Seduta n.80 del 18/03/2015 

LXXX Seduta

(ANTIMERIDIANA)

Mercoledì 18 Marzo 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 10 e 19.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 10 marzo 2015 (77), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Efisio Arbau, Giorgio Oppi e Gavino Sale hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana dell'18 marzo 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Perra - Arbau - Azara - Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla drammatica situazione in cui versano i 17.600 lavoratori della Sardegna che fruiscono della mobilità in deroga". (316)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul conferimento in via diretta, omettendo di avviare la procedura selettiva di legge, dell'incarico quinquennale di direzione della Struttura complessa direzione sanitaria - PO S. Francesco di Nuoro, disciplina Direzione medica di presidio ospedaliero". (317)

"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute nell'articolo 66, legge 23 dicembre 2000, n. 388". (318)

"Interrogazione Forma, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione presso il sistema di trattamento rifiuti di Macomer/Tossilo". (319)

"Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del Teatro lirico di Cagliari". (321)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Desini - Busia sulle ragioni della mancata attivazione, presso l'Azienda sanitaria locale di Olbia, del servizio di assistenza domiciliare ai pazienti affetti da AIDS. (110)

"Interpellanza Pinna Giuseppino - Tatti - Rubiu - Oppi sul mancato avvio del registro regionale di patologia dei malati di sclerosi multipla". (111)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Crisponi - Cossa - Dedoni - Pittalis - Solinas Christian - Rubiu - Oppi - Tocco - Carta - Truzzu - Orrù - Pinna Giuseppino - Fasolino - Tunis - Floris - Cappellacci - Tedde - Peru - Randazzo - Fenu - Tatti - Cherchi Oscar - Zedda Alessandra sul Transatlantic trade and investiments partnership (Ttip), ovvero sull'istituzione di un'area di libero scambio commerciale, in corso di negoziato presso l'Unione europea, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (120)

"Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi sul rischio che la Sardegna possa essere individuata dal governo nazionale come sito per la realizzazione del Parco tecnologico contenente il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi". (122)

"Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Rubiu - Fenu - Locci - Pittalis - Truzzu - Floris - Tunis - Pinna Giuseppino - Tatti - Solinas Christian - Orrù - Oppi - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Randazzo - Cappellacci - Cherchi Oscar - Carta - Tocco sulle richieste di pagamento del cosiddetto 'conguaglio regolatorio' pervenute ai cittadini sardi da parte di Abbanoa Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (123)

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia" (130)

PRESIDENTE. Allora abbiamo in discussione il D.L. 130, siamo arrivati alla discussione degli articoli. Passiamo quindi al titolo.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame del titolo. Al titolo è stato presentato l'emendamento sostitutivo totale numero 295.

(Si riporta di seguito il testo del titolo e dei relativi emendamenti:

"Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione
e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia".

Emendamento sostitutivo totale Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda

Il Titolo:

"Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio", è sostituito con: "Norme per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, la semplificazione delle procedure e delle disposizioni in materia edilizia, urbanistica e paesaggistica". (295).)

PRESIDENTE Chiedo il parere della Commissione. Non è presente l'onorevole Solinas, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Contrario.

PRESIDENTE. Allora passiamo alla votazione.

PITTALIS PIETRO (FI). Voto elettronico, Presidente.

PRESIDENTE. Non è possibile fino alle 10 e 29. Aspettiamo, allora lo lasciamo. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 23, viene ripresa alle ore 10 e 31.)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento sostitutivo numero 295.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 295.

(Segue la votazione)

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Tendas - Usula.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:

presenti 18

votanti 17

astenuti 1

maggioranza 9

contrari 17

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 32, viene ripresa alle ore 11 e 03.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 295.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Manca Gavino e Solinas Antonio hanno votato contro e che il consigliere Pittalis si è astenuto.

Risponde sì il consigliere: Tocco.

Rispondono no i consiglieri: Anedda - Azara - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Pittalis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 24

votanti 22

astenuti 2

maggioranza 12

favorevoli 1

contrari 21

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 06, viene ripresa alle ore 11 e 34.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 295.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Manca Gavino, Perra, Pigliaru, Piscedda, Pizzuto e Unali hanno votato contro e che i consiglieri Pittalis e Tocco si sono astenuti.

Risponde sì il consigliere: Tedde.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Pittalis- Tocco.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 36

votanti 33

astenuti 3

maggioranza 17

favorevoli 1

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, solo per dichiarare che nelle votazioni per le quali abbiamo chiesto lo scrutinio palese, è chiaro che la mancata partecipazione dell'opposizione ha un senso politico, ci fa piacere che almeno il Presidente Pigliaru abbia fatto il miracolo di far convenire in questo Consiglio la sua maggioranza che ci ha fatto perdere quasi due ore.

PRESIDENTE. Metto in votazione il Titolo.

Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Certo che in un momento così difficile per l'economia della Sardegna, vedere un Consiglio regionale che non riesce ad iniziare i lavori allorché si deve discutere un provvedimento tanto atteso per risollevare le sorti di questa economia per dare una mano alle imprese, per dare sostegno alle famiglie, fa un po' specie, siamo un po' preoccupati, io credo che la maggioranza debba cercare in tutti i modi la quadra al suo interno, deve fare in modo di arrivare ad una soluzione condivisa, la Sardegna ci sta aspettando, ma purtroppo nonostante tutto queste attese verranno frustrate perché questa è una reggia del tutto inadeguata per risolvere i problemi che noi tutti ben conosciamo, è una reggia che arriva in forte ritardo, avevamo proposto di prorogare la legge numero 4 in modo da avere quella boccata di ossigeno forte, immediata, per poter riflettere sulla legge che costituisse veramente un riordino, veramente una riqualificazione delle norme positive in materia di urbanistica, in materia di edilizia, in materia di semplificazione, oggi non stiamo facendo niente di tutto ciò, non stiamo prorogando il Piano casa, non stiamo semplificando, non siamo assolutamente parlando di urbanistica perché allorché il Titolo parli di urbanistica probabilmente uno fa a sproposito, non c'è nervatura urbanistica in questa norma, non c'è assolutamente visione, non c'è strategia, non c'è progetto, non c'è programmazione, quindi questo Titolo è del tutto inconferente rispetto ai contenuti veri. Così come non c'è semplificazione, se poi vogliamo intendere per semplificazione una trasposizione in chiave sardo nuragica della legge numero 380 del 2001 del Testo unico dell'edilizia, parliamo di semplificazione, ma non è questa la semplificazione perché comunque è una norma un tantino vecchiotta, ecco quindi quello che state facendo, all'interno però di queste cose che fate finta di fare e che non state facendo c'è una cosa che state facendo: state riordinando la proposta della Giunta regionale, ecco che cosa state facendo, queste cose le avete dette voi nella relazione di maggioranza, laddove definite il disegno di legge della Giunta privo di logica espositiva, con norme slegate le una dalle altre, incomprensibili e poco chiare, quindi l'unico obiettivo che questa legge si può porre, e che sicuramente raggiungerà, è di semplificare il lavoro del disegno di legge, di migliorarlo per quanto possibile ma comunque rimarrà una legge inadeguata, una legge raffazzonata, una legge caleidoscopica all'interno della quale ci stanno provvedimenti di tutti i tipi che non vanno nella direzione di sostenere l'economia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Il titolo è praticamente quasi tutto un poema, il titolo che, così come è già stato definito dal collega che mi ha preceduto, dovrebbe essere la semplificazione in materia generale di norme che riguardano l'edilizia, l'urbanistica e quelle in materia paesaggistica. In realtà, avete scritto un titolo che dovrebbe guardare ancora una volta alla semplificazione, probabilmente è un tema che ricorre nel vostro modo di pensare e nel vostro modo di ragionare, tutto deve essere semplificato e così, dalle norme che sono state approvate precedentemente da quest'Aula, in quelle in materia sanitaria, in quelle in materia di enti locali che in realtà poi si è trasformata solo ed esclusivamente in commissariamento delle Province del territorio della regione Sardegna. Probabilmente, l'obiettivo, da questo punto di vista, è quello di mettere un altro tassello, quello che si dichiara e che dichiara costantemente il centrosinistra a partire dal suo presidente Francesco Pigliaru, è quello che una volta approvata una norma del Consiglio regionale, che semplifica secondo il vostro modo di ragionare, si chiude con una considerazione: "abbiamo messo un altro tassello". Siccome ci piacciono queste genere di attività abbiamo iniziato a verificare quanti tasselli in realtà avete acquistato durante questo vostro mandato, ci sono tutti i negozi di ferramenta della Sardegna che non hanno più tasselli, avete comprato talmente tanti tasselli e non fate altro che mettere tasselli in tutto il territorio regionale, che non se ne trovano neanche più per semplici lavori o bisticci casalinghi. Quindi, siccome siamo in materia di edilizia e quindi stiamo ragionando sull'edilizia, almeno da questo punto di vista evitate di mettere un ulteriore tassello nella vostra dichiarazione finale e, magari, sarebbe stato opportuno accettare l'emendamento numero 295 per poter avere un titolo che abbia un riferimento un po' più consono a quello che è il dettato che si vorrebbe approvare in quest'Aula oggi legato al così detto, come lo chiamate voi, piano casa che di piano casa non ha assolutamente niente. Ovviamente, voto contro Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Per dichiarare anche io il voto contrario al titolo, perché è evidente che il titolo è assolutamente privo di contenuto perché poi la norma in realtà non fa altro che complicare la vita degli uffici tecnici, non farà altro che complicare la vita di tutti tecnici e in particolare i tecnici gli uffici tecnici comunali della Sardegna, che avranno altro che una norma di facile applicazione, si troveranno davanti a un tentativo maldestro di mettere ordine che in realtà non fa altro che creare ulteriore confusione. Quindi, è per questo che noi votiamo assolutamente contro questo titolo che è totalmente inconferente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Io devo fare ammenda del voto di novembre quando, sulla richiesta di proroga del piano casa, noi ci astenemmo confidando sulla parola data allora dall'assessore Erriu che il nuovo piano casa sarebbe arrivato entro l'anno, entro l'anno 2014 perché se non ci dice l'anno chissà quale è quello a cui si vuole fare riferimento. Quindi, ci troviamo davanti sicuramente a un ritardo, a un non rispetto di quello che era l'impegno e il titolo fa anche sorridere, perché norme per il miglioramento del patrimonio edilizio per la semplificazione e il riordino delle disposizioni in materia urbanistica, credo che il riordino principale che debba essere fatto è all'interno della maggioranza. E la semplificazione deve essere fatta all'interno della maggioranza. Perché anche quello che è accaduto stamattina, dimostra che l'argomento non è di semplice approccio, non è di semplice soluzione, per cui il ruolo che noi cerchiamo di svolgere, che svolgeremo, è quello di semplificare e di riordinare effettivamente una materia importante. Fuori da quest'Aula stanno aspettando questa legge la stanno aspettando da molto, credo che la legge che abbiamo oggi in discussione, di cui si inizia oggi la discussione, abbia necessità di interventi radicali sostanziali, non per cementificare, ma per dare una risposta positiva alle legittime istanze di chi vuole investire, di chi vuole migliorare la propria casa e le proprie aziende, di chi rispetta l'ambiente e di chi, attraverso questa legge, vuole uno strumento per migliorare se stesso, migliorare la propria azienda, migliorare la propria casa e contribuire a risollevare, per quanto possibile, la disastrata economia della nostra isola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Noi voteremo contro questo titolo che onestamente riteniamo al limite dell'offesa all'intelligenza, perché badate se c'è un comparto che oggi ha bisogno di semplificazione è il comparto edilizio, io credo che chiunque abbia un po' di dimestichezza con queste questioni si rende conto della situazione in cui oggi si trova il comparto. Dove c'è una sovrapposizione, una stratificazione di norme di ogni sorta, non soltanto di tipo urbanistico ed edilizio ma anche di tipo sanitario, di sicurezza del lavoro per quanto riguarda l'esecuzione dei lavori, di tipo tributario per tutti gli adempimenti che ci sono da fare, con una pluralità di competenze e di soggetti, competenza del comune, competenze regionali, competenze statali, ci sono da applicare delle direttive europee che determinano una situazione di terrore in capo a chiunque decida di fare, o si trovi nella necessità di fare un intervento di tipo edilizio. E la crisi economica concorre con l'appesantimento burocratica, l'enorme difficoltà dell'ottenimento delle necessarie autorizzazioni per fare gli interventi. Quindi, se c'è un settore in cui c'è bisogno di semplificazione questo è sicuramente il settore edilizio, che oltretutto è costantemente al centro dell'attenzione della magistratura per cui gli uffici tecnici, tutte le volte che devono prendere una decisione applicando norme che sono poco poco dubbie, entrano nel panico con tutte le conseguenze che noi conosciamo. Cioè che si accumulano ritardi, anche con i provvedimenti vengono emessi non c'è ma la sicurezza che siano perfetti dal punto di vista giuridico. Bene, questa legge va nella direzione esattamente opposta, per tutta una serie di motivi che vedremo nel corso dell'esame dell'articolato, non contiene semplificazioni ma anzi introduce numerosi elementi di ulteriore confusione e di ulteriore complicazione. Quindi, noi voteremo contro il titolo, ma soprattutto vorremmo richiamare l'attenzione dei colleghi, soprattutto dalla maggioranza, sul provvedimento che il Consiglio regionale sta adottando che andrà a ulteriormente complicare, fino temo ad azzerare, la possibilità di fare interventi edilizi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Ci troviamo in presenza della terza edizione o meglio del terzo tentativo di presentare uno strumento organico, mi sembra persino superfluo dichiarare il voto contrario rispetto a un titolo che non ha nessuna aderenza con quello che andremo a discutere. Avete proceduto random sino a questo momento, provando a presentare un testo poi modificandolo radicalmente in Commissione, fino alla celebrazione della direzione del PD che, mi pare dagli emendamenti che provengono dalla vostra parte, abbia ulteriormente modificato un'idea che delle due l'una: o, differentemente da quanto avevate dichiarato in campagna elettorale, non avevate neppure la più pallida idea di cosa fare su questa materia, oppure l'atteggiamento schizofrenico che ha distinto la vostra azione fino a questo momento sta trovando il suo momento più alto all'interno di questa norma. Che si definisce "generale", come definire "generale" un corpo di legge così profondamente disomogeneo al suo interno? Con una quantità di richiami che rendono difficile immaginare che si metta a sistema un tema come quello del'urbanistica e della edilizia, per poi chiamarlo "semplificazione". Semplificazione sembra addirittura qualcosa di comico rispetto al fatto che i dipendenti degli uffici tecnici dei Comuni e gli stessi professionisti stanno vivendo con orrore il momento in cui dovessero applicare delle norme che stanno a tutti gli effetti costruendo una nuova oligarchia, che è quella del sistema burocratico della Regione, che non farà altro, con una quantità di direttive, di interpretazioni, con l'aiuto della giurisprudenza che ormai è diventato il primo riferimento in materia urbanistica ed edilizia, che costruire un sistema di potere che sta uscendo da qui.

Voi purtroppo state trasformando una seduta del Consiglio regionale, che si sarebbe dovuta occupare di questo, in una seduta spiritica, con il Capogrupppo del P. D. nel ruolo di sacerdote impegnato a fare comparire e a mantenere la presenza fisica dei colleghi nel momento in cui la situazione dovesse diventare cruciale, impegnato a evocare lo spirito del Natale passato, che ancora inchioda il nostro dibattito e la nostra azione politica a questioni che sono superate dalla storia e anche, grazie a Dio, in certi momenti, dai risultati elettorali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Credo che oggi sia del tutto inutile trovarci qui a discutere di una legge su cui voi credete e tra l'altro avete riempito di enfasi come se fosse veramente la riforma per la semplificazione e il riordino in materia urbanistica ed edilizia e il miglioramento del patrimonio edilizio. Mi viene proprio il dubbio su quale patrimonio edilizio vogliate intervenire, perché da più parti continuamente vi stanno chiedendo di fermarvi, e questo ve lo chiediamo anche noi perché sinceramente questa legge non ha nessuna ragione di esistere. Da un lato è un mero recepimento della norma nazionale, che addirittura è migliore, in barba alla nostra autonomia e specificità… se non siete in grado di fare delle proposte che abbiano uno sviluppo corretto del territorio, abbiano un progetto futuro, fermatevi, perché è inutile che rimandate a future norme come avete avuto modo di fare anche per la riforma sanitaria, e se solo vi fermate un attimo a pensare mi spiegate dove sono le case della salute, gli ospedali di comunità e quant'altro: non c'è nulla di quanto avete proclamato e fatto approvare a questo Consiglio regionale.

Il titolo di una norma - ci sono all'interno di quest'Aula validissimi legislatori anche esperti in materie giuridiche - credo che debba essere rispondente ai contenuti di quello che la norma deve prevedere e normare, allora vi chiedo, siccome qui dentro non c'è poi nessuno dei contenuti che avete voluto indicare col titolo, fermatevi, perché ci sono tante persone fuori che stanno gridando allo scandalo e voi invece state propinando queste due righe messe in croce, molto male, come una riforma come una soluzione per uno sviluppo della nostra terra. Ma veramente, dove pensate che vivano gli agricoltori? O cosa pensate che facciano gli allevatori delle loro case? Cosa pensate che possono venire a far i turisti qui con delle strutture che sono vecchie di decenni?

Sempre nascosti dietro questo consumo del territorio o dietro gli speculatori edilizi, ma guardate che vi stanno andando contro anche gli ambientalisti. Avete raggiunto un'unica cosa, mettere tutti contro di voi, e ancora non vi ravvedete.

È ovvio che non possiamo votare neanche il titolo di questa norma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Certo che fa davvero sorridere il fatto che una legge che voglia pensare e guardare al futuro con un unico obiettivo che è quello della salvaguardia dell'ambiente, come motivo centrale di una legge che dovrebbe riscrivere il futuro della nostra terra e della nostra gente, per contro la Giunta regionale si arena davanti al peggior inquinamento della storia della piana della Sardegna centrale. Le questioni che stanno riguardando la realizzazione dell'inutile inceneritore di Tossilo, Macomer valgono molto di più in termini di inquinamento rispetto a quella bazzecola di adeguamento nell'agro o addirittura nel comparto del turismo. Avete letto la lettera del presidente di Federalberghi, Manca? Dà alla politica, quindi anche a voialtri, del dilettantismo; dice che è assurdo pensare che intorno ad un comparto che restituisce decine di migliaia di operatori e imprenditori seri, che assumono, che continuano a resistere davanti alle intemperie della crisi, ebbene a costoro si nega la possibilità esclusiva di adeguare la propria struttura ricettiva rispetto alle esigenze e alle contingenze del mercato, così come agli agricoltori viene negata la possibilità di avere un tetto serio e sicuro, di riammodernare, di ristrutturare, semmai di assicurare la propria presenza e partecipazione nella campagna per evitare che anch'essa venga spopolata, così come avviene ormai da tempo nei centri storici della nostra terra. Tutto questo sta mancando nella filosofia, manca una possibilità di sviluppo, c'è la certezza del creare problematiche agli uffici tecnici delle Amministrazioni comunali. Quindi tutto quello che voi chiamate semplificazione vi dovrebbe far ricredere guardando un semplice spot che da giorni simpaticamente il Governo nazionale manda ed è in perfetto contrasto. Lì si parla di semplificazione burocratica, tecnica e amministrativa, e lo fa, pensate un po', il Governo nazionale, e voi invece complicate le questioni quotidiane che sono un rimando assoluto ad attrezzare gli uffici tecnici come se fossero una sede del CERN; non dovranno pensare certo al bosone di higgs negli Uffici tecnici ma semplicemente dare risposte alla cittadinanza, tutto questo verrà a mancare perché c'è solo ed esclusivamente una complicazione degli affari generali. Impensabile non dare voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Ci accusano di dilettantismo e hanno ragione. Oggi è la dimostrazione che la politica è il male dei problemi economici che stiamo vivendo, mi correggo, non la politica ma una parte politica è la causa dei problemi economici che la Sardegna sta vivendo. Però non sono d'accordo con chi dice che l'inizio della seduta di oggi è un inizio negativo, secondo me le l'inizio di questa seduta è un inizio positivo che io voglio vedere nel senso più nobile: c'è una parte della maggioranza che, invece di dialogare solo con i segretari di partito, dialoga con la gente, e questo è un aspetto positivo sul quale bisogna riflettere; c'è anche una parte della maggioranza che riesce a dialogare con la gente, con gli imprenditori, con gli ambientalisti, con gli agricoltori come con gli imprenditori proprietari di alberghi.

È assurdo che all'interno di questa legge si escludano gli incrementi nelle zone agricole. Ha ragione la collega Alessandra Zedda, cosa pensate che debbano fare gli agricoltori con quell'ampliamento di 30 metri quadri della loro casa?

Manca un'idea di Sardegna, ma anche un progetto di Sardegna e di quello che voi volete da questa Isola; non si capisce, e mi dispiace che oggi manchi anche l'Assessore del turismo, che tipo di turismo vogliamo fare. Vogliamo allungare la stagione? Vogliamo dare dei servizi migliori? Non si capisce, non c'è un'idea di quello che dovrà essere lo sviluppo di quest'Isola. Che Isola avete in mente, che sviluppo economico avete in mente per questa regione? Perché non lo si comprende.

E allora io dico che è fondamentale dialogare con le persone, dialogare con quelle persone che vi hanno dato l'opportunità di essere qui e l'onore di amministrare quest'Isola, voi non lo state facendo, con questa legge vi siete chiusi dentro una sede di partito per stabilire le regole dell'economia e del futuro di quest'Isola e questo non può essere accettato, non può essere accettato da noi che portiamo le istanze di chi sta fuori e vi grida ad alta voce che…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PINNA GIUSEPPE (Area Popolare Sarda). Grazie Presidente, grazie Presidente della Giunta, Assessori e colleghi. Noi come Area Popolare Sarda restiamo dell'avviso che nel non concedere la proroga alla scadenza del 29 novembre 2014 si è perso solo del tempo inutilmente e mi voglio soffermare su questo aspetto. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, quel poco di sviluppo che si era creato è completamente ingessato, paralizzato, per non parlare dei problemi che si sono verificati nei comuni per la montagna di richieste pervenute negli ultimi giorni di novembre atte ad ottenere prevalentemente un aumento della volumetria domestica. Volumetria domestica resa ancora più importante a causa degli effetti della crisi che ci attanaglia e che attanaglia soprattutto la nostra Isola, basti solo pensare agli effetti positivi che invece ha determinato l'aggiunta di una sola stanza in uno stabile già esistente che ha consentito a molti giovani di potersi sposare, creare una nuova famiglia senza dover ricorrere a nuovi appartamenti, quindi evitando anche ulteriore utilizzo del suolo nello spirito della vostra legge ma soprattutto di utilizzare spazi comuni già esistenti e assistendo contestualmente quelle persone anziane che spesso fanno parte di questi nuclei familiari. A questo punto visto anche il protrarsi di questa discussione su questa legge numero 130 rimane sempre più attuale riconsiderare l'approvazione di una proroga. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianni Tatti per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TATTI GIANNI (Area Popolare Sarda). Grazie Presidente, io esaminando il titolo un attimino mi rendo conto che ha subito poche variazioni, e però mi sento un attimino offeso quando sono stato invitato come componente della Commissione urbanistica a partecipare ad una sottocommissione. A quel punto pensavo che questa maggioranza avesse deciso e aveva capito che questa era una legge molto importante che non doveva essere discussa, addirittura solo in Commissione ma doveva essere discussa anche con le persone che poi abbiamo chiamato in audizione. Io sinceramente inviterei un po' tutti quanti a dire a quelle persone che abbiamo chiamato in audizione, a quelle categorie che abbiamo chiamato in audizione che abbiamo giocato, che abbiamo scherzato; perché non è possibile che una proposta di Giunta arriva in Commissione e viene presentata alle categorie che sono state invitate in audizione e oggi portiamo non un lavoro dalla sottocommissione o quant'altro ma un lavoro che è stato fatto in altre sedi. Io mi auguro che qualcuno rifletta su queste mie affermazioni che sto facendo oggi.

Poi non capisco come si faccia a dire che stiamo lavorando sia come Governo regionale che come Consiglio regionale per salvare le zone interne. Con questa legge stiamo dicendo che le zone interne devono essere disabitate. Penso che questo problema l'abbia sollevato anche qualche componente della maggioranza e mi fa piacere. Però ritengo che quello che si dice fuori da questa aula debba essere detto anche in questa aula, non è che fuori da qui si dicono alcune cose e poi dentro se ne dicono altre.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Signor Presidente e colleghi del Consiglio, il titolo dà conto della confusione che esiste circa il tipo di denominazione da dare a questo provvedimento che secondo me era giusto quanto indicato dalla Giunta regionale, dopo di che non si capisce se questo testo è stato modificato dalla sottocommissione, dalla Commissione o dalla stessa Giunta regionale. Infatti la Giunta regionale parla di miglioramento e semplificazione, questi sono i due termini principali, non capisco perché la Commissione o la sottocommissione abbiano modificato questo testo sia nella parte iniziale post ponendo una parola anziché l'altra, sia nella parte dispositiva della legge: disposizioni generali. Assessore, non è che vogliate dirci che non fate più la legge organica urbanistica perché le disposizioni generali sono della legge organica urbanistica, non possono essere il titolo di questa legge. Quindi io volevo proporre alla sua attenzione la modifica e riportare il testo del titolo così come l'aveva indicato la Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, anch'io vorrei riprendere il titolo e mi basterebbe a dire il vero la prima frase: norme per la semplificazione e il riordino, semplificazione e riordino, di che cosa? Di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia, mica è poco. Quindi significa che vogliamo semplificare e riordinare tali disposizioni sull'urbanistica - udite udite - e sull'edilizia che è una conseguenza. Addirittura per il miglioramento del patrimonio edilizio, se non fossimo a scherzi a parte direi che va tutto bene, ma da un po' di tempo a questa parte siamo in trasmissioni televisive adeguate. Come si fa a dire che con una somma di articoli come si leggono in questa proposta si possa riordinare e semplificare o semplificare e riordinare. Tolti gli emendamenti della minoranza che sicuramente sono bocciati, perché strumentali, restano i 30-40 emendamenti tra Giunta e maggioranza ma se c'è una mole simile di emendamenti, al di là di quelle sottili differenziazioni che hanno fatto mancare il numero legale stamattina per due volte, non è che ci sia da consolarci, vuol dire che niente c'era in questo testo e ancor meno si può avere quando si aggiungeranno in modo maldestro quegli emendamenti.

Io vi chiedo una cortesia non maltrattate ulteriormente nel peggiore dei modi, come lo state trattando, il popolo sardo, non distruggete ulteriormente le potenziali risorse sociali ed economiche che possono derivarne da approvazioni di leggi adeguate. Io se avessi il tempo, ma lo riprenderò dopo direi: è un delitto voler migliorare gli alberghi per offrire delle soluzioni che possano essere competitive e richiamare il turismo? Ci tornerò su questo. Io credo che sia un delitto far sì, come qualcuno fa, pur avendo detto…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Io voglio rasserenare, tranquillizzare gli amici dell'opposizione, questa maggioranza è coesa, molto coesa, e soprattutto non ha la memoria corta, perché se tornassimo indietro di qualche mese forse di consigli regionali rinviati non di qualche ora, ma di qualche giorno per mancanza di numero legale, ne avremmo tantissimi episodi da rammentare e da ricordare. Questa maggioranza è coesa e soprattutto è molto democratica al suo interno, aperta a discussioni che hanno già trovato sintesi e che troveranno sintesi e con la testa non rivolta indietro ma in avanti, perché questa maggioranza e questa Giunta credo che non si facciano dettare l'agenda e la linea da nessuno, ma solo da quello che era il loro programma elettorale, e le leggi che qui verranno discusse e che qui verranno approvate devono servire per risolvere i problemi e quelle criticità che sinora hanno frenato lo sviluppo e l'economia, non è quello che dite voi, questo è un freno, è una non semplificazione di tutte le normative. Noi stiamo facendo e faremo di tutto perché questo avvenga, è già il titolo è una buona intenzione che avrà un punto di caduta proprio per la risoluzione di questi problemi. Quindi, stiamo tutti sereni e tranquilli che numeri legali non ne faremo più mancare, se siamo stati un po' attenti stamattina a prendere qualche caffè in più, e saremo qui fino all'esitazione della legge, che comunque è in Aula, è aperta anche alle vostre proposte, e dove può essere perfezionata e migliorata credo che dalla nostra parte ci saranno le sensibilità e le disponibilità per poter accogliere provvedimenti e intenzioni migliorative che provengono dalla vostra parte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Parto dai complimenti, perché meritate sicuramente i complimenti, con questa legge siete riusciti a scontentare tutti, ANCE, ANCI, industriali, sindacati, lavoratori, cittadini comuni, tecnici, geometri, ingegneri, consulenti di qualsiasi genere, con questa legge siete riusciti in qualche modo a far unire tutte quelle persone che in qualche modo in campagna elettorale erano praticamente con voi, in questo modo invece sono allontanati lavori, hanno capito in qualche modo quelli che sono i vostri progetti, le vostre intuizioni; è un'esagerazione chiamarli progetti perché in realtà, come già annunciato da qualche collega, questa legge manifesta ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, una lacuna che questa maggioranza ha, che soprattutto questa Giunta ha, che è quella del progetto. È una legge che limita e preclude ogni possibilità di sviluppo, è colma di divieti, restrizioni, vincoli. Abbiate il coraggio di svestirvi di ogni ideologia di appartenenza o di logica tattica o di logica politica, cerchiamo in qualche modo di ragionare pensando di aprirci anche alle proposte che il mondo esterno, non la minoranza, che le imprese, che gli imprenditori in qualche modo vi stanno facendo. Leggo alcune frasi che ho registrato in questi giorni anche sulla stampa: immobilismo politico, dilettantismo della classe politica sarda. Quando parliamo di agricoltura, che senso ha parlare di 1 ettaro, di 5 ettari o di 10 ettari. L'azienda agricola di San Sperate, anziché l'azienda agricola di Villasor, può essere tranquillamente di 2.500 metri, perché le coltivazioni in serra o le coltivazioni in orto irriguo non hanno bisogno di 50 ettari di terreno. Quindi non possiamo ragionare nei termini che in questa legge dobbiamo indicare un ettaro, 2 ettari o 10 ettari, vanno fatte delle distinzioni, va lasciata ai comuni la possibilità di scegliere, dobbiamo aprire il dialogo, è chiaro che questo lo faremo quando entreremo nello specifico degli articoli. Parlare di semplificazione di questa legge non si capisce se sia una cosa logica o se sia una cosa irrazionale, perché la semplificazione non passa sicuramente da questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Il titolo in verità a noi sembra un bel titolo, nel senso che c'è bisogno di semplificazione, di riordino delle disposizioni in materia urbanistica. Il problema, cari colleghi, è non avere remore se è necessario nel fermarsi ad analizzare cosa c'è dietro il titolo, e cioè nelle norme che vengono dopo stiamo introducendo non una semplificazione ma una serie di modifiche che, interpretate nel loro complesso, rischiano di complicare alquanto il lavoro degli interpreti di questa norma, e cioè, come è stato richiamato da molti, non solo degli uffici tecnici comunali ma di tutti i cittadini. Io credo che il problema in Sardegna non sia fare nuove norme in materia urbanistica ed edilizia, perché di norma forse ce ne sono già troppe, serve una politica, è stato detto anche da più parti, di testi unici, la legge organica sull'urbanistica, la richiamava prima il collega Floris, una legge sull'edilizia, non mantenere in piedi stralci di testo unico numero 380 del 2001, stralci della numero 23 dell'85, che è una nostra legge regionale, stralci della numero 45 dell'89, la convivenza di tutti questi testi normativi genera inevitabilmente incertezze, genera, credetemi, anche aggravio di costi per il singolo cittadino, perché oggi affrontare anche la progettazione più piccola diventa una selva non solo di apporti tecnici in senso ingegneristico-architettonico, ma soprattutto per gli esiti che la maggior parte di queste pratiche hanno in termini giuridici e legali. Per cui io credo che non sia da derubricare come negativo il fatto che ci sia l'esigenza di fermarsi un momento in più, fare una riflessione in più su quello che stiamo facendo, che non significa non fare le leggi, significa cercare di farle dando risposte a quelle che sono le esigenze all'esterno. Per cui l'invito che facciamo è quello di una riflessione più ampia, perché il testo della legge sia davvero coerente con il titolo che le si vuole dare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Naturalmente per esprimere il voto favorevole al testo in discussione, dire che condivido le cose testé sottolineate dal Capogruppo del Partito Sardo d'Azione sulla necessità di fare norme di semplificazione, e l'obiettivo è proprio questo, fare norme di semplificazione. Io credo che la presunzione dei colleghi di centrodestra di fronte a un tema come quello in discussione oggi sia incredibile, la volontà di dare corpo al processo e alle intenzioni sia insostenibile, così come dovrebbe fare e avere più il senso del pudore una classe dirigente che ha miseramente fallito negli anni nei quali ha governato la Sardegna fino a poco fa. I dati del Governo dei cinque anni precedenti a questa amministrazione regionale ci raccontano di una flessione degli occupati dell'edilizia del 50 per cento, dati dalla Cassa edile, del 50 per cento. Coloro che hanno perso il posto di lavoro si contano a migliaia, a decine di migliaia, 24 mila e 100 persone nel settore dell'edilizia hanno perso il lavoro. Quindi, di fronte a questi numeri che raccontano il governo di chi ci ha preceduto, che adesso lamenta con un processo alle intenzioni un testo di legge che sta entrando in aula oggi e che in ogni modo stanno ostacolando, ci vogliono dire che loro hanno la verità in tasca e dire che noi stiamo sbagliando tutto. Bisognerebbe avere un po' di senso del pudore. Sentivo la collega Alessandra Zedda che diceva: "Voi ritiratevi, come vi permetterete di scrivere, abbiamo noi la verità in tasca". Ma quale verità in tasca, i risultati sono quelli che raccontano la vita degli uomini e della classe politica, di coloro che si alzano ora a dire che qua si sta sbagliando tutto. Qua stiamo presentando un testo modestamente con l'obiettivo di correggerlo anche in aula laddove noi riteniamo insieme alle proposte che vengono formulate se ci sono da fare delle correzioni, l'ultimo intervento fatto raccontava proprio questo, io concordo sull'idea che si debba lavorare in quella direzione, ma noi non abbiamo né ideologia, né la verità in tasca, sappiamo bene che bisogna mettere ordine e semplificazione, per cui il titolo racconta quelle che sono le nostre attenzioni, e vedremo, nel proseguo dei lavori, se così sarà, o se invece avete ragione voi, con un testo modestissimo, che era quello del Piano casa, copiato da quello nazionale, con i risultati che avete prodotto in questi 5 anni di Governo credo che dovete avere un po' di senso del pudore prima dimostrarvi così, con i muscoli forti, nel raccontare alla gente che avete la verità su questi temi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Onorevole Cocco, sono i fatti che parlano, e sono soprattutto le reazioni da tutte le parti che sono giunte rispetto a questo testo: associazioni vicine a voi, associazioni di categoria, professionisti, il sistema degli enti locali; se ne faccia una ragione. In quei 5 anni nei quali ha governato il Centrodestra, e dove la crisi, se ben ricorda, ha toccato il livello massimo, è proprio con quel Piano casa, con quelle 40.000 domande e concessioni edificatorie che si è consentito a quel settore di sopravvivere, purtroppo, e di arginare anche gli effetti di una crisi disastrosa. Mai nessuno ha detto che il Piano casa è lo strumento per aprire le porte dello sviluppo; chi l'ha mai detto? Questo è nella sua testa e nei suoi pensieri. Ma pensate a quello che avete prodotto voi in un anno di Governo. Io mi rendo conto della sorta di imbarazzo che pervade un po' i banchi del Centrosinistra, perché risultati non ne portate. E noi, perché i sardi lo devono sapere, continuiamo ad essere governati in questo settore urbanistico-edilizio dalle norme che aveva introdotto l'onorevole Renato Soru, quelle norme che sono state contestate dai sardi, e che i sardi non hanno la memoria corta, perché oggi voi fate un'operazione che è sull'onda sempre impostavi, dettatavi dall'onorevole Renato Soru, che addirittura è peggiorativa anche rispetto a quella che lui stesso nel 2006 aveva introdotto con il PPR. Di questo dovete dare conto ai sardi, e noi non staremo a guardare. E già dal titolo, che è emblematico, perché voi parlate di "riorganizzazione", "semplificazione", ma sapete poi di cosa si parla? All'articolo 2 è solo la modifica di una parola, "permesso", anziché "concessione". E all'articolo 3, perché si inquadra nella vostra logica, voi introducete un sistema di sanzioni, sanzioni per interventi eseguiti in assenza di permesso per costruire, perché la vostra politica è fatta di divieti, di sanzioni, e introducete un sistema di norme che non sono assolutamente chiare. Ecco perché la Magistratura giustamente mette mani quando la politica fallisce, e anche in questo caso la politica sta fallendo, perché sta costruendo un sistema di norme che sono assolutamente oggetto di interpretazioni, le più disparate. Voi state costruendo un mostro per gli uffici tecnici dei comuni, e allora sì che la Magistratura interviene, quando la politica non fa il proprio dovere, quando la politica arretra.

PRESIDENTE. Poiché non ho altri iscritti a parlare, metto in votazione il titolo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del titolo.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Usula ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Cappellacci - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 53

votanti 52

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 31

contrari 21

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato un unico emendamento soppressivo totale, il numero 249.

(Si riporta il testo dell'articolo 1e del relativo emendamento.

Art. 1

Finalità

1. La presente legge contiene disposizioni di semplificazione delle procedure in materia edilizia, urbanistica e paesaggistica e di riordino normativo.

2. La Regione autonoma della Sardegna promuove, inoltre, la riqualificazione e il miglioramento della qualità architettonica ed abitativa, dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente, la limitazione del consumo del suolo e la riqualificazione dei contesti paesaggistici e ambientali compromessi.

Emendamento soppressivo totale Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda

L'art. 1 è soppresso. (249)

Emendamento sostitutivo totale Tedde - Pittalis - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda

L'art. 1 Titolo èsostituito con: "Obiettivi" (306)

Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci

Il comma l dell'articolo l è soppresso. (200)

Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Randazzo - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci

Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (201)

Emendamento aggiuntivo Tedde - Pittalis - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda

all'art. 1 comma 2 dopo le parole "contesti paesaggistici e ambientali compromessi" sono aggiunte le parole "esistenti nel territorio regionale"(302)

Emendamento aggiuntivo Carta

Per il perseguimento degli obiettivi di cui al comma 2, nelle zone "A" e nel "Centro Matrice", dei centri urbani, che presentino un forte degrado architettonico, ambientale e di precarietà sanitaria, ove non siano perseguibili e diversamente realizzabili, interventi per singola unità immobiliare, la Regione su proposta del competente assessore all'urbanistica, finanzia annualmente un apposito programma di contributi, su richiesta dei Comuni interessati, finalizzato alla redazione di specifici studi e progetti di recupero urbano ai sensi della 1, 457/78 - Norme per l'edilizia residenziale - e s.m.e i.

Il finanziamento regionale, non può eccedere la quota del 90% delle somme ammesse e ritenute ammissibili.

Il riparto, è stabilito in proporzione all'ampiezza demografica dei comuni richiedenti il contributo.

È individuato annualmente, in sede di formazione del progetto di bilancio, apposito capitolo di spesa. (29)

PRESIDENTE. È aperta la discussione sull'articolo 1 e sul relativo emendamento.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.

SOLINAS ANTONIO (PD), relatore. Grazie, Presidente la Commissione ha espresso parere contrario sugli emendamenti numero 249, 306, 200, 201, e sugli aggiuntivi numero 302 e 29.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CHRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere è negativo sugli emendamenti numero 306, 200, 201, 302 e 29.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Per questione di chiarezza, Presidente. Noi abbiamo approvato il titolo nel testo della Commissione, poi segue "titolo 1", vorrei capire se noi dobbiamo anche procedere all'approvazione del titolo 1, perché qui si disciplina il titolo 1 e nel contesto del titolo 1 seguono i capi 1, 2, e così via.

PRESIDENTE. No, è una ripartizione interna, non c'è bisogno di fare una votazione. Non l'abbiamo più fatta.

PITTALIS PIETRO (FI). No, siccome ha un senso il titolo 1, così come formulato rispetto al titolo generale della legge… perché vorrei che fosse chiaro che se noi non lo proviamo, poi non vorrei che si ritrovasse nel corpo della legge, perché quello che il Consiglio non approva, non è che si possa introdurre o possa essere variato a seconda delle interpretazioni che si danno. Allora, se decidiamo che deve rimanere il titolo 1, io vorrei che venisse messo in discussione e anche in votazione.

PRESIDENTE. Allora, non l'abbiamo più votato, da quando ci sono io non abbiamo mai votato i titoli, se c'è una richiesta di votazione del titolo, lo mettiamo, ma i titoli e i capi non sono mai stati votati. Rimangono dentro il corpo.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Finora il titolo non l'abbiamo mai votato, è una discussione che abbiamo già fatto questa, e gli uffici ci hanno detto che non era necessario procedere con la votazione del titolo perché era già incluso nel procedimento di voto che è stato effettuato. Per cui io credo sia opportuno continuare.

PITTALIS PIETRO (FI). Però c'è anche un emendamento.

PRESIDENTE. Non c'è ne sono emendamento sul titolo 1. Quello che dice "disposizioni generali e norme di semplificazione e riordino in materia urbanistica ed edilizia", titolo 1, non c'è nessun emendamento presentato.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Io volevo far rilevare al Presidente e ai colleghi che non stiamo parlando di una questione irrilevante, perché anche ai fini dell'interpretazione, specialmente di norme di questo genere, l'aspetto topografico e l'articolazione interna del provvedimento, e i titoli che noi diamo ai singoli titoli, io non dico ai capi, ma ai singoli titoli, ha la sua rilevanza, quindi io non svierei la questione così come si sta cercando di fare, Presidente, perché mi sembra che la questione, soprattutto in questa materia, sia tutt'altro che secondaria.

PRESIDENTE. Allora, chiediamo questa cosa. Il problema è che la ripartizione della legge viene fatta alla fine a seconda di come viene approvata la legge, e noi non votiamo i titoli normalmente per questo. Però, se c'è una richiesta specifica di votazione la mettiamo ai voti e decide il Consiglio, perché stiamo introducendo una novità rispetto alla prassi, almeno da un anno a questa parte.

HA domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Lei capisce bene, Presidente, che in una materia sensibile come questa io vorrei che poi gli uffici diano anche il giudizio di ammissibilità di eventuali emendamenti, che possono non essere in linea e in conformità a quello che è il titolo. Allora, io lo sto richiamando perché… qui non c'entra niente è la contrapposizione maggioranza-opposizione, è un problema di correttezza nel procedimento legislativo. Allora, o si elimina, e allora non c'è nessuna questione, ma nel momento in cui lo trovo nel corpo della legge, mi si spiega perché, per esempio, nel Titolo I manca il riferimento al miglioramento del patrimonio edilizio? Ci sarà una ragione, no? O perché non si possa aggiungere anche altro? Io pongo questa questione di natura generale, che non ha interferenza ora sulla questione di merito e di contrapposizione tra maggioranza e opposizione, ma atteniamoci, io lo pongo come buona norma nel legiferare perché non ritengo che debba rimanere altrimenti nel corpo della legge se noi non riteniamo che ci debba essere. Altrimenti, siccome fa parte della legge, e non è soltanto una questione formale, ribadisco, ma è questione di sostanza, per quello che è scritto, per quello che dice e anche per quello che non dice. È un richiamare tutti all'osservanza anche poi degli emendamenti che dovranno essere in conformità al titolo stesso.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia" (130/A)

PRESIDENTE. A questo punto metto in votazione il titolo, certo, con la discussione.

Passiamo all'esame del Titolo I.

(Si riporta di seguito il testo del Titolo I:

Titolo I

Disposizioni generali e norme di semplificazione
e riordino in materia urbanistico-edilizia.)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Credo che bene abbia fatto il Presidente a porre in discussione e sottoporre al voto dell'Aula il titolo, per un motivo semplicissimo, Perché il titolo è l'ombrello, il cappello, sotto il quale stanno i capi al di sotto dei quali stanno gli articoli, quindi il titolo, cioè la rubrica di questo insieme di norme, caratterizza i contenuti di queste norme, cioè dà un nome e un cognome a queste norme, quindi bene ha fatto il Presidente. Grazie, signor Presidente, per la sensibilità. E, infatti, questo titolo probabilmente difetta di quel passaggio che ha sottolineato il Presidente del nostro Gruppo, cioè difetta della riqualificazione del patrimonio edilizio, ricomprende tutto e il contrario di tutto tranne quell'aspetto. Ma siccome uno degli obiettivi principali di questa legge è proprio la riqualificazione del patrimonio edilizio, probabilmente bene avrebbe fatto la Giunta, in sede di disegno di legge, o la Commissione, in sede di istruttoria, a inserire anche questo passaggio perché così questo titolo è monco. Ma è soltanto un esempio, è soltanto un sintomo di ciò che non c'è in questa legge, ed è anche un sintomo della deficienza di questa legge laddove si pone degli obiettivi formali, ma non ha la capacità, non la caratura, non ha gli strumenti per raggiungere questi obiettivi, cosa che probabilmente farà di questa norma che uscirà da questo consesso un mostriciattolo, un mostriciattolo che non piace a destra, che non piace a manca, che non piace agli ambientalisti, che non piace ai costruttori, ma non piace neppure a coloro che sempre hanno avversato…

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Fermati, perché c'è un consulto ad alto livello, quindi…

TEDDE MARCO (FI). Forse sto disturbando?

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Prego, onorevole Tedde, concluda.

TEDDE MARCO (FI). Quando il collega Dedoni mi richiama all'ordine io obbedisco. Quindi questo agglomerato di norme che puntano verso vari obiettivi si caratterizza, fin dal titolo, per la sua incapacità di raggiungere questi obiettivi. Norme di semplificazione, norme di urbanistica, che non esistono sostanzialmente ma solo formalmente, norme che vanno verso la riqualificazione del patrimonio edilizio che non riqualificano alcunché, sono norme, in buona sostanza, che vanno ad aggrovigliare una materia già difficile, sia nell'interpretazione che nell'applicazione, e che creeranno problemi sia a chi vuole realizzare una piccola costruzione per dare la possibilità a un altro figlio di avere una stanza da letto, sia a coloro che sono contrari a queste costruzioni.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Chiedo scusa per la irritualità, ma mi sembrava opportuno far emergere l'appassionante ragionamento che veniva sottoposto alla Presidenza, perché magari l'onorevole Cocco aveva qualche interpretazione più sottile nel merito e allora, siccome qui non si parla più di contrapposizione di maggioranza e opposizione, era far lievitare quella che era la sostanza del verbo giuridico, e siccome mi pare che sia necessario capire se si deve votare o no, ma il Presidente ha tagliato la testa e ha fatto votare, e ne stiamo discutendo, io mi porrei un attimino, soprattutto in qualche sindaco che ha aperto la bocca poco fa, di capire quando c'è un buon avvocato di diritto amministrativo che pone il naso in qualche, come dire, piccola curva nelle disposizioni che vengono esaminate per la autorizzazione o la concessione o quello che sia, io avrei qualche problema se magari questo titolo venisse non considerato se enuclea una serie di condizioni poste dalla dichiarazione generale, per cui sotto quel Titolo I va analizzato che cosa viene e se c'è qualche risvolto non chiaro si percepisce la necessità di dover affrontare in termini seriamente giuridici quelli che sono gli aspetti che ne possono derivare da un'interpretazione o dall'altra, o dall'inserimento o meno nel testo di legge. Per cui io presterei qualche attenzione in più anche a questi argomenti necessari nella formazione di una legge, perché a primo acchito sembra tutto facile, tutto veloce, e poi in effetti lasciamo in piedi sostanziosi momenti di dibattito all'interno di un giudizio promosso da un avvocato o da chicchessia, o anche da un giudice, e a me, devo dire, a volte mi morde la coscienza perché c'è un aspetto che non abbiamo mai considerato. Quando abbiamo nel territorio, ovunque esso sia, sul mare o no, spesso è sul mare che si interviene, delle lottizzazioni o delle singole abitazioni poste prima a sequestro e poi dichiarate da radere al suolo, io vi debbo dire è ricchezza anche quella che va via, e comunque sia io, è vero, privilegio se è il caso il paesaggio, ma io sto distruggendo ricchezza, sto distruggendo lavoro, non è che stia trovando una soluzione migliorativa. E questo spesso avviene non solo per atto delinquenziale di chi non legge neanche le leggi e va ad applicarsele ad personam, ma sono delle conseguenze spesso dovute a mala interpretazione di legge e se ho mala interpretazione di legge, cioè se la legge non è chiara, se la legge non esemplifica, se la legge non dice quello che vuole dire, allora uno può andare ultra petitum, ma questo non è che sia una quisquilia. Vorrei che ciascuno di noi nella propria coscienza esaminasse il dato che avviene, il turbamento civile, il turbamento morale, ma anche il disturbo della società nel vedere distrutto un bene. Se è vero che viene apprezzato è avvalorato non solo come un disturbo, ma come un delitto nei confronti del paesaggio e, ripeto, cosa che deve essere ben chiara, ben suffragata, ben collaudata e ben chiarita nelle azioni che pongono in essere i legislatori e poi osservate da quelli che sono gli attori del procedimento di giudizio. Ecco, queste cose non sono di poco conto. Possono sembrare quisquilie e allora si può votare o non votare, ma attenzione, su materie sensibili credo che ci sia l'opportunità, oltreché la necessità, di andarci con i piedi di piombo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, prima di tutto volevo dire all'amico e collega Daniele Cocco che probabilmente nel ritardo invece che il caffè gli hanno dato qualche camomilla perché l'ho visto molto diverso e questo mi dispiace perché nel confronto, secondo me, democratico che ci può essere anche all'interno di una maggioranza può davvero scaturire una legge migliore per tutti, quindi a volte il vostro ruolo, il ruolo di quelli che all'interno di una maggioranza non si appiattiscono, può dare ai sardi una legge sicuramente migliore.

Però il titolo, tornando invece all'argomento, è sbagliato. Il titolo non è un titolo che rispecchia poi effettivamente quelli che sono i dispositivi della legge, perché quando parliamo di riordino in materia urbanistico edilizia per poter far questo bisogna rifare, bisogna migliorare le nostre costruzioni per poterle rendere sicuramente più gradevoli e innovative. Per fare questo è necessario un incentivo. Ecco, all'interno di questa legge quello che manca (che era l'obiettivo, secondo me, centrato nella precedente legge) è proprio l'incentivo, quello che possa poi spingere le persone, che possa poi spingere i privati a ristrutturare, a migliorare la propria abitazione, la propria attività perché non ne vale la pena. Quando noi parliamo di demolizione e ricostruzione e pensiamo che la demolizione e la ricostruzione può essere fatta se si diminuisce la propria abitazione del 15 per cento, chi è che butterà a terra una propria casa anche se vecchia all'interno dei 300 metri dal mare per rifarne una del 15 per cento più piccola? È impensabile. Quindi il titolo è sbagliato perché manca di quello che realmente poi sono i dispositivi della legge.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, questo titolo è sbagliato. Il titolo dovrebbe essere: "Canne al vento". In effetti, se ci ragionate, il clima di ineluttabilità che ha coinvolto la fase preparatoria a questa discussione e all'esame di questa norma è proprio molto poggiato su quella tipologia di racconto che ci viene proposto da Grazia Deledda anche come spaccato della società sarda di quel periodo. Il modo in cui avete approcciato, in cui vi siete avvicinati, il modo in cui avete lavorato fino a questo momento dà esattamente la medesima sensazione, cioè qualunque ipotesi di proposta di buon senso, qualunque cosa, seppure animata dal più alto spirito di lealtà nei confronti del popolo sardo, l'unico nei confronti del quale è dovuta, viene però stravolta da questo essere come canne al vento, essere così profondamente fragili, così profondamente privi di nerbo nel poter sostenere le proprie tesi. Spiace trovare nella figura alta (sia dal punto di vista istituzionale sia dal punto di vista morale) riconosciuta al Presidente della Regione la figura di Efis. Efis è servo in accezione alta di questo termine, non, casomai qualcuno lo voglia strumentalizzare in maniera vile, no, è leale, e uccide per lealtà e per amore. Ma il Presidente della Regione, soprattutto nel suo valore alto istituzionale non è servo di nessuno, se non del popolo. Ma il popolo in questo non c'è, il popolo acclama altro, il popolo acclama una reazione dalla classe politica, acclama il fatto che si liberi dal giogo della schiavitù della vostra ideologia che non è neanche un'ideologia, è una paranoia perché l'ossessione profonda con cui lo spirito che aleggia su quest'Aula ha affrontato questo tema altro non è che un problema da curare con strumenti adeguati, colleghi. Come è possibile cercare di ricostruire in termini giuridici in un corpo di legge un qualcosa che trova spiegazione soltanto all'interno della mente di un uomo, a volte? Come è possibile? Io ve lo domando. Come è possibile che noi tutti assieme con il nostro aiuto, noi siamo qui per aiutarvi, ve l'abbiamo detto mille volte, siamo a vostra disposizione, ma usciamo da questo gioco, usciamo assieme, noi già siamo fuori, siamo fuori da tempo, ma siamo qui per tendervi una mano, per dirvi venite sul terreno degli interessi dei sardi a discutere di questo tema, non fatevi travolgere da qualche cosa che non deve avere cittadinanza all'interno di quest'Assemblea, resistiamo. Alla fine su questo titolo che i comportamenti siano conseguenti perché diversamente quello che apparirà fuori di qui non sarà altro che un ritratto grottesco di una classe dirigente che si è arresa e come canne al vento si è fatta travolgere.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, prendiamo atto dell'atteggiamento che la minoranza sta tenendo stamattina in Aula, sta trovando tutte le motivazioni possibili per cercare di bloccare la discussione della legge. È legittimo, è un compito che abbiamo svolto anche noi nella passata legislatura quando il centrodestra metteva in campo norme non condivise dal centrosinistra. Però, credo che lo debbano dire chiaramente. L'amico Pietro Pittalis è un giurista esperto, un avvocato, tra virgolette, di grido, però quello che dice l'avvocato Pittalis qui dentro vale quanto quello che dice ciascuno di noi. Per questo, Presidente, io credo che prima di aprire la discussione e mettere in votazione il titolo avrebbe dovuto riflettere qualche secondo in più, perché io è il sesto anno che sono in quest'Aula e non ho mai assistito alla votazione di un titolo di una legge, neanche il Titolo I, Capo I della legge 4 e di tutte le sue successive modifiche nella passata legislatura.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedilo a Luciano Uras.

SOLINAS ANTONIO (PD). Io non lo chiedo a Luciano Uras, sono gli atti che lo testimoniano, Pietro, quindi non è questo. Noi stamattina abbiamo sentito di tutto, in questi giorni sugli organi di stampa, noi abbiamo avuto una legislatura dal 2004 al 2009 dove il centrosinistra ha cercato di darsi una legge organica sull'urbanistica in Sardegna e che poi (per varie motivazioni che non sto qui a ricordare ma che tutti conosciamo molto bene) non si è riusciti ad approvare. Nella legislatura passata il centrodestra non è stato capace non solo di approvare, ma neppure di proporre una legge che fosse una legge organica, una legge completa per dare finalmente una regolamentazione definitiva a questo settore. Oggi sento tutti scatenati, l'onorevole Rubiu credo che abbia fatto più di un sondaggio in Sardegna, tutti sono contro il centrosinistra, evidentemente l'onorevole Rubiu vive in un'isola completamente diversa da quella dove abito io. La rassegna stampa la possiamo fare in tutti i modi, onorevole Rubiu. Noi abbiamo sentito in Commissione le organizzazioni sindacali, abbiamo sentito le organizzazioni di categoria, abbiamo sentito anche le organizzazioni ambientaliste e c'è chi ci ha detto che stavamo facendo una cosa buona, c'è chi l'ha criticata; di alcune critiche ne abbiamo fatto tesoro, le altre le abbiamo rimandate al mittente. Credo sia anche il tempo di parlare molto chiaramente. Noi non ci stiamo inventando nulla, ci siamo presentati un anno fa al corpo elettorale della Sardegna, abbiamo detto che avremmo cancellato l'obbrobrio del PPS che avevate approvato un mese prima di andare al voto, stiamo mettendo il primo tassello, Oscar Cherchi, con le battute sull'edilizia, questo è il primo punto sul settore edilizio, abbiamo detto che entro i primi sei mesi del 2016 andremo ad approvare una legge urbanistica per poi adeguare ai nostri tempi anche il PPR. E smettetela anche di… non c'è il collega che ha parlato poco fa! I partiti in democrazia per quanto ci riguarda servono per discutere, servono per fare proposte ai propri rappresentanti che sono nelle istituzioni, noi abbiamo discusso serenamente nella sede del partito aperto al pubblico, c'erano giornalisti, c'erano le televisioni, un dibattito franco che ha portato a delle proposte che il Partito Democratico ha fatto proprie nelle sedi istituzionali e che ha proposto ai suoi alleati. Credo che non abbiamo fatto niente di straordinario, abbiamo messo in campo la democrazie partitica. Noi siamo abituati a discutere in questo modo, non abbiamo mai preso ordini né da Arcore, né da Villa Certosa, né da altre residenze…

PITTALIS PIETRO (FI). Da Sa Illetta!

SOLINAS ANTONIO (PD). A Sa Illetta si fa altro Pietro, non si fanno riunioni politiche, né larghe, né ristrette. Noi con questa legge, sia chiaro a tutti, che molto probabilmente è facile criticare, lo dico soprattutto ai componenti della Commissione della minoranza, perché con spirito costruttivo abbiamo lavorato in questi mesi per cercare di darci una legge seria, una legge che fosse trasparente e che desse certezza a tutto il settore. Andare a dire che questa è una legge che penalizza la Sardegna credo che offenda anche il più umile dei nostri cittadini della Sardegna. L'onorevole Cossa ammette che c'è caos nel settore dell'edilizia, ed evidentemente l'onorevole Cossa che nella passata legislatura era in maggioranza conferma quello che ho detto prima, che il centrodestra non è stato capace non solo ripeto di approvare, ma neppure di proporre una legge, noi ci stiamo provando, non è il massimo che si poteva dare, sono d'accordo. Credo che quest'Aula e il lavoro di quest'aula debba servire soprattutto a quello. Vi sfidiamo sui contenuti, smettetela però di andare a chiedere votazioni sui titoli perché lasciano il tempo che trovano e credo che i sardi stiano aspettando altro, non di discutere sul titolo e sul capo della legge. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, spesso vediamo il giornale, leggiamo il titolo, poi andiamo a leggere l'articolo e ci rendiamo conto che il titolo non corrisponde a quello che c'è scritto nell'articolo. In effetti qua di che cosa stiamo parlando? Del Titolo I. In effetti poi nella discussione si parla un po' di tutto lo scibile. Io vorrei concentrarmi sul titolo, ma non perché è una cosa strumentale, perché il titolo poi va nell'indice, e l'indice è la prima cosa che uno scorre per cercare nella legge la parte che gli interessa. Ora in ogni legge c'è per esempio il discorso delle sanzioni, quindi uno apre l'indice e cerca "sanzioni", non le trova nell'indice di questa legge che andremo ad approvare, perché le sanzioni sono all'articolo 3 che sta sotto il Titolo I e Capo I, dove parliamo di disposizioni generali. Allora credo che questo sia un errore, che sia una cosa che va corretta, perché dal titolo si passa poi all'indice, e l'indice è la prima cosa che uno va a verificare e a leggere. Per cui non è una discussione banale e strumentale, è una discussione che attiene all'utilizzazione che poi di questa legge ne faranno comuni, cittadini ed imprenditori.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, ma ogni tanto si parla, anzi troppo spesso se ne parla, in quest'Aula del Piano casa, quasi non ci si voglia rassegnare al fatto che il Piano casa non c'è più. E si dice il Piano casa non ha creato disastri, non ha creato danni all'ambiente. Ma intanto è stato applicato per cinque anni, quattro o cinque anni, cinque anni non sono un tempo tale per cui si possa dire se il Piano casa poi avrebbe creato danni all'ambiente oppure no. Però di danni ne creato e, continuo a ripetere, ha creato il danno principale che è quello che ha scoraggiato i Comuni all'adeguamento dei PUC al PPR. Questo è il danno più grosso che potesse creare, e lo ha creato, continuo a ripeterlo, con l'atteggiamento dell'allora maggioranza, e continuo a chiedere in quest'Aula: "Ma perché un sindaco avrebbe dovuto adeguare il proprio strumento urbanistico a uno strumento che si diceva di dover cancellare da lì a poco tempo?". È evidente che ha disincentivato il PUC all'adeguamento al PPR, non può non essere così. Questo è stato. E continuo a chiedere a chiunque in quest'Aula se invece si fossero adeguati i PUC al PPR, avrebbe avuto senso il Piano casa? Avrebbero avuto senso anche le misure emergenziali, che pure ci sono in questa legge? Ma evidentemente no! E lo stesso PPR che continua ad ossessionarvi, ma nel momento in cui i PUC sono adeguati al PPR il PPR scompare, non crea più problemi, non ne crea più nemmeno a voi di problemi. E allora noi crediamo che la questione edilizia ed urbanistica si affronti in altro modo, ed è quello che c'è stato chiesto in Commissione e che molti di voi oggi hanno detto. In Commissione c'è stato chiesto una nuova legge urbanistica, c'è stato chiesto un testo unico dell'edilizia, c'è stato chiesto di accelerare gli adeguamenti dei PUC al PPR, solo in subordine ci hanno chiesto deroghe. Ma lo state dicendo anche voi oggi, che occorre una nuova legge urbanistica, che occorre un nuovo testo unico, che occorre la carta d'uso dei suoli in edilizia, lo diceva un collega che mi ha preceduto, la carta dei suoli agricoli, quando diceva: "Beh, che senso ha un ettaro, due ettari, tre ettari, se non c'è una carta d'uso dei suoli?". È vero, non ha senso, è una misura in questo caso conservativa finché non si fa la carta dell'uso dei suoli. Ma io mi faccio una domanda, se la ritenete così importante ma perché non l'avete fatto nel precedente mandato? Cinque anni. Allora ritenete che ci debba essere una nuova legge urbanistica? E io non l'ho vista! Ritenete che ci debbano essere facilitazioni all'adeguamento dei PUC? E io non le ho viste! Ritenete che ci debba essere uno studio sulla destinazione agricola, tale da poter distinguere le colture intensive da quelle estensive? Le diverse vocazioni dei terreni agricoli? Sì, ma non lo avete fatto! Queste sono le nostre dichiarazioni, le dichiarazioni del Presidente Pigliaru, sono linee di mandato, e questo faremo, ma non ci si può dire oggi "perché non l'avete ancora fatto?", non l'abbiamo ancora fatto perché non abbiamo avuto il tempo di farlo. E poi un altro ritornello, al quale sino ad oggi evitavo di replicare, è questo: "Il segretario del Partito Democratico impone la sua linea alla Giunta". Non è così, il segretario del Partito Democratico convoca le direzioni e le convoca su ogni tema che sia regionale, che sia nazionale, su ogni tema del quale si deve interessare il Partito Democratico. Guardate, nella direzione di venerdì scorso ci sono stati trentacinque interventi, abbiamo finito a mezzanotte quella direzione, ed è una direzione che ha espresso la linea del partito, poi evidentemente la linea del partito non necessariamente, o comunque un'influenza le istituzioni, io però sono orgoglioso di appartenere ad un partito nel quale si discute di ogni aspetto, si discute di ogni aspetto rilevante evidentemente. E mi verrebbe facile una battuta, consigliere Pittalis, lei dice si decide a Sa Illetta, beh nel precedente mandato si sono fatte riunioni in altre sedi non istituzionali, e nemmeno con aderenti ai partiti, non tutti almeno, perché io mi ricordo si diceva così sui giornali. Mi sto riferendo a qualche riunione in Costa Smeralda, va bene? Era più facile decidere così! Certo che era più facile, molto più facile, la democrazia è fatica, ma la democrazia impone che si facciano le riunioni di partito, si discuta all'interno del partito, dopodiché io sono un consigliere regionale, non ho vinto un concorso, il mio principale stakeholder, portatore di interessi, è il mio partito e nei dibattiti di partito ci si arricchisce e anche molto, si capiscono le posizioni di tutti e poi si arriva ad una mediazione.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare su questo argomento, metto in votazione il Titolo I.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, una brevissima dichiarazione di voto perché all'intervento del collega Demontis logicamente non può passare inosservata. Io non so se lui frequenti la Costa Smeralda, che è una vetrina per la Sardegna, io debbo dire che non ho mai fatto nessuna riunione in Costa Smeralda per trattare problemi urbanistici ed edilizi, al più posso averlo fatto per trattare qualche problema di qualche muraglione che cadeva nel paese dei miei genitori e dei miei avi, che è Orune, dove le assicuro ha molto più di interesse e molto più, per quanto mi riguarda anche dal punto di vista affettivo. Che la Costa Smeralda abbia costituito oggetto, riferimento, anche attenzione da parte della politica onorevole Demontis, questa la rivolga proprio alla sua parte politica, noi le cose le abbiamo fatte alla luce del sole quando le abbiamo fatte, io non ricordo che nessuno abbia mai volato in elicottero per andare a vedere i territori o dove ubicare le iniziative di qualunque genere, accordi, incontri con grandi americani che sono venuti ad investire li ha fatti anche la vostra parte politica, io non so quali accordi abbiano fatto la Giunta, cosa si siano detti, non lo so! Manteniamo un livello, qui nessuno sta demonizzando il fatto che l'onorevole Soru vi detta la linea politica, lasciatecelo dire perché troviamo questo dal punto di vista nostro un ritorno all'oscurantismo, tutto quello che i comuni, gli uffici tecnici, gli amministratori, purtroppo creando un ingorgo davanti al TAR, ma creando spesso un ingorgo anche davanti alla magistratura penale, perché questo modo di legiferare fa entrare prima la magistratura e qui sta il fallimento della politica, cioè della vostra politica, perché predicate bene ma nei fatti, me lo lasci dire onorevole Demontis, razzolate molto ma molto male!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Rientriamo nella considerazione intrinseca di quello che è l'oggetto della discussione, cioè il Titolo I, Capo I della legge che andiamo ad approvare. "Disposizioni generali e norme di semplificazioni e riordino in materia urbanistico edilizia".

Entrare nel merito di quello che è l'oggetto vero della discussione, poi i termini di partiti che si riuniscono per risolvere i propri problemi interni della maggioranza è comprensibile, è anche comprensibile che chi è l'autore di una distruzione legata al piano paesaggistico di due legislature fa, è tra l'altro una legislatura che cade proprio sulla questione urbanistica, credo che sia più che comprensibile, che fino a quando la situazione interna del Partito Democratico, ma soprattutto della maggioranza, non verrà chiarita probabilmente i lavori di quest'Aula continueranno a subire dei rallentamenti. Invece per quanto riguarda il Titolo I, io francamente continuo a non capire la motivazione del perché e quando il Consiglio regionale decide di approvare una legge, propone dei titoli che sono già di per sé dei romanzi, quindi impossibili quasi da capire, ma addirittura li rafforza con Titoli I e ulteriori titoli, poi si va all'articolo 1 che ha il Capo I e che ha ancora un altro Titolo, insomma credo che da questo punto di vista il termine semplificazione debba essere cancellato da questa norma, oltre tutto quello che mi lascia perplesso, ed è per questa ragione che voterò contro il Titolo I, e questa considerazione di titolo che viene inserita all'interno della proposta di legge, è che nel Titolo generale è stato chiesto di inserire anche non solo il patrimonio edilizio ma quello legato al riordino in materia urbanistica e paesaggistica, invece no, il titolo generale viene cancellato, nei sottotitoli invece viene inserito. Io credo che questo non sia il miglior modo per legiferare, probabilmente da questo punto di vista davvero si evidenzia e si vede un po' di dilettantismo che è legato probabilmente anche alla non esperienza legislativa di molti legislatori di questo mandato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Dagli interventi dei colleghi della maggioranza di poc'anzi vorrei dire una cosa, che abbiamo un grande rispetto per i corpi intermedi e abbiamo un grandissimo rispetto anche per il Partito Democratico per il suo lavoro. Le devo dire onorevole Demontis, ci sono circostanze in cui ho addirittura personalmente ho addirittura provato invidia per i meccanismi di democrazia e di patto democratico, sentire ovviamente i vostri interventi che richiamano a questo grande valore della discussione anche dentro il partito però non capisco quale turbamento possa in qualche modo crearvi quello del dibattito nel confronto invece in aula, perché al netto anche della tecnica di ostruzione, di opposizione fatta utilizzando il Regolamento con precisione e con tutte le prerogative che sono date al controllo da parte del consigliere regionale, non capisco quale possa essere il turbamento, mi pare che rimanga sempre nel binario del rispetto reciproco, noi come sapete non condividiamo l'impostazione che avete dato perché l'abbiamo ritenuta oscurantista come ha detto il nostro capogruppo perché nel processo che ci ha portati all'aula non è assolutamente venuto fuori quel vostro sentimento di apertura e di collaborazione che ha fatto l'onorevole Cocco Daniele e che avete fatto voi, qui viene invece la preparazione, l'avete fatto anche voi in Commissione con la predisposizione degli emendamenti che erano volti esattamente con le nostre stesse tecniche a far scomparire proprio tutta l'attività che doveva essere fatta in aula. Ecco con queste riflessioni e con questo tipo di comportamento non si aiuta l'economia della discussione e anche se il vostro Capogruppo minaccia di volerci prendere per la prostata, il cedimento della prostata obbligandoci a rimanere seduti qui, noi faremo il nostro ruolo di oppositori con grande precisione e diligenza, cercando di darvi anche nel merito il nostro contributo. Al momento possiamo esprimere un voto negativo rispetto al merito di questo capo e di questo titolo perché veramente qui ci sono degli obiettivi che vi siete posti e che non sono contenuti all'interno della norma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ugo Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI UGO (FI). Presidente, per esprimere il mio voto contrario e per fare anche qualche precisazione, rispetto al metodo l'Assessore parlava a novembre dello scorso anno di un provvedimento sostanzialmente pronto, allora qualcuno caro onorevole Solinas dovrebbe spiegarmi come mai il segretario del PD ritiene a marzo 2015 di convocare una riunione urgente e straordinaria, evidentemente c'era qualcosa che non ha seguito quel processo così naturale, così trasparente, limpido e sereno, soprattutto che si vuol far credere. Quanto al metodo seguito in precedenti legislature vorrei sapere intanto se avete l'idea e la convinzione che il presidente Vendola sia andato ad Arcore a concordare i termini del piano casa, perché mi pare che anche in Puglia si sia adottato un piano casa sulla base della disposizione nazionale. Poi, vorrei ricordare che sul tema, visto che il vostro è un provvedimento, come dite voi, più ampio, razionale che va a normare ben oltre quelle che erano le misure straordinarie relative al nostro provvedimento, sul tema vorrei ricordarvi che la nostra maggioranza, la mia Giunta, ha fatto percorso che è durato quasi cinque anni, un percorso di ascolto, Sardegna nuove idee, che è durato due anni e mezzo sentendo tutti i comuni, sentendo tutti i portatori di interesse, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, un percorso di grande coinvolgimento. Questo evidentemente non può certamente essere dimenticato o messo nel nulla. Per quanto alle altre affermazioni, io la invito, onorevole, a guardarsi gli atti e le carte perché non vorrei che incorresse in qualche sfortunata evenienza; se poi dovessimo parlare di riunioni, carbonare o di altri temi, che io però preferirei non affrontare in quest'Aula, forse basterebbe andare a vedere non i titoli di qualche anno fa, ma i titoli di queste ore dei giornali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Intanto io vorrei precisare, ma anche tranquillizzare l'onorevole Pietro Cocco, anche perché io mi sono tranquillizzata adesso quando è entrata in gioco la prostata, noi signore almeno su quello possiamo stare tranquille. Al di là di quello, onorevole Cocco, noi non vogliamo né insegnare, né bacchettare nessuno e non abbiamo detto che provvedimento è inutile o altro, abbiamo detto semplicemente che forse vi dovete fermare e confrontarvi. Perché, se il confronto che avete fatto con le associazioni di categoria, con i Comuni, che avete fatto in giro per il territorio della Sardegna - aldilà di quello che avete avuto nella direzione del vostro partito poi dirò anche su quello che non c'è niente che ci possa scandalizzare - è stato come quello che avete fatto in Commissione, dove a colpi di maggioranza non avete neanche, ancora un po', discusso gli emendamenti e avete cambiato le norme continuamente, allora quello non è un confronto. Almeno quello fatecelo dire. Noi siamo abituati ad un altro confronto, poi possiamo discutere sui risultati, ma il confronto con quel metodo non è di certo democratico, non è quello che è portato ad ascoltare gli altri recepire le proposte degli altri, ove è possibile ovviamente. Per quanto riguarda poi invece il discorso di chi deve decidere, io devo ricordare, non foss'altro perché in passato il voto degli elettori è stato molto chiaro, l'insofferenza è stata molto chiara a ciò che ha deciso l'ex maggioranza guidata da Soru, noi facciamo un appello al presidente Pigliaru e ai partiti che sono i vostri alleati, che non sono obbligati a seguire l'indirizzo della direzione generale del PD, oppure dell'onorevole Soru, ecco oggi governiamo noi la Sardegna, noi abbiamo un ruolo di minoranza e voi avete il ruolo di maggioranza, però nessun altro può imporre determinate linee ed è, credetemi, anche un po' antipatico e dispiace sentire commenti del tipo: su questo Soru ha dato il suo benestare; su questo Soru non è d'accordo. E questi commenti sono avvenuti in questo Palazzo con degli alti funzionari della Regione, quindi io credo che le decisioni invece debbano essere proposto dalla giunta. Ed è un peccato perché la prima proposta di legge della Giunta era veramente una base su cui potevamo aprire un confronto significativo su questa materia, che, appunto come ha detto qualche collega, è molto sensibile ed è importante per il futuro sviluppo della nostra isola. Quindi, non ci scandalizziamo e non vogliamo insegnare nulla a nessuno. Ma sulle riflessioni e su sui contenuti di questa norma, che voi ritenete importante e salutare, ecco su questo vi invitiamo confronto più serio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). La prima considerazione mi viene da fare sulle dichiarazioni dell'onorevole Demontis, perché guardate è fondamentale, dobbiamo stimolare i vostri interventi, perché dai vostri interventi si capisce chiaramente che cosa pensate. Allora, la prima cosa chiara da dire è quello che ha detto l'onorevole Demontis: il piano casa non c'è più. Questa è la prima cosa importante che dovete avere il coraggio di dire fuori: il piano casa non esiste più. Questa è la prima cosa che ancora invece non riuscite a dire e si capisce perché. Poi, all'amico Antonio Solinas, al collega Antonio Solinas, che è simpatica la dichiarazione di quando parla di spirito costruttivo, perché se spirito costruttivo vuol dire bocciare tutti gli emendamenti presentati dalla minoranza, cosa ci dobbiamo aspettare con lo spirito costruttivo durante il Consiglio. Quindi, questo è lo spirito costruttivo che utilizzate e lo stesso significato bisognerebbe andare a cercarlo quando si parla di un Partito che ha un metodo democratico, che però decide quello che stabilisce il suo segretario regionale. Allora, da questo punto di vista vi dovete chiarire. Poi un'altra cosa importante quando l'onorevole Demontis mi dice di adeguamento al Puc da parte dei Comuni, come che la causa del mancato adeguamento da parte dei Comuni ai piani urbanistici sia il piano casa. Allora mi dica onorevole Demontis quanti piani urbanistici i Comuni hanno approvato da quando è nato il PPR ad oggi? Così capiamo se è il piano casa che è stato l'artefice di un vincolo per i sindaci per approvare piani urbanistici. Probabilmente è un'altra la domanda che vi dovete fare: ma non è che proprio il PPR che ha levato tutte le possibilità ai Comuni di adeguare piani urbanistici? Ma forse non sarebbe il caso di mettere mano a una norma generale che aiutasse i Comuni ad approvare i piani urbanistici, in maniera tale da dare l'opportunità di una programmazione vera da parte delle amministrazioni locali che sono le uniche che possono realmente capire che quelle che sono le esigenze del proprio territorio? Questa è la domanda che mi dovete fare. Poi un invito: che sia realmente costruttivo il lavoro in Aula. Andiamo a lavorare sui contenuti davvero, onorevole Solinas, andiamo a lavorare sui contenuti e voglio vedere sui contenuti come vi comportate, se con lo stesso spirito costruttivo della Commissione.

PRESIDENTE. Ha domato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Per annunciare il voto contrario su questo titolo che dovrebbe essere il cappello posto sui contenuti di un articolato che ha degli obiettivi nobili, ma che ha assalito prima ancora di essere esitato da quest'Aula, tanto da poter essere definito, questo titolo, non tanto un cappello quanto un berretto a sonagli, il berretto della vergogna. Che serve per nascondere delle pudende politiche, non pudende amministrative, o pudende urbanistiche, ma pudende politiche. Il cappello della vergogna è una sorta di foglia di fico per nascondere questo surplus che voi state cercando di concretizzare con questa legge con la quale cercate di non scontentare alcuno, ma scontentate tutti. Scontentate destra, sinistra, centro, costruttori, imprese, famiglie, albergatori, agricoltori, tutti! Tutti! Ed è evidente anche questa scontentezza dall'atteggiamento del Capogruppo del PD, che è anch'egli scontento, è evidente che è scontentissimo. È scontentissimo e si lancia in dichiarazioni singolari, bizzarre laddove per esempio cerca di attribuire al presidente Cappellacci la responsabilità di tutti i mali del mondo, la responsabilità della crisi economica globale, probabilmente riuscirà ad attribuire al presidente Cappellacci anche la responsabilità di ebola, della febbre del legionario, dimenticandosi che questo globo terracqueo arriva da una crisi epocale, sconosciuta negli ultimi decenni, che il centrodestra in Regione ha dovuto affrontare assieme a tante altre amministrazioni. Mentre invece per converso ciò che ha fatto Cappellacci ha funzionato, ha funzionato la riduzione dell'Irap, ha funzionato il piano casa che ha dato uno shock benefico positivo all'economia di questa Regione, più di 1 miliardo di investimenti e ancora per converso facendo due passi indietro possiamo dire senza tema di smentite che ciò che non ha funzionato è quel famigerato PPR che ha paralizzato l'economia e che ha impedito anche ai comuni di fare i PUC, perché come faceva notare il collega Fasolino, se su 370 comuni circa soltanto otto approvano i PUC la responsabilità è di qualcuno ma non di Cappellacci, non del piano casa, del PPR di Soru, ma su questi temi avremo modo di ritornare nella discussione di questa legge. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Grazie Presidente, per annunciare il voto contrario al titolo della legge, legge che rappresenta degnamente la confusione che regna all'interno di tutta la maggioranza, una legge inadeguata fuori dei tempi, illogica e irrazionale dettata da esigenze di stomaco di questioni ideologiche con la volontà di voler danneggiare la famiglia, le imprese, gli imprenditori. Mi ha colpito in modo particolare, poi avrò modo di discutere nell'articolato, all'articolo 19 al punto 8 dove prevedette alla voce miglioramento del patrimonio edilizio un incremento volumetrico per quegli edifici che ospitano disabili come residenti. Ora è chiaro che siamo tutti d'accordo su questo aspetto ma cosa vuol dire se io a casa mia voglio ospitare un disabile non posso assolutamente presentare un progetto per chiedere un ampliamento per questo tipo di settore, ma stiamo scherzando, ma questa è la trasparenza, questa è la semplificazione del patrimonio edilizio. Bene, cari colleghi, io non credo che sia questo il metodo per in qualche modo semplificare la vita ai nostri concittadini, ai nostri elettori e alle nostre imprese, dobbiamo cercare di essere più credibili cercando di dare l'immagine anche all'esterno di un Consiglio regionale che sia costruttivo. A me non appassiona personalmente il tema di chi c'era prima, di chi c'era dopo e di che c'è adesso, onestamente preferisco parlare di fatti concreti e anche mi permetto di dire un metodo per allontanarsi dai problemi e non per affrontarli. L'invito che faccio ancora una volta all'intero Consiglio soprattutto quando andremo ad addentrarci nei temi specifici degli articoli è quello di un rapporto leale e chiaro con la minoranza, perché le nostre proposte in qualche modo sono le proposte dettate dalle lezioni di vita vissuta, di esperienze, di tecnici, di professionisti che ci suggeriscono di indicarvi questa strada. Grazie.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Arbau è rientrato dal congedo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del titolo primo.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Perra e Forma hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Truzzu - Unali - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 51

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 31

contrari 20

(Il Consiglio approva).

Ritorniamo all'esame dell'articolo 1. Ricordo che all'articolo 1 sono stati presentati gli emendamenti, sul quale abbiamo già chiesto prima il parere della Commissione, tutti pareri negativi sugli emendamenti numero 249, numero 306, numero 200, numero 201, numero 302 e numero 29 e stesso parere della Giunta.

È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Signor Presidente, colleghi del Consiglio è proprio vero che i maggiori nemici, i più grandi avversari della politica sono i politici, non ci piove, sono indegni di candidarsi alle massime assise e ai massimi posti, lo dichiaro loro stessi, siamo qui a discutere di cose che la gente non conosce, che i consiglieri regionali non conoscono e che non vogliono conoscere, siamo i primi al mondo a non avere una muraglia cinese, a non avere un muro di Berlino, abbiamo un ambiente che abbiamo rispettato fino all'ennesima potenza perché tutti abbiamo capito che il territorio non era un bene riproducibile che va consumato con parsimonia e lo abbiamo rispettato, chi, tutte le forze politiche, siamo i primi al mondo ad aver inventato 150 metri dal mare, i Galassi, i Galassini. Siamo i primi al mondo, anziché essere orgogliosi di questo continuiamo con le teorie di chi è venuto qui, e con il quale ho avuto epiche discussioni, che ci vuole imporre la propria volontà dopo aver constatato di fatto quanto la Sardegna sia immune da queste speculazioni e da queste cose di cui stiamo parlando e noi continuiamo qui a dividerci e dire che è una cosa fatta dalla sinistra, dalla destra, da tutti, da tutti i sardi con l'orgoglio dei sardi che hanno rispettato il proprio territorio.

Qualcuno si meraviglierà di quello che dico, ma non si offenda, io sono un parlamentarista convinto, sono contro l'elezione diretta del Presidente, lo sempre detto a Soru, mi dispiace per il presidente Pigliaru ma questa è la mia convinzione profonda. Immagino Renzi che fa tutto quello che vuole adesso, immaginiamoci Renzi eletto dal popolo, non se ne parli neppure.

Riprendiamo da dove abbiamo lasciato giovedì, e io rimango sbigottito per non dire, Presidente, esterrefatto alla luce di quanto è avvenuto in questo fine settimana sulla legge urbanistica. Il mio non vuole essere un impicciarmi dei problemi del partito che esprime il Presidente della Regione e quasi l'intera Giunta regionale nel suo ruolo di maggioranza di partito della coalizione di centro-sinistra ma segnalo l'allarme sulla reale volontà, sulla reale capacità della Giunta regionale dei partiti di maggioranza di affrontare e risolvere i nostri problemi e di dare soluzioni ai problemi dei sardi e della Sardegna in materia urbanistica ed edilizia senza passare sotto le forche caudine del segretario regionale del PD Renato Soru che da oltre 12 anni tiene sottoscacco il settore primario della crescita e dello sviluppo della nostra Isola, ed è inutile far finta di niente. È una domanda la mia che guarda con allarmata preoccupazione le conseguenze di quanto si sta consumando in queste ore, in questi giorni intorno a questi temi che hanno generato macerie nel 2008 quando Renato Soru fece il suo braccio di ferro con i partiti della sua maggioranza e in particolare con il PD, braccio di ferro che ha voluto ripetere oggi con modalità e sistemi di una leadership spregiudicata sullo stesso tema del 2008 quasi a voler rimarcare e demarcare una linea di assoluta rigidità vincolistica quasi fosse un dogma. Poi parleremo quando arriveremo all'agro del perché non si può toccare l'agro. Su questo dogma la maggioranza è stata mandata a casa nel 2008 mentre la maggioranza di oggi e il presidente Pigliaru, che ne è l'espressione, non trovano di meglio di accettare il divieto cioè a chetarsi, acquietarsi. Sono atteggiamenti conseguenze tristi, sarebbe più dignitoso lasciare e ripartire da zero. Mi limito a leggere alcuni titoli dei nostri quotidiani che danno ragione a questa mia denuncia: cemento e regole nuova legge edilizia, serve un lifting titola La Nuova Sardegna venerdì 13 marzo, in arrivo maglie più strette nei centri storici e nelle zone agricole. "Legge edilizia: altolà di Soru alla Giunta" è il titolo in prima pagina de L'Unione Sarda di sabato 14 marzo, e aggiunge in terza pagina sabato 14: "La fascia dei 300 metri dal mare non si tocca". Domenica 15, ancora L'Unione, a pagina 2: "Dopo le dichiarazioni del segretario del PD, la legge rischia di spaccare la maggioranza". Lunedì 16 La Nuova: "Da voci al PD che rassicura gli alleati, non ci saranno strappi". Daremo conto ai molti alleati che hanno protestato per l'invadenza del PD delle decisioni che la Giunta vuole assumere, ma è proprio questo che preoccupa, ovvero il veto di Soru e del PD che non guardano a quanto in materia edilizia e di sviluppo sta continuando a mettere in ginocchio la Sardegna e i sardi, ma la Giunta non sembra preoccupata, più attenta ai segnali di eventuale resa dei conti in sede regionale da un lato, e ad assecondare le brame di potere del segretario nazionale che sta riscoprendo il neocentralismo autoritario. È per il presente che noi abbiamo, Presidente, il dovere di dare risposte immediate ai bisogni dei cittadini, delle famiglie e delle comunità locali. Per il futuro dobbiamo insieme provvedere alle cose che abbiamo detto, ma è in questo momento che occorre una virata da parte della Giunta regionale. D'altra parte, questo primo anno di vita della XV legislatura ci ha consegnato un governo regionale decisionista e autoritarista proprio…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marcello Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Abbiamo in discussione l'articolo 1 che parla di finalità e indica gli indirizzi del disegno di legge. Ebbene, io questo articolo lo trovo molto utile, perché in un disegno di legge come questo, dove non si comprendono i reali obiettivi da conseguire, dove all'interno di questa legge c'è un avvicendarsi di proclami ad idee confuse, dove è palese la totale assenza di indirizzi chiari e di una linea efficace di approccio alle reali esigenze urbanistiche ambientali ed edili, questo articolo indica bene le finalità e chiarisce bene le intenzioni di chi vuole approvare questo disegno di legge e che sono appunto quelle di bloccare per altri dieci o quindici anni l'edilizia in Sardegna. Dico questo per il semplice fatto che, quando andremo a discutere gli articoli, ci accorgeremo che questo disegno di legge è pieno di divieti, di punizioni e restrizioni senza un minimo accenno allo sviluppo economico. Ad essere sincero, un minimo accenno allo sviluppo economico è stato fatto durante la relazione di maggioranza. Vedete, io ho apprezzato le primissime righe della relazione di maggioranza che è stata letta qualche giorno fa, dove è stato detto che nel contesto economico della Sardegna il comparto delle costruzioni è probabilmente uno dei pochi capaci di far ripartire la nostra economia. In verità, io condivido questa affermazione e questo pensiero perché se ci ricordiamo bene dal 2006 in poi, cioè da quando la Giunta di allora guidata sempre dal centrosinistra bloccò l'edilizia facendo una legge dannosissima per la Sardegna e per l'economia dell'isola, determinando all'epoca una vera e propria paralisi dell'intero settore dell'edilizia, assestando un duro colpo a tanti medi e piccoli imprenditori che erano stati costretti a chiudere le aziende, oppure nel migliore dei casi a mettere in cassa integrazione o licenziare i dipendenti, e in particolar modo il danno maggiore lo si verificò nel nord Sardegna, dove è stata chiusa un'azienda edile su due. Ebbene, dopo questo evento i sardi si aspettavano che al momento del vostro insediamento, ormai più di un anno fa, mandaste avanti il PPS della Giunta che vi aveva preceduto per poter risvegliare l'edilizia. Era un Piano paesaggistico apprezzato da tutti, e in particolar modo dai disoccupati che avrebbero ripreso a lavorare. Invece il primo atto che avete fatto è stato quello di aver annullato il Piano paesaggistico dei sardi voluto dalla Giunta Cappellacci, che avrebbe dato nuova linfa e sicuramente respira tutto il comparto dell'edilizia e non solo, e che avrebbe mandato definitivamente, come ho detto in altre occasioni, in soffitta il PPR di Soru, che aveva causato e prodotto tanti danni. Un'altra cosa che condivido è il pensiero di altri esponenti politici della maggioranza che sono dentro quest'aula, quando affermano che sia fondamentale che sull'urbanistica debbano essere coinvolti i comuni, e in particolar modo condivido quando si afferma che il vincolo dei 3 ettari per poter costruire sia troppo alto, e che il lotto minimo debba essere di 1 ettaro e non solo riservato per i coltivatori diretti. Questo mi fa capire che all'interno di questa maggioranza ci siano gruppi politici che hanno un minimo di buon senso e che non vogliono fare la legge contro qualcuno, ma a favore dell'esigenza del popolo sardo. Vedete, da questo articolo inoltre si capisce e si ha l'impressione che questa legge sia un incapace tentativo di scimmiottare lo scaduto Piano casa, così da poter vantare in seguito diritti propagandistici, ma nel contempo però vengono anche definiti alcuni paletti tali da rendere macchinoso qualsiasi punto di intervento. Per cui dico: fermiamoci, fermiamoci ora e rivediamo questo disegno di legge facendo un attento studio alle esigenze del settore edilizio, delle condizioni urbanistiche e delle necessità ambientali, in modo da approfondire le tematiche e definire una riforma maggiormente organica e adatta alle reali esigenze complessive, perché altrimenti il risultato finale sarà quello di perdere nuovamente l'occasione per rilanciare veramente uno dei settori più importanti della Regione, che è quello dell'edilizia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). In effetti la finalità di questo articolo è più che condivisibile, è in linea con il rispetto del paesaggio, del suolo, quindi dei beni comuni, beni comuni che spesso sono superati dall'interesse del profitto. Venendo al Dl numero 130 che si impone di risolvere i problemi creati dal PPR, è vero, in realtà non risolve granché, scontenta costruttori e ambientalisti. Innanzitutto bisognerebbe fare una vera legge urbanistica, non questo testo, che è solo un nuovo Piano casa, qualunque sia il giudizio positivo o negativo che possiamo dare su questo tipo di strumento. Apro una parentesi sul Piano casa, che tanto se n'è parlato stamattina, Piano casa il cui scopo era di dare ossigeno, come si diceva anche oggi, alle imprese edili e manifatturiere del settore. Dopo cinque anni di Piano casa, abbiamo che le imprese stanno malissimo, sono al collasso, le imprese edili in più hanno l'invenduto, che gli pesa talmente tanto che le stanno facendo soffrire giorno dopo giorno. Quindi, non mi sembra che sia stata una buona terapia per le imprese questo Piano casa. Tornando alla legge urbanistica, deve indicare non solo cosa costruire e cosa non costruire, ma soprattutto perché costruire, non introdurre deroghe al PPR per poter ampliare e costruire dove non si potrebbe. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). A me sembra che come disordine mentale nell'organizzazione della legge in questo momento si stia arrivando anche ad una contrapposizione interna da parte della maggioranza stessa, visto anche gli ultimi interventi che abbiamo sentito in quest'aula. Federalberghi, Confcommercio, ha lanciato nei prossimi giorni, è già stato detto, un appello, indicando tra l'altro i politici sardi come dei dilettanti, mi sono anche un po' preoccupato perché i politici sardi sono tutti chiusi dentro quest'aula, e quindi tutti, nel caso specifico, dovremmo essere dilettanti. Però poi, per fortuna, nello spiegare quali erano le loro intenzioni si stavano rivolgendo direttamente alla maggioranza e a chi ha proposto questo disegno di legge e questa legge che entra oggi in aula. Loro si dicono stanchi di sentirsi tirati in ballo da dilettanti che parlano di turismo senza sapere cosa sia. Io oggi, invece, perché questo lo vedremo poi nel proseguo dell'articolato, dico che il dilettantismo è quello legislativo, cioè quello del legislatore che va a scrivere e ad inserire articoli e commi che, onestamente, all'interno di questa legge non ci stanno a fare niente. Il motivo è chiarissimo, il titolo che, così come abbiamo già detto, è un romanzo, e capisco anche la particolare attenzione in questo momento dell'Aula nel ragionamento che sto facendo, perché effettivamente riconosce nella sua attenzione che l'oggetto del ragionamento sta proprio tutto all'interno del titolo, ma va poi a rivedersi e a ricollocarsi all'interno dell'articolo 1. Il Gruppo di Forza Italia ha presentato un emendamento, dove già al titolo "finalità" chiede la sostituzione eventualmente nel termine "obiettivi", che dovrebbero essere quelli che una legge realmente dovrebbe raggiungere. Ma quello che lascia realmente perplessi è che sia il comma 1 che il comma 2 non hanno niente a che fare con questo disegno di legge ma, soprattutto, dice tutto e il contrario di tutto. L'aspetto importante è legato sempre al titolo e al comma primo. Nel titolo si parla del miglioramento del patrimonio edilizio, si va alle finalità, e quindi, così come preferiamo definire noi, agli obiettivi, e si parla quindi di materia edilizia urbanistica e paesaggistica. Allora continuo a dire per quale motivo anche nel titolo non è stato inserito e non sono stati inseriti questi 2 termini, soprattutto quello di riordino normativo che, probabilmente, forse è l'unico aspetto, è l'unico termine che poteva realmente essere utilizzato all'interno del titolo stesso. Nel comma 2, invece, l'altra considerazione che credo sia importante sottolineare, credo sia proprio quella legata a: "La Regione Autonoma della Sardegna promuove…", in una legge urbanistica la Regione Autonoma della Sardegna promuove… probabilmente qualche finanziamento, qualche attività particolare, non si capisce per quale motivo, quindi fa praticamente una sorta di azione di marketing nei confronti dell'edilizia sarda, nei confronti dell'urbanistica sarda, in materia paesaggistica? Ecco, questo credo che sia uno degli errori che si commette costantemente nel momento in cui il legislatore propone delle norme a dover necessariamente inserire quell'in più che non ha nessun tipo di significato. Se parliamo di semplificazione, e qui la semplificazione noi ce l'abbiamo in modo chiaro poi dal capo II in poi, quando si recepiscono le norme nazionali, che effettivamente hanno un modo di legiferare un pochino più chiaro e che realmente semplificano in alcuni passaggi la materia stessa. Nel momento in cui però il legislatore sardo, che tra l'altro ha specialità particolare, specifica, e quindi può in qualche modo entrare nel ragionamento con indirizzi atti, completamente differenti rispetto a quelli che sono invece legati alla legislazione nazionale, non fa altro invece che recepire senza nessun tipo di problema, e così portare avanti un ragionamento senza entrare realmente del merito di quelle che sono le necessità vere della Sardegna e del popolo sardo. E allora, giusto per parafrasare, in termini di questo mio intervento, discussione generale dell'articolo 1, il collega Pier Mario Manca, anche noi, e io su questo condivido la sua considerazione: "Abbiamo la necessità di individuare le migliori soluzioni per la salvaguardia del territorio", questo però noi lo vogliamo raggiungere con un'unità del Consiglio regionale, perché noi tutti abbiamo a cuore il bene della Sardegna, ma lo vogliamo raggiungere con il Presidente eletto ufficialmente dalla Regione Sardegna, cioè con il presidente Pigliaru, non lo vogliamo raggiungere con chi, 10 anni fa, aveva distrutto e aveva rovinato la Sardegna.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Iniziamo ad entrare nel merito, così come diversi colleghi hanno chiesto, delle questioni che riguardano questa legge, perché per adesso ci siamo mantenuti ai titoli, adesso siamo all'articolo che riguarda le finalità, finalità che, come già evidenziato da diversi colleghi, stridono pesantemente poi con il contenuto dell'articolato. Io credo che tutte le volte che noi facciamo una legge, in particolare quando si tratta di leggi di questo genere, noi dovremmo farle e scriverle tenendo presente poi quali sono le ricadute delle cose che il legislatore scrive, perché non stiamo parlando di cose che rimangono nell'iperuranio, che poi non si calano nella realtà pratica e nella vita delle persone, per cui parlare di semplificazione delle procedure in materia edilizia, urbanistica e paesaggistica, e anche di riordino normativo, stride pesantemente con norme che poi andremo a vedere nel dettaglio, come quelle contenute nell'articolo 6, … opere soggette a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), apro una parentesi per dire che la SCIA è la traslazione della responsabilità dagli uffici che devono esitare un determinato provvedimento come il rilascio del permesso di costruire ai tecnici, cioè il tecnico, libero professionista, che è incaricato di effettuare la SCIA, deve fare tutta una serie di verifiche in cui assevera la regolarità di una determinata situazione, assumendosene la responsabilità anche penale, in qualche modo sgravando di questa responsabilità l'ufficio che avrebbe dovuto emettere il provvedimento, per cui l'articolo 6 elenca tutta una serie di opere, poi le vedremo nel dettaglio, che sono soggette a semplice SCIA, quindi non a permesso di costruire, ma a segnalazione certificata di inizio attività, quindi si presume con formalità molto inferiori rispetto a quelle necessarie per il permesso di costruire, e poi al comma 3 dell'articolo 6 si dice: "Fatta la SCIA, l'avvio dei lavori è condizionato all'ottenimento di tutti gli atti di assenso comunque denominati, necessari per l'intervento edilizio prescritti dalla normativa sui vincoli paesaggistici, idrogeologici, ambientali, di tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico, e dalle altre normative di settore, ed acquisire, ove costituito, per il tramite dello sportello unico per l'edilizia". Cioè io, privato cittadino, che devo fare un intervento si presume di portata minimale, come quello assoggettato a SCIA, faccio fare al mio geometra, al mio ingegnere la SCIA, però, prima di iniziare i lavori, ho bisogno che lo sportello unico, ove costituito l'ufficio tecnico ove non sia costituito lo sportello unico, mi rilasci le autorizzazioni di competenza degli uffici di cui ho parlato prima. Ora, o si fa la SCIA, o si chiede il rilascio delle autorizzazioni, se no tanto vale assoggettare questi interventi al permesso di costruire. Questo è esempio, badate, questa è una legge disseminata di problemi di questo genere, che renderanno di fatto impossibile, o estremamente difficoltoso realizzare qualsiasi intervento, con la conseguenza che chi si avventurerà in questo, saranno soltanto quelli che sono obbligati a farlo, o perché gli sta cadendo la case in testa, o perché hanno bisogno di un posto dove andare a vivere, e non si potranno sottrarre dall'avventurarsi in quel calvario che oggi è rappresentato dall'intraprendere un'iniziativa per realizzare un qualsiasi tipo di intervento edilizio. A me dispiace che questo argomento venga affrontato dai colleghi con tanta superficialità, perché badate, il prezzo di questo lo pagheranno, attraverso l'inerzia degli sportelli unici, attraverso l'inerzia degli uffici tecnici, i cittadini. L'ho accennato io prima nel mio intervento, ma l'ha sviluppato molto bene il collega Pittalis, la burocrazia non nasce dal nulla, la burocrazia e gli appesantimenti burocratici nascono da norme mal scritte, da norme mal coordinate, da un linguaggio che si è scelto - io onestamente non riesco a capire perché - difforme rispetto quello che viene utilizzato dai testi normativi di livello nazionale, quindi noi avremo che per un medesimo intervento si usa una definizione secondo il testo unico dell'edilizia e una definizione diversa secondo le norme che noi stiamo andando ad approvare. E la conseguenza di questo è che la magistratura, che fa il suo dovere - non è che la magistratura fa cose che non deve fare -, la magistratura, che verifica il puntuale adempimento delle leggi nel caso concreto, va a verificare se determinati interventi…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (SEL). Presidente, si è parlato, nella legittima polemica d'aula, dell'ora persa con la mancanza del numero legale stamattina. Nel secondo caso, in particolare, ci si è attardati in un confronto estemporaneo al bar, quindi in maniera molto trasparente, proprio qui sotto. Penso che un'ora di ritardo sia poco, forse sono pochi anche i tre mesi passati dall'approvazione del primo testo alla discussione in Aula. È poco perché sulla gestione dell'unica risorsa rimasta in Sardegna la prudenza non è mai troppa, non è troppa la prudenza, non è troppa la riflessione, non è troppo il confronto. Il suolo, oggi, nella nostra isola è l'unica risorsa strategica rimasta a nostra disposizione per costruire il futuro, una risorsa che valeva 1, vale 10 e varrà 100, perché il mondo sta andando in una direzione e nella direzione in cui punta il mondo, il mondo che va a una popolazione mondiale di più di 8 miliardi di persone, in cui la produzione di cibo di qualità, cibo che non fa male alla salute, diventa sempre di più un valore anche economico, in quel mondo la nostra isola non per forza parte tagliata fuori. Dobbiamo solo stare attenti oggi a non pregiudicare, con decisioni di oggi, il futuro possibile. Dobbiamo fare, quindi, attenzione a non fare quello che fece Esaù, che per un piatto di lenticchie, in un momento di fame, vendette la propria primogenitura, e dobbiamo essere in grado di interpretare il conflitto tra il bisogno di oggi e il disegno di domani in chiave positiva e ottimistica. Per questo su alcune decisioni strategiche - cito su tutti le costruzioni sulle coste, su cui credo che anche nella discussione degli articoli occorrerà fare un altro passaggio, e l'investimento in agro, su cui penso sia necessario un confronto ampio tra gli stati sociali della regione, per disegnare l'agricoltura del futuro che sarà il settore trainante nel prossimo futuro dell'isola - e penso si debba appunto andare con i piedi di piombo e saper aspettare, perché l'agricoltura è un settore slow, il settore slow per eccellenza, un settore dove occorre, anche nell'immaginario, seminare oggi per avere raccolto soltanto domani e dopodomani. Seminare oggi significa anche non pregiudicare le risorse che abbiamo ed è in questo senso che va la legge in discussione oggi, una legge che sarà ulteriormente modificata da emendamenti della Giunta di cui condivido il senso, precisando però che non è certo questa la legge e il provvedimento che creerà lo sviluppo della nostra isola. Non è questa perché l'esperienza dei cinque anni ci insegna che con Piano casa non si è creato lo sviluppo. Si è tamponata la crisi in alcune realtà, è stato un pannicello caldo che non ha migliorato una situazione drammatica che oggi è sotto gli occhi di tutti. I sardi lasciano i paesi, abbandonano i paesi, abbandonano anche le città per l'assenza di lavoro, non perché ci sia un iter troppo complicato per costruirsi una casa. Purtroppo, almeno a quanto mi risulta, oggi il problema che abbiamo è delle cubature in più, delle cubature che cadono a pezzi, delle cubature inutilizzate nelle grandi città e nei piccoli paesi, ovunque c'è questo problema. Non c'è il problema che invece sembra urgente da qualche parte. Quello non è un settore trainante, lo era. Potrebbe diventare di nuovo un settore trainante, l'edilizia, qualora si risolvesse prima di tutto il problema del lavoro e il problema della crisi urgente dell'economia sarda.

La legge, quindi, risponde a esigenze di oggi e lo fa senza pregiudicare il domani, risponde a esigenze di semplificazione normativa, propedeutica alla stesura di una legge urbanistica che quest'isola aspetta ormai da troppo tempo, chiude la stagione del disincentivo della adozione di PUC adeguati al PPR. Negli ultimi cinque anni soltanto 7, 8 comuni della nostra isola hanno un PUC adeguato al PPR. La situazione è questa perché è stata disincentivata l'adozione, si è preferita la strategia delle deroghe, si è preferita una strategia che appunto facesse trionfare l'arbitrio laddove altri cercarono di stabilire un sistema di regole che valesse per tutti. Si cerca di incentivare lo spostamento e la razionalizzazione dei volumi, si pongono delle norme sulla riqualificazione degli edifici, e anche di questo tema vorrei discuterne durante la discussione generale in maniera più approfondita.

Credo che con questa legge - e chiudo - e con le modifiche che verranno attuate in Aula si cerchi una coerenza tra quello che il partito di centrosinistra ha proposto alle elezioni e quello che intendiamo realizzare. Desidero poi smorzare anche le descrizioni che sono state date della maggioranza, una maggioranza che sembra diretta da una direzione interna a un partito. A quanto mi è dato sapere…

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, devo dire che mi ha sollecitato molto l'intervento dell'onorevole Floris perché l'onorevole Floris ha fatto un intervento da Presidente, ha fatto un intervento quasi super partes, ha fatto un intervento dove ha spiegato esattamente come stanno le cose, e si vede perché molto spesso comunque l'onorevole Floris fa questo tipo di interventi, interventi di una persona che probabilmente sta mettendo in campo la sua esperienza e quindi quasi un saggio di questo Consiglio, e molto spesso dovremmo ascoltarlo di più e ogni tanto dovreste anche ascoltare qualche altro consigliere.

Scusate, Presidente, scusate un attimino.

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, grazie.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Io sto cercando di ascoltare attentamente tutti gli interventi e, come anche richiesto da qualche consigliere della maggioranza, sto cercando di dare un apporto propositivo alla discussione di questo che è secondo me uno degli argomenti più importanti che ci troviamo a dover discutere.

Non è vero che sono state coinvolte le parti sociali su questo disegno di legge perché le parti sociali e gli ordini sono stati coinvolti su un testo diverso. Noi stiamo continuando a parlare, noi stiamo intervenendo spesso perché, onorevole Solinas e onorevole Cocco, ci è stato detto chiaramente dagli ordini professionali: "Per cortesia, visto che non ci hanno ascoltato, visto che non hanno considerato quelle che sono state le nostre osservazioni, ditelo in Aula, ditelo in continuazione, intervenite, fateglielo capire!". Perché io vorrei chiedervi, visto che siete così democratici e visto che ascoltate la gente, quante osservazioni fatte dagli ordini professionali che avete sentito avete accettato? Quante osservazioni fatte dalle associazioni di categoria, tranne quelle ambientaliste, avete accettato o avete inserito nel disegno di legge che oggi andiamo ad approvare? Quante?

Tornando invece all'intervento dell'onorevole Agus quando parla di deroghe mi è piaciuto molto l'intervento come spirito, ma stiamo attenti quando parliamo di deroghe al PPR, stiamo attenti quando parliamo di queste cose perché con la precedente legge, che non è una legge che deve creare sviluppo, l'abbiamo detto tantissime volte, l'abbiamo ripetuto tantissime volte anche in quest'Aula, non è una legge che deve creare sviluppo, è una legge che - come detto da lei - deve tamponare un momento di crisi, in un momento dove occorrerà più tempo per fare una vera legge urbanistica in Sardegna questa è un'opportunità che può tamponare e creare qualche opportunità per le imprese sarde. Questo è, l'abbiamo detto tante volte. Da quest'Aula tante volte è stato detto e questo mi aveva stupito, devo dire, quando a novembre io ho sentito consiglieri della maggioranza che si alzavano in piedi e con molta onestà dicevano: "Il piano casa, dobbiamo essere onesti, non ha creato quei disastri che noi pensavamo" e io l'ho apprezzato. Ho detto realmente in quest'Aula quando si tratta di argomenti importanti, quando si tratta di argomenti che devono decidere sul futuro della nostra Isola, realmente si parla dicendo come stanno le cose e l'ho apprezzato, per poi stravolgere tutto nella seduta di oggi per difendere un provvedimento che neanche voi volevate fino a qualche settimana fa. Allora, cercate di essere coerenti.

Dicevo, quando parliamo di deroghe, la legge fatta dalla precedente Giunta, non voglio entrare in merito alla bontà, a quanto era giusta quella legge, non voglio entrare in merito a questo, però era democratica. Primo per come ci si è arrivati. Quello che ha detto prima l'onorevole Cappellacci che si è arrivati a quella legge con un consulto con tutte le amministrazioni locali, con tutti i Comuni, è verissimo. Io ero appena diventato sindaco e siamo stati chiamati diverse volte e poi l'Assessorato all'urbanistica è andato nei territori a chiedere che cosa ne pensavano di questa legge. Quindi è nato con un metodo democratico, comprese le deroghe, caro consigliere, comprese le deroghe! Perché le deroghe sono chiare e scritte per tutti, non sono legate a un'intesa, non sono legate a una volontà di un singolo, magari di un Presidente come sono nel PPR! Sono chiare e democratiche per tutti. Questa è la legge, chi rientra in queste caratteristiche può derogare e non dipende da un'intesa fatta magari con la Giunta. Questa è democrazia. Come democrazia, signor Presidente...

PRESIDENTE. Onorevole Fasolino, il tempo a sua disposizione è terminato.

La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 14 e 03.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Perra - Arbau - Azara - Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla drammatica situazione in cui versano i 17.600 lavoratori della Sardegna che fruiscono della mobilità in deroga.

I sottoscritti,

PREMESSO che,

- in Sardegna, oltre 17.600 lavoratori sardi in indennità di mobilità in deroga hanno atteso oltre 15 mesi per aver ragione del saldo delle indennità di mobilità in deroga spettanti per l'annualità 2014;

- con il disegno di legge n. 83473 (lavoro economia) del 1° agosto 2014, con il quale sono state introdotte disposizioni più stringenti in materia di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga, a far data del 1° settembre 2014, oltre 4 mila di questi lavoratori sono fuori dal circuito degli ammortizzatori sociali;

- con il disegno di legge n. 86486 del 4 dicembre 2014 si è provveduto ad assegnare alle Regioni e alle Province autonome ulteriori risorse finanziarie di cui, nello specifico, alla Sardegna 21.641,344 euro;

- successivamente, l'INPS ha provveduto a mettere in pagamento due mensilità per i lavoratori in mobilità in deroga relativamente ai mesi di gennaio e febbraio 2014;

- in data 5 febbraio 2015, l'INPS ha interrotto i pagamenti a causa dell'esaurimento dei fondi; ne è derivato che, allo stato attuale, solo il 40 per cento dei lavoratori aventi diritto sono stati pagati, il restante 60 per cento attende ancora oggi delle risposte;

CONSIDERATO che:

- allo stato attuale, i 17.600 lavoratori in mobilità in deroga non risultano aver percepito le indennità relative all'anno 2014 e, in particolare, come previsto dal decreto interministeriale del 1° agosto, nelle modalità di cui all'articolo 3 lettere A e B dello stesso. Quindi 5 mesi più 3 per coloro che alla data di decorrenza del trattamento abbiano già beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per almeno tre anni anche non continuativi e 7 mesi più 3 per coloro che alla data di decorrenza del trattamento abbiano già beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per un periodo inferiore ai tre anni. Nelle condizioni di cui alla lettera A dell'articolo 3 del decreto risultano esser oltre 4 mila dei 17.600 mila lavoratori, lasciando gli stessi privi di ogni forma di sostegno del reddito;

- si registra inoltre, ai danni dei lavoratori su citati, l'ennesima beffa legata all'applicazione di una tassazione IRPEF separata all'atto del pagamento delle due mensilità, ancora una volta, come se i ritardi nella ripartizione delle somme siano da loro dipesi;

SOTTOLINEATO il consistente rischio che le nuove disposizioni determinino un aggravio della già drammatica crisi occupazionale per la Sardegna, territorio che registra tassi di disoccupazione superiore a quelli medi nazionali e allarmanti per la tenuta economica e sociale; nei mesi scorsi, la Regione ha annunciato un piano flexicurity di 27 milioni di euro destinato ai 4 mila lavoratori,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere:

1) quali procedure tecniche intendano adottare per risolvere la drammatica situazione in cui versano i 17.600 lavoratori della Sardegna che aspettano da 15 mesi di incassare quanto loro dovuto e, soprattutto, entro quali termini, con certezza, saranno disponibili tali fondi;

2) quali procedure tecniche intendano, altresì, adottare per scongiurare l'applicazione della tassazione IRPEF al 23 per cento anche sulle mensilità del 2014, posto che allo stato attuale si attende lo sblocco delle somme che consentano di porre a saldo l'intera somma a credito;

3) come s'intenda, all'interno di una risposta più generalizzata sull'aumento della disoccupazione nel nostro Paese, intervenire, in raccordo con le istituzioni locali, nella Regione che ha raggiunto, nel 2014, il traguardo negativo del 18 per cento di senza lavoro e che, in mancanza di un piano di rilancio economico complessivo dell'isola, a partire dalle risorse naturali della stessa, rischia di precipitare in una profonda crisi sociale. (316)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul conferimento in via diretta, omettendo di avviare la procedura selettiva di legge, dell'incarico quinquennale di direzione della Struttura complessa direzione sanitaria - PO S. Francesco di Nuoro, disciplina Direzione medica di presidio ospedaliero.

I sottoscritti,

PREMESSO che la disciplina della dirigenza medica, veterinaria e dell'area sanitaria è stata recentemente modificata e integrata con il decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, recante "Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più ampio livello di tutela della salute" (cosiddetto decreto Balduzzi), coordinato con la legge di conversione 8 dicembre 2012, n. 189;

ACCERTATO che la legge di riforma introduce importanti novità per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa delle aziende sanitarie, attraverso la parziale riscrittura, tra gli altri, degli articoli 15, 15 ter e 15 septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e modifica sensibilmente gli aspetti gestionali ed operativi delle procedure di assegnazione, attribuendo alle regioni il potere/dovere di disciplinare criteri e procedure di selezione e fissando principi e criteri direttivi relativi alle modalità di espletamento delle procedure selettive in argomento, cui le aziende dovranno obbligatoriamente attenersi;

CHIARITO che quanto al conferimento degli incarichi di struttura complessa, il nuovo comma 7 bis dell'articolo 15 del decreto legislativo n. 502 del 1992 - inserito dall'articolo 4 del decreto legge n. 158 del 2012 - nel confermare la selezione pubblica quale strumento preordinato, introduce importanti novità di carattere operativo, devolvendo espressamente alle regioni il compito di disciplinare criteri e procedure selettive e dettando principi generali inderogabili sulle modalità di espletamento delle stesse;

RILEVATO che, al fine di meglio definire gli aspetti applicativi della disciplina, il Ministero della salute, con provvedimento del 28 marzo 2013, ha determinato i "criteri generali per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa per la dirigenza medica-sanitaria nelle aziende del servizio sanitario nazionale - Linee di indirizzo in applicazione dell'articolo 4, comma 1, del DL 13 settembre 2012, n. 158 convertito nella Legge 8 dicembre 2012, n. 189";

EVIDENZIATO che, con specifico riferimento all'attribuzione di incarichi di direzione di struttura complessa ai dirigenti medici e veterinari ed ai dirigenti dell'area sanitaria, rilevata l'opportunità di dettare disposizioni di attuazione, specificazione ed armonizzazione delle norme sopracitate, al fine di determinare e garantire l'applicazione della nuova disciplina in modo uniforme ed omogeneo nelle aziende e negli enti del servizio sanitario regionale (SSR), la Giunta regionale con delibera n. 24/44 del 27 giugno 2013 ha approvato, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 15, comma 7 bis, del decreto legislativo n. 502 del 1992, le linee guida per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa relativi alla dirigenza medica, medico veterinaria e sanitaria delle aziende e degli enti del SSR;

ACCLARATO che le linee guida prevedono una procedura selettiva articolata in fasi finalizzate a giungere all'avviso pubblico;

APPRESO che, con deliberazione n. 248 del 6 marzo 2015, il Commissario straordinario della ASL di Nuoro, violando la vigente normativa ed omettendo di avviare la procedura selettiva, ha conferito in via diretta ad un dirigente medico l'incarico quinquennale di direzione della Struttura complessa direzione sanitaria - PO S. Francesco di Nuoro, disciplina Direzione medica di presidio ospedaliero, revocando il corrispondente incarico conferito in via provvisoria nel febbraio del 2014 ad altro dirigente;

SOTTOLINEATO che dall'abnorme conferimento dell'incarico in argomento potrebbero conseguire gravissime conseguenze a carico dell'ente nell'ipotesi di contestazione giudiziale della deliberazione, nonché severe ripercussioni sulle finanze dell'ente medesimo in quanto incarico assunto in violazione di legge che potrebbe, peraltro, anche essere oggetto di accertamento da parte della competente magistratura, non solo contabile,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere quali siano le iniziative e le azioni che l'Amministrazione regionale intende porre in essere con estrema urgenza in sede di autotutela al fine di far ritirare l'atto illegittimo e scongiurare danni per l'ente e per i cittadini sardi. (317)

Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute ex articolo 66, legge 23 dicembre 2000, n. 388.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- nella legge n. 388 del 23 dicembre 2000 (legge finanziaria 2001) il comma 14 dell'articolo 66 disponeva, a decorrere dall'anno 2004, il trasferimento alle regioni di una somma pari al 50 per cento dell'introito derivante dall'applicazione della tariffa sulle concessioni governative relative alle licenze di porto di fucile per uso caccia;

- tale somma, da ripartire tra le regioni con vincolo di utilizzo per la realizzazione di programmi di gestione faunistico-ambientale, viene erogata dal Ministero delle finanze d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano;

APPURATO che, per quanto attiene la Regione autonoma della Sardegna, il governo non sembra avere ancora provveduto a dare attuazione a tale norma di legge, accumulando un ritardo di 11 anni sulla data prevista per l'inizio delle erogazioni;

ATTESO che, in Sardegna, i detentori di licenza di fucile per uso caccia si aggirano sulle 46 mila unità, si deduce che solo nella nostra Isola, considerato che il costo della licenza di porto d'armi per uso venatorio è di 168 euro, più 5,16 euro di addizionale, il prelievo della concessione governativa si aggira sugli 8 milioni di euro annui,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se quanto denunciato corrisponda al vero e, nel qual caso, una volta accertato l'esatto ammontare delle somme, quali azioni la Giunta regionale intenda promuovere al fine di richiedere e ottenere il soddisfacimento del credito maturato dalla Sardegna. (318)

Interrogazione Forma, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione presso il sistema di trattamento rifiuti di Macomer/Tossilo.

La sottoscritta,

PREMESSO che:

- in data 24 ottobre 2014 ha presentato all'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, Servizio SAVI (Settore delle valutazioni di impatto ambientale) alcune osservazioni sulla "Realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione presso il sistema di trattamento rifiuti di Macomer/Tossilo";

- in data 27 ottobre 2014 ha avuto riscontro dell'avvenuto deposito delle suddette osservazioni;

CONSIDERATO che l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente ha comunicato la conclusione della procedura di valutazione di impatto ambientale sul progetto di "Revamping-Tossilo" da parte del Servizio SAVI ed ha richiesto l'inserimento nell'ordine del giorno della prossima seduta di Giunta regionale della relativa deliberazione,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) se si intenda allargare l'attuale bacino di conferimento all'impianto di incenerimento di Tossilo, destinato a smaltire il secco indifferenziato prodotto dal territorio della Sardegna centrale;

2) se si intenda far convergere sull'impianto di Tossilo i finanziamenti regionali per la realizzazione delle piattaforme di separazione e valorizzazione di tutte le frazioni di rifiuto, che siano adeguate a servire lo stesso territorio della Sardegna centrale (Nuorese, Ogliastra e Oristanese) che hanno movimentato per più di 20 anni il proprio secco indifferenziato sul predetto impianto, di modo che vengano effettivamente salvaguardati e implementati i livelli occupazionali anche nel momento in cui si fosse pronti ad abbandonare l'attuale fase di incenerimento;

3) se nel ragionamento che si intende avviare sulla tariffa unica regionale dei rifiuti si intenda prendere in considerazione una riduzione sensibile delle tariffe per la raccolta e smaltimento dei rifiuti per tutti i cittadini e le attività produttive e commerciali dei 10 comuni del Marghine: Macomer, Borore, Birori, Bortigali, Sindia, Lei, Silanus, Bolotana, Dualchi e Noragugume che da più di 20 anni ospitano nel loro territorio un impianto a servizio dello smaltimento, incenerimento e conferimento in discarica di tutto il secco indifferenziato della Sardegna centrale.

4) se non ritenga opportuno offrire garanzie di monitoraggio delle emissioni prodotte dall'impianto di incenerimento di Tossilo da parte di un soggetto terzo rispetto all'autocontrollo effettuato all'interno dell'impianto e al controllo ufficiale in capo all'ARPAS (per conto della Provincia di Nuoro);

5) vista la presenza di numerose aziende del settore dell'agro-alimentare che operano nella ZIR di Tossilo e nel Marghine e delle numerose aziende agricole lì insediate:

a) quale sia l'impatto sulle materie prime del settore agricolo derivante dalla realizzazione della nuova linea di incenerimento;

b) quale sia l'impatto della realizzazione della nuova linea di incenerimento in relazione alle opportunità della nuova programmazione regionale di sviluppo 2014-2020, particolarmente per quanto riguarda le produzioni di qualità;

c) quali siano i benefici che le aziende insediate nella ZIR di Tossilo avranno in merito a tariffe per la raccolta e smaltimento dei rifiuti e abbattimento del costo dei servizi offerti dal Consorzio industriale di Tossilo.

6) vista la elevata pericolosità della rete stradale che insiste sulla ZIR di Tossilo - Macomer, accentuata dalla movimentazione da e per l'impianto di incenerimento, e constatata l'incapacità finanziaria della Provincia di Nuoro a far fronte agli interventi di propria competenza, se la Regione intenda farsi carico della manutenzione e messa in sicurezza della:

a) ex strada statale n. 131 Borore - Macomer;

b) strada provinciale n. 33 Borore - Ottana;

c) strada statale n. 129 Bolotana - Macomer, con la messa in sicurezza (mediante realizzazione di rotonda) degli svincoli di Bortigali e Birori;

d) completamento della bretella Bonu Trau - Tossilo;

7) se non ritenga opportuno, dati i tempi trascorsi dalla proposta di revamping dell'impianto di Tossilo fatta dal precedente Governo regionale, affrontare un ragionamento politico e tecnico sul tema in Consiglio regionale prima che si proceda ad una deliberazione di Giunta regionale. (319)

Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del Teatro lirico di Cagliari.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- il Teatro lirico di Cagliari, sede dell'omonima Fondazione, è stato inaugurato nel 1993 con l'ambizione di diventare un'eccellenza regionale e nazionale nella produzione e programmazione di stagioni sinfonico-cameristiche, liriche e di balletto;

- nel corso degli anni, insieme all'orchestra ed al coro del teatro lirico, si sono succeduti artisti di ottimo livello che hanno contribuito al rilancio dell'attività musicale cagliaritana;

- il Teatro di Cagliari è uno dei 14 teatri italiani inquadrato come fondazione lirico-sinfonica, ed ha il compito di promuovere la cultura musicale ai più alti livelli, dall'opera lirica, ai concerti di musica sinfonica per passare al balletto classico ed infine la musica camerale;

- per la qualità ed il carattere innovativo della sua programmazione, il Teatro lirico di Cagliari ha ricevuto, nel 2001, il Premio "Franco Abbiati", mentre nel 2000 e nel 2005 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della critica musicale italiana;

- la Regione, unitamente al Comune di Cagliari e al Ministero dei beni e delle attività culturali, è socia della Fondazione Teatro lirico di Cagliari e, assieme alla Fondazione Banco di Sardegna, ha sempre sostenuto l'Ente lirico con un importante impegno economico-finanziario;

- la Fondazione Teatro lirico di Cagliari ha la funzione, costituzionalmente sancita, di presidio culturale e deve tutelare il patrimonio culturale sinfonico operistico italiano;

VISTO che con decreto del 5 febbraio 2015 il Ministro dei beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, accogliendo la proposta del consiglio di indirizzo, ha nominato Angela Spocci nuovo soprintendente del Teatro lirico di Cagliari;

EVIDENZIATO che:

- alla data odierna è stata resa pubblica solo la programmazione relativa alla stagione concertistica fino a maggio 2015, mentre ancora non si hanno notizie in merito alla programmazione della stagione lirica e di balletto;

- la quota per il Fondo unico per lo spettacolo è ripartita in considerazione dei costi di produzione derivanti dai programmi di attività realizzata da ciascuna fondazione nell'anno precedente, dal miglioramento dei risultati della gestione attraverso la capacità di reperire risorse nonché dalla qualità artistica dei programmi, con particolare riguardo per gli spettacoli lirici, di balletto e concerti coniugati da un tema comune e capaci di attrarre turismo culturale;

- la legge n. 112 del 2014 prevede, in caso di squilibri di bilancio delle fondazioni lirico-sinfoniche, la possibilità di una liquidazione coatta ad opera dei dicasteri competenti;

- il Consiglio regionale, con proprio emendamento, ha approvato nella legge finanziaria 2015, l'estinzione del debito residuo della Fondazione Teatro lirico di Cagliari verso la Regione, maturato alla data del 31 dicembre 2014 ai sensi e per gli effetti delle leggi regionali n. 14 del 2012 e n. 18 del 2013 e determinato in euro 5.000.000, senza ulteriore obbligo di rimborso;

APPRESO che all'interno del Teatro lirico si è creato un clima di estremo disagio tra i lavoratori, determinato dalla totale mancanza di una vera e propria programmazione della stagione 2015 e da un'assenza di prospettive future certe e concrete, nonché da alcuni provvedimenti assunti nei confronti di figure professionali che, da decenni, hanno esercitato la propria attività con impegno e professionalità;

CONSIDERATO che:

- in assenza di una programmazione e di una produzione lirico-sinfonica di qualità, che vedano impegnati tutti i lavoratori del teatro lirico, si rischia di vedere notevolmente ridimensionati i fondi FUS ministeriali per il 2016;

- anche la campagna abbonamenti per la stagione 2015 è notevolmente al di sotto delle previsioni,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere se:

1) siano a conoscenza che una programmazione non coerente con gli indirizzi presenti nel decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo del 3 febbraio 2014, rischia di compromettere la situazione economica e patrimoniale della Fondazione Teatro lirico di Cagliari;

2) non ritengano opportuno e doveroso sollecitare, attraverso il proprio rappresentante in consiglio di indirizzo, una puntuale relazione in merito alla situazione in cui versa la Fondazione;

3) quali iniziative intendano intraprendere, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, affinché si attui una seria e definitiva linea programmatica di rilancio delle attività, che porti il Teatro lirico di Cagliari ai più alti livelli, garantendo cosi la salvaguardia dei posti di lavoro. (321)

Interpellanza Desini - Busia sulle ragioni della mancata attivazione, presso l'Azienda sanitaria locale di Olbia, del servizio di assistenza domiciliare ai pazienti affetti da AIDS.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- il comma 2 dell'articolo 1 della legge 5 giugno 1990, n. 135 (Piano degli interventi urgenti in materia di prevenzione e lotta all'AIDS) dispone che le aziende sanitarie locali, sulla base di indirizzi regionali, promuovano la graduale attivazione di servizi per il trattamento a domicilio dei soggetti affetti da AIDS e patologie correlate, finalizzati a garantire idonea e qualificata assistenza nei casi in cui, superata la fase acuta della malattia, sia possibile la dimissione dall'ospedale e la prosecuzione delle occorrenti terapie presso il domicilio dei pazienti;

- l'ASL di Olbia non ha attivato il servizio, nonostante la propria carta dei servizi preveda che le attività del Distretto siano organizzate in modo da garantire, tra gli altri servizi, attività e servizi di assistenza domiciliare per diverse tipologie di bisogno e attività e servizi per le patologie da HIV;

- non si conoscono le ragioni della mancata attivazione del servizio;

TENUTO conto che:

- attualmente, l'ASL di Sassari presta il servizio di assistenza anche ai pazienti del territorio di Olbia (circa 300), ma che si registrano disagi per coloro che hanno difficoltà, a causa della patologia, a spostarsi e necessitano di assistenza domiciliare specializzata almeno 25 pazienti;

- l'ASL di Sassari ha attribuito, mediante specifico contratto a una cooperativa sociale, l'erogazione delle attività assistenziali a domicilio;

- nelle premesse al suindicato contratto è previsto che l'ASL possa acquisire e tenere conto di eventuali deleghe di committenza, formalizzate da parte di altre ASL per prestazioni che non possono essere garantite nei rispettivi territori,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere i motivi della mancata attivazione, presso l'ASL di Olbia, del servizio di assistenza domiciliare ai pazienti affetti da AIDS e circa la possibilità di estendere il servizio oggetto della convenzione stipulata dall'ASL di Sassari anche ai pazienti di Olbia. (110)

Interpellanza Pinna Giuseppino - Tatti - Rubiu - Oppi sul mancato avvio del registro regionale di patologia dei malati di sclerosi multipla.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica e altamente invalidante che, incidendo sensibilmente sulla vita sociale della persona colpita e sui suoi familiari, comporta dei costi sociali rilevanti;

- attualmente non esiste un quadro dettagliato sulla diffusione della malattia in tutta l'Isola; è tuttavia risaputo che la Sardegna è una regione ad altissima incidenza di persone affette da sclerosi multipla, stimabile in quasi tre volte superiore alla media nazionale;

CONSIDERATO che l'articolo 8, comma 2, della legge regionale n. 3 del 2009 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), come novellato dall'articolo 1, comma 1, della legge regionale n. 21 del 2012 (Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria e modifica di disposizioni legislative sulla sanità), prevede l'istituzione, tra gli altri, del registro regionale di patologia riferito alla sclerosi multipla;

RILEVATO che con atto di indirizzo della Giunta regionale, da adottare in conformità al parere del Garante per la protezione dei dati personali, devono essere individuati le tipologie di dati sensibili, le operazioni eseguibili, le specifiche finalità perseguite dal registro e i soggetti che possono avere accesso allo stesso, così come previsto dall'articolo 1, comma 3, della legge regionale n. 21 del 2012;

PRESO ATTO che a tutt'oggi il registro regionale di patologia sulla sclerosi multipla non è stato effettivamente istituito e che la Giunta regionale non ha ancora approvato alcun atto di indirizzo per l'avvio dello stesso;

RITENUTO che tale registro, raccogliendo i dati anagrafici e sanitari riferiti allo stato di salute delle persone affette dalla sclerosi multipla, sia fondamentale per le finalità di studio e ricerca e per una corretta stima epidemiologica ed economica della patologia,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) quali siano le motivazioni per cui la Regione non abbia finora reso esecutiva l'istituzione del registro regionale di patologia sulla sclerosi multipla, ai sensi dell'articolo 8, comma 2, della legge regionale n. 3 del 2009, così come novellato dall'articolo 1, comma 1, della legge regionale n. 21 del 2012;

2) quali provvedimenti intendano assumere per garantire in tempi ragionevoli, alla luce dell'elevata incidenza sulla nostra popolazione, l'effettiva istituzione di tale registro in quanto strumento indispensabile per assicurare una corretta stima epidemiologica ed economica della patologia, essenziale per la ricerca e per una più efficace assistenza alle persone affette da sclerosi multipla. (111)

Mozione Crisponi - Cossa - Dedoni - Pittalis - Solinas Christian - Rubiu - Oppi - Tocco - Carta - Truzzu - Orrù - Pinna Giuseppino - Fasolino - Tunis - Floris - Cappellacci - Tedde - Peru - Randazzo - Fenu - Tatti - Cherchi Oscar - Zedda Alessandra sul Transatlantic trade and investiments partnership (Ttip), ovvero sull'istituzione di un'area di libero scambio commerciale, in corso di negoziato presso l'Unione europea, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- l'Unione europea è impegnata a negoziare un gigantesco accordo commerciale con gli Stati Uniti, noto come Transatlantic trade and investiments partnership (Ttip), ovvero partenariato transatlantico su commercio e investimenti, che determinerà, nell'immediato futuro, scenari decisamente differenti rispetto a quelli attuali nel campo degli accordi commerciali fra i due continenti;

- con il trattato potrebbe nascere la più grande area di libero scambio del mondo, intervenendo su un vasto spettro di ambiti di interesse pubblico, in particolare sui confini commerciali tra Europa e Usa; e questo, secondo quello che sostiene il governo italiano, porterebbe a un aumento del Pil nazionale tra lo 0,5 per cento e il 4 per cento, a più posti di lavoro, a più esportazioni (si calcola il 28 per cento in più);

- ma tutto ciò rischia di avere un costo elevato; insieme alle barriere tariffarie salteranno anche alcune barriere non tariffarie, vale a dire regole, controlli e standard minimi richiesti per la circolazione della merce, sulle sostanze chimiche tossiche, su standard alimentari e agricoli, sul benessere animale, su norme e leggi sanitarie, prezzi dei farmaci, libertà di internet e la privacy dei consumatori, l'energia, i brevetti e copyright e gli albi professionali; insomma, meno regole che potrebbero significare ripercussioni enormi, innanzitutto sul settore agro alimentare che in questa trattativa gli Usa considerano strategico; e ancora riguarderà la tutela dell'ambiente, la salute, i diritti civili e dei consumatori, la tutela degli standard sociali e del lavoro, i diritti dei lavoratori, i diritti dei migranti, la lotta alla disoccupazione, lo sviluppo, l'accesso pubblico all'informazione e i diritti digitali, i servizi pubblici di base inclusa l'istruzione, l'etica dei sistemi finanziari e altri;

- tutto ciò andrà a coinvolgere le 28 nazioni dell'Unione europea e i 50 stati degli USA, per un totale di circa 820 milioni di cittadini;

- la somma del PIL di Stati Uniti e Unione europea corrisponde, secondo il Fmi, a circa il 45 per cento del PIL mondiale; si tratta dunque, di un trattato di importanza storica;

- l'obiettivo dichiarato dell'accordo è "aumentare gli scambi e gli investimenti tra l'Unione europea gli Stati Uniti realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali";

CONSIDERATO che:

- il negoziato è ancora in fase di discussione, ed è caratterizzato dalle "attenzioni" di due differenti scuole di pensiero, una favorevole e una contraria; per la prima, il nuovo trattato sembrerebbe utile a facilitare i rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti, portando opportunità economiche, sviluppo, un aumento delle esportazioni e anche dell'occupazione; per quelli contrari (sono 375 le organizzazioni europee della società civile che hanno lanciato un appello al Parlamento europeo affinché si blocchino i negoziati), si "prevede che le legislazioni di Stati Uniti ed Europa si pieghino alle regole del libero scambio stabilite per favorire solo le grandi aziende europee e statunitensi, con un impatto commerciale pericoloso". Quindi il Ttip porterebbe, secondo gli osservatori favorevoli, diversi vantaggi: riduzione dei prezzi per i consumatori e scelta più ampia, creazione di posti di lavoro e rilancio della crescita in tutta l'Unione europea, diffondendo e influenzando con i suoi valori le regole del commercio mondiale. Fra quanti dichiarano il sostegno al trattato c'è anche il Governo italiano che ha, sostanzialmente, confermato un appoggio totale e incondizionato, ma senza una preventiva condivisione con le regioni;

- per contro sono diversi i soggetti, unitamente a vari studiosi ed economisti in vari paesi europei e statunitensi, che si oppongono all'accordo (compresa Slow food), complice la segretezza e mancanza di trasparenza sui negoziati, oltre al fatto che ad aver condotto il principale e più citato studio sui benefici dell'accordo sia il Center for economic policy research di Londra, finanziato da grandi banche internazionali;

- questi soggetti che combattono il trattato sostengono che le cifre sull'impatto dell'accordo sono fin troppo ambiziose, che darebbero impulso solo dopo il 2027 e che, comunque, sono troppe le variabili non considerate per poter fare una stima affidabile;

VALUTATO che:

- le critiche più dure si possono così riassumere:

- i negoziati sono orientati alla privatizzazione dei servizi pubblici, quindi si rischia la loro scomparsa progressiva; sarebbe a rischio il welfare e settori come l'acqua, l'elettricità, l'educazione e la salute sarebbero esposti alla libera concorrenza;

- il trattato favorirebbe le sole multinazionali, causando pesanti conseguenze per le piccole e medie imprese, impossibilitate a reggerne la concorrenza;

- i consumatori rischierebbero dall'abbattimento delle maggiori tutele offerte dall'Unione europea rispetto agli Stati Uniti; in Europa vige il principio di precauzione (l'immissione sul mercato di un prodotto avviene dopo una valutazione dei rischi), mentre negli Stati Uniti si procede in modo inverso con la valutazione di rischio che viene fatta in un secondo momento ed è accompagnata dalla garanzia di presa in carico delle conseguenze di eventuali problemi legati alla messa in circolazione del prodotto;

- la normativa europea offre superiori garanzie relativamente all'uso di pesticidi, agli ogm, all'obbligo di etichettatura del cibo, all'uso del fracking per estrarre il gas e alla protezione dei brevetti farmaceutici;

- sui diritti fondamentali dei lavoratori, i paesi dell' Unione europea hanno adottato le normative ILO che si occupano di lavoro, mentre gli Stati Uniti ratificherebbero solo due delle otto norme fondamentali per l'Europa;

- sarà più facile delocalizzare all'estero la produzione delle aziende in funzione dei costi, in particolare di quelli sociali;

- l'eliminazione dei vigenti dazi doganali che attualmente proteggono l'agricoltura europea (e italiana) oggi, frammentata in milioni di piccole aziende, con il rischio che il Ttip possa spalancare le porte a carni trattate con ormoni e antibiotici, latte arricchito e produzioni con organismi geneticamente modificati;

- la liberalizzazione degli appalti pubblici, con le aziende europee che potranno partecipare a gare d'appalto statunitensi e viceversa a ogni livello amministrativo (nazionale, regionale e locale) e a vigilare sulla corretta applicazione del Trattato ci sarebbe un tribunale internazionale privato le cui decisioni saranno superiori alle sentenze dei tribunali e alle leggi dei parlamenti nazionali;

RITENUTO che:

- il Consiglio regionale della Sardegna non possa restare ai margini di un così importante dibattito che va avanti fra tante ombre ed incognite;

- le sfide alle quali è chiamata l'Europa, inevitabilmente, coinvolgono anche la Sardegna: rilancio della nostra economia, accelerare l'innovazione tecnologica alla pari delle economie emergenti, rispetto degli standard di produzione ai quali l' Unione europea ci ha obbligati finora a sottostare, proteggere in ogni modo la salute, la sicurezza e l'ambiente;

- in ogni caso è dimostrato che le questioni di cui si dibatte non sono per niente lontane dalle esigenze commerciali, anche della nostra isola, che una volta definito il "quadro dei negoziati" rientrerà a pieno titolo, negli obblighi o nelle liberalizzazioni successive alla firma del nuovo trattato economico;

PRESO ATTO che il Ttip non può essere un accordo da accettare supinamente a qualunque prezzo e, in tal senso, i cittadini hanno diritto ad avanzare una serie di domande e preoccupazioni riguardo ai negoziati, e spetta al dibattito politico, sociale ed economico chiarire se il trattato sarà una grande opportunità o un pericolo per le piccole imprese e i consumatori sardi,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a convocare un tavolo di confronto con i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali di categoria, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni dei consumatori, degli operatori dei controlli sanitari e della certificazione della qualità, al fine di condividere, prima che i negoziati in corso diventino irreversibili, la posizione della Regione;

2) ad attivare tutti gli strumenti per valutare, in tempi celeri, la coerenza e congruità procedurale in corso, rispetto alle generali esigenze dei cittadini e delle imprese insediate nel territorio regionale;

3) a riferire al Consiglio regionale, per le definitive valutazioni e conseguenti decisioni da affermare in sede di confronto con il Governo. (120)

Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi sul rischio che la Sardegna possa essere individuata dal governo nazionale come sito per la realizzazione del Parco tecnologico contenente il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) ha pubblicato la Guida tecnica n. 29 (Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività), nella quale sono indicati i requisiti fondamentali e gli elementi di valutazione per la definizione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI), da parte della Società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi (SO.G.I.N. spa);

- in data 2 gennaio 2015, la SO.G.I.N., secondo quanto stabilito dal decreto legislativo n. 31 del 2010 e successive modificazioni, ha provveduto a consegnare all'ISPRA la CNAPI con l'elenco dei siti che hanno le caratteristiche per accogliere le scorie nucleari italiane;

- dal momento della consegna, l'Istituto ha due mesi di tempo per verificare la corretta elaborazione della CNAPI e trasmetterla al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell'ambiente, che, entro i successivi 30 giorni, dovranno provvedere al rilascio del nulla osta alla pubblicazione;

- la pubblicazione della CNAPI aprirà la fase di individuazione, tra le aree considerate idonee, del sito definitivo che dovrà ospitare il deposito nazionale destinato ad accogliere i rifiuti radioattivi provenienti da attività pregresse di impianti nucleari e similari, incluso in un parco tecnologico comprensivo di centro studi e sperimentazione;

- il deposito nazionale è finalizzato alla sistemazione definitiva di circa 75mila mc di scorie nucleari di bassa e media attività e allo stoccaggio temporaneo di circa 15mila mc di scorie ad alta attività, residuo della stagione nucleare italiana conclusasi con il referendum del 1987;

- la Sardegna, per le sue caratteristiche di stabilità geologica, geomorfologica e per l'assenza di attività sismica, potrebbe essere indicata nella CNAPI tra le Regioni idonee a ospitare il deposito nazionale;

VALUTATO che:

- le scorie ad alto contenuto di radioattività richiedono lunghi tempi di isolamento, compresi indicativamente tra i trecento ed il milione di anni, per cui la "servitù nucleare" sarebbe permanente con pesanti ricadute sulle future generazioni;

- nonostante lunghi anni di ricerche e consistenti investimenti, nessuno Stato è ancora riuscito a trovare un sito idoneo allo stoccaggio definitivo delle scorie che possa garantire l'incolumità dell'ambiente e della salute pubblica;

- il deposito nazionale, se costruito in Sardegna, arrecherebbe un notevole danno economico nonché un oltraggio all'immagine dell'isola, che basa sulla qualità del suo ambiente e delle sue produzioni agroalimentari l'offerta turistica nazionale e internazionale;

- la Sardegna ha da tempo adottato un progetto di sviluppo sostenibile, che verrebbe ad essere annientato da un'imposizione centralista e irrispettosa delle prerogative dello Statuto sardo;

- la Sardegna verrebbe ad essere ulteriormente gravata da nuove servitù militari, da sommarsi a quelle presenti e che hanno già determinato ingenti danni al territorio, alla salute ed all'economia;

CONSIDERATO che:

- la legge regionale n. 8 del 3 luglio 2003, anche se dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale, aveva dichiarato la Sardegna territorio denuclearizzato e vietato il transito e la presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nell'isola;

- con il referendum consultivo regionale del 15 e 16 maggio 2011 il popolo sardo ha detto no all'installazione di centrali nucleari e di siti di stoccaggio delle scorie nucleari, con il voto favorevole della quasi totalità dei votanti (97 per cento);

TENUTO CONTO che:

- è compito della Regione autonoma della Sardegna tutelare e riaffermare l'indisponibilità del territorio sardo a ospitare la presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nell'isola, come già sancito nella citata legge regionale n. 8 del 2003;

- è compito del Presidente e della Giunta regionale difendere con forza e senso di responsabilità il risultato del referendum del 15 e 16 maggio 2011, espressione della volontà dei cittadini sardi;

- il popolo sardo non intende accettare, a nessuna condizione, che la nostra isola possa diventare una pattumiera radioattiva, con conseguenti ulteriori e pesanti danni all'economia e alla salute dei cittadini,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a rappresentare, in tutte le sedi, la totale contrarietà del popolo sardo alla scelta della Sardegna come sede del parco tecnologico, comprendente il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, e ad assumere una forte e determinata presa di posizione contro qualsiasi tentativo di stoccaggio, anche temporaneo, o di transito di scorie nucleari;

2) a intraprendere presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri tutte le azioni istituzionali, ed eventualmente anche amministrative e giudiziarie, utili a rappresentare la volontà sovranamente espressa dal popolo sardo con il referendum del 15 e 16 maggio 2011. (122)

Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Rubiu - Fenu - Locci - Pittalis - Truzzu - Floris - Tunis - Pinna Giuseppino - Tatti - Solinas Christian - Orrù - Oppi - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Randazzo - Cappellacci - Cherchi Oscar - Carta - Tocco sulle richieste di pagamento del cosiddetto "conguaglio regolatorio" pervenute ai cittadini sardi da parte di Abbanoa Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che in questi giorni l'ente gestore Abbanoa Spa sta inviando a tutti gli utenti del Servizio idrico integrato della Sardegna le fatture relative al cosiddetto "conguaglio regolatorio", definito come componente tariffaria della competenza 2014 e calcolato secondo la quantificazione fatta dall'ente d'ambito e approvata con la delibera n. 18 del 26 giugno 2014 del Commissario della gestione straordinaria per la regolazione del Servizio idrico integrato della Sardegna;

CONSIDERATO che le somme che vengono addebitate agli utenti per l'adeguamento delle tariffe vigenti sono rapportate alla preliminare verifica da parte dell'ente d'ambito del totale dei costi ammissibili effettivamente sostenuti dall'ente gestore, a fronte dei ricavi effettivamente riscossi, e quindi oggettivamente determinate in funzione di una differenza algebrica tra costi e ricavi che è tristemente elevatissima, proprio in funzione di inefficienze e sprechi dell'ente gestore, traducibili conseguentemente in maggiori costi;

ACCERTATO che le modalità di addebito delle fatture all'utenza sono quelle previste dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI) agli articoli 31 e 32, allegato A della delibera 643/2013/R/idr;

RILEVATO che l'importo delle fatture addebitate a ciascun utente è iniquo e inaccettabile, perché corrispondente ad una misura di adeguamento tariffario superiore al 50 per cento della tariffa attualmente vigente, pari cioè a circa 1 euro a metro cubo applicato alla quantità dei consumi registrati da ciascun utente nell'anno 2012;

EVIDENZIATO che la misura degli addebiti per l'adeguamento tariffario, mediamente di alcune centinaia di euro, risulta per le famiglie sarde vistosamente insopportabile, e comunque in contrasto con il più elementare principio sulla equa proporzione dell'adeguamento di una tariffa vigente, tanto più che a tutti gli utenti, appena qualche settimana prima, è stato addebitato, sempre dall'ente gestore Abbanoa Spa, l'onere di deposito cauzionale previsto dall'Autorità per l'energia elettrica e il sistema idrico, in totale spregio della obiettiva difficoltà economica e sociale nella quale versano gran parte delle famiglie della Sardegna;

VERIFICATO che nella delibera n. 18 del 26 giugno 2014 adottata dal Commissario della gestione straordinaria per la regolazione del Servizio idrico integrato della Sardegna era previsto che il periodo di rateizzazione dei pagamenti relativi all'adeguamento tariffario, da addebitare agli utenti, sarebbe dovuto avvenire in un arco di tempo non inferiore ai 12 mesi e fino ad un massimo di cinque anni;

ACCERTATO che Abbanoa Spa ha invece clamorosamente eluso, in maniera vessatoria, inaccettabile e incomprensibile, questo disposto, richiedendo il pagamento agli utenti in un arco di tempo minimo di soli 30 giorni (primo pagamento entro il 7 marzo 2015, a distanza di pochi giorni dalla stessa notifica delle fatture e il pagamento successivo, a saldo, entro il 7 aprile 2015), e in un arco di tempo massimo di 7 mesi (8 rate, dal 7 marzo 2015 al 7 ottobre 2015),

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici

1) a verificare, nella proprie rispettive competenze, compresa quella di rappresentatività sociale e controllo amministrativo, in qualità di maggior azionista societario di Abbanoa Spa, la piena legittimità giuridica e soprattutto l'opportunità amministrativa dell'operato del gestore unico dei servizi idrici integrati della Sardegna nell'adozione di provvedimenti così vessatori e impattanti sul piano socio-economico nei confronti delle famiglie della Sardegna;

2) ad adottare, con urgenza, tutte le possibili azioni per accertare la correttezza delle procedure di quantificazione dell'adeguamento tariffario determinato e approvato con delibera del 26 giugno 2014 dal Commissario della gestione straordinaria per la regolazione del Servizio idrico integrato della Sardegna, che corrisponde ad un incremento tariffario di oltre il 50 per cento di quello vigente in palese contrasto con i più elementari principi di equità e tutela degli utenti. (123)