Seduta n.219 del 29/06/2011
CCXIX Seduta
Mercoledì 29 giugno 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 04.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 16 giugno (212), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Domenico Gallus, Giovanni Mariani, Antonio Pitea e Antonio Solinas hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 giugno 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Custodia e mantenimento in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis". (287)
PRESIDENTE. Considerate le poche presenze in aula sospendo la seduta per 10 minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 06, viene ripresa alle ore 16 e 22.)
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Maninchedda ha chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 giugno. Poiché non ci sono opposizioni, il congedo si intende accordato.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale del disegno di legge numero 71.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, colleghi, formalmente è all'esame di quest'Aula il disegno di legge numero 71, che ha come proponente la Giunta regionale nella persona del precedente Assessore degli affari generali, dottoressa Corona. E' un provvedimento - com'è stato giustamente anche evidenziato - che risulta datato nel tempo, perché presentato il 24 settembre 2009 e esitato dalla prima Commissione nel marzo del 2010.
Si è, da parte di alcuni, tentato di muovere una critica al provvedimento, senza però tenere conto di un dato che io vorrei richiamare: che questo provvedimento, probabilmente - anzi, sicuramente - rispondeva ad esigenze che in quel momento particolare si erano evidenziate. Bene fece l'assessore Corona, in relazione alle contingenze di allora e anche alle esigenze e alle emergenze, a ipotizzare alcune modifiche alla legge numero 31 del 1998, alcuni correttivi sempre nell'ottica di razionalizzare l'organizzazione della "macchina" regionale. In quest'ottica, dunque, va letto il provvedimento oggi all'esame.
Non deve, a mio avviso, sorprendere o creare imbarazzo, neanche tra i banchi di questa maggioranza, la posizione dell'assessore Floris, posizione che ritengo vada non solo rispettata, ma letta nella sua giusta accezione. Se non ho capito male, l'assessore Floris dice: "Badate, questo provvedimento contiene delle modifiche alla legge numero 31 del 1998, questa Giunta "- se non ho inteso male il significato delle dichiarazioni dell'onorevole Floris -" sulla legge numero 31 è in fase ormai avanzata e dunque siamo pronti per presentare al Consiglio un'ipotesi di modifica". E allora, anziché procedere con (per quanto anche fondati) isolati interventi che non danno conto di una modifica organica della "31" sarebbe meglio affrontare le questioni che attengono alla "31" nell'ambito di questo processo che, allora sì, veramente potremmo chiamare processo riformatore.
Mi auguro però, assessore Floris, che questo lavoro, se, come mi sembra di aver capito, è già in fase di compiuta definizione, pervenga quanto prima al Consiglio perché l'Aula e la Commissione se ne possano occupare.
Detto tutto questo e fatta questa breve premessa, dobbiamo anche, con altrettanta franchezza, non insistere nelle mezze verità o nelle mezze bugie, perché questo disegno di legge di per sé ha oggi la valenza che ha, perché rappresenta il testo sul quale sono stati o verranno - scusate il termine poco tecnico - "scaricati" quei 150-200 emendamenti che nel corso della discussione sul collegato consiglieri regionali, gruppi politici di maggioranza e di opposizione hanno presentato.
E allora diciamo che il disegno di legge numero 71 non è la riforma della "31", né vuole essere la riforma della "31", ma vuole essere il contenitore omnibus di tutte quelle istanze, di quelle proposte, di quelle previsioni di stabilizzazioni e quant'altro che i consiglieri regionali di tutti i Gruppi hanno già ipotizzato nel corso della discussione del collegato, dove abbiamo assistito a una inflazione di emendamenti incredibile. Anche qui però, assessore Floris, la Giunta deve chiarire, perché non possiamo far finta di niente.
Qui c'è un'aspettativa, un'aspettativa di tutto il Consiglio regionale perché nella discussione sul collegato si è detto che gli emendamenti sull'organizzazione della Regione, sul personale e sulle stabilizzazioni avrebbero trovato la giusta allocazione in questo provvedimento. Quindi è limitatamente a questo aspetto che noi oggi, a mio avviso, siamo investiti, e siccome si è creata un'aspettativa la risposta non può essere, da questo punto di vista, semplicemente il ritiro di questo provvedimento.
Il ritiro del provvedimento determinerebbe che tutti quegli emendamenti che dovevano trovare giusta allocazione in qualche testo verrebbero rimandati a data da destinarsi. Ripeto, stiamo parlando non della riforma della legge numero 31, ma di emendamenti, quelli che appunto abbiamo già avuto modo di conoscere nel corso della trattazione del collegato.
Certo, l'impostazione non è delle migliori perché in questo modo, senza un confronto preliminare all'interno della maggioranza e senza un confronto nel rapporto tra maggioranza e opposizione, si arriverà a esaminare emendamenti che ancora neppure conosciamo, e che se dovessero essere quelli presentati nel corso del collegato porrebbero davvero seri problemi. In che direzione vogliamo fare andare la Regione e il sistema pubblico? Perché ci sono sicuramente istanze nobili, ci sono sicuramente questioni che si tramandano di legislatura in legislatura o di finanziaria in finanziaria…
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche di generazione in generazione.
PITTALIS (P.d.L.). …e anche forse di generazione in generazione, ma ci sono anche molti emendamenti che anziché risolvere questioni di carattere generale, talvolta risolvono qualche aspetto di carattere anche troppo individualistico.
Il rischio qual è? Che in una materia complessa come quella che attiene al personale - e già un grave sbaglio, secondo me, l'abbiamo fatto anche nel corso del collegato - si utilizzino criteri e strumenti differenti a seconda di chi li propone, perché se provengono da qualche Gruppo hanno accesso facile, se vengono da qualche consigliere possono avere un iter un po' più travagliato e così via. Siccome la materia è delicata perché poi si rivolge sempre a delle persone (sulle quali forse dovremmo far cadere una volta per tutte, anche nel confronto, le pregiudiziali di carattere politico e di appartenenza) sarebbe opportuno che ci mettessimo tutti nella condizione serena di affrontare il problema sapendo che dobbiamo trovare soluzioni, ma soluzioni che non mandino in bancarotta il sistema, che non lo appesantiscano, che non creino un sistema di zavorre, che soprattutto rispondano a principi di efficienza e di buona amministrazione.
Nel collegato noi abbiamo stabilizzato alcuni precari. Cosa significa? Significa che ci sono precari di serie A e precari di serie B, perché ne abbiamo tralasciato tanti altri. Noi andremo ad affrontare il problema del precariato in questo disegno di legge con alcuni emendamenti che verranno presentati. E allora anche qui dobbiamo decidere, perché se ci mettiamo nell'ottica di stabilizzare allora stabilizziamo tutti, non possiamo operare distinzioni tra quelli del comparto "x" e quelli del comparto "y" e non possiamo certamente stabilizzare chi ha gli occhi azzurri piuttosto di chi ha gli occhi castani. Questo sia chiaro perché non ci stiamo a ipotizzare "fotografie" che davvero hanno il sapore di un provvedimento di bassissimo profilo, pasticciato, che risponde ad altre logiche, che sarebbe solo eufemistico definire tipicamente clientelare.
Allora, se si vogliono recuperare quelle proposte (e non m'interessa se provenienti dai banchi della maggioranza o dell'opposizione) che possano rispondere a un obiettivo di migliore efficienza dell'amministrazione e a individuare soluzioni serie per il mondo del lavoro, noi siamo pronti al confronto. Siamo contrari a sanatorie indiscriminate, siamo contrari all'ipotesi di poter fare tutto e il contrario di tutto, come purtroppo una veloce lettura di quella mole di emendamenti, compresi quelli che sono stati proposti da settori della maggioranza, lascia intravedere.
Allora, ecco perché, con lo spirito con il quale la prima Commissione lavora, siamo pronti, lo ribadisco, assessore Floris, ad accogliere il testo di riforma della "31" e siamo pronti ad aprire quindi un ampio confronto tra le forze politiche con il sistema delle organizzazioni rappresentative del comparto pubblico. Così come siamo pronti e disponibili, anche in relazione alle iniziative che verranno assunte per quanto riguarda gli aspetti del provvedimento che stiamo trattando, ad occuparcene ma con il rigore che questa materia richiede.
Mi fermo qua, mi dispiace che non ci sia l'onorevole Maninchedda, perché certamente non mi sarebbero mancate stasera le parole per rispondere alla polemica e all'insulto del quale sono stato destinatario nella scorsa seduta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il Consiglio - l'hanno già detto altri colleghi che mi hanno preceduto - è impegnato da stamattina nella discussione del disegno di legge numero 71 che è datato settembre 2009. Il fatto stesso che sia datato credo ponga qualche problema. Le stesse dichiarazioni del presidente Floris - e se non ho capito male anche alcune valutazioni espresse in Conferenza dei Capigruppo - stanno a dimostrare che probabilmente questo non è un disegno di legge così urgente, probabilmente avremmo fatto meglio tutti, con un minimo di buonsenso, a tentare di accelerare i tempi per far arrivare in Aula un testo che rispondesse a un'esigenza di riforma organica dell'amministrazione regionale, a partire certamente - come ricordava poc'anzi anche l'onorevole Pittalis - dall'esigenza di riscriverlo in maniera condivisa. Lo sforzo sulle riforme deve essere deve essere infatti teso arrivare a una sintesi condivisa perché; le regole, non sono per la maggioranza che governa in quel determinato momento, ma devono avere la vista appena appena più lunga della contingenza di un lustro, quale è il tempo dedicato ad una legislatura.
Tra l'altro, onorevole Steri, è vero, il testo che stiamo discutendo certamente non è la riscrittura totale della legge numero 31 del 1998, sono d'accordo con lei, ma è pur vero che mette mano alla "31" in alcune parti e lo fa in maniera significativa, in maniera sensibile. Quindi, il testo oggetto della discussione è anche in parte una riscrittura della "31". Io ricordo a tutti che la "31" non è materia solo del legislatore, è materia anche di altre sedi che attengono alla negoziazione anche con le parti sociali, che invito a non trascurare mai.
Allora, io mi chiedo - e lo chiedo all'Aula, lo chiedo in particolare al presidente Floris quando replicherà, se replicherà - se questo è davvero il testo di cui si sentiva la necessità e il bisogno di portare con una certa priorità in quest'Aula. A me non pare onestamente. Tuttavia - lo diceva Pittalis poco fa - noi abbiamo discusso ed esitato in quest'Aula la settimana scorsa il collegato. Un collegato sul quale abbiamo espresso un parere negativo (non sto qui a ricordare il perché) e comunque quello strumento - come ricordava l'onorevole Pittalis - è stato uno strumento che ha consentito, seppure in maniera disorganica, di affrontare anche il tema del personale e del personale più esposto, quello che ha un rapporto di lavoro atipico. Parto da questo perché noi (lo abbiamo detto anche nelle ore precedenti) siamo disponibili, nonostante queste osservazioni, a discutere e a confrontarci su questo disegno di legge.
La discussione del disegno di legge numero 71 può essere l'occasione per tentare di completare anche un processo che riguarda il tema delle stabilizzazioni. Io voglio affrontare nella fattispecie questo tema e voglio affrontarlo innanzitutto ribadendo un concetto che ho espresso qualche attimo fa. Io starei attento - lo dico all'intera Aula - in tutto ciò che facciamo a non avere la presunzione (o, se volete, l'arroganza) di surrogare la negoziazione contrattuale. Questo è un tema molto delicato che so che sta a cuore anche al presidente Floris.
In questa norma si affronta di tutto, si parte da materie relative al tema del trasferimento dall'Assessorato del lavoro alla Presidenza, alla materia sull'emigrazione. Si parla di segretari generali della Presidenza, di ufficio della Regione autonoma della Sardegna a Bruxelles, della direzione generale per le comunicazioni, della dotazione organica, cioè si passa con una disinvoltura disarmante a temi che meriterebbero di essere affrontati singolarmente per l'importanza che rivestono, per il ruolo di rappresentanza della Regione nelle sedi europee, per un ragionamento che deve stare alla base di un tema di uno degli articoli del disegno di legge che è la dotazione organica.
Ma è possibile che si possa affrontare un tema così importante, così come è affrontato con quel dispositivo, con quell'articolo? Badate, è impossibile. Qui ci sono colleghi che hanno ricoperto e che ricoprono incarichi assessoriali, che hanno avuto modo, nel passato, di confrontarsi non soltanto in seno al Consiglio regionale o in seno alla Giunta ma anche, ripeto, con le rappresentanze esterne che rivestono un ruolo e una funzione che non può essere mortificata. Io credo che nessuno di noi abbia interesse a mortificare un ruolo e una funzione che sta dentro la definizione di temi che si cerca maniera frettolosa, confusa e disorganica di affrontare con il disegno di legge di cui stiamo discutendo.
E allora io mi chiedo, presidente Floris, anche se è ingiusto - poi mi perdoni per il mio tratto un po' naif nell'affrontare le cose - cos'è questo disegno di legge numero 71? Cioè qual è il minimo comune denominatore? E mi pare che se lo sia chiesto in qualche misura (con parole diverse, se non ho capito male) anche l'onorevole Pittalis. Quindi cos'è? E' un "contenitore", com'è stato definito, è in parte un contenitore per affrontare alcune questioni aperte, come diceva l'onorevole Pittalis? Se è questo basta dirlo con chiarezza. Se il disegno di legge numero 71 è una propaggine di una discussione che abbiamo iniziato con il collegato e che abbiamo affrontato soltanto parzialmente, lo si dica chiaramente, forse riusciremo a circoscrivere la discussione e riusciamo probabilmente anche ad evitarci ipocrisie tentando di dare a questo disegno di legge una valenza che non ha affatto.
Io sono del parere che il disegno di legge di cui stiamo discutendo possa essere uno strumento per affrontare il tema del precariato. Voglio soffermarmi brevemente su questo, presidente Floris. Innanzitutto io vorrei chiedere alla Giunta cosa intenda per precariato, vorrei che declinasse questa parola. Mettesse - come si dice in gergo poco consono a quest'Aula - dei paletti che definiscano il concetto di precariato.
Sono i lavoratori che in alcune realtà dell'amministrazione regionale hanno contratti a tempo determinato da cinque, da sette da dieci anni? Ce ne sono tanti, ce ne sono a decine. Sono lavoratrici e lavoratori che lavorano nell'ambito della sanità, che vivono di contratti a progetto, di contratti a tempo determinato anche da venticinque anni? E' una enucleazione corretta di precariato? Sono precari - come parrebbe di leggere da qualche emendamento fatto "sloggiare" dal collegato di cui abbiamo discusso nei giorni scorsi - anche i lavoratori assunti dalle società interinali? Lo chiedo innanzitutto alla Giunta perché una discussione anche su questo tema per me è di vitale importanza.
Sarà una distorsione da altri tempi che mi porto appresso, però è difficile discutere di un tema importante e delicato come questo se non si conosce il fenomeno quantitativamente e qualitativamente. Cioè di chi stiamo parlando? Sono le cento persone che hanno diritto ad essere stabilizzate (poi vedremo le forme attraverso le quali si realizza il processo di stabilizzazione) sono duecento, sono trecento, sono ottocento?
Badate che questo non è aspetto di poco conto perché se io sommassi ciò che sta dietro l'articolato e i tanti emendamenti che ci sono e che verranno presentati si supererebbero di gran lunga i numeri a cui anch'io "all'ingrosso" mi sto riferendo. Io rivendico il diritto, quando affrontiamo queste materie di non parlare "all'ingrosso". C'è un dovere politico, istituzionale, morale da parte di chi ha la responsabilità di governo in questa Regione di fornire i dati che consentano di capire di cosa stiamo parlando, a partire dai riferimenti quantitativi.
Questa è la prima domanda che pongo e vorrei, per cortesia, se possibile, avere risposta. Io spero che non vengano presentati alcuni emendamenti che, se venissero presentati (quali che siano i firmatari di questi emendamenti) coprirebbero di vergogna il Consiglio regionale. Allora se è vero - spero di sbagliarmi, di aver letto male - che ci sono emendamenti, presidente Lombardo, che prevedono la possibilità di accedere all'istituto della quiescenza con 30 anni di anzianità retributiva e 52 anni anagrafici è una vergogna, è una vergogna oltre che essere contro legge. Ma è ancora più vergognoso che si proponga qualcosa che intanto ha questi connotati.
Ancora, scusate, è possibile che in questa Aula fortemente connotata da una cultura liberale - lo dico all'onorevole Vargiu, all'onorevole Campus, all'onorevole Rodin - ci siano emendamenti che vogliano pianificare tutto indipendentemente dal merito delle persone? Ma che vuol dire? Cioè, un'organizzazione del lavoro, quale essa sia, compresa quella dell'amministrazione regionale, è un'organizzazione di lavoro basata sulle funzioni, sul ruolo, sulle attività che si svolgono e in base all'attività, in base alla competenza, alla preparazione deve avvenire l'inquadramento.
E' mai possibile che Giampaolo Diana, semplicemente perché ha un titolo di studio, debba essere inquadrato in una categoria, tra l'altro avendo partecipato ad un concorso per accedere all'amministrazione regionale in cui non era richiesto quel titolo e indipendentemente dal lavoro che svolge, quindi dall'organizzazione del lavoro, che non è un aspetto secondario? E' mai possibile che debbano essere inquadrati tutti allo stesso livello? Ma qual è la responsabilità nello svolgere un lavoro se io e gli altri 79 colleghi (dall'usciere al direttore generale al funzionario) siamo inquadrati tutti allo stesso livello? Ma non pensate che questa situazione determini l'esatto opposto, determini una condizione di deresponsabilizzazione nello svolgimento dell'attività?
Io spero che al DL 71 non vengano presentati quegli emendamenti di questa natura che ho visto erano destinati al collegato. Per concludere, presidente Floris, è vero mi pare che lei sia un po' - chiedo venia - "costretto" a questa discussione, ma non m'interessa la polemica, ci conosciamo, probabilmente se fosse dipeso da lei staremo facendo una discussione diversa. Io però voglio porre alcune questioni e chiedo di avere una risposta.
Vorrei intanto, presidente Floris, che fosse meglio precisato il concetto di precariato: chi è il lavoratore precario, come è definita la tipologia del lavoratore precario. Io l'ho detto: per me precario è colui che ha lavorato per cinque, dieci anni, venticinque anni, a seguito di assunzioni con contratti a tempo determinato. Lavoratore precario, nell'esame di questo disegno di legge, non può essere chi è stato assunto dalle società interinali. Questo, secondo me, deve essere un primo "paletto".
Seconda questione: vorrei sapere quanti sono i precari. Perché badate, lo sapete bene, chi governa oggi era all'opposizione nella passata legislatura, ed è bene anche l'alternanza. Io vorrei che si sapesse quanti sono, perché quando si affronta il tema del precariato è necessario stabilire un piano, che può durare due anni, tre anni, quanto vogliamo, e per pianificare non possiamo prescindere dalla conoscenza di questo dato. Allora quanti sono? Dov'è il piano di stabilizzazione? Riusciamo a stabilizzare tutti con questo DL numero 71, oppure serve un piano dove in due anni, in tre anni stabilizziamo tutti, sapendo quanti sono quelli che dobbiamo stabilizzare?
E ancora, ed è la parte più impegnativa, noi dobbiamo stabilizzare sapendo che dato quel piano di stabilizzazione, quale che sarà la durata di quel piano, noi non dobbiamo più avere lavoratori precari. Cioè la Regione deve assumere questo impegno, deve emanare direttive precise affinché, contestualmente all'avvio della stabilizzazione, vengano bloccate per sempre tutte le assunzioni con contratti atipici.
Noi dobbiamo smetterla! E' una vergogna che, a partire dall'amministrazione regionale, in un'amministrazione pubblica si continui ad attingere attraverso contratti atipici. Noi non possiamo essere la Regione che tutti gli anni si ritrova un numero di precari da stabilizzare che cresce in maniera esponenziale, anno dopo anno.
Cari colleghi - mi rivolgo soprattutto a coloro che hanno una cultura liberale - ditemi voi come definite la tipologia di lavoratore precario, perché per me i precari sono coloro che ho precisato prima, ma vedo, man mano che si va avanti, che la tipologia di precario diventa sempre più ampia. Allora di questo stiamo parlando. Serve un piano e bisogna dire basta in tutta l'amministrazione regionale (comprese le aziende sanitarie) alle assunzioni di natura atipica. C'è questa volontà? Ci sono questi dati? C'è questo Piano? C'è la volontà di porre fine davvero, oppure c'è la volontà di stabilizzare…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu che rinuncia.
E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signora Presidente, Assessori e colleghi, io non credo che impiegherò tutto il tempo a disposizione, però una riflessione la voglio fare, anche perché, devo essere sincero, io non sono molto entusiasta di quello che stiamo facendo, e credo che noi tutti dobbiamo iniziare a porci il problema del senso che può avere per noi rimanere qui, se dobbiamo fare comunque tutto, anche quando non siamo convinti.
Devo dire onestamente che questo è un disegno di legge che non mi convince. Ma non mi convince non perché sia del tutto sbagliato, perché sicuramente nel settembre del 2009, circa due anni fa, quando è stato proposto dall'assessore Corona aveva un senso, però adesso che arrivo in Aula dopo due anni, senza che ci sia stato in questi due anni un confronto anche all'interno della maggioranza, è chiaro che crei qualche problema.
Abbiamo sentito anche le parole che ha pronunciato l'Assessore competente nei giorni scorsi. Il problema scaturisce dal fatto che, dopo il 2009, dopo che è stato presentato questo disegno di legge, sono stata approvate altre leggi importanti (come la "legge Brunetta" e la "legge Tremonti") cui il disegno di legge non fa ovviamente alcun riferimento. Io credo comunque che, come è stato detto, il disegno di legge numero 21 non sia una vera e propria riforma della legge numero 31, ma contenga soltanto alcuni interventi che modificano alcune parti della legge numero 31 del '98.
La domanda è: ma serve oggi affrontare la modifica della legge numero 31 in questo modo, o conviene invece fare altro e approvare successivamente una vera riforma della legge numero 31? Io credo che sia questo il problema che oggi si dovrebbe porre questo Consiglio regionale. Perché io sono d'accordo con chi afferma che la legge numero 31 del '98 è una legge datata, sono passati già 13 anni, nel frattempo è cambiato il mondo, e quindi è chiaro che aggiornare la legge numero 31 sia un'esigenza di questo Consiglio regionale, ma credo che vada fatta, dopo 13 anni, una vera riforma.
Peraltro, se esaminiamo il disegno di legge numero 71 vediamo che ci sono tanti altri punti, che riguardano anche le competenze degli Assessorati, competenze disciplinate dalla legge numero 1 del '77. Anche questa legge, quindi, si vuole modificare col disegno di legge in esame. Allora mi domando: è possibile che noi dobbiamo procedere per stralci, pensando di risolvere i problemi in questo modo? Io credo invece che avremmo dovuto affrontare il problema in una maniera più organica, ed è per questo motivo - dico la verità - che non ho capito questa accelerazione, perché questo disegno di legge è stato fatto arrivare in Aula quando non c'era convinzione neanche all'interno alla maggioranza e della Giunta, per questo ritengo una maggiore riflessione.
(Interruzioni)
Sì, sì, Giulio, perché io l'ho sentito cosa ha detto l'Assessore competente, io l'ho sentito e l'abbiamo sentito tutti! Quindi non mi dovete far capire che siamo tutti in linea su questo. Io ho fortissimi problemi. Perché ho problemi? Perché così come è stata impostata questa legge è difficile anche da emendare. Perché quando una legge viene impostata in questo modo, noi potremo pure presentare 10.000 emendamenti, ma non riusciremo mai a conferirle la caratteristica di una vera legge di riforma.
Devo dire di più, perché io ho visto gli emendamenti che sono stati presentati, mi hanno spaventato; probabilmente per ogni dipendente della Regione ci vorrebbe una legge ad hoc, ma non credo che sia questo il modo migliore per affrontare i problemi del personale, per fare le riforme. Se noi dobbiamo trovare la soluzione per tutto, per ogni dipendente, non credo che con questa legge si possa andare avanti e risolvere i problemi più generali. Ecco, iniziamo a fare un ragionamento diverso su questo.
Allora io credo che, occorra partire anche da alcuni articoli contenuti all'interno della legge che riguardano anche il precariato. Ne parlava poc'anzi l'onorevole Diana, il quale chiedeva di stabilire cosa s'intende di preciso per precariato. Lo sappiamo che cosa si intende per precariato, però io vorrei aggiungere anche un'altra considerazione: sembrerebbe che chi è stabilizzato sia sicuro per sempre, invece non è così! Io credo che noi ci dovremmo porre il problema di tutti i lavoratori, anche di quelli che sembrerebbero avere un lavoro stabile, perché i tempi sono cambiati e oggi il rischio di perdere il posto del lavoro lo corrono tutti. Ovviamente lo corre di più il lavoratore precario, però non stiamo vivendo un momento in cui il lavoro è sicuro per tutti.
Questo Consiglio regionale ha già superato i due anni di vita; cosa vuole fare? Vuole fare riforme seriamente o vuole continuare ad andare avanti facendo piccoli interventi che non risolvono sicuramente né i problemi del precariato, né il problema di una riforma organica? e non risolvono tutto quello che noi vorremmo fare. Io credo, Assessore e Presidente, che noi dovremmo operare una scelta di campo, se decidessimo di fare veramente le riforme. Abbiamo ancora 3 anni a disposizione: iniziamo a cambiare! Iniziamo a cambiare perché, guardate, i segnali che stanno arrivando dall'esterno sono contro questo tipo di politica! Iniziamo a fare politica vera, politica di riforme, perché la gente non capirà mai questi interventi, che sono ad personam, che non riguardano gli interessi generali della gente.
Allora, io credo che se non vogliamo che ci sia un ulteriore allontanamento della gente dal palazzo, questo problema ce lo dovremo porre, dovremo riflettere su questo. Anche perché è vero che, quando abbiamo discusso il bilancio, c'era tutta una serie di emendamenti che riguardava il personale che sono stati rimandati, prima al collegato e dal collegato a questa legge, che dovrebbe essere il terreno dove si risolvono tutti i problemi del personale, però guarda caso questa non è una legge che sta affrontando la riforma vera del personale! Ecco, il punto è questo.
Io credo invece che questo Consiglio regionale si debba porre degli obiettivi e debba sapere cosa fare, debba sapere cosa fare per i prossimi tre anni, perché io sono molto preoccupato per quello che la gente pensa del lavoro del Consiglio regionale, della Giunta regionale, per il modo in cui stiamo affrontando questi problemi. Io credo che ci sia davvero una urgente necessità di riformare la legge numero 31 del '98, che è una legge datata, è una legge che ha bisogno di essere rivista perché moltissimi cambiamenti sono avvenuti in questi anni. Però si dice che adesso ci sono problemi perché la legge è arrivata in aula senza tutti i necessari approfondimenti, anche all'interno della maggioranza. Ma ciò non significa che questa maggioranza non debba riflettere comunque e non debba fare qualcosa, se ancora è possibile.
Noi dobbiamo fare una riflessione su cosa fare, se dobbiamo andare avanti seriamente con questa riforma o se invece non sia più opportuno (come sono convinto io) accelerare la proposta di riforma della legge numero 31. Ho sentito da lei stesso, Assessore, che ormai è quasi pronta, che alcuni assessori l'hanno già in mano, ne state già discutendo, allora la domanda che rivolgo io è la seguente: perché imbarcarci in questa situazione e non accelerare la riforma della legge numero 31? Un mese si può aspettare, però almeno sappiamo che facciamo una riforma. Se invece facciamo interventi tappabuchi io non credo che risolveremo, non ci sarà soddisfazione da parte nostra, da parte di noi legislatori che comunque dobbiamo svolgere un ruolo importante per quanto riguarda i prossimi 3 anni di legislatura.
Pertanto io chiedo che magari, prima che si passi all'esame dell'articolato, perché è chiaro che se passiamo alla discussione dell'articolato poi non credo che ci siano margini per fare altro - chiedo che ci sia un momento di riflessione per valutare se non sia davvero opportuno in questa fase (non perché il disegno di legge non contenga norme interessanti, perché ogni legge ha delle norme importanti) guardare alla vera riforma, che è quella della legge numero 31, e magari, eventualmente, concordare come Consiglio regionale che si vada direttamente all'approvazione della legge di riforma della "31".
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, vedrò di non utilizzare tutto il tempo che mi viene messo a disposizione e mi limiterò ad alcune veloci considerazioni su questo progetto di legge.
Tanti colleghi hanno evidenziato la contraddittorietà di un disegno di legge che tratta norme in materia di organizzazione del personale, in presenza di una situazione della nostra struttura amministrativa che avrebbe bisogno di interventi organici e con la presenza, al nostro tavolo, di una proposta che invece è un coacervo di tante piccole risposte a tante piccole richieste di risoluzione di problemi particolari. Che cosa c'è e cosa servirebbe: molte questioni presenti sono anche necessarie, tantissime questioni necessarie non sono invece presenti e probabilmente il fatto stesso che l'Assessore competente oggi non se la senta di sposare, sostenere e fare proprio questo disegno di legge la dice lunga sulla contraddittorietà della situazione in cui questa Giunta e la sua maggioranza si dibatte.
Certamente bisognerà affrontare il tema di come far si che la macchina amministrativa della nostra Regione risponda con maggiore puntualità all'esigenza di efficienza e all'esigenza di dare alla nostra società una risposta più puntuale di quanto non abbia fatto fino ad oggi e di quanto non stia facendo. Avremo occasione - se una proposta che si pone questo obiettivo ci verrà formulata dall'Assessore - di parlarne, di confrontarci e di contribuire tutti a costruire un percorso tale per cui alla fine la nostra macchina burocratica e amministrativa possa diventare un motore per rendere la nostra attività politica più puntuale e rispondente alle esigenze della società.
C'è però un tema che in questa discussione sovrasta l'argomento del personale nel suo complesso: è la questione di precari. L'abbiamo affrontata, in parte, relativamente agli enti locali, nel collegato alla finanziaria nelle scorse settimane, ma sono rimaste fuori tante questioni che pure diversi consiglieri hanno sollevato. Tante di queste questioni sono anch'esse questioni che riguardano singole persone, però c'è un problema di fondo che dovremmo senz'altro affrontare oggi o domani: è la questione di tanti lavoratori che da anni svolgono la propria attività con un rapporto di lavoro precario.
E' un fenomeno, questo, che negli ultimi 15-20 anni ha assunto proporzioni assolutamente inaccettabili. Da anni ormai, per un'intera stagione politica che io mi auguro e tanti di noi si augurano si stia concludendo, si è lavorato affinché da una parte si criminalizzasse il posto fisso e dall'altra si promuovesse la precarietà. E' passato un messaggio, non sempre solamente da parte del centrodestra, un messaggio politico secondo il quale la tutela del posto fisso è all'origine di tutti i mali, della scarsa produttività del nostro "sistema paese"! E' una falsa convinzione ed è una falsa convinzione ritenere che l'arma del ricatto, la possibilità di licenziamento, sia l'unico strumento per ottenere la necessaria produttività nei posti di lavoro. E' un approccio che io giudico inaccettabile. L'unico obiettivo vero che con questo sistema si è conseguito e si consegue è di rimettere in moto un sistema basato sull'allargamento delle clientele e dei ricatti.
I dati nazionali relativi a questo tema sono sotto gli occhi di tutti e sono da brivido: abbiamo oltre 1 milione e mezzo di lavoratori atipici, oltre 2 milioni e 500 mila contratti a tempo determinato e interinale. Sono inoltre cresciuti a dismisura, in questi ultimi dieci anni, i contratti interinali, il ricorso cioè all'affitto della forza lavorativa, uno strumento che, da una parte deresponsabilizza il datore di lavoro e dall'altra gli dà la possibilità comunque, specie quando è un ente pubblico, di assumere chi vuole e di dimenticarsene dopo un anno.
Abbiamo creato le condizioni perché nella pubblica amministrazione da tempo non si entri più per concorso pubblico, e questo non va bene. Questi strumenti di lavoro atipici sono infatti strumenti che tengono il lavoratore alla mercé del datore di lavoro e creano situazioni intollerabili. Ora il vento sta cambiando ed è bene che cambi, è bene che si riconsideri la falsa convinzione secondo la quale la precarietà sarebbe un valore; che non sia così se ne stanno convincendo anche coloro che fino a poco tempo fa ne erano i promotori. Riprende quota la considerazione che nei luoghi di lavoro è bene promuovere le relazioni, è bene promuovere la motivazione dei lavoratori, è bene promuovere la necessità del loro coinvolgimento negli obiettivi rivalutare l'importanza del loro ruolo. Però, allo stesso tempo, la nostra Regione oggi ha nelle sue strutture, nella sua macchina organizzativa, tantissime persone che da anni lavorano e portano avanti la macchina amministrativa con rapporti di questo tipo.
E' partito un programma di stabilizzazione negli anni passati, che in parte è stato realizzato e in gran parte è ancora da realizzare. I ritardi che ci sono stati su questo fronte hanno creato delle enormi disparità: persone che sono state stabilizzate e altre, nelle stesse identiche condizioni, solo perché appartenevano a un'agenzia diversa, non lo sono state, e questo crea situazioni assolutamente inaccettabili.
Cosa fare? Credo che due siano le considerazioni da tenere assolutamente presenti: chi ha maturato dei diritti, che gli abbiamo anche già riconosciuto in legge, chi ha prestato la propria opera, anche superando selezioni e acquisendo quindi quei titoli che la legge poneva come necessari per poter essere stabilizzati, questi devono essere assolutamente messi in condizione di non dover chiedere, ad ogni finanziaria, ad ogni collegato, una qualche norma che li riprenda in considerazione. Però bisogna anche mettere un termine, perché non è possibile che continui questo percorso che vede accrescere continuamente il numero dei precari: tanti se ne stabilizzano e altrettanti, anzi in numero maggiore, se ne assumono. E' un meccanismo che va interrotto, dobbiamo avere il coraggio di dire, una volta per tutte, che nella pubblica amministrazione - nei Comuni, nella Regione, nelle Province, negli ospedali, nelle AA.SS.LL. e ovunque ci sia necessità di assumere nuovi lavoratori - non è accettabile (e ne deve pagare le conseguenze anche personali colui che lo fa) che si ricorra allo strumento dell'assunzione diretta.
Bisogna interrompere questo meccanismo delle assunzioni tramite le agenzie interinali, bisogna che nell'arco di qualche anno si faccia il punto della situazione e si avviino, qualora necessarie, assunzioni con tutti i crismi. Tutti cittadini devono essere messi nelle condizioni - al di là del fatto che conoscano o non conoscano il politico di turno - di poter ambire a un posto di lavoro nella pubblica amministrazione e di poter concorrere, sperando che poi davvero nella pubblica amministrazione, che è uno strumento al servizio di tutti, entrino i migliori, coloro che dimostrino davvero di esserlo. Questo concetto ci deve guidare nella costruzione di un percorso che riguardi le nostre norme sul personale, e dobbiamo fare in modo quindi che siano conseguiti contemporaneamente gli obiettivi di chiudere una stagione e di avviarne una nuova che non ci riporti, tra un anno o tra due, a discutere sempre delle stesse questioni, e magari sempre degli stessi lavoratori ai quali se ne aggiungono sempre di nuovi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, il mio intervento sarà di natura più generale e io mi ricollego anche alle parole pronunciate da molti esponenti della maggioranza che, non solo non si riconoscono in questa legge, ma non si riconoscono nell'attività stessa della loro maggioranza.
Mi hanno colpito le parole di alcuni colleghi che hanno parlato di credibilità del centrodestra, di preoccupazione per cosa possono pensare gli elettori e i cittadini di fronte ad un'attività di governo di questo tipo. L'onorevole Ladu, che ha parlato dai banchi del centrodestra, ha detto: "se andiamo avanti di questo passo, se dovessero essere confermati gli emendamenti che ho avuto modo di vedere nel corso della finanziaria, nel corso del collegato, ci vorrebbe un comma, un emendamento per ogni dipendente regionale". Io colgo questo clima di preoccupazione, lo stesso assessore Floris, preoccupato, ha detto, (come si legge sui giornali di oggi) che è in gioco la credibilità del centrodestra". La domanda che ci si fa tutti è se stiamo parlando di una legge di riforma organica, che sia utile alla burocrazia regionale, o se stiamo parlando dell'ennesimo tentativo messo in campo per accontentare un po' qui e un po' là - l'ho già detto nel corso del collegato e lo ripeto - a volte con intenti nobili, a volte con intenti meno nobili (non voglio usare la parola "clientele") ma certamente in modo del tutto disorganico.
Ecco, io credo che questo sia un punto politico forte e anche noi oggi, non sappiamo (e credo che anche la Presidente dovrebbe dirci se questo modo di procedere abbia un senso regolamentare, abbia un senso per questo Consiglio) non sappiamo se stiamo discutendo della legge che abbiamo di fronte, che peraltro è stata anche in larga parte stravolta ed emendata in Commissione, o stiamo parlando di un'altra legge che si concreterà nei prossimi giorni e che rischia di essere completamente diversa. Quindi, Presidente - mi rivolgo alla Presidente di quest'Assemblea che so essere custode delle prerogative dei consiglieri, o almeno lo dovrebbe essere - mi chiedo se questo modo di procedere di fatto non vanifichi e mortifichi il ruolo delle Commissioni, che istruiscono un procedimento nella consapevolezza di creare una navicella, un contenitore, una zattera sulla quale poi in maniera incontenibile verrà caricato di tutto. Sappiamo che gli emendamenti arriveranno a centinaia e sarà difficilissimo per voi stessi - e le preoccupazioni maggiori sono certamente di chi ha la responsabilità di guidare la Regione - resistere.
Noi abbiamo discusso in Commissione un provvedimento, lo discutiamo oggi in Aula in sede di discussione generale, ma non sappiamo ancora adesso quale sarà la misura di stravolgimento che questo provvedimento incontrerà nel corso del dibattito, potrebbe uscire un provvedimento totalmente diversa, potreste trovarvi nella difficoltà di dire di no all'uno e all'altro, di dire di no all'uno e all'altro e compromettere anche l'esistenza stessa di una maggioranza che per alcuni osservatori (noi tra questi) appare unita ormai soltanto da questo tentativo di fare un po' contenti tutti, di far caricare a ognuno la sua merce su questa zattera che stentatamente cerca di salpare e di farvi stare a galla.
Allora io credo che, da questo punto di vista, Presidente, sia mortificante il nostro ruolo; io non so oggi di cosa discuto, perché noto alcune norme sul precariato che si rifanno agli anni precedenti, ma so che poi nel corso dell'esame degli emendamenti ci saranno tentativi espansivi di coinvolgere altre categorie, di procedere a promozioni generalizzate, di massa che riguardino diverse categorie. Insomma mi trovo nella difficoltà di capire di che cosa stiamo discutendo.
Ma a parte questa osservazione generale, che ormai riguarda il vostro modo peculiare di considerare e di utilizzare questa legislatura e di svolgere il vostro ruolo di maggioranza, che è un ruolo sostanzialmente privo di indirizzo, privo di visione strategica, che rinuncia a priori all'obiettivo di approvare riforme, mancandovi i numeri per portarle avanti, a parte questa osservazione di carattere generale io non posso non rilevare che anche questa norma, anche se rimanesse come è, anche se subisse stravolgimenti o interventi, diciamo, migliorativi, anche questa norma è una norma che rinuncia a svolgere un ruolo riformatore.
E' una norma lungamente attesa, siamo oltre metà della legislatura, avete avuto tutto il tempo di pensare, di conoscere la macchina dell'amministrazione regionale, di conoscerne le carenze, di valutarne gli aspetti migliorativi, di capire come meglio si potrebbero applicare le leggi e controllarle o monitorarle, di capire che questa burocrazia regionale è un ostacolo per lo sviluppo. E questo non lo diciamo noi, lo dicono autorevoli economisti che sono consapevoli che mettere mano alla macchina dell'amministrazione regionale. Con questo non voglio togliere nulla ai tantissimi che svolgono attività nell'amministrazione regionale e che la vorrebbero svolgerla al meglio, che vorrebbero essere messi nelle condizioni di svolgerla meglio.
Ora, dopo tre anni di Governo regionale di centrodestra, di guida del centrodestra noi ci troviamo con una leggina che interviene su quell'articoletto, su quell'altro articoletto, cambia una data, cambia una cifra ma senza un ripensamento complessivo del numero delle strutture amministrative e del tipo di accorpamento che deve farsi tra queste. Occorre maggior chiarezza nelle competenze assegnate, maggior chiarezza di esercitarle effettivamente, prevedendo, magari con meccanismi sostitutivi, qualora si dovesse constatarne l'inezia, di aprire l'amministrazione regionale a professionalità, ma sempre salvaguardando le leggi esistenti e salvaguardando le procedure di accesso, normando anche costituzionalmente, alle cariche pubbliche.
Quindi è una leggina che è già rinunciataria in partenza, che non è organica, che non si pone grandi obiettivi, non se li pone neanche nella relazione della Giunta regionale, assai datata, del 2009. Non ha un respiro, non chiarisce come si intenda operare affinché l'amministrazione regionale diventi un veicolo, un fattore di sviluppo, una leva per la crescita economica, grazie all'efficienza della spesa, grazie anche a meccanismi di deterrenza, a meccanismi di premialità che devono essere inseriti nell'amministrazione regionale per far sì che quella che deve essere una risorsa per lo sviluppo lo diventi veramente.
Io scorgo imbarazzo anche nel volto dell'Assessore, che sicuramente avrebbe preferito non discutere questa legge in attesa di una riforma organica cui certamente sta lavorando. E lui sa bene che se si fa un compito a metà, se ci si accontenta di poco, se si comincia a mettere qualche rammendo dove invece andrebbe ricostruito un disegno più organico, poi sarà più difficile intervenire, troverà resistenza.
Siamo pertanto di fronte ad una legge assai deludente, deludente perché non ha respiro, perché si limita ad accorpare due direzioni regionali, prevedendo aumenti di piante organiche senza che sia chiarito se il problema della amministrazione regionale è la pianta organica, è la numerosità degli organici. Occorre cioè capire se oggi il problema della amministrazione regionale è il numero insufficiente di burocrati regionali o è un problema di efficienza delle strutture amministrative, di accorpamento, di snellezza, di competenze che dobbiamo richiamare all'interno della amministrazione regionale.
Abbiamo un problema di qualità o abbiamo un problema di quantità? Da questo disegno di legge mi sembra che qui il problema sia la quantità, ma io non vorrei che dietro la quantità ci fosse ancora una volta l'impulso ad accontentare, a coprire, ad assumere, trascurando gli obiettivi, trascurando i risultati che si vogliono cogliere. Avete letto in questa legge qualcosa che parla della misurabilità, della contability, dell'attività dei burocrati regionali, di premialità, che richiami a dei parametri di efficienza, che dia in qualche modo un conto anche dell'efficienza, che misuri la performance della macchina amministrativa? Non c'è niente di tutto questo. Si aprono le porte, si ipotizzano incrementi di piante organiche, addirittura si introducono in Commissione articoli il cui unico scopo è moltiplicare gli uffici di gabinetto, quadruplicare i consulenti (come viene fatto all'articolo 1 quater dove alla lettera c) del comma 1 i consulenti passano da uno a quattro e i dipendenti degli uffici di gabinetto vengono raddoppiati).
Quindi, insomma, abbiamo una legge che moltiplica alla fine i consulenti, che si propone di far crescere le piante organiche, magari nella misura dell'1 per cento, però l'1 per cento vuol dire svariate decine di persone in un apparato regionale che misura oltre 2000 addetti. Sostanzialmente è, pertanto, una legge molto, molto deludente.
Ancora una volta l'ossessione non è fare, l'ossessione non è essere concreti, l'ossessione non è portare avanti riforme organiche. Assessore, le chiedo nella sua replica di dirmi cosa ne pensa dell'istituzione di una direzione regionale per la comunicazione, oltre alla moltiplicazione degli Uffici di gabinetto del Presidente; mi sembra che continui a prevalere il racconto sul contenuto.
Io per tanti anni mi sono occupato di comunicazione e mi hanno insegnato che se non c'è prodotto non c'è comunicazione e che la comunicazione e il prodotto sono tutt'uno, perché alla lunga se comunico e non ho un prodotto il destinatario della comunicazione (l'utente, l'elettore) magari la prima volta ci crede ma poi non ci crede più. Allora mi chiedo se una delle priorità di questa norma, assessore Floris, debba essere la direzione generale per la comunicazione, che naturalmente richiede la creazione di una nuova struttura, quindi nuovi addetti, nuovi capi servizi, che si dovranno occupare, insomma, di cose di cui già ci si occupa, ma se ne dovranno occupare ancora in maniera più ipertrofica. Quando c'è il vuoto di proposta politica, quando c'è il vuoto di azioni politiche, quando anche c'è una realtà purtroppo che invia segnali di declino economico e sociale importante (ieri anche il rapporto di Bankitalia ci ricorda che la Sardegna non è uscita dalla crisi, che il PIL non riprende a crescere, che la nostra Regione ha perso quella strada virtuosa che le permetteva di recuperare posizioni nei confronti, per esempio, del resto del meridione d'Italia), quando c'è questo vuoto di proposta, e quando c'è la crisi economica e sociale che ormai attanaglia le nostre famiglie, le nostre comunità, evidentemente quel vuoto si cerca di riempirlo con la comunicazione.
Ma se non ha un contenuto, se non ha un prodotto, se non ha un servizio, se non si porta dietro un progetto di riforma complessivo credibile, se non ha dietro la sobrietà, l'eticità, la riqualificazione della spesa, se non ha al centro un progetto culturale per la nostra Regione (il progetto di cambiare pelle, il progetto di ripensare al modo in cui il pubblico deve intervenire nell'economia, al ruolo di un'amministrazione regionale per sviluppare l'economia) io credo che quella comunicazione si ritorcerà contro di voi.
Potete anche istituire la direzione generale per la comunicazione, ma sarà una prova in più di una vacuità, sarà una prova in più di un vuoto che inutilmente cercherete di riempire con altre campagne pubblicitarie, con altri fondi che cercherete di farvi dare per altri milioni di euro da spendere per coprire il vuoto di un'insipienza politica i cui effetti drammatici sono davanti agli occhi di tutti.
Quindi io, Assessore, colleghi, Presidente, mi sarei aspettato una legge più sobria, una legge che magari risolvesse alcuni problemi di interpretazione, una legge da accantonare in fretta, una legge da portare anche all'approvazione di quest'Aula, ma una legge che non avesse lo scopo invece di diventare un'ennesima testimonianza della vostra incapacità di programmare, di riformare, di avere un'idea di Sardegna. Noi vogliamo mettervi alla prova, ma consentiteci di farlo con provvedimenti di riforma seri: noi ci saremmo.
Io non mi auguro il "tanto peggio tanto meglio", non sono tra coloro che si augura una lunga agonia, sono tra coloro che, gli appelli dei volenterosi che giungono da quest'Aula, li vorrebbero accogliere, ma per accoglierli bisogna essere credibili, bisogna dare anche seguito agli impegni presi, a cominciare da una risoluzione che ci ha visto votare tutti insieme in Commissione bilancio, e che doveva vederci uniti, maggioranza e opposizione, a un tavolo, quello del federalismo fiscale, quello delle grandi rivendicazioni della nostra Isola, quello dei grandi temi che riguardano le entrate e le competenze della nostra Regione, che ci doveva vedere uniti, ma di cui non sappiamo più nulla.
La nostra Regione, infatti, mentre si attarda con le direzioni generali della comunicazione, perde il passo nelle grandi partite nei confronti dello Stato, si attarda in norme di attuazione che approva il Consiglio, che vengono discusse, e che poi giacciono in un cassetto del Consiglio dei ministri per non essere né mai approvate né mai rivendicate. Lo stesso avviene in materia di energia.
Noi oggi registriamo l'ennesimo tentativo speculativo - e su questo presenterò con alcuni colleghi un'interrogazione - nel Golfo dell'Asinara, però rendiamoci conto che questo tentativo speculativo è frutto di due elementi: primo, di una non chiarezza in competenze concorrenti che noi non abbiamo mai rivendicato pienamente; secondo, di una carenza di programmazione della nostra Regione, che ha difficoltà a battere i pugni sul tavolo nei confronti dello Stato, perché non ha un piano energetico e ambientale approvato con obiettivi certi e con un percorso di raggiungimento di quegli obiettivi credibile.
Lo strumento programmatorio che dovrebbe dire che la Regione raggiungerà e supererà l'obiettivo del 17 per cento di consumi energetici da energie rinnovabili non c'è, non c'è quel documento. Noi parliamo di raggiungere il 40 per cento, ma quel documento programmatorio non c'è, come non c'è un documento programmatorio in materia di sanità, così come oggi ci proponete un documento, un disegno di legge che ancora adesso rinuncia a ripensare nel suo insieme l'amministrazione regionale.
Io mi rivolgo all'assessore Floris, gli chiedo di riflettere su questa norma, chiedo di riflettere anche ai colleghi della maggioranza sul fatto se sia necessario andare avanti, creando ulteriori assalti alla diligenza, e creando una nuova zattera, una nuova arca di Noè, come quella che ho definito nel collegato, dove ognuno di voi cercherà di caricare la sua mercanzia all'insegna di un "si salvi chi può" individuale. Ormai è chiaro a tutti, infatti, che la vostra mancanza di un progetto collettivo impedisce a chi è parte ancora della vostra maggioranza - e qualche pezzo e qualche incrinatura lo si comincia a vedere - di ritrovarsi in un progetto di insieme, in una visione collettiva che dia speranza e fiducia ai sardi.
Io, Assessore, non mi auguro il "tanto peggio tanto meglio", se ritenete necessario procedere, fatelo, ma lasciate questa norma sobria e snella, approvatela in fretta e andiamo al più presto ad approvare un disegno molto più organico di riforma dell'organizzazione regionale, che metta al centro non la quantità, non l'aumento delle piante organiche, ma una maggiore efficienza, per esempio accorpando le strutture amministrative, accorpando competenze (come quelle in materia ambientale e urbanistica) disperse in troppi Assessorati.
Io credo che, se farete questo, la nostra disponibilità al dialogo, la nostra disponibilità a pensare al bene comune ci sarà, altrimenti ancora una volta la nostra opposizione sarà dura, e sarà dura perché la vostra azione di governo, la vostra azione come maggioranza è inutile e insulsa, e non è quella di cui ha bisogno la nostra Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, il mio è un intervento che cercherà di essere sobrio e snello anche sul contenuto di ciò che mi appresto a dire.
Devo considerare che una parte delle valutazioni che i colleghi della minoranza stanno esprimendo in quest'Aula non può trovare il silenzio completo da parte della maggioranza, anche perché, è stato rilevato da alcuni interventi dei colleghi della minoranza, si verifica un fatto che ha comunque una caratteristica di anomalia, e cioè l'Assessore regionale del personale è intervenuto più volte, sia in Aula (quindi non si può dire che non lo abbia fatto pubblicamente) sia sui giornali, e ci ha comunicato che il testo che viene dalla Giunta regionale - il disegno di legge che attualmente è in discussione in quest'Aula - è un testo che lui considera in parte superato e in parte non adeguato rispetto alle esigenze di questo momento.
Non può neanche essere sottaciuto quello che il collega Gian Valerio Sanna ha rilevato durante il suo intervento, e cioè che (a fronte di una relazione di presentazione del disegno di legge che data 24 settembre del 2009, e che giustifica con l'urgenza la disorganicità complessiva degli interventi contenuti nello stesso) dopo due anni dalla presentazione del testo è difficile sostenere che alcune delle norme che non sono addirittura più adeguate rispetto ai tempi possano essere ancora considerate urgenti.
Io credo che sia giusta politicamente la richiesta di riflessione che ci perviene, e che sia importante che questa maggioranza la accolga, perché non è pensabile che ci siano in quest'Aula due posizioni diverse, entrambe espresse dalla maggioranza. Non è pensabile, cioè, che ci sia una posizione della Giunta, che è diventata cauta sul contenuto del disegno di legge, e che propone di ragionare in maniera non miope sulle necessità del sistema a cui questa legge è destinata, e ci sia invece una altrettanto legittima e comprensibile posizione di diverse forze che appartengono a questa maggioranza che fanno un ragionamento più contingente e che cioè dicono: "Beh, signori, però ricordiamoci che noi abbiamo anche assunto degli impegni nei confronti dell'universo mondo che c'è fuori da quest'Aula; ricordiamoci che ci sono stati diversi provvedimenti di legge esaminati da quest'Aula, dai quali abbiamo espunto tutte le norme che riguardavano il personale dicendo che ci sarebbe stato un contenitore che poi questi impulsi avrebbe raccolto; ricordiamoci che abbiamo appena finito di discutere il collegato alla finanziaria al quale erano stati presentati 100, 150, forse 200 emendamenti che avevano attinenza alla materia del personale, e che noi abbiamo detto ai presentatori degli emendamenti che ci sarebbe stato un momento immediatamente successivo, rispetto a quello della discussione del collegato, in cui questi emendamenti avrebbero avuto un loro sfogo, avrebbero potuto essere almeno discussi.
Ecco, io credo che in maniera laica dobbiamo approcciarci al problema, e dobbiamo approcciarci tenendo conto di quelli che dovrebbero essere i punti di riferimento per una legge che va a incidere sul sistema dell'organizzazione e del personale. E bene fanno i colleghi del centrosinistra a porre alla maggioranza una domanda semplice, e cioè: diteci se questa legge, se il disegno di legge numero 71, è un disegno di legge che interviene in materia di organizzazione di personale risolvendo i problemi che oggi la Regione ha. Io credo che sia legittimo da parte loro rivolgerci questa domanda, e devo dire che la lettura di questo testo di legge non consente di rispondere affermativamente ai colleghi del centrosinistra.
Se infatti la maggioranza dicesse che all'interno di questo disegno di legge è contenuta la propria filosofia per riorganizzare la Regione Sardegna in maniera più adeguata rispetto alle domande che dall'esterno della "macchina Regione" arrivano alla Regione stessa, e per dare definitiva risposta alla maggior parte delle istanze legate al personale dipendente di questa Regione, modificando radicalmente il funzionamento della burocrazia regionale, della macchina regionale, insomma, staremmo dicendo una cosa che non sta né in cielo né in terra. Staremmo contraddicendo - aggiungo - la stessa relazione introduttiva della Giunta regionale che non attribuisce a questa legge questo ruolo.
In realtà noi diciamo semplicemente, ai colleghi del centrosinistra e all'intero Consiglio: guardate, no, stiamo semplicemente portando in Aula un "contenitore", com'è stato definito anche dai colleghi del centrosinistra, un contenitore all'interno del quale intendiamo porre alcune norme più o meno urgenti, più o meno opportune, più o meno necessarie. Non abbiamo la pretesa, con questo disegno di legge, di modificare e adeguare l'organizzazione della Regione alle esigenze attuali, non abbiamo la pretesa di cambiare la capacità e l'efficienza della burocrazia regionale, non affrontiamo quindi il tema che ha appena ricordato il collega Porcu, delle politiche di controllo di gestione, delle politiche di efficienza e trasparenza amministrativa, tutte politiche su cui potremmo aprire una discussione di una giornata, per definire almeno gli obiettivi che leggi di organizzazione di personale dovrebbero porsi oggi per quanto riguarda la Regione.
Quindi, il disegno di legge numero 71, senza avere tutti questi obiettivi ha, però, quello di offrire alcune risposte a esigenze specifiche e di manutenzione di alcune leggi, e di verifica e riadattamento di altre leggi pure esistenti, e di soluzione di alcuni problemi concreti che vengono, in maniera più o meno legittima, presentati da parti dell'amministrazione regionale, che richiedono l'intervento del legislatore per riportare a miglior razionalità (secondo quanto sostenuto dalle parti che le propongono) alcuni aspetti il più delle volte contingenti della vita interna della macchina regionale. Insomma: questa è la legge.
E allora io credo che abbia ragione il mio amico Chicco Porcu quando dice: "guardate, fateci una cortesia, asciugatela quanto più possibile, riducete quanto più possibile gli interventi di manutenzione, gli interventi sul personale, gli interventi sulle normative, gli interventi che avete previsto all'interno di questa legge, cercate di approvarla nei tempi d'Aula più brevi possibili, perché una legge che non ha obiettivi di sistema e di lungo periodo non merita certo di rimanere a lungo in aula".
E se le dimensioni e il respiro che la maggioranza riterrà di proporre all'Aula per questa legge saranno davvero queste dimensioni così limitate, beh, insomma, è possibile pensare che ce ne liberiamo in fretta, e ci mettiamo in fretta a parlare d'altro, dove parlare d'altro significa parlare di riforme di più ampio respiro e, magari, per quanto riguarda la materia dell'organizzazione e del personale, cominciamo a spiegare e a discutere tra di noi come vorremmo che fosse una Regione che davvero, in tema di organizzazione e di personale, rispondesse ad esigenze, che sono sicuramente diverse anche da quelle che c'erano 13 anni fa e che pure, forse in maniera lungimirante, sono state in quel periodo preso in esame e recepite all'interno della legge numero 31.
Ecco, io credo che questo sia il ragionamento a cui noi Riformatori possiamo essere disponibili, e che forse trova anche un punto di equilibrio tra esigenze - lo ripeto ancora una volta - anomalmente difformi espresse da parti della maggioranza e dalla Giunta regionale, e che trovano contemporaneamente compensazione anche nei suggerimenti che la minoranza, in maniera direi aperta, ci ha offerto durante il dibattito che ha animato la mattinata e questo pomeriggio, suggerimenti che io terrei in grande considerazione, perché questa legge non va avanti facilmente senza che si ascolti ciò che è stato detto reciprocamente all'interno di quest'Aula.
Mi sembra pertanto molto importante che noi facciamo uno sforzo per riuscire ad ascoltarci, e forse facendo questo sforzo riusciremo a trovare anche un equilibrio su alcuni punti che vanno al di là dell'ordinarietà, anche se, per quanto ci riguarda, forse l'unico punto che va veramente oltre l'ordinarietà, su cui vale la pena aprire un ragionamento tra maggioranza e opposizione in aula, è quello del precariato.
Questo Consiglio regionale, ormai da anni, discute di norme in materia di precariato, discute di stabilizzazione di precari, discute di regolamentazione dell'accesso al pubblico impiego e delle possibilità di escludere che ci sia nuova formazione di precariato. Io credo che, al di là delle differenze di schieramento politico, sia ormai nella consapevolezza di tutti i consiglieri regionali che non abbiamo ancora approvato una norma che preveda la soluzione dell'attuale problema del precariato, né abbiamo una norma che ci impedisca di creare nuovo precariato. Per cui, sostanzialmente, questo Consiglio regionale, come quelli che l'hanno preceduto e come quelli che lo seguiranno, se non si interverrà in modo perlomeno non ipocrita e deciso sull'argomento, continuerà a prendere in esame il problema del precariato, i due schieramenti che si accuseranno a vicenda di aver creato nuovi precari, e cercheranno di palleggiarsi la responsabilità e il merito delle poche sanatorie sul precariato che hanno raggiunto l'obiettivo che i proponenti si erano prefissi.
Allora, è importante che noi sviluppiamo un ragionamento sull'argomento del precariato scevro dalla volontà di prenderci in giro, nel senso che è evidente che una Regione disciplinata da una legge di organizzazione di personale moderna, avrebbe bisogno anche di lavoro a tempo non indeterminato, nel senso che il tipo di esigenze che esistono in un'amministrazione complessa, che voglia rivolgersi, rispetto alla propria utenza, in maniera moderna, in maniera dinamica rispondente alle esigenze della stessaa, è evidente che ha bisogno anche di una quota di lavoro che non sia a tempo indeterminato.
E' verissimo che il lavoro a tempo indeterminato determina una affezione, una partecipazione, una capacità di acquisizione della mission e delle competenze relative che è straordinaria e che è fondamentale in tanti aspetti del lavoro di un'amministrazione, ma è altrettanto vero che esistono settori del lavoro che necessitano di un ricambio, di una qualificazione con livelli di competenza professionale sempre nuovi e dell'acquisizione di professionalità che di continuo vengono immesse nel mercato e che hanno necessità di un aggiornamento professionale che non è quello del lavoratore dipendente.
E' altrettanto evidente che tutto questo deve essere in qualche misura normato, deve essere in qualche misura condiviso e soprattutto deve essere funzionale a una macchina amministrativa regionale che abbia la volontà di rispondere alle domande dei cittadini. Noi non possiamo, colleghi del Consiglio regionale, continuare a dire che la macchina burocratica della Regione è scassata, inefficace.
Il collega Uras dice che la Regione non dà attuazione alle leggi regionali, non si assume responsabilità, non dà risposte nei tempi stabiliti dalla legge a tutte le istanze che vengono dal cittadino, è vista dal cittadino normale, e peggio ancora dall'imprenditore, non come un aiuto alla soluzione dei problemi ma come un freno burocratico costantemente presente su qualsiasi problema venga posto sul tappeto, anche per le questioni che poi hanno una soluzione in tempi dilatati favorevole rispetto al richiedente. Questa amministrazione regionale non è l'amministrazione che a noi serve per poter dare risposte adeguate allo sviluppo della Sardegna. Non è l'amministrazione con la quale noi contribuiamo a risolvere i problemi della Sardegna e dei sardi.
Quindi è evidente che il tema che oggi è in discussione in questo Consiglio regionale è quello di cambiare la struttura della Regione sarda. E guardate, anche su questo io vi dico, colleghi del centrosinistra - appellandomi a quelli di voi che hanno più volontà, più disponibilità, più formazione mentale per raccogliere un invito di questo genere - vi dico una cosa che voi ci avete appena detto, e cioè che questa legge, se andrà avanti senza la riflessione che voi dite meriti di essere fatta, rischia di essere - qualcuno l'ha definita una tradotta, qualcuno una zattera, qualcuno forse un convoglio militare di quelli che andavano verso i campi di deportazione - rischia di essere un veicolo su cui in tanti cercheranno di caricare interventi che, più che riguardare l'interesse generale, riguarderanno piccoli pezzi di amministrazione che si sono rivolti a ciascuno di noi.
Questo è verissimo, ma è altrettanto vero che questo lavoro, così come qualche volta siamo incaricati noi di farlo, altre volte siete incaricati voi di farlo, e anche nel corso della discussione di questa legge noi probabilmente saremo costretti a rilevare che l'incarico di fare questi interventi "spot" lo abbiamo avuto o lo avremo nei prossimi giorni - io spero di no ovviamente - sia noi che voi. Quindi per sgombrare il campo dal problema della demagogia spicciola e dalla necessità di essere asserviti alla solita legislazione "a domanda" che ci viene richiesta dall'esterno, abbiamo bisogno di un accordo bipartisan. Abbiamo bisogno di considerare che ci sono delle esigenze di carattere generale legate alla efficienza della pubblica amministrazione e al ruolo che questa deve giocare per lo sviluppo della Sardegna, e di maggioranza o che sono esigenze di minoranza, ma sono esigenze dell'intera amministrazione regionale e dell'intero Consiglio regionale perché sono esigenze della collettività sarda.
E' questa la sfida che noi abbiamo davanti anche nei prossimi giorni di discussione di questa legge, sfida alla quale, badate, possiamo aderire o alla quale possiamo negare accesso, continuando a fare finta di nulla, come abbiamo fatto più o meno sul collegato. La legge verrà caricata, come è stato detto dal collega Pittalis, di un numero imprecisato di emendamenti che ciascuno di noi presentatori tenterà di difendere: alle 2 del mattino qualche volta sarà più facile difenderli, alle 10 del mattino di meno, quindi sarà un po' anche la contingenza che ne determinerà l'assetto, e forse ad agosto usciremo dall'Aula con una legge che alla fine non soddisferà nessuno, non gratificherà nessuno e non produrrà effetti positivi sull'interesse generale della Regione.
Se invece riusciremo a rendere estremamente asciutto l'articolato e magari a utilizzare anche gli spazi in cui non si lavora in Aula e si lavora in Commissione o i momenti in cui si discute tra di noi per cercare di capire quali sono le parti che mancano a questa legge e che vorremmo suggerire che venissero inserite nella prossima, forse anche un incidente consiliare come questa legge può diventare un elemento utile per consentire di iniziare a fare leggi buone e di interesse generale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, noi non dobbiamo parlare del DL 71. Questa è una scusa. Il DL 71 è già stato archiviato. Noi dobbiamo parlare di tutta la massa di emendamenti che trattano argomenti relativi all'organizzazione della Regione, personale e dirigenza, che noi abbiamo spostato dal collegato al D.L. 71. Il D.L. 71 è un vagone vuoto di contenuti (poi qualcuno dirà che invece non è vuoto di contenuti, ha contenuti superati) e quindi il tema qual è? Lo dobbiamo conservare? C'è un modo per riportare tutto a casa: si boccia! Si boccia il passaggio all'esame degli articoli! La maggioranza non lo apprezza? La Giunta è contraria? Vota contro il passaggio all'esame degli articoli! Si assume la responsabilità, lo fa a voto palese.
Non cerchi tra questi banchi qualcuno compiacente che vada a chiedere il voto segreto per nascondere la difficoltà della maggioranza. Non chieda a qualcuno di noi di sollevarsi un attimo prima del voto per chiedere il voto a scrutinio segreto in maniera tale che la maggioranza possa mischiarsi con la minoranza per abbattere questo vagone nel quale tutti noi avevamo promesso che avremmo individuato le soluzioni ad alcuni problemi che ci sono stati sollevati dai lavoratori, da lavoratori per lo più precari e per lo più non regionali. Perché io ho sentito di tutto qua. Ho sentito di tutto!
Da settimane stiamo parlando di precari dell'amministrazione regionale; non ce n'è uno! Il problema dei precari dell'Amministrazione regionale è già risolto e risolto male, perché ogni volta che noi approviamo una norma, che peraltro ci viene stesa dall'Assessorato competente, dalla Direzione generale del personale, succede che il personale che la deve applicare (che sarebbe quello della Direzione generale del personale) ha difficoltà a farlo. Bisogna dirgli passo per passo, virgola per virgola, aggettivo per aggettivo come si deve comportare! Dirigenti pagati più di un consigliere regionale, a colpi di 130, 140, 150 mila euro l'anno, e glielo dobbiamo dire noi come si applica una norma!
Io lo dico all'assessore Floris che è stato Presidente della Regione, Presidente del Consiglio, è uomo di istituzione, noi dobbiamo fare una cosa molto semplice: intanto mandare a casa tutti quelli che hanno rovinato la Regione (se ci siamo anche noi tra quelli andiamo a casa anche noi) perché sicuramente non possiamo continuare a salvare una dirigenza che ha prodotto questo mostro! Io sarei dell'idea che se avessi anche solo una volta, anche per un solo minuto, esercitato la responsabilità di governo di questa Regione, quel tipo di provvedimento l'avrei adottato. Avrei adottato il provvedimento di destituzione dei direttori generali dell'amministrazione regionale, che sono sempre gli stessi, sono sempre gli stessi.
Il direttore generale del personale ha attraversato la storia dell'autonomia, ha attraversato tutte le Giunte di centrodestra e di centrosinistra e, senza colpo ferire, rimane lì. E poi noi veniamo qua una volta vestiti da assessori, una volta vestiti da consiglieri a dire che quelli non sono capaci a lavorare! Ma li abbiamo lasciati noi in quella posizione! Allora, via l'ipocrisia, via i termini che non si capiscono, via le verità che non si comprendono, via tutto questo, diciamo le cose come stanno.
I precari. I precari sono prodotti da un sistema perverso che è il frutto di un'azione di governo perversa. Siccome dobbiamo contenere la spesa pubblica non possiamo bandire i concorsi perché non possiamo incrementare le assunzioni. Ma siccome i servizi li dobbiamo erogare lo stesso, all'ora anziché bandire i concorsi, stipulare contratti con agenzie di somministrazione del lavoro, le cosiddette agenzie di lavoro interinale, oppure stipuliamo contratti cosiddetti flessibili, atipici, co.co.co., co.co.pro., e riempiamo l'amministrazione regionale, e non solo, di personale assunto così. Dopo qualche anno (in alcuni casi dopo qualche decennio) ci rendiamo conto che quelli che abbiamo assunto così sono invecchiati, non hanno più 25 anni, non sono più alle prime esperienze di lavoro, ma ne hanno 50, 55, hanno famiglie, hanno vissuto una vita indegna di essere vissuta, indegna di essere vissuta, nella difficoltà continua. Allora ci poniamo il problema: ma come gli costruiamo un po' di previdenza? Facciamo le sanatorie. Io sento parlare di norme di contenimento della spesa pubblica e quindi anche della spesa in materia di personale da almeno trent'anni, violate sistematicamente in modo strutturale da tutte le responsabilità politiche e amministrative anche di questa Regione.
Quindi, un'altra verità la sgombriamo. Il personale regionale è stabilizzato, come anche quasi tutto il personale del settore sanitario. Ci sono due piani quinquennali, sono in fase di attuazione e c'è qualche pasticcio normativo che chi deve attuare quei piani quinquennali purtroppo ha prodotto e pertanto è necessaria una piccola correzione, un'interpretazione autentica, non nuovi stanziamenti, non l'accesso di nuovi precari, una piccola manutenzione legislativa. Di quali altri precari stiamo parlando? Stiamo parlando dei precari dei beni culturali?
Onorevole Dedoni (anziché telefonare ascolti, onorevole Dedoni) lei è Presidente di quella Commissione attiva che si occupa anche di beni culturali: 800 lavoratori assunti con le cooperative di lavoro istituite ai sensi della legge numero 28 dell'84, 27 anni in una condizione di vita precaria affidata a contratti con gli enti locali finanziati con i soldi della Regione, trasferiti sulla base di diversi programmi. Adesso per mantenere quei contratti si procede a un automatico riposizionamento dell'importo con una riduzione del 10 per cento. E dal 10 per cento del 100 per cento siamo arrivati a ridurre del 10 per cento il 90 per cento, il 90 per cento risultato da quel 10 per cento in meno, viene ancora ridotto del 10 per cento. Le riduzioni sui trasferimenti agli enti locali per mantenere quel sistema di cooperative va quindi sostanzialmente a ridurre gli stipendi e quindi le condizioni di vita, le possibilità di esercitare pienamente ogni diritto di quei lavoratori.
L'Assessore del lavoro, quello che non viene mai, quello che non viene in Commissione nonostante ci sia l'obbligo di presentarsi ogni quattro mesi per relazionare sulla sua attività, quello che viola sistematicamente e consapevolmente la legge della Regione, quell'Assessore convoca per il 6 luglio tutte le Province, per annunciare che i 400 lavoratori dei servizi per il lavoro saranno stabilizzati dentro l'Agenzia regionale del lavoro. Sulla base di quale norma? Sulla base di quale iniziativa? Sulla base di quale interlocuzione politica? Sulla base di quale esigenza? Un'invenzione. Però a quei lavoratori ad agosto scade il contratto, sono vittime di questo ricatto, di queste speranze, di queste ideazioni dell'Assessore del lavoro, libere ideazioni dell'Assessore del lavoro fuori dalle disposizioni di legge, che rendono questo Consiglio regionale inutile, Presidente.
Se esiste il potere di decretazione legislativa in capo alla Giunta e agli Assessori, io le suggerisco di consegnare le chiavi all'onorevole Cappellacci che venga lui qua, faccia una riunioncina con la sua Giunta e noi leviamo il disturbo, tanto non ci facciamo niente. Perché io ero rimasto della convinzione che per questo tipo di procedure fosse necessaria una legge.
Di quale legge parla l'Assessore il 6 di luglio con le amministrazioni provinciali di tutta la Sardegna? Di che cosa parla l'Agenzia regionale del lavoro che avrebbe dovuto presentare un regolamento di funzionamento al Consiglio di regionale per sottoporlo alla sua approvazione? E dove stanno gli organi di controllo? Si controlla ciò che si fa ma si deve controllare anche ciò che non si fa, perché anche non fare ciò che si è tenuti a fare è violazione di legge.
Di quali altri precari stiamo parlando? Io ho ricevuto adesso una piccola delegazione di ex lavoratori socialmente utili, quelli delle cooperative che puliscono le scuole nelle cooperative. Ora siccome la Regione ha ridotto lo stanziamento, questi che vivono con 750 euro al mese avranno ridotta (con due mesi adesso di cassa integrazione e l'anno prossimo con tre mesi di cassa integrazione, con una riduzione di quattro ore a settimana del loro orario di lavoro) la loro retribuzione a meno di 600 euro.
Ma di che cosa stiamo parlando? Quali concorsi vogliamo organizzare per queste persone? Quale violazione di diritto dei disoccupati che stanno fuori fanno e commettiamo se cerchiamo di sistemare in una condizione di vita accettabile queste persone!? Io sento "di tutto e di più", sento di tutto e di più perché non c'è neppure la voglia di applicarsi, di approfondire l'argomento. Si viene qua e si parla di tutto, tanto non c'è una ricaduta normativa: una! L'Assessore ci propone la revisione della "31", io glielo dico, Assessore: non sono d'accordo. Avanzi tutte le proposte di revisione che vuole, ma io rimango ad un voto unanime di quest'Aula che ha dato incarico a questo Consiglio regionale di mettere in piedi un percorso costituente, una revisione e riscrittura dello Statuto, la definizione di una legge statutaria (al limite anche di una legge elettorale), la modifica della legge numero 1 del 1977 (cioè la redifinizione dell'assetto organizzativo della Regione) e infine la ridefinizione della dirigenza della Regione.
Questo percorso costituente si è arenato - mi dispiace che non sia presente il Presidente della prima Commissione -si è arenato nella costituzione di due Sottocommissioni della prima Commissione che è stata allargata anche ai Capigruppo e banalizzando quel percorso. Sono scomparsi i soggetti sociali che dovevano aiutarci in quel percorso, i sindacati, il mondo dell'economia, il mondo della cultura, il mondo della solidarietà attiva; tutto è scomparso, noi ci siamo chiusi ancora nel palazzo!
E la riforma che faremo adesso archiviando il DL 71 possibilmente non con votazione a scrutinio segreto? Quale sarebbe la riforma della dirigenza della Regione? Ripeto ce n'è una sola da fare: mandare a casa tutti. E se serve dobbiamo fdare il buon esempio e andare a casa anche noi! Io sono dell'idea che da quel punto che noi abbiamo fissato unanimamente cioè il percorso costituente, si debba ripartire (se si vuole ripartire onorevole Vargiu) con iniziative cosiddette bipartisan, bipartisan con chi ci sta. E se il tema è la costituente, cioè una forma organizzata della partecipazione popolare che abbia come obiettivo una elaborazione in comune dei nuovi testi, a incominciare dalla Carta costituzionale della Sardegna, dei diritti e dei doveri dei sardi, noi ci stiamo, rimuoviamo ogni pregiudiziale. Non ci interessa più accalorarci sullo strumento: se quello è lo strumento noi siamo per quello strumento ma non si trovino scuse, non si trovino scuse per non fare niente.
Noi siamo qua per fare cose utili e le cose utili sono quelle che risolvono i problemi di vita delle persone e della nostra comunità. Il coinvolgimento del nostro popolo è indispensabile per un percorso costituente, non sarebbe percorso costituente un percorso che seguisse solo ed esclusivamente le procedure spesso burocratiche dell'attività legislativa di questo Consiglio. Noi vorremmo sapere anche da questa maggioranza, da tutta o da parte di essa, se ha ancora questo tipo di preoccupazione, o se invece ha rinunciato, e se ritiene che questa legislatura sia ormai fallita, e se debba essere archiviata come una tra le più inutili dell'autonomia. Nel frattempo facciamo - ecco questo sì Assessore - un bel corso di formazione per i nostri dirigenti, facciamolo perché leggendo alcuni dei loro atti mi rendo conto che ce n'è bisogno.
Mi dicono che ancora una volta una legge della Regione non è stata applicata, quella relativa alla stabilizzazione (o meglio all'acquisizione) negli organici della Regione dei dipendenti ex ARA. Lo dico perché questa è una sorta di nota dolente, e passi che ogni tanto il governo ci faccia il controllo di costituzionalità, promuova verso la Corte il ricorso. Abbiamo già detto che, ai sensi dell'articolo 9 della "legge La Loggia" se non c'è un'espressione di sospensione dell'efficacia della legge da parte della Corte costituzionale, (il ricorso deve avvenire entro 60 giorni) quella legge si applica, però il fatto che ci siano anche i dirigenti della Regione che operano il controllo successivo di costituzionalità delle leggi regionali è un arbitrio, un abuso di potere, una violazione di legge, un reato! Mandiamoli a scuola, ne hanno bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). La discussione si è aperta a temi molto più ampi di quell'oggetto del disegno di legge oggi all'esame, e sono state espresse numerose osservazioni anche a carattere generale. Io ritengo che ognuno di noi in questo Consiglio cerchi di offrire un proprio contributo, ovviamente nel limite delle sue possibilità, non per perseguire interessi particolari di Tizio, di Caio o di Sempronio, ma semplicemente per propugnare delle idee, per rappresentare delle esigenze. Se poi vi è il sospetto che non sia così allora bisogna essere presenti, per contrastare tutte queste iniziative non andarsene via. Quindi sicuramente non c'è, secondo me, da parte di nessuno, l'intenzione di fare, scusatemi il termine, "porcherie", c'è l'intenzione di porre sul tavolo dei problemi e cercare delle soluzioni a questi problemi per quanto possibile in maniera condivisa.
Relativamente al disegno di legge numero 71 ha detto bene l'onorevole Uras: noi abbiamo rilevato che vi era una serie di problemi urgenti e ha citato i problemi dei precari dei Beni culturali. Non dimentichiamoci però il problema, per dirne uno dei tanti, della formazione professionale. Non dimentichiamoci che noi abbiamo incentivato l'esodo per il pensionamento e dopo che è cambiata la legge statale sulle finestre chi ha optato per l'esodo anticipato non è potuto andare in pensione dopo cinque anni come previsto originariamente ma dovrà andare dopo sei anni e si trova da mesi senza né stipendio né pensione. Quindi ci sono esigenze urgenti che non ammettono ulteriore ritardo.
Siamo peraltro assolutamente contrari a che questa legge non venga trattata in conformità agli accordi raggiunti con la maggioranza e con l'opposizione: gli accordi si rispettano. Ci sono emergenze che non ammettono ulteriore ritardo, il problema non sono le norme della legge numero "71", lo sappiamo tutti che queste norme sono spesso superate, ma il problema come bene ha detto anche in questo caso l'onorevole Uras, è individuare questi problemi, cercare una soluzione per questi problemi tutti insieme.
Ho fatto un esempio, se ne potrebbero fare tanti altri: il problema del personale ESAF in liquidazione, il problema dell'ARA che è stato citato anche prima, esaminiamoli e vediamo cosa vogliamo fare, vediamo di raggiungere una soluzione, esaminiamo questi problemi che già sono sul tavolo, che già sono sul tappeto, affrontiamoli. Non siamo disponibili a presentare emendamenti o norme di legge per Tizio, Caio o Sempronio, siamo pronti ad esaminare questi problemi urgenti, problemi che incidono sulla vita delle persone che lavorano ogni giorno e che hanno bisogno di quelle somme per poter portare avanti la propria famiglia.
Il problema precariato c'è; verissimo! Individuiamo gli strumenti per evitare che il precariato si riformi. Ci abbiamo tentato, per quanto riguarda la Regione Sardegna, con la legge numero 3 del 2009, riducendo ulteriormente il limite del lavoro cosiddetto flessibile. Altro problema poi è se in questo lavoro flessibile vogliamo far rientrare anche il lavoro interinale o meno. Il decreto legislativo numero 165 lo fa rientrare, se vogliamo effettuare stabilizzazioni e non far rientrare i lavori interinali ne possiamo parlare, affrontiamo il problema e cerchiamo di arrivare ad una soluzione anche sotto questo aspetto. Quindi è un disegno di legge che ci consente di affrontare questi problemi, problemi che, non possiamo dimenticarlo, ci siamo impegnati ad esaminarli e affrontarli.
Ricordo peraltro che con il collegato sono stati rinviati al D.L. 71 anche una serie di problemi in materia di personale non attinenti alla Regione: sono i problemi dei consorzi, i problemi degli enti locali e quant'altro, quindi non è un problema che riguarda solo il personale della Regione Sardegna. Ma poi il discorso si è ampliato anche al problema delle riforme. Noi sino ad oggi ci siamo astenuti da presentare una proposta di legge volta alla creazione di una Costituente, in quel senso evolutivo che avevamo proposto in sede di discussione sulle riforme. Ci riserviamo i prossimi giorni - visto il ritardo che c'è in materia di riforme - di presentare questo disegno di legge e di chiederne l'iscrizione all'ordine del giorno, a meno che la situazione non si sblocchi.
Ribadiamo che in presenza di un accordo unitario siamo disponibili a seguire un percorso congiunto; se questo percorso congiunto non sarà seguibile noi rivendicheremo con forza la necessità di far esaminare questa proposta di istituzione dell'Assemblea costituente. Ovviamente auspichiamo che la prima Commissione possa celermente riprendere il proprio lavoro e portar avanti le riforme. Il processo delle riforme che, com'è stato ricordato in precedenza, dovrebbe avviarsi secondo il seguente ordine: Statuto, Statutaria, legge elettorale, legge numero 1 e legge numero 31. Siamo disponibili, qualora ci sia la volontà, ad andare avanti in questo percorso che era stato concordato e condiviso da tutti. Ad ogni buon conto presenteremo nei prossimi giorni la proposta di legge per l'istituzione di un'Assemblea costituente, chiedendo che il Parlamento ci autorizzi attraverso questo organismo ad elaborare direttamente lo Statuto, con l'unica forma di controllo da parte del Governo della conformità alla Costituzione.
PRESIDENTE. Grazie. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Rinuncia? Grazie onorevole Diana.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, assessore Floris, colleghi, stupisce la rinuncia ad intervenire da parte di molti consiglieri della maggioranza e anche di qualche capogruppo, del capogruppo del partito di maggioranza relativa per esempio, stupisce ma evidentemente ha ragione l'agenzia Ansa che alle ore 13 e 47 ha scritto: "Un provvedimento che non piace a nessuno, sia tra i banchi della maggioranza che dell'opposizione". E probabilmente, assessore Floris, è il destino che ci ha condotto qui, un destino che è davvero cinico e baro. Nessuno vuole questa legge, eppure ne stiamo discutendo.
E' una maggioranza imbarazzata, Assessore - io le esprimo tutta la solidarietà - è una maggioranza imbarazzata che non interviene perché non ha nulla da dire, se si esclude l'intervento del Relatore, del quale, peraltro non condivido il termine "accordo", in quanto non c'è stato nessun accordo tra maggioranza ed opposizione, perlomeno con il gruppo del Partito Democratico che rappresento. Mi piacerebbe intervenire dopo l'intervento dell'assessore Floris (purtroppo non mi è consentito) mi piacerebbe perché vorrei ascoltare per l'ennesima volta la sua posizione, la posizione della Giunta regionale che non è evidentemente quella rappresentata dall'assessore Corona, due anni fa, nel settembre del 2009 (la data dell'approvazione in Giunta di questo provvedimento).
Mi sarebbe piaciuto (ma so che era impegnato al Senato) ascoltare l'intervento del presidente Cappellacci, non solo come Presidente della Regione, ma anche come leader di una coalizione che dovrebbe tenervi insieme, che dovrebbe tentare di mettere d'accordo la Giunta e la maggioranza, ma evidentemente così non è. Siete in una situazione di confusione, siete divisi, non avete una linea, non avete una strategia, e non da oggi: è la storia di questi due anni e mezzo. Avete portato in Aula un disegno di legge senza un minimo confronto tra di voi, senza un minimo confronto tra la maggioranza e la Giunta regionale, è evidente, è evidentissimo. Senza un confronto, senza leader, siete allo sbando, e questa insomma è la vostra fotografia.
Dobbiamo discutere di che cosa? Di una legge - dice l'Assessore - superata già due anni fa, e superata da tutto. Dobbiamo discutere di emendamenti che non esistono, non esistono ancora, perché non c'è un trasferimento automatico dal collegato al DL 71, devono essere presentati. Di cosa dobbiamo discutere, onorevole Diana, oggi senza voce? Dobbiamo discutere di un testo fantasma? Dobbiamo discutere di emendamenti fantasma? Dobbiamo discutere di un Presidente fantasma che non c'è mai, che non vi rappresenta, che non vi mette insieme, che dovrebbe dimettersi? Dobbiamo discutere di una Giunta fantasma, rappresentata oggi dall'assessore Floris, ma che non ha la vostra fiducia, e anche lui dovrebbe dimettersi, perché non ha la fiducia della maggioranza, di una maggioranza fantasma, quella che c'è, e che non si vede, che non si sente e che non parla, e quando parla critica (mi riferisco agli interventi di Vargiu, Ladu e perfino di Pittalis).
E' una legge sbagliata, ed è un modo sbagliato di legiferare anche nel metodo, che state perpetuando, fin dalla prima finanziaria: (non è la nostra finanziaria, dicevate) e poi col collegato, stravolto (i primi 14 articoli soppressi con emendamenti sostitutivi totali). Non sapete legiferare. Si porta in Consiglio un disegno di legge e non si capisce chi ne è il padre, poi si stravolge con emendamenti sostitutivi totali. E' questa la strada? E'questo il percorso che volete sostenere? E' sbagliato, non permette ai consiglieri di essere consapevoli di ciò che hanno di fronte, del testo che hanno di fronte, non permette di votare con la consapevolezza, di assumere decisioni nell'interesse generale, per il bene comune e non per il bene particolare.
E' tutto anomalo: un consigliere, l'onorevole Capelli, se ne va e accusa: "State facendo una legge particolare"; un Assessore non riconosce a nome della Giunta un provvedimento della sua maggioranza. E' stato detto che è una legge clientelare, non una legge di riforma. Assistiamo ad uno scontro silenzioso, in atto, tra maggioranza e Giunta. Evidentemente non c'è maggioranza, si naviga a vista, si continua a navigare a vista, non c'è uno straccio di strategia. Dove sono finite le riforme? Ce lo siamo chiesti tutti. Ma insomma da chi dipende, onorevole Steri, il fatto che non si faccia un passo avanti in prima Commissione sulle riforme? Da chi dipende che quello che si è prodotto da novembre ad oggi siano due Sottocommissioni? Da chi dipende? Da Babbo Natale? Dipende da una maggioranza, che evidentemente non riesce neanche ad organizzare i lavori di questo Consiglio, che spende 8 mesi tra un collegato inutile e una finanziaria snella e direi vuota, e oggi ci presenta il D.L. 71, figlio di nessuno.
Allora dove sono finite le riforme? Dove è finito quell'ordine del giorno unitario al quale abbiamo offerto un contributo importante, anche compiendo un passo indietro sulla nostra filosofia, anche accettando la forma più ampia di coinvolgimento, perfino forme di assemblea con funzione costituente, facendo un passo indietro per procedere verso l'interesse generale che è quello delle riforme, del patto costituzionale con lo Stato, di una nuova legge statutaria, di una nuova legge elettorale, di una nuova legge di riforma della Regione, di una nuova legge di organizzazione? Centralità del Consiglio, abbiamo detto, ampia partecipazione e massimo coinvolgimento. Ma se la Commissione non lavora di chi è la colpa, di chi è la responsabilità?
Decidetevi, volete una legge minimale e tappabuchi - come dice l'onorevole Ladu - volete essere tappabuchi? Volete affrontare alcune priorità che pure ci sono e che riguardano anche il personale della Regione o volete una riforma vera? Siete tutti veramente riformatori e non solo l'onorevole Vargiu! Noi siamo perché si vada subito in prima Commissione, perché a questo testo, superato, sia data organicità. Gli emendamenti, che saranno comunque da ripresentare, devono trovare tre, quattro punti essenziali veramente prioritari da affrontare.
Sul precariato: noi stiamo con i precari, noi stiamo con tutti coloro che non hanno un lavoro perché crediamo nell'articolo 1 della Costituzione, dobbiamo occuparci di lavoro e lo dobbiamo fare in maniera seria, forse con una sessione straordinaria dedicata al lavoro, con un dibattito che vada oltre anche la questione della stabilizzazione, per alcuni versi, necessaria dei precari. Stabilizzazione che dobbiamo fare non in termini assistenzialistici, dobbiamo fare cercando anche di utilizzare tutta quella miriade di agenzie che abbiamo ormai a disposizione: l'Agenzia del lavoro, il BIC Sardegna, l'Insar, Sviluppo Italia Sardegna (che oggi è regionale); possiamo metterle in rete, possiamo fare veramente un piano del lavoro che non sia il piano del lavoro (mi dispiace per qualcuno), ormai superato, straordinario ma superato.
Possiamo occuparci del lavoro, possiamo dire una parola chiara anche sul precariato e dire che il precariato va superato nella pubblica amministrazione, va superato dovunque perché crea subalternità, perché non crea libertà, perché non dà occasione ai giovani di formarsi una famiglia, di avere una casa. Possiamo dire che va superato e nel contempo possiamo dire una parola chiara, ferma, finale al fatto che non si entra nella pubblica amministrazione con raccomandazioni, che non dobbiamo alimentare continuamente il precariato perché tanto arriva un collegato, arriva una finanziaria, arriva un D.L. 71 che sana tutto! Possiamo dire una parola chiara (parlo dei nostri comportamenti) oppure ogni volta dobbiamo approvare una sanatoria?
E' necessario approvare una legge che intervenga su casi particolari (l'onorevole Uras ne ha citato alcuni, io penso a chi da oltre vent'anni lavora nei Beni Culturali, penso al CESIL) però con la garanzia che non procederemo più nella pubblica amministrazione ad assunzioni di questo tipo, di personale precario. Noi dobbiamo incentivare il passaggio dalla flessibilità alla stabilità, lo dobbiamo fare perché lo prevede la Costituzione, perché bisogna entrare in Regione e nella pubblica amministrazione attraverso un concorso.
Abbiamo tentato di procedere a stabilizzazioni anche nella scorsa legislatura, però dobbiamo avere delle regole chiare. Si cominci a dire che nella pubblica amministrazione non si assumeranno più lavoratori precari. Ci sono delle regole che prevedono un tetto massimo di 36 mesi, 30 mesi di lavoro in 5 anni; atteniamoci a quelle e basta, si metta la parola fine, un punto fermo, altrimenti non è vero che tutti sono sullo stesso piano in termini di opportunità. Noi dobbiamo dare garanzie a tutti, non solo ad una parte, non solo ai nostri amici. Dobbiamo spezzare una spirale che è perversa, se vogliamo mettere fine a tutto ciò; dobbiamo stabilizzare oggi con la certezza che non utilizzeremo più precari, tanto meno i lavoratori interinali, assessore Oppi.
OPPI (U.D.C.-FLI). Quei lavoratori da stabilizzare chi li ha chiamati noi o voi?
BRUNO (P.D.). Bisogna mettere la parola fine.
Noi diciamo inoltre che non vogliamo occuparci in questo disegno di legge di norme contrattuali, non lo deve fare il Consiglio regionale, c'è chi lo deve fare perché preposto istituzionalmente, non noi. Questo lo diciamo in modo chiaro e in modo categorico: non ce ne dobbiamo occupare!
Dopo la parola dell'assessore Floris io credo che sia bene tornare in Commissione, sempre che si approvi il passaggio degli articoli, ma non mi sembra scontato. La maggioranza nel frattempo si chiarisca le idee, chiarisca qual è il suo modo di operare, chiarisca le sue contraddizioni, io credo che abbiate bisogno veramente di occupare molto tempo per chiarire la vostra posizione nell'indicare, nella parte che rimarrà di questa legislatura, quali sono le vostre priorità. Stiamo arrivando a metà legislatura e io credo che avrete poco da scrivere nel bilancio di fine mandato; non basta veramente una fanfara e due navi dipinte, occorre qualche idea e, al di là degli slogan e degli spot, non siete riusciti a dimostrare che qualche idea l'avete, ma forse questo si evinceva già dalla lettura delle dichiarazioni programmatiche.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
FLORIS (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Presidente, colleghi del Consiglio, io ho ascoltato con molto rispetto tutti coloro che sono intervenuti, con molto interesse e anche con condivisione, e devo dire che mi ha meravigliato non poco la qualità del dibattito che ne è uscito fuori, credo che sia frutto di una classe politica sottovalutata, contrariamente a quello che pensa qualcuno.
Si parla di accordi politici: per carità, chi è che non rispetta gli accordi politici? Io non li conosco, non so quali siano. Se per accordi politici s'intende che sono stati rinviati alla discussione emendamenti presentati in una determinata circostanza, che poi devono essere discussi e portati avanti, è un discorso. Se invece si tratta di accordi politici che sono stati presi sulla sostanza degli emendamenti, beh, qui allora occorre fare un passo indietro, un grande passo indietro.
Vedete colleghi, il disegno di legge numero 71 non nasce come "71", nasce come "32", poi viene trasformato in "39", non è stato esaminato alla Commissione consiliare competente, è stato discusso direttamente nella terza Commissione, quindi siamo veramente all'apoteosi. Io volevo tornare con voi un attimo, in maniera pacata, a quello che ci siamo detti alcuni giorni fa sul personale complessivo della Regione. Occorre che riprendiamo una discussione meditata su ciò che è meglio nell'interesse dei dipendenti, dell'amministrazione regionale, dei cittadini e del popolo sardo, perché questa è la domanda che è venuta.
In occasione del dibattito sul collegato ho usato termini forti sulle questioni che interessano il personale regionale, parole che rappresentavano, in buona sostanza, la risultanza di molte considerazioni espresse da tanti colleghi di quest'Aula ho parlato cioè dell'opportunità di portare o meno avanti tramite lo stesso collegato - o col provvedimento numero 71, ha poca rilevanza - iniziative legislative parziali, scollegate, in contrasto con i processi di riforma che tutti diciamo di voler perseguire e che la Giunta ha già posto all'attenzione del confronto e del dibattito politico.
Per queste ragioni, intervenendo nel dibattito sul collegato e rifacendomi alle valutazioni di alcuni colleghi, in specie a quelle del presente Soru, largamente condivise dai colleghi della maggioranza, ho espresso la mia personale visione sul D.L. numero 71, almeno nella versione che veniva prospettata, (ma oggi ci sono stati affermazioni ben più pesanti) corredata da una miriade di emendamenti volti certamente a risolvere problemi singoli o di piccoli gruppi, indubbiamente legittimi ma distorsivi del percorso di riforma che urge affrontare e risolvere nell'interesse generale e sul quale le volontà delle forze politiche di maggioranza e di minoranza non possono che essere convergenti.
Le mie valutazioni non erano perciò contro le aspirazioni dei dipendenti, che comunque potevano ricevere adeguate risposte al di là del "71" e forse più del "71" nel contesto della riforma complessiva e organica, come non volevano e non vogliono essere una sfida nei confronti del Consiglio regionale, delle cui funzioni e prerogative sono sempre stato e sono rispettoso, anche perché credo di essere uno dei pochi, anzi il solo, parlamentarista convinto presente in quest'Aula, com'è scritto nella mia storia personale, quindi non c'è questo motivo.
Il mio era ed è un tentativo - e tale rimane - di far comprendere "lo stato dell'arte", come si suol dire, nel rapporto tra politica e amministrazione, individuando le criticità e i rimedi necessari con assoluta serenità e oggettivamente, in modo da assumere le decisioni senza lasciarci trascinare o condizionare dalle singole situazioni o perdendo di vista l'interesse generale.
Il disegno di legge numero 71 è ormai un provvedimento datato; nasce, come tutti sappiamo, nel 2009 all'inizio di questa legislatura, ha le sue radici nel disegno di legge numero 32, che diviene legge numero 3 del 2009, e nel disegno di legge numero 39, recependo un coacervo di norme sospese che dovevano prevalentemente sanare incongruenze interpretative e applicative delle norme vigenti. C'era anche l'intendimento di rispondere a richieste che anticipassero la riforma della "31" - modificazioni organizzative, attribuzioni di poteri e di competenze discendenti dalla legge numero 1 più volte richiamata in quest'Aula -, questioni, è bene ribadirlo, che comunque non hanno una organicità logica e che, nel rispetto dell'impianto originario del provvedimento, avrebbero potuto trovare un consenso di massima se fosse stato portato in Aula nell'immediatezza delle conclusioni dei lavori della Commissione di merito oltre un anno fa.
La mia personale opinione è che il disegno di legge numero 71 possa trovare adeguato recepimento nell'impianto della riforma generale, nel contesto cioè del provvedimento che la Giunta regionale ha già predisposto, eviteremo così un'ulteriore frammentazione della normativa, la rincorsa continua a tamponare varchi che si aprono per casi singoli o di gruppi che nel passato anche recente hanno reso quasi ingovernabile, e certamente problematica, la gestione del personale della Regione e dell'apparato regionale nel suo complesso.
Il disegno di legge numero 71 nasce peraltro in un contesto limitato e circoscritto, non ha niente a che vedere con la riforma, come non ha niente a che vedere con le centinaia di emendamenti che, se ripresentati, ne snatureranno gli obiettivi e finendo per rappresentare un ampio e corposo album di fotografie.
E' possibile, colleghi del Consiglio, guardare alla riforma organica dell'organizzazione del personale nell'interesse dei dipendenti e dei cittadini? E' possibile mirare a un nuovo modello di Regione alla luce dei mutamenti in atto nelle altre istituzioni e nella società civile? E' possibile guardare a realizzare un nuovo rapporto col popolo sardo per una Regione più vicina ai bisogni e alle speranze di progresso delle piccole e grandi comunità locali e dei cittadini, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo di grandi cambiamenti e di complesse trasformazioni culturali, sociali ed economiche?
Io penso che sarebbe utile e necessario recepire più velocemente i mutamenti radicali avvenuti nella pubblica amministrazione in Italia e nel mondo; penso che sia fondamentale imboccare finalmente la strada maestra delle riforme, anzi il complesso delle riforme di cui la nostra Regione e la nostra Sardegna hanno impellente e irrinunciabile necessità per crescere, progredire, per uscire dallo stato di atavico sottosviluppo e di subalternità nel quale da troppi lunghi anni è avviluppata e che comprime le aspirazioni soprattutto delle nuove generazioni, oltre che dei precari, che vogliamo libere, autonome e capaci di autodeterminarsi.
La riforma della "31", la riforma dell'organizzazione del personale è un tassello di questo grande progetto che sollecita la nostra attenzione e il nostro impegno, piuttosto che la politica dei piccoli passi. Comprendo che si tratti di una sfida culturale e politica che ci attende ma in essa sono ricompresi i principi, i valori e le idealità che sono patrimonio comune; innalzare il nostro orizzonte ed essere capaci di guardare agli interessi alti e nobili del popolo sardo e non a quelli di parte non è facile ma dobbiamo provarci. Aprire contrapposizioni e solchi tra maggioranza e minoranza in questa specifica materia non porta lontano e non porta profitti.
Questa può essere l'occasione - e ne sono una conferma anche autorevoli considerazioni sentite e lette in questi giorni in varie sedi oltre che in quest'Aula - questo può essere il momento di una riflessione e di una visione bipartisan. Su questo argomento il mio convincimento è che non si possano invocare regole di maggioranza e di minoranza, devono prevalere le regole di coscienza, di libertà di decisione dei singoli, di libero esercizio delle funzioni di rappresentanza della volontà popolare che reclama riforme e progresso. Si tratta cioè di esaltare il ruolo proprio del singolo consigliere e con esso il ruolo del Consiglio regionale, di questa Assemblea regionale, chiamata ad esercitare la sua funzione legislativa, ad essere cioè regolatrice di civiltà e non solo e non tanto erogatrice di poteri, per la crescita e il progresso della nostra comunità regionale.
Se anche con questa discussione e con questo provvedimento perdiamo di vista l'obiettivo più alto e complessivo della riforma generale della pubblica amministrazione regionale e ci limitiamo ai pannicelli caldi, vuol dire che rinunciamo al progetto ambizioso che tutti ci ripromettiamo di realizzare: quello di portare avanti una grande riforma nell'interesse di tutti. Dobbiamo però stare attenti a non portare avanti provvedimenti segnati dalla limitatezza delle visioni e degli obiettivi, che vedono altri casi e nuove istanze di sanatoria di situazioni particolari che fomentano nuovi contenziosi, aprono nuove aspettative e complicano il processo di innovazione.
Sono trascorsi ormai tre anni dall'avvio di questo provvedimento, sono nel frattempo intervenute importanti innovazioni nell'ambito della pubblica amministrazione nazionale ed europea di carattere strutturale, organizzativo ed economico, c'è il disegno di legge numero 78, la legge numero 150, di tutto ciò dobbiamo tener conto per avere un apparato amministrativo regionale efficiente e rispondente alle sfide del tempo.
In tale contesto si confronta e si misura non solo il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino, ma si confronta e si misura il rapporto tra responsabilità politica e responsabilità gestionale, entrambe soggette a specifiche e separate valutazioni. A questi aspetti e a queste problematiche non possiamo non fare riferimento, seppure in sintetici giudizi, nel nostro odierno confronto sul personale regionale, e questi riferimenti e questi ragionamenti in maniera corretta e oggettiva non possono che portare ad una soluzione condivisa fra maggioranza e minoranza.
La normativa sul personale è la risultante di tanti, di troppi interventi parziali sulla normativa generale, effettuati in particolare attraverso le leggi finanziarie degli ultimi dieci anni, segnatamente in quelli che vanno da 2004 in poi, che hanno monopolizzato - lo leggiamo in una nota del Servizio studi del nostro Consiglio regionale - "la disciplina della materia del personale per l'intera legislatura, anche con una certa contraddittorietà di finalità tra le diverse misure previste in una stessa legge".
Dobbiamo allora andare oltre, ponendoci di fronte ad un panorama e a un obiettivo più ampio, pur nel caposaldo della distinzione e separatezza - che credo che sia, onorevole Uras, una cosa che ancora conserviamo - dei ruoli e delle responsabilità tra politica e amministrazione; dobbiamo evitare la difesa di qualunque feudo politico e feudo amministrativo, per rafforzare la centralità del Consiglio, lasciando alla Giunta il potere di indirizzo e di direttiva nel quadro normativo definito dalle legge (questi problemi quindi sono di competenza della Giunta), superare l'anacronistica distinzione tra Amministrazione centrale, enti e agenzie, precisare la distinzione dei ruoli degli organi politici e della dirigenza, valorizzare il merito e la capacità, modificare l'organizzazione degli uffici e delle dirigenze, migliorare la qualità del lavoro, aumentare la produttività, migliorare i servizi al cittadino, razionalizzare i costi e le risorse umane.
L'attuale disciplina non risponde più a queste esigenze (è inutile dire "allontanate i direttori generali", non possiamo allontanare neanche una mosca) occorre trovare nuovi modelli di misurazione e di valutazione dei risultati. Nella distinzione dei ruoli, politico e gestionale, occorre definire e chiarire le responsabilità, con valutazioni differenti, anche introducendo nella legislazione regionale nuovi istituti come il bilancio sociale e il bilancio di mandato. Il tradizione percorso che abbiamo sempre seguito, tutti quanti, gli Assessori e i Presidenti della Giunta (indirizzi, direttivi, risorse, obiettivi) non è più sufficiente e adeguato per ottenere il risultato. Si deve chiarire quindi, precisare, completare il percorso delle differenti responsabilità: responsabilità politica da una parte, responsabilità gestionale dall'altra.
Sono questi, colleghi, e concludo, i nodi che dobbiamo affrontare, se è vero tutto ciò che abbiamo detto in occasione del Collegato e tutte le richieste che vengono avanzate nei confronti della Giunta e della dirigenza regionale. Dobbiamo pertanto affrontarli e scioglierli, agevolando la ricerca delle soluzioni più adeguate e rispondenti alle esigenze della miglior funzionalità della Regione per il progresso della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo sull'ordine dei lavori, perché è necessario capire come andare avanti. Dopo la replica dell'assessore Floris, noi ci troviamo, infatti, di fronte ad un significativo atto politico dell'Assessore degli affari generali e personale che praticamente demolisce il disegno di legge del precedente Assessore che è in discussione. L'Assessore Floris ha demolito, disintegrato il disegno di legge numero 71, raccogliendo anche significative indicazioni che sono venuta dall'Aula. A questo punto, Presidente, la raccomandazione è quella di sospendere adesso i lavori dell'Aula e di rinviare la discussione chiedendo - lo chiedo io a nome del Gruppo ma probabilmente è una richiesta che verrà da tutta l'opposizione - un chiarimento forte all'interno della maggioranza per capire esattamente, tra Giunta e maggioranza, qual è la strada che si intende percorrere.
Noi consideriamo assolutamente negativo, fuorviante e probabilmente foriero di un'ulteriore perdita di tempo in questo Consiglio il voler continuare a testa bassa a discutere un provvedimento che viene considerato assolutamente inadeguato dalla stessa Giunta regionale.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, la strada da percorrere è stata già definita questa mattina in Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Si era deciso, dopo la chiusura della discussione generale, di rinviare il voto sul passaggio all'esame degli articoli a martedì alle ore 13. Adesso si tratta di capire se sia più opportuno iniziare a discutere quei provvedimenti che abbiamo considerato in sede di Conferenza dei Capigruppo ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento stasera oppure domani mattina. Piuttosto che aprire una discussione in aula io convocherei una breve Conferenza dei Capigruppo, per cui sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 58, viene ripresa alle ore 19 e 20.)
Iscrizione immediata all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento
PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di rinviare la votazione del passaggio all'esame degli articoli del disegno di legge numero 71 e proseguire i lavori di questa sera con l'esame di due progetti di legge che arrivano in Aula in base all'articolo 102 del Regolamento nel testo del proponente. Il primo progetto di legge è la proposta numero 285 a firma Biancareddu e più "Istituzione del 28 luglio a Tempio Pausania come giornata regionale in ricordo di tutte le vittime degli incendi in Sardegna". Il secondo progetto di legge è il disegno di legge numero 287 "Custodia e mantenimento in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis".
I lavori del Consiglio proseguiranno domani mattina con l'esame del documento numero 14/A "CORECOM programma delle attività per l'anno 2011" e con la proposta di legge numero 286 Cucca "Modifica alla legge regionale 28 luglio 2008 numero 11, istituzione del comitato regionale per le comunicazioni CORECOM della Regione autonoma della Sardegna"; a seguire la mozione numero 132 Sabatini e più "Sulla grave crisi sociale economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di San Lorenzo (Villaputzu)".
PRESIDENTE. L'ordine del gioco reca la discussione della proposta di legge numero 285.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi al banco la Presidenza non oltre la conclusione del primo intervento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Vorrei ricordare all'Aula che nella scorsa legislatura è stata presentata una proposta di legge per ricordare chi si è sacrificato e chi è morto per gli incendi. E' stata votata all'unanimità nella Commissione ed è arrivata in aula poi, a causa della fine della legislatura, non potrà essere approvata. Adesso è stata ripresentata ed è della Commissione prima. Si tratta di una proposta che riguarda una città che ha sofferto in modo particolare, in cui è morto un mio carissimo amico (a Tempio), ma riguarda tutta la Sardegna e i morti per gli incendi di tutta la Sardegna. Si vuole, in pratica, individuare una giornata all'anno (non una data fissa) che cambi a seconda dei centri della Sardegna, in memoria di chi è morto a causa di questa piaga, per poter dare una risposta ai morti sparsi in tutta l'Isola e trovare anche il modo, attraverso le scuole di farle passare come fatto educativo, per far capire che gli incendi distruggono, che si deve costruire un nuovo metodo e un nuovo modo di essere persone civili all'interno della società, cercando di sensibilizzare tutte le istanze della società civile.
Una giornata per ricordare non solo coloro che sono morti, ma anche tutti quelli che operano quotidianamente sia per combattere l'incendio nel momento in cui nasce e si sviluppa, sia per prevenirlo, dai vigili del fuoco ai forestali, a coloro che lavorano nelle aziende foreste demaniali, per passare ai volontari che prestare la loro opera in tutti i paesi, non ultimi i meriti delle compagnie barracellari.
Io, purtroppo, non conosco la proposta di legge dell'onorevole Biancareddu, mi ha però sorpreso il fatto che venga portato a titolo personale in Aula, che identifichi una sola giornata di presenza per questa testimonianza, a Tempio, che non si riconoscano i morti di Laconi, che non si identifichi per tutta la Sardegna un momento di operatività.
Se fosse possibile io proporrei di modificarla, perché credo sia importante riconoscere la compartecipazione, come fatto civile e di crescita civile, della Regione a questo dramma degli incendi che tanto ha colpito la nostra Isola sia sotto l'aspetto economico, ma non solo, sia sotto l'aspetto ecologico-ambientale ricordo, oltre che distruzione, con la morte e con la rovina di molte famiglie, anche un danno incolmabile alla nostra Isola. Per cui io chiedo che ci sia la possibilità di emendarla.
PRESIDENTE. La proposta di legge in questione è arrivata in aula su richiesta di un Capogruppo che, in base all'articolo 102, ha chiesto il consenso alla Conferenza perché potesse essere esaminata dall'Aula direttamente nel testo del proponente.
DEDONI (Riformatori Sardi). Io non partecipo alla Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, questa è una prerogativa della Conferenza dei Capigruppo. Possiamo eventualmente abbinare, visto che i testi sono praticamente analoghi, il testo dell'onorevole Biancareddu con la sua proposta.
E' iscritto a parlare il consigliere Sanna Matteo. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Signor Presidente, colleghi. Io sono uno dei presentatori di questa proposta, non entro nel merito dell'iter che ha seguito o che dovrebbe seguire, però, mi permetto, perché ho sentito dal collega Dedoni affermare che interesserebbe solo ed esclusivamente un consigliere, un territorio o una città…
DEDONI (Riformatori Sardi). No, ho detto che non la conosco.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Collega Dedoni (mi faccia spiegare, magari l'aiuto) una volta che la leggerà, avrà modo di constatare che questa proposta riguarda i morti per via di questa calamità di tutta la Sardegna. E' vero che il primo firmatario di proposta di legge è il collega Biancareddu, che è di Tempio, esiste già una giornata importante che commemora non solo i morti dell'incendio di Curraggia degli anni 80, ma, tutte le vittime degli incendi ed è una manifestazione, una commemorazione che ha anche l'alto patrocinio della Presidenza della Repubblica. Poi, sul fatto che la proposta oggi all'esame dell'Aula possa essere emendata, credo che non ci siano assolutamente problemi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Biancareddu. Ne ha facoltà.
BIANCAREDDU (U.D.C.-FLI). Presidente, colleghi, volevo rassicurare il presidente Dedoni che questa non è una proposta di legge solo per le vittime di Tempio, infatti si parla di istituire una giornata regionale della memoria per le vittime degli incendi in Sardegna. Volevo dire che la scelta di Tempio non è casuale, in quanto già la Presidenza della Repubblica, che ci onorerà della sua presenza il 28 luglio di quest'anno, ha conferito medaglia al valore civile sia ai morti sia ai superstiti feriti degli incendi. Pertanto è una giornata che si celebra già, che vede la partecipazione di tutte le istituzioni e non è sicuramente stata istituita per ricordare solo la disgrazia di Tempio, che è una particolarità, ma per ricordare una disgrazia collettiva.
Mentre in questi eventi calamitosi c'è chi è morto casualmente (ricordo, per esempio i turisti di San Pantaleo) per difendere il proprio gregge, la propria casa, a Tempio è successa una cosa diversa: Tempio stava per essere aggredita dal fuoco, e ci fu un appello del sindaco, del parroco, suonarono le campane, e tanta gente, forestali, artigiani, commercianti con bidoni d'acqua (chi era in ciabatte, chi era addetto professionalmente a questo lavoro) si riversò sulle strade per cercare di arginarlo.
Fu una disgrazia collettiva; questi cittadini non sono intervenuti per difendere, anche legittimamente, il proprio gregge o la propria casa, ma si sono sacrificati per la città, e sono morti per la città. Quindi non si trattò di una difesa di interessi personali, ma di un sacrificio, che questa legge intende commemorare, non tanto per esaltare la memoria di questi eroi, ma per poter far sì che queste disgrazie non succedano più.
Già da tempo l'associazione dei forestali, che mi ha sollecitato in tal senso, si adopera perché a Tempio ci sia anche una scuola di prevenzione civile, che serva a far entrare nella mente delle persone che il rispetto dell'ambiente è rispetto verso noi stessi, una scuola che educhi alla legalità, al rispetto delle norme e all'altruismo; altruismo che quella gente ha dimostrato, sacrificando la vita per difendere il proprio paese natio.
Quindi quella all'esame dell'Aula non è una legge che esalta Tempio, ma è una legge che serve a commemorare tutte le vittime della Sardegna ponendo però come riferimento emblematico Tempio. Anche il Presidente della Repubblica ha riconosciuto questo sacrificio; e mi sembrerebbe pertanto riduttivo che lo riconosca il Presidente della Repubblica, e questo Consiglio lo neghi.
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, io proporrei all'Aula che rimanesse ovviamente, perché così deve essere, il testo dell'onorevole Biancareddu, a cui potremmo aggiungere le firme dei presentatori della proposta di legge numero 81. Questa è l'unica possibilità. I testi sono identici. Onorevole Dedoni, sto comunicando all'Aula qual è l'unica possibilità, non dobbiamo interloquire, perché altre possibilità non ce ne sono, poi, se si rinuncia e non si vogliono aggiungere le firme…
DEDONI (Riformatori Sardi). Non si può dire che si fissa questa giornata solo a Tempio!
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, io sto dicendo che rimane ferma la possibilità di presentare emendamenti e poi decide all'Aula, perché è l'Aula che è sovrana. Io sto proponendo semplicemente, per dare conto anche a coloro i quali hanno presentato la precedente proposta di legge, di aggiungere le loro firme alle proposte in esame.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, io credo che si possa superare il problema sollevato dall'onorevole Dedoni, perché la scelta operata dall'onorevole Biancareddu di indicare nella giornata del 28 di luglio la giornata da dedicare a questa ricorrenza fa pensare alla volontà di ricordare un fatto preciso. Il 28 di luglio si sa cosa accadde, quando accadde, dove accadde e le modalità con cui questo evento si verificò. Chi non ricorda le pagine de La Nuova Sardegna che pubblicavano le crude fotografie di nostri concittadini, di nostri conterranei riversi sul filo spinato e bruciati dalle fiamme? Fu una tragedia che colpì tutta la comunità. Io credo, però, che sia giusto apportare qualche correzione. Ritengo sia giusto che questa ricorrenza venga presa in considerazione per l'intera Regione sarda; le vittime degli incendi, sia quando hanno perso la vita per salvare la loro città, sia quando hanno perso la vita per salvare il proprio gregge, sono comunque vittime di un fenomeno che dobbiamo estirpare, e quindi dobbiamo accettare un po' più tranquillamente rimanga quella data ma chiediamo che la ricorrenza estesa all'intera regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, intervengo per sottolineare l'importanza dell'istituzione della giornata in memoria delle vittime degli incendi che, anche a mio avviso, può essere sicuramente estesa a tutta la Regione Sardegna, lasciando chiaramente ai comuni, alle aree laddove magari questi incidenti sono stati più gravi e quindi hanno determinato perdita di vite umane, la possibilità di attivare iniziative specifiche. Quindi sono del parere che la giornata sia utile e importante, che sia fondamentale che questa giornata sia poi vissuta all'interno delle scuole perché si prenda coscienza e si prenda visione dei drammi che gli incendi comportano.
Ma voglio sottolineare un altro aspetto a cui credo il Consiglio poco abbia prestato attenzione, mentre noi sosteniamo anche i danni causati dalle intemperie, non abbiamo mai prestato attenzione, invece, al risarcimento dei danni che i pastori e anche gli allevatori e i contadini subiscono da queste nefaste manifestazioni prodotte dalla volontà umana, a volte per distrazione ma a volte per vandalismo, per volontà di procurare danni. Per cui intervengo per sostenere la possibilità che queste due proposte possano trovare azione congiunta.
Mi sembra che questo sia importante per non svilire una manifestazione che penso sia da tutti condivisa. Ricordo infine gli incendi possono essere arginati solo ed esclusivamente con una diffusa cultura dell'ambiente, che inizi sin dalle scuole. Solo così si potrà evitare che si verifichino avvenimenti di questo tipo e si possa concorrere davvero a recuperare quell'ambiente di grande rilevanza naturalistica che la Sardegna merita.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per dire, e lo dichiaro all'Aula, che io, a meno di calamità naturali improvvise, impreviste e drammatiche, non consentirò mai più il ricorso all'articolo 102 del Regolamento. Dico questo perché mi sono accorto adesso - perché ho visto la proposta di legge un'ora fa - c'è esiste una proposta di legge, presentata da tutti i Gruppi consiliari l'8 di ottobre del 2009, che è sicuramente molto più ampia e più rappresentativa delle volontà del Consiglio di quanto non lo sia la proposta presentata l'8 di giugno 2011 e che stiamo discutendo adesso, firmata e sottoscritta da alcuni degli stessi presentatori della proposta unitaria dell'istituzione della giornata regionale in ricordo delle vittime degli incendi in Sardegna.
Allora, siccome non dobbiamo prenderci in giro, sarebbe stato forse più utile che i 50 mila euro o i 100 mila euro che sono stati richiesti per Tempio venissero inseriti in questa proposta di legge unitaria. Per cui manifesto tutto il mio disagio nel vedere questa sorta di "legislazione bancomat" che, a seconda delle esigenze, viene richiesta alla Conferenza dei Capigruppo e io personalmente mi sottrarrò, a questo meccanismo perverso di legislazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 40, viene ripresa alle ore 19 e 48.)
Discussione e approvazione della proposta di legge Biancareddu - Steri - Obinu - Cappai - Contu Felice - Sanna Matteo - Artizzu: "Istituzione del 28 luglio (Tempio Pausania) quale giornata regionale in ricordo di tutte le vittime degli incendi in Sardegna" (285)
PRESIDENTE. Comunico che le firme dei presentatori della proposta di legge numero 81 vengono aggiunte alla proposta di legge numero 285.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
Finalità
1. E' istituita la Giornata regionale della memoria delle vittime degli incendi in Sardegna, il 28 luglio a Tempio Pausania, con lo scopo di:
a) conservare il ricordo di tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro gli incendi in terra di Sardegna;
b) esprimere la riconoscenza del popolo sardo per tutti coloro che presentano la loro opera nelle campagne antincendio;
c) sensibilizzare, diffondere e promuovere nella comunità regionale, ed in particolare fra le giovani generazioni, i valori di tutela della vita in ogni sua espressione naturale, di rispetto delle leggi, di altruismo e solidarietà, che ispirano l'azione di quanti si sono impegnati e si impegnano, anche a rischio della vita, nella lotta contro la piaga degli incendi.
Emendamento soppressivo parziale Vargiu - Dedoni.
Articolo 1
Nel comma 1 dell'articolo 1 le parole "a Tempio Pausania" sono soppresse. (2).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Biancareddu, Contu Felice e Sanna Giacomo hanno votato a favore
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Corda - Lai.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 58
astenuti 3
maggioranza 30
favorevoli 58
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e del relativo emendamento:
Art. 2
Norma finanziaria
1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 100.000 per l'anno 2011 e per ciascuno degli anni successivi.
2. Nel bilancio pluriennale della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti variazioni:
in aumento
UPB S04.08.013
Prevenzione e difesa dagli incendi. Spese correnti
2011 euro 100.000
2012 euro 100.000
2013 euro 100.000
in diminuzione
UPB S08.01.002
Fondi per i nuovi oneri legislativi di parte corrente
2011 euro 100.000
2012 euro 100.000
2013 euro 100.000
mediante riduzione di pari importo della voce 3) della tabella A allegata alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011).
Emendamento sostitutivo parziale Biancareddu - Steri.
Articolo 2
Nel comma 1 dell'articolo 2 le parole "per l'anno 2011" sono sostituite dalle parole "per l'anno 2012". (1).)
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Entrata in vigore
La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della proposta di legge numero 285.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, intervengo solo per dire che sono assolutamente d'accordo sulle proposte di legge, sul contenuto, su tutto ciò che si è detto, nel senso che è giusto avere un occhio di riguardo e commemorare gli eroi, le vittime degli incendi nell'Isola che hanno segnato negli anni le vicende estive soprattutto della Sardegna., sul metodo, perché credo che in casi straordinari sia giusto utilizzare anche questo metodo.
Vorrei soltanto sottolineare che quanto è utile pensare a chi ci ha lasciato, tanto è utile pensare anche ai vivi. Vorrei ricordare, avendola richiamata più volte ai sensi del Regolamento, la proposta di legge numero 16 che riguarda la tutela e la valorizzazione delle superfici interessate dagli incendi, che oggi vengono bloccate per dieci anni a discapito degli allevatori e dei pastori che devono pascolare in quei terreni. Perché la richiamo? Perché sono i sardi che subiscono due volte i danni degli incendi: la prima volta per l'incendio in se stesso; la seconda volta perché, per un'errata interpretazione dell'articolo 10 della legge numero 53 del 2000, le nostre superfici vengono vincolate nonostante siano dei pascoli arborati, vengono intese e interpretate come superfici boscate, perché nel resto dell'Italia non esiste il nostro tipo di vegetazione. Ciò provoca danni molto gravi a discapito dei nostri pastori.
La proposta di legge è datata 7 maggio 2009 e anch'essa avrebbe avuto titolo, soprattutto perché dobbiamo pensare anche ai vivi, per accedere alla discussione dell'Aula. A tutt'oggi, nonostante la richiesta avanzata i richiami fatti per inserirla all'ordine del giorno della programmazione bimestrale, la Commissione agricoltura non l'ha mai presa in considerazione, perciò pensiamo sì ai morti, ma non dimentichiamoci dei vivi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, io voto sicuramente e con entusiasmo a favore di questa legge. Ricordo che nell'estate dell'83 rientravo da Napoli quando venni investito dai problemi legati alla tragedia di Tempio. Di fronte alla presenza di numerosi ustionati gravissimi, alcuni (pochi purtroppo) vennero ricoverati in loco, altri vennero trasferirli nei centri ustioni di tutta l'Isola. Comunque il loro sacrificio permise di ottenere da parte della politica - allora scarsamente capace, allora poco sensibile - o forse anche del mondo della sanità sarda, la possibilità di avviare un progetto che ha portato la Sardegna, alcuni anni dopo, a dotarsi finalmente di un centro ustioni dove poter seguire in maniera moderna, compiuta e completa, purtroppo non solo le persone che si ustionano accidentalmente, ma anche quelle che si ustionano nel cercare di salvare il nostro territorio e la loro terra. Per cui il mio è un voto convintamente favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). E' solo un'osservazione di carattere linguistico, la faccio io che non sono di madrelingua italiana. Io leggo "l'olocausto di quelle vite cadute". Chiedo di cancellare la parola "olocausto" perché il riferimento qui è desacralizzante e di sostituirla con altre parole.
Il termine "olocausto" non si mischia con le catastrofi volute e naturali.
PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, però sulla relazione non si può intervenire, l'Aula non si può esprimere, il contenuto è a discrezione di chi presenta la proposta di legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Anch'io sono assolutamente favorevole a istituire questa giornata di commemorazione; la tragedia di Curraggia ci ha toccati tutti; io ho perso anche un parente. Vorrei anche ricordare che allora amministratori e dipendenti comunali, anche il segretario comunale del Comune di Tempio, morirono per difendere la loro comunità. Oggi i segretari comunali sono più impegnati magari a interessarsi degli aspetti relativi alla natura giuridica delle unioni dei comuni. Però, intervengo anch'io per sottolineare quanto diceva l'onorevole Capelli a proposito di una specifica interpretazione autentica che fornimmo in occasione della discussione sulla finanziaria dello scorso anno, anzi, di quest'anno, del 2011, quando questo Consiglio precisò che al fine dell'erogazione degli indennizzi a favore delle vittime degli incendi non si intendevano per vittime solo i due morti nella fattispecie specifica, ma le quattro persone coinvolte in quella disgrazia, due delle quali stanno subendo ancora interventi chirurgici e hanno ceduto la loro attività, le loro aziende agricole, sono sul lastrico.
Abbiamo dato questa interpretazione, gli uffici (tanto per aggiungere altro materiale a quelle famose leggi non applicate, dove pure esiste un'interpretazione autentica di questo Consiglio) hanno destinato queste risorse esclusivamente alle famiglie dei due morti e non a queste persone e relative famiglie che stanno subendo un travaglio per i decorsi sanitari e le numerosissime operazioni a cui sono state sottoposte che stanno subendo in Italia e in alcuni casi anche all'estero. Quindi, mi appello, visto che l'argomento è questo, alla Giunta affinché applichi e interpreti nel senso voluto da questo Consiglio quella norma che introducemmo con la finanziaria del 2011.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, lei ha già indirettamente risposto a una proposta che volevo avanzare all'Aula. Volevo chiedere, dopo aver aggiunto alla proposta di legge numero 185 le firme di tutti i proponenti della proposta di legge numero 81, di inserire anche la relazione dell'"81" che mi sembra più ampia e che tiene conto anche delle indicazioni che sono venute dall'Aula relativamente non solamente alle vittime ma anche a tutti coloro che operano nel settore degli incendi in Sardegna. Se fosse possibile sarebbe forse un modo di completare al meglio di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, la relazione è agli atti del Consiglio perché accompagna la proposta di legge numero 81. Sul testo del proponente la relazione è quella della "285"; non si può abbinare la relazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, solo per ringraziare l'onorevole avvocato Steri poiché ha offerto l'opportunità finalmente, dopo due legislaturae, di approvare questa proposta di legge, ma soprattutto perché è riuscito a prevedere un'erogazione di 100 mila euro a fronte dei 50 mila euro della previsione originaria, e questo non può che costituire motivo di soddisfazione se questa somma verrà destinata, come era intenzione di noi proponenti, alla scuola affinché le nuove generazioni attraverso temi, attraverso iniziative varie capiscano l'importanza del bene ecoambientale e della necessità di preservarlo
Devo precisare, peraltro, che era un segretario di comunità montana quello che è morto, era un mio collega e con deferente omaggio ancora gli sono vicino perché eravamo molto amici. Quindi non c'è Tempio, non c'è Laconi, non c'è altro ma vorrei che ci fosse la riconoscenza per queste persone che hanno sacrificato la vita, giovane vita peraltro, e che possano insegnare a noi tutti a rispettare.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 285.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Randazzo ha votato a favore
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 287.
Dichiaro aperta la discussione generale.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Salis che ha a disposizione 20 minuti.
SALIS (I.d.V.). Come lei sa ho chiesto, in sede di Conferenza dei Capigruppo, una serie di chiarimenti all'assessore Cerchi. Oggi abbiamo probabilmente battuto tutti i record: un disegno di legge, il numero 287, che viene presentato il 29 giugno, che viene emendato il 29 giugno e che viene approvato il 29 giugno. Proporrei di omologare questo record perché penso che, nella storia dell'autonomia non sia mai successa una cosa del genere.
Il provvedimento ha subito questa accelerazione improvvisa; è vero che c'è un'urgenza legata al fatto che il Consiglio regionale ha bocciato il finanziamento relativo alla custodia e mantenimento di sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis, però io non posso non esprimere in questa Aula una convinzione già espressa in sede di collegato, e cioè che noi non possiamo continuare a fare figli e figliastri. In una crisi così devastante, che attraversa tutti i territori della Regione, non possiamo continuare a pagare stipendi ad alcuni ed a disinteressarci di molti altri, di moltissimi altri.
Non capisco, infatti, perché i minatori di Genna Tres Montis, che hanno tutto il mio rispetto e tutta la mia solidarietà, debbano essere trattati diversamente dalle centinaia di lavoratori edili che operano nella mia zona, nel mio territorio e che vengono licenziati e che non hanno uno straccio di sostegno, spesso neppure indiretto. Allora non vorrei che dovesse chiudere questa stagione di interventi a seconda del potente di turno che sostiene questa o quell'altra attività; io questo lo voglio dire.
Ricordo che la miniera appartiene a è una società partecipata al 100 per cento dalla Regione, creata appositamente perché l'Unione Europea è intervenuta pesantemente aprendo una procedura di infrazione nei confronti della Regione Sardegna per i finanziamenti che dava alla Mineraria Silius. Allora con una procedura molto contorta, è stato emanato un bando, è stata assegnata la concessione ad una società privata che poi non è neanche entrata nella gestione della miniera, e adesso c'è un commissario liquidatore che da due anni svolge le sue funzioni.
Io chiedo - e presenterò un emendamento - che per esempio non si gestisca finanziariamente questa partita nel triennio, io chiedo all'assessore Cherchi che la Regione si attivi per capire esattamente come deve essere conclusa questa vicenda, se ci sono le condizioni perché un privato entri nella gestione della concessione della miniera e quindi liberi la Regione dai compiti di custodia e mantenimento in sicurezza. Lo so che sono obbligatori per legge, però, detto in maniera più prosaica, noi stiamo trasferendo gli stipendi di lavoratori in un'attività che non è in produzione, perché la miniera di Silius non è più in produzione, quindi stiamo pagando gli stipendi alle persone che ci lavorano, che sono lì a garantire la sicurezza della miniera.
Un altro elemento che mi sembra importante evidenziare è che dall'emendamento che la Giunta ha presentato deriva un ulteriore incremento di costi rispetto alla proposta iniziale, cioè un ulteriore incremento di costi che porta l'ammontare complessivo di questa operazione nel triennio a circa 6 milioni di euro. Quindi manifesto il mio disagio e la sollecito a voler prontamente risolvere questo problema anche perché mi aspetto, assessore Cherchi, che come è stata presentata una leggina per la Mineraria Silius venga presentata un'altra leggina per la Sigma Invest, per le altre attività di altre società partecipate che sono incappate nel voto a scrutinio segreto del Consiglio regionale in occasione del collegato alla finanziaria.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Brevemente, io non entro nel merito delle questioni, ma credo che anche quello che abbiamo visto nella precedente legge dovrebbe farci vergognare tutti per il modo che abbiamo di legiferare, per il metodo e per il contenuto. E lo stesso vale per questo provvedimento che è chiarissimamente un espediente che ha a che vedere con ciò che abbiamo fatto nel precedente collegato, non ce lo dobbiamo nascondere, non faccio obiezione ma è così. Non faccio obiezione ma è così! E rappresenta un dato che costituisce ovviamente un precedente.
Però vorrei aggiungere una considerazione sull'emendamento sostitutivo totale, che attiene alla modalità con la quale si agisce: la Giunta presenta un testo e un emendamento sostitutivo totale dello stesso che ha delle caratteristiche diverse ma che non facilità a chi deve assumersi la responsabilità di votare, la comprensione di ciò che sta votando.
Si legge nell'emendamento che dobbiamo finanziare la messa in sicurezza di un sito "nelle more dell'affidamento ad un concessionario privato, o di chiusura dello stesso". Chiusura di chi? Del concessionario privato o del sito? Bisogna saper scrivere gli emendamenti. E questo dimostra che la messa in sicurezza è una cosa diversa se la affidiamo ad un concessionario o se dobbiamo chiudere quel sito.
Il comma 2 dell'emendamento 1 configura inoltre palesemente un finanziamento di debiti fuori bilancio. Noi stiamo dicendo che provvediamo al pagamento di oneri maturati nel 2010, perché lo dobbiamo dire noi? Noi finanziamo, poi sarà la gestione liquidatoria che dovrà dar conto se quelli sono debiti fuori dalla sua previsione di bilancio, ma non noi. Che modo è questo di scrivere le norme? Stiamo dando conto che finanziamo debiti maturati nell'anno precedente? Stiamo attenti! Abbiamo quest'idea, questa paventata onnipotenza, che deve avere un limite nella razionalità di ciò che scriviamo, pur condividendo la finalità, ma dobbiamo scrivere delle cose che hanno un senso. Noi non siamo onnipotenti! E poi non ci possiamo lamentare se lo Stato ci blocca le leggi, perché diciamo cose che non dobbiamo dire.
E' finanziabile attraverso una legge un debito fuori bilancio? Ve lo chiedo, datemi una risposta. Probabilmente il testo originario, da questo punto di vista, era più accorto dell'emendamento sostitutivo totale. Insomma, lo sto dicendo perché nella tecnica legislativa bisogna stare attenti. Tutto qua.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Grazie Presidente, io non voglio ripetere le perplessità che hanno testé manifestato alcuni colleghi, in particolare l'onorevole Gian Valerio Sanna. Noi voteremo a favore di questa legge, solo per una ragione: per non far pagare i ritardi e l'inconcludenza della Giunta regionale alla parte più debole di questo sistema, ai lavoratori. Stiamo parlando di lavoratori che quest'anno vanno in cassa integrazione in deroga per la seconda volta, e non è vero quanto è stato detto in questa'Aula che questi lavoratori percepiscono, grazie all'integrazione dovuta a seguito di un accordo sindacale, una retribuzione superiore a quella che percepivano quando svolgevano l'attività da minatori. Se non conosciamo le situazioni non siamo obbligati a parlare, qualche volta si può anche ascoltare, e si fa una figura migliore rispetto al dire castronaggini.
Allora, detto questo, con molta tranquillità e molta serenità, noi voteremo a favore per questa ragione. Voglio però ricordare a quest'Aula e all'Assessore dell'industria che stiamo parlando di lavoratori che anche in questi giorni hanno incontrato i vari Gruppi, hanno incontrato l'Assessore, e hanno chiesto con grande dignità di essere tirati fuori da una condizione mortificante (e cioè quella condizione che li lascia a casa senza poter far nulla) perché sono stanchi di ricevere uno stipendio senza essere utilizzati. Questi lavoratori, come altri, stanno chiedendo, nelle more della privatizzazione di quella miniera, che spero assessore Cherchi possa vedere la luce nelle prossime settimane attraverso il bando, di essere utilizzati (lo dico anche all'assessore Oppi con grande rispetto, so che è attento a questo tema) per essere utilizzati nell'attività di ripristino ambientale di quel territorio. Quindi siamo di fronte a lavoratori che con grande dignità dicono: "Non vogliamo percepire uno stipendio senza far nulla. Ci sono da fare le bonifiche? Utilizzateci sin da subito per le bonifiche".
Io capisco che sia difficile riattivare la coltivazione di una miniera, voglio però sottolineare che l'Unione Europea ha ricordato agli Stati membri, non più tardi di qualche mese fa, che la fluorite è uno dei 13 minerali che inizia a scarseggiare, e ha raccomandato ai Paesi- Stati membri che hanno nel proprio sottosuolo la fluorite di fare l'impossibile per poterla estrarre ed utilizzare nei cicli di trasformazione. E sappiamo quanto bisogno di anidride solforosa c'è nel mercato industriale, lo sappiamo perfettamente.
Allora, due domande: a che punto è, Assessore, il piano di privatizzazione e che cosa impedisce di utilizzare questi lavoratori in attività di ripristino ambientale? Perché utilizzare risorse pubbliche semplicemente per pagare stipendi, quando con le stesse risorse si potrebbero utilizzare quei lavoratori per iniziare i lavori di ripristino ambientale? Una classe politica, una Giunta che non si assume questa responsabilità è una Giunta che certamente non merita la sufficienza. Però noi non vogliamo far pagare, ripeto, i limiti, i ritardi, l'inconcludenza della Giunta ai lavoratori che sono i meno colpevoli.
So bene che questa situazione non è iniziata a febbraio del 2009, lo so bene, per grande onestà intellettuale. Non è iniziata con voi, inizia da prima, quindi responsabilità ne abbiamo tutti, chi ha governato prima e chi governa oggi, però è ora di smetterla, la Giunta deve dirci, con molta chiarezza, se crede nella possibilità di riattivare la coltivazione di quella miniera, e se ci crede deve, nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, predisporre il bando, predisporre la gara, se invece non ci crede, allora lo dica chiaramente in quest'Aula, lo dica agli amministratori di quel territorio, lo dica ai lavoratori, dica anche che alternative propone per quel territorio.
Ricordo che quello è uno dei territori più poveri sotto tutti gli aspetti, non soltanto per il reddito pro capite, ma anche per infrastrutture materiali e immateriali. Quindi queste sono le ragioni che ci portano a votare a favore, ma questo non significa assolvere i ritardi, le inconcludenze e le colpe della Giunta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Randazzo. Ne ha facoltà.
RANDAZZO (P.d.L.). Presidente, intervengo per ringraziare ufficialmente la Giunta e i capigruppo per gli impegni assunti a seguito dell'incontro con gli operai della miniera.
Onorevole Diana, anch'io ho delle perplessità, perché nel collegato alla finanziaria quest'Aula ha bocciato con votazione a scrutinio segreto, un articolo che prevedeva uno stanziamento di 4.100.000 euro. Sul fuori bilancio in Commissione, onorevole Diana, siamo d'accordo per il fuori bilancio perché è dovuto ai costi per i dipendenti, abbiamo però dubbi se siano tutti costi per i dipendenti. Perché in Commissione quando è stato presentato il budget financing, sono sorte delle perplessità, in quanto non capiamo il perché delle convenzioni precedentemente stipulate rispetto a questa gestione liquidatoria per la guardiania, Assessore, (sul punto sono nate discussioni accese tra maggioranza e opposizione) consistente che lei stesso afferma che quegli operai vorrebbero essere coinvolti in quell'attività.
Noi ci auspichiamo il riavvio dell'attività, se possibile con gli studi di fattibilità e il monitoraggio del prodotto che c'è in giacenza e gradiremmo anche che venissero coinvolti, i lavoratori, se proprio questo è uno dei problemi che hanno i colleghi dell'opposizione, in quelli che sono i costi esterni rispetto ai costi di gestione, perché lo stipendio è in bilancio ordinari. La messa in sicurezza è attività obbligatoria ed è giusto che quest'Aula ne garantisca la copertura finanziaria. Non stiamo a discutere se dobbiamo spendere 50 mila euro per mettere in sicurezza una miniera, perché la miniera, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, è una miniera pubblica visto che i privati si sono ritirati prima dell'aggiudicazione. Quindi, in ogni caso, i soldi e la messa in sicurezza sono obbligatori.
Su tutto ciò che è stato detto e accennato prima ci saranno discussioni ovviamente, quando entreremo nel merito, quando avremo i bilanci di quelle partecipate, che sono stati richiesti dalla maggioranza e dall'opposizione. Io sono d'accordo con lei quando afferma che gli operai che non sono stati coinvolti si sono sentiti offesi. Incominciamo a coinvolgerli nelle attività che rientrano nel bilancio della miniera quando possiamo farlo in economia. Non possiamo scaricare tutto sull'IGEA, collega Diana, perché se no l'IGEA diventa un in house con 10 mila dipendenti! Quando ci sono problemi, anziché andare all'esterno a cercare la soluzione, guardiamo in casa nostra; cerchiamo davvero di contenere al meglio i conti e investire con più oculatezza quelle risorse che stanziamo volentieri se servono per la salvaguardia di quel sito minerario, e, soprattutto, per quel famoso studio sulle giacenze.
L'Unione Europea ci ha sollecitato ad accelerare le gare e io le chiederei, Assessore, che entro quest'anno mettesse a bando la miniera della Carbosulcis così almeno si definirebbe la strategia di una delle tante società di liquidazione che abbiamo. Abbiamo 100 società in liquidazione: gradirei che almeno una per la quale c'è stato l'accordo unanime della Commissione venisse messa a gara finalmente coinvolgendo coloro che vogliono portare nuovo capitale.
Io dichiaro ovviamente il voto a favore sia della legge, sia della modifica, e qua comunico ufficialmente - perché me l'hanno chiesto i colleghi della Commissione, anche se, come Commissione, non abbiamo avuto modo di esaminare il provvedimento perché è approvato dalla Giunta e trasmesso subito all'Aula. Noi siamo tutti d'accordo però ovviamente chiediamo all'Assessore di procedere a quel monitoraggio della spesa perché tutte le spese effettuate, soprattutto con le sopravvenienze passive (c'è un fuori bilancio) vengano controllate e verificate in modo che non sussistano più dubbi, né da parte della maggioranza e né da parte dell'opposizione.
Concludo ringraziando l'Assessore, per aver recepito le istanze che io e tutti coloro che hanno ricevuto gli operai nelle miniere abbiamo sollevato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Vorrei solo sapere se siamo in sede di discussione generale, perché questa era una legge che dovevamo esitare velocemente…
PRESIDENTE. Non apriamo una discussione onorevole Uras.
Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio l'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io conosco abbastanza la storia della Silius, la conosco come conosco quella di molte altre miniere che riguardano il nostro territorio. Miniere che nascono private, che fino a quando fanno profitti rimangono private, che quando smettono di fare profitti e incominciano a comportare solo costi diventano pubbliche. Le conosco nella loro deriva produttiva, le conosco anche per il rischio che hanno determinato nei confronti di chi ci ha lavorato (la miniera di Silius è quella che conta più morti tra i minatori) le conosco per come sono state gestite nella fase della loro liquidazione.
Badate, l'Europa ha poche materie prime, la Sardegna ne ha quasi nulla; ogni volta si parla di risorse strategiche, da mantenere, anche in perdita: noi però non siamo mai in grado di concordare niente con l'Unione Europea, andiamo a prendere ceffoni perché siamo pessimamente rappresentati, anche quando ci sono ragioni per difendere un'attività produttiva. E poi ci mettiamo a contare le risorse che spendiamo: la messa in sicurezza delle miniere è una misura obbligatoria perché è un intervento di difesa del suolo, è un intervento di prevenzione di incidenti, anche di calamità, di situazioni di pericolo, di pericolo idrogeologico.
Ogni volta, invece, Presidente, contiamo, come si suol dire, tutti gli spiccioli quando si tratta di lavoratori, anche in condizioni più disperate, dopo di che abbiamo un'amministrazione che passa il tempo a fare convegni. Domani l'Agenzia regionale del lavoro ne fa uno che dura dalle 10 alle 12 e 45 e in mezzo è previsto un break e un buffet. Ma di che cosa stiamo parlando? Di che cosa parliamo? Per cortesia, cerchiamo di essere seri!
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
Autorizzazione di spesa
1. La Regione autonoma della Sardegna, ai sensi dell'articolo 38 del regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443, e delle norme in materia di polizia mineraria, è obbligata alla custodia e alla messa in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis nelle more dell'affidamento a un concessionario privato o di chiusura dello stesso.
2. Al fine di provvedere al pagamento degli oneri di cui al comma 1, è autorizzata, per ciascuno degli esercizi 2011, 2012 e 2013 la spesa annuale di euro 2.106.000 (UPB S06.03.023 - cap. SC06.0674).
3. Al fine di provvedere al pagamento degli oneri di cui al comma 1, a titolo di saldo di impegni di esercizi decorsi, è autorizzata nell'esercizio 2011 la spesa complessiva di euro 412.000 (UPB S06.03.023 - cap. SC06.0675).
Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale.
Articolo 1
L'articolo 1 è sostituito dal seguente:
1. Ai fini degli obblighi di cui all'articolo 38 del R.D. 29 luglio 1927, n. 1443 e delle norme in materia di polizia mineraria relative alla custodia e alla messa in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis e nelle more dell'affidamento a un concessionario privato o di chiusura dello stesso, è autorizzata una spesa valutata in annui euro 2.106.000 (UPB S06.03.023) nonché la spesa di euro 2.976.000 per l'anno 2011 a favore della gestione liquidatoria della società che provvede ai suddetti interventi (UPB S06.03.024).
2. Al fine di provvedere al pagamento degli oneri maturati nell'anno 2010 per le finalità di cui al precedente comma, è autorizzata, nell'esercizio 2011, la spesa di euro 412.000 (UPB S06.03.023). (1)
)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Intervengo solo per dire che c'è molta confusione, e mi dispiace constatarlo. Noi abbiamo approvato questo disegno di legge in tempi rapidissimi in Giunta l'altro giorno, oggi riscontro che è già in discussione. Forse un miglior approfondimento sarebbe stato opportuno. Del resto l'obiettivo vero qual è? Quello di ripristinare le somme che sono state "tagliate" nel collegato. C'è però un incremento rispetto al "taglio", e vorrei capire perché. Inoltre, la mia preoccupazione nasce dal fatto che la storia di Silius, lo stava accennando prima Uras, è una storia molto tormentata.
Il territorio di Silius delimita è una zona depressa come poche, doveci sono un po' di capre e la miniera. Nell'attività estrattiva sono morti tanti lavoratori, soprattutto polacchi, e chi ha fatto da padrone è stato il gruppo del conte Giulini il quale, prima ha utilizzato a mo' di rapina la miniera, e poi se n'è andato, raccogliendo anche risorse finanziarie attraverso la Fluorsid. Oggi il conte Giulini e la sua struttura stanno rientrando nella società perché, magari, nel frattempo, il valore della fluorite è cresciuto. Non vorrei pertanto che la storia si ripetesse! Però è anche vero che bisogna stare vigili e attenti perché l'Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione, in quanto abbiamo mantenuto questa società, come tante altre società ormai da decenni, pagando gli stipendi al personale senza raggiungere obiettivi certi. Noi quindi stiamo sanando una situazione. Ciò però non giustifica che dopo un giorno e mezzo, dopo una delibera approvata praticamente "fuori sacco", ci si precipiti ad approvare il provvedimento. Forse maggiore attenzione sarebbe stata opportuna.
Certo, i lavoratori di Silius attendono una risposta, ci sono impegni che sono stati assunti e questi impegni vanno onorati; va detto però che sono stati sempre onorati, qualche volta anche con decine di miliardi di lire perché quando praticamente i proprietari scapparono la Regione stanziò svariate decine di miliardi di lire. Questo va detto subito, così come va detto che questi stessi imprenditori che hanno ricavato risorse finanziarie dalla Regione, hanno creato difficoltà ad altre aziende (perché la Fluorsid è anche produttrice di acido solforico che prima veniva prodotto dall'attuale Portovesme Srl) e oggi rientrando nel settore sperano che noi saniamo tutte le situazioni e poi noi gli assegniamo altre risorse.
Per quanto riguarda l'aspetto del ripristino ambientale, bisogna non fare confusione. Ho letto sul giornale oggi notizie imprecise: i lavoratori della Rockwool non potranno transitare automaticamente in IGEA, come non ci sono andati quelli di Furtei, bisogna avviare un percorso per inserirli gradualmente. Voglio ricordare anche agli amici, che a volte sono contrari, altre volte favorevoli a stabilizzare i lavoratori, che purtroppo c'è anche la "legge Brunetta", e che noi stiamo cercando di stabilizzare questi lavoratori sulla base di impegni assunti da voi, e troviamo difficoltà. Quindi, per quanto riguarda il ripristino ambientale, a Furtei lo fanno i lavoratori sotto il controllo rigoroso delle strutture oggi dell'IGEA, invece lo faranno qui in una forma diversa, qui non ci può essere né l'IGEA né altre società collegate, è praticamente il liquidatore con la parte che gli compete, che provvederà in tal senso.
Io ho un solo problema: vigiliamo molto attentamente. Non riesco a comprendere, infatti questa variazione di cifre rispetto al collegato. C'è una variazione rispetto al collegato: quest'anno le due voci ammontano a 5 milioni e 494 mila euro. Vigiliamo perché la procedura di infrazione è arrivata anche in precedenza e ha obiettivamente colpito anche chi non c'entrava, anche qualche Assessore che non aveva responsabilità dirette. Quindi credo che sia opportuno che le voci siano attendibilissime, perché molte volte i funzionari, caro Assessore, nel procedere con troppa celerità, sbagliano. La stessa legge è stata portata in Aula con il massimo della celerità, spero che altrettanto riguardo ci sia nei confronti di altre voci che sono state cassate nel collegato e che meritano la stessa attenzione di quella riservata alla miniera di Silius.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo solo sull'emendamento numero 1, Presidente, l'intervento dell'assessore Oppi ha chiarito alcune delle questioni meglio di quanto avessi fatto io e quindi non intervengo nel merito. Per quel che riguarda l'emendamento numero 1, Assessore, sul comma 2 mi permetto di riprendere i rilievi mossi dal collega Gian Valerio Sanna, perché al comma 2 si parla esplicitamente degli oneri maturati nell'anno 2010, e quindi io pregherei, visto che oltre ai rilievi dell'Unione Europea c'è anche qualche altro rilievo più pesante e più pericoloso prestare particolare attenzione al fatto che stiamo praticamente finanziando debiti fuori bilancio relativi all'esercizio precedente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Salis.
Ha domandato di parlare l'Assessore dell'industria. Ne ha facoltà.
CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'industria.Intervengo solo per chiarire brevemente il problema sollevato. I debiti fuori bilancio, in realtà, non sono proprio debiti fuori bilancio ma sono riconoscimenti di spese, perché la Fluorite di Silius opera in regime privatistico, quindi chiaramente noi riconosciamo le spese sostenute in più rispetto agli anni precedenti, questo è il concetto. Comunque riconosco e sono perfettamente d'accordo nel vigilare da questo momento in poi.
Credo però che sia importante sottolineare il fatto che comunque la Giunta regionale approverà a brevissimo il bando per dare in concessione, e quindi praticamente privatizzare, la coltivazione della miniera. Sull'esito del bando stabiliremo esattamente che cosa dovrà succedere di quella miniera, se dovrà essere definitivamente chiusa, e quindi bonificata, oppure se si farà avanti qualche imprenditore ben intenzionato. Visto che questo minerale viene considerato tra quelli strategici per quanto riguarda l'Unione Europea, speriamo che qualcuno realmente si presenti.
Aggiungo, per chiarire anche un altro aspetto, che le spese sono certificate per quello che ci chiede effettivamente la società, quindi con una loro richiesta ufficiale; abbiamo gli atti ufficiali e quindi eventualmente il Consiglio regionale, se vorrà potrà accedervi.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Articolo 2
Norma finanziaria
1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge sono valutati in euro 2.518.000 per l'anno 2011 ed in euro 2.106.000 per gli anni successivi.
2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti variazioni:
in diminuzione
UPB S08.01.002
FNOL - Parte corrente
2011 euro 2.518.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4) della tabella A allegata alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011);
in aumento
UPB S06.03.023
Liquidazione dell'EMSA e commesse RAS - Spese correnti
2011 euro 2.518.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
3. Le spese previste per l'attuazione della presente legge fanno carico alle suddette UPB del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e a quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.
Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale.
Articolo 2
L'articolo 2 è sostituito dal seguente:
1. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge sono valutati in euro 5.494.000 per l'anno 2011 ed in euro 2.106.000 per gli anni successivi e fanno carico alla UPB S06.03.023 del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e alle UPB corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.
2. Nel bilancio della Regione per l'anno 2011 e per gli anni 2011 e 2013 sono introdotte le seguenti variazioni:
in diminuzione
UPB S08.0 1.002
Fondo per nuovi oneri legislativi di parte corrente
2011 euro 5.494.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
mediante pari riduzione della riserva di cui alla voce 3) della Tabella A allegata alla legge finanziaria.
in aumento
UPB S06.03.023 DV
Liquidazione EMSA, commesse RAS e messa in sicurezza siti - Spese correnti
2011 euro 2.518.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
UPB S06.03.024 DV
Partecipazioni azionarie e gestioni liquidatorie del settore industriale
2011 euro 2.976.000. (2)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele.
Articolo 2
Nell'articolo 2, comma 1, le parole "per gli anni successivi" sono sostituite con "per il 2012". (3))
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo sull'emendamento numero 3, Presidente. Visto che pochi attimi fa l'assessore Cherchi ha annunciato all'Aula che "a brevissimo" - sono le parole che ha usato - a brevissimo verrà pubblicato il bando per la concessione della miniera di Silius. L'emendamento numero 3 punta ad evitare un'eccessiva dilazione di questi termini, e quindi, invece che lasciare nel generico la dicitura nell'articolo 2, comma 1" ed in euro 2 milioni e 106 mila per gli anni successivi", mira a circoscrivere il periodo al 2012. Il termine "a brevissimo", che lei ha utilizzato rientra perfettamente nel 2011 e 2012, e quindi individuiamo anche la relativa copertura finanziaria solamente nel 2011 e nel 2012, salvo poi verificare "a brevissimo", spero anch'io, l'esito del bando che la Giunta si prepara a espletare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indinpendentistas). Presidente, noi concordiamo sul fatto che si debba vigilare e chiediamo alla Giunta regionale - anzi l'abbiamo già fatto, in presenza dell'Assessore del bilancio - di prendere tutta la partita delle controllate e delle partecipate della Regione, vedere lo stato di indebitamento, la fine che devono fare i processi di privatizzazione, quali bandi devono essere pubblicati, resi noti e quali agevolazioni devono contenere perché una parte di queste società possa essere acquisita utilmente dal mercato privato.
Se non si va verso una gestione complessiva si rischia di continuare con la politica del carciofo, una foglia alla volta, senza riuscire a gestire nulla e a conoscere effettivamente lo stato economico e finanziario della Regione. Le vicende delle miniere sono tutte così; ancora oggi noi abbiamo la Carbosulcis, l'altro giorno nel collegato siamo intervenuti anche su quella realtà. Alcune miniere si possono chiudere, alcune si possono vendere, altre dobbiamo capire che devono rimanere in capo alla fiscalità generale che se ne deve fare carico. Non è comprensibile, cioè, che il pubblico si debba totalmente tirare fuori da una funzione di gestione di alcune delle risorse economiche del nostro territorio, non è comprensibile, anche se dovesse trattarsi di una gestione in perdita. Si tratta, infatti, in alcuni casi, di materie prime di valore strategico di cui c'è la necessità di garantire comunque, in caso di necessità, la possibilità di ripresa della produzione. Chiudere una miniera di carbone o chiudere una miniera di fluorite, o chiudere qualunque miniera potrebbe comportare costi finanziari molto più elevati di quelli che invece richiederebbe una messa in sicurezza e un controllo quotidiano di quella miniera anche in assenza di coltivazione.
Quindi bisogna avere elementi tecnici e valutazioni specifiche in mano per poter esprimere un giudizio compiuto. Una cosa è una miniera, altra cosa è una società di servizi e altra cosa ancora è un'agenzia regionale del lavoro che l'unica attività che svolge è quella di organizzare convegni tra le 10 del mattino e mezzogiorno e quarantacinque della stessa mattina, dei quali un buffet e un break costituiscono i momenti principali.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 287.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Milia e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 56
astenuti 2
maggioranza 29
favorevoli 56
(Il Consiglio approva).
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 11. La seduta è tolta.
La seduta è tolta alle ore 20 e 45.
Allegati seduta
CCXIX Seduta
Mercoledì 29 giugno 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 04.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 16 giugno (212), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Domenico Gallus, Giovanni Mariani, Antonio Pitea e Antonio Solinas hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 giugno 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Custodia e mantenimento in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis". (287)
PRESIDENTE. Considerate le poche presenze in aula sospendo la seduta per 10 minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 06, viene ripresa alle ore 16 e 22.)
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Maninchedda ha chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 giugno. Poiché non ci sono opposizioni, il congedo si intende accordato.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale del disegno di legge numero 71.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, colleghi, formalmente è all'esame di quest'Aula il disegno di legge numero 71, che ha come proponente la Giunta regionale nella persona del precedente Assessore degli affari generali, dottoressa Corona. E' un provvedimento - com'è stato giustamente anche evidenziato - che risulta datato nel tempo, perché presentato il 24 settembre 2009 e esitato dalla prima Commissione nel marzo del 2010.
Si è, da parte di alcuni, tentato di muovere una critica al provvedimento, senza però tenere conto di un dato che io vorrei richiamare: che questo provvedimento, probabilmente - anzi, sicuramente - rispondeva ad esigenze che in quel momento particolare si erano evidenziate. Bene fece l'assessore Corona, in relazione alle contingenze di allora e anche alle esigenze e alle emergenze, a ipotizzare alcune modifiche alla legge numero 31 del 1998, alcuni correttivi sempre nell'ottica di razionalizzare l'organizzazione della "macchina" regionale. In quest'ottica, dunque, va letto il provvedimento oggi all'esame.
Non deve, a mio avviso, sorprendere o creare imbarazzo, neanche tra i banchi di questa maggioranza, la posizione dell'assessore Floris, posizione che ritengo vada non solo rispettata, ma letta nella sua giusta accezione. Se non ho capito male, l'assessore Floris dice: "Badate, questo provvedimento contiene delle modifiche alla legge numero 31 del 1998, questa Giunta "- se non ho inteso male il significato delle dichiarazioni dell'onorevole Floris -" sulla legge numero 31 è in fase ormai avanzata e dunque siamo pronti per presentare al Consiglio un'ipotesi di modifica". E allora, anziché procedere con (per quanto anche fondati) isolati interventi che non danno conto di una modifica organica della "31" sarebbe meglio affrontare le questioni che attengono alla "31" nell'ambito di questo processo che, allora sì, veramente potremmo chiamare processo riformatore.
Mi auguro però, assessore Floris, che questo lavoro, se, come mi sembra di aver capito, è già in fase di compiuta definizione, pervenga quanto prima al Consiglio perché l'Aula e la Commissione se ne possano occupare.
Detto tutto questo e fatta questa breve premessa, dobbiamo anche, con altrettanta franchezza, non insistere nelle mezze verità o nelle mezze bugie, perché questo disegno di legge di per sé ha oggi la valenza che ha, perché rappresenta il testo sul quale sono stati o verranno - scusate il termine poco tecnico - "scaricati" quei 150-200 emendamenti che nel corso della discussione sul collegato consiglieri regionali, gruppi politici di maggioranza e di opposizione hanno presentato.
E allora diciamo che il disegno di legge numero 71 non è la riforma della "31", né vuole essere la riforma della "31", ma vuole essere il contenitore omnibus di tutte quelle istanze, di quelle proposte, di quelle previsioni di stabilizzazioni e quant'altro che i consiglieri regionali di tutti i Gruppi hanno già ipotizzato nel corso della discussione del collegato, dove abbiamo assistito a una inflazione di emendamenti incredibile. Anche qui però, assessore Floris, la Giunta deve chiarire, perché non possiamo far finta di niente.
Qui c'è un'aspettativa, un'aspettativa di tutto il Consiglio regionale perché nella discussione sul collegato si è detto che gli emendamenti sull'organizzazione della Regione, sul personale e sulle stabilizzazioni avrebbero trovato la giusta allocazione in questo provvedimento. Quindi è limitatamente a questo aspetto che noi oggi, a mio avviso, siamo investiti, e siccome si è creata un'aspettativa la risposta non può essere, da questo punto di vista, semplicemente il ritiro di questo provvedimento.
Il ritiro del provvedimento determinerebbe che tutti quegli emendamenti che dovevano trovare giusta allocazione in qualche testo verrebbero rimandati a data da destinarsi. Ripeto, stiamo parlando non della riforma della legge numero 31, ma di emendamenti, quelli che appunto abbiamo già avuto modo di conoscere nel corso della trattazione del collegato.
Certo, l'impostazione non è delle migliori perché in questo modo, senza un confronto preliminare all'interno della maggioranza e senza un confronto nel rapporto tra maggioranza e opposizione, si arriverà a esaminare emendamenti che ancora neppure conosciamo, e che se dovessero essere quelli presentati nel corso del collegato porrebbero davvero seri problemi. In che direzione vogliamo fare andare la Regione e il sistema pubblico? Perché ci sono sicuramente istanze nobili, ci sono sicuramente questioni che si tramandano di legislatura in legislatura o di finanziaria in finanziaria…
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche di generazione in generazione.
PITTALIS (P.d.L.). …e anche forse di generazione in generazione, ma ci sono anche molti emendamenti che anziché risolvere questioni di carattere generale, talvolta risolvono qualche aspetto di carattere anche troppo individualistico.
Il rischio qual è? Che in una materia complessa come quella che attiene al personale - e già un grave sbaglio, secondo me, l'abbiamo fatto anche nel corso del collegato - si utilizzino criteri e strumenti differenti a seconda di chi li propone, perché se provengono da qualche Gruppo hanno accesso facile, se vengono da qualche consigliere possono avere un iter un po' più travagliato e così via. Siccome la materia è delicata perché poi si rivolge sempre a delle persone (sulle quali forse dovremmo far cadere una volta per tutte, anche nel confronto, le pregiudiziali di carattere politico e di appartenenza) sarebbe opportuno che ci mettessimo tutti nella condizione serena di affrontare il problema sapendo che dobbiamo trovare soluzioni, ma soluzioni che non mandino in bancarotta il sistema, che non lo appesantiscano, che non creino un sistema di zavorre, che soprattutto rispondano a principi di efficienza e di buona amministrazione.
Nel collegato noi abbiamo stabilizzato alcuni precari. Cosa significa? Significa che ci sono precari di serie A e precari di serie B, perché ne abbiamo tralasciato tanti altri. Noi andremo ad affrontare il problema del precariato in questo disegno di legge con alcuni emendamenti che verranno presentati. E allora anche qui dobbiamo decidere, perché se ci mettiamo nell'ottica di stabilizzare allora stabilizziamo tutti, non possiamo operare distinzioni tra quelli del comparto "x" e quelli del comparto "y" e non possiamo certamente stabilizzare chi ha gli occhi azzurri piuttosto di chi ha gli occhi castani. Questo sia chiaro perché non ci stiamo a ipotizzare "fotografie" che davvero hanno il sapore di un provvedimento di bassissimo profilo, pasticciato, che risponde ad altre logiche, che sarebbe solo eufemistico definire tipicamente clientelare.
Allora, se si vogliono recuperare quelle proposte (e non m'interessa se provenienti dai banchi della maggioranza o dell'opposizione) che possano rispondere a un obiettivo di migliore efficienza dell'amministrazione e a individuare soluzioni serie per il mondo del lavoro, noi siamo pronti al confronto. Siamo contrari a sanatorie indiscriminate, siamo contrari all'ipotesi di poter fare tutto e il contrario di tutto, come purtroppo una veloce lettura di quella mole di emendamenti, compresi quelli che sono stati proposti da settori della maggioranza, lascia intravedere.
Allora, ecco perché, con lo spirito con il quale la prima Commissione lavora, siamo pronti, lo ribadisco, assessore Floris, ad accogliere il testo di riforma della "31" e siamo pronti ad aprire quindi un ampio confronto tra le forze politiche con il sistema delle organizzazioni rappresentative del comparto pubblico. Così come siamo pronti e disponibili, anche in relazione alle iniziative che verranno assunte per quanto riguarda gli aspetti del provvedimento che stiamo trattando, ad occuparcene ma con il rigore che questa materia richiede.
Mi fermo qua, mi dispiace che non ci sia l'onorevole Maninchedda, perché certamente non mi sarebbero mancate stasera le parole per rispondere alla polemica e all'insulto del quale sono stato destinatario nella scorsa seduta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il Consiglio - l'hanno già detto altri colleghi che mi hanno preceduto - è impegnato da stamattina nella discussione del disegno di legge numero 71 che è datato settembre 2009. Il fatto stesso che sia datato credo ponga qualche problema. Le stesse dichiarazioni del presidente Floris - e se non ho capito male anche alcune valutazioni espresse in Conferenza dei Capigruppo - stanno a dimostrare che probabilmente questo non è un disegno di legge così urgente, probabilmente avremmo fatto meglio tutti, con un minimo di buonsenso, a tentare di accelerare i tempi per far arrivare in Aula un testo che rispondesse a un'esigenza di riforma organica dell'amministrazione regionale, a partire certamente - come ricordava poc'anzi anche l'onorevole Pittalis - dall'esigenza di riscriverlo in maniera condivisa. Lo sforzo sulle riforme deve essere deve essere infatti teso arrivare a una sintesi condivisa perché; le regole, non sono per la maggioranza che governa in quel determinato momento, ma devono avere la vista appena appena più lunga della contingenza di un lustro, quale è il tempo dedicato ad una legislatura.
Tra l'altro, onorevole Steri, è vero, il testo che stiamo discutendo certamente non è la riscrittura totale della legge numero 31 del 1998, sono d'accordo con lei, ma è pur vero che mette mano alla "31" in alcune parti e lo fa in maniera significativa, in maniera sensibile. Quindi, il testo oggetto della discussione è anche in parte una riscrittura della "31". Io ricordo a tutti che la "31" non è materia solo del legislatore, è materia anche di altre sedi che attengono alla negoziazione anche con le parti sociali, che invito a non trascurare mai.
Allora, io mi chiedo - e lo chiedo all'Aula, lo chiedo in particolare al presidente Floris quando replicherà, se replicherà - se questo è davvero il testo di cui si sentiva la necessità e il bisogno di portare con una certa priorità in quest'Aula. A me non pare onestamente. Tuttavia - lo diceva Pittalis poco fa - noi abbiamo discusso ed esitato in quest'Aula la settimana scorsa il collegato. Un collegato sul quale abbiamo espresso un parere negativo (non sto qui a ricordare il perché) e comunque quello strumento - come ricordava l'onorevole Pittalis - è stato uno strumento che ha consentito, seppure in maniera disorganica, di affrontare anche il tema del personale e del personale più esposto, quello che ha un rapporto di lavoro atipico. Parto da questo perché noi (lo abbiamo detto anche nelle ore precedenti) siamo disponibili, nonostante queste osservazioni, a discutere e a confrontarci su questo disegno di legge.
La discussione del disegno di legge numero 71 può essere l'occasione per tentare di completare anche un processo che riguarda il tema delle stabilizzazioni. Io voglio affrontare nella fattispecie questo tema e voglio affrontarlo innanzitutto ribadendo un concetto che ho espresso qualche attimo fa. Io starei attento - lo dico all'intera Aula - in tutto ciò che facciamo a non avere la presunzione (o, se volete, l'arroganza) di surrogare la negoziazione contrattuale. Questo è un tema molto delicato che so che sta a cuore anche al presidente Floris.
In questa norma si affronta di tutto, si parte da materie relative al tema del trasferimento dall'Assessorato del lavoro alla Presidenza, alla materia sull'emigrazione. Si parla di segretari generali della Presidenza, di ufficio della Regione autonoma della Sardegna a Bruxelles, della direzione generale per le comunicazioni, della dotazione organica, cioè si passa con una disinvoltura disarmante a temi che meriterebbero di essere affrontati singolarmente per l'importanza che rivestono, per il ruolo di rappresentanza della Regione nelle sedi europee, per un ragionamento che deve stare alla base di un tema di uno degli articoli del disegno di legge che è la dotazione organica.
Ma è possibile che si possa affrontare un tema così importante, così come è affrontato con quel dispositivo, con quell'articolo? Badate, è impossibile. Qui ci sono colleghi che hanno ricoperto e che ricoprono incarichi assessoriali, che hanno avuto modo, nel passato, di confrontarsi non soltanto in seno al Consiglio regionale o in seno alla Giunta ma anche, ripeto, con le rappresentanze esterne che rivestono un ruolo e una funzione che non può essere mortificata. Io credo che nessuno di noi abbia interesse a mortificare un ruolo e una funzione che sta dentro la definizione di temi che si cerca maniera frettolosa, confusa e disorganica di affrontare con il disegno di legge di cui stiamo discutendo.
E allora io mi chiedo, presidente Floris, anche se è ingiusto - poi mi perdoni per il mio tratto un po' naif nell'affrontare le cose - cos'è questo disegno di legge numero 71? Cioè qual è il minimo comune denominatore? E mi pare che se lo sia chiesto in qualche misura (con parole diverse, se non ho capito male) anche l'onorevole Pittalis. Quindi cos'è? E' un "contenitore", com'è stato definito, è in parte un contenitore per affrontare alcune questioni aperte, come diceva l'onorevole Pittalis? Se è questo basta dirlo con chiarezza. Se il disegno di legge numero 71 è una propaggine di una discussione che abbiamo iniziato con il collegato e che abbiamo affrontato soltanto parzialmente, lo si dica chiaramente, forse riusciremo a circoscrivere la discussione e riusciamo probabilmente anche ad evitarci ipocrisie tentando di dare a questo disegno di legge una valenza che non ha affatto.
Io sono del parere che il disegno di legge di cui stiamo discutendo possa essere uno strumento per affrontare il tema del precariato. Voglio soffermarmi brevemente su questo, presidente Floris. Innanzitutto io vorrei chiedere alla Giunta cosa intenda per precariato, vorrei che declinasse questa parola. Mettesse - come si dice in gergo poco consono a quest'Aula - dei paletti che definiscano il concetto di precariato.
Sono i lavoratori che in alcune realtà dell'amministrazione regionale hanno contratti a tempo determinato da cinque, da sette da dieci anni? Ce ne sono tanti, ce ne sono a decine. Sono lavoratrici e lavoratori che lavorano nell'ambito della sanità, che vivono di contratti a progetto, di contratti a tempo determinato anche da venticinque anni? E' una enucleazione corretta di precariato? Sono precari - come parrebbe di leggere da qualche emendamento fatto "sloggiare" dal collegato di cui abbiamo discusso nei giorni scorsi - anche i lavoratori assunti dalle società interinali? Lo chiedo innanzitutto alla Giunta perché una discussione anche su questo tema per me è di vitale importanza.
Sarà una distorsione da altri tempi che mi porto appresso, però è difficile discutere di un tema importante e delicato come questo se non si conosce il fenomeno quantitativamente e qualitativamente. Cioè di chi stiamo parlando? Sono le cento persone che hanno diritto ad essere stabilizzate (poi vedremo le forme attraverso le quali si realizza il processo di stabilizzazione) sono duecento, sono trecento, sono ottocento?
Badate che questo non è aspetto di poco conto perché se io sommassi ciò che sta dietro l'articolato e i tanti emendamenti che ci sono e che verranno presentati si supererebbero di gran lunga i numeri a cui anch'io "all'ingrosso" mi sto riferendo. Io rivendico il diritto, quando affrontiamo queste materie di non parlare "all'ingrosso". C'è un dovere politico, istituzionale, morale da parte di chi ha la responsabilità di governo in questa Regione di fornire i dati che consentano di capire di cosa stiamo parlando, a partire dai riferimenti quantitativi.
Questa è la prima domanda che pongo e vorrei, per cortesia, se possibile, avere risposta. Io spero che non vengano presentati alcuni emendamenti che, se venissero presentati (quali che siano i firmatari di questi emendamenti) coprirebbero di vergogna il Consiglio regionale. Allora se è vero - spero di sbagliarmi, di aver letto male - che ci sono emendamenti, presidente Lombardo, che prevedono la possibilità di accedere all'istituto della quiescenza con 30 anni di anzianità retributiva e 52 anni anagrafici è una vergogna, è una vergogna oltre che essere contro legge. Ma è ancora più vergognoso che si proponga qualcosa che intanto ha questi connotati.
Ancora, scusate, è possibile che in questa Aula fortemente connotata da una cultura liberale - lo dico all'onorevole Vargiu, all'onorevole Campus, all'onorevole Rodin - ci siano emendamenti che vogliano pianificare tutto indipendentemente dal merito delle persone? Ma che vuol dire? Cioè, un'organizzazione del lavoro, quale essa sia, compresa quella dell'amministrazione regionale, è un'organizzazione di lavoro basata sulle funzioni, sul ruolo, sulle attività che si svolgono e in base all'attività, in base alla competenza, alla preparazione deve avvenire l'inquadramento.
E' mai possibile che Giampaolo Diana, semplicemente perché ha un titolo di studio, debba essere inquadrato in una categoria, tra l'altro avendo partecipato ad un concorso per accedere all'amministrazione regionale in cui non era richiesto quel titolo e indipendentemente dal lavoro che svolge, quindi dall'organizzazione del lavoro, che non è un aspetto secondario? E' mai possibile che debbano essere inquadrati tutti allo stesso livello? Ma qual è la responsabilità nello svolgere un lavoro se io e gli altri 79 colleghi (dall'usciere al direttore generale al funzionario) siamo inquadrati tutti allo stesso livello? Ma non pensate che questa situazione determini l'esatto opposto, determini una condizione di deresponsabilizzazione nello svolgimento dell'attività?
Io spero che al DL 71 non vengano presentati quegli emendamenti di questa natura che ho visto erano destinati al collegato. Per concludere, presidente Floris, è vero mi pare che lei sia un po' - chiedo venia - "costretto" a questa discussione, ma non m'interessa la polemica, ci conosciamo, probabilmente se fosse dipeso da lei staremo facendo una discussione diversa. Io però voglio porre alcune questioni e chiedo di avere una risposta.
Vorrei intanto, presidente Floris, che fosse meglio precisato il concetto di precariato: chi è il lavoratore precario, come è definita la tipologia del lavoratore precario. Io l'ho detto: per me precario è colui che ha lavorato per cinque, dieci anni, venticinque anni, a seguito di assunzioni con contratti a tempo determinato. Lavoratore precario, nell'esame di questo disegno di legge, non può essere chi è stato assunto dalle società interinali. Questo, secondo me, deve essere un primo "paletto".
Seconda questione: vorrei sapere quanti sono i precari. Perché badate, lo sapete bene, chi governa oggi era all'opposizione nella passata legislatura, ed è bene anche l'alternanza. Io vorrei che si sapesse quanti sono, perché quando si affronta il tema del precariato è necessario stabilire un piano, che può durare due anni, tre anni, quanto vogliamo, e per pianificare non possiamo prescindere dalla conoscenza di questo dato. Allora quanti sono? Dov'è il piano di stabilizzazione? Riusciamo a stabilizzare tutti con questo DL numero 71, oppure serve un piano dove in due anni, in tre anni stabilizziamo tutti, sapendo quanti sono quelli che dobbiamo stabilizzare?
E ancora, ed è la parte più impegnativa, noi dobbiamo stabilizzare sapendo che dato quel piano di stabilizzazione, quale che sarà la durata di quel piano, noi non dobbiamo più avere lavoratori precari. Cioè la Regione deve assumere questo impegno, deve emanare direttive precise affinché, contestualmente all'avvio della stabilizzazione, vengano bloccate per sempre tutte le assunzioni con contratti atipici.
Noi dobbiamo smetterla! E' una vergogna che, a partire dall'amministrazione regionale, in un'amministrazione pubblica si continui ad attingere attraverso contratti atipici. Noi non possiamo essere la Regione che tutti gli anni si ritrova un numero di precari da stabilizzare che cresce in maniera esponenziale, anno dopo anno.
Cari colleghi - mi rivolgo soprattutto a coloro che hanno una cultura liberale - ditemi voi come definite la tipologia di lavoratore precario, perché per me i precari sono coloro che ho precisato prima, ma vedo, man mano che si va avanti, che la tipologia di precario diventa sempre più ampia. Allora di questo stiamo parlando. Serve un piano e bisogna dire basta in tutta l'amministrazione regionale (comprese le aziende sanitarie) alle assunzioni di natura atipica. C'è questa volontà? Ci sono questi dati? C'è questo Piano? C'è la volontà di porre fine davvero, oppure c'è la volontà di stabilizzare…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu che rinuncia.
E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signora Presidente, Assessori e colleghi, io non credo che impiegherò tutto il tempo a disposizione, però una riflessione la voglio fare, anche perché, devo essere sincero, io non sono molto entusiasta di quello che stiamo facendo, e credo che noi tutti dobbiamo iniziare a porci il problema del senso che può avere per noi rimanere qui, se dobbiamo fare comunque tutto, anche quando non siamo convinti.
Devo dire onestamente che questo è un disegno di legge che non mi convince. Ma non mi convince non perché sia del tutto sbagliato, perché sicuramente nel settembre del 2009, circa due anni fa, quando è stato proposto dall'assessore Corona aveva un senso, però adesso che arrivo in Aula dopo due anni, senza che ci sia stato in questi due anni un confronto anche all'interno della maggioranza, è chiaro che crei qualche problema.
Abbiamo sentito anche le parole che ha pronunciato l'Assessore competente nei giorni scorsi. Il problema scaturisce dal fatto che, dopo il 2009, dopo che è stato presentato questo disegno di legge, sono stata approvate altre leggi importanti (come la "legge Brunetta" e la "legge Tremonti") cui il disegno di legge non fa ovviamente alcun riferimento. Io credo comunque che, come è stato detto, il disegno di legge numero 21 non sia una vera e propria riforma della legge numero 31, ma contenga soltanto alcuni interventi che modificano alcune parti della legge numero 31 del '98.
La domanda è: ma serve oggi affrontare la modifica della legge numero 31 in questo modo, o conviene invece fare altro e approvare successivamente una vera riforma della legge numero 31? Io credo che sia questo il problema che oggi si dovrebbe porre questo Consiglio regionale. Perché io sono d'accordo con chi afferma che la legge numero 31 del '98 è una legge datata, sono passati già 13 anni, nel frattempo è cambiato il mondo, e quindi è chiaro che aggiornare la legge numero 31 sia un'esigenza di questo Consiglio regionale, ma credo che vada fatta, dopo 13 anni, una vera riforma.
Peraltro, se esaminiamo il disegno di legge numero 71 vediamo che ci sono tanti altri punti, che riguardano anche le competenze degli Assessorati, competenze disciplinate dalla legge numero 1 del '77. Anche questa legge, quindi, si vuole modificare col disegno di legge in esame. Allora mi domando: è possibile che noi dobbiamo procedere per stralci, pensando di risolvere i problemi in questo modo? Io credo invece che avremmo dovuto affrontare il problema in una maniera più organica, ed è per questo motivo - dico la verità - che non ho capito questa accelerazione, perché questo disegno di legge è stato fatto arrivare in Aula quando non c'era convinzione neanche all'interno alla maggioranza e della Giunta, per questo ritengo una maggiore riflessione.
(Interruzioni)
Sì, sì, Giulio, perché io l'ho sentito cosa ha detto l'Assessore competente, io l'ho sentito e l'abbiamo sentito tutti! Quindi non mi dovete far capire che siamo tutti in linea su questo. Io ho fortissimi problemi. Perché ho problemi? Perché così come è stata impostata questa legge è difficile anche da emendare. Perché quando una legge viene impostata in questo modo, noi potremo pure presentare 10.000 emendamenti, ma non riusciremo mai a conferirle la caratteristica di una vera legge di riforma.
Devo dire di più, perché io ho visto gli emendamenti che sono stati presentati, mi hanno spaventato; probabilmente per ogni dipendente della Regione ci vorrebbe una legge ad hoc, ma non credo che sia questo il modo migliore per affrontare i problemi del personale, per fare le riforme. Se noi dobbiamo trovare la soluzione per tutto, per ogni dipendente, non credo che con questa legge si possa andare avanti e risolvere i problemi più generali. Ecco, iniziamo a fare un ragionamento diverso su questo.
Allora io credo che, occorra partire anche da alcuni articoli contenuti all'interno della legge che riguardano anche il precariato. Ne parlava poc'anzi l'onorevole Diana, il quale chiedeva di stabilire cosa s'intende di preciso per precariato. Lo sappiamo che cosa si intende per precariato, però io vorrei aggiungere anche un'altra considerazione: sembrerebbe che chi è stabilizzato sia sicuro per sempre, invece non è così! Io credo che noi ci dovremmo porre il problema di tutti i lavoratori, anche di quelli che sembrerebbero avere un lavoro stabile, perché i tempi sono cambiati e oggi il rischio di perdere il posto del lavoro lo corrono tutti. Ovviamente lo corre di più il lavoratore precario, però non stiamo vivendo un momento in cui il lavoro è sicuro per tutti.
Questo Consiglio regionale ha già superato i due anni di vita; cosa vuole fare? Vuole fare riforme seriamente o vuole continuare ad andare avanti facendo piccoli interventi che non risolvono sicuramente né i problemi del precariato, né il problema di una riforma organica? e non risolvono tutto quello che noi vorremmo fare. Io credo, Assessore e Presidente, che noi dovremmo operare una scelta di campo, se decidessimo di fare veramente le riforme. Abbiamo ancora 3 anni a disposizione: iniziamo a cambiare! Iniziamo a cambiare perché, guardate, i segnali che stanno arrivando dall'esterno sono contro questo tipo di politica! Iniziamo a fare politica vera, politica di riforme, perché la gente non capirà mai questi interventi, che sono ad personam, che non riguardano gli interessi generali della gente.
Allora, io credo che se non vogliamo che ci sia un ulteriore allontanamento della gente dal palazzo, questo problema ce lo dovremo porre, dovremo riflettere su questo. Anche perché è vero che, quando abbiamo discusso il bilancio, c'era tutta una serie di emendamenti che riguardava il personale che sono stati rimandati, prima al collegato e dal collegato a questa legge, che dovrebbe essere il terreno dove si risolvono tutti i problemi del personale, però guarda caso questa non è una legge che sta affrontando la riforma vera del personale! Ecco, il punto è questo.
Io credo invece che questo Consiglio regionale si debba porre degli obiettivi e debba sapere cosa fare, debba sapere cosa fare per i prossimi tre anni, perché io sono molto preoccupato per quello che la gente pensa del lavoro del Consiglio regionale, della Giunta regionale, per il modo in cui stiamo affrontando questi problemi. Io credo che ci sia davvero una urgente necessità di riformare la legge numero 31 del '98, che è una legge datata, è una legge che ha bisogno di essere rivista perché moltissimi cambiamenti sono avvenuti in questi anni. Però si dice che adesso ci sono problemi perché la legge è arrivata in aula senza tutti i necessari approfondimenti, anche all'interno della maggioranza. Ma ciò non significa che questa maggioranza non debba riflettere comunque e non debba fare qualcosa, se ancora è possibile.
Noi dobbiamo fare una riflessione su cosa fare, se dobbiamo andare avanti seriamente con questa riforma o se invece non sia più opportuno (come sono convinto io) accelerare la proposta di riforma della legge numero 31. Ho sentito da lei stesso, Assessore, che ormai è quasi pronta, che alcuni assessori l'hanno già in mano, ne state già discutendo, allora la domanda che rivolgo io è la seguente: perché imbarcarci in questa situazione e non accelerare la riforma della legge numero 31? Un mese si può aspettare, però almeno sappiamo che facciamo una riforma. Se invece facciamo interventi tappabuchi io non credo che risolveremo, non ci sarà soddisfazione da parte nostra, da parte di noi legislatori che comunque dobbiamo svolgere un ruolo importante per quanto riguarda i prossimi 3 anni di legislatura.
Pertanto io chiedo che magari, prima che si passi all'esame dell'articolato, perché è chiaro che se passiamo alla discussione dell'articolato poi non credo che ci siano margini per fare altro - chiedo che ci sia un momento di riflessione per valutare se non sia davvero opportuno in questa fase (non perché il disegno di legge non contenga norme interessanti, perché ogni legge ha delle norme importanti) guardare alla vera riforma, che è quella della legge numero 31, e magari, eventualmente, concordare come Consiglio regionale che si vada direttamente all'approvazione della legge di riforma della "31".
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, vedrò di non utilizzare tutto il tempo che mi viene messo a disposizione e mi limiterò ad alcune veloci considerazioni su questo progetto di legge.
Tanti colleghi hanno evidenziato la contraddittorietà di un disegno di legge che tratta norme in materia di organizzazione del personale, in presenza di una situazione della nostra struttura amministrativa che avrebbe bisogno di interventi organici e con la presenza, al nostro tavolo, di una proposta che invece è un coacervo di tante piccole risposte a tante piccole richieste di risoluzione di problemi particolari. Che cosa c'è e cosa servirebbe: molte questioni presenti sono anche necessarie, tantissime questioni necessarie non sono invece presenti e probabilmente il fatto stesso che l'Assessore competente oggi non se la senta di sposare, sostenere e fare proprio questo disegno di legge la dice lunga sulla contraddittorietà della situazione in cui questa Giunta e la sua maggioranza si dibatte.
Certamente bisognerà affrontare il tema di come far si che la macchina amministrativa della nostra Regione risponda con maggiore puntualità all'esigenza di efficienza e all'esigenza di dare alla nostra società una risposta più puntuale di quanto non abbia fatto fino ad oggi e di quanto non stia facendo. Avremo occasione - se una proposta che si pone questo obiettivo ci verrà formulata dall'Assessore - di parlarne, di confrontarci e di contribuire tutti a costruire un percorso tale per cui alla fine la nostra macchina burocratica e amministrativa possa diventare un motore per rendere la nostra attività politica più puntuale e rispondente alle esigenze della società.
C'è però un tema che in questa discussione sovrasta l'argomento del personale nel suo complesso: è la questione di precari. L'abbiamo affrontata, in parte, relativamente agli enti locali, nel collegato alla finanziaria nelle scorse settimane, ma sono rimaste fuori tante questioni che pure diversi consiglieri hanno sollevato. Tante di queste questioni sono anch'esse questioni che riguardano singole persone, però c'è un problema di fondo che dovremmo senz'altro affrontare oggi o domani: è la questione di tanti lavoratori che da anni svolgono la propria attività con un rapporto di lavoro precario.
E' un fenomeno, questo, che negli ultimi 15-20 anni ha assunto proporzioni assolutamente inaccettabili. Da anni ormai, per un'intera stagione politica che io mi auguro e tanti di noi si augurano si stia concludendo, si è lavorato affinché da una parte si criminalizzasse il posto fisso e dall'altra si promuovesse la precarietà. E' passato un messaggio, non sempre solamente da parte del centrodestra, un messaggio politico secondo il quale la tutela del posto fisso è all'origine di tutti i mali, della scarsa produttività del nostro "sistema paese"! E' una falsa convinzione ed è una falsa convinzione ritenere che l'arma del ricatto, la possibilità di licenziamento, sia l'unico strumento per ottenere la necessaria produttività nei posti di lavoro. E' un approccio che io giudico inaccettabile. L'unico obiettivo vero che con questo sistema si è conseguito e si consegue è di rimettere in moto un sistema basato sull'allargamento delle clientele e dei ricatti.
I dati nazionali relativi a questo tema sono sotto gli occhi di tutti e sono da brivido: abbiamo oltre 1 milione e mezzo di lavoratori atipici, oltre 2 milioni e 500 mila contratti a tempo determinato e interinale. Sono inoltre cresciuti a dismisura, in questi ultimi dieci anni, i contratti interinali, il ricorso cioè all'affitto della forza lavorativa, uno strumento che, da una parte deresponsabilizza il datore di lavoro e dall'altra gli dà la possibilità comunque, specie quando è un ente pubblico, di assumere chi vuole e di dimenticarsene dopo un anno.
Abbiamo creato le condizioni perché nella pubblica amministrazione da tempo non si entri più per concorso pubblico, e questo non va bene. Questi strumenti di lavoro atipici sono infatti strumenti che tengono il lavoratore alla mercé del datore di lavoro e creano situazioni intollerabili. Ora il vento sta cambiando ed è bene che cambi, è bene che si riconsideri la falsa convinzione secondo la quale la precarietà sarebbe un valore; che non sia così se ne stanno convincendo anche coloro che fino a poco tempo fa ne erano i promotori. Riprende quota la considerazione che nei luoghi di lavoro è bene promuovere le relazioni, è bene promuovere la motivazione dei lavoratori, è bene promuovere la necessità del loro coinvolgimento negli obiettivi rivalutare l'importanza del loro ruolo. Però, allo stesso tempo, la nostra Regione oggi ha nelle sue strutture, nella sua macchina organizzativa, tantissime persone che da anni lavorano e portano avanti la macchina amministrativa con rapporti di questo tipo.
E' partito un programma di stabilizzazione negli anni passati, che in parte è stato realizzato e in gran parte è ancora da realizzare. I ritardi che ci sono stati su questo fronte hanno creato delle enormi disparità: persone che sono state stabilizzate e altre, nelle stesse identiche condizioni, solo perché appartenevano a un'agenzia diversa, non lo sono state, e questo crea situazioni assolutamente inaccettabili.
Cosa fare? Credo che due siano le considerazioni da tenere assolutamente presenti: chi ha maturato dei diritti, che gli abbiamo anche già riconosciuto in legge, chi ha prestato la propria opera, anche superando selezioni e acquisendo quindi quei titoli che la legge poneva come necessari per poter essere stabilizzati, questi devono essere assolutamente messi in condizione di non dover chiedere, ad ogni finanziaria, ad ogni collegato, una qualche norma che li riprenda in considerazione. Però bisogna anche mettere un termine, perché non è possibile che continui questo percorso che vede accrescere continuamente il numero dei precari: tanti se ne stabilizzano e altrettanti, anzi in numero maggiore, se ne assumono. E' un meccanismo che va interrotto, dobbiamo avere il coraggio di dire, una volta per tutte, che nella pubblica amministrazione - nei Comuni, nella Regione, nelle Province, negli ospedali, nelle AA.SS.LL. e ovunque ci sia necessità di assumere nuovi lavoratori - non è accettabile (e ne deve pagare le conseguenze anche personali colui che lo fa) che si ricorra allo strumento dell'assunzione diretta.
Bisogna interrompere questo meccanismo delle assunzioni tramite le agenzie interinali, bisogna che nell'arco di qualche anno si faccia il punto della situazione e si avviino, qualora necessarie, assunzioni con tutti i crismi. Tutti cittadini devono essere messi nelle condizioni - al di là del fatto che conoscano o non conoscano il politico di turno - di poter ambire a un posto di lavoro nella pubblica amministrazione e di poter concorrere, sperando che poi davvero nella pubblica amministrazione, che è uno strumento al servizio di tutti, entrino i migliori, coloro che dimostrino davvero di esserlo. Questo concetto ci deve guidare nella costruzione di un percorso che riguardi le nostre norme sul personale, e dobbiamo fare in modo quindi che siano conseguiti contemporaneamente gli obiettivi di chiudere una stagione e di avviarne una nuova che non ci riporti, tra un anno o tra due, a discutere sempre delle stesse questioni, e magari sempre degli stessi lavoratori ai quali se ne aggiungono sempre di nuovi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, il mio intervento sarà di natura più generale e io mi ricollego anche alle parole pronunciate da molti esponenti della maggioranza che, non solo non si riconoscono in questa legge, ma non si riconoscono nell'attività stessa della loro maggioranza.
Mi hanno colpito le parole di alcuni colleghi che hanno parlato di credibilità del centrodestra, di preoccupazione per cosa possono pensare gli elettori e i cittadini di fronte ad un'attività di governo di questo tipo. L'onorevole Ladu, che ha parlato dai banchi del centrodestra, ha detto: "se andiamo avanti di questo passo, se dovessero essere confermati gli emendamenti che ho avuto modo di vedere nel corso della finanziaria, nel corso del collegato, ci vorrebbe un comma, un emendamento per ogni dipendente regionale". Io colgo questo clima di preoccupazione, lo stesso assessore Floris, preoccupato, ha detto, (come si legge sui giornali di oggi) che è in gioco la credibilità del centrodestra". La domanda che ci si fa tutti è se stiamo parlando di una legge di riforma organica, che sia utile alla burocrazia regionale, o se stiamo parlando dell'ennesimo tentativo messo in campo per accontentare un po' qui e un po' là - l'ho già detto nel corso del collegato e lo ripeto - a volte con intenti nobili, a volte con intenti meno nobili (non voglio usare la parola "clientele") ma certamente in modo del tutto disorganico.
Ecco, io credo che questo sia un punto politico forte e anche noi oggi, non sappiamo (e credo che anche la Presidente dovrebbe dirci se questo modo di procedere abbia un senso regolamentare, abbia un senso per questo Consiglio) non sappiamo se stiamo discutendo della legge che abbiamo di fronte, che peraltro è stata anche in larga parte stravolta ed emendata in Commissione, o stiamo parlando di un'altra legge che si concreterà nei prossimi giorni e che rischia di essere completamente diversa. Quindi, Presidente - mi rivolgo alla Presidente di quest'Assemblea che so essere custode delle prerogative dei consiglieri, o almeno lo dovrebbe essere - mi chiedo se questo modo di procedere di fatto non vanifichi e mortifichi il ruolo delle Commissioni, che istruiscono un procedimento nella consapevolezza di creare una navicella, un contenitore, una zattera sulla quale poi in maniera incontenibile verrà caricato di tutto. Sappiamo che gli emendamenti arriveranno a centinaia e sarà difficilissimo per voi stessi - e le preoccupazioni maggiori sono certamente di chi ha la responsabilità di guidare la Regione - resistere.
Noi abbiamo discusso in Commissione un provvedimento, lo discutiamo oggi in Aula in sede di discussione generale, ma non sappiamo ancora adesso quale sarà la misura di stravolgimento che questo provvedimento incontrerà nel corso del dibattito, potrebbe uscire un provvedimento totalmente diversa, potreste trovarvi nella difficoltà di dire di no all'uno e all'altro, di dire di no all'uno e all'altro e compromettere anche l'esistenza stessa di una maggioranza che per alcuni osservatori (noi tra questi) appare unita ormai soltanto da questo tentativo di fare un po' contenti tutti, di far caricare a ognuno la sua merce su questa zattera che stentatamente cerca di salpare e di farvi stare a galla.
Allora io credo che, da questo punto di vista, Presidente, sia mortificante il nostro ruolo; io non so oggi di cosa discuto, perché noto alcune norme sul precariato che si rifanno agli anni precedenti, ma so che poi nel corso dell'esame degli emendamenti ci saranno tentativi espansivi di coinvolgere altre categorie, di procedere a promozioni generalizzate, di massa che riguardino diverse categorie. Insomma mi trovo nella difficoltà di capire di che cosa stiamo discutendo.
Ma a parte questa osservazione generale, che ormai riguarda il vostro modo peculiare di considerare e di utilizzare questa legislatura e di svolgere il vostro ruolo di maggioranza, che è un ruolo sostanzialmente privo di indirizzo, privo di visione strategica, che rinuncia a priori all'obiettivo di approvare riforme, mancandovi i numeri per portarle avanti, a parte questa osservazione di carattere generale io non posso non rilevare che anche questa norma, anche se rimanesse come è, anche se subisse stravolgimenti o interventi, diciamo, migliorativi, anche questa norma è una norma che rinuncia a svolgere un ruolo riformatore.
E' una norma lungamente attesa, siamo oltre metà della legislatura, avete avuto tutto il tempo di pensare, di conoscere la macchina dell'amministrazione regionale, di conoscerne le carenze, di valutarne gli aspetti migliorativi, di capire come meglio si potrebbero applicare le leggi e controllarle o monitorarle, di capire che questa burocrazia regionale è un ostacolo per lo sviluppo. E questo non lo diciamo noi, lo dicono autorevoli economisti che sono consapevoli che mettere mano alla macchina dell'amministrazione regionale. Con questo non voglio togliere nulla ai tantissimi che svolgono attività nell'amministrazione regionale e che la vorrebbero svolgerla al meglio, che vorrebbero essere messi nelle condizioni di svolgerla meglio.
Ora, dopo tre anni di Governo regionale di centrodestra, di guida del centrodestra noi ci troviamo con una leggina che interviene su quell'articoletto, su quell'altro articoletto, cambia una data, cambia una cifra ma senza un ripensamento complessivo del numero delle strutture amministrative e del tipo di accorpamento che deve farsi tra queste. Occorre maggior chiarezza nelle competenze assegnate, maggior chiarezza di esercitarle effettivamente, prevedendo, magari con meccanismi sostitutivi, qualora si dovesse constatarne l'inezia, di aprire l'amministrazione regionale a professionalità, ma sempre salvaguardando le leggi esistenti e salvaguardando le procedure di accesso, normando anche costituzionalmente, alle cariche pubbliche.
Quindi è una leggina che è già rinunciataria in partenza, che non è organica, che non si pone grandi obiettivi, non se li pone neanche nella relazione della Giunta regionale, assai datata, del 2009. Non ha un respiro, non chiarisce come si intenda operare affinché l'amministrazione regionale diventi un veicolo, un fattore di sviluppo, una leva per la crescita economica, grazie all'efficienza della spesa, grazie anche a meccanismi di deterrenza, a meccanismi di premialità che devono essere inseriti nell'amministrazione regionale per far sì che quella che deve essere una risorsa per lo sviluppo lo diventi veramente.
Io scorgo imbarazzo anche nel volto dell'Assessore, che sicuramente avrebbe preferito non discutere questa legge in attesa di una riforma organica cui certamente sta lavorando. E lui sa bene che se si fa un compito a metà, se ci si accontenta di poco, se si comincia a mettere qualche rammendo dove invece andrebbe ricostruito un disegno più organico, poi sarà più difficile intervenire, troverà resistenza.
Siamo pertanto di fronte ad una legge assai deludente, deludente perché non ha respiro, perché si limita ad accorpare due direzioni regionali, prevedendo aumenti di piante organiche senza che sia chiarito se il problema della amministrazione regionale è la pianta organica, è la numerosità degli organici. Occorre cioè capire se oggi il problema della amministrazione regionale è il numero insufficiente di burocrati regionali o è un problema di efficienza delle strutture amministrative, di accorpamento, di snellezza, di competenze che dobbiamo richiamare all'interno della amministrazione regionale.
Abbiamo un problema di qualità o abbiamo un problema di quantità? Da questo disegno di legge mi sembra che qui il problema sia la quantità, ma io non vorrei che dietro la quantità ci fosse ancora una volta l'impulso ad accontentare, a coprire, ad assumere, trascurando gli obiettivi, trascurando i risultati che si vogliono cogliere. Avete letto in questa legge qualcosa che parla della misurabilità, della contability, dell'attività dei burocrati regionali, di premialità, che richiami a dei parametri di efficienza, che dia in qualche modo un conto anche dell'efficienza, che misuri la performance della macchina amministrativa? Non c'è niente di tutto questo. Si aprono le porte, si ipotizzano incrementi di piante organiche, addirittura si introducono in Commissione articoli il cui unico scopo è moltiplicare gli uffici di gabinetto, quadruplicare i consulenti (come viene fatto all'articolo 1 quater dove alla lettera c) del comma 1 i consulenti passano da uno a quattro e i dipendenti degli uffici di gabinetto vengono raddoppiati).
Quindi, insomma, abbiamo una legge che moltiplica alla fine i consulenti, che si propone di far crescere le piante organiche, magari nella misura dell'1 per cento, però l'1 per cento vuol dire svariate decine di persone in un apparato regionale che misura oltre 2000 addetti. Sostanzialmente è, pertanto, una legge molto, molto deludente.
Ancora una volta l'ossessione non è fare, l'ossessione non è essere concreti, l'ossessione non è portare avanti riforme organiche. Assessore, le chiedo nella sua replica di dirmi cosa ne pensa dell'istituzione di una direzione regionale per la comunicazione, oltre alla moltiplicazione degli Uffici di gabinetto del Presidente; mi sembra che continui a prevalere il racconto sul contenuto.
Io per tanti anni mi sono occupato di comunicazione e mi hanno insegnato che se non c'è prodotto non c'è comunicazione e che la comunicazione e il prodotto sono tutt'uno, perché alla lunga se comunico e non ho un prodotto il destinatario della comunicazione (l'utente, l'elettore) magari la prima volta ci crede ma poi non ci crede più. Allora mi chiedo se una delle priorità di questa norma, assessore Floris, debba essere la direzione generale per la comunicazione, che naturalmente richiede la creazione di una nuova struttura, quindi nuovi addetti, nuovi capi servizi, che si dovranno occupare, insomma, di cose di cui già ci si occupa, ma se ne dovranno occupare ancora in maniera più ipertrofica. Quando c'è il vuoto di proposta politica, quando c'è il vuoto di azioni politiche, quando anche c'è una realtà purtroppo che invia segnali di declino economico e sociale importante (ieri anche il rapporto di Bankitalia ci ricorda che la Sardegna non è uscita dalla crisi, che il PIL non riprende a crescere, che la nostra Regione ha perso quella strada virtuosa che le permetteva di recuperare posizioni nei confronti, per esempio, del resto del meridione d'Italia), quando c'è questo vuoto di proposta, e quando c'è la crisi economica e sociale che ormai attanaglia le nostre famiglie, le nostre comunità, evidentemente quel vuoto si cerca di riempirlo con la comunicazione.
Ma se non ha un contenuto, se non ha un prodotto, se non ha un servizio, se non si porta dietro un progetto di riforma complessivo credibile, se non ha dietro la sobrietà, l'eticità, la riqualificazione della spesa, se non ha al centro un progetto culturale per la nostra Regione (il progetto di cambiare pelle, il progetto di ripensare al modo in cui il pubblico deve intervenire nell'economia, al ruolo di un'amministrazione regionale per sviluppare l'economia) io credo che quella comunicazione si ritorcerà contro di voi.
Potete anche istituire la direzione generale per la comunicazione, ma sarà una prova in più di una vacuità, sarà una prova in più di un vuoto che inutilmente cercherete di riempire con altre campagne pubblicitarie, con altri fondi che cercherete di farvi dare per altri milioni di euro da spendere per coprire il vuoto di un'insipienza politica i cui effetti drammatici sono davanti agli occhi di tutti.
Quindi io, Assessore, colleghi, Presidente, mi sarei aspettato una legge più sobria, una legge che magari risolvesse alcuni problemi di interpretazione, una legge da accantonare in fretta, una legge da portare anche all'approvazione di quest'Aula, ma una legge che non avesse lo scopo invece di diventare un'ennesima testimonianza della vostra incapacità di programmare, di riformare, di avere un'idea di Sardegna. Noi vogliamo mettervi alla prova, ma consentiteci di farlo con provvedimenti di riforma seri: noi ci saremmo.
Io non mi auguro il "tanto peggio tanto meglio", non sono tra coloro che si augura una lunga agonia, sono tra coloro che, gli appelli dei volenterosi che giungono da quest'Aula, li vorrebbero accogliere, ma per accoglierli bisogna essere credibili, bisogna dare anche seguito agli impegni presi, a cominciare da una risoluzione che ci ha visto votare tutti insieme in Commissione bilancio, e che doveva vederci uniti, maggioranza e opposizione, a un tavolo, quello del federalismo fiscale, quello delle grandi rivendicazioni della nostra Isola, quello dei grandi temi che riguardano le entrate e le competenze della nostra Regione, che ci doveva vedere uniti, ma di cui non sappiamo più nulla.
La nostra Regione, infatti, mentre si attarda con le direzioni generali della comunicazione, perde il passo nelle grandi partite nei confronti dello Stato, si attarda in norme di attuazione che approva il Consiglio, che vengono discusse, e che poi giacciono in un cassetto del Consiglio dei ministri per non essere né mai approvate né mai rivendicate. Lo stesso avviene in materia di energia.
Noi oggi registriamo l'ennesimo tentativo speculativo - e su questo presenterò con alcuni colleghi un'interrogazione - nel Golfo dell'Asinara, però rendiamoci conto che questo tentativo speculativo è frutto di due elementi: primo, di una non chiarezza in competenze concorrenti che noi non abbiamo mai rivendicato pienamente; secondo, di una carenza di programmazione della nostra Regione, che ha difficoltà a battere i pugni sul tavolo nei confronti dello Stato, perché non ha un piano energetico e ambientale approvato con obiettivi certi e con un percorso di raggiungimento di quegli obiettivi credibile.
Lo strumento programmatorio che dovrebbe dire che la Regione raggiungerà e supererà l'obiettivo del 17 per cento di consumi energetici da energie rinnovabili non c'è, non c'è quel documento. Noi parliamo di raggiungere il 40 per cento, ma quel documento programmatorio non c'è, come non c'è un documento programmatorio in materia di sanità, così come oggi ci proponete un documento, un disegno di legge che ancora adesso rinuncia a ripensare nel suo insieme l'amministrazione regionale.
Io mi rivolgo all'assessore Floris, gli chiedo di riflettere su questa norma, chiedo di riflettere anche ai colleghi della maggioranza sul fatto se sia necessario andare avanti, creando ulteriori assalti alla diligenza, e creando una nuova zattera, una nuova arca di Noè, come quella che ho definito nel collegato, dove ognuno di voi cercherà di caricare la sua mercanzia all'insegna di un "si salvi chi può" individuale. Ormai è chiaro a tutti, infatti, che la vostra mancanza di un progetto collettivo impedisce a chi è parte ancora della vostra maggioranza - e qualche pezzo e qualche incrinatura lo si comincia a vedere - di ritrovarsi in un progetto di insieme, in una visione collettiva che dia speranza e fiducia ai sardi.
Io, Assessore, non mi auguro il "tanto peggio tanto meglio", se ritenete necessario procedere, fatelo, ma lasciate questa norma sobria e snella, approvatela in fretta e andiamo al più presto ad approvare un disegno molto più organico di riforma dell'organizzazione regionale, che metta al centro non la quantità, non l'aumento delle piante organiche, ma una maggiore efficienza, per esempio accorpando le strutture amministrative, accorpando competenze (come quelle in materia ambientale e urbanistica) disperse in troppi Assessorati.
Io credo che, se farete questo, la nostra disponibilità al dialogo, la nostra disponibilità a pensare al bene comune ci sarà, altrimenti ancora una volta la nostra opposizione sarà dura, e sarà dura perché la vostra azione di governo, la vostra azione come maggioranza è inutile e insulsa, e non è quella di cui ha bisogno la nostra Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, il mio è un intervento che cercherà di essere sobrio e snello anche sul contenuto di ciò che mi appresto a dire.
Devo considerare che una parte delle valutazioni che i colleghi della minoranza stanno esprimendo in quest'Aula non può trovare il silenzio completo da parte della maggioranza, anche perché, è stato rilevato da alcuni interventi dei colleghi della minoranza, si verifica un fatto che ha comunque una caratteristica di anomalia, e cioè l'Assessore regionale del personale è intervenuto più volte, sia in Aula (quindi non si può dire che non lo abbia fatto pubblicamente) sia sui giornali, e ci ha comunicato che il testo che viene dalla Giunta regionale - il disegno di legge che attualmente è in discussione in quest'Aula - è un testo che lui considera in parte superato e in parte non adeguato rispetto alle esigenze di questo momento.
Non può neanche essere sottaciuto quello che il collega Gian Valerio Sanna ha rilevato durante il suo intervento, e cioè che (a fronte di una relazione di presentazione del disegno di legge che data 24 settembre del 2009, e che giustifica con l'urgenza la disorganicità complessiva degli interventi contenuti nello stesso) dopo due anni dalla presentazione del testo è difficile sostenere che alcune delle norme che non sono addirittura più adeguate rispetto ai tempi possano essere ancora considerate urgenti.
Io credo che sia giusta politicamente la richiesta di riflessione che ci perviene, e che sia importante che questa maggioranza la accolga, perché non è pensabile che ci siano in quest'Aula due posizioni diverse, entrambe espresse dalla maggioranza. Non è pensabile, cioè, che ci sia una posizione della Giunta, che è diventata cauta sul contenuto del disegno di legge, e che propone di ragionare in maniera non miope sulle necessità del sistema a cui questa legge è destinata, e ci sia invece una altrettanto legittima e comprensibile posizione di diverse forze che appartengono a questa maggioranza che fanno un ragionamento più contingente e che cioè dicono: "Beh, signori, però ricordiamoci che noi abbiamo anche assunto degli impegni nei confronti dell'universo mondo che c'è fuori da quest'Aula; ricordiamoci che ci sono stati diversi provvedimenti di legge esaminati da quest'Aula, dai quali abbiamo espunto tutte le norme che riguardavano il personale dicendo che ci sarebbe stato un contenitore che poi questi impulsi avrebbe raccolto; ricordiamoci che abbiamo appena finito di discutere il collegato alla finanziaria al quale erano stati presentati 100, 150, forse 200 emendamenti che avevano attinenza alla materia del personale, e che noi abbiamo detto ai presentatori degli emendamenti che ci sarebbe stato un momento immediatamente successivo, rispetto a quello della discussione del collegato, in cui questi emendamenti avrebbero avuto un loro sfogo, avrebbero potuto essere almeno discussi.
Ecco, io credo che in maniera laica dobbiamo approcciarci al problema, e dobbiamo approcciarci tenendo conto di quelli che dovrebbero essere i punti di riferimento per una legge che va a incidere sul sistema dell'organizzazione e del personale. E bene fanno i colleghi del centrosinistra a porre alla maggioranza una domanda semplice, e cioè: diteci se questa legge, se il disegno di legge numero 71, è un disegno di legge che interviene in materia di organizzazione di personale risolvendo i problemi che oggi la Regione ha. Io credo che sia legittimo da parte loro rivolgerci questa domanda, e devo dire che la lettura di questo testo di legge non consente di rispondere affermativamente ai colleghi del centrosinistra.
Se infatti la maggioranza dicesse che all'interno di questo disegno di legge è contenuta la propria filosofia per riorganizzare la Regione Sardegna in maniera più adeguata rispetto alle domande che dall'esterno della "macchina Regione" arrivano alla Regione stessa, e per dare definitiva risposta alla maggior parte delle istanze legate al personale dipendente di questa Regione, modificando radicalmente il funzionamento della burocrazia regionale, della macchina regionale, insomma, staremmo dicendo una cosa che non sta né in cielo né in terra. Staremmo contraddicendo - aggiungo - la stessa relazione introduttiva della Giunta regionale che non attribuisce a questa legge questo ruolo.
In realtà noi diciamo semplicemente, ai colleghi del centrosinistra e all'intero Consiglio: guardate, no, stiamo semplicemente portando in Aula un "contenitore", com'è stato definito anche dai colleghi del centrosinistra, un contenitore all'interno del quale intendiamo porre alcune norme più o meno urgenti, più o meno opportune, più o meno necessarie. Non abbiamo la pretesa, con questo disegno di legge, di modificare e adeguare l'organizzazione della Regione alle esigenze attuali, non abbiamo la pretesa di cambiare la capacità e l'efficienza della burocrazia regionale, non affrontiamo quindi il tema che ha appena ricordato il collega Porcu, delle politiche di controllo di gestione, delle politiche di efficienza e trasparenza amministrativa, tutte politiche su cui potremmo aprire una discussione di una giornata, per definire almeno gli obiettivi che leggi di organizzazione di personale dovrebbero porsi oggi per quanto riguarda la Regione.
Quindi, il disegno di legge numero 71, senza avere tutti questi obiettivi ha, però, quello di offrire alcune risposte a esigenze specifiche e di manutenzione di alcune leggi, e di verifica e riadattamento di altre leggi pure esistenti, e di soluzione di alcuni problemi concreti che vengono, in maniera più o meno legittima, presentati da parti dell'amministrazione regionale, che richiedono l'intervento del legislatore per riportare a miglior razionalità (secondo quanto sostenuto dalle parti che le propongono) alcuni aspetti il più delle volte contingenti della vita interna della macchina regionale. Insomma: questa è la legge.
E allora io credo che abbia ragione il mio amico Chicco Porcu quando dice: "guardate, fateci una cortesia, asciugatela quanto più possibile, riducete quanto più possibile gli interventi di manutenzione, gli interventi sul personale, gli interventi sulle normative, gli interventi che avete previsto all'interno di questa legge, cercate di approvarla nei tempi d'Aula più brevi possibili, perché una legge che non ha obiettivi di sistema e di lungo periodo non merita certo di rimanere a lungo in aula".
E se le dimensioni e il respiro che la maggioranza riterrà di proporre all'Aula per questa legge saranno davvero queste dimensioni così limitate, beh, insomma, è possibile pensare che ce ne liberiamo in fretta, e ci mettiamo in fretta a parlare d'altro, dove parlare d'altro significa parlare di riforme di più ampio respiro e, magari, per quanto riguarda la materia dell'organizzazione e del personale, cominciamo a spiegare e a discutere tra di noi come vorremmo che fosse una Regione che davvero, in tema di organizzazione e di personale, rispondesse ad esigenze, che sono sicuramente diverse anche da quelle che c'erano 13 anni fa e che pure, forse in maniera lungimirante, sono state in quel periodo preso in esame e recepite all'interno della legge numero 31.
Ecco, io credo che questo sia il ragionamento a cui noi Riformatori possiamo essere disponibili, e che forse trova anche un punto di equilibrio tra esigenze - lo ripeto ancora una volta - anomalmente difformi espresse da parti della maggioranza e dalla Giunta regionale, e che trovano contemporaneamente compensazione anche nei suggerimenti che la minoranza, in maniera direi aperta, ci ha offerto durante il dibattito che ha animato la mattinata e questo pomeriggio, suggerimenti che io terrei in grande considerazione, perché questa legge non va avanti facilmente senza che si ascolti ciò che è stato detto reciprocamente all'interno di quest'Aula.
Mi sembra pertanto molto importante che noi facciamo uno sforzo per riuscire ad ascoltarci, e forse facendo questo sforzo riusciremo a trovare anche un equilibrio su alcuni punti che vanno al di là dell'ordinarietà, anche se, per quanto ci riguarda, forse l'unico punto che va veramente oltre l'ordinarietà, su cui vale la pena aprire un ragionamento tra maggioranza e opposizione in aula, è quello del precariato.
Questo Consiglio regionale, ormai da anni, discute di norme in materia di precariato, discute di stabilizzazione di precari, discute di regolamentazione dell'accesso al pubblico impiego e delle possibilità di escludere che ci sia nuova formazione di precariato. Io credo che, al di là delle differenze di schieramento politico, sia ormai nella consapevolezza di tutti i consiglieri regionali che non abbiamo ancora approvato una norma che preveda la soluzione dell'attuale problema del precariato, né abbiamo una norma che ci impedisca di creare nuovo precariato. Per cui, sostanzialmente, questo Consiglio regionale, come quelli che l'hanno preceduto e come quelli che lo seguiranno, se non si interverrà in modo perlomeno non ipocrita e deciso sull'argomento, continuerà a prendere in esame il problema del precariato, i due schieramenti che si accuseranno a vicenda di aver creato nuovi precari, e cercheranno di palleggiarsi la responsabilità e il merito delle poche sanatorie sul precariato che hanno raggiunto l'obiettivo che i proponenti si erano prefissi.
Allora, è importante che noi sviluppiamo un ragionamento sull'argomento del precariato scevro dalla volontà di prenderci in giro, nel senso che è evidente che una Regione disciplinata da una legge di organizzazione di personale moderna, avrebbe bisogno anche di lavoro a tempo non indeterminato, nel senso che il tipo di esigenze che esistono in un'amministrazione complessa, che voglia rivolgersi, rispetto alla propria utenza, in maniera moderna, in maniera dinamica rispondente alle esigenze della stessaa, è evidente che ha bisogno anche di una quota di lavoro che non sia a tempo indeterminato.
E' verissimo che il lavoro a tempo indeterminato determina una affezione, una partecipazione, una capacità di acquisizione della mission e delle competenze relative che è straordinaria e che è fondamentale in tanti aspetti del lavoro di un'amministrazione, ma è altrettanto vero che esistono settori del lavoro che necessitano di un ricambio, di una qualificazione con livelli di competenza professionale sempre nuovi e dell'acquisizione di professionalità che di continuo vengono immesse nel mercato e che hanno necessità di un aggiornamento professionale che non è quello del lavoratore dipendente.
E' altrettanto evidente che tutto questo deve essere in qualche misura normato, deve essere in qualche misura condiviso e soprattutto deve essere funzionale a una macchina amministrativa regionale che abbia la volontà di rispondere alle domande dei cittadini. Noi non possiamo, colleghi del Consiglio regionale, continuare a dire che la macchina burocratica della Regione è scassata, inefficace.
Il collega Uras dice che la Regione non dà attuazione alle leggi regionali, non si assume responsabilità, non dà risposte nei tempi stabiliti dalla legge a tutte le istanze che vengono dal cittadino, è vista dal cittadino normale, e peggio ancora dall'imprenditore, non come un aiuto alla soluzione dei problemi ma come un freno burocratico costantemente presente su qualsiasi problema venga posto sul tappeto, anche per le questioni che poi hanno una soluzione in tempi dilatati favorevole rispetto al richiedente. Questa amministrazione regionale non è l'amministrazione che a noi serve per poter dare risposte adeguate allo sviluppo della Sardegna. Non è l'amministrazione con la quale noi contribuiamo a risolvere i problemi della Sardegna e dei sardi.
Quindi è evidente che il tema che oggi è in discussione in questo Consiglio regionale è quello di cambiare la struttura della Regione sarda. E guardate, anche su questo io vi dico, colleghi del centrosinistra - appellandomi a quelli di voi che hanno più volontà, più disponibilità, più formazione mentale per raccogliere un invito di questo genere - vi dico una cosa che voi ci avete appena detto, e cioè che questa legge, se andrà avanti senza la riflessione che voi dite meriti di essere fatta, rischia di essere - qualcuno l'ha definita una tradotta, qualcuno una zattera, qualcuno forse un convoglio militare di quelli che andavano verso i campi di deportazione - rischia di essere un veicolo su cui in tanti cercheranno di caricare interventi che, più che riguardare l'interesse generale, riguarderanno piccoli pezzi di amministrazione che si sono rivolti a ciascuno di noi.
Questo è verissimo, ma è altrettanto vero che questo lavoro, così come qualche volta siamo incaricati noi di farlo, altre volte siete incaricati voi di farlo, e anche nel corso della discussione di questa legge noi probabilmente saremo costretti a rilevare che l'incarico di fare questi interventi "spot" lo abbiamo avuto o lo avremo nei prossimi giorni - io spero di no ovviamente - sia noi che voi. Quindi per sgombrare il campo dal problema della demagogia spicciola e dalla necessità di essere asserviti alla solita legislazione "a domanda" che ci viene richiesta dall'esterno, abbiamo bisogno di un accordo bipartisan. Abbiamo bisogno di considerare che ci sono delle esigenze di carattere generale legate alla efficienza della pubblica amministrazione e al ruolo che questa deve giocare per lo sviluppo della Sardegna, e di maggioranza o che sono esigenze di minoranza, ma sono esigenze dell'intera amministrazione regionale e dell'intero Consiglio regionale perché sono esigenze della collettività sarda.
E' questa la sfida che noi abbiamo davanti anche nei prossimi giorni di discussione di questa legge, sfida alla quale, badate, possiamo aderire o alla quale possiamo negare accesso, continuando a fare finta di nulla, come abbiamo fatto più o meno sul collegato. La legge verrà caricata, come è stato detto dal collega Pittalis, di un numero imprecisato di emendamenti che ciascuno di noi presentatori tenterà di difendere: alle 2 del mattino qualche volta sarà più facile difenderli, alle 10 del mattino di meno, quindi sarà un po' anche la contingenza che ne determinerà l'assetto, e forse ad agosto usciremo dall'Aula con una legge che alla fine non soddisferà nessuno, non gratificherà nessuno e non produrrà effetti positivi sull'interesse generale della Regione.
Se invece riusciremo a rendere estremamente asciutto l'articolato e magari a utilizzare anche gli spazi in cui non si lavora in Aula e si lavora in Commissione o i momenti in cui si discute tra di noi per cercare di capire quali sono le parti che mancano a questa legge e che vorremmo suggerire che venissero inserite nella prossima, forse anche un incidente consiliare come questa legge può diventare un elemento utile per consentire di iniziare a fare leggi buone e di interesse generale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, noi non dobbiamo parlare del DL 71. Questa è una scusa. Il DL 71 è già stato archiviato. Noi dobbiamo parlare di tutta la massa di emendamenti che trattano argomenti relativi all'organizzazione della Regione, personale e dirigenza, che noi abbiamo spostato dal collegato al D.L. 71. Il D.L. 71 è un vagone vuoto di contenuti (poi qualcuno dirà che invece non è vuoto di contenuti, ha contenuti superati) e quindi il tema qual è? Lo dobbiamo conservare? C'è un modo per riportare tutto a casa: si boccia! Si boccia il passaggio all'esame degli articoli! La maggioranza non lo apprezza? La Giunta è contraria? Vota contro il passaggio all'esame degli articoli! Si assume la responsabilità, lo fa a voto palese.
Non cerchi tra questi banchi qualcuno compiacente che vada a chiedere il voto segreto per nascondere la difficoltà della maggioranza. Non chieda a qualcuno di noi di sollevarsi un attimo prima del voto per chiedere il voto a scrutinio segreto in maniera tale che la maggioranza possa mischiarsi con la minoranza per abbattere questo vagone nel quale tutti noi avevamo promesso che avremmo individuato le soluzioni ad alcuni problemi che ci sono stati sollevati dai lavoratori, da lavoratori per lo più precari e per lo più non regionali. Perché io ho sentito di tutto qua. Ho sentito di tutto!
Da settimane stiamo parlando di precari dell'amministrazione regionale; non ce n'è uno! Il problema dei precari dell'Amministrazione regionale è già risolto e risolto male, perché ogni volta che noi approviamo una norma, che peraltro ci viene stesa dall'Assessorato competente, dalla Direzione generale del personale, succede che il personale che la deve applicare (che sarebbe quello della Direzione generale del personale) ha difficoltà a farlo. Bisogna dirgli passo per passo, virgola per virgola, aggettivo per aggettivo come si deve comportare! Dirigenti pagati più di un consigliere regionale, a colpi di 130, 140, 150 mila euro l'anno, e glielo dobbiamo dire noi come si applica una norma!
Io lo dico all'assessore Floris che è stato Presidente della Regione, Presidente del Consiglio, è uomo di istituzione, noi dobbiamo fare una cosa molto semplice: intanto mandare a casa tutti quelli che hanno rovinato la Regione (se ci siamo anche noi tra quelli andiamo a casa anche noi) perché sicuramente non possiamo continuare a salvare una dirigenza che ha prodotto questo mostro! Io sarei dell'idea che se avessi anche solo una volta, anche per un solo minuto, esercitato la responsabilità di governo di questa Regione, quel tipo di provvedimento l'avrei adottato. Avrei adottato il provvedimento di destituzione dei direttori generali dell'amministrazione regionale, che sono sempre gli stessi, sono sempre gli stessi.
Il direttore generale del personale ha attraversato la storia dell'autonomia, ha attraversato tutte le Giunte di centrodestra e di centrosinistra e, senza colpo ferire, rimane lì. E poi noi veniamo qua una volta vestiti da assessori, una volta vestiti da consiglieri a dire che quelli non sono capaci a lavorare! Ma li abbiamo lasciati noi in quella posizione! Allora, via l'ipocrisia, via i termini che non si capiscono, via le verità che non si comprendono, via tutto questo, diciamo le cose come stanno.
I precari. I precari sono prodotti da un sistema perverso che è il frutto di un'azione di governo perversa. Siccome dobbiamo contenere la spesa pubblica non possiamo bandire i concorsi perché non possiamo incrementare le assunzioni. Ma siccome i servizi li dobbiamo erogare lo stesso, all'ora anziché bandire i concorsi, stipulare contratti con agenzie di somministrazione del lavoro, le cosiddette agenzie di lavoro interinale, oppure stipuliamo contratti cosiddetti flessibili, atipici, co.co.co., co.co.pro., e riempiamo l'amministrazione regionale, e non solo, di personale assunto così. Dopo qualche anno (in alcuni casi dopo qualche decennio) ci rendiamo conto che quelli che abbiamo assunto così sono invecchiati, non hanno più 25 anni, non sono più alle prime esperienze di lavoro, ma ne hanno 50, 55, hanno famiglie, hanno vissuto una vita indegna di essere vissuta, indegna di essere vissuta, nella difficoltà continua. Allora ci poniamo il problema: ma come gli costruiamo un po' di previdenza? Facciamo le sanatorie. Io sento parlare di norme di contenimento della spesa pubblica e quindi anche della spesa in materia di personale da almeno trent'anni, violate sistematicamente in modo strutturale da tutte le responsabilità politiche e amministrative anche di questa Regione.
Quindi, un'altra verità la sgombriamo. Il personale regionale è stabilizzato, come anche quasi tutto il personale del settore sanitario. Ci sono due piani quinquennali, sono in fase di attuazione e c'è qualche pasticcio normativo che chi deve attuare quei piani quinquennali purtroppo ha prodotto e pertanto è necessaria una piccola correzione, un'interpretazione autentica, non nuovi stanziamenti, non l'accesso di nuovi precari, una piccola manutenzione legislativa. Di quali altri precari stiamo parlando? Stiamo parlando dei precari dei beni culturali?
Onorevole Dedoni (anziché telefonare ascolti, onorevole Dedoni) lei è Presidente di quella Commissione attiva che si occupa anche di beni culturali: 800 lavoratori assunti con le cooperative di lavoro istituite ai sensi della legge numero 28 dell'84, 27 anni in una condizione di vita precaria affidata a contratti con gli enti locali finanziati con i soldi della Regione, trasferiti sulla base di diversi programmi. Adesso per mantenere quei contratti si procede a un automatico riposizionamento dell'importo con una riduzione del 10 per cento. E dal 10 per cento del 100 per cento siamo arrivati a ridurre del 10 per cento il 90 per cento, il 90 per cento risultato da quel 10 per cento in meno, viene ancora ridotto del 10 per cento. Le riduzioni sui trasferimenti agli enti locali per mantenere quel sistema di cooperative va quindi sostanzialmente a ridurre gli stipendi e quindi le condizioni di vita, le possibilità di esercitare pienamente ogni diritto di quei lavoratori.
L'Assessore del lavoro, quello che non viene mai, quello che non viene in Commissione nonostante ci sia l'obbligo di presentarsi ogni quattro mesi per relazionare sulla sua attività, quello che viola sistematicamente e consapevolmente la legge della Regione, quell'Assessore convoca per il 6 luglio tutte le Province, per annunciare che i 400 lavoratori dei servizi per il lavoro saranno stabilizzati dentro l'Agenzia regionale del lavoro. Sulla base di quale norma? Sulla base di quale iniziativa? Sulla base di quale interlocuzione politica? Sulla base di quale esigenza? Un'invenzione. Però a quei lavoratori ad agosto scade il contratto, sono vittime di questo ricatto, di queste speranze, di queste ideazioni dell'Assessore del lavoro, libere ideazioni dell'Assessore del lavoro fuori dalle disposizioni di legge, che rendono questo Consiglio regionale inutile, Presidente.
Se esiste il potere di decretazione legislativa in capo alla Giunta e agli Assessori, io le suggerisco di consegnare le chiavi all'onorevole Cappellacci che venga lui qua, faccia una riunioncina con la sua Giunta e noi leviamo il disturbo, tanto non ci facciamo niente. Perché io ero rimasto della convinzione che per questo tipo di procedure fosse necessaria una legge.
Di quale legge parla l'Assessore il 6 di luglio con le amministrazioni provinciali di tutta la Sardegna? Di che cosa parla l'Agenzia regionale del lavoro che avrebbe dovuto presentare un regolamento di funzionamento al Consiglio di regionale per sottoporlo alla sua approvazione? E dove stanno gli organi di controllo? Si controlla ciò che si fa ma si deve controllare anche ciò che non si fa, perché anche non fare ciò che si è tenuti a fare è violazione di legge.
Di quali altri precari stiamo parlando? Io ho ricevuto adesso una piccola delegazione di ex lavoratori socialmente utili, quelli delle cooperative che puliscono le scuole nelle cooperative. Ora siccome la Regione ha ridotto lo stanziamento, questi che vivono con 750 euro al mese avranno ridotta (con due mesi adesso di cassa integrazione e l'anno prossimo con tre mesi di cassa integrazione, con una riduzione di quattro ore a settimana del loro orario di lavoro) la loro retribuzione a meno di 600 euro.
Ma di che cosa stiamo parlando? Quali concorsi vogliamo organizzare per queste persone? Quale violazione di diritto dei disoccupati che stanno fuori fanno e commettiamo se cerchiamo di sistemare in una condizione di vita accettabile queste persone!? Io sento "di tutto e di più", sento di tutto e di più perché non c'è neppure la voglia di applicarsi, di approfondire l'argomento. Si viene qua e si parla di tutto, tanto non c'è una ricaduta normativa: una! L'Assessore ci propone la revisione della "31", io glielo dico, Assessore: non sono d'accordo. Avanzi tutte le proposte di revisione che vuole, ma io rimango ad un voto unanime di quest'Aula che ha dato incarico a questo Consiglio regionale di mettere in piedi un percorso costituente, una revisione e riscrittura dello Statuto, la definizione di una legge statutaria (al limite anche di una legge elettorale), la modifica della legge numero 1 del 1977 (cioè la redifinizione dell'assetto organizzativo della Regione) e infine la ridefinizione della dirigenza della Regione.
Questo percorso costituente si è arenato - mi dispiace che non sia presente il Presidente della prima Commissione -si è arenato nella costituzione di due Sottocommissioni della prima Commissione che è stata allargata anche ai Capigruppo e banalizzando quel percorso. Sono scomparsi i soggetti sociali che dovevano aiutarci in quel percorso, i sindacati, il mondo dell'economia, il mondo della cultura, il mondo della solidarietà attiva; tutto è scomparso, noi ci siamo chiusi ancora nel palazzo!
E la riforma che faremo adesso archiviando il DL 71 possibilmente non con votazione a scrutinio segreto? Quale sarebbe la riforma della dirigenza della Regione? Ripeto ce n'è una sola da fare: mandare a casa tutti. E se serve dobbiamo fdare il buon esempio e andare a casa anche noi! Io sono dell'idea che da quel punto che noi abbiamo fissato unanimamente cioè il percorso costituente, si debba ripartire (se si vuole ripartire onorevole Vargiu) con iniziative cosiddette bipartisan, bipartisan con chi ci sta. E se il tema è la costituente, cioè una forma organizzata della partecipazione popolare che abbia come obiettivo una elaborazione in comune dei nuovi testi, a incominciare dalla Carta costituzionale della Sardegna, dei diritti e dei doveri dei sardi, noi ci stiamo, rimuoviamo ogni pregiudiziale. Non ci interessa più accalorarci sullo strumento: se quello è lo strumento noi siamo per quello strumento ma non si trovino scuse, non si trovino scuse per non fare niente.
Noi siamo qua per fare cose utili e le cose utili sono quelle che risolvono i problemi di vita delle persone e della nostra comunità. Il coinvolgimento del nostro popolo è indispensabile per un percorso costituente, non sarebbe percorso costituente un percorso che seguisse solo ed esclusivamente le procedure spesso burocratiche dell'attività legislativa di questo Consiglio. Noi vorremmo sapere anche da questa maggioranza, da tutta o da parte di essa, se ha ancora questo tipo di preoccupazione, o se invece ha rinunciato, e se ritiene che questa legislatura sia ormai fallita, e se debba essere archiviata come una tra le più inutili dell'autonomia. Nel frattempo facciamo - ecco questo sì Assessore - un bel corso di formazione per i nostri dirigenti, facciamolo perché leggendo alcuni dei loro atti mi rendo conto che ce n'è bisogno.
Mi dicono che ancora una volta una legge della Regione non è stata applicata, quella relativa alla stabilizzazione (o meglio all'acquisizione) negli organici della Regione dei dipendenti ex ARA. Lo dico perché questa è una sorta di nota dolente, e passi che ogni tanto il governo ci faccia il controllo di costituzionalità, promuova verso la Corte il ricorso. Abbiamo già detto che, ai sensi dell'articolo 9 della "legge La Loggia" se non c'è un'espressione di sospensione dell'efficacia della legge da parte della Corte costituzionale, (il ricorso deve avvenire entro 60 giorni) quella legge si applica, però il fatto che ci siano anche i dirigenti della Regione che operano il controllo successivo di costituzionalità delle leggi regionali è un arbitrio, un abuso di potere, una violazione di legge, un reato! Mandiamoli a scuola, ne hanno bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). La discussione si è aperta a temi molto più ampi di quell'oggetto del disegno di legge oggi all'esame, e sono state espresse numerose osservazioni anche a carattere generale. Io ritengo che ognuno di noi in questo Consiglio cerchi di offrire un proprio contributo, ovviamente nel limite delle sue possibilità, non per perseguire interessi particolari di Tizio, di Caio o di Sempronio, ma semplicemente per propugnare delle idee, per rappresentare delle esigenze. Se poi vi è il sospetto che non sia così allora bisogna essere presenti, per contrastare tutte queste iniziative non andarsene via. Quindi sicuramente non c'è, secondo me, da parte di nessuno, l'intenzione di fare, scusatemi il termine, "porcherie", c'è l'intenzione di porre sul tavolo dei problemi e cercare delle soluzioni a questi problemi per quanto possibile in maniera condivisa.
Relativamente al disegno di legge numero 71 ha detto bene l'onorevole Uras: noi abbiamo rilevato che vi era una serie di problemi urgenti e ha citato i problemi dei precari dei Beni culturali. Non dimentichiamoci però il problema, per dirne uno dei tanti, della formazione professionale. Non dimentichiamoci che noi abbiamo incentivato l'esodo per il pensionamento e dopo che è cambiata la legge statale sulle finestre chi ha optato per l'esodo anticipato non è potuto andare in pensione dopo cinque anni come previsto originariamente ma dovrà andare dopo sei anni e si trova da mesi senza né stipendio né pensione. Quindi ci sono esigenze urgenti che non ammettono ulteriore ritardo.
Siamo peraltro assolutamente contrari a che questa legge non venga trattata in conformità agli accordi raggiunti con la maggioranza e con l'opposizione: gli accordi si rispettano. Ci sono emergenze che non ammettono ulteriore ritardo, il problema non sono le norme della legge numero "71", lo sappiamo tutti che queste norme sono spesso superate, ma il problema come bene ha detto anche in questo caso l'onorevole Uras, è individuare questi problemi, cercare una soluzione per questi problemi tutti insieme.
Ho fatto un esempio, se ne potrebbero fare tanti altri: il problema del personale ESAF in liquidazione, il problema dell'ARA che è stato citato anche prima, esaminiamoli e vediamo cosa vogliamo fare, vediamo di raggiungere una soluzione, esaminiamo questi problemi che già sono sul tavolo, che già sono sul tappeto, affrontiamoli. Non siamo disponibili a presentare emendamenti o norme di legge per Tizio, Caio o Sempronio, siamo pronti ad esaminare questi problemi urgenti, problemi che incidono sulla vita delle persone che lavorano ogni giorno e che hanno bisogno di quelle somme per poter portare avanti la propria famiglia.
Il problema precariato c'è; verissimo! Individuiamo gli strumenti per evitare che il precariato si riformi. Ci abbiamo tentato, per quanto riguarda la Regione Sardegna, con la legge numero 3 del 2009, riducendo ulteriormente il limite del lavoro cosiddetto flessibile. Altro problema poi è se in questo lavoro flessibile vogliamo far rientrare anche il lavoro interinale o meno. Il decreto legislativo numero 165 lo fa rientrare, se vogliamo effettuare stabilizzazioni e non far rientrare i lavori interinali ne possiamo parlare, affrontiamo il problema e cerchiamo di arrivare ad una soluzione anche sotto questo aspetto. Quindi è un disegno di legge che ci consente di affrontare questi problemi, problemi che, non possiamo dimenticarlo, ci siamo impegnati ad esaminarli e affrontarli.
Ricordo peraltro che con il collegato sono stati rinviati al D.L. 71 anche una serie di problemi in materia di personale non attinenti alla Regione: sono i problemi dei consorzi, i problemi degli enti locali e quant'altro, quindi non è un problema che riguarda solo il personale della Regione Sardegna. Ma poi il discorso si è ampliato anche al problema delle riforme. Noi sino ad oggi ci siamo astenuti da presentare una proposta di legge volta alla creazione di una Costituente, in quel senso evolutivo che avevamo proposto in sede di discussione sulle riforme. Ci riserviamo i prossimi giorni - visto il ritardo che c'è in materia di riforme - di presentare questo disegno di legge e di chiederne l'iscrizione all'ordine del giorno, a meno che la situazione non si sblocchi.
Ribadiamo che in presenza di un accordo unitario siamo disponibili a seguire un percorso congiunto; se questo percorso congiunto non sarà seguibile noi rivendicheremo con forza la necessità di far esaminare questa proposta di istituzione dell'Assemblea costituente. Ovviamente auspichiamo che la prima Commissione possa celermente riprendere il proprio lavoro e portar avanti le riforme. Il processo delle riforme che, com'è stato ricordato in precedenza, dovrebbe avviarsi secondo il seguente ordine: Statuto, Statutaria, legge elettorale, legge numero 1 e legge numero 31. Siamo disponibili, qualora ci sia la volontà, ad andare avanti in questo percorso che era stato concordato e condiviso da tutti. Ad ogni buon conto presenteremo nei prossimi giorni la proposta di legge per l'istituzione di un'Assemblea costituente, chiedendo che il Parlamento ci autorizzi attraverso questo organismo ad elaborare direttamente lo Statuto, con l'unica forma di controllo da parte del Governo della conformità alla Costituzione.
PRESIDENTE. Grazie. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Rinuncia? Grazie onorevole Diana.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, assessore Floris, colleghi, stupisce la rinuncia ad intervenire da parte di molti consiglieri della maggioranza e anche di qualche capogruppo, del capogruppo del partito di maggioranza relativa per esempio, stupisce ma evidentemente ha ragione l'agenzia Ansa che alle ore 13 e 47 ha scritto: "Un provvedimento che non piace a nessuno, sia tra i banchi della maggioranza che dell'opposizione". E probabilmente, assessore Floris, è il destino che ci ha condotto qui, un destino che è davvero cinico e baro. Nessuno vuole questa legge, eppure ne stiamo discutendo.
E' una maggioranza imbarazzata, Assessore - io le esprimo tutta la solidarietà - è una maggioranza imbarazzata che non interviene perché non ha nulla da dire, se si esclude l'intervento del Relatore, del quale, peraltro non condivido il termine "accordo", in quanto non c'è stato nessun accordo tra maggioranza ed opposizione, perlomeno con il gruppo del Partito Democratico che rappresento. Mi piacerebbe intervenire dopo l'intervento dell'assessore Floris (purtroppo non mi è consentito) mi piacerebbe perché vorrei ascoltare per l'ennesima volta la sua posizione, la posizione della Giunta regionale che non è evidentemente quella rappresentata dall'assessore Corona, due anni fa, nel settembre del 2009 (la data dell'approvazione in Giunta di questo provvedimento).
Mi sarebbe piaciuto (ma so che era impegnato al Senato) ascoltare l'intervento del presidente Cappellacci, non solo come Presidente della Regione, ma anche come leader di una coalizione che dovrebbe tenervi insieme, che dovrebbe tentare di mettere d'accordo la Giunta e la maggioranza, ma evidentemente così non è. Siete in una situazione di confusione, siete divisi, non avete una linea, non avete una strategia, e non da oggi: è la storia di questi due anni e mezzo. Avete portato in Aula un disegno di legge senza un minimo confronto tra di voi, senza un minimo confronto tra la maggioranza e la Giunta regionale, è evidente, è evidentissimo. Senza un confronto, senza leader, siete allo sbando, e questa insomma è la vostra fotografia.
Dobbiamo discutere di che cosa? Di una legge - dice l'Assessore - superata già due anni fa, e superata da tutto. Dobbiamo discutere di emendamenti che non esistono, non esistono ancora, perché non c'è un trasferimento automatico dal collegato al DL 71, devono essere presentati. Di cosa dobbiamo discutere, onorevole Diana, oggi senza voce? Dobbiamo discutere di un testo fantasma? Dobbiamo discutere di emendamenti fantasma? Dobbiamo discutere di un Presidente fantasma che non c'è mai, che non vi rappresenta, che non vi mette insieme, che dovrebbe dimettersi? Dobbiamo discutere di una Giunta fantasma, rappresentata oggi dall'assessore Floris, ma che non ha la vostra fiducia, e anche lui dovrebbe dimettersi, perché non ha la fiducia della maggioranza, di una maggioranza fantasma, quella che c'è, e che non si vede, che non si sente e che non parla, e quando parla critica (mi riferisco agli interventi di Vargiu, Ladu e perfino di Pittalis).
E' una legge sbagliata, ed è un modo sbagliato di legiferare anche nel metodo, che state perpetuando, fin dalla prima finanziaria: (non è la nostra finanziaria, dicevate) e poi col collegato, stravolto (i primi 14 articoli soppressi con emendamenti sostitutivi totali). Non sapete legiferare. Si porta in Consiglio un disegno di legge e non si capisce chi ne è il padre, poi si stravolge con emendamenti sostitutivi totali. E' questa la strada? E'questo il percorso che volete sostenere? E' sbagliato, non permette ai consiglieri di essere consapevoli di ciò che hanno di fronte, del testo che hanno di fronte, non permette di votare con la consapevolezza, di assumere decisioni nell'interesse generale, per il bene comune e non per il bene particolare.
E' tutto anomalo: un consigliere, l'onorevole Capelli, se ne va e accusa: "State facendo una legge particolare"; un Assessore non riconosce a nome della Giunta un provvedimento della sua maggioranza. E' stato detto che è una legge clientelare, non una legge di riforma. Assistiamo ad uno scontro silenzioso, in atto, tra maggioranza e Giunta. Evidentemente non c'è maggioranza, si naviga a vista, si continua a navigare a vista, non c'è uno straccio di strategia. Dove sono finite le riforme? Ce lo siamo chiesti tutti. Ma insomma da chi dipende, onorevole Steri, il fatto che non si faccia un passo avanti in prima Commissione sulle riforme? Da chi dipende che quello che si è prodotto da novembre ad oggi siano due Sottocommissioni? Da chi dipende? Da Babbo Natale? Dipende da una maggioranza, che evidentemente non riesce neanche ad organizzare i lavori di questo Consiglio, che spende 8 mesi tra un collegato inutile e una finanziaria snella e direi vuota, e oggi ci presenta il D.L. 71, figlio di nessuno.
Allora dove sono finite le riforme? Dove è finito quell'ordine del giorno unitario al quale abbiamo offerto un contributo importante, anche compiendo un passo indietro sulla nostra filosofia, anche accettando la forma più ampia di coinvolgimento, perfino forme di assemblea con funzione costituente, facendo un passo indietro per procedere verso l'interesse generale che è quello delle riforme, del patto costituzionale con lo Stato, di una nuova legge statutaria, di una nuova legge elettorale, di una nuova legge di riforma della Regione, di una nuova legge di organizzazione? Centralità del Consiglio, abbiamo detto, ampia partecipazione e massimo coinvolgimento. Ma se la Commissione non lavora di chi è la colpa, di chi è la responsabilità?
Decidetevi, volete una legge minimale e tappabuchi - come dice l'onorevole Ladu - volete essere tappabuchi? Volete affrontare alcune priorità che pure ci sono e che riguardano anche il personale della Regione o volete una riforma vera? Siete tutti veramente riformatori e non solo l'onorevole Vargiu! Noi siamo perché si vada subito in prima Commissione, perché a questo testo, superato, sia data organicità. Gli emendamenti, che saranno comunque da ripresentare, devono trovare tre, quattro punti essenziali veramente prioritari da affrontare.
Sul precariato: noi stiamo con i precari, noi stiamo con tutti coloro che non hanno un lavoro perché crediamo nell'articolo 1 della Costituzione, dobbiamo occuparci di lavoro e lo dobbiamo fare in maniera seria, forse con una sessione straordinaria dedicata al lavoro, con un dibattito che vada oltre anche la questione della stabilizzazione, per alcuni versi, necessaria dei precari. Stabilizzazione che dobbiamo fare non in termini assistenzialistici, dobbiamo fare cercando anche di utilizzare tutta quella miriade di agenzie che abbiamo ormai a disposizione: l'Agenzia del lavoro, il BIC Sardegna, l'Insar, Sviluppo Italia Sardegna (che oggi è regionale); possiamo metterle in rete, possiamo fare veramente un piano del lavoro che non sia il piano del lavoro (mi dispiace per qualcuno), ormai superato, straordinario ma superato.
Possiamo occuparci del lavoro, possiamo dire una parola chiara anche sul precariato e dire che il precariato va superato nella pubblica amministrazione, va superato dovunque perché crea subalternità, perché non crea libertà, perché non dà occasione ai giovani di formarsi una famiglia, di avere una casa. Possiamo dire che va superato e nel contempo possiamo dire una parola chiara, ferma, finale al fatto che non si entra nella pubblica amministrazione con raccomandazioni, che non dobbiamo alimentare continuamente il precariato perché tanto arriva un collegato, arriva una finanziaria, arriva un D.L. 71 che sana tutto! Possiamo dire una parola chiara (parlo dei nostri comportamenti) oppure ogni volta dobbiamo approvare una sanatoria?
E' necessario approvare una legge che intervenga su casi particolari (l'onorevole Uras ne ha citato alcuni, io penso a chi da oltre vent'anni lavora nei Beni Culturali, penso al CESIL) però con la garanzia che non procederemo più nella pubblica amministrazione ad assunzioni di questo tipo, di personale precario. Noi dobbiamo incentivare il passaggio dalla flessibilità alla stabilità, lo dobbiamo fare perché lo prevede la Costituzione, perché bisogna entrare in Regione e nella pubblica amministrazione attraverso un concorso.
Abbiamo tentato di procedere a stabilizzazioni anche nella scorsa legislatura, però dobbiamo avere delle regole chiare. Si cominci a dire che nella pubblica amministrazione non si assumeranno più lavoratori precari. Ci sono delle regole che prevedono un tetto massimo di 36 mesi, 30 mesi di lavoro in 5 anni; atteniamoci a quelle e basta, si metta la parola fine, un punto fermo, altrimenti non è vero che tutti sono sullo stesso piano in termini di opportunità. Noi dobbiamo dare garanzie a tutti, non solo ad una parte, non solo ai nostri amici. Dobbiamo spezzare una spirale che è perversa, se vogliamo mettere fine a tutto ciò; dobbiamo stabilizzare oggi con la certezza che non utilizzeremo più precari, tanto meno i lavoratori interinali, assessore Oppi.
OPPI (U.D.C.-FLI). Quei lavoratori da stabilizzare chi li ha chiamati noi o voi?
BRUNO (P.D.). Bisogna mettere la parola fine.
Noi diciamo inoltre che non vogliamo occuparci in questo disegno di legge di norme contrattuali, non lo deve fare il Consiglio regionale, c'è chi lo deve fare perché preposto istituzionalmente, non noi. Questo lo diciamo in modo chiaro e in modo categorico: non ce ne dobbiamo occupare!
Dopo la parola dell'assessore Floris io credo che sia bene tornare in Commissione, sempre che si approvi il passaggio degli articoli, ma non mi sembra scontato. La maggioranza nel frattempo si chiarisca le idee, chiarisca qual è il suo modo di operare, chiarisca le sue contraddizioni, io credo che abbiate bisogno veramente di occupare molto tempo per chiarire la vostra posizione nell'indicare, nella parte che rimarrà di questa legislatura, quali sono le vostre priorità. Stiamo arrivando a metà legislatura e io credo che avrete poco da scrivere nel bilancio di fine mandato; non basta veramente una fanfara e due navi dipinte, occorre qualche idea e, al di là degli slogan e degli spot, non siete riusciti a dimostrare che qualche idea l'avete, ma forse questo si evinceva già dalla lettura delle dichiarazioni programmatiche.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
FLORIS (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Presidente, colleghi del Consiglio, io ho ascoltato con molto rispetto tutti coloro che sono intervenuti, con molto interesse e anche con condivisione, e devo dire che mi ha meravigliato non poco la qualità del dibattito che ne è uscito fuori, credo che sia frutto di una classe politica sottovalutata, contrariamente a quello che pensa qualcuno.
Si parla di accordi politici: per carità, chi è che non rispetta gli accordi politici? Io non li conosco, non so quali siano. Se per accordi politici s'intende che sono stati rinviati alla discussione emendamenti presentati in una determinata circostanza, che poi devono essere discussi e portati avanti, è un discorso. Se invece si tratta di accordi politici che sono stati presi sulla sostanza degli emendamenti, beh, qui allora occorre fare un passo indietro, un grande passo indietro.
Vedete colleghi, il disegno di legge numero 71 non nasce come "71", nasce come "32", poi viene trasformato in "39", non è stato esaminato alla Commissione consiliare competente, è stato discusso direttamente nella terza Commissione, quindi siamo veramente all'apoteosi. Io volevo tornare con voi un attimo, in maniera pacata, a quello che ci siamo detti alcuni giorni fa sul personale complessivo della Regione. Occorre che riprendiamo una discussione meditata su ciò che è meglio nell'interesse dei dipendenti, dell'amministrazione regionale, dei cittadini e del popolo sardo, perché questa è la domanda che è venuta.
In occasione del dibattito sul collegato ho usato termini forti sulle questioni che interessano il personale regionale, parole che rappresentavano, in buona sostanza, la risultanza di molte considerazioni espresse da tanti colleghi di quest'Aula ho parlato cioè dell'opportunità di portare o meno avanti tramite lo stesso collegato - o col provvedimento numero 71, ha poca rilevanza - iniziative legislative parziali, scollegate, in contrasto con i processi di riforma che tutti diciamo di voler perseguire e che la Giunta ha già posto all'attenzione del confronto e del dibattito politico.
Per queste ragioni, intervenendo nel dibattito sul collegato e rifacendomi alle valutazioni di alcuni colleghi, in specie a quelle del presente Soru, largamente condivise dai colleghi della maggioranza, ho espresso la mia personale visione sul D.L. numero 71, almeno nella versione che veniva prospettata, (ma oggi ci sono stati affermazioni ben più pesanti) corredata da una miriade di emendamenti volti certamente a risolvere problemi singoli o di piccoli gruppi, indubbiamente legittimi ma distorsivi del percorso di riforma che urge affrontare e risolvere nell'interesse generale e sul quale le volontà delle forze politiche di maggioranza e di minoranza non possono che essere convergenti.
Le mie valutazioni non erano perciò contro le aspirazioni dei dipendenti, che comunque potevano ricevere adeguate risposte al di là del "71" e forse più del "71" nel contesto della riforma complessiva e organica, come non volevano e non vogliono essere una sfida nei confronti del Consiglio regionale, delle cui funzioni e prerogative sono sempre stato e sono rispettoso, anche perché credo di essere uno dei pochi, anzi il solo, parlamentarista convinto presente in quest'Aula, com'è scritto nella mia storia personale, quindi non c'è questo motivo.
Il mio era ed è un tentativo - e tale rimane - di far comprendere "lo stato dell'arte", come si suol dire, nel rapporto tra politica e amministrazione, individuando le criticità e i rimedi necessari con assoluta serenità e oggettivamente, in modo da assumere le decisioni senza lasciarci trascinare o condizionare dalle singole situazioni o perdendo di vista l'interesse generale.
Il disegno di legge numero 71 è ormai un provvedimento datato; nasce, come tutti sappiamo, nel 2009 all'inizio di questa legislatura, ha le sue radici nel disegno di legge numero 32, che diviene legge numero 3 del 2009, e nel disegno di legge numero 39, recependo un coacervo di norme sospese che dovevano prevalentemente sanare incongruenze interpretative e applicative delle norme vigenti. C'era anche l'intendimento di rispondere a richieste che anticipassero la riforma della "31" - modificazioni organizzative, attribuzioni di poteri e di competenze discendenti dalla legge numero 1 più volte richiamata in quest'Aula -, questioni, è bene ribadirlo, che comunque non hanno una organicità logica e che, nel rispetto dell'impianto originario del provvedimento, avrebbero potuto trovare un consenso di massima se fosse stato portato in Aula nell'immediatezza delle conclusioni dei lavori della Commissione di merito oltre un anno fa.
La mia personale opinione è che il disegno di legge numero 71 possa trovare adeguato recepimento nell'impianto della riforma generale, nel contesto cioè del provvedimento che la Giunta regionale ha già predisposto, eviteremo così un'ulteriore frammentazione della normativa, la rincorsa continua a tamponare varchi che si aprono per casi singoli o di gruppi che nel passato anche recente hanno reso quasi ingovernabile, e certamente problematica, la gestione del personale della Regione e dell'apparato regionale nel suo complesso.
Il disegno di legge numero 71 nasce peraltro in un contesto limitato e circoscritto, non ha niente a che vedere con la riforma, come non ha niente a che vedere con le centinaia di emendamenti che, se ripresentati, ne snatureranno gli obiettivi e finendo per rappresentare un ampio e corposo album di fotografie.
E' possibile, colleghi del Consiglio, guardare alla riforma organica dell'organizzazione del personale nell'interesse dei dipendenti e dei cittadini? E' possibile mirare a un nuovo modello di Regione alla luce dei mutamenti in atto nelle altre istituzioni e nella società civile? E' possibile guardare a realizzare un nuovo rapporto col popolo sardo per una Regione più vicina ai bisogni e alle speranze di progresso delle piccole e grandi comunità locali e dei cittadini, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo di grandi cambiamenti e di complesse trasformazioni culturali, sociali ed economiche?
Io penso che sarebbe utile e necessario recepire più velocemente i mutamenti radicali avvenuti nella pubblica amministrazione in Italia e nel mondo; penso che sia fondamentale imboccare finalmente la strada maestra delle riforme, anzi il complesso delle riforme di cui la nostra Regione e la nostra Sardegna hanno impellente e irrinunciabile necessità per crescere, progredire, per uscire dallo stato di atavico sottosviluppo e di subalternità nel quale da troppi lunghi anni è avviluppata e che comprime le aspirazioni soprattutto delle nuove generazioni, oltre che dei precari, che vogliamo libere, autonome e capaci di autodeterminarsi.
La riforma della "31", la riforma dell'organizzazione del personale è un tassello di questo grande progetto che sollecita la nostra attenzione e il nostro impegno, piuttosto che la politica dei piccoli passi. Comprendo che si tratti di una sfida culturale e politica che ci attende ma in essa sono ricompresi i principi, i valori e le idealità che sono patrimonio comune; innalzare il nostro orizzonte ed essere capaci di guardare agli interessi alti e nobili del popolo sardo e non a quelli di parte non è facile ma dobbiamo provarci. Aprire contrapposizioni e solchi tra maggioranza e minoranza in questa specifica materia non porta lontano e non porta profitti.
Questa può essere l'occasione - e ne sono una conferma anche autorevoli considerazioni sentite e lette in questi giorni in varie sedi oltre che in quest'Aula - questo può essere il momento di una riflessione e di una visione bipartisan. Su questo argomento il mio convincimento è che non si possano invocare regole di maggioranza e di minoranza, devono prevalere le regole di coscienza, di libertà di decisione dei singoli, di libero esercizio delle funzioni di rappresentanza della volontà popolare che reclama riforme e progresso. Si tratta cioè di esaltare il ruolo proprio del singolo consigliere e con esso il ruolo del Consiglio regionale, di questa Assemblea regionale, chiamata ad esercitare la sua funzione legislativa, ad essere cioè regolatrice di civiltà e non solo e non tanto erogatrice di poteri, per la crescita e il progresso della nostra comunità regionale.
Se anche con questa discussione e con questo provvedimento perdiamo di vista l'obiettivo più alto e complessivo della riforma generale della pubblica amministrazione regionale e ci limitiamo ai pannicelli caldi, vuol dire che rinunciamo al progetto ambizioso che tutti ci ripromettiamo di realizzare: quello di portare avanti una grande riforma nell'interesse di tutti. Dobbiamo però stare attenti a non portare avanti provvedimenti segnati dalla limitatezza delle visioni e degli obiettivi, che vedono altri casi e nuove istanze di sanatoria di situazioni particolari che fomentano nuovi contenziosi, aprono nuove aspettative e complicano il processo di innovazione.
Sono trascorsi ormai tre anni dall'avvio di questo provvedimento, sono nel frattempo intervenute importanti innovazioni nell'ambito della pubblica amministrazione nazionale ed europea di carattere strutturale, organizzativo ed economico, c'è il disegno di legge numero 78, la legge numero 150, di tutto ciò dobbiamo tener conto per avere un apparato amministrativo regionale efficiente e rispondente alle sfide del tempo.
In tale contesto si confronta e si misura non solo il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino, ma si confronta e si misura il rapporto tra responsabilità politica e responsabilità gestionale, entrambe soggette a specifiche e separate valutazioni. A questi aspetti e a queste problematiche non possiamo non fare riferimento, seppure in sintetici giudizi, nel nostro odierno confronto sul personale regionale, e questi riferimenti e questi ragionamenti in maniera corretta e oggettiva non possono che portare ad una soluzione condivisa fra maggioranza e minoranza.
La normativa sul personale è la risultante di tanti, di troppi interventi parziali sulla normativa generale, effettuati in particolare attraverso le leggi finanziarie degli ultimi dieci anni, segnatamente in quelli che vanno da 2004 in poi, che hanno monopolizzato - lo leggiamo in una nota del Servizio studi del nostro Consiglio regionale - "la disciplina della materia del personale per l'intera legislatura, anche con una certa contraddittorietà di finalità tra le diverse misure previste in una stessa legge".
Dobbiamo allora andare oltre, ponendoci di fronte ad un panorama e a un obiettivo più ampio, pur nel caposaldo della distinzione e separatezza - che credo che sia, onorevole Uras, una cosa che ancora conserviamo - dei ruoli e delle responsabilità tra politica e amministrazione; dobbiamo evitare la difesa di qualunque feudo politico e feudo amministrativo, per rafforzare la centralità del Consiglio, lasciando alla Giunta il potere di indirizzo e di direttiva nel quadro normativo definito dalle legge (questi problemi quindi sono di competenza della Giunta), superare l'anacronistica distinzione tra Amministrazione centrale, enti e agenzie, precisare la distinzione dei ruoli degli organi politici e della dirigenza, valorizzare il merito e la capacità, modificare l'organizzazione degli uffici e delle dirigenze, migliorare la qualità del lavoro, aumentare la produttività, migliorare i servizi al cittadino, razionalizzare i costi e le risorse umane.
L'attuale disciplina non risponde più a queste esigenze (è inutile dire "allontanate i direttori generali", non possiamo allontanare neanche una mosca) occorre trovare nuovi modelli di misurazione e di valutazione dei risultati. Nella distinzione dei ruoli, politico e gestionale, occorre definire e chiarire le responsabilità, con valutazioni differenti, anche introducendo nella legislazione regionale nuovi istituti come il bilancio sociale e il bilancio di mandato. Il tradizione percorso che abbiamo sempre seguito, tutti quanti, gli Assessori e i Presidenti della Giunta (indirizzi, direttivi, risorse, obiettivi) non è più sufficiente e adeguato per ottenere il risultato. Si deve chiarire quindi, precisare, completare il percorso delle differenti responsabilità: responsabilità politica da una parte, responsabilità gestionale dall'altra.
Sono questi, colleghi, e concludo, i nodi che dobbiamo affrontare, se è vero tutto ciò che abbiamo detto in occasione del Collegato e tutte le richieste che vengono avanzate nei confronti della Giunta e della dirigenza regionale. Dobbiamo pertanto affrontarli e scioglierli, agevolando la ricerca delle soluzioni più adeguate e rispondenti alle esigenze della miglior funzionalità della Regione per il progresso della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo sull'ordine dei lavori, perché è necessario capire come andare avanti. Dopo la replica dell'assessore Floris, noi ci troviamo, infatti, di fronte ad un significativo atto politico dell'Assessore degli affari generali e personale che praticamente demolisce il disegno di legge del precedente Assessore che è in discussione. L'Assessore Floris ha demolito, disintegrato il disegno di legge numero 71, raccogliendo anche significative indicazioni che sono venuta dall'Aula. A questo punto, Presidente, la raccomandazione è quella di sospendere adesso i lavori dell'Aula e di rinviare la discussione chiedendo - lo chiedo io a nome del Gruppo ma probabilmente è una richiesta che verrà da tutta l'opposizione - un chiarimento forte all'interno della maggioranza per capire esattamente, tra Giunta e maggioranza, qual è la strada che si intende percorrere.
Noi consideriamo assolutamente negativo, fuorviante e probabilmente foriero di un'ulteriore perdita di tempo in questo Consiglio il voler continuare a testa bassa a discutere un provvedimento che viene considerato assolutamente inadeguato dalla stessa Giunta regionale.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, la strada da percorrere è stata già definita questa mattina in Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Si era deciso, dopo la chiusura della discussione generale, di rinviare il voto sul passaggio all'esame degli articoli a martedì alle ore 13. Adesso si tratta di capire se sia più opportuno iniziare a discutere quei provvedimenti che abbiamo considerato in sede di Conferenza dei Capigruppo ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento stasera oppure domani mattina. Piuttosto che aprire una discussione in aula io convocherei una breve Conferenza dei Capigruppo, per cui sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 58, viene ripresa alle ore 19 e 20.)
Iscrizione immediata all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento
PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di rinviare la votazione del passaggio all'esame degli articoli del disegno di legge numero 71 e proseguire i lavori di questa sera con l'esame di due progetti di legge che arrivano in Aula in base all'articolo 102 del Regolamento nel testo del proponente. Il primo progetto di legge è la proposta numero 285 a firma Biancareddu e più "Istituzione del 28 luglio a Tempio Pausania come giornata regionale in ricordo di tutte le vittime degli incendi in Sardegna". Il secondo progetto di legge è il disegno di legge numero 287 "Custodia e mantenimento in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis".
I lavori del Consiglio proseguiranno domani mattina con l'esame del documento numero 14/A "CORECOM programma delle attività per l'anno 2011" e con la proposta di legge numero 286 Cucca "Modifica alla legge regionale 28 luglio 2008 numero 11, istituzione del comitato regionale per le comunicazioni CORECOM della Regione autonoma della Sardegna"; a seguire la mozione numero 132 Sabatini e più "Sulla grave crisi sociale economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di San Lorenzo (Villaputzu)".
PRESIDENTE. L'ordine del gioco reca la discussione della proposta di legge numero 285.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi al banco la Presidenza non oltre la conclusione del primo intervento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Vorrei ricordare all'Aula che nella scorsa legislatura è stata presentata una proposta di legge per ricordare chi si è sacrificato e chi è morto per gli incendi. E' stata votata all'unanimità nella Commissione ed è arrivata in aula poi, a causa della fine della legislatura, non potrà essere approvata. Adesso è stata ripresentata ed è della Commissione prima. Si tratta di una proposta che riguarda una città che ha sofferto in modo particolare, in cui è morto un mio carissimo amico (a Tempio), ma riguarda tutta la Sardegna e i morti per gli incendi di tutta la Sardegna. Si vuole, in pratica, individuare una giornata all'anno (non una data fissa) che cambi a seconda dei centri della Sardegna, in memoria di chi è morto a causa di questa piaga, per poter dare una risposta ai morti sparsi in tutta l'Isola e trovare anche il modo, attraverso le scuole di farle passare come fatto educativo, per far capire che gli incendi distruggono, che si deve costruire un nuovo metodo e un nuovo modo di essere persone civili all'interno della società, cercando di sensibilizzare tutte le istanze della società civile.
Una giornata per ricordare non solo coloro che sono morti, ma anche tutti quelli che operano quotidianamente sia per combattere l'incendio nel momento in cui nasce e si sviluppa, sia per prevenirlo, dai vigili del fuoco ai forestali, a coloro che lavorano nelle aziende foreste demaniali, per passare ai volontari che prestare la loro opera in tutti i paesi, non ultimi i meriti delle compagnie barracellari.
Io, purtroppo, non conosco la proposta di legge dell'onorevole Biancareddu, mi ha però sorpreso il fatto che venga portato a titolo personale in Aula, che identifichi una sola giornata di presenza per questa testimonianza, a Tempio, che non si riconoscano i morti di Laconi, che non si identifichi per tutta la Sardegna un momento di operatività.
Se fosse possibile io proporrei di modificarla, perché credo sia importante riconoscere la compartecipazione, come fatto civile e di crescita civile, della Regione a questo dramma degli incendi che tanto ha colpito la nostra Isola sia sotto l'aspetto economico, ma non solo, sia sotto l'aspetto ecologico-ambientale ricordo, oltre che distruzione, con la morte e con la rovina di molte famiglie, anche un danno incolmabile alla nostra Isola. Per cui io chiedo che ci sia la possibilità di emendarla.
PRESIDENTE. La proposta di legge in questione è arrivata in aula su richiesta di un Capogruppo che, in base all'articolo 102, ha chiesto il consenso alla Conferenza perché potesse essere esaminata dall'Aula direttamente nel testo del proponente.
DEDONI (Riformatori Sardi). Io non partecipo alla Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, questa è una prerogativa della Conferenza dei Capigruppo. Possiamo eventualmente abbinare, visto che i testi sono praticamente analoghi, il testo dell'onorevole Biancareddu con la sua proposta.
E' iscritto a parlare il consigliere Sanna Matteo. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Signor Presidente, colleghi. Io sono uno dei presentatori di questa proposta, non entro nel merito dell'iter che ha seguito o che dovrebbe seguire, però, mi permetto, perché ho sentito dal collega Dedoni affermare che interesserebbe solo ed esclusivamente un consigliere, un territorio o una città…
DEDONI (Riformatori Sardi). No, ho detto che non la conosco.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Collega Dedoni (mi faccia spiegare, magari l'aiuto) una volta che la leggerà, avrà modo di constatare che questa proposta riguarda i morti per via di questa calamità di tutta la Sardegna. E' vero che il primo firmatario di proposta di legge è il collega Biancareddu, che è di Tempio, esiste già una giornata importante che commemora non solo i morti dell'incendio di Curraggia degli anni 80, ma, tutte le vittime degli incendi ed è una manifestazione, una commemorazione che ha anche l'alto patrocinio della Presidenza della Repubblica. Poi, sul fatto che la proposta oggi all'esame dell'Aula possa essere emendata, credo che non ci siano assolutamente problemi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Biancareddu. Ne ha facoltà.
BIANCAREDDU (U.D.C.-FLI). Presidente, colleghi, volevo rassicurare il presidente Dedoni che questa non è una proposta di legge solo per le vittime di Tempio, infatti si parla di istituire una giornata regionale della memoria per le vittime degli incendi in Sardegna. Volevo dire che la scelta di Tempio non è casuale, in quanto già la Presidenza della Repubblica, che ci onorerà della sua presenza il 28 luglio di quest'anno, ha conferito medaglia al valore civile sia ai morti sia ai superstiti feriti degli incendi. Pertanto è una giornata che si celebra già, che vede la partecipazione di tutte le istituzioni e non è sicuramente stata istituita per ricordare solo la disgrazia di Tempio, che è una particolarità, ma per ricordare una disgrazia collettiva.
Mentre in questi eventi calamitosi c'è chi è morto casualmente (ricordo, per esempio i turisti di San Pantaleo) per difendere il proprio gregge, la propria casa, a Tempio è successa una cosa diversa: Tempio stava per essere aggredita dal fuoco, e ci fu un appello del sindaco, del parroco, suonarono le campane, e tanta gente, forestali, artigiani, commercianti con bidoni d'acqua (chi era in ciabatte, chi era addetto professionalmente a questo lavoro) si riversò sulle strade per cercare di arginarlo.
Fu una disgrazia collettiva; questi cittadini non sono intervenuti per difendere, anche legittimamente, il proprio gregge o la propria casa, ma si sono sacrificati per la città, e sono morti per la città. Quindi non si trattò di una difesa di interessi personali, ma di un sacrificio, che questa legge intende commemorare, non tanto per esaltare la memoria di questi eroi, ma per poter far sì che queste disgrazie non succedano più.
Già da tempo l'associazione dei forestali, che mi ha sollecitato in tal senso, si adopera perché a Tempio ci sia anche una scuola di prevenzione civile, che serva a far entrare nella mente delle persone che il rispetto dell'ambiente è rispetto verso noi stessi, una scuola che educhi alla legalità, al rispetto delle norme e all'altruismo; altruismo che quella gente ha dimostrato, sacrificando la vita per difendere il proprio paese natio.
Quindi quella all'esame dell'Aula non è una legge che esalta Tempio, ma è una legge che serve a commemorare tutte le vittime della Sardegna ponendo però come riferimento emblematico Tempio. Anche il Presidente della Repubblica ha riconosciuto questo sacrificio; e mi sembrerebbe pertanto riduttivo che lo riconosca il Presidente della Repubblica, e questo Consiglio lo neghi.
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, io proporrei all'Aula che rimanesse ovviamente, perché così deve essere, il testo dell'onorevole Biancareddu, a cui potremmo aggiungere le firme dei presentatori della proposta di legge numero 81. Questa è l'unica possibilità. I testi sono identici. Onorevole Dedoni, sto comunicando all'Aula qual è l'unica possibilità, non dobbiamo interloquire, perché altre possibilità non ce ne sono, poi, se si rinuncia e non si vogliono aggiungere le firme…
DEDONI (Riformatori Sardi). Non si può dire che si fissa questa giornata solo a Tempio!
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, io sto dicendo che rimane ferma la possibilità di presentare emendamenti e poi decide all'Aula, perché è l'Aula che è sovrana. Io sto proponendo semplicemente, per dare conto anche a coloro i quali hanno presentato la precedente proposta di legge, di aggiungere le loro firme alle proposte in esame.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, io credo che si possa superare il problema sollevato dall'onorevole Dedoni, perché la scelta operata dall'onorevole Biancareddu di indicare nella giornata del 28 di luglio la giornata da dedicare a questa ricorrenza fa pensare alla volontà di ricordare un fatto preciso. Il 28 di luglio si sa cosa accadde, quando accadde, dove accadde e le modalità con cui questo evento si verificò. Chi non ricorda le pagine de La Nuova Sardegna che pubblicavano le crude fotografie di nostri concittadini, di nostri conterranei riversi sul filo spinato e bruciati dalle fiamme? Fu una tragedia che colpì tutta la comunità. Io credo, però, che sia giusto apportare qualche correzione. Ritengo sia giusto che questa ricorrenza venga presa in considerazione per l'intera Regione sarda; le vittime degli incendi, sia quando hanno perso la vita per salvare la loro città, sia quando hanno perso la vita per salvare il proprio gregge, sono comunque vittime di un fenomeno che dobbiamo estirpare, e quindi dobbiamo accettare un po' più tranquillamente rimanga quella data ma chiediamo che la ricorrenza estesa all'intera regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, intervengo per sottolineare l'importanza dell'istituzione della giornata in memoria delle vittime degli incendi che, anche a mio avviso, può essere sicuramente estesa a tutta la Regione Sardegna, lasciando chiaramente ai comuni, alle aree laddove magari questi incidenti sono stati più gravi e quindi hanno determinato perdita di vite umane, la possibilità di attivare iniziative specifiche. Quindi sono del parere che la giornata sia utile e importante, che sia fondamentale che questa giornata sia poi vissuta all'interno delle scuole perché si prenda coscienza e si prenda visione dei drammi che gli incendi comportano.
Ma voglio sottolineare un altro aspetto a cui credo il Consiglio poco abbia prestato attenzione, mentre noi sosteniamo anche i danni causati dalle intemperie, non abbiamo mai prestato attenzione, invece, al risarcimento dei danni che i pastori e anche gli allevatori e i contadini subiscono da queste nefaste manifestazioni prodotte dalla volontà umana, a volte per distrazione ma a volte per vandalismo, per volontà di procurare danni. Per cui intervengo per sostenere la possibilità che queste due proposte possano trovare azione congiunta.
Mi sembra che questo sia importante per non svilire una manifestazione che penso sia da tutti condivisa. Ricordo infine gli incendi possono essere arginati solo ed esclusivamente con una diffusa cultura dell'ambiente, che inizi sin dalle scuole. Solo così si potrà evitare che si verifichino avvenimenti di questo tipo e si possa concorrere davvero a recuperare quell'ambiente di grande rilevanza naturalistica che la Sardegna merita.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per dire, e lo dichiaro all'Aula, che io, a meno di calamità naturali improvvise, impreviste e drammatiche, non consentirò mai più il ricorso all'articolo 102 del Regolamento. Dico questo perché mi sono accorto adesso - perché ho visto la proposta di legge un'ora fa - c'è esiste una proposta di legge, presentata da tutti i Gruppi consiliari l'8 di ottobre del 2009, che è sicuramente molto più ampia e più rappresentativa delle volontà del Consiglio di quanto non lo sia la proposta presentata l'8 di giugno 2011 e che stiamo discutendo adesso, firmata e sottoscritta da alcuni degli stessi presentatori della proposta unitaria dell'istituzione della giornata regionale in ricordo delle vittime degli incendi in Sardegna.
Allora, siccome non dobbiamo prenderci in giro, sarebbe stato forse più utile che i 50 mila euro o i 100 mila euro che sono stati richiesti per Tempio venissero inseriti in questa proposta di legge unitaria. Per cui manifesto tutto il mio disagio nel vedere questa sorta di "legislazione bancomat" che, a seconda delle esigenze, viene richiesta alla Conferenza dei Capigruppo e io personalmente mi sottrarrò, a questo meccanismo perverso di legislazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 40, viene ripresa alle ore 19 e 48.)
Discussione e approvazione della proposta di legge Biancareddu - Steri - Obinu - Cappai - Contu Felice - Sanna Matteo - Artizzu: "Istituzione del 28 luglio (Tempio Pausania) quale giornata regionale in ricordo di tutte le vittime degli incendi in Sardegna" (285)
PRESIDENTE. Comunico che le firme dei presentatori della proposta di legge numero 81 vengono aggiunte alla proposta di legge numero 285.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
Finalità
1. E' istituita la Giornata regionale della memoria delle vittime degli incendi in Sardegna, il 28 luglio a Tempio Pausania, con lo scopo di:
a) conservare il ricordo di tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro gli incendi in terra di Sardegna;
b) esprimere la riconoscenza del popolo sardo per tutti coloro che presentano la loro opera nelle campagne antincendio;
c) sensibilizzare, diffondere e promuovere nella comunità regionale, ed in particolare fra le giovani generazioni, i valori di tutela della vita in ogni sua espressione naturale, di rispetto delle leggi, di altruismo e solidarietà, che ispirano l'azione di quanti si sono impegnati e si impegnano, anche a rischio della vita, nella lotta contro la piaga degli incendi.
Emendamento soppressivo parziale Vargiu - Dedoni.
Articolo 1
Nel comma 1 dell'articolo 1 le parole "a Tempio Pausania" sono soppresse. (2).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Biancareddu, Contu Felice e Sanna Giacomo hanno votato a favore
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Corda - Lai.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 58
astenuti 3
maggioranza 30
favorevoli 58
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e del relativo emendamento:
Art. 2
Norma finanziaria
1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 100.000 per l'anno 2011 e per ciascuno degli anni successivi.
2. Nel bilancio pluriennale della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti variazioni:
in aumento
UPB S04.08.013
Prevenzione e difesa dagli incendi. Spese correnti
2011 euro 100.000
2012 euro 100.000
2013 euro 100.000
in diminuzione
UPB S08.01.002
Fondi per i nuovi oneri legislativi di parte corrente
2011 euro 100.000
2012 euro 100.000
2013 euro 100.000
mediante riduzione di pari importo della voce 3) della tabella A allegata alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011).
Emendamento sostitutivo parziale Biancareddu - Steri.
Articolo 2
Nel comma 1 dell'articolo 2 le parole "per l'anno 2011" sono sostituite dalle parole "per l'anno 2012". (1).)
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Entrata in vigore
La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della proposta di legge numero 285.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, intervengo solo per dire che sono assolutamente d'accordo sulle proposte di legge, sul contenuto, su tutto ciò che si è detto, nel senso che è giusto avere un occhio di riguardo e commemorare gli eroi, le vittime degli incendi nell'Isola che hanno segnato negli anni le vicende estive soprattutto della Sardegna., sul metodo, perché credo che in casi straordinari sia giusto utilizzare anche questo metodo.
Vorrei soltanto sottolineare che quanto è utile pensare a chi ci ha lasciato, tanto è utile pensare anche ai vivi. Vorrei ricordare, avendola richiamata più volte ai sensi del Regolamento, la proposta di legge numero 16 che riguarda la tutela e la valorizzazione delle superfici interessate dagli incendi, che oggi vengono bloccate per dieci anni a discapito degli allevatori e dei pastori che devono pascolare in quei terreni. Perché la richiamo? Perché sono i sardi che subiscono due volte i danni degli incendi: la prima volta per l'incendio in se stesso; la seconda volta perché, per un'errata interpretazione dell'articolo 10 della legge numero 53 del 2000, le nostre superfici vengono vincolate nonostante siano dei pascoli arborati, vengono intese e interpretate come superfici boscate, perché nel resto dell'Italia non esiste il nostro tipo di vegetazione. Ciò provoca danni molto gravi a discapito dei nostri pastori.
La proposta di legge è datata 7 maggio 2009 e anch'essa avrebbe avuto titolo, soprattutto perché dobbiamo pensare anche ai vivi, per accedere alla discussione dell'Aula. A tutt'oggi, nonostante la richiesta avanzata i richiami fatti per inserirla all'ordine del giorno della programmazione bimestrale, la Commissione agricoltura non l'ha mai presa in considerazione, perciò pensiamo sì ai morti, ma non dimentichiamoci dei vivi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, io voto sicuramente e con entusiasmo a favore di questa legge. Ricordo che nell'estate dell'83 rientravo da Napoli quando venni investito dai problemi legati alla tragedia di Tempio. Di fronte alla presenza di numerosi ustionati gravissimi, alcuni (pochi purtroppo) vennero ricoverati in loco, altri vennero trasferirli nei centri ustioni di tutta l'Isola. Comunque il loro sacrificio permise di ottenere da parte della politica - allora scarsamente capace, allora poco sensibile - o forse anche del mondo della sanità sarda, la possibilità di avviare un progetto che ha portato la Sardegna, alcuni anni dopo, a dotarsi finalmente di un centro ustioni dove poter seguire in maniera moderna, compiuta e completa, purtroppo non solo le persone che si ustionano accidentalmente, ma anche quelle che si ustionano nel cercare di salvare il nostro territorio e la loro terra. Per cui il mio è un voto convintamente favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). E' solo un'osservazione di carattere linguistico, la faccio io che non sono di madrelingua italiana. Io leggo "l'olocausto di quelle vite cadute". Chiedo di cancellare la parola "olocausto" perché il riferimento qui è desacralizzante e di sostituirla con altre parole.
Il termine "olocausto" non si mischia con le catastrofi volute e naturali.
PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, però sulla relazione non si può intervenire, l'Aula non si può esprimere, il contenuto è a discrezione di chi presenta la proposta di legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Anch'io sono assolutamente favorevole a istituire questa giornata di commemorazione; la tragedia di Curraggia ci ha toccati tutti; io ho perso anche un parente. Vorrei anche ricordare che allora amministratori e dipendenti comunali, anche il segretario comunale del Comune di Tempio, morirono per difendere la loro comunità. Oggi i segretari comunali sono più impegnati magari a interessarsi degli aspetti relativi alla natura giuridica delle unioni dei comuni. Però, intervengo anch'io per sottolineare quanto diceva l'onorevole Capelli a proposito di una specifica interpretazione autentica che fornimmo in occasione della discussione sulla finanziaria dello scorso anno, anzi, di quest'anno, del 2011, quando questo Consiglio precisò che al fine dell'erogazione degli indennizzi a favore delle vittime degli incendi non si intendevano per vittime solo i due morti nella fattispecie specifica, ma le quattro persone coinvolte in quella disgrazia, due delle quali stanno subendo ancora interventi chirurgici e hanno ceduto la loro attività, le loro aziende agricole, sono sul lastrico.
Abbiamo dato questa interpretazione, gli uffici (tanto per aggiungere altro materiale a quelle famose leggi non applicate, dove pure esiste un'interpretazione autentica di questo Consiglio) hanno destinato queste risorse esclusivamente alle famiglie dei due morti e non a queste persone e relative famiglie che stanno subendo un travaglio per i decorsi sanitari e le numerosissime operazioni a cui sono state sottoposte che stanno subendo in Italia e in alcuni casi anche all'estero. Quindi, mi appello, visto che l'argomento è questo, alla Giunta affinché applichi e interpreti nel senso voluto da questo Consiglio quella norma che introducemmo con la finanziaria del 2011.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, lei ha già indirettamente risposto a una proposta che volevo avanzare all'Aula. Volevo chiedere, dopo aver aggiunto alla proposta di legge numero 185 le firme di tutti i proponenti della proposta di legge numero 81, di inserire anche la relazione dell'"81" che mi sembra più ampia e che tiene conto anche delle indicazioni che sono venute dall'Aula relativamente non solamente alle vittime ma anche a tutti coloro che operano nel settore degli incendi in Sardegna. Se fosse possibile sarebbe forse un modo di completare al meglio di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, la relazione è agli atti del Consiglio perché accompagna la proposta di legge numero 81. Sul testo del proponente la relazione è quella della "285"; non si può abbinare la relazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, solo per ringraziare l'onorevole avvocato Steri poiché ha offerto l'opportunità finalmente, dopo due legislaturae, di approvare questa proposta di legge, ma soprattutto perché è riuscito a prevedere un'erogazione di 100 mila euro a fronte dei 50 mila euro della previsione originaria, e questo non può che costituire motivo di soddisfazione se questa somma verrà destinata, come era intenzione di noi proponenti, alla scuola affinché le nuove generazioni attraverso temi, attraverso iniziative varie capiscano l'importanza del bene ecoambientale e della necessità di preservarlo
Devo precisare, peraltro, che era un segretario di comunità montana quello che è morto, era un mio collega e con deferente omaggio ancora gli sono vicino perché eravamo molto amici. Quindi non c'è Tempio, non c'è Laconi, non c'è altro ma vorrei che ci fosse la riconoscenza per queste persone che hanno sacrificato la vita, giovane vita peraltro, e che possano insegnare a noi tutti a rispettare.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 285.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Randazzo ha votato a favore
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 60
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 287.
Dichiaro aperta la discussione generale.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Salis che ha a disposizione 20 minuti.
SALIS (I.d.V.). Come lei sa ho chiesto, in sede di Conferenza dei Capigruppo, una serie di chiarimenti all'assessore Cerchi. Oggi abbiamo probabilmente battuto tutti i record: un disegno di legge, il numero 287, che viene presentato il 29 giugno, che viene emendato il 29 giugno e che viene approvato il 29 giugno. Proporrei di omologare questo record perché penso che, nella storia dell'autonomia non sia mai successa una cosa del genere.
Il provvedimento ha subito questa accelerazione improvvisa; è vero che c'è un'urgenza legata al fatto che il Consiglio regionale ha bocciato il finanziamento relativo alla custodia e mantenimento di sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis, però io non posso non esprimere in questa Aula una convinzione già espressa in sede di collegato, e cioè che noi non possiamo continuare a fare figli e figliastri. In una crisi così devastante, che attraversa tutti i territori della Regione, non possiamo continuare a pagare stipendi ad alcuni ed a disinteressarci di molti altri, di moltissimi altri.
Non capisco, infatti, perché i minatori di Genna Tres Montis, che hanno tutto il mio rispetto e tutta la mia solidarietà, debbano essere trattati diversamente dalle centinaia di lavoratori edili che operano nella mia zona, nel mio territorio e che vengono licenziati e che non hanno uno straccio di sostegno, spesso neppure indiretto. Allora non vorrei che dovesse chiudere questa stagione di interventi a seconda del potente di turno che sostiene questa o quell'altra attività; io questo lo voglio dire.
Ricordo che la miniera appartiene a è una società partecipata al 100 per cento dalla Regione, creata appositamente perché l'Unione Europea è intervenuta pesantemente aprendo una procedura di infrazione nei confronti della Regione Sardegna per i finanziamenti che dava alla Mineraria Silius. Allora con una procedura molto contorta, è stato emanato un bando, è stata assegnata la concessione ad una società privata che poi non è neanche entrata nella gestione della miniera, e adesso c'è un commissario liquidatore che da due anni svolge le sue funzioni.
Io chiedo - e presenterò un emendamento - che per esempio non si gestisca finanziariamente questa partita nel triennio, io chiedo all'assessore Cherchi che la Regione si attivi per capire esattamente come deve essere conclusa questa vicenda, se ci sono le condizioni perché un privato entri nella gestione della concessione della miniera e quindi liberi la Regione dai compiti di custodia e mantenimento in sicurezza. Lo so che sono obbligatori per legge, però, detto in maniera più prosaica, noi stiamo trasferendo gli stipendi di lavoratori in un'attività che non è in produzione, perché la miniera di Silius non è più in produzione, quindi stiamo pagando gli stipendi alle persone che ci lavorano, che sono lì a garantire la sicurezza della miniera.
Un altro elemento che mi sembra importante evidenziare è che dall'emendamento che la Giunta ha presentato deriva un ulteriore incremento di costi rispetto alla proposta iniziale, cioè un ulteriore incremento di costi che porta l'ammontare complessivo di questa operazione nel triennio a circa 6 milioni di euro. Quindi manifesto il mio disagio e la sollecito a voler prontamente risolvere questo problema anche perché mi aspetto, assessore Cherchi, che come è stata presentata una leggina per la Mineraria Silius venga presentata un'altra leggina per la Sigma Invest, per le altre attività di altre società partecipate che sono incappate nel voto a scrutinio segreto del Consiglio regionale in occasione del collegato alla finanziaria.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Brevemente, io non entro nel merito delle questioni, ma credo che anche quello che abbiamo visto nella precedente legge dovrebbe farci vergognare tutti per il modo che abbiamo di legiferare, per il metodo e per il contenuto. E lo stesso vale per questo provvedimento che è chiarissimamente un espediente che ha a che vedere con ciò che abbiamo fatto nel precedente collegato, non ce lo dobbiamo nascondere, non faccio obiezione ma è così. Non faccio obiezione ma è così! E rappresenta un dato che costituisce ovviamente un precedente.
Però vorrei aggiungere una considerazione sull'emendamento sostitutivo totale, che attiene alla modalità con la quale si agisce: la Giunta presenta un testo e un emendamento sostitutivo totale dello stesso che ha delle caratteristiche diverse ma che non facilità a chi deve assumersi la responsabilità di votare, la comprensione di ciò che sta votando.
Si legge nell'emendamento che dobbiamo finanziare la messa in sicurezza di un sito "nelle more dell'affidamento ad un concessionario privato, o di chiusura dello stesso". Chiusura di chi? Del concessionario privato o del sito? Bisogna saper scrivere gli emendamenti. E questo dimostra che la messa in sicurezza è una cosa diversa se la affidiamo ad un concessionario o se dobbiamo chiudere quel sito.
Il comma 2 dell'emendamento 1 configura inoltre palesemente un finanziamento di debiti fuori bilancio. Noi stiamo dicendo che provvediamo al pagamento di oneri maturati nel 2010, perché lo dobbiamo dire noi? Noi finanziamo, poi sarà la gestione liquidatoria che dovrà dar conto se quelli sono debiti fuori dalla sua previsione di bilancio, ma non noi. Che modo è questo di scrivere le norme? Stiamo dando conto che finanziamo debiti maturati nell'anno precedente? Stiamo attenti! Abbiamo quest'idea, questa paventata onnipotenza, che deve avere un limite nella razionalità di ciò che scriviamo, pur condividendo la finalità, ma dobbiamo scrivere delle cose che hanno un senso. Noi non siamo onnipotenti! E poi non ci possiamo lamentare se lo Stato ci blocca le leggi, perché diciamo cose che non dobbiamo dire.
E' finanziabile attraverso una legge un debito fuori bilancio? Ve lo chiedo, datemi una risposta. Probabilmente il testo originario, da questo punto di vista, era più accorto dell'emendamento sostitutivo totale. Insomma, lo sto dicendo perché nella tecnica legislativa bisogna stare attenti. Tutto qua.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Grazie Presidente, io non voglio ripetere le perplessità che hanno testé manifestato alcuni colleghi, in particolare l'onorevole Gian Valerio Sanna. Noi voteremo a favore di questa legge, solo per una ragione: per non far pagare i ritardi e l'inconcludenza della Giunta regionale alla parte più debole di questo sistema, ai lavoratori. Stiamo parlando di lavoratori che quest'anno vanno in cassa integrazione in deroga per la seconda volta, e non è vero quanto è stato detto in questa'Aula che questi lavoratori percepiscono, grazie all'integrazione dovuta a seguito di un accordo sindacale, una retribuzione superiore a quella che percepivano quando svolgevano l'attività da minatori. Se non conosciamo le situazioni non siamo obbligati a parlare, qualche volta si può anche ascoltare, e si fa una figura migliore rispetto al dire castronaggini.
Allora, detto questo, con molta tranquillità e molta serenità, noi voteremo a favore per questa ragione. Voglio però ricordare a quest'Aula e all'Assessore dell'industria che stiamo parlando di lavoratori che anche in questi giorni hanno incontrato i vari Gruppi, hanno incontrato l'Assessore, e hanno chiesto con grande dignità di essere tirati fuori da una condizione mortificante (e cioè quella condizione che li lascia a casa senza poter far nulla) perché sono stanchi di ricevere uno stipendio senza essere utilizzati. Questi lavoratori, come altri, stanno chiedendo, nelle more della privatizzazione di quella miniera, che spero assessore Cherchi possa vedere la luce nelle prossime settimane attraverso il bando, di essere utilizzati (lo dico anche all'assessore Oppi con grande rispetto, so che è attento a questo tema) per essere utilizzati nell'attività di ripristino ambientale di quel territorio. Quindi siamo di fronte a lavoratori che con grande dignità dicono: "Non vogliamo percepire uno stipendio senza far nulla. Ci sono da fare le bonifiche? Utilizzateci sin da subito per le bonifiche".
Io capisco che sia difficile riattivare la coltivazione di una miniera, voglio però sottolineare che l'Unione Europea ha ricordato agli Stati membri, non più tardi di qualche mese fa, che la fluorite è uno dei 13 minerali che inizia a scarseggiare, e ha raccomandato ai Paesi- Stati membri che hanno nel proprio sottosuolo la fluorite di fare l'impossibile per poterla estrarre ed utilizzare nei cicli di trasformazione. E sappiamo quanto bisogno di anidride solforosa c'è nel mercato industriale, lo sappiamo perfettamente.
Allora, due domande: a che punto è, Assessore, il piano di privatizzazione e che cosa impedisce di utilizzare questi lavoratori in attività di ripristino ambientale? Perché utilizzare risorse pubbliche semplicemente per pagare stipendi, quando con le stesse risorse si potrebbero utilizzare quei lavoratori per iniziare i lavori di ripristino ambientale? Una classe politica, una Giunta che non si assume questa responsabilità è una Giunta che certamente non merita la sufficienza. Però noi non vogliamo far pagare, ripeto, i limiti, i ritardi, l'inconcludenza della Giunta ai lavoratori che sono i meno colpevoli.
So bene che questa situazione non è iniziata a febbraio del 2009, lo so bene, per grande onestà intellettuale. Non è iniziata con voi, inizia da prima, quindi responsabilità ne abbiamo tutti, chi ha governato prima e chi governa oggi, però è ora di smetterla, la Giunta deve dirci, con molta chiarezza, se crede nella possibilità di riattivare la coltivazione di quella miniera, e se ci crede deve, nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, predisporre il bando, predisporre la gara, se invece non ci crede, allora lo dica chiaramente in quest'Aula, lo dica agli amministratori di quel territorio, lo dica ai lavoratori, dica anche che alternative propone per quel territorio.
Ricordo che quello è uno dei territori più poveri sotto tutti gli aspetti, non soltanto per il reddito pro capite, ma anche per infrastrutture materiali e immateriali. Quindi queste sono le ragioni che ci portano a votare a favore, ma questo non significa assolvere i ritardi, le inconcludenze e le colpe della Giunta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Randazzo. Ne ha facoltà.
RANDAZZO (P.d.L.). Presidente, intervengo per ringraziare ufficialmente la Giunta e i capigruppo per gli impegni assunti a seguito dell'incontro con gli operai della miniera.
Onorevole Diana, anch'io ho delle perplessità, perché nel collegato alla finanziaria quest'Aula ha bocciato con votazione a scrutinio segreto, un articolo che prevedeva uno stanziamento di 4.100.000 euro. Sul fuori bilancio in Commissione, onorevole Diana, siamo d'accordo per il fuori bilancio perché è dovuto ai costi per i dipendenti, abbiamo però dubbi se siano tutti costi per i dipendenti. Perché in Commissione quando è stato presentato il budget financing, sono sorte delle perplessità, in quanto non capiamo il perché delle convenzioni precedentemente stipulate rispetto a questa gestione liquidatoria per la guardiania, Assessore, (sul punto sono nate discussioni accese tra maggioranza e opposizione) consistente che lei stesso afferma che quegli operai vorrebbero essere coinvolti in quell'attività.
Noi ci auspichiamo il riavvio dell'attività, se possibile con gli studi di fattibilità e il monitoraggio del prodotto che c'è in giacenza e gradiremmo anche che venissero coinvolti, i lavoratori, se proprio questo è uno dei problemi che hanno i colleghi dell'opposizione, in quelli che sono i costi esterni rispetto ai costi di gestione, perché lo stipendio è in bilancio ordinari. La messa in sicurezza è attività obbligatoria ed è giusto che quest'Aula ne garantisca la copertura finanziaria. Non stiamo a discutere se dobbiamo spendere 50 mila euro per mettere in sicurezza una miniera, perché la miniera, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, è una miniera pubblica visto che i privati si sono ritirati prima dell'aggiudicazione. Quindi, in ogni caso, i soldi e la messa in sicurezza sono obbligatori.
Su tutto ciò che è stato detto e accennato prima ci saranno discussioni ovviamente, quando entreremo nel merito, quando avremo i bilanci di quelle partecipate, che sono stati richiesti dalla maggioranza e dall'opposizione. Io sono d'accordo con lei quando afferma che gli operai che non sono stati coinvolti si sono sentiti offesi. Incominciamo a coinvolgerli nelle attività che rientrano nel bilancio della miniera quando possiamo farlo in economia. Non possiamo scaricare tutto sull'IGEA, collega Diana, perché se no l'IGEA diventa un in house con 10 mila dipendenti! Quando ci sono problemi, anziché andare all'esterno a cercare la soluzione, guardiamo in casa nostra; cerchiamo davvero di contenere al meglio i conti e investire con più oculatezza quelle risorse che stanziamo volentieri se servono per la salvaguardia di quel sito minerario, e, soprattutto, per quel famoso studio sulle giacenze.
L'Unione Europea ci ha sollecitato ad accelerare le gare e io le chiederei, Assessore, che entro quest'anno mettesse a bando la miniera della Carbosulcis così almeno si definirebbe la strategia di una delle tante società di liquidazione che abbiamo. Abbiamo 100 società in liquidazione: gradirei che almeno una per la quale c'è stato l'accordo unanime della Commissione venisse messa a gara finalmente coinvolgendo coloro che vogliono portare nuovo capitale.
Io dichiaro ovviamente il voto a favore sia della legge, sia della modifica, e qua comunico ufficialmente - perché me l'hanno chiesto i colleghi della Commissione, anche se, come Commissione, non abbiamo avuto modo di esaminare il provvedimento perché è approvato dalla Giunta e trasmesso subito all'Aula. Noi siamo tutti d'accordo però ovviamente chiediamo all'Assessore di procedere a quel monitoraggio della spesa perché tutte le spese effettuate, soprattutto con le sopravvenienze passive (c'è un fuori bilancio) vengano controllate e verificate in modo che non sussistano più dubbi, né da parte della maggioranza e né da parte dell'opposizione.
Concludo ringraziando l'Assessore, per aver recepito le istanze che io e tutti coloro che hanno ricevuto gli operai nelle miniere abbiamo sollevato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Vorrei solo sapere se siamo in sede di discussione generale, perché questa era una legge che dovevamo esitare velocemente…
PRESIDENTE. Non apriamo una discussione onorevole Uras.
Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio l'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io conosco abbastanza la storia della Silius, la conosco come conosco quella di molte altre miniere che riguardano il nostro territorio. Miniere che nascono private, che fino a quando fanno profitti rimangono private, che quando smettono di fare profitti e incominciano a comportare solo costi diventano pubbliche. Le conosco nella loro deriva produttiva, le conosco anche per il rischio che hanno determinato nei confronti di chi ci ha lavorato (la miniera di Silius è quella che conta più morti tra i minatori) le conosco per come sono state gestite nella fase della loro liquidazione.
Badate, l'Europa ha poche materie prime, la Sardegna ne ha quasi nulla; ogni volta si parla di risorse strategiche, da mantenere, anche in perdita: noi però non siamo mai in grado di concordare niente con l'Unione Europea, andiamo a prendere ceffoni perché siamo pessimamente rappresentati, anche quando ci sono ragioni per difendere un'attività produttiva. E poi ci mettiamo a contare le risorse che spendiamo: la messa in sicurezza delle miniere è una misura obbligatoria perché è un intervento di difesa del suolo, è un intervento di prevenzione di incidenti, anche di calamità, di situazioni di pericolo, di pericolo idrogeologico.
Ogni volta, invece, Presidente, contiamo, come si suol dire, tutti gli spiccioli quando si tratta di lavoratori, anche in condizioni più disperate, dopo di che abbiamo un'amministrazione che passa il tempo a fare convegni. Domani l'Agenzia regionale del lavoro ne fa uno che dura dalle 10 alle 12 e 45 e in mezzo è previsto un break e un buffet. Ma di che cosa stiamo parlando? Di che cosa parliamo? Per cortesia, cerchiamo di essere seri!
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
Autorizzazione di spesa
1. La Regione autonoma della Sardegna, ai sensi dell'articolo 38 del regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443, e delle norme in materia di polizia mineraria, è obbligata alla custodia e alla messa in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis nelle more dell'affidamento a un concessionario privato o di chiusura dello stesso.
2. Al fine di provvedere al pagamento degli oneri di cui al comma 1, è autorizzata, per ciascuno degli esercizi 2011, 2012 e 2013 la spesa annuale di euro 2.106.000 (UPB S06.03.023 - cap. SC06.0674).
3. Al fine di provvedere al pagamento degli oneri di cui al comma 1, a titolo di saldo di impegni di esercizi decorsi, è autorizzata nell'esercizio 2011 la spesa complessiva di euro 412.000 (UPB S06.03.023 - cap. SC06.0675).
Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale.
Articolo 1
L'articolo 1 è sostituito dal seguente:
1. Ai fini degli obblighi di cui all'articolo 38 del R.D. 29 luglio 1927, n. 1443 e delle norme in materia di polizia mineraria relative alla custodia e alla messa in sicurezza del sito minerario di Genna Tres Montis e nelle more dell'affidamento a un concessionario privato o di chiusura dello stesso, è autorizzata una spesa valutata in annui euro 2.106.000 (UPB S06.03.023) nonché la spesa di euro 2.976.000 per l'anno 2011 a favore della gestione liquidatoria della società che provvede ai suddetti interventi (UPB S06.03.024).
2. Al fine di provvedere al pagamento degli oneri maturati nell'anno 2010 per le finalità di cui al precedente comma, è autorizzata, nell'esercizio 2011, la spesa di euro 412.000 (UPB S06.03.023). (1)
)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Intervengo solo per dire che c'è molta confusione, e mi dispiace constatarlo. Noi abbiamo approvato questo disegno di legge in tempi rapidissimi in Giunta l'altro giorno, oggi riscontro che è già in discussione. Forse un miglior approfondimento sarebbe stato opportuno. Del resto l'obiettivo vero qual è? Quello di ripristinare le somme che sono state "tagliate" nel collegato. C'è però un incremento rispetto al "taglio", e vorrei capire perché. Inoltre, la mia preoccupazione nasce dal fatto che la storia di Silius, lo stava accennando prima Uras, è una storia molto tormentata.
Il territorio di Silius delimita è una zona depressa come poche, doveci sono un po' di capre e la miniera. Nell'attività estrattiva sono morti tanti lavoratori, soprattutto polacchi, e chi ha fatto da padrone è stato il gruppo del conte Giulini il quale, prima ha utilizzato a mo' di rapina la miniera, e poi se n'è andato, raccogliendo anche risorse finanziarie attraverso la Fluorsid. Oggi il conte Giulini e la sua struttura stanno rientrando nella società perché, magari, nel frattempo, il valore della fluorite è cresciuto. Non vorrei pertanto che la storia si ripetesse! Però è anche vero che bisogna stare vigili e attenti perché l'Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione, in quanto abbiamo mantenuto questa società, come tante altre società ormai da decenni, pagando gli stipendi al personale senza raggiungere obiettivi certi. Noi quindi stiamo sanando una situazione. Ciò però non giustifica che dopo un giorno e mezzo, dopo una delibera approvata praticamente "fuori sacco", ci si precipiti ad approvare il provvedimento. Forse maggiore attenzione sarebbe stata opportuna.
Certo, i lavoratori di Silius attendono una risposta, ci sono impegni che sono stati assunti e questi impegni vanno onorati; va detto però che sono stati sempre onorati, qualche volta anche con decine di miliardi di lire perché quando praticamente i proprietari scapparono la Regione stanziò svariate decine di miliardi di lire. Questo va detto subito, così come va detto che questi stessi imprenditori che hanno ricavato risorse finanziarie dalla Regione, hanno creato difficoltà ad altre aziende (perché la Fluorsid è anche produttrice di acido solforico che prima veniva prodotto dall'attuale Portovesme Srl) e oggi rientrando nel settore sperano che noi saniamo tutte le situazioni e poi noi gli assegniamo altre risorse.
Per quanto riguarda l'aspetto del ripristino ambientale, bisogna non fare confusione. Ho letto sul giornale oggi notizie imprecise: i lavoratori della Rockwool non potranno transitare automaticamente in IGEA, come non ci sono andati quelli di Furtei, bisogna avviare un percorso per inserirli gradualmente. Voglio ricordare anche agli amici, che a volte sono contrari, altre volte favorevoli a stabilizzare i lavoratori, che purtroppo c'è anche la "legge Brunetta", e che noi stiamo cercando di stabilizzare questi lavoratori sulla base di impegni assunti da voi, e troviamo difficoltà. Quindi, per quanto riguarda il ripristino ambientale, a Furtei lo fanno i lavoratori sotto il controllo rigoroso delle strutture oggi dell'IGEA, invece lo faranno qui in una forma diversa, qui non ci può essere né l'IGEA né altre società collegate, è praticamente il liquidatore con la parte che gli compete, che provvederà in tal senso.
Io ho un solo problema: vigiliamo molto attentamente. Non riesco a comprendere, infatti questa variazione di cifre rispetto al collegato. C'è una variazione rispetto al collegato: quest'anno le due voci ammontano a 5 milioni e 494 mila euro. Vigiliamo perché la procedura di infrazione è arrivata anche in precedenza e ha obiettivamente colpito anche chi non c'entrava, anche qualche Assessore che non aveva responsabilità dirette. Quindi credo che sia opportuno che le voci siano attendibilissime, perché molte volte i funzionari, caro Assessore, nel procedere con troppa celerità, sbagliano. La stessa legge è stata portata in Aula con il massimo della celerità, spero che altrettanto riguardo ci sia nei confronti di altre voci che sono state cassate nel collegato e che meritano la stessa attenzione di quella riservata alla miniera di Silius.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo solo sull'emendamento numero 1, Presidente, l'intervento dell'assessore Oppi ha chiarito alcune delle questioni meglio di quanto avessi fatto io e quindi non intervengo nel merito. Per quel che riguarda l'emendamento numero 1, Assessore, sul comma 2 mi permetto di riprendere i rilievi mossi dal collega Gian Valerio Sanna, perché al comma 2 si parla esplicitamente degli oneri maturati nell'anno 2010, e quindi io pregherei, visto che oltre ai rilievi dell'Unione Europea c'è anche qualche altro rilievo più pesante e più pericoloso prestare particolare attenzione al fatto che stiamo praticamente finanziando debiti fuori bilancio relativi all'esercizio precedente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Salis.
Ha domandato di parlare l'Assessore dell'industria. Ne ha facoltà.
CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'industria.Intervengo solo per chiarire brevemente il problema sollevato. I debiti fuori bilancio, in realtà, non sono proprio debiti fuori bilancio ma sono riconoscimenti di spese, perché la Fluorite di Silius opera in regime privatistico, quindi chiaramente noi riconosciamo le spese sostenute in più rispetto agli anni precedenti, questo è il concetto. Comunque riconosco e sono perfettamente d'accordo nel vigilare da questo momento in poi.
Credo però che sia importante sottolineare il fatto che comunque la Giunta regionale approverà a brevissimo il bando per dare in concessione, e quindi praticamente privatizzare, la coltivazione della miniera. Sull'esito del bando stabiliremo esattamente che cosa dovrà succedere di quella miniera, se dovrà essere definitivamente chiusa, e quindi bonificata, oppure se si farà avanti qualche imprenditore ben intenzionato. Visto che questo minerale viene considerato tra quelli strategici per quanto riguarda l'Unione Europea, speriamo che qualcuno realmente si presenti.
Aggiungo, per chiarire anche un altro aspetto, che le spese sono certificate per quello che ci chiede effettivamente la società, quindi con una loro richiesta ufficiale; abbiamo gli atti ufficiali e quindi eventualmente il Consiglio regionale, se vorrà potrà accedervi.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Articolo 2
Norma finanziaria
1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge sono valutati in euro 2.518.000 per l'anno 2011 ed in euro 2.106.000 per gli anni successivi.
2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti variazioni:
in diminuzione
UPB S08.01.002
FNOL - Parte corrente
2011 euro 2.518.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4) della tabella A allegata alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011);
in aumento
UPB S06.03.023
Liquidazione dell'EMSA e commesse RAS - Spese correnti
2011 euro 2.518.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
3. Le spese previste per l'attuazione della presente legge fanno carico alle suddette UPB del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e a quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.
Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale.
Articolo 2
L'articolo 2 è sostituito dal seguente:
1. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge sono valutati in euro 5.494.000 per l'anno 2011 ed in euro 2.106.000 per gli anni successivi e fanno carico alla UPB S06.03.023 del bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 e alle UPB corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.
2. Nel bilancio della Regione per l'anno 2011 e per gli anni 2011 e 2013 sono introdotte le seguenti variazioni:
in diminuzione
UPB S08.0 1.002
Fondo per nuovi oneri legislativi di parte corrente
2011 euro 5.494.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
mediante pari riduzione della riserva di cui alla voce 3) della Tabella A allegata alla legge finanziaria.
in aumento
UPB S06.03.023 DV
Liquidazione EMSA, commesse RAS e messa in sicurezza siti - Spese correnti
2011 euro 2.518.000
2012 euro 2.106.000
2013 euro 2.106.000
UPB S06.03.024 DV
Partecipazioni azionarie e gestioni liquidatorie del settore industriale
2011 euro 2.976.000. (2)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele.
Articolo 2
Nell'articolo 2, comma 1, le parole "per gli anni successivi" sono sostituite con "per il 2012". (3))
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo sull'emendamento numero 3, Presidente. Visto che pochi attimi fa l'assessore Cherchi ha annunciato all'Aula che "a brevissimo" - sono le parole che ha usato - a brevissimo verrà pubblicato il bando per la concessione della miniera di Silius. L'emendamento numero 3 punta ad evitare un'eccessiva dilazione di questi termini, e quindi, invece che lasciare nel generico la dicitura nell'articolo 2, comma 1" ed in euro 2 milioni e 106 mila per gli anni successivi", mira a circoscrivere il periodo al 2012. Il termine "a brevissimo", che lei ha utilizzato rientra perfettamente nel 2011 e 2012, e quindi individuiamo anche la relativa copertura finanziaria solamente nel 2011 e nel 2012, salvo poi verificare "a brevissimo", spero anch'io, l'esito del bando che la Giunta si prepara a espletare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indinpendentistas). Presidente, noi concordiamo sul fatto che si debba vigilare e chiediamo alla Giunta regionale - anzi l'abbiamo già fatto, in presenza dell'Assessore del bilancio - di prendere tutta la partita delle controllate e delle partecipate della Regione, vedere lo stato di indebitamento, la fine che devono fare i processi di privatizzazione, quali bandi devono essere pubblicati, resi noti e quali agevolazioni devono contenere perché una parte di queste società possa essere acquisita utilmente dal mercato privato.
Se non si va verso una gestione complessiva si rischia di continuare con la politica del carciofo, una foglia alla volta, senza riuscire a gestire nulla e a conoscere effettivamente lo stato economico e finanziario della Regione. Le vicende delle miniere sono tutte così; ancora oggi noi abbiamo la Carbosulcis, l'altro giorno nel collegato siamo intervenuti anche su quella realtà. Alcune miniere si possono chiudere, alcune si possono vendere, altre dobbiamo capire che devono rimanere in capo alla fiscalità generale che se ne deve fare carico. Non è comprensibile, cioè, che il pubblico si debba totalmente tirare fuori da una funzione di gestione di alcune delle risorse economiche del nostro territorio, non è comprensibile, anche se dovesse trattarsi di una gestione in perdita. Si tratta, infatti, in alcuni casi, di materie prime di valore strategico di cui c'è la necessità di garantire comunque, in caso di necessità, la possibilità di ripresa della produzione. Chiudere una miniera di carbone o chiudere una miniera di fluorite, o chiudere qualunque miniera potrebbe comportare costi finanziari molto più elevati di quelli che invece richiederebbe una messa in sicurezza e un controllo quotidiano di quella miniera anche in assenza di coltivazione.
Quindi bisogna avere elementi tecnici e valutazioni specifiche in mano per poter esprimere un giudizio compiuto. Una cosa è una miniera, altra cosa è una società di servizi e altra cosa ancora è un'agenzia regionale del lavoro che l'unica attività che svolge è quella di organizzare convegni tra le 10 del mattino e mezzogiorno e quarantacinque della stessa mattina, dei quali un buffet e un break costituiscono i momenti principali.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 287.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Milia e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 56
astenuti 2
maggioranza 29
favorevoli 56
(Il Consiglio approva).
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 11. La seduta è tolta.
La seduta è tolta alle ore 20 e 45.