Seduta n.272 del 26/10/2011
CCLXXII Seduta
Mercoledì 26 ottobre 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 02.
SANNA MATTEO, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 19 ottobre 2011 (265), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Capelli, Felice Contu, Giorgio Cugusi, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Onorio Petrini e Carlo Sanjust hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 26 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cugusi - Mariani - Ben Amara - Salis sul riconoscimento della fibromialgia come patologia cronica, progressiva e fortemente invalidante, così come già riconosciuta dall'OMS". (150)
PRESIDENTE. Considerate le poche presenze in aula, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 15.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 04, viene ripresa alle ore 16 e 24.)
(Norme per la classificazione delle aziende ricettive)". (265/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265.
Siamo in fase di discussione dell'articolo 1 ter e dei relativi emendamenti.
E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Noi continuiamo per la nostra strada, quella che voi chiamate ostruzionismo e che invece nel calcio viene chiamato catenaccio, una tattica di cui fu maestro Nereo Rocco, prima di allenare il Milan, quando era a capo di squadre che avevano poche chance rispetto alle grandi squadre. E' una tattica di difesa che però a volte porta risultati, e quello che conta è il risultato finale. Staremo a vedere.
Noi ci contrapponiamo alla vostra posizione che è una posizione che guarda con interesse esclusivo agli aspetti edificatori, lo avete fatto col piano casa 1, 2 con la legge sul golf, e oggi lo fate col piano casa 3, tutti interventi che proponete come un'attenzione a favore del turismo. Io credo che come attenzione sia soprattutto rivolta al mercato del turismo immobiliare, perché di questo si tratta, un turismo immobiliare che registra dati preoccupanti di crisi diffusa in Italia ma che tocca - noi ne conosciamo bene i numeri - soprattutto la Sardegna.
E allora, di fronte a questa vostra caparbietà, io vi ricordo che se dobbiamo occuparci di prendere in considerazione un malato grave, che è l'economia turistica in Sardegna, probabilmente dovremmo occuparci con maggiore attenzione e sicuramente in termini di priorità del problema di trasporti e della continuità territoriale che potrebbe garantire al turismo in futuro sicuramente opportunità e risorse più di quante non gliene possa offrire questa idea di consentire un'edificazione che punta, come abbiamo ribadito, esclusivamente all'ampliamento delle seconde case; seconde case lungo la fascia costiera e seconde case in agro, in una regione dove, l'ho già detto la volta scorsa, registriamo il più alto numero di seconde case in Italia.
Queste seconde case, fra l'altro, sono interamente schierate lungo la fascia costiera, perché sappiamo tutti, voi forse più di me, che nelle zone interne non esiste il fenomeno delle seconde case, anzi nelle zone interne c'è il fenomeno contrario, quello dell'abbandono e dello spopolamento. E' stato ricordato qui che esiste una quantità di residenze, abitazioni sfitte, abbandonate, perché dai centri minori si va via, ci si allontana per tutta una serie di difficoltà che non si è riusciti ad affrontare offrendo agli abitanti delle zone interne altre possibilità.
Quindi il vostro modello turistico oggi è incentrato quasi esclusivamente sulla seconda casa; un turismo che esaspera concetti che magari sono nati con grandi speranze e aspettative in anni passati. Ricordo nel 1961 quando il modello di turismo basato sul cemento e sul costruire faceva nascere il Consorzio della Costa Smeralda; ebbene, io credo che dopo cinquant'anni possiamo dire che probabilmente è entrato in crisi anche quello stesso modello, che era un modello di eccellenza, di straordinaria qualità e che oggi registra, anch'esso, fenomeni preoccupanti di crisi. E' questa una legge, quindi, che non interessa i sardi, quei sardi che noi sappiamo preoccupati, in ansia, in difficoltà, è una legge che si rivolge ad una fascia molto ristretta di sardi, a coloro che magari sperano di recuperare vecchie lottizzazioni, di coronare sogni tenuti nel cassetto per un lungo periodo. Io credo che se fossimo onesti, se foste onesti dovreste dire che sono cambiate le condizioni, che non è più tempo di puntare a quelle ipotesi di sviluppo, così come pomposamente insistete nel titolo di questa legge. Noi abbiamo bisogno di altre edificazioni, di soddisfare il bisogno di prima casa e non abbiamo certamente bisogno di villaggi vacanze, di quei villaggi fantasma che popolati al massimo per due mesi d'estate, dopo aver consumato la parte più pregiata e preziosa del nostro territorio vengono abbandonati.
Fra l'altro si registra con un fenomeno sempre più dilagante e preoccupante che sta minando le opportunità occupative nel settore dei villaggi vacanze delle popolazioni locali. Cito un dato per tutti: il grosso complesso del Baia di Conte in Alghero quest'anno ha sostituito oltre il 50 per cento dei lavoratori locali con dipendenti della Romania. E questo vuol dire che in futuro - è stato già anticipato - ci sarà il licenziamento di altri lavoratori locali per sostituirli interamente con lavoratori che vengono dall'est. Questo credo che debba essere un ulteriore elemento di riflessione perché, dicevo prima, il vero affare, il business dell'edilizia ruota attorno all'attività di costruzione della prima casa.
Tutti sapete, infatti, che il boom economico inizia negli anni del dopoguerra quando si mettono in moto meccanismi per permettere di costruire la casa a chi non ce l'aveva, per assicurare la prima casa agli italiani che avevano individuato nella proprietà della loro abitazione il bene primario cui aspirare. Erano anni quelli in cui la gente veniva allontanata da condizioni di vita invivibili; molti abitavano nei sottani, in spazi angusti, qualcuno abitava anche in case di campagna. Oggi per fortuna esistono i rioni popolari, quelli che venivano chiamati allora quartieri popolari e che garantiscono alla gran parte delle nostre città una qualità della vita superiore in termini di sostenibilità e di vivibilità.
Quegli edifici costruiti negli anni 50 dall'INA Casa e dall'Istituto autonomo case popolari hanno garantito nelle nostre città forse l'edificato migliore, più apprezzabile e soprattutto rispettoso di spazi e di standard che oggi invece si vuol far saltare attraverso vari meccanismi, compreso quello contenuto in quest'ultimo progetto di legge.
Io credo che il rilancio dell'edilizia dipenda, ce lo siamo detto tante volte, anche voi l'avete detto, dal recupero del patrimonio abitativo esistente, per migliorare, con soluzioni tecnologiche, improntate anche al risparmio energetico, la situazione abitativa dei sardi. Voi introducete forzatamente in questa proposta di legge alcuni di questi obiettivi ma poi non si comprende che fine facciano nello sviluppo della legge stessa.
Non si punta al recupero, al risanamento degli edifici pubblici, delle scuole, degli asili, degli ospedali, degli impianti sportivi. Penso all'abbandono, al degrado di tutti quegli spazi che sono i musei, i teatri, le biblioteche e di tutti quegli spazi pubblici oggi sottratti ad un uso perché magari in condizioni di pericolosità per una staticità non garantita. Abbiamo esempi di edifici pubblici e di strutture destinati a fruizione pubblica chiusi in tutte le nostre città.
Noi credo che oggi stiamo percorrendo la strada all'inverso, stiamo facendo dei passi all'indietro puntando a un recupero di spazi, quegli spazi che vengono chiamati volumi tecnici che servono alla salute, alla stabilità, alla staticità degli edifici.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, continuiamo stasera in questa aula la discussione su un provvedimento importante che ci vede tutti impegnati a cimentarci in una bagarre d'aula. Io tengo a ricordare ai colleghi, specialmente all'assessore Rassu, che stimo per le qualità politiche, che noi partiamo da una situazione iniziale che è stata quella - passatemi il termine colleghi - della brutta figura del famoso "piano casa due", che è caduto in aula nella votazione sul passaggio degli articoli a causa di una serie di interventi esagerati che non consentivano sicuramente un'analisi attenta delle proposte che venivano messe in campo da questa maggioranza.
Adesso ci troviamo in quest'Aula a riparlare di un "piano casa tre" con un presupposto (che, secondo me, sta alla base di questi ragionamenti, il presupposto) che la maggioranza, la Giunta venga in questa aula per dire: scusate, abbiamo sbagliato ripartiamo, occupiamoci di piano casa e rimandiamo successivamente alla modifica del Piano paesaggistico regionale tutti gli altri elementi, che noi continuiamo a considerare intrusi e che sicuramente troveremo difficoltà anche nella loro applicazione, visto anche l'impugnativa del Governo nazionale nei confronti del piano casa del Lazio. Questo proprio perché alcuni articoli vanno a modificare, a intromettersi in tutte quelle norme che riguardano il paesaggio, l'ambiente, il territorio che sono sicuramente attinenti ad un altro tipo di pianificazione e che richiedono una modifica del Piano paesaggistico regionale. Io ricordo all'assessore Rassu, all'amico Nicola Rassu una cosa fondamentale: che non solo in questo piano casa avete deciso di introdurre le norme intruse che modificano il PPR, ma pensate addirittura di utilizzare una norma per la modifica del Piano paesaggistico regionale prevista dall'articolo 11 della famosa legge numero 4 che deruba il Consiglio del suo ruolo.
Io mi ricordo le battaglie tremende che l'assessore Rassu, allora vicepresidente, condusse in Aula per ridare ruolo, visibilità, disponibilità alla concertazione da parte del Consiglio regionale. Assessore, mi ricordo le sue battaglie furenti con l'onorevole Pili (mille e passa emendamenti) per rivendicare al Consiglio la possibilità di dare il suo contributo rispetto a un elemento normativo così fondamentale. In memoria di tutto questo utilizzate, nelle procedure di modifica del PPR, l'articolo 11 che consente al Consiglio di esprimere un parere alla Commissione, in 30 giorni, dimezzando t il percorso scritto nella legge numero 8 che attribuisce allo stesso 60 giorni per esprimere il parere, un parere fondamentale relativamente alla predisposizione di questo documento.
Proprio per comprendere quelli che sono i punti di partenza e quelli che invece noi stiamo disattendendo io mi permetto di ricordare che l'accordo quadro nazionale, quello Stato - Regioni del 2009, prevedeva iniziative volte al rilancio dell'economia, per rispondere anche ai bisogni abitativi delle famiglie e per introdurre incisive misure di semplificazioni procedurali all'attività edilizia e conteneva le tre lettere famose nelle quali parlava di incrementi volumetrici. Noi andiamo oltre chiaramente, andiamo oltre, modifichiamo il Piano paesaggistico regionale e pensiamo di inserire in questa norma una serie di elementi che sicuramente ne metteranno in dubbio la sua legittimità.
Io ricordo che l'onorevole Matteo Sanna, durante il periodo estivo - e mi piacque molto - in una intervista ad un quotidiano disse che la disponibilità della maggioranza era quella di stralciare tutta la parte relativa al Piano paesaggistico regionale e trasferirla alla discussione del PPR, ed eventualmente affrontare in Commissione i temi sul Piano casa. Purtroppo, l'onorevole Sanna, che stimo, non ha potuto mantenere questo impegno, perché la Giunta regionale, del presidente Cappellacci, si è mossa in senso contrario e ha addirittura acquistato pagine di giornali per dire come avrebbero modificato il Piano paesaggistico regionale.
Pertanto siamo andati avanti col disegno di legge "Piano casa tre", dove, all'articolo 2, non solo si introducono norme che insinuano quella che può essere un po' la pianificazione ambientale territoriale, ma le esasperiamo, le esasperiamo fino al punto che, quando andiamo a parlare, alla lettera c), delle tipologie di edilizia a schiera, esplicitiamo il concetto che queste possano essere alienate a prescindere dai corpi di fabbrica esistenti. Cioè costruiamo delle case, diamo l'opportunità di speculare da un punto di vista edilizio, e consentiamo addirittura di cedere queste nuove abitazioni. E' vero, poi, con un emendamento prevediamo che l'alienazione non possa avvenire prima di dieci anni, e che deve comprendere parzialmente o totalmente l'abitazione principale, però consentiamo che possano essere alienate.
E qui evidenzio veramente un controsenso. Assessore - su questo né ho fatto una battaglia durante la discussione del primo Piano casa - e noi consentiamo a chi nel tempo ha costruito delle case abusive, degli spazi abusivi, dei volumi abusivi che ha sanato (a differenza di quello che hanno fatto altre regioni italiane) di calcolare la percentuale, il famoso 20 per cento, da destinare all'edilizia residenziale per aumentare le volumetrie. Non solo: chiediamo un meccanismo con il quale consentiamo anche di venderle.
Leggendo il quadro in maniera complessiva, noi consentiamo a chi ha commesso un abuso edilizio, a chi ha frodato la correttezza morale e civica degli altri cittadini, di sanare l'abuso commesso, di aumentarne la volumetria e addirittura di venderlo. Siamo al paradosso che premiamo una persona che ha creato un abuso su una costruzione che andava tendenzialmente demolita, lo premiamo consentendogli l'aumento di volumetria, e lo premiamo successivamente nel momento in cui decidiamo di fargliela vendere.
Io dico questo, Assessore, e veramente non lo dico per lusingarla, io la conosco da tanti anni, apprezzo le sue qualità, specialmente politiche, ma in questo caso anche morali, io penso che questo sia uno di quegli elementi che debba portare lei e la sua maggioranza a valutare con attenzione quello che stiamo facendo. Non è possibile che noi, in un momento di difficoltà, in cui ci proponevamo di riattivare il nostro settore edilizio, e quindi fare riesplodere un po' l'economia di quel settore, ci permettiamo iniziative di questo genere.
Io non so che fiducia possano avere i cittadini nei nostri confronti, non so, noi stiamo offrendo disponibilità a persone che commettono dei reati, che poi sanano con i dei condoni. Io la prego, Assessore, di verificarle queste norme, perché forse, lette singolarmente, non alimentano le nostre perplessità o le sue perplessità, ma sicuramente leggendo il combinato disposto delle norme che si sono inseguite in questo anno e mezzo, ci troviamo, rispetto a un provvedimento che doveva essere temporaneo (diciotto mesi) doveva essere straordinario, doveva essere urgente, ci troviamo veramente a consentire dei percorsi di superamento delle regole minime comuni che non permettevano ai nostri cittadini di avere garanzia di trasparenza e positività riguardo a ciò che accade in quest'Aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Presidente, la legge numero 4 del 2009, diceva l'Assessore stamattina, è operante. Ma cosa ha prodotto di buono, assessore Rassu,questa legge, visto che è operante da due anni? Eppure, con l'approvazione della "4" del 2009, avevate previsto l'apertura di 30 mila cantieri, che avrebbero favorito un incremento dell'occupazione di centinaia di posti di lavoro, e che avrebbero rappresentato un volano per lo sviluppo economico. I fatti purtroppo si sono incaricati di dimostrare che non c'è stato nessun incremento occupazionale, che non c'è stato nessun contributo al riavvio del processo economico, che non c'è stata e non ci sarà la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Anche a voler essere benevoli, non si possono non cogliere le vostre contraddizioni e stigmatizzare il vostro piuttosto discutibile modo di legiferare.
E' stato sottolineato più volte: voi avete approvato una legge, appena qualche settimana fa, e già avvertite l'esigenza di una sostanziosa manutenzione che ne modifichi aspetti fondamentali (alludo alla legge sul golf) peggiorandola (dal nostro punto di vista, naturalmente). Voi dimostrate una particolare sensibilità e interesse per le deroghe, che non sono tese, come appare in modo sempre più chiaro, a favorire soluzioni abitative adeguate per quelle famiglie che hanno bisogno di spazi più adeguati e salubri, ma a favorire gli interessi speculativi.
Non si capisce davvero, qualora vi si riconosca la buona fede, dove vogliate approdare, perché, se l'intento fosse davvero quello di soddisfare elementari esigenze di famiglie che hanno bisogno di ampliare un ambiente angusto e inadeguato, non saremmo qui, come dicevano diversi colleghi, a perdere tempo, avremmo facilmente trovato le necessarie giuste soluzioni. Invece, voi, con questa proposta di proroga di sostanziose modifiche e deroghe al PPR, e non solo, non fate altro che agevolare, di fatto, la realizzazione di nuove unità immobiliari, attraverso i sottotetti, gli scantinati, prevedendo addirittura di poter alienare, di fatto, gli ampliamenti separati dall'unità abitativa principale, prevedendo ampliamenti di case singole o a schiera, anche all'interno della fascia dei 2 mila metri, aggredendo le parti più sensibili e di maggior pregio del nostro territorio, con le conseguenze negative che ciò comporta proprio in termini di sviluppo.
Probabilmente, siete anche in buona fede, perché non voglio pensare che il vostro agire sia indotto e sollecitato unicamente da interessi speculativi, anche se, come ama dire l'onorevole Gian Valerio Sanna, dietro alcune norme che vi proponete di approvare si intravedono in modo chiaro le impronte digitali di disinvolti imprenditori del cemento. La vostra convinzione è che l'iniezione di capitali privati nell'economia, attraverso il settore immobiliare, costituisca il modo più efficace per affrontare e cercare di uscire dalla crisi che ci attanaglia. Io credo, invece, che ciò sia profondamente sbagliato.
Infatti, come ben sappiamo, questa iniezione di capitali produce solo effetti a breve termine, assunzioni di manovalanza spesso di bassa qualifica, senza nessuna specializzazione, sottopagata, anche perché se le case vengono vendute la presenza turistica continuerà ad essere strettamente stagionale e con poca capacità di spesa da parte delle famiglie. Ma considerata la situazione di crisi internazionale è molto più probabile che gli immobili restino invenduti, almeno nel breve e medio termine. Infatti, a parità di costi, altre destinazioni mediterranee sono ben più appetibili, non foss'altro perché conservano quel carattere di incontaminazione che la nostra Regione, grazie a questo vostro modo di concepire lo sviluppo, si avvia inesorabilmente a perdere.
Infine voi, non tutti per fortuna, siete soliti ripetere, con una punta di orgoglio, di avere un'idea diversa del paesaggio e dell'ambiente, e infatti puntate a scardinare qualunque norma di salvaguardia perché considerate l'ambiente come un impedimento. Noi consideriamo l'unicità, le peculiarità del nostro paesaggio, del nostro ambiente, una risorsa da tutelare, perché rappresenta per noi il motore dello sviluppo.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, con questo articolo 1 ter, "modifiche agli interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente", entriamo nel vivo di questo disegno di legge 265 ed entrando nel vivo emergono senza veli, e quindi senza pudore, gli aspetti via via più deteriori della vostra proposta, della vostra visione miope, secondo noi, dell'urbanistica e del governo del territorio. Con quest'articolo è sempre più chiaro (secondo la nostra visione del governo del territorio, della tutela dell'ambiente, del benessere complessivo della nostra Isola e anche dello sviluppo economico) il senso politico, l'obiettivo decisamente secondo noi poco nobile, anzi quasi piratesco, di subordinare, anzi sottomettere la tutela del paesaggio, il buon governo del territorio, anche la salute dei cittadini, al pagamento delle cambiali che avete sottoscritto in campagna elettorale. Di questo si tratta.
Emerge con chiarezza direi disarmante che quelle cambiali, tra l'altro, non le avete sottoscritte in favore dell'interesse generale della Sardegna - come diceva prima anche il collega Corda - o delle esigenze dei semplici cittadini, ma (e l'articolo 1 ter lo fa emergere in tutta la sua chiarezza) in favore di pochi e famelici immobiliaristi. Perché quando voi corrispondete a una richiesta di modificare i sottotetti nel modo in cui avete proposto in questa legge, è evidente che si tratta anche di immobiliaristi famelici che, pur di lucrare attraverso le speculazioni edilizie, non si fanno cura neanche della salute dei cittadini.
E non potete chiederci di ragionare su questo testo senza tener conto del primo Piano casa e della sua seconda edizione perché, su questo tema, non si può ragionare a compartimenti stagni, ma c'è la necessità di mantenere ben chiara la storia legislativa di questi due anni e mezzo e degli strumenti legislativi che voi avete portato all'attenzione di quest'Aula. Si è trattato, infatti, di un crescendo di provvedimenti atti a scardinare il sistema delle regole che negli anni scorsi ci siamo dati, a consentire in ogni dove in quest'Isola di mettere mano all'ambiente, al territorio, al paesaggio senza regole. Quindi noi non possiamo dimenticarci di ciò che è stato, del fatto che esiste una legge, legge numero 4, che noi abbiamo profondamente contestato e di cui questa è soltanto una appendice, l'ennesima appendice, che anziché migliorarla - noi ci saremmo aspettati magari questo - la peggiora e introduce ulteriori elementi negativi e irricevibili.
Quindi non potete chiederci di fare finta che la legge numero 4 del 2009 non esista, che ci dimentichiamo che con quella legge avete tentato sostanzialmente di stravolgere il PPR e con questo stravolgimento avete messo insieme di fatto un vero e proprio Far West urbanistico, con buona pace di ogni barlume di buon governo del territorio.
La legge numero 4 del 2009, così come questo provvedimento che stiamo discutendo, secondo il nostro punto di vista - abbiamo avuto modo di dirlo a più voci la settimana scorsa, ieri, oggi - per noi non sono altro che provvedimenti omnibus per deregolamentare e nello specifico (così ce lo ricordiamo tutti, basta leggere l'articolato per rinvenire i punti che sto per elencare) abolizione di vincoli, nuove deroghe, pertinenze che acquisiscono lo status di immobili autonomi e quindi autonomamente commerciabili, annullamento o riduzione drastica delle distanze delle abitazioni, nuova e sempre più convinta aggressione della fascia costiera, sanatoria e abitabilità di sottotetti. Poi risulta a tutti quanti noi che ci sia anche una norma per recuperare i seminterrati. Quindi queste sono le norme che voi mettete in campo, e tutto questo noi ci chiediamo che cosa abbia a che fare con le politiche per la casa.
Non ha niente a che fare con le politiche per la casa, non ha niente a che fare con una concezione del Piano casa che anche in altri regioni italiane ha cercato di raggiungere obiettivi che andassero proprio verso il riconoscimento di un bisogno della casa per chi non ce l'ha e quindi verso la soddisfazione di quel bisogno. Niente, invece, di ciò che è scritto nel Piano casa 1, nel Piano casa 2, in questa rivisitazione nel Piano casa ter ha a che fare con le politiche della casa che invece noi vorremmo discutere in quest'Aula e rispetto alle quali abbiamo anche già formulato delle proposte; quelle sì che sono attese in Sardegna perché ci sono famiglie, tantissime, decine di famiglie che si aspettano una risposta in questo senso, e nel frattempo a quelle famiglie si sono aggiunti nuovi bisogni di abitazione, nuovi poveri che richiedono una risposta a questo bisogno.
In ordine di tempo voglio anche ricordare a quest'Aula che la settimana scorsa, come Gruppo P.D. abbiamo presentato una proposta di legge in favore dei genitori separati in difficoltà. Per lo più si tratta di uomini che, in virtù del giudizio di separazione, hanno visto assegnata la casa familiare all'ex coniuge e ai figli, nei confronti devono adempiere anche all'obbligo di mantenimento. Bene, io vorrei che vi concentraste anche su questo problema perché c'è una nuova esigenza di abitazione rappresentata da questi che sono definiti dalla Caritas, dalle molte associazioni, i nuovi poveri. Abbiamo scritto alcuni provvedimenti proprio per venire incontro alle necessità abitative. Ecco, noi vorremmo che il Piano casa contenesse una risposta che andasse incontro oltre che al bisogno delle famiglie che, meno male, continuano a vivere nella positività del rapporto coniugale, anche a questo evento della vita di tante persone, e che determina in molti l'esigenza di un'abitazione e che ha determinato in molti proprio la condizione di nuova povertà che chiama la responsabilità delle istituzioni pubbliche a dare una risposta.
Quindi c'è un'esigenza di nuove case che necessita di un Piano preciso di rilancio di queste politiche, di questi obiettivi, e invece noi stiamo a discutere, sempre con una mistificazione della realtà e un utilizzo del linguaggio distorto, di un provvedimento che sembrerebbe orientato ad andare incontro alle esigenze abitative e invece non le tocca neanche di striscio, anzi le nega per favorire chi case ne ha senz'altro più di una e le utilizza per lucrare e per trarre guadagno.
Noi di quello avremmo voluto parlare, di un Piano caso vero. Abbiamo avanzato delle proposte e speriamo che prima o poi in quest'Aula si parli davvero di questo, perché il primo, il secondo e ora il terzo Piano casa, chiamiamolo così, contengono tutto tranne che la soddisfazione del bisogno abitativo.
Non abbiamo neanche difficoltà però, colleghi, a ringraziarvi per averci chiamati stamattina a valutare una vostra proposta di rivisitazione di questo provvedimento. Vi ringraziamo, anche se capiamo bene che questa vostra proposta e la volontà di incontrarci sia stata indotta, e quindi necessitata, dalla vostra paura di non arrivare per tempo al 31 di ottobre. Capiamo che questo è il motivo che vi ha spinto, e nonostante questo vi ringraziamo, ma allo stesso tempo vi dobbiamo dire che quella proposta per noi è irricevibile. E' irricevibile per una serie di motivi che non risiedono nella tattica politica, ma riguardano il merito del provvedimento e quindi risiedono nella sostanza politica della nostra parte certamente, ma che è una parte che rappresenta in Sardegna comunità, cittadini, opinione pubblica e su cui noi certamente non possiamo transigere.
E' irricevibile perché, nel frattempo, intanto avete rifiutato una proposta che per noi era importantissima, cioè vi siete rifiutati di accedere alle proposte che intendevano ripulire la legge numero 4, in particolare intendevano abrogare...
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico che il collega Cugusi è rientrato dal congedo.
E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, con una nota di simpatia nei confronti della collega e amica Francesca, vorrei precisare che dal dramma del fallimento dei rapporti di coppia discende non solo il problema delle case nuove da cercare per gli ex mariti, ma anche il mutuo o l'affitto di quelle case restano alle ex mogli; quindi è una tragedia assolutamente per tutti.
Comunque, questo dibattito è talmente distante dalle emergenze reali della Sardegna che è diventato addirittura imbarazzante intervenire. Tra l'altro vorrei anche ricordare che stamattina, mentre qui si parlava di aria fritta, veniva consumato l'ennesimo sfratto forzato ai danni di una famiglia del Sulcis (il cui capofamiglia è anche un invalido, impossibilitato a rendere i soldi alle banche, in quanto la crisi ha decretato la chiusura del suo ristorante.
Lo scopo principale che la maggioranza vuole perseguire con questa legge è quello di promuovere, sotto qualsiasi forma, a partire dalla legge sul golf, alle tre edizioni del piano casa, la più becera speculazione edilizia, favorendo principalmente i grossi gruppi immobiliari e gli arricchimenti con le costruzioni lungo le nostre coste, già in parte compromesse dal cemento, e sul nostro ambiente già pesantemente vilipeso da vecchie e nuove servitù industriali e militari. Per me personalmente questa legge è delirante, non è emendabile e come tale è da sopprimere integralmente. Tuttavia numerosi emendamenti soppressivi presentati da diversi consiglieri dell'opposizione, esprimono la volontà politica di collaborazione nel tentativo di migliorare e arginare i danni della vostra proposta di legge che, ribadisco, è scellerata e non salvabile da nessun emendamento.
Questo atteggiamento dell'opposizione viene chiamato ostruzionismo, ma si tratta di un dibattito democratico, un dibattito che è stato paradossalmente sabotato dalla vostra strategia ostruzionistica fatta di silenzi, sospetti, e di tanta fretta per non perdere il vostro treno.
Sull'articolo 1 ter c'è da dire che rispecchia fedelmente lo spirito perverso di tutta la legge, una legge sballata che è l'esaltazione dell'edilizia selvaggia e peggiorativa, addirittura della legge numero 4 che noi dell'opposizione abbiamo fortemente già contrastato tempo fa. E' un articolo che soddisfa solo ed esclusivamente gli appetiti dei soliti noti della speculazione immobiliare, ignora e prevarica i bisogni reali dei sardi senza casa, aumenta le volumetrie a dismisura stravolgendo perfino i profili dei tetti dei nostri centri urbani, da quelli più piccoli a quelli delle grandi città.
Siete arrivati a proporre l'eliminazione della verifica della coerenza delle volumetrie programmate con il contesto paesaggistico e ambientale di riferimento, distruggendo così il paesaggio urbano e il paesaggio rurale delle coste, un patrimonio che, ribadisco, è irriproducibile e che fa parte integrante del nostro patrimonio identitario. Questa legge, in nome del rilancio dell'edilizia è proprio tesa a cambiare in modo irreversibile i connotati dell'Isola e conseguentemente anche dei suoi abitanti. Ritengo che con essa stiate prospettando il più massiccio e programmato assalto al territorio e all'ambiente, alle nostre coste, ai nostri centri storici, alle nostre città, alle nostre campagne, ai nostri boschi, che si sia visto in altri sessant'anni di autonomia della Sardegna. Ovviamente, per attuare questo progetto di distruzione avete bisogno di abolire ogni regola, anche regole di buon senso, molto elementari. Ecco perché il PPR, pur con tutti i suoi limiti, disturba, e da strumento di difesa del territorio, regolando l'urbanistica, è diventato il nemico da battere in cambio forse di un piatto di lenticchie, (dico forse perché non lo so). Il tutto fuori non solo dalle regole dell'urbanistica e della tutela del territorio, ma anche fuori dalle norme di igiene pubblica, tanto care a ogni civiltà e necessarie per non far morire annegatele persone negli scantinati trasformati miracolosamente, pur di venderli, in civili abitazioni.
Chiedo alla maggioranza che tenga in considerazione la giusta sensibilità manifestata dal collega Campus questa mattina proprio sulla irrinunciabilità del rispetto delle norme di igiene pubblica. Mi riferisco in particolare all'abitabilità di sottotetti e di scantinati che prevedete in questa legge a prescindere dalle ricorrenti emergenze idrogeologiche, frutto anch'esse di precedenti speculazioni selvagge: Capoterra, Olbia, Pirri insegnano. Auspico al più presto che questo centrodestra rinsavisca per iniziare a ragionare sulle emergenze reali dei sardi e su come trovare soluzioni serie e responsabili al problema del tetto, del pane, dell'ambiente e del diritto alla salute dei cittadini in Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Dessì, Diana Giampaolo, Ladu, Milia, Piras e Uras sono presenti.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Tocco - Uras - Vargiu.
Comunico che il consigliere Petrini è rientrato dal congedo.
Poiché il Consiglio è in numero legale, i lavori possono proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, sull'articolo 1 ter passiamo dalla fase difensiva e conservativa della legge regionale numero 4 del 2009 alla fase peggiorativa, nettamente ed evidentemente peggiorativa per usare le parole del collega Campus. Allora, siccome anche le parti, come dire, più intelligenti e responsabili della maggioranza hanno capito che l'articolo 1 ter è un articolo peggiorativo della legge, io avanzo di nuovo la proposta responsabile di eliminare questo impedimento ad un possibile accordo nel Consiglio regionale su questa legge. Ricordo che l'obiettivo della maggioranza, non certo delle opposizioni, l'obiettivo della maggioranza è la proroga della legge numero 4.
Allora se l'obiettivo della maggioranza è questo io vi consiglierei di soffermarvi solamente sull'obiettivo minimo, cioè sulla proroga della legge numero 4, evitando di peggiorarla, anche perché quello che è successo in questi due anni, dal 2009 al 2011, consiglierebbe di evitare di imprimere un'accelerazione nelle, tra virgolette, porcherie previste da questa legge.
Ma io non voglio entrare nel merito dell'articolo 1 ter, l'hanno già fatto il collega Gian Valerio Sanna, il collega Cuccu e altri colleghi che sono intervenuti nel merito tecnico dell'articolato della legge, non voglio richiamare l'intervento su cui sono totalmente d'accordo del collega Campus che ha demolito l'articolo 1 ter dal punto di vista tecnico e urbanistico.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue SALIS.) Riprendiamo il discorso dell'obiettivo minimo, cioè approvare la proroga della "4". Bene, allora se l'obiettivo minimo è quello fate una valutazione sugli articoli 13 e 14 della legge numero 4, eliminate il capo secondo del disegno di legge numero 265, evitate di trascinare la Sardegna in un percorso assolutamente pericoloso di deroga assoluta delle norme urbanistiche e probabilmente, non sicuramente, ma probabilmente si potrebbe trovare anche un punto d'incontro tra le esigenze della maggioranza e quelle dell'opposizione.
Noi non vogliamo deroghe al PPR, l'abbiamo già detto, ve l'abbiamo detto dal primo giorno in cui siamo entrati in Aula per discutere questa legge; la verifica su questo importante strumento urbanistico e paesaggistico, è prevista dall'articolo 11 della legge numero 4, utilizzate questo articolo per modificare e aggiornare il PPR, non utilizzate cavalli di Troia che per noi sono assolutamente inaccettabili. Se riusciste a portare avanti un discorso legato alla possibilità di evitare ulteriori peggioramenti della "4", se riusciste ad evitare l'imposizione al Consiglio regionale e alla Sardegna le modifiche al PPR con tutti i rischi di possibili annullamenti (come il piano casa del Lazio insegna) se riusciste ad eliminare le esasperazioni di carattere urbanistico legate alle deroghe agli strumenti urbanistici comunali e al PPR regionale probabilmente un punto di caduta si potrebbe trovare entro domani o entro sabato.
Io richiamo ancora questa esigenza, se siete in grado di operare una scelta di questo genere noi siamo qui, altrimenti continueremo la nostra battaglia intransigente e questo mostro di legge (che se passerà sicuramente verrà bloccato dalla Corte costituzionale) scriverà una pagina della storia urbanistica della Sardegna che non sarà sicuramente esaltante, soprattutto per chi è presente in quest'Aula in questa legislatura.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Io credo che voi nel farvi cassare le leggi siate maestri, basti pensare a tutte le volte che ciò è successo nella passata legislatura.
Io ho assistito silenziosamente alla demonizzazione di questa legge e mi sono posto una domanda che credo molti di noi si siano posti: ma in questi due anni quale scempio, quale distruzione è avvenuta? Che cosa è successo di così grave per attirare in modo così pressante l'attenzione delle forze politiche dell'opposizione? Francamente non sono riuscito a capirlo, aiutatemi perché in questi due anni scempi non ne ho davvero visto.
Io capisco che si faccia ostruzionismo, filibustering, rientra nei ruoli, ma mi dà l'impressione che l'atteggiamento di qualcuno, che non vedo stasera, sia simile a quello di quel paziente che è intimorito perché per la prima volta deve andare dal medico a farsi controllare la prostata e poi quando termina la visita si lamenta perché è terminata in fretta. Credo la situazione sia identica.
Ma scusate, è possibile che in questi anni non sia accaduto niente? E' possibile che le intese non siano un'arma della quale se ne sia fatto un uso quasi personale? Non sono forse anche queste delle deroghe? Non è una deroga alle norme? E voi le avete utilizzate.
Guardate, io vi rileggo i dati per l'ennesima volta, così proviamo a capire che uso avete fatto di questo strumento: intese con valutazioni positive 186, per un totale di 1 milione e 969.000 metri cubi; chiuse d'ufficio per carenza di documentazione 92; di intese ritenute non necessarie (perché voi le avete ritenute non necessarie) 245; intese con valutazione negativa 336; intese in attesa di integrazione 32. Totale 891. Di tutte queste richieste d'intesa ne avete scelto 186.
Siccome ho sentito l'onorevole Soru l'altro giorno dire che erano i comuni che sceglievano, io credo che questa possa essere anche una bella barzelletta se raccontata bene sennò diventa una provocazione, perché quando ci si riuniva per decidere il numero dei rappresentanti della Regione era sempre nettamente superiore a tutto il resto e quindi decideva la Regione. Continuiamo su questa falsariga pensando che tutto possa essere dimenticato e cancellato.
Io qua dentro vi ho sfidato una volta a procedere a una raccolta di firme per impedire che sull'Isola di Santo Stefano, quindi l'isola nell'isola, da dove gli americani sono andati via, grazie a un'intesasi realizzassero quasi 45.000 metri cubi: non ho sentito una persona indignarsi, non ho sentito un'ambientalista dal di fuori dire che quell'isola doveva essere salvaguardata, non ho sentito nessuno dire che quelle villette, quelle banchine non dovevano essere costruita. Ma vi indignate a seconda del momento, della circostanza, o di che cosa?
Guardate, io ho letto l'altro giorno due lettere della Confindustria, nella prima si demonizzavano le case mobili e i campeggi, nella seconda eravamo vicini ad essere osannati. Io credo che l'attacco di schizofrenia in questo settore sia enorme, però se ritorniamo alle cose di questo mondo, le cose terrene, forse riusciremo anche a capire che non tutto è negativo. Noi non siamo il meglio del meglio nel fare le leggi, e se ci date una mano possiamo migliorarle, ma non potete pretendere di essere voi la maggioranza e noi l'opposizione. Noi ci rendiamo conto che alcune notme possono e devono essere corrette, rispetto ad altre che possono a voi non piacere ma per noi sono anche irrinunciabili. Il problema è la trasparenza di quello che si fa.
Guardate, siamo partiti da una legge che doveva consentire ad una famiglia di costruire una stanza in più, e poi siamo scivolati. Però quando si scivola e si vuol far scivolare la gente soprattutto facendo demagogia e non dicendo le cose come stanno, beh non si può far passare il seminterrato, che dalle mie parti una è cosa, con lo scantinato che è tutt'altra cosa. Il seminterrato dalle mie parti ha una funzione completamente diversa da quella che state immaginando, tanto che qualche collega ci vive, anche se non può dirlo, perché ci vivono in tanti, perché non sono stanze o camere senza aria, senza luce, non sono catacombe. Sono stanze più che dignitose. Basta vedere, basta capire poi come la gente si ingegna per recuperarsi il suo metro quadro in più per la sua famiglia, non per speculare.
Anche il recupero dei sottotetti per me aveva un significato, e non è quello di consentire di abbattere, di costruire piani in più, per me il recupero del sottotetto aveva un altro significato, quello di renderlo fruibile a chi ce l'ha, quello di permettere a chi has un tetto in legno, usufruendo anche delle norme sul risparmio energetico, di abbatterlo, mettere il solaio e utilizzare il sottotetto. Ma non sono operazioni speculative, sono interventi fatti in case di civile abitazione di persone come noi, che certamente sono meno fortunate di noi, per dare risposte ai bisogni di nuovi spazi di una famiglia.
Quindi, quando mi si dice a chi giova deve essere chiaro che deve giovare a chi questa legge deve utilizzare e chi deve farne il giusto utilizzo. Se pensate che dietro ognuno di noi ci sia un imprenditore, uno speculatore, un qualcuno verso il quale abbiamo il dovere di patrocinarne sino in fondo gli interessi, vi state sbagliando. Noi ve lo abbiamo dimostrato, anche quando abbiamo votato le norme sui 300 metri, che per noi era un qualcosa di inaccettabile, continueremo a dimostrarvelo, lo abbiamo fatto prima e lo faremo oggi, lo faremo sempre e comunque.
E allora proviamo a ritornare ad un clima di dialogo e di confronto, nel rispetto dei ruoli che ognuno di noi ha. Ma quando la legge esce da qua, che abbiate votato a favore o contro, è una legge del Consiglio regionale, non è una legge di una parte del Consiglio regionale, non è una legge utilizzabile solo dalla parte che si riconosce in questa maggioranza fuori da quest'Aula, la utilizzano tutti. Io vi porto l'esempio della mia città, che da tre anni non ha un PUC approvato, e che si trova di fronte a norme di salvaguardia che non gli consentono di rilasciare una concessione edilizia. Tre anni in un sistema economico come attuale è un'eternità, e le uniche concessioni edilizie, lavori aperti, sono state rilasciate grazie a questa legge.
Io grandi speculazioni non ne ho visto; la "verità vera" è che anche voi dite che il PPR va cambiato, lo dite voi, lo dichiara l'ex assessore stamattina nella sua intervista molto onestamente. Io credo che tutto si possa migliorare, e fare le barricate, costruire fortini per difendere qualcosa che poi ha prodotto anche quello che tutti sapete, credo che non serva né a voi, né tantomeno a noi. Ecco perché credo che il richiamo ad un dialogo più profondo e più costruttivo sia necessario per l'intero Consiglio regionale. In caso contrario In caso contrario qualcuno poi dovrà assumersi la responsabilità dei danni che ne deriveranno.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, questo articolo 1 ter è un articolo assolutamente interessante, perché racconta quanto fosse poco vera l'intenzione che era stata manifestata a suo tempo in sede di esame della legge numero 4 del 2009. In quella circostanza, lo ricordo anche all'amico Sanna, fu detto: badate qua noi facciamo un intervento minimo, offriamo opportunità di lavoro a costo zero ad un sistema di imprese artigiane, che intervengono prevalentemente in piccoli lavori di ampliamento di fabbricati unifamiliari, perché sarà molto complicato che si possano applicare queste disposizioni ai condomini più ampi.
Il fallimento sostanziale rispetto all'obiettivo che era stato enunciato del piano casa 1, cioè della legge numero 4 del 2009, vi ha convinto in più circostanze a tentare una trasformazione di quel provvedimento legislativo, e l'articolo 1 ter ne è un esempio chiarissimo. Per cui io che, per fortuna, non ho partecipato nessuna delle 186 intese (non c'ero neppure quando venivano presentate, figuriamoci se c'ero quando venivano approvate) mi posso tranquillamente permettere di sostenere che l'articolo 1 ter opera in ragione non di un peggioramento della legge numero 4 del 2009, ma di un totale stravolgimento di una legge che già in sé costruiva regole nuove, ora per allora, procedendo a sanatorie peraltro illegittime (ma poco m'interessa anche il problema della legittimità) ma soprattutto discriminatorie sotto il profilo sociale. Perché coloro che si sono, Presidente, comportati correttamente ancora una volta sono quelli che non hanno avuto l'opportunità, e non avranno l'opportunità, di lucrare sulle disposizioni normative che questo Consiglio regionale sta producendo.
Per esempio, incominciamo a ragionare sull'articolo 2, che viene modificato dall'articolo 1 ter. La prima frase che riguarda gli interventi che sono di adeguamento e di incremento, che sono previsti dal comma 2 dell'articolo 2, è la seguente: "Senza la necessità, salvo i casi di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione". Cioè noi interveniamo per sostenere che la modifica che si deve realizzare non debba essere documentata; affidiamo, a colui che probabilmente ha già realizzato in difformità dalla legge, la possibilità di certificare dopo quel tipo di realizzazione, senza chiedere la documentazione prima, così come avviene da tutte le parti dove vige un diritto.
Ma andiamo avanti, al comma 3 la frase "da utilizzare come sue pertinenze" viene soppressa. L'impossibilità di trovare accordi, onorevole Sanna, sta nel fatto, purtroppo che ne pensate un'altra mentre dite una cosa! Voi avete detto: "Noi vogliamo permettere di costruire la stanza per il figlio: la famiglia è numerosa". A parte il fatto che le famiglie numerose non ci sono più, ma se volete permettere di costruire la costruzione di una stanza vuol dire che questa stanza deve essere utilizzata come pertinenza del corpo centrale, del fabbricato esistente, allora perché sparisce questa norma?
La parola pluripiano, che ricomprendeva i condomini, viene sostituita da "composte da più unità immobiliari" e si arriva a dire che basta rispettare non le norme urbanistiche (lo si fa successivamente nel comma 7) ma le leggi che disciplinano il condominio. Ma dove stiamo andando? Perché si richiama alla decenza? Perché questa non è una grande operazione speculativa, è una grande operazione speculativa insieme a, come dire, mi verrebbe da dire, un piccolo reato, un pasticcio da accattone.
Noi, in sostanza mettiamo insieme, all'interno dello stesso provvedimento, un'operazione speculativa grande (e poi la vedremo anche più avanti quando tratteremo la questione dei sottotetti e dei seminterrati una grande operazione speculativa, perché si interviene anche lì con una disposizione, ora per allora, a legittimare comportamenti che non erano legittimi nel momento in cui si sono realizzati gli immobili) e un "contentino" alla piccola famiglia, quello che deve fare il piccolo abuso, quella che deve sanare il piccolo abuso, e si pasticcia così il sistema urbanistico dei nostri comuni in maniera tale da non rendere più possibile alcuna corretta gestione del territorio.
Presidente, noi riduciamo la fascia di rispetto, permettiamo interventi entro i 1000 metri dal mare anziché i 2000 metri, cioè allarghiamo la possibilità di realizzazione o di sanatoria di fabbricati già realizzati e togliamo definitivamente, con questo provvedimento, la speranza che il cittadino corretto…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, l'articolo 2 è quell'articolo che ha consentito a tante famiglie, a tanta gente che ha usufruito della legge regionale numero 4, di realizzare numerosi interventi di edilizia abitativa: 10.700 già in itinere e 6800 aspettano di essere esaminati al 30 settembre.
L'articolo 2 è quindi una norma molto importante che detta la disciplina relativa agli incrementi volumetrici per gli edifici ad uso residenziale e offre la possibilità di intervenire sugli edifici uni e plurifamiliari, pluripiano, a schiera, ponderando i singoli ampliamenti in relazione alle caratteristiche delle differenti zone urbanistiche e della loro rilevanza paesaggistica. Ulteriore possibilità di incremento viene poi attribuita per incentivare l'incremento di efficienza energetica negli edifici, ovvero per adeguamento degli stessi ai parametri dettati dal decreto legislativo numero 192 del 2005.
Io capisco l'approccio ideologico che voi portate avanti, con questa battaglia contro le modifiche alla legge numero 4, e quindi contro la "265". Premesso che, per quanto mi riguarda, la legge numero 4 è stata un'ottima legge che ha prodotto risultati e che, a seguito della nostra proroga, l'efficacia del titolo primo scadrà il 2 di novembre, voglio ricordarvi che quando è stato discusso non vi siete certo barricati per non farla passare e non avete fatto certo chissà che cosa per non far passare la proroga a suo tempo.
E' una legge che di fatto piace anche voi, piace molto ai vostri sostenitori, quei vostri sostenitori che vi stanno guardando anche in questo momento attraverso la diretta Web. Sono gli stessi sostenitori che molto probabilmente vi chiederanno conto anche di questo atteggiamento ostruzionistico su una legge importante, sono quegli stessi sostenitori che hanno usufruito del Piano casa, che hanno usufruito delle agevolazioni della legge regionale numero 4 e di tutti quei benefici a cui hanno attinto numerosi sardi e numerose famiglie sarde.
Durante la discussione generale e durante anche la relazione da me presentata in quest'Aula ho detto, rivolgendomi all'opposizione, che vi chiedevo e vi sfidavo a trovare un solo intervento speculativo fra tutti quelli approvati. Vi chiedevo anche di menzionare e di portare all'attenzione dell'aula, se ovviamente ne siete in possesso, i dati relativi al nuovo consumo di territorio attraverso la legge regionale numero 4, quel consumo che avete permesso dall'alto attraverso le intese e che il collega Giacomo Sanna ha ben illustrato nel suo intervento.
Le intese. Anche sulle intese, visto che parlate di illegittimità degli atti, di legge raffazzonate, di leggi che non vanno bene, di leggi che sono incostituzionali, ci sarebbe qualcosa da dire in proposito. Voi fate riferimento al piano casa della Regione Lazio, che non c'entra niente con la legge regionale n. 4, perché le ragioni dell'impugnativa della legge sul piano casa della Regione Lazio sono ben altre, si parla di interventi nelle aree SIC, si parla di interventi nelle aree sottoposte a vincoli archeologici, si parla di silenzio assenso nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico e archeologico, aspetti che invece non riguardano né la legge regionale numero 4 né il D.L. numero 265 di cui stiamo discutendo oggi.
A proposito delle intese, il TAR, collega Giacomo Sanna, con l'ordinanza numero 135 del 2011, confermata poi dal Consiglio di Stato, ha dichiarato quella procedura che voi avete adottato per le intese illegittima, e quell'ordinanza del TAR numero 135/11 che riguarda il Romazzino, si attaglia perfettamente alle vostre intese, riguarda la stessa fattispecie, ed è stata confermata dal Consiglio di Stato (poi l'avvocato Steri magari mi darà una mano nell'intervento più avanti). Quindi anche questo vi deve far riflettere, così come vi devono far riflettere tutti quegli atti, tutte quelle leggi che sono state impugnate - dal Piano regionale sanitario (ve lo dimenticate?), alla statutaria (ve la dimenticate?), alla tassa sul lusso, legge demagogica che voi avevate imposto ai sardi e non solo ai sardi, creando un danno di immagine alla Sardegna enorme.
Quindi vi invito a ricordare le vostre gesta legislative, le vostre azioni importanti che hanno lasciato purtroppo dei morti, dei morti dal punto di vista economico, sulla strada. La disponibilità di questa maggioranza è stata ampia, il tempo che è stato messo a disposizione per vedere e rivedere il testo, per limarlo, è stato abbondante e la pazienza altrettanto.
Dico una cosa: voi, giustamente dal punto di vista politico, conducete la vostra battaglia, con i mezzi che il Regolamento consiliare vi mette a disposizione, e avete un approccio culturale, sulla carta, che è diverso dal nostro, lo avete dimostrato anche ieri quando sui sottotetti avete parlato per 2-3 ore e li avete richiamati anche oggi, io però mi sono documentato e relativamente ai sottotetti da voi ieri tanto contestati (parlando di inciviltà da parte nostra, affermando che vogliamo dare la possibilità di abitare in questi sottotetti, di renderli in qualche modo funzionale per la vita della famiglia) e ho scoperto che nella proposta di legge numero 316 a firma Sanna Gian Valerio, Diana Giampaolo e più proponete - tentando poi di giustificarvi arrampicandovi sugli specchi, lo stesso intervento. Per giustificarvi affermate che la vostra è una proposta di legge organica, mentre in realtà non c'è alcuna differenza con la nostra proposta, anzi la differenza c'è ed è peggiorativa perché avete un approccio ancora peggiorativo rispetto a quello della legge n. 4 del disegno di legge numero n. 265.
Voi proponete, nell'articolo 40, che nei comuni montani (e in Sardegna sono tanti i comuni montani) si dia la possibilità addirittura di consentire l'abitabilità di sottotetti di 2 metri, contraddicendo quindi tutto quello che avete asserito per circa due ore di discussione nella giornata di ieri. Collega Corda, lei non l'ha firmata, è del 10 ottobre 2011, non è molto vecchia ma lei non l'ha firmata, Quindi, mettetevi d'accordo: se qui c'è qualcuno che di fatto dice una cosa e poi ne fa un'altra, quelli siete voi.
Così come rimando al mittente l'insinuazione che questa legge abbia un committente: basta con questa storia, finitela, se avete dei nomi fateli, assumetevi la responsabilità così almeno chiariamo definitivamente questo mistero buffo, perché di "mistero buffo" si tratta. Non è concepibile che ci si accusi sempre che dietro che dietro ogni singolo articolo, dietro ogni singolo comma ci sia un committente, che si voglia favorire chissà chi o chissà che cosa.
Il tempo a mia disposizione sta scadendo, continuo a ritenere che questo sia un ottimo provvedimento e che vada sostenuto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'articolo 1 ter, "Modifiche agli interventi di adeguamento ed ampliamento del patrimonio edilizio esistente" dovrebbe essere una delle parti più importanti, come dite voi, per rilanciare l'economia del settore edile, e per una parte di voi - dovrebbe rappresentare la risposta ai tanti cittadini che hanno bisogno di intervenire sull'esistente.
Dico "una parte di voi" con grande rispetto perché tutti abbiamo avuto modo di sentire interventi dai banchi della maggioranza che ci ricordano, qualora ce ne fosse bisogno, che il D.L. numero 265 è peggio ed è un pasticcio maggiore della legge numero 4 del 2009; lo faccio con grande rispetto ma è quanto è emerso dai vostri banchi, presidente Cappellacci, dai nostri era abbastanza ovvio.
Voi, tra l'altro, ci ricordate ripetutamente che, al di fuori di quest'Aula, c'è un'attesa fortissima, assessore Rassu, sugli esiti di questa discussione, c'è una folla oceanica che altro non vuole se non vedere quanto prima approvato il D.L. n. 265. Io, assessore Rassu, non lo metto in dubbio - vorrei richiamare anche l'attenzione del Presidente della Regione che oggi è in Aula -, non lo metto in dubbio, si tratta, assessore Rassu e presidente Cappellacci, di declinare quelle attese, di capire in che cosa si sostanziano queste attese, cioè che cosa chiede questa fiumana di persone che attende messianicamente l'approvazione di questo disegno di legge, e come intervenire per rispondere a queste attese.
Voi lo fate, assessore Rassu e presidente Cappellacci, in un modo per noi del tutto inaccettabile, e provo a dirvi perché è inaccettabile: è inaccettabile perché mettete insieme bisogni reali di nuovi spazi, anche sull'esistente, con esigenze speculative. Uno degli equivoci di fondo, cioè (e non è il solo) è che voi con la legge numero 4 e poi perseverando in questo grande equivoco, volutamente, con il disegno di legge numero 265 mettete insieme, ripeto, bisogni reali con esigenze speculative. Questo è uno degli equivoci dicevo di fondo, ma ce ne sono altri.
Fin dalla discussione sulla legge numero 4, Assessore - lei allora era un semplice consigliere regionale di maggioranza - abbiamo posto come Partito Democratico, ma direi come centrosinistra, alcune questioni per noi discriminanti. La prima: vi abbiamo detto di non intervenire sul PPR ma soprattutto di non farlo surrettiziamente. Non ci avete ascoltato, siete intervenuti surrettiziamente sul PPR attraverso la legge numero 4 e attraverso il disegno di legge numero 265 che avete portato in aula qualche giorno fa. Vi abbiamo chiesto - qualcuno ha richiamato recentemente anche l'intervista dell'ex assessore Gian Valerio Sanna - di assumervi la responsabilità di presentare un nuovo Piano paesaggistico, cosa a cui parrebbe stiate lavorando, ma allora davvero se state lavorando a quello non capisco perché intervenire surrettiziamente attraverso leggi che hanno per titolo "piano casa" che sono tutto tranne che un piano casa. Lo fate esclusivamente per modificare il PPR: questa è una delle ragioni di fondo che ci ha costretto ad assumere fin dall'inizio questo atteggiamento che, se volete, potete chiamare pure ostruzionistico.
La seconda: fin da subito abbiamo denunciato che il piano casa che avete portato all'attenzione dell'Aula tutto rappresentava tranne che la pretesa di essere uno strumento che aiuta chi una casa non l'ha, tant'è che alla fine, a furia di insistere, ci avete detto: ma sì, probabilmente avete ragione, vi assicuriamo che tra qualche mese presenteremo un piano casa vero. La rassicurazione proveniva, mi pare, dalla terza poltrona da destra, quella dell'allora assessore Asunis, che adesso ha altro a cui pensare. Per noi, assessore Rassu - vorrei ribadirlo anche a lei, ma so che è persona attenta - la politica per la casa passa attraverso alcune direttrici molto chiare, l'abbiamo detto all'inizio della legislatura anche presentando una proposta di legge. Tutto ci potete dire tranne che la nostra sia solo un'opposizione ostruzionistica, c'è una proposta di legge che ha per titolo piano casa e risponde davvero a un'esigenza di chi una casa non l'ha.
Io voglio ricordarvi, presidente Cappellacci, assessore Rassu, che per noi la politica per la casa passa attraverso alcune direttrici di cui la prima è il sostegno all'edilizia residenziale pubblica. C'è qualche straccio di intervento da parte vostra? C'è qualcosa nelle pieghe di questi articoli che non siamo riusciti a vedere, può essere, fatecelo vedere. Per noi la politica per la casa, in un momento in cui la spesa ha subito una flessione drammatica soprattutto nella fascia dei redditi medio bassi, è soprattutto sostegno per l'accesso al credito agevolato.
Io vorrei sapere - l'ho chiesto la volta scorsa - presidente Cappellacci, per cortesia ci dica che cosa ha prodotto qualche giorno fa il suo incontro con il sistema del credito, a cosa è servito? E' servito per anticiparvi gli auguri di buon Natale, di buon anno oppure è servito per impostare qualche politica che rimetta in moto la spesa? Perché questo è il problema grosso che abbiamo, perché in questo sistema economico non c'è una iniezione di risorse che rimette in moto la spesa e quindi e se non si rimette in moto la spesa, è inutile pensare ad alchimie tipo questa che state mettendo in essere.
Altra direttrice, assessore Rassu, è il sostegno al credito agevolato in particolare per le giovani coppie che hanno bisogno di una nuova casa, abbassando gli interessi fino a zero. E' possibile un accordo con il sistema di credito che si ponga questo obiettivo? Presidente Cappellacci, ci vuole dire qualcosa? Una politica per la casa, per esempio, è il ripristino del fondo perduto di 25.000 euro che ha avuto, era ovvio, un grande successo, che ha permesso in quel periodo di rimettere in moto l'economia del settore edile. Se andiamo a rivederci i dati di quel periodo noteremo che quello è stato un intervento che ha prodotto un risultato.
Così come, assessore Rassu, sarebbe necessario, con la prossima finanziaria, prevedere un capitolo di spesa che rifinanzia la legge numero 32 del 1985, perché anche di questa dobbiamo parlare, altrimenti, badate, voi state facendo pura propaganda imbrogliando la gente, perché, ripeto, questa legge finisce per essere il combinato disposto di una illusione per chi non ha la casa con un permio, per gli speculatori.
Io voglio dire all'onorevole Giacomo Sanna: condivido il suo intervento, è vero la legge numero 4 del 2009 non ha prodotto quei disastri, ma non li ha prodotti perché inapplicabile, ve lo stiamo dicendo da settembre-ottobre del 2009 che era un pasticcio…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché nessun altro iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, colleghi, resto sempre dell'avviso che malgrado la demonizzazione dello strumento arrivano delle sollecitazioni e degli spunti in positivo che in questi giorni hanno permesso alla maggioranza di emendare, e quindi, a nostro avviso, di migliorare il testo prodotto dalla Commissione.
La situazione - io molte volte divago - mi ricorda l'episodio di Sodoma e Gomorra, quando il Signore annunciò ad Abramo che avrebbe sterminato le due città. Allora Abramo si rivolse al Signore e disse: "ma Signore, quando mai, se ci fossero 50 giusti in questa città le distruggeresti ugualmente?" Il Signore rispose che in quel caso avrebbe salvato la citta. Abramo allora continuò: "e se ce ne fossero 20?" Il Signore rispose che se ce ne fossero stati 20 avrebbe salvato la città. Abramo infine chiese: e se ce ne fosse solo uno? Se ce ne fosse uno giusto io salverò per amore di quel giusto le città di Sodoma e Gomorra.
Allora io mi domando, ma è mai possibile che in questo disegno di legge adottato nel 2009 e riproposto revisionato in aula prima della Giunta poi giustamente dalla Commissione, che rappresenta il Parlamento, che rappresenta l'Aula, non ci sia proprio niente che si possa salvare? E' mai possibile? E' impossibile.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue RASSU.)Detto questo, ho sentito molti discorsi, pronunciati da qualcuno che ha tentato di togliere una pagliuzza agli occhi degli altri non accorgendosi della trave che copriva i suoi. Anche questo è stato detto, a novembre, da uno che probabilmente ne capiva più di me.
Bene, torniamo a noi, innanzitutto partiamo dal presupposto: l'accordo Stato - Regione (poi è seguito il decreto legge numero 70, trasformato in legge nel luglio scorso) non è altro che un accordo che autorizza le Regioni a procedere in deroga ai regolamenti edilizi comunali e cioè - e condivido - solo relativamente alle volumetrie. Perché questo dice l'accordo Stato - Regioni come ha giustamente ricordato il collega Sanna. Andatevi a vedere gli emendamenti e vedrete che stiamo tornando esattamente a quanto dispone l'accordo Stato - Regioni.
Noi diciamo che nell'arco dei 100 metri della fascia di rispetto è indispensabile identificare i beni identitari e i beni paesaggistici e quindi consentire all'interno di quei 100 metri la realizzazione anche di opere murarie, cosa oggi proibita, malgrado, per essere chiari, quell'articolo sia una conseguenza della legge numero 13 del 2008 che all'articolo 1 stabilisca che "i beni paesaggistici, compresi quelli identitari, protetti e disciplinati dal Piano paesaggistico regionale, sono esclusivamente quelli enumerati nello stesso articolo e chiude dicendo: "Ogni diversa disposizione eventualmente contenuta nei piani paesaggistici vigenti, è abrogata". Quindi è una norma precettiva.
In parole povere dice ai comuni: tu identifichi il bene identitario e vincoli quel bene identitario, tu identifichi il bene paesaggistico (che è un bene determinato perché la legge prevede che i piani paesaggistici possono porre vincoli esclusivamente sui beni puntualmente individuati) e vincoli quel bene paesaggistico. Dopodiché, quando si dice che nei centri storici il consiglio comunale deve adottare con una deliberazione con la quale individua immobili aventi meno di cinquant'anni e in contrasto con caratteri architettonici, e solo in quei contesti si possono eseguire interventi di ampliamento, demolizione e costruzione. Vuol dire che oggi in quell'arco di 100 metri non si può fare niente.
Posso citare decine, decine e decine di casi dove non è stato possibile (a contributo concesso) piazzare il pannello fotovoltaico, perché si vedeva dalla Chiesa, non è stato possibile inserire una canna fumaria in un gruppo elettrogeno nel retrobottega, perché si trovava entro il raggio dei 100 metri dal bene identitario. Allora vogliamo migliorare la legge? Lo stiamo facendo.
Non voglio entrare, mi creda, nel merito del parere espresso dal Procuratore di Oristano, perché parte dal presupposto che quelle osservazioni, provenendo da un magistrato che ha competenza su determinate materie siano giuste. Però tenga presente che la Corte costituzionale niente ha fatto in risposta al giudice, e lei mi è informato, e si è espressa solamente sulla SCIA o sulla DIA, in quanto la sentenza numero 487 del 1989 recita testualmente: "tutte le volte in cui non sia in gioco la riserva di legge penale statale, disposizioni attuative di leggi statali ben possono essere emanate da altre fonti e in particolare da leggi regionali". Immaginiamoci quindi se non possiamo emanarle noi che siamo Regione a Statuto speciale.
Detto questo, comunque, è chiaro che quel ricorso non riguardava la Regione Sardegna, riguardava tutte le regioni d'Italia, che hanno adottato il famoso Piano casa. Comunque sia, la Corte costituzionale dovrebbe impugnare tutti i piani casa e dichiararli illegittimi, cosa che, se non sbaglio, non è avvenuta.
Ma non voglio affermarsi su questo punto, voglio solo dire, questo: è vero, in questa legge numero 4, in questa, ci sono degli spunti che riguardano il Piano paesaggistico regionale, ma perché quello che è stato riportato in questa legge (parlo del testo della Giunta, poi rivisto e ampiamente rimodulato in Commissione) e il frutto delle richieste che le amministrazioni comunali hanno avanzato durante gli incontri in "Sardegna Nuove Idee" e di ciò che la Commissione urbanistica, nella vecchia legge numero 4, aveva proposto e portato in Aula. Ci siamo limitati a questo.
I suggeritori della proposta di legge sono solo questi: i sindaci e la Commissione regionale, almeno per quanto riguarda il testo parlo presentato dalla Giunta. Non ci sono altri suggeritori, dovete credermi, perché bisogna anche, come giustamente ha detto il collega Giacomo Sanna, non limitarsi solo a demonizzare, ma entrare anche nel merito obiettivamente, e vedere laddove è possibile migliorare il disposto della legge, cosa che in parte, credetemi, è stato fatto.
Collega Manca, lei mi ha parlato degli accatastamenti, quando il sottoscritto ha stabilito nel disegno di legge, di non tenere conto degli accatastamenti, ma delle concessioni edilizie, per poter concedere l'ampliamento in deroga, si riferiva proprio, e si riferiva la Giunta, a quella sua perplessità, perché proprio coloro che hanno accatastato (non tutti) sono quelli che hanno sanato gli abusi edilizi. Per cui succede che chi avuto la concessione edilizia, ma per un inghippo non ha potuto procedere con l'accatastamento perché abbiamo un catasto che ancora è fermo, si sta modernizzando solo ultimamente, non può ottenere l'ampliamento in deroga. Ecco perché nel disegno di legge si afferma che possono ottenere diritto all'ampliamento, sì, quelli accatastati in sanatoria, ma principalmente coloro che hanno costruito in base a regolare titolo a costruire, per essere chiari. Parliamo adesso di seminterrati. Per seminterrati io intendo il seminterrato realizzato in terreno in pendenza. Esiste il seminterrato in terreni in pendenza ed esiste il seminterrato infossato, dove si può anche sopraelevare dal terreno di 1 metro e mezzo per dare aria e luce. Ma il seminterrato vero è quello che nasce a seguito di uno sbancamento, e il piano seminterrato è al piano terra. E' necessario specificarlo? Specifichiamolo. Perché effettivamente quel povero cingalese, il signor Sarang Perera, che è morto quattro giorni fa come un topo perché gli è crollato addosso un muro, non doveva morire.
Le pertinenze: mi sapete dire se il 20 per cento della mia casa…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Per esprimere il parere sull'emendamento, ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Signora Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti numero 1 e 35 (uguali), 17 e 36 (uguali anch'essi), 2, 140, 18, 137 e 14. Ci si rimette al giudizio dell'Aula sugli emendamenti numero 3 e 38 (uguali), 126, 4, 267, 147, 125, 139, 127, 265.
Si invita al ritiro dell'emendamento numero 138 e si esprime parere contrario sui restanti emendamenti.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 30 è ritirato.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento soppressivo totale numero 28.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 28, e ne approfitto per correggere alcune imprecisioni dell'Assessore e del relatore, che si fanno buona compagnia.
Primo punto. I limiti cautelari ai beni, i limiti dei 100 metri ai beni identitari si chiamano cautelari, e permangono fino a quando non c'è la progettazione esecutiva della tutela, cioè sono dettati da una norma di salvaguardia. Le norme di salvaguardia hanno una natura giuridica universale in Italia. Quello che voi avete detto, e che ha detto anche lei, e che ha detto anche Giacomo Sanna, che state dicendo tutta l'ora, è che volete superare il regime di salvaguardia non imponendo ai comuni, come vi stiamo chiedendo noi, di recepire la pianificazione paesaggistica, ma prendendo atto che questo non deve avvenire, e utilizzate il Piano casa come un surrogato della condizione di normalità, che è una condizione inaccettabile perché non siete voi che determinate l'abolizione nel contesto giuridico nazionale della funzione della salvaguardia. I comuni della Sardegna, le vorrei dire, sono oggi in condizione di dover obbligatoriamente recepire la pianificazione paesaggistica; qualora non lo facessero lei avrebbe anche, secondo me, il potere sostitutivo di intervenire, ma non ha il potere di far finta che non ci sia quell'obbligo dettato dalle norme di salvaguardia e tornare a una sorta di normalità in nome dell'edilizia.
Seconda punto. Le intese, collega Giacomo Sanna, saranno cento, duecento, un milione, quelle che volete, però ci sono state fino a quando ci siamo stati noi e vi sfido a trovare un procedimento giudiziario o disciplinare in ordine a queste; le intese attuano le previsioni del PPR e orientano gli interventi ammissibili verso obiettivi di qualità paesaggistica basata sul riconoscimento delle valenze contenute nel PPR. Noi abbiamo fatto questo. Se non avessimo fatto questo, invece di citare quei numeri, vi invito ad andare nelle Procure.
Andate nelle Procure! Se siete a conoscenza che abbiamo violato questo principio non state a raccontarci i numeri; i numeri li conosciamo anche noi, li conosciamo benissimo. Ecco perché, come ha detto giustamente il collega Giampaolo Diana, dal 1° settembre sono finiti i soldi della legge numero 32. I ragazzi chiedono i fondi per i mutui e gli rispondono che non ce ne sono. Questo è il vostro modo assurdo di fare fronte al Piano casa. I giovani che chiedono non ottengono i finanziamenti perché la cassa è vuota e voi state facendo qui un piano casa per chi?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, intanto voterò a favore dell'emendamento numero 28 soppressivo dell'intero articolo 1 ter che interviene sull'articolo 2 della legge numero 4 del 2009 per renderlo peggiore. Prima volevo riferirmi alle procedure che sono individuate nel comma 7, e alla ricorrente dicitura che regola il negozio giuridico della compravendita attraverso l'introduzione di una condizione, per chiedermi se abbiamo una potestà legislativa in questa materia, cioè se il Codice civile, che regola ciò che si deve vendere, come si deve vendere e ciò che si deve comprare, come si deve comprare e appartiene alla legislazione regionale. Se infatti è così noi abbiamo ovviamente titolo a intervenire, ma se non è così non abbiamo titolo a intervenire e introduciamo consapevolmente, nell'ambito di una legge regionale, elementi di incostituzionalità certa.
Detto questo mi chiedo che tipo di città pensiamo quando autorizziamo, ai sensi dell'articolo 2, così come modificato dall'articolo 1 ter, inteventi a chiusura dei piani pilotis anche in forza di un intervento definito dai singoli proprietari, pur mantenendo nell'ambito di un progetto complessivo un coerente inserimento dell'ampliamento di cubatura nel contesto architettonico dell'edificio? Cioè noi avremo un pilotis chiuso, un pilotis aperto e un altro pilotis chiuso? Possiamo chiedervi di cancellare queste sconcezze?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.) relatore di minoranza. Presidente, con la presentazione dell'emendamento numero 28 noi chiediamo la soppressione dell'intero articolo 1 ter. Dicevamo già stamattina che, di tutti quei caratteri peggiorativi che abbiamo cercato in questi giorni di illustrare, molti sono contenuti appunto in questo articolo. In particolare sono da considerarsi assolutamente negativi e assolutamente da sopprimere il comma 10, il comma 11, il comma 7 e il comma 8.
Stiamo ipotizzando di poter realizzare incrementi volumetrici cancellando la previsione legislativa che li legava all'abitazione o al fabbricato principale da un rapporto pertinenziale. Si stanno cioè creando le condizioni perché ciò che viene realizzato possa essere venduto autonomamente. Cioè state proponendo di cancellare quelle norme che, in una legge che già avevamo giudicato negativa già due anni fa, oggi espressamente quei tratti che voi vi vantavate comunque di aver inserito per evitare interventi speculativi. Ovviamente non possiamo accettarlo.
Vi chiediamo di sopprimere l'intero articolo o vi chiederemo più avanti, se questo non sarà possibile, di sopprimere le parti peggiori perché così facendo rendereste un servizio alla comunità ed eviterete di peggiorare una pessima legge che è già in vigore. Ecco perché credo che vada votato favorevolmente l'emendamento numero 28.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, il mio voto sarà favorevole all'emendamento numero 28, perché vuole essere coerente con i ragionamenti che ho svolto anche in sede di discussione sull'articolo 1 ter. Un articolo che, come è stato ripetuto negli interventi che abbiamo sentito finora peggiora - se questo è possibile - la legge numero 4 del 2009. La peggiora per tante ragioni.
Intanto perché in esso è prevista quella che ho chiamato stamattina la "gemmazione" degli immobili: a fabbricati esistenti se ne possono aggiungere altri nuovi, diversi e non meri ampliamenti di volumetrie di quelli esistenti. Perché? Gli incrementi di volumetria che prima erano considerati pertinenze ora non sono più considerati tali, quindi sono entità autonome, perché si dice che queste costruzioni, una volta ampliate, possono avere anche una loro autonomia nella commercializzazione, quindi possono essere vendute. E' sufficiente, infatti, che si associ all'ampliamento un pezzettino, seppur piccolino, dell'abitazione principale perché si possano vendere in maniera autonoma.
Quindi, associato ad altri interventi (il passaggio, per esempio, dalla tipologia pluripiano alla tipologia del fabbricato composto da più unità immobiliari) dà luogo a una sorta di moltiplicazione delle unità immobiliari che non tiene conto delle osservazioni che noi abbiamo sottoposto stamane alla vostra attenzione (seppur inascoltati purtroppo in quest'Aula) riguardo la vostra concezione degli insediamenti, secondo la quale ad un insediamento se ne possono aggiungere altri senza tener conto, per esempio, del sovraffollamento che ci può essere in determinate zone, degli standard che prevedono costruzione di strade, spazi pubblici, servizi, aree verdi e così via.
Ecco, noi pensiamo che una normativa di questo tipo debba essere fatte in maniera più coerente, debba essere fatta non scavalcando gli enti locali che hanno l'autonomia primaria nella pianificazione urbanistica del proprio territorio, tenendo conto delle regole di carattere generale stabilite dalla Regione. Voi invece derogate anche ai Piani urbanistici comunali. Noi pensiamo che gli emendamenti all'articolo 1 ter possano servire a pulire questo provvedimento, possano servire anche a consentire di non peggiorare una legge già scritta...
PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 28, anche perché - così com'è stato detto dai miei colleghi precedentemente - l'articolo 1 ter è infarcito di elementi che non danno dignità all'uomo. Se è vero com'è vero che molti abitano i sottotetti, gli scantinati, e, in futuro, se passerà la norma, anche i piani pilotis (ciò mi fa pensare alle case IACP), se è vero che vogliamo dare dignità all'uomo, perché non trasformiamo questi articoli in norme volte al risanamento strutturale e facciamo in modo che gli scantinati, i sottotetti, i pilotis servano le abitazioni come luoghi di sgombero, luoghi di deposito, ma non come abitazioni? E laddove ci sono queste esigenze perché come Regione Sardegna non indaghiamo su chi ha bisogno del sottotetto per abitarci, su chi ha bisogno dello scantinato per abitarci per proporre loro le cosiddette case IACP (oggi AREA)?
Oppure perché, considerato che mi sembra si sia tentato timidamente anche con l'AREA di costruire alloggi a riscatto, non mutuare tutto l'importo e far sì che il contratto di locazione valga come canone di riscatto in modo da dare risposte dignitose e non costringere le persone a recuperare un sottotetto, uno scantinato per viverci? Io so cosa vuol dire, ve lo dico perché ho una mia sorella a Roma che abita in uno scantinato e in questi giorni ha rischiato la pelle a causa delle inondazioni che ci sono state. Possibile che non riusciamo a capire questo?
Noi diciamo: "il risanamento va fatto, quegli spazi possono essere utili agli appartamenti, ma diamo la possibilità alle persone di avere un'abitazione dignitose concedendogli un mutuo, assegnandogli un alloggio pubblico e da riscattare con l'affitto".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Intervengo per associarmi al voto a favore dell'emendamento e per dichiarare che non sono d'accordo con alcuni interventi che hanno voluto vedere nel piano casa anche uno strumento risolutivo di qualche lentezza, per esempio, nel rilascio di concessioni edilizie. Io penso, invece, che non siano due questioni da mettere sullo stesso piano. Se volete avere qualche dato posso dirvi, per esempio, che la città di Cagliari, che sicuramente fa testo, in questo anno di applicazione della norma ha bloccato oltre il 90 per cento delle richieste. Quindi, sarebbero anche da rivedere le statistiche che ci ha proposto l'Assessorato per cercare di quante pratiche del piano casa hanno avuto un esito positivo. Anche perché la farraginosità della legge, secondo me, in alcune parti perdura; mi riferisco, per esempio, ad alcuni aspetti sulla geometria statica, ad alcuni eccessi di burocrazia che vengono consentiti, probabilmente perché è un piano casa da bocciare e non da aggiustare con quaranta integrazioni.
Io, per esempio, ho voluto, sul piano squisitamente tecnico, offrire qualche apporto sulla leggibilità, sulla sintassi, sulla grammatica della legge. Di fatto questo articolo testimonia che questa è una legge elemosina, è un'elemosina per l'edilizia e quindi è un illuso chi pensa che questa legge offra un apporto sostanziale al mondo dell'edilizia. O parliamo di cose serie o non se ne esce.
Non si può, per esempio, pensaree che dopo che stabiliamo che l'unità residenziale minima sia di 28 metri quadri per una persona (37-45 quando aumenta il numero delle persone) un piano casa che stimoli la realizzazione di una della stanza in più possa fare miracoli. Probabilmente sarebbe meglio rivedere gli standard abitativi minimi, e pensare che in 28 metri quadri, cioè in un ambiente di meno di 6 metri per 5, ci possa vivere un individuo sia sbagliato. Evidentemente si tratta di standard molto, molto, molto appetitosi per i nostri imprenditori, soprattutto laddove si lucra facilmente sul metro quadro di abitazione.
Io penso che più che il piano casa sia arrivato il tempo di rivedere la famosa legge urbanistica ferma da tempo, di riconoscere ai nostri Comuni la loro potestà che hanno. Probabilmente molti pezzi di questo piano casa noi...
PRESIDENTE. Onorevole Cugusi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, voteremo a favore dell'emendamento numero 28, anche se ci limita un po' in questa convinzione il fatto che nell'articolo 1 ter sia previsto l'annullamento e la bocciatura del comma 6, dell'articolo 2, della legge numero 4, ma ne riparleremo in seguito.
Abbiamo già detto sul fatto che l'articolo 1 ter è forse il cuore di questo intervento, dimostrazione della volontà della maggioranza di puntare pervicacemente a peggiorare già una legge abbastanza iniqua e sbagliata quale era la "4" del 2009. Tutti gli interventi che si sono succeduti, e a cui mi rifaccio, hanno messo in evidenza tutti i commi legati all'articolo 1 ter che puntano e portano a questo peggioramento. Noi pensiamo che l'eventuale bocciatura dell'articolo 1 ter, con il recupero del comma 6 dell'articolo e della legge numero 4 del 2009, insieme alla bocciatura del capo secondo della stessa legge, offrirebbe la possibilità di raggiungere un accordo all'interno di questo Consiglio per chiudere in maniera non indecorosa questa vicenda.
Ci sono tutta una serie di elementi nei commi previsti dall'articolo 1 ter che sono assolutamente improponibili e inaccettabili e speriamo anche che una lettura attenta degli emendamenti che sia il Capogruppo del P.d.L. sia il collega Campus hanno presentato, possa portare ad interpretarli nella logica di un possibile, non dico miglioramento, ma almeno di evitare il peggioramento della legge numero 4, che è assolutamente insopportabile per una Sardegna che punti a una valorizzazione del paesaggio e delle peculiarità e caratteristiche del nostro edificato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). L'articolo 1 ter prevede modifiche agli interventi e adeguamento ed ampliamento del patrimonio esistente. Noi abbiamo sostenuto coerentemente, fin dall'inizio di questo percorso a tappe sul cosiddetto piano casa, che siamo contrari a questo modo di prevedere ampliamenti. Gli ampliamenti concepiti in questo modo stravolgono gli indici previsti dagli strumenti di pianificazione urbanistica, stravolgono gli indici previsti dai piani particolareggiati e stravolgono gli indici in agro. Io credo che questo sistema (poi torneremo sui pilotis, torneremo sui seminterrati, sugli scantinati, sui magazzini) riguardi tutta una serie di interventi che credo sia evidente a tutti si configurino come un'autentica sanatoria "a gratis"!
Ora io sono contrario a qualsiasi forma di sanatoria, però, contestualmente alla richiesta di sanatoria del volume in aumento o in difformità, è previsto il pagamento di una cifra, di una somma. Questa è invece una sanatoria che cade dal cielo, totalmente gratuita, che va a premiare chi ha osato in dispregio delle norme con le solite furbizie che ben conosciamo, e sappiamo vengono tollerate, in barba a chi invece, rispettoso delle norme, non si avventura e prende atto di quelle che sono le norme di legge.
Qui noi stiamo parlando di volumi che non sono volumi o perlomeno che non risultano tali e che diventerebbero tali conseguentemente a queste pratiche che noi graziosamente permettiamo a chi si è avventurato in queste operazioni. Abbiamo sempre detto che è un modo inopportuno, inadeguato, pesante di interferire sulla pianificazione che spetta ai comuni, i quali comunque si troveranno di fronte a situazioni che hanno già avuto difficoltà a governare con la legge numero 4 del piano casa, che ha determinato una contrapposizione tra singoli cittadini per la disparità di trattamento conseguente ad una legge difficile da comprendere e da applicare. Questa legge la ingarbuglia ulteriormente, la mette di fronte a situazioni ancora...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento soppressivo dell'articolo 1 ter per i motivi di cui abbiamo parlato fino adesso. Purtroppo non ho assistito all'intervento di Giacomo Sanna del P.S.d'Az sulle intese, ma l'ho sentito altre volte parlare di questo argomento. Mi preme comunque rispondere comprendendo che questa lunghissima discussione di questi giorni ha anche una funzione pedagogica, di aiutarci a ricordare come stanno le cose.
L'articolo 11 delle norme di attuazione del PPR sulle intese recita: "Le previsioni del PPR si attuano attraverso a) la pianificazione provinciale e comunale; b) i piani delle aree protette; c) le intese tra Regione, province e comuni interessati". Le intese attuano le previsioni del PPR, in nessun caso possono essere una deroga alle previsioni del PPR. Il comma che segue, punto 2, lo specifica: "Le intese di cui al comma precedente sono orientate alla definizione di azioni strategiche preordinate a disciplinare le trasformazioni e il recupero urbanistico del territorio in attuazione delle previsioni del PPR". Attuano il PPR, per cui, lo dico anche all'onorevole Mario Diana, non si tratta di fare due pesi e due misure, è lo stesso peso, sono le previsioni del PPR a cui si devono adeguare i PUC oppure gli interventi anticipatori del PUC (che sono le intese) senza fare figli e figliastri.
Circa i numeri - è vero -forse di intese di proposte di intese ne sono state presentate tante, sì perché i comuni ne hanno presentato tante, tantissime sono state dichiarate non ammissibili, non ricevibili, circa 180 sono state discusse e approvate, di queste circa la metà riguardano opere pubbliche, le altre riguardano opere che i comuni hanno ritenuto di doverci presentare.
Lei cita spesso quello che è successo a La Maddalena, in particolare nell'isola di Santo Stefano. Santo Stefano - lei lo ricorderà pur non avendo mai speso una parola positiva a riguardo - a seguito della partenza degli americani si stava trasformando da un'isola a economia militare a un'isola a economia civile grazie alla riconversione, secondo le previsioni del PPR, di una vecchia cava dismessa e delle costruzioni militari. Dispiace a lei? Dispiace al P.S.d'Az? Io credo che sia un esempio positivo. Lei che ha tanti amici a La Maddalena può chiedere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 28 che sopprime l'articolo 1 ter e per richiamare quest'Aula a ciò che è successo oggi in Liguria e in Toscana. Come una coincidenza davvero nefasta mentre noi parliamo di piano casa (che sostanzialmente è la modifica surrettizia del PPR, la volontà di superare i vincoli e quindi di lasciare spazio alle possibilità costruttive in ogni dove nell'isola, a prescindere anche dai vincoli paesaggistici che sono stati posti) c'è la natura che ci riporta alla realtà dei fatti e soprattutto alla necessità di rispettarla. Ed è una coincidenza davvero brutta perché lo stesso successe anche mentre nel dicembre del 2004 discutevamo la legge salva coste.
Infatti proprio quando l'opposizione si opponeva alla legge salva coste la natura ci richiamò all'ordine, al buon senso e alla consapevolezza di ciò che stavamo facendo con il disastro che purtroppo devastò Villagrande. Lo stesso avviene oggi: mentre noi discutiamo di queste leggi, mentre voi aprite la strada ad un utilizzo del territorio senza regole, che non ne rispetta il valore intrinseco e la qualità della vita delle persone, la natura ci richiama alle regole. E allora credo che anche questa concomitanza che certamente non avremmo voluto, dovrebbe indurre quest'Aula a ragionare meglio su ciò che stiamo affrontando a riflettere meglio su quello che sarebbe necessario fare per evitare disastri di questo genere.
Villagrande, Capoterra in Sardegna, oggi la Liguria, la Toscana e tutto il Nord ci richiamano anche a riflessioni di questo genere. Cerchiamo di evitare che si ripetano eventi di questo genere, evitiamo che possano essere approvati progetti urbanistici e di edilizia a vario livello che consentano e che agevolano tragedie di quella natura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io voterò a favore dell'emendamento soppressivo dell'articolo 1 ter, ma con una motivazione un po' diversa da quella addotta da alcuni colleghi. La realtà è che voi nell'articolo 1 ter, con gli emendamenti che ci avete elencato, avete sostanzialmente accolto le nostre posizioni. In sostanza si certifica che l'opposizione ha fatto breccia, e se ho ben capito dai pareri espressi sugli emendamenti, si accetta la soppressione dei commi 7, 8, 10, e addirittura del comma 11, e quindi tutta la possibilità delle edificazioni figlie delle villette a schiera. Con l'emendamento numero 4 si torna addirittura indietro, e si impedisce l'edificazione delle zone A, senza scadenza di termini, in mancanza di una specifica delibera del Consiglio comunale che certifichi un contrasto architettonico per gli edifici anche con meno di 50 anni.
Allora, io sottolineo e manifesto anche una certa soddisfazione perché le nostre ragioni sono state accolte, vuol dire che poi fare opposizione anche di merito aiuta, ma mi chiedo perché abbiate dovuto, nell'articolo 1 ter, e anche nei successivi, mettere un'asticella così alta rispetto alle nuove possibilità edificatorie, invece di limitarvi, come avete fatto alla fine con lo stesso articolo 1 ter, che sostanzialmente si riduce nella soppressione della necessità di dover presentare le elaborazioni fotografiche delle modifiche. In sostanza le famiglie risparmieranno sui rendering, cioè sulle simulazioni virtuali delle piccole modifiche che intendono fare.
Ma se allora la montagna doveva partorire un topolino, non potevate presentarci direttamente un topolino e mettere i presupposti per mangiarci tutti una fetta di formaggio e passare a discutere qualcosa di più importante per la Sardegna? Comunque, prendo atto, e mi auguro che anche sui prossimi articoli ci sia lo stesso buon senso che mi sembra sia emerso negli emendamenti soppressivi.
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento numero 28 soppressivo dell'articolo 1 ter. In questo articolo, qualcuno lo ha già detto, avete cercato di gemmare le case e gli appartamenti, io dico che state cercando di moltiplicare non i pani e i pesci, ma gli appartamenti. E voglio citare solo due casi.
Cancellate le pertinenze, il pluripiano viene trasformato in più unità immobiliari, e poi, come ricordava il collega Porcu poco fa, cancellate l'obbligo di presentare gli elaborati fotografici di simulazione. L'importanza di questa simulazione fotografica, dal punto di vista ambientale, è quello di consentire ai funzionari degli uffici della tutela del paesaggio di verificare la compatibilità ambientale delle modifiche. Qualcuno, forse convinto che ad ascoltare queste riunioni ci siano solo persone direttamente interessate, ci accusa di approccio ideologico al problema; le voglio assicurare, onorevole Sanna, che non c'è nessun approccio ideologico a questi temi, tant'è vero che nella passata legislatura sono stati affrontati con cognizione di causa, e con decisione portare a compimento riforme molto importanti.
C'è una netta contrarietà a questo modo di scrivere le leggi, a questo modo di presentarle e approvarle. Non ci spaventa il fatto che anche i nostri sostenitori, oltre ai vostri e a tutti i cittadini sardi, possano sentire i nostri interventi. Lo abbiamo ripetuto sino alla nausea in questi giorni qual è la nostra posizione, vi abbiamo anche sfidato a stralciare la proroga del cosiddetto piano casa, a venire qui in Aula a discutere e confrontarci sulle eventuali modifiche che si vogliono apportare al PPR. Ma la "verità vera" è che, onorevole Sanna, siete in 53 componenti la maggioranza, e ci sono 53 posizioni diverse l'una dall'altra, e quindi per questo motivo evitate di portare in Aula una discussione…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Rinuncia.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, semplicemente per semplificare lo svolgimento dei lavori a nome delle forze politiche della maggioranza, volevo annunciare il voto favorevole sugli emendamenti numero: 31, 1 (uguale al 35), 17 (uguale al 364), 3 (uguale al 38) e 39 (uguale al 141) presentati dall'opposizione.
Ritiro, sempre a nome della maggioranza gli emendamenti numero: 2, 140, 18, 137, 14, 138, 147, 125 e 139.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Intervengo per esprimere il voto contrario all'emendamento numero 28, Presidente, e per dire all'onorevole Soru che mentre certamente lui è un grande esperto di urbanistica e di cubature, sicuramente quando noi raccoglievamo le firme negli anni 80 (10.000 firme) per fare il referendum per cacciare via gli americani, lui certamente non si preoccupava di questo, si preoccupava di altre cose, del suo lavoro, dei suoi interessi. Noi invece già da allora ci preoccupavamo di questo, gli unici, perché non c'era né DC né PCI che condividessero con noi questa battaglia.
Però lei ritorna proprio sul discorso degli americani e di La Maddalena. Allora avete fatto l'intesa, che per noi, con tutte le intese, è una deroga. L'avete fatta a Santo Stefano dove c'era una vecchia cava di granito, dove l'unica cubatura esistente era la casa (piccola per la verità) del custode di quel cantiere, dove c'era un "dente" (che ormai il mare si è mangiato) dove attraccavano le navi per portarsi via il granito. Di fronte a quello specchio d'acqua voi avete sottoscritto un'intesa per quasi 45.000 metri cubi, che prevedeva villette, attracchi, e quanto necessario perché chi dovesse fare vacanze in quella cava, la facesse con tutti i comfort necessari, garantendo così che quell'investimento avesse tutte le ricadute che doveva avere. I terreni sappiamo di chi erano, di un ex sindaco che non c'è più perché deceduto, e che da anni vedeva tutti i terreni della sua famiglia, compresa la parte degli americani, soggetti a servitù.
Quindi non credo che il PPR consenta di fare, a meno di 300 metri dal mare, tutto questo che sto dicendo, voi nell'intesa invece questo l'avete consentito. Io non mi scandalizzo, però l'avete consentito. E quando ho sfidato gli amici del centrosinistra a raccogliere insieme a noi le firme per impedire che questo sopruso si consumasse, l'ho fatto provocatoriamente, ma la provocazione era soprattutto rivolta a quelle associazioni ambientaliste che fuori da questo palazzo proliferano e che hanno l'abitudine di tacere quando ritengono giusto tacere e di urlare quando gli interessi sono diversi. Questo lo volevo precisare perché la storia la conosciamo tutti e le intense che avete fatto le avete stabilite voi insieme ai comuni dove voi come Regione…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento al numero 28.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 28.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano, Milia, Randazzo e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 65
astenuti 1
maggioranza 33
favorevoli 24
contrari 41
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 29.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Con l'emendamento numero 29, che tende a sopprimere il comma 1 dell'articolo 1 ter, stiamo volutamente ripetendo lo stesso ragionamento che abbiamo appena fatto per l'intero articolo, perché il comma 1 è la premessa per gli altri commi che vengono di seguito, quindi va anche detto che se si sopprimesse questo comma probabilmente decadrebbero tutti gli altri commi successivi. Stiamo ripetendo la votazione che noi riteniamo giusto venga ripetuta sull'intero articolo 3. Un articolo 3 che non credo dobbiamo fare molta fatica ad indicare come un articolo che va soppresso, probabilmente in tante parti importanti dello stesso questa soppressione prenderà forma e io mi auguro che prenda forma anche più di quanto non sia già stato annunciato poco fa dal collega Giulio Steri.
Io spero, per esempio - lo ripeteremo e lo ripeterò nei successivi interventi - che oltre al comma 2 vada assolutamente soppresso il comma 3. Per adesso, comunque, noi tentiamo di sopprimere per intero l'articolo 1 ter sopprimendo il comma 1 e vi risparmieremo in questo modo la fatica di continuare ad andare avanti. Dichiaro il voto favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 29 e per fare alcune precisazioni all'Aula, su fatti specifici che però ci aiutano a comprendere di che cosa stiamo parlando, altrimenti si finisce per prestar credito ad affermazioni che sono di una debolezza estrema e che mostrano un livello di approfondimento degli argomenti effettivamente preoccupante per la responsabilità che abbiamo.
Per esempio, onorevole Sanna, se lei afferma che nelle conferenze di servizi i rappresentanti della Regione sono più di quelli del Comune sta prendendo effettivamente un abbaglio di proporzioni pazzesche perché l'intesa richiede l'accordo del Comune, della Regione e della Provincia a prescindere dal numero dei rappresentanti presenti in Conferenza; e basta che ci sia solo una persona, il Sindaco del Comune, che dica che non va bene, che questa conta come se fossero 100 della Regione.
Lei ha detto molto bene: nell'isola di Santo Stefano, strappata ad una servitù militare grazie ad una serie fortunata di circostanze (e io le do atto che lei è da una vita che combatte) c'era una cava di granito ma non è l'intesa che ha deciso che la cava di granito potesse essere riutilizzata, è una norma generale contenuta nelle norme tecniche di attuazione che prevede che i siti industriali dismessi, i vecchi siti minerari, le cave dismesse debbano essere riutlizzate. Per cui era dovevano essere riutilizzate la cava di sant'Antioco, le cave di Gonnesa, le cave di Santo Stefano; i metri cubi sono esattamente quelli che vi ho detto perché si è considerato che nell'isola di Santo Stefano c'erano le cubature di pertinenza di quella cava ma anche circa 40 mila metri cubi da poco approvati, mi pare dalla precedente Giunta Masala, per permettere di aumentare il carico antropico di soldati americani nelle isole dell'arcipelago di La Maddalena.
Allora, di fronte ad un'isola che aveva il problema di pensare che i posti di lavoro sarebbero spariti, che l'economia sarebbe crollata, ci siamo attenuti alle previsioni delle norme di attuazione per permettere di ospitare soldati americani e turisti in pace. Non si dispiaccia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento che sopprime il punto 1 dell'articolo 1 ter, per le ragioni che ho illustrato nell'intervento precedente. Noi vorremmo che anche in questo Consiglio regionale, in quest'Assemblea, si ragionasse così come si ragiona oggi da altre parti di fronte ad una situazione che è cambiata, è cambiata molto.
Noi qui stiamo assumendo una posizione che ci colloca fuori dall'Europa, perché noi qui stiamo sostenendo la tesi che non vogliamo le regole, e se le regole le approviamo poi le disattendiamo. Qui è come nei combattimenti di pugilato: l'importante è che quando suona la campana l'incontro finisca e tutti tornino all'angolo. Il problema è chiaro ed evidente: è complicato tenere il ritmo perché ci vuole convinzione e noi siamo convinti nel sostenere la nostra battaglia, probabilmente più di quanto non lo siano coloro che siedono tra i banchi della maggioranza nel sostenere la validità di questa norma che fa acqua da tutte le parti.
Dicevo, noi stiamo ragionando in un modo tale che ci collochiamo fuori da quelle che sono le tendenze attuali circa il modo di governare il territorio; noi siamo fuori da un ragionamento che è condiviso, dicevo prima, in tutta Europa. Ma da che parte pensiamo di andare e dove vogliamo parare adoperandoci a trovare i metodi per superare tutto quello che le regole invece dicono debba essere disciplinato in modo diverso? E' la politica dei furbi! Noi siamo sostenitori della politica delle furbizie, e siccome furbi possono essere tutti, ma non tutti si comportano da furbi perché chi è rispettoso delle regole ne prende atto e le rispetta, noi vogliamo offrire ad una parte dei nostri cittadini un alibi per percorrere vie traverse ed arrivare ad un risultato che le norme vigenti, ad iniziare dagli strumenti di pianificazione dei Comuni, i piani particolareggiati, gli indici in agro, la tipologia degli interventi, quanto è previsto e disciplinato dalle regole, non consentirebbero.
Ecco, noi, in barba ai piani particolareggiati, ai piani del colore, agli studi puntuali, alle analisi, alle indagini che vengono effettuate prima di approvare uno strumento…
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Anch'io esprimo il voto favorevole su questo emendamento che credo si collochi nella linea degli interventi di cui parlavamo prima. In modo particolare ritengo che l'emendamento soppressivo sia importante per quanto riguarda la possibilità di cercare di fare in modo che vengono cassate tutte le norme che allentano i vincoli relativi all'alienazione dell'unità immobiliare ampliate a seguito delle premialità.
L'ho detto anche prima ma lo voglio ripetere: il divieto di alienazione decennale che viene eliminato per quanto riguarda i fabbricati soggetti alle agevolazioni di questa norma, per noi non è una situazione sostenibile. Con questa norma si esce dalla logica delle pertinenze inscindibili dall'unità immobiliare principale; e allora noi non possiamo far altro che ribadire il nostro voto favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Intervengo per annunciare il voto contrario all'emendamento numero 29. Non vorrei muovere attacchi personali, lungi da me, ma l'onorevole Soru, grande esperto di urbanistica (perché faceva questo di mestiere prima di fare quello che sta facendo) quando opera scelte come quella di Santo Stefano dimentica quanto proclamato in precedenza e le considera opere di merito. A Santo Stefano c'è una cava dismessa e in modo quasi angelico si autorizza la costruzione di poco meno di 45 mila metri cubi, non è che hanno pensato ad una cava di Buddusò, di Pattada, di Alà dei Sardi, no, la cava, guarda caso, è proprio lì, in riva al mare (chi non conosce la zona è bene che ci vada).
Stiamo parlando dell'isola nell'isola, dove quando gli americani vanno via, ci si inventa il G8 e contemporaneamente inventiamo anche un'intesa su quell'isola: opera meritoria. Se l'avessi voluta io, sicuramente da questa parte sarei stato accusato di voler cementificare uno degli angoli più belli dell'arcipelago, ma siccome l'avete conclusa voi quest'intesa è diventata è un'opera meritoria. La prossima volta (così tutti i colleghi capiranno) mi porterò appresso anche l'elenco dei nomi di coloro che hanno beneficiato dell'intesa, così li scorreremo assieme e faremo un ragionamento più ampio, più approfondito, in modo tale che ognuno poi si assuma anche le proprie responsabilità.
Una cosa è certa, onorevole Soru, quando lei ha dovuto fare determinate cose, ha modificato le regole (vedi il Piano energetico regionale). Al CASIC, che non aveva i terreni (aveva 40 ettari) gliene ha fatto aggiungere altri 160, perché Sorgenia doveva avere 200 ettari per realizzare il progetto di energia alternativa che il suo proprietario aveva in mente. Questo lo dico perché quando le regole ci sono e non vi vanno bene le modificate a vostro piacimento per fare quello che ritenete voi più giusto, non la società, non i sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io non amo molto la personalizzazione dei problemi, però se c'è una parte politica che è conosciuta, non in Sardegna ma al mondo, per essere specializzata in leggi ad personam, è la parte politica nella quale attualmente, ammetto anche con un certo imbarazzo, milita il Partito Sardo d'Azione.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Io milito nel Partito Sardo d'Azione.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, militate anche nella maggioranza.
Io voglio peraltro precisare che le intese non sono mai state proposte dalla Regione, c'è scritto chi le ha proposte…
(Interruzioni)
… C'eravate voi, lo sapete? A voi hanno raccontato delle storie che non sapete neanche voi da che parte comincino: nella sede dove si discutevano le intese c'ero io, non c'era nessuno di voi, tutto il resto sono chiacchiere, leggende metropolitane! Ed è ovvio che la Regione fosse presente con più di una persona, perché chiaramente dovevano essere presenti tutti i soggetti che dovevano esprimere i pareri obbligatori, il rappresentante del Paesaggio, della Forestale, della Sovrintendenza, dell'Autorità di bacino. Poi però quando si doveva esprimere il parere della Regione, che doveva essere reso insieme a quello del Comune e a quello della Provincia, eravamo in tre, non eravamo in trenta contro due, quindi le informazioni bisogna darle correttamente.
Vi ho già detto l'altra volta che avevano chiesto di poter partecipare alle intese i dirigenti della Corte dei Conti e del Corpo forestale della Regione che opera in funzione polizia giudiziaria: hanno partecipato e potevano, se avessero eccepito qualche cosa, obiettare e farci le osservazioni che ci dovevano fare. Io sono tranquillo, voi potete strumentalizzare quello che volete ma non c'entra niente con ciò di cui stiamo discutendo oggi, noi stiamo parlando di un piano casa che deroga al Piano paesaggistico. Noi abbiamo fatto un Piano paesaggistico, lo abbiamo applicato, abbiamo fatto delle deroghe? Andate dal Procuratore e denunciate quello che sapete. Che cosa volete che vi dica di più: andateci! Del resto, le sentenze dei tribunali dello Stato sui quali siamo stati chiamati a rispondere hanno espresso una valutazione che è lì agli atti: utilizzatela come meglio credete ma non cercate di mistificare la realtà! E io non voglio neanche enfatizzare un periodo difficile, perché il riformismo Sardegna è materia difficile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Intervengo per esprimere parere favorevole all'emendamento, non foss'altro perché, così com'è stato detto, il comma rappresenta un po' la sintesi dell'articolato, e quindi con l'approvazione dell'emendamento verrebbero meno gli altri commi. Mi sembra, inoltre, che ci sia anche la disponibilità a sopprimere altri commi, e quindi a rendere l'articolo 1 più asciutto. Rimarrebbe il comma relativo alla riduzione della documentazione fotografica degli interventi di miglioramento.
Ora se è ridurre ulteriormente l'iter burocratico e quindi i documenti che i cittadini sono costretti a produrre per poter poi ottenere le relative autorizzazioni, è sicuramente un fatto positivo; è anche vero, che in certe situazioni, la documentazione fotografica consente gli uffici preposti, in modo particolare penso agli Uffici di tutela del paesaggio, di verificare le peculiarità e quindi di esprimere il loro parere. Sappiamo, infatti, che questi uffici non effettuano sopralluoghi se non in casi particolari e perciò la moltitudine di pareri finisce per essere espressa in base alla documentazione fotografica. Però si apre un interessante spiraglio sulla riduzione delle pratiche che spesso costringono il cittadino a dover produrre incartamenti continui e l'utilizzo dell'autocertificazione agevola sicuramente il percorso.
Perciò laddove possiamo e riusciamo ad utilizzare questo istituto io credo che dobbiamo farlo, ripeto, nell'attenzione che è dovuta ai casi particolari dove non è possibile il sopralluogo diretto e quindi si ha necessità della produzione cartografica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). L'assessore Rassu nella sua replica ha parlato, a sostegno delle posizioni della Giunta, dell'accordo Stato - Regione che consente e prevede di procedere in deroga; come a dire che l'accordo tra Stato -Regione ci consente di derogare a tutto e di più. Assessore, questo non è un vantaggio; nel discorso generale non aggiunge niente di più, anzi toglie, perché la prerogativa che questa Regione ha di pianificare in proprio modificando le leggi e quindi approvando regole vere, poteva essere esercitata senza aspettare che il Governo nazionale acconsentisse alle possibilità di procedere in deroga. Un Governo che peraltro da quando si è insediato ha fatto un condono edilizio, ha fatto un condono fiscale, ha fatto un condono penale, ha fatto un condono morale e poi ha fatto l'accordo con la Regione perché noi potessimo approvare tutte le deroghe possibili e immaginabili.
Guardi, siccome io la stimo, e so che lei è persona seria, e mi è anche simpatico, non richiami questo accordo o rafforzamento del suo operato, non le fa onore accostarsi ad un provvedimento che proviene da un Governo di questo tipo.
Approfitto del tempo a mia disposizione per richiamare un intervento pronunciato dall'onorevole Campus in sede di avvio di dibattito, dove chiamava in causa un documento (lui dice che lo faceva senza alcuna vena polemica e anch'io lo faccio senza vena polemica) di accompagnamento al PUC del Comune di Sassari firmato dal dirigente di quel Comune, che definì una perla di dirigente. Io voglio rispondere allo stimato collega Campus che si trattava dell'allegato numero uno: linee guida per l'adeguamento del PUC al PPR e al PAI.
Il PPR prevede il suo tematismo su scala 1 a 50.000, il Comune lo studia in scala a dettaglio 1 a 10.000, o 1 a 4000 (ogni Comune decide autonomamente), e il PPR lo assorbe e corregge secondo le procedure dell'articolo 107; l'ultimo comma del Piano paesaggistico e l'ultimo comma dell'articolo 107 recita "I comuni nell'adeguarsi alle prescrizioni del PPR procedono alla puntuale identificazione cartografica degli elementi dell'assetto insediativo, delle componenti di paesaggio, dei beni paesaggistici e dei beni identitari presenti nel proprio territorio, anche in collaborazione con i competenti organi del MIBAC. Eventuali correzioni dei tematismi rispetto alle cartografie del PPR, che non ne alterano i contenuti sostanziali, qualora positivamente accolte in sede di verifica di coerenza di cui all'articolo 31 della L.R. 7/2002 non costituiscono variante al PPR, purché deliberate dalla Giunta regionale". E cioè che cosa accade? Che il PPR prevede in scala 1 a 50.000 che so…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 1 dell'articolo 1 e riprendere le osservazioni che noi abbiamo sviluppato attorno a questo articolo. Questo è un articolo che aggredisce già una norma essenzialmente permissiva, e ripeto, permissiva e disordinata e disordinante cioè che crea disordine, crea disordine all'assetto urbano, crea disordine nei diritti ai servizi di una città, crea città più invivibili di quelle che abbiamo.
Noi non siamo a Berlino (dove qualcuno potrebbe benissimo recarsi per capire come è la cultura urbanistica di quel Paese) siamo a Cagliari, siamo nel mezzogiorno d'Italia, un Mezzogiorno che per organizzare sul piano della pianificazione urbanistica le proprie città deve aspettare decenni, perché non si persegue la regola o meglio una formula regolatrice dello sviluppo che consenta certezza a chi deve investire, fare cose utili per la comunità e anche per se stesso, perché questo è un Paese che gravita nell'ambito dell'economia di mercato e quindi è giusto anche il profitto. Quello che non è giusto è approfittare a danno degli altri.
Ma come è possibile che si approvi il progetto di un palazzo, si costituiscano i pilotis, vengano utilizzati come parcheggi, con un certo tipo di illuminazione, un certo tipo di areazione, e noi poi interveniamo dopo e diciamo che si possono murare aumentando così la cubatura? L'altro giorno abbiamo trasformato cubature per servizi in cubature residenziali. Facciamo finta che l'equilibrio tra servizi e insediamenti non debba esistere, questa è la gravità. Questa è una legge disordinata e disordinante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo giusto per una precisazione. Onorevole Sanna, prima l'ho interrotta mentre stava parlando e ho fatto male, me ne dispiace, però volevo dirle che nessuno di noi pensa che voi abbiate commesso imbrogli, lo dico anche al presidente Soru, pasticci per cui bisogna informare i tribunali, i giudici e l'autorità giudiziaria. Semplicemente avete cambiato le regole, le avete fatte come vi sembrava giusto farle e avete previsto incrementi di volumetria pari a 45.000 metri cubi a Santo Stefano per realizzare un albergo nei trecento metri dal mare.
Noi non pensiamo che questo sia sbagliato, non pensiamo assolutamente che ci sia sotto chissà quale imbroglio, chissà quale padrone, come l'onorevole Sanna rimprovera sempre a noi, noi pensiamo semplicemente che l'avete fatto. Allora non è possibile che quando lo fate voi è ben fatto, è sacrosanto e si tratta della riconversione civile dell'economia dell'isola, quando lo facciamo noi è un imbroglio e abbiamo qualche padrone da servire. Questo non è accettabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 29, intanto perché il comma 1 che intendiamo sopprimere regge l'intero articolo 1 ter e la sua soppressione, quindi, farebbe decadere tutto il resto dell'articolo e i commi che, secondo noi rappresentano il fulcro anche più negativo di questa legge che stiamo discutendo e poi perché il detto comma non corrisponde assolutamente alle esigenze dei cittadini, all'esigenza di semplificazione che chiedono i cittadini e di efficacia e di efficienza della pubblica amministrazione e delle norme che vengono predisposte.
Non sono queste le semplificazioni che chiedono gli enti locali, gli uffici tecnici comunali. Noi abbiamo invece il dovere urgente di fare in modo che la semplificazione avvenga finanziando - l'abbiamo detto in tutte le lingue negli ultimi giorni -la possibilità che gli enti locali possano predisporre e adottare gli strumenti urbanistici comunali. Questo è quello di cui hanno bisogno gli uffici tecnici, le comunità, e quindi i cittadini che agli uffici tecnici si rivolgono per vedere soddisfatte le loro esigenze urbanistiche.
Voi invece, anziché seguire questa strada, che sarebbe di buon senso, che sarebbe in linea con le regole, che sarebbe, da un punto di vista pedagogico e culturale, davvero positiva, perché significherebbe stabilire regole uguali per tutti e omogenee possibilmente su tutto il territorio regionale, scegliete la strada di modificare in maniera rabberciata la legge che avete approvato nel 2009, soddisfando di volta in volta, alla bisogna, e secondo un metodo che abbiamo definito "bancomat", le esigenze che vi vengono sottoposte.
Ebbene, noi non condividiamo questo modo di procedere, vogliamo invece che i comuni siano dotati degli strumenti urbanistici necessari, che questi vengano finanziati e sostenuti economicamente per raggiungere questo obiettivo. Pertanto non possiamo essere d'accordo per soluzioni tampone e rattoppi che, anche da un punto di vista culturale, creano un danno incalcolabile. Quindi, non possiamo essere assolutamente d'accordo con l'articolo 1 ter nel suo complesso, e comma per comma continueremo ad argomentare perché ne chiediamo la soppressione.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 29.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 29.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Corda ha votato a favore e che il consigliere Milia ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 64
astenuti 1
maggioranza 33
favorevoli 25
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
L'emendamento numero 30 era stato ritirato. Passiamo all'emendamento numero 31.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 31 propone la cancellazione del comma 3. Probabilmente studiando attentamente gli effetti della soppressione delle parole "da utilizzare come sue pertinenze" dal contesto dell'articolo 2 ci si è resi conto della pericolosità della norma. Quello che non capisco è perché, poi, al comma 12 ve la caviate con quella dicitura.
Quel vincolo decennale che impedisce la commercializzazione, della pertinenza, ha un valore, infatti, solo se è iscritto nella conservatoria dei registri immobiliari. Se quel vincolo non è iscritto, è aria fritta. Quindi, se ci crediamo, dobbiamo modificare il comma 6, come diceva l'onorevole Campus, in senso migliorativo, cioè facendo sì che quel vincolo sia reale, non fasullo, e prevedendone, quindi, a tal fine, l'iscrizione nella conservatoria dei registri immobiliari. In questo modo si perviene a una visione di servizio generale della legge.
Peraltro, siccome poi è stato ritirato l'emendamento che riguardava il comma precedente, io ritengo anche abbastanza deprimente che il comma 2 cancelli la necessità, salvo casi di vincoli paesaggistici, di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione. Vorrei ricordare che, oltre ai vincoli paesaggistici, ci sono nell'urbanistica gli studi del colore, l'adeguatezza urbanistica, l'interpretazione degli skyline, e quindi minimizzare non è mai utile se si vuole valorizzare il contesto. Tutto ciò mi è sembrato un arretramento che si poteva evitare. Dichiaro il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Intervengo per ricordare che, come già in un precedente intervento, le riflessioni mantenute in seno alla maggioranza hanno portato alla necessità di modificare il testo in senso migliorativo, e pertanto, come ha appena ricordato l'onorevole Steri, anche l'emendamento numero 31, che aveva ricevuto in Commissione il parere contrario, adesso viene accolto dalla maggioranza che accetta di ripristinare la natura di pertinenza degli ampliamenti in tutte le tipologie edilizie. Questo è un esempio di come, appunto, ragionando e parlando, si possa davvero migliorare un testo di legge.
Quindi, anche il Gruppo del P.d.L., come ha annunciato l'onorevole Steri a nome della maggioranza, voterà a favore di questo emendamento per ripristinare il testo della legge numero 4 del 2009.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento, e ne approfitto per approfondire temi di cui si è sempre vagheggiato senza arrivare al punto. Ancora una volta voglio tornare sul discorso delle norme di attuazione del PPR, e sul fatto che le intese non possono essere considerate deroghe. Qualcuno dice che sempre di deroghe si tratta, ma ognuno le può chiamare come vuole, le può chiamare anche salsicce, ma non sono salsicce, e non sono deroghe, sono previste dalle norme di attuazione del PPR. Le norme tecniche di attuazione del PPR - lo ricordo soprattutto a lei, Assessore, si occupano anche di queste fattispecie.
Recita il comma 4 dell'articolo 43 delle norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico: "Nelle aree di compromissione ambientale dovuta alle attività minerarie dismesse, ai sedimi ed agli impianti industriali dismessi, alle discariche dismesse o abusive, oltre alle operazioni di bonifica, di messa in sicurezza e recupero, gli interventi devono promuovere, ove possibile, il ripristino dei luoghi, anche al fine della valorizzazione turistico ambientale (…). I piani di valorizzazione turistico ambientale sono ammessi solo se compatibili con i caratteri specifici del territorio".
Quindi, Assessore, stiamo parlando non di deroghe, stiamo parlando dell'attuazione del PPR secondo quanto previsto dalle norme tecniche di attuazione. Ne stiamo parlando in un'isola che prevedeva ben altri metri cubi che non vengono più realizzati, e quindi senza aumentare il carico di metri cubi nell'isola, e nell'ambito di un contesto che vedeva la riqualificazione di un intero arcipelago, compresa la trasformazione che ha avuto l'intesa sul vecchio ospedale militare, compresa la trasformazione dell'arsenale militare. La Protezione civile ha proposto, credo, una trentina di intese, cinque o sei non sono state nemmeno formalizzate, proprio cercando di attuare il PPR. Io credo che, se quell'intesa l'aveste promossa voi in maniera leale, noi l'avremmo riconosciuta valida, non sarei arrivato a criticarla persino dal punto di vista personale. Così come credo che tutte le volte che proporrete qualcosa di buono, anche in questa legge che discutiamo oggi, non mancheremo di offrire il nostro contributo, senza nessuna polemica, collega Sanna. Io credo che non convenga personalizzare.
Cosa facevo io prima di entrare in politica è ben chiaro ed è ben noto, in tanti lo sanno, io non so cosa facesse lei, cosa ha fatto fuori dalla politica per tanti anni. Io ho fatto diverse cose, e credo che non sia stato un problema occuparsi di attività economiche lecite, compresa quella di aver costruito qualcosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io auspico che due personalità così legate al bene della Sardegna possano evitare la prosecuzione di questa polemica, per fatti peraltro che fanno parte, ormai, della storia della Sardegna e della storia dell'urbanistica in Sardegna. Con ciò non voglio sminuire l'importanza di ciò che ha rappresentato anche la difesa di un'esperienza come quella di La Maddalena, sia inizialmente, con la lotta per liberarla dalle servitù militari americane, sia, successivamente con gli interventi, riqualificandola in termini turistici e di sviluppo complessivo che, con tutte le buone intenzioni, sono stati portati avanti anche nella precedente legislatura. Quindi auspico che si possa chiudere questa polemica che vede due personalità forti che vogliono lavorare per il bene della Sardegna e che possono impegnarsi più proficuamente in altre discussioni.
Sull'emendamento numero 31 io saluto l'annuncio fatto dal collega Steri e sottoscritto dal collega Campus, che rappresenta un'apertura rispetto alle questioni di merito che l'opposizione in Consiglio regionale ha posto su questa legge. Il fatto che si eviti di peggiorare ulteriormente l'articolo 2 della legge numero 4 eliminando la parola "pertinenze" e inserendo i volumi aggiuntivi come unità immobiliari a sé stanti impedisce l'inserimento in legge di un elemento assolutamente insopportabile. Io saluto questo fatto ma, così come i miei insegnanti dicevano di me "è intelligente, si applica, ma potrebbe fare di più" anch'io ritengo si possa fare di più. Il mio voto è comunque favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Intervengo per annunciare il voto a favore sull'emendamento numero 31 e, visto che l'onorevole Soru non vuole personalizzare, anch'io non voglio personalizzare. La sua curiosità io credo di poterla soddisfare immediatamente, onorevole Soru. Mentre lei costruiva supermercati a Olbia, che in parte crollavano, e a Oristano, io ero dipendente del Comune di Sassari, dove non ho fatto carriera per meriti politici e dove sono tornato a lavorare quando sono uscito da quest'Aula, prima di essere rieletto. Quindi la sua curiosità credo che sia appagata.
Ma lei non può far apparire quello che non è. E' da poc'anzi che vi sto dicendo che Santo Stefano è un'isola dell'arcipelago, non è La Maddalena, è un'isola dell'arcipelago di La Maddalena e non può essere definita opera meritoria quella di autorizzare in riva al mare costruzioni per 45 mila metri cubi in una cava dismessa. La dovete smettere! Almeno assumetevi le responsabilità delle vostre azioni. Gli amici del G8 sono amici vostri, non certo miei, perché avete iniziato voi, non ho iniziato io…
(Interruzione del consigliere Salis)
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Va beh, Bertolaso prima andava bene sia alla destra sia alla sinistra, ve lo siete coccolato, tutti quanti. Allora, la realtà non può apparire come non è, e diventa anche stucchevole ritornare continuamente su questo tema. Io non ci voglio ritornare se no dovrei ampliare la gamma degli esempi e non voglio ampliarla perché rischierei di coinvolgere anche un amico come Gian Valerio. Però non posso neanche passare per colui che non sa niente o per lo stupido di turno che deve accettare che da un pulpito qua dentro si dica che tutto ciò che hanno fatto loro, o che ha fatto lei per meglio dire, è il bene della Sardegna e quello che hanno fatto gli altri è il male assoluto. Così non è!
Ognuno quando lavora fa del bene e del male e si assume le responsabilità. Voi stessi state dicendo che il PPR va corretto. Io sinceramente non lo avrei fatto all'interno di questa legge, ma lo avrei fatto nella sede opposta. La maggioranza vuole fare così. Anche se non condivido questa scelta partecipo ai lavori, approverò quello che riterrò giusto approvare e non approverò quello che non condivido, come il Gruppo sardista ha sempre fatto, in modo trasparente e alla luce del sole. Io spero che anche gli altri abbiano da vantarsi di questo.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 31.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 31.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
A seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 31 decadono il comma 12 dell'articolo 1 ter e gli emendamenti numero 126, 267, 127 e l'emendamento 265.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, chiedo due minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta sino alle ore 19 e 40.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 36, viene ripresa alle ore 19 e 48.)
PRESIDENTE. A seguito di un approfondimento degli Uffici sulla decadenza del comma 12 sospendo i lavori per alcuni minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 50, viene ripresa alle ore 19 e 54.)
PRESIDENTE. Colleghi, da un esame più approfondito risulta che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 31, decade solo una parte del comma 12, la lettera c. Rimangono in piedi anche gli emendamenti numero 126 e 267.
Passiamo all'emendamento numero 32.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, noi siamo favorevoli all'approvazione dell'emendamento numero 32 perché propone la soppressione del comma 4. Voi con questo comma 4 espungete dal testo della legge numero 4 la parola pluripiano per inserire le parole "composta da più unità immobiliari". L'intento è chiaro. Mentre il pluripiano si riferisce a un'unica proprietà, più unità immobiliari possono riferirsi a più proprietà e quindi fa capo anche a palazzi invenduti o parzialmente venduti. Non si fa pertanto riferimento alla famiglia come proprietario e come unico interlocutore, ma ai proprietari di palazzi.
Questo ci fa sospettare fortemente che si tratti, nonostante lo sguardo sornione dell'Assessore, di una norma per far favorire qualcuno e come tale votiamo per eliminarla. Se ci avessero invece spiegato la finalizzazione di questa norma (ma nessuno si azzarda) dimostrando la buona fede, avremmo anche potuto cambiare idea.
Metto in votazione l'emendamento numero 32.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 32.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cherchi ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cappai - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Peru - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Amadu - Randazzo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 62
astenuti 3
maggioranza 32
favorevoli 27
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 33.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 33 si propone la soppressione del comma 5 dell'articolo 1 ter. Anche in questo caso, Assessore, voglio ricordare che quando avevamo limitato l'ampliamento ai piani superiori ai soli edifici con copertura prevalentemente piana l'avevamo fatto semplicemente perché il piano casa non deve diventare un piano di demolizioni, ma un piano di ampliamenti. Quando quindi voi proponete di cancellare la condizione che il tetto deve essere piano, vuol dire che volete consentire anche la demolizione dei tetti a falda per poter sopraelevare. In questo modo si permette una destrutturazione architettonica dell'immobile.
Peraltro, se riferita anche a zone parzialmente sotto tutela come piani particolareggiati o le zone C con tipologia obbligata, queste norme provocherebbero stravolgimento della scelta della tipologia urbanistica e quindi un miscuglio ancora più ampio di quello che già gli uffici comunali e i geometri hanno consentito fino ad oggi. Ritengo che sia una norma di disordine urbanistico e come tale ne proponiamo la soppressione votando a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Io sono molto d'accordo con le considerazioni testé espresse dal collega Gian Valerio Sanna perché effettivamente con questo comma 5 si apre una voragine di una certa dimensione nella realizzazione di ampliamenti nelle città e nei suoi palazzi. Vorrei ricordare che così facendo si interviene in maniera molto pesante sui parametri urbanistici del territorio cittadino su cui questi palazzi insistono, generando anche problemi di parcheggi, di verde pubblico eccetera. Per questi motivi, con l'emendamento numero 33, proponiamo l'abrogazione di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole su questo emendamento anche se avverto persino un po' di imbarazzo in giornate come questa nel parlare di dettagli di questo genere. Ne parlava prima la mia collega Francesca Barracciu: la notizia principale che apparirà sui giornali di domani sarà quella relativa al numero di morti e ai danni incalcolabili che le intemperie ma anche una cattiva programmazione urbanistica stanno causando nel Nord Italia.
Noi in questo articolo e in ogni emendamento siamo ossessionati dalla necessità di permettere una qualche sopraelevazione, l'utilizzo di piani pilotis, di concedere qualche cubatura aggiuntiva, in questo caso trasformando anche dei tetti in piani e dando la possibilità di costruire l'edificio in pendenza, in modo da sfruttare le possibilità offerte dal combinato disposto di diverse norme. Io credo che almeno altrettanta attenzione di quella che poniamo nello scrivere questo tipo di norme dovremmo porre invece nell'adeguare la nostra normativa, e soprattutto le specifiche comunali, ad esempio al piano di assetto idrogeologico.
E' di qualche giorno fa il caso di un comune occupato dai cittadini esasperati dal fatto che una parte importante del territorio comunale risultava essere vincolato al piano di assetto idrogeologico. Evidentemente noi non contribuiamo molto con le discussioni che facciamo anche oggi a insegnargli e a fargli capire che il piano di assetto idrogeologico è nato per la loro incolumità, che le norme servono per la salubrità del loro vivere, per fare in modo che non ci si trovi inermi davanti alla forza travolgente delle calamità naturali, affinché non continui ad accadere in Sardegna quello che è accaduto in altre circostanze.
Credo che sia di questo che dovremmo occuparci, e aggiungere carico abitativo in luoghi già fragili, comporta l'aumento della pericolosità, non la riduzione della pericolosità, e non un atteggiamento di attenzione rispetto ai diritti di chi ci abita. Per questo motivo confermo il voto favorevole.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 33.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 33.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Espa, Uras e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Contu Mariano, De Francisci, Rodin e Tocco hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Cuccureddu - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 65
astenuti 3
maggioranza 33
favorevoli 25
contrari 40
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 34.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi fa piacere che la maggioranza voti a favore dell'emendamento, vuol dire che ha recepito che il contenuto del comma 4 rappresenta una ripetizione evidentemente raccomandata dall'esigenza di qualche persona col cervello duro, perché quello che si proponeva di aggiungere è esattamente quel che c'è già scritto.
Cioè se sussiste già la distanza di 1 metro e 50 dalla prospicenza di un aspetto pubblico non ho l'onere di arretrare sulla sopraelevazione di un metro e mezzo perché avendo già rispettato la distanza posso andare a filo. Sembra un'assurdità, per fortuna vi siete accorti che in mezzo a tante norme molto utili ci sono anche delle norme inutili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Annuncio il voto favorevole del Gruppo del P.d.L.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 34. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 1, uguale al numero 35.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dichiaro il voto favorevole, così come hanno annunciato anche i colleghi dell'U.D.C., sulla soppressione del comma 7.
Il fatto è che questo emendamento previene la possibilità che il comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4 venga integrato con l'estensione delle possibilità di incremento di cui ai punti 1), 2), 3) a tutte le singole unità immobiliari.
In sostanza in questo comma si realizzava quella che nel sonoro si chiama un'amplificazione elettronica, cioè un'ulteriore possibilità di ampliamento. Il massimo dell'espansione avviene a quel 20, 30 per cento di aumenti di volumetria concessi alla proprietà come unica sede di residenza si aggiunge un ulteriore 30 per cento. Voi immaginate se questo potesse essere parcellizzato in tutte le unità immobiliari, ovviamente il proprietario delle singole unità abitative ne trarrebbe un vantaggio ma il proprietario dell'intero del palazzo che tipo di vantaggio avrebbe? Non so se vi rendete conto della sottile differenza dell'applicazione di questo comma. A nostro giudizio è positivo che qualcuno si sia accorto dell'opportunità di votare a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Credo che vada chiarito che un emendamento soppressivo per questo comma e per il successivo è stato presentato da noi, ed è stato presentato anche dal centrodestra. Quindi prendiamo atto con soddisfazione che l'intera Aula non ha ritenuto positivo questo comma, e ha deciso di votare per intero per la sua soppressione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, senza voler sollevare nessun problema di paternità, solo per plaudire al fatto che quando ragioniamo riusciamo a produrre insieme dei miglioramenti legislativi, ho piacere che il gruppo del P.d.L. voti a favore di quest'emendamento, sostenendo il presentatore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo per dire che questo emendamento è estremamente opportuno per cui anche noi voteremo senz'altro a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Votiamo assolutamente e convintamente a favore dell'emendamento numero 35, sottolineando che la mancata cancellazione della frase "gli incrementi volumetrici così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile dell'unità immobiliare principale e non possono essere alienati separatamente da essa" rappresenta una importante correzione della legge.
Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 1 e 35, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai e Oppi hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 66
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 66
(Il Consiglio approva).
Passiamo agli emendamenti numero 17 e 36, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 17 sopprime la nuova interpretazione della lettera c), che nella lettura originaria pone il problema che il lotto urbanistico sia unitario, perché noi abbiamo case a schiera che si costruiscono anche con lotti separati, dove di fatto c'è già un vincolo urbanistico nella modalità costruttiva. In questo caso viene inserita la possibilità di attuare questi ampliamenti con corpi di fabbrica separati. Così uno potrebbe fare l'ampliamento davanti la facciata, un altro potrebbe farlo dietro, l'altro affianco al vicino innescando contenziosi. Ripristinando invece la norma originaria si obbliga al rispetto della scelta di quella tipologia urbanistica, e quindi si vincola l'ampliamento alla visione di insieme di quel lotto unitario.
Quanto è stato scritto rispondeva evidentemente ad un impeto di libertà di qualcuno che voleva fare a casa sua come voleva, e questo la dice lunga su come molte volte noi approviamo le leggi. Ecco perché mi fa piacere che l'emendamento sia stato captato dai colleghi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). relatore di minoranza. Io interverrò per pochissimi secondi e lo faccio per sottolineare che anche in questo caso c'era la nostra ferma convinzione che questo comma peggiorasse di molto la qualità della legge numero 4. Il fatto che si sia riusciti - a dire il vero già in sede di discussione in Commissione, e poi è avvenuto finalmente anche in Aula - a raggiungere questo obiettivo di un voto unanime contro questo comma, credo che sia un fatto estremamente positivo.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 17 e 36, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dessì, Sanna Paolo, Soru, Stochino e Zedda Alessandra hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 68
astenuti 1
maggioranza 35
favorevoli 68
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 37.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo agli emendamenti numero 3 e 38, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con il comma 10 il comma 5 dell'articolo 2 della legge numero 4, che limita gli incrementi di volumetria ai soli edifici di cui al comma 2 lettera a), viene soppresso. Praticamente che cosa accade? Che se si sopprime il comma che autorizza gli incrementi volumetrici negli edifici situati in zona F, turistica, nei 300 metri dalla linea di battigia, solo ed esclusivamente se si tratta della tipologia prevista dal comma 2 lettera a), cioè edifici mono-bifamiliari, si finisce per aprire ai condomini e alle operazioni immobiliari più ampie. Ecco perché è opportuno che questa soppressione venga cancellata, perché la dizione originaria è di cautela, è di maggior vantaggio, ed è ispirata ad un'idea di vantaggio familiare e non di interesse immobiliare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). relatore di minoranza. Credo che sia giusto ribadire anche in questa occasione che, con questo comma 10 si volevano porre le basi per un ampliamento delle possibilità di intervento. Era un fatto estremamente negativo, ne abbiamo discusso a lungo, in Commissione c'erano diversi colleghi della maggioranza che erano d'accordo con noi, mi fa piacere che abbiamo raggiunto il consenso di tutta l'Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Intervengo soltanto per sottolineare che, siccome questi incrementi ricadrebbero nelle zone F, addirittura entro la fascia dei 300 metri, la maggioranza ha voluto manifestare la sua volontà di considerare, non dico sacra perché è un termine che è stato forse troppo abusato, ma comunque estremamente delicata e da proteggere la fascia dei 300 metri. Questo è il motivo per cui presentammo l'emendamento di cui già in Commissione abbiamo proposto l'approvazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Intervengo per manifestare il voto a favore dell'emendamento numero 3, e per dire che in Commissione si è discusso a lungo su questo tema e su quest'emendamento. Abbiamo accolto soprattutto l'istanza proveniente dal Partito Sardo d'Azione, dall'opposizione ma anche dalla maggioranza, ricordando che per noi la fascia 0-300 era e rimane inviolabile per i nuovi interventi.
SALIS (I.d.V.). Voto elettronico palese.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, sugli emendamenti numero 3 e 38, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Espa e Petrini hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 63
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 63
(Il Consiglio approva).
Passiamo agli emendamenti numero 39 e 141, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Proponiamo la soppressione del comma 11 perché non c'è un'esigenza di far coincidere il 10 per cento dell'aumento dei volumi con il 10 per cento dell'aumento della superficie coperta, perché ci troviamo anche qui in zona F e dobbiamo cercare di minimizzare l'effetto espansivo delle occupazioni di volume. Quindi è possibile, se stiamo parlando del 10 per cento, che l'incremento possa avvenire chiudendo una veranda, coprendo una terrazza, ma invadere ulteriormente significa deturpare sotto il profilo paesaggistico una zona che già di per sé è compromessa, è stata già compromessa.
Quindi noi siamo contrari a qualunque estensione dell'occupazione di superfici, ancorché con autorizzazione a volume, ma a questa estensione siamo profondamente contrari perché riguarda zone delicate e, come ben sapete, zone sottoposte a tutela paesaggistica. Lo voglio ricordare a beneficio del fatto che non vi passi l'idea che stiamo approvando questo tipo di provvedimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, votiamo a favore dell'emendamento numero 39 perché il principio che è stato autorevolmente confermato dal Presidente della Commissione Sanna, per quel che riguarda l'emendamento numero 38, dovrebbe essere salvaguardato anche per quel che riguarda il numero 39. Quindi auspichiamo che anche sul numero 39 possa esserci il voto favorevole perché riteniamo che l'ulteriore consumo di territorio legato alla superficie in più che viene assentita da questo comma sia assolutamente inaccettabile rispetto alla protezione dovuta alla fascia da zero a 300 metri dalla battigia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Presidente, intervengo per manifestare il voto favorevole all'emendamento numero 39 che è uguale all'emendamento numero 141 a firma dell'onorevole Diana Mario, per tutti quei motivi che ho accennato anche nel precedente emendamento.
Per noi la fascia dai zero ai trecento metri,per quanto concerne i nuovi interventi, e quindi ovviamente, gli ampliamenti, è assolutamente inviolabile. Questo per dimostrare che la nostra coscienza ambientale e paesaggistica non è certamente inferiore alla vostra.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole. Siamo tutti favorevoli a queste norme, però, per dare ancora un peso alle parole, in maniera che sia chiara qual è la differenza, preciso che un conto è non prevedere nuove edificazioni entro la fascia di 300 metri dal mare, un conto è non prevedere nuove edificazioni per la fascia costiera laddove è vergine. Vuol dire trecento, quattrocento, cinquecento, seicento, settecento metri, che è una cosa ben diversa, onorevole Matteo Sanna, dal dire quello che ha esattamente detto lei.
Quindi, io credo che si possano avere legittimamente opinioni diverse, l'importante non è ingannare la gente, non ingannarci qui dentro, non ingannarci fuori. Voi pensate che dopo i 300 metri si possa utilizzare il terreno vergine, noi pensiamo di no!
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione gli emendamenti numero 39 e 141, di identico contenuto.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamento numero 39 e 141, di identico contenuto.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Risponde no il consigliere: Piras.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Stochino.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 65
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 64
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 40.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siamo disponibili a ritirare l'emendamento numero 40 se la Presidenza si impegna a garantirci l'integrazione orale dell'emendamento numero 126, assieme alla maggioranza.
PRESIDENTE. La disponibilità della Presidenza c'è, se è d'accordo anche l'Aula?
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi riferisco all'integrazione all'emendamento numero 126 comportante l'inserimento della trascrizione del vincolo decennale.
PRESIDENTE. L'onorevole Sanna Gian Valerio sta facendo una richiesta, si ritira l'emendamento numero 40 per consentire la presentazione di un emendamento orale all'emendamento numero 126.
Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Chiediamo una breve sospensione dei lavori perché abbiamo la necessità di approfondire al nostro interno le implicazioni derivanti dall'emendamento orale.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per un minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 25, viene ripresa alle ore 20 e 27.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ritiro l'emendamento numero 40.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 41.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, sull'emendamento numero 41 credo valga la pena di fare una brevissima riflessione. Questo emendamento, probabilmente, è stato presentato per aprire una discussione, ma io personalmente mi asterrò dal votarlo perché casserebbe una norma che noi stessi abbiamo chiesto, cioè quella che attribuisce di fatto potere ai consigli comunali (senza la scadenza di 90 giorni) di decidere quali tipologie entrino in contrasto con i caratteri urbanistici.
L'emendamento numero 41 mi offre però anche la possibilità di dire che mi sembra che in quest'Aula si sia ragionato bene; sono stati cassati i commi 3, 6, 7, 8, 10, 11, e parzialmente il 12 dell'articolo 1 ter, pertanto mi sembra che dopo cinque giorni di discussione in Aula la maggioranza abbia capito le buone ragioni dell'opposizione. Il collega Sanna mi informa che l'emendamento è ritirato quindi è chiaro che il ragionamento che ho fatto all'inizio è valido. Comunque lo ringrazio di aver fatto questa battaglia in aula.
Credo che oggi si sia fatto un buon lavoro e credo che l'opposizione, che questa volta ha lavorato bene interamente, raccolga un grande risultato che è quello di avervi fatto ragionare, ma credo che alla fine sia tutto il Consiglio ad aver fatto una bella figura evitando di aggiungere danno al danno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 41 è ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Faccio mio l'emendamento numero 41, perché ritengo che sia assolutamente importante ciò che c'era scritto nella norma per dare certezza di diritto ai cittadini.
I cittadini che hanno un'abitazione nel centro storico devono poter sapere dal consiglio comunale entro un termine preciso e certo se hanno diritto o meno di potersi avvantaggiare di una norma, altrimenti diventa una richiesta continua: mi interessa fare una sopraelevazione e chiedo al consiglio comunale in qualunque momento di poter esaminare il mio caso. Il rischio è quindi che i consigli comunali procedano su richiesta, a domanda, a sportello, e questo snaturerebbe la funzione pianificatoria dei consigli comunali.
Quindi io faccio mio l'emendamento numero 41 e naturalmente dichiaro il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io penso invece che l'esigenza di ritirare l'emendamento nasca dal fatto che questo adempimento è compiuto: i novanta giorni sono decorsi.
(Interruzione del consigliere Cuccureddu)
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' va beh, che cosa cambia? Dal mio punto di vista cambia che ingolferete talmente gli uffici della Commissione Urbanistica che non potrà esprimere nessun parere, ovviamente, perché è questo quello che non avete capito.
Io credo che sia responsabilità della Commissione Urbanistica dire ai sindaci che la delibera non si modifica, una volta che è deliberata, è deliberata.
(Interruzione del consigliere Cuccureddu)
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, il problema è che il contenuto della parte prima non è collegato alla parte seconda: la parte seconda stabilisce un termine, scaduto il quale decidono poi gli uffici dell'Urbanistica, è chiaro. Non dà quindi la possibilità, come si vorrebbe, che con il rinnovo di altri dodici mesi surrettiziamente decorrano di nuovo altri novanta giorni, per cui ogni Comune potrebbe cambiare di continuo. Questo è un problema che deve risolvere sul piano procedurale l'Assessorato dell'Urbanistica, e non la norma, ecco perché la norma non serve.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, credo che questo punto vada chiarito assolutamente, perché altrimenti rischiamo veramente di provocare danni.
La soppressione del riferimento ai novanta giorni è una soppressione che è determinata dal fatto che, in base alla vecchia legge (novanta giorni ampiamente scaduti), per poter intervenire in zona A era necessaria una delibera dei consigli comunali che indicasse il contrasto dell'edificio su cui si voleva intervenire con i caratteri tipologici e architettonici del contesto; ora la soppressione dei novanta giorni indubbiamente potrebbe però apparire una riapertura dei termini, ed è il motivo per cui è stato presentato un emendamento aggiuntivo (su cui è stato espresso parere favorevole anche in sede di discussione), in cui si prevede che, è vero, tale contrasto è espressamente dichiarato con delibera del consiglio comunale competente, se però non esiste la delibera, e quindi se il consiglio comunale non autorizza…
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Entro quanto?
CAMPUS (P.d.L.). Entro il termine della domanda, che non è il termine dei novanta giorni. Il termine dei novanta giorni, onorevole Cuccureddu, era semplicemente il termine che veniva dato ai Comuni per poter esprimere un senso generale: "entro 90 giorni dall'entrata in vigore dalla presente legge", non dalla presentazione dell'istanza di un cittadino…
(Interruzione del consigliere Cuccureddu)
CAMPUS (P.d.L.). Invece noi vogliamo che il Comune possa riappropriarsi della possibilità di decidere il destino del proprio centro storico, nei limiti dei vincoli fissati dal PPR; ecco perché va abrogata la norma così com'è.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Hanno risposto esaustivamente il collega Sanna e il collega Campus. Pochissimi comuni hanno risposto entro i famosi novanta giorni, per cui è scaduto il termine. Ora, come ha giustamente precisato il collega Campus in un altro emendamento, in parole povere se il Comune di fatto non adempie a identificare quegli immobili che hanno meno di cinquant'anni e che sono in contrasto con gli immobili che hanno valenza architettonica e storica, non potrà, fino a quando non risponderà, applicare la legge. Questo è il problema.
Nessuno finora è riuscito a rispondere, mi sembra che ci siano riusciti solo sette Comuni in tutta la Sardegna. E' scaduto il termine quindi è inutile riproporre un termine, diverso, e dire al Comune: tu, sin quando non ti aggiorni, non avrai la possibilità di….
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 41.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 41.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Espa ha votato a favore e che il consigliere Campus ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Corda - Cucca - Cuccureddu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Cocco Daniele - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 59
astenuti 3
maggioranza 30
favorevoli 22
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 42.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 42 è un emendamento importante perché la precisazione che voi inserite in legge è del tutto inutile.
Noi stiamo parlando di alloggi di 95 metri quadri che, dal punto di vista dell'edilizia pubblica, sono ritenuti adeguati per nuclei familiari da tre a quattro persone, consentiamo gli ampliamenti (di cui ai punti 1, 2 e 3) che vanno dal 20 al 30 per cento, e poi scriviamo che l'ulteriore ampliamento del 30 per cento, qualora si tratti di prima abitazione, si può realizzare purché poi, rispetto all'alloggio prima della realizzazione dell'ampliamento, non si superi il parametro dell'edilizia pubblica. Badate: dovrebbero essere alloggi di sessanta metri quadri per poter applicare questa norma.
Ma siete sicuri che vogliate dire quello che avete scritto? Perché qui si tratta dell'applicazione di un incremento del 30 per cento che si somma ai precedenti incrementi di cui ai punti 1, 2 e 3, che sono già del 20 e del 30 per cento, il che porta l'incremento al 60 per cento. Quindi, siccome non si possono superare i 95 metri quadri, come prevede il comma 3 dell'articolo 16 della legge numero 457, di che alloggio si tratta per poter applicare coerentemente questo incremento? Dell'alloggio dei Puffi?
Dal punto di vista dell'edilizia pubblica un appartamento di 95 metri quadri è già considerato un alloggio idoneo per un certo nucleo familiare. Ecco perché noi manteniamo il nostro parere favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 42.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 42.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai e Peru hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 63
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 24
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento all'emendamento numero 267.
Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, Presidente della Commissione, cari colleghi, questo è un emendamento che il mio Gruppo, chi vi parla ha presentato su un altro emendamento, presentato dal Gruppo, da chi vi parla.
Vi prego, nel prosieguo dei lavori di questa Assemblea, di stare più attenti, di riflettere di più su quello che vi viene presentato, in questo caso mi riferisco alle pertinenze che non riguardavano gli ampliamenti.
Allora, a me dispiace ma in questa occasione è mancato uno stile di fare politica! Lo dico a tutti, non si può lavorare in questo modo! Noi, per responsabilità politica ritiriamo l'emendamento, un emendamento sull'emendamento teso a favorire la collettività dei sardi e non certamente interessi individualistici. Con un po' di buona volontà non era difficile capire l'emendamento sarebbe risultato solamente ed esclusivamente importante per l'interesse dei sardi, che il Gruppo del Partito Sardo d'azione persegue e continuerà a perseguire nella responsabilità politica.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 126. L'onorevole Gian Valerio Sanna intende presentare una proposta di emendamento orale.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Propongo alla fine dell'emendamento numero 126, di aggiungere il seguente periodo: "tale previsione opera attraverso l'obbligo di trascrizione del vincolo presso la conservatoria dei registri immobiliare". In questo modo rende efficace a tutti gli effetti quella previsione di vincolo decennale rafforzando l'idea della pertinenzialità.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 126 con la nuova formulazione proposta dall'onorevole Gian Valerio Sanna.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cugusi, Peru e Rassu hanno votato a favore e che i consiglieri Agus, Espa, Manca e Zuncheddu si sono astenuti.
Rispondono sì i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Valerio - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Biancareddu - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 41
astenuti 21
maggioranza 21
favorevoli 41
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 4.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 4.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Christian Solinas e Petrini hanno votato a favore e che il consigliere Manca ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Cuccureddu - Meloni Valerio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 58
astenuti 3
maggioranza 30
favorevoli 36
contrari 22
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione il testo dell'articolo 1 ter. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10. La seduta è tolta alle ore 20 e 44.
Allegati seduta
Testo della mozione annunziata in apertura di seduta
MozioneZuncheddu - Uras - Sechi - Cugusi - Mariani - Ben Amara - Salis sul riconoscimento della fibromialgia come patologia cronica, progressiva e fortemente invalidante, così come già riconosciuta dall'OMS.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il 5 - 6 per cento circa della popolazione italiana è affetta da Sindrome di affaticamento cronico (CSF), altrimenti detta "fibromialgia", patologia che compromette non solo la salute fisica ma anche la serenità della vita sociale e lavorativa delle persone colpite;
- in Sardegna, benché manchi un censimento, l'incidenza è assai elevata e in progressivo aumento;
- il percorso di riconoscimento di tale patologia è stato negli anni molto lento e difficoltoso in quanto comporta un complesso quadro diagnostico;
- spesso, infatti, la vera e propria diagnosi di CSF viene accertata anche dopo anni a causa della complessità del quadro sintomatologico, che spesso riconduce erroneamente a patologie articolari (dolori muscolari anche cronici ed estesi, rigidità muscolare, ipersensibilità al dolore, affaticamento e altri), o a disturbi psico-fisici attraverso altre manifestazioni come per esempio disturbi del sonno, depressione, ansia, cefalea ecc;
- mancando di alterazioni di laboratorio, la diagnosi della malattia dipende principalmente dai sintomi che il paziente riferisce, quindi, sebbene si tratti in realtà di una forma comune di dolore muscolo scheletrico, spesso confonde proprio poiché alcuni dei sintomi riportati dai pazienti possono essere riscontrati in altre condizioni cliniche;
CONSTATATO che:
- si rimarca una grave e generale carenza da colmare rispetto alla disponibilità di linee guida sulla gestione della fibromialgia, linee guida applicate in vari paesi europei, prima fra tutti l'Olanda;
- tale carenza è particolarmente denunciata in Sardegna, contrariamente a regioni italiane come Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, dove la ricerca e l'assistenza verso la malattia è avanzatissima;
- i cittadini sardi affetti da tale patologia lamentano l'abbandono da parte delle istituzioni locali ed in particolare della Regione autonoma della Sardegna, oltre che dello Stato italiano che, ancora oggi, stenta a riconoscere la malattia, nonostante questa abbia ottenuto il riconoscimento del l'Organizzazione mondiale della sanità;
- tali carenze causano gravi ripercussioni sulla persona in quanto:
1) le persone colpite da tale patologia non godono né di centri dedicati e mirati alla cura della stessa, ledendo così il diritto dei cittadini all'assistenza sanitaria e al diritto alla salute, così come disciplinato dall'articolo articolo 32 della Costituzione italiana;
2) mancando qualsivoglia tipo di assistenza, riconoscimento di convenzioni ed esenzioni, tutti i costi, spesso elevati, per prestazioni sanitarie, dalle visite specialistiche alle terapie farmacologiche sono interamente a carico dei pazienti, che si ritrovano ad affrontare notevoli spese per l'acquisto di farmaci non prescrivibili dal Sistema sanitario nazionale;
3) i pazienti colpiti sono principalmente giovani e donne tra i 35 e 40 anni, ovvero persone che appartengono alle fasce della società particolarmente colpite dalla disoccupazione e quindi con particolari situazioni reddituali che non consentono loro di curarsi;
4) non è inoltre previsto a tutt'oggi un codice di esenzione per le cure terapiche e farmacologiche, né alcun tipo di assistenza mirata da parte del Servizio sanitario regionale;
SOTTOLINEATO che:
- presso il Centro di riferimento oncologico di Aviano sono stati compiuti degli studi su vari pazienti, affermando che questa patologia debilitante perdura in molti pazienti per diversi anni, ma in tanti altri casi, con l'aiuto e l'intervento farmacologico, essa tende a migliorare nel tempo;
- per far fronte a queste carenze, l'Associazione italiana fibromialgia ha provveduto ad inserire all'interno della propria struttura una trentina di medici pluridisciplinari che collaborano tra loro per lo studio, la ricerca, la diagnosi certa e precoce, le cure adeguate e l'assistenza all'ammalato;
- a tutt'oggi sussiste un vergognoso divario circa la disparità di trattamento fra le persone colpite da tale patologia in Sardegna e quelle residenti in altre Regioni italiane, (in Veneto per esempio, in collaborazione con l'università, è stato aperto un centro di riferimento con ambulatorio dedicato alla raccolta dati, per aiutare e stare vicino agli ammalati),
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità
e dell'assistenza sociale
1) ad attivarsi presso il Governo italiano per il riconoscimento della suddetta malattia con definizione di patologia cronica e invalidante, così come già riconosciuta dall'OMS;
2) ad attivarsi altresì per il riconoscimento dell'esenzione ticket per patologia;
3) a considerare la necessità di istituire dei centri regionali dedicati e accreditati per la diagnosi e le cure del caso così come già fatto in altre regioni italiane al fine di garantire pari dignità e trattamenti assistenziali agli ammalati sardi;
4) ad attivare corsi di aggiornamento e preparazione per medici e sanitari al fine di garantire una migliore assistenza alle persone affette da questa sindrome;
5) a definire un protocollo operativo: protocolli terapeutici con presa in carico e prestazioni occorrenti, linee guida, sistema di diagnosi ecc. (150).
6)