al parere preventivo della commissione competente." (2).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 7. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:
Art. 8
Attività trattamentali e sostegno alle famiglie
1. La Regione, gli enti locali territorialmente competenti e gli operatori del terzo settore concorrono, con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, a promuovere le iniziative culturali negli istituti penitenziari, favorendo in particolare la realizzazione delle biblioteche degli istituti medesimi e l'ampliamento dell'offerta di quelle esistenti.
2. La Regione, in collaborazione con il Comitato regionale del CONI, sostiene lo svolgimento di attività sportive da parte dei detenuti anche attraverso la creazione e riqualificazione di spazi adeguati all'interno degli istituti penitenziari e la dotazione di idonee attrezzature.
3. La Regione, d'intesa con gli istituti penitenziari, favorisce interventi volti a mantenere e rafforzare i legami dei detenuti con la propria famiglia, con particolare riguardo al ruolo genitoriale e ai colloqui in istituto con i figli minorenni.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 8, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 9.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9:
Art. 9
Programma integrato di interventi
1. La Regione promuove e finanzia interventi intra ed extramurari nei vari ambiti operativi disciplinati dalla presente legge a favore dei soggetti di cui al comma 1 dell'articolo 1 e degli ex detenuti. La Giunta regionale approva ogni anno, previo parere delle Commissioni consiliari competenti, un programma di interventi di carattere professionale, educativo, sanitario, sociale e culturale diretti al sostegno del percorso di recupero e riabilitazione e allo sviluppo di un percorso di reinserimento sociale e lavorativo sulla base delle priorità previste dalla presente legge.
2. Nel programma di cui al comma 1, la Giunta regionale individua, altresì, forme di verifica circa lo stato di sviluppo, l'adeguatezza e la congruenza degli interventi disciplinati nel capo I della presente legge.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 9, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 10.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10:
Capo II
Garante delle persone sottoposte
a misure restrittive della libertà personale
Art. 10
Istituzione
1. Al fine di contribuire a raggiungere le finalità previste dalla presente legge e tutelare i diritti e la dignità delle persone sottoposte a restrizioni nella libertà personale è istituito, presso il Consiglio regionale, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, di seguito denominato Garante.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 10, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 11.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 11:
Art. 11
Funzioni
1. Il Garante svolge, in collaborazione con le competenti amministrazioni statali e locali, le seguenti funzioni:
a) assume ogni iniziativa volta a verificare che ai soggetti indicati nell'articolo 1, comma 1, siano erogate le prestazioni inerenti al diritto alla salute, al miglioramento della qualità della vita, all'istruzione e alla formazione professionale e ogni altra prestazione finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale e all'inserimento nel mondo del lavoro previste dalla presente legge;
b) segnala agli organi regionali eventuali fattori di rischio o di danno per i soggetti indicati nell'articolo 1, comma 1, dei quali venga a conoscenza su indicazione dei soggetti interessati o di associazioni e organizzazioni che svolgono un'attività inerente alle finalità dell'articolo 8;
c) si attiva nei confronti dell'amministrazione interessata, affinché essa assuma le necessarie iniziative volte ad assicurare le prestazioni previste dalla lettera a);
d) interviene nei confronti delle strutture e degli enti regionali e delle amministrazioni locali in caso di accertate omissioni o inosservanze rispetto a loro competenze che compromettono l'erogazione delle prestazioni previste dalla lettera a) e, quando queste omissioni o inosservanze perdurano, propone agli organi regionali titolari della vigilanza su tali strutture ed enti le opportune iniziative;
e) formula indicazioni e proposte, anche su richiesta degli stessi organi regionali, in merito agli interventi amministrativi e a carattere legislativo volti ad assicurare il pieno rispetto dei diritti dei soggetti indicati nell'articolo 1, comma 1; su richiesta degli stessi organi, esprime pareri su atti amministrativi e legislativi che possono riguardare i medesimi soggetti;
f) promuove iniziative concrete di informazione, comunicazione e promozione culturale sui temi dei diritti e delle garanzie delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
2. Il Garante, qualora ne ravvisi la necessità e nei casi di particolarità gravità, informa la competente Commissione consiliare.
3. Il Garante, entro il 30 settembre di ogni anno, presenta alla Commissione consiliare competente, che si esprime in merito, un programma di attività con il relativo fabbisogno finanziario.
4. Entro il 30 aprile di ogni anno il Garante presenta alla Commissione consiliare competente un resoconto dell'attività svolta nell'anno precedente corredata di osservazioni e suggerimenti e ne invia copia alla Giunta regionale e ai soggetti di cui all'articolo 1, commi 3 e 4.
5. Della relazione di cui al comma 4 è data adeguata pubblicità sui siti istituzionali del Consiglio regionale e della Regione, sugli organi di stampa e sulle emittenti radiofoniche e televisive.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 11, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 12.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 12:
Art. 12
Rapporti con altri organismi di garanzia
1. Il Garante assicura idonee forme di collaborazione con i garanti nazionale e provinciali, ove istituiti, nell'ambito delle rispettive competenze.
2. Il Garante, il difensore civico e il garante dell'infanzia e dell'adolescenza, qualora istituito, si danno reciproca segnalazione di situazioni di interesse comune, coordinando la propria attività nell'ambito delle rispettive competenze.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 12, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 13.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 13:
Art. 13
Nomina del Garante
1. Può essere nominato Garante chi è in possesso dei seguenti requisiti:
a) laurea magistrale o diploma di laurea ai sensi dell'ordinamento previgente;
b) qualificata esperienza professionale almeno quinquennale in ambito penitenziario, nel campo delle scienze giuridiche, delle scienze sociali o dei diritti umani.
2. Il bando per la presentazione delle domande è pubblicato a cura del Presidente del Consiglio regionale sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS), in sede di prima applicazione, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge e successivamente entro trenta giorni dalla scadenza del mandato. Le domande sono presentate alla Presidenza del Consiglio regionale accompagnate dal curriculum e da elementi utili a documentare la competenza, l'esperienza e l'attitudine del candidato. La nomina del Garante viene posta all'ordine del giorno del Consiglio regionale nella prima seduta utile.
3. Il Garante è nominato dal Consiglio regionale con votazione a scrutinio segreto e a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. Se nelle prime tre votazioni non viene raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti il Garante è eletto a maggioranza assoluta.
4. Il Garante dura in carica sei anni e non è immediatamente rieleggibile.
5. Se il Garante non viene ricostituito entro i termini previsti nel comma 2 le funzioni sono prorogate per non più di quarantacinque giorni decorrenti dal giorno di scadenza del termine.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 13, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 14.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 14:
Art. 14
Cause di incompatibilità
1. La carica di Garante è incompatibile con:
a) le cariche di parlamentare, ministro, consigliere e assessore regionale, provinciale e comunale;
b) le funzioni di amministratore di ente pubblico, azienda pubblica o società a partecipazione pubblica, nonché di amministratore di ente, impresa o associazione che riceva, a qualsiasi titolo, sovvenzioni o contributi dalla Regione;
c) l'esercizio, durante il mandato, di qualsiasi attività di lavoro autonomo o subordinato.
2. Qualora il Presidente del Consiglio regionale, d'ufficio o su segnalazione di terzi o dell'interessato, accerti l'esistenza o la sopravvenienza di una delle cause di incompatibilità previste dal comma 1, invita il Garante a rimuovere tale causa entro quindici giorni. Decorso inutilmente tale termine, il Garante è dichiarato decaduto dalla carica e il Presidente ne dà immediata comunicazione al Consiglio regionale avviando le procedure di cui all'articolo 15.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 14, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 15.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 15:
Art. 15
Cause di scadenza anticipata
1. L'incarico di Garante cessa prima della scadenza per dimissioni, morte, impedimento permanente, decadenza o revoca.
2. Con le stesse modalità previste per l'elezione il Consiglio regionale può revocare il Garante per gravi o ripetute violazioni di legge.
3. Al verificarsi dei casi previsti dal comma 1 si applica la procedura prevista dai commi 2 e 3 dell'articolo 13.
4. Il Garante che subentri a quello cessato dal mandato dura in carica fino alla scadenza del mandato di quest'ultimo. Il divieto di immediata rieleggibilità di cui all'articolo 13, comma 4, non si applica qualora il Garante abbia svolto la funzione per un periodo inferiore a tre anni.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 15, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 16, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 16 e del relativo emendamento:
Art. 16
Trattamento economico
1. Al Garante spetta un trattamento economico pari al 50 per cento dell'indennità di carica, con esclusione della diaria, percepita dai consiglieri regionali. Gli spettano i rimborsi per le spese di viaggio sostenute per l'espletamento dell'incarico in misura identica a quella dei consiglieri regionali.
Emendamento sostitutivo totale Uras - Zuncheddu - Ladu - Zedda Massimo - Sechi - Cucca - Salis - Cocco Daniele - Floris Rosanna - Rodin - Artizzu - Sanna Matteo - Steri - Meloni Francesco - Pittalis
Articolo 16
Al Garante spetta l'indennità di carica mensile di cui all'articolo 6, comma 1, della L.R. 23.08.1995, n. 20, in misura del 50 per cento.
Spettano inoltre i rimborsi per l'espletamento di missioni connesse all'incarico per le spese effettivamente sostenute e comunque in misura non superiore a quelle previste per i Dirigenti dell'A.R. (3).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Meloni Francesco e Uras hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Campus - Capelli - Cuccureddu - Mulas - Pitea - Sanna Matteo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 55
astenuti 8
maggioranza 28
favorevoli 55
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 17.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 17:
Art. 17
Sede e organizzazione
1. Il Garante ha sede presso il Consiglio regionale.
2. All'assegnazione del personale, dei locali e dei mezzi necessari per il funzionamento dell'ufficio del Garante provvede l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Il personale assegnato è posto alle dipendenze funzionali del Garante.
3. Il Garante può inoltre avvalersi, quando necessario, di esperti da consultare su specifici temi e problemi, nonché della collaborazione di associazioni di volontariato e di centri di studi e ricerca.
4. Il Garante sottopone all'approvazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale un regolamento che disciplina il funzionamento dell'ufficio.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 17, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 18.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 18:
Art. 18
Clausola valutativa
1. La Giunta regionale, trascorsi due anni dall'entrata in vigore della presente legge e con periodicità annuale, presenta alla Commissione consiliare competente una relazione contenente lo stato delle iniziative specificamente rivolte alla popolazione carceraria della Regione. In tale relazione, inoltre, la Giunta informa sullo stato delle infrastrutture carcerarie, fornisce dati sugli indici di affollamento, sulla provenienza dei detenuti, sulle diverse tipologie di reato, sullo stato di salute dei detenuti, con particolare riferimento alla casistica delle patologie più frequenti e più gravi, sul livello di alfabetizzazione, sulle problematiche del lavoro e le emergenze di carattere sociale o attinenti alla sicurezza rilevate e infine sul numero di detenuti di origine o residenza nel territorio sardo destinati al di fuori della Sardegna.
2. La relazione di cui al comma 1 contiene inoltre:
a) l'entità e l'origine delle risorse utilizzate;
b) le misure adottate a sostegno della possibilità dei detenuti di fruire di regimi alternativi alla detenzione;
c) gli interventi realizzati nel campo della sanità penitenziaria;
d) le misure attuate nel campo delle politiche formative, del lavoro, dell'integrazione culturale e sociale dei detenuti;
e) l'entità e la tipologia delle commesse regionali riguardanti il lavoro svolto dai detenuti all'interno e all'esterno delle strutture penitenziarie.
3. Tutti i soggetti attuatori degli interventi di cui alla presente legge, pubblici e privati, sono tenuti a fornire le informazioni necessarie all'espletamento delle attività previste per consentire alla Giunta regionale di predisporre la relazione di cui al comma 1.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 18, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 19.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 19:
Art. 19
Abrogazione di norme
1. Il comma 16 dell'articolo 15 della legge regionale 29 aprile 2003, n. 3 (legge finanziaria 2003) e il comma 14 dell'articolo 5 della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011) sono abrogati.
2. È fatta salva la riserva di euro 100.000 a favore dell'Istituto penale per minorenni di Quartucciu prevista dal comma 14 dell'articolo 5 della legge regionale n. 1 del 2011.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 19, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 20.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 20:
Art. 20
Norma finanziaria
1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 1.800.000 annui per le finalità di cui al capo I e in euro 200.000 per le finalità di cui al capo II; alle stesse si fa fronte:
a) quanto a euro 200.000 relativi al capo II, con le risorse del bilancio interno del Consiglio regionale;
b) quanto a euro 1.800.000 relativi al capo I come appresso specificato:
1) per l'importo di euro 1.300.000 con le disponibilità recate dalla UPB S05.03.009 disponibili a seguito delle abrogazioni di cui all'articolo 19;
2) per l'importo di euro 500.000 con la variazione di cui al comma 2.
2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti modifiche:
in aumento
UPB S05.03.009
Interventi vari nel settore socio-assistenziale - Parte corrente
2011 euro 500.000
2012 euro 500.000
2013 euro 500.000
in diminuzione
UPB S08.01.002
FNOL - Parte corrente
2011 euro 500.000
2012 euro 500.000
2013 euro 500.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 3), terzo alinea, della tabella A allegata alla legge finanziaria 2011.
3. Le spese previste per l'attuazione della presente legge gravano sulla UPB S05.03.009 del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 20, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 21.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 21:
Art. 21
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel BURAS.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 21, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 137-233/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ladu e Steri hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 60
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 180/A. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Cucca, relatore.
CUCCA (P.D.), relatore. Signora Presidente, anche in questo caso non utilizzerò certamente tutto il tempo che ho a disposizione, ma qualche parola credo debba essere spesa.
Preliminarmente vorrei fare due considerazioni sui lavori della Commissione, perché desidero sottolineare il clima di collaborazione che c'è sempre nella seconda Commissione, dove si cerca di avviare un confronto prescindendo dal consueto gioco delle parti e, pur nel rispetto dei ruoli che i risultati elettorali hanno assegnato alla maggioranza e all'opposizione, si riesce a trovare una soluzione condivisa nel perseguimento degli interessi comuni piuttosto che di quelli personali o di parte. Di questo, debbo darne atto, il merito è evidentemente anche della conduzione di questa Commissione e comunque del comportamento collaborativo di tutti i commissari. Non è poi un fatto di cortesia formale sottolineare la competenza, la professionalità e la disponibilità dei funzionari della Commissione, le dottoresse Pautasso e Caria, senza l'apporto delle quali credo che stasera non avremmo né potuto approvare la legge sul Garante dei detenuti né portare in Aula la legge che stiamo adesso esaminando. Non avremmo nemmeno potuto trovare quella condivisione che generalmente riusciamo a trovare nel corso dei lavori in Commissione, in quanto sono loro che spesso offrono la soluzione, la via d'uscita per le problematiche che nascono dal dibattito.
Anche questa proposta di legge sulla istituzione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza viene definita una leggina, debbo però sottolineare l'importanza di questa norma che mette la Sardegna finalmente al passo con quasi tutte le altre Regioni d'Italia. E qui tengo a sottolineare una cosa che non è avvenuta per il Garante per i detenuti: il Governo ha provveduto di recente a emanare una legge nazionale istitutiva del Garante per l'infanzia, recependo le istanze arrivate da più parti, prima di tutto dall'UNICEF, che si è fatta portatrice della richiesta di nomina del Garante per l'infanzia da parte di tutte le istituzioni preposte. D'altro canto, già nel 1989 fu sottoscritta la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, che è stata resa esecutiva fin dal 1991, con la legge numero 176. Quella convenzione, recepita in Italia vent'anni fa, prevede che gli Stati firmatari si adoperino per garantire i diritti del fanciullo anche attraverso la creazione di istituzioni apposite, il cui compito primario è quello di vigilare sul benessere dell'infanzia. Questi principi sono stati ribaditi anche dalla Convenzione di Strasburgo del 1996 e nella sessione speciale delle Nazioni Unite del 2002 dedicata a questo argomento. In Sardegna siamo oggettivamente un po' in ritardo: soltanto due Province, prima Nuoro e poi Cagliari, si sono dotate del Garante provinciale per l'infanzia, occupando spazi che competevano oggettivamente alla Regione Sardegna.
Oggi la Regione si riappropria di questi spazi e il Garante regionale dovrà provvedere, perché sono i compiti che la legge gli assegna, a svolgere anche funzioni di coordinamento e raccordo con le attività dei garanti nazionale e provinciali. Inoltre dovrà svolgere una funzione di raccordo della propria attività con i garanti già esistenti: il Garante dei detenuti, istituito oggi, e il Difensore civico.
L'obiettivo principale non è di poco rilievo e credo che sia opportuno che ci soffermiamo un attimo, perché anche questo è un argomento sul quale spesso ci riempiamo la bocca di belle parole e facciamo petizioni di principio che però poi, di fatto, non trovano attuazione e non hanno seguito. Come dicevo, la tutela riguarda il rispetto dei diritti dei bambini in genere, senza distinzione di sorta (genere, religione, razza), e il presupposto è quello della considerazione che i bambini e gli adolescenti rappresentano…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cucca.
Prego i colleghi di prendere posto. Onorevole Meloni, onorevole Dessì, onorevole Sanna, prendete posto. Grazie.
CUCCA (P.D.). Grazie, Presidente. Dicevo che dobbiamo considerare i bambini per quello che effettivamente sono, e cioè la risorsa per il domani, la futura classe dirigente, quelli che governeranno i processi di questa regione e di questo Paese quando noi non ci saremo più o comunque non saremo più in condizione di farlo. Saranno loro che dovranno badare alla nostra tutela in un futuro che è ormai prossimo. Attualmente essi non hanno alcuna capacità contrattuale, posto che non lavorano e non votano e quindi spesso e volentieri la classe politica tralascia questo genere di problematiche proprio perché i bambini non hanno, come dicevo, capacità contrattuale. Costituisce, però, un importante segnale di civiltà assicurare anche ai bambini un futuro nel pieno rispetto dei loro diritti che troppo spesso, soprattutto negli ultimi tempi, sono stati calpestati. Si pensi alle infinite discussioni che si stanno facendo in quest'ultimo periodo sui fenomeni diffusi di criminalità che coinvolgono i fanciulli: lo sfruttamento sessuale, lo sfruttamento del lavoro minorile, l'utilizzo dei bambini per l'accattonaggio e addirittura, come purtroppo è emerso anche di recente, per il commercio degli organi.
La legge in esame prevede l'istituzione del Garante a cui sarà affidata la difesa e la verifica dell'attuazione dei diritti e degli interessi riconosciuti ai minori, ponendo in essere ogni azione diretta alla loro piena attuazione. E' importante sottolineare che il Garante svolgerà la sua attività in piena autonomia, come deve essere in qualsiasi istituzione civile; è una figura che deve garantire i diritti di qualcuno ed è logico che debba svolgere senza nessuna subordinazione gerarchica il proprio compito e in piena autonomia e indipendenza di giudizio. Non sarà sottoposto ad alcuna forma di controllo, come dicevo, né gerarchico né funzionale, salvo ovviamente la clausola valutativa, che in qualche maniera limita la sua attività, ma si tratta semplicemente della valutazione sulla bontà della nomina e dell'individuazione del Garante stesso, per cui correttamente la legge prevede questa clausola.
Tra le attribuzioni del Garante ci saranno anche compiti di proposta per il rafforzamento delle disposizioni legislative relative all'esercizio dei diritti dei minori. Egli avrà poi compiti consultivi, di informazione e di controllo; dovrà occuparsi della promozione della conoscenza e dell'affermazione dei diritti individuali, sociali e politici dell'infanzia e dell'adolescenza, assumendo ogni iniziativa diretta alla loro realizzazione. Il Garante, infatti, sarà anche chiamato a svolgere un ruolo attivo per garantire la piena attuazione di tali diritti. Nell'esercizio delle proprie attribuzioni avrà compiti di proposta per rafforzare le disposizioni legislative relative all'esercizio dei diritti dei minori, consultivi in ordine agli atti normativi di indirizzo concernenti i diritti dei minori, di informazione al fine di fornire ai mezzi di comunicazione, al pubblico e a tutti coloro che si occupano delle questioni relative ai minori notizie generali riguardanti l'esercizio dei diritti dei minori, e infine anche compiti di ascolto dei minori ed evidentemente anche delle persone che in qualsiasi modo, mi riferisco in particolare alle associazioni di volontariato, si occupano di questa materia. Dovrà collaborare con le amministrazioni pubbliche o con i soggetti pubblici e privati che abbiano competenza sui minori, relativamente a fattori di rischio e situazioni ambientali carenti o inadeguate, per la diffusione della cultura del rispetto verso i bambini. Dovrà collaborare anche con il Corecom, in quanto ha il compito di vigilare sull'operato dei mezzi di comunicazione e di segnalare, laddove vengano riscontrate, eventuali trasgressioni delle quali sia venuto a conoscenza; dovrà inoltre occuparsi di curare l'organizzazione dei servizi di informazione sempre a favore dell'adolescenza.
Tutti questi sono temi di cui - nessuno di noi lo può negare - ci siamo occupati moltissime volte, dei quali sono piene le cronache quotidiane sui giornali, ma che, nel momento in cui dobbiamo occuparcene in maniera veramente fattiva, destano in noi indifferenza e perplessità. Credo che in questo momento stiamo dando all'esterno un segnale di grande civiltà con l'approvazione di questa legge. Il Garante per l'infanzia dovrà anche esprimersi su richiesta dei competenti organi regionali, provinciali e comunali circa l'eventuale impatto su bambini e ragazzi di pareri, proposte, rilievi su progetti di legge, di regolamento e atti amministrativi in genere.
Non mi soffermo sul contenuto dei singoli articoli, perché credo che sia sufficiente leggere la relazione allegata alla legge. Lo faccio evidentemente per una questione di economia di tempo, limitandomi a evidenziare, come ho detto in precedenza, che nel testo originario proposto alla Commissione è stata inserita la clausola valutativa. E' una clausola che io considero di estrema importanza, perché consente di verificare l'attività del Garante, che opera in totale autonomia e senza vincoli gerarchici. Evidentemente all'esito di questa verifica, che deve essere compiuta annualmente, potranno essere presi da parte del Consiglio regionale i provvedimenti conseguenti.
Come dicevo questa legge è di estrema importanza e l'auspicio è che anche il Consiglio regionale prenda atto del momento particolarmente importante e delle istanze che sono pervenute da più parti. La Commissione ha provveduto ad audire le autorità che si occupano di questa materia, in particolare i rappresentanti dell'UNICEF, che ha reiteratamente chiesto l'approvazione di una legge che, lo ripeto, ci pone al passo con le altre Regioni d'Italia. Si spera, quindi, che anche il Consiglio ne prenda atto e approvi la legge all'unanimità, come è accaduto in Commissione.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Sarò brevissimo, ma devo sottolineare come Presidente della seconda Commissione che questa legge, al pari di quella che abbiamo appena approvato e che istituisce il Garante dei detenuti, è una legge di grandissima importanza, una legge di civiltà, come giustamente dicevano l'onorevole Cucca e altri colleghi che sono intervenuti. Desidero ancora ringraziare per il lavoro che è stato fatto i componenti della Commissione, che hanno approvato all'unanimità i due progetti di legge, e le dottoresse Pautasso e Caria, che hanno svolto un ruolo importantissimo nell'istruttoria degli stessi. Sono leggi che rispondono compiutamente alle esigenze di fasce deboli della popolazione: i detenuti, i bambini e gli adolescenti.
Credo che questo Consiglio regionale bene abbia fatto a equipararsi ad altre Regioni d'Italia, perché la figura del Garante per l'infanzia è assolutamente indispensabile e devo dire che anche delle province e dei comuni l'hanno istituita prima di noi. In questo modo la Regione Sardegna ha dimostrato di avere la giusta sensibilità nei riguardi delle persone deboli, che hanno bisogno di tutela e di aiuto.
Pertanto mi auguro che al pari della legge sul Garante dei detenuti, che è stata appena approvata, anche questa legge venga approvata con la massima adesione da parte del Consiglio che, come dicevo prima, sta dimostrando di avere la giusta sensibilità nei confronti di persone deboli che hanno bisogno della giusta tutela e attenzione da parte della politica. Questo è sicuramente un passo avanti da parte di questo Consiglio regionale rispetto a una legislazione che per alcuni profili è stata carente fino adesso, ma che sta raggiungendo risultati soddisfacenti. Grazie.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Dobbiamo ora procedere alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Meloni Francesco, Planetta e Vargiu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Istituzione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza
1. La Regione autonoma della Sardegna istituisce presso il Consiglio regionale il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, di seguito denominato Garante, al fine di assicurare sul territorio regionale la piena attuazione dei diritti e degli interessi riconosciuti ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze in conformità a quanto previsto dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, approvata a New York il 20 novembre 1989 e resa esecutiva con la legge 27 maggio 1991, n. 176 (Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989) e dalla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, adottata a Strasburgo il 25 gennaio 1996 e ratificata con la legge 20 marzo 2003, n. 77 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a Strasburgo il 25 gennaio 1996).
2. Il Garante svolge la propria attività in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e valutazione e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico e funzionale. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art. 1 bis
Ambito e modalità di intervento
1. Il Garante, al fine di tutelare gli interessi e i diritti dei bambini e dei ragazzi presenti sul territorio regionale agisce d'ufficio, qualora ne abbia diretta conoscenza, o su segnalazione, anche da parte di minori e, ove possibile, in accordo con le famiglie.
2. Nell'esercizio delle sue attribuzioni il Garante può:
a) richiamare le istituzioni pubbliche a prendere in considerazione, nello svolgimento dei loro compiti, il superiore interesse dei bambini e dei ragazzi ai sensi dell'articolo 3 della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo;
b) vigilare sul rispetto dei diritti dei minori nel territorio regionale e segnalare alle amministrazioni competenti casi di bambini e ragazzi in situazioni di rischio o di pregiudizio;
c) promuovere e sollecitare interventi di aiuto e sostegno a favore di bambini e ragazzi, nonché l'adozione di atti o la modifica o riforma degli stessi qualora ritenuti pregiudizievoli dell'interesse dei minori;
d) trasmettere, informandone i servizi sociali competenti, all'autorità giudiziaria informazioni, eventualmente corredate di documenti, inerenti la condizione o gli interessi della persona di minore età.
3. Il Garante, per adempiere ai compiti previsti dal presente articolo, ha:
a) facoltà di intervenire nei procedimenti amministrativi, ai sensi dell'articolo 9 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) qualora possa derivare dal provvedimento un pregiudizio ai bambini e ragazzi;
b) diritto di prendere visione degli atti del procedimento e di presentare memorie scritte e documenti ai sensi dell'articolo 10 della legge n. 241 del 1990;
c) diritto di accesso ai documenti amministrativi nei limiti e secondo le modalità previste dalla legge n. 241 del 1990. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Funzioni
1. Il Garante svolge le seguenti funzioni:
a) promuove, in collaborazione con gli enti e le istituzioni che si occupano di minori, le iniziative per la diffusione di una cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, il riconoscimento dei diritti individuali, sociali e politici dei bambini e dei ragazzi e assume ogni iniziativa per la loro concreta realizzazione;
b) vigila sull'applicazione nel territorio regionale delle convenzioni internazionali ed europee e delle norme statali e regionali di tutela dei soggetti minori;
c) rappresenta i diritti e gli interessi dell'infanzia e dell'adolescenza presso tutte le sedi istituzionali competenti e favorisce la conoscenza di tali diritti e dei relativi mezzi di tutela;
d) vigila, anche in collaborazione con le istituzioni preposte alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, sulle condizioni dei minori a rischio di emarginazione sociale e sui fenomeni di discriminazione, per motivi di sesso, di appartenenza etnica o religiosa, e favorisce le iniziative da parte delle amministrazioni competenti per rimuovere le cause che ne impediscono la tutela;
e) promuove iniziative, in accordo con le istituzioni scolastiche, volte all'assunzione di misure per fare emergere e contrastare i fenomeni di violenza fra minori all'interno del mondo della scuola e di dispersione scolastica;
f) segnala ai servizi sociali e all'autorità giudiziaria situazioni di rischio o di danno derivanti a bambini e ragazzi da situazioni ambientali carenti o inadeguate dal punto di vista igienico-sanitario e abitativo o che comunque richiedono interventi immediati di ordine assistenziale o giudiziario nel caso di violazione dei diritti indicati alla lettera a);
g) vigila sui fenomeni dei minori scomparsi e dei minori abbandonati non segnalati ai servizi sociali e alla magistratura minorile;
h) concorre, anche mediante visite, alla vigilanza sull'assistenza prestata ai minori ricoverati in istituti educativi, sanitari e socio-assistenziali, in strutture residenziali o, comunque, in ambienti esterni alla propria famiglia, ai sensi della normativa vigente;
i) fornisce sostegno tecnico e legale agli operatori dei servizi sociali ed educativi dell'area minorile favorendo l'organizzazione di corsi di aggiornamento;
j) assicura la consulenza e il supporto ai tutori, ai curatori e agli amministratori di sostegno nell'esercizio delle loro funzioni;
k) verifica le condizioni e gli interventi volti all'accoglienza ed all'inserimento del minore straniero, anche non accompagnato;
l) accoglie le segnalazioni provenienti da persone anche di minore età, dalle famiglie, dalle scuole, da associazioni ed enti, in ordine a casi di violazione dei diritti di cui alla lettera a) e fornisce informazioni sulle modalità di tutela e di esercizio di tali diritti, anche attraverso l'istituzione di un'apposita linea telefonica gratuita;
m) segnala alle amministrazioni pubbliche competenti situazioni di danno o di rischio, conseguenti ad atti o fatti ritardati, omessi o comunque irregolarmente compiuti, di cui abbia avuto conoscenza e sollecita l'adozione di specifici provvedimenti in caso di condotte omissive;
n) svolge un'azione di monitoraggio delle attività di presa in carico, di vigilanza e di sostegno del minore, disposte con provvedimento dell'autorità giudiziaria;
o) promuove, in collaborazione con gli assessorati regionali e provinciali competenti e con soggetti pubblici e privati, iniziative per la diffusione di una cultura dell'infanzia e dell'adolescenza finalizzata al riconoscimento dei bambini e dei ragazzi come soggetti titolari di diritti, favorendo la conoscenza di tali diritti e dei relativi mezzi di tutela attraverso l'accesso ai mezzi di comunicazione radiotelevisiva;
p) formula proposte e, ove richiesti, esprime pareri su atti normativi e di indirizzo riguardanti l'infanzia, l'adolescenza e la famiglia, di competenza della Regione, delle province e dei comuni;
q) vigila sulla programmazione televisiva, sulla comunicazione a mezzo stampa e sulle altre forme di comunicazione audiovisive e telematiche per la salvaguardia e la tutela dei bambini e ragazzi, anche in collaborazione con il Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) segnalando eventuali trasgressioni;
r) collabora all'attività di raccolta ed elaborazione di tutti i dati relativi alla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito regionale;
s) cura la realizzazione di servizi di informazione destinati all'infanzia e all'adolescenza e ne assicura adeguata pubblicità.
2. Il Garante, entro il 30 settembre di ogni anno presenta alla Commissione consiliare competente, che si esprime in merito, un programma di attività con il relativo fabbisogno finanziario ed una relazione annuale sulla propria attività secondo le modalità previste dall'articolo 8 bis. )
(E' approvato)
Gli articoli 3 e 4 sono soppressi.
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Tutela e curatela
1. Il Garante promuove, anche in collaborazione con i competenti organi regionali, la cultura della tutela e della curatela, anche tramite l'organizzazione di idonei corsi di formazione.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:
Art. 6
Rapporti con altri organismi di garanzia
1. Il Garante assicura idonee forme di collaborazione con i garanti nazionale e provinciali, ove istituiti, nell'ambito delle rispettive competenze.
2. Il Garante, il difensore civico e il garante dei detenuti, qualora istituito, si danno reciproca segnalazione di situazione di interesse comune, coordinando la propria attività nell'ambito delle rispettive competenze. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7:
Art. 7
Nomina del Garante
1. Può essere nominato Garante chi è in possesso di documentata esperienza, maturata nell'ambito delle politiche educative e socio-sanitarie, con particolare riferimento alle materie concernenti l'età evolutiva e le relazioni familiari.
2. Il bando per la presentazione delle domande è pubblicato a cura del Presidente del Consiglio regionale sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS), in sede di prima applicazione entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge e successivamente entro trenta giorni dalla scadenza del mandato. Le domande sono presentate alla Presidenza del Consiglio regionale accompagnate dal curriculum e da elementi utili a documentare la competenza, l'esperienza e l'attitudine del candidato. La nomina viene posta all'ordine del giorno del Consiglio regionale nella prima seduta utile.
3. Il Garante è nominato dal Consiglio regionale con votazione a scrutinio segreto e a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. Se nelle prime tre votazioni non viene raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti il Garante è eletto a maggioranza assoluta.
4. Il Garante dura in carica tre anni e può essere rieletto una sola volta. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 bis:
Art. 7 bis
Cause di incompatibilità
1. La carica di Garante è incompatibile con:
a) le cariche di parlamentare, ministro, consigliere e assessore regionale, provinciale e comunale;
b) le cariche di direttore generale, sanitario e amministrativo delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere regionali;
c) le funzioni di amministratore di ente pubblico, azienda pubblica o società a partecipazione pubblica, nonché di amministratore di ente, impresa o associazione che riceva, a qualsiasi titolo, sovvenzioni o contributi dalla Regione;
c) l'esercizio, durante il mandato, di qualsiasi attività di lavoro autonomo o subordinato.
2. Qualora il Presidente del Consiglio regionale, d'ufficio o su segnalazione di terzi o dell'interessato, accerti l'esistenza o la sopravvenienza di una delle cause di incompatibilità previste dal comma 1, invita il Garante a rimuovere tale causa entro quindici giorni. Decorso inutilmente tale termine, il Garante è dichiarato decaduto dalla carica e il Presidente ne dà immediata comunicazione al Consiglio regionale avviando le procedure di cui all'articolo 7. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7 ter.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 ter:
Art. 7 ter
Cause di scadenza anticipata
1. L'incarico di Garante cessa prima della scadenza per dimissioni, morte, impedimento permanente, decadenza o revoca.
2. Con le stesse modalità previste per l'elezione il Consiglio regionale può revocare il Garante per gravi o ripetute violazioni di legge.
3. Al verificarsi dei casi previsti dal comma 1 si applica la procedura prevista dai commi 2 e 3 dell'articolo 7.
4. Il Garante che subentri a quello cessato dal mandato dura in carica fino alla scadenza del mandato di quest'ultimo. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7 quater, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 quater e del relativo emendamento:
Art. 7 quater
Trattamento economico
1. Al Garante spetta un terzo dell'indennità di carica prevista per i consiglieri regionali e, inoltre, il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate.
Emendamento sostitutivo totale Ladu - Uras - Cucca - Salis - Sanna - Steri - Cossa - Capelli - Pittalis - Cuccureddu
Articolo 7 quater
L'articolo 7 quater è sostituito dal seguente:
"Trattamento economico
1. Al Garante spetta l'indennità di carica mensile di cui all'articolo 6, comma 1, della legge regionale 23 agosto 1995, n. 20, in misura del 50 per cento.
2. Spettano inoltre i rimborsi per l'espletamento di missioni connesse all'incarico per le spese effettivamente sostenute e comunque in misura non superiore a quelle previste ai Dirigenti dell'Amministrazione regionale". (1).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Cucca, relatore.
CUCCA (P.D.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Anche la Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:
Art. 8
Sede e organizzazione
1. Il Garante ha sede presso il Consiglio regionale.
2. All'assegnazione del personale, dei locali e dei mezzi necessari per il funzionamento dell'ufficio del Garante provvede l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Il personale assegnato è posto alle dipendenze funzionali del Garante.
3. Il Garante può inoltre avvalersi, quando necessario, di esperti da consultare su specifici temi e problemi, nonché della collaborazione di associazioni di volontariato e di centri di studi e ricerca.
4. Il Garante sottopone all'approvazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale un regolamento che disciplina il funzionamento dell'ufficio. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8 bis:
Art. 8 bis
Clausola valutativa
1. Il Garante, entro il 30 aprile di ogni anno, presenta alla competente Commissione consiliare una relazione che illustra l'attività svolta e i risultati raggiunti nel promuovere e garantire la piena attuazione dei diritti dei minori.
2. La relazione di cui al comma 1 fornisce le seguenti informazioni:
a) lo stato di attuazione delle attività previste dagli articoli 2 e 3 con specifico riferimento agli interventi realizzati e agli esiti prodotti;
b) le criticità emerse nella realizzazione degli interventi e le possibili soluzioni da adottare;
c) l'elencazione dei casi di violazione dei diritti dei minori riscontrate, le principali esigenze di promozione dei diritti rilevate nel territorio regionale e le principali soluzioni da adottare.
3. La Commissione consiliare competente valuta di proporre al Consiglio l'adozione delle conseguenti determinazioni. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 9.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9:
Art. 9
Norma finanziaria
1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in complessivi euro 280.000 annui.
2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti variazioni:
in aumento
UPB S01.01.001
Consiglio regionale
2011 euro 280.000
2012 euro 280.000
2013 euro 280.000
in diminuzione
UPB S08.01.002
FNOL - parte corrente
2011 euro 280.000
2012 euro 280.000
2013 euro 280.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 2) della tabella A allegata alla legge finanziaria 2011.
3. Le spese previste per l'attuazione della presente legge gravano sulle suddette UPB del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 10.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10:
Art. 10
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel BURAS.)
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 180/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Petrini, Porcu e Sanna Paolo hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
I lavori odierni si concludono qui. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 19 e 23.
[PS1]Tysabri
Allegati seduta
CLXXXIII Seduta
Martedì 1° febbraio 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 32.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 10 gennaio 2011 (176), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Simona De Francisci, Rosanna Floris e Gavino Manca hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 1° febbraio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interpellanza Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Bruno sulla operatività e lo stato della gestione dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna (ARPAS)". (191)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Zedda Massimo sull'allarme inquinamento ambientale nel territorio intorno al polo industriale di Portovesme". (107)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. E' scomparso all'età di 86 anni l'onorevole Albino Pisano, consigliere regionale per cinque legislature, dalla seconda alla sesta.
Nato a Serramanna, l'onorevole Pisano ha svolto la professione di insegnante prima di dedicarsi completamente alla politica, ricoprendo incarichi di primo piano sia in Consiglio regionale che in Giunta. E' stato un importante esponente per oltre un trentennio della Democrazia Cristiana, dove ha profuso il suo impegno politico distinguendosi per la sua lungimiranza e per la sua correttezza.
Nella seconda legislatura, primo dei non eletti, subentrò all'onorevole Alfredo Corrias, che si dimise nel giugno del 1955. Fece parte del Gruppo della Democrazia Cristiana e della Commissione sanità.
Nei due anni di legislatura svolse un'intensa attività consiliare, firmando numerosi provvedimenti in materia di lavoro e di assistenza sociale. Nel 1957 decise di ripetere l'esperienza consiliare e fu rieletto. Nella terza legislatura la sua attività fu particolarmente intensa. Fu eletto presidente della Commissione igiene e sanità pubblica, fece parte della Commissione Agricoltura e della Commissione integrata per l'esame del bilancio. Numerosi i progetti di legge che recano la sua firma, soprattutto in materia di sanità che, nella sua qualità di Presidente di Commissione, contribuì a far approvare dall'Assemblea.
Nella quarta legislatura, eletto per la terza volta, sempre nelle liste della D.C., ricoprì l'incarico nuovamente di Presidente della Commissione igiene e sanità pubblica, poi, nella seconda parte della legislatura, fu nominato Questore del Consiglio regionale. L'incarico di Questore gli fu affidato anche nella legislatura successiva, la quinta, ma diede il suo apporto decisivo all'attività istituzionale del quadriennio anche come componente della Commissione speciale per il Piano di Rinascita, come componente della Commissione speciale per la riforma burocratica e come componente della Commissione speciale di indagine sull'ETFAS.
Nel 1969 decise di candidarsi nuovamente, sempre nelle liste della Democrazia Cristiana. Fu rieletto per la quinta volta e durante la legislatura fu nominato per quattro volte Assessore. Il 7 agosto del 1969 assunse l'incarico di Assessore dell'agricoltura nella Giunta del presidente Del Rio. L'incarico durò appena quattro mesi perché l'Esecutivo entrò in crisi.
Il nuovo presidente, l'onorevole Abis, lo nominò nuovamente Assessore dell'agricoltura, ma anche questo incarico durò pochi mesi. Anche i Presidenti delle Giunte successive lo vollero nel loro Esecutivo. L'onorevole Giagu De Martini il 27 gennaio del 1971 lo nominò Assessore delle finanze, artigianato e cooperazione, mentre il presidente Spano nel marzo del 1972 gli assegnò l'Assessorato della rinascita, bilancio e urbanistica.
Nel 1974, dopo cinque legislature, si concluse l'esperienza di consigliere regionale dell'onorevole Albino Pisano, ma il suo impegno politico proseguì fra le file della D.C., in difesa degli ideali di eguaglianza e di impegno per il perseguimento dei diritti dei cittadini.
Ai familiari giunga il sentito cordoglio del Consiglio regionale e mio personale.
Sospendo i lavori del Consiglio per qualche minuto in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 37, viene ripresa alle ore 16 e 43.)
PRESIDENTE. Comunico che la consigliera Rosanna Floris è rientrata dal congedo.
L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze.
Vengono svolte per prime le interpellanze numero 185/A e 162/A.
(Si riporta di seguito il testo delle interpellanze:
Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Capelli - Salis - Mariani sulla inderogabile necessità di avviare anche in Sardegna la sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla.
I sottoscritti,
premesso che:
- da ricerche e studi condotti dal prof. Paolo Zamboni, chirurgo vascolare dell'Università di Ferrarain collaborazione con il dottor Fabrizio Salvi, neurologo del Centro il BeNe dell'Ospedale Bellaria di Bologna, risulta che alla patogenesi della sclerosi multipla contribuisce in modo importante un'alterazione del circolo venoso del sistema nervoso, alterazione che il prof. Zamboni ha chiamato CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e dalla quale sarebbero affetti circa il 95 per cento dei malati di sclerosi multipla;
- sulla base degli studi e delle ricerche effettuate il prof. Zamboni ha elaborato un protocollo sanitario basato sulla strettissima correlazione individuata tra sclerosi multipla e CCSVI, che prevede principalmente la disostruzione del circolo venoso attraverso un intervento mini-invasivo di angioplastica dilatativa, da eseguirsi in day hospital;
- il metodo Zamboni, accolto con estremo interesse dalla comunità medica internazionale, viene ormai praticato in molti Paesi esteri ed ha da tempo varcato l'oceano approdando anche negli Stati uniti, dove la sperimentazione procede con risultati estremamente positivi in diversi stati;
considerato che:
- la sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica, progressiva e altamente invalidante, una delle patologie più gravi a carico del sistema nervoso centrale dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, si manifesta generalmente per la prima volta fra i 20 e i 30 anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i 18 anni e colpisce in Italia più di 58.000 persone;
- sull'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna non esiste ancora un registro regionale, eppure, secondo gli ultimi dati risalenti purtroppo al 2002, l'Isola è la Regione d'Italia più colpita dal fenomeno, con 150 casi per 100 mila abitanti, oltre il doppio rispetto alla media nazionale, ossia 2.500 persone ammalate;
- le attuali terapie, a base di interferoni e di immunosoppressori, che non portano alla guarigione, ma possono solo rallentare il decorso della malattia, oltre a generare costi elevatissimi per il servizio sanitario, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa 1/3 dei pazienti;
- l'intervento di angioplastica messo a punto dall'equipe del prof. Paolo Zamboni apre invece una prospettiva di cura con effetti collaterali quasi nulli e costi ridottissimi per il servizio sanitario;
- già numerose regioni italiane hanno approvato protocolli di sperimentazione della cura con mozioni approvate dalle Regioni Lazio, Marche ed Emilia-Romagna, e si sono già attivati gli assessorati competenti di Sicilia, Veneto, Lombardia e Piemonte chiedendo la disponibilità al prof. Paolo Zamboni ad ospitare, presso la struttura da lui diretta, professionisti locali cui trasferire il know how necessario;
- molti pazienti italiani ed in particolare molti ammalati sardi che intendono sottoporsi alla nuova terapia non possono farlo nel proprio territorio di residenza e sono costretti a rivolgersi ad altre regioni o addirittura a ricorrere al cosiddetto "turismo della salute" recandosi in altri Paesi, con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano della opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali siano le motivazioni per cui la Sardegna non sia a tutt'oggi dotata del registro regionale degli ammalati di sclerosi multipla, come peraltro previsto nel Piano regionale dei servizi sanitari e nonostante la drammatica incidenza della grave patologia sulla nostra popolazione;
2) quali urgenti provvedimenti intendano assumere per garantire in tempi brevi la dotazione al servizio sanitario regionale di tale strumento indispensabile per una più efficace lotta contro la sclerosi multipla, la pianificazione degli interventi, il loro monitoraggio e la valutazione dei risultati ottenuti;
3) se non ritengano opportuno e necessario, tenuto anche conto della peculiare diffusione della sclerosi multipla nella nostra Regione, dare anche ai malati sardi la speranza di un futuro migliore avviando ed inserendo la nostra Regione nello studio terapico multicentrico e randomizzato sulla CCSVI nella sclerosi multipla;
4) se non intendano favorire in tempi brevi l'avvio di centri di sperimentazione del cosiddetto "protocollo Zamboni", anche con l'adozione degli strumenti diagnostici necessari, presso le ASL di Nuoro, Sassari e Cagliari, peraltro già dotate di strutture e professionalità fortemente impegnate nella cura della sclerosi multipla. (185)
Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità dell'avvio in Sardegna di una sperimentazione clinica relativa al trattamento della sclerosi multipla tramite la procedura di disostruzione venosa proposta dal prof. Paolo Zamboni, del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche all'Università di Ferrara e su eventuali, reali ed immediate previsioni di acquisto di strumenti ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella sclerosi multipla per il Sistema sanitario della Regione.
I sottoscritti,
premesso che:
- la sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica progressiva altamente invalidante, ed attualmente la causa di questa patologia è ancora ignota, e non esiste per essa una cura, ma solo terapie a base di interferoni e di immunosoppressori che ne rallentano il decorso che purtroppo, però, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa un terzo dei pazienti con un costo dei farmaci molto alto;
- la sclerosi multipla, dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, si manifesta generalmente per la prima volta fra i 20 e i 30 anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i 18 anni e colpisce in Sardegna 150 persone ogni 100 mila abitanti, un'incidenza doppia rispetto alla media italiana;
- secondo gli studi del centro regionale di riferimento, in Sardegna i fratelli di persone ammalate corrono un rischio di contrarre la malattia 15 volte superiore alla restante popolazione sarda mentre per i figli di ammalati il rischio è 7 volte superiore;
- si calcola che siano oltre 3.000 i sardi con diagnosi di sclerosi multipla che, nelle quattro forme recidivante-remittente, progressiva secondaria, benigna e progressiva primaria, è circa due volte e mezzo più frequente nelle donne;
considerato che:
- il prof. Paolo Zamboni, chirurgo vascolare e docente del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche all'Università di Ferrara, che da alcuni anni, assieme al suo gruppo di studio ed al dott. Fabrizio Salvi, neurologo presso l'Ospedale Bellaria di Bologna, ha avviato una innovativa ricerca nel campo della eziopatogenesi e trattamento della sclerosi multipla, concentrandosi in particolare sulla associazione tra insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI), afferma di aver scoperto che è proprio l'alterazione del circolo venoso del sistema nervoso, chiamata CCSVI, a contribuire allo sviluppo della sclerosi multipla, e che un intervento mini invasivo di angioplastica dilatativa chiamato "liberazione" (in day-hospital) potrebbe correggere quest'alterazione e migliorare la qualità della vita dei pazienti;
- già dall'autunno del 2008, nell'ambito del programma di ricerca "Regione Università", il prof. Zamboni presentò un progetto dal titolo "Valutazione costo-efficacia del trattamento dell'insufficienza venosa cerebrospinale quando associata a sclerosi multipla", ma la commissione di esperti chiamata a valutare i progetti, anche alla luce del fatto che al tempo non esisteva alcuno studio pubblicato relativo alla efficacia della procedura, ritenne prematura l'ipotesi di uno studio clinico di efficacia e approvò invece una ricerca sulla validazione diagnostica della metodica ecodoppler;
- successivamente, nel 2009, il gruppo di Zamboni ha pubblicato sul Journal of vascular surgery un articolo dal titolo "A prospective open-label study of endovascular treatment of chronic cerebrospinal venous insufficiency" in cui viene valutato l'effetto della disostruzione venosa in una serie di 65 pazienti con SM che soddisfano i criteri di CCSVI all'ecodoppler ed alla venografia (nel lavoro gli autori dichiaravano che il trattamento potrebbe essere una opzione terapeutica efficace, ma essi stessi ritenevano necessaria una conferma dell'efficacia mediante uno studio controllato e randomizzato di più ampie dimensioni);
- nei mesi seguenti la citata pubblicazione, pazienti singoli, loro familiari e associazioni costituite ad hoc fra pazienti richiesero sia per il tramite di incontri istituzionali, sia attraverso vari mezzi di comunicazione, la possibilità di accesso al trattamento, eventualmente nell'ambito di una sperimentazione clinica;
rilevato che:
- la terapia a base di farmaci è sempre stata una questione molto dibattuta sia per la loro funzione non curativa, ma stabilizzante della malattia, che per i gravi effetti collaterali, come il possibile insorgere della LMP, grave infezione virale che colpisce il cervello e può causare la morte; inoltre il costo del Tysabry[PS1] è di 2.950 euro a fiala (ogni paziente deve fare almeno un ciclo di terapia che costa alla sanità fra i 20 mila e gli 80 mila euro l'anno mentre invece con il metodo Zamboni parliamo di una spesa di mille euro);
- per la sperimentazione del metodo Zamboni occorrono un ecocolordoppler (dal costo approssimativo di circa 50 mila euro) e la formazione di personale che sappia usarlo per individuare l'eventuale presenza di stenosi venose (in particolare in giugulari e azygos) alla base delle disfunzioni vascolari croniche descritte nella CCSVI;
- l'approccio innovativo sta proprio nell'introduzione, nella fase di diagnosi, di un particolare esame ecodoppler attraverso cui è possibile stabilire se nel paziente si è verificato un deposito ferroso nei vasi sanguigni del cervello causato dall'irrigidimento di alcune valvole che si trovano all'interno delle vene della corteccia cerebrale; quella che viene definita in medicina CCSVI, insufficienza venosa cronica cerebrospinale;
- l'applicazione del cosiddetto "metodo Zamboni" è già in atto all'estero, mentre in Italia la sperimentazione avviene solo in alcune regioni e molti pazienti sono costretti a rivolgersi ad altri Paesi sobbarcandosi gravosi costi di viaggi, soggiorni e degenze ed anche con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano della opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti;
- su mandato della Agenzia sanitaria e sociale regionale dell'Emilia Romagna, un gruppo di esperti ha già lavorato alla messa a punto di un protocollo di studio clinico per la valutazione della efficacia e dei rischi legati al trattamento della CCSVI mediante angioplastica venosa (che verrà preventivamente sottoposto al vaglio dei comitati etici dei centri partecipanti) consentendo così alla stessa Regione Emilia Romagna, per prima, di poter finalmente esitare lo strumento propedeutico da usare per valutare l'efficacia del trattamento della CCSVI su circa 400 pazienti con sclerosi multipla, secondo le scoperte del professor Paolo Zamboni, che ha partecipato, con Fabrizio Salvi, al gruppo di coordinamento;
- nel resto d'Italia invece, percorsi per favorire la sperimentazione sono già stati avviati nei mesi scorsi dalle regioni Lombardia, Sicilia, Piemonte, Puglia, Marche e Veneto, mentre sono attivi centri di diagnosi a Trento e Napoli dove è attesa a breve una decisione del Comitato etico del Secondo policlinico campano per il via libera all'applicazione dell'innovativa ricerca anche nella Regione Campania;
- anche l'AISM, l'associazione italiana sclerosi multipla, ha deciso di sostenere le ricerche sulla correlazione delle due patologie, che coinvolgeranno nella sperimentazione 10-15 centri clinici in tutta Italia fra i quali era prevista anche la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari,
appreso che:
- il 14 giugno scorso la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari si è chiamata fuori dalla sperimentazione respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM, e sostenendo che l'ipotesi scientifica di Zamboni sia ancora oggetto di discussione nella comunità scientifica internazionale "a fronte di dati contrastanti";
- la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari ha rinunciato ad acquisire l'apparecchiatura in quanto "a fronte del rincorrere la moda scientifica attuale, non sembra giustificare l'investimento e soprattutto, non garantisce un effettivo miglioramento della qualità diagnostica cerebrovascolare del laboratorio" (il responsabile ha chiesto un apparecchio ecografico che consenta un'utilizzazione polifunzionale; "In assenza di risposte adeguate alle reali esigenze", si legge nella lettera di rifiuto dell'acquisto, "si renderà obbligata la rinuncia a partecipare, come gruppo di lavoro della clinica neurologica, alla ricerca multicentrica sulla CCSVI, che non bisogna dimenticare esser gravata da un pesante carico di lavoro supplementare rispetto ai compiti assistenziali primari, ma cui si è aderito in prima istanza per senso di responsabilità dinanzi alle attese e alle sollecitazioni dei pazienti SM"),
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) la decisione della dalla Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari, che si è chiamata fuori dalla sperimentazione respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM, sia coerente con gli indirizzi politici e gestionali della Giunta regionale della Sardegna in materia di sanità;
2) risulti all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale che in Sardegna vi siano strumenti ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM ovvero se vi sia nell'immediato la prospettiva reale e certa di dotare di almeno uno di essi il sistema sanitario regionale;
3) la Giunta regionale non ritenga opportuno, per un futuro finalmente libero dalla sclerosi multipla e anche per dare risposte concrete ai tanti malati sardi di sclerosi multipla che attendono un forte segnale di attenzione al quale la Regione Sardegna non può ulteriormente sottrarsi, guardare con maggiore attenzione alla ricerca promossa dalla Regione Emilia Romagna, che sta suscitando molte speranze fra i malati di sclerosi multipla, sia assumendo iniziative concrete e rapide volte a sostenere la stessa ricerca, che condividendo la necessità di inserire pure la regione Sardegna nella sperimentazione clinica finalizzata a verificare l'efficacia del metodo terapeutico Zamboni. (162).)
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della interpellanza numero 185/A ha facoltà di illustrarla.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Signora Presidente, da ricerche e studi condotti dal professor Paolo Zamboni, chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara, in collaborazione con il dottor Fabrizio Salvi, neurologo del Centro il BeNe dell'Ospedale Bellaria di Bologna, è emerso che una grave disfunzione emodinamica del sistema venoso extracranico risulta essere fortemente correlata alla patogenesi della sclerosi multipla, malattia le cui cause scatenanti sono ancora sconosciute. Studi ulteriori e indipendenti hanno confermato tale associazione, suggerendo che l'insufficienza venosa cerebrospinale cronica risulta correlata alla SM in un range che va dal 60 al 100 per cento dei casi.
Sulla base degli studi e delle ricerche effettuate il professor Zamboni ha elaborato un protocollo sanitario, basato sulla strettissima correlazione individuata tra sclerosi multipla e CCSVI, che prevede principalmente la disostruzione del circolo venoso attraverso un intervento mininvasivo di angioplastica dilatativa da eseguirsi in day hospital. Il metodo Zamboni, accolto con estremo interesse dalla comunità medica internazionale in occasione dell'ECTRIMS 2011 di Goteborg e del Convegno mondiale sulle controversie in neurologia di Barcellona, viene ormai praticato in molti Paesi esteri e ha da tempo varcato l'oceano approdando anche negli Stati Uniti, dove la sperimentazione procede con risultati estremamente positivi in diversi Stati.
La SM è una malattia neurodegenerativa cronica, progressiva e altamente invalidante, una delle patologie più gravi a carico del sistema nervoso centrale, dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, che si manifesta generalmente per la prima volta fra i venti e i trent'anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i diciotto anni, e colpisce in Italia più di 51 mila persone. Sull'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna non esiste ancora un registro regionale, eppure secondo gli ultimi dati risalenti al 2002 l'Isola è purtroppo la regione d'Italia più colpita dal fenomeno, con 150 casi per 100 mila abitanti, oltre il doppio rispetto alla media nazionale, ossia 2.500 persone ammalate. Le attuali terapie a base di interferoni e di immunosoppressori, che non portano alla guarigione, ma possono solo rallentare il decorso della malattia, oltre a generare costi elevatissimi per il Servizio sanitario, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo sulle forme iniziali e non su quelle progressive. In Italia sono prossimi a partire molteplici sperimentazioni di trattamento che coinvolgono grossi centri di eccellenza di quasi tutte le regioni italiane e che vedono la partecipazione di esperti vascolari, neurologi e radiologi interventisti, anche al di fuori dei centri universitari. In particolare ricordiamo lo studio osservazionale della SIRM ( Società italiana di radiologia medica), i progetti pilota delle Marche e del Veneto e infine lo studio multicentrico randomizzato rinominato BRAVE DREAMS (Brain Venous Drainage Exploited Against Multiple Sclerosis), di cui è coordinatore lo stesso professor Zamboni e per il quale la partecipazione della Sardegna non ha trovato riscontri per l'assoluto veto della neurologia isolana.
Molti pazienti italiani, in particolare molti ammalati sardi che intendono sottoporsi alla nuova terapia non possono farlo nel proprio territorio di residenza e sono costretti a rivolgersi ad altre regioni che effettuano tale procedura in regime di Servizio sanitario nazionale o addirittura a ricorrere al cosiddetto "turismo della salute" recandosi in altri Paesi, con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano dell'opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti. I risultati della sperimentazione dell'innovativa terapia del professor Zamboni avviata in diversi centri evidenzia un significativo miglioramento delle condizioni di vita di gran parte dei pazienti sottoposti al trattamento, dato che, anche a voler prescindere dai risultati longitudinali ancora da verificare per il mondo scientifico, sulla regressione della patologia comporta una svolta e autorizza una concreta speranza nella lotta contro la sclerosi multipla.
Nello scorso settembre il professor Zamboni e il dottor Salvi hanno rassegnato le dimissioni dallo SteeringCommittee dello studio epidemiologico AISM-FISM. Il professor Zamboni ha testualmente dichiarato: "Scientificamente nessuna delle istanze da me avanzate nelle riunioni e negli scambi epistolari ha avuto alcun riscontro".
Tutto ciò premesso, gli interpellanti impegnano il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della sanità a porre in essere con urgenza tutti provvedimenti necessari a dare anche ai malati sardi la speranza di un futuro migliore, mettendo i medici interessati nella condizione di poter avviare uno o più studi sull'insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla contemplata dal metodo Zamboni; a favorire in tempi brevi l'avvio di centri di sperimentazione del cosiddetto "protocollo Zamboni", anche con l'adozione degli strumenti diagnostici necessari, presso le ASL di Nuoro, Sassari e Cagliari, peraltro già dotate di strutture e professionalità fortemente impegnate nella cura della sclerosi multipla.
Inoltre gli interpellanti chiedono di sapere: quali siano le motivazioni per cui la Sardegna non è a tutt'oggi dotata del registro regionale degli ammalati di sclerosi multipla, come peraltro previsto nel Piano regionale dei servizi sanitari e nonostante la drammatica incidenza della grave patologia sulla nostra popolazione; quali urgenti provvedimenti si intendano assumere per garantire in tempi brevi la dotazione al Servizio sanitario regionale di tale indispensabile strumento per una più efficace lotta contro la sclerosi multipla, la pianificazione degli interventi, il loro monitoraggio e la valutazione dei risultati ottenuti. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Planetta per illustrare l'interpellanza numero 162.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Signora Presidente, signor Assessore della sanità, i contenuti della mia interpellanza sono noti e non credo debbano essere presentati per punti o declinati ulteriormente, per cui voglio solamente ricordare che per la sperimentazione del metodo Zamboni occorre un ecodoppler dal costo approssimativo di circa 50 mila euro e la formazione di personale che sappia usarlo per individuare l'eventuale presenza di stenosi venosa alla base delle disfunzioni vascolari croniche descritte nella CCSVI (insufficienza venosa cerebrospinale cronica). La terapia a base di farmaci è sempre stata una questione molto dibattuta sia per la loro funzione non curativa, ma stabilizzante della malattia che per i gravi effetti collaterali. Voglio ricordare che il costo del Tysabri è di 2.950 euro a fiala e che ogni paziente deve fare almeno un ciclo di terapia, che costa alla sanità dai 20 mila agli 80 mila euro l'anno, mentre con il metodo Zamboni la spesa è contenuta in 1.000 euro.
Fatta questa premessa parrebbe che la Clinica neurologica dell'Università di Sassari si sia chiamata fuori dalla sperimentazione, respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler e sostenendo che l'ipotesi scientifica di Zamboni sia ancora oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale "a fronte di dati contrastanti". Insomma, la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari ha rinunciato ad acquisire l'apparecchiatura in quanto "a fronte del rincorrere la moda scientifica attuale, non sembra giustificare l'investimento e soprattutto non garantisce un effettivo miglioramento della qualità diagnostica cerebrovascolare del laboratorio". Aggiungo, per concludere, che i centro universitari di Sassari e Cagliari, che si stanno occupando della CCSVI, intenderebbero procedere con il protocollo AISM-FISM per uno studio esclusivamente epidemiologico, disconosciuto apertamente dallo stesso professor Zamboni.
Una nota positiva è data da quanto affermato dal professor Ettore Manconi, presidente del Gruppo di studio di flebologia della Società italiana di cardiologia e docente presso l'Università di Cagliari, che in un comunicato ha promosso la necessità di avviare urgentemente uno studio di osservazione e di trattamento, auspicando la formazione di centri vascolari che potrebbero diventare in breve tempo dei poli di eccellenza per i pazienti affetti da sclerosi multipla.
Ricordo che l'Assessore della sanità si espresse ringraziando il professor Zamboni per quanto stava facendo in questo campo con la sua ricerca e sostenne che fosse giusto - allora, ma lo è anche oggi - finanziare la ricerca e dare risposte ai tanti cittadini sardi colpiti dalla patologia della sclerosi multipla. Questo lo disse in un convegno a Tempio, al quale l'onorevole Cocco ed io eravamo presenti.
Credo, quindi, che quanto dichiarato dal professor Profili dell'Università di Sassari, responsabile regionale per la SIRM (Società italiana per la radiologia medica), cioè la disponibilità a utilizzare il macchinario già rifiutato dalla Clinica neurologica di Sassari per partecipare allo studio osservazionale di trattamento già avviato in altre regioni. Voglio ricordare che anche la SASOM-Sardegna sclerosi multipla a Sassari sta effettuando diagnosi presso l'associazione, con risultati che verranno raccolti e inseriti in un database internazionale realizzato dal professor Zamboni e utilizzati per la ricerca. Tutto questo con l'ecocolordoppler MyLab avuto in comodato dalla casa produttrice.
Signor Presidente della Regione, oggi a pranzo ho ricevuto la telefonata di una signora di Ittiri che aveva appena effettuato un esame presso la SASP. Le è stata diagnosticata l'ostruzione di due vene, ma è contenta di aver finalmente saputo di dover procedere - purtroppo per lei, ma sperando in un buon esito - alla disostruzione di due vene. Questa signora mi ha pregato di chiederle di attivare una commissione di medici a Sassari per effettuare l'operazione.
IL Presidente della Regione, al quale mi rivolgo, non c'è, ma attraverso questa interpellanza mi rivolgo anche a lei, assessore Liori, per sapere se la decisione della Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari fosse coerente con gli indirizzi politici e gestionali della Giunta regionale in materia di sanità. Ho ritenuto di rivolgermi a voi per sapere per quanto tempo ancora molti pazienti della nostra regione saranno costretti a sobbarcarsi gravosi costi di viaggio, soggiorno e degenza, e se anche da noi non si ravvisi l'opportunità, anche per dare risposte concrete ai tanti malati sardi di sclerosi multipla, di dare un forte segnale di attenzione, assumendo tutte quelle iniziative volte a sostenere la sperimentazione clinica del metodo terapeutico Zamboni anche in Sardegna.
Le apparecchiature rifiutate diamole a chi le vuole utilizzare, a chi vuole operare con esse, quindi al professor Manconi di Cagliari e al professor Profili di Sassari, che opera a Tempio, insomma a chi vuole sperimentare il metodo Zamboni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Onorevole Presidente, onorevoli consiglieri regionali, per quanto riguarda la necessità di inserire la Regione Sardegna nella sperimentazione clinica finalizzata a verificare l'efficacia del cosiddetto metodo terapeutico diagnostico Zamboni si concorda in generale sull'esigenza di garantire ai cittadini tutte le migliori possibilità diagnostiche e terapeutiche. Quindi ogni opportunità migliorativa deve essere colta.
E' riprovevole non mettere a disposizione dei pazienti delle metodiche diagnostiche e terapeutiche, ma è altrettanto riprovevole utilizzare metodiche, soprattutto terapeutiche, che non siano state validate dalla comunità scientifica internazionale, soprattutto nel caso in cui queste possano dare adito anche al solo sospetto di essere pericolose. E comunque quando ci sono rischi di ingenerare solo false speranze bisogna agire con molta cautela.
Per questo il Ministero della salute il 27 ottobre di quest'anno ha inviato a tutti gli Assessori regionali della sanità una direttiva nella quale ribadiva il divieto di procedere, se non in centri espressamente autorizzati, alla disostruzione delle vene nella patologia in questione, però rivolgeva anche un invito altrettanto importante a procedere nei centri autorizzati alla sperimentazione del cosiddetto metodo Zamboni e individuava i centri nei quali dovevano essere verificate queste procedure terapeutiche. In ogni caso, sulla base di una mera impressione noi non possiamo con atto politico dare indirizzi sull'utilizzo di queste metodiche diagnostiche invasive per i pazienti e dobbiamo stare attenti perché, per esempio, la Stanford University in seguito a un caso di decesso e ad altri danni causati ai pazienti ha sospeso la sperimentazione.
Avendo potuto verificare di persona che la teoria in questione ha dei fondamenti che possono farla apparire degna di una sperimentazione, io sostengo che la sperimentazione va portata avanti. Se a tal fine vengono individuati dei centri in Sardegna, ritengo che si tratti comunque di un riconoscimento per la nostra Isola, ma non per questo dobbiamo far balenare l'ipotesi che si sia trovata una soluzione al problema. La cautela, a mio parere, deve essere sempre massima da parte dell'Assessorato della sanità e anche della comunità scientifica che porta avanti le ricerche.
L'Assessorato ha dato indicazione alle ASL di competenza perché vengano acquistate le due apparecchiature utili a diagnosticare l'insufficienza venosa di cui trattasi, nel contempo noi dobbiamo sostenere in qualunque modo, e ci rendiamo disponibili in tal senso, le sperimentazioni del metodo Zamboni, con tutte le possibili implicazioni dell'intervento che la Regione deve essere chiamata a realizzare secondo quello che è il suo compito. Se infatti viene individuato un centro di sperimentazione in Sardegna noi dobbiamo dare il massimo supporto sotto tutti i punti di vista, anche economici se del caso, ma credo che il Governo individuerà dei centri perfettamente in grado di dare risposte ai cittadini.
Riguardo alle due interpellanze, che sono molto simili, è importante dare una risposta a quella che mi è stata presentata per le vie brevi dagli onorevoli Cocco, Salis e Mariani, in particolare sul punto che riguarda la necessità di istituire un registro degli ammalati di SM. Io non sono ancora riuscito, attraverso i miei uffici, ad acquisire tutta la documentazione necessaria per sapere se l'Osservatorio epidemiologico dell'Assessorato della sanità sia in possesso di questi dati. Qualora questi dati non siano stati individuati, catalogati e quindi resi fruibili dalla comunità scientifica, ma anche dalla classe politica per l'utilizzo che ritenga di doverne fare, sarà mia cura dare al più presto indirizzi affinché tale registro venga creato e possa operare nell'interesse della collettività.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarare se è soddisfatto.
COCCO DANIELE (I.d.V.). So che uno dei due macchinari promessi dovrebbe essere in uso presso il Policlinico universitario di Cagliari, responsabile il professor Ettore Manconi, però dell'utilizzo di questo macchinario non viene data sufficiente informazione ai pazienti, non viene fatta nessuna pubblicità. Il secondo macchinario, come diceva l'onorevole Planetta, è stato reso disponibile per la Clinica neurologica di Sassari, che lo ha rifiutato.
Noi vorremmo sapere qualcosa di più certo e concreto. Intanto ricordo all'Assessore che la circolare del 27 settembre 2010 dice che in Italia ci sono già dei centri pubblici e privati dove vengono eseguiti l'esame con ecodoppler per la diagnosi della CCSVI e l'angioplastica dilatativa che cura questa condizione; è stato anche indicato un codice, generico e non specifico, da utilizzare per le operazioni.
Dall'assessore avremmo voluto certamente sentire che si è adoperato, come da lui promesso al convegno di Tempio, per fare in modo che la Sardegna disponga di centri in cui poter iniziare immediatamente l'attività di diagnosi e anche quella interventistica, perché davvero sono troppi i pazienti che in Sardegna purtroppo soffrono di questa gravissima malattia e sappiamo anche che riverbero negativo questa patologia ha a livello sociale. Io non sono assolutamente soddisfatto della risposta dell'Assessore. Credo che dovremmo avere risposte più certe soprattutto sul fatto che la Sardegna possa avere due o tre centri immediatamente operativi.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Planetta per dichiarare se è soddisfatto.
PLANETTA (P.S. d'Az.). Ho sentito le risposte che l'Assessore ha dato nel convegno a Tempio. Quello che noi vorremmo veramente che ci fosse da parte di questa nostra Regione è un'attenzione particolare verso la sperimentazione del metodo Zamboni. E' vero che bisogna essere cauti, però è anche vero che ci si deve attivare perché questo tipo di sperimentazione vada avanti e si devono pertanto individuare dei centri dove questo metodo venga praticato, perché ci troveremo di fronte a situazioni come quella che si sta verificando a Sassari, a cui poc'anzi ho accennato, dove la SASM (Sardegna sclerosi multipla) con un suo MyLab sta effettuando questo tipo di diagnosi e ha davanti a sé una lunga lista d'attesa.
Come Regione noi dobbiamo andare avanti e individuare chi realmente vuole usare questa apparecchiatura. Chi non la vuole usare non la usi, però diamola a chi la vuole usare, a chi crede in questa sperimentazione, sulla quale sono riposte le speranze di tante persone, perché, come abbiamo già detto, secondo il professor Zamboni è legata alla sclerosi multipla. Non cito i dati perché li conosciamo già e sono riportati anche nell'interpellanza.
Assessore, la prego di portare avanti questo discorso. Sono fiducioso e per questo mi ritengo in qualche modo soddisfatto, ma sono fiducioso nella sua serietà di medico e di Assessore.
PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza numero 188.
(Si riporta di seguito il testo della interpellanza:
Interpellanza Uras - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo sulle nomine a primario della ASL n. 5 di Oristano.
I sottoscritti,
premesso che:
- sono state sollevate da più parti perplessità e preoccupazioni sulle modalità utilizzate per effettuare le scelte relativamente alle nomine a funzioni di assoluto rilievo e responsabilità quali quelle relative agli incarichi di primario di strutture complesse;
- in particolare è stata pubblicamente contestata e discussa la nomina disposta dal Commissario dr. Panichi sul nuovo primario di ortopedia-traumatologia del Presidio ospedaliero (PO) San Martino;
- la predetta nomina è stata valutata sostanzialmente inadeguata:
- in ragione dell'attività di tipo prevalentemente traumatologico del PO di Oristano, che effettua circa 1.200 interventi/anno in linea con i migliori centri ortopedici sardi;
- per i contenuti dell'avviso pubblico per l'attribuzione dell'incarico sopra citato che si riferisce ad una struttura complessa - disciplina ortopedia e traumatologia e che appare solo formalmente corretto mentre risulta sostanzialmente insufficiente, in quanto avrebbe richiesto ai candidati solo il possesso di limitati requisiti medico-ortopedici e non anche una comprovata pluriennale esperienza traumatologica;
- perché la scelta sarebbe ricaduta su un candidato proveniente da una struttura priva di Pronto soccorso dove di norma non si eseguirebbero interventi di traumatologia, tranne in qualche caso raro ed occasionale;
- perché il prescelto, a giudizio della commissione esaminatrice, avrebbe un'esperienza professionale in campo traumatologico limitata e dalla valutazione del curriculum non si rileverebbe esperienza significativa in ambito gestionale, organizzativo o di direzione;
- le perplessità sopra sollevate sulla adeguatezza della scelta in argomento troverebbero conferma per le poche esperienze maturate dal prescelto, riconducibili soprattutto all'attività presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari dove entra in ruolo poco più di un anno prima di ricevere l'incarico di primario, proveniente, in quanto idoneo non vincitore, dalla graduatoria per il concorso ASL di OLBIA per due posti di dirigente medico di ortopedia di I livello,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere se:
non vi siano stati, tra gli idonei alla selezione per il ruolo di primario di cui trattasi, altri candidati con evidente più esperienza medico-ortopedica e traumatologica e di gestione e organizzazione di strutture complesse quale quella in argomento;
non vi sia stata superficialità nell'effettuazione della scelta da parte del commissario che deve rispondere esclusivamente all'interesse della comunità del territorio di conseguire il più elevato grado possibile di competenza medica e di capacità d'intervento e di gestione della struttura;
l'Amministrazione regionale - Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale intenda intervenire, nell'esercizio delle proprie competenze di valutazione e verifica del miglior funzionamento della ASL, per eventualmente porre rimedio all'errore di scelta individuando la più elevata professionalità disponibile tra coloro che hanno partecipato alla selezione per il ruolo di primario della predetta struttura complessa - disciplina ortopedia e traumatologia. (188) .)
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della interpellanza ha facoltà di illustrarla.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, signor Assessore, il tema oggetto di questa interpellanza è molto più generale del fatto specifico. E il tema generale riguarda il modo preoccupante in cui vengono fatte le nomine e vengono attribuite funzioni di assoluto rilievo, anche sotto il profilo dell'intervento medico, in reparti che hanno valenza significativa in un ambito territoriale, che trattano patologie e situazioni anche di particolare delicatezza.
Attraverso questa interpellanza noi solleviamo tutte le perplessità attorno alla situazione in cui versa la sanità regionale; una sanità commissariata in tutto e per tutto, in attesa di riforma, che non corrisponde ai bisogni e alle esigenze dei cittadini e che a tratti palesa comportamenti di tipo clientelare.
La nomina di cui si tratta è stata contestata pubblicamente, per questo noi abbiamo sollevato la questione in questa sede, attraverso l'interpellanza, e chiediamo all'Assessore di dirci se non vi erano tra gli idonei alla selezione per il ruolo di primario di ortopedia-traumatologica del Presidio ospedaliero San Martino di Oristano professionalità ed esperienze più significative di quella che è stata selezionata. Glielo chiediamo perché risulta agli atti che la scelta sia carente sotto il profilo dell'esperienza e proprio sotto il profilo dell'esperienza relativa agli interventi di cura traumatologica, interventi che sono prevalenti nel reparto che il nuovo primario è stato chiamato a dirigere.
Noi vorremmo capire se veramente la selezione sia stata la più severa e rigorosa possibile. Badate, la malasanità ha origine spesso anche dal modo in cui si scelgono le figure di maggior spessore e che svolgono funzioni di direzione, di organizzazione e di gestione dei reparti ospedalieri. Noi parliamo, in questo caso, di un medico che ha partecipato a un concorso per una ASL diversa da quella dove poi ha trovato una collocazione di ruolo. Parliamo, quindi, di un'operazione di ripescaggio tra idonei di altri concorsi e di un'esperienza di tipo medico-ortopedico piuttosto che traumatologico, maturata presso l'Azienda mista di Sassari, mentre ci risulta che proprio per il tipo di esperienza maturata ci fossero professionalità più solide di quella del prescelto.
La preoccupazione attiene da una parte alla consapevolezza che il Sistema sanitario versa in una condizione di crisi, e quindi nella condizione di crisi e confusione spesso prevalgono criteri di natura politico-clientelare piuttosto che professionale, dall'altra al fatto che nel caso specifico erano agli atti tutti gli elementi per poter fare scelte più rispondenti ai bisogni.
Queste sono le istanze che noi abbiamo sollevato e la replica è attribuita al collega Gian Valerio Sanna, che ha seguito questa vicenda ed è stato anche estensore di una mozione specifica su questo argomento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Grazie.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Signora Presidente, onorevoli consiglieri regionali, onorevoli interpellanti, sulla base dei dati che mi pervengono dalla ASL numero 5 di Oristano debbo dire che le procedure amministrative che l'Azienda ha seguito per l'attribuzione di questo incarico, e quindi i conseguenti atti di nomina, risultano perfettamente legittime, in conformità quindi con le leggi che normano questo iter.
Per quanto riguarda il punto 1 dell'interpellanza debbo dire che l'articolo 15 della legge numero 502 del 1992 prevede che l'attribuzione dell'incarico sia effettuata dal direttore generale della ASL, in questo caso dal commissario, sulla base di una rosa di candidati selezionata da un'apposita commissione istituita a tal fine. Il compito della commissione è quello di stilare una graduatoria di idonei sulla base di un colloquio e della valutazione di un curriculum professionale. La commissione, sulla base di questa valutazione complessiva, che tiene conto del curriculum e del colloquio, stabilisce soltanto l'idoneità dei candidati a ricoprire l'incarico. E tra gli idonei il commissario nel caso di specie ha fatto la sua scelta.
Dal verbale risulta che la commissione ha espresso un parere identico per tutti i candidati, che vorrei leggere all'Aula: "Il candidato ha dimostrato una buona conoscenza sia in ambito organizzativo, di direzione e professionale. A seguito della valutazione del curriculum e del colloquio e avuto riguardo delle capacità di direzione, la Commissione ha motivo di ritenere il candidato idoneo a ricoprire l'incarico di direzione di struttura complessa di ortopedia e traumatologia del Presidio ospedaliero San Martino di Oristano". Con il giudizio di idoneità la commissione ha quindi fatto una comparazione tra la complessità della struttura e le qualità professionali dei candidati, nonché la loro capacità di dirigere una struttura di quel genere, ha cioè fatto una comparazione tra l'offerta di professionalità e l'esigenza del Presidio ospedaliero.
Debbo dire, quindi, che sulla base di questo giudizio il direttore generale ha proceduto all'attribuzione dell'incarico in oggetto in modo legittimo. Debbo anche sottolineare che, sempre sulla base dell'articolo 3 della legge numero 502, il direttore generale ha la responsabilità della scelta gestionale, per cui io debbo ritenere che abbia operato nella convinzione che la scelta fosse la migliore rispetto ai bisogni del territorio, alle prospettive di sviluppo e alle strategie di crescita del Presidio ospedaliero San Martino, che svolge un'attività prevalentemente traumatologica, ma sostiene un costo di 4 milioni di euro per la migrazione sanitaria verso altre province per quanto riguarda la branca dell'ortopedia, che probabilmente è nelle intenzioni del direttore generale sviluppare, non limitando l'attività dell'ospedale soltanto alla parte traumatologica. Probabilmente egli ha individuato una professionalità che ha queste due capacità, quella traumatologica e quella ortopedica.
Per quanto riguarda il punto 3, debbo dire che non si tratta di un errore di scelta, ma invece di una scelta ponderata, convinta. La legge rimette al commissario o al direttore generale, e solo a lui, la responsabilità in merito a tutte le scelte gestionali che ha effettuato, e quindi anche alla nomina del responsabile della struttura, che mi sembra per lo meno legittima. Può essere discussa dal punto di vista delle strategie aziendali, però debbo dire che mi sembra assolutamente legittima e convincente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarare se è soddisfatto.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Le dico subito, Assessore, che non solo siamo insoddisfatti, ma siamo preoccupati. Siamo preoccupati perché il Governo regionale, le istituzioni devono stare dalla parte dei cittadini e si devono attivare per garantire che essi abbiano il meglio.
Lei ha letto la parte finale del verbale, non ha letto la parte che dice che la stessa commissione non solo giudica che il candidato che poi è stato scelto ha un'esperienza professionale limitata in campo traumatologico, ma rileva persino che non ha alcuna significativa esperienza in ambito gestionale-organizzativo e di direzione. Lo dice, e sa perché? Perché c'è una finzione, che è diventata prassi - lo dico anche per la mia parte politica quando l'ha seguita - che bisogna risolvere. Voi state pensando a realizzare macroaree, io mi preoccupo del fatto che la politica, le istituzioni scelgano il meglio da offrire ai cittadini.
Il DPR numero 483 del 1997, recante la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale del Servizio sanitario nazionale, dice testualmente che va valutato il curriculum formativo e professionale, a significare che va assegnato un punteggio che faccia in modo che chi ha esperienza professionale in campo operatorio non sia messo sullo stesso piano di chi non ne ha. E' così, è esattamente così! Diversamente la prassi diventa legge e allora non ci dobbiamo lamentare se diventano primari i compagni di scuola degli affini alla politica che governa in quel momento. Questo è sbagliato, anche perché ci sono notizie di recenti decessi a seguito di alcune operazioni eseguite da questo nuovo primario e valuteremo se queste scelte sono dalla parte dei cittadini o dalla parte della politica. Lei, Assessore, deve mettersi dalla parte dei cittadini e non della sua parte politica.
I verbali saranno oggetto di ricorso amministrativo e vedremo in quella sede se avrà ragione lei, Assessore, o avrà ragione chi sta protestando. Lei può dire tutto, ma almeno una cosa ce la deve risparmiare, perché dire che quell'Azienda sanitaria diretta in quel modo, commissariata in quel modo, possa persino vantare di avere una strategia aziendale per nominare chi ha minore esperienza a fronte di un'esigenza di circa 1.200 operazioni (tante se ne eseguono in un anno al San Martino) mi sembra proprio un eccesso e una mancanza di dignità. Dignità che dovremmo invece restituire alla sanità, già abbastanza bastonata e inefficiente di per sé.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La proposta potrebbe essere duplice: una sospensione di una ventina di minuti adesso, perché abbiamo bisogno di confrontarci sul prossimo testo in esame, oppure dopo la relazione dell'onorevole Ladu, prima cioè di iniziare la discussione generale.
PRESIDENTE. Onorevole Ladu, preferisce svolgere la sua relazione prima della sospensione oppure dopo?
LADU (P.d.L.), relatore. Prima.
PRESIDENTE. Dopo il suo intervento sospenderemo i lavori per venti minuti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 137-233/A. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Signor Presidente, signor Assessore, colleghi, stiamo esaminando il testo unificato di due proposte di legge: la numero 137, presentata dall'onorevole Zuncheddu, e la numero 233, presentata dalla seconda Commissione e di cui sono il primo firmatario. E' una legge è composta da due Capi: il Capo I riguarda un sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria; il Capo II istituisce il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. La legge mira a migliorare le condizioni di vita dei detenuti e a sviluppare delle opportunità di reintegrazione sociale e lavorativa degli stessi; mira inoltre a consolidare percorsi di rieducazione dei minori e prevede tutta una serie di interventi che riguardano la vita dei detenuti.
Questa legge, devo sottolinearlo, colma una lacuna presente nell'ordinamento regionale, e infatti delinea una politica attiva di inclusione sociale a favore dei detenuti e degli ex detenuti e introduce specifici interventi di rieducazione e di reinserimento sociale. Si tratta di un sistema integrato di interventi finalizzati a tutelare la dignità dei detenuti, a favorirne il recupero e a garantire loro i diritti di tutti i cittadini, così come previsto dall'articolo 27 della Costituzione italiana. La Regione promuove e sostiene gli interventi previsti dalla legge nel rispetto delle competenze del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, della giustizia minorile e della magistratura di sorveglianza, con cui si coordina anche promuovendo eventuali intese. La Regione, inoltre, esercita la necessaria funzione di indirizzo e di coordinamento con le ASL, con gli enti locali e con le associazioni di volontariato.
Con questa legge la Regione interviene anche a sostegno delle donne detenute, soprattutto di quelle che hanno figli piccoli, per la tutela dei minori, a favore degli stranieri, per la tutela, promozione ed educazione alla salute, garantendo quindi parità di trattamento dei detenuti, che si tratti di tossicodipendenti (ce ne sono tantissimi nelle carceri isolane), di alcoldipendenti o di soggetti a misure alternative alla detenzione negli ospedali psichiatrici, perché anche questo è un problema che la Regione sarda dovrà risolvere. Infatti dal 1° gennaio la sanità è passata in capo alla Regione e c'è il grosso problema degli ospedali psichiatrici, sul quale dovrà dare una risposta. L'obiettivo è quello di limitare il più possibile l'internamento negli ospedali psichiatrici, per cui la Regione legge sostiene, in collaborazione con le istituzioni scolastiche e gli enti di formazione, l'accesso al reinserimento lavorativo e sociale e al trattamento di sostegno alle famiglie dei detenuti.
Signora Presidente, signor Assessore, la situazione delle carceri in Sardegna, come nel resto dell'Italia, è abbastanza critica. Ci sono problemi di sovraffollamento, di carenza di personale, sia civile che militare, e di inadeguatezza delle strutture carcerarie. In Sardegna oggi vi sono dodici istituti penitenziari, tra cui tre colonie penali all'aperto. I detenuti sono circa 2.300, però sappiamo che la capienza è di 1.957; praticamente il numero dei detenuti è eccessivo rispetto alla capienza. Al contrario vi sono 1.180 agenti di polizia penitenziaria in servizio rispetto a una pianta organica di 1.324 unità, questo a dimostrazione del fatto che da una parte è in atto una riduzione del personale civile e anche militare all'interno delle carceri e dall'altra il numero dei detenuti è in aumento anche oltre la capienza. Il 40 per cento dei detenuti attualmente è costituito da stranieri, le detenute sono in media 50-60 e circa 180 sono i cittadini sardi detenuti in carceri situate fuori della Sardegna. Questo fa a pugni intanto con la legge numero 354 del 1975, che prevede la territorializzazione della pena e poi con l'intesa Stato-Regione, al primo punto della quale è ribadita appunto la territorializzazione della pena. Questo purtroppo non sempre succede. Oggi, come dicevo, sono circa 180 i detenuti sardi che sono fuori della Sardegna, anche se bisogna dire che non tutti lo sono senza motivazione: alcuni sono detenuti fuori dell'isola per scelta personale, altri per questioni che magari riguardano la disponibilità nei confronti del magistrato per motivi processuali.
Devo tuttavia dire che la legge numero 199 del novembre 2010, la cosiddetta legge "svuota carceri", relativa all'espiazione presso il proprio domicilio della pena detentiva inferiore a un anno, non ha dato grandi risultati. Effettivamente si riteneva che gli effetti di questa legge avrebbero riguardato un numero piuttosto consistente di detenuti, invece in Sardegna ne hanno beneficiato soltanto trentasei detenuti. Secondo me è una legge che va rivisitata, perché effettivamente i limiti posti per poter godere dei benefici in essa previsti sono tanti.
In una situazione come questa l'istituzione del Garante dei diritti e della dignità delle persone adulte e minori detenute è un'esigenza non più procrastinabile. Questa figura è prevista in ventidue Paesi dell'Unione europea; in Italia ancora non è ancora stata istituita la figura del Garante nazionale dei diritti dei detenuti, che è invece presente in nove Regioni italiane, in diversi comuni e province d'Italia. Il Garante, eletto dal Consiglio regionale, ha sede presso lo stesso Consiglio regionale; all'assegnazione del personale, dei locali e dei mezzi necessari per il funzionamento dell'ufficio del Garante provvede l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. In collaborazione con le competenti amministrazioni statali e locali, il Garante verifica l'applicazione della presente legge in merito al diritto alla salute e al miglioramento della qualità della vita, all'istruzione, alla reintegrazione dei detenuti e al recupero degli stessi, segnala agli organi regionali eventuali fattori di rischio e formula indicazioni e proposte per assicurare il pieno rispetto dei diritti di detenuti. Collabora, inoltre, con gli altri organi, come il Difensore civico e il Garante dell'infanzia. Il Garante deve avere determinati requisiti, lo dico qui perché ho sentito qualcosa su questo in giro; deve essere una figura completamente autonoma, non condizionabile o condizionata da nessuno, altrimenti non potrebbe essere più un Garante dei detenuti; dura in carica, secondo quanto previsto dalla legge, sei anni, e non è immediatamente rieleggibile.
Spero che questa legge venga approvata all'unanimità, così come è accaduto in Commissione, anche perché è giusto che la Regione sarda, al pari di tante altre Regioni italiane, in un momento così delicato abbia una figura importante che si occupi dei detenuti e sia un'interfaccia tra i detenuti e l'amministrazione regionale, nonché quella penitenziaria. Mi auguro, ripeto, che questa sera il Consiglio regionale approvi questa legge che ritengo di straordinaria importanza. Grazie.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa per venti minuti, riprenderà alle ore 17 e 50.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 32, viene ripresa alle ore 17 e 56.)
PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che la collega Rosanna Floris è rientrata dal congedo.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Dedoni, il quale ha a disposizione venti minuti.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, non credo di dover utilizzare tutto il tempo a mia disposizione, però vorrei intanto dire che ciò che ha sottolineato l'onorevole Gian Valerio Sanna riguardo all'interpellanza numero 188/A è in perfetta sintonia con quanto dirò io. Purtroppo, oltre che una questione di legittimità, quello che ancor più si evince dalla decisione del commissario della ASL numero 5 è il problema del merito. Infatti nell'interpellanza si sostiene che il reparto di ortopedia dell'ospedale di Oristano (a metà strada tra Cagliari e Sassari) ha bisogno di un'esperienza e di una capacità che in effetti non possono essere garantite da colui che è stato nominato. Dispiace dire questo, ma credo che ci sia anche qualche problema relativamente al fatto che il candidato prescelto sia stato ammesso alla selezione pur non avendo tutti i requisiti richiesti.
Vorrei invitare il Presidente della Regione, ma soprattutto l'Assessore della sanità, ad adoperarsi per avviare un procedimento di autotutela che eviti possibili quanto improprie procedure giurisdizionali. Riterrei opportuno che la politica non desse ancora una volta la stura al potere giudiziario per intervenire in una materia che deve restare tutta politica e naturalmente deve essere affrontata con buona misura e secondo il buon operare, soprattutto in sanità, dove non esistono partiti, non esistono maggioranze politiche, ma esistono professionalità ed esistono indubbiamente...
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, stiamo discutendo la legge sulla istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
DEDONI (Riformatori Sardi). Sì, ma volevo fare riferimento alla precedente interpellanza.
PRESIDENTE. L'interpellanza svolta precedentemente non è oggetto della discussione in questo momento.
DEDONI (Riformatori Sardi). Rinuncio a proseguire. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Presidente, anch'io non occuperò sicuramente tutto il tempo che ho a disposizione, ma credo che due parole in questo momento debbano essere spese. L'istituzione del Garante dei detenuti si inquadra nell'ambito degli strumenti di garanzia e di tutela che sono essenziali per lo sviluppo di uno Stato di diritto. La sua creazione deriva dall'esigenza di costruire una rete di contatto tra le persone private della libertà, le istituzioni e la società civile. Il Garante è un'autorità di mediazione ed evidentemente rappresenta un indice fondamentale del livello di democraticità del nostro complesso istituzionale. E se è vero, come è innegabilmente vero, che il livello di civiltà di una nazione lo si riconosce anche dal tenore di vita all'interno delle carceri, oggi ci accingiamo quindi ad approvare una legge che è di fondamentale importanza.
Soprattutto in questi ultimi momenti dei lavori dell'Aula alcuni consiglieri hanno manifestato delle perplessità per il fatto che già la Regione Sardegna si era dotata della figura del Difensore civico, che ormai da anni non è sostanzialmente in condizioni di operare. Però dobbiamo anche riconoscere che se il Difensore civico non è in condizioni di operare la colpa è soltanto nostra, perché reiteratamente ci siamo posti il problema della sua nomina, ma non siamo mai riusciti, per il tipo di votazione che la legge impone, a convergere su una posizione condivisa. Di questo dobbiamo assumercene la responsabilità e anzi in questo senso in Commissione abbiamo più volte ribadito che sarebbe necessario mettere mano alla modifica della legge istitutiva del Difensore civico, in maniera da dare gambe anche a quella figura istituzionale. Tengo però a precisare, per fugare anche altre perplessità manifestate da taluni colleghi, che la figura del Difensore civico non ha nulla a che vedere con quella del Garante dei detenuti. Il Garante dei detenuti ha una funzione assolutamente differente da quella del Difensore civico, perché si occupa essenzialmente dei diritti sociali dei detenuti.
Tra l'altro questa legge - ed è questo l'aspetto innovativo - non prevede soltanto l'istituzione della figura del Garante regionale ma, com'è intuibile dal titolo, prevede anche la razionalizzazione degli interventi a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria in genere, con riguardo a ogni genere di casistica, e pone una particolare attenzione verso le categorie di detenuti considerate più deboli, in particolare le donne, i minori e gli stranieri.
In Europa quella del Garante dei detenuti è una figura ormai riconosciuta praticamente ovunque e anche in Italia è stata già da molte Regioni adottata una legge che ne prevede l'istituzione. Oggi il dibattito anzi è diretto a istituire questa figura anche a livello nazionale, come credo sarebbe corretto. Questo vuoto normativo a livello nazionale non ha impedito agli enti locali, come dicevo, di introdurre la figura del Garante all'interno delle proprie istituzioni e quindi si è dato a questo organo una forte connotazione territoriale. Moltissimi enti, tra comuni, province e Regioni, si sono già dotati di questa figura e credo che oggi la Sardegna non si possa sottrarre a questa responsabilità (prescindendo dagli inevitabili problemi che si dovranno affrontare nel momento della concreta attuazione di questa legge), soprattutto in considerazione della sua vocazione autonomistica, che si esprime anche attraverso misure di integrazione e rafforzamento dei principi costituzionali nel rispetto e nella tutela dei diritti fondamentali.
Nell'istituire la figura del Garante dei diritti dei detenuti, scelto con criteri selettivi assolutamente rigorosi (deve aver maturato notevole esperienza nel settore penitenziario, deve aver compiuto studi giuridici, eccetera), la legge dà sicuramente un segnale molto forte nell'ambito delle politiche a sostegno dei principi di uguaglianza e parità di trattamento e nell'affermazione dei diritti dei detenuti sanciti a livello europeo e internazionale, tenendo conto del fatto che le persone private o limitate a vario titolo nella libertà personale rientrano fra i soggetti deboli ed esclusi dalla pienezza dell'esercizio dei suddetti diritti.
Un ultimo aspetto vorrei citare a sostegno della necessità dell'approvazione di questa legge. Più volte in quest'Aula ci siamo occupati dell'attuazione dei punti di programma indicati nel protocollo d'intesa dell'8 febbraio 2006 intervenuto fra il Ministero della giustizia e la Regione autonoma della Sardegna. Noi più volte in quest'Aula abbiamo ripetuto che quel protocollo d'intesa è rimasto lettera morta; abbiamo approvato anche degli ordini del giorno sulla territorialità della pena, rimasti anch'essi lettera morta. Ebbene, oggi stiamo offrendo alla collettività, alla Regione, a questo Consiglio l'opportunità di far fronte ai problemi che sono nati dalla mancata attuazione di quel protocollo, perché anche quegli argomenti sono tutti contenuti all'interno di questa legge. E' evidente che il testo è perfettibile, come tutti i testi legislativi, però credo che tratti un tema di fondamentale importanza. E' un segnale forte che dobbiamo dare anche all'esterno, perché potremmo parlare a ragion veduta di territorializzazione della pena, di promozione ed educazione alla salute di coloro che sono ristretti negli istituti penitenziari, del trattamento dei tossicodipendenti e degli alcoldipendenti, dell'istruzione all'interno delle carceri, nonché del reinserimento lavorativo e sociale, in quanto è tutto previsto, come dicevo, nel testo sottoposto all'attenzione dell'Aula.
In questo senso la nostra Regione - ho avuto modo di dirlo anche in quest'Aula reiteratamente - è indietro anni luce rispetto alle altre Regioni che sono dotate di strumenti molto più idonei di quelli di cui disponeva fino a oggi la Sardegna, dove questa materia è lasciata più che altro alle associazioni di volontariato, a prezzo anche di enormi sacrifici. Nella finanziaria abbiamo infatti previsto anche per quest'anno l'erogazione di 1 milione e 300 mila euro, però credo che lo sforzo che dobbiamo fare - che è, ripeto, notevolmente inferiore a quello sostenuto da altre Regioni - sia quello di offrire un sistema migliore, più coordinato, più omogeneo in questo campo.
La legge è di primaria importanza anche per come è stata strutturata. Se fate un confronto con le norme che sono state approvate dalle altre Regioni vi renderete conto che la nostra legge è sicuramente molto più organica, molto più omogenea, molto più completa, molto più esaustiva riguardo ai temi che tratta e mette mano a un settore che spesso è stato fonte di dibattiti e discussioni che, però, il più delle volte hanno condotto l'opinione pubblica a esprimere giudizi negativi (spesso ne abbiamo letto anche sulla stampa), per cui noi ci siamo fermati ai buoni principi anziché dare attuazione ai buoni propositi che abbiamo reiteratamente manifestato.
In questo senso, quindi, non si può che condividere l'auspicio del Presidente della Commissione e relatore, a cui va il mio ringraziamento per come ha condotto i lavori in Commissione, ottenendo il consenso sia della maggioranza che dell'opposizione. Ma su questo tornerò anche in sede di esame del prossimo progetto di legge all'ordine del giorno. Come dicevo, questo testo di legge è stato approvato all'unanimità in Commissione, dove c'è stata una discussione anche abbastanza serrata, ma credo che al di là di qualche punto che deve essere giustamente e necessariamente rivisto, sia un testo di enorme importanza e assolutamente valido. In questo senso se ne auspica l'approvazione con la medesima condivisione manifestata in Commissione.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, la proposta di legge che istituisce la figura del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nasce da una drammatica situazione carceraria sarda, un'emergenza pesante che non è denunciata solo dalle associazioni di volontariato, dalle famiglie dei carcerati e dalla stampa. Mi risulta, infatti, che numerosi consiglieri nel corso delle visite negli istituti carcerari della Sardegna ne hanno potuto rilevare in prima persona le condizioni. Per cui la necessità e l'importanza di istituire la figura del Garante dei detenuti nasce dall'esigenza di creare un collegamento, com'è stato già detto, proprio per definizione tra detenuti, famiglie, associazioni, cooperative sociali e istituzioni.
Purtroppo la Sardegna è in ritardo rispetto all'Europa e quindi è in ritardo anche rispetto all'Italia. Tale figura, già esistente in diverse regioni italiane, è stata in molte occasioni motore di importanti iniziative sul territorio. La Costituzione italiana, con l'articolo 27, affermando che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, ha vincolato e vincola il legislatore a strutturare l'esecuzione delle pene ai fini della risocializzazione. Infatti il detenuto conserva integro il diritto alla salute e alla dignità personale e deve poter accedere, se vuole, a trattamenti di recupero in caso di tossicodipendenza di ogni tipo, incluso l'alcolismo, anche con lo studio, la formazione, il lavoro in carcere e l'uso del tempo anche in attività di gioco e di socialità con altri detenuti e con operatori laici e religiosi. A tal fine è necessaria l'istituzione di un Garante non solo per l'attuazione delle intese stipulate e da stipulare tra le varie amministrazioni, ma anche per vigilare sugli interventi di diretta competenza della Regione in materia di miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri, di istruzione e formazione professionale, di lavoro intracarcerario, di reinserimento lavorativo post-detentivo, di sanità penitenziaria e di interventi sanitari e sociali per la prevenzione delle devianze.
Si ricorda che il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti ha costantemente sollecitato le varie istituzioni a dotarsi di organi di controllo delle condizioni di detenzione e ha utilmente attinto informazioni attendibili dalle relazioni dei difensori civici penitenziari, quelli che in Europa vengono chiamati médiateur o supervisory. E' su questa impostazione culturale, prima ancora che giuridica, che si è arrivati alla cosiddetta legge Gozzini, ovvero la legge numero 663 del 1986, voluta da Martinazzoli.
Tutte le considerazioni fatte hanno imposto l'urgenza di presentare una proposta di legge che prevedesse l'istituzione di un'autorità regionale garante delle persone private della libertà personale per il rispetto dei loro diritti fondamentali, molto spesso purtroppo violati. La legge in esame istituisce, quindi, la figura del Garante che deve essere scelto fra persone di alto profilo morale e con esperienza nel settore del diritto penitenziario. E' altresì necessario che egli possa svolgere la sua attività in piena autonomia e libero da qualsiasi rapporto giuridico o funzionale. Al fine di consentirgli un buon operato, al Garante devono essere attribuite diverse funzioni, tra cui la collaborazione con le istituzioni giudiziarie e penitenziarie, con le associazioni e con gli operatori del trattamento intramoenia o extramoenia, quindi all'interno o all'esterno delle mura, con le direzioni degli istituti e con gli agenti e ufficiali della polizia penitenziaria, nonché la promozione e il sostegno di iniziative culturali a favore dei detenuti. Il Garante dovrà favorire l'attuazione dei punti dei programmi indicati nei vari protocolli d'intesa fra il Ministero della giustizia e la Regione autonoma della Sardegna. E' stato già accennato dal collega che è intervenuto precedentemente il problema della territorialità della pena, prevista in una legge nazionale applicata in altre regioni e misteriosamente non applicata in Sardegna.
Questa è sicuramente una legge urgente. Si porranno tempi anche di operatività ed è un problema che bisogna affrontare subito in modo che, come io mi auguro, la legge passi ma non diventi l'ennesima legge che "dorme" in Consiglio regionale. La situazione delle carceri in Sardegna è drammatica; le strutture carcerarie sono inadeguate e c'è un problema di sovraffollamento e di condizioni igieniche molto carenti, tuttavia non è che al sovraffollamento possiamo rispondere con l'incremento degli istituti carcerari, anzi noi pensiamo a una loro riduzione e alla creazione di misure alternative. Ci sono dodici istituti in tutto il territorio sardo, comprese tre colonie penali, che vanno anch'esse assolutamente rivisitate proprio perché mentre in passato ospitavano detenuti sani adesso ospitano detenuti in altissima percentuale ammalati. Si tratta di pazienti psichiatrici, di pazienti con malattie infettive e chi più ne ha più ne metta. Per cui anche questo aspetto è rigorosamente da rivedere.
Per quanto riguarda l'alta percentuale delle tossicodipendenze il discorso va oltre il ruolo del Garante regionale (che comunque può sempre far da tramite) e si estende alle misure alternative al carcere e alla necessità di depenalizzare alcuni reati comuni legati al problema delle tossicodipendenze.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo molto brevemente per dire intanto che riteniamo utile l'approvazione di questo provvedimento, che presenta qualche interessante sviluppo e anche piccole carenze e necessita quindi di aggiustamenti che riguardano più che altro il funzionamento dell'istituto e l'integrazione degli strumenti nella disponibilità del Garante.
Riteniamo che questa norma sia utile e che si debba procedere celermente alla sua approvazione, che speriamo avvenga questa sera stessa. In particolare riteniamo che si debba rivedere l'articolo 16 (anche per renderlo coerente con il provvedimento che discuteremo successivamente), relativo al trattamento economico spettante al Garante. Riteniamo inoltre che per gli interventi in materia di formazione e lavoro, per il reinserimento sociale ma anche in costanza di pena detentiva, unitamente alla normativa nazionale che concede alcuni benefici ai detenuti, sia possibile fare riferimento ad alcuni provvedimenti di competenza della Regione che possono essere utilmente inseriti in questa norma. Faccio un esempio per tutti: il Piano dei servizi e delle politiche del lavoro e dell'occupazione, ovvero il piano regionale previsto dalla legge numero 20 e che noi attendiamo con ansia che prima o poi venga da qualche Giunta predisposto, deve contenere, a nostro avviso, un segmento specifico che tratti questo argomento, sia con riferimento ai minori che con riferimento alle persone adulte.
Un segmento specifico lo deve contenere anche il Piano stralcio sulla sicurezza, perché questi soggetti spesso lavorano anche presso cooperative del terzo settore, ma in attività che comportano comunque rischi di sicurezza, come nel settore agricolo, nel settore artigianale, nell'edilizia e così via. Riteniamo che anche la formazione professionale debba contenere uno specifico segmento a sostegno degli interventi di reinserimento sociale, oltre che di quelli che accompagnano, a fini di recupero, la pena detentiva.
Quindi con alcuni piccoli aggiustamenti che è possibile fare in un quarto d'ora o venti minuti di sospensione, dopo la votazione del passaggio agli articoli e la valutazione degli emendamenti che noi ci riserviamo comunque di presentare, pensiamo che questo provvedimento possa utilmente essere approvato questa sera.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, ma la sospensione deve essere disposta prima o dopo la votazione del passaggio agli articoli?
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho detto dopo? Mi sono confuso!
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Signora Presidente, onorevoli consiglieri, la Giunta naturalmente si adegua al parere della Commissione, ma non può esimersi dall'esprimere alcune considerazioni riguardo a un provvedimento che ritiene altamente significativo per le esigenze di una regione che, ahimè, ha una popolazione carceraria che versa in una situazione di estrema difficoltà. Tra l'altro, per quanto riguarda il mio Assessorato, c'è una situazione di passaggio che aumenta l'ansia e il disagio, dovendo infatti le competenze sulla sanità penitenziaria passare a breve dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ovvero dallo Stato, al Sistema sanitario regionale.
In questo passaggio si inseriscono anche le problematiche legate agli ospedali psichiatrici giudiziari: per esempio, una cinquantina di nostri conterranei, in molti casi nonostante la colpa sia già stata espiata dal punto di vista penale, per motivi procedurali non riescono a rientrare a casa. I detenuti nostri concittadini e anche quelli che provengono da altre regioni vivono situazioni di sovraffollamento assolutamente indecenti, con un rapporto rispetto al personale che rende ancora più precaria la loro situazione, in quanto la carenza di personale, oltre a costringere tutti gli operatori a gravi situazioni di disagio, si ripercuote sui reclusi. C'è inoltre una fortissima presenza di detenuti stranieri, con conseguenze anche di ordine psichiatrico; così, oltre a espiare la pena commisurata al reato commesso, essi scontano una pena accessoria, che è quella del disagio che si trasforma in malattia mentale.
Per garantire una migliore situazione a questi cittadini che vivono reclusi o comunque in condizioni di limitazione della libertà personale e che non sono pari agli altri cittadini, in quanto nella gran parte dei casi versavano già prima - me ne sono potuto rendere conto personalmente - in gravi condizioni sociali, istituire una figura come quella del Garante dei loro diritti credo sia un fatto di civiltà, al quale non ci possiamo sottrarre. Ritengo pertanto giusto associarmi a coloro che sostengono questa iniziativa, chiedendone l'approvazione, naturalmente con le variazioni che attraverso gli emendamenti sottoposti al Consiglio si vorranno apportare. In linea di principio la Giunta è favorevole.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Dovremmo ora procedere alla votazione del passaggio all'esame degli articoli. Poiché è stata chiesta una sospensione di quindici minuti per consentire la definizione degli emendamenti, sospendo la seduta sino alle ore 18 e 50.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 25, viene ripresa alle ore 18 e 54.)
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame del titolo.
(Si riporta di seguito il titolo:
Sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sul titolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Capo I
Sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria
Art. 1
Principi e finalità
1. La Regione autonoma della Sardegna, nell'ambito delle proprie competenze, concorre a tutelare e assicurare il rispetto dei diritti e della dignità delle persone adulte e dei minori presenti negli istituti penitenziari o ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione, negli ospedali psichiatrici giudiziari, nei centri di identificazione ed espulsione e nelle strutture sanitarie in quanto sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, a favorire la loro rieducazione, a ridurre il rischio di recidiva e ad agevolare il loro reinserimento sociale e lavorativo.
2. Gli interventi della Regione sono volti ad assicurare condizioni di parità rispetto agli individui in stato di libertà come previsto dalla legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), dal decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 272 (Norme di attuazione sul processo penale a carico di imputati minorenni) e successive modifiche e integrazioni, e a garantire, nei limiti della propria competenza, che le pene tendano alla rieducazione del condannato, ai sensi dell'articolo 27 della Costituzione.
3. La Regione promuove e sostiene gli interventi previsti dalla presente legge nel rispetto delle competenze del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, della giustizia minorile e della magistratura di sorveglianza con cui si coordina anche promuovendo gli opportuni atti di intesa per realizzare il necessario raccordo con la programmazione degli istituti penitenziari.
4. La Regione, inoltre, esercita le necessarie funzioni di indirizzo e coordinamento con le ASL, gli enti locali territorialmente competenti, gli organismi di volontariato e gli altri soggetti pubblici e privati interessati alle politiche di inclusione e di reinserimento sociale a favore dei detenuti, dei soggetti a misure alternative e sostitutive alla detenzione e degli ex detenuti, al fine di garantire un sistema regionale integrato di interventi.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Barracciu, Fois, Planetta, Sanna Gian Valerio, Sanna Matteo e Zedda Alessandra hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 59
astenuti 2
maggioranza 30
favorevoli 59
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Sostegno alle donne detenute
1. La Regione promuove, d'intesa con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, con il Centro per la giustizia minorile e con gli enti locali territorialmente competenti, interventi destinati alle donne detenute e internate e sostiene le iniziative atte a favorire misure alternative alla detenzione per le donne con figli minori, nel rispetto della legge 8 marzo 2001, n. 40 (Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori). A tal fine, inoltre, attiva progetti tendenti a migliorare le condizioni di vita della popolazione femminile all'interno del carcere con opportuni interventi di assistenza sanitaria specialistica e di prevenzione mirata ai problemi della donna.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 2, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Tutela dei minori
1. La Regione, d'intesa con il Centro per la giustizia minorile, favorisce l'inserimento dei minori sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria nelle strutture di tipo comunitario anche mediante l'attivazione di percorsi individualizzati finalizzati al reinserimento sociale e lavorativo del minore, attraverso un sostegno socio-educativo e lo svolgimento di attività formative, di orientamento lavorativo, ricreative, culturali e sportive.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Cocco Daniele, Planetta e Rodin hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Misure a favore degli stranieri
1. La Regione, d'intesa con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, promuove e finanzia gli interventi a favore dei detenuti stranieri, con particolare riguardo ai servizi di mediazione culturale.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 4.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cherchi, Porcu e Sanna Paolo hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 61
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Tutela, promozione ed educazione alla salute
1. La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, tutela il diritto alla salute dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, e garantisce i livelli essenziali di assistenza sanitaria concernenti le prestazioni preventive, diagnostico-terapeutiche e riabilitative assicurando parità di trattamento fra persone libere e persone ristrette.
2. La Regione promuove e finanzia l'attuazione di progetti di educazione sanitaria ed educazione alla salute rivolti ai detenuti o ai soggetti ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione e agli operatori penitenziari, con l'attivazione di specifici percorsi formativi anche attraverso la stipula di apposite convenzioni tra le ASL e le direzioni degli istituti per adulti e per minori.
3. In particolare la Regione:
a) assume le iniziative necessarie affinché i soggetti tossicodipendenti e alcol dipendenti siano inseriti in programmi terapeutici specifici che prevedano interventi di prevenzione e di riduzione del danno anche in collegamento con le comunità terapeutiche locali;
b) assicura la tutela della salute mentale all'interno degli istituti penitenziari e promuove il benessere psichico dei detenuti, garantendo tutte le prestazioni specialistiche necessarie e qualunque azione utile a prevenire il comportamento suicidario e autolesionistico e a limitare il ricorso all'Ospedale psichiatrico giudiziario (OPG);
c) rafforza le azioni volte a promuovere il miglioramento delle condizioni di vita intramuraria dei soggetti con invalidità congenita o acquisita, con particolare attenzione all'attività di riabilitazione;
d) garantisce gli interventi di prevenzione sanitaria, ivi compresi gli interventi di profilassi delle malattie infettive;
e) assicura l'assistenza socio-sanitaria ai bambini tenuti presso di sé dalle madri detenute, garantendo l'accesso ai servizi socio-assistenziali esterni.
4. La Regione individua ipotesi alternative alla detenzione negli ospedali psichiatrici giudiziari per soggetti con diagnosi psichiatrica. A tal fine definisce i requisiti funzionali organizzativi e di localizzazione di strutture psichiatriche socio-assistenziali residenziali o semiresidenziali che possano assicurare adeguati interventi terapeutici, di protezione e reinserimento sociale in strutture a custodia attenuata.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e del relativo emendamento:
Art. 6
Istruzione e formazione
1. La Regione, in collaborazione con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, sostiene l'accesso ai percorsi di istruzione e formazione professionale delle persone adulte e dei minori presenti negli istituti penitenziari o ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione. In particolare, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, gli enti di formazione e gli operatori del terzo settore, promuove interventi di istruzione e formazione professionale ivi compresi i corsi di lingua italiana rivolti alla popolazione straniera.
2. Gli interventi di cui al comma 1, destinati all'educazione e qualificazione professionale, tengono conto delle esigenze e tendenze del mercato del lavoro nel territorio regionale e mirano al reinserimento lavorativo dei detenuti che hanno espiato la pena.
Emendamento aggiuntivo Solinas Christian - Sanna Giacomo - Dessì
Articolo 6
Al comma 1 dell'articolo 6 dopo le parole "percorsi di istruzione" sono aggiunte le seguenti:
"di ogni ordine e grado, ivi compresi i corsi universitari";
dopo le parole "istituzioni scolastiche" sono altresì aggiunte le seguenti: "le Università". (1))
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Piras ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 60
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 7, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 e del relativo emendamento:
Art. 7
Reinserimento lavorativo e sociale
1. La Regione, d'intesa con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, promuove e sostiene interventi per l'avviamento al lavoro di detenuti ed ex detenuti attraverso progetti sperimentali diretti a incentivare nuove professionalità e nuove forme imprenditoriali anche attraverso la creazione di cooperative sociali. A tal fine favorisce le imprese che assumono detenuti in semilibertà, soggetti sottoposti a misure alternative e sostitutive o ex detenuti facendo ricorso a tutte le agevolazioni a vario titolo previste dalle leggi statali e regionali quali borse-lavoro, tirocini, abbattimento degli oneri previdenziali e fiscali.
2. Sulla base delle modalità indicate dalla legge regionale 22 aprile 1997, n. 16 (Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale) la Regione favorisce commesse di lavoro per i detenuti o ex detenuti da parte degli enti pubblici attraverso la stipula di apposite convenzioni fra le amministrazioni pubbliche e le cooperative sociali per la gestione e fornitura dei beni e servizi e per la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi.
3. La Regione favorisce lo svolgimento di attività lavorative all'interno degli istituti penitenziari e assicura, attraverso le informazioni dei centri per l'impiego e sulla base della domanda di professionalità proveniente dal territorio, un servizio di orientamento al lavoro mirato a favore dei detenuti, dei soggetti a misure alternative e sostitutive alla detenzione e degli ex detenuti.
4. La Regione sostiene l'azione degli enti locali diretta alla realizzazione degli interventi a favore dei detenuti, con particolare riguardo alla fase della scarcerazione, con azioni di progettazione della dimissione e di accompagnamento finalizzate al loro reinserimento sociale e lavorativo. In particolare promuove interventi di mediazione familiare, di housing sociale, aggregazione e integrazione sociale e di prevenzione della recidiva.
Emendamento aggiuntivo Uras - Zuncheddu - Ladu - Cucca - Salis - Cocco Daniele - Rodin - Sanna Matteo - Artizzu - Steri - Meloni Francesco - Pittalis
Articolo 7
Dopo il comma 9 dell'art. 7 è aggiunto il seguente comma:
"Gli interventi di cui al presente articolo costituiscono il piano stralcio per l'inserimento lavorativo e sociale del Piano regionale dei servizi del lavoro e per l'occupazione di cui alla L.R. 20/2005.
Il predetto piano è sottoposto al parere preventivo della commissione competente." (2).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 7. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:
Art. 8
Attività trattamentali e sostegno alle famiglie
1. La Regione, gli enti locali territorialmente competenti e gli operatori del terzo settore concorrono, con il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e con il Centro per la giustizia minorile, a promuovere le iniziative culturali negli istituti penitenziari, favorendo in particolare la realizzazione delle biblioteche degli istituti medesimi e l'ampliamento dell'offerta di quelle esistenti.
2. La Regione, in collaborazione con il Comitato regionale del CONI, sostiene lo svolgimento di attività sportive da parte dei detenuti anche attraverso la creazione e riqualificazione di spazi adeguati all'interno degli istituti penitenziari e la dotazione di idonee attrezzature.
3. La Regione, d'intesa con gli istituti penitenziari, favorisce interventi volti a mantenere e rafforzare i legami dei detenuti con la propria famiglia, con particolare riguardo al ruolo genitoriale e ai colloqui in istituto con i figli minorenni.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 8, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 9.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9:
Art. 9
Programma integrato di interventi
1. La Regione promuove e finanzia interventi intra ed extramurari nei vari ambiti operativi disciplinati dalla presente legge a favore dei soggetti di cui al comma 1 dell'articolo 1 e degli ex detenuti. La Giunta regionale approva ogni anno, previo parere delle Commissioni consiliari competenti, un programma di interventi di carattere professionale, educativo, sanitario, sociale e culturale diretti al sostegno del percorso di recupero e riabilitazione e allo sviluppo di un percorso di reinserimento sociale e lavorativo sulla base delle priorità previste dalla presente legge.
2. Nel programma di cui al comma 1, la Giunta regionale individua, altresì, forme di verifica circa lo stato di sviluppo, l'adeguatezza e la congruenza degli interventi disciplinati nel capo I della presente legge.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 9, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 10.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10:
Capo II
Garante delle persone sottoposte
a misure restrittive della libertà personale
Art. 10
Istituzione
1. Al fine di contribuire a raggiungere le finalità previste dalla presente legge e tutelare i diritti e la dignità delle persone sottoposte a restrizioni nella libertà personale è istituito, presso il Consiglio regionale, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, di seguito denominato Garante.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 10, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 11.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 11:
Art. 11
Funzioni
1. Il Garante svolge, in collaborazione con le competenti amministrazioni statali e locali, le seguenti funzioni:
a) assume ogni iniziativa volta a verificare che ai soggetti indicati nell'articolo 1, comma 1, siano erogate le prestazioni inerenti al diritto alla salute, al miglioramento della qualità della vita, all'istruzione e alla formazione professionale e ogni altra prestazione finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale e all'inserimento nel mondo del lavoro previste dalla presente legge;
b) segnala agli organi regionali eventuali fattori di rischio o di danno per i soggetti indicati nell'articolo 1, comma 1, dei quali venga a conoscenza su indicazione dei soggetti interessati o di associazioni e organizzazioni che svolgono un'attività inerente alle finalità dell'articolo 8;
c) si attiva nei confronti dell'amministrazione interessata, affinché essa assuma le necessarie iniziative volte ad assicurare le prestazioni previste dalla lettera a);
d) interviene nei confronti delle strutture e degli enti regionali e delle amministrazioni locali in caso di accertate omissioni o inosservanze rispetto a loro competenze che compromettono l'erogazione delle prestazioni previste dalla lettera a) e, quando queste omissioni o inosservanze perdurano, propone agli organi regionali titolari della vigilanza su tali strutture ed enti le opportune iniziative;
e) formula indicazioni e proposte, anche su richiesta degli stessi organi regionali, in merito agli interventi amministrativi e a carattere legislativo volti ad assicurare il pieno rispetto dei diritti dei soggetti indicati nell'articolo 1, comma 1; su richiesta degli stessi organi, esprime pareri su atti amministrativi e legislativi che possono riguardare i medesimi soggetti;
f) promuove iniziative concrete di informazione, comunicazione e promozione culturale sui temi dei diritti e delle garanzie delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
2. Il Garante, qualora ne ravvisi la necessità e nei casi di particolarità gravità, informa la competente Commissione consiliare.
3. Il Garante, entro il 30 settembre di ogni anno, presenta alla Commissione consiliare competente, che si esprime in merito, un programma di attività con il relativo fabbisogno finanziario.
4. Entro il 30 aprile di ogni anno il Garante presenta alla Commissione consiliare competente un resoconto dell'attività svolta nell'anno precedente corredata di osservazioni e suggerimenti e ne invia copia alla Giunta regionale e ai soggetti di cui all'articolo 1, commi 3 e 4.
5. Della relazione di cui al comma 4 è data adeguata pubblicità sui siti istituzionali del Consiglio regionale e della Regione, sugli organi di stampa e sulle emittenti radiofoniche e televisive.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 11, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 12.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 12:
Art. 12
Rapporti con altri organismi di garanzia
1. Il Garante assicura idonee forme di collaborazione con i garanti nazionale e provinciali, ove istituiti, nell'ambito delle rispettive competenze.
2. Il Garante, il difensore civico e il garante dell'infanzia e dell'adolescenza, qualora istituito, si danno reciproca segnalazione di situazioni di interesse comune, coordinando la propria attività nell'ambito delle rispettive competenze.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 12, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 13.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 13:
Art. 13
Nomina del Garante
1. Può essere nominato Garante chi è in possesso dei seguenti requisiti:
a) laurea magistrale o diploma di laurea ai sensi dell'ordinamento previgente;
b) qualificata esperienza professionale almeno quinquennale in ambito penitenziario, nel campo delle scienze giuridiche, delle scienze sociali o dei diritti umani.
2. Il bando per la presentazione delle domande è pubblicato a cura del Presidente del Consiglio regionale sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS), in sede di prima applicazione, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge e successivamente entro trenta giorni dalla scadenza del mandato. Le domande sono presentate alla Presidenza del Consiglio regionale accompagnate dal curriculum e da elementi utili a documentare la competenza, l'esperienza e l'attitudine del candidato. La nomina del Garante viene posta all'ordine del giorno del Consiglio regionale nella prima seduta utile.
3. Il Garante è nominato dal Consiglio regionale con votazione a scrutinio segreto e a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. Se nelle prime tre votazioni non viene raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti il Garante è eletto a maggioranza assoluta.
4. Il Garante dura in carica sei anni e non è immediatamente rieleggibile.
5. Se il Garante non viene ricostituito entro i termini previsti nel comma 2 le funzioni sono prorogate per non più di quarantacinque giorni decorrenti dal giorno di scadenza del termine.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 13, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 14.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 14:
Art. 14
Cause di incompatibilità
1. La carica di Garante è incompatibile con:
a) le cariche di parlamentare, ministro, consigliere e assessore regionale, provinciale e comunale;
b) le funzioni di amministratore di ente pubblico, azienda pubblica o società a partecipazione pubblica, nonché di amministratore di ente, impresa o associazione che riceva, a qualsiasi titolo, sovvenzioni o contributi dalla Regione;
c) l'esercizio, durante il mandato, di qualsiasi attività di lavoro autonomo o subordinato.
2. Qualora il Presidente del Consiglio regionale, d'ufficio o su segnalazione di terzi o dell'interessato, accerti l'esistenza o la sopravvenienza di una delle cause di incompatibilità previste dal comma 1, invita il Garante a rimuovere tale causa entro quindici giorni. Decorso inutilmente tale termine, il Garante è dichiarato decaduto dalla carica e il Presidente ne dà immediata comunicazione al Consiglio regionale avviando le procedure di cui all'articolo 15.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 14, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 15.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 15:
Art. 15
Cause di scadenza anticipata
1. L'incarico di Garante cessa prima della scadenza per dimissioni, morte, impedimento permanente, decadenza o revoca.
2. Con le stesse modalità previste per l'elezione il Consiglio regionale può revocare il Garante per gravi o ripetute violazioni di legge.
3. Al verificarsi dei casi previsti dal comma 1 si applica la procedura prevista dai commi 2 e 3 dell'articolo 13.
4. Il Garante che subentri a quello cessato dal mandato dura in carica fino alla scadenza del mandato di quest'ultimo. Il divieto di immediata rieleggibilità di cui all'articolo 13, comma 4, non si applica qualora il Garante abbia svolto la funzione per un periodo inferiore a tre anni.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 15, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 16, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 16 e del relativo emendamento:
Art. 16
Trattamento economico
1. Al Garante spetta un trattamento economico pari al 50 per cento dell'indennità di carica, con esclusione della diaria, percepita dai consiglieri regionali. Gli spettano i rimborsi per le spese di viaggio sostenute per l'espletamento dell'incarico in misura identica a quella dei consiglieri regionali.
Emendamento sostitutivo totale Uras - Zuncheddu - Ladu - Zedda Massimo - Sechi - Cucca - Salis - Cocco Daniele - Floris Rosanna - Rodin - Artizzu - Sanna Matteo - Steri - Meloni Francesco - Pittalis
Articolo 16
Al Garante spetta l'indennità di carica mensile di cui all'articolo 6, comma 1, della L.R. 23.08.1995, n. 20, in misura del 50 per cento.
Spettano inoltre i rimborsi per l'espletamento di missioni connesse all'incarico per le spese effettivamente sostenute e comunque in misura non superiore a quelle previste per i Dirigenti dell'A.R. (3).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Meloni Francesco e Uras hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Campus - Capelli - Cuccureddu - Mulas - Pitea - Sanna Matteo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 55
astenuti 8
maggioranza 28
favorevoli 55
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 17.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 17:
Art. 17
Sede e organizzazione
1. Il Garante ha sede presso il Consiglio regionale.
2. All'assegnazione del personale, dei locali e dei mezzi necessari per il funzionamento dell'ufficio del Garante provvede l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Il personale assegnato è posto alle dipendenze funzionali del Garante.
3. Il Garante può inoltre avvalersi, quando necessario, di esperti da consultare su specifici temi e problemi, nonché della collaborazione di associazioni di volontariato e di centri di studi e ricerca.
4. Il Garante sottopone all'approvazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale un regolamento che disciplina il funzionamento dell'ufficio.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 17, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 18.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 18:
Art. 18
Clausola valutativa
1. La Giunta regionale, trascorsi due anni dall'entrata in vigore della presente legge e con periodicità annuale, presenta alla Commissione consiliare competente una relazione contenente lo stato delle iniziative specificamente rivolte alla popolazione carceraria della Regione. In tale relazione, inoltre, la Giunta informa sullo stato delle infrastrutture carcerarie, fornisce dati sugli indici di affollamento, sulla provenienza dei detenuti, sulle diverse tipologie di reato, sullo stato di salute dei detenuti, con particolare riferimento alla casistica delle patologie più frequenti e più gravi, sul livello di alfabetizzazione, sulle problematiche del lavoro e le emergenze di carattere sociale o attinenti alla sicurezza rilevate e infine sul numero di detenuti di origine o residenza nel territorio sardo destinati al di fuori della Sardegna.
2. La relazione di cui al comma 1 contiene inoltre:
a) l'entità e l'origine delle risorse utilizzate;
b) le misure adottate a sostegno della possibilità dei detenuti di fruire di regimi alternativi alla detenzione;
c) gli interventi realizzati nel campo della sanità penitenziaria;
d) le misure attuate nel campo delle politiche formative, del lavoro, dell'integrazione culturale e sociale dei detenuti;
e) l'entità e la tipologia delle commesse regionali riguardanti il lavoro svolto dai detenuti all'interno e all'esterno delle strutture penitenziarie.
3. Tutti i soggetti attuatori degli interventi di cui alla presente legge, pubblici e privati, sono tenuti a fornire le informazioni necessarie all'espletamento delle attività previste per consentire alla Giunta regionale di predisporre la relazione di cui al comma 1.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 18, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 19.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 19:
Art. 19
Abrogazione di norme
1. Il comma 16 dell'articolo 15 della legge regionale 29 aprile 2003, n. 3 (legge finanziaria 2003) e il comma 14 dell'articolo 5 della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011) sono abrogati.
2. È fatta salva la riserva di euro 100.000 a favore dell'Istituto penale per minorenni di Quartucciu prevista dal comma 14 dell'articolo 5 della legge regionale n. 1 del 2011.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 19, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 20.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 20:
Art. 20
Norma finanziaria
1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 1.800.000 annui per le finalità di cui al capo I e in euro 200.000 per le finalità di cui al capo II; alle stesse si fa fronte:
a) quanto a euro 200.000 relativi al capo II, con le risorse del bilancio interno del Consiglio regionale;
b) quanto a euro 1.800.000 relativi al capo I come appresso specificato:
1) per l'importo di euro 1.300.000 con le disponibilità recate dalla UPB S05.03.009 disponibili a seguito delle abrogazioni di cui all'articolo 19;
2) per l'importo di euro 500.000 con la variazione di cui al comma 2.
2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti modifiche:
in aumento
UPB S05.03.009
Interventi vari nel settore socio-assistenziale - Parte corrente
2011 euro 500.000
2012 euro 500.000
2013 euro 500.000
in diminuzione
UPB S08.01.002
FNOL - Parte corrente
2011 euro 500.000
2012 euro 500.000
2013 euro 500.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 3), terzo alinea, della tabella A allegata alla legge finanziaria 2011.
3. Le spese previste per l'attuazione della presente legge gravano sulla UPB S05.03.009 del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 20, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 21.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 21:
Art. 21
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel BURAS.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 21, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 137-233/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ladu e Steri hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 60
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 180/A. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Cucca, relatore.
CUCCA (P.D.), relatore. Signora Presidente, anche in questo caso non utilizzerò certamente tutto il tempo che ho a disposizione, ma qualche parola credo debba essere spesa.
Preliminarmente vorrei fare due considerazioni sui lavori della Commissione, perché desidero sottolineare il clima di collaborazione che c'è sempre nella seconda Commissione, dove si cerca di avviare un confronto prescindendo dal consueto gioco delle parti e, pur nel rispetto dei ruoli che i risultati elettorali hanno assegnato alla maggioranza e all'opposizione, si riesce a trovare una soluzione condivisa nel perseguimento degli interessi comuni piuttosto che di quelli personali o di parte. Di questo, debbo darne atto, il merito è evidentemente anche della conduzione di questa Commissione e comunque del comportamento collaborativo di tutti i commissari. Non è poi un fatto di cortesia formale sottolineare la competenza, la professionalità e la disponibilità dei funzionari della Commissione, le dottoresse Pautasso e Caria, senza l'apporto delle quali credo che stasera non avremmo né potuto approvare la legge sul Garante dei detenuti né portare in Aula la legge che stiamo adesso esaminando. Non avremmo nemmeno potuto trovare quella condivisione che generalmente riusciamo a trovare nel corso dei lavori in Commissione, in quanto sono loro che spesso offrono la soluzione, la via d'uscita per le problematiche che nascono dal dibattito.
Anche questa proposta di legge sulla istituzione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza viene definita una leggina, debbo però sottolineare l'importanza di questa norma che mette la Sardegna finalmente al passo con quasi tutte le altre Regioni d'Italia. E qui tengo a sottolineare una cosa che non è avvenuta per il Garante per i detenuti: il Governo ha provveduto di recente a emanare una legge nazionale istitutiva del Garante per l'infanzia, recependo le istanze arrivate da più parti, prima di tutto dall'UNICEF, che si è fatta portatrice della richiesta di nomina del Garante per l'infanzia da parte di tutte le istituzioni preposte. D'altro canto, già nel 1989 fu sottoscritta la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, che è stata resa esecutiva fin dal 1991, con la legge numero 176. Quella convenzione, recepita in Italia vent'anni fa, prevede che gli Stati firmatari si adoperino per garantire i diritti del fanciullo anche attraverso la creazione di istituzioni apposite, il cui compito primario è quello di vigilare sul benessere dell'infanzia. Questi principi sono stati ribaditi anche dalla Convenzione di Strasburgo del 1996 e nella sessione speciale delle Nazioni Unite del 2002 dedicata a questo argomento. In Sardegna siamo oggettivamente un po' in ritardo: soltanto due Province, prima Nuoro e poi Cagliari, si sono dotate del Garante provinciale per l'infanzia, occupando spazi che competevano oggettivamente alla Regione Sardegna.
Oggi la Regione si riappropria di questi spazi e il Garante regionale dovrà provvedere, perché sono i compiti che la legge gli assegna, a svolgere anche funzioni di coordinamento e raccordo con le attività dei garanti nazionale e provinciali. Inoltre dovrà svolgere una funzione di raccordo della propria attività con i garanti già esistenti: il Garante dei detenuti, istituito oggi, e il Difensore civico.
L'obiettivo principale non è di poco rilievo e credo che sia opportuno che ci soffermiamo un attimo, perché anche questo è un argomento sul quale spesso ci riempiamo la bocca di belle parole e facciamo petizioni di principio che però poi, di fatto, non trovano attuazione e non hanno seguito. Come dicevo, la tutela riguarda il rispetto dei diritti dei bambini in genere, senza distinzione di sorta (genere, religione, razza), e il presupposto è quello della considerazione che i bambini e gli adolescenti rappresentano…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cucca.
Prego i colleghi di prendere posto. Onorevole Meloni, onorevole Dessì, onorevole Sanna, prendete posto. Grazie.
CUCCA (P.D.). Grazie, Presidente. Dicevo che dobbiamo considerare i bambini per quello che effettivamente sono, e cioè la risorsa per il domani, la futura classe dirigente, quelli che governeranno i processi di questa regione e di questo Paese quando noi non ci saremo più o comunque non saremo più in condizione di farlo. Saranno loro che dovranno badare alla nostra tutela in un futuro che è ormai prossimo. Attualmente essi non hanno alcuna capacità contrattuale, posto che non lavorano e non votano e quindi spesso e volentieri la classe politica tralascia questo genere di problematiche proprio perché i bambini non hanno, come dicevo, capacità contrattuale. Costituisce, però, un importante segnale di civiltà assicurare anche ai bambini un futuro nel pieno rispetto dei loro diritti che troppo spesso, soprattutto negli ultimi tempi, sono stati calpestati. Si pensi alle infinite discussioni che si stanno facendo in quest'ultimo periodo sui fenomeni diffusi di criminalità che coinvolgono i fanciulli: lo sfruttamento sessuale, lo sfruttamento del lavoro minorile, l'utilizzo dei bambini per l'accattonaggio e addirittura, come purtroppo è emerso anche di recente, per il commercio degli organi.
La legge in esame prevede l'istituzione del Garante a cui sarà affidata la difesa e la verifica dell'attuazione dei diritti e degli interessi riconosciuti ai minori, ponendo in essere ogni azione diretta alla loro piena attuazione. E' importante sottolineare che il Garante svolgerà la sua attività in piena autonomia, come deve essere in qualsiasi istituzione civile; è una figura che deve garantire i diritti di qualcuno ed è logico che debba svolgere senza nessuna subordinazione gerarchica il proprio compito e in piena autonomia e indipendenza di giudizio. Non sarà sottoposto ad alcuna forma di controllo, come dicevo, né gerarchico né funzionale, salvo ovviamente la clausola valutativa, che in qualche maniera limita la sua attività, ma si tratta semplicemente della valutazione sulla bontà della nomina e dell'individuazione del Garante stesso, per cui correttamente la legge prevede questa clausola.
Tra le attribuzioni del Garante ci saranno anche compiti di proposta per il rafforzamento delle disposizioni legislative relative all'esercizio dei diritti dei minori. Egli avrà poi compiti consultivi, di informazione e di controllo; dovrà occuparsi della promozione della conoscenza e dell'affermazione dei diritti individuali, sociali e politici dell'infanzia e dell'adolescenza, assumendo ogni iniziativa diretta alla loro realizzazione. Il Garante, infatti, sarà anche chiamato a svolgere un ruolo attivo per garantire la piena attuazione di tali diritti. Nell'esercizio delle proprie attribuzioni avrà compiti di proposta per rafforzare le disposizioni legislative relative all'esercizio dei diritti dei minori, consultivi in ordine agli atti normativi di indirizzo concernenti i diritti dei minori, di informazione al fine di fornire ai mezzi di comunicazione, al pubblico e a tutti coloro che si occupano delle questioni relative ai minori notizie generali riguardanti l'esercizio dei diritti dei minori, e infine anche compiti di ascolto dei minori ed evidentemente anche delle persone che in qualsiasi modo, mi riferisco in particolare alle associazioni di volontariato, si occupano di questa materia. Dovrà collaborare con le amministrazioni pubbliche o con i soggetti pubblici e privati che abbiano competenza sui minori, relativamente a fattori di rischio e situazioni ambientali carenti o inadeguate, per la diffusione della cultura del rispetto verso i bambini. Dovrà collaborare anche con il Corecom, in quanto ha il compito di vigilare sull'operato dei mezzi di comunicazione e di segnalare, laddove vengano riscontrate, eventuali trasgressioni delle quali sia venuto a conoscenza; dovrà inoltre occuparsi di curare l'organizzazione dei servizi di informazione sempre a favore dell'adolescenza.
Tutti questi sono temi di cui - nessuno di noi lo può negare - ci siamo occupati moltissime volte, dei quali sono piene le cronache quotidiane sui giornali, ma che, nel momento in cui dobbiamo occuparcene in maniera veramente fattiva, destano in noi indifferenza e perplessità. Credo che in questo momento stiamo dando all'esterno un segnale di grande civiltà con l'approvazione di questa legge. Il Garante per l'infanzia dovrà anche esprimersi su richiesta dei competenti organi regionali, provinciali e comunali circa l'eventuale impatto su bambini e ragazzi di pareri, proposte, rilievi su progetti di legge, di regolamento e atti amministrativi in genere.
Non mi soffermo sul contenuto dei singoli articoli, perché credo che sia sufficiente leggere la relazione allegata alla legge. Lo faccio evidentemente per una questione di economia di tempo, limitandomi a evidenziare, come ho detto in precedenza, che nel testo originario proposto alla Commissione è stata inserita la clausola valutativa. E' una clausola che io considero di estrema importanza, perché consente di verificare l'attività del Garante, che opera in totale autonomia e senza vincoli gerarchici. Evidentemente all'esito di questa verifica, che deve essere compiuta annualmente, potranno essere presi da parte del Consiglio regionale i provvedimenti conseguenti.
Come dicevo questa legge è di estrema importanza e l'auspicio è che anche il Consiglio regionale prenda atto del momento particolarmente importante e delle istanze che sono pervenute da più parti. La Commissione ha provveduto ad audire le autorità che si occupano di questa materia, in particolare i rappresentanti dell'UNICEF, che ha reiteratamente chiesto l'approvazione di una legge che, lo ripeto, ci pone al passo con le altre Regioni d'Italia. Si spera, quindi, che anche il Consiglio ne prenda atto e approvi la legge all'unanimità, come è accaduto in Commissione.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Sarò brevissimo, ma devo sottolineare come Presidente della seconda Commissione che questa legge, al pari di quella che abbiamo appena approvato e che istituisce il Garante dei detenuti, è una legge di grandissima importanza, una legge di civiltà, come giustamente dicevano l'onorevole Cucca e altri colleghi che sono intervenuti. Desidero ancora ringraziare per il lavoro che è stato fatto i componenti della Commissione, che hanno approvato all'unanimità i due progetti di legge, e le dottoresse Pautasso e Caria, che hanno svolto un ruolo importantissimo nell'istruttoria degli stessi. Sono leggi che rispondono compiutamente alle esigenze di fasce deboli della popolazione: i detenuti, i bambini e gli adolescenti.
Credo che questo Consiglio regionale bene abbia fatto a equipararsi ad altre Regioni d'Italia, perché la figura del Garante per l'infanzia è assolutamente indispensabile e devo dire che anche delle province e dei comuni l'hanno istituita prima di noi. In questo modo la Regione Sardegna ha dimostrato di avere la giusta sensibilità nei riguardi delle persone deboli, che hanno bisogno di tutela e di aiuto.
Pertanto mi auguro che al pari della legge sul Garante dei detenuti, che è stata appena approvata, anche questa legge venga approvata con la massima adesione da parte del Consiglio che, come dicevo prima, sta dimostrando di avere la giusta sensibilità nei confronti di persone deboli che hanno bisogno della giusta tutela e attenzione da parte della politica. Questo è sicuramente un passo avanti da parte di questo Consiglio regionale rispetto a una legislazione che per alcuni profili è stata carente fino adesso, ma che sta raggiungendo risultati soddisfacenti. Grazie.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Dobbiamo ora procedere alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Meloni Francesco, Planetta e Vargiu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Istituzione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza
1. La Regione autonoma della Sardegna istituisce presso il Consiglio regionale il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, di seguito denominato Garante, al fine di assicurare sul territorio regionale la piena attuazione dei diritti e degli interessi riconosciuti ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze in conformità a quanto previsto dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, approvata a New York il 20 novembre 1989 e resa esecutiva con la legge 27 maggio 1991, n. 176 (Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989) e dalla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, adottata a Strasburgo il 25 gennaio 1996 e ratificata con la legge 20 marzo 2003, n. 77 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a Strasburgo il 25 gennaio 1996).
2. Il Garante svolge la propria attività in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e valutazione e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico e funzionale. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art. 1 bis
Ambito e modalità di intervento
1. Il Garante, al fine di tutelare gli interessi e i diritti dei bambini e dei ragazzi presenti sul territorio regionale agisce d'ufficio, qualora ne abbia diretta conoscenza, o su segnalazione, anche da parte di minori e, ove possibile, in accordo con le famiglie.
2. Nell'esercizio delle sue attribuzioni il Garante può:
a) richiamare le istituzioni pubbliche a prendere in considerazione, nello svolgimento dei loro compiti, il superiore interesse dei bambini e dei ragazzi ai sensi dell'articolo 3 della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo;
b) vigilare sul rispetto dei diritti dei minori nel territorio regionale e segnalare alle amministrazioni competenti casi di bambini e ragazzi in situazioni di rischio o di pregiudizio;
c) promuovere e sollecitare interventi di aiuto e sostegno a favore di bambini e ragazzi, nonché l'adozione di atti o la modifica o riforma degli stessi qualora ritenuti pregiudizievoli dell'interesse dei minori;
d) trasmettere, informandone i servizi sociali competenti, all'autorità giudiziaria informazioni, eventualmente corredate di documenti, inerenti la condizione o gli interessi della persona di minore età.
3. Il Garante, per adempiere ai compiti previsti dal presente articolo, ha:
a) facoltà di intervenire nei procedimenti amministrativi, ai sensi dell'articolo 9 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) qualora possa derivare dal provvedimento un pregiudizio ai bambini e ragazzi;
b) diritto di prendere visione degli atti del procedimento e di presentare memorie scritte e documenti ai sensi dell'articolo 10 della legge n. 241 del 1990;
c) diritto di accesso ai documenti amministrativi nei limiti e secondo le modalità previste dalla legge n. 241 del 1990. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Funzioni
1. Il Garante svolge le seguenti funzioni:
a) promuove, in collaborazione con gli enti e le istituzioni che si occupano di minori, le iniziative per la diffusione di una cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, il riconoscimento dei diritti individuali, sociali e politici dei bambini e dei ragazzi e assume ogni iniziativa per la loro concreta realizzazione;
b) vigila sull'applicazione nel territorio regionale delle convenzioni internazionali ed europee e delle norme statali e regionali di tutela dei soggetti minori;
c) rappresenta i diritti e gli interessi dell'infanzia e dell'adolescenza presso tutte le sedi istituzionali competenti e favorisce la conoscenza di tali diritti e dei relativi mezzi di tutela;
d) vigila, anche in collaborazione con le istituzioni preposte alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, sulle condizioni dei minori a rischio di emarginazione sociale e sui fenomeni di discriminazione, per motivi di sesso, di appartenenza etnica o religiosa, e favorisce le iniziative da parte delle amministrazioni competenti per rimuovere le cause che ne impediscono la tutela;
e) promuove iniziative, in accordo con le istituzioni scolastiche, volte all'assunzione di misure per fare emergere e contrastare i fenomeni di violenza fra minori all'interno del mondo della scuola e di dispersione scolastica;
f) segnala ai servizi sociali e all'autorità giudiziaria situazioni di rischio o di danno derivanti a bambini e ragazzi da situazioni ambientali carenti o inadeguate dal punto di vista igienico-sanitario e abitativo o che comunque richiedono interventi immediati di ordine assistenziale o giudiziario nel caso di violazione dei diritti indicati alla lettera a);
g) vigila sui fenomeni dei minori scomparsi e dei minori abbandonati non segnalati ai servizi sociali e alla magistratura minorile;
h) concorre, anche mediante visite, alla vigilanza sull'assistenza prestata ai minori ricoverati in istituti educativi, sanitari e socio-assistenziali, in strutture residenziali o, comunque, in ambienti esterni alla propria famiglia, ai sensi della normativa vigente;
i) fornisce sostegno tecnico e legale agli operatori dei servizi sociali ed educativi dell'area minorile favorendo l'organizzazione di corsi di aggiornamento;
j) assicura la consulenza e il supporto ai tutori, ai curatori e agli amministratori di sostegno nell'esercizio delle loro funzioni;
k) verifica le condizioni e gli interventi volti all'accoglienza ed all'inserimento del minore straniero, anche non accompagnato;
l) accoglie le segnalazioni provenienti da persone anche di minore età, dalle famiglie, dalle scuole, da associazioni ed enti, in ordine a casi di violazione dei diritti di cui alla lettera a) e fornisce informazioni sulle modalità di tutela e di esercizio di tali diritti, anche attraverso l'istituzione di un'apposita linea telefonica gratuita;
m) segnala alle amministrazioni pubbliche competenti situazioni di danno o di rischio, conseguenti ad atti o fatti ritardati, omessi o comunque irregolarmente compiuti, di cui abbia avuto conoscenza e sollecita l'adozione di specifici provvedimenti in caso di condotte omissive;
n) svolge un'azione di monitoraggio delle attività di presa in carico, di vigilanza e di sostegno del minore, disposte con provvedimento dell'autorità giudiziaria;
o) promuove, in collaborazione con gli assessorati regionali e provinciali competenti e con soggetti pubblici e privati, iniziative per la diffusione di una cultura dell'infanzia e dell'adolescenza finalizzata al riconoscimento dei bambini e dei ragazzi come soggetti titolari di diritti, favorendo la conoscenza di tali diritti e dei relativi mezzi di tutela attraverso l'accesso ai mezzi di comunicazione radiotelevisiva;
p) formula proposte e, ove richiesti, esprime pareri su atti normativi e di indirizzo riguardanti l'infanzia, l'adolescenza e la famiglia, di competenza della Regione, delle province e dei comuni;
q) vigila sulla programmazione televisiva, sulla comunicazione a mezzo stampa e sulle altre forme di comunicazione audiovisive e telematiche per la salvaguardia e la tutela dei bambini e ragazzi, anche in collaborazione con il Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) segnalando eventuali trasgressioni;
r) collabora all'attività di raccolta ed elaborazione di tutti i dati relativi alla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito regionale;
s) cura la realizzazione di servizi di informazione destinati all'infanzia e all'adolescenza e ne assicura adeguata pubblicità.
2. Il Garante, entro il 30 settembre di ogni anno presenta alla Commissione consiliare competente, che si esprime in merito, un programma di attività con il relativo fabbisogno finanziario ed una relazione annuale sulla propria attività secondo le modalità previste dall'articolo 8 bis. )
(E' approvato)
Gli articoli 3 e 4 sono soppressi.
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Tutela e curatela
1. Il Garante promuove, anche in collaborazione con i competenti organi regionali, la cultura della tutela e della curatela, anche tramite l'organizzazione di idonei corsi di formazione.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:
Art. 6
Rapporti con altri organismi di garanzia
1. Il Garante assicura idonee forme di collaborazione con i garanti nazionale e provinciali, ove istituiti, nell'ambito delle rispettive competenze.
2. Il Garante, il difensore civico e il garante dei detenuti, qualora istituito, si danno reciproca segnalazione di situazione di interesse comune, coordinando la propria attività nell'ambito delle rispettive competenze. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7:
Art. 7
Nomina del Garante
1. Può essere nominato Garante chi è in possesso di documentata esperienza, maturata nell'ambito delle politiche educative e socio-sanitarie, con particolare riferimento alle materie concernenti l'età evolutiva e le relazioni familiari.
2. Il bando per la presentazione delle domande è pubblicato a cura del Presidente del Consiglio regionale sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS), in sede di prima applicazione entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge e successivamente entro trenta giorni dalla scadenza del mandato. Le domande sono presentate alla Presidenza del Consiglio regionale accompagnate dal curriculum e da elementi utili a documentare la competenza, l'esperienza e l'attitudine del candidato. La nomina viene posta all'ordine del giorno del Consiglio regionale nella prima seduta utile.
3. Il Garante è nominato dal Consiglio regionale con votazione a scrutinio segreto e a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. Se nelle prime tre votazioni non viene raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti il Garante è eletto a maggioranza assoluta.
4. Il Garante dura in carica tre anni e può essere rieletto una sola volta. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 bis:
Art. 7 bis
Cause di incompatibilità
1. La carica di Garante è incompatibile con:
a) le cariche di parlamentare, ministro, consigliere e assessore regionale, provinciale e comunale;
b) le cariche di direttore generale, sanitario e amministrativo delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere regionali;
c) le funzioni di amministratore di ente pubblico, azienda pubblica o società a partecipazione pubblica, nonché di amministratore di ente, impresa o associazione che riceva, a qualsiasi titolo, sovvenzioni o contributi dalla Regione;
c) l'esercizio, durante il mandato, di qualsiasi attività di lavoro autonomo o subordinato.
2. Qualora il Presidente del Consiglio regionale, d'ufficio o su segnalazione di terzi o dell'interessato, accerti l'esistenza o la sopravvenienza di una delle cause di incompatibilità previste dal comma 1, invita il Garante a rimuovere tale causa entro quindici giorni. Decorso inutilmente tale termine, il Garante è dichiarato decaduto dalla carica e il Presidente ne dà immediata comunicazione al Consiglio regionale avviando le procedure di cui all'articolo 7. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7 ter.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 ter:
Art. 7 ter
Cause di scadenza anticipata
1. L'incarico di Garante cessa prima della scadenza per dimissioni, morte, impedimento permanente, decadenza o revoca.
2. Con le stesse modalità previste per l'elezione il Consiglio regionale può revocare il Garante per gravi o ripetute violazioni di legge.
3. Al verificarsi dei casi previsti dal comma 1 si applica la procedura prevista dai commi 2 e 3 dell'articolo 7.
4. Il Garante che subentri a quello cessato dal mandato dura in carica fino alla scadenza del mandato di quest'ultimo. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7 quater, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 quater e del relativo emendamento:
Art. 7 quater
Trattamento economico
1. Al Garante spetta un terzo dell'indennità di carica prevista per i consiglieri regionali e, inoltre, il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate.
Emendamento sostitutivo totale Ladu - Uras - Cucca - Salis - Sanna - Steri - Cossa - Capelli - Pittalis - Cuccureddu
Articolo 7 quater
L'articolo 7 quater è sostituito dal seguente:
"Trattamento economico
1. Al Garante spetta l'indennità di carica mensile di cui all'articolo 6, comma 1, della legge regionale 23 agosto 1995, n. 20, in misura del 50 per cento.
2. Spettano inoltre i rimborsi per l'espletamento di missioni connesse all'incarico per le spese effettivamente sostenute e comunque in misura non superiore a quelle previste ai Dirigenti dell'Amministrazione regionale". (1).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Cucca, relatore.
CUCCA (P.D.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Anche la Giunta esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:
Art. 8
Sede e organizzazione
1. Il Garante ha sede presso il Consiglio regionale.
2. All'assegnazione del personale, dei locali e dei mezzi necessari per il funzionamento dell'ufficio del Garante provvede l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Il personale assegnato è posto alle dipendenze funzionali del Garante.
3. Il Garante può inoltre avvalersi, quando necessario, di esperti da consultare su specifici temi e problemi, nonché della collaborazione di associazioni di volontariato e di centri di studi e ricerca.
4. Il Garante sottopone all'approvazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale un regolamento che disciplina il funzionamento dell'ufficio. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8 bis:
Art. 8 bis
Clausola valutativa
1. Il Garante, entro il 30 aprile di ogni anno, presenta alla competente Commissione consiliare una relazione che illustra l'attività svolta e i risultati raggiunti nel promuovere e garantire la piena attuazione dei diritti dei minori.
2. La relazione di cui al comma 1 fornisce le seguenti informazioni:
a) lo stato di attuazione delle attività previste dagli articoli 2 e 3 con specifico riferimento agli interventi realizzati e agli esiti prodotti;
b) le criticità emerse nella realizzazione degli interventi e le possibili soluzioni da adottare;
c) l'elencazione dei casi di violazione dei diritti dei minori riscontrate, le principali esigenze di promozione dei diritti rilevate nel territorio regionale e le principali soluzioni da adottare.
3. La Commissione consiliare competente valuta di proporre al Consiglio l'adozione delle conseguenti determinazioni. )
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 9.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9:
Art. 9
Norma finanziaria
1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in complessivi euro 280.000 annui.
2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti variazioni:
in aumento
UPB S01.01.001
Consiglio regionale
2011 euro 280.000
2012 euro 280.000
2013 euro 280.000
in diminuzione
UPB S08.01.002
FNOL - parte corrente
2011 euro 280.000
2012 euro 280.000
2013 euro 280.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 2) della tabella A allegata alla legge finanziaria 2011.
3. Le spese previste per l'attuazione della presente legge gravano sulle suddette UPB del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 10.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10:
Art. 10
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel BURAS.)
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 180/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Petrini, Porcu e Sanna Paolo hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
I lavori odierni si concludono qui. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 19 e 23.
[PS1]Tysabri