Seduta n.18 del 06/05/2009 

XVIII SEDUTA

Mercoledì 6 maggio 2009

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente Lombardo

La seduta è aperta alle ore 10 e 34.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 28 aprile 2009 (12), che è approvato.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Marco Espa ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 6 maggio 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Assenza per motivi istituzionali

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Michele Cossa è assente nella seduta odierna per motivi istituzionali.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione

(legge finanziaria 2009)" (2/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 2/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Le chiederei, siccome l'aula mi pare abbastanza vuota, di sospendere dieci minuti i lavori.

PRESIDENTE. Va bene. Sospendo i lavori per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 35, viene ripresa alle ore 10 e 46.)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo la seduta.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Uras)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, De Francisci, Dessì, Gallus, Moriconi e Uras sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 41 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Moriconi - Mulas - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Uras - Zedda Alessandra.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo dar corso ai lavori.

(Interruzione del consigliere Cuccu)

PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, le assicuro che non è stato conteggiato nessun assente. Ci sono i Segretari, quindi non è utile polemizzare su un fatto che non esiste.

Procediamo quindi con i lavori. Ricordo che l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge n. 2/A, che prosegue con l'esame dell'articolo 2, al quale sono stati presentati emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:

Art. 2
Norme in materia di entrate

1. La riscossione dei crediti di cui all'articolo 34 della legge regionale n. 11 del 2006 è affidata all'Agenzia della Regione autonoma della Sardegna per le entrate (Sardegna entrate). L'Amministrazione regionale provvede a trasmettere alla suddetta Agenzia la documentazione e i dati relativi ai crediti di rispettiva pertinenza. Le procedure di riscossione possono essere eseguite anche a mezzo ruolo ai sensi del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46 (Riordino della disciplina della riscossione mediante ruolo, a norma dell'articolo 1 della L. 28 settembre 1998, n. 337). Dette procedure sono applicabili anche al recupero dei crediti di competenza degli enti e delle agenzie regionali.

2. Le spese derivanti dall'attività di riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie sono a carico dell'Agenzia Sardegna entrate.

3. La Giunta regionale, con propria deliberazione adottata su proposta dell'Assessore competente in materia di entrate, definisce:

a) le modalità operative di riscossione e di riversamento;

b) le modalità, i criteri e i tempi dell'eventuale rateazione dei crediti;

c) il saggio di interesse applicabile;

d) le modalità di trasmissione della documentazione e dei dati di cui al comma 1.

4. Per quanto non regolamentato in materia trovano applicazione, ove compatibili, le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito).

5. Il limite di cui al comma 3 dell'articolo 34 della legge regionale n. 11 del 2006 si applica anche ai rimborsi di versamenti non dovuti effettuati a favore dell'Amministrazione regionale, dei suoi enti e delle sue agenzie.

6. Per le attività economiche svolte nel territorio comunale da soggetti fiscalmente non domiciliati in Sardegna, in relazione agli elementi in proprio possesso, i comuni segnalano a Sardegna entrate i soggetti:

a) per i quali può essere attivata la procedura di cui all'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 (Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi), da parte dell'Agenzia delle entrate;

b) che pur esercitando attività produttive in Sardegna non eseguono i versamenti IRAP con il codice tributo previsto per la Regione;

c) che risultano avere occultato in tutto o in parte l'imponibile IRAP da assoggettare a tassazione in Sardegna, ovvero che risultano avere fruito indebitamente di deduzioni, detrazioni o altre agevolazioni ai fini dell'IRAP.

7. "Sardegna entrate", verificate le posizioni dei soggetti segnalati, effettua le segnalazioni qualificate all'Agenzia delle entrate per l'attivazione delle procedure di cui all'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973, ovvero le segnalazioni alla predetta Agenzia statale e all'Assessore competente in materia di entrate, finalizzate al recupero dell'IRAP e dei tributi compartecipati di competenza della Regione.

8. Qualora dalle segnalazioni effettuate scaturiscano provvedimenti di trasferimento d'ufficio del domicilio fiscale in Sardegna di contribuenti ivi operanti e/o atti di accertamento di maggiore IRAP per annualità pregresse a favore della Regione, è corrisposto al comune segnalante, nel primo caso, un importo pari al 30 per cento dell'IRAP pagata dai soggetti segnalati per due anni consecutivi, nel secondo caso un importo una tantum pari al 30 per cento delle maggiori somme accertate e pagate a titolo definitivo dai contribuenti per IRAP, sanzioni ed interessi su tale imposta.

9. Per gli anni dal 2009 al 2012 alle piccole e medie imprese, così come definite dal decreto del 18 aprile 2005 del Ministero delle attività produttive, operanti in Sardegna attraverso insediamenti stabili, compete la riduzione di un punto percentuale dell'aliquota IRAP di cui all'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali); tenuto conto delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 50 e 226, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2008), le aliquote dell'imposta regionale sulle attività produttive vigenti alla data del 1° gennaio 2008 sono riparametrate sulla base di un coefficiente pari a 0,9176. Tale agevolazione è concessa a condizione che il numero dei lavoratori dipendenti mediamente occupati in ciascun periodo d'imposta, per il quale si richiede l'agevolazione, non risulti inferiore al numero dei lavoratori occupati alla data del 31 ottobre 2008.

10. La riduzione d'aliquota di cui al comma 9 non è cumulabile con quella prevista all'articolo 2 della legge regionale n. 3 del 2008 e può essere fruita nei limiti e negli ambiti consentiti dalla normativa europea generale e di settore relativi al regime "de minimis". Dall'agevolazione sono esclusi i soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi), e tutti gli enti pubblici.

11. A decorrere dal 1° gennaio 2009 sono, altresì, esentati dal pagamento dell'IRAP, fermo restando l'obbligo di presentazione della dichiarazione ai fini della determinazione dell'imponibile IRAP, con le limitazioni previste dalla regola degli aiuti "de minimis" di cui al Regolamento CE n. 1998/2006 del 15 dicembre 2006 della Commissione europea, i soggetti operanti in Sardegna attraverso insediamenti stabili, di seguito individuati:

a) le associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale);

b) le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza di cui al decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207 (Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, a norma dell'articolo 10 della L. 8 novembre 2000, n. 328).

12. I soggetti che accedono alle agevolazioni di cui ai precedenti commi inviano a Sardegna entrate, nei termini e nelle modalità stabilite con apposito provvedimento del direttore della stessa:

a) una comunicazione dei dati rilevanti per l'accesso alle agevolazioni stesse;

b) una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la quale attestano di non usufruire di altre agevolazioni riferibili allo stesso regime, tali da superare il tetto massimo di aiuti previsti dal citato regolamento. La mancata presentazione delle suddette comunicazioni nei termini stabiliti dal provvedimento di cui sopra comporta la decadenza dall'agevolazione.

13. L'articolo 2, comma 14, lettera b), della legge regionale n. 3 del 2008 è abrogato.

14. L'articolo 5 della legge regionale n. 2 del 2007, è abrogato.

15. È abrogato l'articolo 4 della legge regionale n. 4 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni.

16. Il comma 4 dell'articolo 1 della legge regionale n. 4 del 2006 è sostituito come segue: "4. Il direttore generale è scelto mediante selezione pubblica per titoli; il personale dipendente dell'Agenzia è scelto mediante selezione pubblica per esami, per titoli, e per esami e titoli e/o mediante utilizzo di personale del ruolo unico dell'Amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.".

17. Ai fini dell'immediata predisposizione e attuazione del programma di formazione di cui all'articolo 1, commi 3 e 4, e dell'articolo 2 della legge regionale n. 8 del 2008, la Giunta regionale approva un provvedimento stralcio del Piano regionale per i servizi, le politiche e l'occupazione. Tale provvedimento è trasmesso al Consiglio regionale entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge per la conseguente approvazione.

18. In relazione all'avviato processo costitutivo delle nuove relazioni tra i paesi dell'area del Mediterraneo, in funzione della creazione di una zona di libero scambio euro-mediterranea, l'Amministrazione regionale promuove un piano pluriennale di iniziative finalizzate al sostegno in Sardegna del predetto processo al fine di favorire lo sviluppo degli investimenti e l'integrazione economica Sud-Sud; il piano è attuato tramite azioni di informazione, divulgazione e formazione che promuovono la reciproca conoscenza dei sistemi territoriali ed economici e prevedano la partecipazione attiva degli attori sociali, economici e culturali regionali, pubblici e privati dei paesi mediterranei interessati. La Giunta realizza tali iniziative nell'ambito del programma ENPI.

Emendamento soppressivo parziale Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio.

Articolo 2

Il comma 6 dell'articolo 2 è soppresso. (20)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale PORCU - BRUNO - URAS - SALIS - BARRACCIU - SABATINI.

Articolo 2

Il comma 14 dell'art. 2 è così sostituito:

14. I commi 18 e 19 dell'art. 5 della legge regionale n. 2 del 2007 sono così sostituiti:

18. L'imposta riscossa nell'ambito territoriale di competenza è attribuita per il 70 per cento al comune e per il restante 30 per cento alla Regione autonoma della Sardegna, ai fini dell'istituzione di un fondo di riequilibrio e solidarietà, destinato agli investimenti nel settore turistico delle aree interne.

19. I comuni riversano in Tesoreria regionale il 30 per cento dell'imposta, secondo le modalità da stabilirsi con deliberazione della Giunta regionale. Le quote di spettanza comunale, se non utilizzate entro due anni dalla riscossione per le finalità di cui al comma 1, sono riversate al Fondo regionale per lo sviluppo e la coesione territoriale di cui all'articolo 5 della legge regionale n. 4 del 2006. (68)

Emendamento all'emendamento numero 68 aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 2

E' aggiunto il seguente comma:

20. Per il solo anno 2009 la quota di imposta riversata alla Regione è destinata a interventi di ristoro delle popolazioni abruzzesi colpite da terremoto o per opere di ricostruzione delle infrastrutture pubbliche danneggiate. Il riparto dei fondi è stabilito dalla Giunta regionale con propria delibera. (149)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 2

Il comma 15 dell'art. 2 è così sostituito:

15. All'articolo 4 della legge regionale n. 4 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 4, la parola "settimanalmente" è sostituita da "in relazione al periodo di permanenza per giornata ovvero per settimana o per mese";

b) al comma 5, le lettere da d) ad i) sono così sostituite:

lett. d) unità di lunghezza compresa tra 14 e 15,99 metri: euro 17 giornaliere, euro 114 settimanali, euro 410 mensili;

lett. e) unità di lunghezza compresa tra 16 e 19,99 metri: euro 71 giornaliere, euro 475 settimanali, euro 1.710 mensili;

lett. f) unità di lunghezza compresa tra 20 e 23,99 metri: euro 107 giornaliere, euro 713 settimanali, euro 2.565 mensili;

lett. g) unità di lunghezza compresa tra 24 e 29,99 metri: euro 179 giornaliere, euro 1.188 settimanali, euro 4.275 mensili;

lett. h) unità di lunghezza compresa tra 30 e 60,99 metri: euro 357 giornaliere, euro 2.375 settimanali, euro 8.550 mensili;

lett. i) unità di lunghezza superiore i 60 metri: euro 536 giornaliere, euro 3.563 settimanali, euro 12.825 mensili.

c) al comma 7, lettera b), le parole "entro 24 ore dall'arrivo" sono sostituite dalle seguenti "unitamente al pagamento della tariffa d'ormeggio e comunque prima della partenza dell'unità da diporto o comunque adibita a scopo di diporto";

d) Il comma 8 è sostituito dal seguente:

"La riscossione della tassa è disciplinata come segue:

- Il pagamento della tassa di cui alle lettere a) e b) del precedente comma 7 è eseguito direttamente presso il gestore degli aerodromi, porti, approdi, punti e campi di ormeggio, il quale addebita la tassa unitamente ai diritti aeroportuali ovvero alle tariffe d'ormeggio.

Il pagamento deve risultare dai documenti fiscali rilasciati al soggetto passivo. Responsabile per il pagamento è il soggetto che gestisce gli aerodromi del territorio regionale ovvero i porti, gli approdi, i punti ed i campi di ormeggio ubicati lungo le coste regionali, il quale ne risponde in solido con il soggetto passivo.

-I soggetti di cui al comma 3 che ormeggiano nei porti pubblici, eseguono il versamento della tassa, come commisurata al precedente comma 5, entro le 24 ore dall'arrivo. Il versamento deve in questo caso essere effettuato con modalità definite da Sardegna Entrate.

e) Al comma 9 le parole "che accedono alla convenzione di riscossione" sono soppresse.

f) Dopo il comma 9 è aggiunto il seguente comma:

"9 bis. Ai gestori delle strutture aeroportuali, portuali, degli approdi, dei punti e dei campi di ormeggio a copertura degli oneri di riscossione compete un aggio pari al 6 per cento dell'imposta effettivamente riscossa.

g) Al comma 10, le parole "che accedono alle convenzioni di cui al comma 8" sono soppresse.

h) All'articolo 4 bis è aggiunto il seguente comma 5. "I gestori degli aerodromi del territorio regionale ovvero dei porti, degli approdi, dei punti e dei campi di ormeggio ubicati lungo le coste regionali sono tenuti ad esibire i documenti contabili ed amministrativi ai funzionari incaricati da Sardegna Entrate, che eseguono i controlli ai sensi del precedente comma 4 ed agli agenti del CFVA che procedono ai controlli ai sensi dell'articolo 4 ter, comma 2. In caso di rifiuto od ostacolo alle operazioni di controllo è dovuta una pena pecuniaria da 1000 a 2000 euro. Dell'esito delle operazioni è rilasciato al gestore processo verbale".

i) Nel comma 1 dell'articolo 4 quinquies la parola "convenzionati" è soppressa e dopo le parole "30 per cento" sono aggiunte le parole "oltre l'imposta non versata ed i relativi interessi calcolati al saggio legale. Il gestore delle strutture aeroportuali, portuali, degli approdi, dei punti e dei campi di ormeggio è responsabile in solido con gli esercenti del mancato pagamento dell'imposta e delle sanzioni previste al successivo comma 2". (69)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 2

Dopo il comma 16 dell'articolo 2 è inserito il seguente comma:

16 bis. Al fine di tutelare il merito ed il profitto, è autorizzata per il conseguimento degli assegni di merito e di affitto casa, la portabilità dei crediti universitari degli studenti che accedano dopo il primo anno, a facoltà per il cui accesso è previsto il numero chiuso. Le revoche dai benefici previste per "rinuncia agli studi" non sono applicabili alle suddette fattispecie. I relativi ricorsi sui bandi per gli A.A. 2007-2008 sono pertanto ammissibili. (70)

Emendamento aggiuntivo Uras - Barracciu - Bruno - Salis - Porcu - Sabatini - Diana Giampaolo.

Articolo 2

dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo 2bis

"Nel fondo regionale di cui all'articolo 6 della L.R. 3/2008, istituito per l'attuazione degli interventi regionali per l'occupazione nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione - Assessorato regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale - alla cui dotazione finanziaria concorrono le assegnazioni provenienti dal bilancio regionale, dal bilancio statale e dai fondi comunitari, permangono per le stesse finalità tutte le risorse non impegnate di cui alle lettere a) b) c) d) e) f) g) e h) del medesimo predetto articolo 1 e confluiscono inoltre:

a) la somma, per l'anno 2009, di euro 25.000.000 (FNOL 2009 - parte corrente) destinata alla realizzazione di azioni sperimentali nelle forme previste dall'articolo 43 della legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20 (Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, n. 9, in materia di lavoro e servizi all'impiego) da destinarsi prioritariamente a giovani e donne e al finanziamento di progetti regionali mirati al mantenimento dei livelli occupazionali in specifici settori della attività produttiva manifatturiera e dei servizi culturali, della ricerca e dell'innovazione, della comunicazione e dell'informazione in accertato stato di crisi. I progetti sono approvati nell'ambito del Piano regionale per i servizi, le politiche del lavoro e l'occupazione di cui all'art. 13 della L.R. 20/2005;

b) la somma annua di 25 milioni, per gli anni 2009 e 2010, (F.N.O.L. 2009 - e per il successivo anno tramite specifico stanziamento di bilancio) finalizzata alla concessione di assegni di reinserimento lavorativo, nei confronti dei lavoratori disoccupati, esclusi dai benefici previsti dalla vigente normativa in materia di ammortizzatori sociali, ivi compresi quelli provenienti dal comparto dell'istruzione pubblica per effetto della revisione normativa in materia scolastica. Tali assegni, nella misura corrispondente alla CIGO (cassa integrazione guadagni ordinaria), sono attribuiti a domanda, per un periodo consecutivo non superiore ad un anno, avuto riguardo ai carichi familiari e ai periodi di disoccupazione. A tal fine l'amministrazione è autorizzata alla stipula delle necessarie convenzioni con gli istituti di previdenza o con altri soggetti pubblici.

c) la somma, per gli anni dal 2009 al 2013, di euro 12.000.000 (F.N.O.L. 2009 -parte corrente e per gli anni successivi tramite specifici stanziamenti di bilancio ) per il completamento della fase di impianto e il relativo consolidamento e potenziamento dei centri servizi per il lavoro e lo svantaggio, e delle agenzie per il sostegno allo sviluppo con priorità per i nuovi bacini d'impiego di cui alle Misure 3.1, 3.4 e 3.10 del POR 2000-2006, e per il mantenimento in servizio dei lavoratori già impiegati nelle medesime funzioni nel corso del precedente esercizio. La Giunta regionale, a tal fine, è autorizzata all' impegno delle relative somme a valere sul Fondo regionale per l'occupazione o, previe le necessarie verifiche con l'autorità di gestione, a valere sulle risorse derivanti dalla programmazione di cui al FSE per gli anni 2007-2013 . La Giunta inoltre approva entro 3 mesi dalla data di promulgazione della presente norma apposito disegno di legge finalizzato alla stabilizzazione dei predetti lavoratori nei ruoli delle amministrazioni competenti.

Per la attuazione del presente articolo di norma si opera attraverso le forme pattizie di cui all'articolo 24 della L.R. 40/1990, che dispone, tra l'altro, che le amministrazioni regionali, nei limiti delle loro attribuzioni, possano concludere accordi nell'ambito del procedimento con i destinatari del provvedimento per sostituire quest'ultimo o per disciplinarne il contenuto. " (100)

Emendamento aggiuntivo Uras - Ben Amara - Zuncheddu - Zedda Massimo - Sechi.

Articolo 2

Dopo l'articolo 2 è introdotto il seguente articolo:

Art. 2 bis

Per le spese di funzionamento e di attività è confermato il contributo annuo di complessivi euro 70.000 da ripartire in eguale misura tra l'Associazione "Casa natale di Gramsci" di Ales, l'Associazione "Casa Gramsci di Ghilarza" e l'Istituto Gramsci della Sardegna e di Euro 50.000 all'"Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell'Autonomia" (ISSRA) (UPB S11.052 in aumento - corrispondente diminuzione FNOL) per gli anni 2009 - 2010 - 2011 -2012. Tale finanziamento è erogato in deroga alle vigenti normative in materia di sostegno all'associazionismo culturale in due ratei semestrali. Le associazioni beneficiarie sono obbligate a presentare, entro il 30 marzo dell'anno successivo alla concessione del contributo, il rendiconto delle spese sostenute, ed ad indicare, nel medesimo atto, le risorse non utilizzate che potranno, comunque, dalle stesse essere impiegate entro l'anno successivo a quello di erogazione. (105).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, Assessore, accogliamo con sollievo il fatto che la maggioranza, seppure con ritardo, stamattina sia riuscita ad arrivare in Aula...

CONTU MARIANO (P.d.L.). E smettila Porcu, proprio tu parli!

PORCU (P.D.). Come può testimoniare il Presidente, noi non siamo qui dall'alba, più modestamente siamo qui dalle dieci del mattino, c'è stata una serie di rinvii di dieci minuti per consentirvi di arrivare in Aula. Noi non vorremmo che la disponibilità data dalla minoranza a concludere la discussione della legge finanziaria… Presidente, capisco che riprendere i lavori questa mattina per gli illustri colleghi onorevoli sia faticoso, ma credo che un po' meno brusio aiuti.

Dicevo, noi non vorremmo che la disponibilità, data dalla minoranza, a concludere la discussione della legge finanziaria e del bilancio questa settimana, fosse interpretata come una possibilità di non discutere, di non entrare nel merito, di non confrontarci tra di noi, il confronto tra di noi può avvenire soltanto se la maggioranza viene in Aula e garantisce la presenza. Quindi, spero che questo sia soltanto un avvio mattutino e che questo confronto possa avvenire nella pienezza e completezza dell'Aula.

L'articolo 2, di cui avviamo la discussione questa mattina, parla delle norme in materia di entrate. Sono stati presentati anche emendamenti che riguardano la materia del lavoro, io credo che sia un argomento che in ogni caso riprenderemo all'articolo 3, valuterà poi il collega Uras se riportarlo nell'ambito di quell'articolo. Io mi limiterò a parlare del tema di entrate. Su questo, Assessore, io le rinnovo un invito che aveva un significato molto importante. Capiamo la differente posizione politica quando parliamo di tasse sugli aerei privati o sulle imbarcazioni oltre i 14 metri, capiamo che sia molto difficile trovare nella vostra maggioranza quella che invece oggi avrebbe un significato di grande solidarietà, cioè quella di far pagare qualcosa a chi ha di più, far pagare qualcosa per il grande bene ambientale di cui si può usufruire in Sardegna, magari proprio perché siamo in un momento di crisi in cui in una comunità si deve stringere la cinghia, non cancellare quindi quelle imposte, non cancellarle perlomeno in quest'anno in cui la stagione è avviata e utilizzare quelle risorse come sono previste per un fondo di perequazione che magari potrebbe anche essere destinato eccezionalmente per quest'anno alle popolazioni dell'Abruzzo.

Capiamo che questa sarebbe una operazione difficile, molto coraggiosa e non crediamo che siate disponibili a farla, però, Assessore, lei mi deve consentire di tornare invece sulla tassa di soggiorno, anche alla luce di quello che è successo in questi giorni. In questi giorni il Senato ha approvato il disegno di legge sul federalismo fiscale; un disegno di legge che ha visto l'astensione del Partito Democratico, un disegno di legge costruito tra tutte le forze politiche in Parlamento e che, attraverso vari step poi dalla sua attuazione, attraverso decreti legge, verrà attuato nell'arco di cinque anni. Proprio quella norma sul federalismo fiscale costituisce sicuramente una delle priorità programmatiche del Governo nazionale, proprio in quel disegno di legge si parla di federalismo, federalismo interno e di autonomia impositiva nei vari livelli istituzionali della nostra Repubblica, Regioni, province e comuni. Proprio in quel disegno di legge si prevede che gradualmente si passerà da una politica di trasferimenti dai livelli più alti agli enti locali a una vera e propria autonomia impositiva.

Allora la possibilità di istituire tasse sul turismo è una possibilità prevista nel nostro Ordinamento dal 1948. Una possibilità mai applicata. Una possibilità la cui legittimità è stata ribadita dalla Corte Costituzionale, mentre invece sulle altre imposte ha eccepito, penso per esempio alle plusvalenze sulla vendita di case o alle imposte sulle seconde case per uso turistico. Quindi è una tassa che ha la piena legittimità, è nel solco del programma che porta avanti il vostro Governo nazionale, ha tutte le caratteristiche di un'imposta locale e non di un'imposta regionale. Mi dispiace che il relatore di maggioranza, o ritiene evidentemente già compiuta la discussione, oppure non è particolarmente incline stamattina ad accogliere…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Porcu, l'onorevole Maninchedda ha avuto un malore. E' uscito un attimo e tornerà subito.

PORCU (P.D.). Allora mi scuso con lui e gli auguro naturalmente di riprendersi al più presto. Proseguo nella discussione, mi rivolgo all'Assessore e vorrei rivolgermi anche al Capogruppo di maggioranza, ma mi rivolgo al Vicecapogruppo, onorevole Pittalis, che so che saprà essere interprete delle mie parole in quest'Aula stamattina. Questa tassa ha tutte le caratteristiche per essere una tassa locale, non una tassa regionale, per di più facoltativa, cioè non stiamo imponendo niente a nessuno. Stiamo anticipando, pienamente, secondo le nostre prerogative statutarie, la possibilità dei comuni di istituire imposte per specifici servizi da dare ai cittadini. Noi vi chiediamo su questo punto di fare una riflessione.

Credo che sia anche il caso, magari valutiamo, di chiedere una breve sospensione. Presidente, c'è un brusio veramente insostenibile in Aula. Le chiedo di aiutare…

PRESIDENTE. Colleghi, c'è brusio, non si può svolgere alcun intervento, sarebbe meglio riuscire a fare un po' di silenzio. Grazie.

PORCU (P.D.). La ringrazio, Presidente. Allora dicevo che è a tutti gli effetti una imposta locale e per di più facoltativa. Tra l'altro siamo in una fase in cui alcuni comuni (in particolare due, il Comune di Sorso e il Comune di Villasimius), nelle loro previsioni, hanno già messo a bilancio le risorse per il gettito relativo a questa tassa. Quindi noi stiamo andando ad incidere nella programmazione di questi due comuni, dei quali uno ha già istituito, e l'altro ha previsto di istituire, il Comune di Sorso.

Assessore, lei ha visto che noi, in Aula, anche se abbiamo votato contro il passaggio all'esame degli articoli, contro il DAPEF, non ci siamo sottratti dalla responsabilità di discutere nel merito. Non ci siamo sottratti di dare contributi, alcuni dei quali sono stati accolti, evidentemente erano contributi costruttivi, mentre in altri casi abbiamo ritirato gli emendamenti, quando rischiavano di creare divisioni dove divisioni non c'erano, perché lei ha dato una disponibilità. Allora io mi permetto, sul punto, di chiedere a lei e ai Capigruppo, di riflettere su questo aspetto e sulla difficoltà in cui noi mettiamo questi due comuni, che hanno già previsto di avere un gettito da questa tassa.

Tra l'altro, se voi foste d'accordo, mi rivolgo veramente a tutta l'Aula, grazie ad un emendamento che è stato presentato all'emendamento numero 68, l'emendamento numero 149, potremmo anche devolvere la quota che spetterebbe al fondo di perequazione, che noi appunto nell'emendamento già presentato, nell'emendamento numero 68, abbiamo previsto anche essere ridotto dal 50 al 30 per cento, proprio per dare ancora più gettito ai comuni e dare ancora di più il significato di un'imposta locale a quella tassa. Noi siamo disponibili, anche attraverso un emendamento orale, a devolvere il 100 per cento del gettito al comune. Perché in questo caso vogliamo parlare di anticipazione del federalismo fiscale e siamo disponibili ad accettare in Aula un emendamento orale che riporti il 100 per cento del gettito ai comuni. Se così non fosse però, con il nostro emendamento all'emendamento, proponiamo che quella quota del 30 per cento, che spetterebbe alla Regione, possa essere devoluta alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto: cioè compiere un grande gesto di solidarietà.

Quindi su questo punto, in particolare, Assessore, colleghi, Capigruppo di maggioranza, vi chiediamo veramente di non contraddire voi stessi e di accogliere le nostre proposte emendative.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, l'articolo 2 fondamentalmente ripercorre una sequenza di procedure volte al miglioramento delle entrate e delle riscossioni da parte della Regione e dell'Agenzia delle entrate. Tuttavia io credo che l'articolo sia utile per fare alcune riflessioni in ordine agli argomenti che ha sollevato l'onorevole Porcu poco fa. Vedete, il problema delle entrate non rappresenta solo un fattore contabile o puramente contabile, qualche volta ha una funzione propedeutica ad indicare alcuni principi assai utili per consolidare l'autonomia dei comuni, responsabilizzare le amministrazioni comunali ai loro ruoli, tenere conto di patologie che difficilmente i trasferimenti ordinari della Regione sono in condizione di governare per essere sufficienti e soddisfacenti alle loro funzioni. Mi riferisco a questa storia del contributo di soggiorno che, nella civiltà giuridica nazionale, è una cosa abbastanza diffusa e che, anche porre nella condizione di una discrezionalità da parte dei comuni interessati ad applicarla o non applicarla, ci dice quanto crediamo realmente, come istituto regionale, come Regione Sardegna, al principio di equiordinazione, anche rispetto a queste funzioni. Il non voler accettare questo, neanche in termini di opzione da parte dei comuni, significa che la Regione fa una scelta precisa, fa la scelta precisa di assumersi lei l'onere di decidere qual è lo spazio dell'autonomia, in queste materie, dei comuni.

Voglio ricordare una cosa importante. Si ledono due principi. Un principio, io credo, di responsabilità collettiva, nella misura in cui l'ambizione della Regione è quella di costruire davvero un sistema istituzionale unitario, come credo tutti noi aspiriamo si realizzi, e che era insito nella concezione di quella tassa, cioè una tassa che, per una parte, si riversava sui comuni interessati e, per un'altra parte, lanciava una cima di solidarietà ad un sistema regionale, alle zone interne, che non avendo avuto in tutti questi decenni le opportunità di uno sviluppo autonomo, di un'opportunità di crescita, di arginare lo spopolamento, trovavano in un fondo compensativo quelle iniziative utili ad infrastrutturare e a riprendere un'idea di sviluppo anche delle zone interne. Questo principio è cancellato. E' un principio cancellato che ovviamente pone in capo alla Regione le modalità differenziate a questo punto e non certe di commisurare le azioni di infrastrutturazione a favore delle aree interne e le rimette in competizione. Una competizione storica fra comuni dell'interno e comuni costieri, notoriamente più ricchi e con maggiori opportunità. E' un senso comune che ci portiamo avanti da decenni. Era importante abolire questo sistema di competitività e trasformarlo in un sistema di solidarietà.

Il secondo aspetto è un aspetto di necessità. Noi, per quanto possiamo essere attenti ai problemi dei comuni, mai e poi mai abbiamo potuto rispondere alle esigenze dei comuni costieri che, nell'arco di alcuni mesi, passano, da 3 mila persone residenti, a volte a 30 o 40 mila persone residenti. Non abbiamo mai trasferito risorse adeguate per sostenere, dal punto di vista delle dotazioni infrastrutturali, impatti demografici di quella dimensione. La possibilità che questi comuni hanno di utilizzare delle risorse che provengono dallo stesso esercizio dell'attività turistica li avrebbe portati ad adeguare, a compensare, il divario di trasferimento che di fatto, per alcuni mesi dell'anno, devono sopportare con ingenti e notevolissimi oneri aggiuntivi rispetto agli altri comuni e che noi, in nessun altro modo, riusciamo a compensare.

Allora questo significa dare in maniera soddisfacente e non dare anche un'opportunità di risposta adeguata a quella che noi chiamiamo il mercato turistico come prospettiva del nostro futuro. Questo è uno degli elementi sui quali una riflessione andava fatta, però siamo anche in una sorta di prorogatio mentale, nel senso che questa finanziaria ci dice: cauteliamoci, non riflettete troppo, il cervello tenetelo a bada perché tanto tra un po' faremo un disegno di legge diverso e queste riflessioni le faremo in un altro momento, come se noi potessimo affrontare un problema legato alla finanziaria impedendoci di fare delle riflessioni a campo libero su tutti gli argomenti. Noi siamo legislatori e la Giunta regionale è l'Esecutivo in carica, non ci è concesso di rimandare se siamo nella condizione di conoscere; su tutti questi problemi, noi siamo nella condizione di conoscere, lo dobbiamo dire, perché diversamente dovremmo dichiarare la nostra incapacità di affrontare i problemi e questo di rimandare può avere un significato tecnico contabile, lo capisco, ma non certo quello di impedirci di portare la riflessione fino al punto in cui è giusto che la nostra funzione la porti.

L'ultima cosa la voglio dire sul comma 17, evidentemente è un comma che ha una funzione di annuncio, cioè ha la funzione di comunicare, a qualcuno che ciascuno di noi deciderà chi essere, di stare attenti perché entro 60 giorni si darà una risposta alla formazione professionale. Ma forse che la formazione professionale non subisce nella continuità amministrativa una sua impostazione? Perché questo messaggio? A chi questo messaggio? La risposta ve la darete voi, io ce l'ho, me la tengo per me, aspetto di verificare questo prodotto. Però questo non è un modo di procedere, le finanziarie della Regione devono avere, chiarissimamente, finalità, oggetto, scopo e trasparenza. Io spero che non significhi una inversione di tendenza, spero oltremodo che non significhi una restaurazione, posto che il Fondo sociale europeo, per l'impostazione dei prossimi anni, ci divincoli, cioè ci dica anche che se qualcuno cavalca le ipotesi di una restaurazione della concezione della formazione la dovrebbe già abbandonare perché la carenza formativa e culturale delle popolazioni europee indagate in questi anni ci dicono esattamente che cosa dobbiamo fare per recuperare questo gap e per cercare di non stare nella palude dell'ignoranza, che non si misura oggi dalla contingenza, ma si misura nella capacità in cui noi prospettiamo l'investimento generazionale, che facciamo oggi, giorno per giorno, atto dopo atto, sui nostri giovani, l'investimento, il giacimento culturale che noi realizziamo da qui alle prossime generazioni.

Concludo rammentando al Presidente della Commissione e all'Assessore, a questo proposito, il contenuto dell'emendamento numero 70 che credo sia un atto di giustizia; come voi sapete, sulla base della regolamentazione, uno studente che si scrive al primo anno di un corso di laurea a numero chiuso può passare o non passare, se non lo passa generalmente si iscrive ad una facoltà in attesa di ripetere al secondo anno l'esame, se il secondo anno supera l'esame a numero chiuso ed entra in Medicina, se ha fatto Scienze biologiche, dando cinque esami con il pieno dei voti, le regole gli impediscono di avere l'assegno di merito e l'assegno del fitto casa perché non è stabilita la portabilità dei crediti, cioè a una famiglia che vuole investire su suo figlio, per un incidente dovuto al fatto che noi limitiamo l'accesso a numero chiuso ad alcune facoltà, si taglia questa possibilità. E' un'ingiustizia, questo emendamento stabilisce la portabilità dei crediti al fine di consentire a questi studenti, meritevoli, e che vengono giudicati sul profitto, di avere la garanzia nei confronti della propria famiglia di poter proseguire gli studi. Credo che in questo momento sia un atto di giustizia utile ed un messaggio significativo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Presidente, io non so quanti dei colleghi abbiano ascoltato l'intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna, francamente io proverò ad utilizzare un registro linguistico un attimino più basso, così magari divento un po' più comprensibile in quello che devo cercare di dire. Userò la stessa enfasi che ho utilizzato ieri nel mio intervento perché quando parlo credo in quello che sto dicendo e molto probabilmente invece qualcun altro, per quattro anni e mezzo, ha eseguito ordini dall'alto senza magari neanche credere in quello che stava dicendo. Onorevole Sanna, noi il cervello lo teniamo a bada da quando siamo nati ma soprattutto da quando abbiamo deciso di fare politica…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cherchi, c'è ancora una volta un brusio insostenibile. Se riusciamo a fare un po' di silenzio, forse si riesce anche a svolgere meglio gli interventi e soprattutto a seguirli.

CHERCHI (P.d.L.). Grazie Presidente. Dicevo che noi abbiamo deciso di tenere a bada il cervello dal momento in cui siamo nati, ma soprattutto dal momento in cui abbiamo deciso di fare politica e quando scegliamo una linea la giustifichiamo e la portiamo avanti fino in fondo. E' per questo che, al momento in cui si fa una scelta per abolire finalmente le tasse sul lusso, la nostra giustificazione è la liberazione ai sardi e a tutta la Sardegna. Credo che questo sia abbastanza chiaro e non ritengo che la dimostrazione, in qualche modo, di soli due comuni (l'ho già detto nel momento in cui sono intervenuto in sede di discussione generale) che abbiano fatto quella scelta, motivi la vostra, come possiamo dire, Giustificazione, che ha portato comunque, sino a prova contraria, ad un fallimento di una gestione di quattro anni e mezzo che i sardi hanno bocciato esattamente due mesi fa.

Questa è, in questo momento, la nostra scelta politica e noi su questa scelta politica andiamo avanti. Non può esistere che ci sia un cambio di tendenza sul reinserimento delle tasse sul lusso, ma anzi tutt'altro, credo che questa per l'ennesima volta giustifichi la nostra liberazione nei confronti dei sardi e della Sardegna.

Per quanto riguarda poi la tassa di soggiorno, giustamente l'onorevole Porcu ha teso a sottolineare, è importante naturalmente sottolineare anche la virgola perché quello rimane e quello solo è rimasto, ma credo che non sia questa l'importanza di ciò che noi stiamo oggi andando ad approvare all'interno di quest'aula. L'ho già detto ieri, è all'esterno che stanno aspettando. Quindi credo che, nel rispetto dei sardi e della Sardegna, questa sia la finanziaria che noi dobbiamo portare avanti e necessariamente approvare. Questa inversione di rotta io credo che fosse necessaria ed inevitabile e ritengo che sia la strada anche più corretta per far ripartire il turismo e per rilanciare necessariamente questo settore. Così come credo che siano da condividere (anche perché dobbiamo parlare dell'articolo necessariamente e non cercare di girare intorno a quelli che sono argomenti oramai superati e credo anche probabilmente da dimenticare completamente) appieno le misure di sostegno alle imprese. Questi sono gli elementi fondamentali che noi stiamo portando avanti e questo è il messaggio che noi all'esterno dobbiamo dare. In un periodo di crisi generale non si può certo non cercare di agevolare e aiutare uno dei settori più importanti della nostra economia da cui dipende chiaramente in modo diretto il futuro di tante, tantissime, famiglie sarde.

In questo senso credo che ci troviamo in un momento in cui dobbiamo dare segnali importanti ed un segnale rilevante arriva dalle agevolazioni IRAP (articolo 2, comma 9), credo che sia spiegato abbastanza chiaramente che da quest'anno fino al 2012 le imprese potranno usufruire di una riduzione di un punto percentuale delle aliquote ordinarie, una agevolazione per tutte quelle imprese che si impegnano a non diminuire la base occupativa. Credo anche importante e fondamentale, e mi sembra necessario sottolinearlo, l'esenzione dall'IRAP per le associazioni di carattere sociale e di beneficenza, ma soprattutto lo snellimento delle procedure, al comma 13 è prevista la soppressione dell'articolo 2 della legge finanziaria 2008 sull'attestazione del possesso dei requisiti per le agevolazioni IRAP.

Io credo che siano questi gli elementi da dover sottolineare. Ritengo che siano questi i punti dove probabilmente la minoranza deve in qualche modo trovare spunto per i propri interventi, non continuare a girare su un aspetto che francamente oramai ha perso completamente di credibilità. Prima era richiesta, come dicevo, un'attestazione sul rispetto dei parametri effettuata dal presidente del collegio sindacale oppure da parte di uno dei revisori dei conti o di un professionista iscritto all'albo dei revisori dei conti, in ogni caso una lunga trafila che comportava un allungamento dei tempi ma anche costi maggiori e aggiuntivi per le imprese, da qui la scelta di velocizzare - ecco le risposte che noi dobbiamo dare - l'iter e abolire la presentazione di questa documentazione: finalmente un atto di sburocratizzazione chiara e decisa, una scelta che già di per sé rappresenta un altro valido sostegno al mondo delle imprese, soprattutto di quelle piccole. Semplifichiamo quindi i procedimenti, semplifichiamo le procedure, almeno in qualche modo proviamo a tagliare e a dare maggiore importanza e maggiore attenzione a quella che è l'Agenzia delle entrate che, come dice il comma 1, potrà occuparsi anche di recupero di crediti.

Ecco come dobbiamo proseguire e dobbiamo continuare a lavorare, e non provare ad accusare una maggioranza che, nell'emergenza, non creata certamente da noi ma creata dal precedente Governo, sta cercando in qualche modo di trovare delle soluzioni importanti, fondamentali e determinanti per tutti i sardi e per tutta la Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, voglio dire all'onorevole Cherchi che noi cerchiamo di credere in quello che affermiamo e diciamo, vorrei anche capire dove sono le novità per le imprese, se si tratta di IRAP, è la continuità di un provvedimento che già era stato assunto, che è andato migliorando negli ultimi due anni e che accoglie un provvedimento che era già previsto dalla precedente finanziaria. Quali sono le altre novità me le spieghi, ma sinceramente non ne vedo; accogliamo alcuni provvedimenti che non sono stati, diciamo, tagliati dalla presentazione. Quindi, quali sono le novità con cui si cerca di dare risposta a questa emergenza? Addebitare la crisi dell'industria, della chimica, della metallurgia, alla precedente Giunta, mi sembra davvero improprio e fuorviante.

Colleghi, in questi giorni, oltre a discutere sui vari provvedimenti ed emendamenti, si sono ripresi diversi temi che attengono ai principi più generali del bilancio: si è parlato a lungo di residui, di Patto di stabilità, di federalismo fiscale, di regime delle nuove entrate; ognuno di questi temi porta con sé un alto livello di complessità ma anche molte incertezze. Sui residui abbiamo approvato in questa finanziaria una sorta di indagine conoscitiva, che ha impegnato e impegnerà la Giunta, di cui è necessario attendere i dati per poterne dare un giudizio più compiuto, anche alla luce delle soluzioni che verranno individuate appunto da questi accertamenti. Sul regime delle nuove entrate mi pare si sia condiviso un giudizio positivo per il risultato legato alle maggiori entrate nelle casse della nostra Regione, certo, anche questo è un risultato da difendere perché, una volta ottenuto, bisogna che trovi applicazione e allo stesso tempo non vi è dubbio che lasci ancora qualche incertezza, vuoi per la crescente spesa sanitaria, vuoi per i costi che, in parte, sono da verificare in modo attento, riguardano il trasporto pubblico.

Abbiamo poi parlato ripetutamente di Patto di stabilità. Forse è vero, questo tema va trattato con più determinazione nei prossimi anni, ma credo che non sarà facile trattarlo anche nel prossimo futuro. Il nostro Paese, lo sappiamo tutti, è tra i Paesi europei (c'è anche un dato dei giorni scorsi molto allarmante) a indebitamento più alto, con un dato che è andato crescendo proprio in questi ultimi mesi. Alla luce di questi elementi, credo di poter dire che la negoziazione del Patto di stabilità non era e non sarà una cosa semplice da portare al confronto con lo Stato.

Ci si invoca poi al federalismo fiscale come soluzione di tutti i mali. Per ora ci limitiamo ad avere a disposizione un elenco di principi, alcuni dei quali ho difficoltà sinceramente a capire, ho difficoltà a capire come le Regioni più ricche debbano mantenere più risorse derivanti dalla fiscalità di quante non ne trattengano oggi e le Regioni più povere debbano introitare maggiori risorse al fine di superare il ritardo di sviluppo. Davvero ho difficoltà a capire tutto questo, mi spiegano che ci sarebbe un sistema molto complesso per il quale questo potrebbe avvenire, personalmente mi auguro che tutto ciò non cada nel dimenticatoio, come succede spesso nel nostro Paese, oppure si riduca a un semplice aumento delle tasse per poter dare seguito a quanto previsto dal provvedimento.

Bene, ho citato alcuni temi che hanno animato il nostro dibattito solo per dire che la materia lascia, in questo momento, molte questioni aperte, su cui è necessario attendere, è necessario approfondire, nella consapevolezza che tutto ciò sia fondamentale, anzi credo indispensabile, per il governo della nostra Regione. Io sono pienamente d'accordo sulla assoluta necessità di guardare quelli che sono i numeri, in piena libertà e con oggettività, perché la politica ha spesso una grande capacità, soprattutto in tema di bilancio ma non solo, di adattare, estendendo o contraendo, i dati, e questo esercizio, un po' comune a tutti, vale per tutti. Se non ci sono volontà di mettere sotto processo maggioranze diverse da quelle che ci sono oggi, credo che rimanga la volontà di tutti, anche di questa minoranza, a ragionare liberamente e senza posizioni precostituite. Personalmente non ho nessuna difficoltà a riconoscere meriti e anche eventuali demeriti; riconosco, ad esempio, all'attuale Governo nazionale e al Ministro Tremonti, un'azione, riguardo alle politiche di bilancio, di una corretta rigidità nel controllo della spesa; cosa che non aveva fatto nel passato: abbiamo visto cosa diverse.

Le corrette politiche di bilancio hanno sempre bisogno di tempi lunghi per dare risultati, da qui l'esigenza, ancor di più in un sistema politico che vede alternarsi schieramenti diversi, di realizzare una giusta e corretta collaborazione tra maggioranza e opposizione, esaltando il ruolo di questa Assemblea. Sono convinto che il Consiglio regionale debba svolgere al suo interno, sino in fondo, la sua funzione, garantendo, attraverso il confronto, l'applicazione di utili politiche. Credo che debbano essere riconosciuti alla passata legislatura importanti risultati, poi si possono sottolineare errori, critiche per alcune scelte che possono non essere condivise, ma rimangono alcuni risultati che oggi ci pongono in una situazione di vantaggio; queste situazioni di vantaggio sono il risultato di anni in cui si è lavorato a risanare il bilancio, a riqualificare e contenere la spesa. Se si tiene conto del dato di partenza, cioè a come cinque anni fa era la situazione di bilancio, possiamo meglio apprezzare questi risultati. Al di là delle difese di parte, superando anche sterili contrapposizioni, come è stato detto più volte in questi giorni, nel rispetto dei propri ruoli, credo che sia la Commissione sia il Consiglio possano continuare a lavorare per costruire un bilancio della Regione che non funga quale freno ma sia davvero uno strumento di sviluppo.

In ultimo volevo segnalare che, all'articolo 2, è stato presentato l'emendamento numero 100, che riguarda le politiche occupazionali, il quale tende a riprendere un tema già trattato nella legge finanziaria del 2008, che è quello del fondo per l'occupazione, e chiediamo, credo che sia utile a tutti noi, spostarlo all'articolo 3 per avere un po' di tempo per ragionarci e per convenire anche con la Giunta sulla utilità di considerare questo emendamento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente e colleghi del Consiglio, crediamo che questo articolo (come hanno anche rilevato diversi dei consiglieri che sono intervenuti nel centrosinistra) sia un articolo che, pur in una legge finanziaria necessitata, ha delle caratteristiche che vale la pena di sottolineare. Alcune sono di continuità, i colleghi stessi lo hanno sottolineato, anche la sottolineatura che ha fatto sul sistema degli aiuti alle imprese l'onorevole Sabatini è una sottolineatura che va in questa direzione, io credo che ci siano tante cose, che sono state fatte nella scorsa legislatura, che questa nuova maggioranza avrà l'obbligo di conservare, migliorare, anche con il concorso dell'esperienza che molti colleghi della minoranza hanno fatto, qualcuno addirittura sedendo nei banchi della Giunta e quindi avendo una fonte di informazione privilegiata e anche una capacità di osservazione degli eventi sicuramente fuori dall'ordinario.

Poi ci sono alcune cose che rappresentano dei cambiamenti, sicuramente nell'ambito delle cose che rappresentano dei cambiamenti c'è l'atteggiamento che la nuova maggioranza ha nei confronti di tasse che, già a suo tempo, nel corso della scorsa legislatura, vennero duramente contestate da chi oggi siede nei banchi della maggioranza e allora sedeva nei banchi della minoranza, nel senso che, su alcune imposizioni, che voi avete introdotto nella passata legislatura, il dibattito non inizia oggi, il dibattito è iniziato ed è durato per l'intero corso della passata legislatura. Perché? Quando voi e l'assessore Pigliaru veniste in Commissione e tiraste fuori dal cilindro le tasse di soggiorno, le tasse sulle navi e sugli aerei e la tassa sulle seconde case, noi vi dicemmo che non eravamo convinti dell'impostazione che voi davate alla problematica e che ritenevamo potessero essere delle tasse che invece di favorire la crescita economica della Sardegna ne avrebbero potuto determinare addirittura un rallentamento dello sviluppo.

Bene, io ricordo perfettamente i ragionamenti che facemmo in quella sede, nel senso che noi vi chiedemmo se quelle tasse che stavamo introducendo fossero delle tasse destinate a fare cassa in Sardegna, o delle tasse con cui si poteva pensare di finanziare nuove spese per cui si riteneva che incassare 50, 80, 100 milioni di euro, attraverso un sistema di tassazione del turismo, fosse una cosa intelligente, perché ci avrebbe consentito di avere nuove risorse disponibili da poter essere investite in vario modo: nel sostegno di politiche territoriali o in qualunque altro tipo di sistema la Giunta regionale, il Governo regionale, avesse desiderato fare un investimento.

Io ricordo perfettamente, e gli anni successivi ci diedero conferma di questo ragionamento, che non vi era certezza sul fatto che le nuove imposizioni avrebbero fatto cassa, quindi non vi era neanche all'inizio da parte della Giunta regionale la convinzione che, attraverso le tasse introdotte, si sarebbe riusciti a ottenere nuove entrate per la Sardegna e che queste entrate sarebbero potute essere utilizzate in qualsiasi modo, vuoi per lo sviluppo, vuoi per il risarcimento territoriale, vuoi per la sostenibilità dell'investimento turistico. Tantissime volte anche attraverso interrogazioni, alle quali la Giunta regionale raramente dava risposta, la minoranza di allora vi chiese di sapere qual era stato l'introito di queste tasse e addirittura vi chiedemmo semplicemente di sapere se le spese nuove dell'Agenzia delle entrate legate alla riscossione delle tasse erano coperte in maniera sufficiente dall'introito delle tasse stesse.

Insomma dal punto di vista della cassa, mi sembra che, negli anni successivi, rispetto all'introduzione della tassazione, fu palese all'intero Consiglio regionale che non si erano fatti grossi passi avanti. L'assessore Pigliaru, ancora in carica al momento della domanda, disse allora che non si trattava di tasse di cassa, ma che si trattava di tasse di scopo. Per me, che sono dal punto di vista finanziario non particolarmente avanzato nelle competenze, ci fu la necessità di chiedergli cosa significasse tassa di scopo e Pigliaru (devo dire che era molto bravo, molto capace, e da buon professore universitario in grado di spiegare bene, anche a uno poco addentro la materia quale io ero, di che cosa si trattava) disse che la Regione intendeva costruire un modello, sostanzialmente intendeva dare un'immagine complessiva della sostenibilità dello sviluppo ambientale e di dove si vuole indirizzare il turismo, per cui le tasse che si stavano proponendo erano una parte fondamentale di questo mosaico. Quindi la Giunta regionale riteneva che si potesse mandare, attraverso queste tasse, un segnale sia ai sardi residenti, che a coloro che avrebbero fruito della Sardegna per finalità di carattere turistico, tale da dare un'anima allo sviluppo turistico sardo e quindi dare un senso compiuto a ciò che la Sardegna voleva per quanto riguardava lo sviluppo turistico.

Insomma, oggi vi chiederei, colleghi del centrosinistra, queste tasse, che voi in qualche misura ancora ritenete di dover difendere, hanno raggiunto i loro obiettivi di cassa o di scopo? Perché per poter in qualche maniera chiedere che vengano mantenute in piedi, modificate e corrette, è necessario che chi le ha gestite per quattro anni ci dica che è soddisfatto del risultato che hanno ottenuto, cioè ci dica che complessivamente il modello di sviluppo del turismo sardo o le casse della Regione hanno tratto un beneficio da queste tasse. Perché se non lo hanno tratto le casse della Regione, così come sembra, e se, così come noi del centrodestra vi abbiamo detto per quattro anni, e come sembrerebbe dai dati che sono in nostro possesso, non c'è stato un ritorno dal punto di vista del marketing, dal punto di vista della comunicazione, dal punto di vista estetico della spendibilità dell'immagine turistica sarda, collegata alle tasse che voi avevate introdotto, insomma è una cosa di buon senso, non di destra né di sinistra, ripensare a questo strumento che voi in buona fede avete ritenuto di proporci nella passata legislatura e che sembrerebbe aver dimostrato di non essere gambe buone per lo sviluppo del turismo in Sardegna. Cioè ostinarsi a difendere ciò che non sembra (a meno che voi non abbiate dei dati che ci possano convincere del contrario) aver aiutato lo sviluppo della Sardegna e del turismo in particolare, non è una cosa di buon senso e non è una cosa neanche legata ad una parte politica, è semplicemente un'intuizione che voi avete avuto, che avete pensato che fosse un'intuizione sostenibile e che, come succede nelle intuizioni, i fatti hanno dimostrato essere poco sostenibile.

Il collega Gian Valerio Sanna, che io ascolto sempre con attenzione perché considero portatore di un know-how di grande interesse per questa Aula, dice che bisogna consolidare il ruolo dei comuni, l'autonomia impositiva dei comuni, la capacità di autofinanziarsi, cosa che nel quadro del contesto del federalismo fiscale incombente, in progress, è sicuramente una cosa importante. Però, collega Sanna, noi abbiamo due interessi che in questo momento sono entrambi importanti, uno è l'interesse dei comuni all'autonomia impositiva, quindi l'interesse di far crescere la conoscenza delle comunità locali sulla possibilità di avere, attraverso l'uso di strumenti nuovi, una migliore gestione del proprio territorio; un altro è un interesse più generale, ed è quello di veder crescere l'economia turistica della Sardegna, interesse importante perché è di tutti i sardi.

Io credo che i due interessi siano in questo momento confliggenti tra di loro, credo che sicuramente ci sia, da parte di chi fa il legislatore, la necessità di privilegiare quello della crescita turistica. Quindi, sicuramente "sì" all'autonomia e alla capacità di imposizione dei comuni, ma riserviamolo a questioni che non siano confliggenti con l'interesse generale, tenendo conto che questo ragionamento si inserisce - io sono d'accordo con voi su questo - sul più complessivo ragionamento sulla gestione del territorio, quindi sull'atteggiamento che, sul turismo e sull'urbanistica, questo Consiglio regionale avrà nei prossimi mesi, atteggiamento importantissimo al quale noi Riformatori collaboreremo con iniziativa politica propria forte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Presidente, onorevoli colleghi, Assessori, intanto volevo chiedere - spero che la Giunta non abbia nulla in contrario e che i colleghi manifestino positiva indicazione in questo senso - lo spostamento dell'emendamento aggiuntivo all'articolo 2, in materia di lavoro, all'articolo 3, in modo tale da renderlo…

PRESIDENTE. Onorevole Uras, potrebbe dire il numero dell'emendamento?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Il numero 100, dall'articolo 2 all'articolo 3. La seconda cosa è questa: noi abbiamo uno Statuto, tutti conoscono i contenuti della legge costituzionale numero 3 e tutti sanno quanto incida il prelievo fiscale nel bilancio della Regione. Il bilancio della Regione è costituito da uno speciale trasferimento dello Stato in ragione del prelievo fiscale, che avviene nell'ambito del nostro territorio, per le iniziative economiche che si realizzano, e in ragione dell'imposta sulle persone fisiche. A questo si aggiunga una parte che è contrattata con lo Stato, per cui è stato oggetto di riforma l'articolo 8, relativo all'Imposta sul Valore Aggiunto.

Il nostro bilancio, complessivamente, è costituito da queste voci, le più importanti, oltre ai trasferimenti comunitari e a quelli di solidarietà, diciamo, nazionale. Per cui l'evasione fiscale, se è evasione fiscale ingente, è un danno per l'erario regionale in modo particolare, per il bilancio della Regione, quindi tutto ciò che si perde perché si realizza un'evasione fiscale, lo si perde come possibilità di intervento, di sostegno all'impresa, al sistema economico, al lavoro, di risposta al bisogno della nostra società, delle fasce più deboli della nostra popolazione, di contrasto ai fenomeni crescenti, purtroppo, di questi mesi e di questi anni delle vecchie e nuove povertà.

Quindi, sarebbe per noi, io credo, un'applicazione principale, che non è solo riservata allo Stato, perché l'articolo 9 dello Statuto speciale dà una competenza specifica alla Regione: "La Regione può affidare agli organi dello Stato l'accertamento e la riscossione dei propri tributi. La Regione collabora all'accertamento delle imposte erariali sui redditi dei soggetti con domicilio fiscale nel suo territorio.". Cioè, ci sono elementi perché la Regione sia parte attiva nella lotta all'evasione fiscale. E' una parte che la Regione non ha mai voluto esercitare, non l'ha esercitata nella precedente legislatura, non l'ha esercitata neppure nelle legislature che sono andate dal 1948 in poi. E ha fatto male. Non la esercita neppure oggi, anzi.

Io ascoltavo con grande attenzione l'intervento del collega Vargiu e, con un pochino meno attenzione, l'intervento precedente del collega Cherchi, che prefiguravano una grande difficoltà in capo all'amministrazione regionale e alle sue attività di promozione del turismo, attività di prima grandezza per l'economia regionale, perché si è intervenuti con le tasse sui panfili, sugli aerei, e cose di questo genere, le cosiddette tasse sul lusso, in un mondo dove un operaio per otto ore di lavoro, a rischio della propria pelle, così come è avvenuto in molti stabilimenti, non solo di altre parti d'Italia, ma anche di questa parte d'Italia, prende 1000 euro. C'è gente che gira in panfili che costano decine di milioni di euro e noi ci siamo preoccupati, io dico una preoccupazione sicuramente sincera, di qualche decina di migliaia di euro che i proprietari di questi mega panfili, che vengono a fare le vacanze e ad abbronzarsi nel mare della Sardegna, avrebbero potuto pagare per sostenere, guarda caso, il sistema dei servizi turistici, perché altrimenti sarebbe stato un segno di un paese progredito e invece noi vorremmo tentare di non essere in pieno un paese progredito. Dobbiamo cioè continuare a far pensare che la tutela del privilegio, che non può essere neppure lontanamente intaccato, è il valore principale di questa società moderna: il liberismo, il capitalismo così sfrenato, la mancanza di regole, tutto affidato al mercato, i grandi business finanziari che mandano il mondo in tracollo. Tutto questo è una buona cosa e tutti i grandi furbetti di questa terra hanno un panfilo che noi non dobbiamo sottoporre a nessun trattamento fiscale particolare.

Quindi non ci preoccupiamo dell'evasione fiscale, ma ci preoccupiamo di non incidere con un'imposta così iniqua sul lusso di alcune super categorie di ricconi del mondo! Credo che il taglio dovrebbe essere diverso, credo che noi ci dovremmo preoccupare dell'evasione fiscale, perché noi dobbiamo recuperare il massimo della provvista finanziaria, e non solo per coprire i debiti che, casomai, abbiamo fatto, perché l'abbiamo già detto, togliamo via la mistificazione, i residui più un debito pubblico particolarmente ingente, ma al contempo poco fondato, fanno sì che invece il sistema della finanza pubblica sia in sostanziale pareggio. Ma la provvista finanziaria, questa provvista finanziaria fresca, quella che deriva dalle entrate che sono consentite a termini di Statuto ci serve per fare le cose che sono utili al progresso della Sardegna.

Allora riconosciamo un merito alla precedente legislatura. L'Agenzia delle entrate è una delle agenzie tanto contestate che sono state innestate nel sistema pubblico regionale con la funzione di agire e se tutte le agenzie avessero funzionato, o se le avessimo messe nelle condizioni di funzionare, probabilmente il sistema pubblico avrebbe risposto meglio alle esigenze che noi abbiamo, ivi comprese quelle di contrastare l'evasione fiscale, recuperare risorse, avere migliori entrate, gestire meglio il patrimonio pubblico regionale, gestire meglio i proventi che possono derivare da un buon governo del demanio.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue URAS.) E qua io noto che interveniamo sulla struttura, al comma 16 dell'articolo si legge: "Il direttore generale è scelto mediante selezione pubblica per titoli; il personale dipendente dell'Agenzia è scelto mediante selezione pubblica per esami, per titoli, e per esami e titoli e/o mediante utilizzo di personale del ruolo unico dell'Amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.". Io mi ricordo una discussione, anche interessante, che fu fatta in sede di Commissione, sull'Agenzia delle entrate e la sua operatività.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io spero vivamente che questa sia l'ultima occasione nella quale ci troveremo a parlare di tassa sul lusso e di tassa di soggiorno. Qualcuno diceva, forse l'onorevole Sanna, che, dal 1948, lo Statuto sardo prevede la possibilità di istituzione di tasse sul turismo. Vorrei che si facesse una riflessione; se nessuno, nelle tredici o dodici precedenti legislature, ha pensato di esercitare questo diritto che lo Statuto Sardo ci ha dato, qualche motivazione ci sarà stata. Non credo che Paolo Dettori, che aveva portato avanti le politiche contestative nei confronti dello Stato, se avesse avuto uno strumento realmente praticabile, realmente utile per la Sardegna, lui e tanti altri che si sono trovati a fronteggiare momenti difficili per la Sardegna, se avessero avuto strumenti validi non li avrebbero esercitati; o c'è qualcuno che pensa che, nelle precedenti dodici legislature, sino alla tredicesima, non ci fosse nessuno capace di gestire il bilancio regionale? O che aspettavamo il personaggio super illuminato, capace di risolvere tutti i problemi ricorrendo a questo tipo di tassazione?

Allora, io non voglio fare analisi molto approfondite, credo che siano state in parte già fatte, certo è che rammarica il fatto che, a tre anni dall'istituzione di questa tassa, ancora non ci siano i numeri, ancora non si sappiano, io lo so perché so chi ha versato esattamente, almeno per quanto riguarda il settore nautico, le imposte, che non sono i singoli proprietari dei panfili, va smitizzato il fatto che questa tassa vada a colpire i ricchi proprietari degli yacht, il 90 per cento, esattamente il 92 per cento dei traffici nautici in Sardegna sono gestiti dalle Agenzie marittime, sono gestiti dai mediatori marittimi. Anche stamattina mi ha chiamato un'associazione del settore per sapere se la tassa c'è o non c'è, se è stata eliminata, perché essa decide in quali porti transitare, decide se includere o escludere la Sardegna dai flussi nautici, e stiamo parlando di imbarcazioni a cui tutti stenderebbero tappeti rossi per farle arrivare, perché un'imbarcazione, che arriva in un porto, lascia mediamente, se è un'imbarcazione superiore ai 30 metri, mille euro al giorno a persona imbarcata; quindi stiamo parlando di 100 imbarcazioni che danno, al sistema turistico sardo, lo stesso flusso di danaro di 100 mila camper, con un ben differente impatto ambientale.

Questo è. Perché se un camper per ogni persona lascia 10 euro e quindi 100 mila camper lasciano un milione di euro, cento yacht con dieci persone imbarcate lasciano lo stesso gettito quotidiano. La differenza è che non abbiamo il sistema infrastrutturale capace di sopportare nelle nostre strade 100 mila camper, avremo un inquinamento notevolmente superiore e quindi perde assolutamente di significato la connotazione che è stata data a questa tassa. Tassa ambientale, tassa di scopo, tassa ideologica, tassa che va a colpire, come bene ha detto il Capogruppo Uras, è una tassa che va in qualche maniera a sostituirsi al fatto che lo Stato non riesce a colpire l'evasione fiscale. Pertanto noi utilizziamo come redditometro il fatto che si abbia una barca e, così tassiamo coloro che probabilmente sono riusciti ad acquistarla in qualche maniera non pagando le altre imposizioni.

Ecco, il problema vero è che questa tassa è nata in maniera confusa e contraddittoria; le confusioni e le contraddizioni sono emerse anche oggi in quest'Aula perché nell'analisi, dal punto di vista teorico assolutamente corretta, dell'onorevole Gian Valerio Sanna, si parla di "riequilibrio territoriale", ma non si comprende come questo si possa sposare con l'emendamento verbale preannunciato dall'onorevole Porcu che, per quanto concerne la tassa di soggiorno, dice: "Lasciamo il 100 per cento ai comuni nei quali il reddito si è prodotto". Allora, se rimane il 100 per cento ai comuni costieri in cui si produce, evidentemente non può esserci riequilibrio territoriale.

Quindi dall'inizio troviamo contraddizioni su questa tassa che è stata, giustamente, secondo me, chiamata "tassa sul lusso", perché è vero quello che diceva l'onorevole Uras, non aveva nessuna capacità di incrementare le entrate della Regione; se noi andiamo a fare i conti, questa tassa ha incassato, nel 2006, 1 milione 200 mila euro, ma ne è costata almeno 2 milioni 800 mila, quindi è una tassa, una "Robin Hood tax" al rovescio, perché i sardi hanno pagato per imporre un dazio a chi veniva in Sardegna con la propria banca o con il proprio aereo. Vedi l'istituzione dell'Agenzia regionale delle entrate (otto persone, un dirigente) che aveva solo queste funzioni, il Corpo forestale dello Stato che è stato distolto dalle funzioni istituzionali della lotta antincendio nel momento più caldo, luglio e agosto, per andare a presidiare i porti, vedere chi e perché attraccava, anche l'attracco di soccorso, persone probabilmente molto formate dal punto di vista del diritto della materia forestale, ma che sicuramente non avevano una grande formazione dal punto di vista del diritto della navigazione.

Mi è capitato un episodio che credo ricorderò a lungo, un appassionato di nautica, che da 30 anni viene nei porti di Castelsardo e di Ajaccio, che tra l'altro ha anche origini sarde, mi diceva: "Nella mia vita, e mi pento ancora di questo, l'unico schiaffo che ho dato a mia figlia, gliel'ho dato quando è salita sulla barca con le scarpe, all'età di otto anni, per farle capire che la nautica ha delle regole proprie: si entra senza le scarpe. Quando una mattina mi sono visto bussare all'interno della mia barca cinque guardie forestali, con le scarpe piene di fango, che venivano a chiedermi se la barca era superiore ai 14 metri (era espresso naturalmente in piedi), e tra l'altro questa imbarcazione ha 13 metri, potete immaginarvi che idea mi sono fatto della Sardegna e della cultura nautica di un'Isola come la Sardegna". Io credo che questo tristissimo episodio si chiuda qui.

Il danno fatto all'immagine turistica della Sardegna è enormemente superiore al danno, che pure sicuramente ci sarà stato, legato allo spostamento del G8, mi auguro che non sia un danno irreversibile, certo abbiamo fatto ridere tutto il mondo, quando si è andati a defiscalizzare, per cercare di attrarre i grandi flussi, il turismo d'élite dal Golfo Persico alla sponda sud del Mediterraneo, noi siamo andati invece ad introdurre tassazioni che si creavano dei grossi problemi in termini di competitività. Ricordo, per esempio, è stato citato Pigliaru, che pure era Assessore quando la tassa è stata istituita, in un articolo pubblicato su La Nuova Sardegna, in un suo commento, diceva che la leva fiscale in materia di turismo va azionata con grandissima cautela e che, nella maggior parte dei casi, i danni che si producono sono enormemente superiori ai benefici che si ricavano per le casse della Regione, per le casse dell'ente che lo istituisce.

In altre Nazioni, in altri Stati, in Regioni, in Land come quelli tedeschi, questa tassa sarebbe stata disapplicata subito perché vige il principio che una tassa che costa più di ciò che ricava deve essere disapplicata dagli stessi funzionari. Ma credo che il discorso qui sia del tutto superato dal fatto che è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che ha levato di mezzo il 98 per cento del gettito di questa tassa. Sono rimasti yachte aerei sui quali pende un ricorso nella Corte di giustizia europea. Quindi, noi, eliminando questa tassa, leviamo di mezzo il contenzioso almeno per il futuro ma - e qui mi rivolgo all'Assessore - stiamo attenti perché comunque creiamo un problema, problema che riguarda chi ha pagato la tassa negli anni scorsi. In pendenza di un giudizio dinanzi alla Corte di giustizia europea (che coinvolge oltre l'80 per cento delle imbarcazioni che sono intestate a società, perché come sapete è molto difficile distinguere se la barca viene utilizzata soltanto per uso turistico e non anche per trasporto o come attività connessa a quella industriale), dovremo stare attenti a come chiudere la vicenda e a valutare se non sia il caso di ipotizzare una posta in bilancio, magari il prossimo anno, per restituire, com'è stato fatto per tutti coloro che hanno assolto all'obbligo di pagamento della tassa sulle seconde case, anche a coloro che hanno pagato per lo scalo dei natanti o degli aeromobili in Sardegna. C'è un giudizio pendente in Corte di giustizia europea, qualora il giudizio dovesse essere negativo, noi oggi non potremmo chiuderlo, lo dovremmo chiudere in qualche maniera...

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Presidente, l'articolo 2, è già stato ribadito e reiterato in questa discussione, norma la materia delle entrate. Io vorrei sottolineare che le norme in materia di entrate sono un indicatore che consente di misurare la capacità impositiva in questo caso del Governo regionale ed è uno dei cardini... Presidente, la pregherei di tentare di eliminare il brusio...

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Diana. Prego i consiglieri di prendere posto, chi deve conversare può farlo fuori dall'Aula. Grazie. Continui.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Dicevo che le norme in materia di entrate sono un indicatore che consente di misurare la capacità impositiva, in questo caso, del Governo regionale, tra l'altro è uno dei cardini che ha e sta ispirando il testo che è stato licenziato nei giorni scorsi sul federalismo fiscale. Quindi, io credo che la capacità impositiva sia lo specchio e la qualità dell'autonomia di un governo e segni, tra l'altro, anche una sorta di etica della responsabilità proprio perché, attraverso la capacità impositiva, si indica verso chi è rivolta la capacità impositiva. Quindi impone, a chi la mette in essere, di individuare i settori, le categorie che sono oggetto di questa capacità impositiva e di indicare anche come si utilizzano quelle risorse. Io credo che sia uno degli esercizi attraverso il quale emerge con molta chiarezza, ripeto, il livello di responsabilità e la capacità autonomistica e di autonomia di un Governo regionale.

Ora, su questa materia, è stato auspicato anche di non tornarci mai più, come ha fatto l'intervento che mi ha preceduto. Io ho avuto modo di apprezzare l'interessante riflessione che ha svolto su questo tema l'onorevole Vargiu. Credo che un Consiglio regionale, come il nostro, se riesce a spogliarsi da pregiudizi di carattere ideologico e di appartenenze quasi partigiane che non servono a nessuno, possa invece misurare se questa Regione debba dotarsi di una capacità impositiva e come articolarla. Io credo che sia necessario farlo, perché ritengo che abbiamo tutti quanti il dovere, anche attraverso la capacità impositiva, di concorrere ad attuare politiche che abbiano l'obiettivo della crescita in questa Regione, perché l'obiettivo principale in questa Regione, da troppi anni a questa parte, non soltanto certamente negli ultimi due mesi, è il problema della crescita economica, far aumentare il prodotto interno lordo, far aumentare la produzione di ricchezza. Questo è il problema che, da troppo tempo, da diversi lustri, ha questa Regione. Io credo che anche la capacità impositiva si muova in questa direzione.

Tra l'altro ieri, il Presidente della Commissione, il presidente Maninchedda, ci ricordava che, se non ricordo male, il 67 per cento del prodotto interno lordo di questa Regione è determinato dai trasferimenti, quindi io credo che ci sia un problema di aumentare la crescita in questa Regione; e credo che la si aumenti certamente e soprattutto adottando politiche di sviluppo economico, ma per adottare politiche di sviluppo economico è necessario avere anche risorse a disposizione.

Allora, io non disdegnerei neanche la possibilità di introitare 1 milione e duecento euro "misero" sulle casse della Regione, se questo potesse servire, seppur modestamente, per rimpinguare le casse. Tra l'altro, mi pare (è stato ricordato anche dall'onorevole Gian Valerio Sanna) che, negli anni passati, quelle risorse sono andate a rimpinguare la dotazione del fondo unico, quindi in qualche maniera una finalità precisa l'hanno avuta.

Ora, io capisco, dalla discussione che si è svolta anche oggi, che non ci sia assolutamente la disponibilità da parte della maggioranza nemmeno di discutere su quella che, impropriamente, ripeto impropriamente, è stata definita tassa sul lusso. Capisco ma non sono assolutamente d'accordo, perché davvero ho ascoltato attentamente, ho cercato di immaginare gli scarponi della Forestale che, con arroganza, per fortuna non erano chiodati altrimenti sarebbe stato anche peggio, sono andati a disturbare le vacanze di quel turista che era ancorato nelle nostre coste. Certo abbiamo l'interesse a mettere in essere politiche che favoriscano ovviamente l'arrivo in Sardegna di turisti, però io ora mi dico e direi a chi ha strumenti di analisi, che può darsi che non ne avesse la precedente Giunta, se stiamo a prendere per buono ciò che è stato ricordato oggi criticamente nei confronti del passato Governo regionale, e che quando si fa una critica a un qualcosa vuol dire che si hanno in mano strumenti che consentono di fare quella critica.

Allora, io chiedo, se è possibile, all'attuale maggioranza, alla Giunta regionale, di dirci quale può essere, rispetto alle perdite che abbiamo avuto con queste politiche, il vantaggio e se è misurabile questo vantaggio dall'eliminazione di queste tasse. Capisco che su questo non c'è la possibilità di un minimo di discussione e di dialogo con la maggioranza, io appartengo a quella categoria di persone che crede che lo Stato, in questo caso anche la Regione per la parte che può, debba chiedere a ognuno di noi in funzione della propria capacità di reddito, non può essere un qualcosa uguale per tutti, perché in questa maniera ovviamente si va alle iniquità di cui è permeata la nostra società in maniera abbastanza palese.

Ora io non capisco, ripeto, questo atteggiamento vostro, ma lo rispetto. Non capisco invece, ho davvero difficoltà insomma a darmi una ragione, il vostro atteggiamento sulla tassa di soggiorno. Ripeto, l'ho già detto altre volte anche in questa discussione, non c'è Paese al mondo, non c'è Regione, non c'è città in questo Paese, in cui nelle forme più disparate non si paghi una tassa di soggiorno, di ingresso o quello che volete. Non capisco soprattutto il vostro atteggiamento di fronte a una misura che demanda, in questo caso ai comuni, la facoltà o meno di istituirla, non capisco perché dobbiamo noi arrogarci il diritto di impedire, a chi volesse attuare quella tassa di soggiorno, di farlo. Davvero questo non lo capisco.

Abbiamo alcuni esempi, pochi, pochissimi, tutto quello che volete, però attenzione, qualcuno ha ricordato l'intervento di Pigliaru credo in questa Aula. Badate che, su queste politiche, ci vuole anche tempo, bisogna lavorare per creare una cultura diversa da quella che vige attualmente. I risultati non possono essere all'indomani del licenziamento di una norma. Io credo davvero che noi ci stiamo apprestando a compiere un atto di arroganza nei confronti degli enti locali.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, mi verrebbe da dire che c'è pervicacia nel portare a compimento una discussione che invece dovrebbe essere libera da pregiudizi e, come dice l'onorevole Uras che non vedo, da ideologie. Ora, nell'articolo 2 si è introdotto l'argomento delle entrate ed è un argomento che si è canalizzato esclusivamente su quella che è la tassa di lusso. Io posso capire che poteva essere posta all'attenzione dell'Aula una filosofia di come applicare delle imposizioni, delle tassazioni, nella Sardegna per dare una nuova impostazione generale dello sviluppo nella nostra Isola. Di tutto questo non se ne è parlato, al limite qualcuno ha ricordato che ci sono frange deboli della società che necessitano alcuni interventi ma, vivaddio, di impostazione filosofica di quello che vuol dire "tassazione" all'interno di una società, non se n'è parlato affatto. Anzi, si è continuato a persistere nell'errore di voler difendere a tutti i costi una cosa che è stata bocciata dal popolo sardo col voto. E' una delle cose che sono rimaste lì come pietre miliari a dire che è stato un errore. Non vi basta che già in altra circostanza vi abbiamo detto, come io stesso ho affermato in questa Aula, che vi era una sperequazione tra quelli che erano i costi e quelle che erano le effettive entrate nell'Agenzia delle entrate, e tutto ciò in momenti non sospetti, non quando eravamo maggioranza, quando eravamo opposizione vi davamo la dimostrazione di come stavate sbagliando. Ma il persistere nell'errore è proprio diabolico!

Ancora una volta si vuole per forza difendere tassazioni che non hanno apportato niente di positivo per la nostra Isola. Non ho sentito neanche dibattere sulle entrate che dovrebbero essere reclamate da un Governo centrale che ancora non ha soddisfatto le esigenze della Sardegna e che questa minoranza di oggi e maggioranza di ieri ancora non riconosce di aver sbagliato nella misura in cui, contrattando a nome di tutti i sardi una modifica dell'articolo 8 della finanziaria, ha accettato passivamente che una spesa, che ha costante aumento come è la sanità, possa essere accollata interamente alla finanza regionale, così come anche quella dei trasporti.

Allora io credo che ci dovrebbe essere da fare una seria riflessione e dire se non si è commesso qualche errore e verificare se, con quello che è dato vedere con i risultati di oggi, non possa essere approcciato diversamente il problema nel dire che c'è la necessità di garantire nuovi introiti alla Regione, magari in tempi di magra, di difficoltà, di obiettive crisi economiche che la Sardegna insieme a tutto il mondo vive e se è il caso oggi di aggiustare la leva fiscale e incidere ulteriormente sulle possibilità di drenaggio finanziario da parte di una società come quella sarda, io dico che potrebbe anche essere, ma se è mirato, se è indirizzato, se è per far riflettere, per convincere qualcuno che bisogna cambiare il sistema di vita, che bisogna cambiare il modo di essere partecipi di una società. Ma dietro c'è un ragionamento, c'è la voglia di cambiare, di fare qualcosa di diverso, non quello di arroccarsi nella difesa a oltranza di una tassazione che non ha prodotto entrate, né ha avuto una logica, perché la logica dell'ospitalità del turismo è ben diversa, lo ricordava poc'anzi l'onorevole Cuccureddu.

E' ancora più grave che non si approfondiscano temi che riguardano lo sviluppo complessivo dell'isola e all'onorevole Sanna, che parla di equiordinazione, che sicuramente vuol significare sussidiarietà, ma anche coinvolgimento complessivo del sistema autonomistico sardo, dico che non si fa bene per le zone interne, non si fa bene per i paesi che si stanno spopolando, pensare di ancorare allo sviluppo di quelle zone soltanto con introiti che non esistono, che non ci sono, che non sono venuti e che non verranno. Io credo che sia logico invece cominciare a fare un ragionamento più attento sulle zone interne, certo che non è momento di studio come qualcuno propone peraltro, è momento di azione, è momento significativo di dare palesemente (da parte di questa nuova maggioranza e invito la Giunta in questa direzione) una marcia in più verso le politiche di riequilibrio interno della nostra Isola. Non il chiacchiericcio e non la parola dichiarata o la solidarietà pietosa che spesso e volentieri in questa Aula è risonata. Credo che ci siano da ripercorrere, onorevole Diana, passi diversi, passi diversi! Lei che giustappunto viene da un mondo di solidarietà, lei che giustappunto viene da un mondo del lavoro, lei che giustamente in altre circostanze è stato paladino degli operai, oggi dovrebbe ricordarsi di quelle esperienze e di quelle difficoltà e marciare in questa direzione.

Io credo che queste cose dovrebbero fare significativamente riconoscere quelli che sono stati errori e quelle che possono essere prospettive per un futuro. Non c'è neanche prospettiva per voi, non c'è prospettiva per voi come minoranza oggi se continuate in questa direzione perché non vi ponete in una direzione seria, aperta, nuova, prospettiva per ricreare un ideale che vi veda compartecipi nella crescita di una nuova società improntata a nuovi valori e a nuove esigenze di vita quali quelle che si prospettano al di là di una nuova era che si pone davanti ai nostri occhi.

Se queste cose non maturiamo, all'onorevole Uras, che parlava di ideologia, ricordo, e chiudo, che è difficile pensare che una tassazione simile possa avere un riscontro obiettivo. Io mi ricordo che da giovane facevo i viaggi nell'Europa dell'est, forse per confrontarmi con quelle esperienze dove il comunismo viveva ed era vivo e vegeto. Allora volevo dire che avevo ragione ad essere partecipe di una società diversa, democratica, civile e occidentale. La prima cosa che mi chiedevano in quei paesi, prima di entrare, era una tassa, e non era una tassa di soggiorno, era una tassa che il mondo capitalista doveva pagare ad un altro mondo. Io non sto dividendo il mondo in classi, io non sto ponendo problemi di quella natura. Se mi si venisse a dire che una persona che viene in Sardegna deve pagare come tassa di soggiorno magari un euro a testa, io credo che sia molto più comprensibile, molto più attuabile, molto più proficuo di quanto invece non possa essere una tassa buttata così, senza nessun rispetto, senza nessun fondamento ideale, senza nessun percorso vero per un futuro che possa dare all'isola presenza nuova e notevole sviluppo turistico, quale quello che oggi non ha, proprio per queste prospettive.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Io non raggiungerò mai i livelli del collega Attilio Dedoni, cioè della vera e sincera passione politica, i suoi interventi sono assolutamente un esempio, e lo sono di più per coloro che avranno ancora tante altre legislature davanti. Ma, i colleghi del centrosinistra, nei loro interventi, come d'altra parte era agevolmente prevedibile…

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Alcuni colleghi.

PITTALIS (P.d.L.). Quelli che sono intervenuti…

(Interruzione del consigliere Ben Amara)

PITTALIS (P.d.L.). No, io dico quello che voglio, mi scusi. Che lei mi corregga… ascolti!

(Interruzione del consigliere Ben Amara)

PITTALIS (P.d.L.). Allora, onorevole Ben Amara, se lei vorrà replicare, si iscriva, non ho capito davvero cosa intenda dire. Io mi rivolgo ai colleghi della sinistra, se le fa piacere, e quindi delle opposizioni, che sono intervenuti sull'argomento delle entrate, i quali, debbo dire, hanno assolto bene il loro compito, che è quello di difesa di una impostazione che è totalmente divergente dalla nostra. Cioè il centrosinistra, per la verità non da oggi, e neppure limitatamente alla esperienza dei Governi regionali (ma è un atteggiamento che abbiamo rilevato anche nei Governi nazionali), ricorre alla imposizione ogni qualvolta bisogna alimentare le entrate e non conosce altro strumento che quello delle gabelle.

Voi immaginate se, oggi, il Governo nazionale, per far fronte ai gravi danni conseguenti all'emergenza abruzzese, in relazione alla calamità che tutti conosciamo, avesse fatto ricorso, inventandosi tasse di scopo o di altra natura, ad una imposizione fiscale, ad un prelievo sulle tasche degli italiani. Cosa che, appunto, il Governo di centrodestra nazionale, come quello di centrodestra regionale, non ha inteso e non intende assolutamente fare. C'è un'impostazione, chiamatela ideologica, chiamatela come volete, ma che su questo punto ci vede agli antipodi.

Allora, vedete, c'è una contraddizione di fondo nei vostri interventi, perché li incentrate, come è legittimo da parte vostra, su questa petizione di principio senza porvi il problema vero, che questo Governo regionale per la prima volta si pone, che è quello di combattere l'evasione fiscale, di cui non ho sentito minimamente alcun accenno da parte dei colleghi della opposizione. Se uno esamina l'articolo 2, onorevole Porcu, anziché divagare su temi che poco hanno attinenza con l'articolo in esame, noterebbe che l'articolo 2 si propone intanto la razionalizzazione, una puntuale regolamentazione del sistema delle entrate regionali, attribuendole ad un unico soggetto che è l'Agenzia Sardegna Entrate. In questo modo si vuol creare una procedura non soltanto virtuale, ma reale, concreta, di recupero di crediti, una unificazione delle procedure e dunque ridurre così al minimo tutte le insolvenze. Questo è iniziare a creare sistemi e procedure proprio per combattere l'evasione fiscale ed evitare che siano e diventino cronicamente inesigibili i crediti regionali.

Ma, davvero, quantomeno per dare atto anche di un altro aspetto, esaltatela come continuità di un'iniziativa della scorsa legislatura, ma non esaltare quella parte dell'articolo in discussione, che disciplina le agevolazioni IRAP a favore delle imprese, prevedendo una generalizzata riduzione delle aliquote ordinarie di un punto percentuale, quindi con benefici sul sistema produttivo isolano e non solo, (perché è estesa alle piccole e medie imprese, ma anche ai professionisti che si impegnano a non diminuire la base occupativa), non è mica cosa di poco conto. Non è una cosa che va sicuramente, in un momento di crisi come questo, esaltata e valorizzata? Tutto l'articolo 2 contiene una serie di interventi, anche quei lacciuoli, che la legge regionale numero 3 del 2008, riguardante l'attestazione del possesso dei requisiti necessari per l'accesso alle agevolazioni IRAP prevedeva, vengono eliminati o vengono riportati ad un sistema assolutamente decente e razionale.

Allora, perché non parlare di queste cose, colleghi? Perché incentrare l'argomento su un presunto venir meno di quella solidarietà, che è l'abolizione di quelle che impropriamente vengono chiamate tasse sul lusso, ma che sono delle vere e proprie imposte sul turismo e sui servizi al turismo? Vi siete chiesti (lo chiedo ad una persona intelligente come l'onorevole Gian Valerio Sanna, che ha parlato di interventi di solidarietà per le zone interne che ne conseguirebbero) quali sono i benefici, derivanti dall'applicazione di queste leggi, che hanno goduto finora le zone interne? A me non risulta. Mi risulta soltanto che è stato posto in essere un sistema di prelievo, dove i costi hanno superato quelli che in realtà dovevano essere i benefici.

Ecco perché noi vogliamo mettere una pietra tombale su questa partita, non solo su quelle imposte che danneggiano direttamente il turismo, perché hanno già creato danni al sistema turistico sardo, alla competitività del sistema turistico sardo, tanto più che, oggi, deve competere con i paesi del Mediterraneo, che hanno offerte a bassissimo costo e che, guarda caso, anziché… onorevole Biancareddu, chiedo scusa… anziché incentivare con interventi mirati proprio per creare un'attrazione, verso la nostra Isola, del turismo italiano e straniero, incentiva invece la fuga. Questo avete fatto e noi, anche con riferimento alla imposta sul soggiorno, abbiamo voluto eliminarla proprio per dare un grande segnale in questa prospettiva.

Poi voglio dire all'onorevole Sanna che il comma 17 non è stato inserito ad opera della Giunta regionale o della maggioranza, è un emendamento che ha come primo firmatario l'onorevole Uras, del centrosinistra, se perplessità ha da muovere, io penso che le risposte le debba dare la sua parte politica. E' un emendamento che noi abbiamo ritenuto anche di buon senso ma le assicuro che non nasconde assolutamente alcuna finalità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.L'articolo 2 che stiamo esaminando è un segno, una dimostrazione, che questa non è una finanziaria tecnica, non è una finanziaria fredda, quindi non è una finanziaria senza anima. In quest'articolo e nella questione che è stata ampiamente dibattuta stamattina è contenuta una scelta politica fondamentale in una materia centrale della politica regionale, che è la materia che va sotto il titolo dell'autonomia finanziaria di una Regione speciale come la nostra.

Vorrei dire all'onorevole Diana che è questo il punto, qui sta una differenza politica profonda, una differenza politica profonda sulla concezione dell'autonomia finanziaria per come la intendiamo noi e credo che non sia un intendimento sbagliato; l'autonomia finanziaria non consiste nell'autonomia e nella capacità impositiva, l'autonomia finanziaria consiste in una capacità molto più ampia che è la capacità fiscale, la capacità cioè che le Regioni, gli enti locali, ma in particolare le Regioni devono avere, noi dobbiamo lottare perché l'abbiamo sempre di più, la capacità cioè di utilizzare la leva fiscale per finalizzare le scelte che si fanno in questa materia per lo sviluppo economico e sociale della nostra Regione.

Il problema è che la capacità finanziaria non si può ridurre nell'imporre nuove tasse, ma nell'usare razionalmente, ai fini dello sviluppo, la capacità fiscale, la capacità di usare la leva fiscale, che noi ancora non possiamo usare e, quando l'abbiamo usata, a nostro giudizio, e credo non sia solo nostro, è stata usata male. Tra l'altro, vi contraddite, scusatemi, abbiamo un livello di entrate in crescita e voi giustamente fate vanto, io dico giustamente, divergendo in questo anche da alcune valutazioni che fanno altri colleghi della mia coalizione, personalmente riconosco che la conclusione della vertenza sulle entrate abbia delle possibilità molto buone per la Sardegna, contenga spunti interessanti e una prospettiva utile. Voi vi vantate di questo, ci sarà, voi prevedete, vedremo se sarà così, un livello di entrate superiori e segnalate il problema di un patto di stabilità che ci vincola nella spesa di queste entrate.

Insomma, diteci francamente, se condividete questa analisi: il problema della Sardegna è un problema dell'incremento delle entrate? No, non è questo il problema! Mentre conducevate la trattativa con lo Stato per la vertenza sulle entrate, vi siete affannati ad imporre nuove tasse che avevano scopi che noi abbiamo contestato, proprio per questo. Noi abbiamo il problema contrario, noi abbiamo il problema di ridurre la pressione fiscale, questo è il problema che attanaglia le questioni dello sviluppo del nostro paese, del sud e anche delle isole. Noi abbiamo il problema di strumenti finanziari che incentivano gli investimenti e lo sviluppo e che spesso vanno contro lo sviluppo perché diamo contributi ancora, perché questo ci è concesso. Contributi per chi apre stabilimenti industriali e li chiude dopo due anni. Quanti soldi abbiamo speso e non abbiamo la capacità invece di ridurre la pressione fiscale per quelle imprese sane che vengono, investono e stanno in Sardegna, o per i sardi che stanno e investono; questo è il problema centrale della politica per lo sviluppo.

Noi abbiamo criticato e critichiamo ancora, in questo momento facciamo e compiamo una scelta importantissima in questa legge finanziaria, una inversione di tendenza nella politica finanziaria perché, francamente, la tassa sulle imbarcazioni non l'abbiamo giudicata una tassa iniqua, onorevole Uras, onorevoli colleghi, adesso non c'è, non è iniqua, è una tassa inutile, permettetemi di dire: è una tassa idiota! Come idiota è l'invidia nei confronti di chi è ricco! Io e tanti altri di questo schieramento non siamo ricchi ma riteniamo che la povertà (e ci dobbiamo battere perché la povertà in Sardegna possa essere vinta) non si vinca combattendo la ricchezza, caso mai dobbiamo cercare di incentivare il sistema, di fare in modo che la Sardegna sia capace di produrre più ricchezza. Quando c'è più ricchezza, questa ricchezza potrà essere anche ridistribuita equamente, lì forse potremo stare insieme, ma finché questi due schieramenti, che si sono contrapposti anche nelle elezioni, puntano la loro contrapposizione su questi temi, non c'è futuro. La tassa sulle imbarcazioni è una tassa che semplicemente ha rischiato, e rischierebbe se fosse mantenuta, di comprimere la capacità di sviluppo del nostro sistema turistico, andrebbe a danno dei poveri, perché una imbarcazione che è facilitata a venire in Sardegna distribuisce ricchezza ai lavoratori, al sistema, agli artigiani, ai commercianti. Questo è il nodo, questo è il problema di fronte a cui si è trovata la Sardegna quando il centrosinistra ha voluto imporre questa tassa e credo che anche su questo sia stata giudicata la scelta.

Per quanto riguarda l'imposta di soggiorno, il discorso evidentemente è diverso, nessuno nega che sia possibile, ci sono Gruppi consiliari che hanno presentato, anche nella precedente legislatura, proposte di legge per disciplinare un possibile inserimento nel sistema della Sardegna di una tassa di soggiorno, di un contributo di soggiorno. Il problema è che i dati concreti dimostrano che quella legge, che noi oggi vogliamo abrogare, era anch'essa inutile. Ma quale atto di arroganza nei confronti dei comuni? Quanti sono i comuni della Sardegna, quante centinaia sono? Come mai tra questi comuni soltanto il comune di Villasimius e quello di Sorso hanno voluto utilizzare questo strumento? Ma perché? Leggiamo attentamente quella legge, le contorsioni che presentano i diversi articoli e i diversi commi, le difficoltà di attuazione di questa legge. Noi non abbiamo messo un cappello, un coperchio su questo problema; un possibile contributo di chi viene in Sardegna e che in qualche modo costringe il sistema anche ad investire e a spendere per organizzare il sistema dell'ospitalità può essere anche esaminato ma in maniera razionale, non come è stato fatto in quella legge che credo sia giusto abrogare, per essere magari sostituita da un altro strumento, vedremo, liberi la Giunta e il Consiglio eventualmente di fare proposte, si potrà analizzare, ma quella legge andava male.

Per quanto riguarda, e chiudo, il comma 17, il collega Pittalis ha argutamente sottolineato che davvero, onorevole Sanna, io mi stupisco, il confronto politico può essere anche aspro ma quando infiltra il veleno del dubbio e della possibile malafede, a volte si è ripagati in questo modo. Noi siamo lieti di poterle dire che può stare assolutamente tranquillo, quel comma 17 non deve agitare i suoi sogni, perché è stato proposto dai colleghi Uras e Salis, chieda a loro qual è il retro pensiero che avevano.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 20, 68, 69, 105 e sull'emendamento numero 149, che è un emendamento all'emendamento numero 68. Passo agli emendamenti aggiuntivi, sull'emendamento numero 70 c'è un'interlocuzione con la Giunta e ci si potrebbe rimettere all'Aula, chiederei trenta secondi per parlarne con la Giunta.

Per quanto riguarda l'emendamento numero 100, è stato richiesto dai presentatori di spostarlo all'articolo 3, quindi deciderà la Presidenza che cosa si farà.

PRESIDENTE. Era stato già deciso di spostare l'emendamento numero 100 all'articolo 3.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere è conforme a quello del relatore. Per quanto riguarda l'emendamento numero 70, la Giunta si rimette all'Aula, riconoscendo la validità del problema anche se si tratta sempre di norme che correttamente dovrebbero andare non nella legge finanziaria, però, se è un problema urgente, l'Aula decida.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 20.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signor Presidente, signori della Giunta e colleghi consiglieri, io intervengo sull'emendamento numero 20. Intanto voglio dire, rispetto alle dichiarazioni dell'Assessore che sono state fatte poc'anzi, che, quando si parla di problema della riduzione della pressione fiscale, penso che in quest'Aula non ci sia nessuno contrario, e penso neanche nessuno dei sardi e credo a livello nazionale nessuno degli italiani: tutti vorrebbero la riduzione fiscale perché evidentemente tutti quanti avremmo comunque un vantaggio. Allo stesso tempo, anche quando si parla di problema di lotta all'evasione, che prima lo stesso consigliere Pittalis evidenziava nel suo intervento, credo che siamo tutti quanti d'accordo.

Sull'emendamento numero 20. Noi abbiamo presentato questo emendamento che riguarda le attività economiche svolte nei territori comunali della Regione Sardegna da soggetti fiscalmente non domiciliati in Sardegna, cioè parliamo di società, di imprese, di lavoratori autonomi che hanno il domicilio fiscale al di fuori della Sardegna e che operano qua in Sardegna, con il comma di cui all'articolo 2 si chiede sostanzialmente ai comuni che segnalino, a Sardegna Entrate, le attività produttive svolte in Sardegna per le quali non si eseguono versamenti IRAP con codice tributo regionale. Chi è più addentro ai lavori sa che, sulla base normalmente del domicilio fiscale dell'azienda, dell'impresa o comunque del lavoratore autonomo che svolge l'attività, si utilizza un codice tributo in relazione al domicilio fiscale per effettuare i versamenti, e la normativa sull'IRAP prevede che, se le attività vengono svolte in un determinato territorio regionale, visto che è un'imposta regionale, il versamento venga effettuato presso la Regione.

Fin qua nulla da dire, nulla da discutere, anche in relazione a quello che, tra virgolette, abbiamo detto prima: lotta all'evasione come attività prioritaria. Per cui, seppure questo comma sia condivisibile, al fine del recupero di risorse IRAP con un maggiore gettito regionale per le attività svolte qua in Sardegna, quindi con maggiori entrate per il bilancio regionale, io credo che ci siano almeno due aspetti da verificare rispetto al comma così com'è stato scritto. Il primo, che peraltro proviene anche come esigenza formulata dal Consiglio delle Autonomie, è che i comuni non sono in possesso dei dati richiesti; cioè, quale tipologia di dato possono dare all'Agenzia regionale in relazione al gettito IRAP o alle attività svolte da questi soggetti che non hanno residenza nel territorio regionale? Il secondo aspetto è che, comunque, si sposta alle amministrazioni comunali, a mio modo di vedere, il compito della segnalazione, cioè una funzione non propria e anche, io direi, una funzione di tipo…

PRESIDENTE. Onorevole Caria, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente, annuncio il mio voto favorevole sull'emendamento numero 20 e dico che, per quanto riguarda le finalità del comma 6, io penso che si possa condividere e convenire sull'obiettivo che è quello di provare ad attrarre a tassazione l'imponibile IRAP che potrebbe sfuggire per effetto della non residenza in Sardegna di alcuni soggetti che dovrebbero essere assoggettati a questa imposta che, come sappiamo, viene trasferita poi alla Regione Sardegna.

C'è invece qualche perplessità, che ha già enunciato e illustrato egregiamente il collega Caria, sulle funzioni che vengono attribuite ai comuni, ai quali viene assegnato in questo caso un compito ispettivo di carattere fiscale, chiedendo loro di fornire anche notizie di cui non dispongono e che non possono avere. I comuni non sanno se questi soggetti hanno o meno versato le imposte, perché non possono nemmeno chiedere a quei soggetti eventualmente di fornire la giustificazione di questi versamenti, così come non possono sapere se questi soggetti hanno occultato o meno parte dell'imponibile IRAP perché non hanno gli strumenti per poterlo verificare. Pertanto, io penso che noi non dovremmo mettere in capo ai comuni oneri e responsabilità senza dare loro gli strumenti per poter comunque adempiere correttamente alle responsabilità loro affidate.

La Giunta dovrebbe in qualche modo studiare e verificare gli strumenti di controllo per il corretto assoggettamento all'IRAP degli imponibili di tutte le attività che vengono svolte in Sardegna, ma non può essere messo in capo ai comuni un onere di questo tipo. Quindi, io penso che, su questa materia, noi dovremmo soprassedere; la Giunta si faccia carico di trovare degli strumenti adeguati per l'accertamento dell'imponibile IRAP ma non trasferiamo ai comuni invece una responsabilità che non compete loro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Mi rendo conto che i tempi sono brevissimi e quindi cercherò di essere a mia volta altrettanto breve, però vorrei chiarire un punto che mi sembra che abbia creato un po' di confusione in alcuni settori.

Noi abbiamo fatto, onorevoli colleghi della minoranza, una buona legge, una legge che tiene conto delle esigenze delle imprese e delle difficoltà degli strati più deboli, dal punto di vista economico, della popolazione, una legge che non ha cancellato tra l'altro tutto quello che avete fatto voi nella precedente legislatura (ricordo i fondi per il programma "Ritornare a casa", l'incremento dei fondi per i comuni e per le province, quelli delle politiche sociali), quindi, non abbiamo fatto come voi che vi siete preoccupati di cancellare immediatamente tutto quello che aveva fatto chi vi aveva preceduto. Tuttavia questo non significa neanche che possiamo salvare tutto quello che avete fatto voi, quindi consentiteci di cambiare qualcosa altrimenti gli elettori potrebbero pensare che, chiunque vinca, le cose non cambiano e potrebbero essere tentati di votare per voi nuovamente la prossima volta, e noi questo vorremmo evitarlo.

Tra queste cose che abbiamo deciso di abolire rientra proprio la famigerata tassa sul lusso, mentre sulla tassa di soggiorno in effetti sono più possibilista come ha detto l'assessore La Spisa. Voglio dire forte e chiaro, a questo proposito, che noi Riformatori condividiamo totalmente e pienamente questa decisione, è stato bene farlo, è stato bene farlo subito e mi sorprende molto lo stupore dell'onorevole Soru che si chiedeva retoricamente in quest'Aula se era proprio necessario farlo subito. Sì, era necessario, era necessario farlo subito, e non tanto per l'impatto effettivo che questo provvedimento avrà sulla Regione o sulla gente, ma proprio per il suo profondo valore simbolico, quello di abolire cioè una tassa odiosa che rappresentava una ferita aperta sulla cute della nostra tradizionale ospitalità.

Le tasse sul lusso non proteggono le nostre risorse, come ha detto l'onorevole Zuncheddu, non proteggono proprio nulla. Poi c'è un altro significato che mi preme chiarire subito e credo sia importante farlo a nome del mio Partito ma anche a nome penso di tutta la maggioranza: noi siamo il centrodestra, nel nostro fenotipo ci sono evidenti tratti del liberalesimo, noi odiamo le tasse e, per quanto possibile, le riduciamo o le eliminiamo. Riteniamo che debbano essere mantenute al livello più basso possibile e che debbano essere pagate da tutti, per questo siamo contrari ad una tassa ingiusta, sostanzialmente inutile e che, per giunta, per quanto ne sappiamo, non ha neanche prodotto un reddito economico decente. Infine volevo annunziare, invece, il mio voto favorevole all'emendamento numero 70.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il comma 6 dell'articolo 2 introduce degli elementi funzionali a una attività di accertamento. Ed è sull'accertamento che io ho posto prima l'accento, perché? Per una questione di equità. La prima cosa è che il sistema fiscale italiano è regolato da una norma costituzionale, che chiama a contribuire alle spese per la comunità, per il sostentamento della comunità e lo sviluppo della comunità, tutti proporzionalmente, in questo Paese, questo principio è sistematicamente violato. E' sbagliato che se ne faccia una filosofia, è sbagliato che molti autorevoli esponenti dello Stato si pronunzino contro questo principio e contro la pratica corretta dell'intervento di accertamento dei redditi e il conseguente prelievo fiscale, perché la comunità, per regolare la sua vita, per avere una relazione armonica al proprio interno, ha bisogno di risorse.

Richiamo l'articolo 9 dello Statuto, lo dicevo prima, l'Agenzia sia messa nelle condizioni di lavorare e di attuare tutti i commi dell'articolo 9 dello Statuto, compreso quello di fornire, agli uffici finanziari dello Stato, ogni elemento utile all'accertamento dell'evasione e sia data la possibilità di intervenire con ogni mezzo su questo terreno. Se lo spirito del comma 6 è questo, io non voterò contro il comma 6.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 20.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 20.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e che i consiglieri Locci, Rodin e Stochino hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cuccureddu - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 56

astenuti 6

maggioranza 29

favorevoli 15

contrari 41

(Il Consiglio non approva)

Prego i consiglieri di non votare con la scheda dei colleghi assenti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 149.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, credo che questa discussione che si è svolta oggi sul tema delle tasse sia stata utile. E' utile perché dice parole chiare, le abbiamo sentite, e davvero scongiura il pericolo di creare condizioni di omologazione. Il tema delle tasse evoca per noi inevitabilmente, che lo vogliamo o non lo vogliamo, il principio (vorrei dire persino la vocazione naturale che dovrebbe avere la politica) per il perseguimento dell'equità sociale. Non ho conosciuto Stati democratici che si sostengono sull'abolizione delle tasse, non ne ho conosciuto, evidentemente questa propensione ad abolirle significa altre cose. Per noi, il sistema con cui si regge un sistema democratico è un sistema che si basa sull'equità sociale e sulla tassazione e la sua gradualità. Ognuno giudichi come vuole.

Per quanto riguarda invece la discussione che ha intrapreso intelligentemente l'onorevole Vargiu, vorrei dire solamente una cosa. E' vero, per me non c'è conflitto tra riequilibrio territoriale e implementazione del sistema turistico, però gli economisti, non io, io non sono un economista, però leggo e sento alcune cose, dicono che se il sistema turistico non è messo nelle condizioni di evolvere, di infrastrutturarsi, di dare un'offerta eccellente, anche quel mercato si esaurisce, si essicca, non produce più ricchezza e noi abbiamo necessità di guardare, alle parole che esprimiamo sulle nostre vocazioni, sulle nostre prospettive, in termini concreti. Non investire e non dare la possibilità ai comuni di dare qualità di servizi, migliorare l'offerta economica di quel settore, significa prima o poi accedere all'ipotesi di bloccarlo. Io credo che il pregio della scorsa legislatura sia stato quello di dire che l'equità sociale è un obiettivo della politica, è un valore della politica e delle istituzioni, e chi ha di più deve dare a chi ha di meno in un'ottica democratica, che non significa mettere i poveri contro i ricchi, ma cercare di corresponsabilizzare chi ha di più a beneficio di chi ha di meno.

Il prossimo futuro del regime del federalismo fiscale vi dovrà far rivedere abbondantemente le posizioni che avete espresso oggi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Colleghi, Assessore, intervengo su questo emendamento per dichiarare il mio voto favorevole, successivamente interverrò sull'emendamento numero 68. Devo dire, in particolare all'assessore La Spisa e all'onorevole Pittalis, di essere rimasto colpito dal tono delle loro repliche. Quando sono intervenuto sull'articolo, io ho evitato volutamente di parlare delle cose sulle quali eravamo già d'accordo; onorevole Pittalis, ricordo che quel comma sull'Agenzia delle entrate, che dà quelle funzione alle Agenzie delle entrate, lo abbiamo scritto noi nella nostra proposta di finanziaria, il taglio dell'IRAP l'abbiamo scritto nella nostra proposta di finanziaria, l'abbiamo confermato. Mi sembrava importante che questa Aula facesse una discussione di merito, evitando i toni ideologici. Ora, l'alzata di scudi sul centrodestra che lima le tasse, il centrosinistra che le alza, il richiamo dello stesso Assessore che parla, per le tasse sul lusso, di invidia nei confronti dei ricchi, mi sembra un tono non conforme al tipo di discussione che ci stiamo sforzando di fare. Noi abbiamo posto dei problemi seri, di merito, sulla tassa di soggiorno in particolare, perché ci sembrava un tema controverso; prendo atto che, ai problemi di merito che abbiamo posto, su un quadro federale verso il quale si evolve il nostro Paese e sui problemi specifici che incontreranno i comuni che hanno quest'anno già inserito quella previsione di entrata nel bilancio, non si è data risposta.

Io starei su questo livello di merito, perché, se poi vogliamo parlare dal punto di vista ideologico, possiamo andare a vedere se le tasse il Governo Prodi le ha tagliate o se la pressione fiscale è rimasta avanti, possiamo andare a parlare del Presidente del Consiglio che non invita a fare la caccia agli evasori fiscali, ma dice che evadere è normale, se c'è un livello di pressione fiscale alto. Se ognuno di noi decide di rifugiarsi nella propria, come dire, casellina, nella propria parrocchia, e di non approfittare del dibattito in quest'Aula per fare una discussione concreta sulle cose che siamo chiamati a correggere e a migliorare, lo possiamo fare, ma credo che non faremmo cosa utile.

Quindi io invito a stare sul tema, invito a parlare delle proposte che il centrosinistra e questa minoranza si è sforzata di fare, e si è sforzata di fare anche in questa circostanza. Siccome il tempo è finito, interverrò sul prossimo emendamento in dichiarazione di voto per rispondere puntualmente ad alcune questioni che avete sollevato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, ritengo anche io che la campagna elettorale sia finita e che, in ogni caso, non dobbiamo limitare il nostro dibattito su questioni ideologiche. Credo che, dall'intervento dell'Assessore, siano emerse alcune cose, intanto che userete, con una capacità diversa, ma userete, la leva fiscale, d'altronde sarete chiamati a farlo anche col federalismo fiscale. Ci dite che la vertenza entrate è una prospettiva interessante, ne prendiamo atto. Riteniamo che queste imposte, pur limitate nella raccolta, e ne eravamo consapevoli, avevano come obiettivo quello di rafforzare la coesione territoriale, di alimentare un fondo di riequilibrio per i comuni, di solidarietà, destinato agli investimenti, anche turistici, delle zone interne contro lo spopolamento, in aree dove cresce il disagio sociale, questo in linea con una politica complessiva che abbiamo attuato nella scorsa legislatura.

E' quindi contraddittorio, anche nel quadro dell'attuazione del federalismo fiscale, del federalismo interno, abolire, cancellare questa tassa, soprattutto la tassa di soggiorno che i comuni facoltativamente potevano introdurre, ed è dovuta all'utilizzzo di beni naturalistici ed ambientali della Sardegna, come tra l'altro l'Anci e il Consiglio delle autonomie locali vi hanno fatto notare. Ecco, voi avete fatto, almeno nelle dichiarazioni di principio, all'inizio di legislatura, della partecipazione, del coinvolgimento, della concertazione, un elemento distintivo, lo mettete al centro delle vostre politiche. L'Anci vi ha scritto, ve lo ha detto il Consiglio delle autonomie locali, si esprimono forti perplessità sulla soppressione dell'imposta di soggiorno, facoltativa per i comuni, sulle tasse sugli approdi di unità da diporto e aerei ad uso privato. "Tale materia" - leggo il parere del Consiglio delle autonomie locali - "investe non solo il merito delle questioni, ma anche e soprattutto il grado di autonomia che la Regione intende esercitare in materia di imposizione fiscale alla luce di quanto il Parlamento ha sancito in termini di federalismo fiscale". Allora, io credo che almeno un confronto, anche alla luce di ciò che ci siamo detti nella seduta congiunta tra il Consiglio regionale e il Consiglio delle autonomie locali, andava avviato, e che la partecipazione sia un fatto che va vissuto, se vuole essere il cuore della politica di questa Regione.

Allora almeno su questo argomento credo che (lo faremo successivamente, perché avete comunque detto che, attraverso una proposta di legge, in maniera diversa probabilmente, andrete a rivedere anche una forma di tassa di soggiorno), nel merito delle cose, dobbiamo ritrovarci e discutere, non su questioni ideologiche e neanche su questioni di retroguardia.

Quindi, il voto su questo emendamento, che va comunque a rafforzare anche la quota attribuita ai comuni sulla tassa di soggiorno e, in qualche caso, come nell'emendamento proposto adesso dal collega Porcu, va a destinare questi proventi per le popolazioni…

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Presidente, io approfitto di questa dichiarazione di voto anche per chiedere se sia stata accolta la mia richiesta, avanzata in discussione generale, di spostamento dell'emendamento numero 100 all'articolo 3. Sull'imposta di soggiorno, io dico che sarebbe già utile che noi riuscissimo a pagare tutti le imposte che sono definite in sede di legge dello Stato. Le imposte non sono un danno, le imposte sono una necessità, non esiste Stato che non abbia un sistema impositivo, non esiste Stato, tantomeno democratico, che non abbia un sistema attraverso il quale ogni cittadino contribuisce alla sua gestione, non esiste Stato se non ha una cassa comune dove si mettono le risorse per programmare lo sviluppo, la crescita economica e sociale dei suoi territori.

Quindi le imposte non solo non sono un male, lo dico a chi pensa, a chi prefigura filosofie di questa natura, le imposte sono un bisogno, sono l'essenza, sono uno degli elementi essenziali dello Stato democratico. In Italia c'è una disfunzione, le pagano i lavoratori dipendenti e non le pagano gli imprenditori, così le statistiche ce lo raccontano, e quindi bisogna intervenire a migliorare il sistema di prelievo. Le imposte di scopo in generale hanno un'utilità, che migliora la qualità dei servizi a favore degli utenti. Questa era la filosofia della tassa di soggiorno, secondo me, utile. Questo emendamento fa sì che la Sardegna possa contribuire, in termini di solidarietà, a una realtà che ha subito una così pesante calamità naturale come quella del terremoto in Abruzzo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto.).Rapidamente, l'onorevole Bruno diceva che la campagna elettorale è finita, per me, per l'onorevole Barracciu e per l'onorevole Calia, che vedo qui dietro, sta iniziando in questi giorni. Però, chiaramente, non avranno ripercussioni le votazioni sulla campagna elettorale in corso. La tassa di soggiorno, della quale non ho avuto modo di parlare prima, non solo non è una necessità, è anch'essa del tutto inutile, e credo che, per rispondere a chi mi ha preceduto, non creiamo nessun problema al bilancio del Comune di Villasimius, che sarà l'unico comune che la applicherà, perché il Comune di Sorso sta andando a elezioni e la maggioranza si è proprio squagliata attorno a questa imposizione. Non creeremo nessun problema perché il 50 per cento che resterebbe al Comune di Villasimius andrà sicuramente compensato dai costi di accertamento, riscossione e liquidazione che sono totalmente posti a carico dei comuni.

Per quanto riguarda invece l'effetto negativo, io l'ho già detto in Commissione, i tour operator pubblicano i cataloghi sulla Sardegna con un anno di anticipo e il costo deve essere onnicomprensivo, non si può pensare di vendere sul mercato dicendo poi che alla spesa, per una famiglia di quattro persone che rimane dieci giorni, si devono aggiungere 80 euro perché il comune ha deliberato quindici giorni prima, diventerebbe poco credibile il tour operator. Abbiamo parlato con grossi tour operator, quali TUIFly, ad esempio, che gestisce anche compagnie aeree, che ha escluso la Sardegna in assenza di certezze. Non si può pensare di vendere Villasimius separatamente da Alghero, da Porto Cervo, è già difficile vendere la Sardegna nel suo insieme, quindi serve una legge - se si vuole imporre una tassa - chiara, io sono d'accordo per esempio sul modello corso, che è quello della tassa di ingresso. Credo che la tassa d'ingresso, posta sui vettori aerei o navali, possa servire, in quel caso sarebbe una vera tassa, non un'imposta, quindi avrebbe uno scopo preciso e diretto a finanziare i costi che oggi affrontiamo per sostenere il low coast, chi entra in Sardegna ci consentirebbe anche di mantenere questi vettori. Questa potrebbe essere una soluzione che credo l'onorevole Capelli avesse in qualche maniera già enunciato nella precedente legislatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, io non sono voluto intervenire in fase di discussione generale, perché a volte è inutile ripetersi. In questo caso, noi voteremo contro questo emendamento, siamo per l'abrogazione della tassa di soggiorno, così com'è concepita nelle finanziarie degli anni scorsi; siamo contrari, ribadisco, a esaminare questo tipo di provvedimenti in finanziaria, perché credo che meritino una discussione molto più ampia, una fase concertativa molto più ampia, ribadiamo, però, il concetto che siamo assolutamente favorevoli (e lo dimostra la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura dal nostro Gruppo) sul contributo di ingresso, cioè ritengo che, con sostituti d'imposta ai vettori navali e aeroportuali, con un quantum, che va discusso in Aula con legge specifica, si potrebbe richiedere, a chi non è residente in Sardegna, un contributo dai 3 ai 5 euro sul biglietto aereo o navale, facilmente riscuotibile perché in Sardegna si arriva, ahimè, o per fortuna, soltanto attraverso via aerea o navale, che potrà essere facilmente quantificabile senza determinare oneri aggiuntivi per la riscossione.

Poi, bisognerà discutere, ovviamente, sulla destinazione da dare a questo ulteriore introito per le casse regionali, e a quel punto si dovrà aprire una discussione per il miglior utilizzo di questa ulteriore entrata, che non amo chiamare "tassa", anche se è più semplice definirla, ma lo definirei "contributo di ingresso". Su questo credo che torneremo, almeno noi solleciteremo il fatto che, al più presto, se ne riparli, come su una proposta di legge, su un disegno di legge, se la Giunta lo vorrà presentare, e che ci sia un'ampia platea, esterna al Consiglio regionale, da cui assorbire eventuali suggerimenti che possano però concettualmente far capire che la Sardegna è pronta, se non lo era ieri, a un contributo di ingresso che possa essere utilizzato sia per la salvaguardia ambientale, sia come contributo di solidarietà per i territori svantaggiati della nostra Isola.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 149, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 68.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Naturalmente dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 68 e le anticipo, Presidente, vista la rapidità con cui lei richiama il voto, la richiesta di voto elettronico palese e la prego anche di prendere nota, così evitiamo l'affannarci e il muovere le mani. Le chiederei anche, visto che questa minoranza mi sembra sia anche molto collaborativa, di aiutarci almeno a preservare alcune prerogative che ci rimangono, aiutandoci a svolgere la nostra funzione.

Sull'emendamento numero 68, accolgo l'invito a ridiscuterne, se sarà possibile anche in Commissione, o in altre sedi, perché mi sembra che la maggioranza sia orientata alla bocciatura della tassa di soggiorno; ricordo però che una cosa è la tassa d'ingresso, e una cosa è la tassa di soggiorno. La tassa di ingresso è un'imposta regionale, voi vi state assumendo la responsabilità di cancellare un'imposta locale, oggi, voi state togliendo ai comuni la facoltà di imporre una propria tassa e destinarla a servizi locali, a servizi per piccole cooperative, servizi capaci di attrarre il turismo, oggi, voi vi state assumendo la responsabilità di mettere in atto un federalismo fiscale alla rovescia. Assessore, lei ha chiesto prima se c'è bisogno di risorse; io credo che di risorse ci sia sempre bisogno, e non siano sufficienti neanche le nuove che arriveranno, perché certamente c'è una scuola che non riusciremo a ristrutturare, certamente c'è una famiglia in stato di povertà che non riusciremo a raggiungere, certamente c'è un comune che vuole mettere in atto una propria politica di sviluppo locale che non riusciremo a incentivare. Quindi, poiché queste tasse hanno una logica e queste imposte magari hanno anche la contropartita di un servizio, credo che dobbiamo con attenzione valutare quello che è possibile fare.

Oggi voi state rifiutando di farlo, avreste dovuto fare la discussione di merito in Commissione, state cancellando un'esperienza importante e virtuosa e ve ne assumete pienamente la responsabilità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, ho ascoltato con attenzione il dibattito, e mi pare che si sia un po' caduti nel tranello, passando da una discussione più tecnica, nel merito della questione, ad una questione più ideologica, fino a punte addirittura di forte ideologizzazione della materia. Assessore, anche lei è caduto nella trappola, fino addirittura ad accusare noi di provare non so quale sentimento di invidia per coloro che stanno meglio, per coloro che hanno di più. Bene, le posso confermare che non nutro sentimenti di invidia per nessuno, noi non abbiamo questa invidia nei confronti di chicchessia e, soprattutto, invece, per nostra tradizione e cultura, noi speriamo che tutti possano vivere una vita felice, dignitosa, decorosa, che a tutti siano date opportunità di lavoro e, quindi, di più, noi ci auguriamo che tutti stiano meglio, non che tutti stiano peggio. Proprio per questo abbiamo introdotto emendamenti in soccorso alle povertà, alle nuove opportunità di lavoro, per dare qualche certezza in più ai giovani, assegni di merito, buoni studio, proprio perché molti stiano meglio, non perché tutti si stia peggio. Quindi, lasciamo cadere queste accuse che non trovano fondamento.

Sull'emendamento e sul provvedimento in sé, io credo che andrebbero rivisti i pareri espressi, come quello espresso dal Consiglio delle autonomie locali, che mi pare sia l'organismo che rappresenta province e comuni, oltre l'ANCI, che, appunto, leggo testualmente: "Il parere del Consiglio delle autonomie locali, sul punto relativo all'imposta di soggiorno, esprime forti perplessità sulla soppressione dell'imposta di soggiorno facoltativa per i comuni, e delle tasse sugli approdi di unità da diporto ed aerei ad uso privato". Insomma, sono gli stessi comuni e l'organismo di rappresentanza dei comuni e degli enti locali che esprimono forti perplessità su questo taglio. Dirò di più, i numeri, come quelli sulla crescita dei turisti e delle imbarcazioni presenti nei nostri porti, confermano che questa non è stata un'imposta che abbia scoraggiato il flusso turistico nella nostra Regione, semmai bisognerebbe investire di più, perché questa è la lamentela, in servizi turistici, in migliore ospitalità per coloro che vengono in Sardegna, farò un esempio: si parla…

PRESIDENTE. Onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Intervengo per una dichiarazione di voto e per reiterare quanto ho già detto. Io ho ascoltato con attenzione tutti i colleghi della maggioranza che sono intervenuti, sarà un limite mio, non ho la pretesa, com'è stato ricordato qualche ora fa, di bussare alla porta dei cervelli anche perché non sempre si rischia di trovare qualcuno. Però, io non capisco una cosa, ho registrato la risposta, anche forte, dell'onorevole La Spisa, non la condivido, io non capisco come questa Aula possa impedire, perché questo ci apprestiamo a fare, "impedire" a un consiglio comunale di assumere un impegno attraverso l'imposta di soggiorno. Davvero non lo capisco, non c'è ideologia, non c'è nulla, mi pare che ci sia un retaggio culturale volto a cancellare tutto quello che si è fatto in passato in questa direzione. E' stato testé richiamato l'impegno, la richiesta dell'ANCI, dall'onorevole Zedda, davvero non capisco con quale coraggio il Consiglio regionale impedisce; ripeto, è un'arroganza istituzionale, ma è pur sempre un'arroganza. Io non capisco questo, davvero! Finisco dicendo che ovviamente voterò contro ma davvero, Assessore, la pregherei di essere appena appena più esaustivo sulle ragioni politiche, non soltanto sui depliant dei tour operator.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.), relatore di maggioranza. Io non sono di centrodestra e ragiono sulle tasse in maniera molto laica. Attualmente lo Stato italiano sta costringendo i Comuni a vivere, per circa il 38 e il 40 per cento, su TARSU e ICI, e la tendenza dello Stato è quella di dire ai Comuni: "Tassate i vostri cittadini per finanziare le vostre funzioni". Noi, diceva un collega, adesso non ricordo chi, andremo a discutere il federalismo fiscale e dobbiamo ragionare di queste cose, cioè dobbiamo ragionare di come il sistema delle funzioni si alimenta sul sistema della tassazione, con un limite che è un limite della libertà degli individui. Perché, in qualunque modo la si pensi, c'è un livello che tutti dobbiamo conoscere: quanto più la pressione fiscale non corrisponde alla qualità dei servizi, tanto più è ritenuta lesiva della libertà non solo individuale, ma anche sociale.

Per quel che mi risulta, su questi temi c'è in corso una discussione che attiene a ciò che noi andiamo a fare sul federalismo fiscale. Badate, la tassa di scopo, tra l'altro, è una tassa che non guarda in faccia la ricchezza del singolo perché pagano tutti allo stesso modo e l'euro che pago io per entrare a La Maddalena su di me incide molto meno di quanto non incida su quello che paga una persona che invece ha un reddito inferiore al mio. Questi sono i termini della questione.

Su tutto il sistema fiscale occorre riaprire una discussione, liberando anche i cittadini dalla pressione indebita e certamente anche consentendo ai comuni le cose possibili, ma tra le prepotenze io vorrei ricordare all'onorevole Diana una cosa curiosa, c'è un solo comune in Sardegna che ha deciso in consiglio comunale che un progetto non dovesse andare alla Valutazione di impatto ambientale. Sa qual è? E' il Comune di Villasimius. C'è un solo comune che, dinanzi a tutte le richieste reiterate di sapere dov'è finita la necropoli punica di Villasimius, non dice una parola. Non c'è più quella necropoli. Probabilmente al suo posto ci sono tre buche da golf.

Allora, io penso che, su questi argomenti, anche sulle micro prepotenze dei comuni, noi faremo bene realmente ad entrare nel merito e a discuterne e io non sono per niente convinto che quando si parla di comune si parla necessariamente di interesse generale. Spesso matura una autotutela dell'amministrazione rispetto alla libertà degli individui che noi non abbiamo adeguatamente...

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io rilevo, devo dire anche molto scandalizzata, il fatto che sia stata dedicata mezza giornata di dibattito per l'abbattimento delle tasse, tenendo conto che la Sardegna è la Regione sicuramente più povera in Italia e c'è la stessa relazione che esiste fra la Corsica e la Francia. Noi ci troviamo in una situazione rigorosamente di colonialismo e ci consentiamo in questa sede il lusso di parlare, di discutere, di scannarci perché queste tasse devono essere assolutamente abbattute.

Io vorrei anche rilevare un altro dato. Siccome io parlo di tassa anche per il ripristino ambientale, il nostro ambiente non può essere alla mercé di tutto perché è l'unica ricchezza che noi abbiamo. Quindi, io penso che sarà cura del centrodestra (o dovrebbe esserlo), del centrosinistra come del centrodestra e come di tutte le forze sardiste, tutelare queste entrate. Trovo sinceramente fuori luogo questo dibattito e spero che si rifletta a lungo su questa posizione.

PRESIDENTE. E' stata chiesta la votazione nominale sull'emendamento numero 68 dal consigliere Porcu.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 68.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Oppi e Tocco hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - SECHI - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 22

contrari 40

(Il Consiglio non approva)

Passiamo all'emendamento numero 69.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il voto favorevole a questo emendamento. Io continuo a dirlo perché ne sono francamente convinto. Noi abbiamo parlato qua, lo diceva prima la collega Zuncheddu, di imposte e abbiamo, nella precedente legislatura, probabilmente anche trovato uno strumento non di grande efficacia ma simbolico, importante, che diceva sostanzialmente che, essendo il nostro patrimonio ambientale un patrimonio di grandissimo valore, chi ne usufruisce deve collaborare con l'amministrazione a preservarlo. Questo era il senso ed era anche un senso, diciamo ancora meglio, spiegato quando individuava alcuni soggetti, in modo particolare quelli con maggiore disponibilità, a contribuire a questo sforzo.

Badate, avremmo potuto fare di meglio, io ne sono convinto, perché la grande evasione fiscale (lo dico all'Assessore proprio perché va riflettuta la posizione che noi abbiamo espresso circa l'attivazione piena dell'articolo 9 dello Statuto) noi l'abbiamo nel mercato estivo delle seconde case. Noi abbiamo un'evasione fiscale di portata e di dimensione assolute. Questo è un capitolo da aprire. Sono convinto che questo emendamento sarà contrastato dalla maggioranza, noi lo difendiamo, difenderemo il principio, e sarà uno dei terreni di confronto politico con la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo per ribadire il voto favorevole. Non c'è stato tempo di discutere nel merito neanche su questo emendamento che, tra l'altro, interviene e ristruttura quella che era la tassa di soggiorno e la rende sempre più legata ai servizi che chi viene in Sardegna può ottenere e può tenere legati ad un impegno che abbiamo preso con l'approvazione del Piano paesaggistico regionale e con la tutela del nostro grande patrimonio ambientale. Credo che noi dovremmo avere il coraggio, e spero che lo avrà anche l'attuale maggioranza, di preservare questo patrimonio e farlo diventare la base per la ricchezza e la prosperità non solo di chi è in Sardegna oggi, ma anche di chi verrà dopo di noi. Questa è la grande scommessa, questa era la logica di questa imposta, non era quella di alzare le tasse per le tasse, assessore La Spisa, era una logica all'interno di un impegno che la nostra collettività, la nostra comunità, la nostra classe dirigente prendeva con le generazioni future, per le generazioni future, per far sì che questo patrimonio che ci è stato tramandato, possa arrivare a chi viene dopo di noi continuando a creare occasioni di ricchezza. Per farlo c'era bisogno dell'aiuto di tutti, certamente c'è bisogno di chi ha di più. Chi meglio di colui che, proprio perché gira il mondo, si confronta, approda in vari porti, può capire il valore e anche il costo del rinunciare a qualcosa del presente per avere un qualcosa nel futuro in termini di sviluppo sostenibile che implica la scelta che questa Regione coraggiosamente ha voluto fare con le sue politiche ambientali. Dichiaro il voto favorevole e chiedo la votazione nominale, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, intervengo per esprimere il mio voto contrario a questo emendamento, in coerenza con le osservazioni che abbiamo fatto nelle precedenti finanziarie, e per ribadire che questi provvedimenti definiti "tasse sul lusso" mantengono quei conflitti interpretativi di ordine anche applicativo, di carattere dottrinario e giuridico, non dobbiamo dimenticarlo, e sono norme che possono rallentare, come a mio avviso hanno fatto nel tempo, modelli di turismo che sono di assoluta eccellenza, in una Regione come la nostra, che hanno consentito questi modelli di realizzare una concreta integrazione tra i territori costieri e l'interno e non possono essere messi in discussione da imposizioni che non hanno avuto nemmeno il consenso della gente perché noi, su questo, politicamente ci siamo spesi con coerenza e la gente pare che si sia pronunciata diversamente.

Ritengo comunque che l'impatto, in termini di reale efficacia positiva, nei riguardi della Regione, di queste imposte non sia davvero dimostrato, anzi sia dimostrabile il contrario. Inoltre l'impressione, soprattutto in territori, come quello che io rappresento, votati al turismo, è che ci si sia trovati davanti a provvedimenti impositivi, indirizzati a colpire soggetti, con effetto punitivo, con i riflessi di immagine negativi e potenzialmente dannosi anche per il mantenimento dei posti di lavoro correlati per esempio al settore nautico, come io ho ribadito anche in un mio precedente intervento. Inoltre, e lo dimostrano alcuni interventi, persistono visioni in cui non certamente viene meno quel connotato di natura ideologica preventivamente ostile ai possessori di ricchezza. Tutto in contraddizione con le azioni di investimento, in settori come quello turistico nautico, che dovrebbero essere intraprese per poter affrontare la concorrenza di altri Paesi che se ne guardano bene dall'imporre ulteriori gravami ai turisti che si desidera attrarre.

Io penso che il turismo si faccia giorno per giorno, che bisogna investire in infrastrutture e risorse e che i collegamenti con l'interno richiedono la ripresa di discorsi sulla viabilità interna; io rappresento il problema e lo rappresenterò...

PRESIDENTE. Onorevole Lai, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, Assessori e colleghi, ho sentito alcune argomentazioni che, devo dire la verità, non mi convincono affatto. Non credo che sia più giusta la tassa d'ingresso, cioè, se si parla di equità, di possibilità di non incidere, come diceva l'onorevole Maninchedda giustamente, con tasse indirette che colpiscono quindi in modo indiscriminato le persone a prescindere dal reddito, cosa diversa per le tasse dirette, la tassa di ingresso colpisce anche colui che si reca per una visita a un amico, a un familiare che sta male in Sardegna e riparte il giorno successivo in periodo non estivo senza trascorrere alcuna vacanza, senza avere alcun tipo di scopo o di fine ludico per il soggiorno in Sardegna.

Siccome noi sappiamo che abbiamo tanti emigrati e tante persone che hanno rapporti, diciamo, con la popolazione residente in Sardegna ma non sono essi stessi residenti in Sardegna, bisogna valutare bene e stare attenti anche alle proposte che si fanno perché rischiamo di andare in una direzione opposta e contraria rispetto a quello che poi viene detto. Vi sono delle difficoltà obiettive e oggettive dei comuni costieri che vedono crescere di dieci volte, quindici volte, la popolazione residente nei loro territori e comporta anche questo servizi, spese nella gestione di infrastrutture, urbanizzazioni e quant'altro appunto per quei comuni che sopportano questa massa di turismo solo nel periodo estivo senza avere alcuna ricaduta nel periodo invernale.

Ho visto anche la tabella sui costi, per un "470", la quota di iscrizione, compresa la tassa di iscrizione, allo Yacht Club e il rimessaggio della barca a terra (non a mare perché si tratta di piccole barche per la vela agonistica) costa 580 euro all'anno. Insomma, secondo me, far pagare a una persona che ha una barca da 60 metri, senza nessuna invidia, 500 euro, non è una cosa che grida vendetta e neanche che crea una rovina al patrimonio economico di uno che possiede uno yacht da 60 metri. Questo comporta inquinamento, spese per la sicurezza che, in qualche modo, devono essere coperte con altre risorse che quei comuni devono sottrarre magari ad attività per i servizi sociali o per attività culturali, appunto perché non hanno ulteriori entrate da parte di coloro che invece usufruiscono del mare, delle coste e dei servizi a terra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Intervengo solo per dire qualcosa di diverso. Dagli interventi che si sono succeduti è parso chiaro a tutti che c'è una posizione ideologica da parte della maggioranza, un'altra posizione da parte della minoranza. Credo che sia altrettanto inutile continuare a parlare di queste cose. In effetti, la maggioranza ha dimostrato sino a oggi che quella tassa probabilmente ha prodotto poco, l'opposizione crede che sia ancora utile, però ritengo che, arrivati a questo punto, sia davvero inutile continuare. Necessitando appunto l'approvazione urgente anche della finanziaria, credo che sia più utile passare subito al voto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Rinuncio per passare direttamente al voto.

PRESIDENTE. Onorevole Campus, apprezziamo la sua disponibilità soprattutto per aver accolto l'invito dell'onorevole Cocco.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 69.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Ben Amara e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Bardanzellu e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 18

contrari 37

(Il Consiglio non approva)

Metto ora in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 70.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. La Giunta, nel condividere il parere della Commissione di rimettersi all'Aula, chiedeva però il senso dell'urgenza di questo emendamento, presentato dai colleghi Porcu, Bruno eccetera. Allora, l'emendamento coglie nel segno perché rimedia ad un fenomeno che si sta verificando nell'Università. Un ragazzo che si iscrive in Biologia per poi passare in Medicina, al secondo anno, non ha la portabilità dei crediti, quindi si trova, anche se è uno studente modello, a dover "rinunciare", a essere superato in graduatoria da colleghi che invece si sono iscritti direttamente in Medicina, hanno vinto, eccetera eccetera. Il paragrafo conclusivo consente di agire sul bando che è in corso. La questione della "rinuncia agli studi" è una clausola imposta dall'Università. Da informazioni prese con gli uffici dell'Università, e questo forse è utile per l'Assessore, se noi interveniamo ora, rimediamo alle questioni in itinere, anche che riguardino l'anno accademico imminente, cioè quello che parte a novembre; intervenendo con il collegato, ipotizzando diciamo due o tre mesi, potremmo trovarci a saltare. Tutto qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ho già detto che la questione è sicuramente interessante, perciò mi sono rimesso all'Aula. Però vorrei, su questo, fare una preventiva valutazione sul fatto che possa esserci una implicazione finanziaria di cui non abbiamo tenuto conto, cioè se questo non comporta spese. Quindi chiederei di sospendere per qualche minuto.

PRESIDENTE. Poiché restano da esaminare gli ultimi due emendamenti, io direi di sospendere questo emendamento e di votarlo alla ripresa dei lavori, e proporrei di votare adesso l'emendamento numero 105.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Non capisco il senso dell'emendamento. Dal primo anno di Biologia non si può passare al secondo anno con numero chiuso, si parte sempre dal primo anno, essendo numero chiuso.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Si può fare il test!

STERI (U.D.C.). Ma per il primo anno, non per il secondo anno.

PRESIDENTE. E' stata fatta una richiesta di sospensione, per cui adesso votiamo l'emendamento numero 105, sospendiamo i lavori dell'Aula e riprendiamo nel pomeriggio con la votazione dell'emendamento numero 70.

Metto in votazione l'emendamento numero 105.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 105.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 25

contrari 35

(Il Consiglio non approva)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

I lavori riprenderanno alle ore 16 di questo pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 47.



Allegati seduta

XVIII SEDUTA

Mercoledì 6 maggio 2009

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente Lombardo

La seduta è aperta alle ore 10 e 34.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 28 aprile 2009 (12), che è approvato.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Marco Espa ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 6 maggio 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Assenza per motivi istituzionali

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Michele Cossa è assente nella seduta odierna per motivi istituzionali.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione

(legge finanziaria 2009)" (2/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 2/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Le chiederei, siccome l'aula mi pare abbastanza vuota, di sospendere dieci minuti i lavori.

PRESIDENTE. Va bene. Sospendo i lavori per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 35, viene ripresa alle ore 10 e 46.)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo la seduta.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Uras)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, De Francisci, Dessì, Gallus, Moriconi e Uras sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 41 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Moriconi - Mulas - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Uras - Zedda Alessandra.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo dar corso ai lavori.

(Interruzione del consigliere Cuccu)

PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, le assicuro che non è stato conteggiato nessun assente. Ci sono i Segretari, quindi non è utile polemizzare su un fatto che non esiste.

Procediamo quindi con i lavori. Ricordo che l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge n. 2/A, che prosegue con l'esame dell'articolo 2, al quale sono stati presentati emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:

Art. 2
Norme in materia di entrate

1. La riscossione dei crediti di cui all'articolo 34 della legge regionale n. 11 del 2006 è affidata all'Agenzia della Regione autonoma della Sardegna per le entrate (Sardegna entrate). L'Amministrazione regionale provvede a trasmettere alla suddetta Agenzia la documentazione e i dati relativi ai crediti di rispettiva pertinenza. Le procedure di riscossione possono essere eseguite anche a mezzo ruolo ai sensi del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46 (Riordino della disciplina della riscossione mediante ruolo, a norma dell'articolo 1 della L. 28 settembre 1998, n. 337). Dette procedure sono applicabili anche al recupero dei crediti di competenza degli enti e delle agenzie regionali.

2. Le spese derivanti dall'attività di riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie sono a carico dell'Agenzia Sardegna entrate.

3. La Giunta regionale, con propria deliberazione adottata su proposta dell'Assessore competente in materia di entrate, definisce:

a) le modalità operative di riscossione e di riversamento;

b) le modalità, i criteri e i tempi dell'eventuale rateazione dei crediti;

c) il saggio di interesse applicabile;

d) le modalità di trasmissione della documentazione e dei dati di cui al comma 1.

4. Per quanto non regolamentato in materia trovano applicazione, ove compatibili, le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito).

5. Il limite di cui al comma 3 dell'articolo 34 della legge regionale n. 11 del 2006 si applica anche ai rimborsi di versamenti non dovuti effettuati a favore dell'Amministrazione regionale, dei suoi enti e delle sue agenzie.

6. Per le attività economiche svolte nel territorio comunale da soggetti fiscalmente non domiciliati in Sardegna, in relazione agli elementi in proprio possesso, i comuni segnalano a Sardegna entrate i soggetti:

a) per i quali può essere attivata la procedura di cui all'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 (Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi), da parte dell'Agenzia delle entrate;

b) che pur esercitando attività produttive in Sardegna non eseguono i versamenti IRAP con il codice tributo previsto per la Regione;

c) che risultano avere occultato in tutto o in parte l'imponibile IRAP da assoggettare a tassazione in Sardegna, ovvero che risultano avere fruito indebitamente di deduzioni, detrazioni o altre agevolazioni ai fini dell'IRAP.

7. "Sardegna entrate", verificate le posizioni dei soggetti segnalati, effettua le segnalazioni qualificate all'Agenzia delle entrate per l'attivazione delle procedure di cui all'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973, ovvero le segnalazioni alla predetta Agenzia statale e all'Assessore competente in materia di entrate, finalizzate al recupero dell'IRAP e dei tributi compartecipati di competenza della Regione.

8. Qualora dalle segnalazioni effettuate scaturiscano provvedimenti di trasferimento d'ufficio del domicilio fiscale in Sardegna di contribuenti ivi operanti e/o atti di accertamento di maggiore IRAP per annualità pregresse a favore della Regione, è corrisposto al comune segnalante, nel primo caso, un importo pari al 30 per cento dell'IRAP pagata dai soggetti segnalati per due anni consecutivi, nel secondo caso un importo una tantum pari al 30 per cento delle maggiori somme accertate e pagate a titolo definitivo dai contribuenti per IRAP, sanzioni ed interessi su tale imposta.

9. Per gli anni dal 2009 al 2012 alle piccole e medie imprese, così come definite dal decreto del 18 aprile 2005 del Ministero delle attività produttive, operanti in Sardegna attraverso insediamenti stabili, compete la riduzione di un punto percentuale dell'aliquota IRAP di cui all'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali); tenuto conto delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 50 e 226, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2008), le aliquote dell'imposta regionale sulle attività produttive vigenti alla data del 1° gennaio 2008 sono riparametrate sulla base di un coefficiente pari a 0,9176. Tale agevolazione è concessa a condizione che il numero dei lavoratori dipendenti mediamente occupati in ciascun periodo d'imposta, per il quale si richiede l'agevolazione, non risulti inferiore al numero dei lavoratori occupati alla data del 31 ottobre 2008.

10. La riduzione d'aliquota di cui al comma 9 non è cumulabile con quella prevista all'articolo 2 della legge regionale n. 3 del 2008 e può essere fruita nei limiti e negli ambiti consentiti dalla normativa europea generale e di settore relativi al regime "de minimis". Dall'agevolazione sono esclusi i soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi), e tutti gli enti pubblici.

11. A decorrere dal 1° gennaio 2009 sono, altresì, esentati dal pagamento dell'IRAP, fermo restando l'obbligo di presentazione della dichiarazione ai fini della determinazione dell'imponibile IRAP, con le limitazioni previste dalla regola degli aiuti "de minimis" di cui al Regolamento CE n. 1998/2006 del 15 dicembre 2006 della Commissione europea, i soggetti operanti in Sardegna attraverso insediamenti stabili, di seguito individuati:

a) le associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale);

b) le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza di cui al decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207 (Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, a norma dell'articolo 10 della L. 8 novembre 2000, n. 328).

12. I soggetti che accedono alle agevolazioni di cui ai precedenti commi inviano a Sardegna entrate, nei termini e nelle modalità stabilite con apposito provvedimento del direttore della stessa:

a) una comunicazione dei dati rilevanti per l'accesso alle agevolazioni stesse;

b) una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la quale attestano di non usufruire di altre agevolazioni riferibili allo stesso regime, tali da superare il tetto massimo di aiuti previsti dal citato regolamento. La mancata presentazione delle suddette comunicazioni nei termini stabiliti dal provvedimento di cui sopra comporta la decadenza dall'agevolazione.

13. L'articolo 2, comma 14, lettera b), della legge regionale n. 3 del 2008 è abrogato.

14. L'articolo 5 della legge regionale n. 2 del 2007, è abrogato.

15. È abrogato l'articolo 4 della legge regionale n. 4 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni.

16. Il comma 4 dell'articolo 1 della legge regionale n. 4 del 2006 è sostituito come segue: "4. Il direttore generale è scelto mediante selezione pubblica per titoli; il personale dipendente dell'Agenzia è scelto mediante selezione pubblica per esami, per titoli, e per esami e titoli e/o mediante utilizzo di personale del ruolo unico dell'Amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.".

17. Ai fini dell'immediata predisposizione e attuazione del programma di formazione di cui all'articolo 1, commi 3 e 4, e dell'articolo 2 della legge regionale n. 8 del 2008, la Giunta regionale approva un provvedimento stralcio del Piano regionale per i servizi, le politiche e l'occupazione. Tale provvedimento è trasmesso al Consiglio regionale entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge per la conseguente approvazione.

18. In relazione all'avviato processo costitutivo delle nuove relazioni tra i paesi dell'area del Mediterraneo, in funzione della creazione di una zona di libero scambio euro-mediterranea, l'Amministrazione regionale promuove un piano pluriennale di iniziative finalizzate al sostegno in Sardegna del predetto processo al fine di favorire lo sviluppo degli investimenti e l'integrazione economica Sud-Sud; il piano è attuato tramite azioni di informazione, divulgazione e formazione che promuovono la reciproca conoscenza dei sistemi territoriali ed economici e prevedano la partecipazione attiva degli attori sociali, economici e culturali regionali, pubblici e privati dei paesi mediterranei interessati. La Giunta realizza tali iniziative nell'ambito del programma ENPI.

Emendamento soppressivo parziale Caria - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini - Meloni Valerio.

Articolo 2

Il comma 6 dell'articolo 2 è soppresso. (20)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale PORCU - BRUNO - URAS - SALIS - BARRACCIU - SABATINI.

Articolo 2

Il comma 14 dell'art. 2 è così sostituito:

14. I commi 18 e 19 dell'art. 5 della legge regionale n. 2 del 2007 sono così sostituiti:

18. L'imposta riscossa nell'ambito territoriale di competenza è attribuita per il 70 per cento al comune e per il restante 30 per cento alla Regione autonoma della Sardegna, ai fini dell'istituzione di un fondo di riequilibrio e solidarietà, destinato agli investimenti nel settore turistico delle aree interne.

19. I comuni riversano in Tesoreria regionale il 30 per cento dell'imposta, secondo le modalità da stabilirsi con deliberazione della Giunta regionale. Le quote di spettanza comunale, se non utilizzate entro due anni dalla riscossione per le finalità di cui al comma 1, sono riversate al Fondo regionale per lo sviluppo e la coesione territoriale di cui all'articolo 5 della legge regionale n. 4 del 2006. (68)

Emendamento all'emendamento numero 68 aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 2

E' aggiunto il seguente comma:

20. Per il solo anno 2009 la quota di imposta riversata alla Regione è destinata a interventi di ristoro delle popolazioni abruzzesi colpite da terremoto o per opere di ricostruzione delle infrastrutture pubbliche danneggiate. Il riparto dei fondi è stabilito dalla Giunta regionale con propria delibera. (149)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 2

Il comma 15 dell'art. 2 è così sostituito:

15. All'articolo 4 della legge regionale n. 4 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 4, la parola "settimanalmente" è sostituita da "in relazione al periodo di permanenza per giornata ovvero per settimana o per mese";

b) al comma 5, le lettere da d) ad i) sono così sostituite:

lett. d) unità di lunghezza compresa tra 14 e 15,99 metri: euro 17 giornaliere, euro 114 settimanali, euro 410 mensili;

lett. e) unità di lunghezza compresa tra 16 e 19,99 metri: euro 71 giornaliere, euro 475 settimanali, euro 1.710 mensili;

lett. f) unità di lunghezza compresa tra 20 e 23,99 metri: euro 107 giornaliere, euro 713 settimanali, euro 2.565 mensili;

lett. g) unità di lunghezza compresa tra 24 e 29,99 metri: euro 179 giornaliere, euro 1.188 settimanali, euro 4.275 mensili;

lett. h) unità di lunghezza compresa tra 30 e 60,99 metri: euro 357 giornaliere, euro 2.375 settimanali, euro 8.550 mensili;

lett. i) unità di lunghezza superiore i 60 metri: euro 536 giornaliere, euro 3.563 settimanali, euro 12.825 mensili.

c) al comma 7, lettera b), le parole "entro 24 ore dall'arrivo" sono sostituite dalle seguenti "unitamente al pagamento della tariffa d'ormeggio e comunque prima della partenza dell'unità da diporto o comunque adibita a scopo di diporto";

d) Il comma 8 è sostituito dal seguente:

"La riscossione della tassa è disciplinata come segue:

- Il pagamento della tassa di cui alle lettere a) e b) del precedente comma 7 è eseguito direttamente presso il gestore degli aerodromi, porti, approdi, punti e campi di ormeggio, il quale addebita la tassa unitamente ai diritti aeroportuali ovvero alle tariffe d'ormeggio.

Il pagamento deve risultare dai documenti fiscali rilasciati al soggetto passivo. Responsabile per il pagamento è il soggetto che gestisce gli aerodromi del territorio regionale ovvero i porti, gli approdi, i punti ed i campi di ormeggio ubicati lungo le coste regionali, il quale ne risponde in solido con il soggetto passivo.

-I soggetti di cui al comma 3 che ormeggiano nei porti pubblici, eseguono il versamento della tassa, come commisurata al precedente comma 5, entro le 24 ore dall'arrivo. Il versamento deve in questo caso essere effettuato con modalità definite da Sardegna Entrate.

e) Al comma 9 le parole "che accedono alla convenzione di riscossione" sono soppresse.

f) Dopo il comma 9 è aggiunto il seguente comma:

"9 bis. Ai gestori delle strutture aeroportuali, portuali, degli approdi, dei punti e dei campi di ormeggio a copertura degli oneri di riscossione compete un aggio pari al 6 per cento dell'imposta effettivamente riscossa.

g) Al comma 10, le parole "che accedono alle convenzioni di cui al comma 8" sono soppresse.

h) All'articolo 4 bis è aggiunto il seguente comma 5. "I gestori degli aerodromi del territorio regionale ovvero dei porti, degli approdi, dei punti e dei campi di ormeggio ubicati lungo le coste regionali sono tenuti ad esibire i documenti contabili ed amministrativi ai funzionari incaricati da Sardegna Entrate, che eseguono i controlli ai sensi del precedente comma 4 ed agli agenti del CFVA che procedono ai controlli ai sensi dell'articolo 4 ter, comma 2. In caso di rifiuto od ostacolo alle operazioni di controllo è dovuta una pena pecuniaria da 1000 a 2000 euro. Dell'esito delle operazioni è rilasciato al gestore processo verbale".

i) Nel comma 1 dell'articolo 4 quinquies la parola "convenzionati" è soppressa e dopo le parole "30 per cento" sono aggiunte le parole "oltre l'imposta non versata ed i relativi interessi calcolati al saggio legale. Il gestore delle strutture aeroportuali, portuali, degli approdi, dei punti e dei campi di ormeggio è responsabile in solido con gli esercenti del mancato pagamento dell'imposta e delle sanzioni previste al successivo comma 2". (69)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.

Articolo 2

Dopo il comma 16 dell'articolo 2 è inserito il seguente comma:

16 bis. Al fine di tutelare il merito ed il profitto, è autorizzata per il conseguimento degli assegni di merito e di affitto casa, la portabilità dei crediti universitari degli studenti che accedano dopo il primo anno, a facoltà per il cui accesso è previsto il numero chiuso. Le revoche dai benefici previste per "rinuncia agli studi" non sono applicabili alle suddette fattispecie. I relativi ricorsi sui bandi per gli A.A. 2007-2008 sono pertanto ammissibili. (70)

Emendamento aggiuntivo Uras - Barracciu - Bruno - Salis - Porcu - Sabatini - Diana Giampaolo.

Articolo 2

dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo 2bis

"Nel fondo regionale di cui all'articolo 6 della L.R. 3/2008, istituito per l'attuazione degli interventi regionali per l'occupazione nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione - Assessorato regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale - alla cui dotazione finanziaria concorrono le assegnazioni provenienti dal bilancio regionale, dal bilancio statale e dai fondi comunitari, permangono per le stesse finalità tutte le risorse non impegnate di cui alle lettere a) b) c) d) e) f) g) e h) del medesimo predetto articolo 1 e confluiscono inoltre:

a) la somma, per l'anno 2009, di euro 25.000.000 (FNOL 2009 - parte corrente) destinata alla realizzazione di azioni sperimentali nelle forme previste dall'articolo 43 della legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20 (Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, n. 9, in materia di lavoro e servizi all'impiego) da destinarsi prioritariamente a giovani e donne e al finanziamento di progetti regionali mirati al mantenimento dei livelli occupazionali in specifici settori della attività produttiva manifatturiera e dei servizi culturali, della ricerca e dell'innovazione, della comunicazione e dell'informazione in accertato stato di crisi. I progetti sono approvati nell'ambito del Piano regionale per i servizi, le politiche del lavoro e l'occupazione di cui all'art. 13 della L.R. 20/2005;

b) la somma annua di 25 milioni, per gli anni 2009 e 2010, (F.N.O.L. 2009 - e per il successivo anno tramite specifico stanziamento di bilancio) finalizzata alla concessione di assegni di reinserimento lavorativo, nei confronti dei lavoratori disoccupati, esclusi dai benefici previsti dalla vigente normativa in materia di ammortizzatori sociali, ivi compresi quelli provenienti dal comparto dell'istruzione pubblica per effetto della revisione normativa in materia scolastica. Tali assegni, nella misura corrispondente alla CIGO (cassa integrazione guadagni ordinaria), sono attribuiti a domanda, per un periodo consecutivo non superiore ad un anno, avuto riguardo ai carichi familiari e ai periodi di disoccupazione. A tal fine l'amministrazione è autorizzata alla stipula delle necessarie convenzioni con gli istituti di previdenza o con altri soggetti pubblici.

c) la somma, per gli anni dal 2009 al 2013, di euro 12.000.000 (F.N.O.L. 2009 -parte corrente e per gli anni successivi tramite specifici stanziamenti di bilancio ) per il completamento della fase di impianto e il relativo consolidamento e potenziamento dei centri servizi per il lavoro e lo svantaggio, e delle agenzie per il sostegno allo sviluppo con priorità per i nuovi bacini d'impiego di cui alle Misure 3.1, 3.4 e 3.10 del POR 2000-2006, e per il mantenimento in servizio dei lavoratori già impiegati nelle medesime funzioni nel corso del precedente esercizio. La Giunta regionale, a tal fine, è autorizzata all' impegno delle relative somme a valere sul Fondo regionale per l'occupazione o, previe le necessarie verifiche con l'autorità di gestione, a valere sulle risorse derivanti dalla programmazione di cui al FSE per gli anni 2007-2013 . La Giunta inoltre approva entro 3 mesi dalla data di promulgazione della presente norma apposito disegno di legge finalizzato alla stabilizzazione dei predetti lavoratori nei ruoli delle amministrazioni competenti.

Per la attuazione del presente articolo di norma si opera attraverso le forme pattizie di cui all'articolo 24 della L.R. 40/1990, che dispone, tra l'altro, che le amministrazioni regionali, nei limiti delle loro attribuzioni, possano concludere accordi nell'ambito del procedimento con i destinatari del provvedimento per sostituire quest'ultimo o per disciplinarne il contenuto. " (100)

Emendamento aggiuntivo Uras - Ben Amara - Zuncheddu - Zedda Massimo - Sechi.

Articolo 2

Dopo l'articolo 2 è introdotto il seguente articolo:

Art. 2 bis

Per le spese di funzionamento e di attività è confermato il contributo annuo di complessivi euro 70.000 da ripartire in eguale misura tra l'Associazione "Casa natale di Gramsci" di Ales, l'Associazione "Casa Gramsci di Ghilarza" e l'Istituto Gramsci della Sardegna e di Euro 50.000 all'"Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell'Autonomia" (ISSRA) (UPB S11.052 in aumento - corrispondente diminuzione FNOL) per gli anni 2009 - 2010 - 2011 -2012. Tale finanziamento è erogato in deroga alle vigenti normative in materia di sostegno all'associazionismo culturale in due ratei semestrali. Le associazioni beneficiarie sono obbligate a presentare, entro il 30 marzo dell'anno successivo alla concessione del contributo, il rendiconto delle spese sostenute, ed ad indicare, nel medesimo atto, le risorse non utilizzate che potranno, comunque, dalle stesse essere impiegate entro l'anno successivo a quello di erogazione. (105).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, Assessore, accogliamo con sollievo il fatto che la maggioranza, seppure con ritardo, stamattina sia riuscita ad arrivare in Aula...

CONTU MARIANO (P.d.L.). E smettila Porcu, proprio tu parli!

PORCU (P.D.). Come può testimoniare il Presidente, noi non siamo qui dall'alba, più modestamente siamo qui dalle dieci del mattino, c'è stata una serie di rinvii di dieci minuti per consentirvi di arrivare in Aula. Noi non vorremmo che la disponibilità data dalla minoranza a concludere la discussione della legge finanziaria… Presidente, capisco che riprendere i lavori questa mattina per gli illustri colleghi onorevoli sia faticoso, ma credo che un po' meno brusio aiuti.

Dicevo, noi non vorremmo che la disponibilità, data dalla minoranza, a concludere la discussione della legge finanziaria e del bilancio questa settimana, fosse interpretata come una possibilità di non discutere, di non entrare nel merito, di non confrontarci tra di noi, il confronto tra di noi può avvenire soltanto se la maggioranza viene in Aula e garantisce la presenza. Quindi, spero che questo sia soltanto un avvio mattutino e che questo confronto possa avvenire nella pienezza e completezza dell'Aula.

L'articolo 2, di cui avviamo la discussione questa mattina, parla delle norme in materia di entrate. Sono stati presentati anche emendamenti che riguardano la materia del lavoro, io credo che sia un argomento che in ogni caso riprenderemo all'articolo 3, valuterà poi il collega Uras se riportarlo nell'ambito di quell'articolo. Io mi limiterò a parlare del tema di entrate. Su questo, Assessore, io le rinnovo un invito che aveva un significato molto importante. Capiamo la differente posizione politica quando parliamo di tasse sugli aerei privati o sulle imbarcazioni oltre i 14 metri, capiamo che sia molto difficile trovare nella vostra maggioranza quella che invece oggi avrebbe un significato di grande solidarietà, cioè quella di far pagare qualcosa a chi ha di più, far pagare qualcosa per il grande bene ambientale di cui si può usufruire in Sardegna, magari proprio perché siamo in un momento di crisi in cui in una comunità si deve stringere la cinghia, non cancellare quindi quelle imposte, non cancellarle perlomeno in quest'anno in cui la stagione è avviata e utilizzare quelle risorse come sono previste per un fondo di perequazione che magari potrebbe anche essere destinato eccezionalmente per quest'anno alle popolazioni dell'Abruzzo.

Capiamo che questa sarebbe una operazione difficile, molto coraggiosa e non crediamo che siate disponibili a farla, però, Assessore, lei mi deve consentire di tornare invece sulla tassa di soggiorno, anche alla luce di quello che è successo in questi giorni. In questi giorni il Senato ha approvato il disegno di legge sul federalismo fiscale; un disegno di legge che ha visto l'astensione del Partito Democratico, un disegno di legge costruito tra tutte le forze politiche in Parlamento e che, attraverso vari step poi dalla sua attuazione, attraverso decreti legge, verrà attuato nell'arco di cinque anni. Proprio quella norma sul federalismo fiscale costituisce sicuramente una delle priorità programmatiche del Governo nazionale, proprio in quel disegno di legge si parla di federalismo, federalismo interno e di autonomia impositiva nei vari livelli istituzionali della nostra Repubblica, Regioni, province e comuni. Proprio in quel disegno di legge si prevede che gradualmente si passerà da una politica di trasferimenti dai livelli più alti agli enti locali a una vera e propria autonomia impositiva.

Allora la possibilità di istituire tasse sul turismo è una possibilità prevista nel nostro Ordinamento dal 1948. Una possibilità mai applicata. Una possibilità la cui legittimità è stata ribadita dalla Corte Costituzionale, mentre invece sulle altre imposte ha eccepito, penso per esempio alle plusvalenze sulla vendita di case o alle imposte sulle seconde case per uso turistico. Quindi è una tassa che ha la piena legittimità, è nel solco del programma che porta avanti il vostro Governo nazionale, ha tutte le caratteristiche di un'imposta locale e non di un'imposta regionale. Mi dispiace che il relatore di maggioranza, o ritiene evidentemente già compiuta la discussione, oppure non è particolarmente incline stamattina ad accogliere…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Porcu, l'onorevole Maninchedda ha avuto un malore. E' uscito un attimo e tornerà subito.

PORCU (P.D.). Allora mi scuso con lui e gli auguro naturalmente di riprendersi al più presto. Proseguo nella discussione, mi rivolgo all'Assessore e vorrei rivolgermi anche al Capogruppo di maggioranza, ma mi rivolgo al Vicecapogruppo, onorevole Pittalis, che so che saprà essere interprete delle mie parole in quest'Aula stamattina. Questa tassa ha tutte le caratteristiche per essere una tassa locale, non una tassa regionale, per di più facoltativa, cioè non stiamo imponendo niente a nessuno. Stiamo anticipando, pienamente, secondo le nostre prerogative statutarie, la possibilità dei comuni di istituire imposte per specifici servizi da dare ai cittadini. Noi vi chiediamo su questo punto di fare una riflessione.

Credo che sia anche il caso, magari valutiamo, di chiedere una breve sospensione. Presidente, c'è un brusio veramente insostenibile in Aula. Le chiedo di aiutare…

PRESIDENTE. Colleghi, c'è brusio, non si può svolgere alcun intervento, sarebbe meglio riuscire a fare un po' di silenzio. Grazie.

PORCU (P.D.). La ringrazio, Presidente. Allora dicevo che è a tutti gli effetti una imposta locale e per di più facoltativa. Tra l'altro siamo in una fase in cui alcuni comuni (in particolare due, il Comune di Sorso e il Comune di Villasimius), nelle loro previsioni, hanno già messo a bilancio le risorse per il gettito relativo a questa tassa. Quindi noi stiamo andando ad incidere nella programmazione di questi due comuni, dei quali uno ha già istituito, e l'altro ha previsto di istituire, il Comune di Sorso.

Assessore, lei ha visto che noi, in Aula, anche se abbiamo votato contro il passaggio all'esame degli articoli, contro il DAPEF, non ci siamo sottratti dalla responsabilità di discutere nel merito. Non ci siamo sottratti di dare contributi, alcuni dei quali sono stati accolti, evidentemente erano contributi costruttivi, mentre in altri casi abbiamo ritirato gli emendamenti, quando rischiavano di creare divisioni dove divisioni non c'erano, perché lei ha dato una disponibilità. Allora io mi permetto, sul punto, di chiedere a lei e ai Capigruppo, di riflettere su questo aspetto e sulla difficoltà in cui noi mettiamo questi due comuni, che hanno già previsto di avere un gettito da questa tassa.

Tra l'altro, se voi foste d'accordo, mi rivolgo veramente a tutta l'Aula, grazie ad un emendamento che è stato presentato all'emendamento numero 68, l'emendamento numero 149, potremmo anche devolvere la quota che spetterebbe al fondo di perequazione, che noi appunto nell'emendamento già presentato, nell'emendamento numero 68, abbiamo previsto anche essere ridotto dal 50 al 30 per cento, proprio per dare ancora più gettito ai comuni e dare ancora di più il significato di un'imposta locale a quella tassa. Noi siamo disponibili, anche attraverso un emendamento orale, a devolvere il 100 per cento del gettito al comune. Perché in questo caso vogliamo parlare di anticipazione del federalismo fiscale e siamo disponibili ad accettare in Aula un emendamento orale che riporti il 100 per cento del gettito ai comuni. Se così non fosse però, con il nostro emendamento all'emendamento, proponiamo che quella quota del 30 per cento, che spetterebbe alla Regione, possa essere devoluta alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto: cioè compiere un grande gesto di solidarietà.

Quindi su questo punto, in particolare, Assessore, colleghi, Capigruppo di maggioranza, vi chiediamo veramente di non contraddire voi stessi e di accogliere le nostre proposte emendative.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, l'articolo 2 fondamentalmente ripercorre una sequenza di procedure volte al miglioramento delle entrate e delle riscossioni da parte della Regione e dell'Agenzia delle entrate. Tuttavia io credo che l'articolo sia utile per fare alcune riflessioni in ordine agli argomenti che ha sollevato l'onorevole Porcu poco fa. Vedete, il problema delle entrate non rappresenta solo un fattore contabile o puramente contabile, qualche volta ha una funzione propedeutica ad indicare alcuni principi assai utili per consolidare l'autonomia dei comuni, responsabilizzare le amministrazioni comunali ai loro ruoli, tenere conto di patologie che difficilmente i trasferimenti ordinari della Regione sono in condizione di governare per essere sufficienti e soddisfacenti alle loro funzioni. Mi riferisco a questa storia del contributo di soggiorno che, nella civiltà giuridica nazionale, è una cosa abbastanza diffusa e che, anche porre nella condizione di una discrezionalità da parte dei comuni interessati ad applicarla o non applicarla, ci dice quanto crediamo realmente, come istituto regionale, come Regione Sardegna, al principio di equiordinazione, anche rispetto a queste funzioni. Il non voler accettare questo, neanche in termini di opzione da parte dei comuni, significa che la Regione fa una scelta precisa, fa la scelta precisa di assumersi lei l'onere di decidere qual è lo spazio dell'autonomia, in queste materie, dei comuni.

Voglio ricordare una cosa importante. Si ledono due principi. Un principio, io credo, di responsabilità collettiva, nella misura in cui l'ambizione della Regione è quella di costruire davvero un sistema istituzionale unitario, come credo tutti noi aspiriamo si realizzi, e che era insito nella concezione di quella tassa, cioè una tassa che, per una parte, si riversava sui comuni interessati e, per un'altra parte, lanciava una cima di solidarietà ad un sistema regionale, alle zone interne, che non avendo avuto in tutti questi decenni le opportunità di uno sviluppo autonomo, di un'opportunità di crescita, di arginare lo spopolamento, trovavano in un fondo compensativo quelle iniziative utili ad infrastrutturare e a riprendere un'idea di sviluppo anche delle zone interne. Questo principio è cancellato. E' un principio cancellato che ovviamente pone in capo alla Regione le modalità differenziate a questo punto e non certe di commisurare le azioni di infrastrutturazione a favore delle aree interne e le rimette in competizione. Una competizione storica fra comuni dell'interno e comuni costieri, notoriamente più ricchi e con maggiori opportunità. E' un senso comune che ci portiamo avanti da decenni. Era importante abolire questo sistema di competitività e trasformarlo in un sistema di solidarietà.

Il secondo aspetto è un aspetto di necessità. Noi, per quanto possiamo essere attenti ai problemi dei comuni, mai e poi mai abbiamo potuto rispondere alle esigenze dei comuni costieri che, nell'arco di alcuni mesi, passano, da 3 mila persone residenti, a volte a 30 o 40 mila persone residenti. Non abbiamo mai trasferito risorse adeguate per sostenere, dal punto di vista delle dotazioni infrastrutturali, impatti demografici di quella dimensione. La possibilità che questi comuni hanno di utilizzare delle risorse che provengono dallo stesso esercizio dell'attività turistica li avrebbe portati ad adeguare, a compensare, il divario di trasferimento che di fatto, per alcuni mesi dell'anno, devono sopportare con ingenti e notevolissimi oneri aggiuntivi rispetto agli altri comuni e che noi, in nessun altro modo, riusciamo a compensare.

Allora questo significa dare in maniera soddisfacente e non dare anche un'opportunità di risposta adeguata a quella che noi chiamiamo il mercato turistico come prospettiva del nostro futuro. Questo è uno degli elementi sui quali una riflessione andava fatta, però siamo anche in una sorta di prorogatio mentale, nel senso che questa finanziaria ci dice: cauteliamoci, non riflettete troppo, il cervello tenetelo a bada perché tanto tra un po' faremo un disegno di legge diverso e queste riflessioni le faremo in un altro momento, come se noi potessimo affrontare un problema legato alla finanziaria impedendoci di fare delle riflessioni a campo libero su tutti gli argomenti. Noi siamo legislatori e la Giunta regionale è l'Esecutivo in carica, non ci è concesso di rimandare se siamo nella condizione di conoscere; su tutti questi problemi, noi siamo nella condizione di conoscere, lo dobbiamo dire, perché diversamente dovremmo dichiarare la nostra incapacità di affrontare i problemi e questo di rimandare può avere un significato tecnico contabile, lo capisco, ma non certo quello di impedirci di portare la riflessione fino al punto in cui è giusto che la nostra funzione la porti.

L'ultima cosa la voglio dire sul comma 17, evidentemente è un comma che ha una funzione di annuncio, cioè ha la funzione di comunicare, a qualcuno che ciascuno di noi deciderà chi essere, di stare attenti perché entro 60 giorni si darà una risposta alla formazione professionale. Ma forse che la formazione professionale non subisce nella continuità amministrativa una sua impostazione? Perché questo messaggio? A chi questo messaggio? La risposta ve la darete voi, io ce l'ho, me la tengo per me, aspetto di verificare questo prodotto. Però questo non è un modo di procedere, le finanziarie della Regione devono avere, chiarissimamente, finalità, oggetto, scopo e trasparenza. Io spero che non significhi una inversione di tendenza, spero oltremodo che non significhi una restaurazione, posto che il Fondo sociale europeo, per l'impostazione dei prossimi anni, ci divincoli, cioè ci dica anche che se qualcuno cavalca le ipotesi di una restaurazione della concezione della formazione la dovrebbe già abbandonare perché la carenza formativa e culturale delle popolazioni europee indagate in questi anni ci dicono esattamente che cosa dobbiamo fare per recuperare questo gap e per cercare di non stare nella palude dell'ignoranza, che non si misura oggi dalla contingenza, ma si misura nella capacità in cui noi prospettiamo l'investimento generazionale, che facciamo oggi, giorno per giorno, atto dopo atto, sui nostri giovani, l'investimento, il giacimento culturale che noi realizziamo da qui alle prossime generazioni.

Concludo rammentando al Presidente della Commissione e all'Assessore, a questo proposito, il contenuto dell'emendamento numero 70 che credo sia un atto di giustizia; come voi sapete, sulla base della regolamentazione, uno studente che si scrive al primo anno di un corso di laurea a numero chiuso può passare o non passare, se non lo passa generalmente si iscrive ad una facoltà in attesa di ripetere al secondo anno l'esame, se il secondo anno supera l'esame a numero chiuso ed entra in Medicina, se ha fatto Scienze biologiche, dando cinque esami con il pieno dei voti, le regole gli impediscono di avere l'assegno di merito e l'assegno del fitto casa perché non è stabilita la portabilità dei crediti, cioè a una famiglia che vuole investire su suo figlio, per un incidente dovuto al fatto che noi limitiamo l'accesso a numero chiuso ad alcune facoltà, si taglia questa possibilità. E' un'ingiustizia, questo emendamento stabilisce la portabilità dei crediti al fine di consentire a questi studenti, meritevoli, e che vengono giudicati sul profitto, di avere la garanzia nei confronti della propria famiglia di poter proseguire gli studi. Credo che in questo momento sia un atto di giustizia utile ed un messaggio significativo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Presidente, io non so quanti dei colleghi abbiano ascoltato l'intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna, francamente io proverò ad utilizzare un registro linguistico un attimino più basso, così magari divento un po' più comprensibile in quello che devo cercare di dire. Userò la stessa enfasi che ho utilizzato ieri nel mio intervento perché quando parlo credo in quello che sto dicendo e molto probabilmente invece qualcun altro, per quattro anni e mezzo, ha eseguito ordini dall'alto senza magari neanche credere in quello che stava dicendo. Onorevole Sanna, noi il cervello lo teniamo a bada da quando siamo nati ma soprattutto da quando abbiamo deciso di fare politica…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cherchi, c'è ancora una volta un brusio insostenibile. Se riusciamo a fare un po' di silenzio, forse si riesce anche a svolgere meglio gli interventi e soprattutto a seguirli.

CHERCHI (P.d.L.). Grazie Presidente. Dicevo che noi abbiamo deciso di tenere a bada il cervello dal momento in cui siamo nati, ma soprattutto dal momento in cui abbiamo deciso di fare politica e quando scegliamo una linea la giustifichiamo e la portiamo avanti fino in fondo. E' per questo che, al momento in cui si fa una scelta per abolire finalmente le tasse sul lusso, la nostra giustificazione è la liberazione ai sardi e a tutta la Sardegna. Credo che questo sia abbastanza chiaro e non ritengo che la dimostrazione, in qualche modo, di soli due comuni (l'ho già detto nel momento in cui sono intervenuto in sede di discussione generale) che abbiano fatto quella scelta, motivi la vostra, come possiamo dire, Giustificazione, che ha portato comunque, sino a prova contraria, ad un fallimento di una gestione di quattro anni e mezzo che i sardi hanno bocciato esattamente due mesi fa.

Questa è, in questo momento, la nostra scelta politica e noi su questa scelta politica andiamo avanti. Non può esistere che ci sia un cambio di tendenza sul reinserimento delle tasse sul lusso, ma anzi tutt'altro, credo che questa per l'ennesima volta giustifichi la nostra liberazione nei confronti dei sardi e della Sardegna.

Per quanto riguarda poi la tassa di soggiorno, giustamente l'onorevole Porcu ha teso a sottolineare, è importante naturalmente sottolineare anche la virgola perché quello rimane e quello solo è rimasto, ma credo che non sia questa l'importanza di ciò che noi stiamo oggi andando ad approvare all'interno di quest'aula. L'ho già detto ieri, è all'esterno che stanno aspettando. Quindi credo che, nel rispetto dei sardi e della Sardegna, questa sia la finanziaria che noi dobbiamo portare avanti e necessariamente approvare. Questa inversione di rotta io credo che fosse necessaria ed inevitabile e ritengo che sia la strada anche più corretta per far ripartire il turismo e per rilanciare necessariamente questo settore. Così come credo che siano da condividere (anche perché dobbiamo parlare dell'articolo necessariamente e non cercare di girare intorno a quelli che sono argomenti oramai superati e credo anche probabilmente da dimenticare completamente) appieno le misure di sostegno alle imprese. Questi sono gli elementi fondamentali che noi stiamo portando avanti e questo è il messaggio che noi all'esterno dobbiamo dare. In un periodo di crisi generale non si può certo non cercare di agevolare e aiutare uno dei settori più importanti della nostra economia da cui dipende chiaramente in modo diretto il futuro di tante, tantissime, famiglie sarde.

In questo senso credo che ci troviamo in un momento in cui dobbiamo dare segnali importanti ed un segnale rilevante arriva dalle agevolazioni IRAP (articolo 2, comma 9), credo che sia spiegato abbastanza chiaramente che da quest'anno fino al 2012 le imprese potranno usufruire di una riduzione di un punto percentuale delle aliquote ordinarie, una agevolazione per tutte quelle imprese che si impegnano a non diminuire la base occupativa. Credo anche importante e fondamentale, e mi sembra necessario sottolinearlo, l'esenzione dall'IRAP per le associazioni di carattere sociale e di beneficenza, ma soprattutto lo snellimento delle procedure, al comma 13 è prevista la soppressione dell'articolo 2 della legge finanziaria 2008 sull'attestazione del possesso dei requisiti per le agevolazioni IRAP.

Io credo che siano questi gli elementi da dover sottolineare. Ritengo che siano questi i punti dove probabilmente la minoranza deve in qualche modo trovare spunto per i propri interventi, non continuare a girare su un aspetto che francamente oramai ha perso completamente di credibilità. Prima era richiesta, come dicevo, un'attestazione sul rispetto dei parametri effettuata dal presidente del collegio sindacale oppure da parte di uno dei revisori dei conti o di un professionista iscritto all'albo dei revisori dei conti, in ogni caso una lunga trafila che comportava un allungamento dei tempi ma anche costi maggiori e aggiuntivi per le imprese, da qui la scelta di velocizzare - ecco le risposte che noi dobbiamo dare - l'iter e abolire la presentazione di questa documentazione: finalmente un atto di sburocratizzazione chiara e decisa, una scelta che già di per sé rappresenta un altro valido sostegno al mondo delle imprese, soprattutto di quelle piccole. Semplifichiamo quindi i procedimenti, semplifichiamo le procedure, almeno in qualche modo proviamo a tagliare e a dare maggiore importanza e maggiore attenzione a quella che è l'Agenzia delle entrate che, come dice il comma 1, potrà occuparsi anche di recupero di crediti.

Ecco come dobbiamo proseguire e dobbiamo continuare a lavorare, e non provare ad accusare una maggioranza che, nell'emergenza, non creata certamente da noi ma creata dal precedente Governo, sta cercando in qualche modo di trovare delle soluzioni importanti, fondamentali e determinanti per tutti i sardi e per tutta la Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, voglio dire all'onorevole Cherchi che noi cerchiamo di credere in quello che affermiamo e diciamo, vorrei anche capire dove sono le novità per le imprese, se si tratta di IRAP, è la continuità di un provvedimento che già era stato assunto, che è andato migliorando negli ultimi due anni e che accoglie un provvedimento che era già previsto dalla precedente finanziaria. Quali sono le altre novità me le spieghi, ma sinceramente non ne vedo; accogliamo alcuni provvedimenti che non sono stati, diciamo, tagliati dalla presentazione. Quindi, quali sono le novità con cui si cerca di dare risposta a questa emergenza? Addebitare la crisi dell'industria, della chimica, della metallurgia, alla precedente Giunta, mi sembra davvero improprio e fuorviante.

Colleghi, in questi giorni, oltre a discutere sui vari provvedimenti ed emendamenti, si sono ripresi diversi temi che attengono ai principi più generali del bilancio: si è parlato a lungo di residui, di Patto di stabilità, di federalismo fiscale, di regime delle nuove entrate; ognuno di questi temi porta con sé un alto livello di complessità ma anche molte incertezze. Sui residui abbiamo approvato in questa finanziaria una sorta di indagine conoscitiva, che ha impegnato e impegnerà la Giunta, di cui è necessario attendere i dati per poterne dare un giudizio più compiuto, anche alla luce delle soluzioni che verranno individuate appunto da questi accertamenti. Sul regime delle nuove entrate mi pare si sia condiviso un giudizio positivo per il risultato legato alle maggiori entrate nelle casse della nostra Regione, certo, anche questo è un risultato da difendere perché, una volta ottenuto, bisogna che trovi applicazione e allo stesso tempo non vi è dubbio che lasci ancora qualche incertezza, vuoi per la crescente spesa sanitaria, vuoi per i costi che, in parte, sono da verificare in modo attento, riguardano il trasporto pubblico.

Abbiamo poi parlato ripetutamente di Patto di stabilità. Forse è vero, questo tema va trattato con più determinazione nei prossimi anni, ma credo che non sarà facile trattarlo anche nel prossimo futuro. Il nostro Paese, lo sappiamo tutti, è tra i Paesi europei (c'è anche un dato dei giorni scorsi molto allarmante) a indebitamento più alto, con un dato che è andato crescendo proprio in questi ultimi mesi. Alla luce di questi elementi, credo di poter dire che la negoziazione del Patto di stabilità non era e non sarà una cosa semplice da portare al confronto con lo Stato.

Ci si invoca poi al federalismo fiscale come soluzione di tutti i mali. Per ora ci limitiamo ad avere a disposizione un elenco di principi, alcuni dei quali ho difficoltà sinceramente a capire, ho difficoltà a capire come le Regioni più ricche debbano mantenere più risorse derivanti dalla fiscalità di quante non ne trattengano oggi e le Regioni più povere debbano introitare maggiori risorse al fine di superare il ritardo di sviluppo. Davvero ho difficoltà a capire tutto questo, mi spiegano che ci sarebbe un sistema molto complesso per il quale questo potrebbe avvenire, personalmente mi auguro che tutto ciò non cada nel dimenticatoio, come succede spesso nel nostro Paese, oppure si riduca a un semplice aumento delle tasse per poter dare seguito a quanto previsto dal provvedimento.

Bene, ho citato alcuni temi che hanno animato il nostro dibattito solo per dire che la materia lascia, in questo momento, molte questioni aperte, su cui è necessario attendere, è necessario approfondire, nella consapevolezza che tutto ciò sia fondamentale, anzi credo indispensabile, per il governo della nostra Regione. Io sono pienamente d'accordo sulla assoluta necessità di guardare quelli che sono i numeri, in piena libertà e con oggettività, perché la politica ha spesso una grande capacità, soprattutto in tema di bilancio ma non solo, di adattare, estendendo o contraendo, i dati, e questo esercizio, un po' comune a tutti, vale per tutti. Se non ci sono volontà di mettere sotto processo maggioranze diverse da quelle che ci sono oggi, credo che rimanga la volontà di tutti, anche di questa minoranza, a ragionare liberamente e senza posizioni precostituite. Personalmente non ho nessuna difficoltà a riconoscere meriti e anche eventuali demeriti; riconosco, ad esempio, all'attuale Governo nazionale e al Ministro Tremonti, un'azione, riguardo alle politiche di bilancio, di una corretta rigidità nel controllo della spesa; cosa che non aveva fatto nel passato: abbiamo visto cosa diverse.

Le corrette politiche di bilancio hanno sempre bisogno di tempi lunghi per dare risultati, da qui l'esigenza, ancor di più in un sistema politico che vede alternarsi schieramenti diversi, di realizzare una giusta e corretta collaborazione tra maggioranza e opposizione, esaltando il ruolo di questa Assemblea. Sono convinto che il Consiglio regionale debba svolgere al suo interno, sino in fondo, la sua funzione, garantendo, attraverso il confronto, l'applicazione di utili politiche. Credo che debbano essere riconosciuti alla passata legislatura importanti risultati, poi si possono sottolineare errori, critiche per alcune scelte che possono non essere condivise, ma rimangono alcuni risultati che oggi ci pongono in una situazione di vantaggio; queste situazioni di vantaggio sono il risultato di anni in cui si è lavorato a risanare il bilancio, a riqualificare e contenere la spesa. Se si tiene conto del dato di partenza, cioè a come cinque anni fa era la situazione di bilancio, possiamo meglio apprezzare questi risultati. Al di là delle difese di parte, superando anche sterili contrapposizioni, come è stato detto più volte in questi giorni, nel rispetto dei propri ruoli, credo che sia la Commissione sia il Consiglio possano continuare a lavorare per costruire un bilancio della Regione che non funga quale freno ma sia davvero uno strumento di sviluppo.

In ultimo volevo segnalare che, all'articolo 2, è stato presentato l'emendamento numero 100, che riguarda le politiche occupazionali, il quale tende a riprendere un tema già trattato nella legge finanziaria del 2008, che è quello del fondo per l'occupazione, e chiediamo, credo che sia utile a tutti noi, spostarlo all'articolo 3 per avere un po' di tempo per ragionarci e per convenire anche con la Giunta sulla utilità di considerare questo emendamento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente e colleghi del Consiglio, crediamo che questo articolo (come hanno anche rilevato diversi dei consiglieri che sono intervenuti nel centrosinistra) sia un articolo che, pur in una legge finanziaria necessitata, ha delle caratteristiche che vale la pena di sottolineare. Alcune sono di continuità, i colleghi stessi lo hanno sottolineato, anche la sottolineatura che ha fatto sul sistema degli aiuti alle imprese l'onorevole Sabatini è una sottolineatura che va in questa direzione, io credo che ci siano tante cose, che sono state fatte nella scorsa legislatura, che questa nuova maggioranza avrà l'obbligo di conservare, migliorare, anche con il concorso dell'esperienza che molti colleghi della minoranza hanno fatto, qualcuno addirittura sedendo nei banchi della Giunta e quindi avendo una fonte di informazione privilegiata e anche una capacità di osservazione degli eventi sicuramente fuori dall'ordinario.

Poi ci sono alcune cose che rappresentano dei cambiamenti, sicuramente nell'ambito delle cose che rappresentano dei cambiamenti c'è l'atteggiamento che la nuova maggioranza ha nei confronti di tasse che, già a suo tempo, nel corso della scorsa legislatura, vennero duramente contestate da chi oggi siede nei banchi della maggioranza e allora sedeva nei banchi della minoranza, nel senso che, su alcune imposizioni, che voi avete introdotto nella passata legislatura, il dibattito non inizia oggi, il dibattito è iniziato ed è durato per l'intero corso della passata legislatura. Perché? Quando voi e l'assessore Pigliaru veniste in Commissione e tiraste fuori dal cilindro le tasse di soggiorno, le tasse sulle navi e sugli aerei e la tassa sulle seconde case, noi vi dicemmo che non eravamo convinti dell'impostazione che voi davate alla problematica e che ritenevamo potessero essere delle tasse che invece di favorire la crescita economica della Sardegna ne avrebbero potuto determinare addirittura un rallentamento dello sviluppo.

Bene, io ricordo perfettamente i ragionamenti che facemmo in quella sede, nel senso che noi vi chiedemmo se quelle tasse che stavamo introducendo fossero delle tasse destinate a fare cassa in Sardegna, o delle tasse con cui si poteva pensare di finanziare nuove spese per cui si riteneva che incassare 50, 80, 100 milioni di euro, attraverso un sistema di tassazione del turismo, fosse una cosa intelligente, perché ci avrebbe consentito di avere nuove risorse disponibili da poter essere investite in vario modo: nel sostegno di politiche territoriali o in qualunque altro tipo di sistema la Giunta regionale, il Governo regionale, avesse desiderato fare un investimento.

Io ricordo perfettamente, e gli anni successivi ci diedero conferma di questo ragionamento, che non vi era certezza sul fatto che le nuove imposizioni avrebbero fatto cassa, quindi non vi era neanche all'inizio da parte della Giunta regionale la convinzione che, attraverso le tasse introdotte, si sarebbe riusciti a ottenere nuove entrate per la Sardegna e che queste entrate sarebbero potute essere utilizzate in qualsiasi modo, vuoi per lo sviluppo, vuoi per il risarcimento territoriale, vuoi per la sostenibilità dell'investimento turistico. Tantissime volte anche attraverso interrogazioni, alle quali la Giunta regionale raramente dava risposta, la minoranza di allora vi chiese di sapere qual era stato l'introito di queste tasse e addirittura vi chiedemmo semplicemente di sapere se le spese nuove dell'Agenzia delle entrate legate alla riscossione delle tasse erano coperte in maniera sufficiente dall'introito delle tasse stesse.

Insomma dal punto di vista della cassa, mi sembra che, negli anni successivi, rispetto all'introduzione della tassazione, fu palese all'intero Consiglio regionale che non si erano fatti grossi passi avanti. L'assessore Pigliaru, ancora in carica al momento della domanda, disse allora che non si trattava di tasse di cassa, ma che si trattava di tasse di scopo. Per me, che sono dal punto di vista finanziario non particolarmente avanzato nelle competenze, ci fu la necessità di chiedergli cosa significasse tassa di scopo e Pigliaru (devo dire che era molto bravo, molto capace, e da buon professore universitario in grado di spiegare bene, anche a uno poco addentro la materia quale io ero, di che cosa si trattava) disse che la Regione intendeva costruire un modello, sostanzialmente intendeva dare un'immagine complessiva della sostenibilità dello sviluppo ambientale e di dove si vuole indirizzare il turismo, per cui le tasse che si stavano proponendo erano una parte fondamentale di questo mosaico. Quindi la Giunta regionale riteneva che si potesse mandare, attraverso queste tasse, un segnale sia ai sardi residenti, che a coloro che avrebbero fruito della Sardegna per finalità di carattere turistico, tale da dare un'anima allo sviluppo turistico sardo e quindi dare un senso compiuto a ciò che la Sardegna voleva per quanto riguardava lo sviluppo turistico.

Insomma, oggi vi chiederei, colleghi del centrosinistra, queste tasse, che voi in qualche misura ancora ritenete di dover difendere, hanno raggiunto i loro obiettivi di cassa o di scopo? Perché per poter in qualche maniera chiedere che vengano mantenute in piedi, modificate e corrette, è necessario che chi le ha gestite per quattro anni ci dica che è soddisfatto del risultato che hanno ottenuto, cioè ci dica che complessivamente il modello di sviluppo del turismo sardo o le casse della Regione hanno tratto un beneficio da queste tasse. Perché se non lo hanno tratto le casse della Regione, così come sembra, e se, così come noi del centrodestra vi abbiamo detto per quattro anni, e come sembrerebbe dai dati che sono in nostro possesso, non c'è stato un ritorno dal punto di vista del marketing, dal punto di vista della comunicazione, dal punto di vista estetico della spendibilità dell'immagine turistica sarda, collegata alle tasse che voi avevate introdotto, insomma è una cosa di buon senso, non di destra né di sinistra, ripensare a questo strumento che voi in buona fede avete ritenuto di proporci nella passata legislatura e che sembrerebbe aver dimostrato di non essere gambe buone per lo sviluppo del turismo in Sardegna. Cioè ostinarsi a difendere ciò che non sembra (a meno che voi non abbiate dei dati che ci possano convincere del contrario) aver aiutato lo sviluppo della Sardegna e del turismo in particolare, non è una cosa di buon senso e non è una cosa neanche legata ad una parte politica, è semplicemente un'intuizione che voi avete avuto, che avete pensato che fosse un'intuizione sostenibile e che, come succede nelle intuizioni, i fatti hanno dimostrato essere poco sostenibile.

Il collega Gian Valerio Sanna, che io ascolto sempre con attenzione perché considero portatore di un know-how di grande interesse per questa Aula, dice che bisogna consolidare il ruolo dei comuni, l'autonomia impositiva dei comuni, la capacità di autofinanziarsi, cosa che nel quadro del contesto del federalismo fiscale incombente, in progress, è sicuramente una cosa importante. Però, collega Sanna, noi abbiamo due interessi che in questo momento sono entrambi importanti, uno è l'interesse dei comuni all'autonomia impositiva, quindi l'interesse di far crescere la conoscenza delle comunità locali sulla possibilità di avere, attraverso l'uso di strumenti nuovi, una migliore gestione del proprio territorio; un altro è un interesse più generale, ed è quello di veder crescere l'economia turistica della Sardegna, interesse importante perché è di tutti i sardi.

Io credo che i due interessi siano in questo momento confliggenti tra di loro, credo che sicuramente ci sia, da parte di chi fa il legislatore, la necessità di privilegiare quello della crescita turistica. Quindi, sicuramente "sì" all'autonomia e alla capacità di imposizione dei comuni, ma riserviamolo a questioni che non siano confliggenti con l'interesse generale, tenendo conto che questo ragionamento si inserisce - io sono d'accordo con voi su questo - sul più complessivo ragionamento sulla gestione del territorio, quindi sull'atteggiamento che, sul turismo e sull'urbanistica, questo Consiglio regionale avrà nei prossimi mesi, atteggiamento importantissimo al quale noi Riformatori collaboreremo con iniziativa politica propria forte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Presidente, onorevoli colleghi, Assessori, intanto volevo chiedere - spero che la Giunta non abbia nulla in contrario e che i colleghi manifestino positiva indicazione in questo senso - lo spostamento dell'emendamento aggiuntivo all'articolo 2, in materia di lavoro, all'articolo 3, in modo tale da renderlo…

PRESIDENTE. Onorevole Uras, potrebbe dire il numero dell'emendamento?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Il numero 100, dall'articolo 2 all'articolo 3. La seconda cosa è questa: noi abbiamo uno Statuto, tutti conoscono i contenuti della legge costituzionale numero 3 e tutti sanno quanto incida il prelievo fiscale nel bilancio della Regione. Il bilancio della Regione è costituito da uno speciale trasferimento dello Stato in ragione del prelievo fiscale, che avviene nell'ambito del nostro territorio, per le iniziative economiche che si realizzano, e in ragione dell'imposta sulle persone fisiche. A questo si aggiunga una parte che è contrattata con lo Stato, per cui è stato oggetto di riforma l'articolo 8, relativo all'Imposta sul Valore Aggiunto.

Il nostro bilancio, complessivamente, è costituito da queste voci, le più importanti, oltre ai trasferimenti comunitari e a quelli di solidarietà, diciamo, nazionale. Per cui l'evasione fiscale, se è evasione fiscale ingente, è un danno per l'erario regionale in modo particolare, per il bilancio della Regione, quindi tutto ciò che si perde perché si realizza un'evasione fiscale, lo si perde come possibilità di intervento, di sostegno all'impresa, al sistema economico, al lavoro, di risposta al bisogno della nostra società, delle fasce più deboli della nostra popolazione, di contrasto ai fenomeni crescenti, purtroppo, di questi mesi e di questi anni delle vecchie e nuove povertà.

Quindi, sarebbe per noi, io credo, un'applicazione principale, che non è solo riservata allo Stato, perché l'articolo 9 dello Statuto speciale dà una competenza specifica alla Regione: "La Regione può affidare agli organi dello Stato l'accertamento e la riscossione dei propri tributi. La Regione collabora all'accertamento delle imposte erariali sui redditi dei soggetti con domicilio fiscale nel suo territorio.". Cioè, ci sono elementi perché la Regione sia parte attiva nella lotta all'evasione fiscale. E' una parte che la Regione non ha mai voluto esercitare, non l'ha esercitata nella precedente legislatura, non l'ha esercitata neppure nelle legislature che sono andate dal 1948 in poi. E ha fatto male. Non la esercita neppure oggi, anzi.

Io ascoltavo con grande attenzione l'intervento del collega Vargiu e, con un pochino meno attenzione, l'intervento precedente del collega Cherchi, che prefiguravano una grande difficoltà in capo all'amministrazione regionale e alle sue attività di promozione del turismo, attività di prima grandezza per l'economia regionale, perché si è intervenuti con le tasse sui panfili, sugli aerei, e cose di questo genere, le cosiddette tasse sul lusso, in un mondo dove un operaio per otto ore di lavoro, a rischio della propria pelle, così come è avvenuto in molti stabilimenti, non solo di altre parti d'Italia, ma anche di questa parte d'Italia, prende 1000 euro. C'è gente che gira in panfili che costano decine di milioni di euro e noi ci siamo preoccupati, io dico una preoccupazione sicuramente sincera, di qualche decina di migliaia di euro che i proprietari di questi mega panfili, che vengono a fare le vacanze e ad abbronzarsi nel mare della Sardegna, avrebbero potuto pagare per sostenere, guarda caso, il sistema dei servizi turistici, perché altrimenti sarebbe stato un segno di un paese progredito e invece noi vorremmo tentare di non essere in pieno un paese progredito. Dobbiamo cioè continuare a far pensare che la tutela del privilegio, che non può essere neppure lontanamente intaccato, è il valore principale di questa società moderna: il liberismo, il capitalismo così sfrenato, la mancanza di regole, tutto affidato al mercato, i grandi business finanziari che mandano il mondo in tracollo. Tutto questo è una buona cosa e tutti i grandi furbetti di questa terra hanno un panfilo che noi non dobbiamo sottoporre a nessun trattamento fiscale particolare.

Quindi non ci preoccupiamo dell'evasione fiscale, ma ci preoccupiamo di non incidere con un'imposta così iniqua sul lusso di alcune super categorie di ricconi del mondo! Credo che il taglio dovrebbe essere diverso, credo che noi ci dovremmo preoccupare dell'evasione fiscale, perché noi dobbiamo recuperare il massimo della provvista finanziaria, e non solo per coprire i debiti che, casomai, abbiamo fatto, perché l'abbiamo già detto, togliamo via la mistificazione, i residui più un debito pubblico particolarmente ingente, ma al contempo poco fondato, fanno sì che invece il sistema della finanza pubblica sia in sostanziale pareggio. Ma la provvista finanziaria, questa provvista finanziaria fresca, quella che deriva dalle entrate che sono consentite a termini di Statuto ci serve per fare le cose che sono utili al progresso della Sardegna.

Allora riconosciamo un merito alla precedente legislatura. L'Agenzia delle entrate è una delle agenzie tanto contestate che sono state innestate nel sistema pubblico regionale con la funzione di agire e se tutte le agenzie avessero funzionato, o se le avessimo messe nelle condizioni di funzionare, probabilmente il sistema pubblico avrebbe risposto meglio alle esigenze che noi abbiamo, ivi comprese quelle di contrastare l'evasione fiscale, recuperare risorse, avere migliori entrate, gestire meglio il patrimonio pubblico regionale, gestire meglio i proventi che possono derivare da un buon governo del demanio.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue URAS.) E qua io noto che interveniamo sulla struttura, al comma 16 dell'articolo si legge: "Il direttore generale è scelto mediante selezione pubblica per titoli; il personale dipendente dell'Agenzia è scelto mediante selezione pubblica per esami, per titoli, e per esami e titoli e/o mediante utilizzo di personale del ruolo unico dell'Amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.". Io mi ricordo una discussione, anche interessante, che fu fatta in sede di Commissione, sull'Agenzia delle entrate e la sua operatività.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io spero vivamente che questa sia l'ultima occasione nella quale ci troveremo a parlare di tassa sul lusso e di tassa di soggiorno. Qualcuno diceva, forse l'onorevole Sanna, che, dal 1948, lo Statuto sardo prevede la possibilità di istituzione di tasse sul turismo. Vorrei che si facesse una riflessione; se nessuno, nelle tredici o dodici precedenti legislature, ha pensato di esercitare questo diritto che lo Statuto Sardo ci ha dato, qualche motivazione ci sarà stata. Non credo che Paolo Dettori, che aveva portato avanti le politiche contestative nei confronti dello Stato, se avesse avuto uno strumento realmente praticabile, realmente utile per la Sardegna, lui e tanti altri che si sono trovati a fronteggiare momenti difficili per la Sardegna, se avessero avuto strumenti validi non li avrebbero esercitati; o c'è qualcuno che pensa che, nelle precedenti dodici legislature, sino alla tredicesima, non ci fosse nessuno capace di gestire il bilancio regionale? O che aspettavamo il personaggio super illuminato, capace di risolvere tutti i problemi ricorrendo a questo tipo di tassazione?

Allora, io non voglio fare analisi molto approfondite, credo che siano state in parte già fatte, certo è che rammarica il fatto che, a tre anni dall'istituzione di questa tassa, ancora non ci siano i numeri, ancora non si sappiano, io lo so perché so chi ha versato esattamente, almeno per quanto riguarda il settore nautico, le imposte, che non sono i singoli proprietari dei panfili, va smitizzato il fatto che questa tassa vada a colpire i ricchi proprietari degli yacht, il 90 per cento, esattamente il 92 per cento dei traffici nautici in Sardegna sono gestiti dalle Agenzie marittime, sono gestiti dai mediatori marittimi. Anche stamattina mi ha chiamato un'associazione del settore per sapere se la tassa c'è o non c'è, se è stata eliminata, perché essa decide in quali porti transitare, decide se includere o escludere la Sardegna dai flussi nautici, e stiamo parlando di imbarcazioni a cui tutti stenderebbero tappeti rossi per farle arrivare, perché un'imbarcazione, che arriva in un porto, lascia mediamente, se è un'imbarcazione superiore ai 30 metri, mille euro al giorno a persona imbarcata; quindi stiamo parlando di 100 imbarcazioni che danno, al sistema turistico sardo, lo stesso flusso di danaro di 100 mila camper, con un ben differente impatto ambientale.

Questo è. Perché se un camper per ogni persona lascia 10 euro e quindi 100 mila camper lasciano un milione di euro, cento yacht con dieci persone imbarcate lasciano lo stesso gettito quotidiano. La differenza è che non abbiamo il sistema infrastrutturale capace di sopportare nelle nostre strade 100 mila camper, avremo un inquinamento notevolmente superiore e quindi perde assolutamente di significato la connotazione che è stata data a questa tassa. Tassa ambientale, tassa di scopo, tassa ideologica, tassa che va a colpire, come bene ha detto il Capogruppo Uras, è una tassa che va in qualche maniera a sostituirsi al fatto che lo Stato non riesce a colpire l'evasione fiscale. Pertanto noi utilizziamo come redditometro il fatto che si abbia una barca e, così tassiamo coloro che probabilmente sono riusciti ad acquistarla in qualche maniera non pagando le altre imposizioni.

Ecco, il problema vero è che questa tassa è nata in maniera confusa e contraddittoria; le confusioni e le contraddizioni sono emerse anche oggi in quest'Aula perché nell'analisi, dal punto di vista teorico assolutamente corretta, dell'onorevole Gian Valerio Sanna, si parla di "riequilibrio territoriale", ma non si comprende come questo si possa sposare con l'emendamento verbale preannunciato dall'onorevole Porcu che, per quanto concerne la tassa di soggiorno, dice: "Lasciamo il 100 per cento ai comuni nei quali il reddito si è prodotto". Allora, se rimane il 100 per cento ai comuni costieri in cui si produce, evidentemente non può esserci riequilibrio territoriale.

Quindi dall'inizio troviamo contraddizioni su questa tassa che è stata, giustamente, secondo me, chiamata "tassa sul lusso", perché è vero quello che diceva l'onorevole Uras, non aveva nessuna capacità di incrementare le entrate della Regione; se noi andiamo a fare i conti, questa tassa ha incassato, nel 2006, 1 milione 200 mila euro, ma ne è costata almeno 2 milioni 800 mila, quindi è una tassa, una "Robin Hood tax" al rovescio, perché i sardi hanno pagato per imporre un dazio a chi veniva in Sardegna con la propria banca o con il proprio aereo. Vedi l'istituzione dell'Agenzia regionale delle entrate (otto persone, un dirigente) che aveva solo queste funzioni, il Corpo forestale dello Stato che è stato distolto dalle funzioni istituzionali della lotta antincendio nel momento più caldo, luglio e agosto, per andare a presidiare i porti, vedere chi e perché attraccava, anche l'attracco di soccorso, persone probabilmente molto formate dal punto di vista del diritto della materia forestale, ma che sicuramente non avevano una grande formazione dal punto di vista del diritto della navigazione.

Mi è capitato un episodio che credo ricorderò a lungo, un appassionato di nautica, che da 30 anni viene nei porti di Castelsardo e di Ajaccio, che tra l'altro ha anche origini sarde, mi diceva: "Nella mia vita, e mi pento ancora di questo, l'unico schiaffo che ho dato a mia figlia, gliel'ho dato quando è salita sulla barca con le scarpe, all'età di otto anni, per farle capire che la nautica ha delle regole proprie: si entra senza le scarpe. Quando una mattina mi sono visto bussare all'interno della mia barca cinque guardie forestali, con le scarpe piene di fango, che venivano a chiedermi se la barca era superiore ai 14 metri (era espresso naturalmente in piedi), e tra l'altro questa imbarcazione ha 13 metri, potete immaginarvi che idea mi sono fatto della Sardegna e della cultura nautica di un'Isola come la Sardegna". Io credo che questo tristissimo episodio si chiuda qui.

Il danno fatto all'immagine turistica della Sardegna è enormemente superiore al danno, che pure sicuramente ci sarà stato, legato allo spostamento del G8, mi auguro che non sia un danno irreversibile, certo abbiamo fatto ridere tutto il mondo, quando si è andati a defiscalizzare, per cercare di attrarre i grandi flussi, il turismo d'élite dal Golfo Persico alla sponda sud del Mediterraneo, noi siamo andati invece ad introdurre tassazioni che si creavano dei grossi problemi in termini di competitività. Ricordo, per esempio, è stato citato Pigliaru, che pure era Assessore quando la tassa è stata istituita, in un articolo pubblicato su La Nuova Sardegna, in un suo commento, diceva che la leva fiscale in materia di turismo va azionata con grandissima cautela e che, nella maggior parte dei casi, i danni che si producono sono enormemente superiori ai benefici che si ricavano per le casse della Regione, per le casse dell'ente che lo istituisce.

In altre Nazioni, in altri Stati, in Regioni, in Land come quelli tedeschi, questa tassa sarebbe stata disapplicata subito perché vige il principio che una tassa che costa più di ciò che ricava deve essere disapplicata dagli stessi funzionari. Ma credo che il discorso qui sia del tutto superato dal fatto che è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che ha levato di mezzo il 98 per cento del gettito di questa tassa. Sono rimasti yachte aerei sui quali pende un ricorso nella Corte di giustizia europea. Quindi, noi, eliminando questa tassa, leviamo di mezzo il contenzioso almeno per il futuro ma - e qui mi rivolgo all'Assessore - stiamo attenti perché comunque creiamo un problema, problema che riguarda chi ha pagato la tassa negli anni scorsi. In pendenza di un giudizio dinanzi alla Corte di giustizia europea (che coinvolge oltre l'80 per cento delle imbarcazioni che sono intestate a società, perché come sapete è molto difficile distinguere se la barca viene utilizzata soltanto per uso turistico e non anche per trasporto o come attività connessa a quella industriale), dovremo stare attenti a come chiudere la vicenda e a valutare se non sia il caso di ipotizzare una posta in bilancio, magari il prossimo anno, per restituire, com'è stato fatto per tutti coloro che hanno assolto all'obbligo di pagamento della tassa sulle seconde case, anche a coloro che hanno pagato per lo scalo dei natanti o degli aeromobili in Sardegna. C'è un giudizio pendente in Corte di giustizia europea, qualora il giudizio dovesse essere negativo, noi oggi non potremmo chiuderlo, lo dovremmo chiudere in qualche maniera...

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Presidente, l'articolo 2, è già stato ribadito e reiterato in questa discussione, norma la materia delle entrate. Io vorrei sottolineare che le norme in materia di entrate sono un indicatore che consente di misurare la capacità impositiva in questo caso del Governo regionale ed è uno dei cardini... Presidente, la pregherei di tentare di eliminare il brusio...

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Diana. Prego i consiglieri di prendere posto, chi deve conversare può farlo fuori dall'Aula. Grazie. Continui.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Dicevo che le norme in materia di entrate sono un indicatore che consente di misurare la capacità impositiva, in questo caso, del Governo regionale, tra l'altro è uno dei cardini che ha e sta ispirando il testo che è stato licenziato nei giorni scorsi sul federalismo fiscale. Quindi, io credo che la capacità impositiva sia lo specchio e la qualità dell'autonomia di un governo e segni, tra l'altro, anche una sorta di etica della responsabilità proprio perché, attraverso la capacità impositiva, si indica verso chi è rivolta la capacità impositiva. Quindi impone, a chi la mette in essere, di individuare i settori, le categorie che sono oggetto di questa capacità impositiva e di indicare anche come si utilizzano quelle risorse. Io credo che sia uno degli esercizi attraverso il quale emerge con molta chiarezza, ripeto, il livello di responsabilità e la capacità autonomistica e di autonomia di un Governo regionale.

Ora, su questa materia, è stato auspicato anche di non tornarci mai più, come ha fatto l'intervento che mi ha preceduto. Io ho avuto modo di apprezzare l'interessante riflessione che ha svolto su questo tema l'onorevole Vargiu. Credo che un Consiglio regionale, come il nostro, se riesce a spogliarsi da pregiudizi di carattere ideologico e di appartenenze quasi partigiane che non servono a nessuno, possa invece misurare se questa Regione debba dotarsi di una capacità impositiva e come articolarla. Io credo che sia necessario farlo, perché ritengo che abbiamo tutti quanti il dovere, anche attraverso la capacità impositiva, di concorrere ad attuare politiche che abbiano l'obiettivo della crescita in questa Regione, perché l'obiettivo principale in questa Regione, da troppi anni a questa parte, non soltanto certamente negli ultimi due mesi, è il problema della crescita economica, far aumentare il prodotto interno lordo, far aumentare la produzione di ricchezza. Questo è il problema che, da troppo tempo, da diversi lustri, ha questa Regione. Io credo che anche la capacità impositiva si muova in questa direzione.

Tra l'altro ieri, il Presidente della Commissione, il presidente Maninchedda, ci ricordava che, se non ricordo male, il 67 per cento del prodotto interno lordo di questa Regione è determinato dai trasferimenti, quindi io credo che ci sia un problema di aumentare la crescita in questa Regione; e credo che la si aumenti certamente e soprattutto adottando politiche di sviluppo economico, ma per adottare politiche di sviluppo economico è necessario avere anche risorse a disposizione.

Allora, io non disdegnerei neanche la possibilità di introitare 1 milione e duecento euro "misero" sulle casse della Regione, se questo potesse servire, seppur modestamente, per rimpinguare le casse. Tra l'altro, mi pare (è stato ricordato anche dall'onorevole Gian Valerio Sanna) che, negli anni passati, quelle risorse sono andate a rimpinguare la dotazione del fondo unico, quindi in qualche maniera una finalità precisa l'hanno avuta.

Ora, io capisco, dalla discussione che si è svolta anche oggi, che non ci sia assolutamente la disponibilità da parte della maggioranza nemmeno di discutere su quella che, impropriamente, ripeto impropriamente, è stata definita tassa sul lusso. Capisco ma non sono assolutamente d'accordo, perché davvero ho ascoltato attentamente, ho cercato di immaginare gli scarponi della Forestale che, con arroganza, per fortuna non erano chiodati altrimenti sarebbe stato anche peggio, sono andati a disturbare le vacanze di quel turista che era ancorato nelle nostre coste. Certo abbiamo l'interesse a mettere in essere politiche che favoriscano ovviamente l'arrivo in Sardegna di turisti, però io ora mi dico e direi a chi ha strumenti di analisi, che può darsi che non ne avesse la precedente Giunta, se stiamo a prendere per buono ciò che è stato ricordato oggi criticamente nei confronti del passato Governo regionale, e che quando si fa una critica a un qualcosa vuol dire che si hanno in mano strumenti che consentono di fare quella critica.

Allora, io chiedo, se è possibile, all'attuale maggioranza, alla Giunta regionale, di dirci quale può essere, rispetto alle perdite che abbiamo avuto con queste politiche, il vantaggio e se è misurabile questo vantaggio dall'eliminazione di queste tasse. Capisco che su questo non c'è la possibilità di un minimo di discussione e di dialogo con la maggioranza, io appartengo a quella categoria di persone che crede che lo Stato, in questo caso anche la Regione per la parte che può, debba chiedere a ognuno di noi in funzione della propria capacità di reddito, non può essere un qualcosa uguale per tutti, perché in questa maniera ovviamente si va alle iniquità di cui è permeata la nostra società in maniera abbastanza palese.

Ora io non capisco, ripeto, questo atteggiamento vostro, ma lo rispetto. Non capisco invece, ho davvero difficoltà insomma a darmi una ragione, il vostro atteggiamento sulla tassa di soggiorno. Ripeto, l'ho già detto altre volte anche in questa discussione, non c'è Paese al mondo, non c'è Regione, non c'è città in questo Paese, in cui nelle forme più disparate non si paghi una tassa di soggiorno, di ingresso o quello che volete. Non capisco soprattutto il vostro atteggiamento di fronte a una misura che demanda, in questo caso ai comuni, la facoltà o meno di istituirla, non capisco perché dobbiamo noi arrogarci il diritto di impedire, a chi volesse attuare quella tassa di soggiorno, di farlo. Davvero questo non lo capisco.

Abbiamo alcuni esempi, pochi, pochissimi, tutto quello che volete, però attenzione, qualcuno ha ricordato l'intervento di Pigliaru credo in questa Aula. Badate che, su queste politiche, ci vuole anche tempo, bisogna lavorare per creare una cultura diversa da quella che vige attualmente. I risultati non possono essere all'indomani del licenziamento di una norma. Io credo davvero che noi ci stiamo apprestando a compiere un atto di arroganza nei confronti degli enti locali.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, mi verrebbe da dire che c'è pervicacia nel portare a compimento una discussione che invece dovrebbe essere libera da pregiudizi e, come dice l'onorevole Uras che non vedo, da ideologie. Ora, nell'articolo 2 si è introdotto l'argomento delle entrate ed è un argomento che si è canalizzato esclusivamente su quella che è la tassa di lusso. Io posso capire che poteva essere posta all'attenzione dell'Aula una filosofia di come applicare delle imposizioni, delle tassazioni, nella Sardegna per dare una nuova impostazione generale dello sviluppo nella nostra Isola. Di tutto questo non se ne è parlato, al limite qualcuno ha ricordato che ci sono frange deboli della società che necessitano alcuni interventi ma, vivaddio, di impostazione filosofica di quello che vuol dire "tassazione" all'interno di una società, non se n'è parlato affatto. Anzi, si è continuato a persistere nell'errore di voler difendere a tutti i costi una cosa che è stata bocciata dal popolo sardo col voto. E' una delle cose che sono rimaste lì come pietre miliari a dire che è stato un errore. Non vi basta che già in altra circostanza vi abbiamo detto, come io stesso ho affermato in questa Aula, che vi era una sperequazione tra quelli che erano i costi e quelle che erano le effettive entrate nell'Agenzia delle entrate, e tutto ciò in momenti non sospetti, non quando eravamo maggioranza, quando eravamo opposizione vi davamo la dimostrazione di come stavate sbagliando. Ma il persistere nell'errore è proprio diabolico!

Ancora una volta si vuole per forza difendere tassazioni che non hanno apportato niente di positivo per la nostra Isola. Non ho sentito neanche dibattere sulle entrate che dovrebbero essere reclamate da un Governo centrale che ancora non ha soddisfatto le esigenze della Sardegna e che questa minoranza di oggi e maggioranza di ieri ancora non riconosce di aver sbagliato nella misura in cui, contrattando a nome di tutti i sardi una modifica dell'articolo 8 della finanziaria, ha accettato passivamente che una spesa, che ha costante aumento come è la sanità, possa essere accollata interamente alla finanza regionale, così come anche quella dei trasporti.

Allora io credo che ci dovrebbe essere da fare una seria riflessione e dire se non si è commesso qualche errore e verificare se, con quello che è dato vedere con i risultati di oggi, non possa essere approcciato diversamente il problema nel dire che c'è la necessità di garantire nuovi introiti alla Regione, magari in tempi di magra, di difficoltà, di obiettive crisi economiche che la Sardegna insieme a tutto il mondo vive e se è il caso oggi di aggiustare la leva fiscale e incidere ulteriormente sulle possibilità di drenaggio finanziario da parte di una società come quella sarda, io dico che potrebbe anche essere, ma se è mirato, se è indirizzato, se è per far riflettere, per convincere qualcuno che bisogna cambiare il sistema di vita, che bisogna cambiare il modo di essere partecipi di una società. Ma dietro c'è un ragionamento, c'è la voglia di cambiare, di fare qualcosa di diverso, non quello di arroccarsi nella difesa a oltranza di una tassazione che non ha prodotto entrate, né ha avuto una logica, perché la logica dell'ospitalità del turismo è ben diversa, lo ricordava poc'anzi l'onorevole Cuccureddu.

E' ancora più grave che non si approfondiscano temi che riguardano lo sviluppo complessivo dell'isola e all'onorevole Sanna, che parla di equiordinazione, che sicuramente vuol significare sussidiarietà, ma anche coinvolgimento complessivo del sistema autonomistico sardo, dico che non si fa bene per le zone interne, non si fa bene per i paesi che si stanno spopolando, pensare di ancorare allo sviluppo di quelle zone soltanto con introiti che non esistono, che non ci sono, che non sono venuti e che non verranno. Io credo che sia logico invece cominciare a fare un ragionamento più attento sulle zone interne, certo che non è momento di studio come qualcuno propone peraltro, è momento di azione, è momento significativo di dare palesemente (da parte di questa nuova maggioranza e invito la Giunta in questa direzione) una marcia in più verso le politiche di riequilibrio interno della nostra Isola. Non il chiacchiericcio e non la parola dichiarata o la solidarietà pietosa che spesso e volentieri in questa Aula è risonata. Credo che ci siano da ripercorrere, onorevole Diana, passi diversi, passi diversi! Lei che giustappunto viene da un mondo di solidarietà, lei che giustappunto viene da un mondo del lavoro, lei che giustamente in altre circostanze è stato paladino degli operai, oggi dovrebbe ricordarsi di quelle esperienze e di quelle difficoltà e marciare in questa direzione.

Io credo che queste cose dovrebbero fare significativamente riconoscere quelli che sono stati errori e quelle che possono essere prospettive per un futuro. Non c'è neanche prospettiva per voi, non c'è prospettiva per voi come minoranza oggi se continuate in questa direzione perché non vi ponete in una direzione seria, aperta, nuova, prospettiva per ricreare un ideale che vi veda compartecipi nella crescita di una nuova società improntata a nuovi valori e a nuove esigenze di vita quali quelle che si prospettano al di là di una nuova era che si pone davanti ai nostri occhi.

Se queste cose non maturiamo, all'onorevole Uras, che parlava di ideologia, ricordo, e chiudo, che è difficile pensare che una tassazione simile possa avere un riscontro obiettivo. Io mi ricordo che da giovane facevo i viaggi nell'Europa dell'est, forse per confrontarmi con quelle esperienze dove il comunismo viveva ed era vivo e vegeto. Allora volevo dire che avevo ragione ad essere partecipe di una società diversa, democratica, civile e occidentale. La prima cosa che mi chiedevano in quei paesi, prima di entrare, era una tassa, e non era una tassa di soggiorno, era una tassa che il mondo capitalista doveva pagare ad un altro mondo. Io non sto dividendo il mondo in classi, io non sto ponendo problemi di quella natura. Se mi si venisse a dire che una persona che viene in Sardegna deve pagare come tassa di soggiorno magari un euro a testa, io credo che sia molto più comprensibile, molto più attuabile, molto più proficuo di quanto invece non possa essere una tassa buttata così, senza nessun rispetto, senza nessun fondamento ideale, senza nessun percorso vero per un futuro che possa dare all'isola presenza nuova e notevole sviluppo turistico, quale quello che oggi non ha, proprio per queste prospettive.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Io non raggiungerò mai i livelli del collega Attilio Dedoni, cioè della vera e sincera passione politica, i suoi interventi sono assolutamente un esempio, e lo sono di più per coloro che avranno ancora tante altre legislature davanti. Ma, i colleghi del centrosinistra, nei loro interventi, come d'altra parte era agevolmente prevedibile…

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Alcuni colleghi.

PITTALIS (P.d.L.). Quelli che sono intervenuti…

(Interruzione del consigliere Ben Amara)

PITTALIS (P.d.L.). No, io dico quello che voglio, mi scusi. Che lei mi corregga… ascolti!

(Interruzione del consigliere Ben Amara)

PITTALIS (P.d.L.). Allora, onorevole Ben Amara, se lei vorrà replicare, si iscriva, non ho capito davvero cosa intenda dire. Io mi rivolgo ai colleghi della sinistra, se le fa piacere, e quindi delle opposizioni, che sono intervenuti sull'argomento delle entrate, i quali, debbo dire, hanno assolto bene il loro compito, che è quello di difesa di una impostazione che è totalmente divergente dalla nostra. Cioè il centrosinistra, per la verità non da oggi, e neppure limitatamente alla esperienza dei Governi regionali (ma è un atteggiamento che abbiamo rilevato anche nei Governi nazionali), ricorre alla imposizione ogni qualvolta bisogna alimentare le entrate e non conosce altro strumento che quello delle gabelle.

Voi immaginate se, oggi, il Governo nazionale, per far fronte ai gravi danni conseguenti all'emergenza abruzzese, in relazione alla calamità che tutti conosciamo, avesse fatto ricorso, inventandosi tasse di scopo o di altra natura, ad una imposizione fiscale, ad un prelievo sulle tasche degli italiani. Cosa che, appunto, il Governo di centrodestra nazionale, come quello di centrodestra regionale, non ha inteso e non intende assolutamente fare. C'è un'impostazione, chiamatela ideologica, chiamatela come volete, ma che su questo punto ci vede agli antipodi.

Allora, vedete, c'è una contraddizione di fondo nei vostri interventi, perché li incentrate, come è legittimo da parte vostra, su questa petizione di principio senza porvi il problema vero, che questo Governo regionale per la prima volta si pone, che è quello di combattere l'evasione fiscale, di cui non ho sentito minimamente alcun accenno da parte dei colleghi della opposizione. Se uno esamina l'articolo 2, onorevole Porcu, anziché divagare su temi che poco hanno attinenza con l'articolo in esame, noterebbe che l'articolo 2 si propone intanto la razionalizzazione, una puntuale regolamentazione del sistema delle entrate regionali, attribuendole ad un unico soggetto che è l'Agenzia Sardegna Entrate. In questo modo si vuol creare una procedura non soltanto virtuale, ma reale, concreta, di recupero di crediti, una unificazione delle procedure e dunque ridurre così al minimo tutte le insolvenze. Questo è iniziare a creare sistemi e procedure proprio per combattere l'evasione fiscale ed evitare che siano e diventino cronicamente inesigibili i crediti regionali.

Ma, davvero, quantomeno per dare atto anche di un altro aspetto, esaltatela come continuità di un'iniziativa della scorsa legislatura, ma non esaltare quella parte dell'articolo in discussione, che disciplina le agevolazioni IRAP a favore delle imprese, prevedendo una generalizzata riduzione delle aliquote ordinarie di un punto percentuale, quindi con benefici sul sistema produttivo isolano e non solo, (perché è estesa alle piccole e medie imprese, ma anche ai professionisti che si impegnano a non diminuire la base occupativa), non è mica cosa di poco conto. Non è una cosa che va sicuramente, in un momento di crisi come questo, esaltata e valorizzata? Tutto l'articolo 2 contiene una serie di interventi, anche quei lacciuoli, che la legge regionale numero 3 del 2008, riguardante l'attestazione del possesso dei requisiti necessari per l'accesso alle agevolazioni IRAP prevedeva, vengono eliminati o vengono riportati ad un sistema assolutamente decente e razionale.

Allora, perché non parlare di queste cose, colleghi? Perché incentrare l'argomento su un presunto venir meno di quella solidarietà, che è l'abolizione di quelle che impropriamente vengono chiamate tasse sul lusso, ma che sono delle vere e proprie imposte sul turismo e sui servizi al turismo? Vi siete chiesti (lo chiedo ad una persona intelligente come l'onorevole Gian Valerio Sanna, che ha parlato di interventi di solidarietà per le zone interne che ne conseguirebbero) quali sono i benefici, derivanti dall'applicazione di queste leggi, che hanno goduto finora le zone interne? A me non risulta. Mi risulta soltanto che è stato posto in essere un sistema di prelievo, dove i costi hanno superato quelli che in realtà dovevano essere i benefici.

Ecco perché noi vogliamo mettere una pietra tombale su questa partita, non solo su quelle imposte che danneggiano direttamente il turismo, perché hanno già creato danni al sistema turistico sardo, alla competitività del sistema turistico sardo, tanto più che, oggi, deve competere con i paesi del Mediterraneo, che hanno offerte a bassissimo costo e che, guarda caso, anziché… onorevole Biancareddu, chiedo scusa… anziché incentivare con interventi mirati proprio per creare un'attrazione, verso la nostra Isola, del turismo italiano e straniero, incentiva invece la fuga. Questo avete fatto e noi, anche con riferimento alla imposta sul soggiorno, abbiamo voluto eliminarla proprio per dare un grande segnale in questa prospettiva.

Poi voglio dire all'onorevole Sanna che il comma 17 non è stato inserito ad opera della Giunta regionale o della maggioranza, è un emendamento che ha come primo firmatario l'onorevole Uras, del centrosinistra, se perplessità ha da muovere, io penso che le risposte le debba dare la sua parte politica. E' un emendamento che noi abbiamo ritenuto anche di buon senso ma le assicuro che non nasconde assolutamente alcuna finalità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.L'articolo 2 che stiamo esaminando è un segno, una dimostrazione, che questa non è una finanziaria tecnica, non è una finanziaria fredda, quindi non è una finanziaria senza anima. In quest'articolo e nella questione che è stata ampiamente dibattuta stamattina è contenuta una scelta politica fondamentale in una materia centrale della politica regionale, che è la materia che va sotto il titolo dell'autonomia finanziaria di una Regione speciale come la nostra.

Vorrei dire all'onorevole Diana che è questo il punto, qui sta una differenza politica profonda, una differenza politica profonda sulla concezione dell'autonomia finanziaria per come la intendiamo noi e credo che non sia un intendimento sbagliato; l'autonomia finanziaria non consiste nell'autonomia e nella capacità impositiva, l'autonomia finanziaria consiste in una capacità molto più ampia che è la capacità fiscale, la capacità cioè che le Regioni, gli enti locali, ma in particolare le Regioni devono avere, noi dobbiamo lottare perché l'abbiamo sempre di più, la capacità cioè di utilizzare la leva fiscale per finalizzare le scelte che si fanno in questa materia per lo sviluppo economico e sociale della nostra Regione.

Il problema è che la capacità finanziaria non si può ridurre nell'imporre nuove tasse, ma nell'usare razionalmente, ai fini dello sviluppo, la capacità fiscale, la capacità di usare la leva fiscale, che noi ancora non possiamo usare e, quando l'abbiamo usata, a nostro giudizio, e credo non sia solo nostro, è stata usata male. Tra l'altro, vi contraddite, scusatemi, abbiamo un livello di entrate in crescita e voi giustamente fate vanto, io dico giustamente, divergendo in questo anche da alcune valutazioni che fanno altri colleghi della mia coalizione, personalmente riconosco che la conclusione della vertenza sulle entrate abbia delle possibilità molto buone per la Sardegna, contenga spunti interessanti e una prospettiva utile. Voi vi vantate di questo, ci sarà, voi prevedete, vedremo se sarà così, un livello di entrate superiori e segnalate il problema di un patto di stabilità che ci vincola nella spesa di queste entrate.

Insomma, diteci francamente, se condividete questa analisi: il problema della Sardegna è un problema dell'incremento delle entrate? No, non è questo il problema! Mentre conducevate la trattativa con lo Stato per la vertenza sulle entrate, vi siete affannati ad imporre nuove tasse che avevano scopi che noi abbiamo contestato, proprio per questo. Noi abbiamo il problema contrario, noi abbiamo il problema di ridurre la pressione fiscale, questo è il problema che attanaglia le questioni dello sviluppo del nostro paese, del sud e anche delle isole. Noi abbiamo il problema di strumenti finanziari che incentivano gli investimenti e lo sviluppo e che spesso vanno contro lo sviluppo perché diamo contributi ancora, perché questo ci è concesso. Contributi per chi apre stabilimenti industriali e li chiude dopo due anni. Quanti soldi abbiamo speso e non abbiamo la capacità invece di ridurre la pressione fiscale per quelle imprese sane che vengono, investono e stanno in Sardegna, o per i sardi che stanno e investono; questo è il problema centrale della politica per lo sviluppo.

Noi abbiamo criticato e critichiamo ancora, in questo momento facciamo e compiamo una scelta importantissima in questa legge finanziaria, una inversione di tendenza nella politica finanziaria perché, francamente, la tassa sulle imbarcazioni non l'abbiamo giudicata una tassa iniqua, onorevole Uras, onorevoli colleghi, adesso non c'è, non è iniqua, è una tassa inutile, permettetemi di dire: è una tassa idiota! Come idiota è l'invidia nei confronti di chi è ricco! Io e tanti altri di questo schieramento non siamo ricchi ma riteniamo che la povertà (e ci dobbiamo battere perché la povertà in Sardegna possa essere vinta) non si vinca combattendo la ricchezza, caso mai dobbiamo cercare di incentivare il sistema, di fare in modo che la Sardegna sia capace di produrre più ricchezza. Quando c'è più ricchezza, questa ricchezza potrà essere anche ridistribuita equamente, lì forse potremo stare insieme, ma finché questi due schieramenti, che si sono contrapposti anche nelle elezioni, puntano la loro contrapposizione su questi temi, non c'è futuro. La tassa sulle imbarcazioni è una tassa che semplicemente ha rischiato, e rischierebbe se fosse mantenuta, di comprimere la capacità di sviluppo del nostro sistema turistico, andrebbe a danno dei poveri, perché una imbarcazione che è facilitata a venire in Sardegna distribuisce ricchezza ai lavoratori, al sistema, agli artigiani, ai commercianti. Questo è il nodo, questo è il problema di fronte a cui si è trovata la Sardegna quando il centrosinistra ha voluto imporre questa tassa e credo che anche su questo sia stata giudicata la scelta.

Per quanto riguarda l'imposta di soggiorno, il discorso evidentemente è diverso, nessuno nega che sia possibile, ci sono Gruppi consiliari che hanno presentato, anche nella precedente legislatura, proposte di legge per disciplinare un possibile inserimento nel sistema della Sardegna di una tassa di soggiorno, di un contributo di soggiorno. Il problema è che i dati concreti dimostrano che quella legge, che noi oggi vogliamo abrogare, era anch'essa inutile. Ma quale atto di arroganza nei confronti dei comuni? Quanti sono i comuni della Sardegna, quante centinaia sono? Come mai tra questi comuni soltanto il comune di Villasimius e quello di Sorso hanno voluto utilizzare questo strumento? Ma perché? Leggiamo attentamente quella legge, le contorsioni che presentano i diversi articoli e i diversi commi, le difficoltà di attuazione di questa legge. Noi non abbiamo messo un cappello, un coperchio su questo problema; un possibile contributo di chi viene in Sardegna e che in qualche modo costringe il sistema anche ad investire e a spendere per organizzare il sistema dell'ospitalità può essere anche esaminato ma in maniera razionale, non come è stato fatto in quella legge che credo sia giusto abrogare, per essere magari sostituita da un altro strumento, vedremo, liberi la Giunta e il Consiglio eventualmente di fare proposte, si potrà analizzare, ma quella legge andava male.

Per quanto riguarda, e chiudo, il comma 17, il collega Pittalis ha argutamente sottolineato che davvero, onorevole Sanna, io mi stupisco, il confronto politico può essere anche aspro ma quando infiltra il veleno del dubbio e della possibile malafede, a volte si è ripagati in questo modo. Noi siamo lieti di poterle dire che può stare assolutamente tranquillo, quel comma 17 non deve agitare i suoi sogni, perché è stato proposto dai colleghi Uras e Salis, chieda a loro qual è il retro pensiero che avevano.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 20, 68, 69, 105 e sull'emendamento numero 149, che è un emendamento all'emendamento numero 68. Passo agli emendamenti aggiuntivi, sull'emendamento numero 70 c'è un'interlocuzione con la Giunta e ci si potrebbe rimettere all'Aula, chiederei trenta secondi per parlarne con la Giunta.

Per quanto riguarda l'emendamento numero 100, è stato richiesto dai presentatori di spostarlo all'articolo 3, quindi deciderà la Presidenza che cosa si farà.

PRESIDENTE. Era stato già deciso di spostare l'emendamento numero 100 all'articolo 3.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere è conforme a quello del relatore. Per quanto riguarda l'emendamento numero 70, la Giunta si rimette all'Aula, riconoscendo la validità del problema anche se si tratta sempre di norme che correttamente dovrebbero andare non nella legge finanziaria, però, se è un problema urgente, l'Aula decida.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 20.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signor Presidente, signori della Giunta e colleghi consiglieri, io intervengo sull'emendamento numero 20. Intanto voglio dire, rispetto alle dichiarazioni dell'Assessore che sono state fatte poc'anzi, che, quando si parla di problema della riduzione della pressione fiscale, penso che in quest'Aula non ci sia nessuno contrario, e penso neanche nessuno dei sardi e credo a livello nazionale nessuno degli italiani: tutti vorrebbero la riduzione fiscale perché evidentemente tutti quanti avremmo comunque un vantaggio. Allo stesso tempo, anche quando si parla di problema di lotta all'evasione, che prima lo stesso consigliere Pittalis evidenziava nel suo intervento, credo che siamo tutti quanti d'accordo.

Sull'emendamento numero 20. Noi abbiamo presentato questo emendamento che riguarda le attività economiche svolte nei territori comunali della Regione Sardegna da soggetti fiscalmente non domiciliati in Sardegna, cioè parliamo di società, di imprese, di lavoratori autonomi che hanno il domicilio fiscale al di fuori della Sardegna e che operano qua in Sardegna, con il comma di cui all'articolo 2 si chiede sostanzialmente ai comuni che segnalino, a Sardegna Entrate, le attività produttive svolte in Sardegna per le quali non si eseguono versamenti IRAP con codice tributo regionale. Chi è più addentro ai lavori sa che, sulla base normalmente del domicilio fiscale dell'azienda, dell'impresa o comunque del lavoratore autonomo che svolge l'attività, si utilizza un codice tributo in relazione al domicilio fiscale per effettuare i versamenti, e la normativa sull'IRAP prevede che, se le attività vengono svolte in un determinato territorio regionale, visto che è un'imposta regionale, il versamento venga effettuato presso la Regione.

Fin qua nulla da dire, nulla da discutere, anche in relazione a quello che, tra virgolette, abbiamo detto prima: lotta all'evasione come attività prioritaria. Per cui, seppure questo comma sia condivisibile, al fine del recupero di risorse IRAP con un maggiore gettito regionale per le attività svolte qua in Sardegna, quindi con maggiori entrate per il bilancio regionale, io credo che ci siano almeno due aspetti da verificare rispetto al comma così com'è stato scritto. Il primo, che peraltro proviene anche come esigenza formulata dal Consiglio delle Autonomie, è che i comuni non sono in possesso dei dati richiesti; cioè, quale tipologia di dato possono dare all'Agenzia regionale in relazione al gettito IRAP o alle attività svolte da questi soggetti che non hanno residenza nel territorio regionale? Il secondo aspetto è che, comunque, si sposta alle amministrazioni comunali, a mio modo di vedere, il compito della segnalazione, cioè una funzione non propria e anche, io direi, una funzione di tipo…

PRESIDENTE. Onorevole Caria, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente, annuncio il mio voto favorevole sull'emendamento numero 20 e dico che, per quanto riguarda le finalità del comma 6, io penso che si possa condividere e convenire sull'obiettivo che è quello di provare ad attrarre a tassazione l'imponibile IRAP che potrebbe sfuggire per effetto della non residenza in Sardegna di alcuni soggetti che dovrebbero essere assoggettati a questa imposta che, come sappiamo, viene trasferita poi alla Regione Sardegna.

C'è invece qualche perplessità, che ha già enunciato e illustrato egregiamente il collega Caria, sulle funzioni che vengono attribuite ai comuni, ai quali viene assegnato in questo caso un compito ispettivo di carattere fiscale, chiedendo loro di fornire anche notizie di cui non dispongono e che non possono avere. I comuni non sanno se questi soggetti hanno o meno versato le imposte, perché non possono nemmeno chiedere a quei soggetti eventualmente di fornire la giustificazione di questi versamenti, così come non possono sapere se questi soggetti hanno occultato o meno parte dell'imponibile IRAP perché non hanno gli strumenti per poterlo verificare. Pertanto, io penso che noi non dovremmo mettere in capo ai comuni oneri e responsabilità senza dare loro gli strumenti per poter comunque adempiere correttamente alle responsabilità loro affidate.

La Giunta dovrebbe in qualche modo studiare e verificare gli strumenti di controllo per il corretto assoggettamento all'IRAP degli imponibili di tutte le attività che vengono svolte in Sardegna, ma non può essere messo in capo ai comuni un onere di questo tipo. Quindi, io penso che, su questa materia, noi dovremmo soprassedere; la Giunta si faccia carico di trovare degli strumenti adeguati per l'accertamento dell'imponibile IRAP ma non trasferiamo ai comuni invece una responsabilità che non compete loro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Mi rendo conto che i tempi sono brevissimi e quindi cercherò di essere a mia volta altrettanto breve, però vorrei chiarire un punto che mi sembra che abbia creato un po' di confusione in alcuni settori.

Noi abbiamo fatto, onorevoli colleghi della minoranza, una buona legge, una legge che tiene conto delle esigenze delle imprese e delle difficoltà degli strati più deboli, dal punto di vista economico, della popolazione, una legge che non ha cancellato tra l'altro tutto quello che avete fatto voi nella precedente legislatura (ricordo i fondi per il programma "Ritornare a casa", l'incremento dei fondi per i comuni e per le province, quelli delle politiche sociali), quindi, non abbiamo fatto come voi che vi siete preoccupati di cancellare immediatamente tutto quello che aveva fatto chi vi aveva preceduto. Tuttavia questo non significa neanche che possiamo salvare tutto quello che avete fatto voi, quindi consentiteci di cambiare qualcosa altrimenti gli elettori potrebbero pensare che, chiunque vinca, le cose non cambiano e potrebbero essere tentati di votare per voi nuovamente la prossima volta, e noi questo vorremmo evitarlo.

Tra queste cose che abbiamo deciso di abolire rientra proprio la famigerata tassa sul lusso, mentre sulla tassa di soggiorno in effetti sono più possibilista come ha detto l'assessore La Spisa. Voglio dire forte e chiaro, a questo proposito, che noi Riformatori condividiamo totalmente e pienamente questa decisione, è stato bene farlo, è stato bene farlo subito e mi sorprende molto lo stupore dell'onorevole Soru che si chiedeva retoricamente in quest'Aula se era proprio necessario farlo subito. Sì, era necessario, era necessario farlo subito, e non tanto per l'impatto effettivo che questo provvedimento avrà sulla Regione o sulla gente, ma proprio per il suo profondo valore simbolico, quello di abolire cioè una tassa odiosa che rappresentava una ferita aperta sulla cute della nostra tradizionale ospitalità.

Le tasse sul lusso non proteggono le nostre risorse, come ha detto l'onorevole Zuncheddu, non proteggono proprio nulla. Poi c'è un altro significato che mi preme chiarire subito e credo sia importante farlo a nome del mio Partito ma anche a nome penso di tutta la maggioranza: noi siamo il centrodestra, nel nostro fenotipo ci sono evidenti tratti del liberalesimo, noi odiamo le tasse e, per quanto possibile, le riduciamo o le eliminiamo. Riteniamo che debbano essere mantenute al livello più basso possibile e che debbano essere pagate da tutti, per questo siamo contrari ad una tassa ingiusta, sostanzialmente inutile e che, per giunta, per quanto ne sappiamo, non ha neanche prodotto un reddito economico decente. Infine volevo annunziare, invece, il mio voto favorevole all'emendamento numero 70.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il comma 6 dell'articolo 2 introduce degli elementi funzionali a una attività di accertamento. Ed è sull'accertamento che io ho posto prima l'accento, perché? Per una questione di equità. La prima cosa è che il sistema fiscale italiano è regolato da una norma costituzionale, che chiama a contribuire alle spese per la comunità, per il sostentamento della comunità e lo sviluppo della comunità, tutti proporzionalmente, in questo Paese, questo principio è sistematicamente violato. E' sbagliato che se ne faccia una filosofia, è sbagliato che molti autorevoli esponenti dello Stato si pronunzino contro questo principio e contro la pratica corretta dell'intervento di accertamento dei redditi e il conseguente prelievo fiscale, perché la comunità, per regolare la sua vita, per avere una relazione armonica al proprio interno, ha bisogno di risorse.

Richiamo l'articolo 9 dello Statuto, lo dicevo prima, l'Agenzia sia messa nelle condizioni di lavorare e di attuare tutti i commi dell'articolo 9 dello Statuto, compreso quello di fornire, agli uffici finanziari dello Stato, ogni elemento utile all'accertamento dell'evasione e sia data la possibilità di intervenire con ogni mezzo su questo terreno. Se lo spirito del comma 6 è questo, io non voterò contro il comma 6.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 20.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 20.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e che i consiglieri Locci, Rodin e Stochino hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cuccureddu - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 56

astenuti 6

maggioranza 29

favorevoli 15

contrari 41

(Il Consiglio non approva)

Prego i consiglieri di non votare con la scheda dei colleghi assenti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 149.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, credo che questa discussione che si è svolta oggi sul tema delle tasse sia stata utile. E' utile perché dice parole chiare, le abbiamo sentite, e davvero scongiura il pericolo di creare condizioni di omologazione. Il tema delle tasse evoca per noi inevitabilmente, che lo vogliamo o non lo vogliamo, il principio (vorrei dire persino la vocazione naturale che dovrebbe avere la politica) per il perseguimento dell'equità sociale. Non ho conosciuto Stati democratici che si sostengono sull'abolizione delle tasse, non ne ho conosciuto, evidentemente questa propensione ad abolirle significa altre cose. Per noi, il sistema con cui si regge un sistema democratico è un sistema che si basa sull'equità sociale e sulla tassazione e la sua gradualità. Ognuno giudichi come vuole.

Per quanto riguarda invece la discussione che ha intrapreso intelligentemente l'onorevole Vargiu, vorrei dire solamente una cosa. E' vero, per me non c'è conflitto tra riequilibrio territoriale e implementazione del sistema turistico, però gli economisti, non io, io non sono un economista, però leggo e sento alcune cose, dicono che se il sistema turistico non è messo nelle condizioni di evolvere, di infrastrutturarsi, di dare un'offerta eccellente, anche quel mercato si esaurisce, si essicca, non produce più ricchezza e noi abbiamo necessità di guardare, alle parole che esprimiamo sulle nostre vocazioni, sulle nostre prospettive, in termini concreti. Non investire e non dare la possibilità ai comuni di dare qualità di servizi, migliorare l'offerta economica di quel settore, significa prima o poi accedere all'ipotesi di bloccarlo. Io credo che il pregio della scorsa legislatura sia stato quello di dire che l'equità sociale è un obiettivo della politica, è un valore della politica e delle istituzioni, e chi ha di più deve dare a chi ha di meno in un'ottica democratica, che non significa mettere i poveri contro i ricchi, ma cercare di corresponsabilizzare chi ha di più a beneficio di chi ha di meno.

Il prossimo futuro del regime del federalismo fiscale vi dovrà far rivedere abbondantemente le posizioni che avete espresso oggi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Colleghi, Assessore, intervengo su questo emendamento per dichiarare il mio voto favorevole, successivamente interverrò sull'emendamento numero 68. Devo dire, in particolare all'assessore La Spisa e all'onorevole Pittalis, di essere rimasto colpito dal tono delle loro repliche. Quando sono intervenuto sull'articolo, io ho evitato volutamente di parlare delle cose sulle quali eravamo già d'accordo; onorevole Pittalis, ricordo che quel comma sull'Agenzia delle entrate, che dà quelle funzione alle Agenzie delle entrate, lo abbiamo scritto noi nella nostra proposta di finanziaria, il taglio dell'IRAP l'abbiamo scritto nella nostra proposta di finanziaria, l'abbiamo confermato. Mi sembrava importante che questa Aula facesse una discussione di merito, evitando i toni ideologici. Ora, l'alzata di scudi sul centrodestra che lima le tasse, il centrosinistra che le alza, il richiamo dello stesso Assessore che parla, per le tasse sul lusso, di invidia nei confronti dei ricchi, mi sembra un tono non conforme al tipo di discussione che ci stiamo sforzando di fare. Noi abbiamo posto dei problemi seri, di merito, sulla tassa di soggiorno in particolare, perché ci sembrava un tema controverso; prendo atto che, ai problemi di merito che abbiamo posto, su un quadro federale verso il quale si evolve il nostro Paese e sui problemi specifici che incontreranno i comuni che hanno quest'anno già inserito quella previsione di entrata nel bilancio, non si è data risposta.

Io starei su questo livello di merito, perché, se poi vogliamo parlare dal punto di vista ideologico, possiamo andare a vedere se le tasse il Governo Prodi le ha tagliate o se la pressione fiscale è rimasta avanti, possiamo andare a parlare del Presidente del Consiglio che non invita a fare la caccia agli evasori fiscali, ma dice che evadere è normale, se c'è un livello di pressione fiscale alto. Se ognuno di noi decide di rifugiarsi nella propria, come dire, casellina, nella propria parrocchia, e di non approfittare del dibattito in quest'Aula per fare una discussione concreta sulle cose che siamo chiamati a correggere e a migliorare, lo possiamo fare, ma credo che non faremmo cosa utile.

Quindi io invito a stare sul tema, invito a parlare delle proposte che il centrosinistra e questa minoranza si è sforzata di fare, e si è sforzata di fare anche in questa circostanza. Siccome il tempo è finito, interverrò sul prossimo emendamento in dichiarazione di voto per rispondere puntualmente ad alcune questioni che avete sollevato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, ritengo anche io che la campagna elettorale sia finita e che, in ogni caso, non dobbiamo limitare il nostro dibattito su questioni ideologiche. Credo che, dall'intervento dell'Assessore, siano emerse alcune cose, intanto che userete, con una capacità diversa, ma userete, la leva fiscale, d'altronde sarete chiamati a farlo anche col federalismo fiscale. Ci dite che la vertenza entrate è una prospettiva interessante, ne prendiamo atto. Riteniamo che queste imposte, pur limitate nella raccolta, e ne eravamo consapevoli, avevano come obiettivo quello di rafforzare la coesione territoriale, di alimentare un fondo di riequilibrio per i comuni, di solidarietà, destinato agli investimenti, anche turistici, delle zone interne contro lo spopolamento, in aree dove cresce il disagio sociale, questo in linea con una politica complessiva che abbiamo attuato nella scorsa legislatura.

E' quindi contraddittorio, anche nel quadro dell'attuazione del federalismo fiscale, del federalismo interno, abolire, cancellare questa tassa, soprattutto la tassa di soggiorno che i comuni facoltativamente potevano introdurre, ed è dovuta all'utilizzzo di beni naturalistici ed ambientali della Sardegna, come tra l'altro l'Anci e il Consiglio delle autonomie locali vi hanno fatto notare. Ecco, voi avete fatto, almeno nelle dichiarazioni di principio, all'inizio di legislatura, della partecipazione, del coinvolgimento, della concertazione, un elemento distintivo, lo mettete al centro delle vostre politiche. L'Anci vi ha scritto, ve lo ha detto il Consiglio delle autonomie locali, si esprimono forti perplessità sulla soppressione dell'imposta di soggiorno, facoltativa per i comuni, sulle tasse sugli approdi di unità da diporto e aerei ad uso privato. "Tale materia" - leggo il parere del Consiglio delle autonomie locali - "investe non solo il merito delle questioni, ma anche e soprattutto il grado di autonomia che la Regione intende esercitare in materia di imposizione fiscale alla luce di quanto il Parlamento ha sancito in termini di federalismo fiscale". Allora, io credo che almeno un confronto, anche alla luce di ciò che ci siamo detti nella seduta congiunta tra il Consiglio regionale e il Consiglio delle autonomie locali, andava avviato, e che la partecipazione sia un fatto che va vissuto, se vuole essere il cuore della politica di questa Regione.

Allora almeno su questo argomento credo che (lo faremo successivamente, perché avete comunque detto che, attraverso una proposta di legge, in maniera diversa probabilmente, andrete a rivedere anche una forma di tassa di soggiorno), nel merito delle cose, dobbiamo ritrovarci e discutere, non su questioni ideologiche e neanche su questioni di retroguardia.

Quindi, il voto su questo emendamento, che va comunque a rafforzare anche la quota attribuita ai comuni sulla tassa di soggiorno e, in qualche caso, come nell'emendamento proposto adesso dal collega Porcu, va a destinare questi proventi per le popolazioni…

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori.). Presidente, io approfitto di questa dichiarazione di voto anche per chiedere se sia stata accolta la mia richiesta, avanzata in discussione generale, di spostamento dell'emendamento numero 100 all'articolo 3. Sull'imposta di soggiorno, io dico che sarebbe già utile che noi riuscissimo a pagare tutti le imposte che sono definite in sede di legge dello Stato. Le imposte non sono un danno, le imposte sono una necessità, non esiste Stato che non abbia un sistema impositivo, non esiste Stato, tantomeno democratico, che non abbia un sistema attraverso il quale ogni cittadino contribuisce alla sua gestione, non esiste Stato se non ha una cassa comune dove si mettono le risorse per programmare lo sviluppo, la crescita economica e sociale dei suoi territori.

Quindi le imposte non solo non sono un male, lo dico a chi pensa, a chi prefigura filosofie di questa natura, le imposte sono un bisogno, sono l'essenza, sono uno degli elementi essenziali dello Stato democratico. In Italia c'è una disfunzione, le pagano i lavoratori dipendenti e non le pagano gli imprenditori, così le statistiche ce lo raccontano, e quindi bisogna intervenire a migliorare il sistema di prelievo. Le imposte di scopo in generale hanno un'utilità, che migliora la qualità dei servizi a favore degli utenti. Questa era la filosofia della tassa di soggiorno, secondo me, utile. Questo emendamento fa sì che la Sardegna possa contribuire, in termini di solidarietà, a una realtà che ha subito una così pesante calamità naturale come quella del terremoto in Abruzzo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto.).Rapidamente, l'onorevole Bruno diceva che la campagna elettorale è finita, per me, per l'onorevole Barracciu e per l'onorevole Calia, che vedo qui dietro, sta iniziando in questi giorni. Però, chiaramente, non avranno ripercussioni le votazioni sulla campagna elettorale in corso. La tassa di soggiorno, della quale non ho avuto modo di parlare prima, non solo non è una necessità, è anch'essa del tutto inutile, e credo che, per rispondere a chi mi ha preceduto, non creiamo nessun problema al bilancio del Comune di Villasimius, che sarà l'unico comune che la applicherà, perché il Comune di Sorso sta andando a elezioni e la maggioranza si è proprio squagliata attorno a questa imposizione. Non creeremo nessun problema perché il 50 per cento che resterebbe al Comune di Villasimius andrà sicuramente compensato dai costi di accertamento, riscossione e liquidazione che sono totalmente posti a carico dei comuni.

Per quanto riguarda invece l'effetto negativo, io l'ho già detto in Commissione, i tour operator pubblicano i cataloghi sulla Sardegna con un anno di anticipo e il costo deve essere onnicomprensivo, non si può pensare di vendere sul mercato dicendo poi che alla spesa, per una famiglia di quattro persone che rimane dieci giorni, si devono aggiungere 80 euro perché il comune ha deliberato quindici giorni prima, diventerebbe poco credibile il tour operator. Abbiamo parlato con grossi tour operator, quali TUIFly, ad esempio, che gestisce anche compagnie aeree, che ha escluso la Sardegna in assenza di certezze. Non si può pensare di vendere Villasimius separatamente da Alghero, da Porto Cervo, è già difficile vendere la Sardegna nel suo insieme, quindi serve una legge - se si vuole imporre una tassa - chiara, io sono d'accordo per esempio sul modello corso, che è quello della tassa di ingresso. Credo che la tassa d'ingresso, posta sui vettori aerei o navali, possa servire, in quel caso sarebbe una vera tassa, non un'imposta, quindi avrebbe uno scopo preciso e diretto a finanziare i costi che oggi affrontiamo per sostenere il low coast, chi entra in Sardegna ci consentirebbe anche di mantenere questi vettori. Questa potrebbe essere una soluzione che credo l'onorevole Capelli avesse in qualche maniera già enunciato nella precedente legislatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, io non sono voluto intervenire in fase di discussione generale, perché a volte è inutile ripetersi. In questo caso, noi voteremo contro questo emendamento, siamo per l'abrogazione della tassa di soggiorno, così com'è concepita nelle finanziarie degli anni scorsi; siamo contrari, ribadisco, a esaminare questo tipo di provvedimenti in finanziaria, perché credo che meritino una discussione molto più ampia, una fase concertativa molto più ampia, ribadiamo, però, il concetto che siamo assolutamente favorevoli (e lo dimostra la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura dal nostro Gruppo) sul contributo di ingresso, cioè ritengo che, con sostituti d'imposta ai vettori navali e aeroportuali, con un quantum, che va discusso in Aula con legge specifica, si potrebbe richiedere, a chi non è residente in Sardegna, un contributo dai 3 ai 5 euro sul biglietto aereo o navale, facilmente riscuotibile perché in Sardegna si arriva, ahimè, o per fortuna, soltanto attraverso via aerea o navale, che potrà essere facilmente quantificabile senza determinare oneri aggiuntivi per la riscossione.

Poi, bisognerà discutere, ovviamente, sulla destinazione da dare a questo ulteriore introito per le casse regionali, e a quel punto si dovrà aprire una discussione per il miglior utilizzo di questa ulteriore entrata, che non amo chiamare "tassa", anche se è più semplice definirla, ma lo definirei "contributo di ingresso". Su questo credo che torneremo, almeno noi solleciteremo il fatto che, al più presto, se ne riparli, come su una proposta di legge, su un disegno di legge, se la Giunta lo vorrà presentare, e che ci sia un'ampia platea, esterna al Consiglio regionale, da cui assorbire eventuali suggerimenti che possano però concettualmente far capire che la Sardegna è pronta, se non lo era ieri, a un contributo di ingresso che possa essere utilizzato sia per la salvaguardia ambientale, sia come contributo di solidarietà per i territori svantaggiati della nostra Isola.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 149, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 68.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Naturalmente dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 68 e le anticipo, Presidente, vista la rapidità con cui lei richiama il voto, la richiesta di voto elettronico palese e la prego anche di prendere nota, così evitiamo l'affannarci e il muovere le mani. Le chiederei anche, visto che questa minoranza mi sembra sia anche molto collaborativa, di aiutarci almeno a preservare alcune prerogative che ci rimangono, aiutandoci a svolgere la nostra funzione.

Sull'emendamento numero 68, accolgo l'invito a ridiscuterne, se sarà possibile anche in Commissione, o in altre sedi, perché mi sembra che la maggioranza sia orientata alla bocciatura della tassa di soggiorno; ricordo però che una cosa è la tassa d'ingresso, e una cosa è la tassa di soggiorno. La tassa di ingresso è un'imposta regionale, voi vi state assumendo la responsabilità di cancellare un'imposta locale, oggi, voi state togliendo ai comuni la facoltà di imporre una propria tassa e destinarla a servizi locali, a servizi per piccole cooperative, servizi capaci di attrarre il turismo, oggi, voi vi state assumendo la responsabilità di mettere in atto un federalismo fiscale alla rovescia. Assessore, lei ha chiesto prima se c'è bisogno di risorse; io credo che di risorse ci sia sempre bisogno, e non siano sufficienti neanche le nuove che arriveranno, perché certamente c'è una scuola che non riusciremo a ristrutturare, certamente c'è una famiglia in stato di povertà che non riusciremo a raggiungere, certamente c'è un comune che vuole mettere in atto una propria politica di sviluppo locale che non riusciremo a incentivare. Quindi, poiché queste tasse hanno una logica e queste imposte magari hanno anche la contropartita di un servizio, credo che dobbiamo con attenzione valutare quello che è possibile fare.

Oggi voi state rifiutando di farlo, avreste dovuto fare la discussione di merito in Commissione, state cancellando un'esperienza importante e virtuosa e ve ne assumete pienamente la responsabilità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, ho ascoltato con attenzione il dibattito, e mi pare che si sia un po' caduti nel tranello, passando da una discussione più tecnica, nel merito della questione, ad una questione più ideologica, fino a punte addirittura di forte ideologizzazione della materia. Assessore, anche lei è caduto nella trappola, fino addirittura ad accusare noi di provare non so quale sentimento di invidia per coloro che stanno meglio, per coloro che hanno di più. Bene, le posso confermare che non nutro sentimenti di invidia per nessuno, noi non abbiamo questa invidia nei confronti di chicchessia e, soprattutto, invece, per nostra tradizione e cultura, noi speriamo che tutti possano vivere una vita felice, dignitosa, decorosa, che a tutti siano date opportunità di lavoro e, quindi, di più, noi ci auguriamo che tutti stiano meglio, non che tutti stiano peggio. Proprio per questo abbiamo introdotto emendamenti in soccorso alle povertà, alle nuove opportunità di lavoro, per dare qualche certezza in più ai giovani, assegni di merito, buoni studio, proprio perché molti stiano meglio, non perché tutti si stia peggio. Quindi, lasciamo cadere queste accuse che non trovano fondamento.

Sull'emendamento e sul provvedimento in sé, io credo che andrebbero rivisti i pareri espressi, come quello espresso dal Consiglio delle autonomie locali, che mi pare sia l'organismo che rappresenta province e comuni, oltre l'ANCI, che, appunto, leggo testualmente: "Il parere del Consiglio delle autonomie locali, sul punto relativo all'imposta di soggiorno, esprime forti perplessità sulla soppressione dell'imposta di soggiorno facoltativa per i comuni, e delle tasse sugli approdi di unità da diporto ed aerei ad uso privato". Insomma, sono gli stessi comuni e l'organismo di rappresentanza dei comuni e degli enti locali che esprimono forti perplessità su questo taglio. Dirò di più, i numeri, come quelli sulla crescita dei turisti e delle imbarcazioni presenti nei nostri porti, confermano che questa non è stata un'imposta che abbia scoraggiato il flusso turistico nella nostra Regione, semmai bisognerebbe investire di più, perché questa è la lamentela, in servizi turistici, in migliore ospitalità per coloro che vengono in Sardegna, farò un esempio: si parla…

PRESIDENTE. Onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Intervengo per una dichiarazione di voto e per reiterare quanto ho già detto. Io ho ascoltato con attenzione tutti i colleghi della maggioranza che sono intervenuti, sarà un limite mio, non ho la pretesa, com'è stato ricordato qualche ora fa, di bussare alla porta dei cervelli anche perché non sempre si rischia di trovare qualcuno. Però, io non capisco una cosa, ho registrato la risposta, anche forte, dell'onorevole La Spisa, non la condivido, io non capisco come questa Aula possa impedire, perché questo ci apprestiamo a fare, "impedire" a un consiglio comunale di assumere un impegno attraverso l'imposta di soggiorno. Davvero non lo capisco, non c'è ideologia, non c'è nulla, mi pare che ci sia un retaggio culturale volto a cancellare tutto quello che si è fatto in passato in questa direzione. E' stato testé richiamato l'impegno, la richiesta dell'ANCI, dall'onorevole Zedda, davvero non capisco con quale coraggio il Consiglio regionale impedisce; ripeto, è un'arroganza istituzionale, ma è pur sempre un'arroganza. Io non capisco questo, davvero! Finisco dicendo che ovviamente voterò contro ma davvero, Assessore, la pregherei di essere appena appena più esaustivo sulle ragioni politiche, non soltanto sui depliant dei tour operator.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.), relatore di maggioranza. Io non sono di centrodestra e ragiono sulle tasse in maniera molto laica. Attualmente lo Stato italiano sta costringendo i Comuni a vivere, per circa il 38 e il 40 per cento, su TARSU e ICI, e la tendenza dello Stato è quella di dire ai Comuni: "Tassate i vostri cittadini per finanziare le vostre funzioni". Noi, diceva un collega, adesso non ricordo chi, andremo a discutere il federalismo fiscale e dobbiamo ragionare di queste cose, cioè dobbiamo ragionare di come il sistema delle funzioni si alimenta sul sistema della tassazione, con un limite che è un limite della libertà degli individui. Perché, in qualunque modo la si pensi, c'è un livello che tutti dobbiamo conoscere: quanto più la pressione fiscale non corrisponde alla qualità dei servizi, tanto più è ritenuta lesiva della libertà non solo individuale, ma anche sociale.

Per quel che mi risulta, su questi temi c'è in corso una discussione che attiene a ciò che noi andiamo a fare sul federalismo fiscale. Badate, la tassa di scopo, tra l'altro, è una tassa che non guarda in faccia la ricchezza del singolo perché pagano tutti allo stesso modo e l'euro che pago io per entrare a La Maddalena su di me incide molto meno di quanto non incida su quello che paga una persona che invece ha un reddito inferiore al mio. Questi sono i termini della questione.

Su tutto il sistema fiscale occorre riaprire una discussione, liberando anche i cittadini dalla pressione indebita e certamente anche consentendo ai comuni le cose possibili, ma tra le prepotenze io vorrei ricordare all'onorevole Diana una cosa curiosa, c'è un solo comune in Sardegna che ha deciso in consiglio comunale che un progetto non dovesse andare alla Valutazione di impatto ambientale. Sa qual è? E' il Comune di Villasimius. C'è un solo comune che, dinanzi a tutte le richieste reiterate di sapere dov'è finita la necropoli punica di Villasimius, non dice una parola. Non c'è più quella necropoli. Probabilmente al suo posto ci sono tre buche da golf.

Allora, io penso che, su questi argomenti, anche sulle micro prepotenze dei comuni, noi faremo bene realmente ad entrare nel merito e a discuterne e io non sono per niente convinto che quando si parla di comune si parla necessariamente di interesse generale. Spesso matura una autotutela dell'amministrazione rispetto alla libertà degli individui che noi non abbiamo adeguatamente...

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io rilevo, devo dire anche molto scandalizzata, il fatto che sia stata dedicata mezza giornata di dibattito per l'abbattimento delle tasse, tenendo conto che la Sardegna è la Regione sicuramente più povera in Italia e c'è la stessa relazione che esiste fra la Corsica e la Francia. Noi ci troviamo in una situazione rigorosamente di colonialismo e ci consentiamo in questa sede il lusso di parlare, di discutere, di scannarci perché queste tasse devono essere assolutamente abbattute.

Io vorrei anche rilevare un altro dato. Siccome io parlo di tassa anche per il ripristino ambientale, il nostro ambiente non può essere alla mercé di tutto perché è l'unica ricchezza che noi abbiamo. Quindi, io penso che sarà cura del centrodestra (o dovrebbe esserlo), del centrosinistra come del centrodestra e come di tutte le forze sardiste, tutelare queste entrate. Trovo sinceramente fuori luogo questo dibattito e spero che si rifletta a lungo su questa posizione.

PRESIDENTE. E' stata chiesta la votazione nominale sull'emendamento numero 68 dal consigliere Porcu.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 68.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Oppi e Tocco hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - SECHI - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 22

contrari 40

(Il Consiglio non approva)

Passiamo all'emendamento numero 69.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il voto favorevole a questo emendamento. Io continuo a dirlo perché ne sono francamente convinto. Noi abbiamo parlato qua, lo diceva prima la collega Zuncheddu, di imposte e abbiamo, nella precedente legislatura, probabilmente anche trovato uno strumento non di grande efficacia ma simbolico, importante, che diceva sostanzialmente che, essendo il nostro patrimonio ambientale un patrimonio di grandissimo valore, chi ne usufruisce deve collaborare con l'amministrazione a preservarlo. Questo era il senso ed era anche un senso, diciamo ancora meglio, spiegato quando individuava alcuni soggetti, in modo particolare quelli con maggiore disponibilità, a contribuire a questo sforzo.

Badate, avremmo potuto fare di meglio, io ne sono convinto, perché la grande evasione fiscale (lo dico all'Assessore proprio perché va riflettuta la posizione che noi abbiamo espresso circa l'attivazione piena dell'articolo 9 dello Statuto) noi l'abbiamo nel mercato estivo delle seconde case. Noi abbiamo un'evasione fiscale di portata e di dimensione assolute. Questo è un capitolo da aprire. Sono convinto che questo emendamento sarà contrastato dalla maggioranza, noi lo difendiamo, difenderemo il principio, e sarà uno dei terreni di confronto politico con la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo per ribadire il voto favorevole. Non c'è stato tempo di discutere nel merito neanche su questo emendamento che, tra l'altro, interviene e ristruttura quella che era la tassa di soggiorno e la rende sempre più legata ai servizi che chi viene in Sardegna può ottenere e può tenere legati ad un impegno che abbiamo preso con l'approvazione del Piano paesaggistico regionale e con la tutela del nostro grande patrimonio ambientale. Credo che noi dovremmo avere il coraggio, e spero che lo avrà anche l'attuale maggioranza, di preservare questo patrimonio e farlo diventare la base per la ricchezza e la prosperità non solo di chi è in Sardegna oggi, ma anche di chi verrà dopo di noi. Questa è la grande scommessa, questa era la logica di questa imposta, non era quella di alzare le tasse per le tasse, assessore La Spisa, era una logica all'interno di un impegno che la nostra collettività, la nostra comunità, la nostra classe dirigente prendeva con le generazioni future, per le generazioni future, per far sì che questo patrimonio che ci è stato tramandato, possa arrivare a chi viene dopo di noi continuando a creare occasioni di ricchezza. Per farlo c'era bisogno dell'aiuto di tutti, certamente c'è bisogno di chi ha di più. Chi meglio di colui che, proprio perché gira il mondo, si confronta, approda in vari porti, può capire il valore e anche il costo del rinunciare a qualcosa del presente per avere un qualcosa nel futuro in termini di sviluppo sostenibile che implica la scelta che questa Regione coraggiosamente ha voluto fare con le sue politiche ambientali. Dichiaro il voto favorevole e chiedo la votazione nominale, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, intervengo per esprimere il mio voto contrario a questo emendamento, in coerenza con le osservazioni che abbiamo fatto nelle precedenti finanziarie, e per ribadire che questi provvedimenti definiti "tasse sul lusso" mantengono quei conflitti interpretativi di ordine anche applicativo, di carattere dottrinario e giuridico, non dobbiamo dimenticarlo, e sono norme che possono rallentare, come a mio avviso hanno fatto nel tempo, modelli di turismo che sono di assoluta eccellenza, in una Regione come la nostra, che hanno consentito questi modelli di realizzare una concreta integrazione tra i territori costieri e l'interno e non possono essere messi in discussione da imposizioni che non hanno avuto nemmeno il consenso della gente perché noi, su questo, politicamente ci siamo spesi con coerenza e la gente pare che si sia pronunciata diversamente.

Ritengo comunque che l'impatto, in termini di reale efficacia positiva, nei riguardi della Regione, di queste imposte non sia davvero dimostrato, anzi sia dimostrabile il contrario. Inoltre l'impressione, soprattutto in territori, come quello che io rappresento, votati al turismo, è che ci si sia trovati davanti a provvedimenti impositivi, indirizzati a colpire soggetti, con effetto punitivo, con i riflessi di immagine negativi e potenzialmente dannosi anche per il mantenimento dei posti di lavoro correlati per esempio al settore nautico, come io ho ribadito anche in un mio precedente intervento. Inoltre, e lo dimostrano alcuni interventi, persistono visioni in cui non certamente viene meno quel connotato di natura ideologica preventivamente ostile ai possessori di ricchezza. Tutto in contraddizione con le azioni di investimento, in settori come quello turistico nautico, che dovrebbero essere intraprese per poter affrontare la concorrenza di altri Paesi che se ne guardano bene dall'imporre ulteriori gravami ai turisti che si desidera attrarre.

Io penso che il turismo si faccia giorno per giorno, che bisogna investire in infrastrutture e risorse e che i collegamenti con l'interno richiedono la ripresa di discorsi sulla viabilità interna; io rappresento il problema e lo rappresenterò...

PRESIDENTE. Onorevole Lai, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, Assessori e colleghi, ho sentito alcune argomentazioni che, devo dire la verità, non mi convincono affatto. Non credo che sia più giusta la tassa d'ingresso, cioè, se si parla di equità, di possibilità di non incidere, come diceva l'onorevole Maninchedda giustamente, con tasse indirette che colpiscono quindi in modo indiscriminato le persone a prescindere dal reddito, cosa diversa per le tasse dirette, la tassa di ingresso colpisce anche colui che si reca per una visita a un amico, a un familiare che sta male in Sardegna e riparte il giorno successivo in periodo non estivo senza trascorrere alcuna vacanza, senza avere alcun tipo di scopo o di fine ludico per il soggiorno in Sardegna.

Siccome noi sappiamo che abbiamo tanti emigrati e tante persone che hanno rapporti, diciamo, con la popolazione residente in Sardegna ma non sono essi stessi residenti in Sardegna, bisogna valutare bene e stare attenti anche alle proposte che si fanno perché rischiamo di andare in una direzione opposta e contraria rispetto a quello che poi viene detto. Vi sono delle difficoltà obiettive e oggettive dei comuni costieri che vedono crescere di dieci volte, quindici volte, la popolazione residente nei loro territori e comporta anche questo servizi, spese nella gestione di infrastrutture, urbanizzazioni e quant'altro appunto per quei comuni che sopportano questa massa di turismo solo nel periodo estivo senza avere alcuna ricaduta nel periodo invernale.

Ho visto anche la tabella sui costi, per un "470", la quota di iscrizione, compresa la tassa di iscrizione, allo Yacht Club e il rimessaggio della barca a terra (non a mare perché si tratta di piccole barche per la vela agonistica) costa 580 euro all'anno. Insomma, secondo me, far pagare a una persona che ha una barca da 60 metri, senza nessuna invidia, 500 euro, non è una cosa che grida vendetta e neanche che crea una rovina al patrimonio economico di uno che possiede uno yacht da 60 metri. Questo comporta inquinamento, spese per la sicurezza che, in qualche modo, devono essere coperte con altre risorse che quei comuni devono sottrarre magari ad attività per i servizi sociali o per attività culturali, appunto perché non hanno ulteriori entrate da parte di coloro che invece usufruiscono del mare, delle coste e dei servizi a terra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Intervengo solo per dire qualcosa di diverso. Dagli interventi che si sono succeduti è parso chiaro a tutti che c'è una posizione ideologica da parte della maggioranza, un'altra posizione da parte della minoranza. Credo che sia altrettanto inutile continuare a parlare di queste cose. In effetti, la maggioranza ha dimostrato sino a oggi che quella tassa probabilmente ha prodotto poco, l'opposizione crede che sia ancora utile, però ritengo che, arrivati a questo punto, sia davvero inutile continuare. Necessitando appunto l'approvazione urgente anche della finanziaria, credo che sia più utile passare subito al voto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Rinuncio per passare direttamente al voto.

PRESIDENTE. Onorevole Campus, apprezziamo la sua disponibilità soprattutto per aver accolto l'invito dell'onorevole Cocco.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 69.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Ben Amara e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Bardanzellu e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 18

contrari 37

(Il Consiglio non approva)

Metto ora in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 70.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. La Giunta, nel condividere il parere della Commissione di rimettersi all'Aula, chiedeva però il senso dell'urgenza di questo emendamento, presentato dai colleghi Porcu, Bruno eccetera. Allora, l'emendamento coglie nel segno perché rimedia ad un fenomeno che si sta verificando nell'Università. Un ragazzo che si iscrive in Biologia per poi passare in Medicina, al secondo anno, non ha la portabilità dei crediti, quindi si trova, anche se è uno studente modello, a dover "rinunciare", a essere superato in graduatoria da colleghi che invece si sono iscritti direttamente in Medicina, hanno vinto, eccetera eccetera. Il paragrafo conclusivo consente di agire sul bando che è in corso. La questione della "rinuncia agli studi" è una clausola imposta dall'Università. Da informazioni prese con gli uffici dell'Università, e questo forse è utile per l'Assessore, se noi interveniamo ora, rimediamo alle questioni in itinere, anche che riguardino l'anno accademico imminente, cioè quello che parte a novembre; intervenendo con il collegato, ipotizzando diciamo due o tre mesi, potremmo trovarci a saltare. Tutto qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ho già detto che la questione è sicuramente interessante, perciò mi sono rimesso all'Aula. Però vorrei, su questo, fare una preventiva valutazione sul fatto che possa esserci una implicazione finanziaria di cui non abbiamo tenuto conto, cioè se questo non comporta spese. Quindi chiederei di sospendere per qualche minuto.

PRESIDENTE. Poiché restano da esaminare gli ultimi due emendamenti, io direi di sospendere questo emendamento e di votarlo alla ripresa dei lavori, e proporrei di votare adesso l'emendamento numero 105.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Non capisco il senso dell'emendamento. Dal primo anno di Biologia non si può passare al secondo anno con numero chiuso, si parte sempre dal primo anno, essendo numero chiuso.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Si può fare il test!

STERI (U.D.C.). Ma per il primo anno, non per il secondo anno.

PRESIDENTE. E' stata fatta una richiesta di sospensione, per cui adesso votiamo l'emendamento numero 105, sospendiamo i lavori dell'Aula e riprendiamo nel pomeriggio con la votazione dell'emendamento numero 70.

Metto in votazione l'emendamento numero 105.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 105.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 25

contrari 35

(Il Consiglio non approva)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

I lavori riprenderanno alle ore 16 di questo pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 47.