Seduta n.64 del 25/11/2009
LXIV Seduta
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 25 novembre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 56.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 13 ottobre 2009 (56), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Pietro Cocco, Marco Meloni, Franco Mula, Giacomo Sanna, Matteo Sanna e Renato Soru hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 25 novembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Sanna Giacomo - Solinas Christian - Dessì - Maninchedda - Planetta: "Norme di indirizzo per il rilascio delle concessioni demaniali marittime". (84)
(Pervenuta il 28 ottobre 2009 e assegnata alla terza Commissione.)
Sanna Gian Valerio: "Istituzione del Comitato per la legislazione". (85)
(Pervenuta il 20 ottobre 2009 e assegnata alla prima Commissione.)
Cuccureddu - Floris Mario - Mulas - Steri - Campus - Pittalis -
Meloni Francesco - Zedda Alessandra: "Disciplina delle pet therapy in Sardegna". (86)
(Pervenuta l'11 novembre 2009 e assegnata alla settima Commissione.)
Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula: "Norme e provvidenze in favore della famiglia". (87)
(Pervenuta il 9 novembre 2009 e assegnata alla settima Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione AGUS - DIANA Giampaolo in merito alla rinuncia della concessione mineraria di Santu Miali nel Comune di Furtei". (49)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione BEN AMARA sulla situazione delle lavoratrici e dei lavoratori considerati in esubero presso la VIP Sardegna agroalimentare di Oristano". (59)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio sulla legittimità dell'atto generale di variante al piano di zona ex legge n. 167 del 1972, in località Torangius, ad Oristano". (61)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla grave situazione occupazionale nella Provincia di Oristano". (73)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione LOCCI - DIANA Mario sulle problematiche inerenti la nomina di direttore dell'Unità operativa complessa di neurochirurgia". (80)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione VARGIU sulla legittimità dell'attribuzione di incarichi alla ASL 6 di Sanluri". (95)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione DIANA Giampaolo - AGUS in merito alle deliberazioni n. 34/20 del 20 luglio 2009 e n. 37/7 del 30 luglio 2009 relative all'area mineraria in località Santu Miali nei Comuni di Furtei e Serrenti". (107)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione MELONI Valerio - AGUS - BRUNO - CUCCU - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio sull'insediamento della Consulta regionale giovani". (16)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sul rilascio da parte del Servizio territoriale demanio e patrimonio di Oristano delle autorizzazioni temporanee per lo svolgimento di manifestazioni sportive". (35)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla mancata apertura del Museo Biasi". (43)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione AGUS in merito al finanziamento e allo sviluppo programmatico del Consorzio Forgea, di concerto con il Governo nazionale, in struttura internazionale sotto l'egida dell'Unesco". (50)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione ZUNCHEDDU - BEN AMARA - URAS - SECHI - ZEDDA Massimo, con
richiesta di risposta scritta, sull'Anfiteatro romano di Cagliari". (66)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione AGUS sul mancato contributo per l'organizzazione di pubblici spettacoli, ai sensi della legge regionale 22 gennaio 1990 n. 1, articolo 56, e successive integrazioni". (104)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DIANA Mario sul progetto per la realizzazione di un parco eolico "off shore" al largo delle coste di Is Arenas". (111)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI - VARGIU - COSSA - MELONI Francesco - FOIS - MULA sui licenziamenti effettuati dalla società Park auto sarda, appaltatrice dei servizi di custodia e vigilanza dei parcheggi regionali". (119)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla domanda per la realizzazione ed esercizio di un parco eolico offshore nel golfo di Is Arenas (Oristano)". (130)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione CAMPUS sul reintegro del consiglio comunale di Anela a seguito di sentenza del Consiglio di Stato". (55)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione GALLUS sulla paventata chiusura dell'agenzia di produzione INPS di Ghilarza". (117)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione CAPPAI sulla chiusura delle sedi periferiche INPS della Trexenta e del Sarcidano". (122)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla ipotesi di chiusura della sede dell'INPS, Agenzia di produzione di Ghilarza". (146)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione COCCO Daniele Secondo - SALIS - MARIANI sulla scuola di polizia a cavallo di Foresta di Burgos". (27)
(Risposta scritta in data 2 novembre 2009.)
"Interrogazione DE FRANCISCI - DIANA Mario sulla preclusione delle famiglie sarde alle agevolazioni previste dalla legge n. 2 del 2009". (84)
(Risposta scritta in data 2 novembre 2009.)
"Interrogazione SANJUST sulle problematiche inerenti i dipendenti dell'amministrazione provinciale di Cagliari ritenuti in esubero e trasferitisi, a fronte di incentivi economici, nelle province di nuova istituzione di Carbonia-Iglesias e Villacidro-Sanluri". (114)
(Risposta scritta in data 2 novembre 2009.)
"Interrogazione CAPELLI - OPPI - BIANCAREDDU - CONTU Felice - CAPPAI - MILIA - OBINU - STERI sull'esclusione di numerose aziende agro-pastorali dai risarcimenti dei danni derivanti dall'incendio del 23 e 24 luglio 2007". (11)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione BARDANZELLU sulla realizzazione di un pontile all'interno del Golfo di Cugnana in Comune di Olbia". (19)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione GALLUS - DIANA Mario - CHERCHI - GRECO sui danni alla Quercus suber derivanti dagli attacchi dei lepidotteri defogliatori". (24)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione DIANA Mario sulle tariffe praticate da Abbanoa per il conferimento dei liquami zootecnici provenienti dalle aziende di Arborea". (38)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione AGUS - DIANA Giampaolo in merito alla rinuncia della concessione mineraria di Santu Miali nel Comune di Furtei". (49)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione PIRAS - DIANA Mario - CONTU Mariano Ignazio - ZEDDA Alessandra - TOCCO - STOCHINO - DE FRANCISCI - SANNA Matteo sulla situazione ambientale dopo la chiusura della miniera d'oro di Furtei". (51)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione ZUNCHEDDU - BEN AMARA sul monitoraggio del Poligono interforze del Salto di Quirra a cura del Ministero della difesa". (53)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta sull' esercitazione militare svoltasi nel Mar Tirreno il 15 Giugno 2009, con interessamento del nord-est della Sardegna". (58)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione PIRAS sulle cause dell'incendio di Capo Pecora, Scivu e Is Arenas, in Comune di Arbus (VS), del 23 luglio 2009". (85)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione CAPPAI - CAPELLI - BIANCAREDDU - CONTU Felice - MILIA - OBINU - OPPI - STERI sullo smembramento dell' Istituto professionale di Stato per l'agricoltura e l'ambiente "Sante Cettolini" di Cagliari". (1)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione CAMPUS sulla mancata nomina dei consiglieri dell'ERSU di Sassari". (41)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione AGUS in merito al finanziamento e allo sviluppo programmatico del Consorzio Forgea, di concerto con il Governo nazionale, in struttura internazionale sotto l'egida dell'Unesco". (50)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione VARGIU - FOIS sulla grave situazione di malfunzionamento del Convitto annesso all'Istituto alberghiero di Stato di Alghero". (150)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione SOLINAS Antonio sulla scelta della seconda lingua straniera nelle scuole medie". (72)
(Risposta scritta in data 20 novembre 2009.)
"Interrogazione BRUNO sui ritardi delle funzioni relative ai bandi per l'attribuzione degli assegni di merito e del Master and Back". (123)
(Risposta scritta in data 20 novembre 2009.)
"Interrogazione CUCCU in riferimento all'erogazione dei contributi alle scuole dell'infanzia non statali in base alle deliberazione n. 41/8 dell'8 settembre 2009". (133)
(Risposta scritta in data 20 novembre 2009.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione PITEA - BARDANZELLU - PIRAS - RANDAZZO - TOCCO - RODIN - RASSU - LADU, con richiesta di risposta scritta, sullo stato del mercato di cereali nell'Isola e sull'introduzione di ingenti quantità sbarcate nel porto di Oristano asseritamente prive di controlli, anche sanitari". (139)
"Interrogazione DEDONI - VARGIU - COSSA - MELONI Francesco - FOIS - MULA - SANNA Paolo Terzo - RASSU - PETRINI, con richiesta di risposta scritta, sulle merci in ingresso nella Regione Sardegna". (140)
"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, per un intervento presso il Governo nazionale affinché, in deroga al blocco delle assunzioni, immetta in ruolo gli ultimi restanti della graduatoria per ispettore del lavoro". (141)
"Interrogazione SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU - BEN AMARA, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata erogazione del contributo da parte della Regione previsto dalla legge regionale 30 maggio 2008, n. 8, spettante ai familiari dell'operaio algherese Mario Soggiu, deceduto sul lavoro". (142)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sull'ingiustificato ritardo della nomina del direttore del servizio dei Servizi territoriali dell'Ente foreste di Nuoro e Lanusei". (143)
"Interrogazione MULA - PITTALIS - LADU - CAPELLI, con richiesta di risposta scritta, sulla delibera avente per oggetto il Programma unitario degli interventi urgenti di messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico nei bacini idrografici dei comuni interessati e per il ripristino delle opere di interesse pubblico nelle aree colpite dagli eventi alluvionali del 2008". (144)
"Interrogazione LAI - SANNA Matteo - BARDANZELLU, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del Consorzio di bonifica della Gallura e sui provvedimenti da adottare per superare le difficoltà del Consorzio medesimo, conseguenti all'applicazione della riforma della legge regionale 6 dicembre 2006, n.19 (Disposizioni in materia di risorse idriche e bacini idrografici), deliberata nella precedente legislatura, in attuazione di alcune disposizioni della parte terza del decreto legislativo n. 152 del 2006 quali il recepimento della direttiva comunitaria n. 2000/60/CE". (145)
"Interrogazione DEDONI, con richiesta di risposta scritta, sulla ipotesi di chiusura della sede dell'INPS, Agenzia di produzione di Ghilarza". (146)
"Interrogazione ZEDDA Alessandra - PIRAS - CONTU Mariano Ignazio - STOCHINO, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione di un contributo per la realizzazione di un canile privato nel Comune di San Gavino Monreale alla Cooperativa COP". (147)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
ZUNCHEDDU, Segretario:
"Mozione ZUNCHEDDU - URAS - BEN AMARA - SECHI - ZEDDA Massimo sulla realizzazione della metropolitana sotterranea di Cagliari e hinterland". (26)
"Mozione BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla necessità di dare immediato avvio ad un dibattito sulle riforme e sullo Statuto di autonomia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (27)
"Mozione CUCCU - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla privatizzazione dell'acqua e dei servizi idrici introdotta dall'articolo 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito in legge il 19 novembre 2009, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (28)
Giuramento di Assessore tecnico
PRESIDENTE. Comunico che, in data 10 novembre 2009, è pervenuta nota del Presidente della Regione con la quale comunica di aver nominato, con decreto numero 97 del 5 novembre 2009, il dottor Francesco Manca assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
Ricordo che gli Assessori nominati dal Presidente della Regione, non consiglieri regionali, devono prestare giuramento ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, numero 250.
Invito pertanto l'Assessore ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
Do lettura della formula del giuramento prevista dall'articolo 3 del citato D.P.R.: "Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".
Invito pertanto l'Assessore Manca a rispondere: "Giuro".
MANCA, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Giuro.
(Applausi)
PRESIDENTE.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, stamattina inizia la discussione in Aula (siamo già nella sessione di bilancio) del Programma regionale di sviluppo, della finanziaria e del bilancio in un momento, io credo, drammatico per la Sardegna a causa dello smantellamento dell'apparato industriale. Mi rendo conto che in sessione di bilancio non sono ammessi né in Aula né in Commissione altri argomenti all'ordine del giorno, però, dovendo affrontare con la finanziaria, col Programma regionale di sviluppo, comunque le politiche, le strategie di sviluppo per la nostra Isola, non possiamo non tener conto della situazione contingente.
Non possiamo cioè non tenere conto del fatto che, come Consiglio regionale, vogliamo e dobbiamo accompagnare anche iniziative come la manifestazione prevista per domani a Roma.
Pertanto, anche sulla base della mozione unitaria che il centrosinistra ha posto all'attenzione dell'Aula, della Presidenza, chiedo che sia data la possibilità di poter affrontare, in questa sessione di bilancio, i temi legati allo smantellamento dell'apparato industriale e alle possibilità di sviluppo della nostra Isola.
Tra l'altro ricordo l'impegno assunto (è un tema attinente) dal presidente Cappellacci di riferire entro il mese di novembre, oggi è il 25 mi pare, sulla situazione dei fondi FAS, sul mantenimento per la Sassari-Olbia delle procedure accelerate per la realizzazione dell'opera in due anni e mezzo, sulla delibera Cipe che veniva data un mese e mezzo fa come imminente e che ancora non è pervenuta. Insomma l'esigenza di dover discutere, anche sulla base di una relazione che il Presidente della Regione vorrà farci, tenuto conto dell'impegno preso in questo Consiglio regionale, l'esigenza di dover prendere delle decisioni per accompagnare una manifestazione popolare sulla crisi dell'industria in Sardegna, credo ci debba permettere in via del tutto eccezionale di sospendere i lavori relativi alla finanziaria e di affrontare questo argomento. Presidente, si potrebbe magari convocare una Conferenza dei Capigruppo per poter decidere insieme il calendario dei nostri lavori.
PRESIDENTE Onorevole Bruno, prendo atto della sua richiesta e concordo con lei sull'opportunità di convocare una Conferenza dei Capigruppo. Io proporrei all'Aula di far svolgere le relazioni di maggioranza e di minoranza della finanziaria e poi di indire la Conferenza dei Capigruppo. Poiché non rilevo opposizioni procediamo secondo quanto proposto..
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione generale congiunta del documento numero 9/A e dei disegni di legge numero 76/S/A e 77/A. Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signora Presidente e onorevoli colleghi, nel corso della discussione in Commissione bilancio del disegno di legge sulla manovra finanziaria 2010 è progressivamente maturato un clima di interesse verso il merito delle gravi questioni finanziarie che oggi sono all'attenzione di questo Consiglio, e di progressivo abbandono delle posizioni strumentali che spesso la dialettica tra maggioranza e opposizione sembra imporre alle parti politiche.
Io, in questo clima distratto e di gente che non si rende conto di quello che sta accadendo, mi vorrei attenere a questo clima, per cui tenterò di fornire all'Aula in modo asettico la portata della responsabilità che da oggi cominceremo ad assumerci.
La nostra situazione è aggravata da un sistema industriale le cui dinamiche sono decise altrove, e che necessiterebbe di poteri e di difese di cui la Regione non dispone. Il problema centrale per il sistema industriale della Sardegna è il ruolo del Governo italiano. Da che parte sta il Governo? So perfettamente che ad alcuni palati fini questa domanda semplice può apparire brutale, ma io sto con la vecchia scuola che afferma che ogni problema economico è prima di tutto un problema politico, perché nel mondo degli affari contano sì i costi, i prezzi, i margini, ma conta anche moltissimo la forza che difende gli interessi in campo.
Noi non abbiamo un potere nazionale che ci difenda. La migliore risposta all'abbandono della Sardegna alla mercé dei maneggi internazionali è assumere una dimensione nazionale. Lo dico come contributo personale, non di sintesi evidentemente dei lavori della Commissione. La reazione giusta all'abbandono, ai soldi erogati alle multinazionali mentre fuggono, alle multinazionali che fanno arrugginire gli impianti, ai consiglieri regionali che non leggono le carte e che non ascoltano quando si parla, l'unica risposta dei sardi è diventare uno Stato indipendente per ricordare all'Europa che siamo in Europa. È inevitabile uno strappo istituzionale, diversamente ritorneremo a essere poveri.
Nel merito dei numeri questa che segue è la legge finanziaria che avrete all'esame. Sul versante dell'entrata la scelta politica, che sosteniamo con convinzione e determinazione, è difendere l'aumento di entrate garantito dal nuovo articolo 8 dello Statuto, definito nell'ambito del negoziato sulle entrate del 2006. Ne consegue l'iscrizione in entrata di un miliardo e 300 milioni in più; tuttavia il Governo regionale non ha mancato di avvertire questo Consiglio che il Governo nazionale ritiene essere necessarie, per l'erogazione delle nuove entrate, norme di attuazione che ad oggi mancano. Qui sta dunque la prima scelta a cui sono chiamate le forze politiche: contestare oppure no la necessità di norme di attuazione.
C'è poi l'obbligo di sottolineare l'aspetto più preoccupante di questa delicatissima vicenda delle entrate. Il Governo italiano in questo momento non è in grado di erogare le nuove entrate che spettano alla Sardegna perché, essendo sottoposto anch'esso al patto di stabilità, per poter aumentare la sua spesa, trasferendo ai sardi quanto pattuito, deve avere a sua volta nuove entrate in aumento, che attualmente ancora non ci sono. In ultima analisi il Governo italiano al momento dell'accordo con la Regione sarda sul nuovo regime delle entrate ha firmato un pagherò per il 2010 privo di copertura finanziaria.
Sul versante del rapporto tra entrate e spese la manovra fa una scelta importante: si paga il disavanzo 2008, cioè si coprono i debiti; ma, primo, non ci si indebita per gli investimenti e dunque non si autorizzano nuovi mutui, si confermano tutti gli interventi di sostegno al reddito e alla persona e di contrasto alla povertà varati nella finanziaria 2009, si liberano 300 milioni di euro per infrastrutture, istruzione e formazione e politica del credito del sistema produttivo. Sono scelte importanti che vengono sottoposte all'attenzione del Consiglio con un testo asciutto, senza norme intruse. Il Consiglio ne saprà certamente apprezzare la portata.
Sul versante della spesa incombono comunque tanti fattori negativi che ripropongono alla nostra attenzione il tema della sovranità negata alla Sardegna. Niente, colleghi, si sottrae alla domanda del chi decide, del dove si decide, del come si decide, e del per che cosa si decide. In primo luogo si pone la questione del patto di stabilità. E' inutile nasconderlo, lo Stato ha usurpato il potere di decidere quanto si spende, quando si spende e quanto si impegna nella Regione e nei Comuni, le conseguenze sono devastanti.
La prima conseguenza è che la differenza tra il bilancio di competenza e il bilancio reale di cassa è così ampia da produrre montagne di residui. La seconda è che il bilancio di competenza oramai si sta trasformando in un bilancio meramente indicativo rispetto all'annualità di riferimento. La terza è che bloccandosi la spesa della pubblica amministrazione, più o meno a metà anno, le imprese che vantano crediti verso la Regione e verso gli enti locali, per la seconda metà dell'anno, finanziano il sistema pubblico. Il sistema Sardegna si sta indebitando perché lo Stato ha messo la mordacchia alle nostre istituzioni.
C'è però sul versante della spesa una questione tutta oramai nella nostra esclusiva responsabilità: la spesa sanitaria. E' bene avere chiaro che dal 2010 la Regione copre tutti i costi della sanità, come pure è bene avere chiaro che non tutti i costi sono sotto il controllo della Regione, giacché i rinnovi contrattuali vengono negoziati su base nazionale. Anche facendo una stima prudente dell'incremento della spesa è ragionevole pensare che essa aumenti di 700-800 milioni di euro in 5 anni. Al ritmo della crescita del Pil della Sardegna questi incrementi sono insostenibili. Limitandoci al solo 2010 la posta messa a bilancio, a copertura della quota regionale del disavanzo 2008 e del fabbisogno 2009, pari a 260 milioni, si è rivelata in Commissione sufficiente solo per la stima del disavanzo 2009. Questa sanità non è più sostenibile.
Ora le forze politiche possono naturalmente usare questa emergenza finanziaria per fare polemica, oppure le forze politiche possono fare un patto di reciproco affidamento per combattere insieme sprechi e localismi, per migliorare i servizi e ridurre, o almeno mantenere, la spesa ai livelli attuali. Insomma, la sanità per essere riformata seriamente ha bisogno di una severa medicina e di un grande consenso politico. Io vedo questa strada senza alternative e da percorrere a breve, al massimo entro marzo.
Sul versante della spesa vi è poi una grandissima questione sociale e amministrativa. Non solo questo Esecutivo ma si potrebbe dire tutti i Governi hanno stanziato importanti risorse per il sociale, per il sostegno al reddito, per le politiche attive del lavoro, per l'auto-impiego, per la micro-impresa; ebbene, questa mole di risorse tendenzialmente è rimasta sulla carta. E' una sconfitta del Consiglio regionale, perché sono risposte al bisogno che la politica ha dato e che l'amministrazione ha negato.
La scelta fatta da questo Governo di intervenire sul fabbisogno, anche direttamente attraverso i comuni con i cantieri comunali, dimostra che questo è un buon canale di spesa. Abbiamo speso tutto, adesso però bisogna attivare bene e dare attuazione alla legge regionale "20". Lo dico incidentalmente a proposito dei comuni, la polemica sul Fondo unico strumentale, nella relazione di maggioranza allegata al disegno di legge ho trovato una tabella sui trasferimenti ai comuni dal 2007 che dimostra che, a fronte di un aumento delle entrate della Regione pari al 20,2 per cento, il Fondo unico dei comuni (comprensivo degli stanziamenti anche per i cantieri comunali) è aumentato del 26 per cento.
Passiamo al lavoro; bisogna chiedersi quale sia l'utilità attuale dell'Agenzia del lavoro, cioè qual è l'utilità della burocrazia che sta intorno alle politiche attive del lavoro. Io credo che non ci sia più spazio nei conti e nelle coscienze per i giochi di specchi della politica. Sul versante dello sviluppo questa finanziaria va a completare il quadro delineato con la finanziaria e con il collegato del 2009; si punta chiaramente a fondare lo sviluppo sull'imprenditore locale, sul suo sapere e sul suo saper fare. Questo è il senso del Piano regionale di sviluppo: al centro la persona, al centro chi sa fare sviluppo.
Si sono modificate le norme sulla programmazione negoziata, sul Welfare, sui processi di rilancio delle aree di crisi, si è modificata la natura della SFIRS, la si è allontanata dalle banche e avvicinata alle imprese, si è iniziata una lunga battaglia sulla stretta creditizia mettendo 150 milioni di euro di fondo di contro garanzia, si è inserito in legge l'istituto del leasing immobiliare che permetterà a questa Regione di fare la Sassari Olbia, se lo vorrà fare, senza andare con il cappello in mano a Roma. Si sono accantonati 50 milioni di euro per la legge sulla scuola e sulla formazione professionale.
Ci stiamo preparando a fare da soli, come si vede, ma se nel frattempo si fa implodere il sistema della grande industria e non veniamo difesi dagli oligopoli, l'emergenza sociale consumerà tutti gli spazi di consenso. Noi facciamo la nostra parte, ma è ormai indispensabile denunciare che più della metà del nostro bilancio è destinato alle compartecipazioni POR e orientato su obiettivi gestiti con metodi decisi a Bruxelles: bisogna togliersi di dosso il dominio della burocrazia europea.
E' su questa rinnovata coscienza della nostra responsabilità che dobbiamo valutare anche altre crisi. Questa finanziaria aumenta di 9 milioni di euro il contributo alle università sarde; anche in questo caso l'obbligo all'intervento nasce dalla fuga dello Stato che ha tolto 32 milioni di euro in tre anni ai due atenei per parametri di rating che non valutano gli atenei ma il territorio in cui sono inseriti. Le università sarde dovranno ridurre l'offerta formativa a sei facoltà ciascuna, il quadro finanziario dunque attualmente è incompatibile con il mantenimento in essere dell'università diffusa così come la conosciamo.
Bisogna cambiare passo, bisogna chiedere all'Università di rinnovarsi, di favorire l'esodo dei sessantenni, di ottimizzare i costi e, in virtù di questo sforzo, sedersi con la Regione e stipulare un protocollo d'intesa che elevi la qualità della formazione, l'efficienza della spesa, i servizi alla didattica e alla residenza. Questo è il quadro di responsabilità che questa finanziaria vi propone, sta al Consiglio riconoscerne e promuoverne l'onestà e l'ambizione di giustizia e di equilibrio.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Barracciu, relatrice di minoranza. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.),relatore di minoranza. Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, oggi prende avvio una discussione molto importante per la nostra Isola, per l'intera comunità regionale, oggi tra l'altro è importante perché prendiamo atto che la maggioranza vuole andare verso l'indipendenza dell'Isola rispetto allo Stato nazionale e prendiamo anche atto che, attraverso la relazione di minoranza, si è creata una forte e dura opposizione al Governo nazionale. La giornata odierna è molto importante anche per questo.
Dopo l'iter in Commissione ci apprestiamo infatti a discutere in quest'Aula importanti documenti: il Programma regionale di sviluppo, la manovra finanziaria e di bilancio. Documenti i cui contenuti dovrebbero incidere positivamente sulla vita delle persone come sulle sorti dell'intero sistema socio-economico regionale. C'era da parte degli attori economici e sociali, ma anche delle comunità, molta attesa intorno a questi documenti sia perché la situazione economica della nostra Isola è ormai al collasso totale, sia perché dopo annunci e rimandi i sardi finalmente, dopo nove mesi di governo, saranno messi a conoscenza di qual è l'idea di Sardegna che il centrodestra intende realizzare e di quali sono gli strumenti messi a punto per concretizzarla.
La prima finanziaria, avete precisato sempre, non era la vostra finanziaria, il collegato non era un collegato e via dicendo. Oggi finalmente ci sono il vostro Programma regionale di sviluppo e la vostra manovra; e ci aspettavamo finalmente, Presidente, le ricette per tornare a sorridere, quelle annunciate. Altro che sorridere! La nostra Isola è una valle di lacrime, e il tempo entro il quale potevate avanzare le scuse di essere da poco al Governo, quel tempo è scaduto.
Il Programma regionale di sviluppo e la manovra altro non fanno che confermare ancora una volta le distanze abissali tra le promesse elettorali, che avete offerto ai sardi, e i fatti concreti; tra le dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci, pronunciate in quest'Aula, e l'azione di governo. Distanze che vengono meno per un aspetto, rispetto al quale invece abbiamo purtroppo ravvisato una perfetta coerenza tra le parole del Presidente e i fatti: l'assenza di una grande idea per la Sardegna; in questo caso la coerenza è massima.
Il Presidente, ricordate colleghi, dichiarò come non ci fosse bisogno di una grande idea per la Sardegna, e i documenti alla nostra attenzione questo testimoniano con perfetta coerenza. Nessuna idea né grande né piccola; alcune costruzioni linguistiche, colleghi, costruite ad hoc da esperti in comunicazione sono finalizzate a persuadere in maniera, più o meno occulta, le persone che non solo la situazione cambia ma addirittura migliora!
Queste tecniche sono piuttosto utilizzate nel mondo della politica. Qualche decennio fa, per esempio, si decise che non era adatto denominare il sud del mondo "paesi sottosviluppati" e vennero eufemisticamente definiti "paesi in via di sviluppo". Si capisce quale effetto questo passaggio fece sortire in quelle popolazioni che continuavano a penare per miserie e carestie mentre l'altra parte ricca del mondo (un terzo) poteva sentirsi sollevata dalle proprie responsabilità.
In Italia la creatività linguistica del Presidente del Consiglio, e dei suoi onorevoli avvocati, ha tentato di far svanire nel nulla una crisi dalle proporzioni devastanti; oggi voi cercate di far passare come Programma regionale di sviluppo un tomo, all'apparenza consistente, di qualche chilo di peso e ben colorato, che descrive la situazione e parla di perseguimento del benessere. Peccato abbia il difetto di non far intravedere il futuro, di non proporre strategie, visioni, soluzioni, obiettivi misurabili, capaci di superare il momento drammatico che la Sardegna vive.
Eppure sappiamo, dagli ultimi dati economici disponibili, che dall'inizio di quest'anno la fase recessiva dell'economia della Sardegna si è ulteriormente aggravata; tutti hanno avvertito gli effetti della crisi economico-finanziaria internazionale ed alcuni più di altri. Il settore industriale, è sotto gli occhi di tutti, registra livelli storicamente molto bassi. Fatturato ed investimenti continuano, anche in quest'ultimo trimestre, a ridursi. In Sardegna abbiamo oggi meno imprese, meno capacità produttiva e la flessione è più accentuata nei nostri comparti più tradizionali e caratteristici, quali il tessile, la lavorazione del legno e del sughero e dei minerali non metalliferi.
Le imprese hanno ridotto i loro investimenti e le esportazioni si sono dimezzate con una variazione che è la più accentuata tra le regioni italiane. Com'era inevitabile dal momento che né il Governo nazionale, né quello regionale hanno messo in campo politiche di contenimento degli effetti della crisi. La fase congiunturale negativa si è riflessa evidentemente sul mercato del lavoro. Il calo dell'occupazione in Sardegna, in base alla rilevazione dell'Istat sulle forze di lavoro, nei primi mesi del 2009 è stato del 3,2 per cento su base annua. Una flessione ben superiore alla media nazionale e che quasi raddoppia se considerata in riferimento all'industria, il 6,2 per cento; così aumenta il ricorso delle imprese alla cassa integrazione guadagni per quasi tutti i comparti del settore industriale. Vi ricorrono in particolare l'impresa metallurgica e quelle estrattive con un numero di ore, nei primi sette mesi del 2009, superiore del 68,6 percento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Non passa giorno in cui le cronache economiche della Regione non svelino nuove chiusure, annunci di riduzione del personale, proteste anche estreme di lavoratori disperati poiché privati di un diritto essenziale, costituzionale, quello del lavoro.
Ma sono anche le cronache sociali e culturali ad impensierirci. Il mondo della scuola è in subbuglio per la sottrazione di risorse non solo a livello nazionale ma anche regionale; una scuola che annuncia lo sciopero generale per il prossimo 11 dicembre. Meno risorse e procedimenti più tortuosi per il Master and Back, scomparse le risorse che miravano a garantire il consolidamento dei saperi di base degli studenti, distratte per sopperire alla chiusura della borsa statale per il pagamento di precari e insegnanti di sostegno.
In Sardegna ci sono 147 ultra sessantacinquenni ogni 100 giovani. Nella Provincia di Oristano sono addirittura 178 gli anziani su 100 giovani. Inoltre l'incremento demografico nell'isola è minimo ed è positivo solo grazie agli immigrati. E' evidente che un tale squilibrio comporta squilibri nella produzione di reddito e comporta anche squilibri territoriali specie tra i paesi in cui risiedono per la maggior parte, per esempio, gli anziani e che si svuotano e si impoveriscono sempre più e le città che comunque non riescono ancora a decollare.
Il vostro Programma regionale di sviluppo cita l'invecchiamento della popolazione, fornisce dati e osservazioni con cui sarebbe impossibile dissentire tale è l'ovvietà. Il problema in questo caso, come negli altri, è che il Programma regionale non propone alcuna strategia, nessuna strategia per il rilancio dei comuni dell'interno. Da ieri, Presidente, è occupato il comune di Orgosolo perché, dopo aver messo a punto anche nella passata legislatura un piano di sviluppo locale alternativo per le zone interne della Sardegna che era finanziato dalla Giunta precedente, il progetto Supramonte che coinvolge non soltanto Orgosolo ma anche Oliena, Dorgali, Urzulei, si è saputo che per quel progetto non ci sono più i finanziamenti.
Chiude l'industria nel nuorese e vengono cassati i progetti alternativi che vanno oltre l'industria e tentano di trovare lo sviluppo con la strada della valorizzazione dell'ambiente e dei saperi locali. Questo è inaccettabile e chiederei appunto che il Consiglio si occupi anche di questa questione.
Nessuna strategia per creare benessere nella popolazione; laddove prova a suggerire soluzioni, considerando gli anziani unicamente come soggetti di cure e assistenza sanitaria, lo fa contraddicendo le disposizioni già adottate in questi mesi. E' possibile, infatti, suggerire, così si legge, l'esigenza "di un'assistenza sanitaria e un'assistenza a lungo termine accessibile, sostenibile e di elevata qualità e con livelli omogenei in tutto il territorio regionale" quando l'azione della Giunta è dichiaratamente rivolta alla centralizzazione dei servizi e alla lottizzazione dell'intero settore? Ecco perché sostengo che questo Programma regionale di sviluppo è un piccolo trattato psico demagogico che non prospetta alcuna soluzione rispetto ai problemi concreti di corto, medio e lungo periodo che la Sardegna ha bisogno di superare.
A cosa serve dichiarare che i dati di maggiore preoccupazione del sistema Sardegna sono senza dubbio gli indicatori sui livelli di istruzione e riconoscere che la formazione, non integrata con il mondo del lavoro, ha svolto un ruolo, così si legge, di mero assistenzialismo per i giovani inoccupati se poi si tagliano i fondi a disposizione per la scuola, si dimenticano le scuole dell'infanzia, si accetta l'appalto di spese statali e si ripristina quel sistema di formazione regionale che ha foraggiato gli enti di formazione, in particolare le sue alte dirigenze, senza mai aver inciso sul mondo del lavoro. Insomma, ciò che emerge con immediatezza dalla manovra di bilancio regionale è la distanza, Presidente...
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Barracciu, ma ho già richiamato più volte.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Se non interessa smetto, anche perché possiamo accodarci alla relazione di maggioranza che risponde molto anche ad alcune convinzioni di questa minoranza.
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il brusìo c'è sia dalla parte della maggioranza che dalla parte della minoranza; non facciamo questo genere di osservazioni.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Pertanto, ciò che emerge con immediatezza dalla manovra di bilancio regionale è la distanza tra la profondità e l'ampiezza della crisi economica e sociale della Sardegna e le misure previste.
E' una finanziaria snella, si dice, in linea con gli obiettivi della legge finanziaria. Non direi snella, direi senza sostanza, semmai. Nel Programma di sviluppo si mette in evidenza la dimensione strutturale della crisi economica e dall'altro nessun orientamento per superare questa situazione è approvato. Il rapporto OCSE di questi giorni prevede una lieve partenza della crescita italiana accompagnata da una crescita della disoccupazione, una ripresa senza lavoro dunque, che non può che preoccupare le aree economiche strutturalmente deboli come la nostra.
Del resto non c'è bisogno di ricorrere ai rapporti delle organizzazioni internazionali per certificare una realtà in crisi grave, una base produttiva che sta saltando per aria in quelle che fino a qualche anno fa erano le aree industriali della Sardegna e oggi sono diventate o stanno per diventare un deserto: da Portovesme ad Ottana, da Porto Torres ad Arbatax, solo voi sembrate non accorgervi.
Nei momenti di crisi è fondamentale il ruolo stabilizzatore della spesa pubblica volto a riattivare gli investimenti e i consumi partendo dalla constatazione che le sole forze del mercato non sono nelle condizioni di riattivare processi di crescita in grado di allargare la base produttiva e quella occupativa. Invece ad oggi l'unica cosa evidente, che è successa durante questi nove mesi di governo, è il cambio di due assessori, anzi tre fra breve.
Certo nessuno pensa che la manovra della sola spesa pubblica regionale possa assolvere compiti di tale portata. Quello che occorre è rivendicare interventi organici e forti da parte del Governo nazionale di cui parlava prima l'onorevole Maninchedda, non telefonate a Putin mai effettuate o, se effettuate, di nessuna efficacia, non rassicurazioni verbali sulla risoluzione dei problemi del costo energetico della Alcoa di Portovesme, prontamente smentiti da annunci di serrata da parte dei padroni dell'azienda, non solo gli atteggiamenti servili e ossequiosi nei confronti di un Governo che, dal giorno dopo le elezioni regionali, non ha fatto altro che rifilare schiaffoni alla Sardegna.
Regioni come la Sicilia, che pure hanno lo stesso colore politico della maggioranza nazionale, non hanno l'atteggiamento ubbidiente della nostra Giunta se è vero che hanno ottenuto e stanno ottenendo risorse finanziarie notevoli sia sotto forma di disavanzi comunali coperti, sia con l'assegnazione di fondi FAS precedentemente ripartiti ad altre Regioni.
La storia passata e recente della Sardegna dimostra che è possibile dare prova di unità e tenacia in difesa degli interessi primari del popolo sardo, così come avvenne con la politica rivendicativa degli anni '70 e '80, così come avvenne con le battaglie portate avanti nella passata legislatura dalla giunta Soru anche quando al Governo vi erano maggioranze dello stesso colore politico.
Il compito della Giunta regionale non è quello di difendere il Governo, Presidente, ma gli interessi della Sardegna; invece registriamo che non c'è una manovra organica della spesa pubblica regionale per politiche attive del lavoro, né per favorire politiche di rilancio della piccola impresa industriale e artigiana. Non c'è soprattutto una visione integrata tra utilizzo delle risorse finanziarie che lo Stato ha il dovere di mettere a disposizione della Sardegna e le risorse regionali che ci spettano in base al nuovo sistema di entrate ottenuto due anni fa.
Sembra invece darsi per scontato che il nuovo sistema debba essere attivato attraverso il meccanismo delle norme di attuazione, meccanismo che storicamente da strumento protettivo della specialità delle autonomie è diventato strumento nelle mani di burocrazie ministeriali per ritagliare quanto più possibile e ridurre ciò che con legge la Regione ha ottenuto, per ritardarne il più possibile l'applicazione.
Come ben sappiamo, e sapete, nell'83 venne modificato radicalmente con la legge numero 122 il sistema delle entrate regionali, sistema che ha operato fino a oggi. Nel '93 venne riconosciuto che le entrate regionali dovevano ricomprendere anche i tributi derivanti dalle retribuzioni dei dipendenti delle aziende localizzate in Sardegna e aventi sede legale fuori da essa. Perché l'attivazione del nuovo sistema dovrebbe passare attraverso le forche caudine delle norme di attuazione? Perché? Non ce n'è nessun bisogno: la Regione ha il pieno diritto e dovere di esigere dallo Stato, a far data dal 1º gennaio 2010, il totale riversamento nelle casse regionali della maggior parte delle entrate spettanti; è dunque assolutamente necessario che l'Esecutivo si attivi proficuamente in tal senso respingendo con forza eventuali tentativi del Governo.
E in questi giorni abbiamo - i dubbi su questo stanno crescendo notevolmente - tentativi del Governo di mettere in discussione quanto proficuamente conquistato nel 2007, magari accampando capziosamente la riforma federalista dello Stato.
Ancora, quali iniziative, cioè iniziative a voce alta e da portare avanti sino in fondo, si intendono assumere per rendere il patto di stabilità compatibile con la crisi economica che rischia di travolgere la nostra Isola, così come richiesto unanimemente anche da tutte le parti sociali audite in Commissione? Questa manovra stanzia per l'anno 2010 risorse in misura superiore, lo sappiamo, all'effettiva possibilità di spesa riconosciuta alla Regione dal patto di stabilità interno. A oggi non risulta che la proposta di attenuazione dei vincoli avanzata dal Presidente della Regione sia stata accolta o visualizzata dal Governo. La Sardegna si troverà pertanto a godere di maggiori entrate senza tuttavia trovarsi nella condizione di poter spendere.
A dispetto di ciò, delle indicazioni evincibili dalla recente indagine conoscitiva sulle cause di formazione dei residui passivi disposta nel 2009 e di quanto affermato nello stesso Programma regionale di sviluppo, che propone forme di disimpegno automatico delle risorse sul modello comunitario, disegno di legge finanziaria e di bilancio, peraltro, appaiano inspiegabilmente infarciti da continue conservazioni sul conto residui passivi delle risorse non impegnate nei termini, e da generiche e non quantificate autorizzazioni all'Assessore del bilancio ad apportare, con proprio decreto e in assoluta discrezionalità, variazioni al bilancio approvato dal Consiglio.
La montagna, dopo nove mesi, ha partorito un topolino, una manovra finanziaria tutta vostra, fatta di interventi dispersivi e scarsamente incisivi, che appaiono più come un insieme di stanziamenti scoordinati, fatti apposta per accontentare le richieste dei diversi Assessori e delle lobbies più forti, che parte di un progetto organico. Abbiamo ben capito, peraltro, che l'approssimazione e la confusione politico-programmatica non finirà qui. Varata velocemente questa manovra, i cui tempi di approvazione saranno utili soprattutto per farvi propaganda sulla presunta efficienza, vi apprestate ad approvare il caro collegato, in cui già sappiamo si farà strage di leggi e leggine con buona pace del Consiglio regionale, della sua dignità, ma soprattutto con buona pace dei bisogni della nostra Isola.
Staremo a vedere. Nel frattempo noi daremo battaglia su questo. Si sottraggono le risorse del fondo unico dovute per legge agli enti locali, di cui anche il Presidente della Commissione rileva l'andamento veloce della spesa dei fondi ad essi trasferiti, e si illude contemporaneamente il sistema delle imprese con una proposta del credito di imposta che, difficilmente, in virtù della restrittiva normativa comunitaria, e secondo quanto disposto dal Presidente del Consiglio il 3 giugno 2009, potrà sortire gli effetti annunciati.
La proposta infatti, considerata l'atavica condizione di crisi in cui versa l'economia sarda, e la decisione assunta di rivolgerla soltanto alle imprese che abbiano, alla data del 31 agosto 2009, non più di quindici dipendenti, appare di per sé prevedibilmente destinata a non sortire effetti positivi.
Nella scorsa legislatura, il centrosinistra ha adottato un modello di sviluppo che investiva, a partire dalle generazioni più giovani, sull'intera società. Non è l'io che serve sviluppare; se l'io non è in relazione con l'altro non è capace di produrre né sviluppo né altro. Di Ego profondamente e pericolosamente deformati ne vediamo nelle pagine politiche di questi giorni fin troppi. Se vogliamo parlare di sviluppo, dobbiamo rivolgerci all'intera società nelle sue varie articolazioni, di cui è utile semmai sviluppare la capacità di intessere relazioni, di formulare progetti, e finalmente di realizzarli.
Ma i progetti si realizzano se ci sono le condizioni strutturali, se il terreno intorno è stato concimato, se si mettono in campo tariffe energetiche concorrenziali, se i trasporti assicurano una efficace e tempestiva mobilità, se è stato sollecitato lo sviluppo di un tessuto economico, ambientale, culturale e sociale nel quale i progetti possano attecchire, trovare esecuzione. Pensiamo che la politica, il Governo regionale, il Consiglio regionale, anche oggi, soprattutto oggi, abbiano il dovere di fare questo: creare le condizioni perché le potenzialità di ognuno possano esprimersi al meglio. E nei giorni che ci separano dall'approvazione di questa manovra noi ci adopereremo, con le nostre proposte, affinché questa prospettiva possa realizzarsi per la Sardegna anche con questa finanziaria. Ancora così non è.
PRESIDENTE. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 di questo pomeriggio. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Mario Floris. Convoco la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta alle ore 11 e 47.
Allegati seduta
LXIV Seduta
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 25 novembre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 56.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 13 ottobre 2009 (56), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Pietro Cocco, Marco Meloni, Franco Mula, Giacomo Sanna, Matteo Sanna e Renato Soru hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 25 novembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Sanna Giacomo - Solinas Christian - Dessì - Maninchedda - Planetta: "Norme di indirizzo per il rilascio delle concessioni demaniali marittime". (84)
(Pervenuta il 28 ottobre 2009 e assegnata alla terza Commissione.)
Sanna Gian Valerio: "Istituzione del Comitato per la legislazione". (85)
(Pervenuta il 20 ottobre 2009 e assegnata alla prima Commissione.)
Cuccureddu - Floris Mario - Mulas - Steri - Campus - Pittalis -
Meloni Francesco - Zedda Alessandra: "Disciplina delle pet therapy in Sardegna". (86)
(Pervenuta l'11 novembre 2009 e assegnata alla settima Commissione.)
Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula: "Norme e provvidenze in favore della famiglia". (87)
(Pervenuta il 9 novembre 2009 e assegnata alla settima Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione AGUS - DIANA Giampaolo in merito alla rinuncia della concessione mineraria di Santu Miali nel Comune di Furtei". (49)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione BEN AMARA sulla situazione delle lavoratrici e dei lavoratori considerati in esubero presso la VIP Sardegna agroalimentare di Oristano". (59)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio sulla legittimità dell'atto generale di variante al piano di zona ex legge n. 167 del 1972, in località Torangius, ad Oristano". (61)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla grave situazione occupazionale nella Provincia di Oristano". (73)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione LOCCI - DIANA Mario sulle problematiche inerenti la nomina di direttore dell'Unità operativa complessa di neurochirurgia". (80)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione VARGIU sulla legittimità dell'attribuzione di incarichi alla ASL 6 di Sanluri". (95)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione DIANA Giampaolo - AGUS in merito alle deliberazioni n. 34/20 del 20 luglio 2009 e n. 37/7 del 30 luglio 2009 relative all'area mineraria in località Santu Miali nei Comuni di Furtei e Serrenti". (107)
(Risposta scritta in data 19 ottobre 2009.)
"Interrogazione MELONI Valerio - AGUS - BRUNO - CUCCU - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio sull'insediamento della Consulta regionale giovani". (16)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sul rilascio da parte del Servizio territoriale demanio e patrimonio di Oristano delle autorizzazioni temporanee per lo svolgimento di manifestazioni sportive". (35)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla mancata apertura del Museo Biasi". (43)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione AGUS in merito al finanziamento e allo sviluppo programmatico del Consorzio Forgea, di concerto con il Governo nazionale, in struttura internazionale sotto l'egida dell'Unesco". (50)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione ZUNCHEDDU - BEN AMARA - URAS - SECHI - ZEDDA Massimo, con
richiesta di risposta scritta, sull'Anfiteatro romano di Cagliari". (66)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione AGUS sul mancato contributo per l'organizzazione di pubblici spettacoli, ai sensi della legge regionale 22 gennaio 1990 n. 1, articolo 56, e successive integrazioni". (104)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DIANA Mario sul progetto per la realizzazione di un parco eolico "off shore" al largo delle coste di Is Arenas". (111)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI - VARGIU - COSSA - MELONI Francesco - FOIS - MULA sui licenziamenti effettuati dalla società Park auto sarda, appaltatrice dei servizi di custodia e vigilanza dei parcheggi regionali". (119)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla domanda per la realizzazione ed esercizio di un parco eolico offshore nel golfo di Is Arenas (Oristano)". (130)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2009.)
"Interrogazione CAMPUS sul reintegro del consiglio comunale di Anela a seguito di sentenza del Consiglio di Stato". (55)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione GALLUS sulla paventata chiusura dell'agenzia di produzione INPS di Ghilarza". (117)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione CAPPAI sulla chiusura delle sedi periferiche INPS della Trexenta e del Sarcidano". (122)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione DEDONI sulla ipotesi di chiusura della sede dell'INPS, Agenzia di produzione di Ghilarza". (146)
(Risposta scritta in data 27 ottobre 2009.)
"Interrogazione COCCO Daniele Secondo - SALIS - MARIANI sulla scuola di polizia a cavallo di Foresta di Burgos". (27)
(Risposta scritta in data 2 novembre 2009.)
"Interrogazione DE FRANCISCI - DIANA Mario sulla preclusione delle famiglie sarde alle agevolazioni previste dalla legge n. 2 del 2009". (84)
(Risposta scritta in data 2 novembre 2009.)
"Interrogazione SANJUST sulle problematiche inerenti i dipendenti dell'amministrazione provinciale di Cagliari ritenuti in esubero e trasferitisi, a fronte di incentivi economici, nelle province di nuova istituzione di Carbonia-Iglesias e Villacidro-Sanluri". (114)
(Risposta scritta in data 2 novembre 2009.)
"Interrogazione CAPELLI - OPPI - BIANCAREDDU - CONTU Felice - CAPPAI - MILIA - OBINU - STERI sull'esclusione di numerose aziende agro-pastorali dai risarcimenti dei danni derivanti dall'incendio del 23 e 24 luglio 2007". (11)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione BARDANZELLU sulla realizzazione di un pontile all'interno del Golfo di Cugnana in Comune di Olbia". (19)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione GALLUS - DIANA Mario - CHERCHI - GRECO sui danni alla Quercus suber derivanti dagli attacchi dei lepidotteri defogliatori". (24)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione DIANA Mario sulle tariffe praticate da Abbanoa per il conferimento dei liquami zootecnici provenienti dalle aziende di Arborea". (38)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione AGUS - DIANA Giampaolo in merito alla rinuncia della concessione mineraria di Santu Miali nel Comune di Furtei". (49)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione PIRAS - DIANA Mario - CONTU Mariano Ignazio - ZEDDA Alessandra - TOCCO - STOCHINO - DE FRANCISCI - SANNA Matteo sulla situazione ambientale dopo la chiusura della miniera d'oro di Furtei". (51)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione ZUNCHEDDU - BEN AMARA sul monitoraggio del Poligono interforze del Salto di Quirra a cura del Ministero della difesa". (53)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta sull' esercitazione militare svoltasi nel Mar Tirreno il 15 Giugno 2009, con interessamento del nord-est della Sardegna". (58)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione PIRAS sulle cause dell'incendio di Capo Pecora, Scivu e Is Arenas, in Comune di Arbus (VS), del 23 luglio 2009". (85)
(Risposta scritta in data 3 novembre 2009.)
"Interrogazione CAPPAI - CAPELLI - BIANCAREDDU - CONTU Felice - MILIA - OBINU - OPPI - STERI sullo smembramento dell' Istituto professionale di Stato per l'agricoltura e l'ambiente "Sante Cettolini" di Cagliari". (1)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione CAMPUS sulla mancata nomina dei consiglieri dell'ERSU di Sassari". (41)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione AGUS in merito al finanziamento e allo sviluppo programmatico del Consorzio Forgea, di concerto con il Governo nazionale, in struttura internazionale sotto l'egida dell'Unesco". (50)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione VARGIU - FOIS sulla grave situazione di malfunzionamento del Convitto annesso all'Istituto alberghiero di Stato di Alghero". (150)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2009.)
"Interrogazione SOLINAS Antonio sulla scelta della seconda lingua straniera nelle scuole medie". (72)
(Risposta scritta in data 20 novembre 2009.)
"Interrogazione BRUNO sui ritardi delle funzioni relative ai bandi per l'attribuzione degli assegni di merito e del Master and Back". (123)
(Risposta scritta in data 20 novembre 2009.)
"Interrogazione CUCCU in riferimento all'erogazione dei contributi alle scuole dell'infanzia non statali in base alle deliberazione n. 41/8 dell'8 settembre 2009". (133)
(Risposta scritta in data 20 novembre 2009.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione PITEA - BARDANZELLU - PIRAS - RANDAZZO - TOCCO - RODIN - RASSU - LADU, con richiesta di risposta scritta, sullo stato del mercato di cereali nell'Isola e sull'introduzione di ingenti quantità sbarcate nel porto di Oristano asseritamente prive di controlli, anche sanitari". (139)
"Interrogazione DEDONI - VARGIU - COSSA - MELONI Francesco - FOIS - MULA - SANNA Paolo Terzo - RASSU - PETRINI, con richiesta di risposta scritta, sulle merci in ingresso nella Regione Sardegna". (140)
"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, per un intervento presso il Governo nazionale affinché, in deroga al blocco delle assunzioni, immetta in ruolo gli ultimi restanti della graduatoria per ispettore del lavoro". (141)
"Interrogazione SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU - BEN AMARA, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata erogazione del contributo da parte della Regione previsto dalla legge regionale 30 maggio 2008, n. 8, spettante ai familiari dell'operaio algherese Mario Soggiu, deceduto sul lavoro". (142)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sull'ingiustificato ritardo della nomina del direttore del servizio dei Servizi territoriali dell'Ente foreste di Nuoro e Lanusei". (143)
"Interrogazione MULA - PITTALIS - LADU - CAPELLI, con richiesta di risposta scritta, sulla delibera avente per oggetto il Programma unitario degli interventi urgenti di messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico nei bacini idrografici dei comuni interessati e per il ripristino delle opere di interesse pubblico nelle aree colpite dagli eventi alluvionali del 2008". (144)
"Interrogazione LAI - SANNA Matteo - BARDANZELLU, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del Consorzio di bonifica della Gallura e sui provvedimenti da adottare per superare le difficoltà del Consorzio medesimo, conseguenti all'applicazione della riforma della legge regionale 6 dicembre 2006, n.19 (Disposizioni in materia di risorse idriche e bacini idrografici), deliberata nella precedente legislatura, in attuazione di alcune disposizioni della parte terza del decreto legislativo n. 152 del 2006 quali il recepimento della direttiva comunitaria n. 2000/60/CE". (145)
"Interrogazione DEDONI, con richiesta di risposta scritta, sulla ipotesi di chiusura della sede dell'INPS, Agenzia di produzione di Ghilarza". (146)
"Interrogazione ZEDDA Alessandra - PIRAS - CONTU Mariano Ignazio - STOCHINO, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione di un contributo per la realizzazione di un canile privato nel Comune di San Gavino Monreale alla Cooperativa COP". (147)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
ZUNCHEDDU, Segretario:
"Mozione ZUNCHEDDU - URAS - BEN AMARA - SECHI - ZEDDA Massimo sulla realizzazione della metropolitana sotterranea di Cagliari e hinterland". (26)
"Mozione BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla necessità di dare immediato avvio ad un dibattito sulle riforme e sullo Statuto di autonomia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (27)
"Mozione CUCCU - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla privatizzazione dell'acqua e dei servizi idrici introdotta dall'articolo 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito in legge il 19 novembre 2009, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (28)
Giuramento di Assessore tecnico
PRESIDENTE. Comunico che, in data 10 novembre 2009, è pervenuta nota del Presidente della Regione con la quale comunica di aver nominato, con decreto numero 97 del 5 novembre 2009, il dottor Francesco Manca assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
Ricordo che gli Assessori nominati dal Presidente della Regione, non consiglieri regionali, devono prestare giuramento ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, numero 250.
Invito pertanto l'Assessore ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
Do lettura della formula del giuramento prevista dall'articolo 3 del citato D.P.R.: "Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".
Invito pertanto l'Assessore Manca a rispondere: "Giuro".
MANCA, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Giuro.
(Applausi)
PRESIDENTE.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, stamattina inizia la discussione in Aula (siamo già nella sessione di bilancio) del Programma regionale di sviluppo, della finanziaria e del bilancio in un momento, io credo, drammatico per la Sardegna a causa dello smantellamento dell'apparato industriale. Mi rendo conto che in sessione di bilancio non sono ammessi né in Aula né in Commissione altri argomenti all'ordine del giorno, però, dovendo affrontare con la finanziaria, col Programma regionale di sviluppo, comunque le politiche, le strategie di sviluppo per la nostra Isola, non possiamo non tener conto della situazione contingente.
Non possiamo cioè non tenere conto del fatto che, come Consiglio regionale, vogliamo e dobbiamo accompagnare anche iniziative come la manifestazione prevista per domani a Roma.
Pertanto, anche sulla base della mozione unitaria che il centrosinistra ha posto all'attenzione dell'Aula, della Presidenza, chiedo che sia data la possibilità di poter affrontare, in questa sessione di bilancio, i temi legati allo smantellamento dell'apparato industriale e alle possibilità di sviluppo della nostra Isola.
Tra l'altro ricordo l'impegno assunto (è un tema attinente) dal presidente Cappellacci di riferire entro il mese di novembre, oggi è il 25 mi pare, sulla situazione dei fondi FAS, sul mantenimento per la Sassari-Olbia delle procedure accelerate per la realizzazione dell'opera in due anni e mezzo, sulla delibera Cipe che veniva data un mese e mezzo fa come imminente e che ancora non è pervenuta. Insomma l'esigenza di dover discutere, anche sulla base di una relazione che il Presidente della Regione vorrà farci, tenuto conto dell'impegno preso in questo Consiglio regionale, l'esigenza di dover prendere delle decisioni per accompagnare una manifestazione popolare sulla crisi dell'industria in Sardegna, credo ci debba permettere in via del tutto eccezionale di sospendere i lavori relativi alla finanziaria e di affrontare questo argomento. Presidente, si potrebbe magari convocare una Conferenza dei Capigruppo per poter decidere insieme il calendario dei nostri lavori.
PRESIDENTE Onorevole Bruno, prendo atto della sua richiesta e concordo con lei sull'opportunità di convocare una Conferenza dei Capigruppo. Io proporrei all'Aula di far svolgere le relazioni di maggioranza e di minoranza della finanziaria e poi di indire la Conferenza dei Capigruppo. Poiché non rilevo opposizioni procediamo secondo quanto proposto..
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione generale congiunta del documento numero 9/A e dei disegni di legge numero 76/S/A e 77/A. Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signora Presidente e onorevoli colleghi, nel corso della discussione in Commissione bilancio del disegno di legge sulla manovra finanziaria 2010 è progressivamente maturato un clima di interesse verso il merito delle gravi questioni finanziarie che oggi sono all'attenzione di questo Consiglio, e di progressivo abbandono delle posizioni strumentali che spesso la dialettica tra maggioranza e opposizione sembra imporre alle parti politiche.
Io, in questo clima distratto e di gente che non si rende conto di quello che sta accadendo, mi vorrei attenere a questo clima, per cui tenterò di fornire all'Aula in modo asettico la portata della responsabilità che da oggi cominceremo ad assumerci.
La nostra situazione è aggravata da un sistema industriale le cui dinamiche sono decise altrove, e che necessiterebbe di poteri e di difese di cui la Regione non dispone. Il problema centrale per il sistema industriale della Sardegna è il ruolo del Governo italiano. Da che parte sta il Governo? So perfettamente che ad alcuni palati fini questa domanda semplice può apparire brutale, ma io sto con la vecchia scuola che afferma che ogni problema economico è prima di tutto un problema politico, perché nel mondo degli affari contano sì i costi, i prezzi, i margini, ma conta anche moltissimo la forza che difende gli interessi in campo.
Noi non abbiamo un potere nazionale che ci difenda. La migliore risposta all'abbandono della Sardegna alla mercé dei maneggi internazionali è assumere una dimensione nazionale. Lo dico come contributo personale, non di sintesi evidentemente dei lavori della Commissione. La reazione giusta all'abbandono, ai soldi erogati alle multinazionali mentre fuggono, alle multinazionali che fanno arrugginire gli impianti, ai consiglieri regionali che non leggono le carte e che non ascoltano quando si parla, l'unica risposta dei sardi è diventare uno Stato indipendente per ricordare all'Europa che siamo in Europa. È inevitabile uno strappo istituzionale, diversamente ritorneremo a essere poveri.
Nel merito dei numeri questa che segue è la legge finanziaria che avrete all'esame. Sul versante dell'entrata la scelta politica, che sosteniamo con convinzione e determinazione, è difendere l'aumento di entrate garantito dal nuovo articolo 8 dello Statuto, definito nell'ambito del negoziato sulle entrate del 2006. Ne consegue l'iscrizione in entrata di un miliardo e 300 milioni in più; tuttavia il Governo regionale non ha mancato di avvertire questo Consiglio che il Governo nazionale ritiene essere necessarie, per l'erogazione delle nuove entrate, norme di attuazione che ad oggi mancano. Qui sta dunque la prima scelta a cui sono chiamate le forze politiche: contestare oppure no la necessità di norme di attuazione.
C'è poi l'obbligo di sottolineare l'aspetto più preoccupante di questa delicatissima vicenda delle entrate. Il Governo italiano in questo momento non è in grado di erogare le nuove entrate che spettano alla Sardegna perché, essendo sottoposto anch'esso al patto di stabilità, per poter aumentare la sua spesa, trasferendo ai sardi quanto pattuito, deve avere a sua volta nuove entrate in aumento, che attualmente ancora non ci sono. In ultima analisi il Governo italiano al momento dell'accordo con la Regione sarda sul nuovo regime delle entrate ha firmato un pagherò per il 2010 privo di copertura finanziaria.
Sul versante del rapporto tra entrate e spese la manovra fa una scelta importante: si paga il disavanzo 2008, cioè si coprono i debiti; ma, primo, non ci si indebita per gli investimenti e dunque non si autorizzano nuovi mutui, si confermano tutti gli interventi di sostegno al reddito e alla persona e di contrasto alla povertà varati nella finanziaria 2009, si liberano 300 milioni di euro per infrastrutture, istruzione e formazione e politica del credito del sistema produttivo. Sono scelte importanti che vengono sottoposte all'attenzione del Consiglio con un testo asciutto, senza norme intruse. Il Consiglio ne saprà certamente apprezzare la portata.
Sul versante della spesa incombono comunque tanti fattori negativi che ripropongono alla nostra attenzione il tema della sovranità negata alla Sardegna. Niente, colleghi, si sottrae alla domanda del chi decide, del dove si decide, del come si decide, e del per che cosa si decide. In primo luogo si pone la questione del patto di stabilità. E' inutile nasconderlo, lo Stato ha usurpato il potere di decidere quanto si spende, quando si spende e quanto si impegna nella Regione e nei Comuni, le conseguenze sono devastanti.
La prima conseguenza è che la differenza tra il bilancio di competenza e il bilancio reale di cassa è così ampia da produrre montagne di residui. La seconda è che il bilancio di competenza oramai si sta trasformando in un bilancio meramente indicativo rispetto all'annualità di riferimento. La terza è che bloccandosi la spesa della pubblica amministrazione, più o meno a metà anno, le imprese che vantano crediti verso la Regione e verso gli enti locali, per la seconda metà dell'anno, finanziano il sistema pubblico. Il sistema Sardegna si sta indebitando perché lo Stato ha messo la mordacchia alle nostre istituzioni.
C'è però sul versante della spesa una questione tutta oramai nella nostra esclusiva responsabilità: la spesa sanitaria. E' bene avere chiaro che dal 2010 la Regione copre tutti i costi della sanità, come pure è bene avere chiaro che non tutti i costi sono sotto il controllo della Regione, giacché i rinnovi contrattuali vengono negoziati su base nazionale. Anche facendo una stima prudente dell'incremento della spesa è ragionevole pensare che essa aumenti di 700-800 milioni di euro in 5 anni. Al ritmo della crescita del Pil della Sardegna questi incrementi sono insostenibili. Limitandoci al solo 2010 la posta messa a bilancio, a copertura della quota regionale del disavanzo 2008 e del fabbisogno 2009, pari a 260 milioni, si è rivelata in Commissione sufficiente solo per la stima del disavanzo 2009. Questa sanità non è più sostenibile.
Ora le forze politiche possono naturalmente usare questa emergenza finanziaria per fare polemica, oppure le forze politiche possono fare un patto di reciproco affidamento per combattere insieme sprechi e localismi, per migliorare i servizi e ridurre, o almeno mantenere, la spesa ai livelli attuali. Insomma, la sanità per essere riformata seriamente ha bisogno di una severa medicina e di un grande consenso politico. Io vedo questa strada senza alternative e da percorrere a breve, al massimo entro marzo.
Sul versante della spesa vi è poi una grandissima questione sociale e amministrativa. Non solo questo Esecutivo ma si potrebbe dire tutti i Governi hanno stanziato importanti risorse per il sociale, per il sostegno al reddito, per le politiche attive del lavoro, per l'auto-impiego, per la micro-impresa; ebbene, questa mole di risorse tendenzialmente è rimasta sulla carta. E' una sconfitta del Consiglio regionale, perché sono risposte al bisogno che la politica ha dato e che l'amministrazione ha negato.
La scelta fatta da questo Governo di intervenire sul fabbisogno, anche direttamente attraverso i comuni con i cantieri comunali, dimostra che questo è un buon canale di spesa. Abbiamo speso tutto, adesso però bisogna attivare bene e dare attuazione alla legge regionale "20". Lo dico incidentalmente a proposito dei comuni, la polemica sul Fondo unico strumentale, nella relazione di maggioranza allegata al disegno di legge ho trovato una tabella sui trasferimenti ai comuni dal 2007 che dimostra che, a fronte di un aumento delle entrate della Regione pari al 20,2 per cento, il Fondo unico dei comuni (comprensivo degli stanziamenti anche per i cantieri comunali) è aumentato del 26 per cento.
Passiamo al lavoro; bisogna chiedersi quale sia l'utilità attuale dell'Agenzia del lavoro, cioè qual è l'utilità della burocrazia che sta intorno alle politiche attive del lavoro. Io credo che non ci sia più spazio nei conti e nelle coscienze per i giochi di specchi della politica. Sul versante dello sviluppo questa finanziaria va a completare il quadro delineato con la finanziaria e con il collegato del 2009; si punta chiaramente a fondare lo sviluppo sull'imprenditore locale, sul suo sapere e sul suo saper fare. Questo è il senso del Piano regionale di sviluppo: al centro la persona, al centro chi sa fare sviluppo.
Si sono modificate le norme sulla programmazione negoziata, sul Welfare, sui processi di rilancio delle aree di crisi, si è modificata la natura della SFIRS, la si è allontanata dalle banche e avvicinata alle imprese, si è iniziata una lunga battaglia sulla stretta creditizia mettendo 150 milioni di euro di fondo di contro garanzia, si è inserito in legge l'istituto del leasing immobiliare che permetterà a questa Regione di fare la Sassari Olbia, se lo vorrà fare, senza andare con il cappello in mano a Roma. Si sono accantonati 50 milioni di euro per la legge sulla scuola e sulla formazione professionale.
Ci stiamo preparando a fare da soli, come si vede, ma se nel frattempo si fa implodere il sistema della grande industria e non veniamo difesi dagli oligopoli, l'emergenza sociale consumerà tutti gli spazi di consenso. Noi facciamo la nostra parte, ma è ormai indispensabile denunciare che più della metà del nostro bilancio è destinato alle compartecipazioni POR e orientato su obiettivi gestiti con metodi decisi a Bruxelles: bisogna togliersi di dosso il dominio della burocrazia europea.
E' su questa rinnovata coscienza della nostra responsabilità che dobbiamo valutare anche altre crisi. Questa finanziaria aumenta di 9 milioni di euro il contributo alle università sarde; anche in questo caso l'obbligo all'intervento nasce dalla fuga dello Stato che ha tolto 32 milioni di euro in tre anni ai due atenei per parametri di rating che non valutano gli atenei ma il territorio in cui sono inseriti. Le università sarde dovranno ridurre l'offerta formativa a sei facoltà ciascuna, il quadro finanziario dunque attualmente è incompatibile con il mantenimento in essere dell'università diffusa così come la conosciamo.
Bisogna cambiare passo, bisogna chiedere all'Università di rinnovarsi, di favorire l'esodo dei sessantenni, di ottimizzare i costi e, in virtù di questo sforzo, sedersi con la Regione e stipulare un protocollo d'intesa che elevi la qualità della formazione, l'efficienza della spesa, i servizi alla didattica e alla residenza. Questo è il quadro di responsabilità che questa finanziaria vi propone, sta al Consiglio riconoscerne e promuoverne l'onestà e l'ambizione di giustizia e di equilibrio.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Barracciu, relatrice di minoranza. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.),relatore di minoranza. Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, oggi prende avvio una discussione molto importante per la nostra Isola, per l'intera comunità regionale, oggi tra l'altro è importante perché prendiamo atto che la maggioranza vuole andare verso l'indipendenza dell'Isola rispetto allo Stato nazionale e prendiamo anche atto che, attraverso la relazione di minoranza, si è creata una forte e dura opposizione al Governo nazionale. La giornata odierna è molto importante anche per questo.
Dopo l'iter in Commissione ci apprestiamo infatti a discutere in quest'Aula importanti documenti: il Programma regionale di sviluppo, la manovra finanziaria e di bilancio. Documenti i cui contenuti dovrebbero incidere positivamente sulla vita delle persone come sulle sorti dell'intero sistema socio-economico regionale. C'era da parte degli attori economici e sociali, ma anche delle comunità, molta attesa intorno a questi documenti sia perché la situazione economica della nostra Isola è ormai al collasso totale, sia perché dopo annunci e rimandi i sardi finalmente, dopo nove mesi di governo, saranno messi a conoscenza di qual è l'idea di Sardegna che il centrodestra intende realizzare e di quali sono gli strumenti messi a punto per concretizzarla.
La prima finanziaria, avete precisato sempre, non era la vostra finanziaria, il collegato non era un collegato e via dicendo. Oggi finalmente ci sono il vostro Programma regionale di sviluppo e la vostra manovra; e ci aspettavamo finalmente, Presidente, le ricette per tornare a sorridere, quelle annunciate. Altro che sorridere! La nostra Isola è una valle di lacrime, e il tempo entro il quale potevate avanzare le scuse di essere da poco al Governo, quel tempo è scaduto.
Il Programma regionale di sviluppo e la manovra altro non fanno che confermare ancora una volta le distanze abissali tra le promesse elettorali, che avete offerto ai sardi, e i fatti concreti; tra le dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci, pronunciate in quest'Aula, e l'azione di governo. Distanze che vengono meno per un aspetto, rispetto al quale invece abbiamo purtroppo ravvisato una perfetta coerenza tra le parole del Presidente e i fatti: l'assenza di una grande idea per la Sardegna; in questo caso la coerenza è massima.
Il Presidente, ricordate colleghi, dichiarò come non ci fosse bisogno di una grande idea per la Sardegna, e i documenti alla nostra attenzione questo testimoniano con perfetta coerenza. Nessuna idea né grande né piccola; alcune costruzioni linguistiche, colleghi, costruite ad hoc da esperti in comunicazione sono finalizzate a persuadere in maniera, più o meno occulta, le persone che non solo la situazione cambia ma addirittura migliora!
Queste tecniche sono piuttosto utilizzate nel mondo della politica. Qualche decennio fa, per esempio, si decise che non era adatto denominare il sud del mondo "paesi sottosviluppati" e vennero eufemisticamente definiti "paesi in via di sviluppo". Si capisce quale effetto questo passaggio fece sortire in quelle popolazioni che continuavano a penare per miserie e carestie mentre l'altra parte ricca del mondo (un terzo) poteva sentirsi sollevata dalle proprie responsabilità.
In Italia la creatività linguistica del Presidente del Consiglio, e dei suoi onorevoli avvocati, ha tentato di far svanire nel nulla una crisi dalle proporzioni devastanti; oggi voi cercate di far passare come Programma regionale di sviluppo un tomo, all'apparenza consistente, di qualche chilo di peso e ben colorato, che descrive la situazione e parla di perseguimento del benessere. Peccato abbia il difetto di non far intravedere il futuro, di non proporre strategie, visioni, soluzioni, obiettivi misurabili, capaci di superare il momento drammatico che la Sardegna vive.
Eppure sappiamo, dagli ultimi dati economici disponibili, che dall'inizio di quest'anno la fase recessiva dell'economia della Sardegna si è ulteriormente aggravata; tutti hanno avvertito gli effetti della crisi economico-finanziaria internazionale ed alcuni più di altri. Il settore industriale, è sotto gli occhi di tutti, registra livelli storicamente molto bassi. Fatturato ed investimenti continuano, anche in quest'ultimo trimestre, a ridursi. In Sardegna abbiamo oggi meno imprese, meno capacità produttiva e la flessione è più accentuata nei nostri comparti più tradizionali e caratteristici, quali il tessile, la lavorazione del legno e del sughero e dei minerali non metalliferi.
Le imprese hanno ridotto i loro investimenti e le esportazioni si sono dimezzate con una variazione che è la più accentuata tra le regioni italiane. Com'era inevitabile dal momento che né il Governo nazionale, né quello regionale hanno messo in campo politiche di contenimento degli effetti della crisi. La fase congiunturale negativa si è riflessa evidentemente sul mercato del lavoro. Il calo dell'occupazione in Sardegna, in base alla rilevazione dell'Istat sulle forze di lavoro, nei primi mesi del 2009 è stato del 3,2 per cento su base annua. Una flessione ben superiore alla media nazionale e che quasi raddoppia se considerata in riferimento all'industria, il 6,2 per cento; così aumenta il ricorso delle imprese alla cassa integrazione guadagni per quasi tutti i comparti del settore industriale. Vi ricorrono in particolare l'impresa metallurgica e quelle estrattive con un numero di ore, nei primi sette mesi del 2009, superiore del 68,6 percento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Non passa giorno in cui le cronache economiche della Regione non svelino nuove chiusure, annunci di riduzione del personale, proteste anche estreme di lavoratori disperati poiché privati di un diritto essenziale, costituzionale, quello del lavoro.
Ma sono anche le cronache sociali e culturali ad impensierirci. Il mondo della scuola è in subbuglio per la sottrazione di risorse non solo a livello nazionale ma anche regionale; una scuola che annuncia lo sciopero generale per il prossimo 11 dicembre. Meno risorse e procedimenti più tortuosi per il Master and Back, scomparse le risorse che miravano a garantire il consolidamento dei saperi di base degli studenti, distratte per sopperire alla chiusura della borsa statale per il pagamento di precari e insegnanti di sostegno.
In Sardegna ci sono 147 ultra sessantacinquenni ogni 100 giovani. Nella Provincia di Oristano sono addirittura 178 gli anziani su 100 giovani. Inoltre l'incremento demografico nell'isola è minimo ed è positivo solo grazie agli immigrati. E' evidente che un tale squilibrio comporta squilibri nella produzione di reddito e comporta anche squilibri territoriali specie tra i paesi in cui risiedono per la maggior parte, per esempio, gli anziani e che si svuotano e si impoveriscono sempre più e le città che comunque non riescono ancora a decollare.
Il vostro Programma regionale di sviluppo cita l'invecchiamento della popolazione, fornisce dati e osservazioni con cui sarebbe impossibile dissentire tale è l'ovvietà. Il problema in questo caso, come negli altri, è che il Programma regionale non propone alcuna strategia, nessuna strategia per il rilancio dei comuni dell'interno. Da ieri, Presidente, è occupato il comune di Orgosolo perché, dopo aver messo a punto anche nella passata legislatura un piano di sviluppo locale alternativo per le zone interne della Sardegna che era finanziato dalla Giunta precedente, il progetto Supramonte che coinvolge non soltanto Orgosolo ma anche Oliena, Dorgali, Urzulei, si è saputo che per quel progetto non ci sono più i finanziamenti.
Chiude l'industria nel nuorese e vengono cassati i progetti alternativi che vanno oltre l'industria e tentano di trovare lo sviluppo con la strada della valorizzazione dell'ambiente e dei saperi locali. Questo è inaccettabile e chiederei appunto che il Consiglio si occupi anche di questa questione.
Nessuna strategia per creare benessere nella popolazione; laddove prova a suggerire soluzioni, considerando gli anziani unicamente come soggetti di cure e assistenza sanitaria, lo fa contraddicendo le disposizioni già adottate in questi mesi. E' possibile, infatti, suggerire, così si legge, l'esigenza "di un'assistenza sanitaria e un'assistenza a lungo termine accessibile, sostenibile e di elevata qualità e con livelli omogenei in tutto il territorio regionale" quando l'azione della Giunta è dichiaratamente rivolta alla centralizzazione dei servizi e alla lottizzazione dell'intero settore? Ecco perché sostengo che questo Programma regionale di sviluppo è un piccolo trattato psico demagogico che non prospetta alcuna soluzione rispetto ai problemi concreti di corto, medio e lungo periodo che la Sardegna ha bisogno di superare.
A cosa serve dichiarare che i dati di maggiore preoccupazione del sistema Sardegna sono senza dubbio gli indicatori sui livelli di istruzione e riconoscere che la formazione, non integrata con il mondo del lavoro, ha svolto un ruolo, così si legge, di mero assistenzialismo per i giovani inoccupati se poi si tagliano i fondi a disposizione per la scuola, si dimenticano le scuole dell'infanzia, si accetta l'appalto di spese statali e si ripristina quel sistema di formazione regionale che ha foraggiato gli enti di formazione, in particolare le sue alte dirigenze, senza mai aver inciso sul mondo del lavoro. Insomma, ciò che emerge con immediatezza dalla manovra di bilancio regionale è la distanza, Presidente...
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Barracciu, ma ho già richiamato più volte.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Se non interessa smetto, anche perché possiamo accodarci alla relazione di maggioranza che risponde molto anche ad alcune convinzioni di questa minoranza.
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il brusìo c'è sia dalla parte della maggioranza che dalla parte della minoranza; non facciamo questo genere di osservazioni.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Pertanto, ciò che emerge con immediatezza dalla manovra di bilancio regionale è la distanza tra la profondità e l'ampiezza della crisi economica e sociale della Sardegna e le misure previste.
E' una finanziaria snella, si dice, in linea con gli obiettivi della legge finanziaria. Non direi snella, direi senza sostanza, semmai. Nel Programma di sviluppo si mette in evidenza la dimensione strutturale della crisi economica e dall'altro nessun orientamento per superare questa situazione è approvato. Il rapporto OCSE di questi giorni prevede una lieve partenza della crescita italiana accompagnata da una crescita della disoccupazione, una ripresa senza lavoro dunque, che non può che preoccupare le aree economiche strutturalmente deboli come la nostra.
Del resto non c'è bisogno di ricorrere ai rapporti delle organizzazioni internazionali per certificare una realtà in crisi grave, una base produttiva che sta saltando per aria in quelle che fino a qualche anno fa erano le aree industriali della Sardegna e oggi sono diventate o stanno per diventare un deserto: da Portovesme ad Ottana, da Porto Torres ad Arbatax, solo voi sembrate non accorgervi.
Nei momenti di crisi è fondamentale il ruolo stabilizzatore della spesa pubblica volto a riattivare gli investimenti e i consumi partendo dalla constatazione che le sole forze del mercato non sono nelle condizioni di riattivare processi di crescita in grado di allargare la base produttiva e quella occupativa. Invece ad oggi l'unica cosa evidente, che è successa durante questi nove mesi di governo, è il cambio di due assessori, anzi tre fra breve.
Certo nessuno pensa che la manovra della sola spesa pubblica regionale possa assolvere compiti di tale portata. Quello che occorre è rivendicare interventi organici e forti da parte del Governo nazionale di cui parlava prima l'onorevole Maninchedda, non telefonate a Putin mai effettuate o, se effettuate, di nessuna efficacia, non rassicurazioni verbali sulla risoluzione dei problemi del costo energetico della Alcoa di Portovesme, prontamente smentiti da annunci di serrata da parte dei padroni dell'azienda, non solo gli atteggiamenti servili e ossequiosi nei confronti di un Governo che, dal giorno dopo le elezioni regionali, non ha fatto altro che rifilare schiaffoni alla Sardegna.
Regioni come la Sicilia, che pure hanno lo stesso colore politico della maggioranza nazionale, non hanno l'atteggiamento ubbidiente della nostra Giunta se è vero che hanno ottenuto e stanno ottenendo risorse finanziarie notevoli sia sotto forma di disavanzi comunali coperti, sia con l'assegnazione di fondi FAS precedentemente ripartiti ad altre Regioni.
La storia passata e recente della Sardegna dimostra che è possibile dare prova di unità e tenacia in difesa degli interessi primari del popolo sardo, così come avvenne con la politica rivendicativa degli anni '70 e '80, così come avvenne con le battaglie portate avanti nella passata legislatura dalla giunta Soru anche quando al Governo vi erano maggioranze dello stesso colore politico.
Il compito della Giunta regionale non è quello di difendere il Governo, Presidente, ma gli interessi della Sardegna; invece registriamo che non c'è una manovra organica della spesa pubblica regionale per politiche attive del lavoro, né per favorire politiche di rilancio della piccola impresa industriale e artigiana. Non c'è soprattutto una visione integrata tra utilizzo delle risorse finanziarie che lo Stato ha il dovere di mettere a disposizione della Sardegna e le risorse regionali che ci spettano in base al nuovo sistema di entrate ottenuto due anni fa.
Sembra invece darsi per scontato che il nuovo sistema debba essere attivato attraverso il meccanismo delle norme di attuazione, meccanismo che storicamente da strumento protettivo della specialità delle autonomie è diventato strumento nelle mani di burocrazie ministeriali per ritagliare quanto più possibile e ridurre ciò che con legge la Regione ha ottenuto, per ritardarne il più possibile l'applicazione.
Come ben sappiamo, e sapete, nell'83 venne modificato radicalmente con la legge numero 122 il sistema delle entrate regionali, sistema che ha operato fino a oggi. Nel '93 venne riconosciuto che le entrate regionali dovevano ricomprendere anche i tributi derivanti dalle retribuzioni dei dipendenti delle aziende localizzate in Sardegna e aventi sede legale fuori da essa. Perché l'attivazione del nuovo sistema dovrebbe passare attraverso le forche caudine delle norme di attuazione? Perché? Non ce n'è nessun bisogno: la Regione ha il pieno diritto e dovere di esigere dallo Stato, a far data dal 1º gennaio 2010, il totale riversamento nelle casse regionali della maggior parte delle entrate spettanti; è dunque assolutamente necessario che l'Esecutivo si attivi proficuamente in tal senso respingendo con forza eventuali tentativi del Governo.
E in questi giorni abbiamo - i dubbi su questo stanno crescendo notevolmente - tentativi del Governo di mettere in discussione quanto proficuamente conquistato nel 2007, magari accampando capziosamente la riforma federalista dello Stato.
Ancora, quali iniziative, cioè iniziative a voce alta e da portare avanti sino in fondo, si intendono assumere per rendere il patto di stabilità compatibile con la crisi economica che rischia di travolgere la nostra Isola, così come richiesto unanimemente anche da tutte le parti sociali audite in Commissione? Questa manovra stanzia per l'anno 2010 risorse in misura superiore, lo sappiamo, all'effettiva possibilità di spesa riconosciuta alla Regione dal patto di stabilità interno. A oggi non risulta che la proposta di attenuazione dei vincoli avanzata dal Presidente della Regione sia stata accolta o visualizzata dal Governo. La Sardegna si troverà pertanto a godere di maggiori entrate senza tuttavia trovarsi nella condizione di poter spendere.
A dispetto di ciò, delle indicazioni evincibili dalla recente indagine conoscitiva sulle cause di formazione dei residui passivi disposta nel 2009 e di quanto affermato nello stesso Programma regionale di sviluppo, che propone forme di disimpegno automatico delle risorse sul modello comunitario, disegno di legge finanziaria e di bilancio, peraltro, appaiano inspiegabilmente infarciti da continue conservazioni sul conto residui passivi delle risorse non impegnate nei termini, e da generiche e non quantificate autorizzazioni all'Assessore del bilancio ad apportare, con proprio decreto e in assoluta discrezionalità, variazioni al bilancio approvato dal Consiglio.
La montagna, dopo nove mesi, ha partorito un topolino, una manovra finanziaria tutta vostra, fatta di interventi dispersivi e scarsamente incisivi, che appaiono più come un insieme di stanziamenti scoordinati, fatti apposta per accontentare le richieste dei diversi Assessori e delle lobbies più forti, che parte di un progetto organico. Abbiamo ben capito, peraltro, che l'approssimazione e la confusione politico-programmatica non finirà qui. Varata velocemente questa manovra, i cui tempi di approvazione saranno utili soprattutto per farvi propaganda sulla presunta efficienza, vi apprestate ad approvare il caro collegato, in cui già sappiamo si farà strage di leggi e leggine con buona pace del Consiglio regionale, della sua dignità, ma soprattutto con buona pace dei bisogni della nostra Isola.
Staremo a vedere. Nel frattempo noi daremo battaglia su questo. Si sottraggono le risorse del fondo unico dovute per legge agli enti locali, di cui anche il Presidente della Commissione rileva l'andamento veloce della spesa dei fondi ad essi trasferiti, e si illude contemporaneamente il sistema delle imprese con una proposta del credito di imposta che, difficilmente, in virtù della restrittiva normativa comunitaria, e secondo quanto disposto dal Presidente del Consiglio il 3 giugno 2009, potrà sortire gli effetti annunciati.
La proposta infatti, considerata l'atavica condizione di crisi in cui versa l'economia sarda, e la decisione assunta di rivolgerla soltanto alle imprese che abbiano, alla data del 31 agosto 2009, non più di quindici dipendenti, appare di per sé prevedibilmente destinata a non sortire effetti positivi.
Nella scorsa legislatura, il centrosinistra ha adottato un modello di sviluppo che investiva, a partire dalle generazioni più giovani, sull'intera società. Non è l'io che serve sviluppare; se l'io non è in relazione con l'altro non è capace di produrre né sviluppo né altro. Di Ego profondamente e pericolosamente deformati ne vediamo nelle pagine politiche di questi giorni fin troppi. Se vogliamo parlare di sviluppo, dobbiamo rivolgerci all'intera società nelle sue varie articolazioni, di cui è utile semmai sviluppare la capacità di intessere relazioni, di formulare progetti, e finalmente di realizzarli.
Ma i progetti si realizzano se ci sono le condizioni strutturali, se il terreno intorno è stato concimato, se si mettono in campo tariffe energetiche concorrenziali, se i trasporti assicurano una efficace e tempestiva mobilità, se è stato sollecitato lo sviluppo di un tessuto economico, ambientale, culturale e sociale nel quale i progetti possano attecchire, trovare esecuzione. Pensiamo che la politica, il Governo regionale, il Consiglio regionale, anche oggi, soprattutto oggi, abbiano il dovere di fare questo: creare le condizioni perché le potenzialità di ognuno possano esprimersi al meglio. E nei giorni che ci separano dall'approvazione di questa manovra noi ci adopereremo, con le nostre proposte, affinché questa prospettiva possa realizzarsi per la Sardegna anche con questa finanziaria. Ancora così non è.
PRESIDENTE. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 di questo pomeriggio. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Mario Floris. Convoco la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta alle ore 11 e 47.