Seduta n.180 del 19/01/2011
CLXXX SEDUTA
Mercoledì 19 gennaio 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 40.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 4 gennaio 2011 (173), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara e Paolo Luigi Dessì hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 19 gennaio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula:
"Legge per Cagliari". (243)
(Pervenuta il 12 gennaio 2011 e assegnata alla prima Commissione.)
Commemorazione del militare sardo caduto in Afghanistan
PRESIDENTE. Oggi è un'altra giornata di lutto per la Sardegna. Ricordiamo con profonda tristezza il caporalmaggiore Luca Sanna, 33 anni, di Samugheo, ucciso ieri durante una missione in Afghanistan. Il giovane alpino è morto per difendere i valori della democrazia e per contrastare il terrorismo internazionale. Luca Sanna, in forza all'ottavo reggimento, sposato da pochi mesi, aveva scelto la carriera militare sin da giovanissimo. La sua vita è stata stroncata in un atto terroristico, in modo vile e codardo.
Con la morte del caporalmaggiore sale a sette il numero dei giovani militari sardi morti nelle missioni all'estero dal 2000 a oggi. E' sempre vivo il ricordo del caporalmaggiore Samuele Utzeri, di appena 19 anni, morto in Kosovo il 2 aprile del 2000; del sottufficiale della Brigata Sassari Silvio Olla, ucciso a Nassirya il 12 novembre del 2003; del caporalmaggiore della Brigata Sassari Alessandro Pibiri, scomparso in un attentato il 5 giugno del 2006. Dopo tre anni altre croci, altri lutti, altro dolore. Nel settembre del 2009, in un attentato a Kabul, muore il caporalmaggiore della Folgore Matteo Mureddu di 26 anni. Nel 2010 altre due vittime: resta ucciso in un'esplosione in Afghanistan Mauro Gigli, 41 anni, di Sassari, primo maresciallo della Brigata alpina taurinense e, dopo pochi mesi, muore a bordo di un mezzo blindato Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero, per lo scoppio di una bomba. Sette giovani vite immolate agli ideali della pace e della democrazia che si sono sacrificate per aiutare popolazioni deboli e per contrastare il fenomeno del terrorismo.
Ieri, purtroppo, l'ennesima tragedia. Il Consiglio regionale si stringe intorno alla famiglia del caporalmaggiore Luca Sanna, alla giovane moglie, ai genitori e alla sorella. Gli rendiamo omaggio e lo ringraziamo per la professionalità e per l'alto valore dei principi che lo hanno spinto a servire la patria. L'abnegazione che ha contraddistinto la sua vita professionale sarà ricordata per sempre da tutti i sardi.
Sospendo i lavori del Consiglio per cinque minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 44, viene ripresa alle ore 10 e 54.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, chiedo una modifica dell'ordine dei lavori; propongo di spostare il primo punto all'ordine del giorno relativo alle nomine Corecom ed Ersu all'ultimo punto dell'ordine del giorno, quindi al pomeriggio.
Richiesta di sospensiva ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, chiedo il rinvio in Commissione del progetto di legge numero 242 per consentire degli approfondimenti giuridici sull'effettiva vincolatività della normativa nazionale, nonché il rinvio in Commissione della risoluzione sulle energie rinnovabili, la numero 5, essendo questa una risoluzione datata che richiede di essere aggiornata a seguito delle novità nel frattempo intervenute: linee guida nazionali, ulteriori delibere della Giunta regionale sul PEAR e quant'altro.
PRESIDENTE. L'onorevole Steri ha chiesto il rinvio in Commissione della proposta di legge numero 242 e della risoluzione numero 5 sugli "Indirizzi per il rilascio di nuove autorizzazioni per impianti di energie rinnovabili". Ha chiesto anche un'inversione dell'ordine del giorno in modo tale che con le nomine si proceda nel pomeriggio. Nel caso l'Aula approvasse le richieste del consigliere Steri, inizieremmo i lavori con il disegno di legge numero 22: "Legge regionale 30 ottobre 1986, numero 58. Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea e Terralba e San Teodoro, Budoni e Posada".
Metto in votazione le proposte del consigliere Steri. Chi le approva alzi la mano.
(Sono approvate)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, nei giorni scorsi, tenuto conto che è trascorso invano oltre un mese dall'occupazione dell'Aula, dall'accordo tra la maggioranza e l'opposizione, tra la Giunta e il Consiglio regionale e dal conseguente ordine del giorno, che stanno per scadere anche i termini per impugnare il bilancio dello Stato su una partita così importante per la Sardegna, ho richiesto (con lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio e al Presidente della Regione Cappellacci) formalmente, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, che il Presidente della Regione riferisse in Aula sull'attuazione, appunto, dell'ordine del giorno numero 42, del 22 dicembre 2010, e in merito alla vertenza entrate particolarmente (come riportato dalla stampa, dopo la conferenza stampa del Presidente e dell'assessore La Spisa, e come emerso anche da una riunione di Giunta) sulla decisione che la Giunta starebbe per assumere di non impugnare il bilancio dello Stato, così come richiesto nell'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio regionale.
Pertanto, Presidente, poiché oggi non vedo in Aula né il Presidente della Regione né l'Assessore del bilancio, le chiedo se ha avuto modo di interloquire con il Presidente della Regione e se è possibile nella giornata odierna che il Presidente stesso riferisca a quest'Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, non appena ho ricevuto la sua lettera mi sono messa in contatto col Presidente della Regione, che tra l'altro, come lei ha ricordato, era anche uno dei destinatari insieme a me della lettera da lei inviata, e ho rappresentato la necessità che venisse in Aula nella giornata odierna a riferire su quanto da lei riportato nella lettera, in ottemperanza all'ordine del giorno votato dal Consiglio.
Il Presidente della Regione mi ha comunicato che per il momento non ritiene opportuno di dover venire in Aula a riferire al Consiglio in quanto è in attesa di una definizione, più compiuta, della proposta da parte dei legali che sono stati interpellati; non appena lo riterrà opportuno mi dirà quando verrà in Aula.
Ricordo che la convocazione del Consiglio in base all'articolo da lei richiamato, il 120, è comunque una prerogativa della Giunta e quindi spetta al Presidente avvalersene.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per insistere su questa questione, in ragione del diretto coinvolgimento del Consiglio regionale. Richiedere al Presidente della Regione di riferire in Aula è strettamente connesso al fatto che questo Consiglio regionale ha votato un ordine del giorno unitario che prevede un termine entro il quale l'amministrazione deve procedere, necessariamente, all'impugnazione della legge di bilancio dello Stato.
Presidente, siccome quello è un ordine del giorno alla cui ottemperanza è obbligata la Giunta, non vorremmo trovarci - e in questo richiamo la competenza della Commissione di verifica - nella condizione di far passare il termine per l'impugnazione e poi di ascoltare da parte del Presidente per quali ragioni ha ritenuto di violare un ordine del giorno del Consiglio regionale. I casi pertanto sono due, o lei si fa carico immediatamente di attivare la Commissione di verifica per conoscere lo stato dell'arte relativamente all'adempimento di quell'ordine del giorno o il Presidente della Commissione bilancio convoca immediatamente il Presidente della Regione per riferire sullo stato dell'istruttoria di quel provvedimento di impugnazione; se questo percorso non avviene noi non siamo nella condizione di esercitare veramente, e quindi veniamo privati della nostra funzione, il controllo sull'attività che la Giunta deve porre in essere per adempiere a un obbligo che deriva da un ordine del giorno unitario del Consiglio regionale.
Oggi è il 17 gennaio, credo che il tempo stia volando, avere cognizione dello stato dell'istruttoria e sapere chi la sta seguendo è assolutamente un diritto di questo Consiglio.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, come lei ben sa noi non abbiamo strumenti regolamentari per obbligare il Presidente della Regione a venire in Consiglio a riferire perché è una prerogativa, come ho già detto, del Presidente in base agli articoli 120 e 121. L'unico modo sarebbe quello di presentare una mozione con richiesta di convocazione urgente, altrimenti io penso che la strada da lei indicata, quella della convocazione della Commissione con annessa richiesta di audizione del Presidente della Regione, sia la più percorribile in quanto ci consente di poter definire immediatamente, almeno in Commissione, il percorso di attuazione dell'ordine del giorno votato da questo Consiglio all'unanimità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente la materia che stiamo trattando è talmente importante e delicata, oserei dire, fondamentale per le sorti della Sardegna che non può essere trattata con sciatteria. Dovremo preoccuparci veramente, a questo punto, di preparare una mozione in cui chiediamo che il Presidente venga in Aula a riferire, io sarei anche dell'avviso che il presidente Cappellacci fosse convocato dalla terza Commissione. E' indubbio che non possiamo rimanere nell'equivoco, nel dubbio se un'indicazione unanime del Consiglio venga o no messa in atto dal Presidente della Regione. E' un problema che va assolutamente affrontato e risolto nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. Diamo mandato al Presidente della Commissione bilancio di convocare per martedì la Commissione per un'audizione del Presidente della Regione; in questo momento mi sembra la strada più agevole e più veloce da percorrere.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 22/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatrice.
GRECO (P.d.L.), relatrice. Nella seduta del 16 dicembre 2010 la prima Commissione, all'unanimità, ha licenziato il disegno di legge n. 22/A (Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea e Terralba e San Teodoro, Budoni e Posada).
Nelle sedute precedenti la Commissione ha verificato la correttezza dell'iter prescritto dalla legge regionale numero 58 del 1986 (Norme per l'istituzione di nuovi comuni, per la modifica delle circoscrizioni comunali e della denominazione dei comuni e delle frazioni) attraverso un'istruttoria iniziata con l'audizione dell'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Commissione ha stabilito di richiedere, quale integrazione della documentazione già trasmessa dalla Giunta regionale al Consiglio, le delibere dei Comuni che hanno presentato istanza di modifica dei confini e, relativamente ai Comuni di San Teodoro, Budoni e Posada, la trasmissione di planimetrie e di relazioni descrittive separate, in modo da individuare più chiaramente la ridefinizione dei confini tra i Comuni.
A modifica del testo originario, proposto dalla Giunta regionale, composto da un unico articolo, il testo esitato dalla Commissione risulta composto da due articoli dei quali, il primo disciplina la ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea e Terralba e il secondo la ridefinizione dei confini tra i Comuni di San Teodoro e Budoni e tra i Comuni di Budoni e Posada. La scelta della Commissione è stata dettata da esigenze di chiarezza e di semplice consultazione del testo.
Per quanto riguarda la ridefinizione dei confini tra Arborea e Terralba (articolo 1), la Commissione ha preso atto delle istanze contenute nelle deliberazioni approvate dai rispettivi Consigli comunali (la deliberazione numero 29 del 16 giugno 2006 del Consiglio comunale di Arborea e la deliberazione numero 40 del 27 giugno 2006 del Consiglio comunale di Terralba), nonché delle planimetrie e della Relazione descrittiva delle parti di territorio che vengono trasferite dalla circoscrizione del Comune di Arborea alla circoscrizione del Comune di Terralba e di quelle che vengono trasferite viceversa dal Comune di Terralba a quello di Arborea. Il testo della Relazione descrittiva e le planimetrie sono identici a quelli inizialmente proposti dalla Giunta regionale.
Per quanto riguarda invece la ridefinizione dei confini tra i Comuni di San Teodoro, Budoni e Posada (articolo 1 bis), la Commissione ha preso atto delle istanze contenute nelle deliberazioni approvate dai rispettivi Consigli comunali (deliberazione numero 30 del 4 luglio 2008 del Comune di San Teodoro; deliberazione numero 25 del 5 luglio 2008 del Consiglio comunale di Budoni; deliberazione numero 22 del 9 giugno 2008 del Consiglio comunale di Posada).
Le due Relazioni descrittive dei confini e le tre planimetrie, cui l'articolo 1 bis fa rinvio, sono state approvate dalla Commissione nelle versioni trasmesse dalla Giunta regionale in seguito alla richiesta delle integrazioni. Rispetto al testo originario la Commissione, oltre ad avere aggiunto l'articolo 1 bis, per maggiore precisione ha ridefinito le intestazioni di tutti gli allegati citati negli articoli, contraddistinguendo ciascuno con una lettera.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1Ridefinizione di confini tra
i Comuni di Arborea e Terralba
1. I confini tra i Comuni di Arborea e Terralba sono ridefiniti ai sensi del titolo II della legge regionale 30 ottobre 1986, n. 58 (Norme per l'istituzione di nuovi comuni, per la modifica delle circoscrizioni comunali e della denominazione dei comuni e delle frazioni) così come risulta dalla relazione descrittiva (allegato A) e dalle planimetrie (allegati B e C).)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art. 1 bisRidefinizione di confini tra
i Comuni di San Teodoro, Budoni e Posada
1. I confini tra i Comuni di San Teodoro e Budoni e tra i Comuni di Budoni e Posada sono ridefiniti ai sensi del titolo II della legge regionale n. 58 del 1986 così come risulta dalle relazioni descrittive (allegati D ed E) e dalle planimetrie (allegati F, G e H).)
(E' approvato)
Passiamo all'esame degli allegati all'articolo 1.
(Segue lettura)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione gli allegati all'articolo 1. Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
Passiamo all'esame degli allegati all'articolo 1 bis.
(Segue lettura)
(Sono approvati)
Passiamo alla votazione finale del disegno di legge numero 22/A.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole e per avanzare una sollecitazione all'Assessore relativamente a dei confini che non sono stati previsti in questa norma di legge, in quanto datati al 1974, quando è stata istituita la provincia di Oristano, perché non furono definiti nella cartografia una parte dei confini che delimitavano la nuova provincia rispetto all'allora provincia di Cagliari; il territorio interessato da questo problema, è quello confinante con i territori di Terralba, Arborea e San Nicolò d'Arcidano; il confine passa attraverso una strada provinciale che parte dalla "42", Guspini-Uras, e si collega a Sant'Antonio di Santadi. In tutte le carte geografiche, anche in quelle De Agostini, e in quelle dell'istituto cartografico militare, rimane un tratto tratteggiato in rosso, questo sta a significare che non sono stati definiti i confini.
Io la invito quindi a prendere contatti con i sindaci di quei territori, per intenderci il sindaco di Arbus, il sindaco di San Nicolò d'Arcidano e il sindaco di Terralba, per verificare se quei confini, che allora non furono stabiliti con nessuna norma, possano essere definitivamente sanciti, e se una parte di quel territorio invece non sia di competenza della provincia di Oristano.
Non ho presentato alcun emendamento perché credo che si possa risolvere il problema per via amministrativa.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 22/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Planetta ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 62
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 209/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Signora Presidente, Assessore, colleghi, la proposta di legge numero 209/A modifica la legge regionale numero 13 approvata dal Consiglio regionale il 30 giugno del 2010. La legge numero 13 del 2010, che disciplina le attività europee di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna, comprende anche una modifica della legge regionale numero 12 del '96, che istituisce gli uffici a Bruxelles. Il Governo ha proposto ricorso davanti alla Corte costituzionale nei confronti della legge numero 13, per illegittimità costituzionale dell'articolo 23 comma 1, lettera c).
Che cosa prevede questo articolo? Prevede che in riferimento alle modalità di reclutamento del personale di segreteria e di supporto operativo dell'ufficio della Regione a Bruxelles in mancanza di figure professionali adeguate presso l'amministrazione regionale si possa far ricorso a contratti di somministrazione di lavoro attivati in sede.
Il Governo ha ritenuto che tale norma regionale violi l'articolo 97 della Costituzione, in base al quale l'accesso alla pubblica amministrazione deve avvenire tramite pubblico concorso, di conseguenza si ritiene che violi anche l'articolo 3 dello Statuto autonomo della Sardegna, legge costituzionale, che di fatto recepisce questo articolo della Costituzione.
Il contratto di somministrazione, invece, come disciplinato dal decreto numero 165 del 2001 (articolo 36), cui rimandava la legge, deve essere circoscritto temporaneamente e subordinato al ricorrere di particolari circostanze temporanee ed eccezionali. La proposta di modifica dell'articolo 23 prevede la soppressione dell'inciso "per le attività di segreteria e di supporto operativo l'ufficio può fare ricorso, in mancanza di figure professionali adeguate presso l'Amministrazione regionale, a contratti di somministrazione di lavoro…". La conseguenza di questa modifica è che il reclutamento del personale di segreteria e di supporto seguirà la stessa procedura prevista per il restante personale non dirigenziale destinato all'ufficio di Bruxelles (personale regionale a tempo indeterminato o dipendenti di altra pubblica amministrazione); le deroghe possono essere consentite solo in presenza di peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico, come previsto dalla sentenza numero 81 del 2006.
La proposta è stata presentata dalla seconda Commissione, nella sua interezza, con l'intento di superare i rilievi avanzati dal Governo ed evitare il contenzioso davanti alla Corte costituzionale. Colgo però l'occasione, Presidente, per ricordare che la legge numero 13 del 2010 è operativa e dovrebbe contribuire, attraverso le procedure previste dalla normativa nazionale e dal trattato di Lisbona, a rafforzare la posizione della nostra Regione in Europa. Affinché la legge possa trovare piena e completa attuazione è necessario, Presidente e Assessore, definire le modalità operative che consentano al Consiglio regionale di esercitare appieno il proprio ruolo.
L'articolo 3 della legge numero 13, in particolare, prevede uno stretto e continuo coordinamento tra Consiglio regionale e Giunta regionale sulle questioni europee. Questo passa attraverso una continua e qualificata informazione reciproca, con l'obbligo specifico a carico della Giunta regionale di assicurare al Consiglio regionale una informazione costante in merito all'attuazione delle politiche europee. Con questa finalità l'articolo 22 prevede che il Consiglio regionale e la Giunta regionale stabiliscano le modalità di informazione reciproca, però è un percorso che va individuato, e siamo già un po' in ritardo.
La corretta attuazione degli adempimenti previsti dalla legge si esplica in tre ambiti principali: la fase ascendente che è costituita dalla formazione degli atti normativi comunitari; la fase discendente che comprende l'attuazione della normativa europea ; infine, programmazione e attuazione della politica regionale unitaria, che è il punto centrale della legge di riforma che è stata approvata.
Ci sono alcune scadenze, Presidente e Assessore, che vanno rispettate e questo lo voglio ricordare anche perché i tempi si stanno avvicinando, anzi siamo già dentro il meccanismo di riforma; infatti entro il 31 marzo la Giunta regionale deve presentare al Consiglio regionale la legge europea regionale poi, entro il 30 aprile, il Consiglio regionale deve convocare la prima sessione europea e quindi entro il 31 luglio deve essere approvata la legge regionale europea. Quindi è prevista in legge una serie di scadenze che va rispettata, ma è chiaro che questo Consiglio regionale deve lavorare affinché la legge che è già in vigore venga applicata da quest'anno.
Pertanto sollecitiamo il Consiglio regionale, ma soprattutto la Giunta regionale, per l'attuazione della riforma. Questo Consiglio regionale, con il contributo della Giunta regionale, deve avviare una nuova stagione di collaborazione e di confronto soprattutto con l'Europa che è determinante per la crescita e lo sviluppo della Sardegna. A tal proposito la seconda Commissione consiliare ha sollecitato la Presidenza del Consiglio ad attivarsi con la Giunta regionale per dare avvio all'attuazione della legge numero 13 del 2010, individuando adeguati percorsi affinché si possa avviare davvero il processo di riforma già approvato nel 2010.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare dichiaro chiusa la discussione generale. Essendo composta la proposta di legge da un solo articolo indico la votazione finale.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Modifiche alla legge regionale n. 13 del 2010
1. Nella lettera c) del comma 1 della novella dell'articolo 23 della legge regionale 30 giugno 2010, n. 13 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12), le parole "per l'attività di segreteria e di supporto operativo l'ufficio può far ricorso, in mancanza di figure professionali adeguate presso l'Amministrazione regionale, a contratti di somministrazione di lavoro attivati in sede nell'ambito dello stanziamento appositamente istituito per il suo funzionamento" sono soppresse.).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 209/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 237/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Piras, relatore.
PIRAS (P.d.L.), relatore. Presidente, colleghi e colleghe, la proposta di legge numero 237/A, presentata dei colleghi Steri e Diana Mario, è stata approvata dalla quinta Commissione nella seduta antimeridiana del 14 dicembre 2010. Tale proposta scaturisce fondamentalmente dall'esigenza di adeguare la disciplina regionale del prelievo in deroga degli uccelli selvatici a quanto previsto in proposito dall'articolo 9 della direttiva del Parlamento europeo del 30 novembre 2009, e dall'articolo 19 bis della legge 11 febbraio 1992, numero 157.
Il testo approvato dalla Commissione coincide sostanzialmente con il testo presentato dai proponenti, con alcune modifiche di tipo prevalentemente formale. L'articolo 01 modifica parzialmente il disposto dell'articolo 41 della legge regionale numero 23 del '98, introducendo la possibilità di utilizzare nello svolgimento dell'attività venatoria anche il fucile con canna rigata, uniformando così la normativa regionale a quella dell'articolo 13 della legge 11 febbraio 1992. L'articolo 1 introduce nel corpo della legge regionale numero 23 del '98 il nuovo articolo 59 bis, finalizzato ad adeguare la normativa regionale vigente in materia di prelievo in deroga a quanto recentemente normato dai legislatori comunitario e nazionale.
A tale proposito si prevede che le deroghe debbano avere una durata massima di un mese, possano essere adottate solo in presenza delle ragioni definite dal comma 2. I commi successivi al comma 2 definiscono la procedura mediante la quale si previene all'emanazione delle deroghe, introducendo un procedimento molto rigoroso sia per quanto riguarda il livello di coinvolgimento politico, sia per quanto riguarda le motivazioni tecniche che giustificano l'applicazione della deroga, le quali devono essere sostenute dal parere espresso al termine di una approfondita istruttoria da parte dell'Istituto regionale per la fauna selvatica ovvero, se non ancora costituito, da un apposito organo tecnico scientifico nominato con delibera della Giunta regionale.
L'articolo prosegue disciplinando in maniera dettagliata anche il numero dei capi da prelevare, questo in sintonia con la direttiva comunitaria. L'articolo 1 bis abroga la legge del 13 febbraio 2004 numero 2; tale legge regionale emanata nel 2004 per disciplinare il prelievo in deroga degli uccelli selvatici non è più adeguata al mutato quadro normativo comunitario e nazionale e non ha più ragione d'essere a fronte di un intervento organico da parte del legislatore regionale. L'articolo 1 ter disciplina l'entrata in vigore della legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, chiedo, se è possibile, una sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 26, viene ripresa alle ore 11 e 35.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, poiché non voglio fare un intervento vero e proprio, i colleghi che intendono iscriversi è meglio che non aspettino come sempre l'ultimo minuto.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Solinas, per aver agevolato la Presidenza.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intendo intervenire nel merito della relazione di maggioranza. I colleghi avranno notato che, come minoranza, non abbiamo presentato una nostra relazione, anche perché ci saremmo aspettati che il relatore di maggioranza dicesse in Aula come sono andate le cose.
E' vero, la Commissione ha approvato la proposta di legge ma non l'ha certamente discussa, perché non è stata data questa possibilità. Non si capisce come mai questa proposta di legge arrivata, mi sembra, il 10 dicembre in Consiglio, il 12 sia stata portata in discussione in Commissione, senza tener conto degli altri progetti di legge depositati; ma la scorrettezza più grossa è stata che, finita un'audizione di amministratori locali, in quel momento, con un colpo di mano vero e proprio, la maggioranza ha approvato la proposta di legge dandola per letta senza neanche discuterla. Alla mia domanda, appena rientrato nell'aula della Commissione, di che cosa si trattava, il Presidente della Commissione mi ha risposto che ormai il provvedimento era stato approvato. Quindi, dire che la Commissione ha approvato questa proposta di legge è dire una cosa non vera.
Io credo che la minoranza consiliare, tutto il centrosinistra, nella Commissione agricoltura e ambiente abbia dimostrato in questi due anni senso di responsabilità, garantendo sempre il numero legale, quando si dovevano discutere norme importanti, credo che cosa opportuna sarebbe stata che la Commissione discutesse e approfondisse il contenuto di questa norma, mentre non l'ha potuto fare. Quindi, per questo motivo, io mi riservo di decidere dopo la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo il voto segreto sul passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, colleghi e colleghe, credo che questa proposta di legge in discussione debba essere agevolmente e correttamente interpretata come un lavoro costruttivo, serio, ponderato e soprattutto di lungimirante prospettiva.
Oramai è un concetto acquisito che parlare di caccia, soprattutto in Sardegna, non riguarda e non può riguardare esclusivamente i 50 mila cacciatori, che peraltro rappresentano poco più del 2 per cento della popolazione residente; io credo, e ne sono convinto, che parlare di caccia equivalga innanzitutto a parlare di ambiente, di cultura, di tradizione e, consentitemi di dirlo, di identità. Questi sono concetti e valori patrimonio di tutti noi sardi, a prescindere dal fatto che si vada o non si vada a caccia.
Da alcuni anni, da parte del mondo venatorio sardo, è stata manifestata un'esigenza non ulteriormente procrastinabile: la revisione organica della disciplina dell'attività venatoria in Sardegna, che doveva vedere necessariamente la partecipazione, il confronto, la condivisione anche della popolazione interessata, in particolare degli agricoltori e degli ambientalisti. Mi voglio riferire alla volontà di ricostruire una caccia moderna, una caccia responsabile, strettamente collegata alla scienza ed esercitata come attività che è, allo stesso tempo, un significativo motore economico e un patrimonio di nostre millenarie tradizioni; un patrimonio che costituisce a pieno titolo una parte della cultura del nostro popolo, che guarda al riconoscimento della caccia come attività non dannosa ma, anzi, necessaria per una corretta gestione ambientale e per la salvaguardia della fauna selvatica.
Questo testo che noi esamineremo, e che certamente è migliorabile, contiene, come tutti abbiamo avuto modo di riscontrare, importanti novità scaturite dall'esigenza di un'organica revisione della disciplina che regola la caccia; non erano poche ed isolate, infatti, le voci che reclamavano interventi urgenti aderenti alla realtà venatoria della Sardegna, con carattere meno punitivo nei confronti del cacciatore e nel contempo di maggiore tutela e rispetto sia per l'ambiente che per la selvaggina. Pensiamo solamente ad alcune assurde e illogiche limitazioni in ordine agli strumenti e ai mezzi utilizzabili per l'attività venatoria. Ebbene, nel testo in discussione sono presenti anche significative modifiche e integrazioni agli articoli che regolamentano proprio alcuni di quegli strumenti in maniera tale, per fare solo un esempio, da consentire la facoltà di utilizzare anche in Sardegna i fucili con la canna rigata.
Come tutti sappiamo, però, intorno alla caccia si è giocata, e si continua a giocare, una battaglia non solo economica e culturale ma spesso solamente ideologica e pregiudiziale. Però credo che ugualmente, malgrado questo, siamo riusciti durante il lavoro svolto in Commissione (perché il lavoro c'è stato, collega Solinas), a rispondere abbastanza aderentemente alla necessità di promuovere con efficacia sia la facoltà dell'esercizio venatorio in Sardegna che la sicurezza, l'eco compatibilità e il fondamentale rispetto per l'ambiente nel suo complesso.
Posso essere buon testimone che non si sono dette e sprecate in Commissione parole su parole in buona e cattiva fede come già era capitato in circostanze analoghe in cui si trattava di caccia. Veri e propri fiumi di parole dette senza alcuna cognizione di causa e spesso inutili.
Dunque oggi, cari colleghi e colleghe, finalmente costruiamo e vogliamo costruire assieme un atto concreto che serve realmente. Certo, è un qualcosa di ovviamente perfettibile ma che rimane e che serve anche agli operatori di un settore fragile e però ugualmente importante dell'economia della Sardegna. Ora in proposito è abbastanza evidente che questo testo guarda in prospettiva soprattutto all'idea di allungare la caccia su tutto il territorio regionale ottenendo però stavolta le deroghe, ammesse dall'Unione europea, per l'estensione della caccia oltre il termine del 31 gennaio.
La proposta tenta in qualche modo un'ardua impresa. In passato, infatti, come tutti sappiamo, ogni legge regionale che prorogava la caccia a febbraio veniva prontamente cassata diventando così anche motivo di richiami formali, di sanzioni importanti per la Regione Sardegna e per l'Assessorato competente in materia; perciò anche la proposta della Commissione ha previsto l'istituzione di un apposito comitato scientifico regionale a cui venga affidato il compito di redigere i pareri, previo accertamento di tutte le eventuali anomalie del flusso delle specie migratorie in modo tale da giustificare il prolungamento della stagione venatoria. Ovviamente tutto questo con il consenso dell'istituto regionale per la fauna selvatica ed escludendo in maniera specifica le situazioni legate per esempio alla riproduzione e al passaggio di ritorno verso i luoghi di nidificazione.
Insomma l'estensione del periodo di caccia a tutto il mese di febbraio non è stata prevista certamente per rispondere ad un capriccio molto egoista della categoria dei cacciatori; questo, cari colleghi, deve essere molto chiaro. Noi abbiamo uguale rispetto e uguale considerazione per chi va a caccia come per di chi non ci va.
Io sono convinto che è bene non stancarci mai di ricordare che la deroga di cui discutiamo è stata prevista nella convinzione che, stante le peculiarità faunistiche, climatiche e territoriali della Regione Sardegna, tale scelta rappresenti un equo contemperamento tra le esigenze di tutela dell'ambiente e lo svolgimento dell'attività venatoria. Colleghi, a dimostrazione di ciò che dico si potrebbero portare molte testimonianze e molti esempi.
Io però non mi voglio dilungare negli esempi e non voglio rivendicare alcunché perché questo testo oggi rappresenta una vittoria e un premio all'impegno dei molti che hanno creato una sensibilità generale e anche colto l'esigenza di una legge che volgesse in Sardegna alla tutela dell'esercizio venatorio assieme alla tutela dell'ambiente.
Vorrei, seguendo le indicazioni del collega Solinas, non dilungarmi ancora di più ma concludere affermando che questo testo ritengo possa rappresentare anche qualcosa che va oltre a quanto contenuto nell'articolato, nel senso che può rappresentare quel punto di svolta nel metodo e nell'approccio alla materia in discussione unitamente alla stessa risoluzione dei problemi.
Per capirci meglio, credo che il nostro impegno e le nostre future proposte in tale direzione, colleghi, colleghe, debbano partire da un punto fermo che si chiama "compatibilità e complementarietà"; tutto questo va chiaramente riferito, per chi lo sostiene da tempo e che vi parla, all'ambiente, agli animali, alle persone, alle culture, alle tradizioni, alle differenti sensibilità, ai diversi mestieri; perché tutti questi ambiti infatti possono agevolmente ricondursi a questo concetto.
E capisco però che più di uno tra chi ci ascolta, fra chi leggerà domani i giornali, penserà che il nostro parlare sia niente di più che un giro largo per ricondurre il tutto alla proroga della stagione venatoria. Ma non è così e noi sappiamo che non è così, perché non abbiamo inseguito nessun richiamo di matrice ideologica, ma abbiamo fatto piuttosto una riflessione molto pratica e anzi ovvia.
Voglio fare un auspicio affinché molto presto, anche attraverso la trasparenza dell'informazione e della formazione chiara e precisa sia ulteriormente tutelato e soprattutto riconosciuto il ruolo dei cacciatori, il ruolo degli agricoltori...
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Prego, onorevole Planetta.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Di che cosa mi prega, signora?
PRESIDENTE. Di proseguire, onorevole Planetta. Abbiamo richiamato più volte l'Aula, la prego di proseguire.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Vede, Presidente, ogni tanto bisogna rifarsi agli stili e ai modi di fare politica anche dentro quest'Aula, dove noi rappresentiamo tutta la Sardegna. Ogni tanto bisogna avere la pazienza e l'umiltà di ascoltare chi parla. Ma, come può notare, ancora si continua a parlare, a non sentire, quasi che qui vivessimo in un mondo fatatoe il resto non esistesse.
Per concludere, faccio un auspicio: io credo che il ruolo di questo mondo, dei cacciatori, degli agricoltori, di tutto il mondo delle campagne, quali anche gli operatori di tutela e quegli operatori che custodiscono l'ambiente, debba essere presto ulteriormente tutelato. Bisogna rimettere questi elementi sempre presenti al centro di un futuro dibattito, perché sono convinto che tutto ciò significherà dare maggiore oggettività al dibattito stesso, e anche una più reale e positiva prospettiva di futuro alle persone che vivono il mondo delle nostre campagne
E' necessario pertanto rimettere al centro di un futuro dibattito il mondo delle nostre campagne, soprattutto in riferimento a quelle realtà economiche e sociali che, in modo particolare, sono oggi colpite sempre più da un impoverimento crescente e, credo, apparentemente irreversibile. Signor Presidente, Assessore, colleghi e colleghe, vi ringrazio di avermi ascoltato, anche se male.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Oggi noi affrontiamo una discussione su una proposta di legge che intende intervenire sull'esercizio della caccia nella nostra Regione. In questo primo anno e mezzo di attività di questo Consiglio la Commissione competente, seppure a periodi alterni, si è occupata di questo tema, e se ne è occupata sulla base di una proposta di legge che voleva giungere al completo stravolgimento della legge attualmente in vigore, la legge numero 23. Io credo che quando un tema, così delicato e importante, non si affronta con la giusta misura, si rischia di far passare dalla parte del torto anche le buone ragioni.
La legge regionale attuale, la numero 23, presenta alcuni punti critici, ed è giusto anche col tempo metterci mano. Però, è una legge di tutela della fauna selvatica in Sardegna, e tale deve restare. Abbiamo discusso a lungo su una serie di temi su cui non era il caso di discutere; abbiamo ragionato a lungo su quale doveva essere l'organismo tecnico a cui la Giunta regionale si deve rivolgere quando chiede una consulenza tecnico-scientifica per operare in una direzione piuttosto che in un'altra, e più volte è emersa la tendenza a voler sostituire l'organismo scientifico nazionale, più autorevole e quindi anche di maggiore garanzia per la stessa Giunta regionale, l'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente, con organismi regionali.
Anche in questo caso, anche in questa modifica parziale della legge numero 23, si fa lo stesso identico errore, si vogliono cioè creare le condizioni per gestire in Sardegna ciò che riteniamo debba essere gestito in Sardegna, e non invece fare il ragionamento serio, come per altro verso si fa, di presentare questa proposta di legge come il recepimento di una direttiva comunitaria, e quindi come il nostro inserirci e adeguarci alle normative altrove in vigore. Ed è un'esigenza, secondo me, giusta. Però, lo si vuole fare senza essere conseguenti fino in fondo.
Noi, pertanto, che cosa non condividiamo nella maniera più assoluta di questa piccola e parziale legge? Non condividiamo quanto scritto nel comma 3 dell'articolo 1, e cioè che: "l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, previa deliberazione della Giunta regionale (...) adotta le deroghe con provvedimento motivato sulle ragioni che ne impongono l'applicazione, sentito l'Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS), ovvero" - siccome non c'è - "se non ancora istituito, un comitato tecnico-scientifico composto da un esperto in materia di ambiente e fauna selvatica", eccetera, cioè un comitato nominato dalla Giunta. Quale autorevolezza possa avere un comitato di questo tipo, io lo chiedo all'intera Aula.
Non sarebbe stato molto più logico e opportuno (lo stiamo chiedendo anche con un emendamento), per essere davvero in linea con la legislazione a cui si fa riferimento nel momento in cui questa proposta di legge viene messa in piedi, fare in modo che la Giunta si muovesse sulla base di una consulenza tecnico-scientifica data dall'unico organismo presente in Italia, che su questo fronte può dare davvero garanzia? Noi non possiamo fare una legge e dare l'impressione di voler aggirare la normativa comunitaria per poter comunque fare cose che, altrimenti, non si potrebbero fare.
Noi abbiamo interesse a che la caccia in deroga venga normata, e normata secondo quanto le nuove direttive comunitarie e la nuova legge nazionale impongono. E siamo anche convinti che queste norme per la caccia in deroga siano necessarie, perché è giusto creare le condizioni affinché gli agricoltori non ricevano eccessivi danni dalla fauna selvatica e, come riteniamo sia giusto applicare le norme della caccia in deroga anche in altre occasioni a cui questo provvedimento di legge fa riferimento.
Non è possibile, però, che questa, che è una parte importante della discussione sulla caccia in Sardegna, sia stata trattata prima in un emendamento presentato al provvedimento di legge sull'agricoltura di cui non abbiamo potuto, per volere di chi l'ha presentato, discutere in Commissione agricoltura, poi in un emendamento sempre identico presentato nell'ambito della finanziaria; oggi, infine, in una proposta di legge che arriva in Aula dopo che la discussione della stessa in Commissione agricoltura è stata organizzata in maniera tale da non essere svolta.
Io, da consigliere regionale che fa parte dell'opposizione, guardo a questo tema con l'attenzione con cui deve essere guardato, cioè nell'interesse complessivo della società, sia di chi vuole salvaguardare la fauna e l'ambiente, sia di chi vuole salvaguardare i sacrosanti diritti dei cacciatori di svolgere questa loro attività senza essere additati al pubblico ludibrio. E' un'attività, infatti, assolutamente lecita, che va normata, incoraggiata, e va normata e incoraggiata per fare in modo che sia anche proiettata in modo positivo sul territorio; ecco perché quando, se ci sarà un "quando", discuteremo in Aula della proposta di legge complessiva che ritocca gli ambiti territoriali di caccia, che mette in discussione tanti aspetti fondamentali della legge numero 23, questi aspetti invece devono essere assolutamente salvaguardati.
Io credo che noi non possiamo dare l'impressione di volere, con una norma, aggirare le norme, noi non possiamo passare per un Consiglio regionale che non vuole apparire contro le norme di tutela dell'ambiente e, di fatto, fa le norme in maniera tale che questo si possa fare. Qualunque Giunta ci sia a governare la Sardegna, bisogna creare le condizioni affinché la consulenza tecnico-scientifica, a che si possa fare o meno un prelievo in deroga, sia una consulenza vera, nell'interesse dell'ambiente e della comunità sarda nel suo complesso, e non al servizio di questa o quella categoria.
Di conseguenza, che senso ha voler istituire di proposito un comitato per la fauna? Che senso ha che la Giunta nomini tre persone che si facciano carico di questo problema, che può, con ben altra competenza, essere affrontato da un comitato nazionale che esiste già, che funziona su tutto il territorio ed ha le competenze adeguate per poterlo fare?
Questa è la motivazione principale che mi spinge a non condividere il resto della legge, che pure presenta degli aspetti che è assolutamente necessario un giorno affrontare. E neanche ho condiviso questa sorta di approvazione, chiamiamola così, tra virgolette, furtiva in Commissione agricoltura, senza voler entrare nel merito della discussione, con la volontà di coinvolgere e di convincere chi eventualmente poteva non essere d'accordo.
A mio avviso, salvo ripensamenti della maggioranza, salvo anche approvazione di proposte di modifica che verranno fatte, questo provvedimento di legge, che per tutto il resto potrebbe anche andare bene, non può essere considerato positivo, proprio perché, con poche parole, si inficia il resto dell'impianto della legge. Seguiremo certamente con attenzione la discussione sui singoli articoli, però credo che questo sia il dato fondamentale su cui dovremo ragionare. E invito la maggioranza, affinché davvero si approvi una legge condivisa e condivisibile da tutti, ad apportare le modifiche opportune per scacciare qualsiasi sospetto che si stia facendo una norma pensando ad altro: ad aggirare il complesso delle altre norme.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Procediamo alla votazione a scrutinio segreto sul passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 67
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 42
contrari 25
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
Passiamo all'esame dell'articolo 01. A questo articolo è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 01 e del relativo emendamento:
Art. 01
Modifiche all'articolo 41
della legge regionale n. 23 del 1998
(Mezzi per l'esercizio dell'attività venatoria)
1. Nel comma 1 dell'articolo 41 della legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna), dopo le parole "anima liscia" sono aggiunte le parole "o a canna rigata".
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Steri - Sanna Giacomo
Articolo 1
All'articolo 1, dopo il comma 1 è inserito il seguente comma 2:
2. Alla fine del comma 1 dell'articolo 36 della legge regionale 29 luglio 1988, n. 23, dopo le parole "nei giorni e con le limitazioni previste dalla presente legge e dal calendario venatorio" sono aggiunte le seguenti: "in relazione ai limiti di tempo, di specie cacciabili e di numero di capi abbattibili". (1).)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'articolo 01 e sull'emendamento numero 1.
(E' approvato)
Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Piras, relatore.
PIRAS (P.d.L.), relatore. Si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 1.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Barracciu, Caria, Meloni Marco e Porcu hanno
votato a favore e che i consiglieri Espa e Zedda Massimo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Cocco Pietro - Espa - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cocco Daniele - Salis.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 63
astenuti 3
maggioranza 32
favorevoli 56
contrari 7
(Il Consiglio approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedere una breve sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo brevemente la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 13, viene ripresa alle ore 12 e 31.)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Integrazioni alla legge regionale n. 23 del 1998
1. Al titolo II della legge regionale n. 23 del 1998, dopo l'articolo 59, è aggiunto il seguente capo:
"Capo IV bis (Prelievi in deroga in applicazione dell'articolo 9 della direttiva n. 2009/147/CE)
Art. 59 bis (Disciplina dei prelievi in deroga)
1. I principi sui prelievi in deroga di cui all'articolo 9 della direttiva n. 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici sono attuati nella Regione in conformità alle disposizioni di cui all'articolo 16 della legge 4 febbraio 2005, n. 11 (Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari), ed in armonia alle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 3 e 4, all'articolo 9 e all'articolo 19 bis della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio).
2. La Regione adotta le deroghe di cui al comma 1, di durata non superiore a un mese, e sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, per le seguenti ragioni:
a) nell'interesse della salute e della sicurezza pubblica;
b) nell'interesse della sicurezza aerea;
c) per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca ed alle acque;
d) per la protezione della flora e della fauna;
e) ai fini della ricerca, dell'insegnamento, del ripopolamento e della reintroduzione, nonché per l'allevamento connesso a tali operazioni;
f) per consentire, in condizioni rigidamente controllate ed in modo selettivo, la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità.
3. L'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, previa deliberazione della Giunta regionale, su proposta dello stesso Assessore d'intesa con l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e con l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, adotta le deroghe con provvedimento motivato sulle ragioni che ne impongono l'applicazione, sentito l'Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS) ovvero, se non ancora istituito, un comitato tecnico-scientifico composto da un esperto in materia di ambiente e fauna selvatica, un esperto in materia di coltivazioni agricole, un esperto in materia di salute pubblica. Il comitato tecnico-scientifico è istituito con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, d'intesa con l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
4. Il parere dell'organo scientifico di cui al comma 3, a supporto della motivazione sui presupposti, sulla necessità e sulle modalità di applicazione della deroga, dà atto delle indagini scientifiche svolte, prendendo in considerazione anche le segnalazioni, se pervenute, degli uffici tecnici degli Assessorati della Regione, degli uffici tecnici degli assessorati della difesa dell'ambiente e dell'agricoltura delle province, nonché del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
5. L'atto di deroga contiene specificamente l'indicazione:
a) delle specie che ne formano oggetto;
b) del numero dei capi prelevabili complessivamente nell'intero periodo, in relazione alla consistenza delle popolazioni di ogni singola specie, per le deroghe motivate ai sensi del comma 1, lettere e) ed f);
c) dei controlli e delle forme di vigilanza cui il prelievo é assoggettato;
d) delle condizioni di rischio e delle circostanze di tempo e di luogo di applicazione delle deroghe;
e) dei mezzi, degli impianti e dei metodi di cattura o di abbattimento consentiti nonché dei soggetti a ciò autorizzati, fermo restando quanto previsto dai commi 7 e 8.
6. Le deroghe di cui alla presente legge non possono essere attivate per le specie per le quali sia stata accertata una grave diminuzione della consistenza numerica, durante il periodo di nidificazione degli uccelli o durante la fase di migrazione per ritorno degli stessi al luogo di nidificazione.
7. I prelievi venatori in deroga autorizzati in applicazione del presente articolo sono effettuati esclusivamente da parte dei soggetti individuati nell'atto di deroga o da agenti del Corpo forestale regionale.
8. I prelievi di cui al comma 7 sono realizzati con le modalità ed i mezzi previsti dagli articoli 40 e 41 della presente legge.
9. Il numero di capi prelevati è annotato al termine di ogni giornata venatoria sulla scheda di rilevamento che i soggetti autorizzati a partecipare agli abbattimenti in deroga ritirano presso il proprio comune di residenza. Le schede di rilevamento sono riconsegnate a cura dei soggetti autorizzati, tramite il comune di residenza o avvalendosi delle associazioni venatorie, alla provincia competente la quale, dopo aver estratto dalle schede acquisite i dati di prelievo, provvede a trasmetterli all'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente.".
Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario - Steri - Sanna Giacomo
Articolo 1
Al comma 2 dell'articolo 1 le parole "un mese" sono sostituite dalle parole "tre mesi". (2)
Emendamento sostitutivo parziale Lotto-Solinas Antonio-Cocco Pietro-Bruno
Articolo 1
Al comma 3 dell'articolo 1 le parole da "l'istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS) ……. dell'assistenza sociale." sono sostituite con le parole "l'istituto superiore per la protezione dell'ambiente (ISPRA)". (3).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, brevemente, io non ho potuto partecipare alla discussione generale, però credo che su questo articolo alcune parole vadano dette. Innanzitutto la domanda che mi pongo è come mai cominciamo sempre dalla coda. Noi non abbiamo ancora dato attuazione alla legge sulla protezione della fauna selvatica perché non è, la nostra, una legge sulla caccia, ma è una legge sulla protezione della fauna selvatica che introduce anche misure per proteggerla, diffonderla e salvaguardarla; non abbiamo ancora definito gli ambiti territoriali - non soltanto, per carità, questa maggioranza, neanche quella precedente lo ha fatto, quindi ci assumiamo la nostra parte di responsabilità - per cui assistiamo ancora alle scorribande migratorie non della nostra fauna, ma dei cacciatori che transitano da una zona all'altra, transitano dalle grandi aree urbane per andare a cacciare anche in luoghi che dovrebbero essere, semmai fossero dedicati alla caccia, di competenza e pertinenza esclusiva delle comunità locali.
Non abbiamo ancora un piano faunistico né regionale né provinciale, quindi abbiamo una legge inattuata e pensiamo già alle deroghe, come quelle, palesemente illegittime, previste da alcuni emendamenti che vorrebbero prolungarle da un mese a tre mesi.
Inoltre mi chiedo, questa è l'altra riflessione, oltre quella specifica del tema in oggetto, se con le emergenze economiche e sociali che attanagliano la nostra Regione, con tutte le leggi "promessa-deroga", che abbiamo abbozzato in questa finanziaria omnibus approvata recentemente, un Consiglio regionale debba attardarsi con provvedimenti di questo genere. E' evidente che, se per lo meno fosse approvato l'emendamento presentato dall'opposizione, che riconduce queste deroghe nell'ambito della normativa nazionale e quindi anche di quella europea, rimandando la decisione all'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente (ISPRA), avremmo fatto un po' di sana demagogia parlamentare, avremmo fatto l'occhiolino ai cacciatori, chi lo deve fare - io personalmente non ne ho bisogno - ma alla fine gli effetti di questa norma sarebbero largamente attenuati e ricondotti per lo meno a un organismo che certamente ha le caratteristiche e le competenze per decidere nel merito delle deroghe, viceversa nell'approvare questa legge avremmo sbagliato due volte.
Pertanto, visto che siamo in fase di discussione dell'articolo, credo che dovremmo cercare di limitare i danni, ricordarci che quando parliamo di caccia dovremmo parlare di protezione della fauna selvatica, ricordarci che in passato più volte tentativi di derogare alle leggi nazionali e alle direttive comunitarie hanno prodotto un vizio di incostituzionalità con tanto di sanzione per il Consiglio regionale e quindi, se dobbiamo fare qualcosa, l'appello veramente che mi sento di rivolgere alle forze politiche in quest'Aula, ma certamente anche agli Assessori presenti, è di farlo strettamente nell'ambito delle normative e delle direttive comunitarie.
Vediamo se l'Aula avrà questa maturità e questa capacità. Se non l'avesse è chiaro che le posizioni di ognuno di noi sarebbero molto più contrapposte e, nel caso fosse approvato non l'emendamento della minoranza ma l'emendamento che vuole derogare per periodi anche molto lunghi, avremmo esitato una legge illegittima, incostituzionale e che fa di tutto tranne che cogliere lo spirito della legge numero 23 che, alla fine, è una buona regolamentazione e una salvaguardia del nostro patrimonio faunistico compatibilmente con quella attività identitaria e culturale che noi non demonizziamo, ma che certamente deve essere messa in secondo piano rispetto alla tutela del nostro patrimonio faunistico.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, riprendendo il ragionamento avviato con l'intervento precedente, vorrei ricordare che questo articolo 1 è la vera ossatura di questa proposta di legge essendo, il precedente articolo, una norma molto puntuale sul tipo di armi da utilizzare nell'esercizio della caccia. Continuo a sostenere che noi abbiamo il dovere, come Consiglio regionale, nel momento in cui si decide (anche su questo condivido le osservazioni che faceva poco fa il collega Porcu), di non concentrare la nostra attenzione su un tema, seppure importante, perché tutti lo sono, come quello della caccia distraendoci così dai problemi ben più impellenti e importanti che attanagliano la vita dei nostri corregionali.
Ora, nel momento in cui si decide di parlarne parliamone e parliamone schiettamente, mettendo in campo gli obiettivi reali che si vogliono conseguire. Obiettivi reali (a parte gli obiettivi concreti e anche giusti che pure nell'altra parte dell'articolo si pongono) che emergono nella volontà di allargare le maglie al comma 3 attribuendo la competenza sulle deroghe non all'Istituto per la protezione ambientale (sostituisce il precedente Istituto nazionale per la fauna selvatica), riconosciuto a livello nazionale e comunitario come l'organo preposto a questa consulenza, ma a un altro comitato da istituire.
Noi rischiamo di incorrere anche per questa norma, che si pone l'obiettivo dichiarato anche nella stessa relazione, di adeguare la normativa regionale alle nuove norme comunitarie, nella procedura di infrazione, proprio nel momento in cui individuiamo in maniera non corretta, non puntuale, non in linea con le norme a cui diciamo di volerci avvicinare, l'ente che controlla o comunque dà la consulenza in questa materia.
Anche nell'emendamento presentato da alcuni colleghi della maggioranza di modifica del comma 2 di questo articolo 1, che recita "La Regione adotta le deroghe di cui al comma 1, di durata non superiore a un mese e sempre che non ci siano altre soluzioni soddisfacenti per le seguenti ragioni eccetera, eccetera", si propone l'allungamento da un mese a tre mesi. Ora, tutto può essere questa norma sulla caccia tranne che un modo fittizio per allungare la stagione della caccia.
Allora, se si deve fare un prelievo in deroga, spiegatemi perché non bastano una, due settimane, tre settimane e massimo un mese e si vuole arrivare ad avere a disposizione tre mesi. Ma che senso ha? Non ha nessun senso se non quello di aprire delle maglie dove non è possibile aprirle con altre diciture. Non è possibile allungare la stagione di caccia per tutto il mese di febbraio, anche se qualche intervento precedente lo ha auspicato; non è possibile perché ci verrebbe contestato, non è possibile perché la stessa legge nazionale, appena approvata sei mesi fa (la cosiddetta legge europea), di fatto ha previsto una possibile estensione ai primi dieci giorni del mese di febbraio della stagione della caccia ma a seguito della valutazione dell'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente, guarda caso legando quella eventuale deroga, molto più breve, sia del mese previsto nella proposta di legge e ancor di più dei tre mesi proposti nell'emendamento, al parere di questo Comitato nazionale scientifico.
A mio avviso, pertanto, sarebbe stato molto più saggio costruire una proposta maggiormente condivisa (avrebbe avuto anche il consenso del centrosinistra), e che rispondesse a un'esigenza generale unanimemente riconosciuta. L'esigenza di adeguare le norme regionali alle nuove normative nazionali ed europee è un'esigenza che non è né della sinistra né della destra, è un'esigenza che va colta, ma va colta con i metodi e con le procedure giuste perché diversamente si creano contrapposizioni che non aiutano a condividere delle scelte, non aiutano ad assumersi tutti la propria responsabilità, al di là delle convinzioni di ciascuno di noi.
Tra di noi c'è chi è favorevole alla caccia tout court e chi è contrario alla caccia tout court; però neanche il prevalere di una di queste posizioni può condizionare eccessivamente le norme che poi regolano la vita di tutti, di coloro che sono a favore, di coloro che sono contro e di coloro a cui non interessa nulla della caccia. E parliamo anche degli interessi di quegli agricoltori che tantissime volte vedono i propri raccolti distrutti da eccessive presenze di fauna selvatica: una distruzione mai remunerata a sufficienza e che non è giusto debbano subire.
Quindi, proprio con queste deroghe affrontiamo, un tema importante e, secondo me, l'atteggiamento tenuto dalla maggioranza di voler far passare di soppiatto questa norma, senza una discussione principalmente in Commissione dove si discute e si interloquisce (poi in Aula ci sarebbe stata una ulteriore riflessione), ha impedito di arrivare a un testo condiviso che avrebbe poi condizionato in senso favorevole al provvedimento l'atteggiamento di tutti noi.
Così non è stato e pazienza, non so quale sarà il risultato finale, però io auspico che quanto meno i contenuti positivi di questo provvedimento di legge vengano salvati dall'eliminazione degli aspetti negativi, che ci sono e che preludono a un giudizio sostanzialmente non positivo sull'intero impianto della proposta di legge.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Piras, relatore.
PIRAS (P.d.L.), relatore. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 2 e contrario sull'emendamento numero 3.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 2 in votazione, che al comma 2 dell'articolo 1 estende il periodo in cui è possibile la caccia da un mese a tre mesi, ritengo faccia la differenza su questa proposta di legge. Con questo emendamento noi stiamo dicendo il contrario di quello che diciamo all'inizio dell'articolo, cioè stiamo dicendo che deroghiamo a quanto previsto dalla direttiva comunitaria, perché credo che un eventuale prelievo in deroga che chiaramente sarà mirato, limitato, per specie, per numero, per quantità, è un provvedimento evidentemente eccezionale che casomai posso reiterare, ma che non posso prevedere per un periodo così lungo se non sono in grado di valutare le conseguenze delle singole giornate di caccia. E' una contraddizione in termini.
Se io approvo una deroga di tre mesi senza poterne valutare le conseguenze perché il periodo è assai lungo ed è, appunto, al di fuori di quanto previsto dalla direttiva comunitaria, sto già dicendo che mi metto fuori dalla direttiva; mettendomi fuori dalla direttiva mi metto fuori dalla normativa nazionale e sto facendo l'ennesima legge beffa, che beffa anche i cacciatori.
Quindi, sono assolutamente contrario all'emendamento, stiamo illudendo i cacciatori per primi di qualcosa che non si potrà fare, perché una deroga anche concessa con, eventualmente, queste caratteristiche sarà oggetto di ricorsi. Nel momento in cui è oggetto di ricorsi non potrà essere data, quindi è una storia che abbiamo già visto e invece di fare una cosa seria, circoscritta, motivata, affidandola a un organismo scientificamente competente, come suggerito dal nostro emendamento numero 3, stiamo già dicendo che ci mettiamo nelle condizioni di promettere qualcosa che sappiamo già non potremo mantenere perché sarà oggetto di ricorsi, gli ennesimi ricorsi, gli ennesimi richiami.
Io credo che di questo non ci sia bisogno, invito a una riflessione l'Aula e gli Assessori competenti e voto decisamente contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io non faccio altro che riprendere il ragionamento svolto in precedenza e richiamare la maggioranza ad un gesto di responsabilità; lo dico con tutta la convinzione necessaria: non è accettabile prendere in giro nessuno. Se noi stabiliamo una deroga di tre mesi di fatto stiamo dicendo che abbiamo voluto fare altro, abbiamo voluto fare altro! E questo non va bene, non va bene perché a un'esigenza giusta si risponde con un metodo e con dei risultati finali assolutamente sbagliati. Ed è vero quello che diceva il collega Porcu, noi non possiamo neanche illudere i cacciatori sardi che qualsiasi cosa, chiunque chieda, possa essere approvata e concessa.
Ci sono delle norme stringenti che regolano questa materia e che attengono al diritto non solo dei cacciatori e non solo della fauna, ma dell'intera popolazione della Sardegna, e non solo della Sardegna, seppure la caccia a cui noi facciamo riferimento sia esercitata in Sardegna.
Io continuo quindi a ribadire che questo emendamento non è assolutamente accettabile e neanche votabile; invito oltre che l'intera minoranza (in questo non credo che ci siano problemi), ma tutta la maggioranza a votare contro o a ritirarlo perché non è assolutamente condivisibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Io sono stato convinto dall'appassionata e circostanziata elucubrazione dei colleghi del centrosinistra e, pertanto, non spiego neanche i motivi per cui avevo proposto un emendamento tal fatto. Questo aveva esclusivamente una funzione di tipo sanitario perché viviamo in Sardegna una situazione a causa della quale, se non succedono, e io mi auguro che non succedano, fatti più importanti, abbiamo sempre il terrore della peste suina africana che, come tutti sanno, è veicolata da una specie venatoria: il cinghiale.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue DIANA MARIO.) Io non ho nessuna difficoltà a ritirare l'emendamento e a lasciare una deroga di un mese, dico solo che qualora disgraziatamente dovesse avvenire che si verifichino fatti legati alla specie suina che ho citato, e si dovesse arrivare a un abbattimento per quanto controllato non potremmo assolutamente farlo, ma saremmo costretti a ritornare in Aula per approvare una nuova norma.
La deroga dei tre mesi non costituiva l'allungamento della stagione venatoria, come non lo costituisce neanche la deroga di un mese; stiamo parlando di una caccia in deroga che deve seguire la filosofia descritta in questo articolo. Pertanto io ritiro l'emendamento, ma mi sembrava giusto e corretto informare i colleghi su quale fosse lo spirito che lo ispirava.
PRESIDENTE. A seguito del ritiro dell'emendamento numero 2, decadono le iscrizioni a parlare degli onorevoli Uras, Salis e Sechi.
E' in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Ho già avuto modo, e mi scuso se mi ripeto, di parlare di questo argomento che è il più controverso di questa proposta di legge. Ho avuto cioè modo di dire che è giusto uniformarci alle normative comunitarie e alla nuova legge nazionale ed è giusto farlo in tutte le sue parti. Perciò si faccia, se si vuole fare, una cosa seria e non si inventino comitati che rispondono al governo del momento, ma si ricorra a quanto di istituzionalmente valido e scientificamente competente esiste già in Italia.
Questo emendamento, pertanto, prevede molto semplicemente di sostituire al comma 3 dell'articolo 1 il riferimento all'Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS) e, qualora non ancora istituito, a un comitato tecnico scientifico, con il riferimento all'Istituto superiore della protezione dell'ambiente (ISPRA). E' una proposta ragionevole che chiediamo sia approvata non solo da noi ma anche dalla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, il collega Lotto ha ben illustrato la posizione che esprimiamo in merito al comitato previsto al comma 3 dell'articolo 1. Un comitato che prenderà decisioni così importanti ritengo debba avere caratteristiche di competenza tali da sottrarlo a ogni possibile pressione politica.
L'emendamento proposto dalla minoranza secondo me va assolutamente in questa direzione e ci aiuta sia a inserirci nel quadro della normativa nazionale sia a non correre quel rischio, di cui dicevo poc'anzi, cioè fare l'ennesima legge illusoria.
L'Istituto che noi proponiamo, l'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente, è lo stesso a cui fa riferimento la normativa nazionale, mentre il comitato previsto nella proposta di legge è istituito con deliberazione della Giunta e su proposta degli Assessori competenti, ma non sono rappresentati gli enti locali, non è rappresentato il mondo dell'università; è un comitato esclusivamente politico, di impronta politica, che non ha le caratteristiche per potersi sottrarre alle pressioni, che naturalmente arriveranno, su questo tema.
L'emendamento pertanto va accolto, di conseguenza invito a un ripensamento anche i colleghi della maggioranza perché faremmo una cosa seria se ci limitassimo ad accogliere una normativa, una direttiva europea; se infatti venissero accordate delle deleghe nell'ambito delle normative esistenti, queste deleghe non sarebbero impugnabili. Nel caso contrario ripeteremmo una storia già vista, perché la prima deroga che dovesse concedere il comitato da voi previsto sarebbe impugnata e, ancora una volta, avremmo illuso, con l'ennesima promessa, i cacciatori che di promesse non hanno più voglia.
Io non mi voglio far carico di quelle istanze, ma credo che anche per il mondo della caccia, anche per i cacciatori sia meglio una legge seria con fondamenti scientifici, di una legge illusoria, illegittima e incostituzionale. Il mio voto è favorevole; spero quindi che l'onorevole Diana voglia considerare anche questo nostro appello e il relatore modificare il parere espresso sull'emendamento, e questo lo chiedo anche agli Assessori presenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento e le motivazioni adesso espresse dall'onorevole Porcu come si vede non sono strumentali. Intanto togliamoci l'abitudine di nominare sempre in casa nostra comitati scientifici che, alla fine, non hanno nulla di scientifico, hanno solo di politico, finiscono per essere delle prebende, organizzano più o meno il consenso che poi si riferisce alle formazioni politiche che li nominano, diventano un oggetto di discussione all'interno delle maggioranze, si cavano gli occhi tra di loro le componenti di quelle maggioranze, e il risultato è che il sistema non funziona. Riferiamoci a ciò che ha una sua dignità tecnica e una sua dignità scientifica.
Io personalmente non approvo questa proposta di legge, ma è nota la mia posizione in questa materia; io non sono contro la caccia, ma mi richiamo a una gestione diversa della caccia, perché la caccia è una grande attività quando è gestita con l'ottica del primo riferimento contenuto anche nel titolo di questo provvedimento, cioè "norme per la protezione della fauna selvatica". Non c'è caccia se non c'è un ambiente salubre, che oltre che proteggere l'uomo, protegge anche la fauna selvatica, e a mio avviso anche la flora.
Dico questo, Presidente, perché immagino che cosa possano trovare i nostri cacciatori nei confini di Quirra. Non andateci! Non avvicinatevi! Immagino che cosa possano trovare i nostri cacciatori attorno a Teulada. Non andateci! Ecco perché è necessario sempre di più un intervento organico di chi studia questi fenomeni, di chi li studia con coscienza; ecco perchè nella gestione di queste attività, cioè dell'attività venatoria, occorre riferirsi agli organismi più titolati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Io voterò a favore dell'emendamento, e sono assolutamente d'accordo con le indicazioni date sia dall'onorevole Porcu, che dall'onorevole Uras. Vorremmo, come Gruppo, onorevole Diana e colleghi della maggioranza che avete presentato questa proposta di legge, che questo provvedimento non facesse la fine che hanno fatto altri provvedimenti presentati quasi sempre, per combinazione, sottolineo io, in periodo pre-elettorale.
Facciamo in modo che le deroghe alle normative comunitarie non portino, come è avvenuto altre volte, all'annullamento complessivo della legge e delle parti oggetto di deroga, e contemporaneamente portino alla illusione e successiva delusione dei tanti cacciatori, che magari pensano che il Consiglio regionale all'unanimità, come successe nel '98, abbia deciso di allungare la stagione venatoria per loro.
Io pregherei l'Assessore e i componenti della Commissione e della maggioranza di valutare con estrema serietà la necessità di evitare che, ancora una volta, una legge sulla caccia in Sardegna possa subire l'onta di un successivo annullamento, dimostrando così che l'impegno verso i cacciatori, e soprattutto il rispetto dell'ambiente caratteristico della Sardegna, non si risolva un'altra volta ancora in un imbroglio a danno dei cacciatori e dei cittadini sardi.
Io voto a favore quindi dell'emendamento, che riporta il controllo su queste deroghe, e sugli elementi caratterizzanti queste deroghe stesse, riporta il controllo all'ISPRA, a un istituto quindi che, oltre alla protezione della fauna e al controllo della caccia, è anche deputato alla protezione complessiva dell'ambiente.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 3. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Sanna Giacomo ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 65
astenuti 1
maggioranza 33
favorevoli 23
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art. 1 bis
Abrogazioni
1. É abrogata la legge regionale 13 febbraio 2004, n. 2 (Norme in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio in Sardegna, in attuazione della legge 3 ottobre 2002, n. 221).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, non intendo ripetere posizioni già espresse, ma le chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, sospendo brevemente la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 05, viene ripresa alle ore 13 e 12.)
PRESIDENTE. E' in discussione l'articolo 1 bis.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo nella discussione generale sull'articolo 1 bis, che opera una abrogazione di disposizioni precedenti, solo per sostenere che noi avremmo dovuto, è una circostanza questa che invece non cogliamo nel modo giusto, fare una trattazione più organica, più approfondita, più seria, più coerente con i tempi di questa materia. Ci dovremo tornare.
Onorevole Diana, aver ritirato l'emendamento relativo all'esercizio della caccia in deroga, non mette al riparo questo provvedimento da una riverifica; sono ormai anni che puntualmente ci troviamo di fronte a una discussione perché non affrontiamo mai il problema alla radice. Non vogliamo cioè organizzare una gestione di questa attività non solo in un'ottica di rispetto dell'ambiente e anche della fauna e della flora naturale delle nostre campagne, ma anche in funzione di una sua tutela e in funzione del ripristino dei valori ambientali e naturali della Sardegna.
Noi dobbiamo lavorare molto da questo punto di vista e, purtroppo, questa è una delle solite leggine: leggine di emergenza, leggine "vediamo che cosa si può fare", leggine di aggiustamento. Questa è una leggina di aggiustamento che non aggiusta quasi nulla e in più taglia fuori dalla relazione tutto quel mondo impegnato sotto il profilo ambientale che non necessariamente è animalista, ma che ha una sensibilità di cui bisogna tenere conto.
Taglia fuori dalla discussione anche il mondo agricolo con gli agricoltori che si lamentano per alcune conseguenze che pagano nell'esercizio di questa attività; e pagano anche i nostri enti locali, si paga la mancanza di una politica delle riserve, si paga un'assenza totale di connessione con le attività turistiche e quindi si paga anche sotto il profilo dell'economia. E' una leggina, noi in questa legislatura purtroppo siamo condannati a fare leggine, non a fare leggi! Quando cominciamo a fare leggi?
Che cosa succede ai nostri cacciatori che vanno a caccia ai confini dei poligoni militari, o che operano ai confini o nelle aree interessate da insediamenti industriali? La selvaggina che mangiano che tipo di selvaggina è? Quali garanzie ci sono sotto il profilo della tutela della salute degli stessi cacciatori? Questa non è una legge adatta a regolamentare; badate, come nascono gli agnelli con gli occhi sotto la gola, nascono con anomalie anche le altre specie animali, soprattutto quelle che si spostano. Quanti di voi si sono ritrovati con lepri, con conigli con la pancia gonfia, colpiti da patologie dovute all'uso di fertilizzanti, oppure all'uso di sostanze chimiche per la lotta alle fitopatologie? Quanti cacciatori, poi, non hanno saputo scegliere se mangiare, regalare o invece abbandonare quella selvaggina?
Noi riteniamo che una materia come questa debba necessariamente essere trattata in modo più approfondito. Pertanto, anche se questa legge fosse approvata noi ci faremo parte attiva perché l'attività venatoria venga riconsiderata dentro un quadro di compatibilità; compatibilità che sono quelle a cui siamo richiamati dal tipo di situazione che la società moderna ci ha purtroppo consegnato, quella dell'inquinamento devastante, dell'inquinamento incontrollato e anche dell'assenza di puntuali verifiche sul territorio dal punto di vista della salubrità dello stesso. Questo lavoro lo dobbiamo fare.
Annuncio pertanto anche il mio voto contrario alla proposta di legge, e non perché sia contrario ai cacciatori o all'attività venatoria regolata; so che le attività dell'uomo sono le più disparate e che dobbiamo, per un'organizzazione sociale che ha responsabilità, per un'organizzazione sociale armonica, contemperare le esigenze degli uni con il pensiero degli altri.
Personalmente non vado a caccia e non intendo andare a caccia ma non ho un atteggiamento ideologico nei confronti di chi pratica questa attività; me ne occupo come se ne deve occupare un legislatore in termini di responsabilità sia rispetto all'ambiente, sia rispetto alla tutela della fauna, sia rispetto alla tutela della vita dei cacciatori. Gli incidenti che noi registriamo, colleghi, sono frutto in qualche caso di un'imperizia di chi opera, ma spesso anche dell'assenza di regole che prevengano quei fatti drammatici che purtroppo in molte giornate di caccia siamo costretti a verificare.
Per cui, voteremo contro questa legge per la sua insufficienza, perché non tratta in maniera organica tutta la materia, perché non è frutto di una riflessione comune con tutti i soggetti che si occupano dell'ambiente e del territorio: una riflessione che sarebbe stata utile, quasi indispensabile, per fare una buona legge.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter:
Art. 1 ter
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).).
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo perché siamo di fronte all'articolo che prevede l'entrata in vigore della legge; una legge che, così come altri colleghi hanno sostenuto in questa sede, non ci vede pregiudizialmente contrari. Non siamo contrari alla caccia, così come non siamo contrari alla pesca, però dobbiamo prendere atto che oggi caccia e pesca vengono praticate in un ambiente fortemente degradato, e quindi il titolo della proposta di legge "Tutela e protezione della fauna selvatica", mi sembra inadeguato.
E' un titolo inadeguato perché non siamo in grado di governare il territorio, è inadeguato perché è una espressione demagogica utilizzata per proporre una legge che, di fatto, colpisce la parte più debole della popolazione faunistica della Sardegna, la fauna selvatica, a cui sono stati sottratti ampi spazi e le condizioni naturali dove poter vivere, sopravvivere e anche sopportare il peso della caccia, che naturalmente è sempre esistito ma le condizioni del territorio erano altre.
Il governo del territorio probabilmente ci è sfuggito di mano e oggi non ci rendiamo conto che i danni arrecati sono forse irrecuperabili, anche se tutto è possibile per opera dell'azione umana, e norme e leggi più puntuali e attente potrebbero creare le condizioni per una reale tutela e protezione della fauna selvatica in Sardegna.
Il malgoverno del territorio, il sacco del territorio, sia nelle fasce costiere della Sardegna che nelle aree interne, provocati da interventi inadeguati ed eccessivamente aggressivi, da scelte urbanistiche nefaste (lottizzazioni) hanno arrecato danni, come dicevo, per alcuni aspetti irrecuperabili, persino nelle nostre campagne dove la fauna selvatica prospera e la caccia è aperta. Sono spariti infatti le siepi e i muretti che erano le delimitazioni tradizionali delle nostre campagne, dove la fauna selvatica (che in altre regioni d'Europa difendono e proteggono) trovava rifugio e albergo per poter competere, anche se non alla pari, con un numero sempre maggiore di cacciatori che sono anche dotati di strumenti sempre più sofisticati. L'ambiente così aggredito rende oggi impossibile la difesa e della fauna selvatica.
Osservate quello che accade nel mondo della pesca; oggi i nostri mari sono eccessivamente impoveriti da una pesca dissennata, dovuta al dilagare della pesca da diporto e dilettantistica che può permettersi strumenti di cattura e di prelievo sicuramente superiori a quelli dei pescatori professionisti, che non hanno i mezzi e le risorse per dotarsi di quella strumentazione; una strumentazione che andrebbe controllata e forse anche negata.
Oggi, se vogliamo parlare di iniziative relativamente all'attività venatoria, dovremmo collocarle all'interno di un quadro complessivo di tutela e protezione dell'ambiente, facendo riferimento agli aspetti che ho citato prima. Attualmente la Sardegna ha vaste zone di territorio minacciate dalla pressione speculativa immobiliare, nonostante la crisi del settore, che comporterà una ulteriore limitazione delle opportunità e delle possibilità di tutela e di protezione della fauna selvatica.
Per queste ragioni anticipo il mio voto contrario a una legge che probabilmente meriterebbe una discussione più ampia e più seria e interventi più puntuali rispetto alla gestione complessiva del nostro territorio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, questo è l'articolo sull'entrata in vigore, quindi noi che voteremo contro vorremmo che questa legge non entrasse in vigore, ma mi chiedo soprattutto chi in quest'Aula si assume la responsabilità di rappresentare il diritto al "no" di tanti cittadini che non condividono l'esercizio indiscriminato della caccia, che non condividono il modo in cui questa attività viene gestita in Italia e anche in Sardegna, cioè il modo non coerente con i valori della tutela dell'ambiente naturale; e anche non coerente con un'idea che si va affermando, che è sempre più generale, un'idea ecologista più ampia di rispetto della vita degli esseri viventi.
Allora noi ci assumiamo questa responsabilità, ci assumiamo cioè la responsabilità in quest'Aula di sostenere quella posizione, prescindendo anche dalla nostra personale posizione, perché ha titolo, ha diritto, perché nella società ci sono coloro che pensano in questo modo e hanno titolo e diritto a essere rappresentati in quest'Aula, perché non sono una così esigua minoranza, badate, e forse sono numericamente molto, ma molto più importanti di coloro che praticano lo sport venatorio.
Noi ci assumiamo questa responsabilità perché ne siamo convinti, perché siamo convinti che abbia il diritto di cittadinanza il "no" ad una gestione improvvisata dell'attività venatoria, perché siamo assolutamente convinti che coloro che sono impegnati nella tutela dell'ambiente, nelle associazioni che a questo tema si riferiscono, siano una parte importante della nostra società che noi abbiamo il dovere di difendere anche nella loro cultura, nel loro impegno quotidiano, nella responsabilità che hanno nei confronti dell'intera società a tutela dei valori ambientali e naturali della nostra Regione e del nostro Paese.
Mi riferisco a "Lega ambiente", mi riferisco alle tante associazioni animaliste, mi riferisco alle associazioni di tutela dei beni culturali ed ambientali come "Italia nostra" e altre che su questo terreno, certamente anche in questa occasione, sono impegnate a contrastare un'idea unica, un pensiero unico che tratta la vicenda dell'attività venatoria come una vicenda circoscritta essenzialmente alle sigenze dei cacciatori e delle loro organizzazioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, il tempo scorre, l'Aula è distratta, in qualche modo consideriamo tutti ormai irreversibile l'approvazione di questa norma. Però siccome parliamo di entrata in vigore, sull'entrata in vigore credo che qualcosa si debba dire. Personalmente sono indifferente all'entrata in vigore nel senso che sono consapevole che oggi noi approviamo una legge che non verrà mai applicata, potrei anche votare a favore di questo articolo se non fossi contro lo spirito e il contenuto di questa legge. Noi oggi stiamo facendo il contrario dell'interesse dei cacciatori; io lo ribadisco: il Partito democratico, il mio Gruppo, io personalmente non abbiamo niente contro la caccia, anzi siamo del tutto convinti che la caccia sia una attività identitaria, che la caccia possa trovare un suo spazio all'interno delle attività che si svolgono nell'ambiente naturale sardo, ma siamo per una caccia sostenibile, una caccia che possa anche integrarsi con le attività tradizionali di chi sta nel mondo delle nostre campagne.
Mi rammarica che i nostri Assessori, l'Assessore dell'agricoltura, per esempio, che è qui presente, non abbiano dato un grande contributo a questa discussione mentre avrebbero potuto spiegarci come la caccia possa integrare il reddito degli operatori agricoli, come possa essere una forma di multifunzionalità, come le aziende faunistiche venatorie possano essere realtà importanti che aprono le porte alla grande risorsa ambientale della Sardegna. Il fatto che non sia intervenuto, che non abbia sentito il bisogno di intervenire ci fa capire lo spirito di questa legge.
E' una legge che non affronta i problemi, è una legge che vuole fare un occhiolino a un mondo sapendo che è un occhiolino fasullo perché questo provvedimento non manterrà l'unica promessa che fa: attivare la caccia in deroga, perché bocciando l'emendamento che prevedeva il parere obbligatorio dell'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente questa legge non potrà essere applicata.
Abbiamo perso un'occasione, l'ennesima, andiamo avanti in una legislatura che fa "leggi delega", "leggi promessa", "leggi manifesto", leggine, leggine per accontentare qualcuno anche sapendo che non riusciremo ad accontentarlo; procediamo insomma non affrontando, neanche in un tema importante come quello della caccia, i nodi veri che consisterebbero nell'applicare la legge esistente rivedendola per renderla veramente operativa.
Quindi io anticipo, è una posizione personale evidentemente rispetto alle posizioni di tutti i colleghi che riterranno di comportarsi diversamente, di non poter partecipare a questa ennesima pantomima, ritengo che non sia possibile essere partecipe di una ennesima legge che non è né a favore né contro la caccia ma semplicemente promette cose che non può mantenere.
Stiamo procedendo con l'ennesima beffa per i cacciatori; e, poiché abbiamo rinunciato ad attuare e recepire in maniera seria e scientifica le normative comunitariecredo che personalmente non si possa essere partecipi dell'ennesima legge che sarà oggetto di ricorsi perché viziata da illegittimità e da incostituzionalità.
Io credo che dobbiate "darvi una regolata" come maggioranza, io credo che dobbiate incominciare ad affrontare riforme serie, organiche a cominciare, perché no, anche da leggi che riguardano l'ambiente naturale sardo, che riguardano l'istituzione di parchi regionali, che possano essere porte d'accesso a fonti di reddito per le comunità locali; anche una legge sulla caccia può andare in questa direzione, purchè tenga presente che l'oggetto della legge non potrà mai essere la caccia se non c'è la fauna, se non c'è un ambiente integro, se non c'è una sostenibilità delle attività che vorrebbero essere legate, appunto, al mondo della caccia.
Pertanto, per l'ennesima volta, sento di ringraziare gli Assessori per i loro silenzi, perché grazie al loro silenzio la posizione della maggioranza e della Giunta è chiara, a volte il silenzio parla e pesa più delle parole. Quando il silenzio diventa assordante, vuoto di proposte, di idee, quando diventa fuga, ritirata, rinuncia a prendere posizione, rinuncia a esprimere il parere, è chiaro che quel silenzio diventa una dichiarazione di incapacità, di impossibilità.
Ma vi immaginate se l'assessore Prato dovesse dire oggi quello che pensa, cioè che stiamo approvando una legge burla, farloca, illegittima, non arriverebbe alla cena, poveretto! Dovrebbe tornare a casa lui, e magari anche il relatore di maggioranza che non ho sentito esprimersi; quindi hanno la mia solidarietà sia il relatore che l'Assessore dell'agricoltura. Io sono con lui nel momento in cui è impedito e non può esprimere il suo parere su una legge che non è una legge ma l'ennesima burla.
Quindi a volte il silenzio pesa più delle parole e il vostro silenzio stamattina è significativo, non c'è una persona della maggioranza o dei banchi della Giunta che si sia espressa a favore di questa legge, è una leggina da passare in fretta, è una leggina per tenervi uniti, perché altrimenti le crepe al vostro interno si acuiscono, è una leggina per tenere insieme qualche pezzo di maggioranza che si è sfaldato, si è allontanato, è una leggina per guadagnare qualche ora, qualche giorno di tempo per un progetto che però non riuscirete a realizzare se non attraverso quello che è già scritto, altri rimpasti, ne avremo uno a fine gennaio e dopo gennaio ce ne sarà uno ad aprile e poi altri spostamenti, altri commissariamenti.
Purtroppo anche la giornata di oggi conferma che la storia di questa maggioranza è già scritta e quindi non posso che confermare la mia solidarietà all'Assessore silente, che non può parlare perché se parlasse non sarebbe più Assessore, e dire che personalmente non voglio essere parte di questa pantomima e lascio tutta a voi, maggioranza, la responsabilità di procedere in questa ennesima beffa, a volte di tutti i sardi, oggi dei cacciatori che certamente non meritano di essere oggetto di vane promesse.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della proposta di legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, voglio richiamare la maggioranza sul fatto che ha voluto affrontare un problema, che io ritengo fosse giusto affrontare, in un modo e con dei contenuti che ne inficiano gli stessi obiettivi. Io ribadisco che fosse una cosa giusta adeguare la legislazione regionale alle norme nazionali, però lo stiamo facendo introducendo una norma che, quasi certamente, comporterà dei ricorsi, e sottoporrà questa legge (altre leggi in precedenza hanno avuto la stessa sorte) al giudizio della Corte costituzionale. Ricordo per tutte il pronunciamento numero 323 del '98, che ha rimesso in discussione quanto deciso dal Consiglio regionale.
E noi, oggi, su un tema che nello specifico non è sbagliato, la caccia in deroga, stiamo creando le premesse per esitare un provvedimento inutile. Io voglio lasciare, proprio per questo motivo, la responsabilità di questo provvedimento per intero alla maggioranza. Io mi asterrò, e credo che faranno altrettanto i miei colleghi, perché non deve neanche passare il messaggio che da questa parte ci sono i contrari la caccia, e da quella parte i favorevoli alla caccia. Non è questo l'oggetto del contendere.
Oggi stiamo ragionando se i prelievi in deroga debbano essere regolamentati secondo le norme nazionali e comunitarie, su questo avremmo dovuto ragionare ed essere fino in fondo conseguenti. Anche noi, come la legge nazionale numero 96, la legge comunitaria, che prevede il ricorso all'ISPRA per il parere su come bisogna operare nell'allungamento della stagione di caccia, avremmo dovuto fare ricorso a quell'istituto in questo testo di legge. Non lo si vuole fare, e in questo modo si inficia nel suo complesso l'intera legge. Ecco perché io mi asterrò.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, naturalmente confermo, anche a nome del Gruppo del Partito Democratico, per le ragioni espresse dall'onorevole Lotto, il nostro voto di astensione. L'approvazione di questa proposta di legge non è la priorità della Sardegna, tra l'altro è una norma che rischia di essere propagandistica perché facilmente impugnabile, incostituzionale come quella della Sicilia. Non è, ripeto, la priorità della Sardegna.
Io voglio sottolineare che oggi questa maggioranza, il Presidente della Regione, non hanno voluto discutere con noi della vera priorità che riguarda la difesa della Vertenza entrate; e, poiché passano le ore, passano i giorni, rischiamo di non poter impugnare il bilancio dello Stato. Ci arrendiamo, ci arrendiamo alla volontà del Governo. Ricordo che stiamo parlando, non della caccia, bensì di 2 miliardi di euro in più che devono arrivare nelle casse della Regione, che rischiamo di non vedere, e che ci permetterebbero di trovare la risposta ai problemi del lavoro, della crisi, dello sviluppo, del contrasto alle povertà, ai problemi della Sardegna, se non altro sarebbero la risposta all'indebitamento. Di questo dobbiamo parlare in quest'Aula, perché il testo in votazione non è la priorità.
Tra qualche giorno, mi auguro, ne abbiamo parlato in Conferenza dei Capigruppo stamattina, affronteremo la programmazione bimestrale dei nostri lavori. Io credo che dobbiamo darci tutti una regolata. Le priorità della Sardegna sono altre, e le vogliamo elencare, le vogliamo discutere, le vogliamo dibattere, e vogliamo tentare di risolverle. Le vostre priorità sono queste leggine che abbiamo affrontato oggi, che andranno, Presidente Lombardo, sicuramente ad aumentare le statistiche di fine anno, quando faremo le conferenze stampa, ma non risolvono di una virgola i problemi della Sardegna.
Voglio fare queste considerazioni perché, veramente, questa norma, che probabilmente sarà inutile anche per i cacciatori, ci ha tenuto occupati tutta la mattinata, e abbiamo, avete rinunciato in realtà ad affrontare temi ben più importanti, temi ben più gravi. C'è una latitanza del Presidente della Regione, ma c'è una latitanza complessiva di una maggioranza che non ha un progetto, che non ha un'idea, e si rifugia nella caccia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). A quel pezzo importante di mondo ecologista noi diciamo che votiamo "no", perché la caccia riguarda non solo i cacciatori, ma anche ambientalisti, animalisti, ecologisti, cittadini sensibili ai valori dell'ambiente naturale e della vita di ogni essere. Ai cacciatori diciamo che votiamo "no" perché è un provvedimento inadeguato, di difficile applicazione, che aggiunge confusione a confusione: una delle tante leggine sterili di questa legislatura.
Alla maggioranza diciamo che votiamo "no" perché vorremmo impegnarci tutti sui grandi temi della necessaria rinascita economica e sociale della Sardegna. Mentre i nostri soldati muoiono su un fronte che non abbiamo scelto, ma che ci è stato imposto, noi non possiamo accettare di diventare la periferia di uno Stato in decomposizione come quello che ci ha consegnato questa maggioranza politica alla Regione e nel Paese.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, il Gruppo dell'Italia dei Valori si asterrà su questa proposta di legge che considera una sorta di cambiale elettorale che deve essere assolutamente pagata, perché dell'ampliamento della caccia a febbraio si è parlato ampiamente nei circoli della caccia di tutta la Sardegna, con le promesse più svariate, la più ricorrente delle quali era l'impegno dei candidati del centrodestra a far sì che si potesse allungare la stagione venatoria, comprendendo anche il mese di febbraio, contro tutte le norme, sia quelle nazionali che quelle europee.
Noi consideriamo questa legge la ripetizione di una lunga serie di fallimenti. Il collega Bruno ha ricordato la cancellazione per incostituzionalità della legge siciliana, ma io vorrei ricordare che già questo Consiglio regionale approvò nel 2008, se non ricordo male, sempre in prossimità di elezioni, all'unanimità una norma che allungava la stagione venatoria di un mese, senza deroghe. Quella norma venne bocciata. C'è il rischio che avvenga la stessa cosa per questa proposta di legge.
Per quanto l'esercito dei cacciatori per la verità sia sempre meno numeroso, perché l'esercizio della caccia (noi consideriamo questa pratica un'abitudine storica nei nostri territori) sta diventando, a causa della crisi economica in atto, parecchio costoso per molti dei cacciatori che provengono dai ceti popolari,. noi ci asteniamo per denunciare il fatto che ancora una volta, in questo Consiglio regionale, si tenta di portare avanti un'illusione e un imbroglio nei confronti di numerosi cittadini che, purtroppo, continuano a credere alle promesse che, da alcuni decenni, alcuni politici sardi continuano a fare in spregio sia alla normativa europea che a quella nazionale. Quindi il Gruppo dell'Italia dei Valori, per questi motivi, si asterrà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ribadisco il voto contrario, mio personale e del Gruppo, a una legge che non ci piace, così come abbiamo detto più volte nel corso del dibattito. Noi abbiamo apprezzato l'iniziativa del collega Mario Diana di ritiro dell'emendamento che ampliava le deroghe.
Comprendiamo anche che in Sardegna si sono create situazioni particolari; penso all'aumento del numero dei cormorani, dei gabbiani, delle cornacchie che, non essendo fauna appetibile e proliferando in modo indiscriminato, creano situazioni di allarme a danno di quella fauna che noi vorremmo proteggere. Queste specie sono diventate infatti aggressive nei confronti delle specie più deboli; lo stesso problema è dato dal proliferare dei cinghiali, che danneggiano altre specie di fauna selvatica presenti nel nostro territorio.
Però, quello che non ci piace è che, come ho detto prima, l'attività di caccia è quasi equiparata a un'attività sportiva, però, qualsiasi attività sportiva ha regole, ha regole certe che mettono i contendenti nelle condizioni di poter vincere o perdere perché è possibile l'aggressione e la difesa. Questo è quanto, più o meno, il collega Chicco Porcu ha denunciato prima, è accaduto questa mattina: i cacciatori sono rappresentati dalla maggioranza che, nel silenzio, hanno armi sofisticate, rappresentate dai numeri, per approvare una legge; la fauna selvatica, non più protetta, è rappresentata dall'opposizione che subisce una legge che non le piace; una legge che in ogni caso, consentendo ulteriori interventi, creerà nell'ambiente, nel nostro territorio, quei disastri che ben possiamo immaginare, e che già conosciamo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 237/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ladu e Planetta hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Solinas Antonio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 49
astenuti 18
maggioranza 25
favorevoli 45
contrari 4
(Il Consiglio approva).
E' stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Sanna Giacomo - Steri - Salis - Uras - Bruno - Cuccureddu - sulla missione militare in Afghanistan.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della commemorazione da parte del Presidente del Consiglio
PREMESSO che:
- alle ore 12.05 italiane del 18 gennaio 2010, in un avamposto nella zona di Bala Murghab, nella parte settentrionale della regione ovest, a comando italiano, un uomo che indossava una uniforme afghana ha sparato colpi di arma da fuoco contro il contingente italiano provocando la morte del caporalmaggiore Luca Sanna ed il ferimento di un suo commiliitone;
- la morte del nostro conterraneo segue il sacrificio di Samuele Utzeri, Silvio Olla, Alessandro Pibiri, Matteo Mureddu, Mauro Gigli, Gianmarco Manca;
SENTITA la commemorazione in Aula del caporalmaggiore Sanna, ennesima vittima di una presenza militare sui teatri di guerra, che il popolo sardo ripudia;
VALUTATO insostenibile l'eventuale prosieguo della missione militare in Afghanistan con il tributo di sangue che i nostri giovani hanno già pagato e continuerebbero pesantemente a pagare;
RITENUTO di doversi esprimere con forza e chiarezza per l'immediato ritiro delle truppe per la missione militare in Afghanistan,
impegna il Presidente della Regione
a notificare al Governo della Repubblica il presente ordine del giorno e ad intraprendere tutte le iniziative politiche utili al raggiungimento di tale obiettivo,
impegna inoltre il Presidente del Consiglio regionale
a notificare il presente ordine del giorno ai Presidenti dei due rami del Parlamento.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo di sospendere questa votazione per riprenderla eventualmente questo pomeriggio.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, la proposta è accolta. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 del pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 54.
Allegati seduta
CLXXX SEDUTA
Mercoledì 19 gennaio 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 40.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 4 gennaio 2011 (173), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara e Paolo Luigi Dessì hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 19 gennaio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula:
"Legge per Cagliari". (243)
(Pervenuta il 12 gennaio 2011 e assegnata alla prima Commissione.)
Commemorazione del militare sardo caduto in Afghanistan
PRESIDENTE. Oggi è un'altra giornata di lutto per la Sardegna. Ricordiamo con profonda tristezza il caporalmaggiore Luca Sanna, 33 anni, di Samugheo, ucciso ieri durante una missione in Afghanistan. Il giovane alpino è morto per difendere i valori della democrazia e per contrastare il terrorismo internazionale. Luca Sanna, in forza all'ottavo reggimento, sposato da pochi mesi, aveva scelto la carriera militare sin da giovanissimo. La sua vita è stata stroncata in un atto terroristico, in modo vile e codardo.
Con la morte del caporalmaggiore sale a sette il numero dei giovani militari sardi morti nelle missioni all'estero dal 2000 a oggi. E' sempre vivo il ricordo del caporalmaggiore Samuele Utzeri, di appena 19 anni, morto in Kosovo il 2 aprile del 2000; del sottufficiale della Brigata Sassari Silvio Olla, ucciso a Nassirya il 12 novembre del 2003; del caporalmaggiore della Brigata Sassari Alessandro Pibiri, scomparso in un attentato il 5 giugno del 2006. Dopo tre anni altre croci, altri lutti, altro dolore. Nel settembre del 2009, in un attentato a Kabul, muore il caporalmaggiore della Folgore Matteo Mureddu di 26 anni. Nel 2010 altre due vittime: resta ucciso in un'esplosione in Afghanistan Mauro Gigli, 41 anni, di Sassari, primo maresciallo della Brigata alpina taurinense e, dopo pochi mesi, muore a bordo di un mezzo blindato Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero, per lo scoppio di una bomba. Sette giovani vite immolate agli ideali della pace e della democrazia che si sono sacrificate per aiutare popolazioni deboli e per contrastare il fenomeno del terrorismo.
Ieri, purtroppo, l'ennesima tragedia. Il Consiglio regionale si stringe intorno alla famiglia del caporalmaggiore Luca Sanna, alla giovane moglie, ai genitori e alla sorella. Gli rendiamo omaggio e lo ringraziamo per la professionalità e per l'alto valore dei principi che lo hanno spinto a servire la patria. L'abnegazione che ha contraddistinto la sua vita professionale sarà ricordata per sempre da tutti i sardi.
Sospendo i lavori del Consiglio per cinque minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 44, viene ripresa alle ore 10 e 54.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, chiedo una modifica dell'ordine dei lavori; propongo di spostare il primo punto all'ordine del giorno relativo alle nomine Corecom ed Ersu all'ultimo punto dell'ordine del giorno, quindi al pomeriggio.
Richiesta di sospensiva ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Presidente, chiedo il rinvio in Commissione del progetto di legge numero 242 per consentire degli approfondimenti giuridici sull'effettiva vincolatività della normativa nazionale, nonché il rinvio in Commissione della risoluzione sulle energie rinnovabili, la numero 5, essendo questa una risoluzione datata che richiede di essere aggiornata a seguito delle novità nel frattempo intervenute: linee guida nazionali, ulteriori delibere della Giunta regionale sul PEAR e quant'altro.
PRESIDENTE. L'onorevole Steri ha chiesto il rinvio in Commissione della proposta di legge numero 242 e della risoluzione numero 5 sugli "Indirizzi per il rilascio di nuove autorizzazioni per impianti di energie rinnovabili". Ha chiesto anche un'inversione dell'ordine del giorno in modo tale che con le nomine si proceda nel pomeriggio. Nel caso l'Aula approvasse le richieste del consigliere Steri, inizieremmo i lavori con il disegno di legge numero 22: "Legge regionale 30 ottobre 1986, numero 58. Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea e Terralba e San Teodoro, Budoni e Posada".
Metto in votazione le proposte del consigliere Steri. Chi le approva alzi la mano.
(Sono approvate)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, nei giorni scorsi, tenuto conto che è trascorso invano oltre un mese dall'occupazione dell'Aula, dall'accordo tra la maggioranza e l'opposizione, tra la Giunta e il Consiglio regionale e dal conseguente ordine del giorno, che stanno per scadere anche i termini per impugnare il bilancio dello Stato su una partita così importante per la Sardegna, ho richiesto (con lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio e al Presidente della Regione Cappellacci) formalmente, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, che il Presidente della Regione riferisse in Aula sull'attuazione, appunto, dell'ordine del giorno numero 42, del 22 dicembre 2010, e in merito alla vertenza entrate particolarmente (come riportato dalla stampa, dopo la conferenza stampa del Presidente e dell'assessore La Spisa, e come emerso anche da una riunione di Giunta) sulla decisione che la Giunta starebbe per assumere di non impugnare il bilancio dello Stato, così come richiesto nell'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio regionale.
Pertanto, Presidente, poiché oggi non vedo in Aula né il Presidente della Regione né l'Assessore del bilancio, le chiedo se ha avuto modo di interloquire con il Presidente della Regione e se è possibile nella giornata odierna che il Presidente stesso riferisca a quest'Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, non appena ho ricevuto la sua lettera mi sono messa in contatto col Presidente della Regione, che tra l'altro, come lei ha ricordato, era anche uno dei destinatari insieme a me della lettera da lei inviata, e ho rappresentato la necessità che venisse in Aula nella giornata odierna a riferire su quanto da lei riportato nella lettera, in ottemperanza all'ordine del giorno votato dal Consiglio.
Il Presidente della Regione mi ha comunicato che per il momento non ritiene opportuno di dover venire in Aula a riferire al Consiglio in quanto è in attesa di una definizione, più compiuta, della proposta da parte dei legali che sono stati interpellati; non appena lo riterrà opportuno mi dirà quando verrà in Aula.
Ricordo che la convocazione del Consiglio in base all'articolo da lei richiamato, il 120, è comunque una prerogativa della Giunta e quindi spetta al Presidente avvalersene.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per insistere su questa questione, in ragione del diretto coinvolgimento del Consiglio regionale. Richiedere al Presidente della Regione di riferire in Aula è strettamente connesso al fatto che questo Consiglio regionale ha votato un ordine del giorno unitario che prevede un termine entro il quale l'amministrazione deve procedere, necessariamente, all'impugnazione della legge di bilancio dello Stato.
Presidente, siccome quello è un ordine del giorno alla cui ottemperanza è obbligata la Giunta, non vorremmo trovarci - e in questo richiamo la competenza della Commissione di verifica - nella condizione di far passare il termine per l'impugnazione e poi di ascoltare da parte del Presidente per quali ragioni ha ritenuto di violare un ordine del giorno del Consiglio regionale. I casi pertanto sono due, o lei si fa carico immediatamente di attivare la Commissione di verifica per conoscere lo stato dell'arte relativamente all'adempimento di quell'ordine del giorno o il Presidente della Commissione bilancio convoca immediatamente il Presidente della Regione per riferire sullo stato dell'istruttoria di quel provvedimento di impugnazione; se questo percorso non avviene noi non siamo nella condizione di esercitare veramente, e quindi veniamo privati della nostra funzione, il controllo sull'attività che la Giunta deve porre in essere per adempiere a un obbligo che deriva da un ordine del giorno unitario del Consiglio regionale.
Oggi è il 17 gennaio, credo che il tempo stia volando, avere cognizione dello stato dell'istruttoria e sapere chi la sta seguendo è assolutamente un diritto di questo Consiglio.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, come lei ben sa noi non abbiamo strumenti regolamentari per obbligare il Presidente della Regione a venire in Consiglio a riferire perché è una prerogativa, come ho già detto, del Presidente in base agli articoli 120 e 121. L'unico modo sarebbe quello di presentare una mozione con richiesta di convocazione urgente, altrimenti io penso che la strada da lei indicata, quella della convocazione della Commissione con annessa richiesta di audizione del Presidente della Regione, sia la più percorribile in quanto ci consente di poter definire immediatamente, almeno in Commissione, il percorso di attuazione dell'ordine del giorno votato da questo Consiglio all'unanimità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente la materia che stiamo trattando è talmente importante e delicata, oserei dire, fondamentale per le sorti della Sardegna che non può essere trattata con sciatteria. Dovremo preoccuparci veramente, a questo punto, di preparare una mozione in cui chiediamo che il Presidente venga in Aula a riferire, io sarei anche dell'avviso che il presidente Cappellacci fosse convocato dalla terza Commissione. E' indubbio che non possiamo rimanere nell'equivoco, nel dubbio se un'indicazione unanime del Consiglio venga o no messa in atto dal Presidente della Regione. E' un problema che va assolutamente affrontato e risolto nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. Diamo mandato al Presidente della Commissione bilancio di convocare per martedì la Commissione per un'audizione del Presidente della Regione; in questo momento mi sembra la strada più agevole e più veloce da percorrere.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 22/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatrice.
GRECO (P.d.L.), relatrice. Nella seduta del 16 dicembre 2010 la prima Commissione, all'unanimità, ha licenziato il disegno di legge n. 22/A (Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea e Terralba e San Teodoro, Budoni e Posada).
Nelle sedute precedenti la Commissione ha verificato la correttezza dell'iter prescritto dalla legge regionale numero 58 del 1986 (Norme per l'istituzione di nuovi comuni, per la modifica delle circoscrizioni comunali e della denominazione dei comuni e delle frazioni) attraverso un'istruttoria iniziata con l'audizione dell'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Commissione ha stabilito di richiedere, quale integrazione della documentazione già trasmessa dalla Giunta regionale al Consiglio, le delibere dei Comuni che hanno presentato istanza di modifica dei confini e, relativamente ai Comuni di San Teodoro, Budoni e Posada, la trasmissione di planimetrie e di relazioni descrittive separate, in modo da individuare più chiaramente la ridefinizione dei confini tra i Comuni.
A modifica del testo originario, proposto dalla Giunta regionale, composto da un unico articolo, il testo esitato dalla Commissione risulta composto da due articoli dei quali, il primo disciplina la ridefinizione dei confini tra i Comuni di Arborea e Terralba e il secondo la ridefinizione dei confini tra i Comuni di San Teodoro e Budoni e tra i Comuni di Budoni e Posada. La scelta della Commissione è stata dettata da esigenze di chiarezza e di semplice consultazione del testo.
Per quanto riguarda la ridefinizione dei confini tra Arborea e Terralba (articolo 1), la Commissione ha preso atto delle istanze contenute nelle deliberazioni approvate dai rispettivi Consigli comunali (la deliberazione numero 29 del 16 giugno 2006 del Consiglio comunale di Arborea e la deliberazione numero 40 del 27 giugno 2006 del Consiglio comunale di Terralba), nonché delle planimetrie e della Relazione descrittiva delle parti di territorio che vengono trasferite dalla circoscrizione del Comune di Arborea alla circoscrizione del Comune di Terralba e di quelle che vengono trasferite viceversa dal Comune di Terralba a quello di Arborea. Il testo della Relazione descrittiva e le planimetrie sono identici a quelli inizialmente proposti dalla Giunta regionale.
Per quanto riguarda invece la ridefinizione dei confini tra i Comuni di San Teodoro, Budoni e Posada (articolo 1 bis), la Commissione ha preso atto delle istanze contenute nelle deliberazioni approvate dai rispettivi Consigli comunali (deliberazione numero 30 del 4 luglio 2008 del Comune di San Teodoro; deliberazione numero 25 del 5 luglio 2008 del Consiglio comunale di Budoni; deliberazione numero 22 del 9 giugno 2008 del Consiglio comunale di Posada).
Le due Relazioni descrittive dei confini e le tre planimetrie, cui l'articolo 1 bis fa rinvio, sono state approvate dalla Commissione nelle versioni trasmesse dalla Giunta regionale in seguito alla richiesta delle integrazioni. Rispetto al testo originario la Commissione, oltre ad avere aggiunto l'articolo 1 bis, per maggiore precisione ha ridefinito le intestazioni di tutti gli allegati citati negli articoli, contraddistinguendo ciascuno con una lettera.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1Ridefinizione di confini tra
i Comuni di Arborea e Terralba
1. I confini tra i Comuni di Arborea e Terralba sono ridefiniti ai sensi del titolo II della legge regionale 30 ottobre 1986, n. 58 (Norme per l'istituzione di nuovi comuni, per la modifica delle circoscrizioni comunali e della denominazione dei comuni e delle frazioni) così come risulta dalla relazione descrittiva (allegato A) e dalle planimetrie (allegati B e C).)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art. 1 bisRidefinizione di confini tra
i Comuni di San Teodoro, Budoni e Posada
1. I confini tra i Comuni di San Teodoro e Budoni e tra i Comuni di Budoni e Posada sono ridefiniti ai sensi del titolo II della legge regionale n. 58 del 1986 così come risulta dalle relazioni descrittive (allegati D ed E) e dalle planimetrie (allegati F, G e H).)
(E' approvato)
Passiamo all'esame degli allegati all'articolo 1.
(Segue lettura)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione gli allegati all'articolo 1. Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
Passiamo all'esame degli allegati all'articolo 1 bis.
(Segue lettura)
(Sono approvati)
Passiamo alla votazione finale del disegno di legge numero 22/A.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole e per avanzare una sollecitazione all'Assessore relativamente a dei confini che non sono stati previsti in questa norma di legge, in quanto datati al 1974, quando è stata istituita la provincia di Oristano, perché non furono definiti nella cartografia una parte dei confini che delimitavano la nuova provincia rispetto all'allora provincia di Cagliari; il territorio interessato da questo problema, è quello confinante con i territori di Terralba, Arborea e San Nicolò d'Arcidano; il confine passa attraverso una strada provinciale che parte dalla "42", Guspini-Uras, e si collega a Sant'Antonio di Santadi. In tutte le carte geografiche, anche in quelle De Agostini, e in quelle dell'istituto cartografico militare, rimane un tratto tratteggiato in rosso, questo sta a significare che non sono stati definiti i confini.
Io la invito quindi a prendere contatti con i sindaci di quei territori, per intenderci il sindaco di Arbus, il sindaco di San Nicolò d'Arcidano e il sindaco di Terralba, per verificare se quei confini, che allora non furono stabiliti con nessuna norma, possano essere definitivamente sanciti, e se una parte di quel territorio invece non sia di competenza della provincia di Oristano.
Non ho presentato alcun emendamento perché credo che si possa risolvere il problema per via amministrativa.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 22/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Planetta ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 62
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 209/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Signora Presidente, Assessore, colleghi, la proposta di legge numero 209/A modifica la legge regionale numero 13 approvata dal Consiglio regionale il 30 giugno del 2010. La legge numero 13 del 2010, che disciplina le attività europee di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna, comprende anche una modifica della legge regionale numero 12 del '96, che istituisce gli uffici a Bruxelles. Il Governo ha proposto ricorso davanti alla Corte costituzionale nei confronti della legge numero 13, per illegittimità costituzionale dell'articolo 23 comma 1, lettera c).
Che cosa prevede questo articolo? Prevede che in riferimento alle modalità di reclutamento del personale di segreteria e di supporto operativo dell'ufficio della Regione a Bruxelles in mancanza di figure professionali adeguate presso l'amministrazione regionale si possa far ricorso a contratti di somministrazione di lavoro attivati in sede.
Il Governo ha ritenuto che tale norma regionale violi l'articolo 97 della Costituzione, in base al quale l'accesso alla pubblica amministrazione deve avvenire tramite pubblico concorso, di conseguenza si ritiene che violi anche l'articolo 3 dello Statuto autonomo della Sardegna, legge costituzionale, che di fatto recepisce questo articolo della Costituzione.
Il contratto di somministrazione, invece, come disciplinato dal decreto numero 165 del 2001 (articolo 36), cui rimandava la legge, deve essere circoscritto temporaneamente e subordinato al ricorrere di particolari circostanze temporanee ed eccezionali. La proposta di modifica dell'articolo 23 prevede la soppressione dell'inciso "per le attività di segreteria e di supporto operativo l'ufficio può fare ricorso, in mancanza di figure professionali adeguate presso l'Amministrazione regionale, a contratti di somministrazione di lavoro…". La conseguenza di questa modifica è che il reclutamento del personale di segreteria e di supporto seguirà la stessa procedura prevista per il restante personale non dirigenziale destinato all'ufficio di Bruxelles (personale regionale a tempo indeterminato o dipendenti di altra pubblica amministrazione); le deroghe possono essere consentite solo in presenza di peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico, come previsto dalla sentenza numero 81 del 2006.
La proposta è stata presentata dalla seconda Commissione, nella sua interezza, con l'intento di superare i rilievi avanzati dal Governo ed evitare il contenzioso davanti alla Corte costituzionale. Colgo però l'occasione, Presidente, per ricordare che la legge numero 13 del 2010 è operativa e dovrebbe contribuire, attraverso le procedure previste dalla normativa nazionale e dal trattato di Lisbona, a rafforzare la posizione della nostra Regione in Europa. Affinché la legge possa trovare piena e completa attuazione è necessario, Presidente e Assessore, definire le modalità operative che consentano al Consiglio regionale di esercitare appieno il proprio ruolo.
L'articolo 3 della legge numero 13, in particolare, prevede uno stretto e continuo coordinamento tra Consiglio regionale e Giunta regionale sulle questioni europee. Questo passa attraverso una continua e qualificata informazione reciproca, con l'obbligo specifico a carico della Giunta regionale di assicurare al Consiglio regionale una informazione costante in merito all'attuazione delle politiche europee. Con questa finalità l'articolo 22 prevede che il Consiglio regionale e la Giunta regionale stabiliscano le modalità di informazione reciproca, però è un percorso che va individuato, e siamo già un po' in ritardo.
La corretta attuazione degli adempimenti previsti dalla legge si esplica in tre ambiti principali: la fase ascendente che è costituita dalla formazione degli atti normativi comunitari; la fase discendente che comprende l'attuazione della normativa europea ; infine, programmazione e attuazione della politica regionale unitaria, che è il punto centrale della legge di riforma che è stata approvata.
Ci sono alcune scadenze, Presidente e Assessore, che vanno rispettate e questo lo voglio ricordare anche perché i tempi si stanno avvicinando, anzi siamo già dentro il meccanismo di riforma; infatti entro il 31 marzo la Giunta regionale deve presentare al Consiglio regionale la legge europea regionale poi, entro il 30 aprile, il Consiglio regionale deve convocare la prima sessione europea e quindi entro il 31 luglio deve essere approvata la legge regionale europea. Quindi è prevista in legge una serie di scadenze che va rispettata, ma è chiaro che questo Consiglio regionale deve lavorare affinché la legge che è già in vigore venga applicata da quest'anno.
Pertanto sollecitiamo il Consiglio regionale, ma soprattutto la Giunta regionale, per l'attuazione della riforma. Questo Consiglio regionale, con il contributo della Giunta regionale, deve avviare una nuova stagione di collaborazione e di confronto soprattutto con l'Europa che è determinante per la crescita e lo sviluppo della Sardegna. A tal proposito la seconda Commissione consiliare ha sollecitato la Presidenza del Consiglio ad attivarsi con la Giunta regionale per dare avvio all'attuazione della legge numero 13 del 2010, individuando adeguati percorsi affinché si possa avviare davvero il processo di riforma già approvato nel 2010.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare dichiaro chiusa la discussione generale. Essendo composta la proposta di legge da un solo articolo indico la votazione finale.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Modifiche alla legge regionale n. 13 del 2010
1. Nella lettera c) del comma 1 della novella dell'articolo 23 della legge regionale 30 giugno 2010, n. 13 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12), le parole "per l'attività di segreteria e di supporto operativo l'ufficio può far ricorso, in mancanza di figure professionali adeguate presso l'Amministrazione regionale, a contratti di somministrazione di lavoro attivati in sede nell'ambito dello stanziamento appositamente istituito per il suo funzionamento" sono soppresse.).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 209/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 237/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Piras, relatore.
PIRAS (P.d.L.), relatore. Presidente, colleghi e colleghe, la proposta di legge numero 237/A, presentata dei colleghi Steri e Diana Mario, è stata approvata dalla quinta Commissione nella seduta antimeridiana del 14 dicembre 2010. Tale proposta scaturisce fondamentalmente dall'esigenza di adeguare la disciplina regionale del prelievo in deroga degli uccelli selvatici a quanto previsto in proposito dall'articolo 9 della direttiva del Parlamento europeo del 30 novembre 2009, e dall'articolo 19 bis della legge 11 febbraio 1992, numero 157.
Il testo approvato dalla Commissione coincide sostanzialmente con il testo presentato dai proponenti, con alcune modifiche di tipo prevalentemente formale. L'articolo 01 modifica parzialmente il disposto dell'articolo 41 della legge regionale numero 23 del '98, introducendo la possibilità di utilizzare nello svolgimento dell'attività venatoria anche il fucile con canna rigata, uniformando così la normativa regionale a quella dell'articolo 13 della legge 11 febbraio 1992. L'articolo 1 introduce nel corpo della legge regionale numero 23 del '98 il nuovo articolo 59 bis, finalizzato ad adeguare la normativa regionale vigente in materia di prelievo in deroga a quanto recentemente normato dai legislatori comunitario e nazionale.
A tale proposito si prevede che le deroghe debbano avere una durata massima di un mese, possano essere adottate solo in presenza delle ragioni definite dal comma 2. I commi successivi al comma 2 definiscono la procedura mediante la quale si previene all'emanazione delle deroghe, introducendo un procedimento molto rigoroso sia per quanto riguarda il livello di coinvolgimento politico, sia per quanto riguarda le motivazioni tecniche che giustificano l'applicazione della deroga, le quali devono essere sostenute dal parere espresso al termine di una approfondita istruttoria da parte dell'Istituto regionale per la fauna selvatica ovvero, se non ancora costituito, da un apposito organo tecnico scientifico nominato con delibera della Giunta regionale.
L'articolo prosegue disciplinando in maniera dettagliata anche il numero dei capi da prelevare, questo in sintonia con la direttiva comunitaria. L'articolo 1 bis abroga la legge del 13 febbraio 2004 numero 2; tale legge regionale emanata nel 2004 per disciplinare il prelievo in deroga degli uccelli selvatici non è più adeguata al mutato quadro normativo comunitario e nazionale e non ha più ragione d'essere a fronte di un intervento organico da parte del legislatore regionale. L'articolo 1 ter disciplina l'entrata in vigore della legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, chiedo, se è possibile, una sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 26, viene ripresa alle ore 11 e 35.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, poiché non voglio fare un intervento vero e proprio, i colleghi che intendono iscriversi è meglio che non aspettino come sempre l'ultimo minuto.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Solinas, per aver agevolato la Presidenza.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intendo intervenire nel merito della relazione di maggioranza. I colleghi avranno notato che, come minoranza, non abbiamo presentato una nostra relazione, anche perché ci saremmo aspettati che il relatore di maggioranza dicesse in Aula come sono andate le cose.
E' vero, la Commissione ha approvato la proposta di legge ma non l'ha certamente discussa, perché non è stata data questa possibilità. Non si capisce come mai questa proposta di legge arrivata, mi sembra, il 10 dicembre in Consiglio, il 12 sia stata portata in discussione in Commissione, senza tener conto degli altri progetti di legge depositati; ma la scorrettezza più grossa è stata che, finita un'audizione di amministratori locali, in quel momento, con un colpo di mano vero e proprio, la maggioranza ha approvato la proposta di legge dandola per letta senza neanche discuterla. Alla mia domanda, appena rientrato nell'aula della Commissione, di che cosa si trattava, il Presidente della Commissione mi ha risposto che ormai il provvedimento era stato approvato. Quindi, dire che la Commissione ha approvato questa proposta di legge è dire una cosa non vera.
Io credo che la minoranza consiliare, tutto il centrosinistra, nella Commissione agricoltura e ambiente abbia dimostrato in questi due anni senso di responsabilità, garantendo sempre il numero legale, quando si dovevano discutere norme importanti, credo che cosa opportuna sarebbe stata che la Commissione discutesse e approfondisse il contenuto di questa norma, mentre non l'ha potuto fare. Quindi, per questo motivo, io mi riservo di decidere dopo la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo il voto segreto sul passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, colleghi e colleghe, credo che questa proposta di legge in discussione debba essere agevolmente e correttamente interpretata come un lavoro costruttivo, serio, ponderato e soprattutto di lungimirante prospettiva.
Oramai è un concetto acquisito che parlare di caccia, soprattutto in Sardegna, non riguarda e non può riguardare esclusivamente i 50 mila cacciatori, che peraltro rappresentano poco più del 2 per cento della popolazione residente; io credo, e ne sono convinto, che parlare di caccia equivalga innanzitutto a parlare di ambiente, di cultura, di tradizione e, consentitemi di dirlo, di identità. Questi sono concetti e valori patrimonio di tutti noi sardi, a prescindere dal fatto che si vada o non si vada a caccia.
Da alcuni anni, da parte del mondo venatorio sardo, è stata manifestata un'esigenza non ulteriormente procrastinabile: la revisione organica della disciplina dell'attività venatoria in Sardegna, che doveva vedere necessariamente la partecipazione, il confronto, la condivisione anche della popolazione interessata, in particolare degli agricoltori e degli ambientalisti. Mi voglio riferire alla volontà di ricostruire una caccia moderna, una caccia responsabile, strettamente collegata alla scienza ed esercitata come attività che è, allo stesso tempo, un significativo motore economico e un patrimonio di nostre millenarie tradizioni; un patrimonio che costituisce a pieno titolo una parte della cultura del nostro popolo, che guarda al riconoscimento della caccia come attività non dannosa ma, anzi, necessaria per una corretta gestione ambientale e per la salvaguardia della fauna selvatica.
Questo testo che noi esamineremo, e che certamente è migliorabile, contiene, come tutti abbiamo avuto modo di riscontrare, importanti novità scaturite dall'esigenza di un'organica revisione della disciplina che regola la caccia; non erano poche ed isolate, infatti, le voci che reclamavano interventi urgenti aderenti alla realtà venatoria della Sardegna, con carattere meno punitivo nei confronti del cacciatore e nel contempo di maggiore tutela e rispetto sia per l'ambiente che per la selvaggina. Pensiamo solamente ad alcune assurde e illogiche limitazioni in ordine agli strumenti e ai mezzi utilizzabili per l'attività venatoria. Ebbene, nel testo in discussione sono presenti anche significative modifiche e integrazioni agli articoli che regolamentano proprio alcuni di quegli strumenti in maniera tale, per fare solo un esempio, da consentire la facoltà di utilizzare anche in Sardegna i fucili con la canna rigata.
Come tutti sappiamo, però, intorno alla caccia si è giocata, e si continua a giocare, una battaglia non solo economica e culturale ma spesso solamente ideologica e pregiudiziale. Però credo che ugualmente, malgrado questo, siamo riusciti durante il lavoro svolto in Commissione (perché il lavoro c'è stato, collega Solinas), a rispondere abbastanza aderentemente alla necessità di promuovere con efficacia sia la facoltà dell'esercizio venatorio in Sardegna che la sicurezza, l'eco compatibilità e il fondamentale rispetto per l'ambiente nel suo complesso.
Posso essere buon testimone che non si sono dette e sprecate in Commissione parole su parole in buona e cattiva fede come già era capitato in circostanze analoghe in cui si trattava di caccia. Veri e propri fiumi di parole dette senza alcuna cognizione di causa e spesso inutili.
Dunque oggi, cari colleghi e colleghe, finalmente costruiamo e vogliamo costruire assieme un atto concreto che serve realmente. Certo, è un qualcosa di ovviamente perfettibile ma che rimane e che serve anche agli operatori di un settore fragile e però ugualmente importante dell'economia della Sardegna. Ora in proposito è abbastanza evidente che questo testo guarda in prospettiva soprattutto all'idea di allungare la caccia su tutto il territorio regionale ottenendo però stavolta le deroghe, ammesse dall'Unione europea, per l'estensione della caccia oltre il termine del 31 gennaio.
La proposta tenta in qualche modo un'ardua impresa. In passato, infatti, come tutti sappiamo, ogni legge regionale che prorogava la caccia a febbraio veniva prontamente cassata diventando così anche motivo di richiami formali, di sanzioni importanti per la Regione Sardegna e per l'Assessorato competente in materia; perciò anche la proposta della Commissione ha previsto l'istituzione di un apposito comitato scientifico regionale a cui venga affidato il compito di redigere i pareri, previo accertamento di tutte le eventuali anomalie del flusso delle specie migratorie in modo tale da giustificare il prolungamento della stagione venatoria. Ovviamente tutto questo con il consenso dell'istituto regionale per la fauna selvatica ed escludendo in maniera specifica le situazioni legate per esempio alla riproduzione e al passaggio di ritorno verso i luoghi di nidificazione.
Insomma l'estensione del periodo di caccia a tutto il mese di febbraio non è stata prevista certamente per rispondere ad un capriccio molto egoista della categoria dei cacciatori; questo, cari colleghi, deve essere molto chiaro. Noi abbiamo uguale rispetto e uguale considerazione per chi va a caccia come per di chi non ci va.
Io sono convinto che è bene non stancarci mai di ricordare che la deroga di cui discutiamo è stata prevista nella convinzione che, stante le peculiarità faunistiche, climatiche e territoriali della Regione Sardegna, tale scelta rappresenti un equo contemperamento tra le esigenze di tutela dell'ambiente e lo svolgimento dell'attività venatoria. Colleghi, a dimostrazione di ciò che dico si potrebbero portare molte testimonianze e molti esempi.
Io però non mi voglio dilungare negli esempi e non voglio rivendicare alcunché perché questo testo oggi rappresenta una vittoria e un premio all'impegno dei molti che hanno creato una sensibilità generale e anche colto l'esigenza di una legge che volgesse in Sardegna alla tutela dell'esercizio venatorio assieme alla tutela dell'ambiente.
Vorrei, seguendo le indicazioni del collega Solinas, non dilungarmi ancora di più ma concludere affermando che questo testo ritengo possa rappresentare anche qualcosa che va oltre a quanto contenuto nell'articolato, nel senso che può rappresentare quel punto di svolta nel metodo e nell'approccio alla materia in discussione unitamente alla stessa risoluzione dei problemi.
Per capirci meglio, credo che il nostro impegno e le nostre future proposte in tale direzione, colleghi, colleghe, debbano partire da un punto fermo che si chiama "compatibilità e complementarietà"; tutto questo va chiaramente riferito, per chi lo sostiene da tempo e che vi parla, all'ambiente, agli animali, alle persone, alle culture, alle tradizioni, alle differenti sensibilità, ai diversi mestieri; perché tutti questi ambiti infatti possono agevolmente ricondursi a questo concetto.
E capisco però che più di uno tra chi ci ascolta, fra chi leggerà domani i giornali, penserà che il nostro parlare sia niente di più che un giro largo per ricondurre il tutto alla proroga della stagione venatoria. Ma non è così e noi sappiamo che non è così, perché non abbiamo inseguito nessun richiamo di matrice ideologica, ma abbiamo fatto piuttosto una riflessione molto pratica e anzi ovvia.
Voglio fare un auspicio affinché molto presto, anche attraverso la trasparenza dell'informazione e della formazione chiara e precisa sia ulteriormente tutelato e soprattutto riconosciuto il ruolo dei cacciatori, il ruolo degli agricoltori...
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Prego, onorevole Planetta.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Di che cosa mi prega, signora?
PRESIDENTE. Di proseguire, onorevole Planetta. Abbiamo richiamato più volte l'Aula, la prego di proseguire.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Vede, Presidente, ogni tanto bisogna rifarsi agli stili e ai modi di fare politica anche dentro quest'Aula, dove noi rappresentiamo tutta la Sardegna. Ogni tanto bisogna avere la pazienza e l'umiltà di ascoltare chi parla. Ma, come può notare, ancora si continua a parlare, a non sentire, quasi che qui vivessimo in un mondo fatatoe il resto non esistesse.
Per concludere, faccio un auspicio: io credo che il ruolo di questo mondo, dei cacciatori, degli agricoltori, di tutto il mondo delle campagne, quali anche gli operatori di tutela e quegli operatori che custodiscono l'ambiente, debba essere presto ulteriormente tutelato. Bisogna rimettere questi elementi sempre presenti al centro di un futuro dibattito, perché sono convinto che tutto ciò significherà dare maggiore oggettività al dibattito stesso, e anche una più reale e positiva prospettiva di futuro alle persone che vivono il mondo delle nostre campagne
E' necessario pertanto rimettere al centro di un futuro dibattito il mondo delle nostre campagne, soprattutto in riferimento a quelle realtà economiche e sociali che, in modo particolare, sono oggi colpite sempre più da un impoverimento crescente e, credo, apparentemente irreversibile. Signor Presidente, Assessore, colleghi e colleghe, vi ringrazio di avermi ascoltato, anche se male.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Oggi noi affrontiamo una discussione su una proposta di legge che intende intervenire sull'esercizio della caccia nella nostra Regione. In questo primo anno e mezzo di attività di questo Consiglio la Commissione competente, seppure a periodi alterni, si è occupata di questo tema, e se ne è occupata sulla base di una proposta di legge che voleva giungere al completo stravolgimento della legge attualmente in vigore, la legge numero 23. Io credo che quando un tema, così delicato e importante, non si affronta con la giusta misura, si rischia di far passare dalla parte del torto anche le buone ragioni.
La legge regionale attuale, la numero 23, presenta alcuni punti critici, ed è giusto anche col tempo metterci mano. Però, è una legge di tutela della fauna selvatica in Sardegna, e tale deve restare. Abbiamo discusso a lungo su una serie di temi su cui non era il caso di discutere; abbiamo ragionato a lungo su quale doveva essere l'organismo tecnico a cui la Giunta regionale si deve rivolgere quando chiede una consulenza tecnico-scientifica per operare in una direzione piuttosto che in un'altra, e più volte è emersa la tendenza a voler sostituire l'organismo scientifico nazionale, più autorevole e quindi anche di maggiore garanzia per la stessa Giunta regionale, l'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente, con organismi regionali.
Anche in questo caso, anche in questa modifica parziale della legge numero 23, si fa lo stesso identico errore, si vogliono cioè creare le condizioni per gestire in Sardegna ciò che riteniamo debba essere gestito in Sardegna, e non invece fare il ragionamento serio, come per altro verso si fa, di presentare questa proposta di legge come il recepimento di una direttiva comunitaria, e quindi come il nostro inserirci e adeguarci alle normative altrove in vigore. Ed è un'esigenza, secondo me, giusta. Però, lo si vuole fare senza essere conseguenti fino in fondo.
Noi, pertanto, che cosa non condividiamo nella maniera più assoluta di questa piccola e parziale legge? Non condividiamo quanto scritto nel comma 3 dell'articolo 1, e cioè che: "l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, previa deliberazione della Giunta regionale (...) adotta le deroghe con provvedimento motivato sulle ragioni che ne impongono l'applicazione, sentito l'Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS), ovvero" - siccome non c'è - "se non ancora istituito, un comitato tecnico-scientifico composto da un esperto in materia di ambiente e fauna selvatica", eccetera, cioè un comitato nominato dalla Giunta. Quale autorevolezza possa avere un comitato di questo tipo, io lo chiedo all'intera Aula.
Non sarebbe stato molto più logico e opportuno (lo stiamo chiedendo anche con un emendamento), per essere davvero in linea con la legislazione a cui si fa riferimento nel momento in cui questa proposta di legge viene messa in piedi, fare in modo che la Giunta si muovesse sulla base di una consulenza tecnico-scientifica data dall'unico organismo presente in Italia, che su questo fronte può dare davvero garanzia? Noi non possiamo fare una legge e dare l'impressione di voler aggirare la normativa comunitaria per poter comunque fare cose che, altrimenti, non si potrebbero fare.
Noi abbiamo interesse a che la caccia in deroga venga normata, e normata secondo quanto le nuove direttive comunitarie e la nuova legge nazionale impongono. E siamo anche convinti che queste norme per la caccia in deroga siano necessarie, perché è giusto creare le condizioni affinché gli agricoltori non ricevano eccessivi danni dalla fauna selvatica e, come riteniamo sia giusto applicare le norme della caccia in deroga anche in altre occasioni a cui questo provvedimento di legge fa riferimento.
Non è possibile, però, che questa, che è una parte importante della discussione sulla caccia in Sardegna, sia stata trattata prima in un emendamento presentato al provvedimento di legge sull'agricoltura di cui non abbiamo potuto, per volere di chi l'ha presentato, discutere in Commissione agricoltura, poi in un emendamento sempre identico presentato nell'ambito della finanziaria; oggi, infine, in una proposta di legge che arriva in Aula dopo che la discussione della stessa in Commissione agricoltura è stata organizzata in maniera tale da non essere svolta.
Io, da consigliere regionale che fa parte dell'opposizione, guardo a questo tema con l'attenzione con cui deve essere guardato, cioè nell'interesse complessivo della società, sia di chi vuole salvaguardare la fauna e l'ambiente, sia di chi vuole salvaguardare i sacrosanti diritti dei cacciatori di svolgere questa loro attività senza essere additati al pubblico ludibrio. E' un'attività, infatti, assolutamente lecita, che va normata, incoraggiata, e va normata e incoraggiata per fare in modo che sia anche proiettata in modo positivo sul territorio; ecco perché quando, se ci sarà un "quando", discuteremo in Aula della proposta di legge complessiva che ritocca gli ambiti territoriali di caccia, che mette in discussione tanti aspetti fondamentali della legge numero 23, questi aspetti invece devono essere assolutamente salvaguardati.
Io credo che noi non possiamo dare l'impressione di volere, con una norma, aggirare le norme, noi non possiamo passare per un Consiglio regionale che non vuole apparire contro le norme di tutela dell'ambiente e, di fatto, fa le norme in maniera tale che questo si possa fare. Qualunque Giunta ci sia a governare la Sardegna, bisogna creare le condizioni affinché la consulenza tecnico-scientifica, a che si possa fare o meno un prelievo in deroga, sia una consulenza vera, nell'interesse dell'ambiente e della comunità sarda nel suo complesso, e non al servizio di questa o quella categoria.
Di conseguenza, che senso ha voler istituire di proposito un comitato per la fauna? Che senso ha che la Giunta nomini tre persone che si facciano carico di questo problema, che può, con ben altra competenza, essere affrontato da un comitato nazionale che esiste già, che funziona su tutto il territorio ed ha le competenze adeguate per poterlo fare?
Questa è la motivazione principale che mi spinge a non condividere il resto della legge, che pure presenta degli aspetti che è assolutamente necessario un giorno affrontare. E neanche ho condiviso questa sorta di approvazione, chiamiamola così, tra virgolette, furtiva in Commissione agricoltura, senza voler entrare nel merito della discussione, con la volontà di coinvolgere e di convincere chi eventualmente poteva non essere d'accordo.
A mio avviso, salvo ripensamenti della maggioranza, salvo anche approvazione di proposte di modifica che verranno fatte, questo provvedimento di legge, che per tutto il resto potrebbe anche andare bene, non può essere considerato positivo, proprio perché, con poche parole, si inficia il resto dell'impianto della legge. Seguiremo certamente con attenzione la discussione sui singoli articoli, però credo che questo sia il dato fondamentale su cui dovremo ragionare. E invito la maggioranza, affinché davvero si approvi una legge condivisa e condivisibile da tutti, ad apportare le modifiche opportune per scacciare qualsiasi sospetto che si stia facendo una norma pensando ad altro: ad aggirare il complesso delle altre norme.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Procediamo alla votazione a scrutinio segreto sul passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 67
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 42
contrari 25
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
Passiamo all'esame dell'articolo 01. A questo articolo è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 01 e del relativo emendamento:
Art. 01
Modifiche all'articolo 41
della legge regionale n. 23 del 1998
(Mezzi per l'esercizio dell'attività venatoria)
1. Nel comma 1 dell'articolo 41 della legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna), dopo le parole "anima liscia" sono aggiunte le parole "o a canna rigata".
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Steri - Sanna Giacomo
Articolo 1
All'articolo 1, dopo il comma 1 è inserito il seguente comma 2:
2. Alla fine del comma 1 dell'articolo 36 della legge regionale 29 luglio 1988, n. 23, dopo le parole "nei giorni e con le limitazioni previste dalla presente legge e dal calendario venatorio" sono aggiunte le seguenti: "in relazione ai limiti di tempo, di specie cacciabili e di numero di capi abbattibili". (1).)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'articolo 01 e sull'emendamento numero 1.
(E' approvato)
Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Piras, relatore.
PIRAS (P.d.L.), relatore. Si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 1.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Barracciu, Caria, Meloni Marco e Porcu hanno
votato a favore e che i consiglieri Espa e Zedda Massimo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Cocco Pietro - Espa - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cocco Daniele - Salis.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 63
astenuti 3
maggioranza 32
favorevoli 56
contrari 7
(Il Consiglio approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedere una breve sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo brevemente la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 13, viene ripresa alle ore 12 e 31.)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Integrazioni alla legge regionale n. 23 del 1998
1. Al titolo II della legge regionale n. 23 del 1998, dopo l'articolo 59, è aggiunto il seguente capo:
"Capo IV bis (Prelievi in deroga in applicazione dell'articolo 9 della direttiva n. 2009/147/CE)
Art. 59 bis (Disciplina dei prelievi in deroga)
1. I principi sui prelievi in deroga di cui all'articolo 9 della direttiva n. 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici sono attuati nella Regione in conformità alle disposizioni di cui all'articolo 16 della legge 4 febbraio 2005, n. 11 (Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari), ed in armonia alle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 3 e 4, all'articolo 9 e all'articolo 19 bis della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio).
2. La Regione adotta le deroghe di cui al comma 1, di durata non superiore a un mese, e sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, per le seguenti ragioni:
a) nell'interesse della salute e della sicurezza pubblica;
b) nell'interesse della sicurezza aerea;
c) per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca ed alle acque;
d) per la protezione della flora e della fauna;
e) ai fini della ricerca, dell'insegnamento, del ripopolamento e della reintroduzione, nonché per l'allevamento connesso a tali operazioni;
f) per consentire, in condizioni rigidamente controllate ed in modo selettivo, la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità.
3. L'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, previa deliberazione della Giunta regionale, su proposta dello stesso Assessore d'intesa con l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e con l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, adotta le deroghe con provvedimento motivato sulle ragioni che ne impongono l'applicazione, sentito l'Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS) ovvero, se non ancora istituito, un comitato tecnico-scientifico composto da un esperto in materia di ambiente e fauna selvatica, un esperto in materia di coltivazioni agricole, un esperto in materia di salute pubblica. Il comitato tecnico-scientifico è istituito con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, d'intesa con l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
4. Il parere dell'organo scientifico di cui al comma 3, a supporto della motivazione sui presupposti, sulla necessità e sulle modalità di applicazione della deroga, dà atto delle indagini scientifiche svolte, prendendo in considerazione anche le segnalazioni, se pervenute, degli uffici tecnici degli Assessorati della Regione, degli uffici tecnici degli assessorati della difesa dell'ambiente e dell'agricoltura delle province, nonché del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
5. L'atto di deroga contiene specificamente l'indicazione:
a) delle specie che ne formano oggetto;
b) del numero dei capi prelevabili complessivamente nell'intero periodo, in relazione alla consistenza delle popolazioni di ogni singola specie, per le deroghe motivate ai sensi del comma 1, lettere e) ed f);
c) dei controlli e delle forme di vigilanza cui il prelievo é assoggettato;
d) delle condizioni di rischio e delle circostanze di tempo e di luogo di applicazione delle deroghe;
e) dei mezzi, degli impianti e dei metodi di cattura o di abbattimento consentiti nonché dei soggetti a ciò autorizzati, fermo restando quanto previsto dai commi 7 e 8.
6. Le deroghe di cui alla presente legge non possono essere attivate per le specie per le quali sia stata accertata una grave diminuzione della consistenza numerica, durante il periodo di nidificazione degli uccelli o durante la fase di migrazione per ritorno degli stessi al luogo di nidificazione.
7. I prelievi venatori in deroga autorizzati in applicazione del presente articolo sono effettuati esclusivamente da parte dei soggetti individuati nell'atto di deroga o da agenti del Corpo forestale regionale.
8. I prelievi di cui al comma 7 sono realizzati con le modalità ed i mezzi previsti dagli articoli 40 e 41 della presente legge.
9. Il numero di capi prelevati è annotato al termine di ogni giornata venatoria sulla scheda di rilevamento che i soggetti autorizzati a partecipare agli abbattimenti in deroga ritirano presso il proprio comune di residenza. Le schede di rilevamento sono riconsegnate a cura dei soggetti autorizzati, tramite il comune di residenza o avvalendosi delle associazioni venatorie, alla provincia competente la quale, dopo aver estratto dalle schede acquisite i dati di prelievo, provvede a trasmetterli all'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente.".
Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario - Steri - Sanna Giacomo
Articolo 1
Al comma 2 dell'articolo 1 le parole "un mese" sono sostituite dalle parole "tre mesi". (2)
Emendamento sostitutivo parziale Lotto-Solinas Antonio-Cocco Pietro-Bruno
Articolo 1
Al comma 3 dell'articolo 1 le parole da "l'istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS) ……. dell'assistenza sociale." sono sostituite con le parole "l'istituto superiore per la protezione dell'ambiente (ISPRA)". (3).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, brevemente, io non ho potuto partecipare alla discussione generale, però credo che su questo articolo alcune parole vadano dette. Innanzitutto la domanda che mi pongo è come mai cominciamo sempre dalla coda. Noi non abbiamo ancora dato attuazione alla legge sulla protezione della fauna selvatica perché non è, la nostra, una legge sulla caccia, ma è una legge sulla protezione della fauna selvatica che introduce anche misure per proteggerla, diffonderla e salvaguardarla; non abbiamo ancora definito gli ambiti territoriali - non soltanto, per carità, questa maggioranza, neanche quella precedente lo ha fatto, quindi ci assumiamo la nostra parte di responsabilità - per cui assistiamo ancora alle scorribande migratorie non della nostra fauna, ma dei cacciatori che transitano da una zona all'altra, transitano dalle grandi aree urbane per andare a cacciare anche in luoghi che dovrebbero essere, semmai fossero dedicati alla caccia, di competenza e pertinenza esclusiva delle comunità locali.
Non abbiamo ancora un piano faunistico né regionale né provinciale, quindi abbiamo una legge inattuata e pensiamo già alle deroghe, come quelle, palesemente illegittime, previste da alcuni emendamenti che vorrebbero prolungarle da un mese a tre mesi.
Inoltre mi chiedo, questa è l'altra riflessione, oltre quella specifica del tema in oggetto, se con le emergenze economiche e sociali che attanagliano la nostra Regione, con tutte le leggi "promessa-deroga", che abbiamo abbozzato in questa finanziaria omnibus approvata recentemente, un Consiglio regionale debba attardarsi con provvedimenti di questo genere. E' evidente che, se per lo meno fosse approvato l'emendamento presentato dall'opposizione, che riconduce queste deroghe nell'ambito della normativa nazionale e quindi anche di quella europea, rimandando la decisione all'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente (ISPRA), avremmo fatto un po' di sana demagogia parlamentare, avremmo fatto l'occhiolino ai cacciatori, chi lo deve fare - io personalmente non ne ho bisogno - ma alla fine gli effetti di questa norma sarebbero largamente attenuati e ricondotti per lo meno a un organismo che certamente ha le caratteristiche e le competenze per decidere nel merito delle deroghe, viceversa nell'approvare questa legge avremmo sbagliato due volte.
Pertanto, visto che siamo in fase di discussione dell'articolo, credo che dovremmo cercare di limitare i danni, ricordarci che quando parliamo di caccia dovremmo parlare di protezione della fauna selvatica, ricordarci che in passato più volte tentativi di derogare alle leggi nazionali e alle direttive comunitarie hanno prodotto un vizio di incostituzionalità con tanto di sanzione per il Consiglio regionale e quindi, se dobbiamo fare qualcosa, l'appello veramente che mi sento di rivolgere alle forze politiche in quest'Aula, ma certamente anche agli Assessori presenti, è di farlo strettamente nell'ambito delle normative e delle direttive comunitarie.
Vediamo se l'Aula avrà questa maturità e questa capacità. Se non l'avesse è chiaro che le posizioni di ognuno di noi sarebbero molto più contrapposte e, nel caso fosse approvato non l'emendamento della minoranza ma l'emendamento che vuole derogare per periodi anche molto lunghi, avremmo esitato una legge illegittima, incostituzionale e che fa di tutto tranne che cogliere lo spirito della legge numero 23 che, alla fine, è una buona regolamentazione e una salvaguardia del nostro patrimonio faunistico compatibilmente con quella attività identitaria e culturale che noi non demonizziamo, ma che certamente deve essere messa in secondo piano rispetto alla tutela del nostro patrimonio faunistico.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, riprendendo il ragionamento avviato con l'intervento precedente, vorrei ricordare che questo articolo 1 è la vera ossatura di questa proposta di legge essendo, il precedente articolo, una norma molto puntuale sul tipo di armi da utilizzare nell'esercizio della caccia. Continuo a sostenere che noi abbiamo il dovere, come Consiglio regionale, nel momento in cui si decide (anche su questo condivido le osservazioni che faceva poco fa il collega Porcu), di non concentrare la nostra attenzione su un tema, seppure importante, perché tutti lo sono, come quello della caccia distraendoci così dai problemi ben più impellenti e importanti che attanagliano la vita dei nostri corregionali.
Ora, nel momento in cui si decide di parlarne parliamone e parliamone schiettamente, mettendo in campo gli obiettivi reali che si vogliono conseguire. Obiettivi reali (a parte gli obiettivi concreti e anche giusti che pure nell'altra parte dell'articolo si pongono) che emergono nella volontà di allargare le maglie al comma 3 attribuendo la competenza sulle deroghe non all'Istituto per la protezione ambientale (sostituisce il precedente Istituto nazionale per la fauna selvatica), riconosciuto a livello nazionale e comunitario come l'organo preposto a questa consulenza, ma a un altro comitato da istituire.
Noi rischiamo di incorrere anche per questa norma, che si pone l'obiettivo dichiarato anche nella stessa relazione, di adeguare la normativa regionale alle nuove norme comunitarie, nella procedura di infrazione, proprio nel momento in cui individuiamo in maniera non corretta, non puntuale, non in linea con le norme a cui diciamo di volerci avvicinare, l'ente che controlla o comunque dà la consulenza in questa materia.
Anche nell'emendamento presentato da alcuni colleghi della maggioranza di modifica del comma 2 di questo articolo 1, che recita "La Regione adotta le deroghe di cui al comma 1, di durata non superiore a un mese e sempre che non ci siano altre soluzioni soddisfacenti per le seguenti ragioni eccetera, eccetera", si propone l'allungamento da un mese a tre mesi. Ora, tutto può essere questa norma sulla caccia tranne che un modo fittizio per allungare la stagione della caccia.
Allora, se si deve fare un prelievo in deroga, spiegatemi perché non bastano una, due settimane, tre settimane e massimo un mese e si vuole arrivare ad avere a disposizione tre mesi. Ma che senso ha? Non ha nessun senso se non quello di aprire delle maglie dove non è possibile aprirle con altre diciture. Non è possibile allungare la stagione di caccia per tutto il mese di febbraio, anche se qualche intervento precedente lo ha auspicato; non è possibile perché ci verrebbe contestato, non è possibile perché la stessa legge nazionale, appena approvata sei mesi fa (la cosiddetta legge europea), di fatto ha previsto una possibile estensione ai primi dieci giorni del mese di febbraio della stagione della caccia ma a seguito della valutazione dell'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente, guarda caso legando quella eventuale deroga, molto più breve, sia del mese previsto nella proposta di legge e ancor di più dei tre mesi proposti nell'emendamento, al parere di questo Comitato nazionale scientifico.
A mio avviso, pertanto, sarebbe stato molto più saggio costruire una proposta maggiormente condivisa (avrebbe avuto anche il consenso del centrosinistra), e che rispondesse a un'esigenza generale unanimemente riconosciuta. L'esigenza di adeguare le norme regionali alle nuove normative nazionali ed europee è un'esigenza che non è né della sinistra né della destra, è un'esigenza che va colta, ma va colta con i metodi e con le procedure giuste perché diversamente si creano contrapposizioni che non aiutano a condividere delle scelte, non aiutano ad assumersi tutti la propria responsabilità, al di là delle convinzioni di ciascuno di noi.
Tra di noi c'è chi è favorevole alla caccia tout court e chi è contrario alla caccia tout court; però neanche il prevalere di una di queste posizioni può condizionare eccessivamente le norme che poi regolano la vita di tutti, di coloro che sono a favore, di coloro che sono contro e di coloro a cui non interessa nulla della caccia. E parliamo anche degli interessi di quegli agricoltori che tantissime volte vedono i propri raccolti distrutti da eccessive presenze di fauna selvatica: una distruzione mai remunerata a sufficienza e che non è giusto debbano subire.
Quindi, proprio con queste deroghe affrontiamo, un tema importante e, secondo me, l'atteggiamento tenuto dalla maggioranza di voler far passare di soppiatto questa norma, senza una discussione principalmente in Commissione dove si discute e si interloquisce (poi in Aula ci sarebbe stata una ulteriore riflessione), ha impedito di arrivare a un testo condiviso che avrebbe poi condizionato in senso favorevole al provvedimento l'atteggiamento di tutti noi.
Così non è stato e pazienza, non so quale sarà il risultato finale, però io auspico che quanto meno i contenuti positivi di questo provvedimento di legge vengano salvati dall'eliminazione degli aspetti negativi, che ci sono e che preludono a un giudizio sostanzialmente non positivo sull'intero impianto della proposta di legge.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Piras, relatore.
PIRAS (P.d.L.), relatore. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 2 e contrario sull'emendamento numero 3.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 2 in votazione, che al comma 2 dell'articolo 1 estende il periodo in cui è possibile la caccia da un mese a tre mesi, ritengo faccia la differenza su questa proposta di legge. Con questo emendamento noi stiamo dicendo il contrario di quello che diciamo all'inizio dell'articolo, cioè stiamo dicendo che deroghiamo a quanto previsto dalla direttiva comunitaria, perché credo che un eventuale prelievo in deroga che chiaramente sarà mirato, limitato, per specie, per numero, per quantità, è un provvedimento evidentemente eccezionale che casomai posso reiterare, ma che non posso prevedere per un periodo così lungo se non sono in grado di valutare le conseguenze delle singole giornate di caccia. E' una contraddizione in termini.
Se io approvo una deroga di tre mesi senza poterne valutare le conseguenze perché il periodo è assai lungo ed è, appunto, al di fuori di quanto previsto dalla direttiva comunitaria, sto già dicendo che mi metto fuori dalla direttiva; mettendomi fuori dalla direttiva mi metto fuori dalla normativa nazionale e sto facendo l'ennesima legge beffa, che beffa anche i cacciatori.
Quindi, sono assolutamente contrario all'emendamento, stiamo illudendo i cacciatori per primi di qualcosa che non si potrà fare, perché una deroga anche concessa con, eventualmente, queste caratteristiche sarà oggetto di ricorsi. Nel momento in cui è oggetto di ricorsi non potrà essere data, quindi è una storia che abbiamo già visto e invece di fare una cosa seria, circoscritta, motivata, affidandola a un organismo scientificamente competente, come suggerito dal nostro emendamento numero 3, stiamo già dicendo che ci mettiamo nelle condizioni di promettere qualcosa che sappiamo già non potremo mantenere perché sarà oggetto di ricorsi, gli ennesimi ricorsi, gli ennesimi richiami.
Io credo che di questo non ci sia bisogno, invito a una riflessione l'Aula e gli Assessori competenti e voto decisamente contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io non faccio altro che riprendere il ragionamento svolto in precedenza e richiamare la maggioranza ad un gesto di responsabilità; lo dico con tutta la convinzione necessaria: non è accettabile prendere in giro nessuno. Se noi stabiliamo una deroga di tre mesi di fatto stiamo dicendo che abbiamo voluto fare altro, abbiamo voluto fare altro! E questo non va bene, non va bene perché a un'esigenza giusta si risponde con un metodo e con dei risultati finali assolutamente sbagliati. Ed è vero quello che diceva il collega Porcu, noi non possiamo neanche illudere i cacciatori sardi che qualsiasi cosa, chiunque chieda, possa essere approvata e concessa.
Ci sono delle norme stringenti che regolano questa materia e che attengono al diritto non solo dei cacciatori e non solo della fauna, ma dell'intera popolazione della Sardegna, e non solo della Sardegna, seppure la caccia a cui noi facciamo riferimento sia esercitata in Sardegna.
Io continuo quindi a ribadire che questo emendamento non è assolutamente accettabile e neanche votabile; invito oltre che l'intera minoranza (in questo non credo che ci siano problemi), ma tutta la maggioranza a votare contro o a ritirarlo perché non è assolutamente condivisibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Io sono stato convinto dall'appassionata e circostanziata elucubrazione dei colleghi del centrosinistra e, pertanto, non spiego neanche i motivi per cui avevo proposto un emendamento tal fatto. Questo aveva esclusivamente una funzione di tipo sanitario perché viviamo in Sardegna una situazione a causa della quale, se non succedono, e io mi auguro che non succedano, fatti più importanti, abbiamo sempre il terrore della peste suina africana che, come tutti sanno, è veicolata da una specie venatoria: il cinghiale.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue DIANA MARIO.) Io non ho nessuna difficoltà a ritirare l'emendamento e a lasciare una deroga di un mese, dico solo che qualora disgraziatamente dovesse avvenire che si verifichino fatti legati alla specie suina che ho citato, e si dovesse arrivare a un abbattimento per quanto controllato non potremmo assolutamente farlo, ma saremmo costretti a ritornare in Aula per approvare una nuova norma.
La deroga dei tre mesi non costituiva l'allungamento della stagione venatoria, come non lo costituisce neanche la deroga di un mese; stiamo parlando di una caccia in deroga che deve seguire la filosofia descritta in questo articolo. Pertanto io ritiro l'emendamento, ma mi sembrava giusto e corretto informare i colleghi su quale fosse lo spirito che lo ispirava.
PRESIDENTE. A seguito del ritiro dell'emendamento numero 2, decadono le iscrizioni a parlare degli onorevoli Uras, Salis e Sechi.
E' in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Ho già avuto modo, e mi scuso se mi ripeto, di parlare di questo argomento che è il più controverso di questa proposta di legge. Ho avuto cioè modo di dire che è giusto uniformarci alle normative comunitarie e alla nuova legge nazionale ed è giusto farlo in tutte le sue parti. Perciò si faccia, se si vuole fare, una cosa seria e non si inventino comitati che rispondono al governo del momento, ma si ricorra a quanto di istituzionalmente valido e scientificamente competente esiste già in Italia.
Questo emendamento, pertanto, prevede molto semplicemente di sostituire al comma 3 dell'articolo 1 il riferimento all'Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS) e, qualora non ancora istituito, a un comitato tecnico scientifico, con il riferimento all'Istituto superiore della protezione dell'ambiente (ISPRA). E' una proposta ragionevole che chiediamo sia approvata non solo da noi ma anche dalla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, il collega Lotto ha ben illustrato la posizione che esprimiamo in merito al comitato previsto al comma 3 dell'articolo 1. Un comitato che prenderà decisioni così importanti ritengo debba avere caratteristiche di competenza tali da sottrarlo a ogni possibile pressione politica.
L'emendamento proposto dalla minoranza secondo me va assolutamente in questa direzione e ci aiuta sia a inserirci nel quadro della normativa nazionale sia a non correre quel rischio, di cui dicevo poc'anzi, cioè fare l'ennesima legge illusoria.
L'Istituto che noi proponiamo, l'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente, è lo stesso a cui fa riferimento la normativa nazionale, mentre il comitato previsto nella proposta di legge è istituito con deliberazione della Giunta e su proposta degli Assessori competenti, ma non sono rappresentati gli enti locali, non è rappresentato il mondo dell'università; è un comitato esclusivamente politico, di impronta politica, che non ha le caratteristiche per potersi sottrarre alle pressioni, che naturalmente arriveranno, su questo tema.
L'emendamento pertanto va accolto, di conseguenza invito a un ripensamento anche i colleghi della maggioranza perché faremmo una cosa seria se ci limitassimo ad accogliere una normativa, una direttiva europea; se infatti venissero accordate delle deleghe nell'ambito delle normative esistenti, queste deleghe non sarebbero impugnabili. Nel caso contrario ripeteremmo una storia già vista, perché la prima deroga che dovesse concedere il comitato da voi previsto sarebbe impugnata e, ancora una volta, avremmo illuso, con l'ennesima promessa, i cacciatori che di promesse non hanno più voglia.
Io non mi voglio far carico di quelle istanze, ma credo che anche per il mondo della caccia, anche per i cacciatori sia meglio una legge seria con fondamenti scientifici, di una legge illusoria, illegittima e incostituzionale. Il mio voto è favorevole; spero quindi che l'onorevole Diana voglia considerare anche questo nostro appello e il relatore modificare il parere espresso sull'emendamento, e questo lo chiedo anche agli Assessori presenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento e le motivazioni adesso espresse dall'onorevole Porcu come si vede non sono strumentali. Intanto togliamoci l'abitudine di nominare sempre in casa nostra comitati scientifici che, alla fine, non hanno nulla di scientifico, hanno solo di politico, finiscono per essere delle prebende, organizzano più o meno il consenso che poi si riferisce alle formazioni politiche che li nominano, diventano un oggetto di discussione all'interno delle maggioranze, si cavano gli occhi tra di loro le componenti di quelle maggioranze, e il risultato è che il sistema non funziona. Riferiamoci a ciò che ha una sua dignità tecnica e una sua dignità scientifica.
Io personalmente non approvo questa proposta di legge, ma è nota la mia posizione in questa materia; io non sono contro la caccia, ma mi richiamo a una gestione diversa della caccia, perché la caccia è una grande attività quando è gestita con l'ottica del primo riferimento contenuto anche nel titolo di questo provvedimento, cioè "norme per la protezione della fauna selvatica". Non c'è caccia se non c'è un ambiente salubre, che oltre che proteggere l'uomo, protegge anche la fauna selvatica, e a mio avviso anche la flora.
Dico questo, Presidente, perché immagino che cosa possano trovare i nostri cacciatori nei confini di Quirra. Non andateci! Non avvicinatevi! Immagino che cosa possano trovare i nostri cacciatori attorno a Teulada. Non andateci! Ecco perché è necessario sempre di più un intervento organico di chi studia questi fenomeni, di chi li studia con coscienza; ecco perchè nella gestione di queste attività, cioè dell'attività venatoria, occorre riferirsi agli organismi più titolati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Io voterò a favore dell'emendamento, e sono assolutamente d'accordo con le indicazioni date sia dall'onorevole Porcu, che dall'onorevole Uras. Vorremmo, come Gruppo, onorevole Diana e colleghi della maggioranza che avete presentato questa proposta di legge, che questo provvedimento non facesse la fine che hanno fatto altri provvedimenti presentati quasi sempre, per combinazione, sottolineo io, in periodo pre-elettorale.
Facciamo in modo che le deroghe alle normative comunitarie non portino, come è avvenuto altre volte, all'annullamento complessivo della legge e delle parti oggetto di deroga, e contemporaneamente portino alla illusione e successiva delusione dei tanti cacciatori, che magari pensano che il Consiglio regionale all'unanimità, come successe nel '98, abbia deciso di allungare la stagione venatoria per loro.
Io pregherei l'Assessore e i componenti della Commissione e della maggioranza di valutare con estrema serietà la necessità di evitare che, ancora una volta, una legge sulla caccia in Sardegna possa subire l'onta di un successivo annullamento, dimostrando così che l'impegno verso i cacciatori, e soprattutto il rispetto dell'ambiente caratteristico della Sardegna, non si risolva un'altra volta ancora in un imbroglio a danno dei cacciatori e dei cittadini sardi.
Io voto a favore quindi dell'emendamento, che riporta il controllo su queste deroghe, e sugli elementi caratterizzanti queste deroghe stesse, riporta il controllo all'ISPRA, a un istituto quindi che, oltre alla protezione della fauna e al controllo della caccia, è anche deputato alla protezione complessiva dell'ambiente.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 3. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Sanna Giacomo ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 65
astenuti 1
maggioranza 33
favorevoli 23
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:
Art. 1 bis
Abrogazioni
1. É abrogata la legge regionale 13 febbraio 2004, n. 2 (Norme in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio in Sardegna, in attuazione della legge 3 ottobre 2002, n. 221).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, non intendo ripetere posizioni già espresse, ma le chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, sospendo brevemente la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 05, viene ripresa alle ore 13 e 12.)
PRESIDENTE. E' in discussione l'articolo 1 bis.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo nella discussione generale sull'articolo 1 bis, che opera una abrogazione di disposizioni precedenti, solo per sostenere che noi avremmo dovuto, è una circostanza questa che invece non cogliamo nel modo giusto, fare una trattazione più organica, più approfondita, più seria, più coerente con i tempi di questa materia. Ci dovremo tornare.
Onorevole Diana, aver ritirato l'emendamento relativo all'esercizio della caccia in deroga, non mette al riparo questo provvedimento da una riverifica; sono ormai anni che puntualmente ci troviamo di fronte a una discussione perché non affrontiamo mai il problema alla radice. Non vogliamo cioè organizzare una gestione di questa attività non solo in un'ottica di rispetto dell'ambiente e anche della fauna e della flora naturale delle nostre campagne, ma anche in funzione di una sua tutela e in funzione del ripristino dei valori ambientali e naturali della Sardegna.
Noi dobbiamo lavorare molto da questo punto di vista e, purtroppo, questa è una delle solite leggine: leggine di emergenza, leggine "vediamo che cosa si può fare", leggine di aggiustamento. Questa è una leggina di aggiustamento che non aggiusta quasi nulla e in più taglia fuori dalla relazione tutto quel mondo impegnato sotto il profilo ambientale che non necessariamente è animalista, ma che ha una sensibilità di cui bisogna tenere conto.
Taglia fuori dalla discussione anche il mondo agricolo con gli agricoltori che si lamentano per alcune conseguenze che pagano nell'esercizio di questa attività; e pagano anche i nostri enti locali, si paga la mancanza di una politica delle riserve, si paga un'assenza totale di connessione con le attività turistiche e quindi si paga anche sotto il profilo dell'economia. E' una leggina, noi in questa legislatura purtroppo siamo condannati a fare leggine, non a fare leggi! Quando cominciamo a fare leggi?
Che cosa succede ai nostri cacciatori che vanno a caccia ai confini dei poligoni militari, o che operano ai confini o nelle aree interessate da insediamenti industriali? La selvaggina che mangiano che tipo di selvaggina è? Quali garanzie ci sono sotto il profilo della tutela della salute degli stessi cacciatori? Questa non è una legge adatta a regolamentare; badate, come nascono gli agnelli con gli occhi sotto la gola, nascono con anomalie anche le altre specie animali, soprattutto quelle che si spostano. Quanti di voi si sono ritrovati con lepri, con conigli con la pancia gonfia, colpiti da patologie dovute all'uso di fertilizzanti, oppure all'uso di sostanze chimiche per la lotta alle fitopatologie? Quanti cacciatori, poi, non hanno saputo scegliere se mangiare, regalare o invece abbandonare quella selvaggina?
Noi riteniamo che una materia come questa debba necessariamente essere trattata in modo più approfondito. Pertanto, anche se questa legge fosse approvata noi ci faremo parte attiva perché l'attività venatoria venga riconsiderata dentro un quadro di compatibilità; compatibilità che sono quelle a cui siamo richiamati dal tipo di situazione che la società moderna ci ha purtroppo consegnato, quella dell'inquinamento devastante, dell'inquinamento incontrollato e anche dell'assenza di puntuali verifiche sul territorio dal punto di vista della salubrità dello stesso. Questo lavoro lo dobbiamo fare.
Annuncio pertanto anche il mio voto contrario alla proposta di legge, e non perché sia contrario ai cacciatori o all'attività venatoria regolata; so che le attività dell'uomo sono le più disparate e che dobbiamo, per un'organizzazione sociale che ha responsabilità, per un'organizzazione sociale armonica, contemperare le esigenze degli uni con il pensiero degli altri.
Personalmente non vado a caccia e non intendo andare a caccia ma non ho un atteggiamento ideologico nei confronti di chi pratica questa attività; me ne occupo come se ne deve occupare un legislatore in termini di responsabilità sia rispetto all'ambiente, sia rispetto alla tutela della fauna, sia rispetto alla tutela della vita dei cacciatori. Gli incidenti che noi registriamo, colleghi, sono frutto in qualche caso di un'imperizia di chi opera, ma spesso anche dell'assenza di regole che prevengano quei fatti drammatici che purtroppo in molte giornate di caccia siamo costretti a verificare.
Per cui, voteremo contro questa legge per la sua insufficienza, perché non tratta in maniera organica tutta la materia, perché non è frutto di una riflessione comune con tutti i soggetti che si occupano dell'ambiente e del territorio: una riflessione che sarebbe stata utile, quasi indispensabile, per fare una buona legge.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter:
Art. 1 ter
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).).
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo perché siamo di fronte all'articolo che prevede l'entrata in vigore della legge; una legge che, così come altri colleghi hanno sostenuto in questa sede, non ci vede pregiudizialmente contrari. Non siamo contrari alla caccia, così come non siamo contrari alla pesca, però dobbiamo prendere atto che oggi caccia e pesca vengono praticate in un ambiente fortemente degradato, e quindi il titolo della proposta di legge "Tutela e protezione della fauna selvatica", mi sembra inadeguato.
E' un titolo inadeguato perché non siamo in grado di governare il territorio, è inadeguato perché è una espressione demagogica utilizzata per proporre una legge che, di fatto, colpisce la parte più debole della popolazione faunistica della Sardegna, la fauna selvatica, a cui sono stati sottratti ampi spazi e le condizioni naturali dove poter vivere, sopravvivere e anche sopportare il peso della caccia, che naturalmente è sempre esistito ma le condizioni del territorio erano altre.
Il governo del territorio probabilmente ci è sfuggito di mano e oggi non ci rendiamo conto che i danni arrecati sono forse irrecuperabili, anche se tutto è possibile per opera dell'azione umana, e norme e leggi più puntuali e attente potrebbero creare le condizioni per una reale tutela e protezione della fauna selvatica in Sardegna.
Il malgoverno del territorio, il sacco del territorio, sia nelle fasce costiere della Sardegna che nelle aree interne, provocati da interventi inadeguati ed eccessivamente aggressivi, da scelte urbanistiche nefaste (lottizzazioni) hanno arrecato danni, come dicevo, per alcuni aspetti irrecuperabili, persino nelle nostre campagne dove la fauna selvatica prospera e la caccia è aperta. Sono spariti infatti le siepi e i muretti che erano le delimitazioni tradizionali delle nostre campagne, dove la fauna selvatica (che in altre regioni d'Europa difendono e proteggono) trovava rifugio e albergo per poter competere, anche se non alla pari, con un numero sempre maggiore di cacciatori che sono anche dotati di strumenti sempre più sofisticati. L'ambiente così aggredito rende oggi impossibile la difesa e della fauna selvatica.
Osservate quello che accade nel mondo della pesca; oggi i nostri mari sono eccessivamente impoveriti da una pesca dissennata, dovuta al dilagare della pesca da diporto e dilettantistica che può permettersi strumenti di cattura e di prelievo sicuramente superiori a quelli dei pescatori professionisti, che non hanno i mezzi e le risorse per dotarsi di quella strumentazione; una strumentazione che andrebbe controllata e forse anche negata.
Oggi, se vogliamo parlare di iniziative relativamente all'attività venatoria, dovremmo collocarle all'interno di un quadro complessivo di tutela e protezione dell'ambiente, facendo riferimento agli aspetti che ho citato prima. Attualmente la Sardegna ha vaste zone di territorio minacciate dalla pressione speculativa immobiliare, nonostante la crisi del settore, che comporterà una ulteriore limitazione delle opportunità e delle possibilità di tutela e di protezione della fauna selvatica.
Per queste ragioni anticipo il mio voto contrario a una legge che probabilmente meriterebbe una discussione più ampia e più seria e interventi più puntuali rispetto alla gestione complessiva del nostro territorio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, questo è l'articolo sull'entrata in vigore, quindi noi che voteremo contro vorremmo che questa legge non entrasse in vigore, ma mi chiedo soprattutto chi in quest'Aula si assume la responsabilità di rappresentare il diritto al "no" di tanti cittadini che non condividono l'esercizio indiscriminato della caccia, che non condividono il modo in cui questa attività viene gestita in Italia e anche in Sardegna, cioè il modo non coerente con i valori della tutela dell'ambiente naturale; e anche non coerente con un'idea che si va affermando, che è sempre più generale, un'idea ecologista più ampia di rispetto della vita degli esseri viventi.
Allora noi ci assumiamo questa responsabilità, ci assumiamo cioè la responsabilità in quest'Aula di sostenere quella posizione, prescindendo anche dalla nostra personale posizione, perché ha titolo, ha diritto, perché nella società ci sono coloro che pensano in questo modo e hanno titolo e diritto a essere rappresentati in quest'Aula, perché non sono una così esigua minoranza, badate, e forse sono numericamente molto, ma molto più importanti di coloro che praticano lo sport venatorio.
Noi ci assumiamo questa responsabilità perché ne siamo convinti, perché siamo convinti che abbia il diritto di cittadinanza il "no" ad una gestione improvvisata dell'attività venatoria, perché siamo assolutamente convinti che coloro che sono impegnati nella tutela dell'ambiente, nelle associazioni che a questo tema si riferiscono, siano una parte importante della nostra società che noi abbiamo il dovere di difendere anche nella loro cultura, nel loro impegno quotidiano, nella responsabilità che hanno nei confronti dell'intera società a tutela dei valori ambientali e naturali della nostra Regione e del nostro Paese.
Mi riferisco a "Lega ambiente", mi riferisco alle tante associazioni animaliste, mi riferisco alle associazioni di tutela dei beni culturali ed ambientali come "Italia nostra" e altre che su questo terreno, certamente anche in questa occasione, sono impegnate a contrastare un'idea unica, un pensiero unico che tratta la vicenda dell'attività venatoria come una vicenda circoscritta essenzialmente alle sigenze dei cacciatori e delle loro organizzazioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, il tempo scorre, l'Aula è distratta, in qualche modo consideriamo tutti ormai irreversibile l'approvazione di questa norma. Però siccome parliamo di entrata in vigore, sull'entrata in vigore credo che qualcosa si debba dire. Personalmente sono indifferente all'entrata in vigore nel senso che sono consapevole che oggi noi approviamo una legge che non verrà mai applicata, potrei anche votare a favore di questo articolo se non fossi contro lo spirito e il contenuto di questa legge. Noi oggi stiamo facendo il contrario dell'interesse dei cacciatori; io lo ribadisco: il Partito democratico, il mio Gruppo, io personalmente non abbiamo niente contro la caccia, anzi siamo del tutto convinti che la caccia sia una attività identitaria, che la caccia possa trovare un suo spazio all'interno delle attività che si svolgono nell'ambiente naturale sardo, ma siamo per una caccia sostenibile, una caccia che possa anche integrarsi con le attività tradizionali di chi sta nel mondo delle nostre campagne.
Mi rammarica che i nostri Assessori, l'Assessore dell'agricoltura, per esempio, che è qui presente, non abbiano dato un grande contributo a questa discussione mentre avrebbero potuto spiegarci come la caccia possa integrare il reddito degli operatori agricoli, come possa essere una forma di multifunzionalità, come le aziende faunistiche venatorie possano essere realtà importanti che aprono le porte alla grande risorsa ambientale della Sardegna. Il fatto che non sia intervenuto, che non abbia sentito il bisogno di intervenire ci fa capire lo spirito di questa legge.
E' una legge che non affronta i problemi, è una legge che vuole fare un occhiolino a un mondo sapendo che è un occhiolino fasullo perché questo provvedimento non manterrà l'unica promessa che fa: attivare la caccia in deroga, perché bocciando l'emendamento che prevedeva il parere obbligatorio dell'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente questa legge non potrà essere applicata.
Abbiamo perso un'occasione, l'ennesima, andiamo avanti in una legislatura che fa "leggi delega", "leggi promessa", "leggi manifesto", leggine, leggine per accontentare qualcuno anche sapendo che non riusciremo ad accontentarlo; procediamo insomma non affrontando, neanche in un tema importante come quello della caccia, i nodi veri che consisterebbero nell'applicare la legge esistente rivedendola per renderla veramente operativa.
Quindi io anticipo, è una posizione personale evidentemente rispetto alle posizioni di tutti i colleghi che riterranno di comportarsi diversamente, di non poter partecipare a questa ennesima pantomima, ritengo che non sia possibile essere partecipe di una ennesima legge che non è né a favore né contro la caccia ma semplicemente promette cose che non può mantenere.
Stiamo procedendo con l'ennesima beffa per i cacciatori; e, poiché abbiamo rinunciato ad attuare e recepire in maniera seria e scientifica le normative comunitariecredo che personalmente non si possa essere partecipi dell'ennesima legge che sarà oggetto di ricorsi perché viziata da illegittimità e da incostituzionalità.
Io credo che dobbiate "darvi una regolata" come maggioranza, io credo che dobbiate incominciare ad affrontare riforme serie, organiche a cominciare, perché no, anche da leggi che riguardano l'ambiente naturale sardo, che riguardano l'istituzione di parchi regionali, che possano essere porte d'accesso a fonti di reddito per le comunità locali; anche una legge sulla caccia può andare in questa direzione, purchè tenga presente che l'oggetto della legge non potrà mai essere la caccia se non c'è la fauna, se non c'è un ambiente integro, se non c'è una sostenibilità delle attività che vorrebbero essere legate, appunto, al mondo della caccia.
Pertanto, per l'ennesima volta, sento di ringraziare gli Assessori per i loro silenzi, perché grazie al loro silenzio la posizione della maggioranza e della Giunta è chiara, a volte il silenzio parla e pesa più delle parole. Quando il silenzio diventa assordante, vuoto di proposte, di idee, quando diventa fuga, ritirata, rinuncia a prendere posizione, rinuncia a esprimere il parere, è chiaro che quel silenzio diventa una dichiarazione di incapacità, di impossibilità.
Ma vi immaginate se l'assessore Prato dovesse dire oggi quello che pensa, cioè che stiamo approvando una legge burla, farloca, illegittima, non arriverebbe alla cena, poveretto! Dovrebbe tornare a casa lui, e magari anche il relatore di maggioranza che non ho sentito esprimersi; quindi hanno la mia solidarietà sia il relatore che l'Assessore dell'agricoltura. Io sono con lui nel momento in cui è impedito e non può esprimere il suo parere su una legge che non è una legge ma l'ennesima burla.
Quindi a volte il silenzio pesa più delle parole e il vostro silenzio stamattina è significativo, non c'è una persona della maggioranza o dei banchi della Giunta che si sia espressa a favore di questa legge, è una leggina da passare in fretta, è una leggina per tenervi uniti, perché altrimenti le crepe al vostro interno si acuiscono, è una leggina per tenere insieme qualche pezzo di maggioranza che si è sfaldato, si è allontanato, è una leggina per guadagnare qualche ora, qualche giorno di tempo per un progetto che però non riuscirete a realizzare se non attraverso quello che è già scritto, altri rimpasti, ne avremo uno a fine gennaio e dopo gennaio ce ne sarà uno ad aprile e poi altri spostamenti, altri commissariamenti.
Purtroppo anche la giornata di oggi conferma che la storia di questa maggioranza è già scritta e quindi non posso che confermare la mia solidarietà all'Assessore silente, che non può parlare perché se parlasse non sarebbe più Assessore, e dire che personalmente non voglio essere parte di questa pantomima e lascio tutta a voi, maggioranza, la responsabilità di procedere in questa ennesima beffa, a volte di tutti i sardi, oggi dei cacciatori che certamente non meritano di essere oggetto di vane promesse.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della proposta di legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, voglio richiamare la maggioranza sul fatto che ha voluto affrontare un problema, che io ritengo fosse giusto affrontare, in un modo e con dei contenuti che ne inficiano gli stessi obiettivi. Io ribadisco che fosse una cosa giusta adeguare la legislazione regionale alle norme nazionali, però lo stiamo facendo introducendo una norma che, quasi certamente, comporterà dei ricorsi, e sottoporrà questa legge (altre leggi in precedenza hanno avuto la stessa sorte) al giudizio della Corte costituzionale. Ricordo per tutte il pronunciamento numero 323 del '98, che ha rimesso in discussione quanto deciso dal Consiglio regionale.
E noi, oggi, su un tema che nello specifico non è sbagliato, la caccia in deroga, stiamo creando le premesse per esitare un provvedimento inutile. Io voglio lasciare, proprio per questo motivo, la responsabilità di questo provvedimento per intero alla maggioranza. Io mi asterrò, e credo che faranno altrettanto i miei colleghi, perché non deve neanche passare il messaggio che da questa parte ci sono i contrari la caccia, e da quella parte i favorevoli alla caccia. Non è questo l'oggetto del contendere.
Oggi stiamo ragionando se i prelievi in deroga debbano essere regolamentati secondo le norme nazionali e comunitarie, su questo avremmo dovuto ragionare ed essere fino in fondo conseguenti. Anche noi, come la legge nazionale numero 96, la legge comunitaria, che prevede il ricorso all'ISPRA per il parere su come bisogna operare nell'allungamento della stagione di caccia, avremmo dovuto fare ricorso a quell'istituto in questo testo di legge. Non lo si vuole fare, e in questo modo si inficia nel suo complesso l'intera legge. Ecco perché io mi asterrò.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, naturalmente confermo, anche a nome del Gruppo del Partito Democratico, per le ragioni espresse dall'onorevole Lotto, il nostro voto di astensione. L'approvazione di questa proposta di legge non è la priorità della Sardegna, tra l'altro è una norma che rischia di essere propagandistica perché facilmente impugnabile, incostituzionale come quella della Sicilia. Non è, ripeto, la priorità della Sardegna.
Io voglio sottolineare che oggi questa maggioranza, il Presidente della Regione, non hanno voluto discutere con noi della vera priorità che riguarda la difesa della Vertenza entrate; e, poiché passano le ore, passano i giorni, rischiamo di non poter impugnare il bilancio dello Stato. Ci arrendiamo, ci arrendiamo alla volontà del Governo. Ricordo che stiamo parlando, non della caccia, bensì di 2 miliardi di euro in più che devono arrivare nelle casse della Regione, che rischiamo di non vedere, e che ci permetterebbero di trovare la risposta ai problemi del lavoro, della crisi, dello sviluppo, del contrasto alle povertà, ai problemi della Sardegna, se non altro sarebbero la risposta all'indebitamento. Di questo dobbiamo parlare in quest'Aula, perché il testo in votazione non è la priorità.
Tra qualche giorno, mi auguro, ne abbiamo parlato in Conferenza dei Capigruppo stamattina, affronteremo la programmazione bimestrale dei nostri lavori. Io credo che dobbiamo darci tutti una regolata. Le priorità della Sardegna sono altre, e le vogliamo elencare, le vogliamo discutere, le vogliamo dibattere, e vogliamo tentare di risolverle. Le vostre priorità sono queste leggine che abbiamo affrontato oggi, che andranno, Presidente Lombardo, sicuramente ad aumentare le statistiche di fine anno, quando faremo le conferenze stampa, ma non risolvono di una virgola i problemi della Sardegna.
Voglio fare queste considerazioni perché, veramente, questa norma, che probabilmente sarà inutile anche per i cacciatori, ci ha tenuto occupati tutta la mattinata, e abbiamo, avete rinunciato in realtà ad affrontare temi ben più importanti, temi ben più gravi. C'è una latitanza del Presidente della Regione, ma c'è una latitanza complessiva di una maggioranza che non ha un progetto, che non ha un'idea, e si rifugia nella caccia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). A quel pezzo importante di mondo ecologista noi diciamo che votiamo "no", perché la caccia riguarda non solo i cacciatori, ma anche ambientalisti, animalisti, ecologisti, cittadini sensibili ai valori dell'ambiente naturale e della vita di ogni essere. Ai cacciatori diciamo che votiamo "no" perché è un provvedimento inadeguato, di difficile applicazione, che aggiunge confusione a confusione: una delle tante leggine sterili di questa legislatura.
Alla maggioranza diciamo che votiamo "no" perché vorremmo impegnarci tutti sui grandi temi della necessaria rinascita economica e sociale della Sardegna. Mentre i nostri soldati muoiono su un fronte che non abbiamo scelto, ma che ci è stato imposto, noi non possiamo accettare di diventare la periferia di uno Stato in decomposizione come quello che ci ha consegnato questa maggioranza politica alla Regione e nel Paese.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, il Gruppo dell'Italia dei Valori si asterrà su questa proposta di legge che considera una sorta di cambiale elettorale che deve essere assolutamente pagata, perché dell'ampliamento della caccia a febbraio si è parlato ampiamente nei circoli della caccia di tutta la Sardegna, con le promesse più svariate, la più ricorrente delle quali era l'impegno dei candidati del centrodestra a far sì che si potesse allungare la stagione venatoria, comprendendo anche il mese di febbraio, contro tutte le norme, sia quelle nazionali che quelle europee.
Noi consideriamo questa legge la ripetizione di una lunga serie di fallimenti. Il collega Bruno ha ricordato la cancellazione per incostituzionalità della legge siciliana, ma io vorrei ricordare che già questo Consiglio regionale approvò nel 2008, se non ricordo male, sempre in prossimità di elezioni, all'unanimità una norma che allungava la stagione venatoria di un mese, senza deroghe. Quella norma venne bocciata. C'è il rischio che avvenga la stessa cosa per questa proposta di legge.
Per quanto l'esercito dei cacciatori per la verità sia sempre meno numeroso, perché l'esercizio della caccia (noi consideriamo questa pratica un'abitudine storica nei nostri territori) sta diventando, a causa della crisi economica in atto, parecchio costoso per molti dei cacciatori che provengono dai ceti popolari,. noi ci asteniamo per denunciare il fatto che ancora una volta, in questo Consiglio regionale, si tenta di portare avanti un'illusione e un imbroglio nei confronti di numerosi cittadini che, purtroppo, continuano a credere alle promesse che, da alcuni decenni, alcuni politici sardi continuano a fare in spregio sia alla normativa europea che a quella nazionale. Quindi il Gruppo dell'Italia dei Valori, per questi motivi, si asterrà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ribadisco il voto contrario, mio personale e del Gruppo, a una legge che non ci piace, così come abbiamo detto più volte nel corso del dibattito. Noi abbiamo apprezzato l'iniziativa del collega Mario Diana di ritiro dell'emendamento che ampliava le deroghe.
Comprendiamo anche che in Sardegna si sono create situazioni particolari; penso all'aumento del numero dei cormorani, dei gabbiani, delle cornacchie che, non essendo fauna appetibile e proliferando in modo indiscriminato, creano situazioni di allarme a danno di quella fauna che noi vorremmo proteggere. Queste specie sono diventate infatti aggressive nei confronti delle specie più deboli; lo stesso problema è dato dal proliferare dei cinghiali, che danneggiano altre specie di fauna selvatica presenti nel nostro territorio.
Però, quello che non ci piace è che, come ho detto prima, l'attività di caccia è quasi equiparata a un'attività sportiva, però, qualsiasi attività sportiva ha regole, ha regole certe che mettono i contendenti nelle condizioni di poter vincere o perdere perché è possibile l'aggressione e la difesa. Questo è quanto, più o meno, il collega Chicco Porcu ha denunciato prima, è accaduto questa mattina: i cacciatori sono rappresentati dalla maggioranza che, nel silenzio, hanno armi sofisticate, rappresentate dai numeri, per approvare una legge; la fauna selvatica, non più protetta, è rappresentata dall'opposizione che subisce una legge che non le piace; una legge che in ogni caso, consentendo ulteriori interventi, creerà nell'ambiente, nel nostro territorio, quei disastri che ben possiamo immaginare, e che già conosciamo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 237/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ladu e Planetta hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Solinas Antonio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 49
astenuti 18
maggioranza 25
favorevoli 45
contrari 4
(Il Consiglio approva).
E' stato presentato un ordine del giorno. Se ne dia lettura.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Sanna Giacomo - Steri - Salis - Uras - Bruno - Cuccureddu - sulla missione militare in Afghanistan.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della commemorazione da parte del Presidente del Consiglio
PREMESSO che:
- alle ore 12.05 italiane del 18 gennaio 2010, in un avamposto nella zona di Bala Murghab, nella parte settentrionale della regione ovest, a comando italiano, un uomo che indossava una uniforme afghana ha sparato colpi di arma da fuoco contro il contingente italiano provocando la morte del caporalmaggiore Luca Sanna ed il ferimento di un suo commiliitone;
- la morte del nostro conterraneo segue il sacrificio di Samuele Utzeri, Silvio Olla, Alessandro Pibiri, Matteo Mureddu, Mauro Gigli, Gianmarco Manca;
SENTITA la commemorazione in Aula del caporalmaggiore Sanna, ennesima vittima di una presenza militare sui teatri di guerra, che il popolo sardo ripudia;
VALUTATO insostenibile l'eventuale prosieguo della missione militare in Afghanistan con il tributo di sangue che i nostri giovani hanno già pagato e continuerebbero pesantemente a pagare;
RITENUTO di doversi esprimere con forza e chiarezza per l'immediato ritiro delle truppe per la missione militare in Afghanistan,
impegna il Presidente della Regione
a notificare al Governo della Repubblica il presente ordine del giorno e ad intraprendere tutte le iniziative politiche utili al raggiungimento di tale obiettivo,
impegna inoltre il Presidente del Consiglio regionale
a notificare il presente ordine del giorno ai Presidenti dei due rami del Parlamento.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo di sospendere questa votazione per riprenderla eventualmente questo pomeriggio.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, la proposta è accolta. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 del pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 54.