Seduta n.16 del 30/04/2009 

XVI SEDUTA

Giovedì 30 aprile 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 41 .

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 1° aprile 2009 (9), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Giuseppe Luigi Cucca, Attilio Dedoni, Sisinnio Piras, Efisio Planetta e Giacomo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 30 aprile 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Cappai - Capelli - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulla riorganizzazione della gestione dei servizi idrici." (7)

"Interrogazione Piras - Contu Mariano Ignazio - Stochino - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla modifica del bando per i Gruppi di azione locale (GAL)." (8)

Continuazione della discussione generale congiunta e votazione sul passaggio all'esame degli articoli del documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF 2009) (2/A) e dei disegni di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2009)" (2/A) e "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 e bilancio

pluriennale per gli anni 2009-2012" (3/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale del documento numero 2/A, del disegno di legge numero 2/A e del disegno di legge numero 3/A.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Signora Presidente, nella replica che conclude la discussione generale sulla finanziaria vorrei dire preliminarmente alcune cose, anche per dare un taglio a questa replica che, ovviamente, deve essere limitata nel tempo, ma che vorrei non dimenticasse nulla di quello che ritengo essenziale.

La prima cosa che vorrei dire è che ho ascoltato uno per uno gli interventi della maggioranza e dell'opposizione, ho annotato molte delle osservazioni e delle critiche, anche quelle favorevoli, diciamo, avanzate dalla maggioranza, per le quali ringrazio tutti i colleghi della maggioranza. Vorrei, però, non replicare puntualmente a tutti gli interventi, non basterebbe il tempo, ma, visto che questo è il primo intervento dell'Assessore della programmazione e bilancio ed è, quindi, il primo intervento che tratta specificamente la materia finanziaria e della programmazione, vorrei dire innanzitutto quello che intendiamo fare.

La campagna elettorale è finita, il confronto, che è stato forte, aspro e decisivo, ha dato il suo risultato. A questo punto, l'opposizione deve svolgere il suo ruolo e chi governa deve svolgere il suo. Vorrei, cioè, cogliere l'occasione del clima di confronto molto serio che si è condotto all'inizio di questa legislatura sia in Commissione sia in Aula, adesso sulla finanziaria, per dire innanzitutto, cogliendo questo clima, che dobbiamo, a mio parere, tenere il più possibile un clima di confronto serio. L'opposizione non ha voluto rallentare l'approvazione della manovra; è un merito che l'opposizione ha e che le va riconosciuto. Credo che, davvero, in questa circostanza e da qui ai prossimi mesi, la Sardegna ci stia guardando continuamente, siamo tutti sotto osservazione e non possiamo deludere le aspettative di chi ha dato la fiducia per governare ai propri rappresentanti e anche di chi ha dato la fiducia per governare a coloro che, però, sono andati all'opposizione. Tutti dobbiamo rispondere alla fiducia che abbiamo ricevuto.

E' stato detto che questa è una "finanziaria senz'anima"; l'opposizione ha detto che questa è una finanziaria senz'anima, onorevole Bruno. Io non credo che sia una finanziaria senz'anima. E' stato detto che è una "finanziaria di emergenza", è vero, ma correggo questa espressione: non è una finanziaria di emergenza, l'emergenza è nella società, nell'economia della Sardegna; la finanziaria dà risposta a questa emergenza. Un'altra definizione è stata quella di "finanziaria snella": è vero, è una legge finanziaria snella, ma, attenzione, non è una legge finanziaria magra, né tanto meno è magro il bilancio, perché stiamo per approvare un bilancio che ha un totale di risorse notevole e che, quindi, dispone molte autorizzazioni di spesa che andranno al sistema sociale ed economico della Sardegna. Se fate attenzione alle cifre, così com'è stato detto, questa è una manovra finanziaria che la Giunta ha proposto in qualche modo in due tempi: legge finanziaria e legge di bilancio, DAPEF (provvisorio, perché non c'è ancora il Programma regionale di sviluppo), e poi un disegno di legge integrativo della manovra finanziaria, che presenteremo quindi in un secondo tempo, in cui inserire numerose disposizioni che tradizionalmente vengono messe nella finanziaria, ma che non attengono alla materia finanziaria e che speriamo una buona pratica legislativa ci porti a tenere sempre distinte dalla legge finanziaria.

E' una legge, quindi, snella; snella perché potrei dire che è ridotta quanto più possibile all'essenziale, ma non è una legge finanziaria tecnica, perché in quest'Aula non si fa niente di tecnico, quanto meno da parte della Giunta e dei consiglieri regionali. C'è una tecnica legislativa a cui lavorano gli Uffici, ma noi facciamo atti politici, facciamo atti legislativi, facciamo atti di programmazione che utilizzano la tecnica, ma le decisioni sono profondamente e chiaramente politiche.

Ci si può riconoscere in questa legge finanziaria oppure no, ma è una legge finanziaria che ha un'anima, è una legge finanziaria che parte da un cuore e da una ragione che vogliono affrontare la situazione della Sardegna, così come l'abbiamo davanti tutti noi, maggioranza e opposizione, chi governa e chi è in minoranza. Non è una legge finanziaria senz'anima, perché non sono senz'anima sicuramente né la maggioranza né il Governo regionale che ha proposto questa legge.

Avevamo diverse opzioni iniziando questa legislatura: rivoluzionare la proposta, farne un'altra, con un condizionamento dei tempi tremendo, con la fine dell'esercizio provvisorio che incombeva, ma abbiamo fatto una scelta, che è una scelta politica, quella cioè di una legge finanziaria ridotta all'essenziale. L'essenziale non è poco, l'essenziale è tutto; è tutto per la Sardegna ed è tutto per questo Governo regionale, per la maggioranza e anche per l'opposizione.

Si è detto: questioni di metodo e questioni di sostanza. Dal punto di vista del metodo due sono state le scelte fondamentali. Una è stata quella di riaprire un confronto il più ampio possibile, pur nel condizionamento dei tempi ristretti, con tutte le parti sociali, sindacati, rappresentanze degli imprenditori, rappresentanze delle autonomie locali. Abbiamo avuto pochissimo tempo, ma abbiamo cercato di farlo. Badate, se il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi, non sta a me giudicare se sia adeguato rispetto al confronto fatto. I giudizi li hanno dati i rappresentanti delle parti sociali, degli imprenditori, delle autonomie locali, non sta a me ripeterli né appropriarmene, ma il confronto c'è stato. Prima questione di metodo.

Seconda questione di metodo: riduzione del numero delle disposizioni contenute in legge finanziaria. Io credo che davvero dobbiamo cominciare a considerare che il sistema finanziario deve essere riportato alla normalità per quanto possibile, è un impegno che abbiamo. La Costituzione prevede che il bilancio non possa disporre nuove spese né nuove entrate, per questo occorrono delle leggi sostanziali. Il bilancio è una legge formale; il bilancio dovrebbe limitarsi, anno per anno, semplicemente a rivalutare o svalutare gli stanziamenti previsti nelle leggi che autorizzano la spesa. Le leggi che autorizzano la spesa sono di norma le leggi ordinarie, cioè di settore. La legge finanziaria è stata introdotta nella riforma della contabilità pubblica negli anni '70 per avere uno strumento agile che sia di collegamento con le leggi di settore, ma che non le sostituisca. E qui vengo a una critica avanzata nel suo intervento dall'onorevole Bruno, il quale ha fatto cenno a una questione che, ha detto egli stesso, "ci è molto cara", la questione, per esempio, della politica per la famiglia. L'onorevole Bruno ha detto che in questa finanziaria non si vede nulla sulla politica per la famiglia. Ma perché la politica per la famiglia deve essere fatta in legge finanziaria, me lo spiegate? Quando noi abbiamo parlato di un piano per il capitale umano e per il rilancio di una dignitosa formazione professionale, è stato detto che non ci sono in legge finanziaria i criteri, non ci sono le finalità. Ma perché per la formazione professionale, per il capitale umano, i criteri li deve stabilire la legge finanziaria? Chi l'ha detto?

Si è detto che noi vorremmo - una parte dell'opposizione in particolare, ieri, ha insistito su questo - ritornare al passato, riproporre un sistema della formazione professionale che ha dato grande delusione alla Sardegna. Non è così, non è così! E avete detto anche che la Sardegna non ha bisogno tanto di formazione professionale, ma più di istruzione. Ma ai giovani che qualche volta ci seguono, come quelli che sono adesso in tribuna, che credo siano di Gavoi, a chi ci segue con attenzione, alle migliaia e migliaia di ragazzi che a diciotto anni, quando escono dalla scuola, non sanno spesso che scelta fare, a questi ragazzi che si ritrovano in un sistema dell'istruzione che, per responsabilità innumerevoli, oggi tutti riconoscono inadeguato a dare loro la capacità di entrare nella vita, nel cuore della vita, nel mondo del lavoro, con strumenti adeguati, chi va a dire che devono tornare tutti a scuola, che tutto deve essere fatto nella scuola? Questa è una scelta politica che spero nei prossimi mesi questo Consiglio regionale affronti, quella cioè di una riforma del sistema dell'istruzione e della formazione professionale in cui non ci sia né solo formazione né solo istruzione; una riforma con cui si abbia il coraggio di dare alla Sardegna un sistema educativo, un sistema formativo per cui chi vuole frequentare il liceo possa frequentarlo e chi vuole fare formazione professionale di alto livello possa farla. Ma oggi è così, oggi è così? Abbiamo un sistema della formazione professionale e un sistema della scuola capaci di dare ai nostri giovani queste capacità? No, non è così, dobbiamo ammetterlo.

Io credo che la scelta di cancellare la formazione professionale e di riversare tutto il sistema educativo e formativo sull'istruzione scolastica sia stata e sia un errore, perché occorre avere un sistema scolastico dell'istruzione dignitoso e occorre avere anche un sistema della formazione professionale altrettanto dignitoso, e questo non c'è. Non vogliamo ritornare al passato, abbiamo l'ambizione di proporre, finalmente, un provvedimento legislativo che dia dignità al sistema educativo, dignità alla formazione professionale e alla scuola, questo è l'obiettivo. Noi abbiamo semplicemente messo nella legge finanziaria, anzi abbiamo sottolineato un accantonamento, uno stanziamento delle risorse finanziarie che saranno utili per rilanciare nell'immediato una formazione professionale collegata alla valorizzazione del capitale umano e dell'emergenza sociale ed economica. Oggi ci sono imprese industriali che fanno investimenti, pensate al polo nautico, pensate al settore dell'information technology, e che non hanno adeguate capacità professionali da utilizzare. Si chiamano anche gli operai, non solo i tecnici di alto livello, dall'esterno. Il polo nautico partirà, probabilmente, con lavoratori rumeni. Non abbiamo niente contro i rumeni, ma è possibile che in Sardegna non ci sia una capacità professionale pronta per essere utilizzata per questi investimenti? Serve questo, serve un rilancio, un piano di infrastrutturazione del sistema che forma il capitale umano, che è quello che ci serve per lo sviluppo.

Non si può fare politica per la famiglia soltanto stanziando soldi per la famiglia. Si può fare politica per la famiglia dando alla famiglia gli strumenti per svolgere il ruolo fondamentale della famiglia, che è il ruolo educativo. Questo io credo che sia l'aspetto decisivo per il futuro.

Ora, dette queste cose e detto che abbiamo fatto, quindi, alcune scelte di metodo, nella sostanza noi abbiamo cercato… Se disturbo posso anche smettere di parlare.

Noi abbiamo cercato di fare una cosa che fa parte della nostra cultura politica, e cioè non abbiamo nessuna intenzione di distruggere nulla che sia buono. Nella proposta della Giunta abbiamo trovato alcune cose buone sull'emergenza sociale… Posso recuperare il tempo, Presidente?

PRESIDENTE. Sì. Onorevole Porcu, per cortesia. Grazie.

LA SPISA, Assessore dellaprogrammazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Noi abbiamo fatto la scelta di non distruggere niente di tutto ciò che fosse buono. Emergenza sociale: abbiamo lasciato tutte le risorse per la povertà, per l'emergenza sociale, tutte le proposte già presenti sulla politica del lavoro, ne abbiamo aggiunte altre ascoltando le parti sociali, ma non abbiamo inventato nulla, perché, credetemi, c'è ben poco di buono che si debba inventare, a volte basta soltanto ascoltare. E dal confronto con le parti sociali sono arrivate alcune proposte interessanti.

Politica per il lavoro: di fronte all'emergenza della disoccupazione dilagante, bene sussidi, ammortizzatori sociali, ma anche contributo a chi sceglie la strada dei contratti di solidarietà. E' una cosa innovativa.

Fondo di garanzia etica per le famiglie che sono caricate di debiti insostenibili: ci saranno delle risorse da allocare.

Sostegno all'impresa: non si dica, per favore, che questa è una legge finanziaria che non sostiene la domanda. Come si può dire questo? Questa è una legge finanziaria che sostiene la domanda privata e la domanda pubblica. Andate a vedere nei diversi prospetti: riguardo agli stanziamenti adeguati per la domanda e il reddito si registra, rispetto al 2008, un incremento, nelle politiche attive per il lavoro, del 143 per cento, 52 milioni di euro in più; per l'inclusione sociale sono stati stanziati 35 milioni in più, si passa da 272 a 307 milioni di euro.

Non si può dire che non abbiamo sostenuto le opere pubbliche. Nella strategia relativa alle infrastrutture registriamo un incremento del 13 per cento che percentualmente può sembrare poco, ma numericamente è di 44 milioni di euro, si passa da 342 a 386 milioni di euro. Non si può dire che non sosteniamo le imprese, perché se guardate la strategia numero 6, per le politiche per l'occupazione e per le imprese si passa da 21 milioni a 110 milioni di euro, 89 milioni in più, e complessivamente per i sistemi produttivi e occupazione abbiamo un incremento di 127 milioni di euro, più 31 per cento.

E allora, cosa vuol dire che la legge finanziaria non sostiene la domanda? Diceva il presidente Soru: "Io non vedo". Io non so cosa veda lui, ma queste cifre parlano molto chiaro. Gli stanziamenti previsti in finanziaria, e la finanziaria ha solo l'onere, insieme al bilancio, di prevedere stanziamenti, vanno indirizzati al sostegno della domanda privata e pubblica e del lavoro, questi sono i dati. Onorevole Sanna, è lei che ha detto: "Lasciamo finalmente da parte la cultura dello stanziamento". Qui ci sono risorse allocate, se avessimo tempo vi leggerei quante risorse sono ancora a residuo, ma lo hanno detto tanti altri. Allora, il problema non è quanto stanziamo; di fronte all'emergenza non dobbiamo soltanto rispondere stanziando nuove risorse, perché un po' tutti, dico tutti, siamo abituati così: si misura la capacità di risposta ai problemi sulla base di quanti soldi si stanziano, e poi abbiamo miliardi fermi, impegnati e non spesi, o stanziati e neanche impegnati.

Allora, questa finanziaria non ha questa pretesa, vorrei dire alla fine quale pretesa ha. Devo essere breve, ma nel seguito, durante la discussione degli articoli, si potranno approfondire le cose. Sulla questione che voi avete sollevato, la difesa del livello di entrate raggiunto, noi siamo pronti a verificare quello che c'è oggi e quello che ci sarà domani per quanto riguarda le nuove entrate. Oggi ci sono nuove entrate in più, ci sono nuove entrate in più! Riconosciamo che la modifica dell'articolo 8 ha portato un incremento di entrate, riconosciamo che la previsione può portare nuove entrate in più. Questo è un riconoscimento politico che mi sento di poter e di dover fare a chi è stato maggioranza e Governo negli anni scorsi. Noi, quand'eravamo opposizione, abbiamo solo posto un problema, un dubbio, e cioè che questo incremento di entrate reale è previsto, va verificato almeno per quanto riguarda il previsto e poi va commisurata la congruità di queste entrate aggiuntive alle nuove funzioni che abbiamo: la sanità, totalmente a carico della Regione, e le altre funzioni. Lì si misurerà davvero l'effetto di questa riforma, ma siamo disponibili a riconoscere che questa riforma c'è stata e va difesa. E il primo modo per difenderla - raccolgo anche qui la sfida dell'opposizione - è sicuramente quello di una ricontrattazione del patto di stabilità.

D'accordo, ne riparleremo, c'è poco tempo, ma vorrei dire, sul fatto che questa non è una finanziaria storica, che noi non abbiamo la pretesa di fare niente di storico con atti singoli. Leggevo, qualche giorno fa, un passo letterario che mi piace molto: nessuno fa la storia, la storia non si vede, come non si vede crescere l'erba o il bosco o il bambino. Non abbiamo la pretesa di passare noi alla storia, abbiamo l'ambizione di far passare alla storia il popolo sardo.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione stando in aula.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti. I lavori riprenderanno alle ore 11 e 15.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 04, viene ripresa alle ore 11 e 35.)

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. Ricordo a tutti i colleghi che hanno a disposizione tre minuti.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, sarò velocissimo. Devo dire che siamo rimasti insoddisfatti dalle dichiarazioni dell'Assessore, molto insoddisfatti.

Aspettiamo l'assessore La Spisa, Presidente.

PRESIDENTE. Intanto c'è l'assessore Simeone. Ho chiamato l'assessore La Spisa, che sta arrivando.

SALIS (I.d.V.). Sì, ho capito, ma per correttezza non vorrei parlare di lui senza che sia presente. Aspetto un minuto.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Premesso che, in coerenza con altre dichiarazioni che personalmente ho fatto in quest'Aula sul valore politico del voto sul passaggio all'esame degli articoli, soprattutto per quel che riguarda le leggi finanziarie, come i colleghi presenti nell'altra legislatura ricorderanno, io ho sempre considerato la finanziaria un passaggio tecnico e quasi inutile dal punto di vista politico, perché avviene prima delle risposte vere che vengono dagli emendamenti in Commissione e poi dalla discussione nel merito degli articoli, il dato politico che voglio rilevare è il fatto che dalla replica dell'assessore La Spisa noi consiglieri dell'Italia dei valori auspicavamo una maggiore apertura, al di là anche delle sue ammissioni sul recupero del valore dell'intesa Stato-Regione sulle entrate.

Noi pensiamo di continuare e di non essere in contraddizione, perciò, nell'annunciare in questo momento e in occasione di questo voto, a cui diamo un peso politico non rilevantissimo, il nostro voto contrario proprio per segnalare il nostro disappunto e la mancata rispondenza alle assicurazioni che anche in altre dichiarazioni l'assessore La Spisa aveva dato su alcuni temi fondamentali che noi avevamo posto. Come i temi della formazione e dell'istruzione, in cui l'Assessore è stato, se è possibile, contraddittorio, nel senso che ha richiamato la formazione, ma poi vedremo cosa prevedono gli articoli, soprattutto il comma 8 dell'articolo 3, vedremo la destinazione dei 100 milioni di euro previsti nell'articolo 4, ci sarà tutta una serie di elementi nel merito dei quali entreremo in Commissione. Però il nostro voto negativo - lo ribadisco e lo sottolineo - vuole testimoniare la nostra insoddisfazione, perché ci aspettavamo di più dalla replica dell'Assessore, proprio per la responsabilità che finora abbiamo dimostrato e per il fatto che la crisi che dobbiamo affrontare è sotto gli occhi di tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signora Presidente, Assessori, colleghi, noi voteremo contro il passaggio all'esame degli articoli della finanziaria. E' una decisione sofferta, è una decisione che ha visto una discussione sincera, aperta anche tra di noi, è una valutazione non superficiale della discussione avvenuta in quest'Aula e della replica dell'Assessore.

Conclusivamente, Assessore, noi riteniamo insufficienti le sue risposte. Lei si è chiuso a riccio, si è chiuso in una roccaforte. Ha soltanto riconosciuto che quella vertenza sulle entrate, a cui lei ha contribuito sfilando con noi a Roma, è un grande successo per la Sardegna e va difeso, ma poi getta un'ombra parlando di competenze trasferite. Ma lei sa bene che il peso di quelle competenze trasferite rispetto al vantaggio complessivo che ne è derivato alla Sardegna è assolutamente marginale. Lei si è chiuso a riccio e non ha mostrato nessuna apertura per le osservazioni puntuali che le sono arrivate dalla relazione di minoranza e dagli interventi dei colleghi, in particolare sul tema dell'insufficienza del pacchetto anticrisi di fronte all'emergenza che la Sardegna deve affrontare.

Noi votiamo contro perché riteniamo che la sua replica non abbia chiarito quale deve essere l'atteggiamento della Regione, che lei rappresenta qui, oggi, anche a nome del presidente Cappellacci, verso lo Stato. Uno Stato che ha scippato 4,2 miliardi di fondi FAS, ed è vero quel che dice il collega Diana, e cioè che li ha scippati anche alle altre Regioni, ma è anche vero che ciò testimonia il centralismo dello Stato, che avoca a sé risorse piuttosto che metterle a disposizione delle Regioni.

Non ha proferito una parola sul G8 e sui 500 milioni di euro per opere collaterali che sono rimaste fuori. Il G8 non è un tema estraneo a questa finanziaria; il G8 è un tema che sta dentro la finanziaria perché parla di lavoro, parla di impresa, parla di infrastrutture. Noi riteniamo che sia stato un grave errore da parte vostra aver negato che il presidente Cappellacci potesse riferire in Aula su questo argomento. E la giustificazione di dover aspettare l'ennesimo incontro col presidente Berlusconi non è sufficiente.

Noi voteremo contro il passaggio all'esame degli articoli, ma non rinunceremo a dei rapporti costruttivi e positivi, accogliendo anche gli inviti rivolti dai colleghi Vargiu e Capelli ed entrando nel merito degli articoli e degli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario mio, dei colleghi della Sinistra Sarda e dei Rosso Mori e per precisare questo: noi abbiamo troppo rispetto per la qualità del dibattito che si riesce a sviluppare in modo, io direi, sempre più attento e sempre più civile all'interno di quest'Aula, per esprimere voti che in qualche misura abbiano qualche elemento di ipocrisia. Noi dobbiamo dire le cose come stanno. Il testo che allo stato è sotto esame è un testo, dal nostro punto di vista, insufficiente. E' insufficiente nelle proposte, è insufficiente anche nelle quantità, è insufficiente nelle modalità che propone per l'attuazione delle politiche, in modo particolare delle politiche sociali per il lavoro e di contrasto alla situazione di emergenza e di crisi economica che vive l'intero Paese e che vive, conseguentemente, in modo più pesante un'economia e una società come la nostra, che vive la Sardegna. Per cui, il senso del nostro voto è questo.

Noi, responsabilmente, stiamo andando alla chiusura di una manovra finanziaria in tempi acceleratissimi. La qualità e la quantità degli emendamenti che abbiamo presentato dicono di un atteggiamento non ostruzionistico. Ribadiamo alcune priorità, alcuni contenuti che vogliamo discutere, non rinunciamo a migliorare la manovra finanziaria, però questa è la manovra finanziaria del centrodestra, è una manovra finanziaria che non ci appartiene, è una manovra finanziaria che non corrisponde al nostro modo di pensare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Aggiungo anche il voto contrario dei Comunisti, componenti del Gruppo guidato dal compagno Luciano Uras.

Io voto contro la manovra nobilmente convinto che l'intervento dell'onorevole La Spisa ha contribuito alla decostruzione di ogni atto politico di intesa o di concordia. Dire che la manovra non ha niente di tecnico, ma è puramente politica, è già il segno, il significato e anche il significante che questa manovra è solo vostra e nient'altro. E' una "manovra blu" per noi, come direbbe Woody Allen.

Dunque, l'assessore La Spisa differenzia lo spirito della manovra e se lo differenzia significa che incorpora, ingloba e dunque si appropria della manovra che diventa loro. Ed è per questo che noi votiamo contro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, molto brevemente per annunciare, ovviamente, il voto favorevole al passaggio all'esame degli articoli, e per fare una puntualizzazione. Onorevole Porcu, le sue chiusure, peraltro previste, hanno avuto necessità di un quarto d'ora di interlocuzione forse? O erano già maturate dal punto di vista politico piuttosto che dal punto di vista tecnico?

Io credo che vi siate chiusi una strada, probabilmente - probabilmente, dico - qualcuno di voi un voto di astensione lo avrebbe anche potuto dare a quest'Aula, perché altrimenti vengono a cadere tutti i presupposti per i quali abbiamo lavorato in questi giorni. Se questa è la strada che voi state tracciando, ovviamente la maggioranza prenderà atto del vostro atteggiamento e del vostro comportamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, brevemente, per annunciare il voto favorevole del Gruppo U.D.C. al passaggio all'esame degli articoli. Nel rispetto delle posizioni che hanno assunto le minoranze nel cambiare indirizzo rispetto al voto in Commissione, nel pieno rispetto di questa decisione, vorrei sottolineare che ieri io ho detto che questa non è la nostra manovra finanziaria e ho spiegato i termini politici per cui non è la nostra manovra e quale sarà il percorso che ci porterà a esprimere con pienezza la nostra manovra finanziaria fin dal prossimo mese di ottobre.

Devo dire che la replica dell'assessore La Spisa mi ha convinto su questo percorso e, ovviamente, ha tracciato una linea politica di caratterizzazione di questa finanziaria. Non credo si possa pretendere che ci sia la celebrazione, o meglio si risponda alla richiesta di autocelebrazione di quanto avvenuto nella vertenza sulle entrate. Sappiamo benissimo quali sono le nostre posizioni, la condivisione di quell'azione nei confronti del Governo centrale, la non condivisione della transazione avvenuta sulla stesura dell'articolo 8 dello Statuto. E' una non condivisione che ci ha portato a valutare che forse alcuni passaggi di quell'articolo andavano visti prima in Consiglio, occorreva capire qui, dentro il Consiglio, se era il caso di caricarci l'intera spesa sanitaria prima di accedere o di transare con il Governo centrale, se era il caso che ci caricassimo l'intero onere dei trasporti interni.

Erano questioni che probabilmente si sarebbero dovute discutere in questo Consiglio, modificate nelle impostazioni e diversamente accettate o condivise e portate all'attenzione del Governo centrale. Non potete chiederci, oggi, che quello sia il nostro punto di partenza. Credo che debba rappresentare, invece, un punto d'arrivo la rivisitazione di quell'accordo, pur tenendo ad esso fede e tenendo fermamente la barra dritta per una vertenza nei confronti del Governo centrale, perché quello che è della Sardegna rimanga in Sardegna e quello che non è stato dato, il maltolto, venga restituito.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Bardanzellu e Mario Diana hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Christian - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 66

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 43

contrari 23

(Il Consiglio approva).

I lavori della mattinata si concludono qui. Ricordo ai colleghi che è convocata, per le ore 12 e 15, la Commissione bilancio per l'esame degli emendamenti mentre il Consiglio riprenderà i suoi lavori martedì 5 maggio, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 11 e 54.