Seduta n.131 del 24/02/2010
CXXXI Seduta
Mercoledì 4 agosto 2010
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 30.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 27 luglio 2010 (124), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Felice Contu, Giuseppe Luigi Cucca, Attilio Dedoni, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Gabriella Greco, Sergio Milia e Renato Soru hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 4 agosto 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Considerando l'assenza della Giunta e la scarsa presenza di consiglieri in aula, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 e 45.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 31, viene ripresa alle ore 17 e 22.)
agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale)" (179)
PRESIDENTE. l'ordine del giorno reca la discussione generale del testo unificato numero 173-175-179/A.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento, sollevo la questione sospensiva e chiedo che il testo unificato in esame venga rinviato in Commissione.
PRESIDENTE. L'onorevole Diana ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento, pone una questione sospensiva e chiede il rinvio del testo unificato in Commissione. L'articolo 86 prevede un intervento per Gruppo, dopodiché il Consiglio decide con una votazione per alzata di mano. Prego coloro i quali si erano già iscritti di cancellarsi, altrimenti non si capisce chi interviene per ogni Gruppo.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ma qual è la pregiudiziale?
PRESIDENTE. L'onorevole Diana ha chiesto il rinvio del testo unificato in Commissione. L'articolo 86 prevede la possibilità di chiedere il rinvio in Commissione, ponendo una questione sospensiva.
(Interruzione del consigliere Uras)
PRESIDENTE. La questione sospensiva consiste nel chiedere il rinvio in Commissione, onorevole Uras.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ma quali sono le motivazioni?
PRESIDENTE. Questo dovete chiederlo all'onorevole Diana. Scusi, onorevole Uras, è logico che se lo si chiede il rinvio in Commissione sia motivato dalla necessità di un approfondimento.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, intervengo per chiedere al Capogruppo del P.d.L., l'onorevole Diana, quali sono le motivazioni che stanno alla base di questa richiesta di rinvio, tenendo conto che si tratta di un progetto di legge licenziato, mi pare, all'unanimità dalla Commissione. Vorremmo avere almeno qualche informazione in più su questa richiesta, così da permettere, come dice il Regolamento, l'intervento di un consigliere a favore e uno contro, prima della votazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, ritenevo che l'articolo 86 non necessitasse di particolari esplicitazioni nel momento in cui un Gruppo politico, in questo caso il P.d.L., avendo esaminato il testo di legge e avendo riscontrato al suo interno diverse incongruenze con le normative nazionali ed europee, ravvisa la necessità di un rinvio in Commissione al fine di verificarne meglio la legittimità. Ci pare, appunto, di ravvisare gravi forme di illegittimità, ecco perché abbiamo sollevato la questione sospensiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, siamo assolutamente contrari al rinvio in Commissione del progetto di legge in esame, intanto perché, come ha già detto il mio Capogruppo, è stato approvato all'unanimità in Commissione industria, ma anche perché per due mesi la Commissione industria, in seduta congiunta con la Commissione ambiente, ha sostanzialmente condiviso il testo che è stato poi esitato. Tra l'altro in queste ultime settimane si è arrivati alla condivisione di alcuni emendamenti tesi a migliorarne il contenuto. Noi chiediamo, quindi, che si proceda nella discussione del provvedimento iscritto all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.). Non nego che ci siano delle perplessità di carattere giuridico, che io ho espresso in Commissione più di una volta, malgrado questo la Commissione ha voluto approvare ugualmente il progetto di legge in esame. Dove stanno le problematiche? Le problematiche stanno nel fatto che stiamo prevedendo che l'autorizzazione unica sia di competenza del SUAP. Questa è la verità. Ciò esula innanzitutto dal decreto legislativo numero 387 del 2003, ma esula anche da tutto ciò che è a monte di questa norma.
Io e gli altri componenti della Commissione abbiamo voluto forzare, diciamo così, in questo senso: la nostra è una Regione a Statuto speciale, la quale ha approvato l'articolo 6 della legge numero 3 del 2009, ossia la legge finanziaria, che dà competenza per l'autorizzazione unica alla Regione. Il ragionamento che è stato fatto è questo: se la Regione, così come prevede l'ordinamento degli enti locali, può utilizzare i loro servizi per svolgere le proprie mansioni, potrebbe anche utilizzare il SUAP, in parole povere, e delegargli la competenza al rilascio dell'autorizzazione unica. Su questo effettivamente c'è molto da discutere, verosimilmente manca qualcosa.
Ora, il rinvio non significa tanto abbandonare la legge, quanto darle maggiore compiutezza e precisione, affinché non possa essere impugnata. Queste perplessità io le ho espresse più volte in Commissione. Oggi, nel confronto che c'è stato, effettivamente queste perplessità sono emerse in modo ancora più marcato. Io sono pronto a lavorare in Commissione anche questo venerdì (domani mi è impossibile perché si sposa mia figlia), oppure martedì prossimo, questo sia chiaro. Ritengo obiettivamente, credetemi, che vi sia la necessità di fare una riflessione sul progetto di legge in esame, perché così com'è impostato praticamente, per dirla tutta, ricalca di fatto pari pari le linee guida. Solo per un particolare possiamo dire che questa legge ha ragione di esistere, e cioè per la parte del quadro sinottico delle linee guida in cui si parla di "impianto fotovoltaico non integrato ubicato al suolo o integrato o parzialmente integrato su strutture di nuova realizzazione". Solo a questo possiamo collegare questo progetto di legge in questo momento, cioè al punto in cui si dice che oltre i 20 kilowatt è richiesta l'autorizzazione unica della Regione. Non abbiamo altri elementi a cui collegare il progetto di legge in questo momento.
Io ero del parere che questo testo di legge riguardasse principalmente coloro i quali avevano avviato delle iniziative precedentemente alla data di approvazione della delibera sulle linee guida e per quanto riguardava tutti coloro che avevano già iniziato a realizzare gli impianti fotovoltaici solo ed esclusivamente nell'interesse della produzione aziendale agricola e agroalimentare ritenevo addirittura che non si dovessero porre limiti di megawatt, tant'è che la mia proposta di legge andava in quella direzione. In Commissione è prevalsa, giustamente, la scelta di porre il limite massimo di 1 megawatt, però, sinceramente, ci sono nel testo degli aspetti che possono inficiarne la validità.
La riflessione è questa: io sono pronto, ripeto, ad andare in Commissione il prossimo venerdì o quando voi vorrete. Sono del parere che sia necessario riflettere e magari rinviare il testo di legge in Commissione, perché così com'è risulta incompleto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Quanti minuti prevede il Regolamento, Presidente?
PRESIDENTE. Cinque minuti.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Cercherò di utilizzarne anche meno.
Io concordo totalmente con la proposta di rinvio in Commissione di questo provvedimento avanzata dal Capogruppo del P.d.L., Mario Diana. Ritengo che ci sia più di un profilo di illegittimità e che anche nel contenuto questa norma sia assolutamente inadeguata. Posso accennare soltanto al fatto che si cristallizza con una norma una materia per la quale siamo in fase di de iure condendo. La materia è stata disciplinata da direttive comunitarie, c'è una legge di ratifica, mancano i decreti attuativi e cambia completamente il parametro di riferimento. Nel prossimo Conto energia, infatti, non si parlerà più, come si dice in questa legge, e quindi dal 1° gennaio 2011, di "impianti fotovoltaici integrati" o "parzialmente integrati", ma si parlerà soltanto di "impianti su edifici" e "impianti a terra". Quindi noi corriamo il rischio, cristallizzando questo punto in norma, di far perdere a tutti i sardi l'opportunità di poter usufruire, dal 1° gennaio del prossimo anno, dei benefici che le leggi nazionali consentiranno. Nelle altre diciannove regioni italiane se ne potrà beneficiare, noi ne rimarremo esclusi. E' una classica materia che va disciplinata con linee guida, con delibere della Giunta regionale, non può essere certamente disciplinata in norma. Anche perché va detto che la disciplina del decreto legislativo numero 387 del 2003, così come modificato dalla finanziaria nazionale del 2008 (legge numero 244, articoli 2 e 158) individua in maniera esclusiva nelle province l'organo che può rilasciare l'autorizzazione unica. Non vi è la possibilità di spostare la competenza presso i comuni senza violare la norma costituzionale di attuazione del nostro Statuto, che è il decreto legislativo numero 234 del 17 aprile 2001.
Concordo, quindi, con quanto diceva l'onorevole Rassu e chiedo che si riporti il testo di legge in Commissione. E' importante secondo me, nello spirito della legge, se si vogliono realmente semplificare le procedure, cambiare la natura e il titolo dell'autorizzazione e quindi trasformarla da autorizzazione unica in DIA, piuttosto che cambiare l'ente competente al rilascio, quindi il comune attraverso il SUAP, e non la provincia, anche perché in questo senso va la nuova disciplina che deriva dalla legislazione comunitaria. E comunque in quel caso escluderemmo tutti quei soggetti che non esercitano attività produttive, quindi tutti quei soggetti che oggi non saprebbero a chi rivolgersi, perché un ente morale o un privato che potrebbe inoltrare domanda non si può rivolgere al SUAP perché la stessa legge istitutiva degli sportelli unici lo vieta. Quindi stiamo introducendo una serie di meccanismi che sono difficilmente gestibili, senza considerare il fatto che i SUAP probabilmente non sono giuridicamente attrezzati a esaminare questa materia. Secondariamente, 377 comuni della Sardegna potrebbero domani rilasciare una, due, dieci autorizzazioni per 1 megawatt, a quel punto avremmo esaurito la nostra capacità massima di produzione energetica, che è legata ai cavi SAPEI e SACOI.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri iscritti a parlare, devo mettere in votazione la richiesta dell'onorevole Mario Diana.
Prego i consiglieri Segretari di stare al banco della Presidenza. Si vota per alzata di mano.
Chi approva la proposta di sospensiva alzi la mano. Chi non l'approva alzi la mano.
(Non è approvata)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 173-175-179/A. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Oppi, relatore di maggioranza.
OPPI (U.D.C.),relatore di maggioranza. La presente proposta di legge, composta da un unico articolo, è finalizzata a introdurre alcune modifiche a quanto previsto dall'articolo 6 della legge regionale 7 agosto 2009, numero 3, in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il comma 3 dell'articolo 6 subordina all'approvazione del Piano energetico ambientale regionale sardo (PEARS) il trasferimento alle province della competenza al rilascio delle autorizzazioni all'installazione ed esercizio di impianti di produzione delle energie rinnovabili, disponendo che, nelle more dell'approvazione, tale competenza sia esercitata dalla Regione. Questa disposizione ha comportato la concentrazione di tutte le richieste di autorizzazione presso gli uffici regionali.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Oppi. Onorevoli Randazzo, Bardanzellu, Artizzu, Meloni, chi vuole conversare lo può fare fuori dell'aula. Non si può proseguire con questo brusio.
Prego, onorevole Oppi.
OPPI (U.D.C.), relatore di maggioranza. Ai fini di rendere più celere l'iter autorizzativo per quegli impianti fotovoltaici che accedono al regime di "scambio sul posto" nonché per gli impianti fotovoltaici integrati e parzialmente integrati che non siano soggetti al regime di comunicazione preventiva o di denuncia di inizio di attività (DIA), ma siano comunque soggetti ad autorizzazione unica, il testo proposto modifica parzialmente il regime transitorio prevedendo che la competenza relativa alle procedure concernenti gli impianti con le caratteristiche sopraesposte, aventi capacità non superiore a 1 megawatt, sia provvisoriamente attribuita ai comuni competenti per territorio, anche in applicazione del principio di sussidiarietà.
Si precisa che per scambio sul posto si intende quel meccanismo che consente di immettere in rete l'energia elettrica prodotta dall'impianto fotovoltaico, per poi prelevarla per soddisfare i propri consumi. Tali impianti producono pertanto energia elettrica non destinata a fini commerciali, ma direttamente utilizzabile dall'utenza. Si definisce inoltre "comunicazione preventiva" quel regime semplificato che prevede la sola comunicazione, da inviare ai comuni territorialmente competenti, per l'installazione di impianti fotovoltaici aderenti o integrati nei tetti degli edifici, aventi le caratteristiche previste dall'articolo 11, comma 3, del decreto legislativo numero 115 del 2008.
Si propone, infine, una limitata integrazione del comma 4 dello stesso articolo 6, consistente in un esplicito rimando alle disposizioni statali vigenti in materia di rilascio dei titoli abilitativi relativi agli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Rassu, relatore di maggioranza.
RASSU (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, la normativa che è arrivata in Aula, che sta destando tante perplessità, e continuerà a destarne in futuro, è stata elaborata dopo un lavoro abbastanza compiuto e intenso della sesta Commissione. Il Consiglio regionale, con l'ordine del giorno numero 22, approvato nella seduta del 10 febbraio 2010, stante l'incertezza dell'iter per il rilascio delle autorizzazioni per l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ha dato mandato alle Commissioni permanenti quinta e sesta di adottare una risoluzione per programmare il rilascio di nuove autorizzazioni, finalizzate prioritariamente a soddisfare le esigenze delle famiglie, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese. Questo è stato il mandato dato dal Consiglio regionale.
Dal lavoro delle Commissioni in seduta congiunta è emersa la necessità, tra l'altro, di provvedere con urgenza alla ridefinizione dell'iter procedurale e all'identificazione del soggetto autorizzante per l'installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, al fine di procedere celermente all'esame delle numerosissime domande presentate e consentire ai soggetti interessati di portare a compimento gli investimenti già avviati. In particolare si è concentrata l'attenzione sull'opportunità di agevolare un'immediata conclusione dei procedimenti riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili con impianti di piccole e medie dimensioni, strettamente connessi alle attività di impresa e alla produzione agricola e agroalimentare, e volti, per quanto riguarda il settore agricolo, anche all'integrazione del reddito oltre che al sostegno della produzione connessa. Questo è quanto le Commissioni hanno deliberato.
La sesta Commissione, nell'esame delle proposte di legge numero 173, 175 e 179 e nella conseguente formulazione del testo unificato oggi all'esame dell'Aula, che ricalca la proposta di legge presentata dal Gruppo dell'U.D.C., ha seguito le indicazioni della risoluzione adottata dalle Commissioni quinta e sesta. Cionondimeno ha ritenuto opportuno condurre un ulteriore approfondimento tecnico e normativo della materia, anche alla luce dell'avvenuta approvazione, da parte della Giunta regionale, delle linee guida del 12 marzo 2010 e del 1° luglio 2010 sulle procedure di autorizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili. Si è quindi esaminato il composito quadro normativo nazionale e i suoi rapporti con le competenze normative della Regione autonoma della Sardegna. Si ricordi che l'articolo 12 del decreto legislativo numero 387 del 2003 attribuisce la competenza al rilascio dei provvedimenti autorizzativi alla Regione o alle province delegate, e ulteriormente dispone che siano soggette a DIA, da presentarsi presso gli Sportelli unici per le attività produttive, le installazioni di impianti che non superino le soglie di potenza indicate nella famosa tabella A dello stesso decreto, al di sopra delle quali è indispensabile l'autorizzazione unica, cioè sopra la soglia di 60 kilowatt per l'eolico e di 20 kilowatt per il fotovoltaico.
E ancora, in base alla legge 23 luglio 2009, numero 99, sono soggette a DIA le unità di piccola cogenerazione e le unità di cogenerazione e produzione combinata di energia e calore, con capacità di generazione inferiore a 1 megawatt, ovvero di potenza termica nominale inferiore a 3 megawatt. E' bene anche ricordare che il decreto legislativo numero 115 del 2008 e il decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, numero 380, definiscono come manutenzione straordi[PS1] naria la predisposizione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in edifici e impianti industriali, mentre l'installazione di singoli generatori eolici di altezza complessiva non superiore a 1,5 metri e di diametro non superiore a 1 metro, nonché di impianti solari termici o fotovoltaici aderenti o integrati nei tetti degli edifici con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda che non modifichino le superfici e la sagoma degli stessi, sono equiparati a opere di ordinaria manutenzione. In entrambi i casi è sufficiente la comunicazione preventiva ai comuni tramite il SUAP.
La stesura della norma ha tenuto conto, inoltre, della giurisprudenza costituzionale in materia. E infatti la Corte costituzionale, con le sentenze numero 282 e 166 del 2009 e numero 124 e 194 del 2010 (l'ultima è del 26 giugno), ha ripetutamente dichiarato l'illegittimità delle leggi regionali che hanno ampliato rispetto al decreto legislativo numero 387 del 2003 la tipologia degli impianti per i quali può essere presentata la DIA o la comunicazione preventiva, in considerazione della natura di principio fondamentale della disciplina nazionale in materia. Si è quindi chiarito che non può essere modificato - è questo il punto - il rapporto tra tipologia di titolo abilitativo (autorizzazione unica, DIA o comunicazione preventiva) e soggetto autorizzante (regione, provincia o comune). Nell'impostazione della norma in discussione, inoltre, si è tenuto conto del disposto del decreto legislativo numero 234 del 17 aprile 2001, recante norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per il conferimento di funzioni amministrative in attuazione del Capo I della legge numero 59 del 1997, che costituisce parametro costituzionale interposto per la valutazione della legittimità delle leggi della Regione autonoma della Sardegna in materia, e che attribuisce la competenza al rilascio di titoli abilitativi per la produzione di energia, in questo caso, alle province.
A completare il quadro normativo descritto si deve ricordare - e questo è l'elemento fondante che ha spinto la Commissione ad approvare il testo in discussione - che l'articolo 6 della legge regionale 7 agosto 2009, numero 3 (legge non impugnata dal Governo) ha stabilito che la competenza al rilascio dell'autorizzazione unica, attribuita dalla legge numero 9 del 12 giugno 2006 alle province, in coerenza con quanto disposto dalle norme di attuazione, spetti provvisoriamente alla Regione, in attesa dell'approvazione del Piano energetico regionale. Si è quindi creato un regime transitorio che, in considerazione della competenza esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali attribuita dal nostro Statuto e che consente alla Regione autonoma della Sardegna di esercitare normalmente le sue funzioni amministrative delegandole agli enti locali o avvalendosi dei loro uffici, si è provveduto a una delega, anch'essa temporanea come in questo caso, della competenza regionale per alcuni specifici provvedimenti ai comuni e ai SUAP, ferme restando le competenze a essi già spettanti in materia di DIA e comunicazione preventiva riportate nelle linee guida e nelle tabelle sinottiche a esse allegate. In particolare, pur non disconoscendosi un'analoga esigenza di tutela anche per gli impianti dotati di una potenza superiore a 1 megawatt elettrico, a conclusione dei lavori si è ritenuto di attribuire priorità alle domande relative agli impianti di potenza non superiore a 1 megawatt elettrico, in considerazione della loro rilevanza statistica rispetto alle istanze complessivamente presentate e dell'opportunità, in definitiva, di offrire a esse, rispetto alle altre, una risposta in tempi estremamente brevi.
Si consideri infine che la proposta è coerente con quella che dovrà essere l'attuazione della legge 4 giugno 2010, numero 96, la quale, in ossequio alla direttiva 2009/28/CE, stabilisce che il Governo, nell'emanazione dei decreti delegati di attuazione in materia, debba assoggettare alla disciplina DIA gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili con capacità di generazione non superiore a 1 megawatt elettrico.
La proposta in esame, quindi, senza giungere ad anticipare la futura attuazione nazionale, si pone senz'altro in coerenza con l'esigenza esplicitata dal legislatore nazionale e imposta dalla Comunità europea, ovvero il soddisfacimento di istanze di semplificazione, celerità e chiarezza nell'autorizzazione all'esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di piccole dimensioni. E questo è stato lo scopo a cui è voluta giungere, scusatemi, la Commissione. E' chiaro che le perplessità c'erano e restano tuttora. Se con la legge numero 3, articolo 6, è stata demandata alla Regione autonoma della Sardegna la competenza unica di fatto non interessando le province, il ragionamento che ha fatto la Commissione è questo: la Regione autonoma della Sardegna può servirsi degli enti locali e dei suoi uffici per espletare le proprie funzioni, per cui delle richieste sino a 1 megawatt, che sono la maggior parte, sarebbe preferibile interessare i comuni, i quali, essendo più presenti nel territorio e disponendo di personale chiaramente più numeroso, potrebbero dare delle risposte immediate.
Di contro, è chiaro, ci si può trovare di fronte a due difficoltà: la specializzazione degli uffici comunali - penso ai piccoli comuni - e la legittimità dello stesso disposto di legge, in quanto ultimamente la Corte costituzionale ha per due volte rigettato provvedimenti di uguale contenuto. Peraltro la legge si differenzia dalle linee guida regionali solo ed esclusivamente nell'ultimo paragrafo del quadro sinottico, laddove si parla di impianto fotovoltaico integrato o parzialmente integrato su strutture di nuova realizzazione. La legge può essere adottata solo in quanto le linee guida demandano la competenza alla Regione. In questo caso e solo in questo caso noi stiamo dicendo che la competenza è assegnata direttamente al SUAP e ai comuni, pur con tutte le perplessità del caso, perché è una materia nuova e complessa su cui si sta dibattendo e per la quale il Governo non ha ancora emanato delle linee guida nazionali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Lotto, relatore di minoranza.
LOTTO (P.D.),relatore di minoranza. Signora Presidente, io mi rimetto alla mia breve relazione di minoranza, anche se questo testo unificato di fatto è stato approvato in Commissione all'unanimità, per cui ci ritroviamo con tre relatori che sostanzialmente nella concezione generale sono abbastanza d'accordo. Le tante affermazioni fatte dai colleghi mi trovano completamente in linea con loro.
Mi rimetto alla relazione scritta, ma vorrei fare alcune brevissime considerazioni. C'era da superare una impasse che era stata creata, volutamente o no, o che comunque di fatto si era verificata con la legge numero 3 e l'articolo 6 in particolare, che ha comportato un blocco degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili nella nostra Regione. A seguito di una discussione avvenuta in Consiglio sulle energie rinnovabili e in particolare sull'eolico le Commissioni quinta e sesta sono state incaricate di affrontare la tematica. Abbiamo discusso a lungo su come trovare una soluzione che andasse incontro al mondo economico sardo, agevolando anche il decollo di questo importante settore produttivo ed economico. E' stata una discussione appassionata e costruttiva, che ha coinvolto positivamente tutte le forze politiche. Purtroppo abbiamo scontato qualche eccessivo ritardo e comunque siamo arrivati a portare in Consiglio una proposta di legge che con la discussione in Aula possiamo ulteriormente migliorare sia per quanto riguarda la tipologia degli impianti sia in particolare per quanto riguarda quello che è il settore più esposto, in un certo senso, a diversi tipi di intervento, e cioè il settore agricolo.
E' importante sbloccare con urgenza gli investimenti ed è importante, a mio parere, canalizzare in maniera corretta, nell'interesse del sistema economico isolano e del settore agricolo in particolare, il Conto energia. Questo è il concetto di fondo su cui dobbiamo concentrare l'attenzione nel discutere questa legge. Serve assolutamente aumentare quanto più possibile il numero delle imprese da coinvolgere e che possono, quindi, usufruire di quella multifunzionalità e di quelle integrazioni di reddito che l'energia rinnovabile può garantire. Lo dicevo per il mondo agricolo, ma serve anche per il mondo artigiano.
Dobbiamo riuscire, e questo è un altro concetto che voglio ribadire con forza, a fare in modo che gli agricoltori siano protagonisti, sia come singoli sia con le loro associazioni cooperative. Ci sono tantissimi caseifici e cantine sociali che possono, sfruttando le energie rinnovabili, diminuire notevolmente i costi di produzione con riferimento all'energia consumata e quindi aumentare la remunerazione dei loro soci. Serve però, se vogliamo che gli agricoltori siano davvero coinvolti, che la Regione autonoma della Sardegna nel suo complesso e l'Assessorato dell'agricoltura in particolare facciano lo sforzo di prestare attenzione a questo tema e di coinvolgere il mondo del credito.
I soldi non vengono dalla produzione in questo caso, senza dubbio non dalla produzione agricola. I soldi per gli investimenti non possono che essere quelli che mette in campo il mondo del credito, il cui mestiere è proprio quello di mettere a disposizione delle imprese dei capitali affinché esse possano avviare, in questo caso più che in ogni altro, dei meccanismi di investimento assolutamente produttivi e certi e che garantiscano la stessa banca che concede il mutuo circa il rientro del credito. Senza dubbio un investimento di 100 mila euro nel settore delle energie rinnovabili dà all'agricoltore maggiori garanzie di restituzione del prestito rispetto a qualsiasi altro tipo di investimento magari per produrre pomodori, uva o grano. Anche questa è dunque un'opportunità per il settore del credito per aiutare il mondo agricolo, che è indebitato, a superare i problemi riuscendo ad assolvere gli impegni presi.
Nel comma 2 di questo testo di legge si fa riferimento, con sufficiente intelligenza, al recepimento delle normative nazionali vigenti. Tra queste c'è la legge numero 96 (Recepimento legge comunitaria 2009), che è stata approvata di recente in Parlamento e che di fatto consentirà di diminuire notevolmente i tempi di istruttoria e quindi di realizzazione degli impianti. Automaticamente con questo provvedimento si sta recependo quella legge, creando così le condizioni affinché le modifiche alla normativa finora in vigore che vengono messe in campo possano essere utilizzate anche nella nostra Isola.
Io mi auguro che il dibattito in Aula possa portare tutti a condividere pienamente questo testo di legge, a migliorarlo dove serve che sia migliorato, al fine di dare al mondo economico un ulteriore strumento per operare positivamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo una sospensione di mezz'ora.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa sino alle ore 18 e 30.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 58, viene ripresa alle ore 18 e 30.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Vorrei chiedere alla Giunta se vi è la possibilità che si riunisca in settimana, alla luce degli accadimenti e comunque di una situazione che si è venuta a creare, per quanto riguarda l'energia alternativa, nel comparto agricolo, ovvero mentre la serricoltura per ottenere le autorizzazioni fa riferimento all'Assessorato dell'agricoltura, la restante parte del comparto fa capo all'Assessorato dell'industria. Questa divisione è penalizzante, per cui credo che le competenze vadano accorpate, che i benefici debbano essere immediati e che tutte le componenti del settore agricolo debbano trovarsi nella stessa identica situazione.
Presidente, le rappresento la necessità che la Giunta si riunisca questa settimana per modificare le linee guida, alla luce di quanto le sto chiedendo, e per dare la possibilità all'intero mondo agropastorale di utilizzare appieno le funzioni che sono a disposizione e che molte difficoltà stanno avendo in questo momento per la divisione che si è creata.
OPPI (U.D.C.). Modificando il decreto!
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Certo, naturalmente le linee guida porteranno immediatamente a una modifica del decreto. Credo che questo sia sottinteso. Tenendo conto di ciò che si è fatto in Aula e di ciò che ha proposto la Commissione, perché quel lavoro va rispettato, credo che sia necessario arrivare a una rimodulazione del comparto in termini più funzionali. Grazie.
PRESIDENTE. Sì, però, qual è la proposta sull'ordine dei lavori, onorevole Sanna? Lei ha avanzato alla Giunta una richiesta che poteva essere fatta nel corso della discussione generale.
Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. La Giunta ritiene che nulla osti a percorrere un'ipotesi di questo tipo, anche perché la criticità che è stata rappresentata in ordine alla ripartizione oggi esistente all'interno del settore delle fonti rinnovabili in diverse competenze assessoriali è condivisa. Riteniamo, quindi, che sia utile e opportuno intervenire per creare una situazione chiara e per fare in modo che la competenza sia unica. E' evidente che nel momento in cui dovesse intervenire una modifica di questo genere conseguentemente il decreto e le linee guida verrebbero aggiornati sulla base di questa nuova impostazione.
Considerata peraltro la necessità di evadere con rapidità tutte le richieste giacenti, credo che sia condivisibile l'esigenza di un intervento rapido e quindi la Giunta potrebbe riunirsi anche in settimana.
PRESIDENTE. Mi sembra di capire che nella sostanza l'onorevole Giacomo Sanna abbia posto una questione pregiudiziale affinché, considerato l'impegno preso dalla Giunta, non si prosegua nella discussione del provvedimento in esame. Penso di interpretare la richiesta sull'ordine dei lavori in questi termini, altrimenti dobbiamo proseguire con la discussione generale.
Onorevole Sanna, se la sua richiesta sull'ordine dei lavori era posta in questi termini dobbiamo aprire la discussione su questa questione pregiudiziale, con un intervento per Gruppo e la votazione da parte dell'Assemblea. Prima c'era stata una richiesta di rinvio in Commissione, ora mi sembra che ci sia la richiesta di non procedere nella discussione. Sono due richieste diverse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). A parte la perplessità della minoranza e dell'Aula, abbiamo l'esigenza di chiedere, se non lo fa la maggioranza, una sospensione anche stando in aula, affinché Giunta e maggioranza chiariscano qual è l'orientamento per la prosecuzione dei lavori, altrimenti noi abbiamo qualche difficoltà.
Noi abbiamo già espresso la nostra posizione, che è quella di continuare nell'esame del progetto di legge in discussione, ma se all'interno della maggioranza c'è qualche perplessità forse è meglio sospendere in attesa che si faccia chiarezza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, le faccio notare che di norma la questione pregiudiziale andrebbe posta prima dell'inizio della discussione, come prevede il nostro Regolamento. Se un Capogruppo pone la questione durante il dibattito, naturalmente lo può fare, per cui cinque minuti di sospensione sono utili, perché non vorremmo che nel corso della discussione altri Capigruppo ponessero una pregiudiziale e il prosieguo dei nostri lavori fosse compromesso, magari facendo al Presidente della Regione altre richieste che poi lui dovrebbe via via assecondare. Quindi è meglio darci cinque minuti di sospensione perché sia la maggioranza sia la minoranza chiariscano come intendono portare avanti la discussione di questo provvedimento. Il nostro intendimento rimane chiaro, però non vorremmo che ci fossero altre richieste di sospensione dopo l'eventuale bocciatura della questione pregiudiziale.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la questione pregiudiziale può essere proposta nel corso della discussione e anche nel corso dell'esame degli articoli, varia soltanto chi può proporla.
Io ho interpretato la richiesta dell'onorevole Sanna come una questione pregiudiziale, perché altrimenti la sua richiesta poteva essere fatta nel corso della discussione generale. Mi sembra di aver capito che sia stata richiesta una precisazione da parte della Giunta per evitare la discussione a seguito di un aggiornamento di quelle che erano state le determinazioni della Giunta stessa in materia, anche sulla base degli orientamenti emersi con la proposta di legge che è all'esame del Consiglio nella giornata odierna. Se così non è, non c'è bisogno della sospensione, proseguiamo con la discussione e poi con la votazione del passaggio agli articoli.
Chiedo, quindi, all'onorevole Sanna se intendeva porre una questione pregiudiziale oppure voleva semplicemente avere una precisazione da parte della Giunta che potesse agevolare il prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, ho posto una pregiudiziale, credo che la risposta della Giunta l'abbia persino rafforzata. Se c'è l'esigenza possiamo sospendere i lavori per cinque minuti, se non ce n'è bisogno procediamo alla votazione della pregiudiziale, Presidente.
PRESIDENTE. E' previsto un intervento per Gruppo della durata di cinque minuti, dopodiché si può votare la pregiudiziale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, come ho detto precedentemente su questo argomento il Consiglio aveva approvato all'unanimità un ordine del giorno. Per alcune settimane le Commissioni ambiente e industria hanno lavorato in seduta congiunta e si è arrivati a una proposta condivisa all'unanimità, se non altro per quanto riguarda le linee generali. Dal mese di agosto del 2009, il settore delle energie rinnovabili, con le modifiche che avete apportato nella finanziaria 2009, è completamente bloccato e aspetta risposte immediate da parte dell'Amministrazione regionale e del Consiglio. Il Presidente della Regione si è fatto carico di dare risposte immediate anche quando ha incontrato le organizzazioni professionali che operano in questo settore. Lo stesso Assessore dell'agricoltura, in un articolo dei giorni scorsi su L'Unione Sarda, ha presentato la nuova direttiva che ha emanato - non si è capito a che titolo e per esplicitare che cosa - sul settore delle energie rinnovabili come la panacea di tutti i mali.
Credo che questo Consiglio oggi debba necessariamente dare risposte concrete e definitive a un settore così importante che può rappresentare davvero un rilancio per la nostra economia e per l'agricoltura in particolare. Chiediamo pertanto che si prosegua l'esame del disegno di legge per arrivare possibilmente entro oggi alla sua approvazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, mi bastano sicuramente meno di cinque minuti per sottolineare che quando attorno a un provvedimento come questo (decisamente molto meno significativo di quello licenziato ieri dal Consiglio in una condizione di disagio generale e anche istituzionale, che le minoranze hanno voluto sottolineare attraverso l'abbandono dell'aula) si pongono due questioni, sospensiva e pregiudiziale, e si chiama il Presidente della Regione a dare garanzie è chiaro ed evidente che c'è un disagio così profondo all'interno della maggioranza, una confusione così totale dei livelli istituzionali e politici, un procedere a passi da gigante allo smantellamento della Giunta attuale, alla sostituzione dei suoi componenti e nel frattempo di fatto al suo commissariamento, che rimaniamo totalmente allibiti e per qualche verso anche sconcertati, perché in un sistema come il nostro, a elezione diretta del Presidente, di fronte a questa condizione di disagio generale lo stesso Presidente avrebbe coerentemente tratto le conclusioni e si sarebbe dimesso.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo abbiamo espresso, già prima, la nostra posizione, ritenendo che questo provvedimento dovesse essere esaminato, dovesse completare il suo percorso. Prendiamo atto che non sarà possibile, che c'è stato un momento di mediazione utile all'interno della maggioranza che ha giustamente, dal punto di vista di coloro che l'hanno richiesto, smentito pesantemente l'azione dell'Assessore dell'agricoltura in questa materia. Prendiamo atto che c'è una sfiducia sostanziale nei confronti di quell'Assessore e siccome possiamo anche condividerla il nostro Gruppo non parteciperà al voto sulla pregiudiziale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, le chiedo cinque minuti di sospensione. Chiedo una sospensione, colleghi della maggioranza, perché ritengo che abbiate abusato pure troppo, nel senso che avete chiesto una sospensione che è durata anche più del previsto. Abbiamo di fronte una maggioranza allo sbando. Vi ricordo che l'inserimento all'ordine del giorno di questo provvedimento era stato chiesto dalla Presidente del Consiglio ai Capigruppo, a tutti i Capigruppo, e che la Commissione industria lo aveva approvato all'unanimità.
Considerato lo stato di confusione di questa maggioranza, che va sotto nella votazione della questione sospensiva posta dal Capogruppo del P.d.L., che necessita dell'intervento del Presidente della Regione per tentare di restare unita, che ha bisogno di porre una questione pregiudiziale per abbandonare un progetto di legge che era stato approvato all'unanimità e al quale lei stessa aveva voluto dare valenza prioritaria, anche noi abbiamo bisogno di qualche minuto di sospensione per definire il nostro atteggiamento per il prosieguo dei lavori.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 46, viene ripresa alle ore 18 e 50.)
PRESIDENTE. Onorevole Salis, intende intervenire sulla questione pregiudiziale?
SALIS (I.d.V.). Per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, si vota per alzata di mano e non sono ammesse dichiarazioni di voto. So di procurarle un grande dispiacere...
SALIS (I.d.V.). Peccato!
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto. Si vota la questione pregiudiziale. I consiglieri Segretari prendano posto al banco della Presidenza, grazie.
Metto in votazione la questione pregiudiziale posta dall'onorevole Giacomo Sanna. Chi l'approva alzi la mano. Chi non l'approva alzi la mano.
(E' approvata)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del documento numero 10/A. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il consigliere Ladu, relatore.
LADU (P.d.L.), relatore. Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, il documento all'esame del Consiglio consiste nella nomina nella Consulta regionale per l'emigrazione di tre esperti in materia di emigrazione, così come previsto dall'articolo 25 della legge regionale numero 7 del 1991. Presidente!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Ladu, c'è troppo brusio. Colleghi, per cortesia!
(Interruzione del consigliere Salis)
PRESIDENTE. La decisione di inserire il documento numero 10/A all'ordine del giorno è stata presa dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo, onorevole Salis.
Prego, onorevole Ladu.
LADU (P.d.L.), relatore. La Giunta regionale, come prevede la legge numero 7 del 1991, ha proposto la nomina nella Consulta regionale per l'emigrazione di tre esperti e la Commissione competente l'ha approvata a maggioranza, anche perché si tratta di persone di comprovata esperienza, esaminati i curricula che sono stati presentati.
Per quanto riguarda la legge numero 7 in questo periodo è in atto una discussione in seno alla Commissione e l'orientamento è quello di andare verso una rapida modifica della legge stessa, ritenendola ormai superata. Noi riteniamo che i problemi dell'emigrazione siano superati, nel senso che sono cambiati e quindi c'è la necessità effettivamente di fare una legge nuova che sia in linea con i grandi cambiamenti sull'emigrazione che ci sono stati in tutti questi anni. Io spero che sia l'ultima volta che la composizione della Consulta per l'emigrazione viene approvata in questo modo. Ritengo che i nominativi che sono stati proposti dalla Giunta siano validi e che si tratti di persone in grado di svolgere il compito di componenti della Consulta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Si dà atto che i consiglieri Campus, Cocco Pietro e Mario Diana sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 63 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
E' stato presentato un ordine del giorno.
(Interruzioni)
Colleghi, fatelo presente. Siamo già passati alla lettura dell'ordine del giorno.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Pregherei di dare lettura completa dell'ordine del giorno. Grazie.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:
Ordine Del Giorno Ladu - De Francisci - Rodin - Mula - Obinu - Mariani - Solinas Christian sulla nomina di tre esperti nella Consulta regionale dell'emigrazione.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO CHE, ai sensi dell'articolo 25 della legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7, al Consiglio spetta la nomina, su proposta della Giunta, di tre esperti in materia di emigrazione nella Consulta regionale dell'emigrazione;
VISTO CHE la Giunta, con deliberazione n. 19/5 del 12 maggio 2010, ha proposto per la nomina i signori Leonardo Antonio Ceruso, Ettore Serra e Mauro Carta, allegando alla proposta i rispettivi "curricula";
Vista la relazione della Seconda Commissione permanente la quale, nella seduta del 21 luglio 2010, a seguito di un attento esame delle competenze in materia di emigrazione attestate dai candidati, ha ritenuto di poter condividere la proposta della Giunta;
Ritenuto di poter condividere la valutazione della Seconda Commissione, in accoglimento della proposta della Giunta regionale,
nomina componenti della Consulta regionale dell'emigrazione:
- il Sig. Leonardo Antonio Ceruso
- il Sig. Ettore Serra
- il Sig. Mauro Carta.(1).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, procediamo alla votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Maninchedda - Mariani - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Lotto - Meloni Valerio - Sabatini - Salis - Solinas Antonio.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cappai - Locci - Meloni Francesco - Randazzo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 50
astenuti 5
maggioranza 26
favorevoli 41
contrari 9
(Il Consiglio approva).
Comunico che la Commissione sanità è convocata al termine della seduta, con all'ordine del giorno il programma numero 94.
I lavori odierni si concludono qui. Il Consiglio verrà convocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 18 e 59.
[PS1]Gli interventi di utilizzo delle fonti di energia di cui all'articolo 1 in edifici ed impianti industriali non sono soggetti ad autorizzazione specifica e sono assimilati a tutti gli effetti alla manutenzione straordinaria