Seduta n.397 del 05/05/2013
CCCXCVII SEDUTA
LUNEDI' 5 MAGGIO 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente BRUNO
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 01.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 6 marzo 2013 (387), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Paolo Maninchedda, Valerio Meloni e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta del 6 maggio 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che, in ottemperanza a quanto previsto dall'ordine del giorno numero 94 del 22 marzo 2013, in data 3 maggio 2013 ho nominato componenti della Commissione speciale sull'operato e la gestione delle fondazioni bancarie e degli istituti di credito operanti in Sardegna i seguenti consiglieri: Attilio Dedoni, Mario Diana, Vincenzo Floris, Valerio Meloni, Sisinnio Piras, Pietro Pittalis, Adriano Salis, Matteo Sanna, Giacomo Sanna, Carlo Sechi, Antonio Solinas, Giulio Steri, Edoardo Tocco, Giuseppe Tupponi.
Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 3 maggio 2013, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge regionale 21 febbraio 2013, numero 4, concernente: "Modifiche all'articolo 1 della legge regionale n. 1 del 2013, all'articolo 2 della legge regionale n 14 del 2012 e disposizioni concernenti i cantieri comunali".
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Meloni Francesco - Cossa - Pisano - Dedoni - Mula:
"Provvedimenti relativi all'imposta regionale sulle attività produttive in favore delle imprese e degli studi professionali". (514)
(Pervenuta il 30 aprile 2013 e assegnata alla terza Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Campus, con richiesta di risposta scritta, in merito alla limitazione delle risorse destinate al finanziamento indistinto della spesa sanitaria di parte corrente per l'anno 2012 alla azienda sanitaria di Sassari". (1105)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle cause della sostanza nera che ha ricoperto le aree intorno a Nuragugume e Ottana fra la notte del 14 e 15 aprile 2013 e sulle iniziative che la Regione intende intraprendere per far fronte ai gravi danni economici e ambientali registrati in queste aree". (1106)
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla tutela delle imprese isolane verso i consorzi, le associazioni di impresa e gli accorpamenti con altre regioni del continente in fase di gare di appalto per l'acquisizione di beni e servizi. Caso Equitalia". (1107)
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura dell'ambulatorio sulla celiachia del distretto di Alghero". (1108)
Annunzio di interpellanze
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo sulla paventata autorizzazione di 25 piani di lottizzazione nel Comune di Castiadas". (420)
"Interpellanza Arbau alla Giunta regionale affinché precisi se, in conseguenza dei fatti avvenuti il 18 aprile 2013 nella piana di Ottana e Noragugume con il cosiddetto fenomeno delle "pecore nere", intenda assumere provvedimenti immediati a sostegno dei dieci allevamenti che stanno subendo dei danni gravi ed irreparabili". (421)
PRESIDENTE. Sospendo i lavori per qualche minuto per consentire agli Uffici di completare la stampa della documentazione da distribuire ai consiglieri.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 06, viene ripresa alle ore 16 e 09.)
Approvazione del "Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF)" (34/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'approvazione del documento numero 34/A.
E' stata presentata una risoluzione.
(Si riporta di seguito il testo della risoluzione numero 1:
RISOLUZIONE PITTALIS - STERI - DEDONI - RODIN - CUCCUREDDU sul Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2013.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTI gli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, relativi rispettivamente alla disciplina del Programma regionale di sviluppo (PRS) ed al Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF);
ATTESO CHE la Giunta regionale ha presentato il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria 2013 contestualmente ai disegni di legge n. 503 e n. 504, relativi rispettivamente al disegno di legge finanziaria per l'anno 2013 e al bilancio per gli anni 2013-2015;
VISTO l'articolo 33 bis, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio;
RITENUTO conseguentemente opportuno utilizzare la disciplina prevista dal suddetto articolo del Regolamento per l'approvazione del DAPEF;
RITENUTO di condividere i contenuti del DAPEF, così come approvati dalla Commissione bilancio in data 24 aprile 2013,
DELIBERA DI APPROVARE
il DAPEF 2013 così come approvato dalla Commissione. (1)
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione della risoluzione.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Assessore Zedda, io le riconosco, dall'inizio dell'esame in Aula di questa finanziaria, la totale buona volontà a discutere, confrontarsi e anche ascoltare le questioni poste dall'opposizione. Detto questo, devo però anche dire che il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria è davvero insignificante: per l'80 per cento si occupa dei fondi comunitari, dell'andamento del settennio in corso e, non si sa perché, della nuova programmazione; si occupa poco, invece, delle misure e dei programmi che sono stati affrontati con le precedenti finanziarie. Se rilegge l'articolo 3 della legge numero 11 del 2006, che riguarda il DAPEF, si accorgerà che attraverso questo documento è necessario aggiornare il Programma regionale di sviluppo, che voi avete approvato all'inizio di questa legislatura, analizzare programma per programma gli interventi finanziati ed esaminare i risultati raggiunti con le vostre azioni. Per far questo bisogna intanto entrare nel merito delle previsioni d'entrata, dei criteri e dei parametri per la formazione del bilancio annuale e pluriennale. Invece voi vi occupate principalmente dei fondi comunitari e poi mettete insieme una serie di dichiarazioni e affermazioni che mi lasciano davvero molto perplesso. Dite, ad esempio, di aver posto una grande questione sarda, di esservi interessati dell'autonomia finanziaria, della continuità territoriale, del riconoscimento della condizione di insularità e delle battaglie referendarie contro gli sprechi e di aver messo al centro una serie di iniziative sulla green economy. Ecco, uno dietro l'altro, tutti i vostri fallimenti!
E poi, senza rendervi conto che ormai siete giunti a scadenza di mandato, mancano infatti pochi mesi alla fine della legislatura, nell'analizzare i risultati guardate al futuro. Sulle azioni per la competitività dite: "Punteremo a un sistema di facilitazioni permanenti per le attività d'impresa…".
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Molte volte, Presidente, quando ci lasciamo trascinare dall'idea che gli adempimenti e le procedure valgano più del contenuto stesso delle cose che facciamo, alle decisioni che dobbiamo prendere anteponiamo l'approvazione di un documento che contiene la sintesi di alcune azioni che verranno verosimilmente modificate. Questo porta a una conclusione semplice: il problema non è Gian Valerio Sanna, il P.D. o l'opposizione, ma la credibilità di quello che facciamo. Cioè noi predisponiamo un documento nel quale diciamo, per esempio, che ci indebiteremo per sforare di 1 miliardo e 200 milioni di euro il limite di spesa. Non parliamo di altre questioni. Secondo me, tra l'altro, una delle poche cose che servono di questo documento, Assessore, è in pratica l'elencazione di un nostro fallimento. Mi riferisco alla parte in cui elenchiamo lo stato di attuazione del POR-FESR e diciamo che il totale, alla fine del 2012, porta una quantità d'impegni pari al 50 per cento dello stanziamento e pagamenti per meno del 50 per cento. E' un qualcosa che per scrupolo io avrei argomentato diversamente, piuttosto che esporlo al giudizio pubblico. Tanto non lo legge nessuno, voi direte, ma dobbiamo decidere se in questa regione le cose che noi facciamo sono da leggere, sono vere, a che cosa servono e perché le facciamo.
Assessore, siccome c'è stata un'interlocuzione, anche in Commissione, e lei sa bene che io le ho segnalato, tra l'altro, macroscopici errori di ortografia e di significato delle cose che erano state scritte, le chiedo: è sensato procedere all'approvazione di un documento pieno di contraddizioni o non sarebbe il caso di soprassedere, come si fa sempre quando si raggiunge un accordo di buon senso, e di rivedere e approvare il DAPEF alla fine della discussione della manovra finanziaria, di modo che magari esso sia un po' la sintesi delle cose che abbiamo fatto?
Io pongo questo interrogativo, ma mi rendo conto che il problema della nostra credibilità è di tipo personale e che probabilmente il presidente Cappellacci non ha questa esigenza, ma ha invece l'esigenza di fare certe affermazioni per farle rimbalzare sui giornali, punto e basta. Io credo, invece, che dobbiamo essere seri, perché anche le cose che ci accingiamo a fare, Assessore, possono essere utili per la nostra credibilità complessiva. Ecco perché ovviamente voterò contro, ma suggerirei un atteggiamento di maggiore buon senso.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, purtroppo è il nostro Regolamento che definisce l'ordine di votazione dei documenti. La legge finanziaria dovrebbe discendere dal DAPEF, ecco perché questo documento viene votato per primo. Poi, ha ragione lei sul fatto che la coerenza tra i due documenti potrebbe venir meno per gli stravolgimenti che può subire la legge finanziaria durante la discussione.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, mi riallaccio proprio al fatto che effettivamente l'Aula spesso sottovaluta l'importanza del DAPEF e lo affronta in maniera persino distratta. Ahimè, purtroppo anche la Giunta pare non dedicargli la necessaria attenzione, e questo è ancora più grave. Questo documento sembra predisposto quasi per dovere d'ufficio dalla Giunta: è superficiale, pieno di proclami e di elenchi di cose che si dovrebbero fare. Siamo a fine legislatura, quindi bisognerebbe incominciare a dire che cosa è stato fatto e che cosa può essere fatto nel giro dei prossimi cinque o sei mesi, non ciò che sarebbe nel libro dei sogni. Certo, capisco, Assessore, che è difficile realizzare quello che è uno degli obiettivi del DAPEF, ovvero aggiornare gli indirizzi e le priorità delle politiche e delle azioni che devono essere perseguite, ma quali politiche, priorità e azioni possono essere perseguite quando la Giunta in quattro anni non ha mai indicato una priorità né un'idea di Sardegna, anzi si è vantata di non avere un'idea di Sardegna? Ed è anche difficile dare credibilità a questo DAPEF quando, per esempio, per quanto riguarda la ricerca parlate delle politiche del futuro Piano regionale per la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica. Ma se non l'avete fatto finora, di che cosa volete parlare? In quattro anni non c'è stato nulla al riguardo, di quale futuro vogliamo parlare? Oppure dite: "Saranno razionalizzate e poste a sistema le infrastrutture di ricerca presenti nell'isola". Ma se di infrastrutture di ricerca presenti nell'isola finora ne avete parlato solamente quando le avete volute foraggiare per potervi attingere voi stessi con il vostro "bacino"!
Colleghi, è davvero mortificante la superficialità con la quale la Giunta affronta un documento che deve essere importante, che deve aggiornare annualmente il Programma regionale di sviluppo, ma purtroppo se la base non c'è diventa difficile adempiere. Come diceva il collega Gian Valerio Sanna, la nostra credibilità, e in particolar modo la credibilità di quello che approveremo adesso, sta nella veridicità del DAPEF come guida per quello che facciamo poi con la finanziaria. Ma sappiamo bene tutti quanti che la finanziaria potrebbe subire degli stravolgimenti importanti se venissero accolte, per esempio, delle proposte significative che noi stiamo avanzando e verso le quali la Giunta ha mostrato attenzione. Davvero, colleghi, su questo strumento occorre da parte nostra maggiore ponderazione, anche per adeguarlo a quelle che sono le esigenze della nostra isola per i prossimi sei o sette mesi, non per i prossimi dieci anni!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, hanno detto bene i miei colleghi: se c'è un documento accompagnatorio del bilancio coerente con l'inconsistenza e le caratteristiche di tipo elettoralistico della manovra finanziaria questo è il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria. Se si dovesse leggere quanto riportato in merito ai punti salienti della manovra finanziaria e alle priorità bisognerebbe fare tanto di cappello, perché si dà per scontato quello che scontato non è e si dà per acquisito quello che non è stato fatto, come per esempio contribuire a rafforzare il senso di appartenenza e di coesione del popolo sardo attorno ad alcuni temi fondamentali, ovvero l'autonomia finanziaria, la continuità territoriale e il riconoscimento della condizione di insularità, tutti temi che sono stati affrontati in maniera assolutamente inconsistente, sui quali non si è raggiunto alcun risultato, anzi si sono trovate numerose porte sbarrate.
Sulla proclamata azione della Flotta sarda avete dovuto fare marcia indietro per le osservazioni del commissario europeo: avete approvato una legge e poi voi stessi avete detto che non è applicabile; sulla vertenza entrate sono stati tardivamente fatti alcuni ricorsi, da noi più volte sollecitati, che non hanno ottenuto alcun risultato, per cui addirittura in questa manovra finanziaria è prevista un'ulteriore riduzione dei pagamenti possibili, che sono limitati a 2 miliardi e 500 milioni di euro; per quanto riguarda il riconoscimento della condizione di insularità con l'Unione europea siamo veramente al punto zero.
Credo pertanto che questo documento accompagnatorio della manovra finanziaria sia rivelatore del vostro tentativo di vendere ancora fumo ai sardi. Noi durante questa discussione dimostreremo la vostra inconsistenza, auspicando che questa sia davvero la vostra ultima manovra finanziaria e si possa aprire molto presto una fase nuova per la Sardegna. Il mio voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Le perplessità degli colleghi che mi hanno preceduto sono anche le nostre. Credo che andavano ponderati con maggiore buonsenso i contenuti di questo DAPEF, che sono totalmente incondivisibili.
Ne approfitto per chiedere all'Assessore, sulla verifica dei fondi fermi alla SFIRS (275 milioni di euro), sui quali si era impegnato a darci oggi una risposta, a che punto è la ricognizione. Ribadiamo il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Il Documento di programmazione economica e finanziaria dovrebbe essere, Assessore, lei lo sa meglio di chiunque altro, un documento importante. Dalla lettura del vostro DAPEF - noi l'abbiamo letto, non so se l'abbiate letto anche voi - si evince che voi stessi gli date poca importanza. E' un documento vuoto, quasi insipiente, in cui non vi è traccia, Assessore, di un minimo di programmazione. L'elenco delle cose da fare non è una politica di programmazione; la programmazione economica, la programmazione dello sviluppo è altra cosa.
Nel DAPEF ci si aspettava che ci fosse qualcosa di concreto da parte vostra, almeno alla fine della legislatura, visto che all'inizio avete dichiarato di non avere un'idea della Sardegna, anzi ne avete fatto una questione di vanto. Il Presidente della Regione in più di un'occasione, da quei banchi, ci ha ricordato che non c'era un'idea di Sardegna e che la si sarebbe costruita in corso d'opera. Sono passati quattro anni, mi sarei aspettato che in questo documento questo "corso d'opera" avesse prodotto qualcosa. Non ha prodotto nulla, questa è l'amara realtà.
In genere ci si aspetta che nel DAPEF, in relazione a tutte le risorse (comunitarie, nazionali e proprie), ci sia un indirizzo di programmazione forte. Non c'è nulla di tutto questo. Il DAPEF, assessore Zedda, e lei lo sa bene perché ha questa sensibilità, avrebbe potuto diventare uno strumento utile se ci fosse stata da parte vostra la volontà per aprire un confronto su questi temi in Aula. Purtroppo non è stato utilizzato in questa maniera, evidentemente avete deciso altro.
Chi mi ha preceduto ha citato la ricerca. Ebbene, sulla ricerca, Assessore, il suo predecessore in questo importante Assessorato qualche mese fa ha organizzato una conferenza regionale, mi permetto di dire, importante soprattutto per il contributo degli enti di ricerca che sono pervenuti a quell'iniziativa. Mi sarei aspettato qualcosa al riguardo, invece non c'è nulla ed è davvero mortificante, Assessore, mi creda, non tanto per me o per noi, il che è poca cosa, ma soprattutto per chi ha partecipato a quella conferenza per la ricerca e ha ritenuto di spendere una linea di fiducia nei confronti della Regione.
PRESIDENTE. Metto in votazione la risoluzione numero 1. Chi l'approva alzi la mano.
(E' approvata)
(Interruzioni)
Non è stato chiesto il voto elettronico, scusate. Il voto elettronico deve essere richiesto, non è scontato.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Era ovvio!
PRESIDENTE. Non è ovvio. Non c'è nessuna ovvietà, onorevole Diana, lo sa perfettamente.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del disegno di legge numero 503/S/A.
Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Disposizioni di carattere istituzionale
e finanziario
1. Nelle more delle disposizioni statali ed in attuazione dei principi di veridicità e chiarezza del bilancio e al fine di adeguare la capacità di spesa regionale al nuovo sistema finanziario previsto dall'articolo 1, comma 834 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), assicurando il coordinamento tra i profili della spesa e quelli dell'entrata, nel rispetto del principio inderogabile dell'equilibrio in sede preventiva di bilancio e garantendo nel contempo il concorso della Sardegna agli obiettivi di finanza pubblica, il livello complessivo delle spese finali della Regione, rilevanti ai fini del rispetto del patto di stabilità, in termini di competenza finanziaria e di competenza euro compatibile, quantificati con le modalità indicate dall'articolo 1, comma 451 e seguenti, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2013), è incrementato di euro 1.200.000.000 in relazione alle nuove e maggiori entrate derivate dall'applicazione dell'articolo 8 dello Statuto speciale della Sardegna. L'utilizzo della maggiore capacità finanziaria è autorizzato a seguito degli esiti della proposta di accordo formulata dalla Regione per l'anno 2013 in applicazione di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 454, della legge n. 228 del 2012 e nei termini suddetti e comunque a decorrere dal secondo semestre dell'anno in corso.
2. Gli stanziamenti di spesa correlati ad entrate a destinazione vincolata sono utilizzati previo accertamento dell'entrata medesima.
3. Per l'anno 2013, al fine di garantire il rispetto dei limiti imposti dal patto di stabilità, anche con riguardo alla programmazione delle individuate priorità di spesa, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 43 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11, (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), sono sospese con decorrenza 1° gennaio 2013 tutte le disposizioni regionali che disciplinano termini di erogazione della spesa.
4. Alla copertura del disavanzo a tutto il 31 dicembre 2012, stimato in complessivi euro 550.000.000, derivante dalla mancata contrazione dei mutui già autorizzati a pareggio delle precedenti manovre finanziarie per spese d'investimento, così come individuate nella correlata tabella allegata alle rispettive autorizzazioni e conformi alle disposizioni di cui all'articolo 3, commi 16-21 della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria 2004), si provvede mediante rinnovo, anche per quota parte, nell'anno 2013, delle seguenti autorizzazioni per l'importo accanto alle stesse indicato:
a) euro 329.341.000 ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (legge finanziaria 2009);
b) euro 150.521.000 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 24 febbraio 2006, n. 1 (legge finanziaria 2006);
c) euro 70.138 ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (legge finanziaria 2005).
5. La contrazione dei mutui è effettuata, anche sulla base di effettive esigenze di cassa, per una durata non superiore a trenta anni e ad un tasso di riferimento non superiore a quello applicato dalla Cassa depositi e prestiti; i relativi oneri sono valutati in euro 33.188.000 per ciascuno degli anni dal 2014 al 2043 (UPB S08.01.005 e UPB S08.01.006).
6. All'articolo 43, il comma 1 bis, della legge regionale n. 11 del 2006 è così sostituito:
"1 bis. La delibera è adottata dalla Giunta regionale previo parere della Commissione consiliare competente che lo esprime entro dieci giorni decorsi i quali se ne prescinde.".
7. Gli importi dei fondi speciali previsti dall'articolo 25 della legge regionale n. 11 del 2006, la cui quantificazione è rinviata, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera g) della medesima legge regionale n. 11 del 2006, alla legge finanziaria, sono determinati come segue:
a) fondo speciale per spese correnti
(UPB S08.01.002)
Fondi regionali (cap. SC08.0024)
2013 euro 30.463.000
2014 euro 14.365.000
2015 euro 14.365.000
b) fondo speciale per spese di investimento (UPB S08.01.003)
Fondi regionali (cap. SC08.0034)
2013 euro ---
2014 euro ---
2015 euro ---
8. Le autorizzazioni di spesa per le quali le disposizioni vigenti rinviano alla legge finanziaria la loro quantificazione, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera e), della legge regionale n. 11 del 2006, sono determinate, per gli anni 2013-2015 nella misura indicata nell'allegata tabella C.
9. Le autorizzazioni di spesa per le quali si dispone una riduzione o un incremento, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera f), della legge regionale n. 11 del 2006 sono determinate, per gli anni 2013-2015, nella misura indicata nell'allegata tabella D.
10. Ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge regionale n. 11 del 2006 le autorizzazioni di spesa per le quali le disposizioni vigenti rimandano alla legge di bilancio la loro valutazione sono determinate, per gli anni 2013-2015, nella misura indicata nel correlato capitolo di spesa riportato nell'allegato tecnico di cui all'articolo 9, comma 5, della legge regionale n. 11 del 2006, ferma restando per esse la facoltà di cui al comma 6 del medesimo articolo.
11. Gli importi da iscrivere in bilancio relativamente ai programmi di spesa di cui ai commi 13, 14 e 15 della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012) sono determinati, per gli anni 2013-2015 e seguenti, nella misura indicata nell'allegata tabella E.
12. I termini di applicazione in via definitiva delle disposizioni di cui all'articolo 69, comma 1, lettera c), della legge regionale n. 11 del 2006, limitatamente alle disposizioni di cui all'articolo 70, comma 3, della medesima legge regionale, si applicano con decorrenza anticipata, a far data dalla elaborazione del rendiconto per l'anno 2012, qualora rispettati i requisiti di rilevazione contabile previsti nel medesimo comma.
13. Le risorse impegnate per la costituzione del fondo di garanzia di cui all'articolo 6, comma 1, della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12 (Disposizioni nei vari settori di intervento) e successive modifiche ed integrazioni e all'articolo 4, comma 32, della legge regionale n. 6 del 2012 a sostegno del gestore del servizio idrico integrato, permangono nel conto residui del bilancio regionale per tutta la durata della garanzia medesima. (UPB S04.02.005).
14. Le somme stanziate per la realizzazione in gestione diretta degli interventi urgenti di prima messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico dei bacini idrografici dei comuni interessati dagli eventi alluvionali verificatisi nell'anno 2008, iscritte in conto dei capitoli SC04.0389 e SC04.0394 (UPB S04.03.004) sono conservate in conto residui fino al completamento dei relativi interventi.
15. All'articolo 4, comma 27, della legge regionale n. 6 del 2012, prima delle parole: "Per l'attuazione dell'accordo di programma", sono inserite le parole "In deroga all'articolo 18, comma 42 della legge regionale 30 giugno 2011, numero 12 (Disposizioni nei vari settori di intervento)"; dopo le parole: "stipulato in data 16 novembre 2011", sono aggiunte le seguenti: "e successive modifiche ed integrazioni".
16. L'affidamento diretto previsto dal comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale 17 dicembre 2012, n. 25 (Disposizioni urgenti in materia di enti locali e settori diversi), permane per i soli organismi a totale partecipazione pubblica; conseguentemente nel medesimo comma sono soppresse le parole "a partecipazione mista pubblica privata o".
17. L'articolo 4, comma 43, della legge regionale numero 6 del 2012 si applica anche ai fondi rischi costituiti da contributi regionali a valere sull'articolo 12, commi 1 e 2, della legge regionale 11 maggio 2006, numero 4 (Disposizioni varie in materie di entrate riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo) e sull'articolo 2, comma 9, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).
18. All'articolo 1, comma 1, della legge regionale 8 febbraio 2013, n. 3 (Soppressione dell'Autorità d'ambito territoriale della Sardegna - Norma transitoria,disposizioni urgenti in materia di enti locali, di ammortizzatori sociali, di politica del lavoro e modifiche della legge regionale n. 1 del 2013) le parole "30 aprile" sono sostituite con le parole "30 ottobre".
Emendamento soppressivo totale Diana Mario
Articolo 1
L'articolo 1 è soppresso. (20)
Emendamento soppressivo totale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
L'articolo 1 è soppresso. (119)
Emendamento soppressivo totale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
L'articolo 1 è soppresso. (241)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (21)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (120)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (242)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
L'ultimo capoverso del comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (121)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (22)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (122)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (243)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso. (23)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso. (123)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso. (244)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 4 dell'articolo 1 è soppresso. (24)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 4 dell'articolo 1 è soppresso. (124)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 4 dell'articolo 1 è soppresso. (245)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
La lettera a) del comma 4 dell'articolo 1 è soppressa. (125)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
La lettera b) del comma 4 dell'articolo 1 è soppressa. (126)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
La lettera c) del comma 4 dell'articolo 1 è soppressa. (127)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 5 dell'articolo 1 è soppresso. (25)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 5 dell'articolo 1 è soppresso. (128)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 5 dell'articolo 1 è soppresso. (246)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 6 dell'articolo 1 è soppresso. (26)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 6 dell'articolo 1 è soppresso. (129)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 6 dell'articolo 1 è soppresso. (247)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 7 dell'articolo 1 è soppresso. (27)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 7 dell'articolo 1 è soppresso. (130)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 7 dell'articolo 1 è soppresso. (248)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
La lettera a) del comma 7 dell'articolo 1 è soppressa. (131)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
La lettera b) del comma 7 dell'articolo 1 è soppressa. (132)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 8 dell'articolo 1 è soppresso. (28)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 8 dell'articolo 1 è soppresso. (133)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 8 dell'articolo 1 è soppresso. (249)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 9 dell'articolo 1 è soppresso. (29)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 9 dell'articolo 1 è soppresso. (134)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 9 dell'articolo 1 è soppresso. (250)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 10 dell'articolo 1 è soppresso. (30)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 10 dell'articolo 1 è soppresso. (135)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 10 dell'articolo 1 è soppresso. (251)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 11 dell'articolo 1 è soppresso. (31)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 11 dell'articolo 1 è soppresso. (136)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 11 dell'articolo 1 è soppresso. (252)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 12 dell'articolo 1 è soppresso. (32)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 12 dell'articolo 1 è soppresso. (137)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 12 dell'articolo 1 è soppresso. (253)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 13 dell'articolo 1 è soppresso. (33)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 13 dell'articolo 1 è soppresso. (138)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 13 dell'articolo 1 è soppresso. (254)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 14 dell'articolo 1 è soppresso. (34)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 14 dell'articolo 1 è soppresso. (139)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 14 dell'articolo 1 è soppresso. (255)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 15 dell'articolo 1 è soppresso. (35)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 15 dell'articolo 1 è soppresso. (140)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 15 dell'articolo 1 è soppresso. (256)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 16 dell'articolo 1 è soppresso. (36)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 16 dell'articolo 1 è soppresso. (141)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 16 dell'articolo 1 è soppresso. (257)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 17 dell'articolo 1 è soppresso. (37)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 17 dell'articolo 1 è soppresso. (142)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 17 dell'articolo 1 è soppresso. (258)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario
Articolo 1
Il comma 18 dell'articolo 1 è soppresso. (38)
Emendamento soppressivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Il comma 18 dell'articolo 1 è soppresso. (143)
Emendamento soppressivo parziale Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Cugusi - Sechi
Articolo 1
Il comma 18 dell'articolo 1 è soppresso. (259)
Emendamento sostitutivo parziale Sabatini - Sanna Gian Valerio - Cuccu - Diana Giampaolo
Articolo 1
Il comma 1 dell'articolo 1 è così sotituito:
1. Il comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 19 dicembre 2010, n. 16, è sostituito dai seguenti:
"2. Dall'esercizio finanziario 2013 le somme stanziate annualmente per il finanziamento del fondo unico per gli enti locali, computate nel calcolo del patto di stabilità dei singoli enti locali territoriali in quanto derivanti da processi di decentramento di funzioni e competenze stabilite con legge regionale, non sono computate nel calcolo del patto dì stabilità della Regione. Un importo, pari ad almeno il 50 per cento del predetto stanziamento annuale, deve essere destinato dalla Regione ad effettuare gli interventi compensativi di cui al precedente articolo 4. I predetti interventi compensativi devono essere deliberati dalla Giunta regionale entro il mese di giugno di ciascun anno.
2 bis. Sono esclusi dal computo del patto di stabilità dei singoli enti locali territoriali i pagamenti dei residui passivi fino ad un importo pari alle risorse trasferite a valere sul fondo unico per gli enti locali fino all'esercizio finanziario 2012, già computate nel calcolo del patto di stabilità della Regione.". (144)
Emendamento sostitutivo parziale Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
L'ultimo capoverso del comma 1 dell'articolo 1 è così sostituito:
"L'utilizzo della maggiore capacità finanziaria è autorizzato a seguito della conclusione degli accordi con lo Stato in applicazione di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 454, della legge n. 228 del 2012.". (145)
Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Cugusi
Articolo 1
Il comma 10 è così sostituito:
"10. Le autorizzazioni di spesa per le quali si dispone una riduzione o un incremento, a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera f), della legge regionale n. 11 del 2006 sono determinate, per gli anni 2013-2015, nella misura indicata nell'allegata tabella D, tranne che per la spesa prevista per gli assegni di merito a favore di studenti universitari.". (232)
Emendamento sostitutivo parziale Dedoni - Cossa - Meloni Francesco - Mula - Pisano
Articolo 1
Il comma 18 dell'articolo 1 è così modificato:
"18. Le funzioni commissariali di cui all'articolo 1 della legge regionale 3 febbraio 2013 n. 3 sono esercitate da un comitato composto:
a) dai due Assessori regionali preposti ai lavori pubblici ed alla difesa dell'ambiente;
b) da tre rappresentanti dei sindaci nominati dal Comitato delle autonomie locali entro dieci giorni dall'entrata in vigore della presente legge, di cui:
1) un componente scelto tra i sindaci dei comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti;
2) un componente scelto tra i sindaci dei comuni con popolazione compresa tra 3.001 e 10.000 abitanti;
3) un componente scelto tra i sindaci dei comuni con popolazione oltre 10.000 abitanti.
Le funzioni di segretario del comitato sono svolte dal direttore generale dell'Agenzia del distretto idrografico della Sardegna.
Il Presidente del comitato è scelto dalla Giunta regionale.
I componenti dei comitato vi partecipano senza alcun compenso ma con diritto al rimborso delle spese vive secondo le disposizioni vigenti per gli assessorati regionali"." (158)
Emendamento aggiuntivo Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"1 bis. Sulla base del principio di equiordinazione delle autonomie locali della Sardegna rispetto alla compartecipazione tributaria dello Stato, a partire dall'esercizio 2014, il 9 per cento delle somme iscritte al totale del titolo 1 delle entrate regionali è devoluta agli enti locali per le finalità di cui all'articolo 10 della legge regionale n. 2 del 2007 e successive modifiche e interrogazioni. La Regione trasmette entro il 30 settembre di ogni anno alla Ragioneria generale dello Stato, i criteri di riparto perché provveda al riversamento diretto del fondo unico agli aventi titolo. Nel titolo 1 del bilancio regionale, sempre a partire dall'esercizio finanziario 2014, la somma da iscrivere in entrata sarà quella risultante dalla differenza fra il totale del titolo i "tributi propri e compartecipati" e il 9 per cento dello stesso importo.". (147)
Emendamento all'emendamento 149 sostitutivo totale Giunta regionale
Articolo 1
Dopo il comma 1 sono istituiti i seguenti commi:
"1 bis. In considerazione del perdurare dello stato di crisi economica, a far data dal 1° luglio 2013 e per le annualità 2014 e 2015, in coerenza con le disposizioni di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 e successive modifiche e integrazioni e ai sensi e per gli effetti di quanto disposto dall'articolo 5 del decreto legislativo 6 maggio 201 1 , n. 68, l'aliquota dell'IRAP dovuta dai soggetti privati, ad eccezione di quella dovuta dalle banche, dagli enti e associazioni finanziari, nonché dalle imprese di assicurazione, è ridotta del 75 per cento.
1 ter. Al fine di consentire l'applicazione di quanto previsto al precedente comma 1 bis e di agevolare la quantificazione dell'imposta dovuta nel corrente esercizio senza dover determinare due distinte basi imponibili e compilare due distinte dichiarazioni, nel solo esercizio 2013 le aliquote annuali dell'IRAP, sono fissate nella misura corrispondente alla media tra le aliquote ordinarie e le aliquote agevolate e pertanto, nel rispetto della normativa dell'Unione europea e degli orientamenti giurisprudenziali della Corte di giustizia dell'Unione europea, le stesse risultano rideterminate dal primo di gennaio dell'esercizio in corso nelle misure di seguito riportate:
a) 1,9 per cento ridotta a 1,1875 per cento;
b) 3,9 per cento ridotta a 2,4375 per cento;
Sono fatte salve le esenzioni disposte dalle vigenti norme in materia.
1 quater. Alle minori entrate derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui alle lettere a) e b) di cui al comma 1 bis, valutate in euro 95 milioni per l'anno 2013 ed in euro 190 milioni per ciascuna delle annualità 2014 e 2015, si provvede, per le medesime annualità, mediante pari riduzioni dello stato di previsione della spesa.
1 quinquies. Le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 11, lettera a), della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1, così come sostituita dall'articolo 1, comma 1, lettera f), della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, sono soppresse.
COPERTURA FINANZIARIA
In diminuzione
ENTRATE
UPB E116.002 - Tributi regionali
2013 euro 95.000.000
2014 euro 190.000.000
2015 euro 190.000.000
SPESA
UPB S05.03.007 - Provvidenze a favore di soggetti con disabilità e loro associazioni
2013 euro 30.000.000
2014 euro 5.000.000
2015 euro 5.000.000
Conseguentemente è soppresso il comma 6 dell'articolo 2 e l'autorizzazione di spesa di cui al comma 4 del medesimo articolo è ridotta di 5.000.000 per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015
UPB S08.01.007 - Spese generali per mutui, prestiti obbligazionari
2013 euro 5.000.000
2014 euro ---
2015 euro ---
Conseguentemente l'autorizzazione di spesa di cui al comma 9 dell'articolo 4 è ridotta di 5.000.000 per l'anno 2013.
UPB S06.02.002 - Promozione e propaganda turistica
2013 euro 5.000.000
2014 euro 5.000.000
2015 euro 5.000.000
UPB S05.01.001 - Spese per il Servizio sanitario regionale
2013 euro 55.000.000
2014 euro 180.000.000
2015 euro 180.000.000 (392)
Emendamento aggiuntivo Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"1 bis. Per il 2013 e comunque fino alla revisione dei limiti regionali del Patto di stabilità interno ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 68 del 2011 l'aliquota IRAP regionale è ridotta al 0,5 per cento. Alle minori entrate si fa fronte con una proporzionale riduzione delle spese a valore sul bilancio della Regione. L'applicazione agli enti locali determina un proporzionale riversamento delle economie così determinate:
a) per i comuni al finanziamento delle azioni per fronteggiare le povertà;
b) per le province con destinazione relativa alla manutenzione degli immobili scolastici;
c) per le aziende sanitarie alla riduzione dei deficit aziendali.". (149)
Emendamento aggiuntivo Salis - Mariani - Ben Amara - Stocchino
Articolo 1
Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma:
1 bis. Il comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 19 dicembre 2010, n. 16, è sostituito dai seguenti:
"2. Dall'esercizio finanziario 2013 le somme stanziate annualmente per il finanziamento del fondo unico per gli enti locali (UPB CAP ), computate nel calcolo del patto di stabilità dei singoli enti locali territoriali, in quanto derivanti da processi di decentramento di funzioni e competenze stabilite con legge regionale, non sono computate nel calcolo del patto di stabilità della Regione. Un importo pari ad almeno il 50 per cento del predetto stanziamento annuale deve essere destinato dalla Regione ad effettuare gli interventi compensativi di cui al precedente articolo 4. Tali interventi compensativi devono essere deliberati dalla Giunta regionale entro il mese di giugno di ciascun anno.
2 bis. Sono esclusi dal computo del patto di stabilità dei singoli enti locali territoriali i pagamenti dei residui passivi fino ad un importo pari alle risorse trasferite a valere sul Fondo unico per gli enti locali fino all'esercizio finanziario 2012 e già computate nel calcolo del patto di stabilità della Regione.". (294)
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Dedoni - Cuccureddu - Sanna Giacomo - Diana Mario - Cocco Daniele Secondo
Articolo 1
Alla fine del comma 3 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente periodo:
"Si continua ad applicare quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, della legge regionale 2 agosto 2006 numero 11, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 17 dicembre 2012, n. 26.". (5)
Emendamento aggiuntivo Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Dopo il comma 6 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"6 bis. Le direttive per la determinazione del plafond annuale degli impegni e dei pagamenti inerenti il rispetto del patto di stabilità interno sono approvate dalla Giunta regionale previo parere della competente Commissione del consiglio regionale che lo esprime entro i cinque giorni, decorsi i quali il parere si intende acquisito.". (151)
Emendamento aggiuntivo Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Dopo il comma 6 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"6 bis. Le direttive per la determinazione del plafond annuale degli impegni e dei pagamenti inerenti al rispetto del patto di stabilità interno sono approvate dalla Giunta regionale previo parere della competente Commissione del Consiglio regionale che lo esprime entro dieci giorni, decorsi i quali il parere si intende acquisito.". (152)
Emendamento aggiuntivo Cuccu - Bruno - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Dopo il comma 13 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"13 bis. Le somme stanziate ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, permangono nel conto residui del bilancio regionale fino al completamento dei relativi interventi (UPB S04.10.001).". (148)
Emendamento aggiuntivo Espa - Diana Giampaolo - Sabatini - Cuccu - Sanna Gian Valerio
Articolo 1
Al termine del comma 14 sono aggiunte le seguenti parole: "I lavori di messa in sicurezza devono effettuarsi preferibilmente con turni di 24 ore su 24.". (146)
Emendamento aggiuntivo Cuccu - Diana Giampaolo - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Floris Vincenzo - Arbau
Articolo 1
Dopo il comma 14 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"14 bis. A valere sullo stanziamento di cui all'articolo 1, comma 17, è, altresì, autorizzata per il 2013 la spesa di euro 1.200.000 destinata al consolidamento del suolo e delle strutture dell'Anfiteatro comunale di Nuoro (SC04.03 89) UPB S04.03.004." (230).)
PRESIDENTE. L'emendamento numero 158 è inammissibile, perché riguarda una legge organica di organizzazione della Regione sull'Autorità d'ambito territoriale, come pure il numero 387. L'emendamento aggiuntivo numero 294 è identico al numero 144, quest'ultimo però viene proposto come emendamento sostitutivo parziale, per cui se il Consiglio sarà chiamato a esprimersi sul sostitutivo parziale e questo non verrà approvato non si potrà poi votare l'emendamento aggiuntivo. Invito pertanto i proponenti a valutare l'opportunità di mantenere un solo emendamento e di considerarlo o sostitutivo parziale o aggiuntivo. Non so se sono stata chiara. Ripeto, se l'emendamento viene votato come sostitutivo parziale è chiaro che decade l'identico emendamento aggiuntivo, per cui potrebbe essere opportuno votare direttamente l'aggiuntivo. L'emendamento numero 152 è irricevibile perché il testo è stato già approvato in Commissione.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Assessore, lei sa bene che noi vorremmo parlare con un tono diverso, soprattutto a proposito dell'articolo 1 della finanziaria, che è il cuore pulsante di tutta la manovra, benché tardiva, della Regione. Ai colleghi vorrei palesare subito un dato che deve essere nella loro consapevolezza prima di alzare la mano per votarlo. Il comma 1 è un elemento di una delicatezza straordinaria. Cosa fa la Giunta regionale? Propone di sforare il patto di stabilità per l'importo di 1 miliardo e 200 milioni di euro. Questa revisione unilaterale la fa supportandosi con i contenuti della sentenza della Corte costituzionale numero 118 del 2012. Vorrei far notare che la sentenza della Corte costituzionale non dice alla Giunta regionale: "Infischiatevene del patto", ma dice un'altra cosa, e cioè che lo Stato riconosce che ci deve essere il rispetto dell'articolo 8, ma intanto rimanda all'accordo e poi dice: "con il rispetto degli obiettivi del Patto di stabilità della cui salvaguardia anche le Regioni a Statuto speciale devono farsi carico". Non mi pare che sia una questione alla Ponzio Pilato.
Ora, cosa vuol dire approvare il contenuto del comma 1? Il comma 1 praticamente riforma la sentenza numero 118 e trasforma la previsione fatta dallo Stato per cui l'accordo deve prevedere il rispetto dell'articolo 8 nell'ambito del rispetto dei vincoli del patto di stabilità. Voi prevedete una riforma unilaterale di cambiamento del rispetto dell'articolo 8 in maniera forzosa. La sentenza alla quale fa riferimento la Giunta per giustificare lo sforamento è anche la traccia per le cose che dovremo fare, nel senso che lo Stato stesso indica la via d'uscita e dice che assieme alle entrate, adeguate in base all'articcolo 8, doveva essere adeguato il vincolo di spesa, cosa che non è stata fatta, il che vuol dire che al riconoscimento della nostra maggiore capacità di spesa - come dice la sentenza - manca la copertura finanziaria da parte dello Stato, il quale non ci dà modo di spendere tali risorse e quindi questa mancanza di copertura fa sì che chi ha il dovere di rispettare la citata sentenza sia lo Stato. Ecco perché la Corte dice che l'accordo non può che portare a una naturale conclusione: lo Stato deve riconoscere un allargamento dei limiti del patto.
Quello che voglio segnalare è questo: potete fare tutte le forzature che volete, le approvate e vi assumete voi l'onere di autorizzare contrazioni di mutuo sulla pelle dei sardi per produrre un doppio danno, ovvero il pagamento del mutuo e anche delle sanzioni che la violazione del patto addebiterà. E' una cosa fuori dal mondo, nessuna persona ragionevole potrebbe fare questo! Noi vi abbiamo dato un suggerimento in sostituzione di questa strategia banalmente infantile. Vorrei poi conoscere la mente che l'ha pensata per complimentarmi e allo stesso tempo stare lontano mille miglia da una persona il cui acume e la cui intelligenza hanno portato a una proposta di questo genere a fine di legislatura. Noi vi abbiamo proposto un altro modo di stimolare lo Stato a rivedere il patto di stabilità; un modo che agisce su una leva che non fa ricadere, momentaneamente, le colpe di questa restrizione sul sistema economico e sulla vivacità dell'economia regionale in un momento nel quale dobbiamo avere tutti l'ansietà di dare segnali di ripresa. Non sono complementari quei sistemi, sono alternativi.
Ecco perché, Assessore, non è bene che noi svolgiamo questo ragionamento senza aver portato a termine l'interlocuzione dalla quale dovrebbe venir fuori, per questa stagione di bilancio, una soluzione innovativa della politica regionale, che non deve essere annebbiata dall'idea di voler fare i prepotenti in maniera unilaterale. L'avete già fatto tre o quattro volte, in questa legislatura, rispetto al PPR, dicendo: "Lo cambiamo di testa nostra, punto e basta!". Lo Stato vi ha detto: "No, questa è una materia sulla quale dovete concordare". Il comma 454 della legge numero 228 del 2012 lo afferma, per cui non potete fare i prepotenti. E poi è una prepotenza tardiva che io non leggo negli occhi dell'Assessore, ma leggo invece nell'assenza colpevole, morosa, politicamente morosa del Presidente. Nella sua assenza leggo quella prepotenza, l'alibi per dire che non ha passato cinque anni inutilmente. Li ha passati invero a inseguire una norma di attuazione che non serviva e che poi anche noi abbiamo accettato, per amor di pace, per le invocazioni alle conclusioni unitarie, che non servono a nessuno. Per fare una norma di attuazione abbiamo mandato a Roma il fior fiore della nostra burocrazia, che si è confrontato con altro fior fiore di burocrazia per generare un topolino morto! Passi che fosse un topolino, ma era pure morto! Vi rendete conto che abbiamo perso tre anni della legislatura per generare un topolino morto? Non avendo avuto neanche la capacità, Assessore - di questo non faccio ovviamente colpa a lei, che era giustamente da un'altra parte della barricata e che forse in quel momento la pensava pure come noi -, di abbinare alla rivendicazione sulle entrate la naturale revisione della percentuale di spesa che avevamo prima, quantomeno per mantenerla identica, perché quello che dice la sentenza della Corte è esattamente quello che vi sto dicendo io. La velleità non era "sparare" la cifra 1 miliardo e duecento milioni di euro; la velleità sarebbe stata quella di dire allo Stato: adesso che mi hai adeguato le entrate di cui all'articolo 8, dammi almeno la stessa capacità di spesa che avevo prima, perché se no mi hai solo danneggiato. Questo dice la sentenza della Corte costituzionale ed era la leva attraverso la quale, invece che il fior fiore della burocrazia regionale, ai tavoli tecnici ci sarebbe dovuta andare la politica, mettendoci la faccia, rivoltandoli se necessario, perché l'autonomia, quella che si chiama regime pattizio, è andare a Roma e se si ha credibilità farla valere, se no rovesciare le scrivanie. In tempi non sospetti io ho definito il presidente Cappellacci "presidente dell'Ikea", perché apre tavoli ovunque, dove c'è sentore di un problemino lui apre un tavolo, che poi sono i tavoli del rimbalzo, quelli cioè dove si parla di tutto e di più, ma non si conclude nulla. Qualcuno di voi è in grado di indicarmi un tavolo aperto dal "presidente dell'Ikea" che sia servito a chiudere una qualche vertenza? Vi riconosco che comunque è un sistema che vale. Ma, sant'Iddio, non siamo stati neanche capaci di impostare correttamente una trattativa! La politica è messa da una parte e adesso, fallito qualunque tipo di approccio, in un tergiversare di governi che ci sono, non ci sono, si va a nuove elezioni o cose di questo genere, chi assicura la continuità? Paradossalmente dovrebbero assicurarla quei burocrati, cioè la burocrazia ha partecipato a quei tavoli per dare continuità alla trattativa, ma non è stato ottenuto neanche questo risultato. Ecco perché parlo di un topolino morto, ovvero perché non siamo stati neanche in grado di dare continuità all'apparato burocratico.
Allora io vi avverto di una cosa: sarebbe opportuno, Assessore, nell'interesse reciproco, che la macchina regionale non si fermasse e che noi non minacciassimo il mancato pagamento degli stipendi dell'apparato regionale, con quel che ne consegue. Voi state facendo rischiare la paralisi alla Sardegna minacciando la contrazione di un mutuo per "sfondare" il patto di stabilità, ed è chiaro che i sardi lo debbono sapere, perché una volta che arriva l'impugnativa non troverete più direttori generali disposti a firmare impegni. Non ne troverete più, sappiamo bene come funziona questa burocrazia!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). L'articolo 1, come giustamente diceva Gian Valerio Sanna, è l'articolo più importante della finanziaria, quello che guida la capacità di spesa del sistema Regione e che contiene tutti gli strumenti per consentirci, volendo, di spendere le ingenti risorse che abbiamo a disposizione.
L'articolo 1 è anche quello che contiene il famoso comma 1, che io definirei fantomatico comma 1, sì perché è inafferrabile e misterioso, che sono i sinonimi con cui il dizionario italiano definisce l'aggettivo fantomatico. E' inafferrabile perché è cambiato e anche in maniera significativa da quando lo avete ideato a quando avete pensato di modificarlo; è misterioso, Assessore, perché state nascondendo all'Aula gli effetti reali della sua attuazione, se doveste portarla alle estreme conseguenze. Li state nascondendo perché con la formulazione del comma 1 certificate che 1 miliardo e 200 milioni di euro non possono essere spesi per effetto dei vincoli del patto di stabilità. Lo scrivete, l'avete messo nero su bianco, però, poi, nella parte finale abbozzate un principio di ribellione, che sarebbe lo sforamento del patto dopo il 1° luglio 2013. Sono un mistero, dicevo all'inizio, Assessore, le conseguenze del comma 1 perché non le comunicate al Consiglio; lei non l'ha fatto, mentre noi l'abbiamo fatto nel corso della discussione generale. E' prevista la contrazione di un mutuo, che però non potrete contrarre, quindi stia tranquillo il collega Gian Valerio Sanna, perché il danno da lui paventato non ci sarà in quanto non ci sarà un'autorità che consentirà la contrazione di quel mutuo. Da questo punto di vista stiamo tutti tranquilli, perché se la Giunta vorrà fare danni ci saranno altri che glielo impediranno.
Tuttavia, Assessore, il danno conseguente allo sforamento del patto ci sarà comunque, e questo lo dovete dire al Consiglio. Voi avete degli elementi per comunicare al Consiglio quali sono i dati, perché il Consiglio - almeno chi sta da quella parte, non noi - ha riposto in voi una certa fiducia e voi dovete tranquillizzare il Consiglio assicurando che non ci saranno danni ulteriori con lo sforamento del patto. Invece un danno ulteriore ci sarà, perché il mutuo non potrete contrarlo in quanto nessuno ve lo autorizzerà, però la Tesoreria unica non perdona e voi a questo punto rischiate sul serio di non poter pagare gli stipendi. Quindi ditelo all'Aula, la quale poi potrebbe anche decidere di andarvi appresso
Assessore, colleghi, noi abbiamo sommessamente suggerito - l'abbiamo fatto in Commissione, in discussione generale e non mancheremo di farlo anche in questi giorni - di far prevalere la forza delle nostre ragioni, di far prevalere la politica sulla forza muscolare, perché Davide ha prevalso su Golia facendo prevalere l'acume e non la prepotenza, perché con la prepotenza Davide non prevale mai su Golia. Assessore, ci vuole una maggiore capacità di spesa, che noi abbiamo, ma questa maggiore capacità di spesa che ci viene dalla riscrittura dell'articolo 8 dello Statuto va concretizzata in maniera reale. Ecco che la forza delle nostre ragioni, se è portata al tavolo giusto, non facendo i prepotenti solo per avere un titolo sui giornali, dovrà esserci riconosciuta dalla politica. Qualora la politica non dovesse riconoscere le nostre ragioni avremo un motivo per rovesciare il tavolo, perché quando in una famiglia ci sono figli più figli degli altri la famiglia esplode, così accade nel nostro Paese.
Pertanto, Assessore, questa ipotizzata ribellione prevista alla fine del comma 1 non ci convince per niente e può essere molto pericolosa. Noi abbiamo provato a suggerirvi dei motivi di argomentazione e abbiamo apprezzato l'accoglimento della nostra proposta sul patto di stabilità, che la Commissione ha accolto per il 2014, non per il 2013, in questo caso. Noi proponiamo di autorizzare la Ragioneria dello Stato a devolvere direttamente il 9 per cento delle entrate che ci vengono riconosciute dall'articolo 8, così come riscritto, direttamente ai comuni, in modo che si salti la doppia contabilizzazione del patto. I 580 milioni di euro per gli enti locali, che stanziamo nel nostro bilancio, saranno così trasferiti direttamente ai comuni. E' chiaro, Assessore, che sto semplificando, non posso addentrarmi nei tecnicismi, perché facciamo sempre apparire il meccanismo del patto come una cosa troppo difficile per poterne parlarne, il che ci blocca e basta. No, non possiamo dire che ci blocca e basta, dobbiamo anche provare a entrare nel merito dell'argomento per capire perché ci blocca. Tant'è vero che su queste cose noi avanziamo delle proposte, come quella sull'IRAP, sulla quale torneremo quando discuteremo il relativo emendamento. Ma anche la proposta sull'Irap, che voi state valutando con attenzione (anche oggi abbiamo audito le rappresentanze delle imprese in Commissione) è un modo per superare il blocco. Possiamo già da subito liberare risorse, quindi se verrà accolta la nostra proposta sicuramente l'articolo 1 non avrà più valore così come è scritto, perché il limite di 1 miliardo e 200 milioni di euro previsto dal patto di stabilità non esisterà più, in quanto una parte della spesa, pari a 500 milioni, la stiamo eliminando e quel limite scende a 700 milioni di euro. Perché questo? Perché anche lì bisogna fare dei ragionamenti che possano essere capiti dai più, ma che alla fine sono i più virtuosi. Abbiamo risorse per 1 miliardo e 200 milioni di euro non spesi, che rimangono nella nostra disponibilità e che non possiamo utilizzare, tanto vale che, se ce la facciamo, non saranno tutti i 500 milioni, perché una parte di questi non rientra nel sistema Sardegna, ma almeno 400 milioni li lasciamo nella disponibilità del nostro sistema, cioè per le imprese, gli enti locali, le province, i comuni, le università, tutti i soggetti che sono sul nostro territorio, affinché possano essere spesi, diversamente li incameriamo noi e li teniamo conservati. Sicuramente la condotta del buon padre di famiglia non è quella di prendere i soldi e tenerli conservati, ma casomai, se non si riesce spenderli, di lasciarli nella disponibilità di coloro ai quali dovrebbe destinarli.
Quindi, Assessore, in particolar modo su questo articolo vorremmo che ci fosse la giusta attenzione. Un po' di attenzione ce l'avete dedicata in Commissione, adesso va concretizzata in Aula, perché è chiaro che da questo punto di vista vogliamo vedere fin dove arriva la vostra disponibilità. Solo così avremo la possibilità di dare davvero efficacia a questo articolo. L'articolo 1 è scritto in una certa maniera, non credo che arriverete al punto di mettere in ginocchio la Sardegna facendo quello che scrivete nelle ultime due righe del comma 1, comunque l'avete scritto e questo non ci tranquillizza, perché non ci fidiamo di voi. Sarebbe preferibile che, con atti concreti adesso in Aula, ci deste almeno la possibilità di vedere concretizzate alcune politiche che possono essere messe in campo immediatamente per dare ristoro alle imprese a partire già dal versamento di luglio. Tra l'altro, Assessore, anche questo noi lo dobbiamo alle nostre imprese e ai nostri concittadini; si aspettano molto da noi, cominciamo a fare un primo atto. Il Presidente ha parlato, in maniera molto demagogica e ovviamente irrealizzabile, di zona franca per la Sardegna, ecco, facciamo il primo intervento di "politica da zona franca", quello di ridurre del 2,5 per cento il costo del lavoro in tutta la nostra isola. Questa riduzione per la nostra isola diventerebbe un brand da poter spendere all'esterno; potremmo attrarre maggiori investimenti, specialmente dove il costo del lavoro è molto significativo. Questa è una prima politica concreta di zona franca che si può fare, al di là dei proclami di questi giorni e anche di queste ore. Allora sì che saremo credibili anche quando andremo a ipotizzare una richiesta di zona franca integrale per la nostra isola, semmai fosse per noi conveniente. Facciamo le cose che si possono fare, e questa è una cosa che si può fare subito, che i cittadini e le imprese toccheranno con mano nella liquidazione d'imposta di luglio, perché non dovranno più versare gli acconti che avrebbero dovuto versare rispetto all'Irap.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, Assessore, siamo alla discussione dell'articolo 1, rispetto al quale è rimasto fermo il nostro emendamento sul ridimensionamento dell'Irap, che speriamo possa essere discusso nelle prossime ore, eventualmente sospendendo i lavori in Aula. Nel parlare dell'articolo 1 mi soffermerò a lungo sul comma 1, che io ho definito il comma dello sforamento autorizzato, perché voi avete promesso ai sardi di esercitare un'azione di coraggio, assicurando e annunciando in diverse conferenze stampa lo sforamento del patto di stabilità, poi probabilmente i funzionari dell'Assessorato vi hanno spiegato che sforare il patto di stabilità significa, in un sistema come il nostro, in cui i trasferimenti di cassa dallo Stato alla Regione avvengono mensilmente, non avere più risorse. Ma il comma 1 riesce da solo a spiegare la consistenza di questa manovra, il significato, i problemi di questa manovra finanziaria, perché è un comma che è stato costruito come atto di disperazione. La Regione non sa più come fare, c'è un problema di cassa evidente. E' successo questo: tra le dimissioni e la candidatura dell'ex Assessore del bilancio, Giorgio La Spisa, la crisi della vostra Giunta, la ricomposizione e la nomina del nuovo Assessore sono passate diverse settimane in cui gli Assessorati hanno agito in piena libertà, hanno speso come hanno voluto, non sono stati dati indirizzi e si è così bruciato quasi il 50 per cento del tetto sui pagamenti che ci impone il patto di stabilità. Quindi in pochi mesi è stato raggiunto un grande risultato: è stato consumato il 50 per cento della possibilità di spesa! Dobbiamo far fronte ai restanti mesi e qui cominciano a batter cassa le imprese, gli enti locali, gli enti strumentali, che chiedono di dare corso ai pagamenti per gli impegni, le promesse, gli stanziamenti che voi in questi mesi avete fatto a ripetizione e che oggi creano un gravissimo problema per la nostra Regione, un problema di cassa.
E allora nella disperazione, non sapendo cosa fare, inserite nell'articolo 1 della finanziaria un comma in cui per forza di cose dovete indicare una soluzione. E la soluzione qual è? Sforare il patto di stabilità. Annunciate questo atto di coraggio rimettendolo però all'autorizzazione da parte dello Stato. Un bel coraggio, complimenti! Questa è l'azione che voi avete messo in campo. Ma il problema è che questo primo comma mette in luce la difficoltà, i risultati gestionali di questi anni. Vedete, se ci fossimo trovati di fronte a un bilancio in dissesto avrei capito, ma il nostro bilancio non è in dissesto, perché il risultato di gestione di anno in anno è andato migliorando ed è diventato positivo. Questo ha migliorato la situazione, non si sono contratti più mutui, per cui lo stock del debito finanziario storico va progressivamente diminuendo e si attesta abbondantemente sotto i 2 miliardi di euro. Siamo di fronte a un bilancio, a una manovra finanziaria che non è in dissesto, allora il problema qual è? Il problema è gestionale. Sono le azioni che voi non siete riusciti a mettere in campo per gestire bene, attraverso le diverse manovre finanziarie che voi avete approvato, il nostro bilancio, questo bilancio, a partire dalle compartecipazioni.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO
(Segue SABATINI.) Voi non siete riusciti a ottenere il trasferimento di risorse che l'articolo 8 prevede, ma avete fatto di peggio: avete giustamente iscritto in entrata quelle risorse, ma poi le avete spalmate nei vari capitoli di spesa, promettendo stanziamenti e creando obbligazioni a cui oggi non potete dare corso proprio perché quelle risorse non le avete. Avete cioè promesso risorse che non avevate a disposizione. Quelle risorse ammontano a circa 2,5 miliardi di euro, che si sono accumulati negli anni, e che a oggi hanno prodotto obbligazioni. Per fortuna siete talmente lenti nel mettere in atto i programmi che avete approvato che i danni sono in parte limitati.
Allora il problema è gestionale, ripeto, e va oltre le compartecipazioni. Per l'incapacità di ricontrattare il patto di stabilità, a un aumento delle entrate non è corrisposta una diminuzione dei vincoli imposti dallo Stato, invece sarebbe dovuto avvenire il contrario attraverso un confronto serrato con lo Stato e mettendo insieme tutte le forze politiche e sociali per una contestazione, per un obiettivo legittimo, per un riconoscimento vero di ciò che spetta alla nostra isola. Ma voi non ne siete stati capaci. Non siete neanche riusciti a fare una verifica attenta della spesa, una spending review che riqualificasse la spesa di questa Regione. Tutti gli sforzi che sono stati fatti nella scorsa legislatura li avete mandati in frantumi, riappropriandovi della politica dello stanziamento, aumentando i capitoli di bilancio per finanziamenti e stanziamenti inutili, che non servivano a rilanciare lo sviluppo e la crescita della nostra Sardegna. Resta il problema delle partecipate, di Abbanoa e delle diverse partecipazioni che la Regione non riesce più a controllare e che continuano di anno in anno ad aumentare le spese. Ma di Abbanoa avremo modo di parlarne nella discussione dei prossimi emendamenti. La spesa sanitaria, che non siete riusciti, anche per l'avanzamento della spesa farmaceutica, a tenere sotto controllo crea ulteriori problemi alla nostra Regione.
Il nostro bilancio non è, ripeto, in dissesto e con una buona gestione si sarebbero potute fare delle buone manovre finanziarie. Oggi saremmo sicuramente in condizioni positive, ma il comma 1 la dice tutta sulla situazione in cui la nostra Regione viene oggi a trovarsi. E allora, prima di tutto, andava costruito un bilancio vero, con cifre che dicessero qual è lo stato delle nostre finanze. Ma se uno vuole rendersi conto dello Stato delle finanze regionali non deve leggere questo bilancio, non deve leggere questi documenti contabili, perché sono un ammasso di cifre false, a partire dai residui. E lo si spiega anche col fatto - lo vedremo più avanti - che voi avete proposto una manovra finanziaria che presentava un disavanzo di 800 milioni di euro che poi è stato ridotto a 500 milioni. Come può avvenire questo in due o tre settimane? E' chiaro che l'avete fatto cancellando i residui, e io sono convinto che questi residui per la maggior parte non abbiano obbligazioni vere, giuridicamente sostenibili, e quindi potrebbero essere cancellati, portando le nostre scritture contabili in avanzo di amministrazione, non in disavanzo. Ecco, basta leggere questo primo comma per capire come avete gestito le finanze regionali e qual è stata la qualità del vostro operato, un operato fallimentare che danneggerà la Sardegna a partire da quest'anno.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, continuo brevemente il ragionamento fatto dal collega Sabatini. Vorrei ricordare, relativamente alla "salute" del bilancio regionale, che nel 2004 iniziò un'operazione di riduzione del debito strutturale che indeboliva fortemente le capacità di spesa della Regione sarda. Le ricordo, Assessore, che nel 2004 venne preparata la prima manovra della Giunta Soru, quando il debito accertato della Regione era di 5 miliardi e 800 milioni di euro, un debito spaventoso operato dalla precedente Giunta di centrodestra. Non è un caso che l'Assessore della programmazione e bilancio dell'ultima Giunta Masala fosse l'attuale presidente Cappellacci, ma l'operazione che abbiamo dovuto fare in merito al bilancio della Regione, dal 2004 a oggi, è stata quella di una costante e progressiva riduzione del debito che ingessava il bilancio. Bisogna dire che già nella precedente legislatura, e parzialmente anche in questa, l'operazione di risanamento del bilancio è andata avanti concretamente e in maniera seria, fino a riportare il dato che adesso ricordava il collega Sabatini, cioè ci troviamo di fronte a un debito strutturale che è arrivato a circa 2 miliardi di euro. Certo è una cifra ancora significativa, ma che ci consente di dire, viste le cifre complessive del bilancio, che si tratta di un debito da ridurre ulteriormente, ma che è compatibile con le disponibilità di entrata e le possibilità di spesa del bilancio regionale.
Detto questo, l'articolo di cui discutiamo è insieme il cuore e il cervello di questa legge finanziaria, che già dalle prime parole è una finanziaria d'attesa caratterizzata da incapacità d'agire. L'articolo 1 inizia con le parole "nelle more delle disposizioni statali", e già questo attacco della principale legge che il Consiglio regionale approva nella sua attività annuale di per sé dà il senso della provvisorietà, della difficoltà, dei punti interrogativi che sono legati alla manovra finanziaria stessa. Nelle more di che cosa? Siamo nelle more di qualcosa da quattro anni, Assessore, nel corso dei quali è emersa soltanto la vostra incapacità di chiudere due vertenze fondamentali, così come le abbiamo definite sin dalla discussione del vostro primo DAPEF, presentato a maggio del 2009. Con questa disposizione dell'articolo 1 voi ammettete la sconfitta di questi quattro anni e la necessità di un intervento assolutamente inconsistente dal punto di vista normativo e pericoloso dal punto di vista degli effetti.
Lei è una sportiva, assessore Zedda, conosco i suoi trascorsi in campo sportivo, per cui mi capisce se definisco questo articolo 1 un fallo di frustrazione. Ha presente quando un difensore viene perennemente preso per i fondelli dall'attaccante e non riuscendo a fermarlo fa un fallo di frustrazione, gli molla un calcio e si fa espellere? Ecco, questo articolo mi dà questa sensazione, mi parla di una Giunta regionale che, avendo perso tutti i treni per riuscire a far vincere alla Sardegna una battaglia che era stata già vinta nella precedente legislatura con la modifica dell'articolo 8 dello Statuto, si inventa questa balentia istituzionale, definiamola così, del Presidente cun sa berritta, e cioè lo sforamento del patto di stabilità. Dico questo perché quest'Aula è stata testimone, assessore Zedda - non va certamente ascritta a lei la responsabilità, ma poiché il Presidente continua a "deliziare" quest'Aula con la sua assenza non posso che rivolgermi a lei - dell'approvazione di un ordine del giorno unitario che criticava l'allora ministro delle finanze Tremonti proprio per i ritardi con cui affrontava la cosiddetta vertenza Sardegna. Ebbene, lei ricorderà, Assessore, che il presidente Cappellacci il giorno dopo intervenne sulla stampa stigmatizzando il comportamento del Consiglio regionale e difendendo il ministro Tremonti. Era il periodo in cui non aveva ancora restituito la tessera del P.d.L., sarà stato quello il motivo, però difese il ministro Tremonti contro il parere espresso dal Consiglio regionale. Come non ricordare che sempre in quest'Aula, alcuni mesi dopo, l'assessore La Spisa difese l'operato del sottosegretario Vegas, il quale ha continuato a illudere il Consiglio regionale - e voi ci siete cascati - e i sardi sulla necessità delle norme di attuazione, sulla volontà del Governo di mettere mano subito all'applicazione del nuovo accordo con la Sardegna? Anche lì parole a vuoto! E ancora, come non ricordare le promesse solenni fatte in quest'Aula dal Presidente della Repubblica, Napolitano, il quale chiese al Governo di attivare i famosi tavoli di cui si parla sempre e che, credendo nelle rassicurazioni del Governo, disse, perdendo anche lui la faccia in questa vicenda, che in quattro settimane quel problema sarebbe stato risolto, perché era diritto della Sardegna avere una risposta positiva ai problemi che poneva? Era, se non ricordo male, il febbraio del 2012, è passato più di un anno e noi siamo qui oggi a esaminare l'articolato di una finanziaria che comincia con la frase "nelle more", ovvero nell'attesa, nel frattempo!
Ecco qual è la debolezza di questa manovra. Non è possibile correre il rischio di impugnative certe per i problemi posti dalla normativa nazionale in caso di sforamento del patto di stabilità. Non potremo neanche chiedere il mutuo che voi dite ai sardi di dover chiedere, perché se si sfora il patto di stabilità si incorre nelle previste sanzioni e dunque non sarà neanche possibile contrarre il mutuo. Ecco perché svariate volte, sempre in quest'Aula (mi richiamo alla storia dei dibattiti fatti in quest'Aula su questo argomento), quando la minoranza e io personalmente abbiamo chiesto al presidente Cappellacci di mettersi alla testa di una battaglia che era fondamentale per la Sardegna, abbiamo ricevuto risposte negative, cioè perché prevale l'ansia del presidente Cappellacci di apparire in prima persona, di essere lui a gestire la trattativa con il Governo. Oggi siamo in una situazione più difficile rispetto a quella del 2009 e del 2010, perché adesso, con il pareggio di bilancio, con il fiscal compact, con tutto quello che è capitato in questi anni e che ha irrigidito le possibilità del Governo di rispondere positivamente alle nostre richieste, tentiamo, nel momento di maggiore debolezza, di alzare la voce, di fare, come dicevo prima, un fallo di frustrazione, mostrando un eccesso di nervosismo istituzionale che mette da parte la politica, che si rivolge esclusivamente alla carta bollata e ai tribunali.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Assessore, proverò a fare con lei un ragionamento, perché poi l'impegno che noi ci siamo presi, come Partito Democratico, nel corso di questo dibattito, oltre alle sottolineature di natura politica, è quello di contribuire a migliorare questa manovra. Lo abbiamo fatto con proposte concrete, su una delle quali in particolare, quella sull'abbattimento dell'Irap, auspichiamo si possa trovare un punto di convergenza. Oltre a sottolineare l'inadeguatezza dell'attività della Giunta, le rivendicazioni sbagliate, le battaglie di bandiera che non hanno portato alcun risultato, vorremmo far sì che da questa discussione emerga almeno qualche punto comune.
Assessore, io la vorrei invitare a fare con me una riflessione che ripropongo quasi a ogni manovra finanziaria e sulla quale non ho mai ottenuto risposta. Mi rivolgo a lei perché ha la freschezza di chi avvia un percorso e magari non è, come dire, legata a ragionamenti vecchi. Vorrei fare un ragionamento semplicissimo, partendo dai numeri: da tempo sostengo che non è del tutto vero che il problema di questa Regione sia il patto di stabilità; il problema è che abbiamo poca cassa. Poi sopperiamo, perché nella gestione di cassa affluiscono fondi europei e assegnazioni statali, ma se la cassa fosse limitata a quanto arriva dal Titolo I e a quanto dovremmo spendere in rapporto al Titolo I, quindi per le attività riportate in bilancio, avremmo addirittura un problema di cassa. Allora, se prendiamo il rendiconto della Regione per il 2011 - quindi stiamo parlando di voci certe - vediamo che avevamo previsto stanziamenti per 6 miliardi e 700 milioni di euro. In questo bilancio siamo su cifre del tutto analoghe, prevediamo 6 miliardi e 600 milioni di euro a fronte dei quali abbiamo avuto accertamenti per 6 miliardi e 500 milioni, cioè il gettito è stato inferiore al previsto anche a causa del ciclo economico negativo e abbiamo riscosso per 5 miliardi e 522 milioni. Si ricordi, Assessore, 5,5 miliardi. Allora da questa cifra devo sottrarre l'ammontare della spesa sanitaria, che in questo bilancio trovo alla voce "servizi alla persona" della Strategia 5, e che è di poco inferiore a 3,3 miliardi. Mi segue, Assessore? Allora, per via ordinaria noi incassiamo 5,5 miliardi, compreso quello che riscuotiamo direttamente (lo Stato ci dà circa 4,7 miliardi, mentre 800 milioni derivano da riscossioni dirette della Regione), se da questa cifra sottraiamo 3,3 miliardi, otteniamo 2,2 miliardi, non 2,8. Cioè c'è stata una tale operazione dimagrante che credo non sia difficile spiegarla a un Presidente del Consiglio o a un Ministro delle finanze. Noi abbiamo subito una tale contrazione della massa spendibile che, oggi come oggi, quasi non ci interessa l'imposizione del patto di stabilità, perché alla fine è tutto grasso che cola, Assessore, se arriveremo a spendere 2,5 miliardi oltre la spesa sanitaria. Onorevole Cuccureddu, non distragga l'Assessore, che è una neofita del mestiere, ha molto entusiasmo, ma se lei la distrae non riusciamo a capirci. Dicevo che è tutto grasso che cola, Assessore, se arriveremo a spendere 2 miliardi e mezzo di euro. Allora lei capisce che la nostra è quasi un'indignazione, ci avrà ascoltato dai banchi della maggioranza altre volte, diciamo sempre le stesse cose. Avremmo voluto con lei, con la Giunta, andare insieme a Roma a incatenarci da qualche parte per far capire qual è il livello d'ingiustizia che ha subito questa Regione con la vertenza entrate. Una vertenza che nel tempo ha addirittura diminuito i tetti di spesa, mentre noi ci siamo fatti carico dell'intera spesa sanitaria, irrigidendo il nostro bilancio perché il gettito complessivo è rimasto uguale. Sa quali sono state le entrate del 2009, Assessore? Glielo dico io, perché è da un po' che seguo queste vicende: nel 2009, ante vertenza entrate, abbiamo incassato 5,4 miliardi di euro, dopo la vertenza entrate 5,6 miliardi, peccato che nel frattempo ci siamo assunti una quota assai rilevante di maggiori oneri, cioè 1 o 1,2 miliardi, quindi alla fine questa operazione ha determinato un miliardo di spesa in meno, che poi si è aggravato per effetto delle ulteriori restrizioni che sono intervenute per tutte le Regioni.
Queste cifre sono difficili da capire? Io penso che le capisca chiunque, di che cosa stiamo a discutere, Assessore? Non c'è niente, non c'è stato niente nelle manovre di questi anni, si è fatto il gioco delle tre carte facendo rivivere dei residui, cancellandone altri, tanto che c'è ormai una differenza abnorme tra il bilancio di stanziamento… Assessore, ricordiamoci che ai 6,7 miliardi vanno sommati i residui. Sa a quanto ammontano i residui complessivamente? Circa 5 miliardi. Quindi con questi benedetti 5,5 miliardi, che in realtà sono 2,2, tolta la spesa sanitaria, dovremmo pagare tutto quello che non è spesa sanitaria, circa 3,3 miliardi, più i 5 miliardi di residui. Stiamo parlando di un rapporto tra possibilità di pagamento e stanziamenti che ancora esistono, sia di competenza che a residuo… Assessore, forse le stanno confermando le cifre che ho citato.
Siamo arrivati ormai direi a una lotteria, cioè abbiamo 2,1 miliardi di euro e 8 miliardi li dovremmo spendere tra competenze e residui. Tra l'altro in questi 8 miliardi sono comprese le spese obbligatorie, le spese per gli stipendi e per l'apparato della Regione, almeno 1,2-1,3 miliardi. Siamo a una lotteria, questo bilancio è palesemente inconsistente! E che sia inconsistente anche per voi da dove lo deduco? Del resto, alla fine i residui li faccio rivivere, li cambio, però piano piano li devo cancellare, almeno quelli vecchi - giusto, Assessore? Se va a pagina 66 vedrà che dal 2009, quando il risultato di amministrazione era di 2,1 miliardi di euro, siamo arrivati a un risultato di amministrazione aggiornato, che è riportato al comma 4, di 550 milioni di euro. Mi segue, Assessore? Cioè si è migliorato di 1,7 miliardi di euro in tre anni. Le garantisco - sarò smentito - che nel prossimo bilancio il risultato di amministrazione sarà positivo. Certo che sarà positivo con questo sbilancio! Fatalmente piano piano mi accorgo che quegli impegni che ho preso a vario articolo non li posso mantenere, quindi li cancello. Questo trend è indiscutibile, cioè ormai ho un avanzo, non ho un risultato di amministrazione negativo, è matematico.
Ora le chiedo, Assessore: perché non semplifichiamo le cose? Intanto queste cose è facile spiegarle, bastava andare da un Ministro del tesoro e dirgli: "Questa è un'ingiustizia, riprenditi la vertenza entrate, torniamo indietro, riprenditi un pezzo di spesa sanitaria e fammi tornare almeno al 2009". Nei contratti c'è sempre una clausola rescissoria. Allora la mia domanda è questa: perché non abbiamo cancellato quel debito finanziario di 1 miliardo e 700 milioni di euro? Ci saremmo fatti dare i soldi, ci saremmo impegnati a non spenderli, avremmo cancellato il debito, ridotto l'indebitamento e ci saremmo liberati almeno di quei 170 milioni di oneri su interessi per maggiore spesa.
Vede, Assessore, sono soluzioni semplici. Da tempo noi cerchiamo un confronto per fare la battaglia giusta, ma purtroppo finora non abbiamo avuto seguito, avete preferito fare delle battaglie, diciamo, di bandiera che fino a oggi, e ormai non avete più tempo, non hanno prodotto alcun risultato.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, come ha già detto chi mi ha preceduto, l'articolo 1 sarebbe proprio il cuore pulsante di tutta questa manovra, una manovra finanziaria che non solo giunge con notevole ritardo, ma è lontana anni luce dal dare risposte adeguate alla crisi sarda, fortemente condizionata anche dalla crisi italiana, oltre che da quella mondiale.
L'inadeguatezza della manovra finanziaria è tale per cui le scelte politiche di bilancio che l'hanno indirizzata possono addirittura aggravare la situazione economica e sociale sarda, già al tracollo, anche questo è stato ribadito da tutti i colleghi che sono intervenuti. Da qui la necessità di una forte assunzione di responsabilità da parte del Presidente, della sua Giunta e di tutta la maggioranza, che consenta alle forze dell'opposizione di collaborare per apportare le giuste modifiche al fine di limitare i danni che si prospettano con questo disegno di legge, anche se ho sinceramente la preoccupazione che questa proposta sia totalmente da rifare. La collaborazione è sempre stata proposta dall'opposizione, in questi quattro anni, proprio nel nome del superamento della crisi e degli interessi dei sardi, ma sino a oggi non è mai stata accettata da questa maggioranza.
Il dibattito a partire proprio dall'articolo 1 non può prescindere dalla presa d'atto del fallimento delle relazioni tra la Regione autonoma della Sardegna, rappresentata dal presidente Cappellacci, e lo Stato italiano. Quindi la scelta della Giunta (vedasi il comma 1) di voler revisionare il patto di stabilità al fine di innalzare lo spazio di spesa per 1,2 miliardi, in applicazione dell'articolo 8 dello Statuto speciale, può essere un giusto ribadimento del principio, ma può anche essere una mossa maldestra perché prospetta, in caso di ricorso alla Corte costituzionale, la possibilità che i fondi vengano congelati e non possano essere spesi addirittura prima della fine dell'anno. Quindi, prima che si compiano degli atti scellerati, auspico vivamente che si apra una stretta interlocuzione con il Governo Letta, con il sottosegretario sardo e con i rappresentanti di tutti i partiti eletti in Sardegna, affinché questo cappio al collo della spesa, che rischia di strozzare definitivamente il nostro popolo, possa essere tolto e le nostre rivendicazioni e interessi possano affermarsi. Credo che al presidente Cappellacci ancora una volta la storia riservi una grande possibilità. Lui deve solo essere all'altezza della situazione, difendendo e affermando in Italia gli interessi dei sardi, cosa di cui purtroppo dubito alquanto.
E' urgente che si riapra il confronto con il Governo italiano e si rivendichi con determinazione il diritto della Regione autonoma della Sardegna a far sì che quel miliardo e 200 milioni di euro possa essere speso immediatamente, per metter mano alla pesante crisi economica e sociale che noi sardi stiamo subendo in modo molto violento, e non di certo per responsabilità nostra. Per la Regione autonoma della Sardegna credo proprio che non sia più tempo di sudditanza, anche per l'inasprirsi della violenza con cui lo Stato italiano effettua i tagli a tutti i settori dell'economia e della cultura sarda, della sanità e del sociale, per non parlare, poi, dei suoi interessi coloniali e di rapina rispetto al nostro territorio. Vorrei ancora ribadire l'intenzione sempre più palese dello Stato di cancellare definitivamente il nostro status di Regione autonoma a statuto speciale. Ricordo che una parte sempre più consistente della classe politica e del popolo sardo da tempo ha riconosciuto che l'autonomia ha fallito e che la società sarda deve prenderne atto e deve iniziare a pensare concretamente al superamento dell'autonomia con un modello decisamente più avanzato ed equo, e non alla sua cancellazione per farci regredire e morire italiani. Non dobbiamo perdere di vista il fatto che la discussione della manovra finanziaria, a partire proprio dall'articolo 1, va contemplata nel contesto di queste relazioni conflittuali con lo Stato italiano, così come non va dimenticato che l'aggressività dello Stato nei nostri confronti si è fortemente accentuata in questi quattro anni grazie alla gestione in solitudine e ai toni sommessi del presidente Cappellacci, che proprio da quattro anni porta a casa sconfitte e fallimenti, ovviamente da far pagare ai sardi.
Se da una parte si pone il problema della vertenza delle entrate, una questione mai chiusa e mai affrontata nella sua complessità, dall'altra si pone il problema del superamento del patto di stabilità impostoci, per non parlare del fondo unico che penalizza gli enti locali, sempre più poveri e impossibilitati a far fronte alle emergenze nei propri territori. La stessa restituzione dell'IMU, basata su una norma iniqua e antipopolare che va abolita, rischia di essere una manovra spudoratamente elettorale, e direi che di fatto lo è. Sempre a scimmiottare le scelte italiane, perlomeno nel peggio!
Questo bilancio, che dovrebbe dare una risposta alla nostra crisi economica, di fatto gioca su risorse inesistenti e su poste che non rientrano nelle nostre possibilità e che, oltre a non risolvere i problemi, danno risposte a pioggia alle clientele. Come già esposto da altri colleghi giorni fa, e anche oggi, tutti insieme faremmo bene ad affrontare a ridurre drasticamente il peso dell'Irap sulle nostre imprese, specialmente quelle medio-piccole che subiscono maggiormente la crisi, la mancanza dell'accesso al credito e che a stento stanno in piedi mantenendo la già precaria occupazione. Credo proprio che siano tempi di atti concreti.
L'articolo 1, con tutti i suoi commi, andrebbe totalmente soppresso per non creare ulteriori danni. Poi vorrei dire, rispetto ai moti di ribellione di questi ultimi tempi del nostro Presidente, che non ci crede più nessuno, ma non c'è da stupirsi perché non ci crede neppure lui. Vorrei anche ribadire che la perdita della sua credibilità non è cosa di oggi. Già nel 2010 egli disattese gli impegni presi proprio in sede di Consiglio, ed esattamente sulla vertenza entrate, quando si stabilì, tutti insieme, che avrebbe ricorso alla Corte costituzionale contro il Governo italiano e dopo qualche giorno, disattendendo le promesse, dichiarò che quell'azione non sarebbe stata possibile perché avrebbe incrinato i rapporti politici con il Governo di Berlusconi. Questo la dice tutta. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Sardegna è già Domani). L'altro giorno ve l'ho detto in sardo, oggi credo di potervelo dire in italiano: le battaglie che sono state evocate nei diversi interventi sono, secondo me, impossibili da portare avanti semplicemente perché non ci ascoltiamo l'un l'altro. Se questa è l'Assemblea dei sardi, l'Assemblea che rappresenta tutti noi, come possiamo pensare di portare avanti una battaglia unitaria solo in quest'Aula? Se il Governo per caso avesse una webcam puntata sul Consiglio regionale della Sardegna direbbe: "I sardi non li ascoltiamo neanche, perché tanto tra di loro non si ascoltano e quindi è una battaglia vinta in partenza". Intendo dire che noi stiamo sbagliando per l'ennesima volta, stiamo cioè continuando a ripetere gli stessi errori, e dico "noi" anche se io sono qui da una settimana, perché pensiamo sempre e comunque allo Stato italiano come a un interlocutore: non è un interlocutore! Ci ha dimostrato negli anni di non essere un interlocutore; è un soggetto che non pensa assolutamente al bene della nostra Isola.
Quali sono dunque le soluzioni che dobbiamo cercare? Innanzitutto non dobbiamo più puntare il dito sugli altri, ma dobbiamo puntarlo su noi stessi, ragionare su una revisione seria della spesa e verificare qual è lo stato dei residui, perché a volte pensiamo di recuperare delle entrate, ma non ragioniamo mai effettivamente su quelle che sono le uscite. Questa attività è determinante se vogliamo pensare di ottenere qualcosa e soprattutto se vogliamo fare della finanziaria un documento credibile.
La discussione su questa finanziaria - sull'articolo 1 volevo dire questo - è, secondo me, quasi fittizia, perché tutti noi sappiamo benissimo che dovrebbe essere interrotta immediatamente per decidere due cose fondamentalmente: verificare se c'è l'accordo del Consiglio sugli importanti emendamenti relativi al patto di stabilità e all'IRAP e conseguentemente su tutti gli altri emendamenti che accelerano la spesa, perché i soldi sono pochi e abbiamo solo ed esclusivamente la necessità di spenderli immediatamente. Proprio per dare l'esempio, il mio intervento termina qui.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Io proporrei una sospensione immediata della seduta per chiedere all'Assessore che è qui presente se c'è la possibilità che alle proposte ben rappresentate nella relazione di minoranza e negli interventi dei colleghi della minoranza che mi hanno preceduto venga data una risposta. Stiamo parlando del patto di stabilità per i comuni e della sua contabilizzazione, stiamo parlando dell'Irap, stiamo parlando del fondo unico che può essere riversato direttamente alle province e ai comuni. Credo che se, con un minimo di buon senso, dovesse arrivare in tempi brevi una risposta, noi saremmo in grado di chiudere la discussione di questo dispositivo in brevissimo tempo, anche perché tutte le volte che noi arriviamo in Consiglio regionale ci fermiamo fuori del palazzo per sentire le proteste, che ormai non sono più tali, ma sono veramente urla disperate, delle persone che attendono da noi risposte.
Oggi, per l'ennesima volta, sono qui fuori gli operatori Cesil e CSL, rispetto ai quali sono state approvate diverse norme rimaste tuttora inattuate. E noi continuiamo a perdere tempo in quest'Aula per approvare una finanziaria che crediamo non sia in grado di dare nessuna risposta e che abbiamo cercato di riempire con qualche contenuto importante. Su questo già in Commissione si sono chieste delle risposte; ne abbiamo riparlato affinché la discussione di questa legge non ci riporti alla liturgia di sempre, che chiaramente non ci può far arrivare, dopo quattro anni di proclami, a un dulcis in fundo, ma non vorrei neanche che oggi dovessimo recitare insieme il de profundis. Se c'è la volontà di dare risposte a quello che è stato chiesto si diano queste risposte, altrimenti siete in grado di approvare da soli la finanziaria, approvatela pure!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, mi rendo conto che ascoltare diversi consiglieri che si rivolgono a lei per la funzione che svolge, tra l'altro sottolineando sempre alcune questioni, può essere fastidioso. Io purtroppo voglio insistere su questa falsariga. Il collega Porcu, qualche minuto fa, si è soffermato, in maniera quasi maniacale, sui conti e credo ci sia poco da aggiungere a quel che lui ha detto.
Assessore, lei sa bene che anche in Commissione in più di un'occasione ci ha riferito convintamente della necessità di sforare il patto di stabilità, seppure con le modalità che avete previsto nell'articolo 1. Ecco, io mi permetto, con grande rispetto nei suoi confronti, Assessore, di dirle che quell'azione, se fosse messa in essere, sarebbe una follia per la Regione. A me pare un'azione irresponsabile e, ripeto, nulla di personale, tra l'altro lo state prevedendo, com'è stato ricordato, a fine legislatura.
Io non voglio qui richiamare quello che hanno già detto altri colleghi esprimendo giudizi sul perché lo state facendo a fine legislatura e sul perché, invece, nonostante le reiterate sollecitazioni, non siete intervenuti con determinazione negli anni passati. Ora, è evidente a tutti che lo sforamento del patto, per dirla in maniera molto semplice, produrrà più svantaggi che vantaggi. Sappiamo qual è l'azione sanzionatoria che scatterebbe immediatamente e la Regione sarebbe costretta a rifondere somme pari all'importo dello sforamento, non sarà possibile accendere alcun mutuo e non so se sarà consentito contrarre il mutuo di 1.200 milioni di euro a cui voi fate riferimento, perché questa operazione potrebbe essere complicata e in ogni caso fa scattare tutte le altre assunzioni. Non si può fare alcuna assunzione, quale che sia la tipologia…
(Interruzione)
L'Assessore dell'agricoltura è effervescente, tranne che nelle politiche agricole.
(Interruzione dell'assessore Cherchi)
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Eh, magari! Ho paura di sì!
Non si può fare, ripeto, alcuna assunzione di tipo contrattuale. Assessore, non voglio usare parole a effetto, però mi pare consequenziale questa affermazione: proprio per questa irresponsabilità nella vostra determinazione di sforare il patto di stabilità mi pare che stiate giocando col fuoco, e purtroppo a scottarvi non siete voi, ma è la Sardegna. Questo è il tema, Assessore, ed è questo che a noi dispiace moltissimo.
Badi, Assessore, queste cose non le dico perché siamo avversari politici e quindi è necessario dirle; le dico perché siamo fortemente preoccupati per gli effetti della vostra azione di "governo" per quanto riguarda questa parte della legge che avete declinato nell'articolo 1. Giocate col fuoco perché scaricate tali effetti su chi verrà dopo di voi e sulla Sardegna, è questo che dispiace, Assessore. Su questo non c'è polemica spicciola, c'è la necessità di dire con franchezza queste cose, se vuole anche con qualche spigolosità caratteriale da parte di qualcuno di noi, ma io la invito davvero a convincerci che abbiamo torto. Io vorrei che lei ci dicesse, Assessore, quali sono le conseguenze. E' possibile che questa azione che intendete mettere in essere vada liscia, che non ci siano conseguenze? Se così fosse vuol dire che in tanti qua dentro non abbiamo capito nulla! Mi iscrivo, per carità, molto umilmente, a questa categoria, escludo gli altri settantanove consiglieri, però su questo la prego di dirci qualcosa.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue DIANA GIAMPAOLO.) Sono le ore 17 e 41, abbiamo svolto un lavoro importante in Commissione e do atto a tutti i commissari, a cominciare dal Presidente, che il lavoro che è stato svolto anche quest'oggi è stato apprezzato dal sistema economico e dalle parti sociali più in generale. Vorrei dirglielo molto chiaramente, Assessore: quel lavoro è alternativo alla vostra azione di governo, è lo specchio del fallimento delle vostre politiche, perché di questo si tratta. Allora noi abbiamo fatto una proposta, e la Commissione in qualche maniera l'ha fatta propria, sull'Irap e sulla doppia contabilizzazione del patto di stabilità per gli enti locali. Vorrei capire, Assessore - non abbiamo fretta, per carità, la serata è ancora lunga -, quando ci direte qualcosa al riguardo, perché è chiaro a tutti che la qualità del prosieguo del dibattito e anche del confronto su questa manovra finanziaria molto dipende dalle risposte che voi darete. Credo che, a questo punto, prima date queste risposte meglio sarà al fine di chiarire le posizioni tra le varie forze politiche, tra gli schieramenti, e come si intende andare avanti.
A me pare che l'articolo 1 sia un po' lo specchio non soltanto del fallimento di una certa politica, ma anche della confusione. Attenzione, Assessore, noi abbiamo registrato in queste settimane un fatto molto particolare che vorrei fosse preso nella debita considerazione, e faccio appello anche all'attenzione del Presidente della terza Commissione. La manovra finanziaria, così come l'avete strutturata, in particolare nell'articolo 1, con lo sforamento del patto di stabilità, così come lo intendete voi, ha creato e crea una fortissima preoccupazione. Sono preoccupate le forze sociali, tra queste le organizzazioni sindacali, e le imprese; sono preoccupati i rappresentanti degli enti locali, sono preoccupate le due università, è preoccupato il sistema del credito.
Assessore, noi abbiamo audito queste organizzazioni e istituzioni, che ci hanno rappresentato una preoccupazione profonda! Passi l'attacco del P.D. o del centrosinistra, che può essere giudicato da voi - lo capisco - strumentale o di parte, ma io sto richiamando la preoccupazione che ci è stata rappresentata dagli enti locali, dalle università, dal sistema del credito, dalle imprese. Questa è una manovra folle, che rischia di compromettere ulteriormente lo stato di salute del sistema economico di questa regione. Noi abbiamo avanzato proposte alternative alla vostra. Assessore, fermatevi! Lo dico con un punto esclamativo. Fermatevi rispetto alla proposta che avete fatto, prendete in considerazione seriamente la proposta alternativa del centrosinistra e diteci come intendete andare avanti, altrimenti sarà un muro contro muro, perché noi non possiamo accettare che voi continuiate a mettere in ginocchio l'economia di questa regione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
ZEDDA (P.d.L.), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Presidente, intervengo solo per un chiarimento, perché magari sfugge il meccanismo relativo alla contrazione del mutuo. La contrazione del mutuo non è impedita nell'anno 2013; la contrazione del mutuo sarà una sanzione a partire eventualmente dall'anno 2014.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, se i colleghi sono d'accordo, prima che il relatore esprima il parere sugli emendamenti, chiederei di spostare all'articolo 4 l'emendamento numero 148, essendo di contenuto analogo all'emendamento numero 384, presentato appunto all'articolo 4.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, la richiesta è accolta.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa per dieci minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 45, viene ripresa alle ore 17 e 56.)
PRESIDENTE. I lavori odierni si concludono qui. Il Consiglio è riconvocato per domani mattina, alle ore 10 e 30.
La seduta è tolta alle ore 17 e 56.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni e delle interpellanze annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione in cui versano gli operatori dello stagno di Santa Gilla.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la laguna di Santa Gilla da sempre provvede al sostentamento dei pescatori che da generazioni operano nel sito;
VISTO che la situazione venutasi a creare in questi giorni, alla luce del sequestro dei luoghi di deposito dei prodotti e delle attrezzature dei pescatori, sta portando all'esasperazione le famiglie che trovano in questa attività il loro unico sostentamento;
RILEVATO che i pescatori, da anni, operano in un compendio mai regolarizzato ed in tradizione alla loro cultura legata al territorio ed al mare
PRESO ATTO del grave periodo di crisi occupazionale, e della situazione che sta degenerando ogni giorno,
chiede di interrogare il Presidente della Regione affinché si attivi presso le autorità competenti, al fine di trovare una situazione alternativa che veda la possibilità di reintegrare i pescatori nel loro luogo di lavoro. (1104)
Interrogazione Campus, con richiesta di risposta scritta, in merito alla limitazione delle risorse destinate al finanziamento indistinto della spesa sanitaria di parte corrente per l'anno 2012 alle aziende sanitarie di Sassari.
Il sottoscritto,
PRESO ATTO CHE:
- nella delibera della Giunta regionale n. 15/30 del 29 marzo 2013, avente ad oggetto: "Attribuzione alle aziende sanitarie regionali delle risorse destinate al finanziamento indistinto delle spese sanitarie di parte corrente per l'esercizio 2012", risultano per tutte le aziende sanitarie degli incrementi rispetto agli importi di cui alla delibera della Giunta regionale n. 13/9 del 28 marzo 2012 di pari oggetto per l'esercizio 2011;
- le due aziende del Sassarese si distinguono per l'esiguità di tali incrementi, posto che tra le aziende ospedaliere, a fronte di un incremento del 13 per cento per l'Azienda ospedaliera Brotzu e dell'8,2 per cento per l'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, l'incremento rispetto al 2011 per l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari è stato limitato al 6,4 per cento (che, per inciso, corrisponde a meno della metà rispetto all'Azienda Brotzu di Cagliari);
- una tale discrepanza appare ancora più evidente per quanto riguarda il finanziamento alle aziende sanitarie locali, ove, se per la ASL n. 2 di Olbia e la ASL n. 3 di Nuoro sono stati destinati incrementi rispetto al 2011 del 10,7 per cento, e per le ASL n. 4, 5, 6, 7 e 8, di Lanusei, Oristano, Sanluri. Carbonia e Cagliari, sono stati destinati incrementi, rispettivamente, del 7,2 per cento, 8,7 per cento, 7,1 per cento, 5,3 per cento, 6,5 per cento, per la ASL n. 1 di Sassari, l'incremento è stato limitato al 3,9 per cento, in assoluto il più basso rispetto a tutte le aziende sanitarie della Regione,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se una tale discrepanza sia stata rilevata al momento della distribuzione tra i vari territori dei finanziamenti, e se non ritenga doveroso ed urgente proporre alla Giunta regionale una rivalutazione nelle assegnazioni, al fine di renderle più omogenee ed eque nei confronti delle aziende sanitarie di Sassari, avendo ben chiaro il concetto che non si può certo parlare di un riequilibrio tra le aziende, dato che in assoluto sia la ASL che l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari non potevano certo vantare alcun precedente vantaggio, in termini di assegnazione di risorse, rispetto alle altre aziende sanitarie regionali. (1105)
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle cause della sostanza nera che ha ricoperto le aree intorno a Nuragugume e Ottana fra la notte del 14 e 15 aprile 2013 e sulle iniziative che la Regione intende intraprendere per far fronte ai gravi danni economici e ambientali registrati in queste aree.
La sottoscritta,
PREMESSO CHE:
- ad oggi sono ancora poco chiare le circostanze in cui ben 15 giorni fa e, più precisamente, fra la notte di domenica 14 e lunedì 15 aprile, è stato registrato un forte boato proveniente dalla centrale elettrica di Ottana e il ritrovamento, avvenuto la mattina, di uno spesso manto di polvere nera e oleosa da parte degli abitanti su una vasta area intorno allo stabilimento industriale e non solo, visto che la fuliggine è stata rinvenuta, fin dalle primissime ore del mattino, dagli allevatori e dagli agricoltori di Ottana e Noragugume che, infatti, sono stati i primi a denunciare la presenza di una sostanza scura, densa ed oleosa sul manto di centinaia di pecore e sul manto erboso dei pascoli delle campagne della zona;
- sebbene fin dall'inizio i cittadini, gli allevatori e i pastori abbiano confermato che il rinvenimento di tale sostanza è seguito al boato notturno che ha, fra l'altro, provocato allarme e paura fra la popolazione locale, ad oggi non sono ancora state chiarite le cause di tale incidente, nonostante i solleciti anche dei sindaci dei paesi colpiti, fortemente preoccupati sia per la salute pubblica e ambientale, sia per le aziende che hanno subito e stanno ancora subendo ingentissimi danni: l'unica giustificazione di cui si dispone, ma che a quanto pare sarebbe ufficiosa e non ufficiale, sarebbe il malfunzionamento della valvola di sicurezza di una caldaia della centrale elettrica;
- in data 25 aprile 2013 si è appreso che nei campioni di polvere nera eseguiti dall'ARPAS nelle campagne di Ottana e Noragugume, sarebbero state trovate tracce di idrocarburi alifatici-carbonio 20 e 30, sostanze inquinanti riconducibili alla categoria del petrolio, notoriamente pericolose per la salute, anche se oggi è difficile stabilirne l'entità;
- questi primi esiti sono a tutt'oggi ufficiosi e del tutto parziali, pertanto soggetti a ulteriori verifiche e conferme, soprattutto in merito alle conseguenze che queste sostanze possono avere sulla salute dell'uomo e degli animali;
- nonostante le prime rassicurazioni pervenute dall'ARPAS, proprio a causa dei potenziali rischi da esposizione a tali sostanze, mentre proseguono i campionamenti e le indagini di laboratorio, sono state poste sotto sequestro cautelativo sette aziende, circa 4.000 capi di bestiame, oltre 1.500 litri di latte e 360 ettari di terre agricole e da pascolo fra Noragugume e Ottana, anche se non è da escludere che l'estensione delle aree interessate possa essere ancora più vasta per l'azione dei venti cui è esposta quella fascia di territorio;
- tali restrizioni, legate all'attività industriale di Ottana, incompatibile con la vocazione di quelle aree della Sardegna, ancora una volta condannano a un pesante arresto l'economia tradizionale agro-pastorale,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:
di quali dati ufficiali dispongano in merito al fenomeno della nube nera, che durante la notte tra il 14 e il 15 aprile 2013 ha ricoperto le aree fra Noragugume e Ottana;
1) a che punto siano le indagini di laboratorio sulle sostanze in esame e se, alla luce dell'incomprensibile e preoccupante ritardo di fronte all'emergenza, non ritengano necessario il coinvolgimento di altri laboratori ed eventualmente dell'università;
2) se abbiano predisposto interventi urgenti mirati a far fronte al danno economico e ambientale registrato in queste aree e soprattutto dalle aziende agro-pastorali sottoposte a sequestro preventivo da settimane;
3) se per tali aziende, già profondamente penalizzate dalla presenza dell'industria pesante del polo di Ottana, siano previsti risarcimenti per i danni subiti, anche in base al principio di "chi inquina, paga";
4) da chi verranno sostenute le spese per le attività di bonifica che saranno necessarie per riportare alle condizioni originarie le terre deturpate dalla sostanza incriminata, indipendentemente dall'esito di tossicità o meno degli esami dell'ARPAS;
5) quali siano, ad oggi, i dati che emergono dalle attività di monitoraggio dell'inquinamento atmosferico presso le aree intorno al polo industriale di Ottana. (1106)
Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla tutela delle imprese isolane verso i consorzi, le associazioni di impresa e gli accorpamenti con altre regioni del continente in fase di gare di appalto per l'acquisizione di beni e servizi. Caso Equitalia.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- le imprese sarde sono penalizzate e non riescono ad essere competitive nelle loro attività a causa della carente continuità territoriale;
- la grave crisi economica colpisce maggiormente chi ha un'area di mercato limitata e non può esportare i propri prodotti e servizi creando così un'economia "sedentaria";
CONSIDERATO CHE:
- l'accorpamento delle sedi Equitalia dell'Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Marche, Umbria e Sardegna porterà alla centralizzazione delle gare di fornitura di beni e servizi;
- le sedi Equitalia nelle suddette regioni sono 125, di queste 21 in Sardegna;
- Equitalia, a torto o a ragione, è indicato come uno dei fattori determinanti della crisi che coinvolge la maggior parte delle aziende isolane;
- non esiste una centrale di committenza regionale per gli acquisti di beni e servizi;
- le recenti norme cosiddette "spending review" stanno centralizzando le gare di appalto a livello nazionale con l'inserimento di Consip in tutte le procedure, e conseguentemente la Sardegna sta divenendo terra di conquista per le imprese della Penisola;
VERIFICATO CHE:
- non può esistere una leale concorrenza con le regioni del continente soprattutto se in esse si deve svolgere l'83 per cento dei servizi (accorpamento delle sedi Equitalia della Sardegna con quelle delle regioni del centro);
- non viene mostrato alcun interesse da parte di enti ed agenzie nazionali e da parte dell'apparato periferico dello Stato circa la necessità di consentire la partecipazione, dando uguali opportunità, alle imprese del territorio nel quale operano;
- nella maggior parte dei casi si opta per l'assegnazione alla Consip, al solo fine di evitare le gare d'appalto o, più semplicemente, effettuare l'indagine di mercato nel territorio;
- i consorzi che detengono i lavori sono in tutti i lotti gli stessi e facenti parte in maggioranza della Lega Coop;
- questi ultimi non eseguono mai il lavoro ma demandano in sub e sub-subappalto i servizi,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere se non ritenga:
1) che le centrali di committenza e la progressiva centralizzazione delle gare siano un fattore penalizzante per le imprese sarde (e conseguentemente per il bilancio regionale, per via del meccanismo di compartecipazione nelle entrate fiscali);
2) di intervenire presso il Governo per prevedere che le imprese sarde possano concorrere, in condizioni di pari opportunità, inserendo apposite clausole che tengono conto del fattore insulare;
3) che le norme della spending review causino, di fatto, l'isolamento economico nei confronti delle imprese sarde ed una palese sperequazione a vantaggio di quelle del continente;
4) degradante che le imprese sarde siano costrette d'ora in avanti a ricoprire il ruolo di subappaltatori e mai più quello di aggiudicatari dei servizi, lavorando così spesso sottocosto ma, paradossalmente, con maggiori oneri per gli enti appaltanti, sui quali graverà la remunerazione dell'impresa (continentale) aggiudicataria dei servizi. (1107)
InterrogazioneCuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura dell'ambulatorio sulla celiachia del distretto di Alghero.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- la celiachia è l'intolleranza alimentare più diffusa al mondo, che interessa una persona su 100, in Sardegna si manifesta con maggiore frequenza (una persona ogni 85);
- la celiachia si associa a numerose malattie autoimmuni, quali diabete, tiroiditi, artrite reumatoide ecc., a malattie neurologiche (epilessie, sclerosi multipla, miastenia, ecc.), e osteoporosi precoce;
CONSIDERATO CHE:
- presso l'ambulatorio del distretto di Alghero dal 2008 al 2012 sono stati seguiti oltre 200 pazienti affetti da tale patologia, provenienti dall'ASL n. 1, ma anche da altre ASL della Sardegna;
- il servizio è stato attivo a tempo pieno;
- oltre che della diagnosi, il servizio si è occupato di prevenzione delle complicanze e informazione presso i medici curanti, le scuole e i mass media;
- il servizio ha svolto in tutto questo tempo anche attività di studio e ricerca in collaborazione con il prof. A. Fasano dell'Università di Baltimora (Maryland - USA) e, in tale ambito, era in programma uno studio in "doppio cieco" per la diagnosi della "gluten sensitivity";
VERIFICATO CHE:
- nonostante tale intensa attività, il servizio di recente è stato cancellato a seguito del pensionamento del medico che ne era responsabile in quanto non si è provveduto a rimpiazzarlo con altro medico;
- la nuova situazione, di fatto, nega una continuità assistenziale causando gravi disagi ai numerosi pazienti;
CONSTATATO che, pur essendo presente un ambulatorio presso il reparto di Pediatria di Alghero destinato ai celiaci, viene comunque a mancare un servizio rivolto a tutto il territorio,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale al fine di sapere se intenda attivarsi per ripristinare la piena funzionalità dell'ambulatorio di celiachia nel servizio territoriale del distretto di Alghero. (1108)
Interpellanza Sanna Gian Valerio - Diana Giampaolo sulla paventata autorizzazione di 25 piani di lottizzazione nel Comune di Castiadas.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- anche dagli organi di stampa sono emerse recentemente notizie sulla ventilata autorizzazione da parte dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica di alcuni piani di lottizzazione nel territorio comunale di Castiadas;
- gli interventi di che trattasi sono stati oggetto di una precedente interpellanza n. 220/A del 4 aprile 2011 senza che la stessa abbia ricevuto nessun cenno di riscontro;
- con deliberazione della Giunta regionale n. 29/27 del 29 luglio 2010 sono stati illegittimamente modificati i confini delle suddette aree di bonifica senza che siano state modificate le regole che presiedono alla modifica del Piano paesaggistico regionale (PPR) tuttora in vigore;
- nonostante la struttura tecnica dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, in sede di istruttoria preliminare alla verifica di coerenza di detti piani, abbia concluso con un rinvio delle istanze e con richiesta di approfondimento sugli atti di approvazione e di convenzionamento dei piani di lottizzazione, il tavolo tecnico del 1° dicembre 2010 ha di fatto dato il via libera ai piani con palese ed immotivata contraddizione rispetto all'istruttoria preliminare svolta dagli uffici;
- si registra allo stato dei fatti che, nonostante il Comune di Castiadas abbia il PUC valido ed efficace sulla base delle disposizioni della legge regionale n. 8 del 2004, lo stesso non produce in automatico la validità dei 25 piani di lottizzazione in zona F che il comune chiede di approvare in quanto gli stessi piani di lottizzazione, per poter essere validi, hanno bisogno, ai sensi della stessa legge regionale n. 8 del 2004, dello studio di compatibilità paesistico-ambientale così come specificato dalla direttiva n. 2001/42/CE;
- tale condizione, nel caso specifico, non appare assolutamente verificata dal momento che nessuno dei 25 piani di lottizzazione ha seguito la procedura VAS e dunque, ai sensi dell'articolo 4 della stessa direttiva, ne consegue che non è ammissibile sanare a posteriori questa carenza e, quindi, le delibere del consiglio comunale di adozione dei piani di lottizzazione sono da considerarsi del tutto illegittime,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere:
1) quale sia la versione ufficiale dell'Amministrazione regionale sull'autorizzazione dei 25 piani di lottizzazione nel Comune di Castiadas;
2) se la Giunta regionale intenda intervenire al fine di verificare se, relativamente ai fatti prospettati, si siano verificati errori, omissioni o interferenze che ne hanno fatto emergere le palesi contraddizioni istruttorie;
3) quali indirizzi operativi siano stati impartiti dalla Direzione generale dell'urbanistica alla struttura nel merito e perché non si provveda a formulare, con la dovuta tempestività, al Comune di Castiadas le conclusioni dell'istruttoria;
4) se risulti all'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica che gli esiti non positivi della pratica in oggetto stiano ingenerando comportamenti non lineari all'interno della struttura e pressioni incomprensibili ed incontrollate volte ad allontanare dal settore soggetti evidentemente non graditi per effetto delle posizioni assunte nel merito della pratica stessa;
5) in caso di mancata risposta alla presente si provvederà alla trasformazione dell'interpellanza in mozione. (420)
Interpellanza Arbau alla Giunta regionale affinché precisi se, in conseguenza dei fatti avvenuti il 18 aprile 2013 nella piana di Ottana e Noragugume con il cosiddetto fenomeno delle "pecore nere", intenda assumere provvedimenti immediati a sostegno dei dieci allevamenti che stanno subendo dei danni gravi ed irreparabili.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- in data 18 aprile 2013 è comparsa nella piana di Ottana e Noraugugume una misteriosa polvere nera che ha ammantato gli animali ed i pascoli delle aziende zootecniche ivi ubicate;
- risultano in corso indagini da parte della competente Procura della Repubblica e dell'autorità sanitaria locale;
- gli allevamenti in questione sono posti, pertanto, nell'impossibilità di poter commercializzare i prodotti, in particolare le migliaia di litri di latte che quotidianamente le imprese agricole in questione conferiscono agli impianti di trasformazione;
- questa condizione pone le imprese agricole interessate nella difficile condizione di non poter adempiere alle proprie obbligazioni (acquisto mangimi, spese energia elettrica, manodopera ed altre ancora) e, quindi, subire danni gravi ed irreparabili conseguenze;
CONSIDERATO che appare necessario, in attesa dell'esito delle indagini circa le cause del fenomeno in questione, un intervento immediato della Giunta regionale al fine di convocare un incontro con gli allevatori interessati e i rispettivi rappresentati di categoria, al fine di predisporre un piano per poter affrontare l'emergenza e la catastrofica situazione di aziende modello che non riescono a commercializzare il proprio prodotto,
chiede di interpellare il Presidente della Regione ed i competenti Assessori regionali perché comunichino in Consiglio se intendono affrontare nell'immediato la grave condizione in cui versano le aziende agricole poste nella piana di Ottana e Noragugume. (421).)