Seduta n.401 del 08/05/2012
CDI SEDUTA
Mercoledì 8 maggio 2013
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 09.
PITEA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 9 aprile 2013 (391), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Paolo Maninchedda e Onorio Petrini hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana dell'8 maggio 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.
PITEA, Segretario:
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione del servizio delle visite mediche domiciliari di controllo da parte dell'INPS". (1110)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
PITEA, Segretario:
Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2013)" (503/S/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 503.
Considerate le numerose assenze, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 20.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 11, viene ripresa alle ore 16 e 37.)
PRESIDENTE. Considerata l'importanza dell'argomento introdotto dall'emendamento numero 394, eccezionalmente la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di consentire una discussione sullo stesso, per cui dopo l'illustrazione dall'emendamento si procederà alla discussione con un numero di interventi definito per ciascun Gruppo. La maggioranza limiterà i propri interventi a due mentre l'opposizione (compreso il Gruppo SEL) ad un massimo di sei.
E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Questo emendamento è frutto di un lavoro di settimane, nasce da un'esigenza e nasce anche da una presa d'atto. Nasce dall'esigenza di mettere a disposizione del sistema produttivo isolano e degli enti locali risorse davvero spendibili. Questa è la prima esigenza.
E' sotto gli occhi di tutti, infatti, che gli enti locali oggi incontrino grosse difficoltà a spendere anche le risorse di cui già dispongono, e quindi non necessitano di maggiori trasferimenti ma chiedono di essere agevolati nell'utilizzo delle risorse a loro disposizione. Abbiamo un sistema produttivo che ci sta chiedendo di mettere a disposizione degli enti locali risorse vere, immediatamente spendibili.
La seconda esigenza nasce dalla presa d'atto che il nostro bilancio, per effetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità, contiene 1 miliardo e 200 mila euro che non possono essere spesi. Quindi ci sono delle risorse a disposizione che stanno ferme, che non possono produrre effetti. Noi siamo partiti da questa considerazione e abbiamo verificato all'interno del nostro bilancio, nella parte delle entrate, quali somme sono nella nostra disponibilità, per far si che rimangano nei settori che invece le trasferiscono.
Ecco da dove parte il ragionamento sull'IRAP: è un ragionamento di federalismo fiscale, è un ragionamento anche di fiscalità di vantaggio. Noi abbiamo fatto questa considerazione: se abbiamo nel nostro bilancio 650 milioni di euro introitati dall'IRAP che non possiamo spendere, proviamo - ed è il lavoro che, in queste settimane, abbiamo svolto insieme a tutte le componenti di questo Consiglio, di maggioranza e di opposizione - proviamo a mantenere queste risorse nella disponibilità.
Ecco da cosa nasce questo emendamento, che si presenta così articolato perché il flusso dell'IRAP è composito, proviene parte dagli enti pubblici e parte dalle imprese e una parte proviene direttamente dal sistema Regione. Quindi noi abbiamo, anche se non tecnicamente, una partita di giro, abbiamo circa 140-150 milioni di euro che la Regione, le ASL, le agenzie, gli enti del nostro sistema regionale versano alla Regione, abbiamo 150 milioni in entrata e 150 milioni in uscita, con trasferimenti agli enti e alle agenzie che possono essere tranquillamente abbattuti avendo come primo effetto positivo una riduzione di 130-140 milioni delle spese obbligatorie e un aumento della possibilità di utilizzo delle risorse svincolate dal patto di stabilità.
Questo è il primo vantaggio, il primo effetto positivo. L'altro effetto è sugli enti pubblici. Noi infatti lasciamo nella disponibilità dei comuni e delle province risorse che possono già spendere. Perché le possono già spendere? Perché sono già assoggettate a patto con le risorse, perché i comuni le risorse per l'IRAP le hanno già nei capitoli per il personale e quindi sanno già di poterle spendere, se noi gli assegniamo risorse aggiuntive forse avranno difficoltà a spenderle a causa dei vincoli del patto, se invece gli diciamo di effettuare una semplice variazione di bilancio potranno utilizzare le risorse destinate all'IRAP, per esempio (come stiamo indicando nel nostro emendamento) per il contrasto alla povertà o per i cantieri, o per le attività che riterranno più opportune per dare ristoro alle sofferenze presenti nelle diverse comunità.
Un altro effetto ancora è quello che si avrebbe sulle province: dopo anni di mancato intervento sull'edilizia scolastica gli stiamo dicendo che queste importanti economie che gli stiamo lasciando sui loro bilanci per effetto della riduzione dell'IRAP le possono utilizzare per interventi sull'edilizia scolastica o per l'efficientamento degli edifici scolastici che da anni necessitano di interventi.
A quanto ammonta questa riduzione? La riduzione ammonta al 70 per cento dell'aliquota degli enti locali. Gli enti locali e gli enti pubblici hanno un'aliquota dell'8,5 per cento, una riduzione di questo tipo porta l'aliquota a circa 2,5 o 3 per cento. Il vantaggio grosso è per il sistema imprese, perché stiamo rimettendo e lasciando nella disponibilità del sistema imprese della Sardegna circa 200 milioni di euro. Questo significa che incidiamo (e anche ieri la Confindustria l'ha auspicato) sull'abbattimento del costo del lavoro, un abbattimento di quasi 3 punti percentuali, perché riduciamo l'aliquota IRAP per le imprese dal 3,9 all'1,1 per cento, a decorrere immediatamente da quest'anno, quindi dal 2013, con un effetto immediato.
Ciò, a mio avviso, aiuta a riconciliarci anche con il mondo esterno, perché spesso le politiche che noi approntiamo non sono immediatamente tangibili, il tessuto produttivo non ne avverte immediatamente l'efficacia, perché necessitano di decreti, di circolari, di direttive. In questo caso, invece, le risorse sono tutte immediatamente spendibili, e anche le imprese, così come i comuni, avranno immediatamente la disponibilità di queste risorse, perché il meccanismo di calcolo dell'IRAP è semplicissimo. A luglio di quest'anno le imprese verseranno il saldo IRAP 2012, nello stesso mese dovranno versare anche il 40 per cento dell'acconto per l'anno successivo, immediatamente potranno ricalcolare l'IRAP con le nuove aliquote, e così toccheranno subito con mano un risparmio. In questo modo avranno maggiori disponibilità di risorse che potranno utilizzare, per esempio, per mantenere i livelli occupazionali, che sono oggi sicuramente rischio.
A mio avviso, se noi spendiamo bene questa politica, che può diventare un brand anche per l'esterno, la Sardegna può essere presa ad esempio per le politiche fiscali attrattive di investimenti. Le aziende in cui è presente una forte incidenza del costo del lavoro possono infatti avere grande interesse ad investire nella nostra Isola, perché un abbattimento del costo del lavoro di 2,5 - 2,8 punti percentuali non è cosa da poco; del resto ce lo chiedeva ieri anche il Presidente nazionale di Confindustria.
Evidentemente è il primo problema avvertito dalle imprese e poi (passatemi anche questa battuta) è il primo tentativo vero, con fatti concreti, di attuare un inizio, un principio di zona franca. D'altronde che cos'è la zona franca se non quel territorio dove si utilizza la fiscalità per attrarre gli investimenti? Questo è uno di quegli strumenti concreti che noi possiamo mettere in campo, lo mettiamo in campo subito e lo mettiamo in campo assieme, quindi confrontandoci, perché noi abbiamo formulato una prima proposta, sono state trovate anche le coperture finanziarie, e la offriamo al tessuto produttivo della nostra Isola.
Ecco, io penso che questo sia un modo che ci consente di cominciare a riconciliarci con il mondo esterno, offrendo delle misure concrete che possono essere utilizzate subito. Penso che non ci dovremmo fermare qui, questo è il primo segnale, noi partiamo da questo assunto perché non abbiamo ancora definito con lo Stato un livello più alto di spesa frutto della riscrittura dell'articolo 8 dello Statuto. L'articolo 8 dello Statuto ci offre maggiori disponibilità finanziarie però non ci dà maggiori capacità di spesa. Pertanto noi temporaneamente interveniamo in questa maniera, alla riscrittura e quindi alla ricontrattazione del patto di stabilità, e qualora dovessero arrivare maggiori risorse, ci impegniamo con il sistema degli enti locali, con il sistema delle imprese, eventualmente ad aumentare le aliquote per concordare con loro anche una tassa di scopo (quella che potrebbe diventare l'IRAP) le cui entrate potrebbero essere utilizzate per interventi, concordati insieme al mondo delle imprese, che abbiano effetti benefici sul sistema produttivo isolano.
Questi penso siano gli aspetti più positivi di questa norma che deve essere sicuramente assurta a norma di una certa importanza e che merita anche un articolo proprio all'interno di questa finanziaria.
PRESIDENTE. Per il Gruppo Misto interverranno sia l'onorevole Salis che l'onorevole Cuccureddu, che si divideranno il tempo in cinque minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Questo emendamento, che ho avuto modo di poter leggere solo ora - quindi mi scuserete se approfondirò alcuni punti con la lettura on-line del testo - per quel che riguarda i punti 1 bis, 1 ter e 1 quater risponde ad un'esigenza che avevamo posto già all'inizio del dibattito, sia in Commissione sia in Aula, cioè alla necessità di compiere ogni sforzo per immettere risorse finanziarie, nell'immediatezza, con estrema velocità e concretezza, nel circuito economico della Sardegna che ne ha profondamente bisogno.
Con quest'operazione andiamo al di là anche di questa giusta considerazione e impegno, cioè poniamo le basi per una riforma di carattere federativo nell'utilizzo delle risorse della Regione Sardegna, toccando uno degli elementi che costituiscono il cardine delle richieste del mondo produttivo, non solo isolano ma nazionale, cioè tentare in tutti i modi di abbattere, di incrinare il peso asfissiante del cuneo fiscale che impedisce e attenua le potenzialità di intervento del sistema produttivo, sia delle imprese sia degli enti locali.
Quindi i commi 1 bis, 1 ter e 1 quater rispondono a questa esigenza. Noi valutiamo con soddisfazione il fatto che la lunga discussione svoltasi in Commissione su questo emendamento relativo all'IRAP, che inizialmente è stato difeso solo dalle minoranze, abbia portato poi alla condivisione sia della maggioranza sia della Giunta. E' un momento di valutazione complessiva della necessità di introduzione di elementi di innovazione nella gestione del bilancio della Regione Sardegna che ci vedrà impegnati, e sarà questo il nostro impegno, anche per una riflessione sulla legge per la riscossione delle entrate in Sardegna.
Sappiamo tutti che si è costituito un movimento, un comitato, è stata presentata una proposta di legge popolare per quel che riguarda la riscossione diretta delle entrate in Sardegna, e questo esperimento che noi facciamo, positivo ed importante, è il primo passo per una verifica complessiva degli assetti della riscossione dei tributi che deve portare la Sardegna a recuperare tutta la potenzialità delle proprie entrate e la capacità di una spesa veloce ed immediata delle proprie risorse.
A questo provvedimento sono interessate le imprese. Si prevede, infatti, di far risparmiare al mondo delle imprese sarde circa 200, 202, 210 milioni di euro, ed è stata inserita nel comma 1 ter la possibilità di intervento anche per quel che riguarda i risparmi dell' IRAP per i comuni e per le province, utilizzando quei fondi per i cantieri comunali (offrendo quindi una risposta immediata ai problemi della disoccupazione che affrontano i nostri amministratori comunali) e per intervenire sull'edilizia scolastica che i sappiamo essere (a livello nazionale, ma anche a livello regionale) complessivamente in una situazione di degrado. Quindi, per concludere, si tratta di un intervento che pone il problema di attivare il confronto con lo Stato sulle entrate e sul patto di stabilità su un livello…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, io credo che una volta tanto occorra cogliere le occasioni per anche legittimarci vicendevolmente, anche potendo dire un grazie a coloro che hanno concorso a realizzare un obiettivo. E suggerirei ai colleghi di non perdere troppo tempo in chiacchiere, perché forse questo è uno dei passaggi più qualificanti di tutta questa legislatura rispetto alla vocazione riformista di questo Consiglio regionale. Lo dico ringraziando coloro che vi hanno concorso e ricordando che questo è anche un contributo importante, Assessore, che va enfatizzato con un linguaggio collettivo, comune. Questo è il contributo che la Regione Sardegna offre alla società sarda per ricominciare la crescita.
Vorrei che questo fosse chiaro, e deve essere chiaro anche allo Stato quando leggerà che cosa abbiamo fatto. Noi stiamo svolgendo la nostra parte perché la Sardegna ricominci a crescere: le imprese se li sarebbero sognati 200 milioni se non ci fosse stata la lungimiranza e il coraggio di compiere un passo difficile, non scontato direi. Oggi, peraltro, che manca il presidente Cappellacci, sono più sereno, perché quando non ci inseguiamo sul terreno della demagogia è più facile conseguire delle buone intese. Però bisogna che rinunciamo a rincorrerci sul terreno del populismo, della demagogia, legittimandoci e fidandoci.
È un'operazione coraggiosa che alza il tono del confronto con lo Stato, con i fatti, non con le chiacchiere, e lo chiama ad una sfida, che è quella di mettere a posto le cose che non ha messo a posto, proprio in virtù del valore formale e simbolico dell'intervento a carico dell'aliquota dello Stato, per significargli che noi stiamo aspettando di avere ciò che ci spetta. Questa è la cosa più importante, è la traduzione concreta, con i fatti, degli antichi desideri di unità di fronte alla lotta della Sardegna per la sua autonomia; fatti, non chiacchiere!
E vorrei aggiungere che c'è anche un intervento indiretto volto alla moralizzazione della gestione dei bilanci. La Corte dei conti ci ascolti in anticipo: abbiamo ridotto di 140 milioni la spesa obbligatoria (e ciò ha un significato enorme) e soprattutto abbiamo utilizzato questa occasione per coinvolgere anche i Comuni. Noi abbiamo tenuto molto a difendere la non penalizzazione dei Comuni, perché i Comuni, oggi, di fronte ad un'ambizione di crescita, sono quei soggetti che maggiormente stanno sulla parte più delicata del fronte sociale, quella che guarda ai poveri, quella che guarda a coloro che tutti i giorni fanno la fila dai sindaci per chiedere un pezzo di speranza.
Là, in quei luoghi - lo vorrei dire per la mia cultura - si realizza il significato più alto di quella politica di cui ci parlava Paolo VI: la carità. Non è un passaggio irrisorio, ed è per questo che chiedo alla Giunta regionale, quando preciserà gli indirizzi per l'utilizzo di queste risorse, di dire ai Comuni che noi gli chiediamo di esercitare questa funzione alta di buona politica. Perché la povertà è povertà, ma la povertà è anche dignità, e la dignità è anche un lavoro che giustifichi uno stipendio, anche se magari di modesta entità. Questo è ciò che lasciamo ai Comuni, alla loro sensibilità.
Adesso c'è il futuro e, per il futuro, dobbiamo anche dire, oggi per domani, che una previsione triennale di quest'iniziativa non sarà un automatismo, dobbiamo dialogare col sistema delle imprese. Questa sfida comporta dei rischi anche per la Regione, è ovvio, e il rischio è che se l'impresa non ci dimostrerà di voler utilizzare questo beneficio sul terreno del mantenimento dei livelli occupativi, della salvaguardia del lavoro che esiste, e magari non si spingerà anche a utilizzare questo incentivo per incrementarli, è chiaro che noi non rinverremo negli anni successivi l'utilità di ripristinarlo. Quindi il messaggio deve essere chiaro: l'impresa faccia la propria parte, e nella misura in cui la farà rafforzerà la nostra scelta e ci costringerà ancora a cimentarci sul terreno del riformismo.
Poi c'è l'ultimo aspetto, sul quale voi avete voluto accontentare il presidente Cappellacci: questa storia delle accise, tardiva, e un po' in contrasto con lo spirito generale della norma che abbiamo faticosamente, in maniera unitaria, costruito. E' mai possibile che di fronte un uomo che è sempre assente dall'Aula, che sta sui palchi a dire "farò questo", in alternativa alla proposta che gli è sfuggita di mano, voi non vi poniate altro problema che cercare di accontentarlo? Si tratta di un intervento velleitario (vedremo poi le coperture) e comunque non minimamente paragonabile con l'efficacia e la visione generalista che ha questo provvedimento. Ecco perché io invito nei prossimi giorni ad avere di noi stessi un po' più di considerazione, e a spendere, attraverso un linguaggio comune verso la società sarda, l'idea che qualche volta è possibile fare delle cose utili per la propria comunità.
Qualcuno deve anche iniziare a smettere di recitare la litania che la politica è inutile, che la politica non produce fatti. E soprattutto vorrei dire a quei colleghi, a quelle persone che in questi giorni, per mille ragioni personali e non personali, hanno cavillato (un po' perché avrebbero voluto farlo a modo loro, un po' perché vedono la burocrazia più forte della stessa utilità delle norme) che bisogna anche accontentarsi dei traguardi che si raggiungono, e questo è un buon traguardo. Un traguardo che consentirà a noi, già dai prossimi mesi, di monitorare quello che faremo, quello che produrrà quest'effetto.
Soprattutto vorrei però dire all'Assessore: abbiamo l'esigenza - lo dico in maniera ufficiale affinché resti a verbale - che a questo emendamento sia allegata una dettagliata copertura finanziaria, copertura finanziaria che attualmente è enunciata ma non è dettagliata. Non vorremmo, infatti, che traessero il pretesto da questa dicitura generica per dire che questo emendamento non ha copertura. E' bene quindi dettagliarla, è bene dire che agiremo con decreto su queste voci, perché dovremo avere la forza di difenderlo soprattutto dall'incursione dello Stato. Lo Stato sarà, da domani, infatti, un interlocutore scomodo per noi, però noi ci troveremo in una condizione di autorevolezza molto superiore rispetto a ieri, perché oggi siamo noi che abbiamo le carte più in regola.
Quindi io credo che questo passaggio, che sarà certamente un unicum anche nel panorama legislativo delle altre Regioni, ha bisogno che noi approntiamo un linguaggio comune e acquisiamo una consapevolezza diversa.
Dite al Presidente che è stato utile che lui ci abbia lasciato lavorare tranquillamente.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, effettivamente l'emendamento che abbiamo distribuito non conteneva ancora il dettaglio delle coperture finanziarie. E' stato però già messo in distribuzione quello corretto, quindi la sua richiesta era stata già accolta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, noi siamo stati molto critici su questafinanziaria, per i troppi annunci, per la demagogia, per le promesse, per il tentativo di coprire tutti quegli argomenti che potevano in qualche modo sollecitare un sentimento di empatia verso i sardi (dall'IMU, alla disoccupazione giovanile, al lavoro) e quando abbiamo avviato la discussione, prima in Commissione e poi in Aula, abbiamo temuto che quella fosse una strategia senza via d'uscita, che avrebbe impedito - come è successo, purtroppo, tante volte in questa legislatura - un dialogo tra maggioranza e opposizione che potesse alla fine non far vincere nessuno ma far vincere la Sardegna.
E devo dire che, per lo stesso motivo per cui siamo stati critici, anche all'inizio di questa sessione finanziaria, non possiamo non sottolineare oggi la concretezza e la positività di questo emendamento. Non voglio rinfocolare le polemiche ricordando che purtroppo permane, anche a mio avviso, un comma, l'1 quinquies, che sembra proprio non voler rinunciare alla demagogia richiamando una improbabile cancellazione delle accise, però non è questa la sede e non è questo il momento.
Vorrei quindi anch'io, per una volta, dire che sono orgoglioso di far parte di questo Consiglio regionale, perché per una volta abbiamo saputo fare qualcosa tutti insieme di utile e concreto per i sardi. Voglio dire grazie ai colleghi del Partito Democratico e del centrosinistra che hanno tracciato la strada in Commissione, vorrei dire anche grazie ai colleghi della maggioranza che hanno avuto la capacità di ascoltare e di fare propria questa proposta Voglio anche ringraziare il neo Assessore del bilancio perché, nella sua prima sessione finanziaria, ha dimostrato comunque una capacità di accogliere e di fare propria un'iniziativa che non potrà che rafforzare l'istituzione che rappresentiamo.
Poi avremo il tempo di rinfacciarci e di ricordarci le questioni su cui non siamo d'accordo, e sono tante, e forse (lo dico all'Assessore) da un certo punto di vista questo emendamento aumenta e non diminuisce il rimpianto per le tante occasioni mancate di questa legislatura. A cominciare da un'occupazione dell'aula effettuata nel Natale tra il 2009 e il 2010, in cui avevamo proposto da subito alla vostra Giunta di aprire un contenzioso con lo Stato, certi che l'unica strada possibile sarebbe stata quella di far valere i nostri diritti in tutte le sedi.
Forse se in quell'occasione ci aveste dato ascolto, invece di rincorrere un inutile rapporto privilegiato con il "Governo amico", oggi non ci troveremmo a liberare soltanto 250 milioni di risorse nel sistema economico regionale, ma ci saremmo trovati, forse, a discutere di risorse più cospicue che potrebbero davvero fare la differenza tra una Sardegna che soffre e scivola all'indietro e una Sardegna invece che vuole recuperare posizioni e competitività in un quadro di coesione sociale. Tutto ciò, però, senza lasciare indietro chi soffre di più, premiando il merito ma accompagnando chi rimane indietro.
Questo fa una comunità solidale, questo facevano le comunità dei nostri paesi, quando si aiutavano reciprocamente, quando aiutavano a costruire la casa di chi si sposava o a sostenere quelle famiglie che rimanevano indietro. Un senso di comunità che purtroppo abbiamo perso e un senso di solidarietà reciproca e di intento comune che voi, anche di fronte alla disponibilità di questa minoranza, che non è mai venuta meno, non avete saputo cogliere se non in questa circostanza.
Io voglio dire due cose sulla concretezza di questa iniziativa. Innanzitutto questa iniziativa ha un impatto immediato; c'è un economista americano che si chiama Douglass North che ha vinto il premio Nobel dell'economia ricordando la correlazione tra l'efficienza delle istituzioni e la crescita economica. L'impatto di questo emendamento è a sessanta giorni: non ha bisogno di norme, non ha bisogno di burocrazia, non ha bisogno di decreti, è direttamente applicabile.
Per un'azienda artigiana con dieci dipendenti, l'abbattimento di 2,7 punti vorrà dire pagare seimila euro in meno a luglio, senza dover procedere a emanare bandi e stilare graduatorie; per un Comune con cinquanta dipendenti (su cui l'impatto è ancora maggiore perché il 70 per cento di 8,5 evidentemente è un abbattimento di quasi 5 punti), vorrà dire pagare 60 mila euro in meno, immediatamente disponibili per azioni legate all'investimento, azioni di recupero sociale, azioni di sostegno a chi ha più bisogno.
Finalmente una misura che non avrà bisogno di mesi o di anni per essere applicata perché le risorse siano trasferite, una misura che avrà un impatto immediato, una misura che indica una strada che è la strada della semplicità, che è la strada della sobrietà, che è la strada del taglio delle spese inutili, dell'inefficienza economica.
Allora, noi siamo tra coloro che non hanno sentito la mancanza del presidente Cappellacci, anzi oggi abbiamo dimostrato che se il presidente Cappellacci non viene in Aula il clima è ancora più disteso; ci rimane il rammarico di non aver fatto di più ma siamo contenti che questa legislatura si chiuda con una pagina positiva, e poi ci ritroveremo nei prossimi mesi a confrontarci sul futuro. Certamente saranno pagine diverse e saranno proposte diverse ma magari quello che è accaduto oggi ci sarà di aiuto per il futuro, per ritrovare quell'unità d'intenti di cui ha bisogno la Sardegna e di cui hanno bisogno sardi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Io credo che - lo hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto - siamo di fronte ad un provvedimento, questo sull'IRAP, che dimostra concretamente come esista la possibilità di incidere immediatamente sulla vita dei cittadini. Stiamo parlando di circa 380 milioni di euro, tra liquidità e minori trasferimenti, che daranno subito concretamente la possibilità alle imprese, ai Comuni e alle Province, di avere a disposizione risorse da poter utilizzare liberamente e, soprattutto, senza vincoli.
E' un provvedimento che si inserisce in un contesto, quello attuale, di grande fragilità dell'intero sistema, dove i temi all'ordine del giorno sono quelli delle zone franche, della fiscalità di vantaggio, temi sui quali spesso la demagogia prende il sopravvento. Non si tratta di fare retorica, né di fare di questo provvedimento lo strumento che darà soluzione a tutti i problemi dell'Isola, la panacea per un'Isola afflitta da una disoccupazione spaventosa e senza precedenti, ma si tratta certamente di un piccolo nuovo passo in avanti che va valorizzato, attribuendo anche il giusto riconoscimento ai colleghi del mio partito che lo hanno presentato in Commissione e a tutto il Consiglio e alla maggioranza che lo ha recepito, compreso l'Esecutivo che l'ha fatto proprio.
La nostra Isola, lo dicevo prima, sta attraversando un periodo straordinario di grande crisi occupazionale ed economica, con risvolti di carattere sociale davvero drammatici. Io credo pertanto che questo Consiglio regionale, spesso oggetto di accuse pesanti per la scarsa produttività (accuse che io, ovviamente, non posso che ribadire, essendo il Consiglio regionale, come tutte le altre istituzioni, spesso assente e lontano dai bisogni della popolazione) non possa non far sentire la sua voce su questi argomenti.
Io voglio intervenire soprattutto perché, oltre ad essere consigliere regionale, sono anche sindaco di un Comune che si trova nel Sulcis-Iglesiente, e in mezzo alla grande difficoltà che la Sardegna sta attraversando credo che quel territorio stia attraversando una difficoltà ancora maggiore. Il modello di sviluppo industriale del Sulcis sta segnando infatti il passo e tanta gente oggi si ritrova senza occupazione, tanti disoccupati hanno perso la possibilità di mantenere la famiglia, e i comuni sono il luogo nel quale, più spesso che nelle altre realtà, i cittadini bussano per cercare risposte che, peraltro, queste istituzioni non sono in grado nella gran parte dei casi di dare.
Le ragioni di questa incapacità sono diverse. Intanto i comuni hanno poche risorse, e quelle che hanno sono chiuse, strette dalle destinazioni vincolate per le quali vengono assegnate, e inoltre (il mio oltre i 5000 abitanti, ma adesso anche quelli sotto i 5000 abitanti) sono legati da un patto di stabilità davvero feroce che non lascia scampo.
Io credo, Presidente e Assessore, che quest'ultimo certamente è l'altro tema sul quale questo Consiglio regionale si deve assolutamente impegnare. Occorre infatti procedere alla rivisitazione del patto di stabilità, fare in modo che la Sardegna tutta sia interessata, dando la possibilità ai 377 comuni dell'Isola di avere meno vincoli, di poter affrontare i problemi nel migliore dei modi.
Questo provvedimento (faccio l'esempio di un Comune come il mio che ha 50 dipendenti) darà la possibilità di avere liquidità per circa 60-70.000 euro per fronteggiare (come abbiamo scritto nella norma) la povertà utilizzando anche i cantieri comunali. Si tratta di risorse liquide senza vincolo di patto di stabilità che certamente non risolveranno tutti i problemi dei comuni ma comunque daranno una mano. E se siamo qua a discutere della possibilità di disporre di risorse (poi neanche tanto ingenti) è perché la difficoltà in cui si trovano tutti è veramente gigantesca ed un provvedimento come questo va assolutamente adottato e preso per il verso giusto.
Io credo che la demagogia e il populismo, come le bugie, abbiano le gambe corte; si sentono tanti annunci, in un momento di crisi drammatica come quello che la Sardegna sta attraversando, in cui tutti si lanciano in discorsi come quello di zona franca, di fiscalità di vantaggio e nella confusione della gente il populismo prende il sopravvento. Io credo che questo, invece, in mezzo a tanti provvedimenti che sono stati approvati, sia un provvedimento concreto al quale occorre dare la giusta valorizzazione.
In conclusione voglio aggiungere che quando in questo Consiglio regionale alcune forze si mettono assieme per affrontare le emergenze che la Sardegna sta attraversando, le soluzioni si possono trovare. E questo spero sia un piccolo primo passo in avanti per trovare grandi soluzioni per la nostra Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, questo emendamento è la dimostrazione, nei fatti, che il buon senso è sempre foriero di buoni risultati. Io mi sento di dover ringraziare tutti i componenti di questo Consiglio, in particolare coloro che da giorni, forse da qualche mese, stanno lavorando per poter arrivare al risultato cui oggi finalmente siamo arrivati.
Credo che questa sia una dimostrazione forte di affermazione anche di quei principi autonomistici di cui spesso ci siamo dimenticati. Perché con la riduzione dell'aliquota IRAP noi dimostriamo, sia al nostro popolo sia ai nostri cittadini sia a coloro i quali soffrono tantissimo in questo momento, che se si lavora con attenzione e con buon senso si riesce a dare delle risposte.
Certo, la risposta che si darà non sarà una panacea per la Sardegna, ma già il fatto che i comuni, da subito, con una semplice variazione di bilancio, possano impegnare e spendere delle somme, credo che sia un fatto importantissimo. Si parla di 200 milioni da assegnare alle imprese; credo che un risultato del genere, qualche giorno fa, non avremmo neanche potuto sognarlo.
Quindi io oggi, per la prima volta, mi sento davvero onorato di far parte di questo Consiglio e voglio anch'io ringraziare l'assessore Alessandra Zedda che ha dimostrato in questi giorni di voler davvero mettersi a disposizione e al servizio delle istanze che i nostri cittadini avanzano con forza. Devo ringraziare gli amici del P.D., soprattutto quelli che in maniera, a volte anche pedante, si sono attivati per arrivare a questo risultato, e devo ringraziare anche tutti i consiglieri, gli amici della maggioranza che hanno avuto una grandissima capacità di ascolto che ha permesso - e non era assolutamente facile - di arrivare a questo risultato che mi auguro davvero sia un risultato di tutto il Consiglio regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, io ritengo di poter affermare, a nome dei Riformatori, che si è soddisfatti del provvedimento a cui si è giunti. La politica spesso ci abitua a compromessi che non sono quelli più belli, in questo caso credo che sia un compromesso alto e che si sia raggiunto un punto importante di iniziativa nei confronti della fiscalità in Sardegna.
E vorrei anche sottolineare che in un momento di crisi generale come quello che attraversa il mondo intero e che la Sardegna in particolare per la sua condizione di insularità vive con maggior dramma e con maggiore difficoltà (perché la crisi morde i tutti i sensi la nostra economia e quindi la nostra socialità) era importante intervenire in una condizione data che ci facesse ricordare che questo è un Parlamento del popolo sardo e che un'iniziativa simile doveva essere colta da tempo nel modo più proficuo.
E' ormai da diverso tempo che il nostro Gruppo ha depositato il disegno di legge numero 514, primo firmatario l'onorevole Francesco Meloni, che riguardava proprio l'IRAP (una tassa odiosa, sotto certi aspetti, per chi pratica attività produttive), pertanto come Riformatori vorremmo - e credo che sia l'opinione anche della maggioranza e dell'opposizione - che l'intervento non si risolvesse in una manovra estemporanea e soltanto legata a questo emendamento, ma facesse parte di un'iniziativa più larga sotto l'aspetto fiscale, facesse parte di una di quelle manovre fiscali di cui dovremmo occuparci con più intensità se vogliamo agire fortemente sulle possibilità di ripresa economica della nostra Isola, se vogliamo incidere sul tessuto sociale ponendo un argine alla disoccupazione, cercando di ripristinare virtualmente la possibilità di mantenere in piedi aziende che andrebbero via se tutto ciò non fosse fatto.
Voglio aggiungere che sarebbe opportuno che tale intervento venisse inserito in una legge ad hoc e non semplicemente all'interno di una legge finanziaria.
Ma dell'alto e significativo risultato conseguito voglio dare atto anche all'onorevole Pietrino Fois che, come Presidente della Commissione, è riuscito a trovare l'amalgama tra maggioranza e opposizione. Ma ancor di più credo che ci sia da ricordare l'impegno di tutte le parti politiche di questo Consiglio che, una volta tanto, hanno colto nel segno cercando di dare respiro alle manovre finanziarie della nostra Regione, cercando di portare a compimento, da oggi in poi, un serio programma di interventi di ordine finanziario ed economico capace di incidere sul tessuto sociale ed economico della nostra Isola.
L'alleggerimento della pressione fiscale nei confronti delle imprese, e in particolare di quelle più debilitate da questo momento di crisi, rappresenta un momento risolutivo, importante di attività legislativa del nostro Parlamento regionale. Ma voglio anche dire di più: quando si parla di accise - anche in questo caso i Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge nazionale, e inviteremo le altre forze politiche a fare altrettanto - è importante che si possa dibattere di un programma serio per il futuro, non di una iniziativa estemporanea. E' necessaria una iniziativa dalla forte incisività, capace di ripristinare il dialogo con la società civile, che vede ancora troppo distante la politica.
Non si può però illudere la gente che verrà costituita una Zona franca in Sardegna e che si potrà pagare la benzina a 90 centesimi; non si può illudere la gente! Bisogna quindi iniziare a fare attività legislativa seria, che incida; è necessario accentuare il rapporto conflittuale con lo Stato; bisogna instaurare con l'aiuto delle energie dell'intero Consiglio un rapporto diverso. Non possiamo continuare a sostituirci con le nostre energie all'inerzia dello Stato nei confronti della Sardegna. Basta con l'azione di supplenza in tutte le attività produttive, come sta facendo il Consiglio regionale!
E' vero che, come ci ricorda sempre l'onorevole Soru, la Regione è un "pezzo" di Stato, ma è un pezzo derivato da quello Stato, ancorché culturalmente noi siamo qualcosa di più di un pezzo di quello Stato. E allora, probabilmente, anziché difendere lo Stato come fa l'onorevole Soru in certe circostanze, sarebbe ora che la Sardegna ritrovasse tutta se stessa e richiedesse la presenza vera dell'intervento del Governo nazionale, aprendo una stagione di conflittualità con lo Stato che deve essere portata alle estreme conseguenze.
Non basta più, infatti, l'apertura di un tavolo di trattative, ma deve esserci la certezza che le risorse finanziarie per la nostra Isola arrivino per le necessità che devono essere effettivamente soddisfatte. Credo che bene abbia fatto la maggioranza ad accogliere queste iniziative, sia la proposta di legge presentata dai Riformatori, sia gli emendamenti presentati dall'opposizione. Ma quel che è vero è che chi soddisfazione può trarne è il popolo sardo che, certamente, per la prima volta, vede uniti maggioranza e opposizione nel dare una risposta seria alle esigenze, necessità, urgenze che vive la gente, soprattutto quelle famiglie che non riescono più a combinare pranzo con cena, quelle che sono espulse dal mercato del lavoro e non riescono a ricollocarsi, quelle a cui, agendo all'interno con queste attività finanziarie, possiamo dare la certezza di continuare a lavorare nelle piccole aziende, anche in quelle piccolissime aziende familiari che rischiano di chiudere perché non riescono più a far fronte, per esempio, alle richieste di Equitalia e di altri.
Noi dobbiamo lavorare con serietà, senza furbizie, senza divisioni, cercando di portare all'interno di questo Consesso una volontà vera di innovazione, di rinnovare le strutture istituzionali della Sardegna, risparmiando dove si può risparmiare, operando per rifar vivere un tessuto sociale ed economico che dia vitalità ad uno sviluppo che in Sardegna manca da troppo tempo. Se noi non faremo tutto ciò, ancora una volta tradiremo il mandato che ci è stato affidato dal popolo e, ancora una volta, ci troveremo nelle condizioni di dover dire che fuori c'è una dimensione e qui dentro ce n'è un'altra: questo è il Palazzo, e là c'è il popolo.
Noi dobbiamo diventare tutt'uno se vogliamo essere seri, dare risposte in positivo, affinché ci sia vitalità nuova nell'economia e nello sviluppo della nostra Isola
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, colleghi, non voglio sollevare i toni perché c'è già un certo trionfalismo, inviterei invece i colleghi a una certa calma e pacatezza, perché veramente, se siete convinti e se siamo convinti di aver toccato il cielo con un dito, stiamo sbagliando tutti quanti. Abbiamo compiuto un piccolo, piccolissimo passo, peraltro con grandissimo ritardo, perché questa è una norma che avremmo potuto approvare tranquillamente nel 2002, anche prima, così come altre regioni hanno fatto.
Ma ciò che mi interessa dire è che, con un po' più di tempo, probabilmente, si sarebbe potuto differenziare anche questo intervento. Mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra, che apparentemente si sono interessati più di altri, ma tutti quanti credo abbiamo manifestato il nostro interesse. Bene, io credo che una norma come questa, che non opera differenze nel territorio della Regione Sardegna, debba essere nel futuro modificata. Mi spiego.
La riduzione dell'aliquota IRAP io credo che dovrebbe essere differenziata per venire incontro soprattutto alle aree più interne della Sardegna, e dovrebbero essere premiate quelle imprese che n conferente la loro attività verso il Centro della Sardegna. E' quindi necessario operare una differenza in questo senso, altrimenti rimane forte la zona forte, e sempre più debole la zona debole. Noi dobbiamo intervenire in questo meccanismo. E' una raccomandazione, assessore Zedda, lei si è impegnata tanto, ma ha subito il Consiglio regionale, o meglio l'ha subito il suo Presidente, non l'ha subito certo la Giunta, l'ha subito il Presidente della Regione, che in un momento così esaltante, dice il collega Attilio Dedoni, è totalmente assente; è questo il guaio più grosso!
"Noi abbiamo ottenuto un grandissimo risultato", dice il collega Dedoni, ed è vero, confermo. Io non sollevo i toni, dico che è un buon risultato. Se invece fosse un grandissimo risultato, mi chiedo, allora, per quale motivo il Presidente della Regione oggi è assente; sapeva benissimo che oggi avremmo approvato questa norma.
Beh, io mi rammarico di questo, continuo a pensare che, probabilmente, i sardi fanno bene quando, chiamati a pronunciarsi nei confronti del loro Presidente gli assegnano un 44 per cento di gradimento. Io avrei preferito che il Presidente della Regione Sardegna oggi si fosse presentato qua con il 70 per cento del gradimento, e non con il 44.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io non voglio rompere questo clima, questa atmosfera di unanimismo che si respira e, anzi, per non romperlo dirò che, pur non avendo sottoscritto questo emendamento (perché in parte non lo condivido) voterò a favore. Però, alcune puntualizzazioni a futura memoria credo che debbano essere fatte. Quali sono le puntualizzazioni? Innanzitutto un po' di mancanza di coraggio.
Abbiamo approvato una serie di norme, in quasi tutte le finanziarie, sistematicamente impugnate dal Governo e sistematicamente cassate dalla Corte costituzionale: mi riferisco, per esempio, alle stabilizzazioni urbi et orbi. Oggi non abbiamo avuto il coraggio di proporre una defiscalizzazione mirata, settoriale, per le imprese sarde, per le piccole e medie imprese, per quelle imprese che hanno meno di 30 dipendenti.
Invece facciamo risparmiare risorse finanziarie a chi non ce l'ha chiesto, a chi sta maltrattando la Sardegna, a chi sta aggredendo la Sardegna con ricatti. Penso ad E.ON - come penso che ci debbano pensare e ci pensino, e ci stiano pensando tutti i consiglieri del Nord Sardegna - perché dopo aver ottenuto ettari di fotovoltaico incentivato dalla bolletta dei sardi, licenzia 150 dipendenti e si guarda bene dall'eseguire gli interventi sottoscritti. A questa multinazionale, che fa soldi sulla pelle dei sardi, stiamo elargendo un regalino di qualche milione di euro.
E guardate, io non credo - e lo dico a scanso di equivoci - che questa sia una manovra per favorire le imprese di Soru. Se Soru risparmiasse 1 milione di euro da Tiscali, non avrei niente da obiettare, è un imprenditore sardo, da lavoro in Sardegna, e quindi il fatto non mi disturba. Mi disturberebbe molto di più se a risparmiare fossero gli oligarchi russi che hanno acquistato il 25 per cento della SARAS. Questo mi disturba, che anche loro prendano dalle bollette dei sardi una bella quota.
Ecco, io credo ci sia mancato questo coraggio, questo coraggio di favorire le aziende sarde, di erogare ossigeno a quel tessuto di piccole e medie imprese, di imprese commerciali, di liberi professionisti, di artigiani, invece di elargire un regalo a tutti coloro (notabili russi piuttosto che emiri di emirati del Golfo Persico) che neppure ce lo hanno chiesto e che neppure ci ringrazieranno.
Non ho poi ben capito l'intervento dell'amico Cocco quando ha sostenuto che le risorse che andranno ai comuni saranno fuori dal patto di stabilità. No, ahimè saranno all'interno del patto di stabilità e quindi, purtroppo, mentre alcuni comuni potranno spenderle, altri comuni non le spenderanno. Vorrei capire meglio anche il significato esatto di questo taglio simbolico dell'1 per cento allo Stato, perché anche noi, per come è scritto, lo abbiamo interpretato in maniera differente. Non è chiaro se se si tratta dell'1 per cento dell'aliquota, se il soggetto è l'aliquota, oppure se il soggetto è un rapporto percentuale. Inviterei a chiarire questo punto, perché se stiamo parlando di un taglio dello 0,085 per cento, cioè stiamo tagliando l'aliquota dall'8,5 all'8,4 , allora ha un senso. Se invece si va ad una riduzione del 15 per cento delle entrate da parte dello Stato non sono d'accordo.
Così come non è chiaro cosa significhi "amministrazioni statali dirette e indirette". Non è chiaro che cosa significhi perché ci sono Spa come la Banca d'Italia, o aziende speciali come l'INPS, che non è chiaro in quale categoria debbano rientrare. Sono amministrazioni dirette e indirette o sono privati? Vogliamo fare un regalo alla Banca d'Italia? Lo stiamo già facendo a tutte le banche perché tutte le banche (BPER, Banco di Sardegna e tutte le altre) riceveranno questo grande regalo. Speriamo che questo determini un maggior interesse, un occhio di riguardo nei confronti dei sardi. Io me lo auguro, ma non sono per niente convinto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, colleghi, intanto mi corre obbligo premettere che i colleghi Giulio Steri e Matteo Sanna hanno deliberatamente rinunciato al loro intervento per ragioni di economia dei lavori e hanno officiato chi vi parla di rappresentare il punto di vista della maggioranza; non so se vi riuscirò, ma intanto li ringrazio anche per questo gesto di fiducia.
Ringrazio loro, che hanno fattivamente contribuito alla stesura del testo, così come il Presidente della Commissione bilancio, il Capogruppo dei Riformatori, tutti i componenti della maggioranza e l'Assessore, che ha avuto una parte attiva in questo contesto. Senza indulgere in toni vagamente retorici, mi pare di poter dire che oggi questo Consiglio regionale scriva una bella pagina su questo punto, grazie al fattivo e costruttivo contributo offerto dall'opposizione e, soprattutto, da quei rappresentanti dell'opposizione che, già sin dai lavori della Commissione bilancio, si sono distinti nel perorare questo tema senza assolutamente alcun atteggiamento precostituito, ma con l'obiettivo di portare un argomento all'attenzione dell'Aula in un momento di grave crisi quale è quella che investe il sistema Sardegna.
Stasera è stata evocata ancora una volta l'assenza o, comunque, lo scarso impegno profuso dal Presidente della Giunta regionale. Questo mi corre l'obbligo di dirlo a scanso di equivoci. Vedete, questa maggioranza, per quante difficoltà incontri, vi assicuro che senza l'input del presidente Cappellacci sarebbe stata legata. E mi pare doveroso sottolineare un aspetto: che se vi è uno convinto della necessità di un intervento sulla fiscalità, e quindi di un intervento deciso su l'IRAP, questo è il presidente Cappellacci, e lo ha dimostrato per il tramite del suo Assessore del bilancio che ha davvero, mattina e sera, profuso - chiedo scusa all'assessore Rassu, perché sto parlando della sua Giunta - un lavoro instancabile per trovare anche la quadratura del cerchio.
La maggioranza, come sapete, aveva operato una scelta, che era quella di intervenire sul taglio dell'IMU, una tassa che incide su un bene primario come la casa, perché riteneva che con l'eliminazione dell'IMU potesse stimolarsi la ripresa della domanda interna (come sapete c'è stato un calo del 28 per cento del mercato immobiliare) e aumentando anche il reddito disponibile delle famiglie creare uno stimolo per i consumi.
Si trattava di introdurre una misura anticipando per molti versi quello che invece, con nostro sommo piacere, ha annunciato il Presidente del Consiglio del Governo nazionale, cioè un intervento deciso sul l'IMU, che permetterà ai cittadini di non pagare nel mese di giugno somma alcuna, nella previsione, a quanto è dato conoscere, di una definitiva eliminazione di questa imposta.
Di fronte, dunque, a uno scenario che muta non potevamo rimanere sordi nei confronti di una interlocuzione che si rendeva necessaria per vedere come poter stimolare soprattutto la ripresa della domanda interna e cercare di alleggerire il carico già pesante sul sistema delle imprese. Da qui, quindi, nasce una prima valutazione positiva sulla necessità di eliminare, per noi sarebbe tout court, l'IRAP, che abbiamo sempre battezzato come "imposta rapina", proprio perché incide in maniera drastica sull'economia.
E allora ecco perché, rappresentando questa imposta uno dei fardelli più pesanti che l'apparato pubblico, lo Stato, poggia sulle spalle delle aziende, in quanto si paga sui fattori della produzione, e quindi è dovuta anche da quelle imprese che terminano esercizi in perdita e penalizza in maniera particolare le imprese di minore dimensione, beh, non si è dovuta fare molta fatica a convincerci che quella sarebbe stata la strada migliore. E proprio perché l'IRAP grava sul costo del personale, che nelle piccole e medie imprese è decisamente importante, abbiamo voluto quindi anticipare - e questo anticipare io lo sottolineo perché mi auguro che il Governo nazionale intervenga anche sull'IRAP - una misura nel nostro sistema aiutando a ridurre il carico fiscale delle imprese e dunque a ridurre il costo del lavoro.
Ci si può domandare: perché gennaio 2013? Perché non è un intervento virtuoso e men che meno virtuale. L'abbiamo voluto proprio calare già nell'esercizio in corso perché è in questo momento che le imprese hanno bisogno di sostegno. Ci siamo posti il problema, certo, della copertura finanziaria. Anche noi avremmo voluto escludere le banche, i grossi sistemi imprenditoriali assicurativi e finanziari, ma saremmo sicuramente andati incontro ad una impugnativa e questo sì, avrebbe potuto rappresentare una beffa. Io su questo sono d'accordo col collega Gian Valerio Sanna che, su questo punto, ha cercato di attirare l'attenzione su una seria riflessione che, devo dire, ha poi convinto anche tutti noi.
Allora, noi facciamo un intervento generalizzato, un intervento che parte da un presupposto: un abbattimento del 70 per cento che però ha un'incidenza diversificata, perché sul sistema bancario sarà il 70 per cento del 5,39; sul sistema delle piccole e medie imprese sarà un 70 per cento del 3,9 per cento, quindi in pratica l'IRAP sarà ridotta all'1 per cento (quindi un taglio drastico) e addirittura, per quanto riguarda il sistema della pesca e dell'agricoltura, sarà ridotta allo 0,5 per cento.
Voi capite bene che cosa questo significhi. E' un'operazione che comporta uno sforzo complessivamente, tenuto conto anche della parte pubblica, di 254 milioni. Ecco perché non voglio certamente indulgere in toni vagamente retorici se oggi dico che questo Consiglio regionale davvero scrive una bella pagina, perché è una pagina scritta all'unanimità, e questa è la forza che ancora imprime ed è soprattutto la più bella risposta che si possa dare a una certa antipolitica che invece è capace, quella sì, di fare solo demagogia e populismo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, è indubbio, anche dagli interventi che si sono succeduti questo pomeriggio, che siamo di fronte a un lavoro importante, per usare un eufemismo, svolto dal Consiglio regionale. Ritengo però che anche in momenti come questi, senza che ciò che sto per dire in qualche maniera possa essere giudicato come un tentativo di prendere le distanze da un lavoro che ha valorizzato il collettivo, che ha valorizzato la responsabilità, che ha valorizzato l'etica della responsabilità istituzionale, in momenti come questi sia giusto, giustamente (scusate il bisticcio) ascrivere questo lavoro a tutti noi.
E d'altronde non si sarebbe potuto registrare questo valore, questo lavoro, se non ci fosse stato il concorso di tutti. Ha questo valore proprio perché c'è il concorso originale di tutti, ognuno anche con responsabilità politiche e istituzionali diverse. Quindi, è un fatto importante.
Permettetemi, tuttavia, di ringraziare anch'io in particolare chi, in maniera quasi ossessiva, ha spinto in questa direzione, perché convinto che fosse l'unica strada giusta per consentire un recupero di competitività del sistema economico nella nostra regione, per un verso, e per l'altro di ridare fiato al sistema delle autonomie locali che - com'è stato ricordato da Gian Valerio Sanna - sono le istituzioni più esposte, sono quelle in trincea, sono quelle (i sindaci, non altri) che fungono da filtro, spesso accollandosi responsabilità di fronte a una disperazione diffusa di cui non portano nessuna responsabilità.
Svolgono quindi una funzione importantissima non soltanto nel contrastare e provare ad arginare quel disagio, ma anche per la tenuta del tessuto democratico di questo Paese e della nostra regione, che è messo a rischio dalle condizioni drammatiche in cui versa il sistema economico, con gli effetti che conosciamo sul sistema sociale.
Ecco, permettetemi, senza piaggeria alcuna, di ringraziare innanzitutto il Gruppo del Partito Democratico e, nella fattispecie, i colleghi della Commissione bilancio, senza i quali, senza la loro testardaggine, senza la loro convinzione, non saremmo oggi qui a scrivere una pagina importante nella vita di questo Consiglio regionale, probabilmente la pagina più importante di questa legislatura, anche per il valore, ripeto, politico-istituzionale che può ascriversi la massima Assemblea elettiva di questa Regione.
Io voglio ringraziare in particolare questo Gruppo, in particolare i componenti della Commissione, perché si sono assunti una responsabilità di governo dall'opposizione, e lo hanno fatto surrogando ad un'assenza della maggioranza, e della Giunta in particolare, in un particolare momento come questo. Io credo che in un momento difficile come questo ci fosse bisogno di questa disponibilità che è stata incoraggiata, Giulio, da settori importanti della maggioranza, e quell'incoraggiamento ha portato a un risultato straordinario come quello di cui stiamo parlando in questo momento. Siamo di fronte a un provvedimento - lo hanno sottolineato tutti i colleghi che mi hanno preceduto, della maggioranza e dell'opposizione - che consente di recuperare competitività al sistema economico e produttivo.
Io vorrei soffermarmi brevemente sulla parte che riguarda le imprese. Le imprese potranno finalmente, a partire dal prossimo mese di giugno, abbattere una parte importante del peso fiscale oppressivo che grava sul lavoro. Credo che poter abbattere il costo del lavoro consenta alle imprese finalmente, come ci hanno ricordato in questi giorni i loro rappresentanti, auditi ripetutamente in Commissione bilancio, di poter far fronte a un triennio, di poter fare un minimo di programmazione industriale. Ecco, l'auspicio è che l'abbattimento del costo del lavoro per le imprese non venga utilizzato solo e soltanto per aumentare gli utili delle imprese.
L'auspicio ovviamente degli estensori di questo testo, della maggioranza, dell'opposizione, di tutti, è che ognuno - com'è stato ricordato da chi mi ha preceduto - faccia la sua parte. Oggi noi abbiamo messo nelle condizioni il sistema economico e produttivo di questa Regione di poter svolgere un ruolo che può concentrarsi sul consolidamento della base produttiva, con l'auspicio che questo risparmio sul costo del lavoro venga utilizzato soprattutto per avviare nel sistema produttivo ed economico isolano innovazioni di processo e di prodotto che di per sé migliorano la qualità delle produzioni per far diventare la qualità delle produzioni stesse un fattore di competitività che consenta di acquisire nuove fette di mercato.
Noi siamo intervenuti attraverso questo provvedimento con questo auspicio e vorrei che la Giunta in qualche maniera vigilasse affinché il sistema economico utilizzi questi risparmi importanti, a partire dal prossimo mese di giugno, ripeto, per consolidare la base produttiva e per offrire una risposta importante anche al mercato del lavoro che in questa Regione, come sappiamo, soffre in maniera preoccupante. E proprio per quella sofferenza c'è il rischio di incrinare ulteriormente il rapporto di fiducia tra le istituzioni e il sistema Sardegna.
Oggi noi, con questo provvedimento, recuperiamo questo rapporto di fiducia, ma assessore Zedda, davvero glielo dico in maniera accorata, mettete in essere tutti gli strumenti affinché attraverso…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
ZEDDA (P.d.L.), Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Il mio intervento sarà articolato in due parti, una delle quali sarà un po' più tecnica, anche per chiarire alcuni dubbi che sono stati sollevati sulla riscrittura.
Chiarisco, onorevole Cuccureddu in particolare, che ovviamente l'1 per cento va a ridurre l'aliquota dell'8,5 dell'1 per cento, quindi dello 0,085 per cento. Chiarisco ancora che il testo in discussione è l'ultimo consegnato, quello con le coperture finanziarie, onorevole Sanna, e che soprattutto l'1 quater chiarisce che non è necessario indicare la parte, che di fatto va a funzionare come una partita di giro, che riguarda le entrate della Regione e degli enti del settore pubblico, ovviamente escluso quello statale che non stiamo contemplando.
Ancora, voglio fornire alcune precisazioni sulla copertura. Intanto voglio ringraziare in particolare i colleghi Assessori perché in questi giorni li ho chiamati spesso a rivedere alcuni importi. Proprio oggi abbiamo determinato le ultime coperture finanziarie e preciso, in particolare, che le parti che riguardano, per esempio, l'Ente foreste, vanno a incidere nelle quote di avanzo degli enti strumentali. Però, per ragioni di contabilità, abbiamo dovuto indicare il capitolo di competenza di riferimento.
Così pure per gli altri tagli, le coperture di spesa sono state trovate in azioni importanti della finanziaria che non verranno però intaccate nella loro esecuzione perché tutte, con grande sforzo, le abbiamo mantenute per l'anno 2013 e per gli anni a seguire. Devo anche precisare che del comma 7 verrà soppresso solo il primo periodo, ma al momento della discussione sarò più precisa.
Ecco, ora permettete anche a me di sottolineare il grande lavoro che abbiamo svolto insieme e di dire - non devo né giustificare né difendere il presidente Cappellacci, che non ne ha certamente bisogno - che la sottoscritta non ha passato neanche un'ora senza sentire il Presidente (che ha totalmente condiviso il nostro lavoro) e riceverne il conforto e il sostegno. Quindi in questo senso il mio ringraziamento va anche al Presidente.
Oggi, peraltro, qualcuno ha parlato di una bella pagina; sicuramente noi parliamo di una pagina dell'autonomia e più precisamente una nuova pagina di autonomia finanziaria che stiamo andando a riscrivere tutti insieme, anche contro e in ragione di uno Stato che spesso si sottrae ai suoi obblighi. Noi con questa misura stiamo sostenendo gli enti locali (quindi delle pubbliche amministrazioni) nelle loro attività, non facendogli mancare una risorsa di cui disponevano negli anni precedenti, anzi rinforzando la parte finanziaria con le misure oggi previste e soprattutto con l'abbattimento di questa importante imposta.
Devo anche dire che per le aziende stiamo spostando un macigno, un macigno che le sta avvilendo, ma io credo anche che stiamo aprendo un nuovo fronte di speranza per un rilancio delle loro attività. Già da questo giugno potranno sapere, infatti, di quante risorse potranno contare, sia per l'anno 2013, sia per i prossimi anni a venire. Noi siamo convinti che anche voi concorderete che questi interventi non siano misure spot ma veramente misure di sostegno per questo momento drammatico, misure di rilancio, misure ancora fortemente autonomiste.
Tra l'altro, per quanto riguarda le imprese, noi avremo modo di valutare quale sarà l'impatto che questa nostra misura porterà nelle loro casse, nel nostro sistema di sviluppo, nel nostro sistema produttivo. Dico anche che insieme a questi interventi noi oggi stiamo intervenendo anche sulle attività produttive, principalmente, e sull'occupazione. Io credo che sarà importante anche intervenire sui consumi e lo faremo quando proporremo - ci auguriamo con la partecipazione di tutti - il disegno di legge sulle accise. Credo che sarà un'altra misura importante di autonomia finanziaria.
Tutto ciò è iniziato quando abbiamo dimostrato di non voler mettere la Regione Sardegna di fronte ad una impugnativa in ordine al comma 1 dell'articolo 1. Abbiamo dato dimostrazione di comprenderne le ragioni fino in fondo, ma comprendere le ragioni non vuol dire abdicare ad una lotta dura con lo Stato che dovrà portarci a rivedere la parte del patto di stabilità, la nostra misura definitiva di entrata, al fine di poter portare avanti tutte le misure che abbiamo anche all'interno di questa finanziaria.
Credo che le azioni che intraprenderemo nei prossimi mesi, di recupero dei residui e, soprattutto, di pagamento dei debiti che la Regione e tutte le pubbliche amministrazioni sarde hanno nei confronti delle aziende, costituiscano degli altri segnali importanti verso la riapertura di un percorso di rilancio della nostra Sardegna. Credo anche che oggi abbiamo dimostrato tutti insieme che chi protesta eppure si siede in certe Assemblee istituzionali di rango anche parlamentare, bisogna che capisca che molte volte la proposta e le azioni sono migliori delle sterili contestazioni e sono quelle che cambiano la vita di un Paese.
PRESIDENTE. E' stato presentato un emendamento all'emendamento numero 394, modificativo del secondo periodo del comma 1 quater : "Alle variazioni di bilancio derivanti dalle ulteriori minori entrate per effetto dell'applicazione del comma 1 bis all'Amministrazione regionale, alle Agenzie, agli Enti regionali ed alle ASL, provvede l'Assessore della programmazione mediante la riduzione della corrispondente voce dello Stato di previsione dell'entrata. La copertura è pari alla riduzione della spesa da prelevare sulle UPB relative al pagamento degli oneri per il personale e per gli stessi soggetti".
Faccio presente che, a seguito dell'emendamento numero 394, lo stanziamento in favore del Consiglio si ridurrà di ulteriori 2 milioni di euro, per cui passeremo da 65 milioni a 63 milioni di euro.
Ha domandato di parlare il consigliere Amadu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AMADU (P.d.L.). Naturalmente il mio voto è scontato ma l'opportunità l'ho colta per un aspetto diverso. Vorrei infatti capire come, in che modo e con quali strumenti l'Assessore, e quindi la Giunta, intendano verificare la corretta applicazione di questa importante norma finanziaria e se ci sono degli strumenti ordinari oppure se sia il caso, in sede di coordinamento tecnico, di autorizzare l'Assessore ad inserire una norma che consenta una puntuale verifica del corretto adempimento di questo emendamento, quindi degli effetti di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento, e per dire che secondo me noi stiamo facendo solo il nostro dovere, e facendo il nostro dovere rendiamo giustizia alle migliaia di persone che stanno fuori da questo palazzo e che hanno difficoltà enormi. Non è retorica fine a se stessa e credo che, più che ringraziare noi, dobbiamo ringraziare le tante persone che in questi giorni ci sollecitano per prendere iniziative immediate su questa questione dell'IRAP.
La telefonata solitamente è di questo tenore: "Ma è vero che state facendo questo?". Ci siamo ridotti al punto che i cittadini si sorprendono che noi facciamo il nostro dovere. Da oggi partiamo e continuiamo con questo piglio, senza trionfalismi - ha ragione il collega Diana che parlava da quella parte - senza trionfalismi ma con la concretezza che è riconosciuta alla nostra comunità. Una concretezza operativa che ci porterà a risolvere i problemi reali, pratici.
A me fa piacere che molti sindaci possano trovare delle risorse ulteriori per attuare iniziative importanti nei loro comuni, sono contentissimo, come sono molto felice di dare il mio voto ad un'iniziativa che porterà agricoltori, commercianti, ambulanti e tutti i soggetti operativi (la "carne" della nostra economia) ad avere qualche euro in più da poter utilizzare per salvare le loro aziende.
Premesso, infatti, che dal mio punto di vista la pecora è il miglior animale che vive in questa terra, perché ha consentito a me e a tanti di voi di arrivare in quest'Aula a rappresentare il popolo sardo, noi in questo momento dobbiamo salvare il gregge, non dobbiamo pensare di attuare iniziative astruse, noi dobbiamo salvare le persone, una volta che abbiamo salvato il capitale umano possiamo fare qualsiasi cosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, io ho già praticamente dichiarato il mio voto sui commi 1 bis, 1 ter e 1 quater, vorrei richiamare l'Aula solamente sul comma 1 quinquies che era sconosciuto ai più, anche ai componenti della Commissione, perché inserito all'ultimo momento della valutazione complessiva. Io pregherei pertanto la Giunta di valutare se il tema della riduzione delle accise (che è un tema assolutamente importante e non lo voglio assolutamente sottovalutare) possa essere ricondotto esclusivamente all'acquisto di carburanti per autotrazione privata. Questo mi sembra un altro "effetto speciale" lanciato all'improvviso in una discussione di estrema serietà che ha necessità, assessore Zedda, di un'ulteriore riflessione.
Le accise sul gas da riscaldamento, sul gas per usi civili, quelle su settori che sono sottoposte a tassazione iniqua, vogliamo rivederle? Perché la Giunta non si impegna - e io chiederò che la minoranza in Consiglio regionale faccia la stessa operazione che è stata fatta per l'IRAP in queste giornate - a studiare un provvedimento complessivo sulla riduzione delle accise che possa affrontare anche il problema che tutte le famiglie, soprattutto quelle più bisognose, hanno? Non mi riferisco tanto alla benzina per autotrazione, ma anche, per fare un singolo esempio concreto, al gas in bombola o al gas per riscaldamento.
Non riserviamo l'interesse all'abbattimento delle accise solo all'acquisto di carburanti per autotrazione privata. Mi sembra una limitazione alla capacità del provvedimento che è assolutamente da rimuovere. Pensiamo ad un provvedimento complessivo sulla riduzione delle accise, a un provvedimento più esteso!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS VINCENZO (P.D.). Presidente, colleghi, dichiaro il mio voto favorevole perché questo emendamento così sofferto rappresenta una risposta autonomista importante, inaspettata, inseguita da tanti anni senza successo dal mondo delle imprese e che, in qualche modo, offre risposte anche significative agli enti locali della nostra Isola.
Io credo che, senza demagogia, senza enfatizzare questo risultato, sia bene anche valorizzare quello che la politica sarda è riuscita a fare in questo momento, rispondendo con coraggio ad una situazione di emergenza della nostra Isola, perché alleggerire un'imposta che grava in maniera pesante e soffocante sul sistema produttivo sardo è sicuramente un risultato importante, straordinario. Questa risposta, frutto di un'azione politica che ha trovato responsabilmente in Aula la giusta convergenza, deve vedere però (lo dicevano anche altri) il mondo delle imprese assumersi fino in fondo le proprie responsabilità.
Non può essere solo una parte politica in questa situazione a fare la propria parte; noi non stiamo regalando, come per esempio avviene nel Friuli Venezia Giulia, questa riduzione all'incremento delle produzioni e all'occupazione, ma sarebbe auspicabile che queste risorse servissero innanzitutto a mettere in sicurezza le aziende e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Speriamo che si inneschi, con questa riduzione, un meccanismo virtuoso che permetta alla Sardegna di attrarre nuove imprese, di creare nuova occupazione. Anche i comuni possono, in questa situazione e con questo sgravio, creare occupazione e svincolare queste risorse dal patto di stabilità.
Io credo che questa riduzione possa servire alla nostra Isola, come stavo dicendo prima, per iniziare una grande azione di promozione a livello nazionale, ma anche per ridiscutere con lo Stato il valore dell'articolo 8 dello Statuto. Sono sicuro che su questa base si possa ripartire per riaprire la vertenza con lo Stato, avendo acquisito questa volta una nuova forza contrattuale che può permetterci di dire allo Stato…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché non vi sono opposizioni, metto in votazione l'emendamento numero 394 nel testo modificato.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 394.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cozzolino e Porcu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARBAU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOMBARDO - LOTTO - LUNESU - MANCA - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SECHI - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STERI - STOCCHINO - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 69
Votanti 69
Maggioranza 35
Favorevoli 69
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'Emendamento numero 147.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Tenendo conto del fatto che quest'emendamento è in palese conflitto con quello che discuteremo dopo, lo ritiro. Vorrei però che venisse tenuto presente che questo esprime una modalità in questo momento alternativa, ma che può essere anche questa oggetto della prosecuzione di una trattativa col Governo e con lo Stato che possa in qualche modo semplificare la vita di questa Regione. D'altra parte vorrei ricordare che il fondo unico nasceva con l'ambizione di costituire una parte percentuale delle entrate tributarie e quindi della compartecipazione. Non è niente di astruso, però siccome è stato prestato il consenso all'emendamento numero 294, lo ritiro.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 294. Ricordo che il relatore aveva espresso parere favorevole sino al primo periodo del primo capoverso.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Chiedo il voto per parti, in conformità al parere del Relatore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, confesso la mia sorpresa, perché in Commissione bilancio la Giunta aveva espresso parere favorevole all'intero primo comma, con peraltro una dichiarazione di attenzione, di disponibilità e di riflessione anche sul secondo comma. Io penso che, se andiamo a rileggere entrambi i commi, l'approvazione di questo emendamento (che peraltro è simile, uguale, all'emendamento presentato dai colleghi del P.D. in Commissione bilancio) aiuterebbe notevolmente ad affrontare il problema dell'impatto del patto di stabilità sui comuni della Sardegna, e contribuirebbe ad alleviare notevolmente i limiti imposti dallo stesso patto. Cioè la volontà espressa in quest'emendamento è di cercare di trovare tutti i meccanismi che siano positivamente attivabili, senza opposizioni da parte dello Stato, senza impugnative di cui non sentiamo assolutamente la necessità, per poter alleviare il vincolo, i lacci imposti dal patto di stabilità nei confronti dei Comuni.
Penso che l'approvazione di entrambi i commi sarebbe assolutamente positiva; è per questo che esprimo una ulteriore sollecitazione ad una riflessione positiva, ed esprimo il voto favorevole all'emendamento numero 294 complessivamente inteso. Chiedo la votazione nominale dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo molto rapidamente, per ricordare ai colleghi che l'emendamento all'articolo 5 della legge numero 16 non cambia di molto il contenuto precedente. È evidente che non si può pensare di bloccare 250 milioni di spesa regionale, del tutto immanovrabile, in attesa che il sistema degli enti locali abbia necessità, perché abbiamo istituito ora il patto territoriale solidale.
Allora - e chiedo un attimo di attenzione magari anche da parte dell'onorevole Gian Valerio Sanna - perché non ragioniamo - e lo dico anche all'assessore Zedda- sulla opportunità di compiere un passo in più rispetto a quello che abbiamo compiuto noi con la legge numero 16 e a quello che hanno compiuto alcune regioni a statuto ordinario (come la Toscana alla quale ci siamo anche ispirati)?
Perché non pensiamo ad un passaggio ulteriore, concordandolo con lo Stato, cioè all'unico patto territoriale delle istituzioni che ricadono in Sardegna, ad una Sardegna libera di determinare il patto che è la "cifra" complessiva dei patti di tutte le istituzioni sottoposte al saldo (cioè la Regione, le Province sino a quando ci saranno, e tutti i comuni oltre i 1000 abitanti)? Questo risolverebbe a priori ogni vincolo di doppia imposizione, perché il saldo obiettivo sarà 10 miliardi, non 3 miliardi per la Regione, 800 milioni per la Provincia di Cagliari, 100 milioni per il Comune di Cagliari che si sommano nel patto territoriale solidale, ma sarà un unico patto nel quale il sistema sardo, governato dalla Regione che indicherà i saldi obiettivi di ciascuno, sarà realmente un sistema solidale ed eviterà la doppia imposizione.
Credo che ci si possa ragionare, credo che i tempi siano maturi, credo che abbiamo fatto scuola in questo senso istituendo questa legge che ha creato il patto per il sistema degli enti locali, quindi Province e Comuni. Il passo successivo è questo, e credo che sia a portata di mano se viene attuata un'attenta concertazione con lo Stato.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 294, sino al primo periodo del primo capoverso.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Sabatini hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARBAU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BIANCAREDDU - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MANCA - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SECHI - SOLINAS Antonio - STERI - STOCCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 66
Votanti 65
Astenuti 1
Maggioranza 33
Favorevoli 65
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della parte restante dell'emendamento numero 294.
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Porcu ha votato a favore e che il consigliere Dedoni ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARBAU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MURGIONI - OBINU - PERU - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - STERI - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - DESSI' - MULA - MULAS - PLANETTA - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 66
Votanti 59
Astenuti 7
Maggioranza 30
Favorevoli 25
Contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 151.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, gli emendamenti numero 151 e 152 sono ritirati.
PRESIDENTE. Il numero 152 era già stato approvato in Commissione.
L'emendamento numero 148 era stato spostato all'articolo 4, quindi passiamo all'emendamento numero 146.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, io con questo emendamento volevo semplicemente - ma ho capito che è un argomento che è meglio spostare al collegato per fare un lavoro organico - far presente la necessità di prevedere che i lavori nelle zone dell'alluvione del 2008 di tutta la Sardegna possano essere effettuati con turni di 24 ore su 24. C'è stata in passato, da parte dell'Assessorato, un'opposizione a ciò, ma le popolazioni non vedono l'ora che si intervenga.
Io comunque ritiro l'emendamento perché credo sia giusto che un argomento del genere sia esaminato nel collegato in maniera più organica.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 230.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 230, in conformità agli accordi assunti in Commissione, è stato ritirato, e sarà oggetto di un ordine del giorno relativo ad analoghi interventi di somma urgenza per far fronte alle emergenze di carattere geologico e di stabilità dei suoli. Quindi è stato ritirato per questa ragione.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2 di cui era si era già svolta la discussione.
All'articolo 2 sono stati presentati 59 emendamenti
(Si riporta, di seguito il testo dei relativi emendamenti
PRESIDENTE. Preciso che gli emendamenti numero 45, 164, 266, 293, 46, 165, 267, 171, 2, 153 e 154 decadono per effetto dell'approvazione dell'emendamento numero 394 e che l'emendamento numero 174 è inammissibile.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Vorrei chiedere di spostare l'emendamento numero 168 all'articolo 4, perché è più attinente con alcune materie che figurano in quell'articolo.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, l'emendamento numero 168 è spostato all'articolo 4.
Per esprimere il parere sugli emendamenti, ha facoltà di parlare il consigliere Fois, relatore di maggioranza.
FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 39, 159, 260, 40, 160, 261, 41, 262, 42, 161, 263, 43, 162, 264, 291, 44, 163, 165, 292, 45, 172, 47, 167, 268, 391, 239, 306, 166, 150, 17, 178, 1, 168, 169, 170, 173, 295, 346, 390, 175, 177, 240, 131, 132; è favorevole sugli emendamenti numero 13, 113, 114, 12, mentre ci si rimette all'Aula sull'emendamento numero 388.
PRESIDENTE. Faccio presente all'Aula che è stato espresso parere favorevole sugli emendamenti numero 13 e 113, però è stato espresso parere contrario sull'emendamento 150 che li ricomprende ma è più ampio: è chiaro che se si votasse prima, come si deve votare prima, per l'emendamento 150, e questo non dovesse essere approvato, decadrebbero anche gli emendamenti numero 13 e 113 su cui invece è stato espresso parere favorevole.
DEDONI (Riformatori Sardi). Ritiro l'emendamento numero 13.
PRESIDENTE. È stato ritirato l'emendamento numero 13.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Ritiro l'emendamento numero 262 .
PRESIDENTE. E' stato ritirato l'emendamento numero 262. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, siccome c'è una riflessione in atto sull'emendamento numero 295 e il Presidente della Commissione non era a conoscenza di questa interlocuzione, chiederei che l'emendamento numero 295 venisse spostato all'articolo 4.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni l'emendamento numero 295 viene spostato all'articolo 4.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ritiriamo gli emendamenti numero 159, 160, 161, 162. Gli altri emendamenti soppressivi li manteniamo momentaneamente perché possono essere utili a essere congruenti con le coperture che abbiamo dato e quindi li lasciamo per comodità. Dopodiché vengono ritirati gli emendamenti numero 176 e 170.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Ritiro l'emendamento numero 1 relativo al SARDEX. Avendo infatti assunto, attraverso l'approvazione dell'emendamento numero 394, una misura sperimentale, ha senso ritirare l'emendamento che proponeva di destinare le somme direttamente ai comuni per consentire l'immediata spendita.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Ritiro tutti gli emendamenti soppressivi totali contenuti nell'articolo in discussione.
PRESIDENTE. Quindi vengono ritirati gli emendamenti numero 39, numero 40, numero 41, numero 42, numero 43, numero 44, numero 46 e numero 47. L'emendamento numero 45 era già decaduto.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.
ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Vengono altresì ritirati dai presentatori gli emendamenti numero 260, 261, 263 e gli emendamenti numero 264 e 291 , di identico contenuto.
Restano invece in piedi gli emendamenti numero 163, 265 e 292, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). In ragione del coordinamento dell'articolo 2 con ciò che abbiamo approvato, chiediamo alla Giunta che ci dica rispetto ai commi dell'articolo 2 che cosa rimane e che cosa va tolto.
PRESIDENTE. L'ho o già detto quando ho comunicato all'Aula quali emendamenti decadevano a seguito dell'approvazione dell'emendamento all'emendamento numero 394. Quindi è un lavoro che è già stato svolto dagli Uffici del Consiglio e che ho già comunicato all'Aula attraverso l'elencazione degli emendamenti decaduti. E i decaduti sono stati gli emendamenti numero 45, numero 164, numero 267.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Perfetto, però non mi riferisco a questo fatto che ho capito, mi riferisco al fatto che il testo della legge contiene commi che, per effetto dell'approvazione dell'emendamento, non possono più permanere nel testo, e quindi noi dobbiamo sapere come provvediamo ad eliminarli.
PRESIDENTE. E' quello che ho detto io prima, onorevole Sanna. Le ripercussioni sono sui commi 6 e 7 e abbiamo già dichiarato decaduti gli emendamenti soppressivi parziali di quei commi. Adesso gli emendamenti che ho richiamato sono quelli al comma 5 dell'articolo 2. Vanno a incidere sul comma 5 l'emendamento numero 163 e gli emendamenti di identico contenuto numero 265 e 292.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Se si tratta di votare per parti l'articolo 2 noi dobbiamo sapere quali sono i commi che devono essere esclusi. Se ce li indicate noi ritiriamo tutti gli emendamenti soppressivi dei commi così andiamo a votare per parti sapendo quali sono i commi che devono decadere.
PRESIDENTE. Io proporrei di andare avanti e di affrontare il problema in sede di votazione dell'articolo.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Va bene.
PRESIDENTE. Quindi vengono ritirati tutti gli emendamenti soppressivi parziali.
All'emendamento numero 239 è stato presentato l'emendamento all'emendamento sostitutivo parziale numero 391.
Metto in votazione l'emendamento numero 391.
Ha domandato di parlare, per dichiarazione di voto, il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, noi, con questo emendamento, abbiamo inteso sottrarre risorse dal comma 4, dove erano previsti gli interventi per la moneta complementare, per trasferire 10 milioni di euro in più sui cantieri comunali. Quindi questa era un'operazione che però va vista alla luce delle modifiche intervenute relativamente alla sottrazione di risorse al comma 4. Noi potremmo pertanto anche ritirare l'emendamento però abbiamo necessità di capire quanto ancora la Giunta intenda spendere per la sperimentazione in moneta complementare.
Noi consideriamo, infatti, i 20 milioni assolutamente eccessivi; se rimanessimo, in questa fase sperimentale, intorno - così come è stato indicato anche dagli imprenditori e dalle confederazioni che abbiamo audito sul SARDEX - ai 3 milioni di euro, noi saremmo disponibili anche a ritirare l'emendamento numero 391, però abbiamo necessità di capire quali siano le poste finanziarie rimaste in piedi.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo adesso alla votazione del testo dell'articolo 2. Gli Uffici mi fanno presente che sul comma 4 l'importo non è più di 20 milioni di euro, ma di 10 milioni di euro; è una conseguenza automatica. Per cui possiamo direttamente votare il testo dell'articolo.
Ha facoltà di parlare, per proporre un emendamento orale, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
ZEDDA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. A seguito delle variazioni di carattere finanziario che abbiamo apportato al comma 7 dell'articolo 1, chiedo che possa essere invece approvato il seguente emendamento orale che, di fatto, salva la parte centrale del testo, ossia l'agenzia a tutela della famiglia: "Per fronteggiare l'emergenza sociale è autorizzata nell'anno 2013, a valere sull'UPB S0503007, la spesa di euro 5 milioni destinati alla costituzione di un fondo di garanzia a favore delle famiglie. La Giunta regionale, con propria deliberazione, adotta, su proposta dell'Assessore competente in materia di politiche sociali, e definisce i criteri per il riparto delle risorse".
PRESIDENTE. L'Aula è d'accordo su questa proposta di emendamento orale?
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi consentiamo alla presentazione dell'emendamento, ma ne vogliamo parlare, quindi non si metta in votazione tutto, vogliamo discuterne, vogliamo esprimere la nostra opinione. L'ammissione dell'emendamento orale non preclude la possibilità di esprimere la nostra opinione.
PRESIDENTE. Si può è stralciare il comma 7, fare una votazione apposita e intervenire solo per dichiarazione di voto.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lo votiamo per parti.
PRESIDENTE. Votiamo tutto l'articolo 2 tranne il comma 7, che sarà oggetto…
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiederei di poter votare per parti: i primi 3 commi assieme, se vuole, il comma 4, il comma 5 e il comma 7 singolarmente.
PRESIDENTE. Quindi per i primi tre commi una sola votazione, poi una votazione per il 4, una votazione per il 5 e una votazione per il 7, e poi il resto tutto insieme, accedendo alla richiesta di emendamento orale dell'assessore Zedda. Ci sono opposizioni?
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Volevo chiedere se l'emendamento orale, presentato dall'assessore Zedda, stralciava ulteriori 5 milioni dall'articolo 4 relativo al SARDEX, perché in un primo momento avevo pensato che lei volesse, probabilmente opportunamente, stanziare ulteriori fondi prelevandoli dalla sperimentazione del SARDEX. In tal caso noi avremmo acceduto a quella richiesta. Invece ora mi pare di capire che la Giunta stia proponendo di mantenere i 10 milioni del comma 4. In tal caso vuol dire che interverremo sul comma 4.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, è approvata la richiesta di emendamento orale dell'assessore Zedda. Pertanto adesso votiamo i commi 1, 2 e 3 dell'articolo 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, vorrei soltanto chiederle di spostare l'emendamento numero 178 all'articolo 4.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta è accolta.
PRESIDENTE. Metto in votazione i primi tre commi dell'articolo 2.
Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
Metto in votazione il comma 4. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ovviamente noi siamo profondamente contrari anche a questo ridimensionamento, siamo contrari perché questi 10 milioni non hanno nessun senso, avrebbe avuto più senso che queste somme andassero al fondo unico, perché non sarà certo la Regione, con questa invenzione negativa, (vorrei dire anche leggermente ingannevole) a dare risposte ai giovani di 25-35 anni. Ma vi rendete conto che non possiamo continuare a ingannare la gente e che abbiamo bisogno di garantire lavoro vero? Non inquiniamo la finanziaria con questo genere di interventi.
Io ho ritirato anche gli emendamenti, però anche se voi bandirete le gare pubbliche, questi 10 milioni dovranno considerarsi in conto residui, perché per procedere a queste gare dovrete adottare un sistema internazionale di gara, e voi non ce la farete entro quest'anno a adottarlo. Questi 10 milioni quindi rimarranno immobilizzati per illudere la gente, per imbrogliarla; ritirateli, perché è un sistema che va sperimentato in altra maniera e non va bene, è improduttivo di effetti. Noi votiamo contro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU GIUSEPPE (P.D.). Anch'io sono profondamente contrario che si utilizzi questo strumento in questa maniera. Non sono pregiudizialmente contrario allo strumento, che è uno strumento sperimentale e può essere utilizzato in particolar modo nello scambio tra le imprese, ma qui stiamo dicendo che i giovani devono prestare la loro forza lavoro a fronte di una remunerazione in moneta complementare.
Guardate, questa operazione, oltre a comportare l'inganno di non poter spendere le risorse (perché questo strumento va messo a gara, e da qui alla fine dell'anno non sarete in grado di espletare la gara, quindi questo è il primo inganno) è assolutamente inopportuna, perché non è dignitoso per le prestazioni di lavoro, che siano remunerate in moneta complementare, senza che siano garantite tutte le tutele per chi presta lavoro di tipo subordinato. Se invece decidete che volete assegnare delle risorse ai comuni, per le politiche sociali, per i cantieri di lavoro, oppure per il sostegno al reddito dei giovani, allora questo è un altro paio di maniche, sono politiche sociali, è ben diverso dall'utilizzare lo strumento della valuta complementare, che viene utilizzato tradizionalmente negli scambi commerciali, per remunerare le prestazioni lavorative.
Le prestazioni di lavoro vanno remunerate in moneta vera e, oltretutto, vanno garantite tutte le tutele, sia quelle di natura previdenziale sia quelle di natura fiscale, perché anche di questo stiamo parlando, stiamo remunerando il lavoro senza che si paghino le tasse. Quindi, noi vi chiediamo di ritirare questo strumento dalla finanziaria; eventualmente - visto che ci sono dei collegati - prevedete degli strumenti sperimentali per attivare la valuta complementare, ma togliamo questo strumento dalla finanziaria, perché stiamo cercando di fare delle cose serie. Abbiamo provato prima con l'IRAP, non lasciate questi, che sono solamente degli inganni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, abbiamo detto che non abbiamo tempo per sperimentazioni. Assessore Zedda e assessore De Francisci, questi 10 milioni faranno la fine dei 10 milioni stanziati nella finanziaria dell'anno scorso per quel che riguarda il sostegno alle famiglie. Anche lì si era parlato di un'iniziativa sperimentale, da attivare al di fuori dei programmi ordinari dell'assistenza sociale regionale, e hanno fatto la stessa fine, sono finiti nei residui. Questi 10 milioni non avranno sorte diversa.
Ma perché li vogliamo sottrarre ad un sostegno vero, per alleviare il disagio delle famiglie, dei comuni, delle imprese, e vogliamo mantenerli come presidio propagandistico di una voce che non potrà quest'anno essere utilizzata? Anche voi lo sapete che è così! Non capisco perché vogliate continuare testardamente a stralciare.
Ho detto prima che ero d'accordo anche a stornare altri 5 milioni per il sostegno alle famiglie, ma facciamo questo! L'emendamento che noi avevamo presentato destinava questi 10 milioni ai comuni, può essere il fondo unico per i comuni, possono essere cantieri comunali, possono essere altre attività che i comuni possono svolgere immediatamente, ma vi chiediamo veramente di evitare di dilapidare le risorse, di scaricarle ulteriormente in conto residui senza poterle spendere. E' un errore imperdonabile in questa situazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Intervengo per dichiarare la mia astensione sul comma 4 e per annunciare alla Giunta che molto modestamente le invierò una comunicazione relativamente ad alcuni suggerimenti sulla sperimentazione dei 10 milioni di euro relativi alla moneta complementare. Suggerivo con l'emendamento che ho poc'anzi ritirato di destinarli direttamente ai comuni perché questo meccanismo permetterebbe di superare tutta la questione relativa alle gare e di portare le risorse immediatamente nel luogo dove servono. Comunque sarà mia cura inviare alla Giunta questa mia comunicazione, per il momento mi astengo perché sono d'accordo sui rilievi mossi dai colleghi dell'opposizione che vedono in questa un'iniziativa che può determinare il sorgere di residui ulteriori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, io rimango e vorrei esprimere comunque la mia assoluta contrarietà al fatto che la Giunta, con una palese ed evidente superficialità, condita e impregnata di demagogia, entri con violenza a colpire quella che è davvero una criticità sociale che investe la nostra Isola in maniera deflagrante creando, con questo testo e con la grancassa propagandistica che lo ha accompagnato, sogni e illusioni; sogni e illusioni che però cadono prima di fronte all'arroganza con cui la Giunta dice, senza nessuna possibilità di controllo da parte del Consiglio, "datemi i soldi, poi ci penso io a stabilire programmi e criteri con cui devono essere spesi questi soldi"; quindi carta bianca totale per poter continuare la sua grancassa propagandistica.
Raggiunge poi il culmine della demagogia dicendo che a fronte di servizi resi questi soldi vengono dati; questi servizi vengono resi tramite la Regione o tramite i comuni: chi li controllerà? Si saprà attraverso il programma che deciderà la Giunta chiaramente, come ha detto l'Assessore, confortata e sostenuta dal Presidente non presente, che però attraverso l'Assessore fornisce, a noi che dobbiamo decidere, il suo sostegno e il suo conforto.
Bene, io non mi sento affatto confortato e non mi sento affatto confortato sulla possibilità che queste di risorse in valuta complementare possano essere utilizzate solo per l'acquisto di beni e servizi di prima necessità. Com'è pensabile di inserirsi in un circuito internazionale di moneta complementare (perché questo dovrà essere fatto vista la cifra che viene impegnata da una pubblica amministrazione) dicendo: "Però la spendi solo per comprare il pane, l'acqua e qualcos'altro".
Ora, davvero mi chiedo: possiamo usarli meglio queste risorse? Io sono sicuro di sì. Voterò a favore della soppressione di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS VINCENZO (P.D.). Anch'io sono favorevole alla soppressione di questo comma perché non mi sembra opportuno utilizzare la valuta complementare in questa fase. Fra l'altro noi non conosciamo la reale funzionalità di questo strumento, non la conosciamo. Teniamo conto - veniva detto anche ieri - che la SARDEX fattura 1 milione di euro; noi gli assegniamo 10 milioni di euro e tentiamo di intervenire su 10 mila disoccupati; ciò significa dare a questi 10 mila disoccupati 1000 euro all'anno che, distribuiti in 12 mesi, significa 83 euro al mese. Ma pensiamo realmente che con 83 euro al mese possiamo contrastare gli effetti negativi della disoccupazione?
Io credo che innanzitutto - senza demonizzare naturalmente lo strumento, perché la moneta complementare esiste anche in altri paesi, e in alcuni sta anche funzionando - che forse sia necessario procedere ad una piccola sperimentazione per vedere quali effetti possa sortire, quali aziende ci siano, quali servizi possano essere offerti all'interno del circuito SARDEX.
Io sono convinto che in questa fase chi conosce veramente le situazioni di disagio, chi ha il polso della situazione delle nostre comunità, siano i comuni. Ma diamo queste risorse ai comuni, vincoliamole realmente a interventi nel sociale, a interventi occupazionali, offriamo una boccata di respiro occupazionale alle nostre comunità!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, io raccolgo un po' i suggerimenti che sono venuti dagli interventi che mi hanno preceduto. L'onorevole Arbau afferma che questo può essere, per le imprese, un metodo su cui è necessario riflettere e sperimentare, e che quindi sarebbe più opportuno rinviarne l'esame all'atto della discussione del disegno di legge collegato.
Assessore, la pregherei di ascoltarmi, se è possibile, le devo avanzare una proposta, perché, stante anche quello che ci hanno detto, non c'è stata un'associazione di categoria che ha espresso parere favorevole a questo intervento.
Allora perché non spostiamo tutto al collegato per una sperimentazione che deve essere tutta in capo alle imprese invece di utilizzare questo strumento come ammortizzatore sociale? Perché ha ragione il collega Floris: noi con 10 milioni di euro non facciamo altro che elargire 4 mensilità di 250 euro. Noi abbiamo un problema gravissimo e ce lo troveremo di fronte nei prossimi giorni: l'anticipazione degli ammortizzatori sociali. Riversiamo queste risorse nell'intervento per l'anticipazione degli ammortizzatori sociali; 10 milioni non sono sufficienti ma possono comunque costituire un segnale.
Io lo chiedo anche ai Capigruppo: riflettiamo su questo perché è un tema e un problema che nelle prossime settimane dovremmo necessariamente affrontare. Utilizziamo i 10 milioni per le anticipazioni sugli ammortizzatori sociali; sarebbe molto più utile e molto più efficace. Poi non diteci che non si trovano le coperture finanziarie per un intervento che non è possibile rinviare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, colleghi, si parla tanto dei comuni come unici strumenti che possono offrire risposte dirette ed esaustive e poi si predispone questo stranissimo comma, entrando così "a gamba tesa" su situazioni di disperazione e di emergenza che vediamo e viviamo tutti i giorni. Io vi chiedo davvero di ritirare questo comma, che sa tanto di populismo e demagogia, perché 10 mila disoccupati avrebbero potuto ottenere risposte molto più serie se si fosse stata rispettata la dotazione finanziaria della legge regionale numero 6 del 2012, che è stata invece ridotta a 5 milioni di euro.
Del resto i comuni non hanno potuto spendere le somme dell'anno scorso esclusivamente perché la Giunta regionale ha emanato le direttive per l'avviamento dei disoccupati nel dicembre 2012. Questo veramente lo trovo paradossale, lo trovo contraddittorio nei termini. Questo comma è contraddittorio rispetto a ciò che avete fatto sul comma 3, quindi vi chiedo davvero di ritirarlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, non torno sul valore della moneta complementare, moneta che troviamo anche in altri 5 mila posti nel mondo e in diverse zone d'Italia, con sperimentazioni effettuate a livello comunale e regionale. Voglio invece domandare - lo chiedo all'Assessore - se non sia il caso di presentare un emendamento orale perché è evidente che il numero di 10 mila disoccupati era parametrato ai 20 milioni di euro; nel momento in cui abbiamo approvato la norma che riduce lo stanziamento a 10 milioni di euro riduciamo i beneficiari a 5 mila, altrimenti è evidente che c'è una sproporzione e che la norma non può avere efficacia o effetto.
Se le somme dovessimo assegnarle ai comuni si avrebbe un importo di 25 mila euro a comune; è evidente che non ha senso. Se dovessimo applicare il parametro del fondo unico daremmo 3,5 euro ad abitante e 10 mila euro a Comune. E' evidente che non ha effetto. Dovremo pensare all'utilizzo…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cuccureddu. Colleghi, vi pregherei di prendere posto, questo brusio è veramente fastidioso.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). La proposta di emendamento orale comunque è chiara, credo che la presenterà la Giunta perché è evidente che la norma è sperequata, oppure la modifica verrà apportata dagli Uffici in automatico, perché è chiaro che discende dalla norma precedente.
Per quanto concerne invece i Comuni, è evidente che queste persone dovranno essere al servizio dei Comuni - e mi auguro che la Giunta in questo senso intenda procedere - ma ricordiamoci che i Comuni hanno un limite, che purtroppo ci sono moltissime aree regionali dove i Comuni non possono fare il servizio civico, e sono tantissime (compresi gli usi civici a volte) dove una volta tanto, una tantum, potrebbero avere la possibilità di sperimentare il servizio civico. Quindi, ragioniamo sull'effetto di "mattoncino" per limitare l'effetto della globalizzazione e sperimentare anche in Sardegna, com'è stato fatto da altre parti, l'uso di monete complementari (che per legge non possono superare il 30 per cento del complesso delle risorse pubbliche, ricordiamocelo) e, d'altra parte, interveniamo anche in quelle aree, che abbiamo all'interno di quasi tutti i Comuni della Sardegna, che costituiscono residuati spesso abbandonati, e che sono proprietà regionali, demani regionali,.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Credo che questo provvedimento, con il suo carico di superficialità, approssimazione, demagogia, vanifichi il lavoro svolto in precedenza, il tentativo di procedere con provvedimenti in grado di offrire risposte concrete ai cittadini. "Dieci milioni di monete virtuali" il titolo di questo articolo; "10 milioni di euro sottratti ai reali bisogni": questo è il risultato.
Io credo, Assessore, che si arrivi in Consiglio con un provvedimento, come dire, un po' raffazzonato, superficiale, privo di quell'istruttoria necessaria per procedere davvero in questa direzione. Siamo di fronte a un provvedimento che blocca 10 milioni di euro, privando la Sardegna della possibilità di utilizzarli. Queste risorse andranno a residuo, perché non sarete in grado di utilizzarle e di spenderle attraverso nessuna gara di appalto. Oltretutto 10 milioni di euro sono risorse insufficienti per qualsiasi tipo di progetto innovativo come quello che pensate di portare avanti. Per cui io credo sia il caso, Assessore, di ritirare il provvedimento in questa fase e di rinviarlo a una discussione successiva.
Approfitto dell'occasione per confermare al collega Cuccureddu l'esattezza di quanto ho detto prima, ovvero che i soldi destinati ai Comuni per quanto riguarda il risparmio sull'IRAP vengano utilizzati senza il vincolo del patto di stabilità. Quando ho avuto modo di parlarne con l'onorevole Cuccureddu lui mi ha detto che avevo "ragione in parte" soltanto per non ammettere che ho ragione in toto .
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Sardigna Libera). Intervengo per commentare negativamente la proposta della Giunta. Noi, come Gruppo, avevamo presentato un emendamento, il numero 306, che riguardava proprio una rimodulazione e faceva riferimento al coinvolgimento pieno dei Comuni per la spesa di una somma anche superiore a quella che è indicata nel comma 4 dell'articolo 2. E' un modo più concreto, più serio, più immediato di spesa e di intervento che consente alle amministrazioni comunali di intervenire immediatamente. Noi dobbiamo spendere bene le scarse risorse che abbiamo. E il modo migliore per farlo è sempre rivolgerci agli enti locali.
Molti di coloro che sono intervenuti per chiedere alla Giunta il ritiro di questo comma hanno lunghe esperienze amministrative negli enti locali, quindi avvertono il disagio e la difficoltà con cui le amministrazioni comunali devono affrontare certe situazioni nei propri Comuni.
Quindi, io, accogliendo anche la proposta che è stata avanzata dal collega Cocco e dal collega Sabatini - che è quella di utilizzare queste somme per l'anticipazione sugli ammortizzatori sociali - individuo nel collegato alla finanziaria la possibilità di, con tutta calma e serenità, rimodulare questa opportunità di spesa e consentire che le risorse che noi abbiamo individuato per contrastare gli effetti negativi della disoccupazione giovanile (e femminile aggiungerei) siano spese sicuramente in modo più razionale e intelligente, con una ricaduta efficace sul problema che abbiamo centrato, e che inadeguatamente la Giunta affronta al comma 4.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, io interverrò solo sul comma 4, non sul successivo comma 5 che tratta sempre l'argomento della valuta complementare e ne consente l'utilizzo anche per entrate e riscossioni in capo alla Regione. Io sono tra coloro, Assessore, che ritiene questa un'iniziativa anche valida e importante, ma che richiede certamente dimensioni diverse e un approccio sperimentale. Credo che sia importante che la Regione possa trovare forme per sostenere e sviluppare l'utilizzo della moneta complementare, soprattutto in un contesto sociale e economico come questo, dove è difficile l'accesso al credito e dove è anche importante rafforzare i vincoli di comunità con interscambi tra un'azienda e l'altra.
Però, così come da voi concepita, l'iniziativa sa di facile demagogia legata al reddito di comunità. Perché, infatti, Assessore, insistere sull'approvare questa misura (che, mi sembra evidente dagli interventi, intanto non è applicabile perché ci vorrà un bando) e non, invece (al di là della destinazione di 10 milioni, che possiamo anche ragionare su dove metterli, magari anche nel fondo nuovi oneri legislativi o, come è stato anche richiamato dai colleghi, per gli ammortizzatori sociali) rinviare la discussione su come affrontare e potenziare questo strumento in sede di collegato? Sarebbe, come dire, un segnale di pulizia e di chiarezza, un modo per dimostrare di aver anche recepito il messaggio di non infarcire questa finanziaria di misure meramente propagandistiche che non verrebbero mai attuate nel corso dei prossimi mesi.
Certamente ciò renderebbe più snello il prosieguo del dibattito e ci permetterebbe di continuare quel percorso che abbiamo intrapreso per cercare di rendere sobria e concreta questa manovra. Vedo che lei però è in altre faccende affaccendata e quindi mi limiterò a votare per la soppressione del comma, considerato che l'ascolto ormai è prossimo allo zero.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, il tema della valuta complementare, a mio avviso, è stato interpretato e usato in modo assolutamente strumentale. Concordo sul fatto che non dobbiamo avere nessuna remora culturale ad affrontare il tema della moneta complementare (conosciuta tra le nostre imprese come SARDEX). L'utilizzo di questa moneta complementare locale, che si basa su sistemi di compensazione multilaterali (quindi partendo dalle imprese locali) può, infatti, rappresentare una risposta virtuosa alle problematiche delle imprese in materia di credito e di circolante, in quanto, partendo dal recupero della solidarietà e della reciprocità (che poi fanno parte delle nostre radici culturali ed economiche) consente di pagare prodotti e servizi agli aderenti senza usare la moneta tradizionale.
Quindi è un circuito economico sicuramente virtuoso che va assolutamente approfondito e sostenuto dagli enti pubblici, specialmente per le nuove imprese giovanili. E' un'opportunità che non va vista superficialmente solo come mero baratto. Poiché l'interpretazione che è stata data in quest'occasione andrebbe assolutamente rivista e reinterpretata io dichiaro la mia astensione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore Zedda, mi perdoni, mi presti attenzione, per carità, lo faccio con spirito costruttivo, mi creda. Ci hanno provato tanti colleghi, io provo ad amplificare quanto già sottolineato alla sua attenzione.
Allora, mi pare evidente, Assessore, che oggi abbiamo svolto un lavoro importante per provare a creare lavoro vero e abbiamo individuato nel sistema delle imprese e nel sistema delle autonomie locali i soggetti attraverso i quali si può provare a creare lavoro vero. E siamo stati tutti d'accordo. Lei è stata protagonista nel promuovere una iniziativa che ha prodotto quella pagina di cui lei stessa , in sede di replica, ha ricordato.
Lei sa meglio di me (come le hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto) che questi saranno 10 milioni che finiranno in conto residui. Allora Assessore, io insisto mestamente (ma non per questo con meno convinzione) perché so che lei non sta spingendo in questa direzione, ma so, come ci ha detto lei (che giustamente e costantemente si trova in un rapporto di "correntezza "con il Presidente) che questi 10 milioni servono solo e soltanto, solo e soltanto per propaganda (che non sta cercando lei) servono solo a questo, lo sappiamo tutti.
Allora io la invito ad esperire un ulteriore tentativo di persuasione nei confronti della Presidenza, al fine di mettere nella disponibilità dei comuni, delle imprese queste somme, altrimenti, come diceva Sabatini, il governo avrà difficoltà a trovare tutte le risorse per gli ammortizzatori sociali. Utilizziamole come anticipazione; lei che è stata Assessore dell'industria so che ha questa sensibilità e non credo voglia buttare risorse in questa maniera. La prego laicamente: insista e ritirate questo comma che davvero non merita (dopo il lavoro importante svolto sull'IRAP) di restare in piedi.
PRESIDENTE. Comunico che i colleghi Radhouan Ben Amara e Onorio Petrini sono rientrati dal congedo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 4 dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - COSSA - DE FRANCISCI - DEDONI - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MANCA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STERI - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: AGUS - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - ZUNCHEDDU.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - ARBAU - DESSI' - DIANA Mario - PLANETTA - PORCU - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 60
Astenuti 7
Maggioranza 31
Favorevoli 37
Contrari 23
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame del comma 5.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sul comma 5 non mi attardo, vorrei solamente far presente ai colleghi che questo comma è privo di copertura finanziaria. La Giunta, per semplificare, si propone di farsi pagare i tributi regionali e persino gli affitti sul patrimonio regionale in SARDEX. Io temo che anche qui, se non mettete in evidenza le risorse che devono coprire questa operazione, ci sarà un danno erariale. E' vero che lo potete fare, ma dovete prevedere la copertura finanziaria. Quel comma è privo di copertura e quindi va bocciato perché non si regge in piedi.
Noi per l'emendamento sull'IRAP abbiamo posto in essere una complessa operazione per trovare una copertura a una riduzione di entrata e dovete porla in essere anche voi, per forza!
E quindi quel comma non può stare in piedi perché è privo di copertura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Anch'io mi ponevo il problema di cosa ne potesse pensare la Corte dei conti sulla reale credibilità di un'entrata per un ente pubblico con moneta complementare derivante sia del pagamento delle tasse sia dagli introiti per la concessione di canoni. Davvero mi lascia molto perplesso.
Mi pongo anche un'altra domanda: cosa ne farà la Regione di questa moneta complementare introitata! Certamente, mi si dirà, la può ridistribuire negli anni successivi, non c'è però nessun'altra possibilità, posto che non può essere certamente utilizzata in nessun'altra maniera, per esempio per pagare fornitori di beni o servizi, perché ciò implicherebbe che i fornitori di beni e servizi siano solo quelli che entrano nel circuito della moneta complementare, e questo è assolutamente illegittimo. Per cui capisco la sostanza di questo comma, che serve a dare credibilità a tutto il castello demagogico che è stato costruito, però effettivamente mi pongo il problema del pericolo di vedere entrare ancora una volta a gamba tesa la magistratura contabile su quello che fa questo Consiglio, ed è questo l'aspetto più seccante.
Perché che possa sbagliare la Giunta (per quanto confortata e sostenuta dal Presidente) mi va bene, mi dispiace però se anche questo Consiglio (meno confortato e meno sostenuto) cade nello stesso errore, per cui voterò per la soppressione di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Non è stata ancora restituita l'Agenzia regionale per le entrate che avete soppresso alcuni anni fa, appena entrati al governo della Regione, e nelle more dell'istituzione dell'agenzia, è autorizzata la riscossione in valuta complementare di tributi regionali. E questo non è ancora il dato peggiore perché, in valuta complementare è contemplata anche la messa a reddito di porzioni del patrimonio immobiliare regionale. Cosa vuol dire Assessore? Che noi alieniamo parti del patrimonio immobiliare regionale e i contratti li definiamo in SARDEX? Mi sembra assolutamente un'assurdità!
Dal danno dell'accantonare 10 milioni di euro sul comma 4 testé approvato dalla maggioranza, adesso stiamo passando alla beffa di individuare addirittura contrattazioni per l'alienazione del patrimonio immobiliare della Sardegna da farsi pagare in SARDEX. Per carità, assessore Zedda, faccia la cosa più giusta che è possibile fare di fronte a questa assurdità: ritirate il comma 5; è la cosa più seria che possiate fare.
PRESIDENTE. Comunico che la copertura finanziaria è di 500 mila euro a valere sul FNOL.
(Interruzione del consigliere Sanna Gian Valerio)
PRESIDENTE. La copertura finanziaria è sempre stata concessa sia per gli emendamenti…
(Interruzioni)
Onorevole Sanna, adesso facciamo un approfondimento.
Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Il mio voto è contrario a quest'articolo perché, secondo me, noi stiamo mettendo a rischio un circuito importante (quello del SARDEX ) che costituisce una delle poche idee brillanti che è stata messa in giro nel mondo economico sardo. E sbagliamo tutti a citare il SARDEX quando nei testi della finanziaria si parla di moneta complementare. Attenzione a non creare un danno ad un circuito molto, ma molto importante.
Io invito la Giunta a ritirare il comma 5 perché i rilievi che sono stati posti dai colleghi dell'opposizione sono tutti fondati e non vi è nessuna utilità a sperimentare l'utilizzo della moneta complementare attraverso la riscossione dei tributi.
PRESIDENTE. Assessore, non c'è copertura finanziaria!
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, per non perdere tempo…
PRESIDENTE. Proseguiamo con la votazione degli altri commi dell'articolo.
PITTALIS (P.d.L.). Esattamente, così verifichiamo.
PRESIDENTE. Bene, sospendiamo il comma 5, passiamo al comma 7.
Onorevole Sanna lei mi ha chiesto una votazione per i primi tre commi, una per il 4, una per il 5, una per il 7 e poi per il restante un'unica votazione.
Quindi rimane l'8 perché il 6 è soppresso.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo sul comma 5, Presidente. Riterrei che, proprio perché manca la copertura finanziaria - e ho capito che non c'è disponibilità da parte dell'opposizione per concedere un'integrazione - non sia il caso di perdere tempo: consideriamolo decaduto.
PRESIDENTE. Decade il comma 5.
Metto in votazione il comma 7.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, poi, eventualmente, per dichiarazione di voto.
Il comma 7 è stato modificato attraverso un emendamento orale, che recita: "Per fronteggiare l'emergenza sociale è autorizzata nell'anno 2013, a valere sull'UPB S0503007, la spesa di euro 5 milioni destinati alla costituzione di un fondo di garanzia a favore delle famiglie". Se il testo è questo non posso che votare contro perché la proposta è valida ma non è specificato in che maniera questo fondo poi viene esternalizzato. Non possiamo concedergli carta bianca.
Voi chiedete al Consiglio di congelare 5 milioni per creare un fondo di garanzia a favore delle famiglie, dopo di che la Giunta regionale, con propria deliberazione, dovrebbe adottare una proposta per definire i criteri del riparto delle risorse tra i comuni, ma non si specificano i criteri con cui devono essere assegnati, a favore di quali famiglie, con quale reddito, in quali condizioni di difficoltà economica.
Insomma, io credo, Assessore che, lei sarà poco attenta e ha anche ragione, d'altronde siamo qui per parlare, e quelli come me che non sono né confortarti né sostenuti parlano a vuoto, però credo che questo Consiglio non possa approvare il suo emendamento orale perché non indica come questi soldi verranno utilizzati. Basterebbe precisare che la delibera adottata dall'Assessore, che deve determinare i criteri non solo per il riparto delle risorse tra i comuni ma anche i criteri per l'utilizzazione del fondo, debba passare quanto meno al vaglio di una Commissione consiliare. Tanto più che sappiamo che se entro quel determinato periodo non verrà espresso il parere comunque la delibera sarà efficace. Cerchiamo allora di garantire almeno un minimo di trasparenza e di credibilità a ciò che votiamo. Il testo così com'è troverà me assolutamente contrario all'approvazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo sull'ordine dei lavori. Chiedo ai colleghi se sono d'accordo, siccome ha una sua autonomia, di spostare il comma 7 all'articolo 4, così abbiamo modo di riflettere e di fare qualche puntualizzazione, anche alla luce di quanto detto dal collega Campus.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni il comma 7 è spostato all'articolo 4.
PRESIDENTE. Metto in votazione il comma 8. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 150.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Perché l'emendamento numero 150 viene votato prima dell'emendamento numero 113?
PRESIDENTE. Perché sono in ordine di presentazione. Io ho già specificato prima e ho fatto presente all'Aula che se viene bocciato decade anche il 113.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Va bene, io vorrei formulare anche una proposta alla maggioranza, che è quella di votare l'emendamento numero 113 (che a noi va bene perché replica la prima parte dell'emendamento numero 150 in termini diversi) con una modifica di cui dirò in seguito. Chiediamo, inoltre, di votare a parte l'ultimo capoverso dell'emendamento numero 150, perché rappresenta qualcosa di diverso che non è contenuto nell'emendamento numero 113.
Noi dobbiamo, infatti, assumere l'impegno morale di non variare ogni anno le quote che spettano a queste associazioni, ma di mantenerle uguali se non per 5 anni, per 3 anni, evitando così che ogni anno queste persone siano costrette a venire a chiedere l'elemosina! Questo era l'impegno che avevamo preso. Io vi chiedo di apportare anche un'altra innovazione al nostro bilancio: quella di quella di iscrivere questi contributi (stabilirete voi l'elenco delle associazioni, qui c'è un'indicazione di massima, non m'interessa, mi interessa che lo definiate voi con delibera della Giunta) sotto la denominazione "spese obbligatorie ad alto valore sociale".
Relativamente alla modifica all'emendamento numero 113, a cui accennavo prima, se noi dobbiamo dare il 10 per cento rimanente dopo la presentazione del consuntivo quelle somme vanno a residuo (perché chiaramente il consuntivo viene fatto a fine esercizio); siccome noi il 10 per cento glielo vogliamo dare entro l'esercizio, proporrei che l'ultima parte venisse letta così: "erogabile entro i 60 giorni dalla data di presentazione di autocertificazione del legale rappresentante attestante il corretto impiego delle risorse già percepite".
Dopodiché, chiedo ai colleghi di considerare l'ultimo capoverso dell'emendamento numero 150 aggiuntivo all'emendamento numero 113 e, come tale, possiamo anche votarlo separatamente, quindi ritornare a votare l'emendamento numero 113 e poi votare l'ultima parte perché la prima parte la ritiro io in funzione dell'emendamento numero 113.
PRESIDENTE. Votiamo prima l'emendamento numero 113 e poi l'ultimo capoverso dell'emendamento numero 150. L'emendamento numero 113 possiamo votarlo secondo la formulazione proposta dall'onorevole Sanna per togliere il riferimento alla presentazione del consuntivo?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, votiamo l'emendamento numero 113 così come è formulato, poi votiamo per parti il capoverso dell'emendamento numero 150, l'ultimo capoverso, ma lo votiamo a parte.
PRESIDENTE. Ma io stavo dicendo un'altra cosa, onorevole Pittalis, su questo siamo già d'accordo. L'onorevole Gian Valerio Sanna, sull'emendamento numero 113 ha proposto un emendamento orale affinché nell' emendamento numero 113 venisse tolto il riferimento al consuntivo. Poiché non vi sono opposizioni la proposta di presentazione di emendamento orale è accolta.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ultimo comma dell'emendamento numero 150.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARBAU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - MULAS - OBINU - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - TUPPONI - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - CAPPAI - CHERCHI - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - FLORIS Rosanna - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STERI - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - DESSI' - PLANETTA - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 62
Astenuti 5
Maggioranza 32
Favorevoli 28
Contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 17.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole ma anche per rivolgere all'assessore De Francisci una domanda. Questo è un provvedimento a favore di quegli istituti che erogano prestazioni residenziali e semiresidenziali di riabilitazione; si tratta delle quote sociali che generalmente vengono anticipate dalle ASL con determinazione dell'Assessorato della sanità. Ancora quest'anno non è stata fatta questa determinazione nelle more di una procedura che comunque è in atto e che riguarda anche la ripartizione della quota a favore dei Comuni. Io pertanto domando all'Assessore De Francisci se c'è un impegno da parte sua a fare in modo che, com'è avvenuto nello scorso anno, ci sia una determina dell'Assessorato che di fatto, immediatamente (perché ci sono delle situazioni davvero gravi) disciplini questa materia. Se questo impegno c'è noi ritiriamo l'emendamento, diversamente lo manteniamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Sì, Presidente, c'è un impegno in tal senso, ne abbiamo già parlato onorevole Bruno, quindi può ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 114.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, volevo solamente far presente all'Aula che questo emendamento è praticamente identico al nostro, all'emendamento numero 177, ma è formulato - lo devo riconoscere - in maniera più completa. Pertanto ritiriamo il nostro emendamento perché è compreso in questo.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 177 è ritirato.
Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare naturalmente il voto favorevole su questo emendamento. E' un emendamento che onora un impegno assunto dall'Assessore in una serata molto complicata in Assessorato, per far fronte alle esigenze di persone che soffrono, ma che con dignità e con forza dimostrano che è possibile portare avanti battaglie condivise anche attraverso l'attività politica.
Senza voler fare della retorica quest'emendamento vale l'emendamento che abbiamo votato sull'IRAP. La ringrazio Assessore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 114. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 169.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo è un emendamento che, in un'altra ora, ci avrebbe impegnato in una discussione piacevole, ma siccome io sono una persona seria, ritiro anche questo emendamento perché manca la copertura finanziaria.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 173.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, questo emendamento che ho proposto e che ha ricevuto il parere negativo dell'Assessore, affronta un problema estremamente grave che sta investendo i Comuni della Sardegna, in particolare i Comuni che, pur essendo a bassa densità di popolazione, presentano molti casi di SLA o di persone in situazioni gravi che hanno necessità di ritornare a casa.
Come sapete, quando governavamo noi avevamo introdotto il progetto "Ritornare a casa" e avevamo deciso che i comuni vi avrebbero dovuto partecipare per almeno il 20 per cento con risorse proprie. Adesso però, con l'aumentata incidenza di questa patologia, è difficile per un comune piccolo, che magari conta quaranta malati, poter sborsare 200 mila euro. Allora su questo noi stavamo cercando di intervenire per attribuire i poteri di regolamentare la materia nell'urgenza alla Giunta, e nel frattempo poter concedere autorizzazione a far partire comunque i piani per la quota dell'80 per cento, perché i soldi sono stati già stanziati, ma manca la regolamentazione.
Assessore, non so quale sia il suo parere, ma noi volevano offrirle uno strumento per soccorrere i Comuni in difficoltà e per dare l'autorizzazione per poter iniziare a fare i piani secondo le necessità. Tutto qui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Onorevole Espa, la Giunta è assolutamente consapevole delle difficoltà che stanno affrontando molti comuni, soprattutto sul progetto "Ritornare a casa". Io le chiederei di ritirare questo emendamento, eventualmente rimandandone la presentazione al collegato, nel frattempo l'impegno della Giunta è quello di incontrare l'ANCI ed eventualmente fare con l'ANCI una valutazione in tal senso. Se lei ritira l'emendamento la norma può essere ripresentata in sede di collegato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Sì, va bene. Io tra l'altro ho grande fiducia nel Presidente dell'ANCI, oltre che nell'assessore. Oltretutto metterlo al voto sarebbe stupido, quindi va bene. Pertanto ritiro l'emendamento.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 388.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, con questo emendamento si vuole richiamare il consiglio agli impegni (cui si è riferito prima anche l'onorevole Gian Valerio Sanna) assunti in Commissione. I colleghi ricorderanno che noi in Commissione, in sede di audizione delle due federazioni interessate, abbiamo accolto la loro disponibilità di dividere in parti uguali il finanziamento. Non comprendo pertanto perché questo impegno, assunto all'unanimità in Commissione bilancio, non si ritrovi nel testo dell'emendamento.
Ecco perché nell'emendamento all'emendamento abbiamo aggiunto la seguente frase: "il riparto delle risorse deve essere determinato in parti uguali tra le organizzazioni aventi diritto". Faccio appello al Presidente della Commissione perché sia garante dell'impegno assunto in commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per confermare che l'impegno di cui ha parlato il collega Diana è stato assunto formalmente dalla Commissione.
Io chiedo al collega Rodin, che è il primo firmatario dell'emendamento numero 12 e che era presente al momento dell'audizione delle associazioni che hanno manifestato la disponibilità ad inserire questa ripartizione, e che hanno peraltro con soddisfazione preso atto della volontà espressa dalla Commissione stessa, se non ritenga che sia assolutamente contraddittoria la posizione…
(Interruzione)
Ah, c'è un parere favorevole? Perfetto, prendo atto del fatto che c'è un parere favorevole ed esprimo soddisfazione per questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Questo argomento è stato oggetto di discussione in Commissione, dove si era concordato che la materia dovesse essere oggetto di emendamento a firma di tutti i consiglieri e non di due soli consiglieri. In particolare si era concordato di aggiungere tutte le firme all'emendamento Rodin, per cui invito il collega Espa a ritirare il suo emendamento e a votare l'emendamento Rodin.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fois per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Intervengo per confermare che la Commissione si era espressa all'unanimità, con l'impegno, ribadisco quanto detto dal collega Steri, di presentare un emendamento a firma di tutti. Quindi, questo è l'impegno e io non posso che confermare quanto è emerso dai lavori in Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rodin per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RODIN (Fratelli d'Italia). Sarò breve. I soggetti beneficiari del contributo sono due e questi soggetti hanno rappresentatività e presenza nel territorio diversa. A seguito di richiesta dell'Assessorato nel primo anno di riparto del contributo l'Assessore pervenne alla conclusione di assegnare il 60 per cento all'associazione più rappresentativa e il 40 all'altra. Oggi si vuole modificare questo criterio ma l'opposizione non ha addotto alcuna motivazione per giungere a un criterio diverso. Quindi è assolutamente immotivato ripartire in parti uguali, non c'è motivazione alcuna.
Se la richiesta fosse sostenuta da una motivazione l'Assessore della sanità competente potrebbe pervenire a un riparto diverso, però bisogna assolutamente fornire i dati da cui si possa evincere che è più giusto ripartire in parti uguali. Io ritengo che sia del tutto n conferente in sede legislativa ripartire questo contributo in maniera che può variare nel tempo in base alle dimensioni che le due associazioni hanno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Io sono assolutamente d'accordo con l'onorevole Steri sul fatto che questo emendamento è un emendamento che deve essere firmato da tutti, ovviamente se nessuno lo presenta non può essere firmato, questo è chiaro. Io ho aspettato fino all'ultimo momento, e sono d'accordo ad aggiungere le firme all'emendamento …
(Interruzione del consigliere Steri)
ESPA (P.D.). No, io lo rispetto l'accordo, perché se io non presento l'emendamento non si discute l'argomento…
(Interruzione del consigliere Steri)
ESPA (P.D.). Non è così, l'emendamento numero 12 è frutto di un ragionamento fatto insieme. Scusi onorevole Steri, qui nessuno è scorretto, glielo dico perché faccio seguito a quello che ha sottolineato molto bene il mio Capogruppo. Noi abbiamo fatto una cortesia, citando anche il Presidente della Commissione come garante, poi l'onorevole Rodin è entrato nel merito e adesso stiamo parlando di due aspetti diversi: una cosa è la forma, una cosa è il merito.
Io, onorevole Rodin, non sono d'accordo con lei perché in Commissione i dirigenti di una delle organizzazioni, hanno detto "noi vogliamo il 50 per cento diviso in due". Quindi, ribadendo il concetto già espresso dall'onorevole Steri, il concetto espresso dal Presidente, noi siamo d'accordo ad unificare le firme, e quindi anche a ritirare il nostro emendamento, ma lasciando 50 e 50.
Su questo siamo chiamati a pronunciarci, se poi non siete d'accordo sul 50 e 50 è un altro argomento, non è un problema di firme. Noi possiamo anche ritirare la firma, non è un problema, il problema è che poi per 100 mila euro non si faccia questa discussione che mi sembra eccessiva. Io chiederei, se fosse possibile e se l'Assessore fosse d'accordo, di sospendere l'esame dell'emendamento, per capire com'è la situazione…
PRESIDENTE. L'Aula non è d'accordo, quindi proseguiamo.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo per chiarire. Noi siamo d'accordo - il Presidente della Commissione bilancio lo ha detto - ad integrare con le firme di tutti i componenti della Commissione bilancio (perché questo era stato l'accordo) l'emendamento che ha come primo firmatario Rodin. Stiamo prevedendo l'integrazione dei 100 mila euro, qual è il problema?
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). La suddivisione.
PITTALIS (P.d.L.). Su questo aspetto, per essere chiari, in Commissione avevamo raggiunto un punto di mediazione con questo emendamento Rodin, e quindi su questo noi siamo d'accordo.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 12, integrato con le firme dei componenti della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Il nostro voto, nonostante tutto, è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il mio voto a favore, però voglio che rimanga agli atti che io sto disattendendo un impegno assunto con le due associazioni dei ciechi, che rappresentano il 100 per cento dei non vedenti in Sardegna, che sono andate via dalla riunione dicendo che manifestavano soddisfazione perché la Commissione aveva accolto anche la ripartizione al 50 per cento del contributo: metà all'una e metà all'altra.
Voglio che rimanga agli atti che non voglio avere la responsabilità di dovermi rimangiare la parola data in Commissione, cioè in sede ufficiale, con le due associazioni dei ciechi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, a me dispiace, ho quasi pudore a intervenire nuovamente su questo emendamento. Mi dispiace che si sia voluto travisare quanto, con grande onestà intellettuale, con coerenza - lo dico soprattutto al collega Pittalis - ha riferito il Presidente della Commissione bilancio. Perché sapete perfettamente (comunque ci sono le registrazioni) che su proposta delle due federazioni di mantenere invariato lo stanziamento di 100 mila, l'associazione, la federazione che percepiva una percentuale maggiore del 50 per cento si è resa disponibile ad accettare una ripartizione in parti uguali, e quella proposta, anche con commenti di grande apprezzamento, è stata accettata all'unanimità dalla Commissione bilancio così come ha riferito il Presidente della Commissione.
Mi dispiace, la mia firma sull'emendamento Rodin non c'è per questa ragione, perché qui stiamo disattendendo ad un impegno unitario della Commissione e mi vergogno che si voglia, ripeto, strumentalizzare una cosa del genere. Quindi io mi asterrò su questo ma chiedo di non apporre la mia firma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fois. Ne ha facoltà.
FOIS (Riformatori Sardi). Presidente, capisco, però gli impegni sono impegni. I rappresentanti non sono venuti per chiedere un euro in più, sono venuti per accogliere la richiesta della distribuzione equa dell'importo, quindi sono due questioni totalmente diverse. L'impegno è stato preso e va mantenuto. Anche se è una cifra piccola riguarda però persone che vivono una vita abbastanza disagiata; li abbiamo accolti, li abbiamo ascoltati, credo che non dobbiamo in nessun modo vanificare l'impegno preso in quella occasione.
PRESIDENTE. Onorevole Fois, su questo l'Aula ha già votato, si è già espressa e non è più possibile fare niente perché non si può procedere a votazioni contrastanti con precedenti deliberazioni, è stato già bocciato l'emendamento Espa quindi votiamo l'emendamento numero 12.
PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 12.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cocco Pietro e Dessi' hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARBAU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BIANCAREDDU - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CORDA - COSSA - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DESSI' - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MANCA - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - PORCU - RASSU - RODIN - SABATINI - SANJUST - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SECHI - STERI - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: PLANETTA - SANNA Giacomo.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - COZZOLINO - DEDONI - DIANA Giampaolo - MARIANI - MULA - SALIS - SOLINAS Antonio - STOCCHINO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 69
Votanti 60
Astenuti 9
Maggioranza 31
Favorevoli 58
Contrari 2
(Il Consiglio approva).
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 175. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Dichiaro il voto a favore del mio Gruppo e chiedo la votazione nominale.
ESPA (P.D.). Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Espa, su questo non transigo. Io ho guardato quando ho dichiarato aperta la votazione, e lei si è iscritto dopo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 175.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Pisano, Rassu e Stochino hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARBAU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - MULAS - PITEA - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STERI - STOCCHINO - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MULA - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - DESSI' - PLANETTA - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 62
Astenuti 5
Maggioranza 32
Favorevoli 27
Contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 176.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, questo emendamento, di cui propongo di sopprimere la parte che va dalle parole "non sono assistibili " in poi, diventa un'integrazione della prima parte del comma 3 dell'articolo 7 della legge regionale numero 20 del 1997. E' un emendamento che è quasi identico a quello proposto dalla collega Greco, (che io, peraltro, ho anche firmato) di cui i colleghi di maggioranza non hanno colto la natura tecnica e che …
(Interruzioni)
Presidente, non riesco a parlare; è un argomento serio che richiederebbe attenzione.
PRESIDENTE. Colleghi, mancano due emendamenti, per cortesia… Prego onorevole Espa.
ESPA (P.D.). L'emendamento nasce da una esigenza eminentemente tecnica che si pone in linea anche con una proposta di legge presentata da tutti i Capigruppo, quindi non capisco perché questa bocciatura. In sostanza si propone di adeguare la normativa sarda alla normativa nazionale in materia dove la figura dell' amministratore di sostegno ha praticamente sostituito le ormai obsolete procedure di interdizione per le persone con disabilità, alle quali anche la nostra legge regionale numero 20 del 1997 si riferisce in quanto antecedente all'approvazione della legge sull'amministratore di sostegno del 9 gennaio 2004. In attesa di un adeguamento della stessa attraverso una prossima proposta di legge, l'emendamento quindi tutela anche gli adulti con amministratore di sostegno che altrimenti sarebbero rimasti fuori.
Quindi questo emendamento non comporta nessun aggravio di spesa, serve solo ad impedire che persone che si trovano in situazioni di gravi difficoltà relativamente alla salute mentale rimangano fuori dall'area di intervento.
Si tratta di un provvedimento richiesto dai giudici tutelari di tutta la Sardegna, e riconosco all'onorevole Greco di aver lavorato in questa direzione e anche di averlo promosso.
PRESIDENTE. E' stata già bocciata la proposta Greco per cui non è ammissibile la proposta di emendamento orale che sta avanzando. Pertanto o si vota secondo questa formulazione…
ESPA (P.D.). Allora lo ritiro, lo spostiamo al collegato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Sull'emendamento Greco c'è stato un errore dell'Aula per la stanchezza. Quindi, nonostante mi renda conto che la richiesta sia irrituale, può essere rimesso in votazione se c'è il consenso di tutta l'Aula?
PRESIDENTE. Assolutamente no! Non creo un precedente di questo tipo. Ha domandato di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
GRECO (P.d.L.). Intervengo solo per dire che l'avremmo ripresentato con il collegato; tutto qui.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 240. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Io vorrei chiedere all'Aula di prestare molta attenzione a questo emendamento, perché noi stiamo sottovalutando pericolosamente la situazione che andrà a verificarsi da qui a qualche mese. Noi abbiamo circa 33 mila sardi che dovranno accedere agli ammortizzatori sociali e chiediamo all'assessore se lei abbia contezza di quali risorse si possano avere per dare copertura alle indennità dovute a queste persone. Quindi, con l'emendamento al comma 2 si stabilisce semplicemente che "la Regione opera, nell'ambito della convenzione con l'Istituto nazionale di previdenza sociale, con trasferimenti a favore del medesimo Istituto che provvede al pagamento dei benefici ai destinatari finali, anche a titolo di anticipazione".
Sappiamo già che a livello nazionale si sta procedendo ad approvare dei fondi che vengono messi a disposizione per questo gravissimo problema. Io credo che l'Aula debba prestare attenzione a questo emendamento e che possa anche venire approvato, perché noi, davvero, stiamo andando incontro ad una destrutturazione del sistema sociale che fra 2 o 3 mesi potrebbe davvero esplodere in maniera preoccupante. Credo davvero che non sia il caso di sottovalutare oltre il problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
. Anche io, come ha fatto Daniele Cocco, invito voi tutti a riflettere su questo aspetto. In questi giorni abbiamo fatto cose buone e cose meno buone, ma se dovessimo approvare questo emendamento, o comunque, in ogni caso, raccogliere solidarietà dell'Aula intorno a questo problema che noi, attraverso l'emendamento, abbiamo voluto sollevare, faremmo cosa buonissima.
Noi, su questo problema, suoniamo un campanello d'allarme. Badate che la volontà del Governo, già in qualche modo manifestata, non sarà sufficiente a mettere a disposizione, entro il 30 giugno di quest'anno, le risorse. A molti questo emendamento non interessa, perché ritengono che i problemi di chi vive e sopravvive con i fondi della cassa integrazione non li riguardino. Come diceva qualcuno: "Chi te la rogna, che se la grati", ma non è così, perché sono situazioni che possono creare veramente problemi di carattere sociale, in una realtà già duramente provata come la nostra.
Abbiamo voluto sottolineare con questo emendamento un problema, di cui tutti, ad iniziare dalla Giunta, devono farsi carico. Questo è un provvedimento che vuole mettere in evidenza il disagio di oltre 30 mila lavoratori sardi in cassa integrazione. Gli ammortizzatori sociali servono a non gettare nella disperazione gente che non ha altre risorse; noi vorremmo che voi tutti vi faceste carico, che tutti insieme riconoscessimo attenzione a un problema come questo, e tutti insieme ci adoperassimo per avere, al 30 di giugno, le risorse per operare una sorta di anticipazione, come dice l'emendamento, delle somme che devono essere messe a disposizione per garantire un passaggio delicato in un momento difficile per oltre 30 mila sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS VINCENZO (P.D.). Siccome stiamo parlando di un problema molto delicato che riguarda 33 mila lavoratori, e visto che fra l'altro noi, con l'approvazione dell'emendamento sull'IRAP, siamo intervenuti per garantire le imprese operative e l'occupazione di quelle imprese, dovremmo effettuare una riflessione attenta su questi lavoratori che hanno perso il lavoro e che, purtroppo, rischiano di non avere più nemmeno gli ammortizzatori sociali.
Io sarei del parere, Assessore, visto che manca l'Assessore del lavoro, di spostare questo emendamento alla discussione che faremo all'articolo 4 e, nel frattempo, magari avviare una riflessione, tutti assieme, anche con l'Assessorato del lavoro, per vedere se riusciamo a dare una risposta a questa situazione di grave disagio che vivono questi lavoratori e le loro famiglie.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, l'emendamento numero 240 è spostato all'articolo 4. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 20 e 11.
Allegati seduta
CDI SEDUTA
Mercoledì 8 maggio 2013
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 09.
PITEA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 9 aprile 2013 (391), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Paolo Maninchedda e Onorio Petrini hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana dell'8 maggio 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.
PITEA, Segretario:
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione del servizio delle visite mediche domiciliari di controllo da parte dell'INPS". (1110)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
PITEA, Segretario:
Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2013)" (503/S/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 503.
Considerate le numerose assenze, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 20.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 11, viene ripresa alle ore 16 e 37.)
PRESIDENTE. Considerata l'importanza dell'argomento introdotto dall'emendamento numero 394, eccezionalmente la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di consentire una discussione sullo stesso, per cui dopo l'illustrazione dall'emendamento si procederà alla discussione con un numero di interventi definito per ciascun Gruppo. La maggioranza limiterà i propri interventi a due mentre l'opposizione (compreso il Gruppo SEL) ad un massimo di sei.
E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Questo emendamento è frutto di un lavoro di settimane, nasce da un'esigenza e nasce anche da una presa d'atto. Nasce dall'esigenza di mettere a disposizione del sistema produttivo isolano e degli enti locali risorse davvero spendibili. Questa è la prima esigenza.
E' sotto gli occhi di tutti, infatti, che gli enti locali oggi incontrino grosse difficoltà a spendere anche le risorse di cui già dispongono, e quindi non necessitano di maggiori trasferimenti ma chiedono di essere agevolati nell'utilizzo delle risorse a loro disposizione. Abbiamo un sistema produttivo che ci sta chiedendo di mettere a disposizione degli enti locali risorse vere, immediatamente spendibili.
La seconda esigenza nasce dalla presa d'atto che il nostro bilancio, per effetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità, contiene 1 miliardo e 200 mila euro che non possono essere spesi. Quindi ci sono delle risorse a disposizione che stanno ferme, che non possono produrre effetti. Noi siamo partiti da questa considerazione e abbiamo verificato all'interno del nostro bilancio, nella parte delle entrate, quali somme sono nella nostra disponibilità, per far si che rimangano nei settori che invece le trasferiscono.
Ecco da dove parte il ragionamento sull'IRAP: è un ragionamento di federalismo fiscale, è un ragionamento anche di fiscalità di vantaggio. Noi abbiamo fatto questa considerazione: se abbiamo nel nostro bilancio 650 milioni di euro introitati dall'IRAP che non possiamo spendere, proviamo - ed è il lavoro che, in queste settimane, abbiamo svolto insieme a tutte le componenti di questo Consiglio, di maggioranza e di opposizione - proviamo a mantenere queste risorse nella disponibilità.
Ecco da cosa nasce questo emendamento, che si presenta così articolato perché il flusso dell'IRAP è composito, proviene parte dagli enti pubblici e parte dalle imprese e una parte proviene direttamente dal sistema Regione. Quindi noi abbiamo, anche se non tecnicamente, una partita di giro, abbiamo circa 140-150 milioni di euro che la Regione, le ASL, le agenzie, gli enti del nostro sistema regionale versano alla Regione, abbiamo 150 milioni in entrata e 150 milioni in uscita, con trasferimenti agli enti e alle agenzie che possono essere tranquillamente abbattuti avendo come primo effetto positivo una riduzione di 130-140 milioni delle spese obbligatorie e un aumento della possibilità di utilizzo delle risorse svincolate dal patto di stabilità.
Questo è il primo vantaggio, il primo effetto positivo. L'altro effetto è sugli enti pubblici. Noi infatti lasciamo nella disponibilità dei comuni e delle province risorse che possono già spendere. Perché le possono già spendere? Perché sono già assoggettate a patto con le risorse, perché i comuni le risorse per l'IRAP le hanno già nei capitoli per il personale e quindi sanno già di poterle spendere, se noi gli assegniamo risorse aggiuntive forse avranno difficoltà a spenderle a causa dei vincoli del patto, se invece gli diciamo di effettuare una semplice variazione di bilancio potranno utilizzare le risorse destinate all'IRAP, per esempio (come stiamo indicando nel nostro emendamento) per il contrasto alla povertà o per i cantieri, o per le attività che riterranno più opportune per dare ristoro alle sofferenze presenti nelle diverse comunità.
Un altro effetto ancora è quello che si avrebbe sulle province: dopo anni di mancato intervento sull'edilizia scolastica gli stiamo dicendo che queste importanti economie che gli stiamo lasciando sui loro bilanci per effetto della riduzione dell'IRAP le possono utilizzare per interventi sull'edilizia scolastica o per l'efficientamento degli edifici scolastici che da anni necessitano di interventi.
A quanto ammonta questa riduzione? La riduzione ammonta al 70 per cento dell'aliquota degli enti locali. Gli enti locali e gli enti pubblici hanno un'aliquota dell'8,5 per cento, una riduzione di questo tipo porta l'aliquota a circa 2,5 o 3 per cento. Il vantaggio grosso è per il sistema imprese, perché stiamo rimettendo e lasciando nella disponibilità del sistema imprese della Sardegna circa 200 milioni di euro. Questo significa che incidiamo (e anche ieri la Confindustria l'ha auspicato) sull'abbattimento del costo del lavoro, un abbattimento di quasi 3 punti percentuali, perché riduciamo l'aliquota IRAP per le imprese dal 3,9 all'1,1 per cento, a decorrere immediatamente da quest'anno, quindi dal 2013, con un effetto immediato.
Ciò, a mio avviso, aiuta a riconciliarci anche con il mondo esterno, perché spesso le politiche che noi approntiamo non sono immediatamente tangibili, il tessuto produttivo non ne avverte immediatamente l'efficacia, perché necessitano di decreti, di circolari, di direttive. In questo caso, invece, le risorse sono tutte immediatamente spendibili, e anche le imprese, così come i comuni, avranno immediatamente la disponibilità di queste risorse, perché il meccanismo di calcolo dell'IRAP è semplicissimo. A luglio di quest'anno le imprese verseranno il saldo IRAP 2012, nello stesso mese dovranno versare anche il 40 per cento dell'acconto per l'anno successivo, immediatamente potranno ricalcolare l'IRAP con le nuove aliquote, e così toccheranno subito con mano un risparmio. In questo modo avranno maggiori disponibilità di risorse che potranno utilizzare, per esempio, per mantenere i livelli occupazionali, che sono oggi sicuramente rischio.
A mio avviso, se noi spendiamo bene questa politica, che può diventare un brand anche per l'esterno, la Sardegna può essere presa ad esempio per le politiche fiscali attrattive di investimenti. Le aziende in cui è presente una forte incidenza del costo del lavoro possono infatti avere grande interesse ad investire nella nostra Isola, perché un abbattimento del costo del lavoro di 2,5 - 2,8 punti percentuali non è cosa da poco; del resto ce lo chiedeva ieri anche il Presidente nazionale di Confindustria.
Evidentemente è il primo problema avvertito dalle imprese e poi (passatemi anche questa battuta) è il primo tentativo vero, con fatti concreti, di attuare un inizio, un principio di zona franca. D'altronde che cos'è la zona franca se non quel territorio dove si utilizza la fiscalità per attrarre gli investimenti? Questo è uno di quegli strumenti concreti che noi possiamo mettere in campo, lo mettiamo in campo subito e lo mettiamo in campo assieme, quindi confrontandoci, perché noi abbiamo formulato una prima proposta, sono state trovate anche le coperture finanziarie, e la offriamo al tessuto produttivo della nostra Isola.
Ecco, io penso che questo sia un modo che ci consente di cominciare a riconciliarci con il mondo esterno, offrendo delle misure concrete che possono essere utilizzate subito. Penso che non ci dovremmo fermare qui, questo è il primo segnale, noi partiamo da questo assunto perché non abbiamo ancora definito con lo Stato un livello più alto di spesa frutto della riscrittura dell'articolo 8 dello Statuto. L'articolo 8 dello Statuto ci offre maggiori disponibilità finanziarie però non ci dà maggiori capacità di spesa. Pertanto noi temporaneamente interveniamo in questa maniera, alla riscrittura e quindi alla ricontrattazione del patto di stabilità, e qualora dovessero arrivare maggiori risorse, ci impegniamo con il sistema degli enti locali, con il sistema delle imprese, eventualmente ad aumentare le aliquote per concordare con loro anche una tassa di scopo (quella che potrebbe diventare l'IRAP) le cui entrate potrebbero essere utilizzate per interventi, concordati insieme al mondo delle imprese, che abbiano effetti benefici sul sistema produttivo isolano.
Questi penso siano gli aspetti più positivi di questa norma che deve essere sicuramente assurta a norma di una certa importanza e che merita anche un articolo proprio all'interno di questa finanziaria.
PRESIDENTE. Per il Gruppo Misto interverranno sia l'onorevole Salis che l'onorevole Cuccureddu, che si divideranno il tempo in cinque minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Questo emendamento, che ho avuto modo di poter leggere solo ora - quindi mi scuserete se approfondirò alcuni punti con la lettura on-line del testo - per quel che riguarda i punti 1 bis, 1 ter e 1 quater risponde ad un'esigenza che avevamo posto già all'inizio del dibattito, sia in Commissione sia in Aula, cioè alla necessità di compiere ogni sforzo per immettere risorse finanziarie, nell'immediatezza, con estrema velocità e concretezza, nel circuito economico della Sardegna che ne ha profondamente bisogno.
Con quest'operazione andiamo al di là anche di questa giusta considerazione e impegno, cioè poniamo le basi per una riforma di carattere federativo nell'utilizzo delle risorse della Regione Sardegna, toccando uno degli elementi che costituiscono il cardine delle richieste del mondo produttivo, non solo isolano ma nazionale, cioè tentare in tutti i modi di abbattere, di incrinare il peso asfissiante del cuneo fiscale che impedisce e attenua le potenzialità di intervento del sistema produttivo, sia delle imprese sia degli enti locali.
Quindi i commi 1 bis, 1 ter e 1 quater rispondono a questa esigenza. Noi valutiamo con soddisfazione il fatto che la lunga discussione svoltasi in Commissione su questo emendamento relativo all'IRAP, che inizialmente è stato difeso solo dalle minoranze, abbia portato poi alla condivisione sia della maggioranza sia della Giunta. E' un momento di valutazione complessiva della necessità di introduzione di elementi di innovazione nella gestione del bilancio della Regione Sardegna che ci vedrà impegnati, e sarà questo il nostro impegno, anche per una riflessione sulla legge per la riscossione delle entrate in Sardegna.
Sappiamo tutti che si è costituito un movimento, un comitato, è stata presentata una proposta di legge popolare per quel che riguarda la riscossione diretta delle entrate in Sardegna, e questo esperimento che noi facciamo, positivo ed importante, è il primo passo per una verifica complessiva degli assetti della riscossione dei tributi che deve portare la Sardegna a recuperare tutta la potenzialità delle proprie entrate e la capacità di una spesa veloce ed immediata delle proprie risorse.
A questo provvedimento sono interessate le imprese. Si prevede, infatti, di far risparmiare al mondo delle imprese sarde circa 200, 202, 210 milioni di euro, ed è stata inserita nel comma 1 ter la possibilità di intervento anche per quel che riguarda i risparmi dell' IRAP per i comuni e per le province, utilizzando quei fondi per i cantieri comunali (offrendo quindi una risposta immediata ai problemi della disoccupazione che affrontano i nostri amministratori comunali) e per intervenire sull'edilizia scolastica che i sappiamo essere (a livello nazionale, ma anche a livello regionale) complessivamente in una situazione di degrado. Quindi, per concludere, si tratta di un intervento che pone il problema di attivare il confronto con lo Stato sulle entrate e sul patto di stabilità su un livello…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, io credo che una volta tanto occorra cogliere le occasioni per anche legittimarci vicendevolmente, anche potendo dire un grazie a coloro che hanno concorso a realizzare un obiettivo. E suggerirei ai colleghi di non perdere troppo tempo in chiacchiere, perché forse questo è uno dei passaggi più qualificanti di tutta questa legislatura rispetto alla vocazione riformista di questo Consiglio regionale. Lo dico ringraziando coloro che vi hanno concorso e ricordando che questo è anche un contributo importante, Assessore, che va enfatizzato con un linguaggio collettivo, comune. Questo è il contributo che la Regione Sardegna offre alla società sarda per ricominciare la crescita.
Vorrei che questo fosse chiaro, e deve essere chiaro anche allo Stato quando leggerà che cosa abbiamo fatto. Noi stiamo svolgendo la nostra parte perché la Sardegna ricominci a crescere: le imprese se li sarebbero sognati 200 milioni se non ci fosse stata la lungimiranza e il coraggio di compiere un passo difficile, non scontato direi. Oggi, peraltro, che manca il presidente Cappellacci, sono più sereno, perché quando non ci inseguiamo sul terreno della demagogia è più facile conseguire delle buone intese. Però bisogna che rinunciamo a rincorrerci sul terreno del populismo, della demagogia, legittimandoci e fidandoci.
È un'operazione coraggiosa che alza il tono del confronto con lo Stato, con i fatti, non con le chiacchiere, e lo chiama ad una sfida, che è quella di mettere a posto le cose che non ha messo a posto, proprio in virtù del valore formale e simbolico dell'intervento a carico dell'aliquota dello Stato, per significargli che noi stiamo aspettando di avere ciò che ci spetta. Questa è la cosa più importante, è la traduzione concreta, con i fatti, degli antichi desideri di unità di fronte alla lotta della Sardegna per la sua autonomia; fatti, non chiacchiere!
E vorrei aggiungere che c'è anche un intervento indiretto volto alla moralizzazione della gestione dei bilanci. La Corte dei conti ci ascolti in anticipo: abbiamo ridotto di 140 milioni la spesa obbligatoria (e ciò ha un significato enorme) e soprattutto abbiamo utilizzato questa occasione per coinvolgere anche i Comuni. Noi abbiamo tenuto molto a difendere la non penalizzazione dei Comuni, perché i Comuni, oggi, di fronte ad un'ambizione di crescita, sono quei soggetti che maggiormente stanno sulla parte più delicata del fronte sociale, quella che guarda ai poveri, quella che guarda a coloro che tutti i giorni fanno la fila dai sindaci per chiedere un pezzo di speranza.
Là, in quei luoghi - lo vorrei dire per la mia cultura - si realizza il significato più alto di quella politica di cui ci parlava Paolo VI: la carità. Non è un passaggio irrisorio, ed è per questo che chiedo alla Giunta regionale, quando preciserà gli indirizzi per l'utilizzo di queste risorse, di dire ai Comuni che noi gli chiediamo di esercitare questa funzione alta di buona politica. Perché la povertà è povertà, ma la povertà è anche dignità, e la dignità è anche un lavoro che giustifichi uno stipendio, anche se magari di modesta entità. Questo è ciò che lasciamo ai Comuni, alla loro sensibilità.
Adesso c'è il futuro e, per il futuro, dobbiamo anche dire, oggi per domani, che una previsione triennale di quest'iniziativa non sarà un automatismo, dobbiamo dialogare col sistema delle imprese. Questa sfida comporta dei rischi anche per la Regione, è ovvio, e il rischio è che se l'impresa non ci dimostrerà di voler utilizzare questo beneficio sul terreno del mantenimento dei livelli occupativi, della salvaguardia del lavoro che esiste, e magari non si spingerà anche a utilizzare questo incentivo per incrementarli, è chiaro che noi non rinverremo negli anni successivi l'utilità di ripristinarlo. Quindi il messaggio deve essere chiaro: l'impresa faccia la propria parte, e nella misura in cui la farà rafforzerà la nostra scelta e ci costringerà ancora a cimentarci sul terreno del riformismo.
Poi c'è l'ultimo aspetto, sul quale voi avete voluto accontentare il presidente Cappellacci: questa storia delle accise, tardiva, e un po' in contrasto con lo spirito generale della norma che abbiamo faticosamente, in maniera unitaria, costruito. E' mai possibile che di fronte un uomo che è sempre assente dall'Aula, che sta sui palchi a dire "farò questo", in alternativa alla proposta che gli è sfuggita di mano, voi non vi poniate altro problema che cercare di accontentarlo? Si tratta di un intervento velleitario (vedremo poi le coperture) e comunque non minimamente paragonabile con l'efficacia e la visione generalista che ha questo provvedimento. Ecco perché io invito nei prossimi giorni ad avere di noi stessi un po' più di considerazione, e a spendere, attraverso un linguaggio comune verso la società sarda, l'idea che qualche volta è possibile fare delle cose utili per la propria comunità.
Qualcuno deve anche iniziare a smettere di recitare la litania che la politica è inutile, che la politica non produce fatti. E soprattutto vorrei dire a quei colleghi, a quelle persone che in questi giorni, per mille ragioni personali e non personali, hanno cavillato (un po' perché avrebbero voluto farlo a modo loro, un po' perché vedono la burocrazia più forte della stessa utilità delle norme) che bisogna anche accontentarsi dei traguardi che si raggiungono, e questo è un buon traguardo. Un traguardo che consentirà a noi, già dai prossimi mesi, di monitorare quello che faremo, quello che produrrà quest'effetto.
Soprattutto vorrei però dire all'Assessore: abbiamo l'esigenza - lo dico in maniera ufficiale affinché resti a verbale - che a questo emendamento sia allegata una dettagliata copertura finanziaria, copertura finanziaria che attualmente è enunciata ma non è dettagliata. Non vorremmo, infatti, che traessero il pretesto da questa dicitura generica per dire che questo emendamento non ha copertura. E' bene quindi dettagliarla, è bene dire che agiremo con decreto su queste voci, perché dovremo avere la forza di difenderlo soprattutto dall'incursione dello Stato. Lo Stato sarà, da domani, infatti, un interlocutore scomodo per noi, però noi ci troveremo in una condizione di autorevolezza molto superiore rispetto a ieri, perché oggi siamo noi che abbiamo le carte più in regola.
Quindi io credo che questo passaggio, che sarà certamente un unicum anche nel panorama legislativo delle altre Regioni, ha bisogno che noi approntiamo un linguaggio comune e acquisiamo una consapevolezza diversa.
Dite al Presidente che è stato utile che lui ci abbia lasciato lavorare tranquillamente.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, effettivamente l'emendamento che abbiamo distribuito non conteneva ancora il dettaglio delle coperture finanziarie. E' stato però già messo in distribuzione quello corretto, quindi la sua richiesta era stata già accolta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, noi siamo stati molto critici su questafinanziaria, per i troppi annunci, per la demagogia, per le promesse, per il tentativo di coprire tutti quegli argomenti che potevano in qualche modo sollecitare un sentimento di empatia verso i sardi (dall'IMU, alla disoccupazione giovanile, al lavoro) e quando abbiamo avviato la discussione, prima in Commissione e poi in Aula, abbiamo temuto che quella fosse una strategia senza via d'uscita, che avrebbe impedito - come è successo, purtroppo, tante volte in questa legislatura - un dialogo tra maggioranza e opposizione che potesse alla fine non far vincere nessuno ma far vincere la Sardegna.
E devo dire che, per lo stesso motivo per cui siamo stati critici, anche all'inizio di questa sessione finanziaria, non possiamo non sottolineare oggi la concretezza e la positività di questo emendamento. Non voglio rinfocolare le polemiche ricordando che purtroppo permane, anche a mio avviso, un comma, l'1 quinquies, che sembra proprio non voler rinunciare alla demagogia richiamando una improbabile cancellazione delle accise, però non è questa la sede e non è questo il momento.
Vorrei quindi anch'io, per una volta, dire che sono orgoglioso di far parte di questo Consiglio regionale, perché per una volta abbiamo saputo fare qualcosa tutti insieme di utile e concreto per i sardi. Voglio dire grazie ai colleghi del Partito Democratico e del centrosinistra che hanno tracciato la strada in Commissione, vorrei dire anche grazie ai colleghi della maggioranza che hanno avuto la capacità di ascoltare e di fare propria questa proposta Voglio anche ringraziare il neo Assessore del bilancio perché, nella sua prima sessione finanziaria, ha dimostrato comunque una capacità di accogliere e di fare propria un'iniziativa che non potrà che rafforzare l'istituzione che rappresentiamo.
Poi avremo il tempo di rinfacciarci e di ricordarci le questioni su cui non siamo d'accordo, e sono tante, e forse (lo dico all'Assessore) da un certo punto di vista questo emendamento aumenta e non diminuisce il rimpianto per le tante occasioni mancate di questa legislatura. A cominciare da un'occupazione dell'aula effettuata nel Natale tra il 2009 e il 2010, in cui avevamo proposto da subito alla vostra Giunta di aprire un contenzioso con lo Stato, certi che l'unica strada possibile sarebbe stata quella di far valere i nostri diritti in tutte le sedi.
Forse se in quell'occasione ci aveste dato ascolto, invece di rincorrere un inutile rapporto privilegiato con il "Governo amico", oggi non ci troveremmo a liberare soltanto 250 milioni di risorse nel sistema economico regionale, ma ci saremmo trovati, forse, a discutere di risorse più cospicue che potrebbero davvero fare la differenza tra una Sardegna che soffre e scivola all'indietro e una Sardegna invece che vuole recuperare posizioni e competitività in un quadro di coesione sociale. Tutto ciò, però, senza lasciare indietro chi soffre di più, premiando il merito ma accompagnando chi rimane indietro.
Questo fa una comunità solidale, questo facevano le comunità dei nostri paesi, quando si aiutavano reciprocamente, quando aiutavano a costruire la casa di chi si sposava o a sostenere quelle famiglie che rimanevano indietro. Un senso di comunità che purtroppo abbiamo perso e un senso di solidarietà reciproca e di intento comune che voi, anche di fronte alla disponibilità di questa minoranza, che non è mai venuta meno, non avete saputo cogliere se non in questa circostanza.
Io voglio dire due cose sulla concretezza di questa iniziativa. Innanzitutto questa iniziativa ha un impatto immediato; c'è un economista americano che si chiama Douglass North che ha vinto il premio Nobel dell'economia ricordando la correlazione tra l'efficienza delle istituzioni e la crescita economica. L'impatto di questo emendamento è a sessanta giorni: non ha bisogno di norme, non ha bisogno di burocrazia, non ha bisogno di decreti, è direttamente applicabile.
Per un'azienda artigiana con dieci dipendenti, l'abbattimento di 2,7 punti vorrà dire pagare seimila euro in meno a luglio, senza dover procedere a emanare bandi e stilare graduatorie; per un Comune con cinquanta dipendenti (su cui l'impatto è ancora maggiore perché il 70 per cento di 8,5 evidentemente è un abbattimento di quasi 5 punti), vorrà dire pagare 60 mila euro in meno, immediatamente disponibili per azioni legate all'investimento, azioni di recupero sociale, azioni di sostegno a chi ha più bisogno.
Finalmente una misura che non avrà bisogno di mesi o di anni per essere applicata perché le risorse siano trasferite, una misura che avrà un impatto immediato, una misura che indica una strada che è la strada della semplicità, che è la strada della sobrietà, che è la strada del taglio delle spese inutili, dell'inefficienza economica.
Allora, noi siamo tra coloro che non hanno sentito la mancanza del presidente Cappellacci, anzi oggi abbiamo dimostrato che se il presidente Cappellacci non viene in Aula il clima è ancora più disteso; ci rimane il rammarico di non aver fatto di più ma siamo contenti che questa legislatura si chiuda con una pagina positiva, e poi ci ritroveremo nei prossimi mesi a confrontarci sul futuro. Certamente saranno pagine diverse e saranno proposte diverse ma magari quello che è accaduto oggi ci sarà di aiuto per il futuro, per ritrovare quell'unità d'intenti di cui ha bisogno la Sardegna e di cui hanno bisogno sardi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Io credo che - lo hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto - siamo di fronte ad un provvedimento, questo sull'IRAP, che dimostra concretamente come esista la possibilità di incidere immediatamente sulla vita dei cittadini. Stiamo parlando di circa 380 milioni di euro, tra liquidità e minori trasferimenti, che daranno subito concretamente la possibilità alle imprese, ai Comuni e alle Province, di avere a disposizione risorse da poter utilizzare liberamente e, soprattutto, senza vincoli.
E' un provvedimento che si inserisce in un contesto, quello attuale, di grande fragilità dell'intero sistema, dove i temi all'ordine del giorno sono quelli delle zone franche, della fiscalità di vantaggio, temi sui quali spesso la demagogia prende il sopravvento. Non si tratta di fare retorica, né di fare di questo provvedimento lo strumento che darà soluzione a tutti i problemi dell'Isola, la panacea per un'Isola afflitta da una disoccupazione spaventosa e senza precedenti, ma si tratta certamente di un piccolo nuovo passo in avanti che va valorizzato, attribuendo anche il giusto riconoscimento ai colleghi del mio partito che lo hanno presentato in Commissione e a tutto il Consiglio e alla maggioranza che lo ha recepito, compreso l'Esecutivo che l'ha fatto proprio.
La nostra Isola, lo dicevo prima, sta attraversando un periodo straordinario di grande crisi occupazionale ed economica, con risvolti di carattere sociale davvero drammatici. Io credo pertanto che questo Consiglio regionale, spesso oggetto di accuse pesanti per la scarsa produttività (accuse che io, ovviamente, non posso che ribadire, essendo il Consiglio regionale, come tutte le altre istituzioni, spesso assente e lontano dai bisogni della popolazione) non possa non far sentire la sua voce su questi argomenti.
Io voglio intervenire soprattutto perché, oltre ad essere consigliere regionale, sono anche sindaco di un Comune che si trova nel Sulcis-Iglesiente, e in mezzo alla grande difficoltà che la Sardegna sta attraversando credo che quel territorio stia attraversando una difficoltà ancora maggiore. Il modello di sviluppo industriale del Sulcis sta segnando infatti il passo e tanta gente oggi si ritrova senza occupazione, tanti disoccupati hanno perso la possibilità di mantenere la famiglia, e i comuni sono il luogo nel quale, più spesso che nelle altre realtà, i cittadini bussano per cercare risposte che, peraltro, queste istituzioni non sono in grado nella gran parte dei casi di dare.
Le ragioni di questa incapacità sono diverse. Intanto i comuni hanno poche risorse, e quelle che hanno sono chiuse, strette dalle destinazioni vincolate per le quali vengono assegnate, e inoltre (il mio oltre i 5000 abitanti, ma adesso anche quelli sotto i 5000 abitanti) sono legati da un patto di stabilità davvero feroce che non lascia scampo.
Io credo, Presidente e Assessore, che quest'ultimo certamente è l'altro tema sul quale questo Consiglio regionale si deve assolutamente impegnare. Occorre infatti procedere alla rivisitazione del patto di stabilità, fare in modo che la Sardegna tutta sia interessata, dando la possibilità ai 377 comuni dell'Isola di avere meno vincoli, di poter affrontare i problemi nel migliore dei modi.
Questo provvedimento (faccio l'esempio di un Comune come il mio che ha 50 dipendenti) darà la possibilità di avere liquidità per circa 60-70.000 euro per fronteggiare (come abbiamo scritto nella norma) la povertà utilizzando anche i cantieri comunali. Si tratta di risorse liquide senza vincolo di patto di stabilità che certamente non risolveranno tutti i problemi dei comuni ma comunque daranno una mano. E se siamo qua a discutere della possibilità di disporre di risorse (poi neanche tanto ingenti) è perché la difficoltà in cui si trovano tutti è veramente gigantesca ed un provvedimento come questo va assolutamente adottato e preso per il verso giusto.
Io credo che la demagogia e il populismo, come le bugie, abbiano le gambe corte; si sentono tanti annunci, in un momento di crisi drammatica come quello che la Sardegna sta attraversando, in cui tutti si lanciano in discorsi come quello di zona franca, di fiscalità di vantaggio e nella confusione della gente il populismo prende il sopravvento. Io credo che questo, invece, in mezzo a tanti provvedimenti che sono stati approvati, sia un provvedimento concreto al quale occorre dare la giusta valorizzazione.
In conclusione voglio aggiungere che quando in questo Consiglio regionale alcune forze si mettono assieme per affrontare le emergenze che la Sardegna sta attraversando, le soluzioni si possono trovare. E questo spero sia un piccolo primo passo in avanti per trovare grandi soluzioni per la nostra Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, questo emendamento è la dimostrazione, nei fatti, che il buon senso è sempre foriero di buoni risultati. Io mi sento di dover ringraziare tutti i componenti di questo Consiglio, in particolare coloro che da giorni, forse da qualche mese, stanno lavorando per poter arrivare al risultato cui oggi finalmente siamo arrivati.
Credo che questa sia una dimostrazione forte di affermazione anche di quei principi autonomistici di cui spesso ci siamo dimenticati. Perché con la riduzione dell'aliquota IRAP noi dimostriamo, sia al nostro popolo sia ai nostri cittadini sia a coloro i quali soffrono tantissimo in questo momento, che se si lavora con attenzione e con buon senso si riesce a dare delle risposte.
Certo, la risposta che si darà non sarà una panacea per la Sardegna, ma già il fatto che i comuni, da subito, con una semplice variazione di bilancio, possano impegnare e spendere delle somme, credo che sia un fatto importantissimo. Si parla di 200 milioni da assegnare alle imprese; credo che un risultato del genere, qualche giorno fa, non avremmo neanche potuto sognarlo.
Quindi io oggi, per la prima volta, mi sento davvero onorato di far parte di questo Consiglio e voglio anch'io ringraziare l'assessore Alessandra Zedda che ha dimostrato in questi giorni di voler davvero mettersi a disposizione e al servizio delle istanze che i nostri cittadini avanzano con forza. Devo ringraziare gli amici del P.D., soprattutto quelli che in maniera, a volte anche pedante, si sono attivati per arrivare a questo risultato, e devo ringraziare anche tutti i consiglieri, gli amici della maggioranza che hanno avuto una grandissima capacità di ascolto che ha permesso - e non era assolutamente facile - di arrivare a questo risultato che mi auguro davvero sia un risultato di tutto il Consiglio regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, io ritengo di poter affermare, a nome dei Riformatori, che si è soddisfatti del provvedimento a cui si è giunti. La politica spesso ci abitua a compromessi che non sono quelli più belli, in questo caso credo che sia un compromesso alto e che si sia raggiunto un punto importante di iniziativa nei confronti della fiscalità in Sardegna.
E vorrei anche sottolineare che in un momento di crisi generale come quello che attraversa il mondo intero e che la Sardegna in particolare per la sua condizione di insularità vive con maggior dramma e con maggiore difficoltà (perché la crisi morde i tutti i sensi la nostra economia e quindi la nostra socialità) era importante intervenire in una condizione data che ci facesse ricordare che questo è un Parlamento del popolo sardo e che un'iniziativa simile doveva essere colta da tempo nel modo più proficuo.
E' ormai da diverso tempo che il nostro Gruppo ha depositato il disegno di legge numero 514, primo firmatario l'onorevole Francesco Meloni, che riguardava proprio l'IRAP (una tassa odiosa, sotto certi aspetti, per chi pratica attività produttive), pertanto come Riformatori vorremmo - e credo che sia l'opinione anche della maggioranza e dell'opposizione - che l'intervento non si risolvesse in una manovra estemporanea e soltanto legata a questo emendamento, ma facesse parte di un'iniziativa più larga sotto l'aspetto fiscale, facesse parte di una di quelle manovre fiscali di cui dovremmo occuparci con più intensità se vogliamo agire fortemente sulle possibilità di ripresa economica della nostra Isola, se vogliamo incidere sul tessuto sociale ponendo un argine alla disoccupazione, cercando di ripristinare virtualmente la possibilità di mantenere in piedi aziende che andrebbero via se tutto ciò non fosse fatto.
Voglio aggiungere che sarebbe opportuno che tale intervento venisse inserito in una legge ad hoc e non semplicemente all'interno di una legge finanziaria.
Ma dell'alto e significativo risultato conseguito voglio dare atto anche all'onorevole Pietrino Fois che, come Presidente della Commissione, è riuscito a trovare l'amalgama tra maggioranza e opposizione. Ma ancor di più credo che ci sia da ricordare l'impegno di tutte le parti politiche di questo Consiglio che, una volta tanto, hanno colto nel segno cercando di dare respiro alle manovre finanziarie della nostra Regione, cercando di portare a compimento, da oggi in poi, un serio programma di interventi di ordine finanziario ed economico capace di incidere sul tessuto sociale ed economico della nostra Isola.
L'alleggerimento della pressione fiscale nei confronti delle imprese, e in particolare di quelle più debilitate da questo momento di crisi, rappresenta un momento risolutivo, importante di attività legislativa del nostro Parlamento regionale. Ma voglio anche dire di più: quando si parla di accise - anche in questo caso i Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge nazionale, e inviteremo le altre forze politiche a fare altrettanto - è importante che si possa dibattere di un programma serio per il futuro, non di una iniziativa estemporanea. E' necessaria una iniziativa dalla forte incisività, capace di ripristinare il dialogo con la società civile, che vede ancora troppo distante la politica.
Non si può però illudere la gente che verrà costituita una Zona franca in Sardegna e che si potrà pagare la benzina a 90 centesimi; non si può illudere la gente! Bisogna quindi iniziare a fare attività legislativa seria, che incida; è necessario accentuare il rapporto conflittuale con lo Stato; bisogna instaurare con l'aiuto delle energie dell'intero Consiglio un rapporto diverso. Non possiamo continuare a sostituirci con le nostre energie all'inerzia dello Stato nei confronti della Sardegna. Basta con l'azione di supplenza in tutte le attività produttive, come sta facendo il Consiglio regionale!
E' vero che, come ci ricorda sempre l'onorevole Soru, la Regione è un "pezzo" di Stato, ma è un pezzo derivato da quello Stato, ancorché culturalmente noi siamo qualcosa di più di un pezzo di quello Stato. E allora, probabilmente, anziché difendere lo Stato come fa l'onorevole Soru in certe circostanze, sarebbe ora che la Sardegna ritrovasse tutta se stessa e richiedesse la presenza vera dell'intervento del Governo nazionale, aprendo una stagione di conflittualità con lo Stato che deve essere portata alle estreme conseguenze.
Non basta più, infatti, l'apertura di un tavolo di trattative, ma deve esserci la certezza che le risorse finanziarie per la nostra Isola arrivino per le necessità che devono essere effettivamente soddisfatte. Credo che bene abbia fatto la maggioranza ad accogliere queste iniziative, sia la proposta di legge presentata dai Riformatori, sia gli emendamenti presentati dall'opposizione. Ma quel che è vero è che chi soddisfazione può trarne è il popolo sardo che, certamente, per la prima volta, vede uniti maggioranza e opposizione nel dare una risposta seria alle esigenze, necessità, urgenze che vive la gente, soprattutto quelle famiglie che non riescono più a combinare pranzo con cena, quelle che sono espulse dal mercato del lavoro e non riescono a ricollocarsi, quelle a cui, agendo all'interno con queste attività finanziarie, possiamo dare la certezza di continuare a lavorare nelle piccole aziende, anche in quelle piccolissime aziende familiari che rischiano di chiudere perché non riescono più a far fronte, per esempio, alle richieste di Equitalia e di altri.
Noi dobbiamo lavorare con serietà, senza furbizie, senza divisioni, cercando di portare all'interno di questo Consesso una volontà vera di innovazione, di rinnovare le strutture istituzionali della Sardegna, risparmiando dove si può risparmiare, operando per rifar vivere un tessuto sociale ed economico che dia vitalità ad uno sviluppo che in Sardegna manca da troppo tempo. Se noi non faremo tutto ciò, ancora una volta tradiremo il mandato che ci è stato affidato dal popolo e, ancora una volta, ci troveremo nelle condizioni di dover dire che fuori c'è una dimensione e qui dentro ce n'è un'altra: questo è il Palazzo, e là c'è il popolo.
Noi dobbiamo diventare tutt'uno se vogliamo essere seri, dare risposte in positivo, affinché ci sia vitalità nuova nell'economia e nello sviluppo della nostra Isola
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, colleghi, non voglio sollevare i toni perché c'è già un certo trionfalismo, inviterei invece i colleghi a una certa calma e pacatezza, perché veramente, se siete convinti e se siamo convinti di aver toccato il cielo con un dito, stiamo sbagliando tutti quanti. Abbiamo compiuto un piccolo, piccolissimo passo, peraltro con grandissimo ritardo, perché questa è una norma che avremmo potuto approvare tranquillamente nel 2002, anche prima, così come altre regioni hanno fatto.
Ma ciò che mi interessa dire è che, con un po' più di tempo, probabilmente, si sarebbe potuto differenziare anche questo intervento. Mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra, che apparentemente si sono interessati più di altri, ma tutti quanti credo abbiamo manifestato il nostro interesse. Bene, io credo che una norma come questa, che non opera differenze nel territorio della Regione Sardegna, debba essere nel futuro modificata. Mi spiego.
La riduzione dell'aliquota IRAP io credo che dovrebbe essere differenziata per venire incontro soprattutto alle aree più interne della Sardegna, e dovrebbero essere premiate quelle imprese che n conferente la loro attività verso il Centro della Sardegna. E' quindi necessario operare una differenza in questo senso, altrimenti rimane forte la zona forte, e sempre più debole la zona debole. Noi dobbiamo intervenire in questo meccanismo. E' una raccomandazione, assessore Zedda, lei si è impegnata tanto, ma ha subito il Consiglio regionale, o meglio l'ha subito il suo Presidente, non l'ha subito certo la Giunta, l'ha subito il Presidente della Regione, che in un momento così esaltante, dice il collega Attilio Dedoni, è totalmente assente; è questo il guaio più grosso!
"Noi abbiamo ottenuto un grandissimo risultato", dice il collega Dedoni, ed è vero, confermo. Io non sollevo i toni, dico che è un buon risultato. Se invece fosse un grandissimo risultato, mi chiedo, allora, per quale motivo il Presidente della Regione oggi è assente; sapeva benissimo che oggi avremmo approvato questa norma.
Beh, io mi rammarico di questo, continuo a pensare che, probabilmente, i sardi fanno bene quando, chiamati a pronunciarsi nei confronti del loro Presidente gli assegnano un 44 per cento di gradimento. Io avrei preferito che il Presidente della Regione Sardegna oggi si fosse presentato qua con il 70 per cento del gradimento, e non con il 44.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io non voglio rompere questo clima, questa atmosfera di unanimismo che si respira e, anzi, per non romperlo dirò che, pur non avendo sottoscritto questo emendamento (perché in parte non lo condivido) voterò a favore. Però, alcune puntualizzazioni a futura memoria credo che debbano essere fatte. Quali sono le puntualizzazioni? Innanzitutto un po' di mancanza di coraggio.
Abbiamo approvato una serie di norme, in quasi tutte le finanziarie, sistematicamente impugnate dal Governo e sistematicamente cassate dalla Corte costituzionale: mi riferisco, per esempio, alle stabilizzazioni urbi et orbi. Oggi non abbiamo avuto il coraggio di proporre una defiscalizzazione mirata, settoriale, per le imprese sarde, per le piccole e medie imprese, per quelle imprese che hanno meno di 30 dipendenti.
Invece facciamo risparmiare risorse finanziarie a chi non ce l'ha chiesto, a chi sta maltrattando la Sardegna, a chi sta aggredendo la Sardegna con ricatti. Penso ad E.ON - come penso che ci debbano pensare e ci pensino, e ci stiano pensando tutti i consiglieri del Nord Sardegna - perché dopo aver ottenuto ettari di fotovoltaico incentivato dalla bolletta dei sardi, licenzia 150 dipendenti e si guarda bene dall'eseguire gli interventi sottoscritti. A questa multinazionale, che fa soldi sulla pelle dei sardi, stiamo elargendo un regalino di qualche milione di euro.
E guardate, io non credo - e lo dico a scanso di equivoci - che questa sia una manovra per favorire le imprese di Soru. Se Soru risparmiasse 1 milione di euro da Tiscali, non avrei niente da obiettare, è un imprenditore sardo, da lavoro in Sardegna, e quindi il fatto non mi disturba. Mi disturberebbe molto di più se a risparmiare fossero gli oligarchi russi che hanno acquistato il 25 per cento della SARAS. Questo mi disturba, che anche loro prendano dalle bollette dei sardi una bella quota.
Ecco, io credo ci sia mancato questo coraggio, questo coraggio di favorire le aziende sarde, di erogare ossigeno a quel tessuto di piccole e medie imprese, di imprese commerciali, di liberi professionisti, di artigiani, invece di elargire un regalo a tutti coloro (notabili russi piuttosto che emiri di emirati del Golfo Persico) che neppure ce lo hanno chiesto e che neppure ci ringrazieranno.
Non ho poi ben capito l'intervento dell'amico Cocco quando ha sostenuto che le risorse che andranno ai comuni saranno fuori dal patto di stabilità. No, ahimè saranno all'interno del patto di stabilità e quindi, purtroppo, mentre alcuni comuni potranno spenderle, altri comuni non le spenderanno. Vorrei capire meglio anche il significato esatto di questo taglio simbolico dell'1 per cento allo Stato, perché anche noi, per come è scritto, lo abbiamo interpretato in maniera differente. Non è chiaro se se si tratta dell'1 per cento dell'aliquota, se il soggetto è l'aliquota, oppure se il soggetto è un rapporto percentuale. Inviterei a chiarire questo punto, perché se stiamo parlando di un taglio dello 0,085 per cento, cioè stiamo tagliando l'aliquota dall'8,5 all'8,4 , allora ha un senso. Se invece si va ad una riduzione del 15 per cento delle entrate da parte dello Stato non sono d'accordo.
Così come non è chiaro cosa significhi "amministrazioni statali dirette e indirette". Non è chiaro che cosa significhi perché ci sono Spa come la Banca d'Italia, o aziende speciali come l'INPS, che non è chiaro in quale categoria debbano rientrare. Sono amministrazioni dirette e indirette o sono privati? Vogliamo fare un regalo alla Banca d'Italia? Lo stiamo già facendo a tutte le banche perché tutte le banche (BPER, Banco di Sardegna e tutte le altre) riceveranno questo grande regalo. Speriamo che questo determini un maggior interesse, un occhio di riguardo nei confronti dei sardi. Io me lo auguro, ma non sono per niente convinto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, colleghi, intanto mi corre obbligo premettere che i colleghi Giulio Steri e Matteo Sanna hanno deliberatamente rinunciato al loro intervento per ragioni di economia dei lavori e hanno officiato chi vi parla di rappresentare il punto di vista della maggioranza; non so se vi riuscirò, ma intanto li ringrazio anche per questo gesto di fiducia.
Ringrazio loro, che hanno fattivamente contribuito alla stesura del testo, così come il Presidente della Commissione bilancio, il Capogruppo dei Riformatori, tutti i componenti della maggioranza e l'Assessore, che ha avuto una parte attiva in questo contesto. Senza indulgere in toni vagamente retorici, mi pare di poter dire che oggi questo Consiglio regionale scriva una bella pagina su questo punto, grazie al fattivo e costruttivo contributo offerto dall'opposizione e, soprattutto, da quei rappresentanti dell'opposizione che, già sin dai lavori della Commissione bilancio, si sono distinti nel perorare questo tema senza assolutamente alcun atteggiamento precostituito, ma con l'obiettivo di portare un argomento all'attenzione dell'Aula in un momento di grave crisi quale è quella che investe il sistema Sardegna.
Stasera è stata evocata ancora una volta l'assenza o, comunque, lo scarso impegno profuso dal Presidente della Giunta regionale. Questo mi corre l'obbligo di dirlo a scanso di equivoci. Vedete, questa maggioranza, per quante difficoltà incontri, vi assicuro che senza l'input del presidente Cappellacci sarebbe stata legata. E mi pare doveroso sottolineare un aspetto: che se vi è uno convinto della necessità di un intervento sulla fiscalità, e quindi di un intervento deciso su l'IRAP, questo è il presidente Cappellacci, e lo ha dimostrato per il tramite del suo Assessore del bilancio che ha davvero, mattina e sera, profuso - chiedo scusa all'assessore Rassu, perché sto parlando della sua Giunta - un lavoro instancabile per trovare anche la quadratura del cerchio.
La maggioranza, come sapete, aveva operato una scelta, che era quella di intervenire sul taglio dell'IMU, una tassa che incide su un bene primario come la casa, perché riteneva che con l'eliminazione dell'IMU potesse stimolarsi la ripresa della domanda interna (come sapete c'è stato un calo del 28 per cento del mercato immobiliare) e aumentando anche il reddito disponibile delle famiglie creare uno stimolo per i consumi.
Si trattava di introdurre una misura anticipando per molti versi quello che invece, con nostro sommo piacere, ha annunciato il Presidente del Consiglio del Governo nazionale, cioè un intervento deciso sul l'IMU, che permetterà ai cittadini di non pagare nel mese di giugno somma alcuna, nella previsione, a quanto è dato conoscere, di una definitiva eliminazione di questa imposta.
Di fronte, dunque, a uno scenario che muta non potevamo rimanere sordi nei confronti di una interlocuzione che si rendeva necessaria per vedere come poter stimolare soprattutto la ripresa della domanda interna e cercare di alleggerire il carico già pesante sul sistema delle imprese. Da qui, quindi, nasce una prima valutazione positiva sulla necessità di eliminare, per noi sarebbe tout court, l'IRAP, che abbiamo sempre battezzato come "imposta rapina", proprio perché incide in maniera drastica sull'economia.
E allora ecco perché, rappresentando questa imposta uno dei fardelli più pesanti che l'apparato pubblico, lo Stato, poggia sulle spalle delle aziende, in quanto si paga sui fattori della produzione, e quindi è dovuta anche da quelle imprese che terminano esercizi in perdita e penalizza in maniera particolare le imprese di minore dimensione, beh, non si è dovuta fare molta fatica a convincerci che quella sarebbe stata la strada migliore. E proprio perché l'IRAP grava sul costo del personale, che nelle piccole e medie imprese è decisamente importante, abbiamo voluto quindi anticipare - e questo anticipare io lo sottolineo perché mi auguro che il Governo nazionale intervenga anche sull'IRAP - una misura nel nostro sistema aiutando a ridurre il carico fiscale delle imprese e dunque a ridurre il costo del lavoro.
Ci si può domandare: perché gennaio 2013? Perché non è un intervento virtuoso e men che meno virtuale. L'abbiamo voluto proprio calare già nell'esercizio in corso perché è in questo momento che le imprese hanno bisogno di sostegno. Ci siamo posti il problema, certo, della copertura finanziaria. Anche noi avremmo voluto escludere le banche, i grossi sistemi imprenditoriali assicurativi e finanziari, ma saremmo sicuramente andati incontro ad una impugnativa e questo sì, avrebbe potuto rappresentare una beffa. Io su questo sono d'accordo col collega Gian Valerio Sanna che, su questo punto, ha cercato di attirare l'attenzione su una seria riflessione che, devo dire, ha poi convinto anche tutti noi.
Allora, noi facciamo un intervento generalizzato, un intervento che parte da un presupposto: un abbattimento del 70 per cento che però ha un'incidenza diversificata, perché sul sistema bancario sarà il 70 per cento del 5,39; sul sistema delle piccole e medie imprese sarà un 70 per cento del 3,9 per cento, quindi in pratica l'IRAP sarà ridotta all'1 per cento (quindi un taglio drastico) e addirittura, per quanto riguarda il sistema della pesca e dell'agricoltura, sarà ridotta allo 0,5 per cento.
Voi capite bene che cosa questo significhi. E' un'operazione che comporta uno sforzo complessivamente, tenuto conto anche della parte pubblica, di 254 milioni. Ecco perché non voglio certamente indulgere in toni vagamente retorici se oggi dico che questo Consiglio regionale davvero scrive una bella pagina, perché è una pagina scritta all'unanimità, e questa è la forza che ancora imprime ed è soprattutto la più bella risposta che si possa dare a una certa antipolitica che invece è capace, quella sì, di fare solo demagogia e populismo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, è indubbio, anche dagli interventi che si sono succeduti questo pomeriggio, che siamo di fronte a un lavoro importante, per usare un eufemismo, svolto dal Consiglio regionale. Ritengo però che anche in momenti come questi, senza che ciò che sto per dire in qualche maniera possa essere giudicato come un tentativo di prendere le distanze da un lavoro che ha valorizzato il collettivo, che ha valorizzato la responsabilità, che ha valorizzato l'etica della responsabilità istituzionale, in momenti come questi sia giusto, giustamente (scusate il bisticcio) ascrivere questo lavoro a tutti noi.
E d'altronde non si sarebbe potuto registrare questo valore, questo lavoro, se non ci fosse stato il concorso di tutti. Ha questo valore proprio perché c'è il concorso originale di tutti, ognuno anche con responsabilità politiche e istituzionali diverse. Quindi, è un fatto importante.
Permettetemi, tuttavia, di ringraziare anch'io in particolare chi, in maniera quasi ossessiva, ha spinto in questa direzione, perché convinto che fosse l'unica strada giusta per consentire un recupero di competitività del sistema economico nella nostra regione, per un verso, e per l'altro di ridare fiato al sistema delle autonomie locali che - com'è stato ricordato da Gian Valerio Sanna - sono le istituzioni più esposte, sono quelle in trincea, sono quelle (i sindaci, non altri) che fungono da filtro, spesso accollandosi responsabilità di fronte a una disperazione diffusa di cui non portano nessuna responsabilità.
Svolgono quindi una funzione importantissima non soltanto nel contrastare e provare ad arginare quel disagio, ma anche per la tenuta del tessuto democratico di questo Paese e della nostra regione, che è messo a rischio dalle condizioni drammatiche in cui versa il sistema economico, con gli effetti che conosciamo sul sistema sociale.
Ecco, permettetemi, senza piaggeria alcuna, di ringraziare innanzitutto il Gruppo del Partito Democratico e, nella fattispecie, i colleghi della Commissione bilancio, senza i quali, senza la loro testardaggine, senza la loro convinzione, non saremmo oggi qui a scrivere una pagina importante nella vita di questo Consiglio regionale, probabilmente la pagina più importante di questa legislatura, anche per il valore, ripeto, politico-istituzionale che può ascriversi la massima Assemblea elettiva di questa Regione.
Io voglio ringraziare in particolare questo Gruppo, in particolare i componenti della Commissione, perché si sono assunti una responsabilità di governo dall'opposizione, e lo hanno fatto surrogando ad un'assenza della maggioranza, e della Giunta in particolare, in un particolare momento come questo. Io credo che in un momento difficile come questo ci fosse bisogno di questa disponibilità che è stata incoraggiata, Giulio, da settori importanti della maggioranza, e quell'incoraggiamento ha portato a un risultato straordinario come quello di cui stiamo parlando in questo momento. Siamo di fronte a un provvedimento - lo hanno sottolineato tutti i colleghi che mi hanno preceduto, della maggioranza e dell'opposizione - che consente di recuperare competitività al sistema economico e produttivo.
Io vorrei soffermarmi brevemente sulla parte che riguarda le imprese. Le imprese potranno finalmente, a partire dal prossimo mese di giugno, abbattere una parte importante del peso fiscale oppressivo che grava sul lavoro. Credo che poter abbattere il costo del lavoro consenta alle imprese finalmente, come ci hanno ricordato in questi giorni i loro rappresentanti, auditi ripetutamente in Commissione bilancio, di poter far fronte a un triennio, di poter fare un minimo di programmazione industriale. Ecco, l'auspicio è che l'abbattimento del costo del lavoro per le imprese non venga utilizzato solo e soltanto per aumentare gli utili delle imprese.
L'auspicio ovviamente degli estensori di questo testo, della maggioranza, dell'opposizione, di tutti, è che ognuno - com'è stato ricordato da chi mi ha preceduto - faccia la sua parte. Oggi noi abbiamo messo nelle condizioni il sistema economico e produttivo di questa Regione di poter svolgere un ruolo che può concentrarsi sul consolidamento della base produttiva, con l'auspicio che questo risparmio sul costo del lavoro venga utilizzato soprattutto per avviare nel sistema produttivo ed economico isolano innovazioni di processo e di prodotto che di per sé migliorano la qualità delle produzioni per far diventare la qualità delle produzioni stesse un fattore di competitività che consenta di acquisire nuove fette di mercato.
Noi siamo intervenuti attraverso questo provvedimento con questo auspicio e vorrei che la Giunta in qualche maniera vigilasse affinché il sistema economico utilizzi questi risparmi importanti, a partire dal prossimo mese di giugno, ripeto, per consolidare la base produttiva e per offrire una risposta importante anche al mercato del lavoro che in questa Regione, come sappiamo, soffre in maniera preoccupante. E proprio per quella sofferenza c'è il rischio di incrinare ulteriormente il rapporto di fiducia tra le istituzioni e il sistema Sardegna.
Oggi noi, con questo provvedimento, recuperiamo questo rapporto di fiducia, ma assessore Zedda, davvero glielo dico in maniera accorata, mettete in essere tutti gli strumenti affinché attraverso…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
ZEDDA (P.d.L.), Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Il mio intervento sarà articolato in due parti, una delle quali sarà un po' più tecnica, anche per chiarire alcuni dubbi che sono stati sollevati sulla riscrittura.
Chiarisco, onorevole Cuccureddu in particolare, che ovviamente l'1 per cento va a ridurre l'aliquota dell'8,5 dell'1 per cento, quindi dello 0,085 per cento. Chiarisco ancora che il testo in discussione è l'ultimo consegnato, quello con le coperture finanziarie, onorevole Sanna, e che soprattutto l'1 quater chiarisce che non è necessario indicare la parte, che di fatto va a funzionare come una partita di giro, che riguarda le entrate della Regione e degli enti del settore pubblico, ovviamente escluso quello statale che non stiamo contemplando.
Ancora, voglio fornire alcune precisazioni sulla copertura. Intanto voglio ringraziare in particolare i colleghi Assessori perché in questi giorni li ho chiamati spesso a rivedere alcuni importi. Proprio oggi abbiamo determinato le ultime coperture finanziarie e preciso, in particolare, che le parti che riguardano, per esempio, l'Ente foreste, vanno a incidere nelle quote di avanzo degli enti strumentali. Però, per ragioni di contabilità, abbiamo dovuto indicare il capitolo di competenza di riferimento.
Così pure per gli altri tagli, le coperture di spesa sono state trovate in azioni importanti della finanziaria che non verranno però intaccate nella loro esecuzione perché tutte, con grande sforzo, le abbiamo mantenute per l'anno 2013 e per gli anni a seguire. Devo anche precisare che del comma 7 verrà soppresso solo il primo periodo, ma al momento della discussione sarò più precisa.
Ecco, ora permettete anche a me di sottolineare il grande lavoro che abbiamo svolto insieme e di dire - non devo né giustificare né difendere il presidente Cappellacci, che non ne ha certamente bisogno - che la sottoscritta non ha passato neanche un'ora senza sentire il Presidente (che ha totalmente condiviso il nostro lavoro) e riceverne il conforto e il sostegno. Quindi in questo senso il mio ringraziamento va anche al Presidente.
Oggi, peraltro, qualcuno ha parlato di una bella pagina; sicuramente noi parliamo di una pagina dell'autonomia e più precisamente una nuova pagina di autonomia finanziaria che stiamo andando a riscrivere tutti insieme, anche contro e in ragione di uno Stato che spesso si sottrae ai suoi obblighi. Noi con questa misura stiamo sostenendo gli enti locali (quindi delle pubbliche amministrazioni) nelle loro attività, non facendogli mancare una risorsa di cui disponevano negli anni precedenti, anzi rinforzando la parte finanziaria con le misure oggi previste e soprattutto con l'abbattimento di questa importante imposta.
Devo anche dire che per le aziende stiamo spostando un macigno, un macigno che le sta avvilendo, ma io credo anche che stiamo aprendo un nuovo fronte di speranza per un rilancio delle loro attività. Già da questo giugno potranno sapere, infatti, di quante risorse potranno contare, sia per l'anno 2013, sia per i prossimi anni a venire. Noi siamo convinti che anche voi concorderete che questi interventi non siano misure spot ma veramente misure di sostegno per questo momento drammatico, misure di rilancio, misure ancora fortemente autonomiste.
Tra l'altro, per quanto riguarda le imprese, noi avremo modo di valutare quale sarà l'impatto che questa nostra misura porterà nelle loro casse, nel nostro sistema di sviluppo, nel nostro sistema produttivo. Dico anche che insieme a questi interventi noi oggi stiamo intervenendo anche sulle attività produttive, principalmente, e sull'occupazione. Io credo che sarà importante anche intervenire sui consumi e lo faremo quando proporremo - ci auguriamo con la partecipazione di tutti - il disegno di legge sulle accise. Credo che sarà un'altra misura importante di autonomia finanziaria.
Tutto ciò è iniziato quando abbiamo dimostrato di non voler mettere la Regione Sardegna di fronte ad una impugnativa in ordine al comma 1 dell'articolo 1. Abbiamo dato dimostrazione di comprenderne le ragioni fino in fondo, ma comprendere le ragioni non vuol dire abdicare ad una lotta dura con lo Stato che dovrà portarci a rivedere la parte del patto di stabilità, la nostra misura definitiva di entrata, al fine di poter portare avanti tutte le misure che abbiamo anche all'interno di questa finanziaria.
Credo che le azioni che intraprenderemo nei prossimi mesi, di recupero dei residui e, soprattutto, di pagamento dei debiti che la Regione e tutte le pubbliche amministrazioni sarde hanno nei confronti delle aziende, costituiscano degli altri segnali importanti verso la riapertura di un percorso di rilancio della nostra Sardegna. Credo anche che oggi abbiamo dimostrato tutti insieme che chi protesta eppure si siede in certe Assemblee istituzionali di rango anche parlamentare, bisogna che capisca che molte volte la proposta e le azioni sono migliori delle sterili contestazioni e sono quelle che cambiano la vita di un Paese.
PRESIDENTE. E' stato presentato un emendamento all'emendamento numero 394, modificativo del secondo periodo del comma 1 quater : "Alle variazioni di bilancio derivanti dalle ulteriori minori entrate per effetto dell'applicazione del comma 1 bis all'Amministrazione regionale, alle Agenzie, agli Enti regionali ed alle ASL, provvede l'Assessore della programmazione mediante la riduzione della corrispondente voce dello Stato di previsione dell'entrata. La copertura è pari alla riduzione della spesa da prelevare sulle UPB relative al pagamento degli oneri per il personale e per gli stessi soggetti".
Faccio presente che, a seguito dell'emendamento numero 394, lo stanziamento in favore del Consiglio si ridurrà di ulteriori 2 milioni di euro, per cui passeremo da 65 milioni a 63 milioni di euro.
Ha domandato di parlare il consigliere Amadu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AMADU (P.d.L.). Naturalmente il mio voto è scontato ma l'opportunità l'ho colta per un aspetto diverso. Vorrei infatti capire come, in che modo e con quali strumenti l'Assessore, e quindi la Giunta, intendano verificare la corretta applicazione di questa importante norma finanziaria e se ci sono degli strumenti ordinari oppure se sia il caso, in sede di coordinamento tecnico, di autorizzare l'Assessore ad inserire una norma che consenta una puntuale verifica del corretto adempimento di questo emendamento, quindi degli effetti di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento, e per dire che secondo me noi stiamo facendo solo il nostro dovere, e facendo il nostro dovere rendiamo giustizia alle migliaia di persone che stanno fuori da questo palazzo e che hanno difficoltà enormi. Non è retorica fine a se stessa e credo che, più che ringraziare noi, dobbiamo ringraziare le tante persone che in questi giorni ci sollecitano per prendere iniziative immediate su questa questione dell'IRAP.
La telefonata solitamente è di questo tenore: "Ma è vero che state facendo questo?". Ci siamo ridotti al punto che i cittadini si sorprendono che noi facciamo il nostro dovere. Da oggi partiamo e continuiamo con questo piglio, senza trionfalismi - ha ragione il collega Diana che parlava da quella parte - senza trionfalismi ma con la concretezza che è riconosciuta alla nostra comunità. Una concretezza operativa che ci porterà a risolvere i problemi reali, pratici.
A me fa piacere che molti sindaci possano trovare delle risorse ulteriori per attuare iniziative importanti nei loro comuni, sono contentissimo, come sono molto felice di dare il mio voto ad un'iniziativa che porterà agricoltori, commercianti, ambulanti e tutti i soggetti operativi (la "carne" della nostra economia) ad avere qualche euro in più da poter utilizzare per salvare le loro aziende.
Premesso, infatti, che dal mio punto di vista la pecora è il miglior animale che vive in questa terra, perché ha consentito a me e a tanti di voi di arrivare in quest'Aula a rappresentare il popolo sardo, noi in questo momento dobbiamo salvare il gregge, non dobbiamo pensare di attuare iniziative astruse, noi dobbiamo salvare le persone, una volta che abbiamo salvato il capitale umano possiamo fare qualsiasi cosa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, io ho già praticamente dichiarato il mio voto sui commi 1 bis, 1 ter e 1 quater, vorrei richiamare l'Aula solamente sul comma 1 quinquies che era sconosciuto ai più, anche ai componenti della Commissione, perché inserito all'ultimo momento della valutazione complessiva. Io pregherei pertanto la Giunta di valutare se il tema della riduzione delle accise (che è un tema assolutamente importante e non lo voglio assolutamente sottovalutare) possa essere ricondotto esclusivamente all'acquisto di carburanti per autotrazione privata. Questo mi sembra un altro "effetto speciale" lanciato all'improvviso in una discussione di estrema serietà che ha necessità, assessore Zedda, di un'ulteriore riflessione.
Le accise sul gas da riscaldamento, sul gas per usi civili, quelle su settori che sono sottoposte a tassazione iniqua, vogliamo rivederle? Perché la Giunta non si impegna - e io chiederò che la minoranza in Consiglio regionale faccia la stessa operazione che è stata fatta per l'IRAP in queste giornate - a studiare un provvedimento complessivo sulla riduzione delle accise che possa affrontare anche il problema che tutte le famiglie, soprattutto quelle più bisognose, hanno? Non mi riferisco tanto alla benzina per autotrazione, ma anche, per fare un singolo esempio concreto, al gas in bombola o al gas per riscaldamento.
Non riserviamo l'interesse all'abbattimento delle accise solo all'acquisto di carburanti per autotrazione privata. Mi sembra una limitazione alla capacità del provvedimento che è assolutamente da rimuovere. Pensiamo ad un provvedimento complessivo sulla riduzione delle accise, a un provvedimento più esteso!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS VINCENZO (P.D.). Presidente, colleghi, dichiaro il mio voto favorevole perché questo emendamento così sofferto rappresenta una risposta autonomista importante, inaspettata, inseguita da tanti anni senza successo dal mondo delle imprese e che, in qualche modo, offre risposte anche significative agli enti locali della nostra Isola.
Io credo che, senza demagogia, senza enfatizzare questo risultato, sia bene anche valorizzare quello che la politica sarda è riuscita a fare in questo momento, rispondendo con coraggio ad una situazione di emergenza della nostra Isola, perché alleggerire un'imposta che grava in maniera pesante e soffocante sul sistema produttivo sardo è sicuramente un risultato importante, straordinario. Questa risposta, frutto di un'azione politica che ha trovato responsabilmente in Aula la giusta convergenza, deve vedere però (lo dicevano anche altri) il mondo delle imprese assumersi fino in fondo le proprie responsabilità.
Non può essere solo una parte politica in questa situazione a fare la propria parte; noi non stiamo regalando, come per esempio avviene nel Friuli Venezia Giulia, questa riduzione all'incremento delle produzioni e all'occupazione, ma sarebbe auspicabile che queste risorse servissero innanzitutto a mettere in sicurezza le aziende e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Speriamo che si inneschi, con questa riduzione, un meccanismo virtuoso che permetta alla Sardegna di attrarre nuove imprese, di creare nuova occupazione. Anche i comuni possono, in questa situazione e con questo sgravio, creare occupazione e svincolare queste risorse dal patto di stabilità.
Io credo che questa riduzione possa servire alla nostra Isola, come stavo dicendo prima, per iniziare una grande azione di promozione a livello nazionale, ma anche per ridiscutere con lo Stato il valore dell'articolo 8 dello Statuto. Sono sicuro che su questa base si possa ripartire per riaprire la vertenza con lo Stato, avendo acquisito questa volta una nuova forza contrattuale che può permetterci di dire allo Stato…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché non vi sono opposizioni, metto in votazione l'emendamento numero 394 nel testo modificato.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 394.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cozzolino e Porcu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARBAU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOMBARDO - LOTTO - LUNESU - MANCA - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SECHI - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STERI - STOCCHINO - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 69
Votanti 69
Maggioranza 35
Favorevoli 69
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'Emendamento numero 147.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Tenendo conto del fatto che quest'emendamento è in palese conflitto con quello che discuteremo dopo, lo ritiro. Vorrei però che venisse tenuto presente che questo esprime una modalità in questo momento alternativa, ma che può essere anche questa oggetto della prosecuzione di una trattativa col Governo e con lo Stato che possa in qualche modo semplificare la vita di questa Regione. D'altra parte vorrei ricordare che il fondo unico nasceva con l'ambizione di costituire una parte percentuale delle entrate tributarie e quindi della compartecipazione. Non è niente di astruso, però siccome è stato prestato il consenso all'emendamento numero 294, lo ritiro.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 294. Ricordo che il relatore aveva espresso parere favorevole sino al primo periodo del primo capoverso.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Chiedo il voto per parti, in conformità al parere del Relatore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, confesso la mia sorpresa, perché in Commissione bilancio la Giunta aveva espresso parere favorevole all'intero primo comma, con peraltro una dichiarazione di attenzione, di disponibilità e di riflessione anche sul secondo comma. Io penso che, se andiamo a rileggere entrambi i commi, l'approvazione di questo emendamento (che peraltro è simile, uguale, all'emendamento presentato dai colleghi del P.D. in Commissione bilancio) aiuterebbe notevolmente ad affrontare il problema dell'impatto del patto di stabilità sui comuni della Sardegna, e contribuirebbe ad alleviare notevolmente i limiti imposti dallo stesso patto. Cioè la volontà espressa in quest'emendamento è di cercare di trovare tutti i meccanismi che siano positivamente attivabili, senza opposizioni da parte dello Stato, senza impugnative di cui non sentiamo assolutamente la necessità, per poter alleviare il vincolo, i lacci imposti dal patto di stabilità nei confronti dei Comuni.
Penso che l'approvazione di entrambi i commi sarebbe assolutamente positiva; è per questo che esprimo una ulteriore sollecitazione ad una riflessione positiva, ed esprimo il voto favorevole all'emendamento numero 294 complessivamente inteso. Chiedo la votazione nominale dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo molto rapidamente, per ricordare ai colleghi che l'emendamento all'articolo 5 della legge numero 16 non cambia di molto il contenuto precedente. È evidente che non si può pensare di bloccare 250 milioni di spesa regionale, del tutto immanovrabile, in attesa che il sistema degli enti locali abbia necessità, perché abbiamo istituito ora il patto territoriale solidale.
Allora - e chiedo un attimo di attenzione magari anche da parte dell'onorevole Gian Valerio Sanna - perché non ragioniamo - e lo dico anche all'assessore Zedda- sulla opportunità di compiere un passo in più rispetto a quello che abbiamo compiuto noi con la legge numero 16 e a quello che hanno compiuto alcune regioni a statuto ordinario (come la Toscana alla quale ci siamo anche ispirati)?
Perché non pensiamo ad un passaggio ulteriore, concordandolo con lo Stato, cioè all'unico patto territoriale delle istituzioni che ricadono in Sardegna, ad una Sardegna libera di determinare il patto che è la "cifra" complessiva dei patti di tutte le istituzioni sottoposte al saldo (cioè la Regione, le Province sino a quando ci saranno, e tutti i comuni oltre i 1000 abitanti)? Questo risolverebbe a priori ogni vincolo di doppia imposizione, perché il saldo obiettivo sarà 10 miliardi, non 3 miliardi per la Regione, 800 milioni per la Provincia di Cagliari, 100 milioni per il Comune di Cagliari che si sommano nel patto territoriale solidale, ma sarà un unico patto nel quale il sistema sardo, governato dalla Regione che indicherà i saldi obiettivi di ciascuno, sarà realmente un sistema solidale ed eviterà la doppia imposizione.
Credo che ci si possa ragionare, credo che i tempi siano maturi, credo che abbiamo fatto scuola in questo senso istituendo questa legge che ha creato il patto per il sistema degli enti locali, quindi Province e Comuni. Il passo successivo è questo, e credo che sia a portata di mano se viene attuata un'attenta concertazione con lo Stato.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 294, sino al primo periodo del primo capoverso.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Sabatini hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARBAU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BIANCAREDDU - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MANCA - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SECHI - SOLINAS Antonio - STERI - STOCCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.
Si è astenuta: la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 66
Votanti 65
Astenuti 1
Maggioranza 33
Favorevoli 65
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della parte restante dell'emendamento numero 294.
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Porcu ha votato a favore e che il consigliere Dedoni ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARBAU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MURGIONI - OBINU - PERU - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - STERI - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - DESSI' - MULA - MULAS - PLANETTA - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 66
Votanti 59
Astenuti 7
Maggioranza 30
Favorevoli 25
Contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 151.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, gli emendamenti numero 151 e 152 sono ritirati.
PRESIDENTE. Il numero 152 era già stato approvato in Commissione.
L'emendamento numero 148 era stato spostato all'articolo 4, quindi passiamo all'emendamento numero 146.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, io con questo emendamento volevo semplicemente - ma ho capito che è un argomento che è meglio spostare al collegato per fare un lavoro organico - far presente la necessità di prevedere che i lavori nelle zone dell'alluvione del 2008 di tutta la Sardegna possano essere effettuati con turni di 24 ore su 24. C'è stata in passato, da parte dell'Assessorato, un'opposizione a ciò, ma le popolazioni non vedono l'ora che si intervenga.
Io comunque ritiro l'emendamento perché credo sia giusto che un argomento del genere sia esaminato nel collegato in maniera più organica.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 230.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 230, in conformità agli accordi assunti in Commissione, è stato ritirato, e sarà oggetto di un ordine del giorno relativo ad analoghi interventi di somma urgenza per far fronte alle emergenze di carattere geologico e di stabilità dei suoli. Quindi è stato ritirato per questa ragione.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2 di cui era si era già svolta la discussione.
All'articolo 2 sono stati presentati 59 emendamenti
(Si riporta, di seguito il testo dei relativi emendamenti
PRESIDENTE. Preciso che gli emendamenti numero 45, 164, 266, 293, 46, 165, 267, 171, 2, 153 e 154 decadono per effetto dell'approvazione dell'emendamento numero 394 e che l'emendamento numero 174 è inammissibile.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Vorrei chiedere di spostare l'emendamento numero 168 all'articolo 4, perché è più attinente con alcune materie che figurano in quell'articolo.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, l'emendamento numero 168 è spostato all'articolo 4.
Per esprimere il parere sugli emendamenti, ha facoltà di parlare il consigliere Fois, relatore di maggioranza.
FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 39, 159, 260, 40, 160, 261, 41, 262, 42, 161, 263, 43, 162, 264, 291, 44, 163, 165, 292, 45, 172, 47, 167, 268, 391, 239, 306, 166, 150, 17, 178, 1, 168, 169, 170, 173, 295, 346, 390, 175, 177, 240, 131, 132; è favorevole sugli emendamenti numero 13, 113, 114, 12, mentre ci si rimette all'Aula sull'emendamento numero 388.
PRESIDENTE. Faccio presente all'Aula che è stato espresso parere favorevole sugli emendamenti numero 13 e 113, però è stato espresso parere contrario sull'emendamento 150 che li ricomprende ma è più ampio: è chiaro che se si votasse prima, come si deve votare prima, per l'emendamento 150, e questo non dovesse essere approvato, decadrebbero anche gli emendamenti numero 13 e 113 su cui invece è stato espresso parere favorevole.
DEDONI (Riformatori Sardi). Ritiro l'emendamento numero 13.
PRESIDENTE. È stato ritirato l'emendamento numero 13.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Ritiro l'emendamento numero 262 .
PRESIDENTE. E' stato ritirato l'emendamento numero 262. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, siccome c'è una riflessione in atto sull'emendamento numero 295 e il Presidente della Commissione non era a conoscenza di questa interlocuzione, chiederei che l'emendamento numero 295 venisse spostato all'articolo 4.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni l'emendamento numero 295 viene spostato all'articolo 4.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ritiriamo gli emendamenti numero 159, 160, 161, 162. Gli altri emendamenti soppressivi li manteniamo momentaneamente perché possono essere utili a essere congruenti con le coperture che abbiamo dato e quindi li lasciamo per comodità. Dopodiché vengono ritirati gli emendamenti numero 176 e 170.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Ritiro l'emendamento numero 1 relativo al SARDEX. Avendo infatti assunto, attraverso l'approvazione dell'emendamento numero 394, una misura sperimentale, ha senso ritirare l'emendamento che proponeva di destinare le somme direttamente ai comuni per consentire l'immediata spendita.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Ritiro tutti gli emendamenti soppressivi totali contenuti nell'articolo in discussione.
PRESIDENTE. Quindi vengono ritirati gli emendamenti numero 39, numero 40, numero 41, numero 42, numero 43, numero 44, numero 46 e numero 47. L'emendamento numero 45 era già decaduto.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.
ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Vengono altresì ritirati dai presentatori gli emendamenti numero 260, 261, 263 e gli emendamenti numero 264 e 291 , di identico contenuto.
Restano invece in piedi gli emendamenti numero 163, 265 e 292, di identico contenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). In ragione del coordinamento dell'articolo 2 con ciò che abbiamo approvato, chiediamo alla Giunta che ci dica rispetto ai commi dell'articolo 2 che cosa rimane e che cosa va tolto.
PRESIDENTE. L'ho o già detto quando ho comunicato all'Aula quali emendamenti decadevano a seguito dell'approvazione dell'emendamento all'emendamento numero 394. Quindi è un lavoro che è già stato svolto dagli Uffici del Consiglio e che ho già comunicato all'Aula attraverso l'elencazione degli emendamenti decaduti. E i decaduti sono stati gli emendamenti numero 45, numero 164, numero 267.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Perfetto, però non mi riferisco a questo fatto che ho capito, mi riferisco al fatto che il testo della legge contiene commi che, per effetto dell'approvazione dell'emendamento, non possono più permanere nel testo, e quindi noi dobbiamo sapere come provvediamo ad eliminarli.
PRESIDENTE. E' quello che ho detto io prima, onorevole Sanna. Le ripercussioni sono sui commi 6 e 7 e abbiamo già dichiarato decaduti gli emendamenti soppressivi parziali di quei commi. Adesso gli emendamenti che ho richiamato sono quelli al comma 5 dell'articolo 2. Vanno a incidere sul comma 5 l'emendamento numero 163 e gli emendamenti di identico contenuto numero 265 e 292.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Se si tratta di votare per parti l'articolo 2 noi dobbiamo sapere quali sono i commi che devono essere esclusi. Se ce li indicate noi ritiriamo tutti gli emendamenti soppressivi dei commi così andiamo a votare per parti sapendo quali sono i commi che devono decadere.
PRESIDENTE. Io proporrei di andare avanti e di affrontare il problema in sede di votazione dell'articolo.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Va bene.
PRESIDENTE. Quindi vengono ritirati tutti gli emendamenti soppressivi parziali.
All'emendamento numero 239 è stato presentato l'emendamento all'emendamento sostitutivo parziale numero 391.
Metto in votazione l'emendamento numero 391.
Ha domandato di parlare, per dichiarazione di voto, il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, noi, con questo emendamento, abbiamo inteso sottrarre risorse dal comma 4, dove erano previsti gli interventi per la moneta complementare, per trasferire 10 milioni di euro in più sui cantieri comunali. Quindi questa era un'operazione che però va vista alla luce delle modifiche intervenute relativamente alla sottrazione di risorse al comma 4. Noi potremmo pertanto anche ritirare l'emendamento però abbiamo necessità di capire quanto ancora la Giunta intenda spendere per la sperimentazione in moneta complementare.
Noi consideriamo, infatti, i 20 milioni assolutamente eccessivi; se rimanessimo, in questa fase sperimentale, intorno - così come è stato indicato anche dagli imprenditori e dalle confederazioni che abbiamo audito sul SARDEX - ai 3 milioni di euro, noi saremmo disponibili anche a ritirare l'emendamento numero 391, però abbiamo necessità di capire quali siano le poste finanziarie rimaste in piedi.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo adesso alla votazione del testo dell'articolo 2. Gli Uffici mi fanno presente che sul comma 4 l'importo non è più di 20 milioni di euro, ma di 10 milioni di euro; è una conseguenza automatica. Per cui possiamo direttamente votare il testo dell'articolo.
Ha facoltà di parlare, per proporre un emendamento orale, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
ZEDDA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. A seguito delle variazioni di carattere finanziario che abbiamo apportato al comma 7 dell'articolo 1, chiedo che possa essere invece approvato il seguente emendamento orale che, di fatto, salva la parte centrale del testo, ossia l'agenzia a tutela della famiglia: "Per fronteggiare l'emergenza sociale è autorizzata nell'anno 2013, a valere sull'UPB S0503007, la spesa di euro 5 milioni destinati alla costituzione di un fondo di garanzia a favore delle famiglie. La Giunta regionale, con propria deliberazione, adotta, su proposta dell'Assessore competente in materia di politiche sociali, e definisce i criteri per il riparto delle risorse".
PRESIDENTE. L'Aula è d'accordo su questa proposta di emendamento orale?
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi consentiamo alla presentazione dell'emendamento, ma ne vogliamo parlare, quindi non si metta in votazione tutto, vogliamo discuterne, vogliamo esprimere la nostra opinione. L'ammissione dell'emendamento orale non preclude la possibilità di esprimere la nostra opinione.
PRESIDENTE. Si può è stralciare il comma 7, fare una votazione apposita e intervenire solo per dichiarazione di voto.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lo votiamo per parti.
PRESIDENTE. Votiamo tutto l'articolo 2 tranne il comma 7, che sarà oggetto…
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiederei di poter votare per parti: i primi 3 commi assieme, se vuole, il comma 4, il comma 5 e il comma 7 singolarmente.
PRESIDENTE. Quindi per i primi tre commi una sola votazione, poi una votazione per il 4, una votazione per il 5 e una votazione per il 7, e poi il resto tutto insieme, accedendo alla richiesta di emendamento orale dell'assessore Zedda. Ci sono opposizioni?
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Volevo chiedere se l'emendamento orale, presentato dall'assessore Zedda, stralciava ulteriori 5 milioni dall'articolo 4 relativo al SARDEX, perché in un primo momento avevo pensato che lei volesse, probabilmente opportunamente, stanziare ulteriori fondi prelevandoli dalla sperimentazione del SARDEX. In tal caso noi avremmo acceduto a quella richiesta. Invece ora mi pare di capire che la Giunta stia proponendo di mantenere i 10 milioni del comma 4. In tal caso vuol dire che interverremo sul comma 4.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, è approvata la richiesta di emendamento orale dell'assessore Zedda. Pertanto adesso votiamo i commi 1, 2 e 3 dell'articolo 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, vorrei soltanto chiederle di spostare l'emendamento numero 178 all'articolo 4.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta è accolta.
PRESIDENTE. Metto in votazione i primi tre commi dell'articolo 2.
Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
Metto in votazione il comma 4. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ovviamente noi siamo profondamente contrari anche a questo ridimensionamento, siamo contrari perché questi 10 milioni non hanno nessun senso, avrebbe avuto più senso che queste somme andassero al fondo unico, perché non sarà certo la Regione, con questa invenzione negativa, (vorrei dire anche leggermente ingannevole) a dare risposte ai giovani di 25-35 anni. Ma vi rendete conto che non possiamo continuare a ingannare la gente e che abbiamo bisogno di garantire lavoro vero? Non inquiniamo la finanziaria con questo genere di interventi.
Io ho ritirato anche gli emendamenti, però anche se voi bandirete le gare pubbliche, questi 10 milioni dovranno considerarsi in conto residui, perché per procedere a queste gare dovrete adottare un sistema internazionale di gara, e voi non ce la farete entro quest'anno a adottarlo. Questi 10 milioni quindi rimarranno immobilizzati per illudere la gente, per imbrogliarla; ritirateli, perché è un sistema che va sperimentato in altra maniera e non va bene, è improduttivo di effetti. Noi votiamo contro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU GIUSEPPE (P.D.). Anch'io sono profondamente contrario che si utilizzi questo strumento in questa maniera. Non sono pregiudizialmente contrario allo strumento, che è uno strumento sperimentale e può essere utilizzato in particolar modo nello scambio tra le imprese, ma qui stiamo dicendo che i giovani devono prestare la loro forza lavoro a fronte di una remunerazione in moneta complementare.
Guardate, questa operazione, oltre a comportare l'inganno di non poter spendere le risorse (perché questo strumento va messo a gara, e da qui alla fine dell'anno non sarete in grado di espletare la gara, quindi questo è il primo inganno) è assolutamente inopportuna, perché non è dignitoso per le prestazioni di lavoro, che siano remunerate in moneta complementare, senza che siano garantite tutte le tutele per chi presta lavoro di tipo subordinato. Se invece decidete che volete assegnare delle risorse ai comuni, per le politiche sociali, per i cantieri di lavoro, oppure per il sostegno al reddito dei giovani, allora questo è un altro paio di maniche, sono politiche sociali, è ben diverso dall'utilizzare lo strumento della valuta complementare, che viene utilizzato tradizionalmente negli scambi commerciali, per remunerare le prestazioni lavorative.
Le prestazioni di lavoro vanno remunerate in moneta vera e, oltretutto, vanno garantite tutte le tutele, sia quelle di natura previdenziale sia quelle di natura fiscale, perché anche di questo stiamo parlando, stiamo remunerando il lavoro senza che si paghino le tasse. Quindi, noi vi chiediamo di ritirare questo strumento dalla finanziaria; eventualmente - visto che ci sono dei collegati - prevedete degli strumenti sperimentali per attivare la valuta complementare, ma togliamo questo strumento dalla finanziaria, perché stiamo cercando di fare delle cose serie. Abbiamo provato prima con l'IRAP, non lasciate questi, che sono solamente degli inganni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, abbiamo detto che non abbiamo tempo per sperimentazioni. Assessore Zedda e assessore De Francisci, questi 10 milioni faranno la fine dei 10 milioni stanziati nella finanziaria dell'anno scorso per quel che riguarda il sostegno alle famiglie. Anche lì si era parlato di un'iniziativa sperimentale, da attivare al di fuori dei programmi ordinari dell'assistenza sociale regionale, e hanno fatto la stessa fine, sono finiti nei residui. Questi 10 milioni non avranno sorte diversa.
Ma perché li vogliamo sottrarre ad un sostegno vero, per alleviare il disagio delle famiglie, dei comuni, delle imprese, e vogliamo mantenerli come presidio propagandistico di una voce che non potrà quest'anno essere utilizzata? Anche voi lo sapete che è così! Non capisco perché vogliate continuare testardamente a stralciare.
Ho detto prima che ero d'accordo anche a stornare altri 5 milioni per il sostegno alle famiglie, ma facciamo questo! L'emendamento che noi avevamo presentato destinava questi 10 milioni ai comuni, può essere il fondo unico per i comuni, possono essere cantieri comunali, possono essere altre attività che i comuni possono svolgere immediatamente, ma vi chiediamo veramente di evitare di dilapidare le risorse, di scaricarle ulteriormente in conto residui senza poterle spendere. E' un errore imperdonabile in questa situazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Intervengo per dichiarare la mia astensione sul comma 4 e per annunciare alla Giunta che molto modestamente le invierò una comunicazione relativamente ad alcuni suggerimenti sulla sperimentazione dei 10 milioni di euro relativi alla moneta complementare. Suggerivo con l'emendamento che ho poc'anzi ritirato di destinarli direttamente ai comuni perché questo meccanismo permetterebbe di superare tutta la questione relativa alle gare e di portare le risorse immediatamente nel luogo dove servono. Comunque sarà mia cura inviare alla Giunta questa mia comunicazione, per il momento mi astengo perché sono d'accordo sui rilievi mossi dai colleghi dell'opposizione che vedono in questa un'iniziativa che può determinare il sorgere di residui ulteriori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, io rimango e vorrei esprimere comunque la mia assoluta contrarietà al fatto che la Giunta, con una palese ed evidente superficialità, condita e impregnata di demagogia, entri con violenza a colpire quella che è davvero una criticità sociale che investe la nostra Isola in maniera deflagrante creando, con questo testo e con la grancassa propagandistica che lo ha accompagnato, sogni e illusioni; sogni e illusioni che però cadono prima di fronte all'arroganza con cui la Giunta dice, senza nessuna possibilità di controllo da parte del Consiglio, "datemi i soldi, poi ci penso io a stabilire programmi e criteri con cui devono essere spesi questi soldi"; quindi carta bianca totale per poter continuare la sua grancassa propagandistica.
Raggiunge poi il culmine della demagogia dicendo che a fronte di servizi resi questi soldi vengono dati; questi servizi vengono resi tramite la Regione o tramite i comuni: chi li controllerà? Si saprà attraverso il programma che deciderà la Giunta chiaramente, come ha detto l'Assessore, confortata e sostenuta dal Presidente non presente, che però attraverso l'Assessore fornisce, a noi che dobbiamo decidere, il suo sostegno e il suo conforto.
Bene, io non mi sento affatto confortato e non mi sento affatto confortato sulla possibilità che queste di risorse in valuta complementare possano essere utilizzate solo per l'acquisto di beni e servizi di prima necessità. Com'è pensabile di inserirsi in un circuito internazionale di moneta complementare (perché questo dovrà essere fatto vista la cifra che viene impegnata da una pubblica amministrazione) dicendo: "Però la spendi solo per comprare il pane, l'acqua e qualcos'altro".
Ora, davvero mi chiedo: possiamo usarli meglio queste risorse? Io sono sicuro di sì. Voterò a favore della soppressione di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS VINCENZO (P.D.). Anch'io sono favorevole alla soppressione di questo comma perché non mi sembra opportuno utilizzare la valuta complementare in questa fase. Fra l'altro noi non conosciamo la reale funzionalità di questo strumento, non la conosciamo. Teniamo conto - veniva detto anche ieri - che la SARDEX fattura 1 milione di euro; noi gli assegniamo 10 milioni di euro e tentiamo di intervenire su 10 mila disoccupati; ciò significa dare a questi 10 mila disoccupati 1000 euro all'anno che, distribuiti in 12 mesi, significa 83 euro al mese. Ma pensiamo realmente che con 83 euro al mese possiamo contrastare gli effetti negativi della disoccupazione?
Io credo che innanzitutto - senza demonizzare naturalmente lo strumento, perché la moneta complementare esiste anche in altri paesi, e in alcuni sta anche funzionando - che forse sia necessario procedere ad una piccola sperimentazione per vedere quali effetti possa sortire, quali aziende ci siano, quali servizi possano essere offerti all'interno del circuito SARDEX.
Io sono convinto che in questa fase chi conosce veramente le situazioni di disagio, chi ha il polso della situazione delle nostre comunità, siano i comuni. Ma diamo queste risorse ai comuni, vincoliamole realmente a interventi nel sociale, a interventi occupazionali, offriamo una boccata di respiro occupazionale alle nostre comunità!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, io raccolgo un po' i suggerimenti che sono venuti dagli interventi che mi hanno preceduto. L'onorevole Arbau afferma che questo può essere, per le imprese, un metodo su cui è necessario riflettere e sperimentare, e che quindi sarebbe più opportuno rinviarne l'esame all'atto della discussione del disegno di legge collegato.
Assessore, la pregherei di ascoltarmi, se è possibile, le devo avanzare una proposta, perché, stante anche quello che ci hanno detto, non c'è stata un'associazione di categoria che ha espresso parere favorevole a questo intervento.
Allora perché non spostiamo tutto al collegato per una sperimentazione che deve essere tutta in capo alle imprese invece di utilizzare questo strumento come ammortizzatore sociale? Perché ha ragione il collega Floris: noi con 10 milioni di euro non facciamo altro che elargire 4 mensilità di 250 euro. Noi abbiamo un problema gravissimo e ce lo troveremo di fronte nei prossimi giorni: l'anticipazione degli ammortizzatori sociali. Riversiamo queste risorse nell'intervento per l'anticipazione degli ammortizzatori sociali; 10 milioni non sono sufficienti ma possono comunque costituire un segnale.
Io lo chiedo anche ai Capigruppo: riflettiamo su questo perché è un tema e un problema che nelle prossime settimane dovremmo necessariamente affrontare. Utilizziamo i 10 milioni per le anticipazioni sugli ammortizzatori sociali; sarebbe molto più utile e molto più efficace. Poi non diteci che non si trovano le coperture finanziarie per un intervento che non è possibile rinviare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, colleghi, si parla tanto dei comuni come unici strumenti che possono offrire risposte dirette ed esaustive e poi si predispone questo stranissimo comma, entrando così "a gamba tesa" su situazioni di disperazione e di emergenza che vediamo e viviamo tutti i giorni. Io vi chiedo davvero di ritirare questo comma, che sa tanto di populismo e demagogia, perché 10 mila disoccupati avrebbero potuto ottenere risposte molto più serie se si fosse stata rispettata la dotazione finanziaria della legge regionale numero 6 del 2012, che è stata invece ridotta a 5 milioni di euro.
Del resto i comuni non hanno potuto spendere le somme dell'anno scorso esclusivamente perché la Giunta regionale ha emanato le direttive per l'avviamento dei disoccupati nel dicembre 2012. Questo veramente lo trovo paradossale, lo trovo contraddittorio nei termini. Questo comma è contraddittorio rispetto a ciò che avete fatto sul comma 3, quindi vi chiedo davvero di ritirarlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, non torno sul valore della moneta complementare, moneta che troviamo anche in altri 5 mila posti nel mondo e in diverse zone d'Italia, con sperimentazioni effettuate a livello comunale e regionale. Voglio invece domandare - lo chiedo all'Assessore - se non sia il caso di presentare un emendamento orale perché è evidente che il numero di 10 mila disoccupati era parametrato ai 20 milioni di euro; nel momento in cui abbiamo approvato la norma che riduce lo stanziamento a 10 milioni di euro riduciamo i beneficiari a 5 mila, altrimenti è evidente che c'è una sproporzione e che la norma non può avere efficacia o effetto.
Se le somme dovessimo assegnarle ai comuni si avrebbe un importo di 25 mila euro a comune; è evidente che non ha senso. Se dovessimo applicare il parametro del fondo unico daremmo 3,5 euro ad abitante e 10 mila euro a Comune. E' evidente che non ha effetto. Dovremo pensare all'utilizzo…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cuccureddu. Colleghi, vi pregherei di prendere posto, questo brusio è veramente fastidioso.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). La proposta di emendamento orale comunque è chiara, credo che la presenterà la Giunta perché è evidente che la norma è sperequata, oppure la modifica verrà apportata dagli Uffici in automatico, perché è chiaro che discende dalla norma precedente.
Per quanto concerne invece i Comuni, è evidente che queste persone dovranno essere al servizio dei Comuni - e mi auguro che la Giunta in questo senso intenda procedere - ma ricordiamoci che i Comuni hanno un limite, che purtroppo ci sono moltissime aree regionali dove i Comuni non possono fare il servizio civico, e sono tantissime (compresi gli usi civici a volte) dove una volta tanto, una tantum, potrebbero avere la possibilità di sperimentare il servizio civico. Quindi, ragioniamo sull'effetto di "mattoncino" per limitare l'effetto della globalizzazione e sperimentare anche in Sardegna, com'è stato fatto da altre parti, l'uso di monete complementari (che per legge non possono superare il 30 per cento del complesso delle risorse pubbliche, ricordiamocelo) e, d'altra parte, interveniamo anche in quelle aree, che abbiamo all'interno di quasi tutti i Comuni della Sardegna, che costituiscono residuati spesso abbandonati, e che sono proprietà regionali, demani regionali,.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Credo che questo provvedimento, con il suo carico di superficialità, approssimazione, demagogia, vanifichi il lavoro svolto in precedenza, il tentativo di procedere con provvedimenti in grado di offrire risposte concrete ai cittadini. "Dieci milioni di monete virtuali" il titolo di questo articolo; "10 milioni di euro sottratti ai reali bisogni": questo è il risultato.
Io credo, Assessore, che si arrivi in Consiglio con un provvedimento, come dire, un po' raffazzonato, superficiale, privo di quell'istruttoria necessaria per procedere davvero in questa direzione. Siamo di fronte a un provvedimento che blocca 10 milioni di euro, privando la Sardegna della possibilità di utilizzarli. Queste risorse andranno a residuo, perché non sarete in grado di utilizzarle e di spenderle attraverso nessuna gara di appalto. Oltretutto 10 milioni di euro sono risorse insufficienti per qualsiasi tipo di progetto innovativo come quello che pensate di portare avanti. Per cui io credo sia il caso, Assessore, di ritirare il provvedimento in questa fase e di rinviarlo a una discussione successiva.
Approfitto dell'occasione per confermare al collega Cuccureddu l'esattezza di quanto ho detto prima, ovvero che i soldi destinati ai Comuni per quanto riguarda il risparmio sull'IRAP vengano utilizzati senza il vincolo del patto di stabilità. Quando ho avuto modo di parlarne con l'onorevole Cuccureddu lui mi ha detto che avevo "ragione in parte" soltanto per non ammettere che ho ragione in toto .
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Sardigna Libera). Intervengo per commentare negativamente la proposta della Giunta. Noi, come Gruppo, avevamo presentato un emendamento, il numero 306, che riguardava proprio una rimodulazione e faceva riferimento al coinvolgimento pieno dei Comuni per la spesa di una somma anche superiore a quella che è indicata nel comma 4 dell'articolo 2. E' un modo più concreto, più serio, più immediato di spesa e di intervento che consente alle amministrazioni comunali di intervenire immediatamente. Noi dobbiamo spendere bene le scarse risorse che abbiamo. E il modo migliore per farlo è sempre rivolgerci agli enti locali.
Molti di coloro che sono intervenuti per chiedere alla Giunta il ritiro di questo comma hanno lunghe esperienze amministrative negli enti locali, quindi avvertono il disagio e la difficoltà con cui le amministrazioni comunali devono affrontare certe situazioni nei propri Comuni.
Quindi, io, accogliendo anche la proposta che è stata avanzata dal collega Cocco e dal collega Sabatini - che è quella di utilizzare queste somme per l'anticipazione sugli ammortizzatori sociali - individuo nel collegato alla finanziaria la possibilità di, con tutta calma e serenità, rimodulare questa opportunità di spesa e consentire che le risorse che noi abbiamo individuato per contrastare gli effetti negativi della disoccupazione giovanile (e femminile aggiungerei) siano spese sicuramente in modo più razionale e intelligente, con una ricaduta efficace sul problema che abbiamo centrato, e che inadeguatamente la Giunta affronta al comma 4.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, io interverrò solo sul comma 4, non sul successivo comma 5 che tratta sempre l'argomento della valuta complementare e ne consente l'utilizzo anche per entrate e riscossioni in capo alla Regione. Io sono tra coloro, Assessore, che ritiene questa un'iniziativa anche valida e importante, ma che richiede certamente dimensioni diverse e un approccio sperimentale. Credo che sia importante che la Regione possa trovare forme per sostenere e sviluppare l'utilizzo della moneta complementare, soprattutto in un contesto sociale e economico come questo, dove è difficile l'accesso al credito e dove è anche importante rafforzare i vincoli di comunità con interscambi tra un'azienda e l'altra.
Però, così come da voi concepita, l'iniziativa sa di facile demagogia legata al reddito di comunità. Perché, infatti, Assessore, insistere sull'approvare questa misura (che, mi sembra evidente dagli interventi, intanto non è applicabile perché ci vorrà un bando) e non, invece (al di là della destinazione di 10 milioni, che possiamo anche ragionare su dove metterli, magari anche nel fondo nuovi oneri legislativi o, come è stato anche richiamato dai colleghi, per gli ammortizzatori sociali) rinviare la discussione su come affrontare e potenziare questo strumento in sede di collegato? Sarebbe, come dire, un segnale di pulizia e di chiarezza, un modo per dimostrare di aver anche recepito il messaggio di non infarcire questa finanziaria di misure meramente propagandistiche che non verrebbero mai attuate nel corso dei prossimi mesi.
Certamente ciò renderebbe più snello il prosieguo del dibattito e ci permetterebbe di continuare quel percorso che abbiamo intrapreso per cercare di rendere sobria e concreta questa manovra. Vedo che lei però è in altre faccende affaccendata e quindi mi limiterò a votare per la soppressione del comma, considerato che l'ascolto ormai è prossimo allo zero.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, il tema della valuta complementare, a mio avviso, è stato interpretato e usato in modo assolutamente strumentale. Concordo sul fatto che non dobbiamo avere nessuna remora culturale ad affrontare il tema della moneta complementare (conosciuta tra le nostre imprese come SARDEX). L'utilizzo di questa moneta complementare locale, che si basa su sistemi di compensazione multilaterali (quindi partendo dalle imprese locali) può, infatti, rappresentare una risposta virtuosa alle problematiche delle imprese in materia di credito e di circolante, in quanto, partendo dal recupero della solidarietà e della reciprocità (che poi fanno parte delle nostre radici culturali ed economiche) consente di pagare prodotti e servizi agli aderenti senza usare la moneta tradizionale.
Quindi è un circuito economico sicuramente virtuoso che va assolutamente approfondito e sostenuto dagli enti pubblici, specialmente per le nuove imprese giovanili. E' un'opportunità che non va vista superficialmente solo come mero baratto. Poiché l'interpretazione che è stata data in quest'occasione andrebbe assolutamente rivista e reinterpretata io dichiaro la mia astensione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore Zedda, mi perdoni, mi presti attenzione, per carità, lo faccio con spirito costruttivo, mi creda. Ci hanno provato tanti colleghi, io provo ad amplificare quanto già sottolineato alla sua attenzione.
Allora, mi pare evidente, Assessore, che oggi abbiamo svolto un lavoro importante per provare a creare lavoro vero e abbiamo individuato nel sistema delle imprese e nel sistema delle autonomie locali i soggetti attraverso i quali si può provare a creare lavoro vero. E siamo stati tutti d'accordo. Lei è stata protagonista nel promuovere una iniziativa che ha prodotto quella pagina di cui lei stessa , in sede di replica, ha ricordato.
Lei sa meglio di me (come le hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto) che questi saranno 10 milioni che finiranno in conto residui. Allora Assessore, io insisto mestamente (ma non per questo con meno convinzione) perché so che lei non sta spingendo in questa direzione, ma so, come ci ha detto lei (che giustamente e costantemente si trova in un rapporto di "correntezza "con il Presidente) che questi 10 milioni servono solo e soltanto, solo e soltanto per propaganda (che non sta cercando lei) servono solo a questo, lo sappiamo tutti.
Allora io la invito ad esperire un ulteriore tentativo di persuasione nei confronti della Presidenza, al fine di mettere nella disponibilità dei comuni, delle imprese queste somme, altrimenti, come diceva Sabatini, il governo avrà difficoltà a trovare tutte le risorse per gli ammortizzatori sociali. Utilizziamole come anticipazione; lei che è stata Assessore dell'industria so che ha questa sensibilità e non credo voglia buttare risorse in questa maniera. La prego laicamente: insista e ritirate questo comma che davvero non merita (dopo il lavoro importante svolto sull'IRAP) di restare in piedi.
PRESIDENTE. Comunico che i colleghi Radhouan Ben Amara e Onorio Petrini sono rientrati dal congedo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 4 dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - COSSA - DE FRANCISCI - DEDONI - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MANCA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STERI - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: AGUS - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - ZUNCHEDDU.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - ARBAU - DESSI' - DIANA Mario - PLANETTA - PORCU - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 60
Astenuti 7
Maggioranza 31
Favorevoli 37
Contrari 23
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame del comma 5.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sul comma 5 non mi attardo, vorrei solamente far presente ai colleghi che questo comma è privo di copertura finanziaria. La Giunta, per semplificare, si propone di farsi pagare i tributi regionali e persino gli affitti sul patrimonio regionale in SARDEX. Io temo che anche qui, se non mettete in evidenza le risorse che devono coprire questa operazione, ci sarà un danno erariale. E' vero che lo potete fare, ma dovete prevedere la copertura finanziaria. Quel comma è privo di copertura e quindi va bocciato perché non si regge in piedi.
Noi per l'emendamento sull'IRAP abbiamo posto in essere una complessa operazione per trovare una copertura a una riduzione di entrata e dovete porla in essere anche voi, per forza!
E quindi quel comma non può stare in piedi perché è privo di copertura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Anch'io mi ponevo il problema di cosa ne potesse pensare la Corte dei conti sulla reale credibilità di un'entrata per un ente pubblico con moneta complementare derivante sia del pagamento delle tasse sia dagli introiti per la concessione di canoni. Davvero mi lascia molto perplesso.
Mi pongo anche un'altra domanda: cosa ne farà la Regione di questa moneta complementare introitata! Certamente, mi si dirà, la può ridistribuire negli anni successivi, non c'è però nessun'altra possibilità, posto che non può essere certamente utilizzata in nessun'altra maniera, per esempio per pagare fornitori di beni o servizi, perché ciò implicherebbe che i fornitori di beni e servizi siano solo quelli che entrano nel circuito della moneta complementare, e questo è assolutamente illegittimo. Per cui capisco la sostanza di questo comma, che serve a dare credibilità a tutto il castello demagogico che è stato costruito, però effettivamente mi pongo il problema del pericolo di vedere entrare ancora una volta a gamba tesa la magistratura contabile su quello che fa questo Consiglio, ed è questo l'aspetto più seccante.
Perché che possa sbagliare la Giunta (per quanto confortata e sostenuta dal Presidente) mi va bene, mi dispiace però se anche questo Consiglio (meno confortato e meno sostenuto) cade nello stesso errore, per cui voterò per la soppressione di questo comma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Non è stata ancora restituita l'Agenzia regionale per le entrate che avete soppresso alcuni anni fa, appena entrati al governo della Regione, e nelle more dell'istituzione dell'agenzia, è autorizzata la riscossione in valuta complementare di tributi regionali. E questo non è ancora il dato peggiore perché, in valuta complementare è contemplata anche la messa a reddito di porzioni del patrimonio immobiliare regionale. Cosa vuol dire Assessore? Che noi alieniamo parti del patrimonio immobiliare regionale e i contratti li definiamo in SARDEX? Mi sembra assolutamente un'assurdità!
Dal danno dell'accantonare 10 milioni di euro sul comma 4 testé approvato dalla maggioranza, adesso stiamo passando alla beffa di individuare addirittura contrattazioni per l'alienazione del patrimonio immobiliare della Sardegna da farsi pagare in SARDEX. Per carità, assessore Zedda, faccia la cosa più giusta che è possibile fare di fronte a questa assurdità: ritirate il comma 5; è la cosa più seria che possiate fare.
PRESIDENTE. Comunico che la copertura finanziaria è di 500 mila euro a valere sul FNOL.
(Interruzione del consigliere Sanna Gian Valerio)
PRESIDENTE. La copertura finanziaria è sempre stata concessa sia per gli emendamenti…
(Interruzioni)
Onorevole Sanna, adesso facciamo un approfondimento.
Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). Il mio voto è contrario a quest'articolo perché, secondo me, noi stiamo mettendo a rischio un circuito importante (quello del SARDEX ) che costituisce una delle poche idee brillanti che è stata messa in giro nel mondo economico sardo. E sbagliamo tutti a citare il SARDEX quando nei testi della finanziaria si parla di moneta complementare. Attenzione a non creare un danno ad un circuito molto, ma molto importante.
Io invito la Giunta a ritirare il comma 5 perché i rilievi che sono stati posti dai colleghi dell'opposizione sono tutti fondati e non vi è nessuna utilità a sperimentare l'utilizzo della moneta complementare attraverso la riscossione dei tributi.
PRESIDENTE. Assessore, non c'è copertura finanziaria!
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, per non perdere tempo…
PRESIDENTE. Proseguiamo con la votazione degli altri commi dell'articolo.
PITTALIS (P.d.L.). Esattamente, così verifichiamo.
PRESIDENTE. Bene, sospendiamo il comma 5, passiamo al comma 7.
Onorevole Sanna lei mi ha chiesto una votazione per i primi tre commi, una per il 4, una per il 5, una per il 7 e poi per il restante un'unica votazione.
Quindi rimane l'8 perché il 6 è soppresso.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo sul comma 5, Presidente. Riterrei che, proprio perché manca la copertura finanziaria - e ho capito che non c'è disponibilità da parte dell'opposizione per concedere un'integrazione - non sia il caso di perdere tempo: consideriamolo decaduto.
PRESIDENTE. Decade il comma 5.
Metto in votazione il comma 7.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, poi, eventualmente, per dichiarazione di voto.
Il comma 7 è stato modificato attraverso un emendamento orale, che recita: "Per fronteggiare l'emergenza sociale è autorizzata nell'anno 2013, a valere sull'UPB S0503007, la spesa di euro 5 milioni destinati alla costituzione di un fondo di garanzia a favore delle famiglie". Se il testo è questo non posso che votare contro perché la proposta è valida ma non è specificato in che maniera questo fondo poi viene esternalizzato. Non possiamo concedergli carta bianca.
Voi chiedete al Consiglio di congelare 5 milioni per creare un fondo di garanzia a favore delle famiglie, dopo di che la Giunta regionale, con propria deliberazione, dovrebbe adottare una proposta per definire i criteri del riparto delle risorse tra i comuni, ma non si specificano i criteri con cui devono essere assegnati, a favore di quali famiglie, con quale reddito, in quali condizioni di difficoltà economica.
Insomma, io credo, Assessore che, lei sarà poco attenta e ha anche ragione, d'altronde siamo qui per parlare, e quelli come me che non sono né confortarti né sostenuti parlano a vuoto, però credo che questo Consiglio non possa approvare il suo emendamento orale perché non indica come questi soldi verranno utilizzati. Basterebbe precisare che la delibera adottata dall'Assessore, che deve determinare i criteri non solo per il riparto delle risorse tra i comuni ma anche i criteri per l'utilizzazione del fondo, debba passare quanto meno al vaglio di una Commissione consiliare. Tanto più che sappiamo che se entro quel determinato periodo non verrà espresso il parere comunque la delibera sarà efficace. Cerchiamo allora di garantire almeno un minimo di trasparenza e di credibilità a ciò che votiamo. Il testo così com'è troverà me assolutamente contrario all'approvazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo sull'ordine dei lavori. Chiedo ai colleghi se sono d'accordo, siccome ha una sua autonomia, di spostare il comma 7 all'articolo 4, così abbiamo modo di riflettere e di fare qualche puntualizzazione, anche alla luce di quanto detto dal collega Campus.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni il comma 7 è spostato all'articolo 4.
PRESIDENTE. Metto in votazione il comma 8. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 150.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Perché l'emendamento numero 150 viene votato prima dell'emendamento numero 113?
PRESIDENTE. Perché sono in ordine di presentazione. Io ho già specificato prima e ho fatto presente all'Aula che se viene bocciato decade anche il 113.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Va bene, io vorrei formulare anche una proposta alla maggioranza, che è quella di votare l'emendamento numero 113 (che a noi va bene perché replica la prima parte dell'emendamento numero 150 in termini diversi) con una modifica di cui dirò in seguito. Chiediamo, inoltre, di votare a parte l'ultimo capoverso dell'emendamento numero 150, perché rappresenta qualcosa di diverso che non è contenuto nell'emendamento numero 113.
Noi dobbiamo, infatti, assumere l'impegno morale di non variare ogni anno le quote che spettano a queste associazioni, ma di mantenerle uguali se non per 5 anni, per 3 anni, evitando così che ogni anno queste persone siano costrette a venire a chiedere l'elemosina! Questo era l'impegno che avevamo preso. Io vi chiedo di apportare anche un'altra innovazione al nostro bilancio: quella di quella di iscrivere questi contributi (stabilirete voi l'elenco delle associazioni, qui c'è un'indicazione di massima, non m'interessa, mi interessa che lo definiate voi con delibera della Giunta) sotto la denominazione "spese obbligatorie ad alto valore sociale".
Relativamente alla modifica all'emendamento numero 113, a cui accennavo prima, se noi dobbiamo dare il 10 per cento rimanente dopo la presentazione del consuntivo quelle somme vanno a residuo (perché chiaramente il consuntivo viene fatto a fine esercizio); siccome noi il 10 per cento glielo vogliamo dare entro l'esercizio, proporrei che l'ultima parte venisse letta così: "erogabile entro i 60 giorni dalla data di presentazione di autocertificazione del legale rappresentante attestante il corretto impiego delle risorse già percepite".
Dopodiché, chiedo ai colleghi di considerare l'ultimo capoverso dell'emendamento numero 150 aggiuntivo all'emendamento numero 113 e, come tale, possiamo anche votarlo separatamente, quindi ritornare a votare l'emendamento numero 113 e poi votare l'ultima parte perché la prima parte la ritiro io in funzione dell'emendamento numero 113.
PRESIDENTE. Votiamo prima l'emendamento numero 113 e poi l'ultimo capoverso dell'emendamento numero 150. L'emendamento numero 113 possiamo votarlo secondo la formulazione proposta dall'onorevole Sanna per togliere il riferimento alla presentazione del consuntivo?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, votiamo l'emendamento numero 113 così come è formulato, poi votiamo per parti il capoverso dell'emendamento numero 150, l'ultimo capoverso, ma lo votiamo a parte.
PRESIDENTE. Ma io stavo dicendo un'altra cosa, onorevole Pittalis, su questo siamo già d'accordo. L'onorevole Gian Valerio Sanna, sull'emendamento numero 113 ha proposto un emendamento orale affinché nell' emendamento numero 113 venisse tolto il riferimento al consuntivo. Poiché non vi sono opposizioni la proposta di presentazione di emendamento orale è accolta.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ultimo comma dell'emendamento numero 150.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARBAU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - MULAS - OBINU - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - TUPPONI - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - BARDANZELLU - CAPPAI - CHERCHI - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - FLORIS Rosanna - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STERI - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - DESSI' - PLANETTA - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 62
Astenuti 5
Maggioranza 32
Favorevoli 28
Contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 17.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole ma anche per rivolgere all'assessore De Francisci una domanda. Questo è un provvedimento a favore di quegli istituti che erogano prestazioni residenziali e semiresidenziali di riabilitazione; si tratta delle quote sociali che generalmente vengono anticipate dalle ASL con determinazione dell'Assessorato della sanità. Ancora quest'anno non è stata fatta questa determinazione nelle more di una procedura che comunque è in atto e che riguarda anche la ripartizione della quota a favore dei Comuni. Io pertanto domando all'Assessore De Francisci se c'è un impegno da parte sua a fare in modo che, com'è avvenuto nello scorso anno, ci sia una determina dell'Assessorato che di fatto, immediatamente (perché ci sono delle situazioni davvero gravi) disciplini questa materia. Se questo impegno c'è noi ritiriamo l'emendamento, diversamente lo manteniamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Sì, Presidente, c'è un impegno in tal senso, ne abbiamo già parlato onorevole Bruno, quindi può ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 114.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, volevo solamente far presente all'Aula che questo emendamento è praticamente identico al nostro, all'emendamento numero 177, ma è formulato - lo devo riconoscere - in maniera più completa. Pertanto ritiriamo il nostro emendamento perché è compreso in questo.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 177 è ritirato.
Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare naturalmente il voto favorevole su questo emendamento. E' un emendamento che onora un impegno assunto dall'Assessore in una serata molto complicata in Assessorato, per far fronte alle esigenze di persone che soffrono, ma che con dignità e con forza dimostrano che è possibile portare avanti battaglie condivise anche attraverso l'attività politica.
Senza voler fare della retorica quest'emendamento vale l'emendamento che abbiamo votato sull'IRAP. La ringrazio Assessore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 114. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 169.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo è un emendamento che, in un'altra ora, ci avrebbe impegnato in una discussione piacevole, ma siccome io sono una persona seria, ritiro anche questo emendamento perché manca la copertura finanziaria.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 173.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, questo emendamento che ho proposto e che ha ricevuto il parere negativo dell'Assessore, affronta un problema estremamente grave che sta investendo i Comuni della Sardegna, in particolare i Comuni che, pur essendo a bassa densità di popolazione, presentano molti casi di SLA o di persone in situazioni gravi che hanno necessità di ritornare a casa.
Come sapete, quando governavamo noi avevamo introdotto il progetto "Ritornare a casa" e avevamo deciso che i comuni vi avrebbero dovuto partecipare per almeno il 20 per cento con risorse proprie. Adesso però, con l'aumentata incidenza di questa patologia, è difficile per un comune piccolo, che magari conta quaranta malati, poter sborsare 200 mila euro. Allora su questo noi stavamo cercando di intervenire per attribuire i poteri di regolamentare la materia nell'urgenza alla Giunta, e nel frattempo poter concedere autorizzazione a far partire comunque i piani per la quota dell'80 per cento, perché i soldi sono stati già stanziati, ma manca la regolamentazione.
Assessore, non so quale sia il suo parere, ma noi volevano offrirle uno strumento per soccorrere i Comuni in difficoltà e per dare l'autorizzazione per poter iniziare a fare i piani secondo le necessità. Tutto qui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Onorevole Espa, la Giunta è assolutamente consapevole delle difficoltà che stanno affrontando molti comuni, soprattutto sul progetto "Ritornare a casa". Io le chiederei di ritirare questo emendamento, eventualmente rimandandone la presentazione al collegato, nel frattempo l'impegno della Giunta è quello di incontrare l'ANCI ed eventualmente fare con l'ANCI una valutazione in tal senso. Se lei ritira l'emendamento la norma può essere ripresentata in sede di collegato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Sì, va bene. Io tra l'altro ho grande fiducia nel Presidente dell'ANCI, oltre che nell'assessore. Oltretutto metterlo al voto sarebbe stupido, quindi va bene. Pertanto ritiro l'emendamento.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 388.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, con questo emendamento si vuole richiamare il consiglio agli impegni (cui si è riferito prima anche l'onorevole Gian Valerio Sanna) assunti in Commissione. I colleghi ricorderanno che noi in Commissione, in sede di audizione delle due federazioni interessate, abbiamo accolto la loro disponibilità di dividere in parti uguali il finanziamento. Non comprendo pertanto perché questo impegno, assunto all'unanimità in Commissione bilancio, non si ritrovi nel testo dell'emendamento.
Ecco perché nell'emendamento all'emendamento abbiamo aggiunto la seguente frase: "il riparto delle risorse deve essere determinato in parti uguali tra le organizzazioni aventi diritto". Faccio appello al Presidente della Commissione perché sia garante dell'impegno assunto in commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per confermare che l'impegno di cui ha parlato il collega Diana è stato assunto formalmente dalla Commissione.
Io chiedo al collega Rodin, che è il primo firmatario dell'emendamento numero 12 e che era presente al momento dell'audizione delle associazioni che hanno manifestato la disponibilità ad inserire questa ripartizione, e che hanno peraltro con soddisfazione preso atto della volontà espressa dalla Commissione stessa, se non ritenga che sia assolutamente contraddittoria la posizione…
(Interruzione)
Ah, c'è un parere favorevole? Perfetto, prendo atto del fatto che c'è un parere favorevole ed esprimo soddisfazione per questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Questo argomento è stato oggetto di discussione in Commissione, dove si era concordato che la materia dovesse essere oggetto di emendamento a firma di tutti i consiglieri e non di due soli consiglieri. In particolare si era concordato di aggiungere tutte le firme all'emendamento Rodin, per cui invito il collega Espa a ritirare il suo emendamento e a votare l'emendamento Rodin.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fois per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Intervengo per confermare che la Commissione si era espressa all'unanimità, con l'impegno, ribadisco quanto detto dal collega Steri, di presentare un emendamento a firma di tutti. Quindi, questo è l'impegno e io non posso che confermare quanto è emerso dai lavori in Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rodin per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RODIN (Fratelli d'Italia). Sarò breve. I soggetti beneficiari del contributo sono due e questi soggetti hanno rappresentatività e presenza nel territorio diversa. A seguito di richiesta dell'Assessorato nel primo anno di riparto del contributo l'Assessore pervenne alla conclusione di assegnare il 60 per cento all'associazione più rappresentativa e il 40 all'altra. Oggi si vuole modificare questo criterio ma l'opposizione non ha addotto alcuna motivazione per giungere a un criterio diverso. Quindi è assolutamente immotivato ripartire in parti uguali, non c'è motivazione alcuna.
Se la richiesta fosse sostenuta da una motivazione l'Assessore della sanità competente potrebbe pervenire a un riparto diverso, però bisogna assolutamente fornire i dati da cui si possa evincere che è più giusto ripartire in parti uguali. Io ritengo che sia del tutto n conferente in sede legislativa ripartire questo contributo in maniera che può variare nel tempo in base alle dimensioni che le due associazioni hanno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Io sono assolutamente d'accordo con l'onorevole Steri sul fatto che questo emendamento è un emendamento che deve essere firmato da tutti, ovviamente se nessuno lo presenta non può essere firmato, questo è chiaro. Io ho aspettato fino all'ultimo momento, e sono d'accordo ad aggiungere le firme all'emendamento …
(Interruzione del consigliere Steri)
ESPA (P.D.). No, io lo rispetto l'accordo, perché se io non presento l'emendamento non si discute l'argomento…
(Interruzione del consigliere Steri)
ESPA (P.D.). Non è così, l'emendamento numero 12 è frutto di un ragionamento fatto insieme. Scusi onorevole Steri, qui nessuno è scorretto, glielo dico perché faccio seguito a quello che ha sottolineato molto bene il mio Capogruppo. Noi abbiamo fatto una cortesia, citando anche il Presidente della Commissione come garante, poi l'onorevole Rodin è entrato nel merito e adesso stiamo parlando di due aspetti diversi: una cosa è la forma, una cosa è il merito.
Io, onorevole Rodin, non sono d'accordo con lei perché in Commissione i dirigenti di una delle organizzazioni, hanno detto "noi vogliamo il 50 per cento diviso in due". Quindi, ribadendo il concetto già espresso dall'onorevole Steri, il concetto espresso dal Presidente, noi siamo d'accordo ad unificare le firme, e quindi anche a ritirare il nostro emendamento, ma lasciando 50 e 50.
Su questo siamo chiamati a pronunciarci, se poi non siete d'accordo sul 50 e 50 è un altro argomento, non è un problema di firme. Noi possiamo anche ritirare la firma, non è un problema, il problema è che poi per 100 mila euro non si faccia questa discussione che mi sembra eccessiva. Io chiederei, se fosse possibile e se l'Assessore fosse d'accordo, di sospendere l'esame dell'emendamento, per capire com'è la situazione…
PRESIDENTE. L'Aula non è d'accordo, quindi proseguiamo.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo per chiarire. Noi siamo d'accordo - il Presidente della Commissione bilancio lo ha detto - ad integrare con le firme di tutti i componenti della Commissione bilancio (perché questo era stato l'accordo) l'emendamento che ha come primo firmatario Rodin. Stiamo prevedendo l'integrazione dei 100 mila euro, qual è il problema?
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). La suddivisione.
PITTALIS (P.d.L.). Su questo aspetto, per essere chiari, in Commissione avevamo raggiunto un punto di mediazione con questo emendamento Rodin, e quindi su questo noi siamo d'accordo.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 12, integrato con le firme dei componenti della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Il nostro voto, nonostante tutto, è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il mio voto a favore, però voglio che rimanga agli atti che io sto disattendendo un impegno assunto con le due associazioni dei ciechi, che rappresentano il 100 per cento dei non vedenti in Sardegna, che sono andate via dalla riunione dicendo che manifestavano soddisfazione perché la Commissione aveva accolto anche la ripartizione al 50 per cento del contributo: metà all'una e metà all'altra.
Voglio che rimanga agli atti che non voglio avere la responsabilità di dovermi rimangiare la parola data in Commissione, cioè in sede ufficiale, con le due associazioni dei ciechi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, a me dispiace, ho quasi pudore a intervenire nuovamente su questo emendamento. Mi dispiace che si sia voluto travisare quanto, con grande onestà intellettuale, con coerenza - lo dico soprattutto al collega Pittalis - ha riferito il Presidente della Commissione bilancio. Perché sapete perfettamente (comunque ci sono le registrazioni) che su proposta delle due federazioni di mantenere invariato lo stanziamento di 100 mila, l'associazione, la federazione che percepiva una percentuale maggiore del 50 per cento si è resa disponibile ad accettare una ripartizione in parti uguali, e quella proposta, anche con commenti di grande apprezzamento, è stata accettata all'unanimità dalla Commissione bilancio così come ha riferito il Presidente della Commissione.
Mi dispiace, la mia firma sull'emendamento Rodin non c'è per questa ragione, perché qui stiamo disattendendo ad un impegno unitario della Commissione e mi vergogno che si voglia, ripeto, strumentalizzare una cosa del genere. Quindi io mi asterrò su questo ma chiedo di non apporre la mia firma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fois. Ne ha facoltà.
FOIS (Riformatori Sardi). Presidente, capisco, però gli impegni sono impegni. I rappresentanti non sono venuti per chiedere un euro in più, sono venuti per accogliere la richiesta della distribuzione equa dell'importo, quindi sono due questioni totalmente diverse. L'impegno è stato preso e va mantenuto. Anche se è una cifra piccola riguarda però persone che vivono una vita abbastanza disagiata; li abbiamo accolti, li abbiamo ascoltati, credo che non dobbiamo in nessun modo vanificare l'impegno preso in quella occasione.
PRESIDENTE. Onorevole Fois, su questo l'Aula ha già votato, si è già espressa e non è più possibile fare niente perché non si può procedere a votazioni contrastanti con precedenti deliberazioni, è stato già bocciato l'emendamento Espa quindi votiamo l'emendamento numero 12.
PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 12.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cocco Pietro e Dessi' hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - AMADU - ARBAU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BEN AMARA - BIANCAREDDU - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CORDA - COSSA - CUCCU - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DESSI' - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MANCA - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITEA - PITTALIS - PORCU - RASSU - RODIN - SABATINI - SANJUST - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SECHI - STERI - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: PLANETTA - SANNA Giacomo.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - COZZOLINO - DEDONI - DIANA Giampaolo - MARIANI - MULA - SALIS - SOLINAS Antonio - STOCCHINO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 69
Votanti 60
Astenuti 9
Maggioranza 31
Favorevoli 58
Contrari 2
(Il Consiglio approva).
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 175. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Dichiaro il voto a favore del mio Gruppo e chiedo la votazione nominale.
ESPA (P.D.). Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Espa, su questo non transigo. Io ho guardato quando ho dichiarato aperta la votazione, e lei si è iscritto dopo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 175.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Pisano, Rassu e Stochino hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARBAU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Vincenzo - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - MULAS - PITEA - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - STERI - STOCCHINO - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MULA - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STOCHINO - TOCCO - TUPPONI - ZEDDA Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - DESSI' - PLANETTA - SANNA Giacomo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 62
Astenuti 5
Maggioranza 32
Favorevoli 27
Contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 176.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, questo emendamento, di cui propongo di sopprimere la parte che va dalle parole "non sono assistibili " in poi, diventa un'integrazione della prima parte del comma 3 dell'articolo 7 della legge regionale numero 20 del 1997. E' un emendamento che è quasi identico a quello proposto dalla collega Greco, (che io, peraltro, ho anche firmato) di cui i colleghi di maggioranza non hanno colto la natura tecnica e che …
(Interruzioni)
Presidente, non riesco a parlare; è un argomento serio che richiederebbe attenzione.
PRESIDENTE. Colleghi, mancano due emendamenti, per cortesia… Prego onorevole Espa.
ESPA (P.D.). L'emendamento nasce da una esigenza eminentemente tecnica che si pone in linea anche con una proposta di legge presentata da tutti i Capigruppo, quindi non capisco perché questa bocciatura. In sostanza si propone di adeguare la normativa sarda alla normativa nazionale in materia dove la figura dell' amministratore di sostegno ha praticamente sostituito le ormai obsolete procedure di interdizione per le persone con disabilità, alle quali anche la nostra legge regionale numero 20 del 1997 si riferisce in quanto antecedente all'approvazione della legge sull'amministratore di sostegno del 9 gennaio 2004. In attesa di un adeguamento della stessa attraverso una prossima proposta di legge, l'emendamento quindi tutela anche gli adulti con amministratore di sostegno che altrimenti sarebbero rimasti fuori.
Quindi questo emendamento non comporta nessun aggravio di spesa, serve solo ad impedire che persone che si trovano in situazioni di gravi difficoltà relativamente alla salute mentale rimangano fuori dall'area di intervento.
Si tratta di un provvedimento richiesto dai giudici tutelari di tutta la Sardegna, e riconosco all'onorevole Greco di aver lavorato in questa direzione e anche di averlo promosso.
PRESIDENTE. E' stata già bocciata la proposta Greco per cui non è ammissibile la proposta di emendamento orale che sta avanzando. Pertanto o si vota secondo questa formulazione…
ESPA (P.D.). Allora lo ritiro, lo spostiamo al collegato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Sull'emendamento Greco c'è stato un errore dell'Aula per la stanchezza. Quindi, nonostante mi renda conto che la richiesta sia irrituale, può essere rimesso in votazione se c'è il consenso di tutta l'Aula?
PRESIDENTE. Assolutamente no! Non creo un precedente di questo tipo. Ha domandato di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
GRECO (P.d.L.). Intervengo solo per dire che l'avremmo ripresentato con il collegato; tutto qui.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 240. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Io vorrei chiedere all'Aula di prestare molta attenzione a questo emendamento, perché noi stiamo sottovalutando pericolosamente la situazione che andrà a verificarsi da qui a qualche mese. Noi abbiamo circa 33 mila sardi che dovranno accedere agli ammortizzatori sociali e chiediamo all'assessore se lei abbia contezza di quali risorse si possano avere per dare copertura alle indennità dovute a queste persone. Quindi, con l'emendamento al comma 2 si stabilisce semplicemente che "la Regione opera, nell'ambito della convenzione con l'Istituto nazionale di previdenza sociale, con trasferimenti a favore del medesimo Istituto che provvede al pagamento dei benefici ai destinatari finali, anche a titolo di anticipazione".
Sappiamo già che a livello nazionale si sta procedendo ad approvare dei fondi che vengono messi a disposizione per questo gravissimo problema. Io credo che l'Aula debba prestare attenzione a questo emendamento e che possa anche venire approvato, perché noi, davvero, stiamo andando incontro ad una destrutturazione del sistema sociale che fra 2 o 3 mesi potrebbe davvero esplodere in maniera preoccupante. Credo davvero che non sia il caso di sottovalutare oltre il problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
. Anche io, come ha fatto Daniele Cocco, invito voi tutti a riflettere su questo aspetto. In questi giorni abbiamo fatto cose buone e cose meno buone, ma se dovessimo approvare questo emendamento, o comunque, in ogni caso, raccogliere solidarietà dell'Aula intorno a questo problema che noi, attraverso l'emendamento, abbiamo voluto sollevare, faremmo cosa buonissima.
Noi, su questo problema, suoniamo un campanello d'allarme. Badate che la volontà del Governo, già in qualche modo manifestata, non sarà sufficiente a mettere a disposizione, entro il 30 giugno di quest'anno, le risorse. A molti questo emendamento non interessa, perché ritengono che i problemi di chi vive e sopravvive con i fondi della cassa integrazione non li riguardino. Come diceva qualcuno: "Chi te la rogna, che se la grati", ma non è così, perché sono situazioni che possono creare veramente problemi di carattere sociale, in una realtà già duramente provata come la nostra.
Abbiamo voluto sottolineare con questo emendamento un problema, di cui tutti, ad iniziare dalla Giunta, devono farsi carico. Questo è un provvedimento che vuole mettere in evidenza il disagio di oltre 30 mila lavoratori sardi in cassa integrazione. Gli ammortizzatori sociali servono a non gettare nella disperazione gente che non ha altre risorse; noi vorremmo che voi tutti vi faceste carico, che tutti insieme riconoscessimo attenzione a un problema come questo, e tutti insieme ci adoperassimo per avere, al 30 di giugno, le risorse per operare una sorta di anticipazione, come dice l'emendamento, delle somme che devono essere messe a disposizione per garantire un passaggio delicato in un momento difficile per oltre 30 mila sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS VINCENZO (P.D.). Siccome stiamo parlando di un problema molto delicato che riguarda 33 mila lavoratori, e visto che fra l'altro noi, con l'approvazione dell'emendamento sull'IRAP, siamo intervenuti per garantire le imprese operative e l'occupazione di quelle imprese, dovremmo effettuare una riflessione attenta su questi lavoratori che hanno perso il lavoro e che, purtroppo, rischiano di non avere più nemmeno gli ammortizzatori sociali.
Io sarei del parere, Assessore, visto che manca l'Assessore del lavoro, di spostare questo emendamento alla discussione che faremo all'articolo 4 e, nel frattempo, magari avviare una riflessione, tutti assieme, anche con l'Assessorato del lavoro, per vedere se riusciamo a dare una risposta a questa situazione di grave disagio che vivono questi lavoratori e le loro famiglie.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, l'emendamento numero 240 è spostato all'articolo 4. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 20 e 11.