Seduta n.119 del 22/09/2015
CXIX Seduta
Martedì 22 settembre 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
Indi
del Vicepresidente LAI
Indi
del Presidente GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 19.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 4 agosto 2015 (115), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Antonello Peru ha chiesto congedo per la seduta del 22 settembre 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Pietro Francesco Zanchetta, Antonio Gaia, Raimondo Perra e Valter Piscedda hanno comunicato di aver costituito un nuovo Gruppo consiliare denominato "Cristiano Popolari Socialisti", nominando Presidente l'onorevole Pietro Francesco Zanchetta, Vicepresidente l'onorevole Antonio Gaia e Segretario l'onorevole Raimondo Perra.
Comunico che con deliberazione numero 61 del 5 agosto 2015 l'Ufficio di Presidenza, ai sensi dell'articolo 4, quarto comma, del vigente Regolamento interno del Consiglio, ha dichiarato decaduto dalla carica di consigliere Segretario l'onorevole Edoardo Tocco.
Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 30 giugno 2015, 7, 10, 14, 21 e 28 luglio 2015, 5, 7, 11 e 28 agosto 2015.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Lotto - Cocco Pietro - Comandini - Moriconi - Collu - Cozzolino - Forma - De-Montis - Deriu - Manca Gavino - Meloni - Pinna Rossella - Solinas Antonio - Saba-Tini - Tendas - Piscedda:
"Norme sulla istituzione e promozione delle aree produttive ecologicamente attrezzate ". (255)
(Pervenuta il 9 settembre 2015 e assegnata alla quarta Commissione.)
Antonio Solinas - Demontis - Lai - Meloni - Unali - Zanchetta:
"Modifiche alla legge regionale n. 19 del 2006 in materia di procedure di approvazione del piano di bacino e norme di prima applicazione". (256)
(Pervenuta il 16 settembre 2015 e assegnata alla quarta Commissione.)
Ledda:
"Norme per promuovere la sana alimentazione con l'utilizzo di prodotti tipici, tradizionali e a filiera corta nelle mense pubbliche della Sardegna". (257)
(Pervenuta il 15 settembre 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)
Truzzu - Lampis:
"Disposizioni a favore degli utenti del servizio idrico ". (258)
(Pervenuta il 21 settembre 2015 e assegnata alla quarta Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Cossa sul mancato finanziamento del tratto viario di collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-SS 125." (46)
(Risposta scritta in data 10 settembre 2015.)
"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sullo stato degli interventi previsti per la valorizzazione, lo sviluppo e la crescita dei centri commerciali naturali." (209)
(Risposta scritta in data 10 settembre 2015.)
"Interrogazione Crisponi sui lavori di manutenzione straordinaria del ponte di Badu 'e Chercu, al Km 1,900 della strada provinciale n. 22 Nuoro-Oliena." (226)
(Risposta scritta in data 10 settembre 2015.)
"Interrogazione Pinna Rossella - Collu - Comandini - Deriu - Forma - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas sulla chiusura del Centro operativo di protezione civile nel territorio del Medio Campidano." (369)
(Risposta scritta in data 10 settembre 2015.)
"Interrogazione Truzzu sullo stato di attuazione della deliberazione della Giunta regionale n. 33/27 dell'8 agosto 2013 in materia di libera professione intramuraria." (453)
(Risposta scritta in data 10 settembre 2015.)
"Interrogazione Manca Pier Mario - Unali - Cherchi Augusto - Anedda - Cocco Daniele Secondo - Busia - Zedda Paolo Flavio in merito al Programma nazionale di sostegno nel settore del vino. Misura investimenti annualità 2015." (457)
(Risposta scritta in data 10 settembre 2015.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sull'indizione in unico lotto della procedura aperta per l'affidamento del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) nel territorio di competenza della ASL di Cagliari, con grave pregiudizio per il comparto delle imprese sarde operanti nel settore socio-sanitario domiciliare". (491)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sull'emergenza causata dall'ondata di maltempo che ha colpito alcuni comuni della Sardegna, nella fascia centro-occidentale, nella giornata del 4 settembre 2015". (492)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla moria di pesci nello stagno di Capoterra, in località Su Castiau, nello sbocco a mare del Maramura". (493)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave carenza di personale presso l'Unità operativa di radiologia dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri - ASL di Sassari, a seguito delle disposizioni alle aziende sanitarie in materia di contenimento della spesa per il personale, di cui alla deliberazione n. 43/9 del 1° settembre 2015". (494)
"Interrogazione Carta, con richiesta di risposta scritta, sulla decisione di effettuare in concomitanza di Bitas 2015 la 36° edizione del Turisport". (495)
"Interrogazione Rubiu - Oppi - Tatti - Pinna, con richiesta di risposta scritta, in merito all'emergenza provocata dai nubifragi e dalla tromba d'aria che ha colpito diversi centri di Marmilla, Trexenta, Oristanese e Sarcidano, lo scorso 4 settembre, con richiesta urgente dello stato di calamità naturale". (496)
"Interrogazione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul ritardo nella prosecuzione degli interventi finalizzati all'occupazione, al superamento della precarietà ed all'inclusione sociale di cui al Progetto Lavor@bile della Regione". (497-C5)
"Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione delle classi 2a e 3a dell'indirizzo ITAFM - Amministrazione, finanza e marketing, della sede associata di Bono dell'IIS di Ozieri". (498)
"Interrogazione Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di fermare il taglio di 540 ettari di bosco nel compendio di Marganai e porre rimedio ai gravi danni già provocati con il disboscamento di 35 ettari del territorio". (499)
"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi carenze di copertura del servizio 118 nel territorio ricadente nei comuni di Arborea, Terralba, Marrubiu, San Nicolò d'Arcidano e Uras". (500)
"Interrogazione Crisponi con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'erogazione degli assegni di merito a favore dei giovani universitari". (501)
"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, relativa alla nomina a direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna di soggetto già in quiescenza retribuita alla data di attribuzione del suddetto incarico, adottata in violazione delle vigenti norme". (502)
"Interrogazione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla situazione inerente al bando per l'ammissione ai finanziamenti previsti dalla Misura 126 del PSR 2007/2013 per il ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e l'introduzione di adeguate misure di prevenzione". (503-C5)
"Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di procedere alla revoca della deliberazione n. 43/15 del 1° settembre 2015". (504)
"Interrogazione Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione dell'ordine del giorno del Consiglio regionale del 6 maggio 2015, n. 40, sulle problematiche relative al servizio e alla gestione del trasporto marittimo infraregionale". (505)
"Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul mancato completamento dei lavori sulla strada statale 131 nel territorio del comune di Serrenti". (506)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le dichiarazioni della Giunta regionale sulla situazione della scuola in Sardegna ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento.
Ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Presidente, onorevoli consigliere e consiglieri, io ritengo innanzitutto molto positivo che approdi in Aula, così come avevamo detto in una precedente seduta del Consiglio regionale, il dibattito sulla scuola, tema importante e tema in cui questa Giunta si è caratterizzata e che ha considerato sin da subito un tema prioritario. Il mio e il nostro approccio alle problematiche della scuola si fonda sull'analisi della situazione in cui versava la scuola quando siamo arrivati e su un lavoro che immaginasse non solo di porre rimedio ai problemi, alle criticità che la nostra scuola ci poneva davanti, ma anche che immaginasse e realizzasse una nostra idea di scuola, diciamo un'idea di scuola sarda. Questo approccio, un approccio organico e strutturale, ha riguardato tutti gli aspetti della scuola, non ultima la situazione dei docenti interessati alle nuove procedure di assunzione e stabilizzazione stabilite dalla legge numero 107 del 2015; una situazione che abbiamo seguito con attenzione sin dall'inizio, ovviamente curando particolarmente la situazione dei docenti e le criticità che ci venivano poste dagli stessi docenti, e ponendo sin dall'inizio al ministro Giannini alcuni temi a proposito di questo problema che si è manifestato a fine luglio, a seguito del fatto che sono state rese note le procedure di assunzione e di stabilizzazione. Al ministro Giannini, con successive interlocuzioni che sono state portate avanti sia da me che dal Presidente della Regione, sono stati posti dei problemi che riguardavano innanzitutto il concetto di insularità e cioè il fatto che i nostri docenti avessero una situazione più complicata rispetto ai docenti delle altre regioni e che quindi dovessero essere oggetto di una particolare attenzione all'interno delle procedure di assunzione. Oltre questa fase (ovviamente congiunturale, che riguardava il particolare momento in cui ci si trovava all'inizio della nostra interlocuzione) l'interlocuzione con il Ministro ha avuto ed ha anche oggi un quadro e un contesto molto più ampio. Infatti il punto centrale che abbiamo posto e che è oggetto di un confronto con il Ministro e con il Governo nazionale riguarda l'organico sia nella fase in cui ci troviamo, quindi il passaggio dalla fase B alla fase C (dopo mi riserverò di proporre all'Assemblea qualche cifra che ci farà contestualizzare meglio la situazione di cui parliamo), sia la prospettiva. Nella prospettiva gli aspetti e i momenti importanti saranno la fase C quindi la determinazione dell'organico potenziato, sia la prospettiva dell'anno scolastico 2016-2017 in cui la Regione vuole aprire un confronto, un'interlocuzione con il Governo per una diversa definizione dell'organico dei docenti e non solo.
Vorrei innanzitutto fare un passo indietro e parlare un attimo delle cifre di cui in queste settimane si è detto molto, cifre che sono state poi via via ridimensionate rispetto alla rappresentazione che è stata fatta, probabilmente anche a seguito di alcuni accorgimenti messi in campo dal Ministero per ridurre l'impatto e i disagi degli insegnanti coinvolti nelle operazioni di mobilità, accorgimenti in cui probabilmente anche la pressione e l'interlocuzione della nostra Regione ha contribuito alla loro messa in campo. Mi riferisco in particolare all'anticipo dell'assegnazione delle supplenze e al riconoscimento del valore giuridico ed economico dell'ingresso in ruolo anche in caso di supplenza.
Per quanto riguarda la nostra regione avrebbero potuto fare domanda per la fase nazionale circa 3500 docenti. Di questi docenti hanno fatto domanda 1741 e di questi 285 hanno ricevuto una proposta di nomina; di questi, 89 hanno avuto un posto in un'altra provincia ma non in un'altra regione e 10, solo 10 docenti lavoreranno l'anno prossimo fuori dalla nostra isola. Questo chiaramente ridimensiona la rappresentazione della situazione attuale e ci ha spinto e invitato a considerare soprattutto gli scenari futuri per quanto riguarda la definizione degli organici e quello che gli anni scolastici 2016-2017 e 2017-2018 offrono ai docenti, ma anche in generale alla scuola della Sardegna. Infatti per quanto riguarda il prossimo anno scolastico gli accorgimenti messi in campo quest'anno verranno a cadere e quindi la mobilità straordinaria prevista dal Governo potrebbe produrre sicuramente una stagione di mobilità molto più importante di questa attuale. Per questi motivi e anche per la preoccupazione sulla situazione in cui versa la nostra scuola abbiamo aperto, come detto, un confronto con il Ministro sulla definizione dell'organico. Ritengo e riteniamo, infatti, che la definizione dell'organico che riguarda sia i docenti che il personale ATA com'è disciplinato in questo momento, cioè in base al numero degli studenti in ciascuna regione, non sia rispondente alle esigenze della nostra regione soprattutto per quanto riguarda le sue specificità e le problematiche in cui versa la scuola della Sardegna. Penso che non sia necessario ma vorrei comunque fare questo cenno, sappiamo bene che abbiamo un livello di dispersione scolastica che dal 2008 è salita dal 23 per cento a quasi sfiorare il 28 per cento per quanto riguarda il 2015, e la percentuale di studenti con difficoltà di apprendimento, sempre nello stesso periodo, è aumentata dal 24 al 27 per cento per l'italiano e al 32-33 per cento per quanto riguarda la matematica (sono dati OCSE-PISA) e questo impone sicuramente una riflessione sul fabbisogno e sulle necessità di cui la nostra scuola e soprattutto i nostri bambini, i nostri ragazzi hanno bisogno.
L'organico non è certamente l'unico tema su cui dobbiamo concentrare l'attenzione, ma è sicuramente un aspetto che vogliamo porre con forza e su cui abbiamo cominciato sia attraverso le mie interlocuzioni con il Ministro, sia attraverso le numerose dichiarazioni del Presidente della Regione, una interlocuzione seria e ferma. Ovviamente non si tratta dell'unico strumento che abbiamo messo in campo in questi mesi per migliorare la situazione della scuola sarda e vorrei cogliere l'occasione di questo dibattito per descrivere brevemente alcune delle misure che in questi mesi abbiamo messo in campo a favore dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Vorrei soffermarmi su tre aspetti fondamentali: innanzitutto gli aspetti economici, quindi la nuova ripartizione e configurazione dei fondi messi a disposizione della scuola; il dato delle infrastrutture; infine i progetti per quanto riguarda la didattica. Per quanto riguarda i fondi abbiamo, pur in una situazione di crisi, una situazione di bilancio, come sappiamo, non certo semplice, abbiamo aumentato le risorse in alcuni ambiti che riteniamo fondamentali come ad esempio quelli del diritto allo studio, aumentando il contributo per gli studenti delle scuole medie e delle scuole superiori per i libri in comodato gratuito, una cifra vicino al milione, aumentando il fondo per le borse di studio, aumentando il fondo per il trasporto e l'assistenza degli studenti con disabilità, aumentando il fondo per le scuole dell'infanzia e inserendo un contributo, che da tanti anni non era più presente nel nostro bilancio, di sostegno alle autonomie didattiche. Emerge chiaro da queste scelte, io ho enucleato solo le principali, come ci sia un'attenzione al diritto allo studio, all'istruzione e alla scuola, importante sin dalla definizione del bilancio. A questi fondi si aggiungono chiaramente quelli della programmazione unitaria; la prima delibera sulla programmazione unitaria che metteva insieme i fondi regionali, statali e comunitari, la prima delibera ha riguardato, appunto, l'istruzione. Le cifre riservate alla scuola in totale sono per quanto riguarda il 2015 178 milioni, invece 358 milioni per quanto riguarda il periodo della programmazione europea del 2014-2020 e sono sicuramente cifre importanti su cui abbiamo cominciato a strutturare interventi altrettanto importanti e soprattutto interventi strutturali.
I primi, come si è potuto osservare dalla primissima delibera che è stata adottata da questa Giunta, riguarda le infrastrutture. Abbiamo un patrimonio di edilizia scolastica con sicuramente molti problemi dovuti al fatto che si tratta di un patrimonio vetusto, quindi risalente a prima degli anni 70 e già dal 2014 abbiamo investito circa 13 milioni e mezzo per gli interventi di messa in sicurezza e interventi di somma urgenza nelle nostre scuole, quindi facendo fronte ai problemi più gravi e l'intervento dell'edilizia però non si ferma qui perché anche in questo caso si tratta di un intervento strutturale che prevede da un lato la sistemazione delle scuole e dall'altro il ripensamento degli stessi edifici con quello che abbiamo chiamato il progetto scuole del nuovo millennio in cui si interviene nella riqualificazione degli edifici e dove necessario nella costruzione di nuovi edifici dove i bacini di studenti sono ovviamente in crescita. Per quanto riguarda il 2015 gli interventi sono ingenti, si parla di un totale di 130 milioni, tra l'altro proprio stamane abbiamo approvato in Giunta la delibera che sblocca la delega ai comuni per gli interventi sull'altro asse che è l'asse della messa in sicurezza e degli interventi di somma urgenza e in questo modo in un piano che è un piano triennale si intende intervenire in edifici che coprono per quanto riguarda la popolazione studentesca l'80 per cento dei ragazzi, quindi l'80 per cento dei nostri ragazzi avranno in questi anni un miglioramento sostanziale e concreto delle loro scuole e delle loro aule. L'intervento infrastrutturale ha riguardato anche il trasporto, trasporto scolastico in cui rispetto all'anno scorso c'è un aumento delle risorse, un aumento di un milione e in più c'è stato, non accadeva da circa trent'anni, un acquisto straordinario di mezzi che andranno a rinnovare il parco scuolabus della nostra Regione. Stiamo parlando dell'acquisto di circa 70 scuolabus, scuolabus che non solo andranno a intervenire sui comuni che hanno più necessità o che hanno una nuova necessità a partire dall'anno scolastico 2015-2016, ma che vanno a rinnovare l'intero parco scuolabus e si tratta, lo ricordo e mi piace ricordarlo in ogni occasione, di mezzi accessibili a tutti gli studenti, quindi anche agli studenti con disabilità che quindi potranno nei casi in cui ciò sarà possibile effettuare il percorso scolastico insieme ai loro coetanei.
L'intervento che invece riguarda la didattica e che partirà nella seconda metà di questo anno scolastico è l'intervento tutti a Iscol@ in cui anche qui abbiamo risorse ingenti, complessivamente partiamo quest'anno da circa 30-40 milioni, cito questa forbice perché chiaramente dipenderà dai progetti che le scuole poi richiederanno e per quanto riguarda il progetto tutti a Iscol@ abbiamo tre linee principali di intervento che vorrei brevemente descrivere. La prima linea di intervento riguarda il miglioramento delle competenze di base, abbiamo detto prima che i nostri studenti vivono una situazione e un confronto con i loro coetanei italiani ed europei in cui mostrano delle difficoltà soprattutto in alcune discipline, ricordate la matematica, l'italiano inteso come comprensione del testo e le materie scientifiche e con questa azione ci sarà la possibilità di inserire nella scuola, quindi nella quotidianità dei nostri studenti degli insegnanti in più rispetto a quelli già presenti nelle aule dei nostri ragazzi in modo da migliorare le loro competenze, in modo da fornire un supporto aggiuntivo sia di potenziamento che di recupero delle loro competenze concentrandoci soprattutto in questo caso nelle aree e nelle fasce d'età in cui nasce la dispersione scolastica, quindi nelle scuole secondarie di primo grado e nelle scuole secondarie di secondo grado. Su questo vorrei tra l'altro aggiungere un elemento, per quanto riguarda questo progetto noi stiamo lavorando con il Ministero per la firma di un protocollo d'intesa che ci veda quindi compartecipi di questo progetto anche in termini finanziari e in questo protocollo noi abbiamo inserito come proposta il riconoscimento da parte del Ministero del percorso che questi docenti faranno all'interno dei nostri progetti, quindi il riconoscimento anche del punteggio che matureranno all'interno dei nostri progetti che servirà ai docenti per la progressione di carriera in attesa dello svuotamento delle graduatorie. La seconda linea direttrice l'abbiamo chiamata scuole aperte, riguarda un potenziamento dell'offerta didattica e dell'offerta formativa delle scuole con un'apertura delle scuole al territorio, non solo un banale prolungamento d'orario ma anche una qualificazione, un potenziamento dell'offerta didattica, con laboratori che siano coerenti con il percorso di ciascuna scuola e con il territorio in cui è inserita ciascuna scuola, quindi una didattica laboratoriale e dei laboratori in cui l'informatica, l'arte e la cultura siano protagoniste di questo potenziamento e di questo arricchimento dell'attività dei ragazzi. L'ultima linea, ma non meno importante, è quella del sostegno psicologico e dell'inclusione scolastica. Si tratta di una serie di progetti che hanno come obiettivo il prendere in carico, il farsi carico delle difficoltà, delle fragilità dei ragazzi sia dal punto di vista individuale che collettivo quindi un sostegno psicologico, pedagogico, di mediazione culturale, di sostegno all'inclusione dei bambini e dei ragazzi con particolari difficoltà che ovviamente può avere tante cause, cause economiche, sociali, cause dovute alla disabilità, cause dovute alla diversa nazionalità e quindi ad una necessità di integrazione dei bambini e dei ragazzi, quindi progetti personalizzati ma anche progetti collettivi per creare davvero una scuola inclusiva e una scuola in cui quindi tutti abbiano cittadinanza. Queste azioni come dicevo e in conclusione della mia relazione vorrei sottolinearlo in modo ancora più forte, sono delle azioni strutturali, sono delle azioni che non hanno come obiettivo il mettere in campo dei progetti quest'anno senza dare poi continuità negli anni successivi, ma sono sorrette da un impianto di analisi dei dati e dei risultati che si otterranno di volta in volta di gestione, di governance, di processi e anche del dialogo con le scuole, con l'ufficio scolastico regionale, come ho detto prima anche col Ministero che ci fanno pensare, ci portano ad immaginare quello che dicevo all'inizio della mia relazione, un intervento che riscrive, riimmagina la nostra scuola in modo ambizioso e in modo da offrire davvero ai nostri... avevo concluso era l'ultima frase per dire che questo progetto ha l'ambizione di offrire davvero una scuola migliorata, una scuola più ricca e un'esperienza didattica ma anche sociale importante ai nostri bambini e ai nostri ragazzi, ci crediamo molto e questo crederci è testimoniato dalle grandi risorse e dalla grande energia che abbiamo messo nella elaborazione di questi progetti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, ma io devo fare i miei complimenti all'assessore Firino, perché è riuscita a trasformare con una enunciazione di principi, di buoni propositi e di euro inesistenti, o già esistenti, è riuscita a trasformare una pessima legge in una buona legge. Quindi questa buona scuola che nel continente è diventata, a detta di tutti, una cattivissima scuola in Sardegna ritorna ad essere buona. Complimenti quindi all'Assessore per l'abilità con cui ha rappresentato ed è riuscita a rappresentare una situazione veramente deficitaria, se non drammatica sotto certi profili e per certi soggetti. Trovo la dichiarazione del presidente Pigliaru sulla riforma della buona scuola di Renzi al limite dell'imbarazzante per la superficialità del giudizio espresso su una questione così rilevante, che avrebbe meritato una battaglia strenua almeno in difesa delle prerogative autonomistiche e un'affermazione insindacabile del principio di insularità e specialità della Sardegna. Queste cose, Presidente, non le dice Marco Tedde, ma le dice un deputato di SEL che risponde al nome di Michele Piras, vedo che c'è un'acclamazione della parte dei colleghi della maggioranza, un esponente di grandissimo pregio, di grandissimo livello di un partito che esprime anche l'Assessore alla pubblica istruzione regionale. Critiche feroci, critiche veramente pesanti, che probabilmente neanche noi saremmo riusciti a fare, evidentemente c'è un problema, un problema pesante anche perché tra le altre cose sempre questo autorevole esponente di SEL dice che questa "buona scuola" contiene un piano assunzionale che impantana in un'eterna precarietà decine di migliaia di persone, che introduce elementi di neo autoritarismo come la figura del Preside onnipotente, che impone la deportazione di migliaia di docenti, evidentemente l'assessore Firino non è d'accordo col suo deputato perché ci dice invece cose diametralmente opposte. Detto questo, mi pare che questo argomento di discussione riproponga il tema dei rapporti, al di là dell'importanza dell'argomento di per sé, ripropone il tema fondamentale dei rapporti tra l'istituzione regionale e il Governo, nella fattispecie il Governo Renzi; rapporti che noi abbiamo sempre ritenuto essere stati condotti dal presidente Pigliaru in modo incongruo, in modo insufficiente, abbiamo utilizzato la locuzione "schiena dritta" perché abbiamo sempre visto e considerato che il presidente Pigliaru non ha mai rappresentato la comunità sarda con la schiena dritta, così come noi e la comunità sarda avremmo voluto. Il Presidente oggi, in questi giorni meglio ancora, giustifica la mancata impugnazione con l'affermazione secondo la quale ci sono delle parti buone in questa legge e quindi non bisogna impugnarla. È evidente che probabilmente ci sono delle parti buone, ma ci sono anche delle parti meno buone che possono essere impugnate partitamente, separatamente, cosa che invece non è stata assolutamente fatta, e questo è gravissimo. La materia dell'istruzione come tutti noi sappiamo è una materia di legislazione concorrente, la Regione ha delle prerogative particolari, delle competenze pesanti che dovevano essere rispettate dal Governo centrale, e magari dovevano essere fatte rispettare dal nostro Presidente con l'impugnazione davanti alla Corte costituzionale, così come ha fatto la Puglia, il cui Presidente tra le altre cose non è sicuramente di Forza Italia ma del PD, così come ha fatto il Veneto. Noi non l'abbiamo fatto! Mentre invece la legge 107 merita, meriterebbe e meriterà un'attenta valutazione da parte della Corte costituzionale per un'infinità di motivi, innanzitutto perché siamo in presenza di una potestà legislativa pesantissima che viene delegata in nove ambiti dell'istruzione, però con norme vaghe. Siamo nel campo della legislazione concorrente nel quale si pongono dei principi del tutto vaghi. Noi sappiamo invece che la delega, secondo la Costituzione, la delega legislativa al Governo secondo la Costituzione è legittima allorché i principi e i criteri direttivi siano chiari, soltanto in quel caso la delega è legittima, mentre invece in questo caso abbiamo una delega che ha come oggetto dei principi, e cioè delle determinazioni che hanno la stessa natura dei principi delegati, insomma dei principi al quadrato, è una cosa unica, è veramente una mostruosità sotto il profilo giuridico. E che dire poi della violazione della libertà d'insegnamento, c'è un'evidente e pesante disparità di trattamento fra i docenti inseriti in ruolo sino all'anno scolastico in corso e quelli che invece verranno in seguito immessi in ruolo. C'è all'interno di questa norma una pesante, pesantissima discriminazione, viene consumata una pesantissima discriminazione a carico di questi docenti. E ancora, violazione dell'articolo 3 che dispone l'uguaglianza in fattispecie, identiche, analoghe; dell'articolo 51, accesso ai pubblici uffici, viene violato; il 97, quello che dispone che ai pubblici uffici si accede con concorso. Ebbene secondo uno dei tantissimi commi di questa disastrosa legge possono partecipare ai concorsi solo coloro che hanno titolo abilitativo, non possono invece partecipare ai concorsi coloro che sono già assunti a tempo indeterminato, e così via, di questi casi, di queste fattispecie, di queste ferite normative all'interno di questa legge ce ne sono tantissime. Bene avrebbe fatto il presidente Pigliaru ad impugnare queste parti della legge, non solo queste che ho in qualche modo rappresentato ma anche tante altre, non voglio assolutamente rubare spazio ai miei colleghi, bene avrebbe fatto il presidente Pigliaru ad impugnarle davanti alla Corte costituzionale, così come hanno fatto i suoi colleghi. Tra le altre cose altri Consigli regionali hanno discusso sull'opportunità o meno di impugnare davanti alla Corte costituzionale, noi oggi stiamo discutendo "a babbo morto", noi oggi discutiamo di una norma che non è più impugnabile davanti alla Corte costituzionale e credo che non sia giusto. Tra le altre cose oggi in qualche commissione dei Consigli regionali si discute del referendum, non mi pare che invece per quanto riguarda noi, salvo che io non stia dicendo delle cose astruse, non mi risulta sia passato in Commissione questo argomento, questo tema, la Commissione non l'ha visto, siamo direttamente in Consiglio, in Aula, mentre invece credo che un passaggio in Commissione sarebbe stato più che opportuno, anzi necessario. Quindi Presidente, io credo che laddove si ponga la necessità come nella fattispecie di difendere le prerogative regionali il presidente deve muoversi con la determinazione che deve essere messa in campo quando si rappresenta una comunità, quando si rappresenta un'isola, quando si rappresenta un popolo, lei non l'ha fatto non so per quale motivo. Probabilmente ci sono problemi di rapporti con il Presidente Renzi, probabilmente c'è il timore di scomodare e disturbare il manovratore Renzi, così come accade tante volte, ma credo che in questi casi non si debba assolutamente avere il timore di scomodare il navigatore, che non si debba assolutamente avere il timore di sparare sul pianista, perché è un pianista che sta suonando delle musiche del tutto stonate, delle musiche dannose per la Sardegna, delle musiche dannose per la scuola, per i docenti, delle musiche dannose per quei servizi scolastici per quei servizi formativi, per quei servizi dell'istruzione che sono tra le altre cose uno dei pilastri del suo programma. Ecco, anche oggi lei ha disatteso uno dei pilastri del suo programma, sta disconoscendo parte delle fondamenta del suo programma e questo suo atteggiamento negligente, signor Presidente, è di una gravità inaudita. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marcello Orrù. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Presidente, Presidente della Giunta, Assessori, onorevoli colleghi, non utilizzerò tutto il tempo a disposizione perché trattandosi di un argomento importante sono convinto che ci saranno tantissimi interventi, pertanto mi limiterò a fare qualche riflessione perché, come tutti sappiamo, qualche domenica fa Sua Santità Papa Francesco ha salutato gli insegnanti sardi presenti in piazza San Pietro auspicando che i problemi del mondo e del lavoro siano affrontati tenendo conto della famiglia e delle sue esigenze. Vede, presidente Pigliaru, Papa Francesco ha capito perfettamente dove sta il problema di una legge che la Giunta da lei presieduta si ostina a voler difendere ad oltranza, nonostante gli insegnanti sardi abbiano spiegato bene, dove e ovunque, le motivazioni che li hanno portati in piazza contro una legge ingiusta e lesiva dei loro diritti. Come tutti sappiamo voglio ricordare che anche altre regioni, come per esempio, l'hanno già citato, il Veneto con il Governatore Zaia è stato tra i primi in Italia ad impugnare la legge dinanzi alla Corte costituzionale, ma lei potrebbe dire che è una regione che fa opposizione al Governo su tutti i fronti, benissimo, pertanto ne cito un'altra, ma lo saprà sicuramente, anche la Puglia ha impugnato la legge della cosiddetta "buona scuola" che a quanto pare tanto buona non è, anzi da quanto è cattiva sta facendo infuriare gli insegnanti di tutta Italia. Ebbene, la regione Puglia è governata da un PD doc quale Michele Emiliano che proprio la domenica in cui il Premier Matteo Renzi volava "a scrocco" degli italiani a vedere la finale di tennis ha annunciato la sua ferma opposizione alla legge sulla buona scuola e l'immediata impugnazione dinanzi alla Corte costituzionale per tutelare i diritti dall'autonomia della Regione Puglia e difendere i diritti dei cittadini pugliesi. Mentre il Papa parlava e gli altri governatori agivano a difesa dei propri concittadini lei in realtà si era già fatto scadere i termini per impugnare la legge. Insomma, caro Presidente Pigliaru, a me dispiace che tra tutti coloro che hanno capito i danni di questa legge manchi proprio lei che oltre ad essere il Presidente della Regione è anche un professore universitario stimato e avrebbe dovuto arrivarci prima degli altri, invece non ha impugnato la legge. La verità Presidente è che la legge Renzi - Giannini sulla scuola, così la voglio chiamare perché chiamarla legge sulla buona scuola è veramente un insulto a chi nel mondo del lavoro ci trascorre i propri giorni, dagli insegnanti, agli studenti e alle famiglie degli studenti. È una legge pessima che ha regalato alla Sardegna una nuova emigrazione di decine e decine di padri e madri di famiglia che per poter entrare nelle graduatorie nazionali si sono ritrovati a doversi trasferire in altre regioni d'Italia, ma ancora più grave è che il meccanismo per la scelta della destinazione è una vera e propria roulette russa che ha per paradosso perché porta l'insegnante siciliano in Sardegna e l'insegnante sardo in Sicilia, è un meccanismo assurdo e altamente lesivo dei diritti degli insegnanti della nostra Regione, non si è tenuto minimamente conto della penalizzazione che già la nostra regione soffre in quanto isola e della distanza con le altre città della penisola, l'insularità è una parola di cui ogni giorno la sua Giunta si riempie la bocca ma nei fatti vale come un pugno di mosche, cioè nulla, e questa legge sulla scuola è soltanto una delle tante dimostrazioni della debolezza politica della Giunta da lei guidata. Una Giunta totalmente succube e schiava del Governo Renzi che non perde mai occasione per dimostrarsi nemico della Sardegna. Non voglio tralasciare il fatto, e qui mi rivolgo all'assessore Firino, che è una legge che introduce l'assurdo insegnamento gender nelle scuole che mira a condizionare i nostri figli nel campo più delicato che è quello della sessualità cancellando le differenze attraverso l'introduzione fin dalle scuole elementari di progetti deviati senza alcuna autorizzazione o consenso da parte delle famiglie, un tentativo vergognoso di inculcare ai giovani e giovanissimi modelli distanti anni luce dalla nostra tradizione e dalla nostra storia e non dimentichiamoci che il giro di vite previsto dall'ultima legge di stabilità, quella approvata a dicembre 2014, non fa altro che legare le mani ai dirigenti scolastici perché avranno una enorme difficoltà a sostituire il personale ATA. In sostanza se i bidelli e i collaboratori scolastici si dovessero assentare per malattia non potranno essere sostituiti prima dei sette giorni di malattia, con il rischio di tener chiuso il plesso scolastico e con gli studenti costretti a restare fuori e a tornarsene a casa. Ma non solo, la legge di stabilità taglia anche il margine di manovra dei dirigenti anche sulle supplenze degli amministrativi che in caso di loro assenza significa la paralisi delle pratiche amministrative perché non potranno essere sostituiti, ma ancora più grave è che in caso di assenza per un giorno di un insegnante non può essere sostituito ed i ragazzi verrebbero smistati in altre classi creando grosse difficoltà per la didattica, per cui, Presidente, esistevano tanti motivi perché è la Regione Sardegna impugnasse la legge sulla scuola Renzi - Giannini dinanzi alla Corte costituzionale invece si è fatto scadere i termini, a suo dire, volontariamente, chissà! Di certo è che per l'ennesima volta la sua Giunta si è calata le braghe dinanzi ad un Governo arrogante che lede e calpesta i diritti dei sardi ogni santo giorno su tutti i fronti, un Governo che ha come Primo Ministro Renzi che quando governava il Presidente Berlusconi eletto dal popolo e la disoccupazione giovanile era al 25 per cento lui dal sindaco di Firenze gridava allo scandalo ed esortava i sindacati a scendere in piazza per chiedere le dimissioni del Presidente Berlusconi, ed ora che la disoccupazione al 45 per cento nessun sindacato, tantomeno lui, protestano per quest'alta percentuale di disoccupazione, pertanto Presidente, e concludo, lei e la sua Giunta avrete modo di vedere e verrete ricordati per coloro che hanno definitivamente smantellato la nostra autonomia regionale in cambio di un sorriso beffardo di Matteo Renzi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Alessandro Unali. Ne ha facoltà.
UNALI ALESSANDRO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Considerate le numerose criticità del sistema scolastico sardo che sono evidenziate in particolare da un elevato tasso di abbandono scolastico, dal basso indice di copertura delle scuole nei vari comuni, scuole di ogni ordine e grado, e il conseguente pendolarismo reso problematico dall'inadeguata rete di trasporti locali, da una gestione discutibile della formazione professionale che ha generato nel tempo forti distorsioni e un'infinità di corsi erogati senza un'adeguata programmazione. Tutto ciò ci impone, partendo dagli importanti interventi posti in essere dalla Giunta attraverso i progetti della dispersione scolastica, della scuola digitale, dell'edilizia scolastica, di ridare centralità al sistema scolastico pubblico, integrandolo con la formazione professionale e l'alta formazione per favorire la crescita delle persone e per lo sviluppo socio-economico della Sardegna. Risulta necessaria ed urgente una proposta di legge organica di riforma del mondo dell'educazione, dell'istruzione e della formazione professionale, per superare le storture delle varie leggi regionali che si sono succedute, per esempio la legge regionale numero 31 dell''84, per poter contrastare il fenomeno sempre più preoccupante della dispersione scolastica e per affrontare le forti criticità del sistema scolastico sardo a più livelli, evidenti in modo particolare nei territori più svantaggiati. Criticità che ancora oggi gli enti locali stanno cercando di affrontare nell'organizzare i servizi, in particolare quelli legati al trasporto scolastico delle persone con disabilità, all'assistenza specialistica delle scuole e ai trasporti degli alunni delle scuole dell'obbligo, delle scuole soppresse dai piccoli comuni periferici. Una proposta di legge quindi che con il coinvolgimento delle istituzioni, parti sociali, famiglie ed associazioni studentesche mettano a sistema le azioni progettuali che la Giunta sta attivando e che tenga conto della specificità della nostra Isola. Specificità che non possono essere considerate come quelle della penisola e di cui non ha tenuto conto la riforma del Governo Renzi che, nonostante i buoni propositi rispetto al superamento del precariato, di fatto penalizza la Sardegna, come è evidenziato dal mondo della scuola in questi ultimi mesi e rimarcato anche oggi dei partecipanti al sit-in qui sotto la sede del Parlamento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendenzia). Voglio ricordare che noi ci troviamo a discutere di questa importante questione mentre sotto il palazzo della Regione un comitato di insegnanti precari manifesta la sua contrarietà alla legge rinunzi numero 107, cosiddetta "buona scuola", e un altro comitato di insegnanti delle scuole dell'infanzia ha deciso di iniziare uno sciopero della fame per protestare contro l'incertezza nell'erogazione dei finanziamenti. Mi rendo conto quindi che ci troviamo in una situazione non semplice e trattiamo di un argomento comunque tanto importante e necessario quanto complicato e difficile da risolvere. Premetto che io sono orgoglioso di essere rappresentato da un Presidente del Consiglio, da un Presidente della Giunta e da una Giunta, da un Assessore che hanno messo l'argomento della scuola al primo posto tra le priorità dell'azione del nostro complesso amministrativo. Si tratta di una scelta non facile, perché è molto più facile promettere di abbattere delle tasse, o di eliminare delle imposte piuttosto che impegnarsi in azioni dispendiose, antipopolari in certi momenti, ma sicuramente produttive a medio e a lungo termine. Direi che l'investimento dell'istruzione e nella scuola sicuramente è il miglior investimento che possiamo fare per il futuro della nostra isola e dei nostri figli. Detto questo, in primo luogo voglio porre l'attenzione sulla gravità della situazione dell'istruzione, che è andata degenerando negli ultimi vent'anni, anche per motivi di rincorsa del consenso in modo populistico. La Sardegna, do i dati nel momento in cui questo Consiglio si è insediato, aveva una percentuale di laureati del 13,1 per cento, contro una media europea del 29,3 per cento, cioè noi siamo al di sotto della metà della percentuale dei laureati della media europea, non dei paesi più avanzati, di quelli nella media. Siamo anche la Regione italiana che ha la percentuale di laureati più bassa in assoluto, c'è siamo gli ultimi in classifica. Tra le regioni europee siamo al posto 265 su 269 regioni europee. L'indice di dispersione scolastico è drammatico, più o meno uno studente su quattro non finisce le scuole superiori. Ancora, ci sono degli indici che misurano il grado di preparazione e che ci dicono che uno studente dell'ultimo anno delle superiori sardo, in media, sa rispondere a un numero di test in maniera corretta che è la metà di quello delle capacità che dimostra di avere uno studente della Lombardia. È una situazione catastrofica, in un mondo, come quello di oggi, in cui sapere conoscenza vuol dire prospettiva di benessere e ignoranza vuol dire scivolamento verso il terzo mondo e verso la povertà. La situazione è drammatica.
In modo inaspettato c'è solo una competenza in cui i sardi sono al primo posto in Italia, sono quelli meglio istruiti fra tutti gli italiani, è l'utilizzo dei sistemi anticoncezionali. Oltre il 30 percento delle donne sarde conoscono perfettamente la metodologia attraverso cui si devono maneggiare le pillole anticoncezionali e, tornando all'ultimo posto in classifica, la Sardegna ha un indice di fecondità dell'1,13 cioè l'ultimo in Italia, che è il terzo paese più vecchio del mondo. Noi viviamo in una situazione di emergenza su tre fronti: uno è quello dell'istruzione, siamo tra i paesi messi peggio in Europa; un secondo è quello demografico, siamo tra i paesi che hanno meno capacità di riprodursi al mondo; il terzo è quello della povertà. Ora se teniamo presenti queste tre emergenze possiamo affrontare un'analisi del progetto della legge 107, cosiddetta "buona scuola", a me le leggi che già nel titolo si auto giudicano non mi sono simpaticissime, però tenendo conto di questi fattori la Sardegna è una Regione diversa da quelle italiane, in primo luogo per ragioni geografiche ma non solo. Ora, il progetto di legge detto "buona scuola" persegue sicuramente degli obiettivi condivisibili: uno è quello di riduzione della fascia di precariato, che sicuramente è troppo estesa in Italia, e un'altra è quella della razionalizzazione della spesa, che sicuramente è una necessità ma io direi che potrebbe essere messa in secondo ordine, perché la scuola ha già dato moltissimo fino adesso. Insomma sono degli obiettivi condivisibili. Però, se ancora questi obiettivi nascono delle perplessità su una serie di altri aspetti specifici, io direi com'è stato già detto in parte, esiste un progetto di potenziamento dell'organico, che però non è ancora ben definito sia nella quantità che nelle modalità di attuazione, quindi noi non sappiamo di quanti numeri dovrà essere incrementato né come, con quali meccanismi di spostamento delle destinazioni dei docenti. Le regole per il trasferimento ugualmente non sono abbastanza chiare, nella fase c noi abbiamo una necessità di 1700 docenti a fronte di una domanda di 1700 precari, potremo soddisfare la nostra offerta attraverso la nostra domanda, ma non è così perché la legge apre gli spostamenti che devono riassestare il sistema del precariato a una graduatoria nazionale, che è possibile che faccia in modo che alcuni abitanti del continente debbano venire Sardegna e altri sardi debbano andare in continente, contro la loro volontà, ma soprattutto contro il progetto di creazione di una famiglia di un futuro affrontabile. Se le donne sarde non vogliono fare figli e sono le più esperte in Italia per riuscire a non farli è perché hanno davvero una sensazione di incertezza nei confronti del loro futuro, e noi su questo dobbiamo stare molto attenti alle loro esigenze perché sono anche le nostre esigenze tra l'altro. Ancora, il 57 percento dei docenti precari non ha fatto domanda perché preferisce conservarsi il diritto di avere un posto di lavoro nella propria provincia, a costo di non avere la stabilizzazione. Cosa se ne fa di questa fascia? Con quali modalità verrà gestita? Questa legge prevede che il primo giorno di assenza il docenti non possano essere sostituiti e nei primi sette giorni di assenza i collaboratori non possano essere sostituiti, ma nelle scuole che abbiamo noi, che spesso sono di piccole dimensioni, creano problemi abbastanza complessi risolvere, perché spesso abbiamo solo due collaboratori che lavorano in fasce orarie diverse per cui eliminarne uno significa avere una fascia in cui non c'è nessun collaboratore e non è semplice da gestire. Ancora, noi abbiamo dei dubbi anche sul ruolo così forte dei dirigenti scolastici che possono decidere sulla destinazione dei docenti, per i quali si possono innescare dei meccanismi in cui non è proprio il merito, oppure non sono proprio la necessità, che possano influire nella decisione di come organizzare la fascia docente. Ancora, se vogliamo parlare dell'impugnabilità, io rispetto la decisione finale del Presidente, ma se noi vogliamo per parlare dell'impugnabilità esiste di sicuro un profilo incostituzionale di questa legge che deriva dal rispetto dell'articolo 6 della Costituzione che dice che: la Repubblica italiana tutela con norme specifiche le minoranze linguistiche. Norme specifiche significa che permette che ci sia la possibilità di sviluppo economico e sociale, quindi delle precondizioni che permettono la diffusione della lingua, ma anche che ci sia la possibilità che gli insegnanti, che risiedono nella regione, possano utilizzare la loro competenza e non vengano allontanati. Questa è una prerogativa che ha sfruttato la regione Val d'Aosta e la Provincia di Bolzano, noi non lo abbiamo fatto ma potevamo farlo. Con queste ragioni abbiamo impugnato la legge europea per la Sardegna e l'impugnativa è stata trasferita alla Corte costituzionale e con questa ragione avremmo potuto vincere un ricorso contro il dimensionamento scolastico, per cui non abbiamo goduto di privilegi come altre Regioni, attraverso la legge di riduzione delle spese complessive. Quindi cosa chiediamo? Chiediamo di sicuro che nelle prossime interlocuzioni la nostra Giunta tenga conto di queste esigenze e di queste necessità dei nostri lavoratori, dei nostri studenti e della nostra società; chiediamo che si lavori su una legge di sistema per il diritto allo studio…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az.). Sarò veramente brave, quindi do l'informazione ai colleghi che dovranno intervenire dopo di me. Vede Assessore, il clima in quest'Aula è surreale, non solo per la poca attenzione che si sta rivolgendo al tema da parte di molti, ma perché mentre lei tratteggiava questo scenario sulla scuola in Sardegna che sembra essere una punta di eccellenza, con una prua rivolta al futuro ed una scuola che abbiamo definito con tanti slogan: inclusiva e dove si trova piena cittadinanza. Mentre lei tratteggiava quest'immagine a me sovvenivano le immagini dei flash mob all'aeroporto, delle manifestazioni sotto il Consiglio regionale, mi sovveniva l'immagine delle proteste dei sindaci dei centri della Sardegna che hanno visto soppressivi i plessi scolastici, mi sovvenivano le proteste per il ritardo nello stanziamento dei fondi sulla mobilità che consentisse a questi studenti di raggiungere le nuove sedi. E allora mi viene da chiedere: tutte queste persone vivono una realtà parallela e non si rendono conto di quanto tutto funzioni bene? O questa Giunta regionale rimane sospesa e immobile nel tempo in una realtà che non è quella che si vive fuori da queste porte, fuori da queste stanze, e cioè disegna scenari possibili e assolutamente condivisibili ma che nella verità, nella cruda concretezza non hanno alcun riscontro?
La verità poi è stata elencata, anche con qualche difficoltà, da qualche collega della maggioranza che riconosce che alcune cose non sono state fatte e si chiede per le prossime interlocuzioni, ma nel frattempo si sta smantellando un sistema, e quello nuovo francamente io non lo vedo. Tutte le mancate affermazioni delle prerogative di quest'Isola saranno un rosario sul quale dovremmo recitare tanti mea culpa, e, badate bene, se si smantella questo sistema non è un problema più della maggioranza o della minoranza, diventa un problema della politica, perché la gente non riconosce più questa politica come in grado di tutelare e difendere in tutte le sedi opportune le ragioni e le prerogative di questo popolo. I ricorsi alla Corte costituzionale non sono un attentato al "Governo amico", i ricorsi alla Corte costituzionale sono un'affermazione dei diritti di questo popolo, all'interno di una dialettica democratica che c'è e ci deve essere. Il collega Orrù richiamava poc'anzi altre Regioni che lo hanno fatto, la Regione Puglia ad esempio, pur omologa del Governo nazionale… è vero, Presidente, gliene do atto, ma ha fatto questo ricorso e non è una Regione a statuto speciale.
L'articolo 6 della Costituzione - richiamo intervento del collega Zedda - abbiamo proposto sulla tutela delle minoranze linguistiche tante volte atti in quest'Aula, però a me pare che questi argomenti non trovino cittadinanza dentro le riflessioni di questa Giunta; pare che la difesa delle prerogative linguistiche non sia un argomento sufficientemente e culturalmente adeguato al taglio che si vuole dare, io ritengo invece che sia una battaglia principale, così come credo che sul piano di dimensionamento, sulla stabilizzazione dei precari, se noi cominciassimo a rivendicare con forza le peculiarità che giustificano una sovrintendenza scolastica regionale, probabilmente, unito a quella che è la proposta di utilizzare anche i ragionamenti sulla lingua e sull'articolo 6 della Costituzione, riuscirebbero a risolvere gran parte delle problematiche che abbiamo sul tavolo. A me sembra però che questo argomento non piaccia, mettiamola così per non usare altri termini, e allora dico ai sovranisti, gli indipendentisti, a tutti coloro i quali hanno nel loro DNA e si richiamano a questi argomenti, qual è l'incidenza che hanno questi argomenti rispetto alla maggioranza nella quale oggi militate, perché affermare la priorità di questi temi significa anche affermare la propria presenza, e non una compresenza. Poi le ragioni sulla legge numero 107 del 2015 sono tante: la limitazione della libertà di insegnamento, la limitazione delle prerogative contrattuali, queste deleghe spaventosamente ampie; ma non sono argomenti che usa il Partito Sardo d'Azione, sono argomenti comuni da Nord a Sud, da Est a Ovest in tutta l'Italia, e qui invece decantiamo gli effetti benefici e le sorti magnifiche e progressive della scuola grazie a questi provvedimenti? Siamo difensori non richiesti di un provvedimento che non va bene. Il 50 per cento dei precari non ha fatto richiesta di stabilizzazione, e questo secondo voi è l'indicatore della correttezza e del buon funzionamento di quella norma?
Io credo che questa serata nella quale discutiamo della scuola, e mi auguro della scuola in Sardegna, sia fecondo per far maturare in tutte le forze politiche, in tutto questo Consiglio regionale l'idea che non possiamo liquidare il tema con questa discussione di stasera, lavandoci la coscienza - "ne abbiamo discusso, abbiamo adottato un ordine del giorno in Consiglio regionale" -, no, io credo che la Giunta debba riprendere in mano l'iniziativa, ma non con un confronto sui tavoli, io credo, Presidente, con molta concretezza. Io molto sommessamente ho proposto con un progetto di legge nazionale una via, non ritengo di essere il detentore di alcuna verità assoluta però se c'è la volontà di risolvere questi problemi, vi richiamo, a partire da un dato che c'è, a correggerlo, a modificarlo, a sostenere presso il Parlamento nazionale che questo provvedimento di legge nazionale possa trovare l'esame alla Camera o al Senato, con tutte le modifiche che si vorranno portare, per offrire una via di soluzione, diversamente, badate, l'esito di tutto questo è un piano inclinato: le cose andranno sempre peggio, non sempre meglio, e andranno peggio per tutti, non per la maggioranza o per la minoranza perché, come dicevo, avremmo perso di credibilità come interpreti delle regioni e delle sofferenze, anche, di quest'Isola.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). La discussione sullo stato della scuola in Sardegna capita certamente in un momento molto particolare: mentre da un lato, sul piano locale, non si sono ancora spente le polemiche per il recente piano di dimensionamento della rete scolastica, dall'altro sono ancora ben presenti gli echi delle discussioni (per usare un eufemismo) seguite all'approvazione, nel mese di luglio scorso, della legge numero 107, con le recentissime vicende che hanno interessato i tanti docenti chiamati ad effettuare la difficile scelta tra la tanta agognata cattedra a tempo determinato e uno sradicamento dai propri affetti e dalla propria realtà. Poi, con i numeri che ci ha dato anche stasera l'Assessore, se andiamo ad approfondirli ci rendiamo conto che i numeri sono abbastanza ridotti.
Ed è fin troppo evidente che tali vicende abbiano offerto un assist straordinario a quanti aspettano l'occasione per mettere in piedi una speculazione politica che trovasse facilmente presa, in particolare presso coloro che si trovano penalizzati dalle nuove norme, e anche stasera dai primi interventi questa sembra la strada che in questo Consiglio si stia portando avanti da parte della minoranza consiliare.
Io sono convinto che la Giunta regionale bene ha fatto a privilegiare l'interlocuzione forte, con pari dignità, con il Governo nazionale, piuttosto che l'impugnazione, voglio però sfuggire alle polemiche di parte che finirebbero inevitabilmente per mettere in secondo piano i contenuti, rendendo un cattivo servizio ai sardi rispetto ai quali invece dobbiamo dare una risposta ad alcune domande centrali: la scuola sarda è all'altezza delle aspettative degli studenti e delle loro famiglie? È in grado di formare i ragazzi e di prepararli adeguatamente alla sfida di un mondo sempre più globalizzato? Risponde alle esigenze di costruire livelli di cittadinanza consapevoli, ed è coerente con il progetto di una Sardegna che cambia? La risposta purtroppo è sotto gli occhi di tutti e, ahinoi, è negativa, fotografata in particolare da quell'istantanea ineludibile rappresentata dai dati sulla dispersione scolastica, ancora su livelli così alti da essere inaccettabile.
Il progetto Iscol@ in capo alla Presidenza della Giunta regionale è certamente un passo importante per dare risposte serie è credibili a queste domande: dopo sei anni che non si interveniva in un settore fondamentale come la scuola, finalmente ci si mette mano. Non si tratta con questo progetto semplicemente di concedere contributi per ristrutturare o mettere in sicurezza edifici esistenti, si tratta di dare possibilità di costruire nuovi poli scolastici territoriali, portare la banda larga anche nelle zone interne e nei nostri piccoli paesi, mettere tutti i ragazzi in condizione di scrivere e parlare l'inglese già dalle scuole elementari, con l'apertura le scuole anche nel pomeriggio, di migliorare l'innovazione nel mondo della scuola, innovando anche i metodi d'insegnamento prevedendo anche risorse dirette per l'aggiornamento dei singoli docenti. Il progetto Iscol@ inoltre consente a tutti i ragazzi la pari opportunità soprattutto a quelli meno abbienti di poter acquistare libri di testo e di poter viaggiare per frequentare le scuole di ogni ordine e grado.
Noi sardi dobbiamo avere la capacità e la forza di avere un sistema scolastico all'altezza dei nostri tempi e soprattutto una scuola che guardi al futuro dei nostri giovani. Ed allora diventa assolutamente non più procrastinabile l'avvio di un processo verso una legge sarda sull'istruzione; una norma che faccia valere le prerogative che la Regione ha in materia di istruzione e che consenta davvero di immaginare un modello di scuola adeguato alle esigenze dei sardi in particolare dei giovani sardi. Una scuola accogliente ed inclusiva che non lasci nessuno indietro e che valorizzi le eccellenze. Una scuola che sia in grado di rafforzare l'identità e il senso di appartenenza e contemporaneamente che sia capace di valorizzare ciò in un'ottica di apertura e di interculturalità in un momento nel quale la consapevolezza di un mondo che cambia nel quale le frontiere come le abbiamo sempre conosciute non esistono più. Deve diventare patrimonio di ciascuno di noi.
Una scuola dove il sapere saper fare si mescola in un rapporto stretto tra tradizione e innovazione. Una scuola diffusa con un organico parametrato più che ai rapporti numerici alle effettive esigenze didattiche, una scuola sicura con edifici adeguati e spazi disciplinari di eccellenza soprattutto nelle realtà dell'interno. Una scuola in grado di preparare la classe dirigente sul futuro a tirar fuori l'Isola dalla sacca di sottosviluppo socioeconomico nel quale è adagiata.
Risultato ambizioso, certo, ma non impossibile a patto che la politica sarda che questo Consiglio regionale sappia caricarsi sulle spalle la fatica dell'ascolto preliminare e della concertazione troppo spesso mancata quando si è parlato e deciso sulla scuola.
Ho accennato prima al piano di ridimensionamento scolastico per il 2015-2016, appurato che la riduzione delle pluriclassi è un passo importante verso la loro totale eliminazione, certamente delle scelte sulle autonomie scolastiche non rispettano quella che è la vera realtà sarda. Perciò credo che vadano riviste nel prossimo anno scolastico alcune scelte condividendole con chi quotidianamente affronta questi problemi a iniziare dalle amministrazioni locali e dai dirigenti scolastici senza arroccarsi nelle proprie convinzioni che spesso non coincidono con quello che è l'obiettivo di ridurre la dispersione scolastica e di avere una scuola migliore per i giovani sardi. Perdere qualche settimana in più prima aiuta a guadagnarne molti di più e di qualità dopo. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Grazie Presidente, intanto mi piace precisare che oggi è una giornata importante perché parliamo di un argomento quello della scuola di grandissimo interesse soprattutto di recentissima qualità. Però è anche giusto riconoscere che questo argomento arriva in Aula perché c'è stata una forte spinta di queste minoranze e soprattutto abbiamo recepito il malessere che si registra da alcuni mesi nella nostra Regione. E quindi, Assessore, mi consenta nel momento in cui lei parla in termini positivi del vostro rapporto e delle vostre interlocuzioni con il Governo centrale mi chiedo dove abbia vissuto in tutti questi mesi da lì all'approvazione della legge e ad oggi.
Soprattutto io mi permetto di osservare, non di dare consigli perché lei sa benissimo qual è il suo mestiere, ma di osservare che abbiamo di fronte un interlocutore che spesso è cieco e sordo e che quindi lei non si deve aspettare grandi cose neanche quando racconta della buona scuola e delle buone intenzioni che avete proprio nei confronti di questa materia. Io credo che invece bisogna riportare il tutto ad un'osservazione attenta e precisa e quando le abbiamo fatto osservare che c'era uno strumento che è il nostro articolo 5 dello Statuto che ci permetteva quello sì di far valere le ragioni dell'insularità, della nostra specificità, della nostra autonomia noi crediamo che ad oggi assolutamente quello strumento voi non lo abbiate utilizzato per nulla se no saremo qui a parlare di altro. E soprattutto in tutti questi mesi i rappresentanti della scuola non avrebbero scioperato, non avrebbero gridato aiuto, non ci avrebbero detto di prestare attenzione a quella legge la numero 107, che io concordo ha dei tratti positivi, ma purtroppo le parti negative sono proprio quelle che penalizzano la nostra Regione. E quando vi abbiamo proposto di impugnarla, e lo ha detto bene l'onorevole Tedde, abbiamo cercato proprio di salvaguardare quegli aspetti che fanno della scuola sarda la più in difficoltà in Italia e non possiamo accettare le ragioni di un tasso di natalità pari a zero per chiedere delle deroghe, non siamo in queste condizioni. Così come, Assessore, voglio dire da subito che quando lei dice che appena 10 varcheranno l'isola le dico che non è vero, perché gli altri sono supplenze, questa legge numero 107 è una maldestra operazione di stabilizzazione che falsifica la realtà. Io dopo mi concentrerò in particolar modo sulla necessità di arrivare alla trasformazione delle classi, dei posti di fatto in posti di diritto. Allora detto questo lei ha fatto un elenco di buone azioni, di buone intenzioni e noi non le discutiamo ma dobbiamo avere i fatti ad oggi. Purtroppo noi abbiamo ancora e continuiamo a lottare con dei bambini che vengono spostati dalla loro scuola, da ciò che hanno sempre immaginato da qui alla prima elementare, da ciò in cui ci credono e li vediamo trasportati da un pulmino che forse c'è. Anche su questo avete detto che metterete nelle condizioni gli enti locali di utilizzare il trasporto pubblico con grande sostegno, bene ad oggi avete chiesto di anticipare, di indebitarsi e vi hanno risposto che non ci sono le condizioni. Acquisteremo i nuovi scuolabus! Benissimo, ma quando? Dovevano già essere qui! Così come, Assessore, il giorno dopo l'approvazione di questa legge noi, mi scusi, ma non ci crediamo che lei è stata decisa, risoluta nel mettere in evidenza le nostre difficoltà, noi non possiamo crederlo perché ad oggi nulla è cambiato e soprattutto quando lei si accontenta di dire che nessuno andrà fuori dall'Isola io le dico che nel 2016 parleremo di ben altro, e purtroppo, non è per fare gli uccelli del malaugurio, ma molte volte quando abbiamo parlato non abbiamo raccontato favole, abbiamo raccontato una realtà che poi si è puntualmente verificata. Così pure come non credo che sia così importante quello di mettere in evidenza ciò che la Regione sta facendo nei confronti del Governo nazionale. Noi dobbiamo pretendere prima di tutto ciò che spetta a questa Regione perché poi ciò che stiamo facendo con i fondi regionali o con i fondi comunitari sarà una capacità e la disponibilità nostra ma prima di tutto dobbiamo rivendicare ciò che manca, ciò che ci deve riconoscere lo Stato nazionale perché noi siamo una Regione che non confina a cinque kilometri con un'altra e quindi non possiamo fare dei ragionamenti uguali a nessun'altra Regione d'Italia. Quindi, Assessore, ecco perché avrà valore cercare i compromessi territoriali perché noi non possiamo pensare che neanche uno dei nostri docenti debba varcare l'Isola e andare in Regioni periferiche e nessun altro deve venire in Sardegna nel momento in cui esistono tutti i posti da poter coprire.
Allora le dico subito che, come le ho detto, vorrei soffermarmi sulla parte dell'organico di diritto e di fatto. I docenti precari durante l'estate hanno rivendicato il sacrosanto diritto di lavorare qui in Sardegna sui posti che occupano stabilmente da anni ma che non vengono resi disponibili proprio per il passaggio in ruolo. Una parte dei 1747 docenti che hanno fatto domanda per partecipare a questo piano straordinario su graduatoria nazionale ha ottenuto il posto in altre Regioni. Quest'anno continueranno a lavorare in Sardegna, come appunto abbiamo detto, su posti disponibili per l'intero anno scolastico; è su questo che dobbiamo riflettere, ma dal prossimo anno cosa succederà? Il Ministero non rende disponibili questi posti per le immissioni in ruolo perché distingue spesso in modo artificioso tra posti in organico di diritto e posti in organico di fatto rendendo disponibili per il ruolo solo i posti in organico di diritto. Le faccio un esempio, nelle classi bilingue il Ministero computa nell'organico di diritto soltanto l'insegnamento della lingua straniera con il maggior numero di allievi mentre non calcola l'insegnamento della seconda lingua che però necessità di un docente lo stesso e che viene prevista regolarmente in organico di fatto. Per i posti di sostegno il Ministero ogni anno prevede in organico di diritto un numero di posti molto inferiore al fabbisogno, per limitare il numero di immissioni in ruolo, salvo poi aumentare, a volte raddoppiare, il numero dei posti in organico di fatto, e in terza istanza autorizzare posti in deroga dopo i ricorsi dei genitori degli alunni portatori di handicap, che vengono sistematicamente accolti dai tribunali di tutta Italia. Per esempio, alcuni numeri: il sostegno nella scuola primaria, ventitré assunzioni in organico di diritto, a fronte di oltre trecento posti disponibili in organico di fatto, ossia i supplenti. E noi, Assessore, non dobbiamo sperare nella fase C. Sempre nel sostegno secondario, sono trecentotre le cattedre disponibili, più trentatré spezzoni, a fronte di meno di centonovanta docenti abilitati. Potrei continuare ancora, Assessore, però io le chiedo, veramente, ed è anche questo lo spirito con il quale abbiamo presentato come minoranza quell'ordine del giorno sul quale vi abbiamo invitato a voler discutere questo argomento, noi vogliamo che il presidente Pigliaru, che lei, abbiate degli indirizzi chiari, precisi, condivisi, e sarebbe auspicabile all'unanimità in quest'aula, perché stiamo parlando del futuro dei nostri giovani, stiamo parlando di un perno importante della vita di ognuno di noi. Ecco perché io la invito veramente a voler rivendicare con forza tutto ciò che è possibile, che non c'è scritto in quella legge purtroppo, o che è scritto in maniera penalizzante per la Sardegna, e fare tutti quanti uno sforzo affinché lo Stato faccia la propria parte in un argomento che credo non sia ormai più sottovalutabile. Poi, da un certo punto di vista, le dico anche di più, noi abbiamo trovato altre criticità in questa legge, in particolar modo io credo che uno degli aspetti sia legato proprio alla disparità di trattamento dei docenti, così pure come gravi errori sono avvenuti nella procedura per mancanza di trasparenza proprio nelle assunzioni. Allora, anche da questo punto di vista, io credo che la Sardegna possa dire la sua proprio perché, a causa di questi procedimenti, può essere penalizzata. Quindi, credo che per quanto riguarda gli altri argomenti da lei sollevati, gliel'ho detto, c'è una bontà di fondo, però, ad oggi, sono proclami, sono annunci, Assessore. Io ricordo benissimo, abbiamo aperto questa legislatura parlando di "Iscol@" e parlando di edilizia scolastica, io credo, a meno che io non sia diventata improvvisamente cieca, che non ci sia nulla di tutto ciò che avete enunciato e annunciato tempo fa. Ad oggi siamo molto distanti, ad oggi ancora stiamo intervenendo per fare dei lavori di messa in sicurezza sulle scuole che invece avrebbero dovuto già aver visto conclusi i lavori da tempo, proprio perché avete investito tutto sull'edilizia scolastica, così come pure, se la scuola, come avete detto in campagna elettorale, era un argomento così importante, perché siamo arrivati a parlarne oggi, oggi, perché il primo momento…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Non mi dilungo oltre il necessario riguardo alla trattazione della legge numero 107, c'è stato un dibattito parlamentare lungo, che ha visto anche la nostra forza politica impegnata in maniera decisa, che ha partorito una legge che ha lasciato un'ampia delega al Governo, che ha all'interno sicuramente degli aspetti che vanno esaminati con dettaglio, con una valutazione approfondita e non superficiale. Di certo non sono un sostenitore del ruolo che viene assegnato da questa legge alla figura del preside, non penso che sia questo quello di cui ha bisogno la scuola in Italia in questo momento, né penso che i presidi oggi siano in grado e abbiano le caratteristiche adatte per svolgere al meglio il ruolo disegnato da quella legge. Credo però che sul percorso di stabilizzazione immaginato da quella legge si debba fare una valutazione approfondita che riguarda in generale il precariato nella pubblica amministrazione del nostro Paese e all'interno della nostra Regione. Con questa legge si dà seguito a sentenze della Corte di giustizia europea, sentenze che valgono per la pubblica amministrazione, per le pubbliche amministrazioni nazionali e che devono essere valide anche per quelle gestite dalla nostra Regione e direttamente dipendenti della nostra Regione. Noi abbiamo un livello di precariato che è stato oggetto di riunioni congiunte della seconda e della prima Commissione negli ultimi mesi ormai fuori controllo, su cui è bene una volta per tutte tirare una linea e risolvere il problema o approssimarsi alla soluzione, almeno per non essere da meno a quello che è stato fatto dal Governo nazionale. Quindi, questo è l'auspicio su questo tema. Credo poi che la volontà appena iniziata, su cui la nostra Regione dovrà essere vigile, di superare il problema del precariato a scuola sia qualcosa di improcrastinabile per i diritti degli insegnanti lesi da anni, decenni di precariato in alcuni casi, e per i diritti degli studenti, che hanno il diritto di avere un'istruzione che duri quanto il ciclo di studi, che sia continua, che crei un rapporto tra insegnante e alunno, che metta tutti i sardi, tutti gli studenti sardi e tutti gli studenti del paese in grado di avere realmente parità di condizioni. Io ho frequentato delle ottime scuole pubbliche, ho avuto continuità di insegnamento e ho avuto la fortuna di avere gli stessi insegnanti per tutto il ciclo di studi, credo che la mia progressione e il mio sviluppo anche personale sia legato strettamente agli insegnanti che ho avuto. Se avessi avuto un livello di insegnamento diverso da quello che ho ricevuto, non sarei la persona che sono e non saremmo le persone che siamo. In questo senso, credo che il primo punto sia quello di superare il precariato, approssimarsi al superamento. Il tema per noi non può essere la legge numero 107 in sé, il tema è l'applicazione della legge numero 107 nell'Isola, e il tema dei temi è l'applicazione delle leggi tarate per l'Italia continentale nella nostra realtà insulare. Gli algoritmi, quelli che sono stati utilizzati anche in questo caso per ripartire le cattedre, per decidere lo sviluppo delle fasi zero, A, B, C, non sono mostri cattivi, anche quando decidono della vita delle persone. Le variabili, però, utilizzate nei logaritmi sono estremamente politiche e sono frutto di riflessioni serie, importanti, riflessioni in cui noi stessi dobbiamo essere parte attiva. Quest'anno, grazie all'interlocuzione della Giunta regionale e al lavoro attento di monitoraggio della Regione, si è limitato il problema. Dobbiamo lavorare da oggi per fare in modo che anche l'anno prossimo si riescano ad attutire problemi legati a un mancato riconoscimento pieno della nostra specificità. La preoccupazione quindi non è dall'esodo che sta iniziando, quei dieci docenti che si trovano ad accrescere il numero dei cervelli sardi in fuga, un numero spropositato di cui questi sono soltanto una piccola parte, ho paura che tenda, con l'applicazione della legge, a crescere negli anni futuri, in parte perché verranno meno le supplenze che hanno permesso a oltre sessanta docenti di rimanere nell'isola, in parte perché la legge produrrà effetti diversi anche negli anni successivi. Per questo motivo dobbiamo essere capaci di un'azione su più fronti, più fronti da affrontare con serietà, no agli annunci, gli annunci sono quelli che hanno promesso negli anni lavagne luminose che non abbiamo mai visto, gli annunci sono quelli che parlavano di tablet al ritorno dalle vacanze qualche anno fa, tablet che non abbiamo mai visto, gli annunci sono quelli che servono per prendere un titolo di giornale e nascondere la polvere sotto il tappeto. Sulla scuola serve responsabilità, serietà, analisi dei dati e risposte. Controllo e monitoraggio dell'attuazione della riforma in quest'anno, quindi auspico che l'interlocuzione tra Giunta e Ministero continui e sia ancora più forte, interlocuzione con tutti gli enti coinvolti, perché è vergognoso che gli atenei sardi siano inadempienti e non abbiano bandito i corsi abilitanti per l'insegnamento di lingua spagnola e per il sostegno, una vergogna che ha portato docenti sardi ad abilitarsi in altre regioni a spese proprie e ha creato e incentivato, appunto, una forma di importazione di docenti di cui avremmo potuto con risorse proprie fare a meno, e in questo credo che la Giunta debba portare questa lamentela agli atenei affinché provvedano subito e per l'anno prossimo si risolva il problema. Poi è importante fare una pressione politica anche per vie parlamentari, perché a Roma si decidono le variabili degli algoritmi; è bene che in quelle variabili si riconosca la differenza che passa tra il disagio di un sardo che deve trasferirsi in una qualunque delle province diverse da quella della Sardegna e il disagio patito da un bolognese che deve trasferirsi a Firenze, in un'altra regione sì, ma collegata da 100 chilometri di treno. Ultimo, ma non ultimo, un utilizzo pieno del nostro potere legislativo. Senza una legge regionale sull'istruzione non faremmo altro che rimandare i problemi e cercare pezze da apporre nei buchi man mano che i buchi salteranno fuori. Serve una legge che ragioni sull'organico, serve una legge che ragioni sulle specificità sarde, e quindi una legge che rifletta sulla dispersione scolastica, su un territorio che non è contiguo con il resto d'Italia e che ha tante differenze al suo interno, una legge che tenga conto anche delle specificità culturali, linguistiche e storiche, ma che lo faccia con serietà. La valorizzazione della lingua e della storia sarda non può essere un sotterfugio, non può essere una scusa o un alibi per impedire lo spostamento di un docente o per impedire la chiusura di una classe. La lingua, la cultura e la storia sarda sono cose serie, su cui bisogna investire e su cui dovremo chiarirci le idee una volta per tutte sull'investimento futuro in questa materia; non può che essere un investimento incentrato sulla scuola. Credo che sia importante inserire e iniziare sempre di più a inserire nei programmi scolastici la storia sarda, la lingua sarda e tutto quello che può realmente essere peculiare nei nostri insegnamenti, questo non soltanto, appunto, come alibi, ma come investimento serio sul nostro futuro.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, io concordo con i colleghi che hanno detto che forse una riflessione approfondita il tema della scuola in Sardegna la richiederebbe, perché non stiamo parlando di un problema tra i tanti, stiamo parlando del problema strategico della nostra Isola, della formazione dei nostri giovani, dell'attivazione di quel ruolo di ascensore sociale che la scuola sarda, con il suo progressivo declassamento, ha perso con un processo che ormai dura da molti anni. Oggi affrontiamo, io credo, un pezzo del problema, un pezzo importante, che oggi sembra mostrare un mondo alla rovescia. Cioè quella sinistra che per anni ha fatto un certo tipo di battaglie, ha considerato la scuola spesso come la soluzione di una parte del problema della disoccupazione, oggi attiva meccanismi da padrone delle ferriere. I meccanismi di reclutamento che sono stati scelti sono meccanismi brutali, è stato detto un po' da tutti, salvo poi non essere conseguenti nel non aver, cari colleghi della maggioranza, in alcun modo fatto pressioni perché si impugnasse questa legge. Motivi ce n'erano e non è un caso se tante regioni, anche di centrosinistra, hanno impugnato la legge. I punti sono tanti, ma sul problema…
(Interruzione del presidente Francesco Pigliaru)
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Almeno una di centrosinistra c'era, Presidente!
Sul problema delle graduatorie io credo che sarebbe bastato un semplice accorgimento. Io credo sarebbe stato possibile ottenere dalla legge il semplice accorgimento di attivare graduatorie prima provinciali, poi regionali e poi, in ultima istanza, nazionali. Io credo che questo avrebbe perlomeno limitato il danno perché la cifra che è stata più volte richiamata, del 57,5 per cento di docenti sardi che non hanno fatto richiesta, è emblematica e ci deve far riflettere perché io credo che sia sbagliato l'atteggiamento di sufficienza che ha mostrato il Governo rispetto a questo tema e che hanno mostrato anche alcuni colleghi. Certo, non stiamo parlando di persone che di punto in bianco perdono il posto di lavoro, ma non è nemmeno corretto dire che stiamo parlando di persone che tutto sommato si devono spostare da una parte all'altra come capita a tante altre categorie di lavoratori, perché per molte famiglie doversi spostare in continente è un dramma rispetto agli stipendi che i docenti prendono, ma può essere un dramma anche dover cambiare provincia, a meno che uno non sia single, amministri la sua vita come meglio ritiene e, trasferendosi di 100-150 chilometri, deve stravolgere completamente la sua stessa esistenza, perché di questo noi stiamo parlando. Per cui centinaia e centinaia di famiglie che sono state messe in difficoltà. Ecco perché io penso che la Giunta regionale avrebbe fatto meglio a impugnare la legge, non foss'altro, Presidente, per acquisire maggiore forza contrattuale nei confronti del Governo. Io credo che un atteggiamento di eccessiva accondiscendenza ci penalizzi, come di fatto ci sta penalizzando, rispetto a questo e rispetto a tanti altri temi.
Credo che non abbiamo neanche tempo di sviscerare tutte le criticità della legge, compreso anche il tema dei dirigenti scolastici il cui livello di adeguatezza io credo che andrebbe misurato diversamente che da un concorso vinto e andrebbe misurato forse anche su altri parametri che, invece, non si scorgono. Io trovo anche curioso - non me ne vogliano i colleghi di SEL - questo atteggiamento bifronte che voi avete rispetto a questo tema, però su una cosa devo dire concordo con il collega Agus: serve una legge regionale sull'istruzione. Serve una legge regionale sull'istruzione che aiuti a elevare il livello dell'istruzione in Sardegna, non soltanto rispetto al tema della cultura e della storia sarda - bello, encomiabile -, ma io credo che una legge sull'istruzione debba aiutare i giovani sardi a fare parte di quel grande circuito da cui oggi sono esclusi, tanto è vero che sono migliaia i giovani studenti sardi che studiano in università fuori dalla Sardegna. Anche su questo io credo che noi ci dovremmo interrogare se tanti ragazzi sardi vanno a cercare altrove le proprie occasioni di formazione.
L'Assessore ha citato la cifra di 13 milioni e mezzo stanziati per la sicurezza delle scuole. Io credo che sia un'inezia, Assessore. Io credo che noi dovremmo ragionare seriamente anche su questo problema. Io credo che questa sia una vera e propria emergenza, di scuole che non sono in sicurezza oppure di scuole che sono formalmente in sicurezza ma sono di fatto non agibili, non utilizzabili, scuole nelle quali le temperature di quasi 30 gradi di questi giorni rendono impossibile insegnare. Potrei farle numerosi esempi, anzi credo che informalmente glieli farò perché lei deve sapere anche cosa succede nella realtà della scuola sarda.
E concludo, Presidente, per sottolineare un aspetto che né l'Assessore né, ahimè, nessuno dei colleghi hanno citato: le scuole paritarie. È in corso oggi un'altra protesta, che è quella delle scuole dell'infanzia paritarie. Io non voglio aprire certo il dibattito sulle scuole paritarie, però ci sono delle scuole che stanno aspettando i contributi del 2013 e del 2014, scuole che danno servizi a migliaia di bambini sardi, che non sono bambini di serie B, sono bambini di serie A come tutti gli altri, che danno da lavorare a circa 2 mila persone e che oggi, per colpa della Regione, stanno rischiando di chiudere. Io credo che in un dibattito sulla scuola, Assessore, o Presidente, se sarà lei che dovrà replicare, una parola su questo bisognerà pure dirla, rispetto ad un servizio che copre spesso le carenze della scuola pubblica. In molti centri della Sardegna i bambini che sono in età della scuola dell'infanzia possono godere di questo servizio solo perché ci sono le scuole paritarie. Grazie Presidente, grazie Assessore.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Congiu. Ne ha facoltà.
CONGIU GIANFRANCO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Presidente, onorevoli consiglieri, Assessore, la legge numero 107 del 2015 ha avviato un percorso di stabilizzazione che se da un lato rende giustizia alle attese di tanti precari, dall'altro ha posto tutte le regioni, eccezion fatta per Valle d'Aosta e Provincia autonoma di Trento e Bolzano, sullo stesso piano senza considerare gli squilibri derivanti dalla condizione di doppia insularità che pongono la Sardegna in una posizione di sostanziale svantaggio nella competizione su tutto il territorio nazionale. Questo svantaggio poteva essere in parte colmato se l'ufficio scolastico regionale, recependo le plurime indicazioni date dalla Regione Sardegna e compendiate nelle linee guida per il ridimensionamento della rete scolastica per il 2015-2016, nella delibera di Giunta regionale numero 24/10 del 19 maggio, programmazione unitaria per il sessennio 14-20, Strategia 1, e del progetto Iscol@, ecco, se l'ufficio scolastico regionale avesse proceduto con la richiesta delle consentite deroghe da parte della legge numero 107. Ricordo che le linee guida per il dimensionamento del 2014 prevedevano negli obiettivi di legislatura per il governo della scuola la costruzione di una rete scolastica che garantisse stabilità nel tempo alle istituzioni scolastiche, nonché il potenziamento del tempo pieno e la creazione di poli territoriali scolastici. Ecco, vedete, la mancata richiesta di deroghe, unitamente all'insoddisfacente adeguamento degli organici alle situazioni locali, di fatto ha determinato o favorito le condizioni per cui le professionalità e l'esperienza maturata dai docenti della Sardegna debbano forzatamente essere spese altrove. Ricordo che l'Abruzzo ha chiesto 30 posti aggiuntivi, la Basilicata 28, la Calabria 260, la Campania 240, l'Emilia-Romagna 716, il Lazio 280, la Lombardia 755, cioè tutti hanno chiesto deroghe, la Sardegna è desolatamente a zero.
Le peculiarità di tanti territori, cito i recenti casi delle scuole medie di Sindia, di Fonni, di Sorgono, di Macomer, del liceo di Laconi, sono state smantellate o mortificate da scelte al risparmio effettuate dall'ufficio scolastico regionale che ha aggiunto tagli di indirizzi, tagli di corsi, tagli di classi, riduzioni di fatto del tempo pieno, formazione di pluriclassi nonostante tantissimi dirigenti e tutte le organizzazioni sindacali abbiano tempestivamente segnalato all'ufficio scolastico tutte quelle situazioni locali che avrebbero meritato una diversa e maggiore attenzione. Ecco perché chiediamo che questo Consiglio regionale: uno, esprima ferma censura verso l'operato dell'ufficio scolastico regionale a causa dell'inadempimento in cui è in corso per non aver saputo adeguare gli organici alle diverse peculiarità locali; due, solleciti la Giunta regionale ad un confronto urgente col Governo italiano per l'immediata riapertura dei termini per la formalizzazione delle deroghe a causa dell'inadempimento in cui è corso l'ufficio scolastico regionale ovvero rivolga un formale invito perché le criticità segnalate vengano comunque compensate con misure specifiche da inserire nelle redigende linee operative dell'immediata fase C di quella legge 107; terzo punto e terza richiesta, rivolga formale invito perché la Giunta regionale applichi i dettami di cui all'articolo 9, comma 4, della legge regionale numero 3 del 2009.
Pertanto, in attesa di una riforma organica della normativa regionale in materia di istruzione, tenuto conto delle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, definisca la Giunta regionale le modalità e i criteri per la distribuzione di risorse e di personale tra le istituzioni scolastiche. Poi riappropriamoci della nostra competenza legislativa concorrente intraprendendo un cammino legislativo capace di costruire un modello scolastico effettivamente rispettoso delle nostre peculiarità che, con una legge regionale specifica, abbia la forza di ripudiare suggestioni amministrative proconsolari di romana derivazione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, Presidente della Giunta, Assessore, colleghi, oramai il ritornello è un po' uguale per tutti. Presidente Pigliaru, non è piaciuta la notizia del "no" da parte della Regione per il ricorso contro la "Buona scuola". Io credo che oramai troppo spesso, dall'inizio di questo mandato, vostro mandato di governo, sia lei, Presidente, che anche l'Assessore, vi siate dimenticati completamente del significato di specificità del nostro territorio regionale, della nostra isola, della nostra Sardegna. Oggi lei, Assessore, ha giustamente, nella sua relazione, provato a difendere il suo operato, la sua idea, la sua posizione, non solo legata alla "107" che è l'oggetto della discussione, quindi della necessità del ricorso, ma ci ritorneremo poi nuovamente successivamente, ma chiaramente evidenziando quelle che sono le difficoltà, le criticità di un sistema regionale che ha forti elementi di debolezza, debolezze che sono legate chiaramente ai sistemi locali, debolezze che sono legate fortemente all'insufficienza infrastrutturale, debolezze che sono legate ai problemi di trasporti e qui giù una valanga di ulteriori criticità che credo non sia il caso di dover sottolineare ma che guardano al futuro e guardando alla sua programmazione o perlomeno alla sua idea di scuola regionale (poi magari entriamo nel merito di cosa si intende per scuola regionale) porta ad evidenziare una visione di positività per quanto riguarda il futuro, ma che non corrisponde chiaramente alla realtà, a quella che è la nostra situazione attuale.
Probabilmente giornalisticamente parlando la vera notizia oggi sarebbe stata: "La Regione accetta da parte del Consiglio regionale quel suggerimento legato alla necessità di attuare il ricorso". Siamo in ritardo, siamo tutti perfettamente d'accordo, ma probabilmente questo sarebbe stato l'elemento fondamentale, la notizia vera che oggi sarebbe dovuta venir fuori da quest'Aula. Invece dalla sua relazione, ma rispetto anche a tutti gli altri interventi che sino adesso si sono sentiti, che abbiamo ascoltato all'interno di quest'aula, criticano questo aspetto, a parte due. Uno è l'ultimo dell'onorevole Agus che io attendevo con molta curiosità proprio per capire la posizione del partito che la sostiene, ma in contrapposizione con chi invece a Roma ha un'altra posizione e un'altra idea. Quello stesso parlamentare che ha definito le dichiarazioni del Presidente della Regione al limite dell'imbarazzante, questo è quello che sostiene un onorevole della vostra posizione, della vostra idea e del vostro partito politico e che invece oggi ha trovato una posizione differente, una giustificazione differente da parte dell'onorevole Agus che ha chiaramente difeso, in parte, la sua posizione ma che ha tentato in qualche modo di dare una giustificazione positiva non al "107" e alla situazione attuale del "107", ma guardandolo in futuro come colui che possa portare dei vantaggi e quindi quella famosa variabile legata agli algoritmi che dovevano essere positivi non oggi, ma in futuro. Allora dico che l'errore sta a monte. Noi non possiamo discutere dell'oggi, avremmo dovuto discutere di quello che è stato, del passato, per poter arrivare ad evitare quello che noi oggi stiamo andando a discutere, cioè la non riconoscenza da parte di una norma che non ha e non tutela la scuola sarda.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LAI EUGENIO
(Segue CHERCHI OSCAR.) Questo chiaramente è un problema di tipo politico, un problema legato alla scelta di un Consiglio regionale che è necessariamente la rappresentanza del popolo sardo. Se fino adesso la rappresentanza del popolo sardo... poi, Assessore, noi possiamo essere singolarmente, perché anche noi siamo esseri umani, possiamo non essere belli, possiamo essere antipatici, possiamo non vestire come magari aggrada a qualcuno e quindi magari non ci possono riconoscere eleganza o magari accostamento di colori, ma siamo comunque i rappresentanti del popolo sardo e come rappresentanti del popolo sardo noi fino adesso abbiamo mandato unanimemente o quasi unanimemente un messaggio chiaro cioè quell'errore a non aver diciamo così interloquito in anticipo con il governo nazionale e ad essersi prestati ad una condivisione fino ad oggi della norma nazionale non ricorrendo ad un diritto e quindi utilizzando un diritto del popolo sardo che lo contraddistingue in quanto popolo che ha un riconoscimento di specialità differente rispetto a quello delle altre regioni dell'Italia stessa. E qui mi viene semplice provare a indicare un esempio, è vero che i precari probabilmente sardi non sono tantissimi, questo è vero, l'ha detto e l'ha chiarito bene la mia collega, l'onorevole Zedda quando il problema non sono solo i precari ma sono chiaramente legati alle supplenze, ma proviamo anche a ragionare sul precario, stiamo parlando di precari che non sono precari da un anno, non sono precari da cinque giorni, sono precari da 15 anni, è gente che si è costruita una vita, che ha costruito una famiglia e che domani mattina probabilmente si ritroveranno, anzi si sono ritrovati fuori dalla Sardegna per poter reggere e conservare un proprio posto di lavoro. E allora anche qui stiamo parlando di esseri umani, almeno la difesa dei rappresentanti del popolo sardo ci sarebbe dovuta essere, almeno dimostrare attraverso un ricorso davanti alla Corte costituzionale si dava sicuramente una maggiore certezza di una forza politica, di un livello politico per poter trattare con quello nazionale non di sudditanza ma bensì anzi di posizione contrapposta. Questo non è avvenuto, questo non l'abbiamo visto, questo non c'è, fino adesso perlomeno non è stato evidenziato, non lo ha evidenziato lei Assessore nella sua relazione iniziale, non so come diceva l'onorevole Cossa se sarà lei a replicare quindi probabilmente giustificherà quello che noi le stiamo chiedendo, non so se lo farà il Presidente, il Presidente dirà chiaramente perché e quale è stata la posizione che ha portato a dire no ad un ricorso che tutti hanno chiesto e che tutti hanno diciamo così richiamato in modo molto importante, soprattutto anche le parti sindacali che sono coloro che difendono i lavoratori, il mondo dei lavoratori, ci siamo e invece vi siete automaticamente livellati su un piano che ha un'interpretazione differente del concetto di concertazione perché voi non avete assolutamente concertato ma bensì vi siete fatti imporre quello che il governo nazionale, probabilmente in questo momento l'uomo al governo è colui che con i suoi slogan, col suo modo di fare, col suo sorriso è riuscito a gestire anche voi e riesce a convincere anche voi del fatto che quella legge è una buona legge e che la Regione Sardegna non si doveva opporre e non doveva creare difficoltà e problemi. Credo a questo punto che però il messaggio che noi dobbiamo mandare oggi dall'interno di questo Consiglio regionale, dalla massima Assemblea dei sardi che noi come loro rappresentanti li vogliamo difendere, vogliamo difendere la scuola e non guardiamo a domani solo ed esclusivamente per giustificare gli errori commessi nel passato perché non è certamente un problema né di tablet annunciati post elezioni che non sono mai arrivati alle scuole, ma è proprio un problema di programma, è un problema di progetto che deve essere chiaramente chiarito all'interno di questo Consiglio regionale. Quindi ripeto, per noi sarebbe importante che da parte del Presidente o dell'Assessore che replicherà ci fosse un messaggio chiaro di posizione, di difesa dei nostri diritti nei confronti del governo senza nessuna paura, senza nessuna sudditanza, senza dover ascoltare chi oggi ci governa che ha commesso tanti errori e sta continuando a commetterne.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA ROSSELLA (PD). Io riparto invece dalle affermazioni conclusive dell'onorevole Orrù che diceva: "Il Governo Renzi è il Governo Pigliaru, per quanto riguarda la Regione Sardegna, verranno ricordati come i governi che hanno ucciso la scuola". Vorrei ricordare invece che se c'è qualcuno che ha di fatto ucciso la scuola non è di certo il Governo Renzi e torniamo indietro nel 2008 quando il governo allora presieduto da Berlusconi e ministro Gelmini e Tremonti Ministro dell'economia, fecero a fettine il sistema scolastico italiano con un taglio di 8 miliardi e mezzo alla scuola, con l'istituzione delle classi pollaio, con 100 mila posti di lavoro in meno relativamente ai docenti e al personale ATA. E allora non si può non riconoscere che il Governo Renzi e in Sardegna l'attuale maggioranza di centrosinistra che piaccia o no passeranno alla storia come quelle che più di tutte hanno avuto al centro il tema della scuola nonostante qualcuno oggi si ostini a sostenere il contrario. E la mia non vuole essere una difesa d'ufficio, si badi bene, ma una difesa convinta e spiegherò il perché. Il Governo nazionale, poi dirò alcune cose anche sulle scelte regionali, ha finalmente scelto di investire sull'istruzione, sulle intelligenze e sul futuro dell'Italia, la legge che abbiamo chiamato e ricordato anche in quest'Aula come la buona scuola è una scelta coraggiosa, di cambiamento, molto più di una riforma ma una nuova visione del sistema di istruzione italiano che com'è noto l'hanno detto bene prima di me sia l'Assessore che il collega Paolo Zedda, vive una situazione di debolezza. Se guardiamo la rilevazione OCSE-PISA 2012 che ha attestato appunto le competenze degli studenti quindicenni nella comprensione della lettura, della matematica e delle scienze emerge un quadro di vera e propria emergenza sociale. L'Italia ha una performance peggiore della media dei Paesi OCSE con ampi divari territoriali con le regioni del Nord ovest e del Nord est avanti mentre il Mezzogiorno compresa la Sardegna si attesta su valori decisamente negativi. La Sardegna presenta ulteriori elementi di debolezza e di preoccupazione, non sto a ripetere le cifre e le percentuali, ecco noi come governo nazionale, come governo regionale abbiamo l'ambizione di attestarci sulle percentuali delle regioni del Nord quelle inferiori al 15 per cento e di scalare la classifica OCSE-PISA. Per questo, prima di tutto, prima di ogni altra cosa e prima di ogni altro diritto io credo che dobbiamo rivendicare il diritto alle competenze delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, il loro sapere, il loro saper fare, il loro saper essere, quello che è la nostra scuola perché non è una scuola che riempie i secchi ma è una scuola che accende fuochi. La buona scuola di cui l'assessore Firino non ha parlato quindi mi chiedo come alcuni colleghi possano attribuirle giudizi fra l'altro durante la sua relazione, è un passo incisivo, ampio, coraggioso per dare alla scuola nuovi strumenti e aprire nuovi scenari. In molte parti d'Italia c'è già la buona scuola ma spesso la realtà del sistema scolastico è un sistema asfittico all'interno del quale coesistono diverse anime, personale stanco, demotivato, non sempre all'altezza delle sfide contemporanee e buoni se non ottimi esempi di autonomia, frutto delle intelligenze innovative e progettuali e della passione di molti insegnanti e dirigenti italiani quelli pagati peggio in Europa. Voglio sottolineare soltanto alcuni segni positivi che appunto contrastano con il taglio di 8 miliardi e mezzo del governo Berlusconi-Gelmini, 200 milioni per la valorizzazione dei docenti per il merito, 381 milioni per l'arricchimento culturale, 4 miliardi e mezzo complessivi per l'edilizia, 160 mila precari la cui storia non è nata ieri, lo voglio ricordare, i cui primi 100.000 immessi in ruolo appunto nel 2015. E bene ha fatto il collega Agus a ricordare che l'Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia dell'Unione europea proprio per la reiterazione dei contratti precari. E altri segni positivi vorrei sottolinearli ancora: l'aumento dell'8 per cento dell'organico degli insegnanti; la piena attuazione delle autonomia delle istituzioni scolastiche con forme di flessibilità, quelle forme di flessibilità senza le quali il grande progetto e la grande proposta fatta dalla Giunta regionale non potrebbe attuarsi; l'innalzamento delle competenze degli studenti; la prevenzione e il recupero degli abbandoni e della dispersione scolastica, a garanzia del diritto allo studio. Sul ruolo del dirigente scolastico io credo che strumentalmente interpretato e polemicamente chiamato, inteso come sceriffo, molto è stato costruito e molto è stato inventato per buttare giù e per demolire la legge numero 107. Il dirigente scolastico ha un ruolo importante, ma ha un ruolo che viene affiancato dal Collegio dei docenti nel piano triennale dell'offerta formativa che sostituisce il POF. Giusto che sia un piano dell'offerta formativa triennale che contenga le scelte e gli indirizzi di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico, che lo voglio ricordare verrà valutato come i dirigenti della pubblica amministrazione, e finalmente. È compresa quindi la partecipazione dei genitori, dei docenti e degli studenti. Io credo che l'organico dell'autonomia sia un'innovazione importante. Posti comuni, posti di sostegno e potenziamento dell'offerta formativa faranno parte del pacchetto di dotazione delle scuole dell'autonomia. Non sarà più l'organico che determinerà la scelta delle attività com'è stato finora, io sono un'insegnante queste cose purtroppo le conosco, a determinare il Piano formativo, ma sarà il contrario, quindi saranno le famiglie, saranno gli studenti e le studentesse a scegliere quali sono le attività che ritengono di dover fare per aumentare ed arricchire il curriculum. Il ruolo della nostra Regione continuerà ad esserci e ad essere importante, ecco perché credo sia utile richiamare qui l'attenzione e il ruolo dell'Assessore regionale. Nella Conferenza unificata la Regione dovrà definire l'ampiezza e l'articolazione degli ambiti territoriali per il personale, e a questo proposito chiediamo anche che l'Assessore voglia condividere con la Commissione cultura, prima che attraverso un'ampia consultazione con tutti gli attori, le proposte che porterà alla Conferenza. Sono poi previsti accordi di rete tra scuole per meglio utilizzare il personale. Voglio ricordare qualcosa che qui probabilmente tra le tante cose dette non è stato sottolineato, che in alcune scuole ci sono docenti sottoutilizzati, ci sono docenti che hanno anche soltanto 4 ore di attività didattica piuttosto che le 18 ore. E allora, altro elemento importante è la semplificazione degli adempimenti amministrativi e contabili per le scuole, e l'osservatorio dell'edilizia scolastica per la redazione del piano di fabbisogno nazionale per il 2015 - 2017. Credo che tra gli aspetti positivi non dobbiamo dimenticare che gli studenti con disabilità e i bisogni educativi speciali sono…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Presidente, noi ancora oggi ci stiamo sostanzialmente dividendo da una parte dall'altra, o meglio nemmeno da una parte e dall'altra perché devo dire che ci sono stati anche giudizi non tenerissimi dal parte del centrosinistra nei confronti della buona scuola, sul fatto se questa legge sia positiva e possa portare dei benefici, oppure sia una legge negativa e non li porti. Io vorrei però partire da invece un punto che penso possa unire tutto il Consiglio, ovvero dall'idea che noi abbiamo della scuola e dal ruolo che oggi riveste la scuola. Come ha detto il collega Cossa dovrebbe essere l'argomento strategico di cui noi dovremo parlare, perché insieme alla famiglia la scuola è il principale agente educativo dei nostri bambini, e quindi è il luogo in cui si formano, il luogo in cui crescono, è il luogo in cui noi vorremmo che ci fossero pari opportunità per tutti, ovvero dove il figlio dell'operaio possa diventare magistrato e possa aspirare praticamente agli stessi ruoli a cui può aspirare il figlio di un magistrato, insomma possa praticare quell'ascensore sociale che oggi, non solo in Sardegna ma in Italia, è ahimè uno sconosciuto. Ecco, mi sarei aspettato, visto che siamo stati convocati per sentire quelle che sono le proposte e le azioni della Giunta nel campo della scuola, di avere un'idea ben chiara e definita da parte della Giunta regionale di quale tipo di scuola si voglia costruire in Sardegna, di quale progetto si voglia portare avanti, e ho ascoltato l'Assessore snocciolare una serie di dati e di cifre, tutte sicuramente interessanti, ma mi sembra che però quest'idea di scuola che si vuole costruire poi non sia assolutamente emersa, Assessore, perché alle parole si dice dovrebbero corrispondere i fatti e ai fatti purtroppo non corrispondono. Come ha detto il collega Solinas forse sarebbe meglio uscire da questa logica spot, da questa logica da Mulino Bianco per cui si descrive una famiglia in cui tutto va bene, in cui tutti vivono felici e contenti, però poi nella realtà c'è una situazione profondamente diversa perché penso che sia sotto gli occhi di tutti quello che succede e quello che accade nelle nostre scuole, non foss'altro che ogni genitore ancora oggi deve portare, per fare un esempio piccolo ma che rende l'idea, diciamo non dico mensilmente, ma almeno due o tre volte all'anno, gli scottex, le risme, il sapone, quindi questa è la realtà concreta delle nostre scuole. La realtà concreta è anche quella che c'è qua sotto, Assessore, come diceva qualche collega noi dal 2013 ad oggi non siamo riusciti a corrispondere i contributi alle scuole paritarie, che non sono le scuole dei bambini ricchi come qualcuno vuol far credere, ma sono delle scuole che svolgono un ruolo fondamentale nel processo educativo di tanti italiani e che suppliscono molto spesso alle mancanze del pubblico, e talvolta gli fanno realizzare qualche risparmio. Ecco questa è una delle tante occasioni perse penso che noi come Regione abbiamo avuto. Occasioni che non abbiamo saputo cogliere. E ancora oggi penso che si stia percorrendo una situazione di occasioni perse, occasioni perse nei tempi e nei modi, perché stiamo arrivando a discutere di questi argomenti "a babbo morto" quando forse sarebbe servita un'interlocuzione più forte con il Governo per rivendicare la nostra specificità e per mettere in luce quelle che sono le caratteristiche della Sardegna, le peculiarità, i principi di insularità. Un'occasione persa che ripeto non è la prima che questa Giunta ci regala, perché così ne cito un paio a memoria, giusto per non citarne troppe, le più recenti forse, voglio ricordare le borse di studio in medicina, anche li abbiamo rinunciato in maniera tragica a giocare una partita, oppure i trasporti con la continuità territoriale, o ancora con il dimensionamento scolastico sempre per rimanere nella scuola qualche mese fa, e poi successivamente, ne parliamo anche in questo caso a babbo morto, anche sulla questione delle trivelle. Io non credo che qua sia in discussione la questione della legge sulla buona scuola, se la legge sulla buona scuola sia una legge positiva o negativa, ma piuttosto quali passi noi dovevamo compiere per cercare di garantire le caratteristiche del nostro territorio, quell'autonomia di cui tanto spesso ci fregiamo a parole ma che nei fatti poi non riusciamo ad esercitare. E allora se devo ragionare su questo aspetto, beh io penso che il fallimento sia totale e sia nelle parole di un collega della vostra maggioranza. Poco fa, Paolo Flavio Zedda, ha detto: "Non l'abbiamo fatto, ma potevamo farlo". Questo è il giudizio più netto e chiaro su quello che questa Giunta e questa maggioranza ha fatto per quanto riguarda la difesa dei principi autonomistici e specialistici della scuola in Sardegna. E perché questo è successo? È successo secondo me c'è perché c'è un fallimento politico e della politica come ha detto il collega Solinas, e c'è un fallimento che si nasconde dietro due parole. Le due parole, caro Presidente, sono "leale collaborazione". Io penso che sia arrivato il punto di smetterla con questo ritornello e con questo reframe che ci vogliamo ripetere perché leale collaborazione significa che si possa partecipare insieme agli altri alle decisioni, lo dice la stessa parola, collaborare significa partecipare insieme, io invece credo che ancora una volta noi stiamo trovando a discutere fuori tempo massimo di un argomento e a subire le scelte che sono state prese da altre parti senza giocare quel ruolo che invece avremmo dovuto giocare.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luca Pizzuto. Ne ha facoltà.
PIZZUTO LUCA (SEL). Io credo che si debba metter un po' d'ordine nella discussione perché si stanno mischiando tanti elementi, sicuramente connessi al tema della scuola perché da una parte si parla della legge numero 107, dall'altra si parla di come questa viene applicata in Sardegna, dall'altra c'è il solito gioco delle parti, e allora giochiamo tutti, di dire che noi non stiamo facendo niente, come Governo regionale sulla scuola e che noi stiamo producendo soltanto risultati nefasti. Per quel che riguarda la legge nazionale numero 107 so di dare un dolore al Presidente Manca, io non condivido a pieno questa legge, non amo Renzi, e noi nazionalmente siamo collocati in uno schieramento di opposizione al Governo attuale e alle politiche che questo governo sta interpretando, per cui non sono un fan ma devo mettere delle cose perché 1700 stabilizzati in un settore di lavoro come quello della scuola è un risultato importante che né il vostro governo prima, né il nostro governo sino a questo momento ha ottenuto nelle varie forme in cui si manifesta il precariato. Questo è un dato, mi dispiace ammetterlo perché io spero che questo nostro Governo regionale riesca a fare decisamente di più. Poi c'è il dato di come dobbiamo applicare questa legge in Sardegna, anche lì scattano dei meccanismi giusti, legittimi, di difesa del lavoro e della vita del lavoro dei sardi su cui però mi preme fare qualche riflessione. L'impugnazione della legge, a percorsi lunghi, non immediati, non è una cosa che stoppa la legge è un'azione politica sicuramente rilevante ma che non pone le condizioni per garantire a quei sardi a cui sarebbe stato dato l'obbligo di partire fuori dalla Sardegna di rimanere qua, allora c'è un fatto, la produzione di un fatto è che questo Assessore, questo Presidente, questa Giunta regionale hanno prodotto che nella fase A, perché non ci deve sfuggire che esistono altre fasi insidiose su cui noi dobbiamo lavorare, nella fase A i lavoratori sardi rimangono in Sardegna e questo è un fatto insieme alla stabilizzazione di una riforma che non condivido ma che è un dato di fatto, poi giustamente ci leggete le dichiarazioni del nostro compagno di partito il collega Piras, io amo il presidente Francesco Pigliaru, faccio questo coming out, sua moglie lo verrà a sapere dall'aula, però esiste una cosa che si chiama democrazia e che si chiama differenza di pensiero, io non condivido l'affermazione sui presidi fatta dal mio Presidente ma credo che siamo in democrazia e che ci possano essere differenti opinioni su una legge di natura nazionale e non credo che tutti la dobbiamo pensare allo stesso modo, poi proveniamo da culture politiche diverse, noi forse siamo anche fin troppo democratici, dall'altra parte forse per troppo tempo c'è stato un pensiero unico e non si venga a dire che noi abbiamo pensieri befront perché questa legge è stata anche votata dal Parlamento nazionale da gruppi di cui fanno parte esponenti sardi che hanno votato a favore di questa legge. Noi siamo in linea con ciò che sta facendo il nostro partito a livello nazionale e a livello regionale e nelle regioni in cui noi governiamo in cui noi siamo all'opposizione per cui riteniamo che da quest'aula si debba uscire con un ordine del giorno preciso che ponga in essere due condizioni essenziali: la prima lavorare tutti quanti insieme riconnettendoci al mondo sindacale, perché è un errore non lavorare insieme ai sindacati, lo dico prima di tutto a noi, sulla vertenza di questa portata e sulla gestione di altre vertenze più locali, per fare in modo che nelle fasi B e C i lavoratori sardi che in questo momento hanno cattedra fuori ma lavorano qua in Sardegna rimangano a lavorare in Sardegna e su questo dobbiamo fare fronte comune anche con i parlamentari di cui noi disponiamo a livello nazionale, l'altro aspetto è che non dobbiamo consentire il gioco di fare arrivare i lavoratori delle province, che hanno altra funzione nel settore pubblico, a sostituire i precari e i lavoratori ATA nelle scuole, insieme a loro noi dobbiamo costruire un fronte per evitare che ciò che abbiamo evitato in questa fase, che noi abbiamo evitato in questa fase cioè il fatto che i lavoratori vengano spostati da altre parti, poi in questo paese non è mai colpa di nessuno, io qui voglio fare la prima assunzione di responsabilità, noi siamo responsabili dei lavoratori, della scuola privata che sono sotto a manifestare ed è sbagliato che noi non ci siamo occupati da prima delle problematiche che questi lavoratori venivano porre in essere, è un errore che abbiamo commesse a cui dobbiamo porre il rimedio immediatamente e nella nostra serietà dobbiamo cercare di fare, però vivaddio ognuno si assuma le sue responsabilità perché se la scuola sarda, la scuola nazionale sono in questo stato di devastazione ci sono state due riforme fondamentali che hanno cognomi precisi: Moratti e Gelmini, queste riforme hanno prodotto degli effetti fra cui l'enorme dispersione scolastica di cui oggi tutti quanti ci lamentiamo, per cui noi sicuramente non saremo il miglior governo possibile ma stiamo cercando di mettercela tutta, arriviamo a livello locale e lì, permettetemi, noi non accettiamo lezioni da nessuno perché vi ricordo, vi lamentate sul fatto che non ci sono i pulmini è una cosa su cui stiamo correggendo e stiamo lavorando ma vi ricordo che noi abbiamo stanziato più risorse nel trasporto pubblico per la scuola di quante ne abbiate stanziate voi, del fatto che noi abbiamo rimesso i contributi per i libri di testo ai ragazzi che non se lo possono permettere che voi avevate tolto, che noi abbiamo portato le borse di studio universitarie più alte rispetto alla media europea, che voi avete abbassato, idem per quel che riguarda le borse di studio per gli studenti delle scuole medie e superiori per cui ognuno ha un suo pezzo di responsabilità, adesso c'è un fatto, la prima fase, la fase A, con tutte le responsabilità del caso è passata, dobbiamo cercare di costruire tutti insieme connettendoci al nostro popolo, un'azione che ci consenta di governare in modo serio la fase B e C per fare in modo che i lavoratori sardi rimangano in Sardegna. Però c'è un altro elemento che non ci deve sfuggire perché è vero che, non c'è dubbio, che noi abbiamo una condizione di insularità grave che il governo nazionale ci deve riconoscere, in questa vertenza e in altri, ma dobbiamo riconnetterci anche agli altri lavoratori d'Italia perché non c'è differenza fra noi che ci spostiamo in continente e tra un lavoratore di Messina che va a lavorare in un qualche paese del triestino o ad un lavoratore di Gioia Tauro che va a lavorare in Val d'Aosta, allora la battaglia che noi dobbiamo fare per consentire a tutti i lavoratori del mondo della scuola di potersi spostare in un range accettabile senza devastare le famiglie e cambiare in modo feroce le condizioni di vita, per cui su questo noi poi alla fine dei lavori proporremmo un ordine del giorno perché siamo convinti che si possano modificare azioni che in questo momento sono in atto e siamo convinti che con un lavoro unitario da parte di tutti e di riconnessione con le forze sociali della nostra Isola si possa correggere e migliorare quello che in questo momento è stato fatto in modo sbagliato però ad ognuno il suo e non è possibile pensare di scaricare tutte le colpe del mondo di tutto ciò che succede in questo mondo ad una Regione che con tutti i limiti che può avere, ci sta provando e sta cercando di portare a casa dei risultati. In molti casi porta a casa dei risultati più di quanti ne siano stati portati in passato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gavino Manca. Ne ha facoltà.
MANCA GAVINO (PD). Signor Presidente del Consiglio, Signor Presidente della Regione, onorevoli consiglieri, Assessori, l'argomento che affrontiamo oggi in quest'aula è un argomento importante, molto sentito, in questi ultimi mesi è stato oggetto di grande dibattito, di grande confronto e anche, è inutile negarlo, di grande contrapposizioni e polemiche, così come però accade, lo ricordo a tutti, da almeno trent'anni, infatti come tutti noi sappiamo la riforma della scuola, intervenuta con la legge numero 107, la cosiddetta buona scuola, non è la prima legge che tenta di riformare il settore dell'istruzione in Italia, tutti i governi e i ministri che hanno preceduto quello attuale in carica, la Falcucci e Berlinguer negli anni '80, la Jervolino negli anni '90, la De Mauro, la Moratti, la Gelmini negli anni 2000 hanno cercato, chi più chi meno, di intervenire sul sistema scolastico e di renderlo più efficiente e funzionale, tutto questo nella consapevolezza che la scuola è un settore chiave per la formazione culturale e per l'acquisizione delle competenze dei nostri ragazzi. Futura classe dirigente del nostro paese che, conseguentemente, riveste una rilevanza strategica per la competitività del nostro paese. Anche se alcuni degli interventi, soprattutto negli ultimi anni, pur celati da propositi di miglioramento della didattica, in realtà rispondevano alla logica della spending review, per esempio ritorna l'insegnante unico che mi sembra, potrei chiedere ai colleghi di centrodestra, sia stato inserito nella riforma Gelmini e per il quale nessuno ha protestato. Partendo da tutte queste considerazioni secondo me è normare farci una domanda: le riforme realizzate negli ultimi 25 anni hanno funzionato? La risposta è no, è drammaticamente no. Infatti le istituzioni scolastiche, nonostante gli aggiustamenti normativi e organizzativi che ci sono susseguiti, continuano ad avere grossi problemi dal punto di vista organizzativo e della didattica, soprattutto l'Italia continua ad essere gli ultimi posti in Europa nell'ambito dei parametri europei Ocse in materia di istruzione, ma non certo per colpa del governo Renzi. Il rapporto Ocse dell'istruzione del 2014 evidenzia che nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012 è cresciuto drammaticamente la quota dei NEET, cioè di coloro che non lavorano e non studiano la cui percentuale nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni è passata dal 19,2 percento a 24,6 percento. Continuano ad essere negative le prestazioni dei nostri studenti, che nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni risultano essere penultimi in matematica e in letteratura e però nello stesso tempo è diminuita di quattro punti percentuali la spesa pubblica per la scuola. Sicuramente non per colpa di questo Governo. C'è poi il tasso di dispersione scolastica, dove come è noto la nostra Regione detiene un triste primato negativo quello del 25,5 percento, contro una media nazionale, che sicuramente non fa sorridere, del 17 percento. Questi tre esempi servono per porgermi un'altra domanda e porgerla a tutti voi: c'era bisogno di una riforma? La risposta sicuramente è sì, c'era bisogno di una riforma nuova e coraggiosa. Nuova per modificare i meccanismi di reclutamento degli insegnanti e per superare finalmente la precarietà del sistema delle supplenze e dare continuità all'insegnamento; coraggiosa attraverso l'inserimento operativamente e non più come slogan di un sistema basato sui concetti di responsabilità, valutazione e merito della scuola. L'inserimento di questi due aspetti ha determinato la necessità di rimettere in discussione tutto l'impianto attuale creando, come è normale che sia, purtroppo, e come tutte le grandi riforme e le innovazioni comportano, disorientamento e paura del nuovo. Si tratta di una riforma che non è piovuta dall'alto in maniera autoritaria e prepotente come qualcuno vuol far credere, ma attraverso una consultazione pubblica di una campagna di ascolto che ha rilevato grandi numeri di partecipazione. Il Presidente del Consiglio Renzi ha ricordato più volte, ed è noto a tutti, che la campagna d'ascolto è stata giudicata dalle istituzioni europee la più grande campagna d'ascolto mai fatta a livello continentale, a dimostrazione di questo la buona scuola è stata inclusa tra i progetti dimostrativi della task force Bay per gli investimenti in Europa. Per entrare un po' nei contenuti, gli aspetti finanziari, il governo investe sulla "buona scuola" per l'anno 2015 un miliardo di investimenti e dal 2016 a regime 3 miliardi di euro all'anno. Per fare che cosa? Per potenziare l'offerta formativa attraverso l'inserimento di nuove materie per esempio la musica e la storia dell'arte per cercare di investire e scommettere finalmente su quelli che tutti possiamo considerare i punti di forza della nostra Italia. L'alternanza tra scuola e lavoro che diventa obbligatoria negli ultimi anni di tutti tecnici con 200 ore all'anno, la scuola digitale, non quella farsa che avete fatto voi la scorsa legislatura ve lo ricorderete bene, i laboratori innovativi. Contiamo di portare in tutte le scuole la banda veloce e il Wi-Fi, con la previsione di una dotazione finanziaria aggiuntiva di 130 milioni che sono nella legge e sono cose concrete e non parole. Incrementare il fondo di funzionamento della scuole spese correnti, materiale didattico, la dotazione prevista per il 2015 viene più che raddoppiata si passa dai 111 ai 237 milioni, sono numeri e non parole. Valorizzazione del corpo docente con l'istituzione di un apposito fondo di 650 milioni l'anno e con l'introduzione di carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 ore all'anno da utilizzare per l'aggiornamento professionale attraverso l'acquisto di libri, testi e strumenti digitali. La razionalizzazione delle pratiche burocratiche. Veniamo ora alle assunzioni. È pretestuoso, sarebbe quasi banale colleghi del centrodestra, con tutto il rispetto anche qualche collega della maggioranza, in Sardegna a novembre assumeremmo 2717, questi sono numeri veri e inconfutabili, insegnanti nuovi, nella fase A la maggior parte sono rimasti in Sardegna insegnanti sardi, solo 10 sono andati fuori, nella fase C di potenziamento e nell'opportunità che mette il Governo nel rapporto e nella possibilità della contrattazione della domanda e dell'offerta di quei 1514 insegnanti, più 162 insegnanti di sostegno, la maggior parte saranno insegnanti sardi. Trovo vergognoso che di fronte a questa opportunità del genere ci si possa arrampicare sugli specchi e dire bugie che sono inutili per la nostra terra. C'è da dire sì che l'anno scolastico 2015-2016 per le assunzioni un anno di passaggio, soprattutto per quello che riguarda i passaggi di ruolo e ha comportato, com'è noto, l'assegnazione di 57 insegnanti fuori dalla Sardegna. Alcuni di questi avevano vinto un concorso nel 2012 e tutti gli insegnanti erano nelle ultime posizioni in graduatoria. Va chiarito però che hanno avuto una cattedra a tempo indeterminato, con tutto quello che significa in termini di lavoro e stabilità. A partire dall'anno scolastico 2016-2017, quindi dal prossimo anno scolastico, la gestione delle assunzioni avverranno sulla base di ambiti regionali, lo stabilisce in maniera molto chiara il comma 66 dell'articolo 1. Sulla determinazione dell'ampiezza di tali ambiti la Regione dovrà necessariamente, a mio parere, intervenire in un rapporto leale di collaborazione col Governo in quanto essi saranno determinati considerando: la popolazione scolastica, la prossimità delle istituzioni scolastiche e le caratteristiche dei territori. Allora è importante in quel momento, secondo me, Assessore, Presidente dobbiamo far valere la nostra peculiarità e le peculiarità della nostra Regione, il governo star a sentire perché è un governo amico e lo ha dimostrato in questi mesi. L'altro aspetto che ha fatto tanto discutere per certi versi ed è stato maggiormente contestato è il così detto "preside sceriffo", forse questo è il vero problema che colpisce molti insegnanti. Riferendosi ai superpoteri assegnati ai dirigenti scolastici, in merito a questo aspetto bisogna dire che già una legge del 2001 affidava al dirigente scolastico la responsabilità di un'efficiente e un'efficace gestione delle risorse umane e finanziarie, con questa legge gli si danno gli strumenti ma tutte le scelte prese saranno legate al piano triennale dell'offerta formativa, che sarà elaborato dal collegio dei docenti e votato dal consiglio d'istituto. Quindi siamo e saremo in presenza di decisioni collegiali, non lasciate alla singola persona, e lo stesso dirigente sarà valutato ogni tre anni, la valutazione sarà connessa con la retribuzione sua del risultato. Vorrei sottolineare come l'inserimento di meccanismi concreti che consentano ai dirigenti scolastici di prendere le decisioni e di rispondere della bontà delle stesse, sia in termini di buon funzionamento della scuola che di didattica, rappresenta veramente, a mio parere, la chiave di volta perché il sistema possa realmente cambiare. In caso contrario parole come responsabilità e merito rimarranno fuori prive di contenuto specifico. La vera innovazione, quindi l'introduzione di un serio sistema di valutazione la cui implementazione suscita tanti problemi, la logica della valutazione e questo non riguarda solo la scuola è l'unica che permetta alle organizzazioni di orientare le azioni verso un sistema migliorativo. Il sistema di valutazione delle scuole avrà diverse fasi individuazione degli obiettivi con l'istituto che dovrà elaborare un piano di valutazione a partire delle indicazioni (…) e dell'Invalsi, questo si aggiunge un piano di miglioramento che consisterà in interventi mirati grazie all'intervento di organi esterni e poi c'è la rendicontazione, le scuole dovranno rendere pubblici i risultati e i processi di intervento e valutazione, una operazione di trasparenza che punterà anche a consentire alle famiglie una scelta più consapevole per i propri figli. Su questo punto il Governo mette sul piatto 200 milioni, non sarà il solo dirigente a valutare, ma dovrà assegnare i fondi ai docenti tenendo conto dei criteri stabiliti in base alle linee guida nazionali e da un apposito comitato di valutazione costituito in ciascun istituto composto da tre docenti, un esterno nominato dall'ufficio scolastico regionale, un rappresentante dei genitori e uno degli studenti. Il sistema sperimentale, volutamente sperimentale, consentirà di comprendere se e in che misura sta funzionando, o ha necessità di modifiche e aggiustamenti per arrivare fra tre anni a predisporre un sistema nazionale di valutazione coerente. La Sardegna cosa ha fatto? La Sardegna non è rimasta indietro, a maggio di quest'anno la Giunta regionale ha predisposto un piano complesso di interventi per la scuola, con una linea ben precisa di ciò che dovrà diventare la scuola in Sardegna, perché cambiare la scuola significa cambiare la nostra Regione. I finanziamenti previsti all'interno del progetto scuola rappresentano un qualcosa di straordinario per far fronte a un'emergenza che da troppo tempo attende una soluzione, che prende atto del fatto che la Sardegna è la Regione italiana col più alto livello di abbandono scolastico che si basa sull'assunto per cui investire sulle persone rappresenta la precondizione essenziale per uscire dalla crisi e per proiettare la Regione verso il futuro.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Annamaria Busia. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Ero indecisa fino all'ultimo si rinunciare all'intervento, perché non mi piace la piega che ha preso la discussione, o meglio stiamo discutendo su una questione che purtroppo ci coinvolge, per l'emergenza dell'argomento, ma in realtà non stiamo prestando la dovuta attenzione a quella che dovrebbe essere la soluzione e la prospettazione di una serie di soluzioni a questa situazione che coinvolge i nostri corregionali. Io credo che sia successo in questa vicenda, nella vicenda della scuola, quello che accade in tutti i settori in cui qualche presa di posizione deve essere assunta da chi è espressione del Governo nazionale in Sardegna, e parlo in questo caso del provveditore scolastico regionale che avrebbe dovuto, come ha detto il collega Congiu, prendere una posizione decisa, dare indicazioni, procedere con un sistema di deroghe che avrebbe consentito un adeguamento della normativa nazionale a quelle che sono le esigenze particolare della Sardegna. Torniamo quindi sui soliti argomenti, sul fatto che la nostra Isola viene considerata alla stregua di una colonia e vengono prese delle decisioni che poco hanno a che fare con una realtà locale che ha delle peculiarità. Ora si tratta di capire però che cosa c'è da fare per il futuro, perché riempirsi la bocca prendendo in considerazione tutte le giustissime, legittime e condivisibili le lamentele di chi si trova ad affrontare un anno scolastico in situazione di grave disagio, in un momento come questo di grande crisi economica, è facilissimo, ma io voglio pensare a quello che occorre fare per il futuro. E partendo dai quattro punti, sostanzialmente quelli con i quali ha concluso il collega Contu, cioè su ciò che bisogna mettere a fuoco, io suggerirei anche un'altra strada, perché è di questo che dobbiamo parlare, delle soluzioni che possiamo proporre, e lo voglio fare semplicemente osservando che l'articolo 211 della legge statale sulla "Buona scuola" prevede espressamente che "le disposizioni di cui alla legge si applicano nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi Statuti e con le relative norme di attuazione", allora torno ad un argomento che mi è caro e che mi costringe ad essere ripetitiva: lo strumento è quello delle norme di attuazione. Ora, lasciando, ripeto, il momento contingente (su quello sarà necessaria una risposta a breve ma che non è necessariamente la risposta che dobbiamo utilizzare per il futuro), dobbiamo considerare che la ragione per la quale le Regioni a statuto speciale non hanno impugnato questa legge verosimilmente è questa, cioè abbiamo uno strumento, uno strumento così poco utilizzato nella nostra Regione ma assai sfruttato nelle altre Regioni a statuto speciale che è quello delle norme di attuazione, quelle norme che consentono, dove c'è una legislazione concorrente come in questo caso, di adattare una legge nazionale che mal si adatta ad una realtà locale come la nostra che è del tutto particolare, di adattarla appunto a queste diverse esigenze. È questa la strada che dobbiamo percorrere, è quel tavolo privilegiato che ci consente di stare in maniera paritaria con lo Stato, è quel tavolo che ci consente di confrontarci e di avanzare le nostre richieste e di far sì che una legge costruita anche con le migliori intenzioni, io non sono innamorata di Renzi ma non voglio esprimere in questa fase un giudizio su quella legge, voglio solo dire che in diversi passaggi mal si concilia con le nostre peculiarità. Ecco perché dobbiamo attivare quel confronto che ci viene consentito da una disposizione del nostro Statuto, l'articolo 56 dello Statuto sardo, cioè le norme di attuazione, è quel tavolo che noi dobbiamo attivare per far sì che tutte queste esigenze, che gli insegnanti, che la scuola, che tutti coloro che intorno e sulla scuola lavorano hanno sollevato, per definire tutti quegli elementi che non devono servire solo nell'immediato ma che devono servire per il futuro.
La questione del conflitto di attribuzioni che tanto piace alle opposizioni non mi convince, non mi convince per una serie di ragioni. Innanzitutto rilevo una questione di carattere tecnico, perché la Corte costituzionale più volte si è pronunciata sulla questione della scuola e ha delineato perfettamente i confini della potestà legislativa statale e della potestà legislativa regionale, non credo che qualcosa di nuovo possa venir fuori da una nuova pronuncia a seguito di un'impugnazione, e poi, come ben diceva il collega Pizzuto, i tempi sono troppo lunghi, e quindi non mi pare che questo sia lo strumento adatto. Sfruttiamo quelli che sono gli strumenti a nostra disposizione e che poco abbiamo utilizzato, e che invece consentono, confrontandosi semplicemente con le esperienze anche delle altre Regioni a statuto speciale, di adattare questi sistemi alle caratteristiche particolari della nostra Regione e alla situazione che abbiamo in Sardegna, e a dare quelle risposte che dobbiamo dare per l'oggi e per il futuro. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Quando si parla di scuola demagogia e discorsi strumentali da parte dei politici sono la prassi; politici con riferimento a partiti di governo nazionale, politici con riferimento a partiti di governo regionale che promuovono e votano le leggi di riforma e poi sui media, e anche qui in Consiglio, dissentono strumentalmente, forse per vergogna verso i propri elettori. Il Partito dei comunisti italiani, da sempre vicino al mondo della scuola, fuori dal Governo nazionale, unico partito della coalizione di centrosinistra in Sardegna fuori dal Governo della Regione, senza demagogia e con molta serenità intende proporre alcune riflessioni sull'argomento scuola.
Diritto all'istruzione. Crediamo che il diritto all'istruzione faticosamente raggiunto dalle generazioni precedenti sia in pericolo con questa riforma che non tiene conto della peculiarità del territorio sardo. Infatti, il ridimensionamento scolastico in territori già di per sé disagiati crea l'impossibilità di scegliere in base alle proprie attitudini il corso di studi, non potendo scegliere senza condizionamenti l'istituto da frequentare che in molti casi potrà essere molto lontano e difficilmente raggiungibile. Posso citare il caso emblematico del Liceo classico di Laconi (istituto eventuale più vicino Oristano, circa 160 chilometri), occupato dai genitori per mancanza di risposte del direttore generale dell'Assessorato sulla sua riapertura. Non ci convince per niente la giustificazione che si ovvierà ai disagi con un trasporto scolastico efficiente, infatti in un territorio come il nostro è di per sé difficile organizzarlo, e il costo dello stesso in molti casi può superarle le piccole economie eventualmente create chiudendo qualche istituto. Questo sul fronte degli studenti.
Sul fronte degli insegnanti non si può certo dire che vada meglio. Non mi soffermo sull'irrazionale contestato piano delle assunzioni, che ci tocca in maniera particolare se non altro per la nostra condizione di insularità, voglio fare una veloce riflessione sui superpoteri che avranno i presidi, i quali potranno, in barba a qualsiasi norma sinora applicata, premiare gli insegnanti da loro giudicati migliori, che indubbiamente, con il blocco degli stipendi quasi decennale, avrà la sua importanza nei rapporti tra presidi e personale dell'istituto. Gli stessi presidi potranno indicare, seppure in concerto con gli organi collegiali (che chissà quale autonomia potranno avere), i percorsi formativi per gli studenti. Insomma, invece di penalizzare il demerito si pensa a discriminare il merito.
Scuole private: ci risiamo, si premiano le scuole privato a scapito di quelle pubbliche. Ogni commento è superfluo.
Ultimo punto che voglio evidenziare è la crescente marginalizzazione dei sindacati della scuola, che si vedono di fatto espropriata la funzione forse principale di contrattare con Stato o Regioni in materia di retribuzione: sembra una sorta di nuove gabbie salariali decise dai presidi.
Presidente Pigliaru, forse avrebbe fatto bene, come hanno fatto altre Regioni, ad impugnare la riforma, anche se come lei ha spiegato in questa riforma ci sono molte cose buone. Tra le cose che lei ritiene buone, in evidente dissenso con quanto appena detto, lei indica le nuove funzioni attribuite ai presidi che, guarda caso, è il punto più contestato dalle parti sociali, insegnanti e operatori ATA; parti sociali che giudicano il punto sull'autonomia scolastica della nuova riforma della scuola come uno sbilanciamento a favore dei poteri del preside-padrone.
Signor presidente Pigliaru, le rivolgo alcune domande che provengono dal mondo dell'istruzione e dagli operatori della scuola che credono in un modello differente di autonomia scolastica e che hanno avuto poche occasione per sottoporgliele. Prima domanda: è vero o non è vero che la riforma affida al Ministero dell'istruzione il compito di definire l'offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione professionale espropriando la Regione sarda di un compito che la Costituzione gli affida in competenza esclusiva? È vero o non è vero che la legge numero 107 affida agli Uffici scolastici regionali, ormai emanazione diretta del Ministero non più della Regione, il compito di stabilire il dimensionamento scolastico in ambiti territoriali in funzione alla popolazione scolastica, del numero degli istituti e delle particolari caratteristiche del territorio creando una sovrapposizione di competenze tra Ministero e Regione. È vero o non è vero che la riforma della scuola cancella il ruolo della Regione vanificando in quei compiti programmatori di gestione che la Costituzione gli ha affidato. Questi sono alcuni quesiti su cui attende risposta il mondo della scuola non rispondere equivale a dire che la Regione Sardegna non intende assumere il compito di stabilire l'offerta formativa, un diritto, oserei dire, un dovere che la Costituzione gli affida di competenza esclusiva di questo si deve assumere tutte le responsabilità esattamente come lei, signor Presidente, pensano debbano fare i dirigenti scolastici.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (Psd'Az). Grazie signor Presidente, osservo che manca l'Assessore comunque farò il mio intervento in tutti i casi, anche perché mi dispiace non ci sia perché ero d'accordo sull'impostazione che aveva dato l'Assessore, la scuola come tema prioritario con un approccio di un'idea di scuola sarda, meglio di così non si può iniziare. La domanda è come quest'approccio, questa idea viene poi declinata nei comportamenti. E parla di una interlocuzione con il Ministro, di un'interlocuzione con il Governo che purtroppo arriva a babbo morto come spesso accade perché a partire dal dimensionamento scolastico già nelle vostre linee guida che praticamente nella delibera 48/24 di dicembre avete recitato testualmente: il raccordo tra enti locali protagonisti principali del procedimento di ridimensionamento è basilare. Allora già lì c'è una mancanza perché il dimensionamento scolastico fatto senza la necessaria interlocuzione con gli enti locali comporta e produce la concertazione mancata della quale ha parlato l'onorevole Antonio Solinas, non sospettabile di strumentalità, però ha detto una cosa chiara e una cosa giusta il confronto con i comuni da parte di questa Giunta regionale è mancato nel momento fondamentale. Mancando questo confronto con i comuni è chiaro che anche l'approccio come idea di scuola sarda non si declina in un progetto perché l'Assessore non ci ha descritto un progetto, non ci ha detto qual è la scuola che si vuol fare ma si sta semplicemente cercando di attenuare a degli effetti negativi di una legge fatta altrove e il momento per interloquire con il Governo non è dopo fatta la legge, il movimento in cui interloquire con il Ministro non è dopo fatta la legge ma è prima che la legge venga fatta, e questo è puro e semplice buon senso. Purtroppo che è mancato perché si aspetta che facciano la legge e poi noi interloquiamo. L'Assessore ha poi parlato di quelli che sono i numeri, 3500 che potevano fare domanda, 1741 che hanno fatto la domanda, 285 di questi hanno ricevuto una proposta di nomina, 89 fuori della provincia di residenza ma sempre in Sardegna e solo 10 fuori dalla Sardegna, solo 10 come che solo 10 non rappresentino una sconfitta per il principio dell'idea di scuola sarda, perché anche solo uno che va via perché costretto ad andar via credo che dimostri che non sia un progetto che non si è difeso abbastanza la realtà sarda.
L'insularità della quale ha comunque parlato l'Assessore, l'insularità non è una parola della quale possiamo riempirci la bocca è un momento nel quale noi dobbiamo far prevalere questa nostra specialità, questa nostra specificità perché essere in un'Isola se può essere un vantaggio diventa una penalizzazione nel momento in cui chi governa non fa valere questa nostra diversità rispetto a tutte le altre Regioni d'Italia compresa la Sicilia. A me dispiace lo spostamento dei professori siciliani ma mi duole di più lo spostamento di quelli sardi e non per fare una lotta campanilistica ma perché i siciliani si sanno difendere i diritti e credo che noi da loro dovremo imparare un attimino ad essere un attimino più tosti, un attimino più determinati nel pretendere quello che ci spetta. Quindi una campagna di ascolto, come l'ha definito l'onorevole Manca, fatta dal governo Renzi a livello mondiale, una delle migliori, una delle più grandi, una delle più forti il problema è che Renzi ascolta e fa quello che gli pare. Il problema è che a cascata il Governo regionale non ascolta e fa esattamente quello che gli pare. Quindi siamo in un circuito vizioso all'interno del quale chi poi sono i veri artefici che sono i comuni che si trovano poi a combattere sono stati citati Sindia, sono stati citati Fonni, Sorgono e altri paesi, ma chi lo spiega al Governo italiano che noi abbiamo una realtà come quella sarda? Chi dovrebbe saperlo se noi non lo spieghiamo e come dovrebbe venirlo a sapere? Credo quindi che quello che è stato detto dall'Assessore sia poca cosa rispetto al problema perché anche i punti nei quali, i tre punti di interventi economici, le infrastrutture e la didattica non rappresentano un progetto, rappresentano sempre un intervento necessario, doveroso, un intervento indispensabile ma non è il progetto della scuola perché il progetto della scuola deve nascere dal basso e la Regione dovrebbe essere il coordinamento di quelle che sono le esigenze dei comuni che vengono espresse e dare un progetto serio che questo Consiglio oggi con la relazione dell'Assessore non è assolutamente venuto fuori.
Quindi credo che la necessità vera sia quella di ascoltare maggiormente i comuni, di raccordarsi con gli enti locali e di applicare quelle che sono le linee guida che voi stessi avete approvato ma che non avete assolutamente applicato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Grazie Presidente, a noi piace molto il progetto Iscol@, ci piace molto meno la legge sulla buona scuola. Ci piace solo la parte che riguarda gli stabilizzati, ci piace il comma 16 che stabilisce che nell'elaborare il piano triennale delle scuole si dovranno impegnare a contrastare oltre alla violenza di genere ogni altra forma di discriminazione. Pertanto diventa doveroso contrastare razzismo, bullismo, omofobia e ogni forma di discriminazione informando gli alunni sulle differenze, sulle culture, sugli orientamenti sessuali, sull'identità di genere e altro con buona pace delle sentinelle e fanatici vari depositari delle verità.
Mio padre diceva: "quel che è mio quel che quel che tuo è tuo, qui sembrerebbe che quel che è mio è mio e quel che tuo è (…)". Nel senso che da alcuni interventi che abbiamo ascoltato da parte di alcuni colleghi della maggioranza in cui si diceva che si voleva spostare l'argomento all'ordine del giorno per parlare d'altro mi sembra che questo l'abbiate fatto voi, perché non ci sfugge che quando furono stanziati oltre 120 milioni di euro per la scuola digitale nel 2009 alla guida del Governo regionale non c'era il centrosinistra, quel piano di interventi risultava particolarmente ambizioso e quella delibera prevedeva tra l'altro che sarebbero stati raggiunti diversi obiettivi tra le quali la dotazione in tutte le classi delle istituzioni scolastiche regionali di lavagne interattive e multimediali compreso la formazione per il loro utilizzo, la fornitura dei net Pc da affidare ad ogni studente sardo, la produzione e fruizione di contenuti didattici previsti dai programmi ministeriali in formato digitale, da realizzarsi per almeno dieci ambiti disciplinari in tutte le classi delle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado. La formazione del personale docente per le scuole per l'elaborazione di percorsi didattici attraverso l'utilizzo delle lavagne interattive multimediali, costituzione di una banca dati unica per favorire la valutazione, miglioramento delle conoscenze e delle competenze eccetera eccetera eccetera. Naturalmente gran parte di questo programma è rimasto solo sulla carta con cambiamenti repentini e senza un'idea progettuale sulla base delle interlocuzioni con il MIUR. Addirittura era stata firmata un'intesa dell'allora Presidente per un non ben definito piano di scuola digitale nazionale, infatti degli oltre 120 milioni di euro promessi ne sono stati investiti appena 31, gli altri fondi sono stati dirottati su altri progetti, e si è corso il serio rischio di perdere ingenti risorse, oltre 40 milioni di euro, rischio fortunatamente scongiurato grazie alla capacità del centro regionale di programmazione durante il periodo di governo di questa Giunta. I 30 mila nuovi tablet da affidare a ciascun ragazzo che sarebbe tornato a scuola sono diventati appena 820, potremmo continuare, ma non vogliamo fare dietrologia e non vogliamo continuare a fare polemica. Abbiamo detto che il progetto "buona scuola" non ci piace perché penalizza in maniera pesante il corpo docente della Sardegna e tutto il sistema scuola dalla Sardegna, però io credo che dall'intervento dell'Assessore si possa evincere chiaramente che si vuole lavorare per cercare di modificare e di migliorare tutte quelle criticità presenti nel progetto della "buona scuola". Io mi riallaccio a quello che dicevano prima sia il collega Congiu che la collega Busia per quanto riguarda le norme di attuazione e per fare nostre quelle che sono peculiarità della Sardegna che dobbiamo fare in tutti i modi rispettare. Credo che noi in questo periodo che sta per venire avremo tutte le possibilità per poter lavorare seriamente per questo progetto, perché abbiamo capito che le criticità ataviche del sistema scuola non possono essere risolte in appena un anno, un anno e mezzo di lavoro di questa Giunta. Però ci stiamo provando con un progetto che è molto coraggioso e molto ambizioso, ed è supportato da ingenti risorse. Io credo che questo nuovo progetto, per rispondere all'ultimo intervento del collega Carta, non è vero che non parte dalla base, perché a me risulta che sia il presidente Pigliaru che l'assessore Firino siano andati in giro per la Sardegna per presentare il progetto per concertare lo stesso e per farlo condividere, e per sentire quelle che erano le istanze che provenivano dai territori, dagli enti locali, dagli addetti ai lavori, dagli studenti e dai genitori degli studenti. E credo che alla fine su questo progetto si siano espressi tutti in maniera molto favorevole, perché è certo che i contenuti di questo progetto vanno certamente nella direzione auspicata e nella giusta direzione. Per tornare a oggi, perché comunque poi contano i fatti, contano i numeri, i numeri sono comunque sui dati che possiamo sicuramente conoscere, e che sono inconfutabili, che avrebbero potuto fare domanda per la fase nazionale circa 3.500 docenti iscritti alle graduatorie regionali della Sardegna, di questi hanno fatto domanda solo 1.741, "solo" togliamolo, e 285 hanno ricevuto una proposta di nomina, di questi 285, 72 appartengono al concorso del 2012, e senza la buona scuola questi non avrebbero potuto fare supplenze, dato che tale concorso non prevedeva graduatorie di idonei al di fuori dei posti messi a bando. Nel loro caso, la "107" ha rappresentato la possibilità di entrare nel mondo della scuola. Questo era uno dei dati positivi che riconoscevamo alla"107". I posti originariamente messi a concorso erano una decina e avevano superato il concorso più di 100. I restanti 213 precari storici sono così ripartiti: 89 hanno avuto un posto fuori provincia, ma non fuori Regione, 10 prendono servizio fuori Regione, mentre i restanti resteranno nel 2015 in Sardegna con supplenza annuale. È chiaro che noi, anche su quello che ci chiedono le rappresentanze sindacali, gli insegnanti, il corpo docente, dovremmo fare in modo e vedere se è possibile trovare la soluzione affinché gli organici di fatto diventino organici di diritto. Io credo, spero e auspico che coloro i quali abbiano avuto per quest'anno la supplenza annuale possano proseguire ad insegnare nella propria terra e quindi nella nostra Isola. Dicevo prima che la legge numero 107 sulla buona scuola non ci piace, e cito solo alcune parti per cui non può a noi piacere. La lesione della libertà d'insegnamento, articolo 33 della costituzione, poiché i docenti saranno inevitabilmente condizionati dal giudizio del dirigente scolastico, visto che egli non può confermarli per il triennio successivo. La discrezionalità tra docenti da lui ritenuti bravi e quelli da lui non ritenuti bravi, egli ovviamente sceglierà i bravi, l'articolo 97 della Costituzione esige che la pubblica amministrazione agisca secondo il principio del buon andamento e dell'imparzialità, l'articolo 41 della Carta di Nizza riconosce invece il diritto ad una buona amministrazione. Abbandono delle scuole in difficoltà, i docenti bravi potendo scegliere fra più scuole convergerebbero verso scuole ritenute migliori, utenza quindi selezionata e di élite, e non faticosa, i quartieri periferici e difficili, mentre i meno bravi non scelti dal dirigente scolastico sarebbero residualmente e di ufficio assegnati alle scuole difficili, articolo 3 della Costituzione sulla inclusività e pari opportunità. La classificazione delle scuole ne risentirebbe perché ci sarebbe un'attenzione automatica e scientifica di scuole buone e scuole non buone, tutto ciò aumenta tra l'altro anche il divario già esistente tra il nord e il sud del Paese. Invasione delle prerogative negoziali, che riteniamo importantissimo rispetto all'articolo 97 della Costituzione, perché il contratto è lo strumento scelto dal legislatore per attuare il buon andamento e l'imparzialità delle pubbliche amministrazioni. Le ricadute sono molto pesanti, e tutte negative, sulla futura mobilità sia territoriale che professionale, chi vorrà spostarsi e anche se già di ruolo da anni lo dovrà fare solo chiedendo un altro albo territoriale, e se vuole cambiare provincia o territorio, oppure si dovrà comunque collocare nell'albo territoriale se vorrà cambiare anche solo la scuola della stessa provincia in cui si trova, come dire che a regime tutti i docenti, e non solo i nuovi assunti, avranno la titolarità negli albi territoriali e non più nelle scuole. Finisco per ribadire quello che è già stato detto dai componenti del mio Gruppo, che noi abbiamo fiducia nel Presidente, nella Giunta e nell'assessore Firino, e siamo convinti…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Credo che siamo alla fine ormai come conclusione di un dibattito che ha visto ciascuno esporre il proprio pensiero, forse tenendo a mente poco il pensiero espresso dagli altri, talché siccome si parla di scuola vorrei dirvi quanto Lucio Anneo Seneca diceva: "Raccogliti in te stesso per quanto ti è possibile e frequenta quelli che ti renderanno migliore, e intrattieniti con quelli che tu puoi rendere migliori; sarà vantaggio reciproco perché gli uomini, mentre insegnano, imparano". Mi pare che questo consesso ancora una volta non abbia imparato molto dal proprio comportamento. Quando si parla di scuola, io penso che bisogna stare un pochino distanti da quelle che sono le logiche che mettono schieramenti. Io devo andare a cercare quello che è il bene comune, devo andare a verificare se la prima utenza che è quella interessata veramente, cioè alunni, discenti, abbiano le opportunità che qui si sono dette, cioè di poter progredire, di poter dare il meglio di se stessi per quella civiltà che vorremmo costruire sempre nel migliore dei modi. Questo significa che i docenti debbono essere, sì, all'altezza, ma devono essere garantiti, e si deve far sì che non abbiano dei traumi e debbano sopportare nella maniera più infame tutti gli spostamenti che a volte lacerano le stesse famiglie; adesso non dico della Sardegna solo, di cui parlerò, ma penso a persone che vanno dal Friuli in Sicilia, dalla Calabria in Liguria, e così via. Un buon governo della scuola, una buona scuola queste cose le tiene a mente, le tiene a mente e cerca di avvicinare quelle persone che sono lavoratori e lavoratrici nella dimensione umana dei trasporti. I trasporti; meno male che non vedo il nostro Assessore di competenza perché è vergognoso solo quello che ancora aggiunge alla vergogna che ci sta dando sulla continuità territoriale 2. Adesso ne ha aggiunta un'altra: viva i low cost. Va benissimo, va tutto bene, ma anche una volta che pensiamo che questi insegnanti, pochi o molti che essi siano, perché il Feliziani di turno dice che ci sono altri 50 posti in Sardegna - poi andrò nel merito della questione -, voglio capire come fanno a raggiungere le famiglie a fine settimana se vogliono venire, almeno raccordarsi con i figli che vengono lasciati in Sardegna. Ora, io mi chiedo: tutto questo insieme di politica che si è messa in campo parlando in questo consesso che è o dovrebbe essere la rappresentanza del popolo sardo se effettivamente difendiamo quelli che sono gli interessi di quest'Isola, la possibilità di raccordarci come isola. Se questo fosse vero avremmo meno disagi, anche interni, nei trasporti, e i disagi interni nei trasporti tornano a quello che è il dimensionamento scolastico. L'onorevole Congiu ha citato l'articolo 9 della legge numero 3 del 2009, che era una legge finanziaria. Essendo io allora Presidente della Commissione cultura feci inserire - e bontà di chi lo accettò come maggioranza - due commi, il 3 e il 4: uno parlava di scuola a tempo pieno, dando la possibilità ai docenti, per lo meno quelli precari, di essere ancora utilizzati almeno per tre anni, poi c'era il comma 4 che parlava del fatto che la Sardegna aveva lo Statuto speciale e quindi in piena autonomia poteva chiedere di poter gestire la scuola con propria potestà. Questa norma fu cassata dal Governo di allora, fu fatto ricorso alla Corte costituzionale, la Corte costituzionale ha dato ragione alla Regione Sardegna. Molti non si ricordano questi fatti, ma questo vuol significare solo una cosa: vuol dire che il direttore Feliziani è in subordine a quello che è la dirigenza della Regione. Vuol dire che l'Assessorato della cultura determina quello che è il dimensionamento scolastico, vuol dire che la Regione detta le linee guida e quindi la razionalizzazione. Brutta parola "razionalizzazione". La razionalizzazione vuol dire tagliare, chiudere, ridurre; è una cosa che ormai si espande dagli anni 80 e piano piano si è visto ridurre la scuola in Sardegna come oggi la vediamo, con Laconi che ancora vede i genitori che difendono un presidio di scuola e di cultura e che non vengono ascoltati dall'Assessore responsabile, che non si dà la possibilità di uno spazio, che non si cerca una soluzione per quella landa che è all'interno della Sardegna. Bene, se così è, e così mi pare che sia, in Sardegna abbiamo il fatto grave che assecondiamo le progettualità che vengono dal continente, ma quelle misure - e ve l'ho detto altre volte perché ho presentato due mozioni specifiche sulla scuola - vengono esattamente dal fatto che si prende come calibro il Lombardo - Veneto, il Piemonte, la Toscana e l'Emilia, dove non c'è soluzione di continuità tra un paese e l'altro, dove non c'è difficoltà a razionalizzare in quel sistema. Ma in Sardegna, dove c'è difficoltà di raccordo, dove non ci sono trasporti, dove c'è una viabilità, passatemi il termine, che fa schifo, che cosa andiamo a pretendere di chiudere quelli che sono ambiti locali interni di difficoltà come comunicazione, d'estate come soprattutto d'inverno? Se queste cose non le assumiamo noi quale buona scuola vogliamo proporre? Qual è il bene che ci diciamo? Qualcuno velocemente, ma così, forse non l'ho capito il Presidente della Commissione, ma voglio ricordare che il 24,7 per cento di abbandoni prematuri superiori in Sardegna del 7,4 alla media nazionale, del 3,3 per cento a quella delle regioni meridionali; il 10,8 per cento di abbandoni alla fine del primo biennio delle scuole secondarie contro il 7,3 per cento della media nazionale e l'8,3 per cento del meridione; il 27,3 per cento degli studenti ha scarse competenze in lettura contro il 19,5 per cento dell'Italia; il 33 per cento degli studenti ha scarse competenze in matematica contro il 24,7 per cento; il 28 per cento dei giovani tra i 15 e i 19 anni non studia, non lavora e non frequenta corsi di formazione professionale, e aprirò, e chiudo qui, perché vorrò un dibattito serio sulla formazione professionale e sulle porcherie che ormai stanno maturando in un sistema che non vede scuola e formazione unite e dove non si fa una seria riforma di quella che è la possibilità di dare un futuro alle prossime generazioni. Ma resta in piedi tutto un concetto: vogliamo fare almeno un ordine del giorno unitario o ciascuno vuole rappresentare le proprie specificità partitiche? Non vogliamo trovare un modo di convergenza che dia speranza ai giovani, agli insegnanti, a quella scuola che diciamo che vogliamo che sia buona? Riusciamo a dare un'immagine diversa in Sardegna di quella che l'istituzione regionale? Vogliamo ancora che i docenti presidino davanti alle nostre istituzioni? Ebbene, uno scatto di orgoglio, di disponibilità, di raccordo con quelle che sono le intenzioni vere che ciascuno muove dovrebbe farci dire tutti insieme: "Vogliamo una buona scuola", e non bastano i danari declamati, ce ne vogliono molti di più, ma allora dovrei aprire un ragionamento più largo che è quello - e mi dispiace non poter continuare - legato a un bilancio che fa acqua da tutte le parti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Presidente, Assessore, colleghe e colleghi consiglieri, la discussione odierna sembra una beffa per i tanti docenti isolani che in diversi modi nel corso dell'estate hanno invocato una dura presa di posizione della Giunta contro il disegno del Governo nazionale. La riforma scolastica, impropriamente denominata "buona scuola", porta con sé numerose novità per l'anno che è appena iniziato. Il preside padre-padrone è senza dubbio la figura maggiormente discussa, una misura completamente in antitesi con quelle predicate per anni, che avevano dovuto basarsi su valutazioni meritocratiche tanto care anche al presidente Pigliaru, piuttosto che concentrare il potere su una sola persona, concedendo il potere di chiamata diretta dei docenti da parte del preside. La "schiforma" della scuola cancella le graduatorie di immissione in ruolo su base territoriale, toglie autonomia organizzativa alla formazione ed espropria la Regione delle competenze garantite dall'articolo 116 della Costituzione.
Presidente, nella caldissima estate ormai conclusa, ripetutamente la minoranza prima, i docenti poi, hanno sollecitato un ricorso contro la cosiddetta "buona scuola". Nulla, silenzio totale. La scadenza per adire davanti alla Corte era fissata per il 16 settembre, non è stato mosso nessun rilievo. Un'impugnativa che sarebbe stata logica e legittima in virtù della specificità della Sardegna che è fortemente danneggiata dall'applicazione di criteri e standard imposti da una legge nazionale che tende, di fatto, a cancellare la diversità schiacciando gli spazi di autonomia della Regione. La campanella è suonata nelle scuole isolane all'insegna di una confusione senza precedenti. È assurdo che non si difendano le prerogative della nostra autonomia e specialità con uno svantaggio dato dall'insularità, soprattutto nel settore dell'istruzione. I rilievi di incostituzionalità sono motivati da elementi di neoautoritarismo come quelli derivanti dal "preside sceriffo" con il conferimento di poteri assoluti al dirigente scolastico, in particolare al potere di individuare il personale da assegnare ai posti dell'organico. Attualmente sono gli stessi vincitori di concorso a scegliere, nell'ordine in cui sono inseriti nella graduatoria, il posto di ruolo fra quelli disponibili nella regione. Questa norma potrebbe portare alla deportazione migliaia di docenti, tra cui tantissimi sardi e non i semplici dieci come diceva l'Assessore che verranno deportati nella penisola, in realtà come dato, Assessore, manca quello di chi non ha presentato la domanda perché ha rinunciato considerate quelle che sono le difficoltà a doversi trasferire in un'altra regione. Una vergogna, un palese fallimento della politica regionale rinunciataria, sorda e insensibile.
Si tratta inoltre di poteri significativi lesivi dei diritti costituzionalmente garantiti: uguaglianza, diritto al lavoro, buon andamento e imparzialità dell'agire amministrativo. Tantissimi insegnanti della Sardegna potrebbero dunque vedersi costretti a fare le valigie, abbandonando le proprie radici per approdare nella penisola con una precarietà senza fine che aggrava la situazione economica e sociale delle famiglie. In contrasto con il diritto allo studio sembra porsi la parte relativa all'alternanza scuola-lavoro. Si dubita della compatibilità di una tale imposizione con il diritto di solo studio e con il diritto ad una valutazione che tenga conto esclusivamente del proprio percorso scolastico. È di dubbia costituzionalità anche la parte riguardante le risorse esterne e i contributi pubblici per le scuole private. Una rivolta che è arrivata fino a Roma con insegnanti sardi, salutati domenica 13 da papa Francesco nel corso del tradizionale Angelus. Il pontefice ha accolto la delegazione dei docenti sardi auspicando che i problemi del mondo del lavoro siano affrontati tenendo conto della famiglia e delle sue esigenze.
È incomprensibile che un segnale di speranza non sia arrivato dagli esponenti della giunta Pigliaru, sempre più succube del Governo Renzi. Solo silenzio. Di più, con l'atteggiamento degli ultimi giorni del governatore è parsa evidente una difesa a spada tratta di una riforma che penalizza oltremodo la Sardegna, andando contro la specialità e l'insularità e umiliando le nostre peculiarità. Siamo preoccupati per il futuro prossimo della nostra scuola: la scuola della Sardegna. I nostri bambini e ragazzi rischiano di trovarsi sulla cattedra un insegnante lombardo, con tutto il rispetto della regione Lombardia, che poco o nulla ha da spartire con la tradizione isolana, con la lingua sarda, con la storia della Sardegna, con la nostra cultura e le usanze tipiche della Sardegna. Una logica perversa e assurda che mette in ginocchio il mondo dell'istruzione dell'isola.
Si vada oltre, i nostri insegnanti si dovrebbero trovare costretti a lasciare l'isola per insegnare in istituti oltre Tirreno, con i prezzi di aerei e traghetti proibitivi (non mi addentro sul problema della continuità territoriale perché altrimenti dovremmo fare una puntata solo su questo tema, caliamo un velo pietoso). Non si può certo associare la Sardegna all'Emilia-Romagna, ecco perché sarebbe auspicabile una scuola tutta sarda, con gli insegnanti e maestri sardi, con la regionalizzazione delle chiamate e una modifica che eviterebbe trasferimenti obbligatori nel resto dell'Italia. Una battaglia che auspico si possa portare avanti con forza con tutti i movimenti autonomisti e indipendentisti della Sardegna, compresi quelli presenti nell'attuale maggioranza. Secondo i dati del prospetto regione del Ministero dell'istruzione sono 1747 le domande dei docenti della Sardegna inviate on line per l'assunzione con la "Buona scuola", in Italia complessivamente le domande inoltrate sono 71.643.000. Molti docenti sardi avrebbero evitato di presentare le domande per non essere trasferiti lontano dalla Sardegna. Un oltraggio al diritto del lavoro per tantissime persone che dunque hanno scelto di rimanere nelle graduatorie ad esaurimento per le supplenze. Da qui l'esigenza che la Sardegna batta i pugni sul tavolo di un Governo che per l'ennesima volta disattende i diritti dei sardi. Reputiamo che la mancata impugnazione della legge 107 si traduca in una sorta di rinuncia a salvaguardare le prerogative costituzionali e statutarie in materia di pubblica istruzione, un'abdicazione che preoccupa per il futuro della nostra isola sempre più mortificata nei suoi diritti. Il pericolo è di avallare la fuga di centinaia di insegnanti sardi stritolando le famiglie costrette ad una scelta di vita, spopolando ancora di più i centri dell'interno e dando un colpo mortale alla continuità didattica di moltissimi istituti. Non vogliamo che questo accada. Per questo è quanto mai opportuno che si trovino soluzioni atte a contrastare scelte calate dall'alto senza il coinvolgimento della Regione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, Assessori, colleghi, succede spesso quando si discute di leggi di riforma importante come quella di cui stiamo discutendo, attese e necessarie, che lo scontro fra sostenitori e detrattori si faccia particolarmente acceso, a volte strumentalmente acceso. Il dibattito di oggi conferma la regola: ci troviamo di fronte a un Governo nazionale che è con i denti aguzzi e così il Governo regionale, cattivo, che vuole colpire gli insegnanti, non tiene conto degli studenti. Questo è quello che ci raccontano le opposizioni, questo è quello che ci raccontano le cronache dell'Assemblea di questa sera in questa aula. Un'occasione persa per discutere seriamente della scuola che non è così come viene dipinta e raccontata. Ovviamente questo è il mio punto di vista e su questo cercherò di dare il mio contributo.
L'idea di riformare la scuola non può non nascere dall'esigenza di fornire nuovi strumenti legislativi più adeguati, moderni, orizzonti formativi per gli studenti. Non può non nascere dall'idea di dare nuove prospettive occupazionali agli insegnanti, soprattutto a quelli precari, incentivare gli investimenti consistenti per l'edilizia scolastica, per una scuola capace di stare al passo con i tempi, che abbia un rapporto più forte col mondo del lavoro, che garantisca fresche opportunità alle nuove generazioni. Questo è lo spirito con cui nasce la riforma che ho letto, mi sono preso la briga di leggerla e io questo ho trovato come contenuto nella legge. Poi evidentemente ognuno ha il suo punto di vista e la legge in un certo modo ed evidentemente i risultati poi possono essere anche altri.
Io credo che il Governo abbia chiamato questa riforma "Buona scuola", per cosa lo ha fatto, per vezzo? Lo ha fatto con l'intento di caricare di significato un titolo e vuotarlo di contenuti? Questo è quello che questo Governo che si è preso la briga di fare? Riempire di contenuto un titolo e vuotare completamente il significato della legge di riforma che ha presentato? Certo, si può sempre fare meglio, quello non è il Vangelo, è una proposta di riforma della scuola, attesa, auspicata da tanti per tanto tempo, soprattutto dagli studenti, dalle famiglie, per una scuola migliore, più formativa. Questo è l'auspicio con cui nasce il provvedimento.
Per quale ragione la difendo la riforma della "Buona scuola"? Perché sono un consigliere regionale appiattito, che vive ai piedi del Governo nazionale che in questo caso è governato dal centrosinistra? Che non ha una sua testa per pensare che questa è invece una riforma che può dare una nuova strada e nuova linfa, nuove opportunità a tutti, compresi gli insegnanti, soprattutto quelli precari? Perché la riforma nasce con l'intento di sistemare soprattutto i lavoratori precari che hanno vissuto da anni come precari cercando e vagando, certamente, magari vicino ai paesi vicino casa, ma mai con un lavoro stabile, quello per il quale hanno studiato per tanto tempo e si sono costruiti un'aspettativa di vita. È evidente che le cose possono essere viste con tanti punti di vista, con sfaccettature e con sfumature differenti, dipende da come la raccontiamo e da come le vogliamo far apprendere.
Il Governo, ad esempio, si è trovato di fronte a un gigantesco problema che è quello del precariato perché la riforma va pensata innanzitutto per gli studenti per i quali sono necessari ovviamente docenti preparati, motivati. Ciò che è emerso prepotentemente in tutto il lavoro sulla scuola è stato esclusivamente il problema del precariato, dei concorsi per il ruolo, degli spostamenti in altre sedi. Purtroppo è emerso in modo completamente opposto rispetto all'idea con cui è nato ovvero dare un posto fisso a chi lavora senza certezza da tantissimi anni.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GANAU GIANFRANCO
(Segue COCCO PIETRO.) Perché non dire ad esempio che il governo si è trovato di fronte ad un gigantesco pasticcio del precariato, del personale della scuola spesso cresciuto negli anni fra errori di tutti, fra furberie di tutti, fra consorterie di tutti, qualcuno sostiene che il meccanismo scelto per risolverlo paghi la presunzione di voler chiudere rapidamente il problema in un anno attraverso il posto fisso e soprattutto in un momento di grande difficoltà economica come quello attuale dire e sbandierare che il posto fisso è la soluzione, fa crescere i consensi, in realtà non è stato così. Però probabilmente l'idea di realizzare tutto in un anno ha frenato la possibilità di realizzare completamente la riforma della buona scuola e potrebbe proprio essere così. Ma certo si sono scatenate reazioni così feroci che non sono dal mio punto di vista giustificabili nella misura in cui si sono presentate rispetto ai problemi. Chi ha parlato di deportazioni a proposito degli insegnanti non ha certo contribuito a dare una mano anzi oltre a usare termini fuori luogo perché le deportazioni sono state e sono altra cosa, ha purtroppo inevitabilmente spostato l'attenzione rispetto al tema perché io voglio stare sul tema non voglio discutere di deportazioni, si dice e si discute di deportazioni per... Non siamo stati noi a parlare di queste cose, io voglio parlare del tema. Ho sentito poco parlare in quest'aula di diritti degli studenti, delle ambizioni di avere un'istruzione migliore, così in Sardegna la scuola è stata al centro del nostro programma di governo, non è così onorevole Zedda, collega cara che dice che quest'aula non ha discusso della scuola in questo anno e mezzo che abbiamo come dire... è stato al centro della nostra azione di governo sia nella campagna elettorale sia nel programma elettorale e sia nelle discussioni in quest'aula in questi mesi. Non a caso abbiamo da subito investito risorse finanziarie molto consistenti come non si vedeva da tantissimo tempo e sfido a dimostrare il contrario nonostante annunci differenti rispetto alle questioni di cui stiamo parlando. 185 milioni di euro nel 2015 per interventi di edilizia scolastica, interventi di lotta alla dispersione scolastica, interventi di miglioramento all'apprendimento, 19 milioni e sette, 35 e cinque, 130 milioni e poi per il prossimo triennio 505 milioni di euro. Ma quale governo precedente ha fatto un'operazione di questo tipo, e queste sono chiacchiere? No, queste sono cose concrete. E si dirà: ma si sta ritardando, e forse è anche vero che si sta ritardando e di chi è la colpa? La colpa è di questa Giunta che si prende la briga di ritardare, di fare in modo che le cose non vadano come devono andare, che gli autobus non siano stati comprati magari la settimana prima piuttosto che la settimana dopo, si sta mettendo in piedi un piano di riforma importante, straordinario che vuole intervenire direttamente per migliorare l'istruzione e la formazione, la scuola per i nostri studenti, per dargli una possibilità migliore negli anni che verranno e noi invece cerchiamo il dito sulla ferita perché la piaga diventi più grande per dire che le cose non stanno così, che sono un'altra cosa. Io non credo che sia così è chiaro che l'opposizione fa il suo mestiere e glielo lasciamo fare senza che chiedano il nostro permesso naturalmente perché non è questo il tema. Noi abbiamo guardato alla riforma anche e soprattutto con gli occhi di chi ha l'obiettivo principale di fornire una scuola migliore agli studenti consapevoli che sulle scelte possono scontrarsi con i localismi. Qui si incardina il tentativo anche riuscito di superare le pluriclassi che sono state oggetto guarda caso di una discussione in quest'aula specifica sulle pluriclassi per fornire (...) chi studia una formazione migliore. Le proteste dei genitori di alcune classi di paesi del Nord Sardegna che riporta mi pare proprio oggi la stampa raccontano proprio questo di un'insegnante che deve dividere le sue ore, 18 ore con alunni di una classe e 18 ore con gli alunni della stessa classe tutti nella stessa aula perché non riesce a completare la... quindi le pluriclassi ovviamente non sono il sistema migliore per dare formazione alla gente. Quello che sta accadendo con gli insegnanti che manifestano chiedendo di poter restare tutti nella nostra Isola merita rispetto e naturalmente grande attenzione anche per questo oggi discutiamo, per la stessa ragione il governo ha pensato bene di derogare un anno per consentire di approfondire ogni questione. Ci sta pure che le opposizioni nazionali e regionali amplifichino le proteste, che chi rivendica diritti che dal suo punto di vista vengono violati eserciti con veemenza la sua indignazione però protestare su niente no.
Tentare di trascinare le discussioni su ricorsi inesistenti non va bene, far credere che si stanno violando i diritti della specialità della Sardegna è un'evidente forzatura che non vede soltanto chi non vuole vedere, peggio non la vede chi è in malafede. Per quali ragioni avremmo dovuto ricorrere contro la legge numero 107 del 2015? Quali violazioni dello Statuto sono state compiute per giustificare il ricorso? In tutti questi mesi non ne ho sentito una, neanche una fra coloro che si sono sollevati con forza a destra e a sinistra sostenere ragioni formali in grado di giustificare il ricorso. In realtà nessuno ha sollevato (...) formali perché non ce ne sono, la legge sulla scuola non infrange infatti alcuna potestà della Sardegna così come la funzione del dirigente scolastico così osteggiata con maggiori poteri di guida della scuola contrasti in alcun modo con i compiti in materia di istruzione della Regione Sardegna. Va per inciso detto che il dirigente scolastico è soggetto al confronto con gli organi collegiali oltre che controllati dagli organismi del Ministero che ne valuteranno i risultati. Le discussioni sui trasferimenti fuori dall'isola dei docenti sardi sono con i numeri che sono stati raccontati dai colleghi che mi hanno preceduto un po' diversi rispetto a quelli che abbiamo conosciuto, sta chiudendo il tempo salto un pezzo dell'intervento per dire questo, che noi abbiamo l'occasione per dire che in Sardegna abbiamo una legge che è vecchia del 1984, sarebbe il caso che noi tutti che abbiamo responsabilità di governo ci mettessimo mano per fare una legge regionale sulla pubblica istruzione nuova, adeguata ai tempi e che in questo caso potessimo discutere anche di fare una graduatoria sarda della Regione Sardegna perché per il momento i concorsi volenti o nolenti sono una graduatoria nazionale quando una partecipa a quella partecipa, non una graduatoria regionale inesistente che nessuno si è preso la briga di mettere in piedi. Io credo che la sfida Presidente, Assessore debba essere questa, una legge regionale nuova con una possibilità per la Sardegna di poter decidere dove mandare propri insegnanti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Questo pomeriggio mi sarei aspettato assessore Firino le sue dimissioni, ma non come un gesto sollecitato dalle opposizioni, come un gesto coerente con tutte le dichiarazioni che guarda caso sono arrivate dai leader nazionale e locale del suo partito e se vuole ho qui la rassegna stampa e gliele leggo. "Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato buona scuola", è Nichi Vendola che parla non io. Addirittura puntando il dito verso il presidente Pigliaru, il deputato Michele Piras del suo partito dice: "Una vera delusione presidente Pigliaru per chi come me ha condotto un'aspra battaglia parlamentare e politica che impedisse il peggio di questa legge che contiene un piano assunzionale che impantana in un'eterna precarietà decine di migliaia di persone".
E allora assessore Firino lei che ha la responsabilità politica di questo delicato settore oggi viene a introdurre il dibattito in quest'aula come se nulla sia successo, come se queste dichiarazioni appartengano non alla realtà che viviamo oppure fatte da persone che con lei non hanno nulla da condividere. Ma c'è la babele in questa politica di fare la parte della lotta e di fare la parte del governo che molto vi interessa e volete utilizzare e usufruire dei benefici dell'una e dell'altro ruolo, questa è la verità assessore Firino perché in altri tempi una situazione di questa natura avrebbe determinato subito le sue dimissioni ma non perché gliele sollecita l'opposizione, ma perché è questione di buon senso e mi consenta anche di etica politica perché è la sua stessa parte che sta mettendo in discussione il ruolo della Giunta regionale di cui lei fa parte. E bisogna uscire da questo gioco delle parti, non si può continuare a far finta che in Sardegna succeda una cosa, a Roma ne succeda un'altra e che così davvero altro che buona politica, presidente Pigliaru, questa è veramente la pessima politica. E allora assessore Firino, ma perché non lasciamo solo i suoi compagni di partito? Io le dico che ci sono ragioni tutte nostre perché lei si debba dimettere ma si debba dimettere perché a un anno e mezzo quello che doveva essere il fulcro del programma di questa Giunta regionale di cui lei ha la responsabilità politica, denota un fallimento, un fallimento totale e perché non appaia soltanto una strumentale presa di posizione gliele elenco per la brevità che il tempo logicamente ci assegna le ricorderò dal piano di dimensionamento scolastico, lei ricorda che sono 29 le scuole che avete chiuso nel vostro primo anno di legislatura, cioè una cifra superiore al 10 per cento dei comuni sardi, e se questo è il modo di combattere la dispersione scolastica è evidente che su questo terreno le nostre posizioni continueranno a rimanere distanti. Ma avete promesso: "Non vi preoccupate perché metteremo in piedi una rete di trasporti che consentirà logicamente di venirvi incontro", e all'indomani di quella decisione che vi vede anche contrapposti davanti ai giudici amministrativi nei confronti dei sindaci che hanno subito i tagli avete promesso gli autobus, ma l'anno scolastico è iniziato, gli autobus non ci sono, e sono ancora una volta i primi cittadini dei paesi sardi a dover trovare il modo di arrangiarsi. E avete in maniera addirittura enfatica, primo atto del vostro Governo, l'edilizia scolastica. Se dovessimo iniziare con una operazione verità, ricorderete che il piano per l'edilizia scolastica c'era già. Voi avete cercato di rilanciare con una posta di 30 milioni come se fosse la priorità assoluta, e invece avete ricominciato tutto l'iter procedimentale accumulando ulteriori ritardi, e arrivati alla scadenza cosa avete fatto? Lei, Assessore, ha mandato a metà agosto una letterina ai sindaci in cui parlate di interventi che dovevano partire entro l'inizio delle lezioni. Questa interventi sono partiti? E lo sa quanti sono gli interventi che sono partiti, se sono partiti? Promettevate ai sindaci l'imminente arrivo delle lettere di delega, e le chiedo, sono arrivate? In sostanza la verità è che avete scaricato ancora una volta sui primi cittadini l'onere di rispettare i vostri annunci.
In alcune uscite sentiamo spesso parlare di contenuti digitali, poiché un piano c'era già ed è stato avviato dalla precedente Giunta, poiché è stata completata la distribuzione delle lavagne multimediali, le chiediamo Assessore a che punto sia la distribuzione dei tablet, perché abbiamo l'impressione che siano rimasti in qualche cassetto in attesa di qualche paludata conferenza stampa, in cui ancora una volta vi appropriate del lavoro degli altri. E cosa dire delle scuole paritarie, dei ritardi, degli inammissibili ritardi dei contributi alle scuole paritarie? E allora non vorremmo che dietro quella che appare una grave inefficienza, che sta facendo davvero del danno incalcolabile, ci sia un movente di tipo ideologico. Se così fosse vi invitiamo a dirlo a chiare lettere, a non nasconderlo e ad assumervi fino in fondo la responsabilità delle vostre azioni. Così come, Presidente Pigliaru, al quale io devo riconoscere l'onestà di aver detto in maniera chiara che non era sua intenzione impugnare la legge sulla cosiddetta buona scuola, ed è questo in ordine cronologico l'ultimo atto grave di questa Giunta regionale. La decisione di non impugnare la cosiddetta buona scuola che pone i precari sardi dinnanzi l'alternativa tra una rinuncia e una valigia. E non ci soddisfa la giustificazione con la quale il Presidente Pigliaru ha sostenuto e ha giustificato questa decisione, perché se può contenere cose buone questa legge, ciò non di meno, Presidente, potevano essere impugnate quelle parti della legge che come ha ricordato, e devo dire bene ha fatto ad uscire da un coro, perché questo dibattito davvero si è ridotto ad una sorta di edulcorata, melensa sceneggiata dove tutto va bene madama la marchesa, bene ha fatto l'onorevole Congiu, in un sussulto di dignità, a dire: "Questa è uno a offesa all'autonomia della Sardegna e dei sardi". E allora è questo Presidente, perché quella riforma contiene alcuni aspetti che io vorrei qui brevissimamente richiamare. La riforma affida al Ministero dell'Istruzione il compito di definire l'offerta formativa dei percorsi d'istruzione, espropriando la Regione di un compito che la Costituzione le affida in competenza esclusiva. E questo è già di per sé sufficiente per un'impugnazione, questo già di per sé dovrebbe essere sufficiente, questo non ha nulla che vedere…
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha facoltà di replicare per la Giunta il Presidente della Regione.
PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Grazie Presidente. Ho ascoltato con molto interesse tutti gli interventi, sono rimasto molto affascinato dall'ultimo intervento dell'onorevole Pittalis che, per nascondere il fallimento assoluto dei loro cinque anni di governo nella scuola, si è messo a discutere dei difetti, ritardi di qualche settimana che possono caratterizzare anche la nostra azione. Qualche settimana, se c'è, contro cinque anni di nulla. È riuscito l'onorevole Pittalis a parlare anche del fatto che abbiamo chiuso 29 scuole. Questa storia proprio non si regge. Stiamo parlando di pluriclassi. E tra le cose che io attribuisco al centrodestra che ha governato per cinque anni c'è il fare nulla per combattere la dispersione scolastica. È certo che la dispersione scolastica si combatte portando gli studenti verso scuole migliori, verso un'istruzione migliore, è certo che per fare questo bisogna anche avere il coraggio politico di dire che le pluriclassi vanno male, prendendosi magari qualche insulto, qualche incomprensione, ma rimanendo fermi, schiena dritta, di fronte ad una semplice verità, le pluriclassi sono fonte di cattivi apprendimenti e di rischi di dispersione, e noi agiamo, abbiamo agito e siamo orgogliosi di averlo fatto. E sui trasporti stiamo pagando con i soldi della Regione i costi aggiuntivi che questa scelta coraggiosa naturalmente ha determinato. E sull'edilizia scolastica si fanno tante questioni, ma noi stiamo intervenendo con un piano di 130 milioni per migliorare le scuole, toccheremo entro breve gran parte delle scuole sarde, e lo facciamo in modo diverso dal passato, perché proprio perché non vogliamo che si muoia di piccole scuole, sempre meno frequentate da studenti, vogliamo usare il nostro intervento nella edilizia scolastica anche per incoraggiare i Comuni, le comunità, a mettersi insieme, a fare scuole migliori, ad unire le forze, a ragionare come territori, esattamente come faremo con la legge sugli enti locali, con tutta l'enfasi sull'unione dei comuni. C'è un'idea precisa, i territori, soprattutto nelle zone interne si salvano, diventano più forti mettendosi insieme, e nella scuola questo è fondamentale. Allora il nostro intervento sull'edilizia scolastica, il nostro intervento sul dimensionamento sono tutte cose che si tengono e che stanno puntando ad una scuola migliore, ad un'istruzione migliore per affrontare le due cose che il governo di centrodestra non se ha tentato di affrontare, immagino di sì, ma certamente ha fallito, ridurre la dispersione e migliorare gli apprendimenti. Io mi sarei aspettato un po' più di umiltà da parte soprattutto dell'onorevole Pittalis quando parla di scuola, perché siamo di fronte a risultati eclatanti di un fallimento, siamo di fronte al fatto che la dispersione scolastica in questi anni è aumentata in modo moltoimportante, nel 2007era scesa sotto il 22 per cento, pensate che il mezzogiorno era al 25 per cento, nel 2010-2011 il gap è aumentato, non a favore nostro, a favore del mezzogiorno. Dal 2010 in poi la nostra situazione è diventata peggiore, non di quella media italiana ma di quella del mezzogiorno, partivamo da una situazione molto migliore, sono grafici che tutti conoscono, sono il risultato di una assenza di idee, se non di impegno, su come si combatte la dispersione scolastica. Naturalmente gli apprendimenti dicono la stessa cosa, c'erano stati degli importanti miglioramenti negli anni precedenti, negli apprendimenti, nelle competenze di lettura, siamo tra le poche regioni nel 2012 in cui i risultati sono peggiorati, lo stesso nella matematica, un po' di umiltà perché stiamo parlando delle nostre scuole, stiamo parlando di roba molto importante, stiamo parlando dei nostri figli, non è una questione di tirare su bandierine e di dirsi cose sgradevoli fra di noi, è il problema di trovare il modo di migliorare la scuola e l'istruzione per i nostri ragazzi e per le nostre ragazze! Io non mi scandalizzo di fronte ad un fallimento, in tanti cerchiamo di fare cose e spesso non siamo in grado di cambiare in meglio quello che cerchiamo di cambiare in meglio. Non mi scandalizzo di fronte al caso che in cinque anni il centrodestra ha avuto risultati negativi, vorrei che quei risultati negativi fossero analizzati insieme per capire dove si è sbagliato, sono sicuro che l'impegno c'è stato, sono sicuro che si è ragionato, si è investito molto nelle LIM, era giusto investire così tanto nelle LIM? Forse sì, forse no, questo sarebbe un bell'argomento di discussione, mettere le LIM significa avere risolto il problema di una didattica moderna più capace di coinvolgere in apprendimenti cooperativi gli studenti? Forse sì, forse no! Dovremmo discuterne. La formazione che abbiamo dato ai docenti era quella giusta o forse era troppo concentrata su aspetti di gestione tecnica delle LIM piuttosto che dei modelli didattici? Sono tutti modelli affascinanti, sarebbe bello parlare di questo, sarebbe bello analizzare serenamente i vostri tentativi, perché i vostri tentativi non sono stati premiati dai risultati, perché noi vogliamo evitare di fare errori, perché noi, per i nostri ragazzi e per le nostre ragazze, non per la nostra vanità personale, vogliamo che gli errori del passato siano di lezione per il presente e per un futuro migliore, sarebbe bello se in quest'Aula di questo si parlasse e se ne parlasse con serenità, senza scaricarci addosso inutili, volatili, insulti politici. Faranno un titolo domani ma poi non cambierà nulla, e non abbiamo ancora cambiato la scuola, quindi mi sarei aspettato, come ho auspicato in un incontro con la Conferenza dei Presidenti di Gruppo un clima di discussione. Non mi rassegno, magari ci vedremo un'altra volta e parleremo di cos'è stato fatto negli anni, cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, perché non siamo così sicuri di azzeccarci noi per il futuro, noi stiamo cercando onestamente di fare una proposta operativa per migliorare la scuola, qualcosa funzionerà, qualcos'altro non funzionerà. Costruire sulle esperienze del passato ben analizzati sarebbe un bel segno di una buona politica per una buona scuola e spero che ci sia un'opportunità per andare in quella direzione. Detto questo vorrei che non passasse la sensazione che fino a ieri andava tutto bene poi è arrivato Renzi e magari l'assessore Firino e tutto va male. Ho appena citato i numeri, le cose andavano molto male, insopportabilmente male, forse vi siete dimenticati che un ragazzo del sud a 15 anni ha già perso due anni di competenza rispetto al suo coetaneo del centro nord, è accettabile questa cosa? Questa è la cosa di cui dovremmo parlare. Questa la cosa sulla quale dovremmo rimboccarci tutti le maniche e cercare di trovare soluzioni intelligenti, condivise, non di parte, perché non c'è niente di parte qui. Dobbiamo cercare di dare un futuro ai nostri ragazzi, non è che tutto andava bene è arrivato Renzi, è arrivato Pigliaru e poi le cose sono andate male, ci stiamo rimboccando le maniche, stiamo provando a trovare soluzioni, certamente l'ha fatto anche il Governo italiano perché ha parlato e ha ammesso soldi per stabilizzazioni, per assunzioni, per la formazione docenti, per mettere in mano qualche soldo ai docenti per pagarsi strumenti per la propria formazione. Ha con molto coraggio attribuito responsabilità e valutabilità, che sono la cosa di cui è fatta la scuola in tutto il mondo, la cosa di cui è fatta la scuola che funzioni in tutto il mondo, una cosa di cui eravamo terribilmente carenti in Italia, attribuire con coraggio e responsabilità e fare valutazioni. Certo le valutazioni vanno ancora definite, ci sarà un grande dibattito come sempre quando si faranno le valutazioni, i presidi, i direttori, i dirigenti scolastici hanno più responsabilità ma è chiaro che dovranno essere valutati con molta severità esattamente perché hanno più responsabilità, questo è uno dei grandi temi che vanno affrontati questo questa riforma del Governo italiano sta facendo. Poi c'è l'alternanza scuola lavoro, come si diceva prima, va bene, va male, si può migliorare? Discutiamone ma non a colpi di ricorsi, trovando le soluzioni alle cose che non ci convincono, di questo dovremmo parlare tutto il tempo. Mi piacerebbe avere l'occasione di parlare di scuola senza questi slogan politici che tentano di rendere tutto opaco, grigio, brutto, di togliere fiducia alla gente, di togliere speranza alle persone che iniziano quest'anno scolastico, parliamone, abbiamo fatto errori, diteci quali sono gli errori, stiamo cercando di capire cosa vuol dire dare una piattaforma digitale, un sostegno digitale ad una didattica più moderna, nessuno sa esattamente quale sia la ricetta ma noi ci stiamo provando, siamo andati in giro per tutte le scuole, per molti territori in Sardegna, abbiamo incontrato centinaia e migliaia di docenti, abbiamo discusso con loro, abbiamo visto gente che ha molta voglia di discutere, tutti abbiamo capito che abbiamo una generazione digitale e degli insegnanti che di digitali sicuramente non sono e che c'è moltissimo da lavorare al di là di avere una LIM in più o in meno, c'è molto di più da fare rispetto a questo. Noi stiamo cercando di farlo, vogliamo fare delle comunità che si comunichino le migliori esperienze, che parlino dentro la Sardegna tra loro e con il resto del mondo, che portino qui le esperienze migliori e le traducano in migliore didattica, è molto quello che stiamo facendo, stiamo cercando di farlo nel migliore dei modi e ci piacerebbe molto parlarne perché vogliamo una didattica più moderna, vogliamo che ci siano delle materie aggiuntive, il sistema del coding, la programmazione di computer, un sistema che aiuta tutti ad affrontare problemi, a definirli logicamente, a trovare soluzioni come sta facendo tutto il mondo e come vogliamo fare anche noi, vogliamo docenti più formati sulla nuova didattica, formati naturalmente a spese nostre, vogliamo scuole più belle e più sicure, anche più concentrate e meno disperse, vogliamo portare la banda larga a sostegno di una didattica moderna basata naturalmente sul digitale, vogliamo scuole aperte e capaci di rispondere ai bisogni speciali. Vogliamo meno dispersione e vogliamo minori apprendimenti. Abbiamo messo in tempi non facili i primi bilanci pubblici di tutti gli enti locali del Governo italiano, abbiamo messo quasi 200 milioni su questo programma, noi speriamo che siano soldi ben spesi, ci piacerebbe discutere con voi se ci sono ovvie correzioni da fare, magari basate sulla vostra precedente esperienza. Ma torniamo alla buona scuola, per concludere, io mi sono illuso oggi per qualche momento che si potesse ragionare insieme anche su questo, mi sono illuso perché è un terreno c'è di discussione, è molto semplice ed è legato ai dati che vi dicevo prima. Abbiamo disperazione alta e apprendimenti bassi e io trovo che non vada bene nella buona scuola, in quello che sta facendo il Governo italiano in questo momento, trovo che non vada bene, una cosa che ho detto con molto rumore alla direzione generale del PD, e con molto apprezzamento da parte del Governo italiano, perché non è detto che nascano con tutte le idee già pronte, magari stanno anche ascoltare qualche suggerimento quando viene dato, se è un suggerimento serio, ed è quello di sottolineare il fatto che non ha senso calcolare gli organici con qualche parametrino che si applichi linearmente, dovunque, in Italia. È un tema che è entrato nei discorsi che ho sentito oggi, perché l'Italia non è tutto uguale, L'Italia non è il Canada, ci sono differenze territoriali importantissime, un Governo, soprattutto quello di centrosinistra deve essere consapevole di questo problema e deve saperlo aggredire. Calcolare gli organici come se fossimo tutti uguali quando ci sono differenze drammatiche nelle scuole di cui ho detto, quando a 15 anni un ragazzo o ragazza del sud ha perso in modo molto importante terreno rispetto ai suoi coetanei, beh non ha senso! Ci vuole una politica che sappia aggredire questo problema e che lo sappia risolvere nei tempi più rapidi possibili e questo vuol dire che il calcolo degli organici, per dirlo in modo semplice, non può basarsi su un parametro lineare e che si applica con "quanti studenti hai ti do tanti professori", che sia in Trentino, che sia in Emilia che sia in Calabria o che sia in Sicilia, o anche in Sardegna, no perché il calcolo degli organici deve tenere conto degli studenti, ma forse anche di più dei problemi che gli studenti stanno vivendo in una scuola che non sta funzionando allo stesso modo in Sardegna come in Emilia-Romagna. Di questo dobbiamo farci carico, di questo dobbiamo assolutamente farci carico, di questo deve farsi carico il Governo centrale, noi ce ne facciamo carico con Iscol@, perché noi mettiamo soldi per assumere docenti in più a supporto di una didattica migliore, ma questa deve diventare una politica nazionale. È assolutamente essenziale che il Governo adotti una politica che differenzia il calcolo degli organici sulla base dei problemi che territorialmente sono certificati dai dati della dispersione e dai dati degli apprendimenti. È una cosa, come ho detto al Presidente del Consiglio e alla direzione del PD, come ho anche ripetuto in molte altre occasioni nazionali e regionali, è una cosa che fanno negli Stati Uniti quando ci sono dei problemi, quando ci sono delle zone del paese in cui gli apprendimenti sono bassi e la dispersione alta, si fa una politica specialmente dedicata a quelle aree, si mandano più docenti, i migliori docenti in quelle scuole per risolvere il problema. Questo è quello che dobbiamo fare, questo è quello che noi dobbiamo chiedere. Altro che ricorsi che lasciano il tempo che trovano, che sì prendono il titoletto sul giornale, certo importante, ma che non risolve le cose. Questa è una proposta precisa e chiara che noi siamo già portando al tavolo nazionale e che porteremo al tavolo nazionale. Crediamo che sia una politica utilissima per non parlare a vanvera dei divari regionali in Italia, siamo certi che è una politica di cui abbiamo assolutamente bisogno. Possiamo finanziarla in parte come facciamo con Iscol@ ma credo che debba finanziarla il Governo per tutte le aree del paese in cui questo problema c'è, perché questo problema inaccettabile. Vogliamo pari opportunità per tutti i giovani che vivono in questa Nazione. E per avere pari opportunità ci vuole un investimento fortemente aggiuntivo in zone come la nostra. Questa è la rivendicazione da portare con determinazione e con schiena drittissima davanti a chiunque.
PRESIDENTE. È stata preannunciata la presentazione di un ordine del giorno, che però non è stato ancora formalizzato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Chiedo due minuti di sospensione per concludere l'ordine del giorno, una proposta di ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Sull'ordine dei lavori Presidente. Non facciamo nessuna questione formale, è chiusa la discussione, ordine del giorno che non è stato depositato eccetera, però un ordine del giorno vorremmo vederlo, cioè vorremmo capire se è un ordine del giorno della maggioranza, noi stiamo uscendo ve lo approvate, se ve lo siete già predisposto e l'avete già condito di quei particolari che sono frutto del vostro dibattito. Se si pensa di fare un ordine del giorno che può interessare l'Aula… Quindi Presidente anche per poter capire e vedere penso che si può rimandare, per avere il tempo anche a domani e si può anche in apertura di seduta vederlo quest'ordine del giorno. Ecco, si può pensare di… se è pronto datecelo.
PRESIDENTE. Sì, credo che sia necessario sospendere la seduta e verificare un attimino se l'ordine del giorno è completato. Mi pare che ci sia ancora da fare.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Sull'ordine dei lavori per dire che la richiesta di sospensione per provare a scrivere un ordine del giorno è per confrontarci ovviamente con tutta l'Aula, non per fare un ordine del giorno di parte. Per tentare di fare un ordine del giorno che sia frutto della discussione di questa sera. Va bene anche per rinviarlo a domani mattina come primo punto all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Perfetto allora sospendo la seduta è ho detto che appunto era stato preannunciato un ordine del giorno, ma non è stato formalizzato. Quindi la seduta è sospesa per 10 minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 13, viene ripresa alle ore 20 e 21.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Per comunicare, a nome della maggioranza, che non presentiamo alcun ordine del giorno e che ci riconosciamo nella chiusura effettuata dal presidente Pigliaru.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la seduta. Il Consiglio è convocato domani alle ore 10. Ricordo che alle ore 9 e 30 è convocato l'Ufficio di Presidenza.
La seduta è tolta alle ore 20 e 23.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sull'indizione in unico lotto della procedura aperta per l'affidamento del servizio di Assistenza domiciliare integrata (ADI) nel territorio di competenza della ASL di Cagliari, con grave pregiudizio per il comparto delle imprese sarde operanti nel settore socio-sanitario domiciliare.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- con deliberazione n. 913 del 16 luglio 2015 il commissario straordinario della ASL di Cagliari ha indetto "una procedura aperta, con parziale applicazione del D.Lgs. n. 163/2006, ai sensi dell'art. 20 del medesimo, in quanto servizio rientrante tra quelli di cui alla Cat. N. 25 dell'Allegato IIB, per l'affidamento del servizio Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.), della durata di due anni, eventualmente rinnovabile per un anno, in unico lotto, con il criterio di aggiudicazione dell'offerta più vantaggiosa, ai sensi dell'art. 83 del D.Lgs 163/2006", approvando contestualmente "il bando, il capitolato speciale, ed i suoi allegati (schema di dichiarazioni multiple degli operatori economici partecipanti), e lo schema di contratto";
- il valore stimato dell'appalto, ai fini dell'articolo 29, comma 1, del decreto legislativo n. 163 del 2006, è presuntivamente valutato in euro 37.726.845, IVA esclusa, comprensivo:
- dell'eventuale aumento di 1/5 della fornitura per euro 3.869.420;
- dell'eventuale ripetizione della fornitura, per un anno per euro 9.673.550;
- dell'eventuale proroga della fornitura, per sei mesi per euro 4.836.775;
- con esclusivo riferimento alle forniture e prestazioni dettagliatamente indicate nel capitolato tecnico per il solo biennio sulla base dei fabbisogni presuntivi dell'ASL di Cagliari e dei prezzi posti a base d'asta, il valore dello stesso appalto è complessivamente e presuntivamente valutato in euro 19.347.100, oltre IVA, secondo il seguente schema:
n. ord. |
ATTIVITÀ |
Prezzo Unitario, IVA esclusa
euro |
Unità di
|
QUANTITÀ TOTALE 2 ANNI (QT) |
Prezzo Totale, IVA esclusa (PU x QT) euro |
Prestazionale (Infermiere/Fisioterapista) |
12,00 |
Intervento |
66.100 |
793.200,00 | |
Integrata I - II - III Livello (Infermiere/Fisioterapista/OSS) |
21,00 |
Intervento |
735.900 |
15.453.900,00 | |
Cure palliative (Infermie re/Fisioterapista/OSS) |
25,00 |
Intervento |
124.000 |
3.100.000,00 | |
Totale prezzo complessivo LOTTO |
19.347.100,00 |
- l'ambito territoriale per il quale vengono richiesti tali servizi corrisponde all'intero territorio della ASL di Cagliari, con una popolazione residente di 551.077 abitanti al 1° gennaio 2013, di cui n. 5.619 hanno usufruito dell'assistenza domiciliare integrata nell'anno 2014;
- "in considerazione della vastità dell'ambito territoriale interessato, del bacino d'utenza servito, e delle risorse umane e materiali che l'appaltatore dovrà adibire allo svolgimento del servizio stesso", con la richiamata deliberazione n. 913/2015, il commissario straordinario della ASL di Cagliari ha altresì dato atto che "i documenti di gara prevedono specifici requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa che devono essere posseduti obbligatoriamente dal concorrente" ed in particolare "un fatturato d'impresa pari a 1,5 volte il valore del lotto" ovvero euro 29.020.650;
- ai sensi del capitolato speciale d'appalto "in caso di raggruppamenti temporanei, consorzi ordinari di Concorrenti, aggregazioni tra imprese aderenti al contratto di rete e GEIE, di cui rispettivamente all'art. 34, comma 1, lett. d), e), e-bis) ed f), del D.Lgs. 163/06", il requisito di carattere economico-finanziario "dovrà essere posseduto, a pena di esclusione, da ciascun componente dell'operatore plurisoggettivo";
- il ricorso ad un unico lotto di gara è stato giustificato "giacché la suddivisione in lotti creerebbe sia problemi di disparità assistenziale, sia di difficoltà nel governo del servizio tanto sotto il profilo assistenziale e terapeutico quanto sotto quello della gestione e rendicontazione, e, infine, moltiplicherebbe i costi di gestione";
CONSIDERATO CHE:
- la combinazione delle scelte operata dalla ASL di Cagliari (lotto unico e fatturato d'impresa pari ad 1,5 volte il valore del lotto) determina una indebita e consistente limitazione dell'accesso alla procedura di gara in argomento sia in termini generali sia con particolare riguardo al sistema di imprese e operatori sardi che ha maturato nel tempo significative esperienze e professionalità nello specifico settore socio-sanitario domiciliare, impiegando nel complesso oltre mille unità;
- alla luce delle dimensioni territoriali delle restanti ASL della Sardegna e della effettiva offerta di ADI in ambito regionale appare pressoché impossibile che gli operatori sardi del settore abbiano raggiunto requisiti di fatturato pari ad euro 29.020.650;
- il territorio di competenza della ASL di Cagliari, come peraltro riportato analiticamente dal capitolato speciale d'appalto, è articolato in cinque distretti secondo la seguente ripartizione:
distretto |
comuni | |
1. Cagliari Area Vasta |
popolazione residente: 246.794 |
a) Citta di Cagliari b) Monserrato c) Selargius d) Quartucciu e) Settimo San Pietro f) Sestu g) Ussana h) Monastir i) Nuraminis |
n. assistiti cure domiciliari: 2.218 | ||
2. Area Ovest |
popolazione residente: 122.314 |
a) Assemini b) Elmas c) Decimomannu d) Uta e) Villaspeciosa f) Decimoputzu g) Villasor h) San Sperate i) Siliqua j) Capoterra k) Pula l) Sarroch m) Domusdemaria n) Teulada o) Vallermosa p) Villa San Pietro |
n. assistiti cure domiciliari: 1.901 | ||
3. Quartu - Parteolla |
popolazione residente: 112.346 |
a) Quartu $. EJena b) Burcei c) Dolianova d) Donori e) Maracalagonis f) Serdiana g) Sinnai h) Soleminis |
n. assistiti cure domiciliari: 689 | ||
4. Sarrabus - Gerrei |
popolazione residente: 23.315 |
a) Muravera b) San Vito c) Villaputzu d) Castiadas e) San Nicolò Gerrei f) Armungia g) Ballao h) Silius i) Villasalto j) Villasimius |
n. assistiti cure domiciliari: 627 | ||
|
| |
5. Trexenta e Sarcidano - Barbagia di Seulo |
popolazione residente: 45.900 |
n. assistiti cure domiciliari: 1.039 |
5.1 Ambito Trexenta a) Senorbì b) Suelli c) San Basilio d) Goni e) Mandas f) Ortacesus g) Barrali h) Sant'Andrea Frius i) Siurgus Donigala j) Gesico k) Guamaggiore l) Guasila m) Nuraminis n) Samatzai o) Selegas p) Pimentel |
5.2 Ambito Sarcidano - Barbagia di Seulo a) Isili b) Escalaplano c) Escolca d) Esterzili e) Gergei f) Nuragus g) Nurallao h) Serri i) Seulo j) Villanovatulo k) Nurri l) Orroli |
- ai sensi dell'articolo 3 quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come introdotto dall'articolo 3 del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 "Il distretto assicura i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie di cui all'articolo 3-quinquies, nonché il coordinamento delle proprie attività con quella dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi ospedalieri, inserendole organicamente nel Programma delle attività territoriali. Al distretto sono attribuite risorse definite in rapporto agli obiettivi di salute della popolazione di riferimento. Nell'ambito delle risorse assegnate, il distretto è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all'interno del bilancio della unità sanitaria locale";
- giusta l'articolo 3 quinquies, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come introdotto dall'articolo 3 del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 "Il distretto garantisce:
a) assistenza specialistica ambulatoriale;
b) attività o servizi per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze;
c) attività o servizi consultoriali per la tutela della salute dell'infanzia, della donna e della famiglia;
d) attività o servizi rivolti a disabili ed anziani;
e) attività o servizi di assistenza domiciliare integrata;
f) attività o servizi per le patologie da HIV e per le patologie in fase terminale";
- alla luce delle superiori considerazioni - contrariamente a quanto argomentato nella più volte richiamata deliberazione n. 913/2015 della ASL di Cagliari ("la suddivisione in lotti creerebbe sia problemi di disparità assistenziale, sia di difficoltà nel governo del servizio tanto sotto il profilo assistenziale e terapeutico quanto sotto quello delta gestione e rendicontazione, e, infine, moltiplicherebbe i costi di gestione"), la struttura legislativamente prevista per garantire l'assistenza domiciliare integrata è il distretto (articolo 3 quinquies, comma 2, lettera e) del decreto legislativo n. 502 del 1992, e successive modifiche ed integrazioni), anche in base alla semplice valutazione che si tratta di servizi di prossimità al cittadino e per questa sola ragione sconsigliano qualsiasi forma di accentramento gestionale che li allontani dai fruitori finali;
- la suddivisione in lotti della gara per l'affidamento del servizio di assistenza domiciliare integrata corrispondenti ai distretti in cui è articolata la ASL di Cagliari non creerebbe in alcun modo "problemi di disparità assistenziale" posto che i requisiti e le prestazioni richieste possono ben essere uniformi in ciascun distretto, così come risultano assolutamente inconferenti tutte le altre osservazioni addotte per giustificare la scelta del lotto unico,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale al fine di sapere se siano a conoscenza del fatto che:
1) la ASL di Cagliari, con deliberazione del commissario straordinario n. 913 del 16 luglio 2015, ha indetto una procedura aperta per l'affidamento del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI), della durata di due anni, eventualmente rinnovabile per un anno, in unico lotto, con il criterio di aggiudicazione dell'offerta più vantaggiosa e per un importo complessivamente e presuntivamente valutato ai fini dell'articolo 29, comma 1, del decreto legislativo n. 163 del 2006, in euro 37.726.845, IVA esclusa;
2) i documenti di gara prevedono specifici requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa che devono essere posseduti obbligatoriamente dal concorrente ed in particolare un fatturato d'impresa pari a 1,5 volte il valore del lotto, che, ai sensi del capitolato speciale d'appalto, in caso di raggruppamenti temporanei, consorzi ordinari di concorrenti, aggregazioni tra imprese aderenti al contratto di rete e GEIE, di cui rispettivamente all'articolo 34, comma 1, lettere d), e), e-bis) ed f), del decreto legislativo n. 163 del 2006 dovrà essere posseduto, a pena di esclusione, da ciascun componente dell'operatore plurisoggettivo;
3) la combinazione delle scelte operata dalla ASL di Cagliari (lotto unico e fatturato d'impresa pari ad 1,5 volte il valore del lotto) determina una indebita e consistente limitazione dell'accesso alla procedura di gara in argomento sia in termini generali sia con particolare riguardo al sistema di imprese e operatori sardi che ha maturato nel tempo significative esperienze e professionalità nello specifico settore socio-sanitario domiciliare, impiegando nel complesso oltre mille unità;
4) la struttura legislativamente prevista per garantire l'assistenza domiciliare integrata è il distretto (articolo 3 quinquies, comma 2, lettera e) del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni) e la ASL Cagliari risulta tuttora articolata in cinque distretti;
chiede, altresì, di conoscere se le SS.LL. interrogate:
1) ritengano legittima o quanto meno opportuna la scelta di affidare in unico lotto l'intero servizio di assistenza domiciliare integrata della ASL di Cagliari secondo le modalità ed i requisiti testé richiamati;
2) valutino positivamente il fatto che l'anzidetta scelta determini una indebita e consistente limitazione dell'accesso alla procedura di gara in argomento sia in termini generali sia con particolare riguardo al sistema di imprese e operatori sardi del settore;
3) abbiano valutato trascurabile la previsione di cui all'articolo 3 quinquies, comma 2, lettera e), del decreto legislativo n. 502 del 1992, e successive modifiche ed integrazioni, giusta la quale la struttura legislativamente prevista per garantire l'assistenza domiciliare integrata è il distretto;
4) non ritengano di dover intervenire perché la procedura aperta bandita dalla ASL Cagliari per l'affidamento dell'assistenza domiciliare integrata sia immediatamente revocata in autotutela onde consentire una programmazione del servizio che ne affidi la gestione ai distretti con la conseguente ridefinizione della gara in lotti corrispondenti, ripristinando altresì una più ampia accessibilità alla procedura anche al fine di tutelare il sistema delle imprese e degli operatori sardi del settore socio-sanitario domiciliare. (491/A)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sull'emergenza causata dall'ondata di maltempo che ha colpito alcuni comuni della Sardegna, nella fascia centro-occidentale, nella giornata del 4 settembre 2015.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- nel primo pomeriggio del 4 settembre 2015, in un brevissimo arco temporale, si sono verificati straordinari fenomeni meteorologici caratterizzati da forti venti, piogge abbonanti, violente grandinate e trombe d'aria che hanno causato gravissimi danni su diversi comuni della Sardegna nella fascia centro-occidentale, zone territoriali della Marmilla, dell'Alta Marmilla, della Trexenta e del Medio Campidano, in particolar modo nei comuni di Isili, Serri, Orroli, Nurri, Mandas, Escolca, Arbus, Mogoro, Terralba e altri ancora;
- tali fenomeni hanno causato ingenti danni ai privati cittadini e alle Amministrazioni comunali, interessando sia centri abitati che le campagne, con danneggiamenti a coperture di abitazioni, infrastrutture e opere per la distribuzione dell'energia elettrica e dell'illuminazione pubblica, perdita del raccolto, devastazione di capannoni, danneggiamenti a mezzi agricoli, ai capi di bestiame e altro ancora;
- i comuni colpiti dalla violenta ondata di mal tempo, attraverso i servizi di Protezione civile, il volontariato garantito dai cittadini e dalle associazioni presenti nel territorio, hanno dato luogo ai primi importantissimi interventi per ripristinare i normali livelli di sicurezza del territorio;
- diverse amministrazioni comunali hanno dichiarato lo stato di calamità naturale, procedendo, inoltre, alla stima dei danni, al momento non ancora calcolabili;
- così come dichiarato nelle note stampa rilasciate da alcuni amministratori locali dei comuni colpiti dal mal tempo e da quanto appreso dai quotidiani regionali, i settori più colpiti dal violento fenomeno meteorologico sono l'agricoltura e l'allevamento;
accertato che nei comuni investiti dalla violenta e improvvisa ondata di mal tempo, gli imprenditori agricoli hanno assistito alla perdita quasi totale del raccolto, con conseguenze sul reddito per l'esercizio in corso e in alcuni casi per gli esercizi futuri;
DATO ATTO CHE:
- i settori dell'agricoltura e dell'allevamento sono già in forte sofferenza, anche a causa dei ritardi sull'erogazioni dei finanziamenti legati alla linea PSR e sui rimborsi legati alla "lingua blu";
- le Amministrazioni comunali colpite, già fortemente limitate nella spesa, prive di risorse economiche e strette nella morsa denominata "patto di stabilità", non possono far fronte autonomamente a ripristinare i danni causati dall'evento disastroso di cui all'oggetto;
CONSTATATO CHE occorre intervenire con immediatezza per far fronte all'emergenza venutasi a creare,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'agricoltura e della riforma agro-pastorale e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:
1) quali iniziative e interventi intendano programmare per far fronte all'emergenza causata dall'ondata di maltempo che ha colpito alcuni comuni della Sardegna nella giornata del 4 settembre 2015;
2) l'ammontare delle risorse economiche disponibili per far fronte all'emergenza e per l'attuazione dei programmi e interventi di cui al punto precedente;
3) il crono-programma degli interventi e la stima dei tempi di intervento, valutati per la risoluzione dell'emergenza e per il sostengo alle Amministrazioni comunali e aziende private colpite dai fenomeni meteorologici del 4 settembre 2015. (492/A)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla moria di pesci nello stagno di Capoterra, in località Su Castiau, nello sbocco a mare del Maramura.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE si segnala da ormai diverse settimane una continua moria di pesci nello stagno di Capoterra, all'altezza del ponte in località Su Castiau, nello stretto sbocco a mare del Maramura, con orate, muggini e altre specie che sono condannate alla morte in mezzo a pozzanghere fangose ed alla sterminata quantità di sabbia che si è accumulata sul fondale con i detriti fangosi;
ACCERTATO che pare che il fenomeno si sia registrato in seguito alla marea di detriti e fango che sono stati trasportati nel corso d'acqua, ostacolando il deflusso delle acque provocando una scarsa circolazione; una situazione che, di fatto, è stata provocata dai recenti eventi alluvionali che negli ultimi anni hanno colpito la zona di Capoterra e dintorni, andando a produrre un dissesto idrogeologico senza precedenti;
rilevato che ormai gli stessi canali che sboccano nel tratto di mare - si prenda come esempio il Rio Santa Lucia - sono praticamente invasi ed ostruiti da canne, tronchi e residui che inevitabilmente vengono trasportati verso lo specchio d'acqua in occasione di nubifragi ed eventi alluvionali;
VALUTATO che, per assicurare una migliore circolazione dell'acqua, basterebbe una costante pulizia dei corsi d'acqua e un periodico monitoraggio dei fondali, visto che in mezzo allo stagno negli ultimi tempi sono sorti degli isolotti creati dalla grande quantità di residui fangosi trasportati;
annotato che sarebbe peraltro compito della Regione salvaguardare e tutelare la fauna ittica, con interventi di manutenzione delle acque finalizzati a produrre le condizioni ideali per mantenere in vita i pesci che abitano l'ambiente marino dell'area;
dato atto che la continua ed ininterrotta moria di pesci costituisce un danno enorme per le cooperative di pescatori che operano nel territorio, da qualche tempo costrette a fronteggiare un calo consistente della produzione e addirittura a spostarsi verso altre zone costiere del sud Sardegna; il progressivo prosciugamento dello stagno limita infatti in modo considerevole l'attività delle cooperative ittiche, che da tempo lamentano un declino e l'impossibilità di un prelievo che assicuri la sopravvivenza economica; molte famiglie si trovano così sul lastrico, considerato che l'attività ittica rappresenta l'unica fonte di reddito;
APPRESO che la situazione nello specchio acqueo potrebbe creare un pericolo igienico-sanitario di enorme portata anche per tanti cittadini che transitano sulla strada statale 195, visto che il tratto di mare si affaccia sulla carreggiata;
CONSTATATO inoltre che il fenomeno sta producendo un disastro ambientale senza precedenti, visto che nel giro di pochi anni - senza un intervento immediato - potrebbe determinare il disseccamento dello stagno e portare alla scomparsa di un habitat naturale di pregio per Capoterra e l'intero hinterland cagliaritano;
OSSERVATO che, dunque, sarebbe opportuno un immediato intervento della Regione per riportare lo stagno allo stato originario, evitando e scongiurando l'ininterrotta moria di pesci dell'ultimo periodo;
SOTTOLINEATO peraltro che lo stretto sbocco a mare sul Maramura, sotto il ponte de Su Castiau, rappresenta non solo una fonte di reddito per i pescatori, ma anche una cartolina per i turisti che possono ammirare uno spettacolo naturalistico senza eguali grazie alla fauna della zona;
RIMARCATO che si considera come irrinunciabile l'esigenza di garantire il recupero ambientale e paesaggistico dello stagno con il tratto a mare, assicurando la sopravvivenza delle specie ittiche che popolano lo specchio d'acqua e il prosieguo dell'attività delle cooperative ittiche del territorio,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per:
1) sapere se siano a conoscenza della moria di pesci che è in atto nei pressi dello stagno di Capoterra, all'altezza del ponte Su Castiau, a causa della consistente quantità di detriti e sabbia presente sui fondali;
2) valutare la possibilità di una verifica immediata del fenomeno a cura dei tecnici degli enti regionali, per analizzare la possibilità di un intervento volto ad arginare il preoccupante fenomeno;
3) conoscere l'effettiva portata di tale fenomeno sulle cooperative di pescatori presenti sul territorio;
4) verificare la possibilità di salvaguardare l'habitat naturale, con un intervento di dragaggio che riporti la circolazione delle acqua al suo naturale ciclo evitando la morte per asfissia dei pesci;
5) esaminare l'opportunità di un intervento volto ad evitare il continuo dissesto idrogeologico, con la manutenzione e la pulizia dei canali della zona e, in particolare, del Rio Santa Lucia. (493/A)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave carenza di personale presso l'Unità operativa di radiologia dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri - ASL di Sassari, a seguito delle disposizioni alle aziende sanitarie in materia di contenimento della spesa per il personale, di cui alla deliberazione n. 43/9 del 1° settembre 2015.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- sono stati praticamente cancellati dalla dotazione, senza alcuna valida giustificazione, 2 posti di tecnici sanitari di radiologia medica (TSRM), dei quali uno, inspiegabilmente, munito addirittura di regolare autorizzazione all'assunzione, da parte della Direzione;
- il ritardo nell'attivazione delle procedure di assunzione dei TSRM dalla graduatoria di Olbia, peraltro limitata, a fronte di una perdita di 3 unità, all'assunzione di una sola unità, ha determinato una grave carenza di personale presso l'unità operativa di radiologia dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri - ASL di Sassari;
- con la deliberazione n. 43/9 del 1° settembre 2015, la Giunta regionale ha dato avvio a una drastica riduzione delle assunzioni per il personale dipendente, attraverso il blocco parziale del turnover del personale dirigente dipendente, dipendente o con altro rapporto di lavoro, il blocco totale del turnover del personale amministrativo e tecnico, il divieto di acquisizioni di personale tramite mobilità in entrata nell'ambito del comparto sanità e, altresì, il blocco di tutte quelle tipologie di reclutamento ex novo di personale che comportino un incremento di spesa a carico del SSR;
CONSIDERATO che:
- le limitazioni della sopracitata deliberazione sono previste nelle more della conclusione dei processi di riorganizzazione e riordino del servizio sanitario regionale di cui alla legge regionale del 17 novembre 2014, n. 23;
- la carenza di personale presso l'unità operativa di radiologia (radiologia convenzionale, Tac, ecografia e risonanza magnetica) dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri non permette di garantire un'adeguata continuità assistenziale ai pazienti in cura, oltre che alle necessarie condizioni di sicurezza per le urgenze radiologiche, situazione destinata ad aggravarsi alla scadenza del contratto di 2 dirigenti medici al 31 dicembre 2015;
- il perdurare di tali condizioni di carenza di personale renderà inevitabile la riduzione dell'attività radiologica attraverso la chiusura alternata, nell'arco della settimana, delle sezioni di senologia, Tac e risonanza magnetica;
VALUTATA:
- la grave situazione di disagio dei pazienti, derivante dalla rimodulazione dei turni di servizio e, soprattutto, dall'impossibilità dell'unità operativa di mantenere gli impegni assunti all'atto delle prenotazioni dirette o mediante CUP;
- la necessità di dover garantire un tempestivo intervento in sicurezza per le situazioni di urgenza radiologica,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) sia ammissibile una dotazione organica di soli 8 TSRM e di 7 dirigenti medici in una struttura come quella di Ozieri, dove vengono svolte le seguenti attività:
a) radiologia convenzionale;
b) tomografia computerizzata;
c) ecotomografia;
d) senologia;
e) risonanza magnetica con apparecchio da 1,5 TESLA e, in presenza dell'unico reparto di Neurologia dell'Asl 1;
f) radiologia interventistica (è divenuto il centro di riferimento di vertebroplastica del Nord Sardegna);
2) sia opportuna una seria rivalutazione dell'organico tecnico e medico basato sull'effettivo fabbisogno assistenziale e non su valutazioni esclusivamente contabili e di bilancio, peraltro probabilmente errate e/o non documentate;
3) sia opportuna un'autorizzazione in deroga ai vincoli di cui alla deliberazione n. 43/9 del 1° settembre 2015, per procedere alla chiamata immediata di 3 TSRM e per indire, nel più breve tempo possibile, il bando di mobilità per la copertura di n° 3 posti di dirigente medico di radiodiagnostica. (494/A)
Interrogazione Carta, con richiesta di risposta scritta, sulla decisione di effettuare in concomitanza di Bitas 2015 la 36° edizione del Turisport.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- nei giorni 2, 3 e 4 ottobre si svolgerà a Dorgali e Calagonone la quinta edizione della Borsa internazionale del turismo attivo in Sardegna - Bitas 2015;
- la BITAS rappresenta ogni anno la naturale continuazione dell'attività di crescita del turismo attivo con l'obiettivo di favorire l'incontro tra offerta turistica sarda e domanda nazionale e internazionale nell'ambito del turismo attivo.
- la BITAS è l'unica manifestazione sul turismo di valenza internazionale organizzata dalla Regione con un impegno finanziario e organizzativo rilevante;
- viene coinvolto anche il comune ospitante che a sua volta profonde risorse umane e finanziarie per consentire il miglior risultato possibile;
- del pari è coinvolta con un impegno finanziario anche la Camera di commercio di Nuoro;
- gli operatori del territorio sono impegnati, a loro volta, in termini finanziari e organizzativi con il pieno coinvolgimento delle loro strutture e loro personalmente con tutte le risorse aziendali;
- per le zone interne rappresenta un'occasione unica per la loro promozione e proiezione verso l'esterno anche grazie alla presenza e all'accreditamento di numerosi giornalisti di importanti testate italiane ed estere;
- la Provincia di Nuoro attraversa una delle più gravi crisi della sua storia con interi comparti in sofferenza, con migliaia di operai senza lavoro, con famiglie impossibilitate a garantire un futuro ai loro figli, con aziende che chiudono, altre che sono in procinto di chiudere, senza alcuna speranza che faccia intravedere un qualche segnale di ripartenza dell'economia;
- la BITAS 2015 non è il rimedio, ma solo un contributo che si vuol dare nell'importantissimo settore economico del turismo, incentrato sulle risorse ambientali, territoriali e culturali di questo territorio;
- l'impegno verso questi territori da parte della Regione è stato ampiamente testimoniato durante incontri istituzionali alla presenza del Presidente Pigliaru e altri assessori regionali al seguito, nei quali si è confermata l'attenzione della Regione verso questa particolare zona della Sardegna;
- seppur in sofferenza la situazione dell'area di Cagliari è ben diversa e gli operatori di questa non sono in sofferenza come gli altri;
- in questa situazione sembra il minimo istituzionalmente dovuto "proteggere" anche le iniziative che si vanno a svolgere nella Provincia di Nuoro tanto più quando a pagare e a sponsorizzare è la Regione;
VISTA la recentissima decisione del consiglio di amministrazione dell'Ente fiera della Sardegna di programmare in concomitanza della Bitas 2015 anche l'edizione del Turisport 2015 già prevista per la settimana successiva alla Bitas;
CONSIDERATO che:
- l'iniziativa viene così descritta: dal 2 al 4 ottobre Cagliari ospita la 36° edizione del Turisport, il salone dello sport, motori, attrezzature sportive, promozione turistica, fitness, wellness, animazione, pratica sportiva;
- la Bitas è la principale esposizione internazionale del turismo in Sardegna, specializzata nel turismo attivo uno dei settori a maggiore crescita per l'Isola; è l'unico marketplace B2B dove i buyer internazionali possono incontrare tutti gli operatori dell'offerta locale; ma Bitas è anche seminari di formazione su temi di attualità del mercato del turismo attivo; Bitas è organizzato come un evento laboratorio, e mira a stabilire rapporti commerciali tra tour operator internazionali e le società sarde coinvolte nel turismo locale;
- come appare evidente, fra le due manifestazioni vi è un'affinità di temi, di proposte e di soggetti destinatari;
- prevedere contemporaneamente due iniziative di questa rilevanza appare una decisione definibile eufemisticamente inopportuna;
- questa decisione può a buon diritto considerarsi un atto di arroganza di un consiglio di amministrazione totalmente avulso dalla realtà quotidiana della Sardegna, che nulla ha fatto, sta facendo e sicuramente farà per migliorare le sorti della nostra terra;
- questa iniziativa contrasta con ogni e qualunque proposito di sostegno verso le zone interne della Sardegna;
- non può un consiglio di amministrazione, tra l'altro soggetto ad un commissario nominato dalla Giunta regionale, assumere decisioni di questa portata senza un preliminare raccordo e accordo con l'istituzione massima sarda che investe in queste iniziative;
RITENUTO che la decisione di anticipare il Turisport 2015 sia denunciare a nome di tutti i sindaci e amministratori della Sardegna centrale che hanno il diritto alla tutela quanto meno nella calendarizzazione di eventi di regia regionale di rilevanza come la Bitas,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere:
1) se la decisione di anticipare il Turisport e fissarlo in concomitanza con la Bitas 2015 era nota a questo Assessorato;
2) se si, quale ruolo ha avuto l'Assessorato regionale in questa decisione;
3) se codesto Assessorato investe risorse nella manifestazione Turisport;
4) se condivide l'inopportunità di svolgere due manifestazioni di questa portata negli stessi giorni;
5) se si, come intenda intervenire per modificare questa decisione. (495/A)
Interrogazione Rubiu - Oppi - Tatti - Pinna, con richiesta di risposta scritta, in merito all'emergenza provocata dai nubifragi e dalla tromba d'aria che ha colpito diversi centri di Marmilla, Trexenta, Oristanese e Sarcidano, lo scorso 4 settembre, con richiesta urgente stato di calamità naturale.
I sottoscritti,
PREMESSO che lo scorso 4 settembre parecchi centri della Sardegna, dalla Trexenta al Medio Campidano sino al Sarcidano e alla Marmilla, per poi allargarsi all'Oristanese, sono stati colpiti da un violento nubifragio, accompagnato da una bufera causata da una tromba d'aria, da grandinate di grandi proporzioni e forti piogge, che ha provocato diversi danni nelle aree urbane e nelle zone rurali dell'Isola, mettendo in ginocchio intere famiglie, le attività produttive e il comparto agricolo;
ACCERTATO che:
- in alcuni casi, la grandine, associata a una forte tempesta di vento, ha distrutto alcune case private, numerosi danni alle aziende agricole con tetti e capannoni distrutti, pecore morte, perdita delle scorte, ricadenti nel comune di Mandas, certamente tra i centri più danneggiati;
- ingenti danni si sono registrati nelle campagne di Orroli e Nurri, con danni che hanno interessato, in modo particolare, i vigneti e le piantagioni tipiche del territorio. Disagi anche per alcuni allevamenti sparsi nelle aree rurali. Nelle strade di Mandas e Orroli si rilevano anche danneggiamenti per diverse automobili;
RILEVATO che gli eventi calamitosi hanno riguardato anche le strade che da Pabillonis corrono verso Sardara, con diversi alberi che sono stati sradicati dal forte vento. Danni che si sono mostrati sia nei centri abitati che nelle zone intorno ai paesi. A San Nicolò D'Arcidano sono crollati tre tralicci in ferro dell'alta tensione. Parecchi vigneti sono stati ridotti in malora dalla burrasca;
VALUTATO che diversi disagi sono stati segnalati a Villamar, con danneggiamenti che si sono verificati al parco giochi, al campo sportivo e anche al cimitero. Non basta. Diversi impianti serricoli nelle campagne sono state scoperchiate, mentre gli infissi di molte abitazioni private sono stati rovinati dai chicchi di grandine;
ANNOTATO che una devastazione senza precedenti è stata riportata anche a Las Plassas, con vigne cancellate, boschi di eucaliptus distrutti, tralicci dell'energia elettrica abbattuti, strade rurali impraticabili. Stesso destino è stato segnalato nelle campagne di Guasila e dintorni;
DATO ATTO che la tormenta ha provocato danneggiamenti anche per alcuni allevamenti, con la morte di diverse decine di pecore, nelle campagne di Escolca, dove sono state segnalate distruzioni di strutture pubbliche e private;
APPRESO che analoghi disagi si sono registrati anche a Serri, con parecchie aziende agricole in ginocchio, a Gergei e a Isili, con danni alle civili abitazioni, ad alberi e vigneti;
CONSTATATO che innumerevoli difficoltà, con disagi provocati dalla tempesta, sono stati segnalati anche a Collinas, con il cedimento di alcuni solai e la caduta di alcune tettoie delle abitazioni (alcune delle quali dichiarate inagibili), la caduta di diversi alberi e lo sterminio di gran parte del patrimonio viticolo nelle campagne del paese. Danneggiamenti sono stati registrati, a causa delle forti piogge, anche a Terralba, Mogoro e Isili. Gli imprenditori agricoli in tutti i centri hanno subito la perdita quasi totale del raccolto (in particolare nel settore viticolo), con grandi riflessi sul reddito per l'esercizio in corso e in parte per quello futuro;
DATO ATTO che il comparto dell'agricoltura e della zootecnia è già gravato da una situazione di grande sofferenza, visti i ritardi riguardanti l'erogazione dei finanziamenti del Piano di sviluppo rurale e i rimborsi legati alla lingua blu, oltre al quadro debitorio con gli istituti di credito da parte di parecchie aziende, in seguito al mancato pagamento dei contributi;
OSSERVATO che, dunque, da quanto emerge, la tempesta, con forti piogge, grandinate e vento, ha determinato, per la maggior parte dei casi, danneggiamenti alle coperture delle abitazioni private, guasti alle linee dell'energia elettrica, danni alle infrastrutture rurali (devastazione e distruzione di diversi capannoni, disfacimento delle strade campestri e ad altri impianti di pertinenza agricola), disastri enormi ai vigneti con perdita di gran parte del raccolto viticolo, danneggiamento ai mezzi agricoli e agli allevamenti. Parecchi danni tra l'altro non sono ancora stati calcolati;
SOTTOLINEATO, peraltro, che le associazioni di categoria agricole regionali e diversi comuni hanno già sollecitato provvedimenti utili a mettere in moto il risarcimento danni agli agricoltori, già afflitti dalla perdurante crisi economica, con il riconoscimento dello stato di emergenza e calamità naturale a seguito della suddetta tempesta che ha colpito diversi centri isolani lo scorso 4 settembre;
RIMARCATO che le amministrazioni comunali e provinciali non riescono a fronteggiare con mezzi ordinari la gravità e l'estensione dei danni provocati dalla tromba d'aria e dai temporali che si sono abbattuti sulla Sardegna anche in seguito ai vincoli del patto di stabilità. Una situazione che ha portato anche l'Anci Sardegna a chiedere l'immediata applicazione dello stato di calamità naturale per le province di Cagliari, Oristano e Medio Campidano, visto che le prime stime inviate dai comuni certificano gravi ripercussioni negative sull'economia delle zone interessate,,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'agricoltura e della riforma agro-pastorale, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica:
1) per sapere quali interventi di sostegno, a imprese agricolo e alle attività produttive, si intendano adottare per fronteggiare la situazione di emergenza, con soluzioni immediate per l'accesso agevolato al credito e l'attivazione di un sostegno alle imprese e alle famiglie in difficoltà (sono ingenti i danni anche alle case di civile abitazione);
2) per valutare se si ritenga opportuno che le banche con sedi, uffici e sportelli in Sardegna attivino le procedure di sospensione del pagamento dei mutui in tutti i territori che siano colpiti da calamità naturali, grandinate, alluvioni;
3) per esaminare di attivare il blocco dei contributi previdenziali dovuti dalle aziende, per almeno dodici mesi, il blocco dei mutui e cambiali agrarie, la sospensione di eventuali procedimenti in essere con Equitalia;
4) per verificare la possibilità di adottare con immediatezza lo stato di calamità naturale per tutti i territori colpiti dalla tempesta in argomento, con l'economia di molti centri in grande sofferenza, visto che è stato messo in ginocchio il settore produttivo;
5) per esaminare il dovuto riconoscimento dei danni ai cittadini colpiti dagli eventi calamitosi alle abitazioni private, alle aziende agricole e al patrimonio rurale e zootecnico, onde sostenere una pronta ripresa dei comparti produttivi isolani, già gravati da grosse sofferenze;
6) per chiedere al Governo di eliminare il patto di stabilità per il 2015 nei comuni colpiti e dove è stata dichiarata lo stato di calamità naturale e di impegnarsi per fare in modo che non si paghi l'IMU agricola per tutti i comuni danneggiati. (496/A)
Interrogazione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul ritardo nella prosecuzione degli interventi finalizzati all'occupazione, al superamento della precarietà ed all'inclusione sociale di cui al Progetto Lavor@bile della Regione.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- la Regione, in attuazione degli obiettivi di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) e della legge regionale 28 ottobre 2002, n. 20 (Istituzione del Fondo regionale per l'occupazione dei diversamente abili), aveva avviato l'azione denominata Lavor@bile;
- tale intervento aveva natura sperimentale e consisteva nell'avviamento al lavoro, presso le province e i relativi centri servizi per il lavoro, di circa 100 disoccupati con disabilità iscritti alle liste speciali di cui alla legge n. 68 del 1999, mediante utilizzo del fondo regionale per i disabili istituito con legge regionale n. 20 del 2002;
- il Progetto Lavor@bile aveva l'obiettivo di offrire la possibilità, a lavoratori disabili, di affrontare un'esperienza lavorativa e professionalizzante della durata di otto mesi all'interno della pubblica amministrazione, capace di incidere sulle condizioni di occupabilità dei partecipanti, e l'obiettivo di supportare le province nell'aggiornamento tempestivo della banca dati del Sistema informativo del lavoro in Sardegna (SIL);
RILEVATO CHE:
- a distanza di due anni dal primo avvio, la Regione comunicò che il Progetto Lavor@bile si stava sviluppando in maniera coerente con le aspettative iniziali e aveva realizzato dei risultati significativi in alcune delle province che avevano utilizzato le risorse a loro disposizione, e che in altre realtà il progetto si stava completando con positivi risultati in termini di produttività e di acquisizione di capacità operative da parte dei diversamente abili;
- la Regione approvò il completamento dell'azione Progetto Lavor@bile deliberando la prosecuzione della sperimentazione in corso e utilizzando ulteriori risorse stanziate mediante un'opportuna variazione di bilancio;
PRESO ATTO CHE:
- l'articolo 29, comma 35, della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015) ha previsto che "al fine di valorizzare l'esperienza professionale dei soggetti disabili già impiegati in progetti sperimentali di inserimento lavorativo di supporto all'aggiornamento del Sistema informativo del lavoro (SIL), nonché in attuazione dell'articolo 35, comma 1, lettera b), della legge regionale n. 2 del 2007, la Regione, in raccordo con gli enti locali, predispone, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, un programma pluriennale per la prosecuzione degli interventi finalizzati all'occupazione, al superamento della precarietà ed all'inclusione sociale di cui al Progetto Lavor@bile, a valere sui fondi europei, nazionali e regionali. Per le finalità di cui al presente comma è autorizzata, per l'anno 2015, la spesa di euro 250.000 (UPB S05.03.004 e UPB S05.03.011).";
CONSIDERATO che a tutt'oggi non risultano avviate, da parte dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, procedure di attuazione della norma relativa al Progetto Lavor@bile, prevista nella legge finanziaria 2015 della Regione;
RITENUTO CHE:
- i circa 100 disoccupati con disabilità avviati al lavoro presso le province e i relativi centri servizi per il lavoro mediante il Progetto Lavor@bile debbano riprendere l'attività lavorativa proseguendo l'opera di supporto presso le province nell'aggiornamento della banca dati del Sistema informativo del lavoro in Sardegna;
- sia indispensabile procedere alla predisposizione del programma pluriennale per la prosecuzione degli interventi finalizzati all'occupazione, al superamento della precarietà ed all'inclusione sociale di cui al Progetto Lavor@bile, previsto dalla legge regionale n. 5 del 2015,
chiedono di interrogare il Presidente dalla Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza della situazione relativa alla mancata applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 29, comma 35, della legge regionale n. 5 del 2015, per la prosecuzione degli interventi finalizzati all'occupazione, al superamento della precarietà ed all'inclusione sociale di cui al Progetto Lavor@bile;
2) quali azioni intendano avviare per procedere alla predisposizione del programma pluriennale per la prosecuzione del Progetto Lavor@bile, previsto dalla legge regionale n. 5 del 2015;
3) quali iniziative intendano porre in essere con estrema urgenza, al fine di permettere ai circa 100 disoccupati con disabilità, avviati al lavoro presso le province e i relativi centri servizi per il lavoro mediante il Progetto Lavor@bile, di riprendere l'attività lavorativa proseguendo l'opera di supporto presso le province. (497/C-2)
Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione delle classi 2a e 3a dell'indirizzo ITAFM - Amministrazione, finanza e marketing, della sede associata di Bono dell'IIS di Ozieri.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- l'inizio dell'anno scolastico, in tante realtà territoriali della nostra regione, si è purtroppo trasformato, per studenti genitori docenti e personale della scuola, nell'inizio di nuove e angoscianti situazioni di diritti negati, tagli e soppressioni, con accorpamenti di classi e soluzioni decise a tavolino, in centri decisionali lontani dalle reali esigenze e dalle reali, crescenti, difficoltà delle persone;
- in questo stato di cose, il comune di Bono, ancora una volta, nonostante le reiterate e legittime richieste della popolazione, si trova ad affrontare la riapertura delle scuole senza le due classi 2a e 3a dell'ITAFM - Amministrazione, finanza e marketing, sede associata dell'IIS di Ozieri;
- a tutt'oggi la Direzione scolastica regionale non ha, infatti, proceduto all'istituzione della classe 2a, con 14 allievi provenienti dalla classe la, tra cui uno studente con insegnante di sostegno, e della classe 3a, con 12 allievi provenienti dalla classe 2a, tra cui uno studente portatore di handicap, 24 ragazzi che all'inizio della scuola, si son visti privati anche materialmente della originaria sede scolastica nel proprio paese;
- l'istituto è stato accorpato, da ormai tre anni, per l'indirizzo di liceo scientifico con IIS "Antonio Segni" e per gli indirizzi di tecnico commerciale e professionale per l'agricoltura e l'ambiente con l'IIS "Enrico Fermi" di Ozieri, sedi, il cui raggiungimento, visti la distanza e i disagi creati dalla precaria rete di trasporti risulta oltremodo difficoltoso, in particolare durante il periodo invernale;
- l'ITAFM rappresenta, per il comune di Bono, uno degli ultimi presidi ancora attivi dello Stato con cui tentare di fronteggiare una crescente dispersione scolastica e gli ancor più crescenti malessere sociale e sensazione di allontanamento e abbandono delle istituzioni;
CONSIDERATO CHE:
- le due classi sono composte da 24 studenti che devono ancora adempiere l'obbligo formativo e, tra loro, uno si trova in situazione di disabilità certificata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che garantisce "priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici", per cui deve essere garantito all'alunno di proseguire il proprio percorso di formazione scolastica;
- la famiglia dell'allievo portatore di handicap si è sempre dichiarata, e continua a dichiararsi, indisponibile a soluzioni di pendolarismo per l'impossibilità di sostenere gli oneri di un quotidiano andata e ritorno da Bono per centri come Ozieri o Buddusò, distanti circa 40 km, e per i comprensibili disagi e problemi che il trasporto ingenera sulle condizioni di salute del proprio figlio;
- la circolare ministeriale n. 34 del 1° aprile 2014 dispone che "debba essere riservata particolare attenzione alle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, riguardanti i comuni montani";
- al comune di Bono, già in data 11 luglio 2014, è stato riconosciuto lo stato di sede disagiata e di isolamento geografico con il decreto di funzionamento delle classi in deroga (prot. n. 5593), emanato dal Dirigente reggente, da cui deriva il diritto alla concessione della richiesta di deroga a favore del funzionamento delle due classi, al fine di consentire agli studenti di concludere l'obbligo formativo;
SOTTOLINEATO che, nell'ipotetica circostanza che i 24 studenti iscritti alle classi 2a e 3a venissero trasferiti presso altre istituzioni scolastiche, si determinerebbe l'esito paradossale che in tali sedi si renderebbe verosimilmente necessario procedere a verosimili sdoppiamenti di classi, in particolare a causa della presenza di un allievo disabile,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport al fine di conoscere se non ritenga necessario, alla luce delle motivazioni suesposte, attivarsi con la massima urgenza presso la Direzione scolastica regionale affinché proceda in tempi rapidi ad autorizzare la concessione in deroga della due classi dell'indirizzo ITAFM - Amministrazione, finanza e marketing, di Bono, al fine di arginare i drammatici fenomeni di dispersione scolastica e disagio sociale, alimentati dal crescente sradicamento dei presidi statali dal territorio. (498/A)
Interrogazione Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di fermare il taglio di 540 ettari di bosco nel compendio di Marganai e porre rimedio ai gravi danni già provocati con il disboscamento di 35 ettari del territorio.
Il sottoscritto,
- mentre sempre più forte si afferma la coscienza universale della "sacralità" dell'albero e dell'inestimabile valore del patrimonio boschivo, rispetto alla tutela e alla preservazione del nostro pianeta, in Sardegna si sta consumando un gravissimo disastro ambientale con il disboscamento già realizzato di 35 ettari di bosco, che dovrebbero diventare 540 in sei anni, all'interno del compendio naturalistico di Monte Linas - Marganai, per ricavarne legna da ardere e materia prima per la produzione di pellet;
- la foresta demaniale di Marganai, la cui superficie totale è di circa 5.560 ettari, rappresenta uno degli ultimi esempi di foresta mediterranea spontanea cresciuta su strati rocciosi formatisi in oltre 600 milioni di anni, un unicum, dal punto di vista naturalistico, per la diffusione di boschi di latifoglie a dominanza di leccio e corbezzolo, con la presenza di numerose specie endemiche, che costituiscono l'habitat per una grande varietà di fauna selvatica, tra cui cervi e mufloni, reintrodotti grazie al programma di ripopolamento intrapreso negli anni '70; un patrimonio ambientale su cui Ente foreste e Comune di Domusnovas nel 2009 hanno predisposto un progetto che prevedeva di radere al suolo 300 ettari di lecceto (diventati 540) di proprietà regionale, acquistati nel 1979 dall'allora Azienda foreste demaniali con fondi pubblici per circa un miliardo di lire;
CONSIDERATO che diverse autorevoli voci del mondo scientifico si sono levate per sollecitare il blocco del progetto, denunciando il pericolo che il taglio della foresta possa causare "nefaste conseguenze" ambientali, con "gravi alterazioni" al terreno, un "incremento del ruscellamento e dell'erosione", la "riduzione della capacità ricostituiva della copertura vegetale", la "scomparsa di alcune delle specie", effetti che, a seguito del disboscamento dei 35 ettari, sono già stati evidenziati nelle valutazioni relative alle direttive europee per la gestione del sito di importanza comunitaria (SIC), compreso nel compendio del Marganai;
- nei giorni scorsi il Corriere della Sera titolava a tutta pagina "La selva preistorica del Sulcis diventa legna da ardere" sottolineando anche lo spreco scellerato di una risorsa inestimabile per un presupposto e risibile ritorno economico proclamato dagli amministratori del Comune di Domusnovas;
- i benefici annunciati sono palesemente illusori ed inesistenti rispetto all'immensità ed irreversibilità del disastro ambientale ed economico prodotto e potenziale, mentre risultano inutilizzati 58 milioni di fondi europei stanziati per il Sulcis e l'Unione europea dispone risorse a favore della salvaguardia delle aree boschive;
- risulta quantomeno antieconomico realizzare un progetto per la produzione di legna da ardere sul compendio del Marganai, ove, anche a non voler considerare il valore del patrimonio boschivo, si considerino esclusivamente i costi finora sostenuti per la sua crescita e tutela;
- risulta ancor più antieconomico ed ingiustificabile il voler finalizzare il taglio di una foresta di grande rilevanza ambientale alla produzione di pellet, prodotto per il quale, come certificano senza alcuna eccezione tutte le aziende produttrici "si esclude il bisogno di tagliare alberi: infatti i costi di una simile operazione renderebbero il prodotto antieconomico e dannoso per l'ambiente";
SOTTOLINEATO che:
- enti regionali che gestiscono risorse pubbliche non possono avvallare progetti basati su scelte anacronistiche e contrarie in primis all'interesse dello stesso territorio che si vorrebbe beneficiare, e che si troverà per primo a subire le conseguenze del dissesto idrogeologico causato dal disboscamento;
- oltre 3.000 cittadini hanno sottoscritto una petizione popolare, rivolta al Presidente della Regione e al Commissario straordinario dell'Ente foreste della Sardegna, con la richiesta di fermare i tagli boschivi nel loro territorio,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) se non ritengano necessario intraprendere urgenti iniziative, nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di porre immediata fine al disboscamento della foresta del Marganai e porre rimedio ai gravissimi danni ambientali già prodotti dalla passata stagione di tagli;
2) quali provvedimenti intendano altresì adottare per scongiurare definitivamente il taglio di 540 ettari di bosco, al fine di evitare le ulteriori e ben più drammatiche conseguenze di un disboscamento di tale portata che determinerebbe la scomparsa di un quarto del patrimonio boschivo del compendio del Marganai, compromettendo gravemente l'intero territorio e con gravi ripercussioni per tutta la Regione. (499/A)
Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi carenze di copertura del servizio 118 nel territorio ricadente nei comuni di Arborea, Terralba, Marrubiu, San Nicolò d'Arcidano e Uras.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- il territorio ricadente nei comuni di Arborea, Terralba, Marrubiu, San Nicolò d'Arcidano e Uras risente di gravi carenze di copertura da parte del servizio 118, costringendo, in alcune fasce orarie, intere comunità a lunghe ed estenuanti attese per avere un servizio di soccorso, compromettendo, spesso in maniera tragica, l'esito dello stesso;
- tale territorio viene servito da alcune associazioni di volontariato, operanti in determinate fasce orarie, non sufficienti alla copertura del servizio;
CONSIDERATO che:
- in passato, lo stesso territorio era servito H24 anche dalla postazione di Arborea che suppliva a ogni esigenza sanitaria di base in convezione con la ASL di Oristano per il servizio 118;
- per effetto del mancato rinnovo della convenzione, per ordine della stessa ASL, tale postazione ha cessato le attività nel settembre 2014 lasciando pertanto scoperto il territorio;
RITENUTO che i tempi di intervento in caso di emergenza all'interno del territorio comunale di Arborea e dei comuni limitrofi sarebbero ampiamente dilatati, non consentendo un'adeguata assistenza al cittadino, a causa della provenienza da centri distanti e della scarsa conoscenza del territorio da parte degli operatori del soccorso di altre postazioni;
CONSIDERATO che i referenti del servizio 118 della locale ASL hanno preso atto delle reali esigenze del territorio, in passato colmate dalla postazione di Arborea centro situata in un punto nevralgico del territorio provinciale;
RILEVATI i gravi accadimenti del periodo estivo in merito a infortuni sul lavoro, incidenti stradali o dovuti alla balneazione che evidenziano le gravi lacune del servizio 118 nella provincia di Oristano;
RITENUTO che l'inerzia da parte dell'ASL per il ripristino della postazione di Arborea, non sia dovuta a problematiche legate al costo del servizio o a mancanza di fondi, visto e considerato che la postazione in questione era già attiva da anni,
chiede di interrogare di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali azioni intendano intraprendere al fine di garantire un'adeguata copertura del servizio 118 per la tutela dei cittadini residenti nel territorio ricadente nei comuni di Arborea, Terralba, Marrubiu, San Nicolò d'Arcidano e Uras. (500/A)
Interrogazione Crisponi con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'erogazione degli assegni di merito a favore dei giovani universitari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la Regione, al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani universitari sardi ed attenuare i gravosi impegni economici delle loro famiglie, attribuisce i cosiddetti assegni di merito ai sensi della legge regionale n. 3 del 2008;
VALUTATO che il bando relativo a tale dispositivo è stato pubblicato nell'ormai lontano 2013;
CONSIDERATO che agli studenti beneficiari dovrebbero essere attribuiti assegni per un importo fondamentale e effettivamente irrinunciabile per il sereno prosieguo degli studi universitari stante il perdurare della grave crisi economica che colpisce in particolare le famiglie del territorio regionale;
TENUTO CONTO che paiono inutili e penosi tutti i sotterfugi finora utilizzati dalla Regione per venir meno al doveroso impegno nei confronti dei giovani meritevoli degli assegni;
PRESO ATTO che è quanto mai urgente e indifferibile l'avvio dei pagamenti come previsto dalle determinazioni regionali del settembre 2013 e giugno 2014 adottate dal competente Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se siano a conoscenza delle situazioni di disagio e preoccupazione in capo ai giovani studenti e alle loro famiglie;
2) per quale motivo non si sia ancora energicamente intervenuti per censurare l'indecoroso ritardo nella definizione dell'iter burocratico e nella pubblicazione delle graduatorie definitive;
3) quale sia il termine ultimo previsto per l'avvio dei pagamenti a favore degli studenti meritevoli. (501/A)
Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, relativa alla nomina a direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna di soggetto già in quiescenza retribuita alla data di attribuzione del suddetto incarico adottata in violazione delle vigenti norme.
I sottoscritti,
PREMESSO che l'articolo 5, comma 9, del disegno di legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica), convertito nella legge n. 135 del 2012, così come modificato dal decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, nella legge 11 agosto 2014, n. 114, recante norme relative agli incarichi conferiti a soggetti in quiescenza, ha introdotto il divieto, che trova applicazione a tutte le amministrazioni pubbliche, così come chiarito dalla circolare n. 6/2014 del 4 dicembre 2014 del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di conferire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza, nonché di attribuire agli stessi soggetti incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni pubbliche;
ACCERTATO che la norma citata dispone che simili incarichi dirigenziali e direttivi possano essere conferiti a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile;
PREMESSO, altresì, che il comma 2 dell'articolo 6 del decreto legge n. 90 del 24 giugno 2014 prevede che le disposizioni in esso contenute trovano applicazione agli incarichi conferiti a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto medesimo, e cioè dal 25 giugno 2014;
RILEVATO che, con deliberazione della Giunta regionale n. 21/19 del 6 maggio 2015 e con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 66 dell'8 giugno 2015, è stato conferito l'incarico di direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna a soggetto già in quiescenza retribuita alla data di attribuzione del suddetto incarico, in palese violazione dell'espresso divieto previsto dalle norme positive in commento;
RILEVATO, altresì, che l'incarico di Direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna è stato conferito a titolo oneroso, così come risulta dal contratto di diritto privato allegato alla deliberazione della Giunta regionale n. 21/19 del 6 maggio 2015, che prevede un compenso annuo di euro 123.950,40;
CONSIDERATA la gravità della violazione del divieto a presidio del quale la circolare n. 6/2014 del 4 dicembre 2014 del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha precisato che nell'applicazione delle nuove disposizioni le amministrazioni dovranno evitare comportamenti elusivi finalizzati all'aggiramento della norma imperativa e atteso che il soggetto nominato ha dichiarato l'assenza di cause di inconferibilità dell'incarico,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) per quali ragioni la Giunta regionale e il Presidente abbiano adottato rispettivamente la deliberazione della Giunta regionale n. 21/19 del 6 maggio 2015 e il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 66 dell'8 giugno 2015, con i quali è stato conferito l'incarico di Direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna a soggetto già in quiescenza retribuita alla data di attribuzione del suddetto incarico, in palese violazione dei divieti di legge;
2) entro quale termine l'Amministrazione regionale intenda porre rimedio alla grave violazione, annullando in autotutela i suddetti atti, procedendo a una nuova attribuzione dell'incarico di Direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, nel rispetto delle disposizioni normative sopra richiamate e recuperando i compensi eventualmente percetti in modo indebito. (502/A)
Interrogazione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla situazione inerente al bando per l'ammissione ai finanziamenti previsti dalla Misura 126 del PSR 2007/2013 per il ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e l'introduzione di adeguate misure di prevenzione.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- con la determinazione n. 981/19 del 21 gennaio 2014 a firma del dirigente del Servizio strutture della Direzione generale dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, è stato approvato il bando per l'ammissione ai finanziamenti previsti dalla Misura 126 del PSR 2007/2013;
- l'intervento è rivolto a ripristinare il potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e introduzione di adeguate misure di prevenzione, in particolare riferito all'evento calamitoso del 18 novembre 2013 (Ciclone Cleopatra);
DATTO ATTO CHE:
- la determinazione n. 1856 del 18 aprile 2014, a firma del direttore dell'Area di coordinamento dell'agenzia regionale ARGEA, ha approvato la graduatoria unica regionale finanziando n. 317 domande sulla base dell'importo dell'aiuto richiesto, relativamente alla dotazione finanziaria destinata al bando 2014 della Misura 126 ammontante a trenta milioni di euro;
- la stessa determinazione n. 1856 del 18 aprile 2014 considerava che le risorse disponibili non erano sufficienti a finanziare tutte le 1.248 domande ritenute ammissibili, decretando di fatto che 931 domande ammissibili non erano finanziabili per insufficienza di risorse finanziarie;
RILEVATO CHE:
- il decreto n. 556/DecA/9 del 17 giugno 2014 a firma dell'Assessore regionale dell'Agricoltura e riforma agro-pastorale autorizzava l'agenzia ARGEA Sardegna a richiedere il progetto esecutivo a tutte le ditte positivamente inserite nella graduatoria unica della misura 126, ma non finanziabili per carenze di risorse;
- alle ditte interessate, come disposto all'articolo 2 del decreto succitato, è stato richiesto, dall'Agenzia ARGEA Sardegna, di presentare il progetto esecutivo entro e non oltre trenta giorni dal ricevimento della richiesta;
CONSIDERATO che:
- i progetti di dettaglio sono stati presentati nel mese di agosto 2014;
- i suddetti progetti sono stati assegnati per la relativa istruttoria e per i sopralluoghi ai tecnici delle agenzie regionali ARGEA e LAORE a partire dalla fine del mese di ottobre 2014;
- a causa di complessità varie e in particolare per intralci burocratici, dette operazioni sono state ultimate, per molte ditte, solamente nel mese di giugno 2015;
- anche a fronte delle tantissime difficoltà burocratiche, circa 700 aziende agricole sono riuscite ad ottenere l'approvazione del progetto e la possibilità di richiedere, come previsto, una anticipazione dell'importo approvato;
- i lavori dovranno essere eseguiti entro il mese di ottobre 2015;
- risulta che ad oggi nessuna della aziende agricole ha ricevuto la liquidazione dell'anticipazione spettante, causando la sospensione dei lavori di ripristino per mancanza di disponibilità finanziaria;
RITENUTO CHE:
- sia indispensabile concedere una proroga alla scadenza dei termini di esecuzione dei lavori per permetterne il completamento;
- sia opportuno verificare la possibilità di prorogare i termini per la rendicontazione sino al 31 dicembre 2016;
- si debba procedere immediatamente alla liquidazione di tutte le anticipazioni degli importi approvati,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:
1) se siano a conoscenza della situazione inerente al bando per l'ammissione ai finanziamenti previsti dalla Misura 126 del PSR 2007/2013 per il ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e l'introduzione di adeguate misure di prevenzione;
2) quali azioni intendano avviare per procedere alla liquidazione delle anticipazioni degli importi alle circa 700 aziende agricole che hanno ottenuto l'approvazione del progetto;
3) quali iniziative intendano porre in essere con estrema urgenza, al fine di permettere alle aziende agricole di ottenere la proroga della scadenza dei termini di esecuzione dei lavori e per la rendicontazione. (503/A)
Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di procedere alla revoca della deliberazione n. 43/15 del 1° settembre 2015.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- con la deliberazione n. 43/15 del 1° settembre 2015, "Ripartizione delle risorse alle ASL della Sardegna per la profilassi vaccinale obbligatoria contro la febbre catarrale degli ovini (blue tongue) e prosecuzione della campagna vaccinale", l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con atto d'imperio, decide di prolungare di un mese la campagna vaccinale coattiva, prevista dal decreto dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 22 del 10 settembre 2014, avente a oggetto "Profilassi vaccinale obbligatoria contro la febbre catarrale degli ovini. Adempimenti periodo 2014-2015";
- il decreto n. 22/2014 prevede, per gli allevatori che si siano sottratti all'esecuzione, sia la perdita degli indennizzi previsti dalla legge per danni causati dal focolaio di malattia, sia una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 258,23 a un massimo euro 1.291,14;
- all'articolo 8, inoltre, stabilisce che il sindaco, in qualità di autorità sanitaria locale, su richiesta dell'Asl competente debba procedere "all'emanazione di apposita ordinanza contingibile e urgente, al fine dell'effettuazione coattiva della profilassi vaccinale";
- una parte del mondo allevatoriale si oppone alla vaccinazione coattiva, rinunciando preventivamente ai relativi risarcimenti, non per motivi velleitari, ma per scelta cosciente e ponderata di obiezione all'obbligo vaccinale;
- si tratta, in alcuni casi, di allevatori che non avendo mai sottoposto le proprie greggi alla profilassi per la lingua blu, hanno evitato le stragi causate dal vaccino-killer, anche quello obbligatorio e imposto con misure coercitive e possono documentare che il proprio patrimonio zootecnico è rimasto immune dalla gravissima epizoozia;
EVIDENZIATO CHE:
- l'ulteriore proroga assunta con deliberazione n. 43/15, che fa slittare, per ora al 30 settembre, la chiusura della campagna vaccinale sta alimentando il gravissimo malessere nel mondo agro-pastorale, già ingenerato dal carattere coattivo dei provvedimenti emanati dall'Assessore regionale;
- una politica sanitaria basata sulla coercizione e che ancora, a distanza di oltre un anno dal decreto n. 22/2014 è costretta a ricorrere ad atti coercitivi, è una politica che nel tempo trascorso non ha acquistato il consenso e la fiducia del comparto che deve governare e non sottomettere;
- la pastorizia sarda, memore di politiche sanitarie che hanno causato nel recente passato enormi perdite e danni irreversibili sull'intero patrimonio zootecnico regionale, ha diritto di partecipazione e condivisione nelle scelte che decidono del proprio presente e del proprio futuro;
- l'imposizione rivolta ai sindaci rischia, inoltre, di innestare un gravissimo inasprimento dei rapporti tra il mondo agropastorale e le istituzioni locali, di cui il sindaco è il primo e più diretto rappresentante e primo portatore degli interessi della comunità;
SOTTOLINEATO CHE:
- la motivazione alla base della proroga di cui alla citata deliberazione n. 43/15 per cui "condizioni meteo climatiche dei mesi di settembre-ottobre favoriscono l'aumento delle densità degli insetti vettori, così come osservato nel corso della maggior parte delle epidemie" conferma, ove residuasse un margine di dubbio, la scarsa ponderazione e l'insufficiente programmazione della politica sanitaria regionale;
- non si comprende quale sia l'elemento innovativo alle origini di una proroga, motivata da dati già noti nella fase di emanazione del decreto n. 22/2014;
- la mancanza di una scadenza certa e indifferibile in un provvedimento a carattere coercitivo, che invece ha dato dimostrazione di poter essere prorogato per tempi indefiniti con motivazioni velleitarie, genera comprensibili ripercussioni sociali, oltre ai gravi disagi connaturati alle interferenze esterne nella conduzione delle aziende zootecniche coinvolte nella campagna vaccinale, tardivamente rispetto alla scadenza sancita dal decreto n. 22/2014 ed estremamente problematica rispetto al calendario che regola la vita agropastorale;
- la cultura millenaria che ha consentito alla nostra isola di conservare un patrimonio zootecnico unico al mondo, deve tornare a essere protagonista e non più soggetto passivo e coattivo delle scelte della politica sanitaria e agricola regionale,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se si voglia valutare il gravissimo malessere ingenerato dalla deliberazione n. 43/15 del l° settembre 2015, con il pesante rinvio della chiusura della campagna vaccinale obbligatoria per la lingua blu al 30 settembre, che alimenta malessere e tensione sociale nel mondo produttivo agropastorale costretto a subire politiche regionali non condivise;
2) se, alla luce di quanto esposto, non ritengano necessario procedere alla revoca della deliberazione in oggetto, avviando al contempo le azioni necessarie a realizzare l'indispensabile interazione tra sistema sanitario regionale e organizzazioni di categoria e allevatori sardi. (504/A)
Interrogazione Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione dell'ordine del giorno del Consiglio regionale del 6 maggio 2015, n. 40, sulle problematiche relative al servizio e alla gestione del trasporto marittimo infraregionale.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- con la legge 20 novembre 2009, n. 166, che convertiva il decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, era stato stabilito il trasferimento della Sardegna regionale marittima (Saremar) Spa, a titolo gratuito, dallo Stato alla Regione e, specificamente, nell'articolo 19 ter si stabiliva, tra le altre cose, che la Saremar sarebbe dovuta essere privatizzata in conformità alle disposizioni nazionali e comunitarie vigenti in materia, attraverso procedure di gara aperte, non discriminatorie, atte a determinare un prezzo di mercato, che potevano riguardare sia l'affidamento dei servizi marittimi sia l'apertura del capitale ad un socio privato;
- la Saremar Spa, essendo stata interessata da una procedura di infrazione per illegittimi aiuti di Stato in seguito alla decisione della Commissione europea (relativa al contributo ex legge regionale n. 15 del 2012, articolo 1, comma 3, per i collegamenti Sardegna-Continente e all'aumento del capitale sociale del luglio 2012) che ha imposto la restituzione di circa 11 milioni di euro, in data 15 gennaio 2015 è stata ammessa dal Tribunale di Cagliari al concordato preventivo liquidatorio, per il quale aveva presentato domanda;
- le procedure previste dalla citata legge n. 166 del 2009, relative alla privatizzazione della Saremar Spa, hanno dovuto subire una battuta d'arresto in forza della procedura di infrazione comunitaria e del concordato preventivo liquidatorio;
- in ogni caso, permane l'interesse primario di salvaguardare i livelli occupativi diretti e indiretti della Saremar Spa e i servizi di collegamento da e per Carloforte e La Maddalena alla Sardegna, sia per i residenti che per i turisti;
TENUTO CONTO che in data 6 maggio 2015 il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegnava il Presidente della Regione e la Giunta regionale:
a) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti finalizzati ad evitare la privatizzazione totale del servizio e della gestione del trasporto marittimo infraregionale e/o mantenere pubblica la proprietà, in particolare riconoscendo la funzione sociale del trasporto marittimo con le isole minori e la necessaria permanenza del servizio in ambito pubblico;
b) ad aprire un tavolo tecnico di confronto e coordinamento regionale per agevolare lo studio della procedura della eventuale parziale privatizzazione del servizio di trasporto marittimo, evidenziando la centralità di una soluzione che tuteli l'utenza e tutti i posti di lavoro fissi e stagionali;
c) a comunicare ufficialmente gli atti di cui alla deliberazione regionale al Governo e alla Commissione europea, unitamente alla relazione sulle motivazioni sociali, economiche e giuridiche che sono alla base della sua adozione;
d) a costruire, inoltre, una conseguente azione congiunta del Consiglio regionale della Sardegna, di tutti i parlamentari e gli europarlamentari sardi, al fine di aprire un tavolo di confronto con il Governo nazionale:
- volta a non vincolare la gestione del trasporto marittimo infraregionale;
- finalizzata ad inserire nella modifica dell'articolo 19 ter una clausola sociale, che preveda il trasferimento dei lavoratori attualmente impiegati da Saremar Spa al nuovo soggetto gestore del servizio di trasporto marittimo infraregionale;
e) a verificare presso il Governo nazionale se ci siano le condizioni per ottenere il contributo statale di euro 13.686.441 e che lo stesso possa essere ancora erogato per dodici anni;
f) ad avviare le procedure pubbliche formali per la ricerca del partner privato da inserire nella eventuale società mista pubblica/privata che possa partecipare alle procedure di gara per l'affidamento del servizio di trasporto marittimo infraregionale il servizio;
g) a programmare e rendere operativa, prima delle procedure di gara per il contratto di servizio, una soluzione di tutela di tutti i posti di lavoro attualmente attivi (a tempo indeterminato, determinato, stagionale, e dei servizi connessi) anche attraverso il collocamento mirato dei lavoratori, eventualmente in esubero, presso altre aziende preliminarmente individuate;
h) a istituire un apposito organismo di controllo, in cui siano presenti anche rappresentanti delle comunità locali interessate, al fine di monitorare la gestione del servizio di trasporto marittimo infraregionale;
APPRESO che il Parlamento ha approvato un emendamento per garantire l'erogazione del contributo pubblico statale per coprire i costi netti del servizio pubblico, che recita testualmente: "Le risorse di cui al comma 16, lettera c) dell'art. 19-ter del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito con modificazioni dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, possono essere utilizzate a copertura degli oneri annuali di servizio pubblico relativi al contratto di servizio stipulato all'esito dell'affidamento del predetto servizio sulla base di una procedura di gara aperta e non discriminatoria, nel rispetto delle norme nazionali e europee di settore e nei limiti di quanto necessario per coprire i costi netti determinati dall'adempimento degli obblighi di servizio pubblico individuati dallo stesso contratto";
CONSIDERATO che alla data del 31 dicembre 2015 cesseranno i contratti di servizio con la società Saremar Spa, in concordato preventivo liquidatorio, e che è necessario avviare con urgenza tutte le procedure per garantire continuità al trasporto marittimo infraregionale nelle tratte La Maddalena-Palau e Carloforte-Calasetta/Carloforte-Portovesme;
RIBADITO, anche in questa sede, che sussiste il potenziale rischio che la privatizzazione totale o maggioritaria del servizio esponga l'utenza al rischio di disservizi e generi tagli e licenziamenti per il personale attualmente impiegato,
chiede di interrogare il Presidente della Regione l'Assessore regionale dei trasporti per conoscere lo stato di attuazione dei punti dell'ordine del giorno del Consiglio regionale n. 40 del 6 maggio 2015. (505/A)
Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul mancato completamento dei lavori sulla strada statale 131 nel territorio del comune di Serrenti.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- il territorio ricadente nel comune di Serrenti è interessato, da diversi anni, da lavori concernenti l'ammodernamento e la messa in sicurezza della strada statale 131;
- la comunità dei cittadini ivi residenti subisce i disagi per l'estrema pericolosità dovuta all'attuale organizzazione della viabilità nello svincolo per Serrenti, presenti al km 32,575 e al km 34,975 in direzione Sassari e al km 34,975 in direzione Cagliari;
CONSIDERATO che:
- nello scorso mese di luglio, l'ANAS comunicava che la proroga del termine dei lavori al 15 settembre 2015 si rendeva necessaria per consentire il completamento dei lavori del terzo lotto funzionale nell'ambito dei lavori di ammodernamento del tratto;
- alla data del 15 settembre, il cantiere in questione vedeva ancora la presenza dell'impresa esecutrice dei lavori, perdurando, di fatto, la situazione di disagio per gli automobilisti che percorrono quotidianamente l'arteria viaria più importante della Sardegna;
- i cittadini di Serrenti si vedono ancora costretti a una riduzione delle misure di sicurezza che pregiudicano di fatto il loro diritto di mobilità;
RITENUTO che l'ANAS debba essere richiamata dalla Regione a ottemperare, in tempi, certi agli impegni assunti con le istituzioni locali,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali azioni intendano intraprendere, al fine di garantire l'apertura in tempi certi e celeri del cantiere insistente sulla strada statale 131, all'interno del comune di Serrenti. (506/A)
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Cossa sul mancato finanziamento del tratto viario di collegamento Burcei - Sinnai - Maracalagonis-SS 125. (46)
L'interrogazione in oggetto ripropone gii argomenti già trattati nella interrogazione n. 50/A (Comandini e altri) del 27.05.2014, alla quale è stata data risposta scritta il 02 luglio 2014.
Ciò posto,
con l'interrogazione in oggetto l'interrogante chiede di conoscere: 1. Lo stato della progettazione dell'opera e le motivazioni della mancata assunzione delle obbligazioni giuridicamente rilevanti che ha determinato la riduzione delle risorse disponibili per la realizzazione del tratto viario di collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-SS125;
2. i tempi della riprogrammaziona dei fondi CIPE".
Per rispondere compiutamente si ripercorrono brevemente le tappe salienti della vicenda:
- Come noto, la delibera CIPE 62/2011 aveva definito il contesto programmatico e finanziario per l'attuazione del Piano Nazionale per il Sud mediante una serie di interventi infrastrutturali di rilievo nazionale, interregionale e di rilevanza regionale;
- tra gli interventi strategici nazionali prioritari per lo sviluppo del Mezzogiorno, era stata inserita la S.S. Sassari-Olbia per un costo complessivo di 850 M/Eurouro la cui copertura finanziaria derivava da finanziamenti disponibili per 443,5 M/Eurouro ed ulteriore fabbisogno per 406,5 M/Eurouro;
- erano state inserite alcune infrastrutture minori di rilievo regionale (trasporti e idrico) tra le quali "Collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-S.S. 125", il cui costo complessivo era pari a 37 M/Eurouro (1.800.000 da finanziamenti disponibili e 35.200.000 Fondi FSC programmazione 2007/2013); la progettazione preliminare dell'intervento risultava, all'epoca, in corso di predisposizione a cura della Provincia di Cagliari;
- complessivamente il costo degli interventi strategici infrastrutturali per la Regione Sardegna in attuazione della delibera CIPE 62/2011 era pari a 1.936,2 Mld/Eurouro coperti, quanto a 1.073,4 Mld/Eurouro a valere sulle risorse FSC e per 857,8 M/Eurouro a valere sui "finanziamenti disponibili" dentro i quali concorrevano "risorse liberate" per circa 275,4 M/Eurouro;
- successivamente la delibera CIPE 62/2011 è stata oggetto di rimodulazione ex delibera 93/2012, in conseguenza della quale il suindicato progetto trovava copertura finanziaria per 21.481.496 Euro sui fondi FSC, per 13.718.504 Euro sulle c.d. "risorse liberate" e per la restante quota di 1.800.000 Euro su fondi propri della Provincia;
- sul punto si ricorda che a monte dell'adozione della CIPE 93/2012 vi era l'esigenza, per l'amministrazione regionale, di dare completa copertura finanziaria agli interventi sulla Sassari-Olbia in coerenza con la proposta n. 2000 del 01.08.2012 del Ministro per la Coesione Territoriale (circa la programmazione delle risorse FSC 2000/2006 e le risorse 2007/2013 in favore della Sardegna) finalizzata a concentrare le risorse FSC su interventi ad alta strategicità e ad avanzata cantierabilità come la S.S. Sassari-Olbia; n. 3 interventi sull'asse viario S.S. 125 Cagliari/Tortolì e l'eliminazione degli svincoli a raso sulla S.S. 554, secondo quanto emerso in sede di concertazione istruttoria tra il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica e la medesima Regione; il tutto ha determinato l'impiego di 545 M/Eurouro della suddetta delibera CIPE 62/2011 a favore di questi imponendo la necessità, quindi, di individuare altrove le coperture finanziarie necessario per i restanti interventi ;
- in tale contesto, relativamente all'intervento "Collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-S.S. 125", che all'epoca della delibera CIPE 93/2012 scontava ancora un forte ritardo nella progettazione del preliminare, si è ritenuto opportuno, con lo stesso criterio di concentrazione delle risorse FSC sugli interventi a più avanzata cantierabilità, modificare la fonte finanziaria - limitatamente all'importo di 13.718,504 Euro - da risorse FSC 2007/2013 (certe) a "risorse liberate" (la cui quantificazione complessiva a livello regionale non era stata ancora completata); si fa presente che la progettazione preliminare è stata trasmessa agli uffici regionali solo nel luglio 2013;
- successivamente, a seguito di una puntuale attività di ricognizione effettuata dagli uffici dell'Autorità di Gestione, è emerso che le risorse liberate per la riprogrammazione ex delibere CIPE 62/2011 e 93/2012 non erano in realtà più disponibili in quanto riconfermate dagli Uffici regionali a favore degli interventi originari;
- con note del 16 luglio 2013 e del 14 ottobre 2013 a firma congiunta dei DD.GG. della Presidenza, LL.PP., Trasporti, Distretto Idrografico e del Direttore del C.R.P., detta criticità (ossia l'indisponibilità delle risorse liberate) veniva quindi segnalata al Presidente della Regione e venivano, nel contempo, proposte alcune soluzioni:
a. Destinazione ai 5 progetti specifici cofìnanziati con le c.d. "risorse liberate" (tra i quali il "Collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-S.S.125") della quota ancora programmabile o rimodulabile a valere su Piano di Azione e Coesione;
b. Puntuale ricognizione dei cd. "progetti retrospettivi" rendicontati sul POR;
c. Proposta al CIPE di definanziamento degli interventi in criticità finanziaria con riutilizzo delle economie;
d. Predisposizione di un disegno di legge per la creazione di un fondo "infrastrutture strategiche" alimentato dalle risorse rinvenienti dal processo di revisione dei residui passivi;
e. Previsione, in sede di IGQ, della copertura finanziaria a carico del Fondo Infrastrutture degli interventi per i quali la copertura finanziaria gravava sulla voce "risorse liberate" e la cui disponibilità non era al momento accertata.
Sempre con la medesima nota del 14 ottobre 2013 le DD.GG. chiarivano altresì come, in assenza di informazioni circa ulteriori fonti finanziarie disponibili, non sarebbe stato possibile procedere alla individuazione delle coperture finanziarie necessarie se non previo definanziamento di parte degli interventi ex delibera CIPE 62/2011 in criticità finanziaria, destinando le quote di risorse FSC a favore di altri interventi secondo una priorità da definire in sede politico-istituzionale.
Il Presidente della Regione, con nota del 22 ottobre 2013, dava indicazioni circa l'individuazione delle priorità tra gli interventi programmati in delibera CIPE.
Ad avvio del Presidente l'avanzamento procedurale sarebbe stato garantito tramite la rimodulazione parziale degli interventi cofinanziati, assicurando copertura delle criticità finanziarie evidenziate oltre che il finanziamento di attività di prima fase come:
1) Interconnessione sistemi idrici: collegamento Tirso Flumendosa 4° lotto - collegamento Sulcis-lglesiente:
progettazione studi e indagini per un importo di 1 M/Eurouro;
2) S.S. 125 tronco Tertenia-San Priamo: 1° lotto stralcio: realizzazione lavori 1° lotto 1° stralcio per 3,45 M/Eurouro;
3) Collegamento S.S. 125 Burcei-Sinnai-Maracalagonis ; realizzazione lavori di collegamento per 13,7 M/Eurouro.
La risposta del Presidente non è stata seguita da alcun atto né programmatorio né finanziario della Giunta regionale.
Di contro, in data 14 gennaio 2014 il Ministero per la Coesione Territoriale ha indicato come data ultima per assumere le Obbligazioni Giuridicamente Vincolanti (OGV) il 30 giugno 2014 (prot. 343/2014 TD 1906434).
Tutto ciò considerato,
- quanto alle motivazioni che hanno determinato la mancata assunzione delle O.G.V. nei tempi previsti (30 giugno 2014), necessarie, in particolare, per la realizzazione del "Collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-S.S.125". si osserva che il ritardo nell'avanzamento progettuale e la mancata adozione di formali atti programmatici da parte della G.R. in seguito alle segnalazioni fatte dai Direttori Generali circa la criticità finanziaria riguardante l'inesistenza delle risorse liberate, ha di fatto cristallizzato una incapienza finanziaria ostativa all'assunzione di OGV.
Inoltre, dalla lettura del disposto della deliberazione CIPE 62/2011 si evince chiaramente come, la realizzazione del "Collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-S.S.125", gravava per la quasi totalità sui fondi FSC programmazione 2007/2013 e 1.800.000 da finanziamenti immediatamente disponibili. Detto quadro andrà a mutare radicalmente con la CIPE 93/2012 dove, immutata la quota di finanziamenti disponibili per 1.800.000 Euro, la quota residua non veniva più costituita per intero da fondi FSC (32.500.000) bensì da risorse CIPE disponibili per 21.481.496 Euro e da ulteriori risorse per 13.718.504 Euro al momento disponibili sotto la voce "risorse liberate" (POR 2000/2006), rivelatisi poi inesistenti.
È evidente che nel 2012 il quadro finanziario di riferimento dell'opera in premessa era sostanzialmente diverso rispetto a quello che si era delineato con la delibera CIPE 62/2011 passando, da una copertura pressoché integrale a carico del programma FSC, ad una copertura parziale per il concorrente approvvigionamento finanziario di una quota significativa (13.718.504) a valere sulle "risorse liberate"; per mutare, quindi, nuovamente in pejus nel 2013 quando l'Autorità di Gestione ha verificato che le "risorse liberate" non erano più disponibili in quanto confermate a favore dei progetti originari e, quindi, non liberabili".
Ciò nonostante si sarebbe potuto comunque ovviare al deficit di copertura finanziaria laddove si fosse dato seguito e corso al piano di azione redatto sinergicamente dai Direttori Generali.
- quanto ai tempi della riprogrammazione dei fondi CIPE si fa presente che, con la deliberazione n. 16/1 del 6.5.2014, la Giunta regionale ha confermato la strategicità dell'intervento "Collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-S.S.125", lasciandovi appostato l'importo di 1,8 M/Eurouro (a valere sul bilancio della Provincia di Cagliari) per consentire il proseguo delle attività di progettazione.
L'ulteriore copertura finanziaria è oggetto di approfondimento circa la sua compatibilità con i criteri, in fase di definizione da parte del Governo Nazionale, di riparto e di destinazione del fondi FSC 2014-2020.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sullo stato degli interventi previsti per la valorizzazione, lo sviluppo e la crescita dei centri commerciali naturali. (209)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente quanto segue:
1. Nel bilancio regionale per gli anni 2014 (l'ultimo predisposto dall'Amministrazione Cappellacci) e 2015 (il primo predisposto dalla Giunta Pigliaru) non sono previsti stanziamenti nell'apposito capitolo;
2. L'emanazione di nuovi bandi per la concessione delle agevolazioni a favore dei centri commerciali naturali potrà essere attivata solo successivamente alla indispensabile copertura finanziaria eventualmente assicurata dalla prossima sessione di Bilancio;
3. L'Amministrazione regionale, peraltro, non ha mai preso in considerazione l'ipotesi di cessare ogni politica di sostegno dei centri commerciali naturali, pur dovendo fare i conti con una perdurante penuria di risorse. La prossima Finanziaria, dunque, sarà il momento ideale di un confronto ad ampio respiro che consenta a Giunta e Consiglio di misurare compiutamente ampiezza e profondità di ogni eventuale soluzione a questo specifico problema.
Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Crisponi sui lavori di manutenzione straordinaria del ponte di Badu 'e Chercu, al Km 1,900 della strada provinciale n. 22 Nuoro-Oliena. (226)
Con l'interrogazione in oggetto si chiede dì sapere se l'Assessore regionale ai LL.PP.:
1. Sia a conoscenza della situazione creatasi lungo l'arteria in oggetto a seguito dell'alluvione del 18.11.2013;
2. Se venga rispettato il crono programma degli interventi di messa in sicurezza del tratto;
3. Se non si ritenga di attivarsi per fare in modo che i lavori vengano completati in tempi brevi;
4. Se non si ritenga di attivare per evitare che le risorse vengano "dirottate" verso altri interventi.
Ciò premesso,
la Strada Provinciale n. 22, ricadente entro i limiti della Provincia di Nuoro, si estende per circa 52 km dall'innesto sulla S.S. 129 attraversando i centri di Oliena, Orgosolo e Mamoiada.
Per tali comuni la S.P.22 rappresenta il collegamento principale con la viabilità portante della rete stradale della Sardegna, in quanto consente di raggiungere sia la S.S. 131 dcn che la S.S.128.
Gli eventi alluvionali del 18 novembre 2013 hanno danneggiato alcuni tratti della S.P.22, concentrati tra Oliena e Orgosolo: la sede stradale è stata intaccata puntualmente in corrispondenza di otto sezioni distribuite tra il km 16,000 e il km 24,000, ed è stato compromesso il viadotto sul fiume Cedrino di Badu'e Chercu, al km 2,000.
I danni riportati da tale ultima opera, caratterizzata da una struttura ad arco su pilastrini, sono legati in particolare al materiale, per lo più rami e tronchi d'albero, trasportato dal fiume in piena, che si è incastrato nei pilastrini danneggiando le canaline portacavi e i supporti delle barriere di sicurezza installate sul lato sinistro (in direzione Nuoro) della carreggiata.
Per effetto delle conseguenze degli eventi alluvionali, la Prefettura di Nuoro in data 22.11.2013 ha emesso un'ordinanza con la quale è stato istituito, in corrispondenza del viadotto in argomento, il senso unico alternato, regolato da un impianto semaforico, ed è stato interdetto il transito sullo stesso ai veicoli di massa complessiva superiore alle 35 tonnellate.
Come noto, la Legge n. 147 del 27.12.2013 (c.d. Legge di Stabilità) ha affidato al Presidente dell'ANAS S.p.A., il ruolo di Commissario delegato per gli interventi di ripristino del patrimonio viario danneggiato dagli eventi alluvionali; i compiti e i poteri del Commissario Delegato sono stati successivamente definiti attraverso l'Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 144 del 06.02.2014, con la quale il Commissario Delegato è stato incaricato di adottare un Piano di interventi di "Ripristino della viabilità nelle strade statali e provinciali della Regione Sardegna interrotte o danneggiate dagli eventi alluvionali del mese di Novembre".
È opportuno ricordare che le risorse per l'esecuzione di tali interventi provengono dai fondi che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha stanziato a favore dell'ANAS S.p.A. per l'esecuzione del programma degli interventi di manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie esistenti lungo la viabilità gestita dalla stessa Società e non, come riportato nell'interrogazione in oggetto, da fondi regionali.
Nell'ambito della ricostruzione e messa in sicurezza delle infrastrutture viarie colpite dagli eventi alluvionali, l'Assessorato dei Lavori Pubblici ha invece in capo la predisposizione di un "Piano degli Interventi di mitigazione del rischio residuo", attualmente in fase di redazione, che riguarda le opere di miglioramento delle condizioni di sicurezza delle arterie stradali rispetto a quelle esistenti prima dell'evento, per le quali al momento non sono disponibili risorse finanziarie.
Il Piano degli interventi di ripristino è stato adottato dal Commissario Delegato con il Dispositivo n. 7 del 25.02.2014, e comprende complessivamente 52 interventi, per un importo complessivo di Euro 50.669.727,77. Due interventi in particolare riguardano la S.P.22:
- Intervento NU02 - "Lavori di rifacimento e ricostruzione tratte stradali lungo fa S.P.22 Oliena - Orgosolo";
- Intervento NU07 - "Lavori di restauro statico del viadotto di Badu'e Orane sul fiume Cedrino al km 4 della S.P. Oliena - Orani e di restauro statico del viadotto di Badu'e Chercu sul fiume Cedrino al km 2,000 della S.P.22".
Per quanto riguarda in particolare l'intervento NU02, i lavori, il cui importo lordo ammonta a Euro 1.327.609, sono stati consegnati in data 04.11.2014 e conclusi in data 02.05.2015.
Per quanto concerne invece i lavori sul viadotto di Badu'e Chercu, oggetto dell'interrogazione n. 226/A, il progetto esecutivo degli interventi è stato approvato dal Commissario Delegato con Dispositivo n. 40 del 10.04.2014 (Allegato 2), per un importo lordo di Euro 487.652,37; con il successivo Dispositivo n. 63 del 16.06.2014 (Allegato 3) è stata approvata la Perizia di Variante n. 1, che riguarda la fornitura alla Provincia di Nuoro di due lanterne semaforiche per la regolazione del traffico veicolare sul viadotto, e che comporta una maggiorazione del costo complessivo dell'intervento, che aumenta a Euro 489.952,37. Nell'ambito della procedura di approvazione, il progetto esecutivo dell'intervento è stato sottoposto, ai sensi dell'art. 2 della Legge n. 64/1974 e dell'art. 93 del Regio Decreto n. 523/1904, all'esame del Genio Civile di Nuoro, il quale, con Determinazione n. 24612/834 del 14.07.2014, ha autorizzato l'ANAS S.p.A. all'esecuzione delle lavorazioni previste dallo stesso progetto.
Il progetto esecutivo approvato con i citati Dispositivi del Commissario Delegato, che riguarda non solo il viadotto di Badu'e Chercu ma anche quello di Badu'e Orane, prevede una durata dei lavori di 120 giorni naturali e consecutivi; i lavori sono stati consegnati in data 18.08.2014 e conclusi in data 16.12.2014, nel pieno rispetto del cronoprogramma definito dal progetto esecutivo.
I lavori sul viadotto in particolare, come certificato dal dispositivo n. 71 del 09.10.2014 (Allegato 4), sono stati ultimati in data 08.10.2014: per tale ragione l'ANAS S.p.A. ha chiesto alla Provincia di Nuoro di emettere un'ordinanza per rimuovere il restringimento della carreggiata e l'impianto semaforico regolante il senso unico alternato sul viadotto.
A tal fine la Provincia di Nuoro ha avviato specifiche indagini sulla stabilità strutturale del ponte, ed in seguito alla positiva conclusione delle prove ha disposto, con Ordinanza n. 3751 del 18.12.2014, il ripristino del doppio senso di circolazione sul viadotto, vietando il transito sul ponte ai mezzi la cui massa supera le 21 tonnellate per contenere le sollecitazioni da traffico sull'opera d'arte.
E opportuno evidenziare che il Servizio, oltre alla redazione del "Piano degli Interventi di mitigazione dei rischio residuo" di propria competenza, ha svolto nel corso del 2014 un'attività dì attenta analisi e verifica del Piano di ripristino curato dall'ANAS, nel corso della quale i tecnici del Servizio hanno effettuato diversi sopralluoghi tesi ad approfondire la conoscenza dei danni conseguenti agli eventi alluvionali e la rispondenza degli interventi proposti alla risoluzione delle criticità esistenti.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Pinna Rossella - Collu - Comandini - Deriu - Forma - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas sulla chiusura del Centro operativo di protezione civile nel territorio del Medio Campidano. (369)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rimanda alla nota prot. n. 4651 del 3.06.2015 trasmessa dalla Direzione Generale della Protezione Civile.
Si rappresenta inoltre che, nelle frequenti interlocuzioni tra la scrivente, la Protezione Civile, le Consulte Provinciali e l'Osservatorio Regionale del Volontariato tese a proporre un regolamento regionale della consulta del volontariato e di altri importanti temi legati al mondo delle organizzazioni di volontariato di protezione civile, si sta studiando la possibilità di aprire alcuni uffici periferici della Direzione generale previsti nella L R. 36/2013 nei centri dove sussiste la logistica ma anche la necessità di presidiare alcune zone.
In relazione all'interrogazione in oggetto, trasmessa con vostra nota prot. n. 1423 del 18.5.2015, ben consapevoli dell'operatività e della funzione svolta dalla Provincia del Medio Campidano in materia di protezione civile, si specifica quanto segue
Anche la Direzione generale della Protezione civile ha ricevuto la citata comunicazione della Provincia del Medio Campidano (prot. 4008 del 16/04/2015) con cui veniva comunicata la chiusura della Sala Operativa Provinciale.
A tale comunicazione, la stessa Direzione ha proseguito con la nota n. 3548 del 17/4/2015. che si allega in copia, con cui si è resa disponibile anche per eventuale formazione di personale da impegnare direttamente nella Sala Provinciale
Successivamente, la Provincia ha convocato apposito tavolo con i Comuni del territorio interessato (12 maggio u.s) in cui è stata ipotizzata una soluzione provvisoria atta a sopperire alle difficoltà nate in seguito al riassetto istituzionale in corso.
Per quanto nell'interrogazione in oggetto, si specifica che le attività di organizzazione e messa a regime degli uffici territoriali di protezione civile di cui alla LR 36/2013, sono al momento sospese in attesa dei lavori dell'Osservatorio politico sulla riorganizzazione delle Province, di fondamentale interesse per il reperimento del personale per l'attivazione degli stessi uffici, come previsto nella stessa LR 36/2013.
In ogni caso si specifica che. in materia di antincendi. già dalla scorsa campagna 2014, per ovviare alle difficoltà manifestate dalle province e per assicurare un uniforme attività su tutto il territorio regionale, il Piano regionale AIB ha previsto che l'attivazione delle Organizzazioni di volontariato per lo spegnimento fosse in capo al CFVA presso i COP (Centri Operativi Provinciali); attivazione svolta fino alla campagna 2013 dagli Uffici Provinciali di Protezione civile. Inoltre, i costi di rimborso delle spese sostenute dalle Organizzazioni di Volontariato per tali attività sono state interamente sostenuti a carico del Bilancio regionale e le relative istruttorie sono state svolte dalla direzione scrivente.
Tale modalità operativa è confermata anche nell'aggiornamento del Piano Regionale Antincendi per il 2015 in fase di predisposizione.
Si specifica, tuttavia, che l'art. 70 della LR 9/2006, benché modificato dalla LR 36/2013, non ha abrogato alcune funzioni ad oggi in capo alle Province che si riportano di seguito (cfr. comma 2 art. 70):
a) esecuzione degli interventi, di rilevanza provinciale, necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi;
b) esecuzione degli interventi urgenti, di rilevanza provinciale, in caso di crisi determinata dal verificarsi o dall'imminenza di eventi di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 2 della legge n. 225 del 1992:
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione della deliberazione della Giunta regionale n. 33/27 dell'8 agosto 2013 in materia di libera professione intramuraria. (453)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto si riscontrano, punto per punto, i quesiti in essa posti.
1) Con nota n. 5921 del 28/02/2013 questo Assessorato ha effettuato una ricognizione straordinaria degli spazi disponibili per l'esercizio della libera professione intramoenia e del volume delle prestazioni erogate al 30/11/2012.
Con nota n. 24723 del 10/10/2014 (che si allega in copia) questo Assessorato ha inviato al Ministero della Salute la relazione sul monitoraggio sullo stato di attuazione dell1 esercizio dell'attività Alpi, legge 8 novembre 2012, n. 189 c.d. Balduzzi. Sulla base delle risultanze di tale indagine è emerso che, per quanto riguarda gli spazi aziendali, solo le Aziende sanitarie n. 1 di Sassari, n. 2 di Olbia e n. 3 di Nuoro, avevano l'esigenza di acquisire ulteriori spazi esterni e di attivare il programma sperimentale per l'utilizzo degli studi privati collegati in rete.
Il completo sviluppo del sopradescritto sistema intramurario, legato a un processo di ristrutturazione edilizia e reperimento di spazi all'interno delle aziende, ha trovato attuazione con il programma regionale per l'attività intramoenia, finanziato ai sensi del D.lgs. n. 254 del 28 luglio 2000, originariamente approvato con la DGR n. 17/17 del 22 maggio 2001, che prevedeva la realizzazione di n. 7 interventi di edilizia e ammodernamento tecnologico. A causa di sopraggiunte criticità in fase di realizzazione degli interventi, la Regione Sardegna, con la DGR n. 15/7 del 11 marzo 2008, ha operato la definitiva rimodulazione del programma per la realizzazione di n. 11 interventi per il potenziamento dell'attività di libera professione intramuraria presso i presidi ospedalieri della Regione Sardegna, per un ammontare complessivo pari ad Euro 8.929.811.61, come di seguito riportato:
Stazione Appaltante
Titolo Intervento
Tipologia Costo complessivo intervento
ASL 2 OLBIA
LAVORI DI EDILIZIA PER IL POTENZIAMENTO STRUTTURA LIBERA PROFESSIONE (PRIMO PIANO DEL VECCHIO OSPEDALE SAN GIOVANNI DI DIO DI OLBIA)
EDILIZIA 280.000,00
ASL 2 OLBIA
COMPLETAMENTO DEI LAVORI DI ADEGUAMENTO ALLE NORME DI SICUREZZA RIQUALIFICAZIONE ED OPERE PER LA LIBERA ATTIVITÀ PROFESSIONALE PRESSO IL P.O. LA MADDALENA
EDILIZIA 154.937,07
ASL 2 OLBIA
COMPLETAMENTO DEI LAVORI DI ADEGUAMENTO ALLE NORME DI SICUREZZA RIQUALIFICAZIONE ED OPERE PER LA LIBERA ATTIVITÀ PROFESSIONALE PRESSO IL P.O. DI TEMPIO PAUSANIA
EDILIZIA 309.874,14
ASL 6 SANLURI
REALIZZAZIONE STRUTTURE SVOLGIMENTO ATTIVITÀ INTRAMURARIA AMBULATORIALE E DI DECENZA PRE E POST OPERATORIA PRESSO OSPEDALE DI SAN GAVINO E FORNITURA BENI NECESSARI
EDILIZIA 743.697,94
ASL 7 CARBONIA P.O.
SIRAI RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTO LOCALI EX U.O PEDIATRIA SOVRASTANDO IL LABORATORIO DI ANALISI PER LA REALIZZAZIONE DEGLI AMBULATORI INTRA-MOENIA
EDILIZIA 774.685.35
ASL 8 CAGLIARI
RISTRUTTURAZIONE DI UN FABBRICATO ALL'INTERNO DELL'EX OSPEDALE PSICHIATRICO DA ADIBIRSI A SEDE DELL'ATTIVITÀ DI INTRAMOENIA (ATTIVITÀ LIBERO PROFESSIONALE)
EDILIZIA 5.164.568,99
AZ. OSP. BROTZU (CA)
LAVORI DI EDILIZIA PER IL POTENZIAMENTO STRUTTURA ATTIVITÀ LIBERO-PROFESSIONALE (OSPEDALE BROTZU CAGLIARI)
EDILIZIA 145.571.12
ASL 2 OLBIA
ACQUISTO ARREDI E ATTREZZATURE PER IL POTENZIAMENTO STRUTTURE LIBERA PROFESSIONE (PRIMO PIANO DEL VECCHIO OSPEDALE SAN GIOVANNI DI DIO DI OLBIA)
AMMODERNAMENTO TECNOLOGICO 40.000,00
ASL 4 LANUSEI
ACQUISTO ARREDI E ATTREZZATURE PER IL POTENZIAMENTO STRUTTURE LIBERA PROFESSIONE (LANUSEI-ILBONO. TORTOLI E JERZU)
AMMODERNAMENTO TECNOLOGICO 50.000,00
ASL 6 CAGLIARI
POTENZIAMENTO STRUTTURA LIBERA PROFESSIONE INTRAMURARIA - ACQUISTO ARREDI ED ATTREZZATURE (PADIGLIONI EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI CAGLIARI)
AMMODERNAMENTO TECNOLOGICO 736.477,00
AZ. OSP BROTZU (CA) ACQUISTO ARREDI E ATTREZZATURE PER IL POTENZIAMENTO STRUTTURE LIBERO PROFESSIONALE (OSPEDALE G. BROTZU CAGLIARI)
AMMODERNAMENTO TECNOLOGICO 500.000,00
TOTALE 8.929.811,61
Nelle more del completamento dell'adeguamento di cui sopra, si è reso necessario concedere una proroga ai termini di reperimento degli spazi interni fissata dall'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 120 (scadenza 31.12.2014) e, conseguentemente, concedere il ricorso all'attività ALPI "allargata" ai professionisti operanti in spazi non aziendali.
In assenza di tale adeguamento, si è resa necessaria la proroga, per non incorrere in contenziosi con i professionisti, cui sarebbe impedito di svolgere l'attività nei propri studi senza tuttavia mettere a disposizione degli stessi adeguati spazi interni.
Il programma di investimenti sopra richiamato, attualmente in fase di completamento, dovrebbe consentire la completa normalizzazione dell'attività ALPI.
A tale proposito, lo scrivente Servizio ha avviato un'azione ricognitiva effettuando dei sopralluoghi nelle aziende del SSR che hanno usufruito di finanziamenti ai sensi del D.lgs. n. 254 del 28 luglio 2000 per l'adeguamento degli spazi, al fine di accertare il corretto utilizzo degli stessi finanziamenti e conseguentemente, alla verifica dell'effettivo avvio dell'attività di libera professione intramuraria in dette sedi.
ISPEZIONE STRUTTURE ALPI FINANZIATE con D.lgs. 254/2000
Azienda Distretto Comune
Presidio Ospedaliero Data/sop.luogo
N. prot. relazione
Esito/commenti
ASL2 Olbia Olbia Olbia
San Giovanni di Dio 25-feb-14
8667 del 28-Marzo-2014
Realizzati 9 nuovi ambulatori - Da accertare il corretto utilizzo ad Alpi.
ASL2 Olbia Olbia La Maddalena
Paolo Merlo 17-lug-14
27098 del 07-Nov- 2014
Sopralluogo senza esito a causa dell'assenza della documentazione progettuale e di personale tecnico - nuovo accertamento previsto entro settembre p.v.
ASL2 Olbia Tempio Pausania Tempio Pausania
Paolo Dettori 18-lug-14
27098 del 07-NOV- 2014
Realizzati n. 8 ambulatori ma utilizzati per fini amministrativi dalla Direzione Aziendale.
ASL 6 Sanluri Guspini San. Gavino
Ns. Signora di Bonaria 25-nov-14
6962 del 17-Marzo- 2015
Risultano realizzati e utilizzati ad attività ALPI n. 11 ambulatori e 9 degenze
ASL7 Carbonia Carbonia
Sirai 04-nov-14
20153811 del 10 Febbraio 2015-10-14
Risultano realizzati e utilizzati ad attività ALPI n. 9 ambulatori
ASL8 Cagliari Cagliari Cagliari
Ex O. Psichiatrico 28-ott-14
18248 del 28 Luglio-15
A.O. Brotzu Cagliari
San Michele 30 gennaio e 20 maggio 2015
Sopralluogo senza esito a causa dell'assenza della documentazione progettuale e di personale tecnico e nuovo accertamento previsto entro settembre p.v.
Nessun intervento di ristrutturazione interna effettuato tra quelli previsti nel progetto per adattamento degli ambulatori esistenti per l'attività ALPI - effettuati esclusivamente lavori di
perizia (impermeabilizzazione lastrico solare) e messa a norma ascensore - Nessuna attività Alpi rilevata in occasione delle visite.
Dalle suddette verifiche è emersa una situazione di grave ritardo sulle date di attivazione dell'ALPI e l'Assessorato si è attivato per rendere coerente l'utilizzo degli spazi con il disposto normativo dando un termine per l'adeguamento alla Asl n. 2 di Olbia. Sarà cura dello scrivente rendere edotta il Consiglio Regionale, per il tramite di codesta Presidenza, circa gli avanzamenti delle verifiche avviate, ancora in corso.
2)Nella seduta del 19 febbraio 2015 della Conferenza Stato Regioni, è stato definitamente approvato il testo dell'accordo concernente i criteri per la verifica del programma sperimentale per lo svolgimento dell'ALPI presso gli studi professionali collegati in rete. Nel testo si precisa, tra le altre cose, che in caso di esito positivo della sperimentazione, la Regione può consentire alla relativa azienda, in via permanente e ordinaria, lo svolgimento dell'attività libero professionale intramuraria presso gli studi professionali collegati in rete, ponendo contestualmente termine al programma sperimentale. Qualora dalla verifica emerga l'incompleta attuazione del programma sperimentale per inadempienza da parte dell'azienda in ordine alle modalità tecniche del collegamento in rete di cui al punto n. 2 dell'allegato 1 al Decreto del Ministero della Salute 21 febbraio 2013, la Regione provvede in base all'art. 1, comma 3 procede alla verifica del programma sperimentale entro un anno dell'adozione dei provvedimenti necessari per superare l'inadempienza dell'azienda. Tale verifica deve concludersi entro un anno dall'adozione dei provvedimenti necessari per superare l'inadempienza dell'azienda. In merito agli adempimenti posti in essere dallo scrivente Assessorato, si allega la nota prot. n. 5922 del 4/3/2015.
In data 19/3/2015 è stata convocata con tutte le aziende una riunione in cui sono stati tra l'altro resi noti gli esiti delle verifiche svolte da Sardegna It sull'utilizzo delle infrastrutture di rete e sono emersi dubbi interpretativi manifestati dagli operatori Aziendali, cui è stato dato chiarimento con la nota prot. n. 8228 del 30/3/2015 che ad ogni buon conto si allega.
Successivamente, con nota n. 14954 del 16/06/2015, l'Assessorato a seguito di una ulteriore ricognizione effettuata da Sardegna IT sullo stato di utilizzo dell'infrastruttura di rete ha emanato le direttive contenute nella nota n. 9904 del 20/04/2015 ed ha fissato quale termine ultimo per sanare eventuali criticità, il 30 settembre 2015.
3) In merito all'adeguamento dei meccanismi di pagamento si allegano i report elaborati da Sardegna It che evidenziano gli avanzamenti tra i due periodi di riferimento delle analisi. Si precisa che questo servizio opera un monitoraggio periodico sullo stato di attuazione della Deliberazione della Giunta regionale n. 33/27 del 8 agosto 2013, condotto di concerto con l'Osservatorio nazionale per l'attività libero professionale del Ministero della Salute, del quale si allega l'ultima relazione.
Dal monitoraggio annuale predisposto dall'Agenas risulta che le aziende garantiscono adeguato controllo sulla riscossione degli onorari professionali (art. 1, comma 4 lett.b), tramite le sotto indicate modalità.
Asl 1, Asl 2, Asl 3, Asl 7 e A.O. Brotzu: attraverso il Cup aziendale;
Asl 4: non specificate le modalità;
Asl 5, Asl 6, Asl 8, A.O.U. Cagliari e Sassari: tramite Casse Ticket negli orari di apertura dello sportello;
4) I medici che non utilizzano il sistema di prenotazione e fatturazione aziendale sono soggetti alla revoca dell'autorizzazione all' ALPI.
Si rimane a disposizione per qualunque necessità di chiarimento e/o integrazione, e si porgono cordiali saluti.
I seguenti documenti allegati alla risposta scritta sono agli atti del Consiglio:
1) copia delibera 33/27 del 8 agosto 2013 contenente le linee guida per disciplina della ALPI:
2) pro(. n. 5921 del 28/02/2013;
3) prot. n. 8667 del 28/04/2014;
4) prot. n. 17493 del 8/7/2014 del Servizio sistema informativo, osservatorio epidemiologico umano, controllo di qualità e gestione del rischio;
5) prot. n. 24723 del 10/10/2014 Monitoraggio sullo stato di attuazione dell'Alpi relativo all'annualità 2013;
6) prot. n. 3811 del 10/02/2015;
7) prot. n. 5288 del 26/02/2015 Presidenza del Consiglio dei Ministri prot. n. 953 P-.23.2.21 del 25/02/2015 seduta del 19 febbraio 2015.
Accordo stato - Regioni in materia di criteri per la verifica del programma sperimentale per la libera professione intramuraria. ai sensi dell'art. 1. comma 4 bis) della legge 3/8/2007, n. 120 e s.m.i.;
8) Prot. n. 5922 del 04/03/2015;
9) Prot. n. 6876 del 16/03/2015,
10) Prot. n. 6962 del 17/03/2015;
11 ) prot. n. 8228 del 30/03/2015;
12) prot. n.9904 del 20/04/2015;
13) prot. 14698 del 11/06/2015:
14) prot. n. 14954 del 16/06/2015;
15) prot. n. 18248 del 28/7/2015
Interrogazione Manca Pier Mario - Unali - Cherchi Augusto - Anedda - Cocco Daniele Secondo - Busia - Zedda Paolo Flavio in merito al Programma nazionale di sostegno nel settore del vino. Misura investimenti annualità 2015. (457)
In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che il programma nazionale di sostegno del settore dei vino prevede l'erogazione di aiuti, a valere su risorse comunitarie del fondo FEAGA, per diverse misure tra le quali la misura "Investimenti" per la realizzazione di investittienti materiali e immateriali in impianti di trasformazione, in infrastrutture vinicole e nella commercializzazione dal vino.
Il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) è un Fondo dell'Unione Europea dedicato alla Politica Agricola Comune (PAC) che finanzia anche le spese relative alle misure dell'OCM unica, che comprende anche l'OCM vino, per regolarizzare i mercati agricoli. La normativa comunitaria stabilisce che la liquidazione dei fondi FEAGA deve essere effettuata nella stessa annualità finanziaria, la cui chiusura è fissata al 15 ottobre di ogni anno, pena la restituzione di quelli non spesi alla Commissione Europea.
Pertanto, nel caso specifico della misura investimenti le risorse assegnate nell'annualita 2015 devono essere spese entro il 15 ottobre 2015.
Ciò premesso, in riferimento all'interrogazione si evidenzia quante segue
1) In seguito all'istruttoria delle domande presentate per le misure, del Programma nazionale di sostegno dei settore del vino è emerso che le risorse assegnate per l'annualità 2015 non sono sufficienti per soddisfare tutte le richieste presentate per le misure investimenti e ristrutturazione dei vigneti.
L'Assessore dell'agricoltura con decreto n. 1330 DECA 33 del 16 giugno 2015 ha approvato la rimodulazione, nell'ambito delle risorse assegnate alla Sardegna per le misure del Programma nazionale di sostegno del settore del vino per incrementare la dotazione finanziaria per le misure di Investimenti e Ristrutturazione dei vigneti. Contestualmente è stata richiesta al Ministero delle Politiche Agrigole Alimentari e Forestali una ulteriore assegnazione per la Sardegna a valere sulle risorse non impegnate dalle altre regioni. Questo ha consentito un aumento della dotazione finanziaria 2015 per la nostra Regione, pari a 432.834 euro che sono stati destinati proporzionalmente a soddisfare più richieste per le misure Investimenti e Ristrutturazione vigneti per effettuare pagamenti entro il 15 ottobre 2015.
Per il meccanismo di riparto dei fondi tra le regioni è prevista entro la prima settimana di settembre un'ulteriore verifica del livello di spesa, per un'eventuale ulteriore assegnazione delle risorse non impegnate alle regioni che non riescono a soddisfare tutte le richieste con i fondi assegnati, nel 2015. La Sardegna, quindi, in base al fabbisogno da coprire, potrà ottenere una ulteriore assegnazione di risorse.
Di seguito si riporta una tabella riepilogativa contenente i dati relativi alla fase di ammissibilità delle domande e alla dotazione finanziaria disponibile per il 2015 e per il 2016:
Misure Programma nazionale sostegno
|
Risorse comunitarie
|
Richieste presentate |
Rimodulato regionale |
Rimodulato dopo ulteriore assegnazione In overbooking |
Risorse comunitarie
che possono
|
a |
b |
d |
e |
| |
Promozione |
1.958.732 |
912.290,64 |
912.290,64 |
912.290,64 |
1.958.732 |
Vendemmia verde |
405.948 |
0 |
0 |
0 |
405.948 |
Investimenti |
1.613.355 |
4.447.198,68 |
2.049,071.37 |
2.184.596,27 |
1.613.355 |
Ristrutturazione |
4.355.381,00 |
11.595.385,08 |
5371054,00 |
5.669.362,66 |
4.355.381,00 |
Totale |
8.333.416,00 |
16955214,40 |
83334X6,01 |
8.766.249,77 |
8.333.416,00 |
Con riferimento specifico alla misura investimenti, oggetto dell'interrogazione, le disposizioni regionali adottate annualmente per la gestione della misura consentono la presentazione di domande di aiuto di durata annuale e domande di aiuto di durata biennale. Infatti, la Regione Sardegna ha sempre consentito alle imprese la possibilità di presentare anche domande biennali proprio per consentire di effettuare investimenti più complessi che richiedono più tempo, al contrario di diverse regioni che consentono solo la presentazione di domande di investimenti di durata annuale, limitando le opportunità per i beneficiari.
Le risorse assegnate per l'annualità 2015 devono, pertanto, soddisfare i saldi delle domande biennali presentate nel 2014 i saldi delle domande annuali presentate nel 2015 e le domande di anticipazione presentate nel 2015 per gli investimenti di durata biennale i cui saldi saranno pagati nel 2016.
Si evidenzia che solo dall'esatta contabilizzazione o rendicontazione dei progetti (attualmente in corso di verifica) sarà possibile quantificare con esattezza il fabbisogno finanziario necessario per pagare tutte le domande ammissibili con lo stanziamento 2015.
Da un monitoraggio delle domande di investimenti di durata biennale 2014 è già emerso che ci sono state delle rinunce, per cui si sono liberate ulteriori risorse per lo scorrimento della graduatoria 2015.
Inoltre, in base all'esperienza acquisita nelle precedenti annualità; si stima con ragionevole certezza che ulteriori rinunce e/o la diminuzione degli importi delle spese rendicontate rispetto a quelle ammissibili renderanno possibile il pagamento di quasi tutte le domande con le risorse assegnate per l'annualità 2015.
2) La tempistica, stabilita nel rispetto delle norme Comunitarie e nazionali e considerato che gli uffici regionali hanno in carico nello stesso periodo anche i procedimenti in capo alle altre misure del Programma nazionale di sostegno del settore del vino, sia tenuto conto della necessità di effettuare l'istruttoria in tempi certi e procedere allo scorrimento della graduatoria proprio per non perdere le risorse assegnate.
Le disposizioni regionali della Misura Investimenti, adottate in data 2 febbraio 2015 e pubblicate sul BURAS e nel sito internet della Regione, nel paragrafo "Accertamento regolare esecuzione dei lavori" evidenzia: Nel caso non vengano, realizzate tutte le operazioni incluse nella domanda l'aiuto non viene erogato e non vengono rimborsate le spese già sostenute. Pertanto, il richiedente deve includere nella domanda di aiuto le operazioni che è sicuro di portare a termine in tempo utile per ricevere il pagamento.
I produttori nel momento in cui aderiscono alla misura investimenti sono quindi al corrente della tempistica definita dalle disposizioni regionali e, inoltre, hanno la possibilità di optare per la presentazione di domande di investimenti di durata annuale o biennale. La possibilità di presentare una domanda di aiuto biennale significa avere più tempo per portare a termine le operazioni richieste con la domanda di aiuto.
3) Il succitato decreto dell'Assessore dell'agricoltura n. 1330 DECA del 16 giugno 2015 hai inoltre stabilito di rendere finanziabili con le risorse 2016 tutte le domande di aiuto inserite nella graduatoria 2015, ma non pagabili con risorse 2015; in modo da dare certezze e garantire a tutte le aziende di ricevere l'aiuto ammissibile.
La condizione tecnico amministrativa per avere la certezza del pagamento dell'aiuto entro il 31 dicembre 2015, sia con le risorse 2015, sia con le risorse 2016, è la conclusione dell'istruttoria regionale basata sulla presentazione delle domande di pagamento e della relativa documentazione contabile, entro i termini stabiliti dal bando.
In sintesi:
- le domande che sono finanziabili con le risorse 2015 vengono pagate entro il 15 ottobre 2015;
- le domande che non sono finanziabili con le risorse 2015, saranno finanziate con le risorse 2016 e verranno pagate dopo il 15 ottobre 2015 (anno finanziario FEAGA 2016) e comunque entro il 31 dicembre 2015.
L'ufficio competente dell'Assessorato ha infatti avviato una interlocuzione con l'organismo pagatore AGEA ricevendo rassicurazione sui tempi di liquidazione dell'aiuto con le risorse 2016, che avverrà entro il 2015, senza l'aggravio per le aziende di dovere ripresentare le domande di aiuto per l'annualità 2016 e soprattutto con il vantaggio di avere riconosciute le spese eleggibili già effettuate