Seduta n.94 del 01/02/2010 

XCIV SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Lunedì 1° febbraio 2010

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 03.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 20 gennaio 2010 (87), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Cesare Moriconi, Sergio Obinu, Efisio Planetta, Giacomo Sanna ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 1° febbraio 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 23 dicembre 2009, ha fatto pervenire al Consiglio regionale copia del ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 1, 2, 3 e 12 e dell'articolo 9, commi 3 e 4, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

Copia del ricorso è pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna numero 39 del 10 dicembre 2009 (Parte I e II).

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

De Francisci - Diana Mario - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cherchi - Contu Mariano Ignazio - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra:

"Norme per la promozione e il sostegno allo sviluppo degli asili nido in Sardegna". (101)

(Pervenuta il 27 gennaio 2010 e assegnata alla settima Commissione.)

Cuccureddu:

"Disciplina delle attività turistico-ricettive e dell'ospitalità in Sardegna". (102)

(Pervenuta il 27 gennaio 2010 e assegnata alla sesta Commissione.)

Meloni Marco - Bruno - Caria - Cucca - Manca - Espa - Meloni Valerio - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:

"Rapporti comunitari e internazionali della Regione autonoma della Sardegna". (103)

(Pervenuta il 27 gennaio 2010 e assegnata alla seconda Commissione.)

Barracciu - Bruno - Agus - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:

"Disciplina della raccolta e della commercializzazione dei funghi e tutela degli ecosistemi vegetali". (104)

(Pervenuta il 27 gennaio 2010 e assegnata alla quinta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Cossa sulla pericolosa situazione di trascuratezza in cui versano le maggiori arterie stradali sarde". (155)

(Risposta scritta in data 27 gennaio 2010.)

"Interrogazione Gallus sull'apertura del centro territoriale di dialisi presso il Presidio ospedaliero di Ghilarza". (164)

(Risposta scritta in data 27 gennaio 2010.)

L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 33, Espa e più, sui tagli effettuati ai progetti personalizzati per persone in situazione di handicap grave, ai sensi della legge numero 162 del 1998, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

Richiesta di inserimento nella programmazione bimestrale ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per chiedere, ai sensi dell'articolo 100, comma 2 bis, del Regolamento interno, che venga inserita nella programmazione bimestrale, per scadenza dei termini previsti dallo stesso articolo, la proposta di legge nazionale numero 2, di iniziativa regionale, relativa all'attuazione dell'articolo 13 dello Statuto speciale per la Sardegna.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, mi scusi, può specificare l'oggetto della proposta di legge richiamata?

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Si tratta dell'attuazione dell'articolo 13 dello Statuto. Il comma 2 bis dell'articolo 100 recita: "I progetti di legge attuativi di norme costituzionali, statutarie e di grandi riforme dello Stato, sono inseriti nella programmazione bimestrale dei lavori trascorsi sessanta giorni dalla loro presentazione". E' trascorso circa un anno! "I predetti termini sono prorogati di ulteriori sessanta giorni su richiesta della Giunta regionale", dei consiglieri proponenti o della competente Commissione consiliare, che peraltro non ha utilizzato questa opportunità.

PRESIDENTE. Perfetto. Sulla richiesta dell'onorevole Uras è possibile un intervento per Gruppo per non più di cinque minuti. Se nessuno chiede di intervenire, metto in votazione la richiesta dell'onorevole Uras.

Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi pare che la richiesta ai sensi del comma 2 bis dell'articolo 100 del Regolamento non possa essere sottoposta all'esame dell'Aula. Ciò è possibile solo relativamente al comma 1, mentre il comma 2 bis viene attivato così come è stabilito dallo stesso Regolamento.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Uras, in base al comma 2 bis i progetti di legge vengono inseriti automaticamente, senza che l'Aula si debba esprimere.

Richiesta di procedura abbreviata ai sensi dell'articolo 101 del Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo che, ai sensi dell'articolo 101, venga attivata la procedura abbreviata per l'esame della proposta di legge nazionale numero 1, di iniziativa regionale, attinente alla composizione del Consiglio regionale e in particolare alla riduzione da 80 a 60 del numero dei consiglieri.

PRESIDENTE. L'onorevole Uras ha chiesto, ai sensi dell'articolo 101 del Regolamento, la procedura abbreviata per l'esame della proposta di legge nazionale numero 1, relativa alla riduzione del numero dei consiglieri regionali, per cui i termini stabiliti dal Regolamento vengono ridotti della metà. In base all'articolo 101 l'Aula si deve esprimere con votazione per alzata di mano.

(Interruzione)

No, la norma è relativa anche ai termini per la presentazione della relazione in Aula, che vengono ridotti da dieci a cinque giorni. I termini vengono abbreviati, onorevole Capelli.

Metto in votazione la richiesta di procedura abbreviata avanzata dall'onorevole Uras. Chi l'approva alzi la mano.

(E' approvata)

Chi illustra la mozione numero 33?

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti. I lavori riprenderanno alle ore 10 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 11, viene ripresa alle ore 10 e 21.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta la consigliera Zuncheddu.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Amadu, Bruno, Gallus, Locci, Rodin e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 29 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bruno - Capelli - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Dessì - Floris Mario - Fois - Gallus - Ladu - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti. I lavori riprenderanno alle 10 e 53.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 23, viene ripresa alle ore 10 e 53.)

Sulla pubblicazione di dati statistici sull'attività consiliare

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signora Presidente, credo che prima di cominciare i lavori stamani lei dovrebbe dare delle spiegazioni e rispondere ad alcune domande. La prima domanda che pongo è se il consigliere regionale Franco Sabatini stamattina è veramente presente in Aula o è presente un suo sosia. Le spiego perché. Nei giorni scorsi ho chiesto il rendiconto delle mie presenze agli Uffici della Presidenza del Consiglio e mi è stato detto che ho partecipato al 100 per cento delle sedute del Consiglio e al 98 per cento delle riunioni di Commissione. Ora, siccome stando a quanto lei ha fatto pubblicare sul sito del Consiglio, alcuni colleghi che raramente, dico raramente, vedo in quest'Aula sarebbero più presenti di me, mi pongo un problema: o alcuni colleghi hanno il dono dell'invisibilità, quindi sono presenti in aula, ma a noi non è dato vederli o altrimenti c'è qualche aspetto che va chiarito.

E' chiaro che tutte le volte che è mancato il numero legale noi dell'opposizione non abbiamo segnato la presenza. Da un conteggio che ho fatto sono più di 50 le volte che è mancato il numero legale, esattamente 61 nel 2009, il che significa che per 61 volte io non ho partecipato alla verifica. Tutte le volte in cui noi abbiamo chiesto la verifica del numero legale e magari il numero legale c'era noi non abbiamo segnato la presenza. Credo che quei dati vadano rimossi dal sito ufficiale del Consiglio regionale e vadano corretti aggiungendo le presenze tutte le volte che è mancato il numero legale.

Credo che vada anche normato l'utilizzo del sito istituzionale del Consiglio regionale, che non può essere in capo a una persona che decide in piena autonomia e in solitudine cosa pubblicare o cosa non pubblicare. Allora, se dobbiamo rivedere il Regolamento interno, questo è un tema a cui occorre prestare un minimo di attenzione. Quindi le chiedo spiegazioni e le chiedo di ritirare immediatamente quei dati che non rendono verità sui lavori e su ciò che è avvenuto in questo Consiglio.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sabatini, perché mi dà l'opportunità di fare alcune precisazioni che sono necessarie e doverose. Primo, vorrei dire che nel sito del Consiglio sono stati riportati correttamente tutti i dati. La prima colonna è relativa al totale delle sedute, la seconda ai congedi richiesti, per cui risultano le presenze e la partecipazione alle sedute dell'Aula. Le altre colonne sono relative alla partecipazione alle votazioni.

I dati sono veritieri e nel sito è stato precisato che per quanto riguarda le votazioni non si è tenuto conto delle assenze giustificate per malattia, congedo o altro tipo di impedimento. I criteri utilizzati non sono stati scelti arbitrariamente dal Presidente, ma sono i criteri che sono stati adottati anche dalla Camera dei deputati, e sono assolutamente oggettivi e acritici.

E' stato detto da più parti che non è corretto riportare il dato relativo alla partecipazione alle votazioni, ma che occorre riportare quello relativo alla partecipazione alle sedute. Io vorrei far rilevare ai consiglieri che l'elemento a cui si fa riferimento per valutare la presenza o l'assenza dei consiglieri non è la partecipazione alle sedute, ma la votazione, perché sappiamo tutti che un consigliere può essere presente in aula, può anche intervenire nelle discussioni, ma se non partecipa sia pure all'unica votazione che viene fatta in una seduta è considerato assente. E' corretto, quindi, riportare non soltanto il dato relativo alla partecipazione alle sedute, ma anche quello relativo alla partecipazione alle votazioni, che è l'elemento, lo ribadisco, che si prende in considerazione per verificare la presenza o meno del consigliere.

Vorrei inoltre ricordare che le assenze sono tali anche se sono giustificate da congedo per malattia o altra motivazione e che quindi è giusto riportare il dato al lordo delle stesse. Come sappiamo, la giustificazione vale ai soli fini della trattenuta economica. A questo proposito ricordo anche che il limite di quindici giorni è relativo soltanto a questo aspetto.

Scusate, colleghi, sto dando spiegazioni rispetto a dei criteri che sono stati messi in discussione, per cui è corretto che si faccia chiarezza per capire qual è la ratio che è stata seguita. Un consigliere potrebbe anche chiedere perennemente congedo e siccome il congedo è accordato dall'Aula, e ribadisco che il limite di quindici giorni si riferisce soltanto alla trattenuta economica, pur non essendo presente in Aula quel consigliere viene lo stesso considerato presente. Questo se dovessimo prendere in considerazione il solo dato delle presenze e della partecipazione alle sedute dell'Aula. E io ritengo che questo, sì, sarebbe un dato assolutamente parziale e fuorviante.

Noi sappiamo anche che le assenze giustificate derivano solo dal congedo che viene accordato dall'Aula, sappiamo però che se un consigliere è assente a una votazione può giustificare la sua assenza anche successivamente, ma, come dicevo prima, ai soli fini economici. Sappiamo anche che la presenza non può essere valutata sulla base della partecipazione alle sedute, perché in ogni caso uno potrebbe partecipare a una sola votazione e non ai lavori dell'Aula.

Qualcuno sostiene che la verifica del numero legale non può essere considerata una votazione. Non è assolutamente così, perché si ricorre anche a questo strumento per rilevare la presenza del consigliere qualora non avesse partecipato a una votazione. Infatti, se partecipa alla verifica del numero legale, il consigliere è considerato presente.

Io concordo, l'ho dichiarato dall'inizio, onorevole Sabatini, sul fatto che dal numero delle assenze debbano essere scorporate quelle relative alla mancata partecipazione al voto da parte dei consiglieri dell'opposizione, perché quelle assenze derivano da una precisa volontà politica di non partecipare a una votazione per la verifica del numero legale o per altra motivazione. Come lei ha ricordato, sono state 61 le richieste di verifica del numero legale, ma potrà esaminarle più nel dettaglio e vedrà che la metà di esse è relativa soltanto alla verifica effettiva del numero legale, perché la partecipazione al voto dei consiglieri di opposizione è stata particolarmente limitata. Per cui ho già detto ai Capigruppo che nei prossimi giorni i dati relativi alle verifiche del numero legale e alle votazioni verranno esaminati dalla Conferenza dei Capigruppo e, come chiedeva lei, i dati pubblicati nel sito saranno aggiornati con l'indicazione delle votazioni a cui non si è partecipato esclusivamente per volontà politica.

Io ritengo che i criteri utilizzati siano corretti. Ribadisco che non sono stati scelti arbitrariamente dal Presidente, che si è rifatto esclusivamente ai dati che sono stati pubblicati anche dalla Camera dei deputati.

Ha domandato di parlare il consigliere Milia. Ne ha facoltà.

MILIA (U.D.C.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Mario.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 71 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lei, poco fa, Presidente, ha ribadito la validità di quello che è stato reso pubblico sotto la sua diretta responsabilità. E io ribadisco che lei ha esibito dati falsi perché manipolati al solo fine di gettare fango sulle opposizioni e occultare un fatto politico che lei, dopo un anno, ha registrato: non essere in grado di governare!

In relazione a questo chiedo l'applicazione dell'articolo 80 del Regolamento, perché c'è stato un oltraggio alla dignità nostra personale, delle nostre famiglie e anche dei nostri elettori. E le spiego perché sono dati manipolati, lo ha dimostrato anche poc'anzi dicendo: "Se tutti i colleghi hanno votato, dichiaro chiusa la votazione". Se lei leggesse, non solo quando le fa comodo, i resoconti del Senato e della Camera, noterebbe che quando si chiede la verifica del numero legale il Presidente usa una dizione diversa, proprio perché non vuole confondere le votazioni con le verifiche del numero legale. Le paroline "dichiaro aperta la votazione" o "dichiaro chiusa la votazione" non vengono usate mai. Al contrario, il Presidente apre la verifica del numero legale e chiude la verifica del numero legale. Lei insiste su una questione che proprio la Camera e il Senato, ai quali vi ispirate, distinguono nettamente.

Sono dati falsi perché non spiegano nulla di quello che lei ha preteso spiegare in merito all'assiduità della partecipazione ai lavori, né tanto meno alla meritocrazia. Sono falsi perché si continua a confondere la verifica del numero legale con le votazioni ordinarie e non si dice niente delle innumerevoli votazioni non elettroniche, fatte per alzata di mano, che sono anch'esse votazioni. Ma soprattutto non si tiene conto per niente, nelle percentuali relative alle votazioni, che poi sono quelle che hanno procurato il danno e l'oltraggio, dell'uso dei congedi. Io manco, secondo i suoi dati, per il 43 per cento delle volte, eppure ho fatto richiesta di zero congedi. Non considera, caro Presidente, che per intere giornate stiamo qui dentro e interveniamo nelle discussioni generali senza mai votare. E siccome credo che l'intervento costituisca una partecipazione attiva ai lavori del Consiglio, perché quel dato non deve essere considerato?

Io, per esempio, sono stato dichiarato assente il 4 agosto. Non ho chiesto congedo, perché non me ne importa niente del denaro, e mi è stata fatta la detrazione, giustamente. Ho fatto una semplice verifica, che possono fare tutti i cittadini, e quella risulta essere l'unica volta in cui sono stato assente, realmente assente a una votazione, non a una verifica del numero legale. Ora, i colleghi vadano a verificare quante volte nella seduta antimeridiana del 4 agosto il sottoscritto è intervenuto in quest'Aula. Mi sono, però, assentato, colpa mia, proprio nei dieci minuti in cui si è svolta l'unica votazione con procedimento elettronico e sono stato pertanto considerato assente. Lei sta forse dicendo che questo è giusto, ovvero che è giusto che in questo caso venga dichiarata una mia mancata partecipazione ai lavori del Consiglio?

Il collega Francesco Meloni ha detto, giustamente, gettando egli stesso un dubbio sulla validità di quei dati, che c'è tanta gente, è capitato anche nelle precedenti legislature, che sta qui dentro a leggere il giornale, non interviene mai, di molti consiglieri non si conosce neanche il timbro della voce, però secondo il suo metodo queste persone possono avere il 100 per cento delle presenze. E' questo il dato della produttività e della partecipazione che offriamo in pasto all'opinione pubblica? Oppure è il dato relativo a quei "falchetti" che aspettano fuori dell'aula il momento della votazione, non partecipano per tutta la giornata ai lavori e piombano, appunto come falchi, quando si vota? Questi sono produttivi?

Lei non considera, caro Presidente, cose molto importanti e non è corretto che certi dati vengano resi pubblici in maniera unilaterale senza una spiegazione o un ragionamento. Noi non abbiamo nulla da scansare rispetto alle responsabilità che attengono ai nostri doveri, infatti potrei chiedere a lei perché per un anno - guardi i verbali - si è presentata in ritardo a tutte le sedute. Solo dopo un anno lei si accorge di dover arrivare in aula in orario! Tutte le sedute di un intero anno sono iniziate mediamente con mezz'ora di ritardo. Lo posso affermare in quanto ne sono stato testimone, dal momento che posso garantire che io sono sempre stato puntuale. Su questo credo che non si possa giocare. E siccome nessuno può giocare col Consiglio a fare il professorino o la maestrina, la Commissione di cui all'articolo 80 farà una disamina democratica dei dati da offrire all'opinione pubblica, redigerà una relazione che io chiedo, ai sensi del comma 3, venga resa pubblica e che rappresenterà il punto di verità su una questione che non può essere trattata, come è stato fatto, in maniera unilaterale, per mascherare questioni politiche.

Per quanto riguarda il resto, credo che ci penseranno anche altri colleghi a ribadirlo. Peraltro, l'ultima cosa che le voglio dire è questa: mettetevi d'accordo con i vostri dati. Questi tabulati ci sono stati dati dai vostri Uffici, chiunque li può richiedere. Io li ho controllati: su un totale di 54 o 55 giornate nelle quali si è riunito il Consiglio, poi le sedute possono svolgersi di mattina e di sera, ho solamente una giornata di assenza, quella di cui vi ho parlato. Com'è possibile che questo tabulato, che è il riepilogo totale delle presenze dei consiglieri ed è rilasciato dai vostri Uffici, faccia a cazzotti con quello che lei ha fatto pubblicare? Almeno questa coerenza fra le cose che provengono dallo stesso organo dovrebbe essere resa.

Ecco perché questa è l'ulteriore dimostrazione che sono dati manipolati e la Commissione dovrà dire un punto di verità sull'oltraggio che è stato fatto a noi tutti e, ripeto, alle nostre famiglie e ai nostri elettori, perché qui dentro non tutti siamo uguali e quindi è giusto che venga accertata la verità, che renderà giustizia sulle attività che ciascuno di noi ha realmente svolto in questo Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, premetto che sono stati adottati degli strumenti di trasparenza che consentono ai cittadini di valutare non tanto la produttività dei consiglieri regionali, perché quella la si valuta con riferimento ad altri fattori, quanto il senso del dovere e della responsabilità, perché le assenze dalle sedute del Consiglio incidono sulla produttività dei nostri lavori e anche sulla celerità dell'esame dei provvedimenti sottoposti all'Aula.

Il problema dell'assenteismo non nasce in questa legislatura, ma riguarda anche le scorse legislature, tant'è che la proposta di delibera relativa alla diversa disciplina delle assenze dei consiglieri regionali era stata avanzata anche nella scorsa legislatura. Nessuno vuole gettare fango sull'opposizione o creare discriminazioni tra consiglieri di maggioranza e di minoranza, perché si ricorderà che anche in occasione della conferenza stampa di fine anno, il Presidente, in apertura di conferenza, ha reso merito all'opposizione del contributo dato ai lavori del Consiglio e del senso di responsabilità manifestato nell'evitare lungaggini e ostruzionismi che hanno scongiurato il ricorso all'esercizio provvisorio e consentito l'adozione della manovra finanziaria nei termini previsti dalla legge.

Il problema dell'assenteismo, ripeto, non è un problema che nasce oggi. Da mesi se ne discuteva con i Capigruppo. Sono stati tanti i richiami del Presidente in Aula e in sede di Conferenza dei Capigruppo affinché i consiglieri fossero più puntuali, più presenti e partecipassero più assiduamente ai lavori dell'Aula. I dieci minuti o il quarto d'ora accademico sono sempre stati consentiti, onorevole Sanna. Il problema è che i dieci minuti si sono trasformati ormai in una costante di oltre trenta minuti e lei stesso, più volte, quando in aula non c'era nessuno, ha invitato il Presidente ad aprire i lavori del Consiglio e a non rendersi complice di situazioni di questo tipo, quindi a non assecondare la cattiva abitudine dei consiglieri di non presentarsi puntuali ai lavori del Consiglio.

Non l'ha deciso il Presidente del Consiglio di considerare la verifica del numero legale una votazione, lo è nei fatti. Tante volte, infatti, strumentalmente la verifica del numero legale viene richiesta per dare la possibilità a quei consiglieri che non hanno partecipato alle votazioni di essere considerati presenti. E questo non l'ho deciso io in questa legislatura, ma è sempre stata una costante. Quindi non ho introdotto una discontinuità rispetto a quello che è sempre stato nel passato. Ribadisco che l'elemento a cui si fa riferimento per valutare l'assenza o la presenza dei consiglieri nella seduta è la votazione. Per cui un consigliere può anche essere presente, può intervenire, ma se non ha partecipato alla votazione viene comunque considerato assente.

Lei ha fatto riferimento anche alle numerose votazioni che si fanno per alzata di mano, ma sa benissimo che di quelle votazioni non si può rendere conto, perché non avviene la registrazione dei nomi, cioè di coloro i quali hanno votato e come, a favore o contro. Quindi di quelle votazioni non si può assolutamente dare conto.

Condivido, lo ribadisco, la giusta considerazione sull'opportunità che è stata fatta presente dall'opposizione di evidenziare le votazioni a cui non si partecipa per precisa volontà politica. La non volontà di arrecare un danno ai membri della minoranza è testimoniata dal fatto che qualche esponente della minoranza ha avuto la possibilità, già da tempo, di vedere gli elenchi e i dati che dovevano essere pubblicati. Se si fosse voluto fare un blitz, come qualcuno sostiene, per danneggiare la minoranza, quei dati non sarebbero stati mostrati a nessuno. Inoltre coloro i quali hanno avuto la possibilità di visionarli avrebbero potuto fare benissimo presente al Presidente che c'erano delle incongruenze.

Tra le altre cose il Presidente ha detto, a più riprese, sia in Conferenza dei Capigruppo che anche in Aula, che i dati sarebbero stati pubblicati nel sito della Presidenza del Consiglio, così come vengono riportati dalla Camera dei deputati.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Intervengo sempre sul Regolamento, Presidente, per associarmi alla richiesta del collega Gian Valerio Sanna di istituzione di una Commissione ai sensi dell'articolo 80 del Regolamento. Vede, Presidente, la sua risposta ha finito per convincermi che il collega Sanna abbia ragione. Io non sempre mi sono associato ad alcune sue richieste, anche nei confronti di questa Presidenza, ma devo dire che in questa circostanza proprio la sua risposta mi ha fatto sorgere dei dubbi, perché lei non ha risposto alla domanda che le ha posto il collega Sabatini all'inizio. E cioè: chi decide quali sono i dati da pubblicare? Chi decide che cosa è trasparente? Chi decide quali sono i parametri attraverso i quali valutare l'assenteismo di questo Consiglio? E io le pongo un'altra domanda: come mai nel sito non sono pubblicati i nomi di quei colleghi che pur non avendo chiesto congedo sono risultati assenti?

Vede, quindi, che lei ha preso la decisione di non pubblicare un dato molto semplice, proprio quello sull'assenteismo, cioè sulle assenze dalle sedute, e di pubblicare semplicemente il dato sulle assenze dalle votazioni. Esistono dei casi in cui dei consiglieri non hanno chiesto congedo e sono stati considerati assenti? Il collega Gian Valerio sanna ce ne ha appena rivelato uno. Ecco, quel dato non è stato pubblicato. Esistono dei casi in cui è stata chiesta la verifica del numero legale e tutta la minoranza non ha votato per mettere in evidenza che il numero legale mancava? Quel dato non è stato pubblicato.

Proprio su questo noi le chiediamo, Presidente, un confronto e la condivisione. Non c'entrano niente le diverse modalità di valutare l'assenza. Io, personalmente, non ho niente in contrario a ipotizzare che, ai fini del trattamento economico e delle trattenute, la presenza sia verificata sulla base non di una singola votazione, ma di una percentuale di votazioni. Su questo, probabilmente, trova ampia condivisione, ma il punto è che lei ha scelto di pubblicare nel sito dei dati parziali, incompleti, che non tengono conto del fatto che con il voto la minoranza esercita un diritto politico, che è quello di dissociarsi da leggi delle quali non vuole in alcun modo essere corresponsabile, consentendo con la propria presenza che i relativi lavori vadano davanti.

Le ricordo che proprio lei questo aspetto dovrebbe conoscerlo bene, perché nella scorsa legislatura la minoranza di allora, oggi maggioranza, chiese l'introduzione nel Regolamento dell'articolo 40. In particolare l'onorevole Vargiu e altri chiesero l'introduzione di questo articolo, in base al quale anche in Commissione i lavori non possono essere avviati se il numero legale non è garantito proprio dalla maggioranza. Più volte, nella scorsa legislatura, in Commissione bilancio e anche in Commissione industria i colleghi della minoranza non ci hanno consentito, neanche in sede di discussione generale, di iniziare i lavori adducendo la motivazione che il numero legale non poteva essere garantito dalla minoranza, perché quello era uno strumento di non condivisione dell'organizzazione dei lavori. Lei stessa, in un ruolo diverso, in Commissione industria ha più volte impedito che i lavori iniziassero, esercitando così un diritto. Lei stessa! Io sono stato più volte in Commissione industria, dove lei ha preteso che i lavori non iniziassero se non era presente la maggioranza.

Allora, se siamo tutti d'accordo che la presenza della maggioranza è un dato politico e che la responsabilità di avvio delle sedute è della maggioranza, come mai lei sceglie di pubblicare i dati sulle votazioni, attraverso le quali la minoranza esercita un suo diritto, e non sceglie di pubblicare invece i dati sulle presenze, sulla mancanza del numero legale o quelli relativi a tutte le volte in cui i lavori in Commissione non si sono potuti avviare per l'assenza della maggioranza? Che cos'è l'assenteismo, allora? Che cos'è la trasparenza, se non vengono pubblicati dati fondamentali per valutare l'effettiva volontà sia della maggioranza di assecondare l'organizzazione dei lavori, sia della minoranza di esercitare un proprio diritto, che è quello di opporsi alle leggi che non condivide, come è successo in questi mesi per quanto riguarda la legge sull'edilizia o la controriforma sanitaria, di cui parleremo ancora oggi, che aumenta i costi della sanità anziché diminuirli?

Come può questa minoranza garantire l'esercizio di un proprio diritto se poi ciò non viene evidenziato anche attraverso strumenti di trasparenza, se non viene evidenziato quante volte viene chiesta la verifica del numero legale e quante votazioni sono legate al numero legale o in quante occasioni la minoranza chiede la votazione nominale con l'intento di non votare per evidenziare proprio la mancanza del numero legale?

Noi le chiediamo, Presidente, di confermare tutti i dati che sono pubblicati nel sito, aggiungendo però quelli che ho citato. E guardi che averli omessi equivale ad aver fornito dati falsi e parziali, per cui non può dire che i dati pubblicati sono veritieri, perché non lo sono. Mi associo, quindi, alla richiesta di nominare, ai sensi dell'articolo 80 del Regolamento, una Commissione d'inchiesta, non per attuare una censura nei confronti del Presidente del Consiglio, ma perché noi, ancora più di lei, Presidente, vogliamo che si sappia chi lavora e chi no, come si lavora in quest'Aula e quando e come la maggioranza e la minoranza svolgono il proprio ruolo in questa istituzione.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, intanto l'articolo 80 non è applicabile, perché si riferisce alla tutela dell'onorabilità del consigliere che viene accusato. Qua non è stata fatta nessuna accusa e sono stati adottati degli strumenti di trasparenza.

PORCU (P.D.). Chiediamo che la proposta sia messa ai voti!

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, questa è una facoltà del Presidente, legga l'articolo 80.

Non è stata assolutamente lesa l'onorabilità dei consiglieri regionali, ma sono stati divulgati dei dati corretti. Ho ribadito a più riprese che ha ragione la minoranza nel chiedere che siano estrapolate o vengano precisate quelle assenze dalle votazioni imputabili a verifica del numero legale o a precisa volontà politica di non partecipazione. Esclusi questi casi gli altri dati sono corretti, non sono parziali e non sono fuorvianti. Sono dati che non ha scelto, lo ribadisco, il Presidente del Consiglio, ma che vengono pubblicati in tutte le assemblee legislative.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Presidente, anch'io concordo con gli interventi della minoranza e me ne dispiace, perché in altre occasioni mi sono alzato in quest'aula per smentire alcuni colleghi dell'opposizione. Mi pare che l'ultima volta sia accaduto nei confronti del consigliere Gian Valerio Sanna. Stavolta, però, devo essere dalla loro parte.

Io chiederò ufficialmente, per quanto mi riguarda, l'accesso agli atti, Presidente, perché, vede, rientrando a casa l'altro giorno mia moglie mi ha chiesto: "Ma quando esci di casa dove vai?". Ha pensato veramente che io non lavori. Dico mia moglie per non fare riferimento ad altro. Mi sono sentito veramente un pesce fuor d'acqua e mi son chiesto che cosa stesse succedendo. La giro a mo' di barzelletta, Presidente, perché, vede, lei ha un'opportunità che nessun altro in quest'Aula ha, quella di convocare la Giunta per il Regolamento, proporre modifiche al Regolamento, integrarlo, tutto quello che lei ritiene lo può fare seguendo la prassi.

Anch'io, come l'onorevole Gian Valerio Sanna, nonostante abbia subito due interventi chirurgici nel 2009, ho chiesto un solo congedo e risulta, infatti, dai tabulati che rilasciano gli Uffici che mi sono assentato una sola volta. Ma le sembra giusto che appaia all'opinione pubblica come uno che non ha voglia di lavorare in quest'Aula solo perché sono stato operato due volte e in quei giorni si sono svolte delle votazioni? Le sembra giusto che di fronte all'opinione pubblica la mia produttività e la mia onorabilità vengano considerate così come le ha considerate mia moglie?

Allora lei, in tutta prudenza, ma non si tratta neanche di prudenza, avrebbe dovuto fare un'altra cosa, e cioè verificare se l'onorevole Cappai, l'onorevole Sanna o l'onorevole Sabatini, che registrano un tasso di assenze del 35-40 per cento, erano in aula oppure no. Se, infatti, avesse considerato anche i tabulati delle presenze in Aula probabilmente non avrebbe pubblicato quei dati. Aggiungo una cosa: che senso ha che io firmi, quando entro in aula, un foglio che poi non serve a niente? Servirà a dimostrare la presenza, ma di fatto non serve a dimostrare all'opinione pubblica che io sono in aula. E poi, Presidente, il lavoro va completato. Lei non può dire che se un consigliere non partecipa alle votazioni produce poco. Lei avrebbe dovuto pubblicare anche le presenze nelle Commissioni, che spesso e volentieri, lo dico a malincuore, non iniziano i lavori per colpa della maggioranza. Ripeto, lo dico a malincuore, ma spesso e volentieri le Commissioni non iniziano i lavori perché manca la maggioranza. Allora a che pro, Presidente, ha voluto fare tutto questo? Per scopi scandalistici, per dire che questo Consiglio non lavora e non produce? Pubblichi anche i nomi di chi presenta proposte di legge, è più giusto!

Ma ci sono anche altre situazioni, Presidente, che vorrei che lei smentisse. E' stato pubblicato che io non avrei partecipato ai lavori dell'Ufficio di Presidenza per non far passare la delibera citata. Questo mi dispiace. Cioè gli onorevoli Biancareddu, Mulas, Dessì e io avremmo preferito non partecipare alla riunione dell'Ufficio di Presidenza per non far approvare questa delibera, ma la Presidente continua imperterrita nel suo programma e dice che questo punto resterà all'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza. Io la invito a convocare la Giunta per il Regolamento e a rivedere la sua posizione con i Capigruppo, perché se fosse vero quello che lei ha dichiarato, cioè che tutti i Capigruppo erano d'accordo sull'adozione di quella delibera, mi deve spiegare perché ci sono queste critiche, oppure mi deve spiegare perché i Capigruppo non intervengono per dire se sono favorevoli o no all'adozione della delibera. Sto terminando, Presidente.

PRESIDENTE. Sono già passati cinque minuti, onorevole Cappai.

CAPPAI (U.D.C.). Se mi dà solo un secondo, finisco.

PRESIDENTE. Un secondo.

CAPPAI (U.D.C.). Lei ricorderà bene che in una riunione dell'Ufficio di Presidenza ho fatto mettere a verbale, anzi non si mette a verbale, ma sicuramente sarà stato registrato, che andavano giustificate anche le assenze del Presidente, dei Presidenti e Vicepresidenti di Gruppo e dei Presidenti e Vicepresidenti di Commissione, perché non è giusto che loro siano automaticamente giustificati e tutti gli altri no. L'ho detto in sede di Ufficio di Presidenza, lo ripeto pubblicamente in quest'Aula, e comunque la invito ancora una volta ad adoperarsi per convocare la Giunta per il Regolamento.

PRESIDENTE. Prima di tutto il Presidente non è responsabile delle letture di ciò che viene pubblicato dai giornali. E' responsabile soltanto delle dichiarazioni fatte e che risultano virgolettate.

(Brusio dai banchi della minoranza)

La Giunta per il Regolamento verrà assolutamente convocata nell'immediato. La materia di cui stiamo discutendo non è materia regolamentare, infatti viene disciplinata con delibere dell'Ufficio di Presidenza, quindi le due cose non sono legate, ma tutti possono stare tranquilli perché la Giunta per il Regolamento sarà convocata e in quella sede ci sarà il confronto sulla diversa disciplina che si vuole dare all'organizzazione dei nostri lavori. I verbali della Conferenza dei Capigruppo, così come quelli dell'Ufficio di Presidenza, potranno testimoniare che quanto affermato dal Presidente sull'unanimità del consenso su questa delibera si è registrato in più fasi. La prima volta in cui si è parlato dell'opportunità di questa delibera è stato in occasione della discussione di quello che impropriamente è stato definito "piano casa". In sede di Conferenza dei Capigruppo fu proprio l'onorevole Uras a chiedere al Presidente di soprassedere perché non ci fosse il dubbio che questa misura potesse essere un deterrente per l'opposizione in ordine alla richiesta della verifica del numero legale. Acconsentii proprio perché lo spirito non era assolutamente quello e non si voleva limitare una prerogativa delle forze di minoranza, ma semplicemente porre rimedio a una situazione che è sotto gli occhi di tutti.

Nella conferenza stampa di fine anno è stato chiesto al Presidente che cosa volesse fare per limitare l'assenteismo e i costanti e continui ritardi dell'inizio dei lavori dell'Aula e le costanti e continue mancanze del numero legale, che sono la testimonianza di una non assidua partecipazione ai lavori dell'Aula da parte dei consiglieri. Si è proceduto nei mesi, la situazione non è migliorata, anzi è peggiorata, e sono stati tutti i Capigruppo, all'unanimità, a chiedere al Presidente di portare la citata delibera all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza. Questo è stato fatto e per ben due volte l'Ufficio di Presidenza ha sospeso l'esame della delibera perché, come ricordava bene lei, onorevole Cappai, molti esponenti dell'Ufficio di Presidenza hanno chiesto di poter riportare la questione in seno ai propri Gruppi perché questi potessero esprimersi in merito. In sede politica, però, la delibera era già stata verificata ed era stato dato l'assenso da parte di tutti, nessuno escluso. Anzi, addirittura qualche esponente del suo Gruppo, onorevole Cappai, precisamente il suo Capogruppo, invitò il Presidente a essere ancora più duro e ad adottare misure molto più forti perché la situazione era assolutamente intollerabile. Quindi la valutazione non è mai stata esclusivamente del Presidente, ma di tutta la Conferenza dei Capigruppo. Questo non è stato fatto assolutamente a scopi scandalistici. Ho pregato più di una volta, anche in Aula, i consiglieri di essere più puntuali e più presenti. Il Presidente non poteva più assecondare queste cattive abitudini.

Lei chiede che vengano pubblicate nel sito anche le proposte di legge presentate, le interrogazioni, le mozioni. Questo è già stato fatto, onorevole Cappai, quindi non vengono riportati dati parziali, ma vengono riportati tutti i dati relativi all'attività dei consiglieri regionali. Ho inoltre già chiesto agli Uffici di verificare la possibilità di integrare ulteriormente i dati relativi all'attività dei consiglieri, potendo riportare anche il numero degli interventi che vengono fatti durante i lavori dell'Aula.

Se dobbiamo aprire anche il capitolo delle Commissioni, allora bisogna regolamentare meglio la disciplina della presenza nelle Commissioni, perché sappiamo tutti che molti consiglieri spesso firmano e se ne vanno, così come componenti di una Commissione molto spesso sostituiscono dei colleghi in altre Commissioni, mentre dovrebbero essere presenti nella propria. Comunque, tutte queste cose saranno oggetto di rivisitazione nelle sedi opportune.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, lei più di tutti deve sempre sentire il peso dell'etica della responsabilità istituzionale. Non le è permesso neanche per un attimo di non avvertirlo. Nel suo ultimo intervento lei ha confermato di non essere permeata da questa sensibilità. Se l'avesse avuta oggi avrebbe sentito il dovere politico, istituzionale e, aggiungo, morale di tutelare l'onorabilità del Consiglio intero.

Lei sa bene quanto sia fragile, oggi, il rapporto tra cittadini e politica, tra cittadini e istituzioni. Lei non poteva non sapere che la lettura di quei dati, diffusi in quel modo, avrebbe generato un sentimento di ulteriore distacco tra i cittadini e questo palazzo. Non è colpa della stampa, oppure ci vuol dire che è colpa della stampa che ha interpretato erroneamente quei dati? Chiunque avrebbe titolato così come ha titolato la stampa.

Io mi aspettavo da lei stamattina una cosa semplicissima, se fosse stata permeata da quella sensibilità. Mi aspettavo un rigurgito di onestà intellettuale, è così, Presidente, e mi aspettavo una conseguente rilettura di ciò che è avvenuto. Ce n'era bisogno soprattutto da parte sua. Invece lei, stamattina, persiste nella stessa direzione. Questo sta a dimostrare, Presidente, che evidentemente non c'è stata una sottovalutazione da parte sua. Lei sapeva perfettamente che impatto avrebbe avuto la pubblicazione di quei dati parziali e se ne è assunta la responsabilità. Non si è resa conto, e me ne dispiace, che quella lettura, la inviterei a rifletterci, ha leso profondamente la serietà e l'onorabilità di tanti consiglieri regionali.

Io, Presidente, sono mancato una sola volta, per sottopormi a un intervento chirurgico, e il giorno dopo ero qui presente alla seduta pomeridiana. Risulto assente 61 volte! Con quella di oggi 62, perché anche oggi noi abbiamo chiesto la verifica del numero legale, siamo qui e siamo assenti! Siamo assenti! Ha ragione il collega Sabatini, neanch'io ho capito bene in nome e per conto di chi parliamo, siamo assenti!

Allora, il Regolamento è questo, nessuno lo mette in dubbio, ma lei ha il dovere, Presidente, di spiegare all'opinione pubblica che non è così! Io intervengo su quasi tutti gli argomenti, non mi sposto mai da questo posto...

CAPELLI (U.D.C.). Purtroppo!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Purtroppo, dice il collega Capelli, e forse ha ragione. Capisco e accetto. Tutto mi si potrà dire, lei non può permettere però una cosa del genere. Per questo mi associo alla richiesta formulata dall'onorevole Gian Valerio Sanna, in base all'articolo 80, e chiedo che sia l'Aula a decidere sulla istituzione di una Commissione d'inchiesta. Chiedo che decida l'Aula perché credo che almeno questa prerogativa il Consiglio regionale debba averla.

Spero che indipendentemente dalla sua volontà, Presidente, quest'oggi la stampa possa leggere bene, però la invito a fare chiarezza, perché presenza non vuol dire soltanto partecipazione a una votazione. Questo è quello che si legge, che si dice all'esterno. Il collega Cappai l'ha riportato in maniera figurata, ma ciò che ha detto è vero. Io sono stato chiamato da decine e decine di persone perché non capiscono e sono indignate per il fatto che io non garantisco nemmeno la presenza. Con i dati che lei ha trasmesso si è ingenerata questa situazione e lei ha il dovere di rimuoverla. Deve innanzitutto avvertire questa sensibilità, perché se non l'avverte vuol dire che lei non merita la fiducia di quest'Aula!

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il Presidente non ha mai scaricato colpe sulla stampa, ha semplicemente chiarito che risponde delle dichiarazioni fatte, lo dico perché qualcuno mi ha attribuito la dichiarazione secondo cui il Consiglio produce poco. Il problema è relativo all'assenteismo dall'Aula, non alla produttività.

Io sono fermamente convinta di quello che è stato fatto, ho il dovere di tutelare l'onorabilità del Consiglio e l'interesse dell'istituzione. Se il problema non esistesse non se ne sarebbe discusso, a partire dalle scorse legislature sino all'attuale. E' un problema sentito, se si vuol far finta che non esista, allora ciascuno si assume le sue responsabilità, però è sotto gli occhi di tutti, perché viene valutato anche da chi, all'esterno, costantemente chiede come mai dalle immagini televisive i banchi del Consiglio risultano sempre desolatamente vuoti e come mai accade che i lavori inizino sempre con notevole ritardo.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' la sua maggioranza!

PRESIDENTE. E' un problema, onorevole Sanna, che lei conosce perfettamente e che, a parti invertite, ha sempre riguardato questo Consiglio. Il problema della presenza in Aula riguarda maggioranza e opposizione, poi altra cosa è garantire la presenza del numero legale. Però anche per l'inizio in orario dei lavori le assenze riguardano sempre sia la maggioranza che l'opposizione, per quanto ciascuno abbia responsabilità di tipo differente.

Io penso che l'esigenza di rendere trasparente questo Consiglio debba prescindere dai casi specifici. Ciascuno richiama il proprio caso, ma anche l'assenza per malattia è comunque un'assenza e viene considerata tale in qualunque consesso.

Ha domandato di parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, io credo che la discussione di oggi, ancorché siamo venuti qui per affrontare altri argomenti, sia indubbiamente molto importante. Francamente mi rincresce sentire che alcune delle osservazioni fatte dall'opposizione io stesso ho avuto modo di esprimerle, in una sede sia pure più ristretta, quella del Gruppo, su argomenti abbastanza simili, compresa la mancanza di sensibilità.

Nel sollevare un giusto problema, perché sono io il primo, e l'ho già espresso in una riunione di Gruppo, a ritenere che il senso del dovere e della responsabilità dovrebbe portare tutti noi a sentire il problema dell'assenteismo in Aula come un problema importante e serio, lei ha però scientemente deciso di scatenare un'ondata di qualunquismo disfattista nei confronti di tutta l'Aula, perché ha scelto di sollevare il sipario prima ancora di fare quello che lei stessa riconosce andava fatto, cioè delle correzioni. Lei stessa riconosce che alcuni dati andavano corretti, ebbene il sipario allora andava sollevato, se lo si voleva sollevare, solo dopo aver fatto quelle correzioni. L'onorevole Milia, poco fa, in qualità di Capogruppo, ha chiesto la verifica del numero legale, perché ne era stata fatta precedentemente un'altra a cui molti consiglieri non avevano potuto partecipare. Tra l'altro non si capisce perché l'opposizione chieda dieci minuti di sospensione e allo scadere dei dieci minuti lei acceda alla richiesta, sempre dell'opposizione, di verifica del numero legale. Alcuni di noi aspettavano un segnale di ripresa, come avviene in maniera molto ben definita in altre aule parlamentari. Ebbene il collega Milia ha dovuto chiedere la verifica del numero legale non già perché volesse esprimere un qualcosa di politico, così come fa l'opposizione in questi casi, ma semplicemente per consentire a quelli che prima non c'erano di poter premere il pulsante di presenza. Lei stessa ha usato l'avverbio "strumentalmente". Ora, come può pensare che sia corretto il principio per cui un'Assemblea e la sua stessa Presidente ammettono di usare "strumentalmente" un meccanismo che ha tutt'altra funzione? La verifica del numero legale ha infatti una funzione politica; non può essere lo strumento per controllare la presenza dei consiglieri in aula, se non come richiesta politica dell'opposizione o di esponenti della maggioranza, quando non si trovano d'accordo con la loro stessa maggioranza. Credo che anche qui, prima di sollevare il sipario, si debba correggere l'errore, perché questo è un errore.

Credo altresì che non sia giusto nemmeno il meccanismo dei congedi, così come funziona attualmente. Il meccanismo dei congedi consente di poter fare un'assenza giustificata; risulta l'assenza, però si giustifica il compenso, cioè il congedo consente di mantenere l'indennità. Quindi il meccanismo dei congedi è nato semplicemente per una questione venale, non per una questione di buon funzionamento. Io mi sono assentato per circa tre settimane per svolgere il mio periodo di volontariato in ospedale in Bangladesh e ho chiesto congedo non già perché volessi mantenere la mia indennità per il periodo in cui ero assente (quando stavo all'Università usavo le ferie per andare a operare in Bangladesh), ma semplicemente perché la verifica del numero legale non computasse anche me tra gli assenti. Quindi non credo che il congedo debba servire per mantenere l'aspetto venale, perché giustamente se sono assente non mi spetta la corrispondente parte di indennità. Che non ci sia per malattia o che non ci sia per altri motivi credo che l'indennità non mi spetti, poi si potrà valutare, ma su tutto questo è necessario un confronto.

Presidente, lei ha mancato nel confronto con quest'Aula; lei ha aggredito l'Aula senza fare un confronto. Io non penso che sia necessaria una Commissione d'inchiesta; ci sono gli strumenti, c'è la Giunta per il Regolamento, come le è stato detto. Qua ci sono delle cose sbagliate: la verifica del numero legale non può essere usata strumentalmente, come lei stessa riconosce, per valutare le presenze in Aula, bisogna trovare altri meccanismi. Esiste il Consiglio, esiste la Giunta per il Regolamento, esiste l'Ufficio di Presidenza che possono decidere in merito. Usiamo gli strumenti che abbiamo, altrimenti veramente anche noi saremo costretti a pensare che sia necessaria una Commissione d'inchiesta.

PRESIDENTE. Onorevole Campus, non è compito del Presidente sindacare sui fini per i quali viene chiesta la verifica del numero legale. E' una prerogativa prevista dal Regolamento, per cui non c'è questa possibilità e come è stato detto in sede di Giunta per il Regolamento si può pensare a una diversa disciplina della verifica del numero legale. I congedi non hanno una funzione venale, tant'è che prima ho precisato che paradossalmente un consigliere può chiedere perennemente congedo e risultare assente, perché il congedo viene accordato dall'Aula, però siccome è giustificato quel consigliere può risultare presente pur non essendo materialmente in aula.

Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Anch'io naturalmente intervengo sul Regolamento, ma soprattutto sulla questione della manipolazione dei dati, su cui vorrei che il Presidente fosse ancora più chiaro, perché francamente anch'io mi pongo dei dubbi quando dei colleghi sollevano un problema e sostengono che lei direttamente, Presidente, abbia manipolato questi dati. Io ho la certezza, e probabilmente sono uno dei pochi fuori dal coro in questo momento, che i dati non siano stati assolutamente manipolati. Considerato che l'argomento ha suscitato grande interesse popolare, è normale che da parte di molti colleghi, soprattutto quelli che sono abituati a utilizzare un linguaggio abbastanza pesante, in particolare nei confronti del Presidente del Consiglio - che naturalmente non devo difendere io all'interno di quest'Aula, perché credo che abbia le capacità per potersi difendere da solo -, molto spesso si utilizzi un linguaggio esagerato e decisamente fuori luogo. Usare espressioni come "onestà intellettuale del Presidente" mi sembra esagerato; stiamo parlando della pubblicazione di dati relativi all'attività del Consiglio regionale.

All'esterno, dice qualcuno, la gente non capisce che cosa stia succedendo. Guardate che la gente non capisce neanche la vostra opposizione, non capisce perché si faccia ostruzionismo all'interno di quest'Aula, non capisce perché si chieda la verifica del numero legale, non si rende nemmeno conto se qualche consigliere non interviene mai, perché non lo sa! Cioè non sono questi gli argomenti importanti e fondamentali. Credo che importante e fondamentale sia trovare finalmente un equilibrio all'interno di quest'Aula. E' necessario trovare una linea di condotta coerente da parte della maggioranza e dell'opposizione. Credo quindi che bene abbia fatto il Presidente del Consiglio a pubblicare quei dati, nonostante buona parte di voi non sia assolutamente d'accordo. E non ritengo che ci siano stati grandi errori nel portare avanti quella delibera all'interno dell'Ufficio di Presidenza. Credo che sia stato corretto, poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità, ognuno dirà liberamente e pubblicamente ciò che pensa in merito a quella delibera, ma se si intende continuare a disertare l'Ufficio di Presidenza perché non la si vuole approvare lo si dica tranquillamente e pubblicamente. Noi siamo presenti, siamo qui, questo è il nostro lavoro e questo dobbiamo fare.

Sulla verifica del numero legale credo che qualche collega inizierà a porsi dei dubbi e a chiedersi se effettivamente sia un sistema, un metodo per fare opposizione oppure per evitare che i lavori di quest'Aula vadano avanti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, mi consenta una battuta: visti gli atti che ha posto in essere in questi ultimi giorni molto probabilmente l'avrei dovuta chiamare vicecoordinatore regionale del suo partito. Le dico subito, signora Presidente, che come consigliere di minoranza, espressione del Partito Democratico, ma credo di poter parlare anche a nome di tutto il centrosinistra, noi siamo favorevoli alla massima trasparenza possibile e vogliamo che il mandato che i cittadini sardi ci hanno conferito venga espletato con la massima responsabilità e trasparenza. Vogliamo anche che il nostro operato, il nostro lavoro quotidiano possa giungere a tutti i cittadini sardi, possibilmente in tempo reale, per questo le chiediamo di mettere in atto, nel più breve tempo possibile, tutte le azioni necessarie affinché i cittadini sardi, quelli che lo vogliono, possano assistere in diretta ai lavori di questo Consiglio, per poter valutare direttamente quello che i loro delegati, nessuno escluso, fanno in quest'Aula.

Signora Presidente, noi viviamo in un periodo nel quale basta parlar male della politica o di chi fa politica per passare subito per eroi. Lei ha utilizzato il suo ruolo per avere sulla stampa un risalto che molto probabilmente non era neanche necessario, perché credo che di tutto lei abbia bisogno tranne che di compiere azioni eclatanti per poter apparire sui giornali sardi. Però lei, con il suo comportamento in questa occasione, me lo consenta, ha gettato discredito su questa Assemblea e sui suoi componenti, dimenticandosi che ne è la principale responsabile. La responsabilità è in capo al Presidente del Consiglio, come in qualsiasi famiglia è in capo al capofamiglia.

Io, signora Presidente, non sono mai stato assente da quest'Aula, non ho mai chiesto un giorno di congedo eppure risulto fra i più assenti. Devo essere sincero, ho la fortuna di non avere una moglie gelosa, altrimenti mi chiederebbe come mai tutte le mattine parto da Oristano alle 8 e 30 dicendo che vado in Consiglio. Ma è questo che mi sono proposto di fare, tant'è che non ho mai saltato una riunione delle due Commissioni di cui faccio parte.

Lei avrebbe fatto una cosa seria e corretta se, nel momento in cui ha deciso di portare a conoscenza dell'opinione pubblica il lavoro di questo Consiglio, per senso di responsabilità e trasparenza avesse reso noto anche il lavoro che viene fatto nelle Commissioni, facendo sapere ai cittadini sardi che le Commissioni, in questi dieci o undici mesi di legislatura, hanno lavorato solo ed esclusivamente grazie al senso di responsabilità dei componenti della minoranza consiliare.

Faccio parte di due Commissioni e vedo che ogni qualvolta vengono convocate i rispettivi Presidenti continuano a uscire negli anditi per telefonare o far telefonare ai colleghi di maggioranza sollecitandone la presenza, altrimenti la riunione non si può tenere. Abbiamo sempre dimostrato sino a oggi, con grande senso di responsabilità, ripeto, che i lavori delle Commissioni si sono svolti solo ed esclusivamente grazie alla nostra presenza. Io sono in aspettativa dal mio lavoro, non ho nessuno studio tecnico, legale o medico da mandare avanti, vengo in Consiglio tutte le mattine, quando sono convocato e anche quando non lo sono, per senso di responsabilità, perché sono convinto che a questo siamo chiamati. La nostra responsabilità deve essere dimostrata per intero, però nel ribadirle che lei, Presidente, ha mancato di rispetto a me, come le è già stato detto, alla mia famiglia e anche a chi mi ha dato il proprio voto per venire in Consiglio regionale…

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato. Io oggi sto concedendo qualche secondo in più perché non si pensi che il Presidente non voglia dare la possibilità di parlare, però a tutti viene chiesto sempre di contenere il proprio intervento nei tempi previsti.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Concludo, Presidente, dicendo che siamo pronti anche a una sfida su questo terreno perché vi sia la massima trasparenza e perché i cittadini sardi sappiano qual è il nostro lavoro - mi consenta di terminare, Presidente, le chiedo veramente scusa - non con atti demagogici, come quello che lei ha messo lei in campo in questi giorni, ma con atti seri che consentano a tutti noi di poter guardare in faccia chi ci ha dato il proprio suffragio. Grazie.

PRESIDENTE. Penso che la demagogia possa essere valutata attentamente da chiunque abbia la possibilità di fare valutazioni. Qui non si fa demagogia, perché la mancata presenza in Aula e i ritardi costanti con cui si iniziano i lavori sono un dato di fatto. Comunque non raccolgo le provocazioni.

Le faccio presente, onorevole Solinas, che i nostri lavori vanno già in diretta, via Internet, sul sito del Consiglio.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, colleghi, non mi è stato chiesto per quale motivo intervengo e sinceramente non so se devo intervenire sul Regolamento, perché con il Regolamento ciò di cui si sta parlando mi pare che ci azzecchi pochissimo! Potrei intervenire sull'ordine dei lavori, potrei intervenire per fatto personale, come mi pare abbia fatto la gran parte delle persone che sono intervenute. Per fatto personale non intendo intervenire. Sono presente in quest'Aula da tre legislature, non sono mai stato accusato da nessun cittadino di essere un assenteista, eppure sono mancato, così come manchiamo probabilmente tutti quanti. La delibera dell'Ufficio di Presidenza prevedeva almeno il 50 per cento di partecipazione e mi pare che nessuno sia sotto questa percentuale, quindi, voglio dire, sarebbe bastato questo per tranquillizzare tutti.

In questa seduta - ed ecco perché ho grande difficoltà a spiegare per quale motivo e su che cosa stiamo intervenendo - tutti gli interventi sono diventati una sorta di impeachment nei confronti del Presidente del Consiglio. Colleghi, questo non può essere permesso, e mi meraviglia molto che colleghi intelligenti, capaci e presenti come voi abbiano potuto pensare di mettere sotto accusa il Presidente del Consiglio, quando in ben altre circostanze questo Consiglio regionale non è intervenuto nei confronti di presidenti che veramente avrebbero meritato di essere messi sotto accusa, sotto inchiesta. Questo non è mai stato fatto! E meraviglia tanto ciò che sta succedendo, perché ho ascoltato parole pesanti, incomprensibili e intolleranti per qualsiasi assemblea legislativa, ma soprattutto per questa.

Allora domando: per quale motivo nessuno ha messo in discussione la modifica del Regolamento? Ho sentito parlare a sproposito del Regolamento, perché questa non è materia da Regolamento, può essere regolamentata, ma non è materia da Regolamento. Nessuno ha detto che tutti i Capigruppo erano d'accordo per portare la citata delibera nell'Ufficio di Presidenza; la votazione è lasciata all'Ufficio di Presidenza. Il Presidente - onorevole Cappai, io non l'ho interrotta - ha detto che i Capigruppo avevano dato parere favorevole a che tale delibera andasse all'Ufficio di Presidenza; non hanno messo per iscritto che il parere sarebbe stato favorevole. Ognuno si assuma le sue responsabilità. Il Gruppo del P.d.L. si è riunito prima che la delibera fosse inserita all'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza, non c'è stata nessuna voce di dissenso e abbiamo dato mandato al Presidente del Consiglio, ma soprattutto al nostro Questore, di votare a favore della delibera. Poi qualcuno di noi può avere delle rimostranze da fare, può ritenere che ci siano cose che non vanno bene, può sentirsi toccato dalla pubblicazione di quei dati, ma certamente sappiamo tutti che la gente fuori "spara": sparava ieri sui giornali, spara oggi in presenza del pubblico, sparerà domani. Daremo alimento continuo alle polemiche che nasceranno attorno al Consiglio regionale, ecco perché mi domando su che cosa stiamo intervenendo.

Le chiederei, Presidente, di sospendere immediatamente la seduta, di convocare la Conferenza dei Capigruppo e di chiarire una volta per tutte questa questione. Non è possibile mettere sotto accusa il Presidente del Consiglio, perché questa è veramente la deriva del Consiglio regionale! Se volete questo, guardate, il Presidente del Consiglio è inamovibile, tanto per essere chiari. O si dimette, come ha fatto molto opportunamente il presidente Soru, o altrimenti rimane in carica. Guardiamoci in faccia, questa è la realtà che noi dobbiamo rappresentare. Se volete altro ditelo subito, ma io credo che sia fondamentalmente sbagliato quello che stiamo facendo.

I blog sono invasi da notizie false. Onorevole Gian Valerio Sanna, l'avevo avvertita, ciò che sta scrivendo e ciò che scrivono i suoi amici nel suo blog è fondamentalmente sbagliato. Lei è uno dei maggiori aizzatori della polemica che si sta sviluppando in questi giorni in Sardegna, ne è uno dei maggiori responsabili! E quello che fa specie è che ci sono colleghi molto intelligenti che la stanno seguendo. Questo mi fa veramente specie.

Io credo che lei abbia tutte le motivazioni e le può giustificare senza bisogno di interloquire con me. Lo può fare in qualsiasi sede; ha capacità, serietà, onestà intellettuale, può fare tutto quello che vuole, ma non deve discutere con me. Se vuole discutere con me sul ruolo del Consiglio regionale ne discutiamo in un'assemblea pubblica e allora facciamo politica. Se lo vogliamo fare qui dentro, si convochi una riunione apposita per discutere sul ruolo del Consiglio regionale, sul ruolo dei consiglieri e sul perché non partecipano alle sedute del Consiglio. Per il resto, accusare il Presidente credo che non sia assolutamente corretto. E' un'accusa a noi stessi e non fa bene né a noi, né alla politica, né ai sardi.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, lei ha chiesto su che cosa si sta intervenendo. A norma di Regolamento questa discussione non attiene né al Regolamento né all'ordine dei lavori, siccome però non voglio che si possa minimamente pensare che il Presidente si sottrae al confronto su un argomento che investe tutto il Consiglio, la prosecuzione della discussione è consentita e si va avanti perché è giusto che ci sia un confronto ed è giusto dare la possibilità a tutti di esprimersi in merito.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.).Signora Presidente, intervengo per chiedere ai colleghi, se è possibile, con garbo, di interrompere per un attimo i lavori affinché maggioranza e opposizione possano interloquire su quanto sta avvenendo oggi in Aula.

Spiego perché. Noi siamo guardati dall'esterno ordinariamente perché il nostro lavoro riguarda gli altri; oggi ci stiamo occupando di noi stessi. Abbiamo l'obbligo di occuparci di noi scrivendo norme chiare che riguardino il nostro comportamento. Altre volte in questo Consiglio abbiamo detto che i lavori di Commissione non si svolgono in Aula. Al di là delle asprezze polemiche, il Consiglio regionale forse sta scoprendo che deve, come dire, rendere più efficienti le sue regole. Abbiamo il luogo in cui farlo, abbiamo anche il modo in cui farlo, cioè sottraendoci all'enfasi che magari un intervento in pubblico produce.

Oggi non otteniamo risultati con questa discussione sull'efficienza delle nostre regole, in più diamo la sensazione che nella gerarchia dei contenuti noi giudichiamo più importante discutere di noi stessi che non, per esempio, della situazione dell'Alcoa o della Vinyls. L'ho sempre detto, io sono isolatissimo nell'approccio a queste due grandi multinazionali, che accompagnerei ad andarsene via dalla Sardegna, e direi al Governo di sostenerci nel riconvertire quelle aree industriali, ma sarebbe lungo parlarne. Nella percezione esterna noi diamo la sensazione che sia più importante il modo in cui regoliamo i nostri rapporti del fatto - e lo dico in forma di denuncia, perché ce ne occupiamo tutti - che, per esempio, la Regione Trentino Alto Adige ha negoziato con il Governo nazionale, nella legge finanziaria nazionale, il suo federalismo fiscale. Da sola! Lo dico ai parlamentari sardi che per ottenere qualcosa rivendicano un ministro, sostenuti da un giornale che dedica pagine e pagine a questa cosa assolutamente inutile, mentre il Trentino si porta a casa il suo federalismo fiscale! E la Sardegna vede l'Italia ragionare di federalismo fiscale senza mai considerare il rapporto tra il prodotto interno lordo e la pressione fiscale, che ci priva di tutta la ricchezza prodotta. Noi siamo ammazzati di tasse e abbiamo Equitalia che blocca le aziende se non pagano le tasse.

Allora, il senso della richiesta, assolutamente garbata, di sospendere per una interlocuzione tra maggioranza e opposizione è quello di trovare un percorso per cui si possa discutere anche delle cose di cui stiamo discutendo oggi, ma in maniera produttiva, in maniera tale da riversarlo su un sistema di regole efficienti. Sono curioso di sentire l'onorevole Espa, il quale ha promesso di dirmi dove troviamo i soldi per i progetti personalizzati. Sono curioso, perché li vorrei trovare anch'io quei soldi, ma vorrei sentire l'onorevole Espa perché è lui che ha proposto la mozione.

Chiederei ai colleghi, senza toglierci niente, di valutare se è possibile interrompere la seduta per dieci minuti per verificare se si può costruire un percorso. Chiedo al Presidente di sottoporre questa proposta all'attenzione dei colleghi.

PRESIDENTE. L'onorevole Maninchedda ha proposto una sospensione dei lavori di dieci minuti. Siamo tutti d'accordo? Se non c'è accordo unanime, metto in votazione la proposta.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Possiamo votare con il sistema elettronico?

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, su queste proposte si può votare solo per alzata di mano.

Metto in votazione la proposta di sospensione. Chi l'approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non l'approva alzi la mano.

(E' approvata)

Sospendo la seduta per dieci minuti. I lavori riprenderanno alle ore 12 e 16.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 07, viene ripresa alle ore 12 e 19.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, utilizzerò molto meno del tempo assegnatomi. Io sono molto a disagio, dal punto di vista personale, per i motivi che le ho scritto e che non voglio ripetere in quest'Aula, ma soprattutto perché le sue due concomitanti iniziative, ovvero prima il rinvio dei lavori al pomeriggio mezz'ora dopo l'inizio della seduta antimeridiana e poi la pubblicazione dei dati sulle assenze dalle votazioni, così come ho scritto e lo ribadisco, hanno dato un ulteriore colpo alla credibilità del Consiglio.

Noi dell'Italia dei Valori non vogliamo difendere privilegi o consuetudini vecchie. C'è da lavorare molto per rinnovare l'efficienza del Consiglio, per rinnovare anche gli strumenti a disposizione dei consiglieri regionali per poter svolgere al meglio la propria attività, però è indubbio, signora Presidente, lo ribadisco, che la pubblicazione di quei dati parziali ha inferto un duro colpo alla credibilità del Consiglio regionale e in questo caso, per le carenze presenti in quei dati, ha inferto un ulteriore colpo alla minoranza del Consiglio. Sono i componenti dell'opposizione che da quella tabella vengono fuori come gli ultimi della classe, tra virgolette, quantomeno per quanto riguarda le presenze.

Badi, signora Presidente, che io come Capogruppo non ho mai dato l'assenso a che quella delibera venisse approvata nell'Ufficio di Presidenza. Lo voglio dire pubblicamente, perché è stato detto che tutti i Capogruppo erano d'accordo e a me questo non risulta. Ma noi non vogliamo opporci a nessun provvedimento, a nessuna delibera, a nessun ulteriore intervento della Giunta per il Regolamento affinché il nostro Regolamento risponda all'esigenza di snellire e accelerare le procedure di lavoro e di migliorare la nostra attività sia in Aula che nelle Commissioni. Ma l'errore nella pubblicazione di quei dati sta nel fatto che sono dati parziali, che colpiscono soprattutto la minoranza, perché mancano i dati sulle assenze politiche alle votazioni.

E qui, signora Presidente, mi consentirà di introdurre un altro elemento che ritengo abbia portato questa polemica all'apice, e si tratta di un dato politico, perché queste sue due decisioni, che sono state giustamente amplificate dalla stampa, perché la stampa è sensibile a questo tipo di notizie, si sono situate in un momento politico in cui la stessa stampa evidenziava una frattura all'interno del maggiore Gruppo di maggioranza, determinata da 10, 11, 12 componenti, non sappiamo esattamente quanti. Dopo una discussione aspra all'interno del P.d.L. è intervenuta questa iniziativa ed è indubbio che le opposizioni non possono non leggere anche politicamente questa vicenda. Anche perché, Presidente, glielo dico molto bonariamente - non è la prima volta, ma con molto rispetto sono costretto a ribadirlo perché penso che sia uno degli elementi del problema, soprattutto dal punto di vista etico -, la sua funzione di Presidente del Consiglio è quanto meno annebbiata dalla contemporanea assunzione da parte sua di una carica importantissima all'interno del maggiore partito di maggioranza. Questo è il problema serio da risolvere.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il problema non si è posto in occasione dei problemi interni al partito di maggioranza relativa. Le misure che lei ha richiamato sono state proposte già prima delle vacanze di Natale e sono state annunciate anche nella conferenza stampa di fine anno su precisa domanda dei giornalisti. E allora non c'erano i problemi che lei ha richiamato in relazione al partito di maggioranza relativa. Nell'ultima riunione dell'Ufficio di Presidenza prima della pausa natalizia, in un periodo assolutamente non sospetto, si era precisato che quella delibera non sarebbe stata ulteriormente sospesa e che alla successiva riunione utile sarebbe stata messa in votazione.

Riguardo alla funzione di Presidente del Consiglio e di vicecoordinatore del P.d.L. voglio precisare che si tratta di due funzioni distinte che vengono esercitate in ambiti differenti. Mi risulta anche che il Presidente del Partito Democratico sia Vicepresidente della Camera dei deputati e penso che il suo incarico nel partito non interferisca con la funzione di Presidente pro tempore in Aula,. Mi consta che il Presidente del Consiglio della Toscana, Riccardo Nencini, sia anche coordinatore del proprio partito. La sottoscritta è soltanto vicecoordinatrice, ma, ripeto, queste due funzioni vengono esercitate in ambiti distinti e non influiscono l'una sull'altra.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signora Presidente, da quando ho iniziato l'attività politica ho imparato che il clima che si forma all'interno delle assemblee legislative è importante, anzi determinante. E' una cosa della quale bisogna tener conto e devo dire che abbinare le assenze alla produttività e alla qualità del lavoro è un qualcosa che non può andar bene. Così è avvenuto e devo dire anche che i dati che sono stati forniti denotano, per la mia esperienza, che in questa legislatura i consiglieri regionali sono stati più presenti che nell'intero arco di vita della Regione. Quindi non capisco bene il problema e non capisco nemmeno le difese d'ufficio. Qui stiamo parlando della massima Assemblea legislativa e di come ci dobbiamo comportare per migliorare la qualità del lavoro e la nostra produttività. Stiamo invece delegittimando o correndo il rischio di delegittimare il Consiglio regionale.

L'enfasi stessa, vede, con la quale si pongono i problemi, questo modo così caparbio di voler avere ragione sui provvedimenti presi denotano una mancanza di serenità e di equilibrio nelle cose che noi diciamo e che dobbiamo confrontare con ciò che ci dicono gli altri, per trovare una soluzione. Stiamo discutendo di un aspetto marginale, marginalissimo dei problemi che riguardano questa Assemblea. Produttività e assenze non hanno niente a che vedere tra loro, lo abbiamo già detto, ma sono ben altri i problemi che abbiamo davanti. Faccio un esempio: è da un mese e mezzo che io sto cercando di convocare la prima Commissione, la quale non può essere convocata perché i lavori del Consiglio regionale si sa quando iniziano, ma non quando finiscono. Ogni volta che convochiamo le Commissioni le dobbiamo poi sconvocare, perché non siamo in grado di capire quando e come vengono regolamentati i lavori di questa Assemblea per dare la possibilità alle Commissioni di lavorare. Questo non avviene, c'è il problema della programmazione bimestrale e mi sembra anche assurdo - lo dico con sommo rispetto - parificare determinate qualifiche che sono presenti all'interno di quest'Aula. Ma ne parleremo, perché credo che una modifica del Regolamento vada fatta, e vada fatta in fretta. Bisogna adeguare il nostro Regolamento alle nuove esigenze che stanno emergendo e non capisco perché non lo si faccia. D'altra parte io non posso accusare la minoranza di utilizzare uno strumento che quando eravamo in minoranza noi abbiamo utilizzato a piene mani. Ma da qui a farne un ragionamento politico credo che ce ne passi.

Il problema non è, come si dice, quello di far apparire alla gente un formalismo. Cioè si dice che la gente, quando vede la televisione, vede i banchi del Consiglio vuoti. Che cosa vorremmo invece che vedesse? Ottanta consiglieri regionali che si girano i pollici o che leggono i giornali? Non funziona così. Bisogna regolamentare i lavori di quest'Aula per sapere quando le Commissioni possono lavorare, l'orario delle sedute del Consiglio regionale e l'orario delle votazioni, per consentire al consigliere regionale, che non ha solo l'obbligo della presenza in aula, ma ha anche l'obbligo di ricevere qui delegazioni, di fare tutto un lavoro che si capisce che è importante, perché la gente vuole avere anche un rapporto diretto col proprio consigliere regionale. Il nostro lavoro non si esaurisce con la presenza in aula; c'è un lavoro molto più articolato, molto più pregnante, che deve essere svolto dal consigliere regionale. Allora è evidente che noi dobbiamo per forza procedere ad adeguare il nostro Regolamento.

Io credo che in questa legislatura anche la minoranza abbia dato la propria disponibilità ad affrontare problemi comuni e che quindi non debba esserci questo dualismo. Siamo in presenza di un problema che esisteva quando c'era il presidente Soru ed esiste adesso che c'è il presidente Cappellacci. Dobbiamo metterci d'accordo per incominciare a riequilibrare le cose, anche se questo termine non mi piace, ma comunque per rivedere complessivamente l'organizzazione del Consiglio regionale, dov'è la tara vera, perché non è possibile che nell'arco di un anno abbiamo fatto tre, quattro o cinque leggi! Lo vogliamo fare questo ragionamento?

Quello di cui si parla è un problema di maggioranza, non di minoranza. Quindi credo che le cose vadano fatte bene, bisogna che i mezzi di informazione siano ben documentati, dicendo quali sono le cose che vanno e quali quelle che non vanno.

PRESIDENTE. Onorevole Floris, le assenze non sono mai state…

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Nelle assemblee legislative si risponde una volta e basta!

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Floris, io l'ho ascoltata. Se si deve aprire un confronto, così come si pongono i problemi è giusto dare la possibilità di rispondere. Li ha posti lei i problemi, io devo rispondere alle domande che lei ha posto, perché altrimenti il discorso è unilaterale e ciò non è corretto, perché ciascuno può dire e mettere in discussione tutto mentre gli altri non possono rispondere.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Risponda alla fine!

PRESIDENTE. Ricordare tutte le cose e segnare tutto, onorevole Sanna, non è semplice, preferisco dare le risposte volta per volta. Così come io ho consentito che si facesse un dibattito che non è consentito dal nostro Regolamento, deve essere data la possibilità al Presidente del Consiglio di rispondere quando lo ritiene opportuno.

Nessuno ha mai avuto la pretesa, onorevole Floris, di dare come indice della produttività del Consiglio l'elemento delle assenze, che è relativo soltanto al problema dell'assenteismo e dei ritardi con cui iniziano i lavori del Consiglio. Lei sa che l'organizzazione dei nostri lavori dipende dalla Conferenza dei Capigruppo e il nostro Regolamento prevede la possibilità di organizzare, contingentare e calendarizzare i lavori soltanto se si realizza la maggioranza dei tre quarti dei componenti in sede di Conferenza dei Capigruppo. Quando questo non avviene non c'è la facoltà per il Presidente di determinare quando un provvedimento entra o esce dall'Aula. In ogni caso, i consiglieri regionali sono pagati per stare in aula per tutto il periodo delle votazioni, ma anche nel periodo in cui si svolge la discussione generale. Non a caso per la verifica del numero legale nel corso della discussione generale nella scorsa legislatura è stata introdotta una norma, in occasione della riforma del Regolamento, su proposta delle forze di opposizione di allora, proprio per evitare che il dibattito in Aula si svolgesse esclusivamente tra chi interveniva e la Giunta regionale.

Il dato sull'approvazione in questa legislatura di sei leggi in appena nove mesi non è indice di scarsa produttività legislativa, anzi è indice del contrario, perché bisogna anche leggere i numeri nel dettaglio. In queste sei leggi sono infatti comprese due manovre finanziarie e un collegato alla finanziaria.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Signora Presidente, alcune risposte sono state date, ma senz'altro non soddisfacenti. Un dato certo e inconfutabile è che il Consiglio regionale da questa vicenda ne è uscito delegittimato, questo è sotto gli occhi di tutti, tant'è che la discussione di oggi è nata per questo. Non solo, per come sono state presentate le cose c'è stata un'offesa diretta a ogni singolo consigliere regionale e al Consiglio nel suo insieme.

Lei, Presidente, ha ribadito più volte, oggi, che si sono volute solo precisare le assenze dalle votazioni e i ritardi con cui iniziano le sedute. Tutta la Sardegna sa che la maggioranza dei componenti questo Consiglio regionale, di maggioranza e di opposizione, manca dall'Aula almeno nella misura del 50 per cento. Io mi sono sentito dire: "Tu hai fatto 160 assenze, ma cosa stai andando a fare in Consiglio regionale?". E a questo interlocutore che mi ha così apostrofato ho risposto: "Vedi, io non sono in Consiglio regionale per diritto ereditario né tanto meno per passare il tempo senza fare niente. Sono arrivato due legislature fa e la mia attività di componente del massimo consesso della Sardegna è agli atti: leggi, proposte di legge, mozioni, interrogazioni. L'attività dentro l'Aula si svolge settimana per settimana e quando purtroppo mi sono dovuto assentare è stato per gravi motivi di salute o di famiglia". Ed è necessario specificare che non si è assenteisti, perché assenteista è chi non fa niente; assenteista è chi viene in quest'aula per fare la bella statuina e non pronuncia mezzo verbo in dodici mesi; assenteista è chi viene in quest'aula per girarsi i pollici, come diceva il presidente Floris, e non rispetta il mandato elettorale che i sardi gli hanno affidato per affrontare, discutere, tentare di risolvere i problemi della Sardegna. E dare un messaggio fuorviante, quale quello che è stato dato alla Sardegna, ovvero che qui dentro, in un periodo in cui la politica è nell'occhio del ciclone, praticamente non si fa niente, non è giusto, non è assolutamente giusto. Io posso pensare che non sia stato fatto premeditatamente con questa intenzione, ma il risultato purtroppo è stato questo.

Allora è necessario correggere, perché è vero che nel sito del Consiglio sono riportati i dati sull'attività dei consiglieri, ma nei giornali leggo un'altra cosa e la gente non vede il sito, mi creda, Presidente. Il 99 per cento dei nostri concittadini legge i giornali e io non voglio essere tacciato di assenteismo, perché qua dentro io lavoro, ho lavorato dal primo giorno che sono entrato in Consiglio regionale. Io ho sempre lavorato, perché la vita non mi ha consentito di essere assente e ciò che ho, poco o niente che sia, me lo sono guadagnato con le unghie, lavorando e onorando sempre, giorno per giorno, il mandato che l'elettorato mi ha affidato. Nessuno si può sognare di tacciarmi di assenteismo! Assenteista è chi, in questo consesso, per intere legislature non ha fatto niente. Niente!

Allora si facciano le correzioni e le dovute e necessarie precisazioni, perché è stata offesa la dignità personale di ogni consigliere regionale e la dignità complessiva del Consiglio regionale. Dispiace che dalle tribune del pubblico debbano assistere a questa discussione persone che sono qui, giustamente, in attesa di risposte diverse da queste, ma qui ne va della dignità stessa del popolo sardo. Io non sono un assenteista e non voglio che nessuno mi accusi esserlo! Portiamo i dati delle ultime tre legislature io, lei e altri colleghi che sono qua dentro e vediamo chi è stato assenteista! Prima di accusare o dire cose che non possono essere riscontrate o che non sono giuste ci si deve pensare due volte. Non si può prima ammazzare una persona e poi dire: "Forse ho sbagliato, mi correggo". No, Presidente! Il Presidente del Consiglio è il Presidente di tutti, deve certamente vigilare, deve certamente mettere in evidenza determinate cose, ma deve altresì dare un messaggio preciso e obiettivo. Allora la gente potrà decidere chi è assenteista e chi non lo è, chi viene qui per passare il tempo e chi invece ci viene per lavorare, chi qualche volta è costretto ad assentarsi non per volontà propria, ma per motivi di salute o altri gravi motivi, ma quando c'è lavora nel rispetto del mandato elettorale e del programma della lista in cui si è candidato.

Questa è l'attività parlamentare, Presidente, io la intendo così. Lei ha richiamato il Regolamento della Camera, ma il Regolamento della Camera non è il Vangelo! Io sono cattolico e credo nel Vangelo, non nel Regolamento della Camera! Questo è un consesso autonomo e spetta a chi divulga determinate notizie far sì che siano notizie obiettive. Non è una questione che scredita la minoranza; è una questione che scredita tutto il Consiglio, questa è la verità. C'è chi ha il coraggio di dirlo e chi non ce l'ha. Posso pensare che sia stato un errore e allora si corregga l'errore, perché nella mia vita non sono mai stato assenteista da nessuna parte, tanto meno qua dentro. Ognuno si faccia il proprio esame di coscienza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, onorevoli colleghi, io mi sento, come molti di noi, impegnato giorno dopo giorno non solo a difendere e sviluppare la funzione di rappresentanza politica all'interno dei limiti e dei confini che sono stati disegnati dalla nostra Costituzione repubblicana, ma anche a svolgere, con il massimo della qualità di cui sono capace, la funzione legislativa di governo dei problemi dei sardi e della Sardegna, perché il senso di queste istituzioni democratiche è esattamente questo.

Domani ci aspetta un altro importante e significativo appuntamento con il Governo nazionale. Voglio rivolgermi all'onorevole Mario Diana, perché ha la responsabilità più cospicua, in questo Consiglio regionale, della rappresentanza politica all'interno di un Gruppo, per dirgli che il modo migliore per difendere questa istituzione, e quindi non mortificarla, è non coinvolgerla mai nei disagi che pure si manifestano all'interno delle coalizioni. E' un nostro dovere di dirigenti politici, di rappresentanti del popolo. E non si potrà dire che in questo anno di legislatura le opposizioni non abbiano dato il loro contribuito, non solo evitando l'ostruzionismo, onorevole Cherchi, ma anche dando un contributo di elaborazione che non può essere perso, che va coltivato, anche nella relazione politica fra noi. E quindi va evitata qualsiasi accelerazione che possa gettare, in qualche misura, ombre sulle istituzioni democratiche.

Chi ci aspetta fuori, aspetta una risposta. Se noi delegittimiamo chi deve rispondere, le risposte non arriveranno e per quanto ci siano appelli all'impresa, anche autorevolissimi, come quelli del Santo Padre, sfido chiunque a pensare che l'impresa sarà in grado di risolvere i problemi del Paese, sarà in grado di rispondere a coloro che perdono il lavoro, che non hanno più certezze. Ecco perché a noi spetta questo compito che è grande e che vogliamo assolvere pienamente.

Io mi sono espresso più volte, non ho vergogna di dirlo, a favore della delibera di cui si è detto, ma i nostri rappresentanti in quella famosa riunione dell'Ufficio di Presidenza hanno purtroppo constatato l'assenza del numero legale. Noi abbiamo detto, e lo ribadiamo perché deve rappresentare uno stimolo, che non daremo più copertura all'assenza del numero legale, soprattutto se ciò evidenzia un disagio politico interno alla maggioranza. Ciò detto, penso che noi dovremmo praticare le sedi nelle quali queste questioni debbono essere affrontate, verificate e regolamentate. Non esiste alcun regolamento che possa resistere nel tempo senza apportare le necessarie modifiche che le situazioni richiedono. Quindi noi siamo disponibili ad avviare una discussione nella Giunta per il Regolamento, così come siamo ansiosi, onorevole Floris, di incominciare seriamente una discussione sulle riforme che devono riguardare gli organi della Regione: il Consiglio regionale, il Presidente della Regione, la Giunta regionale. E siamo ansiosi di vedere che le decisioni che assumiamo qua, anche all'unanimità, non finiscono dentro gli uffici amministrativi della Giunta regionale dimenticati, cestinati, qualche volta anche sospesi irritualmente e illegittimamente non considerati.

Sto concludendo, Presidente. Voglio dire che se noi siamo costretti, così come siamo costretti, non una volta ma due volte, a chiedere l'istituzione di Commissioni d'inchiesta che verifichino l'attuazione delle leggi della Regione, approvate da questo Consiglio, evidentemente ci sono problemi più grandi che abbiamo di fronte e che dobbiamo affrontare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, il mio intervento vuole essere una testimonianza. Premetto che non ho niente da giustificare nei confronti di nessuno. Siamo soggetti a una verifica elettorale, in quel momento ogni cittadino valuterà come esprimere il suo voto, perciò non devo giustificazioni a nessuno, pur essendo uno che ha sempre garantito la presenza, e non solo fisica, all'interno di questo Consiglio. La mia testimonianza consiste nel confermare che, a suo tempo, come Capogruppo dell'U.D.C. ho sostenuto la delibera in questione. Anzi devo aggiungere di aver anche sostenuto, in quella sede, che il limite minino delle presenze non dovesse essere del 50 per cento, ma addirittura dell'80 per cento, garantendo, però, l'orario delle votazioni, perché, come si è già detto in questa Assemblea, l'attività del consigliere regionale si svolge in vari modi. Chiesi inoltre che le sedute fossero trasmesse in diretta, non su Internet, perché funziona male, ma attraverso un canale televisivo digitale, per rendere pubbliche le riunioni dell'Assemblea e delle Commissioni, in modo che chi ha tempo, disponibilità e interesse possa avere un riscontro del lavoro fatto in questo palazzo in qualsiasi momento.

Ma non è questo, secondo me, l'argomento. Ricordo anche che in sede di discussione del bilancio del Consiglio io chiesi, e da alcuni sono stato frainteso, la seduta segreta, proprio perché forse è il momento di parlare di alcune cose senza necessariamente sconfinare nella demonologia. Ognuno tende a difendere se stesso, ognuno tende a raccontare quello che la gente vorrebbe sentir dire. Ricordo che il nostro Gruppo in Commissione, in silenzio, senza comunicati stampa, ma chiedendo un confronto, ha più volte proposto, con emendamenti presentati in sede di finanziaria, la riduzione delle indennità aggiuntive del Consiglio, che porterebbe a un risparmio complessivo di 780 mila euro l'anno. Non ne ha dato notizia all'esterno e comunque molti consiglieri e anche la Presidenza si sono dimostrati contrari ad assumere allora questa iniziativa, rimandandola al momento in cui ci sarebbe stata una rivisitazione del Regolamento, che nulla c'entra con determinazioni di questo genere.

Quindi io rifuggo dagli atti demagogici. Non ho neanche visto, sinceramente, cosa c'è sul sito del Consiglio, i dati sulle presenze o sulle assenze. Ho avuto altro da fare e pensavo di avere altro da fare anche stamattina nell'interesse generale, però mi permetto, da quanto ho sentito, di chiedere la rilevazione e la pubblicazione, se fosse possibile averli, anche dei dati relativi alla scorsa legislatura. E' un problema sicuramente di maggioranza, no? In sede di Conferenza dei Capigruppo, pur essendo rappresentante di un partito di maggioranza ho più volte detto che si stava andando al di là della decenza con una presenza in Aula che non consentiva l'inizio dei lavori. Eravamo sempre i soliti otto o nove all'inizio delle sedute. Ho sottolineato la mancanza di puntualità nell'inizio delle sedute e l'ho anche invitata, Presidente, a ritirare il foglio delle firme una volta dato inizio ai lavori, con tutti gli aggiustamenti del caso per chi è in congedo, rientra o quant'altro. Cioè il problema attiene al buon senso e al senso di responsabilità. Non avrei sicuramente, nell'esercizio delle funzioni che ricoprivo allora, acceduto alla pubblicazione di quei dati qualora fossi stato interpellato in merito. Ho sostenuto che bisognava trovare il modo per ridare dignità al ruolo dei Capigruppo; un ruolo ormai perso, perché i Capigruppo non sono più quel punto di riferimento che erano prima. Un consigliere anziano mi ha ricordato che tempo fa i consiglieri dovevano chiedere un appuntamento per poter parlare con i Capigruppo. Quello forse era un eccesso, ma siamo all'eccesso contrario, cioè c'è poco rispetto per il ruolo di controllo del Gruppo. Queste sono cose che bisogna mettere in campo sicuramente.

Detto questo, chiedo al collega Gian Valerio Sanna, pur avendo compreso e condiviso parte della sua relazione sulla proposta di una Commissione d'inchiesta, di ritirare la proposta perché abbiamo altro da fare. Partecipare a quella Commissione richiederebbe troppo tempo e abbiamo leggi da rivedere, riforme da fare. Le vicende Alcoa e Vinyls aspettano, la legge numero 162 del 1998 aspetta. Insomma ci sono temi decisamente più importanti di quello di cui stiamo discutendo; più importanti per l'esterno, che mal comprende che invece c'è una correlazione diretta tra regole certe per prestare la nostra opera e impegnarci nel nostro lavoro ed efficienza e produttività. Produttività che non può essere solo numerica, ma deve essere soprattutto qualitativa.

Ribadisco la richiesta, Presidente, di poter avere i dati relativi alle presenze alle votazioni della scorsa legislatura, qualora fosse possibile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, intervengo sul Regolamento solo per dire che non condivido quanto detto in precedenza da alcuni colleghi, e cioè che la pubblicazione sul sito del Consiglio dei dati relativi alle presenze alle votazioni o alle sedute del Consiglio leda la mia persona. Credo che questo significhi dire una cosa non vera, perché non è assolutamente questo il modo per ledere il lavoro del consigliere e bene ha fatto prima l'onorevole Rassu a dire che giustamente i suoi elettori sanno cosa fa e cosa non fa e lo votano per quello e non per le presenze in aula.

Vorrei, però, anche dire che la presidente Lombardo ha posto un problema, che attiene ai ritardi nell'inizio delle sedute e alle assenze dall'Aula - e mi metto per primo nel banco degli imputati -, che ormai ci stavamo trascinando da circa cinque mesi e che era causa di un rallentamento dei lavori del Consiglio. Ebbene, credo che quel campanello d'allarme che la presidente Lombardo ha fatto suonare non debba essere visto come qualcosa di lesivo nei nostri confronti, ma debba essere considerato come applicazione delle regole. E' un richiamo a noi stessi, perché giustamente dobbiamo imporci, noi per primi, un metodo di lavoro consono a questo consesso e il rispetto dell'orario d'inizio delle sedute.

Quindi, caro onorevole Porcu - non lo vedo in aula, poi si lamenta perché magari chiediamo la verifica del numero legale e risulta assente -, credo che anche su queste cose dobbiamo fare una riflessione. Grazie di essere rientrato, onorevole Porcu, perché stavamo per chiedere la verifica del numero legale.

Allora una cosa, a mio avviso, è il legittimo dovere dell'opposizione di far mancare il numero legale in occasione della votazione di progetti di legge che non condivide, altra cosa sono le assenze. E allora credo che agli elettori non sfugga che anche nell'opposizione c'è qualcuno, come l'onorevole Porcu, che è assente alle votazioni nella misura del 50 per cento e c'è qualcun altro, come l'onorevole Mariani, che non ha votato quando ci sono state delle azioni di protesta e risulta assente solamente nella misura del 20 per cento.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Perché è Segretario del Consiglio!

STOCHINO (P.d.L.). Quindi io credo che anche su queste cose bisogna fare delle riflessioni.

BRUNO (P.D.). L'onorevole Mariani è Segretario, per cui deve votare sempre!

STOCHINO (P.d.L.). Sto dicendo che l'onorevole Mariani è assente solo nella misura del 20 per cento.

(Interruzioni)

STOCHINO (P.d.L.). E allora? Va bene, avremo modo di discuterne in altra occasione, comunque facevo questo ragionamento per dire che l'opposizione può fare il suo ruolo e nessuno le va contro, a iniziare dalla Presidente e dagli stessi componenti della maggioranza.

Condivido ciò che diceva l'onorevole Mario Floris in riferimento al fatto che dobbiamo trovare delle norme che consentano anche ai consiglieri di poter ricevere delegazioni di sindaci o di lavoratori magari anche durante le sedute consiliari. Quindi credo che oggi questo argomento possa essere utilizzato non come tavolo di scontro all'interno del Consiglio regionale, ma come metodo di confronto partendo dalle considerazioni che faceva cinque mesi fa la presidente Lombardo sulla necessità di stabilire delle regole sull'inizio dei lavori e la partecipazione al voto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io devo manifestare un certo disagio e anche una certa preoccupazione perché questi dati contrastanti, come più consiglieri hanno evidenziato, vanno a impattare su un aspetto estremamente delicato, che è rappresentato dalla credibilità di questa istituzione di fronte all'opinione pubblica, una credibilità alla quale tutti abbiamo il dovere di tenere con particolare interesse. E il rischio, per come sono andate le cose in questi giorni, che il risultato sia quello di aver alimentato sfiducia e giudizi qualunquistici sull'operato del Consiglio ci deve preoccupare. Serve, a mio parere, ingenerare maggiore serenità nella valutazione del nostro lavoro in quest'Aula. E' assolutamente giusto che i dati sulla partecipazione ai lavori del Consiglio e delle Commissioni siano costantemente messi a disposizione dell'informazione pubblica. E' assolutamente essenziale che su questo non ci siano dubbi.

Credo che nessuno abbia interesse a nascondere nulla, compresi i consiglieri intervenuti e la Presidente. Credo che ci sia stato un errore - fatto salvo il principio di buona fede e onestà intellettuale - nella gestione di questa partita e il fatto che siano stati pubblicati dei dati diciamo pure incompleti al fine di avere un quadro completo sul lavoro dei consiglieri, ha fatto sì che non si raggiungesse l'obiettivo che invece si voleva raggiungere, cioè dare un'informazione coerente su quello che è il nostro lavoro e creare le condizioni perché migliori la qualità dell'attività del Consiglio e aumentino la partecipazione e la produttività. Quindi finiscono per apparire non veri dei dati che sono incompleti e si corre il rischio di dare agli elettori, ai cittadini, che prestano molta attenzione a questo aspetto, specie di questi tempi, informazioni che alimentano in loro la sfiducia nell'istituzione. Questo mi preoccupa, perché il rapporto tra l'istituzione e il cittadino è un valore al quale noi non possiamo assolutamente rinunciare. E va detto con estrema chiarezza e forza da parte di tutti noi, e innanzitutto della Presidente del Consiglio, che questa non può essere un'arena in cui questi dati e questi fatti diventano strumento di lotta politica, perché se questo accade a rimetterci non sarà il singolo consigliere, la Presidente o il singolo Gruppo, ma in generale il rapporto tra istituzione e cittadino, e da quel cul-de-sac non ne esce bene nessuno.

Ecco perché ritengo che faccia bene chi chiede che si affronti l'intera questione del Regolamento. Si faccia una volta per tutte chiarezza sull'esigenza di valorizzare al massimo la presenza reale dei consiglieri in Aula e in Commissione, senza trascurare il valore degli interventi che ciascun consigliere svolge. Alla fine l'obiettivo di tutti deve essere quello di valorizzare il lavoro di quest'Aula e non di denigrarlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, l'onorevole Mario Diana si chiedeva quale fosse il motivo di questa discussione, se ci fosse la volontà di discutere una sorta di impeachment del Presidente del Consiglio regionale. Non credo che sia questo. C'è la volontà, immagino, di discutere dell'andamento dei lavori in Aula e, nella fattispecie, dell'andamento anche della sua Presidenza, e credo in dettaglio anche delle notizie apparse sulla stampa circa la sua iniziativa in ordine alle assenze in Aula.

Devo dire che il modo in cui lei, Presidente, sta conducendo l'Aula anche stamattina, in maniera quasi parossistica, rispondendo a tutti punto per punto, dimostra, dal mio punto di vista, una sbagliata considerazione del suo ruolo. Il suo ruolo dovrebbe essere quello di garantire un dibattito sereno, dando a tutti la possibilità di contribuire, e non quello di interpretare una specie di supereroina che ha la possibilità di disporre dell'Aula per tutto ciò che ritiene, occupando in maniera così prepotente anche il tempo, come sta succedendo stamattina. Credo faccia male, Presidente, a non comprendere anche quello che garbatamente le si cerca di dire. Io credo, e tanti con me, che lei con questa iniziativa abbia cercato di svolgere semplicemente un'attività politica e di propaganda per i fini del suo partito e anche suoi personali.

Sbaglia a rispondere così immediatamente, paragonando la sua posizione qui con quella dell'onorevole Nencini in un'altra Regione, non spendendo neanche un secondo per considerare che essere segretario o vicesegretario del maggiore partito in questa Regione è diverso dall'essere segretario forse del più piccolo partito d'Italia, un partito persino non presente nelle aule parlamentari. Sbaglia a rispondere sempre così immediatamente, senza considerare le cose.

Per farla breve, vorrei dire due parole su di me. Io sono il più assente di tutti, quindi potrei non dovermi lamentare di questa iniziativa, ma non trascuri il fatto che ci sono persone - hanno cercato di dirglielo e lei ha fatto fatica a capirlo - che sono state qui sempre, tranne le due volte che il Consiglio regionale è andato in gita, nondimeno si sono ritrovate con il 40 o 50 per cento di assenze. Evidentemente c'è qualcosa di sbagliato ed è stata data un'informazione non corretta all'opinione pubblica.

Ora, come in tanti hanno detto, non credo che il suo ruolo sia quello di screditare ulteriormente il ruolo della politica e tantomeno quello di questo Consiglio regionale. So che nel nostro comportamento, nella nostra attività di ogni giorno abbiamo l'obbligo di esercitare la nostra responsabilità pubblica con disciplina e onore. Ho cercato anche nel passato di attenermi a questo, con disciplina e onore. Con disciplina, andando a lavoro presto la mattina e tornando a casa tardi la sera, essendo sempre presente; con onore, cercando di rispettare l'istituzione che ho rappresentato e rappresento. In questo momento non lo posso fare con la disciplina che vorrei per me stesso. Sono il più assente di tutti in quest'Aula, sono l'unico che non si può lamentare dei dati pubblicati. Sono il più assente anche perché ho ripreso il mio lavoro in un'azienda che è stata attaccata, che ha vissuto un momento di debolezza, e ho sentito la responsabilità persino politica di difendere quei mille posti di lavoro. Cosa che ho fatto e sto facendo con qualche successo, tant'è che fra qualche ora, nel pomeriggio, incontrerò cento persone che sono state appena assunte a tempo indeterminato. Quindi c'è un'azienda che non licenzia, ma assume. Questo non mi ha permesso di essere disciplinato quanto avrei voluto. Ho pensato se non fosse il caso di dimettermi, ma ho considerato di aver preso circa centomila voti in più della coalizione. Sarebbe troppo facile andarmene e rinunciare alla responsabilità di far sentire ogni tanto la mia voce in quest'Aula, anche se questa responsabilità comporta l'essere attaccato un po' brutalmente sui giornali, ma ci sono abituato.

Mi permetterà oggi, per una volta, di terminare il mio pensiero, la prego per questo, Presidente. Ho visto il tempo diminuire nel corso della mattinata, mi conceda per una volta qualche minuto in più.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, le concedo lo stesso tempo che è stato concesso agli altri per concludere il discorso.

SORU (P.D.). Allora le chiedo quello che le ha chiesto un collega un'altra volta: rinuncio a parlare la prossima volta, mi dia cinque minuti in più. A un'altra persona li ha accordati, nel suo modo arbitrario di gestire questa Assemblea, spero che li voglia accordare anche a me.

Sto cercando di terminare dicendo che non ho potuto esercitare la disciplina che in altri momenti ho esercitato, però per senso di responsabilità rimarrò in quest'Aula. Rimarrò in quest'Aula per rispondere a un obbligo che ho verso tanti elettori. Spero di avere presto maggiore possibilità di stare in quest'Aula e di partecipare, non solo schiacciando un tasto, ma anche contribuendo al dibattito. E vengo al merito della questione.

PRESIDENTE. Il tempo è terminato, onorevole Soru.

SORU (P.D.). La prego di farmi continuare.

PRESIDENTE. Le regole sono uguali per tutti. Non c'è nessun esercizio arbitrario.

SORU (P.D.). Guardi per quanto tempo ha parlato lei anche oggi e guardi quante volte mi ha tolto la parola con pochissimo garbo istituzionale!

PRESIDENTE. Il Presidente può intervenire ogni qual volta lo ritenga opportuno, onorevole Soru. Le concedo altri due minuti.

SORU (P.D.). Bene, le chiedo che le sembri opportuno, per una volta, darmi qualche minuto in più per poter manifestare il mio pensiero.

Non credo che lei abbia onorato il suo ruolo contribuendo a questa ondata di qualunquismo che c'è stata in Sardegna in questi giorni. Non credo che lei abbia contribuito a onorare il suo ruolo utilizzando come ha utilizzato anche stamattina la sua responsabilità. Non credo che lei abbia onorato il suo ruolo utilizzando questa casa, che è la casa di tutti, per la sua vanità personale. Le consiglio di togliere oggi stesso quella targa in cui lei, in vita, ha fatto scrivere una sua frase che ha pochissimo senso. Lasci agli storici, a quelli che verranno dopo di lei il compito di considerare il valore delle sue parole e di propinarcele come una lapide. Chi l'ha autorizzata? Questa non è la sua casa, è la casa di tutti. Porti via quella targa, l'appenda a casa sua! Onori questa istituzione, non usi questa istituzione e noi stessi per la sua propaganda e vanità personali!

CHERCHI (P.d.L.). Cosa c'entra?

SORU (P.D.). Onorevole Cherchi, per lei non c'entra nulla, ma è un problema suo!

PRESIDENTE. Proprio perché questa è la casa di tutti deve essere una casa assolutamente trasparente, dove si deve dare contezza di tutto. Le assicuro, onorevole Soru, che il Consiglio regionale non è mai andato in gita, come invece lei ha detto. Mi fa piacere che abbia cambiato idea, visto che nella scorsa legislatura, quando era Presidente della Regione, più volte si è lamentato delle assenze in Consiglio regionale.

(Interruzione del consigliere Soru)

PRESIDENTE. Onorevole Soru, sono intervenuta tutte le volte che era opportuno intervenire!

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Locci, colleghi, per cortesia!

SORU (P.D.). Lei si permette di offendere tutti!

PRESIDENTE. Onorevole Soru, lei ha parlato, adesso deve consentire agli altri di intervenire. Deve avere rispetto per le persone che sono presenti in quest'Aula.

SORU (P.D.). Io ho rispetto e ascolto tutti, è lei che non ha rispetto!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Mi dispiace, onorevole Soru, che in questo dibattito, libero dibattito, per quanto un dibattito molto sentito, in cui sono state espresse anche opinioni dure, lei abbia introdotto elementi che ne snaturano, a mio avviso, la funzione. Né nella scorsa legislatura né in nessun'altra legislatura noi abbiamo mai… E nella scorsa legislatura avremmo avuto motivi per alzare la voce e mettere in evidenza ben altri aspetti rispetto a quello oggi oggetto di discussione, che avrebbero davvero creato problemi di altra natura quanto a trasparenza. Mi riferisco a situazioni che davvero mettevano in imbarazzo tutti quanti.

E allora penso che il modo per rivolgersi al Presidente, che rappresenta tutta l'istituzione, debba essere garbato sul piano istituzionale, come quello utilizzato stamattina da molti autorevoli esponenti dell'opposizione. Si può essere d'accordo o si può dissentire, ma la contesa non deve essere sempre volta a strumentalizzare ogni iniziativa per giustificare sé stessi. L'impressione che ho avuto, infatti, è che la preoccupazione di alcuni, non di tutti per la verità, sia quella di dare una giustificazione delle proprie assenze, come se poi spettasse al Presidente del Consiglio entrare nel merito delle sue valutazioni, onorevole Soru, che legittimamente tutela la sua società. Noi auguriamo buon esito a Tiscali in Sardegna e altrove, ma qui il problema è ben altro. Il problema che il Presidente ha posto all'attenzione di tutti, ed è inutile che ci si metta il prosciutto sugli occhi, è quello di restituire prestigio, autorevolezza, funzionalità e agibilità a questo Consiglio regionale. E' da questo che noi dobbiamo partire. Poi hanno ragione i colleghi dell'opposizione quando dicono: "Badate, nelle assenze non dovete computare quelle dovute alle nostre richieste di verifica del numero legale". Ha ragione l'onorevole Oppi, ex Assessore dell'ambiente, che certamente non poteva avere il dono dell'ubiquità, e quindi vanno lette in quell'ottica anche le sue assenze, almeno fino a che è stato Assessore. Hanno ragione anche quei colleghi che, in buona fede, invitano la Presidenza del Consiglio a una lettura e a una verifica più appropriata di quei dati che, tra l'altro, hanno elaborato gli Uffici. +++

E allora io penso che noi dobbiamo davvero abbassare i toni se vogliamo tutti concorrere a ridare autorevolezza a questo Consiglio regionale, senza insultare e senza assumere toni di dileggio nei confronti della Presidente, ma sempre usando il garbo che si conviene alla funzione che ciascuno di noi esercita. Noi non ci siamo mai permessi di assumere certi toni nei confronti di chi nella scorsa legislatura rivestiva quel ruolo e meno che meno nei suoi confronti, presidente Soru.

Direi, quindi, che la questione debba essere portata nella sede propria. I Capigruppo devono affrontare questa questione nell'Ufficio di Presidenza. Si tratta, è qui la sfida, la sfida vera, di mettere mano al Regolamento, se c'è la volontà effettiva di restituire legittimazione a questo Consiglio. Mi pare che non dobbiamo avvitarci intorno a questioni che danno soltanto l'idea che stiamo tutti smarrendo veramente il senso della realtà, se è vero com'è vero che ci sono questioni altrettanto importanti che attendono risposte.

Dopo questi chiarimenti, dopo queste osservazioni che danno il senso del dibattito, dopo aver sentito parlare di dati manomessi, di dati truccati, devo dire che se è in corso un dibattito su questo argomento tutto si potrà dire alla Presidenza di questo Consiglio, ma non che non abbia consentito fino in fondo a ciascuno di noi, così come ha fatto anche lei, onorevole Soru, di dare giustificazione delle sue assenze.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.). Ringrazio il collega Pittalis. Io non voglio difendere me stesso, ma di certo ho un brutto difetto: chi mi conosce sa che quando sono presente a una riunione mi siedo e non mi alzo per nessun motivo sino a che finisce. Quindi debbo dire che si poteva evitare di arrivare alla pubblicazione di quei dati, perché quel 54 per cento di assenze che mi viene attribuito, pur essendo stato giustificato dalla stessa Presidenza dal momento che non ho mai chiesto congedo, ha prodotto un impatto mediatico forte. Le giustificazioni poi non servono. Io ho fatto il 54 per cento delle assenze in funzione del fatto che ero contemporaneamente consigliere e Assessore regionale e dovevo pertanto partecipare anche alle riunioni della Giunta, che magari si tenevano nel palazzo del Consiglio.

Noi oggi non stiamo dando un esempio edificante, però può darsi che questo dibattito sia utile, per i contributi che hanno dato tutti, maggioranza e opposizione, per affrontare questo problema. Devo soltanto fare una piccola precisazione: ricordatevi che negli anni '80, quando abbiamo inaugurato questo palazzo - io ero allora Questore del Consiglio - abbiamo cercato, con i funzionari, anche attraverso la frequentazione di appositi corsi a Roma, di adeguarci, persino dal punto di vista retributivo, alla Camera dei deputati, alla quale facciamo costantemente riferimento. Non capisco perché non vi facciamo riferimento anche per quanto riguarda le procedure.

Io ho dichiarato, sulla stampa, che il sistema di votazione elettronico non è veritiero. Mi spiego: questo sistema va cambiato perché consente, talvolta, di "allungare" la mano verso la postazione di voto vicina. Nessuno si offenda. In Parlamento, proprio perché durante le votazioni si "allungavano" le mani, si è pensato di utilizzare un sistema diverso, che non ha recato certamente offesa a nessuno. Spesso in questo Consiglio si fanno votazioni per alzata di mano, si svolgono persino 50 votazioni nel corso di una seduta, ma se si è assenti magari all'unica votazione fatta con procedimento elettronico, nonostante si sia già partecipato a 50 votazioni si viene considerati assenti. Questa è una stortura! Quindi bisogna avere il coraggio di affrontare i problemi, di confrontarsi e di eliminare questa stortura. Anche perché talvolta ho potuto verificare di persona che consiglieri assenti al momento di una votazione erano però presenti per il resto della seduta. Quindi il sistema va corretto anche dal punto di vista tecnico, così come l'abbiamo corretto in passato.

Noi porteremo avanti le nostre richieste, ma non siamo affetti da protagonismo. Il collega Capelli ed io per tre anni consecutivi abbiamo proposto di ridurre le indennità degli incarichi aggiuntivi, che costano 780 mila euro all'anno. Quest'anno lo riproporremo e non ci tireremo indietro neanche di fronte alle pressioni che potranno venire, così come venivano, anche dalla Presidenza.

Vedete, vi sono sistemi che creano difficoltà. Io credo che lei abbia commesso un errore oggi, Presidente, lo dico in assoluta buona fede. Questo non è un question time. Probabilmente non stiamo dando un buon esempio, perché ci sono mozioni importanti da discutere, come quella relativa ai progetti personalizzati di cui alla legge numero 162. Numerosi interventi che si sono succeduti, dobbiamo dirlo, hanno ricalcato lo stesso tema. Se avessimo proceduto secondo la prassi consolidata, cioè prima si interviene e poi il Presidente risponde, avremmo guadagnato tempo e quindi ne avremmo guadagnato in produttività. Forse avremmo già affrontato il problema relativo alla "162", che ci interessa molto, e non avremmo dato questo esempio alle persone che sono venute qui oggi per verificare e per fare pressioni perché si trovano in una situazione disastrosa e non hanno l'assistenza necessaria per i propri familiari. Invece hanno assistito a questa nostra azione, che certamente non è stata corretta.

Io ritengo, Presidente, che se avessimo seguito la procedura, che è giusta, e ci fossimo adeguati al sistema parlamentare, affrontando il problema attraverso un confronto in sede di Ufficio di Presidenza, precedente però all'inserimento nel sito del Consiglio dei dati sulle assenze, non avremmo dato alla stampa gli strumenti per un'azione mediatica che certamente ha creato in moltissime persone forte disagio nei confronti dei propri familiari e dei propri elettori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, intervengo molto brevemente per dire che credo che il dibattito odierno sia stato utile. Credo che ci abbia invogliato intanto a considerare e a interrogarci sul ruolo di questo Consiglio regionale, a domandarci se effettivamente, come sta avvenendo anche in questa legislatura, il Consiglio abbia un ruolo di ratifica dei disegni di legge che vengono presentati dalla Giunta e discussi con l'assenza sistematica, devo dire, del Presidente della Regione. Nella scorsa legislatura non c'era occasione in cui non si rimarcasse l'assenza del Presidente della Regione. Noi non lo stiamo facendo per senso di responsabilità, perché capiamo che il ruolo di governo a volte - a volte - può anche comportare l'assenza dal Consiglio regionale, ma questo non può essere un fatto sistematico.

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Noi riteniamo che molti disegni di legge vengano portati in quest'Aula blindati, che non ci sia il necessario confronto né tra maggioranza e opposizione né, secondo me, all'interno della stessa maggioranza. Lo vediamo da atti concreti: dal finto piano casa alla legge finanziaria, che avete voluto snella, ma semplicemente per inserire pochi articoli e quindi poter procedere con la spesa, e poi, di fatto, affrontare con un collegato tutto ciò che riguarda la cosiddetta "bassa macelleria".

Allora, io credo che dobbiamo dare un ruolo a questo Consiglio regionale e rafforzarlo tenendo conto che non ha più, come avveniva in passato, un ruolo esecutivo e ciascuno di noi non ha un ottantesimo di Esecutivo a disposizione. Parlare del ruolo del Consiglio regionale ci porta immediatamente ad affrontare intanto il tema della programmazione bimestrale dei lavori, che vogliamo definire immediatamente in Conferenza di Capigruppo, e poi i temi che sono oggetto anche dello sciopero generale del prossimo 5 febbraio, come la riforma dello Statuto; uno Statuto che noi vogliamo minimale per dare invece forza a una legge statutaria che si occupi degli organi e della forma di governo di questa Regione e anche del ruolo del Consiglio regionale, che magari diminuisca il numero dei consiglieri regionali però dia più autorevolezza a quest'Aula.

E allora anche noi vogliamo da lei, Presidente, autorevolezza su questo versante, che è un versante politico, di difesa della dignità del Consiglio e di ciascun consigliere, e non semplicemente atti plateali. Poi noi siamo completamente d'accordo con lei sul fatto che occorra trasparenza e presenza in Consiglio regionale. Abbiamo affrontato l'argomento più volte in Conferenza dei Capigruppo, riteniamo che la presenza sia doverosa, ma nello stesso tempo crediamo che quando si inseriscono dei dati nel sito istituzionale del Consiglio questi non debbano essere fuorvianti. E non basta dire che sono quelli adottati con lo stesso criterio dalla Camera dei deputati, perché il Regolamento della Camera dei deputati è diverso e perché probabilmente, proprio per la serietà e la sistematicità delle nostre riunioni, dobbiamo fare in modo che ci sia un calendario dei lavori più chiaro e preciso, che dia a tutti, all'interno e all'esterno di questo palazzo, la percezione del lavoro che si fa nell'Aula e nelle Commissioni.

Allora il tema è la qualità del lavoro del Consiglio regionale; è anche la presenza, che dobbiamo assicurare perché è il primo dovere dei consiglieri regionali, però non dobbiamo minimizzare il problema con interventi di questo tipo e sminuire il ruolo del Consiglio e dei consiglieri. Questa mattinata è stata utile, dobbiamo ora cercare di fare sintesi, Presidente. Noi abbiamo proposto una Commissione d'inchiesta che serve per fare chiarezza su quei dati, però riteniamo che occorra, come sempre, trovare una soluzione politica, nel senso più nobile del termine, quindi occorre mettere mano al più presto al Regolamento del Consiglio, nella sede competente, quindi nella Giunta per il Regolamento.

Noi non siamo neanche contrari alla delibera che lei vuol far assumere dall'Ufficio di Presidenza, anche perché quella delibera non è sua, come lei ha già dichiarato. E' una delibera che è stata presentata nella scorsa legislatura dal Presidente del Consiglio allora in carica e quindi riteniamo che possa, se intrecciata con una modifica del Regolamento, essere uno strumento che consente una maggiore presenza e una migliore qualità del lavoro in Consiglio regionale.

Proporrei pertanto di convocare immediatamente la Conferenza dei Capigruppo, anche per tentare di fare sintesi dei lavori della mattinata odierna, per arrivare insomma a delle conclusioni che tengano conto anche delle proposte che sono state messe in campo, compresa la proposta, che manteniamo, del collega Gian Valerio Sanna, formulata in base all'articolo 80 del Regolamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, dal dibattito in corso stamattina emerge che l'istituzione della Commissione d'inchiesta è un atto necessario e urgente, soprattutto ai fini della chiarezza. Ora, alla luce della grave manipolazione dei dati pubblicati dalla stampa sarda è davvero difficile, presidente Lombardo, credere al suo ruolo di difensore dell'onorabilità del Consiglio regionale. Perché se è vero che lei non è responsabile di tutto ciò che la stampa pubblica, è anche vero che di fronte a fatti così oltraggiosi e lesivi dell'onorabilità della massima Assemblea del popolo sardo è proprio in virtù del suo ruolo, presidente Lombardo, che lei deve intervenire per fare chiarezza. Cioè i sardi hanno diritto alla trasparenza, hanno diritto di comprendere che cosa bolle in pentola.

Lei sostiene che l'assenteismo non è un fenomeno di oggi, che è un fenomeno vecchio, ma io personalmente prima non c'ero e quindi non ho alcuna responsabilità. Certo è che oggi sono considerata un'assenteista, così come tanti altri consiglieri qui presenti; consiglieri rispettabili per il senso sia di responsabilità che di etica.

Lei, Presidente, mi deve perdonare, ha portato avanti un'operazione mediatica attraverso la quale ha voluto trasmettere ai sardi un messaggio molto pericoloso, aumentandone il disorientamento e indebolendo il senso di rispetto delle istituzioni, già in buona parte compromesso. Di fatto, presidente Lombardo, lei ha raggiunto due obiettivi, dal mio punto di vista: il primo è quello di colpire l'opposizione, negandole gli strumenti democratici che consentono di esercitare un diritto politico (il diritto al non voto è una scelta politica, e lei lo sa bene); il secondo è quello di proporsi in solitudine ai sardi, in un momento di crisi interna proprio dello schieramento di centrodestra, un po' come l'eroina della moralizzazione, ma paradossalmente delegittimando il Consiglio. Avviare in termini concreti un processo di moralizzazione e di riorganizzazione di tutto il sistema per noi è un'altra cosa.

Comunque voglio precisare, come già sostenuto dal collega Uras, che alla citata riunione dell'Ufficio di Presidenza, di cui faccio parte, noi dell'opposizione eravamo presenti. Non solo, eravamo anche favorevoli a quella delibera. Lei, Presidente, lo sa. Guarda caso, mancavano le forze del centrodestra, tutte le formazioni del centrodestra, o pressoché tutte. Ma, vista l'importanza del tema, che non può essere affrontato da una minoranza di presenti, ci siamo assunti la responsabilità di non dare avvio ai lavori, proprio in virtù del rispetto dovuto ai colleghi del centrodestra.

Per cui, in un momento in cui si pone il problema pesante dell'estraneità dei sardi alla politica, la sua operazione, Presidente, le avrà dato visibilità ma, devo dirle, a caro prezzo per la credibilità delle istituzioni e dei sardi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.).Signora Presidente, sarò brevissimo. Intervengo per dire che è certo che tutti gli 80 consiglieri la pensano allo stesso modo, salvo le difese d'ufficio, che sono normali. Mutuando un termine dalla legge sugli oratori, che abbiamo approvato qualche giorno fa, direi che in un Consiglio di credenti non praticanti, di credenti praticanti e soprattutto di praticanti non credenti forse era doveroso oggi aprire questo dibattito. E credo pure di dover chiedere scusa a chi oggi è venuto qui per sentir parlare dei progetti personalizzati di cui alla legge numero 162 del 1998, però debbo dire, a dimostrazione che non siamo assenteisti, che sin dal primo giorno in cui arrivò ai comuni la comunicazione della riduzione di 1.000 euro per progetto personalizzato tutti i consiglieri, sia di minoranza che di maggioranza, hanno presentato interrogazioni e mozioni che impegnavano l'Assessore competente a risolvere il problema al più presto.

Credo che quello che hanno appassionatamente detto i colleghi, non solo dai banchi dell'opposizione, ma la stragrande maggioranza dei colleghi, fosse qualcosa di fisiologico. Qualcuno dice che non dobbiamo fare noi le autodifese d'ufficio, però quando un consigliere è presente tutti i giorni, non chiede un giorno di congedo e poi si vede indicato sulla stampa per essere stato assente al 50 per cento delle sedute consiliari credo che abbia ragione di difendersi e di chiederne conto a chi ha fatto pubblicare dati non dico manipolati, ma sicuramente incompleti.

I consiglieri non hanno la possibilità di farsi sostituire da viceconsiglieri, perché se andiamo a vedere, Presidente, mi risulta che neanche lei, giustamente, sia continuativamente in aula per tutta la durata dei lavori. Ci mancherebbe altro, lo capiamo benissimo, però queste cose vanno dette per intero all'opinione pubblica, la quale altrimenti di ciò che è stato pubblicato rileva solo la parte negativa e questo sicuramente non fa che aumentare la distanza che c'è tra i cittadini e le istituzioni, tra i cittadini e la politica.

Vorrei ricordarle, onorevole Stochino - e vorrei che ascoltasse un attimo, anche perché lei che è tra quelli che si lamentano quando gli altri disturbano -, che l'onorevole Mariani fa parte del Gruppo dell'Italia dei Valori, quindi della minoranza, e risulta fra i più presenti perché, essendo Segretario, è costretto a votare sempre. Le ricordo anche che io non sono mai mancato da quest'Aula; probabilmente, essendo di dimensioni fisiche abbastanza contenute, la mia presenza non viene sempre notata.

Diceva l'onorevole Capelli che lui non deve dare giustificazioni a nessuno. Io invece ritengo che si debbano dare delle giustificazioni alle persone che ci hanno delegato a rappresentarle e che sanno, dalla stampa, ed è la verità, che chi di noi prende di meno prende comunque 11 mila euro al mese. Si deve pur giustificare il proprio operato quando si percepiscono 11 mila euro al mese, mentre, come sappiamo, ci sono persone che purtroppo di euro al mese non ne prendono neanche uno.

Io credo, lo crediamo tutti, che ci sia stato un errore, probabilmente in buona fede, ma proprio per questo questa riunione deve avere una sintesi. Sono convinto che la Presidente dentro di sé sappia di aver sbagliato e proprio per questo la sintesi del dibattito odierno deve concludersi con una presa d'atto di questo errore che è stato commesso, perché domani probabilmente sulla stampa leggeremo: "La casta si difende", il che non è assolutamente vero. La casta non si difende, la casta vuole soltanto che vengano divulgati dati veri.

Qualche collega che mi ha proceduto ha parlato del lavoro delle Commissioni: qui è presente il Presidente della quinta Commissione, l'onorevole Felice Contu, il quale può testimoniare quante volte noi abbiamo assicurato in Commissione il numero legale e quante volte è stato possibile concludere i lavori pur se la maggioranza non era presente. Fa stizza, chiaramente, e capisco quelli che si sono accalorati, vedersi considerare presenti soltanto al 50 per cento delle sedute, che poi non si tratta delle sedute, come sappiamo noi e non gli altri, ma delle votazioni: per fare un esempio, Daniele Cocco risulta presente al 50 per cento, mentre qualcuno che non si vede mai in Aula ed è sempre assente anche in Commissione, risulta presente al 90 per cento!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, visto che il dibattito ormai si è aperto, intervengo anch'io per dire la mia. Non parlerò delle mie presenze, perché prima dell'iniziativa da lei assunta ho pubblicato, grazie a Internet, i dati relativi alle mie presenze e quindi rinvio a quelli per prendere atto delle presenze della mia persona in Aula e in Commissione.

Circa l'assenteismo non credo che il problema sia quanto si partecipa. Il problema vero è che la maggioranza di governo non dà le risposte che i sardi attendono. Sono stati approvati sinora: una legge finanziaria che ricalca né più né meno la finanziaria che era stata già predisposta dal precedente Governo regionale guidato dal presidente Soru; un'altra legge finanziaria abbastanza scarna, che non risponde alle esigenze della Sardegna; un collegato (l'altro, quello che aspettiamo, è sparito e quindi anche questa volta si parlerà di "scollegato" alla finanziaria); un piano per l'edilizia che non ha visto aprire nemmeno un cantiere, per fortuna, perché altrimenti sarebbero stati aperti solo cantieri sulle coste; una legge che consente l'apertura per poche ore in più di qualche centro commerciale e infine una legge, che è un obolo alla Chiesa, per mantenere fede alle promesse elettorali.

Intervengo, però, perché non accetto l'accusa rivolta all'opposizione da parte dell'onorevole Pittalis, secondo il quale noi non saremmo capaci di utilizzare toni garbati e pacati, di essere coerenti rispetto al ruolo che ricopriamo, mentre solo la maggioranza sarebbe garante di questa legalità e del rispetto dei ruoli. Ricordo all'onorevole Pittalis che mentre la responsabilità penale è personale, la responsabilità politica va al di là delle persone che pronunciano certe frasi e colpisce partiti e schieramenti. Il Presidente del Consiglio dei Ministri si è spinto talmente in là nel dibattito politico - tralascio ciò che è su tutti i giornali, le leggi ad personam e così via - fino ad arrivare al limite dell'aggiotaggio per le imprese sarde. Quindi non siamo noi che siamo andati al di là, ma altri. Il massimo rappresentante del Governo e di un'intera coalizione è andato ben al di là dei toni e dei termini che si dovrebbero utilizzare in una contesa elettorale.

Così come ricordo all'Aula che noi non abbiamo mai organizzato una manifestazione di protesta, sfociata poi in episodi di violenza, sotto l'abitazione privata di un esponente politico. Si ricorda in quest'Isola un unico episodio simile, quello dell'aggressione a Emilio Lussu. A nessuno di noi è mai capitato di augurarsi che Mediaset chiuda! A nessuno di noi è mai capitato, ripeto, di organizzare manifestazioni sotto l'abitazione di un esponente politico. Ricordo i messaggini, gli sms che venivano inviati, c'ero e ricordo anche quali esponenti politici erano presenti quel giorno e quali bandiere venivano sventolate. Non cito nomi, cognomi e bandiere per dignità dell'Aula e di qualche persona qua presente, però vi dico che quella manifestazione ha rappresentato il momento più basso nella storia dell'autonomia sarda. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sarò molto breve. A me sembra di assistere a una pièce teatrale alla Beckett, ma vorrei soltanto dire che penso che da parte del Presidente ci sia forse una carenza o meglio un difetto, che chiamerei naturale, di intendimento, come direbbe forse Cartesio: non riconosce di aver sbagliato e soprattutto di aver ingannato l'opinione pubblica. Le critiche mosse al Presidente provengono e dalla maggioranza e dall'opposizione. C'è una sorta di inclinazione forse innata del Presidente a non ascoltare, forse sviluppata quando militava tra i socialisti. Usa la parola come paravento per non ascoltare, per mistificare e risultare essere la ragione. E come sappiamo la ragione ha sempre ragione, così come il nostro Presidente. Ma dico anche che il maestro di tutta questa diatriba non è solo il Presidente: c'entrano anche alcuni corpi o corpus che chiamerei "diversamente concordi", coloro che amano il dialogo e vorrebbero essere contaminati. E' una forma di creolizzazione politica di moda in questi ultimi anni.

Io ho cinque assenze reali e risulto essere il più assenteista, sapendo che faccio anche l'insegnante a titolo gratuito, ho duemila studenti, per i quali svolgo esami e seguo tesi. Mi fermo qui, perché non serve a niente continuare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente io vorrei fare un intervento un po' diverso da quelli che hanno fatto gli altri colleghi, perché non riguarda tanto il merito della discussione odierna. Vorrei proporre al presidente Soru, agli altri colleghi della minoranza e ai colleghi della maggioranza che sono intervenuti un interrogativo che io in questi giorni mi sono posto: perché la gente fuori da quest'Aula si interroga sulle nostre presenze? Perché la pubblicazione di un dato tutto sommato neutro, quale quello del numero delle votazioni a cui ciascuno di noi ha partecipato, suscita un vespaio? Io ho una risposta: la gente fuori da questo palazzo non è convinta che quest'Aula serva a qualcosa. Io ho la sensazione che molti sardi si interroghino sull'effettivo ruolo del Consiglio regionale e si chiedano se le spese per l'utilizzo di questo consesso siano davvero funzionali al miglioramento della situazione di ciascun cittadino sardo. Mi sembra che fuori da questo palazzo quello che facciamo noi sia in crisi, nel senso che la gente si chiede se i costi della democrazia, come li definisce spesso il collega Uras, siano davvero utili per il funzionamento dell'azienda Sardegna.

Bene, se noi ci pensassimo e per caso fossimo d'accordo su questa mia sensazione capiremmo anche che probabilmente se lo psicodramma collettivo che abbiamo messo oggi in scena in quest'Aula fosse stato trasmesso, come chiede il collega Capelli, a reti unificate in tutta la Sardegna non ci avrebbe recato grande giovamento. Probabilmente perché la gente si aspetta che noi parliamo dell'Alcoa, della Vinyls, della crisi della chimica o delle tante persone che non hanno di che sfamarsi e ritiene che in quest'Aula ci siano soggetti che lavorano per consentire a queste persone di avere più pane.

Per cui, presidente Lombardo, io le chiederei, a nome del mio Gruppo, di considerare, al termine di questi lavori, che il contributo fondamentale che arriva dal Gruppo dei Riformatori, quello che noi vorremmo fosse un contributo fondamentale, riguarda proprio il ruolo dell'istituzione. E' indubbio, e partirei da quello che dice sempre il collega Luciano Uras, che 80 consiglieri regionali sono troppi. Sono state presentate delle proposte di legge costituzionale per la riduzione del numero dei consiglieri regionali; non è la soluzione del problema, ma è sicuramente un punto di partenza. E a questo punto di partenza devono seguirne degli altri, perché bisogna rivalutare il lavoro dell'Aula, cioè capire qual è il lavoro che dobbiamo fare. Bisogna capire che senso hanno le Commissioni, se ha ancora un senso riunirle. Bisogna capire come i procedimenti legislativi devono andare avanti, se per iniziativa della Giunta o del Consiglio. Bisogna capire se oggi ha un senso oppure no che siano 80 i consiglieri regionali che lavorano per cambiare il destino dei sardi. E se decidiamo che ha senso che siano invece 60, bisogna capire che lavoro si deve far fare a queste 60 persone, per non mortificare, come in qualche misura stiamo facendo in questi giorni, il ruolo del Consiglio regionale e di ciascuno di noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.

GALLUS (P.d.L.). Signora Presidente, sinceramente non volevo intervenire, perché sono forse l'ultimo a intervenire, ma il primo in quella famosa classifica, in quanto quello con la più alta percentuale di assenze. Però, avendo sentito dire stamattina tante cose, sono stato quasi tirato per i capelli a intervenire. E' un intervento che faccio con poca serenità, sono sincero, comunque nell'intento di rimarcare alcune cose con estrema chiarezza.

Anch'io oggi ero venuto qui per parlare dei progetti personalizzati, di cui alla legge numero 162, questo è l'argomento più importante per il quale mi ero preparato a intervenire, però la piega che ha preso la giornata richiede, devo dire, come primo imputato, ma non mi sento tale, che in quest'Aula si senta anche la mia voce. Ho sentito parlare di onorabilità, di oltraggio per la pubblicazione di numeri. I numeri in quanto tali sono freddi, inoppugnabili, chiari. Io non posso che dare ragione a questi numeri. Effettivamente il sottoscritto, non sto qui a giustificarmi, non può contrastarli e non li vuole contrastare e quindi non c'è neanche la necessità che si sappiano fuori i motivi delle mie assenze, della partecipazione che è venuta meno da parte mia in quest'ultimo anno. Ciò che, però, mi ha colpito in modo particolare sono stati alcuni interventi che hanno dimostrato, a mio avviso, una certa falsità nelle azioni e nei comportamenti. Mi dispiace, perché ho sempre avuto e ritengo ancora di dovere del rispetto a delle persone che qua dentro hanno dato tanto comunque. Mi riferisco al presidente Soru. Ne ho sentite veramente tante stamattina, ma alcune cose che ho sentito dal presidente Soru - sono contento che sia ancora in aula, perché il più delle volte parla e va via - mi dispiace ma mi hanno veramente fatto capire come si possa parlare in un modo e poi agire esattamente in modo contrario, o meglio prima si è agito in un modo e oggi si parla in modo esattamente opposto.

Se non ricordo male, il primo che gettò discredito sulla massima Assemblea sarda fu proprio lui, quando rifiutò di giurare qua in Consiglio come Presidente della Regione. Non vorrei essere contraddetto, ma il mio ricordo è chiaro e nitido su questo. Ricordo anche tutte le azioni che ha posto in essere qua dentro da Presidente della Regione, delegittimando in qualunque modo il Consiglio regionale. Queste sono cose che dico, ripeto, con grande amarezza, perché non era mia intenzione intervenire oggi, però le voglio rimarcare. E voglio anche rimarcare che, comunque sia, l'operato di un consigliere regionale non lo si desume certo dal numero degli interventi che fa in Aula, perché qui di interventi fuori luogo io ne sento tantissimi. Preferisco la qualità alla quantità. Quindi accusare la Presidente, in questo caso, di aver fatto non so quanti interventi nella precedente legislatura significa utilizzare un argomento completamente fuori luogo, che non ha assolutamente senso e che serve soltanto ad agitare le acque e a screditare ancora di più la massima Assemblea sarda.

Chiedo pertanto, se è possibile, che si passi all'argomento vero all'ordine del giorno, quello per cui nelle tribune del pubblico sono presenti delle persone che qualcuno ha già ringraziato per la pazienza, che ci stanno ascoltando e vogliono sentire la nostra risposta su quello che è un problema reale. Il resto è solamente, secondo me, strumentalizzazione e demagogia. Grazie.

PRESIDENTE. La discussione si conclude qui, anche perché il suo è stato l'ultimo intervento, onorevole Gallus. Non intendo raccogliere alcune provocazioni che sono state lanciate questa mattina in quest'Aula per non alimentare ulteriori strumentali polemiche. E' vero che quello di oggi non è un question time; è una discussione che si è tenuta perché se ne è ravvisata la necessità per i numerosi interventi che sono stati svolti. Non si è aperta la discussione su un determinato argomento, su cui poi ci sarebbe stata una replica. Gli interventi di quest'oggi sono stati svolti sull'ordine dei lavori o sul Regolamento, per cui si imponeva da parte del Presidente una risposta rispetto alle questioni che sono state poste. E così è stato.

Il primo dovere del Presidente è quello di tutelare l'istituzione, e in questo senso sono stati portati avanti i provvedimenti presi. E' stato detto: "Il Consiglio regionale è la casa dei sardi" e proprio in quanto tale deve essere un'istituzione trasparente. L'unica sottovalutazione che è stata fatta nella divulgazione dei dati - come ho detto sin dal primo momento e non ho avuto nessun problema ad ammetterlo - è relativa alla mancata partecipazione dei consiglieri di opposizione alle verifiche del numero legale o alle votazioni nominali per precisa volontà politica. L'ho detto dall'inizio e lo ribadisco. In ogni caso, se ci fosse stata una mancata partecipazione relativa soltanto a questo, i dati sulle assenze sarebbero stati costanti.

Io ritengo che l'autorevolezza del Consiglio e la difesa della sua dignità passi anche dal senso del dovere, dal senso di responsabilità a cui in ogni passaggio il Presidente si è appellato. E se questo invito fosse stato accolto probabilmente non ci saremmo trovati in questa situazione, perché è un dato di fatto l'inizio dei lavori con cronici ritardi che ogni volta si accumulano. Questo stato di cose non poteva essere consentito dal Presidente. C'è sempre stato l'invito a dialogare sulle regole e sulla necessità di portare avanti delle riforme. In più di un'occasione ho invitato tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione a sedersi intorno a un tavolo per dialogare e per vedere di trovare dei punti comuni da portare avanti. Tant'è che proprio la settimana scorsa ho definito con i Capigruppo la convocazione, in sede politica, di una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per questa settimana, dove affrontare tutti i temi che sono stati portati all'attenzione del Consiglio quest'oggi e dove iniziare il confronto, che avverrà immediatamente nella Giunta per il Regolamento, su tutti i problemi che attengono all'organizzazione dei lavori.

Ma scindiamo la questione relativa alle assenze, che non è materia regolamentare, ma è oggetto di deliberazione dell'Ufficio di Presidenza. I criteri utilizzati, come ha detto anche l'onorevole Gallus, sono dei criteri acritici ed oggettivi, che non ha scelto arbitrariamente il Presidente del Consiglio. Qualcuno ha detto che, probabilmente, il Presidente del Consiglio si è reso conto di aver sbagliato. Io non ritengo di aver sbagliato; l'unico errore commesso l'ho testé riconosciuto con riferimento alle votazioni per mancanza del numero legale. I criteri sono stati uguali per tutti, tant'è che si è reso conto anche delle assenze del Presidente del Consiglio. Se andate a vedere, alla Camera dei deputati non è prevista la pubblicazione dei dati relativi alle assenze del Presidente della Camera. Il Presidente del Consiglio, invece, ha reso conto anche delle sue mancate partecipazioni, che molto spesso sono imputabili a malattia o a motivi istituzionali.

Non si è cercata visibilità, si è cercato soltanto di tutelare gli interessi del Consiglio. Ognuno può avere le sue opinioni, può valutare, io ho la coscienza a posto perché ho cercato in ogni modo di invitare il Consiglio a porre rimedio a questa situazione non più sopportabile e il fatto che le azioni poste in essere fossero state condivise all'unanimità anche dalla Conferenza dei Capigruppo ne è la testimonianza. Si è proceduto nel momento in cui si sono ravvisate situazioni per cui il Presidente non poteva più rendersi complice di cattive abitudini. Il Presidente deve tutelare non solo tutti i consiglieri di questo Consiglio regionale, ma anche gli interessi di tutti i sardi.

Riguardo ai dati, questi non sono stati manipolati, sono stati forniti dagli Uffici. Di certo il Presidente non è andato a rilevare personalmente eventuali anomalie, perché nessuno ha il dono della perfezione. Quei dati possono essere riscontrati e rivisti, però sono stati ricalcolati con maggiore precisione da tutti gli Uffici.

Per quanto riguarda la richiesta della Commissione d'inchiesta, ribadisco che l'articolo 80 non è applicabile, in quanto nessuno ha accusato i consiglieri regionali o se ne è lesa l'onorabilità attraverso accuse formulate in quest'Aula. Sono stati semplicemente pubblicati dei dati relativi non solo alla partecipazione alle sedute, ma anche alla partecipazione alle votazioni. Non l'ha scelto il Presidente del Consiglio regionale, come dicevo all'inizio dell'intervento, di utilizzare la votazione come riferimento per valutare la presenza o meno del consigliere in Aula. E' una norma dell'Ufficio di Presidenza, prevista dal nostro Regolamento, per cui non ci sono criteri arbitrari scelti dal Presidente.

Si conclude qui la riunione del Consiglio regionale, che è aggiornato a questo pomeriggio, alle ore 16 e 30. E' convocata immediatamente la Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è tolta alle ore 13 e 56.



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Cossa sulla pericolosa situazione di trascuratezza in cui versano le maggiori arterie stradali sarde. (155)

In riferimento alla nota della Presidenza della Regione datata 3 novembre 2009, prot. n. 0006451, relativa all'interrogazione in oggetto e che ad ogni buon fine si allega in copia, si trasmette la nota Anas n. 45878 del 15 dicembre 2009 contenente notizie utili per la formulazione della risposta all'interrogazione medesima.

Nello specifico il Compartimento Anas di Cagliari ha tenuto a rimarcare il complessivo buono stato manutentivo della rete viaria statale, fatta eccezione per piccoli tratti ove non si è potuto intervenire a causa dei ridotti trasferimenti finanziari dallo Stato all'Anas nel periodo 2005-2008.

L'Anas prevede inoltre che entro l'inizio della primavera 2010 possano avere inizio una serie di interventi di Manutenzione Straordinaria, già appaltati o in fase di appalto per un importo complessivo pari a 35 milioni di Euro, i cui benefici potranno essere avvertiti entro l'anno corrente.

Le opere di prossima realizzazione concorreranno inoltre a rimuovere anche i disaggi derivanti dalla presenza di segnaletica connessa ai continui interventi di riparazione temporanea.

In riferimento alla Vostra nota, in oggetto indicata, si rappresenta che, non risulta corretta l'affermazione in merito allo "stato di grave trascuratezza e abbandono" delle grandi arterie viarie della Sardegna.

Per quanto riguarda lo stato manutentivo delle strade statali, occorre segnalare che esso è in buono stato. Solamente in alcuni piccoli tratti, lo stato di manutenzione risulta sufficiente e questo è conseguenza di circa quattro anni (2005 - 2008) di ridotti interventi di manutenzione straordinaria sui piani viabili, per carenza di trasferimenti finanziari dello Stato all'ANAS.

Vi è inoltre da aggiungere, che nel dicembre 2007, l'ANAS ha indetto gare per la riparazione dei dissesti di piani viabili per circa 15 milioni di Euro. Purtroppo, contro detti bandi di gara, ci fu l'opposizione da parte delle imprese, le quali presentarono ricorso innanzi al TAR Sardegna, con la motivazione che i prezzi utilizzati nel computo dei lavori, non erano stati aggiornati all'anno di gara.

Il Tar accolse la richiesta sospensiva, le gare vennero annullate in via di autotutela dal Compartimento, e solamente nel corrente anno, si è potuto procedere, a seguito dell'aggiornamento prezzi, ad indire le nuove gare che attualmente sono in corso e le cui opere verranno realizzate nell'anno 2010.

A giugno del corrente anno, nelle more del perfezionamento dell'accordo di programma con il governo, l'ANAS ha provveduto ad indire bandi di gara dei nuovi lavori di Manutenzione Straordinaria, pianificati per l'anno 2009, che per la Regione Sardegna prevedono interventi per circa 20 milioni di Euro. I finanziamenti per tali lavori, sono stati resi disponibili solamente alla fine del mese di settembre, ed attualmente per essi, sono in corso il perfezionamento dei contratti d'appalto, lavori che verranno realizzati nell'anno 2010.

Tutti i lavori sopra descritti, appaltati o in fase di appalto, dell'importo complessivo di circa 35 milioni di Euro, considerata la tipicità delle lavorazioni da eseguire, appare verosimile possano avere inizio nella prossima primavera, per cui entro il 2010 se ne potranno godere i benefici apportati.

Per quanto riguarda la segnaletica, questa Società, è sempre stata attenta alla qualità dei segnali installati provvedendo sempre alla sostituzione di quelli deteriorati, e curando soprattutto la segnaletica di indicazione rendendola sempre più chiara ed efficiente.

Riguardo i limiti di velocità, che si ritiene siano disseminati a caso o dimenticati sul posto, si fa presente che, purtroppo la loro presenza è da ritenersi connessa ai continui interventi di riparazione temporanea, resi possibili solamente tramite l'utilizzo delle risorse dell'ordinaria manutenzione.

I disagi attualmente riscontrati, nel percorrere le strade di nostra competenza, saranno sicuramente rimossi con la realizzazione dei lavori di manutenzione straordinaria di cui sopra.

Nella speranza di essere stati più chiari e esaustivi possibile, si rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento in merito. (155)

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Gallus sull'apertura del centro territoriale di dialisi presso il Presidio ospedaliero di Ghilarza. (164)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si allega la nota n. 24514 del 11.12.2009 trasmessa dal Direttore del Servizio Assistenza ospedaliera, residenziale, autorizzazioni e accreditamenti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie con la quale fornisce gli elementi di risposta.

Si fa presente che con determinazione n. 995 del 02/12/2009 è stato autorizzato l'esercizio e accreditato provvisoriamente, per un turno giornaliero, il Centro di Emodialisi ubicato al piano terra ed al piano seminterrato di un fabbricato, inserito nell'area di pertinenza del presidio Ospedaliero Delogu di Ghilarza, avente l'ingresso principale sulla via Matteotti. (164)