Seduta n.241 del 10/08/2011 

CCXLI Seduta

Mercoledì 10 agosto 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 17.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 26 luglio 2011 (234), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Radhouan Ben Amara, Giuseppe Cuccu, Mariano Contu, Giampaolo Diana, Gavino Manca e Giovanni Mariani hanno chiesto congedo per la seduta del 10 agosto 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Agus - Cocco Pietro - Barracciu - Bruno - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:

"Modifica dello statuto del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna". (303)

(Pervenuta il 3 agosto 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Steri - Diana Mario:

"Disposizioni in tema di integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'amministrazione regionale. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'amministrazione regionale), e successive modifiche e integrazioni. (304)

(Pervenuta il 3 agosto 2011 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccu - Barracciu - Bruno - Agus - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:

"Principi e norme per l'educazione, l'istruzione, la formazione e il diritto allo studio". (305)

(Pervenuta il 5 agosto 2011 e assegnata alla ottava Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di trasformare la sezione distaccata di Corte d'appello di Sassari in distretto autonomo". (654)

"Interrogazione Sanna Giacomo - Planetta - Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulle eventuali iniziative tra Shardna e Sfirs". (655)

"Interrogazione Maninchedda, con richiesta di risposta scritta, sul doppio pagamento del canone di manutenzione nel project financing della ASL n. 3 di Nuoro". (656)

"Interrogazione Maninchedda, con richiesta di risposta scritta, sul servizio del portierato della ASL n. 3 di Nuoro". (657)

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sui numerosi ricorsi in atto nanti il giudice del lavoro, avviati da personale della Società di gestione dell'Aeroporto di Alghero (SOGEAAL) e sui relativi costi a carico dell'erario che si profilerebbero". (658)

"Interrogazione Espa - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Corda - Agus, con richiesta di risposta scritta, sui notevoli ritardi da parte della ASL di Oristano inerenti le procedure del concorso per l'assunzione di n. 10 operatori socio-sanitari". (659)

"Interrogazione Salis - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla delibera regionale n. 32/24 inerente l'Ersu di Cagliari e la costruzione di alloggi e residenze per alloggi e residenze universitarie". (660)

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi finanziaria della Fondazione San Raffaele-Monte Tabor e sul ruolo della Regione sarda nel percorso di apertura dell'ospedale recentemente costruito ad Olbia dalla Fondazione". (661)

"Interrogazione Meloni Marco, con richiesta di risposta scritta, sulla opportunità di interrompere le procedure di stabilizzazione del personale degli enti locali previste dalla circolare prot. n. 29804 dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, in relazione all'impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale, da parte del Governo, delle leggi regionali 19 gennaio 2011, n. 1, e 30 giugno 2011, n. 12". (662)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Planetta sulla garanzia dei diritti e delle professionalità partecipanti alla prossima Biennale dell'artigianato sardo e sulle misure ed iniziative adeguate tali da assicurare l'effettiva tutela dell'artigianato sardo". (253/C-6)

"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sulla mancata applicazione della nuova disciplina relativa alla riscossione dei contributi irrigui da parte dei consorzi di bonifica". (254)

"Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Cugusi - Zuncheddu sull'utilizzazione delle risorse regionali assegnate alle Università di Cagliari e Sassari a finanziamento dei corsi di laurea in scienze infermieristiche". (255)

"Interpellanza Planetta sulla stabilizzazione di personale precario dipendente del Comune di San Teodoro, in riferimento alla sentenza della Corte costituzionale n. 235 del 5 luglio 2010 ed alla legge 15 luglio 2011, n. 111". (257/C-1)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Steri - Sanna Giacomo - Vargiu - Cuccureddu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Cossa - Dedoni - Dessì - Fois - Obinu - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Planetta - Sanna Matteo sulla procedura di recupero degli aiuti erogati ai sensi della legge regionale 13 dicembre 1988, n. 44 (Costituzione del fondo regionale di garanzia per l'agricoltura e provvidenze per l'agricoltura)". (140)

"Mozione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Cugusi - Sechi sulle criticità della costruzione del gasdotto Galsi". (143)

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla nomina degli Assessori regionali a seguito della sentenza del TAR Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (144)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 06, viene ripresa alle ore 17 e 12.)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il giuramento degli Assessori.

Comunico che il Presidente della Regione, con nota n. 8801 dell'8 agosto 2011, ha inviato il decreto n. 91 dell'8 agosto 2011, di nomina degli Assessori regionali a seguito dell'annullamento, con sentenza n. 864/2011 del Tar Sardegna del 2 agosto 2011, dei decreti n. 138 del 4 ottobre 2010, n. 141 del 5 ottobre 2010, n. 143 del 6 ottobre 2010, n. 27 del 28 febbraio 2011, n. 32 del 7 marzo 2011 di nomina degli Assessori regionali, e n. 144 dell'11 ottobre 2010 con il quale è stato nominato il Vice Presidente della Regione.

Sono nominati Assessori i signori:

Mario Floris, Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione;

Giorgio La Spisa, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio;

Nicolò Rassu, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica;

Giorgio Oppi, Assessore della difesa dell'ambiente;

Oscar Cherchi, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;

Luigi Crisponi, Assessore del turismo, artigianato e commercio;

Angela Eugenia Nonnis, Assessore dei lavori pubblici;

Alessandra Zedda, Assessore dell'industria;

Antonio Angelo Liori, Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale;

Sergio Milia, Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

Simona De Francisci, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;

Christian Solinas, Assessore dei trasporti.

Comunico inoltre che l'efficacia della nomina della signora Angela Eugenia Nonnis ad Assessore dei lavori pubblici è subordinata al decorso dei 20 giorni dalla presentazione delle dimissioni al Consiglio comunale di Oristano. Fino a tale data le relative funzioni sono esercitate ad interim dal Presidente della Regione.

Comunico altresì che le funzioni di Vice Presidente della Regione sono attribuita al Signor Giorgio La Spisa.

Comunico infine che in data 3 agosto 2011 e fino al perfezionamento delle procedure di nomina della nuova Giunta regionale il Presidente della Regione ha assunto in via provvisoria, ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 7 gennaio 1977 numero 1, le funzioni di competenza degli Assessori regionali.

Giuramento di Assessori

Ricordo che gli Assessori che non sono consiglieri regionali, nominati dal Presidente della Regione, devono prestare il giuramento prescritto dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, numero 250. Do lettura della formula del giuramento prevista dall'articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica; al termine, ognuno degli Assessori, dei quali farò l'appello, alzandosi, risponderà: "Giuro":

"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".

Giorgio La Spisa, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Giuro.

PRESIDENTE. Luigi Crisponi, Assessore del turismo, artigianato e commercio.

CRISPONI, Assessore del turismo, artigianato e commercio. Giuro.

PRESIDENTE. Antonio Angelo Liori, Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

LIORI, Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Giuro.

Discussione della mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla nomina degli Assessori regionali a seguito della sentenza del TAR della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo

54 del Regolamento (144)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 144.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla nomina degli Assessori regionali a seguito della sentenza del TAR Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- il Tribunale amministrativo regionale (TAR) della Sardegna ha, con sentenza depositata il 2 agosto 2011, dichiarato nulli i decreti di nomina degli Assessori regionali succedutisi dal 4 ottobre 2010 al 7 marzo 2011 in quanto le giunte regionali formatesi a seguito di tali decreti non contenevano nella loro composizione alcuna quota di genere, in contrasto quindi con i dettami della Costituzione italiana;

- a seguito della sentenza del TAR Sardegna pertanto il Presidente della Regione ha dato avvio alla ricostituzione della Giunta modificando l'attribuzione di alcune deleghe e con l'impegno di rispettare le quote di genere;

TENUTO CONTO che:

- con l'attuale terzo rimpasto della Giunta regionale si sono succeduti nell'arco di trenta mesi oltre trenta assessori;

- in un momento di crisi drammatica che investe il nostro Paese e che per la Sardegna è particolarmente gravosa, è indispensabile che la Regione sia governata da una compagine assessoriale di alto profilo capace di indirizzare le non più abbondanti risorse disponibili verso quelle politiche di sviluppo che diano garanzia di soluzione delle numerose problematiche e tentino di risolvere i mali storici della nostra Isola quali l'oramai insostenibile disoccupazione che ha raggiunto livelli preoccupanti, la crisi dell'apparato industriale, quella del comparto agro-pastorale, la carenza di infrastrutture, l'isolamento nei collegamenti sia marittimi che aerei e soprattutto capace di una nuova stagione di rivendicazioni nei confronti di uno Stato centralista che non intende rispettare la nostra autonomia;

RITENUTO che il Consiglio regionale sia oramai prioritariamente investito di queste problematiche,

impegna il Presidente della Regione

a riferire al Consiglio regionale:

1) sulle motivazioni delle scelte effettuate nella nomina degli assessori che compongono l'attuale Giunta regionale, sulla adeguatezza della soluzione data al Governo regionale rispetto alle drammatiche attese e alle preoccupanti condizioni economiche e sociali della Sardegna;

2) sulle conseguenze giuridico-amministrative dirette ed immediate, e quelle eventuali, che si potrebbero determinare in relazione alla intervenuta sentenza del TAR Sardegna che ha annullato la precedente Giunta regionale dichiarando illegittima la nomina degli assessori e, come pare, "ogni altro atto presupposto, inerente o consequenziale";

3) se abbia, con le nomine fatte, soddisfatto integralmente quanto previsto dal primo comma dell'articolo 51 della Costituzione repubblicana. (144).)

4)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, mi sembra un fatto straordinario che il 10 agosto il Consiglio regionale sia convocato, sicuramente per il giuramento dei nuovi Assessori appena nominati, ma anche per favorire, così come noi abbiamo fatto attraverso questa mozione, un dibattito ampio e articolato sulla situazione politica ma anche, così come scriviamo nel dispositivo, sull'adeguatezza di questa Giunta regionale rispetto alla drammaticità dei problemi della Sardegna.

Quindi una Giunta - ha detto il Presidente Cappellacci nei giorni scorsi - che non va in vacanza (anche oggi l'ha ripetuto e l'abbiamo sentito nei telegiornali) una Giunta che non va in vacanza e un Consiglio che non va in vacanza. Dobbiamo dire che in realtà la Giunta, dal nostro punto di vista, dal punto di vista politico, in vacanza c'è stata fin troppo, c'è stata per 30 mesi, c'è stata senza affrontare e senza risolvere neanche un problema della Sardegna. Lo dico in apertura perché credo che sia ora di finirla con gli spot, con una Giunta, presidente Cappellacci, che non va in ferie per 10 giorni in agosto quando forse un po' di ferie anche lei avrebbe necessità di farle. Credo che invece bisogni essere presenti (e non in vacanza) tutto l'anno, presenti anche in questo Consiglio regionale.

Lei nel presentare, Presidente Cappellacci, la nuova Giunta, ha anche ripresentato, non so se per la terza o la quarta volta, le dichiarazioni programmatiche. Ed è quello che rimane di questi 30 mesi: dichiarazioni programmatiche, annunci. Ci ha detto che proseguirà l'impegno sul fronte della continuità territoriale, ma che cosa vuol dire proseguire nell'impegno per la continuità territoriale? Stiamo parlando di quella in proroga? Stiamo parlando invece della questione Tirrenia? Ci ha detto che proseguirà l'impegno sulla vertenza entrate; spero che lo faccia con una svolta e non come ha fatto in due anni e mezzo, al traino del Governo e del Presidente Berlusconi.

Ci ha detto che proseguirà l'impegno sul fronte del patto di stabilità, ma anche qui, a parte il ricorso presentato qualche giorno fa, dopo due anni di nostre richieste, dopo l'insistenza, devo dire anche in maniera molto chiara, dei due costituzionalisti che avete interpellato in Giunta, tra i quali il professor Onida, arrivate in forte colpevole ritardo.

Questo è uno dei momenti più difficili della storia dell'autonomia della Sardegna, dei più gravi, drammatici. Occorreva, Presidente Cappellacci, una Giunta all'altezza del momento, un Esecutivo all'altezza, adeguato alla drammaticità della crisi. Si poteva approfittare dell'opportunità data dal Tar, perfino dal Tar, per trovare in Sardegna, nell'Isola, le competenze necessarie ed adeguate per affrontare il momento drammatico, anche dal punto di vista sociale ed economico che vive la Sardegna.

Insomma, lei ha accompagnato questa Giunta con l'elencazione delle dichiarazioni programmatiche e attribuendosi il merito per i fondi FAS, nonostante ne siano arrivati una minima parte. Rimane bloccato circa 1 miliardo e 300 mila dal CIPE, una parte importante, tra cui la Sassari-Olbia, era stata già deliberata dal CIPE negli anni scorsi, poi bloccata dallo stesso CIPE, subito dopo l'elezione del presidente Cappellacci accompagnato in Sardegna dal presidente Berlusconi. Sono bloccati al CIPE i fondi per l'edilizia sanitaria, i 5 ospedali previsti dal Piano sanitario regionale, i fondi per l'università (l'ha ricordato opportunamente anche il Rettore di Sassari, il professor Mastino) sono rimasti i nodi veramente più importanti di quest'Isola e credo che dobbiamo ricordare anche che sono venuti meno alla Sardegna circa 4 miliardi (il 12, 6 per cento complessivo) dei fondi FAS nazionali.

Quindi che cosa c'è di cui andare fieri, Presidente Cappellacci? E voi ci presentate una Giunta con un valzer di Assessori, una Giunta che è diventata ormai una porta girevole: 31 Assessori in meno di 30 mesi, una Giunta certamente con la presenza di tre donne, una Giunta sicuramente non adeguata al momento.

Sono sufficienti, lo chiediamo nella mozione, anche dal punto di vista dell'equilibrio di genere, tre donne nell'Esecutivo? E per quanto riguarda le conseguenze giuridiche ed amministrative dirette ed immediate, la Giunta precedente ha ottemperato anche rispetto a quanto ha sancito il Tar che ha annullato la precedente Giunta regionale dichiarando illegittima la nomina degli Assessori? Sono perplessità che esprimiamo nel dispositivo della mozione, ma il tema è un altro.

Lei Presidente afferma, l'ha ripetuto anche oggi rispondendo indirettamente al suo ex Segretario Alfano, di occuparsi della Sardegna, di perseguire gli interessi della Sardegna e di non guardare quindi agli interessi del proprio Gruppo, del proprio partito. In realtà non solo lei ha fatto gli interessi di partito, di coalizione, cercando con il bilancino di sistemare le caselle ma addirittura ha fatto gli interessi delle correnti del suo partito. Non ci venga a dire che vengono prima i cittadini sardi! Viene prima, per lei, l'interesse della propria coalizione, l'interesse perfino delle correnti rispetto agli interessi dei cittadini sardi.

Un Sindaco che fallisce nella città di Oristano (fallisce, non c'è altra parola, credo, che definisca meglio la situazione) per responsabilità, per una divisione anche all'interno della sua coalizione, un Sindaco che fallisce nella sua città viene promosso Assessore regionale. Mi chiedo con quale logica si effettui questa operazione, se non quella di aggiustare equilibri interni alla coalizione, se non quella di cercare di ottenere, magari da un partito che si è dimostrato forse più critico negli ultimi tempi, un'adesione ad una maggioranza che però non ha un progetto.

Le industrie. Assessore, tanti auguri! Mille vertenze aperte, Portotorres smantellata, smantellata la chimica di base con la promessa della chimica verde, di cui avremo modo di parlare, un Assessore ogni sette mesi: è questa la situazione dell'Assessorato dell'industria. I lavoratori della Vinyls sono stati sistematicamente presi in giro, e voi non siete stati in grado di tutelarli. Lì sì che occorreva autorevolezza, presidente Cappellacci, per dire che è il Governo che deve fare la politica industriale e non lei, per dire con chiarezza al Governo Berlusconi che doveva necessariamente indicare una strada per la chimica italiana e conseguentemente per la chimica in Sardegna. Invece ci troviamo di fronte ad un fallimento, con lavoratori abbandonati a sé stessi e tantissime aziende in crisi: dall'Euroallumina alla Keller e tantissime altre che non cito. Questo settore importante, oggi smantellato, si è trovato di fronte a un Assessore ogni pochi mesi ma non a un'idea, non a un progetto.

I lavori pubblici. Abbiamo un nuovo Assessore, l'ex sindaco di Oristano. Aspettiamolo per il giuramento. Sui due anni e mezzo impiegati per la Sassari Olbia - ho cercato di dirlo in apertura - non c'è niente di cui andare fieri: erano fondi già stanziati che lei e il presidente Berlusconi avete promesso fino all'ultimo giorno della campagna elettorale. Oggi semplicemente dovevate "fare fuori" un Assessore, magari lasciandogli l'incarico di vice commissario per la Sassari Olbia e ottenere quei fondi FAS che comunque erano soldi dei sardi rimessi in circolo dopo due anni e mezzo. Solo il 6 per cento di quanto dovuto alla Sardegna viene inserito nel documento annuale di programmazione economica e finanziaria dal Governo Berlusconi: è una situazione davvero drammatica della quale qualcuno dovrà render conto, dovrà rendere conto di metà legislatura.

La sanità. Auguri Assessore: la sanità rappresenta il 40 per cento del bilancio regionale, presenta un deficit mostruoso, con una situazione che, nonostante la delibera di oggi, voluta da questo Consiglio regionale, ha visto in questi anni le liste d'attesa allungarsi in maniera, devo dire, impressionante e i servizi diminuire.

La riforma della sanità, annunziata all'inizio di questa legislatura è rimasta solo un annuncio, non solo per le responsabilità dell'assessore Liori, ma credo per la divisione che c'è nella maggioranza, che c'è stata in due anni e mezzo, che c'è ancora. Insomma, dovevate cambiare il mondo, in realtà volevate semplicemente gestire il potere delle aziende sanitarie locali, mettere dei commissari (lo avete fatto, tra i vostri primi atti, attraverso un subemendamento a un collegato) senza verificare il lavoro fatto da direttori generali, siete arrivati, senza completare una riforma, a sostituire commissari con i direttori generali, avete occupato potere, avete gestito clientele ma non avete risolto un problema. La sanità è uno dei problemi più grandi di quest'Isola, e ci ritorneremo presto, assessore La Spisa.

Aumenta notevolmente anche la spesa farmaceutica; siete riusciti perfino a tagliare i fondi della legge numero 162. Insomma, possibile che non ci sia in Sardegna una competenza immediatamente spendibile sul versante della sanità, che possa entrare in campo immediatamente perché ha già studiato, e che proponga soluzioni subito?

Guardi, questa scelta è sconcertante, io credo che occorra fare in modo che la sanità presto sia oggetto di una sessione straordinaria del Consiglio regionale, perché sicuramente il 40 per cento delle nostre risorse merita un'attenzione massima, perché i cittadini hanno necessità di un servizio sanitario regionale migliore.

L'assessore Liori va all'Assessorato del lavoro. Ecco, credo anch'io che questo sistema di combinare caselle senza guardare gli interessi della Sardegna per "sistemare" persone debba finire. L'Assessorato del lavoro è un altro Assessorato strategico per la Sardegna. L'assessore Liori poteva benissimo occupare un altro ruolo, invece no gli è stato assegnato l'Assessorato del lavoro. Credo che sia stata una scelta precisa, ponderata, veramente ponderata da parte del Presidente della Regione, che aveva a cuore gli interessi della Sardegna e non quelli dell'Assessore che non è più consigliere, perché si è dimesso sotto le vigenze della legge statutaria che gli impediva di poter contemporaneamente svolgere il ruolo di Assessore e di consigliere regionale.

Insomma l'assessore Cherchi che si è occupato di industria con successo, come ho cercato di dire poco fa, oggi va all'assessorato dell'agricoltura perché ha sicuramente le competenze e i talenti necessari per occuparsi e per risolvere i problemi drammatici dell'agricoltura in Sardegna. Insomma - questa è la lettura che ha fatto anche il presidente Cappellacci - in un momento drammatico di crisi, probabilmente come mai del settore agropastorale, bisognava trovare le risorse giuste, e il Presidente le ha trovate all'interno del suo partito.

Anche il consigliere Mariano Contu è uscito dalla Giunta dopo pochi mesi; evidentemente ha lavorato male, evidentemente doveva fare spazio ad un'altra componente non del suo partito, non del suo gruppo, della sua corrente; diciamo la verità: altro che interessi della Sardegna! Lei ha fatto, presidente Cappellacci, gli interessi per far quadrare il cerchio, per avere la possibilità di continuare a navigare a vista ancora per qualche mese; questo ha fatto, ma non ci venga a raccontare altre storie.

Fuori Mariano Contu dalla Giunta e nel frattempo all'ex assessore Prato magari troviamo un'altra Agenzia, un altro Ente, troviamo un modo per accontentare tutti. Insomma, veramente questa è la migliore Giunta possibile in questo momento storico, in questo 10 di agosto in cui siamo chiamati in Consiglio regionale (perché non bisogna perdere un secondo, un minuto, perché il Presidente non va in vacanza), oppure si poteva fare meglio, si poteva fare meglio nell'interesse della Sardegna?

Guardi la sua, presidente Cappellacci, è la storia di un fallimento; trenta mesi senza un risultato. Il suo rapporto con Berlusconi - nonostante lei dia quella risposta oggi al segretario Alfano - il suo rapporto con Berlusconi è costitutivo, costitutivo di questa esperienza regionale, di questa legislatura. Le piaccia o no, è costitutivo. E' iscritto in quel "patto-inganno" che avete sottoscritto e presentato ai sardi in campagna elettorale, è scritto in quella campagna elettorale, è scritto in questi 30 mesi. Non se ne può disfare.

Se ha cambiato idea, se quel progetto che non era un progetto nell'interesse della Sardegna, che non era un progetto nell'interesse dei sardi, se quel progetto oggi non è più valido, se quelle promesse non sono più valide, se quegli inganni chiaramente non sono più validi, bisogna chiedere ai Sardi, sulla base di un altro progetto, sulla base di visioni necessariamente alternative, bisogna chiedere ai sardi la fiducia, perché lei è stato votato sulla base di quel rapporto costitutivo e indissolubile.

Allora si vada al voto, si vada al voto, non abbiamo bisogno di "Giunte balneari", non abbiamo bisogno di riempire caselle, non abbiamo bisogno di mettere persone giuste al posto giusto dal punto di vista del mantenimento del potere, presidente Cappellacci, abbiamo bisogno di mettere persone giuste al posto giusto perché c'è un progetto e il progetto dobbiamo sottoporlo agli elettori sulla base di visioni alternative che vi sono, che vi sono in Sardegna.

Lei, Presidente, non ha più la fiducia dei sardi, l'ha avuta su altre basi, su altri indicazioni, oggi non ha più la fiducia dei sardi e deve avere il coraggio di chiamare i sardi al voto, magari anche di ripresentarsi. Si ripresenti e dica: "Ho sbagliato tutto. Il mio rapporto con il presidente Berlusconi, che allora era il mio leader, era viziato. Lui non ha fatto gli interessi della Sardegna, e io avrei voluto farli ma non ce l'ho fatta". Però, chieda il voto, chieda il voto dei sardi. Non può oggi, a metà legislatura, attraverso delle dichiarazioni programmatiche, le ennesime, farci cambiare idea. Noi l'idea non la cambiamo. I sardi non hanno più fiducia, c'è bisogno di un nuovo governo, c'è bisogno di un nuovo Consiglio regionale. Nessuna stagione costituente, Presidente.

Assessore Floris, lei è stato Presidente della prima Commissione, è l'Assessore delle riforme, viene riconfermato in questo ruolo. Adesso è Presidente della prima Commissione l'onorevole Pittalis, ma non è stato compiuto alcun passo in avanti al di là di quell'ordine del giorno unitario, non è stato compiuto un passo avanti in nessun senso, siete andati al traino del Governo su tutto: sulla vertenza entrate, sui piani casa fallimentari, assessore Rassu, sul turismo, sui trasporti, sulla continuità territoriale fasulla, sia quella marittima sia quella aerea.

Presidente, non avevamo bisogno di questa Giunta, abbiamo bisogno, la Sardegna ha bisogno che ci si confronti su progetti alternativi, e lei quindi necessariamente oggi deve andare a casa.

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Sanjust, che ha a disposizione dieci minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Sanjust. Ne ha facoltà.

SANJUST (P.d.L.). Gentile Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, Assessori, colleghe e colleghi, la Sardegna, come del resto ogni altra parte del mondo, sta vivendo uno dei periodi più bui della sua storia. La politica - come è giusto che sia per ciò che rappresenta e che deve rappresentare - è chiamata per prima a rispondere di questa situazione. Alla politica si chiedono risposte, si chiedono soluzioni, si chiedono provvedimenti immediati e urgenti. Abbiamo - e ci metto dentro tutti, maggioranza e opposizione, ma anche i mass media - fatto, o meglio anche solo iniziato a fare, tutto ciò che volevamo e che potevamo? Io dico di no.

Lo dico alla mia maggioranza, spesso insofferente, scorbutica, alternativamente rivoltosa ed eccessivamente protagonista, ma mi permetto di dirlo anche alla minoranza, troppo spesso ripetitiva, ostruzionista, collaborativa solo quando conviene, convinta di far bene il suo lavoro allorquando riesce ad allungare i tempi nell'esitare una legge, o addirittura ad evitare che arrivi in tempi utili al "sistema Sardegna". Lo dico infine ai giornalisti che, spesso e volentieri, sono più portati a esaltare i malumori e i mal di pancia dei singoli piuttosto che mettere in risalto anche il più piccolo dei risultati positivi che quest'Aula, questa Giunta, hanno saputo esprimere in questi due anni e mezzo; due anni e mezzo nei quali si sarebbe sicuramente dovuto fare di più, ma nei quali, cari colleghi della minoranza, possibile che non ci sia stato assolutamente niente da salvare?

Siete realmente convinti che per vincere le prossime elezioni basti continuare ad imbrigliare l'Aula con decine e decine di mozioni, che paralizzano tra l'altro i lavori? Siete davvero convinti che serva continuare a stigmatizzare le assenze dall'Aula del presidente Cappellacci per insinuare nella testa della gente la vostra conseguente inconcludenza del suo operato? Nella passata legislatura, l'opposizione al presidente Soru, della quale io facevo parte, ebbe, non ho difficoltà ad ammetterlo, delle cadute di stile in alcuni casi, forse anche degli eccessi, ma volutamente lasciò la possibilità al Governatore e alla sua Giunta di portare avanti il suo programma senza eccessivi ostracismi, certi che a giudicarli sarebbero stati poi gli elettori, come del resto avvenne. Mi permetto di farvi riflettere su questo argomento nella speranza che questa seconda parte della legislatura possa essere affrontata con uno spirito diverso.

Caro onorevole Bruno, spero riesca oggi a fare un minimo di autocritica, e a guardare dentro le questioni del suo partito, dove saprà trovare in un prossimo futuro uomini e donne più o meno adeguati a questo o a quel ruolo di Giunta. La sua, mi permetta di dirlo, è stata una caduta di stile a dir poco disarmante e inadeguata al ruolo che ricopre. Mi auguro che, sempre facendo riferimento alle notizie diffuse ieri dalla stampa, sempre lei, onorevole Bruno, abbia il coraggio e l'umiltà di rendere pubbliche scuse al presidente Cappellacci, per le basse insinuazioni da voi più volte esternate da questi banchi per le note vicende, che ingiustamente hanno cercato di gettarlo nell'agone mediatico e giudiziario. Io, per conto mio, oggi colgo l'occasione per porgere le mie scuse al presidente Soru, per ciò che nella passata legislatura ebbi a dire in qualità di componente della Commissione Saatchi & Saatchi, ricordando però a voi tutti il mio silenzio, in attesa del responso della Magistratura, una volta ultimato il lavoro della Commissione, cosa ben diversa dal fare invece un processo alle intenzioni, come più volte da voi fatto.

Caro Presidente, tu hai deciso questa Giunta in parte ascoltando i desiderata del tuo, del nostro, del mio partito, in parte assumendoti in proprio la responsabilità di alcune scelte, come del resto però hai fatto fin dall'inizio della legislatura. Non mi pare che nulla da allora sia cambiato, e quindi non vedo perché si possa gridare allo scandalo. Sta a noi, casomai, cambiare la legge elettorale in questi ultimi due anni e mezzo, sempre che si voglia e si abbia il coraggio di fare il passo del gambero. Dunque, per quanto mi riguarda, vai avanti per la tua rotta guidando la nave della tua flotta sarda, che però, ricorda, per mantenere la rotta ha bisogno anche di ufficiali, dei sottoufficiali e di uomini di coperta, ma soprattutto ha bisogno della gente di Sardegna, che, se apprezzerà il tuo modo di navigare, sarà pronta a salpare insieme a te.

Per quanto riguarda la ciurma, da sempre, ricordiamoci, è quella più pronta ad affrontare la tempesta, ma lo è ancora di più se è certa di avere un comandante che sappia condurla in porto. Noi siamo certi, caro Presidente, di avere in te quel comandante. Ai nuovi e vecchi Assessori chiedo impegno, chiedo abnegazione, chiedo di sapere ascoltare, di essere consequenziali ai problemi dei sardi, chiedo serietà nel lavoro e nei modi, chiedo sobrietà, e auguro a tutti noi un buon e proficuo prosieguo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Onorevole presidente Lombardo e presidente Cappellacci, onorevoli colleghe e colleghi, Assessori, siamo stati chiamati dagli stessi appelli del presidente Cappellacci a cercare unità in questo momento di grave crisi della Regione Sardegna, ma non solo della Regione Sardegna. Qualcuno ha già detto che questa crisi rientra perfettamente all'interno degli schemi nazionali e internazionali, e quindi la Sardegna in un certo qual modo li subisce. Però, certo è che lascia perplesso, Presidente, l'ennesimo rimpasto in Giunta, anche se comprendo che a volte possano esserci situazioni all'interno di una maggioranza che sottendano a spinte di tipo diverso, che spesso non sono legate al bene comune, ma ad equilibri interni di potere che poi si scaricano sulle istituzioni.

Io, pur approvando e sottolineando l'ennesima richiesta, avanzata anche dal nostro partito, di dimissioni, non mi straccerò le vesti se non verrà accolta, perché riconosco che l'implosione delle maggioranze avviene solitamente per difficoltà interne alla maggioranza, e non per le richieste di dimissioni avanzate dalle minoranze. Se una Giunta si dimette, questo avviene per le contraddizioni all'interno di una maggioranza che si regge più su rapporti di tipo personalistico che su idealità istituzionali, che sono quelle del bene comune.

Saluto con favore, comunque, l'adeguamento della Giunta, anche se parziale, al dettato costituzionale perché io credo che le donne possano offrire un grande apporto per la visione diversa che hanno del mondo, e quindi è utile poter miscelare la visione maschile con quella femminile. Il problema rimane legato all'effetto politico, come dicevo prima, poiché si tratta di una terza Giunta che viene adeguata con alcuni spostamenti davvero importanti e fondamentali in questo momento.

Stiamo parlando di industria, di sanità, di lavori pubblici, quindi stiamo parlando di settori di particolare delicatezza. Sappiamo che l'industria in Sardegna, o perlomeno la grande industria legata alle partecipazioni statali è oggi al tramonto definitivo. Parliamo pertanto di un'ipotesi di industria verde, però attenzione anche qui a non ritrovarci l'ennesima industria a partecipazione statale, rappresentata dall'ENI e dalle sue partecipate, mirante solo a un'ulteriore sfruttamento della Sardegna.

L'industria verde, infatti, l'industria chimica verde ha bisogno di materia prima, e allora mi domando: sarà la Sardegna a fornirla o verrà importata? La materia prima della Sardegna sarà sufficiente o sarà tale da mettere in crisi anche l'assetto storico tradizionale della nostra economia agricola? Grande punto di domanda. Ci sono aspetti di notevole interesse.

Per quanto riguarda l'assessorato della sanità, Assessore, ho sentito e letto di tutto in questi giorni circa la sua inesperienza, però le dico: svolga il suo ruolo con il cuore e guardi all'uomo. Mi dispiace e non riesco a capire perché l'onorevole Liori sia stato spostato dall'assessorato della sanità a quello del lavoro, forse per un problema di equilibri interni. Io capisco le difficoltà; quello dell'onorevole Liori è un Assessorato delicatissimo, importantissimo e non so se il suo spostamento possa considerarsi una punizione o un premio.

Assessore, quando si parla di sanità si parla sempre di numeri, di soldi, non si parla mai dei bisogni degli ultimi; a mio avviso si deve invece partire dagli ultimi, dai bisogni, per poi parlare di soldi. E' vero, abbiamo un'alta spesa farmaceutica, ma perché questa non può essere ridotta con un cambio della gestione dei nostri ospedali? Gli ospedali sono strutture prettamente legate all'attività dei primari, quindi dei medici, e la presenza dei familiari spesso è vista come un disturbo, quando in realtà i familiari apportano un medicamento che difficilmente troviamo in farmacia, e che pure è molto utile. E' questa un'esperienza che ho fatto sulla mia pelle, anche se è un'esperienza che mi ha lasciato il segno, ma non entrerò nel merito.

Quindi si può affrontare il Piano sanitario, non solo cambiando il nome alle AASSLL, ma anche entrando nel merito dell'attività dei nostri nosocomi, prevedendo la presenza dei familiari all'interno dell'ospedale non entro limiti temporali ben precisi ma tutte le volte che questi lo richiedono. Quel "bene farmaceutico" che abbiamo tutti, che è l'affetto, la stima, l'attenzione verso i nostri cari, agisce molto di più e ha molti meno effetti collaterali del farmaco per lenire le tensioni e i drammi di chi è ospedalizzato.

Io credo, quindi, che partendo dall'uomo si possa anche economizzare. All'assessore De Francisci, mi auguro pertanto che lui parta dai bisogni dell'uomo e non si preoccupi della spesa sanitaria, perché se adotterà situazioni "aperte", le risorse si economizzeranno. Del resto la presenza di familiari ventiquattr'ore su ventiquattro esercita anche una indiretta funzione di controllo sugli operatori sanitari, che spesso quando i parenti del malato vanno via fanno ciò che vogliono: arrivano perfino a sottrarre medicamenti dalla farmacia degli ospedali.

Non sto dicendo nulla di strano, sono fatti risaputi che poi ricadono a carico della collettività. La presenza del familiare quasi ventiquattr'ore su ventiquattro fa sentire sotto controllo anche l'apparato medico che così ha difficoltà a "imbarcarsi" mentre i pazienti, non dovendo stare a guardare il soffitto per ore hanno meno bisogno di farmaci per tranquillizzarsi. Allora ripensiamo alla sanità in senso più umano e partiamo dall'uomo.

Io auguro all'assessore Liori di far bene nell'Assossorato del lavoro, anche perché riguarda, lei lo sa benissimo, un altro settore molto delicato, molto difficile dove bisogna impegnarsi molto, perché la situazione economica non favorisce certo la serenità dell'uomo. Penso ai cassaintegrati, ai fuorusciti dal lavoro, a persone che comunque possono essere riutilizzate, utilizzando i soldi pubblici. Do atto anche a questa Giunta di aver finalmente superato il concetto che i lavoratori in cassa integrazione dovessero restare a casa (poi magari facevano un secondo lavoro) oggi invece gli si dà dignità utilizzandoli in altre attività.

Quindi anche in questo campo, assessore Liori, le chiedo: parta dall'uomo, parta dai bisogni dell'uomo, perché è così che riusciremo davvero a dare risposte ai bisogni collettivi. Non fermiamoci sempre ed esclusivamente al denaro che, sì, è importante, ma spesso ci fa scegliere la strada più semplice, che è quella di tagliare le spese, quando si vuole economizzare anziché partire dai bisogni, cercando di trovare vie diverse.

Lo dico anche per gli altri assessorati: spero che l'onorevole Cherchi, passando dall'Assessorato dell'industria a quello dell'agricoltura abbia cognizione delle difficoltà che dovrà affrontare. Peraltro non necessariamente l'essere un tecnico e occupare un posto di Assessore comporta dei vantaggi. A volte anche il tecnico, con la sua presunzione, sbaglia e non riesce ad avere quella visione prospettica scevra da condizionamenti che è necessaria. Semmai l'Assessore si serva di bravi tecnici per superare le difficoltà, ma adotti una visione prospettica rivolta verso il bene comune.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, siamo qui in occasione di questo quasi Ferragosto per parlare, per la terza volta, di una nuova Giunta Cappellacci a seguito di una sentenza del Tar che ha messo a nudo, decretandone la decadenza, i limiti di un Esecutivo costituito senza alcuna presenza femminile. Era un limite politico che avevamo a suo tempo denunciato, evidenziato, che avevamo previsto che avrebbe potuto costituire un impedimento all'azione politica della Giunta regionale, e siamo stati facili profeti. Oggi quel limite politico è stato, di fatto, certificato dal Tar. Si è così creato un vuoto che il Presidente ha cercato di superare nei tempi più veloci possibili, dimostrando che non poteva non intervenire.

Certo, poteva essere questa l'occasione per il Presidente, per il centrodestra, di costruire il rilancio dell'attività della Giunta regionale, di costruire il rinnovamento, di costruire anche un nuovo rapporto tra la comunità sarda e il suo Governo, tra il governo della comunità sarda e l'economia della nostra Isola che sta vivendo una delle congiunture più difficili e delicate, per superare, quindi, i limiti evidenti che fino ad ora hanno contraddistinto l'operare delle giunte che si sono susseguite.

Una domanda: "Possiamo dire che è stato raggiunto l'obiettivo?" Io credo di no, penso di poter dire di no e ne sono la riprova le violente polemiche che si sono sviluppate in questi giorni all'interno del centrodestra e, in particolare, nel partito di maggioranza relativa. Certo, le responsabilità di questa Giunta e le responsabilità del presidente Cappellacci durante questi primi due anni e mezzo di mandato sono state grandi; sono state grandi e a mio parere difficilmente superabili. Dopo una campagna elettorale giocata principalmente con una subordinazione totale al Governo nazionale e all'attuale Presidente del Consiglio le cui conseguenze sono state quelle di un operare supino e di un'accettazione costante e continua dei ripetuti soprusi che da parte di questo Governo ci sono stati nei confronti della nostra Regione, questi limiti sono difficili da superare. E sono difficili da superare anche nel momento in cui il presidente Cappellacci annuncia di voler abbandonare il partito che ritiene, e riteniamo anche noi, essere il principale responsabile dei disastri della nostra economia. Non è stracciando una tessera che si possono risolvere i problemi e non è neanche richiamando alla guerra dopo un periodo di assoluta inattività che si può rilanciare entusiasmo attorno all'opera del Governo regionale.

Oggi si riparte con una presenza in Giunta di tre donne Assessore, alle quali io rivolgo i miei auguri, e spero anche nell'interesse della Sardegna che operino nel migliore dei modi. Credo però che non ci siano le condizioni perché la guida del Governo regionale cambi in positivo, le responsabilità e i limiti dell'azione finora perseguita sono talmente tante che superarle sarà quanto mai difficile ed oneroso.

Troppo alti sono i prezzi che la società sarda ha pagato a partire dal più che dimezzamento dei fondi FAS che sono stati messi a disposizione della nostra Regione. Per non parlare di una vertenza entrate che era stata chiusa anni fa, riaperta col consenso di questo Governo e mai definitivamente chiusa da questa Giunta, con perdite finanziarie per la nostra Regione di cui stiamo già iniziando a sentire le conseguenze. Per non parlare, inoltre di una sanità che è divenuta un campo di battaglia tra i partiti di governo della Regione, le cui vere esigenze sono state assolutamente ignorate, la cui riforma è stata fatta con un emendamento ad una finanziaria nei primi mesi di operatività di questa Giunta. Il risultato è che rispetto a quanto si diceva allora (che bisognava fare quella scelta per diminuire le file delle prenotazioni) la situazione attuale è assolutamente disastrosa. Il popolo sardo non può non vedere quanto sia pesante l'eredità che questa nuova Giunta acqyususce da quella che è stata appena sciolta dalla sentenza del TAR.

Noi seguiremo con attenzione il lavoro della maggioranza e della Giunta, saremo attenti affinché il disastro verso cui ci hanno spinto in questo periodo non ci faccia affondare del tutto. Credo che la cosa migliore sarebbe stata che il Presidente della Giunta regionale avesse rassegnato le dimissioni, era la cosa più giusta da fare non nell'interesse di questo Consiglio, nell'interesse della Regione Sardegna che riteniamo sia mal governata e trascinata verso il baratro dal non governo di questa maggioranza. Questo non è accaduto, però io confido che non tarderà ad arrivare come scelta unica di un partito di maggioranza relativa e di una maggioranza nel suo complesso che si dimostra sempre di più incapace di affrontare i problemi reali dell'isola e a individuare una strada per poter uscire da questa congiuntura e per ridare al nostro popolo una speranza verso un futuro che non sia quello che ha vissuto in questi ultimi due anni. Due anni durante i quali sono aumentati i disoccupati, i senza casa, gli ammalati che non trovano assistenza, durante i quali sono peggiorate le condizioni di vita dell'intera popolazione.

Io, presidente Cappellacci, mi auguro da una parte che la sua Giunta operi bene nell'interesse della Sardegna e però sono anche consapevole che da questa coalizione di centrodestra, da questa Giunta regionale e da lei stesso Presidente noi non possiamo più sperare niente e neanche il popolo sardo può più sperare e attendere. Nel rivolgere infine comunque gli auguri di buon lavoro a tutta la Giunta e allo stesso Presidente, diamoci appuntamento alle prossime scadenze quando saremo puntuali e attenti a rilevare le manchevolezze del vostro operare nella Giunta regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, io voglio iniziare con gli auguri alla nuova Giunta. Nel mio intervento spiegherò le criticità, i motivi per cui questo nuovo Esecutivo non mi convince ma credo che, da sardo, non possa che auspicare che chi svolge l'alta funzione di far parte di un governo possa magari anche stupirci, andare al di là delle nostre aspettative, e quindi non posso che augurare buon lavoro ai colleghi che sono passati da questi banchi ai banchi della Giunta. Io penso che magari potranno anche portare la testimonianza della volontà che abbiamo di dare un senso a questa legislatura, che è una legislatura che però un senso non ha avuto. Credo che questa responsabilità i nuovi Assessori ce l'abbiano, io gli auguro di riuscire perlomeno a interpretarle.

Presidente, io ho provato un po' ad analizzare il suo schema di gioco da Presidente della Regione. Questo è un periodo in cui le squadre di calcio sono in campagna acquisti, cambiano i giocatori e noi ci chiediamo quale sarà il suo schema di gioco anche guardando a quello che ha fatto in passato.

Lei, Presidente, mi ricorda un allenatore del passato, Fulvio Bernardini, commissario tecnico della Nazionale tra Valcareggi e Bearzot, la cui caratteristica era quella di non riuscire a formare la squadra giusta: convocò decine e decine di giocatori senza mai "quagliare" e alla fine, proprio alla vigilia dei mondiali in Argentina fu cacciato ignominiosamente perché, a furia di convocare i giocatori e non quadrare mai il cerchio, i vertici federali decisero che non era la persona giusta al posto giusto. Dapprima per un periodo venne affiancato da Bearzot e poi Bearzot proseguì da solo per l'avventura in Argentina dove l'Italia inaugurò quel ciclo che la vide nei quattro anni successivi diventare campione del mondo.

Io la vedo un po' come Bernardini, presidente Cappellacci: lei cerca un ruolo, cerca di dare uno schema, cerca di dare un'impronta alla sua Giunta e deve darci atto che noi abbiamo anche cercato di aiutarla in molte circostanze, votando ordini del giorno, aprendole credito, però continua a lanciare proclami, a suscitare qualche illusione, e alla fine siamo sempre alle solite. Lei è arrivato a nominare trentuno Assessori in trenta mesi, e ogni volta questo rimpasto si è rivelato foriero di qualcosa di nuovo che stava per succedere. Io mi ricordo, a gennaio, quando qualcuno dei nostri le chiese: "Ma scusi, che bisogno c'era di cambiare questi Assessori, che cos'è successo?", e lei rispose: "Ma c'è la crisi, devo adeguare la squadra alla crisi". Poi quella squadra si rivelò insufficiente e dopo alcuni mesi, a seguito di un ulteriore "rimpasto" in Giunta, così si giustificò: "Ho bisogno di guerrieri. Ho bisogno di cambiare squadra. Ho bisogno di una nuova formazione, questa finalmente è la mia Giunta. Mi libero da pastoie, lacci e laccioli. Me ne assumo la responsabilità. Restituisco la tessera".

Lei sa bene, Presidente, che questi proclami, questi annunci durano fintanto che poi non producono atti concreti, sennò si ritorcono contro chi li pronuncia, dando vita ad un circolo vizioso dove si è costretti a far seguire annunci ad altri annunci, rimpasti ad altri rimpasti, sempre cercando motivi e ragioni e giustificazioni per un'azione di governo che non riesce a decollare. Io credo che i primi a ricordarglielo saranno i suoi compagni di partito. Oggi ci sono stati alcuni interventi un po' "telecomandati" di solidarietà, di simpatia, come quello dell'onorevole Sanjust. Lo capisco, è anche doveroso da parte dell'onorevole Sanjust, che dimentica il difficile ruolo di un'opposizione che si trova spesso a fare opposizione al nulla. Io molto spesso mi sono ritrovato a discutere col mio Capogruppo e ad esprimere il mio disaccordo sul fatto che non dovremmo presentare mozioni, non dovremmo presentarle più, così il vuoto politico della vostra amministrazione regionale, la vostra incapacità di portare in Aula progetti di riforma complessivi verrebbe a nudo.

Noi purtroppo, a volte, con la nostra voglia di fare qualcosa, con la nostra frustrazione, con la voglia di contribuire, tendiamo a coprire il vuoto, il silenzio, la vacuità della vostra azione di governo, e in qualche modo vi agevoliamo il compito anche con le nostre mozioni, anche con discussioni interminabili in quest'Aula che in qualche modo non mettono sufficientemente in evidenza la pochezza della vostra azione di governo.

Presidente Cappellacci, lei ci darà atto che di grandi riforme, dalla pubblica amministrazione, dalla sanità, all'istruzione, non ne abbiamo viste in quest'Aula. La "cifra riformista" della sua Giunta è una cifra riformista che lascia alquanto a desiderare. C'è uno scollamento evidente tra l'azione della Giunta che tenta con qualche delibera, con la programmazione di qualche fondo europeo, in qualche modo di sopravvivere da sola, e quella di un Consiglio senza guida, senza indirizzo, dove ognuno cerca di arrangiarsi come può, e all'interno di leggi ormai omnibus (com'è stata la legge sul personale, com'è stato il collegato alla finanziaria) caricare un po' di "mercanzia" (mercanzia più o meno lodevole, ma comunque mercanzia) con la quale ognuno cerca di dare un senso alla propria presenza in quest'Aula.

Allora lei ha una possibilità adesso, Presidente, se non altro ha superato il suo personale Rubicone, ha provato a tagliare il cordone ombelicale, ha provato in qualche modo a far dimenticare quel vulnus che l'ha segnata fin dalla sua campagna elettorale, quando (ma non glielo ricordo io, gliel'ha ricordato il coordinatore del suo ex partito, Nizzi) veniva portato in giro per la Sardegna dal Presidente del Consiglio dei ministri, che teneva comizi al suo posto, che metteva il suo nome nel simbolo elettorale del Popolo della Libertà, e che alla fine di questi comizi, quando proprio non poteva fare a meno di farla parlare, diceva: "Dai, Ugo, sbrigati, dì due cose che ce ne andiamo a cena".

Quella è la natura della sua elezione, e io capisco che lei voglia tagliare quel cordone ombelicale, io capisco che lei voglia superare quel vulnus, e questo le fa onore. Io personalmente simpatizzo per il suo tentativo, ma lei deve capire che ci sarà sempre qualcuno che glielo ricorderà, e chi glielo ricorderà di più non sarà chi siede nei banchi dell'opposizione, ma saranno i suoi ex compagni di partito, saranno gli esponenti della sua maggioranza. Non lo farà oggi l'onorevole Diana, perché oggi l'onorevole Diana tace - ed è uno di quei casi in cui il silenzio fa più rumore delle parole - come tace l'onorevole Contu, come tace l'onorevole Pittalis; tacciono, e se non tacciono ascolteremo con attenzione come sempre, saremo felici di farlo. I suoi ex compagni di partito le ricorderanno che lei, a dicembre del 2008 era poco più di un Carneade della politica, e che è stato lanciato su questa scena da un copione scritto da altri.

Io personalmente ritengo che le faccia onore questa voglia di riscatto, questa voglia di cambiare registro, questa voglia di tornare padrone del suo destino, questa voglia di lasciare un personale segno, nonostante quell'amicizia, che lei stesso ha ricordato, che legava la sua famiglia a quella del premier Berlusconi, ma questa voglia, se non produrrà effetti sarà un altro ritornello, un'altra promessa che si sommerà alle altre e dovrà addurre altre giustificazioni per spiegare ai sardi i motivi dell'inerzia della sua azione di governo, della lentezza, della incapacità di produrre riforme organiche, della incapacità di prospettare una visione, un progetto complessivo ad una Sardegna che soffre.

Anche oggi le sono stati ricordati gli indicatori della crisi: dal lavoro ai giovani, al turismo che non arriva e che soffre una carenza di programmazione profondissima. Allora io, Presidente, mi auguro che lei voglia dare sostanza alle parole, che mandi avanti quel conflitto di attribuzione con lo Stato in materia di entrate, che il ricorso all'Unione Europea lo presenti e lo porti avanti con i Commissari garanti della concorrenza e dei trasporti. Io mi auguro che questa diventi anche la sua legislatura, dove noi finalmente capiremo se questo Presidente, questa Giunta, questa maggioranza, sono capaci di stare in piedi sulle proprie gambe, di fare qualcosa di buono per la Sardegna, o se questo è uno spartito…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, ho deciso di rinunciare a pronunciare il mio intervento perché non mi sembrava corretto l'ordine in cui è stato proposto, e comunque sia la bassezza di alcuni ragionamenti non mi invitano certamente a contribuire, considerata la situazione di crisi che la Sardegna vive oggi, a quello che non mi pare essere un dibattito sereno e di alto profilo.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, l'ordine è quello giusto, e come lei ben sa l'articolo 77 del Regolamento consente ai consiglieri di scambiarsi il turno, come sempre è avvenuto.

E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Ma, io non capisco l'intervento dell'onorevole Dedoni, molto probabilmente è abituato a livelli più alti di dibattito, e quindi non abbiamo potuto sentire il suo intervento…

DEDONI (Riformatori Sardi). Elevalo tu allora!

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, lei ha rinunciato a parlare. Grazie.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Forse la contentezza del consigliere Dedoni è troppa e non riesce a trattenersi.

Signor Presidente, le è già stato detto, voglio ripetermi anch'io, che la situazione economica e sociale che attraversa la nostra Isola avrebbe richiesto un dibattito molto diverso, con argomenti diversi, magari per cercare tutti assieme di capire come arginare e magari anche come risolvere una crisi di gravità sino ad oggi mai conosciuta nella nostra Isola. Di questo non se ne parla oggi, a dire la verità non ne avete voluto parlare neanche in altre occasioni, e neanche in questi 2 anni e mezzo durante i quali avete governato la nostra Isola. Oggi, Presidente, suo malgrado, dopo la sentenza del Tar ha dovuto procedere all'ennesimo rimpasto della sua Giunta. Sarebbe stata sicuramente un'ottima occasione per costruire finalmente una squadra in grado di affrontare le emergenze della Sardegna, invece, ancora una volta, gli equilibri interni al suo partito, al P.d.L., e ad alcuni partiti della sua maggioranza, l'hanno costretta a presentare una Giunta ancora provvisoria, una Giunta che con il rimpasto di oggi ha visto avvicendarsi 30 assessori. Probabilmente - l'ho detto anche l'altra volta - esiste un accordo non scritto che prevede che tutti i consiglieri di maggioranza debbano avvicendarsi nel ruolo di Assessori.

Presidente, lei non solo non costruisce una Giunta all'altezza della situazione ma effettua alcuni spostamenti all'interno della sua Giunta che appaiano a nostro avviso incomprensibili. Mi piacerebbe sapere e ci piacerebbe sapere (e mi auguro che nella conclusione lei ci informi di questi spostamenti e delle motivazioni) per quale motivo, per esempio, l'Assessore Liori, dopo due anni e mezzo di lavoro all'Assessorato della sanità, viene spostato all'Assessorato del lavoro. Ha così ben operato in questi due anni e mezzo che ormai la sua presenza in un assessorato così importante è ritenuta non necessaria? Oppure in questi due anni l'Assessore Liori ha effettuato una gestione fallimentare e per questo motivo viene spostato in un altro assessorato così delicato com'è l'Assessorato del lavoro?

Perché l'Assessore Cherchi quando stava riuscendo a prendere in mano un assessorato così importante per la Sardegna viene spostato all'assessorato dell'agricoltura, in sostituzione del collega Mariano Contu sostituito solo dopo 5 mesi di lavoro battendo forse ogni record possibile? Mi chiedo e le chiedo se ha sbagliato 5 mesi fa quando fece dimettere l'onorevole Contu da Presidente della Commissione agricoltura per nominarlo alla guida di un assessorato come quello dell'agricoltura oppure sta sbagliando oggi? La mia risposta è che ha sbagliato ieri e continua a sbagliare oggi perché quell'assessorato in modo particolare richiede risposte forti ed urgenti e all'altezza della drammaticità della situazione che il settore oggi attraversa.

Anch'io voglio approfittare dell'occasione per rivolgere gli auguri alle colleghe Alessandra Zedda e Simona De Francisci, un augurio di buon lavoro, credo ne abbiano bisogno. Mi auguro che il fatto di essere donne le porti ad affrontare con forza problemi di così grande rilevanza. Non appena scadranno i 20 giorni dalle sue dimissioni da sindaco di Oristano ha inoltre deciso di nominare Assessore anche la dottoressa Nonnis. L'ex sindaco di Oristano sarà sicuramente felice, dopo non essere riuscita a portarla ad Oristano a discutere dei problemi di quella città e di quella provincia, di averla al suo fianco tutti i giorni.

Il cittadino elettore oggi è sempre più demoralizzato, sempre più distaccato dalla politica e credo che atti come questo che lei ha compiuto contribuiscono ad allargare questo divario. Nominare un sindaco di Oristano come Assessore regionale, farla scappare dalle sue responsabilità (perché era stata eletta direttamente dai cittadini di Oristano alla guida della città) per problemi interni alla sua maggioranza ha condotto la città di Oristano in una situazione che difficilmente potrà superare. Lei premia la dottoressa Nonnis affidandole l'incarico di assessore dei Lavori Pubblici, l'ha presentata come una guerriera, ed è stata talmente guerriera che è riuscita persino a dimezzare il suo Gruppo consiliare. L'ha nominata, tra l'altro, in un assessorato (quello dei lavori pubblici) di cui lei non si è mai occupata se non indirettamente come sindaco. Peraltro, se dovessimo esaminare attentamente gli interventi effettuati nel settore dei lavori pubblici ci accorgeremmo che quello è il settore dove, più che in altri, l'amministrazione di centrodestra, guidata da Angela Nonnis, ha fallito! Ecco perché io credo che ancora una volta i cittadini elettori, i cittadini sardi non possano che rimanere delusi da questo comportamento.

Io mi permetto, Signor Presidente, di rivolgerle un auspicio: lei fra 18-20 giorni, su proposta dell'Assessore degli enti locali dovrà nominare il commissario che dovrà accompagnare il Comune di Oristano alle prossime elezioni amministrative; mi auguro che non scelga il commissario che dovrà gestire questa fase di ordinaria amministrazione come ha fatto in passato, come magari ha fatto con la città di Olbia; mi auguro che scelga il commissario per la città di Oristano in base alle competenze e alle esperienze amministrative per dare, almeno in questa fase, alla città di Oristano una guida sicura.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue ANTONIO SOLINAS). Per quanto riguarda il Partito Democratico, ma credo di poter dire tutto il centrosinistra, noi le confermiamo ancor una volta, come abbiamo fatto fino ad oggi,che quando si tratta di affrontare i problemi che interessano tutti i sardi e che interessano la Sardegna noi saremo dalla sua parte. Noi non abbiamo mai fatto scelte di collaborazione, come il collega Sanjust ha accusato nel suo intervento, per tutelare interessi di parte o interessi dei singoli. Noi quando abbiamo fatto scelte di collaborazione e abbiamo cercato di lavorare insieme a voi lo abbiamo fatto solo ed esclusivamente per agevolare i sardi, per il bene della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, se non fosse stato per il ricorso al Tar sulle "quote rosa", quindi per il ripristino delle rappresentanze di genere, probabilmente oggi non saremmo qui. Il Gruppo consiliare dell'Italia dei Valori si farà però carico, assumendosi le sue responsabilità, che questo possa avvenire anche in tutti gli altri enti della Regione Sardegna, province comprese, perché (com'è ben noto) in moltissimi di questi enti non risultano rappresentate a dovere le donne.

Parto con gli auguri ai nuovi assessori per la simpatia personale che mi lega a Simona De Francisci e ad Alessandra Zedda in particolare, credo che abbiano molto bisogno di auguri perché i ruoli che andranno a ricoprire saranno sicuramente di grandissima responsabilità. Porgo gli auguri in particolar modo all'Assessore Cherchi perché oggi l'agricoltura è un settore che fa accapponare la pelle, perché ci sono troppi problemi irrisolti, ci sono troppe tensioni nel mondo agro-pastorale, soprattutto credo che sia arrivato il momento indifferibile di dare risposte congrue a esigenze ormai impellenti.

La sanità. Simona De Francisci oggi ha esordito bene se è vero quello che riportavano le note dei media sul decreto attuativo sull'abbattimento delle liste d'attesa. Sappiamo che nella finanziaria di quest'anno furono affrontati due problemi importanti. Il primo riguardava appunto lo stanziamento di 26 milioni di euro, se non erro, per ridurre l'eccessiva durata (spesso anche di molti mesi) delle liste d'attesa per l'esecuzione degli esami non sono diagnostici. Credo che se riusciremo in qualche maniera ad incidere su questo problema renderemo un grande servizio ai cittadini sardi.

Il secondo problema importante affrontato in quella finanziaria riguardava i famosi i cantieri verdi che io non dimentico. Ve lo voglio ricordare perché anche questo è un aspetto importante che riguarda i piccoli centri, soprattutto dell'interno, quei centri che hanno avuto un decremento occupazionale importantissimo e per i quali si era raggiunto l'accordo con un emendamento di sintesi, credo votato anche dalle opposizioni, che prevedeva che in tutti quei comuni in cui ci fosse stato questo tipo di decremento occupazionale si sarebbe intervenuti con la costituzione dei cantieri verdi. Sono però passati otto mesi e ancora non si è visto niente. Io chiedo con forza a questa Giunta che si attivi immediatamente perché si possa partire.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Sono stati deliberati, sei fuori tempo massimo.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Grazie Assessore, allora la delibera è criptata perché non l'abbiamo vista. Se l'ha fatto la ringrazio. Quel famoso buco della ciambella sarda, che diventa sempre più ampio, deve essere messo in condizioni di non aumentare ulteriormente; e questo credo che possa essere un intervento importante. Io peraltro ammiro l'ottimismo e la volontà del presidente Cappellacci, spero che non sia poi contrastato dal pessimismo della ragione e dei fatti che si susseguono giorno dopo giorno.

Un altro provvedimento che ritengo indifferibile è la nomina dei vertici degli enti strumentali più importanti della Regione Sardegna. Mi risulta che l'Ente Foreste della Sardegna ancora non abbia un presidente, da quando purtroppo è deceduto l'ultimo, il dottor Farina, e credo che sia assolutamente indifferibile la nomina di un nuovo presidente, anche perché il facente funzioni, dai dati che noi abbiamo e dalle risultanze di cui siamo a conoscenza, non mi risulta sia titolato per poter ricoprire quel ruolo. E non vorremmo che gli atti che sono stati assunti all'interno del Consiglio d'amministrazione dell'ente foreste possano incorrere nelle censure della corte dei conti.

Finisco qui il mio intervento, non voglio ripetere quello che hanno già detto i colleghi, credo che abbiamo bisogno davvero di un colpo di reni da parte del Presidente della Giunta e di questa Giunta regionale affinché la partita non possa concludersi in anticipo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Signor Presidente, lei è stato obbligato, ha dovuto ottemperare ad una sentenza, e quindi in forza di questa sentenza ha provveduto a sostituire alcuni Assessori e ad alternarne altri nei diversi Assessorati. Ma non mi pare che vi sia (almeno non si riesce a cogliere) un serio tentativo di imprimere una vera, decisa svolta, quella che la drammatica situazione in cui ci troviamo richiederebbe. Si alternano di continuo gli Assessori con una frequenza mai vista in passato, tale da non dare loro neppure il tempo di impossessarsi di quelle conoscenze indispensabili per poter operare in modo efficace.

Per sentenza, purtroppo (o meno male) non si impongono le buone linee politiche, non si impongono i validi progetti, e voi purtroppo siete privi di una vostra linea politica chiara, di un valido progetto di sviluppo. Voi purtroppo dimostrate in questa breve esperienza, il fallimento della vostra azione politica, il fallimento che è stato ricordato da tutti gli interventi precedenti, e che è dimostrato, purtroppo, dalla drammaticità della situazione che viviamo, dai numeri, dall'aumento vertiginoso dei disoccupati, dall'assenza ancora una volta dello Stato, di uno Stato che qui c'è sempre stato poco e che appalesa la sua presenza attraverso un sistema di prelievo, attraverso Equitalia.

La presenza più marcata dello Stato, del Governo, l'emanazione, quella più immediatamente percepibile, è Equitalia, che sta mettendo in ginocchio quelle poche aziende (non solo del settore agricolo) che ostinatamente vorrebbero sopravvivere ad una situazione di crisi drammatica. E voi, perché evidentemente mancate di quell'autorevolezza necessaria, non riuscite a far rispettare dal Governo, da quel Governo vostro amico, gli accordi che avrebbero dovuto vedere la Sardegna ripagata dei torti subiti, che avrebbero dovuto restituirci tutte quelle risorse che ci erano state sottratte, e che sono indispensabili per avviare un minimo di sviluppo, di progetto di sviluppo della nostra Isola.

Voi, quindi, siete privi di un progetto vero, serio di sviluppo, siete impegnati unicamente nella ricerca di difficili equilibri correntizzi, voi non vedete i problemi gravi che assillano il popolo sardo, che assillano le nostre genti perché siete disturbati, siete distratti da interessi tutti di partito, da problemi che attanagliano i vostri partiti, la vostra coalizione.

Anch'io mi sento di formulare sinceri auguri ai nuovi Assessori ma anche ai vecchi Assessori, perché credo che ne abbiano bisogno. Però io non vedo quel colpo di reni, quella volontà decisa di imprimere davvero una svolta; perché, per le ragioni che dicevo prima, voi siete limitati in questo sforzo, voi vorreste magari davvero operare in modo efficace ma non riuscite, non ci riuscite perché il Governo col quale dovreste interfacciarvi di continuo non vi riconosce, vi sottovaluta, non avete quell'autorevolezza che sarebbe necessaria in tempi così difficili.

Io credo che sia inflazionato il modo così ricorrente di chiedere le dimissioni. Le dimissioni sono un istituto poco praticato, in Italia soprattutto, per cui non credo che voi vi vogliate ricorrere, e quindi tenterete di andare avanti a stento, soffermandovi, e praticando quella sorta di danza del gambero che vi porta ad agitarvi molto, e a fare molto movimento, molti sforzi, senza compiere il minimo passo avanti. Se voi ritenete di essere nella condizione di andare avanti così, io credo che facciate un grave torto non all'opposizione, ma un grave torto, imperdonabile, alla popolazione, alla Regione sarda.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, io porgo i miei auguri alle Assessore neoelette, e lo allargo anche al resto della Giunta, visto che ne ha particolare bisogno. Ovviamente, non posso gioire per il metodo, visto e considerato che l'inserimento delle donne in Giunta è stato possibile solo attraverso delle forzature legali: una vergogna che sicuramente segnerà la storia di questa stagione politica sarda.

Questo tipo di malcostume non colpisce però solo la Giunta regionale, è un malcostume molto diffuso fra tutte le formazioni politiche operanti in Italia e all'interno della stessa nazione sarda, siano esse di destra, di sinistra, di centro o nazionalitarie. Io vorrei far cenno a qualche situazione a ridosso della nostra città, parlo di situazioni geografiche vicine, a 15 chilometri da Cagliari.

Abbiamo il caso di esclusione delle donne nella città di Sinnai, con l'aggravante di avere come unica donna il sindaco, non supportata da altre donne in Giunta. Il Comune di Iglesias brilla per avere solo una donna in Giunta. Il Comune di Gonnesa versa anch'esso nella stessa situazione. Per non parlare della Provincia dell'Ogliastra, e comunque potremmo anche allargarci al Nord Sardegna senza che la musica cambi, ma l'elenco sarebbe troppo lungo. Sarebbe quindi di buon auspicio che tutte le istituzioni applicassero le direttive espresse dalle sentenze del Tar Lazio e del TAR Sardegna, questo per evitare l'umiliazione di dover percorrere vie legali già citate, di cui abbiamo visto anche i risultati.

Per quanto concerne la Giunta Cappellacci, lei Presidente ha dichiarato totalmente al maschile per aggredire meglio i problemi della Sardegna, come se i problemi della Sardegna si risolvessero principalmente con aggressioni muscolari più o meno virili. Di queste aggressioni muscolari che in questi due anni e mezzo…

(Interruzioni)

Senta, Presidente, io smetto di parlare. Per gentilezza è compito suo mantenere l'ordine in quest'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, ha ragione. Vorrei pregare i colleghi, a destra e a sinistra, di essere un po' rispettosi nei confronti di chi interviene.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). No, chiudiamo, rinviamo all'autunno, non cambia la musica, rinviamo. Io mi sono stressata per venire qui, avrei preferito fare vacanza, quindi sono venuta per spirito di dovere, e chiedo che lei si appelli al senso di dovere che ha la gente qua dentro.

Dicevo che di queste aggressioni muscolari, in questi due anni e mezzo, ne abbiamo visto tante, la nostra gente, i pastori, gli agricoltori, il popolo delle partite Iva sta pagando lo strapotere di Equitalia, a cui lei, Presidente, con la Giunta e l'intero Consiglio, se solo volesse, potrebbe almeno parzialmente porre freno, con uno stop che comunque, in questo momento, salverebbe l'economia sarda e il destino di tante imprese, di lavoratori, di disoccupati, di precari, e chi più ne ha più ne metta.

In ogni caso, tornando al discorso delle donne neoelette, delle signore Assessore, oggi non sta a me né ad altri esprimere giudizi su queste nomine. Sarà premura di ognuno di noi, nel momento in cui si assume una responsabilità, operare nel modo migliore possibile, con le competenze e le professionalità che fanno parte del bagaglio culturale e politico di ciascuno di noi. Comunque vorrei anche dire, Presidente, che noto qualche carenza in questa Giunta, a me non sembra assolutamente integra. Quindi provveda, e glielo dico, perché se no noi, in ogni caso, provvederemo a reclamare giustizia.

Tuttavia, come ho ribadito in altre situazioni, il problema delle cosiddette quote rosa non ci deve politicamente distrarre dallo scenario economico e sociale drammatico in cui si trova il popolo sardo. Presidente Cappellacci, le sue Giunte, che hanno visto l'alternarsi di trenta assessori in poco più di due anni, e la sua maggioranza di centrodestra, hanno in modo diligente eseguito gli ordini che il Governo amico di Berlusconi riservava alla Sardegna. Fra questi ordini, Presidente, brilla lo "scippo" e la farsa delle vertenze sulle entrate, per cui le ultime elemosine elargite, che lei vanta come un gran successo, non rappresentano una vittoria di sardi, e ancora meno queste elemosine possono essere definite un sussulto o l'esercizio di sovranità dei sardi in tema di politica fiscale con lo Stato italiano.

Troppe ombre hanno accompagnato gli atti politici e amministrativi delle sue Giunte, Presidente. Basti pensare al problema dell'eolico, con i suoi strascichi giudiziari; questo è un campanello d'allarme sull'infiltrazione mafiosa e camorrista, a cui l'economia sarda è esposta (e non solo quella legata alle costruzioni sulle coste, che purtroppo è infiltrata già da lungo tempo) senza che la politica, assumendosi la giusta responsabilità, abbia denunciato con forza ed espresso la volontà di bloccare questo fenomeno. Da questo punto di vista, la gestione del G8, di Berlusconi, Bertolaso e cricca, è un esempio da manuale su come avvengono scippi e truffe ai danni dei sardi e di tutti i contribuenti italiani, senza che sia stato garantito alcun tipo di controllo da parte della Regione Sardegna.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue ZUNCHEDDU.) A me non interessa tanto che il Governatore abbia restituito la sua tessera al partito, al P.d.L., glielo ho già detto in un'altra occasione, direi che è il caso che si affronti un altro tema forte, e cioè che in Italia siamo di fronte a un commissariamento di fatto del Governo italiano (e nella fattispecie il Governo di centrodestra di Berlusconi) da parte delle autorità monetarie europee, dopo anni e anni di allegra finanza, in cui sono state privilegiate le cricche, gli sperperi e gli amici, con i fondi dello Stato italiano e quindi dei contribuenti, anni in cui è stata negata volutamente in modo colpevole la crisi dell'economia italiana, come se l'Italia fosse un'isola di felice prosperità nel mondo.

Ma oggi, caro Presidente, i nodi arrivano al pettine. Stanno arrivando davvero tutti alla finanziaria di lacrime e sangue, pagata principalmente dai ceti popolari e dalla piccola borghesia, dalla nostra piccola e media impresa, sicuramente non preparata al disastro economico perpetuato da Berlusconi, Tremonti, con l'appoggio di Bossi. E' di queste ore la richiesta di ulteriori sacrifici, che stranamente non toccano rendite e privilegi della casta, compresa quella politica.

Di fronte a questo scenario di disastri e di desertificazione economica e sociale, la Sardegna, in quanto anello succube ai voleri altrui, è chiamata a pagare un conto salato per l'indebolimento e l'indebitamento dello Stato italiano, un indebitamento che non è di certo maturato in Sardegna. Quindi, visti i tagli drastici sui diritti dei sardi (dall'istruzione alla sanità, alla farsa dell'aggiudicazione della Tirrenia) in Italia c'è pericolo reale di crollo istituzionale, che verosimilmente si ripercuoterebbe anche in Sardegna. Di fronte a questa possibilità, una classe politica sarda, che docilmente ha assecondato le scelte scellerate di Berlusconi, l'unica possibilità che avrebbe per non essere stravolta dal crollo e quindi dagli eventi è quella di prendere delle distanze immediate e momentanee da Roma e dall'Italia.

Lei, Presidente, si trova in questa situazione politica, e con lei altre forze politiche che qua in Sardegna sono responsabili di questo disastro. In questa situazione non c'è cosa migliore per aumentare la confusione che proclamarsi difensori dei diritti della Sardegna, perorare la causa dell'identità sarda, parlare di aumenti di quote di sovranità, e in alcuni casi, come ho sentito in quest'Aula, dichiarazioni di indipendenza. Tutti eravamo consapevoli di essere su "Scherzi a parte". La realtà è ben più tragica, noi siamo di fronte a una classe politica "compradora", che pur di continuare a lucrare politicamente ed economicamente sulle ricchezze dei sardi è disponibile persino a cambiare la pelle, e da lupo italiano diventare agnello sardo il passo è breve.

Ma i sardi non cadranno in questa trappola trasformista, caro Presidente. I pastori sono parte della genia dei sardi, quindi la Sardegna è una nazione ricca di risorse, di donne e uomini intelligenti, e paradossalmente la Sardegna è considerata povera, perché come l'Africa è ricca di risorse economiche ma non è libera. Oggi, la Sardegna non è libera né indipendente, né economicamente e ancor meno politicamente mentre potrebbe esserlo. Questo tipo di trasformismo…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, prima di entrare nel merito dell'intervento, le volevo chiedere una cortesia, se mi può informare, urgentemente, se il presidente Cappellacci ha un problema, cioè quello di guardare in faccia i consiglieri quando parlano. Infatti, puntualmente, quando viene richiamato esce fuori. Questo è sintomatico del momento storico che stiamo vivendo. Io ho difficoltà, in questo momento, a parlare in assenza del Presidente, che è l'unica persona, per me, legittimata ad interloquire.

Nella sua lettura, presidente Lombardo, lei ha citato il decreto che il Presidente della Regione ha sottoscritto per la nomina della Giunta. Ora quel decreto per me è nullo, perché viola l'articolo 39 del nostro Statuto, laddove stabilisce che né il Presidente, né nessun Assessore può ricoprire altro ufficio pubblico. In questo momento, un designato Assessore è Sindaco di una città, peraltro Capoluogo di provincia, e quindi quell'atto è nullo perché viola lo Statuto. Io voglio che questa mia dichiarazione resti agli atti, perché bisogna rispettare il nostro Statuto. Il nostro Presidente, non solo ha posto in essere un atto illegittimo, che rende nulla la nomina della Giunta, ma per di più ha indotto un Sindaco in carica a mandare in crisi un'Amministrazione.

(Interruzione del consigliere Dedoni)

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Per me questa è una questione dirimente, guardatevi bene le leggi e rispettatele e rispettate soprattutto lo Statuto. Io questo aspetto lo approfondirò e proporrò ai colleghi di comportarsi di conseguenza perché le leggi si rispettano, non si aggirano. Quindi attenzione a quello che deliberate.

Però, il ragionamento che mi pare più sintomatico è il ragionamento del collega Sanjust, che è stato un ragionamento pacato, ma nei suoi punti centrali emblematico dell'atteggiamento difensivo: "voi dell'opposizione, voi giornalisti". Ma che bisogno avete di cercare noi, di invocare l'adeguatezza dell'opposizione quando è in gioco nel giudizio pubblico l'adeguatezza di chi governa? Ma stiamo scherzando? Dovrebbe essere così.

Vi racconto un fatto per il quale provo ancora i brividi. Alcuni giorni fa, una persona qualificata ha detto che si stava verificando un certo fenomeno e sono andato a verificare, e ho constatato che è vero. Ci sono persone che si recano la mattina presto ai panifici per comprare il pane del giorno prima. C'è gente che ha ripreso quest'abitudine, mentre noi ci rapportiamo ad una realtà virtuale. Il giudizio che noi dobbiamo dare della nostra condizione, sociale e istituzionale, va espresso in ragione di questa indignazione che dovremmo provare di fronte a questi ritorni storici, che fanno venire i brividi. Ecco perché la nostra mozione pone il problema di fronte a questi scenari drammatici, silenziosi ancora, ma da crepuscolo economico.

La risposta dell'"architetto" Cappellacci è adeguata? O siamo lontani? Perché c'è stata anche questa felice uscita: "ma no, ma perché cercate la competenza, in fondo gli Assessori devono dare indirizzi". Ma stiamo scherzando? Voi volete far riaccreditare la credibilità della politica con queste panzane? Con queste concezioni fuori dalla logica? Io sono preoccupato per i colleghi perché, badate, sarà quello che sarà, però chi vi ha nominato in questa Giunta in questo momento storico, in questo modo e con questa situazione politica (che è rappresentata dall'uscita del Presidente, che non vuole ascoltare perché ha problemi, ha problemi a guardare in faccia noi, immaginate se non ha problemi a guardare in faccia la realtà della Sardegna) nominandovi in questo momento non vi ha fatto nessun favore. Questa è la realtà.

(Interruzione del consigliere Stochino)

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E non passi l'idea in nessuno, da quella parte e da questa parte, che la cosa più morale che ciascuno di noi possa pensare sia quella che sta lasciando ogni secondo che passa fuori da quest'Aula. Io non lo so se tutti abbiamo le stesse percezioni, se sia importante farsi amico l'Assessore nuovo per le future politiche. Quali politiche? Con quali soldi? La sommatoria di questo giro di boa di questa legislatura non è l'elezione o la nomina di tre donne nella Giunta. Fosse questo! No, è la linea ulteriore di sommatoria che si colma in un momento nel quale è lampante che il nostro Presidente ha provocato talmente lo Stato, attraverso alla sua inefficienza di governo, da indurre ad aprire (non noi verso lo Stato, ma lo Stato verso di noi) il conflitto di attribuzioni per cancellare la specialità. Questa è la condizione nella quale ci troviamo.

E l'appuntamento che vi do, cari colleghi della Giunta, è a quando cominceremo a discutere del bilancio, perché lì si riderà. E li denunceremo anche la superficialità di questo momento. E poi ci sono un sacco di prosopopee. Ma insomma, il collega Liori ha fatto bene l'Assessore della sanità? E allora lasciatelo alla sanità! No, lo mandano al lavoro; ergo: non ha fatto bene l'Assessore della sanità. Oppure c'è un'architettura che io non comprendo. Il Sindaco di Oristano ha fatto bene il Sindaco di Oristano? Cappellacci è andato a Oristano a vedere la situazione? Si è fatto raccontare che non c'è un marciapiede dove si può camminare? Che ci sono le strade che sembrano quelle bosniache bombardate? Avremo la garanzia che quel miliardo di opere pubbliche sarà appaltato in tempi record? Può essere. Ma chi gliel'ha raccontata quella realtà? E' andato lui a verificarla? O gliel'hanno raccontata male?

Collega De Francisci le hanno fatto un favore a dirle che le stanno mettendo in mano una "cosetta" da tre miliardi di euro all'anno, con i problemi che ha? E'sicura che governerà da sola o si creerà una triangolazione con Liori e Oppi? Siamo sicuri che ci sarà una linea diretta della decisione? Non lo so, non lo so! Questi sono i temi di oggi, i temi che gridano nell'acquiescenza di una società che non crede più a nulla di tutta questa politica e che dice che avete ulteriormente sprecato un'occasione per esaltare l'autonomia.

Quando tornerà il Presidente, se tornerà, ditegli che si faccia vedere perché noi abbiamo bisogno di un presidente che guardi in faccia le persone, e guardando in faccia le persone (queste che sono qui dentro) guarderà in faccia anche la realtà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Onorevole Sanna, io penso che non sia necessario guardarsi in faccia soprattutto quando all'indirizzo del presidente Cappellacci vengono riversati vagoni di insulti e di improperi un giorno sì e l'altro pure da parte di una opposizione dalla quale mi sarei aspettato (lo dico senza riserve) una iniziativa forse più responsabile su un tema, come quello sollevato dalla sentenza del TAR. Quando è stata preannunciata la proposizione di una mozione sull'argomento, infatti, ho accolto con favore il fatto che si potesse discutere politicamente sul problema delle pari opportunità. La mozione, invece, si preoccupa solo di ricordarci i diversi avvicendamenti di assessori in Giunta come se la sua parte politica, onorevole Gian Valerio Sanna, fosse sempre stata immune dal partecipare a simili avvicendamenti.

Ci si dice: non dobbiamo guardare al passato, non si deve ricordare il Palomba uno, il Palomba due, il Palomba tre, il Palomba quattro, il Palomba cinque, il Palomba sei! Non si devono ricordare, onorevole Gian Valerio Sanna, nemmeno le sostituzioni assunte in contesti drammatici di Assessori dell'allora Giunta Soru? Nemmeno le sostituzioni di alcuni Assessori donne mandate a casa senza tanti complimenti? Ha un senso allora che noi continuiamo oggi a discutere su un aspetto che può essere nobile e davvero interessante riversando sul presidente Cappellacci solo un insieme di fantomatiche accuse senza dare risalto e rilievo ad un aspetto importante, e cioè che il presidente Cappellacci non si è costituito personalmente in quel contenzioso che ha annullato i decreti di nomina degli Assessori e ha dato subito immediata esecuzione alle pronunce del TAR dimostrando di essere rispettoso della legge e delle sentenze dei giudici italiani? Pur nella difficoltà del momento, pur nelle difficoltà interne a questa maggioranza - perché nessuno le nasconde - ha dato immediata attuazione alle sentenze inserendo delle donne nell'Esecutivo.

Mi sarei aspettato dall'onorevole Barracciu - che non vedo seduta oggi nei banchi dell'opposizione - quantomeno una parola positiva per questo atto che non è un semplice atto amministrativo ma un atto che ha una precisa valenza politica. L'inserimento di due consiglieri regionali donne non ha necessità di essere accompagnata da alcuna motivazione! E' assurdo chiedere al Presidente di dare la giustificazione, di far conoscere le motivazioni in ordine alla soluzione e all'adeguatezza della soluzione! Ma c'è qualcuno che si può ergere a giudice per dare giudizi all'onorevole De Francisci o all'onorevole Zedda sull'adeguatezza? E mi pare che 80 consiglieri eletti direttamente dal popolo sardo - cosa che spesso voi vi dimenticate - forse una rilevanza e una importanza ce l'hanno.

Noi non abbiamo mai posto nessun problema in ordine alle motivazioni o all'adeguatezza degli Assessori che erano stati nominati anche nella precedente legislatura. Ma perché, la scelta dell'assessore Rau, dell'assessore Depau, dell'assessore Dirindin che avete scomodato dalla Penisola (non ricordo per la verità le altre perché evidentemente non hanno fatto storia) p stata a sua volta motivata? Il giudizio, badate, anche sull'operato di quelle donne Assessori, l'hanno espresso gli elettori. E allora, se vogliamo davvero riportare questo dibattito ad un minimo di serietà e a livello di un sereno confronto politico, possiamo anche legittimamente avere opinioni diverse sulla congruità del numero, sulla composizione (tutto quello che volete perché è nella legittima prerogativa delle opposizioni porre anche problemi di questa natura) ma non possiamo aprioristicamente già esprimere giudizi sull'adeguatezza di Assessori consiglieri regionali, soprattutto su chi, come la signora Nonnis, non ha ancora neppure assunto le funzioni.

Date tempo, colleghi dell'opposizione, date tempo! Poi compilerete la pagella, direte se sono state brave o non brave, ma date tempo di poter assumere la funzione e poi potrete esprimere un giudizio forse meno pregiudiziale, senza preconcetti sul loro effettivo operato. Vedremo se l'assessore Zedda chiuderà più vertenze di quante non ne abbia chiuso l'assessore Rau, poi sarà facile vedere se l'assessore De Francisci farà quello che ha fatto la Dirindin, meglio, peggio, ci sarà un momento anche di sereno e leale confronto su questi aspetti. Se voi ponete il problema in questi termini, cari colleghi dell'opposizione, penso che davvero stiamo sprecando ancora una volta una seduta di questo Consiglio.

E allora ha ragione l'onorevole Gian Valerio Sanna: forse dovremmo occuparci non di questioni di lana caprina (come pare emerga da questo dibattito assolutamente inutile e improduttivo) ma del problema di quelli che non riescono davvero ad arrivare a fine mese. Forse, se il contributo fosse venuto su qualche ipotesi concreta per decidere cosa fare e come occuparci anche sotto Ferragosto di qualche problema e di qualche emergenza che riguarda le problematiche del disagio sociale, dei problemi correlati alle politiche di sviluppo e di crescita della nostra Regione, avremmo reso utile e produttivo questo dibattito.

Voi applicate, come ha fatto l'onorevole Bruno, il sillogismo "Nonnis ha fallito ad Oristano, Nonnis è stata premiata qui, quindi Nonnis fallirà anche qui". Se questo sillogismo fosse giusto, onorevole Bruno, io penso che colleghi del suo gruppo forse oggi non potrebbero neppure sedere in questi banchi di quest'Aula, perché di fallimenti ne avete collezionato talmente tanti da farvi diventare rossi. E allora smettiamola con questo modo di confrontarci, che è assolutamente inutile e che non porta a nessun risultato, su questo tema forse ci dovremo ritornare in una serena stagione di rilancio delle riforme, dove dovremo prevedere giustamente anche la possibilità…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io stamattina, leggendo i titoli dei nostri quotidiani, immaginavo una situazione diversa. La nuova Sardegna titola: "Tregua P.d.L., ma è suspance per la Giunta", altri titolano: "Il centrosinistra è pronto alla battaglia". Ora qui non mi sembra che ci sia proprio aria di battaglia, né nessuna difficoltà per la Giunta a seguito di questa mozione. Perché? Me lo chiedevo mentre ascoltavo gli interventi dei colleghi. Perché in quest'Aula, in questo momento, si respira - è tangibile - la paura delle elezioni, la paura di andare a casa.

Vedete - lo dico agli Assessori, lo dico al Presidente - quello che noi ci diciamo fuori da quest'Aula è tutt'altra cosa rispetto a quello che si sente recitare negli interventi (ovviamente mi metto da parte: ciò che dico fuori dico dentro, ciò che dico a Nuoro dico a Cagliari, ed è più difficile dirlo a Cagliari per certi versi) perciò Presidente c'è una totale sfiducia nella Giunta, c'è una totale sfiducia in lei, perlomeno dagli attori di questo grande teatro che è l'Assemblea regionale. Però c'è una costante che ci accomuna: non possiamo andare ad elezioni.

Ma perché non possiamo andare ad elezioni? Non possiamo andare ad elezioni perché perdiamo alcuni privilegi, non perché non sentiamo l'esigenza di mandare a casa questa politica, questa maggioranza, questo Presidente. E' assolutamente incontestabile che in una situazione parlamentare, che non veda il Presidente eletto direttamente dai sardi, questa Giunta e questo Presidente sarebbero già a casa da qualche anno, questo è incontestabile, vero onorevole Floris? Credo che lei mi aiuterà in questo, nell'esplicitare questo principio, così come mi aiuteranno i colleghi più anziani. Però c'è questo presidenzialismo che è arrivato nel 2005, che non ha mostrato il meglio della sua faccia in queste due legislature, per come è stato interpretato il ruolo presidenziale, che però è un dato di fatto.

Veda, onorevole Soru, io non rinnego niente della scorsa legislatura, né coi toni, né con le argomentazioni, e io credo che oggi rivisitando quelle giornate, quegli argomenti e quelle situazioni, ognuno di noi sia cresciuto un po', interpreti meglio, comprende meglio, e perciò io uso gli stessi toni di allora nei confronti del Presidente che ho votato, il che per me è un peso molto maggiore, perché quanto meno lei non l'avevo votata. Invece il presidente Cappellacci l'ho votato, perché io sono una persona che dà credito, che si pone in maniera fiduciosa nei confronti del prossimo e delle idee che propongono, e perché sono rispettoso - anche se posso non condividerli - degli accordi politici, partitici e di coalizione. Quando non ho più condiviso una linea di partito ho lasciato quel partito, in un tempo non sospetto, perdendo ruoli e privilegi; è più difficile passare dalla maggioranza all'opposizione che non viceversa.

Perciò, dicendo che non rinnego niente di tutto quello, mi rivolgo al Presidente che ha questo grande onere: far dimenticare i primi due anni e mezzo. E perché dimenticare? Ma, questo è facile: perché non c'è molto da ricordare! Veda, io contesto quanto ha detto il collega, che pure stimo, Sanjust, un giovane, rispetto a me, un giovane collega che dovrebbe essere d'esempio agli altri giovani colleghi. Voi dovete prendere in mano la situazione, voi dovete reagire, voi non dovete accettare i complotti di palazzo, voi dovete più di altri cercare di dare risposte ai Sardi.

Perché lei non è in Giunta, onorevole Sanjust? Perché non sono in Giunta nuove forze, anche insieme alla collega De Francisci, alla collega Zedda? Io sarò felice di sostenere la collega De Francisci se cancellerà cinque ASL su otto, perché la loro soppressione vale pressapoco quanto il ticket che stiamo approvando. Scelga: o il ticket, o cancellare ruoli non opportuni e non necessari nell'organizzazione sanitaria del nostro territorio. Scelga! Io sarò con lei per discutere, se glielo consentiranno.

Qui la storia è lunga, si sono alternati in quei banchi nel tempo delle comparse, animate da buoni principi di grande volontà, ma i registi di questa Regione, di questo disegno, sono sempre gli stessi, e il presidente Cappellacci si è saputo adeguare, magari anche perché intravvede la possibilità, in un prossimo futuro, di trovare anche un collegio romano per sé nelle nuove formazioni politiche. Sembra che ci sia chi lo guidi in maniera magistrale, anche se io spero che così non sia perché è una persona che stimo molto e non può compiere un errore di questo tipo.

Quindi c'è una grande paura di andare a casa e di elezioni, ma chi è che ha paura? Lei Presidente ha sempre dichiarato di non aver paura, benissimo, metta alla prova il Consiglio. Lei capisce bene che alla prossima finanziaria sarà un disastro. La riforma sanitaria, un disegno di legge già pronto e esitato dalla Commissione perché non entra in Aula? Perché siamo qui a discutere di mozioni, quando abbiamo una riforma già votata, che non approda all'Aula per la discussione? Qual è il motivo? Queste sono le risposte che dobbiamo dare ai sardi. I sardi hanno necessità, come gran parte dei nostri connazionali, come succede in tutto il mondo, di risposte immediate, non di questi teatrini.

Però noi abbiamo un ostacolo, perché non possiamo dare queste risposte con il presidente Cappellacci di cui purtroppo dobbiamo riscontrare l'inadeguatezza, non possiamo andare avanti così. E i colleghi più anziani questo lo sanno molto meglio di me. Allora, smettetela colleghi anziani di governare il presidente Cappellacci, smettetela, lo state consigliando male, non state commettendo azioni alla vostra altezza, potreste avanzare delle proposte, ma non le avanzate, state giocando a Risiko con le "poltroncine".

Badate bene, non mi rivolgo al P.d.L., il P.d.L. oggi è governato dai partiti di centro, è governato dai Riformatori, dai Sardisti, dall'U.D.C., dal UPC dal Movimento per le autonomie, è governato totalmente perché voi non siete in grado di guidare! Sono altri che guidano! Ve ne dovete rendere conto, ribellatevi. Siete voi il futuro della Sardegna, non questa rappresentazione poco nobile della politica sarda!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, io sono un po' stupito dai toni del dibattito, dai toni che usa l'opposizione, la situazione è difficile ma est modus in rebus.

La Nonnis ha fallito! Chi lo dice? Siete un tribunale speciale che può definire i sindaci che hanno fallito e quelli che non hanno fallito? Fatecelo sapere eventualmente. Addirittura qualcuno è arrivato a dirci che la nomina della Nonnis è illegittima e che pertanto tutte le nomine degli assessori potrebbero essere nulle! Questo lo afferma un esponente di una Giunta che si è vista condannare penso in tutti i gradi di giustizia che esistono in Italia, esclusa forse la Sacra Rota e la Giustizia sportiva che, aimè, era impegnata a condannare la Juventus! Tuttavia, detto questo, intervengo brevemente per svolgere a nome del mio partito, alcune brevissime considerazioni.

La prima è che quella che si sta presentando oggi non è la Giunta che avremmo voluto. Per carità, il nostro Segretario regionale ha detto che siamo soddisfatti, soprattutto per la qualità degli assessori che abbiamo espresso noi, non voglio dire che gli altri non abbiano le qualità però la sostanza è che avevamo chiesto una Giunta di più alto profilo, che uscisse fuori dagli schemi politici tradizionali, che rappresentasse davvero le energie e le culture migliori che la Sardegna può mettere in campo in un momento di crisi difficile come quello che stiamo vivendo. Che stiamo vivendo non certo per colpa nostra, non certo per colpa della Giunta Cappellacci perché sembra quasi, a sentire parlare i colleghi dell'opposizione, che fino al 2009 questa fosse la California poi improvvisamente è arrivato Cappellacci, è arrivato il centrodestra ed è successo un disastro. Non è così: prima non c'erano i marziani, c'eravate voi.

Comunque avevamo chiesto uno sforzo di fantasia, la ricerca di nomi di prestigio indiscutibile, anche, eventualmente, con il ricorso ad intelligenze appartenenti ad un campo politico che non è nostro. Per questo avevamo offerto, caro Presidente, il nostro supporto incondizionato, pronti ad accettare e sostenere le sue decisioni indipendentemente dagli assetti di potere e indipendentemente dalla parte che in questi assetti di potere sarebbero spettati a noi. Questa è la ragione per cui la soluzione che lei ha scelto ci lascia perplessi, anche se - e lo dico chiaro e forte alla maggioranza e all'opposizione, in ossequio al patto con cui ci siamo presentati insieme agli elettori del 2009 - lei potrà continuare a contare sul nostro appoggio, sulla nostra lealtà com'è stato finora, forse critici ma leali.

Un discorso a parte merita la sanità, almeno secondo il mio punto di vista, e la scelta dell'assessore De Francisci a guidare quello che forse è il settore più delicato dell'amministrazione regionale, che riguarda sia la salute della gente sia, soprattutto, le casse della Regione e le tasche della gente, visto che impegna più della metà della spesa regionale.

Io sono convinto che comanderà lei, assessore De Francisci, comanderà senza triangoli più o meno amorosi, farà quello che dovrà fare, e sicuramente lo farà in piena e totale onestà. Intanto però voglio rivolgerle, a nome del mio partito, ma se mi consente, Simona, anche con grande affetto e stima personale, i miei auguri più cari. Al di là di quello che dirò adesso, posso assicurarle, Assessore, che potrà contare, nella misura in cui ce lo chiederà, sull'aiuto senza condizioni del nostro partito e mio personale, del Capogruppo Vargiu e di tutti gli altri.

Però, Presidente, noi leggiamo sui giornali di oggi che lei avrebbe avuto anche l'avallo sostanziale dei Riformatori alla nomina della collega de Francisci: mi corre l'obbligo di smentire nella maniera più assoluta! Questa è una ricostruzione fantasiosa e mai il nostro partito ha avallato la nomina della collega De Francisci o di chiunque altro, così come non abbiamo posto veti a nessuno! Questa è una sua scelta Presidente, noi la rispettiamo, ma non ne siamo stati coinvolti in alcun modo e dobbiamo essere chiari, dobbiamo dirle che è chiaro che noi non c'entriamo nulla e che avremmo eventualmente anche operato scelte diverse.

Noi Riformatori in particolare, per non essere ipocriti, avevamo chiesto e avanzato con forza la nostra candidatura per l'Assessorato della sanità, convinti di avere le competenze politiche e tecniche più adeguate a far fronte al gravoso impegno e, nella nostra ingenuità, anche disponibili a fare un sacrificio che pensavamo sarebbe stato di grande utilità soprattutto per la maggioranza e per la Sardegna. Questa richiesta non nasceva e non nasce dal mero desiderio di potere bensì rappresentava lo sviluppo ludico di un percorso che inizia con la campagna elettorale che abbiamo condotto assieme, con la nostra esposizione pubblica nel settore sanitario, prosegue con il contributo di idee che abbiamo dato al programma della coalizione, rafforzato e meglio spiegato nel programma regionale di sviluppo che questo Consiglio ha solennemente approvato alla fine del 2009.

Presidente, dobbiamo dirlo con chiarezza; forse in pochi hanno letto il Piano sanitario regionale di sviluppo, ma quello che abbiamo promesso a voce per iscritto non l'abbiamo realizzato e questo è il rimprovero peggiore, il rimprovero più forte che noi abbiamo mosso all'assessore Liori. Abbiamo offerto per questo la nostra disponibilità a provarci in prima persona; prendiamo atto che lei o la coalizione comunque non la vedono come noi, diciamo con un po' di tristezza che abbiamo avuto la sensazione che sia contato di più che i Riformatori non andassero a guidare la sanità piuttosto che la sanità fosse guidata bene. Prendiamo atto anche dei veti veri o presunti e, come si fa in democrazia, ci arrendiamo alla logica dei numeri e al rispetto delle decisioni che spettano al presidente eletto dal popolo.

Quello a cui non possiamo arrenderci, però, è questa continua deriva verso il basso, verso il baratro economico, e a questo speriamo che si possa mettere fine rapidamente. Lo chiediamo con grandissima determinazione all'assessore De Francisci, ribadendo che potrà contare sul nostro aiuto assoluto, totale e leale, con una dose di pazienza pari alle difficoltà del compito ma che naturalmente non è illimitata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, stiamo affrontando con questo dibattito un momento certamente difficile per la maggioranza, non possiamo definirlo un momento cruciale, perché, rispetto ad un rimpasto di Giunta, di cruciali in questo momento in Sardegna ci sono ben altri problemi. Problemi cruciali tanto da portare il Presidente a rivolgersi a tutti i sardi e a chiedere l'unità dei sardi proprio perché è necessario affrontare i nodi con una durezza che sinora non eravamo riusciti ad esprimere.

Siamo stati richiamati ad una unità e ad una compattezza in un momento che, per la verità, almeno per quanto ci riguarda (ha ragione il collega Capelli) per quanto riguarda questo partito e questo Gruppo, il gruppo del P.d.L., è un momento davvero eccezionale, perché è un momento di crisi in campo nazionale, di consunzione di una leadership e dell'invadenza di una classe dirigente nazionale. Una classe dirigente nazionale che più che dirigente è assenziente e dalla quale derivano i problemi regionali. Noi siamo infatti impreparati ad affrontare i problemi anche in questa Regione perché così si era voluto a Roma.

E vero, siamo come Gruppo e come partito in questo momento deboli, però le emergenze che quest'Isola deve affrontare impongono al Presidente di chiedere l'unità dei sardi. L'unità va ricercata, va chiesta, va concordata con tutti i sardi partendo, step by step, rispettando le varie fasi, e quindi l'unità va prima ricercata all'interno del Gruppo, va prima ricercata all'interno della maggioranza, va poi ricercata all'interno dell'Aula per essere poi estesa all'esterno di quest'Aula. L'unità all'interno del proprio Gruppo e del proprio partito non può essere posta su una fiducia cieca ed assoluta, su una cambiale in bianco, l'unità all'interno di un Gruppo e di un partito nasce dalla partecipazione.

Credo che questo sia l'aspetto più importante, l'aspetto che ancora una volta, in un momento, ripeto, non certo cruciale ma comunque delicato come quello di un rimpasto di Giunta, ancora una volta è mancato. E' mancato il confronto aperto, ampio, chiaro all'interno del Gruppo, all'interno del partito, addirittura si è enfatizzato uno scontro. Certo, siamo ad agosto, i giornali hanno poco da scrivere quindi è necessario sfruttare quello che si ha come notizia, però certamente nessuno ha fatto uno sforzo per mettere la sordina a uno scontro; anzi addirittura questa volta lo scontro per me è sembrato addirittura preparato con la conta preventiva dei buoni e dei cattivi.

E allora io credo che sia difficile davvero, sia difficile per questa maggioranza, per questo gruppo, affrontare questo situazione, perché non ci si è voluti ancora una volta confrontarsi. Io mi chiedo davvero che cosa abbia portato il Presidente della Regione, poche ore prima di decidere i nuovi in ingressi in Giunta, ad ascoltare e riunire solo i consiglieri regionali di Cagliari e Oristano. Forse che quelli di Sassari o di Olbia non sono - per utilizzare una sua frase - ugualmente eletti e non nominati? Qual era la logica di ridurre il confronto all'interno del Gruppo? Alimentare comunque sospetti e polemiche?

Io l'ho detto pubblicamente: ho paura dell'uomo solo al comando, ne ho paura perché l'uomo solo al comando tende ad isolarsi, tende a fidarsi solo della stretta cerchia, di fedelissimi. Mi ricordo una frase felice dell'onorevole Mantovano che, parlando dei pretoriani dell'imperatore, diceva: io diffido dei pretoriani perché i pretoriani o sono i primi a morire o sono quelli che uccidono l'imperatore.

E allora, Presidente, non conti di poter gestire una fase così delicata facendo la conta dei buoni e dei cattivi, non si limiti ad ascoltare quelli che le stanno vicino. Quest'errore l'ha già commesso qualcuno a Roma; cerchi di ascoltare tutti, anche le opposizioni, anche le frasi sgradevoli che vengono pronunciate dalle opposizioni, perché alla base di quelle frasi sgradevoli c'è sicuramente un nostro torto a cui loro possono attaccarsi. Una squadra non si crea con il comando, ma si crea con il consenso interno, con la persuasione attraverso il confronto, con quel confronto - non mi stanco di ripeterlo - che ho chiesto dall'inizio della legislatura e che se ci fosse stato non avrebbe ridotto questo Gruppo, il Gruppo del P.d.L. ad essere diviso, debole, inaffidabile come è stato definito.

Lei, Presidente, sa che anche io non sono fatto attaccato affettivamente a nessun partito (anche perché questo non era il mio partito) però non basta stracciare quella tessera o restituirla perché noi non possiamo stracciarci di dosso la maglia con cui ci siamo presentati ai sardi. Restituendo la tessera ci spogliamo di quello che abbiamo detto in campagna elettorale e del simbolo con cui ci siamo presentati in campagna elettorale, e non si può ignorare che il Gruppo del P.d.L. per numeri e per capacità (e perché è il suo Gruppo, è il suo Gruppo, Presidente, che abbia la tessera o no) è il Gruppo che dovrebbe guidare questa Aula, che dovrebbe essere davvero la sua forza, e può esserla (ne abbiamo discusso varie volte, però forse troppo poche volte) e deve essere espressione della forza di questa maggioranza all'interno del Consiglio e quindi al di fuori del Consiglio.

Se si vuole combattere insieme bisogna che siamo tutti convinti che stiamo facendo una battaglia insieme. E' la differenza tra la falange macedone che aveva un leader ed era imbattibile e l'esercito di Franceschiello, che si chiamava di Franceschiello perché c'era Franceschiello. Siamo stati un gruppo, nonostante tutte le nostre divisioni, anche in momenti difficili, siamo stati gruppo anche quando per quelle che possiamo definire oggi liberamente le sue "distrazioni romane" (lei le ha definite peggio in un'intervista) ci hanno vilipeso tutti, tutti noi del P.d.L.. Eppure nessuno in quell'occasione, nessuno si è discostato, tutti le hanno espresso interna ed esterna, pubblica e privata, fiducia, fiducia in quello che sarebbe stato l'esito di quell'inchiesta.

Quindi se c'è stata questa capacità, anche in un momento che allora era davvero difficile per lei (ma anche per noi perché vestivamo la stessa maglietta) se c'è stata la capacità quella volta di affrontare un grosso, grave problema di immagine e non solo, ebbene perché adesso non si fanno quei banali, dico banali sforzi per riuscire a tenere insieme questo Gruppo e questo partito (perché comunque un Gruppo non può esistere se non c'è anche un contrappeso politico) nell'interesse di quello che lei chiede giustamente, dolorosamente a quest'Aula in quanto Presidente dei sardi?

Io sono il primo - gliel'ho sempre detto - che è disposto ad accordarle tutta la fiducia senza secondi fini. Non chiedo né ricandidatura né Assessorati né prebende di nessun genere, chiedo di uscire, quando finirà questa legislatura, con dignità, avendo dimostrato a me stesso e ai sardi di aver svolto il mio compito con il massimo dell'impegno, con il massimo della dignità. Però, per fare questo, da solo non conto niente, non contiamo in tre, in quattro, in cinque, contiamo in tanti, contiamo tutti ottanta. Se dobbiamo condurre delle battaglie a Roma per le nostre rivendicazioni, per quella ribellione che è necessaria, abbiamo bisogno della forza di tutti ottanta i consiglieri che rappresentano tutta la Sardegna.

E allora credo che maggioranza e opposizione, Presidente, Gruppo, tutti dobbiamo fare uno sforzo, però, Presidente, la maggiore responsabilità è la sua, perché l'esempio viene dall'alto e se lei non saprà dare l'esempio di questo dialogo all'interno del suo Gruppo, all'interno della sua maggioranza, all'interno di questo Consiglio i richiami all'unità non porteranno a nulla non ci saranno né unioni di forze né unità di intenti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ancor prima dell'intervento del collega Campus, che io rispetto per i toni, per la sostanza, per l'indicazione forte di un ruolo importante anche del Consiglio regionale e non solo del Gruppo del P.d.L., era chiaro che il dibattito di oggi avrebbe segnato la fine politica di una fase di governo della Regione Sardegna. Segna la fine politica perché si è chiuso un ciclo.

A Roma, contemporaneamente alla riunione di stasera, si svolge l'incontro tra il Presidente del Consiglio, il Consiglio dei ministri, le parti sociali e le banche per intervenire pesantemente (causa "commissariamento" del Governo nazionale da parte della Banca centrale europea) accelerando la fase di "lacrime e sangue" con la manovra finanziaria che aspetta gli italiani e di cui abbiamo sentito alcune anticipazioni. E' una fase politica che si chiude e che vede chiudersi (è questione di mesi, settimane, io spero anche di giorni) un ciclo politico legato alla figura di Berlusconi. E guardi, è una sorta di contrappasso dantesco, presidente Cappellacci, il fatto che si chiuda la fase politica del berlusconismo in Italia e contemporaneamente si chiuda la fase politica della Giunta regionale che è stata eletta soprattutto, forse, grazie al grande lavoro, alla grande capacità di mobilitazione e di suscitare consensi elettorali del presidente Berlusconi.

Non ci siamo dimenticati l'attivismo frenetico nella campagna elettorale del presidente Berlusconi; addirittura ricordiamo, con fastidio, quando guidò il corteo papale nel corso della visita del Santo Pontefice a Cagliari: prima del Papa salutò il popolo sardo che voleva acclamare il Pontefice, ce lo ricordiamo ancora. Ed è un paradigma. Crolla il "berlusconismo" e deve crollare, non può non crollare, un'esperienza politica nata sotto l'impulso fortissimo del presidente Berlusconi.

Allora c'è da aprire una fase politica nuova, Presidente. Lei il problema se lo è posto. La domanda è: cosa critichiamo dell'attuale Giunta che lei ha presentato oggi? Critichiamo il fatto che, siccome c'è questo deficit di iniziativa politica (perché siamo alla fine di un ciclo) lei e la sua maggioranza non siete stati capaci di utilizzare l'opportunità che vi è stata offerta dal TAR con la richiesta di rispetto del principio costituzionale stabilito dall'articolo 51. Faccio notare (apro una breve parentesi) che oggi gli Assessori hanno giurato per rispetto alla Costituzione, e il TAR della Sardegna è dovuto intervenire per far rispettare la Costituzione nei confronti del Presidente della Giunta regionale. Quindi, una lesione è stata sanata.

Quello che lamentiamo, però, è che lei abbia voluto costituire una Giunta tutta all'interno di una logica politica legata alla fase che è conclusa definitivamente. L'errore politico che lei ha commesso, presidente Cappellacci, è di non aver colto la necessità di compiere un passo in avanti, coinvolgendo le categorie, coinvolgendo i sindacati, le forze produttive, il mondo della cultura, e restringendo invece il discorso del rafforzamento della Giunta nell'ambito asfittico e asfissiante dei propri rapporti di forza all'interno della coalizione, all'interno dei partiti della coalizione, tra i partiti della coalizione, dentro le correnti dei partiti della coalizione. Il prodotto è quello che è venuto fuori. Basta leggere, presidente Cappellacci, senza ascoltare i rilievi politici che noi stiamo facendo, i commenti lanciati dai lettori delle edizioni on line dei giornali.

Collega Pittalis, noi non lanciamo né insulti e né improperi, sviluppiamo un ragionamento politico, ma nessuno può chiederci di non definire in maniera anche critica alcune questioni di carattere politico, che sono sotto gli occhi di tutti. Si legga i commenti su Unionesarda.it, Videolina.it, Nuovasardegna.it: quelli sono i commenti dei sardi! Io non voglio né insultare né lanciare improperi contro nessuno, vorrei però evitare che anche il mio elettorato, il mio popolo insulti me, e mi carichi di improperi che non merito. Perché, se noi non abbiamo uno scatto di dignità, e diamo una risposta politicamente e programmaticamente seria ai problemi della Sardegna, gli insulti e gli improperi ce li prendiamo noi (senza voler di nuovo richiamare il popolo dei forconi) ce li prendiamo noi.

In questa situazione, presidente Cappellacci, il rilievo critico che è stato mosso sul mancato rispetto della competenza non è certo infondato. Collega Pittalis, lei è avvocato, quindi sa che la legislazione italiana, relativamente alle persone che ricoprono i ruoli di assessore, impone il requisito della competenza. Già la legge numero 142 del '90 sulle autonomie locali - quella che aveva stabilito l'incompatibilità tra assessore e consigliere, incompatibilità che probabilmente sarebbe meglio riportare anche in quest'Aula, faccio una parentesi sulla vecchia statutaria e sulla nuova statutaria a cui stiamo lavorando, e spero che riusciremo velocemente a tirare fuori un prodotto finito e in grado di essere presentato ai sardi - già la "142" del '90, e le successive leggi, la "267" del 2000 ugualmente, impongono per gli Assessori la competenza tecnica. Si chiamano assessori tecnici per questo, collega Pittalis, perché devono quantomeno avere i requisiti che si chiedono in legge per il commissario di una ASL, per il commissario di un'agenzia.

Abbiamo visto nella Commissione per la mancata applicazione delle leggi regionali cosa succede quando si fanno nomine "a pera" contro la legge, senza rispettare i requisiti richiesti. Lo stesso errore si fa quando la competenza non è accertata nei fatti, e in questo caso abbiamo il fatto che la competenza non è accertata dagli Assessori che sono stati chiamati o sostituiti o cambiati di ruolo nella Giunta attuale rispetto a quella precedente.

Certo, lei dice: "Date tempo". Il problema, collega Pittalis, è che tempo non ce n'è più, non possiamo fare "Master and Back" assessoriali per gli Assessori designati all'interno della Giunta regionale, non c'è più tempo. La Giunta doveva essere forte, rappresentativa e immediatamente spendibile sul campo dei problemi. Il Governo oggi, probabilmente, deciderà altri 7 miliardi di tagli alle regioni, sono previsti altri 7 miliardi di tagli anticipati al 2012. La voglio vedere richiamare i problemi della Giunta Soru, anche quando dovremo fare il bilancio per il 2012, 2013 e 2014! Richiamiamo ancora i problemi della Giunta Soru, della precedente legislatura? Ma smettiamola, per cortesia. Anche perché lei è leale (di questo gliene do atto) però gli stessi toni accorati di sostegno per il presidente Cappellacci io li ho sentiti in quest'Aula rivolti al presidente Soru, con la lealtà che gli è riconosciuta in quel periodo in cui sosteneva il centrosinistra.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, io credo che noi viviamo in un contesto economico che lascia pochi dubbi su quale futuro attenda l'Italia. Credo che sia un futuro obbligato, quello di una famiglia che ha speso per anni più del suo reddito, e oggi si trova in un quadro economico di insostenibilità della spesa. Questa Italia, l'Italia che ha perso oggi alla borsa di Milano più del 6 per cento, deve fare i conti con un'ulteriore contraddizione.

Per anni una parte dell'Italia ha vissuto accarezzando l'ipotesi di responsabilizzare, tra virgolette, la parte più debole della nazione al momento del pagamento del conto, sposando la tesi di un federalismo asimmetrico, che avrebbe dovuto liberare le risorse nelle aree più forti del Paese, rilanciando in questo modo la crescita locale e mettendo di fronte alle proprie colpe e ai propri destini il Meridione italiano. Un film in cui sembrava già di conoscere l'ultima scena, che avrebbe portato la Sardegna insieme ad altre zone povere d'Italia a confrontarsi con i costi standard, i famosi costi standard destinati a punire le aree del Paese meno virtuose nei meccanismi di produzione e fornitura di beni e servizi pubblici. Non si può certo dire che i Riformatori non abbiano cento volte evocato questo rischio in quest'Aula, mettendo sull'avviso tutti e chiedendo di risintonizzare il Palazzo con la gente normale che vive fuori da qui.

Ora, l'obiettivo italiano del pareggio di bilancio del 2013, sapete tutti come me, come noi, sarà pagato negli unici modi possibili: con un taglio della spesa pubblica, con la riduzione dei trasferimenti statali, con la riduzione della copertura del sistema di garanzia e dell'assistenza sociale, della sanità, della previdenza. Questo ciclone arriva su una Sardegna impreparata, che sembra eternamente avvitata su se stessa, convinta che niente possa e debba mai cambiare nelle proprie dinamiche interne e nei propri rapporti con lo Stato.

Qualcuno in Sardegna pensa di poter intercettare la sofferenza popolare indicando un vecchio, unico, grande nemico: lo Stato. Quello Stato, colleghi, che pure con mille distrazioni colpevoli, con insofferenza e con sufficienza ci passa però ogni anno cinque miliardi di euro in più, rispetto a ciò che noi produciamo, per consentire la sopravvivenza delle nostre famiglie. La Sardegna, a dispetto del sentimento autonomistico, qualche volta indipendentista, che ciclicamente la pervade, resta una Regione italiana dove trionfa il socialismo reale, che attende la manna dal cielo dagli aiuti di Stato, che le consentano di stabilizzare precari, di assumere lavoratori socialmente utili, di cassaintegrare il proprio sistema industriale in crisi strutturale, di sostenere la propria agricoltura arcaicista. In questo contesto rituale, il centrosinistra ha presentato la propria ennesima mozione di contestazione all'azione politica del centrodestra, contribuendo anche oggi a certificare la complessiva inadeguatezza di una classe politica che danza sull'orlo del precipizio, senza rendersi conto dell'urgenza di innovazione metodologica e progettuale a cui siamo chiamati.

Voi dite che probabilmente i primi due anni e mezzo di amministrazione Cappellacci hanno offerto una risposta inadeguata alla situazione di crisi della Sardegna, io penso che voi abbiate ragione. L'intero sistema Sardegna (Consiglio regionale, classe dirigente, società) è oggi mille volte indietro rispetto a ciò che sarebbe necessario. E' indietro la maggioranza, che insegue problemi di equilibri interni senza dimostrare di avere piena percezione delle necessità esterne, è indietro la minoranza, che pare ossessionata dal desiderio di tornare a governare e sembra non rendersi conto che è impossibile governare la Sardegna senza resettare il sistema delle regole, gli assetti delle istituzioni, l'allineamento della burocrazia, senza resettare il ruolo della politica e i suoi privilegi divenuti intollerabili, in una situazione in cui la politica deve chiedere e spiegare la necessità dei sacrifici alla gente normale, ma, soprattutto, senza che nessuno dimostri di avere una straccio di idea su prospettive di sviluppo, che consentano la crescita della nostra ricchezza e del nostro Pil, permettendoci di affrancarci quanto più possibile dalla nostra dipendenza stracciona nei confronti dell'Italia e consentendoci di utilizzare questo momento di difficoltà come un'opportunità, che faccia partire il cambiamento di mentalità di cui abbiamo bisogno.

Non c'è ormai più nessun dubbio che il più importante elemento di crisi nella nostra Regione sia rappresentato dalla mancanza di crescita, né c'è dubbio che nei prossimi anni l'Italia non sarà in grado, neppure se volesse, di sostenere con nuovi trasferimenti economici la nostra mancanza di volontà e di capacità di crescere. E' invece necessario confrontarci sulle soluzioni. Allora io vi chiedo: ma davvero voi vedete, in questo Consiglio regionale, un linguaggio diverso in base al rapporto di appartenenza, di schieramento? Davvero voi vedete uno schieramento di centrosinistra innovatore e propositivo, in sintonia con un fremito di modernizzazione esterna all'Aula che è franato nel suo anelito riformista dal centrodestra di Governo? Guardate, non è così.

Nella generale disamistade dei sardi verso la politica, oggi il centrosinistra non fa altro che essere tentato di capitalizzare il malumore popolare, che fino a due anni fa è stato il "tesoretto" su cui ha costruito la sua fortuna elettorale il centrodestra. Il malumore popolare oggi non è innovatore e sfidante, non è espresso da una nuova borghesia di intelligenze, di ricerca di opportunità, oggi è un malumore conservatore. Perché è il sentimento diffuso di una società esausta, che vorrebbe conservare la situazione di ieri, senza farsi domande sulla sua sostenibilità e senza pagare pegno. E' il malumore di una società che vorrebbe occasioni di sviluppo, senza mai pagarle in prima persona; che vede sfumare le opportunità offerte dalla grande industria e non sa farsene una ragione; che vorrebbe il turismo senza crescere in cultura della ricettività; che soffre lo Stato italiano ma sogna, per i propri figli, un posto pubblico alla Regione o alla ASL; che si sente laureata senza avere mai studiato; che è convinta di sapere già tutto e si stupisce di non essere capita e valorizzata adeguatamente dal mondo.

Mille volte ho sostenuto, in quest'Aula, che i Consiglieri regionali si sono abituati negli anni a parlare la stessa lingua, che non è più una lingua liberale o socialista, che consentirebbe di cogliere comunque la diversità delle opinioni, è la lingua comune e grigia di chi gestisce l'ordinarietà e lo fa sempre e comunque con gli strumenti della conservazione, e spera di lucrare la propria fortuna politica sulla maggior disgrazia dell'avversario.

Quando il centrodestra e Rifondazione Comunista votano insieme per la stabilizzazione dei precari, come succede in quest'Aula, c'è qualcosa che non va, è il segno della resa di un'intera classe dirigente che dà implicitamente ragione a quelli che vorrebbero affidare alla Caritas la gestione del bilancio regionale. Bene, secondo noi Riformatori, siamo arrivati al redde rationem. E' il momento di capire se questa classe dirigente della politica è complessivamente condannata a essere travolta dalla propria mediocrità, che si salda con l'ostilità a qualsiasi cambiamento, da parte della maggioranza della società sarda. Oppure, se esiste un pezzo di politica, oggi sicuramente minoritario, che intenda dar voce al pezzo di società sarda, anch'esso oggi sicuramente minoritario, che ha capito che è necessario rimettere in discussione tutto per salvarci ed è disponibile a rinunciare alle proprie rendite di posizione per giocare una sfida senza rete, l'unica che può arrestare il nostro declino annunciato, già scritto nelle cose dell'economia e della politica. Questo è lo sforzo che i Riformatori stanno facendo nel fiancheggiare la nascita di un nuovo partito dei sardi, che non è uno stereotipo o uno slogan, è un modo per indicare la strada maestra di un percorso di discontinuità indispensabile che possa, in primo luogo, per il cambiamento delle nostre teste, dei nostri riti della politica, della percezione stessa dell'avversario politico, dell'idea del destino che ci attende se non siamo in grado di trovare una via per lo sviluppo, che sia diversa da quella italiana ma non certo meno coraggiosa né che metta meno radicalmente in discussione i nostri rapporti sociali e politici.

Al di là della capacità dei nostri Assessori, è questo l'impegno dei Riformatori in Giunta, in Aula e anche, forse, e soprattutto, fuori dall'Aula. Scommettere su un partito per i sardi che dica la verità e annunci un futuro di sacrifici per tutti. Che prometta solo che i sacrifici non saranno ciechi, ma saranno il punto di partenza del rinnovamento, delle idee e della classe dirigente che è indispensabile, secondo noi, per dare speranza di sviluppo alla nostra Isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL - Comunisti - Indipendentistas). Presidente, intanto con sentimento di amicizia, rivolgo gli auguri di buon lavoro a tutti i colleghi che sono impegnati nella funzione di governo, in questa prossima Giunta, a guida del presidente Cappellacci.

Io non ho una cultura di scontro, posso essere anche in qualche circostanza molto duro, ma nei giudizi che riguardano la politica, i comportamenti politici, quelli di governo, quelli di amministrazione e mai le persone. Questo è lo stile che mi sono dato, che ho sempre mantenuto in questi sette anni di Consiglio regionale. Ed è per questo che ho ascoltato con attenzione anche quanto diceva prima il collega Vargiu, che ha pronunciato un discorso genuinamente classista, liberale forse, certamente liberista, che attribuisce la responsabilità di tutti i guai, anche dei guai di questa nostra Regione, ai precari, ai disoccupati, ai cassintegrati, cioè alle vittime ormai non più silenti del pensiero unico, di quello che affermava che la flessibilità avrebbe prodotto chissà quali slanci economici, quali superamenti delle difficoltà che questo mondo viveva, già da tempo in molte sue parti, e che ha coinvolto anche le parti non toccate.

Quel pensiero unico è stata la rovina ed è la rovina di questa nostra epoca, e chi ne è fautore ne è anche responsabile, perché è un pensiero che premia la speculazione, non il lavoro, costruisce un'economia virtuale, Galbraith la chiamava l'economia della truffa, individuando proprio nella classe dominante, quella, come Giorgio Ruffolo ha detto, del capitalista finanziario l'artefice della rovina di questo nostro pianeta, sia sotto il profilo economico sia sotto il profilo delle questioni ambientali. Per tutti valeva ricordare due esempi: il disastro nucleare del Giappone, che ancora inquina fortemente e colpisce quel Paese e non solo quel Paese e dall'altra parte l'estrazione petrolifera nell'oceano Pacifico.

Tutto ciò nasce dalla voglia di fare profitti, per fare profitti con una ingordigia tale da non lasciare niente in vita, né esseri vegetali né esseri animali, né persone, da non lasciare niente in vita perché quella, quell'ingordigia fa vedere ancora una volta le cose così. Il pericolo dov'è? Nei cassintegrati, nei disoccupati, nei giovani precari, in quelli a cui abbiamo detto che la flessibilità gli avrebbe aperto le porte del mondo. Io me li ricordo gli spot pubblicitari voluti dal governo Berlusconi che promuovevano il part-time: una grande occasione di tempo libero! Peccato che ai lavoratori dessero metà dello stipendio, anzi che avessero inventato un sistema, un tipo di contratto che si chiama lavoro in condominio.

Voi appartenete purtroppo a quel pensiero e siccome appartenete a quel pensiero, purtroppo, sarete la rovina di questa nostra Regione, come lo è il governo Berlusconi di questo nostro Paese, come lo sono tutti i governi che pensano in quel modo unico a cui avete dedicato, non senza interesse, la vostra esistenza in tutto il mondo. Noi non siamo così, noi pensiamo che i precari abbiano diritto di vivere, che abbiano diritto ad un lavoro, pensiamo che ne abbia diritto anche il cassaintegrato, anche il giovane disoccupato ma anche il disoccupato anziano. Pensiamo che l'anziano abbia il diritto ad una pensione, pensiamo che ogni cittadino di questo pianeta abbia diritto di vivere in un posto pulito, in un posto non inquinato, abbia diritto alla salute, pensiamo che tutti i nostri ragazzi abbiano diritto allo studio! Pensiamo queste cose, queste cose che non possono essere elargite da una borghesia illuminata, sono la conquista del lavoro, dell'impegno dei lavoratori!

Una ragazza di 21 anni mette in ginocchio il Cile, le proteste in Inghilterra seguono quelle del nord Africa, di fronte a questo mondo che sta esplodendo, che tutti fanno finta di nulla, e noi teniamo questo dibattito, mi sembra una situazione surreale. Che cosa ci facciamo? Ho presentato per dovere d'ufficio, con poca convinzione, devo dire, per sapere qualcosa sulle ultime vicende politiche, questa mozione, ma la trovo priva di senso, ve lo dico io che l'ho firmata, che l'ho proposta. Perché? Ma è semplice: questa è una legislatura morta, cadaverica, in fase di putrefazione, ormai irrecuperabile qualunque cosa si faccia. Qualunque Giunta si faccia, qualunque azione amministrativa si faccia, è già morta!

Io suggerisco al Presidente e all'Assessore del bilancio di presentare una legge finanziaria che dica: spendiamo i residui dell'anno scorso. Noi non avremo manco un euro di bilancio manovrabile e i fondi comunitari (siccome abbiamo un apparato amministrativo che è incapace e non è un caso), non verranno spesi, non verranno utilizzati. Abbiamo passivi terrificanti sul fronte delle società controllate e delle partecipate, non ne risaneremo una, questa è una legislatura morta.

Io penso che il Presidente dovrebbe prendere una decisione, consentire anche a noi di liberarci da questo fardello e dimettersi. Penso che faremmo bene ad andare dai cittadini a chiedere che esprimano un Consiglio regionale e una Giunta, una maggioranza veramente legittimata alla luce di quello che sta succedendo, della vita che loro devono affrontare. Non è possibile fare finta di nulla, collega Vargiu! Non è possibile, perché il clima è esattamente il prodotto (niente di più niente di meno) del disastro del quale noi siamo parte integrante. Non è vero che lo Stato ci aiuti. Questa idea che la Sardegna sia stata beneficiata non ha alcun fondamento: tutto il mezzogiorno d'Italia, e la Sardegna insieme al mezzogiorno d'Italia, ha fornito braccia, cervelli, cuore, passione, ha fornito materie prime, si è fatto carico delle produzioni più inquinanti e di quelle più devastanti e di quelle meno garantite. Noi abbiamo le servitù militari che servono alla difesa di questo Paese e abbiamo dato di più di quello che abbiamo ricevuto! E come si fa a pensare che non sia così! Vuol dire che noi abbiamo rimosso la verità...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Io concordo pienamente con l'onorevole Uras quando afferma che questo dibattito è un dibattito assolutamente surreale. Si è partiti da una mozione, una mozione o perlomeno da un documento intitolato mozione che mozione non è, ma è un'interpellanza. Al primo punto ci si chiede di riferire sui criteri di scelta degli assessori. Ma non sostanzialmente non stiamo nominando Tizio e Caio, stiamo nominando gli Assessori regionali, e il problema riguarderà anche voi quando vi troverete al governo. La nomina degli assessori è l'atto politico di più alta valenza che compie il Presidente della Regione. In presenza di un atto politico di questo genere non ha senso quella richiesta.

Al secondo punto, ci si chiede quali siano le conseguenze della sentenza del TAR. La risposta è evidente: si procede alla convalida. Al terzo punto si chiede se, con la nomina effettuata è stato rispettato l'articolo 51 della Costituzione? Qui il discorso diventa più problematico perché il Presidente della Regione correttamente e giustamente ha ritenuto di non proporre gravame contro la sentenza.

Ora non è in discussione il principio della parità di genere, che è stato definito di civiltà giuridica, il problema è se questo articolo 51, in assenza di una norma statutaria, sia o meno immediatamente precettivo. Il TAR ha ritenuto di sì e noi ci siamo adeguati. Peraltro, se io dovessi applicare i criteri che il Consiglio di Stato ha espresso il 27 luglio in sede di esame della sentenza del TAR Campania, dovrei dire che non è una norma precettiva, ma se è una norma precettiva la devo andare ad applicare ovunque, in tutte le varie giunte provinciali e comunali. Per esempio al comune di Sassari.

C'è un difetto che non è proprio solo delle Giunte, delle maggioranze di centrodestra, ma è un difetto comune anche delle maggioranze di centrosinistra. Forse questo sarebbe stato un problema da approfondire e che ci avrebbe dovuto indurre ad accelerare i tempi per addivenire immediatamente ad una disciplina. Però, ripeto, questa è una mozione che mozione non è ma è un'interpellanza. Tant'è vero che tutta la discussione non si è svolta sui contenuti di questa mozione, si è risolta in una discussione politica sulla Giunta regionale, discussione politica, peraltro, talora antipatica perché è scesa a esprimere giudizi spiacevoli, antipatici, sulle persone. Quale che sia stato il clima dell'opposizione mai e poi mai mi sembra si sia scesi a simili valutazioni, semmai si è criticata l'azione politica passata. Quindi atteggiamenti e critiche assolutamente fuori luogo.

Ci sono state ricostruzioni, anche sui giornali, fantasiose di come si sia arrivati alla costituzione di questa Giunta regionale. E' molto semplice: c'è stata una serie di incontri, una serie di incontri in cui i partiti hanno esposto le loro posizioni, in presenza anche di posizioni differenziate è stato attribuito al Presidente della Regione il compito di fare la sintesi. Il Presidente della Regione ha fatto la sintesi nel modo che ha ritenuto migliore per tutti, aspettiamo l'operato di questa Giunta e andiamo a vedere come questa Giunta opera, poi vedremo e valuteremo se il Presidente ha fatto una sintesi corretta. Noi, per quanto ci riguarda, abbiamo confermato la delegazione che avevamo in Giunta.

Noi ritenevamo necessaria una delegazione forte, avevamo segnalato per la Giunta il segretario regionale del nostro partito e il capogruppo, e siccome abbiamo voluto dare il massimo sostegno alla Giunta abbiamo confermato la delegazione che avevamo presegnalato. Ciò non vuol dire che condividiamo tutto quello che fa la Giunta, vuol dire che invece di manifestare dissenso sui giornali, o in Aula con voti segreti, o quant'altro, abbiamo l'abitudine di chiedere delle riunioni, come abbiamo fatto anche di recente, dove esporre le nostre idee, e arrivare ad una sintesi che talvolta ci costringe anche ad abbandonare le nostre posizioni. Ma nelle riunioni di maggioranza noi non ci siamo occupati dei posti di sottogoverno o quant'altro, noi abbiamo posto richieste sul programma, abbiamo accennato alla gravità della situazione, gravità della situazione che, ripeto, è internazionale, nazionale, sarda, che abbiamo gestito noi e che abbiamo ereditato dalle precedenti amministrazioni.

Andando a risalire, per esempio, ritengo che di tutte le ultime giunte la migliore sia stata quella di Antonello Cabras, e che i più grossi problemi siano nati con le varie giunte Palomba. E' una mia opinione, e forse anche interessata.

Allora, in questa situazione noi abbiamo posto il problema del deficit della sanità, abbiamo chiesto con forza di individuare politiche finalizzate a ridurre le spese correnti, perché noi dobbiamo acquisire somme per effettuare investimenti. Sappiamo benissimo che su questo Governo non ci possiamo contare, siamo stati i primi in quest'Aula a dirlo, siamo stati i primi a denunciarlo, siamo stati gli unici a votare contro le leggi delega al Parlamento, quindi è una situazione che abbiamo molto ma molto chiara. Non utilizziamo ipocrisie, non andiamo a dire "voi non fate, io saprei fare altre cose", perché anche chi dice "voi non fate" non ci ha detto che cosa avrebbe fatto, e questa è ipocrisia. Se uno parla ci dica anche cosa avrebbe voluto fare, altrimenti non si va avanti, rimane un discorso surreale!

Oggi è stato posto l'accento correttamente dall'onorevole Campus sulle divisioni del partito, è stato detto da tal altri "ma è l'U.D.C. il P.S. d'Az., sono gli altri partiti che guidano". Per la verità noi quando abbiamo delle idee, quando riteniamo che ci siano dei problemi li poniamo sul tavolo con forza e li discutiamo, e li portiamo avanti quando riceviamo il consenso di tutti. Spesso sui problemi che noi ponevamo c'è stato detto dalle forze del P.d.L.: "La pensiamo alla stessa maniera". Non è che c'è un partito che guida o che non guida, ci sono delle forze politiche che si incontrano e si confrontano.

A fronte del confronto, ovviamente, non ci potrà mai essere l'unanimità, perché ci sarà sempre qualcuno che la penserà in maniera diversa. Quando noi la pensiamo in maniera diversa ci siamo adeguati, e ciò nonostante abbiamo votato ciò che era stato deciso dalla maggioranza, e questo ha fatto il P.d.L. la maggior parte delle volte, anche se c'è stata qualche piccola divergenza che deve essere superata.

Nella sostanza questo dibattito fa il seguito al dibattito della mozione dell'altro giorno, chiuso con l'ordine del giorno votato solo dalla maggioranza. Ecco, anche oggi non si parla di Sardegna, anche oggi noi avremmo preferito che si parlasse di Sardegna, non di posizioni politiche di parte. E' tutto sbagliato se facciamo così, se facciamo così facciamo bene ad andarcene a casa. Dobbiamo pensare che quello che ci interessa, maggioranza ed opposizione, con le diverse responsabilità che ci dobbiamo assumere, è l'interesse della Sardegna, sapendo che non abbiamo un Governo amico.

Ha ragione l'onorevole Uras quando afferma che storicamente noi abbiamo dato e non abbiamo avuto, ma la situazione, onorevole Uras, per me è molto più grave di quanto la descrive lei, perché storicamente ci hanno depredato, non ci hanno dato niente, questa è la realtà. Ma se questo è il problema della Sardegna, lasciamo da parte i piccoli dissidi, lasciamo da parte tutte le varie ipocrisie e lotte di potere o quant'altro, cerchiamo ognuno di dare il suo contributo propositivo, e per quanto ci riguarda, da chiunque venga questo contributo propositivo, siamo pronti ad accoglierlo.

Sia chiaro, non abbiamo nessuna paura di andar a casa, né io personalmente che non so neanche se tornerò in quest'Aula, né sicuramente nessuno del Gruppo dell'U.D.C. Noi vogliamo vedere la Giunta regionale alla prova dei fatti, abbiamo posto dei punti programmatici, ne trarremo le conseguenze, senza nessuna paura di andarcene a casa. Però, si va a casa, come dice Prodi, al momento opportuno.

Ma quello che conta, in tutti i discorsi, è avere presente la parola Sardegna. Basta con l'ipocrisia, basta con i giochi di potere, basta con le affermazioni pronunciate solo per finire sui giornali. Io non le ho mai fatte, non le farò, ma è ora di piantarla e di lavorare veramente tutti insieme, con le diverse responsabilità, per la Sardegna, sennò da questa crisi non se ne esce fuori.

Un ultimo appunto. Si parla di precariato. Consentitemi allora di dire che le norme sul precariato sono la conseguenza di un ordine del giorno, il numero 4, firmato da tutti i capigruppo (primo firmatario l'onorevole Bruno) con cui avevamo impegnato la Giunta regionale ad affrontare questo problema. L'abbiamo affrontato d'accordo con la Giunta in sede di legge finanziaria. Quindi vi era un accordo di tutti i partiti per affrontare questo problema, poi le posizioni si sono differenziate, ma l'intento originario era comune.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, insomma dopo una settimana di nuvole siamo tornati credo nella solennità della massima espressione istituzionale della Regione Sardegna, e siamo tornati per dare la possibilità agli Assessori di giurare, e poi per discutere la mozione che i colleghi del centrosinistra hanno voluto presentare. Sulla mozione dico subito che c'è poco da discutere, credo che le domande che pone siano di facile risposta e non devo rispondere io.

Si parla dell'interpretazione dell'articolo 51 della Costituzione, ma io credo che, da questo punto di vista, l'immediatezza con cui il presidente Cappellacci ha proceduto, credo che sia un fatto che non possa essere messo in discussione. Poi si potrà sempre discutere se la presenza femminile doveva essere di tre o quattro assessori. In realtà il presidente Cappellacci in un primo momento aveva anche confidato di volerne nominare addirittura sei. Forse, lo dico anche a nome del Gruppo, avrei compreso di più forse sarebbe stato un segnale più importante, e probabilmente la settimana passata sarebbe trascorsa con meno traumi e meno tensioni, che per quanto mi riguarda sono totalmente abbandonate, non fanno parte certamente della mia persona, e vorrei che questo venisse capito e compreso da tutti.

Perché dico che avrei compreso di più se ci fossero state sei donne in Giunta? Perché così finalmente qualcuno avrebbe potuto capire - e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, non ai colleghi del Gruppo, ai colleghi del Gruppo parlerò quando sarà necessario farlo e alla prima occasione - perché non può passare assolutamente il segnale che il peggio del peggio della Giunta regionale sia in capo al P.d.L., questo non è concesso a nessuno.

Colgo anche l'occasione non per salutare i nuovi Assessori che posso salutare in qualsiasi momento, ma per ringraziare e per salutare quegli assessori che agli occhi dei sardi sarebbero stati gli unici depositari del fallimento della Giunta Cappellacci, e cioè l'assessore Liori, l'assessore Cherchi, l'assessore Contu. Non è così che funzionano le cose, nessuno di voi, colleghi della maggioranza, nelle riunioni di maggioranza col Presidente ha mai detto di volersi occupare in prima persona della sanità, piuttosto che dell'agricoltura, piuttosto che dell'industria, no, nessuno di voi. Quando poi avete visto la mala parata avete detto: "No, noi ci teniamo i nostri non vogliamo avere responsabilità ulteriori". Allora, non è che adesso l'agricoltura in Sardegna va male perché prima era Assessore Andrea Prato e adesso è Assessore Mariano Contu.

Io spero vivamente che le cose cambino ma ho molti dubbi perché l'agricoltura in Sardegna non è governata solo dall'assessorato, è governata da altri tre soggetti, cari colleghi della maggioranza, a capo dei quali non vi sono esponenti del P.d.L. ma vi sono espandenti della vostra coalizione e della nostra coalizione. Tutti quanti sanno cosa rappresenta LAORE, cosa rappresenta AGRIS, e cosa rappresenta ARGEA; lo sappiamo tutti quanti! Allora perché le responsabilità del fallimento dell'agricoltura sarebbero solo del P.d.L.? Gli altri dove sono? Ma i bandi, ma i GAL, LAORE, ARGEA, AGRIS dove sono? E' possibile che un patrimonio ingente di risorse (1 miliardo e 70 milioni di euro nel settennio) sia gestito da tutti quei soggetti e la responsabilità sia solo del P.d.L.?

Caro Presidente Cappellacci, le ricordo che io oltre un anno fa le dissi che non era possibile una situazione di questo genere, che noi non potevamo permetterci di avere l'assessorato dell'agricoltura spogliato di ogni e qualsiasi possibilità di incidere. Io faccio gli auguri all'onorevole Cherchi, ma glieli faccio di cuore, perché l'agricoltura nella sua provincia, nella mia provincia rappresenta il 67 per cento del prodotto interno lordo della provincia e se appena appena si abbassa, poco poco, ne vedremo delle belle. Altro che la provincia del Sulcis! Altro che la provincia del Ogliastra! Altro che le province che tutti quanti dite essere le più povere della Sardegna! Ecco perché dico che non si possono fare ragionamenti di questo genere! Non è possibile cari colleghi!

Non me la posso prendere certo con i colleghi del P.d.L., abbiamo subito fin troppo e siamo anche stati lasciati soli! Allora, il mio ruolo di Capogruppo mi impone di difendere il mio partito e fino a quando ci sarò lo difenderò! Lo difenderò con le unghie e con i denti! E lo difenderò davanti a tutti, caro Presidente Cappellacci. Io non ce l'ho con lei, perché lei è stato travolto da questo sistema, però viva Dio non è ammissibile che appaia all'esterno che tutti i guai della Sardegna nascano dalla presunta diatriba all'interno del Partito del Popolo della Libertà. Questa, guardate, è veramente un'offesa a noi, è un'offesa a un partito che comunque è il primo partito in Sardegna, è il primo in Italia, e non si può continuare con questa storia.

Le donne che il Presidente ha nominato in Giunta sono state legittimamente elette e come ciascuno di noi hanno pieno diritto di essere rappresentanti della Giunta perché questa, l'ho detta un'altra volta, è la società sarda! Sono i sardi che ci hanno mandato qui. Certo, poi ognuno di noi ha le proprie attitudini e può essere più adatto ad occuparsi di un settore piuttosto che di un altro ma questo non esclude che se la Giunta è collegiale come il presidente Cappellacci ha sempre detto - e io mi auguro che questa collegialità Presidente Cappellacci esista veramente - basti un po' di acume politico e per il resto i problemi si possono risolvere. Ma se non c'è neanche quella e manca totalmente l'autonomia degli assessori o se viene meno certo che ne soffre tutta la Giunta e tutta la maggioranza.

Io ho sentito un'espressione di un collega, che è anche Assessore autorevolissimo di questa Giunta, che ha replicato al collega Cocco credo relativamente alle liste d'attesa. Beh, io sono rimasto basito, perché la delibera relative alle liste d'attesa la conosco dal 12 luglio, onorevole Liori. Lei dov'era? Che cosa ha fatto scusi? Ma lei l'ha vista o non l'ha vista quella delibera? Non è la sua delibera? Com'è che oggi si fanno proclami (sono sempre rivolto alla maggioranza) si fanno proclami e poi all'improvviso spunta dal cilindro una delibera che è stata approvata già un mese fa, il 12 luglio? Perché, è successo qualcosa di diverso? Evidentemente è stata modificata a questa delibera, benissimo, credo d'aver capito che è stata cambiata la delibera.

Ho fatto questo esempio per far capire a voi che Liori non era il peggio, del peggio perché qualcuno qualche responsabilità se la può assumere anche da parte vostra. E allora perché non avete puntato i piedi, visto che volevate l'Assessorato della sanità (mi rivolgo ai Riformatori e all'U.D.C.) perché non avete puntato i piedi? Dove li avete puntati? Davanti alla coalizione? No. La richiesta dell'assessorato della sanità è stata molto timida e se c'era una volontà di cambiare (e voi avete la presunzione caro Pier Paolo, di essere gli unici depositari della verità sulla sanità) l'avreste dovuto dire in quella sede e non mortificare l'assessore Liori che ha subito per due anni le interrogazioni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Non è facile intervenire dopo il collega Diana, sto cercando di ricostruire un po' il senso del dibattito di oggi. Comunque è stato interessante da cui ho anche imparato qualcosa. Noi abbiamo presentato questa mozione perché pensavamo che sarebbe stato sbagliato assistere al giuramento e tornarsene a casa. Pensavamo di avere qualcosa da chiedere, Signor Presidente, e speriamo che lei ci risponda. Speriamo che ci risponda perché non sono domande campate in aria, sono domande che hanno un senso oggi.

Mentre noi parlavamo anche oggi sono successi fatti importanti nel mondo, è successo che Sarkozy è rientrato precipitosamente dalle vacanze, è successo che la Francia è sotto attacco della speculazione internazionale, quella di cui parlava giustamente il collega Uras, è successo che i problemi diventano sempre più gravi lì fuori, e certamente questo ci riguarda, riguarda l'Italia e riguarda di riflesso noi che ci attardiamo in ragionamenti che veramente sembrano pronunciati da persone che non si rendono conto non rendersi conto della gravità del momento.

Sembrano certamente lontane le risposte adeguate alla gravità del momento; non è vero, come ho sentito, che è una grandissima crisi che riguarda tutti, no! Ci sono paesi che invece registrano una crescita fortissima, che escono dalla povertà (la Cina, l'India, il Brasile, il Sudafrica) altri che diventano più ricchi (come il Canada), ci sono paesi, come il nostro, che rientrano nella povertà, come ricordava anche Gian Valerio Sanna, con abitudini che pensavamo di aver rimosso per sempre. Ma se in l'Italia molti strati della popolazione rientrano nella povertà (in Sardegna il fenomeno è ancora più accentuato) e il sistema finanziario mondiale è messo a rischio, cioè è causato proprio dalla cattiva politica.

Molto di questo è causato anche dal fatto che, come è stato ripetuto per molti anni, si è vissuto al di sopra dei propri mezzi, che per molto tempo si è pensato più ad assecondare qualunque politica di spesa senza porre attenzione alla qualità della spesa, agli investimenti che dovevano seguire quella spesa, alla possibilità di rientrare da quella spesa, da quel livello di indebitamento. Ma mentre i nodi venivano al pettine in Italia soprattutto non si è data una risposta adeguata e, dopo anni di Berlusconismo, dopo anni dove chiunque veniva a dirci che l'Italia era già uscita prima e meglio degli altri Paesi, è successo che l'Italia è stata travolta, e infine "commissariato", e le leve del potere vero che sono state prese da persone che nemmeno abitano più in Italia.

In un articolo interessante apparso l'altro ieri sul Corriere della Sera si diceva che ormai in Italia è arrivato il podestà straniero (come accadeva qualche volta nelle città Stato rissose della nostra storia), è arrivato il podestà straniero che ha costretto il Governo italiano a prendere e delle decisioni che non avrebbe dovuto prendere che avrebbe potuto prendere più giuste e meno dure per la nostra società se le avesse prese per tempo. Il Presidente del Consiglio Berlusconi è ormai di fatto commissariato, e quel Presidente del Consiglio è il nostro podestà straniero, perché quel Presidente del Consiglio si era presentato in campagna elettorale qui, ci aveva messo la faccia.

Dietro quel podestà straniero a cui la Sardegna si era affidata c'era la speranza di tornare a sorridere, dietro quel podestà straniero a cui ci eravamo affidati c'erano i 100.000 posti di lavoro promessi a fronte, invece, dei 50.000 in meno rispetto alla fine del 2008. Dietro quel podestà straniero cui è stato tolto il potere a casa sua, c'è il presupposto di questa maggioranza e di questa legislatura finita, come ricordava il collega Uras, e di questa terza Giunta regionale e di questo trentunesimo Assessore che abbiamo visto giurare.

E mentre l'Italia e la politica italiana si interrogano sul modo migliore per uscire da questa situazione e pensa di trovare tra gli uomini di cultura, tra i tecnici più importanti la possibile soluzione, anche lei, signor Presidente, aveva la possibilità di trovare tre persone, quattro, sei, al di là anche degli schieramenti diretti, al di là anche dei pesi, delle correnti, le migliori possibili per questo momento, e provare a dare una qualche risposta alle difficoltà del momento. Invece lei che cosa ha fatto? Ha preso la bilancina dell'orefice e ci ha dato quello che ci ha dato.

Io credo che sia francamente inadeguato quello che ci ha proposto, lo dico senza malanimo verso chiunque. Ma siamo sicuri che stiamo affidando bene un settore che conterà il 60 per cento della spesa regionale? Il 60 per cento (non il 40 per cento, il 60 per cento) di tutti i soldi che sono stati spesi in Sardegna nel 2010 hanno riguardato la sanità, perché c'è un patto di stabilità e i conti della sanità sono quelli che paghiamo per primi. E allora, mentre in quanto a stanziamenti siamo al 40 per cento in quanto a flussi di cassa siamo al 60 per cento e l'anno prossimo forse sarà di più. E' vero, probabilmente è possibile fare peggio dell'assessore Liori, è possibile fare anche molto peggio e ho paura che accadrà.

Mentre l'Italia commissariata si interroga su come uscire fuori dalla crisi, mi sembra che noi non abbiamo capito niente e mi sembra che ci stiamo interrogando su come continuare a fare male a noi stessi e soprattutto alla società sarda. E' vero quello che ha detto il collega Salis: non arriveranno più i soldi; ci sono 7 miliardi da togliere alle Regioni entro il 2012; altro che pensare a storielle da raccontare sui giornali, signor Presidente della Regione! lei non farà causa allo Stato, è lo Stato che ha già fatto causa a lei perché lei ha disatteso il suo dovere quando l'abbiamo richiamato diverse volte. Lei non farà causa allo Stato per riavere i soldi della Regione, legittimamente previsti dalla legge nazionale e dal nostro Statuto, è lo Stato che ha già fatto causa a lei nella sua inadempienza.

E' veramente inaccettabile che vada in giro a raccontare il primo successo del miliardo di euro dei fondi FAS finalmente approvati dal CIPE, perché lei non deve andare in giro a parlare di 1 miliardo di euro finalmente riconosciuti alla Sardegna, dobbiamo andare in giro a parlare di 1 miliardo e trecento milioni di euro sottratti alla Sardegna e non per colpa di uno Stato che non ci ascolta, ma (in questo caso glielo devo dire) per colpa sua. Perché i soldi per la Regione erano già previsti dal CIPE nel 2007, (erano previsti nella ripartizione tra tutte le Regioni italiane); nel dicembre del 2008 (uno degli ultimi atti della passata legislatura) abbiamo presentato il piano attuativo di utilizzo dei fondi FAS, dopo averli concordati con lo Stato e dopo averli messi assieme in un documento unico di programmazione con i fondi europei. Bastava quindi che non toccasse nulla, che lasciasse che l'iter proseguisse e il piano attuativo con 2 miliardi e trecento milioni sarebbero stati approvati come sono stati approvati i piani di tutte le Regioni che li hanno presentati per tempo.

Anche noi l'avevamo presentato per tempo, ma lei ha pensato che fosse tutto da rifare, ha ritirato il piano, e quando finalmente l'avete ripresentato il tempo era scaduto e Tremonti ve l'ha fatto ritirare. Più felice di così! E' stato complice inavvertitamente. Ma in politica si paga quando si sbaglia in questo modo, si paga quando si sbaglia sulle entrate facendosi far causa dallo Stato, quando si sbaglia sui FAS, quando si sbaglia sui trasporti.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, io ho grande rispetto per le prerogative che sono proprie del Consiglio regionale, ho grande rispetto per ciascun consigliere regionale, ho grande rispetto per le Commissioni di questo Consiglio, ho grande rispetto per le istituzioni locali, per le rappresentanze della società sarda, però devo dirvi che assistere a questo dibattito mi lascia un senso di amarezza profonda, anche se certamente non fa venir meno il rispetto che devo a questa Assemblea, ma mi lascia veramente perplesso, in certi momenti forse quasi incredulo.

Alla fine di questo lungo dibattito mi chiedo che cosa abbiamo dato oggi alla Sardegna, che cosa ha guadagnato la Sardegna con il tempo che ciascuno di noi ha dedicato a questa seduta, tempo pagato profumatamente, perché lo sappiamo bene che siamo molto ben pagati. Non riesco a vedere un risultato positivo, non riesco a vedere un'utilità, riesco a vedere talvolta una perdita di tempo, talvolta una bella caduta di stile o altre volte un esercizio di stile dei migliori emuli o presunti tali di Richelieu. Un esercizio di ipocrisia, un esercizio di tante cose che però vedo molto lontane dalla politica, vedo, credo molto lontane anche dalle aspettative dei cittadini, rispetto ai quali avremmo il dovere di impegnare il nostro tempo.

Siamo qui in Aula per discutere di una mozione, che in realtà è un'interpellanza (condivido l'osservazione dell'onorevole Steri) alla quale credo di poter rispondere molto rapidamente, anche molto banalmente e semplicemente, perché è banale e semplice rispondere a questa mozione. Forse il disegno che c'è dietro la mozione è meno banale, è meno semplice, ma ciò nonostante non è meritevole di tempo e perdite di tempo perché c'è tanto da fare per altro.

Le motivazioni che hanno portato alla scelta degli Assessori sono di facile individuazione, attengono prima di tutto a quelle che sono le prerogative, le responsabilità del Presidente della Regione che ha operato le scelte sulla base delle sue potestà, dei suoi doveri, sulla base di un dettato normativo, nella convinzione che fossero le migliori scelte, come sono altrettanto sicuro che le scelte degli Assessori di tutti i miei predecessori vennero fatte con le migliori intenzioni, nella migliore buona fede per conseguire il migliore risultato nell'attività di governo.

Queste scelte sono basate ovviamente sulla qualità delle persone, perché ho scelto persone che ritengo serie, capaci, oneste, anche competenti, e peraltro alcune, due, sono anche espressione diretta di questa Assemblea legislativa, e quindi anche per questo credo meritino quella apertura di credito che fa sì che le pagelle, le valutazioni non si facciano in termini preventivi, si facciano dopo, si facciano ex post, quando si valutano i risultati.

Il secondo punto di questa interpellanza/mozione verte sulle conseguenze giuridico-amministrative dirette e immediate della sentenza. E' stato detto dall'onorevole Steri, lo confermo, che la Giunta adotterà tra pochi minuti, alla conclusione di questo dibattito, un provvedimento di convalida, e altrettanto provvedimento ci sarà, per i singoli atti degli Assessori. Questo è previsto dal quadro di regole nelle quali ci muoviamo, e quindi sarà ovviamente un passaggio che verrà fatto regolarmente. Se le nomine fatte soddisfino integralmente quanto previsto dall'articolo 51 della Costituzione, è più complesso dirlo, è vero, però io credo di sì, e credo che questo si evinca dalle stesse parole, dagli stessi contenuti della sentenza, perché la sentenza dà sostanzialmente per scontato che la presenza di genere possa essere assicurata anche con una sola presenza per certi versi, con due secondo un altro ragionamento. Noi siamo andati oltre, e riteniamo, ritengo di aver ottemperato a quello che era il senso della sentenza.

Ho detto da subito che ero ben lieto di rispettare questa sentenza, perché le sentenze si rispettano, e sono ancora oggi convinto, nonostante autorevoli giuristi, costituzionalisti sostengano che questa sentenza sia viziata in radice, che non sia necessario sollevare un conflitto di attribuzioni. Io credo che questo non debba essere fatto, ma la ragione non è giuridica, non è tecnica, la ragione è politica, perché è una sentenza che nello spirito voglio condividere, rispetto alla quale, anzi, ho ritenuto di dovermi attivare immediatamente.

Ho colto i contributi anche positivi che ci sono stati in quest'Aula, li riconosco e voglio darne atto a tutti coloro i quali sono intervenuti. Penso che, grazie al cielo, nella vita, nella storia personale di ciascuno di noi, prima delle parole che ciascuno di noi pronuncia, c'è un qualche cosa che parla e anticipa le parole, sono le nostre storie personali. Io sono sereno con la mia coscienza, perché la mia storia personale è una storia fatta di coerenza, di lealtà, e quindi credo che già quello sia un indice che possa essere utilizzato per valutare anche ciò che dico.

Ringrazio per l'auspicio dell'onorevole Porcu, che ha voluto assimilare alla mia figura quella del non dimenticato Bernardini, autore della vincita di due scudetti, peraltro primo giocatore del sud Italia chiamato in nazionale. Lo prendo come un buon auspicio, veniva chiamato il professore audace. Bene, la ringrazio di questo invito.

Concludo, perché sono convinto del fatto che non ci sia molto altro da dire e forse non ci sia neanche molto tempo da perdere. Lo dico senza volere assolutamente mancare di rispetto all'Assemblea, anzi lo dico con profondo rispetto nei confronti di questa Assemblea e nei confronti di tutti quanti voi. So, onorevole Bruno, che non sarà soddisfatto della mia risposta, e però le rivolgo una preghiera: provi per una volta nella replica a cambiare disco, perché se no diventa e sembra veramente un disco rotto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo due minuti di sospensione perché ho bisogno di cambiare disco un attimo, grazie.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per due minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 40, viene ripresa alle ore 20 e 46.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intanto, Presidente, le rispondo subito, che per cambiare disco bisogna cambiare Presidente. Io credo di aver ripetuto in questi anni le stesse cose, e, se mi avesse ascoltato dal primo momento, probabilmente non avrebbe commesso gli errori che ha commesso, glielo ho detto personalmente, glielo dico anche in pubblico. Naturalmente parlo di me, ma parlo anche della mia parte politica e dell'opposizione.

Questa mozione, che lei oggi ha banalizzato, è utilissima, perché da sempre una crisi di governo (causata non solo dalla sentenza del TAR, ne abbiamo avuto la riprova in questo dibattito, ma causata dal fallimento, dall'inefficienza dell'Esecutivo) si risolve in sede parlamentare; è sempre stato così. Lei non poteva far giurare gli Assessori senza un dibattito parlamentare. E' stato quindi un dibattito utile, è stato utile perché ha messo in evidenza anche oggi la crisi (io la chiamo così) la crisi della maggioranza, cercando di dare un senso alle parole.

Lo abbiamo visto dalle parole del Capogruppo, del suo ex Capogruppo Mario Diana - ex Capogruppo perché lei, Presidente Cappellacci si è autosospeso, non perché l'onorevole Diana non sia più Capogruppo, dalle parole dell'onorevole Vargiu, dal comportamento di un Partito Sardo d'Azione che ha abbandonato l'Aula e non ha partecipato al dibattito, da quello di una maggioranza che è allo sbando, e che non riesce a trovare una soluzione ai problemi della Sardegna. Non abbiamo perso tempo, Presidente.

Credo che il tempo sia stato perso in questi trenta mesi, sia stato perso perché veramente la sua vacanza, la sua assenza dal Consiglio è durata fin troppo, e non può capire le prerogative del Consiglio se non vi partecipa, se presenta certificati medici. Io credo che bisogni partecipare alla vita del Consiglio regionale per comprenderne le dinamiche interne, le prerogative, offrire soluzioni, cercare di interpretarne gli indirizzi, magari ottemperare agli ordini del giorno, non chiedere le scuse al ministro Tremonti il giorno dopo in cui questo Consiglio all'unanimità censurava quell'atteggiamento.

Noi ritireremo la mozione e presenteremo un ordine del giorno, un ordine del giorno di censura, di censura del suo atteggiamento e di censura della soluzione data a questa crisi. Credo che sia necessario farlo, credo che sia nel nostro dovere di opposizione che guarda non semplicemente agli interessi di parte, ma a un corpo elettorale che attende davvero una svolta, che nel suo spot di cambiamento repentino trova la soluzione nel voto, nel ricorso alle urne, nel ripresentare un nuovo progetto.

Personalmente dico anche che sì, forse si possono anche, a volte, sollevare i toni, ma mai quanto avvenuto nella scorsa legislatura, onorevole La Spisa, mai quanto avvenuto nella scorsa legislatura. Però credo di non aver mai, lo dico all'onorevole Sanjust, utilizzato il mio ruolo per attacchi personali, soprattutto nei confronti di chi si trova in difficoltà, e di non aver mai confuso l'aspetto giudiziario con quello politico. Non l'ho fatto neanche illustrando la Mozione di sfiducia, dove ho attaccato quanto di politico è stato fatto in quella vicenda: e penso alla nomina di Farris, penso ai rapporti con Verdini, con Dell'Utri, con Carboni, penso al vertici di Suelli. Ho fatto riferimento agli aspetti politici, non a quelli giudiziari. E quegli aspetti politici rimangono tutti, compreso il tradimento degli interessi della Sardegna, rimangono tutti intatti.

Quella mozione di sfiducia aveva un senso, e ne avrà, e avrà senso anche la Mozione di sfiducia che, secondo me, è già matura in questo Consiglio regionale, e deve arrivare, deve arrivare prima del 20 settembre, prima della metà della legislatura, deve arrivare perché credo che sia giusto che questo Consiglio regionale si esprima, e si esprima sul Presidente.

Io chiedo scusa se ho elevato i toni nei confronti degli Assessori, ma la responsabilità è tutta del Presidente della Regione. Del Presidente della Regione che fa le scelte, che le fa in maniera superficiale, che anche oggi ha dimostrato, in maniera burocratica e arrogante, di sfidare questo Consiglio regionale e quindi tutti noi. Io credo che la risposta sia nel fare gli interessi della Sardegna. Il primo interesse della Sardegna è prendere atto di una condizione di instabilità, di crisi di questa maggioranza, di incapacità di dare la minima risposta ai Sardi.

Lo abbiamo detto, lo continuiamo a ripetere tutti i giorni. Mi dovrà sentire ancora Presidente, perché credo che proprio la inadeguatezza ad affrontare un ruolo così importante di guida per la Sardegna ci debba necessariamente far indignare, così come sta facendo indignare i Sardi. Allora, noi prendiamo atto del permanere delle condizioni di crisi, di instabilità di questa Regione, nonostante il nuovo Esecutivo, e chiediamo un sussulto di dignità anche a questo Consiglio regionale, nel voto di questo ordine del giorno presentato dal centrosinistra.

PRESIDENTE. Comunico che è stata ritirata la mozione ed è stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Bruno - Uras - Salis sulle misure adottate per adeguarsi alla recente sentenza del TAR Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PRESO ATTO del dibattito svoltosi in ordine alla mozione n. 144;

RILEVATO che la percezione della situazione economica e sociale della Sardegna da parte della maggioranza è sostanzialmente inadeguata e priva di riscontri reali;

DATO ATTO che in una gravissima situazione politica ed istituzionale della Regione, aggravata dal mancato riconoscimento da parte dello Stato del gettito previsto dall'articolo 8 dello Statuto;

TUTTO CIO' PREMESSO considera grave e censurabile la soluzione data dal Presidente della Regione alla crisi aperta con la bocciatura del TAR Sardegna e del precedente esecutivo regionale aggravata da una importante e preoccupante crisi istituzionale economica e sociale della nostra Regione,

invita, pertanto, il Presidente

a prendere atto del permanere delle condizioni di instabilità politica interna alla coalizione di governo e dello scontato fallimento di questo ennesimo tentativo di formare un esecutivo regionale in funzione di equilibri interni di potere tra componenti e partiti della maggioranza piuttosto che in funzione delle esigenze della Sardegna e dei Sardi. (1)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ovviamente il Gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore. Approfitto però dalla dichiarazione di voto per fare una precisazione alle dichiarazioni pronunnciate in replica dal presidente Cappellacci. Presidente, bisognerà forse dire ai Sardi (che forse male interpreterebbero le sue parole, se non ci fosse questa precisazione) che non è che i Sardi abbiano speso un euro in più per i nostri stipendi da Consiglieri regionali per il fatto che noi ci siamo riuniti stasera, anzi, stasera con questo dibattito (evitando di sbrigare la pratica in maniera burocratica con il giuramento degli Assessori e poi tutti a casa, o di nuovo al mare) il Consiglio regionale ha dato, quanto meno, l'idea di impegnarsi sui compiti che aspettano la nuova Giunta.

Ho colto nella sua replica, presidente Cappellacci, anche una sorta di fastidio nei confronti del Consiglio e il lancio di alcuni strali assolutamente gratuiti che penso che lei avrebbe fatto bene ad evitare. Avrebbe fatto bene ad evitare perché il Consiglio regionale oggi ha svolto il suo compito, certo su input dell'opposizione, su richiesta dell'opposizione, con una mozione che, secondo il Regolamento consiliare, le opposizioni hanno presentato e hanno diritto di presentare.

Noi non ci facciamo imbavagliare, signor Presidente, non ci faremo imbavagliare. Sappiamo che il momento è molto difficile per la Sardegna e abbiamo il dovere di rappresentare le difficoltà che non solo noi rappresentiamo, rispetto alla composizione di una nuova Giunta regionale in un momento così difficile e complesso. Non c'è nessuna intenzione di offendere nessuno.

Noi abbiamo profondo rispetto per le persone che stanno nella Giunta, così come quelle che stanno in questo Consiglio, i nostri sono esclusivamente giudizi di carattere politico che abbiamo il dovere, non solo il diritto, di dover esprimere in questa Aula e fuori da quest'Aula. Auguri di buon lavoro alla nuova Giunta.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Capelli ha aggiunto la sua irma all'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, colgo l'occasione per precisare che il Partito Sardo d'Azione questa sera, non ha abbandonato l'Aula; forse qualcuno ha scarsa considerazione dei consiglieri di questo Partito che sono presenti qui stasera. Io ho osservato e ho ascoltato tutti coloro che hanno partecipato a questo dibattito, e mi sono reso conto che, purtroppo - lo dicevo ad altri colleghi, - non viviamo in un mondo di giganti. Allora, per questo, voglio regalare la mia modesta lente, che tolgo da qui, al collega Capogruppo del partito del Pd. Stiamo attenti quando parliamo; usiamo uno stile e un modo di fare politica che sia attinente alle nostre capacità.

Ancora, voglio rimarcare che il Capogruppo del Partito Sardo d'Azione è andato via per impegni che aveva già precedentemente assunto. Grazie Presidente, grazie a tutti voi. Voterò contro l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'ordine del giorno presentato da Bruno, da me stesso, dall'onorevole Salis e dall'onorevole Capelli. E' un ordine del giorno che fa la sintesi delle conclusioni di questo dibattito, dove chiaro ed evidente è il permanere di una difficoltà oggettiva, interna alla maggioranza, di relazione, di dialogo, di progetto, di idea.

Noi sappiamo che questa Giunta non è all'altezza del disastro che dobbiamo affrontare, ma che si accetti l'analisi che si fa nel centrodestra, cioè che è un fulmine sceso dall'Olimpo della finanza e dell'economia internazionale, sia che si accetti qualche considerazione che viene fatta dal centrosinistra, che individua responsabilità precise anche nella, di fatto, incapacità di incidere di questa maggioranza e di questo Governo regionale, sia nei rapporti con lo Stato sia nella gestione dell'amministrazione, dal punto di vista ordinario e anche dal punto di vista degli interventi di natura straordinaria, assolutamente necessari, sul fronte del lavoro sul fronte del rilancio dell'attività produttiva, e quindi anche della gestione delle risorse pubbliche da destinare a questo scopo.

Noi pensiamo che questa sia una legislatura ormai morta, finita, che non abbia possibilità di risollevarsi. Abbiamo provato: io ricordo al Presidente e alla Giunta e a tanti Assessori di quella Giunta, all'onorevole Floris per esempio, l'ordine del giorno unitario per le riforme. Tutto si è arenato, è finito, è finito nell'incapacità di proporre modi e tempi di realizzazione anche sugli interventi condivisi e quindi è chiaro ed evidente che non ha futuro a prescindere dal fatto che si riescano a "sbarcare" o meno questi 5, 6 mesi (un anno forse) che rimangono da vivere a questo centrodestra che non ha veramente inciso niente sulle vicende della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Io voterò a favore dell'ordine del giorno e colgo l'occasione della dichiarazione di voto per segnalarle, presidente Cappellacci, che a mio avviso non è stato inutile questo dibattito. Certo, è stato inutile per chi, come lei, ha sentito quello che è stato detto in quest'Aula ma non ha ascoltato. Perché quest'Aula le ha detto qualcosa sulla riforma sanitaria, le ha detto qualcosa sui problemi della Sardegna, di come intende affrontarli, le ha detto qualcosa il suo Capogruppo, le ha detto qualcosa il collega Campus, le ha detto qualcosa il collega Vargiu. Se lei avesse ascoltato e non solo sentito, probabilmente non avrebbe replicato così come ha fatto.

Quest'Aula le ha detto che le poche leggi che sono state approvate le ha presentate il Consiglio. Le ricordo che non c'è un solo disegno di legge presentato dalla Giunta in questi due anni e mezzo che sia stata approvato da questo Consiglio, nel senso che quelli che sono stati proposti dalla Giunta, compresi i disegni di legge finanziaria (se non il primo) sono stati integralmente modificati dalla Commissione e dal Consiglio. Questo per dire che il Consiglio, i colleghi della maggioranza e a volte anche quelli dell'opposizione hanno trasmesso sui disegni di legge, sugli emendamenti, sugli articoli che sono stati portati all'attenzione all'approvazione dell'Aula le loro idee anche se una ahimé è passata con totale responsabilità della Giunta.

Si tratta della insieme all'assessore Prato, e infatti le piazze nelle ultime settimane si sono fatte sentire. Perciò ascoltare, a volte, invece che solo sentire, potrebbe portare minor nocumento a chi, come lei, ha replicato nel modo in cui ha replicato. Io credo che all'ordine del giorno manchi un rigo, probabilmente non lo si voterà, qualcuno sarebbe tentato anche di farlo, e cioè che l'Aula dichiara la propria sfiducia nel Presidente della Regione non nella Giunta, nel Presidente della Regione. Ma questo è palese, lei stesso ha detto che c'è stata molta ipocrisia, l'ipocrisia però non è in quelli che davanti a lei, per difendere il mandato che hanno avuto dai sardi, le dicono: "Presidente Cappellacci, l'ostacolo per la Sardegna in questo momento è lei".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Innanzitutto approfitto dell'occasione, per sincerarmi che oggi funzioni il sistema di votazione elettronico e se la Presidenza si è dotata di quegli ausili che avevo consigliato essere opportuno dotarsi in via sostitutiva all'impianto elettronico. Peraltro io non ancora completato lo studio a memoria del Regolamento ma sinceramente una mozione di questo genere l'avrei ritenuta inammissibile perché palesemente non è una mozione così come, se fossi stato il Presidente della Regione, non avrei risposto a ciò che si chiede di riferire al Consiglio perché la risposta sarebbe stata dovuta solo qualora ci fosse stato un voto favorevole del Consiglio ad una mozione strutturata in questa forma. Una mozione, cioè che impegnasse il Presidente a riferire, qualora ovviamente la mozione stessa venisse approvata.

Qui abbiamo un po' cambiato l'ordine delle cosse, siamo arrivati a rispondere ad un'interrogazione falsamente definita mozione prima ancora che l'impegno venisse votato dal Consiglio.

Dichiaro il voto contrario naturalmente all'ordine del giorno e faccio una sola considerazione. Non vorrei, che l'onorevole Mario Diana si riferisse a me quando parla dei partiti alleati che stanno soggiogando il P.d.L. perché famelici come sono hanno occupato tutti gli spazi assessoriali o quelli delle agenzie in agricoltura. Io vorrei sommessamente far notare che, ancora una volta, dei sei partiti che hanno contribuito all'elezione del presidente Cappellacci, l'unico che è rimasto fuori dalla Giunta e da ogni qualunque altro incarico e che non ha alcun ruolo in questo governo della Regione è il mio. Quindi qualora si fosse rivolto a me la prego di cambiare bersaglio.

Apprezzo comunque il fatto che il presidente Cappellacci abbia scelto tra donne presenti in questo Consiglio, che sono passate al vaglio elettorale, che hanno la fiducia degli elettori e che sono sicuro potranno far bene. Credo anche che quella di Cappellacci possa essere considerata una svolta nelle politiche contestative con lo Stato, così come credo che ritrovando una nuova dignità nella collaborazione tra Giunta e Consiglio si possano affrontare riforme vere. E' chiaro che la congiuntura internazionale è sfavorevole ma diamoci da fare noi per disegnare un nuovo modello di sviluppo...

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, lei ha perfettamente ragione perché se lei avesse conosciuto a memoria il Regolamento avrebbe dichiarato la mozione ammissibile e non inammissibile come invece lei la ritiene. L'articolo 88, infatti, circoscrive i casi in cui il Presidente può intervenire per dichiarare l'inammissibilità e contempla gli ordini del giorno e non le mozioni. Le mozioni sono disciplinate dall'articolo 112 che prevede che un Presidente di gruppo a nome del gruppo possa presentare una mozione per promuovere una deliberazione del Consiglio su un determinato argomento. Nel momento in cui si chiede di riferire al Consiglio perché lo si metta a conoscenza, l'azione conseguente è quella poi di promuovere, in base alla conoscenza, una deliberazione, e non è la prima volta che vengono presentate mozioni come questa.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Preliminarmente, Presidente, volevo tranquillizzare l'onorevole Cuccureddu: stia tranquillo onorevole Cuccureddu, non era riferito a lei, però se la prossima volta, in una riunione di maggioranza, magari esplicitasse meglio le sue richieste, forse io potrei arrivare anche a riferire su questo, insomma. Ma siccome siamo in vena di scherzi...

E' chiaro che io sono rimasto molto ma molto deluso, lo devo dire colleghi del centrosinistra, perché non si trasforma una mozione come quella che è stata presentata in un ordine del giorno di questo genere. Qui non c'è da prendere atto proprio di niente. La Giunta ha appena giurato, si è appena insediata, credo che abbia la fiducia, anzi ha certamente la fiducia di questa maggioranza, vediamola all'opera e dopodiché magari possiamo riparlarne. Io credo che non se ne dovrà più parlare per quelle che sono le speranze certamente dei sardi, per quelle che sono le speranze mie personali e credo le speranze del nostro gruppo. I colleghi della maggioranza mi pare che abbiano fatto la loro parte, e forse una pausa di 20 giorni, 25 giorni di riflessione sino a quando dovremo tornare in aula per il giuramento dell'Assessore dei lavori pubblici non potrà fare che bene.

A proposito di questo giuramento, non se l'abbia a male nessuno ma io credo di essere stato forse il più determinato e determinante nell'elezione del sindaco Nonnis. Il sindaco Nonnis non ha fallito, non ha assolutamente fallito, meritava di stare al suo posto, credo peraltro che non si possa lasciare una città capoluogo senza sindaco e affidarla per otto mesi ad un commissario.

Quindi io l'ho difesa prima e la difendo ancora, spero che sia all'altezza della situazione, sono sicuro, è molto determinata, ma certo che per la città di Oristano viene scritta una pagina che non ha una storia, perché non sta scritto da nessuna parte che il Sindaco è stato mandato a casa dal Consiglio, non sta scritto da nessuna parte che non aveva la fiducia del Consiglio, c'è stato certamente un periodo burrascoso, c'è stato certamente il tentativo di farlo cadere ma era un tentativo che non sarebbe approdato da nessuna parte, perché il sindaco Nonnis secondo me aveva tutte le carte in regola per durare tutta la legislatura e fare quello che il suo predecessore, ahimé il dottor Barberio, aveva fatto nei cinque anni precedenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, noi siamo invece dell'avviso contrario. E' stato un dibattito molto interessante, che credo che, al di là della facciata, dimostri quanto siano emerse oggi più vicine le posizioni che si preannunciavano distanti. Intanto abbiamo visto il Presidente che sfugge dal confronto, non risponde a niente, parla di dischi rotti, ma il disco rotto probabilmente è lui. Non risponde neppure a Meloni lo accusa dice di aver detto bugie in ordine a dichiarazioni rese; pensate un po'! Ma sono poi illuminanti, in mezzo ai vostri silenzi, le parole di qualcuno, di coloro che hanno parlato di voi, che hanno parlato della crisi del P.d.L. nei confronti degli alleati, degli alleati che ce l'hanno con il P.d.L., di qualche alleato che non si riconosce e che si lava le mani, come Ponzio Pilato, sulle scelte del Presidente. Un bel quadretto non c'è che dire! Ed è quello che noi volevamo accertare, e che cercheremo di evidenziare.

Certo - ve lo dico con molta amicizia - un Presidente che disprezza il Consiglio come ha fatto questa sera non è un buon viatico per fare molta strada. Chi disprezza il Consiglio prima o poi fa i conti con il Consiglio e con il consenso. Sulla questione richiamata dal collega Diana, non posso che dire che un responsabile c'è ed è lì, è il Presidente della Regione che ha indotto e procurato lo scioglimento del Consiglio comunale di Oristano, perché se non avesse nominato assessore Angela Nonnis, se avesse lasciato che quel sindaco regolasse il suo rapporto con gli Oristanesi che l'avevano votata, la musica sarebbe stata diversa. Il responsabile è lei che non ha rispettato il decorso normale di una crisi irreversibile, invece ha nominato Angela Nonnis assessore e ha procurato la crisi; e questo è un fatto gravissimo nella storia dell'autonomia.

Avete detto che tra poco avreste proceduto a convalidare; vi do un consiglio: prima di convalidare verificate se siete voi in regola, perché questa volta non passerà in cavalleria il fatto che abbiate violato lo Statuto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole e per dire che anch'io sono rimasto deluso della sua risposta. Sono rimasto deluso e penso che lei abbia sbagliato a rivolgersi in quel modo al Consiglio regionale; mi pare che abbia intrapreso una strada senza ritorno. Ha parlato del costo del Consiglio giustamente; tutti noi siamo impegnati e sentiamo urgente l'impegno a ridurre i costi della politica, ma lei si deve rendere conto del fatto che in questi due anni è già costato 4 miliardi a mezzo di euro alla Sardegna, è costato un miliardo e 300 milioni di euro di fondi FAS, con la sua ingenuità di andare a ritirare la domanda, lei è già costato quasi 3 miliardi di euro di entrate nel 2010 e nel 2011, lei alla fine dell'anno costerà qualche centinaio di milioni di euro di fondi europei non impegnati. A oggi lei è già costato 4 miliardi e mezzo di euro alla Sardegna, ed è un dato di fatto incontrovertibile.

Devo inoltre dirle, signor Presidente, che lei rappresenta un altro costo importante per la Sardegna, perché noi siamo stati dominati a lungo, ma dal '48 ad oggi abbiamo percorso una strada di autonomia, che è stata continua e chiara, con momenti importanti e meno importanti, ma sempre nella stessa direzione, con lei, invece, siamo ritornati indietro di sessant'anni.

Per la prima volta il Presidente della Regione è stato identificato con un podestà straniero, e tutte le sue azioni sono dipese dai desideri di un podestà straniero, dal G8, ai FAS, agli incontri che dovevano spianare la strada delle energie rinnovabili in Sardegna, a tutto quello che ne è venuto fuori. E che lei oggi si vesta da autonomista e da sardista è francamente grottesco. E ci scusi se non siamo un pubblico di telespettatori, se ancora abbiamo un senso critico, e le nostre critiche le facciamo qui in questo Consiglio regionale, che le consiglio di rispettare non solo a parole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Grazie Presidente, mi spiace parlare dopo il Capogruppo, il cui intervento non voglio assolutamente sminuire, però non posso non dire che anch'io ho provato un certo disagio nel sentire una nota demagogica nell'intervento del Presidente, e francamente se la demagogica può far parte della politica è giusto che provenga dall'altra parte dei banchi, perché demagogia e responsabilità di governo non vanno d'accordo. Voterò però contro questa mozione, voterò contro non certo perché ho paura di andare a casa, voterò contro non certo perché vesto una determinata maglia, ma voterò contro perché ho davvero fiducia che anche da questo dibattito spesso rude, aspro, come gli ultimi interventi che abbiamo sentito, si possano trarre quegli spunti su cui noi, voi Giunta, lei Presidente, dobbiamo riflettere.

E allora credo che ci sia bisogno di un nuovo passo, di un nuovo metodo, di nuovi rapporti, perché sennò davvero la demagogia prenderà il sopravvento, prenderà il sopravvento fuori, subentrerà il qualunquismo, e allora sarà una gravissima responsabilità della sua e della nostra gestione, e questo non possiamo permetterlo, perché prima che arrivi il qualunquismo, prima che la demagogia prenda il sopravvento è meglio che andiamo a casa. Ma io ho fiducia davvero che, al di là delle parole, lei sappia, assieme alla sua Giunta, cogliere il vero senso di questo dibattito, per cui voterò contro questa mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro un voto convintamente contrario all'ordine del giorno, così come sono convinto che ci sia molta ipocrisia in quest'Aula. E pensare di ridare a voi, onorevole Bruno, onorevole Sanna, a tutti voi, le chiavi della Sardegna non solo mi preoccupa in qualità di consigliere regionale, ma mi fa inorridire in qualità di Sindaco. Ho imparato a conoscervi, ho ben visto il vostro operato, lotto ancora nel mio comune per risolvere i disastri che avete fatto, ho ancora difficoltà ad adeguare il mio PUC al vostro PPR. Qualcuno dovrebbe vivere la realtà dei piccoli paesi. Onorevole Sanna, lei era Assessore negli ultimi cinque anni, non mi sembra che Oristano sia migliorata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, esprimo il mio voto contrario a quest'ordine del giorno, perché ritengo che qualsiasi valutazione pregiudiziale sulle deleghe attribuite ai nuovi Assessori debba essere sottratta a considerazioni strumentali da qualsiasi parte provengano. Ritengo invece che sia opportuno formulare i migliori auguri ed il pieno sostegno ai nuovi Assessori, il cui compito arduo ci vedrà al loro fianco con consigli, valutazioni, e tutte le osservazioni necessarie a compiere un'azione amministrativa straordinaria, capace di affrontare e risolvere le emergenze più stridenti che attanagliano la Sardegna. L'azione amministrativa intensa che attende l'Esecutivo regionale troverà nella nuova Giunta le energie e le risorse per far fronte a questo complesso momento storico.

Nonostante non ci sia più una rappresentanza della Gallura, fatto di cui è legittimo anche da parte nostra rammaricarci, esprimo comunque una valutazione più alta che si conforma agli alti principi della politica. Certo che anche coloro che compongono quest'Esecutivo si faranno portavoce delle istanze che provengono dal territorio, così come delle istanze che provengono da tutte le altre parti della Sardegna, formulo i migliori auguri alla Presidenza e alla Giunta e vi ringrazio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo per dichiarazione di voto per dire che quest'ordine del giorno è ancora peggiore della mozione che avete proposto. Mi ha sorpreso che lei, onorevole Soru, si erga oggi a paladino dell'autonomia e dell'autorevolezza del Consiglio quando la scorsa legislatura, sistematicamente disertava quest'Aula e utilizzava questo Consiglio come Caligola utilizzava il Senato della Repubblica romana. Lei ancora insiste dicendo che il Presidente Cappellacci offende le istituzioni quando il presidente Cappellacci in apertura ha detto, l'ha detto riferendo poche parole ma chiare, che il rispetto delle istituzioni, il rispetto delle prerogative di questo Consiglio, il rispetto dei ruoli, dei gruppi, di ogni singolo consigliere, della maggioranza e dell'opposizione, costituisce il vademecum dell'azione che svolge in campo istituzionale il Presidente della sua Giunta.

Allora se non avete argomenti, come è palese che non li avete, io vi chiedo veramente che la prossima volta apriate un dibattito un po' più aderente ai problemi reali della Sardegna sui quali veramente confrontarci. Del resto forse l'opposizione questa volta ci ha fatto un regalo, quello di compattare una maggioranza che ha obiettivamente delle difficoltà, avete fatto il più bel regalo agostano e avete dimostrato che forse così volete nascondere i problemi esistenti all'interno di un P.D. lacerato. In sostanza avete fatto ancora una volta un autogol perché questa mozione e questo dibattito rivelano davvero tutti i problemi esistenti al vostro interno.

Ecco perché Presidente la invitiamo ad andare avanti, ha il sostegno del nostro Gruppo, convintamente la sosteniamo e speriamo davvero che con il concorso e la buona volontà di tutte le forze di maggioranza (io apprezzato anche l'intervento dell'onorevole Mula pronunciato a nome dei Riformatori così come quello dell'U.D.C., e dell'onorevole Cuccureddu) ci siano tutte le condizioni per chiudere in bellezza questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). L'intervento dell'onorevole Capelli mi ha convinto sulla necessità di rispondere ad una reiterata affermazione dell'inutilità di questa mozione, come anche di questo ordine del giorno che mi appresto, con i colleghi, a votare a favore.

Il dibattito ha evidenziato lo stato reale della maggioranza e del rapporto tra i partiti della maggioranza e il Presidente Cappellacci. Quello che è emerso nella stampa di questi giorni era molto molto ma molto meno chiaro, oggi invece abbiamo un quadro molto più nitido che peraltro è molto peggiore di quello che ci aspettavamo ed è giusto che sia emerso dal dibattito in quest'Aula. Non è vero che vi siete ricompattati: è emerso con chiarezza che i problemi sono aumentati, che il Presidente è purtroppo sempre più debole, sempre più costretto a distrarsi dai problemi reali della Sardegna per concentrarsi su quelli dovuti alle beghe politiche della sua maggioranza. Di questo paga le conseguenze la nostra Isola e siamo tutti consapevoli (noi e l'intero popolo sardo) che la situazione è più grave di quella che sembrava, la crisi galoppa e il suo ignorarla crea ulteriori aggravamenti. Noi prendiamo atto che questa è la situazione Presidente, forse sarebbe bene che ne prendesse atto anche lei.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cugusi - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 65

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 20

contrari 45

(Il Consiglio non approva).

Permettetemi colleghi, prima di chiudere i lavori, un ringraziamento al personale del Consiglio per la disponibilità manifestata a ritornare dalle ferie per consentire lo svolgimento della seduta odierna.

I lavori del Consiglio riprenderanno mercoledì 31 agosto alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 21 e 27.



Allegati seduta

CCXLI Seduta

Mercoledì 10 agosto 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 17.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 26 luglio 2011 (234), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Radhouan Ben Amara, Giuseppe Cuccu, Mariano Contu, Giampaolo Diana, Gavino Manca e Giovanni Mariani hanno chiesto congedo per la seduta del 10 agosto 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Agus - Cocco Pietro - Barracciu - Bruno - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:

"Modifica dello statuto del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna". (303)

(Pervenuta il 3 agosto 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Steri - Diana Mario:

"Disposizioni in tema di integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'amministrazione regionale. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'amministrazione regionale), e successive modifiche e integrazioni. (304)

(Pervenuta il 3 agosto 2011 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccu - Barracciu - Bruno - Agus - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:

"Principi e norme per l'educazione, l'istruzione, la formazione e il diritto allo studio". (305)

(Pervenuta il 5 agosto 2011 e assegnata alla ottava Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di trasformare la sezione distaccata di Corte d'appello di Sassari in distretto autonomo". (654)

"Interrogazione Sanna Giacomo - Planetta - Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulle eventuali iniziative tra Shardna e Sfirs". (655)

"Interrogazione Maninchedda, con richiesta di risposta scritta, sul doppio pagamento del canone di manutenzione nel project financing della ASL n. 3 di Nuoro". (656)

"Interrogazione Maninchedda, con richiesta di risposta scritta, sul servizio del portierato della ASL n. 3 di Nuoro". (657)

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sui numerosi ricorsi in atto nanti il giudice del lavoro, avviati da personale della Società di gestione dell'Aeroporto di Alghero (SOGEAAL) e sui relativi costi a carico dell'erario che si profilerebbero". (658)

"Interrogazione Espa - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Corda - Agus, con richiesta di risposta scritta, sui notevoli ritardi da parte della ASL di Oristano inerenti le procedure del concorso per l'assunzione di n. 10 operatori socio-sanitari". (659)

"Interrogazione Salis - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla delibera regionale n. 32/24 inerente l'Ersu di Cagliari e la costruzione di alloggi e residenze per alloggi e residenze universitarie". (660)

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi finanziaria della Fondazione San Raffaele-Monte Tabor e sul ruolo della Regione sarda nel percorso di apertura dell'ospedale recentemente costruito ad Olbia dalla Fondazione". (661)

"Interrogazione Meloni Marco, con richiesta di risposta scritta, sulla opportunità di interrompere le procedure di stabilizzazione del personale degli enti locali previste dalla circolare prot. n. 29804 dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, in relazione all'impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale, da parte del Governo, delle leggi regionali 19 gennaio 2011, n. 1, e 30 giugno 2011, n. 12". (662)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Planetta sulla garanzia dei diritti e delle professionalità partecipanti alla prossima Biennale dell'artigianato sardo e sulle misure ed iniziative adeguate tali da assicurare l'effettiva tutela dell'artigianato sardo". (253/C-6)

"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sulla mancata applicazione della nuova disciplina relativa alla riscossione dei contributi irrigui da parte dei consorzi di bonifica". (254)

"Interpellanza Sechi - Uras - Ben Amara - Cugusi - Zuncheddu sull'utilizzazione delle risorse regionali assegnate alle Università di Cagliari e Sassari a finanziamento dei corsi di laurea in scienze infermieristiche". (255)

"Interpellanza Planetta sulla stabilizzazione di personale precario dipendente del Comune di San Teodoro, in riferimento alla sentenza della Corte costituzionale n. 235 del 5 luglio 2010 ed alla legge 15 luglio 2011, n. 111". (257/C-1)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Steri - Sanna Giacomo - Vargiu - Cuccureddu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Cossa - Dedoni - Dessì - Fois - Obinu - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Planetta - Sanna Matteo sulla procedura di recupero degli aiuti erogati ai sensi della legge regionale 13 dicembre 1988, n. 44 (Costituzione del fondo regionale di garanzia per l'agricoltura e provvidenze per l'agricoltura)". (140)

"Mozione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Cugusi - Sechi sulle criticità della costruzione del gasdotto Galsi". (143)

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla nomina degli Assessori regionali a seguito della sentenza del TAR Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (144)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 06, viene ripresa alle ore 17 e 12.)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il giuramento degli Assessori.

Comunico che il Presidente della Regione, con nota n. 8801 dell'8 agosto 2011, ha inviato il decreto n. 91 dell'8 agosto 2011, di nomina degli Assessori regionali a seguito dell'annullamento, con sentenza n. 864/2011 del Tar Sardegna del 2 agosto 2011, dei decreti n. 138 del 4 ottobre 2010, n. 141 del 5 ottobre 2010, n. 143 del 6 ottobre 2010, n. 27 del 28 febbraio 2011, n. 32 del 7 marzo 2011 di nomina degli Assessori regionali, e n. 144 dell'11 ottobre 2010 con il quale è stato nominato il Vice Presidente della Regione.

Sono nominati Assessori i signori:

Mario Floris, Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione;

Giorgio La Spisa, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio;

Nicolò Rassu, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica;

Giorgio Oppi, Assessore della difesa dell'ambiente;

Oscar Cherchi, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;

Luigi Crisponi, Assessore del turismo, artigianato e commercio;

Angela Eugenia Nonnis, Assessore dei lavori pubblici;

Alessandra Zedda, Assessore dell'industria;

Antonio Angelo Liori, Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale;

Sergio Milia, Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

Simona De Francisci, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;

Christian Solinas, Assessore dei trasporti.

Comunico inoltre che l'efficacia della nomina della signora Angela Eugenia Nonnis ad Assessore dei lavori pubblici è subordinata al decorso dei 20 giorni dalla presentazione delle dimissioni al Consiglio comunale di Oristano. Fino a tale data le relative funzioni sono esercitate ad interim dal Presidente della Regione.

Comunico altresì che le funzioni di Vice Presidente della Regione sono attribuita al Signor Giorgio La Spisa.

Comunico infine che in data 3 agosto 2011 e fino al perfezionamento delle procedure di nomina della nuova Giunta regionale il Presidente della Regione ha assunto in via provvisoria, ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 7 gennaio 1977 numero 1, le funzioni di competenza degli Assessori regionali.

Giuramento di Assessori

Ricordo che gli Assessori che non sono consiglieri regionali, nominati dal Presidente della Regione, devono prestare il giuramento prescritto dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, numero 250. Do lettura della formula del giuramento prevista dall'articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica; al termine, ognuno degli Assessori, dei quali farò l'appello, alzandosi, risponderà: "Giuro":

"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".

Giorgio La Spisa, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Giuro.

PRESIDENTE. Luigi Crisponi, Assessore del turismo, artigianato e commercio.

CRISPONI, Assessore del turismo, artigianato e commercio. Giuro.

PRESIDENTE. Antonio Angelo Liori, Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

LIORI, Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Giuro.

Discussione della mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla nomina degli Assessori regionali a seguito della sentenza del TAR della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo

54 del Regolamento (144)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 144.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla nomina degli Assessori regionali a seguito della sentenza del TAR Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- il Tribunale amministrativo regionale (TAR) della Sardegna ha, con sentenza depositata il 2 agosto 2011, dichiarato nulli i decreti di nomina degli Assessori regionali succedutisi dal 4 ottobre 2010 al 7 marzo 2011 in quanto le giunte regionali formatesi a seguito di tali decreti non contenevano nella loro composizione alcuna quota di genere, in contrasto quindi con i dettami della Costituzione italiana;

- a seguito della sentenza del TAR Sardegna pertanto il Presidente della Regione ha dato avvio alla ricostituzione della Giunta modificando l'attribuzione di alcune deleghe e con l'impegno di rispettare le quote di genere;

TENUTO CONTO che:

- con l'attuale terzo rimpasto della Giunta regionale si sono succeduti nell'arco di trenta mesi oltre trenta assessori;

- in un momento di crisi drammatica che investe il nostro Paese e che per la Sardegna è particolarmente gravosa, è indispensabile che la Regione sia governata da una compagine assessoriale di alto profilo capace di indirizzare le non più abbondanti risorse disponibili verso quelle politiche di sviluppo che diano garanzia di soluzione delle numerose problematiche e tentino di risolvere i mali storici della nostra Isola quali l'oramai insostenibile disoccupazione che ha raggiunto livelli preoccupanti, la crisi dell'apparato industriale, quella del comparto agro-pastorale, la carenza di infrastrutture, l'isolamento nei collegamenti sia marittimi che aerei e soprattutto capace di una nuova stagione di rivendicazioni nei confronti di uno Stato centralista che non intende rispettare la nostra autonomia;

RITENUTO che il Consiglio regionale sia oramai prioritariamente investito di queste problematiche,

impegna il Presidente della Regione

a riferire al Consiglio regionale:

1) sulle motivazioni delle scelte effettuate nella nomina degli assessori che compongono l'attuale Giunta regionale, sulla adeguatezza della soluzione data al Governo regionale rispetto alle drammatiche attese e alle preoccupanti condizioni economiche e sociali della Sardegna;

2) sulle conseguenze giuridico-amministrative dirette ed immediate, e quelle eventuali, che si potrebbero determinare in relazione alla intervenuta sentenza del TAR Sardegna che ha annullato la precedente Giunta regionale dichiarando illegittima la nomina degli assessori e, come pare, "ogni altro atto presupposto, inerente o consequenziale";

3) se abbia, con le nomine fatte, soddisfatto integralmente quanto previsto dal primo comma dell'articolo 51 della Costituzione repubblicana. (144).)

4)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, mi sembra un fatto straordinario che il 10 agosto il Consiglio regionale sia convocato, sicuramente per il giuramento dei nuovi Assessori appena nominati, ma anche per favorire, così come noi abbiamo fatto attraverso questa mozione, un dibattito ampio e articolato sulla situazione politica ma anche, così come scriviamo nel dispositivo, sull'adeguatezza di questa Giunta regionale rispetto alla drammaticità dei problemi della Sardegna.

Quindi una Giunta - ha detto il Presidente Cappellacci nei giorni scorsi - che non va in vacanza (anche oggi l'ha ripetuto e l'abbiamo sentito nei telegiornali) una Giunta che non va in vacanza e un Consiglio che non va in vacanza. Dobbiamo dire che in realtà la Giunta, dal nostro punto di vista, dal punto di vista politico, in vacanza c'è stata fin troppo, c'è stata per 30 mesi, c'è stata senza affrontare e senza risolvere neanche un problema della Sardegna. Lo dico in apertura perché credo che sia ora di finirla con gli spot, con una Giunta, presidente Cappellacci, che non va in ferie per 10 giorni in agosto quando forse un po' di ferie anche lei avrebbe necessità di farle. Credo che invece bisogni essere presenti (e non in vacanza) tutto l'anno, presenti anche in questo Consiglio regionale.

Lei nel presentare, Presidente Cappellacci, la nuova Giunta, ha anche ripresentato, non so se per la terza o la quarta volta, le dichiarazioni programmatiche. Ed è quello che rimane di questi 30 mesi: dichiarazioni programmatiche, annunci. Ci ha detto che proseguirà l'impegno sul fronte della continuità territoriale, ma che cosa vuol dire proseguire nell'impegno per la continuità territoriale? Stiamo parlando di quella in proroga? Stiamo parlando invece della questione Tirrenia? Ci ha detto che proseguirà l'impegno sulla vertenza entrate; spero che lo faccia con una svolta e non come ha fatto in due anni e mezzo, al traino del Governo e del Presidente Berlusconi.

Ci ha detto che proseguirà l'impegno sul fronte del patto di stabilità, ma anche qui, a parte il ricorso presentato qualche giorno fa, dopo due anni di nostre richieste, dopo l'insistenza, devo dire anche in maniera molto chiara, dei due costituzionalisti che avete interpellato in Giunta, tra i quali il professor Onida, arrivate in forte colpevole ritardo.

Questo è uno dei momenti più difficili della storia dell'autonomia della Sardegna, dei più gravi, drammatici. Occorreva, Presidente Cappellacci, una Giunta all'altezza del momento, un Esecutivo all'altezza, adeguato alla drammaticità della crisi. Si poteva approfittare dell'opportunità data dal Tar, perfino dal Tar, per trovare in Sardegna, nell'Isola, le competenze necessarie ed adeguate per affrontare il momento drammatico, anche dal punto di vista sociale ed economico che vive la Sardegna.

Insomma, lei ha accompagnato questa Giunta con l'elencazione delle dichiarazioni programmatiche e attribuendosi il merito per i fondi FAS, nonostante ne siano arrivati una minima parte. Rimane bloccato circa 1 miliardo e 300 mila dal CIPE, una parte importante, tra cui la Sassari-Olbia, era stata già deliberata dal CIPE negli anni scorsi, poi bloccata dallo stesso CIPE, subito dopo l'elezione del presidente Cappellacci accompagnato in Sardegna dal presidente Berlusconi. Sono bloccati al CIPE i fondi per l'edilizia sanitaria, i 5 ospedali previsti dal Piano sanitario regionale, i fondi per l'università (l'ha ricordato opportunamente anche il Rettore di Sassari, il professor Mastino) sono rimasti i nodi veramente più importanti di quest'Isola e credo che dobbiamo ricordare anche che sono venuti meno alla Sardegna circa 4 miliardi (il 12, 6 per cento complessivo) dei fondi FAS nazionali.

Quindi che cosa c'è di cui andare fieri, Presidente Cappellacci? E voi ci presentate una Giunta con un valzer di Assessori, una Giunta che è diventata ormai una porta girevole: 31 Assessori in meno di 30 mesi, una Giunta certamente con la presenza di tre donne, una Giunta sicuramente non adeguata al momento.

Sono sufficienti, lo chiediamo nella mozione, anche dal punto di vista dell'equilibrio di genere, tre donne nell'Esecutivo? E per quanto riguarda le conseguenze giuridiche ed amministrative dirette ed immediate, la Giunta precedente ha ottemperato anche rispetto a quanto ha sancito il Tar che ha annullato la precedente Giunta regionale dichiarando illegittima la nomina degli Assessori? Sono perplessità che esprimiamo nel dispositivo della mozione, ma il tema è un altro.

Lei Presidente afferma, l'ha ripetuto anche oggi rispondendo indirettamente al suo ex Segretario Alfano, di occuparsi della Sardegna, di perseguire gli interessi della Sardegna e di non guardare quindi agli interessi del proprio Gruppo, del proprio partito. In realtà non solo lei ha fatto gli interessi di partito, di coalizione, cercando con il bilancino di sistemare le caselle ma addirittura ha fatto gli interessi delle correnti del suo partito. Non ci venga a dire che vengono prima i cittadini sardi! Viene prima, per lei, l'interesse della propria coalizione, l'interesse perfino delle correnti rispetto agli interessi dei cittadini sardi.

Un Sindaco che fallisce nella città di Oristano (fallisce, non c'è altra parola, credo, che definisca meglio la situazione) per responsabilità, per una divisione anche all'interno della sua coalizione, un Sindaco che fallisce nella sua città viene promosso Assessore regionale. Mi chiedo con quale logica si effettui questa operazione, se non quella di aggiustare equilibri interni alla coalizione, se non quella di cercare di ottenere, magari da un partito che si è dimostrato forse più critico negli ultimi tempi, un'adesione ad una maggioranza che però non ha un progetto.

Le industrie. Assessore, tanti auguri! Mille vertenze aperte, Portotorres smantellata, smantellata la chimica di base con la promessa della chimica verde, di cui avremo modo di parlare, un Assessore ogni sette mesi: è questa la situazione dell'Assessorato dell'industria. I lavoratori della Vinyls sono stati sistematicamente presi in giro, e voi non siete stati in grado di tutelarli. Lì sì che occorreva autorevolezza, presidente Cappellacci, per dire che è il Governo che deve fare la politica industriale e non lei, per dire con chiarezza al Governo Berlusconi che doveva necessariamente indicare una strada per la chimica italiana e conseguentemente per la chimica in Sardegna. Invece ci troviamo di fronte ad un fallimento, con lavoratori abbandonati a sé stessi e tantissime aziende in crisi: dall'Euroallumina alla Keller e tantissime altre che non cito. Questo settore importante, oggi smantellato, si è trovato di fronte a un Assessore ogni pochi mesi ma non a un'idea, non a un progetto.

I lavori pubblici. Abbiamo un nuovo Assessore, l'ex sindaco di Oristano. Aspettiamolo per il giuramento. Sui due anni e mezzo impiegati per la Sassari Olbia - ho cercato di dirlo in apertura - non c'è niente di cui andare fieri: erano fondi già stanziati che lei e il presidente Berlusconi avete promesso fino all'ultimo giorno della campagna elettorale. Oggi semplicemente dovevate "fare fuori" un Assessore, magari lasciandogli l'incarico di vice commissario per la Sassari Olbia e ottenere quei fondi FAS che comunque erano soldi dei sardi rimessi in circolo dopo due anni e mezzo. Solo il 6 per cento di quanto dovuto alla Sardegna viene inserito nel documento annuale di programmazione economica e finanziaria dal Governo Berlusconi: è una situazione davvero drammatica della quale qualcuno dovrà render conto, dovrà rendere conto di metà legislatura.

La sanità. Auguri Assessore: la sanità rappresenta il 40 per cento del bilancio regionale, presenta un deficit mostruoso, con una situazione che, nonostante la delibera di oggi, voluta da questo Consiglio regionale, ha visto in questi anni le liste d'attesa allungarsi in maniera, devo dire, impressionante e i servizi diminuire.

La riforma della sanità, annunziata all'inizio di questa legislatura è rimasta solo un annuncio, non solo per le responsabilità dell'assessore Liori, ma credo per la divisione che c'è nella maggioranza, che c'è stata in due anni e mezzo, che c'è ancora. Insomma, dovevate cambiare il mondo, in realtà volevate semplicemente gestire il potere delle aziende sanitarie locali, mettere dei commissari (lo avete fatto, tra i vostri primi atti, attraverso un subemendamento a un collegato) senza verificare il lavoro fatto da direttori generali, siete arrivati, senza completare una riforma, a sostituire commissari con i direttori generali, avete occupato potere, avete gestito clientele ma non avete risolto un problema. La sanità è uno dei problemi più grandi di quest'Isola, e ci ritorneremo presto, assessore La Spisa.

Aumenta notevolmente anche la spesa farmaceutica; siete riusciti perfino a tagliare i fondi della legge numero 162. Insomma, possibile che non ci sia in Sardegna una competenza immediatamente spendibile sul versante della sanità, che possa entrare in campo immediatamente perché ha già studiato, e che proponga soluzioni subito?

Guardi, questa scelta è sconcertante, io credo che occorra fare in modo che la sanità presto sia oggetto di una sessione straordinaria del Consiglio regionale, perché sicuramente il 40 per cento delle nostre risorse merita un'attenzione massima, perché i cittadini hanno necessità di un servizio sanitario regionale migliore.

L'assessore Liori va all'Assessorato del lavoro. Ecco, credo anch'io che questo sistema di combinare caselle senza guardare gli interessi della Sardegna per "sistemare" persone debba finire. L'Assessorato del lavoro è un altro Assessorato strategico per la Sardegna. L'assessore Liori poteva benissimo occupare un altro ruolo, invece no gli è stato assegnato l'Assessorato del lavoro. Credo che sia stata una scelta precisa, ponderata, veramente ponderata da parte del Presidente della Regione, che aveva a cuore gli interessi della Sardegna e non quelli dell'Assessore che non è più consigliere, perché si è dimesso sotto le vigenze della legge statutaria che gli impediva di poter contemporaneamente svolgere il ruolo di Assessore e di consigliere regionale.

Insomma l'assessore Cherchi che si è occupato di industria con successo, come ho cercato di dire poco fa, oggi va all'assessorato dell'agricoltura perché ha sicuramente le competenze e i talenti necessari per occuparsi e per risolvere i problemi drammatici dell'agricoltura in Sardegna. Insomma - questa è la lettura che ha fatto anche il presidente Cappellacci - in un momento drammatico di crisi, probabilmente come mai del settore agropastorale, bisognava trovare le risorse giuste, e il Presidente le ha trovate all'interno del suo partito.

Anche il consigliere Mariano Contu è uscito dalla Giunta dopo pochi mesi; evidentemente ha lavorato male, evidentemente doveva fare spazio ad un'altra componente non del suo partito, non del suo gruppo, della sua corrente; diciamo la verità: altro che interessi della Sardegna! Lei ha fatto, presidente Cappellacci, gli interessi per far quadrare il cerchio, per avere la possibilità di continuare a navigare a vista ancora per qualche mese; questo ha fatto, ma non ci venga a raccontare altre storie.

Fuori Mariano Contu dalla Giunta e nel frattempo all'ex assessore Prato magari troviamo un'altra Agenzia, un altro Ente, troviamo un modo per accontentare tutti. Insomma, veramente questa è la migliore Giunta possibile in questo momento storico, in questo 10 di agosto in cui siamo chiamati in Consiglio regionale (perché non bisogna perdere un secondo, un minuto, perché il Presidente non va in vacanza), oppure si poteva fare meglio, si poteva fare meglio nell'interesse della Sardegna?

Guardi la sua, presidente Cappellacci, è la storia di un fallimento; trenta mesi senza un risultato. Il suo rapporto con Berlusconi - nonostante lei dia quella risposta oggi al segretario Alfano - il suo rapporto con Berlusconi è costitutivo, costitutivo di questa esperienza regionale, di questa legislatura. Le piaccia o no, è costitutivo. E' iscritto in quel "patto-inganno" che avete sottoscritto e presentato ai sardi in campagna elettorale, è scritto in quella campagna elettorale, è scritto in questi 30 mesi. Non se ne può disfare.

Se ha cambiato idea, se quel progetto che non era un progetto nell'interesse della Sardegna, che non era un progetto nell'interesse dei sardi, se quel progetto oggi non è più valido, se quelle promesse non sono più valide, se quegli inganni chiaramente non sono più validi, bisogna chiedere ai Sardi, sulla base di un altro progetto, sulla base di visioni necessariamente alternative, bisogna chiedere ai sardi la fiducia, perché lei è stato votato sulla base di quel rapporto costitutivo e indissolubile.

Allora si vada al voto, si vada al voto, non abbiamo bisogno di "Giunte balneari", non abbiamo bisogno di riempire caselle, non abbiamo bisogno di mettere persone giuste al posto giusto dal punto di vista del mantenimento del potere, presidente Cappellacci, abbiamo bisogno di mettere persone giuste al posto giusto perché c'è un progetto e il progetto dobbiamo sottoporlo agli elettori sulla base di visioni alternative che vi sono, che vi sono in Sardegna.

Lei, Presidente, non ha più la fiducia dei sardi, l'ha avuta su altre basi, su altri indicazioni, oggi non ha più la fiducia dei sardi e deve avere il coraggio di chiamare i sardi al voto, magari anche di ripresentarsi. Si ripresenti e dica: "Ho sbagliato tutto. Il mio rapporto con il presidente Berlusconi, che allora era il mio leader, era viziato. Lui non ha fatto gli interessi della Sardegna, e io avrei voluto farli ma non ce l'ho fatta". Però, chieda il voto, chieda il voto dei sardi. Non può oggi, a metà legislatura, attraverso delle dichiarazioni programmatiche, le ennesime, farci cambiare idea. Noi l'idea non la cambiamo. I sardi non hanno più fiducia, c'è bisogno di un nuovo governo, c'è bisogno di un nuovo Consiglio regionale. Nessuna stagione costituente, Presidente.

Assessore Floris, lei è stato Presidente della prima Commissione, è l'Assessore delle riforme, viene riconfermato in questo ruolo. Adesso è Presidente della prima Commissione l'onorevole Pittalis, ma non è stato compiuto alcun passo in avanti al di là di quell'ordine del giorno unitario, non è stato compiuto un passo avanti in nessun senso, siete andati al traino del Governo su tutto: sulla vertenza entrate, sui piani casa fallimentari, assessore Rassu, sul turismo, sui trasporti, sulla continuità territoriale fasulla, sia quella marittima sia quella aerea.

Presidente, non avevamo bisogno di questa Giunta, abbiamo bisogno, la Sardegna ha bisogno che ci si confronti su progetti alternativi, e lei quindi necessariamente oggi deve andare a casa.

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Sanjust, che ha a disposizione dieci minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Sanjust. Ne ha facoltà.

SANJUST (P.d.L.). Gentile Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, Assessori, colleghe e colleghi, la Sardegna, come del resto ogni altra parte del mondo, sta vivendo uno dei periodi più bui della sua storia. La politica - come è giusto che sia per ciò che rappresenta e che deve rappresentare - è chiamata per prima a rispondere di questa situazione. Alla politica si chiedono risposte, si chiedono soluzioni, si chiedono provvedimenti immediati e urgenti. Abbiamo - e ci metto dentro tutti, maggioranza e opposizione, ma anche i mass media - fatto, o meglio anche solo iniziato a fare, tutto ciò che volevamo e che potevamo? Io dico di no.

Lo dico alla mia maggioranza, spesso insofferente, scorbutica, alternativamente rivoltosa ed eccessivamente protagonista, ma mi permetto di dirlo anche alla minoranza, troppo spesso ripetitiva, ostruzionista, collaborativa solo quando conviene, convinta di far bene il suo lavoro allorquando riesce ad allungare i tempi nell'esitare una legge, o addirittura ad evitare che arrivi in tempi utili al "sistema Sardegna". Lo dico infine ai giornalisti che, spesso e volentieri, sono più portati a esaltare i malumori e i mal di pancia dei singoli piuttosto che mettere in risalto anche il più piccolo dei risultati positivi che quest'Aula, questa Giunta, hanno saputo esprimere in questi due anni e mezzo; due anni e mezzo nei quali si sarebbe sicuramente dovuto fare di più, ma nei quali, cari colleghi della minoranza, possibile che non ci sia stato assolutamente niente da salvare?

Siete realmente convinti che per vincere le prossime elezioni basti continuare ad imbrigliare l'Aula con decine e decine di mozioni, che paralizzano tra l'altro i lavori? Siete davvero convinti che serva continuare a stigmatizzare le assenze dall'Aula del presidente Cappellacci per insinuare nella testa della gente la vostra conseguente inconcludenza del suo operato? Nella passata legislatura, l'opposizione al presidente Soru, della quale io facevo parte, ebbe, non ho difficoltà ad ammetterlo, delle cadute di stile in alcuni casi, forse anche degli eccessi, ma volutamente lasciò la possibilità al Governatore e alla sua Giunta di portare avanti il suo programma senza eccessivi ostracismi, certi che a giudicarli sarebbero stati poi gli elettori, come del resto avvenne. Mi permetto di farvi riflettere su questo argomento nella speranza che questa seconda parte della legislatura possa essere affrontata con uno spirito diverso.

Caro onorevole Bruno, spero riesca oggi a fare un minimo di autocritica, e a guardare dentro le questioni del suo partito, dove saprà trovare in un prossimo futuro uomini e donne più o meno adeguati a questo o a quel ruolo di Giunta. La sua, mi permetta di dirlo, è stata una caduta di stile a dir poco disarmante e inadeguata al ruolo che ricopre. Mi auguro che, sempre facendo riferimento alle notizie diffuse ieri dalla stampa, sempre lei, onorevole Bruno, abbia il coraggio e l'umiltà di rendere pubbliche scuse al presidente Cappellacci, per le basse insinuazioni da voi più volte esternate da questi banchi per le note vicende, che ingiustamente hanno cercato di gettarlo nell'agone mediatico e giudiziario. Io, per conto mio, oggi colgo l'occasione per porgere le mie scuse al presidente Soru, per ciò che nella passata legislatura ebbi a dire in qualità di componente della Commissione Saatchi & Saatchi, ricordando però a voi tutti il mio silenzio, in attesa del responso della Magistratura, una volta ultimato il lavoro della Commissione, cosa ben diversa dal fare invece un processo alle intenzioni, come più volte da voi fatto.

Caro Presidente, tu hai deciso questa Giunta in parte ascoltando i desiderata del tuo, del nostro, del mio partito, in parte assumendoti in proprio la responsabilità di alcune scelte, come del resto però hai fatto fin dall'inizio della legislatura. Non mi pare che nulla da allora sia cambiato, e quindi non vedo perché si possa gridare allo scandalo. Sta a noi, casomai, cambiare la legge elettorale in questi ultimi due anni e mezzo, sempre che si voglia e si abbia il coraggio di fare il passo del gambero. Dunque, per quanto mi riguarda, vai avanti per la tua rotta guidando la nave della tua flotta sarda, che però, ricorda, per mantenere la rotta ha bisogno anche di ufficiali, dei sottoufficiali e di uomini di coperta, ma soprattutto ha bisogno della gente di Sardegna, che, se apprezzerà il tuo modo di navigare, sarà pronta a salpare insieme a te.

Per quanto riguarda la ciurma, da sempre, ricordiamoci, è quella più pronta ad affrontare la tempesta, ma lo è ancora di più se è certa di avere un comandante che sappia condurla in porto. Noi siamo certi, caro Presidente, di avere in te quel comandante. Ai nuovi e vecchi Assessori chiedo impegno, chiedo abnegazione, chiedo di sapere ascoltare, di essere consequenziali ai problemi dei sardi, chiedo serietà nel lavoro e nei modi, chiedo sobrietà, e auguro a tutti noi un buon e proficuo prosieguo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Onorevole presidente Lombardo e presidente Cappellacci, onorevoli colleghe e colleghi, Assessori, siamo stati chiamati dagli stessi appelli del presidente Cappellacci a cercare unità in questo momento di grave crisi della Regione Sardegna, ma non solo della Regione Sardegna. Qualcuno ha già detto che questa crisi rientra perfettamente all'interno degli schemi nazionali e internazionali, e quindi la Sardegna in un certo qual modo li subisce. Però, certo è che lascia perplesso, Presidente, l'ennesimo rimpasto in Giunta, anche se comprendo che a volte possano esserci situazioni all'interno di una maggioranza che sottendano a spinte di tipo diverso, che spesso non sono legate al bene comune, ma ad equilibri interni di potere che poi si scaricano sulle istituzioni.

Io, pur approvando e sottolineando l'ennesima richiesta, avanzata anche dal nostro partito, di dimissioni, non mi straccerò le vesti se non verrà accolta, perché riconosco che l'implosione delle maggioranze avviene solitamente per difficoltà interne alla maggioranza, e non per le richieste di dimissioni avanzate dalle minoranze. Se una Giunta si dimette, questo avviene per le contraddizioni all'interno di una maggioranza che si regge più su rapporti di tipo personalistico che su idealità istituzionali, che sono quelle del bene comune.

Saluto con favore, comunque, l'adeguamento della Giunta, anche se parziale, al dettato costituzionale perché io credo che le donne possano offrire un grande apporto per la visione diversa che hanno del mondo, e quindi è utile poter miscelare la visione maschile con quella femminile. Il problema rimane legato all'effetto politico, come dicevo prima, poiché si tratta di una terza Giunta che viene adeguata con alcuni spostamenti davvero importanti e fondamentali in questo momento.

Stiamo parlando di industria, di sanità, di lavori pubblici, quindi stiamo parlando di settori di particolare delicatezza. Sappiamo che l'industria in Sardegna, o perlomeno la grande industria legata alle partecipazioni statali è oggi al tramonto definitivo. Parliamo pertanto di un'ipotesi di industria verde, però attenzione anche qui a non ritrovarci l'ennesima industria a partecipazione statale, rappresentata dall'ENI e dalle sue partecipate, mirante solo a un'ulteriore sfruttamento della Sardegna.

L'industria verde, infatti, l'industria chimica verde ha bisogno di materia prima, e allora mi domando: sarà la Sardegna a fornirla o verrà importata? La materia prima della Sardegna sarà sufficiente o sarà tale da mettere in crisi anche l'assetto storico tradizionale della nostra economia agricola? Grande punto di domanda. Ci sono aspetti di notevole interesse.

Per quanto riguarda l'assessorato della sanità, Assessore, ho sentito e letto di tutto in questi giorni circa la sua inesperienza, però le dico: svolga il suo ruolo con il cuore e guardi all'uomo. Mi dispiace e non riesco a capire perché l'onorevole Liori sia stato spostato dall'assessorato della sanità a quello del lavoro, forse per un problema di equilibri interni. Io capisco le difficoltà; quello dell'onorevole Liori è un Assessorato delicatissimo, importantissimo e non so se il suo spostamento possa considerarsi una punizione o un premio.

Assessore, quando si parla di sanità si parla sempre di numeri, di soldi, non si parla mai dei bisogni degli ultimi; a mio avviso si deve invece partire dagli ultimi, dai bisogni, per poi parlare di soldi. E' vero, abbiamo un'alta spesa farmaceutica, ma perché questa non può essere ridotta con un cambio della gestione dei nostri ospedali? Gli ospedali sono strutture prettamente legate all'attività dei primari, quindi dei medici, e la presenza dei familiari spesso è vista come un disturbo, quando in realtà i familiari apportano un medicamento che difficilmente troviamo in farmacia, e che pure è molto utile. E' questa un'esperienza che ho fatto sulla mia pelle, anche se è un'esperienza che mi ha lasciato il segno, ma non entrerò nel merito.

Quindi si può affrontare il Piano sanitario, non solo cambiando il nome alle AASSLL, ma anche entrando nel merito dell'attività dei nostri nosocomi, prevedendo la presenza dei familiari all'interno dell'ospedale non entro limiti temporali ben precisi ma tutte le volte che questi lo richiedono. Quel "bene farmaceutico" che abbiamo tutti, che è l'affetto, la stima, l'attenzione verso i nostri cari, agisce molto di più e ha molti meno effetti collaterali del farmaco per lenire le tensioni e i drammi di chi è ospedalizzato.

Io credo, quindi, che partendo dall'uomo si possa anche economizzare. All'assessore De Francisci, mi auguro pertanto che lui parta dai bisogni dell'uomo e non si preoccupi della spesa sanitaria, perché se adotterà situazioni "aperte", le risorse si economizzeranno. Del resto la presenza di familiari ventiquattr'ore su ventiquattro esercita anche una indiretta funzione di controllo sugli operatori sanitari, che spesso quando i parenti del malato vanno via fanno ciò che vogliono: arrivano perfino a sottrarre medicamenti dalla farmacia degli ospedali.

Non sto dicendo nulla di strano, sono fatti risaputi che poi ricadono a carico della collettività. La presenza del familiare quasi ventiquattr'ore su ventiquattro fa sentire sotto controllo anche l'apparato medico che così ha difficoltà a "imbarcarsi" mentre i pazienti, non dovendo stare a guardare il soffitto per ore hanno meno bisogno di farmaci per tranquillizzarsi. Allora ripensiamo alla sanità in senso più umano e partiamo dall'uomo.

Io auguro all'assessore Liori di far bene nell'Assossorato del lavoro, anche perché riguarda, lei lo sa benissimo, un altro settore molto delicato, molto difficile dove bisogna impegnarsi molto, perché la situazione economica non favorisce certo la serenità dell'uomo. Penso ai cassaintegrati, ai fuorusciti dal lavoro, a persone che comunque possono essere riutilizzate, utilizzando i soldi pubblici. Do atto anche a questa Giunta di aver finalmente superato il concetto che i lavoratori in cassa integrazione dovessero restare a casa (poi magari facevano un secondo lavoro) oggi invece gli si dà dignità utilizzandoli in altre attività.

Quindi anche in questo campo, assessore Liori, le chiedo: parta dall'uomo, parta dai bisogni dell'uomo, perché è così che riusciremo davvero a dare risposte ai bisogni collettivi. Non fermiamoci sempre ed esclusivamente al denaro che, sì, è importante, ma spesso ci fa scegliere la strada più semplice, che è quella di tagliare le spese, quando si vuole economizzare anziché partire dai bisogni, cercando di trovare vie diverse.

Lo dico anche per gli altri assessorati: spero che l'onorevole Cherchi, passando dall'Assessorato dell'industria a quello dell'agricoltura abbia cognizione delle difficoltà che dovrà affrontare. Peraltro non necessariamente l'essere un tecnico e occupare un posto di Assessore comporta dei vantaggi. A volte anche il tecnico, con la sua presunzione, sbaglia e non riesce ad avere quella visione prospettica scevra da condizionamenti che è necessaria. Semmai l'Assessore si serva di bravi tecnici per superare le difficoltà, ma adotti una visione prospettica rivolta verso il bene comune.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, siamo qui in occasione di questo quasi Ferragosto per parlare, per la terza volta, di una nuova Giunta Cappellacci a seguito di una sentenza del Tar che ha messo a nudo, decretandone la decadenza, i limiti di un Esecutivo costituito senza alcuna presenza femminile. Era un limite politico che avevamo a suo tempo denunciato, evidenziato, che avevamo previsto che avrebbe potuto costituire un impedimento all'azione politica della Giunta regionale, e siamo stati facili profeti. Oggi quel limite politico è stato, di fatto, certificato dal Tar. Si è così creato un vuoto che il Presidente ha cercato di superare nei tempi più veloci possibili, dimostrando che non poteva non intervenire.

Certo, poteva essere questa l'occasione per il Presidente, per il centrodestra, di costruire il rilancio dell'attività della Giunta regionale, di costruire il rinnovamento, di costruire anche un nuovo rapporto tra la comunità sarda e il suo Governo, tra il governo della comunità sarda e l'economia della nostra Isola che sta vivendo una delle congiunture più difficili e delicate, per superare, quindi, i limiti evidenti che fino ad ora hanno contraddistinto l'operare delle giunte che si sono susseguite.

Una domanda: "Possiamo dire che è stato raggiunto l'obiettivo?" Io credo di no, penso di poter dire di no e ne sono la riprova le violente polemiche che si sono sviluppate in questi giorni all'interno del centrodestra e, in particolare, nel partito di maggioranza relativa. Certo, le responsabilità di questa Giunta e le responsabilità del presidente Cappellacci durante questi primi due anni e mezzo di mandato sono state grandi; sono state grandi e a mio parere difficilmente superabili. Dopo una campagna elettorale giocata principalmente con una subordinazione totale al Governo nazionale e all'attuale Presidente del Consiglio le cui conseguenze sono state quelle di un operare supino e di un'accettazione costante e continua dei ripetuti soprusi che da parte di questo Governo ci sono stati nei confronti della nostra Regione, questi limiti sono difficili da superare. E sono difficili da superare anche nel momento in cui il presidente Cappellacci annuncia di voler abbandonare il partito che ritiene, e riteniamo anche noi, essere il principale responsabile dei disastri della nostra economia. Non è stracciando una tessera che si possono risolvere i problemi e non è neanche richiamando alla guerra dopo un periodo di assoluta inattività che si può rilanciare entusiasmo attorno all'opera del Governo regionale.

Oggi si riparte con una presenza in Giunta di tre donne Assessore, alle quali io rivolgo i miei auguri, e spero anche nell'interesse della Sardegna che operino nel migliore dei modi. Credo però che non ci siano le condizioni perché la guida del Governo regionale cambi in positivo, le responsabilità e i limiti dell'azione finora perseguita sono talmente tante che superarle sarà quanto mai difficile ed oneroso.

Troppo alti sono i prezzi che la società sarda ha pagato a partire dal più che dimezzamento dei fondi FAS che sono stati messi a disposizione della nostra Regione. Per non parlare di una vertenza entrate che era stata chiusa anni fa, riaperta col consenso di questo Governo e mai definitivamente chiusa da questa Giunta, con perdite finanziarie per la nostra Regione di cui stiamo già iniziando a sentire le conseguenze. Per non parlare, inoltre di una sanità che è divenuta un campo di battaglia tra i partiti di governo della Regione, le cui vere esigenze sono state assolutamente ignorate, la cui riforma è stata fatta con un emendamento ad una finanziaria nei primi mesi di operatività di questa Giunta. Il risultato è che rispetto a quanto si diceva allora (che bisognava fare quella scelta per diminuire le file delle prenotazioni) la situazione attuale è assolutamente disastrosa. Il popolo sardo non può non vedere quanto sia pesante l'eredità che questa nuova Giunta acqyususce da quella che è stata appena sciolta dalla sentenza del TAR.

Noi seguiremo con attenzione il lavoro della maggioranza e della Giunta, saremo attenti affinché il disastro verso cui ci hanno spinto in questo periodo non ci faccia affondare del tutto. Credo che la cosa migliore sarebbe stata che il Presidente della Giunta regionale avesse rassegnato le dimissioni, era la cosa più giusta da fare non nell'interesse di questo Consiglio, nell'interesse della Regione Sardegna che riteniamo sia mal governata e trascinata verso il baratro dal non governo di questa maggioranza. Questo non è accaduto, però io confido che non tarderà ad arrivare come scelta unica di un partito di maggioranza relativa e di una maggioranza nel suo complesso che si dimostra sempre di più incapace di affrontare i problemi reali dell'isola e a individuare una strada per poter uscire da questa congiuntura e per ridare al nostro popolo una speranza verso un futuro che non sia quello che ha vissuto in questi ultimi due anni. Due anni durante i quali sono aumentati i disoccupati, i senza casa, gli ammalati che non trovano assistenza, durante i quali sono peggiorate le condizioni di vita dell'intera popolazione.

Io, presidente Cappellacci, mi auguro da una parte che la sua Giunta operi bene nell'interesse della Sardegna e però sono anche consapevole che da questa coalizione di centrodestra, da questa Giunta regionale e da lei stesso Presidente noi non possiamo più sperare niente e neanche il popolo sardo può più sperare e attendere. Nel rivolgere infine comunque gli auguri di buon lavoro a tutta la Giunta e allo stesso Presidente, diamoci appuntamento alle prossime scadenze quando saremo puntuali e attenti a rilevare le manchevolezze del vostro operare nella Giunta regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, io voglio iniziare con gli auguri alla nuova Giunta. Nel mio intervento spiegherò le criticità, i motivi per cui questo nuovo Esecutivo non mi convince ma credo che, da sardo, non possa che auspicare che chi svolge l'alta funzione di far parte di un governo possa magari anche stupirci, andare al di là delle nostre aspettative, e quindi non posso che augurare buon lavoro ai colleghi che sono passati da questi banchi ai banchi della Giunta. Io penso che magari potranno anche portare la testimonianza della volontà che abbiamo di dare un senso a questa legislatura, che è una legislatura che però un senso non ha avuto. Credo che questa responsabilità i nuovi Assessori ce l'abbiano, io gli auguro di riuscire perlomeno a interpretarle.

Presidente, io ho provato un po' ad analizzare il suo schema di gioco da Presidente della Regione. Questo è un periodo in cui le squadre di calcio sono in campagna acquisti, cambiano i giocatori e noi ci chiediamo quale sarà il suo schema di gioco anche guardando a quello che ha fatto in passato.

Lei, Presidente, mi ricorda un allenatore del passato, Fulvio Bernardini, commissario tecnico della Nazionale tra Valcareggi e Bearzot, la cui caratteristica era quella di non riuscire a formare la squadra giusta: convocò decine e decine di giocatori senza mai "quagliare" e alla fine, proprio alla vigilia dei mondiali in Argentina fu cacciato ignominiosamente perché, a furia di convocare i giocatori e non quadrare mai il cerchio, i vertici federali decisero che non era la persona giusta al posto giusto. Dapprima per un periodo venne affiancato da Bearzot e poi Bearzot proseguì da solo per l'avventura in Argentina dove l'Italia inaugurò quel ciclo che la vide nei quattro anni successivi diventare campione del mondo.

Io la vedo un po' come Bernardini, presidente Cappellacci: lei cerca un ruolo, cerca di dare uno schema, cerca di dare un'impronta alla sua Giunta e deve darci atto che noi abbiamo anche cercato di aiutarla in molte circostanze, votando ordini del giorno, aprendole credito, però continua a lanciare proclami, a suscitare qualche illusione, e alla fine siamo sempre alle solite. Lei è arrivato a nominare trentuno Assessori in trenta mesi, e ogni volta questo rimpasto si è rivelato foriero di qualcosa di nuovo che stava per succedere. Io mi ricordo, a gennaio, quando qualcuno dei nostri le chiese: "Ma scusi, che bisogno c'era di cambiare questi Assessori, che cos'è successo?", e lei rispose: "Ma c'è la crisi, devo adeguare la squadra alla crisi". Poi quella squadra si rivelò insufficiente e dopo alcuni mesi, a seguito di un ulteriore "rimpasto" in Giunta, così si giustificò: "Ho bisogno di guerrieri. Ho bisogno di cambiare squadra. Ho bisogno di una nuova formazione, questa finalmente è la mia Giunta. Mi libero da pastoie, lacci e laccioli. Me ne assumo la responsabilità. Restituisco la tessera".

Lei sa bene, Presidente, che questi proclami, questi annunci durano fintanto che poi non producono atti concreti, sennò si ritorcono contro chi li pronuncia, dando vita ad un circolo vizioso dove si è costretti a far seguire annunci ad altri annunci, rimpasti ad altri rimpasti, sempre cercando motivi e ragioni e giustificazioni per un'azione di governo che non riesce a decollare. Io credo che i primi a ricordarglielo saranno i suoi compagni di partito. Oggi ci sono stati alcuni interventi un po' "telecomandati" di solidarietà, di simpatia, come quello dell'onorevole Sanjust. Lo capisco, è anche doveroso da parte dell'onorevole Sanjust, che dimentica il difficile ruolo di un'opposizione che si trova spesso a fare opposizione al nulla. Io molto spesso mi sono ritrovato a discutere col mio Capogruppo e ad esprimere il mio disaccordo sul fatto che non dovremmo presentare mozioni, non dovremmo presentarle più, così il vuoto politico della vostra amministrazione regionale, la vostra incapacità di portare in Aula progetti di riforma complessivi verrebbe a nudo.

Noi purtroppo, a volte, con la nostra voglia di fare qualcosa, con la nostra frustrazione, con la voglia di contribuire, tendiamo a coprire il vuoto, il silenzio, la vacuità della vostra azione di governo, e in qualche modo vi agevoliamo il compito anche con le nostre mozioni, anche con discussioni interminabili in quest'Aula che in qualche modo non mettono sufficientemente in evidenza la pochezza della vostra azione di governo.

Presidente Cappellacci, lei ci darà atto che di grandi riforme, dalla pubblica amministrazione, dalla sanità, all'istruzione, non ne abbiamo viste in quest'Aula. La "cifra riformista" della sua Giunta è una cifra riformista che lascia alquanto a desiderare. C'è uno scollamento evidente tra l'azione della Giunta che tenta con qualche delibera, con la programmazione di qualche fondo europeo, in qualche modo di sopravvivere da sola, e quella di un Consiglio senza guida, senza indirizzo, dove ognuno cerca di arrangiarsi come può, e all'interno di leggi ormai omnibus (com'è stata la legge sul personale, com'è stato il collegato alla finanziaria) caricare un po' di "mercanzia" (mercanzia più o meno lodevole, ma comunque mercanzia) con la quale ognuno cerca di dare un senso alla propria presenza in quest'Aula.

Allora lei ha una possibilità adesso, Presidente, se non altro ha superato il suo personale Rubicone, ha provato a tagliare il cordone ombelicale, ha provato in qualche modo a far dimenticare quel vulnus che l'ha segnata fin dalla sua campagna elettorale, quando (ma non glielo ricordo io, gliel'ha ricordato il coordinatore del suo ex partito, Nizzi) veniva portato in giro per la Sardegna dal Presidente del Consiglio dei ministri, che teneva comizi al suo posto, che metteva il suo nome nel simbolo elettorale del Popolo della Libertà, e che alla fine di questi comizi, quando proprio non poteva fare a meno di farla parlare, diceva: "Dai, Ugo, sbrigati, dì due cose che ce ne andiamo a cena".

Quella è la natura della sua elezione, e io capisco che lei voglia tagliare quel cordone ombelicale, io capisco che lei voglia superare quel vulnus, e questo le fa onore. Io personalmente simpatizzo per il suo tentativo, ma lei deve capire che ci sarà sempre qualcuno che glielo ricorderà, e chi glielo ricorderà di più non sarà chi siede nei banchi dell'opposizione, ma saranno i suoi ex compagni di partito, saranno gli esponenti della sua maggioranza. Non lo farà oggi l'onorevole Diana, perché oggi l'onorevole Diana tace - ed è uno di quei casi in cui il silenzio fa più rumore delle parole - come tace l'onorevole Contu, come tace l'onorevole Pittalis; tacciono, e se non tacciono ascolteremo con attenzione come sempre, saremo felici di farlo. I suoi ex compagni di partito le ricorderanno che lei, a dicembre del 2008 era poco più di un Carneade della politica, e che è stato lanciato su questa scena da un copione scritto da altri.

Io personalmente ritengo che le faccia onore questa voglia di riscatto, questa voglia di cambiare registro, questa voglia di tornare padrone del suo destino, questa voglia di lasciare un personale segno, nonostante quell'amicizia, che lei stesso ha ricordato, che legava la sua famiglia a quella del premier Berlusconi, ma questa voglia, se non produrrà effetti sarà un altro ritornello, un'altra promessa che si sommerà alle altre e dovrà addurre altre giustificazioni per spiegare ai sardi i motivi dell'inerzia della sua azione di governo, della lentezza, della incapacità di produrre riforme organiche, della incapacità di prospettare una visione, un progetto complessivo ad una Sardegna che soffre.

Anche oggi le sono stati ricordati gli indicatori della crisi: dal lavoro ai giovani, al turismo che non arriva e che soffre una carenza di programmazione profondissima. Allora io, Presidente, mi auguro che lei voglia dare sostanza alle parole, che mandi avanti quel conflitto di attribuzione con lo Stato in materia di entrate, che il ricorso all'Unione Europea lo presenti e lo porti avanti con i Commissari garanti della concorrenza e dei trasporti. Io mi auguro che questa diventi anche la sua legislatura, dove noi finalmente capiremo se questo Presidente, questa Giunta, questa maggioranza, sono capaci di stare in piedi sulle proprie gambe, di fare qualcosa di buono per la Sardegna, o se questo è uno spartito…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, ho deciso di rinunciare a pronunciare il mio intervento perché non mi sembrava corretto l'ordine in cui è stato proposto, e comunque sia la bassezza di alcuni ragionamenti non mi invitano certamente a contribuire, considerata la situazione di crisi che la Sardegna vive oggi, a quello che non mi pare essere un dibattito sereno e di alto profilo.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, l'ordine è quello giusto, e come lei ben sa l'articolo 77 del Regolamento consente ai consiglieri di scambiarsi il turno, come sempre è avvenuto.

E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Ma, io non capisco l'intervento dell'onorevole Dedoni, molto probabilmente è abituato a livelli più alti di dibattito, e quindi non abbiamo potuto sentire il suo intervento…

DEDONI (Riformatori Sardi). Elevalo tu allora!

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, lei ha rinunciato a parlare. Grazie.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Forse la contentezza del consigliere Dedoni è troppa e non riesce a trattenersi.

Signor Presidente, le è già stato detto, voglio ripetermi anch'io, che la situazione economica e sociale che attraversa la nostra Isola avrebbe richiesto un dibattito molto diverso, con argomenti diversi, magari per cercare tutti assieme di capire come arginare e magari anche come risolvere una crisi di gravità sino ad oggi mai conosciuta nella nostra Isola. Di questo non se ne parla oggi, a dire la verità non ne avete voluto parlare neanche in altre occasioni, e neanche in questi 2 anni e mezzo durante i quali avete governato la nostra Isola. Oggi, Presidente, suo malgrado, dopo la sentenza del Tar ha dovuto procedere all'ennesimo rimpasto della sua Giunta. Sarebbe stata sicuramente un'ottima occasione per costruire finalmente una squadra in grado di affrontare le emergenze della Sardegna, invece, ancora una volta, gli equilibri interni al suo partito, al P.d.L., e ad alcuni partiti della sua maggioranza, l'hanno costretta a presentare una Giunta ancora provvisoria, una Giunta che con il rimpasto di oggi ha visto avvicendarsi 30 assessori. Probabilmente - l'ho detto anche l'altra volta - esiste un accordo non scritto che prevede che tutti i consiglieri di maggioranza debbano avvicendarsi nel ruolo di Assessori.

Presidente, lei non solo non costruisce una Giunta all'altezza della situazione ma effettua alcuni spostamenti all'interno della sua Giunta che appaiano a nostro avviso incomprensibili. Mi piacerebbe sapere e ci piacerebbe sapere (e mi auguro che nella conclusione lei ci informi di questi spostamenti e delle motivazioni) per quale motivo, per esempio, l'Assessore Liori, dopo due anni e mezzo di lavoro all'Assessorato della sanità, viene spostato all'Assessorato del lavoro. Ha così ben operato in questi due anni e mezzo che ormai la sua presenza in un assessorato così importante è ritenuta non necessaria? Oppure in questi due anni l'Assessore Liori ha effettuato una gestione fallimentare e per questo motivo viene spostato in un altro assessorato così delicato com'è l'Assessorato del lavoro?

Perché l'Assessore Cherchi quando stava riuscendo a prendere in mano un assessorato così importante per la Sardegna viene spostato all'assessorato dell'agricoltura, in sostituzione del collega Mariano Contu sostituito solo dopo 5 mesi di lavoro battendo forse ogni record possibile? Mi chiedo e le chiedo se ha sbagliato 5 mesi fa quando fece dimettere l'onorevole Contu da Presidente della Commissione agricoltura per nominarlo alla guida di un assessorato come quello dell'agricoltura oppure sta sbagliando oggi? La mia risposta è che ha sbagliato ieri e continua a sbagliare oggi perché quell'assessorato in modo particolare richiede risposte forti ed urgenti e all'altezza della drammaticità della situazione che il settore oggi attraversa.

Anch'io voglio approfittare dell'occasione per rivolgere gli auguri alle colleghe Alessandra Zedda e Simona De Francisci, un augurio di buon lavoro, credo ne abbiano bisogno. Mi auguro che il fatto di essere donne le porti ad affrontare con forza problemi di così grande rilevanza. Non appena scadranno i 20 giorni dalle sue dimissioni da sindaco di Oristano ha inoltre deciso di nominare Assessore anche la dottoressa Nonnis. L'ex sindaco di Oristano sarà sicuramente felice, dopo non essere riuscita a portarla ad Oristano a discutere dei problemi di quella città e di quella provincia, di averla al suo fianco tutti i giorni.

Il cittadino elettore oggi è sempre più demoralizzato, sempre più distaccato dalla politica e credo che atti come questo che lei ha compiuto contribuiscono ad allargare questo divario. Nominare un sindaco di Oristano come Assessore regionale, farla scappare dalle sue responsabilità (perché era stata eletta direttamente dai cittadini di Oristano alla guida della città) per problemi interni alla sua maggioranza ha condotto la città di Oristano in una situazione che difficilmente potrà superare. Lei premia la dottoressa Nonnis affidandole l'incarico di assessore dei Lavori Pubblici, l'ha presentata come una guerriera, ed è stata talmente guerriera che è riuscita persino a dimezzare il suo Gruppo consiliare. L'ha nominata, tra l'altro, in un assessorato (quello dei lavori pubblici) di cui lei non si è mai occupata se non indirettamente come sindaco. Peraltro, se dovessimo esaminare attentamente gli interventi effettuati nel settore dei lavori pubblici ci accorgeremmo che quello è il settore dove, più che in altri, l'amministrazione di centrodestra, guidata da Angela Nonnis, ha fallito! Ecco perché io credo che ancora una volta i cittadini elettori, i cittadini sardi non possano che rimanere delusi da questo comportamento.

Io mi permetto, Signor Presidente, di rivolgerle un auspicio: lei fra 18-20 giorni, su proposta dell'Assessore degli enti locali dovrà nominare il commissario che dovrà accompagnare il Comune di Oristano alle prossime elezioni amministrative; mi auguro che non scelga il commissario che dovrà gestire questa fase di ordinaria amministrazione come ha fatto in passato, come magari ha fatto con la città di Olbia; mi auguro che scelga il commissario per la città di Oristano in base alle competenze e alle esperienze amministrative per dare, almeno in questa fase, alla città di Oristano una guida sicura.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue ANTONIO SOLINAS). Per quanto riguarda il Partito Democratico, ma credo di poter dire tutto il centrosinistra, noi le confermiamo ancor una volta, come abbiamo fatto fino ad oggi,che quando si tratta di affrontare i problemi che interessano tutti i sardi e che interessano la Sardegna noi saremo dalla sua parte. Noi non abbiamo mai fatto scelte di collaborazione, come il collega Sanjust ha accusato nel suo intervento, per tutelare interessi di parte o interessi dei singoli. Noi quando abbiamo fatto scelte di collaborazione e abbiamo cercato di lavorare insieme a voi lo abbiamo fatto solo ed esclusivamente per agevolare i sardi, per il bene della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, se non fosse stato per il ricorso al Tar sulle "quote rosa", quindi per il ripristino delle rappresentanze di genere, probabilmente oggi non saremmo qui. Il Gruppo consiliare dell'Italia dei Valori si farà però carico, assumendosi le sue responsabilità, che questo possa avvenire anche in tutti gli altri enti della Regione Sardegna, province comprese, perché (com'è ben noto) in moltissimi di questi enti non risultano rappresentate a dovere le donne.

Parto con gli auguri ai nuovi assessori per la simpatia personale che mi lega a Simona De Francisci e ad Alessandra Zedda in particolare, credo che abbiano molto bisogno di auguri perché i ruoli che andranno a ricoprire saranno sicuramente di grandissima responsabilità. Porgo gli auguri in particolar modo all'Assessore Cherchi perché oggi l'agricoltura è un settore che fa accapponare la pelle, perché ci sono troppi problemi irrisolti, ci sono troppe tensioni nel mondo agro-pastorale, soprattutto credo che sia arrivato il momento indifferibile di dare risposte congrue a esigenze ormai impellenti.

La sanità. Simona De Francisci oggi ha esordito bene se è vero quello che riportavano le note dei media sul decreto attuativo sull'abbattimento delle liste d'attesa. Sappiamo che nella finanziaria di quest'anno furono affrontati due problemi importanti. Il primo riguardava appunto lo stanziamento di 26 milioni di euro, se non erro, per ridurre l'eccessiva durata (spesso anche di molti mesi) delle liste d'attesa per l'esecuzione degli esami non sono diagnostici. Credo che se riusciremo in qualche maniera ad incidere su questo problema renderemo un grande servizio ai cittadini sardi.

Il secondo problema importante affrontato in quella finanziaria riguardava i famosi i cantieri verdi che io non dimentico. Ve lo voglio ricordare perché anche questo è un aspetto importante che riguarda i piccoli centri, soprattutto dell'interno, quei centri che hanno avuto un decremento occupazionale importantissimo e per i quali si era raggiunto l'accordo con un emendamento di sintesi, credo votato anche dalle opposizioni, che prevedeva che in tutti quei comuni in cui ci fosse stato questo tipo di decremento occupazionale si sarebbe intervenuti con la costituzione dei cantieri verdi. Sono però passati otto mesi e ancora non si è visto niente. Io chiedo con forza a questa Giunta che si attivi immediatamente perché si possa partire.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Sono stati deliberati, sei fuori tempo massimo.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Grazie Assessore, allora la delibera è criptata perché non l'abbiamo vista. Se l'ha fatto la ringrazio. Quel famoso buco della ciambella sarda, che diventa sempre più ampio, deve essere messo in condizioni di non aumentare ulteriormente; e questo credo che possa essere un intervento importante. Io peraltro ammiro l'ottimismo e la volontà del presidente Cappellacci, spero che non sia poi contrastato dal pessimismo della ragione e dei fatti che si susseguono giorno dopo giorno.

Un altro provvedimento che ritengo indifferibile è la nomina dei vertici degli enti strumentali più importanti della Regione Sardegna. Mi risulta che l'Ente Foreste della Sardegna ancora non abbia un presidente, da quando purtroppo è deceduto l'ultimo, il dottor Farina, e credo che sia assolutamente indifferibile la nomina di un nuovo presidente, anche perché il facente funzioni, dai dati che noi abbiamo e dalle risultanze di cui siamo a conoscenza, non mi risulta sia titolato per poter ricoprire quel ruolo. E non vorremmo che gli atti che sono stati assunti all'interno del Consiglio d'amministrazione dell'ente foreste possano incorrere nelle censure della corte dei conti.

Finisco qui il mio intervento, non voglio ripetere quello che hanno già detto i colleghi, credo che abbiamo bisogno davvero di un colpo di reni da parte del Presidente della Giunta e di questa Giunta regionale affinché la partita non possa concludersi in anticipo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Signor Presidente, lei è stato obbligato, ha dovuto ottemperare ad una sentenza, e quindi in forza di questa sentenza ha provveduto a sostituire alcuni Assessori e ad alternarne altri nei diversi Assessorati. Ma non mi pare che vi sia (almeno non si riesce a cogliere) un serio tentativo di imprimere una vera, decisa svolta, quella che la drammatica situazione in cui ci troviamo richiederebbe. Si alternano di continuo gli Assessori con una frequenza mai vista in passato, tale da non dare loro neppure il tempo di impossessarsi di quelle conoscenze indispensabili per poter operare in modo efficace.

Per sentenza, purtroppo (o meno male) non si impongono le buone linee politiche, non si impongono i validi progetti, e voi purtroppo siete privi di una vostra linea politica chiara, di un valido progetto di sviluppo. Voi purtroppo dimostrate in questa breve esperienza, il fallimento della vostra azione politica, il fallimento che è stato ricordato da tutti gli interventi precedenti, e che è dimostrato, purtroppo, dalla drammaticità della situazione che viviamo, dai numeri, dall'aumento vertiginoso dei disoccupati, dall'assenza ancora una volta dello Stato, di uno Stato che qui c'è sempre stato poco e che appalesa la sua presenza attraverso un sistema di prelievo, attraverso Equitalia.

La presenza più marcata dello Stato, del Governo, l'emanazione, quella più immediatamente percepibile, è Equitalia, che sta mettendo in ginocchio quelle poche aziende (non solo del settore agricolo) che ostinatamente vorrebbero sopravvivere ad una situazione di crisi drammatica. E voi, perché evidentemente mancate di quell'autorevolezza necessaria, non riuscite a far rispettare dal Governo, da quel Governo vostro amico, gli accordi che avrebbero dovuto vedere la Sardegna ripagata dei torti subiti, che avrebbero dovuto restituirci tutte quelle risorse che ci erano state sottratte, e che sono indispensabili per avviare un minimo di sviluppo, di progetto di sviluppo della nostra Isola.

Voi, quindi, siete privi di un progetto vero, serio di sviluppo, siete impegnati unicamente nella ricerca di difficili equilibri correntizzi, voi non vedete i problemi gravi che assillano il popolo sardo, che assillano le nostre genti perché siete disturbati, siete distratti da interessi tutti di partito, da problemi che attanagliano i vostri partiti, la vostra coalizione.

Anch'io mi sento di formulare sinceri auguri ai nuovi Assessori ma anche ai vecchi Assessori, perché credo che ne abbiano bisogno. Però io non vedo quel colpo di reni, quella volontà decisa di imprimere davvero una svolta; perché, per le ragioni che dicevo prima, voi siete limitati in questo sforzo, voi vorreste magari davvero operare in modo efficace ma non riuscite, non ci riuscite perché il Governo col quale dovreste interfacciarvi di continuo non vi riconosce, vi sottovaluta, non avete quell'autorevolezza che sarebbe necessaria in tempi così difficili.

Io credo che sia inflazionato il modo così ricorrente di chiedere le dimissioni. Le dimissioni sono un istituto poco praticato, in Italia soprattutto, per cui non credo che voi vi vogliate ricorrere, e quindi tenterete di andare avanti a stento, soffermandovi, e praticando quella sorta di danza del gambero che vi porta ad agitarvi molto, e a fare molto movimento, molti sforzi, senza compiere il minimo passo avanti. Se voi ritenete di essere nella condizione di andare avanti così, io credo che facciate un grave torto non all'opposizione, ma un grave torto, imperdonabile, alla popolazione, alla Regione sarda.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, io porgo i miei auguri alle Assessore neoelette, e lo allargo anche al resto della Giunta, visto che ne ha particolare bisogno. Ovviamente, non posso gioire per il metodo, visto e considerato che l'inserimento delle donne in Giunta è stato possibile solo attraverso delle forzature legali: una vergogna che sicuramente segnerà la storia di questa stagione politica sarda.

Questo tipo di malcostume non colpisce però solo la Giunta regionale, è un malcostume molto diffuso fra tutte le formazioni politiche operanti in Italia e all'interno della stessa nazione sarda, siano esse di destra, di sinistra, di centro o nazionalitarie. Io vorrei far cenno a qualche situazione a ridosso della nostra città, parlo di situazioni geografiche vicine, a 15 chilometri da Cagliari.

Abbiamo il caso di esclusione delle donne nella città di Sinnai, con l'aggravante di avere come unica donna il sindaco, non supportata da altre donne in Giunta. Il Comune di Iglesias brilla per avere solo una donna in Giunta. Il Comune di Gonnesa versa anch'esso nella stessa situazione. Per non parlare della Provincia dell'Ogliastra, e comunque potremmo anche allargarci al Nord Sardegna senza che la musica cambi, ma l'elenco sarebbe troppo lungo. Sarebbe quindi di buon auspicio che tutte le istituzioni applicassero le direttive espresse dalle sentenze del Tar Lazio e del TAR Sardegna, questo per evitare l'umiliazione di dover percorrere vie legali già citate, di cui abbiamo visto anche i risultati.

Per quanto concerne la Giunta Cappellacci, lei Presidente ha dichiarato totalmente al maschile per aggredire meglio i problemi della Sardegna, come se i problemi della Sardegna si risolvessero principalmente con aggressioni muscolari più o meno virili. Di queste aggressioni muscolari che in questi due anni e mezzo…

(Interruzioni)

Senta, Presidente, io smetto di parlare. Per gentilezza è compito suo mantenere l'ordine in quest'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, ha ragione. Vorrei pregare i colleghi, a destra e a sinistra, di essere un po' rispettosi nei confronti di chi interviene.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). No, chiudiamo, rinviamo all'autunno, non cambia la musica, rinviamo. Io mi sono stressata per venire qui, avrei preferito fare vacanza, quindi sono venuta per spirito di dovere, e chiedo che lei si appelli al senso di dovere che ha la gente qua dentro.

Dicevo che di queste aggressioni muscolari, in questi due anni e mezzo, ne abbiamo visto tante, la nostra gente, i pastori, gli agricoltori, il popolo delle partite Iva sta pagando lo strapotere di Equitalia, a cui lei, Presidente, con la Giunta e l'intero Consiglio, se solo volesse, potrebbe almeno parzialmente porre freno, con uno stop che comunque, in questo momento, salverebbe l'economia sarda e il destino di tante imprese, di lavoratori, di disoccupati, di precari, e chi più ne ha più ne metta.

In ogni caso, tornando al discorso delle donne neoelette, delle signore Assessore, oggi non sta a me né ad altri esprimere giudizi su queste nomine. Sarà premura di ognuno di noi, nel momento in cui si assume una responsabilità, operare nel modo migliore possibile, con le competenze e le professionalità che fanno parte del bagaglio culturale e politico di ciascuno di noi. Comunque vorrei anche dire, Presidente, che noto qualche carenza in questa Giunta, a me non sembra assolutamente integra. Quindi provveda, e glielo dico, perché se no noi, in ogni caso, provvederemo a reclamare giustizia.

Tuttavia, come ho ribadito in altre situazioni, il problema delle cosiddette quote rosa non ci deve politicamente distrarre dallo scenario economico e sociale drammatico in cui si trova il popolo sardo. Presidente Cappellacci, le sue Giunte, che hanno visto l'alternarsi di trenta assessori in poco più di due anni, e la sua maggioranza di centrodestra, hanno in modo diligente eseguito gli ordini che il Governo amico di Berlusconi riservava alla Sardegna. Fra questi ordini, Presidente, brilla lo "scippo" e la farsa delle vertenze sulle entrate, per cui le ultime elemosine elargite, che lei vanta come un gran successo, non rappresentano una vittoria di sardi, e ancora meno queste elemosine possono essere definite un sussulto o l'esercizio di sovranità dei sardi in tema di politica fiscale con lo Stato italiano.

Troppe ombre hanno accompagnato gli atti politici e amministrativi delle sue Giunte, Presidente. Basti pensare al problema dell'eolico, con i suoi strascichi giudiziari; questo è un campanello d'allarme sull'infiltrazione mafiosa e camorrista, a cui l'economia sarda è esposta (e non solo quella legata alle costruzioni sulle coste, che purtroppo è infiltrata già da lungo tempo) senza che la politica, assumendosi la giusta responsabilità, abbia denunciato con forza ed espresso la volontà di bloccare questo fenomeno. Da questo punto di vista, la gestione del G8, di Berlusconi, Bertolaso e cricca, è un esempio da manuale su come avvengono scippi e truffe ai danni dei sardi e di tutti i contribuenti italiani, senza che sia stato garantito alcun tipo di controllo da parte della Regione Sardegna.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue ZUNCHEDDU.) A me non interessa tanto che il Governatore abbia restituito la sua tessera al partito, al P.d.L., glielo ho già detto in un'altra occasione, direi che è il caso che si affronti un altro tema forte, e cioè che in Italia siamo di fronte a un commissariamento di fatto del Governo italiano (e nella fattispecie il Governo di centrodestra di Berlusconi) da parte delle autorità monetarie europee, dopo anni e anni di allegra finanza, in cui sono state privilegiate le cricche, gli sperperi e gli amici, con i fondi dello Stato italiano e quindi dei contribuenti, anni in cui è stata negata volutamente in modo colpevole la crisi dell'economia italiana, come se l'Italia fosse un'isola di felice prosperità nel mondo.

Ma oggi, caro Presidente, i nodi arrivano al pettine. Stanno arrivando davvero tutti alla finanziaria di lacrime e sangue, pagata principalmente dai ceti popolari e dalla piccola borghesia, dalla nostra piccola e media impresa, sicuramente non preparata al disastro economico perpetuato da Berlusconi, Tremonti, con l'appoggio di Bossi. E' di queste ore la richiesta di ulteriori sacrifici, che stranamente non toccano rendite e privilegi della casta, compresa quella politica.

Di fronte a questo scenario di disastri e di desertificazione economica e sociale, la Sardegna, in quanto anello succube ai voleri altrui, è chiamata a pagare un conto salato per l'indebolimento e l'indebitamento dello Stato italiano, un indebitamento che non è di certo maturato in Sardegna. Quindi, visti i tagli drastici sui diritti dei sardi (dall'istruzione alla sanità, alla farsa dell'aggiudicazione della Tirrenia) in Italia c'è pericolo reale di crollo istituzionale, che verosimilmente si ripercuoterebbe anche in Sardegna. Di fronte a questa possibilità, una classe politica sarda, che docilmente ha assecondato le scelte scellerate di Berlusconi, l'unica possibilità che avrebbe per non essere stravolta dal crollo e quindi dagli eventi è quella di prendere delle distanze immediate e momentanee da Roma e dall'Italia.

Lei, Presidente, si trova in questa situazione politica, e con lei altre forze politiche che qua in Sardegna sono responsabili di questo disastro. In questa situazione non c'è cosa migliore per aumentare la confusione che proclamarsi difensori dei diritti della Sardegna, perorare la causa dell'identità sarda, parlare di aumenti di quote di sovranità, e in alcuni casi, come ho sentito in quest'Aula, dichiarazioni di indipendenza. Tutti eravamo consapevoli di essere su "Scherzi a parte". La realtà è ben più tragica, noi siamo di fronte a una classe politica "compradora", che pur di continuare a lucrare politicamente ed economicamente sulle ricchezze dei sardi è disponibile persino a cambiare la pelle, e da lupo italiano diventare agnello sardo il passo è breve.

Ma i sardi non cadranno in questa trappola trasformista, caro Presidente. I pastori sono parte della genia dei sardi, quindi la Sardegna è una nazione ricca di risorse, di donne e uomini intelligenti, e paradossalmente la Sardegna è considerata povera, perché come l'Africa è ricca di risorse economiche ma non è libera. Oggi, la Sardegna non è libera né indipendente, né economicamente e ancor meno politicamente mentre potrebbe esserlo. Questo tipo di trasformismo…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, prima di entrare nel merito dell'intervento, le volevo chiedere una cortesia, se mi può informare, urgentemente, se il presidente Cappellacci ha un problema, cioè quello di guardare in faccia i consiglieri quando parlano. Infatti, puntualmente, quando viene richiamato esce fuori. Questo è sintomatico del momento storico che stiamo vivendo. Io ho difficoltà, in questo momento, a parlare in assenza del Presidente, che è l'unica persona, per me, legittimata ad interloquire.

Nella sua lettura, presidente Lombardo, lei ha citato il decreto che il Presidente della Regione ha sottoscritto per la nomina della Giunta. Ora quel decreto per me è nullo, perché viola l'articolo 39 del nostro Statuto, laddove stabilisce che né il Presidente, né nessun Assessore può ricoprire altro ufficio pubblico. In questo momento, un designato Assessore è Sindaco di una città, peraltro Capoluogo di provincia, e quindi quell'atto è nullo perché viola lo Statuto. Io voglio che questa mia dichiarazione resti agli atti, perché bisogna rispettare il nostro Statuto. Il nostro Presidente, non solo ha posto in essere un atto illegittimo, che rende nulla la nomina della Giunta, ma per di più ha indotto un Sindaco in carica a mandare in crisi un'Amministrazione.

(Interruzione del consigliere Dedoni)

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Per me questa è una questione dirimente, guardatevi bene le leggi e rispettatele e rispettate soprattutto lo Statuto. Io questo aspetto lo approfondirò e proporrò ai colleghi di comportarsi di conseguenza perché le leggi si rispettano, non si aggirano. Quindi attenzione a quello che deliberate.

Però, il ragionamento che mi pare più sintomatico è il ragionamento del collega Sanjust, che è stato un ragionamento pacato, ma nei suoi punti centrali emblematico dell'atteggiamento difensivo: "voi dell'opposizione, voi giornalisti". Ma che bisogno avete di cercare noi, di invocare l'adeguatezza dell'opposizione quando è in gioco nel giudizio pubblico l'adeguatezza di chi governa? Ma stiamo scherzando? Dovrebbe essere così.

Vi racconto un fatto per il quale provo ancora i brividi. Alcuni giorni fa, una persona qualificata ha detto che si stava verificando un certo fenomeno e sono andato a verificare, e ho constatato che è vero. Ci sono persone che si recano la mattina presto ai panifici per comprare il pane del giorno prima. C'è gente che ha ripreso quest'abitudine, mentre noi ci rapportiamo ad una realtà virtuale. Il giudizio che noi dobbiamo dare della nostra condizione, sociale e istituzionale, va espresso in ragione di questa indignazione che dovremmo provare di fronte a questi ritorni storici, che fanno venire i brividi. Ecco perché la nostra mozione pone il problema di fronte a questi scenari drammatici, silenziosi ancora, ma da crepuscolo economico.

La risposta dell'"architetto" Cappellacci è adeguata? O siamo lontani? Perché c'è stata anche questa felice uscita: "ma no, ma perché cercate la competenza, in fondo gli Assessori devono dare indirizzi". Ma stiamo scherzando? Voi volete far riaccreditare la credibilità della politica con queste panzane? Con queste concezioni fuori dalla logica? Io sono preoccupato per i colleghi perché, badate, sarà quello che sarà, però chi vi ha nominato in questa Giunta in questo momento storico, in questo modo e con questa situazione politica (che è rappresentata dall'uscita del Presidente, che non vuole ascoltare perché ha problemi, ha problemi a guardare in faccia noi, immaginate se non ha problemi a guardare in faccia la realtà della Sardegna) nominandovi in questo momento non vi ha fatto nessun favore. Questa è la realtà.

(Interruzione del consigliere Stochino)

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E non passi l'idea in nessuno, da quella parte e da questa parte, che la cosa più morale che ciascuno di noi possa pensare sia quella che sta lasciando ogni secondo che passa fuori da quest'Aula. Io non lo so se tutti abbiamo le stesse percezioni, se sia importante farsi amico l'Assessore nuovo per le future politiche. Quali politiche? Con quali soldi? La sommatoria di questo giro di boa di questa legislatura non è l'elezione o la nomina di tre donne nella Giunta. Fosse questo! No, è la linea ulteriore di sommatoria che si colma in un momento nel quale è lampante che il nostro Presidente ha provocato talmente lo Stato, attraverso alla sua inefficienza di governo, da indurre ad aprire (non noi verso lo Stato, ma lo Stato verso di noi) il conflitto di attribuzioni per cancellare la specialità. Questa è la condizione nella quale ci troviamo.

E l'appuntamento che vi do, cari colleghi della Giunta, è a quando cominceremo a discutere del bilancio, perché lì si riderà. E li denunceremo anche la superficialità di questo momento. E poi ci sono un sacco di prosopopee. Ma insomma, il collega Liori ha fatto bene l'Assessore della sanità? E allora lasciatelo alla sanità! No, lo mandano al lavoro; ergo: non ha fatto bene l'Assessore della sanità. Oppure c'è un'architettura che io non comprendo. Il Sindaco di Oristano ha fatto bene il Sindaco di Oristano? Cappellacci è andato a Oristano a vedere la situazione? Si è fatto raccontare che non c'è un marciapiede dove si può camminare? Che ci sono le strade che sembrano quelle bosniache bombardate? Avremo la garanzia che quel miliardo di opere pubbliche sarà appaltato in tempi record? Può essere. Ma chi gliel'ha raccontata quella realtà? E' andato lui a verificarla? O gliel'hanno raccontata male?

Collega De Francisci le hanno fatto un favore a dirle che le stanno mettendo in mano una "cosetta" da tre miliardi di euro all'anno, con i problemi che ha? E'sicura che governerà da sola o si creerà una triangolazione con Liori e Oppi? Siamo sicuri che ci sarà una linea diretta della decisione? Non lo so, non lo so! Questi sono i temi di oggi, i temi che gridano nell'acquiescenza di una società che non crede più a nulla di tutta questa politica e che dice che avete ulteriormente sprecato un'occasione per esaltare l'autonomia.

Quando tornerà il Presidente, se tornerà, ditegli che si faccia vedere perché noi abbiamo bisogno di un presidente che guardi in faccia le persone, e guardando in faccia le persone (queste che sono qui dentro) guarderà in faccia anche la realtà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Onorevole Sanna, io penso che non sia necessario guardarsi in faccia soprattutto quando all'indirizzo del presidente Cappellacci vengono riversati vagoni di insulti e di improperi un giorno sì e l'altro pure da parte di una opposizione dalla quale mi sarei aspettato (lo dico senza riserve) una iniziativa forse più responsabile su un tema, come quello sollevato dalla sentenza del TAR. Quando è stata preannunciata la proposizione di una mozione sull'argomento, infatti, ho accolto con favore il fatto che si potesse discutere politicamente sul problema delle pari opportunità. La mozione, invece, si preoccupa solo di ricordarci i diversi avvicendamenti di assessori in Giunta come se la sua parte politica, onorevole Gian Valerio Sanna, fosse sempre stata immune dal partecipare a simili avvicendamenti.

Ci si dice: non dobbiamo guardare al passato, non si deve ricordare il Palomba uno, il Palomba due, il Palomba tre, il Palomba quattro, il Palomba cinque, il Palomba sei! Non si devono ricordare, onorevole Gian Valerio Sanna, nemmeno le sostituzioni assunte in contesti drammatici di Assessori dell'allora Giunta Soru? Nemmeno le sostituzioni di alcuni Assessori donne mandate a casa senza tanti complimenti? Ha un senso allora che noi continuiamo oggi a discutere su un aspetto che può essere nobile e davvero interessante riversando sul presidente Cappellacci solo un insieme di fantomatiche accuse senza dare risalto e rilievo ad un aspetto importante, e cioè che il presidente Cappellacci non si è costituito personalmente in quel contenzioso che ha annullato i decreti di nomina degli Assessori e ha dato subito immediata esecuzione alle pronunce del TAR dimostrando di essere rispettoso della legge e delle sentenze dei giudici italiani? Pur nella difficoltà del momento, pur nelle difficoltà interne a questa maggioranza - perché nessuno le nasconde - ha dato immediata attuazione alle sentenze inserendo delle donne nell'Esecutivo.

Mi sarei aspettato dall'onorevole Barracciu - che non vedo seduta oggi nei banchi dell'opposizione - quantomeno una parola positiva per questo atto che non è un semplice atto amministrativo ma un atto che ha una precisa valenza politica. L'inserimento di due consiglieri regionali donne non ha necessità di essere accompagnata da alcuna motivazione! E' assurdo chiedere al Presidente di dare la giustificazione, di far conoscere le motivazioni in ordine alla soluzione e all'adeguatezza della soluzione! Ma c'è qualcuno che si può ergere a giudice per dare giudizi all'onorevole De Francisci o all'onorevole Zedda sull'adeguatezza? E mi pare che 80 consiglieri eletti direttamente dal popolo sardo - cosa che spesso voi vi dimenticate - forse una rilevanza e una importanza ce l'hanno.

Noi non abbiamo mai posto nessun problema in ordine alle motivazioni o all'adeguatezza degli Assessori che erano stati nominati anche nella precedente legislatura. Ma perché, la scelta dell'assessore Rau, dell'assessore Depau, dell'assessore Dirindin che avete scomodato dalla Penisola (non ricordo per la verità le altre perché evidentemente non hanno fatto storia) p stata a sua volta motivata? Il giudizio, badate, anche sull'operato di quelle donne Assessori, l'hanno espresso gli elettori. E allora, se vogliamo davvero riportare questo dibattito ad un minimo di serietà e a livello di un sereno confronto politico, possiamo anche legittimamente avere opinioni diverse sulla congruità del numero, sulla composizione (tutto quello che volete perché è nella legittima prerogativa delle opposizioni porre anche problemi di questa natura) ma non possiamo aprioristicamente già esprimere giudizi sull'adeguatezza di Assessori consiglieri regionali, soprattutto su chi, come la signora Nonnis, non ha ancora neppure assunto le funzioni.

Date tempo, colleghi dell'opposizione, date tempo! Poi compilerete la pagella, direte se sono state brave o non brave, ma date tempo di poter assumere la funzione e poi potrete esprimere un giudizio forse meno pregiudiziale, senza preconcetti sul loro effettivo operato. Vedremo se l'assessore Zedda chiuderà più vertenze di quante non ne abbia chiuso l'assessore Rau, poi sarà facile vedere se l'assessore De Francisci farà quello che ha fatto la Dirindin, meglio, peggio, ci sarà un momento anche di sereno e leale confronto su questi aspetti. Se voi ponete il problema in questi termini, cari colleghi dell'opposizione, penso che davvero stiamo sprecando ancora una volta una seduta di questo Consiglio.

E allora ha ragione l'onorevole Gian Valerio Sanna: forse dovremmo occuparci non di questioni di lana caprina (come pare emerga da questo dibattito assolutamente inutile e improduttivo) ma del problema di quelli che non riescono davvero ad arrivare a fine mese. Forse, se il contributo fosse venuto su qualche ipotesi concreta per decidere cosa fare e come occuparci anche sotto Ferragosto di qualche problema e di qualche emergenza che riguarda le problematiche del disagio sociale, dei problemi correlati alle politiche di sviluppo e di crescita della nostra Regione, avremmo reso utile e produttivo questo dibattito.

Voi applicate, come ha fatto l'onorevole Bruno, il sillogismo "Nonnis ha fallito ad Oristano, Nonnis è stata premiata qui, quindi Nonnis fallirà anche qui". Se questo sillogismo fosse giusto, onorevole Bruno, io penso che colleghi del suo gruppo forse oggi non potrebbero neppure sedere in questi banchi di quest'Aula, perché di fallimenti ne avete collezionato talmente tanti da farvi diventare rossi. E allora smettiamola con questo modo di confrontarci, che è assolutamente inutile e che non porta a nessun risultato, su questo tema forse ci dovremo ritornare in una serena stagione di rilancio delle riforme, dove dovremo prevedere giustamente anche la possibilità…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io stamattina, leggendo i titoli dei nostri quotidiani, immaginavo una situazione diversa. La nuova Sardegna titola: "Tregua P.d.L., ma è suspance per la Giunta", altri titolano: "Il centrosinistra è pronto alla battaglia". Ora qui non mi sembra che ci sia proprio aria di battaglia, né nessuna difficoltà per la Giunta a seguito di questa mozione. Perché? Me lo chiedevo mentre ascoltavo gli interventi dei colleghi. Perché in quest'Aula, in questo momento, si respira - è tangibile - la paura delle elezioni, la paura di andare a casa.

Vedete - lo dico agli Assessori, lo dico al Presidente - quello che noi ci diciamo fuori da quest'Aula è tutt'altra cosa rispetto a quello che si sente recitare negli interventi (ovviamente mi metto da parte: ciò che dico fuori dico dentro, ciò che dico a Nuoro dico a Cagliari, ed è più difficile dirlo a Cagliari per certi versi) perciò Presidente c'è una totale sfiducia nella Giunta, c'è una totale sfiducia in lei, perlomeno dagli attori di questo grande teatro che è l'Assemblea regionale. Però c'è una costante che ci accomuna: non possiamo andare ad elezioni.

Ma perché non possiamo andare ad elezioni? Non possiamo andare ad elezioni perché perdiamo alcuni privilegi, non perché non sentiamo l'esigenza di mandare a casa questa politica, questa maggioranza, questo Presidente. E' assolutamente incontestabile che in una situazione parlamentare, che non veda il Presidente eletto direttamente dai sardi, questa Giunta e questo Presidente sarebbero già a casa da qualche anno, questo è incontestabile, vero onorevole Floris? Credo che lei mi aiuterà in questo, nell'esplicitare questo principio, così come mi aiuteranno i colleghi più anziani. Però c'è questo presidenzialismo che è arrivato nel 2005, che non ha mostrato il meglio della sua faccia in queste due legislature, per come è stato interpretato il ruolo presidenziale, che però è un dato di fatto.

Veda, onorevole Soru, io non rinnego niente della scorsa legislatura, né coi toni, né con le argomentazioni, e io credo che oggi rivisitando quelle giornate, quegli argomenti e quelle situazioni, ognuno di noi sia cresciuto un po', interpreti meglio, comprende meglio, e perciò io uso gli stessi toni di allora nei confronti del Presidente che ho votato, il che per me è un peso molto maggiore, perché quanto meno lei non l'avevo votata. Invece il presidente Cappellacci l'ho votato, perché io sono una persona che dà credito, che si pone in maniera fiduciosa nei confronti del prossimo e delle idee che propongono, e perché sono rispettoso - anche se posso non condividerli - degli accordi politici, partitici e di coalizione. Quando non ho più condiviso una linea di partito ho lasciato quel partito, in un tempo non sospetto, perdendo ruoli e privilegi; è più difficile passare dalla maggioranza all'opposizione che non viceversa.

Perciò, dicendo che non rinnego niente di tutto quello, mi rivolgo al Presidente che ha questo grande onere: far dimenticare i primi due anni e mezzo. E perché dimenticare? Ma, questo è facile: perché non c'è molto da ricordare! Veda, io contesto quanto ha detto il collega, che pure stimo, Sanjust, un giovane, rispetto a me, un giovane collega che dovrebbe essere d'esempio agli altri giovani colleghi. Voi dovete prendere in mano la situazione, voi dovete reagire, voi non dovete accettare i complotti di palazzo, voi dovete più di altri cercare di dare risposte ai Sardi.

Perché lei non è in Giunta, onorevole Sanjust? Perché non sono in Giunta nuove forze, anche insieme alla collega De Francisci, alla collega Zedda? Io sarò felice di sostenere la collega De Francisci se cancellerà cinque ASL su otto, perché la loro soppressione vale pressapoco quanto il ticket che stiamo approvando. Scelga: o il ticket, o cancellare ruoli non opportuni e non necessari nell'organizzazione sanitaria del nostro territorio. Scelga! Io sarò con lei per discutere, se glielo consentiranno.

Qui la storia è lunga, si sono alternati in quei banchi nel tempo delle comparse, animate da buoni principi di grande volontà, ma i registi di questa Regione, di questo disegno, sono sempre gli stessi, e il presidente Cappellacci si è saputo adeguare, magari anche perché intravvede la possibilità, in un prossimo futuro, di trovare anche un collegio romano per sé nelle nuove formazioni politiche. Sembra che ci sia chi lo guidi in maniera magistrale, anche se io spero che così non sia perché è una persona che stimo molto e non può compiere un errore di questo tipo.

Quindi c'è una grande paura di andare a casa e di elezioni, ma chi è che ha paura? Lei Presidente ha sempre dichiarato di non aver paura, benissimo, metta alla prova il Consiglio. Lei capisce bene che alla prossima finanziaria sarà un disastro. La riforma sanitaria, un disegno di legge già pronto e esitato dalla Commissione perché non entra in Aula? Perché siamo qui a discutere di mozioni, quando abbiamo una riforma già votata, che non approda all'Aula per la discussione? Qual è il motivo? Queste sono le risposte che dobbiamo dare ai sardi. I sardi hanno necessità, come gran parte dei nostri connazionali, come succede in tutto il mondo, di risposte immediate, non di questi teatrini.

Però noi abbiamo un ostacolo, perché non possiamo dare queste risposte con il presidente Cappellacci di cui purtroppo dobbiamo riscontrare l'inadeguatezza, non possiamo andare avanti così. E i colleghi più anziani questo lo sanno molto meglio di me. Allora, smettetela colleghi anziani di governare il presidente Cappellacci, smettetela, lo state consigliando male, non state commettendo azioni alla vostra altezza, potreste avanzare delle proposte, ma non le avanzate, state giocando a Risiko con le "poltroncine".

Badate bene, non mi rivolgo al P.d.L., il P.d.L. oggi è governato dai partiti di centro, è governato dai Riformatori, dai Sardisti, dall'U.D.C., dal UPC dal Movimento per le autonomie, è governato totalmente perché voi non siete in grado di guidare! Sono altri che guidano! Ve ne dovete rendere conto, ribellatevi. Siete voi il futuro della Sardegna, non questa rappresentazione poco nobile della politica sarda!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, io sono un po' stupito dai toni del dibattito, dai toni che usa l'opposizione, la situazione è difficile ma est modus in rebus.

La Nonnis ha fallito! Chi lo dice? Siete un tribunale speciale che può definire i sindaci che hanno fallito e quelli che non hanno fallito? Fatecelo sapere eventualmente. Addirittura qualcuno è arrivato a dirci che la nomina della Nonnis è illegittima e che pertanto tutte le nomine degli assessori potrebbero essere nulle! Questo lo afferma un esponente di una Giunta che si è vista condannare penso in tutti i gradi di giustizia che esistono in Italia, esclusa forse la Sacra Rota e la Giustizia sportiva che, aimè, era impegnata a condannare la Juventus! Tuttavia, detto questo, intervengo brevemente per svolgere a nome del mio partito, alcune brevissime considerazioni.

La prima è che quella che si sta presentando oggi non è la Giunta che avremmo voluto. Per carità, il nostro Segretario regionale ha detto che siamo soddisfatti, soprattutto per la qualità degli assessori che abbiamo espresso noi, non voglio dire che gli altri non abbiano le qualità però la sostanza è che avevamo chiesto una Giunta di più alto profilo, che uscisse fuori dagli schemi politici tradizionali, che rappresentasse davvero le energie e le culture migliori che la Sardegna può mettere in campo in un momento di crisi difficile come quello che stiamo vivendo. Che stiamo vivendo non certo per colpa nostra, non certo per colpa della Giunta Cappellacci perché sembra quasi, a sentire parlare i colleghi dell'opposizione, che fino al 2009 questa fosse la California poi improvvisamente è arrivato Cappellacci, è arrivato il centrodestra ed è successo un disastro. Non è così: prima non c'erano i marziani, c'eravate voi.

Comunque avevamo chiesto uno sforzo di fantasia, la ricerca di nomi di prestigio indiscutibile, anche, eventualmente, con il ricorso ad intelligenze appartenenti ad un campo politico che non è nostro. Per questo avevamo offerto, caro Presidente, il nostro supporto incondizionato, pronti ad accettare e sostenere le sue decisioni indipendentemente dagli assetti di potere e indipendentemente dalla parte che in questi assetti di potere sarebbero spettati a noi. Questa è la ragione per cui la soluzione che lei ha scelto ci lascia perplessi, anche se - e lo dico chiaro e forte alla maggioranza e all'opposizione, in ossequio al patto con cui ci siamo presentati insieme agli elettori del 2009 - lei potrà continuare a contare sul nostro appoggio, sulla nostra lealtà com'è stato finora, forse critici ma leali.

Un discorso a parte merita la sanità, almeno secondo il mio punto di vista, e la scelta dell'assessore De Francisci a guidare quello che forse è il settore più delicato dell'amministrazione regionale, che riguarda sia la salute della gente sia, soprattutto, le casse della Regione e le tasche della gente, visto che impegna più della metà della spesa regionale.

Io sono convinto che comanderà lei, assessore De Francisci, comanderà senza triangoli più o meno amorosi, farà quello che dovrà fare, e sicuramente lo farà in piena e totale onestà. Intanto però voglio rivolgerle, a nome del mio partito, ma se mi consente, Simona, anche con grande affetto e stima personale, i miei auguri più cari. Al di là di quello che dirò adesso, posso assicurarle, Assessore, che potrà contare, nella misura in cui ce lo chiederà, sull'aiuto senza condizioni del nostro partito e mio personale, del Capogruppo Vargiu e di tutti gli altri.

Però, Presidente, noi leggiamo sui giornali di oggi che lei avrebbe avuto anche l'avallo sostanziale dei Riformatori alla nomina della collega de Francisci: mi corre l'obbligo di smentire nella maniera più assoluta! Questa è una ricostruzione fantasiosa e mai il nostro partito ha avallato la nomina della collega De Francisci o di chiunque altro, così come non abbiamo posto veti a nessuno! Questa è una sua scelta Presidente, noi la rispettiamo, ma non ne siamo stati coinvolti in alcun modo e dobbiamo essere chiari, dobbiamo dirle che è chiaro che noi non c'entriamo nulla e che avremmo eventualmente anche operato scelte diverse.

Noi Riformatori in particolare, per non essere ipocriti, avevamo chiesto e avanzato con forza la nostra candidatura per l'Assessorato della sanità, convinti di avere le competenze politiche e tecniche più adeguate a far fronte al gravoso impegno e, nella nostra ingenuità, anche disponibili a fare un sacrificio che pensavamo sarebbe stato di grande utilità soprattutto per la maggioranza e per la Sardegna. Questa richiesta non nasceva e non nasce dal mero desiderio di potere bensì rappresentava lo sviluppo ludico di un percorso che inizia con la campagna elettorale che abbiamo condotto assieme, con la nostra esposizione pubblica nel settore sanitario, prosegue con il contributo di idee che abbiamo dato al programma della coalizione, rafforzato e meglio spiegato nel programma regionale di sviluppo che questo Consiglio ha solennemente approvato alla fine del 2009.

Presidente, dobbiamo dirlo con chiarezza; forse in pochi hanno letto il Piano sanitario regionale di sviluppo, ma quello che abbiamo promesso a voce per iscritto non l'abbiamo realizzato e questo è il rimprovero peggiore, il rimprovero più forte che noi abbiamo mosso all'assessore Liori. Abbiamo offerto per questo la nostra disponibilità a provarci in prima persona; prendiamo atto che lei o la coalizione comunque non la vedono come noi, diciamo con un po' di tristezza che abbiamo avuto la sensazione che sia contato di più che i Riformatori non andassero a guidare la sanità piuttosto che la sanità fosse guidata bene. Prendiamo atto anche dei veti veri o presunti e, come si fa in democrazia, ci arrendiamo alla logica dei numeri e al rispetto delle decisioni che spettano al presidente eletto dal popolo.

Quello a cui non possiamo arrenderci, però, è questa continua deriva verso il basso, verso il baratro economico, e a questo speriamo che si possa mettere fine rapidamente. Lo chiediamo con grandissima determinazione all'assessore De Francisci, ribadendo che potrà contare sul nostro aiuto assoluto, totale e leale, con una dose di pazienza pari alle difficoltà del compito ma che naturalmente non è illimitata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, stiamo affrontando con questo dibattito un momento certamente difficile per la maggioranza, non possiamo definirlo un momento cruciale, perché, rispetto ad un rimpasto di Giunta, di cruciali in questo momento in Sardegna ci sono ben altri problemi. Problemi cruciali tanto da portare il Presidente a rivolgersi a tutti i sardi e a chiedere l'unità dei sardi proprio perché è necessario affrontare i nodi con una durezza che sinora non eravamo riusciti ad esprimere.

Siamo stati richiamati ad una unità e ad una compattezza in un momento che, per la verità, almeno per quanto ci riguarda (ha ragione il collega Capelli) per quanto riguarda questo partito e questo Gruppo, il gruppo del P.d.L., è un momento davvero eccezionale, perché è un momento di crisi in campo nazionale, di consunzione di una leadership e dell'invadenza di una classe dirigente nazionale. Una classe dirigente nazionale che più che dirigente è assenziente e dalla quale derivano i problemi regionali. Noi siamo infatti impreparati ad affrontare i problemi anche in questa Regione perché così si era voluto a Roma.

E vero, siamo come Gruppo e come partito in questo momento deboli, però le emergenze che quest'Isola deve affrontare impongono al Presidente di chiedere l'unità dei sardi. L'unità va ricercata, va chiesta, va concordata con tutti i sardi partendo, step by step, rispettando le varie fasi, e quindi l'unità va prima ricercata all'interno del Gruppo, va prima ricercata all'interno della maggioranza, va poi ricercata all'interno dell'Aula per essere poi estesa all'esterno di quest'Aula. L'unità all'interno del proprio Gruppo e del proprio partito non può essere posta su una fiducia cieca ed assoluta, su una cambiale in bianco, l'unità all'interno di un Gruppo e di un partito nasce dalla partecipazione.

Credo che questo sia l'aspetto più importante, l'aspetto che ancora una volta, in un momento, ripeto, non certo cruciale ma comunque delicato come quello di un rimpasto di Giunta, ancora una volta è mancato. E' mancato il confronto aperto, ampio, chiaro all'interno del Gruppo, all'interno del partito, addirittura si è enfatizzato uno scontro. Certo, siamo ad agosto, i giornali hanno poco da scrivere quindi è necessario sfruttare quello che si ha come notizia, però certamente nessuno ha fatto uno sforzo per mettere la sordina a uno scontro; anzi addirittura questa volta lo scontro per me è sembrato addirittura preparato con la conta preventiva dei buoni e dei cattivi.

E allora io credo che sia difficile davvero, sia difficile per questa maggioranza, per questo gruppo, affrontare questo situazione, perché non ci si è voluti ancora una volta confrontarsi. Io mi chiedo davvero che cosa abbia portato il Presidente della Regione, poche ore prima di decidere i nuovi in ingressi in Giunta, ad ascoltare e riunire solo i consiglieri regionali di Cagliari e Oristano. Forse che quelli di Sassari o di Olbia non sono - per utilizzare una sua frase - ugualmente eletti e non nominati? Qual era la logica di ridurre il confronto all'interno del Gruppo? Alimentare comunque sospetti e polemiche?

Io l'ho detto pubblicamente: ho paura dell'uomo solo al comando, ne ho paura perché l'uomo solo al comando tende ad isolarsi, tende a fidarsi solo della stretta cerchia, di fedelissimi. Mi ricordo una frase felice dell'onorevole Mantovano che, parlando dei pretoriani dell'imperatore, diceva: io diffido dei pretoriani perché i pretoriani o sono i primi a morire o sono quelli che uccidono l'imperatore.

E allora, Presidente, non conti di poter gestire una fase così delicata facendo la conta dei buoni e dei cattivi, non si limiti ad ascoltare quelli che le stanno vicino. Quest'errore l'ha già commesso qualcuno a Roma; cerchi di ascoltare tutti, anche le opposizioni, anche le frasi sgradevoli che vengono pronunciate dalle opposizioni, perché alla base di quelle frasi sgradevoli c'è sicuramente un nostro torto a cui loro possono attaccarsi. Una squadra non si crea con il comando, ma si crea con il consenso interno, con la persuasione attraverso il confronto, con quel confronto - non mi stanco di ripeterlo - che ho chiesto dall'inizio della legislatura e che se ci fosse stato non avrebbe ridotto questo Gruppo, il Gruppo del P.d.L. ad essere diviso, debole, inaffidabile come è stato definito.

Lei, Presidente, sa che anche io non sono fatto attaccato affettivamente a nessun partito (anche perché questo non era il mio partito) però non basta stracciare quella tessera o restituirla perché noi non possiamo stracciarci di dosso la maglia con cui ci siamo presentati ai sardi. Restituendo la tessera ci spogliamo di quello che abbiamo detto in campagna elettorale e del simbolo con cui ci siamo presentati in campagna elettorale, e non si può ignorare che il Gruppo del P.d.L. per numeri e per capacità (e perché è il suo Gruppo, è il suo Gruppo, Presidente, che abbia la tessera o no) è il Gruppo che dovrebbe guidare questa Aula, che dovrebbe essere davvero la sua forza, e può esserla (ne abbiamo discusso varie volte, però forse troppo poche volte) e deve essere espressione della forza di questa maggioranza all'interno del Consiglio e quindi al di fuori del Consiglio.

Se si vuole combattere insieme bisogna che siamo tutti convinti che stiamo facendo una battaglia insieme. E' la differenza tra la falange macedone che aveva un leader ed era imbattibile e l'esercito di Franceschiello, che si chiamava di Franceschiello perché c'era Franceschiello. Siamo stati un gruppo, nonostante tutte le nostre divisioni, anche in momenti difficili, siamo stati gruppo anche quando per quelle che possiamo definire oggi liberamente le sue "distrazioni romane" (lei le ha definite peggio in un'intervista) ci hanno vilipeso tutti, tutti noi del P.d.L.. Eppure nessuno in quell'occasione, nessuno si è discostato, tutti le hanno espresso interna ed esterna, pubblica e privata, fiducia, fiducia in quello che sarebbe stato l'esito di quell'inchiesta.

Quindi se c'è stata questa capacità, anche in un momento che allora era davvero difficile per lei (ma anche per noi perché vestivamo la stessa maglietta) se c'è stata la capacità quella volta di affrontare un grosso, grave problema di immagine e non solo, ebbene perché adesso non si fanno quei banali, dico banali sforzi per riuscire a tenere insieme questo Gruppo e questo partito (perché comunque un Gruppo non può esistere se non c'è anche un contrappeso politico) nell'interesse di quello che lei chiede giustamente, dolorosamente a quest'Aula in quanto Presidente dei sardi?

Io sono il primo - gliel'ho sempre detto - che è disposto ad accordarle tutta la fiducia senza secondi fini. Non chiedo né ricandidatura né Assessorati né prebende di nessun genere, chiedo di uscire, quando finirà questa legislatura, con dignità, avendo dimostrato a me stesso e ai sardi di aver svolto il mio compito con il massimo dell'impegno, con il massimo della dignità. Però, per fare questo, da solo non conto niente, non contiamo in tre, in quattro, in cinque, contiamo in tanti, contiamo tutti ottanta. Se dobbiamo condurre delle battaglie a Roma per le nostre rivendicazioni, per quella ribellione che è necessaria, abbiamo bisogno della forza di tutti ottanta i consiglieri che rappresentano tutta la Sardegna.

E allora credo che maggioranza e opposizione, Presidente, Gruppo, tutti dobbiamo fare uno sforzo, però, Presidente, la maggiore responsabilità è la sua, perché l'esempio viene dall'alto e se lei non saprà dare l'esempio di questo dialogo all'interno del suo Gruppo, all'interno della sua maggioranza, all'interno di questo Consiglio i richiami all'unità non porteranno a nulla non ci saranno né unioni di forze né unità di intenti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ancor prima dell'intervento del collega Campus, che io rispetto per i toni, per la sostanza, per l'indicazione forte di un ruolo importante anche del Consiglio regionale e non solo del Gruppo del P.d.L., era chiaro che il dibattito di oggi avrebbe segnato la fine politica di una fase di governo della Regione Sardegna. Segna la fine politica perché si è chiuso un ciclo.

A Roma, contemporaneamente alla riunione di stasera, si svolge l'incontro tra il Presidente del Consiglio, il Consiglio dei ministri, le parti sociali e le banche per intervenire pesantemente (causa "commissariamento" del Governo nazionale da parte della Banca centrale europea) accelerando la fase di "lacrime e sangue" con la manovra finanziaria che aspetta gli italiani e di cui abbiamo sentito alcune anticipazioni. E' una fase politica che si chiude e che vede chiudersi (è questione di mesi, settimane, io spero anche di giorni) un ciclo politico legato alla figura di Berlusconi. E guardi, è una sorta di contrappasso dantesco, presidente Cappellacci, il fatto che si chiuda la fase politica del berlusconismo in Italia e contemporaneamente si chiuda la fase politica della Giunta regionale che è stata eletta soprattutto, forse, grazie al grande lavoro, alla grande capacità di mobilitazione e di suscitare consensi elettorali del presidente Berlusconi.

Non ci siamo dimenticati l'attivismo frenetico nella campagna elettorale del presidente Berlusconi; addirittura ricordiamo, con fastidio, quando guidò il corteo papale nel corso della visita del Santo Pontefice a Cagliari: prima del Papa salutò il popolo sardo che voleva acclamare il Pontefice, ce lo ricordiamo ancora. Ed è un paradigma. Crolla il "berlusconismo" e deve crollare, non può non crollare, un'esperienza politica nata sotto l'impulso fortissimo del presidente Berlusconi.

Allora c'è da aprire una fase politica nuova, Presidente. Lei il problema se lo è posto. La domanda è: cosa critichiamo dell'attuale Giunta che lei ha presentato oggi? Critichiamo il fatto che, siccome c'è questo deficit di iniziativa politica (perché siamo alla fine di un ciclo) lei e la sua maggioranza non siete stati capaci di utilizzare l'opportunità che vi è stata offerta dal TAR con la richiesta di rispetto del principio costituzionale stabilito dall'articolo 51. Faccio notare (apro una breve parentesi) che oggi gli Assessori hanno giurato per rispetto alla Costituzione, e il TAR della Sardegna è dovuto intervenire per far rispettare la Costituzione nei confronti del Presidente della Giunta regionale. Quindi, una lesione è stata sanata.

Quello che lamentiamo, però, è che lei abbia voluto costituire una Giunta tutta all'interno di una logica politica legata alla fase che è conclusa definitivamente. L'errore politico che lei ha commesso, presidente Cappellacci, è di non aver colto la necessità di compiere un passo in avanti, coinvolgendo le categorie, coinvolgendo i sindacati, le forze produttive, il mondo della cultura, e restringendo invece il discorso del rafforzamento della Giunta nell'ambito asfittico e asfissiante dei propri rapporti di forza all'interno della coalizione, all'interno dei partiti della coalizione, tra i partiti della coalizione, dentro le correnti dei partiti della coalizione. Il prodotto è quello che è venuto fuori. Basta leggere, presidente Cappellacci, senza ascoltare i rilievi politici che noi stiamo facendo, i commenti lanciati dai lettori delle edizioni on line dei giornali.

Collega Pittalis, noi non lanciamo né insulti e né improperi, sviluppiamo un ragionamento politico, ma nessuno può chiederci di non definire in maniera anche critica alcune questioni di carattere politico, che sono sotto gli occhi di tutti. Si legga i commenti su Unionesarda.it, Videolina.it, Nuovasardegna.it: quelli sono i commenti dei sardi! Io non voglio né insultare né lanciare improperi contro nessuno, vorrei però evitare che anche il mio elettorato, il mio popolo insulti me, e mi carichi di improperi che non merito. Perché, se noi non abbiamo uno scatto di dignità, e diamo una risposta politicamente e programmaticamente seria ai problemi della Sardegna, gli insulti e gli improperi ce li prendiamo noi (senza voler di nuovo richiamare il popolo dei forconi) ce li prendiamo noi.

In questa situazione, presidente Cappellacci, il rilievo critico che è stato mosso sul mancato rispetto della competenza non è certo infondato. Collega Pittalis, lei è avvocato, quindi sa che la legislazione italiana, relativamente alle persone che ricoprono i ruoli di assessore, impone il requisito della competenza. Già la legge numero 142 del '90 sulle autonomie locali - quella che aveva stabilito l'incompatibilità tra assessore e consigliere, incompatibilità che probabilmente sarebbe meglio riportare anche in quest'Aula, faccio una parentesi sulla vecchia statutaria e sulla nuova statutaria a cui stiamo lavorando, e spero che riusciremo velocemente a tirare fuori un prodotto finito e in grado di essere presentato ai sardi - già la "142" del '90, e le successive leggi, la "267" del 2000 ugualmente, impongono per gli Assessori la competenza tecnica. Si chiamano assessori tecnici per questo, collega Pittalis, perché devono quantomeno avere i requisiti che si chiedono in legge per il commissario di una ASL, per il commissario di un'agenzia.

Abbiamo visto nella Commissione per la mancata applicazione delle leggi regionali cosa succede quando si fanno nomine "a pera" contro la legge, senza rispettare i requisiti richiesti. Lo stesso errore si fa quando la competenza non è accertata nei fatti, e in questo caso abbiamo il fatto che la competenza non è accertata dagli Assessori che sono stati chiamati o sostituiti o cambiati di ruolo nella Giunta attuale rispetto a quella precedente.

Certo, lei dice: "Date tempo". Il problema, collega Pittalis, è che tempo non ce n'è più, non possiamo fare "Master and Back" assessoriali per gli Assessori designati all'interno della Giunta regionale, non c'è più tempo. La Giunta doveva essere forte, rappresentativa e immediatamente spendibile sul campo dei problemi. Il Governo oggi, probabilmente, deciderà altri 7 miliardi di tagli alle regioni, sono previsti altri 7 miliardi di tagli anticipati al 2012. La voglio vedere richiamare i problemi della Giunta Soru, anche quando dovremo fare il bilancio per il 2012, 2013 e 2014! Richiamiamo ancora i problemi della Giunta Soru, della precedente legislatura? Ma smettiamola, per cortesia. Anche perché lei è leale (di questo gliene do atto) però gli stessi toni accorati di sostegno per il presidente Cappellacci io li ho sentiti in quest'Aula rivolti al presidente Soru, con la lealtà che gli è riconosciuta in quel periodo in cui sosteneva il centrosinistra.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, io credo che noi viviamo in un contesto economico che lascia pochi dubbi su quale futuro attenda l'Italia. Credo che sia un futuro obbligato, quello di una famiglia che ha speso per anni più del suo reddito, e oggi si trova in un quadro economico di insostenibilità della spesa. Questa Italia, l'Italia che ha perso oggi alla borsa di Milano più del 6 per cento, deve fare i conti con un'ulteriore contraddizione.

Per anni una parte dell'Italia ha vissuto accarezzando l'ipotesi di responsabilizzare, tra virgolette, la parte più debole della nazione al momento del pagamento del conto, sposando la tesi di un federalismo asimmetrico, che avrebbe dovuto liberare le risorse nelle aree più forti del Paese, rilanciando in questo modo la crescita locale e mettendo di fronte alle proprie colpe e ai propri destini il Meridione italiano. Un film in cui sembrava già di conoscere l'ultima scena, che avrebbe portato la Sardegna insieme ad altre zone povere d'Italia a confrontarsi con i costi standard, i famosi costi standard destinati a punire le aree del Paese meno virtuose nei meccanismi di produzione e fornitura di beni e servizi pubblici. Non si può certo dire che i Riformatori non abbiano cento volte evocato questo rischio in quest'Aula, mettendo sull'avviso tutti e chiedendo di risintonizzare il Palazzo con la gente normale che vive fuori da qui.

Ora, l'obiettivo italiano del pareggio di bilancio del 2013, sapete tutti come me, come noi, sarà pagato negli unici modi possibili: con un taglio della spesa pubblica, con la riduzione dei trasferimenti statali, con la riduzione della copertura del sistema di garanzia e dell'assistenza sociale, della sanità, della previdenza. Questo ciclone arriva su una Sardegna impreparata, che sembra eternamente avvitata su se stessa, convinta che niente possa e debba mai cambiare nelle proprie dinamiche interne e nei propri rapporti con lo Stato.

Qualcuno in Sardegna pensa di poter intercettare la sofferenza popolare indicando un vecchio, unico, grande nemico: lo Stato. Quello Stato, colleghi, che pure con mille distrazioni colpevoli, con insofferenza e con sufficienza ci passa però ogni anno cinque miliardi di euro in più, rispetto a ciò che noi produciamo, per consentire la sopravvivenza delle nostre famiglie. La Sardegna, a dispetto del sentimento autonomistico, qualche volta indipendentista, che ciclicamente la pervade, resta una Regione italiana dove trionfa il socialismo reale, che attende la manna dal cielo dagli aiuti di Stato, che le consentano di stabilizzare precari, di assumere lavoratori socialmente utili, di cassaintegrare il proprio sistema industriale in crisi strutturale, di sostenere la propria agricoltura arcaicista. In questo contesto rituale, il centrosinistra ha presentato la propria ennesima mozione di contestazione all'azione politica del centrodestra, contribuendo anche oggi a certificare la complessiva inadeguatezza di una classe politica che danza sull'orlo del precipizio, senza rendersi conto dell'urgenza di innovazione metodologica e progettuale a cui siamo chiamati.

Voi dite che probabilmente i primi due anni e mezzo di amministrazione Cappellacci hanno offerto una risposta inadeguata alla situazione di crisi della Sardegna, io penso che voi abbiate ragione. L'intero sistema Sardegna (Consiglio regionale, classe dirigente, società) è oggi mille volte indietro rispetto a ciò che sarebbe necessario. E' indietro la maggioranza, che insegue problemi di equilibri interni senza dimostrare di avere piena percezione delle necessità esterne, è indietro la minoranza, che pare ossessionata dal desiderio di tornare a governare e sembra non rendersi conto che è impossibile governare la Sardegna senza resettare il sistema delle regole, gli assetti delle istituzioni, l'allineamento della burocrazia, senza resettare il ruolo della politica e i suoi privilegi divenuti intollerabili, in una situazione in cui la politica deve chiedere e spiegare la necessità dei sacrifici alla gente normale, ma, soprattutto, senza che nessuno dimostri di avere una straccio di idea su prospettive di sviluppo, che consentano la crescita della nostra ricchezza e del nostro Pil, permettendoci di affrancarci quanto più possibile dalla nostra dipendenza stracciona nei confronti dell'Italia e consentendoci di utilizzare questo momento di difficoltà come un'opportunità, che faccia partire il cambiamento di mentalità di cui abbiamo bisogno.

Non c'è ormai più nessun dubbio che il più importante elemento di crisi nella nostra Regione sia rappresentato dalla mancanza di crescita, né c'è dubbio che nei prossimi anni l'Italia non sarà in grado, neppure se volesse, di sostenere con nuovi trasferimenti economici la nostra mancanza di volontà e di capacità di crescere. E' invece necessario confrontarci sulle soluzioni. Allora io vi chiedo: ma davvero voi vedete, in questo Consiglio regionale, un linguaggio diverso in base al rapporto di appartenenza, di schieramento? Davvero voi vedete uno schieramento di centrosinistra innovatore e propositivo, in sintonia con un fremito di modernizzazione esterna all'Aula che è franato nel suo anelito riformista dal centrodestra di Governo? Guardate, non è così.

Nella generale disamistade dei sardi verso la politica, oggi il centrosinistra non fa altro che essere tentato di capitalizzare il malumore popolare, che fino a due anni fa è stato il "tesoretto" su cui ha costruito la sua fortuna elettorale il centrodestra. Il malumore popolare oggi non è innovatore e sfidante, non è espresso da una nuova borghesia di intelligenze, di ricerca di opportunità, oggi è un malumore conservatore. Perché è il sentimento diffuso di una società esausta, che vorrebbe conservare la situazione di ieri, senza farsi domande sulla sua sostenibilità e senza pagare pegno. E' il malumore di una società che vorrebbe occasioni di sviluppo, senza mai pagarle in prima persona; che vede sfumare le opportunità offerte dalla grande industria e non sa farsene una ragione; che vorrebbe il turismo senza crescere in cultura della ricettività; che soffre lo Stato italiano ma sogna, per i propri figli, un posto pubblico alla Regione o alla ASL; che si sente laureata senza avere mai studiato; che è convinta di sapere già tutto e si stupisce di non essere capita e valorizzata adeguatamente dal mondo.

Mille volte ho sostenuto, in quest'Aula, che i Consiglieri regionali si sono abituati negli anni a parlare la stessa lingua, che non è più una lingua liberale o socialista, che consentirebbe di cogliere comunque la diversità delle opinioni, è la lingua comune e grigia di chi gestisce l'ordinarietà e lo fa sempre e comunque con gli strumenti della conservazione, e spera di lucrare la propria fortuna politica sulla maggior disgrazia dell'avversario.

Quando il centrodestra e Rifondazione Comunista votano insieme per la stabilizzazione dei precari, come succede in quest'Aula, c'è qualcosa che non va, è il segno della resa di un'intera classe dirigente che dà implicitamente ragione a quelli che vorrebbero affidare alla Caritas la gestione del bilancio regionale. Bene, secondo noi Riformatori, siamo arrivati al redde rationem. E' il momento di capire se questa classe dirigente della politica è complessivamente condannata a essere travolta dalla propria mediocrità, che si salda con l'ostilità a qualsiasi cambiamento, da parte della maggioranza della società sarda. Oppure, se esiste un pezzo di politica, oggi sicuramente minoritario, che intenda dar voce al pezzo di società sarda, anch'esso oggi sicuramente minoritario, che ha capito che è necessario rimettere in discussione tutto per salvarci ed è disponibile a rinunciare alle proprie rendite di posizione per giocare una sfida senza rete, l'unica che può arrestare il nostro declino annunciato, già scritto nelle cose dell'economia e della politica. Questo è lo sforzo che i Riformatori stanno facendo nel fiancheggiare la nascita di un nuovo partito dei sardi, che non è uno stereotipo o uno slogan, è un modo per indicare la strada maestra di un percorso di discontinuità indispensabile che possa, in primo luogo, per il cambiamento delle nostre teste, dei nostri riti della politica, della percezione stessa dell'avversario politico, dell'idea del destino che ci attende se non siamo in grado di trovare una via per lo sviluppo, che sia diversa da quella italiana ma non certo meno coraggiosa né che metta meno radicalmente in discussione i nostri rapporti sociali e politici.

Al di là della capacità dei nostri Assessori, è questo l'impegno dei Riformatori in Giunta, in Aula e anche, forse, e soprattutto, fuori dall'Aula. Scommettere su un partito per i sardi che dica la verità e annunci un futuro di sacrifici per tutti. Che prometta solo che i sacrifici non saranno ciechi, ma saranno il punto di partenza del rinnovamento, delle idee e della classe dirigente che è indispensabile, secondo noi, per dare speranza di sviluppo alla nostra Isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL - Comunisti - Indipendentistas). Presidente, intanto con sentimento di amicizia, rivolgo gli auguri di buon lavoro a tutti i colleghi che sono impegnati nella funzione di governo, in questa prossima Giunta, a guida del presidente Cappellacci.

Io non ho una cultura di scontro, posso essere anche in qualche circostanza molto duro, ma nei giudizi che riguardano la politica, i comportamenti politici, quelli di governo, quelli di amministrazione e mai le persone. Questo è lo stile che mi sono dato, che ho sempre mantenuto in questi sette anni di Consiglio regionale. Ed è per questo che ho ascoltato con attenzione anche quanto diceva prima il collega Vargiu, che ha pronunciato un discorso genuinamente classista, liberale forse, certamente liberista, che attribuisce la responsabilità di tutti i guai, anche dei guai di questa nostra Regione, ai precari, ai disoccupati, ai cassintegrati, cioè alle vittime ormai non più silenti del pensiero unico, di quello che affermava che la flessibilità avrebbe prodotto chissà quali slanci economici, quali superamenti delle difficoltà che questo mondo viveva, già da tempo in molte sue parti, e che ha coinvolto anche le parti non toccate.

Quel pensiero unico è stata la rovina ed è la rovina di questa nostra epoca, e chi ne è fautore ne è anche responsabile, perché è un pensiero che premia la speculazione, non il lavoro, costruisce un'economia virtuale, Galbraith la chiamava l'economia della truffa, individuando proprio nella classe dominante, quella, come Giorgio Ruffolo ha detto, del capitalista finanziario l'artefice della rovina di questo nostro pianeta, sia sotto il profilo economico sia sotto il profilo delle questioni ambientali. Per tutti valeva ricordare due esempi: il disastro nucleare del Giappone, che ancora inquina fortemente e colpisce quel Paese e non solo quel Paese e dall'altra parte l'estrazione petrolifera nell'oceano Pacifico.

Tutto ciò nasce dalla voglia di fare profitti, per fare profitti con una ingordigia tale da non lasciare niente in vita, né esseri vegetali né esseri animali, né persone, da non lasciare niente in vita perché quella, quell'ingordigia fa vedere ancora una volta le cose così. Il pericolo dov'è? Nei cassintegrati, nei disoccupati, nei giovani precari, in quelli a cui abbiamo detto che la flessibilità gli avrebbe aperto le porte del mondo. Io me li ricordo gli spot pubblicitari voluti dal governo Berlusconi che promuovevano il part-time: una grande occasione di tempo libero! Peccato che ai lavoratori dessero metà dello stipendio, anzi che avessero inventato un sistema, un tipo di contratto che si chiama lavoro in condominio.

Voi appartenete purtroppo a quel pensiero e siccome appartenete a quel pensiero, purtroppo, sarete la rovina di questa nostra Regione, come lo è il governo Berlusconi di questo nostro Paese, come lo sono tutti i governi che pensano in quel modo unico a cui avete dedicato, non senza interesse, la vostra esistenza in tutto il mondo. Noi non siamo così, noi pensiamo che i precari abbiano diritto di vivere, che abbiano diritto ad un lavoro, pensiamo che ne abbia diritto anche il cassaintegrato, anche il giovane disoccupato ma anche il disoccupato anziano. Pensiamo che l'anziano abbia il diritto ad una pensione, pensiamo che ogni cittadino di questo pianeta abbia diritto di vivere in un posto pulito, in un posto non inquinato, abbia diritto alla salute, pensiamo che tutti i nostri ragazzi abbiano diritto allo studio! Pensiamo queste cose, queste cose che non possono essere elargite da una borghesia illuminata, sono la conquista del lavoro, dell'impegno dei lavoratori!

Una ragazza di 21 anni mette in ginocchio il Cile, le proteste in Inghilterra seguono quelle del nord Africa, di fronte a questo mondo che sta esplodendo, che tutti fanno finta di nulla, e noi teniamo questo dibattito, mi sembra una situazione surreale. Che cosa ci facciamo? Ho presentato per dovere d'ufficio, con poca convinzione, devo dire, per sapere qualcosa sulle ultime vicende politiche, questa mozione, ma la trovo priva di senso, ve lo dico io che l'ho firmata, che l'ho proposta. Perché? Ma è semplice: questa è una legislatura morta, cadaverica, in fase di putrefazione, ormai irrecuperabile qualunque cosa si faccia. Qualunque Giunta si faccia, qualunque azione amministrativa si faccia, è già morta!

Io suggerisco al Presidente e all'Assessore del bilancio di presentare una legge finanziaria che dica: spendiamo i residui dell'anno scorso. Noi non avremo manco un euro di bilancio manovrabile e i fondi comunitari (siccome abbiamo un apparato amministrativo che è incapace e non è un caso), non verranno spesi, non verranno utilizzati. Abbiamo passivi terrificanti sul fronte delle società controllate e delle partecipate, non ne risaneremo una, questa è una legislatura morta.

Io penso che il Presidente dovrebbe prendere una decisione, consentire anche a noi di liberarci da questo fardello e dimettersi. Penso che faremmo bene ad andare dai cittadini a chiedere che esprimano un Consiglio regionale e una Giunta, una maggioranza veramente legittimata alla luce di quello che sta succedendo, della vita che loro devono affrontare. Non è possibile fare finta di nulla, collega Vargiu! Non è possibile, perché il clima è esattamente il prodotto (niente di più niente di meno) del disastro del quale noi siamo parte integrante. Non è vero che lo Stato ci aiuti. Questa idea che la Sardegna sia stata beneficiata non ha alcun fondamento: tutto il mezzogiorno d'Italia, e la Sardegna insieme al mezzogiorno d'Italia, ha fornito braccia, cervelli, cuore, passione, ha fornito materie prime, si è fatto carico delle produzioni più inquinanti e di quelle più devastanti e di quelle meno garantite. Noi abbiamo le servitù militari che servono alla difesa di questo Paese e abbiamo dato di più di quello che abbiamo ricevuto! E come si fa a pensare che non sia così! Vuol dire che noi abbiamo rimosso la verità...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Io concordo pienamente con l'onorevole Uras quando afferma che questo dibattito è un dibattito assolutamente surreale. Si è partiti da una mozione, una mozione o perlomeno da un documento intitolato mozione che mozione non è, ma è un'interpellanza. Al primo punto ci si chiede di riferire sui criteri di scelta degli assessori. Ma non sostanzialmente non stiamo nominando Tizio e Caio, stiamo nominando gli Assessori regionali, e il problema riguarderà anche voi quando vi troverete al governo. La nomina degli assessori è l'atto politico di più alta valenza che compie il Presidente della Regione. In presenza di un atto politico di questo genere non ha senso quella richiesta.

Al secondo punto, ci si chiede quali siano le conseguenze della sentenza del TAR. La risposta è evidente: si procede alla convalida. Al terzo punto si chiede se, con la nomina effettuata è stato rispettato l'articolo 51 della Costituzione? Qui il discorso diventa più problematico perché il Presidente della Regione correttamente e giustamente ha ritenuto di non proporre gravame contro la sentenza.

Ora non è in discussione il principio della parità di genere, che è stato definito di civiltà giuridica, il problema è se questo articolo 51, in assenza di una norma statutaria, sia o meno immediatamente precettivo. Il TAR ha ritenuto di sì e noi ci siamo adeguati. Peraltro, se io dovessi applicare i criteri che il Consiglio di Stato ha espresso il 27 luglio in sede di esame della sentenza del TAR Campania, dovrei dire che non è una norma precettiva, ma se è una norma precettiva la devo andare ad applicare ovunque, in tutte le varie giunte provinciali e comunali. Per esempio al comune di Sassari.

C'è un difetto che non è proprio solo delle Giunte, delle maggioranze di centrodestra, ma è un difetto comune anche delle maggioranze di centrosinistra. Forse questo sarebbe stato un problema da approfondire e che ci avrebbe dovuto indurre ad accelerare i tempi per addivenire immediatamente ad una disciplina. Però, ripeto, questa è una mozione che mozione non è ma è un'interpellanza. Tant'è vero che tutta la discussione non si è svolta sui contenuti di questa mozione, si è risolta in una discussione politica sulla Giunta regionale, discussione politica, peraltro, talora antipatica perché è scesa a esprimere giudizi spiacevoli, antipatici, sulle persone. Quale che sia stato il clima dell'opposizione mai e poi mai mi sembra si sia scesi a simili valutazioni, semmai si è criticata l'azione politica passata. Quindi atteggiamenti e critiche assolutamente fuori luogo.

Ci sono state ricostruzioni, anche sui giornali, fantasiose di come si sia arrivati alla costituzione di questa Giunta regionale. E' molto semplice: c'è stata una serie di incontri, una serie di incontri in cui i partiti hanno esposto le loro posizioni, in presenza anche di posizioni differenziate è stato attribuito al Presidente della Regione il compito di fare la sintesi. Il Presidente della Regione ha fatto la sintesi nel modo che ha ritenuto migliore per tutti, aspettiamo l'operato di questa Giunta e andiamo a vedere come questa Giunta opera, poi vedremo e valuteremo se il Presidente ha fatto una sintesi corretta. Noi, per quanto ci riguarda, abbiamo confermato la delegazione che avevamo in Giunta.

Noi ritenevamo necessaria una delegazione forte, avevamo segnalato per la Giunta il segretario regionale del nostro partito e il capogruppo, e siccome abbiamo voluto dare il massimo sostegno alla Giunta abbiamo confermato la delegazione che avevamo presegnalato. Ciò non vuol dire che condividiamo tutto quello che fa la Giunta, vuol dire che invece di manifestare dissenso sui giornali, o in Aula con voti segreti, o quant'altro, abbiamo l'abitudine di chiedere delle riunioni, come abbiamo fatto anche di recente, dove esporre le nostre idee, e arrivare ad una sintesi che talvolta ci costringe anche ad abbandonare le nostre posizioni. Ma nelle riunioni di maggioranza noi non ci siamo occupati dei posti di sottogoverno o quant'altro, noi abbiamo posto richieste sul programma, abbiamo accennato alla gravità della situazione, gravità della situazione che, ripeto, è internazionale, nazionale, sarda, che abbiamo gestito noi e che abbiamo ereditato dalle precedenti amministrazioni.

Andando a risalire, per esempio, ritengo che di tutte le ultime giunte la migliore sia stata quella di Antonello Cabras, e che i più grossi problemi siano nati con le varie giunte Palomba. E' una mia opinione, e forse anche interessata.

Allora, in questa situazione noi abbiamo posto il problema del deficit della sanità, abbiamo chiesto con forza di individuare politiche finalizzate a ridurre le spese correnti, perché noi dobbiamo acquisire somme per effettuare investimenti. Sappiamo benissimo che su questo Governo non ci possiamo contare, siamo stati i primi in quest'Aula a dirlo, siamo stati i primi a denunciarlo, siamo stati gli unici a votare contro le leggi delega al Parlamento, quindi è una situazione che abbiamo molto ma molto chiara. Non utilizziamo ipocrisie, non andiamo a dire "voi non fate, io saprei fare altre cose", perché anche chi dice "voi non fate" non ci ha detto che cosa avrebbe fatto, e questa è ipocrisia. Se uno parla ci dica anche cosa avrebbe voluto fare, altrimenti non si va avanti, rimane un discorso surreale!

Oggi è stato posto l'accento correttamente dall'onorevole Campus sulle divisioni del partito, è stato detto da tal altri "ma è l'U.D.C. il P.S. d'Az., sono gli altri partiti che guidano". Per la verità noi quando abbiamo delle idee, quando riteniamo che ci siano dei problemi li poniamo sul tavolo con forza e li discutiamo, e li portiamo avanti quando riceviamo il consenso di tutti. Spesso sui problemi che noi ponevamo c'è stato detto dalle forze del P.d.L.: "La pensiamo alla stessa maniera". Non è che c'è un partito che guida o che non guida, ci sono delle forze politiche che si incontrano e si confrontano.

A fronte del confronto, ovviamente, non ci potrà mai essere l'unanimità, perché ci sarà sempre qualcuno che la penserà in maniera diversa. Quando noi la pensiamo in maniera diversa ci siamo adeguati, e ciò nonostante abbiamo votato ciò che era stato deciso dalla maggioranza, e questo ha fatto il P.d.L. la maggior parte delle volte, anche se c'è stata qualche piccola divergenza che deve essere superata.

Nella sostanza questo dibattito fa il seguito al dibattito della mozione dell'altro giorno, chiuso con l'ordine del giorno votato solo dalla maggioranza. Ecco, anche oggi non si parla di Sardegna, anche oggi noi avremmo preferito che si parlasse di Sardegna, non di posizioni politiche di parte. E' tutto sbagliato se facciamo così, se facciamo così facciamo bene ad andarcene a casa. Dobbiamo pensare che quello che ci interessa, maggioranza ed opposizione, con le diverse responsabilità che ci dobbiamo assumere, è l'interesse della Sardegna, sapendo che non abbiamo un Governo amico.

Ha ragione l'onorevole Uras quando afferma che storicamente noi abbiamo dato e non abbiamo avuto, ma la situazione, onorevole Uras, per me è molto più grave di quanto la descrive lei, perché storicamente ci hanno depredato, non ci hanno dato niente, questa è la realtà. Ma se questo è il problema della Sardegna, lasciamo da parte i piccoli dissidi, lasciamo da parte tutte le varie ipocrisie e lotte di potere o quant'altro, cerchiamo ognuno di dare il suo contributo propositivo, e per quanto ci riguarda, da chiunque venga questo contributo propositivo, siamo pronti ad accoglierlo.

Sia chiaro, non abbiamo nessuna paura di andar a casa, né io personalmente che non so neanche se tornerò in quest'Aula, né sicuramente nessuno del Gruppo dell'U.D.C. Noi vogliamo vedere la Giunta regionale alla prova dei fatti, abbiamo posto dei punti programmatici, ne trarremo le conseguenze, senza nessuna paura di andarcene a casa. Però, si va a casa, come dice Prodi, al momento opportuno.

Ma quello che conta, in tutti i discorsi, è avere presente la parola Sardegna. Basta con l'ipocrisia, basta con i giochi di potere, basta con le affermazioni pronunciate solo per finire sui giornali. Io non le ho mai fatte, non le farò, ma è ora di piantarla e di lavorare veramente tutti insieme, con le diverse responsabilità, per la Sardegna, sennò da questa crisi non se ne esce fuori.

Un ultimo appunto. Si parla di precariato. Consentitemi allora di dire che le norme sul precariato sono la conseguenza di un ordine del giorno, il numero 4, firmato da tutti i capigruppo (primo firmatario l'onorevole Bruno) con cui avevamo impegnato la Giunta regionale ad affrontare questo problema. L'abbiamo affrontato d'accordo con la Giunta in sede di legge finanziaria. Quindi vi era un accordo di tutti i partiti per affrontare questo problema, poi le posizioni si sono differenziate, ma l'intento originario era comune.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, insomma dopo una settimana di nuvole siamo tornati credo nella solennità della massima espressione istituzionale della Regione Sardegna, e siamo tornati per dare la possibilità agli Assessori di giurare, e poi per discutere la mozione che i colleghi del centrosinistra hanno voluto presentare. Sulla mozione dico subito che c'è poco da discutere, credo che le domande che pone siano di facile risposta e non devo rispondere io.

Si parla dell'interpretazione dell'articolo 51 della Costituzione, ma io credo che, da questo punto di vista, l'immediatezza con cui il presidente Cappellacci ha proceduto, credo che sia un fatto che non possa essere messo in discussione. Poi si potrà sempre discutere se la presenza femminile doveva essere di tre o quattro assessori. In realtà il presidente Cappellacci in un primo momento aveva anche confidato di volerne nominare addirittura sei. Forse, lo dico anche a nome del Gruppo, avrei compreso di più forse sarebbe stato un segnale più importante, e probabilmente la settimana passata sarebbe trascorsa con meno traumi e meno tensioni, che per quanto mi riguarda sono totalmente abbandonate, non fanno parte certamente della mia persona, e vorrei che questo venisse capito e compreso da tutti.

Perché dico che avrei compreso di più se ci fossero state sei donne in Giunta? Perché così finalmente qualcuno avrebbe potuto capire - e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, non ai colleghi del Gruppo, ai colleghi del Gruppo parlerò quando sarà necessario farlo e alla prima occasione - perché non può passare assolutamente il segnale che il peggio del peggio della Giunta regionale sia in capo al P.d.L., questo non è concesso a nessuno.

Colgo anche l'occasione non per salutare i nuovi Assessori che posso salutare in qualsiasi momento, ma per ringraziare e per salutare quegli assessori che agli occhi dei sardi sarebbero stati gli unici depositari del fallimento della Giunta Cappellacci, e cioè l'assessore Liori, l'assessore Cherchi, l'assessore Contu. Non è così che funzionano le cose, nessuno di voi, colleghi della maggioranza, nelle riunioni di maggioranza col Presidente ha mai detto di volersi occupare in prima persona della sanità, piuttosto che dell'agricoltura, piuttosto che dell'industria, no, nessuno di voi. Quando poi avete visto la mala parata avete detto: "No, noi ci teniamo i nostri non vogliamo avere responsabilità ulteriori". Allora, non è che adesso l'agricoltura in Sardegna va male perché prima era Assessore Andrea Prato e adesso è Assessore Mariano Contu.

Io spero vivamente che le cose cambino ma ho molti dubbi perché l'agricoltura in Sardegna non è governata solo dall'assessorato, è governata da altri tre soggetti, cari colleghi della maggioranza, a capo dei quali non vi sono esponenti del P.d.L. ma vi sono espandenti della vostra coalizione e della nostra coalizione. Tutti quanti sanno cosa rappresenta LAORE, cosa rappresenta AGRIS, e cosa rappresenta ARGEA; lo sappiamo tutti quanti! Allora perché le responsabilità del fallimento dell'agricoltura sarebbero solo del P.d.L.? Gli altri dove sono? Ma i bandi, ma i GAL, LAORE, ARGEA, AGRIS dove sono? E' possibile che un patrimonio ingente di risorse (1 miliardo e 70 milioni di euro nel settennio) sia gestito da tutti quei soggetti e la responsabilità sia solo del P.d.L.?

Caro Presidente Cappellacci, le ricordo che io oltre un anno fa le dissi che non era possibile una situazione di questo genere, che noi non potevamo permetterci di avere l'assessorato dell'agricoltura spogliato di ogni e qualsiasi possibilità di incidere. Io faccio gli auguri all'onorevole Cherchi, ma glieli faccio di cuore, perché l'agricoltura nella sua provincia, nella mia provincia rappresenta il 67 per cento del prodotto interno lordo della provincia e se appena appena si abbassa, poco poco, ne vedremo delle belle. Altro che la provincia del Sulcis! Altro che la provincia del Ogliastra! Altro che le province che tutti quanti dite essere le più povere della Sardegna! Ecco perché dico che non si possono fare ragionamenti di questo genere! Non è possibile cari colleghi!

Non me la posso prendere certo con i colleghi del P.d.L., abbiamo subito fin troppo e siamo anche stati lasciati soli! Allora, il mio ruolo di Capogruppo mi impone di difendere il mio partito e fino a quando ci sarò lo difenderò! Lo difenderò con le unghie e con i denti! E lo difenderò davanti a tutti, caro Presidente Cappellacci. Io non ce l'ho con lei, perché lei è stato travolto da questo sistema, però viva Dio non è ammissibile che appaia all'esterno che tutti i guai della Sardegna nascano dalla presunta diatriba all'interno del Partito del Popolo della Libertà. Questa, guardate, è veramente un'offesa a noi, è un'offesa a un partito che comunque è il primo partito in Sardegna, è il primo in Italia, e non si può continuare con questa storia.

Le donne che il Presidente ha nominato in Giunta sono state legittimamente elette e come ciascuno di noi hanno pieno diritto di essere rappresentanti della Giunta perché questa, l'ho detta un'altra volta, è la società sarda! Sono i sardi che ci hanno mandato qui. Certo, poi ognuno di noi ha le proprie attitudini e può essere più adatto ad occuparsi di un settore piuttosto che di un altro ma questo non esclude che se la Giunta è collegiale come il presidente Cappellacci ha sempre detto - e io mi auguro che questa collegialità Presidente Cappellacci esista veramente - basti un po' di acume politico e per il resto i problemi si possono risolvere. Ma se non c'è neanche quella e manca totalmente l'autonomia degli assessori o se viene meno certo che ne soffre tutta la Giunta e tutta la maggioranza.

Io ho sentito un'espressione di un collega, che è anche Assessore autorevolissimo di questa Giunta, che ha replicato al collega Cocco credo relativamente alle liste d'attesa. Beh, io sono rimasto basito, perché la delibera relative alle liste d'attesa la conosco dal 12 luglio, onorevole Liori. Lei dov'era? Che cosa ha fatto scusi? Ma lei l'ha vista o non l'ha vista quella delibera? Non è la sua delibera? Com'è che oggi si fanno proclami (sono sempre rivolto alla maggioranza) si fanno proclami e poi all'improvviso spunta dal cilindro una delibera che è stata approvata già un mese fa, il 12 luglio? Perché, è successo qualcosa di diverso? Evidentemente è stata modificata a questa delibera, benissimo, credo d'aver capito che è stata cambiata la delibera.

Ho fatto questo esempio per far capire a voi che Liori non era il peggio, del peggio perché qualcuno qualche responsabilità se la può assumere anche da parte vostra. E allora perché non avete puntato i piedi, visto che volevate l'Assessorato della sanità (mi rivolgo ai Riformatori e all'U.D.C.) perché non avete puntato i piedi? Dove li avete puntati? Davanti alla coalizione? No. La richiesta dell'assessorato della sanità è stata molto timida e se c'era una volontà di cambiare (e voi avete la presunzione caro Pier Paolo, di essere gli unici depositari della verità sulla sanità) l'avreste dovuto dire in quella sede e non mortificare l'assessore Liori che ha subito per due anni le interrogazioni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Non è facile intervenire dopo il collega Diana, sto cercando di ricostruire un po' il senso del dibattito di oggi. Comunque è stato interessante da cui ho anche imparato qualcosa. Noi abbiamo presentato questa mozione perché pensavamo che sarebbe stato sbagliato assistere al giuramento e tornarsene a casa. Pensavamo di avere qualcosa da chiedere, Signor Presidente, e speriamo che lei ci risponda. Speriamo che ci risponda perché non sono domande campate in aria, sono domande che hanno un senso oggi.

Mentre noi parlavamo anche oggi sono successi fatti importanti nel mondo, è successo che Sarkozy è rientrato precipitosamente dalle vacanze, è successo che la Francia è sotto attacco della speculazione internazionale, quella di cui parlava giustamente il collega Uras, è successo che i problemi diventano sempre più gravi lì fuori, e certamente questo ci riguarda, riguarda l'Italia e riguarda di riflesso noi che ci attardiamo in ragionamenti che veramente sembrano pronunciati da persone che non si rendono conto non rendersi conto della gravità del momento.

Sembrano certamente lontane le risposte adeguate alla gravità del momento; non è vero, come ho sentito, che è una grandissima crisi che riguarda tutti, no! Ci sono paesi che invece registrano una crescita fortissima, che escono dalla povertà (la Cina, l'India, il Brasile, il Sudafrica) altri che diventano più ricchi (come il Canada), ci sono paesi, come il nostro, che rientrano nella povertà, come ricordava anche Gian Valerio Sanna, con abitudini che pensavamo di aver rimosso per sempre. Ma se in l'Italia molti strati della popolazione rientrano nella povertà (in Sardegna il fenomeno è ancora più accentuato) e il sistema finanziario mondiale è messo a rischio, cioè è causato proprio dalla cattiva politica.

Molto di questo è causato anche dal fatto che, come è stato ripetuto per molti anni, si è vissuto al di sopra dei propri mezzi, che per molto tempo si è pensato più ad assecondare qualunque politica di spesa senza porre attenzione alla qualità della spesa, agli investimenti che dovevano seguire quella spesa, alla possibilità di rientrare da quella spesa, da quel livello di indebitamento. Ma mentre i nodi venivano al pettine in Italia soprattutto non si è data una risposta adeguata e, dopo anni di Berlusconismo, dopo anni dove chiunque veniva a dirci che l'Italia era già uscita prima e meglio degli altri Paesi, è successo che l'Italia è stata travolta, e infine "commissariato", e le leve del potere vero che sono state prese da persone che nemmeno abitano più in Italia.

In un articolo interessante apparso l'altro ieri sul Corriere della Sera si diceva che ormai in Italia è arrivato il podestà straniero (come accadeva qualche volta nelle città Stato rissose della nostra storia), è arrivato il podestà straniero che ha costretto il Governo italiano a prendere e delle decisioni che non avrebbe dovuto prendere che avrebbe potuto prendere più giuste e meno dure per la nostra società se le avesse prese per tempo. Il Presidente del Consiglio Berlusconi è ormai di fatto commissariato, e quel Presidente del Consiglio è il nostro podestà straniero, perché quel Presidente del Consiglio si era presentato in campagna elettorale qui, ci aveva messo la faccia.

Dietro quel podestà straniero a cui la Sardegna si era affidata c'era la speranza di tornare a sorridere, dietro quel podestà straniero a cui ci eravamo affidati c'erano i 100.000 posti di lavoro promessi a fronte, invece, dei 50.000 in meno rispetto alla fine del 2008. Dietro quel podestà straniero cui è stato tolto il potere a casa sua, c'è il presupposto di questa maggioranza e di questa legislatura finita, come ricordava il collega Uras, e di questa terza Giunta regionale e di questo trentunesimo Assessore che abbiamo visto giurare.

E mentre l'Italia e la politica italiana si interrogano sul modo migliore per uscire da questa situazione e pensa di trovare tra gli uomini di cultura, tra i tecnici più importanti la possibile soluzione, anche lei, signor Presidente, aveva la possibilità di trovare tre persone, quattro, sei, al di là anche degli schieramenti diretti, al di là anche dei pesi, delle correnti, le migliori possibili per questo momento, e provare a dare una qualche risposta alle difficoltà del momento. Invece lei che cosa ha fatto? Ha preso la bilancina dell'orefice e ci ha dato quello che ci ha dato.

Io credo che sia francamente inadeguato quello che ci ha proposto, lo dico senza malanimo verso chiunque. Ma siamo sicuri che stiamo affidando bene un settore che conterà il 60 per cento della spesa regionale? Il 60 per cento (non il 40 per cento, il 60 per cento) di tutti i soldi che sono stati spesi in Sardegna nel 2010 hanno riguardato la sanità, perché c'è un patto di stabilità e i conti della sanità sono quelli che paghiamo per primi. E allora, mentre in quanto a stanziamenti siamo al 40 per cento in quanto a flussi di cassa siamo al 60 per cento e l'anno prossimo forse sarà di più. E' vero, probabilmente è possibile fare peggio dell'assessore Liori, è possibile fare anche molto peggio e ho paura che accadrà.

Mentre l'Italia commissariata si interroga su come uscire fuori dalla crisi, mi sembra che noi non abbiamo capito niente e mi sembra che ci stiamo interrogando su come continuare a fare male a noi stessi e soprattutto alla società sarda. E' vero quello che ha detto il collega Salis: non arriveranno più i soldi; ci sono 7 miliardi da togliere alle Regioni entro il 2012; altro che pensare a storielle da raccontare sui giornali, signor Presidente della Regione! lei non farà causa allo Stato, è lo Stato che ha già fatto causa a lei perché lei ha disatteso il suo dovere quando l'abbiamo richiamato diverse volte. Lei non farà causa allo Stato per riavere i soldi della Regione, legittimamente previsti dalla legge nazionale e dal nostro Statuto, è lo Stato che ha già fatto causa a lei nella sua inadempienza.

E' veramente inaccettabile che vada in giro a raccontare il primo successo del miliardo di euro dei fondi FAS finalmente approvati dal CIPE, perché lei non deve andare in giro a parlare di 1 miliardo di euro finalmente riconosciuti alla Sardegna, dobbiamo andare in giro a parlare di 1 miliardo e trecento milioni di euro sottratti alla Sardegna e non per colpa di uno Stato che non ci ascolta, ma (in questo caso glielo devo dire) per colpa sua. Perché i soldi per la Regione erano già previsti dal CIPE nel 2007, (erano previsti nella ripartizione tra tutte le Regioni italiane); nel dicembre del 2008 (uno degli ultimi atti della passata legislatura) abbiamo presentato il piano attuativo di utilizzo dei fondi FAS, dopo averli concordati con lo Stato e dopo averli messi assieme in un documento unico di programmazione con i fondi europei. Bastava quindi che non toccasse nulla, che lasciasse che l'iter proseguisse e il piano attuativo con 2 miliardi e trecento milioni sarebbero stati approvati come sono stati approvati i piani di tutte le Regioni che li hanno presentati per tempo.

Anche noi l'avevamo presentato per tempo, ma lei ha pensato che fosse tutto da rifare, ha ritirato il piano, e quando finalmente l'avete ripresentato il tempo era scaduto e Tremonti ve l'ha fatto ritirare. Più felice di così! E' stato complice inavvertitamente. Ma in politica si paga quando si sbaglia in questo modo, si paga quando si sbaglia sulle entrate facendosi far causa dallo Stato, quando si sbaglia sui FAS, quando si sbaglia sui trasporti.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, io ho grande rispetto per le prerogative che sono proprie del Consiglio regionale, ho grande rispetto per ciascun consigliere regionale, ho grande rispetto per le Commissioni di questo Consiglio, ho grande rispetto per le istituzioni locali, per le rappresentanze della società sarda, però devo dirvi che assistere a questo dibattito mi lascia un senso di amarezza profonda, anche se certamente non fa venir meno il rispetto che devo a questa Assemblea, ma mi lascia veramente perplesso, in certi momenti forse quasi incredulo.

Alla fine di questo lungo dibattito mi chiedo che cosa abbiamo dato oggi alla Sardegna, che cosa ha guadagnato la Sardegna con il tempo che ciascuno di noi ha dedicato a questa seduta, tempo pagato profumatamente, perché lo sappiamo bene che siamo molto ben pagati. Non riesco a vedere un risultato positivo, non riesco a vedere un'utilità, riesco a vedere talvolta una perdita di tempo, talvolta una bella caduta di stile o altre volte un esercizio di stile dei migliori emuli o presunti tali di Richelieu. Un esercizio di ipocrisia, un esercizio di tante cose che però vedo molto lontane dalla politica, vedo, credo molto lontane anche dalle aspettative dei cittadini, rispetto ai quali avremmo il dovere di impegnare il nostro tempo.

Siamo qui in Aula per discutere di una mozione, che in realtà è un'interpellanza (condivido l'osservazione dell'onorevole Steri) alla quale credo di poter rispondere molto rapidamente, anche molto banalmente e semplicemente, perché è banale e semplice rispondere a questa mozione. Forse il disegno che c'è dietro la mozione è meno banale, è meno semplice, ma ciò nonostante non è meritevole di tempo e perdite di tempo perché c'è tanto da fare per altro.

Le motivazioni che hanno portato alla scelta degli Assessori sono di facile individuazione, attengono prima di tutto a quelle che sono le prerogative, le responsabilità del Presidente della Regione che ha operato le scelte sulla base delle sue potestà, dei suoi doveri, sulla base di un dettato normativo, nella convinzione che fossero le migliori scelte, come sono altrettanto sicuro che le scelte degli Assessori di tutti i miei predecessori vennero fatte con le migliori intenzioni, nella migliore buona fede per conseguire il migliore risultato nell'attività di governo.

Queste scelte sono basate ovviamente sulla qualità delle persone, perché ho scelto persone che ritengo serie, capaci, oneste, anche competenti, e peraltro alcune, due, sono anche espressione diretta di questa Assemblea legislativa, e quindi anche per questo credo meritino quella apertura di credito che fa sì che le pagelle, le valutazioni non si facciano in termini preventivi, si facciano dopo, si facciano ex post, quando si valutano i risultati.

Il secondo punto di questa interpellanza/mozione verte sulle conseguenze giuridico-amministrative dirette e immediate della sentenza. E' stato detto dall'onorevole Steri, lo confermo, che la Giunta adotterà tra pochi minuti, alla conclusione di questo dibattito, un provvedimento di convalida, e altrettanto provvedimento ci sarà, per i singoli atti degli Assessori. Questo è previsto dal quadro di regole nelle quali ci muoviamo, e quindi sarà ovviamente un passaggio che verrà fatto regolarmente. Se le nomine fatte soddisfino integralmente quanto previsto dall'articolo 51 della Costituzione, è più complesso dirlo, è vero, però io credo di sì, e credo che questo si evinca dalle stesse parole, dagli stessi contenuti della sentenza, perché la sentenza dà sostanzialmente per scontato che la presenza di genere possa essere assicurata anche con una sola presenza per certi versi, con due secondo un altro ragionamento. Noi siamo andati oltre, e riteniamo, ritengo di aver ottemperato a quello che era il senso della sentenza.

Ho detto da subito che ero ben lieto di rispettare questa sentenza, perché le sentenze si rispettano, e sono ancora oggi convinto, nonostante autorevoli giuristi, costituzionalisti sostengano che questa sentenza sia viziata in radice, che non sia necessario sollevare un conflitto di attribuzioni. Io credo che questo non debba essere fatto, ma la ragione non è giuridica, non è tecnica, la ragione è politica, perché è una sentenza che nello spirito voglio condividere, rispetto alla quale, anzi, ho ritenuto di dovermi attivare immediatamente.

Ho colto i contributi anche positivi che ci sono stati in quest'Aula, li riconosco e voglio darne atto a tutti coloro i quali sono intervenuti. Penso che, grazie al cielo, nella vita, nella storia personale di ciascuno di noi, prima delle parole che ciascuno di noi pronuncia, c'è un qualche cosa che parla e anticipa le parole, sono le nostre storie personali. Io sono sereno con la mia coscienza, perché la mia storia personale è una storia fatta di coerenza, di lealtà, e quindi credo che già quello sia un indice che possa essere utilizzato per valutare anche ciò che dico.

Ringrazio per l'auspicio dell'onorevole Porcu, che ha voluto assimilare alla mia figura quella del non dimenticato Bernardini, autore della vincita di due scudetti, peraltro primo giocatore del sud Italia chiamato in nazionale. Lo prendo come un buon auspicio, veniva chiamato il professore audace. Bene, la ringrazio di questo invito.

Concludo, perché sono convinto del fatto che non ci sia molto altro da dire e forse non ci sia neanche molto tempo da perdere. Lo dico senza volere assolutamente mancare di rispetto all'Assemblea, anzi lo dico con profondo rispetto nei confronti di questa Assemblea e nei confronti di tutti quanti voi. So, onorevole Bruno, che non sarà soddisfatto della mia risposta, e però le rivolgo una preghiera: provi per una volta nella replica a cambiare disco, perché se no diventa e sembra veramente un disco rotto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo due minuti di sospensione perché ho bisogno di cambiare disco un attimo, grazie.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta per due minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 40, viene ripresa alle ore 20 e 46.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intanto, Presidente, le rispondo subito, che per cambiare disco bisogna cambiare Presidente. Io credo di aver ripetuto in questi anni le stesse cose, e, se mi avesse ascoltato dal primo momento, probabilmente non avrebbe commesso gli errori che ha commesso, glielo ho detto personalmente, glielo dico anche in pubblico. Naturalmente parlo di me, ma parlo anche della mia parte politica e dell'opposizione.

Questa mozione, che lei oggi ha banalizzato, è utilissima, perché da sempre una crisi di governo (causata non solo dalla sentenza del TAR, ne abbiamo avuto la riprova in questo dibattito, ma causata dal fallimento, dall'inefficienza dell'Esecutivo) si risolve in sede parlamentare; è sempre stato così. Lei non poteva far giurare gli Assessori senza un dibattito parlamentare. E' stato quindi un dibattito utile, è stato utile perché ha messo in evidenza anche oggi la crisi (io la chiamo così) la crisi della maggioranza, cercando di dare un senso alle parole.

Lo abbiamo visto dalle parole del Capogruppo, del suo ex Capogruppo Mario Diana - ex Capogruppo perché lei, Presidente Cappellacci si è autosospeso, non perché l'onorevole Diana non sia più Capogruppo, dalle parole dell'onorevole Vargiu, dal comportamento di un Partito Sardo d'Azione che ha abbandonato l'Aula e non ha partecipato al dibattito, da quello di una maggioranza che è allo sbando, e che non riesce a trovare una soluzione ai problemi della Sardegna. Non abbiamo perso tempo, Presidente.

Credo che il tempo sia stato perso in questi trenta mesi, sia stato perso perché veramente la sua vacanza, la sua assenza dal Consiglio è durata fin troppo, e non può capire le prerogative del Consiglio se non vi partecipa, se presenta certificati medici. Io credo che bisogni partecipare alla vita del Consiglio regionale per comprenderne le dinamiche interne, le prerogative, offrire soluzioni, cercare di interpretarne gli indirizzi, magari ottemperare agli ordini del giorno, non chiedere le scuse al ministro Tremonti il giorno dopo in cui questo Consiglio all'unanimità censurava quell'atteggiamento.

Noi ritireremo la mozione e presenteremo un ordine del giorno, un ordine del giorno di censura, di censura del suo atteggiamento e di censura della soluzione data a questa crisi. Credo che sia necessario farlo, credo che sia nel nostro dovere di opposizione che guarda non semplicemente agli interessi di parte, ma a un corpo elettorale che attende davvero una svolta, che nel suo spot di cambiamento repentino trova la soluzione nel voto, nel ricorso alle urne, nel ripresentare un nuovo progetto.

Personalmente dico anche che sì, forse si possono anche, a volte, sollevare i toni, ma mai quanto avvenuto nella scorsa legislatura, onorevole La Spisa, mai quanto avvenuto nella scorsa legislatura. Però credo di non aver mai, lo dico all'onorevole Sanjust, utilizzato il mio ruolo per attacchi personali, soprattutto nei confronti di chi si trova in difficoltà, e di non aver mai confuso l'aspetto giudiziario con quello politico. Non l'ho fatto neanche illustrando la Mozione di sfiducia, dove ho attaccato quanto di politico è stato fatto in quella vicenda: e penso alla nomina di Farris, penso ai rapporti con Verdini, con Dell'Utri, con Carboni, penso al vertici di Suelli. Ho fatto riferimento agli aspetti politici, non a quelli giudiziari. E quegli aspetti politici rimangono tutti, compreso il tradimento degli interessi della Sardegna, rimangono tutti intatti.

Quella mozione di sfiducia aveva un senso, e ne avrà, e avrà senso anche la Mozione di sfiducia che, secondo me, è già matura in questo Consiglio regionale, e deve arrivare, deve arrivare prima del 20 settembre, prima della metà della legislatura, deve arrivare perché credo che sia giusto che questo Consiglio regionale si esprima, e si esprima sul Presidente.

Io chiedo scusa se ho elevato i toni nei confronti degli Assessori, ma la responsabilità è tutta del Presidente della Regione. Del Presidente della Regione che fa le scelte, che le fa in maniera superficiale, che anche oggi ha dimostrato, in maniera burocratica e arrogante, di sfidare questo Consiglio regionale e quindi tutti noi. Io credo che la risposta sia nel fare gli interessi della Sardegna. Il primo interesse della Sardegna è prendere atto di una condizione di instabilità, di crisi di questa maggioranza, di incapacità di dare la minima risposta ai Sardi.

Lo abbiamo detto, lo continuiamo a ripetere tutti i giorni. Mi dovrà sentire ancora Presidente, perché credo che proprio la inadeguatezza ad affrontare un ruolo così importante di guida per la Sardegna ci debba necessariamente far indignare, così come sta facendo indignare i Sardi. Allora, noi prendiamo atto del permanere delle condizioni di crisi, di instabilità di questa Regione, nonostante il nuovo Esecutivo, e chiediamo un sussulto di dignità anche a questo Consiglio regionale, nel voto di questo ordine del giorno presentato dal centrosinistra.

PRESIDENTE. Comunico che è stata ritirata la mozione ed è stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Bruno - Uras - Salis sulle misure adottate per adeguarsi alla recente sentenza del TAR Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PRESO ATTO del dibattito svoltosi in ordine alla mozione n. 144;

RILEVATO che la percezione della situazione economica e sociale della Sardegna da parte della maggioranza è sostanzialmente inadeguata e priva di riscontri reali;

DATO ATTO che in una gravissima situazione politica ed istituzionale della Regione, aggravata dal mancato riconoscimento da parte dello Stato del gettito previsto dall'articolo 8 dello Statuto;

TUTTO CIO' PREMESSO considera grave e censurabile la soluzione data dal Presidente della Regione alla crisi aperta con la bocciatura del TAR Sardegna e del precedente esecutivo regionale aggravata da una importante e preoccupante crisi istituzionale economica e sociale della nostra Regione,

invita, pertanto, il Presidente

a prendere atto del permanere delle condizioni di instabilità politica interna alla coalizione di governo e dello scontato fallimento di questo ennesimo tentativo di formare un esecutivo regionale in funzione di equilibri interni di potere tra componenti e partiti della maggioranza piuttosto che in funzione delle esigenze della Sardegna e dei Sardi. (1)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ovviamente il Gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore. Approfitto però dalla dichiarazione di voto per fare una precisazione alle dichiarazioni pronunnciate in replica dal presidente Cappellacci. Presidente, bisognerà forse dire ai Sardi (che forse male interpreterebbero le sue parole, se non ci fosse questa precisazione) che non è che i Sardi abbiano speso un euro in più per i nostri stipendi da Consiglieri regionali per il fatto che noi ci siamo riuniti stasera, anzi, stasera con questo dibattito (evitando di sbrigare la pratica in maniera burocratica con il giuramento degli Assessori e poi tutti a casa, o di nuovo al mare) il Consiglio regionale ha dato, quanto meno, l'idea di impegnarsi sui compiti che aspettano la nuova Giunta.

Ho colto nella sua replica, presidente Cappellacci, anche una sorta di fastidio nei confronti del Consiglio e il lancio di alcuni strali assolutamente gratuiti che penso che lei avrebbe fatto bene ad evitare. Avrebbe fatto bene ad evitare perché il Consiglio regionale oggi ha svolto il suo compito, certo su input dell'opposizione, su richiesta dell'opposizione, con una mozione che, secondo il Regolamento consiliare, le opposizioni hanno presentato e hanno diritto di presentare.

Noi non ci facciamo imbavagliare, signor Presidente, non ci faremo imbavagliare. Sappiamo che il momento è molto difficile per la Sardegna e abbiamo il dovere di rappresentare le difficoltà che non solo noi rappresentiamo, rispetto alla composizione di una nuova Giunta regionale in un momento così difficile e complesso. Non c'è nessuna intenzione di offendere nessuno.

Noi abbiamo profondo rispetto per le persone che stanno nella Giunta, così come quelle che stanno in questo Consiglio, i nostri sono esclusivamente giudizi di carattere politico che abbiamo il dovere, non solo il diritto, di dover esprimere in questa Aula e fuori da quest'Aula. Auguri di buon lavoro alla nuova Giunta.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Capelli ha aggiunto la sua irma all'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, colgo l'occasione per precisare che il Partito Sardo d'Azione questa sera, non ha abbandonato l'Aula; forse qualcuno ha scarsa considerazione dei consiglieri di questo Partito che sono presenti qui stasera. Io ho osservato e ho ascoltato tutti coloro che hanno partecipato a questo dibattito, e mi sono reso conto che, purtroppo - lo dicevo ad altri colleghi, - non viviamo in un mondo di giganti. Allora, per questo, voglio regalare la mia modesta lente, che tolgo da qui, al collega Capogruppo del partito del Pd. Stiamo attenti quando parliamo; usiamo uno stile e un modo di fare politica che sia attinente alle nostre capacità.

Ancora, voglio rimarcare che il Capogruppo del Partito Sardo d'Azione è andato via per impegni che aveva già precedentemente assunto. Grazie Presidente, grazie a tutti voi. Voterò contro l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'ordine del giorno presentato da Bruno, da me stesso, dall'onorevole Salis e dall'onorevole Capelli. E' un ordine del giorno che fa la sintesi delle conclusioni di questo dibattito, dove chiaro ed evidente è il permanere di una difficoltà oggettiva, interna alla maggioranza, di relazione, di dialogo, di progetto, di idea.

Noi sappiamo che questa Giunta non è all'altezza del disastro che dobbiamo affrontare, ma che si accetti l'analisi che si fa nel centrodestra, cioè che è un fulmine sceso dall'Olimpo della finanza e dell'economia internazionale, sia che si accetti qualche considerazione che viene fatta dal centrosinistra, che individua responsabilità precise anche nella, di fatto, incapacità di incidere di questa maggioranza e di questo Governo regionale, sia nei rapporti con lo Stato sia nella gestione dell'amministrazione, dal punto di vista ordinario e anche dal punto di vista degli interventi di natura straordinaria, assolutamente necessari, sul fronte del lavoro sul fronte del rilancio dell'attività produttiva, e quindi anche della gestione delle risorse pubbliche da destinare a questo scopo.

Noi pensiamo che questa sia una legislatura ormai morta, finita, che non abbia possibilità di risollevarsi. Abbiamo provato: io ricordo al Presidente e alla Giunta e a tanti Assessori di quella Giunta, all'onorevole Floris per esempio, l'ordine del giorno unitario per le riforme. Tutto si è arenato, è finito, è finito nell'incapacità di proporre modi e tempi di realizzazione anche sugli interventi condivisi e quindi è chiaro ed evidente che non ha futuro a prescindere dal fatto che si riescano a "sbarcare" o meno questi 5, 6 mesi (un anno forse) che rimangono da vivere a questo centrodestra che non ha veramente inciso niente sulle vicende della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Io voterò a favore dell'ordine del giorno e colgo l'occasione della dichiarazione di voto per segnalarle, presidente Cappellacci, che a mio avviso non è stato inutile questo dibattito. Certo, è stato inutile per chi, come lei, ha sentito quello che è stato detto in quest'Aula ma non ha ascoltato. Perché quest'Aula le ha detto qualcosa sulla riforma sanitaria, le ha detto qualcosa sui problemi della Sardegna, di come intende affrontarli, le ha detto qualcosa il suo Capogruppo, le ha detto qualcosa il collega Campus, le ha detto qualcosa il collega Vargiu. Se lei avesse ascoltato e non solo sentito, probabilmente non avrebbe replicato così come ha fatto.

Quest'Aula le ha detto che le poche leggi che sono state approvate le ha presentate il Consiglio. Le ricordo che non c'è un solo disegno di legge presentato dalla Giunta in questi due anni e mezzo che sia stata approvato da questo Consiglio, nel senso che quelli che sono stati proposti dalla Giunta, compresi i disegni di legge finanziaria (se non il primo) sono stati integralmente modificati dalla Commissione e dal Consiglio. Questo per dire che il Consiglio, i colleghi della maggioranza e a volte anche quelli dell'opposizione hanno trasmesso sui disegni di legge, sugli emendamenti, sugli articoli che sono stati portati all'attenzione all'approvazione dell'Aula le loro idee anche se una ahimé è passata con totale responsabilità della Giunta.

Si tratta della insieme all'assessore Prato, e infatti le piazze nelle ultime settimane si sono fatte sentire. Perciò ascoltare, a volte, invece che solo sentire, potrebbe portare minor nocumento a chi, come lei, ha replicato nel modo in cui ha replicato. Io credo che all'ordine del giorno manchi un rigo, probabilmente non lo si voterà, qualcuno sarebbe tentato anche di farlo, e cioè che l'Aula dichiara la propria sfiducia nel Presidente della Regione non nella Giunta, nel Presidente della Regione. Ma questo è palese, lei stesso ha detto che c'è stata molta ipocrisia, l'ipocrisia però non è in quelli che davanti a lei, per difendere il mandato che hanno avuto dai sardi, le dicono: "Presidente Cappellacci, l'ostacolo per la Sardegna in questo momento è lei".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Innanzitutto approfitto dell'occasione, per sincerarmi che oggi funzioni il sistema di votazione elettronico e se la Presidenza si è dotata di quegli ausili che avevo consigliato essere opportuno dotarsi in via sostitutiva all'impianto elettronico. Peraltro io non ancora completato lo studio a memoria del Regolamento ma sinceramente una mozione di questo genere l'avrei ritenuta inammissibile perché palesemente non è una mozione così come, se fossi stato il Presidente della Regione, non avrei risposto a ciò che si chiede di riferire al Consiglio perché la risposta sarebbe stata dovuta solo qualora ci fosse stato un voto favorevole del Consiglio ad una mozione strutturata in questa forma. Una mozione, cioè che impegnasse il Presidente a riferire, qualora ovviamente la mozione stessa venisse approvata.

Qui abbiamo un po' cambiato l'ordine delle cosse, siamo arrivati a rispondere ad un'interrogazione falsamente definita mozione prima ancora che l'impegno venisse votato dal Consiglio.

Dichiaro il voto contrario naturalmente all'ordine del giorno e faccio una sola considerazione. Non vorrei, che l'onorevole Mario Diana si riferisse a me quando parla dei partiti alleati che stanno soggiogando il P.d.L. perché famelici come sono hanno occupato tutti gli spazi assessoriali o quelli delle agenzie in agricoltura. Io vorrei sommessamente far notare che, ancora una volta, dei sei partiti che hanno contribuito all'elezione del presidente Cappellacci, l'unico che è rimasto fuori dalla Giunta e da ogni qualunque altro incarico e che non ha alcun ruolo in questo governo della Regione è il mio. Quindi qualora si fosse rivolto a me la prego di cambiare bersaglio.

Apprezzo comunque il fatto che il presidente Cappellacci abbia scelto tra donne presenti in questo Consiglio, che sono passate al vaglio elettorale, che hanno la fiducia degli elettori e che sono sicuro potranno far bene. Credo anche che quella di Cappellacci possa essere considerata una svolta nelle politiche contestative con lo Stato, così come credo che ritrovando una nuova dignità nella collaborazione tra Giunta e Consiglio si possano affrontare riforme vere. E' chiaro che la congiuntura internazionale è sfavorevole ma diamoci da fare noi per disegnare un nuovo modello di sviluppo...

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, lei ha perfettamente ragione perché se lei avesse conosciuto a memoria il Regolamento avrebbe dichiarato la mozione ammissibile e non inammissibile come invece lei la ritiene. L'articolo 88, infatti, circoscrive i casi in cui il Presidente può intervenire per dichiarare l'inammissibilità e contempla gli ordini del giorno e non le mozioni. Le mozioni sono disciplinate dall'articolo 112 che prevede che un Presidente di gruppo a nome del gruppo possa presentare una mozione per promuovere una deliberazione del Consiglio su un determinato argomento. Nel momento in cui si chiede di riferire al Consiglio perché lo si metta a conoscenza, l'azione conseguente è quella poi di promuovere, in base alla conoscenza, una deliberazione, e non è la prima volta che vengono presentate mozioni come questa.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Preliminarmente, Presidente, volevo tranquillizzare l'onorevole Cuccureddu: stia tranquillo onorevole Cuccureddu, non era riferito a lei, però se la prossima volta, in una riunione di maggioranza, magari esplicitasse meglio le sue richieste, forse io potrei arrivare anche a riferire su questo, insomma. Ma siccome siamo in vena di scherzi...

E' chiaro che io sono rimasto molto ma molto deluso, lo devo dire colleghi del centrosinistra, perché non si trasforma una mozione come quella che è stata presentata in un ordine del giorno di questo genere. Qui non c'è da prendere atto proprio di niente. La Giunta ha appena giurato, si è appena insediata, credo che abbia la fiducia, anzi ha certamente la fiducia di questa maggioranza, vediamola all'opera e dopodiché magari possiamo riparlarne. Io credo che non se ne dovrà più parlare per quelle che sono le speranze certamente dei sardi, per quelle che sono le speranze mie personali e credo le speranze del nostro gruppo. I colleghi della maggioranza mi pare che abbiano fatto la loro parte, e forse una pausa di 20 giorni, 25 giorni di riflessione sino a quando dovremo tornare in aula per il giuramento dell'Assessore dei lavori pubblici non potrà fare che bene.

A proposito di questo giuramento, non se l'abbia a male nessuno ma io credo di essere stato forse il più determinato e determinante nell'elezione del sindaco Nonnis. Il sindaco Nonnis non ha fallito, non ha assolutamente fallito, meritava di stare al suo posto, credo peraltro che non si possa lasciare una città capoluogo senza sindaco e affidarla per otto mesi ad un commissario.

Quindi io l'ho difesa prima e la difendo ancora, spero che sia all'altezza della situazione, sono sicuro, è molto determinata, ma certo che per la città di Oristano viene scritta una pagina che non ha una storia, perché non sta scritto da nessuna parte che il Sindaco è stato mandato a casa dal Consiglio, non sta scritto da nessuna parte che non aveva la fiducia del Consiglio, c'è stato certamente un periodo burrascoso, c'è stato certamente il tentativo di farlo cadere ma era un tentativo che non sarebbe approdato da nessuna parte, perché il sindaco Nonnis secondo me aveva tutte le carte in regola per durare tutta la legislatura e fare quello che il suo predecessore, ahimé il dottor Barberio, aveva fatto nei cinque anni precedenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, noi siamo invece dell'avviso contrario. E' stato un dibattito molto interessante, che credo che, al di là della facciata, dimostri quanto siano emerse oggi più vicine le posizioni che si preannunciavano distanti. Intanto abbiamo visto il Presidente che sfugge dal confronto, non risponde a niente, parla di dischi rotti, ma il disco rotto probabilmente è lui. Non risponde neppure a Meloni lo accusa dice di aver detto bugie in ordine a dichiarazioni rese; pensate un po'! Ma sono poi illuminanti, in mezzo ai vostri silenzi, le parole di qualcuno, di coloro che hanno parlato di voi, che hanno parlato della crisi del P.d.L. nei confronti degli alleati, degli alleati che ce l'hanno con il P.d.L., di qualche alleato che non si riconosce e che si lava le mani, come Ponzio Pilato, sulle scelte del Presidente. Un bel quadretto non c'è che dire! Ed è quello che noi volevamo accertare, e che cercheremo di evidenziare.

Certo - ve lo dico con molta amicizia - un Presidente che disprezza il Consiglio come ha fatto questa sera non è un buon viatico per fare molta strada. Chi disprezza il Consiglio prima o poi fa i conti con il Consiglio e con il consenso. Sulla questione richiamata dal collega Diana, non posso che dire che un responsabile c'è ed è lì, è il Presidente della Regione che ha indotto e procurato lo scioglimento del Consiglio comunale di Oristano, perché se non avesse nominato assessore Angela Nonnis, se avesse lasciato che quel sindaco regolasse il suo rapporto con gli Oristanesi che l'avevano votata, la musica sarebbe stata diversa. Il responsabile è lei che non ha rispettato il decorso normale di una crisi irreversibile, invece ha nominato Angela Nonnis assessore e ha procurato la crisi; e questo è un fatto gravissimo nella storia dell'autonomia.

Avete detto che tra poco avreste proceduto a convalidare; vi do un consiglio: prima di convalidare verificate se siete voi in regola, perché questa volta non passerà in cavalleria il fatto che abbiate violato lo Statuto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole e per dire che anch'io sono rimasto deluso della sua risposta. Sono rimasto deluso e penso che lei abbia sbagliato a rivolgersi in quel modo al Consiglio regionale; mi pare che abbia intrapreso una strada senza ritorno. Ha parlato del costo del Consiglio giustamente; tutti noi siamo impegnati e sentiamo urgente l'impegno a ridurre i costi della politica, ma lei si deve rendere conto del fatto che in questi due anni è già costato 4 miliardi a mezzo di euro alla Sardegna, è costato un miliardo e 300 milioni di euro di fondi FAS, con la sua ingenuità di andare a ritirare la domanda, lei è già costato quasi 3 miliardi di euro di entrate nel 2010 e nel 2011, lei alla fine dell'anno costerà qualche centinaio di milioni di euro di fondi europei non impegnati. A oggi lei è già costato 4 miliardi e mezzo di euro alla Sardegna, ed è un dato di fatto incontrovertibile.

Devo inoltre dirle, signor Presidente, che lei rappresenta un altro costo importante per la Sardegna, perché noi siamo stati dominati a lungo, ma dal '48 ad oggi abbiamo percorso una strada di autonomia, che è stata continua e chiara, con momenti importanti e meno importanti, ma sempre nella stessa direzione, con lei, invece, siamo ritornati indietro di sessant'anni.

Per la prima volta il Presidente della Regione è stato identificato con un podestà straniero, e tutte le sue azioni sono dipese dai desideri di un podestà straniero, dal G8, ai FAS, agli incontri che dovevano spianare la strada delle energie rinnovabili in Sardegna, a tutto quello che ne è venuto fuori. E che lei oggi si vesta da autonomista e da sardista è francamente grottesco. E ci scusi se non siamo un pubblico di telespettatori, se ancora abbiamo un senso critico, e le nostre critiche le facciamo qui in questo Consiglio regionale, che le consiglio di rispettare non solo a parole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Grazie Presidente, mi spiace parlare dopo il Capogruppo, il cui intervento non voglio assolutamente sminuire, però non posso non dire che anch'io ho provato un certo disagio nel sentire una nota demagogica nell'intervento del Presidente, e francamente se la demagogica può far parte della politica è giusto che provenga dall'altra parte dei banchi, perché demagogia e responsabilità di governo non vanno d'accordo. Voterò però contro questa mozione, voterò contro non certo perché ho paura di andare a casa, voterò contro non certo perché vesto una determinata maglia, ma voterò contro perché ho davvero fiducia che anche da questo dibattito spesso rude, aspro, come gli ultimi interventi che abbiamo sentito, si possano trarre quegli spunti su cui noi, voi Giunta, lei Presidente, dobbiamo riflettere.

E allora credo che ci sia bisogno di un nuovo passo, di un nuovo metodo, di nuovi rapporti, perché sennò davvero la demagogia prenderà il sopravvento, prenderà il sopravvento fuori, subentrerà il qualunquismo, e allora sarà una gravissima responsabilità della sua e della nostra gestione, e questo non possiamo permetterlo, perché prima che arrivi il qualunquismo, prima che la demagogia prenda il sopravvento è meglio che andiamo a casa. Ma io ho fiducia davvero che, al di là delle parole, lei sappia, assieme alla sua Giunta, cogliere il vero senso di questo dibattito, per cui voterò contro questa mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro un voto convintamente contrario all'ordine del giorno, così come sono convinto che ci sia molta ipocrisia in quest'Aula. E pensare di ridare a voi, onorevole Bruno, onorevole Sanna, a tutti voi, le chiavi della Sardegna non solo mi preoccupa in qualità di consigliere regionale, ma mi fa inorridire in qualità di Sindaco. Ho imparato a conoscervi, ho ben visto il vostro operato, lotto ancora nel mio comune per risolvere i disastri che avete fatto, ho ancora difficoltà ad adeguare il mio PUC al vostro PPR. Qualcuno dovrebbe vivere la realtà dei piccoli paesi. Onorevole Sanna, lei era Assessore negli ultimi cinque anni, non mi sembra che Oristano sia migliorata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, esprimo il mio voto contrario a quest'ordine del giorno, perché ritengo che qualsiasi valutazione pregiudiziale sulle deleghe attribuite ai nuovi Assessori debba essere sottratta a considerazioni strumentali da qualsiasi parte provengano. Ritengo invece che sia opportuno formulare i migliori auguri ed il pieno sostegno ai nuovi Assessori, il cui compito arduo ci vedrà al loro fianco con consigli, valutazioni, e tutte le osservazioni necessarie a compiere un'azione amministrativa straordinaria, capace di affrontare e risolvere le emergenze più stridenti che attanagliano la Sardegna. L'azione amministrativa intensa che attende l'Esecutivo regionale troverà nella nuova Giunta le energie e le risorse per far fronte a questo complesso momento storico.

Nonostante non ci sia più una rappresentanza della Gallura, fatto di cui è legittimo anche da parte nostra rammaricarci, esprimo comunque una valutazione più alta che si conforma agli alti principi della politica. Certo che anche coloro che compongono quest'Esecutivo si faranno portavoce delle istanze che provengono dal territorio, così come delle istanze che provengono da tutte le altre parti della Sardegna, formulo i migliori auguri alla Presidenza e alla Giunta e vi ringrazio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo per dichiarazione di voto per dire che quest'ordine del giorno è ancora peggiore della mozione che avete proposto. Mi ha sorpreso che lei, onorevole Soru, si erga oggi a paladino dell'autonomia e dell'autorevolezza del Consiglio quando la scorsa legislatura, sistematicamente disertava quest'Aula e utilizzava questo Consiglio come Caligola utilizzava il Senato della Repubblica romana. Lei ancora insiste dicendo che il Presidente Cappellacci offende le istituzioni quando il presidente Cappellacci in apertura ha detto, l'ha detto riferendo poche parole ma chiare, che il rispetto delle istituzioni, il rispetto delle prerogative di questo Consiglio, il rispetto dei ruoli, dei gruppi, di ogni singolo consigliere, della maggioranza e dell'opposizione, costituisce il vademecum dell'azione che svolge in campo istituzionale il Presidente della sua Giunta.

Allora se non avete argomenti, come è palese che non li avete, io vi chiedo veramente che la prossima volta apriate un dibattito un po' più aderente ai problemi reali della Sardegna sui quali veramente confrontarci. Del resto forse l'opposizione questa volta ci ha fatto un regalo, quello di compattare una maggioranza che ha obiettivamente delle difficoltà, avete fatto il più bel regalo agostano e avete dimostrato che forse così volete nascondere i problemi esistenti all'interno di un P.D. lacerato. In sostanza avete fatto ancora una volta un autogol perché questa mozione e questo dibattito rivelano davvero tutti i problemi esistenti al vostro interno.

Ecco perché Presidente la invitiamo ad andare avanti, ha il sostegno del nostro Gruppo, convintamente la sosteniamo e speriamo davvero che con il concorso e la buona volontà di tutte le forze di maggioranza (io apprezzato anche l'intervento dell'onorevole Mula pronunciato a nome dei Riformatori così come quello dell'U.D.C., e dell'onorevole Cuccureddu) ci siano tutte le condizioni per chiudere in bellezza questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). L'intervento dell'onorevole Capelli mi ha convinto sulla necessità di rispondere ad una reiterata affermazione dell'inutilità di questa mozione, come anche di questo ordine del giorno che mi appresto, con i colleghi, a votare a favore.

Il dibattito ha evidenziato lo stato reale della maggioranza e del rapporto tra i partiti della maggioranza e il Presidente Cappellacci. Quello che è emerso nella stampa di questi giorni era molto molto ma molto meno chiaro, oggi invece abbiamo un quadro molto più nitido che peraltro è molto peggiore di quello che ci aspettavamo ed è giusto che sia emerso dal dibattito in quest'Aula. Non è vero che vi siete ricompattati: è emerso con chiarezza che i problemi sono aumentati, che il Presidente è purtroppo sempre più debole, sempre più costretto a distrarsi dai problemi reali della Sardegna per concentrarsi su quelli dovuti alle beghe politiche della sua maggioranza. Di questo paga le conseguenze la nostra Isola e siamo tutti consapevoli (noi e l'intero popolo sardo) che la situazione è più grave di quella che sembrava, la crisi galoppa e il suo ignorarla crea ulteriori aggravamenti. Noi prendiamo atto che questa è la situazione Presidente, forse sarebbe bene che ne prendesse atto anche lei.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cugusi - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 65

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 20

contrari 45

(Il Consiglio non approva).

Permettetemi colleghi, prima di chiudere i lavori, un ringraziamento al personale del Consiglio per la disponibilità manifestata a ritornare dalle ferie per consentire lo svolgimento della seduta odierna.

I lavori del Consiglio riprenderanno mercoledì 31 agosto alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 21 e 27.