Seduta n.44 del 22/10/2014 

XLIV SEDUTA

Mercoledì 22 ottobre 2014

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 10 e 51.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 16 ottobre 2014 (41), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Desini e Giuseppino Pinna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 22 ottobre 2014.

Poiché non vi sono opposizioni i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Truzzu - Fenu - Floris - Tocco sul progetto pilota della ricomposizione fondiaria nel comune di Pauli Arbarei". (80)

PRESIDENTE. Sospendo la seduta e convoco una Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 52, viene ripresa alle ore 11 e 39.)

PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso che il Consiglio procederà, con la discussione nell'immediato della proposta di legge numero 71; illustreranno le rispettive relazioni il relatore di maggioranza e il relatore di minoranza, dopo di che la discussione sulla proposta di legge numero 71, sarà sospesa e si passerà all'analisi delle mozioni numero 79, 59 e 66 che saranno concluse entro la mattinata. .

Discussione generale della proposta di legge Cocco Pietro - Anedda - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Usula - Ruggeri - Cozzolino - Forma - Pinna Rossella - Perra - Pizzuto: "Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale" (71/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 71/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Ruggeri, relatore di maggioranza.

(Interruzione del consigliere Dedoni)

RUGGERI LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Presidente, se l'onorevole Dedoni me lo consente provvedo a introdurre questa proposta di legge che la Commissione ha licenziato il 9 ottobre e il cui contenuto corrisponde a un'esigenza sentitissima: inserire un argine legislativo a una deriva finanziaria che ha certamente corrispondenza sulla qualità dell'assistenza e che oggi è al centro del dibattito riguardante tutti i sistemi universali di assistenza. Il costo della sanità è quasi fuori controllo, ha un ritmo di crescita esponenziale e tutti, in tutti i sistemi avanzati, si mettono il problema di come controllare questa deriva della spesa senza diminuire la qualità dell'assistenza.

Possiamo dire che è un problema di tutto l'Occidente; è un problema in Italia, dove il Fondo sanitario nazionale è cresciuto negli ultimi cinque, sei anni a un ritmo di circa 2 miliardi l'anno; è un problema in Sardegna, dove abbiamo avuto una continua ascesa del costo complessivo del nostro sistema e un incremento continuo del nostro sbilancio rispetto alla capienza definita in sede di ripartizione (il riferimento è la Conferenza permanente Stato-Regione) del Fondo sanitario nazionale a opera del CIPE, che per la Sardegna è una ripartizione solo teorica, non prevede infatti l'assegnazione di risorse aggiuntive ma prevede un obiettivo rispetto al quale, da diversi anni a questa parte, purtroppo la cesura che si è prodotta è sempre più consistente.

Il consuntivo del 2013 registra un gap, rispetto ai 2 miliardi e 860 milioni che rappresentano lo stanziamento assegnato in sede CIPE, superiore a 3 miliardi e 230 milioni al netto del conteggio dell'Irap, il che vuol dire che ci muoviamo sopra o sotto i 400 milioni di questo gap se contiamo il fatto che l'Irap è un costo che per circa 59 milioni le aziende sanitarie non sostengono più, questo in costanza di un modello di assistenza che non ha fatto molti passi avanti dalla logica ospedalocentrica; quindi una logica che corrisponde a un modello essenzialmente reattivo al bisogno di salute e non piuttosto una logica che corrisponde a un modello proattivo.

Abbiamo ancora dei parametri relativi alla nostra spesa che indicano come questo sistema sia totalmente fuori controllo, ne è un esempio l'indicazione dei parametri sulla farmaceutica. È vero che negli ultimissimi anni - parlo dal 2012 - la dinamica della spesa farmaceutica ha conosciuto una certa riduzione, ma sino al 2011 la nostra Regione guidava la pattuglia delle regioni che spendevano di più in rapporto allo stanziamento del Fondo sanitario regionale.

La riduzione della spesa, che pure si è avuta, in gran parte è stata determinata da motivi esterni al nostro sistema, fondamentalmente cioè perché lo Stato ha abbassato i costi dei farmaci, anche se poi è stato introdotto l'armadietto elettronico e sono state fatte delle innovazioni dal punto di vista del controllo della spesa; però, anche con un 15 per cento di calo, noi ci muoviamo sempre sul 4 per cento del valore di questo rapporto, il che significa che stiamo lontani dall'obiettivo del 2,4 che è il parametro che ci ha dato lo Stato.

Al di là di ogni buona intenzione (non penso che ci sia alcun "professionista dello scasso" in generale), ci sono però delle manchevolezze nell'azione di governo, infatti quello che è accaduto in questi anni è stato essenzialmente la rinuncia a governare questo processo che necessita fondamentalmente di meccanismi che regimentano le acquisizioni di beni e servizi, di meccanismi che definiscono i protocolli diagnostico-terapeutici.

Il fatto che la spesa sanitaria sia stata lasciata in mano agli erogatori delle prestazioni, senza limiti che non fossero ogni tanto i tetti che magari vengono assegnati alle strutture private, che pure hanno un peso percentuale molto modesto nella nostra Regione, ha significato che il sistema è andato clamorosamente fuori controllo. Addirittura anche i tentativi di innovazione normativa che sono stati prodotti, per esempio, con la legge 21 del 2012 hanno avuto come traduzione diretta una "indicazione di fare" lasciata direttamente alla potestà dei direttori generali, nella modulazione che ne hanno avuto le delibere di Giunta.

Allora, questo sistema evidentemente così non può reggere, ha bisogno di una centralizzazione soprattutto del governo clinico, una centralizzazione forte che nella proposta di legge è strutturata nei compiti proposti all'Agenzia regionale di sanità che è il luogo nel quale abbiamo allocato anche le funzioni della committenza, proprio perché si compongano insieme nell'ottica di una razionalizzazione della spesa, di una razionalizzazione dei costi, di una razionalizzazione delle prestazioni.

All'interno di questa razionalizzazione sarà inevitabile ragionare sulla ristrutturazione della rete ospedaliera perché andiamo necessariamente verso il parametro (per quanto derogato alla luce di quanto abbiamo fatto per il San Raffaele) di 3,7 posti letto che rischia anche di diminuire a 3, a fronte di valori che sono attualmente almeno di 0,5 punti superiori; e questo significa una razionalizzazione che non coincide con la riduzione dell'offerta della qualità di salute, assolutamente, significa comunque che dovremo articolare l'offerta soprattutto ospedaliera e graduarla per intensità di cure.

Per fare questo significa che dobbiamo mettere in rete i sistemi ospedalieri, e quindi la qualità dell'offerta, e significa che dovremo anche operare delle ridefinizioni fisiche in una terra come la nostra che è la terza in Italia per ipodensità; ovvero noi abbiamo il terzo minor valore del rapporto tra abitante e chilometro quadrato, dopo la Val d'Aosta (che si capisce perché è poco densamente popolata), ma pure dopo la Basilicata (e si capisce anch'essa perché è poco popolata). Questa condizione ci propone una necessità, quella di articolare un sistema di emergenza e urgenza intorno a degli erogatori qualificati.

Ricordo che ieri è stato pubblicato il rapporto della Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) secondo il quale abbiamo il poco invidiabile onore di avere un ospedale che per mortalità da infarto al miocardio, come hanno pubblicato ieri alcuni giornali, è il secondo in Italia. Questo dato, ripeto, ci fa poco onore, ma significa che abbiamo la necessità di ridisegnare una rete di emergenza e urgenza e pensiamo di farlo con un sistema che connetta poli in grado di offrire la migliore qualità, di corrispondere all'esigenza di dare il migliore dei livelli di assistenza possibile al cittadino che abita a Monserrato, come al cittadino che abita a Lei o che abita a Budoni.

Insieme a questo dobbiamo ridisegnare il sistema dell'assistenza territoriale. Anche questo sistema in graduazione oggi incentrato sugli ospedali, lascia fuori dalla risposta di salute tantissime esigenze che altrimenti vengono soddisfatte impropriamente solo dall'ospedale. Per fare questo prevediamo di disegnare degli elementi strutturali del sistema territoriale incardinandoli nelle case della salute e negli ospedali di comunità. Non avendo la pretesa che questo sia un "meccanismo a bacchetta magica", ma sapendo che dovrà essere inverato sulle scelte e sulle cose che accadono sul territorio, però sapendo anche che non ci inventiamo niente, non partiamo da zero, non siamo degli apprendisti stregoni che trafficano con le formule di migliore confacenza.

Esistono dei modelli nelle Regioni che hanno anche un'orografia simile, per quanto la densità sia decisamente diversa, come la Toscana in cui il problema della riforma della sanità è stato proposto in questi termini. Dopodiché abbiamo nella proposta di legge anche l'articolazione di altri interventi che sono quelli riguardanti la succedaneità delle funzioni assegnate alle province, essenzialmente. Credo comunque che la proposta sia un buon punto di partenza, è la proposta iniziale di una riforma, non è la riforma del sistema sanitario, dobbiamo però mettere rapidamente in sicurezza il nostro sistema per poter permettere, nell'efficienza, il mantenimento e il miglioramento dei livelli essenziali di assistenza quindi dell'offerta di salute ai nostri cittadini.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Michele Cossa, relatore di minoranza.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi), relatore di minoranza. Presidente, la presente proposta di legge nasce, nelle intenzioni dei proponenti, per dare avvio a un radicale processo di riforma del sistema sanitario regionale, intenzione condivisa da tutti in quest'Aula, così come ripetutamente dichiarato, tanto è vero che su questo tema sono state presentate diverse proposte di legge: mi riferisco alla proposta di legge numero 37 (di Cherchi Augusto e più), alla proposta di legge numero 85 (Oppi e più), e alla proposta di legge numero 78 presentata dal Gruppo dei Riformatori. Quindi, esigenza condivisa e questo è il motivo per cui è imbarazzante, per quanto ci riguarda, affrontare questa discussione di cui noi non condividiamo i contenuti.

La questione non è di poco conto perché investe un bene, la salute, che è certamente il più prezioso di ogni individuo; per questo la ricerca di soluzioni più appropriate e più efficaci, che anima il dibattito politico ingenerando spesso accese contrapposizioni, dovrebbe essere condotta dopo un'approfondita analisi della realtà esistente, che tenga conto anche delle scelte già fatte e del loro impatto sul sistema.

Dall'esperienza fatta si traggono alcuni importanti spunti di riflessione. Il primo è che sarebbe un errore imperdonabile pensare che i problemi della sanità sarda risiedano unicamente nelle persone alle quali è affidata la responsabilità del sistema e che pertanto si possano risolvere cambiandole, così come dichiaratamente è l'intenzione sottostante la presentazione di questa proposta di legge. Il secondo è che non sono sufficienti piccoli aggiustamenti o soluzioni che incidono su parti isolate del sistema, ma occorrono interventi strutturali in grado di scardinare il modello organizzativo esistente per sostituirlo integralmente con uno nuovo, pensato per rispondere alle specifiche peculiarità della nostra Isola. Piccoli aggiustamenti concorrono unicamente ad alimentare e amplificare la confusione.

Occorrono meno aziende sanitarie, meno spazi di potere, meno attenzione della politica ai concorsi e alle gare e più attenzione all'assistenza, agli esseri umani, al mantenimento della loro salute e non alla riparazione dopo che i danni si sono verificati.

Ebbene, di tutto questo in questa proposta di legge non c'è traccia. Non è con questo testo di legge che si otterranno i risultati sperati perché questo provvedimento è insufficiente, se non addirittura dannoso, da tutti i punti di vista. Si limita a toccare alcuni aspetti del tutto secondari del Servizio sanitario regionale ma non ha alcuna visione di rinnovamento reale; è inutile prevedere ospedali di comunità o potenziamento delle case della salute o qualunque altra cosa se queste strutture non sono inserite in un sistema che abbia una visione chiara e percepibile da tutti, operatori e cittadini. In una parola: che sanità vogliamo nel medio e lungo termine?

Il sistema attuale è un sistema concepito negli anni '70, la cui caratteristica è soprattutto quella di curare le persone nel momento del bisogno acuto, nel momento cioè in cui si ammalano, è un sistema centrato sugli ospedali oppure su medici o specialisti che intervengono principalmente a richiesta e cioè, anche in questo caso, nel momento delle acuzie. Bene, colleghi, è il momento di cambiare finalmente e radicalmente visione, di passare dal "curare "al "prendersi cura", l'ospedale deve diventare un incidente nella vita di un individuo al quale si ricorre solo in un momento particolare.

Il servizio sanitario pubblico deve garantire un'altra cosa, deve garantire che il cittadino sia seguito dal momento della sua nascita alla fine della sua vita. Deve essere seguito nell'infanzia da servizi pediatrici su misura, tarati sui suoi bisogni specifici e non tarati su una massa indistinta di individui. Dobbiamo immaginare un servizio sanitario che disegni percorsi di accompagnamento di ogni cittadino, come ho detto, in tutte le fasi della sua vita, dove i consigli e i controlli devono essere la regola e le cure l'eccezione: insomma il contrario di quello che avviene attualmente.

Dobbiamo costruire "un modello sardo" che anche prendendo spunto da ciò che sta maturando in altre realtà, sia adattato alle condizioni del tutto particolari della nostra Regione: caratteristiche geomorfologiche del territorio, popolazione concentrata prevalentemente in alcune aree, difficoltà connesse agli spostamenti interni e limiti derivanti dall'insularità. Solo seguendo questa strada sarà possibile recuperare efficienza, efficacia e appropriatezza migliorando nel contempo la percezione complessiva di protezione sanitaria da parte del cittadino.

Solo in un quadro chiaro potrà essere utile prevedere Case della salute, aree vaste, ospedali di comunità e quant'altro se hanno un compito preciso da svolgere nell'organizzazione, se tutti coloro che vi lavorano conoscono e sono con convinzione coinvolti in tale mission. Facciamo una facile previsione colleghi dicendo che da questa proposta di legge non uscirà nulla di buono, l'assistenza non migliorerà, i costi non diminuiranno, cambierete i direttori ma al 31 dicembre 2015 vi dovrete, ci dovremo arrampicare sugli specchi per spiegare per quale motivo le cose non hanno funzionato.

Dispiace che non si sia accettato di discutere su tutte queste cose, dispiace che non si sia accettato di accorpare anche le altre proposte di legge che sono state presentate. I proponenti dicono che tutta la vera riforma sanitaria è rimessa a una proposta che verrà elaborata dalla Giunta regionale; in realtà questo non fa altro che destare ulteriori preoccupazioni perché il Consiglio regionale non si può spogliare delle sue prerogative demandando all'Esecutivo, in assenza di indirizzi chiari e stringenti, la formulazione di scelte che devono essere fatte in quest'Aula.

E' evidente che la nostra idea di riforma risulta essere totalmente differente dalla vostra o, meglio, da una parte di voi visto che alcuni colleghi si sono astenuti in sede di Commissione. Ed ecco un'altra criticità che riguarda il modo in cui siamo arrivati oggi in quest'Aula e cioè tutti i pareri negativi che sono pervenuti da parte di tutti i soggetti che sono state auditi: organizzazioni sindacali, Consiglio delle autonomie locali, ANCI che ha chiesto anche un incontro che non si è tenuto.

Ci sarà una ragione per tutta questa fretta? Beh, l'avete detto voi, l'unica ragione che c'è è l'urgenza di sostituire i direttori generali; su questo noi abbiamo bloccato un processo di riforma che poteva originare una riforma seria, vera, reale, convinta, della sanità sarda. Rinvio alla relazione scritta per quanto riguarda tutte le criticità che noi abbiamo rilevato su punti specifici della legge ma, a parte le specifiche criticità, tutti i punti critici di cui parliamo nella relazione possono essere descritti bene dal famoso apologo di Menenio Agrippa sul corpo umano. Se uno ha un cuore e un fegato funziona bene, ma se ha due cuori e due fegati qualche problema se lo crea.

Noi, per esempio, stiamo facendo una cosa del genere creando questa nuova Azienda di urgenza ed emergenza. Non c'è un'idea di come ridurre i costi e non li ridurrete, starei per dire, ma poi è un problema che riguarda tutti. Non sapete come fare a migliorare l'assistenza e non lo farete.

Non sapete come evolvono i sistemi complessi multifattoriali come quello sanitario e non riuscirete a farlo evolvere. Non sapete come mutano le esistenze sanitarie del cittadino con il mutare del tempo e delle conoscenze e non avrete successo. Riuscirete solo a occupare spazi di potere ma rimarrà tutto così e noi tra qualche mese, cari colleghi, saremo qui di nuovo a parlare ancora delle stesse cose senza avere un'idea chiara di dove indirizzare il sistema sanitario sardo.

PRESIDENTE. Sospendo l'esame del disegno di legge numero 71/A che, ricordo, riprenderà martedì 28 ottobre alle ore 10 e 30 con gli interventi della discussione generale.

Discussione della mozione Truzzu - Locci - Fasolino - Randazzo - Zedda Alessandra - Dedoni - Cossa - Solinas Christian - Cherchi Oscar - Tocco - Tedde - Floris - Rubiu - Peru - Pittalis - Tunis - Carta - Fenu - Crisponi sul progetto Erasmus (regionale) e sulla mobilità giovanile, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (79) e approvazione di ordine del giorno

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca l'esame della mozione numero 79.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Truzzu - Locci - Fasolino - Randazzo - Zedda Alessandra - Dedoni - Cossa - Solinas Christian - Cherchi Oscar - Tocco - Tedde - Floris - Rubiu - Peru - Pittalis - Tunis - Carta - Fenu - Crisponi sul progetto Erasmus (regionale) e sulla mobilità giovanile, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- crede fortemente nella costruzione di un'Europa dei popoli e dei cittadini, con una reale unione politica senza la quale il progetto a lungo termine è destinato a naufragare;

- gli studenti hanno anticipato le istituzioni per quanto riguarda la reale integrazione europea;

- nel 2010 l'Unione europea ha adottato la strategia "Europa 2020" che si incardina su tre priorità principali: crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva (o solidale);

- per la nuova programmazione 2014-2020 l'Unione europea ha lanciato il nuovo programma "Yes Europe" (o Erasmus Plus), che conferma la centralità della formazione e della mobilità internazionale nelle politiche europee;

- "Yes Europe" beneficerà di uno stanziamento pari a 19 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, con un aumento pari al 70 per cento delle risorse stanziate durante l'attuale programmazione 2007-2013;

PRESO ATTO che:

- la Regione ha nel corso degli anni finanziato, in accordo con l'Università di Cagliari e Sassari, la mobilità internazionale studentesca, nella fattispecie il programma Erasmus e il programma Leonardo, confermando di credere nell'educazione non formale e nella validità di questi progetti;

- rispetto ad altre regioni italiane la nostra è ancora sprovvista di una legge sulla gioventù, che sostenga l'attività delle diverse associazioni che operano nel campo della mobilità internazionale e nel campo dell'associazionismo giovanile universitario e scolastico;

RITENUTO che la futura legge sulla gioventù debba necessariamente accorpare in un unico assessorato le competenze riguardanti le politiche giovanili, distribuite oggi in più assessorati, rendendo così più chiaro il quadro delle stesse competenze e le molteplici opportunità che la stessa Regione offre;

VALUTATO che:

- il nuovo programma "Yes Europe" e/o Erasmus Plus si propone di aumentare il numero di coloro che beneficiano di una borsa per compiere parte del loro percorso educativo e formativo all'estero nella misura del 30 per cento per gli studenti della formazione superiore e del 50 per cento per gli studenti della formazione professionale;

- il nuovo programma "Yes Europe" si propone di aumentare del 30 per cento il numero di giovani che partecipano ad attività di volontariato all'estero o a scambi di giovani;

- i giovani che partecipano a programmi di mobilità giovanile e studentesca costituiscono un prezioso volano turistico per la nostra Isola, soprattutto grazie al massiccio utilizzo degli strumenti della comunicazione istantanea, quali i social network o le applicazioni mobili ad essi connesse;

- i giovani che hanno svolto esperienze legate a programmi di formazione e mobilità in Sardegna hanno sempre espresso ottime opinioni sul soggiorno nella nostra Isola, e hanno dimostrato concretamente l'apprezzamento con successivi soggiorni;

- la presenza di giovani stranieri coinvolti in programmi di formazione e mobilità ha positivi effetti sull'indotto economico delle città che li ospitano,

impegna il Presidente della Regione

a convocare un tavolo di lavoro (a cui saranno invitati a partecipare gli assessori competenti per materia, il presidente della Commissione competente, i Magnifici Rettori dell'università di Cagliari e Sassari, i presidenti dell'ERSU di Cagliari e Sassari, il presidente dell'ANCI e dell'ASEL Sardegna, i sindaci dei Comuni di Cagliari e Sassari e i rappresentanti delle associazioni di mobilità studentesca internazionale di maggiore rappresentatività) che per oggetto avrà l'individuazione degli interventi strutturali e finanziari per far crescere il numero dei giovani che potenzialmente potrebbero arrivare nella nostra Isola tra il 2014 e il 2020 per effetto dei programmi e dei fondi per la crescita inclusiva istituiti dall'Unione europea o dagli strumenti regionali derivanti da fondi indiretti. (79).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Un noto saggista e giornalista francese ha detto che "l'Europa cerca ragione di darsi una politica e una moneta comune, ma essa ha soprattutto bisogno di un'anima".

Ho voluto iniziare con questa citazione perché penso che rifletta una convinzione diffusa su quello che oggi l'Europa rappresenta e su quello che oggi l'Europa potrebbe rappresentare. Ed è una convinzione sia di coloro che sono convinti europeisti, sia di coloro che hanno invece qualche dubbio sulla costruzione di questa Europa, dell'Europa così come la conosciamo.

Ed è anche una mia convinzione pur essendo io un convinto europeista perché so benissimo che la funzione dell'Europa è stata, e in parte l'ha fatto, ed è quella di assicurare al nostro Continente un lungo periodo di pace e un ruolo determinante nel contesto internazionale; e soprattutto l'Europa ha un ruolo di garante al fine di evitare che si creino situazioni, come quelle che abbiamo conosciuto in epoche passate, in cui qualcuno predomina su altri. Però l'Europa che oggi noi conosciamo a me sinceramente non piace, è un'Europa delle banche, dei burocrati, della tecnocrazia che non risponde agli effettivi interessi e alle effettive esigenze dei cittadini e dei popoli europei, ma risponde ad altre logiche.

Ecco può forse sembrare esagerato partire da questa considerazione, da questo aforisma di André Frossard per discutere di Erasmus, un progetto che riguarda esclusivamente i giovani europei, però in realtà l'importanza di questo aforisma è il fatto che ci ricorda che l'Europa ha bisogno di un'anima e quell'anima oggi in Europa l'ha ben rappresentata il progetto Erasmus.

Il progetto Erasmus ha dato la possibilità di costruire una comunione di intenti, una condivisione, una vera e propria Europa dei popoli, un'Europa dei cittadini, un'Europa che funziona e in cui riconoscerci, non quell'Europa che vuole metterci assurde regole, che magari si preoccupa in maniera eccessiva di quella che può essere, per esempio, la dimensione della pizza ma non riesce a garantire opportunità occupazionali ai nostri giovani.

Questa è l'Europa come dicevo che funziona e tale è stata anche riconosciuta in questi giorni, non più tardi di due settimane fa, da Beppe Severgnini che ha citato un dato abbastanza impressionante fornito della Commissione europea secondo il quale circa un terzo degli studenti Erasmus ha conosciuto il proprio partner attuale nel corso del progetto, nel corso quindi della sua permanenza all'estero. E pare che da questa esperienza l'Europa abbia "ricavato" un milione di nuovi nati. Questo è il grande messaggio di speranza, il grande messaggio sul futuro che ci lancia il progetto Erasmus.

Quella che può sembrare semplicemente una questione culturale, una questione ideale, racchiude invece anche dei valori concreti e tangibili che tutti noi possiamo toccare con mano. L'Erasmus è infatti uno straordinario investimento. È un investimento per tutte le nazioni che vi partecipano, per coloro che ospitano gli studenti perché hanno la possibilità di far conoscere le proprie università, le proprie città e di generare un percorso di condivisione. E' uno straordinario investimento per tutti coloro che invece partecipano al progetto e quindi mandano i propri giovani all'estero dando loro la possibilità di fare un'esperienza formativa importante; ed è un investimento per gli stessi giovani, quindi per ogni singola persona, perché è un investimento in cultura.

Sono giovani che apprendono nuove tecnologie, che si confrontano con studenti di altri Paesi; è un investimento quindi sulle differenze che sono importanti perché si impara, come dicevo prima, a conoscere una cultura diversa e quindi ad avere anche rispetto degli altri. E' un investimento sulla conoscenza e sul sapere ed è anche uno straordinario investimento sulle competenze non formali, quelle competenze che oggi il nostro modello di istruzione e le nostre scuole non riescono assolutamente a trasmettere ai giovani.

Mi riferisco alle competenze essenziali per i nostri giovani nel momento in cui, finito il periodo degli studi, affrontano le sfide della vita, cioè la sfida occupazionale, perché sono quelle le competenze che la professione e le aziende richiedono. Oggi gran parte delle aziende è interessata non tanto a quello che sai, ma a quello che sai fare, a come ti proponi, alla capacità di conciliarti, di convivere con gli altri, di lavorare in gruppo, di risolvere i problemi.

Devo dire che anche sotto questo punto di vista riguardo all'Erasmus da parte della Commissione europea ci sono dei dati confortanti. Infatti uno studio denominato l'Erasmus impact study testimonia che oggi tutti gli studenti che hanno fatto l'Erasmus hanno una capacità occupazionale superiore agli altri colleghi universitari del 50 per cento. Sono dati fondamentali per capire quanto sia importante il progetto Erasmus, non solo come progetto culturale, ma anche come valore economico avendo un grande ritorno occupazionale diretto e indiretto.

Ritorno indiretto perché chiunque, per esempio, venga a visitare la nostra città, o le nostre città, quindi Cagliari e Sassari, nel corso del progetto Erasmus ha la possibilità di conoscere un'altra realtà, e sicuramente avrà anche il desiderio e la voglia di ritornarci, quindi si forma un circuito produttivo positivo. E ha un ritorno diretto perché oggi in Sardegna ci sono diverse associazioni che, lavorando in questo settore, sono riuscite a creare occupazione, posti di lavoro.

L'Erasmus quindi è anche una straordinaria risorsa economica, in generale lo sono tutti i progetti di mobilità europea giovanile e studentesca, come lo testimonia il fatto che se ne occupino diverse associazioni. Associazioni che, però, pur essendo riuscite ad aggiudicarsi numerosi e importanti progetti europei, oggi non sono in grado di portarli avanti in quanto mancano delle risorse necessarie per il cofinanziamento dei progetti.

Questo è uno dei motivi per cui la settimana scorsa ho presentato un emendamento all'assestamento di bilancio per rispondere alle esigenze di alcune associazioni; parliamo infatti di 200-300 milioni di euro di fondi dell'Europa a fronte di 40-50 milioni di euro che potrebbe mettere la Sardegna. Per quali finalità vengono varati questi progetti? Per far viaggiare tanti nostri giovani, per creare tante occasioni di scambio culturale, e soprattutto per garantire occupazione.

È ugualmente fondamentale quello che, tra non più di una settimana, accadrà a Cagliari dove arriveranno ottocento giovani (e si fermeranno una settimana) per partecipare all'agorà della Associazione degli Stati generali degli studenti dell'Europa (AEGEE), un'associazione che a Cagliari è nata quasi vent'anni fa grazie alla straordinaria intuizione di un amico, che non c'è più e che voglio ricordare, Paolo Carta, e di altri amici, tra cui anche l'onorevole Tunis.

E sono importanti l'Erasmus e tutti i progetti di mobilità internazionali perché permettono ai nostri giovani di andare all'estero ed essere veri ambasciatori della Sardegna facendo conoscere, anche a chi non ha avuto la possibilità di soggiornare nelle nostre città, la nostra realtà, la nostra cultura.

I nostri giovani possono farsi portavoce di un modo di vivere e di pensare e, magari, grazie all'entusiasmo indotto da quella esperienza un domani potranno stare in Sardegna e far conoscere le nostre aziende e i nostri progetti, perchè la Comunità europea negli ultimi anni ha finanziato anche un progetto Erasmus per gli imprenditori, quindi dando la possibilità di confrontare iniziative ed esperienze dal punto di vista delle aziende produttive.

E ancora l'Erasmus è importante perché lo spostamento di tanti giovani consente di rivitalizzare i tessuti urbani e di dar vita effettivamente a quell'Europa che ci piace, a quell'Europa che funziona, a quell'Europa che noi vogliamo. E con questa mozione non si chiede tutto sommato tanto; si chiede di fare un piccolo passo, di costruire un tavolo di lavoro permanente tra le istituzioni (Regione, università, enti per il diritto allo studio, associazioni che concretamente operano nel progetto e che più di ogni altro soggetto si scontrano con la quotidianità e con la burocrazia), che permetta di risolvere tanti piccoli problemi burocratici, che permetta di valorizzare tutte le iniziative positive poste in essere, e tra queste mi piace citare il progetto Move, varato qualche anno fa dall'Agenzia regionale del lavoro, al fine di incentivare la mobilità a livello europeo dei nostri giovani.

Occorre passare quindi da un investimento spot, un investimento temporaneo, a un investimento continuativo in modo tale da poter sviluppare tutte le sinergie adatte a promuovere la crescita del nostro territorio, la crescita di tutta l'Europa, l'occupazione e, soprattutto, adatte a favorire la conoscenza e la cultura delle differenze che costituiscono il vero patrimonio che tutti noi ci portiamo appresso. Perché solo chi conosce se stesso e ha rispetto di se stesso è in grado di rispettare gli altri.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, intervengo per sottolineare che chi ha formulato questa mozione mi pare abbia centrato un tema che deve quanto prima arricchire il nostro dibattito, per darci la possibilità di portare all'interno di questa Assemblea, nel confronto con la Giunta, tutte quelle idee che possono concorrere a trasformare il nostro "sistema giovani", il grande fattore umano della Sardegna, in un grande volano di esperienze e di mobilità internazionali.

Il collega Truzzu ha citato il progetto Move, che è stato in quel periodo storico uno strumento all'avanguardia su tutto il territorio nazionale, perché per primi in Italia, con questo livello istituzionale, la Regione autonoma della Sardegna ha potuto avere un centro di mobilità internazionale che per dimensioni, struttura, capacità operativa era paragonabile solamente ai servizi per il lavoro svedesi.

Ora ha correttamente incentrato sull'Erasmus, che è una esperienza decennale, l'inizio del dibattito, però è anche vero che questo dibattito deve essere arricchito, perché oggi a livello europeo la mobilità non è più solamente istruzione, ma è un complesso più articolato di esperienze che tende ad arricchire il capitale umano non soltanto, ripeto, dal punto di vista dell'istruzione, ma anche dal punto di vista di quelle competenze trasversali che poi sono quelle che rendono la figura vincente all'interno del mondo del lavoro.

Il progetto MOVE è un acronimo che tradotto dall'inglese significa: mobilità, opportunità, volontariato in ambito comunitario. Qual è lo scopo di questo progetto? E' non soltanto quello di accompagnare, quindi non abbandonandola al fenomeno dell'emigrazione, la crescita culturale e professionale delle risorse, ma di agevolarla dal punto di vista istituzionale attraverso degli strumenti che facciano sentire la risorsa accompagnata, e soprattutto il bagaglio di competenze acquisito certificato e spendibile.

Io credo che ci sia abbastanza su questo tema, sia in termini di contenuti sia in termini di sensibilità condivise, per poter scrivere tutti assieme anche un ordine del giorno all'interno del quale si possa offrire alla Giunta lo spunto per articolare una proposta con contenuti operativi e soprattutto economici per agevolare questo processo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, oggi si parla tanto di generazione Erasmus, io non so se in quest'Aula sono l'unico ad avere avuto la fortuna di poter fare questa esperienza, ma spero, anzi sicuramente, tanti giovani presenti in questo consesso l'hanno vissuta. È chiaro che non è mia intenzione portare la testimonianza di un patrimonio culturale da cui mi sento ovviamente arricchito, grazie all'opportunità che mi è stata data dall'Università e che mi ha permesso di confrontarmi in giro per l'Europa con realtà veramente di tutto il mondo.

Contrariamente infatti a quello che avviene o, meglio, avveniva qualche anno fa nelle nostre università, in Europa si accoglievano studenti provenienti da tutto il mondo, dalla Cina al Giappone al Sudamerica, e sono sempre stati ovviamente degli elementi di arricchimento per ciascuno di noi che ha avuto l'opportunità di confrontarsi. Io direi che dovrebbe essere addirittura obbligatorio per gli studenti, per i giovani studenti sardi partecipare a questi progetti di mobilità europea, e dovrebbe essere ovviamente scontato allargare le opportunità di accoglienza ai giovani europei che vogliono invece fare questa esperienza in Sardegna.

Gli strumenti sono diversi, come ha detto anche l'onorevole Tunis, e mi piace ricordare anche l'esperimento che da poche settimane sta facendo il Comune di Elmas per tentare di consentire ai giovani residenti di andare non solo, come qualcuno ha detto, a cercare fortuna fuori dalla Sardegna ma anche a cercare opportunità di crescita culturale e di confronto per poi tornare a casa con bagagli culturali più ampi.

Durante queste esperienze "passano un sacco di treni", qualche volta viene la tentazione di non tornare, ma il richiamo della nostra terra è forte e i nostri giovani rientrano, rientrano arricchiti e per continuare queste esperienze ovviamente è necessario che la Regione sarda sostenga gli enti per il diritto allo studio, sostenga maggiormente le Università affinché possano allargare questi rapporti di parternariato con le Università europee.

Occorre anche sostenere tutte quelle attività di volontariato e tutte quelle realtà dell'associazionismo sardo che si mettono a disposizione per favorire l'accoglienza e l'orientamento di questi giovani; e attraverso questa mozione, ma anche nell'intenzione, come ha ricordato il collega Truzzu, dell'emendamento presentato all'assestamento di bilancio, c'era proprio l'intento di potenziare queste realtà per consentire nuove opportunità di crescita a queste associazioni, nuove opportunità di accoglienza, nuove opportunità di scambio che non possono che far bene alla nostra terra.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSdAZ). Presidente, viviamo un tempo in cui la percezione delle istituzioni europee nei cittadini dei diversi Stati è sicuramente la percezione di una sovrastruttura tecnocratica e pesante, che ha ridotto gli spazi di libertà piuttosto che proporre nuovi spazi di incontro e di integrazione. Io credo che in un contesto come questo la mozione abbia il merito di introdurre nella discussione di quest'Aula uno dei pochi strumenti che parte dal basso e cerca di costruire gli europei prima dell'Europa: un'Europa dei popoli, perché dal processo di Bologna in poi, che ha stabilito che la politica di integrazione tra gli studenti universitari, che le politiche universitarie di incontro e di confronto siano alla base della costruzione europea, tutto questo è diventato un patrimonio condiviso.

Ricordo che uno dei tanti processi di upgrade del processo di Bologna, quello di Glasgow, aveva addirittura introdotto come titolo "strong university for a strong Europe", cioè costruire sempre di più un sistema universitario forte di scambi culturali internazionali rappresenta il cemento migliore per costruire un'Europa più forte. Dopo questo processo c'è stata la Strategia di Lisbona che ha sancito ancora di più l'interscambiabilità e il mutuo riconoscimento del sistema dei crediti, e quindi si è proseguito con un processo di integrazione sempre maggiore all'interno dello scambio culturale nel sistema universitario.

Io credo, avendo avuto anche la fortuna di occuparmi per lunghi anni di studenti universitari, che questo patrimonio bello e tumultuoso di idee, esperienze, capacità ed entusiasmi sia uno degli strumenti migliori, non solo per far progredire questa nostra Isola dando ai suoi studenti l'opportunità di incontrare e confrontarsi con i loro coetanei di tutta Europa, ma che sia anche lo strumento migliore per garantire un futuro a questo grande progetto internazionale senza confini, che ha visto prima di noi i nostri padri e che vedrà mi auguro i nostri figli intenti a costruire un percorso che ci porti a una integrazione perfetta.

Una integrazione che deve tutelare peculiarità e differenze, che esistono, un percorso che credo possa nascere ancora di più e meglio se parte proprio dai giovani, e dai giovani nell'investimento più importante che fanno nella loro vita che è la propria formazione e la propria cultura.

Sono quindi contento di aver sottoscritto questa mozione e chiedo all'Aula di votarla senza infingimenti e senza bisogno di abbandonarsi al rito degli ordini del giorno, perché è condivisibile in ogni suo aspetto.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Presidente, intervengo con grande piacere sul tema della mobilità studentesca perché lo considero uno degli elementi su cui si fonda il futuro dell'Europa e la realtà istituzionale dell'Europa. La libera circolazione dei cittadini sicuramente ha determinato un totale cambiamento di prospettiva dell'Europa, trasformandola da un'Europa dei mercati tendenzialmente in un'Europa dei cittadini. Attraverso l'Erasmus questo è accaduto, ed è accaduto in maniera molto concreta negli ultimi 25-30 anni.

Conosco moltissimi dei progetti di cui si è parlato; mi sono occupato di Erasmus mundus, di Erasmus placement, di Erasmus plus e anche di Erasmus tempus, che sono i progetti transatlantici. Il tema quindi è molto ben conosciuto e debbo dire che sotto questo profilo uno sforzo di supporto da parte della Regione, con riferimento particolare alla tematica del diritto allo studio che è stata rievocata in Aula, la Giunta lo ritiene un elemento strutturale; e come si potrà vedere nel PRS sono elementi portanti della strategia della qualità dell'azione amministrativa.

Da questo punto di vista la nuova programmazione europea (l'avvio sta avvenendo in questi mesi) offre una prospettiva concreta ai programmi Erasmus, rispetto alla quale il principio di sussidiarietà, entrato nei nostri ordinamenti a seguito dell'attività dell'Unione Europea, avrà bisogno di un supporto fondamentale da parte della Regione.

Il parere della Giunta quindi è un parere favorevole a che si addivenga a una definizione unitaria di uno dei grandi temi della mobilità che appunto è rappresentato dai programmi di mobilità internazionale. Su questo voglio aggiungere che intendo riferirmi alla mobilità non solo sotto il profilo dell'istruzione ma anche sotto il profilo del lavoro, quindi mobilità dei lavoratori in generale, mobilità degli artigiani, mobilità dei professionisti, mobilità di tutti coloro che possono apprendere andando all'estero ma anche insegnare ricevendo in Sardegna studenti, lavoratori e funzionari che abbiano questo tipo di attività; quindi una mobilità a tutto tondo che metta la Sardegna al centro dell'Europa, e viceversa.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Presidente, ringrazio l'Assessore anche per quanto ha appena detto, su cui non posso che trovarmi d'accordo. Devo dire che la mozione, partendo dal programma Erasmus, che è un programma rivolto prevalentemente agli studenti universitari, ha cercato poi di spaziare parlando di mobilità in senso lato; nell'illustrare la mozione ho citato il programma per gli imprenditori, grazie al quale giovani sardi hanno avuto la possibilità di fare esperienze all'estero e, tornati in Sardegna, di avviare delle aziende, ed è quanto di più bello e di più importante si può avere dall'utilizzo di questo programma.

A questo punto chiedo ai colleghi se si vuole votare la mozione, o se si intende presentare un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, poiché ritengo che questo sia un argomento condiviso da tutti penso sia necessaria una breve sospensione per predisporre, se naturalmente il proponente è d'accordo, un ordine del giorno condiviso da sottoporre all'attenzione dell'Aula sulla base della discussione appena conclusa.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 25, viene ripresa alle ore 12 e 42.)

PRESIDENTE. È stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.

(Si riporta il testo dell'ordine del giorno:

Ordine del giorno Cocco Pietro - Pittalis - Anedda - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Dedoni - Desini - Fenu - Rubiu - Solinas Christian - Usula - Truzzu sul programma Erasmus (regionale) e sulla mobilità giovanile.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 79 sul progetto Erasmus (regionale) e sulla mobilità giovanile,

PREMESSO che:

- crede fortemente nella costruzione di un'Europa dei popoli e dei cittadini, con una reale unione politica senza la quale il progetto a lungo termine è destinato a naufragare;

- gli studenti hanno anticipato le istituzioni per quanto riguarda la reale integrazione europea;

- nel 2010 l'Unione europea ha adottato la strategia "Europa 2020" che si incardina su tre priorità principali: crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva (o solidale);

- per la nuova programmazione 2014-2020 l'Unione europea ha lanciato il nuovo programma "Yes Europe" (o Erasmus Plus), che conferma la centralità della formazione e della mobilità internazionale nelle politiche europee;

- "Yes Europe" beneficerà di uno stanziamento pari a 19 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, con un aumento pari al 70 per cento delle risorse stanziate durante l'attuale programmazione 2007-2013;

PRESO ATTO che:

- la Regione ha, nel corso degli anni, finanziato, in accordo con le Università di Cagliari e Sassari, la mobilità internazionale studentesca, nella fattispecie il programma Erasmus e il programma Leonardo, confermando di credere nell'educazione non formale e nella validità di questi progetti;

- rispetto ad altre regioni italiane la nostra è ancora sprovvista di una legge sulla gioventù, che sostenga l'attività delle diverse associazioni che operano nel campo della mobilità internazionale e nel campo dell'associazionismo giovanile universitario e scolastico;

RITENUTO che la futura legge sulla gioventù debba necessariamente accorpare in un unico assessorato le competenze riguardanti le politiche giovanili, distribuite oggi in più assessorati, rendendo così più chiaro il quadro delle stesse competenze e le molteplici opportunità che la stessa Regione offre;

VALUTATO che:

- il nuovo programma "Yes Europe" e/o Erasmus Plus si propone di aumentare il numero di coloro che beneficiano di una borsa per compiere parte del loro percorso educativo e formativo all'estero nella misura del 30 per cento per gli studenti della formazione superiore e del 50 per cento per gli studenti della formazione professionale;

- il nuovo programma "Yes Europe" si propone di aumentare del 30 per cento il numero di giovani che partecipano ad attività di volontariato all'estero o a scambi di giovani;

- i giovani che partecipano a programmi di mobilità giovanile e studentesca costituiscono un prezioso volano turistico per la nostra Isola, soprattutto grazie al massiccio utilizzo degli strumenti della comunicazione istantanea, quali i social network o le applicazioni mobili ad essi connesse;

- i giovani che hanno svolto esperienze legate a programmi di formazione e mobilità in Sardegna hanno sempre espresso ottime opinioni sul soggiorno nella nostra Isola, e hanno dimostrato concretamente l'apprezzamento con successivi soggiorni;

- la presenza di giovani stranieri coinvolti in programmi di formazione e mobilità ha positivi effetti sull'indotto economico delle città che li ospitano,

impegna il Presidente della Regione

a convocare un tavolo di lavoro (a cui saranno invitati a partecipare gli assessori competenti per materia, il presidente della Commissione competente, i Magnifici Rettori delle Università di Cagliari e Sassari, i presidenti dell'ERSU di Cagliari e Sassari, il presidente dell'ANCI e dell'ASEL Sardegna, i sindaci dei Comuni di Cagliari e Sassari e i rappresentanti delle associazioni di mobilità studentesca internazionale di maggiore rappresentatività) che per oggetto avrà l'individuazione degli interventi strutturali e infrastrutturali finanziari per far crescere il numero dei giovani che potenzialmente potrebbero partecipare in entrata e uscita a tutti i programmi di mobilità internazionale, non più solo rivolti all'istruzione, ma alla crescita complessiva dell'individuo, attraverso esperienze di studio, lavoro e volontariato, anche in linea con i programmi ed i fondi previsti dalla nuova programmazione 2014-2020. (1).)

PRESIDENTE. Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1, la mozione si intende ritirata. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco.

COCCO PIETRO (PD). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Agus, Busia, Crisponi, Fenu e Zedda Alessandra hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fenu - Forma - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 50

(Il Consiglio approva).

Discussione della mozione Tatti - Pinna Giuseppino - Rubiu - Orrù - Randazzo - Fenu - Floris - Oppi - Pittalis - Zedda Alessandra - Solinas Christian - Tunis - Locci - Dedoni - Cherchi Oscar sull'attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7, in materia di stabilizzazione del personale precario dell'Ente foreste della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (59) e approvazione di ordine del giorno

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca l'esame della mozione numero 59.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Tatti - Pinna Giuseppino - Rubiu - Orrù - Randazzo - Fenu - Floris - Oppi - Pittalis - Zedda Alessandra - Solinas Christian - Tunis - Locci - Dedoni - Cherchi Oscar sull'attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7, in materia di stabilizzazione del personale precario dell'Ente foreste della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

la salvaguardia ambientale e boschivo della Sardegna passa inequivocabilmente attraverso il buon funzionamento dell'Ente foreste della Sardegna;

l'ente regionale si avvale da sempre di personale precario che svolge - pur nella frustrante posizione di incertezza lavorativa - il proprio lavoro con abnegazione e fondamentale apporto;

la Regione, già dalla Giunta presieduta dal Presidente Soru, in attuazione della legge regionale n. 2 del 2007 (legge finanziaria), aveva avviato un percorso di stabilizzazione riconoscendo a detto personale un ruolo chiave per il buon funzionamento dell'Ente foreste;

alla data odierna sono oltre 700 i lavoratori precari impegnati nei vari livelli retributivi e funzionali dall'Ente foreste della Sardegna;

il Consiglio regionale, non meno di sei mesi fa, unitariamente e senza alcuna suddivisione tra gli schieramenti, approvava l'articolo 4 della legge n. 7 del 2014 (legge finanziaria);

RAMMENTATO che:

il suddetto articolo 4 della legge n. 7 del 2014 incrementava di 6.000.000 di euro l'UPB S04.08.007 e indicava nel numero massimo di 500 le unità lavorative con rapporto semestrale da stabilizzare con rapporto annuale;

trascorsi sei mesi non si è data attuazione della norme de quo e la provvista economica risulterebbe quindi ampiamente sufficiente per la collocazione in servizio di tutto il personale precario nel rispetto dell'equilibrio territoriale citato dalla suddetta norma;

VALUTATO che:

oramai sono decorsi i termini di impugnazione in seno alla Corte costituzionale della norma de quo;

le modalità di interpretazione delle norme in materia di stabilizzazioni sono molteplici ma che tutte puntano al risultato finale di ottenere il risultato di riconoscere il lavoro svolto dagli OTD;

la norma attualmente in vigore attribuisce ampi poteri discrezionali alla Giunta regionale sulle modalità di attuazione della medesima;

CONSIDERATO, infine, che:

è un obbligo di legge, oltre che morale, il dare attuazione a quanto disposto dal predetto articolo 4 della sopra citata legge finanziaria 2014;

l'applicazione della norma risolverebbe anche significativi problemi al sistema lavoro che tanto affligge il popolo sardo che della precarietà e incertezza inizia a risentire in termini di serenità e qualità della vita;

sono irrilevanti le modalità e le forme attuative che la Giunta regionale vorrà attuare ai fini dell'applicazione della legge prevalendo l'interesse sociale di salvaguardare lavoratori e il funzionamento dell'Ente,

impegna la Giunta regionale

a dare la piena e immediata attuazione all'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7. (59).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

TATTI GIANNI (UDC). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, la mozione che oggi sono chiamato a illustrare come primo firmatario rappresenta una realtà della Sardegna che tutti noi che facciamo politica non possiamo ignorare.

Permettetemi di fare una brevissima premessa; la Sardegna, come ripetiamo sempre, non è solo coste, spiagge e mare, ma è anche zone interne. Se ci pensiamo bene l'interno della nostra Isola con il suo patrimonio boschivo, la macchia mediterranea, i fiumi, i laghi, deve essere sempre più al centro della nostra politica e, come sappiamo, la tutela di questo nostro patrimonio è in mano all'Ente foreste che è lo strumento più adatto e radicato nel nostro territorio.

Purtroppo però con l'invecchiamento delle maestranze e con il blocco del turn-over, voglio sottolineare questo dato, il blocco del turn-over dal 2007, l'Ente attraversa un momento di difficoltà nel portare avanti i suoi compiti istituzionali; tutti infatti sappiamo che tra leggi nazionali e impugnative di leggi regionali dal 2007 non è stato possibile effettuare il dovuto rinforzo degli organici di tutte le categorie dei lavoratori dell'Ente.

Inoltre diverse amministrazioni comunali, riconoscendo all'Ente l'importante ruolo di tutela, hanno concesso i propri territori allo stesso anche nella prospettiva di creazione di posti di lavoro per i propri concittadini. Oggi tutto il sistema di tutela basato sull'Ente foreste sta scricchiolando, da questo nasce la problematica sollevata con la nostra mozione. Il problema delle stabilizzazioni non deve essere visto come un esercizio di clientelismo, ma anzi bisogna superare questa visione che non mi appartiene e non deve appartenerci.

La crisi economica e sociale che ha colpito la nostra terra è stata violenta e i suoi effetti si sono riversati soprattutto sulle fasce più deboli della società, tra i lavoratori precari e tutti quei sardi che hanno perso la certezza di un pasto e della casa dove vivere. Dare certezze ai nostri cittadini, aiutarli, è un dovere della classe politica, è un dovere di noi rappresentanti del popolo sardo, ma ancora più di tutti, è un dovere di ognuno di noi aiutare i nostri concittadini in difficoltà. È un dovere ricordarci che dobbiamo agire secondo coscienza e morale.

Non ignoro che vi siano tante altre realtà di disagio e di disperazione nei settori dell'industria, dell'agricoltura, dell'artigianato, del turismo, tra l'altro tutti strettamente collegati all'ambiente e alla sua tutela. Ma la scelta odierna di trattare la stabilizzazione dei dipendenti precari dell'Ente foreste deriva dalla concreta possibilità di trasformare la mozione in atti concreti. Sappiamo tutti infatti, e chi non è al corrente avrà modo di informarsi, che nella finanziaria 2014 con un provvedimento bipartisan è stato approvato l'articolo 4 che individua un fondo di 6 milioni di euro per le stabilizzazioni dell'Ente foreste.

Le norme sulle stabilizzazioni sappiamo tutti quanto siano sempre sotto osservazione da parte del Governo nazionale e della Consulta; la norma di cui si parla nella mozione non è stata impugnata dal Governo e i termini per farlo sono ormai decorsi. In materia di norme sulle stabilizzazioni all'Ente foreste, la Regione autonoma della Sardegna sin dal 2007, con la legge numero 2, all'articolo 15, comma 26, ha avviato con responsabilità le procedure per trasformare rapporti lavorativi fondamentali e necessari per il funzionamento dell'Ente e la salvaguardia dell'ambiente isolano in rapporti certi.

In questo momento è quindi necessario precisare che le leggi sulle stabilizzazioni necessitano di procedure di attuazione precise per non cadere nei rischi di impugnative e violazioni delle norme nazionali e costituzionali in materia di accesso ai ruoli della Pubblica amministrazione. Da un punto di vista legale è necessario partire, quindi, dall'articolo 4 della legge numero 7 del 2014 che prevede: "Per rafforzare le funzioni di prevenzione delle calamità naturali e del rischio idrogeologico in Sardegna" - quindi una cosa attualissima anche oggi (tutti i giorni purtroppo) ci sono stati degli incendi in Ogliastra e in altre parti della Sardegna - "l'Ente foreste è autorizzato a procedere alla stabilizzazione annuale dei propri dipendenti aventi rapporto semestrale, attraverso una graduazione triennale del contingente per un massimo di 500 unità annue, nel rispetto dell'equilibrio territoriale di provenienza del personale interessato. A tal fine il finanziamento all'Ente foreste è incrementato di euro 6.000.000 per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016".

In merito alla dotazione finanziaria vorrei invitare la Giunta a valutare la possibilità di un incremento; io ho presentato la mozione il 23 luglio, purtroppo in fase di assestamento la dotazione finanziaria non solo non è stata incrementata ma sono stati cassati 8 milioni di euro. Ricordiamo che investire i soldi sardi per i sardi attraverso il riconoscimento del loro impegno per la nostra terra è un modo per rilanciare la morente economia. Non demonizziamo i concorsi e le assunzioni, di tutte le categorie di lavoratori; la macchina Regione e i suoi Enti hanno bisogno di un nuovo apparato giovane e dinamico, forte e organizzato per affrontare la sfida della ripresa da questa crisi devastante.

Non inventiamoci sistemi stellari, diamo lavoro ai nostri cittadini, ce lo chiedono loro e ce lo chiede l'ambiente che va tutelato con i fatti e non con leggi impositive di divieti e laccioli! Non spetta alla parte politica, e a me in particolare, analizzare e interpretare che natura abbia la norma, se questa è norma speciale in materia di leggi sulla stabilizzazione, ovvero norma aperta e vincolata solo alla Costituzione, rilasciando a fase successiva la regolamentazione delle modalità di attuazione.

La cosa certa è che c'è una precisa e bipartisan volontà politica (spero ci sia ancora, c'era quando è stato approvato l'articolo 4), c'è la copertura finanziaria e c'è un numero ampio di cittadini sardi che vogliono continuare a vivere in Sardegna con la certezza di poterlo fare lavorando e portando avanti un'esistenza dignitosa per sè e le loro famiglie. Non nascondo che per dare attuazione alla norma in oggetto sia necessario, da parte dell'Ente foreste, aggiornare il numero delle unità lavorative che hanno diritto alla stabilizzazione e alla ripartizione nei territori con equilibrio e funzionalità.

A questo proposito chiedo che venga fatta giustizia per i territori che sono rimasti fuori dalle precedenti stabilizzazioni; sto parlando della provincia di Nuoro, della provincia di Cagliari, della provincia di Oristano e dell'Ogliastra soprattutto. Chiedo inoltre di stabilire dei criteri di priorità (possono essere per esempio l'età anagrafica, o il servizio, o il reddito ISEE) e precisare l'inquadramento funzionale e retributivo all'interno dei quadri operativi dell'Ente.

Non nascondo che sarà necessario avviare un percorso di confronto importante e impegnativo con le organizzazioni sindacali; so che gli Assessori competenti hanno già avviato questi incontri, ma hanno fatto altrettanto gli Assessori dell'ultima legislatura, appena conclusa, che hanno incontrato più volte, anche assieme al consiglio di amministrazione, le organizzazioni sindacali. Quindi la capacità e le qualità dei dirigenti sindacali, come quella dei politici ci sono e sono fiducioso e certo che tutti comprenderanno che non si sta parlando né di marchette e né di cambiali elettorali, ma si sta parlando di aiutare la nostra agonizzante terra.

Non nascondiamoci, quindi, sia come politici che come legislatori, lo dico anche all'Esecutivo, dietro una fase impegnativa per dare attuazione all'articolo 4 della legge finanziaria 2014. Ricordiamoci che se siamo i primi noi, come legislatori e politici, a non dare attuazione alle nostre leggi non possiamo ipotizzare e auspicare che lo facciano gli Uffici, i funzionari o gli Enti. Impegniamoci quindi tutti ad approvare oggi una mozione, sicuri che la Giunta saprà attuarla nel miglior modo possibile, che altro non fa che ricordarci che quanto scriviamo in legge è frutto di lavoro e impegno e crea nei destinatari aspettative fondate non più su un becero sistema di clientelismo, ma sulla semplice pretesa di vedere applicato un diritto sancito da norme approvate dal Consiglio regionale della Sardegna.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.

TOCCO EDOARDO (FI). Presidente, intervengo giusto per una riflessione perchè il collega Tatti ha fatto una panoramica più che eloquente della problematica relativa al comparto dell'Ente foreste. Io proprio la settimana scorsa ho presentato un'interpellanza dello stesso tenore, non so se l'Assessore ricorda, che non ho potuto esporre perché non avevo potuto essere presente, l'ha fatto per me il mio Capogruppo e collega Pietro Pittalis e so che lei ha risposto.

Credo che tutti oramai conosciamo abbastanza bene il problema quindi, per non tornare sull'argomento e tediare tutti i colleghi, vorrei sapere da lei (credo io come tutti ), Assessore, quali sono le sue vere intenzioni su questo argomento. Non voglio ribadire i concetti del collega Tatti, i dati che ha snocciolato e tutte le sue argomentazioni perché ormai la questione è molto chiara, però è una situazione che sta andando avanti da molto tempo.

Noi abbiamo necessità di queste persone, non possiamo continuare a tenerle in questa condizione anche perché psicologicamente, moralmente e via dicendo si trovano in una condizione tale da non poter avere delle prospettive, prospettive che non danno poi neanche alla Sardegna. Lei sa bene che sono persone che si attivano in maniera solerte quando vengono chiamate, anche per via delle problematiche legate anche alla geomorfologia della Sardegna.

Ci sono dei territori che hanno necessità più di tanti altri del personale della forestale, ci sono dei territori che hanno delle emergenze, e quest'anno abbiamo avuto molti esempi relativamente al problema degli incendi, come rimarcava prima il collega Tatti. A mio avviso però alla fine della "fiera", caro Assessore, io le chiedo (e credo che glielo vorrebbe chiedere anche chi non parla): qual è la prossima pianificazione per la stabilizzazione di queste persone. Noi abbiamo necessità di sapere se c'è un programma immediato affinché questo possa essere attuato nel più breve tempo possibile, non possiamo continuare a perderci in preamboli e abbiamo non solo il diritto come consiglieri regionali ma anche il piacere di sentirla e ascoltarla io per primo non solo per me stesso ma per tutti.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, credo che due considerazioni molto brevi su un argomento così importante si debbano fare, visto che il collega Tatti e anche il collega Tocco hanno individuato e posto un problema che in questo momento necessita di essere risolto per una questione' di giustizia. Stiamo parlando di una realtà fondamentale per il nostro territorio regionale, una realtà che in tutti questi anni (ricordo che l'Ente foreste è stato istituito con norma regionale) ha prodotto dei risultati che sono alla luce del sole e la cui importanza può essere valutata da tutto il popolo sardo.

L'Ente foreste rappresenta in realtà una risorsa veramente importante, come già è stato detto, per la tutela del nostro patrimonio, la cura dei nostri boschi, ma non si limita solo a questo bensì allarga il suo raggio d'azione anche alla tutela della fauna e dell'ambiente in generale ottenendo, ripeto, dei risultati importanti.

Quindi, diceva bene il collega Tatti che non stiamo parlando di stabilizzazioni perché bisogna accontentare qualche amico, come si suol dire, o per dare risposte settoriali, ma stiamo parlando di una situazione che, oramai da tanto tempo, si tenta di risolvere; ulteriore esempio è la finanziaria 2014 che aveva previsto una programmazione triennale con relativa copertura finanziaria che, poi, è stata temporaneamente, spero, e questa credo che sia la risposta che ci darà la Giunta, eliminata, nel vero senso della parola.

A noi, però, interessa che questa Giunta dia una risposta e che questa Aula sempre così attenta e sempre così puntuale nel seguire il dibattito al suo interno (dibattito sempre molto interessante, i colleghi sono molto disponibili nel seguire e, nel dare delle grandi risposte), possa riconoscerla comunque come una soluzione strategica.

E' necessario che i lavoratori a tempo determinato, nel rispetto delle regole e delle norme che chiaramente possono essere attuate, abbiano una risposta nel più breve tempo possibile in modo che il loro tempo determinato possa diventare tempo indeterminato ma non, ripeto, per una soluzione di tipo personale, bensì per il risultato che questa stabilizzazione porterebbe all'Ente e non solo all'Ente ma a tutto il territorio regionale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, a me dispiace essere una voce fuori dal coro ma qualche precisazione va fatta subito su che cosa è questo mastodonte denominato Ente foreste. Un mastodonte che porta via il 70-75 per cento dei fondi dell'Assessorato dell'ambiente, dotato di un budget intorno ai 180 milioni di euro e un avanzo di esercizio sempre intorno ai 20-30 milioni l'anno.

In un momento particolare si è arrivati a stabilizzare 850 precari, quando sono diventato Assessore abbiamo avuto delle difficoltà perché c'era il problema dell'Isee . C'è stata una serie di incontri con risultati diversi che niente hanno a che vedere con le frottole che raccontano i sindacalisti. Consentitemi una digressione per dire ai sindacalisti che pensino piuttosto a rimborsare quelle migliaia e migliaia di ore che hanno per permessi sindacali, rimborsi che ancora la CGIL non ha versato e deve versare.

Detto questo, quando siamo riusciti a far passare l'inserimento di questi 850 lavoratori, alcuni di essi hanno rifiutato e, quindi, dopo svariate riunioni con i sindacati abbiamo stabilizzato non 215 ma 226 persone. La procedura con la quale si è cercato di fare queste stabilizzazioni, con tutte le Unità Gestionali di Base (UGB), eccetera, è definita in una delibera, che è stata inviata con tutta la documentazione il 23 gennaio, protocollo numero 1967,.

Contestualmente il presidente dell'Ente, a nome Murino, ha inviato una lettera nella quale dichiarava, molti colleghi ne sono a conoscenza, praticamente in tre punti, che non si poteva procedere con queste stabilizzazioni sulla base della normativa nazionale e del blocco delle assunzioni, ma anche, il motivo vero, che essendo il 90 per cento del budget dell'Ente impegnato tra spese correnti e personale non si poteva procedere alle stabilizzazioni neanche per scorrimento.

In data 23 dicembre portai la delibera in Giunta, chiesi il parere all'Assessore competente che il 2 gennaio del 2012 mi rispose che effettivamente non si potevano fare le stabilizzazioni.

Allora cominciamo a dire qual è il contesto; nell'area geografica dell'Ogliastra ci sono 609 addetti da stabilizzare, a Nuoro 514, a Oristano 407, a Cagliari 186, circa 1600 unità che sommate alle altre portano la Sardegna, con 6 mila unità lavorative, a essere la seconda Regione d'Italia per il numero di addetti. Sono in carico all'Ente anche 2 mila operai non specializzati (quindi si tratta di specializzarli), circa 400 amministrativi, e mancano più figure tecniche.

Le stabilizzazioni devono essere viste in un quadro di insieme, anche perché molti lavoratori non vogliono essere stabilizzati perché lavorano 181 giorni per l'Ente e per gli altri 180 svolgono un secondo lavoro; del resto l'unico che ha fatto battaglie con me per le stabilizzazioni è stato l'amico Cocco che, su questa possibilità è stato supportato dall'azione di un sindacato.

A questo punto però dobbiamo vedere le stabilizzazioni nel contesto generale, perché in questi giorni i precari, la maggior parte sono operai, chiedono il riconoscimento e l'inserimento nelle mansioni superiori che, di fatto, hanno svolto. Io voglio fare una considerazione sul Corpo forestale. Perché la Sardegna, che deve sempre rivendicare, si deve accollare un Corpo forestale, del cui personale usufruiscono le Procure della Repubblica (fanno tutte le indagini, gli diamo le attrezzature eccetera) e che ci costa circa 25 milioni l'anno quando in tutta Italia il Corpo forestale è dello Stato? Possibile che la Sardegna si debba accollare tutte le cose? È chiaro, di conseguenza, che essendo le risorse sempre meno affrontiamo molte difficoltà nel risolvere i veri problemi.

In questo quadro i 6 milioni annui per 500 persone per il triennio, tenendo conto che non sono 1600 precari perché molti rifiuteranno al terzo anno saranno 20 milioni l'anno in più (prima c'era una quota per la disoccupazione che non conteggiamo), ma alla fine avremo 1600, se fossero 600 persone in più. Certo c'è un problema di giustizia e dico anche su questo.

In effetti, se verifichiamo, le stabilizzazioni sono avvenute in due aree geografiche, a Sassari, dove in effetti ci sono meno di 20 addetti da stabilizzare su 900, e la Gallura dove sono meno di 10, mentre per gli altri invece sono 600, quindi le aree geografiche di Nuoro, dell'Ogliastra e di Oristano hanno circa 1.500 persone da stabilizzare, Cagliari ne ha 180, che poi non sono UTB, ma sono quelli dell'antincendio…

PRESIDENTE. Onorevole Oppi, il tempo a sua disposizione è terminato. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, questa è l'ennesima mozione che si discute in quest'Aula e che ci dà la possibilità di fare il punto sulla situazione dell'Ente foreste. Ente foreste che, è già stato detto, svolge in Sardegna un ruolo molto, molto importante di tutela ambientale, di prevenzione degli incendi e nel settore della Protezione civile.

Io, ritengo necessario su questo argomento fare i chiarezza. Questo percorso qualcuno lo ha inventato, ci ha lavorato, poi sono arrivati altri che, di fatto, l'hanno bloccato (poi vedremo le motivazioni), e oggi sollecitano l'attuazione veloce di una norma che è stata approvata l'ultimo giorno della scorsa legislatura.

Ricordo questo perché il tutto iniziò prima della finanziaria del 2007, quando si decise di stabilizzare una quota dei lavoratori semestrali dell'Ente foreste, ma a monte ci fu, come qualcuno ha già citato, la delibera della Giunta regionale che bloccava il turnover sulle assunzioni. Si decise infatti che, essendo il monte dei dipendenti dell'Ente foreste troppo alto, ogni due pensionamenti si sarebbe assunto o stabilizzato un semestrale. In questa logica ci si è mossi e nel 2008 si pubblicò un bando di stabilizzazione del personale semestrale che, su una ripartizione territoriale, portò alla stabilizzazione di, l'onorevole Oppi ha detto 850, io ricordo 820 (ma non è un problema di numeri) addetti semestrali.

Quel percorso si concluse, nel 2009 la legislatura finì anticipatamente e, di fatto, il riferimento fu la graduatoria pubblicata dall'onorevole Oppi appena insediato in qualità di Assessore nella successiva legislatura. Furono risparmiate anche delle risorse che vennero messe nuovamente in campo per stabilizzare altre 226 persone; stabilizzazione che, come ha ricordato l'onorevole Oppi, si interruppe nel 2011 per scelta politica di quella maggioranza.

Nella scorsa legislatura noi, come centrosinistra, abbiamo presentato interrogazioni, interpellanze, mozioni, sempre respinte dall'allora maggioranza, perché ritenevamo che quel percorso iniziato nel 2007 dovesse essere concluso; invece, per cinque anni, nulla si è fatto in materia di stabilizzazioni. Nulla si è fatto forse perché c'erano problemi in maggioranza; collega Tatti, glielo dico in amicizia, lei oggi consigliere regionale, è stato un componente del consiglio di amministrazione dell'Ente foreste per cinque anni, certamente qualcosa in quel consiglio di amministrazione lo avrebbe potuto fare, invece niente ha fatto.

Io credo che l'Ente foreste certamente non possa più essere considerato, come spesso purtroppo è successo nel passato, uno "stipendificio", nel senso che poiché c'erano, e ci sono ancora oggi, anzi oggi forse più che in passato, problemi di disoccupazione, di occupazione per i nostri giovani, nelle zone interne in modo particolare, il rifugio era l'Ente foreste. Io sono convinto che l'Ente possa svolgere una funzione importante, in una logica sicuramente di efficienza, però bisogna anche dire che è un ente elefantiaco con 6 mila e 500 dipendenti; è possibile che in cinque anni, per esempio, non si sia pensato che 6 mila e 500 dipendenti, distribuiti su tutto il territorio regionale, non potevano essere coordinati e guidati solo da sei o sette dirigenti?

Io credo che oggi la sfida sia davanti a tutti noi, al di là di chi è oggi in maggioranza e di chi lo era ieri. Credo che non possiamo più permetterci di avere un ente che ha 181 milioni di spesa e 1 milione di entrate, credo che le funzioni che può svolgere l'Ente foreste siano molto importanti, per questo credo che la scelta di un commissariamento per riorganizzare possibilmente entro 120 giorni l'Ente, sia la scelta giusta. Avrei voluto fare un accenno anche al problema del riconoscimento delle mansioni superiori, che in questi giorni sta interessando l'Ente foreste, ma il mio tempo sta finendo.

In conclusione, pertanto, onorevole Oppi, e lo dico a Gianni Tatti come primo firmatario della mozione, credo che anche oggi possiamo sottoscrivere un ordine del giorno unitario che sia finalizzato effettivamente però a risolvere questo problema che ormai ci stiamo trascinando da ben otto anni.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, essendo stato citato dall'onorevole Oppi, credo che sia doveroso dire quello che penso. È vero, in questi cinque anni, in più occasioni, abbiamo avuto la possibilità e l'opportunità di incontrare i rappresentanti sindacali che portavano avanti le istanze della stabilizzazione; si sta parlando di 700 semestrali da stabilizzare, a me ne risultano 1500.

Tra l'altro, bisogna ricordare che non siamo mai riusciti a capire bene quale fosse il tipo di contratto di queste persone, perché non si capiva se fosse un part-time verticale o un part-time orizzontale. Succede infatti che queste persone, sempre le stesse, annualmente vengono avviate al lavoro, dopo sei mesi mandate a casa e poi l'anno successivo richiamate; credo sia una forma contrattuale di operai a tempo, di fatto, indeterminato, perché i 1500 operai semestrali sono sempre gli stessi.

Quindi, la tipologia contrattuale è sicuramente quella del tempo indeterminato, però non si capisce bene perché, chiaramente, questa tipologia contrattuale secondo me veniva superata dall'attivazione della disoccupazione speciale, e questo fatto andrebbe chiarito. Io ringrazio l'onorevole Tatti, come primo firmatario, per aver avuto la sensibilità, almeno oggi, di presentare questa mozione, però, per essere seri e chiari, dobbiamo dirci sempre esattamente come stanno le cose.

Dal 2007 è in vigore una legge che prevede un percorso di stabilizzazione per questi operai, però nel corso dei cinque anni della scorsa legislatura, e oggi siamo nel mese di ottobre del 2014, poco è stato fatto. Do ragione pertanto all'onorevole Oppi, ma io so anche perché poco è stato fatto; perché la posizione chiara e certa sulle stabilizzazioni propria dell'Assessorato non è stata recepita da quel consiglio di amministrazione che per cinque anni ha governato l'Ente foreste della Sardegna, io dico, anche in maniera disastrosa. Lo dico, sono certo di quello che dico, e abbiamo atti circostanziati per dimostrarlo.

Ho sorriso, molto, leggendo ciò che nella premessa l'onorevole Tatti scrive, e cioè che la salvaguardia ambientale e boschiva della Sardegna passa inequivocabilmente attraverso il buon funzionamento dell'Ente foreste della Sardegna. Siamo perfettamente d'accordo, ma questo in questi ultimi cinque anni non è assolutamente avvenuto. Mi riconosco in quello che ha detto l'onorevole Solinas sul fatto che l'Ente strumentale più importante della Sardegna non possa essere ridotto al ruolo che ha avuto fino a oggi; non ce lo possiamo permettere e non credo se lo possa permettere questa Amministrazione regionale, ma credo che non se lo possano permettere neanche tutte le istituzioni della Sardegna.

L'Ente foreste della Sardegna deve cambiare marcia, deve rappresentare veramente quello per cui è stato istituito, e ricordiamoci che mentre avveniva la trasformazione da Azienda foreste demaniali in Ente foreste della Sardegna erano in atto delle progettualità che non sono state portate avanti. E credo che bene abbia fatto l'assessore Spano a presentare quel dispositivo di legge e credo che bene farà questo Consiglio regionale ad approvarlo al più presto, così come farà benissimo l'Assessore a commissariare al più presto l'Ente stesso, perché sicuramente ci aspettiamo, d'ora in poi, un Ente foreste diverso da quello che è stato finora.

Relativamente all'impegno che chiede il primo firmatario della mozione sulla prosecuzione della procedura di stabilizzazione siamo assolutamente d'accordo; sappiamo, e questo lo ha ribadito l'assessore Paci parlando sull'assestamento di bilancio, che le somme stanziate per questo motivo sono a disposizione, per cui credo che nulla osti affinché, in maniera seria, si possa procedere. Poi occorrerà anche verificare, rispetto a quello che ha detto l'onorevole Oppi, se davvero tutti i millecinquecento operai semestrali sono disponibili a presentare la domanda per essere stabilizzati.

Risulta infatti che nella precedente fase di stabilizzazione molti di questi semestrali non hanno fatto neanche la domanda di stabilizzazione, perché probabilmente se lavoro per sei mesi e per sei mesi sto a casa, comunque pagato con la disoccupazione speciale, trovo che sia più conveniente, e su questo bisognerà fare un'operazione molto seria, perché sarà necessario imporre a chi è semestrale di essere stabilizzato nel corso dei dodici mesi, altrimenti si attiva una procedura che si…

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIAN LUIGI (UDC). Presidente, partiamo da un dato molto semplice. La Regione autonoma della Sardegna ha una superficie forestale di circa 221.000 ettari e 6500 dipendenti; questo dato potrebbe far scandalizzare qualcuno, ma non deve sfuggire che, a fronte di una superficie forestale dell'intero Paese pari a 1.213.000 ettari, con i nostri 221.000 ettari siamo la prima Regione in Italia per superficie forestale.

A questo punto mi sembra di capire che probabilmente noi stiamo sottovalutando il problema, stiamo sottovalutando l'importanza di questo Ente, stiamo sottovalutando l'importanza di stabilizzare questi dipendenti per cui dobbiamo immediatamente porre mano a questo Ente per far sì che diventi un vero strumento, un braccio armato della Regione. La mozione numero 59 rappresenta per la Sardegna intera un atto di grande responsabilità e di forte rilevanza per la tutela di un capitale che dobbiamo assolutamente proteggere.

L'Ente foreste della Sardegna è preposto al presidio, al mantenimento e al controllo del patrimonio boschivo più importante del Mediterraneo, e per lo svolgimento delle sue azioni si è sempre avvalso di una composizione organica, costituita in parte da personale precario che, malgrado la situazione di difficoltà e instabilità, opera per conto dell'Ente regionale con professionalità e serietà. In alcuni casi questi dipendenti, assunti come operai (è quanto accade nella sede in viale Merello) svolgono da anni funzioni impiegatizie, richiedono quindi anche degli avanzamenti di carriera che potrebbero far nascere una serie di contenziosi legali che porterebbero ulteriore danno alle casse della Regione autonoma della Sardegna.

La legge finanziaria numero 7 del 2014, all'articolo 4, prevede che le unità lavorative impiegate secondo un contratto semestrale, alla scadenza dello stesso siano stabilizzate con un rapporto annuale. Questo articolo non ha avuto attuazione, e ciò rappresenta un atto gravissimo nei confronti degli operatori dell'Ente regionale e della incommensurabile ricchezza rappresentata dalle foreste e dai boschi che la Sardegna può vantare.

Presidente, Assessori, il mio auspicio è che la Giunta possa dare immediata applicazione ai termini legislativi sopracitati, e che il personale dell'Ente foreste della Sardegna possa essere quindi stabilizzato per il bene delle loro famiglie e, soprattutto, per il bene della Sardegna intera.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Presidente, consiglieri, è con soddisfazione che colgo da parte del Consiglio una attenzione rivolta non soltanto all'aspetto delle stabilizzazioni, ma anche alla problematica generale del patrimonio forestale della Sardegna e dell'Ente foreste in particolare come ente strumentale operativo nel campo forestale. È evidente che il processo di stabilizzazione è legato alla riforma dell'Ente, e questo lo abbiamo affermato e definito, in modo molto chiaro, nel momento in cui la Giunta ha considerato un obiettivo strategico quello di dotare l'Ente foreste di una nuova regolamentazione organica.

A tal fine si è proceduto con una delibera del 7 agosto 2014 alla individuazione di un percorso di riorganizzazione dell'Ente foreste unitamente a un percorso di riordino complessivo dell'intera materia forestale. Non si tratta quindi soltanto di un discorso relativo alle stabilizzazioni, ma attraverso la predisposizione di un disegno di legge si vuole tendere al rilancio dell'Ente, mirando al potenziamento delle politiche di tutela, di sviluppo e di intervento del comparto boschivo.

In particolare, ed è questo che deve guidare la riforma dell'Ente, la Giunta ha espresso i principi e le finalità su cui dovrà basarsi il disegno di riforma. Rilancio dell'Ente significa infatti modernizzazione e attualizzazione dei compiti istituzionali dell'Ente, con particolare riferimento alle esigenze di innovazione e di sviluppo delle politiche forestali. A questa finalità l'attività istituzionale dell'Ente dovrà adeguarsi e inquadrarsi in più articolate politiche ambientali di tutela del territorio. L'Ente deve essere valorizzato sia da un punto di vista economico e sociale, considerando che il patrimonio naturale che ha in gestione deve essere gestito, appunto, basandosi su un principio di qualità e di valorizzazione delle risorse, al fine di permettere anche la fruizione delle stesse.

Valorizzare significa anche promuovere l'adeguamento tecnologico e l'innovazione della struttura dell'Ente. Vanno ridefiniti i compiti, va razionalizzata l'attività dell'Ente, quindi ne vanno ridefiniti e razionalizzati gli obiettivi e di conseguenza occorre rivisitare la struttura organizzativa e di governance che è senza dubbio superata. Vanno riviste le politiche di distribuzione del personale attraverso una maggiore flessibilità, evitando l'ingessamento in termini di cantieri forestali anche attraverso un'analisi comparata con altre realtà. Tutto questo in poco meno di sei mesi è stato fatto dalla Giunta, ma non solo questo.

È stato istituito il Tavolo interassessoriale previsto nella delibera di Giunta che ha già iniziato i propri lavori; il tavolo è composto da rappresentanti dell'Ente foreste e delle strutture assessoriali regionali (Assessorato della difesa dell'ambiente, Assessorato del personale, Assessorato della programmazione, Assessorato dei lavori pubblici, Assessorato all'agricoltura, Protezione civile, Corpo forestale, Agenzie del distretto idrografico).

Il Tavolo si è insediato il 9 ottobre e ha recepito le linee di indirizzo della Giunta. Si è iniziato, quindi, un percorso virtuoso che porterà in breve tempo alla riorganizzazione dell'Ente foreste, è questo il nostro impegno, e proprio legandola a questo impegno noi vogliamo includere l'attività di riordino contrattuale del personale e le stabilizzazioni del personale precario dell'Ente foreste. È stato ripercorso in quest'Aula l'iter delle stabilizzazioni dal 2007 fino al 2014; c'è stata una spinta molto forte tra il 2007, il 2008 e il 2009, per poi arrivare a una sospensione tra il 2012 e il 2014 quando, appunto, è stato approvato un disegno di legge che legava l'assestamento alle funzioni di prevenzione delle calamità naturali e del rischio idrogeologico.

Io credo che in generale questo processo di stabilizzazione debba essere legato a tutto ciò che dicevo prima, quindi a una riforma più ampia dell'Ente, una riforma più ampia della materia forestale. Questo è un punto importantissimo. Con l'assessore Demuro qui presente stiamo analizzando una materia che ci ha visto protagonisti con le organizzazioni sindacali che abbiamo riunito ad agosto e a ottobre, quindi già due volte, per riavviare il processo di stabilizzazione.

È vero, la legge del gennaio 2014 mette delle poste di bilancio, però non norma, non ci dice quali sono i numeri da stabilizzare, la ripartizione per sedi, per servizio territoriale o, sulla base di una graduatoria regionale, non ci dice quali sono i criteri prioritari della stabilizzazione, il livello retributivo di inquadramento funzionale alle esigenze operative dell'ente. È chiaro che tutte queste questioni devono essere discusse, devono essere analizzate e con l'assessore Demuro stiamo appunto completando l'istruttoria di competenza. Riteniamo, quindi, fondamentale concludere questa analisi e legare comunque questo processo di stabilizzazione alla riforma dell'Ente e, conseguentemente, anche al commissariamento dell'Ente.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Gianni Tatti. Ne ha facoltà.

TATTI GIANNI (UDC). Presidente, io ho sollevato questo problema insieme ai colleghi solo ed esclusivamente per dire che c'erano dei fondi che dovevamo utilizzare e non lasciarli ammuffire. Io vorrei ricordare a qualcuno (chi ha parlato dei consiglieri presenti oggi era presente anche nella scorsa legislatura), che il CdA dell'Ente foreste ha seguito la linea di indirizzo della Giunta e la Giunta sosteneva di andare avanti su queste cose; l'onorevole Oppi prima ha parlato di una lettera arrivata nel dicembre del 2012, se non erro, che ha portato anche delle conseguenze che tutti voi sapete.

Quindi il CdA dell'Ente foreste si è comportato come si doveva comportare e si è attivato talmente tanto, quel CdA, che ha chiesto alla Giunta regionale di mettere anche quei soldi sull'articolo 4 della legge numero 7. Questo per chiarezza. Poi, non so Assessore, io la ringrazio per quello che ha detto, ma io ho sentito i sindacati dire che le stabilizzazioni potevano essere perfezionate, e penso che anche voi, Assessori, abbiate detto la stessa cosa, anche in questo arco di tempo da marzo a oggi, quindi non capisco perchè oggi si dica che si deve aspettare la riorganizzazione dell'Ente per portare avanti le stabilizzazioni.

Se nulla osta a livello di leggi nazionali o quant'altro sulle assunzioni in enti pubblici, io ritengo che le stabilizzazioni possano essere immediatamente, già da oggi, perfezionate perché occorre rispondere a delle necessità, come ho detto, e sicuramente le necessità non sono quelle che sono state stabilite a suo tempo, quando sono stati stabilizzati semestrali in comuni dove non c'era un metro di terreno ceduto all'Ente foreste, dove sono nati dei problemi seri anche, vedi la provincia di Nuoro, dove sono nate dispute tra comuni diversi perché gli operai di un comune sono dovuti andare in altri comuni.

Quindi non riprendiamo argomenti che è meglio lasciar perdere. Io vi sto dicendo che le stabilizzazioni si devono fare perché servono soprattutto a risolvere i problemi rappresentati nella mozione, e cioè la lotta agli incendi, il rischio idrogeologico e quant'altro. Io chiedo pertanto al Consiglio di approvare questa mozione che, a mio avviso, non comporta niente in più che attuare una legge approvata da questo stesso Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, la pregherei di non essere così burbero e severo nell'applicazione del Regolamento perché ci sono dei momenti in cui bisogna chiarire determinate questioni. Io non le ho mai chiesto di leggere il processo verbale, da oggi in poi le chiederò, perché è un mio diritto, di leggere il processo verbale e non di dirmi che la seduta è stata tolta alle ore 17 e 45 ed è stata ripresa.... Quindi stiamo attenti a questa applicazione così pedissequa del Regolamento. Io ho chiesto di parlare perché mi sembra che qui stiamo parlando di cose di cui nessuno sa nulla e credo di avere il diritto di...

PRESIDENTE. Onorevole Floris, mi scusi. Purtroppo non ha diritto perché sennò il diritto deve essere esteso a tutti e vuol dire...

FLORIS MARIO (Sardegna). Lei mi ha detto: "Si è iscritto in ritardo" e non ha detto niente, l'ha fatto con un gesto...

PRESIDENTE. Chi si è iscritto in ritardo?

FLORIS MARIO (Sardegna). Esatto. Quando io ho alzato la mano lei mi ha detto: "Si è iscritto in ritardo".

PRESIDENTE. Non solo lei, eravate iscritti in ritardo in quattro, onorevole Floris, quindi la regola vale per tutti. Io non posso che applicare le regole altrimenti non c'è più la regola e chiunque si può iscrivere quando vuole. La regola è chiarissima e lei la conosce meglio di me: ci si deve iscrivere durante il primo intervento.

FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, allora le regole vanno applicate fino in fondo.

PRESIDENTE. Siccome le devo applicare io per dare certezze a tutti mi consenta di applicarle come dice il Regolamento che non è interpretabile in molti modi. Quando ci può essere una flessibilità l'abbiamo adottata, in questo momento c'erano più iscritti dopo la chiusura del primo intervento che prima.

FLORIS MARIO (Sardegna). Lo sapeva che ero iscritto, lei stava già aspettando l'ordine del giorno per la dichiarazione di voto, guardi che noi non siamo dei ragazzini! Cerchiamo di essere rispettosi.

Volevo dire questo nella mia dichiarazione di voto...

PRESIDENTE. Mi scusi, non ha diritto di parola, le tolgo la parola perché non può intervenire nel merito, sennò agli altri tre che erano iscritti...

FLORIS MARIO (Sardegna). Faccio una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La dichiarazione di voto si farà quando sarà presentato l'ordine del giorno che al momento non c'è! Chiariamo subito.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, chiedo una breve sospensione per concordare l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. È stata richiesta una sospensione proprio per la definizione di un ordine del giorno. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 42, viene ripresa alle ore 13 e 50.)

PRESIDENTE. È stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:

Ordine del giorno Cocco Pietro - Pittalis - Busia - Fenu - Arbau - Usula - Tocco - Rubiu - Anedda - Solinas Christian - Dedoni - Cocco Daniele Secondo - Tatti sulla stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

in attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014), in materia di stabilizzazione del personale precario dell'Ente foreste della Sardegna,

RICONOSCENDOla rilevanza che la stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste riveste per la prevenzione delle calamità naturali e del rischio idrogeologico;

CONSIDERATO che è in corso il processo di riorganizzazione e rilancio dell'Ente foreste per il quale è stato predisposto il disegno di legge n. 99,

impegna il Presidente della Regione

a far sì che la riforma di riorganizzazione e rilancio dell'Ente foreste comprenda, in attuazione dell'articolo 4 della legge regionale n. 7 del 2014, la prosecuzione del processo di stabilizzazione iniziato nel 2007.(1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI FRANCESCO (PD). Presidente, intanto esprimo apprezzamento per la presenza in contemporanea, per rispondere a questa mozione, degli Assessori competenti, quello dell'ambiente e quello degli affari generali; e credo che il metodo sia quello giusto perchè il tema va affrontato di concerto fra i due Assessorati. Qui sta il nocciolo della questione.

Io ho seguito con attenzione l'iter dell'emendamento, elaborato e condiviso da tutta la Commissione bilancio, attraverso il quale si sono stanziate le risorse per un processo importante di stabilizzazione che deve porre fine ai contratti di lavoro semestrali all'interno dell'Ente foreste; si creano infatti degli scompensi anche nel mondo del lavoro perché chi è in disoccupazione poi solitamente lavora in nero.

Credo che si debba prestare attenzione - vi faceva prima riferimento l'Assessore dell'ambiente -anche alle osservazioni che giustamente e correttamente ha posto l'onorevole Oppi. Dobbiamo stare attenti perché le stabilizzazioni fatte senza criterio, senza tenere conto del blocco del turn-over che deve esserci, rischiano di creare un ente che non può essere sostenuto da questa Regione.

Quindi il processo va avviato, ma io vi prego di fare chiarezza, di dire pubblicamente e chiaramente che stiamo procedendo alle stabilizzazioni, e che le risorse ci sono. Perché dico questo? Perché ci sono degli sciacalli in giro che creano allarmismo, che fanno disinformazione e a cui va detto: "Basta, la Regione sta procedendo, ha trovato le soluzioni, sta studiando nel particolare il modo con cui procedere alle stabilizzazioni".

Faccio anche un appello su un argomento che non c'entra niente con le stabilizzazioni, ma a cui possiamo interessare l'Ente foreste. Ci sono le strade (la "131", la "131" bis, la "125") piene di immondezza, è una vergogna e non è un bel biglietto da visita per la Sardegna. Impegniamo quattro, cinque squadre dell'Ente foreste, facciamogli un'assicurazione particolare e facciamo ripulire queste strade perché è vergognoso! Ciò che non fa l'Anas (e dovrebbe vergognarsi di questo) lo faccia la Regione autonoma della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, annuncio il mio voto contrario all'ordine del giorno e ne dirò le motivazioni. Noi abbiamo stabilizzato personale precario fino al 2010; l'ultima stabilizzazione durante il mandato dell'onorevole Soru, fatta proprio evitando, come diceva poco fa Sabatini, il turn over. Poi non abbiamo più potuto fare le stabilizzazioni in virtù del decreto Brunetta e in virtù del decreto Tremonti. Non potevamo fare né nuove assunzioni né nuove stabilizzazioni, ed era stato anche interrotto il contratto di lavoro. Perché era stato interrotto?... Assessore, mi segua perché ha detto un sacco di inesattezze, se non diamo la possibilità al Consiglio di capire a che punto siamo continuiamo a parlarci addosso inutilmente,

Non si potevano fare le stabilizzazioni in quanto il rapporto tra le spese per il personale e le spese correnti superava il 50 per cento delle risorse, dopodiché proprio l'Assessorato da me diretto aveva predisposto due delibere con le quali stabiliva che il rapporto tra spese per il personale e spese correnti non doveva essere legato al singolo ente ma doveva essere visto all'interno del comparto regionale nel suo complesso, ed è così che si sono sbloccate le stabilizzazioni. Rimaneva in piedi l'ipotesi di un intervento del Governo regionale nei confronti, cosa che avevamo già iniziato a fare, del Governo nazionale, affinchè le risorse destinate ai sei mesi di disoccupazione venissero passate alla Regione in modo che questi lavoratori potessero lavorare non sei mesi in Regione e sei mesi gratis senza fare niente, ma dodici mesi. Quindi lo stato dell'arte è questo.

Oggi io so benissimo che ci sono gli sciacalli (io non so se siano sciacalli o meno), che c'è tanta gente che dice che voi volete ripensare l'Ente foreste dalle fondamenta, che volete rivedere la legge istitutiva, che avete un concetto di questo Ente completamente diverso, ma tutto questo non ha niente a che vedere con la mozione presentata e col fatto che stiamo parlando delle stabilizzazioni già avviate, per le quali io riterrei di dover fare una graduatoria generale di tutti quelli che devono essere stabilizzati, 1500, lasciando da una parte i trimestrali che sono 300, l'anzianità abbinata poi allo stato familiare e alla situazione economica in modo da avere un quadro complessivo da cui attingere una volta espletate tutte le azioni che devono essere espletate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Presidente, mi associo a quanto ha detto l'onorevole Sabatini. Questo discorso degli sciacalli, anche se nelle nostre foreste non sono presenti, li troviamo nelle realtà urbane a chiacchierare, a spettegolare, a disinformare e ad appesantire una situazione che è complicata nella sostanza, ma diventa veramente ardua da comprendere nella forma e in ciò che viene riportato.

Abbiamo due problemi. Uno è un problema di organizzazione, di funzionalità delle macchine pubbliche, l'altro è un problema invece occupazionale e di trattamento dei lavoratori pubblici. Allora, questi due problemi giustamente devono essere visti nel loro insieme dalla Regione, c'è la necessità di interventi legislativi ma c'è anche un problema di concezione, di ridefinizione della concezione di questo lavoro pubblico e noi siamo impegnati come maggioranza e come Giunta per trovare una soluzione rapida. Mi pare che ci siano tutte le premesse, questa soluzione trovata dai Capigruppo vede la nostra approvazione e bisogna continuare su questa linea.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, è risaputo che le nostre campagne siano infestate da lupi, lupacchiotti, sciacalli, tutti rigorosamente a due gambe, infestano soprattutto i bar dove ci sono discussioni che spesso esulano dalla verità. Però certamente il Consiglio regionale non può perdere l'occasione per evitare di essere indicato dagli stessi lavoratori dell'Ente foreste come emulo delle gesta di Pinocchio. A gennaio, nella scorsa legislatura, ci fu un voto trasversale di questo Consiglio, molti degli stessi consiglieri che allora votarono sono qui oggi presenti e quindi è impensabile che si possa procrastinare ulteriormente la stabilizzazione di tutte queste persone che spesso portano a casa, grazie al loro lavoro, la pagnotta per se stessi e per la propria famiglia, per i propri figli.

Cito espressamente i 514 lavoratori della Provincia di Nuoro, a essi va dedicata la nostra specifica attenzione. È impensabile che si possa ulteriormente giocare sulla pelle di questa gente che aspetta un segnale serio e forte che deve essere chiaramente dato da questo Consiglio; un Consiglio che non può nemmeno dimenticare in quale situazione di estrema fragilità sotto il profilo ambientale, forestale, idrogeologico si trovi la nostra terra per cui di quell'esercito abbiamo certamente necessità.

Dico anche che l'Aula, insieme alla Giunta, non può adottare la politica dei due forni, quindi occorre grande impegno sotto il profilo delle politiche ambientali e forestali, come è stato dimostrato ieri quando tutti insieme abbiamo dato l'assenso per l'istituzione dei due nuovi parchi; quindi oggi dobbiamo immaginare che sul filo di quel discorso che non è ideologico ma è certezza, valore e verità per la nostra terra, per la nostra gente, per i nostri lavoratori si deve proseguire con un voto favorevole.

Io non credo che si possa non seguire un percorso che abbia la sua logica, iniziato appunto nel gennaio del 2014, che restituisca anche credibilità a quest'Aula all'esterno, dove già la politica perde spesso quei valori e quelle sue funzioni, dove almeno la certezza, la credibilità di un voto su una legge possa essere poi riaffermata nella sua esecuzione. Quindi va dato certamente atto al collega Tatti per aver presentato la sua mozione e io annuncio naturalmente il voto favorevole anche all'ordine del giorno che viene sottoscritto e rappresentato in questi minuti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, io pur con qualche perplessità voterò a favore di questo ordine del giorno, però invito come ho detto prima innanzitutto a rendere giustizia ai molti comuni, soprattutto delle tre aree geografiche dell'Ogliastra, di Nuoro e di Oristano, che di fatto sono quelli che hanno ceduto molti terreni però non hanno le maestranze che sono arrivate da altre parti, questo per amore della verità.

Contestualmente ritengo però che sia opportuno operare una razionalizzazione seria perché non avere dirigenti o averli presi a scavalco certamente ha creato problemi. Non avere figure istituzionali di un certo tipo è un errore, ma voi avete l'opportunità di intervenire perchè il 31 è in scadenza anche il mandato del Consiglio di amministrazione dell'Ente foreste; quindi l'importante è cercare persone razionali che veramente mettano il "sedere sulla sedia", lavorino e si creino quei presupposti perché si possa finalmente rilanciare la struttura.

È vero che l'intellighenzia ha creato le stabilizzazioni, io però le ho poste in essere concretamente e posso dire che ci sono mille difficoltà. Quindi, Assessore, avrà mille difficoltà a realizzare le stabilizzazioni, non sono facili, moltissimi rinunceranno, ci sono gli ex aequo, ci sono procedure particolari eccetera, e purtroppo questa struttura non ha personale sufficiente per poter seguire la questione con molta attenzione.

Praticamente si tratta di creare le condizioni perché la struttura sia il più efficiente possibile attraverso le varie organizzazioni con corsi di formazione per quanto riguarda soprattutto gli operai che, assunti oggi, magari rivendicano un livello superiore, però di fatto non hanno un minimo di specializzazione. Comunque voto a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, dichiaro il voto favorevole all'ordine del giorno. Io posso anche condividere le perplessità espresse da alcuni consiglieri, e invito l'Assessore a tenerne conto e, soprattutto, a cercare di non ripetere nel nuovo bando (di bando pubblico si tratterà), gli errori fatti nel passato anche al fine di correggere qualche discrepanza dal punto di vista territoriale. Io non voglio infierire ancora nei confronti del Consiglio di amministrazione attuale, ma devo ricordare che sono passati sette mesi, e chi deve predisporre il bando pubblico non è l'Assessore, non è l'Assessorato, ma è il Consiglio di amministrazione dell'Ente foreste che in questi mesi, da gennaio a oggi, nulla ha fatto.

Non è propriamente una polemica nei confronti del collega Tatti, però ha confermato di fatto le mie perplessità perché ha detto che il Consiglio di amministrazione eseguiva le direttive della Giunta regionale che aveva espresso il Consiglio di amministrazione dell'Ente foreste. Ne approfitto, Presidente, per sollevare un problema al quale qualcuno ha accennato velocemente.

Oggi l'Ente foreste è nel caos più totale, non c'è un direttore generale però i direttori di servizio, in seguito alla delibera della Corte dei conti che attribuisce responsabilità personali sull'attribuzione delle mansioni superiori non giustificate oltre il sesto mese, non riconfermano le mansioni superiori, quindi c'è un caos totale. Non è una cosa che si può sanare con un emendamento, con un comma all'articolo di legge, è necessario rivedere la pianta organica, e rivedere soprattutto quali sono effettivamente le mansioni superiori svolte.

Ci sono uffici infatti che vengono retti attraverso lo svolgimento di mansioni superiori perché, come ha rimarcato ancora una volta l'onorevole Oppi, è un ente carente dal punto di vista della dirigenza, però come Consiglio di amministrazione dovranno verificare la nuova pianta organica, costruendola soprattutto non sulle mansioni superiori generalizzate ma su quelle effettivamente svolte, e soprattutto considerando le persone che, per svolgere quelle mansioni superiori, magari hanno fatto una selezione, un concorso all'interno dell'Ente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io andrò un po' controcorrente, pur essendo firmatario della mozione. È indubbio che bisogna fare un quadro complessivo degli enti regionali perchè c'è la necessità di razionalizzare e di liquidare assolutamente quelli inutili; purtroppo si è creata l'aspettativa alla stabilizzazione per cui è molto difficile, quando il sistema politico va in questa direzione, dire no.

Oggi si deve andare in quella direzione ma ci sono pecche la cui responsabilità è dei consigli di amministrazione operanti nella scorsa legislatura e in quelle precedenti. Nessuno è innocente anche in questa sede, e neanche i sindacati possono "dirsi fuori" dalla discussione in atto. Se, per esempio, ognuno avesse fatto il proprio dovere si sarebbe quanto meno fatto sì che nei cantieri in montagna, dove sono numerose le lavoratrici, ci fossero dei servizi solo per loro al fine di evitare che potessero essere importunate, come in diverse circostanze è accaduto.

Sto denunciando questo fatto perché è ora di mettere ordine! Non ci possono essere dirigenti che hanno tre direzioni in quell'ufficio, non ci può essere un direttore generale senza incarichi . La sfida che dovrete affrontare, quando nominerete i nuovi responsabili, sarà quella di scegliere in base alle capacità e come effettivamente mettere mano alle inefficienze, all'incapacità per gestire con senso del dovere e con coerenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Quando si fanno le denunce a piè pagina bisogna riportare il nome e cognome, citare fatti, nomi e circostanze.

DEDONI (Riformatori Sardi). Di chi è stato importunato? Daniele, esiste il telefono rosa!

COCCO DANIELE (SEL). No, dillo! Credo che, come purtroppo spesso accade, sei andato un po' fuori tema!

Presidente, questo ordine del giorno di fatto ha accolto il merito della mozione, e a questo punto credo che sia inutile riparlare della legislatura Soru, della legislatura Cappellacci, dei diversi Assessori che si sono succeduti, dei diversi Consigli d'amministrazione che si sono succeduti. L'impegno assunto è quello di organizzare questo Ente che ha necessità indifferibile di essere riorganizzato in maniera seria, perchè è un Ente che a fronte di 6500 dipendenti ha al suo interno, mi risulta, solo cinque dirigenti, è chiaro che così non può e non potrà funzionare.

L'assessore Demuro sta portando avanti una norma di riordino dell'intera amministrazione regionale, e credo che quella norma consentirà di avere la disponibilità di molti dirigenti che potrebbero spostarsi all'interno dell'Ente strumentale più importante della Regione autonoma della Sardegna. A quel punto nessuno potrà più accampare scuse, soprattutto chi sinora, anche a livello dirigenziale, e anche al livello di Consigli d'amministrazione ha gestito questo Ente in maniera maldestra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, voglio ricordare ai colleghi che hanno proposto all'attenzione dell'Aula un animale, lo sciacallo, che secondo un'antica leggenda etiope gli sciacalli e gli uomini divennero nemici nell'imminenza del diluvio universale, proprio perché Noè rifiutò di accogliere questi animali sull'Arca pensando che non fossero degni di essere salvati, e solo un successivo intervento divino lo fece desistere da questo proposito. Prima erano amici gli sciacalli e gli uomini perché facevano vita di comunità, anche se spesso gli sciacalli venivano scambiati con la cosiddetta volpe rossa, infatti esiste una somiglianza con il canis aureus, cioè lo sciacallo dorato.

Bisognerebbe allora interrogarsi se queste pratiche, che sono diffuse nei consorzi dove vive l'uomo, nei partiti, non siano pratiche che si addicono propriamente anche alla politica, e ognuno deve rispondere di se stesso. Il problema è che dal 2007, dal momento in cui è stato avviato il processo di stabilizzazione, per vicende che sono state ricordate anche stamattina, non è stata possibile una attuazione definitiva; di conseguenza, chiamatelo sciacallaggio, chiamatelo come volete, il risultato ancora oggi, 22 ottobre 2014, è che quel processo non si è concluso ma stagna, è stagnante.

Il merito della mozione, presentata dai colleghi dell'UDC, pertanto è di avere portato all'attenzione, e con rilevante preoccupazione, questa impasse che speriamo venga definitivamente superata. Parlare e denunciare i fatti non è azione di sciacallaggio, è portare alla luce e alla verità situazioni di inefficienze, situazioni di ritardo che sono dovute sì anche alla politica…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato. Non avendo altri interventi per dichiarazione di voto, la mozione si intende ritirata e metto in votazione l'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Fenu - Floris.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 48

contrari 2

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione della mozione Ledda - Arbau - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Desini - Usula - Anedda - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Fenu - Agus - Azara - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Demontis - Deriu - Fasolino - Floris - Forma - Lai - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Randazzo - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Zedda Alessandra - Zedda Paolo Flavio sull'esigenza di ricondurre in ambito regionale la gestione del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo. (66)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 66.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Ledda - Arbau - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Desini - Usula - Anedda - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Fenu - Agus - Azara - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Demontis - Deriu - Fasolino - Floris - Forma - Lai - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Randazzo - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Zedda Alessandra - Zedda Paolo Flavio sull'esigenza di ricondurre in ambito regionale la gestione del libro genealogico del cavallo anglo arabo sardo.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la razza anglo araba è tra le razze equine internazionali, come il purosangue inglese e il purosangue arabo, diffuse in molti paesi del mondo e che vengono utilizzate come miglioratrici di altre razze di cavalli;

- nell'anno in corso ricorrono i 140 anni dall'istituzione (1874), nella città di Ozieri, del Regio deposito stalloni della Sardegna, destinato, principalmente, a garantire il servizio della riproduzione equina per i reparti di cavalleria dell'esercito e tale istituzione e quelle che ne sono derivate sino ai giorni nostri, hanno dato vita e continuità alla storia ultracentenaria del cavallo anglo arabo sardo;

- la Sardegna, grazie a un perfetto equilibrio tra passione e vocazione allevatoriale, sostenuto dalla lungimirante guida pubblica, ha sviluppato nel corso di oltre cento anni un proprio coerente progetto selettivo che ha condotto, mediante sapienti incroci, selezione e meticciamento delle razze parentali con la popolazione indigena di fattrici sardo-arabe, alla creazione di una varietà locale della razza anglo araba denominata anglo arabo sarda;

- nel tempo, la razza anglo arabo sarda ha acquisito notorietà internazionale per le sue caratteristiche di adattabilità ambientale e versatilità nelle discipline sportive equestri, nella corsa e nell'equitazione di campagna;

PRESO ATTO che:

- per la Sardegna, il cavallo anglo arabo sardo occupa una posizione importante quale produzione zootecnica, ma anche come risorsa culturale, identitaria e con un ruolo sociale affatto trascurabile;

- la razza anglo arabo sarda è inserita a pieno titolo tra le produzioni anglo arabe di maggior rilievo internazionale, essendo la Sardegna insieme alla Francia il maggior produttore di cavalli anglo-arabi a livello mondiale;

- la nostra regione produce pressoché la totalità dei cavalli anglo arabi allevati in Italia e, in ogni caso, la piccola quota di cavalli anglo arabi prodotti in altre regioni originano quasi tutti geneticamente dalle linee parentali della Sardegna;

- l'anglo arabo sardo è la razza che per la nostra isola ha rappresentato anche il punto di partenza per la creazione di soggetti da sella derivati;

- in Sardegna è nata e ha sede l'Associazione nazionale allevatori del cavallo anglo arabo e derivati (ANACAAD), dotata di personalità giuridica;

- la Sardegna siede con propri autorevoli rappresentanti negli organi direttivi della Confederazione internazionale dell'anglo arabo;

SOTTOLINEATO che:

- la Regione, per il tramite del suo ente strumentale Istituto incremento ippico della Sardegna, ha tenuto sino al 1990 il Libro di selezione, gli archivi anagrafici e la banca dati relativa alla razza anglo araba;

- nel 1988 veniva approvato il Regolamento del libro genealogico del cavallo da sella italiano e che, alla seconda sezione dello stesso, veniva ricondotta la razza anglo arabo sarda;

- a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 30 del 1991 sulla riproduzione animale, mediante la quale sono state ridefinite le competenze istituzionali relative anche alla selezione, gestione e tenuta dei Libri delle razze equine, l'Istituto incremento ippico della Sardegna ha dovuto cedere la propria banca dati all'Ente nazionale del cavallo italiano (ENCI) con sede in Roma incaricato della tenuta del Libro genealogico del cavallo da sella italiano;

VISTI:

- la legge regionale 28 maggio del 1969, n. 27 (Statuto dell'istituto incremento ippico della Sardegna) e, in particolare, l'articolo 2 che ne riassume i compiti istituzionali;

- il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 145 del 31 ottobre del 1986;

- il decreto ministeriale 30 agosto 1988 mediante il quale è stato approvato il Regolamento del Libro genealogico del cavallo da sella italiano;

- la legge 15 gennaio 1991, n. 30 (Disciplina della riproduzione animale) nella quale al capo I, articolo 3, comma 1, che affida all'Ente nazionale del cavallo italiano (Enci) la tenuta del Libro genealogico del cavallo sella italiano;

- il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 529, recante "Attuazione della direttiva 94/174/Cee";

- il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 529, recante "Attuazione della direttiva 9l/174/Cee" e, in particolare, l'articolo 2, comma 1 che prevede che il Ministro dell'agricoltura e delle foreste stabilisca con proprio decreto i requisiti che devono possedere le associazioni nazionali di specie o di razza per poter tenere i libri genealogici e i registri anagrafici;

- il decreto ministeriale 26 luglio 1994, n. 186 (Attuazione dell'articolo 3 della legge 15 gennaio 1991, n. 30, sulla «Disciplina della riproduzione animale») che stabilisce i requisiti tecnico organizzativi che devono possedere le associazioni nazionali di specie o di razza per poter tenere i libri genealogici e i registri anagrafici;

- la decisione n. 92/353/ Cee della Commissione dell'11 giugno 1992 che determina i criteri di approvazione o di riconoscimento delle organizzazioni e associazioni che tengono o istituiscono libri per gli equidi registrati;

- il decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 449, mediante il quale l'ENCI è soppresso e le sue funzioni vengono attribuite all'Unione italiana incremento razze equine (UNIRE);

- la procedura d'infrazione 2004/2069 ex articolo 226 del Trattato CE (Decisione CE del 17 ottobre 2007) della Comunità europea a carico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e quindi dell'UNIRE, mediante la quale sono state emanate precise disposizioni per la separazione delle tre sezioni del Libro genealogico del cavallo da sella italiano in altrettanti libri genealogici e, quindi, nella specifica creazione del Libro genealogico del cavallo anglo arabo;

- il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 12 giugno 2008, n. 3580, mediante il quale il Libro genealogico del cavallo da sella italiano è stato denominato "Libro genealogico dei cavalli di razza: Orientale, Anglo-Arabo e Sella Italiano";

- la legge 15 luglio 2011, n. 111 mediante la quale l'UNIRE è stata soppressa e al suo posto è stata istituita l'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI) che ha assunto tutte le funzioni e obbligazioni del disciolto ente;

- il decreto ministeriale 31 gennaio 2013, mediante il quale si dispone il trasferimento delle funzioni dell'ASSI (soppressa ex legge 7 agosto 2012, n. 135) al MiPAAF e all'Agenzia delle dogane e dei monopoli;

- il Collegato agricoltura alla legge di stabilità dello Stato per il 2014 e, in particolare, il punto 3 del comma f) dell'articolo 9 recante "previsione della riallocazione della funzione di tenuta del libro genealogico delle razze equine sportive alle relative Associazioni di Allevatori";

- lo Statuto dell'Associazione nazionale allevatori del cavallo anglo arabo e derivati (ANACAAD);

TENUTO CONTO che:

- 1' ANACAAD è l'unica Associazione di allevatori di cavalli anglo arabi e derivati, che ha sede in Sardegna, dove è presente pressoché la totalità dell'allevamento dell'anglo arabo, e che è in possesso di tutti i requisiti previsti dalle norme nazionali e comunitarie vigenti per la tenuta del Libro genealogico;

- per le motivazioni in premessa, l'allevamento del cavallo anglo arabo è interesse esclusivo della regione sarda;

RILEVATO che:

- particolarmente negli ultimi dieci anni, la gestione dell'anglo arabo da parte dell'ente affidatario del Libro si è rivelata insufficiente e inadeguata rispetto alle reali esigenze dell'allevamento, essendo totalmente mancata qualunque politica e indirizzo selettivo specificamente riservata alla razza;

- in conseguenza della mancanza di obiettivi finalizzati al miglioramento genetico e all'incremento quali-quantitativo delle produzioni, la razza ha subito una contrazione drammatica, che l'ha posta a serio rischio di estinzione, essendo oramai il numero di fattrici in produzione al disotto della soglia dei 1000 capi indicata dalla classificazione FAO;

- l'utilizzo indiscriminato delle migliori linee della razza anglo araba per la produzione di soggetti di razza sella italiana, finalizzati quasi esclusivamente al salto ostacoli, ha impoverito geneticamente la stessa razza anglo araba, compromettendo irrimediabilmente, per alcune famiglie, il valore genetico e la qualità raggiunta in un lunghissimo processo selettivo;

- a seguito delle disposizioni derivanti dalla procedura d'infrazione della Commissione europea, il MiPAAF si è limitato a suddividere solo nominalmente i libri genealogici delle varie razze, mantenendo l'organizzazione delle vecchie tre sezioni, soggiacenti a obiettivi unici ma incompatibili con obiettivi di crescita e sviluppo di razze totalmente differenti per genetica, morfologia e attitudine sportiva;

PRESO ATTO:

- del gravissimo e ingravescente rischio di estinzione del cavallo anglo arabo sardo venutosi a determinare per i motivi sopra ricordati e accelerato dalla pesante crisi del settore ippico ed equestre che ha colpito l'Italia e anche la Sardegna, creando devastanti conseguenze oltre che sui processi selettivi anche su quelli commerciali ed economici diretti e indiretti dell'allevamento del cavallo nella nostra regione;

- che allo stato attuale il Libro genealogico dell'anglo arabo è tenuto direttamente dal MiPAAF, in conseguenza della soppressione dell'agenzia ASSI, e che, al contrario, la legge di stabilità del 2014 ha previsto espressamente, nel Collegato per l'agricoltura, che i libri genealogici vengano assegnati alle relative associazioni di razza;

- che è assolutamente necessario, nell'interesse dell'allevamento e dell'economia che ne deriva, riprendere con urgenza politiche selettive adeguate alla crescita, sviluppo e consolidamento della razza e delle sue molteplici attitudini, anche incontrando le spinte del mercato per le discipline del galoppo, endurance e concorso completo di equitazione sinora scandalosamente trascurate;

- che l'eventuale gestione nel territorio regionale del Libro genealogico del cavallo anglo arabo, dove ha sede l'allevamento, consentirebbe evidenti economie collettive e soggettive e un miglioramento dell'efficienza nell'attività di consulenza, nella registrazione anagrafica e nell'emissione delle certificazioni, tutte competenze di cui oggi l'allevamento lamenta l'inefficienza;

CONSIDERATO che il MiPAAF, a seguito di tre successive istanze, corredate anche da migliaia di firme di portatori d'interesse, rivoltegli dall'ANACAAD per l'ottenimento della tenuta del Libro genealogico del cavallo anglo arabo, ha opposto ostinatamente diniego non supportato però da fondate argomentazioni,

impegna il Presidente della Regione

a porre in essere tutte le necessarie iniziative per ricondurre ad una "governance" sarda la gestione del Libro genealogico del cavallo anglo arabo mediante l'affidamento della tenuta del Libro genealogico alla competente Associazione nazionale della razza e la relativa concessione della banca dati. (66).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

LEDDA GAETANO (Sardegna Vera). Signor Presidente, un saluto alle colleghe, ai colleghi e ai signori della Giunta. Brevemente sottolineo che questa mozione nasce dall'esigenza di riconoscere in ambito regionale la gestione del libro genealogico del cavallo arabo sardo. Premetto che la razza anglo araba è tra le razze equine internazionali, come il purosangue inglese e il purosangue arabo, diffuse in molti paesi del mondo e che vengono utilizzate come miglioratrici di altre razze di cavalli.

Nell'anno in corso ricorrono i 140 anni dall'istituzione, nella città di Ozieri, del Regio deposito stalloni della Sardegna destinato, principalmente, a garantire il servizio della riproduzione equina per i reparti di cavalleria dell'esercito; e tale istituzione e quelle che ne sono derivate sino ai giorni nostri hanno dato vita e continuità alla storia ultracentenaria del cavallo anglo arabo sardo. Ricordo che il cavallo anglo arabo sardo ha acquisito notorietà internazionale per le sue caratteristiche di adattabilità e versatilità soprattutto nelle discipline sportive equestri e nella corsa; insieme alla Francia, la Sardegna è il maggior produttore di anglo arabi a livello mondiale. La Sardegna inoltre produce la quasi totalità dei cavalli anglo arabi allevati in Italia, come dicevo prima, e la restante minima quota di cavalli anglo arabi prodotti nelle altre regioni italiane proviene tutta, e dico tutta, geneticamente dalla nostra terra.

Informo inoltre che in Sardegna, a Ozieri ha sede un'associazione che si chiama ANACAAD, Associazione nazionale allevatori del cavallo anglo arabo e derivati, dotata di personalità giuridica. L'ANACAAD è l'unica associazione di allevatori di cavalli anglo arabi e derivati, come ho detto prima, che ha sede in Sardegna, dove è presente pressoché la totalità degli allevamenti anglo arabo, e che è in possesso di tutti i requisiti previsti dalle norme nazionali e comunitarie vigenti per la tenuta del cosiddetto libro genealogico.

Per le motivazioni dette in premessa l'allevamento del cavallo anglo arabo è interesse esclusivo della Regione sarda. In particolare, negli ultimi 10 anni, la gestione dell'anglo arabo da parte dell'Ente affidatario del libro genealogico, cioè il MIPAAF, il Ministero delle politiche agricole e forestali, si è rivelata insufficiente e inadeguata rispetto alle reali esigenze di allevamento, essendo totalmente mancata qualunque politica di indirizzo selettivo specificatamente riservata alla razza.

Aggiungo anche che allo stato attuale il libro genealogico del cavallo anglo arabo è tenuto direttamente dal MIPAAF, in conseguenza della soppressione dell'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI) e che, al contrario, la legge di stabilità del 2014 ha previsto espressamente, nel collegato per l'agricoltura, che i libri genealogici vengano assegnati alle relative associazioni di razza, quindi quella che noi abbiamo.

Considerato che il MIPAAF, a seguito di tre successive istanze, corredate anche da migliaia di firme di portatori d'interesse - tra cui anche la mia - rivoltegli dall'ANACAAD per l'ottenimento della tenuta del Libro genealogico del cavallo anglo arabo, ha opposto ostinatamente diniego non supportato però da fondate argomentazioni, si impegna il Presidente della Regione e l'Assessore qui presente, a porre in essere tutte le necessarie iniziative per ricondurre a una "governance" sarda la gestione del Libro genealogico del cavallo anglo arabo mediante l'affidamento della tenuta del Libro genealogico alla competente Associazione nazionale della razza e la relativa concessione della banca dati.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Rinuncio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

LOTTO LUIGI (PD). Presidente, brevemente soltanto per manifestare la mia condivisione dell'iniziativa del collega che ha illustrato la mozione e per segnalare che su un tema così importante e caratterizzante l'identità, la cultura e l'economia storica della nostra isola, la Regione deve mostrare tutta l'attenzione necessaria. Se l'Assessorato dell'agricoltura e la Regione nel suo complesso si appropriano di questo tema, io ritengo che possiamo innanzitutto dare autorevolezza all'interlocuzione con il Ministero, dall'altra parte non ritengo possibile che a farsi carico di questo tema sia solo l'associazione ANACAAD a cui si fa riferimento nella mozione.

Il problema non può interessare solo quell'associazione, è un problema di cui dobbiamo farci carico come Regione complessivamente e, nello specifico, come Assessorato e creando le condizioni perché quell'associazione abbia la possibilità di esprimere al meglio il suo ruolo e la sua funzione. Abbiamo anche l'interesse a far sì che la Regione sarda, la quale negli anni passati ha svolto un ruolo a livello nazionale, riprenda quel ruolo e lo svolga nuovamente su basi nuove, con nuove prospettive.

Io sono d'accordo che non sia l'Associazione ad avere il ruolo principale ma sia la Regione sarda attraverso la sua autorevolezza a creare le premesse affinché l'Associazione possa eventualmente svolgerlo. Ecco perché sono convinto che bene abbia fatto il collega a promuovere questa mozione e bene abbia fatto l'Assessorato a farsi carico del tema e a costruire le condizioni affinché la richiesta contenuta nella mozione venga fatta propria dalla Regione, e si ottenga un risultato positivo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, sarò brevissimo; ho firmato ben volentieri questa mozione perché affronta un problema che ho sollevato in diverse circostanze. Abbiamo rischiato di perdere, come d'altronde è avvenuto, il seme dell'anglo arabo sardo, è mancata tutta una linea di sangue che era importante per il sistema agricolo e sportivo della Sardegna, deteniamo le più vecchie progenie di equidi che vivono nel Laconese e nell'altopiano della Giara, quindi è estremamente importante che ci si riappropri del ruolo svolto negli anni passati.

Io ho molta, molta fiducia nel dottor Raffaele Cherchi che attualmente è il commissario di AGRIS, perché so che è persona competente, appassionata di questo argomento e che conoscendo sin troppo bene gli interessi del mondo dell'equitazione, del mondo agricolo, è in grado di ricreare quelle opportunità che, negli anni, sono andate scemando e di dare quindi una risposta positiva al problema.

Vorrei ricordare che anche il fattore economico è di notevole importanza, non voglio scendere più nel dettaglio perché chiaramente ci saranno altre occasioni e risparmio per ora la discussione. Sono peraltro più che favorevole avendo firmato la stessa mozione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pier Mario Manca. Ne ha facoltà.

MANCA PIER MARIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, io ringrazio il collega Ledda perché questo è un argomento sentito, però riprendo anche le argomentazioni del consigliere Lotto. La realtà vera è un'altra, e cioè che la maggior parte dei libri genealogici sono del cavallo, ma non anche della pecora, sono riferiti quindi alla produzione tipica della Sardegna perché il 90 percento del prodotto è sardo e non è quindi nel continente italiano. Comunque tutti questi libri genealogici sono gestiti a Roma. Noi dobbiamo solamente subire le decisioni di Roma.

Potrebbe sembrare una questione banale il fatto che gli schedari siano a Roma e non in Sardegna. Ma non è così. Questa è una questione molto importante perché a livello nazionale, a Roma, si decide anche la politica sul cavallo, le caratteristiche, l'impronta da dare per il proseguo dell'attività. La stessa situazione la ritroviamo non solo per il cavallo, consigliere Ledda, ma anche per la pecora e per le capre. Tutti i libri genealogici attualmente hanno sede gestita a Roma.

Allora, l'impegno sul cavallo anglo arabo va bene, però chiedo all'Assessore un impegno vero perché tutti i libri genealogici, specialmente quelli relativi alle produzioni tipiche della Sardegna, dove produciamo il 90 per cento del prodotto nazionale, ritornino nell'Isola. Questa è una battaglia sentita, come ho già detto anche precedentemente in occasione di altre segnalazioni, lo è quella volta a riportare anche in Sardegna la GEA, quindi istituire l'ufficio pagatore per tutto. È illogico che abbiamo le competenze e che i pagamenti vengono fatti a Roma. È illogico che i libri genealogici siano a Roma.

PRESIDENTE. Comunico al Consiglio che il consigliere Giuseppino Pinna è rientrato dal congedo.

È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà. Non è in Aula decade.

È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, io non aggiungerò niente di più rispetto a quello che hanno già esposto i colleghi che mi hanno preceduto. Riconosco che la mozione è assolutamente accoglibile anche da parte nostra, in quanto vede e prevede ciò che è stato già iniziato qualche anno fa: è un iter che deve essere concluso. Non sarà semplice ottenere un risultato positivo da questa battaglia sarda, non sarà onestamente molto semplice, ma Assessore lo dobbiamo fare, dobbiamo necessariamente concludere positivamente questo percorso.

L'onorevole Pier Mario Manca ha sottolineato che i libri genealogici sono tutti a Roma e quindi non sarà facile ottenere per noi questa deroga, se così la possiamo chiamare. Il dipartimento di incremento ippico, soprattutto in questi ultimi due anni, ha fatto un grandissimo lavoro proprio per rilanciare una filiera, o addirittura una linea di sangue su cui c'erano state delle difficoltà di scelta e di indirizzo politico negli anni precedenti.

Quindi, riconosciamo senza aggiungere niente di più perché credo che ci sia davvero poco da aggiungere, quanto sia fondamentale e importante questo percorso. Ultimamente vedo che l'Assessore segue e sta dando tutte le risposte nella continuità, così come noi speravamo; magari ogni tanto muoviamo qualche critica per la non presenza a Roma, ma forse prima di andare a Roma si sta in Sardegna, questo può capitare, Assessore, succede. Sono punti di vista. L'importante è che la linea alla fine porti a raggiungere il risultato che noi come sardi e come Sardegna vogliamo.

Mi sembra che anche le scelte, l'ha appena sottolineato l'onorevole Dedoni, sulle direzioni e sugli uomini che devono guidare questo percorso siano abbastanza condivise perchè legate chiaramente all'incremento e quindi alle linee di sangue dell'anglo arabo sardo; ci troviamo perfettamente d'accordo quindi voteremo anche noi a favore di questa mozione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Rinuncio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, brevemente intendo fare una considerazione a sostegno dell'iniziativa dell'onorevole Ledda, iniziativa che ha avuto il supporto di tutti i consiglieri. Questa è una mozione che si inserisce in un progetto ideato dall'onorevole Ledda che ha prodotto anche una proposta di legge per il riordino del settore; proposta che è a disposizione dell'Aula per essere eventualmente modificata nelle parti che si riterrà opportuno modificare al fine di arrivare a una riorganizzazione del sistema.

Un sistema che riguarda l'economia reale che produce reddito con poche risorse, infatti l'iniziativa della precedente Giunta e anche quella dell'attuale, che è stata riconfermata, hanno dimostrato che con 3 o 400 mila euro all'anno si crea una moltiplicatore di economia importante. L'attenzione a questo settore deve partire anche dal riportare in Sardegna i libri, perché questo ci consentirebbe di programmare ancora meglio l'attività del settore equino ed equestre in generale. Credo che l'iniziativa dell'onorevole Ledda sia anche tempestiva, perché avviata a inizio mandato, in un momento in cui possiamo lavorare e programmare uscendo dalla emergenza e dagli spot, espressioni tipiche della politica che non vuole occuparsi delle cose serie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, solo per ricordare che su questa mozione c'era un accordo di massima in Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Abbiamo inserito questa mozione perché sottoscritta da sessanta consiglieri e, non per sminuirne il senso, l'intesa era di ritenere esaustiva la brillante relazione del collega.

Non so se si vuole approfondire ma di questo passo, si stanno svuotando i banchi del Consiglio e forse non c'è neanche il numero legale per la approvazione formale. Lo dico per senso di responsabilità. Allora, se l'argomento necessita di ulteriore approfondimento continuiamo la discussione in un'altra seduta. Altrimenti cerchiamo, i pochi superstiti di quest'Aula, di chiudere in tempi rapidi.

Secondo aspetto, Presidente, mi consenta, poiché è presente l'Assessore dell'agricoltura ne approfitto per dare notizia che stiamo apprendendo, in questi momenti, di eventi e di calamità che interessano pare per incendio o a seguito del maestrale venti aziende, addirittura, di Arzana, dell'Ogliastra. Rivolgiamo un'attenzione particolare perché queste micro realtà rappresentano il motore vero dell'economia, quindi rivolgiamo un appello e un invito affinchè questi problemi non vengano sottovalutati, e chiediamo uno sforzo e un intervento straordinari da parte della Giunta regionale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.Il contenuto della mozione è assolutamente condivisibile anche perché rispecchia la volontà della Giunta nel suo complesso, del mio Assessorato e anche dell'Assessorato del turismo con il quale stiamo lavorando per un progetto di valorizzazione del comparto ippico che riteniamo abbia grandissime potenzialità fino adesso inespresse, anche perché probabilmente è necessaria una programmazione degli eventi, una programmazione del comparto generale e della direzione precisa in cui si deve puntare.

Riteniamo che in quest'ottica di valorizzazione del comparto possa svolgere un ruolo fondamentale anche la valorizzazione dell'anglo arabo sardo. Razza che per la sua versatilità, in un momento come questo, potrebbe svolgere un ruolo importante sia nella disciplina dell'endurance, che sapete ormai è diventata la disciplina più importante a livello mondiale per numeri, e sia anche nella disciplina del completo di equitazione; una disciplina particolarmente sviluppata nel mercato inglese nel quale tra l'altro c'è sempre più richiesta di cavalli che potrebbero essere acquistati; però difficilmente noi siamo in grado di soddisfare queste esigenze e questa domanda proprio perché in questi anni è mancato un potenziamento della razza e dell'allevamento.

Riteniamo pertanto che il contenuto della mozione sia corretto e si debba agire nelle sedi opportune, quindi quelle ministeriali, perché in questi anni il lavoro fatto dal MIPAAF sula valorizzazione della razza è stato assolutamente insufficiente; grazie alla Sardegna l' Italia è al secondo posto al mondo, dopo la Francia, nella produzione del cavallo anglo arabo.

Poiché è mancato un lavoro di coordinamento, che dovrebbe essere svolto dal MIPAAF con la calendarizzazione di tutta una serie di azioni che punti alla valorizzazione del settore, è stato anche difficile fare una programmazione attenta: non ci sono i numeri, non si sa quali sono le esigenze dei mercati, non si sa come si deve agire. Riteniamo quindi che si debba operare assolutamente in questa direzione, per cui io mi farò portavoce di questo presso le sedi opportune.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Gaetano Ledda. Ne ha facoltà.

LEDDA GAETANO (Sardegna Vera). Presidente, ero già soddisfatto per il fatto che la mia mozione abbia raccolto le firme di tutti i consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza. Dopo il dibattito sono ancora più soddisfatto e comunque devo dire che sarei, anzi che saremmo molto più soddisfatti o sarebbe, come dice un mio collega, il popolo sardo molto più soddisfatto se riuscissimo a portare il risultato a casa. Sabato pomeriggio a Chilivani ci sono le corse riservate alla Regione autonoma della Sardegna: siete tutti invitati a partecipare.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (SEL). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 66.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Tedde ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Pittalis - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 44

votanti 43

astenuti 1

maggioranza 22

favorevoli 43

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è convocato per martedì 28 ottobre 2014 alle ore 10 e 30 con al primo punto all'ordine del giorno la proposta di legge numero 71 "Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale", i lavori del Consiglio proseguiranno il pomeriggio e i giorni successivi.

La seduta è tolta alle ore 14 e 40.



Allegati seduta

esto dell'interpellanza annunziata in apertura di seduta

Interpellanza Truzzu - Fenu - Floris - Tocco sul progetto pilota della ricomposizione fondiaria nel comune di Pauli Arbarei.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la legge regionale 23 maggio 2008, n. 6 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica) ha introdotto una nuova disciplina dei consorzi di bonifica;

- tra l'altro la citata legge, all'articolo 4, ha previsto che l'Amministrazione regionale deve approvare un piano regionale di bonifica e di riordino fondiario, nel quale devono essere disciplinati anche gli interventi di riordino fondiario finalizzati a ridurre la frammentazione della proprietà agricola e a favorire la costituzione di unità fondiarie di adeguate dimensioni;

- in particolare, l'articolo 14 disciplina, tra l'altro, i presupposti necessari per dare corso a procedimenti di riforma fondiaria;

- il riordino fondiario è stato inserito tra i compiti istituzionali dei Consorzi di bonifica nel regio decreto n. 215 del 1933 che costituisce, a oggi, la legge di riferimento in materia;

CONSIDERATO che:

- il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale ha avviato, intorno al 2000, il progetto pilota di riordino fondiario nel comune di Pauli Arbarei e, dopo svariati anni di attività, tra lo scetticismo generale, ha portato a compimento il proprio lavoro, adottando e pubblicando il piano di riordino fondiario, con deliberazione commissariale n. 211 del 2012, lo stesso piano è stato pubblicato ed esposto presso la casa comunale, come previsto dalla legge, tra il 30 novembre 2012 e il 27 febbraio 2013;

- il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale è stato il primo Consorzio ad aver sperimentato e certificato la metodologia di lavoro per portare a completamento un piano di riordino fondiario, con l'assenso della quasi totalità degli utenti interessati;

VISTO che:

- è già stata portata a termine una prova sul campo, col picchettamento dei nuovi lotti accorpati con piena soddisfazione dell'utenza;

- che il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale ha già avuto l'assenso degli enti statali interessati (Direzione provinciale di Cagliari dell'Agenzia del territorio, Direzione centrale cartografia, catasto e pubblicità immobiliare, Avvocatura distrettuale dello Stato) alla procedura di elaborazione del piano di riordino fondiario nel comune di Pauli Arbarei;

DATO ATTO che:

- il Consorzio di bonifica della Sardegna ha portato avanti il progetto di riordino fondiario in piena collaborazione con l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e con piena soddisfazione del comune di Pauli Arbarei, la cui comunità da tempo aspetta l'avvio della pubblicazione definitiva da parte dell'Assessorato regionale competente e la messa in campo del nuovo assetto fondiario;

- nel frattempo è stato approvato anche il piano di riordino fondiario presentato dal Consorzio di bonifica di Oristano,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:

1) i motivi che non permettono all'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale di approvare in via definitiva il piano di riordino fondiario presentato dal Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, rischiando di rendere vani 14 anni di lavoro, una procedura innovativa e consolidata e la spesa di milioni di euro di finanziamento già utilizzati per la realizzazione del suddetto piano;

2) su quali e quanti fondi la Regione ha ancora disponibilità e intende stanziare per il completamento del piano di riordino fondiario e dei progetti che devono essere avviati, viste le richieste dei vari comuni ai rispettivi Consorzi di bonifica della Sardegna e considerato il positivo risultato ottenuto a Pauli Arbarei e Oristano. (80)