Seduta n.229 del 20/07/2011
CCXXIX SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 20 luglio 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente CUCCA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 11 e 04.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 7 luglio 2011 (222), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Daniele Cocco, Gian Domenico Gallus e Paolo Maninchedda hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 20 luglio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Constatato lo scarso numero dei consiglieri presenti in Aula e l'assenza della Giunta, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 05, viene ripresa alle ore 11 e 31.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del disegno di legge numero 222/A - Parte seconda.
E' in esame l'articolo 17 al quale sono stati presentati diversi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 17 e dei relativi emendamenti:
Art. 17
Disposizioni in materia di opere idrauliche di competenza regionale
1. Nella legge regionale 31 ottobre 2007, n. 12 (Norme in materia di progettazione, costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei relativi bacini di accumulo di competenza della Regione Sardegna), sono introdotte le seguenti modifiche:
a) la lettera b) del comma 2 dell'articolo 1 è così sostituita:
"b) i bacini totalmente interrati sotto il piano di campagna aventi quota della soglia sfiorante non superiore alla quota del piano di campagna; le vasche e i serbatoi in quanto non costituenti sbarramento; le opere di regimazione di fiumi e torrenti prive di funzione di ritenuta, quali arginature, briglie, soglie di fondo e opere trasversali come pennelli; le opere di presa costituite da traverse sfioranti con altezza dello sbarramento non superiore a 1,50 metri e volume di invaso non superiore a 1.000 metri cubi; le opere di accumulo con altezza dello sbarramento non superiore a 1,50 metri e volume di invaso non superiore a 1.000 metri cubi;";
b) dopo l'articolo 5 è aggiunto il seguente: "Art. 5 bis (Applicazione delle sanzioni ed aggiornamento dell'allegato A)
1. Fatti salvi gli aspetti penali, l'applicazione delle sanzioni previste dal comma 4 dell'articolo 4 e dal comma 2 dell'articolo 5 della presente legge, relativamente agli sbarramenti di nuova realizzazione ed a quelli esistenti, è sospesa fino all'adozione del decreto dell'Assessore regionale dei lavori pubblici, con il quale sono anche definite le modalità per le eventuali demolizioni.
2. Con la procedura di cui al comma 1 sono aggiornati i contenuti dell'allegato A, previa acquisizione, per i soli aspetti tecnici, del parere dell'Unità tecnica regionale dei lavori pubblici.".
2. Nel comma 9 dell'articolo 7 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), dopo le parole "con successiva rivalsa a danno dei titolari inadempienti" sono aggiunte le seguenti: "ovvero a spese dell'Amministrazione regionale (spesa obbligatoria) nei casi di opere acquisite al demanio regionale".
3. Nella lettera a) del comma 12, dell'articolo 6 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto), le parole "le opere idrauliche di seconda e terza categoria" sono sostituite dalle parole: "le opere idrauliche di seconda categoria".
4. I termini di cui al comma 1 dell'articolo 5, al comma 1 dell'articolo 25 dell'allegato A e al comma 1 dell'articolo 26 dell'allegato A, della legge regionale 31 ottobre 2007, n. 12 (Norme in materia di progettazione, costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei relativi bacini di accumulo di competenza della Regione Sardegna), sono rideterminati al 30 giugno 2012. Fino a detto termine sono estinti gli eventuali provvedimenti sanzionatori pendenti.
5. Il comma 4 bis dell'articolo 11 della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 19 (Disposizioni in materia di risorse idriche e bacini idrografici), come modificato dal comma 24 dell'articolo 1 della legge regionale n. 3 del 2009 è sostituito dal seguente:
"4 bis. Le amministrazioni pubbliche sono esentate dall'obbligo del pagamento dei canoni, delle spese di istruttoria, delle spese generali di controllo e dal versamento delle cauzioni di cui al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775 (Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici), ed al regio decreto 14 agosto 1920, n. 1285 (Regolamento per le derivazioni e utilizzazioni di acque pubbliche), per le richieste di concessione di derivazione di acque pubbliche utilizzate esclusivamente per alimentare le riserve idriche destinate al Servizio antincendio e di protezione civile quali invasi, vasconi, laghetti collinari, vedette, serbatoi di cantiere e postazioni AIB.".
6. Le funzioni di controllo e di vigilanza sulle autorizzazioni di cui all'articolo 61, comma 1, lettera b), della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali), sono da intendersi attribuite alle province anche con riferimento alle autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore della medesima legge.
Emendamento soppressivo totale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
L'articolo 17 è soppresso. (29)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
Il comma 1 dell'articolo 17 è soppresso. (30)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
La lettera a) del comma 1 dell'articolo 17 è soppressa. (31)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
La lettera b) del comma 1 dell'articolo 17 è soppressa. (32)
Emendamento soppressivo parziale Steri Sanna Matteo
Art. 17
Il comma 22 è soppresso. (33)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
Il comma 2 dell'articolo 17 è soppresso. (18)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
Il comma 3 dell'articolo 17 è soppresso. (34)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
Il comma 4 dell'articolo 17 è soppresso. (35)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
Il comma 5 dell'articolo 17 è soppresso. (36)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Art. 17
Il comma 6 dell'articolo 17 è soppresso. (37).)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mancano i nostri relatori.
PRESIDENTE. Per la discussione dell'articolo non è necessaria la presenza dei relatori.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiederle qualche minuto di sospensione in attesa, non sembri una giustificazione puerile, che rientrino almeno i due relatori o, perlomeno, per quanto ci riguarda, il nostro. Credo siano in itinere tra la sede della Commissione e l'Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, la maggior parte dei consiglieri, come vede, è in Aula. L'assenza dei relatori non inibisce la possibilità dei consiglieri di iscriversi a parlare nella discussione.
E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, l'articolo 17 contiene alcune norme settoriali che incidono sulla disciplina e sulle norme applicate in materia di dighe minori; quindi una norma settoriale che non richiede una visione generale del problema. Però, la discussione di questa norma mi consente di richiamare l'attenzione su un fatto gravissimo che sta avvenendo. In tema di dighe, come voi tutti sapete, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha appena licenziato una nuova disciplina che, tecnicamente, è assolutamente e totalmente errata e che comporterebbe, per una serie di errori tecnici che vi è contenuta, la chiusura di numerose dighe sia in Italia sia in Sardegna, ad esempio la diga sul Tirso.
Ritengo, di conseguenza, che questa disciplina richieda una fortissima attenzione da parte della Giunta con una presa di posizione immediata con cui si segnali al Consiglio superiore dei lavori pubblici, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell'Interno e agli altri Ministeri interessati i gravissimi errori contenuti in questa disciplina. Non sto ora a enucleare tutti i dati tecnici, esiste peraltro una relazione predisposta dalle organizzazioni di categoria, ne esiste una, in particolare, firmata dall'ingegner Roberto Binaghi che dimostra la assoluta e totale non condivisibilità di questo testo.
La Giunta regionale, pertanto, penso debba immediatamente fare presente al Governo gli errori contenuti in questa norma, e chiedere che si blocchi l'iter al fine di apportare le correzioni fermo rimanendo che se, come al solito, il Governo dovesse rimanere sordo anche alle richieste e alle parole, logiche e tecnicamente corrette, occorrerà intervenire immediatamente con la proposizione di adeguato ricorso al Tribunale superiore delle acque, competente in materia. Se queste norme dovessero passare per noi sarebbe un disastro.
Qui parliamo di alcune norme in materia di dighe, norme che interessano prevalentemente l'ENAS, l'ente Flumendosa. Voi tutti sapete che l'ENAS è per numero di dighe gestite è il primo ente in Italia e il secondo in Europa, è un fiore all'occhiello della Sardegna e ha una struttura tecnica tra le più preparate in questa materia. L'alto livello di questa struttura è merito, soprattutto, di due persone: il professor Binaghi, che ho citato prima, e Salvatore Antonio Demuro a cui va il merito dell'avvenuta regionalizzazione dell'ente del quale è stato per anni e anni commissario.
Nella scorsa legislatura l'ente è stato riformato attribuendogli una competenza in materia non più limitata ma generale. E' una norma di legge che deve essere difesa e confermo, per quanto riguarda l'U.D.C., la totale contrarietà a intervenire su questa norma di legge per il trasferimento di competenze in materia ai consorzi. Romperemmo un gioiellino, romperemmo un meccanismo che funziona, l'ente deve essere semmai potenziato.
In questa norma si rivengono peraltro anche alcune disposizioni che non ci vedono concordi, tant'è vero che relativamente al secondo comma ne abbiamo chiesto la soppressione. Quando un soggetto realizza un'opera abusiva è obbligato a rimuoverla a sue spese, qualora non lo faccia se la Regione acquisisce questi beni al suo patrimonio deve demolirli a spese del privato. Non è consentibile che la Regione debba sopportare delle spese per colpa di un privato che ha realizzato le opere abusivamente; e, poiché questo ci dice il secondo comma dell'articolo in esame, noi su questo secondo comma siamo intervenuti presentando un emendamento soppressivo.
Su questa materia delle dighe ritengo che dovremmo reintervenire con una norma che aggiorni i contenuti delle vecchie disposizioni di legge, forse qualche cosa si potrà fare già quando parleremo del sistema idrico integrato. Quando riformeremo il sistema idrico integrato saremo in condizioni di portare a compimento un sistema completo con, da un lato, l'ENAS che realizza e gestisce, dall'altro l'ATO che dopo il referendum deve rimanere in piedi col soggetto in house Abbanoa. Io ripeto che questo è un meccanismo giuridico ottimale, il fatto che ci siano stati diversi problemi, anche di crisi economica, non è certo imputabile al modello che è stato prescelto.
Le crisi economiche sono determinate da due fattori. In primo luogo già nel Piano di bacino avevamo previsto un finanziamento di 50 milioni annui che non è mai arrivato; in secondo luogo quando le cose non vanno bene non necessariamente non vanno bene perché il modello non funziona, forse non vanno bene perché quel modello non è gestito in maniera corretta e adeguata. Parliamo comunque di un settore sensibile, quello dell'acqua, un bene pubblico essenziale che deve, a nostro avviso, rimanere in mano pubblica anche se deve essere gestito diversamente e devono essere adeguati i meccanismi.
Sappiamo tutti che questa convenzione ATO-Abbanoa, nasce dalla convenzione approvata sotto la gestione Pili, che non è stata rivista e che era stata approvata in quattro e quattr'otto per beneficiare della premialità comunitaria. Quando è stato fatto l'affidamento questa convenzione non è stata rivista, è stata presa tale e quale. Quindi, aldilà degli interventi normativi sugli assetti, noi dobbiamo intervenire sulla convenzione, dobbiamo intervenire sullo statuto di Abbanoa per consentire che vi sia effettivamente, nell'esercizio, un controllo analogo e non è mai stato previsto. Quindi non è il modello che non funziona, sono alcuni fatti circostanziali e ben determinati che se li eliminiamo consentiranno di andare avanti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). All'articolo 17 noi siamo ovviamente contrari, per le cose che abbiamo detto ieri ma anche per le novità che abbiamo visto nella presentazione degli emendamenti. Io vorrei dire subito ai colleghi, lo vorrei dire al relatore e al Presidente della Commissione che sono firmatari: ma vi volete liberare, davvero, da questa ossessione sull'urbanistica che avete nel cervello ? E presentate un altro emendamento per violare le leggi dello Stato, quando il Tribunale amministrativo regionale e il Consiglio di Stato hanno detto che non si possono superare con legge regionale le norme di salvaguardia del Piano paesaggistico, arriva Biancareddu, presenta l'emendamento e voi subito a firmarlo, anche lei Capelli lo firma! Se è così è battaglia, io non vi do respiro su questo punto.
Intanto stiamo parlando di un altro argomento, opere pubbliche, e in campagna le case non si fanno violando le regole. E' chiaro, questo? Io capisco che voi avete questa ossessione, nella vostra mente vincerete le elezioni sicuramente perché fate fare le case nell'agro. E' un'idea sciagurata che dimostra anche la vostra miopia politica. La miopia politica di chi vuole compromettere la campagna sapendo che nei prossimi decenni giocheremo partite diverse.
Ma è possibile che non abbiate percezione che non tutti i vagoni sono buoni, i treni che passano sono buoni, per stare sempre lì a picchiare su questa ossessione? Il Consiglio di Stato l'ha sancito definitivamente: le norme di salvaguardia non possono essere derogate; e poi scrivete… mi trattengo dal dire un aggettivo... l'emendamento (pagina 33) parla (come dire non esistono Tribunali amministrativi)di "interpretazione autentica dell'articolo 3 comma 5 della legge 23 ottobre 2009 numero 4". Ma i Tribunali amministrativi hanno stabilito che tutto quello che comporta modifiche al Piano paesaggistico si può fare, quando sarà modificato secondo le norme". Questo è; e, comunque sia, fino a quando non è modificato il Piano o non è acquisito nei piani urbanistici si applicano le norme di salvaguardia.
Come interpreta, invece, la "scienza infusa"? L'interpretazione è questa: la disciplina è da intendersi applicabile, in via transitoria e in deroga alla normativa vigente, anche alle nuove costruzioni. Cioè si applica a tutto. Alle nuove costruzioni, quali nuove costruzioni? In deroga? A che cosa? Alle norme che proibiscono l'edificazione di nuova costruzione? Ma stiamo scherzando? Questo è il profilo di legalità che dovrebbe presiedere intanto a escludere queste materie, oggetto di leggi diverse, e ha un relatore di maggioranza e un Presidente di Commissione che lo firmano! Colleghi, io vi prego di correggere immediatamente la vostra posizione, perché diversamente qui si sta relazionando sulla illegalità diffusa. Vedete un po' voi!
Si approda poi a un articolo del quale noi chiediamo la cancellazione, perché anche in questo ci sono delle perle giuridiche significative. Al comma 2, soprattutto, prevedete una sanatoria rispetto alle sanzioni per chi ha costruito sostanzialmente senza autorizzazione, però si dice "fatti salvi i rilievi penali". Come? Se sono fatti salvi i rilievi penali vuol dire che c'è qualcosa di penalmente rilevante. Se c'è qualcosa di rilevante sul piano penale vuol dire che è stato fatto un abuso, e allora che senso ha sospendere sul piano formale l'andamento sanzionatorio? E' una contraddizione. E' un pannicello caldo che volete dare a qualcuno? L'azione penale sancisce la sussistenza di un abuso rispetto alla legislazione corrente. Bloccate la sanzione amministrativa? Ma questo ha un senso se l'azione penale è in corso? Lo chiedo a voi.
Infine il comma 6: è un capolavoro. Si dice infatti che "Le funzioni di controllo e di vigilanza sulle autorizzazioni di cui all'articolo 61…" (articolo della legge numero 9/2006 con cui abbiamo dato le competenze alla Provincia per il rilascio delle autorizzazioni per i pozzi) "sono da intendersi attribuite alle Province anche con riferimento alle autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore della medesima legge". Ma, scusate, se prima dell'attribuzione alle Province le autorizzazioni le rilasciava un'altra autorità, ora come possiamo chiedere alle Province di assumersi la responsabilità per concessioni rilasciate da un altro ente? Che cosa significa?
La competenza attiene al rilascio di autorizzazioni, non alla vigilanza e al controllo post rilascio. Scrivetele bene le norme! Perché se volete dire che si deve fare il controllo sulle opere realizzate sulla base anche di precedenti autorizzazioni si scriva questo, ma voi state dicendo che la Provincia risponde oggi per autorizzazioni rilasciate in precedenza da un altro ente. Ma che cosa volete da noi? Volete che ce ne andiamo? Se volete andare avanti tranquilli noi ce ne andiamo, vi facciamo fare tutte queste belle cose, però ve le stiamo dicendo, dateci retta, ascoltate!
Io spero, sono anche molto convinto, che Cappellacci vi abbia mandato un telex o un sms per dirvi che, secondo il suo modo di vedere, queste cose sono vitali per la parabola strategica del rilancio della Sardegna. A chi è arrivato? È arrivato a Stochino questo sms? E' arrivato da qualche parte? Dove avete lasciato Cappellacci? Qual è il posizionamento di questo disegno di legge nella logica di uscita dalla crisi? La Sardegna sta bruciando, sta decadendo istituzionalmente, e Cappellacci ci ha concesso di farci scippare tutto quello che era possibile farci scippare: entrate, fondi FAS, tutto.
Oggi un giornale mette in competizione sul futuro il Presidente del Consiglio con il presidente Cappellacci. Mi scusi, con tutto il rispetto, ma non c'è competizione, con i disastri che ha combinato Cappellacci sul piano pubblico vincerebbe chiunque; eppure voi ci costringete, alla fine di luglio, di fronte a questi scenari, con una Sardegna praticamente alla bancarotta, a stare qui. E, comunque, io voglio sapere la copertura finanziaria emendamento per emendamento, perché ci sarà da ridere! Ce n'è anche uno della Giunta che aggiunge 10 milioni di euro, dove li avete trovati? O ce li avete tenuti nascosti quando stavamo discutendo di altre questioni?
Lo vogliamo sapere, noi lo vogliamo sapere, perché in Sardegna oggi ci sono delle emergenze diverse, ne vogliamo discutere? Ci sono delle emergenze diverse che riguardano anche il suo comune, Assessore, ma non solo il suo comune. Ci sono emergenze? Ne vogliamo discutere, o dobbiamo anche qui far finta che non accada nulla intorno a noi? Ecco perché noi siamo contrari, e siamo contrari perché non c'è un senso in queste cose, c'è solo l'utilizzo di un provvedimento legislativo per fare le cose da cui siete ossessionati.
Le regole, volete cancellare le regole! Questo è il profilo, altroché! E torno a bomba. Il problema vero della classe politica, altro che andare a cercare problemi che non esistono (se se ne rendessero conto qui fuori), sono i danni che produce quando non guarda la realtà, e non è capace di costruire un'agenda politica pari ai bisogni della società che è chiamata ad amministrare. Questo è il problema di oggi, in Commissione però mi risulta che non ne avete parlato,.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, presumo che l'emendamento richiamato nel suo intervento fosse l'emendamento numero 16; pertanto, onde evitare inutili discussioni, comunico sin da ora all'Aula che l'emendamento numero 16 è inammissibile perché riguarda una materia estranea all'oggetto della legge.
E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Limiterò le mie poche considerazioni all'articolo 17, di cui stiamo discutendo, e riprendo il ragionamento fatto ieri, in sede di discussione generale, quando ricordavo all'assessore Sannitu che per quanto riguarda il contenuto del punto 2 della lettera b), si parla di un aggiornamento dei contenuti dell'allegato A. Ma l'allegato A non è un allegato qualsiasi, è un insieme di articoli della legge di cui stiamo parlando, nel senso che mi sembra che parta dall'articolo 13 in poi, per cui contiene tutte le norme che devono essere prese in considerazione.
Credo che la modifica, anche parziale, anche limitata, di quella parte della legge non possa che essere oggetto di discussione prima in Giunta, poi in Commissione e infine in Aula. Se si dovesse fare diversamente io avrei molte perplessità, perché a mio parere alcune modifiche potrebbero anche essere utili perché aiuterebbero per esempio diverse imprese agricole a far fronte a una situazione di difficoltà derivante dalla norma in questione, le aiuterebbe quindi a risolvere un problema che per alcune sta diventando delicato, oltre che dal punto di vista finanziario, anche da quello delle implicazioni di altra natura.
Però, siccome sono convinto che sia giusto affrontare il problema per risolverlo, per creare le condizioni affinché i soggetti, cui quella norma si riferiva, abbiano non maggiori difficoltà, ma i problemi risolti, credo che vada avviato un percorso che sia certo di conseguire un obiettivo giusto. E se noi oggi decidiamo che queste modifiche le fa la Giunta, quando non è compito della Giunta, stiamo rischiando di avviare un percorso senza un punto di arrivo sicuro e certo.
E' giusto ribadire ancora oggi, come ho fatto ieri, all'Assessore che o si fa carico affrontando la questione con gli uffici e presentando alcune modifiche a quell'allegato, da discutere durante la discussione di questo testo di legge, e si risolve il problema, anche immediatamente, oppure questo si potrà fare anche in un secondo momento ma, allora, dobbiamo essere consapevoli che non può essere data delega alla Giunta a modificare cose che non sono, almeno questo è quello che penso, di sua competenza.
Nella discussione in Commissione si è votato per la soppressione del comma 2 e credo che questa scelta verrà riconfermata anche in Aula; credo inoltre che vada chiarito ancora meglio il comma 6. L'Assessore ieri non ha fatto (io non ne ho visto traccia nella sua replica in discussione generale) alcun pronunciamento chiaro sulle contraddizioni che rilevavo essere presenti nel comma 6, appunto, relativamente alle responsabilità della provincia sulle autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore della legge numero 9 del 2007. Credo che vada fatta chiarezza, magari è un problema minimale, ma visto che ne stiamo discutendo non va sottovalutato e neanche sottaciuto.
Sulle altre questioni, trattate in questo articolo, va detto quello che abbiamo ribadito in tanti anche nel corso della discussione generale: questo non è il momento in cui il Consiglio regionale si può soffermare a discutere problematiche che, seppure importanti per alcuni singoli, sono assolutamente ininfluenti rispetto a quelle generali che riguardano un'intera Regione in profonda crisi, che ha bisogno di un Consiglio regionale che si concentri principalmente sulle grandi tematiche da affrontare e da risolvere perché da questa situazione di crisi, senza un impegno concreto, puntuale e completo di questo Consiglio regionale, non solo non se ne uscirà ma non si può neanche sperare di uscirne.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). L'articolo 17 riguarda le disposizioni in materia di opere idrauliche di competenza della Regione; io credo sia evidente, nell'articolato e nei commi che seguono, di che cosa si tratta.
Io credo che la "questione acqua" in Sardegna vada seguita con le dovute attenzioni e nel suo complesso in tutti gli aspetti che riguardano la gestione. Quindi parliamo delle acque di fonte e dei corsi d'acqua che scorrono nella nostra Isola: fiumi, torrenti, canali e quant'altro; ci sono però anche altre realtà: invasi, stagni, lagune, laghi; tra questi uno che, sfortunatamente, ha attraversato un grave momento di crisi anche se ora pare aver ritrovato la salute, sto parlando del lago di Baratz, e qualche accenno è stato fatto a scarichi fognari, pozzi neri.
Io, però, comincerei a preoccuparci anche dello stato di salute dei nostri porti; si tratta di acque di mare, certo, però anch'esse dovrebbero essere prese in considerazione e trattate non come latrine ma come luoghi che, stando a ridosso delle nostre città e delle nostre coste, meriterebbero ben altra attenzione.
Con questa premessa intendo sottolineare che una realtà che meriterebbe un'attenzione e un intervento straordinario da parte della Regione è quella che riguarda la laguna del Calic, dove scarichi fognari, scarichi industriali, di grandi e piccole industrie, ne hanno compromesso in modo grave la salute, salute che era stata già danneggiata da interventi regionali maldestri fatti in anni passati, con scavi e modificazioni delle sue sponde che avevano determinato una condizione di precarietà; però questo senza nulla togliere alle sue potenzialità economiche rappresentate dalla pesca e dallo sfruttamento di altri elementi.
Credo che questo problema non sia sfuggito a nessuno, anche perché il Presidente della Regione è stato sollecitato dall'amministrazione comunale di Alghero, a mio avviso in ritardo e impropriamente, a nominare un commissario ad acta; io vorrei, con voluta polemica, evidenziare che probabilmente un commissario ad acta occorrerebbe per sostituire un sindaco che non è stato in grado di gestire la cosa pubblica e, tanto più, una realtà così importante e delicata. L'individuazione del Calic come luogo di scarico (mancando la realizzazione di un depuratore fognario per le reflue di Alghero e il trattamento delle acque) ne ha completamente alterato l'equilibrio e trasformato le acque azzurre, limpide, cristalline della costa che da Alghero va verso Fertilia, in acque gialle di tutt'altra impressione, con una conseguente ricaduta negativa sull'immagine di Alghero.
Quando si parla della gestione delle acque, io credo che questo discorso debba essere affrontato. Devo dire peraltro che ipotesi simile è stata avanzata anche dal comune di Sassari relativamente all'invaso del Cuga come luogo dove scaricare le acque depurate. Voglio ricordare che l'invaso del Cuga è ancora un invaso strategico per quanto riguarda le riserve idriche della Sardegna; risorse che, devo dire, vivono un momento straordinariamente felice in termini di provvista e quantità tali da garantire un futuro prossimo roseo che, però, visto ciò che sta accadendo nel mondo (cambi climatici e quant'altro), non sappiamo se riusciremo a garantire per l'eternità.
Quindi, questa problematica va affrontata nel modo dovuto. Per farla breve, perché mi sembra che poi affronteremo gli emendamenti, tutti soppressivi e proposti esclusivamente dall'opposizione, è un articolo che evidentemente non affronta e non risolve i problemi nel modo dovuto; ecco perché credo che vada aperta un'iniziativa a sostegno delle situazioni più critiche riguardanti gli aspetti che ho prima evidenziato al fine di riavviare un'iniziativa seria, concreta, per una gestione complessiva delle acque compresi persino gli invasi da acqua di mare, visto che le aree portuali sono aree marine ma a ridosso delle città, da trattare nel modo dovuto perché rimangano una risorsa straordinaria per la nostra economia, per il nostro turismo e per il nostro territorio.
PRESIDENTE. Poichè nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Stochino, relatore di maggioranza.
STOCHINO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Presidente, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 29, 30, 31, 32; si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 18 e 33, uguali; mentre si esprime ancora parere contrario sugli emendamenti numero 34, 35, 36, 37.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.
SANNITU, Assessore tecnico dei lavori pubblici. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione il titolo dell'articolo 17. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 29.
Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 30.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 30.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Capelli si è astenuto e il consigliere Rodin ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 57
astenuti 2
maggioranza 29
favorevoli 21
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 31.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 31.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 23
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 32.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Dichiaro innanzitutto il parere favorevole all'emendamento soppressivo che merita una riflessione; abolire infatti le sanzioni previste dal comma 4 dell'articolo 4 vuol dire abolire le sanzioni pecuniarie relative a opere realizzate in difformità dalla legge che hanno una qualche rilevanza anche sotto il profilo penale, tant'è che si dice "fatti salvi gli aspetti penali", quindi un rafforzativo della norma a tutela (stiamo parlando anche di invasi e di altre strutture) che richiamano garanzia e sicurezza in capo al cittadino, e pongono una riflessione.
Ma che idea avete voi, non so, forse che si possono compiere azioni che sono anche reati, che si possono compiere a danno della comunità e che questo debba essere sopportato, anzi assicurato, garantito? Avete cioè un'idea della legalità di questo tipo? Ma che tipo di norma è questa? Ma non abbiamo vergogna di presentare sanatorie sistematiche per cui la violazione diventa l'ordinario? Così i diritti non contano nulla e chi è debole deve sempre soccombere. Ma che razza di mondo avete costruito, ma che razza di mondo volete costruire e mantenere? Verrà travolto. Questa è una schifezza. Io voto a favore della soppressione della lettera b) del comma 1.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io vorrei chiedere, colleghi, di stare un po' attenti, perché noi stiamo chiedendo la sospensione dell'applicazione delle sanzioni. Le sanzioni sono previste da quel comma 4 che dice esattamente il contrario, e cioè che: "fatti salvi gli aspetti penali si applicano le seguenti sanzioni…" Ma dice un'altra cosa su cui dobbiamo stare attenti, e cioè che quelle sanzioni, di cui stiamo chiedendo la sospensione, sono applicate dal Servizio del genio civile a seguito di un accertamento effettuato dal Corpo forestale sulla base della legge che ha modificato il sistema penale.
Noi stiamo disapplicando una sanzione amministrativa stabilita a seguito della constatazione, da parte del Corpo forestale, che è stata posta in essere un'azione con risvolti penali. Quindi quanto stiamo prevedendo è due volte grave perché, tra l'altro, qualora le sanzioni non vengano applicate è previsto il sequestro cautelare degli impianti e dei manufatti.
Vedete voi se si tratta di sospendere il pagamento di 7000 euro, 5000 euro, quello che volete, lasciando in piedi tutto il resto: questo è un reato che si accompagna a un fatto penale e a un fatto amministrativo. O è reato per intero o non lo è per niente, una via di mezzo è una cosa illiberale, è un atto di irresponsabilità, è una clientela, per meglio dire, che non ha nessuna ragione giuridica. Ma voi siete abituati a fare questo e altro di fronte alla legalità. Secondo me questa responsabilità è bene che venga sancita da un voto che distingue le posizioni…
DIANA MARIO (P.d.L.). Stai tranquillo, stai calmo. Stiamo ragionando.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' così Mario. Quando si viene qua i ragionamenti sono finiti perché qui si vota. Qui si vota. E quando presentate delle cose…
DIANA MARIO (P.d.L.). Stai tranquillo, stai calmo.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io mi calmo però, santa pazienza, è la terza volta che faccio questo discorso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 13, viene ripresa alle ore 12 e 18.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare l'Assessore dei lavori pubblici. Ne ha facoltà.
SANNITU, Assessore tecnico dei lavori pubblici.Presidente, credo non sfugga a nessuno la situazione che sta vivendo oggi il settore agricolo La legge numero 12 ha consentito a tantissimi imprenditori agricoli di realizzare piccoli invasi per uso irrigua, ma molto spesso anche in funzione antincendio.
Ora, nel corso degli anni, non oggi, è sfuggita di mano l'attività di controllo e, da qualche anno a questa parte, ci troviamo nella condizione in cui il Corpo forestale, che si è strutturato sostanzialmente negli ultimi anni, e quindi oggi è in grado di poter girare tutte le aziende, tutti i territori della Sardegna, commina sanzioni piuttosto pesanti alle quali gli imprenditori agricoli proprietari di questi invasi non possono rispondere in termini immediati. Tra l'altro, l'articolo 17 cerca, in qualche maniera, di puntualizzare meglio gli aspetti tecnici relativi alle autorizzazioni per la realizzazione e la conduzione di questi invasi.
Non c'è alcuna volontà pertanto di sanare un illecito, c'è semplicemente la volontà di rispondere a un'esigenza, quasi un'emergenza, che oggi esiste andando incontro agli imprenditori titolari di questi invasi; invasi che si ritiene siano necessari e servano, e qualcuno ha ricordato come gli ultimi eventi ne abbiamo messo ancor più in evidenza l'importanza.
Per quanto riguarda il comma 6, onorevole Sanna, vorrei puntualizzare che il comma è particolarmente preciso, affida alle province semplicemente compiti di controllo e vigilanza, anche sulle autorizzazioni precedentemente rilasciate e che oggi non sono bene specificate; nel senso che le province, con la legge numero 9, hanno acquisito queste competenze e la legge precedente intenderebbe che da quel momento siano attribuiti alle province i compiti di controllo e vigilanza, mentre con questo comma viene meglio specificato che devono controllare e vigilare anche sulle autorizzazioni precedenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Io credo che, se si venisse incontro a quel problema che ho posto prima all'Assessore, cioè creare le condizioni per fare quelle piccole modifiche, che le esperienze di questi anni ci suggeriscono, per la gestione di questa partita di vecchi invasi nelle aziende agricole di dimensioni piccole o medie, se facessimo un cambiamento nella sede giusta di quelle norme, la sospensione di eventuali sanzioni sarebbe ovviamente in funzione dell'entrata in vigore di queste nuove norme, che renderebbero legali situazioni che in questo momento non lo sono rispetto alla legge numero 12.
Io credo che il problema sia legato, diversamente rischiamo di tenere in piedi un sistema che non arriva a compimento, e non risolve il problema che invece andrebbe secondo me affrontato e, appunto, risolto. Sono opere, queste di cui stiamo parlando, realizzate negli anni '50 e '60, quando non c'erano i grandi invasi del Tirso, del Cuga, e altri, e erano le uniche a fornire acqua per l'irrigazione alle aziende agricole. A mio parere, il problema andrebbe affrontato con maggiore attenzione.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 32.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 32.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Randazzo ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Obinu - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Capelli - Cappai.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 62
astenuti 4
maggioranza 32
favorevoli 29
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione gli emendamenti numero 18 e 33, uguali. Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
E' in votazione l'emendamento numero 34.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 34.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Dessì e Sanna Giacomo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 64
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 25
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 35.
Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 36.
Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
E' in votazione l'emendamento numero 37.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Prendo atto di quello che ha detto l'Assessore che, tuttavia, ha detto una cosa diversa da quella scritta in norma. Poi, se voi capite quello che ha detto e io capisco altro, capisco che gli uffici facciano quello che vogliono, anche una terza cosa, una quarta cosa; perché se è come dice lei, dovete scrivere che "le funzioni di controllo e di vigilanza sulle autorizzazioni rilasciate antecedentemente l'entrata in vigore dell'articolo 61 sono comunque di competenza delle province", allora io capisco che rientrano nel controllo e nella vigilanza delle province anche le autorizzazioni rilasciate precedentemente al controllo di vigilanza, se lascio la dizione attuale capisco quello che ho detto io prima. Per cui, siccome lei ha detto un'altra cosa ancora, c'è solo da mettersi d'accordo; per far funzionare il disposto legislativo, non per altro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ho controllato il comma cui fa riferimento il comma 6 della legge numero 9 e, da come è scritto, sembrerebbe effettivamente che si vogliano attribuire alle province funzioni che la provincia non aveva prima della legge numero 9. Io chiederei in sede di coordinamento una verifica attenta, perché questo è assolutamente incomprensibile e, se si comprende come è scritto, è assolutamente illegittimo, non credo che le province possano assumersi responsabilità per periodi in cui la competenza del controllo e della vigilanza non era nelle loro prerogative. Mi sembra uno svarione di carattere forse solamente tecnico, che andrebbe corretto. Chiedo inoltre la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 37.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
presenti 66
votanti 64
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 26
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'articolo 17.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 18. A questo articolo sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 18 e dei relativi emendamenti:
Art. 18
Disposizioni in materia di edilizia residenziale
1. Nella legge regionale 8 agosto 2006, n. 12 (Norme generali in materia di edilizia residenziale pubblica e trasformazione degli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) in Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA)), all'articolo 8, comma 1, le lettere a) e c) sono così sostituite:
"a) attuazione degli interventi di edilizia residenziale sovvenzionata a totale finanziamento pubblico, da assegnare in locazione a canone sociale alle categorie sociali a minor reddito, mediante programmi di nuova edificazione, di acquisto e/o recupero; in caso di acquisto il prezzo della compravendita è conforme alla stima dell'Agenzia del territorio competente;
c) attuazione degli interventi di edilizia residenziale, anche sostenuti da agevolazioni pubbliche, da destinare alla locazione a canone moderato, ovvero alla locazione ed alla successiva vendita, mediante programmi di nuova edificazione, di acquisto e/o recupero; in caso di acquisto il prezzo della compravendita è conforme alla stima dell'Agenzia del territorio competente;".
2. Le residue risorse disponibili a seguito dell'attuazione degli interventi previsti dalla legge regionale 30 dicembre 1985, n. 32 (Fondo per l'edilizia abitativa) sono destinate per la prosecuzione delle iniziative rivolte all'housing sociale in coerenza con le linee di intervento individuate dal Piano nazionale di edilizia abitativa di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 luglio 2009 (Piano nazionale di edilizia abitativa).
3. Gli interventi di cui alla legge regionale n. 32 del 1985 a favore dei nuclei familiari percettori di reddito sino ad euro 40.775, costituiti da giovani coppie ovvero a favore di interventi di recupero e di acquisto con recupero di abitazioni situate nei centri storici o nei centri matrice, sono riconosciuti, entro il tetto massimo del mutuo concedibile, secondo le seguenti opzioni alternative:
a) una quota massima del 10 per cento, non eccedente euro 10.000, dell'importo del mutuo concesso quale contributo a fondo perduto, oltre la riduzione del tasso bancario d'interesse nella misura del 50 per cento sulla residua quota dello stesso importo di mutuo;
b) la riduzione del tasso bancario di interesse nella misura del 70 per cento sul mutuo concesso.
Emendamento soppressivo totale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Articolo 18
L'articolo 18 è soppresso. (38)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Articolo 18
Il comma 1 dell'articolo 18 è soppresso. (39)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Articolo 18
Il comma 2 dell'articolo 18 è soppresso. (40)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Articolo 18
Il comma 3 dell'articolo 18 è soppresso. (41)
Emendamento soppressivo totale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Articolo 18
La lettera a) del comma 3 dell'articolo 18 è soppressa (42)
(42)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Manca - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo
Articolo 18
La lettera b del comma 3 dell'articolo 18 è soppressa.
(43)
Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Contu Felice
Articolo 18
Nell'articolo 18 dopo il comma 3 è aggiunto il comma,3 bis.
3 bis. Il termine previsto dai comma 1 dell'articolo 40 della legge regionale 6 aprile. 1989, n.13 (Disciplina regionale delle assegnazioni e. gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica), già prorogato dall'articolo 9 della legge regionale 10 giugno 1991, n.17 (Programma regionale per la cessione del Patrimonio abitativo degli enti pubblici ed il reimpiego delle entrate finanziarie), è prorogato al 3 1 gennaio2009.
(1)
Emendamento aggiuntivo Lotto - Moriconi - Manca - Cocco Pietro - Agus
Articolo 18
All'articolo 18 dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
3 bis. Il comma 1 dell'articolo 23 della legge regionale 6 aprile 1989, n. 13 (Disciplina regionale delle assegnazioni e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica), è così sostituito:
"1. La qualità di assegnatario è riconosciuta anche a colui che, nel corso del rapporto, superi il limite di reddito previsto per l'assegnazione alla lettera f) del precedente articolo 2, fino ad un massimo di euro 35.894. Tale importo è adeguato ai sensi della lettera o), dell'articolo 3, della legge 5 agosto 1978, n. 457, come modificato dall'articolo 13 della legge 15 febbraio 1980, n. 25. In mancanza di tale adeguamento è riservata alla Giunta regionale, sentita la competente Commissione del Consiglio regionale, la facoltà di rideterminare il limite di reddito, con decorrenza dal 1° gennaio, sulla base delle variazioni dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e di impiegati accertato dall'ISTAT, intervenute successivamente alla data del precedente adeguamento. In sede di prima applicazione ed in deroga a quanto disposto dalle leggi regionali 6 aprile 1989, n. 13 e 5 luglio 2000, n. 7, alla data di approvazione della presente legge è disposta la cessazione dei procedimenti legali in corso attivati dai comuni e dall'AREA, relativi alla dichiarazione di decadenza dall'assegnazione, inerenti il superamento del limite massimo di reddito.".
(11)
Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cossa - Meloni Francesco - Dedoni - Mula - Fois
Articolo 18
Dopo il comma 3 sono inseriti i seguenti commi:
3 bis. L'Amministrazione regionale è autorizzata alla vendita degli alloggi siti nei comune di La Maddalena, già in uso al Ministero della difesa e trasferiti, in applicazione dell'articolo 14 dello Statuto alla Regione Sardegna, destinati successivamente a soddisfare le esigenze abitative del Comune di La Maddalena.
3 ter. Il programma di vendita, con diritto di prelazione a favore degli attuali occupanti, formulato anche in deroga alle norme di cui alla legge regionale 5 dicembre 1995 n 35, è approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente per materia.
3 quater. I relativi proventi di vendita sono destinati alle opere pubbliche di riqualificazione del relativo contesto urbano.
(66)
Emendamento aggiuntivo Porcu - Sanna Gian Valerio - Bruno - Diana Giampaolo
Articolo 18
All'articolo 18 dopo il comma 3 è aggiunto il seguente comma:
3 bis. È autorizzata l'alienazione da parte dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA), secondo le modalità previste dalla legge 24 dicembre 1993, n. 560, degli immobili trasferiti in proprietà da altri enti, agli attuali occupanti che non avessero in essere un contratto di locazione al momento del trasferimento.
La cessione degli immobili è subordinata alle seguenti condizioni:
a) che gli attuali occupanti siano i legittimi assegnatari, ovvero che dimostrino di occupare i suddetti alloggi da oltre cinque anni;
b) che, ove si tratti di immobili adibiti ad uso abitativo, non siano proprietari di altro alloggio adeguato alle esigenze del proprio nucleo familiare nel medesimo comune.
In difetto di attestazione dell'avvenuto versamento dei canoni di locazione il prezzo di vendita, determinato ai sensi della legge 24 dicembre 1993, n. 560, sarà incrementato nella misura del 10 per cento. Dal prezzo di vendita potranno essere dedotte le spese per opere di miglioria e manutenzione eseguite a cura degli acquirenti, previa attestazione degli uffici tecnici comunali.
(71)
Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Stochino - Piras - Tocco - De Francisci
Articolo 18
Dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
3 bis. La dilazione di pagamento di anni 25, ai sensi del comma 6 dell'articolo 8, della legge regionale n. 1 del 2011 è da intendersi applicata sia alle alienazioni effettuate dall'entrata in vigore della legge regionale n. 1 del 2011 che a quelle avvenute sino al 31 dicembre 2010.
(79)
Emendamento aggiuntivo Cugusi - Uras - Sechi - Zuncheddu.
Articolo 18
Dopo l'articolo 18 è aggiunto il seguente articolo 18 bis:
Art. 18 bis.
1.In relazione alla attuale grave situazione sociale in Sardegna i canoni concordati per l'edilizia residenziale pubblica sono ridotti di misura pari al 50 per cento per il prossimo triennio. Il beneficio di cui al comma 1 è concesso esclusivamente agli assegnatari in dimostrata difficoltà economica o in stato di disoccupazione, mobilità o cassa integrazione.
Ai relativi oneri si fa fronte con le risorse di cui all'articolo 5 della legge regionale n. 7 del 2000 (Nuova disciplina per la fissazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica - Modifiche e integrazioni alle leggi regionali n. 13 del 1989 e n. 22 del 1995.
(21)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo - Meloni Marco - Salis - Cocco Pietro - Mariani - Moriconi
Articolo 18
Dopo l'articolo 18 è inserito il seguente articolo 18 bis
Art. 18 bis
La legge 8 agosto 2006 n.12 è modificata come segue:
a) all'articolo 6, comma 4, le parole "organizzato in almeno due strutture, una a carattere tecnico e l'altra a carattere amministrativo" sono sostituite " organizzato in due servizi, uno a carattere tecnico e l'altro amministrativo-contabile".
b) all'articolo 9, lettera a), le parole "il consiglio di amministrazione" sono sostituite da "il direttore generale".
La lettera b) è soppressa
gli articoli 11, 12, 13, 18 e 19 sono soppressi;
c) all'articolo 10 le parole "il consiglio di amministrazione sono sostituite da "il direttore generale".
d) l'articolo 11 è sostituito dal seguente:
"Art. 11 (Direttore generale, direttore tecnico e direttore amministrativo)
1. Il direttore generale è responsabile della gestione complessiva dell'azienda, ne ha la rappresentanza legale e nomina i responsabili delle strutture operative secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla normativa regionale. La nomina, la conferma e la revoca del direttore generale sono disciplinati dalla legge regionale 13 novembre 1998 n. 31.
2. il direttore generale è nominato con decreto del Presidente della Regione, su conforme deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'Assessore regionale dei lavori pubblici, tra dirigenti in possesso dei seguenti requisiti:
a) diploma di laurea
b) esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende, strutture pubbliche o private, in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie, svolta nei dieci anni precedenti la pubblicazione dell'avviso.
3. Il direttore tecnico e il direttore amministrativo sono nominati dal direttore generale e partecipano, unitamente al direttore generale, che ne ha la responsabilità, alla direzione dell'azienda. Assumono diretta responsabilità delle funzioni attribuite alla loro competenza e concorrono, con la formulazione di proposte e di pareri, alla formazione delle decisioni della direzione generale.
4 Il direttore tecnico è un dirigente dell'azienda laureato in ingegneria o architettura con esperienza dirigenziale almeno quinquennale. Il direttore tecnico dirige i servizi tecnici ai fini organizzativi e fornisce parere obbligatorio al direttore generale sugli atti relativi alle materie di competenza. Il direttore amministrativo è un dirigente dell'azienda laureato in discipline giuridiche o economiche con esperienza dirigenziale almeno quinquennale. Il direttore amministrativo dirige i servizi amministrativi dell'azienda e fornisce parere obbligatorio al direttore generale sugli atti relativi alle materie di competenza.
5. Il trattamento economico del direttore generale, del direttore tecnico e del direttore amministrativo è definito con riferimento ai trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva regionale per le posizioni apicali della dirigenza.
6. La nomina a direttore generale determina per i lavoratori dipendenti il collocamento in aspettativa senza assegni e il diritto al mantenimento del posto. Il rapporto di lavoro del direttore generale è regolato da contratto di diritto privato, di durata non inferiore a tre e non superiore a cinque anni, rinnovabile, stipulato in osservanza delle norme del titolo terzo del libro quinto del codice civile.".
a) L'articolo 19 è così sostituito:
"Art. 19 (Direttori del distretto)
1. Il direttore del distretto è nominato dal direttore generale; ad esso è attribuita, nel rispettivo ambito di competenza, la responsabilità di uno dei servizi interni al distretto.
2. Oltre alle funzioni connesse al servizio di cui è direttamente responsabile, il direttore del distretto svolge i seguenti compiti:
a) effettua l'analisi della domanda e la valutazione dell'adeguatezza dell'offerta al fine di individuare eventuali aree critiche su cui sviluppare azioni di miglioramento;
b) definisce programmi e procedure che attraverso l'integrazione dei servizi ricerchino la massima efficienza ed efficacia nell'interesse dell'utenza;
e) favorisce e sviluppa le attività di informazione all'utenza e di accesso ai servizi.".
All'articolo 20, il comma 2 e il comma 3 del secondo periodo sono soppressi.
(64)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo - Capelli - Moriconi - Salis - Mariani
Articolo 18
Dopo l'articolo 18 è aggiunto il seguente articolo:
Art. 18 bis
1. AI fine di agevolare il mercato edilizio regionale, l'AREA è autorizzata a destinare cinquanta milioni di euro a valere sul programma di cui alla deliberazione della Giunta regionale n.71/32 del 16 dicembre 2008 e successive integrazioni, per l'acquisto sul mercato, mediante bando pubblico, di unità abitative da destinare all'edilizia residenziale pubblica.
Le offerte di acquisto dovranno riguardare non meno di tre unità immobiliari contigue, di nuova realizzazione e aventi caratteristiche costruttive e standard abitativi ricompresi nei valori massimi dell'edilizia residenziale pubblica. L'offerta economica non potrà superare il massimale di costo totale previsto per gli interventi di ERP e potrà prevedere percentuali di ribasso riferite alla singola unità abitativa.
La graduatoria finale dovrà tenere conto prioritariamente del maggior ribasso rispetto alla singola unità immobiliare, del maggior numero di alloggi contigui offerti, sia a schiera sia a torre. Il perfezionamento degli acquisti dovrà dare priorità alle offerte corrispondenti alle localizzazioni con il maggiore disagio abitativo e tenere conto di un'adeguata distribuzione territoriale.
L'Area entro trenta giorni dall'approvazione della presente legge delibera il relativo bando e pubblica l'avviso pubblico. Entro i successivi sessanta giorni è pubblicata sul BURAS la graduatoria definitiva.
(65)
Emendamento aggiuntivo Sechi - Uras - Cugusi - Zuncheddu
Articolo 18
Dopo l'articolo 18 è aggiunto il seguente 18 bis:
Art. 18 bis
1. Al fine di sostenere le famiglie numerose il 10 per cento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono riservati e assegnati a nuclei familiari con almeno 5 figli a carico, fatti salvi i requisiti indicati dalla legge regionale 6 aprile 1989, n. 13 (Disciplina regionale delle assegnazioni e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica) e successive modifiche.
(74)
Emendamento aggiuntivo Sechi - Uras - Cugusi - Zuncheddu
Articolo 18
Dopo l'articolo 18 è aggiunto il seguente 18 bis:
Art. 18 bis
1. Al fine di sostenere le famiglie numerose il 10 per cento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono riservati e assegnati a nuclei familiari con almeno 5 figli a carico, fatti salvi i requisiti indicati dalla legge regionale 6 aprile 1989, n. 13 (Disciplina regionale delle assegnazioni e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica) e successive modifiche.
(75).)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti.
E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Oggi, per la prima volta da quando sono in quest'Aula, in occasione della discussione di un disegno di legge che riguarda anche i lavori pubblici, le opere pubbliche, sento parlare di edilizia residenziale pubblica; è interessato l'Assessorato che si occupa del comparto e, quindi, sentiamo parlare di AREA, sentiamo parlare di questo nostro ente che deve gestire un settore delicatissimo che tocca la vita di tutti giorni della povera gente.
Un ente, l'AREA, che dispone di una mole di finanziamenti ingenti, significativi, che da tempo non riesce a rendere operativi, a trasformarli in opere e in case, contribuendo ad alleviare le sofferenze di tante persone. Al comma 1 di questo articolo 18, nello specifico, si propone che l'AREA, per dare corso ai propri investimenti, possa ricorrere oltre che alla costruzione di nuovi alloggi, all'acquisizione, anche nei centri storici, di edifici esistenti per destinarli, così come sono, o successivamente a un eventuale recupero, a edilizia residenziale pubblica.
Rispetto alla legge regionale numero 8 del 2006, che tocca questo tema, c'è una modifica che riguarda la determinazione del prezzo di compravendita di questi immobili. Partiamo dalla considerazione iniziale che abbiamo tutti interesse, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, a che, quando ci sono finanziamenti disponibili, si creino le condizioni affinché vengano utilizzati nei tempi più veloci possibili, ovviamente salvaguardando tutte le norme e le garanzie circa la loro corretta utilizzazione. Però, siccome credo che gli uffici tecnici di questo ente, avendo competenze adeguate e puntuali, siano in condizioni di gestire questa partita in modo assolutamente competente, a mio avviso il disposto che stiamo introducendo, con questo comma 1 dell'articolo 18, rischia di allungare ulteriormente i tempi.
Stiamo cioè mettendo in piedi una norma, quella prevista da questo comma 1 dell'articolo 18 che, di fatto, solleva l'asticella relativamente a quanto AREA deve fare per conseguire i suoi obiettivi. AREA che viene chiamato costantemente da noi a investire, a costruire alloggi, a dare risposte ai cittadini che ne hanno necessità, e in tempi come questi sono sempre di più i cittadini che hanno necessità.
Ecco perché noi riteniamo che l'approvazione di questo comma, costituendo un ulteriore allungamento e complicazione delle procedure, già non semplicissime, a cui deve sottoporsi chi deve fare investimenti pubblici, non sia utile. E siccome nessuno penso abbia interesse all'interno dell'AREA a che le cose non vengano fatte nel migliore dei modi, ritengo questo riferimento all'Agenzia del territorio competente fuori luogo e non di aiuto a risolvere i problemi.
Sono invece d'accordo sul comma 3, sulla possibilità, cioè, di suddividere i finanziamenti e le agevolazioni, così come viene proposto. Per quanto riguarda il comma 2, dove si parla delle risorse disponibili residue della legge numero 32 da destinare all'housing sociale, sarebbe utile, probabilmente, creare le condizioni affinché si individui una cifra più puntuale e costante negli anni, relativamente a quella tipologia di agevolazione che definiamo, appunto, housing sociale.
Esiste già uno stanziamento di 20 milioni sul quale far convergere altri finanziamenti (si sta lavorando in questa direzione) che possano costruire un plafond, uno stock di finanziamenti sufficienti a dare risposte significative; e sarebbe utile, secondo me, trovare il modo per far sì che uno stanziamento puntuale ma costante negli anni venga messo in piedi. Ecco perché sollecito l'Assessore a cimentarsi su questo tema per vedere di affrontare e risolvere la questione.
Infine, riferito a questo articolo 18, noi abbiamo presentato un emendamento, peraltro approvato anche in Commissione, che adegua i limiti di reddito per quanto riguarda la possibilità di permanenza dei cittadini assegnatari di case popolari e di edifici di residenza pubblica. E'una scelta che, se questo Consiglio la farà, andrà nella giusta direzione ed eviterà in molti casi situazioni abbastanza difficili a cui le amministrazioni comunali, da sole, non possono dare risposte.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Nonostante il gran costruire e la grande attenzione dedicata soprattutto in questi ultimi anni alla possibilità di aumentare i volumi esistenti, in Sardegna rimane una grande emergenza: l'emergenza prima casa. Io credo che dovere di un esecutivo regionale sia quello di occuparsi soprattutto di chi ha questo grande problema. Di fronte a un costruito che assegna almeno 3-4 abitazioni (è un riferimento alla "teoria del pollo" della statistica) a ogni sardo residente in Sardegna, e forse ne rimane anche per qualcuno che frequenta la Sardegna occasionalmente, io credo che sussista un problema serio per quelle famiglie che non riescono ad avere la disponibilità di una casa.
I dati che puntualmente leggiamo sulla stampa, o quelli forniti dalle agenzie specializzate nelle indagini, dicono che per gli italiani il bene primario è il bene casa; una percentuale molto alta, che si attesta oltre il 70 per cento, è proprietaria di prima casa ma permane la drammatica situazione di quella fascia sociale più in difficoltà che non solo non riesce ad acquistare la prima casa ma ha difficoltà a trovare anche una casa in affitto a causa degli alti costi .
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue SECHI.) A questo punto la risposta non può che arrivare da un'attenzione particolare riservata dallo Stato e dalla Regione, in materia di edilizia residenziale, a coloro che hanno bisogno di una prima casa. Spesso ci troviamo di fronte all'assurdo però che gli istituti preposti per realizzare residenze per garantire la prima casa a chi non l'ha mantengono i soldi in cassa e non li spendono; non li spendono non per loro responsabilità esclusiva ma, in alcuni casi, anche per responsabilità dei comuni che pur avendole aree dove poter realizzare quegli edifici non le mettono a disposizione.
Comuni che hanno emanato i bandi, predisposto e pubblicato le graduatorie e, poi, fatto trascorrere tanto di quel tempo che le graduatorie si sono rivelate superate e quindi non più attendibili; pertanto coloro che avevano maturato i requisiti per poter stare ai vertici di quella graduatoria si trovano di fronte una situazione modificata che gli impedisce di realizzare il sogno di avere una casa.
La percentuale più alta di chi non dispone di casa riguarda le giovani coppie;giovani coppie che, a causa anche della difficoltà nel trovare un lavoro e garantirsi un reddito, hanno maggiori sofferenze e disagi. La situazione diventa drammatica, e i drammi sono delle persone che vivono nelle automobili, nei garage, nei sottani, nelle tende, nelle baracche, nelle roulotte; cosa che ci fa inorridire se pensiamo che ormai ci stiamo adoperando, anche giustamente, per evitare che in quelle condizioni ci vivano le comunità rom.
A fronte di queste situazioni rimane il dovere di aggiustare il tiro, per cui questo articolo 18 tenta di introdurre qualche meccanismo come, per esempio, l'acquisizione di patrimonio disponibile. Ma perché non è stato fatto? Il problema è che oggi i prezzi di mercato degli immobili in Sardegna sono drogati, e le somme di cui AREA dispone, che ha difficoltà a investire, per le ragioni che ho detto prima, se non stabiliamo delle regole puntuali potrebbero andare a favore di una realtà speculativa immobiliare, quella che detta appunto le regole della compravendita nel mercato immobiliare.
Ieri qualcuno dei colleghi nel suo intervento ha insinuato che forse si sta giocando sporco a favore di imprenditori, costruttori e quindi speculatori. E'evidente a tutti che oggi, anche a seguito della grande crisi economica, c'è un invenduto che farebbe inorridire chiunque, che getterebbe nel panico qualsiasi investitore, anche chi è tra i più solidi, i più confortati da patrimoni e disponibilità economiche consistenti. Però, questo è un dato nel cui merito non si entra; magari riprenderemo il discorso quando e se arriverà in questa Aula il famoso Piano casa tre che riporterà alla nostra attenzione il problema delle nuove costruzioni.
Per quanto riguarda invece l'interesse per i centri storici, io sono in linea di massima favorevole nell'ipotesi che l'acquisto di abitazioni nei centri storici possa consentire il ritorno alla vita di quei beni straordinari che noi per troppo tempo abbiamo abbandonato. Però bisogna capire a quali centri storici facciamo riferimento; la richiesta di prima abitazione è soprattutto nelle città medio grandi, città dove i centri storici che hanno un maggior valore sono stati praticamente assorbiti dal mercato immobiliare speculativo.
Questi centri storici, in passato, sono stati considerati invivibili; di conseguenza, attraverso un meccanismo che non ha tutelato quel bene, a partire dagli anni '60, fino ai '70 e anche '80, i proprietari degli immobili hanno avuto titolo preferenziale per l'inserimento nelle graduatorie di case di edilizia economica popolare perché il loro bene era individuato come un bene fatiscente, un bene malsano. Però, una volta acquisita la casa popolare, quei proprietari hanno messo in vendita il bene fatiscente favorendo l'operazione speculativa immobiliare, mentre si sarebbero dovute individuare formule diverse (permuta, cessione eccetera) come è successo in altre realtà.
Oggi tra i grandi centri forse il centro di Sassari è quello più in cattiva salute rispetto ad altri, ma il centro storico di Alghero è completamente saccheggiato, massacrato, alterato, modificato e trasformato dal mercato turistico immobiliare anche in barba e in disprezzo di qualsiasi norma puntuale e specifica come il piano particolareggiato del centro storico. Non conosco Cagliari, anche se vedo che si stanno facendo degli interventi.
Diventa comunque problematica, se non c'è una progettualità complessiva, l'idea di utilizzare il costruito dei centri storici per immetterlo in una ipotesi di edilizia convenzionata, perché poi occorre realizzare i servizi, magari pensare a un intervento di housing sociale laddove ci sono le condizioni, consentire l'abbattimento delle barriere architettoniche per comparti e isolati, dove è possibile realizzare ascensori e servizi condominiali, e quant'altro.
Per concludere, anche l'articolo 18 non ci convince, introduce e propone, ma poi alla fine non elabora una proposta chiara per risolvere quella che, come ho detto in premessa, rappresenta una delle emergenze della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, molto brevemente perché, avendo già parlato su questo articolo, voglio solamente far notare che c'è in tutti noi consiglieri una fortissima preoccupazione nel prendere atto che la situazione economica è difficile, di conseguenza stiamo cercando in tutti i modi, in diversi emendamenti, relativamente alla prima casa, di andare incontro alle persone bisognose abbattendo le modalità di contrazione dei mutui, congelando i canoni. Perfetto, chi non è d'accordo? C'è l'ammissione indiretta che siamo in una condizione drammatica.
C'è un piccolo difetto, Assessore, manca l'oggetto dei mutui, delle agevolazioni: mancano cioè le case. Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di agevolare i cittadini per qualcosa che non esiste. Lei ci ha detto ieri: "Gli alloggi li stanno costruendo"; dal 2008 abbiamo 130 milioni fermi, non è vero che li stiamo costruendo, forse ne abbiamo avviato la metà, l'altra metà è ferma, non abbiamo nemmeno la disponibilità delle aree.
Su questo punto io pongo il problema; se davvero vogliamo rispondere all'esigenza di avere la casa, tenendo conto dell'invenduto, e siccome vogliamo che le agevolazioni si decidano con trasparenza e non sottobanco, abbiamo presentato un emendamento proponendo di cercare e trovare sul mercato, meglio se all'interno dei centri storici, sulla base dei massimali di costo e degli standard dell'edilizia residenziale pubblica, le abitazioni da dare alle condizioni agevolate di cui si parla. Così ci togliamo il sospetto, c'è un bando, sappiamo chi sono i partecipanti, e nessuno fa più illazioni.
Se da un lato, infatti, non costruite le case, e dall'altro non le cercate neppure, io sono portato a dedurre che volete tacitamente agevolare qualcuno, e questo non lo voglio pensare. Quindi delle due l'una, ecco perché dico dobbiamo essere conseguenti sul fatto che, a distanza di tre o quattro anni, non si hanno le case, non si sono sbloccati i terreni, non si trovano forme per la spendita di quei soldi che producono così, Assessore, un danno erariale. Perché ogni anno di ritardo nella messa a reddito di case, per le quali è stato concesso il finanziamento, comporta un danno erariale nei confronti dell'istituto che, non incassando il canone, non incassando i proventi della costruzione, eccetera, non ha reddito.
Quindi non c'è solo il danno di chi non ha la casa, ma c'è anche il danno erariale perché l'istituto non mette a reddito i canoni. Allora c'è un responsabile? Io direi di sì, ed è esattamente il Consiglio di amministrazione, un pezzo di quell'oggetto misterioso che si chiama "costo della politica". Quel Consiglio di amministrazione non ci fa niente, perché la programmazione degli alloggi, è stato detto ed è scritto in legge, si fa sulla base della domanda, cioè della tensione abitativa. La tensione abitativa è un dato non interpretabile, è un dato, non abbiamo bisogno di scienziati o di guru della politica per fare la programmazione di quell'ente, ergo quei costi in questo momento sono inutili.
Vogliamo invece semplificarci la vita? Diamo la responsabilità oggettiva dell'attuazione di questi programmi al direttore generale, se non consegue l'obiettivo sappiamo a chi dobbiamo dire: "Non hai conseguito il risultato, non ti riconosco il dovuto", ma non possiamo disperderla nella politica. Ecco perché abbiamo provveduto, anche in questo, a togliervi dall'imbarazzo di affrontare questa soluzione, e mai come in questo momento è attuale l'idea di dare un segnale chiaro, perché da un lato significa eliminare un costo inutile, un ramo secco, e dall'altro mandare un messaggio all'istituto, che fra l'altro non ha ne bisogno perché formato da ottime professionalità, dicendogli: "Abbiamo bisogno che voi esprimiate tutta l'efficienza di cui siete capaci".
Ecco perché vi abbiamo offerto delle soluzioni che spiegano e danno una ragione al resto degli emendamenti che tutti, in maniera un po' "populista" a dire il vero, se me lo consentite, avete presentato per dire "andiamo incontro ai più poveri". Si va incontro ai più poveri e ai più bisognosi se si è coerenti. Vi abbiamo dato la possibilità di votare due emendamenti per rendere coerenti le cose che voi avete espresso.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, innanzitutto vorrei invitare i colleghi del centrodestra a non iscriversi tutti insieme, perché altrimenti questa discussione corre il rischio di essere troppo animata. Sembra che il tema della casa, che ritengo sia un tema importante, non li solletichi. Io spero pertanto che alla fine almeno l'Assessore voglia replicare. Quello che si potrebbe dire su questo articolo 18 è che rappresenta, se vogliamo, un'altra occasione colta a metà, forse persa, e non solo per la responsabilità dell'attuale Giunta regionale.
Ho provato a riguardare l'incipit della legge numero 32 del 1985, e ho riscoperto che il frutto che matura di più in questo nostro sistema istituzionale regionale sono le more, cioè esitiamo leggi nelle more di qualche cosa che dovrà avvenire. Anche la legge numero 32, che oggi modifichiamo e che prevedeva un fondo per l'edilizia abitativa, era nata nelle more dell'emanazione di una legge organica sull'edilizia abitativa da parte della Regione. Era il 1985, Assessore.
Questa norma organica, evidentemente, non è solo responsabilità della vostra amministrazione, perché in ventisei anni ne abbiamo visto di tutti colori, in questo caso è una responsabilità di una classe dirigente politica trasversale agli schieramenti; ma sono passati ventisei anni da quell'intuizione, ventisei anni fa il tasso di inflazione viaggiava sopra il 10 percento, e quella legge era nata per abbattere i tassi di interesse che erano, anche se adesso stanno ritornando a salire, di livello triplo rispetto agli attuali. Infatti quella legge prevedeva un abbattimento dei tassi di interesse fino a un massimo di 7 punti, oggi credo che sui mutui casa si parli di tassi intorno al 5-5,5 per cento,
Era stata comunque un'intuizione felice perché si poneva l'obiettivo dell'acquisto, della ristrutturazione della prima casa, e quindi di rendere maggiormente accessibile il bene casa. Nel frattempo abbiamo fatto poco altro, siamo intervenuti con qualche piccola modifica, siamo intervenuti trasformando gli IACP, ma certamente non avete pensato (non abbiamo per quanto riguarda la scorsa amministrazione) a una norma organica neanche in questo settore importantissimo della casa.
Da questo punto di vista questo articolo 18 fa quindi un tentativo, ma certamente, Assessore mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza, l'importanza di una norma organica sull'edilizia abitativa rimane una priorità, io credo, pressante; una norma che affronti il ruolo degli ex IACP, dell'agenzia AREA, una norma che affronti non soltanto l'aspetto dell'abbattimento dei tassi di interesse, ma si ponga un obiettivo maggiormente ambizioso di qualificazione, valorizzazione e ricupero del patrimonio abitativo, secondo tutte le forme moderne previste: dall' housing sociale, ai canoni agevolati, una norma organica che possa porsi obiettivi importanti e ambiziosi.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato il dato, anche a proposito delle norme del Governo nazionale che reintroducono un carico Irpef sulla prima casa, in base al quale oggi il 70 per cento degli italiani possiede la prima abitazione, ma soltanto il 3 per cento delle persone al di sotto dei trent'anni ne possiede una. Quindi la casa è un bene comprato da chi se lo è potuto permettere in altri periodi, ma certamente le nuove generazioni, le giovani coppie, che hanno anche difficoltà a ottenere credito dall'istituto bancario a causa della mancanza di contratti di lavoro di tipo stabile a tempo indeterminato, non possono affrontare questo investimento. E devo dire che da questo punto di vista il provvedimento di legge dice poco.
Io voterò contro, come il mio Gruppo ha deciso, ma non ho una contrarietà verso il comma 1 dell'articolo 18 di per sé; che contrarietà potrei avere? Stiamo dicendo una cosa apparentemente di buon senso, e cioè che AREA non deve soltanto costruire ma può anche comperare, riassegnare, è normale! La critica che noi muoviamo è che se non affrontiamo il funzionamento di AREA, se non affrontiamo il problema della prima casa in termini complessivi, questi interventi rischiano di ingolfare… Presidente, nonostante si venga disturbati non ci perdiamo d'animo e non rinunciamo a svolgere il nostro ruolo in quest'Aula, ma sembra proprio che questo sia l'ennesimo timbro da mettere per dire che le statistiche sulle leggi approvate sono state soddisfatte, ma senza mai entrare nel merito. Però io apprezzo che l'Assessore mi stia seguendo con attenzione, e di questo lo ringrazio.
Allora, il problema qual è? Se noi abbiamo un'agenzia AREA che ha risorse, che non le spende, che è ingolfata, che non decide, occorre affrontare complessivamente il problema dell'edilizia abitativa anche secondo nuove forme, comprando beni e dandoli in affitto per periodi prolungati, superando in alcuni casi anche il concetto di proprietà perché questa legge, la legge numero 32, interviene sulla proprietà ma forse dobbiamo arricchire gli strumenti a disposizione perché non è detto che le nuove generazioni riescano a essere proprietarie di un immobile.
Se non mettiamo mano in maniera organica al problema rischiamo non di aiutare il sistema ma di ingolfarlo ulteriormente, di aggiungere cose da fare in un sistema che non funziona per inefficienza ma anche perché non stabilisce con chiarezza le priorità, non programma, non fissa obiettivi, non parte da un'analisi dell'esistente: quante famiglie cercano casa, non hanno casa, sono costretti a vivere con i loro nuclei familiari d'origine, o quanti giovani vorrebbero mettere su casa e mettere su famiglia. Lei saprà, Assessore, che la Sardegna è la regione d'Italia con il tasso di natalità più basso, siamo sotto l'1,1 per cento, ogni coppia fertile in Sardegna non fa più di un figlio!
Se questo vale, per le statistiche, vuol dire che anche questo tema della maternità va affrontato nell'insieme, e sul tema della maternità certamente il problema della casa incide in maniera assai elevata. Se dovessimo continuare di questo passo nel 2050 in Sardegna ci sarebbe 1 milione e 300 mila abitanti. Pertanto credo che dovremo affrontare il tema; certamente ogni intervento che preveda il recupero e la riqualificazione, non soltanto la costruzione di nuovi alloggi, sarà un intervento meritorio perché dobbiamo affrontare il paradosso secondo il quale continuiamo a costruire mentre la popolazione residente scende. Continuiamo a creare volumi rinunciando a riqualificare l'esistente, anche là dove il costo di riqualificazione è assai più basso del costo di nuova costruzione.
Detto questo,Assessore, credo che in queste norme ci siano anche degli aspetti che in linea di massima sarebbero accoglibili valutando gli aspetti critici, come ho rappresentato, date dalla mancanza di organicità. Se il collega Dedoni non distrae una delle poche persone attente in quest'Aula, cioè l'Assessore dei lavori pubblici, vorrei anche dire, in relazione al discorso di non ingolfare AREA, che ritengo accoglibili gli emendamenti numero 66 e 71 in quanto mirano a dare la possibilità a chi oggi ha un alloggio di acquisirlo, perché non ha più senso che quell'alloggio sia gestito da AREA. L'ente si libera in questo modo di funzioni di controllo e supervisione per potersi dedicare invece pienamente a dare case nuove a chi le case non ha.
Assessore, il nostro atteggiamento sarà costruttivo, ma la invito ad affrontare insieme, veramente in maniera più organica, il gravissimo e importantissimo problema dell'edilizia residenziale pubblica.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Signor Presidente, parlare di AREArichiama altri contesti dispendiosi che costituiscono un grande indotto dei costi diretti e indiretti della politica; il riferimento è ad Abbanoa, alle ASL, riconducibili a grandi contenitori e AREA lo dimostra pienamente; ogni tanto leggiamo sparate giornalistiche su grandi cifre messe a disposizione di AREA, ma sono risorse che resteranno nelle casse, blindate.
Il titolo di questo articolo appare molto virtuale, alcuni intendimenti sembrerebbero anche positivi, ma se noi esaminiamo i territori dove è più forte il fabbisogno abitativo vediamo che proprio in quei territori si verificano i grandi fallimenti. Pensiamo a Cagliari e alla sua area vasta, non vedo, secondo me, nessuna politica oscura che favorisca pochi imprenditori. E' una politica chiarissima, netta, nel senso che c'è scritto a caratteri cubitali quali sono le società che governano il mattone a Cagliari, non c'è niente di penalmente perseguibile, spero e mi auguro, ma è quella stessa politica assurda che, fortunatamente, anche una città come Cagliari, che ormai è diventata una città solo per benestanti ha avuto il coraggio di mandare a casa .
Pensate, il comune di Cagliari ha 600 ettari di aree edificabili per le quali poveri disgraziati stanno pagando salatissime Ici per aree edificabili, e questo li obbliga a svendere le aree ai futuri palazzinari della città, tanto per fare un esempio. Vi è negligenza della Regione anche nelle piccole cose, io da poco ho assistito alla discussione su un progetto di lottizzazione in viale Marconi, località Terramaini, dove la Regione, pur possedendo una proprietà, non ha voluto partecipare alla realizzazione di abitazioni per edilizia residenziale; una piccola banalità però dà già un segnale.
Si parla di centri storici; attenzione, i centri storici delle grandi città presentano problematiche ben diverse rispetto ai centri storici dei nostri paesi. I nostri paesi, sono d'accordissimo, dovremmo veramente fare in modo che diventino centri abitati perché non lo sono più e sfavorire assolutamente le nuove lottizzazioni; è diversa la situazione nelle grandi città. Una città come Cagliari non riuscirebbe mai ad assolvere al fabbisogno abitativo limitandosi ai soli centri storici, non sarebbe certamente possibile, anche se ormai c'è stata la deportazione di circa 50 mila cittadini, una deportazione urbanistica, che da Cagliari hanno transitato in questi ultimi vent'anni in tutto l'hinterland del cagliaritano.
E' sufficiente vedere l'abbrutimento che hanno subito alcune cittadine vicine a Cagliari, per esempio Sestu, Elmas, ma anche altri paesi vicini dove si sono concentrati i grandi "quartieri dormitorio". Quindi, politiche della casa quasi nulle, incoraggiamenti alle amministrazioni comunali pochissimi; eppure c'è la legge numero 1150/1942 che consentirebbe alle amministrazioni di intervenire là dove c'è negligenza e inerzia da parte della proprietà di aree edificabili. Invece non interveniamo, preferiamo lasciare che questi 600 ettari diventino un luogo dove in futuro si possano "scannare" i prossimi padroni di quelle aree residenziali.
Abbiamo presentato qualche emendamento; uno in particolare, nel quale si prevede il canone concordato, l'abbiamo presentato per alleggerire le grandi difficoltà di quella fascia di popolazione (disoccupati, precari e altro) che pagano affitti ormai a prezzi di mercato e non certo a equo canone. Oggi una famiglia dove non lavora nessuno o anche mono reddito non può versare nelle casse di un'amministrazione affitti di 500-600 euro al mese. E' un emendamento che propone almeno per i prossimi tre anni, periodo in cui si pensa possano persistere questi gravissimi disagi, un alleggerimento di questi canoni.
L'articolo 18 non ci dà e non ci dice nulla di nuovo. Forse servirebbe una legge specifica; ma, attenzione, non basterebbe soltanto una legge sull'edilizia residenziale, ci vorrebbe soprattutto (alcuni tentativi importanti in questa direzione li ho visti) una legge urbanistica per favorire la creazione delle sinergie, degli stimoli; una legge in cui si parli, per esempio, di perequazione di aree, in cui si invoglino i privati a spostarsi, a costruire laddove in qualche modo si liberano aree preziose, anziché quello che ha fatto per esempio il Comune di Cagliari sottraendo circa 11 ettari di aree destinate a servizi destinandole alla costruzione di edifici venduti a 4-5-6000 euro al metro quadrato. Queste sono le politiche della casa. Ribadisco che non c'è nulla di oscuro, è tutto chiarissimo: sappiamo esattamente chi ha concesso questo e chi è diventato ricchissimo a Cagliari e dintorni.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, vorrei rispondere all'ironia del collega Porcu che lamentava la scarsa partecipazione attiva al dibattito da parte dei colleghi della maggioranza; io però sono dell'avviso, e tutti in Aula abbiamo questa consapevolezza, che forse è giusto che non intervengano, forse anche per loro c'è ben poco da dire, per cui è normale che si distraggano, è normale che si continui a parlare d'altro.
Cosa c'è da dire su questi disegni di legge, ma non solo oggi, che cosa c'è stato da dire in questi ultimi due anni? Io credo che siano stati esibiti dei progetti di legge veramente improponibili, non degni neanche di un dibattito, per cui ritengo anche che gli interventi da parte dei colleghi dell'opposizione, che sono interventi fortemente preoccupati, purtroppo abbiano una forte inutilità in questa sede.
A mio avviso l'unico appello da fare è quello di chiedere alla Giunta e a questa maggioranza di presentare dei disegni di legge che siano seri e condivisi, se ovviamente teniamo a cuore i problemi e i disagi della nostra gente, a partire soprattutto dalle persone più deboli.
Ma parliamo del disagio dei sardi in generale, non solo in materia di acque oppure in materia di edilizia, visto che una percentuale altissima di sardi ancora non possiede la prima casa e avendo visto il fallimento di ben due Piani casa, che non erano di fatto Piani casa per definizione, ma erano dei falsi Piani casa. Riteniamo infatti che fossero e continuino a essere oggi degli escamotage per continuare ad aumentare i privilegi della grande speculazione edilizia.
Già il collega Sechi ha sottolineato come, secondo un calcolo statistico, a ciascun sardo praticamente apparterrebbero quattro case. Questo dato indica che in Sardegna c'è stato un abuso e un consumo del territorio assolutamente inutile; anche perché questo eccesso di sviluppo dell'edilizia di certo non è servito a risolvere i problemi alla gente.
Ritengo importante ricordare, a proposito di disagi, che è in corso in queste ore uno sfratto esecutivo ai danni di una famiglia di agricoltori e di allevatori nel Comune di Carbonia; famiglia che, a causa della crisi economica e degli indebitamenti conseguenti, ha visto la messa all'asta della propria casa e della propria azienda. Vorrei anche ricordare che in questa Aula, se non sbaglio, è stato votato un ordine del giorno con il quale si richiedeva la sospensione della messa all'asta, da parte dei tribunali, delle aziende agricole indebitate e il conseguente blocco degli sfratti. Si chiedeva quindi un'azione che avrebbe dovuto farsi presso le banche depositarie dei debiti dei nostri agricoltori e dei nostri pastori.
Vorrei chiedere pertanto al Consiglio regionale un atto di coerenza e una presa di posizione concreta su questa emergenza, anche perché. fra l'altro mi risulta che la situazione sia a rischio di degenerazione e che si ponga un problema di ordine pubblico. Siccome sta diventando anche normale che i problemi del disagio della gente vengano confusi con problemi di ordine pubblico, io ritengo che sia davvero necessario che questo Consiglio regionale incominci a parlare di cose serie come in questa situazione. Quindi prenda posizione, e prenda misure urgentemente perché nel giro di qualche ora può succedere di tutto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, assessore Sannitu, una domanda oziosa: chi guadagna dal fatto che, per esempio, i servizi pubblici per l'impiego non funzionano o funzionano male? La stessa domanda possiamo porcela relativamente al settore dell'edilizia residenziale: chi guadagna dal fatto che l'ente o gli enti preposti alla gestione delle politiche di 'edilizia residenziale pubblica non funzionano o funzionano malissimo? Guadagnano i tanti che in questi ultimi 20 anni si sono arricchiti grazie alla gestione privatistica del problema della casa che, per la Costituzione italiana, è uno dei diritti inalienabili che attengono alla sfera dei diritti del cittadino.
E io posso anche, come dire, testimoniare personalmente il crollo dell'importanza della politica della casa anche nella politica della Regione sarda; noi infatti siamo passati dalla fase degli anni '70-'80, in cui lo Stato e la Regione, ma a seguire i comuni, erano fortemente impegnati nell'attuazione di una politica seria per la casa (parlo della legge numero 167, della legge numero 457, dei piani pluriennali per le case), utilizzando anche gli Istituti autonomi delle case popolari, che erano uno strumento importante, in alcuni casi efficace, per dare risposta a uno dei problemi più assillanti per una famiglia dal reddito medio-basso, alla situazione attuale, assessore Sannitu, nella quale abbiamo appaltato la politica dell'edilizia residenziale alla Tecnocasa, alla Toscano, alle agenzie immobiliari private.
Questo fatto ha portato anche a un incremento abnorme dei costi delle abitazioni. Noi stiamo rincorrendo, con la legge numero 32, costi delle abitazioni e delle costruzioni sempre più alti, in un mercato che sembrerebbe, a detta degli esperti, addirittura saturo, dove c'è una percentuale di invenduto assolutamente inaccettabile, e con la continua richiesta di ulteriori costruzioni da parte degli imprenditori privati.
L'opportunità che ci offre questo articolo 18 è di tentare di fare una seria riflessione, al di là dell'attenzione spasmodica che quest'Aula riserva al tema,per impostare una politica per la casa che riprenda le elaborazioni portate avanti negli anni proficui. Una riflessione attenta, attentissima, deve essere fatta su AREA. Il mio Gruppo ha sottoscritto pochi emendamenti anche su questo disegno di legge, uno dei più significativi, che punta a recuperare efficienza e capacità di intervento da parte di questa Agenzia regionale, è l'emendamento numero 64 che, assessore Sannitu, la pregherei di valutare con attenzione; anzi, approfitto della dichiarazione di voto per anticipare la richiesta di voto segreto su questo emendamento.
Un emendamento che punta, lo ribadisco, oltre che a tentare di dare efficienza e maggiore dinamismo a un consiglio di amministrazione che, in quest'ultimo periodo, non ha certo dato buona prova di sé, a dare un'altra risposta relativamente ai costi della politica. Noi riteniamo che questo emendamento sia uno dei primi a portare alla nostra attenzione la possibilità di un dimagrimento dei consigli di amministrazione, e soprattutto la garanzia di una loro maggiore efficienza e professionalità.
Io ho stampato, assessore Sannitu, i nominativi dei componenti del consiglio di amministrazione di AREA. A leggerli tutti, a prima vista, non ce n'è uno che capisca qualcosa di metri cubi, a leggerli con attenzione c'è di tutto, ma nessuno che sappia, almeno lontanamente, di urbanistica, di edilizia, e men che meno di edilizia residenziale pubblica. Il consiglio di amministrazione di AREA, lo dico con estrema tranquillità, è la fotografia dell'uso, improprio, di enti e agenzie in ragione di logiche politiche, meglio ancora partitiche. E il fatto che l'onorevole Cappai si lamenti, è un segnale che abbiamo colto nel segno. Se andiamo a vedere, poi, quanto queste persone vengono pagate…
(Interruzione del consigliere Cappai)
SALIS (I.d.V.) Onorevole Cappai, so che lei è molto più esperto di me in tema di consigli di amministrazione, ma mi faccia continuare perché ho il diritto di esprimere quello che penso; se per lei funzionano bene, si assuma le sue responsabilità e lo dica chiaramente. Se poi, assessore Sannitu, verifichiamo il livello degli emolumenti dei componenti di questi enti e agenzie, ci convinceremo ancora di più di dover aprire una sessione - se non lo vuole fare il Consiglio lo faranno le forze politiche autonomamente, noi lo faremo di sicuro - per vedere esattamente i costi di queste strutture che dovrebbero svolgere un lavoro importantissimo per i cittadini sardi e la Sardegna; questo lavoro non lo svolgono, eppure hanno un livello di emolumenti assolutamente improponibile. Mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, carte alla mano.
Relativamente alla legge numero 32, assessore Sannitu, è stata diminuita la quota del 25 per cento, che era stata prevista nella scorsa legislatura, relativa al contributo a fondo perduto per le giovani coppie che acquistano la casa. Da 25 mila euro è stato portato a 10 mila euro, è rimasto il 70 per cento dell'interesse sul mutuo bancario. Se non c'è una politica di edilizia residenziale pubblica attenta a quello che succede sul mercato, anche la legge numero 32, per il meccanismo che ha, rischia di essere un incentivo all'incremento dei costi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas.). Presidente, la legge numero 32 è stata una legge importante, perché non solo ha saputo dare una risposta all'esigenza abitativa dei lavoratori del ceto medio, ma ha saputo anche dare una risposta positiva all'esigenza di rilancio del settore edilizio. Lo dico, Presidente, e lo dico perché c'è anche l'Assessore del bilancio, che si trattiene con l'onorevole Cuccureddu in una discussione appassionata, e che distrae…
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, chiedo scusa.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas.). Onorevole Cuccureddu, così ascolta anche lei, lei ricorda il Piano casa uno? Ricorda che avremmo dovuto impiegare 400 mila lavoratori per costruire case, perché lei aveva conteggiato circa 40 mila piccoli interventi, con una media di 10 lavoratori impegnati, e a quel punto avevamo aperto le frontiere: stavano arrivando le navi traghetto da tutto il resto del mondo cariche di lavoratori edili. La realtà, Presidente, è che non c'è lavoro neppure per i nostri; le associazioni di categoria hanno dichiarato lo stato di crisi profonda del settore, noi non abbiamo saputo rispondere alle esigenze crescenti di avere una casa di molti dei nostri giovani.
Giovani precari, rispetto al lavoro e alla retribuzione, che saranno tali per molto tempo ancora, perché noi siamo incapaci di avere un progetto economico di sviluppo, perché lasciamo tutto ai mercati, e i mercati sono egoisti, non pensano alle persone, pensano ai profitti, e lo fanno naturalmente, e giustamente perché quella è la loro configurazione, sono impersonali, non hanno sentimenti, non esprimono passioni, sono numeri, sono computer.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue URAS.) Ma noi abbiamo un dovere diverso, Presidente, noi abbiamo il dovere di rispondere alle esigenze delle popolazioni. Io credo che noi dovremmo potenziare la legge numero 32, ma dovremmo potenziarla avendo anche il coraggio di spendere le risorse accumulate e rese indisponibili da un ente, come AREA, che rappresenta il massimo dell'inefficienza nella spendita delle risorse che noi abbiamo registrato; eppure di episodi significativi, quanto a inefficienza, ne abbiamo registrato diversi all'interno dell'Amministrazione regionale.
Io voglio parlare, Presidente, di alcune questioni connesse con emendamenti aggiuntivi presentati all'articolo 18 e ad altri articoli che saranno successivamente sottoposti all'esame dell'Aula. Mi riferisco agli interventi di natura sociale; abbiamo già configurato un intervento di sostegno a favore dei lavoratori costituendo un fondo per aiutarli a far fronte alle scadenze dei mutui per la loro prima casa; così abbiamo pensato, per i lavoratori in mobilità, in cassa integrazione, sostenuti da ammortizzatori sociali, che hanno patito una riduzione forte del reddito e che ancora la patiranno nei prossimi anni, una riduzione temporanea dei canoni concordati.
Abbiamo pensato di favorire famiglie numerose, dove ci sono, garantendo, se è possibile, un accesso almeno a una parte percentuale degli alloggi che fossero resi disponibili, che vanno resi disponibili. Pensiamo, Assessore, che si debba procedere anche ad acquisti; questo Consiglio regionale di recente ha approvato, purtroppo in deroga a tutto, perché questa è l'abitudine, il vizio che noi esercitiamo, mettendole a disposizione proprio per la prima casa, nuove cubature recuperate da cubature per servizi di lottizzazioni già assentite. Si faccia riferimento a questo. Presidente!... L'onorevole Cuccureddu è indescrivibile! Vada fuori! Parli con tranquillità in un'altra stanza, così non disturba! Stiamo parlando di case, di bisogni, e non ci può essere sempre confusione, del resto in quest'Aula neppure noi ci prendiamo seriamente!
Voglio citare, e chiudo, perché ho capito che spesso non vale la pena neanche di parlare tra noi, i circa 40 milioni di euro che stanno per essere restituiti alla cassa della Regione, per perdersi, che riguardano interventi PIA che insistono nel Comune di Cagliari; roba di poco conto, per esempio i lavori di consolidamento del Parco di San Michele, per esempio i lavori di realizzazione del sistema coordinato dei parcheggi, oppure la realizzazione del Porticciolo di piccola pesca di Sant'Elia, oppure gli interventi relativi al programma integrato d'area di servizi ai porti, alle opere di interesse locale, e altri di questa natura che, complessivamente, valgono tra i 38 e i 40 milioni di euro, e sono interventi, ovviamente, io dico, che fanno riferimento alle annualità 2004-2005-2006, cioè ad annualità di 5, 6, 7 anni fa, per cui non si è proceduto nel Comune di Cagliari, per cui si è rallentato presso l'Amministrazione regionale, per cui c'è una responsabilità chiara ed evidente nelle strutture che dovranno operare per l'accelerazione della spesa di queste disponibilità finanziarie, ma sono opere assolutamente necessarie per lo sviluppo del capoluogo di Regione, la città di Cagliari.
Noi chiediamo che si spendano questi soldi, come chiediamo che si spendano i 130 milioni di euro a disposizione di AREA, come chiediamo che si spendano i 100 milioni di euro che non sono impegnati in parte corrente del fondo regionale per l'occupazione. Sono centinaia di milioni di euro, e incombe la "manovra dei sacrifici" del Governo, i sacrifici sempre per i soliti noti, e che fanno salvi sempre i soliti noti. Noi siamo per intervenire anche per la riduzione del costo della politica, ma riguardo all'amministrazione, ma ogni volta che ne parliamo c'è sempre una proposta più avanzata di quella che facciamo, più seria di quella che facciamo, più seria di quella che abbiamo avanzato anche a inizio legislatura.
Le proposte le abbiamo fatte tutte. Abbiamo proposto la riduzione del numero dei consiglieri regionali; non va bene? Abbiamo proposto la riduzione delle indennità; non va bene? Abbiamo proposto la riduzione dei costi complessivi dell'attività del Consiglio; non va bene? Abbiamo proposto la riduzione dei costi dei Gruppi; non va bene? Qualche cosa deve andare bene! Se noi non facciamo nulla, non rimaniamo in piedi, e con noi non rimangono in piedi le istituzioni democratiche.
Poi, facciamo tutte le sottolineature di questo mondo quando si tratta di affrontare i problemi veri di coloro che vivono di uno stipendio, di poco, di 1000 euro, che si affacciano a questa vita con la speranza solo di sopravvivere. E facciamo qualcosa ogni tanto! Faccia anche lei, Assessore, una proposta un poco più intelligente e coraggiosa!
PRESIDENTE. Come ho già avuto modo di scrivere nella lettera inviata, comunico all'Aula che è intenzione del Presidente, in merito al discorso richiamato dall'onorevole Uras, di portare nei prossimi giorni una proposta all'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Stochino, relatore di maggioranza.
STOCHINO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 38, 39, 40, 41, 42, 43. Sugli emendamenti aggiuntivi si esprime parere contrario sull'emendamento numero 1; si esprime invece parere favorevole, sugli emendamenti numero 11 e 66; sull'emendamento numero 71 ci si rimette all'Aula; si esprime ancora parere favorevole (con qualche accorgimento sull'emendamento orale) sull'emendamento numero 79; si esprime infine parere contrario sugli emendamenti numero 21, 64, 65, 74, uguale al 75.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico dei lavori pubblici.
SANNITU, Assessore tecnico dei lavori pubblici. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. E'in votazione l'emendamento numero 38.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Chiedo scusa, gli emendamenti dal numero 38 al 43, che recano la nostra firma, sono ritirati.
PRESIDENTE. E' in votazione l'articolo 18.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, relativamente al comma 1 dell'articolo 18, dico che trovo paradossale il fatto che AREA, l'Agenzia regionale per la casa, l'organismo costruttore per eccellenza, nato per costruire e per gestire il patrimonio dell'edilizia residenziale si trasformi in acquirente di alloggi realizzati da terzi. Nella stesura originaria dell'articolo 8 della legge numero 12 si parlava di acquisto finalizzato al recupero degli immobili, quindi la finalità era di recuperare immobili, specialmente quelli storici, particolarmente degradati.
Oggi invece l'articolo 18 al comma 1 trasforma la finalità di AREA, la fa diventare un'immobiliare. Quindi con la finalità di sottrarre...
PRESIDENTE. Scusi onorevole Cuccu. Assessore Contu, assessore La Spisa, assessore Milia.
CUCCU (P.D.). E' materia che appassiona poco; difatti noi ieri abbiamo chiesto il ritiro di questo provvedimento, non ci è stato concesso, però l'atteggiamento della maggioranza non è cambiato. Dicevo, si trasforma AREA in un'agenzia immobiliare avente come finalità non più solamente quella di costruire ma quella di acquistare, anche con delle procedure di valutazione che non ci convincono. Mi riferisco alla previsione di accedere a un parere conforme dell'Agenzia del territorio e non di sottoporre a un bando di evidenza pubblica la possibilità di AREA di acquistare questi immobili. Pertanto esprimiamo un parere estremamente negativo sull'articolo 18 e sulla trasformazione di AREA da agenzia costruttore per eccellenza ad agenzia immobiliare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Ovviamente, Presidente, il parere sull'articolo è negativo per le ragioni che diceva prima anche il collega Cuccu, per altre che abbiamo avuto modo di esprimere, fra l'altro gli emendamenti in gran parte non aiutano. Io spero che sarà possibile, almeno di fronte a problematiche evidenti, intervenire non dico per migliorare (mi sembra molto acrobatico riuscire a farlo), ma diciamo almeno per rispondere ad alcune emergenze che diversamente renderebbero più grave l'operatività degli enti locali, in modo particolare di quelli più coinvolti in una situazione di rallentamento della realizzazione delle opere funzionali allo sviluppo di questa Regione perché funzionali allo sviluppo di quelle città. Io voterò contro l'articolo 18 e mi riservo poi di esaminare emendamento per emendamento eventuali contenuti che possono essere condivisibili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Noi voteremo contro l'articolo 18, e torno brevemente sull'argomento della necessità di eliminare la politicizzazione da questi consigli di amministrazione e da questi organismi tecnici, la cui composizione è spesso in palese contraddizione con quanto disposto dalla legge regionale numero 20 del 23 agosto 1995 che dispone le modalità e i requisiti assolutamente indispensabili per poter individuare le persone da chiamare a far parte di questi organismi tecnici che, lo ribadisco, vengono invece trasformati in organismi di appartenenza politica e partitica. Ho già chiesto, e lo ripropongo, il voto segreto sull'emendamento numero 64 e, nel contempo, dichiaro il voto contrario dell'Italia dei valori all'articolo 18.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Confermo innanzitutto il nostro parere contrario sull'articolo e anche sulla legge nel suo complesso, però vorrei evidenziare ancora una volta, posto che con la legge numero 12 del 2006 si prevedeva già la possibilità di acquisto e recupero di fabbricati esistenti specie nel centro storico, che si pone il problema (lo diceva giustamente il collega Cuccu) di evitare che questa agenzia venga trasformata in un'agenzia immobiliare, ma anche che nel momento in cui affronta le tematiche di cui gli si fa carico che lo possa fare in maniera lineare, senza ulteriori orpelli.
Per cui ribadisco che la modifica delle lettere a) e c) del comma 1 dell'articolo 8 della legge numero 12 del 2006 vada nella direzione sbagliata; è una modifica che non aiuta e che ingigantisce tutti i problemi che i colleghi hanno messo all'attenzione di questa Aula durante la discussione. Ecco perché io sostanzialmente esprimo parere contrario a questo articolo.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 18. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale su tutte le votazioni tranne quelle per le quali è richiesto il voto segreto.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 1.
Ha domandato di parlare la consigliera Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA (P.d.L.). Intendo ritirare l'emendamento perché, avendo partecipato ai lavori della Commissione, ho appreso che comunque vi è un'indicazione dei colleghi di trattare nuovamente la materia. Io ho voluto sollevare un problema perché da un po' di tempo in questa Aula si dice, e oggi ne abbiamo avuto una conferma, che vi è la necessità di rivedere la materia dell'edilizia abitativa. Poichè, a oggi, la materia è trattata con modalità differenti, io sul metodo sono assolutamente d'accordo con i colleghi e chiedo alla Giunta di predisporre a breve un disegno di legge, però sulla sostanza vorrei che ci soffermassimo perché sono troppe le anomalie in questo settore e la materia necessita di una riforma organica. L'emendamento numero 1 è ritirato.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 11.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). In Commissione era stato chiesto di presentare un emendamento orale, concordato con l'Assessore, per aggiornare (l'attuale è in vigore dal 2002) il limite di reddito presente nell'emendamento da 35.894 euro a 40.775 euro.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Lotto, le chiedo di ripetere perché a causa del brusio in Aula non ho sentito.
LOTTO (P.D.). Questo emendamento contiene un limite di reddito ben preciso che è pari a 35.894 euro, aggiornamento effettuato nel 2002. Ultimamente la direzione generale dell'Assessorato ha aggiornato questa cifra portandola a 40.775 euro; abbiamo concordato su proposta dell'Assessore di adeguare la cifra prevista nell'emendamento a questo aggiornamento recente.
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo, metto in votazione l'emendamento numero 11 secondo la nuova formulazione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 11 modificato.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri De Francisci, Mariani e Rassu hanno votato a favore e che i consiglieri Diana Mario, Greco, Piras e Rodin hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Pitea - Porcu - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Obinu - Oppi - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Matteo - Steri - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Fois.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 62
astenuti 3
maggioranza 32
favorevoli 45
contrari 17
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 66.
Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, su questo emendamento abbiamo bisogno di fare una ulteriore riflessione; quindi ne chiedo, se è possibile, lo spostamento all'articolo 21 ter.
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo, l'emendamento numero 66 è spostato all'articolo 21 ter.
Passiamo all'emendamento numero 71.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, in merito al fatto che l'emendamento numero 66 possa essere spostato all'articolo 21 ter, io sono d'accordo se viene spostato contestualmente anche l'emendamento numero 71 che è successivo al 66.
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo anche l'emendamento numero 71 è spostato all'articolo 21 ter.
E' in votazione l'emendamento numero 79.
Ha domandato di parlare la consigliera Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA (P.d.L.). Presidente, in accordo con il lavoro in Commissione, è stata richiesta una rimodulazione del testo per renderlo più chiaro. Pertanto propongo un emendamento orale: "Entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge coloro che hanno acquistato un immobile, con atto stipulato prima dell'entrata in vigore della legge numero 1 del 2011, possono chiedere di rimodulare il mutuo in applicazione del comma 6 dell'articolo 8 della legge regionale numero 1 del 2011".
PRESIDENTE. Onorevole Zedda questo è un emendamento sostitutivo totale.
ZEDDA (P.d.L.). Sì, mi rendo conto, però è stato chiesto di riscriverlo espressamente dalla Commissione.
PRESIDENTE. Poichè l'Aula non accoglie l'emendamento orale, metto in votazione l'emendamento secondo la formulazione originaria.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 79.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Contu Felice, Lai, Murgioni e Zedda hanno votato a favore e che il consigliere Corda ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Porcu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 71
votanti 68
astenuti 3
maggioranza 35
favorevoli 43
contrari 25
(Il Consiglio approva).
E' in votazione l'emendamento numero 21.
Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Questo emendamento non intende dare alcuna agevolazione, vuole però impedire una nuova stagione di sgomberi; sgomberi, moltissimi, che avverranno sicuramente nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. E' impossibile che tutti quei cittadini che hanno avuto l'assegnazione delle case con canone concordato, che si trovano in una situazione di gravissimo disagio (Cagliari sicuramente è l'area che ne presenta il maggior numero), riescano a pagare. E' già una situazione di sofferenza, quindi poiché gli amministratori a settembre, ottobre, novembre faranno gli sgomberi, questi dove li portiamo? Probabilmente dovremo riportarli nelle stesse abitazioni che gli abbiamo assegnato un anno fa.
Io non chiedo pertanto un atto di pietà, ma sicuramente un atto di buon senso, l'unica possibilità per evitare una grande stagione di sgomberi per tutti quei cittadini che versano in situazioni di precarietà lavorativa (mobilità, cassa integrazione), e c'è una casistica nelle città come Cagliari fortissima, è soltanto questa. Non si tratta di aiutare alcuno, si tratta di evitare una stagione di sgomberi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Ha già detto sul tema il collega Cugusi, ma chiederei comunque un attimo di attenzione. Proponiamo una riduzione temporanea, per un triennio, del canone concordato per l'edilizia residenziale pubblica; questa sospensione riguarda quegli stessi soggetti, voglio ricordarlo alla maggioranza, che noi abbiamo indicato come potenziali beneficiari del fondo di garanzia sui mutui per la prima casa, si consente cioè di posticipare il pagamento del mutuo avendo la garanzia del pagamento degli interessi per il periodo di posticipazione.
Quanto previsto in questo emendamento riguarda sostanzialmente la stessa platea, solo che non riguarda i proprietari di casa, riguarda gli assegnatari di casa; per evitare che vengano sfrattati, e che noi ci si trovi anche sotto il profilo economico a dover fronteggiare un'emergenza, emergenza a cui sono chiamati a far fronte gli enti locali (queste persone non vanno a dormire sotto i ponti, dopo averli sfrattati dalle case pubbliche gli dobbiamo dare una casa), si tratta di intervenire per consentire, per un triennio, a coloro che si trovano in una situazione di comprovata difficoltà economica ( per disoccupazione, mobilità, o cassa integrazione), di essere meno gravati sotto il profilo economico pur continuando, dignitosamente, a pagare un canone. Io chiedo all'Aula che attorno a questo tema ci sia un pizzico di sensibilità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, le motivazioni che sottostanno alla presentazione di questo emendamento sono assolutamente condivisibili. La crisi economica ha portato situazioni di estrema difficoltà anche in famiglie che erano state incluse in una fascia di reddito leggermente superiore a quelle nelle quali sono ricompresi coloro che possono usufruire della casa popolare, cioè dell'edilizia sovvenzionata.
Si tratta, spessissimo, di persone che hanno perso il lavoro, che hanno perso un reddito medio basso; credo sia giusto, pertanto, che l'amministrazione pubblica ponga in essere tutto quello che può fare per mitigare una situazione di gravissima difficoltà in cui tante famiglie si stanno venendo a trovare. Peraltro, nell'emendamento è specificato che debba essere dimostrata la difficoltà economica, quindi non è una azione a tappeto ma è mirata per rispondere a specifiche situazioni dimostrabili; questo è il motivo per cui lo condivido e per cui credo debba essere approvato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, molto brevemente, nel corso dei lavori in Commissione siamo stati informati che la Giunta regionale aveva firmato un accordo con lavoratori in stato di crisi per intervenire sull'abbattimento dei costi sui mutui della loro casa. Questo emendamento mi sembra di poter dire che va nella stessa direzione, è una sorta di rete di salvataggio preventiva verso situazioni di estremo disagio finanziario e sociale che potrebbero comportare anche notevoli problemi di ordine pubblico vista la dimensione del problema.
In proposito informo l'Aula, ma penso già si sappia, che stamattina sono nati problemi di ordine pubblico relativamente allo sgombero di una 'azienda agricola; si è arrivati quasi allo scontro fisico tra numerosi manifestanti appartenenti al Movimento pastori sardi al vasto movimento che si sta opponendo ai pignoramenti delle aziende agricole in Sardegna e le forze dell'ordine.
Anche questo fatto ci fa capire la necessità di intervenire, nei momenti di crisi, nelle situazioni di crisi determinate dalla messa in stato di disoccupazione, mobilità o cassa integrazione di molti lavoratori, come è scritto con molta chiarezza nell'emendamento. Il mio Gruppo ritiene pertanto che l'emendamento debba essere accolto per indubbie ragioni di opportunità sociale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il parere favorevole all'emendamento, anzi lo sottoscrivo perché, in un momento delicato, vista la crisi economica che attraversa non solo l'Italia ma la nostra Isola, a fronte della marea di persone in grave difficoltà (mancanza di lavoro e prospettive future sempre più a rischio), mi sembra una proposta importante, come è stato già detto, per evitare il dramma dello sfratto.
E' un momento difficilissimo nel quale anche le persone misurate, le persone equilibrate, vedendosi allontanare dalla propria abitazione (per quanto sia stata assegnata temporaneamente, si paga comunque un affitto) dalla forza pubblica, quindi con un atto di forza, possono reagire. È pertanto un momento di forte drammaticità che coinvolge l'intero nucleo familiare, compresi i minori che in questi frangenti assistono a situazioni non proprio edificanti.
Io direi, quindi, che l'emendamento può essere pienamente accolto, non fosse altro perché, come è stato detto e lo ripeto anch'io, una agevolazione simile è stata introdotta per chi perde temporaneamente il lavoro e deve pagare il mutuo per l'acquisto della casa. Sono situazioni di difficoltà, drammi umani, ai quali le istituzioni non possono non prestare un minimo di attenzione, altrimenti si rischia di creare ulteriori situazioni di grande disagio e il venir meno del rispetto delle istituzioni; istituzioni che pure in situazioni difficili sappiamo possono intervenire e in qualche maniera arginare il dramma imminente.
Queste sono problematiche che chi è stato amministratore pubblico affronta quotidianamente, quindi penso che anche in questo Consiglio si possano, in questi frangenti, adottare le misure opportune.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANJUST (P.d.L.). Le considerazioni svolte dai colleghi che mi hanno preceduto penso siano tutte assolutamente condivisibili; ma, prima di esprimerci con un voto, io chiedo all'Assessore, di far sapere all'Aula quanto eventualmente questa misura incide in termini di mancata entrata nelle casse della Regione. Qualora non potesse dare una risposta immediata, chiedo al limite di sospendere l'emendamento; d'altra parte, Presidente, poiché abbiamo spostato altri articoli ed emendamenti dall'impatto sociale meno importante di questo, penso si possa fare anche per l'emendamento in votazione.
In ogni caso comunico che, prima di dare il mio voto, d'ora in avanti vorrei sapere con esattezza i costi che queste misure comporterebbero in termini finanziari. Io non sono in grado di dire sì o no a un emendamento del genere e gradisco e pretendo che l'Assessore dia informazioni più attente all'Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Sanjust, non è possibile sospendere l'emendamento in attesa della risposta dell'Assessore; altra cosa è chiederne lo spostamento ad altro articolo.
Siamo in fase di votazione per cui i lavori non si possono concludere sinché non si vota l'emendamento.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, poiché ho apprezzato la posizione del collega Sanjust, forse possiamo riformulare la sua richiesta in modo diverso. Il collega Sanjust dice che il tema è meritevole, poiché il relatore e la Giunta hanno espresso un parere contrario, se fosse possibile approfondire il tema magari sarebbe possibile arrivare a un parere diverso.
Ora, poiché l'intento del collega che l'ha proposto è quello di fornire un sostegno alle famiglie che, evidentemente, soffrono degli effetti della crisi e sono a rischio di sgombero, per evitarne la bocciatura e per impedire che diventi un fatto ideologico, dato che non lo è, io chiederei di spostarlo all'articolo 21 ter.
Penso che lo spostamento potrebbe aiutare l'Aula a ragionare meglio, e magari scopriamo che è un emendamento sostenibile e che effettivamente risolve i problemi. Se questo è possibile, Presidente, io sospendo qui la mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La richiesta di spostamento dell'emendamento numero 21 deve essere rivolta dai proponenti e approvata dall'Aula.
Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Siamo d'accordo sullo spostamento all'articolo 21 ter. Credo sia la cosa migliore.
PRESIDENTE. Poiché l'Aula è d'accordo spostiamo questo emendamento all'articolo 21 ter. Ovviamente chi ha già fatto le dichiarazioni di voto non le potrà ripetere quando riprenderemo l'emendamento.
Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 del pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 14 e 04.